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Full text of "Guida di Pompei, illustrata"

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GUIDA 


ILLUSTRATA 


5~ 


DI 


POMPEI 

ILLUSTRATA 


SCAFATl-POMPri 
TIPOGRAFIA  S    LIBHERU  POMPJEJANA 


PREFAZIONE 


,el  pubblicare  la  prima  edizione  di 
j  questa  Guida  scrivemmo  «  dopo  la 
tìi'il^VpJ  benevola  accoglienza  mostrata  dagli 
fi  stranieri  al  libro  Les  Euines  de  Pom- 
ìi'ite^-  i^^^  Illustrèes  ed  a  quello  Une  Pr^O' 
menade  a  Pompei  lUustrèe  editi  dalla  nostra  Tipo- 
grafìa ,  ci  Siam  creduti  nel  dovere  di  far  seguire 
la  pubblicazione  della  GumA  di  Pompei  Illustrata. 
I  nostri  connazionali  farannq  anch'essi  buon  viso 
a  questo  libriccino?  Giova  sperarlo. 

Non  pertanto  ci  corre  obbligo  protestare,  che  Com- 
pilando frettolosamente  questo  lavoretto  abbiam  se- 
guito in  tutto  e  per  tutto  le  orme  del  Gh.  Senatore 
Fiorelli  e  di  N.  Pagano  ,  delle  cui  opere  ci  siamo 
giovati,  raccogliendo  il  meglio  qua  e  là  come  api , 


'  -  VI  - 

scartando  le  cose  superflue ,  affinché  ogni  osserva- 
tore potesse  in  una  giornata  visitare  rapidamente 
la  Città  di  Pompei. 

Lfionde  colla  presente  pubblicazione  non  inten- 
diamo né  possiamo  menomamente  arrogarci  il  me- 
rito di  un  lavoro  originale,  ma  solo  crediamo  aver 
fatto  cosa  buona  compilando  un  libro  accessibile  a 
lutti  per  il  tenuissimo  prezzo.  —  Per  maggior  in- 
telligenza delle  cose  lo  abbiamo  ornato  di  moltissi- 
me incisioni,  ed  anco  per  eccitare  la  curiosità  de- 
gl'italiani a  visitare  le  famose  rovine,  a  cui  gli  stra- 
nieri accorrono  da  lontanissimi  luoghi  per  vedere 
le  meraviglie  dei  nostri   antichi. 

Se  cosi  agendo  abbiam  fatta  opera  utile,  Siam  pa- 
ghi: ma  chissà?  Il  giudizio  al  severo  pubblico  ». 

Dopo  due  mesi  della  prima  edizione  fummo  ob- 
bligati farne  la  seconda.— È  superfluo  dire  che  dopo 
tanto  benevola  accoghenza,  che  era  impossibile  spe- 
rare in  si  breve  tempo,  noi  abbiam  cercato  tutti  i 
mezzi  per  rendere  più  accetto  il  nostro  libro.  — 
Possa  questo  lavoro  ottenere  quel  guiderdone,  che 
fu  accordato  al  primo,  e  noi  stimeremo  allora  le 
nostre  fatiche  larghissimamente  compensate  1 


ci§N:::;e'%^i:::7às-, 


KLOTIZKE     STOI^ICFLK 


cj^S^j^JSSS^jjj^'glBS 


,  ompei   f u  j  antichissima    città  della 

^J^' Campania,  fabbricata  alle  falde  me- 

I  ridionali  del  Vesuvio   sopra  un'  an- 

15  tico  solco  dì  tracheite  all'  estremità 

^i  di  un  promontorio  bagnato  dal  mare 

?:^"  ed  alla  foce  del  fiume  Sarno. 

Questa  città  risale  ad  un'epoca  ri- 
motissima  :  secondo  alcuni  antichi 
scrittori  fu  edificata  al  VI*  secolo 
prima  della  nostra  èra  da  una  popo- 
lazione italica.  Secondo  altri,  gli  Oschì 
o  gli  Ausoni  ne  furono  i  fondatori. 
Di  poi  fu  occupata  dagli  Etruschi, 
dai  Pelasgi,  dai  Sanniti,  e  finalmente 
dai  Romani,  i  quali  ne  formarono  un 
luogo  di  delizie.  Cicerone  vi  possedea 


8 

una  villo,  ove  scrisse  i  suoi  offìcii  :  Seneca  vi  pas- 
sò la  gioventù:  Augusto  trasse  a  Pompei  per  avo- 
care a  suo  favore  la  protezione  di  Cicerone  contro 
Antonio:  Claudio  vi  si  trattenne,  fìncliè  suo  figlio 
Dm  so  vi  perde  la  vita. 

La  città  aveva  più  di  cinque  chilometri  di  circuito 
compresi  i  sobborghi,  ed  era  popolata  da  olire  12000 
abitanti.  —  Per  la  sua  bellissima  posizione,  per  la 
vicinanza  al  mare  ed  al  fiume  Sarno,  in  quel  tempo 
navigabile,  era  città  ricca  e  fiorente. 

Il  giorno  5  Febbraio  dell'  anno  63  e.  v.  Pompei 
fu  rovinata  da  un  tremuoto  che  devastò  gran  parte 
della  Campania.  —  I  Pompeiani  si  occuparono  a  ri- 
sarcire in  parte  i  danni  e  rialzare  le  mine  degli  edi- 
fìzì  pubblici  e  privati ,  quando  al  mezzogiorno  del 
25  Agosto  dell'  anno  79  scoppiò  1'  eruzione  del  vi- 
cino Vesuvio  che  la  inghiotti  sotto  un  torrente  di' 
lapilli,  ceneie,  ed  acqua  bollente,  subissando  Erco- 
lano,  Stabia,  Retina,  Oplonti,  Torà,  Taurania  e  Ve- 
seri.  Questo  terribile  incendio  durò  tre  continui  gior- 
ni: Plinio  il  giovane  (1)  e  Dione  Cassio  (2)  ne  nar- 


(1)  «  La  nube  si  precipita  sulla  teira,  avvolge  il  mare,  na- 
sconde ai  nostri  occhi  l'isola  di  Capri,  circondandola  e  fa- 
cendo perderci  di  vista  il  promontorio  di  Miseno.  Mia  ma- 
dre mi  supplica  ,  e  mi  ordina  di  cercare  un  mezzo  per  sal- 
varmi, dini'ìstrandomi  che  ciò  sarebbe  stato  facile  alla  mia 
(  etàj  ma  che  ella  al  contrario  appesantita   dagli  anni  e  dalla 
corporatura  non  polrebI)e    affatto    seguirmi  -,  che  morrebbe 
<  contenta,  purché  io  mi  fossi    salvato    dalla    morte,    lo  di- 
(  chiaro  che  non  saprei    vivere    privo  di  lei  ,  la  prendo  per 
n  mano  ,  e  la  forzo  ad   accompagoarmi.    Suo    malgrado    ella 
cede  rimproverandomi  che  ciò  cagionava  un  gran  ritardo. 


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rano  la  tremenda  catastrofe.    Plinio  il   vecchio  vi 
perde  la  vita. 


«  La  cenere  incominciava  .di  già  a  cadere  sopra  di  noi  , 
«  sebbene  in  poca  quantità.  Volgo  la  teita  indietro,  e  veggo 
«  alle  mie  spalle  un  denso  fumo  che  ci  seguiva,  spargendosi 
(I  sulla  terra  come  un  torrente.  Mentre  vi  si  vedeva  ancora, 
H  io  gridai  a  mia  madre,  abbandoniamo  la  strada  grande,  per- 
«  che  la  folla  ci  opprime.  Non  appena  ci  eravamo  allontanati, 
«  le  tenebre  aumentarono  a  tal  segno,  che  si  sarebbe  creduto 
«  trovarsi  in  una  di  quelle  notti  nere  e  senza  luna,  o  in  una 
«  camera  ove  i  lumi  fossero  stati  spenti.  Altro  non  sentivasi 
«  se  non  che  lamenti  di  donne,  gemiti  di  fanciulli,  ed  i  gridi 
«  degli  uomini.  L'  uno  chiamava  suo  padre,  l'altro  suo  figlio 
«  0  sua  moglie,  non  riconoscendosi  che  per  la  voce — Vi  erano 
«  di  quelli  che  per  tema  della  morte  giungevano  ad  invocarla 
«  implorando  il  soccorso  dei  Numi  che  credevano  più  non  esi- 
li stessero,  e  consideravano  questa  notte  come  Pultima,  come 
«  la  notte  eterna  che  doveva  inghiottire  1'  universo!...  Ed  io, 
«  mi  consolava  di  morire  gridando:  U  universo  finisce. 

(2)  «  Molti  credettero  risorti  ì  Giganti,  le  cui  immagini  ve- 
«  devansi  in  mezzo  al  fumo  ,  e  dei  quali  pareva  si  udisse  il 
«  clangore  delle  trombe.  Che  taluni  dalle  case  uscivano  nelle 
«  vie,  altri  dalle  vie  si  rifuggivano  nelle  case  ;  chi  dal  mare 
«  si  ricoverava  in  terra  ,  quali  da  terra  spaventati  si  spinge- 
«  vano  sul  mare',  tutti  stimando  più  sicuro  quello  stare  che 
«  non  avevano  ,  e  sospettando  che  1'  universo  tornasse  nel 
0  caos  ,  0  si  consumasse  nel  fuoco.  Che  furono  interamente 
«  distrutte  Ercolano  e  Pompei  ,  mentre  il  popolo  sedeva  nel 
«  teatro  ;  e  tanta  la  cenere  caduta  ,  che  parte  ne  giunse  In 
0  Africa,  in  Siria,  h  nell'Egitto,  ed  anche  in  Roma,  ove  l'aere 
<i  ne  fu  pieno,  ed  il  sole   oscurato  ». 


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11 

La  città  rimase  sotterra  per  circa  18  secoli  ,  fin- 
ché Carlo  III  ne  ordinò  gli  scavi  nel  i  Aprile  1748. 
Sotto  la  dominazione  francese  gli  scavi  furono  atti- 
vam.ente  proseguiti ,  ma  dopo  la  caduta  di  Murai 
vennero  eseguiti  irregolarmente  e  spesso  interrot- 
ti. —  Fa  meraviglia  come  non  fu  scoperta  Pompei 
nel  1502,  quando  l'architetto  Domenico  Fontana,  in- 
caricato di  condurre  le  acque  del  Sarno  a  Torre  An- 
nunziata, fece  scavare  un  canale  attraverso  1'  area 
di  Pompei  ,  il  Foro  e  il  Tempio  di  Venere.  —  Sino 
al  1860  appena  un  terzo  della  città  ed  irregolar- 
mente era  stato  scoperto. 

Non  pertanto  dal  1883,  nominato  ispettore  degli 
scavi  il  dotto  Archeologo  Commendatore  Senatore 
Fiorelli,  i  lavori  furon  \igorosan'ìente  ripresi  e  con 
tutta  regolarità,  sicché  in  pochi  anni  si  lece  più  di 
quanto  in  trenta  anni  precedenti. 


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DlFiZIi.  L'  archilettiira,  che  regna  a  Pom- 
pei nei  pubblici  edifizì,  è  una  corruzione 
dell'  architettura  greca.  Le  abitazioni  pri- 
vate non  hanno  per  la  maggior  parte  che 
due  piani.  Qualcuna  ne  avea  tre  ,  come 
quella  di  Diomede.  Queste  case,  fabbricate  quasi 
tutte  sullo  stesso  modello ,  sono  notevoli  tanto  per 
la  piccolezza  delle  proporzioni ,  quanto  per  le  de- 
corazioni. 

La  disposizione  principale  delle  case  di  Pompei 
consiste  in  due  interne  corti  circondate  da  Portici 
e  da  appartamenti;  1'  una  1'  atriiun,  atrio,  specie  di 
corte  destinata  a  ricevere  i  visitatori  e  gli  stranieri; 
l'altra  il perystiliain,  peristilio,  era  appropriata,  alla 


43 

vita  domestica  e  privata.  Le  disposizioni  variano  di 
vastità  e  d' importanza  secondo  la  fortuna  dei  pro- 
prietari. Le  principali  erano  le  seguenti:  il  prothyrum 
0  vestibolo  con  una  porta  d'entrata  sulla  strada,  e 
una  seconda  porta  che  s'  apriva  nell'  interno  verso 
r  atrio.  L'  atrium  era  un'  ampia  sala  quadrata  co- 
verta da  soffitto,  il  quale  avea  una  certa  apertura 
al  centro  (complumam) ,  che  dava  luce  alla  corte, 
e  lasciava  libero  passaggio  alle  acque  piovane,  che 
erano  ricevute  in  un  bacino  quadrato  (  i/nplaviwn, 
impluvio  )  situato  nel  mezzo  ,  che  le  scaricava  in 
una  sottoposta  cisterna. 

Il  portico  attorno  alla  corte  avea  il  nome  di  ca- 
vaedium.  Attorno  all'  atrio  erano  distribuite  le  ca- 
mere da  letto  (cubicula)  rischiarate  dalla  porta.  Ai 
fondo  dell'atrio  eravi  il  tablinum,  tablino,  sala  d'u- 
dienza, situata  di  fronte  e  che  si  chiudeva  con  ten- 
dine ai  due  lati,  dove  si  conservavano  i  ritratti  de- 
gli antenati,  e  gli  archivi  di  famiglia.  Da  ogni  lato 
due  stanze  servivano  presso  a  poco  allo  stesso  uso 
e  chiamavansi  ale  (alae) .  Il  tablinum  serviva  alcune 
volte  come  stanza  di  comunicazione  fra  l'atrio  e  il 
peristilio  ;  questa  comunicazione  si  effettuiva  ordi- 
nariamente per  mezzo  d'un  corridojo  chiamato  fau- 
ci (faucesj.  —  Il  peristijlium  era  una  corte,  aperta 
all'aria  nel  mezzo,  e  circondata  da  un  portico  a  co- 
loiuie,  che  serviva  di  riparò  durante  la  pioggia.  Nel 
centro  eravi  un  piccolo  giardinetto  adorno  di  fiori 
(viridarium).  Un  muro  ali'  altezza  d'appoggio,  più- 
teus,  si  stendeva  fra  le  colonne. 

Attorno  al  peristilio  eranvi  gli  appartamenti  hiterni, 
fra  gli  altri  la  sala  da  pranzo,  chiamata  triclinium, 
triclinio,  dai  tre  letti  posti  attorno  alla  tavola  ,  sui 


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quali  i  convitati  si  coricavano  per  prendere  il  cibo. 
Eranvi  tricUnia  per  l'estate  e  per  l'inverno.  Camere 
da  letto  erano  distribuite  attorno  al  peristilio,  come 
pure  attorno  1'  atrio.  In  fondo  del  peristilio  eravi 
Voecus,  sala  elegante,  le  cui  porte  metteano  al  giar- 
dino e  nella  quale  tenevansi  le  donne.  Eravi  ancora 
Vexedra,  sala  con  scanni  in  semicircolo  per  la  con- 
versazione ;  la  biblioteca  ,  la  pinacoteca  o  galleria 
dei  quadri;  il  larariuin,  larario,  edicola  o  tempietto 
degli  Dei  domestici;  la  sala  dei  bagni.  In  fondo  eravi 
un  piccolo  spazio  libero,  con  piantagioni  di  fiori  e 
arbusti ,  chiamato  xijstus.  Vi  si  vedevano  delle 
fontane  e  delle  statuette.  Era  là  che  sotto  pergole 
trovavasi  il  triclijiio  d'estate.  In  qualche  casa,  come 
in  quella  di  Sallustio  ,  1'  appartamento  delle  donne 
occupava  separatamente  una  parte  dell'  abitazione, 
sul  fare  di  un  harem.  L'  entrata  agli  appartamenti 
era  guardata  da  schiavi,  che  abitavano  piccole  ca- 
mere contigue.  Le  stanze  del  primo  piano,  pure  de- 
signate col  nome  di  caenacula,  servivano  ad  allog- 
giare gli  schiavi  e  raccogliere  le  provvigioni.  Solo 
questo  piano  avea  finestre  prospicienti  la  strada. 
Presentava  qualche  volta  delle  terrazze  ombreggia- 
te da  pergole.  Condotti  in  piombo  vi  conducevano 
r  acqua,  senza  dubbio  per  la  maggior  bellezza  e 
comodità  di  queir  aereo  giardino.  Si  trovò  del  car- 
bone nelle  camere  di  qualche  casa;  ma  non  tracce 
di  camino  ,  né  a  Pompei  né  ad  Ercolano  ;  esistono 
tuttavia  delle  specie  di  forni  con  tubi.  La  mancanza 
di  stalle  non  è  meno  notevole  anche  negli  alberghi; 
gli  scheletri  dei  cavalli  giacevano  in  mezzo  alla 
corte.  — .  Invece  di  numeri  sulla  porta,  un'  iscrizio- 


15 

ne  in  lettere  rosse  o  nere  indicava  talvolta  il  nome 
del  proprietario. 

Le  case,  anche  quelle  dei  ricchi  proprietari,  erano 
attorniate  da  botteghe  ,  nelle  quali  facevano  ven- 
dere le  loro  derrate,  o  che  affittavano.  Le  più  pic- 
cole botteghe,  come  pure  le  case  ,  sono  ornate  di 
mosaici  e  di  pitture.  Disgraziatamente  tali  pitture 
che  aveano  conservata  tutta  la  loro  freschezza  ,  si 
alterarono  una  volta  esposte  all'aria. 

Mura.  —  Pompei  era  difesa  da  un  doppio  muro 
di  20  a  30  piedi  di  altezza,  che  racchiudeva  un  ter- 
rapieno abbastanza  largo  per  essere  percorso  in 
certi  punti  da  3  carri  di  fronte. 

Porte.  — Le  porte  di  Pompei  erano  otto  ed  ave- 
vano le  seguenti  denominazioni,  di  Stabia,  Nocera, 
Sarno ,  Nola  o  Iside  ,  Capua  ,  Vesuvio  ,  Ercolano  e 
della  Marina.  —  Tuttavia  una  iscrizione  osca  sco- 
verta presso  la  porta  di  Stabia  ne  indica  quattro  : 
cioè  la  Stabiana,  la  Pompejana,  la  Jovia  e  la  De- 
cumana. 

Divisione  della  Città.— La  città  à  quattro  grandi 
strade,  due  dette  decumani  e  due  cardini,  di  cui 
le  prime  son  tracciate  da  oriente  ad  occidente ,  e 
le  seconde  da  mezzodì  a  settentrione,  e  la  dividono 
in  nove  segmenti  che  Fiorelli  chiama  regioni,  le 
quali  son  suddivise  in  isole.  La  figura  n.  1.  ne 
porge  un  idea. 

Strade  —  Le  strade  anno  i  marciapiedi  laterali,  i 
quali  in  alcuni    punti    sono   strettissimi.  Le  vie   di 


46 

mezzo  sono  lastricate  con  grandi  pezzi  di  pietra 
vulcanica  tagliati  a  poligono.  Di  tratto  in  tratto  si 
osservano  alcune  grosse  pietre  di  forma  ellittica 
con  superficie  piana,  situate  nel  mezzo  delle  strade, 
per  far  passare  i  pedoni  da  un  marciapiede  all'  al- 
tro, allorché  la  pioggia  formava  un  torrente  di  ac- 
qua nella  via  di  mezzo.  —  In  molte  strade  notansi 
le  impronte  prodotte  dalle  ruote  dei  carri.  Spesso 
si  osservano  nelle  vie  fontane  pubbliche ,  costruite 
quasi  tutte  sullo  stesso  modello  ,  cioè  con  vasca 
quadrata  e  pilastrino  superiore  ,  sulla  faccia  del 
quale  è  scolpita  una  maschera  di  qualche  divinità, 
dalla  cui  bocca  scaturiva  1'  acqua. 


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^-%4  *  ^"^''^  ^'^  Pompei  per  l'entrata  sita 
^-^  sulla  vìa  che  da  Napoli  mena  a  Sa- 
_  ,^  lerno,  prossima  alla  strada  di  ferro, 
|M|j  poco  discosta  dall'i^o^eZ  Diomede,  e 
"^^  che  mette  capo  alla  Porta  della  Mari- 
'  na,  la  quale  è  costruita  in  pendio  e 
anticamente  conduceva  verso  il  mare.  (1)  Prima  di 
entrare  sotto  1'  androne  della  Porta  a  sin.  eravi 
un'osteria  ed  in  vicinanza  un  poggio,  sul  quale  leg- 
gevasi  il  nome  di  una  prostituta  (Attica)  ed  il  prez- 


(1)  //  viaggiatore  che  va  a  l'osBipei  troverà  la  Guid» 
(Cicerone),  che  è  una  'persona  incaricata  ad  accompagnare 
i  curiosi  e  fargli  osservare  tutta  la  città. 

Alla  porta  riceverà  un  biglietto  del  costo  di  lire  due  ; 
dietro  di  che  non  deve  a  nessuno  più  dare  altra  retribu- 
zione. 

Ne*  giorni  di  Domenica  f  en'rata  è  libera  a  tutù  senza 
pagamento  ,  come  pure  negli  altri  seguenti  giorni  :  Natirità 
del  Signore,  Epifanìa,  Ascensione  di  N.  S.  ,  Concezione  della 
B-  V.  ,  Natività  della  B.  V.  ,  Ascensione  della  B  V.  ,  Corpus 
Domini,  Apostoli  Pietro  e  Paolo,  lutti  i  Santi  ,  S.  Felice  Pa- 
troìio  delia  Diocesi  di  Nola. 


ÌS 

zo  dei  suoi  favori;  a  dr,  vedesi  un'edicola,  ove  fu  tro- 
vato un  simulacro  di  Minerva  in  terracotta  ,  Deità 
tutrice  delle  porte  di  Pompei ,  in  prossimità  della 
quale  si  rinvenne  una  lucerna  di  oro  che  si  con- 
serva nel  Museo  di  Napoli. 


PORTA  DELLA  MARINA. 


Iieg5©3i«  TIMI. 


Questa  Porta  à  un  solo  androne  con  due  entrate, 
di  cui  una  grande  a  destra  lastricata  con  pietre  ve- 
suviane; l'altra  piccola  a  sin.  *di  terreno  battuto:  la 
prima  veniva  chiusa  esternamente  con  porta  di  le- 
gno a  due  battenti ,  la  seconda  con  cancello  di 
ferro. 

Salenòo  la  Porta  della  Marina  sotto  ì'  androne  a  dr.  si  en- 
tra nel 


Museo    Pompeiano 


In  questo  Museo  ,  la  cui  formazione  devesi  alla 
saggezza  del  Direttore  degli  scavi  l'illustre  Com- 
mendatore Fiorelli,  il  visitatore  osserverà  un  gran- 
dissimo numero  di  oggetti  scavati  e  quivi  depositati, 
i  quali  mostrano  abbastanza  le  condizioni  materiali 
e  gli  utensili  domestici  dei  Pompeiani. 

La  località  di  questo  museo  era  forse  destinata 
per  deposito  delle  merci  provvenienti  dal  mare. 

Prima  Sala.  — •  Entrando  nella  Lesala  osservasi 
a  dr.  l'impronta  in  gesso  di  una  porta  antica  a  due 
battenti,  a  cui  sono  unite  le  serrature  e  tutti  i  fer- 
ramenti antichi;  al  fondo  di  questa  sala  a  sin.  ve- 
desi  una  nuova  porta  di  legno  ad  imitazione  del- 
l'antica :  al  di  sopra  della  impronta  della  porta  di 
gesso  suir  alto  del  muro  leggesi  la  seguente  iscri- 
zione, che  è  una  copia  di  quella  trovata  sulla  porta 
minore  del  Golcidico  di  Eumachia. 

A.  Sextilius  a.  F.  Gemellus.  Iter. 

Osservansi  a  dr.  sospesi  al  muro  ì  modelli  in  gesso 
di  un  paniere  di  vimini ,  di  una  borsa  contenente 
vari  oggetti ,  una  ruota  di  carro  ed  il  cerchio  di 
ferro  coll'asse  della  stessa  ruota;  vedesi  a  dr.  sul 
pavimento  il  modello  di  un  cofano  da  muratore;  in 
fondo  ed  a  dr.  la  copia  di  un'armadio  di  legno  ed 
anche  di  una  cassa  con  serratura  di  bronzo  e  cer- 


20 

niera  di  osso  ad  imito zione  antica.  Nel  mezzo  della 
sala  a  dr.  avvi  la  riproduzione  di  un  pezzo  di  muro 
antico  avendo  un  finestrino  con  inferriata  e  spor- 
tello. Suir  alto  della  parete  della  porta  d' ingresso 
vedesi  un'  inferriata  che  difendeva  il  compluvium 
di  una  casa.  — 

Attorno  alle  pareti  sono  molti  frammenti  marmo- 
rei d'iscrizioni  pubbliche  ed  onorarie. 

Seconda  Sala.  —  A  dr.  vedesi  un  dipinto  espri- 
mente Narciso  che  si  specchia  nella  fonte.  Le  pa- 
reti di  questa  sala  son  coverte  di  scaffali  e  6  ar- 
madi a  tavolino  nel  mezzo,  che  contengono  nume- 
rosi oggetti.  Negli  scaffali  laterali  sono  anfore  di 
varie  forme,  monopodì,  tubi,  fumaiuoli,  conche,  bot- 
tiglie, tazze,  urcei,  arette  ,  scodelle  ,  lampade,  pi- 
gnatte, vaschette,  salvadenari,  patere,  piatti ,  scifì, 
lucerne,  mascheroni  per  fontane,  antefìsse,  tegole, 
grondaie  ed  altri  oggetti  di  terra  cotta.  —  Di  fronte 
e  presso  alla  porta  della  3.*  sala  sonovi  due  quadri, 
che  contengono  varie  specie  di  marmi  colorati  tro- 
vati negli  scavi. 

