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Full text of "Historia del Concilio Tridentino"

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IN   THE  CUSTODY  Or  THE 

BOSTON     PUBLIC   LIBRARY. 


SHELF    N° 

AOAMS 


HISTORIA 
del 

CONCILIO 

TRIDENTINO 

di 

PIETRO     SOAVE 

Polano. 

Seconda  E d  i  ri  o  n  e ,  rìueduta  e  corretta  daB 

AVTORE. 


Appre Io  PiccK)  Alberto 


M.  DC  XXIX, 


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fDAHisli^r.^r: 


TAVOLA 


^^  Bhoaamento  di  Carlo  V,  edì  Cle- 
'  menu  VlLaBologna,s.cav:e  50 

de'  medefmi  a  Lucca  1  o  5 

^i  Cariote  di  Paolo  HI.  a  Bupto  1  o  7 

rfi  Paolo  llLe  Tramefco  La  Marfilìa       68 
di  Paolo  llLCarlo  V.  e  Yrancefco  L  a  NUzà 

88  ,    -,    :,.  ' 

de  Ghìfue  de'  Proteflanti  491 

de'  Cardinali  Lorena,  e  Ferrara  725 

di  Pio  IV. e  del  Cardinale  di  Lorena  7  8 <? 

Ahdifi,Patriarca  d'Oriente  586^ 

Acclamationì  nel  Concilio  8  3 1 

Adriano  VLeletto  Papa  20 

yit'oi  ^/j(J^^«»  intorno  a  Lutero ,  <i//e  I«^///- 

gènz.e ,  ed  altri  abuji  21 

/4  mjìan^a  contra  Lutero  in  Dieta  2 5 

Alhigejiy  0  Valdeji  4 

Amhafaadori  di  Cefare  alla  prima  ridottione 


di  Trento 

11(^.158 

di  Francia  alla  medefima 

ic,i 

di  Cefare  alla  feconda 

3^5 

del  ^èdt' Romani 

327 

di  trancia, Amtot 

3^7 

di  Brandeburgo 

35^ 

di  Virtemherga 

364 

d' Ar geminale  d'altre  città 

369 

di  Saflonia 

37i 

di  Portogallo 

584 

diCefire  alla  terza  ridottione 

487.488 

di  Portogallo, alla  ìnedefma 

487 

di  Spagna, PejUra 

495 

di  l'torenza 

45?  6 

dtSmzziri 

45J^ 

del  Ciao  d'Ongìieria 

4S^6 

diVenetia 

5Q9 

diBauur4 

515 

^i  Trancia 

di  Polonia  '■ 

^i  Sauoia 

di  Spagna,  Conte  di  Luna 

di  Francia,  Birago 

dtFiorenz.a,Gaddi 

di  Malta 


630 

724 

751 
764 
780 


Ambafciadoriin  Concilio  non  pojfono  trattar 
un  altri  che  co'  Legati  565 

Ambafciata  del  Rè  de'  Romani,  eia  fu  a  diffi- 
colta fopra  la  conferma  d'effo  740 
Anabattìfinio  interdetto  in  Germania  48 
Anathematiz^tioni  tifate  ne  Conctlij  815 
pèrche  tralafciate  a  Trento  81^ 
Annate  pagate  per  laguerra  de  Turchi  27 
efaminate  a  Trento  •753,758 
Amia  del  Borgo, giù flitiato  per  caiifa  di  Reli- 
gione •  427 
Apologia  di  Carlo  V.  contra  Papa  Clemente 

40 
Apologia  del  Terrier,  Amb. di  Trancia    7  «j  4 
Appello  al  Concilio  interdetto  da'  Tapi       1 2 
Appellationeal  Concilio.di  Lutero  ^ 

de'ColonneJi  •  45 

di  Cefare  40 

Appellationi  al  Papaefaminate  5  45 

Arciucfcouo  di  Colonia  riforma  la  fua  Dio- 
ceft,ed  è  citato  da  Cefare  1 2  8 

citato  per  competenza  dal  Papa  1 2  9 

fcommunicato ,e  depojlo  dal  Papa  16^ 

rimane  in  grado  con  confenfo  di  Cefare  1 7  o 
dtjpodejìato  da  Cefare  16  j 

Arctuefcottt,hoggiài  nome  vano  981 

Argentina  riceucla  riforma  46 

Arti  hcnefiepermejfe  a'  e  bierici  502 

Articoli,che fi  fanno  in  Conciane,  amnj^'e- 
lettion  del  Papa  75 

t 


TAVOLA. 

Articoli  giurati  in  Conclaue  àalfuturo  F4p<x 

Artìcoli  di  Cefareper  la  riforma  6Sj 

Artìcoli  dì  Vr ancia  per  la  riforma  66^.666 
il  Papa  non  vuole  che Jianopropop     688 
Autgnone  vagheggiato  da'  Tranceji      4  67 
Aufirta  richiede  liberta  di  religione      405 


JB 


B  Ando  di  Carlo  V.contralSajfom  ,  el 
Landgrauio  106 

'BattefMoJlfuoefamim  140 

il  fm  decreto  271 

Bartolomeo Caranza,  Arciuefcouo  diToUe' 
do^meffo  all' Inquifitione       J^i6.y6% 
^aruc,ltbrOyeHfuoefamine  157 

Baftlea  introduce  la  riforma  4^ 

Batta^iadiS.Quintino  414 

diDreux  66 1 

Bauiera  richiede  riforma,e  liberta  di  Religio- 
ne 406 
"Be/nariceue  la  riforma  46 
Benejìcij  Eccleftajìici ,  la  loro  origine ,  abufiy 
pluralità  ^57'783 
Bemficij  dtrefidenza  ,  e  ài  non  rejìdenza 

compatibiihed  incompatibili  257 

unione  di  Benefcij  258 

decreto  [opra  laplur  alita  de  Bemficij  807 

Bini  Ecckfiapcì,  rhr^xmfideratione      5  5?  2 

alienatione  i'efi  difdetta  dal  Papa  4' 

Irancefi  ji<) 

fatta  per  autorità  regia  8 1 2 

non  debbono  darfia'  parenti  828 

ecceffo  d'ej^i  840 

Brattata  d'uw  Ambafiiador  Cefareo  centra 

un  Legato  208 

Breuefegreto  dato  dal  Papa  d  Legati     1 1 6 

Bolla  di  conuocatione  di  Paolo  Ili,  8 1 

Bolla  di  Lcgat ione  11  e 

Bolla  di  conuocatiom  dì  Giulio  HI,       31^ 

BoUadiPio  IV,  454 


CAncelliere  di  Trancia,  fojpetto  d'herejia 

Candele  con  denari,offerte  a  Roma  55 8 
Canonifti,elorbeftemmie del  Papa  icj^ 
Capìtoli  e  Vefcoui  di  Spagna  in  conte  fa  %i6 
Carafji  difpodejiati dallo  ^io Paolo IV.  417 
giuftittati da  Fio  IV.  6^t 

Carattere  ne*  Sacramenti  efaminato    x^6* 

606 

fuo  decreto  171 

Cardinali^quando  inalzati  601 

Cardinali,e  lor  riforma,  efaminata      1 6^ . 

742-754 

decreto  d'effa  805 

Cardinali  creati  non  poffono  interuenire  irt 
luogo  publico,  auantt  chabbiano  riceuuta 


la  berretta  da  Roma 


A5 


Cardinal  di  Borbone  vuole  marttarjt  69^ 
CardmalCaraffa  d'humorguerriero,&  ifuoi 

configli  40  4 

fa  rompere  la  tregua  tra  Cefare  e  Trancia 

410 

depojlo  dallo  zio  417 

Cardinale  Contarini  ,  Legato  in  Ratisbona 

97 

fofpetto  d'herejta  105 

Cardinale  Gaetano  efafpera  Lutero  ^ 

vuole  che  per  l'intelligenza  della  Scrittura 
fi  vada  alle  fonti  de'  Tejtì  Ebrei  ,  e  Greci 
159 

autore  della  Refidenza  di  ragione  diutna 
498 

Cardinale  di  Lorenafi  vuole  far  Patriarca  in 
Erancia 

lafua  vanità  in  difpHtare  centra  gli  Vgo- 
notti  4(ji 

gdofiacontralui  714 

giunge  in  Concìlio  6^k 

procede  ambiguamente  6^i»C$<).'7oj 
lafcia'i penfim  ài  Cmiliopcr  interefii 
polititi         "'  "'    ~ (J55 


T  A  V 
muta  ì  fuoì  dìffegnì  perla  morte  del  fra- 
tetto  69^ 
f^rezzAto  in  Concìlio  75^ 
vaaRoma  785 
compuone  ed  intuona  le  acclamationi  del 
Concilio  853 
tajfato  in  Francia  d'bauere  confentito  a 
cofe  pregiudtaait  al  Rè  ,  ed  alla  corona 
858.841 

Cardinal  di  Mantoua  Legato  45  4 

muore  in  Concilio  69^ 

Cardinal  Morone  incarcerato  da  Paolo  l  V. 

Legato  aTrento  6c)6 

Cardinale  Polo  Legato  nel  L  Concilio  di 
Trento  114.123 

del  [angue  regio  d'Inghilterra  5  ))  5 

legato  in  Inghilterra  5  p  5 

riconcilia  il  Regno  aUa  Chiefa  Romana 

594 

fifa  Prete.ed  Arcmefcouo  405 

depoflo  dalla  Legatione ,  e  citato  da  Paolo 
IV.  41^ 

muore  419 

Cardinal  R  ojfenfe  decapitato  7  6 

Cardinale  Scimmia  ,  creato  da  Giulio  in. 

308 
Cardinale  di  Sciatttglion  citato  a  Romàj  o  8 
/ manta  a  dijpetto  del  Papa  785 

è  dipojìodaejfo  yZ6 

Cardinal  Seripando  ^Legato  4  56 

muore  702 

Cardinali  creati  per  ricopenfadelCocilio  843 
Carlo  V. eletto  Imperatore  14 

coronato  a  Bologna  53 

pretende  far  t  Imperio  hereditario,ed  è  im- 
pedito 390 
disegni  d'effo  nel  Concilio           81.301 
lafciatl  gouerno  415 
Cafinftruatt                              35<»>557 
Cateehifmo  di  Trento  811 
Catechifmo  di  Ferdinando  ^  biaJJmato  a  Ro- 
tila                                         ^c)3 
Cento  Granami  di  Germania  zp 


ola: 

Cerimonie  della Meffadiuerfe  in  diutrftluO' 
ghi  ^6i 

Cerimoniali^o  Rituali, rimef^i  al  Papa    8  z i 
Certe^z,a  della  Gratia  efaminata  1 1 1 

fuo  decreto  13  o 

Chiefa^efua  autorità,  fondamento  della  fede 

155 

Clemente  Vll.eletto  Papa  5 1 

[ale  al  Papato  per  Simonia  4  5 

Lega  d'effo  con  Francia  contra  Cefare     3  7 
fi  riunifce  con  Cefare  47 

s'accofta  dinuouo  a  Francia  68 

affediato, prigione ,  e  mal  trattato  da'  Ce- 
farei  45 

muore  75 

Colloquio  di  Poifi  ^6z 

Colonnefi fanno  guerra  a  Clemente,  efcom- 
muiiicati  appellano  al  Concilio  41 

Commende  di  Beneficij,  e  la  loro  origine, ed  a- 
bufi  158.511 

Commenda  enorme  di  Clemente  157 

Communionefotto  ùnafpetie^  ed  i  fuoi  fon- 
damenti i53 

Communione  del  Calice yrìchiejla  da  Francia 
468 

contradetta  in  Roma  47  o 

richiejìa  in  Concilio  da  Francia,da  Cefare, 
edaBauiera  545-841 

dtfputata  inTrento  ^•24.551.572 

abborrtta  dal  Rè  di  Spagna  1^6^ 

commune  nell'Antichità,  544 

contradetta  m  Coctlio  dagli  Spagnmli  572 
decreto  fopr  a  effa  549 

rimejfaal  Papa  589' 

Communione  de  piccioli  fanciulli  efaminata 

557-551    ^ 

decreto  d'effa  549 

Concettione  immaculata  della  B .  Vergine  dt- 
fputata tra  t  Framefcani ,  e  Domenicani 
180.185 

orìgine  dì  quefìa opinione  1 8  <f 

decreto  d'ejfa  15)0 

Cedilo  di  Trento.ed  ifuoi  effetti  in  generale  1 
intreduttio'i}e,&ufo  de  ConctUj  5 

t     9 


G  T  A  V 

generali  primi  5 

generali  pofteriori  4 

Concilio  difideratoper  varijriptti         15) 

le  file  vare  caufe  590 

rifiutato  da  Papa  elminti  3  5 

per  qual  cagione  43*5^ 

defideratoda  Paolo  3-73 

intimato  a  Mantoua  81 

|>5i^  Vicenz^a  87 

poiaTr'ento  104 

prima  ridottioneaTrento  106 

rom^  -       107 

competenzAJra'l  Papa  e  Cefarcper  la  con- 

mcatione  115 

feconda  ridottioneaTrento  Ii4'i33 

conuocato  per  tre  cagioni  134 

Concilij  antichi  di  due  maniere  139 

ConciUj  nuoui,  el  autorità  del  Patta  in  eft 

141 
Concilio  trasferito  a.  Bologna         166.17^ 
riniejp)  aJrento  311 

fojpefffper  la  guerra  di  Mauritio       5  85 
infikmio per  diecianni  590 

/j/c^go  ^'fje  confider  abile  per-  il  Papa  435 
j' j;?/e|«)  4  Tj-fKf 0 da  Pio  IV.  435 

Concilio  fegr  et  orni  Concilio      *■"        67Z 
conditioni  d'elfo  richiejle  da'  Tedcfchi  6^6 
ì^ationale  ruìnefio  da'  Protesami ,  rifiu- 
tato da  Ron:  a  101.1S8 
ì^aticnali  riprovati  d.il  Papa ,  e  tuttauia^ 
molto  utili  5°5 
Concilio  di  Bafilea  t affato  e  diffefo         57  9 
CGnclauifit,ebr  priuikgij  riformati     f^66 
Conciibinarij.e'l  lor  decreto                  8  o  4 
Concubina} ij  Chierici                        830 
Concubine  di  Preti  fottopofle  al  foro  Ecclefìa- 
ftico            .  85 
Concupifcenz.a,efuo  efamine                182 
Conferenz^a  d' Augufia                   '         57 
di  Haganoa  troiferita  4  Vormatia     ^  5 
rotta                             '             e,  6 
ARdtishona                                  5)7 
aVormatia                            41^ 


OLA.  D 

Confezione  à'  Augufia  ^^ 

Confezione  dtfedeja  giù  rarfi  dagli  Ecclefia- 

jiici^e  Magifirati  7^0 

Confrmatione  ,  facr amento  ,  rfaminata 
240.151 

fuo  decrete  272, 

Conferma  Papale  del  Concilio  difiutata  in 

Trento  817 

e(/  4!^  R<?  W4,e  coMc  hiufa  834 

Congregationi  in  Trento,  dijìinte  delle  Sefio- 

ni,perche  ordinate  141.141 

Congregatiom  di  tre  maniere  1 7 1 

Congiura  per  religione  in  Francia         4  5  o 

a  Genoua  219 

Conferuatori^&iloroahufi 
Contado  d'Auignone ,  turbato  per  religione 

MS> 

D 


D 


Ania  riforma  87 

Decm/  ^^  Dottrina,^  Canoni ,  ^i/?/«f i^ 


Df  f;'f  ri  di  fedele  di  riforma,  di  ferenti  in  nu- 
mero di  voti  5  89 
DegradationiJ-oro  originey&abujì        3  4^ 
Denaro  di  S.Pietro inlnghilterra         40 1 
DieLi  f  f/e/^re  i»  ìsorimbcrga  2  5 
Dieta  celebre  in  Ratùbona                    5>(> 
Differenza  tra  Zuinglio,e  Lutero          45; 
dijputata  a  Marpurgo,fenz,a  effetto      «a 
Diffi.  e  cita  principali  in  Concilio            705 
Difpenfe  Papali  efiminate                     z6i 
lor  confideratione                   59  f«737 
la  lor  virtù                           (^'è6.6$à 
contradette                           (?>'!. 73  4 
Dìjpenfea'  Fratine  lor  voti                  6c)  ^ 
Duwrtij  elloroefamine      684.7^4.775 
Dottrina  riformata,predicata  in  Italia    4  ó! 
P«r<?  d' Alu  a  rompe  la  guerra  al  Papa     415. 
Dwfrf  c?^  Ghifo-m  Italia  per  il  Papa         41  j 

D«f^  di  Mantoua  rifiuta  la  fua  città  al  Pa^ 
papel  Comilii  84 


Duelli,  fi  lor  decreto 
contradetto  da' fecolari 


TAVOLA. 

839 


EC'kftfiJci ,  fé  fieno  capaci  dipogcdere 
carichi  fecoìari  500 

ufuarijfolo,e  dipnfatori  de  beni  dì  Chk- 

fa  795-^^5 

Ecolimpadio  muore  61 

Editto  di  Carolo  V.  contrai  Vroteflantt  5S 

Iprez^zato^ed  inutile  6  o 

Editto  del  Rè  Erancefco  contra  i  medefimi 

105 
Editto  in  Erancia  a  fauor  de'  Riformati 

Editto  di  luglio  45.9 

Editto  di  Gennaro  481 

Editione  della  Bibbia,  vedi  Trajlatione. 
Edoardo ^rè  d'Inghilterra,  riforma  il  fuo  re- 
gno ZÓj.jO^. 

muore  392. 

Elettioni  Ecckjìapche,  col  fuffr agio  del  po- 
polo, e  de. Secolari  60^ 

Elettioni  de'  Vefcovieftminate  720 

Elettione  de'  più  degni  dìjputata,  e  decifa 
781 

Elettor  di  Saffonia\  Erotejlante ,  afifte  alla, 
Mejfa  di  Cefare  54 

Elisabetta,  rema  d'Inghilterra,  4 1 9 

riforma  il  fuo  regno  420 

Entrate  della  Chiefa  hanno  quattro  fonti 

Efanune  delle  materie aErento^e'l  fuo  ordine 

EfemioHL,  arcano  di  flato  di  Ro??:a       1 7  5 
Efentiom  d'Abbati ,  ed  altri  ,ondeprocedute 

Ejpettatiue  condannate  783 

Estrema  emione  efaminata  359 

il  fuo  decreto  350 

Eucharifiia  efaminata  3  3 1 

il  fuQ  decreto  348 


FEde,efuoefamine  200 

lede  priuata,  e  Catclica  2 1 2 

Ferdinando  Imperadore  contefo  da  Paolo  4. 
Kf//^  fia  fnccefione  418 

ruonciltato  da  Pie  4.  ^  2  7 

ri^/f  f/;  rreti,e'l  Icr  decreto  83  o 

Fornicai  ione  infame  del  Clero  540 

Francefco  L  muore  xj6 

Trancefco  II.  muore  445 

Francefile  Spagnuolt^m  che  concordi  in  Con- 
ciìw,in  che  difiordt  6  ti  3 

beffati  in  Concilio  (,ca 

fi  difgufìano,e partono  del  Concilio  718. 
737 

perdono  ogni  [per  anzj.  del  Condito    718 
Frati, fojlegno del  Papato  17^ 

nimici  dell'  autorità  Epifiopale        6iS 
non  vogliono  ejfer  fuddttt  a'  Vefcotii 
•779 

lor  riforma  819.820 

loro  età  g ,  p 

lor  procedere,  per  acquifìar  beni     840 
impiegati  dal  Papa  in  fortif  cationi  4 1  ^ 


C'^Eneuariceue  la  riforma  4^ 

J  propofia  dal  rè  Erancefco  per  tenerui 
il  Concilio  ^p 

//  Papa  foUecita  la  guerra  contra'dejft 
455 

Gefuitt  cMtamentcfi  efentano  819.820 
petulanti  t;i  Con' ilio  ^^(j 

vogliono  preceder  egli  altri  Ordini     5^5 

Gefiuta  laincz.  viene  al  Concilio  ^66 

faucrito  da'  Legati  y  ^  g 

il  fuo  ragionamento  in  fauor  del  Pa^a 
(^24.737 

Gefuita  SpagrMolo,  e  lafua  tmmtàaPoifì. 

t     ìH 


TAVO 

G'mhìkoper  la  guerra  contu  ì  ?roulìanti 

Guihileo [otto  Giulio  III  509 

Giulio  11'  Papa^e'lfuo procedere  4 

Giulio  Ili.  eletto  Papa  307 

fiia  natura  308 

rimette  il  Concilio  a  Trento  3 1  o 

muore  398 

Giurifdittionc  Bpifcopale,fua  origineMahu- 

fi  339 

Giurifdittione  EccUfiaHica,  tutta  attribuita 
al  Papa  61^.6^1 

Giuflificatione  efaminata  i^j.ioj\. 

fuo  decreto  150 

Gratta  di  Dio  efaminata  1 9  5'i  9  7 

certez,z,a  della  Gratta  efuminata  2. 1 1 
fuo  decreto  230 

Gropero  rifiuta  il  Cardinalato  405 

fauorifce  la  riforma  di  Coloma,epoifimu 
ta  ii8 

Guerra  di  religione promoffa  dal  Papa,per  di- 
uertire  il  Concilio  119 

con promejfa  di  aiuti  124 

accettata  da  C efare  1 15 

dichiarata  contrai  Protejìanti  18 5?.: 9 3 
aperta  zo8 

Guerra  tra  Cefare,&Henrico  di  Prancia,per 
Ottante  Yarnefe  588 

del  Duca  di  Sauoia  contra  le  Valli  43  o 
pacificata  45(3 


H 


H  Enrico  Vili,  rè  d'Inghilterra  ,  ferine 
contra  Lutero  17 

ftfeparadalPapa  60 

contradice al  Concilio  intimato  da  Paolo 
Uh  85.87 

è  da  lui  fcommunicato  88 

ìuantiene  la  dottrina  di  Roma  nel  fuo  re- 
gno 5)1 
muore  i6j 
Henrìco  11.  rè  di  Francia ,  perfegue  i  Prote^ 
fianti                                     3o(j 


LA. 

in  rotta  con  Papa  Giulio ,  per  Parma 

32-3 

diuieta  il  trajportar  denari  a  Roma  3  3  o 

muore  42.4 

Hierarchia  efaminata  601.60^ 

in  che  confifle  604 

cenfurata  750 

Eojpit alisei  lor  decreto  825) 

Eugonotti ,  e  Papifti ,  fattioni  contrarie  in 

Ir  ancia  457 


1Magtni,condannate  in  Trancia       4^0 
lor  decreto  825 

ImmunitaEfctéfiafiica  787 

Imperadore^auuocato  della  Cbiefa  119.11% 
Impofitiom  delle  mani  607 

Imputazione  della giuftitia  di  Chriflo    205 
Indice  de'  libri  prohibiti  821.831 

lndulgenz>e  adoperate  da  Papa  Leone ,  -fer 
hauer  denari  6 

origine  di  qtiefto  abufo  5 

diuerfe  opinioni  intorno  ad  ejfe  7 

Leone  le  conferma  per  una  Bolla  9 

muouono  anche  Zumglio  i  o 

dicr etate  in  Concilio,  820.832 

incognite  alla  Cine  fa  antica,  &  a  tutte  le 
Chiefe  Orientali  841 

Inghilterra  fi  fepara  dal  Papa  fiotto  Henrico 
69 

riceue  la  religione  riformata  fiotto  Edoar- 
do 2(^7.504 
ritorna  al  Papato  fiotto  Maria  394 
riforma  dinuouo  fatto  Elizabetta  420 
imcmione  del  Mnufiro  ne'  Sacramenti^efia- 
minata  247 
fuo  decreto  271 
Interim,  fue  cagiom,e  contenuto  19  6 
rigittato  da'  Protesianti  30  5 
rifiutato  per  comandamento  del  Papa. 

304  •' 

annullato  388 

In^iiìfiitioneproduuttimultea  N4p*/i^  179 

in 


TAV 

in  Milano  77^ 

Irlanda  eretta  tnregno  dalfapa  ,  con  arte 

400 


Llga  generale  centra  i  Protejiantì ,  pro- 
curata dal  Papa^'wdamo  5 1 8 
lega  del  Papa  ,  e  di  Cefare, centra  eft 

Legati  nelprtmo  Conctlto  dt  Trento       1 1 4 
hanno  communication  fegreta  con  'Roma 

1^7 
Legato, e tJuntij nel  Concilio  di  Giulio  111. 

Legati  nel  Conciliodi  Pio  l  V,    454. 45  ^. 

4^1.471 

indtfcordia  515 

riconciliati  551 

legatimoui al  Concilio  696 

Legato  di  Per  rara  in  Pr ancia  458 

fua  negotiatione  4(^5 

Leone  X.  Papa,efuo  humort  5 

muore  10 

le»  jow/  della  Scrittura,  diluiate  tra'  Prati, 

&  iVefcoui  Kj6.17z.175.175 

il  lor  decreto  190 

Lettere,  dette  P  ormate  ^06 

Libero  arbitrio  efaminato  1 1 5 

ftio  decreto  251 

Libertà  di  Religione,data  da  Carlo  V.     6^ 

dalRè  diPrancta  481 

dal  Duca  di  Sauoia  457 

Liberta  nel  Concilio  raffrenata  1 7 1 

impeditaper  tre  cagioni  698 

Libbro  di  Concordia  ,  fatto  in  Ratisbona 

98 
II/'/>ri  Canonici,&  Apocrifi        *        157 

il  lor  decreto  i^<^.i66 

Libbri  prohibiti  ,  c7  difcorfo  [opra  ciò 

481 

decreto  [opra  efi  4  9  if 

X/«g«4  r«/2<«r^'  mlfemgio  iiDÌQytfuoefa- 


OLA 

Lingua  vulgare  richiefla  da'  Prancejl  C  6-y 

Lutero  s'oppuone  alle  indulgenze  6 

all'  autorità  del  Papa  8 

ad  altri  Capi  i  o 

fa  ardere  la  Solla  delPapa,e  le  Decretali 

citato  a  Roma  g 

appella  al  Concilio  a 

comparifce  in  Dieta  14 

è  meffo  al  Bando  dell'  Imperio  1 5^ 

muore  1^5 


M 


398 

35?  2 
374 
39J 
419 


U 


Adeburgo  rifuta  /'Interim,ftìf  èpro- 
feruta  305 

Marcello  11.  Papa 

muore 
Maria,reina  d'Inghilterra 

rijlabiltfce  la  religione  Romana 

fpofaPilippo di  Spagna 

muore 
Maria ,  reina  d' angheria  ,fofpetta  al  Papn 

92 
Marttnufio  Cardinale,  affaj^inato  dagli  Au- 

firiaci  38Ì 

Mafmiliamo,rè  di  Boemia,affettionato  alla 

riforma  435-435? 

(letto  rè  de'  Romani  6^  5 

fa  difficultà  di  rendere  ubbidienza  al  Pa^ 

t^  740 

Matrimonio  efaminato       381.(^77.7(^4 

fuo  decreto  goj 

Matrimoni]  clandejiini,  efaminati    6jc,, 

682 

il  lor  decreto  804 

impedimenti  del  Matrimonio  efvunat'r, 

e  corretti  7^^ 

Matrimonij sforzati  interdetti  767 

Matrimonio ,  fé  può  ejfere  annullato  dallu 

Chiefa  774. 

Matrimonio  de'  Preti  efaminato        6c}^ 

le  confeguenze  d'effo  pericolofe^r  T^oma 

.^P4-7<^4 


N         O         P  T 

.    fkhiefto  al, Papa  da  Cefare ,  e  dal  BauarQ 

conche  ragioni  845 

MatniitoHio  mcejluofo  trattato  in  Ifpagna 

700 
Ucàkì  caccutì  ài  Fiorenza  45 

Uelantonc  al  Colloquio  di  Vormatia       95 

a  Uattsbona  98 

Mercuriale  di  Parigi  425 

Merito  de  Congruo  efammato  205 

Mcffa  efaminata  3,6^.^^4.^i^6.^6j 

decreto  d'ejfa  585 

Minifiri  della  LÌnefa,  &  i  loro  dmerfigradi 

antichi  ."  Ili 

Ministro  fegrcto  del  Fapaa  Trento^        519 
Monbr uno  m  armi  nel  Contado  d'Auignonc 

439 
Moz,arah9  5^1 

N  ■   • 

Nlvdi  di  Papi^mutati,e  perche       598 
ìiotarijiClorricompenfe  ^06 


O  Pere, eH  loro  efainine  200.205 

il  lor  decreto  ,230.131 

Ordine, Sacr  amento, efaifiinato  '571.599 

il  fuo  decreto  755 
P 

PAce  di  Crcjfiiio  fra  Cefare  ,  e  Francia 
.       Ii2 

di  religione  a  Papa  388 

.  confirwata  in  Dieta  402.421 

di  Paolo  4.  ce/  -D/'C^  d'Alua  4?  5 

,  ^' Or/.'^wi co'  Rifcrmati  7 1 1 

dannofa  a  loro  ,  e  fpìaceiiole  al  Papa 

717 
Pacfibap,  la  nfor^'imme  vi  faprogrefjo 

467 
Talatuiato  riformato  152. 40^^ 

Papa  non  può  obiigarfi  ,  ne  ejfere  obligato 

,405 

non  vuole  che  fi  tratti  dell'  elettione  del 

.PapamConuìio  6x7.822 


AVOLA  P 

comevuoleeffer  rìcomfciuto  in  Concilio 
669 

Parma  e  Piacenz.a  infeudate  al  figlio  natu- 
rale del  Papa  132 

Parentadofpirituale,  il  fuo  efamine,ed  ah.ufi 

7^5 

ti  fuo  decreto  804. 

gradi  di  parentado  nel  matrimonio  efa- 

minati  -;66- 

Paroccbiejoro  origim,e  diuifìoni  510 

Pafquinate  di  Roma  condannata  in  Conci* 

Ito  165 

Patronato,eH  fuo  decreto  819 

contefo  in  Francia  839 

Paulo  3.  fatto  Papa  75 

dtfidera  acquifiare'aUa  cafa  fua  Milano 

88.107 

Cefare  gliel  difdice  i  o  9 

s'unìfce  con  Francia  108 

ferine  afpr amente  a  Cefare  1 1  o 

prende  ombra  del  Concilio, e  per  che   2  65 
muore  ^06 

Paulo  ^.  fatto  Papa  400 

fi.0  h umore  400.403 

fa  kga  con  Francia  404 

fa  guerra  con  gli  Spagnuoli  411 

e  poi  pace  41C 

preme  Nfercitio  dell' inquifiticne  417. 
424.425 

nmcre  425^ 

Peccato  originale  efamtnato  177 

fio  decreto  189 

Peniten  z.a  efaminata  354 

fio  decreto  35.^ 

Pènfioni  fopra  i  Vcfcouati  cen furate .  158 
Fenjionifopra  iBenejlitj confidirate  782 
Pcnfìonari]  del  Papa  ni  Concilio  5 1  o 

Ptìfmitionidc  riformati  inMcrindola  e  Ca- 

briera  ^2.5.  ^ 

P/i>  ^.eletto Papa  427  '" 

rimette  il  Concìlio  aTrento  "445 

/t7fic  (tefferconitinto  di  Simonia      642  ^ 
fanmireiCaraffi  ^    '  64^"; 


èguumcnu  infermo 
Pier  Luijì,  Duca  di  Piacenza,  ucc'tfo     281 
Toligamia  efaminata  685 

Traumatica  Sanmne,  richiejla  in  Francia 


F  rat  fiche  de'  Legati  in  Concilio  61  e) 

de' Pontifici^  6^\.6j^ 

Prebende^  loro  origine,e  ahujt  5  o  (j 

Frecedenz-a  contefa  dall'  Amb,  Cefareo  al 
Cardinal  Madruccio  117.487 

dell'  ifleffo  [opra  tutti  gli  altri,  faluo  i  Le- 
gati III 
de'  Vefcoui  Germani  Frincipifopraglt  al  - 
tri  Prelati  izi 
di  Ferrara,e  Fiorenza  454 
de'  Cardinali, e  de'  Principi  del  [angue  re- 
gio in  Francia  459 
de'  Prdati,fecondole  lor  promotioni  478 
d'Ongheria  e  Portogallo  4  9 1 
de'  Gè fuiti, ed  altri  Ordini  1^66 
degli  Ambafc,  di  spagna ,  e  di  Francia 
649 

de  Prelati  Francefi,e  Spagnuoli  677 
di  Francia,e  di  Spagna,dijputata  conpro- 
tefte  7^4-744 

contefa  a  Poma  ,  e  vinta  da'  Franceft 

730 

dell' Ambafc.  di  Malta  ,  e  de'  Vefcoui 

780 
frecedenzafra  Fcclefiajìici  deegiudicarft  dal 

Vefcouo  827 

Fredeflinationeefaminata  116 

fuo  decreto  250 

Prediche  conte  fé  fra  i  Vefcoui,  ed  i  Frati  iji. 

