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1
GRAMATICA
DELLA
[LINCIA SPAGNUOLAt
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L' ITALIANO !8TRI;JT0
7(KLLA COGnmonV, m OUBSTA U?f6QA^
ì ». FRANCESCO MARUV
j /Vesso ^iustr. tir. 4 OQ Ila/. Or, 3 So
mi
MEIDHfGfERt ^ ©wnffiftifdé aratici Utìlù tfèj^ fèitédii
seconda ediz^ ioteramente rifusa e corretta* Io 8»7/r. 5 48
.^.^ .«..^ Io carta tòlibà a» 5 a!k
BOERONI. Nuovilsitno Abbecedario Tedcfcò ^ ossi» Lei*
fere Elementari delia Lìngua Tedesca ad uao degli Ita*
lìani. la S. m — . 5o
Modelli di Lettere in Italiano e Tedesco, contenenti
noft raccolta di Lettere e Biglietti famigliari . colle toro
risposte» ec« In 8* » 2 So
ecfiìtid'^. 3af)eYn. In 24. » — 7$
JtMn imt) be<|uenic^ fcantbuijcl.; beftc^cnt in oatftclereften
®ebct()ern/tommt "ben getooIJIiclKn (Sefangen u!il> fta^#
mitt(!ataen gouei^ien^li^en ®tbet^ern/ o sia piccolo Ma*
ndale di preghiere pe^ la inattiva è la sera. In 24. i»^ i 00
MOF\àND, G. Dialoghi classici, famigliari ed altri, per
uso degtì studemi dèlie lingue francese ed ItÌEiìiì&Qff^ eoa
eserciz) préliminart , seguiti da un vocabolario geografico e
da una raccolta di nomi propr j r più usitaii. In 16 gr.«» 3 25
JBlAGIOLL Grammatica- ragionili ta della Lingua Francese
Seconda edizione, tn la gr^ . h 3 00
« *""":' • Grammaire Itali etìne étémèntaire^ et ra iéohnée, soiyio
d*un Traile de la Poesie ital renne ;ouvrageapprovée per
rtbstitut de arance. Quinta jedUiong. in 13 jgr» 4» , 4 00
GÌIASSINI, Cariò. Guida per gU àniàloH delFa Lingaa
Inglese ( seconda edizione corretta , amplificata ed aocre-
.., fciuta di una raccolta dei principali oinoaimi coli* ana-
loga pronùdzia^ In 8. 1» .3 00
•i..».^ .^.^ L^ prima edizione io S. 19 I 25
MALOjNE» Enrico. Elementi della Lingua Inglese o sia tiHiè-
todo pratico per irapara^'C com facilità questa lingue, dì
L* P. Sirei, ridotti ad. uso degli Italiani. In 8* >» S 00
--_ yOCABOLARlO portatile dèi Viajggialore contenente le
fresi e Vocaboli più necessari in viaggio^ in italiano, ledesc»,
francese ed inglese, compilato da E. AJalpne.In 8 obi.» 3 00
MABIN t Francesco. Grammatica della Lingna Spagntiola
o sia ritaliano istruito nella cognizione di questa lin-
gua. In 12. , M 3 Sd
IfONTEGGiA^ Luigi. Serie di temi per servir d' A péen-
dice alla Gr^^mmaiica delia Lingua Spaguuola, deUwa^^e
'fjrancesco Marìn, In I2*^ » t 5^
COKTICELLL Regole ed Osservazioni ^ o Gramatica delk
Lingua Toscana, lu 16 gr. »> 5 So
DE FILIPPI, G. B. F. Gramatica o Stufàio di lingua pel
fi^anciuUo italiano. In 8* » 4 ^^
'^.1....^ Hettificazione di linguaggio per alcuni elementari Prtn*
cip) delle Matematiche. In 8. >» i 'oto
QUAÌ>RO sinotCiCo dèlia Lingua tedesca ad nso degli
Italiani , compilato da G* C. sulle tracce di -qneKo ài
Fr, de Woltfers adattato ulP Istituto di S. Amando
€fmlfìt^rre iti Parigi in 8. » -^^S5
GRAMATIC4
O SIA •
ISTRUITO IHELLA COGNIZIONE
DI QCE8TA UNGVA
DALL'ABATE
D. FRANCESCO MARSN
MILANO
PER CIOVArmi SILVESTRI
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GRAMATICA g.
LINGUA SPACnriOf.APJ»
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L' ITAMANO iS : £1 . . 1 i . tì|
iNGLIil COCmZfOSE 1)1 O'JESTi l.HGD*^JÌ
D. FRAnCGSCO SURIN
Presto Austr. lir. ^ oo //a/. /Ù-. 3 5o
IT L EDITORK.
impratichirlo del nostro idioma, e lo studio e
il tempo da lui posti in quest^ opera sua y la
rendono j a giudizio dei dotti ^ la pia utile e
pregevole di (juante altre furono fin qui pub-
blicate.
Se non che appunto il Iwtgo soggiorno in,
Homa delV autore j fece cKei cadesse qua e colà
inalcune forme di parlare troppo romanesche;
e d! altra parte j corsero nelF edizione romana
non pochi errori di stampa, i quali j per quanto
liesfij sono sempre grasfissimi in un libro gram-
maticale. A togliere però queste mende dalla
mia ristampa^ io la diedi a rivedere a per^
sona versata in amendue le lingue j onde spero
che gli studiosi del coltissimo idioma casti-
glianoj non avranno in libro di tal sorta più
nulla a desiderare.
PREFAZIOl^fi
Intrapreicdendo noi un trattato^ in cui tutu*
abbiam procurato dì riunire le regole necessarie
ad apprendere la lingua spagnuola^ non ci sem-
bra necessario doverci occuparn sul bel prin-
cipio a mostrar in una prefazione i pregi di
questo idioma. Mentre ninna necessità vi è
d' infervorarne allo studio chi prende in' mano
questo libro per solo genio e trasporto di ap-
prendere la medesima* Ciò nulla ostante però^
e per seguire il sistema ormai ' universalmente
introdotto^ di porre- cioè nel pieno lustro le
pregevoli doti di una facoltà prima d' intra-
prenderne le istituzioni : e per« non soffogare
quei sacri sentimenti^ che Famor patrio giusta-
mente inspira nel nostro cuore al considerare
con compiacenza i pregi tutti della lingua no-
stra , poche parole ci eontenteremo qui premet.
tere sull'assunto^ perchè quantunque poche^ le
crediamo sufficientissime all' intento bramato.
Difatti chiunque sia, benché mediocremente,
istruito nella cognizioiie delle lingue, sa clie^,
fra tutte r europee, una delle più belle e pia-
cevoli è la spagnuola. Grave, sonora, piena di
foraa ed efficacia, e superiore a molte altre per
¥1 PREFAZIONE.
ricchezza di numero^ per accordo di armonia^
per la 8ua imponente elevatezza^ piegasi poi
facile^ e piana si rende ad ogni stile; sicché
mentre maestosa descrive, in tutta la lor gran*
dezza i più sublimi soggetti^ mirabilmente poi
si porge alle più vaghe grazie e soavi dolcezze
del metro. Né abbia taluno a credere quésta
una nostra gratuita assertiva^ figlia dell'amor
di patria^ e dell' interesse di sostenere un punto
intrapreso. Più di quanto abbiam noi già espo-
sto^ ha detto in di lei vantaggio uno dei più
distinti letterati europei.
tf Nata y dice egli ^ dall' urto delle lingue più
« ricche ed energiche dell'Europa e dell'Oriente;
« melodiosa senza mollizie; eroica sen' asprezza;
« unica fra le lingue comparabile con quella
« de' Greci per la felice combinazione di con-
ti sonanti e vocali ; tanto virile , quanto il dia-
« Ietto dorico^ e forse men ruvida pur anco;
« dotata se non della medesima forza , almeno
« della stessa delicatezza di quella de' Jonj ^
« senza mai degenerare in effeminata languir-
« dezza: la lingua castigliana respirando sempre
« quel profumo orientale, acquistato nel pro-
li lungato contatto coi discendenti del deserto,
« riunisce a tutta la freschezza della gioventù
tt il maschio vigore, che i valorosi figli del
u Nord le hanno comunicato, e tutta la maestà
u che la lingua dei padroni del mondo ha la-
te sciata impressa sui tratti della più bella fra
« le sue figlie, »
prefazioub. vii
Ghe anzi^ ricca questa lingua di tali donr
che là decorano^ si presenta non solo dilette-
TÓle^ e proficua all' erudizione^ ma utile puranco
si rende e necessaria ' per coloro^ chey o tratti
da naturale vaghezza di veder nuove terre ed
osservar nuovi costumi^ o spinti da conuner-
ciali intraprese^ braman trasferirsi nel nuovo
mondo^' dove questa signoreggia diffusa.
Tanti pregi e lanti vantaggi insieme riuniti
non possono non fame desiderare ad un pub-
blico colto^ quale l'italiano/ la cognizione. Inef-
ficace però rimarrebbe un tal desidèrio senza
una Grammatica^ che insegnasse regolarmente
il metodo per apprenderla con prontezza^ faci- '
lità e profitto. Or diverse ve n' ha di queste
grammatiche^ né merita l'ifttimo luogo quella
del Franciosini. Tròppo però antiquata è quer
sta; e le altre futte non sono corrispondenti 3
quella purezza^ a cui al premute è giunta la
lingua castigliana^ mercè le utili ctrrezioni e
i miglioramenti fattivi dalla Regìa Accademia
Spagnuola^ i di cui pre^^e^ specialmente noi
abbiam procurato di seguire . in « questa Gram-
matica.
Tali riflessi ^ uniti alla necessità y che noi q^-
biamo avuta ^ di una granmiatica moderna^ per
insegnare nella sua purità la lingua patria a
quei che si sono compiaciuti a noi dirigersi
nello spazio di circa tre lustri y ci hanno detw-
minati ad imprender quest'opera così utile e
necessaria. P^iuna fatica intanto abbiamo om-
vili PMFAEIOflK.
messa per raccogliere quanto 4i buoDO «al-
l' assunto abbiam potato ovunque rinvenire: e
dando al comples!so informe di questa colle-
zione quell'ordine e quel metodo, che ci è
sembrato più atto al conseguimento dello, scopo
proposto, abbiam procurato di formar questa
Grammatica, che in ora pis^sentiamo al. colto
ed intelligente Pubblico» Arricclnta deilrattati
di Ortografia e Prosodia si à da noi procu-
rato distinguere in essa le niaterie con quell'or-
dine che ci è semBrato più chiaro, e con pre-
cisione spiegare quelle difficoltà che potrebbero
Uicontrarsi dagl'Italiani, facilitandone la solu-
zione coir addurre ad ognuna esempj corrispon-
denti nelle due lingue. Vi abbiamo aggiunto
ancora un Supplerftento co«itmiente non poche
osservazioni utiljfSsime. sull'analogia delle voci
spagnuple ed italiane; una eopiosa raccolta di
nomi , di verbi e di frasi; un saggio del metodo che
tengono presentemente gli SpagnuoH nello scri-
vere le lettere; e finalmente un elenco dei nostri
Classici, riguardanti^, il, ramo delle belle lettere*
Speriamo che 41 lavoro sarà per corrispondere
all' idea che ne abbiamo formata: ad ogni modo
pet altro il colto Pubblico gradirà se non la
faticd, almeno la buona volontà , che all'opera
ci ha determinati.
DELLA LINGtTA S^AGINUOLA
. * P4|tT£ VKSBUA.
V ^ ^
UfiMLA PRONUNZIA
GAPITOLO PRIMO
* DelValfàbeto § ficUe lettere m generale*
JjB lettera dell'dltabMD 8|^nmq,òl« «ono Tentiteit
ABGD E-FGHi) L LL H
«
,«
a b o^^ e f g h i ] I , U m
a be ce de e efe gè accie i foA eie agile eme
N NOPQ RSTUVX*y]1^
nnopq ratUT xys
eoe egoe o pe qa erre esse te a v eccbis j aetta:
Dal solo scorrere quest'alfabeto ognnno raTTisa cbia««
ramsDte, che lo spaguaolo ha jfDaltro lettere più del«
TitaliaDo, cioè //, fi, n?,^. ADche le lettere di questo per
altro^come qaeile deiritaliaoo, dividoost in Vocali a Con*
soDanti. Soltanto qaiyi le cinque Tocali a^e^i^o^u sono
ioTariabilt in quanto al suono, cioè non anuneltono di'
Gramm» Spag. i
1
S ViBTB PBTXi i
stinzione veruna circa la pronnneia or aperta ora stretta
della medetima lettera; cosa che DeirUaliano produce di-
Tersità di significato: laddove qiii ciascuna di esse conserra
invariabile il saono, che le è particolare.
Le Consonanti poi si pronitnciano quasi tutte come
Dell'italiano. Per quelle, delle quali la pronuncia ò di*
versa, o vi i Stala da noi apposta al disotto la vera pro-
nuncia, o sono slate contrassegnate da un asleriseo) per
non potersene in iscritto •spiegare la propunciai come
delle allre ; essendo perciò onoinanen^' necessario per
esse ricorrere alla viva voce o de* nationali, o di persona
lungamente esercitata nella pronuncia spagouola.
Ddlfuso di ciascuna di queste lettere pacleiemo bre«
vomente j incominciando dai
B. b.
Questa consonante '4 proDuasii^ presso a poco come
in italiano; il suo suono tuttavia non è tanto deciso, nò
le labbra Impiegano tanta, forza ntil pronunziarla. -
Baia '
hesoL
lién
holsa
bufon
abusar
béber
habido
hoìrar
huscar.
palla da schionpo «
bacio
bene .
* borsa
buffone
■
abusare
bere
avolo
'cancellare
cercare.
Ce.
Questa consonante incon|randosi con IcT vocali Of o, u
si pronunzia come in italiano ca^ cOf cu:
etuo
cabra
cosa
cuaresma
cuestion
cuoi
cuando
euairo
cuarmta
frecuemla
consecutncia.
DBIiftA PBOHtlMll.
caso
capra
cosa
qoar«8Ìraa
questiona
quale
quando
qvadro
quaranta
freqnenxa
oonseguensa.
Incontrandosi con le Tocali e^ i, ha un aiionoi che si
approssima a quella della z italiana, con la diffi^ans8|
che gli Spagnuoli nel produrre detto suono, spingono
rastremila della lingua leggermente fra i denti. Difficil-
mente si potrà pronunziare con proprietàj senaa ricorrere
ai nazionali. Eccone degli esempi:
celesie
cereza
cielo
encerrar
cocido
centro
eonocer
conocimiento
cenienar.
celeste
cerasa
cielo
rinefaiadero
bollito
centro
conoscere
conoicensa
centi najo.
II e Irorasi spesso raddoppiato nel mezso delle parole;
e seguito dalie vocali e»!, formando due sillabe difTerenti;
in tal caso il primo e riceve il suono della kf ed il secondo
quello che poc'anzi abbiam detto appartenergli, come:
accion leggi ao^cion asione
ìeccion lec'cion lesione
eoleccion colec^cion coUesione
acceso ac^ceso accesso
acceder» ac^ceder. accedere.
§. FAITB PEUU,
Gh. eh.
Qaesta consonante, mila alle vocali a, e, i, 0| a, pro«
nnnaiaai ccia, cce, cci, ccio, cctu, come nelle tocì ita*
liane yaccid. Lecce ^ bracci ^ straccio , hracciuoìo.
ckalupa leggi ccialupa acialoppa
chanza
ìancha
eoche
leche
lieehizo
ehocar
peeho
ehocolaie
ehuzo
hechwra.
ecianza
lancma
barla
laaeia
cocce
lecce
eecizo
•
eatrozsa
latte
fattacchieria
cciocar
urtare
peecio
cciocolale
eciuzo
hecmura.
petto
eiocoolatla
freccia
fattura.
D. d.
Due aTverten se sono neceaaarie snila pronansia del d.
1,^ lì d ai deve proninisiare aempre con molla aoa?ità|
allontanandolo il più possibile dal aaono del /.
a.^ Nelle toc! che finiiicono in d^ comOi i^rdad^ vo-
luntad^ sed^ appena ai deve far aentire.
G, g.
Il g qoando precede le Tocali^ o, o, u ai pronuotla
come in italiano ga^ go^ gu, per eaempio:
gala gala
pagar • pagare
negqcio negoaio
gohierno goYcrno
cargo carico
BUIA PBOHpnu r\ 5
gusto gU8lO
gusano Terme
agua acqua
Jragua fucina
guanto^ guanto.
Quando il g s'incontra immecllatamente con le rooali Cy
i produce un certo suono gutturale, che la sola ?oce d*ano
Spagoaolo potrà far intendere; ne porremo degli esempj*
geni9 gente
gigante gigante
orìgen origine
egecucion esecusione
egemplo esempio
egércita esercito
gefe capo
gicara chicchera
girasoL girasole.
Le sillabe gue, gui si pronunziano ghc^ giti ritenendo
il suono soaye del ga, go^ gu; e se ne servono gli Spa-
gouoli, quando YOgliono cTÌtare quel suono aspro, che
poco fa abbiam raduto ayere naturalmente il ge^ gL
guerra Itggi
gherra
guerra
ceguedad
ceghedad
cecità
Miguel
Nighel
Michele
pila
ghia
guida
gvitarra
ghitarra
chitarra
guiton
ghiton
furbo
Eguia.
Eghia.
Eghia.
La u tnttaria si proounaierà in queste combioaiioni
semprechò.Ie si troviqo soprapposti due puntìj comò
apparirà dagli esempj seguenti»
agùero leggi aguero augurio
vcrgùenza perguenza yergogoa
m^Uir arguir argomentare
unguenta* unguento. unguento»
4 tJLfirt i^nxA,
Non resta a parlare dal g, se non che in combina-
sione eolla n: gn. Qaeste lettere, che in italiano si pro-
nonriano unite, ricevono in ispagouolo un suono distinto
fonnando due sillabe differenti, come:
magno leggi magano magno
insigne insìg'ne insigne
magnifico mag»nifieo magnifico
magnànimo mag^nànimo magnanimo
difl^''nidaà
indigeno
digniiaà
indigno.
dignità
indegno.
H. h.
Molte sono le ?oci della lingua apagnaola, che si
acriTono con &, tanto nel principio qunoto nel mexgo
della parola, come hombrc^ hembra^ ^^8^% haher^ hu^
medady almohada^ exhortacion, exhibir, tahur. In queste
yoci la h non ha alcun suono, e si legge la recale se*
guente, come.se quella non vi fosse: eccettuandone,
oooae si Odetto di sopra ^ le combinazioni c&d, cAe,
chi^ eco.
Vi sono alcune tocì nelle quali 1% precede la sillaba
uè, come; hutso, huevo, huerta , Orihuela. In queste
combìnasioni Yh riceve una certa aspirazione somigliante
al gù^{ vedi sopra )^ come gùeso^ gùcvo^guerta^ Ongùela.
3.1
11/ (jota) ha con tolte le vocali lo stesso suono che
ha il g con le vocali e, i, di maniera che Ja^ j^t jùht
ju si pronunzia col medesimo suono gutturale di ge^ gi^
ritenendo ogni sillaba il suono rispettivo alla vocale che
Taccompagoa, come:
jarra giara
jarabe siroppo
DBttA FBommcii. 7
hoja
foglia^ fronda
cjerizo-
rancore
Jesus
Gesù
Jertmias
Geremia
hyko
figliaolino
pajùa
paglietta
jóvtn
gioraoo
consefo
consiglio
judio
giudeo
juhileo
LL. II.
giobileo.
Le due il ayaiìti
a qaalfioqne vocale, I/a, lle^ Ili,
llOf llu 1 si pfonuDciaDO come glia^ glie^ gli, glio^ gìiu:
esempj :
llave leggi
gUave
chisTc
Cullar
cogitar
collaro
celiaco
pegUaeo
TÌgliacco
calie
cagìie
strada
pellejo
pegUejo
pelle
peUizco
pe^lizco
pisiico
hellota
hegUota
ghianda
pollitelo
poglitielo
pollastrello
lluvia.
gliuvia.
pioggia.
fT.
Le sillabe fia^ ne^ m^ So, tKii, si I^ono cono gna^
«n«j Sr»i, gno^ gnu.
Espana leggi Espagna
caria cagna
tfiìia vigna
toner tagner
antjo agnejo
Spagna
canne
tigna
suonare
d'un anno
8
MBTi muli
muneca
mugneca
poiso^ ear
dano
dagno
danno ^
$enor
segnor
sigQoro
panilo
pagnito
pannacelo
eanita
cognita
cannuccia
manuela
magnueìa
astaaia
ponuelo.
paguudoi
faazoIeUo»
Qae. qoi.
Le fillabe que^ qui A leggono come no Italiano le^e
le sillabe che^ chi.
que leggi
che
che
queso
cheso
formaggio
pequeno
pecheno
piccolo
querer
cherer
Tolerft '
parque
parche
parco
equidad
echidad
equità
pesquisa
peschisa
ricerca
quina
china
china
quince.
chinze.
quindici.
S. a.
La s ha quasi lo atesso suono delle due ss italiane.
casa leggi catsa casa
casi cassi quasi *
heso tesso bacio
visita vissita visita
resucitar. ressucitar, rìsuacitare*
Mei modo stesso si deve dare alla t la forca delle dae
tt I come:
ataque leggi attaque attacco
atencion altencion altenaione
motin moUir soUeTaaiono
colon
ottufa.
DILLA PBOIfnilU.
cottoti ootone
esttufa. slah,
X. X.
9
Questa coMonante nnita a qualunque vocale ha un
suono soaTe, che equÌTsle a ^ello del cs.
examen leggi eesamen
exiguo
exhaJar
ecsiguo
eeshalof^
piocolo
esalare
txihir
ccsMbir
esibire
éxodo
iesodo
esodo
exordio
tesordto
esordio
exequias
éxito
■%
eesequias
écsito
esequie
esito
màxima
maesima
massima
eoshuinar»
eeshumar.
disotlemre.
La X conserva il medesimo suono soaye^ quando si
troTa ayanti a qualche consonante, come éxUmis^ extran -
§ero^ exiremo^ exterminar^ extranar, extemo, . . (i).
Quelle poche yoci che finiscono in x ranno prooun*
siate col suono gutturale deliy, come rehx^ hoxf earcax^
TcleXy dix^ almoradux: le quali perakrO| eceetto relox^
orologio, hoXf bnssO| hanno poco uso.
Y. y.
Questa lettera ha nella lingua spagnnola il doppio uf-
ficio di consonante e di yocale. Ha quelle di eensonanle
tulle le Tolte che precede una Tocale, sulla qnale appog«*
mmmmmmmmmmmmmmmmmm
(i) La regia Accademia spagauola» per maggiomente
raddolcire la pronunzia dì queste voci, vuole che non si seri-
Tane più con la x ma con la s nel modo seguente: éstasis
estran'gerop estremo^ esterminio p estraflar, esterno , ecc»
IO 9lm FRlHi^
già la saa prononzia, formando colla medeBima costante^
mente nna sillabai come: ya^ye^ VìJ^% J^* Ia ^[aeeto
caio ha lo alesso soono delly ilaliano^ come:
plaja leggi pìya «pìagSÌA
ìeyet lejes leggi
ajuno opino digiono
rayo rajo fiilmino
fugo jugo giogo
hojito» ojitù. fossetta.
Non ritiene Tafficio di Toeale clie alla fine df poche
parole, nelle quali la pronanaia deve appoggiarsi aalla
vocale, che sempre la precede; per esempio: hay^ IZe/,
ìej^ estoy^ wy^ muy^ eec* (i).
Z. a.
La a ha con tatto le vocali il medesimo suono del e
spagnaolo con le vocali e, i:
Kagal pastorello
zefiro leiBro
caza
caccia
zizaiia
sissania
torzal
lordo
zumo
socco
azuL
t archino.
JFFERTIMENTO.
Le consonanti in fine delle parole non si devono pro-
nnnsiare intieramente» ma basterà soltanto, accennarle
con molla leggerezza, aenza appoggiarvi troppo la proonn-
(i) Yi sono già molti che scrìvono queste sillabe con
l'i latino, code se questo sistema si adottasse generalmente^
non resterebbe all'/ che il solo uso di consonante.
siai come fanno taluni dicendo hómhrese, iuénose^ eora»
zone^ teniane^ in yece di ìiombres^ huenos^ eorazon^ fe«
niVzn: nelle quali voci la «'deye essere espressa con molta
tielicatezaa, e come sospesa ne deve restare la pronuniia.
Quando ad una parola che termini in consonante un^aU
ira oe segua che incominci da yccaloi dovranno pronuo-
sìarsi in una sola emissione di voce, quasiché fossero
una sola parola, come nei seguenti esempj:
homhre sin alma leggi bombrcsinalma
hebieron agua bebieronagua
saJieron al encuentro ealieronalencuentro
pared en medio paredenmedio
^ rs un error antiguo eaunerroranligno»
CAPITOLO IL
Dei Dittonghi e Trittonghi.
L* unione di due vocali in una sola sillabai si cbiama
Dittongo.
I Dittonghi, come nella lingua italiana, cosi nella spa»
gauola, altri sono distesi, altri raccolti , ed altri misti, I
distesi sono quelli nei quali si posa la foce sulla prima
vocale^ come:
soy
90J
10 sono
io Ysdo
rejr
re
aire
aere
"baile
ballo
Teina
deuda.
regina
debito.
I raccolti sono quelli ne* quali si appoggia la voce sulla
seconda vocale, come:
fuego fuoco
pucdo posso
12 PIATI PinCAj DIIiIA PBOIQHXIi.
cielo cielo
dueno padrooe
ruido romore
Dìos. Dio.
I misti fioalniente sodo quelli ne* quali potandosi la
Voce tu di un altra sillaba^ Tengono pronunxiali in ina«
DÌera ohe le dae vocali fornianti il dittongo soonano am«
bedae ad un tempo medeaimo^ come: *
agua
acqaa
fragua
fucina
grada
grasia
gloria
gloria
piciù
▼isio
ciudad
città
héroc
eroe
predo.
presso;
Trittongo è limione Ji tre voeaU in una soia sìllaba.
Io qaesti la voce appoggia coatantemente anlie seconda
vocale f ossia in quella di mezio, come in
(os) preciais vi vantate
mdeis vuotiate
hu^ bue
fos) santigunis vi fate il segno della Croce
averigùds investighiate.
PARTE seconda:
HELLA PROSODIA
CIPITOLO UNICO,
QoÀHTriiQui dopo aver date le regole per la pronnnna
delle lettere, dei dittonghi e dei trittooghi^ rettiDo pochtt
parole che dalla prosodia italiana ai ditcoatino, faremp
ciò non ostante noa aacciola spiegazione della prosodia
della lingua spagnoolai acciò lo studente possa leggero
correttamente i libri che nel corso delle lesioni gli yei^
ranno indicati.
i.^ Si dare appoggiare la Toee sulla 'penaltima rocala
o sillaba nelle parole che finiscono in vocale:
piuma ^ finterò f diptongo penna, calamajo, dittongo
fisita^ medita^ certifico TÌsita, meditai certifico
mortifica^ significa^ consi^ mortifica^ significa, conil*
dero dero
determino ^ ocupo^ ollìga. determino, occupo , obbUgt.
Sarà facilissimo il conoscere le parole tutte che si al*
lontanano da questa regola, perchè si troveranno nei libri
contrassegnate con Taccento, come:
aìld^ café^ jàbali, jericó là, csflfò, cinghiale, gerico
célehre^ celebre ^ conoteré celebre, celebrai , conoscerft
fàbula^ magnifico^ impetu favola, magnifico^ impeto
rubrica^ sintonia^ colera. rubrica, sintomo, collera*
a.^ Nelle parole che finiscono in consonante si dere
appoggiar la voce sopra rnllima vocale o sillaba:
Gramm, Spag. a
i4 iPiftTi sicordì;
poluntai ^ golemotlor, co» ToIoDlà, governatore^ colot^
ronelj pnjar^ terror^ re- nello paglìajo, terrorei o«
ìox^ raiz* rolc^ioy radico*
8i eccettuano i plurali de* nomi e pronomi, comet
homhres^ mugeres^ libros^ mioSf ecc.; le persone de* verbi
die terminano in n e in j, come aman^iienes^ ecc.; edi
nomi di famiglia termiaanliin z, come Fernandez, San"
chez^ ecc.
Tatto le parole che si allontanano da qaesta regola
tono accentuale, come:
hmisped^ drhol^ origen, ospite, albero, originot
agucatf dósis^ examen, snccaro, dose, esame, ecc.
2.^ Quando la parola termina con due vocali, delle
qnaìi la prima è un ì od nn u, si appoggia la voce sol*
rantipenultima vocale o sillaba, come in
cienciaj serie ^ mutua^ sci rasa, serie, motoaì
imperìOf continuo, impero, continuo.
Sono eccettuati da questa regola i preteriti imperfetti
delP indicativo e coogiontivo, nei quali si appoggia la
voce sopra l'i.*
Jecia, hacia^ vendrìa^ diceva, faceva, verrebbe^
dirìa^ haria* direbbe, farei.
Tutte le voci cbe si allontanano da questa regola sono
accentuate, come:
filosofia^ desnjìoy filosofia, disfida,
continua^ graduo» conlinua,graduo,C£0&valQta.
•
4.^ Quando la parola termina con duo vocali, dell^
quali la prima è un <i, e. od o, la pronunzia deve ap«
poggiarsi stuqueste vocali:
hacafao^ correo y Lisboa. baccalà, corriere, LisboQa.
BELLA PHOSOOIA. %$
Tatto le parole non comprese in qaesta regola eooo
accentuate « come: héroe^ ddnaoy linea,
E qaesl» basti solla prosodia del la lingua spagouola,
perchè facilaienle conoscesi quanta connessioDe abbia
con qaella della liogaa italiana.* Non ò però da tralasciarsi
il seguente
ArVERTlMENTO.
Le riforme che in questi ultimi tempi banno avuto
lopgo nelfortografia della lingua spagnuola , mercè le io*
cessanti cure della Regia Accademia ( la quale principale
mepte nella sua ottava ed ultima ediaiooe del Disionario
elaospato nel i8i5, ha procarato di adattare l'ortografia
alla pronunsia delle voei, legando via molte lettere die
non si proferivano, e facendo più soavi diverse altre 4i0
rendevano dura e violenta la detta pronnozia) non devona
punto imbarazzare riguardo alla lettura de* libri stamt»a1i
prima di quest'epoca; poiché le voci, benché rese piii
semplici sotto il rapporto ortografico^ conservano tuttavia
il loro proprio ed antico suono: in maniera che fl qua
delPantica ortografia corrisponde perfettamente al cua
della moderna; Wxe al^e, ecc., ecc., come si può vedera
nella doppia lista posta al fine del seguente trattato Sì
ortografia.
PARTE TERZA
HELL^OETOGEAl^IA
X4 ortografia apagnaoUi che per tuU^ altri meriterebbe
• im esame minuto e particolare delle sue regole, rendeai
una cosa di poco momento per un ItaliaoO| che nella
pia parte delle parole spagnaole può istitoire una facile
Cpmparazione con qaelle della sua liogaa; tanto pia che,'
>càDme abbiam detto di sopra, troyaai presentemente ri«
idotta ad alcuni prìncipj semplici e generali » de* quali
deremo un compendio, procurando di esporre colla mag-
gior brevità e precisione tutto ciò che vi ha di più in-
tejresiante.
CAPITOLO PRIMO
DelLi coneorrcnza e dell'ordine delle Uttere*
tS Nessuna lettera è duplicata nello spagnuolo ad ec-
cezione delle Yocali rz, e, z, o, e delle consonanti Cy n^
r, (i) le quali si raddoppiano nello scrìtto per esser dop«
pio il loro suono, come si può osservare nella pronuojBÌa
(r) Le due //» delle quali si fa uso nelle voci Hama-,
rollo f ecc. non sono altrimenti una lettera duplicata, ma un
«egno o carattere doppio nella figura, e semplice nel va*
lore, «he nella nostra lingua ha una sola ed indivisibile
proni^^'a (Ortogr. dell' Accad.; Gap, Y. ).
YABTB TERZA, DILL ORTOfiHif U.' M
delle yoci Saavedra^ preexistencia^ pUsimo^ coordinar^
loor^ ennablecer, accion^ acceso ^ parrà ^ carro.
9.^ La sillaba cu deve scriversi con e semprèeliè
aoooi,DSÌ proDUDst Tei, come cual^ cuanlo^ cuatro^ cua--
resma^ cuento^ cucstion^ cuoctente^ eonsecuencia^ fie^
cuencia\ lasciando soltanto pel q le combioacioni quo
quij nelle qaali non si fa sentire, nò si pronansia Tu*
3.S Le sillabe gè, gì si sctivono con g latte le Tolte che
questa lettera trovisi conforme alla origine del vocabolo,
come gente ^ g^gonte^ ingenio: Tengono eccettaali i nomi
Jesus, JeremiaSf Jerusafen^e i derivati e dimiontivi de'
nomi che terminano ìaja e Jo: come i deriTati dapqfa,
paglia, /9/yero, pajizoy pajita; da ojo^ occhio, ojear^ oje*.
riza^ ojito; da hoja, foglia, hojear, hojiia; da noranja^
Portogallo^ naranjeroy naranjita; ed alcnni altri ohe Upso
permette.
Si scrivono egnahnente con g tutte qaelle voci, cbeper
passato si scrivevano con x^ ed avevano il suono gatta*
rale del gy come: ege, egecucion, egemplo, egérciio, ge/e^
gicara^ gffguero^ prógimo, ecc.
4«^ Si è conservata la h avanti a qasi nomi» che rave»
vano dal latino, come: hombre^ hora^ hoòtilidaJes^ • io
molte di qaelle vo(^ che hanno nel Ialino la^ al principio,
conae: dit farina ^fer rum , ficas^ filius^ formica^ forthosus^
fugere^ furtumi harina^ hierro, higo^ Ayo, hormiga^ her»
moso, huir^ hurto,
5.^ Si scrnrono con i yocale tutte le voei, nelle qoali
questa lettera trovasi appresso ad un* altra Tocaie, che
formi dittongo colla medesima, come: aire , alcalde ^ reiao *
peine^óigo. Si eccelluano solamente quelle voci che ter*
minano ioj^ non accentuato, come: Fmy^ ^^/t ^* '^/*
e^jTy muy; benché in queste voci da molti si cornine? a
far UBO dellV. Se Vi finale è accentuato deve esser to-
calcj come in maravtdi^ alcali, baladi^ e ne' preteriti per*
^tti di alcuni verbi, come lei^ rei^ oi, cscribi.
A e
gì PAIitB TEBEA,
6.9 Lt éììlAt ja^jo^ju ai doTooo scrivere col/, come:
Jactancia^ joven^ ojo^ justicia^ jucvei^ ojalà Javier, ju*
ventai.
7.^ NoD dopiicando mai gli Spagouoli la lettira m,
-io molte di quelle parole che in ilaliaQo haono doe mnf ,
meitoDo essi nm^ come inmortai, inmenso^ enmcndar^
iumutahUe.
8.^ In qaaalo ajle roci che ai deyoDO acriTere col p,
come: variar^ perso ^ vivir^ voces^ vuelo^ possono grita*
liani, osserTando lorigine dei vocaboli | aegaire franea-
nente Torlografia della loro lingua. Poche sono le roci
dbe se ne discostauO, come: jihogado^ cahallo^ escrihir^
prohar^ gohemador, ecc. ed alcune altre, le quali coi loro
derivati si scrivono col h in vece del v. Scrivonsi eguaU
minte col h le terminazioni de* preteriti imperfetti dei
verbi in ar come hablaha^ (emhlaba, lUvaha^ llevahamos^
mnàban.
g.^ Si è poco fa avveriito, che essendo stato tolto bIVx
iì suono gotturale^ gli ò restato soltanto il soave della c$
latina /come examen ^ exequias, sintaxis^ exhihir^ exhor»
faeion f Tiexàgono^ próximo} ragione per cui si è resa
inutile Taccenlo circonflesso (*)^ che serviva per rionanzi
« distinguerne la pronuncia. :
IO?? Abbiamo detto, che Vy ai osa in vece delfi vo-
eile nelle yoci^ che senza essere accenluate, finiscono
oott questa lettera, come rey^ /e/, ecc.; aggiungeremo
ora, ch'egli esercita il suo proprio ufficio di consonante
in tutte quelle voci, nelle qaali» ad esempio dely latino
faeulum^janua^ Jesus ^ Joseph^ batte o ferisce la vocale,
die lo segue, come in ensajrar^ yeno^ rayla]hoyo^ ensa/o,
Afono ^jugo, ecc.
* Si .scrive anche j^ quando serve di particella congiua-
lÌTa, come: Juan j Diego ; mar j tierra. Se però questa
fÌTtice||a congiuntiva è seguita da una parola, che co-
nincia egualmente con 1, le ai costituisco U e nel modo
»
DBLL OBTOGBlriA.
tegoenle: Juan é Ignaeio van a Roma* QuesU regola si
stende anche all'o, che troTandosi ìd incontri siffatti^
Tiene cannato in u come: iarde d temprano Uegard un0
ikotrot
XI.8 La z è cofttantemente usata innansi alla TocaK
e^ o, u, eome zagaì^ ceniza^zorzal^ tizon^ zumo^ azuL
Avanti alle vocali e, i non si deve osare la s» ma
aibbene il e. Questa regola compreDde anche i plurali| •
derivali di quelle voci, che termÌDano nel singolare in a,
come da paz; pace: paces^ pacifico da luzj Ince: luceSf
Uiciry deslucido; da /eli z^ MxQei felice f^ infelicidad* Da
questa regola vengono eccettuate le voci zefiro^ zizana^ •
poche altre. - •
Gli Spagnuoli non fauno alcun oso delPj detta dagrita*
liani impura.
lÀata delle sillabe o lettere che hanno variato
nell'Ortografia.
Ortografia antica Ortografia moderna
Quaresma •••...'•••/ Cuaresma
^'"'ì'"' cambiano il ?ua io eua ^''*^"»
Quantos ì Cuanios
Quatro .»•»».••. l Cuatro
OSestion ... • .. • « • »/ Cuestion
ansequcnle ^^^^j^^^ .^ ~ j^ ^„^ Consecuente
Frequencia ì Frecuencia
Sequestro ••••••.•• V Secuestro
ì
Qùocienta .> • i Sciente
Quotidiano ( Cotidiano
I ViRTI fIBSi,
ExircUo ; • • • ^ Egireiio
Xeringa • • • I ^^"S^*
Exercicio I Egemcio
Exémplo |, . „ . 1 Egemplo
' ix in g • • * • * \ n
JBcflra :...;..-. J Gicara
Xilguero •.•...••.[ Gilgucro
McxiUa i . \ Megilla
l Quexa : : i : . f Quefa
Quixada i Quijada
Quixote 1. ^ In ; ) QuijotO
Dixo j Vijo
XugO f Jug0
Dexugar • • • • \ Dejugar
Exàmen . .... • • ; • . f Exame^
existìr I ' ^ • 1 existir
U xmx {
cxordio I exordio
exuberancia • •< • • ^ • • • • v exuherancia
Extran gè ro f Estrangero
ext ratio Vx in s , ì estrano
extremo # • . • ( estremo
^jre ....'.. f ^!r0
alcayde , • • \ ^^^^^
reyno la jr in ì . . . . . ^ J teinù
pcjne • . . • I peine
desajre . . . * ^ desaire
Qui ai vede, phe, applicate al e le sillabe f uir, que^
fiiOi restano pel f le sole combinazioni que, 9111 /che.
DB£I.VMrOBGArU. M
Aggregate al g le sillabe xe^ xi^ e aly le sillabe xa, xoi
Ku di pronunzia gatturale, restano soltanto alla x quelle
voci di pronanzià soave del cs latino. E io questo modo,
iensa punto alterare la pronunzia, si ottiene di non pih
abbisognare de^ due punti nella sillaba qùe^ e di bandire
affatto dalla scrittura l'acoento circonflesso, oltre var|
altri fantaggi) che si noteranno nel tratto di questa
Grammatica. i
CÌlPITOLO U.
Gli SpàgnuoU non osano altro acoenlo che l'aonlo (^
Se ne servoFno per ajato dalia pijoaanxia. oello' pardif ,
(Ote si allontana dalle regole geperali; ponendolD so qnelk
sìllaba nella quale deVe, ' pv^giare la inedesiuia,- coo«
ménos^ ùnico y ecc.
Circa Tuso di questo si possono osservare le seguenti
regole, tratte dalFortografia deirAccadeaiia, alle quali
seguono* le eeceziom di ciascheduna separatamente.
. ». ... " I, JUgùla.
»
»
Niun monosillabo come: Ja, vi, no, Kojr, Dioi^ pier,
pi?, pun^ tén^ deve essere accentuato nello spagnuòlo.
>
- 9. Regola.' I
Essendo generalmente lunga la penultima sillaba nelle
Toci . polisillabe terminate in una sola vocale, coom:
pueia^^mefOf dìptongo^ tntrelengo^ mortifica ^ santifiea^
visita j certifico; queste voci non verranno accentaata
ili veruna sìilajia.
«a flBniBBlA«
3. Begobu
Le Toci Ab leraunano eoo èat ?<onli e som co ap otte
di àmb sole Milabe imid §i deTooo aceentaare Delle pciuuj
quentonque tì ti 'pp^ggi I* pronnntie^ eooie: noù, tae,
Mea, lea^ reo^ ano, dlifo, ecc. Né quelle Toci ti eeeealoe-
faono che fioitcono in ia, ie, io, uà, ue^ uo^ e cIm ce-
eendo prooannate come ditlooghi, restano nella classe
delle Yoci dì due sillebe, come India^ ^eriCf JuUo^ agua^
frague^ muiuom
Ha tanto le prime quante le aeconde saranno eecen*
toate nell*oltima, semprediè yi .ia appoggiata la pronuH
ifia, cerne nelle voci minué^ merjul^ e nc^ prime e tane
persone de* preteriti perfetti de' verbi che si troTsno in
qneaia caso, come Ui^ rci^roi^ pidió,fmguó,/raguéf eQC*|
kesi, ridei, resi, duese, fogf^i foggiai, ecc.
4* A^ole*
Le roci di tre o pia sillabe che finiscono con dne yoi
cali, come puntapii^ iirapié^ si accentueranno in qaella
vocale sulla quale poggerà la pronuosia. Neil ultima^ per
esempio, si accentueranno le prime e terse persone del
eingoiare nel preterito perfetto deirindicatiTO, come:
acarreé^ eondnuè^ iUtnbui^ acanoneój codieió, eseepiuó.
Nella penultima verranno accentuati i nomi e i verbi
ine^fìa, ie,io, un, ue^ uo: provée^ filosofia, des9Ìa^ en-
9Ìe,deSafio^ ganzua, reditùe^ graduo; come ancora quelle
voci che finiscono in ea, eo, quando queste due vocali
formano una sola sillaba o dittongo, come: Cesàreo ^ efé*
tea, lineOf cutaneo ^ virgineo^ memenianco^ ecc.^ e con
queste la voce héroe,
Neiranlipenultima finalmente i pochi sdruccioli, che
finiscono con due vocali, come muUUocua^ antUoeuat
fontrilocuo*
5. Regola.
Le Yoei tarmioanti in eonsooante sf aceentaunnoò in
tatto le sillabe^ dove poggerà la pronaiizia» fuorché n«N
raltima. Quindi non ai accentueranno, penetrad^ neee»
sidadj aqueì^ tambien^ V^^t hacer^ mejor^ eompas»
Si accentueranno nella penultima àrhoì^ virgen^ màrtir^
crisis^ alférez^ ecc.
E neirantipennhima régtmen, Jùpiler^ Arìstóteìes^en»
fasis^ ixtasis^ Génesisy ecc,
OsserTÌsi, che ì plurali, tanto de' nomi, come de*yerbi
•eguono comunemente la regola Jel singolare, di modo
che ae in questo le parole saranno accentuate, doyrannoi
anche accentuarsi nel plurale nella medesima atllaba, o
così viceversa.
Eccettuasi soltanto il plurale earactéres^ che non con-
serva raccento dove Pha nei singolare, arrestandosi nel
plurale la pronunzia su di una sillaba differeute.
ECCEZIONI
Alla prima Begola»
Dalla prima regola sono soltanto eccettuati quei mono*
sillabi, che avendo un doppio significato potrebbero di
leggieri confondersi tra loro. Cosi bisognerà accentuare ì
monosillabi:
n, sé, de, /zi, mi^ él • . si, ao^ dia, tu^ me, egli,
per distinguerli da
«, 5e, de, tUy miy e/ . . , sé, sì, di, tuo, mìo, il^
Si accentueranno, eziandio le vocali <?, e, o, u quando
Irovansi aole, formanti parte del disdorsoi come:
9i( PXvn TlB^i^
/uan é Ipiacio a la ida ó GioTanui e Ignasio nelfatis»
à la Stuella han de ver d dare o nel tornare hanno
Madrid u otre lugar in" da vedere Madrid, o qaal«
mediato. che altro paeae ?icino*
jéUa seconda Regola,
VeogoDo eccettuate dalla seconda regola le voci aVd
tafé^ Peru^ Bercela^ e le prime e terze persone del sin»
gelare ne' preteriti futuri dell' indica Iìto, le quali 80|io
^centuzta nell'ultima sillaba^ perchè in essa poggia la
pronuncia, come amé, coitoci^ amo, amare ^ conoceré,
amarai conoscerà^ ecc. Ne perderanno quest* accento per
raddizione di qualche pronome, come: conocile, halléla^
Cicapóse^ darete f comerànlos^ ecc.
Sono egualmente eccettuate le Toci sdrucciole, le quali
Tengono accentuate in. quella sillaba, dove poggia /a
pronunzia, come càmara^ célèbre^ càntico ^ espirila^ sari''
iisimo^ mirarne ^ óyeme^ dijose^ sépase, buscamele, dijon
9enos; e gli avverbj in mente formati dagli sdroccioti
come: da càndida ^ hdrbara^ intrèpida ^ pacifica; candida^
lOentOi ior&aramente, in/ré/^tdameote, pacificamtnìe*
jilla quarta Bagola,
Da questa regola Tengono eccettuate
t.^ Le TOci terminanti in /, come Paragury^ £t//n^af ,
garibaf, /
A.^ Le prime e terze persone del. aingoiare ne Spreto*
riti imperfelti deiriudicativo e soggiuntivo, ehe finiscono
te ia: come jo convenia^ aquel convenia: yo tomaria^
aquel tornarla^ le quali non portano Facceoto, perchè io
questa sorte di voci la penultima vocale è sempre lunga.
3. Le voci composte di tre o più sillabe, che fini-
aeoQo in due yocali, e che si pronunziano insieme for»
>
mMido ffittoiigo; tali «odo qaelle in ia^ ie^ io, ooBM et/M-
riencia^ concordia ^ enturbie^ disturbioy imperio; e qntile
ia uoy eie, uo^ cdme: nharaguay desague^ desaguo.
4* E^ualiseote andranno «eoz^aceento le voci in ae,
£10, a«, eo, eOf oa, oc, oo^ quantunque non formanti dit*
lODgo, aTondo comanemente lunga la penultima Tneale,
come: deeae^ iucaìao^ Busemhau^ermosca^ areabucc^
Aldteoa^ linaloe^ Feijoo.
Alia quinta Bagola*
La quinta regola non ha altra eeceitone cliè qnella
di non aoctntoare i patronimici terminiti in es, come:
Perez^ Fernandes^ Sanchez^ Enriquez^ i quali ayendo
lunga la penultima^ non possono rioeyere Paocento sol*
rdtima.
CAPITOLO IH.
Dtlla dÌ9Ìsione delle parole in fine di Unem*
s
Generalmente parlandO| dovendosi dividere ima pa*
rota in fine della linea» si dovrà sempre osseryarey che
la aillaba con cui termina la linea, sia compita nelle sue
proprie lettere. A questo riguardo si danno le seguenti
regole:
I. Niun dittongo trittongo o monosillabo è diTisibiley
ma devesi scrivere tott' intero, come: hojr^ ftof, mii;^,
hfcn, Bey, grej.
I^a stessa regola comprende i dittonghi e trittonghi,
che concorrono con altre sillabe alla formaaione dello
parole, cerne : pau'SOj Duerno, deu^da , tient'po , grorcio^io^
santi'guaLt^ averi-gùeis. Se pwò le due vocali, che con-
corrono riunite in una voce, formassero due sillabe dis*
tinte» come: alegri*a^ fri-Of efectù-a^ potrannQ dividersi:
Granh Spag. 3
9$ VlRtl TBBSA|
qaantnnqne sia meglio di non trasportare mai alla linea
Bégaente una Tocale sola.
a. DoTondosi dtTidere una Toce composta, disciolta
la composizione, si daranno a ciascuna parte le lettere
che le appartengono nel modo segaente: im^pouer^ eom"
poner^ ab^negacion^ en^tapizar^ sub^version^ cari^redondo ^
harbi'lampino^ galli^pam, ceji-junto^ ecc.
Ma se la seconda parte della voce composta comin-
ciasse da un'5 preposta a qualsivoglia altra consonante,
qnest*! resta nnita alla prima parte della divisione; le
voci, per esempio: abstracr^ constrw'r^ inspirar ^ obstar^
circunstancia^ perspicacia^ substancia^ descspemcion^ àeb*
Lonsi dividere nel modo seguente: abs^traer^ cons-truir^
ins'pirar^ obs^tar^ circuns'tanciiiypers''picacia^subs*tanieia^
dtS'Csperacìon,
3. Una consonante posta fra dae vocali si deve aeoop«
piare colla vocale seguente, come: a^mo^Jlu'xion,
4 Nella combioasione del g col n, come magno^ insi"
gne^ magnifico^ ecc. si riporteranno queste due conso-
nanti ciascuna alla sua sillaba: magano ^ insig^ne^ mag*
nifico.
5. Trovandosi duplicate le vocali a, 0, 1, o, come in
Saavmlra^ acreedor^ piisimQ^ loor^ ti dividerà la sìllaba
in maniera, da lasciarne una in fine della linea, e tras*
portar Paltra alla linea seguente.
Si fora lo stesso nella divisione delle cc^ in ac«e£on,
coìec^ion^ ac'CesOy ecc.; delle nn nella voci en^noblecer,
en-n^greeido^ con^natural^ con^novicio; e delle rr in er-
ro/-, par-ra, cat-rOy peroro ^ cor-rer^ cer-rar^ ecc. che sono
1» sole consonitDti nelle quali è permesso il raddoppiti'»
mento: poiché, come si è detto altrove» la U non è che
una lettera semplice, sebbene doppia nella figura; • per-
iziò non sì dovrà dividere in fioe della linea, ma resterà,
o passerà insieme alla vocale, dalla quale è Seguila, come
ìalh, ciì-lUff pe4leJQ,
]>XLL*OBTOGB17U. 3 7
CAPITOLO IV.
DeWinterpunzione.
m
Le regole, e segni spettanti alla panteggialara sono la
slesse che in italiano, cioè:
Coma (,) "Virgola
Punto y coma (;) Punto e virgola
Dos punlos (:) Due punti
Punto final (•) Punto fermo
Interrogacion (?) Intercogszione
jdmiracion (!) Ammirazione.
Si distinguono soltanto gli Spagnuofi nel duplicare in
nna proposizione interrogativa i segni interroganti; uno,
cioè| inverso (^) nel principio del periodo, acoennai^du in
questo modo Tinterrogazlone fin dal sno principio, ed
hd altro naturale (?) nel fine; eccone degli esempj:
^ Sera verdad quo cuatro Sarà vero, clie qnattro fug-
JugUlvos y desamparu'* gitivi, e disertori della
dores de la mìlicia^ à milizia, ai quali ninno
ifuien ninguno su/riera permetterebbe di eleg-
ge ie eìijan un centu* gersi un centurione o tri*
rion^ ó tribuno j den y buno, dispongano a loro
entreguen el imperio? (i) talento dell*! m pero?
(i) È un abuso di porre il segno^ inverso nel prìocipio
di quelle interrogazioni o ammirazioni che sono composte
di poche parole: se deve fare uso sohanto ne* periodi
un pò* luoghi. Ed in quelli dove s* incontrano varie inter*
rogazioni o ammirazioni continuale, si deve porre il rìspel*»
Ilvo segno inverso nella prima solamente, cominciando la
altre con carattere minuscolo. Peraltro l'uso di questi segni
inversi trovasi soltanto nei libri stampati} e mai m* ma«
aoscrìlti.
^'
p8 rARTI TIUà| DBLt*0«T06BÀf lA.
j Que mayor estlmulo para Qaal migliore stimolo per la
nuestra juventud^ que se
criaria desde su nines d
vista de unas cenizas tan
venerahUìt?
nostra gioyeutà ohe Ter*
rebbe edacata fio dalla
sua infansia a vista di
ceder! si reneraode?
Praticasi altrettanto col punto ammiratiro, come negli
•sempj seguenti:
/ Cttonta sangre derramada
durante ochq siglos^ para
sacudtr unjrugo^ que ja^
masloshtlbiera oprimido,
si huhiesen mantenido el
rigor de las costumbres
de 8U8 antepasados!
l Cuan glorioso ,p^eeto
sèria el de levantar es»
tafuaSy monumentos^ j
eolumnas'à estos varo»
nes!
Quanto sangue sparso per
otto seeoliy onde iseno-
tare un giogo , dal quale
non sarebbero stati mai
oppressiiSearessero maa<^
tenuto il rigore de' co-
stumi dei loro' antenati!
Che progetto glorioso sa-
rebbe quello d'innalzare
statue, monumenti, e co-
lonne a cotesti uomini
illustri!
Quando nelle sillabe gue^ gai si deye pronunziare e far
sentire Vu^ vi si soprappoogono due punti, che gli Spa*
gnuoli chiamano trema, come nelle voci aguero^ arpìir^
unguento , vergUenza,
Gli. spagnuoli non fanno più alcun uso deirapoetrofe,
quantunque se ne siano anticamente serviti nella poesia.
PARTE QUARTA
BELLE PARTI BEL DISGOESO '
X uni le regole fioora dele, qfaaiitooqae iDteirettantisBime
a Raperei, e quindi necessarie ad apprendersi: ptire^eonie
ogauDo da eè stesso vede, fortnaoo nna parte qaasi
ealrinseca della Grammalica. La presente in vece, e la
parte che ne costituisce il corpo e l'intrinseco, come
qaella , la qnale imegjoa tuttoeiò che immediatamente
?*ha di più ioteressaate ed indispensabile per formare aa
ben regolato discorso. JEntriamo quivi difaiti a trattare
in ispecie delle parol^^ delie quali ci serviamo per espri-
mere i nostri pensieri, dette e chiamate comunemente
Parti del discorso^ e queste le riduciamo alle otto se-
guenti classi, cioè:
Nome Nomhre
Pronome Pronomhre
Terbo Ferho
Fartioipio Participio
Avverbio Jdverhio
Preposizione Preposicion
GoogiuDsione Conjuncion ^
loterjezione. Inter/ecion. .
CAPITOLO PRIMO
Del Nome*
Il Ifome è una parola 13116 serve a nominare o guaìifi*
care le persone o cose delle quali si parla. Esso è di due
3*
So FABTB qVlIITA,
■orti: Sostantivo ed Aggettivo. Dìce«i sostantivo atlorchi
nomina semplicemente le persone o cose seni t tener coato
delle loro qaalità, come Uomo, Pietra: Hombre^ Piedra:
diceii poi Aggettivo 8e nomina le sole qualità^ ossia se
qualifica le persone, o cose già nominate col sostantiyo:
come Dotto^ Dura: Docto^ Dura.
Il Nome Sostantivo si saddiyide in appellativo, e /Vo«
prìo. Appellativo è quello che conviene egualmente a più
cose persone deWistessa specie, come Uomo, Caria,
Città: Homhre , Papel , Giudad. • ^
Proprio poi è quello ohe particolarmente conviene ad
una sola cosa o persona: come Pietro, Madrid: Fedro,
Madrid.
Siccome però ogni nome può esprimere or una, ora
più cose o persone, e dalla varia terminacione del me<-
destmo noi lo conosciamo distintamente: Perciò quella
inflessione o terminazione del nome, la quale fa intendere
se si parla di una o più persone o cose, dicesi Ninnerò,
Due sono questi Numeri: Singolare % Plurale. Singolai^
dicesi quello, che indica una sola cosa- o Persona, come
Padre, /'((i/^/e: Libro, •Ztfrro. Plurale poi dicesi quello,
che indica più cose o persone, come Padri , Padres: Lf-
bri, Lihros.
Or tulli i nomi della lingua spagnaola patsano dal Da-
merò singolare al plurale nel modo seguente:
Se il nome termina in vocale, $\ aggiunge nnV
Alma, homi) re , Lueno, Anima, uomo, buono, pie*
pie, de, -
Almas^homhreSfbuenos, Anime, uomini, buoni, pie-
pies^ di,
Carta f anzuelo^ llave, Lettera, amo, chiave, mo«
modof do,
Cartas,anzuelo$,Uaves^ Lettere^ ;am], chiavi, liiodi
modos.
OBLU PilTl DIL DISCORSO. Si
Se termina ia consonante yi si aggiunge es:
Mugcr ^ pofatj ràzorty Donna, pagliaro, ragione ,
verdadj yerità^
Mugtires^ pnfares » razo» Donne , pagliari, ragioni^
nes^ verdades\ yeriia,
H^j^ pan^ espanol^ ca- Re, pane, spagonoloi ea*
paZy pace,
BejeSj panes^ espafloIeSf Re, pani, spagonoli, oa*
capdces^ P*ci,
Comun^facU^ singular. ' Gomnne, facile, singolare.
ComuneSf fàciUs^ singu* Comuni, facili^ singolari.
lares.
Si aggiunge egualmente es n quei nomi, ohe finiseono
in Tocale accentuata* i quali però sono rari, e di poeo
lieo:
AìhcHàf hìricù^Jahali^ Lascia passare, cinto eli spa«
da, cinghiale,
ÀUli^ lorcequi^ ruli^ Fior di garofano, borsac*
chino, rubino,
i qiiali fanno albaldes^ hiricùcs^ jàbalies ^ alelies^ eco.
Muravedi^ quattrino, fa maravedis^ e maravedises,
ArFERTlMENTO.
9
' Molti nomi proprj, come: AehiUe^ Ulisse^ Ercole^ ^r«
ehimede^ Palamede^ o tutti i nomi gircci, che in italiano
terminano in e« hanno nello spagnuolo la desinenza in es
tanlo nel singolare, quanto nel plurale, come: Aquiltt^
VliteSf BércuUsj Jrguimédes, Palamédes; quei che finis*
cono in a hanno la desinenza in (i5, come Epaminonda^
Pelopìda, Ennagora, Anassagora, che fanno Epaminàn*
iasj Pelépidas\ Betmàgorai^ dnasàgoras*
$9 rAK» qvABTi;
DELLA DlCLOlASIQRl OBL HOMI.
Gli SpagBUoH egualmoQte che glltaliani^ non tsmso
mai la desinenza de* nomi nella loro declinazione: ond^è^
ohe per esprimerne le relazioni, si seryono di alcune pre*
posizioni, leqaali poeto ayanti ai easi (i), seryono a ino-
etrarne la declinazione, onde chiamansi comanemento
90gnaead ed articoli*
Il segnacaso che serye alla declinazione dei nomi pi»*
prj, e di alcuni pronomi » non è che una delle prepoai«
zioni de^ a, por^ corrispondenti airitaliaoe di^ a, da^ e
che, come in italiano, seryono ad ambedue i numeri nel
modo seguente:
Pel nominatiyo si adopera il nome solo .senza sogna-
oaso,
Fedro , Madrid estas. Pietro, Madrid, questo*
Il genitiyo è costantemente preceduto dal aegna«
caso de^
de Fedro ^ de Madrid^ de di Pietro^ di Madrid, di
estas. questo.
Il dativo ammette i segnacasi d, e para^
à PedrOy d Madrid^ à es- a Pietro, a Madrid^ a que-
tos, sti.
para Fedro y para Madrid^ per Pietro, per Madrid,
, para estos. per questi.
L'accusativo , quando è di cosa non ha segnacaso, ed
ò come raccnsatlyo italiano^ ma co è di persona, richiedo
il segnacaso a:
He vièto h Juan* Ho veduto Giovanni,
ffas enc&ntrado à mi her* Hai incontrato mio firatollo?
muno?
(i) I casi del nome souoi medesimi che in italiano*
DBLIB PAlTf DIL mSCOlSO. 3.Ì
Ti ToeatiTO nel discorso familiare dod ana il aegoa-
caso, e soUaoto ai adopera ia preposiaione ó oello eicla-
mastonì, come ó cielùs^ ó ceguedad,
L^ablativo di persona agente rnòle il aegDaoaso /lor,
«lune: Dario fa vinto da Alessan^lro: Dario fiié vencido
por Aiejandro. Ammette ancora direrse altre prepoaiaiojii
aecotido il aignificato del rerbo, come: de^ sin^ eon^ mh
ire, «ce.: da^ senza^ con^ sopra^ eoe.: delle quali ai par-
lerà diffaaamente nei trattato delle prepoataioni. Yi»
dianio ora per disteso la loro declinazione.
Nom. Fedro, Madrid ^ esto Pietro, Madrid, ciò
Geo. de Pedro\ de Madrid^ di Pietro, di Madrid, di
de esio ciò
Dat. a Fedro y d Madrid ^ a Pietroi a Madrid, a ci&
a esto
Acc. d Fedro y{i) Madrid^ Pietro, Madrid, ciò
esio
Toc» Fedro ^ Madrid Pietro, Madrid,
AbL por Fedro ^(i) de Ma* da Pietro, da Madrid, eoa
dridj con esto. ciò.
Uarlicoìo e una particella iodeclinabile ed inaudiciente
a fermare la declinazione del nome s^nza essere onita al
aegnaeaao. GK articoli della lingua apagnoola aono: eZ, ìa
sei aingolare: lo$^ las nel plurale. El e los appartengono
al genere mHScolino; la e las al femìnioo, come: el Pa^
dre^ los Padres; la Madre^ las Madres: ma per renderà
Tariabile la declinazione debbono unirsi, siocome abbia nfio
detto, al aegnacaao nel modo seguente: e/, de e/, ir/.
(i) Notisi ciò che ai ò detto di sopra deli' accusativo di
persona* *
(a) Osaervisi ohe quando la preposizione italiana da h
aegno deli* ablativo di persona agente , le * corrisponde io
ispagnoolo por$ e ae il dlii è preposivone di moto da Inogo^
la c<»rrispondc il de»
Si PARTI QUARTA,
por e1 ; iela^ a la^ por la; los^ de los, d lo$^ por los ^
laSf de las^ i las^ por /ai, eco. Questi articoli tono •em<»
pre i medesimi senza salare alcuna delle inflessioni alla
quali tanno soggeUi gli articoli italiani. Quindi laddove
gl'Italiani scrivono il Re^ limpero^ lo studiosi Re^ gVim^
perjy gli siudj\ la a cuoia ^ tramici zia ^ ecc. gli Spagnooli
mettono inyariabilmente el Rey^ el imperio^ ci estudio;
ìos ReyeSf los imperios^ To$ estudios^ la escuelap la ami*
ttadf las cscuelas^ los amistades^ ecc.
DlCllllAaiOaB Dl£ HOMI aoSTAHTITO COR l'abTIOOLO.
Singolare»
N. Et homìbre^ la guerra. L'uomo, la guerra
G. del (i) komòrCf de la dell' uomo, della guerra
guerra
D» al homhre^dla guerra all'uomo, alla guerra
Ac. alhomhref la guerra Tuomo, la guerra
V. homhre, guerra uomo, guerra
Ab. por el hombre, en la dairuomo, nella guerra*
guerra»
Plurale.
N. loshomlresylasguerras gli uomini, le guerre
G. de los hombres, de las degli uomini^ delle guerre
guerras
D. d los hombres^ a las agli uomini, alle guerre
guerras
Ac. dloshombres^las ffier* gli uomiai| le guerra
ras
(i) La desinenza propria dell' articolo defiotto nel genìtiro
ed ablativo mascolino sarebbe de el, come è stato notato
di sopra y egualmente che quella del dativo e dell'accusa*
tivo di persona sarebbe a elj ma l'uso ba sostituito i loro
sincopati del aL
BILIB PABTI DSL mSCORSO. 3S
V. -homifes guerras uomini, guerre
Ab. por los homhreSy en dagti aomini, nella gnerre.
ìas guerras.
L'articolo maschile ai nnisce ancora oogl* infiniti dai
Terbio allorché qaesli fanno le veci di sostantÌTÌ, come
anche eoo alcuni aTTerb] e congiunzioni:
el querer^ el saber il volere, il sapere
el 81^ el no il sì, il no
el corno, el cuando. il come^ il quando»
Oltre ì due socennali articoli e/, /a, ri é rarticolo
Dentro /o, che serye esclusivamente alla deciinasioue degli
aggettivi, quando non sono accompagnati dai sostantivi.
Esso ha relazione alla qualità delle cose, e mai alle cosa
stessa : eccone la declinazione:
N. lo dolce y io amargo il dolca. Tamaro
G. de lo dulce. de lo amargo del dolce, delPamaiO
D. à lodulce^ à l^ amargo al dolce, al Tamaro
Ac. lo dulce^ lo amargo il dolce, l'amaro
Ab. con lo dolce , de lo amargo, col dolce, dal l'amaro.
Nelle sovrapposte declinazioni abbiamo osservato che il
segnacaso da sé solo, e senza Piirticolo non indica né il
genere né il numero del nome. Quindi in avvenire daremo
al Segnacaso il nome di aiiicolo indefinito^ e chiameremo
articolo definito ruoione del segnacaso colParticolo, per-
chè definisce il numero, genere e caso del nome. **--
DKt CKHIBB Dil ROKI.
Inleudiamo per Genere del nome quella tenminazìóne
dello stesso y la quale fa conoscere se la persona ^ o cosa
da esso nominata è del genere Maschile ^ Femminile y o
Comune, Or qualunque regola si volesse dare intorbo al
genere de^nomi sostantivi ^ oltre alfessera imbftrazzanlej
36 fitti QUiMAf
sarebbe qQMi ifrotìle, mercè l^affioità di ambedo» le Iia«
gae rapporto .al genere: poiché egualmente che in italiano
eonò mascolini per la loro significazione i nomi apagnuoli
eli meslieri, impieghi, professioni ed esercisj proprj degli
tiominr, j4lhanilf Contador^ CìrujanOy Procurador: Mura-
tore, Computista, Chirurgo» Procuratore: i nomi appel-
lativi: BeinOf Imperio: Regno, Impero; i nomi de'fiumi^
de* venti, eoo* Mascolini sono egualmente per la loro ter*
mipaeione tutti i nomi che terminano in o: libro ^ arcOf
euello^ libro, arco, collo, ecc., eoe: e quei che tetminasoiii
I, n: come papel pan, carta, pane. Sono poi femminini i
nomi di mestieri appartenenti a donne; i nomi di arti e
scienze, come la pintura^ la arquitectura^ la mugica, Jas
Matemdticas: la pittura^ V architettura ^ la musica^ le Ma»
tematiahe^ come ancora tutti i nomi delle lettere delFal-
fabeto, e tutti quelli che finiscono in <?, come palma ^
tenda y teja^ ventano: palma, benda, tegola, finestra, ecc.,
tranne antipoda^ clima ^ dia, i<//o/na, ^ /o/ie/a, i quali souo
egualmente mascolini in italiano.