Gli  armadi  a  tavolino  contengono  il  1."  ed  il  2°, 
entrando  nella  sala ,  il  modello  di  un  uomo:  il  3.", 
posto  su  di  una  scaletta  da  potersi  osservare  anche 
il  viso  ,  contiene  il  modello  di  una  donna  caduta 
boccone,  di  cui  vedesi  bellamente  l'acconciatura  dei 
capelli  neir  occipite  .e  le  pieghe  della  camicia  su  i 
lombi  :  il  4.°  armadio  conserva  un'  altro  scheletro 
di  donna:  il  S."  due  scheletri  di  donna,  di  cui  quella 
adagiata  sul  fianco  di  maggiore  età ,  l' altra  giova- 
netta  bocconi  e  col  viso  sul  braccio:  nel  Q."  arma- 


21 

dìo  si  osservano   olcuni  avanzi   di  tessuti  di  lana  , 
tele  e  di  corde  di  canape  bruciati. 


Terza  Sala.  —  Negli  scaffali  laterali  a  dr.  si  os- 
servano conchiglie  ,  teschi  umani,  fra  cui  uno  che 
conserva  alcuni  capelli,  un  femore  destro  di  adulto 
con  frattura  nella  parte  media  mal  consolidata  ad 
angolo  retto  ,  diversi  pezzi  di  pane  ,  frutti  secchi , 
unguentari,  lucerne,  lanterne,  oleari,  saliscendi,  ser- 
rature ,  chiodi ,  chiavistelli ,  colori ,  bottiglie  ,  bic- 
chieri, lampade,  fìbule,  campanelli,  briglie  di  caval- 
li, casseruole,  lacrimatoi,  diversi  colori,  vari  com- 
mestibili, gusci  d'  uova ,  conchiglie,  corna,  strigili, 


22 

pinzette,  cucchiaroni .  lumache  ,  tartarughe,  cande- 
labri, ramaiuoli,  secchie,  bilance  ,  compasso  ,  ami, 
aghi ,  panieri  ,  imbuti ,  bracieri ,  misure  di  capa- 
cità, ec. 

Negli  scaffali  a  sin.  sono  scheletri  di  cavalli,  to- 
pi, cani ,  gatti,  una  conca  di  ])ronzo  con  un  por- 
chetto  lattante  ed  ossa  di  pollo.  —  Si  osservano  in 
fondo  di  questa  sala  le  statuette  in  marmo  di  Ve- 
nere alla  toletta  e  Cd  un  giovine  imberbe. 


25 

Nel  1."  armadio  a  tavolino  vedesi  lo  scheletro  di 
un  uomo ,  trovato  in  settembre  1873  nella  Regione 
di  Porta  Stabiana  :  nel  2.''  altri  due  modelli  di  uo- 
mini: nel  3.°  un  cane  trovato  nel  1874  sulla  soglia 
della  casa  detta  di  Orfeo ,  il  quale  conserva  nella 
impronta  del  collare  di  cuoio  i  due  anelli  di  bronzo. 


Uscendo  dal  Museo,  oltrepassato  1*  androne,  e  camminando 
per  la  strada  della  Marina  si  passerà  a  sin.  a  visitare  la: 

7.)  Bottega  o  termopolio  ,  in  cui  si  vendevano 
bevande  calde  ,  la  quale  presenta  di  notevole  sol- 
tanto un'edicola  contenente  un  piccolo  scudo  adorno 
di  due  maschere  tragiche  e  di  due  fiaccole  posta 
sul  pilastro,  che  precede  la  porta,  contro  il  fascino. 

Sul  medesimo  lato  e  nell'  isola  seguente  merita  di  essere 
osservala  la: 

Isola  \II. — fle^ioue  VII. — Decuiiiano  Minore 

10.)  PRIMA  CASA  A  SIN.  —  Quest'abitazionc  è  uua 
delle  più  antiche  della  contrada  :  dal  protiro  o  ve- 
stibolo si  passa  neir  atrio,  ove  osservasi  l' implu- 
vio per  raccogliere  le  acque  piovane  ,  in  vicinanza 
del  quale  havvi  la  bocca  di  una  cisterna  sottopo- 
sta. —  Ai  laterali  sono  quattro  cubicoli  o  stanzette 
da  dormire,  e  le  due  ale  o  corridoi  per  passare  In 
altre  camere  da  letto.  —  Dirimpetto  è  il  tablino  o 
sala  da  ricevere  ,  ove  è  notevole  il  dipinto  della 
lupa  che  allatta  i  gemelli ,  a  sin.  è  la  fauce  che 
conduce  nelle  camere  intorno  al  giardino  o  vìrida- 
rio:  per  la  prima  porta  a  sin.  si  accede  alla  cucina. 

Nel  giardino  si  osservano  vari  dipinti  a  fresco 
che  rappresentano  alcuni  animali,  cioè  un  serpe  av- 
volto ad  un  albero,  un  elefante,  un  toro,  un  mulet- 
to, un  caprio ,  un  leone ,  una  volpe ,  un  orso  ,  una 
veduta  di  un  giardino  con  getto  di  acqua  da  un  vaso, 
due  statue  muliebri  in  piedi,  ed  un  pavone  con  alcuni 
uccelli  intorno,  e  al  di  sopra  il  simulacro  di  Sileno 
sdraiato  sul!'  otre.  ^  Quest'  abitazione  à  una  porta 


26 

postica  che  avea  1*  uscita    nel    vicoletto  settentrio- 
nale. 


Uscendo  da  questa  abitazione  di  nuovo    sulla    strada    della 
Marina  si  osserva  la  c.isa    seguente  sullo  stesso  lato  sinistro. 

5.)  SECONDA  CASA  A  SIN.  —  Qucsta  casa  é  quasi 
simile  alla  prima.  —  Di  lato  al  vestibolo  a  clr,  avvi 
una  bottega  che  comunica  colla  casa:  a  dr:  deir«- 
irio  osservasi  una  stanzetta  che  conserva  ancora  la 
volta  antica  ed  a  sin.  dell'ingresso  era  un  grande 
pezzo  di  travertino  su  cui  colloca  vasi  la  cassa  di  ferro 
pel  peculio  domestico.  Il  peristilio  h  il  colonnato 
ben  conservato;  ove  a  terra  in  un  angolo  a  sin.  ve- 
desi  un  anfora.  Merita  essere  osservato  il  triclinio 
0  sala  da  pranzo  ,  che  à  un  bel  pavimento  in  mu- 
saico ed  il  podio  dipinto  ad  imitazione  del  marmo. 
Vi  si  osservano  diversi  dipinti,  ma  son  degni  dì  at- 
tenzione quello  che  esprime  1'  arrivo  di  Venere  in 
Pompei  portata  da  un  Tritone  con  un  Amorino,  che 
l'aiuta  a  discendere  sul  lido  sollevandola  pel  brac- 
cio, ed  una  giovane  donna  che  la  riceve  facendo  li- 
bazione su  di  un  ara  inghirlandata;  ed  un'altro  di- 
pinto mal  conservato  che  rappresenta  Trittolemo 
che  riceve  le  spighe  del  grano  da  Proserpina  — Que- 
sta casa  comunicava  coli'  altra  per  mezzo  di  una 
porta  praticata  nel  muro  del  peristilio  e  formava 
una  sola  abitazione,  mentre  in  origine  era  isolata 
ed  indipendente. 

Da  questa  abitazione  per  una  porla  postica  si  esce  nel  Vi- 
colo detto  del  Gallo  da  una  bella  fontana  marmorea  situata 
all'  angolo  occidentale,  su  cui  è  scolpito  un  Gallo. 


27 

VICOLO  DEL  GALLO 

Regione  VII.  —  Isola  XV.  —  Via  VI. 

2.)  CASA  DI  NiOBE.  —  È  mia  vasta  e  ricca  abita- 
zione ,  il  cui  protiro  o  vestibolo  inclinato  verso  la 
via  à  il  pavimento  di  musaico  come  anche  V  atrio, 
in  mezzo  al  quale  è  l' impluvio  circondato  eziandio 
da  cornice  in  musaico.  —  Nella  parte  anteriore  os- 
servasi un  puteale  di  marmo  bianco. 


In  quest'  abitazione  furon  'Rinvenuti  diversi  bellis- 
simi dipinti  quasi  tutti  disV/utti  ,  fra  cui  una  tavo- 
letta  di  marmo,  su  cui  era  dipinta  a  pennello  Niobe 
addolorata  per  la  morte  dei  figli  ,  ed  un  raro  vaso 
di  vetro  ricolmo  di  olio  liquido ,  che  conservasi  al 
Museo  di  Napoli, 

Molti  altri  dipinti  si  osservano  ancora  sulle  pareti 
di  questa  casa:  wqW  ala  a  destra  del  tahlino  vedesi 
una  Venere  con  Amore  portante  un  amo  in  mano: 
neir  altra  parete  contigua  Nettuno  con  tridente  e 
delfino:  Leda  che  discovresi  il  velo  ,  mentre  il  ci- 
gno agitasi  nel  suo  grembo. 


28 

Verso  il  lato  destro  del  giardino  per  uno  stretto 
passaggio  si  accede  ad  un  appartamento  per  ba- 
gno ,  ove  si  vede  anche  la  fornace  :  la  camera  del 
bagno  a  le  mura  vuote  pel  passaggio  del  calore  ed 
i  pavimenti  anche  vuoti  pel  passaggio  del  vapóre  e 
dell'  acqua.  —  Nel  salotto  di  trattenimento  è  visi- 
bile sulla  prima  parete  a  dr.  un  quadro  che  mostra 
una  veduta  di  marina  col  delfino  che  trasporta  a 
nuoto  una  Naiade:  un  altro  quadro  presenta  il  sup- 
plizio di  Dirce  attaccata  al  toro  furibondo.  —  Sulla 
terza  parete  vedevasi  dipinta  la  morte  dei  figli  di 
Niobe  rappresentati  a  cavallo  e  feriti  dalle  saette 
di  Apollo.  Un'altro  quadro  esprime  Perseo  nell'atto 
di  uccidere  il  mostro  marino.  —  Il  podio  presenta 
erme  satiresche,  baccanti,  ed  amorini. 

In  seguita  della  precedente  nello  stesso  vicolo  si  osserva  la 


3.)  SECONDA  CASA.  —  In  questa  casa  meritano  di 
essere  osservati  solamente  due  quadretti  ;  uno  che 
trovasi  a  sin.  dell'atrio  nel  triclinio  o  sala  da  pran- 
zo ,  il  quale  rappresenta  Meleagro  in  piedi  in  pre- 
senza di  Atalanta  seduta,  la  quale  riportò  la  vittoria 
nella  caccia  del  Cinghiale  dì  Calidone  ;  1'  altro  con 
Venere  a  metà  nuda,  che  racconciasi  le  chiome  as- 
sistita da  Amore,  che  le  tiene  innanzi  lo  specchio. 


Dì  seguito  osservasi  la 


4-5.)   BOTTEGA  DEL  RISTORATORE.—  QuCSta  bottega, 

detta  comunemente    del   ristoratore,  era  una  cau- 
pona  ed  un  termopolio  con  due  entrate,  al  di  sopra 


29 

delle  quali  era  vi  sporgente  sulla  via  una  piccola 
loggia  pensile,  di  cui  ora  se  ne  osserva  un  sol  mu- 
retto sostenuto  da  trave  moderna.  Nella  prima  (4) 
avvi  a  dr.  una  stanza  con  focolare  pel  servizio  del 
termopolio.  Presso  la  porta  dell'  entrata  principale 
(5)  vedesi  l' immagine  di  Mercurio  in  piedi  a  sin.  , 
un  podio  rivestito  di  marmo  per  porvi  in  mostra  i 
commestibili  e  le  bevande  ,  e  gli  scalini  per  i  bic- 
chieri e  sotto  avvi  il  fusorium  per  1'  acqua  adope- 
rata in  isciacquarli.  —  Nella  parte  interna  presso 
una  seconda  porta  d'  entrata  vi  è  anche  un  piccolo 
forno.  Nel  viridario  vi  è  un  ara  di  fabbrica  innanti 
ad  un  larario,  che  ha  la  nicchia  fra  due  serpi  e  nel 
fondo  di  essa  dipinta  la  f'giira  di  Libera. 


All'  aagolo  del  Vicoletto  del  Gallo  ad  oriente  trovasi  la 
porta  postica  della  cisa  N.  15,  per  la  quale  si  esce  dì  nuovo 
sulla  strada  della  Marina  per  osservare  la  Basilica  sul  lato 
destro  di  detta  strada. 


BASILICA 
Regione  Vili.— Isola  I.  —  Becei  ;?.a!io  Minore. 


La  Basilica  era  un  eclifizio  pubblico  ove  ammiui- 
stravasi  la  giustizia.  Si  componeva  di  tre  navate  , 
quella  di  mezzo  scoverta  e  le  altre  coperte  dal  tetto 
a  guisa  di  portico  poggiato  sopra  robuste  colonne. 
Sul  tetto  del  colonnato  eravi  un  secondo  piano,  da 
cui  potevasi  assistere  alle  discussioni  pubbliche. 
In  fondo  avvi  la  tribuna  pei  magistrati,  innanzi  alla 
quale  vedesi  un  piedistallo,  che  dovea  sostenere 
qualche  statua  equestre  di  bronzo  dorato.  Questa 
tribuna  consiste  in  un  alto  podio  ,  che  era  accessi- 


31 

bile  con  scale  di  legno.  —  Al  disotto  della  tribuna 
esiste  una  cella  ,  in  cui  sì  discende  a  dr.  ed  a  sin. 
per  due  piccole  gradinate  di  pietra,  che  dicesi  ser- 
viva di  prigione  ai  condannati,  ma  che  Fiorelli  vuole 
fosse  piuttosto  un  repositorio  delle  supellettili,  onde 
era  addobbata  la  sala  superiore. 

Quest'  edifìcio  ,  oltre  all'entr&ta  principale  dalla 
parte  del  Foro  ,  à  due  porte  laterali ,  di  cui  una  a 
settentrione  ,  un  altra  a  mezzogiorno  ,  sul  cui  lato 
sinistro  fu  trovato  graffito  ,  ed  ora  distrutto  dal 
tempo,  il  nome  di  bassilica. —  L'entrata  principale, 
decorata  da  due  statue  ,  di  cui  rimangono  i  piedi- 
stalli, avea  un  vestibolo  chiuso  da  cinque  porte,  dal 
quale  mercé  quattro  gradini  di  pietra  vesuviana  si 
montava  nell'  area. 

Uscendo  dalla  porta  seitentrioiiale  della  Busilica  sul  lato 
sinistro    delia  strada  della  Marina  vedasi  ii  Teuipio  di  Venere. 

TEMPIO  DI  VENERE 
(Aedes  Veneris  Pompejanap) 

UegBOSfie  VBI.  —  liscia  ^11. 

Questo  tempio  è  il  più  antico  ,  il  più  vasto  ed  il 
più  sontuoso  dei  templi  di  Pompei:  èi  48  colonne  di 
ordine  dorico,  cambiate  in  corintio,  le  quali  forma- 
vano un  porticato  coperto  da  tetto  in  tre  lati.  — 
Nella  cella  o  santuario  che  elevasi  nel  mezzo  su  di 
alto  basamento  fu  rinvenuta  la  statua  di  Venere. 
La  cella  avea  di  fronte  sei  colonne  con  dieci  da 
ciascun  Iato.— A  dr.  del  porticato  scorgesi  un'erma 
in  marmo  che  rappresenta  la  Dea  Maia  ossia  la 
Terra.  —  Davanti   al   santuario  è  1'  ara    maggiore 


32 

per  i  sacrifizi,  che  porta  la  iscrizione  ai  due  lati  coi 
nomi  dei  Magistrati,  che  la  fecero  costruire  :  essi 
sono  Marco  Porcio  e  Lucio  Sestilio,  nonché  gli  edili 
Gneo  Cornelio  ed  Aulo  Cornelio.  —  A  sin.  della  gra- 
dinata della  cella  ergesi  una  colonna  ionica  di  marmo 
frigio  ,  che  sosteneva  un  orologio  solare,  ivi  fatto 
collocare  più  tardi  ed  a  proprie  spese  dai  duumviri 
Lucio  Sepunio  e  Marco  Erennio,  siccome  sta  scritto 
nella  tabella  sporgente  dal  fusto. 


Alle  spalle  della  cella  esiste  un  piccolo  andito  che 
conduce  in  due  stanze  destinate  ai  sacerdoti  ed  ai 
ministri. 


33 

In  questo  tempio  si  rinvenne  anche  un  altra  iscri- 
zione Cile  oggi  conservasi  al  Museo  di  Napoli,  dalla 
quale  si  rileva  che  Marco  Olconio  Rufo  e  Caio  Egne- 
zio  Postumo  comprarono  per  tremila  sesterzi  il  di- 
ritto d' impedire  ai  vicini  1'  introspetto  nell'  interno 
del  santuario  e  curarono  fare  innalzare  un  muro 
sino  air  altezza  del  tetto. 

Sulle  pareti  eranvi  diverse  pitture  ,  delle  quali 
molte  distrutte  dal  tempo,  alcune  trasportate  al  mu- 
seo di  Napoli. 

Indi  si  passa  al  Foro. 


FORO    CIVILE 

(Forum) 


Nel  Foro  Civile  radunavasi  il  popolo  per  trattare 
affari  sia  di  dritto  pubblico  che  privato;  era  un  luogo 
destinato  ai  giuochi,  ai  mercati,  alle  pnbbUche  riu- 
nioni; vi  si  celebravano  anche  le  feste  pubbliche  e 
le  solennità  sacre  più  rumorose.  —  Portici  di  co- 
lonne di  travertino  circondavano  il  foro  da  tre  lati, 
e  l'intercolunnio  era  occupato  dalle  statue  di  citta- 
dini più  illustri  e  benemeriti,  e  per  cui  si  osservano 
ancora  varii  piedistalli.  Il  porticato  dal  lato  orien- 
tale era  chiuso  da  cancelli,  che  lo  rendevano  inac- 
cessibile ai  cavalli  ed  ai  carri. 

Dopo  il  tremuoto  dell'anno  63  e.  v.  questa  piazza 
era  in  costruzione  ,  e  quando  il  Vesuvio  sommerse 
la  città,  non  era  ancora  condotto  al  suo  termine. 


:ii!É!l!^éi!ill!iiii| 


35 

Edifizì  pubblici  intorno  al  Foro. 

Sono  da  osservarsi  verso  il  lato  di  mezzogiorno 
Le  tre  Curie  o  Sale  del  Consiglio. 

6.  8.  10.)  È  un  pubblico  eclifizio  diviso  ijn  tre  grandi 
sale,  che  diconsi  le  tre  Curie  o  Sale  del  Consiglio 
dipendenti  dalla  Basilica,  ciascuna  separata  dall'al- 
tra e  con  ingresso  indipendente,  le  quali  vuoisi  da 
alcuni  che  erano  gli  uffizi  per  gl'impiegati  forensi, 
da  altri,  erano  destinate  alla  riunione  dei  decurioni, 
che  giudicavano  le  cause  di  minore  importanza.  Son 
fabbricate  di  mattoni  ed  avevano  le  pareli  ed  i  pa- 
vimenti ricoperti  di  lastre  di  marmo,  ed  un  simile 
rivestimento  sulla  fronte  esterna,  di  cui  in  più  parti 
si  conservano  gli  avanzi. 

Al  lato  orientale  del  Foro  si  osserva 

Edificio  di  Eumachia  o  Calcidico 
(Porticus  Concordiae  AugustaeJ 

Regione  VIE  '—  Is^la  IX. 

1.)  Questo  vasto  edificio  trovasi  situato  all'oriente 
della  piazza  del  Foro.—  Dal  vestibolo  si  passa  ad  un 
gran  porticato,  il  quale  era  sostenuto  da  48  colonne 
di  marmo.  Secondo  una  iscrizione  situata  sulla  porta 
di  uscita,  che  mena  alla  strada  dell'Abbondanza,  la 
Sacerdotessa  Eumachia  in  nome  suo  e  di  suo  fìgho 
M.  Numistrio  Frontone  costrusse  a  sue  spese  il  Cai' 
ciclico,  la  Cripta  ed  i  Portici  dedicandoli  alla  Con- 
cordia ed  alla    Pietà  Augusta  ,  forse  in  omaggio  a 


Eumachiae  L.  F.  Sacerdos  Pub.  Fullones 


37 

Livia  già  vedova  di  Augusto.  —  Nella  grande  nic- 
chia che  vedesi  in  fondo  fu  trovata  la  statua  di  Eu- 
machia,  che  le  avevano  innalzata  i  fulloni  coU'iscri- 
zione 

EUMACHIAE  L.   F.   SaCERD.  PUB.  FuLLONES. 

La  statua,  che  ivi  si  osserva,  é  una  copia,  essen- 
dosi l'originale  trasportato  al  Museo  di  Napoli.  Nel- 
r  area  circoscritta  dal  portico  furon  viste  incavate 
in  terra  dieci  vasche  ,  due  lavatoi ,  e  dieci  bocche 
di  cisterne  :  credesi  che  Eumachia  ne  avesse  otte- 
nuto il  luogo  dai  Fulloni ,  che  qui  avevano  prima 
diverse  officine ,  ed  i  quali  poi  in  attestato  di  gra- 
titudine eressero  a  lei  una  statua.  I  fulloni  avevano 
r  incarico  di  mantenere  nette  le  biancherie  dei  Sa- 
cerdoti. 

Segue  il 

Tempio  di  Mercurio  o  di  Quirino 
(Aedes  Genii  Augusti) 

2.)  Una  statuetta  di  Mercurio  trovata  in  questo 
edificio  lo  fé  chiamare  Tempio  di  Mercurio,  ma  era 
dedicato  al  Genio  di  Augusto  e  costruito  a  spese 
della  Sacerdotessa  Mamia.  —  L'ingresso  n'è  attual- 
mente chiuso  da  moderno  cancello  di  ferro  per  cu- 
stodire alcuni  oggetti  scavati  e  ivi  depositati. —  Que- 
sto tempietto  è  senza  intonaco,  ma  alcuni  frammenti 
di  lastre  di  marmo  aderenti  alle  pareti  fan  supporre 
che  eran  le  mura  rivestite  di  marmo. 

Il  vestibolo  coverto  da  tettoia  sostenuta  da  quat- 
tro colonne  stava  innanzi  al  pericolo,  che  era  inte- 


38 

ramente  scoverto  e  chiuso  da  mura,  decorate  con 
pilastri  che  soppoiHaiio  timpani  ed  archetti. 


In  mezzo  del  recinto  osservasi  un'ara  marmorea 
con  bassorilievo  rappresentante  un  sacrifizio:  in  cui 
il  sacerdote  velato  liba  sul  tripode  ,  assistito  dai 
ministri ,  dal  tibìcine  ,  da  un  Camillo  o  giovanetto 
assistente  ,  e  da  due  littori  ,  mentre  il  popa  ed 
altro  vittimano  conducono  il  toro,  che  deve  es- 
sere immolato.  — Questi  sacrifizi  sembrano  fatti  in 
onore  di  Augusto ,  quindi  fecero   sospettare  che  il 


39 

tempio  fosse  a  lui  dedicato   come   rilevasi  da  una 
iscrizione  clie  serbasi  nei  Museo. 

Dopo  1'  altare  di  marmo  vedesi  di  fronte  la  cella 
della  deità  ,  a  cui  si  ascendeva  per  due  gradinate 
laterali,  sulla  quale  avvi  il  piedistallo  della  statua. 

Atrio,  Sala  del  Senato  o  Decurioni  ,  Curia. 
(Saenaculum) 

3.)  L'  atri»-  è  un  fabbricato  semicircolare  ,  il  cui 
fondo  à  forma  di  abside  con  ampio  suggesto  posto 
fra  due  nicchie  ,  che  si  suppone  serviva  alle  riu- 
nioni delle  sedute  pubbliche  dei  decurioni.  Nel 
mezzo  dell'atrio  elevasi  una  base  per  reggere  qual- 
che statua  forse  postavi  ai  tempi  di  Tiberio,  e  de- 
dicata alla  salute  dell'  imperatore  e  dei  suoi  fi- 
gliuoli. 

Panteon,  o  Tempio  di  Augusto. 
(Pantheon,  Augusteum) 

7,  8.)  È  un  nobile  edificio  che  giace  quasi  all'  e- 
stremità  settentrionale  del  Foro.  L'  entrata  è  deco- 
rata da  colonne  ,  di  alcune  delle  quali  davanti  al 
vestibolo  ne  restano  solamente  le  basi-  —  Nel  cen- 
tro della  corte  aperta  si  elevava  un  altare  circon- 
dato da  12  piedistalli,  che  dovevano  sostenere  le  do- 
dici grandi  divinità  del  paganesimo.  —  In  fondo 
del  cortile  di  prospetto  all'  ingresso  principale  é 
r  augusteum  con  piedistallo,  che  sosteneva  la  sta- 
tua di  Augusto,  e  nelle  quattro  nicchie  laterali  erano 
altre  statue  rappresentanti  le  immagini  di  altre  per- 
sone della  famiglia  imperiale,  tra  cui  Livia  moglie 
di  Augusto  e  Druso   figliuolo  di  Tiberio ,  che  sono 

3 


40 

state  sostituite  da  copie  essendo  gli  originali  al  Mu- 
seo, —  Lateralmente  sono  due  sale,  di  cui  quella  a 
dr.  era  destinata  ai  banchetti  teiuiti  in  onore  di  An- 
gusto; r  altra  a  sin.  pei  sacrifizi  cruenti. 