175.17^ 

il  lor  decreto  190 

Prelati  Gcrnianifauorifcono  il  Papato,e per- 
che Xi)-J 

Preparatìoni  alla  Gratta  efaminate      203 

Procuratori  d'ajfenti,efclufidal  voto  in  Con- 
cilio III. 144. 675?. 720 

Procuratori  dell*  Arciuefcouo  di  Maganza 
riceuuticon  difficoltà  116 

Trocuraton  di  P^lcnia  rìfutatì        473 


AVOLA. 

821     Proporre  in  Concilio  rìfimato  a''  tegdtì 
479.480 

contefo  degli  Spagnuoli         48  o .  7  3  (» 
foflentito  dal  Morene  741 

improtiato da  Spagna       513. 784. 795 
accommodato  800 

Proteflanti  onde  detti  49 

tutti  rifiutano  il  Concilio  del  Papa  45  7 
Protejìa  di  Ce  fare  contra  la  traflatione  del 
Concilio  a  Bologna  288.190 

diHenricoIL  contrai  Concilio  diTrento 
528 
Protejìa  conferua  il  luogo  alProteHante ,  ed 
impedifce  l'attione  329 

Protejìa  de' Francefi  contra  Pio  IV.      747 
Protejìa  dell'  Ambafc.di  Francia  contra  la  ri- 


forma de'  Principi 
approuata  dal  Rè 
Purgatorio,e  fuo  efamine 
ti  fuo  decreto 

QVeJìori,e'l  loro  mal  procedere 
interdetti  di  predicare 
loro  origine,ed  abufi 
aboliti  dal  Concilio 


790 
812 
818 
825 


6 

191 

512 


RE  di  Francia  patrone  e  fondatore  della 
maggior  parte  delle  Chiefe  del  fuo 

regno  791 

Rè  di  ìslauarrafauorifce  i  riformati    ^^j 

per  ijperanzefi  ritrae  da  loro  448 

è  uccifo  61^^ 

Reina  di  Nauarra  citata  dal  Papa  per  herefia 

799 

protetta  dal  Rè  di  Francia  8 1 5 

Reina  di  Scotta  friue  al  Concilio  7 1 9 

Regni  d' angheria ,  e  Boemia, pretefi  feudi 

della  cine  fa  740 

Refidenza  de'  Prelati  propolìa  1 9  (S 

difcorfofopraejfa  222 

tt 


TAV 

ài  ragion  e  legge  dìuhu  215.158 

fecondo  il  Gaetano  498 

primo  decreto  d'ejfa  251 

jriali  del  non  ejfere  ojferèiata  254. 

trattata  nel  terzo  Concilio  497.507 
vinta  di  legge  diurna  per  mimerò  di  voti 
508 

tumulto  a  Roma  per  ejfa  514 

ccnfultataaRoma  5i6' 

trattata  di  nuouo  in  Concilio  (^3  4> d 5 8 
rimerà  in  campo  7  o  i 

pratiche  fere^a  (S59 

fecondo  decreto  d^ejfa  75  6 

Kejìdenza  di  ragion  duiinaruina  delFapato 

166 

confegiien  z^e  della  Reftdenza  di  ragion  di- 
urna 6')9.ji-j 
JLeuifionidifermoni  in  Concilio  479 
Riforma  del  Clero  di  Germania  5  4 
della  Corte  di  Roma  da  Paolo  III.      S6 
Riforma  follecitata  da'  Cefarei  in  Concilio 

attrauerfata  da'  Legati  148 

congiunta  co'  dogmi  1^9 

aiiuocata  dal  Papa  160.161 

Riforma  del  Clero  fatta  da  Cefare        300 

Rifonna  utile  al  Papato  ,perauuifi  di  Mar- 
cello 2.3^9 

Riforma dt  Paolo  IV.  407 

dtPiolV.  517 

Riforma  de  Princìpi ,  e  fccolari ,  arcano  di 
Paolo  IF.  \  410 

edt  PioIF.  '  517 

Riforma  prsposfa  da  Cefare  im  Concilio 

5M 

e  da'  Prancefi  6  6y  66  6 

Riforma  friuola  di  Pio  IV.  66^ 

Riforma  de'  Regolari  in  Trento  775». 81 9 

fuo  decreto  "óiS 

Riforìfia  de  Principi  787 

£ontefa  da  Cefare       '  7S9 

eda'Pranccfi  790 

contradetta  da  tutti  gli  altri  798 

modificata,  831 


OLA 

due  pregtudicij  centra  la  riforma  deUa 

Chiefa  5Ó 

Riforma  del  Concilio, odio  fa  in  Roma    834 

Romafopraprefa  da  Cclonnefi  4  2 

prefa.efacchaggiata  da  Borbone       44 


SAcr amenti,  lor  virtù ,  dijputata  a  Parigi 
114 
il  loro  efamine  in  Concilio  1 5  9 

lor  numero  i:,^ 

lor  virtù  245 

lor  decreto  271 

gratuita  ammirn^rationed'efi  efamina- 
ta  252 

Saluocondotto  a'  Protefianti  3  50 

rifiutato  da  efì  351 

contefo  &  accommodato  373.37^ 

Saluocondotto  ad  efi  nel  terz.o  Concilio 
48  (J 

Santi,eHlor  feruigio  efaminato  818 

decreto  d'effo  -  8 25 

Scrittura  facr  a  efaminata  1 5  4 

fenfo  ed  mttrpretatione  d'effa  161 

ah; fi  intorno  ad  cffa  1 6^ 

decreto  d'effa  t66 

Scommunua^efuo  decreto  828 

Scommunichedi  Princtpi/iprouate  in  Tran- 
cia 8  3,9 

Scotta  riceue  la  Religione  riformata    435. 

cacciala  Romana  4^1 

Secretano  del  Concilio  difieale  6j[^ 

mutato  741 

Sedia  Apojìolica, che fia  fecondo  l'ufo  antico- 

Seditione    a  Napcti  per  l'Inquifitione 

67^ 
Sermone  fcandotofo  delBitonto  in  ConciUo 

1.3  5 
Serueto  ber  etico, arfo  in  Geneua  3  c)ó 

Seruità  del  Condito  per  It  comartlamemi  di 

B>om4  509.ji4.;i5.75p 

Sfif: 


T  A  V 

Seponì  dipnte  da  Congrigatmì  mera  cerì^ 

monta  141.(3  7  (J 

Seftone  Le  fue  cerimonie  1 55 

feconda  143 

terza  151 

quarta  ^66 

quinta  1 S  9 

fijìa  129 

fettima  170 

Sepone prima  di  Bologna  278 

feconda  di  Bologna  280 

5f//o««  /?^/w^  (/e/  i.Comilw  di  Trento  51  z 

feconda  325 

fer^  347 

^«<«yr««  3  65 

quinta  378 

]£/?*«  38^ 

Sejhoneprimadel  ^.Concilio  di  Trento  479 

feconda,  491 

ffy^<«  518 

g</«irf4  523 

^tti«f<«  549 

/^?4  -  585 

fittima  755 

Of frfW^  0  O  i 

«f»«4  824 

sigillo  del  Concilio  dijputato  1 45» 

Smon  Sultacan  Painarca  d'Oriente  viene  a 

Roma  per  render  ohedienza  59 1 

Simcnia  dtjputata  a  Roma  ^07 

efaminata  in  Conuiw  505 

fuo  decreto  «i 

Sinodi  dtoiefane,&  prouincìali  in  Gcrmanfa 

304 
Sinodo  di  Riformati  in  Francia  424 

Sottofcriitìonid^Ambafciadert ,  perche  tr,i- 

lafciatealrnto  833 

Stampatori,eJìampe,  e'I  lor  decreto        \g6 
Stati d'Orlims   "  447 

leggi  loro  Ecdejìafìche  4^7 

Suiz^tn  multaci  al  CvntModalPapa  165?, 

194.322 

rifiutano  555 

SupplicijmgundifmQ  mmm  pemligiom 


OLA. 

ne'Faeftbaft 

in  Ijpagna 

in  Trancia  fojpcji 


422 
425 
448 


TAncareìlo  condannato  a  Parigi  perTh^ 
centra  l'autorità  de'  Frwcipi    474 
Teforo  de'  meriti  della  Cbiefa  7 

Tefiamenti,fe  la  Chiefa  vi  ha  potere       507 
Titolo  dipremotwne,  e  di  patrimonio,  efami- 
nato  5  o  I 
Titolo,(he  co  fa  anticamente                5  o  i 
Titolo  dd  Cotrcilio ,  rapprefentante  la  Chie- 
fa vniuirfakjdt^utato              1 4  2 .  49  z 
rifoluto       '  145 
Toìvafo  Cantuarienfe ,  condannato  dopo  U 
fua  morte  in  Inghilterra  89 
Toniafo  d'Aquino  perche  canonicato      1 87 
Traditioniefaminate  55 
lor  decreto                                    \6j 
Traditori  Spagnuoli  e  Trancefi  in  Concilio 

Trafiatione  Utina  della  Bibbia  digitata  1 5  5 
fuo  decreto  1 67 

Trajlttwm  dmcrfe  della  Bibbia  mila  Chiefa 
amica  161 

TrafUtio^'i  di  S. Gir  clamo, e  la  vecchia  Lati- 
na congiunte  ncll'  ufo  ddla  Chiefa      1 61 
Trajlatione  vulgare  compofa  di  qu'ejìe  due 
161 

authenticata  i^^ 

corretta  i^^ 

la  fua  corrmionefojpefa  dui  Papa      1 7  3 

Traslatione  vulgare  riconofùuta  viticfi  1 1 3 

Tranfi(jì,mi  lattone  efuìnìuita  3  3  7 

fuo  decreto  ;^,s 

Trento  nominato  pel  Concilio  1  o  4 

Tumulto  de'  Vcfcoui  a  Trento  e;  ■  3 

Tumulto  de' popoli  m  Bamerapcr  la  rdìgiouc 


752. 


V 


Enetiani  rifiutano  Vicci^apd  Gotici- 

tt    n 


T  A  V 

Veneto  Amhafàadorefojpetio  al  Papa  604 
Vergn'io 'Nuntio in  Germania  75 

tratta  con  Lutero  77 

4  Vcrniatia  Agente  dì  arancia  s)6 

fofpetto  d'henfia  efptdfo  dal  Concilio,  ab- 
braccia UMigionc  riformata    1^-8.159 
Vefcoiu titolari,  ePortatiui  ,&  i  loro  abùfi 
3^1.504.755 

Inptutione  de'  Vefcoui  di  legge  diurna, 

fondamento  d'ogni  buona  riforma  601. 

610 

ycfcouato ,  inptutione  Pcclefiajiica, fecondo 

S.Agoflmo,e  S.Girolamo  ^04 

le  ftte  due  proprie  fontioni  606 

Vefcouato  di  ragion  dimna,opinioneabhorri- 

taaPioma  6i6.6ii.66o 

foflenata  dagli  Spagrmoli      '  617 

la  loro  autorità  Imitata  dal  Papa     660 

Vefcotiipr etendono  innalzare  la  loro  autori- 

tà  175.125.238.775, 

contradetti  in  do  da'  Pontifìcij         5  45 

Vefcou  i  delegati  della  Sedia  Romana  ij6.^  1 1 

Vefcoui,e  lor  qualità  efammate  1 6^ 

Vefcoui  nuouhphiltti  ne'  Paefi  bafi     42  2 


O  L  A. 

Vefcoui  Italiani  in  gran  numero  in  Concìlio, 
per  contrapefare  tutte  le  altre  nationi 
474.480.5 1(^.594. 598. (542 
Vefcoui  Prancefi  citati  a  Roma  dall' Inquiji- 
tiene  708 

condannati  79^ 

protetti  dal  Rè  814 

Vefìimtnti  de'  Prelati  da  non  mutarjì  fuor 
delle  ceremonie  13  8 

Veflimenti  degli  Ecclefiaflici  regolati  3  62. 
Vittoria  di  Carlo  V.fopra  i  Protefìanti  1 75) 
Vittoria  vana  di  Francia  66^ 

Vifite  degli  Arciuefcoui  781 

Vnione de'  Benefica  358 

Vnioni  di  Chiefe  interdette  355 

Voti  in  Concilio pernationi,  interdetti  dal 
Papa  137.138.474.759 

labro  origine  141 

Vfurpatione  ed  artificio  di  Roma  3  5 1 

Z 

ZVinglio  s'oppuone  alle  Indù  Igenze    10 
ed  al  Celibato,&  altri  abufi        18 
muore  in  battaglia  61 

Zurigo  riceue  la  riforma  18 


HI  sroif^i  A 
DEL   CONCILIO 

TRIDENTINO. 

Libro  Primo. 

Sommario. 

Lu4  prima  occa/ìof2edipe:-jjare  alla  ceiebratioie  t^un  Concilio  ifegnendo  gli  efem- 
flt  amichi)  fu,  che  Papa  LeoneX.efauJlo  dt  Aenari->mtfe  mano  a  bandire  ìnàul^ 
genie  icon  vituperofe  maniere  vendute  a  prezx.o:  allec^Ha/t  opponendo/i  Martin 
Lutheroìfrate  AuguHinianOiè  contradetto  da  alcuni  fkmojì  dtfinfon  deli'  autorità  Pon^ 
ttf2CÌa,adoperataperprmcipalJò[}egno  d'ejfe  lndulgenz.e:  onde  Luthero  e  tratto  ad  oppu- 
gnare  anchora  e^nella:eper  ciò  cttutoa  Romaypoinmejfo  al  Cardinal  (^aetano^e  da  lui  efa- 
cerbatoyla  differenza  s  infuoca:  ti  Tapaper  nna  Bolla/ita  hauendofofie\tate  le  Indulgen- 
z.eye  Luthero  dal  Papa  hauendo  appellato  al  Concilio.Vn  moto  fimile  n^ce  m  SguiT^eri 
per  mede/ime  cagioni'.onde  Luthero  prende  maggiormente  animo ,  el  Papaaltrejiy  inna- 
JpritOifulmina  unaBolla  di  condannai  tonde  di  fcommunica  contra  ejfo:  contra  lai^uale 
eglifìripara  con  t appello  al  Concilio.  Intanto  comparifce  in  Dieta  Imperiale  m  V'orma- 
tia.-oucy  inprefen^a  di  Carlo  V>  Imperaderejoftenta,  lejue  ragioni  intrepidamente  :  e  per 
CIÒ  e  mejfo  al  bando  dell'  Imperio:  ma  egli  Ji  rinjòrz.4  contra  t  fuoi  auuerfarip  fra  icjualtit 
più  tUuJìre  è  Ayrigo  Vili,  rè  d' Inghilterra:  come  fu  anchora  Zuinglio  in  ZurigO)0/ideJe- 
,  guc  la  riforma  di  detta,  cuta. Leone  m  cjuefit  trauagltfi  muore^d  ha  per fucce (fare  Adria- 
no VLtlquale  agitato  dt  varipenfieri  intorno  a  ejualche  riforma  della  Chtefay  manda  per 
ciounfuo  Nunno  in  (jermania>o?ìde  non  riportando  fenon  nuoue  offèfcanch'eglipajfiad 
altra  vita\lafciando  le  contronerfie  nella  Religione  anùche  no  mnaff)rite:letjuali  Cle-^ 
mente  VI  I  .fìwjuccefforeìtenta  di  comporr  e, fchiuando  ognipropofla  di  Concilio  :  ma  in- 
darne: percioche  C efare  vi  applica  l'animo,  e  tutta  la  (fermania  preme  per  ottenerlo  Na- 
tional e.  Clemente  e  Carlo  venuti  m  rotta^Cefare  appella  anch'  effo  al  Concilio:  comefzin- 
no  anche  i  Colonne  fi, ni  fegati  dalPapa,onde  nafce  guerra,e  la  prefa,e'lfacco  di  TÌoìna 
per  Ce  far  e  :  e  la  nucua  rifórma  della  Religione  s'allarga  m  vari  luoghi.  A4  a  la  pace 
conchmfa,fì  rimette  fi  ilpropofito  del  Concilio-,alijuale  appellano  in  T>:sta  a.  Sp:ra  molti 
Principi, e  Città  ImpenalhvmtiJòtfvlnomtnHCHe  diProtfslanthdtut/ìperofraloro nel- 

A 


i  CONCILIO  DI  TRENTO  PapaGivlioII. 

An.  ci^io  l^  Dottrina  Sacramentaria.  Clemente  rilutta  alla  propojìa  del  Concilio-,ed  induce  C  efare 
alla  forcai  ed  ali  armuilche  odorando  t  Protejkinthprefentano  a  CefareinDietu  in  Au- 
gusta la  loY  Co?ìfèJfioneyfopra  lacjuale  fegue  ConferenzAye  minacce^ed  Editto  Imperiale: 
fnaJènzAfrutto.Dnnameraicheifra  tanti  di^arerh  e  dijfcoltàitl  Concilio  è  bramato  pitt 
che  mah  ettandio  dalli  Re  di  trancia^  e  d'Inghilterra.  In  Sgui'Xz.enfegue  guerra,  con 
morte  di  Zuinglio:  polpacci l  Papa  continuando  a  contra^ktre  alla  conitocattone  del  Con- 
cilio, Cefar  e  fin  ad  effo  permette  libertà  di  religione  a  Protefìanti:  onde  Clemente  sfòrzji- 
tarnente  confente  al  Concilio  >  ma f otto  conditioni  inique )rifiutate  da'  Protejhntt  :  onde 
e{fo  s  aliena  dmuouo  da  Cefare,  el  Re  Arrigo  ottano  d'Inghilterra  da  bii,per  cagione  del 
diiiortio  con  la  moglie.  Morto  Clemente,Paolo  terz.os' infinge  dt/ìderare  il  Conci/ io:  e  per 
ciò  manda  N'unti}  a  Trinciphe'l  Vergerlo  inC^ermamaMe^Hale con  Lutheroyne co' mag- 
giori Protejhi/iti  non  può  finire  alcun  prò:  epero  fìrmolgead  indurre  C  efare  alla  via  dell' 
armi.  Il  Papa  intanto  fa  vijh  di  conuocare  il  Concilio  inAlantouaymaper  la  refifìenz^a 
de'  Protefkinth  e'I  r  fiuto  del  Duca  di  Afantoua ,  il  Concilio  efojpefo  :  ed  in  luogo  d^effo 
Paolo  fa  procedere  ad  una  rifirma  in  Ti^maja^uale  riefce  vana  :poi  infima  il  Concilio  a 
yicenz.a,  ma  è  contradetto  da  Arrigo,rè  d'Inghilterra:  contrai  quale  fulmina  lafcorn- 
munica,  di  ninno  eletto  contra  cjuel  re,  ilquale  fcuote  il  giogo  del  Papa ,  ritenendo  pero 
tutta  lafua  Dottrina.  Vari  mezjii  fono  tentati  m  diuerfe  Diete  Impertali,per  accjuetar 
le  turbolente  della  Religione:  ma  infine  fi  ricomfce  la  necejfita  d'un  Concilio ,  difiderato 
da'  Tedefchi  iSfationale  :  ma  il  Papa  lo  vuole  ad  ogni  modo  (^enerale,ed  ojferifce  la  città 
di  Trento,doue  mina  ifuot  Legati,e  Cefare  ifuoi  Ambafciadori.  Ma  quefla  raunanzjL 
dileguatafi  ne' fuoi  primi  principipil  Papa  s'aliena  da  Cefare,  e  refla  ogni  ragionamento- 
dt  Concilio  interrotto. 


Dlfsepto  dell'  ^i^P'^?^"^']?^;^^^   L  proponimento  mio  è  di fcriuere  l'hiftoria  del  Conci- 
mtore.  yf{f%^M  i<^^^    Ilo  Tridentino:  perchcquantunqae  molti  celebri  hifto- 

ricidel  l'ecol  noftro  nelli  loro  ferirti  n'habbiano  tocca- 
to qualche  particolar  fucceiTo  ;  Se  Giouanni  Sleidanojdi- 
ligentiffimo  autore ,  habbia  con  etquiilta  diligenza  nar- 
rate le  caufe  antecedenti',  nondimeno,pofte  tutte  queftc 
cofe  infiemcnonfarebbono  badanti  ad  una  intiera  nar- 

^  ^^ ^ ratione. 

Io,  fubito  c'hebbi  gufto  delle  cofe  humancfui  prefo  da  gran  curiofìtà  di  iaper- 
ne  l'intiero:  &jdoporhauer  letto  con  diligenza  quello  che  trouaifcritto,&lipu- 
blici  documenti  vfciti  in  iftampa,  o  diuulgati  apenna,mi  diedi  a  ricercar  nelle 
reliquie  de'  fcritti  de'  Prelati,&  altri  nel  Concilio  interuenuti,le  memorie  da  lo- 
ro lafciate,&li  voti>o  pareri  detti  in  publiéo^conferuati  dagli  autori  proprij,o  da 
altri;  &  le  lettere  d'auifi  da  quella  Città  icrirtc:  non  tralafciando  fatica,o  diligen- 
za :  onde  ho  hauuto  gratia  di  vedere  lino  qualche  regiftro  intiero  di  note ,  &c  let- 
tere di  perfone,  c'hebbero  gran  parte  in  quei  maneggi.  Hauendo  adunque  tante 
coferaccoltcche  mi  poifono  lo mminiitrar  affai  abondante  materia  per  la  narra- 
tionedelprogrellbjvengo  in  rifolutione  di  ordinarla. 

Racconterò  le  caufcje  li  maneggi  d'una  conuocatione  Ecclefìaftica  >  nel  corfo 

diven- 


Papa  GiVLio  IL  LIBRÒ     PRIMO.  5 

divenridue  anni,  per  diiier/I  fi  ni>&  con  vari;  mezi,da  chi  procacciata  &folIeci-  Am.  cPi3 
tara,  da  chi  impedita  8c  differirà:  &per  altri  anni  diciotto  hora  adunata,horadir- 
ciolta:  Tempre  celebrata  con  varijl  BnuSc  che  ha  fortita  forma  &  compimento  tut- 
to contrario  al  dilfègno  di  chi  rhaprocurata,&al  timore  di  chi  con  ogni  ftudio 
rhadifturbata.  Chiaro  documento  di  reiìgnarclipcnfìeriin  Dio ,  &  non  tidaiTi 
della  prudenza  humana. 

Imperoche  quello  ConciIio,deiìderato,& procurato  dagli  huominipij,per  riu- 
nire la  Chiera,che  comminciauaadiuidedijha  coùftabilko  lo  iciima,  &:  oftinate 
lcparti,chc  ha  fatto  le  dircordieirreconciiiabili:&  maneggiato  da  li  Prcncipi,p^er 
riforma  dell'  ordine  Ecclc/iaftico,ha  cauiato  la  maggior  deformatione  che  ha  mai 
ftatada  che  viue  il  nome  Chriftiano:&  dalli  Vefcoui  fperato  per  racquiftar  l'auto- 
rità epifcopalcpalFata  in  gran  parte  nel  iblo  Pontefice  Romano,  l'ha  fatta  loro 
perdere  tutta  intieramentcriduccndoli  à  maggior  lerui&ii.  Nel  contrario^tcmuto 
de  sfuggito  dalla  Corte  di  Roma,come  eiiicace  mezo  per  moderare  l'eiTorbitante 
potenza,da  piccioli  principi]  peruenuta  con  vari)  progrcffi  ad  un  cccciro  illimita- 
tcgliel'ha talmente  ftabilita  &  confermata  (opra  la  parte  reftatale  foggctta,chG 
non  fu  maitantajue  coli  ben  radicata. 

Non  farà  perciò  inconueniente  chiamarlo  La  Iliade  del  fecol  noftro:  nella  ef- 
plicatione  della  quale  feguirò  drittamente  la  verità,  non  clFendo  io  poifedutoda 
paflìone,  che  mi  polla  far  deuiare.  E  chi  mi  oflcruerà  in  alcuni  tempi  abonda- 
re,  in  altri  andar  riftretto,fi  ricordi  che  non  tutti  i  campi  fono  di  ugual  fertilitàf 
ne  tutti  li  grani  mciritano  d'ellèr  conferuati:  8c  di  quelli  che  il  mietitore  vorrebbe 
'  tenerne  conto,  qualche  fpiga  anco  sfugge  la  prefa  della  mano,  oil  filo  della  fal- 
ce: cofi  comportando  la  conditione  d'ogni  mietitura,  che  redi  anco  parte  per  ril- 
pigolarc. 

Ma,inanzi  ad  ogni  altra  cora,mi  conuien  ricordare,eircre  ftato  antichifiSmo  co-  ^yj  ^'  ^^^ 
{lume  nella  ChiefaChri{liana,di  quietare  le  controuerile  in  materia  di  religione,  aV;/  ttn$idH, 
&  riformiare  la  dilciplina  tiafcorfa  in  corruttela,col  mezo  delle  conuocationi  de' 
.Sinodi.Cofijla  prima  che  nacque,viuendo  ancora  molti  delli  Santi  ApofloIi,Se  le 
genti  conucrtite  a  Chriflo  erano  tenute  all'  olferuanza  delle  leggi  Molàiche,  fu 
comporta  per  riduttioneinGierufaiem  di  quattro  Apo(loli,&  di  tutti  li  fedcli,chc 
in  quella  Città  fi  ritrouauano.Al  cui  eilempio,nelle  occorrenze  che  alla  giornata 
inciafcunaprouincianacqucro,perdugento  &  più  anni  l'eguenti,  anco  nel  femo- 
re delle  periecutioni,fi  congregarono  i  Vefcoui,&:  i  più  principali  delle  Chiefeper 
fedarle,&:m.etteruihne:  eilendo  quello  l'unico  rimedio  di  riunire  le  diuifionij&r 
accordare  le  opinioni  contràrie. 

Ma,dopo  che  piacque  a  Dio  di  dar  pace  alla  fua  Chiefa,con  eccitar  al  fiiuor 
della  religione Conftantinojfi come  fupiu  facile,  che  molto  più  Chiele  commu- 
nicai]ero,&:  trattailcro  inilemc;  coli  ancorale  diuifioni  li  fecero  più  comuni.  Et 
doue  che  auanti  non  ufciuano  d'una  Città,  onero  al  più,  d'una  Prouincia  ;  per  la 
libertà  della  comunicatione  fi  eftefero  in  tutto  l'Imperio  :  periicheaiicoTuiaio 
rimedio  delli  Concili]  fu  necelTario  che  fi  raccogliellc  da  più  ampi  luoghi.  Onde 
cllendo  in  quel  tcmpccongrcgato  da  quel  Principe  vn  Concilio  di  tutto  l'Impe- 

A    ij 


^ 4  COI^CILIO  DI  TRENTO        Papa  Givtioll. 

Àn.  ci3  i5  riojhcbbc  nome  ài  Santa  &  grande  Sinodo:&:  qualche  tempo  dopo,fu  anco  chia- 
mato Concilio  generale,  &  Ecumenico:  fé  ben  non  raccolto  da  tutta  laChiefa, 
dellaquale  gran  parte  fi  eftendeua  fuori  dell' Imperio  Romano:  ma,perche  l'ufo  di 
quel  fccolo  era  di  chiamar  l'ImperatorcPatronc  vniuerfale  di  tutta  la  terra  habi- 
tata:  con  tutto  che  fotto  l'Imperio  non  fulFe  contenuta  la  decima  parte  d'cfla.  Ad 
clfempio  di  quefto,in  altre  occorrenze  di  dirtìdij  di  religione  ,fimili  Concili)  fu- 
rono congregati  dalli  fucceifori  di  Conftantino.  Et  le  ben  l'Imperio  più  volte 
fu  diuifo  in  Orientale  &  Occidentale  ;  nondimeno,  maneggiandofi  gli  affari  fot- 
tonome  communejcontinuòancoralaconuocationc  delle  Sinodi  dall'  Imperio 

tutto. 

Majdopo  che  fu  diuifo  l'Oriente  dall'Occidente,  non  rimanendoui  commu- 
nione  nel  Principato:^  dopo  che  l'Orientale  fu  in  gran  parte  da'  Sarraceni  occu- 
pato,&  l'Occidentale  partito  in  molti Prencipi  '-il  nome  di  Concilio  uniuerfale  & 
Ecumenico  non  dcriuò  piudall'  unità  dell'Imperio  Romano:ma  apprclfo  i  Greci, 
dal  conuento  delli  cinque  Patriarchi:^  nelle  regioni  noftrcdall'  unità  6c  commu- 
nione  di  quei  Regni  e  Stati,che  nelle  cole  Ecclefiaftiche  rendeuanoobedienzaal 
Pontefice  Romano.  Et  di  quefti  la  congregatione  fi  è  continuata ,  non  principal- 
mente per iopir  le  diirenfioni della religione,comegià:ma,  oucroper  feria  guerra 
di  Terra  lanta,©  per  fopirfcifmi  &  diuiiloni  dellaChief  aRomanacoucro  anco  per 
controuerficche  fìiircro  trali  Pontefici,^  li  Prencipi  Chriftiani. 
Prtm ecu-        Piincipiando  il  fecolo decimofefto  dopo  la  Natiuità  ài  Noftro Signore, non 
fionedtl  Tii-  appariuavr<^ente  caufadi  celebrar  Concilio,ne  che  per  lungo  tempo  douefl^ènaf^ 
*****  cere.Perchc  pareuano  a  fatto  fopite  le  querele  di  molte  Chicle  contra  la  grandez- 

!za  della  Corte  :  &  tutte  le  regioni  de  Chrifliani  Occidentali  erano  in  comunio-' 
ne  &obedienza  della ChieiaRomana.Solo  in  una  picciolaparte,cioè,in  quel  trac* 
to  de'  moti,  che  congiungonolc  Alpi  con  li  Pirenei>vi  erano  alcune  reliquie  degli 
antichi  Valdefi,  onero  Albigeil.  Nelliquali  però  era  tanta  femplicità  &:  ignoran- 
za delle  buone  lettere ,  che  non  erano  atti  a  communicar  la  loro  dottrina  ad  al- 
tre perfone.  Oltre  che  erano  polli  in  coli  finiftro  concetto  d'empietà  &  ofeeni- 
'  tàappreiro  li  vicini,  che  non  vi  crapcricolcche  la  contagione  poteiTe  pafTareiii 

In  alcuni  cantoni  ancora  di  Bohemia,  vi  erano  alcuni  pochi  della  medefima 
dottrina,reliquie  pur  degli  flefri,dalli  Bohemi  chiamatiPicardi:  Uqualiper  laflef- 
fa ragione  non  era  da  dubitare  che  poteireroaumentarfi. 

Neir  iftcìro  Regno  di  BohciiDia,  erano  li  feguaci  di  Giouanni  Hus,che  fi  chia- 
mauano  Califtini,ovcro5«^«/r4f//^:Hquali,fuori  che  in  qucftoparticolarcche 
nella  fantiffima  Communione  miniftrauano  al  popolo  il  Calice  :  nelle  altre  cole 
non  erano  motto  differenti  dalla  dottrina  della  Chiefa  Romana.Ma  ne  quefti  ve- 
niuano  in  confideratione,cofiper  il  lor  picciol  numerojcome  perche  mancauana 
di  eruditione:ne  fi  vedeua  che  defideraiiero  communicar  la  lor  dottrina,ne  che  al- 
tri folTerocuriofi  d'intenderla. 