1 nomi aggettivi che sono mascolini se finiscono in t>^
divengono femminini cangiando Po in <??
"* Htrmosoy corto ^ largo. Bello, corto, lungo,
buono, maìo^ ancho, buono, cattivo, largo,
hermosa, corta, larga, hello ^ corta, lunga^
buona, mila, aocha. buona, cattiva y larga,
^^ Taggeitivo non finisce in o, qualunque sia la eoa
terminazione, è comune ai due generi.
Hambre alegre^ fiel min. Uomo allegro, fedele, vile,
àapaz, regalar, fé» capace, regolato, fc
liz> lice.
Muger alegre, fiel ^ ruin, Donna allegra, fedele, vile,
capaz, ecQ, capace, ecc.
1 aomi virgcn^ màìiir^ testigo^ homieida ly ergine ^ mm^
Ditti ^Ami BIL 01IOO1IIO. 37
Ufé» teslu^DDio, omioida, ti applioan ai cliia generi aia-
8C0I1D0 e feoimÌRioo.
Alcuni notai femminini che cominciano con a merono
l'arlicolo mascolino nel aingoiare, • sono:
el apCf el dguUa, el ala^ il Telatile, Paqnilai Tela,
el agua^elalba^ elalma. racqaai ralbb, raoima.
^esperienza ci ha fallo conoscere quanto poco gioTi il
tnitlenersi più a luogo su questa materia, in cui la aostr»
lingua |ia tanta analogia con l'italiana.
D£I HOMI POSITIVI, GOMPABAIiyi I 8UL>nilATI?X.
Allorquando due qaalità, espresse per mezso di dut
aggettivi^ si paragonano fra loro, ne nasce il grado di
Comparazione. Siccome però una di queste qualità para'
gonate può essere uguale^ maggiore^ o minore dell altra,
così ì gradi di comparazione sono di tre sorti, di egua^»
glianza^ di eccesso e di difetto. Quindi il nome positivo
à Vaggettivo preso nel suo semplice sgìnificato^ come:
ricOy docto^ ricco, dotto,
prudente, tenaz, prudente^ tenace.
II Comparativo è il nome positivo con Vaggiunta di
alcune particelle , le quali poste avanti al medesimo gli
'danno i rispettivi gradi di comparazione, che, come ab«
biamo accennato, sono di tre sorti ; comparatiyo di egua^
glianza^ comparativo di eceesso e comparativo di difètto*
Il Comparativo di eguagltmnza s\ forma mettendo Tav^
Terbio tan innanzi agli aggettivi che si comparano:
tan cruci tanto crudele
ian buona ^ tanto fiuoi^a
tan amahles tanto amabili
tan Jiermosas» tanto belle*
Gram, Spag. 4
18 ^ yiiTB qnAnf i'i
II Comparativo di eccesso si formi col porr^raTrerbto
mas «Tanti agli aggettiri «he si comparano:
mas rico più ricco
mai sahio più dotto
mas grandes più grsndi
«MI uttcis* più adto.
Il Gomparatiro di difetto si forma nel modo stesso
colla psilicella ménos:
ménos fuerle meno forto
ménos pesado meoo pesante
ménos mala. meno cattiva*
II Superlativo dioots la maggior grandezza ed £1 pia
mito grado di qualsivoglia proprietà, E^ è di due aortk^
assoluto e relativo. Superi 8lì?o assoluto dicesi qaello elio
indica i7 piii allo grado di proprietà in modo assoluto^
senza relazione ad altra cosa o persona; e, come in ita-
liano, si forma con la terminasione io ùimo:
dulce^ finoy mucho^ poco: dolce, fiJo, moUo| poco:
dulcisimo^Jinisimo , muchi' dolcissime , flaisdimo, mollis*
simOf ecc. simo, ecc.
dulcisima^ Jinisima^ poquU dolcissima, fìoissim8|pochis-
sima^ sima.
I positivi in hle: amahle^ ferri^/e, ecc.|hanooIa termi*
Dssione in hìlidmo^ come io italiano ;
amahilisimoj ierihiìisima. - amabiiissimO| terribilissima.
Vi è un piccolo numero di aggettivi che soiirono un
leggiero cambiamento nel superlativo^ e sono: tierno^ ar»
, diente f valiente^ bueno^ fuerte^fiely che fanno iernisimo,
ardenffsimo^ vqlentisimo^ òonisimo^/uriisimo^fidelisimo.
Viene anehe. formato il superlativo assoluto dalla par-
ticella ifìuj^ e^fìivatente- aiPitaliana mohoi
DBLLI PASTI DEL SISCOMO. 39
muy baeoOi mujr fea, molto huonoy molto hruUn^
muy doctos, mii/' harmosaa. molto Jo//ì, molto helle^
Il aaperlitiTo relativo indica parìinenti il più aito grado
di proprietà y ma con relazione a qualche altra cosa , o
persona. Questo superlativo formasi eoa la particella com-
paratiya maSy preceduta dall'arlicolo definito^ el mas, la
mas^ lo mas.
Sócraies era el mas docio^
elmae modesto ^y el mas
virtuoso de los Griegos.
He cotnprado la mas her*
mosa casa de la ciudad^
Esos san loa mas usados,
Esto 9S lo mas àeertado.
Socrate era il pia dotto, il
più modesto, e il più Tir*
tuoso de' Greci.
Ho compralo la più bella
casa delta città.
Cotesti sono i più usali.
Questo è il pfù coaveoiente.
GOMPAAÀTITI I aUPBBLlIiyi IRÌBG0X.4SI.
Bueno, mejor^ óptimo»
Maio, peor^ pésimo.
Grande, mayor^ mùogimo,
PegaenOy menor^ minimo.
Bajo^ inferiore infimo*
A1tO| superior^ supremo*
Buonoj tnlgliora, ottimo.
Cattivo y peggiore, pessimo.
Grande , mafi>giore, massi ino*
Piccoìoy minore, minimo.
Basso y inferiore, infimo.
jéUoy superiore, aopreiiM.
DE MOKI HUMiaAtl.
Nomi numenùli diconsl quegli che, premessi ai nomi
generali y ne determinano Veèitnsìone del significato^ osai^
fanno conoscere il numero preciso delle persone q ^se
indicate dal nome a cui sono uniti. Quattro sorti ]PQÌ ab»
biamo di questi nomi numerali, cioè Cardinali^ Ordinali,
Distrihuiivi e Collettivi.
Cardinali dicoosi quei Qomi namorall cbe determinane
40 PiBTI QUABTA,
preeisamente il numero delie cose o persone indicate dal
nome generale y come uno^ dos^ ires: uno, due, tre.
Ordinali si dicono gorgli che determinano l'ordine in
cui le persone o cose indicate dai nomi generati sono di"
sposte numericamente, come primero^ segando^ tenero t
primo^ secondo, terso.
Distributivi si dicono qaegli che indicano dUrihuzione
mei numero delle cose indicate dai nomi generali: come
ìa mìtad^el tercio, ci cuarto: la metà, il terzo, il quarto.
Cb//c//m finalmente diconsi quegli che indicano appros^
s'maùvamcnte e Tion già con esatta precisione il numero
•Ielle co:e e persone espresse dai nomi generali; come
decena j doeena, quincena: decinai dozzina, quindicina.
Cardinali,
una, tt/ta, dos^ tres^ cuatroj cinco^ seis^ eiefCy oc&o,
I aa4 5678
mueve^ diez, once^ doce, trece eatorce^ quinze^
9 IO II la i3 i4 t5
diesjtseisy diez y siete ^ diezjr ocho^ diezjrnue^e^veintei
16 17 18 19 90
weintejr uno^ ecc., treinla^ cuarenta^ cincuenta^ sesenta^
ai '. 3o 4^ 5o 60
sdenta , ochenta , novenla , dento , dento y uno,
70 80 . 90 100 EOI
dento jr dos^ eoe» f doscitntos^ trecientos, euntrocientos ^
103 aao 3oo 4oo
quinientos^ seiscientos^ ìetecienttts^ ochocientos^
5oo 600 700 ^ 800
Wfyecientos^ Mil , dos mil^ un millqn^ dos millones^
900 looo 300O 1 000000 aoooooa
{ Nel femmtnioo doseientat^ trescientas^ ecc. )
aoo 3oo
ATanti airullimo nomerò cardinale ò necestario <fi
MMltere costantemente la congiaoxione/| come: -
DILLI PARTI DIL DISCORSO. 4^
feinte jr dnco , noventa jr siete . • • • ^^997
dos mi trescienios cuarenta y ires . • • a343*
Ordinali,
Primero^ segando^ tercero^ cuarto, quinto^ settOp
t."" 2.^ 3.^ 4,f 5.° 6.**
sétimo^ 'ottavo, nono, dècimo^ undécimo, duodècimo^
7.^ 8.^ 9.^ 10.^ 11.^. la^.
décimotercio^ déoimocuartOj eco*
i3.*> i4.^
Usasi aneora di dire Carlos dieZi G^gorio onct^ Leon
doce^ Luis catorce.
Partiti»!.
La mitad^ el tercio , el La metà^ il terzo^ il quarto^
cuartOy
Una tercia^unacuarta^ Una terza, una quarta,
Una octavOf el diezmo. Uo^ottaya, la decina.
Collettivi.
Vecenoy docena^ quincena^ Decina, dozzina, quindici*
veintena^ centena^ocen» na, yentina, centlnaj0|
tenar^ millar^ millon. migliajo, milione.
Sono egualmente considerati come nomi collettiyi: Se-
tenario f octava^ ò octavario^ novena^ ó novenario^ trece'
nario^ ecc.; i nomi terceto^ cuarteto^ cuarteta^ quintilla^
décimayecc. i ^pH nella poesia spagnnola significano una
quantità determinata di yersi; ed altri che dinotano moU
tiplicità di quantità, come : duplo^ Quàdruplo^ dècuplo^
centuplo^ ecc. '
I nomi cardinali ed ordinali sono aggettivi, come Jo#
ìiombres^ seis mugeres, veinte dias; eì printer hejo^ el
i^gundo cuadrOf ecc. TalyoUa però si adoprano come so-
4*
4i VAITI qciìetà^
ataotiri, per «ieniipio: et dos^ el tres, el euatro; oppvre
vn iù8^ tres cincos^ euatro seis^ un (ercero, un cuarto.
PareSf nonet. Pari, dispari.
CAPITOLO Ih
Del Pronome.
Il Pronome è nna parola ohe ai pone in vece del Nome^
per noo ripetere il nome stesso della persona o cosa già
prima nominata. Il medesimo poi è di quattro sorti: per^
ionàle^ dimostrativo^ possessivo^ e relativo.
Personali sono quelli che si osano in luogo di persona,
o di cosa la quale faccia reca di persona, e sono i seguenti*
PtOaOKI VIBSOHIII.
Persona Prima.
Numero Singolare.
V. Fa
6. De mi
D. A mi^ me
Ac. A mi^me
Ab. Por mi.
Io
Di me
A me, mi
Me, mi
Da me.
Mascolino,
Plurale,
TI. Nototros noi
G. De nosostros dì noi
fi. itf nofosfrof, no5 a noi, ci
Ac. A nosostrosj nos noi« ci
Ab. Por nosostros da noi.
Femminino.
Nosotras noi
De nososiras di noi
jÌ nosostros^ nos a noi, ci
A nosostros^ nos noi, oi
Por nosostras da noL
DBLL P4BtI USL D1M0B80* 43
Seconda Persona.
iViimero
Singolare.
N. Tu
Ta
G. De ti
Dite
TX A ti, te
A le; t!
Ao. J fi\ te
Te, U
V. Ta
Ta
Ab. Por «i.
Da te.
fturaìe.
Mascolina. Femmin ino*
N. VoSQtroi Toi F^osotras toi
6. De vosostros di voi Z^e Fosostras di roi
D. A vosostrosfis aTOÌ,YÌ A vosostras os a toÌ|T^
A e. A vosostras OS voi: ti A vosostras^ os toì, ti
V. Vosostros voi Fososiras Toi
Ab. Por vosostros da voi. Por vosostnU da toi.
Tersa Persona Maaeolftia.
Inumerò Singolare,
N. £2 Egli, esso
6* Z)e ^2 DI lui , |<1 esso
D. ji e/| ?e A lut^^cli esso, gli
Ac. A élj U^ la Lai , esso^ lo
Ab. Por il. Da lai, da esso.
Plurale.
■
N. Elias Eglino, essi
^ G. De ellos Di loro ^ di essi
D. A ellos ^ les A loro, ad essi, loro
A<?. A elìos, los Loro, essi, li
Ab. Por ellos. Da loro, da essi.
44 fkWt QVABTAi
Terza Persona Femminioa.
Numero Singolare.
N. Ella . EIU^ essa
G. Det ella Di lei, di essa
D. Jl ella^ le A. lei, ad essa, le
Ac. uè ella^ la Lei, essa, la
Ab. Por ella. Da lei, da essa.
Plurale,
N. Elias Elleoo, esse
G. De ellas Di loro, di esse
D. jé eìlasy les A loro, ad esse, loro
Ac. j4 ellas ^ Ids Esse, le
Ab, Por elhs. Da loro, da esse.
Pronome reciproco stk
G. Desi Di sé
D. jé si, se A se, si
Ac. jÌ 5f, se 8è, 81
Ab. Por s{. Da sé.
Il pronome st non ha plurale, e con le atesse Toci
•erre ai dae generi.
Ecco alcuni esempj sopra Taso delle particelle moj
nos^ te^ipsj se, /e, les, Ics, las^ se corrispondenti alle ita*
liane mi, ci, ti, vi, si, gli, le, loro, li, si, che Tanno ag-
giunte al DatÌTO ed AccusoIìto de' rispetti?! pronomi
primi tiri e personali, e che sovente ne fanno le veci.
¥6 me canso. Io mi stanco.
^ PeJro me dijo. Pietro mi disse.
Tu te cqnsuelas. Tu ti consoli.
1^0 te vi. Io /* vidi,
El se preda. Egli si vanta.
DIUI FARTI
tltos tt preaiim.
JVosi^rùt noi hentùì ohidado ,
El maestro noa enieììi,
fosùtros Toi podeis Itamar
Jèliees.
Yo le he fitto.
Yo le Ile dicho,
N^o Im he hallado.
Lea he hccho un regalo.
La jiislìcta prendió d una
muger^ le formò el prò-
ceso, jr la castigò.
La Jaslieia prendió d dos
mugeres, Xwformà elpro-
eetOfjr las castigò.
La justicia prendió a un
Jtomhre \e formò el prò-
cesOyj lo castigò.
La justicia prendió A dos
homhres, lei formò el
praeeto, y loa castiga.
DIL nilOOBSO. 4^ -
Eglino M Tantino.
Noi et %ìtiao dimoBlkali.
Il maeMro «'ìntagna.
Voi fi potete chiaDiar fe-
lici.
Io riio yednta.
Io gli ho dello.
NoK ȓi lio tronti.
Ho fatto loro nn regalo.
La giuaticia prese dds dea-
na, h formò il proctuo,
e la l^itigò.
La giuttizia prete due Acni
ne, formò laro il pro-
cesso, e ìe gaatigÒ.
La giustizia preu un nomo,
gli formò il proocHo, •
lo gaMìgò.
La giuBiìiia preie dna no-
miai , formò loro il pro-
cesso, eè/f ^astigò. c**"'>^»
Queste medesime particelle li IroTano ancora onite ed
alBsee al Terbo, come: amàhavae, viéndate^ preguniòaot^
formarltSi amavamt, Tedendosi, domnodocci, formar
loro.
Hi qaeale oombinaiioni però ne parlweno a no
luogo.
Il pronome peraonale é/, ella, ellot, ellas: esso, essa,
eei), esse, si adopera ancora come relativo di cosa:
Aquel toberano, dutìia ofi- • Quel sovrano, psdhine n-
loluto del Reina dispania soluto del Regno^ dispo-
do ól d ut arbUrio. nera di esso a luo U*
' * leolo.
»>
46 PIRTC QQABTiy
Lo$ juegos olimpinot eran I giuochi olinprei erano i
los mas eélehres de to^
do$^ j eo ello8 prineipal»
mente era glorioso el
vencer.
La poesia oeupa ya tantas
pdginas, que ella sola
forma pord un polumon^
Las nacionei no e$ian entro
'd en la misma relacion
que los miembros de una
mi ima sociedad; ellas
^^forman otros tantos euer*^
• pas indep^dientes.
più celebri di totli» ed
in essi principaloieiito era
glorioso il TiDcere.
La poesia occopa già tanto
pagine, che essa sola for-
ma da sé un voiomo.
Le naaioni non sono tra Io*
ro nel rapporto in cui
SODO i membri di una
medesima società ; es$é
foiraano tanti corpi in?
dipendenti.
Il pronome el^ etla^ ecc.| come relativo a cosa, ha an«
e ora il geoire tieotro ello^ lo^ come:
Elio paso asi,
El caer es pelfgroso, pero
à veees zi///, si «le ellp re-
sulla et escarmiento*
\«
/»
Èl no es para elio.
Tudo elio no merece la pe-
na de ., »
Vaffare andò cosi.
li cadere è pericoloso, ma
alle volte è . utile, se da
ciò ne risulla il ravvedi-
mento.
Egli non e da eiò^ o per
questo*
Tutto ciò non merita. la pe-
na di .. •
Altre volte il pronome neutro c2/o corrisponde olla
pmtieelfa relativa ne, come:
El dio cuenta de elio Egli. ne rese C4>nto.
Vo me arrepiento de elio. Io me ne pento.
- Ma di queste ed altre particelle dovendosi trattare
nella sintassi , giudichiamo a proposito di non'farne pia
parola in qiiesto luogo, per non coufoudera le mente dei
priocipiaoti.
di&LB FAKTI DEI. DlSCOiaO.
h
PtOilOMI DIMOSTBATITI. t
I Pronomi dimoslratm della lingua spagnuola si rida»
cono à tre: este. eie, aquel pel mascolino; ei/a, esa^
aqaélla pel feiumioino; e^/o, eso^ a^uello pel oeiUro* I
plarali sono cstos^ esos^ aqnellos\ estas% esas^ aquellas^ e
BeryoDO egualduente a peraona ed a cora. Este diovta
Toggello prossimo a chi par la \ ese Poggetto prossimo a
chi ascolia; e aquel l'oggetto egaalineote lontano da am-
bedue\ e ai deciinano aeoza variazione con f articolo ÌQ-
defioito.
Assoluti di Persona^
Bete €s mi padre
Estos no se contentane
Ese es mi tìo,
E 808 no hahlan nunca.
Aquel es mis liermano*
AquelloB no vendrdn.
Està es mi madre,
E sa 8 son mi hermanas,
AqaelIa no trahaja.
Questi è mro padre.
Questi no« si contentaoa.
Cotesti h mi 6 sio.
Cotesti non parlano mai.
Quagli è mio fratello.
Quelli non verranno.
Questa è mia madre.
Coleste sono le mie sorelle*
Quella non lavora.
Uniti €L SièStantWu
Este honJkre^ de estas mu- Que5/*uonio, di queste doa-
geres, ne.
Ese nitio, à esas n'fias, Cotesto fanciullo , a coteste
fanciulle.
Ese cabaìlo^ con esas je* Cotesto cavallo, con coteste
guas, cavalle.
A(|nel Uano, por aquella Quel p'^^no.^ per quella nson*
montana, tagna.
Aquel vivir inquieto ^eu esas Quel uvero inquieto^ i/i co»
pcnas. . teste [iene.
48 PIATI qViBTA,
EtUptuma^Aeeta manera. Questa penaa, di eotesta
maniera.
Àquella 9Ìda^ quetemor es Quella vita, ohe timore è
cotesto?
Questo ò qael cVio dioeya.
NoD ti spaventare di cotC"
sto^ o di ciò.
Non m^ intendo di cotesto^
Cotesto ^0 ciò non mi piace.
Non 61 parli più di cotesto^
o di ciò»
Quello gli d tapi acque-
Che abbiamo di quella, o
di quelVaffare,
DalPanione de* pronomi esfe, ese^ col l'aggettivo otro
rànlta il pronome estotro^ esiotra^esotro , esotra: quest'ai-
Irò, quest'altra, cotest'altro, colest^altra, ecc.
eee?
fiato es lo quejo decia.
No te espanles de eao.
No entiendo de eao.
Eao no me gusla,
No se hable mas de eao.
Aqaello ie disgustò,
Que tenemos de aquello?
FftOHOHI P088E88ITI.
Gli eaempj daranno la regola per conoscergli.
Rte libro es
Estos libros son
Questo libro è
Questi libri sono
mio
tuo
'suo
nostro
vostro
loro
mìei
tuoi
suoi
nostri
vostri
loro*
Està piuma se
BiiLB Pktn Dir mscoBSo.
mia
tuya
su/a
maestra
vuestra
suja
mias
Qnesta penna è
49
mia
toa
8oa
noatra
yoatra
loro,
mie
Estas plumas son
tvjas I tue
suYas j aaa
f Tostro
(
vuesiras
sujas
mìo
tuyo
Està es / '"-^
nuestro
Questo^ eiò è
niestro
sujo
loro.
mio
tao
ano
nostro
yeatro
loro.
I pronomi mio^ '^o» sujo: jmia^ tuya^ ^jo, quando
prececlono il nome soatantiro, perdono raitima aillabay
tanto nel singofare, quanto nel plurale, e ai riducono a
mi, <!/, 511 nel primo, e mts^ tus^ sus nel aeoondo^ bob
oataùte che ai frapponga loro un aggettivo. Sì declinano
coir articolo' indefinito.
Mi lilro^ mi hermana.
De tus fujos^iion tus plumas.
Por sa mal proceder.
Mi buen padre.
Con tua hellos ojos»
La fortuna con sa risa^ con
aa ruedoy con eoa teso^
roSf con aus promesas en*
gana d los hombres*
Gram» Spag.
Il mìo libfO) la mia aorella.
De^ /uot figli , colle tue penne.
Pel suo cattiTO procedere.
il mio baou padre.
Co^ tuoi begli oqcbi.
La fortana, col suo riao, con
la sua r vota , eo* suoi te*
aori, con le sue proaacaae
inganna gli uomini.
5
So PARTI «quarta;
Conservano però rultima sìllaba quando si poapon^
gon<y at tostanti fOy come Uhro mìo^ hermana mia^Dios
mio,* hijo mio, ecc.
I pronomi nuestro^ vuestro non perdono mai Tal t ima
sillaba: 81^ devono però declinare coirarticolo indefinito,
V. g. • •
M nostro modo de pensar. Il nostro modo di pensare.
De nuestras aceiones. Delle nostre azioni.
A vuestra prudencia. Alla vostra prudenza.
ÌLtk yuehivos. consejos. ^ Nei vostri coosigli.
Ayvérlasi che il pronome vuestro non si adopera par-
lando ad una persona sola; onde non si direbbe beoe
|.arlaodo (per esemplo) con Pietro: vuestra hermana, vue^
Siro padre, vuestros negocios. L^uso il permette unica*
menfe allorché si parla ad una persona di molta antorilà,
come vuestra Mageslad^ vuestra Beatitud^ vuestra jil"
teta^ eca ecc. (i) e nelle orazioni che si fanno a Dio,
cunie*. vuestra piedad^ vuestra justicia^ ecc.
Quando i pronomi /m, leì^loro si trovano nel genitivo
lutiti ad un sostantivo^ cioè, quando si parla di una per*
ialka terza, si traducono col. possessivo su, sus ^\omm A
Tede nei seguenti esempj:
So corazon. Il cuore di lui, o di leL
De su corazon. Del cuore di lui, o di lei.
.' ' A sacorfirzoR. Al cuore di lui, o di leL
8u corazon. Il cuore di lui, o di leu
De su corazon. Dal cuore di lui^ o di hi.
(i) F^OB usando più gli Spagnuoli il pronome tiof per
discorrere con uba persona sola , ne viene per conseguenza
che non debbano neppure usare nel singolare il pronomo
vftéséf^ f elle > si adopera soltanto aUordiè si parla a pili
|iessooe,- a oia^cóna delle quali in siqgqlarc si darebbe del
tu , poigh^. abbico vedulp nei pronomi podsea^ivi i cha il
plurale del (ujro è vuestro.
DILLE PARTI DEL OI8GOR80*
Sas espresiones. ' Le lora espreisiooi«
,5i
De 8118 negocios,
A 809 palacios,
Sq corazon.
De su vigilancia.*
Sa luen egemplo»
Dei loro oegozj.
Jl loro palazzi.
// loro cuore.
Della loro vigilanza.
// loro buon esempio.
Tulli ì sopraccennali pronomi possessivi, essendo ac-
compagnali dai 8oalaal!vi| si declinano, come si è vedulo^
col solo arlicolo indefinilo; ma quando in vece di essera
accompagnali da* soslanlivi^ hanno sollanlo relazione ai
medesimi, vanno declinali co* loro riapellivi arlicoli de-
filili: ecco degli esempi:
Tu has dicho tu parecer,
yo quiero decir el mio/
JTo he dicho mi parecer^
quiero pir el luyo.
Yo he pagado mi tasa^ pa»
gue cadauno la snja.
Queria gastar mis d ineros ^
y conservar los snjos.
Cadauno quiere Io sujo.
Ta hai dello i7 tuo parere,
io voglio dire li mio.
Io ho detto il mio parere,
voglio sealire U tuo.
Io ho pagata la mia tassa,
paghi ciascuno la sua.
Voleva spendere imiei da-«
nari, e conservare i suoi.
Ognuno vuole il suo.
DE PfiOMOMl BELATIVI
Que^ quien^ cuaL Ghe^ chi, quale.
II relativo que ha relazione a cosa e a persona , e Serve
ai due numeri, ed ai ire generi, muscolioOi femminino e
neutro: el humbre^ los librus que*, la muger^ las piuma»
qae; lo que.
Serve per tradurre il pronome cui in tulli i suoi casi^
allorché significa co fa, come:
ìE/ libro de que le hahlé. Il libro di cui ti parlaL
* Lasociedad a que pertenece. Lo società a cui appartiene.
El pais en qijke me halh. W paese in cui mi IroTo*
Sa PAAfB ^VABTÀ,
II relatiTO quien hi soltaoto relazione a persona; serie
ai dae generi: e con eiso si traduce il relativo obbKquo
Ctt/| quando dinota persona. Nel plurale fa qnieneifi
Ei homhre^ de quien te que* L^uomo, di cui ti lamenti.
/di.
Las muqereSy con qnienes Le donne, con cui parlari.
hahlabas.
Il relativo cual^ corrispon Jente a quale ^ ha relazione
a cosa e a persona^ s^rve a tutti tre i generi; il suo pia*
rale è invariabilmente cuales. Si declina colFarticolo de-
finito: el cual^ los cuales^ de las cuales^ d lo cual^ ecc.
I pronomi que^ quien ^ cual cessano di essere relativi
nelle seguenti espressioni interrogative, ammirativei ecc.:
Que huscas? quo quieres? Che cerchi ? che vuoi ? ehi
quien es? a que viene hi a che venite? chi ti
Vm? quien te envia? cual manda? come V hanno ri-
ìe han puesto sus'desgra' dotto le sue disgratie L
eias! quien deseómponia ehi scomponeva la boc-
la hoca . . . quien torcia ca, chi torceva il viso • ..
el rostro ... cual con voz ehi con voce soave . . •
dulce . . . cual con vqz chi con voce fioca.
doli ente.
HOnO DI TBA DURRE NSLLO (PAGNUOLO IL PROROMB
gUBLLO QUANDO PHECRDB IL RELATIVO CBB^
Quando il pronome quello^ quella ^ quello o ciò viene
seguilo dal relativo nominativo o accusativo cheji come
quello che^ quella che^ quelle o ciò che^ nel tradurlo ia
ispagnoolo si riduce ad un vero articolo dello steaso ge-
nere , numero e caso del pronome:
Mascolino,
£1 quo quello che Los que quelli che
Del que di quello che De los que • di quelli the
M que^ a quello che. ParaloA que. per quelli cft«.
SILLB FIUTI DIL OISCOHSO.
53
Femminino*
La qae qaella che Las que qaelle che
De la qae di qaella che De las qae di quelle che
JSh la qae. in quella che. Sin las qae. leosa quellec^.
yeulro.
Lo qae
De Io qae
J lo qae
Lo que
De lo que.
Jfiadió un nurvo estado al
qae le hahia dejado su
antecesor,
Ohservarélascostumhres de
este pueblo^ notando las
qae le son comunes con
ìos otros.
Era muy versado en mu*
chos asuntos de los que
ie presentan al irato co»
mun de los hombres,
JVo me detendré en descri*
hit el caracter de los qae
las escribieron.
Fi valido obtusH) lo qae de*
seaba-
Notare lodo lo qae me sor*
jf renda y y procurare in^
slruirme eo lode Iq qae
me pueda aprovechar.
No sera tal mi impruden-
da que me ponga à ha*
quello, ciò che
di quel lo I o di ciò che
a quello, o a ciò che
quello^ o ciò che
da qaello, o da ciò che.
Aggiunse uo nooyo stato a
quello che lasciato gii
area il sao antecessore.
Osserverò i costami di quo*
sto popolo, notando quel<*
li che gli sono comuni
cogli altri.
Era rersaiissimo in molti
adari^i quelli che si pre-
sentano nel commercio
comune degli nomini.
Non mi tratterrò a deaeri*
Tere il carattere di quel'
li che le scrissero.
II favorito ottenne quello
che desidersTa.
Noterò tuito ciò che mi
sorprenda, e procurerò
dUstruirmi in tutto queU
lo ohe mi potrà giovare.
Non sarà tale la mia im«
prodenaa che mi metta
5^
54 VlRTt QUARTA I
blar de Io qae no en- a parlare Ji ciò che non
tiencto. ioteodo.
He hallado Io quo huseaha. Ho trovato quelh che cer-
cava.
La stessa malasione di prooome in articolo accade qaando
il quello, quella, eco. viene seguito dal segnacaso di^ o
deli^articolo definito del^ della ^ d^gU^ delle ^ ecc. ecc.
Mascolino»
La de quella di Los de quelli di
De la de di quella di De los de di quelli di
A la àe quella di A los de a quelli di
Sin la de. sema quella di. £n los de. io quelli di.
Femminino.
El de quello di Las de quelle di
Del de di quello ^ De las de di quelle di
Al de a quello di A las de a quelle di
En el de. in quello di. Sia UxsAe. seoca quelle di.
Neutro.
Ijo de
quello di
Dj lo de
di quello Ji
ji lo de
a quello di
ji lode
quello (1^
En lo de.
. in quello di
f/del
quello Jei
Del de la
di quello della
^ /a de loe
a quella» JegZf
Sin los de las
sen^a quelli delle
Por las de. la
per quelle della
3i el de los»
io quello c?e|^/ù
DfiLte PAATI DEL DISCORSO.
55
Neutro,
lo^del
Lo de la
De lo de loa
jÌ lo de las
Sin lo del.
quello del
quello della
di quello delli
a quello eFis//^
. senza quello del,
Esempj, .
Me parecia un trabajo
inu" Mi pareva aoa
pena ion*
iU eì de indagar j qnien
fuese el autor de laobra.
La confusion de tantaa 90*
ees no deja oir la de la
naturateza.
Ij03 egércitos de Dario fue*
ron vencidos por Ics de
Alejandro,
Nos pareció mefor . Io de
enviar por la barca, d
Mullorca,
Él està inquieto por lo de
anoche,
Decid lo de la sélva ^ de la
tempestad^ ecc.
tile quella di ricercare
chi fosse l'autore deiro»
pera.
La coofusìonef di tante tocì
oon iù sentire quella del*
la natura.
Gli eserciti di Dario fu-
rono vinti da quelli di
Alessandro.
Ci parve meglio quello di
mandare per la barca a
Majorca.
Egli è inquieto per la cosa
di jersera.
Dite qutllo della selva,
della tempesta, ecc.
Dai sopraccennati esempj si rileva che in siffatte pro-
posizioni si trova sposse volte Tarticolo definito duplicato
nel genitivo e neiV ablativo:
Yo no Jiàblo de tu cabal'
loy sino del del amo,
Losjuicìos de Dios son di*
ferentes de los.de los Aoni-
hres.
Io non parlo del (no ca-
vallo, ma di quello del
padrone.
I giudizj di 0Ì0 sono dif-
ferenti da quelli degli
ttomiiii.
S6
iPÀiTi QUI iti;
Nuestra merle depende d«
la de la patria,
Hablaha desusarmas^jr de
las de las naciones ven^
eida$.
Li ooatra 8orl« dipende da
quella della patria.
Parlaya delle sue armi, e lù'
quelle delle naaioni vin-
te.
DU BiLifiTo cvro^
DXBITATO DAL OBHITITO eV/US DI* lÀTIHI.
Il relatÌTO cujo ai deoliaa in tatti i cui con Tarticola
indefinito. Cuyo^ de eufo^ k eujo^ por cuyo; plorale eii-
yos^ de cuyos^ ecc. il cai^ del cai, al coi, dal cui; i coi,
4ei cai, eco. Nel genere femminino iacuya^cujas'^la cui^
le cui, e li accorda costantemente in genere, numero, e
caso col nome che lo siegue: eujro libro ^ caja hìja, eujos
papéles^ cuyas casas: il cui, libro, la cui figlia, le cui
carte, le cui case*
Fedro ^ Maria ^ estoi hom»
bres ^ GUjo merito es
grande»
K cuyo hermano debo la
Vida,
Ctxjo juicio admiro.
Guya paciencia es heróiea.
Cuyos hijos han muerto.
De cuja hija soj tutor*
Eo cuya casa fui hallado.
Sin ofender d la verdad^
onyo nom&re he venerado
riempre.
Pietro, Maria, questi oo«
mini, il cui merito è
grande.
jtl cui fratello deyo la yita*
Il cui giudizio ammiro.
La cui pazienta è eroica.
/ cui figli sono morti.
Della cui figlia sono il ta«
toro.
Nella cui casa fa trovata
Sema oflendere la yerità,
il cui nome ho yenerato
sempre.
Usasi egoalmente il pronome cuyo in luogo de* prò»
nomi dimoslrati>i questo^ questa^ questi^ queste, aliorchò
questi pronomi haano ruÌasiou« ad aoa frase anleriore.
BILI.JÌ riltl OIL BI9COR80. ij
Por «njo motivo. Per questo^ opcr qual mo-
tÌYO,
Por oaja razon. Per questa ^ o per ìa qual
ragione^
Jb le débo cien eseuJos, Io gli defO cento scudi, la
cuya suma procurare pa-* qual aomma proearorò di
gar^ ecc. pagarci ecc.
saosoKX IKPaOPBI o aqoiititi uditbbkiiiati.
Caia uno^ a l ciaccanoi a
• • • < oiaschedano
Cada eual ( ognuno, a
(jaalcono
., , qualcheduno
Rigano, a { \
* alcaoo
taluno
Nadia f nessuno
• •••• I niuQo
Ninguno \ yeruno
Algunos homhres. Alquanti uomini.
AIgnnas mugeres, jlquante donne.
Ningon homhre» Nessun uomo*
?finguna casa. Nessuna cas»,
Alguna accion huena. Una qualche aelone buona.
Quienquiera*, Gualquiera. Chiunque; Chicchessia.
Gualquier medio» Qualunque mezzo.
Cualesquier medios. Qualunque mezsi.
8ea Cììdl fuere su mèrito. Qualunque sia il suo me-
rito.
Cada soìdado era un gè- Ciascun soldato era uo ge<
neral, nera le.
En cada una de lof partes» In ciascuna delie parli
56 »i^«YB
Cada casa tiene 9u fùente.
Cada palahra es una sen^
tenda,
Setenta escudos por cada
hnrriL
Cada hatallon tendrà un
coroneì,
Todo Cristiano deho èa*
her (f).
Toda muger debe ser hono»
sta.
Todo sé acalb.
Uo homhre ana muger.
Unos homlreSf onaa mu*
geres,
Serdn acos cuarenta , onos
sesenta^ nnos mi7 / fui*
nientos homhresm
Uoos eslahan alegres^ y o-
tros tristesi uoos &ai7a«
&an, otros * fugaban^ y
otros hehianj unoa e^fa-
fia/i vestidosy oìro^desnu-
dós^ aaos ran^ j^ otros
vienen.
He te nido alguna ventaja,
Buho a^unoB heridos.
Sera de algua pohre.
QVlaTi,
0^/11 casa ha la saa fop-
taoa.
Ogni parola è ana aentenza.
Settanta scadi par ogni ba-^
ri le.
Ogni batlaglione arra un
colonnello.
Ogni Cristiano dere sa«
pere.
Ogni donna d ey* essere one*
« •
sta». .
Ogni cosa è finita*
Un uomo, una donna.
Certi uomini, eerte donne.
Saranno circa quaranta ,
circa sessanta^ circa mille
e cinquecento nomini.
filtri erano allegri, ed aU
tri malinconici; altri bal-
lavano I altri giocayaooy
ed altri bevevano; altri
erano vestili, altri nudi;
altri vanno, ed altri yen*
gono.
Ho avuto qualche vantaggio.
Vi furono alcuni feriti.
Sarà di qualche povero.
(i) Osservisi cbe quando Vogni significa il tutto di nu-
mero, gli corrisponde in ìspagnuoio il todo^ Soda, ecc., ma
quando è dìsiribudvo , e dinota ciascuno , ciascuna , ecc. ,
gli corrisponde in vece cada^ come: cada cosa en su
tiempOf ecc.
Donde estàn los demas 2ì«
hros? Las deuias plumas?
Traigo solamente estas^por*
que las demas, no ertm
buenas.
liOB demas dijeronìque no ( i ).
Olro in^osior*
Quiero otro par^ olro £•
bro^ eira siila (a).
Olros libros^ otras plumas*
JVo quiero etra cosa , ó mas.
No diga Vm, oìcsl cosai ó
mas.
iVb ^e queja de otta com»
Z^z^ desgracias agénas*
Por culpa ageha.
JEn casa egeo a.
Talea, o seme jantes errores.
Talea, o sem^Jantes comii^
naciones,
Ei tal, la lai me lo dijo.
Con una tal cuoi apUctS'^
don.
Yo lo cuento tal caal lo he
oidom
Qae tal te parece?
Q«e tal?
Bit Mseoaso. S9
Dove SODO gli aliri libri ?
le altre penae?
Porto sola meote queste^ ftt*
che le olire 000 eraoo
booae.
Gli altri dissero di 00.
Un altro impostore»
Voglio un altro pajo, un al*
tro libro. Un'altra sedia*
j4ltri libri j altre penne.
Noo Yoglio altro*
Non dite alttv»
Non ai hmenta di idtro*
Le altrui disgraaie.
Per Valtrui colpa.
In casa altrui.
Siffatti errorL
Siffatte combìnasionì.
// /a/e, la tale me lo disse.
Con una mediocre appli-
cazione*
Io lo racconto tale quah
Ilio sentito*
Come ti pare?
Come?
(i) GG Spagnuoll per dinotare il resto d'nna quantità di
cosa o di persona, usaoo TaggeUìvo demas: domani por»
terò le altre: ma nana traerl las demas» 11 resto è buone:
lo demas es bueno , ecc.
(3) L'aggettivo di differenza otro , otra non k mai pre-
ceduto nello spagDuolo dalla particella un • come si può
federe dagli esemp).
€o
wàtcn ^Ain;
Un lai Teuda los enganó.
Quien ha ganadv? ud tal
Nicolas,
Se portò caal ningun otro.
Caal 68 Juan, tal ea Fedro.
Caal suele el mùeHor con
Hulee canto*
Procura sor tal, cnal do'
seas parecer,
Piensa quo habla ooD otro
tal corno et,
4j de mi coal estahaJ
Sor mujr amigo de dejar a
cadauno tal caal es^ para
que me dejen d mi tal
caal soj*
Haj algo de nuevo?
Te se ofreee algo'
Diga Um. algo!
Ha suced.do afóo?
Por algo lo decia yo.
Quiero lihros Buenos^ que
de walos hartoa tengo»
Harto lo siento»
Demasiado es para lo que
merece.
No tengo Dada.
Vn certo Teada gFingannò»
Chi ha TÌoto? un cerio Ni-
cola.
Si portò qual aioo altro.
Com'è GioraDDi, ocmI è
Pietro.
Qual auoU il roaignaoi oon
doloo cauto»
Procura di esser tale^ quale
desideri comparire.
Credè di parbre eoii un
suo pari.
Oimè come si ritrovATa!
Mi piace- molto di lasciare
ogoooo lo/e quale ìBgU è,
acciocché gli àllri lascino
me tale quale io sodo.
Ve qualche cosa di ddoto?
Ti occorre qualche cosa?
Dite qualche cosai
È saccessa qualche eosalf
Per qualche cosa lo dice*
ya io.
Voglio libri bnoniy che di
cattiri De ho troppi*
Mi dispiace molto.
E troppo per qael che Die*
rita.
Non ho niente.
BIIXI rA&n OIL DIÌ00B80. €t
S1I.LA Toci rm» (l)
La Toce uUed^ eincope deirantieo f^ueHra Merted^
eorrìsponde ai pronome EUa^ o f^qss'gnoria^ ed ò impie-
gala laddove gritaliaoi ai aervirebbero del Lei o del f^oL
Tranne i titoli, non fanno più oso gli SpngoooU ohe del
fu e àeli*usied (a). Eceooe la deolinaiiooe:
Singolare^
N;
Usted.
Eila« Yot^gnoria, Voi.
G.
De Fm.
Di lei, di voasignoria, di foi»
D.
A Vtn.
A lei, a vosaigQoria, voi*
Ac#
A Fm.
Lai, ToaaigQoria, a toì«
Ab«
Pur Fm.
Da lei, da vossignoria, da voi. f^^^
CAPITOLO IH.
Dei Fcrho.
Ogni cosa o persona io questo mondo paò trorarsi in
uno di questi tre stati, di azione cìoò^ binazione e di
passione. Si trova nello stato di azione allorquando yà
una cosa: si trova in quello donazione allorquando
ftienttfa: ti trova finalmente in quello di passione allorché
non è dessa che direttamente agisce^ ma mentre un'alfra
agisce Stt di lei, essa ne riceve Pazione^ o gli effetti ed U
(f) Gli Spagnuoti accorciano nella acrìtlora bi pardi
Usttd in tre maniere, cioè: P^md ^ Fm^ F* nel singolare, e
Vmd% , Vms , Fs oei plurale : la prima maniera è la più
antica » la seconda è di maggior uso , e la terza incomincia
a venire io moda.
(^) Il tu non si usa che in easo di stretta amicizia, tm
Rateiti, ecc. L'antico Ftn non si conaenra più che neUe
preghiere faUe a Dio , ai Santi , ecc
Cr/ttm. 8pa^* 6
6l 91BTI QVAftTÀ,
risultato àeWazìOne* Quìodi siccome il nome è nna pa-
rola che Del discorso serre ad esprimeve aoa cosa o per-
•ooa, cosi il Verbo è quella parola che $er9e ad indicare
lo stato in cui una cosa o persona si ritrova.
Or se questo verbo indica Vazione che un soggoito fa^.
e che si termina direttamente su di una persona o cosa
diversa da quella che la fa^ dicesi Attivo o Transitivo ,
come: io amo Pietro: jo amo i Fedro.
^Se il Terko non indica azione veruna ^ oppare indica
un azione la quale resta nel soggetto che la fa^ di cesi
Neutro o Intransitivo \ come: l'aomo nasce ^ vive^ dorme:
•1 hombre nace^ vive^ duerme.
Se iodica un^azione ricevuta da una cosa o persona^
mtntre si fa da un soggetto diverso ^ ai dice Passivo^
«ome:
Yo he aido premiado por
mi padre.
La Reina habia si do coro'^
nada por ci Soberano,
Los rcos habrdnsido castiga^
dot por el Juez.
Io sono stato premiato da
mio padre.
La Regioa era stata coro*
nata dal Sovrano.
I rei saranno stati gastigati
dal Giudice.
Oltre di questi tre stati, atTeno un altro in cut una
•osa o persona può trovarsi» cioè quando un soggetto fa
wfi azione la quale poi torna su di sé stesso. Il verbo che
•sprime nna tal asione chiamasi dagP Italiani Riflesso
(neutro passivo), né noi saremmo alieni dal dargli una tal
denominazione: ma siccome gli Spagnuoli lo chiamano
Reciproco f perciò noi gli diamo piuttosto il nome, di reci*
proco che di rimesso. Cosi sarebbe adoperare un verbo
reciproco nel diro:
Je me arrepìento. lo mi pento»
Tu te conduelas. Tu ti consoli
El soldado se defiende. Il soldato si difende.
DILLI PARTrDCL MIOOMtO. €$.
La Conjugavone do' verbi si compone di modi^ tempii
numeri e persone,
I modi tono quattro: Indicativo ^ Imperativo ^Sogguiu*
tivo ed Infinito,
Modo indicativo è qaello che indica o manifesta dire^
tornente Vazitme o resistenza delle persone o coseg comic
Fo canto. Io canto.
^quel escribla. Colui icrireTa,
Ha cesado il viento. £ ceMato il yento^
JUanana Uoverà, Domani pioTorà.
luimperativo aerye per comandare^ pregare^ perstsa»
dere^ dissuadere quaìctmo di dira o fare qualche eoaa^
oome :
Trdeme d libro. Portami il libro.
Hdgame Vsted favor. Fatemi grazia.
Hahle Vsted cloro. Parli chiaro.
Dejemos està conffersttdorù Lasciamo qaeato discorso.
Il modo soggiuntivo^ a differenza dell' indicati to, noii
pnò formare da sé solo nna proposizione perfetta, ma
deve necessariamente unirsi ad un altro verbo. Se io dico^
per esempio: Que yo ame, yo escribiria: ch*io ami, io
scriTcrei: nulla dico di perfetto; ma renderò determinata
la proposisione aggiungendo^ per esempio,
Es jQslo que jro ame, E giusto che io ami.
Yo escriheria si padiese. Io scriverei se potessi»
I tempi del modo indicativo sono sei: presente^ prete»
rito imperfetto^ preterito perfetto^ preterito più che per*
feito^ futuro imperfetto e futuro perfetto,
ìieWimperativo gli Spagonoli non considerano altro
tempo che il presente,
II modo soggiuntivo ha cinque tempi t presente^ preH^
rito imper/eilo^ prHerilo fmfetto^ pr^erilo più che per*
foito 9 futuro.
hUi^ùo^ come dipenJleoto da no altro Terbo, non ha
p»r tè steMo ahre determiotstoni di quelle che da easo
wÌ9èr9t onde aarà o presente^ o passato^ eee., aeeondo che
aarà prtaenie^ o passato il teatpo id verbo dal quale viene
retto ^ conne:
Quieto eserìbir. Voglio acrtfere,
Qurria etcapar. Tolera aeappare.
Deheria venir. DoTrebbe Ttairt.
I tempi del Torbo altri aono setnpliei^ altri cempesiL
Tocnpi semplici aooo qaei che C4iii una sola parola eaprì*
mono, il ti^nifieato, come:
jtmo^ hahlaha^ Amo^ parlara.^
Dfjo, nnieroom Disae, fenaeio.
Jenpi composti aooo qodli ohe ai foroiaoo dal verbo
e dal participio passate del ferbo a cai il primo aorre di
amailiare, come:
He venddo. Ho Tinlo.
Hubiera ò Sobria e^udiado. Atrei atadlato.
San ido* Sono andato.
JBaher ido. Ettere andato.
Babsr procurado. Ayer procurato.
1 numeri del verbo aono due, singolare^ o che parla di
an 8olO| come: jro amo, él estudia\ io amo^ egli studia ; e
plurale^ o die parla di molti, come: nosotros amamos^
ellos paseanx noi amiamo^ eglino passeggiano.
Le persone io ciaacooo dei numeri sono tre; quella the
parla^ che dicesi persona prima; qudla che aacolta , che
diceai persona seconda; una persona ia&ao direraa da
aaabedoC) che dicasi persona tersa.
DELIE PARTI DEI DISCORSO» 65
I. To amoj nostros ama- Io amo, noi amiamo.
tnos.
9. Ta amas, Yosostros amali. Tu ami, poi amate*
3L Él ama^ ellos aman, . Egli ama, eglino amano.
Participio ò una parte del verbo trasformata in nome^
che partecipando di ambedue ne ritiene pure le proprietà*
Dìyideai io presente^ coqfie amante, leyente^ oycnte^ e
passato^ come amado^temido\ iu&/V2o. Yeggasi il Tratlato
che appositamente parla del participio.
DEI YEBBI IVSIIIÀBI*
Abbiamo detto di sopra che i tempi composti si for-
mano dal Terbo ausiliare e dal participio passalo. Di
qaesti ausiliari la lingua italiana per la conjugaziooe al*
tìTa de' suoi Terbi ne ha due^ avere ed essere: il primis^
de* quali serye per la composizione de' tempi nei verbi
transitivi , come ho studiato^ avea comprato^ avrò cammi^
nato; ed il secondo per quella de' verbi intransitivi} neQ«
tri, di moto, ecc., come essere nato^ essir morto ^ essere
arrÌMtOj essersi pentito. La liogua spagauola al contrago
eoo un solo verbo ausiliare compone la conjugacione ^-
tiva di tatti i suoi verbi, senza eccetloiirne alcuno ^ e que-
fto è il verbo haber^ il quale serve per accompagnare t
preteriti e futuri de* verbi aitivi ^ neutri^ reciproci ^ dipcr-
manenza^ di moto, ecc., ecc., il che pe rende facilissima
la eonjugasione^ come si paò vedere in pratica nei se*
guenti escuipj.
Yo he amado^' Io ho amato.
£{ ha nacido, K^ è nato.
Sa nacido una nina^ % Data uaa bambina.
Ha llegado mi hermana? p arrivata mia sorella?
Jfosotrosnoshemos acordadoy*Ho\ ci siamo ricordati.
Fosotrososhabreis olvidado* Yoi vi sarete dimenlicat}.
. ti*
'6$ VARTK qvauta,
Vodumona ora per distato la Gonjagaciona:
COa^OGASIOIIB
2}el v€rba ausiliare Hàbem^ Ami.
Prc9entc.
Singolare Fo^he^ Io ho.
Tu has^ Ta hai
£1 ha, Egli ha.
Plurale Nosolros hemos. Noi abbiamo.
f^osoìros habeis^ Voi avete.
EUos han. Eglino haooo.
Preterito imperfetto.
Habia, hciias^ halia^ Aveva, avevi, aveva.
Ilabiamos, habiaisy hablan. Avevamo, avevate, avevano.
Preterito perfetto,
ffiihe^ huhistey huho. Ebbi, avesti, ebbe.
Hubimos^lìubìsteis Jiuhìeron. Avemmo, aveste^ ebbero.
Futuro imperfetto.
Nabréf habràs, habrd^ Avrò, avrai, avrà.
ilabrémoi , habréis , hubrdn^ Avremo, a v rete, avranno.
• o&Giuaiivo.
Pi4:sente\
Qoe jo hojra, hayas, haya.i Che io abbia, ta abbia, egli
abbia.
Ha/amos^ hayaìt^ ha/an. Abbiamo, abbiate, abbiano.
SILII PARTI DSL DÌ9C0BI0.
ImperfsUo primo*
Si jo hvibiera^ 6 hubiese. Se io aressl.
Si ta hiAieras^ ó hubìescs.
Si aqaei hubiera^ ó kuhiese^
Si hubiéramos, òhubiéscmos^
Si hubiéraisy ó hubiéseis^
Sì habieran, 6 hubiesen,
Imperfsllo secondo,
To Habria^ 6 hubiera^ Io tTrei.
ffahrias^ 6 huhieras^
Hubriay ó hubiera^
Habriamo$^ ó hubiéramos^
Habriaisj 6 hubiérais^
Habiianj ò hubieran.
67
aTem.
avesse.
aTeSstmo.
atesU.
ayesaero.
avresti.
aTrebbe.
ayremroot
avreste.
avrebbero.
Futuro.
Cnaodo jh> hubiere^ hubie" Quando /o avrò, avrai |avr&;
res^ hubiere\
ffubiéremos^ hubiéreis hu' AvremOj avrete, STraono.
bieren.
IHFlIlttO.
Presente.
Huber. ,
•vere.
Geruodio.
Habiendof
avendo.
Participio.
Euoido.
avuto.
OSSEnV AZION t.
*
1.^ Il verbo italiano avere si usa e come ansìliare: te
ho studiato^ tu non avevi pensalo^ e come possessivo: io
ho ragione, tu non avevi danari. E b;;n chiaro che il par*
licipio avuto del suddetto verbo non viene mai adoperalo
•omo participio del Verbo avere ausiliare , ma bensì come
48 PARTS QUABTA,
participio del rerbo a9rre possessivo : io ho ayato disgra-»
sta; se tu avessi aTUto giudìzio^ ecc., ecc. Egualmente
accade nello apagnuolo col verbo haber ausiliare; il ano
participio non viene mai usato (i). E siccome gli 8pa<*
gmioli per dinotare possessione non adoprano il verbo
kaher (a), ma il verbo tener^ e per conseguenza il parti-
cipio tenido; quindi è che il suddetto participio habido
non è u<alo né come ausiliare, ne come possessivo. Per
questa ragione, e acciò i principianti non confondano
Yhabido col tenido^ abbiamo creduVo bene di sopprimere
nella passata conjugaziooe, come inutili, i tempi compo-
ati: he habido^ hàbias habido^ habràn habido, ecc., po-
nendovi aoUanto i tempi semplici, comedi aoli auailiarl
dei verbi.
m.S Tutte le volte che al verbo avmv non siegua o me-
diatamente^ od immediatamente il participio di qualche
Tcrbo, si userà il veilio tener,
3.^ Il participio passato^ accompagnato dal verbo haber
ausiliare, non si accorda mai col soggetto della propoai-
sione, e deve costantemente avere la sua terminazione in
o, qualunque aia il genere ed il numero del soggetto.
(Yedandi gli esempj posti di aopra^ prima del verbo
haber y
(i) Dsasi soìlanto il participio habido ^ quando haber ^
eessaodo dì essere ausiliare, dinota l'esistenza di qualche
«osa ; nel qual caso serve di ausiliare a sé stesso: ma ciò
accade nelle sole terze persone di ciascun tempo, come : ha
habido , habia habido « habrd habido^ si habìese habido^ ecc ,
come vedremo allorché tratteremo degl'impersonali.
(lì) Rarissimo ed antiquato è l'uso del verbo haber per
dinotare possessione » e si trova solo conservato in qualche
lermine di fòro, ed in qualche preghiera, come: no ha lu-
gar: Non ha luogo (la petizione); he de haber: devo
avere > as^ed misericordia de mi: abbiate pietà di me*
BtlLB VIBTI DIL DISCORSO. 6^
GOmUGAZIOIIt
JM verbo ausiliare Ssn^ Esssii,
Pel passivo de* verbi,
IR01CAT1T0.
Presente.
Singolare Soy^ eres^ es; Sodo, ssi| è ;
Plorale Somos^ sois^ s(m* Sismo, siale, soso*
Preterito imperfetto»
Era^ eraSy era; Era, eri, ara;
EramoSf érais^ eran. EraramOi erayate, eraoo.
Preterito perfetto^
Fuiy fuiste^ fui; Fui , foste, fo ;
Fuimosj fuìsteisj fuéron. Fummo, foste, ToroDO.
Idem 04>mpo9to^ prossimo (i).
Ee sido, has lido, ha sido; Sono stato, sei statoci stalo;
MemoSj habeis^ han sido. Siamo, siete, suoo stati.
Idem composto remoto.
Hube sido, hubiste sido, Fui stato ^ fosti stato ^ fu
hubo sido; staio;
Hubimosy hiiUsteiSi Tiubie» Fummo, (bstOi furono stati^
ron sido*
Preterito più che perfetto*
Bahia sido, hnbias sido, Era stato^ eri statOy era
habia sido; slato;
ffabiamos, habiats, hablaa Eravamo, eravate, ersoo
sido. sfati.
(i) I tempi composti del verbo ser altro noi/ sono , che
la conjugaziooe del verbo kabcr^ a cui yiape aggiunto il
participio passato sido.
fé rABTI QVABTÀj
Futuro impeifeiio.
Seréf ierds, serà\ Sarò, sarai, tara;
Scremo*^ seréìi^ serdn» 8aremO| stretCì taranno.
Futuro perfetto,
Mahri tido^ hahrés 8Ìdo, Sarò 5f alo, tarai alalOj ttrà
habrà 8Ìdo; stato;
Babréaips^hahréis^habrdn Saremo, sarete)* saraneo
sido. 9tatL
IKFBBA'TITO.
Presente*
Séf ta, Sfa aqael; Sia fu,. sia colui;
Seamos nosolros, sed to* Siamo noi^ siate poi, siane
aolros» soan aqaellos. coloro.
SOOaiVHTITO*
Presente.
Qoe jo sea^ seas^ sea; Che io sia, tu sia, sis;
Seamos, seais^ sean. Siamo, siale, sidoo.
Preterito imperfetto primo.
Si jo fuera òfueses. Se io fossi.
Si Xofueras ò/uese^ Se tu fossi.
Si éì fuera ò/uese; Se egli fosse;
Sìfuéramos òfuésemos. Se fossimo^
Si fuérais^ ó fuéseisy Se foste,
K/uéran òfuesen. Se fossero.
Preterito imperfetto secondo.
To seria ò fuera ^ io sarei,
T» serìas òjueras^ Tu saresti.
BILLB FA ITI Dlt DISCORSO. ^I
El seria 6 /aera; Egli sarebbe;
ìiosoirosseriamos ófueramos, Bìoi saremmoi
Vosotroa seriais éfuérais^ Voi sareste.
Ellos icrian ófueran. Eglino sarebbero.
Presente composto.
Quo 70 haya sido^ hajas Che io sìa stato^ tu sii «ltf«
aido, ha/a sìdo; 10, egli sia stato;
Qae hajramos^ hajais^ ha* Che siamo. Itale | siano
yan sido* statL
Imperfetto primo composto.
Si ]ro huiìera, 6 huhiese S'io fossi stato ^
•ido,
Si tu huhieraSf 6 huhieses Ta fossi stato^ ^
siJoy
Éi huhiera^l^ huhiese sìdo; Egli fosse f/a/0|
Huhiéramos.^ 6 huhiésemos Fossimo staii^
«idoy
Huhiérais^ 6 huhiéseis sido. Foste s£a/i»
JBubieran, ó hubieser side. Fossero «/axi.
Imperfetto secondo composto,
To hahria, 6 huhiera sido, /b sarei i/ci/o,
Tu Aa&r/a5,óAii&ieraf sido^ 2ii saresti «/a/o,
EI hahria d huhiera sido; iEgf/i sarebbe «lo/o;
HahriamoSf 6 habiéramos Saremmo 4/a/i|
Siido,
Hahriais, 6 huhiérais sido. Sareste stati ^
ffahrtan^ 4 huhieran sido. Sarebbero <idti.
futuro semplice,
t
Coando jo fuere^ fueres^ QuanJoiosarò^ sarai, sarà;
fuere;. '^
Fuércmos, fuércìs^fuercn» ^ Saremo, sarete, aaranoo.
79 PÀATB '^tABTAi
Futuro compostOn
Goaodo jo hahicre^ huhie^ Quando io sarò, sarai sarà
fes^ hubiere aldo; siaio:
Buhiéreaios^huhiéreis^ha» Saremo « sarete , aaranno
h.cren aido. statù
MI IH ITO.
Pieaeote. Set
Paaaato Haher sido
Gerundio. Siendo
Participio passato. Sido»
ossero
essere stato,
esseodok
stato.
Aggiungasi a tatti i modi e tempi di sopra, aensa
punto variarli , il partioipio psssato del verbo attivo, va-
riandolo secondo il numero e genere del soggetto, come
amudo, temido^ cogido^ amados^ cogidos^ temidos^ ecc.
ed avremo la coojugasione di tutti i verbi passivi (i).
(i) Non induca confusione netta mente del principiante
il trovare qui più tempi di quegli che abbiamo enumerali
net farne la divisiooe sul piincipio di questo Capitolo
(pag. (^)i e IrovargU ancora enuociati con nomi diversi
Oguuuo conosce apertamente da sé slesso, che il Preterito»
fferfetio semplice, lì Composi O'/irossimo , ed il Composto"
remoto non formano che un sol tempo in sostanza « ma
variò solo nelle circostanze. Il Futuro^imper/etto, ed il per*
fitto linche formano parimenti un tempo solo. Lo slesso
avviene per VJmper feti o-pr imo , ed il secondo del Soggi uà*
livo^ Per ciò che riguarda poi il Prese nte^composto , CLn^-
pefjelto^primo'composto # e 1* Imperfetto^secondo-composto
del Soggiuntiva equivalgono il primo al PreieritO'-perfctto,
A secondo ed il terzo al Pitt che perfetto» Ed abbiamo cre-
duto opportuno cambiarne la denominazione, per maggior*
mente- Àcititare le conjogazioiù de' verbi*
BKLLE r&BTI DEL OI8GOE80»
DILLI C0AJQ6A2I0NI DKl YIBBI BIGOLÌRI.
Tutti gl'iofioiti de^ Terbi delia lìngoa spagnaoU 8Ì ri*
docMHio alle tre s^gaenti termina xÌodì, ar^ er^ ir^ come
amar^ tener^ subir.
Le lettere che precedono le terminasioni si dicono
radicali. Nei Terbi amar^ ensenar^aconsejar^ della prima
conjugazione le lettere radicali sono am^ cnseiiy aeonsej;
ne Terbi corner^ temer ^prender della seconda, le radicali
80Q0 com^ tem. prcnd^ e finalmente ne* Terbi partir^ subir ^
suplir della tersa, wonopart^ sub^supL Aggiangansi alle
eopradJelte radicali le terminazioni de' tempi e persone
del Begusote prospetto, e si sTrà la loro conjogasione, e
<|aella di lutti i Terbi regolari (i).
(i) DìcoDSi regolari quei^Terbi, i quali nella formazione
dei loro tempi oonserraDO mTariabili le lettere radicali
deir infinito, e sleguooo una regola fissa nella conjugazione.
Irregolari sodo quelli che nella formazione dei loro tempi
ai scostano in qualche maniera dalla suddetta regola»
Gram. Spagé
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j6 FÀBTl QUAITAi
Al precedente prospello possono aggiungersi I« 8e«
guenli osservasionii onde vieppiù faciiilare la coDJoga-
lione de*
TiaBI IBGOtARI.
i.^ Se ti presente deW indicativo termina in ut, a^
amoSf aiSf an^ come nella conjugacione in ar; quello del
soggiuntivo termina in e, esj e, emos, eis^ en. Che se al-
Topposlo \\ presente delPtnJ/ca/iVoesoe in e, ej,e|ecc.ecc.|
oome nelle dne conjugazioni in er, e in ir; quello del
soggiuntivo esci rè in a, as^a^ àmos, ecc.
9.^ Tnlli ì futuri deìV indicativo f di qualunque Terbo
essi siano, terminano in ré, rds^ rd^ rémos^ réis, rani e
quelli del soggiuntivo in re, res^ re, remos^reisj ren*
3.° L' imperfetto primo ^ e V imperfetto secondo del sog'
giuntivo hanno ciascuno^ due terminazioni ^ delle quali
quella in ra è comune ad ambedue.
4»^ Il preterito perfetto delP indicativo è la radice, onde
si forma il preterito perfetto primo del soggiuntivo di
qualunque verbO| sia esso regolare o irregolare. A tal
jBne levisi Tnltima sillaba ron dalla tersa persona del
plurale di detto perfetto, hubieron, fuero/t, amaron, te-
miero/i, aubieroR^ hicierx»!!, sintiorron; aggiungasi poi alle
restanti amó^ sintié^ ecc. la terminazione in ra o se del-
V imperfetto^ e si avrà hubiera, p hubiese; amara, ù
amase; fuera, o fuese; temiera, o temie^e; sinliera; eco.
Formasi egualmente il gerundio della maggior parie dei
verbi aggiungendovi n^o (vedi il .trattato de) gerundio V
5.^ Questo medesimo metodo serve per la formazione
dt\ futuro del soggiuntivo aggiungendovi la termina*
sione re.
&^ La terminazione in ria deWimperfetto secondo si
forma col sostituire all^e del /f/f uro del rfW/ca^Vo la ter-
minazione ia ia^
Mui.vAni »n niteoiio: 77
QaantQOcpie il precedente prospetto mi lembri snfB-
ciente per beo conoecere il meeeaoismo delle oonjaga»
sioàe de' verli) porremo ciò noa ostante la eonjngtiione
per dieteeo dì nn verbo in oiaseant delie tre eooJQgmioirf»
a fine di perfeiionare il principiante nella pratica dello
PBIMÀ COHJUGASIOHB EIGOUM IR it.
JmUM. AllABI*
radicale am^
amar^ tmdo^ odo. amare» ando^ ato*
A
lanioAiiTO.
Presente»
JmOf amas^ ama\ Amo, ami» eco.
Amamos^ amaìs^ aman. Amiamo^ amatOi ecc.
Preterito imperfetto.
Jmaba, amabas^ amaba; Amava, amavi, ecc.
Àmdbamos,amàhais^amaban. Amavamo, amavate, ecc.
Preterito perfetto semplice.
Ami, amaste, amó^ Amai, amasti, eoe
Amamos^ amàsteis^ amaroa» Amammo, amastCì occ.
Idem composto prossimo.
BCf has^ Ka, amado; Ho, bai, ecc. amato;
Bemos^ habeis^ han amado. AbbiaaM, avete, ecc. ornato^
Idem composto remoto.
Bube^^ huhietCj huho fmado; Ebbi, avesti^ eco* amatp;
Buhimos^ hubistcis, hubic'* Avemmo, aveste, eoe aoM/o»
ron amado.
7*
, . Preterito pii^. che perfetto.
Babia^hàhiasJiaUQ ^mnàu^ ( k'tw^yVfeyk oct. ornato^
r
Futuro imperfelio»
Jmaréy amards^ amarti \ Amfrò) amerai . eec«
Àmarémo9f amaréis^ ama» Ameremo» amerete, eco»
ran* ...
FuiìifV'ptfrfhito.
Babré^ hatrés^ habrd ama* Avrò^ «Vraf^ eec. amato;
do;
HabrémoSy habréis^ habrdn ' AV^md, avrete, ee&* amato,
amado.
• > . * •
IHPKBATITO.
1 1
Presente» .
Jma lO| ame aquel;\ '. Alna m\ ami colui;
Jmemo^ ooHÀjro^amad ro* Amiamo noi, amate 'poL eoe.
aotroa^ amen aquellos.
aooaioBTjiTe»
. Presenie,
Qoe jo ttme^ amo$f time; Che ìà tmì^ àmi^^ecc, * ' '
Jmemos^ ameis^ amen. Aipiam^, «^iate| ecc.
Imperfetlo prUno^^ .