Uno  dei  lati  meridionali  della  corte  era  occupato 
da  dodici  stanzette,  clie  si  suppone  servivano  di  trat- 
tenimento agli  Agustali  o  sacerdoti  di  Augusto,  ed 
a  serbare  quanto  faceva  di  mestieri  pei  sacrifizi.  A 
sin.  dell'  entrata  si  osservano  belle  pitture  murali. 


41 

pesci ,  volatili ,  commestìbili ,  vasi  culinarii,  figure 
Volanti,  maschere  sceniche  ,  paesaggi  con  campa- 
gne e  marine:  la  Ninfa  lo  che  ascolta  Argo  o  Epafo; 
la  Vittoria  che  corona  un  guerriero  seduto  sopra  un 
cumulo  di  armi;  sulla  parete  settentrionale  vedesi  U- 
lisse  che  racconta  le  sue  avventure  a  Penelope;  al- 
tro dipinto  con  Teti  ed  Achille  ;  altro  con  Medea  ; 
Frisso  che  attraversa  1'  Ellesponto  abbracciato  al- 
l' ariete.  —  Nel  muro  a  settentrione  vi  è  una  porta 
di  uscita  secondaria,  presso  cui  fu  trovata  una  cas- 
setta con  1077  monete  di  bronzo  ed  argento. 

Alla  parte  settentrionale  del  Foro 

Tempio  di  Giove,    Erario  o  Tesoro, 
(Templum  lovis  opt.  Max.) 

Questo  tempio  situato  a  settentrione  del  Foro 
sorge  nel  più  bel  sito  della  città  :  1'  aspetto  ne  è 
imponente  ;  è  fiancheggiato  da  due  archi  di  trion- 
fo; si  saliva  sul  podio  per  due  serie  di  gradini  co- 
steggiati da  statue  colossali.  —  E  formato  da  un 
vestibolo  ( pronaos  )  ornato  di  6  colonne  di  fronte 
e  3  a  ciascun  lato  ,  di  un  santuario  o  cella  fian- 
cheggiata anche  da  colonne  ioniche ,  ed  à  nel 
fondo  la  base  pel  simulacro  di  Giove,  avendo  al  di 
sotto  tre  cellette  pel  sacrarium  o  favissae,  ove  ri- 
ponevansi  gli  arredi  sacri ,  o  forse  eran  destinate 
pel  tesoro  pubblico,  a  cui  si  entra  mercè  una  por- 
ticina dal  lato  orientale  del  podio,  A  sin.  una  sca- 
linata conduce  ad  un  piano  superiore ,  dove  godesi 
il  più  bel  Panorama  della  città  di  Pompei. 


'42 


Sembra  che  questo  tempio  era  in  restaurazione 
al  momento  della  catastrofe.  —  Le  mure  erano  di- 
pinte :  il  rosso  ed  il  nero  formavano  i  colori  domi- 
nanti. —  Vi  si  trovò  una  testa  colossale  di  Giove 
in  marmo,  la  cui  chioma  e  barba  erano  leggermente 
colorate. 

Dopo  i  rari  edifizi  del  Foro  tornaudo  verso  mezzogiorno  ed 
a  sin.  viene  li  strada  delTAlìboiulinza  ,  la  qaale  è  situata  in 
lìaea  retla  della  Porta  delia  Marina. 


43 


Strada   dell'    Abbondanza 

RegBOBie  Vll->IsoIa  Vili — Decumano    llinore. 

Questa  strada  vieii  comunemente  così  chiamata 
per  la  figura  dell'  Alìbondanza,  col  cornucopia  pog- 
giato alla  spalla,  scolpita  sul  cippo  della  fontana 
che  vedesi  a  sinistra.  —  Pria  era  detta  dei  Nego- 
zianti stante  le  molte  botteghe  che  vi  sono. 

AI  lato  desLro  è  da  osservarsi  la 

8.)  Casa  del  Cinghiale.  —  Si  ebbe  tal  nome  que- 
st'abitazione, già  nobilmente  decorata,  dal  Cinghiale 
fuggente  assalito  da  due  cani,  e  che  si  osserva  nel 
musaico  del  vestibolo. — Nel  mezzo  dell' «^r/o  avvi 
Viinpluvio  ed  il  pavimento  in  musaico,  che  presenta 
nel  contorno  esterióre  le  mura  di  una  città  fortifi- 
cata da  torri. — Anche  il  tablino  è  decorato  di  mu- 
saico ed  il  peristilio  à  un  colonv.ato  ionico  con  ca- 
pitelli. 

Sul  lato  destro  vedesi   in  seguito  il 

Vicolo  dei  dodici  Dei 
Regfione  TIII  —  Via  quinta. 

Air  ingresso  del  vicolo  a  dr.  sopra  una  parete 
veggoasi  dipinte  le  dodici  divinità  maggiori  ,  sotto 
cui  due  serpenti  (lari  compitali)  osservansi  per  la 
custodia  di  un  Ara  o  Larario.  —  I  dodici  Dei  sono 
Vesta,  Diana,  Apollo,  Cerere,  Minerva,  Giove,  Giu- 
none, Vulcano,  Venere,  Marte,  Nettuno,  Mercurio. 

Dal  vicolo  dei  dodici  Dei  si  pissa  al  vicolo  dirimpetto  detto 
del  Calcidico  alle  spalle  della  fontana  sul  lato  sinistro  della 
strada 


M 


Vicolo  del  Calcidico 

Regione  TU  —  Isola  X. 

3.)  Nuova  Casa  della  caccia.— Entrando  in  que- 
sta casa  a  destra  del  protiro  vedesi  la  cella  dell'o- 
stiario  (portinaio)  —  Vatrto  à  il  pavimento  di  mu- 
saico ed  il  solito  impluvio. 

Sonovi  diversi  cubicoli  ben  dipinti.  —  Nel  tabli- 
no,  che  è  di  fronte,  osservasi  il  dipinto  di  Arianna 
addormentata  e  Bacco  che  le  solleva  il  velo  ed  un 
piccolo  Satiro  che  guarda.  Nel  fondo  vedesi  Sileno 
e  due  Baccanti. — Nel  j^eristilio  scorgesi  un  dipinto, 
che  esprime  una  caccia  di  animali  ,  cioè  un  orso 
che  si  avventa  al  cinghiale  ed  un  leone  che  salta 
una  rupe  per  soccorrere  1'  orso.  Si  osservano  di- 
pinti altri  animali,  un  leone,  una  cerva,  una  tigre. — 
Nel  triclinio  avvi  dipinto  a  mezzo  busto  Bacco  co- 
ronato di  foglie  e  Venere. 

Prima  di  voltare  a  dr.  nel  vicolo  detto  del  Balcone  "pen- 
sile osservasi  all'  angolo  dell'  isola  XI  un  pilastro,  su  cui 
era  un  gran  tubo  di  piombo  ,  che  somministrava  1'  acqua 
ad  altri  otto  tubi  per  distribuirla  in  vari  siti. 

Vicolo  del  balcone  pensile 
Regione  TU  —  limola  X.11  —  Via  ìli. 

28.)  Il  balcone  pensile  che  si  osserva  in  questa 
piccola  casa  è  una  moderna  restaurazione  fatta  con 
somma  cura  ed  esattezza  per  dare  una  idea  di  si- 
mili balconi  rinvenuti  in  Pompei,  ma  del  tutto  tra- 
scurati e  caduti  in  rovina. 


A  sin.  dell'  entrata  della  casa  vedesi  la  scalinata 
di  legno  che  conduceva  al  piano  superiore.  —  Nel- 
r  atrio  osservasi  una  fontana  formata  da  un  rut- 
tino che  sostiene  una  colomba,  aa  cui  sgorgava  un 
getto  d'  acqua.  —  Alla  parte  posteriore  del  Puttino 
vi  è  una  mensa  di  marmo  ,  dietro  alla  quale  sono 
le  chiavi  di  bronzo  che  distribuivano  1'  acqua  alla 
casa.  —  Nel  tablino  vi  è  un  quadretto  esprimente 
Alceste  e  Admeto  assisi  1'  uno  accanto  dell'altro. 

Sullo  stesso  lato  osservasi  la 

23.)  Casa  del  tintore.  —  Nella  parte  interna  di 
questa  casa  sono  dei  fornelli  e  caldaie  per  la  im- 
biancatura dei  panni.  —  A  sin,  dell'atrio  montando 
tre  gradini  si  perviene  nel  viridario,  ove  avvi  una 
fontana,  e  tre  nicchie  per  i  Dei  Lari  sulla  parete  a 
destra.  —  La  sala  da  pranzo  o  triclinio  è  decorata 
da  pavimento  di  musaico;  in  essa  si  osservano  tre 
dipinti  cioè  Ganimede  addormentato;  Apollo  seduto 
che  cerca  denudar  Dafne,  e  Mercurio  innanzi  a  Pa- 
ride che  accenna  all'  arrivo  delle  tre  Dee. 

Alla  fine  del  vicolo  viene  la  strada  del  Lupanare  ,  ove 
giunti  voltando  a  sin.  e  salendo  verso  settentrione  sull'isola  Xll 
vedesi  il 

LUPANARE 

(Foriiìx) 

KegiOBie  \l\  —  Isola  XII  —  Tia  XI 

18.)  Sono  in  questo  luogo  cinque  stanzette  avendo 
ognuna  un  letto  di  fabJjrica.  Vi  si  osservano  dipinte 
sulle  pareti  alcune  figure  oscene  non  che  ippocampi, 
cigni,  grifi  ecc.  :  ed  alcuni  graffiti,  che  dimostrano 
chiaramente  l'uso  di  questa  casa. 


46 
Sullo  stesso  Iato  destro 

17,)  Fabbrica  di  safone.  —  A  sin.  dell'  entrata 
di  questa  fabbrica  si  osservano  due  caldaie  di  piombo 
sopra  fornelli  per  la  fabbricazione  del  sapone.  — 
NeWatrio  vedesi  Vimpliivio,  ed  una  tavola  di  marmo 
sostenuta  da  due  piedi  con  zampe  leonine  ,  al  di 
sotto  della  quale  avvi  un  piedistallo,  da  cui  usciva 
un  getto  d'  acqua  e  se  ne  vede  tuttora  il  tubo  di 
piombo.  Si  rinvenne  in  questo  luogo  un'  ammasso 
di  calce ,  per  cui  fu  detta  fabbrica  di  sapone  ,  ma 
ciò  non  è  indizio  sufficiente  per  farla  ritenere  tale. 

12.)  Discendendo  il  vicolo  trovasi  a  destra  un'  o- 
steria  con  allato  una  cella  meretricia  N.°  12,  entro 
cui  sta  un  letto  di  fabbrica  destinato  allo  stesso  uso 
del  lupanare.  Al  di  sopra  della  porta  vedesi  un  fallo 
di  pietra.  —  Sul  muro  esterno  vedonsi  dipinti  alcuni 
serpenti,  che  dagli  antichi  si  credevano  protettori 
del  luogo  :  al  di  sopra  di  essi  leggesi  la  seguente 
iscrizione. 

Otiosis  locus  hic  non  est,  discede  morator 

(Non  è  questo  il  luogo  per  gli  oziosi:  tu  che  ti  fermi,  parti). 

Sull'  altro  lato  della  strada 

47.)  Casa  di  Sirico,  o  Salve  lucru,  Domus  Vedi 
Sirici.  —  Questa  casa  fu  detta  di  Sirico,  perchè  vi 
si  rinvenne,  un  suggello  di  bronzo,  su  cui  leggevasi 
scolpito  Siricum  ,  che  credesi  esserne  stato  il  pro- 
prietario. 

Presso  la  soglia  dell'  atrio  leggesi  in  musaico 
Salve  lucru  (Benvenuto  il  guadagno),  poiché  era 
addetta  alla  mercatura;  nel  mezzo  dell'atrio  è  VimplU' 


47 

mo  di  marmo  bianco  ed  un  piedistallo  che  reggeva 
qualche  statuetta  e  due  tavolini  di  marmo.  —  Sulle 
pareti  dell'  execlra  osservansi  dipinto  a  destra  Vul- 
cano, che  presenta  a  Teti  assisa  d'  incontro  a  lui  lo 
scudo  di  Achille;  di  fronte  Ercole  ubbriaco  sdraiato 
in  terra  che  colla  mano  destra  fa  scoppiettare  le 
dita,  ed  alcuni  Amorini  che  gii  scherzano  dintorno; 
ed  in  fine  Apollo  in  piedi  alla  presenza  di  Nettuno 
seduto  assistendo  alla  edificazione  delle  mura  di 
Troia.  —  Da  questa  sala  in  seguito  si  passa  per 
un  corridoio  e  si  trova  un  forno  ,  una  cucina,  non 
che  un  mulino  ed  una  vasca  con  cassa  di  piombo 
per  uso  di  lavatoio  ,  su  cui  avvi  una  nicchia  pei 
Dei  Lari. 

Nel  triclinio  o  sala  da  pranzo  sono  da  osservarsi 
molti  dipinti,  fra  cui  alcune  Baccanti.  —  ì^q\  peri- 
stilio vedesi  una  finestra  che  dagli  antichi  tenevasi 
chiusa  con  vetri,  poiché  scorgonsi  gli  spazi  del  te- 
laio di  legno  distrutto  dal  tempo.  Dal  jjeristilio  si 
passa  in  altra  abitazione,  di  cui  la  principale  entrata 
é  dalla  parte  della  Strada  Stabiana. 

Dalla  strada  del  Lupanare  si  sc^^iide  q,  si  esce  alla  strada 
deir  Abbondanza  ,  indi  voltando  a  dr.  si  perviene  nella  Re- 
gione VII  ,  isola  XIV  ,  Decumano  Minore  ,  ed  ivi  nella  casa 
N.*>  9  in  un  djrmitorio  servile  pf^sto  in  fondo  al  giardino 
può  osservarsi  uno  scheletro  di  un  uomo  giacente  nel  sito,  ove 
fu  sepolto  al  tempo  della  distruzione  di  Pompei. 

Dopo  questa  casa  discendendo  la  strada  si  giuQgedove  si  al- 
larga, ove  sul  lato  sin.  si  osservano  le 


48 

Terme    Stabi ane Bagni   nuovi 

(Thcrmae) 
Uegione  VII  —  isola  1.  —  Decumano  Minore 


8.)  In  questo  stabilimento  di  bagni  si  può  en- 
trare per  tre  Iati  ,  ma  1'  entrata  principale  è  dalla 
parte  di  mezzogiorno  ,  cioè  dalla  palestra  ,  dal  cui 
vestibolo  si  passa  al  porticato  ed  all'  area  ,  in  cui 
gli  antichi  costumavano  gli  esercizi  ginnastici  e 
specialmente  il  gioco  della  sfera  (sphaeristerium) . 


49 

In  uno  dei  porticati  della  palestra  fu  trovata  una 
iscrizione  in  marmo  ,  che  ora  trovasi  al  Museo  di 
Napoli,  da  cui  rilevasi  che  Caio  Vulio,  e  Publio  A- 
ninio  duumviri  fecero  costruire  il  laconicum  e  il  de- 
strictarium,  restaurando  i  porticati  e  la  palestra. — 
In  fondo  alla  quale  avvi  un  erma  rappresentante 
Telesforo.  —  A  sin.  sì  osserva  una  vasca  rettango- 
lare per  bagno  pubblico  ed  ai  lati  due  sale  di  trat- 
tenimento ;  in  quella  che  segue  la  vasca  veggonsi 
molte  belle  pitture,  una  nicchia  per  1'  immagine  di 
qualche  deità  ed  un  foro  che  conteneva  un  tubo  di 
piombo  per  getto  di  acqua.  —  Le  sale  erano  desti- 
nate come  destrictarìum  ,  ove  ognuno  coi  strigili 
si  detergeva  il  corpo  dopo  gli  esercizi  della  palestra, 
ed  unge  vasi  di  olio  e  profumi. 

L'  altra  sala  vicina  ,  che  serviva  per  spogliatoio 
(spoliarìum,  o  apodytherium),  à  l'ingresso  dal  por- 
tico meridionale  ;  teneva  gli  armadi  per  serbare  ie 
vesti  dei  palestriti  ed  anche  i  panni  per  asciugarsi 
dopo  il  bagno.  Il  muro  esterno  nella  parte  superiore 
é  rivestito  di  fantastici  rilievi  di  stucco. 

A  sin.  é  un  corridoio  con  uscita  nel  vicolo,  in  cui 
trovasi  la  casa  di  Sirico;  ivi  stanno  quattro  celle  per 
bagni  isolati. 

Neil'  angolo  nord-est  sono  i  bagni  per  le  donne, 
ove  entravasi  anche  dalla  strada  di  Stabia.  La  prima 
sala  è  pel  bagno  freddo,  intorno  al  cui  muro  sono 
alcune  nicchie  per  riporre  le  vesti. 

A  dr.  é  il  tepidarium  con  pavimento  di  musaico 
bianco.  Le  pareti  sono  di  doppio  fondo,  per  far  pas- 
sare il  calorico,  che  uscendo  dalla  fornace  circolava 
per  le  mura. 

La  terza  sala  destinata  per  calidario  o  sudatorio 
(  calidarium  j  à  il  pavimento  in  musaico  ben  con- 


50 

servato  col  bagno  dì  marmo.  Dall'  altro  lato  della 
sala  evvi  un  bacino  circolare  ,  dal  qnale  usciva  un 
getto  d'  acqua  bollente  ,  che  spandendo  il  vapore, 
accresceva  il  calore  nella  sala.  —  Le  mura  sono 
costruite  anche  a  doppio  fondo  per  la  comunica- 
zione del  vapore.  Sono  ammirevoli  le  decorazioni 
di  stucchi  e  le  pareli  dipinte  in  rosso  e  divise  da  pi- 
lìistri  gialli  con  capitelli  bianchi. 

I  bagni  per  gli  uomini  sono  nelle  sale  in  vicinanza 
dell'  ingresso  a  dr.  della  palestra.  Una  gran  sala  a 
volta,  con  eleganti  lavori  di  stucco  e  pavimento  di 
marmo,  serviva  per  trattenimento.  Intorno  alle  mura 
sono  i  loculi  per  deporre  gli  abiti,  ed  un  sedile  per 
riposarsi. 

A  sin.  entrando  avvi  una  sala  circolare  pel  bagno 
freddo,  (frigi dar ium)  con  quattro  nicchie  in  giro;  e 
di  fronte  alla  porta  vedesi  una  piccola  nicchia  per 
dar  passaggio  ad  un  getto  d'acqua.  La  luce  vi  giun- 
geva dall'alto  mediante  un  finestrino.  Vi  si  osser- 
vano alcuni  ornati  di  stucco,  molto  degradati. 

In  altra  sala  seguente  e  sullo  stesso  lato  sin.  si 
osserva  il  tepidarium  ,  che  a  un  ornato  di  stucco 
molto  degradato.  11  pavimento  ,  detto  dagli  antichi 
suspensura,  ora  sprofondato,  era  costruito  su  piccoli 
pilastri  per  la  circolazione  del  calorico,  che  usciva 
dalle  fornaci  e  si  spandeva  fin  sotto  la  volta  a  tra- 
verso delle  doppie  pareti.  A  dr.  del  tepidaj^io  è  il 
bagno,  alveus,  spogliato  di  marmi,  di  cui  era  rive- 
stito.— La  sala  seguente  era  quella  del  calidarium , 
col  pavimento  simile  a  quello  della,  sala  precedente 
e  colle  mura  a  doppie  pareti. 

Di  qujsli  idi'ina  si  esji  di  ìiu)v)  sali  si.  ri  li  diìl'  \!)';))ri 
danza  e  si  osserva  dì  rimpetto 


51 


Regione  Vili  —  Isola  IV  —  Decumano  llinorc. 

4.)  Casa  di  Map.co  Olconio.  —  Le  due  botteghe 
che  precedono  N."^  2  e  3  comunicano  tra  loro  e  di- 
pendono da  questa  casa.  —  Nel  protiro  osservansi 
i  fori  lateralmente  nel  muro,  ove  ponevasi  la  barra 
di  legno  per  chiudere  di  dentro  la  porta.  —  L'  ?xtrio 
à  il  pavimento  con  qualche  pezzetto  di  marmo  e 
Vimpluvio  nel  centro:  iu  questo  atrio  furon  trovati 
due  scheletri  umani.  Sulla  parete  a  sin.  è  da  osser- 
varsi la  pittura  dì  Sileno,  che  stringe  fra  le  braccia 
Bacco  fanciullo,  che  cerca  svincolarsene. 

Sonovi  quattro  cubicoli,  fra  cui  avvi  il  secondo  a 
sin.,  nel  quale  si  vedono  due  pitture  mal  conser- 
vate ,  r  una  che  rappresenta  un  vecchio  Fauno  ^  e 
r  altra  una  giovane  che  parla  con  uno  schiavo.  — 
Segue  un'  altra  sala  (ala),  ove  oltre  al  podio  nero 
osservasi  il  quadretto  di  Apollo,  che  stringe  fra  le 
braccia  Dafne  ed  un  Amorino  che  le  alza  il  velo. — 
A  sin.  vedesi  dipinto  Perseo  ed  Andromeda.  Queste 
pitture  sono  tutte  mal  ridotte. 

Nel  tablìno,  che  è  di  prospetto  all'entrata,  osser- 
vasi a  sin.  il  dipinto  di  Leda,  che  mostra  a  Tindaro 
i  due  gemelli  usciti  dall'  uovo.  —  Il  peristilio  à  nel 
mezzo  un  giardinetto  e  due  fontane  ,  di  cui  una  é 
di  forma  quadrangolare  e  1'  altra  à  un  Puttino,  che 
regge  un  vaso,  da  cui  sgorgava  l'acqua.  —  Ai  lati 
sonovi  due  sale,  di  cui  quella  a  sin.  era  destinata 
per  sala  da  pranzo  e  vi  si  osservano  i  dipinti  di 
Frisso  ed  Elle,  ed  Arianna    abbandonata  da  Teseo. 

Appresso  al  peristilio  avvi  una  porta  segreta,  che 
serviva  di  uscita  al  padrone  per  schivare  l'aspetta- 
tiva di  gente  importuna. 


52 

Di  fronte  al  tahlino  a  destra  sonovi  tre  stanze,  di 
cui  la  prima  offre  dipinte  due  Nereidi  che  traversano 
r  oceano,  una  su  di  un  toro  marino  ,  1'  altra  su  di 
un  Ippocampo  guidato  da  un  Amorino.  — 

Segue  un'  exedra,  che  presentava  sulla  parete  di 
prospetto  il  quadretto  di  Narciso  ,  che  si  specchia 
nelle  acque.  A  sin.  osservasi  dipinto  Ermafrodito 
che  poggia  il  braccio  sinistro  sulla  spalla  di  Sileno. 
Un  altro  dipinto  a  dr.  rappresenta  Bacco  ed  Arianna 
che  dorme  ed  un  Fauno  che  ne  solleva  il  velo  , 
da  cui  è  coperta  ;  oltre  ad  alcune  Baccanti  prece- 
dute da  Sileno. 

Sulla  parete  a  dr.  del  triclinio  osservasi  un  di- 
pinto rappresentante  il  giudizio  di  Paride,  ed  a  sin. 
Achille  riconosciuto  da  Ulisse  fra  le  figlie  di  Lieo- 
mede. 

Nella  medesima  isola  scendendo  a   dr. 

15.)  Casa  di  Cornelio  Rufo,  Domus  Cornelia. — 
Questa  casa  è  importante  pel  ritratto  del  Proprie- 
tario scolpito  in  marmo  col  nome  di  Cornelio  Rufo. — 
Vi  si  ammira  un  vasto  giardino  ed  il  portico  che  lo 
rinchiudeva. 

Giunti  al  punto,  ove  la  strada  dividesi  nelle  quattro  prin- 
cipali Regioni,  cioè  I.  IV.  VII  e  Vili,  si  discenda  alla  strada 
di  Stabia,  e  finita  V  isola  si  volli  a  dr.  nel  vicolo  per  osser- 
vare il  tempio  d*Iside;  ovvero  per  una  uscita  posUca  esistente 
a  sin.  dell'interno  della  casa  di  Cornelio  si  scende  sulla  strada 
di  Stabia  e  poscia  si  volti  a  dr.  nella  strada  detta  del  Tem- 
pio d'  Iside. 


53 


Tempio  d'  Iside 
{Aedes  Isidis) 

Regione  Vili  —  Isola  Tlll. 


Via  II. 


28.)  Il  tempio  d' Iside  fu  rovinato  dal  tremuoto 
del  63  e.  v.;  venne  ampliato  e  ricostruito  dalle  fon- 
damenta da  Numerio  Popidio  in  nome  e  col  denaro 
appartenente  a  suo  figlio"  Popidio  Celsino  ,  il  quale 
per  tanta  liberalità  venne  dai  decurioni  ascritto  al 
loro  ordine  nella  piccola  età  di  sei  anni,  come  ri- 
levasi dalla  iscrizione  posta  sulla  porta  del  tempio. 


S4 


N  .  POPIDIVS  .  N  .  F  .   CELSINVS  . 

AEDEM.  ISIDIS  .  TERRAE  .  MOTV  .  CONLAPSAM. 

A  FVNDAMENTO  .  P  .  S  .  RE3TITVIT  .  HVNC 

DECVRIOINES  .  OB  .  LIBERALITATEM  . 