Vi  fuben  qualche  pericolo  difcifma.  Perche,  hauendo  Giuliofecondo  attefo 
piuallearti  della  guerra,che  al  miniftcrio  faccrdotale,  &  amminiftrato  il  Pontifi- 
"^  caro 


Papa  Lbon  X.  LIBROPRIMO.  5 

catoconecccflluo  Imperio verfo  liPicncipi  &  Cardinali, haneuancccfllrato  al-  A  n. 
cimi  diedi  a  leparariì  da  lui  J&;  congregar  unConcilio.  Alche  aggiungendofi  ci3  io 
cheLuigi  duodecimo,  Re  di  Francia  ,  kommunicato  dallo  fteiroPontehce,gli 
haueua  leuato  l'obcdienza,  &  fi  era  congiunto  con  li  Cardinali  ieparaci  ,  pare- 
ua  che  potelfe  palTar  quello  principio  a  qualche  termine  importante.  Ma,  mor- 
to opportunamente  Giulio,  Se  emendo  creato  Leone, con  la  Tua  deftcrità  inbre- 
uifllmotempo  riconciliò  li  Cardinali,  &;  il  Regno  di  Francia  inficme:  fi  che  fu 
con  mirabile  celerità  <Sc  facilità  eftinto  vn  fuoco,  che  parcua  douelfe  arderla 
Chicfa. 

Leon  decimo,  come  quello  ch'era  nobilmente  nato  2c  educato ,  portò  molte  ***^  "»'/'9  'ài 
buone  arti  nel  Pontificato  :  fra  lequàli  erano  vnaeruditione  iìngolare  nelle  buo-^""**°' 
^  ne  lcttere,humanità,bontà,&  dolcezza  di  trattare  marauigliofi,con  vnapiaceuo- 
lezza  più  che  humana,infieme  con  fomma  liberalità,  &  inclinatione  grande  a  fa- 
uorir  i  letterati>&  virtuofi:  che  da  lungo  tempo  non  s'erano  vedute  in  quella  fede, 
jic  ugualijne  prollìme  alle  fuc.E  farebbe  ftato  vn  perfetto  Pontefice,  fé  con  qucfte 
hauelfe  congiunto  qualche  cognitione  delle  cofe  della  religione  ,  &  alquanto 
più  d'inclinationc  alla  pietà:  dell' una  &  dell'altra  dellequali  non  moftraua  ha- 
uer  gran  cura.  Et  fi  come  era  liberalismo ,  Se  ben  intendente  dell'  arte  del  dona- 
re j  cofi  in  quella  dell'  acquiftare  non  era  iufficiente  da  fé ,  ma  fi  feruiua  deli'  o- 
pera  di  Lorenzo  Pucci  Cardinal  di  Santi  quattro,  il  qual  in-  qucfta  parte  valcua 
aifai. 


Ritrouandofi  adunque  Leone  in  qucfto  ftato  quieto,eftinto  in  tutto  &  per  tut- 
to il  fcifma,fenza  alcun  auuerfario,fi  può  dire,(poiche  quei  pochi  Valdefi  ,:<c  CaIi-^«,^#, 
ùini  non  erano  in  confideratione)  liberale  nello  fpendere,&  donare  cofi  à  parcn- 
ti,come  à  corceggiani,  &  alli  profelfori  di  lettere,  clTaufti  gli  altri  fonti,  donde  la 
corte  Romana  lucie  tirar  a  le  le  ricchezze  dell'  altre  regioni,pensò  valerfi  di  quel- 
lo delle  Indulgenze. 

Quello  modo  di  cauar  danari  fu  melfo  in  vfo  dopo  il  ci3  e.  Imperochc,hauédo 
PapaVrbano  IccondojConcclFi  indulgenza  plenaria  Se  rcmiflìone  di  tutti  i  peccati 
a  chi  andana  nella  militia  di  Terra  fanta,per  conquillar  &  liberar  il  ferolchro  di 
Chrifto dalle  maiii  de  Mahometani ,  fu  feguitato  per  pia  centinaia  d'anni  dalli 
fuccenòri,haucndo  alcuni  d'eir],(comefcmprc  fi  aggiunge  alle  nuoue  inLientioni) 
aggiuntoui  lomedcfima  indulgenza  a  quelli  che  manteuanovnfoldato,  non  po- 
tendo edijo  non  volendo  perfonalmente  andar?  nella  militia.E  poijcol  procrrcHc, 
concelfo  le  medclime  indulgenze  *S:  remilTìouijanco  per  far  la  guerra  a  quel  l],chc, 
fé  ben  Chriftiani,non  erano  obcdienti  alla  Chiefa  Romana.E  per  lo  più  erano  fat- 
te abondantiffimeeifittioni  di  danari,rorto  li  prctefti  detti  di  (òpra.  Liquah  può 
erano  applicati,©  tucti,o  la  maggior  parte  ad  altri  vfi. 

Seguendoquvfti  efempi, Leone» cofi  configliato  dal  Cardinal  Santi  quattro* 
mandò  vna  Indulgenza,  oc  reminone  de'  peccati ,  per  tutte  le  regioni  de  Chri- 
ftiani ,  concedendola  a  chi  contribuilfe  danari  ,  &  eftendendola  anco  à  moni: 
per  iquali  quando  folTe  fatta  l'elborfatione  ,  voleua  che  folfcro  liberati  dal- 
le pene  del  purgatorio:  aggiungendo  anco  facoltà  di  mangiar  uoua  Se  latticini 

A     iij 


fffr  le  /««^^ 


6  CONCILIO    DI    TRENTO  PapaLeonX. 

e  1 0  1 0  ne  giorni  di  digiiinojdi  eleggerli  confeiToce,&  altre  tali  habilità.E  Te  ben  l'eHècU' 
XVII.  tionc  di  qaelb  impreia  di  Leone  hcbbe  qualche  particolare  poco  pio  &  honcfto, 
come  fi  diràjilquale  dicóc  fcandalo^e  caufa  di  nouicàjnon  e  però,  che  molte  delle 
coiicclsioniiimili  già  facce  daiii  Pontefici  per  l'inanzijiion  hauelfcro  caufc  meno 
hoiicfì:c,&  noa  i^oilcro  circrcitare  con  maggiore  auaritia,&cftor(ìone.Ma  moke 
voice  nalcono  occafioni  ruiiìcienti  per  produrre  notabili  eitetti,&  Tuanifcono  per 
mancamento  d'hiiominijche  (e  ne  (appiano  valere.E  quello  che  più  importajène- 
cciLirio  che  per  elìctcuare  alcuna  cola,  venga  il  rempo,nclqualepiacciaa  Dio  di 
corregger  i  mancamenti  humani.  Queftc  cole  tutte  s'incontrarono  nel  tempo  di 
Lconcdci  quale  parliamo. 

Imperochchauendo  egli  del  ci3  i3  xvii.publicatalavniuerfale  cocefsione  delle 
induigézejdiilribuì  vna  parte  delie  rendite,prima  che  follerò  raccoltene  benfemi- 
natcdonando  a  diucriì  le  rcuenute  di  diuerfe  prouincie,&  riierbando  anco  alcune 
per  laiua  camera. In  particolare  donò  il  tratto  delle  indulgéze  dciiaSaironia,&  di 
quel  braccio  di  Germania,  che  di  la  camina  lino  al  mare,  a  Maddalena  fua  forella» 
moglie  di  FraceichettoCibò  figlio  naturvale  di  Papa  Innocentio  octauo.Per  ragio- 
ne deiqual  n:;atrimonio  Leone  era  (lato  creato  Cardinale  in  età  di  quattordici  an- 
ni, che  fu  li  principio  delle  grandezze  Ecclefìaftiche  nella  cala  de*  Medici.Etvfò 
Leone  quella  liberalità  non  tanto  per  affetto  fraterno ,  quanto  per  ricompéfa  delle 
CpcCc  farce  dalla  cala  Cibò,  in  quel  tempo,cheftetce  retirato  in  Gcnoua,non  po- 
tendo dimorar  in  Roma,  mentre  Aleirandro  fedo  era  congiunto  con  li  Fiorentini 
nemici  di  cafa  Medici,che  l'haueuano  fcacciata  di  Fiorenza.Malaforella,acciò  il 
dono  del  Pontefice  gli  rendeire  buon  frutto,diede  la  cura  di  mandar  a  predicare 
l'indulgenze ,  &  dell'  ellàttione  del  danaro,al  Vefcouo  Arcemboldo,il  quale  nell' 
alFontioac  della  dignità,&  carico  Epilcopale^  non  li  era  fpogliato  di  alcuna  delle 
xjualità  di  perfetto  mercatante  Genouefe.Quello  diede  la  facoltà  di  publicarle,  a 
chi  offerì  di  più  cauarncfenzarifgaardo  alia  qualità  delle  perlone:anzi  coli  fordr* 
damentcche  nilFuna  pcrfona  mediocre  potè  contrattar  coalui,ma  folo  trouò  mi- 
niilri  limili  afe,non  con  altra  mira,che  di  cauar  danari. 

Era  coftume  nella  Salfonia,  che  quando  dalli  Pontefici  fi  mandauanol'indul- 
genzcerano  adoperaci  li  Frati  deli'  ordine  degli  Eremitani  per  publicarle.  A  quelli 
noa  volfero  inuiarii  li  queilori  miniftri  dell'ArcemboldojCome  a  quelli,cheIoliti 
maneggiare  limili  merci,  poteuano  hauer  maniera  di  trarne  occultamente  frutto 
per  loro  :  &  da'  quali  ancccomc  viati  a  quello  ufficio,non  afpettauano  cofailra- 
ordinaria,e  chelipoteilè  fruttare  più  del  (olito:  ma  s'inuiarono  alli  frati  dell'or- 
dine diS.Domenico.Daquefli,nclpublicar  l'Indulgenzcfurono  dette  molte  no- 
uitàjche  diedero  fcandaÌo,mentieelsivoleuano  amplificare  il  valore  più  del  foli- 
to.Si  aggiunfe  la  cartina  vira  dclli  quellori,i  quali  nelle  tauerne,&:  altroucin  giuo- 
chi ,&  altre  cofe  piada  tacere,  ipendeuanoquello,che  il  popolo  rifparmiaua  dal 
fuo  viuere  necelfariosper  acquillar  le  indulgenze. 
c'mrfe  da  Dalle  quali  cofe  eccitato  Martino  Luthero,Frate  dell'  ordine  degli  Eremitani, 

lAtihcrO'        fi  portò  a  parlar  contra  elfi  queflori.Prima,riprendendo  folamente  i  nuoui  ecct^- 
rmiabufr.poijprouocato  da  loro,  incominciò  a  fin  ilare  quella  maceria,  volendo 

vede- 


Papa  Leon  X.  L  I  B  Pv  O   P  R  I  M  O.  7 

vedere  i  fondamenti,  &  le  radici  dell'Indulgenza:  li  quali  eflaminatijpaffando    ci3  la 
dagli  abiifì  nuoui  alli  vecchi,&  dalla  fabrica  alli  fondamenti,diede  fuora  nouan-      xvii. 
tacinque  conclufìoniin  quefta  maceria:  lequali  furono  projjofte  da  elTer  difpu- 
tatein  Vitemberga:  ne  comparendo  alcuno  centra  di  lui ,  fé  benvifte,&:  lette-, 
non  furono  da  alcuno  oppugnate  m  conferenza  vocale, ma  ben  Frate  Giouanni  diffe  dal 
Thecel,  dell'  ordine  di  S.Domenico,ne  propofe  altre  contrarie  a  quelle  in  Forane-  Tccel, 
fort  di  Brandeburg. 

Quefte  due  mani  di  conclufioni,  furono  come  vna  conteftatione  di  lite  :  per- 
che pafsò  inanzi  Martino Luthero  a  fciiuerc  in difefa  delle  Cue,&c  Giouanni  Ec-  ^  ^-^^^ £<:^<^io, 
chio  ad  oppugnarle  :  &c  eflendo  andare^cofi  le  conclufioni, come  le  altre  fciittu- 
rc,a  Roma,fctiflè  centra  Luthero  Frate  Silueftro  Piierio  Dominicano.  La  qual 
contefa  di  fcritture, sforzò  una parte,&  l'altra  ad  vlcir  della  materia,  6c  pallàr  in  ^      ^"*' 
altre  di  maggiore  importanza. 

Perche clfendo  l'indulgenze  cofa non  ben  elTaminara  ne'  precedenti  fecoli, 
ne  ancora  ben  confideratacome  fi  difende(Ie,&  {oftentaire,o  come  fi  oppugnaf- 
fèj  non  erano  ben  note  la  loro  efrenza,e  caufe.  Alcuni  riputauano  le  Indulgen- 
ze non  elTer altro, ch'una afTolutionejC  liberatione,  fatta  per  autorità  del  Piela- 
to,dalle  penitenze.che  negli  antichiffimi  tempi,per  ragion  di  difciplina,la  Chic- 
faimponeuaa' penitenti:  (queftairapofitionefu  ne'  feguenti  fecolidal  iòlo  Ve- 
icouoaflunta,poi  delegata  al  Prete  Penitentiario,  de  finalmente  rimefia  all'ar- 
bitrio del  Confefibre  )  ma  non  iiberafièro  di  pagar  il  debito  alla  diuina  giufti- 
tia.  Il  che  parendo  ad  altri  che  cedelTe  più  a  maleficio^che  a  beneficio  del  popolo 
Chriftiano ,  ilquale  con  l'eflèr  liberato  dalle  pene  canoniche  ,  fi  rendeua  negli- 
gente a  fodisfar  con  pene  volontarie  alla  diuina  giuftitia.entrarono  in  opinione, 
che  fodero  liberatione  dall'  vna  de  dall'  al  tra.  Ma  quefti  erano  diuifi:volendo  al- 
cunijche  forteto  liberatione, fenza  che  altro  folle  dato  in  ricompenfadi  quelle: 
altri, abhorrendo  vn  tal  arbitrio,  diceuano,  che  ftante  la  communione  in  carità 
delli  membri  di  Santa  Chiefa,  le  penitenze  di  vno  fi  poteuano  communicar  ali* 
altro, &  con  quella  compenfatione  liberarlo.Ma  perche  pareua,che  quefto  con- 
uenifle  più  agli  huomini  di  (anta  8c  auftera  vita,che  ali'  autorità  de'  Prelati,  nac- 
que la  terza  opinione,che  le  fece  in  parte  affolutione^peril  che  vi  fi  ri  cerchi  l'au- 
torità:^ in  parte  compenfatione. Ma  non  viuendo  li  Prelati  in  maniera, che  oo- 
tellèro  dar  molto  de'lor  meriti  ad  altri ,  fi  fece  vn  teforo  nella  Chiefà, pieno  de* 
meriti  di  tutti  quelli,  che  ne  hanno  abondanza  per  loro  propri).  La  difpenfa- 
tione  delquale  ècommefiaal  Pontefice  Romano,  ilquale  dando  l'Indulgenze, 
ricompenfa  il  debito  del  peccatore  ,  con  aflegnare  ahretanto  valor  del  Teforo. 
Ne  qui  era  il  fine  delle  difficoltà  :  perche,opponendofi,  che  efiendo  i  meriti  de* 
fanti  finiti, delimitati,  quefto  teforo  potrebbe  venir  meno  :  volendolo  fare  in- 
deficiente,vi  aggianferoi  meriti  di  Chrifto  ,  che  fono  infiniti  :  d'onde  nacque 
k  difficoltà,  a  che  folle  bifogno  di  gocciole  de'  meriti  d'altri ,  quando  il  haue- 
«avn  pelago  infinito  di  quelli  di  Chrifto.  Che  fu  cagione  ad  alcuni  di  fare  ef- 
fere  il  teforo  delli  meriti  della  Maeftà  fua  folamcnte. 

Quefte  cofc  cofi  incerte  all' hora ,&  che  non  haiieuano  altro  fondamento» 


_^ 8  CONCILIO    DI   TRENTO         Papa  Leon  X. 

cn   13     che  la  Bolla  di  Clemente  (èfto,  fatta  per  il  Giubileo  del  M.c-cc.L.nonpateua- 
xvm*       no  bafl:aiiti,per  oppugnar  la  dottrina  di  Martino  Luthero,iiroIuere  le  Tue  ragio- 
ni,&  conuincerlo  :  perilcheThecel,Ecchio,  &Pnerio,non  vcdendofiben  forti 
nelli  luoghi  propri)  di  quefta  materia,  fi  voltarono  alli  communi  :&  poferoper 
fondamento  l'autorità  l^ontificia,&:  il  confenfo  delli  Dottori  Scholaftici  :  con- 
cludendo,che  non  potendo  il  Pontefice  fallate  nelle  cofc  della  fede,&  hauendo 
egli««ippro natala  dottiina  de'  Scholallici,  &c  p-ublicando  ellb  le  Indulgenzea 
tutti  i  fedeli, bifognaua  ctederie  per  articolo  di  fede. 
quindi  U  pò-       Queflo  diede  occaiìone  a  Martino  di  paflTar  dalle  Indulgenze ,  all' autoriti 
dafLldti Poti-  J^i Pontefice, laqualelTcndo  dagli  altri  predicata  per fuprema nella Chiefà,da 
ù^ce  offi*-    l-jieiafottopofta  al  Concilio  generale legitimamente celebrato ,  delquale dicc- 
^"'"*"  uà  clTei:  bifogno  in  quella  inftante,&vrgentenece(Iìtà:  &:  continuando  il  calo- 

re della  difputa,  quanto  più  la  poteftà  Papale  era  dagli  altri  inalzata,  tanto  più 
da  lui  era  abbalTata  :  contenendofi  però  Martino  ne'  termini  di  parlar  modefta- 
mente  della  pcrfona  di  Leone,  &:ri{èruando  alle  volte  il  Tuo  giudicio.  Et  per  H- 
ftelTa  ragione  fu  anco  meda  a  campo  la  materia  della  remillìone  de' peccati,  & 
della  Penitenza,^:  del  Purgatorio,  valendoli  di  tutti  quelli  luoghi  i  Romani, 
per  proua  delle  Indulgenze. 

Più  appofitamente  Ai  tutti  fcrifTe  contra  Martin  Luthero, Frate  Giacomo  O- 
goftrato  Dominicano  Inquifitore ,  ilqualc,  tralafciate  quelle  ragioni ,  cflbrtò  il 
Pontefice  a  conuincer  Martino  con  ferro,fuoco  &  fiamme. 

Tuttauia  fi  andana  cflacerbando  la  controuerfia,  &  Martino  pafTauafcmpre 
inanzi  a  qualche  nuoua  propofitione, (è condo  che  gli  era  data  occaiìone.  Pcril- 
Lutimo  cc^  cheLeonePonteficenell'AgoftodelM.D.xvm.lofecc  citare  aRomadaGic- 
txto  a  i{omtiy  ronimOjVefcouod'AlcoU,  Auditor  della  Camerat&fcrilTevnbreuc  a  Federigo 
DucadiSafIbnia,cfrortadoloa  non ]3roteggerlo.ScrifIè  anco  a  Tornalo  de  Vio, 
Cardinale  Gaetano,  fuo  Legato  nella  Dieta  d'Augnila,  che  faceflè  ogni  opera 
per  farlo  prigione,  £i  mandarlo  a  Roma.  Fu  operato  col  Pontefice  per  diuerfi 
raezi,che  fi  contentalTc  fir  elTaminar  la  fua  caufa  in  Germania  :  il  quale  trouò 
buonojche  fofle  veduta  dal  fuo  Legato ,  al  quale  fu  commelTo  quel  giudici©, 
coninftruttione,  chefehauelfe  fcoperto  alcuna  fperanza  in  Martino  di  refipif- 
cenza,lodoueirericcuere:&;  promettergli  impunirà  delh  difetti  pa(rati,&  anco 
honori,&:  prcmij,rimettendo  alla  fua  prudenza:  ma  quando  loirouallcincorri- 
gibile,facelle  opera  con  Malfimiliano  Imperatore  ,  &  con  gli  altri  Prencipi  di 
Germania,chefu{Ic  caftigato. 

Martino,confaluocondottodi  MaiIìmiliano,andòatrouatilLegatoin  Au- 
gufl;a,doue,dopovnaconueniente  conferenza  fopra  la  materia  conrrouerfa,fco- 
prendo  il  Cardinale, che  con  teimini  di  Theologia  Scholaftica,  nella  profeilìo- 
ne dellaquale  era eccellentiffimOjnon poteuaeller  conuinto Martino,chelì  va- 
leuafemprc  della  Scrittura  diuina,laqualc  da'  Scholaftici  è  pochilfimo  adope- 
rata,fi  dichiarò  di  non  voler  difputar  con  lui,ma  l'elTortò  alla  retrattatione,o  al- 
meno a  fottometteie  i  fuoi libri  ,&:dottrinaal  giudicio  delPonteficcjmofttan- 
dogli  il  pericolo,  iu  che  fi  trouaua,perfiftcndo  :  &  promettendogli  dal  Papa 


Papa  Leon  X.  LIBRO    PRIMO.  9 

fauod  e  gratic.  Al  che  non  eirendo  rifpofto  da  Martino  cofa  in  contraricpcnsò    ^^^  ^^ 
che  non  folle  bene  col  molto  premere  cauar  vna  negatiua,  ma  interporre  tempo,     xviii. 
acciò  le  minaccie ,  6c  le  promelle  potelFcro  far  imprefiìone:  per  il  che  lo  licenciò 
per  air  hora.Fece  anco  far.vtì&cio  in  conformità  da  Frate  Giouanni  ScopicicVi- 
cario  Generale  dell'  Ordine  Eremitano. 

Tornato  Mattinovi!' altra  volta,hebbe  il  Cardinale  con  lui  colloquio  molto  «V^fWe  ù- 
longo  (oprai  capi  della  Tua  dottrina,piuafcoltandolo,chedifputando,per  acqTTi- ^"''^*- 
ftarli  credito  nella  propofta  dell'  accommod-amento:  allaquale  quando  difccfc, 
eirortandolo  a  non  lafciar  pallate  vna  occailonc  tanto  ficura ,  3<:  vtile ,  li  rifpoic 
Luthcro  con  la  folita  efficacia.  Che  non  fi  potcua  far  patto  alcuno  a  prcgiudicio 
del  vero:  chenonhaueua  oflFefo  alcuno,nehaueuabifogno della  gratiadi  quali! 
voglia:  che  non  temeua  minacce,&:  quando  foife  tentato  cola  contra  di  lui  in- 
debita, haurebbe  appellato  al  Concilio.  Il  Cardinale  (alquale  era  andato  all'  o- 
vecchie,  che  Martino  folle  afllcurato  da  alcuni  grandi,per  tener  vn  freno  in  boc- 
ca al  Pontefice)  fofpettando  che  parlalfe  cofi  pcrfuaibjfifdegnò, evenne  a  ri- 
prenfìoni  acerbe,&  villanie^  a  conchiudercche  i  Prencipi  hanno  le  mani  lun- 
ghe,&  fé  lo  fcacciò  dinanzi.  Martino,partito  dalla  prefenza  del  Legato,  &  me- 
more di  Giouanni  Hus,fenza  altro  dire,partìancod'Augufta,di  doue  allontana- 
to,&:  penfate  meglio  le  cofe  fue,fcriire  vna  lettera  al  Cardinale,confeirando  d'ef- 
ferc  ftato  troppo  acre,&.  fcufandofi  fopra  l'importunità  de'  queftori,c  de'  fcrittori  , 
fuoi  auuerfarij,promettendo  di  vfar  maggior  modeftia  nell'  auuenire,di  fodisfar 
al  Papa,&  di  non  parlar  delle  Indulgenze  piuzcon  conditione  però,che  i  fuoi  au- 
uerfarij  anco  faceifero  l'iftclfo.Ma  ne  efsi,ne  egli  poteuano  contencrfi  in  fìlentio, 
anzi  l'vno  prouocauaraltro,onde  la  controuerlìa  s'inafpriua. 

Perilche  in  Roma  la  Corte  parlaua  del  Cardinale  con  gran  vituperio,  attri-  U  Papn,  f,^ 
buendo  tutto  il  male  all'hauer  trattato  Luthero  con  feucrità,e  con  villanic:liat-  ^<''««  ^e  /«- 
aibuiuano  a  mancamento,  che  non  gli  hauelfe  fatto  promeira  di  gran  richezze,  ^**^&"^P^'*' 
d'un  Vefcouato,  &  anco  d'un  Capei  rolFo  da  Cardinale.  E  Leone,  temendo  jj    "^    •  *J 
qualche  gran  nouità  in  Germania,non  tanto  contra  rindulgenzc,quanto  contra 
l'autorità  ÌLia,fece  vna  bolla  fotto  il  none  Nouéb.  m.d.xvi  i  i  .doue  dichiarò  la  va- 
lidità delle  Indulgenze,&  che  elfo  come  fuccelTore  di  Pietro,!^:  Vicario  di  Chri- 
ftojhaueua  poteftà  di  concederlc,periviui,&  peri  morti:e  che  quella  era  la  dot- 
trina della  Chiefa  Romana,la  quale  è  Madre,&:  Maeftra  di  tutti  li  Chrill:iani,chc 
doueuaelfer  riceuutadaqualonque  vuol  elfer  nelconfortio  della  Chiela. Quella 
bolla  mandò  al  Cardinale  Gaetano,il  quaheirendo  a  Linz,in  Auftria  Superiore, 
la  publicò,&  nefecefarmoltieiremplariautentici,mandandoneacialcuno  de' 
Velcoui  di  Germania,  con  commandamento  di  publicarli,&;  di  commandar  fe- 
ueramente,&  lotto  grani  pene  a  tutti,di  non  hauere  altra  fede. 


pot( 
piu,r 

rifolutione  di  rifiutarlo.  Perilche  mandò  fuori  vn'  appellatione:ncllaquale,ha-  «V/o. 
uendo  prima  detto  di  non  voler  contrapodi  all'  autorità  del  Pontefice  quando 

B 


^ IO  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  Leon  X. 

G 1 3  1 3    infegni  la  vcrità,roggÌLinfe,ch'  egli  non  era  eiTente  dalle  communi  conditioni  di 
X I X.       poter fallarc,&  pcccare:allcgando  relfempio  di  S.  Pietro,r iprcfo  da  S.Paolo  gra- 
uemcnte.Mabcnera  cola  facile  al  Pap,hauendo  tante  ricchezze,e  feguito/enza 
rifpetto  d'alcuno  opprimere  chi  non  lente  con  lui:aquali  non  rcfta  altro  rimedio, 
che  rifuggire  alCócilio,col  beneficio  dell'  appcUationcpoi  che  per  ogni  ragione 
dee  elfcr  prcpofto  il  Concilio  al  Pontefice.  Andò  per  Germania  la  Scrittura  dell' 
appellationc,&  fu  letta  da  molti,&:  tenuta  ragioneuole:perilche  la  Bolla  di  Leo- 
ne non  eftinfe  l'incendio  eccitato  in  Germania. 
Tcy  le  medejt-     Ma  in  Roma,hauendo  come  dato  animo  alla  Corte,nó  altrimenti>che  fé  il  fuo- 
ToZVmbT  ^^  ^^^^^  cftinto,fu  mandato  F.Sanfon  da  Milano,dell'ordine  di  S.Francefco,a  prc- 
meZiinsth   '^^'^^'^^  ^^  medefimc  Indulgenze  ne'  Suizzeri  :  il  quale,doppo  hauerle  publicate  in 
^ri^  molti  luoghi j&  raccolto  fino  a  ceto  ventimila  fcudi,finalmente  capito  mZurich, 

doue  infcgnauaVlricoZuingliojCanonico  in  quella  Chiefajilquale  opponédoii 
alla  dottrina  del  Frate  Queftore,furono  tra  loro  grani  diiputcpafsado  anco  d'una 
materia  nell'  altra,non  altrmienti  di  quello,che  era  accaduto  in  Germania.Onde 
auuenne,cheZuingliofu  da  molti  afcoltato,  &:acquiftòcredito,&potè  parlare, 
non  tanto  contra gli  abufi  dell'  Indulgenze,quanto  contra  l'Indulgenze  fteire,&: 
anco  contra  l'autorità  del  Pontefice>chc  le  concedeua. 
;/  chi  innani'  Martino  Luthero ,  vedendo  la  fua  dottrina  ellère  afcokata ,  &  anco  palfar  ad 
^'^(T^^^IàL  ^^^^^  regioni,  fatto  più animofo, fi  pofead  elfam mare  altri  articoli  :  &in  mate- 
^^iclpf.  '  '^ia  «Iella  confelTione,  &  della  communionejfi  partì  dall' intelligenza  delliSco- 
laftici,  &  della  Romana  Chiefa,  approuando  più  la  communione  del  Calice 
ufata  in  Boemia,  &  ponendo  per  parte  principale  della  penitenza ,  non  la  dili- 
gente confeflione  al  Sacerdote ,  ma  più  tofto  il  propoilto  di  emendar  la  vita 
per  raiRienire.  Pafsò  anco  a  parlare  delli  voti ,  &  toccare  gli  abufi  dell'  ordi- 
ne Monallico;  &  caminando  i  fuoi  fcritti,  arriuarono  in  Louanio ,  8c  in  Colo- 
nia, doue  veduti  dalle  Vniuerfità  di  que'Theologi  ,  &  esaminati ,  furono  da 
loro  condannati.  Ne  quefto  turbo  punto  Martino ,  anzi  gli  diede  caufa  dipaf- 
fare  inanzi,&:  dichiarare,  &  fortificare  la  fua  dottrina,  quanto  più  era  oppu- 
gnata. 
Giudicij  M  Con  queftc,piu  tofto  contétioni,che  rifolute  difcufiioni  pafsò  l'anno  m.d.xix. 
mondo  [opra  qu^j^^jo^  multiplic^ando  gli  auifi  a  Roma  delli  mori  Germanici ,  de  Eluetici,  au- 
Sr«/  ***"'  ""^e"*^^"  ^'^^ molte amplificationi,&  aggiunte,come  è  coftume dellafama>ma{Iì- 
me  quando  fi  raccontano  cofe  lontane,  Leone  era  notato  di  negligenza,  che  in 
tanti  pericoli  non  delle  mano  a  gagliardi  rimedi].  I  frati  particolarmente  biafì- 
mauano,che  attento  allepompcalle  cacce,alle  delitie,  &  alla  muflca,  delle  qua- 
li fopramodofi  dilettanastralafcialfe  cofe  di  fomma  importanza.  Diceuanoche 
nelle  cofe  della  fede  non  conuiene  trafcurare  cola  minima,  ne  differire  vn  punto 
laprouifionclaqualcficome  è  faciliirima,priiTia  che  il  male  prenda  radicej  co/ì, 
quando  è  inuecchiato,riefce  tarda.  Che  Arrio  fu  vna  minima fcintilla,  che  con 
facilità  farebbe  ftataeftinta,  e  pure  abbruciò  tutto  il  mondo  :  che  haurebbero  a 
queir  bora  fatto  altrettanto  GiouanniHus,&Gieronimo  da  Piagante  dal  conci- 
lio di  Coftanza  non  fuflero  ftati  oppreffi  nel  principio.    In  contiaiio  Leone  era 

pcn- 


Papa  Leon  X.  LIBRO   PRIMO.  n 

p  entiro  di  tutte  le  attieni  fatte  da  lui  in  quelle  occurenzej&  più  di  tutto>dcl  bre-  ^^^  ^  ^ 
uè  delle  Indulgenze  mandato  in  Germania,pai-endogli,che  farebbe  (lato  meglio  x  i  x. 
lafciar  difputare  i  ftati  tra  dì  loro,  ìk  confemarfì  neuirale,  &c  nuerico  da  tutte  le 
partijche  col  dichiararli  per  vnajconftringcr  l'altra  ad  alienarli  da  Ini:  che  quella 
contentione  non  era  tanto  gtan  cofa,che  non  bifognaua  metterla  in  riputationc, 
e  che  mentre  farla  tenuta  per  ieggicra,pochi  ci  pen{erebbono,e  fc  il  nomePontitì- 
cionon  folfe  entrato  fino  all'  horadentro,haurebbe  fatto  il  fuo  corfo,  &  farebbe 
dileguata. 