Si JO amarii ó amase^ la Sé io amas8i„ ae iu amaiai,
amarai ó amases^ aquel se t^lui amasie;
amara ó amase;
jfmtiramos* 6 amóiemes, a* AroaMimà, md^rte , ecc.
màrah\ 6 àmascis^ ama-*
ran 6 amairit.
» ■ »
\
-J'-. i; . •' f 'l U'n\", • -:..i\ O'i'v ^\\ 1 ' tt'-, .
OEIII ^%M'̻W W9QOH80. ^9
mperfetto secondo,
Jmaria ó amarOj .a^iarjp^'ó l.iner(^i|,^pifre9ti'| ^ainereb-
Àmariamos ó amàr^pf, a- Ameremiiio^ apBmj|^t<;^j^in*-
mariais ó amdrais^ ama' irebbero.
Presente composto.
Qae yo fto^^Hi '^^os, nofa Cheto abbia, la abbia, Me.
amado; • ^«>^ > '^ '>amato;
mado. fftofo.
ìmperfeVé ptiihìò'-€órhpotfo»
Si jo hihiera 6 huhiese^ In jìSW io ayeaai| fii afMai, ecc.
huhieras. 6 hubiescì» d amaio; . . %
huhiera ó huhiéfe aoriadk:
8i )lfi&Keramo5 6 hùbiise* Se ayesaimoi ayette^ eee»
mos^ hubiérais 6 huhié'^ ^' anìatù.
tcif, si Aiy^af 6 hhitg'
9»n aubade)» » m. ì ,. .vu- \ ■. v ,\ ^n^. , - ».
ImpeifeUa secondo composto.
YohahrìQ òhuhicrQ^ìvk.ha^ Io ayrei^ /i^ ^freui^ eoe.
brias 6 huhieruSy él ha^ amatoci,
brra ó huhiera aiiiado;
Koaotroa habriamos 6 &i^. Afremmo^ aTreatei eoe« a*
liemino^, Toaotroa Ka« mola*
Irnor fi'dt fti^KiP^ràiV, a quet-
lòi hahrian ' ò'huhieran
amado.
Pitturo seihpEcè.
Ovoide yèf itfffidi^è, amares^' ^ ^teani»' M amesò, limerai^
Àmóremos^amdreù^amaren. Umextmoym^ni^^ òo^
» • • « 4 ** ^
. M : i'. : ' ' ^
•\
9o fimqvA^^f >
Futuro composto*
Catodo To huliere^ hubie'» Quando io «vr6, «yrai, eee.
re^, huhiere abado; amato;
Bàbiércmos^huliérefs- fcii- Avrèmàiò, atrele, «oc. a-
tcer'dn aaiado(i).,. '* niatp. ;
•BCORDA OomnOillOll BI60ULIB IV MM*
• *
. Tmmem . Tbhbrb.
/ radicalo tei».
témeriì^ié;iiò. lettière^' e&do, nto.
Temo^ temes^ teme; Temo, temi , ecd.
TememoSf temeis, temen. Temiamo, temete, ecc.
Preterito ùnperfettp.
Temia, temias, temia; Temeva, temevi, eoo,
nmiamoi^ temiaU^ temiam Temevamo^ tettievatei ète.
Preterito perfetto*
Temi, temiste, temió\ Temtì, temesti, wec.
Temimos, temUteis, temie* Tememmo, temeste, èco.
ron.
Futuro.
Temere, temeràs, temerà; T.en^ò^ teinerai,^
Temerémos,temeréis, teme* Temeremo^ temerete^ eioc.
ràn.
(i) 1 tempi composti altro non' esseodo che h cod)1]^«
«Iona del verbo hàber eoa P ^dcUa^ioiie dal parliopió paa*
aato di ciascun verbo^ Pon se oo larà più parola; 'ode se*
guentì coniuiaaiom»
DILLI Pian DEL OI8C0BS0. 8t
IMPBBiTlVO.
Pre$ente,
Teme In, tema aqael; Temi /u, tema colui\
Temamoi ooBotros, tvmed Temiamo noi^temele fOi\ ecc.
T08oirot| ieman aqaellos.
80G61UHTIT0.
Presente.
Qae jo tema, temas; Jema; Che ie tema, tema, ecc.
Temamos^ temais^ teman» TemiamO| temiato| eco.
Preterito imperfetto primo*
Sì JO temìera ò temiese^ te- iSe£otemessi)liiteraeaal|ec9.
mieras ó temieses^ temie^
va 6 temiese;
Temiéramos ó temiésemos^ Temeaaimo, tem<8te^ eco*
temiérais ò temiesds^ te*
mieran ó temiesen»,
Preterito imperfetto secondo. .
Temeria 6 temìera ^ teme" Temerai , temereali, teme*
rias 6 temieras^ temeria rebbe;
ò temiera\
Temeriamos 6 temiéramos^ TemeremmO| temereate, ta*
temeriais ó temiérais ^ te- merebbero.
merian 6 iemieran.
Futuro,
Guando temiere^ temieres^ Quandoiemerò^tetùem^co.
temiere\
Temiéremos^ tem^érèis^ te' Temeremo » temerete^ ece»
Dtiere/i.
8l VÀBTB QUARTi,
TEBSÀ COHiaGASIORB RKGOLARB IH IM.
SvBin. SàLIRB.
radicale sub,
Suhir^ iendo^ ido. Salirei endo, ito.
IHDICiTIVO.
Presente,
SuhOf suhes^ ntbe; Salgo, Bali» sale;
Suhimos^ subiSf suhen. Saliamoi salitei eoe.
'Peterito imperfetto.
Subìa^ suhias^ suhia; Salirà, aalirif ecc«
Subiamos^ subiais^ subian^ Salivamo, aalivatei eoe
Preterito perfetto.
Subì, subiste ^ subió; Salii ^ salisti , eco.
SubimosjStibisteisy subierotim Salimmo, saliste, ecc.
Futuro imperfetto.
Subire ^ subirai^ subirà; Salirò, salirai^ ecc.
Subirémos^subiréis^ subir dn. Saliremo, salirete^ eoa
IMVBBATITO.
freserìte.
Sube tu, tubti aquel ; Sali /£/, salga colui f
Snbamos nosotros, subidYo» Saliamo noi, salite foi|eoc.
sotros, suban aquelloi.
DILLI PARTI DSL DISeOKSO. 8S
60GGIUNTIT0.
Presente.
Quo jo suha^ suias^ suha'^ Che io salga ^ tu salga, ecc.
Subamos^ subais^ suban. Saliamo, salite, ecc.
Preterito imperfetto primo»
Sì JO subiera 6 subiese^ tu Se io salissi, tu Salissi; ecc.
tubieras ó subieses^ subic»
ra subiese\
Subiéramos 6 subiesemos^ Salissimo , saliste^ ecc.
subierais 6 subieseiSf sU"
bieran ó subiesen.
Preterito imperftUo secondo.
Subirla ó subiera^ subirias Salirei, saliresti , ecc.
é subieraSj subiria 6 suif
hiera ;
Suhiriamos 6 subiéramos, Saliremo, salireste, ecc.
subiriais ó subierais^ sU"
hirian ósubieran*
Futuro,
Gaando jo subìere, subie^ ^ua/iJo io salirò, salirai, ecc.
resy subieTe\
Subiéremos^subiéreìs^subié" Saliremo, sslirete, ecc.
rea.
C0HJU6AZI0NB 01 UN YBliBO REClftLQCO^
o sia neotro passito
Jlegbàrse. Rallegbarsk
iidxcatiyo.
Prosente»
Yo me alegro* Io mi rallegro*
Tu te alegras. Tu ti rallegri.
Aquel se alegra. Egli si rallegra*
84 ViBTB QVinTA^
ffosotros nos alegramos. Noi ei rallegriamo.
Fosotros OS alegrais. Toi vi rallegrate.
Aquàlos se alegmn. Coloro ai rallegrano.
Preterito imperfetto.
Yo me alegrala.
Tu te aìegrabas*
Aquel se alegraba.
Nosotros nos alegràbamos.
Fosotros OS àlegràiais.
Silos se alegrahan.
Io mi rallegrara.
Tu ti rallegravi*
Egli ai rallegrava.
Noi ci rallegravamo.
Voi vi rallegravate.
Eglino si rallegravano*
Preterito perfetto semplice.
Yo me alegré.
Tu te alegraste,
Jquel se aìegró.
Nosotros nos alegramos,
Fosotros OH alegrasteis*
EUas se alegraron.
Io mi rallegrai.
Tu ti rallegrasti.
Egli HI rallegrò.
Noi ci rallegrammo.
Yoì vi rallegraste.
Elleno si rallegrarono.
Idem composto prossimo.
Yo me he alegrado.
Io mi sono rallegrato^ o ral<
legrata.
Tu ti sei rallegrato.
Egli si è rallegrato*
Tu te has alegrado.
El se ha alegrado.
Nosotros nos hemos ah» Noi ci slamo rallegrati.
grado,
Fosotros OS haheis alegrado. Voi vi siete rallegrati.
Algonos se han alegrado. Jlcuni sì sono rallegrati.
Idem composto remoto.
Yo me huhe alegrado. Io mi fui rallegrato.
Tu te hubiste alegrado.
JEUa se hubo alegrado.
Tu ti fosti rallegrato.
Colei si fu rallegrata.
DBIIB PAITI DII. DliCOBtO." 85
Ifosotros nos huhimos ale* Noi ci fummo rallegrali.
grado* '
Fosotros OS hubisteis ale* Voi vi foste rallegrati*
grado,
Elias se huhieron aUgraio, Elleno et furono rallegrate»
Preterito più ehe perfetto.
Yo me hahia alegrado. Io mi era rallegrato.
Tu te habias alegrado. Tui ti eri rallegralo.
Fedro se hahìa aUgrado. Pietro si era rallegrato.
ttosotros nos habiamos ale* Noi ci eraramo rallegratii
grado*
Fosotros OS hahiais ale^ Voi yi eravate rallegrati*
grado,
Mucbos se haUan aJegrado, Molti sì erano rallegrati.
Futuro imperfetto,
Yo me alegrarép ' Io mi rallegrerò.
Tu te alegraràs. Tu ti rallegrerai.
Mi Madre se aìegrarà. Mia Madre si rallegrerà.
Nosotros nos alegrarémos. Noi ci rallegreremo.
f^osotros OS alegraréis» Yoi vi rallegrerete.
Los buenos se alegrardn. 1 buoni si rallegreranno*
Futuro per/etto,
Yo me habré alegrado. Io mi sarò rallegralo*
Tu te habrds alegrado. Tu ti sarai rallegralo^ .
Ninguno se habrà alegrado. N'amo si sarà rallegrato.
Sosotros nos habremos ale» Noi ci saremo .rallegralL
grado,
Fosotrososhabreis alegrado. Yoi vi sarete rallegrati.
Todos se habrdn alegrado. Tutti si saranno rallegrati.
Gram, Spag.
96 9km ^vARu;
IMI
» B a A T 1 T 0.
Presente.
JUgraie iù,
4lègrese Vsted.
Àlegrémonos nosotros.
Àlegraos vosotros.
Rallegrali lo.
Rallegrisi Vossignoria.
Rallegriamoci ooi.
Rallegratevi voi.
Jlégrense Vs.
Rallegrinsi.
a G G I Q
r H T 1 V o.
m «
Presente.
Qaej^o me aìegre.
Quo tu té (Uegres.
Que lu hijo se àlegre.
Nosotros nos alegremos.
Vosotros OS alegreis*
Afjuellos se alegren*
»
Gh* io mi rallegri.
Che la li rallegri.
Che il tuo figlio ai rallegri.
Noi ci rallegriaano.
Voi vi rallegriate.
Coloro si rallegriuo.
4
Imperfetto primo.
Si jo Mtte aìegrara^ ó
o/e*
S^io ini ralUgrassi.
Tu te alegroras^ ó alegrases,
El se alegrara^ 6 alegrase.
Wosotfos nos tdegràrOmos^
ó alegràsemos,
Fosòtros o$ ùUgràrais^ ò
4Jtgrdsefs. - .
Tu ti rallegrassi.
Egli si rallegrasse.
Noi ci rallegraasimo.
*
Voi vi raUegraslG.
1
EUòs se aìegrtiran^ 6 ale^ Eglino si rallegrassero.
grmsen.
Imperfetto secondo*
JKo me alegrariaj 6 alegrara. Io mi rallegrerei.
TùtealegrariaSfòalegraras. Tu li rallegreresti.
El se alj^gf'Qria , ó alegrara. Egli si rallegrerebbe. .
DILLE PARTI OBI. OISCOKSO. 87
Wcsottos nos alegrarìamos^ Moi ci rallegreremma.
ó édegràramos,
Fosotrosos alegrarias ^ ò ale- Yoi ti rallegrereste.
gràrais.
EQos se aUgrarianf 6 ale* E«lìoo si rallegrerebbero*
graran.
Presente composto»
Que yo me haja alegrado. Gh^io mi sia rallegrato.
7ù te hajas alegrado. Tu ti sii rallegralo.
El se haya alegrado. Egli si sia rallegrato*
IVosotros nos hajamos aU'* Nei ci siamo rallegrati.
grado.
Vosoiros OS hmjals alegrado» Voi vi siate ralUgrati.
EUos se hajaa alegrado. Eglino si siano mllegraU.
Imperfetto primo composto.
Si jo me huhiera^ ó huhiese S^ io mi (ossi rallegrato»
• alegrado.
Si tu te huhieras, ó huhie^ Tu ti (ossi rallegrato.
ses alegrado.
Elsehubiera^ 6 huhiese ale- Egli si fosse rall^rato.
grado.
Nosotros nos hubieramos^ 6 Noi ci fossimo rallegrati.
hubiésemos alegrado.
JF^osotros OS huhiérais, 6 Yoi tì foste rallegrati.
huhiéseis alegrado.
EUos se hubteran^ ó hibic* Eglino si fossero rallegrai ii
sen alegrado.
Imperfetto secondo composto.
Yo me habria^ 6 hubiera Io mi sarei rallegrato. •
alegrado. '
Tu te habrias^ ò hubieras Tu ti saresti rallegralo,
alegrado»
88 VABTB <^ìkKtl ,
Coalqoiera se habria^ 6 hu» Ognuno si strebber all^atOi
tiera (degrado,
ttosùtrot nos habriamos^ 6 Noi ei •aremmo ralIegralL
hubiéramos àlegraio.
Vosotros OS habriais, ó hu* Yoi Yt aarasle rallegratL
hierais al egrado*
Bilos se halrian^ 6 huhie'* Eglino ti sarebbero ralle-
ran alegrado. grati.
Futuro semplice»
Sì jo me àlegrare* S'io mi rallegrerò.
Si tu te alegrares. Se to ti rallegrerai.
Si alguDo se alegrare. Se qualcuno si rallegrerà.
Si Nosotros nos alegrare* Se noi ei rallegreremo,
mos,
SI f^osotros OS alegràreis* Se voi vi rsllegrerete*
Si los hombres ^e alcgra^ Se gli uomini si rallegro-
ren» ranno.
Futuro coipposto.
Si jo me hubiere alegrado. Se io mi sarò rallegrato.
Tu te hubicres alcgrado. Se la ti «arai rallegrato.
ÉL se hubiere alegrado. Se egli si sarà rallegrato.
Nosotros nos hubiéremos ale- Se noi ci saremo rallegrati.
grado.
Vosotros OS hubiércis aìC' Se voi vi sarete rallegrati.
grado,
Ellos se hubieren. alegrado. Se eglino si saranno ralle-
grati.
OSSERF AZIONI.
L'aso del preterito imperfetto del soggiuntivo , il qoala
riuscirebbe altrimenti di non poca difficoltà ai prinoi*
jpianti| si rende facile per la divisione che ne abbiamo
BILIE PARTI BIL DIlGORSO. 8g
fatta in primo e secondo^ perchè con tal mesio Teniamo
facilmente a conoscere la corrispondenia delle riapeltiva
termioazìooi. Vediamogli aeparatamentf:
Imperfetto primo*
Si jo amarOj 6 amase* Se io amassi.
Temiera^ 6 temiese. Temessi.
Subiera^ 6 sublese. Salissi.
Imperfetto secondo.
To amarla^ d amara. lo amerei.
Temerla^ ó temiera. Temerei.
Subirla^ 6 subiera. Salirei.
Dai aaddelto ordine possiamo immediatamente rio»*
Tare una frase condisionale perfetta ^ prendendo qoaUiTO^
glia delle terminazioni del i.^ Imperfetto per esprimere
la condizione, si jo esiudiara^o estudiase^ e chindendo
la proposizione con una delle terminazioni del preterito
imperfetto 2.": jo aprenderia, ó aprendiera (i).
Questa corrispondenza delle terminazioni è sempre la
stessa anche nelle proposizioni che si formano senza par-
tieelle condizionali, essendoché alle terminazioni italiane
in assi^ essi, issij come: amassi y temessi ^ salissi, corri-
sponde costantemente V imperfetto i.^, ed alla terniina*
zione italiana in rai ^imperfetto 2.^ Ma siccome non si
possono sempre usare indistintamente le dne termina*
zioni di qaesti dne tempi^ noi porremo qui alcone regola
per dirigere gli studiosi nella scelta.
I.* Quando in una proposizione Y imperfetto i.^ Ila
per determinante (a) qualcuno de* ^re/er//i dell* i/i<Z{ca/in>,
si possono usare le due terminazioni indistinlamente:
(i) La terminazione in ria è più in uso.
(?) Allorché in una proposizione tì sono due
8*
iir^ariff (lite yo haWara ó Egli voleva die io parTassl
ballate.
Le Jccia que Timera é vi- OH dweva che tviiMStf.
niesc.
Maniióles e/ «tf/ ?«* •"^'^ Comandò loro il Re cte
ran ó seliesen Je Za ciudàd. uscissero dalla ciuà .
EgaalmeDie possono usarsi le due termioasioni àeh
r imperfetto i.* se esso ha per delerioinanle Vlmper*
Ietto a.^:
£1 quisiera queyo no ha- Egli voirehhe che io non
blara ó hablase.. . parlassi.
Seria lueno que Iloviera 6 Sarebbe buono che pii^vesse.
IloTiese.
Mejor seria que no TinieraD SarMe meglio che aoo ve-
à TÌnieseo. nissero.
Quanto poi hWHmperfeito secondo, se nella proposiaione
troTerassi come yerbo determinante o principale^ polranao
. usarsi le «lue desineoie :
SI tiempo pudiera , 6 pò- Il tempo potrebbe easer mi-
dria ser mejor^ gliore.
To quìsiert^ ó qoerria ir a Io vorrei andare a Siviglia.
Sevilla.
Bueno fuera, ó seria, que Sarebbe boonoi che pio-
llo9Ìeso. 4 : * vesse.
£Z/o« debieran, à deberian Eglino dovrebbero mnUr
mudar de inda. vita.
Ma quando V imperfetto secondo si trova nella propo-
liaione come verbo determinato o relaiÌ90^ non ha che la
desinensa in ria.
quello che regge V altro cbiamasi determinante , o /?r«iié?«-
;>fl/tf , e quello reUo determinalo , o relativo. Nella propo-
sizione : voglio studiare , vog//o sarà determinante , o prin-
cipale, e studiare il determinato, o relativo.
DtLL9 'PABTT OIL JII8C0BS0. gf
El dgo qoe V«flJriii ; E^H disse oAe r^rrei&f ;
Responàinron * que harian Risposero tAe/àre&Z^ero tatto
(oifo /o porihité* U posriUle.
a.^ Qqaodjo In àna pryposisione^ che si oompone di
dae lerinÌDÌ, ^isne adoperata Del primo la termi oasioiia
in ra^ comune ad ambi' eP imperfetti , si deve evitare di
ripeterla nei secondo. ^eJla proposiuon«, per esempio:
Bueno fuera, o seria, qae Uwiera ó IÌqvìcìc^ non sarà
corretto il dire: b'aenojf^ei/i que llo9Ìera\ ma piuttosto ^
Tarlando terminazioni^ si dovrà, dire : hueno fuera^ qiie
llovicse. Ad evitare sliTatti equivoci siamo di parere , che
dai principianti si debba far uso della, termioaaioue in
n'er, alla quale convengono seosa ecccsìone le due termi*
nasioni,del primo imperfetto in ra o 5e^ come: iiieno
scria, que, lloviera 6 que llovisse.
3.^ Gli Spagouoli haonoy come abbiamo veduto, un
futura parlicoiare nel soggiuntivo^ e se ne servono for«
malmenle. come i Latini del loro futuro amaverim^ dixe^
rit^ ecc. £sso suppone un caso accidentale: cioè diyerso
da quello supposto Ab\ futuro deiriW/ca<iVo, il quale ma-
nifesta assolutamente, che una lai cosa si farà^ o acca^r'
deràf saràj o sarà stata fatta; laddove qnellodel soggiun»
iÌ9o porta con sé la condizione o tacita od espressa: se
accoderà^ a se sarà accaduto ^ o fatto ^ eco. Per Io ohe
Tiene necessari smetfte p^epeduto dalle particelle condì»
sionali sij cuando^ eoe», o dal pronome quien^ el que^ oce«
Gl'Italiani lo supi>liscono col futuro AtW in^calivo a^
giungendovi le suddette particelle. Eccone gli esempj:
Si alguno dijere ó hiciere Se qualcuno dirà o farà
algo cantra està lejr^ sera qualche cosa contro que-
castigada. sta Iftgge, sarà castigato.
Et Oiispa concede la in* Il Vescovo concede 1* indnl*
duìgencia à todos los que gonza a tutti quei che fi^
Tisitareo, ecc. stieranna^ eoo«
g9 plats qvlBTAy
Es mi inteneion que todos £ mia iiHèniioiia che tolti
aquellos^ que habterea
eometido un', hurlo^ stan
juzgados.
Se dardn llcenctaé à los
que las pidieren.
y si tubiere alguno tan te*
naz^ que desprecie,
• • •
coloro ohe avranno oom-
inesso no tùHo, eìaao giù-
dicali.
Si* daranao Io' licensa a
qaelli che le dimande^
ranno.
E se TI sarà qualcuno coal
tenace, che ditpreasi . . .
£7 que no se presentare al Gh! non ai presenterà nel
tiempo presento , perderà tempo prescritto^ perderà
etderecho , ecc^ Il diritto, eco.
il
DEI VERBI PASSIVI.
A tuo luogo abbiamo detto, che la coojugafione'paa-
aiya di qualunque verbo ai forma coiraggiungere il par-
ticipio attivo ai tempi del verbo ser: jo soy amado ^ jo
Ite sido amado, ecc. Da ciò ai rileva, che nei tempi com«
poali della coniugazione passiva il, participio sido non ai
accorda mai col soggetto della proposizione^ ma deve co-
atantemente terminare in o , qualunque aia il genere ed
il numero dello stesso aoggetto.
Jb he aldo premi odo.
La reina habia aido coro*
nada^
Los reos habrào .aidp.po;^^*-
gados*
Las casas habran sido la-
queadas^
Il parlioipio del verbo però devesi aocordarCi come ia
italiano, col aoggetto della proposizione, aiccome può ve-
dersi negli esempi di sopra, ne* quali premiado ^coronaday
cfistigadoSy saqueadas ai accordano con Io, Beina^ Beos,
Casas.
Io JOfio st^to premiato.
La. regina era stata coro-
nata.
I .rei saranno itati gaatigati.
Le case saranno state aac-
cbeggiate.
DILIB PABTI DBL DUCOBSO. g3
Formasi ancora la voce patsiva nelle dae tene peraen*
eoi Terbo altÌTo unito alla particella se^ in quel modo
iat^sso^ in cui presso gP Italiani si forma col si: p. e.
8e ha sabido. Si è saputo.
Se faace de atro modo. '^ifo in altro modo*
8e forman grandes egérci* Si formano grandi eserciti.
Si no se renovasen ics cai* Se non 3Ì rinnovassero ì ga^
tigos^ podrian cométerse Mighi, potrebbero com^
majores dtUtos. mettersi maggiori delillr
Qoelle propofeisioni, nelle qnali in italiano auole ao^
ttituirsi il yerbo venire aìTessere^ si traducono nello spa-
gnaolo in una delle maniere sopraindicate, per esempio:
La yirtcì viene lodata da La virlud se alaba por to^
intti; ma da pochi viene dos; pero por pocos ó de
praticata* pocos es practicada.
Egli venne tosto messo in Él fué puesto luego en pri^
prigione. sion.
DEI VERBI IRREGOLARI.
Ghiaroansi Verbi irregolari quelli che nella formasione
decloro tempi si allontanano io qualche modo dalle re-
regole seguite dai Verbi regolari,
Ye ne anno però alcuni , i quali mantenendo invaria-
bile il suono deiriofìnito, ed osservando costantemecte
queste regole, se ne discostaao soltanto in qualche tempo
e persona per^ragioo di ortografia; ma queste leggiere ?a*-
riazioni non devono qualificarli per irregolari, poiché in
altro non consistono che neiraggioogere o cambiare in
alcuni tempi ed ' in alcune persone qualche lettera , la
quale serva a mantenere soave o forte la pronunzia^ che
ricevono dall' iofinilo. Serva di esempio il verbo Vencer^
il ^uale.per.maalenerit intatto il suono del suo iofinilo
^4 PAftTt QUA ATA,
in cer^ fa, nel preftenle delPiadieatiro f^efiso^uniltaila il e
in s: perchè altrimeolì farebbe 9encoj e diatrnggerebbe
la pronuncia in cer delf inGnìlo. Lo atesso accade mei
terbi toear^ pfig^% resarcir^ ne*qaali, se non si cambiae*
aero il e ed il ^ dell' infinito, si direbbe /océ, pagé^ ne«
$arco^ in vece di toqué^ pagué^resarzo. Le quali Toci
colla sostitniione della qu^ g^ ^ ^ mantengono la prò-
Donata ed il suono dell* infinito.
Prima dunque di parlare de* verbi, che sono propria*
mente irregolari diremo qualche cosa di quelli, i quali
vanno soggelli a 9ariazioni soltanto ortografiche»
Tulli i verbi che finiscono in car, cer^ air; gar^ ger^
gir i zar ; quir^ sono aoggelli alle seguenti rispettive va-
riazioni;
. Cor muta il e in qa cosi Toear fa Toqué.
Cer
il e in z
Fencer
ven20.
Or
il e in s
Resarcir
resarzo.
Gar
Ger
Gir
Zar
il g in qu
*■ * *
il ir in /
il g ÌDJ
la z in e
Pagar
Coger
Fingir
Alzar
paqué,
ccjatim
Jinjo.
alcen.
Quir
il qu in e
Delinquir
delinco (i).
I verbi leér^ poseér^ pro9eér^ e tolti quelli che ter-
minano in eer cambiano Vi in j in quei tempi ed in
quelle persone^ in cui quest'ultima appoggiandosi solla
vocale seguente, fj ye^jo^ come, cr^rr; crei, creisle, cr^ó^
creimos, creiateift, crcjeron. Leer: lei, lei&le, Uyó\ leimos,
leìatels, iejreron. Poeeér: poseyere^ poseyeren, ecc.
Alla medesima variazione della e vocale in ^ conso-
nante vanno soggelli i verbi che finiscono in ùir ed uir,
allorché queste due vocali Formano due sillabe^ come or-
(i) Chi h ben iostruito nella pronunzia e nell'ortografia,
lare insensibilmente la sosliluzione di queste lettere*
DEUB PAItl Bll DtlOOBSO. 9 5
gùir^ aifibttir^ esclùir^ huir^ tuftòfiir, e«c argujo , atri"
hujro^tsclu/Ofhuyeron^eec,
Tatti ì «opraoceanati Terbi, beachè soggetti, oome si
Vede^ a piccole Tarlaxioni ortografiche 9 segaoDO aella ter*
minasione de' loro tempi il metodo del proapelto generale.
Fatte prima queste necessarie oaserrasiooi aodrenao
ora a trattare di qae* verbi, i qaalì, perchè non conser^
Yano intatte te lettere radicali, aono giustamente qualifi-
cati per irregolari.
Tre diviaiooi possono farsi de' verbi irregolari della
liogna spagnoola, cioè: .
i.^ Dei dittongati in ie.
a.^ De^ dittongati in uc»
3.* Degli assolati»
I dittongati in ie sono certi verbi, i quali avendo nn*e
tra le radicali, ammettono innanzi ad essa in alcuni tempi
e persone un^i, che forma dittongo colla medesima, come^
pensar ^ perder ^ sentir; pienso, pierdo, stento (i).
I dittongati in uè sono quei verbi, che avendo nn'o
tra le radicali, la cambiano io uè in certi tempi e per*
acne, come: probar, mover ^ morir; pt-uebo, muevo, muero«
I tempi e le persone irregolari sono le medesime nei
dillongali in ie^ e nei dittongati in ue^ cioè: nei presenti
delt indicativo ^ deW imperativo ^ e del soggiuntivo in tutte
le persone del singolare^ e nella terza persona del pi arate*
Dal che si t ile va, che questi verbi possono ridursi ad
un metodo fisso e costante^ non andando soggetti ad ir*
regolarità, che nei suddetti tre tempi', ed avendo di più
la desinenza delle persone eguale a quella diagli altri
verbi regolari*
(1) Quel verbi che hanno due e tra le radicali, ricevono
Vi avadDti quella più prossima alla termiuazione , coitoe acre^
centar , acrec/cntO; ecc.
1
1
1 Terbi irregolari assoluti sodo qaellii la oai lodipea-
deasa è tale| da non poterli ridurre ad ud metodo fisso
• costaole, tanto riguardo alla Tarraciooa delle lettere ra-
dicali, <{uaDto riguardo alla termioasioDe de* loro tempi e
dalle loro persone, le quali non si assoggettano a quel- «
Tandamento ordinario dei verbi che abbiamo dichiarato
Della tabella generale.
Incominceremo a trattare dei dittongati in ie^ ponendo
per modello un yerbo in ciascuna conjugaiioiie^ed inoltre
ana liste di quelli , ohe sìegaono la rispettiva irregolarità,
continuando poi lo stesso metodo nei dittongati in ne, e
negli assoluti.
VERBI DITTONGATI IN lE.
* paivÀ comvoAzioNB in àm.
Pensar. Pensìrb.
■
Radicali pens. Participio ado. Geruódio andò.
Presente delt indicativo.
PiensOy piensas, piensa; Penso, pensi, pensa;
Pensamos, pensais^ pian- PensiamOi eco.
Presente delF imperativo (a).
I) pìense; Pensa. tu, pensi colai;
Pensémos^pensad^fìennen. Pensiamo noi, eco*
(1) Le persone scrìtte in carattere corsivo sono regotsT^
(3) I tempi che non si pongono in questa conjugaiioaa
e vàk seguenti sono regolari.
OILU PAITI OBI. OiaCOMO»
97
Presentò del sosigiunUve.
Que yo piense, piensei , CVio pensi, lo pensi » eor.
piense^
Pensémos^ penseis^ pieiueo. Pensiamo, ecc.
A\U medeeima irregolarità vanno aogjeUi ! segnfsti
Empedra^^ selciare,
Empezar^ cominciare,
ffico/ite /iflar, raccomandar e.
Enmendarj correggere.
Enierrar^ sotterrare*
Errar, errare.
EsearmenUir^ raTveJersi per
mezzo di gasiigo.
Fregar, Stropicciare.
Gobernar, goTernaie.
Bei or ^ gelare.
IJerrar^ ferrare.
Infernar^ tormentare.
Meritar^ nominare.
Merendar^ merendare.
Negar, negare.
Nevar^ neTÌgare.
Quebrar^ rompere^
Beccntar , mettere ti lievito
nella farina,
Rccomendar, raccomandare.
Bemendar^ rappeszare.
Beventar, crepare.
Segar ^ mietere.
5eiii&rar,' Sem inaroy .
Senidrse^ sedere.
9
Accriar, indovinare.
Acrecentar, accrescere.
Adcstrar, addestrare.
Aleniar, animare.
Apaeeniar, pascere. .
Aprctar, stringere.
Arrendar, affittare.
Aiestar, calcare ^ per efn»
pire.
Atterrar, atterrire.
Atraversar, attraversare.
A%wntar, ventolare.
Calentar, scaldare.
Cegar^ acriecare.
Cerrar, chiudere.
Comenzar^ cominciare.
Concertar, concertare.
Con/esar, confessare.
Decent ar^ dar principio ad
una cosa materiale»
Derrengar^ di lombare.
Despernar^ tagliare le gam*
he,
Despertar^ svegliare.
Desmembrar^ smembrare.
Desterrar, esiliare.
Gramm, Spug,
98 PAlTlQVABTi,
Serrar^ legare* Ternhlar^ tremare,
SosegOTy ealraare. Tentar^ teolare.
Sotenur^ aotterrare. Tropezar-^ inoiampare. .
ed i loro cotnpoati comet
Denegar^ denegare. Encerrar^ rinchiudere.
Detcdeniar^ disanimare. Retentar^ ritentare.
Desenterrar^ dissotterrare. Renegar^ rìnegare.
Desempeàrar , togliere la Requ^brar^ corteggiare.
ielciaia. Recon/esar, ripetere la eon^
Desgohemary turbare il huon festione»
ordine. Recalcntarse , riscalderai neL
Desapretar^ rallentare. la fantasia.
Dssconecrtar^ sconcertare. Suharrendar^ snbafBitare.
SBGOaDik €09IUOA8lOltB IR MM*
Perder. Pbbdebb.
Rad. perd. part. iJo. ger. iendo.
presente de W indicativo*
Pierdoy pterdes, pierde; Perdo^ perdi, perde;
Perdémoé^perdéls ^ pierden. Perdiamo, ecc.
Presente deW imperativo.
Pterde, pierda^ Perdi, perda ^
Pcrdamoij perded^ pierdan. Perdiamo^ perdete, ecc.
Presente del soggiuntivo.
Que yo pierdai pierdaa, Ch^io perdj, perda, pèrda ^
pierda \
Penhmos^perdais^ pierdan. Prediamo, ecc.
Sodo soggetti alla medesima irregolarità i verbi se*
gueoti :
DBLLB FAITI BIL DltCORSO; 99
Jllender^ attendere. Entender^ inteDdere.
^ scender ^ ascendere. Beder^ puxsare.
Cerner j stacciare. Bendar^ fendere»
Detfender^ difendere. Tender^ stendere.
Descender ^ discendere* Verter^ versare*
luicender^ accendere»
ed i loro composti
CTontender^ contendere, ecc. Desatender^ disatleDdere.
nau C0MIC0A2I0HI ii za (i)«
Sentir. StRTiia*
Rad. senU part. ido. ger. sintiendo.
Presente deìV indicativo.
Stento» sientes^ stente; Sento, senti, sente ;
Sentimùs^ sentis^ sienten» 8enliamO| eco.
Preterito perfetto.
Sentij sentiste^ sintió; Sentili sentii, sentisti ;
SentimoSj sentisteis^ sintié- Sentiamo, eco*
ron«
Presente delVimperaiivo.
Siente, sieota ; Sentì , senta ;
Sintamos, sentid^ sientan. Sentiamo, sentite, eoe.
(i) Osservisi, che i verbi dittongati in te deUa lena
coD)ugazioQe io ir cambiano in certe persone di alcuni
tempi la e radicale in i, come : sentir; smtid^ sintiaron »
sintamos : advertir; advirtid, advirtieron , advirUmos ; e nel
gerundio sintiendo.
T4>0 VAITI rVlBTÀ
Présente del ioggiuntifo»
9cie/otieDU,8ientat,8Ìeota^ Che io senU, senta, seota^
Sintdmos^sintàis^t\tn\iifì(ìy Seotiamo, ecc.
Le irregolarità di qae^lo yerbo sodo comaol ai ae-
{rnenti :
Jdherir^ aderire. Berir^ ferire.
JJveriir^ a%Yertire. Hervir, bollire*
ArrepenUrse^ peatirai. Ingerir^ ingerire.
Cvnferir^ conferire. Invertir^ invertire^
Qmiro9eriir, cootroTertere. Jtfe/il/r, aientire.
Deferiry deferire. Be/erir^ riferire.
Diferir^ diflerire. Bequerir^ richiedere.
Digerir, digerire» Sugerir, anggerire.
ed i loro compoati
Consentir; conaentire.^ Disentir ^ diaaentìre»
Àdqmrir te adquiero^ aàqmeres^ eoe. acquistare.
YBRBI DITTONGA.!! IN VE.
Tftmi COH7UQÀSI0HB IR ÀR.
Pmobàr {%y PsOVÀIt.
Rad. proh. pari. odo. ger. ondo.
Presente deW indicativo.
Proebo, pmebas; priieba; Provo, provi, prova;
Prohantos prohais^ prneban. Provi 'imo j ecc.
(i^ Si tralasciano per maggior brevità il preterito imper-
fttto primo, ed il futuro del s<^(giantivo » cbe si formano in
qmlonqiM verbo della terza persona del plurah del pre-
terito perfetta^ levandosi il ron^ come è stato detto altrove,
(a) 1 lampi e le persone irregolari di questa, e della
seguente coo)ogazione sono le medesime» che nei verbi
pensar, e perdtr^
Ditti PiBII JDEt DISCORSO»
;^oi
PrewUedeìV imperativo»
Prneba^ prn«be; Prova, provi;
Probemos , probad , prae* Proviamo, provate, eoe.
beo.
Presente del soggiuntivo»
«
Pruebe^ pruebes, pruebe; Provi, provi, provi,
Probemos probeis^ pmebeo. Proviamo^ pi^valia^ .ecc*
L^ irregolarità <!i questo yprboè comune ai sogaeoìi:
Acordar^ accordare,
^ cordar se ^ ricordarsi^
Bofgar^ sollassarsi.
Bollar oalpf«Uns.t.
Jcosiarse^ amlare a dormltrf. Hii^linir^ ta99Uejrf, ,
^égorar^ aogarare.
Altnorzar^ far oolesioae.
Auioìar^ arruota^«* .
Jpostar^ soommellere. ,
Asolar^ devastare. , ; , ,
jivtrgonzarse^ Vergognarsi,
Colar ^ coinre. »
Consolar^ consolare-
Costar^ costare.
Coniar^ narrare.
Descollar, sovrastare.
IJesollar, scorticare.
Etnporcar^ sporcare.
Encoi dar ^ incordare.
Enconlrar, incontrare. .
Engrosar^ ingrossare.
Forzarj^ forzare»
ed ai loro composti :
Poblar^ popolare*
Begoldar, rullare.
Benovar^ rioaovare. , .
Hf scontrar f riscontra r,^^
BesollaJ\ respirare,
BevulcarsCj voltolarsi.
Rodar ^ ruotare.
Soldar^ saldare^
Soltar, sciogliere.
Sonar^ suonare.
Soiiar^ soga.ire«.
Tostar^ abbrostoHre.
Trocar^ cambiare.
Tronar, tuonare. *
Vuliàr^ volare.
Solcar ^ ribaltare. .
, . -. 1
Sbprobar^ riprovare.
Desconsotar^ sconsolarea
Reforzar^ riuforsarsi
Descontar^ scontare, eco.
109 Pktnt ^^«TA|
*
ilCONOA CONJUCIXIOIIS IH ÉM.
MowBR, Mooviai.
RfiJ. mov. ' part. ido* ger. tendo.
Presente delV indicativo.
Mui'fo, imieTM; moeve; Mooro, oiao^i, imioTe;
Movemos. moveis. mueTeo, Movi amo. ecc.
Pmsenie delf imperativo.
Maeve^ invera; Muovi, muora;
Jiavamos^ moved, iiMavah. Movianaa, moTota, ecc.
Presente del sogginntivo.
Qtiù jrò tnaeva ,* inaeyaa, Ch^ io miiovv, mnova, moo-
ntoeya ; va ; • '
MovamoSf movais ; muefan. Moviamo, eco.
Questo VfirlH) ha «omime la tua irregolarità coi se*
guanti: , f
Abtoìver^ aseoliere. Moler^ macinare.
Coccr, cuocere. Morder, mordere.
Risolver ^ (lìasolveré. ' Olcr, odorare.
iDo/er," dolere!., ' Torcer ^ torcere.
Lhver, piovere. FoUer,^ loruttfè.
e con i couipoati :
Condoler ^ 9on(Ìolere. Promover^ promovere, ecc.
DemoUr, demolire. Revolver, acooceriart;.
DBttE FiBTI SII DISCORSA Io3
< ^
tSKSA GOH JUGAirOIIB IV IR.
I|i qaeefa con Ju ^azione con ▼! ^sono «he i verbi dormir
e morir ^ i quali, olire « il* inregolarità dei fessere dittongati
in Ile, hanno quella di cambiare io u, Vo radicale io quei
medeiimi tempi, ed in quelle medesime peraoue, in cui
il verbo seniir cambia in i la sua e radicale.
Dormir* Dormiri.
Rud. dorm, part. ido, ger. durmitndo.
Presente delP indicativo.
Duermn, duermes^ Juermo; Dormo, dormi , dorme \
Dormimos^dumns^ An^rmen, Dtirmiamo, ecc.
Preterito perfsfto,
Dortfni^ dormiste^ durmió; Dormii, dormisti, ecc.
Dormiìnos , dormislcis, d ur- Dur miiki uio ;^ ecc.
miérou.
Predente dalC imperativo.
Duerme, Juerma; Dormi, dorma ;
Dnrmamo9, dormid , duer^ Dormiauio, dormite, ecc.
man.
Presente del soggiuntivo.
Dnerma, doerroas, duerma^ Dorm^, dorma, dorma;
Durmamos, durmdÌH, duor- Dormiamo, euc.
man.
Alle medae'me yariasioni è soggetto il verbo
Morir ^ morire.
N
io4 rJUti qvitiA,
DEI VERBI {BRCOOliiBI ASSOLUTI.
A vent'due possono rUlnrsi i verhi Uregpìa^i assoluti
«Ielle tré coiijugaxioai ^ de* <}uali tre ajpparleogohó alla
prima ^ cioè :
Andar ^ dar^ eslar. Andare, dare', slareo esaere.
Undici alla seconda :
Caher^ capire. Quercr, volere.
Cacr^ cadere. Sab^i\ «apere.
Conocer^ conoscere, Tener^ lettere o avere,
Bacer^ fare. Traer, portare.
Poderi potere. Valer ^ Talare (i)*
Poiier^ porre»
Oito fioalmeate alla lena:
Asir^ prendere. Oir^ìxAite.
Cofuiucir^ condurre* Pedir^ domandare.
Decir^ dire« Salir ^ uscire.
ir, andare. . Venir^ venire (2).
Noi ne tralterema parlitamentei incominciando dagli
llmiGOUBt bllLU. PJU9IA COKJUOAUOBV.
I.
Ah Dan Amdars
Rad. a/i£{. pari. ar/o'. ger. anJo.
(1} Appartengono pure a questa classe i verbi hahet e
ser\ ma siccome la loro conjogazione è stata già riportata
di sopra, così crediamo itiulile di toroarne a parlarCé
(a) Non si pongono nel numero di questi verbi quelli
ctie ne seguono scrupolosamente l'irrègolaritàf e la cui li*
fte porremo a pie di ciascheduno.
Ditti PABTi DtL nteonso. lol
IHDICIIITO*
Preterito ftìifetlo.
Aniuffe^ anduviste^ anduvo\ Andai, andattii andò;
Anduvimos^ anduvisteis^ art" ÀDdaniaio, anduiia^ eoe.
duvieron (i).
II.
Rad. (/• part. aio. ger. andò.
IHDIGATITO.
Presente.
Doj, Jaij da^ damo$,:dais , Oo)dai|dà;diaaiio,date»eee.
Preterito perfetto*
Dì, distai dio; dimos, dia- Diédi^ desti, dieda, eae»
tais, diéroo.
III.
EsTÀtu Staei o Essibi.
Bad. est, par. ado, ger, ancia.
(r) NeHe seguenti •èoopigazioni si omettono i tempi re*
gigari 9 e queìti che si formano dal preterito perfetto ilei-
rindìcetiyo^ poiché se questo sarà regolare^ saranno tali
ancora i tempi che ne derivano , e viceversa: cosi il verbo
andar , che neUa tersa persona fa anduvieron , farà net
preterito i.^ anduviera^ 6 anduviese^ tcCf come resta s|ij«^
gaio nelle osseri(fKKÌoni poste dopo la tabella generala.
I0€ VABTB QOAllTAi
IIDICITITO.
Presente.
Eètoj, esfài^ esld; estdmos, 8tO| stai| sta^ «tiaaiO| ecc.
esidis^ estdn*
Preterito perfetto ^
Eitare^ eetQYisto^ entaTo; Stetti, stesti, *atette;
Eatayimoa, eatoTisteia, ea« Stammoi eco.
tarieroo.
/ -
I M V B B ▲ T 1 T O.
KMy ette; estimoif estad^ Sta, alia; aliamoi eea.
esién.
tOOOtUHIXTO.
Presente, '*
&té I estis y estéi estémos ^ Stia, stiai stia} atiamOi ecc.
estéis^ estén.
fERXOOUjII DBtiJL aBOORDA GOHJUGABIOBa.
»
I.
Cabeìu Gapibb,
Rad. cai. part. zV7o. ger, iendo,
IHDIGATITO.
Presente.
QuepO) cahet^eahe }oahe» Gap!acO| capiaei, éae.
mos^ cubeu^ caben.
DSUI PARTI DBL DISOOSSO» I07
Preterito perfetto.
Cape, copiste, cupo; Capii, capisti, capi, eco*
CopiiDos ) eapidteis , Gupie«
ron.
Futuro.
Gabré) cabràs, cabra; Capirò, capirai| ecc.
CabréfDoa^ cabréìa, cabrÀo.
IMPBlATlTO.
Càbe^ qoepa; Gapìaci, capiica^ eco.
Quepamoa, cabed^ qaepaD.
aOGOIUHTITO.
Presente.
Qaepa^ quepaa, qnepa^ Gapiaca^ i^apisea, ecc.
Quepamos^quepais, quepan.
IL
CdER. GlDIRI.
Rad. co. part. i Ja. gev.jtendo,
IBOICATITO.
Presente,
Caigo, caes, ca€\ caemos | Gado^ cadi, cadci ecc.
caeisy caem.
Preterito perfetto,
Caiy eaiste^ cajó; caùnos , Gaddi, cadenti , cadde , ecc.
caisteis^ cajéroo.
ftoS PaRTB QUilll,
IICPIIATIVO.
Càc^ e^ì%^y eaigamo9| eatd^ OaJi| cada, ecc.
caigan.
aOQGlURTIYOu
Preienie,
G«iga» caigas, caig»;^ caiga" Cada, cada^ cada, ecc.
mos^ cai gai 5 f caigan.
Alle inedeaiine irregolarità sono soggetti i soci compo-
ali /'teaer, decaer^ ecc.j ricadere, decadere^ ecc.
III.
COSQCEB, CoaoSCKII.
Rad. cenoc. part. ido. ger. tendo,
1 V D I e ▲ T I T o.
Presente.
CoiTOBCo, conoces^ eonoce^ GonoscO|, eooosoij ecc.
eonocemoSf conoceis^ co*
nvcen,
1 M P B 1 ▲ T I y o.
Conoce, ceoMca^ coDozca- Conoaoii conosca j ecc.
mosy conoced^ conoicaD.
IV.
BéCES. Fahì.
Rad. hac. part. hecho. ger. icndo.
DILLI PABTl OIL DX|GOBSO. 100
IHDICATITO»
Presente^
H«gO| haces^ hace^ hace^ Fo^ fai^ fa ^ facciamo , eoe.
Preterito perfetto.
Hìce, hiciste, hlzo: hicipaos^ Feci, faceslìi fecej eoe.
blcÌ8leÌ9, hiqieron.
Futuro.
Haré,haras,hara;harémoa, Parò, farai^ farà, eoe
haréiai harào.
I K p B fc A T I T o.
Has,haga;Iìagani08| ^are^j Fa, faccia; facciamo, ecc.
Ixagao.
aOGGlUIITITO.
Presente.
Haga, bagaa, baga; baga- Faccia, faccia, faccia, ecc.
nio8, hagais, hagao.
Si coDJagano nella atossa maniera i soci composti
deshacer^contrahacer^.rehacer^ satisfacer. Quest'ultimo
fa satisfaz e satùface nella seconda persona avi singolare
deirimperatÌTo.
V.
PoDER. Poteri.
Rad. pod, part, ido, ger. pudiendo»
Gram» Spag^ io
IHDlGAtlfa.
Presente.
Puedo, paedes, paede; po« Posso^ puoi| poò; posttt-
demos^ padeis^ poedeo. mo, ecc.
Preterito perfetto*
Pade, podiste, puJo; pudi- Io potoi^ poteali, eet:
• •
ino8| iBteitj lerou.
Futuro»
r«dré| podràflj podréi P<>* Polrò^ potrai ^ polrà| ecc.
drémos^ éis, àn.
•IKVAalTITO.
Puede , paeda; poiamos ^ Possa, possa, possia«iO| eec.
poded^ paedsB.
SOGGIVVTITO.
J
Presento.
Poeda, puedas, pueda; pò» Possa, possa, ecc.
damoSf podais, paedao.
VI.
PojrjSM POBBE.
Rad. pon. part. puesto. ger. iendo.
IHOIQATITO.
Presente. *
Pongo, pones^ pone; pone^ Poogo, poni^ pone, ecc.
1/105, poneis^ ponen, ^
I •
niLU PARTI DBl BliSCORao. 1 1 f
Preterito perfetto.
Pose, pusìsle^ paso; pnsi- Poai^ ponesti, pose, eoe.
mos, pusisteis, pusieroD.
Futuro.
Pondréy pondràs, pondra; P4>rrò, porrai , porrà, ace.
pondrémoSi aia, an.
1II9IBATIT0.
Poo, ponga; poagamos, po^ Poni| ponga; pooiamPi eca«
nedf pongan.
aooaivHTiTo.
Presente»
Ponga, poogas, ponga; pon- Ponga, ponga, ponga, eoe.
gamoa, aia, an.
Alla medeaima irregolarità sono aoggatti i aaoi composti:
Jnteponerj anteporre* Imponer^ imporre.
Componete comporre. Oponer^ opporre.
Deponer^ deporre. Proponer^ proporre.
Disponer^ diaporre» Suponer^ anpporre^ eco;
Esponer^ esporre.
VII.
QuSREtt. ToLCBf.
Rad. quer* part. ido. ger. iendo.
XnOIGATITO.
Presente*
Qniero, qoierea qaiere;9iie- YogliOi Tooi| Ttiò^ eoe.
remoff quereis^ qnieren.
Preterilo perfetto.
Quist, quÌ8Ìsie, qiii8o^ qaisi- YoHi| yolestii ece.
• f
OKM ) quisuteis ^ quisieroa.
Qoarré, querrai, qaerra; Yorròi Torrai, «ee.
qaerréfDoSy réi$| ràn.
IMPBIATITO.
Qai#re« qnieni; queramos, Yoglia, yoglia» «ec
fuered, quieran*
Vili.
SjBER Sima
Rad. sah. part. Ho. ger. lenéfo*
IBDICATITO.
8é,ioie5,taS«;5a£emo5|5a« So, eai, sa; sappiamo, ecc.
beis^ saben.
Preterito perfetlo.
Supei sopiste^ sapo; supU Seppi | sapesti , seppe, ecc.
1110S9 supisleis^ sapieroa.
Futuro. ♦
Sabre, sabràs, sabri; sabre- Saprò, saprai, saprà, eco»
mos, sabréis, sabrao.
ISIPlBATiyo.
Sabe^n^pn; sepainos,«a&eJ, Sappi, sappia^ eoo.
sepaD*
DBtlE PlBTX DEL DieCOKSO. TlÌ
806GIU1ITXT0*
Presente*
Sepa, sepas, 8epa;8epamo8| Sappia, sappia^ eappia^eeCr
aepais^ aepan-
IX.
Tener. Termi,
Rad. ten, part. ido, ger. ienio»
iudigatito.
Presente.
Tengo, tieDos» tiene; lene* Ho,oleDgO|hai|Olieni|ecc«
mos^ teneiSf tieoen* i
Preterito perfetto.
Tare, tuyiste, tUTo; (uyi- Ebbi, o tenni, ayeati, o te*
mo8| taviateis, tayleroo» nesti^ ecc.
Futuro.
Tendré, tendràs, tendrà; Avrò, o terrò, avrai, o ter-
tendrémoa, eia, ao. rai, ecc.
T
lUPBRAllTO.
Ten, tenga; teogamoa, le* Abbi^ o tieni, abbia, •
nedf tengan. t^oga, ecc.
aOGGI.VHTiyo.
Presente*
Tenga^ tengaa, tenga; tea* Abbia, o tenga, abbia, •
gamoa, teogaia, tengan» tenga, ecc.
f l4 PABTC quìbta,
Si eoDjogano nella stessa maniera i sooi composti»
Contener^ cooteoerè» Mantener, mantenere*
Detener^ trattenere. Ettener, rutteoere.
X.
TBJEn RtCAlB.
Rad. trad. part. ido. ger. yendo,
INDIOATtTO.
Presente,
TrBìgo^traes^trae; traemas^ RecO| rechi, reca, eoe»
traeis^ traen.
Preterito perfetto*
Trsje, trajiste, trajo; trap- Recai, recasti» recò| ecc.
mos^ tra}isteisy trajéroo.
IXPBBATITO.
Trae ^ traiga ; traigamos»^ Reca, rechi; recbiamoiece.
traed^ traìgan.
SOGaXURTlTQ.
Presente»
Traiga ^traigas, traiga; trai« Rechi, reehi, rechi, ecc.
gamoS| traigai8| traìgan.
Si conjugano come il rerbo traer i suoi composti»
Ahstraer^ astrarre. Distraer^ distrarre»
Atràer^ attrarre. Estraer, estrarre.
Contraer, contrarre* Metraer^ ritrjarre^ece»
DIIXB VAITI DIL DliCOESO» 1 1 S
XI.
Falem. Yaiiib.
Rad, 9aL part. ido. ger. ienJa.
IRDICATITO»
Presente^
Valgo, 9aks^ vaìe\ votemos^ VftlgOf ^^h ^^^*
valeisy vaten.
Futuro,
Yaldré, TaIdraS|Taldra;Tal- Varròi farrai, eoe.
dréoaoSj valdréis^yaldrao.
I/M PllATlTOé
Tal, valga; valgaiuos, PàZer/, Valga, valga, vagliamoi eee»
lalgan.
iOGGIUHTlTO*
Presente*
Yalga, valgaSf yalga; valga- Valga, valga, eco.
inoa, ? algais, valgan.
Nella alesaa maniera ai coojuga il verbo equivaler,
IBIiaOLARI DtlrLA TKMA COXUOftAZtOai.
I.
AsiB. PaeiiDiiB.
Rad. ass» part. ido, ger. iendo.
lADICATIVO.
Presente.
Aago ^ases , ose; uslmos^ asis , Prendo, prendi , prende, eee»
aje/t.
Il6 rABTf QUllTA,
IliPlRATITO.
Ase^ asga; aegamo8 àsid^ Prendi^ prenda, ecc.
asgan.
aoGGiuHTira*
Presente^
Aaga, asgasi asga^asgamost Prenda, pre&da, eecr
a8gai8| asgao.
IL
COBpirCill. CoaDUlBB.
Rad. conduc. pari. ido. ger. iendi>,
IRDlGATItO.
Presente*
Gonduzco, condaces^ eon-' Goodaco, condaci| ecc.
duce'^ conducimoSf is, en.
Preterito perfetto,
Condaje, oondajiste, con* Goadaiaii conducesti , ecc.
V)u)o; coQdii)imo8, isleis^
eron»
IMPIBATITO.
Conduce^ condasca ; con- Conduci , condnca, ece;
duzcamos^ conducid. con-
duBcan.
SOGOltKTlTÒ.
• Presente.
Gondnzca^ conduBcas, con- Condacai conduea, ecc.
duzoa*, coDchiBoamos^ aia,
an.
BULK PiBTI DIL DIICOBSO. 1 1 7
Si coiijagano nella etessa maniera latti quelli che fini*
SCODO io ducir,
Deducir, dedurre. Produdr^ produrre.
Inducir^ indurre. Seducìr^ sedurre.
Introdueir^ iolrodurre. Traduciti tradurrei ecc.
I verbi lucir e relucir si coDjagano ancora ne! modo
stesso, colla differeoisa però che sono regolari nel prete-
rito perfetto: luciy luciste^ lucia; reluci^ relùciste^ relu*
ciò, ecc. ecc.
III.
Deciiu Dibb.
Rad. dee* part dicho. ger. diciendo.
IHDIOAtITO.
Presente.
Dìgo, dìceSy dice; decimos^ Dico, dici, dice^^ecc*
decisy dicen.
Preterito perfetto»
Dijc, dijiate, dijo; dijmos, Dissi, dicesti, disse, ecc.
dijisteis, dijéron.
Futuro.
Dire, diràs, dira; dirémoSi Dirò, dirai, dirà iCec.
diréis, diràn.
IMPBBATITO.
Di, diga; digamos, decid^ Di, dica; dioiamO| eco.
digan.
SOGOIUNTITO.
Presente.
Diga, diga9, diga; digamo8| Dica |dica. dica ;diciamO)ecc.
digais, digan.
Il8 r A ITE QUI ITA I
Si eoDJugano nello stesso modo i suoi composti; prc'
decir, hendecir, maldecir^ contradeeir^ desdecir;mà qnesli
quattro ultimi nella seconda persona del singolare dell'im-
perativo fanno bendice^ maldice^ contradice i desdiccy e nel
participio bendccido^ maìdecido^ contradecido ^ ecc. Oltre
di ciò i futuri di ^«nJeciV, ina/Jtfcr>| sono regolari, come;
iendeciré^ maìdeciré.
IV.
/jr. Ahbaii.
Pari, ido, gev.jrendo.
IHDICITITO.
Present&0
Yofy Ta8| fa; ramos, rais, Tado^rai^ra; andiamo, 9oe.
ran.
Preterito imperfetto,
Iba, ibas, iba; ibamos, ibaisi Andava|andaTÌ)andaTa|eGC.
iban.
Preterito perfetto.
Fui, fuiste, fué; fuimos, Andai| andasti| andò, ecc.
fuisteis, fneron.
Futuro.
Sré^ iràs^ ird;irémos^ iriis^ Andrò, andrai, andrà , ecc.
iràn^
IHPEBITITO*
Tei Taja^ Tamoa, id, Tajan. Va, rada; andiamOi eeo^
aoGGiuvTiyo.
Presente.
TéjB^ rBjtLBy yaya; raya- Vada, rada, rada, ecc.
mos, Tajaìs, yajan.
nutU FARTI DIL DUC0I90. I If
■
V.
PiB. Udiii.
Rad, 0. part. iJo, ger» jrendo,
iudigatito.
Presente.
OigO| oyes, oje; otmos, ois^ Odo , odi i ode ; odia-
ojeo. mo, ecc.
XXPSBATITO.
Oye, Olga; oigainosi oidy Qdì^ oda; adiamoi eco.
oigao.
80«6I OSTI ?o.
Presente,
Oiga, oiga9| oiga; oigamos, Oda, oda» oda ; odiamo , eoe.
oigàis, oigan.
Alle medesime irregolarità ra soggetto il yerbo en^
treoir: per intendere.
VI.
Pevir. Ghudibb.
Rad. ped. part. ido. ger. pidiendo,
IHDlOATItO.
Presente.
Fido, pides, pide*, joedi/Tiof^ Gbiedo, chiedi, ecc,
pedis^ piden.
Preterito perfettoi
Pedi^ pediste^ pìdió; pedU Ghie3Ì| diiedeatii ecc.
niQS, pedUteis^ pidieron.
FAITI ^VilTAy
IHPBIATITO.
Fide, pida; pidamoti pcdidy Chiedi, chieda, ecc.
pidmo.
• OOGIU«TITO.
Presente.
Fida, pidas, pida; pidamoa. ' Chieda, chieda, chieda , ecc.
pidaia, pidao.
Alle irregolarità di qoealo verbo aooo aogg^tti i se-
guenti, dei qaali, qdellì che hanno due e radicali, eann
biano in i la più prossima alla terminaaione:
Cènir^ cingere. Gemir^ gemere.
Compeiir^ competeie. Benìr^ impastare.
Cole^ir^ dedurre. Medir^ misurare.
Concehiry concepire.
Constreiiir, costringere.
Corregir, correggere.
Derr^tir, squagliare.
Defleir, stemperare.
Elegir^ eleggere.
JEn^reirse^ insuperbirsi.
Embestir ^ assalire.
Freir^ friggere.
Jtegir^ reggere.
Beir^ ridere.
Benirj contrastare.
Rendir^ rendere.
Seguir, seguire.
Bepeiir^ ripetere.
Servir^ servire.
lenir ^ tingere.
Vestir, yestire, ecc.
ed i loro composti:
Descemir, aciorre* Impedir, impedire.
Conseguir, ottenere. Proseguir, prosegnire.
Espedir ^ spedire. Sonreir, sorridere, ecc.
BIIU rABTI OBb MMOUO. 12 1
VII.
SéLlM. UsfilUk
Rad. sai. pari. ido. ger. ienio»
ISDIGATITO.
PtesenU.
SalgOf saUs^ iole; salimos , Eseo^ esci, esee; aietamo ,
saliSf salen^ ecc.
Futuro. .
Saldré; saldràs, saldré^ «al- Uscirò, ueeirai, uscirà, ecc.
drémos, aaldréis^ ào.
IMPBBATITO.
Sai, salga; salgamos, salid^ Esci, esca; asciamo, ecc.
salgao.
80GG1URTIT0.
Presente.
Salga, aalgas, salga ; salga-- Esca, esca; usciamo, ecc.
mos, salgais, salgan.
Nello stesso modo si eonjoga il Terbo sàbrefoUr.
VIIL
Rad» ven, pari. ido. ger« rìniendo*
IHDlOATiyo.
Presente.
Tengo, TieQes, viene; peni» Tengo, vienij fieoe, eoe.
mos^ venis, yienen»^
Gram. Spag. ii
' Preterito perfetto.
Tìn6)TÌniste|TiQa^TÌBÌffiof, Venoi| yeàiaU» Tenne, eec.
TÌQÌ8teÌ8| yioiéroD.
• .«-
Futuro,
Vendro, yendràs, yendrà; Verrò, yerrai, yerrà, eco.
yeodrémos, éis^ ào.
■ . .0,
IKPBBATITO.
YeO) yenga; yengamos, ve» Vieni « yenga ; yenghiamo»
nid^ yengno. ecc.
SOGOIUBTiyO.
Presente.
Tenga, yengas, yenga; yen- Venga, yenga, yenga^ ecc.
gamos, yengaiSj yengan.
Sono soggetti alla medesima irregolarità i suoi com-
posti
Àventr^ ayyenire. Prevenir^ preyenire.
Desavenir^ discordare. Provenir^ proyenire.
^/twmr, coiiyenìre. Sobrevenir^ aoprayyeoire^ ecc.
DEI VERBI DIFETTIVI.
Soler ^ tacer ^ piacer^ So&ebi, giacbbb, fiacbbb^
P0l>&IB. . IHFBADIGIABB.
SolBr» Solebb.
Questo yerbo ò in aso soltanto nel presente, e neirim*
|>ecCelto 4eir
(
DILLI BAATl DIL OIICOUO» lft|
ISDI€AT1T0.
Saelo, sneles, mele; Jole» 8ogliO| suoli, saolo^ eee.
mos^ soleis^ suqIcd.
SoIia^soliasjSoUa^soUamos^ Soleyai soleyi, solerà, ece.
ioliais^ solian.
Negli altri tempi è supplito dal verbo acostumhrar.
Tàcmè. Gucibi.
Di qnesto verbo si trovano le persone seguenti :
Fogo
Giaccio
Tace
Giace
Yacia
Giacerà
ruga
Giaccia.
Ma solamente sodo in utoyace ejracia.
PlACER. FlAGBBE.
Questo rerbo si usa nei tempi , e nelle persone se-»
gueoti :
IRDlCATiro»
Presentt.
Me place ^ te piacerle place. Mi piace, ti piacergli piace.
Preterito imperfetto,
He piada. Mi piaceva*
Preterito perfetto.
Me plugo. Mi piacque.
iKPiaiTiro»
Plegue d Dios que^ ecc» Piaccia a Dio^ o Dìo voglia
che, ecc.
|:>4 fABTI QOABTAy
• OOGIURtltO.
Imperfetto primo.
Pluguiera^ 6 Pluguiese à Yolesie Iddio, o piacesse»
Dios. Dio, eco.
Futuro,
Si mo pluguiero. Se mi piacere.
Avyertaii per^, che questo yerbo è dì poca o nesso»
V80, e comuaemeiUe gli sì lostitoiscono i verbi agradar^
gustar: me agrada ^ me gustò: mi piace, mi piacque. Non
bisogoa peraltro confondere V uso del Teil>o gustar ^ eh»
in questo senio richiede generalmente uà datiro, sopra
del quale ricada la sigoificasione dei Tcrbo, come : me
gustOj ìes gustò j a todos ha gustado la comedia ^ool terba
gustar, compiacersi, o g^radire, come:
Ta no gusta de ceremonias. Io non sono smico di eeriì-
monie.
Gustala macho de la eaza.. Si compiacela molto della
caccia^
Gusia Fm, de 9enir dpaseo? Si compiace di Teoire &
passeggio ?
PoDBtB. larsADlClASB.
Questo yerbo cambia in 11,1*0 radicale dell' infinito io»
i[ussi tutta la. sua conjiugasione : le sole eccesioni sono là
seconda persona del plurale deli' imperativo ^ podrid: la
terminazione in ria dei secondo imperfetto del soggiua-
tivo podrirla^ podririas^ ecc.: ed il participio passato po'
drido. Si può però usare in sua vece il verbo pudrir , il
quale significa lo sledso , ed è regolare in tutta la. sua
ooiij[ogasionè..
DIÌLI PAETI BBL DI8COB80*
laS
DEI VERBI DETTI IMPERSONALI.
Yi sono alcani yerbij i quali per esaere usati aoltanlo
nella tersa peraooa del aiogolare^ aono chiamati impéi-
«onalì; tali sono :
Àmaitecerj farai giorno.
Jtnochecer^ farai notte.
JEscarchar^ fare la brina.
Bdar^ gelare.
Gratttzar^ grandinare.
Bélampagùear^ lampeggiare.
Tronar^ tuonare.
Uover^ piovere.
lÀoviznat^ pidvigginare.
NevoTy nevicare y eco.
I medesimi poi ai uaano in quealo modo :
jémanece , anochecia , escar»
- dio, helàba^ granizó^ re*
lampaguec j iruena , Ilo*
9Ìó^ llovizna^ nevard*
Ray hahia^ liuho^ habrà^
hajajiuhiera^ ó huhiese^
habria Uovido; heUdo,
nevado, tronado, eco.
Bahrà amanecìdo,
Bahia anochecido»
Si Ta giorno^ si faceva notte,
fece la brina, gelava, gra-
dinò , lampeggia, tuona ^
piove, pioTiggioa, nevi-
cherà.
Ha, aveva « ebbe, avrà ab*
bla, avesse, avrebbe ph*
vuto , gttlato y ticfdcaii} ,
tuonaU)^ ecc.