CVM  .  ESSET  .  ANNOR  .  SEXS  .  ORDINI  .  SVO  .  GRATIS 

ADLF.GERYNT 


L'  area  sacra  era  circoscritta  da  un  portico,  i  cui 
intercolunni  avean  le  pareti  ornate  da  immagini 
delle  deità  egizie.  Ai  lati  della  porta  d'  entrata  si 
rinvennero  due  fonti  lustrali  oltre  un  cippo  di  mar- 
mo ,  che  sosteneva  la  cassetta  del  danaro  offerto 
alla  dea. 

Sul  basamento  della  cella  era  situata  la  statua 
d' Iside  ;  sotto  del  quale  stavano  due  repositori ,  in 
cui  serbavansi  gli  oggetti  sacri  e  gli  addobbamenti 
del  simulacro  ,  ora  riempiuti  dall'acqua  dei  R.  ca- 
nale di  Sarno,  che  scorre  al  di  sotto  del  tempio. 

Sonovi  due  «re;  in  quella  situata  al  lato  dritto  del 
santuario  vedesi  nel  fondo  l'acqua  fluente  del  Sarno, 
e  presso  quella  a  sin.  osservasi  una  stanzetta  ,  le 
cui  mura  sono  ornate  di  stucco  a  bassorilievo.  Vuoisi 
che  questa  stanza  servisse  per  le  purificazioni  e 
perciò  dicesi  jmrijicatoio. 

A  sin.  del  Tempio  sono  alcune  stanze  abitate  dai 
sacerdoti  che  dimoravano  nel  Tempio ,  nelle  quali 
furon  trovati  diversi  utensili  di  cucina,  ed  in  una 
di  esse  fu  rinvenuto  lo  scheletro  di  un  sacerdote 
colla  scure  in  mano ,  che  tentava  rompere  il  muro 


55 

per  salvarsi.  —  La  cucina  è  composta  d'  un  piccolo 
fornello  con  tubo  pel  fumo. 

Alle  spalle  del  santuario  esiste  altro  locale  che  vien  deno- 
minato Portico  di  Vinicio  come  rilevossi  da  una  lapide  san- 
Ditica  raccolta  nel  1797,  ma  che  è  comunemente  riconosciuto 
sotto  il  nome  di  Cwrm  Isiaca-—  Ti  si  perviene  per  la  stessa 
strada  salendo  verso  occidente. 

29.)  Curia  Isiaca.  Area  et  Porticus  Vinicii.  — 
Essa  consiste  in  un  area  circondata  da  portici,  nel 
primo  dei  quali  una  delle  colonne  serviva  di  fon- 
tana avendo  di  fronte  un  tribunale,  a  cui  si  ascen- 
deva per  una  scaletta  dietroposta  assai  consumata 
dall'  uso  ed  un  piedistallo  per  sopportare  qualche 
seggio.  Vi  sono  annesse  tre  celle,  di  cui  una  più 
spaziosa  ed  una  scala  per  montare  di  sopra. 

Foro  triangolare  e  Tempio  Di  Ercole 

{Hecatonstylon  —  Templum  Herculìs) 
(Portico  delle  cento  colonne) 

Regione  Vili  — ■  Isolis  Wl\  —  Via  11. 

30.)  Il  foro  triangolare  è  cosi  detto  per  la  sua  for- 
ma; poiché  composto  da  due  ambulacri ,  i  quali  sì 
dipartono  da  un  vertice  slargandosi  a  guisa  di  trian- 
golo. —  Nella  fronte  é  decorato  da  colonne  notevoli 
per  bellezza  ed  eleganza  di  stile.  —  Nel  centro  di 
questo  foro  era  1'  antico  tempio  di  Ercole  di  co- 
struzione greca  e  forse  nei  primi  tempi  circondato 
da  un  boschetto.  Vi  stava  poco  lungi  un  puteal  (pu- 
teal  Numeri)  circuito  da  un  tempietto  (  bidental  ), 
cui  Numerio  Trebio  magistrato  supremo  aveva  fatto 

4 


56 

erigere  essendo  in  quel  sito  caduto  il  fulmine.  Dal 
lato  opposto  era  situato  un  sedile  semicircolare  , 
dove  oravi  un'  orologio  solare. 

Dal  lato  orientale  ed  a  sin.  per  una  scaladi  pietra  si  scen- 
de nel 

Ludo  Gladiatorio,  Foro  nundinario 

{Lucius  Glacliatorìus.  —  Caserma  dei  Gladiatori, 
Forum  nundìnarium,  Mercato  pubblico,  Quartiere  ) 


16.)  Questo  luogo  sembra  essere  stato  in  origine 
un  giardino  o  mercato  pubblico:  quando  fa  scoverto 
si  giudicò  fosse  stato  un  quartiere  di  soldati ,  ma 
poscia  riconosciuto  per  Ludo  gladiatorio  costruito 
per  uso  dei  gladiatori  a  guisa  di  caserma.--È  com- 
posto da  un  gran  quadrato  circondato  da  64  colonne, 
che  reggevano  il  tetto  di  un  portico.  Attorno  al 
porticato  vi  erano  molte  celle  che  avevano  due  or- 


15T 

clini  r  uno  soprapposto  all'altro,  fra  queste  sì  rico- 
noscono a  sin.  la  vasta  cucina  coU'annessa  dispen- 
sa ,  r  abitazione  del  capo  della  compagnia  gladia- 
toria preceduta  da  scalinata  ,  ed  il  carcere  situato 
air  angolo  orientale  ,  ove  furono  trovati  i  ferri  ed 
i  ceppi  cogli  scheletri  di  due  gladiatori,  che  vi  erano 
stati  legati  per  castigo.  —  Ai  ceppi  antichi  ve  ne 
è  sostituito  uno  di  legno  per  darne  una  idea.  — 
Dal  lato  di  occidente  vi  era  la  latrina  comune  ed 
il  trappeto  con  la  macina  per  la  frattura  delle 
olive. 

Presso  l'angolo  in  vicinanza  del  carcere  oravi  una 
scalinata  per  ascendere  al  piano  superiore.  Nel  lato 
di  mezzogiorno  erano  rimasti  alcuni  avanzi,  da  cui 
si  può  riconoscere  il  modo  di  costruzione. 

Dal  ludo  gladiatorio  salendo  tre  scalini  dalla  parte  setten- 
trionale si  passa  al  Teatro  tragico 

Teatro  Tragico,  Teatro  Grande 
(Theatrum) 

20.)  Questo  ediflzio  fu  trovato  molto  rovinato , 
forse  perchè  all'epoca  della  eruzione  stavasi  restau- 
rando :  esso  era  diviso  in  tre  cavee  e  cinque  cunei, 
oltre  due  tribune  con  gradinate  alle  spalle  tenendo 
29  gradini  e  sei  scalette,  che  montavano  fino  ai  vo- 
mitoH.  Il  primo  ordine  di  gradini  di  marmo  era  de- 
stinato per  le  persone  distinte  cioè  i  Decurioni,  i 
Sacerdoti  di  Augusto  e  chi  aveva  il  privilegio  del 
bisellìo  o  sedia  di  onore  —  Nei  due  lati  erano  due 
divisioni  l'una  a  destra  pei  proconsoli  e  Duumviri, 
r  altra  per  le  Vestali.  Dopo   veniva  il  posto  per  i 


59 
militari  ed  i  cittadini  clie  facevan  parte  di  qualclie 
corporazione.  Gli  ultimi  posti  erano    occupati  dalle 
donne  e  dal  popolo. 

Sul  primo  gra-diiio  della  seconda  cavea  nel  centro 
dell'  emiciclo  sembra  ,  che  esistesse  un  hisellio  de- 
stinato al  padre  dei  due  Olconì ,  poiché  vi  si  legge 
la  seguente  iscrizione. 

M-  HOLGO  •  •  mo.  V'  F-  rVFO 
TI  •  V  •  I  •  D  ,•.  QVI^QVIENS 
ITER-QVINO  TIUBMIL-à  P- 

FLAMINI  AVGPATR  COLOD-D 

(  A  Marco  Olconio  Rufo  ,  figlio  di  Vibìo  ,  cinque 
volte  duumviro  giusdicente,  e  due  di  esse  quinquen- 
nale, tribuno  dei  soldati  eletto  dal  popolo,  flamine 
di  Augusto,  protettore  della  colonia.  Per  decreto 
dei  decurioni). 

Dalle  porte  superiori  o  v  orni  tori  il  popolo  discen- 
deva nella  cavea  — I  vomitori  aveano  F  entrata  dal 
porticato  superiore  del  Foro  triangolare. 

Si  entra  nell'  orcheslra  per  due  passaggi  con  por- 
ticato: queste  entrate  chiamavansi  anche  vomitori. 

Questo  teatro  era  senza  tetto,  sicché  si  costumava 
coprirlo  colle  tende. 

11  proscenio  corrisponde  in  direzione  dei  porticati 
a  pianterreno. — La  scena  si  compone  di  un  fronte- 
spizio a  tre  porte  ed  era  chiusa  da  una  tela  come 
i  nostri  teatri,  ma  invece  di  salire  scendeva  in  giù 
osservandosi  il  vuoto  nel  pavimento. 

Uscendo  per  il  portico  a  dr.  verso  il  lato  oriealaie  e  scen- 
dendo  verso  iiiezzogiornD,  rifacendo  la  stessi  strada  si  volti  a 
sin.  prima  della  porta  di  uscita  de!  ludo  gladiatorio  e  si 
entri  nei 


60 


Teatro  Comico,  Teatro  Coperto 
{Theatrum  tectum^  Odeon) 

17.19.)  Questo  teatro  era  coperto  da  tetto  e  stava 
in  rifazìone  dopo  il  tremuoto  del  63  e  ciò  si  argo- 
menta dalle  colonne  che  sostenevano  il  tetto  e  che  si 
trovarono  rovesciate  ,  come  pure  da  una  quantità 
di  nuove  tegole  ed  embrici,  che  si  rinvennero  l'una 
soprapposta  all'  altra  e  numerate  col  carbone. 

È  degno  di  ammirazione  il  pavimento  dell'orche- 
stra che  è  tutto  di  finissimi  marmi  colorati,  ed  era 
stato  fatto  a  spese  del  duumviro  Marco  Ocnlazio 
Vero  e  ne  portava  il  nome  scritto  in  terra  con  let- 
tere di  Bronzo,  ma  involate  alcune  di  queste  ven- 
nero per  errore  sostituite  da  altre,  formanti  il  nome 
di  PIoLcoNius,  che  oggi  vi  si  trova. 

La  prima  cavea  termina  inferiormente  con  quattro 
spaziosi  gradini,  ove  sedevano  i  Decurioni  ed  i  ma- 
gistrati: dopo  questo  primo  ordine  segue  un  para- 
petto di  separazione  con  un  gradhio  più  largo:  indi 
seguono  altri  18  gradini.  La  seconda  cavea  è  divisa 
in  cinque  cunei  di  sei  scalette  e  teneva  nella  som- 
mità i  vomitovi ,  che  sboccano  in  un  breve  ambu- 
lacro ,  donde  per  due  gradinate  si  discende  in  un 
sentiero  procedente  dalla  strada. 

Sulla  porta  a  dr.  N."  19,  che  sporge  sulla  strada 
di  Stabia,  si  legge  una  Iscrizione  da  cui  rilevasi,  che 
i  Daumviri  Caio  Qaiti::io  Valgo  Jlglio  di  Caio  ,  e 
Marco  Porcio  figlia  di  Marco,  per  decreto  dei  de- 
curioni dettero  a  fare  il  teatro  coverto,  e  V  ap- 
provarono. 


6Ì 

Dalla  porta  di  questo  teatro  (N.  19)  si  esce  sulla  strada 
di  Stabif  e  scendendo  verso  il  mezzogiorno  trovasi  la  porta 
di  Stabia 

'Porta  jStabiana 

(Porta  Prima) 
Regione  Prima 


:=;'V>-tv:;i>sss«'.;iPiii^s?f«s»^' 


Questa  è  la  prima  e  più  antica    porta  della  Città 
ed  è  flaricheggiata  dal  muro  di  cinta  :  per  essa  si 


"•62 

andava  alla  strada  di  Stabia  detta  oggi  Castellam- 
mare. Fu  costruita  in  grandi  massi  di  pietra  sar- 
nese, e  con  l'androne  coverto  da  volta,  oggi  restau- 
rata ;  innanzi  alla  quale  era  la  stazione  dei  cisariì 
o  conduttori  dei  veicoli ,  che  per  pattuita  mercede 
conducevano  i  viandanti  ai  vicini  paesi.  —  Sotto 
r  androne  di  questa  porta,  a.  dr.  di  clii  scende,  tro- 
vasi confìtto  in  terra  un  cippo  sannitico  conosciuto 
col  nome  dì  lapide  viaria  osca  ,  che  è  il  monu- 
mento epigrafico  più  importante  dell'  epoca  sanni- 
tìca. 

vi'ZììTVìvn'ìì  -m  ^httvr-l,, 

a3n*T^VTNHW3a3T-Vi-3-yVIRkìF 

G3TN  n  N  n  R  n  VOI  vn  •  rio- v^wi-x 
ti-3WNUNnvvivn-^i-3>ii-«3yvi4^ìii-a 


Esso  contiene  la  notizia  dell'  ampiezza  e  del  la- 
stricamento di  questa  via  e  la  costruzione  di  altre 
strade  poste  l'uori  delle  mura,  e  il  ricordo  di  una 
cella  sacra  a  Giove  MeUchio,  clie  forse  esisteva  poco 
^ontano. 


63 

Sopra  un  secondo  cippo  di  travertino  situato  fuori 
l'angolo  orientale  della  porta  accanto  ad  un  sedile 
pubblico  leggesi  la  seguente  iscrizione 

L.  AVIANIVS.  L.  F.  MEN  , 

FLACCVS.     PONTIANVS 

Q.  SPEDIVS.  Q.  F.  MEN 

FIRMVS.   II.   VIR.   I.   D.   VIAM. 

A  MILLIARIO.   AD.   CISIARIOS 

QVA.    TeRRI   Tqrivm.   est 

POMFEIANORVM.   SVA 

PEC   MVNIERVNT 

Questa  iscrizione  rivela  come  Lucio  Aviano,  Fiacco 
Ponziano  e  Quinto  Spedio  Firmo  duumviri  ,  raffor- 
zassero a  proprie  spese  il  tratto  di  via  interposto  tra 
il  milliario  e  la  stazione  dei  cisiarii. 

Nella  parete  a  dr.  dell'  androne  salendo  ,  vedesi 
una  nicchia,  ove  era  il  simulacro  di  Minerva  a  tu- 
tela della  Porta. 

A  sin.  salendo ,  al  cominciare  dell'  abitato,  è  una 
fontana  con  testa  di  Medusa,  ed  a  dr,  una  svolta  che 
conduce  alle  mura,  presso  cui  trovavasi  la  cella  del 
guardiano  della  Porta. 

Risalendo  nello  interno  della  città  da  detta  porta 
vedesi  a  sin.  un  caseggiato  ,  fra  cui  la  bottega  N.° 
8  tenuta  da  un  Marco  Sura  già  rematore  della  flotta 
di  Miseno,  il  quale  nel  cubicolo,  ove  dormiva,  ser- 
bava la  copia  autentica  del  decreto  di  Vespasiano, 
con  cui  gli  \h\  accordata  la  cittadinanza  romana 
dopo  26  anni  di  servizio  miliUne.  Questo  decreto 
fu  rinvenuto  in  Luglio  1874, 


64 


Strada  ^Stabiana 


Sul  lato   dritto  salendo  e  voltando  nel  primo  vicolo   ì  dr. 

Regione  I.  —  Isola  V.  —  Via  IH. 

2.)  FADp.HicA  DI  vi.LìA  ,  Coiicerici,  Officina  Coria- 
rioruni.  —  A  sin.  dell'  atrio   osservasi  una  sala  di 


65 

udienza  ,  ed  un'  altra  per  dormire  che  formavano 
l'alloggio  del  padrone.  —  Nel  triclinio  sonovi  tre  letti 
di  fabbrica  con  una  tavola  in  mezzo,  sulla  quale  fu 
trovato  il  musaico,  che  ora  è  nel  Museo  di  Napoli 
rappresentante  un  teschio  umano  ,  sotto  cui  è  una 
farfalla  colle  ali  aperte  e  che  poggia  su  di  una  ruo- 
ta ;  sopra  al  teschio  sta  un'  archipendolo  ed  ai  lati 
un  pedo  ed  una  lancia  capovolta. 

Sotto  al  porticato  si  osservano  sei  scompartimenti 
spartiti  da  cinque  muretti,  i  quali  tengono  nel  fondo 
un  canale  sboccante  in  grandi  vasi  di  terracotta  e 
di  seguito  ad  essi  il  banco  di  pietra  per  distendere 
e  raschiare  le  pelli.  —  Nell'area  dell'opifìcio  osser- 
vasi a  sin.  un'  adito,  che  conduce  in  due  celle,  da 
una  delle  quali  si  accede  in  altra  area  rinchiudente 
quindici  vasche  ,  intramezzate  da  canali ,  da  incavi 
rivestiti  di  tavole  e  da  anfore  rotte  a  metà  destinate 
a  contenere  le  materie  occorrenti  alla  macerazione 
delle  pelli.  —  In  questo  opificio  furon  rinvenuti  quat- 
tro strumenti  cjuasi  simili  a  quelli  usati  oggidì  dai 
conciatori  di  pelli. 

Uscendo  di    nuovo    nella    strada    di     Stai!     sul    lato   sinistro 
salendo 

25.)  Tempio  di  Esculapio  e  d' Igia.— Questo  tem- 
pietto di  stile  arcaico  à  l'ara  presso  il  principio  della 
scala,  per  la  quale  si  saliva  alla  cella;  in  cui  furon 
trovate  sul  basamento  le  statue  in  terracotta  di  E- 
sculapio  e  d'  Igia. 

Sul  lato  destro  salendo  la  stessa  via 


66 


ne^ioiie  1.  —  Isola  IV.  —  Cardo 


5.)  Casa  di  Pofidio  Secondo  o  del  Citarista  — 
Domus  Popìdi  Secundi  Augustiani.  —  Questa  casa 
fa  detta  del  Citarista,  perché  vi  si  rinvenne  una  sta- 
tua arcaistica  di  bronzo  esprimente  Apollo,  che  suo- 
nava la  cetra,  oggi  al  Museo  di  Napoli. 

Fra  le  cose  notevoli  contiene  un  giardino  cinto  da 
portico  avendo  una  vasca  semicircolare  di  marmo, 
intorno  a  cui  furono  rinvenuti  diversi  animali  di 
bronzo  figuranti  una  scena  da  caccia.  —  A  sin. 
della  fauce  vedesi  il  bagno  ,  dal  quale  parte  un 
tubo  di  piombo  per  condurre  1'  acqua  nella  vasca 
della  fontana  quasi  rovinata.  Di  fronte  q\  peristilio 
sonovi  tre  sale,  nella  prima  a  destra  vedesi  effigiato 
Paride  che  ascolta  Mercurio,  il  quale  à  condotto  in- 
nanzi a  lui  le  tre  dee;  nella  seconda  vedesi  dipinto 
il  mito  di  Leda  meravigliata  nel  vedere  il  Cigno  che 
col  becco  l'attira  a  se  per  le  vesti;  nella  parete  di 
fronte  era  dipinto  Creso  prigioniero  davanti  a  Ciro 
re  di  Persia.  —  Nel  lato  settentrionale  di  questo  giar- 
dino evvi  una  scaletta,  che  conduce  ad  un  terzo  vi' 
ridarlo  abbellito  di  portici  con  alcune  stanze  in  gi- 
ro, in  una  delle  quali  è  un  triclinio  con  Adone  fe- 
rito. Mal  conservato  fra  le  innumerevoli  suppellettili 
di  questa  casa  furon  trovati  due  ritratti  in  ijronzo  di 
personaggi  della  famigUa  dei  Popidi.  —  Questa  abi- 
tazione per  una  piccola  scalinata  a  settentrione  co- 
munica con  la  casa  di  L.  0.  Rapiano. 


^ST 


Uscendo  sulla  strada  di  Stcbia  e  voltando  a  dr.  verso  orien- 
te per  la  strada  ,  che  divide  la  Regione  I  dalla  IX  ,  osser- 
vasi a  sin.  la 

liogàone  IX.  *—  Isola  1.  —  Decumano    minore 

20.)  Casa  di  Efidio  Rufo  ,  Domus  Epidì  Bujl , 
casa  dei  Diadumeni.  —  Questa  casa  distingnesì  dalle 
altre,  perchè  sollevata  dal  livello  della  strada  per 
lui  rialto  a  guisa  di  balconata  con  una  scalinata  la- 
terale. L'  atrio  à  un  portico  di  sedici  colonne  e  vi 
si  osserva  un  tempietto  dedicato  ai  Lai^i  ed  al  Gè- 
nio  del  padrone  della  casa. 

11  triclinio  a  dr,  del  tablino  conserva  alcuni  bel- 
lissimi dipinti,  fra  cui  un  Fauno  che  suona  le  tibie, 
Amore  che  sostiene  uno  specchio  a  Venere,  la  quale 
lo  fa  volgere  verso  Espero;  Apollo  tenendo  in  mano 
il  plettro  e  la  lira;  oltre  a  varie  Muse. 

Sullo  stesso  lato 


22.)  Casa  di  Epidio  Sabino.  —  L'atrio  è  privo  di 
stanze  nel  lato  occidentale:  a  dr.  avvi  un  oecus,  un 
cubicolo,  ed  il  triclinio:  di  fronte  il  tablino,  ove  os- 
servasi dipinto  Ermafrodito  che  tira  la  barba  a  Si- 
leno. 


SulP  altro  Iato  della  strada  è  situata  la 


Regione  1.  —  Isola  IV 

25.)  Casa  di  L.  Optato  Rapianq.  Domus  Optati 
Rapianì.  —  Nel  cubicolo  a  dr.  cieli'  atrio  di  questa 
casa  osservasi  il  dipinto  di  Venere  dormente  ed 
un  giovane  Fauno  che  solleva  il  velo  che  la  rico- 
pre. Nel  giardino  vedesi  una  scalinata  ,  per  cui  si 
comunica  colla  casa  indicata  precedentemente,  cioè 
del  Citarista. 

All'estremità  di  questa  casa  verso  oriente  vi  è  una  scalinata 
di  mattoni,  che  conduce  al  piano  della  campagna,  per  cui  si 
perviene  all'Anfiteatro  che  trovasi  lontano  dagli  attuali  scavi 
circa  400  metri,  e  di  cui  daremo  la  descrizione  alla  fine  del 
libro. 

Uscendo  di  nuovo  sulla  strada  di  Stabla  e  voltando  verso 
il  settentrione  sì  osserva  a  dritta  la 

Regione  ITL.  —  Isola  1.  Cardo. 

5.)  Officina  di  L.  Livio  Firmo.  Bottega  del  fab- 
hro-ferrajo — Presso  questa  bottega  osservasi  un'in- 
segna di  pietra  tofacea  esibente  varii  strumenti  di 
fabbri  ferrarti  cioè  ;  una  zappa,  una  vanga  ,  uno 
squadro,  ed  un  simbolo  fallico,  che  gli  antichi  cre- 
devano contrario  al  fascino. 

A  dr.  salendo: 

8.)  Osteria,  Mulini  ]•:  Forno.  —  Sull'entrata  es- 
ser vansi  poggi  di  fabbrica  con  urne  di  terracotta  : 
a  sin.  la  bocca  di  una  cisterna;  più  innanzi  le  pie- 
tre molari  per  macinare  il  grano  ,  ed  il  forno  a 
sin.,  sotto  cui  vedesi  un  repositorio  per  conservare 
le  legna.  Di  lato  evvi  una  stanza  per  riporvi  i  pani 
dopo  cotti,  che  vi  si  passavano  per  mezzo  d'  un  fi- 
nestrino. 


3\) 

Dopo  il  forno  per  una  porta  postica  si  perviene  ad  una  pie» 
cola  strada  ove  a  dr.  all'  angolo  sono  effigiati  due  serpenti 
(Lari  compitali)  ed  al  di  sopra  un  piccolo  larario''  indi  si  esce 
di  nuovo  nella  strada  di  Stabia,  ove  sul  lato  dr.  salendo 

Regione  ITL.  —  Isola  11.  —  Cardo 

5.)  È  una  bottega  con  1'  abitazione  del  suo  indu- 
striante, ove  osservasi  la  sala  di  prospetto  rischia- 
rata da  una  finestra  sporgente  ad  un  viridario  ,  la 
quale  è  ornata  da  due  quadretti:  il  primo  sulla  pa- 
rete a  dr.  che  esprime  la  Carità  Greca,  cioè  Perona 
che  porge  la  mammella  al  vecchio  genitore  Gimo- 
ne,  condannato  a  morir  di  fame  nella  prigione;  l'al- 
tro a  sin.  rappresenta  Arianna  seduta  in  terra  guar- 
dando la  nave  di  Teseo  che  si  allontana  con  Nemesi 
alle  spalle  ed  Amore  rivolto  a  lei,  che  stringendo 
r  arco  si  terge  le  lagrime. 

2.)  MuLiMO.  —  Arrivando  al  quadrivio,  si  osserva 
suir  angolo  a  dr.  di  fronte  altro  mulino  ,  simile  a 
quello  osservato  precedentemente,  con  tre  catilli  di 
macine  assai  consunti. 

Giunti  al  quadrivio  si  volti  a  sin.  nel 

Vicolo  degli  Augustali 

Regiokic  W\.  —  Esola   I.  —  Tia  II. 