Con  tutto  ciò,  per  le  molte  inftanze  de*  Prelati  di  Germania,delle  vniuerfità,  condAnrmth- 
che  intereifate  per  la  condanna,ricercauano  l'autorità  Pótiticia  per  foftentamen-  "^  <^'^  Lmhf 
co  ;  Se  più  per  le  continue  importunità  de  Frati  di  Roma,vennc  in  rifolutione  di  "  *  ^^'"^ 
cedere  all'  opinione  commune.  Et  fece  vnacongregatione di  Cardinali,Prelati, 
Theologi,&  Canonifti,allaquale  rimeife  intieramente  il  ncgotio.  Da  quella,con 
grandifsima  facilità,fuconclufo,che  fi  douelTe  fui  minar  contra  tanta  impictà:ma 
furonadifcordi  i  Canonifti  dalli  Theologi,volendo  quefti,che  immediatamente 
fi  venillc  alla  fulminationere  dicendo  quelli,che  folfe  necelfario  precedelfe  prima 
la  citatione.  Allegauano  iTheologi,  che  la  dottrina  lì  vedeua  con  euidenzaem- 
pia,&  i  libri  erano  diuulgati,&le  prediche  di  Luthero  notorie.Diceuano  gli  altri, 
che  la  notorietà  non  toglicuala  difcra,cheè  <^f /«r(?^^«wc»,&:naturale,correndo 
alli luoghi  foliti, (iy4dam  vbtes?  VbiefiAbelfratertuusìSc nell'occorrenza  delle 
cinque  QinìiDefcendam  ^  t//W(f^o.Aggiungeuano,che  la  citatione  dell'  Audito- 
re dell'anno  inanzi,in  virtù  dellaquale  il  giudicio  fii  rimelfo  al  Gaetano  in  Augu- 
fta,&  reftò  imperfettajquando  altro  nonfolfe,la  moftraua  neceffaria.Dopo  mol- 
te difpute,nellequali  i  Theologi  attribuiuano  a  fé  foli  la  deciflone,trattandolì  di 
cofadi  fede5&  i  giurifconfultiie  l'appropriauanojquanto  alla  forma  di  giudicio, 
fo  propofto  compo/ltione  tra  loro,  diftinguendo  il  negotio  in  tre  parti,la  dottri- 
nasi lÌDri,i5c  la  perfona.Della  dottrina  concelfero  i  Canonifti,che  lì  condannallc 
fenza  citatione.Della  perfona,pcrlìfteuano  in  foftenere,che  folfe  necelfaria:Peró 
non  potendo  vincer  gli  altri,che  infifteuano  con  maggior  acrimonia,e  fi  copriua- 
no  col  feudo  della  Religione,trouarono  temperamento,che  a  Martino  folfe  fatto 
vn  precetto  con  termine  conueniente,che  collfi  rifoluerebbe  in  citatione.Dclii 
libri  fu  più  che  fare,  volendo  i  Theologi,  che  infìeme  con  la  dottrina  foifero 
dannati  aifolutamente:  &:  i  Canonifti,  che  fi  ponelfero  dal  canto  della  perfona,&: 
fi  comprendelfero  fotto  il  termine.  Non  potendoli  accordare  in  quefto,fu  fatto 
l'uno  e  l'altro:  prima,dannati  di  prefente,6c  poi  dato  il  termine  ad  abbruciarli.Et 
con  quella  rifolutione  fu  formata  la  bolla,  fotto  il  di  quindici  Giugno  m.d.xx. 
la  quale  eifendo  come  principio,  &  fondamento  del  Concilio  di Trento,di cui 
habbiamo  da  parlare,  è  necelfario  rapprefentare  qui  vn  breue  compendio  di 
quella. 

In  elfa  adunque  il  Pontefice,  inuiando  il  principio  delle  fue  parole  a  Chrifto,  per  una  St*i^ 
ilquale ha lafciato Pietro,&  i  fuoifuccelforipcrVicarijdellafuaChiefa,loecci-  ^^dizeom 
ra  ad  aiutarla  in  qucfti  bifogni:&:  da  Chrifto  voltatoli  àS.Pietro,loprega,per  la 
cura  riceuuta  dal  SaluatorcjYoler accendere  alle  necefsità della Chiela  Romana, 


il  CONCILIO  DI  TRENTO  PapaLeonX, 

e  1 3  1 3  confecrata  col  Tuo  (angue.  Et  palfando  à  S.  Paulo,  lo  prega  del  medefìmo  aiuto, 
XX.  aggin  ngédojche  fé  bene  egli  ha  giudicato  l'herefie  neceirarie  per  proua  de'  buoni, 
è  però  cofa  conuenicnteeftinguerlenelprincipio.Finalmentcriuoltatofìà  tutti 
i  Santi  del  Cielo,&  alla  Chi  eia  vniuerfale,  gli  prega  ad  interceder  appreiTo  Dio, 
che  la  Chiefafìa  purgata  da  tanta  contagione.Paifapoi  anarrare,come  gliilaper- 
uenuto  a  notitia,&  habbia  veduto  con  gli  occhi  proprij,eirere  rinouati  molti  er- 
rori già  dannati,  de' Greci,  &  Bohemi,&altri,fairi,{candalori,atti  ad  offender  le 
pie  orecchici  ingannar  le  menti  fcmplicijfeminati nella  Germania, Tempre 
amata  da  lui ,  &  da  Tuoi  predccelTori ,  iquali  dopo  la  tranllatione  dell'  Imperio 
Greco, hanno  pigliato  Tempre  defenTori  da  quella natione,&:  da  que'Prencipi 
pij  Tono  emanati  molti  decreti  contra  gli  heretici,confermati  anco  dalli  Pontefì- 
ci:perilcheegli,non  volendo  più  tolerare  fìmili  errori,ma  prouederui,vuol  reci- 
tare alcuni  deTsi:&  qui  recita  quarantadue  articoli,che  (ono  nelle  materie  del 
Peccato  originale,  della Penitéza,&  remiffione  de'peccati,della  Commumone, 
delle  Indulgenze,  della  Scommunica,  della  Podeftà  del  Papa,  dell*  Autorità  de* 
Concilij,delle  Buone  opere,del  Libero  arbitrio,del  Purgatorio,  e  della  Mendici- 
tà:iqualidice,chereTpettiuamenteTonopeftiferi,pernitioiì>Tcandalofì>conofFeTa 
delle  pie  orecchie,contra  la  carità,contra  la  riuerenza  douuta  alla  Romana  Chie- 
fa,contra  robedienza,che  è  neruo  dellaJdiTciplina  Eccleiìaftica:per  laquale  cauTa, 
volendo  procedere  alla  condannatione,ne  ha  fatto  diligente  elfaminatione  con 
gli  Cardinali ,  &  Generali  degli  ordini  regolari,  con  altri  Theologi,&  Dottori 
dell'  vna  &  l'altra  legge  :  &  per  tanto  gli  condanna,&  reproba  reTpettiuamentc 
come  heretici,Tcandaloiì,faliì,in  offeia  delle  pie  orecchie,&  inganno  delle  pie 
menti ,  Se  contrari)  alla  verità  Catholica:  prohibifce,Totto  pena  di  fcommunica, 
&  d'innumerabili  altre pene,che  nilfuno  ardifca  tenerli,defenderli,predicarli>o 
fauorirli.Et  perche  le  medefime  afifertioni  lì  ritrouano  nelli  libri  di  Martino,però 
li  danna,commandàdo  Torto  l'iftelTepencche  nilfuno  poiraleggerli>otenerli,ma 
debbano  elfere  abbrucciati  cofi  quelli,che  contengono  le  propofìtioni  predette, 
come  qualunque  altri.Quanto  alla  perTona  di  elfo  Martino,dice,che  l'ha  ammo- 
nito più  volte ,  citato ,  e  chiamato  con  promelfa  di  laluo  condotto,e  viatico,& 
che  le  folfe  andato  >  non  haurebbe  trouato  tanti  falli  nella  corte  come  diceua,e 
che  elfo  Pontefice  gli  haurebbe  inTcgnato,che  mai  i  Papi,Tuoi  predeceifori,han- 
no  errato  nelle  conltitutioni  loro.Ma,perche  egli  ha  Tollcnute  le  cenTure  per  vn 
anno,&  ha  ardito  d'appellare  al  futuro  Conciliccofaprohibitada  Pio  fecondo, 
&  Giulio  fecondo,  Ibtto  le  pene  degli  herctici,poteua  proceder  alla  condanna- 
tione  fcnzaaltro.Nondimenojfcordato  delle  ingiurie,  ammonifce  elfo  Martino, 
e  quelli  che  lo  difendono,che  debbano  defifter  da  quelli  errori>ce{far  dipredica- 
re,&:  in  termine  di  fefsanta  giorni,  fatto  le  medeilmepene>hauerriuocati  tutti 
gli  errori  fudetti,&:  bruciati  i  libri:il  che  non  facendo,gli  dichiara  notori]  &  per- 
tinaci heretici.  Apreifo  commanda  a  ciafc uno,  fotto  le  ftclfe  pene,che  non  tenga 
alcun  libro  de  l'iftelfoMartino,fcbennoncontenelIè  talierrori.Poiordina,che 
tutti  debbano  fchifare,  coli  luijcome  i  fuoifautoriranzi  commanda  ad  ognuno 
che  debbano  prenderli ,  de  prefentarliperfonalmentCjO  almeno  Tcacciarli  dalle 

prò- 


Fi 


Papa  Leon  X.  L I  B  R  O  P  R  I  M  O.  ^ 

proprie  terre ,  3c  regioni  :  interdice  tutti  i  luoghi  doue  andranno  :  commanda    e  i  »  i  o 
chcfiano  publicati  per  tutto,  &  che  la  Tua  bolla  debba  elfcrc  letta  in  ogni  luo-       X-^'. 
gosfcommunicando  chi  impedirà  la publicatione  :  determina  che  fi  creda  alli 
tranfunti  :  &  ordina,che  la  bolla  fia  publicata  in  Roma ,  Brandeburg ,  Miiha,  &c 
Mansfeld. 

Martino  Luthero,  hauuto  nuoua  della  dannationc  della  Tua  dottrina,&:  libri,  comra  la^ua- 
mandò  fuori  vn a  fc rittura,  facendo  rcpetitione  dell'  appcUatione  interpofta  al  le Luthtro ajj- 
Concilio,  replicandola  per  le  fteirc  caufe.    Et  oltre  di  ciò ,  perche  il  Papa  hab-  ^f^**  ^^  ^''**' 
bia  proceduto  contra  vnononchiamato,&  nonconuinto,  3c  non  vditala  con- 
trouedìa della  dottrina, anteponendo  le  opinioni  lue  alle facre  lettere,  de  non 
lafciando  luogo  alcuno  al  Concilio  ,  fi  offerì  di  moftrare  tutte  quelle  cofe, 
)regando  Cefare,&  tutti i  Magiftrati,  che,  per  difefa  dell'autorità  del  Conci- 
io,  ammettefifero  quella  fua  appellatione,  non  riputando,  che  il  decreto  del  Pa- 
pa oblighi perfona  alcuna,  fin  chela  cauia  non  ha  legitimamente  difculfa  nei 
Concilio. 

Ma  gli  huomini  fenfatijvedendo  laboUa  di  Leone,reftarono  con  marauiglia  Gìudìcij  degli 
per  più  cofe.  Prima  quanto  alla  forma,  che  con  claufule  di  Palazzo,il  Pontefice  huotmm  j<,prit 
fulfe  venuto  à  dichiaratione,in  vna  materia,che  bifognaua  tratifare  con  le  parole  *^"**  ^°^**- 
della  Scrittura  diuina,&;  mafsime  vfando  claufule  tanto  intricate,  &  cofi  longhe 
&  prolilTe  ,  che  a  pena  erapoflìbiledicauarnefenfo,comefefihauellèafarvna 
fentenza  in  caufa  feudale  &  in  particolare  era  notato,che  vna  claufulajla  quale 
dice,  Inhibentes  omml?Hs,nepri£fatos  errores  aJfererepr<t/Hmamye  coCi  aliungata,con 
tante  ampliationi,*Sc  re{lrittioni,che  U2itwhibemesyS>c  iìprdfumantìyiiono  inter- 
pofte  più  di  quattrocento  parole. 

Altri,  paliando  un  poco  più  inanzi,  confiderauano,che  Phauer  propofto  qua- 
rantadue propofitioni,  &c  condannate  come  heretiche,fcandalofe,falfe,ofFenfiue 
delle  pie  orecchie,  &  ingannatrici  delle  menti lemplici,fenzaefplicare,quali  di 
loro  folfero  le  heretiche, quali  le  fcandalofe,qualilefalfc,maco  vocabulor*?/^ 
pettmamente ,  attribuendo  à  ciaicuna  ài  elfe  vna  qualità  incerta,veniua  a  reftare 
maggior  dubiojche  inanzi:il  che  era  non  diffinir  la  caufa,ma  renderla  più  contro- 
uerlà,cheprima,&  moftrar  maggiormente  il  bifogno,che  vi  era  d'altra  autorità} 
&c  prudenza  per  finirla. 

Alcuni  ancora  refl:auano  pieni  d'ammiratione  ,  come  foilc  detto,  che  fra  le 
quarantadue  propofitioni ,  vi  foffero  errori  de'  Greci  già  dannati.Ad  altri  parcua 
cola  nuoua,che  tante  propofitioni,in  diuerfe  m.aterie  di  fcde,folIcro  fiate  decile 
in  Roma,  coi  foloconfiglio  de'  Cortcgiani,  fcnza  participarne  con  oli  altri  Vcl- 
coui,Vniucrfità,&  perfone  letterate  d'Europa. 

Male  Vniucrfitàdi  Louanio,&Colonia,liete,chepcr  editto  Pontificio  folle  mLouanh.i 
dato  colore  al giudicioloro,bruciaronopublicamente  i  libri  di  Luthero,  Il  che  Colonia,  fino 
fu  caufa,ch' egli  ancorain  Vitemberga,  congregata  tutta  quella  fcuola,confoi-  '"■^  ^  l'aridi 
ma  di  giudicio  publicamente  facelfe  bruciare  ,  non  lolo  la  bolla  di  Leone,  ^"''''^°* 
ma  anco  infieme  le  Decretali  Pontificie:(3c  poi  con  vn  lungo  manifcflio,  public  a-   j    .,■ 
to  in  ifcrittoj  rendelTe  conto  al  mondo  di  quella  attione,  notando  il  Papato  di  nlms^iu  '  ^* 

B     iij 


14  CONCILIO    DI    TRENTO  PapaLéonX. 

tirannide  nella  chieià,perLierfione  della  dottrina  Chnfi:iana>5^vrurpacione  della 
potcftàdc' Icgicimi  Miigiftrati. 

Majcoìiper  l'appcllatione  iiitcrpofta  da  Luthero,  come  per  quelle  &  altre 
il  Concilio  ì  confiierationi,  ognuno  venne  in  opinione  ,  che  folle  necelìàrio  vn  Icgitimo 
dijideratodA  Concilio,per  opera  delquale,  non  lolo  le  controuerfle  follerò  decife ,  ma  anco- 
wvUi  ra  folfe  rimediato  agli  abulì,per  lungo  tempo  introdotti  nella  Chiefa.  E  Tempre 

tanto  pili  quella necciTità  appariua>  quanto  le  contcntioni  crefceuano,  ciTendo 
continuamente,  dall'  una  parte,  &  l'altra  fcritto.  Perche  Martino  non  mancaua 
di  confermare  con  diuerii  Icricti  la  dottrina  fua,  e  fecondo  che  ftudiaua ,  fcopri- 
ua  più  lume,  caminando  fcmpre  qualche  palfo  inanzi  :  &  trouando  articoli ,  a'- 
qnali  nel  principio  non  haueua  penfato.  Il  che  egli  diceua  fare  per  zelo  del- 
la Cala  di  Dio.  Ma  era  anco  coftrctco  da  necelTità:  perche  i  Pontifici),  haiTcn- 
do  fatto  opera  efficace  in  Colonia  ,  con  l'Elettore  di  Salfonia,  per  mezo  di  Gie- 
ronimo  Aleandro,  che  delfe  Martino  prigione  al  Papa,  o  per  altra  via  gli  facef- 
fe  leuar  la  vita ,  egli  fi  vcdeua  in  obligo  di  moftrare  a  quel  Prencipe ,  &  a  popo- 
li di  Sallonia  ,  &c  adLogni  altro ,  che  la  ragione  era  dal  canto  mo,  accio  il  iuo 
Prencipe,  o  qualche  altro  potente,  non  delle  luogo  agli  uffici)  Pontifici],  centra 
la  vita  fua. 

Con  quelle  cofe,  eifendo  paiTato  l'amio  m.  d.  xx.  fi  celebrò  in  Germania  la 
dieta  di  \^ormatia  del  m.  d.  xxi.  doue  Luthero  fu  chiamato  con  faluo  condot- 
to di  Carlo,eletto  due  anni  inanzi  Imperatore,per  render  conto  della  fua  dottri- 
,  na.  Egli  era  configliato  a  non  andarui  :  poiché  già  era  publicata,  &  affiiTa  la  fua 

farifitlnror-  Condanna  fatta  da  Leone  :  onde  poteua  elfer  certo,di  non  riportare  fé  non  con- 
t»atia,in  Die'  ferma  della  condannatione,fe  pur  non  gli  folTe  auuenuto  cola  peggiore.  Nondi- 
ta  Imperiale,  meno,contra  il  parere  di  tutti  gl'amici,fcntendo  egli  in  contrario,diceua,Che  fé 
ben  folfe  certo,d'hauer  contra  tanti  dianoli,  quanti  coppi  erano  nelli  tetti  delle 
cafe  di  quella  cictà,voleuaandarui,come  fece.  ^ 

Et  in  quel  luogo  a  dicefette  d'Aprile,in  prefenza  di  Cefare,  &  di  tutto  il  con- 
uento  de'  Principi,  fu  interrogato,  le  egli  era  l'autore  de'  libri,che  andauano  fuo- 
lafotto  fuo  non^jde'  quali  furono  recitati  i  titoli,  &:mo{lratigli  gli  eflemplari 
podi  in  mezo  del  confciro  :  &  fé  voleua  difendere  tutte  le  cofe  contenute  in 
quelli,  o  ritrattarne  alcuna.  Rifpofe ,  quanto  alli  libri,  che  li  riconofceua  per 
e  nnderagio-  f^^^j^  mailrifoluerfidi  difendere  o  no  le  cofe  contenute  in  quelli ,  elfere  di  gran 
ne  di  fii  e  de  ^^q^^^-^^q^  ^  pc^-  tanto  hauer  bifogno  di  fpatio  per  deliberare.  Gli^  fu  conceiro 
fuQìfmm  j.gj-^pQ  qlk\  CTÌorno,per  dar  rifpofta  il  feguentc.  Il  qual  venuto,  introdotto  Mar- 
tino nel  confcirojfecevna  lunga oratiofle:  fcufando  prima  la  fuafemplicità,fe, 
educato  in  vitapriuata  &  femplicc  ,  non  haueua  parlato ,  fecondo  la  dignità  di 
quel  confeiro,e  dato  aciafcuno  i  titoli  coniienicnti: poi  confermò  di riconofcer 
per  fuoi  i  libri.  E  quanto  al  difenderli,  dilfe  che  tutti  non  erano  d'una  forte ,  ma 
alcuni  conteneuano  dottrina  della  fede,&  pietà:  altri  riprendeuano  la  dottrina 
de'  Pontifici):  vn  terzo  genere  era  delli  ferirti  contentiofi  contra  i  defenfori  della 
contraria  dottrina.  Quanto  alli  primi  diire,che  fé  li  retrattafre,non  farebbe  cofa 
daChriftiano,e  da  huomo  da  bene:  tanto  più,  quanto  per  la  medefima  bolla  di 

Leo- 


Papa  Leon  X.  LIBRO    PRIMO.  15 ^ 

Leone,  le  ben  tutti  erano  condannati  ,  non  però  tutti  erano  giudicati  cattiui.  e  ^  ^  1  ^ 
Quanto  alli  fecondi,che  era  cofa  pur  troppo  chiara,che  tutte  le  Prouincie  Chri-  ^  ^  '• 
ftianej  e  la  Germania  maffimcerano  elpilatej&  gemeuano  (otto  la  fcruitù.  Epe- 
rò il  ritrattare  le  cole  dettcnon  farebbe  ftato  altro,  che  confermare  quella  tiran- 
nide. Ma  nelli  libri  del  terzo  genere  confefsò  d'elfer  ftato  più  acre  e  veniente  del 
douere;fcufandoiì,chcnon  faccua profciPione di  fantità,ne  voleua difenderei 
fuoi  coftumi,  maben  la  dottrina:  che  era  apparecchiato  di  dar  conto  a  qualun- 
que perfonalì  voltile  :  offerendoli  non  ellèr  oftinato,ma  quando  li  folfe  moftra- 
to  qualche  fuo  errore  con  la  Scrittura  in  mano,craper  gettar  i  fuoi  libri  nel  fuo- 
co. Si  voltò  air  Imperatore,  &  alli  Prencipi ,  dicendo  elfcr  gran  dono  di  Dio, 
quando  vien  manifeftata  laverà  dottrinajfi  come  il  ripudiarla  è  un  tirarfì  addof- 
{o  caufa  d'eftreme  calamità. 

Finita  lorationcfu  per  ordine  dell' Imperatore  ricercato  di  piana,&:femplice 
rifpofta,fe  voleua  difendere  i  fuoi  fcritti,o  nò.Al  che  rifpofe,  di  non  poter  reuo- 
car  alcuna  cofa  delle  fcritte,oinfegnate,  le  noneraconuintocon  le  parole  della 
Scrittura,o  coneuidenti  ragioni. 

Le  quali  cofevdite,Cefare  fi  rifoluctte,feguendo  iveftigi  de' fuoi  maggiori,  Ceftrtlo^ù 
difender  la  Chiefa  Romana ,  &  vfar  ogni  rimedio,  per  eftinguer  quell'  nicendio:  [(rimi 
non  volendo  però  (violar  la  fede  data,ma  palFare  al  bando,dopo  che  Martino  fof- 
fe  ritornato  faluo'a  cafa.Erano  nel  confeiFo  alcuni,  che  approuando  le  cofe  fatte 
inCoftanza,diceuano,nondouerfiferuar  la  fede.MaLudouico,Conte  Palatino» 
Elettore,vifìoppofe,come  a  cofa ,  che  doueffe  cadere  a  perpetua  ignominia  del 
nomeThedefco  ,  efprimendo  con  ifdcgno ,  elTer  intolerabile,  che  per  feruigiò 
de'  Pretijla  Germania  doueffe  tirarli  addolfo  l'infamia  di  mancar  della  publica  fe- 
de.Erano  anco  alcuni,iquali  diceuano,che  non  bifognaua  correr  cofi  facilmen- 
te alla  condanna,  per  cller  cofa  di  gran  momento,  oc  che  poteua  apportar  gran 
confcgucnzc. 

Fu  ne' giorni  feguenti  trattato  in  prefenza  d'alcuni  de' Prencipi,&  in  partico-  dopovn  ìnw 
lardtir  Arciuefcouo  di  Treuer!,&;  di  Gioachino  Elettore  di  Brandeburgj  e  dette  tìk  tematìm 
molte  cofe  da  Martino  indifefi  di  quella  dottrina,e  da  altri  contra,volendo  in-  ^iridnrlo, 
durlo  che  rimectclle  ogni  cofa  al  giudicio  di  Celare,  3c  del  confeiro,e  della  dieta, 
fenza alcuna  conditione.  Ma,diccndoegli>che  il  profeta prohibiua  il  coiifidarfl 
negli  huomini ,  etiandio  ne' Prcncip?.,  al  giudicio  de  quali  niiluna  cofa  doueiia 
eller  manco  perme(Ià,che  la  parola  di  Dio,fu  in  vltiiDo  propofto,  che  fottomet- 
telTe  il  tutto  al  giudicio  del  futuro  Concilio,alche  egli  acconfentì,con  condirio- 
ne,chefoiTero  canati  prima  da'  libri  fuoi  gli  articoli,  ch'egli  intendeua  fotropor- 
K)3ì  che  di  quelli  non  folfe  fatta  lententia,fe  non  fecondo  le  Scritture.  Ricerca- 
to finalmente,  che  rimedi)  pareua  alui,che  fi  poteifero  vfare  in  qucfta  caufa,  rif- 
pofcquelli  foli,che da  Gamalielle  furono  propofti  agli  Hebrei:  e ioè,che  le  rim- 
prefaerahumana,farebbe  fuanita:  ma,fe  da  Dio  veniua,era  impedìbile  impedir- 
la: e  che  tanto  doueua  anco  fodisfar  al  Pontefice  Romano,  douendo  elFcr  certi 
tutti  (come  egli  ancora  era  )  che  fé  il  fuo  diiTegno  non  veniua  da  Dio ,  in  breuc 
tempo  farebbe  andato  in  niente.Dailequali  cofe  non  potendo  eiFer  rimolloiC  re  - 


i6  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  Leon  X. 

e  IO  1 3     ftaiido  fermo  nella  fua  rifolutione,  che  non  accetterebbe  alcun  giudicio,  fé  non 
XXI.        fotto  la  regola  della  Scrittura ,  gli  fu  dato  comiato,  e  termine  ài  vent'  un  giorni 
per  tornata  cafajcon  conditione,che  nel  viaggio  non  predicaiìejne  i'criueilè.  Di 
che  egli  liauendo  refe  gratie,a  venti  fei  d'Aprile  il  partì. 
DopojCarlo  Imperatore  addì  otto  Maggio,nel  medeilmo  confelfo  ài  Vorma- 
er  editto  fi'    tia,pubiicc)  vn  editto  :  doue,hauendo  prenarrato,clie  all'  vfficio  dell'  Imperatore 
5»'«j  tocca  aggrandire  la  religione>&:  eftingucr  l'hereilcche  incominciallero  à  nafce- 

re,pafsò  a  raccótarcchc  frate  Martino  Luthero  fi  sforzaua  di  macchiare  la  Ger- 
mania di  quellapeftcjfi  che  non  ouuiandofeglijtutta  quel  la  natione  era  per  cade- 
re in  vna  deteftabile  pernicie  :  che  Papa  Leone  l'haueua  paternamente  ammoni- 
to,&  poi  col  Configlio  diCardinali,&:  altri  huomini  eccellenti,haueua  condan- 
nato ifuoifcritti,&:  dichiarato  luiherctico,  fé  fra  certo  termine  nonriuocaua  li 
errorij&  di  quella  Bolla  della  condanna  ne  haueua  mandato  copia  ad  elfo  Impe- 
ratorejcome  protettor  della  Chiefa,per  Girolamo  Aleandro,  fuo  Nuncio>ricer- 
candolojche  folFc  eircguitaneirimperio,Regiii,Dominij,&  Prouincie  fue.  Ma» 
che  per  ciò  Martino  non  fi  era  corretto,anzi  alla  giornata  moltiplicaua  libri  pie- 
ni nonfolo  di  nuouehereiìcma  ancora  di  già  condannate  da' (acri  Concili]  :  & 
non  folo  in  lingua  LatinajUia  ancora  in.  Thedefca:  e>nominati  poi  in  particolare 
molti  errori  fuoi,conclude,nonvi  eifer  alcuno  fcritto>  doue  non  ila  qualche  pe- 
fte,o  aculeo  mortale.Si  che  iì  può  dire,che  ogni  parola  fìa  un  veneno.  Le  quali 
cofe  confiderate  da  elfo  Imperatore,  e  dalli  Configlierifuoidi  tutte  le nationi 
fudditea  lui ,  infìftendo ne' veftigij  degl'Imperatori  Romani fuoi  predecellbrij 
hauendo  conferito  in  quel  conuento  di  Vormatia  con  gli  Elettori>&:  ordini  dell* 
Imperiojcol  configlio  loro,e  allcnfo,  (fé  bene  non  conueniua  afcoltar  vn  con- 
dannato dal  fommo  Ponteficej&  oftinato  nella  fuaperuerfità,&:  notorio  hercti- 
coinondimenojper  leuar  ogni  materia  di  cauillare ,  dicendo  molti,  ch'era  neccf- 
fariovdir  l'huomo  prima ,  che  venire  all'cirecutionc  del  decreto  del  Pontefice) 
haueua  rifoluto  mandare  a  leuarlo  per  vno  di  Cuoi  Araldi,non  per  conofcere,  & 
criudicarele  cofe  della  fede,il  che  s'al'pettaallolo  Ponteflce,  ma  per  ridurlo  alla 
dritta  via  con  buone  perfuafioni.Paira  poi  à  raccontare  come  Martino  fu  intro- 
dotto nel  publico  confciro,e  quello,di  che  fu  interrogato,e  ciò  che  rifpofe:fì  co- 
me di  fopra  è  ftato  narrato,c  come  fu  licentiato,e  partì. 

Poi  fegue  concludendo,  che  per  tanto  ad  honor  di  Dio,  &:  riuerenza  del  Pon- 
teficc,&:per  debito  della  dignità  Imperiale,  con  Coniglio  *S:  atrcnfo  degl'  Elet- 
tori Prencipi,  &  (lati,  elTeguendo  lafentenza,  3c  condanna  del  Papa,  dichiara» 
d'hauer  Martino  Luthero  per  notorio  heretico  ,  «Se  determina,  che  da  tutti  fìa 
tenuto  per  tale ,  prohibendo  a  tutti  di  riceuerlo  ,  o  difenderlo  in  qualunque 
modo:  commandando  fotto  tutte  le  pene,  a  li  Prencipi,  &,  Stati,che  debbano» 
paiTato  il  termine  delli  vcnt'un  giorni , prenderlo,  &  cuftodirlo ,  &  perfeguitar 
ancora  tutti  i  complici,adhercnti,&:  fautori  fuoi,fpogliandoli  di  tutti  i  beni  mo- 
bili, &  immobili.  Commanda  ancora ,  che  nilfuno  polfa  leggere,  o  tenere  i  li- 
bri fuoi ,  non  oftante ,  che  vi  folfe  dentro  alcuna  cofa buona  :  ordinando' tan- 
to alli  Prencipi ,  quanto  agli  altri  >  che  amminiftrano  giuftitia ,  che  gli  abbru- 

cino. 


Papa  Leon  X,  LIBRO    PRIMO.  17 

ciaojediftruggano.  Etperchc  in  alcuni  luoghi  fono  compofti,  e  ftampati  libri  ci3  i3 
cftracti  dalle  opere  di  quello  }  &  Ibno  diuulgate  pitture  ,  &  irangini  in  ver-  xxi. 
troc^na  di  molti,  &anco  del  Sommo  Pontefice  icoramanda,chc  nilfuno  polTa 
ltampanie,dipingerne:o  tenerne  ;  ma  dalli  Magiftrati  llano  prefe,  &  bruciate.  Se 
puniti  i  Stampatori,Compratori,&  Vcnditorr.aggiungcndovna  general  legge, 
che  no  polVa  eircre ftampato  alcuno  fcrittojdoue ii  tratta cofa della  fcdcjben  che 
minima>fenza  volontà  dell'  Ordinario. 

In  quefto  medciìmo  tempo  ancora-I' Vniuerlìtà  di  Parigi,  cauate  diucrfe  con-  p^^i„i ^..,^_ 
elulioni  dalli  libri  di  Luthero,lccondannò:parte,come  rcnouatc  dalla  dottrina  g^a  Intero, 
di  ViglcfFo,(5<:  Hullb:&parte,nuouamentcpronuntiate  da  lui  contra  la  dottrina 
Catholica.  Ma  quefte  oppofitioni  tutte  non  cauiauano  altro,re  non  chcjrifpon- 
dendo  Luthero,ll  moltiplicaua  in  libri  dall'  vnaparte,^  dall'  altra:&:  le  conten- 
tioni  s'inal'priuano  ,  &  s'eccitaua  la  curiofità  di  molti ,  che  volendo  informarfi 
dello  (lato  della  controuerikjveniuano  ad  auucrtire  gliabullriprell,&;  cofi  il  a- 
licnauano  dalla  diuotione  Pontificia.  ? 