8i aarà fatto giorno.
Si era fatto notte.
T otti i sopraccennali verbi impersonali sono di mollo
oao net gerundio preceduti dal verbo estar^
Eafà amaoeciendo.
Estaba ne V andò.
Estuvo belando ioda le nO'
che.
dunque eaté lloviendo lodo
eì dia.
tifa giorno.
Nevicava.
Gelò tutta la notte.
Benché piova tutto il g;iof-
DO.
€96 l^iBTI QlfAlTAy
Usanfti ^Dcora corner iiuper^onali i segaeoti verbi:
Jcaece^ accade. Sucedtn cierlas cosai j que^
Aca^cié 9 acG adda. auc cedono certe cose, che.
Conviene y convif«ne. De aqui es fue, de aquì
Importa ^ importa* nace, quindi è che di qui
Parece^ pare. ^ nasce.
Parecia que^ pareva che. Hace, hacia^ ha hecho ca*
Vale mas\ vale più. lot\ la, faceva |. ha Catto-
Sucede^ succede. caidoiecsL
Sucedió^ suoaesse..
SbR MENESTER, BlSOGRUtl.
Es menestery era menester^ Bisogna ^ bisognava ^ bisow
/ite menester^ sera mene» guò, bisognerà, bisogne*
ster^ seria menester. rebbe.
£fa sido menester ^ si fuese E bisognato, se bisognasse^
menester^ si huhiera^ ó se fosse bisognato.
hubtese sido menester^
Invece delta voce menesler si possano aa^re le voci
preciso j necessario y come: es preciso ^ era necessario^ ecc..
Il vei^bo abbisognare si traduce col verbo haber me^
nester^ come : ,
ffe menester^ has menesterj ha menester: abbisogno^
abbisogni^ abbisogna.
VERBO IMPERSONALE
Haber. Essebyk
Nella nota posta alla pag. 68 ò stato detto, che it verbo
habery oltre alla qualità di ausiliare, ha pure quelU di
noture esistenza , e che in questo significato unicamente
ìiiene accompagnalo nei tempi composti del proprio par-
ttcipiu habido^ Abbiamo pure fatto osservare, che cor-
f ispoadcndo esso ai verbo italiano esseid o essavi ^ ed
DELL! pAiTI OKL IJISCOBSO. I^i^
anaoTerandoai nella classe degrinapersooafii non ha ia
eiaseun tempo^ che la lersa persona del singolarei la
qoale però aerve indistinlameme ad ambedue i numeri ^
come:
Bahia gente^ hahia gentes: y'era gente, yWaoo gentk
Eccone la conjugasìoDe per disleso..
VOOI DeLL'miNiTQv
Bàhen
Bàber halido^
Bahiendo.
Bahiendo hahido.
Essery!^
Esservi stato o stata^ sfatto
alate.
Essendovi..
Essendovi stato o slata, stati
o state»
flHFt BILI. INDICATIVO.
ffajr (t).
Hahia
Uuho,
ffnhrd.
Ba Tiahido*
Hahta hahido,
Bahrd hàbido.
Semplici.
Vi è, (vi ha), vi sono;.
Yi era, vi erana.
Vi fu, vi furono.
Ti sarà, vi saranno (a).
imposti..
Ti è stato o stata, vi sono stati o state.
Vi era stato o stata ^ vi erano stati o state.
Vi sarà stato o slata, vi saranno stati a
state.
(i) Toltane questa termioazieoe tutte le alU^e sono quelle
stesse del verbo haher ausiliare.
(a) Dovendosi aggiungere al verbo essere il el o il vip
abbiamo prescelto quest'ultimo; ma tengasi presente ^ cbe*
riguardo al verbo kaber si possono usare ambedue indiffs-
lemcnente»^
I»
Xa8 nBTI QUiBTA,
IXPIBATITO.
Ba/a. Vi «iai ri siano.
rtVPI OIL lOGGlUSTITO.
Semplict,
Qóe hoja. Che yi sia, o tì siano.
Si hubieroy 6 huhiese. Se ri fosse^ o vi fossero.
Balria 6 huhiera. . Vi sard)be, o ti sarebbero.
Si huhiere. - Se ri sarà^ se ?i saraooo*
CompottL
Qoe fta/tt hàbiJo. Che tì aia stato o state, ti
sieno stati o state.
Si htthtera^ 6 hubiese ha* Se ?i fosse stato o stata, ti
hido, (ossero stati o state.
Bahriù ó hubièra hahìdo. Vi sarebbe stato o^state , ti
^sarebbero stati o state.
Si huhiere habido. Se tì sarà stato o ftata, ti
iarauoo stati o state.
.
OsitffTisii i.f che il partieipio habido siegue la regola
generale dì tutti i ptrticìp)| i quali Tengono aecompagnati
dal Terbo haber^ cioè| che termina coataotemente in e,
qualunque sia il genere, ed il numero del soggetto.
2.^> Il nominativo o soggetto della proposizione, di
qualunque aorte sia, deT essere sempre 8enz*artioolo.
Haj mucho pescado. Fi è molto pesce.
Haj pocos poetas. Fi sono pochi poeti.
JVo habia neceùdad, Don 9* era bisogne.
Héfbìa muehoi errores. Fi etano molti errori.
Ha habido algutta escara' F'è ^/ato qualche scaramo^-
muza. eia.
DEtLB rABTt DAL DI8COE80» tag
ILa hAìio filosofos,que^ ecc. Fi sono stati de* filosofi ^ i
quali, ecc.
Hobo mìèchas mugeres^ y Vi Jurono molte donne, e
bobiera hubtdo aun maSj ye ne sarehiero state an»
jihubiese habi do un buen cbe di più, 50 vi fosse sta*
reglamento, lo no btìoQ regol'ameDlo»
No habrà/TNiiai paz. Non vi sarà mai pace»
Jqul dehia baber mas <£- Qin w doTèva essere piìi
nero. danaro.
Dele baber habido grande^ Fi devono essere stati |nu»
encuentros* fatti d'armi»
Habiendo paz^ fiorecerà et Essendovi pace ^ fiorirà tt
cornerei 0* eommercio.
Habieado habido huena co* Essendovi stata buona ^ac-
secha^ pueden hacerse la$ colta , si possono fare le
pravisiones^ proy t isioni.
3.^ It nominativo o soggette di una propeataiooe^ il eèi
verbo eia Timpersonale haher^ non può essere un nome
propriOi come Juan, Fedro , Ger4niaiO| eco» onde per tra*
durre nello spagooolo queste proposiiiooi: Ve Giovanni?
Vera PietroP Vi sarà il tao Zio? non ai dirki ^ajr Juan ^
habia Fedra? huba Gerànima^ ma: està Juan? €SÈaba
Fedro? estuvo Geronimo, come diremo a suo luogo.
4*^ La suddetta tersa persona de! verbo haber si ado«
pera ancora per dinotare quanti tk> di lempo^
«
Tiempo ba que he vemdo, E del tempo ohe Sano ve»
' nuto.
Dos koras ha,f iic ha solido^ Sona due ore che è uscito^
Uabia das anos que fai- Erano due anni che no
taba,. mancava..
Habrà /r^^mese^j quemurió^ Saranno tre mesi che morii
* •
I.? Quandb nell* italiano al (« ei aggionge rapartio«H%
«elativa nej e se no tottAà la voce 9e ne^ come 9$ nepmtk^
.i3e YAns QUAftf A|
ve n'erano^ eco», nello spagnaolo sì assno nello ttietso
modo le dette terze persone del yerbo hahér^ preoedote
dal pronomer relatiyo fe, la los^ la$, che si aceorda in
genere e numero col nome al qaale il ne ha relaaiooo.
F*è del bnon panno al ro*
atro oegoiio? Fé nò di
totle qualità.
Mon 9 è statua alcuna» e se
ve n è« non è di ferma
umana.
Riguardo ai Giganti, ti sono
differenti opinioni, se ve
ne siano stati o no nel
mondo; ma la S. -Scrit*
tura ci fa vedere che ve
ne furono.
yì aouo marcali per gli ani-
mali, ed in particolare
per le cavalle , enendo'
vene di due qualità*. • Fé
me sono ancora dì difFe-
• reati colori.
Baj huen pano en la tienda
de Fm? Le bay de todaa
cualidades.
No hajr estatua aìguna^ j
ai la haj,'no es deforma
humana.
En cuanio d los Glganiee
hojr diferentes opiniones,
si los ha habido ó no en
el mundo;però la Sagrqda
Escritura nos hace ver
que los hobo.
Bay mercados para los eni^
males^y particnlarmenie
para lasjeguas^ habienp-
dolas de dos cualidades «.
Las kaj tambien de di-
fsrentes eolores.
OaSEBFdZlONl
aOFHA IL yiBBO
Tewbr.
At£BI, o Tini re.
•• • .
La qualità principale del verbo tener è qaella di dino-
tare possessione. Tiene unito ai nomi materiali ed imma-
teriali, non altrimenti che il verbo avere ^ o tenere; e gli
, SpagnaoU Pusano in Uktie le .circostanze, in cui gritaliani
•djif^faiio V avere come possessivo* . . ^
UBILI PABTI OBI 1H9C0B80. l3l
Yo tengo un cahaìloy dos lo ho un cavallo, dae case^
casas^j cuaèro vinai»
Tenias razon.
Tuyo cinco hijos.
He teoido calentura,
Teudrémo^buen ano.
Si tu hubieaM ienido juicio ,
' habrias leni do suerte,
Teo pacieneia. '
Tenga Ym/ìa hondad de
oirme.
e quattro Tigne.
Jlvevi ragionie.
Eèié cinque figli.
Ho avuta la febbre.
vivremo un buon anno.
Se tu avessi avuto giudizio |
avresti avuta aorte.
Ahhi pmeDM^
àhhia la bontà di udirmi.
Ama^ w\\x^ il Torbe tener di uqirsf agP infiniti dei yerbi
per la formazione di alcune espressioni indicanti neees'^
sita assoluta, Siflatli infinit^^ che in italiano Tanno pre-
cedati dalla partipella da^ portano in iipagnuolo la par«
licella que*
Bo da fare.
Aveva da acrÌTere.
iSBAeta da uscire per foria.
Barmo dovuto vendere tutto.
Tengo qoe haeer.
Tenia que escrihin
TuTieron que salir por
■ jutrza,
H^p tenidp cpfi vender tikdo*
Usasi ancora non di rado come ausiliare in luogo del
Vèrbo hàher^ abcórdaddo in genere e numero il participio
del Terbo ansiliato con l'accusativo:
Tengo ya formado mi pian.
Tenia gastadot cien dohio*.
nes.
X«e tengo escritas varias car-
fas.
JTa te tengo dicho que no
vajas*
Eo gìk/ormato il mìo piano
Jfffiva già ; spesi cento doh*
hloni.
Gli ho scritte rarie lettere*
Già ti ho detto che non
Ttda.
•St
9AIT1 ^UAATl,
OSSEUVAZlOJil
Hfftik I 7I1BI
SSM C ESTdM,
ESSBII • SlAlB.
Il f orbo ser olire di essere, eoae aBbiamo redato^ «if-
$iUare dei terbi patsÌTÌf terre ancora a dinotare V essenza
delle pertoae e eoeeied a marcarne la qualità inirinseea^
come: Vo soy Espanol, tu eres buenoy malo^ eco.
Qaalanqae altra ciroosiaDia, o qualità che non formi
ti caralCerCi né sia di esseoxa della persona o coca ^ ai
esprime col yerbo estar. Ood'ò che per dimostrare il ca«
ratiere o qualità essenziale di una persona o cosa oi dob*
biamo seryire del Terbo ser^ e per dimostrarne lo stalo
altaale o qualità passeggìera^ dobbiamo usare il Terbo
estar ^ come vedremo dagli esempj seguenti :
.\
Til lei malinco-
nico.
y. S. é molto aU
legro.
Qoesta starna è
oscura.
Pietro è rosso, è
scolorito.
Eglino sono mollo
inijaieti.
QUA.IJTA* assai*
aiALB.
Tu eres melancò-
lieo*
Fm* es muf ale'*
gre.
Este euarto es os*
euro,
Fedro es ruhio^
deseolorido,
Elhs son muy in*
quietos.
^VALITA.^ PAtSlG-
GHIA*
Tù eiìàimelaneó'
lieo*
Fm. està muy ale»
gre.
Este euarto' està
oscuro,
Pedro etXkruhio^
descoloridom ^
Mìos «estàn muj
inquietasi
Gli esempj della qualità essenziale « ne* quali yiene
impiegato il Terbo ser, mostrano il soggetto malineonico^
allegro ^ oscuro ^ scolorito ^ ecc. non per casualità^ ma per
OBLLE PARTI DEL OlSCOBSO. )l33
carattet-e e proprietà. Al f opposto gli eneoif) di quaUià
pussiiggiera^ uve asaéi V estar ^ dimostrano il soggetto oj*
legro\ nttdtnconieo^ oscuro^ ecc. per qaalche attuale cir»
costanza ed accidentalmente*
E siccome tulli gli aggettivi verbali dinotano la per*
sona o cosa in uno stato accidenUile ^ devono cosi aocb^essi
usarsi coi verbo esiar. Giova dunque o^st^ryare che ogni
qQjil volta il verbo italiano essere sia equivalente a iro^
varsi^ gli corrisponde in ispagnuolo il verbo estar*.
Yo estoy todo molido.
Ufi estado enfermo.
Entos puchìos esti'ban suge-^
tos al Rej de E^pana,
U que roba esia obligado à
la restilucion,
Todo eslà preparado.
Tu estàs sefiulado en el libro,
f^m» està muy cansado.
Io sono tallo pesto.
Sono stato ammalalo.
Questi popoli erano soggetti
al Re di Spagna.
Chi ruba è obbligato alla
restituzione.
Tutto è preparato.
Wk sei scìiùato nel libro.
JLlla è mollo stanca.
Usaai il verbo estar per domandare e rispondere della
salute di qualcuno^ e dello stato della persona:
Como eslà Fm?
Estoj indispuesto,
Estoy bueno^ estojr malo,
Eslà bicnp ealàn mal (i).
Mi hermano està enfermo.
Come fta ella?
Sono indisposto.
Sto bene^f/o male (di salute).
Sta bene, stanno male ( di
comodi ).
Mio fratello è ammalato.
Per dofnandare e dimostrare il ^g^iorno o Inogo. OT^
trovasi una persona o cosa (a) :.
(i) Riguardo all'uso di questi Avverb] bien, mal teggasi
ti trattato degli Avverbj.
(i) É regota costante che quando il verbo italiano è»*^
Gram, Spag, la
l34 PASTI QtJlBTA,
Etti en casa el senor Fedro? È io easa il signor Plelro ?
JVoJO/roi esldba mose/tifoma. Noi eravamo io Roma.*
Si no etti, le esperaré. Se non v*è) l* aspefférò.
Donde esIÀ mi sombrero? Dov^è il mio cappello?
Està sohre aquella siila. E sa quella sedia.
Notisi che Tablativo iti laogo, retto dal yerbo estar ^ ra
costaotemeote accompagnato dalla preposiaiooe <n, e mai
daira.
Il Terbo estar si unisce ancora elegantemente ai ge-
ni ndj per esprimere Tazione del Terbo:e5M lejrendo^
esture escrihiendo ^ estando cenando ; corno vedraaai nel
trattato dei gerundj,
OSSEBFAZIONJ
SOFBA I TBRBI
Jjfdàbs e /a. GakkiiAib e ÀnDiBa*
Il verbo andar non significa, come V italiano andat^e^
e^jificliirsi in qualche luogo determinato, ma soltanto Vazione
di camminare^ ed il moto che fa qualche persona o cosa,
senza determinasiooe di luogo.
w
Vm. anda muy aprisa. Cammina multo in fretta.
Habrémos andado cerca de Avremo camminato Ticino
dos leguas, a due leghe.
Ande Vm, con cuidado, Fada con attenzione.
Jquel cahaUo anJa hien. Quel cavallo ca/nm/na ften^.
Mi relox de Vm. anda mal. Il vostro orologio va male.
/W ahi anda alcuno* Di \k ve qualcuno.
sere richiede appresso di sé o tacita o espressa alcuna
preposizione, come in, a, sopra^ per, nelp ecc. gli corri-
sponde tu ispagnuolo il verbo efUin
BELLI Pi «TI DEL DISCORSO. l35
È (lanqne il verbo ir, che corrisponde BÌVanJare^ al-
lorchè serve a determiDare il iaogo o Tazionei oome:
Vamos a tralìojan
FaeroD al teatro.
Irémos à pasco?
XA à esludiar,
Voy d Roma.
Ha ido a Francia.
Quisiera ir d Napoìes.
dndiam3 a lavorare.
Andarono mI teatro.
Andremo a spasso?
Andate a studiare.
Vado a Roma.
E andato in Francia,
dorrei andare a Napoli.
Osservisi in questi dae nllimi esempj, che il verbo ir
regge sempre il sao accasativo con la preposizione 4, •
DOD già con Ven»
Usasi anche il verbo iV come reciproco: ìrse^ per dino*
lare partenza da luogo»
Me yoj de aqai.
Te vas ?
8e faé de alla.
Nos {nimos.
Se hàbràn ido.
Yajanse de mi casa»
ile ne vado.
Tu ne vai?
Se ne andò.
Ce ne andammo»
Se ne saranno andati.
Vadano via da casa mia.
Serve ancora come ausiliare per formare b oonjaga*
tiene progressiva.
Voj viendo ^ue no estu^
dias.
El enemìgo lui ganando ter»
reno.
Et mal vÀ haciende pro^'
gresos^
Vado vedendo che non sta*
di.
// nemico andò goadagnaa*
do terreno.
Il male va facendo pro-
gressi. «.
'
CAPITOLO IT-
Del Participio.
Abbiamo oss^rrtlo che il Participio ti divide in ah
liVo o presente, e passivo o passato. Esso intanto è un'
espressione del Verbo ^ che partecipa ancora della natura i
del nome Aggettivo: perchè modifica la sigoificazìone del
•ostantiTO, altribaendogli o notazione, o ono slato qua-
lunque. \
Parttcìpt'o attivo è quello cbe dinota azione^ come: I
causante^ oh f diente^ oyente. Passivo quello che dinota
passione f come : eausado^ ohedecido^ oido,
lì participio presente dei verbi in ar termina io ante,
come da amar^ amante\ da hahitar^ hàbitante. Quello dei
Terbi in er, e in ir ha la Mrminazione in ien/e, come da
crecer , pertenecer, escribir: c/vciente, par/e/iecienle , eicrì-
li^nte
I partitip) formati dai verbi in eer, uir, come; creer^
concluir terminano in jrentei crejeole conclujenie (i)^
Anche il verbo oir fa oyente,
II participio presente peraltro è di pochissimo uso^ ed
è piuttosto considerato come un aggettivo verbale* Ordì»
nanamente gli si sostituisce il gerundio^ come pure accade
nell' italiano.
Il participio passivo o passato si furnia dalle lettere
Radicali deW infinito ^ aggiungendovi odo a quelle dei Terbi
in ar,. e ido a quelle dei verbi in er^ e in rr, come:
Amar^ considerar y Ainndo^ consider^ào.
Temer f tener , Temido, le» ido.
Partir, recibir, Partido, recibido,
Ci) Questa variazione k soltanto ortografica. Vedasi il
trattato de' verbi irregolari.
(
/
Alili fkWtl Dtt filiflORSO. ' l37
Qaei parlieipj, che lerminaQo diversamente tono irre-
golari. La prima conjagaiìone in ar non ne ba alcuno;
nella aeconda e terza ai troyano i segaentis
Ahsolver
ahsueìto
assolvere*
Gthrìr
cubierio
coprire^
Decir
dicho
dire.
Dlsolver
duuelto
disciogliere
bscrihir
escrito
serÌTere*
Hacer
hecho
fare.
Morir
muerlo
morire.
Porter
pftesto
porre.
Resols^er
resueUo
risolvere.
Romper
rota
rompere.
Ver
visto
vedere.
Folver
9ueUa.
tornare.
Alla medesima irregolarità sono soggetti i loro coni<
posti.
Componer
Contrahacer
Disponer
Preper
Revolver
Kncuhrir
Predecir
Prescribir
compuesto
contrahecho
dispuesto
previsto
revuelto
eneuhieHo
prediche
prescrivo
comporre.
contraffare.
disporre.
prevedere.
rivolgere.
occultare.
predire.
prescrivere.
Avvertasi, che gli altri composti del verbo decir ^ come
hendecir, contradecir^ desdecir^ maldecir, hanno il parti-
cipio regolare ^'hendeeido^ contradecido ^ desdecido^ mal"
decido. Yo he hendecidoy ecc.
1 VariWiii] hendfcido y maldecido ^ osali come nomi ver-
bi\ti^ fanno bendilo^ maldito:
la
Beodito sea Dìot. Sia benedetta /JJiV.
Id VfidXàìiQì al fuego eterno. Andate maledetli al faoco
eleroo.
Ti tono aocora de^ verbi^ i qaali haaao due ^rlicipj ^
Tono regolare, e l'altro irregolare^ come:
DesperUr: desperthdo^ despierto; Svegliare.
Goaveocer:. convencido^ convicto'^ Convincere,
Hlegir: elegido, electo; Eleggere.
Ma i primi soltanto possono formare tempi oomposli^
come:
ile han despertado. Mi hanno sregliato.
Te habia convencido. Ti aveva convinta.
le hahràn elegid<K L avranno eletto.
I. secondi sono considerati come aggettivi verbali :
Booihre despierto. Uomo sveglio.
Reo comicto. Reo convinto.
Obispo electo» Vescovo eletto.
Ciò non ostante vi sono alcuni particìpj irregolari, ode
fervono egaalmente a formare i tempi , come preso ^ prò»
\istOf ro/o, ecc., ecc.^ i quali possono usarsi come i re*
gulari prendido^ presciibido^ rompido; a^zi il regolare
rompido non è in uso^ e gli si sostilnisce V irregolare
roto^ ciò che accade egualmente col verbo prescribir, il
(;ui participio irregoUre prescriio è più in uso.
CAPITOLO V.
Del Gerundio,
Il Gerundio è un^ espressione del verbo ^ la quale in»
dica uno stalo simultaneo ^ o precedente a quello indicato
da un altro verbo ^ che si dice principale.
DILLE P.UT1 Dm DISC0B80. |}^
Tulti i verbi della lingua Bpagouola formaQQ ti loro
gerundio dalia terza persona del plurale del preterito
perfetto AMindicatÌ9o ^ levaodoDe il ron ed agginogen*
dovi fao\ come amar: amaroa, amanioxtementemiev^n^
temiejkào\ subir: subieroo^ «uiiendo; creer: cre/eroa^ crp»
^endo; oir: ojfevoB^ oyeado\ seatir; sintietoa^ s/n/ieodo*
Questa regola aou è soggetta ad eocesiaaey faorcbò nei
•egaenti verbi, i quali /ormano il loro gerundio dalle
lettere radicali deìV infinito ^ aggiungendo?) ondo ie della
prima conjugaaione j e iendo so della seconda e lena,
come:
Egtar, Querer^ Sefj Tener ^
estando, queriendo, aiendo^ tenieodo,
Traer^ SaUr^ Conducir^ Ir*
trayeodo^ saliendo, oonduciendo, yetodo.
Siegaono la medeaiiaa re|[o!a i composti contenei\ oon'^
traer^ eoe.
Osseryisi cbe \ irregolarità de' gerundi traer^ e iV è
ortografica. Decir fa d'ciendo, e lo sieguooo i composti
iendecir, desdecir^ ecc., che hnnobendic iendo, ecc.
CAPITOLO lY.
DelV^ Avverbio,
L Avverbio è una parie indeclinabile del disei»r9o^ la
quale si unisce al verbo per modificarlo^ acereseendone,
diminuendone y o variandone il significato. *
Gli avverbj si riducono a sei specie principali, cioè, di
tempo» di luogo; di quantità; di modo y ed ordine j di af^
/ermauone^ negaùoae e dubbio; di comparaiionc»
i4o
PAUTB Q0ARTA,
AVVERBI
i ICODt ATYBBBlAtl DI TEMPO.
Cuanio? desde cuania?
Basta cuando?
De cuando acà?
Hoji hoy en dia»
Aycr: manana.
MafLana por la manana.
Anteayeri antes de ajrer,
Ajer tardtti ayer noche (i).
Anieayer iarde.
Al amaneeer.
Al romper del dia.
Està manana^
A la madrugada*
Està tarde: esla noche.
La noche pasada.
A noche ^ ó ayer noche: està
noche.
Por la moicana.
A medio dia»
Por la noche.
Al anochecer.
De dia: de noche.
Despues de mafiana.^
El dia despues^
Qtiando!^ da qaando?
Fio a quabdo?
Da quando in qua?
Ogg'; oggidì.
Jeri: domani.
Dumant mattina.
Jerlaltro: P altrieri.
Jeri al giorno: jeraera.
L*altrieri a aera.
Sai £ar dei giorno.
Alfapparir deiralba.
Questa mitlina.
Di bnon mattino.
Queat^oggi qiiaeia aera.
La notte passata.
Jernotte: questa notte.
Alla mattina.
A mezzo giorno.
Alla sera.^
Sul far della sera.
Di giorno: di notte.
Dopo domani.
Il giorno Hppresso.
(i) Gli Spagauoli dividono le- Tentiquattro ore del giorno
mmananat tarde^ e nache i dalla levata del sole fino a
mezzo giorno chiamano la mariana; dal mezzo giorno fino
alla calata del sdle la tarde; e dairivemaria io poi la nache»
Così dicono està mariana; està tarde, esla nache; por la
mariana, por la tardct por la noche; buenas tardes, buenas
noches, e nella mattina fino m mezzo giorno : baewfs dias*
DZIIV PAB1I DKL DI8COR90.
Dos dias despues.
Ahora: pretto ò pronto.
Pronto: luego.
Al instante: de repente.
Apresuradamente : de priesa,
J^ocQ ha: no ha macho.
Tarde: demasiado tarde.
Temprano.
Muy temprano.
May de mafiana,
Siempre.
Siempre jamas»
Por siempre^ 6 para siempre^
A menudo: alguna fvs.
Muehas ueces»
JHunca: jamas.
Poco ha: hasta ahora^
Por ahora,
Ta: para ahora.
JEntonces: desde entorices. -
Por entonces: todavia: to»
davia no»
Antes: cuanto antes.
De antemano.
Despues: ìuego.
Tal 9vz: à vcces.
Cuando,
Pocas vecesx la mas veces.
Para en lo por venir.
De manana en addante.
En todo tiempo.
De cuando en cuando ^
De tiempo en tiempo..
Di' algun tiempo à està parte%
• 4«
Due giorni dopo.
Ora o adesso: presiti
Proola mente: aiibilo»
Al momfiito: di tubilo.
Presta meole: in fretta.*
Dianzi: non ha gtiarL
Tardi: iroppo lardi.
Dì b«on\>ra.
Molto di buon^orai
Di baon mattino.
Ognora, sempre.
Mai sempre*
Per Sempre.
Spesso: qualche Tolte»
Sotenle, spesse Tolte.
Mai: giammai*
Poco fa: fin ora*
Per adesso*
Già: ormai.
Allora; d'allora*
Lì per li; ancora: ancor no.
Prima: quanto prima*
Anticipatamente.
Dopo: subito*
Talora: alle volte.
Allorquando.
Poche volte: il pia delle
volle.
Per l'avvenire.
Da domani in poK
In ogni tempo.
Di quando in qoanda
Dì tempo in tempo.
Da qualche tempo io qot.
l4l 9AITB QUARTA,
Jh^ra: ahorà mi^mo^ Adesso: adesso proprio.
A la vuelta.
De vuelta.
Mucho tiempo ha^ 6 hacia»
Acada instante , d cada paso.
A ratos perdidos (i},
Dieho y heeho.
En un àbrirjcerrar de ojos.
A tiempo: f aera de tiempo.
A iozon,
Eeeientemente.
Becien (avanti ai partici pj),
Secien venìdo.
Seeien óacido.
Becien hecho.
Alfin^ por/in^ en fin.,
De aqui d diez anos^
fface ratoihace huen rato.
Saee tres dias.
Desde entonces acd.
desta horafdlahora de està.
De dia en dia,
A mas tardar.,
Al riloroo^
Di ritorDO.
Già da gran tempo.
Ad ogni moroenlo*
A tempo perduto.
Detto « fatto.
In un giro d*occhio.
A tempo: faori di tempo.
Opportunamente.
Recentemente.
Di fresco.
frenulo di fresco.
Appena nato.
Recentemente ya/to.
Alla fine, alla perfine.
Di qai a dieci anni.
E on pezeo:èanbeI pefso»
Sono tre giorni.
D'allora fin a ([i^esto punto.
A questuerà.
Di giorno in giorno.
Al pia tardi.
(ir) Rato significa un breve spazio di tempo non deter-
inmàto. Il quando ed il come venga usato in ispagnuolo
potrà rilevarsi da seguenti esempi:
Rato ha que llegué. È del tempo che arrivaL
Ta ha buen rato que estof. È del tempo che ci sto»
hai ratos que puedo los em^ l momenti che posso grim-
pleo en estudiar*
f^amos d posar el rato..
Bemos tenido bueno rato.
Hos es sumamente ùtil en
nuestras melancolCàsj ma*
loi ratos.
piego nello studio.
Andiamo a passare un po^dl
tempo.
Siamo stati allegramente»
Ci è sommamente utile DeUe
nostre malinconie e ndi no-
stri cattivi momenti.
DVLLS PÀBTI DSL DlSCOBSO.
143
ji1 ultimo: apenas,
ÀI cobo de rato.
De rato en rato.
No està j4 en estado de re*
cìbir.
Keirultìmo: nppena.
Alla fioe.
Di tempo io tempo.
Non è più in i^lalo di rice'
Yere fi).
iTrSBBJ DI LUOQO.
Dundee en donde? en qu^
puesto?
A donde? a que shìo?
De donde? desde donde?
Por donde? hasta donde?
Para donde? hacia que
parte?
Aqui: ahi: allL
Aedi ahi: alia»
Bacia acd: hdcia alla.
Pur aqui: por alli.
De aqui: de ahi: de alla.
Por aqui: por ahi: por alii.
Hdcia arriba: hacia ahajo.
Por encìma: por ddajo,
Aqui arriba: aqui àbajo.
Ahi arriba: ahi abajo.
Por delante: por detras,
Miuadelante: masatras*
Ove? doye? in che lilo?
Dove? a che sitol
Doade? da dove?
Par dove? sia doveP
A che Tolta? verso ohe par-
te?
Qui: cosli: lì:
Qua: costa: là*
la qua: io là.
Per di qui: per di li.
Di qui: di costi: di lì*
Di qua: di costà: di là.
In .sii: in giù.
Per di sopra: per di sotto*
Quassù: quaggiù.
Costassù: costaggiù.
Pdr davanti: per di dietro.
Più avanti: più indietro.
(f) Allorché il pib. dinota tempo, e non quantità si trar
duce nello spagnuolo colla particella jra » come:
non è piU in Ì3tat9 di rìce- No està ya en estado de re*
vere. cibir.
Non è pìlL come prima. Ho es jsl corno antes,
Won verranno più. No vendrdn ya.
la tali circostanze pia non En tales circunstancias ya
bastò ^ cbe^ ecc. no bastó^ che, ecc*
l44 PABTf
Dentro i f aera: deb^Jo: en»
cima.
De arriha obajo.
Por dentro: por [aera.
Por medio: por un lado.
Por iodas partes: por ludo*
A parie: al rededor»
Ijcjos: cerea.
Enfiente i mas ahajoi mxu
aniba.
jiHó enfrente: ahi enfrente.
A- mano dtìecha: à mano
iiquierda,
Dcsde aqui: desde ahi: de$^
de allL
Baila oquii hasta ahi: ha»
sia alla.
Por atra parte: en olro la*
gai'.
JSLu aedi mas alla»
De lejosi de cerea,
Al principio: al medio.
En la milad; en Iodas par»
tes,
Masta aqui: hasta ahii hasta
alla.
Donde quiera: en oottlquier
sitio,
En cualquiera parte,
Airas : adtlantt : hdcia atras^
Al cabo del mumìo,
De* parte à patte,
Sien ìejos.
A4fui cerca.
QUAtTA ,
Dentro: fuori: lotto: sopri.
Sotlotupra, sosso pra.
Per di Jcolru: per di faori.
Per messo: per una parte.
Per ugni dov«: Ja per tutto.
Da parte: intorno.
Lontano: ?jcino.
Incontro: più giù; più su.
Là incontro: costà incontro.
A man drltla: a man sioi-'
stra.
Di qui: di ooslì: di là.
Fin ([ui: fin oossì: fin là.
Altronde: altrove.
Più io qoà : più in là.
Da lontano: da vicino.
Sul principio: nel me£s<i.
Alla metà; per ogni duve.
Sin qui} sin costà: sin là.
Dovunque: ovunque.
Dovasi sia, dove che sia.
In dietro: i-a avanti: ali* io-
di erro.
Li capo al inoodo.
Da parte a parie.
Bf n luiitftno.
Qui vicino.
DSLtl PABTI DEL OI8Q0RS0.
145
▲TVIRBJ DI QUANTITÀ •
Cuanto ? en cuanto ? por
cuanlo?
Bfucho: poco: Jemasiado.
En mucho: en poco.
Por poco: por mucho.
Bastante: mas.
Mas de lo nece savio,
Aìgo; sohremanera,
Àlgo cansado.
Casi: tanto: no mas,
À lo mas: à lo menos.
En ahundancia: d manos
Uenas,
jépenas: con escasez,
En caniidad: à montones.
Poco mas ó menos: basta.
Un poco: nlgun poco,
En poco: èn mucho*
Esto es de mas.
Hs por de mas.
Poco mas ó menos.
Sobre poco mas ó menos,
Caando mas,
é lo sumo,
A cuanto vende Ym ?
.À seis realtis la libra.
Demasiado coro: barato ^ d
buen predo.
En mucho : mas de lo /usto.
Lo mas que sea posible,
Nada mas.
Cada vez mas^ mas y mas,
Gram, Spag,
Quanto i^ in quanto? per
qtfaoto f
Molto : poco : troppo.
In molto : in poco.
Per poco: per moltOé
Abbastanza: pia.
Più del bisogno.
Alquanto: oltremodo.
Alquanto stanco.
Quasi : tantq: non più*
AI più: al meno.
Io abbondanza: t mani pi««
ne.
Appena: con iscarsesza.
In quantità: a mucchi.
Presso a poco: basta così.
Un poco: qualche poco.
In poco: in molto.
Questo è di più.
E superfluo.
Poco più poco meno*
A un dipresso.
AI più.
Al sommo.
Quanto vendete P
Sei reali la libbra.
Troppo caro : a buon pres«
zo.
D'assai : più del dovere*
Più che sia possibile.
Nulla pi&.
Vieppiù.
i3
ti6 »iBTK QVABTA,
ffarto (avanti ai perho). Pur troppo.
Sarto lo sieDto. Pur troppo me ne dispiace,
Af Tertati, che qaando il più ya aoito a certi sostaolmi
coi quali doq fa le veci di. avverbio, poa si deve altri-
luinti tradurre colla particella mas^ ma bisogna in vece
dargli il suo proprio tigaificato, osaexvaado la relaiiooe
che ha coi medesimi.
CummioaroDo/^er più gìornL
Si fecero accompagnare per
più sicurezza,
Per la più parte.
Caminaron varios dìaa.
Se hicieron acompanar para
major segar idad.
Por la major parte.
AWBaai DI MODO BO OROiatb
Como ?
Bien: mah
3Iuj bien: muy mal.
De huena ganai de mala
giina,
Dt: muy huena gana. '
&in mas ni ménos,
jédredej de intento ^ de prò*
posito,
J despecho^ o d pesar.
Con trabajo.
Despacio: con coniodidad.
Vespacilo: poco a poco,
Clarox alto: mas alto,
Quedoi quedito,
En vano : cn balde: à porfia,
¥.n primer lugar,
/'Vi segando lugar.
Fn tercer lugar,
Primcro^ despucs ^ en iir-
guida.
Come ?
Bene : male.
Molto bene: molto male.
YoleDtieri: mal volentieri.
Molto volentieri.
Sen«a nò più né meno.
A bello studio, a bella po-
sta.
A dispetto.
A 8ter>to.
Adagio: a belFagio.
Adagino: o poco a poco.
Chiaro: forte: più forte,
piano: pianino.
Invano; indarno: a gara.
In primo luogo.
In secondo luogo.
In terzo luogo.
Filmai dupo^ appresso.
BILLK PARTI
IjuegQi mas aSeìante.
I^ri meramente y lo primero,
En segundo lugar.
Ultimamente^ finalmente*
Sucesivamente,
A una: todos à una.
Uno por uno: por barri^s.
Por partes»
Uno por vez,
En orden: de dos en dos»
Una despues de otra.
J han juntos^ junias^ eoe.
J parte: de este modo»
Àsi: de està manera,
Jsi Msi: tal cuaL
Mediana menit»
Al contrariox al revest
Ptintualmentex ni mas ni
ménos,
Fuertex mas redo*
De veraside hurla :de chanza.
De nuevo: .de acuerdoi e/i
cambio.
A pesar su/o^ mal que le
pese.
Svbre maneraz ménos mal.
Sien: no tanto: del todo.
Sin. razon: prò y contro,
A medias: entre dientes.
Al aire: por debajo de
cuerda.
A mi modo: a mi gusto,
A modo de todos,
En ajrnnas: de tropsh
En tropai de golpe*
InJi: ^\ik avanti.
Fri mi era meu te.
SecondariameDlQ*
Ultioiaiuente.
Saccesaivamente.
Insieme: lutti ioaiatne.
Un per uùo: per rioDi.
Una cosa dopo Paltra.
Udo per Tolta.
In ordine: due a due.
Una dopo l'altra.
Andavano joaieme, ecc.
Da parte : io questo mòdo.
Così: in questa maniera...
Cosi cosi: passabilmente.
Mediocremente.
Al contrario: air opposto.
Appunto: né più né meno
Forte: più forte.
Da Tero: da boria: fn cetiu.
Da capo : d' accordo : ia
cambio.
Suo malgrado.
Ollremodo: meno malo.
Bene:, non. tanto: affatto.
A torto: prò e contro.
Per metà: a mezaa bocca^
Per aria: sottomano.
m
A modo mio: a mio piacere.
A modo di tutti.
A digiano: in folla.
In truppa: ai un tratto.
l4ft VAITI
De pasoi de eamino,
Be haìde: iin pagar.
De memoria: en pie, o de
pie.
De roditlas.
De earai en filalo en hihra,
Como quiera: iea corno
fuere*
A iolat: de Iruces.
En peìigro.
à mas no poder,
Eitar d la mira.
Cara d cara: a pie firme,
Heir d careajadasn
À buUo: d eiegas*
A iieniati d hurtadillas.
A las claras: al cuhierto,
A la vista ^ en vista*
Friamente; d cmpeUones.
A pataaas: é palos.
A grkos.
Encima^ d cuestat.
A traicion: en seco,
A la larga (?a).
De gota: de Idstima.
Echóle en hora mala.
Con enfado.
Por el contrario: de rahia.
De pcrguenza: de risa,
A otcuras: d escondidas.
De pesadumhre: de gusto,
A la espanola,
A la italiana.
A la/mncesa.
Di passaggio: cammio fa->
cendo.
Gratis: senta pagamento.
A memoria: ìd piedL
Gtoocchìone.
Di faccia: in fila.
Come aia: comunque stasi.
Testa a testa: boGConQ«
A repentaglio.
A più non posso.
Essere in mira.
Faccia M faccia: a pie fermOt
Ridere amoderataoteate.
A tastone: Mi cieca.
A tentone: di soppiatto.
Palesemente: ai coperto.
Alla vista.
Seccamente: a spinte.
A calci: a bastonate.
A forca di gridi.
Addosso.
A tradimento: in aeceo.
In lungo (va).
Dì piacere : per c«»mpassfone,
Mandolio in malora.
Con isdegno.
Al rincontro: di rabbia.
Di vergogna: dal ridere.
Ailoscuro: di nascosto.
Di pena: di piacere*
Alla spaga noia.
Airilaiiana.
Alla francese.
BILLS PiBTI Dlt DISCORSO.
Alla sfuggita.
Alla rinfusa.
>4»
Al escape.
Jtropelladamente.
EocaaderDado a la rùstica. Legato alla rustica.
Mirar de reojo ^ohre hom* Guardare di mal occhio.
hro.
A pie: d calallo*
En coche: en posta.
En pelo: en siila.
A paso naturai,
A paso tirado,
A galope: d media rienda.
A piedi: a cavallo.
Id carrozza: in posta.
A bisdosso: in sella.
A passo ordinario*
A passo accelerato.
Di galoppo: t mesxo ga«
loppo.
A rienda suelta: d toda A briglia sciolta: a tutta
brida.
A gaias: de puntillas.
briglia.
Carpone r io punta di piedi.
A pequeiias jornadasi a la K piccola giornate: a cop-
par.
pia.
Despaciosdprisa^odprie^. Piano: in fretta.
■ODI A7TZHBULI
. SI AriflIlAIIOllB, HIGÀIIOHI S DUBBIO.
Es verdad? No es ferdad?
Es asi? no es asi ?
Es ^rdad: es mucha verdad.
Es eierto : es muy cierto.
No haj dada»
8i: si senor: cierto,
Seguramente: ciertamente»
En verdad: si por cierto,
Deveras: puntualmente: sin
dada,
Ta ie sabe: eso si: asi es,
Vigo que si : bien.
Està muj bien.
E vero t^ Non è vero f
E così? non è cosi?
E vero: è verissimo.
E certo: è certissimo.
Non v'ha dubbio.
Si: ai signore: certo.
Sicuramente: certamente»
In verità: si certo.
Da vero : appunto : sensi
dubbio.
Si sa: questo si : cosi i.
Dico di si: bene.
Va benissimo.
Sol fio senortno por eletto. No : noo signore : no ceffi.
So et verdad: e$ falso»
Por ningun titulo.
De ninguna mancra»
De ningun modo»
Digo que noi ni aun»
Nada de eso.
So es osé: eso si que no.
(^fifsa, o à raso^ o tal vez»
Puede darse: en caso.
Si acaso: por st aeaso.
Por ventura^ Acaso? Quien
sabeP
Caso cheidado casoien lodo
caso.
Nuo è Tero: i falso*
Io oessuD eonto.
In oeisuoa maoiera.
la iieftion modo.
Dico di DO : uè aoche.
Niente affatto.
Non è cosi : questo -poi no.
Forse.
Può darai: in caso»
Se mai : se si dasae il eaao-
Forse P Chi aa?
Quando nnche : posto che:
in ogni conto.
01 COKPARASIOHI.
Masi ménos : mejon peor» Più ; meno: meglio : peggio.
M par. Al pari^ dei pari.
Ls faistoria tanto anllgna, Taolo . . • • quanto.
corno moderna.
Le sirTÌó tàn bien , corno Cosi • • • . come.
deaeaba.
DE6L1 ATTSBII IN MEVTE.
Gli avrerb] io niente si formano, come in italiano, dalla
terminazione femminina degli aggettivi^ con raggiunta
delle voci men /e, come pr/meramente, Joc/amenle, ecc.
Qtiaodo Vaggeitivo termica in e^ o in con%onante^ non
fri fa che aggiungergli la suddetta terminazione^ come a
feliz, comun, dlficil^ hreve^ polre\ felizmenie, eomun*
utente, dificilmtnie^ &/e(^f roeute, /^lo&remeote.
L*u8o però richiede che IroTaodosi uniti du9 o tre dt
^oesti awerbj, si tralasci nei primi la terminasioóe io
menfC| ri^erband(>la coslantemeute per l'uhimo.
DBUI VAKTI DBt OI8COB80; 1 5«
U halle docttf / elocueole- Egli parlò JotiamenU ed
menle. eìuf/ueutementem
Tcdo letraJo decida libre j Ogni letterato decida libe*
j francainente sohre tal ramente e francamcni^
materia^ su tal materia.
El hombre justo mi/ere qa:e- L*uomo giusto muore fine»
ta; Iranquìla y felìsmente» tornente^ tranquillamente
% felicemente.
Qui è da osservarsi che ?i hanno alcuni aTverbj i quai^
•ervono a più classi^ come luego e despues^ i quali sono
uv?»jrb) di tempo quando dicianio:
liUego irég parte luego. Terrò subito^ parte skbitO',
Nos verémos despues. Ci Tedreiuo dopo,
E sono ayverbj di ordine AeUe soguenli e simili prò*
posisionì :
fué primpro à }a Ygtesia^ Andò prima in Chiesa, fxii'ra-
luego paso a la Galena^ di passò alla Galleria^
f despueS partió para e poi partì alla volta di
Madrid, Madrid.
Primero en/ró ^, luego jro Prima enirò egli , poi io •
jr los demos, gli altri»
Oltracciò la particella luego è congiunzione illativa^
equivalente ali* ergo de' La(ÌDÌ| come vedremo nel trattai»
delle congiunsioni»
Anche la voce aun ha diverse attribuzioni.
Essa è avverbio di tempo
Ann 6 todavìa no ha venido. Ancora non è venuto.
Aun, d loda via no^re5ue/«'^5? Ancora non risoKi ?
kvLVk^óXoA'Xs'wihaje^petaaza,. Ancora e' è spcranaa.
So: no ienoTtJtù por cie^to. No: non signore: no eefti.
So et 9erdad: esfalso» Nuo è Tero : i falso*
Por ningun ikulo. Io oesiuo eonto.
De ninguna manera» In oeisuaa maoiera.
De ningun modo. In nessun modo.
Dìgo que no: ni aun» Dico «li no: né anche.
I\fada de eso. Niente affatto.
Wo es osé: eso si qne no. Non è cosi : qaestO'poi no.
{fuizdy o à raso^ o tal vez. Forse.
Puede dar sex en caso. Può darsi: in caso.
Si acaso: por st acaso. Se mai : se si dasse il easo-
Por ventura? Acaso? Quien Forse P Chi sa?
sabe?
Caso clieidado caso:en lodo Quando noehe : posto ctie:
caso, in ogni conto.
01 COKPABAnoHI»
Masi ménos : mejon peor» Pia ; meno: meglio : peggio.
M par. Al pari^ dei pari.
Ls faiatoria tanto anligoa, Taolo .... quanto.
corno moderna.
Lo siryió tàn bien i comò Cosi • • • • come»
deseaba.
DEOU ATTiBlI IN MEI/TE.
Gli avterbj in niente si formano, come in italiano, dalla
terminazione femminina degli aggettivi^ con T aggiunta
delle voci men /e, come primerameniey doetamenìe^ ecc.
Quando V aggettivo termioa in e^ o io contonante^ non
S4 fa che aggiungergli la suddetta terminazione^ come a
feliz, comun, diflcil^ hrepe^ polre\ felizmenie, eomun*
mente, dificilmenie. bret^emeuiey pobremeDÌe.
L*uso però richiede che IroTaodosi uniti du9 o tre di
^oesti awerbj, si tralasci nei primi la terminasiooe io
menfC| ri^erbaad(>la coslantemeute per l'uhimo.
DBILE VAKTI DBt SI8COB80; f 5«
U hcAIé docttf / elocueole- Egli parlò ioUamenU ed
mente. eloquentemente,
Tado letraJo decida libre j Ogni letterato decida ii&e-
j fraocainente sobre tal ramente e francamcnie^
materia^ su tal materia.
Kl hombre justo mi/ere qu'e- L*uomo giusto muore quie»
ta; Iranquìla y felismente» tamente^ tranquillamente
e felicemente.
Qui è da osservarsi che ?i hanno alcuni aTverbj i quai^
servono a più classi^ come luego e despues^ i quali sono
uvv»;rb) di tempo quando diciamo:
liuego ire, parte luego. Terrò subito^ parte amhitO'*
Nos verémos despues. Ci vedremo dopo,
E sono avverbj di ordine AeUe eoguenlì e simili prò*
posisionì :
JFué primpro a la Ygtesia^ Andò prima in Chiesa, fUira-
luego paso à la Galena^ di passò alla Galleria^
jr despueS partió para e poi partì alla volta di
Madrid, Madrid.
Primero en/ró ^, luego jro /Vima entrò egli , poi io e
jr los demos, gli altri.
Oltracciò la particella luego è congiunzione illatii^a^
equivalente alf ergo de' La(ÌDÌ| come vedremo nel irallai»
delle congiunsioni»
Anche la voce aun ha diverse attiibuzioni.
Essa è avverbio di tempo
Ann d todavia no ha venido. Ancora non è venuto.
Aun,ó lodaviano rexue/f'^^? Ancora non risolvi ?
kìin^ó\oA'\s\vihaje^peraaza. Ancora e' è speranaa.
i54
Della
ira
Terso
por (i)
•ul
tutta
•opra
pollo
dietro
oltre
pretto
accanto
allato
Ticino
langi
lontano
adossn
a pie
dentro
fuori
trqaoe
OD la torre ha caldo un rayo»
està eoi re la espada y la partd,
hàcia poniente hajmuchas nube»
el correo salió para Madrid,
paso por la calle»
encìma del tejado formò un
balcon,
encima de la encìma de la torre Tiay dos ca*
fiones.
dejé el Vibro tobre la mesa,
las paso debajo del armario,
estaha escondido detrat de la
en la
entra
hdcia
{para
por
encima del
sobre
debajo da
detras de
tra$
en
entre
cerea
janto
al lado àé
cerca de
Ujos de
jdistante de
encima de
al pie de
dentro de
fuera de
ménos
puerta.
tras los montes habilan otras
genles,
tn un pueblo tendilo cualquiera
es juez,
entro ios Griegos Jiaj una Zejr,
^fie, ecc.
Ministro cerca la S. Sede,
junto ^ la Yglesia se ve una luz,
al lado del Rey estaba la Reina,
%'j'via cerca de Bonus,
todavia estamos le|08.de/ pueblo^
està distante de la ciudaj,
todos se echaion encima de mi,
al pie del monte haj una orbo-
leda,
le metieron dentro de vn seco,
los echaron fuera de la ciudad»
ménos el Capitan tódos se rin"
dieron.
(i) Vedasi la cUstinuone dei para e par dopo k pre*
posizioni y pag. i58.
1
incontro
alfine
alla Tolta
aldiÉoUo
al dN sopra
lungo
tu per
in messo
di qua
iiìà
al fin de
para
DELLB PABTI DEL Dl9C0n80. l55
enfiente de el coche se parò eofrente de mi
casa,
al fio de la calle hay una Ygle*
Sìa. . ^
tomaron el rumba para la Ftalia,
por dehajoAe pasaron por debajo dfl puente.
porencimade por enei ma de los tejados paia»
han las hai OS»
ó lo largo de nos pasedbamos a lo largo i$
la playa,
subia por las paredes,
en medio del rio hay una islo*
de la parie de acà del monte^
par
en medio
de la parie
de aca
de la parte
de alla
de la parte de aUi del rio-
TRBP08.1Z101IB DI T1XF0| OBOIHB, BCO.
prima
prima di
dopo
fra, ira
appresso
circa
•olio
antes do aotes de un ano polvere»
ante ante terlas cosas : ea menester^^ec o*
despues do despues de corner irémos a paseo»
dentro de dentro de cuatrQ diat llegaré
la fiala»
tras los hombres vàn tras/a fortuna»
en pOS de llevan eo pos de si el animo de
todos.
tmos haird uoos cien caballos.
unas habrd unas siete casas,
Como unos habrd corno uoos cien cabattoik
comò unas habrd corno uaas siete casas»
yo miro la cosa bajo otrù
hajo \ aspecto.
ba]o sus auspicios y escueh»
i56
•«pn
l
«aUa
ì sobre
Mi
{
éopo
ai caho d«
di
fU
d»
\
dalla
\ desde
dal
ì
fia
hasia
Mito pena
sppena de
con
con
contro
cantra
tra, fra
cntre
oltre
•enia
secondo
a seconda
Terso
a tenore
hnianxi
in potere
amas de
sin
segun
a favor de
hàcia
d tcnor de
antes de
la caridad es iobre toias hs
virtuieu
se trota sobra cierto asunto.
le dejaron salir sobre su pa*
labro*
dio afgunas leyes sobre ci hurto,
ai cabo de una hora salas co»
rso?
el pobre murió de repente^.
de «de m anana en adelantc.
desde la creacion del mando.
desde el diluvio.
basta la fundacion de Roma,
sopena de cien ducados.
irato a los ' prisioneros con hu*
manidad..
OS con tra la opinion comua»
entra nosotros no bay cumpìi*
mientos.
amas de la dote tuvo un huen
regalo,
se pierde sin remedio,
segun mi modo de pensar,
navegàbamos a favor del viento,
hicia ese'tiempo sucedtó elcaso,
i tenor de las ordenes del Gè*
neral,
paria antes de tiempo.
en poder d^ un ano estuve en poder del ene«
migo,
in braccio . en brazos de se echó en brazos de sus ami"
lungi
eccetto
lejos de
escepto
lejos de nosostros teda sospecha,
escepto el Domingo j oXrasJU'^
stas.
DIIU PARTI Bit ftlSCOASO. 1 5j
salfo
salvo
•aI?o tu parecer.
fuori
/aera de
euando le i^i , e^aia faera de
cuidado*
rigaardo
eneuanto i
en eaaoto d ms negochs pen*
saréjo*
iatorno
à cerea de
àcerca de lo que me esevibes^ tec^
dorante
mientras
mientras la cena huho alegria.
mediante
mediante
mediante Dios llegarémos al
puerto^ ~
con tatto
a pesar de
a pesar da eto mis reeelos san
(*ÌÒ
eso
grandes.
malgrado
i pesar
i pesar de todos los ostdculos
salió libre ^
a ragione
i razon
la pendio é racon de dos reales
la f^ara.
conforme
conforme
eonfòrme al pacto hecho*
a yista
en vista
en Tif!a de la inconstaneia die
la fortuna.
in vece
en vez
en fez de castigarle ^ le honran.
IO laogo
en lagar
tengale en Ingar de padre è
a guisa
a modo
era hecho a modo de turbante.
Terso
para con
fui grande tu amor para con
sus semejanles.
meco
conmigo
venga Fm. oonmigo.
teco
contigo
pues no venia contigo?
seco
consigo
se ìas ha llevado cenai go.
DELLA PARTICELLA PIJE.
Alia particella per corrispondendo in ispagnnolo le
particelle para, e por in diverso significalo, noi onde far
conoscere ai principianti il loro proprio uso, porremo qui
le osseryàaioni che n>) fa nella sua Grammatica TAccade*
demia apagnoola.
Gram. Spag.
i4
k58 Villi ^Mifà;
kLLi f iBTlCtI.U>«A .OOBmiftKttm IL PÀMd,
i.^ Quando il per JiiioU la persmèa o casa a cui rienc
Jiietta un azione, che sia in danno o vantaggio della
medesima. ' ^ '
Qaesta latterà h per Pietro. Està carta es para Fedro.
L^ODor della vittoria è pel El honor de la nctofia es
Geoerale. para el General,
Per loi aarà il male. * Para él sera el mah
Ho fatto fare uoa aoansia Hemandado hacerunestan»
pei libri. io para los libros,
9.^ Quando il per dinota il /ine delle azioni e Tus^
delle cose.
«•
Metti da parte coteato da- fon a parte ese dissero para
oiaro per pagare i debiti. pagar las deudas.
Voglio libri per leggere. Quiero Vhros para leer.
Perchè lo (loiuaadi? Para quo lo preguntas?
3.° Allorché il per dinota moto verso qualche luogo:
Parlo per Napoli. Parto para NàpoUs.
Per la Spagna. Para Espanm*
4-° Quando aasegna zìo iermUie^ o tempo
determinato.
Lo laaceremo per domani. Lo dejaremos para mafiana:
Per sabato saranao fatti. l^&rsisdbado estarda hechos,
S.^ Quando dinota azione o relazione di una persona
cosa con un'altra.
Per essere principiante non Para ser prindpiasUe non io
Tha fatto male. ha hecho mal.
^
BBUl ritti JitL DIIOOBSO, 1 5)
I^el tempo che fa, non istà Para el tiempo quehace^no
addietro la campagna.
Per essere così riceo^ è poco^
ciò che spende.
Per eie che egli meritai la
- ricompensa è poca.
està ntrasado el campo*
Para ser fan rico^ es poco
lo que gasta,
Fara lo que merece^ la re»
compensa es poca.
6.** Allorché col per significhiamo ehe una cosa
sia per farsi imme^'atamenie»
Sto per partire di qai.
£ra per dirgli che taeeeee.
Gli dicestOi eh* ella infra
pochi dì fita per andare
a Granata. '
Estoj para partir de aquL
Estaba para deeirle que eah
hue.
Le difese^ que ella dentro
de pocos dias estaba para
ir d Granada.
ALLA VABfnCBfcI.A PÉ$ GOBIfSf ORDB It Pcm*
i.^ Qnando il per dinota la eausa o motivo,
per e^ì ai fa qualche cosa.
Lo gaaligano per ladro.
Io lo fo per piacerle.;
Per questo non Toleya uscir
di casa.
Per te gli levano ilgoTérno»
Altri combattono per iayita,
altri per Tonore.
Per mancanza di salute non
potei venire*
Le eastigan por ladron.
Yo lo hago por darle gusto^
Pos eso no queria salir de
casa.
Por ti le quitan el gohierno,
Unos pelean por la vida^ y
otros por la honra*
Voxfalta de salud no pude
venirm
%? Allorché il por dinota spazio di tempo.
Parto da Roma per nn mese. Parto de Roma por un met^
Prestami il libro per tre Prestarne el libro por tree
giorni. dias.
Abbiamo litigato per molto Bemos pleiteado por mvehm
tempo. . tiempo^
l60 VAETB ^VlNl,
3.^ Quaado il per dinoU messo.
Hi sposalo per procaralore. Ba easado por procurador.
Per mezso de* suoi amici tot medio de sus amigos oh*
otUnoe il perdono. tu^ el perdon.
4.'' Modo.
Lo fa perhone^ per Xìmc^e^ Lo hace por hien^ por le*
per forta. mor^ por fuer%a^
Lo fenderono per inridia. Le vendiéron por enridia.
5.* Prezzo.
Vendo la caaa per mille Feadió la ca$a por iiij2 «f»
scudi. cudos.
Lo dà per quattro piastre. Lo da por cuatro duros»
Si paga ano scudo per ogni £e /Hi|fo iinosoittfo por cada
barile. barrii.
6.^ Equivalenza t.
Pochi soldati buoni valgono Pocoe ioldadoi huenos 9W*
per un esercito. len por un egérdto.
7.® Impegno y o favore.
ì\ovk «vera da tornare per il No hahia de voher por el
credito della mianaiiooe? crédito de mi naeion?
È impegnato per un amico E$ld empenado por un ami'
eoo. go sujro.
Ha parlato per me alla Re- Ba hablado por mi a la
gina. Reina.
Feci per lui quanto potei. ^ce por él cuanto pude.
8.® Supplemento.
Assisto pel mio compagno. Jsista por mi eompanero.
Io supplirò per te. lo supliré por fi.
9.® Cambio^ ■
ffacamliadosu cahaJlo por Ha cambiato il avo oat^Ho
vna fegua* per aoa eayalla.
10.^ Opinione o Concetto,
Yo le tengo por Tiomhre de Io The per oo galaDtaomo»
hien.
ii.° Si «doperà final mente Uxoria corri apondensa al
per, quando questo aenre neìle preghiere ad esprimere
Toggettù, in grazia del quale vogliamo che si piegai, ù
si commuova la persona pregata; e nei giuramenti , per
esprimere Voggelto che ai chiama per testimonio e malle^
vadore delta verità di cib che si giura.
Per ramicìsia che avesti con Por la amhtad que tuvisle
mio Padre, con mi Padre.
Per qaunto hai di pia caro Por lo que mas amas en et
al mondo, ti prega. mundo^ te ruego*
Lo giarò per ta palude ati- Lo furò por la laguna esti"
già. già.
V> sono aivcora altre espressiooi pia ov?ie, come: ioj
por Bmian vado per acqua^ eoe» le quali per brevità si
tralasciano. Non pertanto aono degni di osservasi one i se-
guenti modi di dire;
Per quanto dottOj per quan^ Por docto por grande^ por
to grande, per quanto rico que seasy non te
ficea ta sia, non ti puoi puedes eadmir de la ma*
esimere dalla morte. erte.
La yirtù, per quanto aia ae- - La virtud^ por severa que
vera, piace. sea , gusta.
La medesima €ostriiKÌone si adoprerebbe in ispagnnola
K in veee di per quanto ai ponesse in itatiaoo quan^
dunque.
La Ttrtè quantunque ae« La vlrtud por severa <fm
nra^ecc aea^ecc.
a4^
i6i Pkvn QUAiTi,
DILLA PiBTICBLLA ITALtilli DÀ»
Esieiido molti e difTerenti gli u8Ì| a cui viene appli-
cata io italiano la particella da^ giudichiamo a proposilo
di fare in questo luogo una conveniente spiegazione delle
Toci| che in ciascuno di essi le corrispondono nello spa-
gnuolo.
1.^ Quando la preposizione Ja è segno òéìVahlatfpo^
che dioola operazione , le corrispondono le particelle
por o de.
Il Torlo fu preso dal ne* El Jnerte fué tornado poro
mico. del eiiemigo,
£ stalo ben ricevuto dal Ha sido Òien recihulo por
pubblico. del pnhlico.
La virtù è lodata da lullS. La firiud se alaba por todas.
s.^ Quando è segno óeìVablatìifo^ che dinota origine,
separazione^ o termine di partenza le corrispondono le
proposizioni de o desde. Ve Issi oelie preposizioni la dif-
ferenza tra il dc^ e dadc^ p«g. iS^3.
Vengo dii Róma, ddlo slu- Vengo de Roma^àfA estudio ^
dio non esco da casa. no salgo de casa.
Sono fuggili dalla prigione, ffnn huido de la prision.
Dalla creazione de! luondo Des Je la creacion del mun^
fino al di d*oggi. do hasta el dia de hoy.
/^allora non ha scritto? Tiehii&entoncesnohaescrilo?
Da che partì non hu avuto Desde que par t io no he
nuove. tenido noticia.
Da Roma fin a Napoli. Deiìde Aoma hasta Ifdpoles.
3." Quando u^i giuramenti e nelle asserzioni pr^icede
la qualità della persona che parla ^ le corrispoude nei
primi il modo avverbiah a/é^ e nelle seconde la parti-
cella corno:
DBtLS PllTI DIL DISG0ÌÌK>« }63
Ti giaro da cavaliere che Te furo a fé 3e cahaìlero^
noi sapeva. que no lo &ahitt.
Non ti parlo J^giadice^ ma No tehablo corno jucz^stnoi
da amico. corno amigo,
4.^ Egualmente le corrisponde la particella como^ al-
lorché dinota convenienza^ o sconvenienza in qualche
persona:
Egli hq operato da buon El se ha portado oomo luen
soldato. soldado.
Visse da uomo yaloroso, e Vivió corno homhre Paleroso^
morì Ja vile. jr murìó corno li/i viL
Regnò da tiranno. Beino comu tirano.
Operi fZj par tuo. Obras comò ^c/te^/i ere*.
&.^ Il Jri preceduto dal verbo essere si traduce nello
spagnuolo col pronome proprio.
Da Romani era il vincere, Era propjo de Romanos el
o morire. vencer^ ó morir.
jOd uomini generosi è il per- Es propio iW hombres gè*
donare le ingiurie. nerosòs el perdonar lus
injurias.
Quest'azione non è da voi. Està no es acaion própift
de Fm,
6.^ Quando il da equivale al circa^ si traduce colU
particelle comò u?» j corno unos^ corno unas^ ecc. cerca
àcy ecc.
Sono stato in Napoli da sei Hts estado en Nàpohs^ corno
mesi. unos seis meses,
li* ha tenuto presso di sé da Le ita tenido en su poder
due settimane. cerca Je dos semanas.
Avrò venduto da quaranta Eahré vendido cerca de, o
bariti, ' eomo unos euarenta ha-
ri/cu. .
t6^ •* VAftTt QfAlTA/
j,^ Qoaodo n da ?iene onito ai pronomi primii%h da
me^ da le, da lè, Ai noi, ccc- si risolTe per mMso *
Mprtisiooi equiftleoli, eome:
L' ho falta dame. La he heco yo mitmo^ ja
solo.
CaromiDt da tè? Camina solo?
8i è amorsato da se? Ae ha apagado de ai, o por
aL
8.^ Qua«<io il da imito agH aTverbj molfo^poeo^ niente-^
• eoi prooome ciò, accenna abiUtà o attitudine, si traduce
nello spagtMiolo eolla preposisione para.
Quanto siete da pocoi Cuan para poco es Vmì
Era nomo da tallo. £Wi fcom&re para todo.
Non è <fa ciò. Ifo es para eZ/a.
o.^ Spesse Toke la parlicelta da equivale a (pesta
espressione: ih casa di, a casa di. In questo caso si tra-
duce nello sp8gnuoii> con i medesim» termim en casa
de^ d casa de^ à ver.
8000 stato dal Maestro^ e He estado en casa del Mae*'
noe Tho trovato ^^^^ij *o '^ he halladiK.
Sta dalla sorella. Està en casa de su hermana^
É andato dalla madre. Jfi ido & casa de su madre.
Andai da un ammalat». Fui a ver a un enfermo.
Ti menerò da lei. Te llevaré a su casa.
Se il da è preceduto dal ?erbo passare^ si traduce eoa
la proposisione por.
Sono passato da casa mostra. JTe pasado for vuestra easm^
Da Torino, da Fitense* Por Turin, por Floreneh*
IO.* Quando il da^ precedul<> dal yerbo esserei e»*
aern, si unisce agl'infiniti de* Terbi eome da fare^dxe
Ore^ gli corrispondo io ìspagnnol» il que^
DICU fÀftTI DBS OliCOlltO.
l«S
Ti era da fare.
Gì sarà da peostira
Ci è stato molto da Jire» .
Yi uranno state molle lei*
tere da acriTere.
Non v'ora da cenare.
Habia qae Kaeer.
Hahrà qwe pensar»
Ma hahido macho qoe Jeeiir.
Hahrd hahido muchas ear^
tas qae eserihir.
No hahia quo cenar»
II.? Egaalmeote quando il Ja è precedato dal ?erlio
avere dinotante obbligo ^ dovere, o necessità assoluta, git
corrisponde il que accompagnato dal verbo tener*
Non posi^ tratìleiierm*,per- No puedo delenerme^ por»
che ho da scrivere di» que tengo que escribir
verse lettere.
Ebbero da oscico pteclpito»
sameote.
Se io avessi da faro ooteslo
passo, morrei di pena*
Ho mollo ooee da dirti.
varìas eartas.
TuTieron qae saUr pretìpi»
tadamente.
Si jo taviese quo dar rat
pasa, morirla de pesa^^
dumhre.
Tengo qae decirte mùckae
eosas*
Hai da fare ? . Tienes qae haeer?