36.)  Abitazione  con  forno  e  mulino-  Panetteria 
di  Modesto.  Pistrinum.  —  Presso  la  porta  della  casa 
leggasi  il  programma  modestvm  scritto  in  caratteri 
rossi.  Dal  protiro  si  accede  neh'  atrio  con  diverse 
stanze  laterali ,  ove  nel  mezzo  è  una  vasca  di  fab- 


brica  ,  nella  quale  sì  vede  una  fìstola  di  piombo  e 
varìi  tubi  di  terracotta  per  regolare  il  getto  del- 
l' acqua. 

Di  fronte  si  passa  in  una  località  con  mulini  e 
forno ,  che  fu  trovato  chiuso  da  sportello  di  ferro 
e  contenente  81  pani,  ben  conservati  e  che  oggi  si 
osservano  al  Museo  Nazionale ,  ed  al  Museo  di 
Pompei. 

A  sinistra 

40).  Casa  di  Marte  e  Venere.  Domus  AL  Caesì 
Blandi.— 1\  protiro  à  un  bel  pavimento  in  musaico 
rappresentante  alcuni  delfini,  un  tridente,  un  ippo- 
campo, un  timone  di  nave,  su  cui  poggia  una  pica 
marina. 

L'  atrio  à  l' impluvio  di  pietra  ,  ove  nel  mezzo  é 
da  osservarsi  un  dipinto  sul  pilastro  tra  il  primo 
ed  il  secondo  cubicolo,  esprimente  Marte  e  Venere 
a  mezzi  busti  al  naturale.  Questo  dipinto  si  é  ben 
conservato,  ed  è  uno  dei  più  belli  finora  scoperti. 

Il  tablino  à  una  soglia  in  musaico;  e  dallo  stesso 
si  passa  in  un  peristilio,  nel  cui  mezzo  eravi  un  pic- 
colo giardino  di  fiori,  ove  osservansi  due  pilastrini 
di  marmo  bianco  che  finiscono  ad  erme.  In  ciascun 
lato  ,  presso  cui  trovasi  la  bocca  della  cisterna 
chiusa  da  coperchio  marmoreo  ,  sono  alcuni  fine- 
strini che  danno  luce  alla  sottoposta  cantina,  a 
cui  si  accede  pel  vicolo  che  fiancheggia  la  stessa 
abitazione. 

Questa  casa  era  abitata  da  M.  Cesio  Blando,  cen- 
turione nella  nona  coorte  pretoria,  il  cui  nome  leg- 
gesi  graffito  sulle  colonne  del  peristilio. 

5 


tZi 


Regione  TU.  —  Isola  II.  —  Vìa  II. 

48.)  Casa  di  D.  Caprasio  primo.  Domiis  D.  Ca- 
pitasi primi.  —  Nel  triclinio  di  questa  bottega  os- 
servansi  dipinte  le  figure  dell'Està  coronata  che  re- 
cando nella  sin.  alcune  spighe,  con  la  dr.  si  fa  arco 
sul  capo  del  velo  svolazzante  :  dell'  Autunno  sotto 
forme  muliebri  portando  varie  frutta,  e  dell'Inverno 
con  lungo  manto  clie  lo  ricovre,  —  hi  questa  casa 
fa  trovato  un  suggello  il  16  marzo  1868  col  nome 
di  Caprasio  Primo. 

Andando  inaauzi  sullo  stesso  lato 

45.)  Casa  dell'  Orso  ,  o  della  nuova  fontana  di 
conchiglie .—Quesid  casa  è  appellata  dell'Orso,  per- 
chè nel  pavimento  del  protiro  tiene  in  musaico  ef- 
figiato un  orso  trafitto  da  un  dardo.  Nel  di  sopra 
leggesi  il  saluto  have.  Le  pareti  laterali  sono  molto 
belle,  con  ornati  architettonici,  baccanti,  e  quadretto 
circolare  a  sin.  con  due  figure  ben  dipinte  ,  ed  e- 
sprime  una  Ninfa  accoppiata  ad  un  Satiro.  Neil'  a- 
trio  su  fondo  nero  sono  dipinti  varii  gruppi  di  Fauni 
e  Baccanti,  e  nella  parte  superiore  di  una  parete  vi 
é  Marte  e  Venere  seduti  in  amoroso  colloquio.  Nel 
primo  cubicolo  a  dr.  dell'  cdrio  vi  è  un  quadretto 
esprimente  Narciso,  che  sdraiato  su  di  un  sasso  si 
specchia  nell'onda  e  dirimpetto  vi  è  Danae,  che  se- 
duta in  riva  al  mare  stringe  fra  le  braccia  il  bam- 
binello Perseo.  —  Nel  viridario  scorgesi  una  fon- 
tana rivestita  di  musaici  e  conchiglie,  con  cui  sono 
effigiati  Nettuno,  circondato  da  pesci  ed  uccelli  ac- 
quatici, e  Venere  sdraiata  in  una  conchiglia. 


73 

Ritornando  indietro  ed  Uscendo  di  nuovo  sulla  strada  di 
Stabia  a  destra  salendo 

Regione  IX.  —  Isola  li!.  —  Cardo 

5.)  Gasa  di  M.  Lucrezio  ,  o  delle  Suonatrici. 
Domus  M.  Lucretii.  —  Questa  casa  era  molto  im- 
portante per  i  suoi  famosi  dipinti  e  per  Je  sculture, 
di  cui  è  stata  spogliata. 


In  una  stanzetta  del  peristilio  si  trovò  un  qua- 
dretto, che  ora  è  al  Museo,  esprimente  una  lettera 
piegata  e  suggellata ,  insieme  ad  un  dittico,  un  ca- 


74 

lamo,  un  coltello  per  raschiare  ed  ima  tela  ;  sulla 
lettera  leggesi  1'  indirizzo  a  Marco  Lucre::io  Fla- 
mine e  decurione  di  Pompei  ,  clie  aLitaya  in  que- 
sta casa. 

Nel  protiro  si  vedono  i  dipinti  rappresentanti  una 
donna  che  suona  la  tihia  e  un  uomo  che  le  si  pog- 
gia sulla  spalla,  e  la  parte  inferiore  di  un  quadretto 
rappresentante  Cerere  con  due  fiaccole. 

Neil'  atrio  si  veggono  dipinti  Ippocampi ,  Tritoni 
e  Centauri,  e  nel  giro  sono  quattro  camere  da  letto 
(cubicoli),  due  ale  ,  e  la  sala  da  pranzo  (triclinio). 
Di  fronte  è  il  tablino  ,  e  dall'  ala  sin.  si  passa  alla 
cucina  col  forno  e  cesso. 

Nel  passaggio  delio  /ance,  a  sin.  del  tablino  è  una 
scaletta  che  conduce  al  peristilio  posto  a  un  livello 
superiore  dell'  cdrlo.  —  Dalla  /ance  pervenivasi  al 
Ijortìco  del  giardino,  sostenuto  da  pilastri,  in  uno  dei 
quali  vedesi  graffito  il  laberinto  avente  ai  lati  la 
scritta  Labyrintius.  Hic  Habitat  minotaurus. 

(Il  labirinto.  Qui  abita  il  Minotcairo) 

Una  fontana  in  musaico  e  conchiglie  osservasi  nel 
peristilio  ,  in  form.a  di  edicola  sovrapposta  ad  una 
scaletta  di  marmo  bianco  col  simulacro  di  Sileno 
anche  di  marmo  coli'  otre  sotto  il  braccio,  —  Due 
pilastrini  sormontati  da  ermette  bicipiti  costeggiano 
la  nicchia.  Più  innanzi  è  una  vasca  a  guisa  di  pe- 
schiera, dal  cui  mezzo  sorge  un  tronco  dì  colonna, 
donde  usciva  un  getto  d'  acqua  :  intorno  alla  detta 
vasca  sono  vari  animali  e  due  Fauni  in  marmo  ,  i 
quali  davano  altri  getti  d'acqua,  di  questi  Fauni  uno 
tiene  in  braccio  un  capretto  con  la  capra  che  cerca 


75 
riprendere  il  suo  nato  ,  e  1'  altro  ehe  con  la  mano 
ripara  gli  occhi  dal  sole,  e  finalmente  Pane  seduto, 
a  cui  un  satirello  toglie  dal  piede  una  spina.  Altri 
due  pilastrini  sormontati  da  ermette  bicipiti  fian- 
cheggiano la  fontana  e  la  vasca.  Bacco  barbato,  te- 
ste di  satirelli  e  Baccanti,  un'  oca ,  una  cerva  ,  una 
vacca,  due  ibis,  due  conigli,  ec. 

Infine  dietro  detta  fontana  da  un  lato  si  trova  una 
scalinata  per  discendere  nella  cantina  (cavea)  ,  e 
xlair  altro  lato  si  passa  in  altra  località. 

Saleudo   la  strada  di  Stabia  s'incontra  a  sin,  uu  vicolo  dello 

dccili  scheletri. 

Vicolo  a  sias.  —  Via   I, 

Degli  Scheletri 

A  sin.  salendo  s'incontra  questo  vicolo  che  se- 
para r  isola  II  dall'  isola  III  — Entrando  in  esso  no- 
tansi  le  tre  case  a  sin.  La  prima  è  di  M.  Gavio  Ru- 
fo ,  la  seconda  di  C.  Vibio  ,  e  la  terza  di  Pqpidio 
Prisco.  Nella  prima  accanto  alla  porta  vedesi  graf- 
fito M.  Cavi  Dqmus.  —  Neil'  androne  di  questa  casa 
osservasi  la  cella  del  portinaio  e  la  scuderia  con  i 
resti  di  una  mangiatoia  e  la  bocca  di  una  cisterna. 
Quivi  furon  trovati  sette  scheletri  umani,  dei  quali 
il  corpo  di  uno  fu  ricavato  col  gesso.  —  Nella  casa 
di  ViBio  osservansi  sul  pavimento  in  un  cubicolo 
a  dr.  entrando  le  tracce  del  letto,  che  più  non  esi- 
ste, su  cui  dormiva  una  donna  chiamata  Tertulla , 
il  cui  nome  trovasi  ripetutamente  scritto  sulle  pa- 
reti: Tertulla  quiescit  (Riposa  Tertulla);  nel  giar- 
dino avvi  un  pozzo  col  coperchio  di  marmo  pro- 
fondo circa  80  metri  e  che  contiene  acqua  solforosa. 


76 

La  terza  é  la  più  grande.  Vi  si  trovò  una  quantità 
di  marmi  colorati,  da  cui  prese  l'abitazione  il  nome 
di  Casa  dei  marmi  colorati.  Nel  peristilio  vi  è  a 
sin.  una  porta  di  legno  moderno,  onde  si  scende  ad 
un  pozzo  profondo  110  palmi  ,  il  quale  si  rinvenne 
con  una  quantità  di  acqua.  Ma  la  scoverta  più  im- 
portante, che  fecesi  in  questa  casa,  fu  la  statuetta 
in  bronzo  del  Sileno  ubbriaco,  che  è  tra  le  più  belle 
sculture  del  Museo  Nazionale 

Ritornando  sulla  strada  principale  si  giunge  al  quadrivio 
ove  s'incontra  il  cardo  della  Città  che  incrocia  il  Decumano 
Maggiore  con  la  fontani  all'  angolo  dell'  Isola  XIV,  Regione 
VI-  Diverso  località  di  quest'isola  scavata  nell'anno  1875  sono 
degne  di  essere  osservate.  Dirimpetto  si  praticano  i  nuovi 
scavi. 

A  sin.  salendo  per  la  strada  di  Stabia. 

Regione  VI.  —  Ssola   XIV.  —  Carrto 

20.)  Casa  di  Orfeo,  o  Vesonio  Primo.  —  Sulla 
sogha  della  porta  il  20  novembre  1874  si  rinvenne 
lo  scheletro  di  un  cane  legato  al  suo  collare  e  che 
non  avea  potuto  sottrarsi  alla  catastrofe  :  ne  fu 
fatto  il  modello  in  gesso  ed  ora  osservasi  nel  Mu- 
seo Pompeiano. 

Dopo  il  protiro  trovasi  un  atrio  con  un  bel  pavi- 
mento e  r  impluvio  di  marmo.  —  Allato  al  tablino 
evvi  il  ritratto  del  proprietario,  situato  su  di  un  pi- 
lastrino, su  cui  leggesi  scolpito 

PRIMO  .   N  . 
ANTEROS  .  ARCAR  . 

(A  Primo  nostro  il  cassiere  Antero) 
Dopo  il  tablino  ornato  di  musaico  bianco,  vedes] 


77 

il  giardino  con  portico  di  otto  colonne,  in  fondo  al 
quale  avvi  un  gran  dipinto  rappresentante  Orfeo 
che  seduto  in  una  foresta  suona  la  lira,  e  vari  ani- 
mali ne  ascoltano  il  canto.  —  A  dr.  del  giardino  é 
una  sala,  i  cui  dipinti  sono  ben  conservati. 

Alle  spalle  della  parete  di  Orfeo  è  una  sala  da 
pranzo  con  finestra  sporgente  nel  giardino,  con  di- 
pinti anche  ben  conservati,  ove  veggonsi  alcuni  A- 
morini,  e  sulla  porta  un  uccello. 

Sullo  stesso  lato 

21.  22.)  Follonica.  —  Questa  FuUonica,  comune- 
mente chiamata  fabbrica  di  lana  ,  era  di  un  tal 
Tito  Babinio  Alessandro.  Sul  pavimento  in  musaico 
leggesi  il  saluto  SALVE  e  vi  si  osservano  due  sim- 
boli fallaci.  Sul  lato  dr.  eravi  lo  strettoio  per  pres- 
sare i  panni.  SuU'  altro  lato  sono  tre  comparti- 
menti di  fabbrica  ,  al  di  sotto  dei  quali  scorreva 
r  acqua 

V  atrio  é  ornato  da  fontana  posta  suU'  impluvio. 
Alle  spalle  della  fontana  sono  le  chiavi  dell'  acque- 
dotto.—  Nella  seconda  località  a  dr.  è  la  cucina.  — 
Dal  tabliiio  si  passa  al  lavoratorio,  ove  sono  tre  va- 
sche per  lo  imbiancamento  dei  panni.  L'  acqua  vi 
circolava  mercé  tubi  di  piombo.  Si  osserva  in  alto 
una  parete  che  rappresenta  una  cerimonia  religiosa 
dei  fulloni. 

In  una  camera  a  dr.  del  laboratorio  evvi  un  qua- 
dro che  rappresenta  Venere  con  un  Amorino  al  fian- 
co, ed  un  altro  con  Giove  seduto. 
Sulto  stesso  lato 

28.)  Bottega.  —  Questa  bottega  contiene  tre  di- 
pinti ben  conservati  cioè  una  Venere  Pescatrice,  due 


78 

Satiretti  scherzando  con  un  grappolo  di  uva;  e  Po- 
liremo che  riceve  da  un  Amorino  la  lettera  di  Ga- 
latea.  A  dr.  dell'ingresso  sono  dipinte  le  immagini 
dei  Numi  protettori  del  luogo,  :  Bacco  e  Mercurio. 

30.)  hi  questa  casa  si  osservano  due  quadri ,  il 
primo  neir  atrio  raffigurante  Laocoonte  ed  i  suoi 
figli  in  atto  d' incontrarsi  coi  serpenti,  e  l' ara  con 
un  toro  pel  sacrifizio;  il  secondo  nel  tahlino  esprime 
r  approdo  dei  greci  in  Sicilia  in  procinto  d' incon- 
trarsi col  mostro  Polifemo. 

Sul  lato  sinistro  scendeudo  verso  mezzodì 

Regione  V  —  Isola  I  —  Cardo 

18  )  Questa  casa  à  il  protiro  un  po'  inclinato 
verso  la  strada  per  evitare  che  1'  acqua  della  piog- 
gia provveniente  dall'  atrio,  avesse  potuto  fermar- 
visi.  —  NelP  atrio  si  osservano  dipinti  i  busti  di  di- 
verse divinità.  —  n  tahlino  à  un  quadretto  di  Venere 
ed  Adone. 

Il  giardino  diviso  da  colonne  ,  e  queste  unite  da 
pluteo  di  fabJ3rica  ,  à  di  fronte  un  quadro  ,  ove  un 
toro  è  assalito  da  tigre,  e  più  lontano  un  daino.  Al 
di  sotto  vedesi  dipinto  Sileno  giacente.  A  dr.  di  que- 
sto dipinto  ne  sta  un  altro  esprimente  un  giardino 
chiuso  da  pluteo  di  legno  abbellito  con  lontana  ,  a 
cui  due  pavoni  si  dissetano  appoggiati  sopra  un  re* 
cinto  di  canne. 

A  sin.  del  porticato  sono  due  sale.  Nella  prima 
notansi  tre  quadretti,  l'uno  di  Arianna  giacente,  che 
mira  allontanarsi  la  nave  di  Teseo  :  1'  altro  di  Ve- 
nere alla  toletta  ,  con  Marte  alle  spalle  :  il  terzo 
esprime  Danae  con  Perseo  ira  le  braccia  —  In  que- 


79 

sta  sala  sì  rinvenne  uno  striimenlo  musicale  di  bron- 
zo, detto  Fistula, 

In  varii  siti  della  casa  si  trovarono  molti  oggetti 
preziosi  in  oro,  argento  e  pietre  dure. 

L'ultima  località  in  seguito  delle  precedenti  à  cin- 
que quadretti ,  dei  quali  tre  anno  un  epigramma 
greco  dipinto  sotto  alla  loro  composizione  ,  ed  a 
questa  allusivo.  Il  primo  sulla  parete  occidentale 
rappresenta  la  lotta  di  amore  con  Pane  alla  pre- 
senza di  Venere.  Il  secondo  e  terzo  dipinto  sono 
sulla  parete  settentrionale  ,  dei  quali  uno  rappre- 
senta Omero  seduto  lungo  la  riva  del  mare  ed  i 
due  pescatori ,  che  propongono  al  poeta  V  enigma 
narrato  da  Esiodo,  1'  altro  rappresenta  un  caprone 
che  rode  un  tralcio  di  vite  avvolto  ad  una  colonna 
ed  un  uomo,  a  cui  un  fanciullo  adduce  altra  capra 
ghermendola  per  le  corna  e  per  la  coda. 

26.)  Gasa  di  Lucio  Cecilio  Giocondo  o  dell'  Ar- 
gentario. —  Questa  casa  è  preceduta  da  vestibolo 
e  scalino  di  marmo,  sul  cui  pavimento  vedesi  effi- 
giato in  musaico  un  ccaie. 

V  atrio  à  ai  fianchi  quattro  cubicoli  e  due  ale  ; 
ueir  ati'io  trovasi  un  domestico  altare  o  larario,  il 
quale  è  rivestito  di  marmo  bianco  con  fregio  di 
basso  rilievo  che  ritrae  parte  del  Foro,  cioè  il  tem- 
pio di  Giove  e  l'Arco  vicino  scossi  dal  tremuoto  del 
63  e.  V.,  non  che  i  sacriflziì  fatti  a  Venere  per  espia- 
zione del  flagello. 

Tra  il  primo  ed  il  secondo  cubicolo  notasi  un  pog- 
gio di  fabbrica,  ove  era  situata  la  cassa  del  peculio, 
perché  il  proprietario  Cecilio  Giocondo  era  un  ban- 
chiere (Argetitarias).  Nell'interno  di  questa  casa  fu 


80 

rinvenuta  nel  5  luglio  1875  una  quantità  di  libelli 
cerati,  cioè  tavolette  coperte  ci'  uno  strato  di  cera, 
su  cui  scrivevasi  con  uno  stile  di  ferro,  i  quali  ora  si 
conservano  religiosamente  in  Napoli  nell'officina  dei 
papiri  Ercolanesi. 

Di  fronte  é  il  tablino  con  un  pilastrino  ,  su  cui 
era  il  ritratto  in  bronzo  del  padrone  di  casa  ,  che 
ora  conservasi  al  Museo  con  la  epigrafe  Genio  L. 
Nostri  Felix  L.  Al  Genio  del  nostro  Lucio  Felice 
Liberto  (pose). 

Il  peristilio  è  circondato  dalle  colonne  del  porti- 
cato, nel  cui  centro  è  1'  area  pei  fiori. 

Nella  gran  sala  a  sin.  sono  i  quadri  di  •Arianna 
abbandonata  da  Teseo  e  1'  altro  di  Paride  che  giu- 
dica della  bellezza  delle  tre  Dee. 

La  seguente  iscrizione  graffata  leggesi  nella  parte 
inferiore  della  parete  a  dritta. 

Qais  aniat  valeat.  —  Pereat  qui  nescit  amare.  — 
Bis  tanto  pereat  quisquis  amare  vetat. 

Chi  ama  sia  felice  ,  —  Muoia  colui  che  non  sa 
amare, —  Muoia  due  volte  chi  proibisce  di  amare. 

Tornando  indietro  e  scendeudo  verso  mezzogiorno,  si  volti 
a  dr.,  seguendo  la  strada  grande  Decumano  maggiore  ,  ove 
osservansi  le  seguenti  località.  —  Sul  Iato  sinistro 

Regione  VII. — Isola  IV — Decumasio  llaggiore 

48.)  Casa  della  Caccia.— Il  cubicolo  a  dr.  dell'a- 
trio a  le  dipinture  ben  conservate,  ove  si  vedono  i  bu- 
sti di  Giove,  Apollo,  Diana  e  Mercurio.  Nel  centro 
delle  due  pareti  laterali  osservansi  i  quadri  di' Venere 
pescatrice  a  dr.  .  e  di  Leda  a  sin.  che  rimuove 
il  manto  e  si  stringe  al  seno  il  cigno  —Mene  una 


SI 

sala  aperta  (ala)  e  dopo  un  frìclinìo  con  finestra 
sporgente  nel  giavclino.  —  II  tablìno  ha  nel  suo 
poggio  alcuni  quadretti  rappresentanti  animali  sel- 
vaggi inseguiti  da  Amorini.  Nel  centro  di  ciascuna 
parete  era n vi  due  dipinti  1'  uno  figurante  Dedalo  e 
Pasifae  ,  1'  altro  Arianna  porgendo  a  Teseo  il  go- 
mitolOj  che  dovea  servirgli  di  guida  per  uscire  dal 
laberinto. 

Il  giardino  è  circoscritto  da  colonne,  nel  cui  mezzo 
è  la  piscina  ,  e  sulla  parete  di  prospetto  un  dipinto 
rappresentante  una  caccia  di  bestie  selvaggie,  cioè 
un  cinghiale  addentato  da  un  cane  e  ferito  dal  cac- 
ciatore; un  leone  che  insegue  un  toro,  a  cui  si  av- 
venta un  leopardo;  un  orso  rovesciato  ed  altro  in 
atto  di  scagliarsi  ;  due  cacciatori  ;  una  cerva  e  più 
daini  fuggenti ,  uno  dei  quali  vien  raggiunto  da  un 
leone.  Sul  muro  a  dr.  vedonsi  due  paesaggi  sor- 
montati da  una  cornice  di  stucco. 

A  sin.  v' è  Voecus  con  tetto  moderno  per  conser- 
varne le  pitture.  Quivi  sono  dipinti,  Apollo  alla  pre- 
senza di  Argo;  Diana  al  bagno,  sorpresa  da  Atteo- 
ne  ;  Polifemo  e  un  uomo  col  tirso  che  si  allontana 
da  una  donna  seduta 

Sullo  stesso  lato 

51,)  Casa  dei  capitelli  colorati.  —  È  una  casa 
con  entrata  da  due  strade. 

^éiV atrio  si  osserva  una  fontana  ora  spogliata  del 
suo  rivestimento  di  marmo.  All'intorno  è  il  colon- 
nato che  sosteneva  il  tetto  del  portico. 

Neil'  angolo  a  dr,  in  fondo  dell'  atrio  vedesi  un 
larario  con  nicchia  di  stucco  ,  ove  era  depositata 
qualche   divinità  familiare. 


82 

Il  peristilio  costituito  da  16  colonne  ioniche  con 
Nolute  angolari  e  modinature  variopinte  rinchiudeva 
r  area  dei  fiori  ed  una  vasta  jnscina. 

Il  triclinio,  a  dr.  del  peristilio  dipinto  in  colore 
azzurro  à  il  suo  pavimento  in  musaico  con  più 
pesci.  Vi  si  vede  sulla  parete  a  dr.  Adone  poggiato 
stdle  gambe  di  Venere  e  due  Amorini:  ed  a  sin.  una 
donna  che  vende  alcuni  Amorini  chiusi  in  una  gab- 
bia, che  un  uomo  apre  e  ne  trae  uno  per  comprarlo. 
ì!ie\Vexedra,  a  sin.  che  à  il  fondo  ad  emiciclo,  osser- 
vasi la  nicchia  di  una  statua.  Vi  si  vedono  tre  qua- 
dretti, cioè  Leda  che  si  stringe  al  seno  il  cigno,  una 
sacerdotessa  con  acerra  in  mano  che  riceve  le  offerte 
da  un'ancella  per  deporle  sull'ara,  Achille  e  Patroclo 
r  uno  suonando  la  lira  per  accompagnare  il  canto 
di  una  fanciulla  e  l'altro  mirando  una  seconda  gio- 
vanetta  che  silenziosa  ascolta  la  sua  compagna. 