Tra  i  più  illuftri  contradittori,c'  hebbe  la  dottrina  di  Lutfiero,fu  Henrico  ot-  {pmllmenti 
tauo.  Re  d'Inghilterra  :  il  qual  non  elfendo  nato  primogenito  Regio,era  (lato  irrigo,  rè 
deftinato  dal  padre  per  Arciuel'couo  di  Cantuuberi  :  &  però  nella  pucritia  fatto  d'inghUierritf 
attendere  alle  lettere.Ma,morto  il  primogenito,e  dopo  quello  anco  il  padre,egli 
fuccelfe  nel  Re^no  :  de  hauendo  per  grand'  honore,adoperaril  in  vna  controuer- 
fia  di  lettere  coli  illuftre;  fcrilfe  vn  libro  de'  fette  Sacramenti,  difendendo  anco  il 
Pontificato  Romano,&  oppugnando  la  dottrina  di  Luthero.Cofa,che  al  Ponte- 
fice fu  tanto  grata,che,riceuuto  il  libro  del  Rè,  l'honorò  col  folito  titolo  di  Di- 
fenfore  della  fecle.    MaMartinononfl  lafciò  fpauentare  dal  (plendore  Regio, 
che  non  rilpondclfe  a  quella  Maeftàjcon  altrettanta  acrimonia ,  vehementia,  e 
poco  rilpetto  ,  con  quanta  haueua  riipofto  a"  piccioli  dottori.    Quefto  titolo 
Regio,entratonellacontrouer{la,lafeccpiu  CUI  iufa:e,  come  auuiene  nelli  com- 
battimenti,che  ifpettatori  s'inclinano  iempreai  più  debole  ,  (Scelfaltanopiu  le 
attioni  mediocri  di  quello  jco^  qui,  concitò  l'inclinatione  uniuerfale  più  verfo 
Luthero. 

Subito  che  fupertutropublicatoil  bando  dell'  Imperatore ,  l'iftelfo  mcfe  V-     ,,  „ 

gOjVefcouo  di  Coftanza  ,  fotto  la  diocefe  delquale  è  pofta  la  Citta  di  Zurich,  Sui'^^eri 
fcrilfe  al  Collegio  de' Canonici  di  quel  luogo,  nel  numicro  de'  quali  era  Zuin-  comìnuat 
glio:  &vn' altra  lettera  al  Senato  della  medeilma  Città.  In  quelle  coniidcròil 
danno,che  le  Chicfce  leRepublicheancorajpatiuanoperle  nouità  delle  dottri- 
ne, con  molto  detrimento  della  falute  lpirituale,confufione  della  quicte,e  tran- 
(juillità  publica.  Gli  elfortò  a  guardarli  dalli  nuouidottori:moftrando,che  non 
lono  moi'si,fe  non  dalla  propriaambitione,&  inftigatione  diabolica.  Mandò  in- 
iìeme  il  decreto  di  Lcone,«3c  il  beando  di  CefaretciTortando,  che  il  decreto  del  Pa- 
pa folle  riceuto,&obedito,e  quello  dell'Imperatore  immitato:e  notò  particolar- 
mente la  perrona,e  la  dottrina  diZuinglio,ede'fuoiadhercnti:  il  che  ceiift.ìnfe 
Zuinglioa  dar  conto  di  tutto  quello  che  inregnaua5a!liCollcghÌ5(S:  ioo'isfar  il 
Senato.Ec  fcriire  ancora  al  Vcfcouo,iiiilftendo  principalmente  'ìopri  qucflo,cl)0  jj'"*'"^''"  fi 


Cl3     1^ 
XXI. 


18  /CONCILIO   DI  TRENTO         Papa  Leon  X. 

non  erano  da  tolerar  pia  lungamente  i  Sacerdoti  concubinari],  di  doue  veniua 
l'infamia  dell'  ordine  Ecclefialtico  >  &  il  cattiuo  cilcmpio  alli  popoli, e  la  cortot- 
rione  della  vita  generalmente  in  tutti.  Cola,che  non  ti  poteua  Icuarcfenonjin- 
troduccndo/econdola  dottrina  Apoftolica,il  matrimonio.  Scrille  ancora  in 
propria  difefa  a  tutti  i  Cantoni  de'  Suizzeri,  facendo  in  particolare  mentione 
d'un  editto  facto  dalli  loro  maggiori ,  Che  ogni  Prete  folle  tenuto  ad  hauer  la 
concubina  propria  ,  accio  non  infìdiaLfe  la  pudicitia  delle  donne  honefte. 
Soggiongendo ,  che,  fé  ben  parcua  decreto  ridiculofo  >  era  nondimeno  fatto 
pernccemtàjcnon  doueuaeller  mutato:  le  non,  che  quanto  era  conftituitoal 
fauor  del  concubinato ,  al  prefente  doueua  eifer  tramutato  in  matrimonio  le- 
gitimo. 

Il  moto  del  Vefcouo  indulTe  i  Dominicani  a  predicar  centrala  dottrina  di 
Zuinglio^e  lui  a  difendere.  Perilche  anch'  egli  fcriUce  publicò  (eirantaiette  con- 
cluiìoni,lequaliconteneuano  la  fua  dottrina,  &:toccauano  li  abufi  del  Clero,  »5c 
"IS      odi  '^^'^^  Prelati.    Onde nafcendo molta confurione,& dilfeniìoncil Senato  di  Zu- 
Z»rigo  vi     ^"i<^b  entrò  in  dcliberatione  ài  fcdare  i  rumulti  :  e  conuocò  tutti  i  Predicatori,  e 
prouede  per    Doctoti  della  fua  giiirifdittione.  Inuitò  anco  il  Veicouo  di  Coftanza,a  mandar 
Via  de  tonfi-  qualche  pcribna  di  prudenza,  e  dottrina,  per  aflTiftere  a  quel  colloquio  :  a  fine  di 
Ttn\^,  quietare  i  tumulti,  e  di  ftatuire  qucllo,che  folfe  alla  gloria  di  Dio.  Fu  mandato 

dal  Vefcouo  Giacomo  Fabro,fuo  Vicario,  che  fu  poi  Vefcouo  ài  Vienna  :  &  ve- 
nuto il  giorno  ftatuito  del  congrelfo ,  raccolta  gran  moltitudine  di  perfone, 
Zuinglio  riprodulle  le  lue  conclufioni,lì  offerì  difenderle,e  rifpondere  a  qualun- 
que hauelfe  voluto  contradirle.  Il  Fabro,  dopo  molte  cofe  dette  da  diuerfi  Frati 
Dominicani,  &  altri  Dottori  contra Zuinglio,  e  da  lui  rifpofto,  dille.  Che  quel 
tempo,e  luogo,non  erano  da  trattare  limile  materia:  che  lacognitione  difimili- 
propofiri  toccaua  al  Concilio,il  qual  predo  il  doueua  celebrare  :  perche  cofi  di- 
ceria circrconuenuto  il  Pontefice  co'Prcncipi,  e  maggiori  Magittrati ,  e  Prelati 
della  Chriiì:ianità.Il  che  tanto  più  diede  materia  a  Zuinglio  di  fortiiicariì,  dicen- 
dojChe  quelle  erano  promellejper  nudrir  il  popolo  con  vane  fperanzc>e  tra  tan- 
to tenerlo  fopitonelT  ignoranza:  chcbenfipoLCLia>a{petcando  anco  una  piuin^ 
fiera  dichiaratione  del  Concilio  delle  cofedubie,  trattar  all'  hora  le  certe,  e 
chiare  nella  Scricrtn-a  diuina ,  e  nel!  vfo  dell'  antica  Chiefa.  E  tuttauia  in-> 
ftando, che diceilè quello 5  che  lìpotcua opporre  alle  conclufionifue  jfìriduP 
fé  il  Fabro  a  dire,  che  non  volciia  trittare  con  lui  in  parole  ,  ma  che  haureb- 
sr  be  rifpoiloallefueconclulìoniinfcrirto.  Finalmentc,iì  finì  il  confelFoi  hauen- 

t  de  «/orw*.    ^^  .j  Senato  decrctaco ,  che  l'Euangelio  folle  predicato  fecondo  la  dottrina  del 
Vecchio,eNuouoTeftamento,non  fecondo  alcun  decrcto,oconftitutione  hu- 
mana. 
It  Contino      Vedendoli  adunque ,  che  le  fatiche  de'  Dottori,  e  Prelati  della  Chiefa  Roma- 
i»(ne  difdi'   Ila,  &  il  decreto  del  Pontefice,  ch'craveiiuto  alla  condanna  airolutaj&  il  bando 
rato,  Imperiale  cofi  leuero,  non  folo  non  potcuano  eftinguer  la  nuoua  dottrina  :  an- 

zi,non  oftante  quella, faccua  ogni  giorno  maggior  progrelFo:  ognuno  entrò  in 
penficro,  che  quelli  rimcdij  non  follerò  proprij  a  tal  infermità,  e  che  bifognallè 

veni- 


Papa  Leon  X.  LIBRO   PRIMO.  i» 

venire  finalmente  a  quella  forte  di  medicina,  che  per  il  palTato  infimilioccafio-    ^^^    ^^ 
ni  viata^pareiiahaueirefedato  tutti  i  tumulti:  il  che  era  la  celebrationedelCon-       ^xi. 
cilio.Ondcqueftofudefìderatoda  ogni  forte  di  perfone>come  rimedio  falutare, 
&  unico. 

Vcniiia  confiderato,  che  le  nouità  non  haueuano  hauuto  altra  origine,  fcnon  *  <^f»i''''ff-»h 
dagli  abuiì  introdotti  dal  tcmpo,c  dalla  negligenza  delli  Paftori:  e  però  non  elici  */^f/7,g'f/"'*~ 
poflìbile  rimediare  alle  confuiìoni  nate ,  Te  non  rimediando  agli  abufi,  che  n'ha- 
ueuanodato  caufa  :  ne  eilcrci  altra  via  di  prouedcr  a  quelli  concordcmente,&  u- 
niformementc,fenon  con  una  congregacione  uniucrf  ale.  E  quello  era  il  difcorfo 
delli  huomini  pij,e  ben  intentionati:  non  mancando  però  diiierli  generi  di  perib- 
ne  interelfatca  quali  peri  loro  fini  farebbe  ilato  utile  il  Conciiio,macofì  rego- 
lato,econ  tali  conditioni,chenon  poreife  clfcrcfenon  afauorloro,  e  non  con- 
trario alli  loro  intereflì.  Primieramente  quelli,che  haueuano  abbracciate  le  opi- 
nioni di  Lutherojvoleuano  il  Concilio,conconditione,che  in  quello  tutto  folfc 
decifo,e  regolato  con  la  Scrittura,  cfdufe  tutte  le  conftitutioni  Pontificie,  e  le 
dottrine  Scolaftiche:  perche,cofi  teneuano  certo  non  folo  di  difender  la  loro,ma 
anco  che  ella  fola  douefse  eirereapprouata.MaunConcilio,cheprocedetre,co- 
me  s'era  fatto  per  ottocento  anni  inanzi,nó  lo  voleuano,efi  lafciauano  intendere 
di  non  rimetterli  a  quel  giudicio.  EtMartinoufauadidire,chein  Vormatiafu 
troppo  pufillanime:e  che  era  tanto  certo  della  fuadottrinajche  come  diuina  non 
voTeua  manco  Ipttometterla  al  giudicio  degli  Angeli  :anzi,che  con  quella  egli 
era  per  giudicare  gli  huomini,&  gli  Angeli  tutti»  I  Prencipi,^  altri  gouernatori 
de'  paeh,non  curando  molto  quello,  che  il  Concilio  douelTerifolucre  intorno 
alle  dt)ttrine,lo  defiderauano  tale,che  potelfe  ridurre  i  Preti,  e  Frati  al  loro  prin- 
cipio :  fperando ,  che  per  quel  mezo  |d  efsi  doueilèro  tornare  i  regalile  le  giurif- 
dittioni  temporali,chc  con  tanta  abondantia,&  ampiezza ,  erano  pallate  ncil'  or- 
dine Ecclcfiaftico.  Eperòdiceuano,che  vano  farebbe  far  un  Concilio,  doue  foli 
i  Vefcoui,&:  altri  Prelati  hauelTero  voto  deliberatiuo  :  perche  efsi  doucuano  elfer 
riformati  :  &  era  neceifario,  che  altri  ne  hauellèro  il  caricojiquali  dal  proprio  in- 
terelfenon  foireroingannati,ecoftretti  arifoluere  contrail  ben  commune  della 
Chriftianità.     Quelli  del  popolo  ancora,  che  haueuano  qualche  cognitionc 
delle  cofe  humane  ,  defiderauano  moderata  l'autorità  Ecclefiaftica,e  che  non 
folfero  cofiaggrauati  i  miferi  popoli  contante  e{rattioni,fottopreteilo  di  deci- 
mc,limofine,e  i«dulgenze:ne  opprefsi  dalli  vfficiali  de'  Vefcoui,{otto pretcfto  di 
correttioni,c  di  giudici].  La  Corte  Romana,  parte  principaliffimajdcfidcraua  il  mafmafnmts. 
Concilio,  inquanto  hauelle  potuto  reftituire  al  Pontefice  l'obedientia,  che  gli  ^eUaComdi 
era  leuata  :  &  approuaua  un  Concilio,  fecondo  le  forme  nelli  proflìmi  fecoli  u-  ^^""*» 
fate.  Ma  che  quello  hauelfe  facultà  di  riformar  il  Pontificato,e  di  leuarc  quelle 
introduttioni,dallequali  la  Corte  riceueua  tanti  emoluméti,  e  per  lequali  colaua 
in  Roma  gran  parte  dell' oro  della  Chriftianità,quefto  non  piaceua  loro.  Il  Pon-  ^^^i  PonteH'. 
tefice  Leone,  anguftiato  da  ambedue  le  parti, non  lapeua  che  defidcr.irc.Vcdcua  «, 
che  ogni  giorno  l'obedientia  andana  diminuendofi,&  i  popoli  intieri  fcparan- 
dofi  da  lui,e ne  dciideraua  il  rimedio  del  Concilio.  Uquaie ,  quando  confidcraua 

e     ij 


^ 10  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  AdriancVL 

e  1 3  1 3     Uouci'  effer  pcggior  del  male ,  portando  la  riforma  in  confcgucnza ,  l'abhorriua. 
XXII.       Andana  penfando  via,  e  modo?  come  far  un  Concilio  in  Romaj  o  in  qualche  al- 
tro luogo  dello  (lato  EccleliafticQ  :  come  il  fuo  predeccilbre,  &  eirojhaueuano 
celebrato  pochi  anni  innanzi  il  Laterancnie  con  buoniflìmo  frutto  :  hauendo 
con  quel  mezo  fedatolofcilmajiidotto.  il  Regno  di  Francia,  ch'aera  feparato;6c 
quello,chenonera  di  minor  importanza,  abolita  la  Prammatica  fantione,dop- 
piamcnte  contraria  alla  Monarchia  Romana  :  fi,  perche  era  un  elfcmpio  di  leuar- 
li  tutte  le  coUationi  de' benefici]  5  gran  fondamento  della  grandezza  Pontificia: 
come  anco,  perche  era  una  conieruatione  della  memoria  del  Concilio  Bafileen- 
fc,epcrconleguente,dellafoggettione  del  Pontefice  al  Concilio  Generale.  Ma 
no  vedeua  pohcome  un  Concilio  di  quella  forte  potelle  rimediare  al  malcilqua- 
le  non  era  nelli  PreneipisC  gran  Prelati,  appreifo  i  quali  vagliono  le  prattiche ,  Sc 
ii<^iinletnque^  inrerefll:  ma  era  ne' popoli,c o' quali  haurebbebifognato  realtà,&:  veramutatio- 
fie  ambigitnà,  j-ig.  i^  qucftoftato  di  cofe,  nel  fine  dell'  anno  cu  io  xxi.  pafsò  di  queftavitaPa- 

Gmwut  T      ^  - ■     -  ■        .  ^' 

^  pa  Leone. 

Il  fuccedz        ^  "^^ pxinc ipio dell'anno  feguente^i' noue di Genaro,fii ereato A.driano:la cui 

Adriano  fé-  airontìone  al  PontificatOielfendo  fatta  diperfona,che  mai  era  (lata  veduta  in  Ro:- 

pi  ma,incognita  a  Cardinali,&:  alla  CQrte,e  che  all'  bora  fi  ritrouaua  in  Spagna  :  e 

del  rimanente,era  anco  opinione  del  mondo,  eh'  egli  non  approuallé  i  coftumi 

ìleptdt  ài      Romani,&  il  libero  modo  di  viuere  de'  Corteggianij  riuoltò  ipenfieri  di  tutti  a 

SfAgna, ,  dotit  ^^^^q-^-^^^^  modo,che  le  nouità  Lutherane  non  erano  più  in  nilluna eonfideratio- 

*^^  "^^     ne.  Temeuano  alcuni ,  eh'  egli  folfe  pur  troppo  inclinato  alla  riforma:  altri,  che 

chiamaife  a  le  i  Cardinali,  e  portalTe  Kiori  d'Italia  la  Sede  Romana  ,  come  altre 

volte  era  interuenuto  :  ma  predo  reftarono  quieti  di  tanto  timore.  Perche  il 

nuouo  Pontefice,il  dì  feguente,  doppo  hauuto  f'auifo  della  fua  elettione,  (che  fu 

il  ventidue  dell' iftelfo  mefcnella  città  di  Vittoria  in  B-ifcaglia)  non  alpettati  i 

Legati,  che  gli  erano  mandati  dal  collegio  de'  Cardinali,.per  lignificargliela,^: 

hauer  il  fuoconfenfo  :  congregati  quei  pochi  Prelati,che  potè  hauerc,  confcutì 

'airelettione:&  adonto  l'habitOjC  le  infegne>fi  dichiarò  Pontefice,e  non  difierìa 

palfare  ìì\  Barcellona,doue  icritfc  alCollcgio  de'Cardinali  la  caufajperche  haue- 

uà  aifonro  il  nome,&  il  carico  di  Pontefice^  s'era  pollo  in  viaggio/enza  afpct- 

tari  Legati:  commettendo  anco  lorojche  ciò  ficcileronoto  per  tutta  Italia.  Fu 

collrctto  alpcttar  inBarcellonatempo opportuno ,  perpalfar  il  gohodi  Lioncj. 

aflaipericoiofo  :  non  però  differì  piu,t!i  quanto  crancceilario  adimbarcarfi  pe£ 

venire  in  Italia^  &  vi  arriub  in  fine  d'Agoilo  del  ciò  la  xxii.. 

^vmge  in  Itx-       Ritrouò  Adriano  tutta  Italia  in  moto ,  per  la  guerra  tra  Cefare  ,  &  il  Re  di 

Hamulio  tra-  Francia  :  la  Sede  Apollolica  immeria  in  guerra  particolare  con  li  Duchi  di  Fer- 

mgliitta ,  e    j-^j-^^^  Vrbino:  Arimini  nuouamente  occupato  da'  Malateili:  i  Cardinali  diuilì, 

»sir(^(tf<*:         ^  diffidenti:  raifedio  pollo  daTurchi  all'  Ilola  di  Rod i:  tutte  le  terre  della  Chic- 

fa,efau{lc,«S<:  in  eftrema,confufione,per  otto  mefidi  Anarchia:nondimeno  appli- 

f   '  •    _  co  principalmente  il  penfiero  a  eomponere  le  difcordie  della  religione  in  Ger- 

dlj  ad^  nini-  mania:  e  come  quello,  eh'  era  dalla  fanciullezza  nodrito ,  allenato ,  &  habituato. 

ì»,  nelU  Iludi| della  S.colafticaTheoÌogia,teneu?i,  quelle  opinioni,  per  cefi  chiare,&: 

cui' 


Papa  Adriano  VI.  LtBRO  PRIMO.  ii 

etiidentijche  non  credcua,poter  cadeie  il  contrario  in  animo  d'alcun  huomo  ra-    e  1 3   I3 
gioneuole.  Per  il  che  no  daua  altro  titolo  alla  dottrina  di  Lutherojfe  non  d'infì-      xxiu 
pida,pazzaj»Sc  irragioneuole:  e  giadicaua,chc  niifuna  pcrionajle  nócjualchc  po- 
chi Iciocchiila  crc'deircro:  &  che  il fcgiiito^che  Martino  haucua,folle  di  perlone, 
che  in  iliaconlcientia  teneirero  per  indubitate  l'opinioni  Romane ,  fingendo  al^ 
trimcntij  irritati  dalle  oppreflìoni.  E  peròeilerc  cola  faciliffimaeftinguere  quel- 
la dottrina ,  che  non  era  fondata  ,  ialuo  che  iopra  gì'  intercflì.    Onde  penlaua, 
che  col  dare  qualche  rodisfattione,facilm.entcii  rilanerebbe  quel  corpo,  ilqua- 
le  più  tofto  faceua  i'embiante  d'elfere  infermojche  in  verità  lo  folfc.  Et  per  cilère 
egli  natiuod'VtrechtsCittà  di  Germania  inferiore,  lperaua,che  tutta  lanatione 
dbuclTe facilmente  porgere  orecchie  allepropo{lclue,&  intereirarflanco  afoile- 
iiere  l'autorità  rua,come  d'huomo  Germano,e  per  tanto  flncero,  che  no  trattallè 
con  arti,eper  fini  occulti.  E  tenendo  per  fermojch'importalfe  molto  l'ufare  ce- 
leritàjdeliberò  far  la  prima  propofitione  nella  Dieta ,  che  ilpreparaua  a  Norim- 
berga :  la  quale ,  accio  foifc  gratamente  udita ,  6c  le  ine  promeile  folFero  ftimate 
realhinanzi  che  trattar  cofa  alcuna  con  elfo  loro ,  penfauanecelfario  dar  faggior 
con  principio  di  reforma,  leuando  li  abufi  (lati  cauià  delle  dilfenfioni.  A  qucfto 
effetto  chiamò  a  Roma  Giouanni  Pietro  CarafFa,ArciuefcoLio  di  Chietine  Mar-  ""*'«"W» 
cello  Cazele  Gaetano>huomini  (Innati  di  bontà,e  coftumi  irreprenfibili,e  mol-^^*^  ""r  ^^ 
to  periti  delle  cofe  fpettanti  allavera  ditciplina  Ecclefìaftica  '..acciòjcol  coniìglio  ,„  r^.  * 
loro,e  delli  Cardinali  più  Tuoi  confidenti ,  troualle  qualche  medicina  alle  più 
importanti  corruttele  :  tra  quali  prima  flrapprefentaua  la  prodigalità  delle  in- 
dulgenze,per  hauereella  aperta làviaalcredito  acquiftatodk'nuoui predicatori 
in  Germani-a. 

Il  Pontefice,come  Theologo,che  già  haueua  fcritto  in  quella  materia,prima>  epey  ma-de^ 
che  mai  Luthero  penfalFe  di  trattarla,era  in  parere,  di  ilabilire  per  decreto  Apor  terminatìom^ 
ftolico,e  comePapa,quelladottrina,che  come  priuato  haueua  infegnataje  ferir-  ^'"'^"''«««^ 
ta:  cioè,che,conceiIà  Indulgenza  a  chi  farà  una  tal  pia  opera,,  è  poflìbile,che  da  ^^*  f"*^"^* 
alcuno lopera/iaeHeguita in  tanta perfettione,che  conleguifca  l'Indulgenza: fé  ^""^' 
però  l'opera  manca  di  quella  eirattezza,roperante  non  ottiene  quella  Indulgen- 
za tutta;ma  folo  tanta  parte>che  a  proportionc  corrifpondaall'opera  impcrfetta- 
Riputauaii  Pontefice,che  in  quella  maniera,n6  iolo  folfe  proueduto  pcrl'auue- 
nire  ad  ogni  Icandalo^ma  anco  rimediato  allipallati  :.poichc,potcndo  ogni  mi- 
nima opera  eifere  cofi  ben  qualificata  di  circoftanze  ,,che  meriti  ogni  grali  pre- 
mio,rcibua  riloluta  l'obiettione  fatta  da  Luthcro ,  Come ,  per  l'oblatione  d'un: 
danaro,s'acquifl:a{re  un  tanto  teforo  :  e  poiché,  per  difetto  dell'  opera,,  chi  non. 
guadagna  tutta  rindulgenza,nc  ottiene  però  una  parte  proportionata>non  il  riti- 
rauano  i  fedeli  dal  cercare  l'Indulgenze. 

Ma  Frate  Thomafo  da  Gaeta»  Cardinale  di  S.Siito,  Theologo  ccHifummato,.^^  ^^^  ^  ^-r 
lo  diiruadeua,dicendogli,Che  ciò  era  un  publicare  quella  verità,  laquale  per  (^.-  jil'/Jalcai^ 
Iute  delle  anime  era  meglio  ritenere  fecreta  apprelfogli  huomini  dotti  :  ech'c-  di,.al  Gatutr 
ra  più  tofto  difputabile,che  decifa.    Perilche  anco  elio,  qual  viuamente  in  con-  ^^' 
ÙÌQQZ3.  la  fentiuajnello  fcriuereperò  l'haucua  in  tal  maniera  portata,cJie  folo  gk 

C     iij 


lì  CONCrLIO    DI    TP.ENTO         Papa  Adriano  VI. 

CI 3  13    huominiconfuinmacifirimipotcuano  dalle  fiieparole  cauarla.  Laqual  dortrina 
XXII.       <]uan(io  foire  diuiilgara>&  autorizarajvi  farebbe  pericolo,  che  grhiiomini,etiaii- 
dio  lecterati,nonconclude(reiodaqueiia,chelaconce{I]onedel  Papa  non  gioua 
niente, ma  tutto  deue  eirere  attribuito  alla  qualità  dell'  opera  :  colajche  diminui- 
rebbe allatto  il  feiuore  in acquiftare  l'Indulgenze ,  e  laftima  dell'  autorità  Pon- 
tificia. Aggionfc  il  Cardinale,  chcdopo  l'hauere,  per  commandamento  di  Leo- 
ne,fatto  eilatto  ftudio  in  quefto  foggettcranno  medeiimo,che  nacquero  le  con- 
tentioni  in  Germania:  cTcrittone  un  pieno  trattato,  l'anno  feguentejelTendo  Le- 
gato in  Augu{la,hebbe  occafione  di  ventilarlo ,  8c  trattarne  più  diligentemente, 
parlando  conmolti,&  eifaminando  le  difficoltà,  e  motiui,  che  turbauano  quelle 
Prouincie  :  &  in  due  colloqui) ,  e'  hebbe  con  Luthero  in  quella  Città ,  difcullè 
pienamente  la  materia,la  quale  hauendo  ben  digerita,non  dubitarla,  di  poter  di- 
re aireuerantemente,  e  fenza  pericolo  di  prender  errore ,  ch'altra  maniera  non 
vi  era  di  rimediare  a  i  icandali  pairati,  prelenti,  e  futuri,che  ritornando  le  cofe  ai 
(uo  principio.  Eircre  cola  chiara,che,quantunque  il  Papa  podi  liberarccol  me- 
Uquxle  gli  prò  zo  delle  Indulgenze,  i  i:edeli,da  qual  fi  voglia  forte  di  pena,  leggendo  però  le  Dc- 
puone  un  fm  crctali,  chiaramente  apparifce,  l'Indulgenza  elfere  una  airoUitione,  e  liberatio- 
fxnn,din-  y^Q^^XÌt  pene  irapofte  nella  confefiìone  folamente.    Perilche,  ritornando  in  of- 
^lùenitm-  l^i'^anda  i Canoni penitentiali, andati  in  defuetudine  ;  &:  imponendo,fecondo 
^tantidìei      quelli,  le  condecenti  penitenze,  ognuno  chiaramente  vedrebbe  la  neceffità ,  & 
utilità  delle  Indulgenze,  e  le  cercherebbe  ftudiofamente ,  per  liberarfi  dal  gran 
pefo  delle  penitenze  :  &c  ritornerebbe  l'aureo  fecolo  della  Chiefa  primitiua» 
nelquale  i  Prelati  haueuano  alfoluto  gouerno  fopra  i  fedeli ,  non  per  altro  »  fé 
non  perche  erano  tenuti  in  continuo  èifercitio  con  le  penitènze  :  doue  ne'  tem- 
pi, che  corrono,  fatti  otiofi,  vogliono  fcuoterfi  dalla  obedienza.    Il  popolo 
di  Germania  ,  che  fepolto  nell'  otio  ,prefta  orecchie  a  Martino ,  che  predica 
la  libertà  Chriftiana,fe  foife  con  penitenze  tenuto  in  freno  ,  non  penlarebbc 
a  quella  nouità,  e  la  Sede  Apoftoiica  potrebbe  farne  gratia  a  chi  le  riconofceife 
da  lei. 
gufato  de  ^-      Piaccua  al  Pontefice  quefto  parere,  come  fondato  fopra  l'autorità:  &  alquale 
ét\«.nQ%  non  vedeua,che  oppofitione  poteife  eifer  fatta.  Lo  fece  proporre  in  Penitentia- 

ria,pertrouarmodo  eforma,come  metterlo  in  ufo,prima  in  Roma,  poi  in  tutta 
•r  .  .      la  Chriftianità.Furono  fatte  per  ciò  diuerfc  radunanze  dalli  deputati  fopra  la  ri- 
da'  deputati   forma,in(icme  con  li  penitenticri,per  trattare  come  pratticarlo:e  tante  ditticul- 
atta  Biformfi:  tà  fi  vcdeuano  attrauerlarcche  finalmente  Lorenzo  Pucci  Fiorentino,  Cardina- 
le di  Santi  quattro,che  fu  Datario  di  Papa  Lcone,e  miniftro  diligente  per  ritro- 
uar  danarijcome  già  s'è  detto,(3<:  bora  erafommo  Penitentiero,  col  parer  uniuer- 
fale  riferì  al  Pontefice,ch'era  (limata  irreufcibile  la  propofta  :  e  che  quando  folle 
tentata,  in  luogo  di  rimediare  alli  prefenti  mali ,  n'haurebbe  fufcitati  di  molto 
mao^c^iori.Che  le  pene  Canoniche  erano  andate  indifufo:  pcrchcmancatoilfer- 
uoranticojnonfipoteuanopiufopportare.  PeròjVolendoritornarlceranecelTa- 
rio  prima  ritornare  i'iilciro  zelo,  e  charità  nella  Chiefa .    Che  il  prefente  fecolo 
non  era  fimiicallipairati,  ne'  quali  tutte  le  deliberationi  della  Chiefa  erano  ri- 

ceuu- 


Tafa  Adriano  VI.         L  I  B  P.  O   P  R  I  M  O.  23 

ceuuce  Itrnza  pcnfarci  pia  oltre  :  là  doue  al  prcfente  ,  ognuno  vuol  farli  giudice,  e  i  o  1 3 
Se  eiraminare  le  ragioni.  Il  che  le  il  vede  fari!  nelle  caie,  che  nulla  o  poco  di  ara-  xxii. 
uezza  portano  ('eco,quanto  maggiormente  in  una,che  iarebbegrauitiìma?  Eller 
vercchc  il  rimedio  e  appropriato  al  m.alcma  iupera  le  forze  del  corpo  infermo; 
&  in  luogo  di  guarirlo,  iarcbbc  per  condurlevamorte  ;  e,  penfandodi  racquiftar 
la  Germania ,  farebbe  perdere  l'Italia  prima,  &:  alienare  quella  maggiormente. 
Soggionfe  il  Cardinale,  Mi  par  d'udir  uno  che  dica,  come  S.Pietro,  Perche  ten- 
tar Dio,  imponendo  ibpra  lelpallcde'  diicepoli  quello,  che  ne  noi,  nei  Padri 
noilri  habbiamo  potuto  ibppoi  carc?Si  ricordailè  Sua  Santità  di  quel  celebre  luo- 
go della  gloia,allegata  da  lei  nel  iuo  Quarto  delle  Sentenze,  Che  intorno  al  va- 
lore delle  Indulgenze,  la  querela  è  vecchia,^  ancor  dubia.Confideraire  le  quat- 
tro opinioni  tutte  Catholiche,e  tanto  diucrfe,che  quella  glofa  riferifce.  Da  che 
appare  chiaro,che  la  materia  ricerca  in  quefti  tempi  più  tofto  Tilentio,  che  altra 
diicuflione. 