In totli gli altri casi, sia che il J<i venga preceduto dal
verbo opere o dal verbo essere y sia che la proposìsìono
dinoti minaccia ^ persuasione yO promessa, gii corrisponde
in ispagnuolo costantemente il de»
L*ho da mettere in prigio« Le he^ 6 le tengo de pomer
ne.
preso*
Hai da fare in maniera che Has de hacer de modo que
non si conosca il difetto* no se conosca la fatta.
L'occasione noA era da per*
dorsi,
Non è d» maravigliarsi*
La ocasion no era de per»
dersff.
No es de estranar. -
ré8
benché
tallo cha
quantuoqua
aocorchè
«ebbene
per quanto
per qaanto mai
beo è fero
viarf tuiati,
aaoqae Io dUimula^ nos teme*
coando le importata un tesoro.
por macho que andes^ no ll^arét à
tiempo.
por mas qaa hize no le pude per»
suadir.
bien ea terJad que no està siempre
asL
QOMfLATIfS.
e j, é . • • Juan j Fedro; Casa é Fgjis»
sia (i).
ohe qae • . • me dijo^ qne pendria»
e, e tanto al fin corno al principio»
qnìndi Inego se vohió d Cesar, j le dijo^ eoe
ancora aan los mas viles se enfureoiero»»
ancha tamblea heaios hfihlado de Vm.
inoltre ademas nos hace herederos de la
gloria,
non aolo • • . ma • • . no solo hahla^ sioo grita.
ma esiaodio sino tambien baila.
non che corno tambien los oficiales, y sar^
gentos,
egualmente asimisqEio. mandamoSf que nadief eoe.
▲GGimrriTV.
oltre di
oltreché
a mas de ser hoho^ es miserahle.
k mas de qne yo no le dije^ que se
fuese. '
(i) Vedasi il trattato di ortografia, dove si park del
diOÉrente oso delle coDgiunzioni y^ e tà o^ u.
oltracciò
ancora
altresì
e poi
86 poi
di pia
è yero che
non v'ha dabbio
OILtX PAftTI DIL DISCORSO* l€fj
à mas dp eslo hajr peligro de eaer*
aan me queda algo por deeir,
igaalmeole he sahido que no estu^
dias.
j a mas de eso^ quieto sàber eomo>
le gastas,
si ademas queremos consultarlo . . •
mas en la opinion romun no pasa.
es cierto qae la edad no le ohliga,
DO bay dada que escribe hien.
DISGIUNTITI.
o
oppure
Demmeno
oeppare
oè anche
ora . . . ora
tna
che^ se non che
ó, ù; o entrar^ 6 salir; siete ù ocho .
6 sino tome Vnt. este^ y deje ese.
dì siqaiera me mirò a la cara.
ni tampoco él sahe lo que .se dice.
ni ano catarsi, per sonas eahen, .
ja. . . ya. Ya decia que si^ ya que no.
si 00. No quiero ese^ sino aquel.
no ha visto el libro^ sino por la cu^
bierta.
BLITTIVB'
prima
piuttosto
meglio
più • , • che
più Toleotieri
ansi che do
piuttosto
Gram, Spag^
primero morir que hacer tal cosa,
antes dare la nda que la espada *
^ejor sera dfjarle solo.
mas. • • quo; mas tiene de malo ^ quo
de bueno.
de raejor gana lo haria, sino me lo
mandaras.
mas bien es bianco que otra co^^
eran mas bien ciudadanos que sol"
dados,
i5
ÌJO
PABTB qUlETly
ILIA.TITB.
•ioohk
del resto
del rimaDeota
ora danqae
adf^880 si efae
per la qual cosa
il fallo è
oode
laonde
qtiìndi
finalmente
asi que corno yo lo hahla pemado,
por io demas pierJa Firn, cuìdad;
do Io demas no tengo notida.
ahora bìen exìsminemos la fiiena de
esa razon,
ahora si qae la hemos hecho,
per Io cual dejamos aquel camino.
lo cierto es quo él no se via mas^
per lo qae se echa de ver^ que y eco.
de donde podemos inferir que • • .
de acqui noce que tus hijos no ole-
decen.
por fin cdgo hemos saeado.
'CONCLUSITI*
insomma
io eonclttsiooe
in una parola
en sama lodo quedó asolado,
en conclusion nada se pudo sacar.
en una palabra entramos todos*
ylAIK AtTRE COKGIUNXlOiri.
come
eìoò
cioè a (lire
pf r COSI dire
è come dire
poeto che
siccome
Wo sé corno hacer,
esto es con paz j quietud»
cs decir que se haga a menudo.
metido^ por decirlo asii dentro desi
mismo*
es comò si dijesemoa, que ahora es
de noche»
supaeslo qae te favorece^ muéstrate
agradecido»
asi corno la modestia atrae^ ecc.
come che
oomoDqoe siasi
diamo che
aapponiamo che
beo anche
almeno
MIA pare
sopra lutto
io- virtù
del restò
DBI.LB PlRTX l>Et DlSCOnSO. If I
corno qaien no tenia enemigos.
comò qalera qae sea, ^ perdio
su dinero,
tea corno fa ere, et murió.
demos qoe me lo haya dicho,
supoDgamos qae no hubiese venido»
«un cnando la hubieses risto.
per lo stesso motivo por lo mi amo me sali de olii.
per qualche cosa por algo Io deciajro.
i lo méooa ofrezca Vm. algo»
pero Tamos que habrias hecho?
sòbre todo cnando se habla de Dios,
en virtud de los tratados cedió la
plaza.
caaoto i lo demaa no haj que /e-
mer,
rispetto a por lo qae mira d mis intereses.
per ciò che rigoarda por lo qae toca d mifamflia.
pare propalen en hora baena los edicUh
rcSt • • •
si es qae quiere dar la lejr à iodos.
ja qae no puedo dormir ^descansaré.
corno si jfo no se lo hubiese arisado*
en vea de consolarme^ me aflige.
coando lleguéj ya habia sai do mi
hermano.
allora più che mai entonces maS qoe nunca apreió el
siilo,
entonces fué cuando empezé d tem:
blar,
mientras cenan^ nadie habla.
loego que me vió^ me abrazó,
desde entonces no se pueden ver.
as) que ri el talego,abri tanto ojo.
por mas que ponderose las exeeUn^
- cìas del agua.
se forse
ae pure
qaasi che
ansi che
allorché
allora fa che
mentre che
subito che
d'allora
sobito che
quantunque.
171 niTIQUABTA,
OSSERFAZIONi
•uFftA LA COKOiVISIOIB PUMpUB.
La parola dunque abbraccia io italiano tre aorii di
congiaosioni conclusiva^ illativa e continuativa.
Quando il dunque è coogiaMÌone conclusiva ^ cioè,
quando dinota coneluaionè dt alcun raziocinio, tirando
la conaeguensa dagli antecedenti, ai traduce nello spa*
gnuolo colla congionaione concloaiTa luego ; equtYalente
eìVcf^o de' Latini , come dagli esempj aegnenti :
I tìxj rovinano fa aalutCì IjOs vicios arruinan la sa^
dunque dobliiamo fug- lud^ luego dehemo9 huir*
girli. ^ los.
Egli respira, dunque Tiye. El respifa^ luego wW.
L'amore Terso il prossimo £2 amor hàcia el prógimo
ò un comandamento di es un mandato de DioSf
Dio, dunque noi debbia- luego nosolros debemos
mo amare il prossimo. amar el prógimo
Questi è un isterico che fu Este es un hisloriador que
posteriore ad Apollonio, fué posterior à Apolonioj
dunque non ha potuto luego no ha podido 9er
vedere i suoi miracoli. sus milagros.
Quando il dunque è congionaione illativa^ cioè, quando
noi Togliamo dinotare qualche illasione da quel che
udiamo o abbiamo udito, si traduce con la congiunwoDe
ìllatÌTa conque nel modo seguente :
Dunque non Tolete Teoire ? Conque no quiere Fm. ce*
nir ?
Dunque è stato preso f Gnnque le han preso P
Dunque non c'è rimedio? Cooqae no hay rìmedio?
Si mole del pari adoperare familiarineote in alcuni
modi di eongedarai*
Dunque . • • Addio. Gonque . • • a Dlos,
Dunque • • • Boo a domani. Gonque • • . hasla manana^
Dunque * . • a rivederci. Gonqae . . . hasta la vista.
Dunque , • • realìamo coaL Gonque. ..quedamoseneso*
Tradticeaì finalmente il dunque eon la parlictilla pues
in qualità di conginnzione continuativa e risolutiva^ ed in
questo caao si pospone generalmente ai verbo, come in
italiano:
Conociendo pues Teodosio^
que su vida . • . eoe.
Vohiendo pnes d tornar la
interrupida narracion . . é
Posando pnes en silencio
los malos tratamientos . . .
Empecemos pnes por los
se alido s.
AUeodete dunque a quel Jlended pues d lo que 0$
GoQoscendo dunque Teodo-
sio ohe la sna vita .. . ecc.
Tornando dunque a rìpren*
dere V interrotta narrai
zione ...
Passando dunque in silen-
£Ìo ì. cattivi trattamen-
ti .. . ecc«
Comiooiamo J(//3^i/eda] sen-
si.
che vi dico.
digo.
Gessate dunque , o mortali, Cesad pues» 6 mortales^ de
di accusare . • • ecc.
acusar « • . eoe.
Ora dunque che conto ren* Jhora pues que cuenta da^
dorai dei danaro?
ras del dinero?
La voce pues oltre alla sua corrispondenza col dunque
si adopera ancora con molte altre congiunzioni^ come si
può vedere dagli estmpj seguenti:
Pues su cortesia j agrado ^ es taì^
que • . •
No quiero decirselo^ sépnez quo*
^Tt U disgusta.
i5*
Imf»eroc9})è
'74
Giacohk
Eisendo che
Kppnro
EbbeDo
Che cosa danqae?
Come duuqae?
E cfaeP
£ die diremo?
E ohe?
1'' rayate por Rom ani.
Or essi assicaraao
che
riiTf guaita;
Paes a veees engana el amor proplo,
Puea que lo ha hechof él sahrd
porquc.
T poes/o te mfro d ti; que dettru-
jres la repuhUca^ mfreme tu à
mif que la conservo.
{Paes lo preguntas corno que no lo
sabes, te dire porque . • . eco.
Pues dfé que no lo has de Itevar.
Paes quiera^ó no quiera los ha de
tornar,
Paes yo (e lo aseguro^ que me la
has de pagar»
Paes biea està esloquejo decia»
Tu no lo quieres hacer? paes lo
haré yo.
Paes que es lo que quieres?
Piiea corno he de hacer?
Pue8qoe?/iien5fl5 que està erifadadof
Paes qae? si fueras cónsul^ no lo
harias?
Paes que dirémos de su modestia^
Le conoces? Pues no he de cono»
ccrle?
Pues vosotros erais Romanos,
Ahora poes ellos aseguran que . ».
DBLL'AfYBBfilO DIMOSTBAVlTO ECCO.
Quando Tavverbio dimoslralivo ecco ha dopo di sé un
iiominalifo, come: ecco il Re^ si traduce nello «pagiruolo
per mesjBo della particella he unit^ ^^ostaniemeote agli
BBtlE PlBTI DCL DI8COB80. I jS
aTftabj di laogo aqui, olii, come, he aqui^ he olft, se-
condo che 81 yoglia dimoilrare cosa o persona vioina o
lontana.
Ecco il libro He aqui el libro.
Ecco le lettere Be aqui las cartas.
Ecco il maestro Be atti el maestro.
Ecco le sorelle Be olii las hermanas«
Ma quantunque questa regola sia di rigore di liognai
TÌ sono pure alcuni altri modi con cui più comunemente
ai dà airecco il suo giusto significato, e che sono ancora
di maggior uso nel discorso, e sono i seguenti;
i.^ Quando Vecco accenna qualche coesf che sì ha da
ricevere, come ecco il danaro^ si traduce nello spagnuolo
col TerJl)o tornar neW imperativo ^ accordandolo con la
persona^ a cui è diretto il discorso ^ per esempio:
Ecco, o eccoti il libro Toma el libro.
Eccole la penna Tome Fm, la piuma.
EccoTÌ i danari Tomad lo9 dineros.
Ecco loro le lettere Tomen Fms. las eartss.
Egualmente si possoL^ "^re i terbi eslar o tener
nel presente delV indicativo preceduti dagli aTTerbf aqui
Q alti accordando il primo con la cosa^ ed il secondo
con la persona a cui è diretto il dircorse,
Eceo, o eccoti il libro. Aqui està, (^ aqui tienes el
libro.
Eccole la penna. Aqui està, o aqui tiene Fui»
la piuma.
Eccovi i danari. Aqui estàn, o aqai teneis
los dineros»
Ecco loro le penae. Aqui eslàn ^ o aqui tienen
Fms, las plumas,
2,^ Allorché rayyerbio ecco serve per chiamare 1 a(-
176 FAin QUAlTA,
imuono ferso qualche oggÌBllo, come ecco il palazia, %i
tradoce ordioartiiiiieole co' Terbi mirar ver Jì'impem'
fip0^ quaotunqae si possa fgaalmeole mare il verbo esiar
accordato con Poggelto che si dimostra^
Ecco il Maestro. Mira, alli està et Maestro.
Ecco il Palatfo del Re. Mire T/n. rea Fm. alli està
el Palacio del Rsjf»
Ecco le montagne di, eco. Mirad, fed^ alli estia las
montanas de ^ ecc.
Ecco i miei figli « • » Mirea Fms^ vean FmSy equi
estào mù hijos,
2.^ Se l'eceo dimostra qualche oggetto che si avvicina
a chi paHa^ io yece del rerho estar ^ si usa il verbo venir,
come atjui wenela hermana,a//ld t'ie/zen los soldadoa, ecc«
Qui viene la sorella, là vengono i sotdali| ecc.
4*^ Nello stesso modo si traduce IVcco con r verbi
estar e rr, Tnno di quiete e Taltro di movimento^ quando
vengono aggianti ad esso i pronomi congiuntivi , o preno^
minali mi, loj ci^ /i, come»
Eccomi. Jqui estoj^ alld voy,
EccolO| o eccola. Jqui està ^ alld va.
Eccoci^ Àqui estamos^ alla vamosw
Eccoli» o eccole. èqui estàn^ alld van,
5.^ I pronomi relativi congiuntivi si traducono nel modo
ìslesso che abbiamo accenoato nel numero primo.
Eccotelo. Tornale^ aqui lo tienes^ aqui està*
Eccotela. Tomaia^ aqui la tienes, aqui està'
Eccogliela* Tómela Fm^ aqui la tiene Fm^ aqui està,
EccoTfli. TomadloSj fiqui los teneis, aqui estan.
Eccole loro. Tómtnlas FmSy ahi las tienen ^ms. veart"
ìas Fms,
BILLB PlBTl DU O18C0BS0. 1 Jf^
6.® Nelle cose immateriali si osa Vhe aqui eoo pitoft*
reoza a qaaloaque altro modo.
Ecco la forza elei soo argo« ^e aqni la fucrza de su or»
mento, gumento.
Ecco il motiyo delle sue la^ He aqui el motivo de tus
gnanae» guejas»
Ecco le ragioni che adduce. He aqui las razones que da.
Ecco 1*080 che fa delle sue He aqui et uso quo hace de
riccheaze* sus riquezas»
Ecco la sorgente d^un nuoto He aqui el origen de un nuC^
delitto. 90 delito.
•j^ Quando Tarverbio ecco è seguito o dalla particella
cAe, o da un infinito ^ o da un participio passii^o^ trada»
eeai in ispagnoolo con TaYTerbìo Aeo^u/, sansa che abbia
luogo alcune delle frasi post^di sopra; per esèmpio:
Ecco che entrano furiosa* He aqui que entran Jurio'^
mente. samente*
Ecco venire un giovane He iif\\ì\ que viene un joven
chiamato Publio Amba- Uamado Publio AmbuUo*
sto.
Ecco appagati i looi desi* He aqui satisfechos tu$ de»
derj. seos.
CAPITOLO IX.
DelV Interjezione»
\j inlerjezione serre talvolta ad esprimere i varj affetti
deiranimo^ e talvolta a richiamar V attenzione^ come ai
potrà osservare nella seguente lista, dove si è posta ogni
cura onde renderla il più possibile completa.
He/ ya està aqui! Ah! eccolo qui!
Jjf que gozol Oh che piacere !
178
ày que aUgriaJ
Bueno^ hueno^ wpa*
Bendilo sea DÌ0$!
diehosos de nosoirosl
4y\ Ay que penai
Ah que desgraciaf
Jjr desdichado de mil
ày de mil
Pobre de mil
Que ìdstimal Ldstima que
no • . /
Jy Dios miol
ày de aquel que no teme d
Diotl
Cuoi le hun puesto sue tro'
hajos !
y cuan infusiamenU me
eastigan!
Cuan desdichado soyl
Pobres de nosotrotl
Hombrel De veras^
Comol comò asi?
Qur es lo^qme oigol
O nomhres para siempre
gloriososl
Ah corno se ha eelipsado
tonta gloriai
Oh que poco me conocesl
esalai Dios lo haga.
Plegue d^ios^ ojala.
Por Dios,
Piensalo bien, Ten cuidado*
Taya^ ahora cargo en elio,
Hola^ que se hacuì
Hola^ me ai egro mucho.
FABTt QUAITi,
Oh che allegria!
Beoe, bene, tiva.
Sia beoedetto Iddio !
O beati noi!
Ahi! ahi! Ah che pena!
Ahi che disgrazia!
Oh me infelice!
Ahimè! oimè!
Poyero me!
Ghe peccato ! Disgrasia ehe
non • • f
Ab Dio mio!
Guai a chi non teme Iddio.
Come r hanno ridotto le eoe
disgrafie!
Ah qaanto ingiuetemente
mi gaatigano!
Qaanto sono iventarato!
Poveri noi!
Oh! Davvero?
Come?
Che sento mai!
O nomi eternamente glo-
riosi!
Oh come ti ò eclissata tanta
gloria!
Ah quanto mi conosci poeo!
Dio volesse! Dio lo faccia!
Dio voglia!
Per amore di Dio.
Pensaci bene. Bada bene.
Già già I adesso mi sovviene*
Olà, che si fa?
Bravo ) me ne rallegro.
BBLIB PÌBTK DBX DlfiCOBlO. 179
Grandemente.
fieDissimo*
Es un pasmoì
È un portento!
Que hermoso es/
Qaanlo è bello!
Quefeol
Quanto è braUo!
Que grande es/
Qaanlo è grande!
Que perìllani
Che bricconcello!
Que nìaja/
Ohe buon mobile!
Que pàjaro/
Che tomo!
Que disparate/
Che sproposito!
Que desvergùenza/
Che Bfacciataggine!
Cuan para poco eres/
Qaanlo aei dappoco!
Cuan molesto es aquelhom»
Quanto i molesto qoeiruo-
Ire/
mo!
Cuan terrihle e$ la muerte/
Quanto e terribile la morto!
Que infeliz es mi suerte/
Quanto è infelice la mia
sorte!
Pero honibrc/
Ma cospetto!
Vaja^ 9amos,
Via, andiamo.
Estamot huenos/
Stiamo bene!
Vaya Vm. en hora mala.
Andate in malora.
Lo estrano mucho.
Mi fo marayiglia.
Mire hien lo que dice.
Pensate a quel che dite.
Ufo es mala desvergùenza/
È una bella sfacciatag»
Por Vida de . • . voto d . • .
Pahre de él. Pobre de ti.
Pù/ que hedor/
Que buen olor/
Que mal olor/
Quila allà'j echa alla.
Que mafaderoj
Que pelmazo/
Vaya^ no se enfande Fm.
Olga/ comò lo saie Vm?
Mire Fm.^ oiga Vm,
gine!
Per . • .
Guai a lui. Guai a te.
Puh! che fetore!
Che buon odore!
Che puzzo!
Tirati in là; butta via.
Che babbione! ,
Che seccatore!
Via^ non s* inquieti.
Cospetto! come Io sapete?
Guardate, sentite.
1 80 tABTI
frìòìerai no es naial
ffaranjasl earaeoìeif
Tomai Mira que hazafia!
Ea^ 9aya^ pamos, pronto.
A un lodo, d un lodilo,
CuiJado*
Famos^ poco d poco.
Silencion
Quo callenl
dierta , futra fuera^
Dale holal
Està si que es huenal
Fuego de Dios!
Eso es; se acahó.
qcAbtA^
Bagatella! aoa cosa di
niente!
Capperi I
Or redi ! Guarda oho prò-
dezia!
Soi via, andiamo^ presto.
Largo, largo.
Si guardino.
Yia, piano.
Silenzio.
Che 81 stiano sitti!
Air erta, fuori fuori.
E dagliela!
Oh bella!
Cospetto!
Va bene; è finito.
Usano spesso gli Spago noli ne* loro discorsi il nome
•ostanti YO homhrej il quale corrisponde al Tocatiro ita-
liano o uomo. Questa Toce trovandosi sola, come: hom*
href si può sicuramente qualificare per interjezione di
meraTiglta, ecc.; ma essendo accompagnata da altre Toci
è piuttosto un ripieno che serve per dare maggior fona
ed eleganza all' espressione.
Si osservino gli esempj seguenti:
ÌBEombrel
Hotubre! que me cuenta
Fm!
Hombre! de 9éras?
Hombre! que délicial
Eahle Fm, hombre.
Pero hombre es pou'ble . . ?
Famos hombre.
Wo bablo de eso hombre.
Oh!
Che mai mi raccontate!
Davvero?
Oh che delizia.
Parlate, via.
Ma è possibile?
Andiamo, via.
Eh! non parlo di ciò!
DVtLE PiRT] D£L DISCORSO. ]8l
QaesteVn&DÌere di direj qoanlUDqne molto usate, flooo
però assai familiari, cioè dod si adoperano se non tra
persone eguali, in naanìera cbe non istarebbe bene rhotn*
brearsi , per dir così, con una persona di qaalità.
È da notarsi la costruzione dell'espressioni seguenti:
Que hermoso es ese caballo!
Que atrasado estasi
Que oscuro es este cuariol
Que imprudentes soni
Cuan incomprensibles son
los juicio s de Dìost
Cuan amahle es la virtud^
y cuan dulees sus frulosl
Que viles nos parecerian
nuesiras dignidadesJ
Quanto è bello quel caTallot
Qaanto sei indietro!
Quanto è oscura questa ca-
mera'
Quanto sono imprudenti!
Quanto sono incomprensi-
bili i giudiz] di Dio!
Quanto è amabile la Tirtù,
e quanto sono dolci \ suoi
frulli !
Quanto ci parrebbero vili
le nostre dignità!
Gram. Spag,
c6
PARTE QUINTA
DELLA SINTASSI (i)
CAPITOLO PRIMO.
Varj usi delP Articolo. (Pag. 33)
I nciiDÌ della lìngua spagoaola riceTono V articolo definito
ìd laUi i cafti e circoQtaoze io cui lo ricevoQo i nomi deHa
liogua italiana.
il soldato desidera la guerra. El soldado desea la guerra.
Questo libro è del Maestro. Este lihros es del Maestro.
Egli fu coosego alo aZ/a Giu" Elfué entregado à la Jasli-
stizia, eia-
II Magistrato gasligò t rei. El Magistrado castigf^ à Io«
reo8.
Il forte fu preso da soldati. El fuerte fué tornado por
lo8 Buldadoa.
Nella stessa maoiera ammettono io qualità d^arlieolo le
porti Còlle un f una: un Vibro ^ una piuma ^ de una casa;
con differenxa però che in ispagouolo si usano per lo
più unos^ uaast oel qual caso corrispondono ai pronomi
(i) Afendo 6n qat- spiegato V etimologia ^ o cognizione
delle parti del discorso, la \ovo formazione ed fl loro va'
iore^ entreremo ora a trattare minutamente e con la pos*
abile precisione del loro uso, facendovi quelle osservazioni
éxe giudicheremo necessarie a dimostrare la proprietà delia
loro costruzione, e tralasciando, in quanto sarà possibile»
ciò die xji ba di comune nelle due lingue.
PARTE qUIRTli DILLA SIHTÀSSI» I 83
italiani certi^ certe ^ come si vedrà nel trattalo delle sud-
dette particelle.
Vogliono ancora V articolo maschile gV infiniti de^veihì^
allorché fanno le veci di sostantivi^ come:
// parlar di notisle è cosa £1 hablar de naticias es
gradevole. agradable.
L'aver compassione degli El tener compasion de los
afflitti è proprio d^uomiai qfligiclos es propio de
pietosi. lìombres piadosos.
I nomi della lingua spagnuola ricevono Vartieolo inde"
finito in tutte quelle circostanze iu cui Io ricevono i nomi
della lingua italiana.
Iddio è onnipotente.
Questa penna è di Giovanni.
Quelle colonne sono di mar*
ma.
Portami le calze di seta.
Consegnai la lettera a Pietro,
Ho veduto Antonio,
Mi serve di consolazione {i).
Dios es omnipotente,
S'ita plumas de Juan.
Jquellas columnas son do
màrmol.
Tràeme las medias de sodn.
Entregué la carta a Pedru.
He visto a Antonio.
Mi sirve de consolacion.
OSSEBFAZIONI.
i.^ Usapo gl^Ilaliani di mettere Tarticolo detto parli'
tivo: del^ della ^ delti ^ ecc., innanzi a certi nominativi ed
accusativi retti da qualche verbo che li precede: il che
dagli Spagouoli.non viene imitato^ usando in vece in sif<
(i) Usansi talvolta senza l'articolo io italiano i nomi di
Chiesa , Città , corpo , capo , testa , tavola , mente «
piazza; ecc. > ecc.: come: è andato in Chiesa; lo ferì in
testa f ecc. Siflatle espressioni vengono tradotte coli* articolo
definito: Ha ido d la Vglesia; Le hirió en la cabeza; E^ld
en la plaui , ecc; , ecc.
t84 FirrB ^UUITAi
f«U« cireotUose di porre il nome senza alcuna sorte di
articolo, o segnacaso. Eccone degli eseinpj:
Ti era dd grano e della fa- Habia trìgo y harioa.
rina.
Tra qnesli yi sono degli uo* Entre estos hay botnbrei
mini mollo dotti.
Voi avete deUi^ zelo pei to-
tiri clienti*
muy doctos,
Vm» tiene ze\oporsus clìen'
tes.
La riflessione viene a sco- La reflexion lìega d descu'
prìre de^ difetti die Tilla- brir defectos que la ilu^
sioné teneva nascosti.
Accompagni! le sne propo»
biziooi con delle ragioni
chiare e diiuostratrve.
sion tenta escondidos.
Acompafia sus proposicio"
nes con razones claras y
demostratìvas.
9.^ Combinano però le due Iingae nel porre talvolta
Tarticolo del genitivo fra un aggettivo ed un sostantivo*
Il briccone del servitore.
II buono del padrone.
Il cattivello di Giovanni.
El bribon del servidore
El bueno del amo,
El picarillo de. Juan.
Gli Spagnuoli asano anche di porre il detto articolo in
alcune inteijezionii
Che farò misero mei
Povero lui se non istuJia.
Che travagli soffrimmo!
Que haré pobre de mi!
Pobre de él si no estudia.
Que de Irabajpa pasamos!
iS^ Nella quarta parte, trattandosi della declinazione^
abbiamo applicato airoccii^a/iVo di persona rdrticolo aì:
Venció al enemtgo. Vinse il nemico.
Vió d su Padre, Vide suo P«drp.
Encontramas a Juan, Trovanimo Giovanni.
Perseg^ia klos Crisiianos. Perseg^uitava i Cristiana
Ma ora bisogna avtr ertire che se a qxxe^i'aceasativo di
persona si«gue qd dativo^ o oo- altro aceusativo eoo la
preposi irooe a^ C accusativo di -persona si rende egnale
alt accusativo di cosa ^ cioè prènde come in italiano Parti-'
colo del nominativo^ e Io stesso deve intendersi allorché
il dativo^ ess^^ndo uir pronome^ 9Ìene anteposta al verbo.
Le divine lellere parago- Las divinas letras compa*
nano i7 Principe avaro tfl ran e! Principe avaro al
Leone famelico. Leon hamhriento.
Portava i figli alla scuola. Uevaia l'os h^os a la es-*
cuela^
Mandò i soldati alla gaerra. Enviò^ los soldados a la guerra^
Pietro mi presentò il fra* Fedro me presentò el her*
tello del suo amico.
mano de su amigo.
1
4-^ / pronomi possessivi quando precedono il nome so^
stani ivo vogliono F articolo indefinito^ «
Il mio libro.
Della taa pènna^
A suo figlio.
Il nostro padrone.
La vodtra paée.
Dalla loro risposta*
Mi VhrOr
De tu piuma,
A su hijo.
A nuestro ama*
finestra paz.
De su respuesta.
5.^ Uartieolo neutro Io non serve mai ai nomi soMmt'^
tÌ9Ìj ma bensì ai nami aggettivi dinotanti la qualità
delle eose.
Basta aqui lo materia! db Fin qaì il materiale del mio
' mi projrecto\ ahora entra progetto; entra adesso il
Io snblime de mi especu^ suhlime della mia speca*-
ìacion. Iasione.
€A)nozco lo mejor,,jr sigo la Conosco il meglio ^ e siegoa
pear. il peggio,,
i6*
l86 partì QUfRTA,
El gatto de Io bello suele li gaiHo del hello suol eoo.
conducir al gusto de le
bueoo j de lo honeslo.
Lo peor es que no hay di-
nero*
Esto es lo mas acertado. .
Todo Io demas es perder
tiempo.
durre al gaslo del buono
€ delf onesto»
Il peggio è che Doa vi sono
denari.
Questo è i7 partito pia sag-
gio.
Tutto it ^sto è . perder
tempo.
Serve ancora rarticolo neutro ai participj passivi aU
lorchó sono adoperati come aggettivi; per esempio:
Lo becho no tiene remedio.
Vm, dehe estar & lo paelaJo.
De lo dicho basta aqui se
infiere que . . .
Estahlézcase por tej lo cod*
tenido en los articulos sU
gttientes*
A quel eli è fatto non f*ha
rimedio.
Ella dere alare ai pattL
Dal fin qui detto sì deduce
che ...
Stabiliscasi per legge il con»
tenuto negli articoli se-
guenti.
Serve egualmente alla terminazione dei pronomi pos-
sessivi, e di altri pronomi:
Déseme lo mìo.
Cadauno quiere lo sujo.
Todo es lo mismo.
Lo uno por eso y Io olro
por motivos^ que reseivo.
Dìamisi il mio.
Ognuno vuole il suo»
Tutto è lo stesso*
Vuno per (|uesto , e V altro
per motivi, cbe riservo.
Quando il soletto di un^asione» o la dipendenza^ài
un verbo si compone di molti nomi, gli Spagnuoli met-
tono r articolo nel primo soltanto dei medesimi.
Laslejes, vicLos, jr viitudes Le leggi , t viz/^ e le pirtà
de los Europea san muj degli Europei sono molto
diferentcs. didereati.
DUI A SINTASSI. 187
El huen gohiemo deÒB di' Il baon goyenio deve diri^
rigir sus miras a la feti- . gere le sae mire alla f>
oidad, proTecho, jr segu* * licita ^al vantaggio ^ed ai la
ridad de la Nacion» sicurezza delta Naiione.
e A P 1 T O L IL
r
De^ sostantivi ed aggettivi ( pag. 3o ).
Al nome sostantivo deye posporsi Vag^ettivo^ eoeeodo»
che da questo yieoe di notata la qualità di quello;
FA hoììihre hìxwì^. ^ > .. . L*uoido huono^
La muger TÌrtuosa. I*a donna virtuosa,
Loa aoldadoa cohardes^ 1 abUUii codardi.
Vi sono ciò 000 ostante delle eombì nazioni io cui
V aggettivo si antepone eoo eleganza al sostantivo.
£1 bcnio sierva de Dio». li huon servo di Dio.
La bianca nieve. La imnca nevo.
Sus beJloe ojos, ^ i auoi begli oocbi.
Yi 9ano undici aggettifif de' quali! primi otto perdono
Vuldma vocale ^ ed 1 tre aitimi Vultima sillaba nel nu"
mero singolarò^ allorcbè vengono aoieposti al sostanti fo
masphiU^ e sono i seguenti:
BuenOf maloy vno^ alguno^ Buono, cattivo^ uno, alcu-
ningunoi primero^ terce* no, ninno, prinio^ terio,
ro^ postrero^ santo ^ cìcn» altimo,8anlo,cetttO} gran-
fe ^ grande, de.
Ijempj,
Buen libro, mal oegocio, Buon /i&ro ^ cattivo , sego-
un soldado, algun boni- xio^ un soldato* qtialcbo
bre^ ningun ciiidado, pri» mquio , niun ptnsiere^ pc>-
l88 PAMB QUinA,
mer capitalo, tener pan- mo capitolo^ ter^o pun*
to, postrer cloelo, san to ^ cltìmo duolo , san
'PMoycìen eaballos, gran Paolo fCeuio cavalli^ gran
Rey. Re»
L'aggettivo grande perdo la •u» ultima sillaha avanti
él sostantivo tanto maschile^ (\nau\o Jèainùnilc^ qnando
significa merito o qualità ^ come gran Reina^ gran Capitan^
gran gtiln^ gran brihon^ ree.
La ritiene pere innansi ai nomi che cominciano con
pocale^ i:omt^ grande amigo\ su grande alma^ grande odio.
foRVAiioaa IO oso mi novi ACCBsaetTiyi (i).
Prr fa formazione d«gli aeeresekivi sì osserTino le re»
gole aegaeotir
1.^ Se il noiRf Icrmina in vocale^ levisi detta Qocak^
ed io sua vece aggiungasi qualunque delle terminaKiont
uso, on^ eie pel luatcolino, od aza^ ona^ ola pel fem*
minino,
■ ( • Esempj, -
Hnmbre, homhrazo^ hom* Uomo, nomono, ecc^
6ro/i, kombrotem
Libro, lìbrazoy lUron, li» Libro, librone,, eco.
brote,
Gr^inde, grarìdaza^ grande* Grande, grandotta, ecc.
ila, grandota,
Vìuma^ piumata f plumona^ Pi^nna, pennona^ ecc.
plumota*
9.^ Se il nome termina in vocale accentuata^ ovvero
(i) Tuttoché il presente trattato appartenga alla qnart»
parte, abbiamo creduto di lasciarlo per questo luogo, onde
Bon occupare la mente de' principianti in materie per altro'
aoscettibiU di dilazione*
DELLA llNTASSI. 189
ìafy si aggiungono le medesime terminaxionì, .fenz/i levar
né la vocale^ né Vy, La medesima regola 8erve pei nomi
che fìnifcooo in consonante : t. g.
JahM^ fa balìazo^ ecc. Cinghiale, cioghìalone, eco»
Buey, huejrazo^ ecc. Bue, bue grosso, ecc.
Muifer, mugeraztf^ ecc. Doona^ donnone, ecc.
NB. Se il nome accresciuto per azo è relativo cut
un arma o a qualunque altra cosa con la quale ai possa
-percuotere altrui, riceve in ispagnuolo due significali : il
primo \l^ rapporto alla grandezza della cosa ^ il secondo
al colpo dalo con la medesima.
Canon^ canonazo* Cannone, cannone grosso^
cannonata.
Zapato^ zapattizo* Scarpa, scarpone , scarpai/».
Sahle^ sablazo, Sciabla,sciablone,8ciablata.
^rtillo, fnartillazo. Martello, martellone, mar»
teliate
Baia, halaza, halaza. Falla, pallone, pallata.
SMa, sUlazay sillazo» Sedia, sedione^ sediata.
X>BI DIHIIIUTIVI.
L^ stcaaa regole debbono osservarai nella formanone
dei diminutivi^ le cui terminar.ioni sono in ito^ ico^ illo^
uelo pel mascolino, ed in fVa, ica^ illa^ uela pel femmi-
nino. Le terfninMzioni in ico ed oco dinotano la stima ;
iUo solamente la diminuzione \ e urlo la diminuzione ad
uà tempo ed il disprezzo,
^^tnhrero^ sombreri io ^ som' Cappello, capprlletlo, cap*
hrerico^sombrerilloj som- pellioo, cappellaccio.
l>reruelo.
Mesa; mesita , mesica^ me» Tavola, tavoletta,, lavoliua,.
iilìa , mesuela. tavolacela.
igo PARTE QUIHTAf
Hojo; hujrilo^ hoyìco^ ecc. Fossa ^ fossetta, ecc.
Pcqaeno'^ pequenito , pe* Piccolo, piccoletto, ecc.
quenico.
Amigo; amiguìto, eco. Amico, amicbetto, ecc.
Relox; relogitOj ecc. Orologio, orolooettOi ecc.
AUnirez; almicerito, eco. Morta) o^ morlajetlo, ecc.
8e il nome finisce in e, in «r, o io on^ le termina-
sioni da a^ginngersi saranno in cico^ cito^ cillo, zuelo;
cica^ Cìta^ eco.
Hombre; homhrecico ^ hom^ Uomo, nomello, nomiecio*
bredto^homhredlìoyhonk* loj uomicciatto.
hrezuelo*
Mager; mugercita^ muger» Donna, donneila, donoic-
eica, mugercilla^ muger» cinola, ecc.
zuéla.
Gorgon *, gergoncilloy ecc. Pagliaccioipagliadcetto , ecc.
8e il nome termina fnjr, oppure è un monosillaho^
ohe finisce in consonante ^ ie lerminazloai tono ecicOf
ecUlo^ ecc.
Rej; Rejrecito^ Reyecillo , Re, piccolo Re, eco.
Reyezuelo.
Pan*, PanecitOy panecico, Pane, piccol pano, ecc.
panezuelo.
E così ancora ^or, tos,haz, hoz^nuez^ ecc. fiore, tosse,
fascio, falce, noce, ecc. ecc.
Oltre la (erroinBeione in uelo che, pocanzi abbiamo
detto designare il disprezzativo^ un^ altra ye ne ha, ma
forse poco usata, cioè la terminazione in acho^ come som-
breracho^ casachn: cappellaccio, casaccia.
Queste sono le terminazioni le più ordinarie Ae dimi-
nntivi. Alcune ve ne sono tuttavÌA d'irregolari come da
mozo^ mozahete; da wVyb, vejete; da animai ^ nnìmalejo*^
da peluca, pehiquiny ecc Si può ancora dimiouire un
DELLA SINTASSI. I<)I.
nome più volle ^ badando però a variare eoo attenziane
le termioazìoni.
Esempio,
Caja^ CQJila , cojitica^ cafim Scatola , scatoletta, scato-
tùfiiUla. lettiDa^ scatolaccia.
DEI COMPABATIYI S SUPEBLATIVI.
Abbiamo detto nella quarta parte (pag. 37)cho i com*
parativi di eguaglianza, di eccesso, e di difetto Tengono
formati in quanto al primo termine dagli avverbj tan^
mas^ ménos corrispondenti agP italiani tanto, più^ meno';
come tan dodo, mas doctoy tfténos docto\ tanto dotto, pia
dotlOy meno dotto. Or aggiungiamo ^ che in quanto alla
formazione del seconib termine si potranno osservare gli
esempi seguenti :
1**. Termine, a.** Ttrmìne, i.^ Termine, a.° Termine.
tanto . • . quanto tan comò,
più . ... di do) ecc. mas ..•...« que,
meipo ... di o del ecc. ménos que,
Esempj,
Giotvaooi è tanto dotto quan- Juan es tan dodo corno Pe»
U> Pietro.
IrO'.
Giovanni era più dotto di Juan era mas dodo qpe
Pietro.
Fedro,
Giovanni fa meno dotto <£ Juan f uè ménos docto que
Pietro.
Fedro*
Il figlio non fu /anftf felice El hijo no f uè ìanfelix corno
quanto il padre.
el padre.
Il ferro ò piii leggiero de/ Elhierro es mas Ugeio que
pioQìbo.
el plomo,
Le donne sono meno forti Xa6 mugeres son ménos fuer»
degli uomini.
(es que los homhns.
193 VAnit QUmTA,
Tu sei sialo più prudenle Tu has sido mas prudente
di me. qud /o.
Dal che ei rileTai che l*uoìone del secondo termine col
primo Del compara liyo di eguagLianza^ si forma colla coo-
gionziooe como^ ed ir. qaegli di eccesso^ e di difetto colla
coDgiuDziooe que\ la quale per lo più riceve appresso di
aè il oomiDaliTo.
Nel modo stesto formasi la compara cione cogli ay.
veibj.
Pietro canta tanto bene ^ Fedro canta tao bien, corno
quanto il suo maestro. su maestro,
Giovanni stadia più di tulli. Juan estadia mas qae todos.
Nessuno lavora meno Jilui. Nadie trabaja tnéoo^ c^ne él.
Pietro il sa meglio di me. Fedro lo sabe mejor que j^o.
Scrivi peggio del tuo fra« Escrihss peor que tu her»
fello. mano.
Il cielo e la terra •*istroi* El cielo jf I atterra nosisfru*
•cono meglio de^ libri. jen mejor que los Ubros,
Havvi qd' altra sorte di comparativi formati co* sostan*
ihi^ ne' quali in vece della particella tan del primo ter-
mine, si pone r aggettivo di quantità /anfo, accordaadolo
col sostantivo che gli viene appresso, come:
Ti sono tante finestre, quan» Hay tanlas ventanas^ corno
ti giorni ha V anno. dias tiene el ano.
Pietro ha toTx/o talento f non- P<ìdro tiene tanto talento
to Giovanni. corno Juan.
Rignardo poi al secondo termine in siffatte compara-
Bioni, se alla particella italiana quanto siegue un sostan'
tìifo^ si traduce nello spaguuolo colTavverbio como^ al
modo degli esempj di sopra: ma se in vece le siegue un
verbo, si traduce colP aggettivo cuanto accordandolo come
in italiano.
VEtXk 81HTA88I« 1^3
Ck^nprammo tanto panno ^ Compramos tanto pano^
guanto bastò per coprirci. cuanlo hastó para cu-
hrirnos\
Farono preparati tanti Ietti, Fueron preparadaa tantas
quante erano le persooi, camas^ cuantaa eran las
guanti erano gli nominu personas^ cnantoa eran
los homhres»
Abbiamo veclnto nella quarta parte ( pag. 36 ) cbe i
superlativi si formano dai positivi in due modi, cioè o Mg^
giungendovi H terminasione isimo^ o accompagnandoli
colla particella mvjr; resta ora ad ^tvertire, che gli Spa-
gonoli si servono più comunemente dt quesl^ultima for-
maiiune, non adoperando la prima, se non che qaanJo
vogliono dare alla persona, o cosa un grado superlativo
anche più eminente. *
Nei superlativi comparativi usano alcuni Italiani di
mettere dae volte T articolo: dicendo: Vvomo il pia co*
dardo; Vamicizia più sincera. Questo francesismo non è
imitato dagli Spagnuoli, che mettono r«rticolo soltanto
anranti al sostantivo senza mai ripeterlo avanti alla parti-
cola comparativa: el homhre mas coòarde^ la amistad
mas sincera,
CAPITOLO III.
Dei pronomi primitivi e relativi^ e della loro uniona
col verbo.
Trattando de^ pronomi personali (pag. 4^) abbiamo
aggiunto ne* rispettivi dativi ed accusativi le particelle
me^ te^ /e, nos^ os^ les^ corrispoodeitti in italiano a mi^ti^
gli^ ci, f^i, loro^ le quali accompagnano i verbi o spiccate
ed anteposte^ come mi disse: me dijo; o posposte ^d affìsse-.
ad essi, come: dissemi; dijome.
Gram* Spug. 17 '
Di questo partioelfe, comua g nw n te » l ii«iM (to pinomi
pmmtiri eonghittiivi^ parleremo €oth possibile LrefìtM
preetttooey accompagoaodolo dei corrisponJeoit eaem|ij
perrtndtra^ pia chiara la*4pt^aaiooe.
Ptitna periove; •-
Singolare*
DaL mi •' >-«ie • . mt fece ui| deie» ne hizo un regalo,
Ac€. mi « • ine • . mi al'iina molto, me eitima macho.
Plurale»
D. ei • . no$ . . CI disse tallo. ooa dqo lodo.
J. ai « « «ti •• • ci ha mallrattati. Dos ha maltralaio.
m *j
• Seconda persona.
Singolare.
D. li ... le . « che cosa li accadde? ^uo le suceàió?
À* ù » . jLe . • ubo ti vedo mai. - . no le fcojamas.
Plurale.
27. TI . • 05 . . CI ho detto il vero, os he dicho verdad
^. vi • • pi • . vi siete peotili ?. Q&haheisurrepcalido?
Tersa persona mascolina*
Singolare*
D. §11. èie.. gli lessero la lettera, le lejeron la caria.
À^ lo • 9 /e . • /o |jarese,e/o ferì, le preadiójlehirià (i).
•i^i^MMa^iMOTIM*
(i) Dall* Accademia spagnuola nella sua Grammatica viene
altamente riprovato Toso di molti « i quali adoperano Tao
eusativo del pronome neutro lo in vece del mascolino le,
filcendo: yo vi un libro t J lo' compre ^ in luogo di le
eompréf dovendosi dare secondo la prelodata Accademia al
PELtà- URTASSI. ^^-f
Plurale,.
». - •
»
/). loro • • les diede /oro parola les d>ò palahra.
jÌ* ìì é • • lo^ • • li gastigarooo^ ^ los castigarono ,
Tersa persona feiniii{DÌDab * *'*
Singolare»
Z)« le • • 7<0 . . /e dico che vada ^ le J/^o quo paya ^^
^. la , « /a ». /a prese la gioatizia la /pendio la justicia.
Plurale.
* t ' ■^' * ••• *^ #
/). loro 4 *ìes. » j^rptu\$e /oro molto les prometto mueho.
Jl* le ^ ,. las ^ . IcL presero tulle laa cogieron todus.
II neutro fa *loì Non vi era da mangiare^ e lo ^eiva*
ronoi No habia que corner , jlo buscaron: Già Vho detto x
Ya lo he dicho.
Oltre le sopraddette udiodì del pronome col verbo; le
quali si possono chiamare semplici , perchè non T*ha che
nn pronome aggiunto al verbo, ye ne sono altre compO'^
ste^ nelle quali a! pronomi mi^ ^hS^f ^h ®^- ^^ unii»
il relativo lo li , là, le, ecc.; oome me lo^ te U,.glie la^
ce /e, ece.| e que^e sì traducono in ispagnuolo nel modo
seguente:
{i\Ie lo, mo lì , me la, me le, me lo diede»
Me /e, me los, me /(i, me las^ me lo di4»
aostandvo mascolino l^ro il sno relativo corrispondente ÌHp,
Nondimeno qaest'opioìone viene impugnata da molti > e In
contraria seguita da varj classici, che nelle loro opere usano
IndiiTerentemente il /e o il lo.
(i) È da fuggirsi Toso del pronome la ìa vece di le Mi
dativo singolare femminino | come la vff j la tlijef^ ini f6^
di la vi ,j le dije*
I
1
'9* PAiTl QDIITÀ,
Te lo, te II, te la, te le, te lo/ece vedere.
Tele, ielos, tela, te las, te Io h'imo jtr.
I Glie Io, glie li, glie fa. glie le, glie lo ehiedei
i Se /e, se los, se la, se las, se to pedi.
Ce Io, ce li, ce la, ce le, ee Io promise.
Nos le, nos /o*, nos la, nos las, nos lo proiueiid.
Ve Io, ve li, ve la, • ve le, ve lo manderà.
Os le, OS los, OS la, os, las, os lo enviaré.
I Lo promise loro, li diede loro, la farò^ loro.
\ Se le prometió, ee los dio, se la haré.
Tutte le sopraddette particelle o pronomi congianllri
tanto io unione semplice, che in composta, ai trovano
spesse volle posposte, ed affisse al verbo formando eoa
esso aoa sola parola, siccome in parte accade anche ia
italiano.
nitlOSt SBHPIICB. VaiOHS COMPOSTA.
Diconntf. Dicenmè» DiedemeZo. jDiomelo.
Sembra/f. Paréceie. Diedecc//. Zfconosloa.
Bìedegli Dlóle. Darovcefe. Daréo^hfk
Aggiungesi, Anade%e. Diedeg^t loro. Dió^Ao9.
Diracci rg/i. Dirdaos él. Lo disse loro, Dijostlo.
Intimò loro. Comunicóles. Domandam/51. Pideseme.
Lamentaci. Quéjase. Comnndol/fs/. Hon Jótese.
Doleyaos/. DolUin%o. Biedeglisi. Diasele.
Erast detto. Babia%edìchQ.Fi fu detto. Z>//oseos.
Qogy<mperaùvi,geruadjed infiniti vanno costaotemeols
posposte nel modo seguente:
Salame, hahlandome, ha- Variami, parlandoAi», par-
blarme. lar/ni"
DELLA tlRTASaiI. 197
Lùnpiaie^ UmpidndoU^litn* Paliftcid'j pulendoti) pulirti.
piarle,
Vigauie Vm,^ dicìéndome Ditemi, diceoJomì| dirifii*
Fm.f decirme.
Tómeìa Fm.^ tornandola, Preadete/a, prendendo/a j
Fm, , lo/nari a. prender/a.
SUntese Fm.^ sentandoBù Si accomodi^ accomodda*
Fm., sentane, dofi, accomodar^r.
Dédclas Fm*^ dando9eìaBf HàìegHele^d^adogliele^^i^'-
darselas, gliele.
Póngaseìos Fm,^ poniéndo» Meltete^eFi , nietltadureii)
selos, /7o/}0ri>3lo8. . mvilerveZi.
UndmoDOB (i), uniéndùQOB^ Uniamoci , bneodocij unirci.
D/if'raos.
FdmoDoBfjéndoQoSf imoB» AnJIamocì, aodandoci, an-
darci.
Festios (a), ytstiendoSf raj- Vestitevi, veslendot'ì, ve*
tiroB. atim.
Z^%alea Fm,^ Jieie/iifolea, Dite loroy dicendo loro^ dir
decirle^. loro*
Qùédane Fms.^ quedando*^ Reatino, restandoci} restarci,
fce, quedarBe.
Comtmique$eme y comuni" Sii si comunichi, comuni*
cdndoBemey eco, cando/niVi, ecc.
Hdgasf^ìe^haciéndoielefha' Gli si facoia, facendo^iui,
corsele. {atglisi*
(i) Il pronome coogiuntÌYO nos posto come afBtoo dope
ia prima persona del plurale di qualunque tempo, le JDt
perdere Vs finale, onde in luogo di dire irémosnos ^ una^
mosnos , vdmosnos fa mestieri dire : vmjaonos , ivétaonos ,
y&inonos,
(7) Il pronome congiuntivo os posto come affisso, dopa
la seconda persona del plurale dell' imperativo , le leva il dz
onde in luogo di unidoc> venidojPi SdUdoSf si dirà ùnici,
vcmof « salioii ecc,
,7*
198 VARTB QUIRTA,
Llé9cnBtU% Fms. Ihvdndo* Voti^i^vele , porlandoptf/ri
•elaty //ifcrjrselas. . portarf^e/e.
//tM/7ie8elet,i/ifi/na/i</ofleIe8| S^inlìml /oro, ÌDliaiand(»ì
tA//fiiarseÌes. /ora, intimarsi loro.
Qiulohe yolta aDcora 8Ì trovano tre pronomi oniti,
come cnsiiguesetneh^ me te le Uevaron» Ma queste espres-
aioni vendono usate di rado.
Ouerrisi, che nella costfuatone del pronome se cogli
altri pronomi personali si antepone costantemente quello
a questi.
Se me, se fé, se /e* permite. Mi si, tisij gli si permette.
iSe nos^se os, se les hace. Ci sr, vi si, loro si fa«
Quando V azione del verbo ricade sopra il soggetto
principale della proposizione, i pronomi primitivi ai Ju-
plieano nel modo seguente:
JTo me culpo 4 mt mismo. Io incolpo me stesso.
Tu te alabas a ti mlsmo^ Tu lodi te stesso.
Caton se ma/ó à ti mismo. Catone uccise sé stesso.
Nadie està obligndo à acu'* Nessuno è obbligato ad ac-
f/xrse a si mismo. cosare sé stesso.
DEI r AONOUl BELATITI p^F, QVJEW^ CUÀL»
Si è già detto, che la lingua apagnuola ha tre relativi^
cioè, que^ quien^ cual corrispondenti io italiano a che^
ehi , quale. Giora ora fare circa il loro uso le seguenti
osservazioni :
i.^ Che il relativo nominativo ^ qu«indo non è preceduto
da untore sione, o proposizione compieta è costantemente,
que, come:
il libro che lo spiega. £l libro qne lo tspUee*
DELIA 9l!fTieSl. IC)^
I cavalli che yaQQo di ga- Los caballos qua yan a ga*
loppo. lopen
La virlù che Io distingue. La virimi quo h distingue.
Le dooae che attendooo al Las mugeres qua atieiuUn
goyerno d^lla casa. al gobierno de la casa^
■
%y Che 80 il relativo è preceduto da un'orazione o pro-
posizione compieta, può usarsi il que^ o il cunl allorché
ha relazione a cosa^ ed il quo o il qnien^ allorché a4gni«
fica persona y come:
Enlrammo io una casa, la Bntramos en una easa^ qua
quale era stata aacclwg- o la caal habia sido sa*
gì a la. queada»
Troverete un uomo^ il quale ffallaréis^ d un hombre^
T'insegnerà la strada. qnien, a el cual os ensc
nord el camino*
3.^ Che tte^casi obliqui si usa que q cued ( con pr^fin
renza que) quando il cai ha relazione a casa^ e qaien a
que ( con preferenza quien ) quando ha relaziona a
persona^ come chiaro dimostrasi da^ seguenti esempj del
genitivo, dativo ed ablativo.
Esemp) del genitivo.
El libro de que, ò\ Il libro di cuiy o
dei cual J del quale
La piuma de que,f La penna di cui
6 de la cual l » , i v . i
Los libros de queJJ^ '^""" I hbri di cui ( '^ H^'
6 de los cuales I
Las plumas de que, i Le penne di cui
ó de las cuales J
tOO " PillTt QUlRTli
El homlre de \ L*uomo di cui
quieo.ddei caal I ,. .
r 1 • I Li A donna di cui
La tnuger oc? quico , 1
ó de la cual I ^,. . ,. .,
r « T « I Uli QomiDi aicKik
XtfOt hombrcs de \^ r^ii^ \ • j
>ro AaDZo. I IO parto.
quienes, ò Uè I r '^
Io8 cuales 1 ^e donne Ji cui\
Las mugcres de I
qaieues, J de I
laa cuales ^
Eiemffj del dativo^
El homhre à quien, 6 al L^uomo a cui io dirò.
cual jv dijere.
£l libro à qae, 6 al caal se W \A3T0 al quale 8Ì ri&riace.
refiere.
Esempj ddCdblaiÌ90.
Pedro por quien» é por el Pietro da cui, o dal quale
cual/o toj maìtratada, io sono mallraUato*
jBrta e< la razon por que, ó Qoesla ò la ragione per cui
por la citai no puedo ser* non. posso servirla.
wV d Fm.
CI ^cto con que^ 6 con el Vafletto con cui m{ onors.
caal me honra.
Riguardo poi tXVaccusttìivo^ quando ha relssione a
persona si pudsono usare /ii//t fre^ preferendo fuien^uien-
tre se ha relazione a cosa sì adopera solo il que^
Pudro d quien, ó al cual, ò Pielro che io amava tanto.
quej^o amaba ianlo*
Et libro quo connati. Il libro che comprai,
Esempj del genere neutro,
Vo 4é de qae hnhlaha. Non so di che par tara.
JTa òé en q^ie piensas. Già so a che pensi.
OlfilÀ SIirtAM. 9Qt
De To qae, ó eh lo €ual j'O Del òhe io non «reTa no{U
no tenia noticia, sia,
ViO DBL PE02I01CE IUDSIIRMIIIÀTO I^ìTO^ U9di
Le Toci uno, una^ la qualità di nomi nUfnerali ti usino
€3 me in italiaao.
Uno, do8, tres, ecc. Uno ^ due ^ tre ^ tzo.
Una, dos^ Ires^ eoo. Vna^ due ^ tre, ecc.
ììe\ plurale poste svanii ai numeri carJ/na/i 8*gDÌfi*
cano circa:
Seràn unos cuarenla hom- Saranno circa quaranta no-
bree. wni*
Habré leido uno^r Tcinte Avrò leèio circa venti foglL
hojas.
Todo me costò unos qui- Il tutto mi costò circa cin^
fiientoi escuJos, quecento scudi^
Prese sostantivarne nte dinotano la persona che parta:
No sabe uno qae haeerae* Uno non sa ehe farsi*
Cuando uno eslà enfercoo. Quando uno è maialo^' non
oo tiene gana de hablar. ha voglia di parlare
Dinotano ancora persona terza, come:
Ha Tffuido uno^ j me ha E venuto uno, e mi ìia dct*
dicho) ecc. io, ecc.
Quejàndose uno de la cares- Dolendosi uno della care*
tia del he DO, le respon* stia del fieno, g^i fa ri*
dteron, ecc. sposto,
A.doperate come aggettivi ed àccompagnttiferli^ hanno
singolare e plurale, ed In quest'ultimo num<ro corri-
spondo loro in italiano Taggetlivo c<;r/i| certe.
'.r
90% iMiir QrrnTi ,*
Vn dia, ifii hombre, de uh Un giorno ^%n vamp ^^m ot
libroy a una muger, con libro ^ né nna donna, con
una eipada , con unos
hombrei,' e/t unos\ihto9^
por unas mugerof, con
ufioi plitnas?
ana spada ^ con cerli ifo-
mffii, in cerKt libri ^ p«r
certe donne, con certe
pm/h: •
Qaando in nn periodo il pronome altri ai IroTa ripetuto
più yollo^ la prima Tolta viene tradotto telio epagooolo
con le TOC! uno, unosj unas, ecc., oome eorrolatÌTO a
Olro^ otra^ ecc. > t. g. :
I tempi del verbo altri sono
aemplicii ed altri compo-
ttì.
Jllri leggeva, altri icrivtnra
ed altri faceva* de* conti.
dltri sospirano, altri pian*
gono j ed altri ridono,
jtltre erano buone, ed altre
cattive.
dltro è parler di morte, aU
tro è marife.
Los tiempos del perho onos
son simpleSf y otros coni*
puestos.
Uno leia, otro, eserìbia^y
olro bacia cuentas.
Unos suspiran , otros Uoran ,
y otros se rlen.
Unas eran buenas, y otras
malas.
Una cosa es Jiablarde auitr^
fé, otre es morir.
Succede io stesso coiravverbio alle volte, il quale se
più fiatò viene ripetuto in un periodo, T« prima volta si
traduce coiraggettiro unos:
Alle voi te n/Zf^roy al le volte Unas ^eces alegre^ j otras
inquieto* inquieto..
CSO, DILtÀ VOCE rSTED, rM.,
Ijs voce Fm., come si è veduto nella declinastone
(pr.g. 6i ), ha singolare e plurale, e serve ai due generi;
mascolino e femminino.
\
Vm, ee muy bjiieno. Ella è molto boon^i.
Tm, es mtg^ ifjtèik^* ^llf* è molto buona.
DELU SiKTASlf» ItCÌ
Sea'Vm^hien v^nido, * Siate il ben Teoato.
Sean YmB.hien venidiis. Siano b*n veo ole.' ^
Yoìh.hahrdnlìegado dtiempo» Voi sarett) arrivati a lenipo«
ym9.hahràmU8gadocansa* £llenù aaranno- arrifatii
das. atanche*
Quando si domanda^ si prega, o si coayinda, in voce
F/n. viene posta immedialantente dopo il verbo, e deva
esaere cctotdnleai^nt^ esprt^ssa. *
'• • • .
Ha eomido Vm? H-i pranzato eìlaìht *
Llega Vm. ahora? Arriva «dtssop * •».-.•
Tenga Vm. pàcìénoia» Abbia pasiensf]' • •
Lea Vm. està cariata. Leggete questa letlen.
Estda Vms. ì^enas?' . '^ * Stufino elleno bene?
£s(d Vm» hien? Sta ei/a bene? (i)
Il pronome vostro^ vostra^ ecc., quando ha reiasione a
persoaa terza, si traduce nello spaguuolo col genitivo de
T/ii, de Vms*
Es de Vm. este libro? È vostro qaesto libro?*'
Son do Vms. esos caballos? Sono vostri cotesti cavaiK ?
&/a piuma es de Vtn.^ Questa penna è vostra, *
Estas son ideas de Vm^^ Quelite sono iJee vostre. .
Quando i pronomi vostro^ asoldi lel^ ecc., die accom-
pugnano nn sostantivo, sono precedati datV articolo defi*
nito^ sogliono gli Spagnuoli premettere al soslantivo il
pronome sttjo^ svya^ ecc., aggiungendovi poi il genitivo
dia f^m, Eccone degli esempj :
(f) Osservisi che gli Spagnuoli distinguono Io stare bene
male di salute dallo stare bene o maJe in relazione ai
comodi della vita: usando pel primo l'aggettivo bueno ,
buena, malOf malUi e pel secondo la vverbio 610/1 , malfece.
3o4 Arti qciiita,
He vitto d tu hijo Je Vm. Ho fpduto fl i^ostro figliob
Su hermano de Vm. me ha II fratello di lei mi ha of*
o/etidido» feso.
De su casa d« Ym. ha sa» Dilla «oa etsa è uscito
lido alguno. qualcuno.
Dice que bus planes de Ym. Dice cbe i vostri piani la
la ofenden (i). offendono.
Abbiamo detto di sopra che la voce Vm. ai deye eo-
tta ulemeote esprimere, allorché Mccompagna il Terbo^ ciò
m'Stk ostaolil si suol tacere in alcuni periodi lunghi^ oqde
e ritare una ripetìsione agra defole alP orecchio^ e basterà
Mcennarla una o due Tolte, aecondo la lunghezza del
periodo.
Si usa ancora di tacere YFsted per trattare qaalcoiio
con impero o disprezzo,
JTayase en hora mala, Yada in malora.
ffaga lo que le mandan. Faccia quello che le ai co*
manda.
Qtiitese de ahi. Levisi di lì.
Qaieh le ha enscnado a lo* Chi le ha insegnalo a pren*
marse esas lihertades? dorsi cotesto libertà?
Sepm desde luego que no Sappia pure che non aii
gusto de lisonjas, pasco di lusinghe.
Nei titoli di Magestad^ Exeelencia^ Emùiencia, ecc.,
^i aggettivi participi non ai accordano con gli allributi,
ma con la Persona o mascolina, o femminina, a cui sif-
fatti titoli appartengono. Quindi trattandosi con an Re,
on Principe, ecc., si doTo dire:
/^. Jlf. ha sido enganado, Y. M. è stata ingannata.
r. £, sera semJo. Y. E. sa^à servila.
(i) Quantunque questa maniera dì dire aggiunga mag-
gior forza airespressiooe, non sarebbe però errore il dira
mi hijo de Fm^ Ics planes de Vm, ccc
DILLA 81MTAMI. AoS
franandosi poi con nna Regina, PrincipeaSjai ecc.| ai
deve dire:
Sé qae V, Jf. està Jìspuesta
a favorecerme.
Sìento che K A. se halle
incomodada»
So che V. M. è disposta a
favorirmi.
Mi rincresce che V. A. si
trovi incomodata.
CAPITOLO IV.
Del verbo.
Alle osscrvasìoDi fatte nella quarta Parte (pag. 88 )
sull'uso de tempi aggiungeremo ora questi avvertimenti.
i." Fra l'ausiliare haber e ^1 participio del verbo non
si de^ frapporre altra parte del discorso^ come in italiano,
ma il participio seguirà immediatamente 1' ausiliare.
Le pido à Fm, per don si
no le he conncido antes»
Con los principi OS que ha
recibi do Vai, de mi^ hu"
hlera Vm,^ ecc.
Gònfie se Vm. francamente
que à està hora ha recò-
Docido Fm, su error.
Vi domando perdono se non
TI ho prima riconosciuto.
Con i princìpi che avete da
me ricevati^ bacestCì ecc.
Confessate pure di buona
voglia che avete a que-
stuerà riconosciuto il vo-
si ro errore.
a.° Quantunque sii Spagouoli abbiano lo loro traspo-
SiZioni, 51 a^^engofio Cio..Qon,^osl^nle ai pqrre il participiif
avanti alV ausiliare ^ come, si permette nell'italiano. ,
Cespondió que habia hecbo
una copiosa provision de
Ubros*
Pero que no se acordaba
donde me h^lùi^ visto»
Gram. Spag,
Rispose eh* egli fatta uveva
una copiosa provvisioni
di librr; "•' '
Ma chef ' non si ricordava
dove^ veduto mi avesse» ,
i8
^
3.^ HMUmperativo negativo la seconda persona del
•iogoUre ai prende dui presente del soggiuntivo , eeme
nel latino.
Nos ames los vieios. Non amare i vizj.
So temas i oadie. Non temere alcano.
I/o vengas tarde. Non venire tardi.
No salgas de casa. Non ascire di caaa.
4*^ Usano gì* Italiani di posporre al participio del verbo
gli ausiliari avere o essere ^ preceduti dalla particella ehe^
Cùtae: finita ch'ebbe il suo ragionamento \ data che sarà
la sentenza ; arrivati che fornaio al villaggio^ tee. Gli Spa*
gnuoli risolvono si (fatte proposiiioni cogli avverbj Zzie^
yfie, o cuando^ nel modo seguente: luogo que^ o cuando
hiibo cooclfiido su rasonamiento; /iie^o fue, o cuandose
habra dado la Sentencia; Ifie^o f ««, o cuando llegimos
al tugar, ecc. (i).
OSSERVAZIONI
aoesA oL^iaiiaiii i>b^vbrbz.
Allorché in luogo d*uo sostantivo metafisico ai usa Ti/i*
finito del Verbo ^ gli convengono le msdesime preposiziooi
del nome.
(t) SogKeno gli Spagnuoli del discorso familiare cam*
fatar in ao la desinenza odo del Participio deUa prima
Conjugatione in ar; onde in vece di dire : To he estudiado
en Salamanca^ A llegado mi TioP Fa hahian acabsLÓOf
dicono : Vo he estudiaiO | ecc. ; Ha ilegno, ecc.; Fa habian
acaòso. Ila essendo questo un accorciamento cagionato
piuttosto da una fretta se non del tutto rìpruvabile , almeno
non degna di approvazionCi non è da imitarsi da chi ami
variar con esattezza j^ e se noi ne abbiamo fatta qui meo-
ione» ciò è stato soltanto affinchè possa ognuno facilmente
comprendere questo modo di parlar fiimiUare.
{
DILLA ftlHTàtn. 207
Z'ewére foggilo lo àaWò. El haier huido le salvò»
Lo atudìAre gio? a.
Con dichiarare 81 liberò dal
ior mento.
«Senza stadiare 'non «^impara.
Oltre dì esser colpeyolei è
ancora Insolente.
Non ebbe dtflScoltà ffi con*
fessare.
Tutto sta nel maoteiiere il
segreto.
£1 esìudiar aprovecha,
Goo declorar $e eximiò del
tormento*
Sin estudiar no se aprende.
A Diati de ser culpable^ es
tambicn insolente.
No tui^ dificuUad en con*
fesar.