Passando  per  la  fauce  a  sin.  del  secondo  tablino 
trovasi  un  oecus  fincstrato  coperto  di  tetto  moder- 
no. Le  sue  pareti  sono  fatte  a  disegni  architettoni- 
ci, standovi  due  quadri,  l'uno  dì  Venere  traversando 
il  mare  su  d'  un  altro  Tritone  suonando  la  lira, 
accompagnata  da  due  Amorini  che  spiegano  il  manto 
della  Dea  e  lo  sostengono  come  una  vela  ,  mentre 
altro  Amore  cavalcando  un  Tritone  li  segue  suo- 
nando le  tibie  —  L'  altro  quadro  rappresenta  Cipa- 
risso  seduto  avendo  accanto  il  cervo  ,  ed  Apollo 
dietro  in  piedi. 

Uscendo  al  secondo  atrio  che  sporge  sul  vìcolo 
degli  Augustali,  si  anno  due  alae;  ed  in  quella  a  sin. 
coverta  da  tetto  moderno,  vedesi  una  cappeha  pei  dei 
Lari,  col  quadro  di  Apollo  che  raggiunge  Dafne,  la 
quale  ah'  istante  venne   cangiata  in  alloro. 


83 

Sullo  stesso  lato  sin. 

56.)  Casa  del  Granduca  di  Toscana.  —  È  da  os- 
servarsi nel  fondo  del  piccolo  giardino  una  fontana 
rivestita  di  musaici  e  conchiglie  ,  contenente  una 
nicchia,  in  cui  era  una  statuetta  marmorea  di  Sileno: 
ivi  fu  trovato  nel  tablino  un  dipìnto  che  ora  non  più 
vi  si  osserva,  esprimente  Antiope  che  ordina  ai  suoi 
figli  di  liberare  Dirce  trascinata  dal  toro  furibondo 
ed  Amflone  che  contempla  l'orrendo  supplizio . 

59.)  Gasa  della  parete  nera.  —  Questa  casa  à 
il  protiro,  V  atrio,  il  tablino,  con  pavimento  di  mu- 
saico, ed  il  jjeristilio  con  portico  sostenuto  da  co- 
lonne di  stucco  sul  muro  a  sin.  è  da  ammirarsi  una 
bellissima  cornice.  Nel  centro  è  una  vasca  per  fon- 
tana, ed  in  prosieguo  altra  vasca  semicircolare  an- 
che per  fontana.  In  fondo  si  osserva  una  sala  di  ri- 
cevimento colle  pareti  dipinte  in  nero  ,  e  perciò  fu 
detta  Casa  della  parete  nera. 

Sulle  stesse  pareti  osservansi  diversi  quadretti. Uno 
a  dr.  esprime  tre  Amorini  ed  una  Psiche  intorno  al 
pavone.  L'  altro  rappresenta  quattro  Amorini  che 
scherzano  innanzi  ad  un'immagine  di  Priapo  e  gli  of- 
frono gli  oggetti  serviti  nell'addobbamento  di  Venere. 

Fanno  parte  della  decorazione  di  queste  pareti  due 
gruppi  di  Amore  e  Psiche  e  le  immagini  di  Giove 
sedente  ,  di  Danae  ,  di  un  vate  ,  e  di  più  uomini  e 
donne  in  varie  attitudini. 

A  dr.  della  stessa  strada  si  osserva  la 

Regione  VI  —  Isola  XII 

2.)  Casa  del  Fauno  ,  o  del  gran  musaico  ,  Do- 
mus  M.  Cassi.  —  Sul  margine  che  precede  la  porta 


8^ 

leggesi  il  saluto  HAVE  scritto  in  pietruzze  colorite. 
Questa  bellissima  casa  deve  il  suo  nome  alla  statua 
di  bronzo  del  Fauno  danzante  trovata  nell'atrio,  ed 
al  gran  musaico. 

Il  pavimento  del  vestìbolo  é  di  vari  marmi;  e  nei 
due  lati  sull'alto  delle  mura  si  osservano  due  edicole 
a  stucchi;  come  pure  sono  da  ammirarsi  gli  stucchi 
delle  mura  àelV atrio,  i  quali  anno  uno  smalto  simile 
al  marmo.  Nel  centro  è  V impluvio  con  rivestimento 
di  marmi,  ed  una  base  che  sosteneva  la  statuetta 
del  Fauno  danzante.  —  All'  intorno  sono  otto  sale 
e  di  fronte  il  tablino.  —  Neil'  ala  a  sin.  osservasi 
sul  pavimento  un  musaico,  esprimente  tre  colombe 
che  tirano  un  filo  di  perle  da  una  cassetta. 

Quindi  si  passa  nel  peristilio  ;  nella  gran  sala  di 
fronte,  ove  sono  due  colonne  colorate  in  rosso  e 
sostenute  da  tetto  moderno,  fu  rinvenuto  il  famoso 
pavimento  in  musaico  rappresentante  la  battaglia  di 
Alessandro  contro  Dario,  oggi  al  Museo  di  Napoli. 

Nel  triclinio  si  trovò  1'  altro  musaico  figurante 
Aerato  che  cavalca  una  pantera  ,  ed  altri  due  qua- 
dretti dello  stesso  genere  ,  uno  di  un  gatto  divo- 
rante un  uccello,  1'  altro  con  crostacei  e  pesci,  an- 
che al  Museo. 

Nel  terzo  cortile  con  colonnato  in  giro  ,  possono 
vedersi  a  sin.  molte  anfore  addossate  al  muro.  Furon 
trovati  quivi  varii  oggetti  d'  oro,  argento,  bronzo  e 
terracotta  ,  non  che  alcuni  scheletri,  tra  cui  uno  di 
donna  portante  al  dito  1'  anello  di  oro  col  nome 
proprio  di  Cassia. 

Seguendo  il  cammino  di  questa  strada  ,  si  giunge  ad  allr> 
quadrivio,  ove  si  à  a  dr.  un  arco  di  trionfo  ,  ed  all'  angolo 
sin,  un  tempio  detto 


85 


,,    .  Tempio  della  Fortuna 

(Aedes  Fortunce  Augustce) 

Regione  TBI — Isola  IV. 

l.j  II  prospetto  del  tempio  offre  una  bella  scala 
di  marmo  bianco,  dopo  la  quale  si  elevavano  quat- 
tro colonne,  di  cui  si  trovarono  i  soli  capitelli. 

La  cella  era  coperta  da  tetto,  e  le  mura  erano  ri- 
vestite di  marmo.  Vi  sì  rinvenne  questa  iscrizione: 

AVGVSTO  CAESARI   PARENTI  PATRIAE. 


86 

Nel  fondo  é  una  nicchia  innanzi  a  cui  è  un'  ara. 
Il  santuario  era  fiancheggiato  da  due  statue  ,  che 
furono  trovate  cadute  sul  pavimento.  La  nicchia 
era  sormontata  da  un  architrave  che  vedesi  a  terra 
ed  in  cui  si  legge: 

MTVLLIVS.M.F.D.V.I.D.TER.QVINQ.  AVGVR.TR.MIL 
A.POP.AEDEM.FORTVNAE.AVGVST.SOLO.ET.PEQ.SVA 

Marco  Tullio  figlio  di  Marco,  Duumviro  giusdi- 
cente per  la  terza  volta  Quinquennale  ,  augure  , 
tribuno  militare  eletto  dal  popolo,  elevò  dal  suolo 
e  a  proprie  spese  il  Tempio  della  Fortuna  Au- 
gusta. 

A  metà  della  scalinata  sta  un'  ara  per  i  sacrifizi 
pubblici,  innanzi  alla  quale  alcuni  avanzi  di  bastoni 
di  ferro,  che  facevano  parte  di  un  cancelletto. 

Lasciando  il  Tempio  della  Fortuna  e  volgendo  verso  selten- 
trioiie  oltrepassato  P  arco  di  trionfo  si  entra  nella 

Strada  di  Mercurio 
Regione  VI.  —  isola  X.  —  Via  VI. 

Questa  strada  è  preceduta  dall'orco  di  trionfo,  detto 
di  Nerone  e  fu  cosi  chiomata  pel  basso  rilievo  scol- 
pito sul  cippo  di  una  fontana  ,  che  osservasi  verso 
la  metà  della  strada. 

Per  questa  stessa  via  si  giunge  fin  sotto  alle  mura 
settentrionali  della  città. 

Sul  Iato  sin.  si  osserva  la 


87 


Regione  \l  —  Isola  TSU 


20.)  FULLONICA    ANTICA.  EdifIZIO  DEI    TINTORI.  ~ 

Tintoria.  QuesL'  ediflzio  serviva  per  lavatura  e  ri- 
mendatura  dei  panni.— A  sin.  dell'entrata  vedesila 
cella  del  portinaio  incaricato  di  ricevere  le  vesti  e 
più  innanzi  il  luogo  ove  si  depositavano. 

Nel  portico  evvi  una  fontana,  e  sul  pilastro  a  sin. 
vedesi  effigiata  la  figura  del  Sarno  in  -qualità  di  pe- 
nate. Su  r  altro  pilastro  eran  dipìnti  alcuni  fuUonì 
intenti  a  lavare  le  biancherie.  SuU'  altra  faccia  del 
medesimo  pilastro  era  altro  quadro,  che  figurava 
lo  strettoio  per  asciugare  i  panni  bagnati  ed  una 
donna  seduta. 

Jl  porticato  è  circondato  di  camere  per  gli  ope- 
rai deir  opificio  ;  e  vi  si  osserva  un  forno  nel  lato 
sin.  —  In  fondo  al  cortile  sono  le  vasche  per  im- 
bianchire le  stoffe.  —  Dallo  stesso  edifizio  si  passa 
a  dr.  in  un'  abitazione  con  aù'io  di  sei  colonne , 
che  reggevano  il  tetto  di  un  porticato,  nel  cui  mez- 
zo è  r  impluvio  ed  il  puteale  di  terracotta. 

Da  questo  alrio  sì  esce  nuovamente  alla  strada  dì  Mercu- 
rio, e  sullo  stesso  lato  vedesi  la 


22.)  Casa  della  grande  Fontana  in  musaico,  o 
DI  Livio.  —  L' ingresso  tiene  ai  lati  due  camere 
per  i  domestici.  Del  tablino  vi  è  il  pavimento  in 
musaico  bianco  cinto  da  meandro. 

6 


88 


Nella  camera  di  compagnia  (exedra)  ,  clie  é  di 
lato,  era  dipinta  una  scena  di  commedia.  Nel  pic- 
colo giardino  preceduto  da  portico  sì  osserva  una 
fontana  di  marmo  in  forma  di  edicola  ornata  di 
conchiglie  e  musaici ,  nel  cui  centro  è  in  musaico 
una  maschera  ,  e  dal  fondo  della  vasca  elevasi  un 
tronco  di  colonna  con  foro  nel  mezzo ,  da  servire 
per  far  discendere  1'  acqua  in  un  serbatoio  sotto- 
posto. La  vasca  è  fatta  a  modo  di  bagno.  —  Ai  lati 
della  fontana  sono  due  maschere  di  marmo  vuote 


89 

internamente  che  contenevano  di  notte  le  lampadi, 
la  cui  luce  spandevasi  per  gli  occhi  e  per  le  bocche . 

Di  seguito  sullo  stesso  lato 

23.)  Casa  della  piccola  Fontana.  Adr.  del  pro- 
tiro è  la  scala  che  conduceva  al  piano  superiore  — 
Neil'  atrio  si  trova  a  dr.  la  cella  per  lo  schiavo.  — 
Il  giardino  è  ornato  da  una  fontana  a  guisa  di  edi- 
cola rivestita  di  conchiglie  e  musaici.  Nel  centro 
della  vasca  sta  una  colonnetta ,  su  cui  poggia  un 
genio  alato ,  in  atto  di  sorpresa  ,  reggendo  un  ci- 
gno col  sinistro  braccio,  dal  cui  becco  scaturiva  il 
getto  dell'acqua. 

Le  pareti  del  giardino  presentano  dipinta  l' im- 
magine di  un  porto  situato  alla  foce  di  un  fiume  , 
nel  modo  stesso  .che  era  quello  di  Pompei ,  allo 
sbocco  del  Sarno  nel  mare.  La  parete  su  cui  poggia 
la  fontana  è  ornata  di  dipinti  che  rappresentano 
paesaggi  e  marine. 

Uscendo  da  questa  casa  si  à  un  quadrivio,  ove  vedesi  una 
fontana  detta  di  Mercurio  pel  bassorilievo  nel  pilastrino,  donda 
usciva  l'acqua.  Dirimpetto  osservasi  la 

Regione  VI  —  Isola   X. 

1.)  Osteria.  —  Vicino  alla  soglia  vedesi  un 
banco  rivestito  di  marmo  ,  su  cui  sono  alcune 
scansie  fatte  a  guisa  di  scaletta  ,  ove  1'  esercente 
poneva  in  mostra  i  bicchieri  e  le  tazze.  Su  questo 
banco  sono  infissi  tre  vasi  di  terracotta,  che  con- 
tenevano  il   vino.  —  Sul   lato  destro   della   botte- 


90 

ga  trovasi  il  focolaio.  Nella  stanzetta  di  fronte  al- 
l' entrata  veclesi  il  podio  fatto  ad  imitazione  del 
marmo,  al  di  sopra  del  quale  è  dipinta  nna  caccia 
di  animali  quadrupedi. 

Nei  lati  sono  due  quadretti ,  1'  uno  a  dr.  rappre- 
sentante Polifemo  e  Gala  tea,  1'  altro  a  sin.  Venere 
pe  Beatrice. 


L'altra  località  pure  di  fronte  all'entrata,  posta 
a  sin.,  contiene  nove  quadretti  che  fanno  allusione 
air  uso  del  luogo.  Essi  rappresentano  persone  che 


91 

mangiano  e  bevono  —  Fra  questi  ve  n'é  uno  ,  mal 
conservato,  esprimente  alcuni  uomini  che  scaricano 
un  carro  con  anl'ore  di  vino. 

Dopo  r  osteria,  volgendosi  nel  vicolo  a  dr,  che  la  costeg- 
gia, sul  lato  sin.  verso  la  fine  è  da  osservarsi  I'  ultima  casa 
detta. 

llegione  \'i  —  Isola  XI  —  Via  I. 

ly.)  Gasa  del  Laberinto.  —  L'  atrio  di  questa 
casa  à  V  impluvio  fiancheggiato  da  quattro  colonne 
scanalate  con  capitelli.  —  Il  tablino  à  il  pavimento 
in  musaico  con  meandro  colorato ,  ed  avanzi  di 
stucchi  nelle  pareti.  Passando  per  la  fauce  a  dr. 
del  tablino  vedesi  un  peristilio  con  colonnato. 

È  degna  di  osservazione  la  sala  in  fondo  ,  che 
oltre  alle  pareti  ben  dipinte  contiene  un  giro  di 
colonne  scanalate.  —  Sul  lato  sinistro  della  prece- 
dente vedesi  altra  sala  con  pavimento  in  musaico 
bianco  e  nero  ,  avente  nel  mezzo  un  quadretto  an- 
<:he  in  mnsaico  ,  rappresentante  Teseo  che  abbatte 
ii  Minotauro  in  presenza  delle  lancialle  aleniesinel 
Laberinto  di  Creta. 

L'  altra  stanzetta  a  dr.  è  anche  molto  elegante 
pel  pavimento  e  pei  diphiti  di  ornati. 

Alla  estremità  del  vicolo  del  Laberinto  sono  a  destra  degni 
di  osservazione  alcuni  gr:ndi  tubi  di  piombo  per  la  condut- 
tura delle  acque  nella  città  ,  difesi  da  recenti  fabbriche  for- 
nite di  cancello  di  ferro. 

Ritornando  indietro  ed  uscendo  di  nuovo  sulla  strada 
grande  di  Mercurio,    salendo  verso  nord  vedesi  a  sin.  la 


92 

Regione  VI  — <  Isola  VII. 

18.)  Gasa  di  Adone —  della  Toletta  di  Ermafro- 
dito FERITO,  0  di  Marco  Asellino.  Domus  M.  Asel- 
lini.  È  cosi  chiamata  pel  quadro  sul  muro  destro  del 
peristilio  ,  il  quale  presenta  ,  dipinto  al  naturale  , 
Adone  ferito,  che  poggiato  un  braccio  sulle  ginoc- 
chia di  Venere  ,  abbandona  1'  altro  ad  Amore  che 
lo  sostiene,  mentre  più  Amorini  gli  fasciano  la  fe- 
rita. A  dr.  è  un  altro  quadro  che  esprime  Bacco 
addormentato. 

Nell'altro  lato  del  peristilio  si  osserva  un  dipinto, 
che  rappresenta  un  Ermafrodito  in  atto  di  adornar- 
si, e  seduto  mirasi  nello  specchio  che  gli  tiene  un 
uomo  vestito  all'  orientale  ,  ed  una  donna  che  trae 
dalla  cassetta  delle  gioie  un  filo  di  perle,  ed  un'al- 
tra che  gli  orna  il  petto  con  un  laccio  d'oro.  Il  re- 
sto della  parete  è  assai  ben  decorata  con  diversi 
Amorini  e  ghirlande. 

Sullo  stesso  luto  della  strada. 

23.)  Casa  detta  di  Apollo  ,  o  di  Aulo  erenu- 
LEio  COMUNE. —Neil' «zfno  si  osserva  sul  lato  sini- 
stro nel  mezzo  della  parete  dipinto  un  Apollo,  che 
fece  denominar  cosi  la  casa  posseduta  da  Aulo  Ere- 
iiuleio.  Il  tahlino  o  stanza  di  ricevimento  che  è  di 
fronte  all'ingresso  è  decorato  con  riquadrature  fan- 
tastiche. Nel  mezzo  delle  due  pareti  laterali  si  os- 
servano due  quadretti,  quello  di  un  Adone  ferito  e 
r  altro  di  Venere  con  Amore  sulla  spalla.  Il  giar- 
dino contiene  un'  artificiosa  fontana  .  a  guisa  di  pi- 


93 

ramide  con  quattro  scalette  di  marmo  'per  la  di- 
scesa dell'acqua.  Questa  fontana  è  cinta  da  un  mu- 
riccìuolo,  nel  cui  giro  interno  sono  alcune  scalette, 
formando  cosi  una  peschiera  per  tenervi  le  oche. 

La  parete,  su  cui  è  addossata  la  peschiera  ,  rap- 
presenta un  boschetto  con  alberi  di  frutta  ed  uccel- 
li, anitre,  cigni,  un  pavone,  ed  il  simulacro  di  Dia- 
na. Nel  fondo  del  giardino,  che  trovasi  a  dr.,  sono 
tre  nicchie  per  i  dei  Lari  ;  in  quella  di  mezzo  os- 
servasi un  ornato  in  musaico.  —  A  sin.  di  esse  è 
una  stanza  per  dormire ,  posta  in  livello  superiore 
al  piano  del  giardino  e  vi  si  ascende  per  tre  scalini 
di  marmo  bianco.  Ivi  si  osservano  diversi  dipinti 
architettonici  fantastici  che  ne  decorano  le  pareti  , 
tra  i  quali  sono  varie  figure  di  Numi.  La  parete  di 
fronte  rappresenta  tre  divinità  assise  sopra  sedie 
curuli,  Bacco,  Apollo  e  Venere  o  Diana. 

Nel  muro  esterno  della  stanza  di  trattenimento  é 
altro  quadro  in  musaico,  esprimente  Achille  ricono- 
sciuto da  Ulisse  alla  presenza  di  Deidamia. 

Discendendo  la  strada  trovasi  la 

Regione  \1  —  Isola  IHL  -^  Via  VI. 

2.)  Casa  detta  di  Meleagro.  —  Vien  detta  così 
pel  dipinto  nell'  androne  a  sin.  che  esprime  Melea- 
gro seduto  col  cmghiale  ai  piedi  ed  Atalanta  in 
atto  di  riposo;  sul  muro  opposto  scorgesi  Mercurio, 
che  porge  una  borsa  a  Cerere  seduta  tenendo  una 
face. 

Nel  mezzo  dell'  atrio  è  un  pilastrino  rivestito  di 
marmo,  su  cui  era  una  statuetta  di  bronzo,  da  cui 
scaturiva  un  getto  d'  acqua  \\q,\V impluvio;  avvi  una 


mensa  sostenuta  da  grifoni  con  due  incavi  di  sotto 
per  tenere  in  fresco  i  vasi  del  vino  e  delle  frutta. 


A  sia.  deW  atrio  è  un  giardino  con  portico  ,  nel 
cui  mezzo  scorgesi  una  peschiera  ,  sormontata  da 
fontana.  Neil'  angolo  destro  del  giardino  si  vede 
una  stanzetta,  che  à  la  volta  antica  ed  ornati  di 
stucco. 

A  sin.  di  detta  stanza  è  un  passaggio,' che  con- 
duce ad  una  stanza  superiore  e  ad  altre  località 
interne. 

Nel  peristilio  si  osservano  quattro  sale  con  pavi- 
menti a  musaico.  È  da  osservarsi   la   seconda    di 


95 

esse  destinata  per  sala  da  pranzo,  che  à  in  tre  lati 
un  colonnato  con  capitelli.  Le  colonne  sono  rivestite 
di  stucco  giallo  con  le  pareti  decorate  di  quadretti, 
dei  quali  uno  rappresenta  un  Fauno,  che  con  una 
serpe  fra  le  mani  spaventa  una  Baccante;  un'altro 
Teseo  seduto,  che  calpesta  il  Minotauro,  ascoltando 
Arianna  in  piedi  al  suo  fianco. 

La  quarta  di  queste  sale  è  decorata  di  dipinti  dan- 
neggiati. Si  osserva  sulla  parete  di  fronte  il  qua- 
dro ,  che  esprime  il  giudizio  di  Paride ,  cioè  le  tre 
Dee  con  Mercurio  e  Paride  in  piedi,  che  riceve  la 
galea  da  Elena  in  presenza  di  Ettore. 

Sullo  stesso  lato 

5.)  Casa  del  centauro.  — V atrio  di  questa  casa 
invece  dell'  impluvio  contiene  un  viridario  circon- 
dato da  colonne,  su  cui  poggiarono  le  tettoie,  ed  a 
dr.  della  porta  un  cubicolo  ed  un  oecus.  —  Il  tablino 
era  ornato  da  due  dipinti,  ora  al  Museo  di  Napoli , 
dei  quali  uno  rappresentava  Ercole  con  Deidanira 
ed  Ilio  al  fiume  Eveno,  incontrati  dal  Centauro  Nesso 
che  si  profferisce  di  tragittarli  all'  altra  sponda  ;  il 
secondo  quadro  rappresentava  Meleagro  ed  Atalanto 
con  la  testa  del  cinghiale  calidonio. 

7. 6.)  Casa  di  Castore  e  Polluce  o  dei  Dioscari, 
del  Questore.  —  Questa  casa  è  divisa  in  due  parti, 
con  due  entrate  e  due  uscite.  —  Essa  apparteneva 
ad  un  sol  padrone. 

A  sin.  del  protiro  è  la  cella  del  portinaio,  ed  a 
dr.  la  cucina ,  con  altra  camera  ,  ed  una  scalinata 
pei  piano  superiore. 

La  porta  a  sin.  dell'  atrio  à  una   scaletta,  di  tra^*. 


96 

vertino,  e  mena  in  un  porticato  con  colonne  di  stucco 
scanalate.  Il  pavimento  è  di  musaico  bianco.  —  Nel 
mezzo  vedesi  una  vasca  dì  fabbrica  con  colonna  ad 
Uso  di  fontana.  —  Le  pareti  dintorno  sono  dipinte 
con  ornati  e  figure ,  osservandosi  nei  due  primi  ri- 
guardi, a  destra  entrando  ,  Castore  e  Polluce.  Sul 
pilastro  all'  angolo  destro  della  vasca  ,  sta  dipinto 
un  Nano  che  scherza  con  una  scimia.  SuU'  altro 
pilastro  di  fronte  vi  è  il  dipìnto  dì  una  sacerdotessa 
avvolta  nelle  spire  di  un  serpe.  Sulla  parete  di  fac- 
cia, vedesi  Venere  Pompeiana,  una  Baccante,  Teti 
e  due  quadretti  intermedi  di  frutta  ,  uccelli  e  qua- 
drupedi. 

In  fondo  è  un  gran  salone  per  le  feste  domesti- 
che ed  i  pranzi. 

Nell'altro  appartamento  sì  osservano  due  dipinti, 
il  primo  nella  sala  a  dr.  del  tablino  esprime  le  Ninfe 
che  raccolgono  il  neonato  Adone  partorito  da  Mir- 
ra ;  e  1'  altro  nella  stanzetta  a  sin  del  passaggio 
sporgente  al  giardino  che  rappresenta  Apollo  e 
Dafne.  L'altro  quadretto  sulla  parete  a  sin.  esprime 
Sileno,  che  porge  a  Bacco  bambino  un  grappolo 
d'  uva. 

Regione  ^\.  —  Isola  X. 

7.)  Casa  dell'Ancora.  —  Vien  cosi  appellata  dal 
musaico  del  pavimento  del  protiro  che  rappresenta 
un'  àncora . 

Nei  due  cubicoli  laterali  si  osservano  i  due  dipinti, 
Nettuno  che  porge  la  mano  ad  Amimone  ed  A- 
rianna  abbandonata  da  Teseo. 


97 


In  fondo  dell'abitazione  vi  è  un  sotterraneo,  donde 
si  passa  in  un  tempietto  che  à  la  niccliia  per  con- 
tenere una  divinità,  e  due  fontane. 

Sul  lato  dritto  scendendo 


14.)  Bottega  del  barbiere  —  Sacrariam  —  In 
questa  cappella  ,  erroneamente  creduta  bottega  di 
barbiere,  sono  due  nicchie  pei  Lari,  un  piedistallo, 
un  banco  dei  sacerdoti  e  la  cellclta  alle  spalle. 