Penetrarono  quelle  ragioni  nell'  animo  d' Adriano,e  lo  refero  incerto  di  quel-  ^dmnoper^ 
lo,chc  doucife  fare:  e  tanto  più  perplcllb  ,  quanto  non  trouaua  minor  difficoltà  plejfo, 
jielle  altre  cofcc he  s'era  propofto  in  animo  di  riformare.  Nella  materia  delle 
diipcnfe  matrimonialijilleuar  molte  delle  prohibitioni,di  contrattare  matrimo- 
nio tra  certo  genere  di  perfone,  che  pareuano  fuperflue,  e  difficili  da  oilèruare,  a 
che  egli  molto  inclinaua,e  farebbe  ftato  gran  foUeuamento  al  popolo  -,  era  biaiì- 
mato  da  molti,  come  cofa,  che  rallentallè  il  neruo  della  difciplina:  il  continuar- 
le preftaua  materia  allj  Lutherani  di  dire,  ch'erano  per  trar  danari  II  reftriniret 
le  difpéfe,ad  alcune  qualità  di  perfone,era  un  dare  nuoua  materia  di  querimonie 
alli  pretendenti.  Che  nelle  cole  fpirituali,«Si  in  quello  che  al  minifterio  di  Chri- 
ftoappartiencnon  vi  iìadifferentia  alcuna  di  perfone.  Il  leuare  lefpefe  pecunia- 
rie per  quelle  cofe  ,  non  il  potcua  fare  fcnza  ricomprare  gli  uffici)  venduti  da 
Leone,li  compratori  de'  quali  traheuano  emolumenti  da  qucfto.Il  che  anco  im- 
pediuada  leuaieiregrefll,acceiri,coadiutorie,&  altri  modi  ufati  nelle collatio- 
nide'  bencficijjchehaueuano  apparenza  (fcpiu  varamente  non  il  deuc  dir  elTen- 
za)  di  Simonia.  Il  ricomprare  gli  uffici]  era  cofa  impofiìbile  :  artefe  le  o-ran 
fpefe  ,  ch'era  conuenuto  fare ,  e  tuttauia  continuare.  E  quel  che  più  di  tut- 
to gli  confondeua  l'animo ,  era ,  che  quando  haucua  deliberato  di  leuare  qual- 
che abufo,  non  mancaua ,  chi ,  con  qualche  colorata  apparenza ,  pi^liaua  a 
foftenere  ,  che  folfe  cofa  buona,  oneceifaria.  In  quelle  ambiguità  atilitle  il 
Pontefice  l'animo  fuo  fino  al  Nouembre  ,  deflderolo  pure  di  forc  qualche  no- 
tabile prouifione  ,  che  poteire  dar  al  mondo  faggio  dell'  animo  fuo  ,  rifolu- 
to  a  porgere  rimedio  a  tutti  gli  abufi,  prima  che  inconuninciare  a  trattar  in  Ger- 
mania. 

In  fine  lo  fermò ,  e  fece  venir  a  rifolutione  Francefco  Sederino  ,  Cardinale  *  ^'^f"''^'""- 
Preneftino,  chiamato  di  Volterra,  all'  hora  fuo  confidcntiffimo  :  fc  bene  dopo  ^cltì"^""^^^^ 
entrò  coli  inanzi  nella  difgratia  fua,  che  lo  fece  anco  imprigionare.  Quc  fio  Car-  " 
dinaie, verfatilfimo  nelli  maneggi  ciuili,&  adoperato neiii  Pontitìc.uid'Alcf- 
fandrojGiulioae  Leoncpieni  di  vari|>&:  importanti  accidenti ,  in  ogni  ragiona- 


14  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  Adriano  VI, 

e  1 3  13  mento  col  Pontefice  andana  gettando  parole ,  che  poteflèro  inftruirlo:  li  com- 
XXI L  incndaLia  labontà,&  ingenuità  dia, e  l'animo  inclinato  alla  riforma  della  Chiefa, 
&  air  eftirpatione  deli' hcreiìe:  aggiongendo peiòjche  non  poteua  hauere  laude 
della  ibla  buona  intcntionesinfurticicntc  da  fc  ftelFaper  far  il  benejfe  non  vi  s'ag- 
giongeife  una  ciTatta  eléttione  de'  mezzi  opportuni,&unaeirecutione  maneggia 
ra  con  iomma  circonfpettione.  Ma,  quando  lo  vide  coftretto  dall' anguftia  del 
tempo  a  rifolueriì,li  dille,Non  eiferui  fperanza  di  cofonderc&eftirparc  i  Luthe- 
rani  con  la  correttione  de'  coftumi  della  Corte  :  anzi ,  quefto  elTer  un  mezo  d'au- 
mentare a  loro  molto  piti  il  credito.Imperoche  laplebe,che  Tempre  giudica  dalli 
euenti ,  quando,pcr  l'emenda  feguita,rellarà  certificata,che  con  ragione  il  gouer- 
no  Pontificio  erariprefo  in  qualche  parte,fi  perfuaderà  fimilraente,  ch'anco  Tal- 
ere  nouità  piopofte  habbiano  buoni  fondamenti  :  e  gli  herefiarchi,vedendo  d'ha- 
uerla  vinta  in  una  partcnon  cefTeranno  di  riprendere  l'altre.In  tutte  le  cofehu- 
V  -  mane  auucnire,che  il  riceuere  fodisfattione  in  alcune  richieile,  dà  pretenfìone  di 
procacciarne  altre,  e  di  (limare  chefiano  douute.Che,leggendoiepairatehifto- 
rie,  da'  tempi,  che  fono  fiate  eccitate  herefie  contra  l'autorità  della  Chiefa  Ro- 
mana, fi  vedrà  tutte  hauerprefopretefto  dallicoflumi  corrotti  della  Corte.Con 
tutto  ciò  mai  niiluno  Pontefice  riputò  utile  mezo,il  riformali:  ma  fi  bencdoppo 
ufate  le  ammonitioni,  3c  inllruttioni,indurre  i  Prencipi  a  proteggere  la  Chiefa. 
Quello,che  per  il  paifato  è  riufcito,douerfi  tenerc,&  oileruar  fempre.Niiruna  co- 
fa  lar  perire;  un  gouernomaggiormente,che  il  mutar  i  modi  di  reggerlo:  l'aprire 
vienuoue,enó  ufate,eirere  un  efporfi  a  grauipericoli:eficurifsimacofaeirere  ca- 
minare  per  i  veftigij  de'  lauti  Pontefici,  che  fempre  hanno  hauuto  efsito  felice 
ilquide  confi-  ^q\\^  \q^q  imprefe.  Niifuno  hauer  maieftintol'herefieconleriformcmaconle 
VeUa  fo  "^a  e  Ci^ociate  ,  e  con  eccitare  i  Prencipi,e  popoli  all'  eftirpationediquelle.Siricor- 
rkort:  '  dalle,  eh'  Innocenzo  terzo  con  tale  mezo  opprelFe  felicemente  gli  Albigcfi di 
Linguadoca:&  i  Pontefici  ieguenti,noncon  altri  modi,  eftinfero  in  altri  luoghi 
i  Valdcfi,PiccardÌ5poucri  di  Lione,Arnaldifti,  Speroni{li,e  Patarini:fi  che  al  pre- 
lènte  refla  il  folo  nome.  Non  circre  per  mancare  Prencipi  in  Germania,  iquali 
(  concedendo  loro  la  Sede  Apoftolica  d'occupare  lo  Stato  de'  fautori  de'  Lutera- 
ni: sfacendo  lorofeguiio  de'popoU  con  le  Indulgenze,  &  remiflìoni ,  a  chi 
andrà  aquel  foccorfo:)dcbbano  auidamente  riceuere  la  conditione.  Li  confiderò 
anco  il  Cardinalcche  non  era  da  pcnfare  alli  moti  di  religione  in  Germania,  co- 
mefc  non  vifoflTc  altro  pericolo  imminente  aiiaSedc  Apoftolica:  perche  fopra- 
ftaua  la  guerra  d'Italia,coia  di  maggior  pericolo:  allaqualceranecellàrio  appli- 
care principalmente  l'animo:  nel  maneggio  dellaqualcfefi  ritrouairefenzancr- 
uOiChe  è  il  danarcpotrebbc  riceuere  qualche  notabil  incontro:  e  niiruna riforma 
potcrfi  fare,  laquale  non  diminuifca  notabilmente  l'entrate  Ecclcfiaftiche:  le- 
quali  hauendo  quattro  fonti,  uno  temporalc,Le  rendire  .delio  Ilato  Ecclefiaftico: 
gli  altri  fpirituali,L'lndulgenze,  Le  difpenice  LacoUdtarione  de' bcneficij:non 
"^d'-tMo  mo  ji   ^^^  otturar  alcuno  di  quefli,chele  entrate  non  reftino  troncate  in  un  quarto. 


firA  dijp. 


lactre 


Il  Papa,conferendo  quefti  dii'corfi  con  Gulielmo  £nc\>?'ort,che  poi  creò  Car- 


A'      fiediftì-        Al  ji  iipa.,<_uiiici.ciiuL»>jucinuin.uiiiLUiivjiiiicim5J  Clic  w  uiLjtiic poi  ticu  \^iu- 

mlt^t  dinaie  >  e  Theodorico  Hczio ,  fuoi  familiari,  e  confidentifsimÌ3afFermaua,EiIc5j? 

miièra 


Papa  Adriano  VI.  LIBRO    PRIMO.  zj 

miferà  la  conditionc  de'  Pontefici:  poiché  vedeua  chiaroj  che  noit  poteuano  far  e  x  3  1 3 
BeiieVne  anco  volendce  foticandofene  :  e  conclufcche  non  era  polribiicinanzi  '^^"* 
rel]">edinonc,che  doLicua  fau  in  Germania,mandar  ad  effetto  aicun  capo  di  l'ifoi:- 
mare  chebifognaua,chefì  contentailcro  di  credere  allefue  promeirclcquaHcra 
rifoiuto  di  niantenerejqiiando  anco  hauelle  domito  ridur/ì  lenza  alcun  dominio 
tcmporalcj&  anco  alla  vita  Apoftolica.  Diede  però  flretta  commiilìone  ad  ani- 
biducjuno  de' quali  eraDatarioje  l'altro  Secretario,  che  nella  conccflìone  delle 
InduJgenzcjnelle  Diipenfejne'  Regreflì>e  Coadmtorie>il  ufalfe  parcità:iln  taatoj 
cheiì  troiiaife  come  regolar  le  cole  con  legge  e  perpetua  conllicutione.  Le  quali 
cofe  hauendo  io  letto  difiufamente  narrate  in  un  diario  dciVefcouo  di  Fabriano> 
<loue  tenne  memoria  delle  cofe  notabili  da  lui  vedute,  5c  udite,  ho  voluto  ripor- 
tarle qui  fommariamentc,  douendo  ieruir  molto  ali'  intelligenza  delie  cofe,  che 
il  diranno. 

Nel  primo  conciftorio  di  Nouembre  ,  col  parere  de' Cardinali,  deftinòFran-  e  manda  il 
cefcoChiericatOjConofciuto  daini  inSpagna,  e  Vcfcouodi  Fabriano,  (ilquale  ^ff-otto  di 
iionominatopocofa)  per  Noncio  alla  Dieta  di  Norimberga,  che  il  celebraua  ^'-^^^^J^  '» 
fenzalaprelenza di Celare,ilquale alcuni  mxiìinanzi  era  ftato  sforzato  paifar in  j^orimhtroA 
Spagna,per  quietar  i  tumulti,e  leditioni  nate  in  quei  Regni.  Arriuò  il  Noncio  a 
Norimberga  nei  fine  dell' anno,  eprefentòle  lettere  del  Pontefice  agli  Elettori> 
Prencipi,&:  Oratori  delle  Città,fcritte  incommunefotto  il  venticinque  di  No- 
uembre: nellequali  fi  doleua prima.  Che,  eifendo  ftato  Martino  Luthero  con- 
dannato per  fentenza  di  Leone,  e  la  fentenza  elfeguita  per  un  editto  Imperiale  in 
Vormatia,publicato  per  tutta  Germania:  nondimeno  egli  perfeucralfe  nellimc- 
dciimi  errori,  publicando  continuamente  libri  pieni  d'hcreiìe:c  folle  fauorito, 
non  folo  da'  plebei,  ma  anco  da'  nobili:  foggiongendo ,  che  fé  ben  predilfc  l'A- 
poftolo,Chele  lierefie  erano  necclfarie  per  elfcrcitio  de'  buonij  quella  necellìtà 
però  era  tolerabile  nelle  opportunità  de'  tempi  :  non  in  quelli,  ne'  quali  trouan- 
doil  la  Chriftianità  opprelfa  dall'  arme  de'  Turchi ,  fi  doueua  mettere  ogni  ftudio 
per  purgare  il  mal  interno  :  che  il  danno,&  il  pericolo,qual  da  fé  ftelfo  porta,im- 
pedifce  anco  l'adojDerarfì  contraun  tanto  inimico.Effortapoi  i  Prencipi,&  ipo-  ptrloquaUtf. 
polÌ,a  non  moftrarfi  di  confentire  a  tanta  fceleratezza,coltolerarla  longam.ente.  oru  U  Car- 
Gli  rapprefenta,eirere  coiavergognofì(Iìma,chefilafcino  condurre  da  un  frati-  '''"""''« 
tcllo  fuora  della  via  de'  loro  maggiori,quafì,che  folo  Luth'^èro  intenda,e  fappia. 
Gli  auuertifce ,  che  fé  i  legnaci  di  Luthero  hanno  leuato  l'oLedienza  alle  leggi 
Ecclefìaftiche,  molto  maggiormente  vilipenderanno  le  fecolari:  e,  fé  hanno  ii- 
furpatoi  beni  della  Chiefa,  meno  fi  afteneranno  da  quei  de'  Laici:  &haucndo 
ardito  di  mettere  mano  nelli  ficerdori  di  Dio,  non  perdoneranno  alle  cafc,  mo- 
gli,e  figliuoli  loro.    Gli  eirorta,che  fé  non  potranno,con  le  dolcezze,ridurMar- 
tino,&  i  fuoi  feguaci,  nella  dritta  via  ;  venghino  a  i  rimedi)  afpri,  e  di  fuoco,  per 
rifecarc  dal  corpo  i  membri  morti:  come  fu  fatto  ne' tempi  antichi  a  Dacan,&  ^^'^perftcu- 
Abiron  :  ad  Anania,  e  Saffira  :  a  Giouiniano,&:  Vigilantio:  e  finalmente,  come  i  '^°,^!  ""^^* 
maggiori  fecero  contraGiouanni  Hus,e  Gieronimo  da  Praga,  nel  Concilio  di  JrimtdùviQ- 
Collanza: l'eifempio de'  qualijquaiido  nonpoflliio  far  altramentcuebboiio  im-  limi. 

D 


±6  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  Adriano  VL 

e  1 3  1 3    mitaie.In  fine  fi  rimettccofi  in  <juel  particolare,  come  in  altri  negotij ,  alla  rela- 
XXII.       rione  diFrancefco  Chiericato,{uo  Noncio.  Scrilfe  anco  lettere,  quafì  a  tutti  i 
Prcncipi  con  ^r  ifteffi  concetti.  All'  Elettore  di  Salfonia  in  particolare ,  fcriire> 
frmctpalmetij  q^^  ^^^^  confidcralfe  >  qual  macchia  farebbe  ftata  alla  fua  pofterità,  hauendo  fa- 
te ti  Duca  di  .  ri  e  r         ■  .i     ^     i  •  •       • 
Sajlma.        uonto.  un  trenetico,  che  metteua  contulione  in  tutto  1  mondo  ,con  inuentioni 

cmpie,e  pazze,riuoltando  la  dottrina  (labilità  col  fangue  de*  Martiri,  vigilie  de 
Santi  Dottori,^  armi  di  tanti  Prencipi  fortillìmircaminallc  per  i  veftigij  de'  fuoi 
maggiori,non  lafciandofi  abbagliare  gli  ocelli  dalla  rabbia  d'un  homicciulo,a 
feguirc  gli  errori  dannati  da  tanti  Conchlij. 
t^HJie  Non-       Piefentò  il  Noncio  alla  Dieta,noii  folo  il  Breue  del  Papa,ma  ancora  la  fua  iii- 
mofrefenuU  ftrutcìone,  nellaqualeglieracommellòjdielTortar  i  Prencipi  adopporfi  alla  pe- 
fitainfirmio-  ^^  Lutherana,con  fette  ragioni.  PEÌma,perche  a  ciò  li  doueua  mouerc  il  culto  di 
^'nd  f7**  Diojelacharitàverfoilprolfimo.    II.  La  infamia  della  loro  natione.    III.  Il 
dtfimifiniy     loro  honor  proprio,  moftrandofi  non  degenerare  dalli  loro  progenitori,  che  in- 
tcruennero  alla  cojidannatione  di  Giouanni  Hus  in  Coftanza  >  e  delli  altri  here- 
tici,  conduccndone  alcuni  d'eflì  con  le  proprie  mani  al  fuoga  :  e  non  volellèro 
mancare  della  propria  parolaie  coftanza,hauendo  la  maggior  parte  d'eflì  appro»- 
uato  l'Editto.  Imperiale  contra  Luthero.    IV.   Gli  doueua  muouere  l'ingiuria 
fatta  da  Luthero  ai  loro  progenitori  >pubUcando  vna  altra  fede ,. che  la  creduta 
daeflì.:e  concludendo  per  confeguenza, che  tuttifìano  all' inferno.    V.  Sideb^ 
bano  mouere  dal  fine,  che  i  Lutherani  prerendono  >  che  e  voler  fneruare  la  po- 
teftàfecolarc,  doppo  che  haueranno  anichilata  l'Ecclefìaftica  ,  coii  falfo  prc- 
Eefto>che  flaufurpata  conerà l'Euangelio  :  fé  ben  aftutamente  moftrano  di  fal- 
uar  la  fecolare  >  per  ingannarli.     V I.    Confìderino  le  diiren/ìoni ,  e  turbulen- 
zc ,  che  qiiella  fetta  eccita  in  Germania.    Finalmente  annettano ,  che  Luthero 
ufa  la  mcdefmiaviaufata  già  da  Mahometo  ,  permettendo  ,  che  fìano  fatia- 
te l'inclinationi  carnali  :  le  ben  moftra  di  farlo  con  maggior  modeftia  ,.  per 
più  efEcacemente  ingannarli.     E  fé  alcuno  diceire,  Luthero  eirereftato  con- 
dannato non  udito,  e  non  difefo  ,  e  però,  che  jfìa  conueniente  udirlo  ,  deb- 
bia refponderc  *,  Eller  giudo  udirlo  in  quello  ,  che  tocca  al  fatto  :  cioè  ,  Se 
ha  predicato ,  fcritto ,  o  no  :  ma,  fopra.  k  cofe  della  fede ,  e  la  materia  de'  Sa- 
cramenti, ciò  non  eiler  conueniente  :;percioche  non  s'ha  da  metter  in  dubbio 
taaferì  fatto  quello ,  che  una  volta  è  ftato  approuato  da'  Concili)  generali,e  da  tutta  la  Chie- 
fromjfa  di    [^^  poi  gli  dà  commiflìone  il  Pontefice  di  confellài:  ingenuamente, che quefta 
i^alcht  nfor-  ^-Qj-j^^^fione  foffe  nata  perii  peccati  degli  huomini  >,mafsime  de'  Sacerdoti,e  Pre- 
**'  lati  :  confelfando  iche  in  quella  fanta  Sede,già,  alcunianni,fono  fiate  fatte  mol^' 

te  cofe  abomineuoli,molti  abuiì nelle  cofe  Ipirituali,  molti  eccefsi ne'  precetti,. 
e  finalmente  tutte  le  cofe  mutate  in  male  :  in  maniera  >che  fi  polfa  dire,che  l'in- 
fermità fia  pallata  dal  capo  alle  membra,da  fQi3imiPontefici,agli  inferiori  Pre- 
lati ,  fi  che  non  vi  fia  flato  chi  faccia  bencs  ne  pur  uno.  Alla  correttione  delqual 
male  ,  egli  per  propria  inclinatione ,  &  debito,è  deliberato  adoperarfi  con 
tutto  lo  fpirito,.^  ufar  ogni  operaraccioche  innanzi  ogni  altra  cofa  la  Corte  Ro- 
sDana>  donde  forfè  tanto  male  è  proceduto  jii  reformi.  IL  che  tanto  più  farà» 

quanr 


Papa  Adriano  VI.  LIBRO  PRIMO.  ^1 

quanto  vede,  che  turto'l mondo auidamente lo  defidcra.Niuno  pero doucrme- 
rauigiiariìjfenó  vedrà  cofi  iiibito  emendaci  cucci  gli  abufi.  Perche,  cllendo  il  male 
inuecchiaco ,  e  facco  mol:iplice,bi(bgna  apaifo  a  palfo  procedere  nella  cura:e  co-  ^  ^.,, ^^,.^5,^  j 
minciar  dalle  cole  più  graui,  per  non  curbar  ogni  cola,col  voler  fare  cucco  infie-  (^"^rordaii  ai- 
me.  Gli  commilc  ancora,  che  promcctcìre  per  ilio  nomcche  egli  gli  oilcraarcb-  iaGerma.iU: 
be  i  concordaci.e  che  s'informarebbe  de' proccfsiauuocaci  dalla  roca,pcrrinicc- 
cerli  ad partesykconào  la  giufticia.Et  in  fincche  foUecitaire  i  Prcncipi,c  Scaci,pcr  td  In  fine  fx 
nomefuo,a  rifpondere  alle  leccere, 5c informarlo  de' mezi,per  liqaalifìpotcìrc  f  <^' ^^-^ cmrrf 
ouuiar  più  commodamencea  i  Luthcrani.  Oltre  l'hauerprelencato  il  fircue  del  \  p^'^"^^''^  j,^ 
Papa,e  ['mformacioncpropofeancoil  Noncio,  che  in  Germania  fivedcuaquaiì  ritornano  d 
per  cucco  i  Religioll  ulcir  de' Monafteri,  e  ricornar  al  fecoloj&i  Preci  maricarfi/cco/o. 
con  gran  (prezzo ,  e  vilipendio  della  Religione:  e  la  maggior  parce  di  loro  com- 
mecceranco  mokieccclsi,&:  enormicàrperilchcera  neccilàrio,chefolfe  pigliata 
prouifione ,  per  la  quale  quelli  facrilcghi  macrimonij  folfero  feparacijgh  aucori 
leueramence  punici,e  gli  Apoftaci  rimcisi  lylla  poccftà  de'  loro  fupcriori. 

Fece  la  Diecarifpolla  al  Noncio  in  ilcri'ccojdicédojD'hauer  lecco  con  rcueren-  '^  O»"-*  rlf^^ 
za  il  Breue  del  Pontefice, e  l'irtructutit/ne  prefcntata nel ncgotio  della fattione^""*"  **  '■^^* 
Luchcrana:e  render  gracie  a  Dio  della  alloncione  di  fua  Beacicudinc  alPoncifica-  ^^^  j^omo: 
co:pregandole  dalla  Maeftà  diuina  ogni  felicità.  E,dopohauer  detto  qucllo,che 
occorreua  circa  la  concordia  tra'  Prencipi  ChriiHanije  la  guerra  contra  Turchi: 
quanto  alla  domanda  d'elfeguire  la  fentenza  promulgata  cótta  Luthcrcc  l'editto 
di  Vormes,  rirpofercEirereparatifsimi  ad  impiegar  ogni  loro  potere  per  eftirpa- 
re  gli  errori:mahauertralafc iato  d'clfeguir  la  fentenzaje  l'editto, per  grandiffimc> 
Se  urgentiflìme  caufclmperoche  la  maggior  parte  del  popolo  era  perlualada'  li- 
bri di  Luthero,che  la  Corte  Romana  hauellè  inferici  moki  granami  alla  nationc 
Germanica  :  onde ,  fé  il  foirefattaalcunacofapcrreifecutionedcllafentenzajla 
moltitudine  farebbe  entrata  infofpetto,chellfaceireper  foftentarc,e  mantenere 
gli  abufi,c  rimpictà:e  ne  farebbononati  tumulti  popolari,  co  pericolo  di  guerre. 
Per  tanto,eircr  di  bifogno  in  limili  difficoltà  di  rimedi)  più  opportuni:particolar- 
mente  confellàndo  elio  Noncio  per  nome  del  Pontefice,che  quelli  mali  veniua- 
no  per  li  peccati  degli  huomini ,  e  promettendo  la  riforma  della  Corte  Romana: 
-gli  abufi  dellaquale  le  non  folfero  emendati,e  kuati  i  grauami,e  riformati  alcuni 
articoli, che  i  Prencipi  fecolari darebbono  in  ifcritto,non era poflibile metter 
pace  tragliEcclefiafticie  fecolari,neeftirpar  i  prefenti  tumulti.E,perche  la  Ger- 
mania  hauea  confentito  al  p.igamento  delle  Annatccon  conditione  che  s'irapie- 
gallerò  nella  guerra  contra  i  Turchi  :  e  ch'clfendo  (late  tanti  anni  pagatene  mai 
conucrtite  in  quel  ufo,  pregauano  il  Pontefice,che  per  l'auucnire  non  haucllè  la 
Corte  Romana  cura  d'effiggcrle,  ma  folfero  lafciate  al  fifco  dell'  Imperio  per  le 
fpefe  ài  quclla^uerra.Et  a  quello,chc  lua  Sancicà  ricercaua  cófcglio  de'  mezi,con 
iquali  il  pocelie  ouuiar' a  tati  inconucnienti,rilpofero,Che,doucndofi  trattar,no 
di  Luthero  folo ,  ma  tutt'  iniìeme  d'ellirpar  molti  errori,e  viti)  radicati  per  inuec- 
chiata  confuetudine,con  diuerfirifpetti,dachiper  ignoràza,dachimalitiofamc- 
tc  difcfijniirun  akro  i-imcdio  gividicaiiaao  più  coiiunodo,  elEcaccSc  opportuno, 

D     ij 


tt  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  Adriano  VI. 

ci3  13     che  fc  la  Santità  faa,  con  confenlo  della Maeftà  Cefarea,  conuocaircuiiConcj- 
xxiir.      liopio,libcro,c  Chriftiano,quanto  pia  prefto  tolte  pofsibilcin  un  luogo  contie- 
ry.t'\  niente  in  Gcrmaniaxiojè  in  Avgentina,in  Mogonza>in  Colonia,o  vero  in  Mets> 

non  differendo  la  conuocatione  più  d'un' anno:e,che  in  quel  Concilio  à  ciafche- 
dunojcod  EcclcfiafticOjCoine  lecolare,  folle  concelfo  di  poter  parlarejeconfe- 
gliarc  a  gloria  di  DiOjcfalute  dell' animcnonoftante  qualunque  giuramento,é 
obligatioae.il  che  tenendo  douereeircreireguico  dafuaSantirà  con  prontezza,  e 
-celerità;  ne  volendo  reftar  di  farai  prefente  quelle  megliori  prouifioni,che  polli- 
bili  lìano  per  il  tempo  intermedio>haueano  deliberato  di  procurar  con  l'Elettore 
diSalfonia^che  i  Lutherani  non  icriuetrero,neftampairero  altro:  &:  che  per  tutta 
Germania  i  Prcdicatorijtaciute  le  cofe,che  poteuano  muouer  tumulto  popolare» 
douslfero  predicar  iìnceramente ,  &  puramente  il  fantoEuangelio,kcondo  la 
dottrina approuata  dalla  Chiefa,nonmouendo  difpute ,  mariteruandoilno  alla 
determinatione  del  Concilio  tutte  le  controuerfìe.  Che  i  Vefcoui  deputalfero 
huomini  pij,e  letterati,per  fopraintender  a'Predicatori,informarli,e  correggerlii 
ma  in  maniera ,  che  non  fi  poteifj  fofpetcarc ,  che  foife  per  impedire  la  verità. 
Eu.ingclicarchc  per  l'auuenirc  non  fi  (lampi  cofanuona^le  nonvcduta,&rico- 
nofciuta  da  huomini  di  probità,e  dottrina.  Sperando  con  quefti  mezi  d'ouuiare 
a'  tumultijfe  la  Santità  fua  farà  la  debita  prouifione  a'  grauami:  6c  ordinarà  un  li- 
bero, e  Chriftiano  Concilio -.rpcrano  che  coi!  i  tumulti  fi  quietarebbono,  &  la 
maggior  parte  fi  ridurrebbe  a  tràquillità.Pcrche  gli  huomini  da  bene  afpettareb- 
bonoJinza  dubbio  la  deliberatione  dclConciliojquandovedeirerOjchefifoire 
per  celebrare  prefto.Qoanto  a'Prcti  che  fi  maritauano,e  Religi ofi  che  ritornaua- 
no  al  fecolo  ,  perche  nelle  leggi  ciuili  non  vi  era  pena  jpenfauano  che  baftalTcfe 
follerò  puniti  dalli  Ordinari]  con  le  pene  Canoniche.  Ma  fé  commetteranno  al- 
cuna fcelcratezza,ilPrencipe,o  vero  Podeftà,  nel  territorio  de'quali  fallaranno> 
lor  dourà  dare  il  debiro  caftigo. 
sonpoco  Qufio  ^^  NonciQ  non  reilò  fodisfatto  ài  quella rifpofta,& venne  in  rifolutione  di 
d'elfo yil^Haie  replicarcEt  prima^qiiantoalla  cauia,pcrche  non  ii  lolfe  elleguita  lafentcnzadcl 
refliu:  Papa,  e  l'editto  dell'  Imperatore  contraLuthero,  diile,Nonfodisfare  la  ragione 

allegatasChe  fi  folte  refrato,  perfaggir  i  icandaliinó  conuenendo  tolerar  ilmale>. 
acciò  ne  venga  il  bene:  e  douendo  tener  più  conto  della  falute  dell' animcche 
della  tranquillità  mondana.  Aggionfe  ,  chenonli  doucuano  fcufar  i  feguacidi 
Luthero,collircandali>e  grauami  della  Corte  Roraana.Perchc,fe  ben  follerò  ve- 
.  i:i,non  però  li  doueano  partire  dall'  unità  Catholica,ma  più  tofto  fopportar  pa- 
tientilsimamenre  ogni  male.  Onde  li  pregauaper  l'cirecutione  della ientenza,<Sc 
dell'  edicrojinanzi  chelaPietafifinillc:3:fe  la  Germania  era  in  alcun  conto  gra- 
uata  dallaCorte  Romana,la  Sede  Apoftolica  farebbe  pronta  di  folleuarla.Et  ie  vi 
fólTero  difcordie  tra  gli  Ecclefiaftici,Sc  i  Prencipi  fecolari,il  Pontefice  le  compo- 
ncrebbe,.^  cftinguerebbe.  Quanto  alle  Annate,altro  no  diceuaper  alf  hora,poi- 
che  opportunamente  fua  Santità  hauerebbe  dato  rifpofta.  Ma  quanto  alla  do- 
manda del  Concilio, replicò ,  Che  fperauanon  douer  difpiacer afua  Santità,ie 
rhauelfero  domandato  con  parole  più  conuenienti:43cpeiò  nccrcaua>che  folfero 

ieuate 


Papa  Adriano  VI.         L  I  B  R  O    P  R 1  M  O.  i5? 

leuatc  turte  quellejchc  potelTero  dar  qualche  ombra  alla  Beatitudine  (lia.Come  e  i  ^  io 
quelle  parole ,  Che  il  Concilio  tolTe  conaocato  col  contento  della  Maeità  Ce-  xxiii. 
{area:  e  quelle  akue,Che  il  Concilio  folle  celebrato  più  in  una  Città,  che  in  una 
altra.  Perchejfc  non  fi  leuauano,pareua  che  volcifero  legar  le  mani  alla  Santità 
fuaxofa  che  non  hauerebbc  fatto  buon  eifetto.  Quanto  a  Predicatori,riccrcò, 
chefioirerLiatle  il  decreto  del  Pontciice,  cheper  l'auuenire  nilTuno  potette  prc- 
dicarcfe  la  dottrina  fua  non  foifc  ellaminata  dal  Vetcouo.  Qoa-nto  agli  S ran'  - 
patorije  diuulgatori  de'  libri,  replicò ,  Che  in  nitran  modo  gli  piaceua  la  ril'po- 
fta:che  doueliero  elTcguirlafcntenzadclPapaje  dell' Imperatore,  chei  libri  fi 
abbrugialleroj^  follerò  puniti  i  diuulgatori  d'elTi:  inftando,  &  auuertendo,che 
in.  quello ftaua  il  tutto.E  quanto  a'  libri  da  ftamparfi,!!  douctlc  leruare  il  moder- 
no Concilio  Lateranenfe.Ma  quanto  a'  Preti  maritati,la  rifpofla  non  gli  lareb- 
be  difpiaciuta,  s'ella  non  haueirehauuto  un  aculeo  allacoda,mentreiì  diceua. 
Che  fé  commetteranno  qualche  fccleratczza  ,  faranno  puniti  da' Prencipi  j  o 
poteftà.  Perche  quello  larebbe  contra  la  libertà  Ecclehaftica ,  e  fi  mettereb- 
be la  falce  nel  campo  d'altri  :  e  fitoccarebbono  quelli,  che  fono  riferitati  a 
Chrifto.  Conciofia  cofa  che  non  doueuano  i  Prencipi  prcfumer  di  crede- 
re ,  che  per  l'apofrafia  fi  diuolueirero  alla  loro  giurifdittione  :  ne  potelTero  ef- 
fer  catligati  da  loro  degli  altri  delitti  :  imperoche  ,reftando  in  loro  il  Carat- 
tere, &  l'Ordine,  fono  femprefotto  la  poteftà  della  Chieia  :  ncpolTono  far 
altro  i  Prencipi,  che  denonciarli  a' loro  Vefcoui ,  e  fupcriori  ,  che  li  caftighi- 
no.  Concludendo  in  fine ,  ricercarli  ad  hauer  fopra  le  fudette  cofe  più  matu- 
ra deliberatione,  &  dar  rifpofta  megliore  ,  più  chiara ,  più  fana,  &  meglio  con- 
fultata. 