Todo està en mantener el
secreto.
Quando un verbo di modo finito re^e tinfinito J^ na
altro Tdrb0| il primo chiamasi principale o determinante^
ed il aecondo relatÌ90 o determinato, come:
Bisogna etudiare*
Non potei parlare*
Dovrebbero arrivare»
Es menesier estudiar^
No pude hablaK
Debérian llegar.
Ora dunque il verbo determinante regga il delermi-
nato o con la preposizione ^ o senza.
Lo regge senza preposizione, (jnando il primo può
sensa di essa passare al secondo la sua significazione
come negli esempj precedenti.
Lo regge con preposizione^ allorché il determinante è
dì lai natura da non passare al determinato la sua sigm»
ficazione senza frapporre una qualche preposizione»
MI sono dimenticato di scri-
vere la lettera.
Terminò di parlare.
Era per uscire di casa.
Ci fermammo a riposare.
Me he ohidado de escribir^
la carta,
jJcabó de hablar,
Eslaha para salir de casa,
Nos paràmos a descansar.
Vi aono però nella lingua italiana molti verbi ai queir,
ala per proprietà di liogoa, aia per leggiadria, si »uoÌ
S08 VAITI '^VIRTÀ,
■ggiongere I» preposisione di^ toUocli^ non ne abbiso*
gnioo, per passare al^mBDilo la loro sigoificasioQe. Tali
sono i Terbi desiderare^ credere, pensare^ parere^ preten*
derCj eonpenire^ ecc. Tmii questi verbi reggono in ispa-
gnaolo il detcrminato sema preposiiione:
DesideroiK parlare con V. S«
Crederà di YÌDcere la lite.
Penso di trattenermi qni;
Mi parerà di vedere il eielo
aperto*
Che pretendete di (are?
Mi conviene di maotenere
il mio decoro.
Deieo hablar con Va^^
Greia ganar el pie ilo,
Pienso delenerme aquim
Me parecia ver el ciào
ohierlo.
Que pretiende Vm, hneer?
Me conviene mantener mi
decoro.
Quando nn verbo determinante richiede la preposi'
zìonCy essa è la medesima io ambedae le lingae, come
abbiamo vedalo negli esempj di sopra. Ciò non ostante i
verbi obbligare^ consigliare^ insegnare j persuadere^ ai
quali si può dare in italiano anche la preposiaione di^
richieggono in ispagouolo sempre la preposizione d.
Ma non sempre il determinante manda il determinato
all'infinito. A^nzi i verbi rogar^suplicar^encomendar, en*
cargnr: pregare^ supplicare , raccomandare^ incaricare^
mandano assolutamente il determinato al soggiuntivo colla
congiunzione que^ senza che in veruo caso possa esser
posto aìV infinito.
Lo pregai a tornare in Ro*
ma.
Vi preghiamoci non toglier-
ci il rìspetlo de' popoli.
Onde supplico V. E. a voler
accogliere ben ign a men-
te | ecc.
Le rogué que volviese à
Roma,
Os rogamos que no nos
quiteis el respeto de Ics
puetflos.
Por lo que suplico a P. E*
que tenga d blende aco-
ger con benignidad^ ecc.
DEX.T.A 8IlfTA89I* " 309
Mi raccomandò di custodire Me encomendó que cnsto-
il 800 palazzo. diase su palacio*
Il mio figlio m^ incarica di Mi hìjo me encarga qua U
mandargli i libri. enyie los liòros»
Egli è in qaesla aorte di coatrozione che gli Spagnaoli
usano di sopprimere la congìanzione quei onde, ripetendo
gli eaempj di eopra^ diremo:
Le rogué, pohlese à Roma*
Por lo que suplico a F. E.j tenga d hien
de acoger^ ecc.
Éfe encomendó^ cu studiose su paìdclo.
Mi hi/o me encarga^ le envie los lihro$.
Egualmente Tanno posti nel modo soggiuniivo quegli
infiniti che nella iiogna italiana sevo preceduti dal verbo
parere o sembrare :
Sì osservò in generale che Se oh serpo generalmente que
mentre gli nomi ni pare'* mienlras parecia que los
vano rispondere alle do- homhres respondieèen d
mando ... las preguntas . • .
Queste guerre pertanto 8em« Parece por tanto que eslas
brano oggi yàr parte del guerras hagan Ao^ parte
nostro diritto delle genti. de nuestro deiecho de
gentes.
Hanno provala gran diffi« Ean esperimentado gran di-»
colta a disfarai deVsuòi ficuUad en de^acqrse ds
pregiudizj, che il corag- sus preocupaciones, las
gio parca render gloriosi. cuales parecia hiciese gU»'-
riosas el valor.
088EBYAZ10RI sosBA u. GBQnanio (pag. i38).
i.^ II gerundio nella lingna spagnuolà si usa in mode
assoluto f come nelfitaliana»
i8»
910 FARTI QVieiTl,
Essendo egli eost, Don avete Stendo elio ati» no tien^
ragióne a laoieatarri, Fm, razon de quejctrsev
Non àopendo che fare , mi No aabienJo que haccr^ me
miai a gioocare. puse djugur.
a»* Qaando il gernaJio dinota tempo presente^ va pre«
ceduto dalla particella en:
Sapendo quattro lettere » ti
teogooo per dotti.
Fedendo uo soldato «'rati-
monaco.
En sabiendo cuatro letras,
se tienen por doctos.
Eo yieodo d un soldado se
aUmoriza.
9
3»^ Se il geroDdio dinoia tempo passato ^ ai risolve ele-
gantemente per messo dell' infinito precedalo dalla pre*
poaiziooie ai, corrispoodealo airilaliana nel:
Entrando, o nelt entrare in
Napoli} ai ruppe la car*
rossa.
Uscendo 9 o nelT uscire di
caia, incontrai tuo fra»
fello.
Ma vedendo^ o nel vedere il
popolo prostrato dinansi
ad an Vitello d'oro^ ecc.
Entrando^ o al entrar en
Nàpolesj se rompió et eo'
che,
Saliendo^ o al salir de casa
encontré à iu hermano.
Pero viendo^ o al ver al
puehìo postrado ante un
Becerro de oro^ eco»
Si risolvono ancora col gerundio le segnentt ed altre
simili proposiaioni| dinokinii tempo Jutufa.
Quando avremo riposalOf Ea descansando ^ aegoire-
seguiremo U viaggio.
mos el viage.
Quando avrai terminato di En acabando de cscribir^
scrivere^ andrai a casa» iras a casa.
Dopo che avremo /?ra/tJolO| En comiendo^ iremos i pa«
andremo a passeggiare. sear»
BVLli SINTASSI. 3Ì I
Gli Spagonoli mandano ^BBoìaiamenie al gcrunètio qn«-
gVinfinùi preceduti dai verbo stare e dalla particella a^
di CU4 8Ì servono ^rilaliani per dinotare lo stalo di qual'^
che persona:
Mi pareva che tolti stessero
a dormire.
Che cosa fate qoi? sto a leg-
gere^ a scrivere f a studia»
re^ a passare il tempo^
Me parecia que todos està*
ban durmiendo
Quehaee Vm. aqui? estoj le»
y«ndo, escrìbiendo, esta-^
diando) pasaodo^el tie/hpa^
Usano ancora il gerundio accomp^nato dalyerboei/ar
in luogo dei tempo semplice ; per 'esempio ^ io' vece di
ìée, comian, dormirà^ hahlà^ neve: legge^ mangiavano^
dormirà, parlò, nevicò: Rstà leyendo^ eslahark comiendo,
estarà durmiendo, estuvo hahlando^ estuvo nevando^ eco.
Termi nerecBO le osservazioni sopra il verbo coli* avver-
tire cbe ^^impersonali ed alcune proposizioni itiate dagli
Italiani nel /?as5iVo, sono piuttosto poste dagli Spagouoli
nella voce attiva»
Mi è stato raccontato.
Mi fa risposto.
Mi fa mbato il fazzoletto*
Fu loro intimata la resa.
Egli è narrato da Mosè, ed
è confermato da altri sto-
rici»
Fagli dalla natura accordato
un gran talento.
Me han contado^
Me respondieron.
Me roharon el panueìo*
Se Ics intimò la rendicion^
Xo cuenta Moises^j la con'
firman oiros historiad&»
res^
Concedióle la naturaìeta un
gran talento.
DIVERSITÀ^ ni ALCUNI TEMPI DB* VBBBI
PflESSO GLI laTiCBI.
Per maggiormente agevolare agli studiosi delta noatra
IiBgoa rinteiligenza degli autori antichi^ crediamo di fiirt
919 riHTC QumA,
ad essi cota grata colf oggiungere qiii an prospello dalle
deeineof e ed oeo de* tempi nei secoli passati.
1.^ La seconda persona plurale del perfetto dell'Indi"
catwo che ora lermioa io ds, presso gli aolichi teriui-
oara io es.
amàsteU
amdft'99
amaste
UisteiB
ìeisteè
leggeste
oisleis
oiste9.
udiste.
9.^ La aeeooda penooa plorate di tutti i tempi , che
presso noi termioa io ais^ o eis si troya presso molti au-
tori antichi arcare la desioeoza io des^ cioè on de io cam-
bio deiraltimo « de' moderai. Ecoooo gli esempj io cias-
cuna conjogasiooe.
parxA QoBivoAiioai.
omais
omades
amale
amàbaìn
ama&ades
amavate
amàsieÌB,
amàstedes
amaste
amariin
amaridbi
amerete
ameìs
amedeB
amiate
amàraÌB
amaseiB
amàraden
amàsedcB
1 amaste
amariain
amariades
amereste
amdreÌB
amdredeA
SBCOHDA OORICGASKmB.
amerete*
temeis
lem^des
temete
temiaiB
temiade%
temevate
temisteiB
temistedes
temeste
temeréìB
temerédeB
temerete
temdÌB
lemddeB
temiate
tenùéraiB
iemiéseU
temiéradeB
temiésedeB
temeste '
•
J
temeriaiB
iemiéreìn
DELL! 8IIITAS8I.
temeriadeB
temiéreduB
temereste
temere te«
ai3
TBBZA COSICGinOSI.
partiB
partiie%
partite
partiais
partiaden
partivate
partUtevà
partlstedes
partiste
partirei^
partiréd^%
partirete
parta\%
partdden
partiate
parVéraÌB
partiése'ìS'
partiérades
partiésed^B
partiste
1
partiriah
partiriades
partireste
partiéreis
parùérede^
partirete^
TBRBI IRBEGOLÀRI.
sois
soit%
siete
haheis
ìiebede%
avete
acertais
acertades
indovinale
ascendéis
ascehdédes
ascendete
sentii
sentides
udite.
3.^ Quei verbi che ora tercaioano in i o j" ùtili prima
persona d* l presente deW Indicativo , anticamente termi-
navano in 0, come : •
sojr ISO sono
day do do
vojr vo vado
4*^ Quei verbi che ora terminano in go e ga^ antiea-
mente sì usavano senza ìì g^ come:
c^Jg^ coyo cado
ca/ga caja ■ cada
qygo Qfo odo
9t4 Tkwn svisnrAy
ojgd oja oda
traygo trayo reco
trajga traya reéò.
valgo ra/o ^^^S9
pQÌga vaia Ttlg*-
5.^ Qvogli che ora hanno un u nello radicali aTeraoo
in ina Tace no o, come:
cifSrJd
eabrié
copri
cupo
capo
capi
huho
evo
TÌ fa
murió
mono
mori
durmià
• dormió
dormi
poto
poso
pose
$upo
sopQ
seppe.
6.^ UsaTano ancora fon leggiadria in ycce del pia che
perfetto deWindicatipo la lermiDazione in ara e iera del*
Vimpetfetto primo del soggiuntivo^ come mandami diera^
fiura^ morieran^ in vece di habia mandado^ hahia dado,
habia sido^ Tiabian muerto,
JEl CahtUero fué$e para el II Garaliere andò dal Re,
Ref^ e contol todp elfo» e gli raccontò il fatto tale
cho^ osi corno d su Senor quale il sno Sigoore glie
se lo maodara. Vaveva comandato»
Nunca fnera Cahallero de Non vi era ma! stato Ga?a<-
Damas tan bien servido^ liere così ben serrito da
corno fuera Lanzarote^ Dame, come lo era stato
ecc. Lancillotto, ecc.
Ei Aejr mandò entonces que II Re comandò allora che
sopiesen guantos omes sapessero qoanti nomini
morieran. erano morti.
7.* AveTflno finalmente gli antichi un futuro delTindi-
eatì90 formato ^tWinfinitis^ e dal yerbo haber: come p.
DELLA ilRTitSl. ai5
e. corner he, matar ha^ far he, dal qaale Teroiimilmeote
81 è fermato l'altro più moderoo e xbe ora è io oso: co*
mere, mataràfaré. Di qaeeto fatoro ti serriTaoo prio*
ci palmento allorché eoi verbo aodara coogiaoto qunlcbe
proDome, come potrà rileyarai dagli esempj togueoti:
Tenderme ban ( 6 me ten-» Mi stenderanno per terra^
deràn) enei suelo,ycvL' e mi copriranno con uà
brirme ban con un pano panno neroi
negro.
Pooeroie ban en ìas anJas, Mi meneranno nella barà^
Y llevarmo bau à la se* e mi porteranno in éOfoU
pultura. lora.
£jO que oistes en poridad^ Ciò cbe sentiste in segreto,
predicarlo bedes sabre los lo predicherete sopra i
tqados. letti.
CAPITOLO V.
Delle particelle relative ci e ?i ( pag. 44 )*
Le particelle relative e» e vi oXìte Poso di pronomi
congiuntivi: noe e os: hanno quello pure di particelle av^
f^rhiali con relazione a luogo o cosa di già espressaci
come: fi dimorò, ci penserò. Siffatte particelle riceyono
il loro aigoificato per messo del pronome él, ella, ettos^
ellas, elio, accordate nei genere col sostantivo di rela^
zione. Il caso del suddetto pronome è per lo più Vabla»
two con la preposizione en, de, ecc. come chiaro dioiO"
atrasi negli esempj seguenti:
La semplicità, cbe redo io La sencillez^ que veo enesUs
questa casa mi rapisce: casa me encauta^ jo Ae
l6 PABTl Qumi ,
IO non CI Morgo cosa che echo de ver ( en ella*)
tia iontile.
La maniera aaoiibtle, con
cui aooo aeritte queal'o-
oparci iotereaaa e seduce;
dò chept sì parla è sem-
pre eoDfome alle ìooli-
oasioni corrolte. II yuìo
vi è dissimttlaco e iraTo-
atilo.
Leggo con piacere questo
libro, perchè ei troyo-del-
le buone rìflessiooi.
Leggera con piacere quei
libri, perchè f^i troyara
delle buone riflesslonL
Ifasè fu allevalo nelle loro
acacie, ma le scienae che
m apprese furono un nul-
h tn paragonoi eca
Non ei pensate più.
Mi ci tono ay?ez2ato.
Kon ei abbiamo altra mirai
che la giuria della nostra
patria.
cosa^ que sea inùtil (i).
La manera sensihle con q uc
estàn cscriias estas ohras
empena y seduce; lo qw
(en ellas) se habla ti
iieatpre conforme d las
inclinaeiones corrompi'
das. EI vicio està ( en el*
las ) oculto y disfrazado.
Leo con gusto este libro
porque hallo ( en el ) re-
JUxiones hucnas^
Loia con gusto aqueUos //•
hros^ porque hallaha (en
elloB ) reflexiones iuenas.
JUoises /uè criado en 4us
escuelas^ pero las cicncias
que ( en ellas ) aprendlà
fueron un nada en com*
paracion^ ecc.
A*o piense Vm.mas enellos.
ilfc he acostutnbrado a elio.
No tenemos en et lo atra
mira, sino la gloria de
nuestra patria.
Altre Tolte il ei ed il vi sono awerlj di luogo corrl-
denli agli ayyerbj aqui^ alli:
,
(i) In yarj esempi delle particelle ei pì^ e ne troyasi
pronome él , ella^ ellos, ecc. dentro parentesi: vuoisi eoo
dò dinotare, che sebbene sta esso necessario pel compi*
ttieuto della costruzione grammaticale, nondimeno, usando
delT ellissi, si suol tacere per rendere il discorso più. con
aifc» ed eoeigico.
DILL4
Ciò che ci 61 veJe, non è
una semplice superficie.
Di giorno e di notte et si
lavora.
Scegli aTfiene che fa mai
ri ritorni, non li mostrare
geloso.
Per «na volta che passar
vt solea, credo che poscia
VI sia passato selte^
SINTASSI. s 17
Lo qiie aqni se ^, no es
una simple superficie,
A qui sr trabnja de dia jf de
nache.
Si se diere el caso que tu
fuehas (alli), no (e mueSf^
tres zeìoso.
Por una vez que soUa posar
( por alli), creo que deS"
pues ha pasado siete.
DILLi PABT1CBLLÀ Jr£.
Col medesimo pronome él^ eìla^ ecc. si traduce la psir-
licelU relativa ne, accordando egoaimente il pronome col
sostantivo di relazione. Il caso del pronome è per lo più
nn genitivo.
Giosoe arrestò il sole nel
momento in coi ne avea
bisogno.
Io mi rallegro delle tae prò*
sperila, ptrchò ne fai
buon uso.
Iddio gli ha dato la ragione,
ne usi dunque.
Figliuoli miei, se non vi
portate bene, fé ne peo*
ti rete.
Gii dimandai due grasie, e
me ne concesse nna.
Io m*ine rnltegro.
Me ne dispiacque assai.
Pietra se ne sodò*
Non ve ne dimenticat5Sr.
Gram. Spag,
Josué parò el sol en el mo •
mento en que tenia necC'
sidad (deél).
Yo me alegro de ius pros^
peridades^ porque haces
huen uso (de ellas).
Dios le ha dado la razon^
vólgase pues (de ella),
Hijos mioSf si no os portais
hien , OS arrepeniireis { de
elio ).
Le pedi dos gracias^j me
concedió una (do ellas).
Me alegro ( de elio ).
Me disgustò mucho.
Fedro se fui ( de aqui o d«
Hill).
No se olvidc . Vm, ( de elio y
19
tl8 MBTB rpìMlk^
Allorebè il ne fa le veci di pronome possestivo eorri-
•poode al pronome $u^ $u$:
Plalooe pensa cbe Dìo è Platon piensa qve DUs es
ftomoiameiite baono^on^ sumamente hueno^j re-
riconofloa la proTTÌd«oaa. conoce $u providencià.
La forza è stala eoo tran a La fuerza ha sido ce ntraria
alla libertà^ quante Tolto à la libertady siempre que
noo 80 ne è potato rego- no te ha podido arreghr
lar Tato, au ujo.
CAPITOLO VI.
belle particelle vezzeggiative e riempitive ^
Le parli eelle mai^ ^gH» fi| punto ^ poi ed altre, che
nella lingua italiana servono di ornamento, noo hanno
nella spagnuola Toci corrispondenti; onde nella trada-
aiooe non si dà loro yemna significazione^ o sì cambia
la frase^ per messo di qualche termine equiriilente.
■IL
Quando mai si troTÒ . • . ? Cuando se hallo • . .?
Chi mai ha potuto dire...? Quien ha podido deeir,..?
Cbe mtd sento? Que es lo que oigo?
Come mail Como es posible*,J
ioti.
Egli non ha gas ri ohe . . • No ha mucho que . . .
J^/ì è dunque così certa Es pues tan cierta la cu»
raulenticità de' suoi prò- tenticidad de ius prodi'
dig)^ che % • . gioSf que . • •
<
Ditti 81HTAHI. 219
Che 81 pnò egli imparare Que se puede aprender de
da an Peripatelico? un Peripatètico?
Àllorqoando oltre il sostantivo già espresso si trova
dopo il verbo il pronome egli^ ella^ eglino, ecc. accordato
eoi detto sostantivo, non gli si dà in ispagouolo verna
significalo.
Gesù Cristo non ha fatto
egli forse de' veri mira-
coli ?
Gli uomini hanno eglino
forse una miglior sorte?
La Porta ha dato ella forse
una risposta qualunque
alla nota?
Jesucristo no ha hecho aca-
so verdaderos mUagroi?
Los ho mòre s tienen acaso
mejor suerte?
La Puerta ha dado acaso
respuesta alguna d Li
nota?
81.
Óltre ch'egli fu ottimo filo-
sofo morale, si fa leggia*
drissimo e costumato.
Il risaltato si fu che . . .
Il peggio 51 è, che non vi
sono danari.
A mas dehaber sido opti me
filòsofo moralf fué mujr
discreto j comcdido.
El resultado fué que • • .
Lo peor es^ qae no haj di'
nero.
FUSTO.
Tedaldo non i punto mortO|
egli ò vivo e sano.
Ciò non è punto necessario.
Tedaldo no ha muerto^ él
està VÌVO y sano.
Esto no es necesarìo.
roi.
Non è poi tanto certo ch'egli
sia Fautore, che non se
ne possa dubitare • • .
Y aclemas no es tan eiertn
que él sea el autor ^ que
no se pueda dudar.
990 FAbTB QmiTA, DELLA ilMTAStl.
QaaDlopoial maaleoioiento Pero en cnantoat manierai'
delle truppe . . . mienio de las tropas • • ,
Se poi rimontiamo ai primi Pues si vohemos d los pri*
secoli di Carlagine. merosftglos de Caria go.^.
Ecco qnaolo crediamo sofficieote a fare che ognnn<>
po^sa apprendere anche Ja sé stewo la lingua spagnuola»
Ma non haslando per ooa lingua il sapere S(»ltaoto le r«-
gole grammalicali; ed essendo ioollre necessario ayere a
memoria gran quantità di tocì, spcoialmeole quelle più
in uso nel discorso, abbiamo creduto Taolaggioso Tag-
gtnngere qui il seguente SUPPLEMENTO. Esso con«
tiene uo* abbondante raccolta di nomi e verbi più neces-
earj a sapersi, per cui potrà fare le veci di un Dizionario
manuale ^ e contiene inoltre tolte quelle notizie, che sì
tono credute più opportune ad ottenere riatento, die ci
eratamo prefisso.
SUPPLGM E!VTO
\ »
OMERTAZia» SULl' A1VALOG1 A BBLLE PAROLS
ITAUAIfE E 8PAGNU0LE.
•
JLu (mgaa «p»giiacvla è tompoftta di jiarofe feoìerà, gre*
che, go|iche| arabe, v« di altre * oatiooi, le qaalì per de-
minasioiito o per oomiiiereHi abitarono o freqaenteroQo la
Spagna^ m» p.no<»paliiieiHe abbonda di parole latine o
ìocorrotte o aiterate, avendovi i EVomani ^ nel tempo che
vi dominarono, introdotta la loro liogaa latina la quale «i
mantenne (Mira Éao a tanto che colla decadenza deirim-
pero e crAU venuta de* Goti ai adulterò talmante^ che «i
venne a formare una lingua mista, la quale , per dìstin-^
gnerla dalla gotica, £u eUiamata Romanee. EJ è quesla
quella roedcalma che oggi si parla perfezionata e ripulita.
Conta dunque la Itogua italiana la stesaa orìgine delia
epagnuola, ed ha ferse aulùte eguali aiterafìoni e cambia-
menti nei vorlici delle politiche viceodef fin che aia per-
venuta a quello stato dt pevfeaiooe in etti ora si trova.
Quindi è che «n nitnaero grande di voci non solo^ ma di
frasi ancora sono le medesime in ambedue le lingue: e
perciò n^lie seguenti liste di nomi e parlicip} si trala-
sceranno per maggior brevità, in quanto sarà possibile,
tnlti quei pronomi, partieipj, ecc, che avendo le xo^àt^
sime lettere, hanno ancora il medesiino significato, come ;
casto, puro^ tanto, profano^ cauto, diligente ^ raro, franco^
perfidi}^ luminoso, awtuo^ timido^ urgente^ lascivo^ scn^
$ato^ insigne^ sano, sincero^ temerario, fanOy fino j divino,
ordinario, politico, virtuoso, f rusco, modesto, grande, in^
trepido^ impavido. Per la stessa causa si tralasceranno t
,9*
sa a tir f ti «no.
SMUBtiTl gloria, casa ^ memoriti^ mano^ sacramento^ peso ^
duma^ modOf hurìa, garbo, viveza^ Januz ^ hizzarria^Jor^
tuna^ molestia, fastidi»^ e&nienio^ trìstezoy fantasia , ra» '
resajdeliio^ lasciria, modestia, cortesia^ politica, descot'
tesia^ dureza, perfitìla, economia, miseria, e moltissiffli
diri, i quali a differeoia di qoaicha consonaote doppili
ohe ammettono nelf ilalìaoot.soao o nelsooooe nel aigoi-
Beato eguali in ambevlue le liogoe.
Maggiore ancora è il numero di quei nomi soataotiri
• aggettiTi) i quali in nieoto altro differiaconoy se non che
nella loro deaineon o teMainàxìone, la quale per alUu^
easeodo di poca variaaionOi niuna difficoltà preaenta agli
atodtoéi per non potere in poco tempo apprendere e rite^
nere una copiosa quantità dt^ parole spagDuole^ al qualfine
faremo le arguenti utili oaserfasioni aulla. desioens^ dei
medesimi; e comiocieremo dagli aggettÌTÌ| essendoché oou
m solo aggeltiro possoao ifualifioarsi molti sostantivi*
nssmaasA naou agoihìtI'
aie al
Fatale,natorale, ovale, mor- Fatal^ naturai, oni/y mor-
tale, tale, quale, tegale| tal^ taly eual, legaiy ca-
eaaualei ecc. su al, eec,
atore •.•*.••••....»•.»• ador-
Adulatore, falsificatore, cen<- ddulador^ falsifieadorj een-
aore, procutatore, ecc.. sor^ procurador^ ecc.
bile. < . . • ble
AmaVila, terribile, seosihi- Jmable, ierrible, sensibhf
le, ecc. ecc*
ece .«,......•••••••.«•* OS
FerooO| atroce ^ veloce, ecc. Feroz, alroz, veloz^ ecc.
olare • ... ^ ....... • ... . ... ular
Parliic&Iare, regolare, seco* Purtieular, regular, seai*- '
]are, ecc. lar, ecc.
•ijnpE.mCTo* »l
»
9Btiniisà OB* •oatAVTm«^
a7e ....... • .'• • . » .. . « . ^ . al
AnimAe^ canale» arsenale, Animai ^ canat^ arsenale gè*
gè nera fé, nerah
anza ••»..»» eocia •
Yìgilaoza, dìstaDsa, persa* FigSaneia^ distando^ per»
Teraiua^ arrogaosa,^ jat-- sewerancia, arrogaheia^
Uunza, eeot . o i. * < Jaetaneia^ ttiCr
etìztt ««•> «pt- ^jfifi t M* * •- r • f. i^iieift
DtligeQza, pradenza, cle« Diligencia, prudencia^ eie*
intsoza^ ÌDiiocenia, taso* mencia ^ inocencia^ insù'»
' lenza, contineaza^ ecc. ìenclaj contincncia* eoe*
azione ..»•••......••• acioa
Oritsione,eoDiparazione| na- Oracion, comparacion ^ no'
gione^ contestazloDe» te* cioò, eontestacion^ Icgof"
gazfonoy eceb * eten;^ eoe.
ato ........'•.*.'*.'.•. ado-'
SoFdato^ stalo, aeaato, Caio, Soldàdiù, e^fm/o, ^tenado^
prato» ecc. hado^ pradoy eco»
&ne .*......*...».. OD
Carbone, limoli^, limone^ Carken ^ Umon^ timori^ de,
divozione, detenzione^, voeion^ deteneion^ 9n»«*
n^osìone, eco. ^i'^^t ^oc.
ore • . • • ; . or
Dolore, colore, calore, te- Dolor ^ ealor^ caler ^ lettor^
DOrei priore, onore/ecc. ' prior^ honor ecc.
tà ..... . . dad
BoDtB, dÌTÌnità, pietà, ca- Bondcut^ divinidad^ piedait^
iliilà, Yaiiità, cariU, etei*- eastidad^ vanidad^ cari'
oìtà, ecc. dad , eternfdad^ eoe*
tudine ..................... tud
Inqviìétiladijiie, softecitali* Inquietud^ wlieitud^ tfeiti»
uè, Yici$«iladiae| ecc. lud^ eco*
%9Ì mt^iMMmo,
Le dettneoce in ea, ia\ ismo, ista^ ura^gna di Tarj 9>
•tantiTi tono coamnii «ooie:
America^ rettorica, poesia , America^ rectóricoj poesia^
teoria, ateismo^ deisoiOj teoria^ ateismo^ deismo^
lista, Cdlfioista, modista , listai calvinista^ modista^
afTeotura, pisnara, im- aventura^ llanura^ impos*
postorai moot^gpay caiD* . tura^ montana^ campa"
pagoa, ecc. iia^ ecc.
I nomi di « es t iew ebe tn it sitano terminano hi tyio^ o
aro, o iere^ fsnno in ispfgnoofo in»efx>. ' "^
Fornajo, nì8Cf*Ila}o, caltola- Borncm^ curntccro^ zapa*
jOg carbooiirOi orologiaro, fero, carhonero^ relojere^
pellajo, cameriere, eoe- peltejero^ camarero^ cO'
chiere^ banchiere, b<ir« eherò^ banquero^ hoAt*
biere, infermiere, ecc. ro^ enfermcro^ ecc.
Premesse le sepr^aii^tate osserraaiooi ^ passeremo ora
a formare delta liste degli aggettivi i più necessarj, per
pattar comipoiare a parlare. Ma sicoome una dolle m^*
giori dilticoltà che iooooUano gt* italiani nelfoso della
lingua spagnnola si è il poter distingnere quando cogli
•ggettif i e participj si debba usare il verbo scr e quandi
il verbo eUar; è per ciò che siffatti aggetti? t e participj si
è creduto dividerli in tre classi, cioè la prima di aggetlivi
ehe solamente ammettono il verbo ser; la aeconda di
f^uelli che, essendo ad un tempo « aggettivi e participj
passati, non ammettono che il verbo estur; la terza final-
mente di aggettivi cbe ammettono t uno e Taltro, secondo
ohe dindtsr vogliasi Tessensa p qualità permanente della
persona o cosa, nel qual caso ai usa il ?erbo ser ^ come:
$cr tnMejSer strilo; oppure spiegar si voglia una qualche
qaalilà o circostanza pass^ggiera, ossia lo atsto indicato
da siffatti pronomi, ed in qnesto caso ai adopera il verbo
ritor, come: fUar triste ^ estar sardoi^
HWMiEMMTOb
^vS>
PRIMA LISTA
Degli aggettM che vanno nccompagnati
dal verbo ser.
È
abile
aecarefsaotd
acciglUto
accorto
acuto
fiff^ttato
affeltaoao •
affortonalo
algoso
altiero
anni(*o di
antico
ardito
arrogante
aspro
audace
avaro
avido
avvenente
babbi one
bacchettone
baiJ ansioso
barbata
beata
E8
hSiHi)
halagùeno
cenudo
despefado
ugudo
ufeciado^ ine'
lindroso
afortumtdo
CVOStk
•altivo
amigo de
Vantigu^ '
""Utrevidó
"icllo^ ahane'
j .ro
esperò
osado
€irarienia
codicioso
lindo
rnnjadero
gczmofio
arrogante
harhudo ' '"
dichoso
È
bellino
besteVnmiato-
fé
birbone
bisbigliatore
bÌ220C0
borioso
bravo' • '^-*'
bribimio' '
brioso
bruseo' '
bugiarde -
caccoloso
caparbio
capri ceiocto
caritio
caritatevole
caro
c?)uto .
celiatofe
chiacchierino
chii^tócKieVòn-i
ciancióso
«a
'honito^
'blasfemò ^
hr&ùn
thismero
mogigato
¥anagtorio90
saliente -
p Icaro
garbùso; lìbe»
rat
zuharefh •
mentiroso
ìaganoso
tercOy iozudiy
eaprichùso
lindo •
caritative
^ueridoy ama'»
bìe
eauto , preca»
vido
chancerb
parlerò
'hablador •''
potaratero
(i) A suo luogo st è detto ehe negK • aggettivi in o- per
farli fetuminili * basta cambiare V o io a , e ' che quelli cbar^
mui fìuiacoQO in o souo comum ai due getterii.
"V
%96
smvLiiinrTo.
1
ciarloDe
tTiarìatan
geloso
telosó
rireoepetto
tnirodo
gentile
delicado , ga*
codardo
coharde
lan
colpevole
culpahle
chiotto
goloso
collo
culto
ghiottone
gloton , iragom
compassione- compasivo
giocoso
Eumbon
Tole
gioviale
alegre ^plàcido
conipilo
esmerado
girella
peleta
coraggioso
alenta do
«iudisiose
juicioso
cortese
cortes
ginncoso
juncoso
CDpO
soccarron
goffo
sàndiot tosco
damerino
pisaperde
irradevoie
apetec&le
disoerveliaio
descabezado
grassolio
gordon
dicitore
decidor
£rassottello
regordete
diiBdente
desconfiado
graie
agradecido | a*
dilettante
aficionado
gradable
disattento
desatento
«rrasiosello
motto^ lindo
disgrazialo
desgraciado
grasioso *
chusco
disinvolto
desenvuelto
£;rossolano
grosero
disakbìdiente desohediente
guercio
tuerto
disusato
desmada
infedele
infid
doppio
doble '
ingegnoso
mafioso
empio
impio .
ingiusto
injusto
erto
empinadq
inetto
negado^ lerdo
erudito
leido, erudito
impacciatore
> embarazoso
facente
hacendoso
intelligente
entendida
faceto
chistoso
isolano
isleno
facile
fàcU
lattifero
lechero
facoltoso
rico^/acuhoso
leggiadro
airoso
fedele
M
lepido
donoto
felice
fdiz
letterato
ìetrado
figliato, adoi
t* ahijado
liberale
Barboso . 7/ie-
tato
ral
fino
agudo^fino
losco
Hzco
finto
frigido
lusinghiere
Ksongero <
tori u nato
dichoso
lussurioso
lu/urioso
furbo
picaro, astuto
madornale
garrafal
mo
alegre ^fesUvo
maggiore
major «
calante
pelimetre
malaticeio
enfenmzo
garbalo
C9rte$f a/able
maligno
arìàso, maligno
SUfPLCVBirTO.
malvagio
malvado
robusto
iu««Dctno
zurdo
mangiane
comilon
rissoso
manieroso
modoso j UT'
ritroso
••
hano
rosso
melenso ^
hobo , insulso ^
accento « •
minchione
hodo^ tonto
sagace
minore
mcnor ,
saggio
miracoloso
malagroso
sapiente
nasino
ramo
saputello
nasone
narigudo ,
savio
neghiltoso
poliron , pe-
sboccato
sùdo :
scaltro '
nojosa
eansadof rn*
fadoso
oloroso
scambievole
odoroso
scelto
ounipoieote
iodopoderoso
scémo
ordinario
basto ^ ordina'
schietto •
rio
schifoso
orgc^lioso
orgulloso
sd ama n Dato
orrido
horroroso
scilinguato
ossequioso
ohsequioso
scimunito
pancione
tripon^ trihw
scioc^ \ .,
do
scioperato
pauroso
miedoso
sconoscente
paziente
su/rido
pazzo da ca* ioco de alar
scortese
lena
screansato
pecorino
ùvejano
scroccone
pericoloso
peligroso
piacevole
agradable
sdegnoso
piagnone
lioron
semplice
pi kttO
chato
setoloso
pieloso
piadoso
sfacciato
pigro
perezoso
sfronUto
pod^groso
goioso
porcaglione
puerco^ zafio
simile
polenle
poderoso
sinistro
presuntuoso
presa mido
polito
putido^ limpio
smargiasso
a^7
fuerte^ roSii*
sto
pèndenciero
esquiffo
tosco
sabìdo >""
tagaz
. prudente
sabio
sabidiìlo
euerdo
desbocado
astuto
mutuo, reei'»
\ proco
escogido
simple
sincero
asqueroso
desalinado
tartamudo
fatuo
, ioni^^ itìibo
holgazan
desagradeei"
do '
descortes
malcriado
pegole I petoT'^
dista
esquivo
sene il lo
cerdoso
descarado
desiaci' gonza*
do
semejnnte
izquierdo^ 5i«
nìestro
fanfatron
ai8
soiTiiwtato.
•luocfioso
melindroiOf
tondo
rtdondo
zaìamero
trappolaro
impacerò
toniigiraiite
• semefunie
truffature
trampolo
rpaccone
httladron
vagabondo
funante
f pi lercio
cicùtero
vergognoso
vergonzoso
•pirìloto t
vivarach^
vero •
9erdafler9
1
^qu'tilo
primorosa
viToaimile
9eristnUè
sloUo
necio
vescoao
galan
ttotnucherole
asquero90
liigoroM»
€sforzado
Il tordi lo
atoìondrado
Vile
pdj min
ftvi>nlato
easquivano
vendicativo
9engaiho
f npino
pohre^ desdi^
vizKMo
mcioso
ehado
voglioso
antojadizo
tapoooone
regaXom «
if piatite
celante
teridoe
ienuz
xrrbino
pisaverde
ItiO^ro
Hemo
iizzaaioso
ehismosOy zi
lesi arda
iemoso
^
zanero
timido
medroso
zutioo
huruno.
Sono ancora drlb ttesaa torti! i segaenti
aggettivi personali.
ben odittsato hiencriado
chi parta beoe hietJinblado
chi 81 astleoe callade
dal parlare
chi parla nel gangoso
naso
di burbarossa barhrojo
di poeà' barba barblampifh
di belle sem- bien parecido
biauze
di. viso largo eariancho
di viso lungo earrlargo
di viso tondo oariredondo
SV^PLEMBITTO.
%ag
SECONDA LISTA
I
Degli aggéiiivi e participj passati^ che devono essere
accompagnati del verbo estar.
È
abaltQto
abbellito
abbozsato
abbracciato
abbrastolito
acetato
af;ct«Gcato
acceao
accettalo
aciJo
accomoilalo
accoDcìato
accozaato
adiralo
adJoi orato
afferrato
aiHllto
afTollato
afTumicato
allagato
allettato
a iterato
ammaccato
ammaetlrato
ammaiato
ammaasato
lavA.
àbatìdo
hermoseado
bosquejado
ahrazado
tostado
acedado
machacado
encendido
aceptado
avinagrado
compuesto
acomodado
trabado
ai rado
adolorado
asido , agarU'
do
afiigìdof con-
gojado
apinadoj agol
pado
huineado
alagado
enea modo
oherado
maguliado
amaestrado
enfertno
hacinado
ammorbidito ablandado
ammucchiato amontonado
am murato emparedado
Gram, Spag,
È
BtTA
anoojato fastidiado
a ppa onato empanado
apparecchiato puesto^ prepC'
rado
appassionato apasionado
a ppaasi to marchiiado
aperto abierto
appeso colgado
appiccicato pcgado ■
appoggiato
arraatu
arrestalo
a r rosi ito
arrot hilo
arrugtnito
assetato
assuefatto
attappato
altoaito
avaozato
avvezzo
avvìiito '
bagnato
bardalo
battezzato
bendato
benedetto
bloccato
bollato
brodoso
brugiato
brunito
apoyado
armado
preso
asado
acatarrado
tornado deorìn
sedie t ito
<icoslamdfrado^
tapado
embobado
adelantado
hecho
acobardado
mojado
enjaesado
bautizado
bendado
bendecido
Hoqueado
sellado
caldoso
?uemado
runido
boUato
calpestato
Gsneeilato
chiuso
cioto
concetto
conficcato
confato
coDtagrato
eontoltto
colto
coperto
crivellato
cucinato
deciso
difeso
dinnexsato
diradato
dtsaoimato
diBcaojato
di^ratto
disposto
dÌTÌSO^'
domastMlo
dominato
occlinato
eccettuato
edificato
elevato
cM8inÌDato
esalto
esausto
escluso, eten*
tato
esposto
espresso
esteso
«sihalo
erapojraio
simrLiviiito*
iirado
pisoieaJo , a-
tropellado
horrado
cerrado
cenido
concedido
clavado
confundido
eonsagrado
consolado
cocido
cuhierto
aerinllado
Suisado
ecidido
defgndidù
dtmidiado
rorefacto
desanimado
despellejado
deshecho
dispuesio
dividido
domesiicado
dofninado
ecUpsado
esceptuado
edi/icado
eltvado
examinado
csado <
cxauitù
fscluido
»
espiiesto
espreso
estendido
desterrado
evapgradQ
fabbricato
faticato
fatto
fermo
ferito
— in tetta
finito
fitto
fondato
forato
fornito
fracido
franto, roUo
frastornato
frondoso
gelato
gettalo
ginocchioni
giudicato
gonfio
gravida
guadagnato
gnardato
guarito
i
guasto
gnernito
illanguidito
'illuminato.
'imballato
iovatigiato
imbandito
imbellettalo «
imbiancato
imboscato
imbottito
imbrattato
imbroglialo
fabrieado
rendido , fati*
godo
hecko
parado
herido
descalabrado
concluido
espèso
fundado
agujerado
abasteeido
podride
roto^quehrado
trastomado
frondoso
helado
echado
arrodillado
fuzgado
hiìichado
pr^fiada
ganado
guardadQ
curado, sana"
do
echado d per^
der
ffuarnecido
lànguido
iluminado
enfardrlctdo
embaUjado
preparado
dado de afeito
bìanqueadù
emboscadù
embtttido
manchado
enredado
StrPPLSMÌRTO.
Ilicsliiodlato
impaarito
impedito
impegnato
impellicciato
impietrito
impiastrato
imposaibìlita*
to
impostato
impaniato
inamidato
inaridito
iocaotato
incartato
incatsato
incaatrato
iDchfodatcr
indebolito
indiaposlo
infestato
infierolito
infocato
infuriato
ingabbiato
ingannato
inoestato
irritato
insaccato
insanguinato
insignito
insuoidito
intanato
intavolato
intriso
iovilato
involto
clavado
atemorizado
haldado
empenado
embutido
empedemido
€mplastado
imposihiUtado
apostada
tncasqnetado
almiaonado
resecado
eneantado
empapeìado
encajado
unido , enca-
jado
enchuado
endehle
indispuesto
inftstado
endehleeido
hecha ur^fuc'
enfureeido
enjaulado
cnganado
ìngertado
irritado
ensacttdo
ensangrenia'
do
condecorado
enstìciado
encovado
entahlado
hànado
convidado
enmeltQ
in ami dito
inzuppato
isolato
lacerato
lasso
lastricato
(aralo
lavorato
legato
logoro
macinato
maneggiato'
mascherato
mattonato
maturo
messo
mischiato
mondato
moribondo
mortificato
morto
mozzato
murato
mutilato
nascosto
ondo
rruvolo
obbligato
oleato
oppi Iato
oppresso '
organizMto
orlato
ozioso
pagato
i3f
humedecido
mojado
aislado
detptdazado
cansado ^ ren»
dido
enlosado
lavado
trahajado
Iatado
engastado
eneuadernadiì
gaslado
molido
manoseado
mascarado
enladriiiado
madurOf sazo-
nado
puesto^meùdó
mezdado
limpiado
morihundo
moriifieado
muerto •
troncado
iapiado
mutilado
escondido
desnudo
nuhlado •
ohligado
olendo
opiladù
oprimido , a*
brumado
organlzado •
ribeteado .
' aeroso
pagoda
93»
pasointo
penitenslato
paniieroso
perdonato
permeato
petto
piegato
pieghettato
pieno
precipitato
preparato
prevenuto
privato
proeesitto
profamato
proYviaioaato
putrefatto
rabboccato
rarcomanilato
radicato
raggrinsalo
rammaricato
raoaicehiato
ravveduto
remoto
ricamato
riformato
riaolnto
roaioato
satollato
aaiio
sbattuto
sbigottito
•oandaliaiato
tcapigtiato
sciolto
acolorito
acoperto
scomuiùcato
aui'PLBKSITO»
mantenido
peniUnciado
pemnlivo
perdonado
pernii Udo
pisado^ molido
doblculo
piegado
llcno
arminado
preparado
prevenido
prìvado
proce$ado
per/amado
abastecido
p od rido
atestado
reeomendado
arraigado
arrugado
triste^ stniido
cncogido
escarmentado
apartado
hordad0
reformado
resudto
foido
haito
harto
abochomado
amedrentado
escandaliza*
do
desgreiiado
suelio
' descoìorido
descubifMTlo
escomulgudo
scorticato
screditato
screpolato
sdrajtfto
seduto
selciato
seminato
stupefatto
senteosuto
éequeatrato
sgangherato
sgonfiato
situato
smaltato
smaniato
soggetto
spaccato
spaventato
squarciato
staceiato
stampato
stanco
stemprato
stirato '
storpbto
storto
stufo
starato
svenuto
tagliato
tarlato
tediato
tediatissimo
temperato
tepido
tessuto
tirato
tonsurato
(torbido
desoliamo
desereditado
rajado
tendido
sentado
empedrado
sembrado
pasmado
scnienciado
embargado
desquiciado
desinchado
situado^ sito
esmaltado
inquieto ^ fu*
rioso
sugeto
partido
asombmdo
rasgado
cernido
estampado
cansado
destemplaào
planchado
cstropeado
torcido
fostidiado
destaptido
desmayade
cortado
apolillado
aborrecìdo
àburrido
iempìado .
tibia
tei/do
tirado
tonsurado
turbio
9a?vhtiif«itOé
iomeado
versato
pervado
toreido
vestito
vestido
agujerado .
'■•- * a latta enluiadù
taiadrado
vicina
eercano
disfratado
visto
visto
iribulado
vizialo
vìciado
trUlado
voltato
vuelta
barrenado
vaoto
vocio
alierado
ultimata
ìdtimado
varante
amido
hùmedo
vacìUame
amiliala
humilladof
vaìutado
unito
unìdo
variahle
untato
untado
verde
usalo
usado
vidriadoybùì^
nizado,
1
zappato
eavadò
<oÌ forato
azufrado
a33
fornito
torlo
traforato
trapanato
tra Tettilo
tribolalo
trito
trivellato
turbalo
Tacente
Tacillante
Talalato
Tariabile
Terde
Ternir.Ì4ito
Volendosi da questi participj del tempo pallaio rica-
vare r infinito di ciascun Terbo^ si osservi che i parlìcipj
in odo appartengono alla prima conjugaiione in ar^ onde
da apojadoy armadoy hermosead^y manchado^ ecc^ si h«
apojar^ armar ^ hermoesar^ manchar^ ecc. Quelli poi che
finiscono in ido appartengono alla oonjngaaione in er y
crome da coeido^ concedido^ guarnccido^ ecc. si ha cocer^
conceder^ guarnecer^ ecc» oppure alla oonjugaiione in ir,
«ome da abati do f rendido^ vesiido: ahatir^ rendir^ vestir,
T£RZA LISTA
i^gli (^citivi che possono usar» e coi verbo %tf
eeo/restar.
Agro
jdgrio
ballo
hello
aHegro
alegre
buona
bueno
allo
aito
<*atdo
caliente
amaro
mnargo
chiara
cloro '
ammogliato
casado
cieco
eiego
•ppicoicoao
pegajoso
corto
Qorio
aCUnlo
atenlò
destro
dte^iro
ba«)»o
hajo
disperato
desesperado^
20-
a34
dblce
drillo
eguale
fermo
fiacco
fisso
flessibile
ibllo
fori e
£reddo
gfjo
giovine
gobbo
grasso
gralo
grH 21080
greve
grosso
inquieto
ùilereasata
lacero
targo
leggiero
liaeio
lango
ina GÌ lente
.imagro
malinconico
maritata
intllo
'naturale
netto
nuovo
Pl'fano
obtìaato
ottuso
01 toso
pallido
SUPrUMEUTO.
Jutce
derecho
igual
firme
fioco
fijo
ficxiòle
espeso
fuerte
/rio
alegre
jjven 1
giboso , careo"
bado
gordo
ogradecido
gracioso
pesadé
grueso
inquieto
interesado •
ondrajosa
ancho
ligero
liso
largo
macilento
fiaco
melancólico
casada
mudo
naturai
limpio
nuevo
huér/ano
obstinado
obtuso
^ oeioso
pazzo
loco
piano
liana
piccante
pie ante
povero
pobre
pratico
predico
pulito
putido
quieto
quieto
r^ibbioso
rabbioso
rancido
rancio
rigato
rajado
rimbambito
chocho
risentilo
sentido
rosso
rojo^ enoama
do
saporito
sabroso
salato
salado
scapolo
salterò
sciapito
insipido
scolorito
descoìorido
screditato
desacreditado
secco
seco
sordo
sordo
sporco
puerco
stordito
atolondrado
strano
stretto
sudicio
tenero
teso
tinto
tosto
tranquillo
vecchio
ventilato
verde
vivo
ubbriaco
umido
coppo
estrano
estrecho
sudo
tierno
tiesQ
teiiida
duro
tranquillQ
9Ìejo
ventilada
verde
vivo
borracho
hùmedo
eojo^
81IFPUKB1IT0. a 35
A tutti qaesti aggettivi della tersa Hata conrieo» il
verbo ser altorchè si vaol dinotare 1* essensa e i|aiilità
permanente della persona o cosa; e conyìene il ?erbo
estmr quando Togliamo dinotare una circostansa acciden-
tale e passeggiera. Se Pietro^ per esempio, è scolorito^
rossoy allegro ^ malinconico, inquieto ^ ecc. di natura e ca«
raltere^ allora diremo: Fedro os descolorido^ encumado y
alegre^ melancólico^ inquieto^ ecc. B te Pietro ^ scolorilo^
rosso^ malinconico f ecc.| non per carattere, ma per caso a
coni bi nazione, allora è che si osa il verbo estar y come
Fedro esXhk de iColorido ^ hlanco y alegre^ inquieto ^ ciegp^
cqJo tordof «ce. Lo stesso intendasi degli aggettifi di cosa*
Nomi sostantivi estratti dagli aggettivi di sopra^
Abbaglio Alucinacion
•bbondansa abuadancia
acciecamento ceguedad
«ccidta
accoglienza
adozione
afflinone
affronto
agrezza
alterigia
altezza
amarezza
amicizia
angoscia
animosità
antichità
ansietà
arbitrio
ardire
altifìtà
attenaioDO
defaJe»
acogida
adopcion
rafliccion
\ pesar
' pesadumbre
afrenla
agrura
akivez
altura
amargura
amistad
congoja
encono
antiguedad
ansia
albedrio
osadia^ atrevi'
miento
actividad
{atencion
cuidado
tient^n
avidità
bagattella
beiordaggioe
bassf'Ztfi
belfa
bellezza i
beltà I
biaochezsa
bisogno
bii&sarria
bricconeria
bruttezza
bugia
burla
calma
calpestio
caparbietà
capriGi'io
carezza
cefTo
celia
jchiacchiera
anfibio
fiiolera
inajaderia
hiijeza
mofa
Ì bellezza
hermosurd
beldad
blancura
necesidad
gallardia
picardia
fealdad
mentirà
{burìa
chaseo-
petardo
sosiego
ruido de pio&
terquedad
1 còprieh^
ìantoJQ
cariciajiah^a
ceno
zumòa
parla
336
ehiaechiera
chiasso
ciarla
cimenli^
eifilU
codardia
colpa
compi testa
compito
confidensa
cootentess?
coraggio
cordoglio
corroccio
oortezaa
crudeltà
cura
capidigta
danoo
desiderio
éeatresui
debolezsa
difficoltà
diffidcDZa
disgrazia
disonestà
disoQore
dispetto
disperasione
diiLpiaoere
di»p|jiez8a
diiiUur»
aUPPtIKBRTO
làbia
balUij atgaza"
ra^ xamhra
kabladaria
\peligro
rprueba
emiidad
c^bardia
culpa
esmefx>
taréa
tconfinnta
} satis/accion
contento
denucdù
i doler
ipesadumibre
corledad
eruddad
elùda do
codicia
dam
desco
mafia
Idebilidad
deslU
di fica li ad
desconfinnza
desgrucia
deshonestidad
deshonra
{deipecho
pesar
desespera»
Cìon
. dLgUiiQ
\ òìnsabor-
. doblcz
difcckura
esattezza
facceoda
facezia
falsità
fame
fastidio
fato
fattaochieria
Meltà
feraaezaa
fetore
finezza
flemma'
flessibilità
freddar»
freschezza
fretta
gajezzà
giojn
galanteria
gargotuca
gara
gelosia
ghiottoneria
gioja
gioveotà
giustizia
gofTaggioe
gola
grassezza
gratitadine
incomodo
infermità
infedellà
iufiugardag-
gine
togiustiaia
exactltud
asunto
chisle
falsedad
hambre
enfado
hado
hechìceria
fidelidad
tesoa
hedor
finura
soma
fiexlbilidad
Jrialdad
freseura
priaay prua
joyialidad
regociJQ
tUndura
moneria
algarabia
.disension
\porfia
zetos
glotoneria
regocijo
fuffetUud
justtcia
zafiedad
gala
gordura
mgradeeimen^
to
achaque
enfermedad
infitlelidad
holgazaneria
in^ticia
8urVLIXIIIT0.
ingiaria di pa- Jenuesio
role
inqtiielesxa
irriferoDsa
lamento
largheua
leggiadria
leggeressa
lite
langhezza
lasinga
m agrezza
malÌDCooìa
desasosUgo
deiocaio
quya
Qttéhura
kgarbo
ia^'rosidad
ligereza
Spìeito
^ pendencia
longitud
lisonja
flaquewa
meìancolia
manoanento 4 /. «
mancanza <^
melantaggine insulscs
meolita
miracolo
naasea
apja
novità
oltraggio
omaggio
orgoglio
paura
pazEÌa
j>azienza
pedata
p^'gno
peosiere
pericolo
pietà
pienezza
povertà
pregio
premura
deamentida
milagro
osco
fastidio
novedad
ultra gè
homenage
orgullo
miedo
ìocura
paciencia»
pisada .
prenda
petisamiento
peVgro
^piadad
compasion
IdslioM
plenilud
pobreza
esiimaGÌoa
interes
it
prezzo
prodezza
prontezza
paiizia
puzzo
querela
raggirb
rammarioo
ribrezzo
riso
riiparniio
rissa
- ^ .
rumore
salute .
salvezze'
sapienza
saviezza ^
bagli a
scampo
scarsezza
scherno
scherzo
schiaffo
sciagura
scempiaggine simplezm
scienza ciencia
3c iocchezza
SCOfDÒ
seccai ura
sdegno
semplicità
predo
hazana
prontitud
limpieza
mal olor
quereUa
{cmhusfe
patrona
sentimento
repugnaneia
risa
ah erro
Icontieòda
\ riva
I pendeada
ruido
saluà
salvacion
sabidtuia
cordura
equivoco
escape . ,
escase:^
mofa
chanza
sopapo
desdicha
necedid
(vilipendio
desprecio
fastidio
desden
\ ^
{sana
simpììcidad
sfacciataggine descaro
^fronialezza desvergùonza
I'sgartM» desaire
smacco sonroio
»S8
•lraTI.C«t«TO.
tmforfia
meìinàre 1
tanfo
tufo
aocoorso
saeorro 1
lara
rehnja
todditfaiione taiisfacéon \
tartaro
sarro
aorpreaa
sobresalio
tasto
1 tienta
aorte
$uerie
^■•w^^r
\taste
•oategno
sosten
lemperantf
templanza
aotUgliesta
idgadcM
tenebre
tinieblaa
apayenU
$usto
tenereaia
temuta
apa<»e
especie
timideasa
timidez
apesa
gasio
timore
temer
apiloroeria
eicateria
torto
kin/uria^tueria^
) sinrazon
apinta
empujon
W^vS ^^^
sporaisia
porquerìa
traccia
huella
aqaiaitexaa
pn'mor
trnootanaa
akivez
alollana
estolides
tradimento
traieìon
strage
destrozo
trasporto
arrehato
atrapazxo
maltraiamien»
tremore
temblor
atregonerit
to f-
hrugeria
Tagkeiza
{galanteo
ihermosura
atretta
1 apuro
^aprìeto
vendita
venata
9enta
9enida
alrettexza
estrechef^
vergogoa
rerguenza
ala poro
asoowro
verità
perdad
aTeniiuealo
desmajù
vezao
airaciiro
ayiata
descuido
voglia
gena
aadieìiuiie
suciedad
virtù
9Ìrtuà
soperbia
soherhia
urlo
choque
taccia
taeha
cotìcaggiiM
huranerim
taglio
eerte
E A e e
t I. T a
Di aleofti nomi che sono femminini in italiana,
e mascolini io ispagnuolo.
Tarìa el aire
la carta ej papel
la cioccolata el chocohie
la cogoisiuoe) eJconoeiinic/i-
laccMipsoenca^ to
la domeoica el domingo
la guancia el cariVo
la grandine el granizo
la posata el cuhierto
^la forchetta el lenedotr
flUFPLlXtHTO-
la tovaglia el mantel
rorigine el órigen
la ric«Toia el recibo
la 8opr«8crit- el sobrescrito
ta
la disfida el àetaflo
la.aaliera el salerò
a 39
la ruggine el ofSn
la biacca el alba falde
la corporata- el tallo
ra
la cottipasio- el eosiipado
ne
• lAOOOiyA
Di alcuni oomi che sodo mascolini in italiano
femminini in ispagnnola
l'affronto
il carciofo
il cerino
il conio
il costume
il melograna-
lo
il crine
il dubbio
il debito
il fiele
il fiore
il flauto
i frutti
la afrenia
la alcachofa
la eerUla
la cuenta
la costumbre
la granada
la crin
la dada
la dueda
la hiel
la fior
la Jlauta
la$frutas
ginocchio
naso
latte
lavoro
leUo
calcio
lame
sale
sangae
sospetto
taTolino
tantaggio
yesperì
l ribasso
la rodilla
la narU
la lechó
la labor \
la coma
la eo»
la luz
la sai
la sangre
la sospecha
la mesa
la fentoja
las vlsperas
la rebaja
a4o
R AGGÒLTA
DI HOMI SOSTANTIVI FIU NECESSABJ A 8AFEESI
Okl CULO ID ILBKftMTl
DSL OSLO r BLMwnWTOS.
Dio
Dios
nube , Duvo^ nub»
natura
naiuralexa
la
angelo
àngel
vento
piento
anima
ùìma
pioggia
Hufia
apirito
ojavolo
espiritu
turbine
uracan
diahlo
acquasaooe
aguacrro
demoDÌD
demomio
tropea
chaparrvn
faotasma
fantatma
lampo
relampàgo
folletto
duende
fulmine
rajo
paradiso
paraiso
saetta
centella
purgatorio
loferno
purgatorio
infiemo
tuono
neye
trueno
nieve
iioibo
limbo
grandine
granizo
terra
tierra
rugiada
rocio
atqna
agua
brina
escarcha
aria
aire
ghiaccio
yelo
fuoco
Juego
ghiaccioolo
caramhano
mare
mdr
tefremuoto
terremoto
aola
iol
nebbia
niebla
lana
luna
diluvio
diluvio
atella
estrella
freddo
frio
astro
astro
caldo
valor
pianeta
pianeta
mitigato
templado
oonieta
cometa
nord
norie
raggio di* la
- rajo de luz
«nezzogiorno
mediodia
ce
ponente
pon tento
tenebri^
tinìeblas
levante
levante
wovfLinmno.
94'
OBL TEKM B ITAOIORI.
il giorno 1 ^j j^
la giornata |
— di Cam- jomaia
mino
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mezzogiolT'
no
naezzaoolle
princìpio
mezzo
il fine
secolo
HEL TIBMFO T BSTÉCtOSBSé
r*é •
fioche
medio dia
medùt nodhe
primdph
medio
et fin
siglo
secolo d'oro siglo de orò
anno ano
mese mes
Settimana sentana
ai principio d prineipios
alia in«tà à tnediados
al fioe del ee- a ùliimos del
colo ^ siglo
-— deli^'anno *— del afio
— de) mese -— ^t mes
— • della set- — de la sé*^
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-^ della sta- — del pera*
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ora
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primavera
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Ito
hora
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^primavem
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verona
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9iemù
giorno festi- dia de fiesta
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— di laToro •*- de trahnjo
— ^ di carne -^ de carne
— di vigilia — de rigilia
-^ di diginBO-— de ayuna
— di magro — de pesca*
do
Genoajo Enero
F ebbra jo Fehrere
Marzo Marzo
Aprile Abrii
Maggio Majo
Giugno Junio
iU^lio Julio
\ ^oslo Agosto
Settembre Seliembre
Ottobre* Octulre
Novembre Novietnbre
Dicembre Diciembre
Domenìea Domingo
lanedì lunes
martedì ' mdrtts
mercoledì tniércoles
giovedì juéves
venerdì viérnes
sabato sdbado
la seminagìo» ia siemhm
ne
la mictitora. ìa siega
la raccolta la cosecha '
laveodemmia la vendimia
Gram, Spag.
di
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SIOSITA •
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Papa
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messa
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impero
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regina
regno
viceré
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patriarca
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rigo
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gentiluomo
plebeo
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segretario
giudice
avvocato.
vifeina
principe
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duque
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condesa
rizconde
vizcondesa
marques
marquesa
haron
haronèm-
eahallero
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hidalgo
plehejo
gobernador
secretario
ahogado
proeurat^e -procurador
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Capo iffipera Ctra moetfm'Knuratore^ , . àfbaiìil
f cultore escullor tcommereiaoleco/Rerc»eHito
I ili ore f^intor | orologiero relogero
;<rchìteUo arquilecto |librajo librerà
impresor
mèdico
cirujano
practicanle
bot icario
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chirurgo
pratico
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fabbro
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caldararo
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cappeltaro
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fornaciaio
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tessitore
carrettiere
vetturino
malattiere
maestro
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fattorino
commediante eomediante
platero
herrcro
hojalatero
calderero
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sastre
zapaiero
somhrerero
carpintera
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cantero
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vidriero
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maestro
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aprendiz
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venditore di panadero
pane
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pescivendolo pescadero
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locandiere
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osteria povera ì^gon
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posada
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hosteria
hostalero
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61ADI DI PAmiHTlLA.
GMÀ34kS BM fAMEWTSSCO.
Chi ra s spo-
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bisnonno
bisabuelo
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bisnonna
bisabuela
sposato di*
1 nQvia
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figliastra
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capo o tasta cabeza
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el celebro
el cucilo
pescuezo .
cagate
cabeUera "
cabellos^pelos
lanoggioe
il pelo
tempia
la fronte
il ciglio
palpebra
occhio
la pupilla
9iudo
viuda
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' viudcdad
hnéffano
huérfana
Spariente f ia
deudo
parentela
parenlcscp
I primogenito et mayorazgo
erede heredero
eredità hereneiu
i discendenti los descen*
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maggiori , o mayores^ ó an*
antenati tepasado»
PÀRXtS J>3fX, CUSBPO,
Vedovatisa
5>rfano
orfana
parente
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parentesco
hozo
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la f renio
la ceja
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ojo
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vista
orecchio
udito
suono
il naso
odorato,
odore,
pusso
punta del na-
so
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volto
sembiante
viso, faccia
carnagione
lentiggine
neo
macchia
vista
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olfato
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las tripas
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nervio
v'^Jria *
arteria
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braccio
coscia
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pugno '
t^tto
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polso
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arteria
'la sangre
brazo
muslo *
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codo
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puno
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ia maitdéa
pulso
dita ' ' d^do •
— ^ polìfee^ ' -^ pulgar^
— indice' — l indice
— dei cuore — del cora-
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— ^ODuIflit^ .. — antilar
— auriculare — mefiiqàe
il ginocchio ' la rodilta
il facile, b espiniHa '
stiooo
pdpa * 'pantorrilta
piede pie
noce dé\ i^ìk* tiihillo
de, . ^
gola del pièd^ gargànta del
^pié'
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calcanar '
pianta pianta '
callo ^ callo ' :|
jpedignooéy ò sélagon
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Ja corporatura el talle
il aetnbiante el sembiante
l^aspetlo' • h^^Cfl^a .
Tandare ti modo de
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som»,' aogpo sucno
fvoce voz
parola palabra
riso risa
il pianto el liante
calcagno ^ ì
I fiato
sospiro '
Islarouto
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alto
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LORO StÀI] ED BTa\
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^ ^rirbrriDiroa
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vedova ^ Wiuda
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totae
raachio
naasea
vomilo
Iremore
niTreddora
ooatipacioQo
catarro
dolor colico
colica
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pò
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Dolor
1— > d€^ mudas
— - de dUntes
— de caheza
— de.tripas
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caìentura'
tercianas
euartanas
iabardiUa,
Marna
asma
moquiia
etgnedad
Morderà
la cojera
giba
Ijoroba
Mudur
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fargajo
ascat
9Ómito-
temhlor ,
retfrìado.
conslipgao^
catarro
dolor còlico
eolica
flujo de vicn»
tre
pesie ,
rabbia
podagra .
mal qaduco.
Pemicrania
itterisia
|iaralìiia
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rahia
gota eorai
la jaqueea
ictericìm
perlesia
Jolor di co dolor de eo"
•lato stado
dropiaia hidropesia
etisìa tisia
monrigliooi las piruetas
la aear lattina ti sarampion
moroidi
caccola
ugna
tartaro
forfora
pinlcore
ferita
piaga
graffio
cicatrioa
colpo
taglio
conliiaiooa
vita
iBorta
risarreiio^
{
almorranat
laga^iis
t'va
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caspa
picazou
picor
come9on
herida
Itaga
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cortadum
coniusion
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muerte
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anVPUMJUITO.
«49
▼B8TIMBHTI.
rM8TiD08.
Biancheria Rapa llan^a
panni ropa
cappello sombrero
berretta di v^iy^n/l^ra, ó
panno f^f^ora
berrellino gorra
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casacca casaca.
il rÌToIto sciapa
collo coìlarin
ì rìrolti del vuekas
▼estìto
casa echi no casaquUla
camicioola chaqueta
cappa, ferra* capa^ forre*
]olo ruelo
cappotto capota
soprabito sordi | Uvita
fodera fotro
Teste da ca- baia
mera
corse almilh
corpetto chaleco
i calzoni Ics calzones
ma lande calzonciUos
calzette medias
sottocalzetle calzetas
legacele ìfg^^
laccio lazo
, soletta soleta
stivale bota .