98 


Dopo  di  questa  cappella,  si  passi  di  nuovo  l'arco  di  trionfo 
al  principio  della  strada,  per  osservare  risola  V,  che  trovasi 
di  fronte  al  tempio  della  Fortuna  ,  voltando  sul  lato  dritto 
verso  ovest  ed  a  sin,  si  osservano  le 


Regione  \H — Isola  V  —  Decuiììano  Maggiore 


Terme  pubbliche.  Bagni  (Balinea^)  Terme  della 
Fortuna  —  Bagni  antichi  —  Bagni  dei  poveri. 

2.)  Questa  piccola  terma  o  meglio  Balineos  non  e- 
sisteva  prima  dell'  arrivo  dei  coloni  suUani  ;  fu  co- 
struita in  due  epoche  successive  ed  ultimata  dopo 
la  morte  di  Augusto. 


99 

La  prima  sala,  spoglìatorìo  (apodyterìum  ,  a  cui 
si  perviene  per  un  corridoio  (fauces),  era  destinata 
a  conservare  gli  abiti  di  coloro,  che  spogliati  si  ac- 
cingevano ad  entrare  nelle  altre  sale  ,  poiché  in 
giro  vedonsi  i  buchi  dei  travicelli  di  legno  nelle 
mura  che  sostenevano  gli  armadi ,  e  sedili  di  fab- 
brica nei  lati. 

In  fondo  è  il  bagno  freddo  (frigidarium)  con  va- 
sca circolare  (piscina),  rivestita  di  marmo,  sul  cui 
giro  è  un  gradino  per  discendervi.  Questa  sala  à 
la  cornice  di  stucco  che  rappresenta  una  corsa  di 
Amorini  in  bighe  o  a  cavallo.  Nella  parete  in  giro 
al  bagno  sono  quattro  nicchie  ,  ove  erano  i  sedili 
pei  bagnanti. 

Dal  frigidario  si  passava  nel  tepidario  (tepida-^ 
riunì)  ,  a  dr.  dell'  entrata  chiamato  anche  sala  in-^ 
termedia.  Ouivi  osservasi  un  braciere  di  bronzo 
con  tre  sedili  dello  stesso  metallo,  costruiti  a  spese 
di  M.  Nigidio  Vaccula  ,  il  quale  vi  fece  scolpire  le 
seguenti  lettere:  m.  nigidius.  vaccvla.  p.  s.  —  Fi- 
gure di  Atlanti  o  Telamoni  di  terracotta  sostengono 
un  cornicione  che  poggia  sulle  loro  teste,  di  mezzo 
ai  quali  sono  loculi  per  contenere  panni  o  vasi  di 
prolumi  e  di  essenze. 

La  volta  è  scompartita  in  grandi  e  piccoli  dipinti 
in  rosso  ed  azzurro,  in  ciascuno  dei  quali  sono  bas- 
sorilievi esprimenti:  Cupido  che  poggiasi  sull'arco— 
Amorini  che  cavalcano  mostri  marini  —  altri  con- 
ducendo delfini,  0  guidando  ippogrifi,  o  battendo  un 
timpano  —  un  Centauro  —  un  Pegaso  —  un  Ercole 
fanciullo  sul  leone,  e  ghirlande  di  fiori:  e  tutti  i  ri- 
quadri sono  intramezzati  da  candelabri  e  circoscritti 
da  fasce  di  diverso  colore. 


100 

L'  ultima  sala  (cali dar ium)  contiene  la  stufa  (su- 
datorium  )  ,  che  à  da  un  lato  una  grande  vasca 
(baptisterium)  di  marmo  pel  bagno  caldo  (calidor 
riumj,  e  dall'altro  il  laconicum  emisferico  per  mo- 
derare il  calorico  della  stufa  ;  nel  laconico  era  una 
fontana  di  acqua  perenne  per  rinfrescare  i  bagnanti. 
Suir  orlo  della  vasca  del  laconico  leggesi  in  let- 
tere di  bronzo:  cn.  melissaeo.  cn.  f.  apro.  m.  staio. 

M.    F.    RVFO.    II.    VIR.   ITER.    ID.    LABRVM.    EX-    P.  P.  F. 

c.  coNSTAT.  HSI33-  c,  c.  L.  Cneo  Melìsseo  Apro  fi- 
glio di  Cneo,  M.  Stajo  Rufo  figlio  di  Marco,  Duum- 
viri  per  la  seconda  volta  giusdicenti  per  decreto 
dei  Decurioni  curarono  di  far  costruire  questa 
vasca  a  spese  pubbliche.  Costa  5250  sesterzii. 

La  volta  à  due  aperture  che  rischiaravano  la  sala 
ed  erano  chiuse  da  finestre  di  legno  con  vetri. 

Il  pavimento  della  stufa  (suspensura)  è  sospeso 
sopra  pilastrini  di  mattoni  lasciando  al  di  sotto  un 
vuoto  pel  passaggio  del  calore.  Le  pareti  sono  an- 
che vuote  per  lo  stesso  scopo. 

Alle  spalle  di  detta  sala  è  la  fornace  (ipocausto), 
che  serviva  per  riscaldare  la  stufa. 

Sul  lato  dritto 

Regione  ^I.  —  Isola  Vili. 

5.)  Casa  del  poeta  tragico.  —  Casa  Omerica-- 
Di  questa  nobilissima  casa  interessante  per  i  mo- 
numenti di  arte  è  ignoto  il  proprietario.  —  Presso 
r  ingresso  era  il  musaico ,  di  un  cane  incatenato , 
coir  apostrofe  cave  canem  ,  guardati  dcd  cane  — ■ 
L'  atrio  che  à  l' impluvio  ed  il  puteale  di  marmo 
era  ornato  di  belle  pitture,  che  si  serbano  nel  Mu- 
seo di  Napoli.  Solo  rimane  un  frammento  di  pittura 


101 

che  rappresenta  Nettuno  ,  il  quale  rapita  Amimone 
attraversa  le  onde  seduto  sul  cavallo  niarino  gui- 
dato da  un  Tritone  ed  accompagnato  da  un  Amo- 
rino che  gli  porta  il  tridente;  —  In  un  cubìcolo  a 
sin.  dell'  atrio  sta  dipinto  sul  fregio  delle  pareti  un 
combattimento  di  Amazzoni  su  ì  carri  con  altri 
guerrieri  a  piedi.  Al  di  sotto  vedesi  una  Nereide  su 
di  un  toro  marino.  —  Di  fronte  al  cortile  é  il  ta' 
Mino,  ove  era\'i  un  musaico  detto  il  concerto  dram- 
matico figurante  un  Poeta  che  declama  versi.  Il  pa- 
vimento è  in  musaico,  nel  mezzo  del  quale  era  un 
quadretto  esprimente  una  rappresentazione  dram* 
matica  con  sette  figure. 


102 

Nel  peristilio,  che  circondava  un  piccolo  giardi- 
no ,  vi  è  r  edicola  per  i  Lari  ove  si  trovò  un  pic- 
colo Fauno. 

Sonovi  su  diverse  pareti  varie  pitture  esprimenti 
paesaggi  e  marine. 

Nella  sala  da  pranzo  si  osservano  le  pitture  di 
Venere  col  nido  degli  Amorini  :  Teseo  che  abban- 
dona Arianna  nell'isola  di  Nasso,  ed  una  scena  del 
mito  di  Diana. 

Segue  sul  lato  dritto 

Regione  Vi  —  Isola    VI, 

i.)  Casa  di  Pansa.  Domus  Nigicli  Mai. -r- lì  fab- 
bricato di  quest'  abitazione  forma  un'  isola  circon- 
data da  botteghe  ,  e  chiamavasi  Insula  Arriana 
Pollìana ,  era  posseduta  da  Gneo  Alleio  Nigidio 
Maio. 

Uno  schiavo  a  nome  Primo  era  incaricato  della 
vendita  delle  derrate  del  padrone  e  della  locazione 
delle  botteghe. 

Il  vestibolo  aveva  il  pavimento  in  musaico.  V atrio 
è  circondato  da  stanzette  separate  ed  à  nel  mezzo 
r  impluvio.  Il  tablirio  divide  1'  atrio  dagli  apparta- 
menti interni.  A  dr.  ed  a  sin.  del  tablino  sono  al- 
tre due  sale  dì  trattenimento  (ale)  con  pavimento 
in  musaico.  Tra  queste  ale  ed  il  tablino  è  un  pic- 
colo passaggio  (  fauces  )  a  dr.  che  comunica  colla 
parte  interna  della  casa. 

Passando  nell'  altro  appartamento  si  entra  in  un 
cortile  con  peristilio  retto  da  colonne  ,  nel  mezzo 
del  quale  sta  una  piscina.  Le  colonne  scanalate  di 
ordine  ionico  sono  sormontate  da  capitelli  corintii.—' 


403 

Dì  prospetto  sta  una  sala  da  pranzo  con  finestra 
che  sporge  nel  giardino  —  Di  lato  è  1'  exedra  ed 
altre  stanze  di  famiglia. 

Nel  lato  sin.  della  fauce,  che  conduce  al  giardino, 
vi  è  la  cucina  :  ove  si  trovarono  molti  utensili  di 
bronzo  e  vasi  di  terracotta.  Il  dipinto  delle  pareti 
esprime  due  serpenti  protettori  dell'  ara ,  su  cui  si 
facevano  i  sacriflzii ,  ed  in  altro  sito  erano  dipinti 
dei  commestibili.  Dalla  cucina  si  passa  in  altra 
stanza  per  uso  di  dispensa. 

Uscendo  da  questa  casa  sulla  strada  delle  Terme  e  volgendo 
a  dr.,  alla  destra  della  fontana  osservasi  un 

17.)  PisTRiNo.  —  Nella  località  n.  17  all'  angolo 
occidentale  dell'  isola  dovevasi  tenere  smercio  di 
pane,  poiché  vi  si  trova  il  mulino  (pìstrino),  e  dopo 
un'  altra  sala  é  il  forno  oltre  alle  vasche,  una  ta- 
vola e  più  vasi  di  terracotta,  ove  vedevasi  un  bas- 
sorilievo suir  arcata  del  prefurnio,  che  esprimeva 
un  fallo    colle  parole  hic  habitat  felicitas. 


Fontana 


Dopo  la  strada  delle  Terme  volgendo  a  dr.  incon- 
trasi una  fontana  ,  ove  la  strada  si  divide  in  due  , 
cioè  in  un  vicoletto  a  dr.  che  mena  alle  mura  della 
città  ,  e  a  sin.  continua  la  strada  principale.  La 
fontana  à  una  vasca  sormontata  da  pilastrino  col 
bassorilievo  di  un'aquila,  che  divora  ima  lepre. 

Alle  spalle  della  fontana  trovasi  una  bottega  col  suo  pan- 
cone, che  viene  chiamata 

7 


Regione  VI  ^  Isola  III. 

20.)  Osteria  di  Fortunata.  Taberna  Fortuna- 
iae,  —  Questa  bottega  situata  all'  angolo  aveva 
nella  parte  esterna  una  iscrizione,  ora  distrutta,  da 
cui  rilevavasi  che  apparteneva  a  FORTVNATA  e 
si  vendevano  commestibili.  —  In  questa  taverna 
si  vede  un  poggio  di  fabbrica  e  nel  forno  una  pie- 
tra più  alta  per  riporvi  il  braciere  ;  il  poggio  era 
rivestito  di  marmo  per  depositarvi  le  tazze  e  i  bic- 
chieri. 

Seguendo  la  strada  a  sin.  della  fontana  verso  setteutrione 

3.)  Forno  e  mulino.  Panetteria.  —  È  una  pic- 
cola abitazione,  con  un  pistrìno  o  forno  ,  e  quattro 
mulini.  A  dr.  avvi  la  bocca  di  una  cisterna  tra  due 
pogginoli  con  vasi  di  creta  per  1'  acqua.  Tra  la  ci- 
sterna ed  il  forno  vi  è  1'  entrata  di  una  stanza  con 
pavimento  in  musaico,  —  Presso  il  forno  è  altra 
stanza  ,  ove  vedesi  sul  muro  il  sito  delle  scansie 
per  riporre  il  pane  prima  di  esser  cotto.  A  sin.  del 
jiistrino  si  vede  la  cucina.  —  hi  questa  abitazione 
furono  trovate  varie  anfore  ripiene  di  farina  ,  e  al- 
cuni vasi  di  creta. 

In  altra  località  a  sin.  destinata  ad  uso  di  stalla 
per  gli  animali  adibiti  a  girare  le  macine  osservasi 
un  abbeveratoio  costruito  nella  spessezza  del  muro 
di  separazione,  ed  à  altra  uscita  nel  vicoletto. 

Uscendo  per  la  stessa  porta  vedesi  di  fronte  una  casa  re- 
staurata n.  2  7,  ove  fu  stabilita  una  scuola  Archeologica  con 
relativa  Biblioteca. 


105 


Regione  VI   —  Isola   II. 


4.)  Gasa  di  Gajo  Sallustio  o  di  Atteone»  Do- 
mus  A.  Coss.  Libani.  —  Quest'  abitazione  fu  attri- 
buita a  Caio  Sallustio  per  l'epigrafe  clie  leggevasi 
sul  muro  esterno  ora  scomparsa,  e.  sallustium  m. 
F.  —  Ma  da  un  suggello  di  bronzo  trovato  in  set- 
tembre 1806  si  rileva  esserne  stato  il  proprietario 
A.  Gossio  Libano.  —  Ai  lati  del  vestibolo  sono  due 
botteghe  che  fanno  parte  dell'  abitazione ,  ed  in 
quella  a  sin.  si  osserva  un  pancone  di  fabbrica  ri- 
vestito di  marmo ,  su  cui  sono  infìssi  sei  vasi  di 
terracotta.  Di  lato  è  un  fornello.  Più  in  dentro  é 
altro  pancone  per  deporre  forse  le  misure. 


106 

Passato  il  vestibolo,  sì  entra  in  un  atrio  scoperto 
senza  porticato  con  sei  camere  laterali.  Nel  centro 
è  V impiumo,  ove  eravi  una  base  di  naarmo,  su  cui 
si  trovò  un  gruppo  di  bronzo  esprimente  Ercole  che 
vince  la  cerva  ,  dalla  bocca  della  quale  scaturiva 
un  getto  d'  acqua.  Questo  gruppo  trovasi  ora  nel 
Museo  di  Palermo,  e  la  copia  in  gesso  al  Museo  di 
Napoli.  L'  exedra  e  1'  ala  a  sin.  sono  dipinte  a  cas- 
settoni di  varii  colori. 


A  dr.  dell'  atrio  si  passa  ad  altro  appartamento 
segreto.  Il  quadro  che  copre  il  muro  di  fronte  rap- 
presenta Diana  nuda  al  bagno  ,  nel  momento  che 
vien  sorpresa  da  Atteone  ,  il  quale  é  aggredito  da 


Ì01 

due  cani.  Nei  lati  sono  altri  due  quadri ,  uno  dei 
quali  esprime  il  ratto  di  Europa  ;  e  l' altro  Elle  ca- 
duta nell'Egeo,  mentre  Frisse  passa  a  nuoto  sopra 
un  Ariete. 

Dall'  uno  e  l' altro  lato  si  trovano  due  camere  da 
letto.  11  cubìcolo  a  dr.  ornato  di  pavimento  in  marmi 
africani  à  un  dipinto  che  rappresenta  Venere  con 
Marte.  Dal  lato  destro  del  muro  si  osserva  un  la- 
rario ,  o  pìccola  nicchia.  Qui  si  trovò  un  idoletto 
di  metallo  ,  un  vasetto  di  oro  ,  una  moneta  pure 
di  oro ,  e  dodici  altre  di  bronzo  dell'  imperatore 
Vespasiano. 

Nel  cubicolo  a  sin.  si  rinvennero  otto  colonnette 
di 'bronzo,  ed  avanzi  di  legno  dorato,  che  facevano 
parte  di  un  letto. 

Segue  a  dr. 

19.)  Cisterna.  —  Da  questa  cisterna  pubblica  si 
distribuiva  l'acqua  alle  case  vicine.  Essa  è  coperta 
da  volta  ,  à  un  finestrino  per  discendervi  dentro 
chiuso  da  sportello,  e  sulla  parete  esterna  a  mez- 
zodì osservansi  gli  avvanzi  di  un  dipinto  larario. 

Regione  \I  —  Isola  I. 

A  dr.  in  seguito 

13.)  Dogana.  Compitum.  —  È  un  edifizio  sacro 
erroneamente  creduto  Dogana;  é  formato  da  una  gran 
sala  senza  porta  ,  in  cui  si  osserva  un  piedistallo 
rivestito  di  marmo  per  reggere  la  statua  della  di- 
vinità. Furono  qui  trovati  alcuni  pesi  di  marmo  e 
di  piombo,  per  cui  fa  detta  Dogana  ;  su  d'  uno  dei 
quali  leggevasi  eme  (compra)  ed  al  rovescio  habe- 
Bis  (avrai). 


108 

10.)  Casa  detta  del  chirurgo.  —  Così  detta  per 
gli  strumenti  cerusici  che  vi  si  rinvennero,  i  quali 
trovansi  nel  Museo  di  Napoli.  —  Vi  si  osserva  in 
un  grazioso  cecus  finestrato  il  dipinto  di  una  donna 
pittrice,  che  ritrae  l' erma  di  un  Bacco  barbato. 

7.)  Casa  detta  delle  vestali.  —  È  una  gran- 
diosa abitazione,  composta  di  due  case  prima  distinte 
e  poi  comunicanti  fra  loro. 

Il  vestibolo  a.  ai  lati  due  stanze  aperte  sulla  strada 
entrambe  con  pavimento  a  musaico,  ed  in  quella  a 
sin.  si  osservano  le  tracce  di  un  dipinto  esprimente 
un  Fauno  che  scopre  una  Baccante  addormentata, 
e  sulla  parete  opposta  il  simulacro  di  una  Vittoria 
sopra  alto  piedistallo. 

Porta  il  nome  di  casa  delle  Vestali ,  perchè  nel 
peristilio  avvi  una  specie  di  piscina ,  in  mezzo  a 
cui  è  un  rialto  a  guisa  di  aiTi,  uve  si  suppose  man- 
tenevasi  il  fuoco  sacro,  ed  anche  per  alcuni  dipinti, 
che  si  credette  rappresentare  quelle  vergini  sa- 
cerdotesse- Ma  tal  supposizione  è  priva  di  fonda- 
mento 

2.)  Termopolio.  Termopolium.  —  È  una  bottega 
in  cui  vendevansi  bevande  calde,  ed  à  il  banco  per 
sedere  presso  la  porta  ed  il  podio  una  volta  rive- 
stito di  marmo  ,  con  gradini  per  porre  in  mostra 
tazze  e  bicchieri ,  ed  il  focolare  per  riscaldare  le 
bevande.  —  Nella  parte  interna  è  1'  abitazione  del 
padrone. 

Ultima  località  sul  Iato  sin.  della  strada 

1.)  Albergo  di  Giulio  Polibio.  Hospitiuin.  —  E 
un  albergo  con  taverna.  L'  entrata  à  un  selciato, 
che   interrompe  il  marciapiede   per  1'  accesso   dei 


109 

carri  e  degli  animali,  con  porta  introducente  in  un 
cortile,  che  aveva  a  dr.  la  cucina  ,  la  stalla  ,  e  la 
latrina,di  fronte  due  località  protette  da  tettoia  per 
il'  ricovero  dei  veicoli.  A  sin,  e  di  fronte  vi  stavano 
dormitorii  —  Nell'area  eran  due  vasche  per  abbeve- 
rar gli  animali. 

Il  nome  del  proprietario  Giulio  Polibio  era  scritto 
accosto  all'ingresso,  ora  distrutto  dal  tempo. 


110 


Torta  .p^Pv.colanese 


fjk^^j^ uesta  porla  è  situata  sull'alto  della 
collina.  Era  priva  eli  baluardi  ed 
aveva  due  androni  divisi  tra  loro  , 
ciascuno  con  tre  arcate  formanti 
altrettante  porte  ,  quella  di  mezzo 
per  i  carri  e  le   due   laterali  per  i 


pedoni. 


U2 


pTRADA 


DEI    SEPOLCRI 


Di  tutte  le  strade,  che  uscendo  da  Pompei  coudu- 
cevano  ai  paesi  vicini,  il  solo  tratto  scoperto  è  que- 
sto appellato  dei  sepolcri  che  presso  gii  antichi  de- 
nominavasi  Borgo  Augusto  Felice  diretto  alla  volta 
di  Ercolano.  Esso  è  lastricato  di  pietre  vesuviane  e 
discende  sino  al  piano  della  campagna. 


113 

Per  vedere  con  ordine  i  monumenti  sono  da  osservarsi  prima 
quelli  che  si  trovano  a  sin.  della  via  (iato  occidentale),  e  poi 
gli  altri  che  risalendo  alla  Porta  sono  sul  lato  opposto  (lato 
orientale). 

Lato  Occidentale 

A  sin.  verso  settentrione 

1.)  Sepolcro  di  Marco  Gerrinio  Restituto  au- 
GUSTALE  ,  o  Garitta. — Sejmlcrum  M.  Cerrinii. — Si- 
nora credevasi  essere  questo  il  posto  per  una  sen- 
tinella di  guardia  alla  porta  della  città,  e  perciò  fu 
detto  Garitta  per  la  guardia  della  Porta. 

2.)  Sepolcro  di  Veio  e  suo  semicircolo.  Schola 
A.  Vei.  —  Sedile  od  emiciclo  che  nel  mezzo  del 
dossale  porta  la  seguente  epigrafe:  Ad  Aulo  Veio 
figlio  di  Marco  ,  duumviro  giusdicente  per  la  se-^ 
conda  volta,  quinquennale,  tribuno  militare  eletto 
dal  pojjolo,  per  decreto  dei  decurioni- 

3.)  Sepolcro  di  porcio.— Un  terzo  sepolcro,  di  cui 
osservasi  il  solo  basamento  ed  il  nucleo  del  cippo 
con  poche  vestigia  di  decorazione  perchè  a  fior  di 
terra,  sembra  costruito  per  Marco  Porcio,  al  quale 
i  decurioni  avevano  conceduto  un  pezzo  di  pubblico 
suolo  della  estensione  di  25  piedi  quadrati. 

4.)  Monumento  di  Mamia.  Schola  et  sepulcrum 
Maniìce.  —  La  sacerdotessa  Mamia  ebbe  anche  qui 
il  suo  sepolcro,  ornato  di  statue,  colonne,  sedile  ad 
emiciclo,  avente  nel  dossale  V  iscrizione  :  MAMI^. 
P-  F-  SACERDOTI    PVBLIC.^-  I.OCVS-  SEPVLTVR. 


ÌU 


DATVS-  DECVRIONVM.  DECRETO  (A  Mamia,  figlia 
di  Publio,  sacerdotessa  pubblica,  il  luogo  della  se- 
j)oltura  fu  dato  per  decreto  dei  decurioni). 

5-15.)  Villa  così  detta  di  Cicerone  o  Gasa  di 
Marco  Crasso  Frugio.  Prcedia  M.  Crassi  Frugi. — 
Segue  al  vico  un  complesso  di  fabbriche  e  di  giar- 
dini ,  che  costituivano  la  proprietà  di  un  solo  indi- 
viduo ,  il  quale  appellavasi  Marco  Crasso  Frugio. 
Vi  stavano  bagni  di  acqua  marina  e  di  acqua  dolce; 
e  visi  trovarono  quelle  bellissime  pitture  delle  Bac- 
canti, dei  Satiri  funamboli,  e  dei  Centauri,  che  con 


115 

i  musoici  dì  Dioscorìde  di  Samo  si  ammirano  nel 
Museo  di  Napoli.  In  altre  Guide  dicesi  questa  la 
Casa  di  Cicerone:  ma  nulla  lo  conferma. 

16.)  Sepolcro  di  Servilia.  —  Un  cippo  poggiato 
su  due  gradini  marmorei,  e  questi  sopra  di  un  ba- 
samento che  contiene  la  cella  sepolcrale,  è  tutto  ciò 
che  rimane  di  una  tomba  innalzata  da  una  donna 
a  nome  Servilia  a  suo  marito  ,  che  essa  chiamava 
nella  epigrafe  raccolta  in  frammenti  ,  V  amico  del- 
l' anima  sua. 

17.)  Sepolcro  di  Scauro.  —  Monumentum  Scau- 
ri. — Viene  appresso  un  sepolcro  detto  di  Scauro,  per 
la  iscrizione  che  vi  è  addossata.  Ma  la  lapide  non 
appartiene  al  monumento  ,  e  trovata  per  la  strada 
fu  qui  posta  nel  1815.  L'  iscrizione  dice  :  Ad  Aulo 
Vmhricio  Scauro,  figlio  di  Aulo  (  della  tribù  )  Me- 
nenia  ,  duumviro  giusdicente.  A  costui  i  decurioni 
accordarono  il  luogo  pel  monumento,  due  inila  se- 
sterzi da  spendersi  nel  funerale,  ed  una  statua  e- 
questre  da  erigersi  nel  Foro.  Scauro  padre  al  suo 
figliuolo  (pose). 

18-19.)  Sepolcro  circolare  del  fanciullo. — Una 
tomba  circolare  ,  cinta  da  muro  che  termina  con 
sei  pilastrini,  nei  quali  vedesi  tra  l'altro  una  donna 
che  covre  con  fasce  lo  scheletro  di  un  fanciullo  gia- 
cente sopra  un  cumulo  di  pietre  ,  e  quella  di  altra 
donna  che  sacrifica  su  di  un'ara  piena  di  frutta,  ed 
uno  spazio  delimitato  da  muretto,  precedono  un  no- 
tevole cenotaflo. 