NellaDicta  non  fu  gratamente  vedutala  replica  del  Noncio,  Sz  commune-  ton  oftfa  del- 
mente  tra  quei  Prencipi  fi  diceua,Il  Noncio  haucre  una  mifura  del  bene,  c?n:  del  ^«  Dieta: 
inale,per  fola  rciatione  all'  utilità  della  Corte,  &  non  alla  neceflità  della  Ger- 
maniadaconfcruatione  dell'  unità  Catholicadouer  maggiormente  muouere  a 
faril  bencfacile  daeirequirejchea  fopportaril  male,dirticile  a  tolerarc. Et  non- 
dimeno il  Noncio  ricercaua,  chela  Germania  fopportalTc  patienriffimamente 
le  oppreilioni  inferitegli  dalla  Corte  Romana>non  volendo  cirapicgaifi  pur  un 
poco  al  bencanzi  più  rollo  a  defifter  dal  inale^fe  non  colle  iole  promeile.  Et  ha- 
urcbbe  morrrato  troppo  vino  fcnfo,  quando  folle  reftara  otlefa  dalla  domanda 
del  Concilio  tanto  modefta,&ncceiraria.Et  dopoionga  difcuiTioncfurifoluto 
di  commuii  parere,di  non  far'  altra  rifpoilaima  afpettar  quello,  che  il  Pontefice 
rilblucllc  fopra  la  già  data. 

I  Prencipi  fecolari  poi  a  parte  fecero  una  longa  quercia  di  ciò,  che  pretende-  ncUat^Hde  i 
nano  contra  laCorce  Romana,e  contra  tutto  l'ordine-Ecclefiaflico,  riduccndo-  ì^rinapifcio- 
la  a  cento  capi,.f  he  per  ciò  chiamarono,^;7/7/?»^^r4;/<«»f«.'2. 1  quali  perche  il  Nò-  {■^' h^^^n» 
ciò,  colquale  erano  fiati  conferiti,  fi  partì  prima  chefolferodiilefi,  mandarono  ',"  ^"''"^  ^^ 
alPontetìce,conunaproteftadi  non  volere,  ne  potere  tolerarli  più,  &  di  cilcrc  mZZuaieTj- 
dalla neceflìtà  ,  6<:  iniquità  loro  coftrettiacerca-r  di  liberarfcne  con  ogni  inda-  «/..vzo  al  Pa- 
ftria,^  per  le  più  commode  vie>che  poteirero.  f*; 

D     ià\ 


CI3     13 


jo  CONCILIO   DI  TRENTO        Papa  Adriano  VL 

Longo  farebbe efprimer  il  contenuto: ma  in  fommafi  querelauano  del  pa- 
XXIII.      gamento  per  le  difpenfe,  &  alToliitioni  :  de'  danari,  che  Ci  cauauano  per  l'Indul- 
genze :  delle  liti,che  lì  tirauano  in  Roma:  delle  riferuationi  de'  benefici], &  al- 
tri  abufi  di  Commende^:  Annate  :  dell'  eirentione  degli  Ecclefiaftici  ne' delit- 
ti: delle  Scommuniche,&:  interdetti  ingiafti  :  delle  catife  laiche,  condiuerii 
jjretefti  tirate  air  Ecclefiaftico:  delle  gran  (pcfe  nelle  confecrationi  delle  Chic- 
le, ^cimiteri:  delle  penitenze  pecuniarie:  delle fpefe , per  hauer'i Sacramen- 
ti, e  la  fepoltura.  I  cjuali  tutti  riduceuano  a  tre  principali  capi  :  al  metter  in  fer- 
uitù  ipopoli,  fpogliarli  de'  danari,  &  appropriarli  la  giurifdittione  del  Magt- 
ftrato  Secolare. 
eia  Dieta  Jì       A  Tei  di  Marzo  fu  fatto  il  recelfo  coni  precetti  cotenuti  nella  rifpofta  al  Non* 
dijfolmiefono  ciò:  &  fu  poco  dopo  Ogni  cofa  ftam  pata,con  il  Breue  del  Papa,come  anco  l'in- 
^"^^'■/'/^*    ftruttione  del  Noncio:ie  nfpoftc,  &  repliche  con  li  Cento  grauami,furono  di- 
"  ^yy*-    uolgati  per  Germania,&:  di  la  pallarono  ad  altri  luoghi,(3c  anco  a  Roma.Doue 
la  aperta  confefllone  dei  Pontefice,  Che  della  Corte  Romana,&  ordine  Eccle- 
vari  giudica  fiaftico  veniife  l'origine  d'ogni  male,non  piacque  :  e  generalmente  non  fu  grata 
dei  procedere  ^'  Prelati:  parendo,chc  folle  con  troppo  ignominia,òc  che  doueife  renderli  più 
d  yimmo:    q  jj^f^  ^\  lecolo,&;  potelfe  elfer  caufa  anco  di  farli  fprezzare  da'  popoli:  anzi  do- 
ueifc  far  i  Lutherani  più  audaci,&  petulanti.  Et  fopra  tutto  premeua  il  vedere 
aperta  una portajdoue  per  necelfità  farebbe  introdotta,o  la  tanto  abhorritamo- 
deratione  de'  commodi  loro ,  o  vero  conuinta  la  incorrigibilità.   E  quelli  che 
fcufauano  più  il  Pontefice,attribuiuano  ciò  alla  poca  cognitione  fua  dell'  arti» 
con  lequali  lì  mantiene  la  potenza  Pontificia,^  l'autorità  della  Corte,fondate 
fopra  lariputatione.Lodauano  Papa  Leone  digiudicio,&  prudenza,che Teppe 
attribuir  la  mala  opinione  ,  che  la  Germania  haueua  de'  collumi  Curiali,  alla 
poca  cognitione  che  di  elFa  haueuano.  E  però  nella  Bolla  contraMartino  Lu- 
thercdilfc.  Che  fé  egliielfendo  citatcfolfe  andato  a  Roma ,  non  haurebbe  tro- 
uato  nella  Corte  gli  abu{ì,chc  lì  crcdeua. 

Ma  in  Germania,!  mal  aifetti  alla  Corte  Romana  intcrpretauano  quella  can- 
didezza in  lìniftro,dicendo.  Che  era  una  folitaarte  di  confelfar  il  male,  e  pro- 
metterne il  rimediojfenza  alcun  penlìero  di  effettuare  cofa  alcuna:  per  addor- 
mentar gli  incautijgoder  il  beneficio  del  tempo,  e  fra  tanta  col  mezo  delle prat- 
tiche  co' Prcncipi,giaftificarlì  in  modo,  che  potelfero  meglio  alfoggetiir  i  po- 
poli,&leuarli  il  poterli  opponer  a'  lor  voleri,  ècài  parlare  de'lor  mancamen- 
ti. Et  perche  diceua  il  Pontefice  ,  che  bilognaua  nel  rimediare 'non  tentar  di 
proueder  a  tutto  inlìcme,  per  il  pericolo  di  caalar  mal  maggiore,  ma  far  le  cole 
apalfo  a  pairo,fe  nerideuano:  foggiungendcche  bcnapalfo  apaifo  :  ma  in 
maniera,  che  tra  un  pàifo,  e  l'altro,  vi  fi  fraponelfe  la  diftanza  d'un  fecolo.  Ma, 
attefa  la  buona  vita  tenuta  da  Adriano  inanzi  il  Pótiticato,  coli  dopo  alTonto  al 
Vefcouato,&;  al  Cardinalatccomeanco  per  inanzi:e  la  buona  intentione,chc 
lì  fcopriiia  in  tutte  le  fue  attioni,gli  huomini  pij  interpretanano  iltutto  inbuon 
fcnfo,  credendo  veramente ,  eh'  egli  confeifalfe  gli  errori  per  ingenuità,  &  che 
folle  anco  per  porgcrui  rimedio  più  prefto  di  quello  che  prometteua.Ne  l'euen- 

to 


Papa  Clemintb  VII.      LIBRO   PRIMO.  51 _^ 

to  lafciò  giudicar  il  contrario.Perchcnon  eirendo  la  Corte  degna  d'un  tal  Pon-     eia  i  a 
tefice>  piacque  à  Dio,  che  pairalle  all'  altra  vita  quafi  lubito  dopo  riceuuta  la  re-     xxiii. 
lationc  dal  luoNoncio  di  Norimberga.  Perche  a  tredici  Scptembri  fini  ilcorfo 
de  fuoi  anni.  "  ''?"*'«  '" ?»«' 

Ma  in  Germania,quando  fii  publicato  il  decreto  delrecelTo  di  Norimberga,  ^^  '^J^'i^»» 
con  liprecetti  fopra  le prediche,e  ftampe;dalla  maggior  parte  non  ne  fu  tenuto  [  dalUDUt» 
conto  alcuno:  ma  gli  intereirati,cofI  quelli,  che  Icguiuano  la  Chiela  Romana,  nm  ritfu  d- 
come  i  Lutherani,  l'intefero  a lor  fauore.    Perche  diecndofi,che  (ì  taccilcro  le  c«n  ^Mto  di 
cofejche  potclferomuoner  tumulti  popolari,  intendeaano  iCatholiciyChefi  P^'^tofiabUi" 
douelfero  tacer  le  cofe  introdotte  da  Luther©  nella  dottrina,e  la  riprcnfionc  de-  """*''' 
gli  abufi  dell*  ordine  Ecclefiaftic».  Et  i  Lutherani  diceuanojetTerftata  mente 
della  Dieta,  Che  fi  douelfero  tacer  le  difefe  degli  abufi,,  per  liqualiil  popolo  fi- 
moueua  contra  i  Predicatori  ,  quando  udiua  rapprefcntar  coil  le  cole  cattine, 
come  le  buone  r&:  quella  parte  deldecreto,che  comandauadi  predicar  l'Euan- 
gelio  feconda  la  dottrina  de' Scrittori  approuati  dalla  Chiefa,i  Catholici  in- 
tendeuano,  fecondo  la  dottrina  de'  Scoìaftici,c  degli  ultimi  poftillatori  delle 
Scritture.  Ma  i  Lutherani  diceuano,che  s'intendeua  de' Santi  Padri,Ilario,Am- 
brofio,  Agoftino,Gieronimo,&  altri  tali  :  interpretando-  anco,chG  foife  loro  le- 
citcpervirtù  dell'  Editto  del  ReceiToy  continuar  infegnando-la  loto  dottrinar 
fino  al  Concilio:  Ci  come  i  Catholici  intendeuano,che  la  mente  della  Dieta  foP 
fc  ftata,che  fi  doucife  continuar  nella  dottrina  della  Chiefa  Romana.  Onde  pa- 
reua,chcl'Editto,in  luogo  d'eftinguer  ilfuogo  delle  controuerfie,  l'accendcllc 
maggiormcnte.Ereftaua  nelle  pie  menti  il  delìderiadel  Concilio  libero,alqua^ 
le  parcua  cheambe  leparrififottometeirero,fperandofi>  che  per  quelio<louelle 
feguir  la  liberationc  da  tanti  mali. 

Dopo  la  morte  di  Adnano,fa  creato  fucccirore  Giulio  de'Medici,cugino  di  clemente  ftt 
PapaLeone:efuchiamatO'Clemente  fettimorilquale  difubito  applicò  l'ani-  timo ,  e/ff^" 
mo  alle  cofc  di  Germania:  e  come  quello,  eh'  era  molto  vcrfato  nella  cognitio-  ^*P*  >  frmdt 
ne  de' maneggi,  vedeua  chiaramente,  che  Papa  Adriano,contralaftile  lempre  "J"*  '''«^''i* 
ufato  da'  faui  Pontefici,  era  ftato  troppo  facile  ,  cofi  in  confelfar  i  difetti  della  ^J"'^'*  '^ 
Corte,  come  in  prometter  la  riformaticwie  re  troppo  abietto  in  ha^icr  doman-        "*"'^ 
dato  alli  Germani  configlio,  come  fipotelTe  prouedcr  alle  contentioni  òi  quel 
Regno.  Perche  con  quello  egli  fi  haueua  tirato  addofiò  la  domanda  del  Conci- 
lio,che  molto  importaua:maffìrae,có  la  códitione  di  celebrarlo  inGermania,& 
haueua  dato  tropo  animo  a' Prencipijonde  haueuanohauuto  ardire,  n©  folo  di 
madarlijiTia  di  mettere ancoin  ftopa  i  Ceto  grauami^lcrittura  ignominiofa per 
l'ordine  Ecclefiaftico  di  Germania,  ma  molto  piupcr  la  Corte  Romana.  E  ben 
péfate  tutte  le  cofe,véne  in  rifolutione,che  foife  necelfario  dar  qualche  fodisfat- 
rione  alla  Germania:in  maniera  tale  pcrc),che  nò  folle  pofta  in  pericolo  l'autori- 
tà fua,ne  leuati  i  comodi  ariaCorte.Cófidcrc)>c he  nelli  Ceto  grauami,fe  bé  mol 

ti  rifguardauano  la  Correla  maggior  parte  però  toccauano  a' VefeouijOihciali, 
Curati,^  altri  Preti  di  Germania.  Perilche  véne  in  fpcraza,  che  fé  li  éczii  folfcTO- 
£Ìformati,iTedefchi  facilmete  s'haurebonalafciato  indur  a  tacere  per  aU'  honi> 


5i 


CONCILIO    DI    TRENTO      Papa  Clemente  VII. 


c^  3   IO     per  quello  che  toccaua  a  Roma  :  e  con  quefta  medefima  riforma  haurebbc  di- 
XXIV.       ucLtito  la  trattatione  del  Concilio.  Per  tanto  giudica  bene  ipedir  fubitoun  Le- 
cT;iro  di  prLidenza,&  aiitoritàjalla  Dieta,  chefi  doueua  celebrar  di  la  a  tre  meli  in 
Norimbcrga,con  inftriittione  di  caminar  per  le  ("opradette  vie  :&c  ibpra  tutte  le 
cofcdillìmuiardi  iapere  le propofitioni fatte  da  Adriano,  &;  le  rifpofte  dateli, 
per  non  rie  cuernc  qualche  pregiudic  io  nelle  trattationi  Tue  ,  e  per  poter  proce- 
dere come  re  integra, 
e  ^edìfit  il        li  Legato  fu,Lorenzo  Carapeggio,Cardinal  di  Santa  Anaftaila:  ilquale  giun- 
Cardinal  Co.-  ^^  nella  Dieta,dopo  hauer  trattato  diuerfe  cofccon  alcuni  particolari ,  per  dif- 
^I'^' DV  "at  poi^^^'  i^  1^0  negotiato,parlò  anco  in  publico  :  doue  dilfe.  Sentir  molta  maraui- 
ViZlmbTg"  glia,che  tanti  Prencipijecofipmdentijpoteirero  lbpportare,che  folle  eftinta,&: 
pir  rimediare  abolita  lareligione,iriti,«Scceremonie,nellequali  efli erano  natij&educatij&i 
a  difordini  •    Jgro  Padri,e  maggiori  morti  i  fenza  coniìderarcche  tal  nouità  tendelTe  alla  ri- 
bellione del  pooolo  contra  i  Magiftiati-Che  il  Pontefìce,non  mirando  ad  alcun 
intereirefuojma paternamente  compatendo allaGermania,  incorfa  infpiritua- 
li,e  temporali  infermità, ^foggetta a  maggiori  pericoli  imminenti,  l'haueua 
mandato  per  trouar  modo  di  ianar  il  male.  Non  ellèr  intentione  della  Santità 
fua,dipreicriuer  loro  cofaalcuna,ne  menodivoler,cheà  lui  foife prefcritta:  ma 
ben  di  confegliar  infieme  i rimedi)  opportuni:concludendo,che  fé  folfe  rifiutata 
da  loro  la  diligenza  della  Santità  fua,non  farebbe  poi  ragioneuole  riuoltar  col- 
pa alcuna  fopra  di  quella. 
e  da  ejfa  gli  e      Gli  fu  rifpofto  da'  Prencipi,  (  perche  Cefare  era  in  Spagna,come  fi  è  detto  di 
rijjiofto  ,  che  fopra)dopohauer  ringratiato ilPontefice della beneuolenza:Chebenfapeuano 
firfenera  nel-  il  pericolo  imminente  per  la  mutatione  della  dottrina  nella  religione  :  che  per- 
le  condttftwi  ^ -^  nellaDieta  dell'  anno  inanzi  haueuano  moftrato  al  Noncio  del  Pontefice  A- 
mtecUnte*    driano  il  raodo,6c  via  di  componer  i  diflìdij:  e  gli  haueuano  anco  dato  in  ifcrit- 
to  tutto  quellcche  dcllderauano,&  riccrcauano  da  Roma:  laqual  fcrittura  cre- 
deuano  che  folle  ftata  da  Adriano  riccuuta,  hauédo  il  Noiicio  promeifo  di  con- 
fe^narlaillcome  anco  teneuano,che  a  tutti  folFero  noti  igrauami,che  la  Ger- 
mania riceueua  dall'  ordine  Ecclefiaftico,  eirendo  publicati  in  ilampa j  &  fino  à 
quel  iftante  erano  ftati  afpettando,  che  i  lor  giudi  deilderij  folFero  eirauditi,co- 
mc  tutta  via  afpettauano.  Perilche  s'egli  all'  hòra  haueua  qualche  ordine,  o  in- 
ftruttionc  dal  Pontefice,lo  pregauano  d'efporlo,accio  fi  poteife  infieme  con  lui 
coiifcgliare  il  tutto. 
d  Cardinale      A  quefto  il  Legato,feguendo  la  commilTione  datagli,replicc),Non  fapere,chc 
Sfugge  cm     folfe  Hata  portata  al  Papa,ne  a'  Cardinali ,  alcuna  inliruttione  del  modo,  &  via 
di^irnHlatio-    dicomponer  il  dilTidio  dellareligione:  bengli  accertaua  dell'ottima  volontà 
ni,  efromejj'e,  j^|  Pontefice,dalquale  egli  haueua  pieniffimo  potere  di  far  tutto  quello,che  ha- 
ucircferuito  a  tal  fine:  ma  che  toccaUa  a  loro  di  metter' inanzi  lavia:iquali  fa- 
peuano  la  conditione  delle  perfonc,  &  i  coftumi  della  regione.    Eirerli  molto 
ben  notOjcheCefare  nellaDieta  di  Vormatia,di loro  conienfo,haueua  publica- 
to  un'  editto  contra  i  Lutheram,alquale  alcuni  haueuano  obedito,&  alcuni  nò: 
dellaqualc  diaerfità,3c  varietà  egli  non  ne  fapeua  la  ragione  :  ma  ben  lipareua 

che 


Papa  Clemente  VIL         LIBRO    PRIMO.  $i 

che  inanzi  ogni  altra  cofa  fi  douefle  deliberar  del  modo  d'elTeguiiIo.  Che  Ce  ben  e  i  ^  i  » 
non  haiieua  ancora  inrefo  che  i  Cento  granami  fodero  flati  publicati,per  pre-  xxiv. 
fentart^li  al  Pontefice  j  fapcua  però  efferne  flati  portati  tre  ciremplari  a  Roma  ad 
alcuni  priuati:  ch'cglinhaueua  veduto  uno,&  erano  flati  veduti  anco  dal  Pon- 
tefice, &  da'  Cardinali ,  iquali  non  fi  poteuano  perfuaderejche  foifero  raccolti 
per  ordine  de'  Prencipi:  ma  ben  penlauanojche  da  qualche  maleuolo,per  odio 
della  Corte  Romana,  foircro  mandati  fuori.  Che  fé  ben  egli  non  haucua  nilfuu 
ordine,  o  inflruttione  dal  Pontefice,in  quella  materia,non  douelTero  però  pcn- 
farc  che  non  haucfTc  autorità  di  trattarne  fecondo  l'efpediente.  Ben  diceua,chc 
in  quelle  domande  n'erano  molte,che  derogauano  alla  podeflà  del  Pontelice,&r 
fentiuano  d'herefia:  ch'egli  non  poteuatrattarne:ma  fi  offeriuadi  conofcere,&; 
parlar  di  queUe,che  non  erano  contro  al  Pontefice  ,&  haueuano  fondamento 
<f  equità:che  poi  fé  reflafTe  qualche  cofa  da  trattarfi  col  Pontefice,lapotrcbbono 
proporre,ma  con  modi  più  moderati.Che  non  poteua  reflar  di  biaf  imare,che  fi 
follerò  ftampati ,  e  publicati:parendogli  quello  troppoanapcròefTer  certo,chc 
per  amor  della  Germania,  il  Pontefice  faria  ogni  cofa,elIendo  egli  Paflore  uni- 
uerfale  :  ma  fé  la  voce  del  Paflore  non  foireudita,ilPonteficc,&  egli  non  po- 
trebbono  faraltro,che  portarlo  in  patienza,&  rimetter  ogni  cofa  à  Dio. 

La  Dieta ,  fé  ben  non  hebbe  per  verifìmile,che  il  Cardinale^  il  Pontefice,  il  che  laDkia 
non  fofìeroconfcij  delle  cofe  trattate  con  Adriano:e  giudi calfcche  nelle  rifpo-  ^'^°^'^  >  'f* 
Ile  del  Legato  vi  poteirero  elTere  degU  artifici]  }nondimeno,defìderando,che  fi  ^T'*"'*^""*-'*- 
prendeire  buona  deliberatione  al  fine  della  quiete  di  Germania,  deputarono  al- 
cuni Prencipi, per  negotiare  col  Cardinale:  iquali  non  poterono  hauerdalui 
altro,  fé  non  ch'egli  haurebbe  fatto  una  buona  riforma  per  il  Clero  di  Germa- 
nia: ma  quanto  agliabufì  della  Corte, non  fu  poffibile  farlo  condefcendere  ad 
alcuna cofa:perche,quando  fé  n'introduceua  ragionamento,  o  diceua,che  il  ri- 
prenderli,fofre  hcrefia:o,che  fc  ne  rimetteua  al  Ponteficce  che  con  lui  bifognaf- 
fc  trattarne. 

Fece  il  Cardinale  la  riforma  della  Germania,laquale,non  toccando  fé  non  il  fienale  centri 
clero  minuto,e  giudicàdofì,che  doueffe  non  folo  fomentar  il  male,come  fanno  '^ ^'P^'^g^-rl^s 
fempre  i  remedi lep;5ieri,ma  che  feruifTe  ad  accrefcere  maggiormente  il  domi-  "^^  ^''"f    ^S' 
nio  della Corte,&  de  Prelati  maggiori,aprcgiudicio  dell  autorità  temporaic;c  ri^rouaudaU 
delfe  adito  a  maggiori  eflorfioni  di  denari;  non  fu  ricevuta}tenendofi,chc  folle  U  Dina,  és 
una  mafcherata,per  deludere  l'afpettatione  della  Germania,^'  per  ridurla  lotto  richiede  Cm^ 
maggior  tirannide  :  con  tutto  che  il  Legato  faceife  accurati,  &  efficaci  uffici,  "^^"^ 
accio  folTe  accettata.Ondcne  egli  confentì  ad  alcuna  delle  propofitioni  fatte- 
gli da  i  deputati  della  Dieta. Vcdendofi  perciò  che  folfe  impollibile  ài  conclu- 
dere alcuna  cofa  con  elfo, public arono  il  rcceiro addì diciotroAprilccon de- 
créto. Che  dal  Ponteficccol  confenfo  di  Cefare,fofse  intimato  quaco  prima  un 
Concilio  libero  in  Germania,in  luogo  conueniente:e  che  li  Stati  deli'  imperio 
fi  congregaffero  a  Spira ,  per  gli  undici  Nouembrc;  per  determinar,che  cofa  iì 
douefse  feguire,  tra  tanto  che  fofse  dato  principio  al  Concilio.Chc  cia'.cun 
Prmcipenel  fuollatocongregafsehuomini  pij,c<,  dottijiquaiiiaccoglicisetole 

ili 


H  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  ClementbVII. 

ci3  13    cofedadifpiitarenclConcilio.CheliMagiftratihaueirei-o  curajche  folTe  predi- 
XXIV.       caco  rEuangelio,fecondo  la  dotCLiiia de' Scrittori  approuati  dalla  Chiefaiefof- 
fero  prohibice  tutte  le  pitcurce  libri  coiitiimeliofijcoutra  la  Corte  Romana. 
elLcqatole         ^^  Legato,  liauendo  rifpofto  a  tutti  i  capi  del  decreto,emoiì:rato,Che  non 
ne  conwìdit     f^^^'  ufHcio  dc'i'ecoiari  deliberar'  alcuna  cofa  intorno  alla  fede,e  dottrina,o  pre- 
dicatione  di  quella  jpromife,  quanto  al  Concilio  folamente, che  n'haurebbe 
dato  conto  al  Pontefice, 
e  fa.  ratificar        Partendoiì  i  Prencipi  dalla  Dieta  y  fece  il  Legato  ufficio  con  quellijche  più 
iafua  riforma  erano  adhcrenti  alle  cofc  Romane  di  ridurli  infieme>per  far  publicar  la  riforma 
daalcuniPrin  non  riceuuta nella  DKta:e  lì  riduifero  in  Ratisbona,con  lui,Ferdinandcbfratel- 
é/heKefcom,  j^  ^^jp  Imperatore,  il  Cardinale,  ArciuefcouodiSalzburgjdue  delli Duchi  di 
Bauiera^iVefcoui  diTréto,e  Ratisbonajegli  Agenti  di  noaeVefcouitdoue  fece- 
ro prima  un  Decreto  lotto  il  lei  di  Luglio,Chc,eirendoftato  ordinato  nel  con- 
uento  di  Norimberga,  che  l'Editto  di  Vormatia  contra  Luthero  folFe  elfeguito 
quanto  lì  poteua  ;  per  tanto  e{Il,ad  inftantia  del  Cardinale  Campeggio,Legato, 
commandauano,che  folfe  oiferuato  in  tutti  i  loro  Dominij,e  Stati:  Che  foirero 
cafti^Tati  gl'innouatori,  fecondo  la  forma  dell' Editto:  Che  non  fi  mutalfe  cofa 
alcuna  nella  cclebratione  della Mellaje  de'  Sacramenti:  Si  caftigalTero  iMona- 
chi,eMonache  apoftatije'  Preti,che  fi  maritauano:e  quelli  che  riceueuano  l'Eu- 
chariftia  fenza confeilàrfiiO mangiauauo  cibi  prohibiti:E  che  tutti  i  loro  fuddi- 
ti,iquali  erano  nell'  Academia  di  Vitcmberg,  fra  tre  mell,partiirero,  tornando  a 
cafa,overo  andando  in  altro  luogo.  Il  giorno  leguente  delli  fette  publicò  il 
Cardinale  le  fue  conftitutioni  della  riforma,lequali  furono  approuate  da  tutti  i 
fopranominati  Prencipije  commandato,che  perii  loro  Statile  Dominij,foirera 
promolgatc,riceuute,6<:o[reruate.  • 

Nel  Proemio  d'elle  Conftitutioni  diceua  il  Cardinale,Che,e{lèndo  di  molto 
momento, per  eftirpar  l'hereiìa  Lutherana,  riformar  la  vita,  &  icoftumidel 
Clerojcol  confeglio  de'Prencipi,e  Prelati  feco  ridotti,l-Kiueuaftatuito  quei  De- 
creti ,  iqnali  commandaua ,  che  follerò  riccuuti  per  tutta  Germania  dalli  Arci- 
uercoui,Vefcoui,&  altri  Prelati,Preti,e  Regolari^»?:  publicati  in  tutte  le  Città,e 
Chiefe.Contenenauo  trentafette  capi,  circa  il  vcftire,&  conuerfare  dell'  ordine 
clericalccirca  il  miniftrar  gratis  i  Sacramenti,cSc  altre  fontionìEcclefiaftiche, 
fopra  i  conulti ,  fopra  le  fabriche  delle  Chiefcfopra  quelli  che  s'haucuanaa  ri- 
ceuere  alli  ordini,  (opra  la  cclebratione  delle  fefte,fopra  i  digiuni,contra  i  Preti 
che  li  inaritauano ,  contra  quelli  che  non  fi  confctrauano,&  communicauano, 
Gontraibiaftematori,fortilegi,diumatori5&  altre  cofetali.Infine,era  comman- 
data la  celcbratione  de' Concili)  Diocciani  ogni  anno, per  olferuantia  di  quei 
ftatucr.dandoa  Vefcouipoteftà  d'inuocare  il  braccio  fecolare  contra  i  tranf- 

greirori. 

ài  chegH  altri  '    Diuulgato  l'editto  di  riforma,  i  Prencipi  8c  Vefcoui,che  nella  Dietanon  ha- 

feqiurelanoj    ^eLK^iiQ  confcntito  alla  dimanda  del  Cardinale,  rcftarono  ofFerucofi  di  lui,co- 

me  di  tutti  quelli, che  erano  conuenuti  con  elfo  in  Ratisbona:parendoloro 

reftar  ingiuriati  dai  Legatcche  hauelle  voluto  far  un'  ordine  generale  per  tutta 

laGer-- 


Papa  Clemente  VII.  L  I  B  R  O    P  R  I  M  O.  55- ^— , 

la  Germania,conintcmento  d'alcuni  pochi  folamente:  e  tanto  piibdopo  che 
alicraftato  dimoftratojche  non  foirepcr  nafciriie  alcun  bene.  Si  riputarono 
anco  ingiuriati  da  que' pochi  Prcncipi,  «3<:Vc(coui,  che  foli  s'haucireroallonLO 
d'interucnirc  ad  obiigartuttalaGcrmaniajContrail  parere  degli  altri.  S'oppo- 
ncua  anco  a  quella  riiormationcpriraa,  Chccralal'ciate  le  cole  importanti,  co- 
me fé  in  quelle  non  vi  folle  alcun  difordine,fi  prouedclfe  alle  cole  di  leggicrilll- 
mo  rilcuo  :  perche  poco  male  patiua  la  Germania  per  gli  abufi  del  Clero  minu- 
to: ma  grani,  per  le  ufurpationi  de'  Veicoui  ^  Prelati  :  ci  grauiiTimijpcr  quelli 
della  Corte  Romana.  Et  nondimeno,  come  le  qucfti  follerò  tlati  più  ordin.ati, 
che  nella  primitiuaChiefi,non  fé  ne  faceuamentione.  Po i,pcr  quanto  i'afpet- 
taua  anco  al  minuto  Clero,  non  lì  tratcaua  delli  principali  abufi  5  madi  quelli, 
che  meno  importauano,che  era  quafi  im'  approuargli  altri  :  &  quelli  anco,chc 
firiprendeuauo,cranolafciati  lenza  i  veri  rimedi),  colfolo  notarli, non appli- 
candoui  la  medicina  necelfariajper  (anar'il  male. 