"•^ di panno botin ^
scsrpa zapato
pianella < chinala
fibbia hebilla
fassoletto panuelo
camicia camita
I • • « \ptc\era$
scamiciata v,
\ chorreras
inanichetti i^ueios
uacinelli broches^ jcorm
- chetes
bottone boion
asola ojal
saccoccia faUriquera
borsellino bokìUo
guanto guanle
bastone boston
ombrella paragua
parasole . quitftsol
spada espada
porta spada birioù
vagina. véuna
impngnatnra conterà
guarniaione guamicion
polsino puno
pomo pomo
lama . hoja
paota della punta 4c la
spada* espada
coltello cuchiUo
— serratolo navaja
pugnale pvfial
bacile per bacia
barba
raso}o navaja de afei'
far
sapone - fabon <
palla di sapone boia de jahon
spuma. espuma
parrucca. peluca
pettinatore peinadero
saccoccia di bolsa .de los
cppria potivoe
pomata
pettine
spiccialore
orologio
scatola
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baoco
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Occhiai! 00
gli occhiali
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rosario^ co-
rona
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catena
braccialetto
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gioia
ginstacore
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gonnella
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fante
i gainurrìoi
acolio deil'a
bito
aopruìitirro.
pomada
peine
tscarpidor
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cajn
polvo de f«*
haco
pipa
anteojo
ilos cMeojoi^
ìlas gafas
cofia
eofieta
garganiiUa
rosario
ìos pendienUs
arracada
cadeau
mamlla
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^soriija
dige
juslUìó
juboii
basqui^a
i zagalejo
Iguardapiés
Las enaguas
' escole
mantiglia
il «merlétto
blonda
fettuccia
I mantUla
\ mantellina
el encaje
'blonda
xinta
grembialeV^^ ^^déhnial
un moséhitia un lunar
nero
belletto afeite
rossetto arrebol
ventaglio abanieo
acqua d*odore agiia de ohr
toletta
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casci netto
ago
spilla
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il fodero
filo
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gomitolo
matassa
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accia di filo
rocca
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il lavoro
fagotto
tocador
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freppìedi trébedes
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girella garruclia
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tegame o caa- tartera Ó
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BàTMRlé M COCMWà,
lachiomarola espumadera
^traccio per estropajo
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pietra fopja pedernal
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carbone
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licione
bragia
favilla
fiamma
fesca
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linterna
lena
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cenere calda rescoldo
fumo f humo
fulliggine ' hollin
sporcizia mugre
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salvilla
las vinagrtras
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gicara
piato
vaso
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redÈO^a
lim^
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f^n^^rehanadà de
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Carne
péscado
o m^sopa
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le interiora
frillo
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garofolato
polpetta
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salcioeiotto
los menudos
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mechado
aibóndlga
albondÌ!^uUIas
longaniza
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guisado
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torta torta
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uova huet^os
— frittellate — estreìbidos
— cotte — cocidos
— *da bere --^pasadospor
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— reifuehos
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ne
stuzzicadenti mondadienter
— rivolte
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formaggio
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giuncata
crema
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biscotto
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requeson
cuajada
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paiUrelIe
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lorbetto
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gelato
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limone
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camomilla
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amaranto
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Viola mani!» aleli
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basilioe àlbahaea
girasole girasol
bottone ■ ootork
mazzo di fiori ramHUta
rosajo rosai
mellonaìa metonar
Tite . pirf, cepa.
pianta pianta
vigna, tigoelo tniia^ vificd^
foglia boja
spalliera . espaldàr<
fipr d'arancio a^uhar
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pergolato
pergola
viale
emparrado
parrà
s^ereda
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baite carro, o bi-
ìas heftaduras roccio
Idtigo oarriaggio
espuela \ carretta
jugo I carro coperto
coche ^ corrodi ruota
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silìa palante
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QfUi^nA* DI «B OATAtLOb pUdLtDàDSS DB (Tl^CJSàLle,
.Cavallo
— - iotiero
— castrato
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-— sboccato
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«— Diiibroe«^
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— entero
*— eapado
-— boqmmu'
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•— deAooado
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— bajo -^ baja
— pezzato — pif
-— rosso -— aCazan
— che ha f ♦
le quattro j-~* cuatratho
gambe bian-j — calzado
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— castagno — castano
— antefadizcr — grigio — tordo
— bianco é —• Qvero
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— stallone — gara^on
-— bea bar- — bien enfac'
dato zadìr
— da TCtUtra — de alquilcr
j — da sella — de siila
— - a$maUco
— espanta^
dito. •
-— che a' IBI* <— ' (fue se em^
penna pùm
— che tira — coceador
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Muro. ... > - Muro
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£dsso •*. • /oso
conlr«j[òi^ > contro/oso
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cannouLcra trotterà
DB Lo QUB SB rM
parapetto *
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I jo 4ào
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963
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ammazzatola
rostro i ó ma*
forte
fuerte
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pescarla
pescaderia
torre
torre
carcere
carcel
cittadella
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farólesf
castello
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pasco
rione
barrio
bottega
tienda
aobborgo'
arralal
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piazza mag-
plaza major
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convento
piazzetta
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calle
parrocchia
parroquìa
selciato
empedrado
seminario
seminario
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campanile
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— adriatico *^ adriatico
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— occiden- — - midtnlal
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— gelato -— helado
— oceano — ocèano
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— rosso — rofo
— bianco <— bianco
— nero •^- negro
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cpotioente continente
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stretto ettrecho
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tela corame
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Miniera
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verde
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lionato
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cangiante
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nericcio
roaaiccio
verdiccio
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gialletlo
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anaranjado
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negruzeo
bermejizo
verducho
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amarillento
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Peso
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libbra
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grano
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grano
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otre
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Uoa moneta Vna moneda
doppia doblon
— da quat* - "^^deàeuairo
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mezsa doppia medio doblon
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mezs*oncia media onza
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L'Abbate
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Fra » Fraaòe«i^ Fra/ Fruuci^
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(oblato)' * ( dooadfo )
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La Madre M»« La Madre Ma*
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Suor Agnese Sor Ynét
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Cattolico
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cal?ìoÌ8ta
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CùtólUso
cristiano
protestante
calvinista
luterano
deista
ateo
herege
hebreo
jitdio
GIVOGBI.
Juego
Giuoco
— del maglio — ^e mallo
— di palla — de pelota
^-^ dì barilii «— de bolos
— dei bi- I -— de òtilar
Sliardo | — de trueos
i palluttole — de hochas
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scacco
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taroliere
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scismatico
greco
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fanatismo
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religion
fanatismo
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la partita
danza
ballo
festino
passeggio
salto
carriera
e a scia
pesca
acherma
maneggio
musica
cauto
arietta
cahallo
seta
las bazas
oros
eopas
espada»
bastos
los cUentos
la maliUa
un tanto
la partida
danza
baile
santo
pasco
salto
correrà
caza
pesca
esgrima
mane/o
mùsica
tanlo
arieta
:»3*
a68
no grosso
monete d! ra
me simili at
quattrino,
•olJo, ba-
surPLKHiaio.
É/i real de ve-
Uon .
mnraveii
ochavo
\euarto
[parpalla
oarpalliàia
locco. ecc. / '^ I
eco Iparpajrola
perpejaaa
OBBIHI B1LI61081.
Ganottico re* Cknónife r^
gola re gular
Congregazio- Congre^aeion
ne Jeirora- del vrato"
torio rio
Gesuita Jesuùa
Padre agonie- Padre agoni-
sanie tante
Scolopio Escolapio
Della scuola de la escuela
lira
soIJo
denaro
luigi
lira toroeie
^hiiitfa
lira sUrUo4
secchino
Utra
iueldo
dinero
luis '
libra twnesa
guinéa t
libra CÀl^rìina
cequi
OMDMBSa MMUGIOSASé
pia • '
ttnftdlle
— un cafzado
«» — descatzo
•^— cannelita
— : trinitaria
doaiinico
pia
Un frate
— calza 16
— scalzo
— carmelha^
no
— trinitario
— domeni**
caco
-— predicato* --- predicador
re
— mercena*
rio, o delia
mercede
-« agostiaia-
no
— - minimo
— serfita
«-« merletta-
rio , 6 de la
meròed
-— aguUina
-^ minima
— servita
— cappuceH — eapuchino
no
-franca. •"-/'•'"'C"^»
* no
in o naoo behe- ' monje hene*
dettino dictinò
^— ber nardi* — bei'nario
no
— geroKmi* geróniina
no ^ '
— certosino I cartujOy ec^
ecc. -,
L'Abbate El Abad
Il Guardiano El GùardiaiÈ
Il Priore El Frior
Il Rettore Ei Rector
Il Vicario El Vicaria
Il Pailce Gio- Eli P. Juam
vanni 'i-
Fra ^ Franòe-- Fraj Fruaci-
SCO SCO
Fràtttl Effiìa-Hermétmo Gii
(oblato) * (dooadfo)
Romito ' Htrmitano
La Madre Ma« La Madre Mia'
ria ria
Suor Agnese 5or Jh^£
MfntnmOé
269
IBIIGIOm I SETTI.
asLIGlOMSB r BECTAB.
Cattolico
cristiano
protestante
calvinista
loterano
deista
ateo
eretico
ebreo
giudeo
Cùtólico
cristiano
protestante
calvinista
luterano
deista
ateo
herege
hebreo
jitdio
GIVOCBI.
Giaoco Juego
•» del maglio — de mallo
-— di palla — de pelota
^-^ di barìlli «— de bolos
— - del bi* I -— eie billar
Sliardo | — de trueos
i paliuttole — de hochas
«» di dam
— di
chi
eoa eco
dama
dado
laToliere
il lotto
ona riffa
trottola
palla
mora
le carte
e -— de damas
scao* ■^- de ogedrez
peon
dama
dado
cubilete
la loteria
una rifa
peonza
boia
morra
Ics nafyes
pagano
maomettano
scismatico
greco
idolatra
fanatico
cosciensa
religione
fanatiamo
superstizione
pagano
mahometano
' cismdlioo
griego
idolatra
fanàtico
concieneia
reUgion
fanatismo
supersticion
juMGoa.
tra mazao <U unu baraja
carte
asso
re
as
rey
cavallo
fante
le mani
denari
coppe
spada
bastone
il picchetto
il tresette
un punto
ia partita
danza
ballo
festino
passeggio
salto
carriera
caccia
pesca
acherma
maneggio
musica
cauto
arietta
eahallo
seta
las bazas
oros
eopas
espadas
bastos
los cUentos
la maliUa
un tanto
la partida
danza
baile
santo
paseo
salto
correrà
caza
pesca
esgrima
mane/o
mùsica
canto
arieta
i^3*
Canzone
intercalare
cancion
estribillo
avppLrHiHVi.
caozooe da copia
cieco
carati na copUlla
AJlUàLt QOÀDBUPB»!.
Bestia
fiera
Iton
leona .
leoncill^
gorra
zarpa
\ •
Bealra
fiera
leone
leooesM
leoocioo
affiglio
iM'anca i
zampa t
pede paia
capelli rabbuf- grcna
fati
chioma^ crine melena^ erin
i rinoceronte
rinoceronte i. , ^ r
Ila abada,/,
Jena hiena
leopardo leopardo
pantera pantera
ligre^ UL tigrCj m.
tigre, f. tigre, /.
orao 050
orsa osa
lopa
lupo
-— cerviere
— marino
loba
lobo
— eerval
— marino
lince lince
rticfanle e el elefante^ y
aua probo- iu trompa
acide
cingliìale, m. ya£a/«
cinghiale, f» jaltaìina
aanne cQÌmillos
ÀMIMÀLES QUÀDELUTEDEè,
•
scimiotto
mono
scimi»
mona
micco
mica
volpe, m.
zorro
volpe, f.
Morra
cervo
ciervo
cerva
cierva
cerviutlò
ceìvatitlo
xibetto
gaio de alca»
ha
foretto
huron
ggarduiia
donAola
. comadrga
faina
martora
marta
armellino '
armiìiò
scoiattolo
ardilla
daino
\gamo
i corso
capra aelvag
• cabra montés
già
camozaa
riccio
gamuTa •
herizo
topo
lepre
topo
liebre
(ooiglio
coneJB
coniglio gio- gazapo
vane
sorcio
raion
sorcio, f.
rata
bestia da soma aceatila
cavalcatura
caballetéa
gregge
cavallo
ganada
caballo
cayalla
oiledro
iJetlo
mola
E
mulo
stallone
asino
somaro
aomara
som a re Ito
soiaarelia
^iumf>nto
eamelb
toro
bue
vitello
gioyeoco
Titolla
Tacca
moatoDe
pecora
agnello
caprona
capra
capretto
gatto
gatta
cagna
cfne
-— mastino
— barbone
— da mostra
*-« da fermo
— da Uva
regaa
potrò
jaca
mula
ifnulo
\ macho
garcuion
asno
burro
hurra
horrico
horrica
jumento
camello
ton^
huey
1 becerro
( terriero
novillo
Ìhecerra
temerà
vaca
cornerò
oveja
corderò
macho cabrio
cabra
cabrilo
gaio
gala
perra
perro
— masti n^
— de aguas
— de mitestfa
— perdiguero
— sabueio
aUPPLlHBaTO.
— bracco
-^ alano
— - levriere
— levriera
cagnolino
271
"^ podery»
— • alano
•^gafgù
— g^^gc^
perrito de fai»
da^ cachorro
una catena di una trailla é^
cani
porco
setola
coda
Iroja
pelo
crine
perrot
Ìgorrino
cocchine
puerco
ccrda
! marrano
lechon
cerdé
Qola
Ipuerca
lechona
pelo
cria
corno
muso
capraio
vaccaro
unghia o cai* casco
«are
{cuemo
asta
hociciy
cabrerò^
vaquero .
baston da fa»t:aj'ado
store
{caballerùa
cuadra
establo
stabbio fiemo^ esliér^
col
zahurda
stalla di porci ì prodiga
\chiquero
i
*7»
tOPPLBITBBfO.
Uccello di ra* J9e ierapiXa
pina
— earniforo
nii^aqaiU
aquilino
atToltojo
nibbio
•parTÌero
laloooe
ameriglio
eiretta
— - eomwora
una aquila
aguilucho
buitre
mitano
gavUan
haìcon
aleotan
kchioa
gafii, alfoceo èuho
nottola
calcabotto
pappagallo
pica
pipiatrallo
gassa
corro
cornacchia
Womtllo
tordo
oca
anitra ael*
germano
fotlivento
rondone
gayia
capiilagola
roatignvolo
Ottrdullo
mochuelo
ehotaeabras
ìpapagayo
ìloro
teotorra
furraca
murci^ago
mariea
euenm
grajo
estonano
tordo
{ansar
ganso
palo
dnade
i ceretta
\ zarceta
eemicalo
feneejo
gavìota
aguifinieves
ruise^or
gilgucro
daZMALMS rOJkJTÌLSS.
canarino canario
fringuello pinzon
verdone, lo- verderon
carino
pettirosso
lodola
merla
rondine
Qccelletto
▼datili
gallinaccio
gallinaccetta pa9a
pardilh
calandrta
merla
goloadrina
pajarico
volaieria
pa90
gallo
gallina
biocca
cappone
pollastro
pollastra
pollastrelle
palomba
gallo
gallina
cleusa
capoa
pollo
polla
pollito
paloma
I — da ghianda /7a/ojiialoreas
piccione
piccioncino
.quaglia
pernice
piccola per-
nice
beccaccia
beccafico
francolino
fagiano
tordo
storno
ortolano
tortora
passero
allodola
pichon
pichoneìto
eordornis
perdis
perdigon
hecada
picahigos
francoiin
fùsan
tordo
zorsal
horteìano
tòrtola
gorrion
cogujadar
8VI>PX.£ME1II0..
IMgQO
pavone
straszo
cicogna
grue
cuculo
ala
penna
creata
becco
cune
{patron
\pauo real
avestruz
cfgùena^ ,
grulla,
cucitilo
ala
plutna
eresia
pico .
▲aillAU ACCUATICK
Balena
delfino
grongo
baccalà
merlnxco
— fresco
occhialone
aringa
elica
aardelle
tinca
lounBta
grancio
calamaro
merlo .
barbo
lingv^ttola
sogliola
lampreda
"ggia , .
storione
groppone
nido
uoyo
gabbia
uccelliera
uccellatore
paretajo
visco
reto
laccinoU
trappola
rabaiilla
nido
hucvo
/aula
pojarera
pajarero
cazadero.
liga
red
lazo
trampa
fji
d91M4SM àCUATILSg*
'fiaUena
del/in .
con^riQ
hacalaOé
ahadejo
merìuza
lesvgo
, arenque
nnchoa
fiardinas .^ .
iencas
lattgosta
^jcangrefo
falamar
fnero
bardo
Ifnguado
^ollo
Tamprea
raya . .
esiurion
orata
anguilla
tonno , .
trotta
luccio
rombo
pesce regina
ostra
tellina
concbigli^t
pesce di.coO'»
chiglia K,
scaglia ,
spina, llsee
branchia
aletta
cibo
amo
canna da.pe»
sca
rete
doradilla,
anguila
atun
trucha
tdbalo
rodahallo ,
carpa
ostra ,
aìmeja
concila'
marisoa
escaou»
espina
agitila
aleta
cebo
anzuelo
cana de peà^^
cor
red
k' ■
»?4
irnLnuBTo.
Asmi, urTiu^
iMiTn.
Coccodrillo
Ioaira
leMoggine
etsloro
T«Da
nigoatU
rospo
Mi pento
•orpo
nutria
iortugm
eastor
rana
Tipera
I»asilÌ0co
Terme
mi lombrico,/
Terme di |
terra o deli
oorpo t
laceria
lucertola
laraalola
renaeuajo
serpiente
sterpe
euùbra
vivora
basilisco
gusano
una lombriz
rospo
lumaca
-«> igucrfa
bachftroaio
ioorplone
ragno
formica
gridilo
ìagarie
ìagartifa
aìacran
sape
caràcùl
Ilimaza -
babosa
escarabajù^
tscorpion
oraria
hormiga
grillo
grillo
mille piedi
bruco
costo, tarla
lignooU
pidocckio
lendiae
palco
cimice
pongiglioae
conrecZeni
cochinill^
Ìoruga
cucaraAa
careoma
polilla
piojo
liendre
pulga
chinehe
aguljom
■pe^ peccbia abeja
arnia I «
Icolmena
alToare
sciamo
Gito
Baie
pecchione
fuco
▼cape ^
tafano
mosca
moscbioo
moscone
cantarella
c4Talletta
iucciola
cicala
farfalla
I
enfambre
Danai de mid
abefarfjon
zdaganQ
abispa
iàbano
mosca
mosquito
moscon
cantàride
langosia
ìuciémagft
\cigarra
chicharra
meriposa
RACCOLTA.
DI TBMQ PIÙ NEGE8SABJ ▲ SAVKBSI
1
Stodiaffs
imparare
imparare a
meote .
applicare
iosegnaie
prendere
dare lesione
istruire
ìnTenlare
cooiperce
rigare
Ug(^ere
scrìvere
far de' oonli
piegare una
lettera
chiudere nna
lettera
mettere la so
praacritta
sottoscrivere
correggisre
errare
caoceUsrf .
ritoccare
tradurre .
copiare
trascrivere
criticare
notare
cominciare
continuare
terminare
EUudiar
apremhr •
appender de
memoria
'OpUcarH
enseSar
dar leccion
entem^
inventar
compoimr
rajar
ìetr
escrihir
contar
doblar una
carta
•cerrar una
carta
- poner un so^
hreserittQ
firmar
enmèadar
errar
horror
retocar
tradutìir
copiar
trasladat
criticar
apuntar
empezar
continuar
acabar
perfesionare perfeeaionar
sapere^ -^ - sahetx .
ricordarsi acordarta
dimenticarsi oWidnne
profittare aprwachar
OlCi PAaUAI.
ProBiwsìare Pronunciar
parlare hablar .
dire decir •
arringare arengari
chiacchierare charlar
gridare }5 ^ ^^
° idar 90009
stridere chillar
recitare recitar
dar relasiooe hacer rdadew
raccontare
tacere
pubblicare
chiamare
chiedere
J«)nMndare
rispondere
mentovare
conversare
bdodire ,,
pubblicare
avvisare
pregare
comandare
coDfsasare
asdictirare
contar
cattar
publicar
lìamar
pedir
preguniar
responder
menlar
p latioar
\pregonar
avisar
rogar
mandar
con/esqr
ase^i/u^r
li
ucgare negar
<1it«pproTare tlesaprobar
inenlir# mentir
difeodere defender
prenderla per polver por uno
qnalcooo
risanar
' disputar
refbr
phitear
scooMlieltAra aposiar
ragtcMiare raciociaar
SVPPLIMBHTO.
oenarè
riofkiara
dt»paUra
qnesiicDara
Jiliji^are
mormorara
parlare fra
danti
parlare col
naao
lartagKare
lilubara
murmurar
ì hablar entro
dienHs
ganguear
tartamudear
titubar
OK& MASi&lABI B BiRB.
Af ar appetito Tener a^ito
«ver voglia di toner gmuti do
corner
corner
beber
matcar
sorber
probar^ eaiar
tragar
mangiare
mangiare
bere
maaticara
aorbi re
aaaaggtara
inghiottire
tagiiare il pa* partir pan
ne
Irinciare trinchar
digianare avunar
adigionarsi desajunarso
far coletione almortar
pransare corner à ma*
dio dia)
far merenda tnerondar
cenar
iaviureqoal- convidar duno
cuna
ubbrìacarti emborraeharso
oaaervare die* ^ar<2ar dieta
ta
afere indige- tener in£geS'-
stiene tion
pr ansare tnorcomer/uera de
di oaaa casa
bere «n bìo- echar un trago
chiare di de pino
Tino
arer sete tener tod
mettere da echar d&
bere ber
aliméiitare alimentar
passar tavole c/ar mesa
be»
oucioare
cuocere
arrostire
friggere
grattugiare
servire
abbronstfe
beilire
leccare
succbiave
satollarsi
guisar
cocer
osar
/reir
rollar
servir
tostar
heriir
lamer
chupar
hartarso
ASlOm DBILA TtTA.
Nascere
battezzare
crescere
vivere
ingrassarai
dimagrire
accasarsi
partorire
Nacer
hauìizat
crecer ^
vivir
engordarom
enfla^/ueecfwo
casarse
parir
SUPPLSHEIITO.
restar yedoTO emìudar
invecchiare envejecer
morire morir
sotterrare^ ent errar
aeppeilire sepultar
imbaUaoiare embalsamar
ereditare heredar
riauaeitare resuscitar
9BL VESTIRI.
Vestirsi Vestìrse
spogliarsi desnuiarse
cambiarsi di mudarse de
abiti ro^a
calcarsi calzar se
scalzarsi descalzarse
farsi la barba afeitarse
lavarsi ìavarse
bagnarsi hanarse
mettersi la ci- echarse polvos
pria
— il rossetto arreholarse
pettinarsi peinarse
abbottonarsi ahotonarse
allacciarsi abrocharse
scopettarsi cepillarse
apaEZoUre gli escobdiar
abiti
inferrai no larsi embozarse
coprirsi arroparse
travestirsi disjrazarse
vestir dì latto ponersedeluto
ASIOMI aATUBAl,!.
Andareìn letto Irse d acostar
dormire dormir
dormigliare dormitar
addormentarsi adormecerse
Gram. Spag. '
sognare
ve^^liare
riposare
sdrajarsì
ronfare
svegliarsi
levarsi
977
soKar
velar
descanshr
repantigane
roncar
despertat9$
levantarse
I e va r s i d i J}u o^madrugar
n*ora
ridere reir
piangere llorar
compiangere lastimars0
svenire desmajaf99
sospirare suspirar
singhiozzare soliozar
piangendo
avere il sin- tener hipù
ghiozzo
sbailiglare
starnutare
soffiare
fiatare
respirare
fisthiare
a scoi lare
spulare
bostezar
estornudar
sopiate
alenta r
resollar
stivar
escuékar
eseupir
soffiar il naso sonane
far sangue echar sangrt
sudare sudar
temblar
ver
mirar
oir
oler
tocar
palpar
manosear
toser
hincharse
deschinchana
«4
tremare
vedere
guardare
udire
odorare
toccare
palpare
maneggiare
tossire
gonfiarsi
Jisgoofiarsi
»7»
iepfi.axBiTo.
pissìcara
pellizear
battere
cascar^ 6 pC"
graffiar»
araiiar
gar
pungere
puntar
froBlare
azotar
titillare, aol-
hacer cosgui"
fendicare
vengar
IcUcare
Uas
perdonare
perdonai
gralUre
rascar
meritare
merecer
rullare
regoldar
premiare
premiar
erioare
\ orinar
imear
oUenere
lograr
contentare
contentar
far del corpo
hacer del eUfO'^
soddisfare
•
satisfacer
pò
esimere
eximir
far OD biao* haceruna ne- {
odiare
aborreeer
gpo
cesidad
abbandonare
iabandonar
ì desamparar
Ol AVOHl m ODIO. 1
svergognare
avergonzar
ven^ognarai
avergonzarso
Amare
Amar
ardire
atreverso
ToUr bene
qutrcr
rallegrarai condor la enho*
fare buona ao-
* agasaiar
uno
rabuena
ooglienaa
^ ■
complimenta*
' cumplìmentar
accarezzare
acanaar
re
Inai osare
ìisonjear
mandare in
enviar en ho^
abbracciare,
abrasar ^ dar
malora
ra mala
dare an ab* un abrazo
molestare
molestar
braccio
maltrattare
maltratar
baciare
iesar
accasare
acusar
aalutare
saludar
scusare
escusar
cradire
far un inchina
agradecer
scolpare
discuipar
hacer una cor*
imbruttire
afear
iesia
ubbidire
obedecer
lodare
alabar
giudicare
Juzgar
riprendere
reprender
condannare
condenar
^oriaraiyTan
• gìoriarse^ prc'
offendere
ofender
largì
ciarse
ingiuriare
agra\fiar
l^iligare
castigar
concedere
otorgar
rimproverare reprochar
attaccale
acometer
riofacoiare
cenar en cara
fare strepito
aìborotar
4i8prezzare
menospreciar
Jisfidare
desafiar \
1 amen tarai
quejarse
vincere
9encer
niiaaocUr^ ^
amenasar
perseguitare
perseguir
STTPPLKHBIXTO.
t
«79
ipogliare
despejar
attendere
atender
rabare
robot
accorgersi
reparar
aminazxare
maiar
dichiarare
declorar
soffocare
sufocar
indicare
indicar
achtaflfeggiare aho/elear
attendere, a- tener cuidadm
percuotere
aporrear
ver Cora
benedire
hendecir
desiderare
descar
maledire
maldecir
sperare
esperar
cacciar foori
echar/uera
aspellvro
a
aguardar
coogedare
despedir
temere
temer
proteggere
amparar
aver timore
tener miedo
aolloTare
aliviar
spaventare
espantar
pacificare
liberare
apnciguar
atterrire
amedrentar
libertar
raccapricciar* horrorizars€
riscattare
reseatar
•
SI
—
«pavenlursi
asustarse
DftLll KVMOaU
fingere
fingir
SD 1M1CA6IEIAZI0HI,
tradire
hacer traickn
simnlare
disimular
GoDcepire
Concehir
mentire
mentir
pensare
pensar
far finta di .*• hacei corno
meditare
meditar
ti uè ...
conoscere
eonoeer
imitare
imitar
sapere
sabèr
contraffare
remedar
Tolere
querer
eguagliare
igualar
immaginare
imaginar
sovrastare
sobrepujar
credere
creer
intentare
intentar
persuadere
persuadir
far la proVa
ensayar
attrarre
atraer
provare
probar
rapire perde"
- enrantar^ art^
giadicsre
juzgar
lizia
rebatar
contludere
eoneluir
aceiecare
eegar
perfidiare
porfiar
esagerare
ponderar
persistere
persistìr
ricordarsi
aeordarse
cedere
ceder
dimenticare
ohidarse
desistere
desistir
deliberare
deliberar
risolvere
resolver ;
dubitare
dudar
investigare
averiguar
osservare
observar
[afligirse
iapesadum^
\ brarm
indoTÌoare
aceriar
affiggersi
sospettare
recelar
%8i>
8DFVLBMEI10.
rallegrarti
alegrnrse
•nnojarsi
fastidiarle
isiacixj.
ioqaietarai
enojarse
aouare in col-
> enfadane
Saltare Saltar ^hrinear
lera
correre correr
calpestare
patear
galoppare galopear
arrabbiare
rabiar
lottare luchar
Iranquillarai
sosegarse
fare delle for« hacer habUi*
qiiietarai
aplacarse
«e dadcs
ballare in cor- &a(7ar en ìa
▲IIOII DI OITBHTIIIUTO
da maroma
s DI aiuoco.
schermire esgrimir
Difertirsi
•
Divertirsi
ALCUHi iiiriaiErrA\
f listare, tra-
'fuguetear^ hol-
•tallarsi
gar
Arare la feb- Tener calen*
ricrearsi
recrearse
bre tura
cantare
cantar
— dolor di — dolor de es*
ballare
hailar
stomaco tómago
anonare iatru*
• iocar inifrii-
— d^lor di — Jo/orcfcca-
menti
mentos
testa beza
(tnocare
jugar
esser raffred- estar resfriado
perdere
perder
dato
TiDcere
itencer
— costipato costipado
guadagnare i
i ganarlahazas
— ferito kerido
punti
pati r di poda- padeecr mal
aoommettere
apostar
gra de gota
arventarare
Qventijrar
fare un lafa« -cc&or una a*
restare in pa«
> queiar en paz
tivo yuda
ce
assistere on cuidar de un
mescolar car
> harajar
ammalalo enfermo
te
medicare ana curar una he*
tlaare
alzar
ferita rida
aeartare
descartar
cavar sangue sangrar
trionfare
triun/ar
cavarsi san- sangrarse
prendere
coger^ tornar
' gue
passare
posar
fasciare una bendar unahe»
cansonare
haeer la Iurta
ferita rida
burlare
hiirlarse
essere inco- estar desasì^
«pheraarf -
ehancear
modato nodo
%fJVPtfM%tn9é
a8i
alletlarBÌ encamarse
gaardare il hacer canta
letto
guarire
curare od a
infermità
lavare una
piaga
migliorare
Ì curar
sanar
curar una en
fermedad
lavar una ILt"
mejorar
andar meglio ir mefor
essere conva- convalecer
leaeente
peggiorare empeorar
andare peggio ir peor
essere io par* estar depw^a
purgarsi purgarse
prendere il tornar una
purgante p^^ff^
uscire da una salir de enfer»
infermità medad
spedire desahuciar
A210VI DI MOTIlltirTO.
Muovere Mover
dimenarsi menearse
andare o gire ir
▼enire
partire
arrivare
tornare
riandare
rilrocedere
aecoatarsì
allontanarsi
venir
marcharse
llf'gar
voher aeà
vùlver alla
retroceder
arrimarse
alq'jrse
fare un giro dar una vueU
ta
cansurse
i residir
ìvivir
quedar
ausentarse
desvedirse
stancarsi
abitare
restare
assentarsi
lìcensiarsf
fuggire
sparire
inseguire
evitare
scappare
raggiungere
prendere
huir
desaparecer
seguir
evitar
escapar
alcanzar
coger
impadronirsi apoderarse
tornare tornar
andar intorno rodear
resbahir
sdrucciolare
apnoggiarsi
cadere
inciaojpare
scalpitare
scalpicciare
avansare
allontanarsi
deslìzarse
apoyarse '
caer
tropezar
pisar la tierra
pisar una eH*
sa
ai^anzar
al f farse
andare a ri- ir d recibir
cevere
starsi in piedi estarse en pie
eammiuare andar
pa8s:eggiarsi pasearse
entrare
uscire
salire
scendere
passare
trattenersi
traversare
mandare
portare
recare
entrar
safir
subir
bajar
posar
detencrse
atravesar
cariar
Uevet
traer
2^*
989
•ndard/ a
Tenire Ipreo^
man* I dere
dare [
affreltar»
lardare
aedeiH
aliarsi
acoomi atarai
aonegarai
Tiaggiare
navigare
eoaleggiare
incrociare
▼aguboodare
avmiiitiir^*
] iV por
•[venir por
enfiar por
asciugate
attaccare
apresiirarse
tardar
seniarse
Uvantarse
Jcspedirse
anegarsù
piajar
navegar
costear
cruzar
tunaniear
OPBU DI KAaa.
Fare
lavorare
preparare
tliiudere
i^rire
eavare
mettere
alaare
forare
portar giù
abbrucrare
tirare la teo-
dioa
portar via
empire
vuotare
— immoD-
deiza
versare
bagnare
ìeauppare
tabias*ire
Bactr
trabfìjar
preparar
eerrar
abrir
tacar
meter
levantar
tìtar
hajar
quemar
corrt:r la cor*
fina
llevar
llenar
vociar
verter
derramar
mojar
empapaf
Mkìpicar
strappare
rapire
preodere
far vedere
mostrare
additare
mescolare
inviluppare
Sfituppare
ammorbidire
indarire
accendere
smoccolare
smorsare
atendere
stringere
Cu Iti vare
arare
aappare
seminare
piantare
innestare
mietere
— il fieno
tritare
pesare
legare
di slegare
aoDodarft
snodare
ammucchiare
staccarsi
cogliere dei
Hori , o
frutti
raccogliere
accofpure
teear
apegar
arrancar
Srobar
arrehatar
eolgar
hacer #er
mostrar
ensenar *
mezclar
arroilar
desarroìlar
ab [andar
endurecer
encender
espavUar
apagar
estender
estrechar
labrar
arar
cavar
sembrar
piantar
engertar
segar el trigo
•-* el hen^
trillar
pesar
atar
desolar
anudaj
desanuàar
amontondr
desnsirse
cogerjlores, é
frutàs
reeoger
acopiar
8UPPLSMS1IT0.
mettere in un arrinconar
cantone
— insieme
gettar yia
rompere
achiantare
apexsare
tagliare
castrare
juntar^
ecbar.
unir
I ttrar
romper^ ^ue-*
brar
desgarrar
despedazar
cariar
capar
fare in pefti hacer pedazos
gettar via \arrojar^ echar
•tri n gare
allentare
tor TÌa
sciogliere
prendere
tenere
co D serrare
occultare
coprire
scoprire
cercare
trovare
incontrare
ap retar
qflojar
tjuitar
saltar
asir
tener asìdo
guardar
ocuìlar
{cuhrir
encuhrir
descubrir
buscar
hallar
encontrar
colpire nei se* daren el blafi'
gno
iporcare
macchiare
recare
polire
pettinare
ICO pare
lavare
ìtmamidare
co
ensuciar
manchar
traer
limpiar
peinar
barrer
latrar
almidonar
itirarecolfer- planohar
ro
itabìaocare blanquear
«agera untar
asciugare
stropicciare
. scaldare
scottare
raffreddare
far lume
dipingere
miniare
incidere
coniare
disegnare
abboszare
tagliar la peo'
na
edificare
demolire
indiar*
inargentare
legare io o«
rO| ecc.
bucare
turare
siorare
inchiodare
mpastare
incurvare
[spianare
indiriszare
stampare
legare i libri
pulire
lustrare
aininacq^re
cucire
filare
aggomitolare
ricamare
far calzetta
enjugar
fregar
calentar
quemar
enfriar
alumbror
pintar
iluminar
gravajf
eunap
dibujof
bosquefar
tajar ìapluma
edificar
derni bar
dorar
platear
engastar^ 9C9,
aguférear
tapar
destapar
clavar
engrudar^ ef$*
cola^
9ncorvar
aìlanar
enderezar
imprimir
encuadernar
pulir
lustrar
abollar ^ ma*
chaear
coser
hilar
debanar
bordar
hacer meita
384 >
foJerar»
rtppesisaro
accomodare
piegare
goarnire
ÌDtelUre
cara Ilo
ferrare
mettere illre* tnf renar
no
forrar
remendar
eomponer
piegar^ dohlar
guarnecer
ensillar un ca*
haOo
herrar
•UPPtlMIHTO.
prestare prestar
domaodare in pedir presiado
prestito
impegnare empenar
diaimpegnare desempenar
Impegnarsi empenane
fidare
prendere a
credito
apronare
eaccìare
peaeare
mungere
acolpire
mendicare
espolear
' eazar
pescar
ordinar
escìdpir
mendigar
mettersi o le* ponerseó qui'
Tarai il cap- torse elsom-
pollo Itero
QOsrA I TimoiTA.
Trattare
comprare
Tendere
aggiastare
valutare
tassare
Talere
costare
Trafnr
comprar
pender
ajustar
mluar
tosar
valer
eostar
domandare il pedif et predo
prezzo
calare i I presto &a/arc//irecio
stiracchiare regoteag:
comprare in comprar de
occasione lanee
apacciare despachar
offerire ofrecer
domandar pedir dema^
troppo . siado
fior
tornar Jiado
doTere
pagare
ingannare
dare
cambiare
spedire
accettare
prendere
ricevere
riacuoter^
aumentare
ierare
provvedere
diminuire
promettere
incaricare
conservare
a%ere
spendere
scialacquare
riaparmiare
deher
pagar
enganar
dar
trocar
librar
aceptar
tornar
recibir
eobrar
aumentar
quitar
abasiecer
disminair
promeier
eneargar
guardar
tener
gastar
malgastar
ahorrar
empìear
impiegare
commerciare comerciar
misurare medir
metter botte- poner tìenda
ga
mettere i g9' poner Jos gè*
neri io mo« neros é ts
stra, espor*
li
fallire
WSfrt,
nerlos
quebrar
CSpO'
arricchirsi
prosperare
avaosare
roTinarsi
sprecare
set^aeatrare
SIIFPLBVERTO,
enrlquecerse
prosperar
sohrar
arrainarse
despcrdiciar
embargar
d8&
ASIONI APPARTtlieilTI
AL CULTO DiyiRO.
Farsi il %6gxkoSaniiguarse
della croce
prostrarsi postrarse
inginocchiarsi arrodillars^
dire le Orazio- raar
dì 9 r ufH*
ciò, eoe*
adorare . adorar
aenlir messa oir misa
aerrir messa ajudtir d misa
far dire uua mandar deci*
messa una misa
andare alla ir al sermon
predica
digiaoare ajunar
osseryare le guardar la»
feste fiestas
confessare confesar
oomuoicaro comulgar
giurare jufar
spergiurare perjurar
bestemmiare hlasfismar
DSL TIMPO.
conyertirsi
peccare
mancare
pentirsi
condannarsi
far limosina
ordinarsi
abjarare
rinegare
lipostatare
profanare
eom^rprsc
pecar
f aitar
arrepentirse
condenarse
dar limosna
ordenarse
abjurar
renegar
apostatar
profanar
PioTere
piovigginare
nevicare
gelare
far caldo
fai' freddo
far scirocco
Uover
Iloviznar
nesfar
helar
hacer caHor
hacerfrÌ9
hacer bochor^
Ito
far haon tem-Kncer buen
pò ticmpo
far tempo cat- hacer mal
tivo tiempo
annovolaraiii nublarse el «
tempo tiempo
rimettersi il asentar e2
tempo
laooare
lampeggiare
grandinare
lapidare
fare , tirar
vento
tirar ària
squagliarsi
UempQ
tronar
relampagu^ar.
granizar
apedrear
hacer 9ÌerUo
earrer oìne
derretirm
DELÌ.*ABtTAfI01IB«.
Mette»casa Poner onaa
alloggiare hospedar
a I lo ggiarai ' aloja rse .
affittare alauilaw
ammobiliare^ alhajar
arredare
loroaca adomar
986
lappezxasa entapìzar
aLiUre in nna vwer un una
ca»a c(ua
mutar casa mudar de casa
ingombrare Jesoeupar la
casa
«fFaeciant al- asomarse a la
la finestra ventano
bosaare alia Itamar d la
porta patria
metterà il ca- eclìar el cer-
teoaccio rojo
dare i segui di dar las senas
casa sua de su casa
CASTIGSI.
atrfitHiHta.
Acioii KiLiTiar*
Recintare Reclutar
I estar de han*
dera
levantar un rC'
gimientè
saooare ti
tamburo
tuonare fa
trombetta
marciare
far alto
accimpare
far riposo
tocar la caja
Dar tormento Dar tormento
ahorcar
dar garrote
impiccare
itraogolare
arrotare
dar la bac-
chetta
itnpatare
strangolare
squartare
fucilare
soòrtieare
enrodar
dar baqnetas
empalar
degollar
descuartizar
arcabuzear
dcsoUar
mettere «Ila ponerdlaper-
berlina ' gùef^za •
frustare azotar
aegnaro stncdar
afrascioare arrastrar
esiliare' « •' desterrdi^
mandar ioga- echat* a presi-
lera dio
nmltara multar
mettere i ferri echar grillos
porre in se- echar en un
greta calahoJBo
tocar la trpw»*
peta
marchaf
hacer alto
acampar
hacer deseansft
montare a €a« montar d ea*
▼allo balla
smontare apearse
Jichiarare la declarar la
gnerra guerra
uscire in cam« salir d campa*
pagna va
farsi soldato sentdr pìaza
stare sull' ar- estar sabre las
mi itrmas
battere la mar- tocar la mar-
cisi cha
scaramucciare escaramuzar
sorprendere 'sorprehender
.1 is a r m are desarniar
dar U batta- dar la batatta
glia
sparare disparar
far fuoco hacer fueso
metter h poi eebar
?ere nel fo-
cone
caricare
allaecare
prendere la
mira
dirigere il
cannone
riportar la
TiUoria
disordinarsi
sbaragliare
eargar
aìacar
apuntar
asestar el ca»
ganar la vieto-
ria
desordenane
der rotar
mettere in poner en fuga
rotta
porre in fuga àhuyentar
tagliare in destrozar
pezzi
devastare asolar
saccheggiare saquear
assediare sviar
mettere il bloquear
blocco
fare una sor- hacer una sa-
lita lida
Iklicar il n^^fatìgaral ene
migo con
continuos
ataques
llavar la artiU
meo con
continue
acarantnc*
eie
inchiodare
rartiglìeria Uria
dare un as- dar un asalto
tatto
far volare nna hacer volar
mina una mina
formare nn^ formar unaha-h&hr^ .
aovPLzvivTo. 1S87
fortificare fortificar
atlrincerarsi atrincherarse
aprirò la trin* airir la trin»
cera éhera
capilolace capiiular
arrendersi rendirs9
ritirarsi retirarse
far dei prigio- hacer prisiO'^
nieri neros
ferire herir
uccidere matar
passare a &ì pasar d ca*
di spada chillo
entrare a fer« entrar d san»
ro e fuoco gue yfuego
dar quartiere dar cuartel
entrare di entrar de guarf
guardia dia
star di guar« estar de guap»
dia dia
cambiar la mudar Za
guardia guardia
uscir di gnar- aa/ir de guar^
dia dia
niettere sen- poner centine'^.
tinello las
mutare 'una mudar una
sentinella eentinela
essere di sen-e5/ar de ce^U
tioella nela
passar a riri- revistar
sta
far la riTÌsta pasarlarevù^
batteria
feria
vincere
vincer
zappare
minare
zapar
minar
contrammi •
controminar
Bare
desfilar
distaccare destacar
riformare ref^rmar
marciare marchar
dar il congedo dar la licenda
terminare il acabar su
tempo ^ iiempo
adS
SIJVVtibHBllTO.
far reaercisio hacer el eger*
Cleto
mmovrare ntaniohrar
squadronare escuadronear
«lare la paga dar el pre
pali Qgliare patruUar
farla tooperta hacer la descu»
hierta
rtcoDoaaera reconocer
andare in roo^rondar
da
diaerlare desertar
easeredigaar-ex/ar de guar-
uigioDe nicion
aeeanlooare aeantonar las
le truppe troptas
mettere iu clmacenar
magaiiìno
TOCI DBGU ARIXAU.
II catalle ni- El càballo re»
' trìtce lincha
rasino ragHa el asno rebuz-
na
il cane abbaja el perro ladra
il gatto mia- elgaiomauUa
gola
il gallo can^ el gallo canta
ta
la gallina la gallina do-
chtoct^ia quea
la pecora be- la oveja hala
la
la tortora gè- latórtolagfme
me
il bue mngge el huey muge^
brama
il leone rugge el leon ruge,
brama
il lupo urla el lobo autta
il corvo ero- el cuervo graz*
cita na
il serpe fischia 2a culebra ni*
ba
FRASI FAMILIARI
PEE GOHIN GIAEE A PARLARE SPAGIVUOLO
$ I. PXB CBIIDBIB, DOVAHDARI, RIRGBASIÀBI,
AFfBBMABE, RBGARBy ECC.
Faccia grasia di darmi co-
testo libro.
Portate coteata sedia»
Portate cotesto carie airA?«
Tocato,
Portato coleste lettere alla
posta.
Prestattfmi quest' ombrello.
Come si chiama questo io
ispagfiiiolo ?
Io non dico questo. Io ooo
lo capisco.
Eppure io Don so spiegarmi
più chiaro.
Per carila mi faccia questa
finesxa.
Molto voleolieri, Ella non
dubiti^
Non ci • pensi^ vado a aeff-
TÌrla.
Che cosa le occorre^ Si-
gnore i^
Io desidero serrirla in tolto.
Comandi pure; sono al suo
comando.
V. 8. è mollo compita, molto
cortese.
Si Serva: favorisca; yenga
avanti.
IjC sono obbligato.
Gram, Spag.
Hàgame F.el favor de dar*
me ese libro
Trdiga V, esa siila*
JLleve F.esospdpeles al ÀbO'>
gado.
Lieve Frettai cartai elcor^^
reo.
Presume V. este paraguas,
Como se llama eslo enespa»
zol?
Yo no digo eso, Yo no lo
enliendo,
Pues^ homhre^ no sé decirìo
mas darò.
Por amor de Dios hdgam€
V. este favor.
Con Ikucho gusto, pierday"
N. cuidado,
Descuiàe f., voy à ter» ^
v'irle.
Queseleofrece, Càballerof
Desco servir a V. en todo.
Mande V» cstoj para servir
àV.
F. es muf cumpUdo^ muy
cortes,
Sin^ase F.: pose. F. ad^
lante.
Ftva r* mih apos.
a5
»90
Le 000 serro.
La ringrisìo
If lento •fTalto.
Gradisco il sao farore.
Ella mi favorisce mollo.
V. S. mi onora*
L'asttearo: me ne rallegro.
Sapete s'è arriTalo mio fra-
tello ?
Credo di sì, credo di no.
Dico di sì| dico di no.
suppLBvraro.
Para servir a T.
Muchas gracias.
No hajr de que.
Estimo el favor de V.
V. me hace macho favor.
V. me honra.
Le aseguro d F,: me alegro.
Sabe F. si ha llegado mi
hermano?
Creo que si^ creo que no.
Digo que si^ digo que no»
Scommetterei qualunque cosa. Jposlaria cualquicra cosa.
Quant*Eila voglia.^
Mon co niente. E nna fa*
Tola • . .
Non è toro? Certo che , . •
Affé mia, eh* è vero.
Credetemi da uomo oneato.
In cosciensa. A(I!b di gen-
ttlttomo.
Todetei che dico da vero.
Vi hanno ingannato. No cer^
lamento.
lo ne ho la colpa. Così èb
Tacete. Noi posso credere,
CBè volete che io vHaccia.
Yui avete ragione, ma non
ci è rimedio.
Volete tacere? Noi credo,
isarà: sia pure, ma io . . •
Oh che sproposito! • . •
Sproposito il chinmalei^
Non vi afTaticate in vano.
Non possOr
Guanto F. quiera.
Non hay nada de eso* JSs
un cuento.
So es verdad? Es detto que..,
Como soj^ que es verdad,
Creame F.^ afe de hombrt
de hien.
JSn concieucia. Àji do ca*
ballerò.
Mire F. , que hàblo de véras.
Le han engarado a F. No
por cierto.
To me tengo la culpa, ^sies.
Calle F. No lo puedo creer.
Que quiere F. que le boga.
F. tiene razon, pem> no bay
remedio.
Quiere F. cullar? No lo creo.
Sera: sea en bora buena^
pero yo . . .
Bomhrel que disparate/
Disparate le llanta FJ
No se canse F.
No puedo»
90PPIEMBHTO.
agi
§ 2. PBB 8ÀIT7TAB8I B CORGBDÀBSl
Buon giorno: baona sera.
Buona notte a V. S.
FelicisBtnia a lor Signori*
Felice notte, Signori.
Felicissima , Signor Don
Carlo.
Sia la ben venuta, sia il ben
trovalo.
Come la passa il si gnor Don
Ciovanni ?
Mollo bene, a servirla.
Come sta Elia? Bene, graxie
al Cielo.
E y. S.? Senza novità.
Godo di vederla così bene,
Come sta la sua sig.* sposa*
Cosi cosi^ passBbiìmente.
E un peszo che non fho ve*
dnta.
E il suo fratelli come sta?
E alquanto incomodato.
Me ne dispiace assai j^ cbe
ha?
Un poco di dolor di testa.
Non sarà niente. La prego
di riverirlo.
Vengo a congedarmi da
V. S.
£ che? già ve ne andate?
così presto?
Accomodatevi un momento:
non ve ne andate.
Mettetevi a sedere: riposate
un poco.
In verità non posso. Ho pre*
mura.
Buenos dias: buenas tordes.
Tenga V. huenas noeh^s:
Muy huenas las tengan fs.
Buenas nochesy Caballpro>\
Muy /cIÌgóSj Seiior D* Car»
los,
Sea F. hien venidat sra ^*
bUn hallado.
Como io posa V. Sr. D.
Juan?
Muy bien^ para servir d f.
Como està V,? BuenOy 4
Dlos gracias.
Y V.? Sin novedad.
Celebro et ver d V* tan bue'
no,
Como estdsuparienfa de V.?
ési asiy medianamenle.
Macho iiempo ha que noia
he visto.
T su hermano corno estàP
Esid algo indispuesto.
Lo siento mucho \ y qut
tiene?
Un poco de dolor de caheia»
No serd nada, Póngatne V,
à sus órdenes.
Vengo a despedìrme de F, .
Que?ya se va V,? tan pron-*
to ?
Siéntese V. un ratiloino se
vaya F,
Tome V. asientot descanse
F, un rato,
En verdad no puedo. Ttn^0
priesa:
igi tV»PlCMIHTO.
Ho da fare: tornerò piii Tengo que haeerz volgere
tardi.
Addio donquOi a rirederci.
Qaaodo ci rivedremo?
Ci vedremo qaesta sera.
mas iarde,
Voyn V, con Dios. Quede
f\ con Dios.
Cuando nos verémos?
Pfos verimos està tarde.
11 mio rispetto a Doona Espresiones à Dona Clara.
Chiara.
Sarà sertila: porterò le aae Sera F. servido^ estimare
mueho.
Sratie.
li saluti ia casa sna.
y. S. le fa molto ooore.
Diioqae a domani.
Addio, a rivederci.
Ci rivcidremo.
Stia beoci servitor aao.
dar de F.
Altrettanto di lui: al aao Lo sojr de F,: a la ohedien^
comando.
Addio, caro. Mi comandi.
Muchos recados en su easa
de F.
F. la honra macho.
Conque hasta maffanom
Agur^ hasta atra vez.
Basta la vuelta. A mas ver.
Que F. lo pase bien, servi"
eia de F.
A Dios^ querido. Mande F.
Non si scordi di quella cosa. No se olvide F. de aquéOo.
Non dubiti.
Buon viario.
Buona permanenia.
Wo dude F. de nada.
JBuen i^iage.
Quede F. con Dias^
§ 3» AHDARI X TERIBI.
Dove andate? Donde renitela
Vado a casa: vengo da casa.
Vado per un affare.
Salile , salga , scendete ,
scenda*
Entrate: uscite: camminate»
Von vi trattenete.
Fermatevi.
Nessuno ai muova.
Accostatevi a nuv
A donde va FJ De donde
viene F.?
Foy à casa. Fengo de casa.
Foy à un recado y por un
asunto,
Suba F., baje F.
«
Entre F. salga F., onde F.
Xo se detengan Fs.
Estense Fs. quietos.
Naàic se menée
Arrimese F. d mi.
strmesfEìira
LerateTi, ftcansateVi di là. Jpdrtese T, de ahu
Andate via di qua.
Non ve ne andate ancora.
Mi face! a nn pò* di laogo.
Si faccia un poco indietro.
Yenite qua. AapeUi uopoo».
993
Aspettatemi* Attendetemi.
MoQ cammini con tanta fretta
Leratevi di là. Sto bene
qui.
Non a'incomodi. Aprite*
Daehe parte sì Ta io Cbieta?
Venga di qua.
Vada di U.
Passi di qua.
E meglio die passi di Ià«
È più breve. È pia lungo.
Traversiamo questa strada.
Andiamo tutto dritto*
Chi cercate ?
Sa dove abita Giorauni ?
Voltando la strada, la pri«
ma porta, primo piano.
Non è in casa.
y. S. sbaglia.
Insegnatemi la strada di • • *
Non la so. Sono qui yenuto
di fresco.
Prenda da^ quejia strada tnt»
to dritto^ il peodittmo ti-
colo a mano sinistra, e
. doRkaodi.
Non si può sbagliare.
lo y\ andrei ad occhi ben»
dati.
Vuol <;hc Taòcompagni?'
Ui farà mollo piaaareir
Fojase V, de aqui.
No se vaya V. todavia.
Bdgame F. lugar.
Hàgase F. un poco atras,
Fenga F. acd. Espere F. un
poco.
Espéieme F. Aguardese F.
Ho onde F, fan à priesà,
Quilese F.de ahi, Eslojfhien
aquL
No se incomode F. Àbra F.
Por donde scwi dia Yglt*'
sia?
Fenga F. por aquU
Faya F. por alia,
fase FsporaquL
Fole mas que vaja pot
alla.
Es mas hrepe» Es mas targo^
Jtravesémos està calle*
Famos lodo derecho*
A quun busca F.
Sahe F. donde mVe Juan?
ài volver laealle^ laprimera
puerta^ cuarto principaL
No està en casa.
F^estd equÌ9ocado.
Enséneme F. eloaminu dc^m
No lo sé. Sojf recien venido.
Eche F. per esa odile. Sodo
segw'dof la penùltima ca^
llejueladmano izquierda^
j pregante V.
No hajr donde errar.
¥0 irla con losegesbendadasi^
Quiere F. que le acompai^ef
Me hard F. mueho favor*
m5*
994 tomEXEirTO.
AoditfRiOi Signore, sansa Fànios^ Sfnor, sin eumpìU
compliroenli*
Io noD faccio coroplimeoli.
Sodo stanco. Noo posso piò
cammioare.
Biposiamo un poco in qao
alo seJìle,
Tool prendere qualche cosa?
Koirìamo in un calle: in una
bottiglia ria«
Le sono obbligato, Signore.
Mon vuol Ella bere*^
Ho be.Yulo or ora in casa
mia.
Eccola gli messa sulla strada.
Le bacio le mani.
Obbligatissimo alle sue gra«
aie.
Yada pure felicissima.
Le strade sono mollo sporche»
CTè molto fango.
Ili ha scbizxato cotesto ra-
gaaao da capo a piedL
Bisogna eamminar in punta
di piedi*
A> scivolato: poco è man*
cato che non sia caduto.
JLUento a non cadere*
mientos.
Io no gatto cumplimienlos.
Esioj cansado. No puedo
andar mas,
Desi^ansémos un poco in este
asienlo.
Quiete F. tornar algo?
Untrémos en un caji^ ets
una botillerìa^
Lo estimo mucho , Caballero^
No quiete V^ beber?
Aeabo de beber eo mi casa.
Ya 'està V, en su camino.
Btso d Vm la mano,
Jgradezco eljavor de F*
Faja FI muycn bora huena,
Las ealies estdn muj sucias,
Hay mucho lodo^ muclio
barro.
Me ha salpìcado eso mucha"
chode iospies à la cabeza.
Es menester andar dcpun*
tillas* .
He resbalado.- Por poco me
caigo,
Cuidhdd no caer.
§ 4- SOPRA tA USGUÀ SPAtiMUOLA.
Parla ella spagnuolot
Sa parlare spagnuotoP
La parlo un poco. Non so
quasi niente.
Gome si chiama cotesto in
ispagDuolo?
Hello bene V. S. 4 già bei)
informalo.
Bablà F* espanda Ca$le*
■' llano?
Sahe F, hablar espafiolf
Lehahlounpoco, Siksé'tasi
nada*
Coiho se li ama eso en Cd^
stellano?
JBuy J|eA £sià Fé.jaimr
ProDuoiio beo e ?
Voi avete una bella prò-
• nonsia.
y. S. parla molto beoe.
È un fatore «h'£lla mi fa«
A'pooo che ho ooaiiaeiato.
I^oo bisogna perderai, (ina-
nimo.
Tatti i prioeip) aoùo diffi-
cili.
Bisogna imparare bone i
verbi, •
È difBciie LWtograBa della
lingua spagnuola?
No signore, è molto facile*
£ pm facile dell'italiana?
Md[^o più faci le^ perchè ha
l^he consonami doppie.
Qaesto è molto bnooo» Non
accade co»\ neiritaliaoa.
fir certo, cbeqaeata ha motte
eonaooaoli doppie ^ e ciò
é'di molto imbarasfo per
qoelli che non aono ila*
liani.
Ebbene neirortografia epa*
gpttola noD si raddoppia-
va che ie fonsonaoti e^
Mj.r^ allorché il loro auo-
np è doppio, come in.ac-
ewn, ennahUcer^ peny>,
l^adquo reato persuaso, che
Tortografia della lingua
tpagnuoU- è mollo aem*
plico.
Voglio vedere come date la
I^KÌone» . > . V .
KoQ ho siodiatQ nie^tf^
Pronuncio hìen?
V. tiene muy huena pronun*
, ciacion. .
f^, habla muy bien»
Esfyvor que T, me hace.
No hago jnaz qut einpezar.
No es menesicr desanimarsc.
Todo$ los prinfiipios son di*
Jìciles
Si preciso aprcnder hien /of
verboSf
£s difìcil la ortografia dm
la iengua espaholaf
Noicv^r^ Ci muy fdciL
Esmasfdcilquf. la italiana^
Macho mas fàcil^ porquc
tiene pocas consonante $
duplicadas,
Eso cs muy butno* No ju*
cede asi en la ortografia
italiana^
JSs cierto^queesta tiene mum
ehas consonante^ dupli^
cadas^j eso es cnredqso
para lor que uo son ita»
Uanos,
Pues Sci^pr^ en la ortografìa
: Cspafiola.no se duplican
sinolas^consonantes^ o^n^
r« cuando su sonidos e$
'■ doble ^ comò en accioo,
ennoblecer perro.-
Segurf., ejso quedo ^ conven*
cido^ de qup ia ortografia
de Ih Iengua espanolaes
nwy senciikn^ .
Quiero i^er corno da V* 2ec-
. cVoft, . f .
No he estudiado nuda» .,
Ogoi giorno ?• ao uscite eon Todos lot dia$ se saU V. con
questo.
Seon ttudiaro non ai ini*
para.
Via , noQ a*inquieU \ in atro-
Dire stiidierd di pidu
Lewamo qualche libro.
Qua! libro toole ohe leg«
giamo.
C*è molto da scegliere ; il
Gii Blas del P. Isla ss-
rèbbe a proposito, il eoo
stile mi piace;
Leggiamo dunque ilGiI Btas.
Ti dirò. Noo mi piace Poso
eh* egli H del pronome
femminino la ne* datiri,
eomeZa 1^ j^ la dije;echéla
e/ /reno (alla mula)^/9ii-
aob mil taehas^ eee.
Gomedunque dovrebbe dire?
Le grammatica deiraecade-
mia lo spiega ben chiaro.
S che dice raecademia^
Dice che il Dativo singolare
del pronome personale la
dev' essere Sempre h^ di
qualunque genere egli sia,
oude dovrebbe scriversi :
. ta pi y ledi/e; eehéìe el
freno '^ pùsoìé mil tachas.
Tnole coojugare un veribo?
Come V. S. vuole.
Ditemi il verbo prohar.
Questo è 4i^ dittongati in
ne.
Dite dunque il verbe mcn*
IjV. •
e$io.
Sin cstudiar no se aprende.
Vaya no «e enfude P.y de
acqui en addante e$liiF
diaré moi^
Leàmos afgan Vibro,
Que libro quiere F. quo
leàmos?
Bay mucko que escagli d
Gii Blas de P. Isla no
seria malo^ su esulo me
gusta.
Pues leàmos el Gii Blue.
Le dire a V. No me agrada
el uso que haee delffo*
uombre femenino \à tn
los daUvos^ vomoi la vi,
j lii dije; echéia el freno;
(à la mola) pòsola mil
tacbasy eco.
Pues corno deberia deeirp^
La gramàtica de la atademìa
lo esplica bien claro,
Pues que dice la acadenùa?
Dice que el Dativo singular
del pronombre personal
la debe ser siempre le,
sea dei genero que fiiere^
jr asi debiera escribirse la
vi j le dije; ecbé/e el fre»
no, piaoù mil tachas*
Quiere F.conJugarunverboP:
Como V, goste.
Digame V. el inerbo probar.
Ese es de los diptongados
en uè.
Diga f^. pues el «ri lo mca^
te*
nrpFtBXEifTo» à^j
Questo pure h diltongalo in Tamhien e$te es iiptongadù
pero en ie.
Conque dirémos el wrho
8efier.
Ya le^onozeo; es de los ab*
solùios»
Pues unos jratros es nectt*
sano estudiàrlas con mu*
eha ùlenchn.
Fa los estudioy setlor mae*
Siro*
Àdemas és preciso haqfirse
un eimdal de términos*
Tu he apnendido nwchos de
aqudlos^ que eslan en et
suplemento de la grame»
tica, pero tengo miedo de
decir ditpojratesl
Bahìe V. siempre sin temer*
Se hit riarda de mi,
Déjese f* deeso; qur uendrà
tiempo en ^ue V. podrà
desquitarse.
Danqae diremo il verbo sa*
her*
Lo conosco; esso è degli
assolati,
Daoqae e gli noi e gli eltri
bisogna stutlitrli con ii\oÌ-
ta attenzione.
Ben li studio, signor mae-
etro.
(Mtracciò bisogna farsi nn
capitsde di termini.
Qo già imparato molli di
<|uelli che sono nel sup-
plemento della gramma*
ttca, ma ho tiihore di dire
degli spropositi.
Parlate sempre senza timore.
Si burleranno di me*
Non Te ne mirate^ tempo
Terrà in cai potrete ri*
farTÌ«
§ 5. DBL LSTABSI.
Alzatevi. Oh che pigro!
Vedute oh*è già tardi.
Jecsera andai a letto noi*
to tardi.
Non sto molto bene.
Non ho chiuso gli occhi in
tutta la notte.
Non mi piace T alzarmi di
buon* ora.
Alla mattina mi piace il
letto.
Vado a levarmi.
Gol suo permesso vadb^ a
vestirmL
Levdnlese f. Que perezoso/.
Mire y, que es iarde,
Jnoche me acosté muy iar*
de,.
No estoy muy hueno.
No he pegado los ojos en
toda la no che.
No soj amigo de madrugar,^
Por la mariana me sabe hien
la coma,
Voy d levantarme.
Con licencia de F. voy à
veslirme»
'
Si h alsato il TOfIro pa* Se ha levanlado su amo ds
drone ì
8i «la a peltioara, pretto
Terrà fuori
Pattategli Timbatciata che
ato qai.
A che ora è tolita di alaarti
la signora ì
ICoo taprei dirglielo, ooo
e* è regola.
Dito al Tottro padrone ehe
SODO stalo qoi.
So Ella TMoIo aipeltare un
•poco, oon doTrebbo ter*
dare molto ad aliarti.
Non poeto.
r.?
Se asid peinando^Iaego saU
drd.
Éntrtle FI el reeado que
esioy aqui.
A que hora mele Impaniane
la iefiora?
Ufo té deeirselo d F.^ no
hay rtgla-
Diga F. d su amo ifue he
estaio aquL
Si F. quiete aguardarse un
poeo^ no debe tardar on
levantane*
So puedo.
§ 6. Pia tAfBBVi COROtCSBB^ OOIBEj itCOLtlEB.
Senta, tigoore. Una paroh.
Che cola comandai
Vorrei parlarle.
Ho a dirle aoa parola.
Abbia la bontà di sentirmi.
Sapete ehe • • ? Non ne to
niente.
Noi to. Non ho tentilo niente.
Io- lo sspeva prima di lei.
Lo conoscete^ Le avete ye-
dote?
Non lo conosco. Non so chi
Sfa.
Chi erano quelle donne?
Non fé ho redote mai.
Che dite? Non ti capisco.
Sapete chi sia quel giovane?
L'ho coousciulo in Madrid.
Olga F. CabaUero. Una pa^
labro.
Que se le o/reee d F,^
Quisiera hablar con F.
Tengo que decir d F. una
palaira.
Sirvase F. oirme.
Sahe F. que^.? Vo sénada,
de eso.
No lo sé. No he oido nada*
Yo lo sahia anles que F.
Lo conoce F-.^ Ltìs ha vis-
to F.P
No le conozco. No sé quien
eSf
Quienes eran aquellas ma-*
No las hf visto jamas, I
Quf dice F. ? No le eniiendo.
Saie Fjquien es aquelmozo?
Le he coaocido en Madrid^
•UPFUUIBIITO. »^
Siamo amici ialrSaseci. Somos antigas intimos,
Noi conosco che di vista.
Ignoro fino il suo casato.
Monmi ricordodel suo nume.
L'bo: veduto varie volte.
Vi ricordate di ciò che v*ho
incaricato ?
MI ricordo molto bene.
Non me ne sono dimenticato^
Io non mi scordo delie com-
missioni.
Che vuol dire questo ?
A chio proposito? A chetenreP
Cioè:jcio2a dire: vale a dire.
Che cosa è que&lo? niente*
No le conozco sino de ^ist0m
Y^noro hasta su apellido.
De su nomhre no meacuerdo*
Le he visto varias veces»
Se acuerda F. de lo qu9 h
he encargado?
Me acuerdo mujr bien.
No se me hapasado por alto,.
Yo no me olvido de los en^
cargos,
Que quiere decir esoP
à que viene eso? De qim
sitve esoP
Esio es: d sahen es decita
Que es eso? No es nada.
§ 7. DBL KASGIABB B BBBB.
Ho appetito: ho voglia di
mangiare.
Ho molta fame*
Ayeto fame? C^é appetito?
Prendete qualche coia^ man*
giate qualche cosa.
Volentieri mangerei no pei-
so di • . .
Datemi qualche cosa a man-
giare.
Che vnole per coIeBione?
Vuoila cioccolata, o il caffè?
Tutto ciò è acqua calda.
Io voglio roba dn masticare^
Non si è sdigiunata?
Ancora sono a digiuno.
Questa è lina buona cola-
jBÌone.
Beali a pr^nso wn D#i.
Tengo apetilo: tengo gana
de corner.
Tengo mucha hamhre.
Tiene F.hambre? Haja pe^
tito?
Tome V. algo^ coma T* al»
guna cosa.
De huena gana comeria un
pedazo de , . •
Deme V. algo de corner^
Que quiere F. almorzar?
Quiere V. chocolate^ ó cafif
Todo eso es agua calientc*
Yo quiero tajadas*
No se ha desayunado V2
Aun esiojr en ajrunas.
Este es un buen desayuna»
Quédese F. d corner con n^f
9otros»
8oo
ElU farà peoilensa con noi.
Io e«M TOttra tempre si
praosa beoe.
Andiamo a pranso. Il pranzo
è in ordine.
La minestra è in tavola.
Sì metta a tavola. Sì aoco»
modi acoanto a me.
Servite la signora.
Gradi ice questa rappaP
Mi dica qaal è ti sno genia
Come le piace il lesso?
Tra magro e grasso.
Quando o'è appetito si man-
gia di tntlo.
Resti servito. AfTettate il
pane.
Mi dia del pane Fresco.
Eccolo qni. Lo prenda.
Trinciale cotesto gatlinaccio.
Signora, vaole questo petto?