7   ÌÌ6 

20.)  Mausoleo  di  Calvenzio-  Cenotaphìum  C.  Cai- 
venta  Quieti.  —  Si  eleva  questo  sopra  tre  gradini 
marmorei ,  che  poggiano  su  di  un  piedistallo.  Il 
cippo  ornato  con  fogliami  e  palmette  ,  porta  la  se- 
guente iscrizione  ,  sotto  cui  sono  effigiati  un  bisel- 
lio,  cioè  sedile  a  due  posti,  e  lo  sgabello  per  pog- 
giarvi i  piedi: 

C.  GALVENTIO.  QVIETO 
AVGVSTALI 

HVIC  -  OB  -  MVNIFICENT  -  DECVRIONVM 

DECRETO  -  ET  -  FOPVLI  -  CONSENSV  -  BISELLlI 

HONOR  -  DATVS  -  EST 

(A  Caio  Calvenzio  Quieto ,  augustale  ,  a  cui  per 
la  sua  munijìcenza  fu  per  decreto  dei  decurioni ^ 
e  col  consenso  del  popolo  ,  accordato  V  onore  del 
bisellio) . 

21.)  Sepulcretum  Istacidiorum.  —  La  famiglia 
degli  Istacidii,  che  abitava  il  borgo,  possedeva  an- 
che qui  un  locale  per  seppeUire  i  suoi  morti,  occu- 
pando uno  spazio  di  quindici  piedi  di  fronte  ed  al- 
trettanti di  profondità. 

22.)  Tomba  di  nevoleia  tyche.  Monwnentum 
Naevoleiae  et  Munatii  —  Sorge  appresso  il  monu- 
mento di  Nevoleia  e  di  Munazio  ;  si  penetra  nella 
cella  per  una  porticina  molto  bassa,  la  quale  con- 
tiene due  ordini  di  nicchie,  dentro  cui  si  rinvennero 
lucerne  ed  urne  di  terracotta,  con  tre  urne  di  vetro 
rinchiuse  in  altre  di  piombo.  Il  cippo  é  ornato  di 
ricchissimo  fregio,  del  busto  di  Nevoleia,  e  di  una 
rappresentanza  funebre  di  vari  uomini  e  donne,  che 
depongono  le  loro  offerte  innanzi  ad  un  cippo  sepol- 


crale,  in  presenza  di  alcuni  magistrati.  L'iscrizione 
è  cosi  concepita: 


NAEVOLEIA  *  L  •  LIB-TYGHE  •  SIBI  •  ET 
C  •  MYNATIO  •  FAVSTO  •  AVG  •  ET  •  PAGANO 

evi  •  DECVRIONES  •  CONSENSV  •  POPVLI 
BISELLIUM-OB-MERITAEIVSDECREVERVNT 

hoc-monumentvm-naevoleia-tyche-libertis-svis 
libertabvsq-et-c-munati-favsti-viva-Fecit 


(Nevoleia  Tyche,  liberta  di  Lucio  (Nevoleio),  per 
sé  e  per  Caio  Munazio  Fausto  augustale  ed  abi' 
tante  del  borgo,  al  quale  i  decurioni  col  consenso 
del  popolo  ,  decretarono  il  bisellio.  Questo  monU' 
mento  Nevoleia  Tyche  ,  essendo  ancor  viva  ,  fece 
per  i  liberti  e  le  liberte  sue  ,  e  pier  quelli  di  Caio 
Munazio  Fausto). 

Sul  lato  dr.  del  monumento  vedesi  in  basso  ri- 
lievo una  nave  co'  rematori,  in  atto  di  giungere  in 
porto  ammainando  la  vela,  nell'opposto  lato  è  effi- 
giato il  bisellio,  fornito  dello  sgabello  per  poggiarvi 
i  piedi. 

23.)  Triclinio  funebre.  Triclinium.  Saturnini.  — « 
In  questa  località  stanno  tre  letti  di  fabbrica,  intorno 
ad  una  tavola.  Quivi  un  liberto  a  nome  Callisto  riu- 
niva negli  anniversari  della  morte  del  suo  padrone, 
Cneo  Vibrio  Saturnino,  i  parenti  e  gli  amici  di  lui, 
celebrandone  la  memoria  con  funebre  banchetto 
(silicernium). 


418 


24.)  Casa  di  M.  Arrio  Diomede.  —  L'  ultimo  edi- 
ficio a  sin.  di  questa  strada  contiene  la  casa  di  Ar^ 
rio  Diomede,  la  quale  à  due  piani ,  e  la  porta  con 
gradini  rivestiti  di  marmo  fiancheggiata  da  due  co- 
lonnette di  mattoni.  —  Vi  si  accede  dalla  via  ed  à 
il  cortile  ablDcUito  da  quattordici  colonne,  che  co- 
stituivano un  porticato. 

A  dr.  del  cortile  sono  le  stanze  per  i  servi ,  e 
nella  seconda  porta  è  una  scalinata,  che  conduceva 
air  appartamento  superiore.  —  A  sin.  dell'  entrata 
sono  le  sale  pel  bagno.  Nella  prima  avvi  una  vasca 
pel  bagno  freddo,  circondato  da  colonne,  ed  una  cu- 
cinetta  con  fornello,  accanto  al  quale  è  uno  spoglia- 
toio che  chiudevasi  con  cortine ,  e  di  fronte  evvi 


11» 

una  porta,  per  cui  si  passa  nella  fornace,  che  ser- 
viva per  riscaldare  1'  acqua  del  bagno  caldo,  a  cui 
si  entra  per  1'  altro  vano  con  ««lue  scalini  ,  traver- 
sando due  sale.  Qui  osservasi  il  bagno  per  1'  ac- 
qua calda  5  e  una  nicchia  semicircolare.  Le  mura 
sono  vuote  per  dar  passaggio  al  calorico  della  for- 
nace inferiore. 

Uscendo  di  nuovo  nel  cortile,  nella  località  pros- 
sima al  bagno  vedesi  la  dispensa  ,  ed  un  cubìcolo 
con  finestra  sporgente  nel  cortile  medesimo.  Per 
r  altra  porta  di  seguito  ,  passando  un'  anticamera  , 
si  entra  nella  sala  da  pranzo  o  triclinio.  Qui  si  à 
r  ingresso  d'  un  appartamento  con  le  loggie  sul 
giardino. 

Discendendo  una  scalinata  a  dr.,  prossima  all'in- 
gresso, dove  erano  le  stanze  dei  servì,  si  trova  un 
corridoio  in  declivio  verso  il  giardino ,  che  mena 
alle  sale  in  pianterreno;  ove  verso  la  metà  di  esso 
si  discende  alla  cantina,  la  cpiale  à  due  entrate  ,  e 
gira  per  tutto  lo  spazio  intorno  al  giardino.  Percor- 
rendola si  veggono  molte  anfore  addossate  al  mu- 
ro, che  la  cenere  consolidata  le  à  involte  in  un  mas- 
so. Presso  r  uscita  della  cantina,  furono  trovati  18 
scheletri  umani ,  che  componevano  la  famiglia  del 
proprietario  della  casa,  che  qui  credevano  salvarsi. 
Con  essi  furono  rinvenuti  molti  oggetti  preziosi,  mo- 
nete di  oro,  di  argento,  e  dì  bronzo.  Vicino  alla  porta 
in  fondo  al  giardino  furono  trovati  altri  due  schele- 
tri ,  forse  uno  del  capo  della  famiglia  con  chiave 
inargentata  in  mano  e  anello  di  oro  al  dito,  e  l'al- 
tro con  cassetta  piena  di  gioielli,  forse  era  il  servo 
che  seguiva  il  padrone, 

8 


A  siu.  soendeado   verso  mezzogiorno 

42.)  Sepolcho  della  famiglia  Arria.  Sepulcriun 
geniìs  Arria?.  —  Sepolcreto  della  genie  Arria  ,  che 
Marco  Arrio  Diomede  ,  liberto  di  Gaio  e  capo  del 
borgo  Augusto  Felice  suburbano  ,  aveva  preparato 
per  sé  e  per  i  suoii  | 


41.)  Sepolcro  li  .  elasio  G^.k-to.  Sejmlcmm  Gra- 
/i— Tomba  di  un  fanciullo  di  dodici  anni,  chiamato 
Numerio  V elasio  Grato. 

40.)  Sepolcro  di  Salvio.  Sepulcrum  Salmi.  — 
Tomba  di  altro  fanciullo  di  sei  anni,  appellato  Salvio. 

c8-39.)  Sepclcro  di  Ceio  Labeone.  Sepulcrum  geii- 
iis  Ceio  e,  ~  Sepolcro  della  gente  Cela,  in  forma  di 


121 

piedistallo,  ornato  di  statue,  con  bassorilievi  di  stucco 
esprimenti  soldati,  i  quali  conducono  a  mano  i  pro- 
pri destrieri,  vari  trofei  di  armi,  con  busti,  alquante 
finestre  chiuse  da  cancelli,  e  la  iscrizione: 

LCEIO-L-F-  MEN-LABEONI 
ITERD-V-ID'QVINQ 

MENOMAGVS-L 

(  A  Lucio  Ceto  Labeone  ,  figlio  di  Lucio  ,  (  della 
tribù  )  Menenia  ,  per  la  seconda  volta  duumviro 
giusdicente,  quinquennale,  Menomaco  liberto  (fece). 

37.)  Sepolcro  di  Lucio  Alleio  Libella.  Monu- 
mentum  Alleiorum.  —  Segue  sulla  strada  un  cippo 
in  travertino,  che  su  due  facce  tiene  scolpita  la  me- 
desima epigrafe:  A  Marco  Alleio  Luccio  Libella  pa^ 
dre,  edile,  duumviro,  prefetto,  quinquennale]  ed  a 
Marco  Alleio  Libella  figlio  ,  decurione  ,  che  visse 
17  anni.  Il  sito  del  monumento  é  stato  dato  dal 
pubblico.  Alleia  Decim.illa,  figlia  di  Marco , pubblica 
sacerdotessa  di  Cerere,  curò  che  fosse  fatto  il  se- 
polcro del  marito  e  del  figliuolo. 

36-30.)  Tombe  Sannitiche.  —  Dopo  altre  tombe 
d'ignoti  personaggi,  si  perviene  al  punto  in  cui  la 
strada  devia,  mternandosi  sotto  terreni  non  ancora 
ricercati.  Qui  stanno  i  tumuli  sannitici  ,  nei  quali 
furono  trovati  nel  1873  alcuni  vasetti  dipinti ,  con 
monete  attribuite  comunemente  ad  una  ignota  città 
della  Campania  (  Irnum  )  ,  ed  altre  sepolture  con- 
temporanee o  di  poco  posteriori  alla  deduzione  della 
colonia  romana- 


122 


29-16.)  Fabbrica  di  stoviglie.  —  ^'e^gono  ap- 
presso alquante  botteghe  (  tahernce  )  precedute  da 
porticato  ,  tra  le  quali  è  notevole  una  fabbrica  di 
stoviglie,  co' forni  per  la  cottura.  In  alcune  Guide 
questa  località  vien  chiamata  albergo  e  scuderìa, 
perchè  vi  fu  rinvenuto  lo  scheletro  di  un  cavallo 
colla  briglia  di  bronzo  e  gli  avan/i  di  un  carro,  e 
nel  mezzo  del  porticato  una  fontana  con  abbeve- 
ratoio, 

15-10.)  Giardino  delle  colonne  in  musaico.  — 
Una  villa  di  campagna  con  botteghe  sottostanti  e 
con  un  albergo  aveva  due  ingressi  dalla  strada  , 
dei  quali  uno  destinato  esclusivamente  al  passaggio 
dei  carri.  Neil'  area  o  giardino  rispondente  alle 
spalle  della  tomba  n.  8 ,  essa  teneva  un  sacrario 
decorato  con  quattro  colonne  a  musaico,  ora  al  Mu- 
seo di  Napoh;  nell'  altro  giardino  stava  un  secondo 
sacrario  dedicato  ad  Ercole  preceduto  dall'  altare, 
nel  quale  sono  effigiati  in  rilievo  un  uomo  in  atto 
di  sacrificare  un  porco,  la  coppa  da  bere  dell'eroe, 
la  sua  clava  ,  ed  un  gallo.  —  Di  prospetto  all'  en- 
trata vi  è  una  fontana  con  nicchia  di  musaico  e 
conchiglie. 

"J.)  Grande  nicchia  e  sedile.— Un  sedile  coverto 
non  diverso  per  la  destinazione  benché  più  ampio 
di  quello  dedicato  a  Cerrinio  (n.  1.)  ,  faceva  parte 
del  sepolcro  di  un  ignoto,  ed  offriva  ai  passanti  un 
comodo  ricovero.  Le  pareti  dell'  emiciclo  sono  ele- 
gantemente dipinte  e  la  cavità  della  ^'olta  è  ornata 
da  una  conchiglia  aperta. 


423 


8-1.)  Sepolcro  delle  ghirlande  o  di  T.  Maggio- 
re. —  Splendidi  e  grandiosi  moiiumeoti,fra  i  quali 
adorno  di  ghirlande  nelle  quattro  facce,  si  tro"vano 
più  prossimi  alla  Porta  della  città  ,  ove  s'  incontra 
pure  un  sentiero,  che  rasenta  esternamente  il  po- 
merio. Ivi  era  situato  un  sepolcro  rinchiuso  da  muro, 
a  cui  stava  addossata  una  lapide  con  la  leggenda  : 
A  Tito  Terenzio  Felice  Maggiore  ,  figlio  di  Tito  , 
della  (tribù)  Menenia,  editerà  cui  fu  dato  dal  pub- 
blico il  luogo  (della  sepoltura)  ,  e  duemila  sesterzi 
(pei  funerali).  Fabia  Sabina ,  figlia  di  Probo  ,  sua 
moglie  (fece  fare). 


NF  ITE  ATRO 

(  Amphitheatrum  ) 


'anfiteatro  è  situato 
400   metri  dai  mo 
iiumenti  scoperti;  é 
fli  forma  ovale ,  ed 
à  400  piedi  nel  suo 
maggiore  diametro, 
e  314  nel  minore  ;  poteva   contenere 
20    mila    spettatori  ,    onde    si    argo- 
menta che  i  popoli  vicini   frequenta- 
vano gli  spettacoli  di  Pompei. 

La  porta  principale  dell'  edifìcio  è 
nel  lato  settentrionale,  per  la  quale 
si  discende  nell'cirena  percorrendo  un 
androne  in  declivio  lastricato  di  pie- 
tre vesuviane,  il  quale  tiene  in  terra 


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'  426 

più  fori,  in  cui  s'immettevano  i  sostegni  della  ba- 
laustra di  legno  per  lasciar  libero  il  passaggio  alla 
gente  addetta  al  servizio  dei  giuochi.  —  A  dr.  ed 
a  sin.  dell'  eutraata  vi  sono  due  nicchie  ,  che  con 
tenevano  due  statue  di  benemeriti  cittadini  cioè  di 
G.  Cuspio  Pausa  figlio  pontefice  e  duumviro  ,  di 
Guspio  Pausa  padre  quatuorviro  quinquennale  e 
prefetto,  in  conformità  della  legge  Pctronia,  come 
rilevasi  dalle  iscrizioni  sottoposte  a  quei  due  simu- 
lacri marmorei. 

e.   CUSPIVS.   e.   F.   P.    PANSA.    PONTIF. 

D.   VIR.   I.   D. 

C.  CVSPIVS.   e.    F.   PANSA.   PATER.   D.  V.    I.   D. 

nil.   QVINQ.   PRAEF.    ID.   EX.   D.   D.   LECE.    PETRQN. 

Nella  parie  opposta  della  entrata  principale  vi 
è  un  altra  porta  di  uscita.  Prima  di  ai-rivare  all'  a- 
rena  ,  si  può  entrare  a  destra  e  a  sin.  in  un  por- 
tico sotterraneo,  che  gira  intorno  alla  circonferenza 
dell'  edifìcio.  Esso  è  a  volta  ed  è  molto  solido.  Dal 
medesimo  si  ascende  per  mezzo  di  scalette  alla  prima 
ed  alla  seconda  gradazione  o  cavea,  dove  sedevano 
i  magistrati  ed  i  cittadini  distinti. 

Sulle  pareti  di  questo  portico  si  scorgevano  sul 
muro  diverse  iscrizioni  dipinte  o  graffite,  ora  quasi 
del  tutto  distrutte. 

L'  arena  è  chiusa  da  un  parapetto ,  che  la  divide 
dalla  prima  cavea.  Questo  parapetto  era  sormon- 
tato da  una  inferriata  per  difendere  gli  spettatori 
dalle  belve. 

Tutta  la  superfìcie  dell'  anzidetto  parapetto  era 
rivestita  di  stucco  e  dipinta  a  fresco  ,  con    rappre- 


127 

sentazionì  analoghe  al  luogo  :  ma  tai  dipìnti ,  dopo 
poco  tempo  che  furono  esposti  all'aria,  si  perdet- 
tero tutti. 

Vi  erano  ancora  su  questo  parapetto  molte  iscri- 
zioni in  memoria  dei  magistrati  che  presiederono 
agli  spettacoli  e  che  concorsero  alla  restaurazione 
dell'  Anfiteatro  ,  rifacendo  i  cunei ,  e  le  rovinate 
aperture. 

La  prima  cavea  presso  il  parapetto  é  divisa  da 
una  precinzione  di  pietre  di  tufo  dall'  altra  cavea 
superiore,  e  contiene  diversi  muri  trasversali ,  che 
formavano  una  distinzione.  Sonovi  quattro  riparti- 
menti,  cioè  due  verso  le  porte,  di  cinque  gradini  , 
più  larghi  e  spaziosi ,  ognuno  con  le  sue  porte  se- 
parate. Di  qua  si  passa  alla  seconda  cavea  di  30 
gradini,  e  termina  finalmente  in  un  ordine  di  archi 
o  logge  che  dicevasi  la  stimma  cavea  con  un  deam- 
bulacro ,  donde  si  saliva  alle  loggi  superiori  desti- 
nate per  le  donne  e  la  plebe. 

Nella  circonferenza  interna  del  parapetto  dal  lato 
di  occidente  vi  à  un'  altra  porticina  ,  che  dal  detto 
parapetto  conduceva  da  una  cameretta  circolaL3  , 
dove  si  depositavano  i  cadaveri  di  coloro  che  soc- 
cumhevano,  tratti  con  l'uncino. 

Accosto  ai  due  ingressi  principali  sono  due  celle, 
una  volta  fornite  di  cancelli  di  ferro  che  servivano 
alla  custodia  delle  belve;  le  quali  rimanendo  sepa- 
rate dai  luoghi  percorsi  dagli  spettatori,  trovavansi 
oltre  ai  cancelli  della  porta  ,  ed  in  prossimità  del- 
l' arena  ,  in  cui  non  era  dato  mettere  il  piede  ,  se 
non  a  coloro  che  prendevano  parte  nei  ludi. 

FINE. 


INDICE 


Prefazione 

Notizie  Storiche 

NoriziE  Preliminari 

Ediflzi 

Mura 

Porte 

Regioni  ed  isole 

Strade 

Le  Ruine 
Entrata  in  Pompei 
Porta  delia  Marina 
Museo  Pompeiano 
Bottega  0  Termopolio 
Prima  Casa  a  sin.  n.   IO 
Seconda  Casa  a  sia.  n.  o 
Vicolo  del  Gallo 
Casa  di  Niobe 
Secondi  casa  n.  3 
Bottega  del  ristoratore 


P^'g- 


7 
12 
12 
15 
15 
15 
15 
17 
17 
18 
19 
25 
25 
26 
27 
27 
28 
28 


130 

Basilica  pag.  30 

Tempio  di  Venere  »  31 

Foro  Civile  »  33 

Le  tre  curie  o  sale  del  Consiglio  »  35 

Edificio  di  Eumachia  o  Calcidico  »  35 

Tempio  di  Mercurio  o  Quirino  »  37 

Sala  del  Senato,  o  Atrio  »  39 

Panteon  0  Tempio  di  Augusto  »  39 

ierapio  di  Giove  »  41 

Strada  dell'Abbondanza  »  43 

Casa  del  Cinghiale  »  43 

Vicolo  dei  dodici  Dei  »  43 

Vicolo  del  Calcidico  n  44 

Nuova  Casa  della  (  accia  »  44 

Vicolo  del  Balcone  Pensile  »  44 

Casa  del  Balcone  Pensile  »  44 

Casa  del  Tintore  »  45 

Lupanare  »  45 

Fabbrica  di  Sapone  »  46 

Celia  meretricia  n.   12  »  46 

Casa  di  Sirico  0  Salve  Lucru  »  46 

Terme  st^biane  »  48 

Casa  di  M    Olconio  »  ^l 

Casa  di  Cornelio  Rufo  »  ^^ 

Tempio  d'  Iside  »  53 

Curia  Isiaca  0  Portico  di  Vinicio  »  55 

Foro  Triangolare  »  55 

Tempio  di  Ercole  »  55 

Ludo  Gladiatorio  »  56 

Teatro  tragico             ^  »  57 

Teatro  comico  »  60 

Porta  Stabiana  »  61 

Strada  di  Slabia  »  ^^ 

Fabbrica  di  pelli  "  ^'* 

Jempio  di  Esculapio  "  65 


ISl 

Casa  di  Popidio  Secondo  o  del  Citarista,  d'  I- 

figenìa  pag.  66 

Casa  di  Epidio  Rnfo  »  67 

Casa  di  Epidio  Sabino  »  67 

Casa  di  L.  Optalo  Rapiano  »  68 

Officina  di  L.  Livio  Firmo  »  68 

Osteria,  mulini  e  forno  »  68 

Bottega  n.  5  »  70 

Forno  e  mulino  »  70 

Abitazione  con  forno  e  mulino  »  70 

Casa  di  Marte  e  Venere  »  71 

Casa  di  D,  Caprasio  »  72 

Casa  dell'Orso  »  72 

Casa  di  M.  Lucrezio  o  delle  Suonatrici  »  73 

Vicolo  degli  scheletri  »  75 

Casa  di  M.  Gavio  Rufo  »  75 

Casa  di  C.  Vibio  »  75 

Casa  di  Popidio  Prisco  »  79 

Casa  di  Orfeo  »  7Cì 

Fullonica  »>  77 

Bottega  n.  28.  •  77 

Casa  n.   18.  »  78 

Casa  di  Lucio  Cecilio  Giocondo,  o  dell'Argentario  »  75 

Casa  della  caccia  »  80 

Casa  dei  Capitelli  Colorati  »  81 

Casa  del  Granduca  di  Toscana  »  83 

Casa  della  Parete  nera  »  83 

Casa  del  Fauno,  o  del  Gran  Musaico  »  83 

Tempio  della  Fortuna  »  65 

Strada  di  Mercurio  »  86 

Fullonica  antica,  Tintoria  '»  67 

Casa  della  Grande  Fontana  in  musaico,  o  di  Livio  »  87 

Casa  della  Piccola  Fontana  »  ^9 

Osteria  "  ^^ 

Casa  del  Laberinto  »  ^^ 


Casa  di  Adone  Ferito  o  Marco  Asellioo  pag.  92 

Casa  di  Apollo  0  di  A.  Erenuleio                             »  92 

Casa  di  Meleagro  »  93 

Casa  del  Centauro  »  95 
Casa    di    Castore  e  Polluce  ,  dei   Dioscuri    0  del 

Questore  »  95 

Casa  dell*  Ancora  »  96 

Bottega  del  barbiere  »  97 

Terme  pubbliche,  Bagni  »  98 

Casa  del  Poeta  tragico,  Casa  Omerica  »  100 

Casa  di  Pausa  »  102 

Pistrino  »  103 

Fontana  »  103 

Osteria  di  Fortunata  >»  104 

Forno  e  Mulino  »  104 

Casa  di  C.  Sallustio,  0  di  Atteone  »  105 

Cisterna  »  107 

Dogana,  Compitum  »  107 

Casa  del  Chirurgo  »  108 

Casa  delle  Vestali  »  108 

Terniopolio,  Taherna  »  108 

Albergo  di  G.  Polibio,  Hospitiiim  •>  108 

Porta  Ercolanese  »  HO 

Strada  dei  Sepolcri  »  112 

Sepolcro  di  M.  Cerrinio  0  Garitta  »  113 

Sepolcro  di  Velo  »  US 

Sepolcro  di  Porcio  »  113 

Monumento  di  Maniia  »  113 

Villa  di  Cicerone  0  di  M.  C.  Frugio  »  114 

Sepolcro  di   Servilia  »  115 

Sepolcro  di    Scauro  »  115 

Sepolcro  circolare  del  fanciullo  «  115 

Mausoleo  di   Calveiizio  »  116 

Sepolcro  degl'  istacidii  »  116 

Tomba  di  Mevoleia  Tyche  «  116 


TriclÌDÌo  funebre 

Casa  di   M.   Arrio  Diomede 

Sepolcro  della  famiglia  Arria 

Sopoìcro  di  Velasio    Grato 

Sepolcro  di  Salvio 

Sepolcro   di  Caio  Labeone 

Sepolcro  di   Lucio  Libella 

Tombe  Sanniticbe 

Fabbrica  di   stoviglie 

Giardiuo  delle  colonne  in   musaico 

Grande    nicchia  e   sedile 

Sepolcro  delle  ghirlande,  o   di  T.    Maggiore 

ANFlTifATRO 

Indice 


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