Prenda di questa pernice.
£ mollo saporita. E tenera.
None ben arrostita.
Qoj tuli osi mangia brociato»
Cosi piace a me.
La roba tnesso cotta mi dà
fastidio.
Béva un bicchieretto di vino.
Non ho molla sete.
Mi dia un bicchier di vino.
.Assaggi qnesto vino. Com'è?
E buonoi^ Eccellente^
Di dov'è? Di Tudela.
£ vino vecchio.
^ Fo nn brindisi alla sna sa*
Iute.
Buon prò le faccia. Altrel«
tanto desidero a lei.
svpvuvniTO.
Hard peniieneia con nos<h
tros.
En tu casa de T. siempre 99
come òien.
Vamo9 à corner. La eotniié
està pronta.
La sopa està en la mesa,
Siéntese f. a la mesa Póa-
gate, F. junto à mL
Sinra V. à la senorom
Gusta V. de està sopa?
Digame F. su gusto,
Como le gusta à F^eleocidoì
Entro magro y gordo.
Cuando hay apetitose come
de todo.
Sirvase r. Parta F. pan^
Demo F. pan tiemo,
Aqui rstd. Tómolo V.
Trinche F» ose pavo •
Sevora^quiere estapechuga?
Tome F de està perdiz»
Esmuj sabroia. Està tiema.
Ho està bien asada. ^
Jqui todo lo comen quemado
Ad lo quierojro.
Lo medio cocido me da
asco,
Eche F. un traguito.
No tengo macho sed. ^
Demo F. un vaso de vino.
Prutbe V* oste «V/io. Quo
tal? Es buono? Escelente.
De donde es? Do Tudela.,
Es vino aiftfjo»
Brindo d la salad de F*
»
Buono proveohoi Asi haga
d F.
SUPPUITEIITO.
ó mangiato obbastaosa.
Non voglio altro.
T^ia, cotesto pezzo di cro-
stata.
Lia rioG;razìo assai: ho già
terminato.
Il meglio sarà andare a dor«
mire le ore calde.
• 3oi
He comiàb hastante. No
quieto mas,
Famos^ese pedacito deeos'
trada.
Lo estimo muchotja he con*
cluido.
'Lo mejor sera ir à dormir
la siesta»
§ 8. DBUA PASSEGGIATA.
Andiamo a spasso^ a fare
un giro.
Vado a fare un giretto.
Andate a fare una passeg*
gìata
Sono andati a prendere il
sole.
Volete venire con me ?
Fa troppo caldo.
Aspettiamo che passi il caldo»
Dove an deremo ?
Andiamo Fuori delle porte.
Ho un appuntamento al giar-
dino hot tattico.
Come vuole che andiamo?
In legno, o a piedi?
A piedi a piedif è buono
per la salute.
Dice bene, perchè cammi*
naudo ai acquista appetito.
Passiamo per questo prato.
Mi piace di calpestare Terba.
Quaoloè vegeta la campagna!
Quanto sono frondosi gii al-
beri!
Questo sito sarebbe buono
per istudiare.
Gram. Spag.
famos d pasear^ d dar una
vuelta,-
Fojr à dar una nteltecii^
Vayan Vs. a dar un paseo.
San ido a tornar el sol.
Quiete V, venir conmigo?
Bace demasiado color.
A guai demos à que paso el
color,
A donde irémos?
f'amos fuera de la Ciudad.
Estoj citado al jardin bota-
nwom
Como quiere V. que vaya»
mos?
En coche ^ ó a pie?
A pie d pié^ que es hueno
para la salud.
Dice ^, bien, porque carni*
nando se hace apetiio.
Pasémos por este prado.
Me gusla pisar la jerba.
Que iozano està el campo/-
Quefrondosos estdn los ór*
boies!
Este parage seria hueno para
estudiar,
a6
\
3joa.
OiserTi qotilo Tialei fa una
proBpeUifa mollo bella.
Sediamo air ombra.
AoiliatDo a sedere tetto qael
pergolato.
Seotite la fru grama di que«
8ti fiori.
Prendetene ano. Facciamo
un mazzetto.
Di chi sarà quella carrozza
che va ver«o il canileP
]Non 60, non conosco le Ih
^ ree.
Sapete chi sono queste ai-
gnore che vengono?
Pare che cerchino da sedere.
Lasciamo loio questo sedile.
Andiamo Terso la campagna.
Pare che il grano germogli.
Seotite il gorgheggiare degli
uccelli?
Clir* piacere! Che incanto!
Mrlto mi piace la campagna.
Siete cacciatore?
Vuole andare a caccia ano
di questi giorni ?
Non ho piacere più grande
in questo mondo.
Ci sarà molta cacciagione io
questo silo?
I cacciatori dicono di sì.
Torniamo a casa, eh' è tardi.
Sono stanco.
Abbiamo fatto un giro molto
luogo.
SCPPtBHCIITO.
Mire n, està calle de or"
holes h ace una perspectiva
muy hermosa.
Sentémonos à la somhra,
Famos d seniamos dehajo
de ese emparrado,
Huela. F. la fraganeia de
estasjlores.
Cora V, una, Hagdmos un
ramillete.
De quien setrà aquel coche
que va hàcia el canal ?
Wo séy no conozco ias li-
hreas»
Sahe V. quienes son estas
senoias que vienenP
Parece que buscan asiento,
Dejémosìes est e banco,
Famos hdcia el campo.
Parece que ya sale el frigo.
Oye F, el gorgeo de los po-
jaros?
Que gusto! Que encanto!
Mucho me gusta el campo.
Es F, cazador?
Qui ere F, ir à cazar tino
de esios diasP
No tengo mayor gusto en
esle mundo»
Habrà mucha caza en estos
parages?
Los cazadores dicen que si,
Folvamos- à casa , que es
iarde,
Estoy cansado,
Hemos dado una vuelta muj
larga.
5VPP CIMENTO»
3oÌ
§ 9. DBL TEMPO.
Che tempo fa?
Fa tempo buono ^ tempo
calti 70.
V'è apparenza di tempo
buono.
Oggi avremo baooa gioranla.
Fa una bella giornata.
£ nuvolo.
Il tempo 8Ì anouToIa.
Abbiamo bisogno di tempo
baono.
Il campo abbisogna d'ac-
qua.
Ce nebbia; piove: non piore.
£ per piovere. Non piove
pia.
Pioverà tutto il giorno.
II. tempo è da ciò.
E una nuvola che pasaa.
Piove a aecchj.
Mettiamoci al coperto.
Trattenetevi qui fin che
passa Tacqua.
Passerà subito, è aoa scossa.
Sono tutto bagnato.
Sono bagnato come un pul-
cino.
Mi si è rovinalo il vestito.
Non è niente.
L'acqua non macchia in que-
sto colore.
Nevica.
Grandina, fa la grandine.'
Li neve Si squaglia.
0»tU. Ha gelato.
Que tiempt} hace?
Bace buen tietnpo^ mal
tiempo.
Hay apatienciu de buca
tiempo,
ffnj tenJréinos huen dia,
Hace un dia hermoso. m
Esld nuhlado.
Se va nuhlando el tiempo,
JSecesitamos huen t tempo,
El campo qniere agua.
Hay niebla; Uuevemo llueve.
Està para llover* Ya no
llueve,
Lìoverà lodo el dia»
El tiempo està para eso* .
Es una nube que pasu.
Llueve. a cdntaros*
Pongàmonos al abrigo.
Quédese V. aqui hasta que
pose el agua.
Luego pasarà^ es un cha^^
paron,
Estoy todo mojado,
Estoy hecho una sopa.
Sv me ha echado à perder
la casaca.
No es nada.
No mancha el agua cn este
color.
Està nevando.
Grinza^ cut granizo.
Li nidve se deshacc.
Eità helaado^ ZTii heìado.
3o4 tUPPLIMIBTO.
Questa notte Ita fatto una Està noehe ha caldo una he*
gelata. Il fiome è gelato.
Le mattine aono fredde.
Fa aole, fa aria, fa caldo.
Tiravento^ tira tramontana,
aeìrooeo.
Non ai può resistere al caldo.
•Mi miiojo di caldo. Sudu.
Sono bagnato come un poi*
oino. Andiamo a bagnarci.
Sapete nuotare?
Tuona. Lampeggia.
Guardate che lampi.
Avete paura dei tuoni?
È cadalo un fulmine, una
aaetta. •
8i rimette il tempo.
Ancora avremo' delPacqua.
IfoI credete. Non lo creda.
Osservi la banderuola.
Si è cambiato il vento.
E giorno. È notte.
Si fa giorno. Già sì fa notte.
Il aole ai leva. Il ade tra-
monta.
Il etelo è stellato.
C*è la luna.
£ caduta una buona brinata.
Ce molta umidità.
L^erba è bagnala dalla rn«
giada.
lada. Est d helado el rio*
Las maiianas son/rias,
Hace «o/, hace aire^ hace
calar.
Tira iiento^ tira ciersoy ho*
chorno.
No se puede aguantar ti
color.
Me muero de color. Estoj
sudando,
Estoy hecho una agua» Va*
mas à bailarnoSm
Sabe V. nadar?
Truena.^Relampaguea,
Mire r. que retdmpagos.
Tiene f.miedo dlos truenos?
Ha caldo un rayo^ una cen*
tella.
Se ostenta el tiempo.
Todavia tendrémos agu€U
No lo crea F,
Mire F. la veleta.
Se ha mudado el aire*
Es de dia. Es de nache.
Amaneee ya, Ya anocheee*
£1 sol sale, El sol se pone»
El ciclo està estretlado^
Hay luna.
Ha caido una buena escarcha.
Hay mucha huincdad.
La yerba està mojada dei
roclo.
^ IO DELL^SA.
Che ora è ?
Sapete che ora aia?
té un ora. £ un ora e mexza.
Que kora es?
Sabe F, que bora es?
Es la una. La unay media»
tvppttMiirro.
Non è pia che un* ora e
mezza.
Sono le due meno un quarto.
Le tre sono per suonare.
Vanno a suonare le tre.
Sono vicine le quattro.
Adesso sono suonate le cin*
que.
Sou circa le sei.
Mancano alcuni minuti*
Sono le sette suonate.
Sono le nove ben suonale.
Sono più di ottWe.
Sono le dieci in punto.
Suonano le undici.
Souo le dodiei quelle che
suonano.
Qui non si sente alcun oro*
logie.
Non ho inteso suonare Torà.
Che ora è questa che suo-
na?
£ già messa notte.
Come passa il tempo!
E già ora di ritirarsi.
Che ora porlateP
Guardi ii suo orologio.
Non cammina. E fermo. E
vecchio. Non vale .niente.
E un Ginevrino. È di Leu*
dra. E di ripetiaìona
Vediamo il suo. Neppure va
Lene.
Anticipa. Ritards.
Il mio orologio è guasto.
Ha dentro qualche pezzo
rotto.
Quest'orologio mi paremoItQ
buono. E una gioja.
3o5
No es mas que la una y
media.
Son las dos menos cuarìc,
Las Ires estàn al caet,
Van à dar las tres.
Son cerca de las cuatro.
Acahan de dar las cinco^
Son las seis^ poco mas 6
menos.
Faltan algunos minutos*
Son las siete dadas^
Son las nucve bien dada».
Son mas de las ocho.
Son las diez en punto •
Las once estàn dando,
Son las doce las que dan.
Aqui no se oje ningun re-
lax, '
Nache oido dar la hora,
Que fiora està dando?
Esya media noche,
Como se pasa el tiempo!
Ms ya hara de recogerse, ,
Que hora trahe F,?
Mire F, su relax»
JXo anda. Està parado, Es
viejo. No vale nuda*
Es un Ginebrino. Es de Lón*
■ dres. Es de repeticìon,
J ver el de V. Tampoco va
bien.
Se adelanta. Se atrasa»
Mi relax està descompuesto.
Tiene dentro alguna pieza
rota.
Este relax parec^, muy bue*
no, Es una alhaja^
a6»
So6 mnfTiMmtmro.
GaoMiiitt^r^blM tBcbe d«Q* Andaria aun en ci agua.
irò l'Hcqu».
Ha oomprtlo «n orologio da
UTolino.
Non ta Unto bene qaaolo
quollo della parrucchia.
Guardi qaaai*aiiro
E ano scalda (etlo.
Non ha corda.
Caricatelo.
Meitolelo in ordine.
Qui c*è au buon orologio a
sole.
Meaia notte o le dodici*
Un' ora dopo la messa notte.
Le dne, le tre, le quattro,
le cinque, lesei, eco. delia
mattina o antimeridiane.
Messo giorno.
L* una, le due, le tre, le
quattro, ecc., della sera
o pomeridiane.
Le aetlCi le otto , le nove j
le dieci, ecc. della notte.
Ife comprado un reìox de
sobremesa.
No anda tan hien , corno ei
relox de la parroquia*
^ Mire F. e$ie otit».
Es un caUntador.
Ab tiene cnerda^
Dèi e V, cuerda.
Arréglele F,
Aqui hay un buen relox de
sol.
Las doce de la nache.
La una de la noche (i).
Las dos^ las tres^ las cua*
trOjlaseincOj las seìs^ecc.
de la mariana.
Medio dia.
La una^ias dos^las tres^ las
cuairoj ecc. de la tarde.
Las siete Jas oeho^ lasnueve^
las dtez, ecc. de la nache.
$11. PCB XÀimABa USA LETTBIlAi IGO.
Oggi è giornata di poèta.
Ho <ia scrivere una lettera.
Ho una posta molto luoga.
A chi scrìvete 7
Vado a rispondere al prò*
curatore.
Ha portato le lettere il por-
talettere ?
Boy es dia de correo.
Tengo que escribiruna carta..
Tengo un correo muy largo.
A quien esoribe V?
Voj d r espander al procu*
rador.
Ha trahido las cartas el
catterò?
(f) Nel contare le ore, dall'una dopo la mezza notte fino
al mezzogiorno si aggiunge de la wa'.ana. Dal mezzogiorno
fino all'Ave Maria Uè L% tarde- Dall'ave Maria fino a mezza
notte de la nocln»
fOPPUIflHTO. 36 J
Io aspettara «na lettera di... Fq esperaha una earia de
Vedete a' è questa. Non è
eotesiev
E per me, ma non conoseo
il carattere.
Questa lettera è arretrata*
Sari rimasta nella posta.
Che giorno parte il corriere
di Francia?
Net medesimi giorni che
qnelio di Navarra.
Portatemi il calamajo.
Metteteci un poco d'inchio-
stro.
Queste penne non son buone.
Temperatemi un pajo di
penne.
Dov'è il temperino ?
Questa penna è buona , corra
bene
Kon Tool segnare.
Non è ben aperta.
Questa nera e ben tagliala.
Mentre termino questa let-
tera, può Ella chiudere
il plico.
Lo' chiuderò colla cera di
Spagna, o con Postia.
Quel sigillo vuol Ella met-
tervi?
Mettete le armi di casa mia,
Uà riigione : così non pa-
gherà il porto.
Bisogna pagare il porto de! le
lettere che si mandano al
Maestro.
Avete messa la data ?
Questa lettera non ha la data.
lo non ho aottoacriuo.
Fea F. si es està. No es esa.
Para mi esy pero no conoz»
eo la latra.
Està carta viene atrasada.
Se hahrà quedado en et
correo,
Que dia sale el correo de
Francia?
En los mismos dias que el
de Savarra,
Tràigame F^.el tintero.
Echele F. un poco de iinta^
Estasplumas no vaien natta»
Córteme F. un par de plu^
tnaSm
Donde està el eortaplumas?
Està plwna es buena^ corre
bien.
No quiere senaltif.
No està bastante abieria.
Està negra està bica tajada,
Mienlras àcabo osta carta ^
puede F.cerrarel pliego.
Le cerraré con lacrcj ó con
obleaP
Que sello quiere F* que
ponga?
pon las armas de micasaé
Tiene F» razon: asi no pd-
garà porte*
Es menester pagar el porte
de las cartas que se en*
vian ai Maestro,
Bit puesto F, la fedia?
Està carta no tiene f celia*
Yo no hejirtnado.
}o8
Man posso Isggsrs qaesta
firma.
Che brutto earsttere!
Nells lettera di mìo frstsllo
ooQ abbidmo fallo meo*
siono di queir affare.
Qoaotina abbiamo del meseP
Due, (re, quattro, eoo.
Piegate colesta lettera.
Mettetevi I4 8oprascrttts.
'Come tara diretta qaesis
lettera?
Per rocdinario del paeae.
Da un molalticre die Ts
colè.
E arrÌTato il oorriereì^
Già cominciaao a 4Ure le
lettere.
Ci aooo lettere per me?
Andate a portare queste let»
ter e alla posta.
Se ne ho qualcuna nella li*'
ala, portatemela.
sm^tmciiTo.
So puedo leer està fi-ma.
Que mala tetra tiene/
Eu la carta de mi hermano
no hemos hecho mencion
de aqual asunio,
A cuantos estamos del mej9
A doSf d tres^ à cucuro^ecc.
Doble Fn esa caria,
Péngale F. ci sobrescrìto.
Como se dirigerà està carta?
Por </ ordinario del pueblo.
Por un arriero que va cUJd.
Ha llegado el correo^
Ya cmpiezan d dar Carlos,
Bay carhis para mi?
Faya V. à lUvar estas car*
tas al correo.
Si ten^o fklguna en la lista^
traggamela F.
§ f a. rU fÀSB UH CAMBIO.
Volete fare un cambio con
nieP
Che cosa volete cambiare?
Queato libro the porlo qui.
Oon che cosa ?
Coi libro che m^insegnaste
jeri*
Che mi darete di più ?
Aoat voi dovete dare a me*
Quanto volete?
Quello che dica il mercante.
Volete una doppia?
Vale di più.. Non yale iaolP.
Quiete F„ hacer un cambio
cQnmigo?
Que quiere F. trocar?
&te libro que traigo aquL
Con que?
Con el libro que F* me en^
sena ayer,
Que me darà F. de pueìta ?
Jntes F, es quien me ha de
volver.
Guanto quiere F • . . p
Lo que diga el mereader*
Quirre F* un doblon?
Fole mas. JSo vale tanto.
Non io pSii il qoello che
ho detto.
Voi non vorrete ch>3 io perda*
Do quello che può valere.
Ciò non vale altro che • . ,
Voi non ve ne intendete.
Non voglio stiracchiare.
Vedete se vi piace^ e la di-
scorreremo.
Costa di pina me.
Quanto vi viene a starei^
A venti reali la vara.
È molto caro. Non è a buon
mercato.
Vi hanno ingannato.
Più a baon mercato lo com-
prai io.
Dove avete compralo que-
sto panno?
Nel negozio di Martines.
Là hanno i preazi fissi*
Mai domandan più del giaslo.
Via: volete fare questo cam-
bio?
Facciamolo pure. Volentieri.
8UPPLCXENTO- 309
1^0 tfoj mas Je lo qut de
dicho,
V. no querrà queyo pierda.
Dojr lo que puede valer,
Eso no vate mas que • • •
F. no entiende de elio.
No quieto regatear,
Vea V, si le gusta, jrhabla*
rémos.
Me cuesta mas d mi,
J corno lesale d V,?
A veinte reales la vara.
Es mujr caro. No es barato*
Ma pezzo per pezzO|
pari.
Iddio me ne liberi!
Fossi mincbiooel
Via, ne convengo.
È fatto.
del
Le han enganado d F,
Mas barato le compre fo»
En donde ha compralo V.
este patio?
En la tienda de Martinez,
AUì tienen su predo fijo,
Jamas pìden mas delojusto.
Famosi quiere F. hacer este
eambio?
En bora buona. De baena
gana.
Pero alhaja por alhaja^ sin
vuelta.
Yo me guardare muj bien !
No soy tan bobol
Fajn^ me conformo.
Es cosa hccha.
§ l3. DBL QIOOQO IN GINBBAIt.
È V. S portata pel giuoco?
Giuoca Ella qualche volta?
Giuoco per passare il tempo.
Se mi metto a gtuocure non
so finirla.
Es F. amigo del juego?
Jncgì F. alguna vez?
Juego por pasar el tiempo.
Si me pongo àjugar, no si
dejarlo»
?io
SUPP LEU ERTO.
Il giQoco mi diverte molto.
Ma atle volte è ud diverti-
mento pericoloso.
Questo avviene qbaodo si
giuoca forte.
Qui non sì permettono i
giuochi di assardo.
8i giuoca una bagattella fra
amici.
A qaal giuoco vuol ohe gioo-
chiamo?
A qael che volete.
Giunchiamo una partita alle
dame.
A me mi piace il giuoco del
bigliaruo.
Facciamo dunque una par-
tita al bigliardo: Dopo
giuocheremo a scacchi.
Come comanda.
Vuol giuocare allecartt:?
Che siuocheremu?
• Ciò ch'Ella vuole.
E a qual giuoco abbiamo a
giuocare?
Giuocheremo a picchetto.
l'ale che porli no un maaso
di carte.
Facciamo i compagni.
1 due primi assi saranno
compagni.
Andiamo, siamo compagni
noi due.
Tocca a lei fare lo carte.
Alzate.
Segnate i pnnti.
Abbiamo otto punti.
Io sono di mano.
Che brutto giuoco ho io!
El juego me divi erte mucho.
Pero à veces es una divev"
aio 71 peligrosa.
Eso es cuando se Juega de
recio.
m
Aqui no se permiten juegos
de azar.
Se juega una friolera enlre
amigos.
A que quiere V. que jugue'
mosP
jé lo que F. quiera,
Juguemos una partida d do"
mas.
A mi mie gusta el juego del
villar,
Conque echemos una par-
tida d truca s: Luego JU"
garémos al ajedrez*
Como F, disponga.
Quiere F, jugar à naipes ?
Que hemos de jugar?
Lo que V> gusle»
Y a que juego hemis deju»
gai? «
Jugarémos à los cientos.
Boga \F. que saquen una
haraja.
Echemos eompaneros»
Los dos pritnerjos ases stràn
companero.
FamoSy hemos salido los dos.
A F. le toea dar los noi*
pes.
Levante F. Corte V.
Senale F, los tantos.
Tenemos qcho tanto s.
Yo sojr de mano,
Que mal juego tengo!
SUPPLEMiRTO.
3lf
Io sono molto 8forlaD?4o nel
giuoco.
10 ho Tasso di bastoni.
Ecco questo re di coppe.
Giuocate il fante dì denari.
Non è cattivo questo caralio
di spade.
Ancora non abbiamo fatta
una mano.
11 Olio compagno non mi
sjuta.
Tutti hanno servito fuor che
voi.
Non fate imbrogli.
Non guardale le mie carte.
Coprite quelle carte.
State allento alle carte che
escono.
Abbiamo vinto. Siamo pace.
Non voglio più giuocare.
idi riscaldo' troppo.
Che? vi date per vinti ?
Sì signore, abbiamo perduto.
Yoi non giuochereste male,
86 steste attento.
Un* altra volta giuovheremo
di più.
Non c*è stata una gran per«
dita.
Andiamo al bigliardo.
Uiuocheremo una partita.
Giuocheremo il bigliardo.
Quanti punti mi date?
Uno; non posso dar vene più.
Datemi due punti.
Cavate le stecche e le palle.
Kccole.
Ragazzo, segnami due punti «
cbe ha fatto la biglia.
JTo sojr muj desgraciado cn
el juego.
Yo tengo el as de hattos.
Ahi m ese rey de copas.
Juesue V. la soia de oros,
ffo es malo este caballo de
espadas,
Todavia no bentos hecho
baia.
Mi companero n^me àyuda
Todos sirvferon menos V.
No haga F, trampas.
No mire V, wir naipes.
Tape F, esos naipes,
Alienda V, a las cartai que
salen,
Éemos ganado. Estamos en
paz.
No quieto fugar mas.
Me acaloro demasiado*
Que? se meten en haraia?
Si senor^ hemos perdido.
V, no jugaria mal si pusiera
cuìdado.
Olra vez jugarémos mas.
No ha habido mucha per-
dida. '
FamoM al viìlar»
Jugarémos una partida,
Echarémos unas'mesas,
Cuantos lantos me da F?
Uno; no puedo dar mas,
Deme F. dos tantos.
Saque F. tacos jr boìas*
Aqui los tienen Fs.
JUuchacho^ ràyame dastan"
ios^ que hice la bilia»
3it
Era lopra la buca»
SOPPLIMEHTO,
Tediamo se fate questa.
Vftdo a lirsr per matto-
nella.
L*ho fatta.
\oi mi vi o ce te sempre.
Kon giuocherò mai più in
rita mia.
Estaba tneima de la lro<
nera^
Feamos si haee F. està,
Fojr a tirarbi por tahla.
La aeerté,
F. me gana siempre.
JVojuego mas e a mi vida*
§ l4* OBLLA COMHEDXA.
Oggi SI rappresenta ono buo-
nissima commedia.
Che titolo ha essa?
Il Gìd Campeador.
Jeri la vidi.
Ancor lo.
Dov^era Ella?
In platea.
Io nelle seiliola.
10 la' credeva in qualche
"palco.
Che cosa dice del palco sce«
nìoo?
Ali pare più grande quello
deirallro teatro.
Le decorazioni di questo so*
no bellissime.
Questa coropaguia ha buone
parti.
11 caratterista è inimitabile.
Il Padre Debile rappreaenla
bene.
Oi^ le pare del primo amo*
roso?
BIì piace molto la sua ma*
niere di rappresentare.
\» sono uno degli appassio*
aaii per la prima donoa.
Hoyechan una eomedia muj
buena,
Que ùlulo tiene ?
El Ctd Campeador.
éyer la vi,
Yo iambìen,
En donde estaba F?
En el patio,
Vo en la lunata.
Pensé que estaba F. en al*
gun aposento,
Que dice F, del teatro^
Me parece major el del atro
corrai.
Las decoraciones de estesoti,
primorosas,
Buenos papeles tiene està
compania,
El gracioso es inimitaile.
El Barba rapresetHa bietta
Que le pareee d F. del pri*
mer galani
Me gusta macho su modo
de represtntar„
Yo soy uno de los apasiona*
diài de la priuicra daam.
\
StrPFLIMIlltO.
V. S. ha ragione, la natura
rha dotala di oa graa
talento.
Anche la masica è buona.
Questo teatro può yantarsì
di avere un primo violino
eccellente.
Sì signore^ e aono stato as-
sicuralo che esso può star
de* pari ai più famosi
delfEuropa.
Di che nasione è eo\\?
E spagnuoto, e si chiama N.
O^gi lo sentirà suonare.
Entriamo, che paro che ven-
ga già molla gente.
È tardi, hanno già alzato il
sipario.
Domani si rappresenta un'o-
pera comica molto gra-
BÌosa.
L'hanno ricavata dall'opera
italiana che ha per titolo
La Sf.rva padrona.
Scusi, chi è queir attrice,
che si è ai'facciata alla
scena?
E la seconda donna.
Pare mollo giovane.
Non sa Ella, che nelle scene
godono queste signore di
un'eterna primavera?
Se l'osse il solo desiderio di
piacerci quello^ elicle mo*
vesso ad orurirsi tanto, io
gradirei loro tale fatica.
Non ne pensi tanto mate.
Qualunque sia it motivo,
esSe mi piacciono mollo.
E lernùnala tu commedia.
Cranu S/*0g*
3x3
Tiene f^.razony la natura^
leza la ha do lodo degraU'^
des talentos,
Tnmbien la mùsica es huenom
Este corrai puede gìoriarse
de tjue tiene un violinista
escelente»
Si sefior^jf'me han asegu»»
rado que^puede competir
ccn los mas fbmosos dù
E{iropa.
De que nacion es?
Es espanoly y se llama iV,
Hoy le oirà V, tocar,
Entrémos, porque parece
que viene fa mucha gente,
Es tarde ^ han corrida ja el
lelon,
Mafiana se representa una
zar2uela muj honita.
La han saeado de la opera
italiana iniitulada La ser*
va Padrona.
Pei do ne F., quien es esa
còmica, que se ha aso'»
mado al hastidor?
Es la segunda dama»
Parece muy moza,
£ No sahe ^., que en las
tùblas gozan estas seflì>ras
de una primavera eterna?
Si fuera el solo desco de
agradarnos^ el que las
moviese ó ad ornar se tanto ^
Yo les estimarla el tràbajom
No piense V. ian mal,
òca el que fuere el motivo^
etlas me gustati mutho»
Se acabé la comedia.
»7 •
ai4
Mi è piaoialo molto il duoyo
attore.
La (oa maniera di rappre*
aeotare è nobile e nata*
rale«
^nJiaoio apprendere freseoi
che ho aofì'erto gran caldo.
aumjKiiTo.
Me ha 'gastado mueho ti
nuevo comediantem
Su modo de representar et
nohle y naturai.
F'amos dre/rescar^ queat/ui
he tenido mucho color.
S iS. OIL TUGGlOb
Dorerà V. S.^Ella?
Tado a Gadioe.
Quando ae ne ya?
Tonni nato che avrò nn at«
l'are.
Ha già fermate la oarroua?
Sì aigoore, e a buon preacQ.
Ci aarebbe un poato per mt?
Sicuramente to n*è. Può
pure farne conto.
Mi farà gran piacere colla
aua compagnia.
Porta oìoUa roba?
Due houli e una yalrs^iiu
Può preparare il luito pef
domani : Usciremo col
fresco.
Dove andremo a pernottare?
In N... £ una giornata giu-
. sta.
£ nna strada piana <;ome
questa camtra.
Ma in Sierra Morena vi
sono dcll^ C{illÌTe strade.
Àdcadooon più, perchè sono
atate futile strade nuove.
Oltreché la molla gepte, da
cai è abitala, lo ha r«so
il silo più b.llo ch6 si
troYA. ìu lutto il yid^gio^
A donde va FJ
Voj d Cadiz.
Cuando se va VJ?
En acabando una diligen*
eia.
Tiene F.ja coche ajuslado?
Si senor^j bastante barato.
Babria un asiento para mi?
Como si le hajl Desde luego
cuente F. con él.
Me hafti F, mucho favor en
acompaiiarme.
Tiene F, mucha ropa?
Dos baules y una muleta.
Prepdrelo V todo para ma*
nana: Saldrémos con la
fresca.
En donde harémos nochef
En N.,. Es Jornada regu^
Imr.
El camino es tan llano co*
mo este cuarto.
Pero en Sierra Morena hay
mal OS caaìinos,
Ahora ya no^ porque sehan
hecho caminos nuevos.
A mas de que la mucha
gente ^ que la habita^ le
ha hecho el paiage wejor
de loda la correrà*
SCPPtBMBNTO. '3rS
In ebe locanda ci ferme- Bn que posaéta parèréntos?
remo?
Io quella del Sole^ eh' è la Én la del Sol, qm cs la
migliore. mejor,
O buona o cattiva non mi Buena ó mala no se mtda
preme niente^ percbè bo
le mie provvisioni.
Compreremo un pajo di per*
Dici per la aera.
Sono molto stanco.
nada^ porqut tengo mis
provisioneSi
Comptarémos impara per*
dices para la noche* '
Éstojr muy cahsado»
La earrozaa mi travaglia Èl coche me/btiga mucho.
molto.
Tettarino, fermate, smonte- Cochero^ pare T., no^ apea*
remo qai.
Ecco la locanda.
rémos aquL
Bc' aqui la pòsada^
S l6. DI TAllB cosa CSE POSaQ^^ ffpCORUSt.
u vaA QoiTiMAaioaa., ir ,
-jr
Ha qualche nuova?
Che notizie ci sono?
Che si dice di nuovo?
Reco notizie molto buone.
Che ai dice in oittà?
Avete tetta la gaazetta?
Non dice niente dì nuovo.
L'articolo di Vienna parla
di una donna che ha par-
toriti tre figli: e di un'e-
pidemia che fa molta
strage.
Dove?
Non mi ricordo dorè.
8t parla di guerra?
I Turehi hanno mesai in
rotta i Russi,
Dite il contrario. Si dice
ohe la rotta è stata dalla
parte de' Turchi*
Sale F, alguna notieiaf
Que nolidusi kayf
Que se dice de nuevo? <
Traigo noticias muf bitenàs.
Que se dice en la ciuèai?
Ba leidò V* la gaeeia?*
No trae nada de partieular.
El aniculo 'da- Ftena hahla
de vna muger que-ha pa»
rido tres'hijosiyde nAa
' t^idemia qf»^ hae$ mtUcho
estrago. ' ■< ' *
En donde? « ^ • • : . . « ♦
2Vo xne acuerdo donde ej;
Se hahih de gnhrra?' ' •'
Los Turoés han'derrùtado
d lo'i Rusosi
Diga F. lo contrario. Coìre
la 9ozquelelr€ves ha sido
de parìe da hi Iurco4n
tOPFtIMnTO.
Ho MBtlladirt coti, ma cre-
do ch« non sia vero.
Dairoat e dairslira parte è
morta molla |»onle.
Ciò ba biaogno di conferma.
Ansi dicono cbe il oombat-
limenlo è alalo terribile,
€ la fanteria ha aolTerlo
molto.
n reogioenlo del Re ha
fatte gran prodesse.
Si dice che lacavaUerianon
ha ca.ricato*
E perchè?
E perchè noi permetterà il
terreno.
Si raccontano iftolte bogie;
né si sa e cbi Credere.
Non manca obi ataicnri che
tì forono pia di i^nquo
mik uomini morti.
'fiopate il anmero 4ei fe-
riti»
Ancora nionloaiaadi certo.
IlMarchete N. èmorte d^una
itaanonata. Il Conte N.
ha rioeYfilo nna (orila.
81 1 ma dieoflio che aia leg<
gera.
I nemiei ai aono ritirati mol-
lo malconci. Haon^fier*
dota latta rartigliei^iji.
Da chi lo aa Ella?
Lo ao da baca canale.
Che dice la gaaaelta d* O*
lande. rapporto alla gnor-
ra di Germania?
Porta Pasaedio di Maoster
por parte de' Franceai. -
fiaano ibrtnaEto il blooèo«
Bc oiio deeir eso^ pero creo
que no es òsi.
De una patte j atra ha fta-
hido mucha gente muerta,
Eso necesiia confirmacion,
Aaies hien dicen que el
choque ha sido terrible^
y la infanteria ha pade»
eido mueho»
El regimiento del Bey ha
hecho proJigios de palar.
Se dìce^ que la cabalUfia
no ha eargadom
Y porque?
Porque no lo permttia el
terreno,
Cuentan muehas mentims;y
no se sahe a quren ereer.
So /alia quien asegare que
hubo mas de cineo nùl
homhres muertos •
Sabe F. euantos hqy heri'
dos?
Jan nuda se sahe de derto,
ElJUarquesde N. ha muerto
deuncanonazo^ ElGmde
JS.ha recihido una herida,
Sif pero dicen que es ligera,
Los enemigos se han retira»
do nwy mallratados. Ean
perdido toda la ariilleriaf
De qwen lo sahe V.?
Lo sé de huen canal.
Que- dice la gaceta de Olaw
da sobre la guerra de
Alemania?
Trae e! siilo de Muasier por
los Franceses.
Hanformado el hloqueo.
SirpptlHBRTO. "3 i 7
Gli assediati hanno falla una Los siti ados han hecho una
saltda: han arruinado las
^ohras de hs sitiadoreSm
Ban clavado la artilleria»
iortita: hanno rovinato le
opere degli assediantì.
Hanno ìnebiodata rartigtie«
ria.
I Francesi hanno formata
una nuora batteria.
li* esercito confederato mar-
eia in soccorso della
piazza ,
Scommetto che SI leva Fas-
sedio.
Sono della vostra opinione.
La snarnigìone è forte.
Se la piazsa è presa per as-
salto^ non si darà qaar*
tiare.
Ha capitolato^ il governa-
tore.
La gnarnigione resta prigio-
niera di guerra.
Gli articoli della capitola-
jsione -sono slati favore-
voli?
Parliamo d'altro.
Sappiano che D * N. si ac- %
casa.
Con chi?
Col signor N.
Capperi! È un buon par-
tito.
Anche la sua sorella si è
maritata.
E chi è Io sposo?
Un mercante molto ricco.
Che dote ha portata?
Quattrocento mila reali.
È nna gran somma.
II marito lo meritai egli è
un galantuomo.
LosFraneeses hanlevantado
una nueva hateria^
Elegércilo confedemdomar"
cha al soccorro de^ la
plaza,
Jpuesto que se lepontti el
silio.
Soy de su opinion ^e V,
La guarnicion es fuerte^
Si la plaza se toma de osai'
tOf ho dardn cuarteL
Ha capitulado el ^oberna"
dor.
La guarnicion queda prisio*
nera de guerra.
Los articulos de la ccpitu^
lacion han sido favora»
bles?
Habiemos de otra cosa.
Sepan que /).* iV. se casa.
Con quien?
Con el seiìor de N.
Sola/ Es buen casamiento.
Sri hermana tambien se ha
casado.
Y quien es el novio?
Un mereader muy ricoi
Que dote ha llevado?
Cuatro cienlos mil reales*
Es itn dineral.
Lomerece rJmaridOy que es
hombre de bien.
3t«
èopKimnito.
Bb ragasstaaeora è mollo
beo odueaU. Etti saràana
gran donoa per le eeA
Le eoe nudre non le per-
mettere niente.
Iie figlie le eaprà boon grado.
L'erediti piàeìeuracne pos*
eotto latciareii genitori è
una beone edueasione.
Signori, sanno cb'è morto
D. N.?
Pereiò bo Tiato il nipote di
bmno.
M probabile ohe gli abbia
lasciata qualche cote*
Il aio gli Toleya molto bene.
Jììcobo che Tabbla lasciato
ben ec«Hiroodato.
11 gtoyane ha taleoKh
Lo protegge molto il Conte
Si dice die abble ottenuto
per lui un buon impiego.
Se sa compiacerlo otterrà
qnaoto voglia.
Kgli saprà ben regolarsi.
XJjD altro caso molto aingo*
^ lare.
Che cos*èP che eos'è?
Ninno di loro può ioiaiagt«
Bario. Ènne ootisia motto
interessante per lo stato.
Andiamo, yia, la. dica.
Sappiano dunque grsndi e
piccioli I che la moglie
dello spesialc à gravicla.
Ob, ohi È poeisìbilel
EU'ha più di cioquan l'anni.
Pues la muAaeha famSiVn
està muy hien criada. EUa
sera muy muger de tu casa.
La madre no le conseatia
nada.
Su hif'a se lo agradecerd.
La hacienda mas segura^
file puedea dejarnos Ics
padres es una buona cri'*
anza,
Senores^ sahen Vs* qùe ha
muerto D. JV. ?
Par eso he 9Ìsìq al sohrino
de Ulto»
Es regalar f quele haya de»
jado algo*
El tio le queria macho,
JXcea^ que le ha dcfad4>
hien aeomodado^
El muchacho tiene talento.
Le ampara macho el Coade
Dicen, que le ha logrado
un empieo muy hueno»
Si sabe compiacerle^ logra*
rd cuanto quierum
& sabrà bien manejarse*
Oiro caso muy particular.
Que es? que es?
Winguno de Fs^ puedepen"
savio. Es unanotieiamur
interesante para el estado»
y amasi hombre^diga F«
Paes sepan grandes y ehi'
cos^ que la muger del
boùeario està embara*
znda,
Bombrrl Es posible/
Tiene maS'dc cincuentaaSof^
fovmviiifo. 3 IO
È u parlo mlraeoloio di £s mi .parto / mOagtfoso de
Sara.
11 marito n^è molto contento.
". .-» ■■../<
Griocrescofa mollo ilrecler
terminavèi ihsao^ca^fo.
Sara.
i9 mdridù ufii' ^muy isùn»
Sentia mui)hc el ver fuc s&
aeahuba su ^ellido*
Dice, "tAké fra^ §ti .q^ziali ,Diet^qì»èntreìlos^hotìca*
non c'è casa più antica.^
Gìascono ha^la ma nobiltii.
10 avrei piacere che eglino
•eotiasero il signor Mar-
ttnez parlare <i«Ha;saa«.
Gota mòie questo opmo?
11 signor D. Pietro è qai*
Digli che venga a vani L
Caro D, Pielro, è un secolo
che non Tabbiam veduto
da queste parti.
Signori, mi raliegKO di ve*
derli barn-. Adesso arrivo
da Madrid, '
Che dice di quella capitale?
È mollo diversa dacom^FiUa
la vide. Adesso ci regna
nna pulizia ammirabile.
miraUe. . .
Al tempo mio lesirade erano* En> mi iiempo las calì&g
molto sporche- estaban muy sucias*
Attoalmente è un piacere. £i el dia- de. ho/ es augu*
rios nò hof cfua v^ an»
tigua, . -
éJadaunaiìtme su nohleza.
Yo me alegraria tpte • Fa,
oyesen haMak^ al ac^^r
iiài'tinez • de èa mtfa» • . *
Que quiete este hamhm?
El sei^or Z>. PedroeUOiuqU.
Oiìe que ptue adulante»
jimigo Z2. Pedra^ hace on
siglo que< no le bemas
pista d V^ por aquL
CaballeroSf me alegrode ver
à Vt. bu^Qs^ Jkera llego
de Madrid.
Que dieé^deaquellckeapitdl?
Es muy oIAt de lo que V.
la ha viste ^ Ahora rema
en dia una policia ad'»
Le strade ora sono molto
{pulite, e di notte hanno i
oro lampioni.
Oh signor Alessandro, pAr«
doni, non Paveva veduta.
Qoanto si, è ingrassato!
Mi é stato detto ch'Ella ha
vinto neir ultima astra»
zioiie.
Uà.
Las calles ahora esian muf
limpiaSyYde noche iieaeis
sus faroìes»
Hai seffor jilejandro^ per^*
done r., noie habia visto^
Qae gordo se ha puesto^ FJ
Me han dicho que F, ha
sacado en la ùltima U^
tetiOt.
ti. fero; ho ?iato otta b&« Es vadad; he ganado' una
gattella«
Che aldo? anbo.o torno?
Un terno di tremila. reali*
BaoBO, oinqnanta dobbloni.
Ma Toi paio lato la foatra
gìaiDeaCa ogni oatrasiode.,
8à aifiorot niì ci direrto
ma non ho aorte.
Non mi Tieno mai un na-
morp. '
Signora^ ebe? Ta via?
Mi acoaerinnby bo a laro io
* mia oaaa.
Adooi^'À di booki'Wa»
Nò, non posso farnoa meno.
Gìàr4DÌ aspettano.
L'aflOompagner^.
Non fogÙo «he unsi font il
cavaliere a^iocomodì per
una voccbia par mia.
Ella celia, signora.
'Ko, no, sappia che bo già
Yonlinove anni.>
Non no dimostra Ancora
friolera.
Qu9 ha dio? amhoótemo?
Un terno de tres mìl reales.
\Bueno; cincucnta doblones.
Pero y. tamhien eóha su
. cediilita cada loteria.
Se-seifor, me divierto eaeso^
pero no tengo fortuna,
Nufica me sàie un numero*
Que? segorày se va V, ya?
Me hàn de perdonar Vs. ,
"tengo que haceren mìeasa*
Todàfia és temprano*
JVof no\ es cosa precisa*
Me estdn aguardando ya»
La acompa^aré d /^.
No quiero qneiangalan ca^
ballerò se canse por una
rieja corno yo. ,
V* se burla j sonora,
Ifo^ no, mire y,que y^ *^'»-
go 9einte y nuove anos*
V. no aparenta aun veinfe.
Tenti.
Ob^nondica spropositi! Di- QuUese V* de ahi^ que apa»
mostro pù di queUi che * renio mas de los que
bo. tengo.
Non manca cbo mi faccia di No f alta quien me oche Irei»*
trenUcioque anni.
Noi creda. Lo vtiol diro
cosi.
È^EUa maritata, aigoora ?
No signore, son sitella, e
T. 8.?
Scapolo ancor io, signora.
Anche lei? Me ne ralle*
¥ grò.
Se Elia, volesse^ presto prò*
ta y anco anos.
No lo crea F. lo quiero V*
decir asL
Es F. Canada sonora?
No sefior^ soy soUera^y F,?
Soliero tambieny sonora,
Tamhien F,? Me alegro*
Si F. quisicra^ en breve no
8UPPLEKINT0.
•lo non potremmo d*aU
t rei tanto.
E come sarebbe?
M'immagino, che V. S. mi
arra capilo.
Capisco do^'EHa va a Gnire.
Una signora delle sue qua*
iità . . .
Signore , lasciamo qaeste
cose.
Bisogna pensarci.
Caro mio, si tratta per som*
pre.
Lo soj signora.
Segniamo dunqne il prover-
bio spagnoolo, che dice:
antes que te cases^ mira
lo que te haces.
331
puJiéramos decìr atro
tanto,
Y corno es eso?
Discurro ^ quo F^. me hahrd
entendido,
Ya veo donde va V, a parar.
Una senora de las circunS"
tancias de F, ,,
Cahallero^ dejemos eso,
Es menester pensarlo,
Jmigo , es para siempre,
Ya io séf senora, - •
Pues sigamos el refran espa*
nol^ que dicex antes qne
le caseS| mira lo que te
haces. '
*J . .'"
MODELLI DI LETTERE
SECONDO IL GOSTUUi: PUBSJBMTB
BEGLI SPAGNUOLI
AL Ri ex) JLLLk RsGIRA. ^
Setter ... 6 Senora
D« Jauo Peres Capitan retirado del Regifrtiento da
Almansa paeslo à L. R. P. do V. M , ( a los Reales pies
de Fuesira Magestad) hiimildemeDle le repreaenta^cjae...
S«nor
A Io« R. P. de V. M.
JoftD Perei.
Soprascrilta
Di un suddito spagnuolo.
Al Rejr Naeatro Settor. A la Reina Noeatra Svflora.
Di un estero.
A la Sa^rada R. Mageetad A la Sagrada R. Magestad
Del Senor D. Fernando De la Senora D/ Cristina de
Séplimo Rej de Espafla Borbon Reina de Espaiia
é Indias, é Indias.
▲I KINISTBI O SF0RKTA1U Ol STàTO B DBL 0t8PACOtO
B AO ALTRI IMpIlGAtl E StGHOBI DI ECCQCLBIIBA
Exmo Setior.
Pedro Aulestta naturai de la Giadad de BilbaaAV. R.
sumisamente espone, tjne . • .
Dios gue. {guarde) a Y, £. muchoa attot. Bilbao 6 de
enero da i833. *
Nel fine dalla parte sinistra della pagina si pone
Ezmo S.' D, N. N# Primer Secretarlo do estado del
Riry N. S.
3a4 tUPPLIKERTO.
Soprascritta
AI Exmo S.* D. N. N. Prìmer Secretarlo de estado
del Bey N. S/
LBTTlai DI OFFICIO.
Exmo S.' .
A. ooosecneocia del Oficio de Y. E. de 3 del corr.**
relativo . . •
Dio9 gùe. a y. £• {come sopra).
ftlTTIBI lAHiUAHU
irmo S.'
Moj 3j mio lU lodo mi r«9pelo an amigo à qoien
debo mucbaa atencionea, me ha ioteresado • . .
Tenga Y. S. 1. la boodad de disimuUr està libertad,
qoe me tomo^ y disponga con otra tanta de la aincera
«miaiad quo le prefeaa sa af.** (ajecto) aenrìdor j antìgno
«migo Q. B. li. M. de Y. S."* li Ima (fue besa las manos
de vueslra Seiioi ia llustrisima ).
Madrid la de Marzo de i833*
N. N.
Soprascritta
Al lllmo Senor D. N. N. Obispo de
H.
Complimenti seconda la maggiore o minore
dUparità dei soggetti*
Muy 6.' mio de todo mi reapelo — de mi mayor ve-
neraciou — Ve mi major respeto j veneracion =: Moy
S. mio j fenerado Dueóo — j apreciable Daefio = Muj
S.'' mio j mi Duello — y mi amigo == Muy S.' mio de
teda mi eslimacion — de mi eatimacion — de lodo mi
aprecio -— de mi mayor aprecio = Muy S.' mio. ;5S >
Finale,
Deefa <>ca$ione8 Je^mpUarseen el senricio de V. E. —
de V. S. Bhna — de V. sa mas al.^ seg ° sery.' j eap '
(atentù seguro semdor y capellan) Q. B. L. M« de V.
S, -rr^de V. = Quella a las órJenes de V. E. — de
V. S. Illma — de V. S. — de V. su mas humilde y
obligado SeryiJor ec. = Sera para mi de jnayor hcnor
j satisfaccioa el poder compiacer en algaaa cosa a Y. E.
de qaieo me ratifico eoo lodas véras sa mas af.M j re^
conocido Servidor^ ecc.
Soprascritta
Al May R.^*P.M.el Procara JòrGco.MeTrlnìlarios, ecc.
Il May S.' Mio porta seco un certo carattere di eli»
chetta^ onde non deve usarsi fra amici di confidenza. Lo
stesso intendasi dei B. L,M. de V., quantunque questo
ultimo si pratichi in moltissimi casi^ nei quali non si um
i7 Muy S.' mio.
UTTEBS DI AMICIZIA.
S. D. Antonio Roca Madrid 16 de Marzo i833.
Pamplona
// porre il luogo dove la let-
tera è diretta è in uso
piuttosto fra i commer'»
ciantL
Mi estimado Amigo == Mi amigo y Daeno = Mi
querido Dueno=:^Mi aiempreaprcciable Amigfo=:Àmigo
mio =: S. D. Juan mi Dueno = Mi Amigo y S. D.
Fedro. = Querido D. Antonio = Querido: [legué a està
su casa a los 8 del corrieote. . . =: Acaban ^e decirme,
qae • . .
Finale
Pàsele y. bien, y disponga de su fiso amigo y senrldor
Q. S. M. B. N. N.
Qram, Spag, 28
3a6 mtwnMmmao.
De ▼. ttoAat etpre«ioiie8 i mi 8. ** D * Mariqoita, j
»«nde come gotte i 8u tieapre amigo jobligadoSerr.* =
MU eoaea i Ica Amìgoa, y Y. do a«> ohride del qoe io
•eri eujo eteroàeaeote s= Mande V. à So amigo N« M. =
Diafoegm Y. de ao aiempre fino N. N. = Qaeda de V.
e« fenbéaro Aaigo N. N. ss Ea de Y. tieoipre N M.
«S&/imaerfifftt
A. D. Fedro Fcrnandea
Al 8/ D. Fedro Femandet EterilwBo reei ea
oiae.
Il morKifie ndle lettere suoi e$9ere pia o meno $pa*
MOio Mcconda la dhemtà de* SoggeUi^ mai però maggiore
di un terzo ^ o minore di un quarto del foglio, e ndle
lettere di Officio Mara della metà. Per ciò che riguarda
poi la toproicritta^ ù quegli che non hanno titolo^ ù dà
il solo D. p più il iS/ D. come dalFesempio addotto.
^ • m^m*
-/
ELENCO
DE' cl:issici spagnuou
Abbiam creJato fare eosa grata àgli stùdio» eoo Tag*
piangere qui il segnaote elenco di hIcùdì Clasàiei dei
qaali la R. Aecademia Spagtiuola già forma una eiat*
tiasima Edizione per mexao della sua tipografia. Potrà
ognooo RTere coti una guida sicura nella ecella degli
autori^ per ciò che riguarda pureaaa di lìngua,
PRO SA..
D. SAtvAnoa Puic. Sudimenios de la Gramàtica Cast eh
tane. >
D. Aau8Tiii Mcfioa AtTAaii. Gramàiiea de fa lengua
CaxÈettana ajmtada a la Latina»
GAPXAai. Teatro Hislórico Criiico de la Elccuencia Cas*
tellana,
SAATiDRà Fajardo. Empresos»
Fa. Luis de Gramada. Retòrica. Meditaoiones para U»
Miete dias de la Semana.
D. Josx Lopia DE LA HoBBTA. Sinónimos de la I^gua.
Castellana, .
D. Caspar Mblcror db JoYSLLAiioa. La lejr Jgraria.
Epistola del Paular* El Delincuente honrado {^o*
media).
Lussar. Epocas de la Poesia Castellana, BUfiorta de la
Comedia Espanola, Póèsias*
MariAra. Historia de Espana, Di questa Istoria ai è fatto
ultimamente un compendio da D* Giuseppe Oriit
io 7 tomi in 8.^
3l8 8UTPtIMB!IT0.
li Aktohio Piifx. Cartas .Reìaciones.
Saiità Ti b ISA DE Jesus. Cartas.
Baltasàr Ghaciait. El Cortes^no» Bl Eéro§, £!( Cniicon.
El discreto.
AiBLlA. Wlotieia y pian de un viage para reconocer or»
chìvos.
Co:fOB OB Gabarrus. Cartas*
Bariokomb Lbonahoo db Aiobbiola. Historia de la Con'
^uista de las Yslas Molueas.
IX D1B60 Hubtado db Mbndoza. Historia de la Guerra
de Granada. El Lazarillo de Tornus» Poesiat»
Soiif. Biiioria de la Conquista ^ Pahlaeton^ j Frogresos
de la America Sttentrionah Oartas, El amor al uso
m •
(comedia).
Matbo Albkab. Guzman de Aìfarache.
CcBYANTfiS. D. Quijote con Noie del Pelllcer. Novelas. La
Galateo. Ptrsile$ y Sigismuhda,
1 6LA. Fr, Gerundio. Compendio de la Historia de Es»
pana. GU Blas. Quest'opera i stala nuoTaoieDU
alampaU, el arrioohUa di erodUisstinft àniiaiazìoai
da D. AntoDÌo Lloreote.
Quf tbdo. El gran Tucano*
MoNTALYo Galteb. J^ Postor ie Ftìida.
CADSAtSQ. Noches lùgubres. Los Erudkos d la Fioleia.
Cartas marruecas.
ALVtr»A. El homhre feliz. Tradasione dal Porlogheaeé
D. Pbdbo db Momtbkgor. El Eusebio. La Eudoxia.
D.« Mabia db Zatas. Novelas.
POESIA.
D. Alonso i^b Ebgilla. La Àraucana*
D. GaistoTAL ViBUBs. El.Monserrate.
D. ToMAs Db Tbiartb. Poema de la Mùsica. Fdbulas.
MoMTB Matob. Diana.
nTPPtiwssTOi 399
GiL Polo. Diana ^ cootinuasìoDe di quella tli Monlt
Major. .^ .
LoPB DE Vbgà. La Jenuaìem Conquisiada, ^0jgi». Las
Barquillas. . -^ *;.
Yalbuena. Bernardi de Carpio^ El siglo de Oroi * * ^
TiGOKBOA. Egloga TirsL Pocsias.
D. Juan Jaoregui. Acaecimienio amoroso ^yotras^p^sias.-
D. Frarcisco di la Toaii. Bucólicas del Tajo* ' '
D. Juan Boscar. Poesias,
Cb8pedk8. Poesias •
D. Fbbsando db Hbrkbba. Poesias,
D. José DI Yglesias. Poesias*
Fb Luis db Ti con. Poesias.
D» Fbangisco db Rioja. Poesias,
D. Luis db Ulloa. Poesias,
D. Estesa N Manuel db Villegas. Poesias,
D. JoRGB PiTiLLAS. Poesìos^ 6 priaoìpaltneote la Sàtira
contra los Erudii os,
D.. Juan Melendbz Yaldes. Poesias,
D. Nicolas Alvabbb Giinfubgos. Tragedias^ y otrat
Poesias.
QuixTANA. Poesias, E oeUbre la Tragedia El Duqite de
Visebé
El Maestro Gonzales. Poesias,
Arriaza. Poesios.
D. Leandro Moratjn. Sàtira. D. Meliton Fernandez,
Parnaso EspaÙol. Madrid Ybarra 1768-78.
D. Ramon Fernandez. Colcccion de Poetas E^panoles
. Madri. l 1785-97, 20 voL en 8.®
C O M E D I A S.
Gàldkhon. Gomedie scelte. Los Empenos de un acaso. No
stempro lo peor es ci erto, Antes quo todo es mi
Dama. Dicha y desdicha del Nomhre, La Dama
Duende. Bien venido seas^ Mal^ sì vienes solo.
a8*
D. Aaofrn Ibnto. Scelte. B Unio A Di^. ÌSl Desf^
den con èl Detden, El Pareeido en la Corie.
D. FiAiCitco DB RofAS. iSI Jlmo criaio D. Lucasiel Ci-
goral» Cosane por vengane.
D. JoAs ^B LA Hot. El Casiigo de la BBseria.
D. JoeB DB GàfiiBABBa. El Domine Luea$. El MoatoHés
en la Corte. SI Pieorillo en Espana*
D. Abtomo ZiaojiA. El Eehizado por/uerwa.
D. Mobatir. La Petimetra. El Figo j la Jfina, El Baron*
El Cafi. La Mogigaia*
FINE.
INDICE DELLE MATERIE
Xj EoITOBB. ^ • . pag. HI
PbSFAOIOSE .• • ^ « • •'^ • » • . • • » T
PARTE PRIMJl
DILLA PBONinfZljk.
Gap* i,^ Deir alfabeto e delle lettere in generate n i
Càp. a.^ Dd dittonghi e trittonghi j» ii
PARTE SECONDA
DELLA PR090DIA«
CkVlWLO URICO • ^ » ....... • l3
P A R T E T E R Z A
DELL'9aT0GBAllA.
Gap. I .^ Della concorrenza e delV ordine delle lettere n 1 6
lista delle sillabe o lettere che hanno va^
riato nelV ortografia ..,...» i g
Caf. 2.° DelV accento ...•?... ,9511
Gap. 'òP Della divisione delle parole in fine di linea n a S
Gap. 4*^ DelVinterpunzionc . . . • . . • • 37
PARTE QUARTA
DILLE PARTI DEL DISCORSO.
Gap. i.^ Del nome « . . r . : . • . » tg
Della declinazione del nome .... » 3a
pel genere dei nomi • » ' 35
Dei nomi positivi^ comparami e superlativi » 3 7
339 llc01Ct«
De* nomi numerali . < • . • ^ pag. 89
Gir. 1.® Del pronome •••••«..«» 4^
Pronomi personali » ìtì
Pronomi dimosirativi ..•-••» 4?
Pronomi possessivi » 48
Pronomi relativi • » 5i
/)«/ relativo cujo ••..•...» 56
Pronomi improprj , . » 67
Della voce ym* .....•.» 61
Gap 3.^ Del verbo .........*• iii
Dtfi verbi ausiliari . • ^ • . . . « Gff
Coniugazione del verbo ausiliare haber. » 66
Coniugazione del verbo ausiliare ser • » 69
Conjugazione dei verbi regolari . . . » 7?
Prospetto de verbi regolari .... » 74
Osservazione sulla conjugazione de^ verbi. ». 76
Prima conjugazione in ar • , , . » 77
Seconda conjugazione in er « . . . • 80
Terza conjugazione ir% ir *.. . . • . » 82
Conjugazione di un verbo reciproco • • 83
Osservazioni ...».••••» 88
Dei verbi passivi * 9^
Dei verbi irregolari • • ^ . . . » 93
Dei dittongati in ìe '•96
Dei dittongati in ne » loo
Dei verbi irregolari assoluti . • . • » io4
Dw verbi difettivi • • • •« . • «133
Dei veìbi impersonali . . . «. • - » laS
Conjugazioim del verbo impersonale haber » i a6
OsservQzivni sopra il verbo lener . . » i3o
Osservazioni sopra i verbi scr ed estar . » i3a
Osservazioni sopra i verbi andar e ir . w 1 34
Gap. 4-* bel partiàpio • . • » i36
Ca^. S,^ Del gerundio • i38
Gap. 6.? Dell'avverbio ..•.-•..•» iSg
Avverbj e modi avverbiali di tempo . . » i4o
Di luogo . . . . . • «» 143
Di quantità . . . • » i\%
Di modo ed ordine » x46
Modi avverbiali di affermazione^ negazione
e dubbio • • w 149
. Di comparazione .«*•;.; pag. 1 5o
i Vrgli avverlj in mente .••..>» ivi
Ga9. j.^ Velia preposizione . • • • • . . » i5i»
Preposizioni locali •.•^•••^tiSS
Di iempo ed ordine 4 » i S5
Della particella per • • • . . • » 1 67
Della particella italiana da • . . . » 1 6i
Gap. 8.** Della congiunzions , , , . . . » 166
Congiunzioni che dinotano motivo e fine • i?i
Condizionali e sospensife •..•.» ifi
Avversative • • . • • • 99 167
Copulative' • 1 \ • • • • • • «> 1 6B
Aggiunìivé '• • . 1 » ivi
Disgiufitive • J . . . . • . • « 169
Elefìivé » ivi
Illative ••••.•...•» 170
Conclusive • » ivi
f^aritf altre congiunzioni- .•••.» ivi
Osservazioni sopra la congiunzione dunque » 173
DelPawerhio dimostrativo ecco . . . » 1 74
Cip. 9.® DelV Interjezìone •'77
I
PARTE QUlJiT A
DtLU SISXA88I.
« •
CiP. 1.^ Faìj usi dell articolo . , . • • , » 182
Gap. a^ JDei sostantivi ed aggettivi' • • . . » 187
Degli accrescitivi • • . >> 188
Dei diminutivi * 189
/)tfi comparativi e superlativ • , . >> 191
Gap. 3.^ Dei pronomi primitivi e relativi yC della loro
unione col veri) o., .. » . . . • . 9 198
Dei pronomi relativi que^ quien, cual • » 198
Del pronome indeterminajto nao, uùà • » aoi
275Q della voce Vetted^ Ym . • . » 292
Gap» 4'^ ^^ ^^^^0 • » *o5
Osservazioni sopra fiiV in finiti de* verbi . » 206
Osservazioni sopra il geruadio . , , » aog
334 nmtei.
Diferskà di alcuni tempi de^perhi presso
gli aniìchi . •••••., pag. art
Caf. 5.^ Deile parlicelle relative cieTÌ. • * »9i5
Delta particella oe » 91 7
CAt.. 6.^ Delle particelle vezzeggiative e riempitive m a 1 8
SUPPLEMENTO
Otaervaiioni toiraaalogia d«llo parola
italiane e apa^Quole.
Desinenza degli aggettivi ...•«« ^ , # aaa
Desinenza de' sostantivi • » * • « ^ • • » aa3
Prima lista degli aggettivi • , • • • ^ ^ • QaS
Seconda lista degli aggettivi «..••. ^ » 2 J9
Terza lista degli aggettivi , • » a33
Nomi sostantivi estratti dagli aggettivi di sopra^ m aSS
Raccolta di alcuni nomi che' som femminini in ita^
liana e mascolini in ispagnuolo , . . ^ « a38
Baccolta di alcuni nomi che sono mascolini in iia^
liana e femminini in ispagnuolo • . • 9 aSg
Raccolta di alcaoi nomi pia Qece88arj a aapersL
Dd ciclo e degli elementi • a^o
Del tempo e delle stagioni » 34i
Dignità « • a43
Jrti e mestieri 9 iyi
Ferramenti • • ^ •. » ^44
Gradi di parentela ••«:••••••« iyi
Parti del corpo ^ . •• • , m ^45
Individui del genere umano, laro stati ed età . » 347
infermità e difetti del corpo umano ••»•!» 0/18
Vestimenti • « • »... 9 149
Per istudiare e scrivere ..«aSo
Istrumvnti musicali • ^ «... r ... • aSt
Parti di una casa ••»••» ivi
Mobili di Una casa •••«....• 9 aSS
Attrezzi di cucina . • • . • • • » • « 9 a54
Apparecchio di tavole e vivande • . . • « » aS5
Per condire ••••• ^ ••«,.«• jf ì^i
IIDMI% 33$
Eric commestibili ••- ^ ,••••' • pag. ^55
Jlcunc biade e legumi , . « • « é • ^ • aSy
Fari generi di frulla • •• ••» ivi
alberi ed arboscelli . • » • . , • •> - » i58
Di ciò che si vede in un giardino » « • « ^ » a5g
Di cib che si vede nella campagna r «^ » •- » 260
Di ciò che si trova in una cantina. • •. « » jì 961
Stalla e rimessa »•#•»•»••«-•• ivi
Qualità di un cavallo ..«•«••••• 36a
Di ciò che si vede in una città ...••• m ivi
D mare e le navi co' suoi arnesi m 963
Panni e tele ••-.•..«•••« a65
Metalli .......•» iy%
Pietre preziose • • • •' » 266
Jlcune mercanzie •••••••••• iti
Colori ••«.•.....••.«• 9» ivi
Pe« tf misure • ^ .,••••••• » 267
Monete •• .^ ••..••»•« r » • ivi
Ordini religiosi ... ...••.. . # a6S
Beligioni e sette ... . • • • . • «^ # 269
Giuochi * ••.....••., ^ ••••». ivi
Animali e quadrupedi . . , • «-. . • •• • 27A
■ - volatili • ». ». » « ., .. •' .^ • » 27^1.
■■ ■ ■ acquatici • . • . . • »73
jinfihj^ rettili^ insetti^ ecc^ •. • • .. • ^ .^ • 274
Raccolta di verbi pia oeoeasary a aaperai*
Del parlare . ...,.•.,... w ajS
Del mangiare e bere » . .. • .. «^ •• • • 276
éézioni della vita • • • . •. .. • • • . » ivi
/7e/ vestire • ••-••«•. • « . «... 11 277
azioni naturali .. « . • ». • .- • • ivi
2)/ amore ed odio «. .• • » . •. •< ^ •- y. • 278
Della memoria ed immaginazione # • •' •- ^ v 279
Jtzioni di divertimento e di giuoca . , ^ ^ m 280
Esereizf .»...«••••.•«'«••. ivi
jilcune infermità .••..« v. •-••• 1» ivi
Jtzioni di movimento • •. « • • v • • • 281
Opere di mano • • ««^ • • 289
336 nmeg;
Di compra e 9endiifi • • pag. a84
elioni appartenenti al eulta Bufino • • • • » ìtì
Del tetnpo ^ . • . . ^ .. • ^ « . « • ivi
DeWaUtaziùne . ..•«.. » ^85
CttStfghi m 286
jÉZ'Oni militari . . . • • n iri
f ori degli ammali • » . * • » a88
Fr88i familiari per coniocUr^ • pariate apagaaolo.
Per chiedere-^ domandare^ ringraziare , affermare^
negare ^-eco* •...,.••••» 389
Per salutare ^ oongedarsi- • * « • • • ••M291
Andare e venire » 993
Sopra la lingua spagnuola «•«••• • » 294
Del legarsi -. ^ ^ » 397
Per sapere^ con óscei-e^- udire, ascoltare • • . «» 998
D«/ mangiare e bere ..••«» 299
Della passeggiata » % • . • » 3ot
I)tf/ tempo •.•••»...*.• «.M 3o3
Iteu ora • • # r r •• •• W 3o4
Per mandare^ una lettera • ^ » 3 06
Per fare un cambio «.»«,.•••« 3o8
Del giuoco in generale »•-•.•..•••» 309
Della Commedia ..• .«Su
i)eZ viaggo ..««... » 3i4
i)i f^ar/e cose che possono occorrere in una eonver'
sazione »..•• »3i5
Modelli di lettere secondar il vostume presente degli •
Spagnuùli ;;;;;•'.••• *^ 3^3
Elenco de' Classici Spagnuoli /.-.••.» 327
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