Ma,al  Legato,&  alli  fopradetti  Prcncipi  con  lui  conuenuti,poco  importaua  y?„^;  ch'ette- 
quello,che  folfe  detto  in  Germania;  (k  meno  quello,chc  folte  per  icguire  della  gato  mfacàx 
publicatione  dell'  editto.Perche  il  loro  fine  non  era  altro,che  dar  fodisfattione  '^^f»""  <^onto,no 
alPontefìcc'.ncil  fine  del  Pontefice  altro,chemoftrard'hauerproueduto,n  che  ^"i^ll^r^" ^l 
non  vi  folfe  bifogno  del  Concilio.Perche  Clemente,molto  verfato  ne'  maneg-  nfchiuar'  ìL 
gidiftato,etiandioviuendo  Adriano,  fempre  haueua tenuto difelo, che  nelle  concilio: 
occorrenze  di  que'tempi,fulle  conligliopernitioio  valerli  del  mezo  de' Conci- 
li) :&  era  folito  dire.  Che  il  Concilio  folle  utile,  fempre  che  fitrattalte  tutt'al- 
trojche  dell'  autorità  del  Papa  :  ma,venendo  quella  in  coiitentione,nillLina  cofa 
folfe  più  pernitiofa.  Perche,ficome  per  li  tempi  palTati  l'arma  de'  Pontefici  fu  il 
ricorrere  alli  Concilij,cofi  nel  prelente  la  ficurezza  del  Pontificato  confiftein 
declinarli,  &  fuggirli  :  tanto  più ,  e'  hauendo  già  Leone  condannata  la  dottrina 
di  Luthero,non  ii  poteua  trattare  lamedellma  materia  in  un  Concilio,ne  met- 
terla in  eirame,fenza  metter  indubbio  anco  l'autorità  dellaSedc  Apoftolica. 

Cefare,  riceuuto  il  Decreto  di  Norimberga,  fi  commoirealfai,  parendoli,  ijafma  Cefi' 
Che  il  trattare, e  dar  ri fpofta  cofirifoluta,fenza  fua  faputa,a  Prcncipe  forc-  reUDìetaj 
ftiero,  in  cola  di  tanta  importanza,foire  dipocariputatione  allaMacftà  fua  Im- 
periale. Ne  meno  li  piacque  il  rigore  del  decreto,  preuedendo  il  difpiacere  del 
Pontefice,  quale  defideraua  teneiTi  grato,  e  ben  affetto,  per  la  guerra,  che  lì  fa- 
ceuaaU'horada'  luoi  capitani  co'  Francefi.    Perilche  refcrille  in  Germania  a' 
Prencipi,  lamentando  fi,  che,hauendoegli  condannato  tutti  i  libri  diLuthero, 
la  Dieta  fi  folle  riftretta  a  i  foli  contumeliofi.    Ma  più  grauemente  li  riprcfe, 
e'  hauelfero  fatto  decreto  di  celebrar  il  Concilio  in  Gcrmania5&  haucfsero  ri- 
cercato il  Legato  di  trattarne  col  Pontefice  :  quafi  che  quello  non  appcrtencfse 
più  ad  efso  Pontefice,  e  afe,  che  aloro,iqualiiecredeuano  che  fofse  tanto  uti- 
le alla  Germania  la  congregatione  d'unConcilio,doueuano  hauer  ricorfo  a  lui, 
che  r  impetrafsc  dal  Pontefice.  Con  tutto  cio,conofcendo  co;li  ancorn,chc  ciò     ,%  ^ 
larebbe  Itato  utile  per  la Germania,era riloluto  che  11  celeoralsejm  tempo, e  rio-  ^^  clndlio- 
go  peuc),qiundoj&  doue  egli  potcfsc  ritrouarfi  in  perfona.Ma  toccando  l'iuuer 

E     ij 


^6  CONCILIO    DI   TRENTO     Papa  Clemente  VIL 

ci3   13    ordinato  unanuoua  reduttionc  in  Spira,pei-  regolami  le  cofe  della  religione  fi- 
XXV.       no  alConciliojdiire  di  nonvoler  in  modo  alcuno  concederlo:anzi  li  coraman- 
dauajch'  attendeitero  ad  obcdire  all'  Editto  di  Vormatia,&:  non  trattaiìèro  co- 
fa  alcuna  di  Rcligioncfin  tanto,che  non  fi  congregalTc  un  Concilio  per  ordine 
del  Ponceficc,&:  luo.Le  lettere  Imperiali  più  impcriofe  di  quellojche  la  Germa- 
nia era  folita  riceucre  dalli  predecellori,  raoiTero  humori  alfai  pcricololl  negli 
animi  di nìolti  Prencipi,che  fluttuando  haurebbono  facilmente  fortito  qual- 
che faftidiofo  termine. 
U  cHÌ propopto       Ma  il  moto  prefto  reftò  fedato,  &  rimafc  T  anno  Tegnente  dO  io  xxv.  fenza 
t  i'ojpefo  perii  niiruna  ncgotiationein  quella  materia.  Perche  in  Germania  fi  eccitò  ribcUio- 
m-oumntii    ^^  jj,'  Yi[}p  j-,i  contra  i  Prencipi,  e  magiflraci  :  e  la  guerra  degli  Anabattifti,  che 
tenne  ognuno  occupato:  &  in  Italia  (ucccife  nel  principio  dell'  anno  la  giorna- 
ta di  Pania,  &  la  prigionia  del  RèFranccfco  di  Francia.  Laquale  inalzò  coi!  l'a- 
nimo di  Ceiarejchc  li  pareua  hauer  tutto  '1  mondo  in  fuo  arbitrio  ;  ma,  poi  lo 
tenne  tutto  occupato,per  le  leghe  di  molti  Prencipi ,  che  ritrattarono  contra  di 
lui,5^  per  lanegotiatione  della  libcratione  del  Rè.  Il  Pontefice  ancora>per  elTer 
reftata  l'Italia  lenza  dife{a,in  arbitrio  de'  miniftri  Cefarei ,  penfaua  a  fé  ftelfo,  e 
come  congiongeriì  con  altri ,  che  lo  potelfero  difender  dall'  Imperatore,  dal- 
qualeflera  alienato,vedutolo  fatto  cofipotcnte>cheilPonteficato  li  reftaua  a 
difcretione. 
foirimeJfofH       Nell'anno  ciDi^xxvi.  fi  tornò  alle  medefime  trattationi  in  Germania,&  in 
irt  Dieta  a    Italia.  In  Germaniajclfendo  ridotti  tutti  gli  Ordini  dell'  Imperio  alla  Dieta  in 
'^pf*i  Spira,nel  fine  di  Giugno,  fu  pofto  in  deliberatione,per  ordine  fpeciale  di  Cefa- 

re,In  che  modo  fi  potelfeconferuar  la  Religione  ChriftianaTSc  gli  antichi  co- 
fiumi  della  Chiefa,e  caftigar  i  violatori.  Et  cirendo  i  pareri  cofi  diuerfi,che  non 
era  poffibile  concluder  cola  alcuna,  i  Rapprelentanti  Cefarei  fecero  leggere  le 
lettere  Imperiali  :  doue  Carlo  diceua ,  hauer  deliberato  di  palfar  in  Italia,  &  a 
Roma,  per  la  Corona,  Sz  per  trattar  col  Pontefice  di  celebrar  il  Concilio  :  per 
tanto  commandaua,che  nella  Dieta  non  fi  ftatuiire  alcuna  cofa  contra  le  leggi, 
ceremonie,<&:  vecchi  ufi  della Chiela:  ma foire  oircruata  la  formula  dell'editto 
diVormatia,  &  fi  contentafiero  di  portar  in  patienza  quella  poca  dimora,  fin 
che  eglihauelfe  trattato  col  Pontefice  la  celebratione  del  Concilio, il  che  fa- 
rebbe in  brcue.  Perche>col  trattar  le  cofe  della  religione  in  unaDieta,piu  tofta 
ne  nafce  male,che  bene. 

LeCitcà,per  la  maggiorparte,rifpofero,E{rer  loro  defidqrio  di  gratificare,&: 
ubedir  Cefare  :  ma  non  veder  il  modo  ài  far  quello ,  che  e^li  nelle  lettere  com- 
mandaua,per  ciler  accrefciute,  &  crefcer  continuamente  le  controuerfie:parti- 
colarmente  l'oprale  cerenx)nic,e  riti  :  &  ,  fé  per  lo  palfato  non  s'haueua  potu- 
to olTeruar  l'Editto  di  Vormaria,per  tema  di  feditioni;la  difficoltà  eifer  molta 
maggiore  alprefente:come  s'era  dimoftrato  al  Legato  del  Pontefice.  Si  che,fe 
dijptrato  V-  Celare  firitrouaffe  prefente,e  foife  informato  dello  flato  delle  cofe,non  ne  la- 
nimrfalti  rebbe  altro  giudicio.  Quanto  alla  promelfa  di  fua  Maeflà  per  la  celebratione 
del  Conciliojdiccua  ciafcuiio,che  eglipoteua  efFettuarlanel  tempo>che  fcriflè 

le 


Papa  Clemente  VII.         LIBRO    PRIMO.  37 

le  Icrtcrc:  perche  all'  bora  era  in  buona  concordia  col  Pontefice  :  maj  dopo  ef-    ^  ^  ^   ^^ 
fendo  naci  tra  loro  dirgufti ,  &  hauendod  armato  il  Pontefice  contra  lai  5  non      ^^vi. 
fi  vedcua  come  in  quello  itato  di  cofe  fi  potclfe  congregar  Concilio.  Per  que- 
ftirifpctti  alcuni  proponeuano  j  che  pcrrimediar' a  pericoli  imminenti,  Folfe  ^f^^-r'-^^** 
ricercato  Celare  di  conceder  un  Concilio  Nationale  in  Germania.    Il  che  le  ^^/^y,;^ 
non  <^li  piaceire;al  meno>per  ouuiarealle  grauiflìme  i'editioni,  fi  contcntairc 
di  difterirc  l'eirecutionc  dell'  Editto  di  Vormatiafino  al  Concilio  generale.  Ma 
iVefcouijche  nonhaueuano  altra  mira  >  cheaconferuarla  loro  autorità,  di- 
ceuano ,  Nella  caufa  della  religione  non  douerfi  venir  ad  alcuna  trattationcj 
duranti  le  difi:ordietraCerare,  6c  il  Pontefice:  ma  tutto  foire  differito  a  me- 
glior  tempo. 

Le opniioni erano  cofi  diuerfe,  efieccitò  tanta difcordia tra gHEcclefiafti-  con  granane 
ci,&:  gì' inclinati  alla  dottrina  Lutherana,  che  le  cofe  fi  videro  in  manifeftope-  tefanellaDie-, 
ricolo  di  guerra  ciuilc  :  e  molti  de'  Prcncipi  fi  metteuano  in  ordine  per  partire,  f*» 
Ma  Fcrdinando,e  gli  altri miniftri  di  Cefare,  vedendo  chiaramente  quanto  ma- 
le farebbe  nato,fe  con  tal  dilfcnfionc  d'animi  fi  folfe  dilfoluta  la  Dieta,&:  Ci  fof- 
fero  partiti  i  Prencipi  fenza  alcun  Decreto ,  (perche  fecondo  i  vari]  intereflì  di- 
uerfamente  haurebbono  operato>con pericolo  didiuidere  irreconciliabilmen- 
te la  Germania)  fi  diedero  a  placar  gli  animi  de'  principali ,  cofi  dell'  una,  come 
dell'  altraparte:  e  finalmente  fi  venne  alla  rifolutione  di  far  un  Decreto  :  ilqual 
fé  ben  in  eflìftenza  non  concludeua  fecondo  la  mente  di  Cefare  ,  nondimeno 
moftraua  apparenza  di  concordia  fra  li  Stati,5c  obedienza  vcrfo  l'Imperatore.Il  iaanaU  /?  /?, 
contenuto  (uo  fu,Che,eirendo  neceifario  per  dar'  ordine,&forma  alle  cofe  del-  para  ctj^cef. 
laReligione,eper  mantenimento  della  libertà,  celebrarmi  legitimo  Concilio  f'  mito  gem- 
ili Germania;ouero  ununiuerfale  di  tuttala  Chriftiànità,ilquales'incommin-  ^^^*' 
ci  inanzi  che  paflì  un  annojfi  debbano  mandar  Ambafciatori  a  Cefarca  pregar- 
lo di  voltar  l'occhio  al  mifero,  cS:  tumultuofo  ftato  dell'  Imperio ,  e  ritornar  in 
Germania  quanto  prima  a  procurarlo.Che  fra  tanto  che  fi  ottenga  o  run,o  l'al- 
tro de'  Concili)  necelfarij;  nella  caula  della  religione,  e  dell'editto  di  Vormatia, 
tutti  li  Prencipi,  e  Stati  debbiano  nelle  lor  Prouincie,  &c  giurifdittioni,  «rouer- 
narfiin  maniera,chepoflinorender  buon  conto  delle  loro  attieni  alla  Maeftà 
diuina,&:  all'  Imperatore. 

Ma  in  Italia,  Clemente,chehaueua  palTato  tutto  l'anno  inanzi  in  perplcdì-  cUmemt  r 
tà,e  timori  sparendogli  di  veder  Carlo,  bora,  armato  in  Roma,  per  occupar  lo  gdufito  clnJa 
Stato  Ecclenafticoj&racquiftarla  poiTeflìone  dell'  Imperio  Romano,òcciipa-  Ce/W, 
to  coir artide'fuoipredeceirori:hora,di  vederlo  in  un  Concilio  a  moderar  l'au- 
torità Pontificia  nella  Chiefa,  fenza  di  che  ben  vedeua  eifer  impofTibile  dimi- 
nuire la  temporale  :  e  fopra  tutte  le  cofe  ,  hauendo  concetto  un  mal  prcfnogio, 
che  tutti  i  miniftri  mandati  in  Francia,per  trattar  con  la  madre  del  Rc,&  col  e^o- 
uerno,  foifero  nel  viaggio  periti:  finalmente  nel  vfcir  di  Marzo  di  qucft'anno 
refpirò  alquanto,intendendo,che  il  Rè,liberato,era  tornato  in  Francia.  Mandò  ^'^  ^^^  "[  ^ 
in  diligenza  a  congratular/ì  con  lui,  &  a  concluder  la  confederatione  centra    '  ^^ ''*"'■■''*' 
l'Imperatore: la  qual polche  fu  ftabilitain  Cugnac  il  ventidue  Maggio  tra  fé,  nJ'ctfkrlT^ 

£     iij 


_^ _^S  CONCILIO   DI  TRENTO        Papa  Clemente  VIL 

CI  3  13    cjLielRcj&iPrencipi  Italiani,con  nome  di  lega  Santiffima,  &  airolto  il  Rè  dal 
XXVI.       giuramento,  predato  in  Spagna  per  olleruatione  delle  cofe  conuenute  :  libera- 
to dal  tiraore,affctto  che  lo  dommaiia  molto,  parendoli  d'ellèr  in  libertà;  &  ir- 
ritato iomraamentc ,  perche  non  iolo  in  Spagna,&  in  Napoli,erano  publicate 
ordinationi  in  prcgiudicio  della  Corte  Romana:  ma,qLiel  chcpiugliprcmeua, 
in  quei  giorni  un  Notaro  Spagnolo  hcbbe  ardire  di  comparir  in  Rota  publica- 
mente,&:  far  commandamento  per  nome  di  Celare  a  due  Napolitani,  che  de/I- 
fteirerodi  litigar  in  quel  Auditorio:  venne  in rifolutione  di farpaiefe  l'animo 
alqaale  ferine  iuo,per  dar  cuore  a'  Collegati:^  fcriiTe  a  Carlojfotto  il  ventitre  Giugno  un  Bre- 
unBraa  ri-  ^^Q ^[Wi longo  in  foimad'inuettiua,doue,commemorati i bcnehcij  fattigli dafe, 
J,:nmo,  ^^^^  eirendo  Cardinale,come  doppo,nel  Pontificato;  à:  i  partiti  grandi,che  ha- 

ueua  ricufato  da  altri  Prencipi,per  ftar  nella  iua  amicitia: vedendo  d'eiler  mal ri- 
meritatoje  non  cllèrgli  corrirpofto,ne  inbeneuolenza,  ne  meno  inolFeruatio- 
ne  delle  promeiTe:  anzi  in  contrario  eifergli  data  molta  materia  di  iofpettionce 
fatte  molte  ofFefejCon  eccitamento  di  nuoue  guerre  in  Italia,Lk:  altroue:lequali 
tutte  commemorò  particolarmente,imputando  all'  Imperatore  la  colpa  di  tut- 
ti i  mali,&  moftrando  che  in  tutto  la  dignità  Pontificale  foife  lefa  :  &  palfando 
anco  ad  un  altro  genere  di  oiFenfioni  fattegli,con  hauer  publicato  leggi  in  Spa- 
o-na,vSc  prammatiche  in  Napoli  contra  la  libertà  Ecclefìaftica,  Scia  dignità  del- 
,  la  Sede  Apoftolica:concluie  finalmentcnonfecondo  il  coniueto  de'  Pontefici» 

con  minacele  di  pene  fpirituali  :  ma,proteftandogli,che  fé  non  vorrà  ridurfi  al' 
le  cofe  del  giudo,  celiando  dall' occupatione  d'Italia,&  da  perturbar  le  altre 
parti  della  Chriftiaaità:egli  non  farà  per  mancar  alla  giu{litia,&  libertà  d'Italia, 
nellaquale  fta  la  tutela  di  quella  fantaSede:  mamouerà  le  arme  fue  giufte,  & 
fante,contra  di  lui,non  per  oiienderlo,maper  defender  la  commune  falute,&  la 
propria  dignità, 
e  poi  un  altro  Ifpcdito  il  difpaccio  in  Spagna,il  dì  feguente  fcri(rc,&  efpedì  all'  Imperato- 
fiàmodemo,  re  un'altroBreue,fenza  farmentioiie delprimo:doue  in  foftanza  diceua,Che  e- 
crli  era  ftato  cofì:retto,per  mantenere  la  libertà  d'Italia,  Se  foccorrere  a'  pericoli 
della  Sede  Apoftolicajvenir' alle  deliberationi,  che  non  fipoteuano  tralafciare, 
fcnza  mancar' all'  ufficio  dibuonPontefice,3cdi  giuifo  Prencipe:allequalifela 
Maeftà  fua  voiràporgcrc  il  rimedio  a  lei  facile,utile,&:  gloriolo,la  Chriftianità 
farà  liberata  da  gran  pcricolo:di  che  gli  darà  più  ampio  conto  il  fuo  Noncioap- 
pieiroluirelìdente:chela  prcgaua,pcr  la  mii'ericordia  di  Dio,  d'afcoÌtarlo,& 
proucderallafalutepublica,d<:  contener  trai  termini  del  giufto  le  voglie  sfre- 
nate^ ino-iurioi'e  de'  iuoi:accio  gli  altri  poflino  reftar  ilcuri  de'  beni ,  &  della 
vita  propria.  Sotto  quelle  ultime  parole,  comprendcua  il  Pontefice  principal- 
mente Pompeio  Cardinale  CoÌOiina,VefpafianOj&  Afcanio,con  altri  di  quel- 
la famiglia,Ieguaci  delle  parti  Impcriali,3c  aiutati  dal  Viceré  di  Napoli:da'  qua- 
li riceueua  quotidianamente  varie  oppoiìtionia'  fuoi  pcnlicri.  Et  quello,  che 
neir  animo  tuo  faceua  impresone  magiJÌore,temeua  anco  che  non  gli  mettef- 
fero  in  dimcoltà  il  Pontificato.  Imperoche  il  Cardinal  ludetto,huomo  ardito, 
<Si  faftuofo,noa  lì  conteneua  di  parlar  piiblicamcce  di  lui^come  di  afcefo  al  Pon- 

tifi- 


Papa  Clemente  VII.         LIBRO  PRIMO.  35) 

tiiìcaco  per  vie  illegitime:  SCiinagnificando  le  cofe  operate  dalla  cafa  Colonna  eia  1 3 
contraakn  Pontefici  (come  egli  diceaa)  intrLiiì,&  illegitimi^aCTeiongeiia  eifer  xxvi. 
fatale  a  quella  famiglia  V  odio  de'  Ponteiìci  tiraimi,&  ad  cfli  l'eller  riprelTi  dalla 
virtù  di  quella  :  &  minacciaua  di  Concilio  >  tacendo  uiHcio  con  tutti  i  ininiftri 
Imperialijper  indur  Y  Imperatore  a  congregnrlo.Di  chenon  iolo  irritato  il  Pon- 
tefice,ma ancora  per  preucnirc,  publicò  un  leuero  Monitorio  contra  quel  Car- 
dinale,citandolo  a  Romajibtto  grauilTime  pene  (5«:  cenlurc:nelqual  anco  tocca- 
ua  manifeftamente  il  Viceré  di  Napoli,^  obliquamente  l'Imperatore. 

Ma,non  palfando  prolperamentc  la  molla  d'arme  in  Lombardia,  3^difFe-  'P^^for-^dà 
rendo  a  comparir  l'elfercito  del  Rè  di  Francia  :  &  infìcmc  elfendo  fuccclfa  in  ^""^^"^  "JTf^ 
Ongaria  la  (confitta  dell' eirercitoChriftiano,&  la  morte  del  RèLudouico:  &  concili»,  * 
moltiplicando  tuttauia  in  Germania  il  numero  di  quelli,che{eguiuano  la  dot- 
trina di  Luthero,&.  richiedendo  rutti  un  Concilio,  che  conciliaile  una  pace  u- 
niuerfale  tra'  Chriftiani,&  metteife  tìne  a  tanti  dilbrdini:  il  Papa,hauendo pri- 
ma compofte  le  cofe  co'  Colonneli,  &c  abolito  il  Monitorio  publicato  contra'l 
Cardinale  :  congregato  ilConilftorio  il  dì  tredici  Settcmbre,con  longhifllmo 
difcorib  commiierò  le  miierie  della  Chnftianità  >  deplorò  la  morte  del  Rè 
d'Ongaria ,  &  attribuì  ogni  infortunio  all'  ira  diuina  eccitata  per  i  pecca- 
ti ,  confelTando  che  tutti  haueuano  origine  dalla  deformationc  dell'  ordi- 
ne Ec  e  lefiaftico  :  moftrò  come  era  necelfario  ,  per  placarla,  incommin- 
cTare  (cofi  dilfe  )  dalla  cafa  àii  Dio  :  al  che  voler  dar  lui  elfempio  nella  pro- 
pria perfona  :  fcusò  la  moifa  dell'armi,  èc  il  proceilo  contra  i  Colonna  :  ef- 
fortò  i  Cardinali  all'  emendationede'coftumi  :  dilfe  ,  che  voleua  andar' in 
perfona  a  tutti  i  Prencipi,  per  maneggiar  una  pace  uniuerfale,  rifoluto  più 
tofto  dilakiarlavita  ,  che  celfar  da  quella imprefa,iìn  chenon  l'hauelle  con- 
dotta ad  cftetto  :  hauendo  nondimeno  ferma  Iperanza  nell'  aiuto  di  Dio  ,  di 
vederne  la  conclufione  :  laqual  ottenuta  ,  era  rifoluto  di  celebrar  il  Con- 
cilio generale,  per  eftinguer  anco  ladiuifìone  nella  Chiefa  >  &  fopir  l'here- 
fìe.    Elfortò  i  Cardinali, a  pcnfar  ciafcuno  ,  &  proporgli  tuti  quei  ir.ezi  ,  che 
giudicaifero  poter  feruire  a  quelli  due  fcopi ,  d' introdur  la  pace  ,   &  fradicar 
l'here/ìe.    Si  publicò  per  Roma,  &  anco  per  Italia,  il  ragionamento  del  Pa-  j-r 
pa,  &:  ne  fu  mandata  copia  per  mano  di  molti:  &  quantunque  da'fuoi  folle  rlJvfxl^ 
molto  aiutato  conia  commendatione  ,  hcbbe  però  fede  allineerò  apcrciìo  mmte","^" 
pochi. 

Ma,  in  Spagna  elfendo  (late  prefentate  le  due  lettere  dalNoncio  Pontificio  ^""^'i  g'udìc'^ 
all'  Imperatore ,  l'unaun di  doppo  l'altra,  eccitò  molto  pcnficro  nel coriic^'^lio  '"  ^JP^'i"'* ^"- 
di quel  Prcncipe.  Credeuano  alcuni  d'eli!,  che  Clcmente,pciitiro  dell'  acerbità  ^'"'j^''!]  '^"'^'^ 
della  primajhauelfefcritta  la  feconda  per  iTiedicina.    Perilcheconfcali;uiar;o,  '^''   '' ^"^'^^ 
che  non  conuenilfe  moftrarnc  rii'entimento.  Et  quella  opinione  era  fomentata 
daunadilfeminationelparfadal  Noncio  ,   che  con  la  iècoi-ida  haueffchauuro 
ordinc,{e  la  prima  non  era  prefentata,di  non  darla:  ma,confegnando  folola  ic- 
conda, rimandarla.    I più ienfati  ben  vedeuanoiche  non  vi  elfendo  difrlrcr.za 
maggiorcchc  d'un  giorno  j  fé  folfe  flato  pentimento^haurebbe  il  Papaporutoy 


^^___  40  CONCILIO  DI  TRENTO     Papa  Clemente  VIL 

ciò    13    facendo  accelerar  il  Corriere  fecondojpreueair  il  primo:  poi  non  elfer  verifimi- 
,\xvi.       le ,  che  un  Prcncipe  prudente  come  quello,  lenza  gran  coniulta  folFe  venuto  a 
dcliberatione  di  u:riuer  con  tanta  acerbità.  Però  riputauano,chc  foire  flato  un' 
artitìcio  di  proteftare,&:  non  voler  rii'pofta.    Et  furiroluto>che  dall'  Imperato- 
re foire  imitato,  rifpondendo  parimente  alla  prima,con  i  termini  conuenienti 
alla  l'euerità:  &  un  giorno  doppo,alla  rcconda,correfpondendo  alla  maniera  te- 
nuta in  quella. 
ti  cui  Ctfare        Et  colì  fu  efreguito:&  fotto  il  dicefétte  Settembre  fcritta  dall'  Imperatore  u- 
rijpoHdeinco  j^^  lettera  Apologetica,che  nel  Tuo  originale  conteneua  ventidue  fogli  in  car- 
formnà,  con  tabombacina:  laqual  Mercurio  da  Gattinara  cofi  aperta  prefentò  al  Noncìo, 
^^Zipul2h-  &  gliela  lc{re,&  in  fuaprefenzalarigillòj&confegnòiaccio  la  faceire  capitar  al 
ni,  Papa.Ncir  ingrelfo  della  lettera  moikò Celar e,il  modo  tenuto  dal  Pótefice  eifer 

difconucniente  all'  ufficio  d'un  vero  pallore ,  &  non  corrifpondente  alla  filial 
oiTeruanzajufatadafe  verfo  la  Sede  Apoftolica,&  la  Santità  fua,laqualelodaua 
tanto  le  proprie  attieni ,  &  condannaua  con  titoli  di  arabitione,  &auaritia, 
quellediluijchelocoftringeuadimoftrarlafuainnocentiac&incomminciata 
la  narratione  da  quello>che  pafsò  in  tempo  di  Leone,poi  in  tempo  di  Adriano> 
&  finalmente  nel  Tuo  Pontificato,  andò  moftrando  in  tutte  le  fue  attioni  haucr 
hauuto  ottima  intentione,&;  neceflltà  d'operare,come  haueua  fatto  :  riuoltan- 
do  la  colpa  nel  Pontefice.  Commemorò  ancora  molti  benefici]  fattigli,&  per  il 
contrario  molte  trattationi  di  efTo  Pontefice  contra  di  lui  in  diuerfe  occalioni: 
èc  finalmentcconclufcche  niiruna  cofa  più  defideraua,  che  la  publica  quiete, 
&;lapaceuniuerrale,&:  la  giufta  libertà  d'Italia.  Lequali  fé  anco  erano  defìdc- 
rate  dalla  Santità  fiia,ella  doueua  metter  giù  l'arme,  riponendo  la  fpada  di  Pie- 
tro nella  vagina:  per  che,fatto  quello  fondamento,era  facile  edificami  foprala 
pace,(Sc  attendere  a  corregger  gli  errori  de'  Lutherani ,  (S<:  altri  heretici  :  in  che 
haurebbe  trouato  lui  oilequente  figliuolo.  Ma  Te  la  Santità  Tua  facelTe  altri- 
menti ,  proteftaua  inanzi  a  Dio,  &  agli  huomini,  che  non  fi  poteua  afcriuer  a 
colpa  fila  nilTuna  delle  finiftre  cofe  ,  che  farebbono  auuenute  alla  religione 
Chriftiana.  Promettendo,che  fé  Sua  Santità  ammetterà  le  file  giufl:ificatio- 
ni,  come  vere,  &c  legitime ,  egli  non  fi  ricorderà  delle  ingiurie  riceuutc.  Ma, 
fé  continuerà  contra  di  lui  con  l'arme  ,  poi  che  ciò  non  farà  far'  officio  di  Pa- 
dre, ma  di  parte  :  ne  di  pallore,  ma  di  aiValitore  :  non  farà  conueniente ,  che  fia 
giudice  In  quelle  caufe ,  ne  elfendoui  altro  a  chi  hauer  ricorfo  contro  di  lui, 
per  propria  giuftificatione,  rimetterà  tutto  allarecognitione  &:guidicio  d'un 
Concilio  Generale  di  tutta  la  Chriftianità ,  elfortando  nel  Signore  la  Santità 
fua,chcdouefse  intimarlo  in  luogo  ficuro  oc  congruo,  prefiggendoui  termi- 
ne conueniente.  Perche,vedendo  lo  flato  della  C hiefai  &  religione  Chriftiana, 
tutto  turbarfi,per  proueder  alla  falute  propria,&  della  Republica,ricorre  ad  ef- 
t  da  elfo  ap-  ^o  l'^cro  &  uniuerfal  Concilio,^  a  quello  appella  di  tutte  le  minacce,&  futuri 
j>e//Art/ Con- granami. 

cilio:  La  rifpofta  alla  feconda  fu  fotto  il  diciotto:&  in  quella  diceua,  Efierh  ralle- 

grato ,  vedendo  nelle  feconde  lettere  la  Santità  fua  trattar  più  benignamente, 

&di 


Papa  Clemente  VII.      LIBRO   PRIMO.  41 ^ 

&  di  mcglior  animo  defidcrar  la pacc.Laqual  fé  folle  coil  inpoteftàdiluidifta-  ci3  lO 
bilirccome  in  mano  d'altri  il  muoueu  la gueiTa;vcdrebbe  qual  folFe  l'animo  luo.  xxvi. 
Se  ben  rienejche  la  Santità  fua  parli  fpintada  altri, &  non  d'animo  ipontaneo:&: 
fpcra  in  Dio,  che  ella  debbia  piutofto procurar lafalutepublica,chcfccondar 
ali  aifctti  d'altri.  Perilche  la  prega  a  rifgiiardar  le  calamità  del  popolo  Chriftia- 
no.Imperoche  egli  chiama  Dio  in  teftimonio,che  fempre  è  per  far,che  ognuno 
conofcajlui  non  hauer  altro  fine,che  la  gloria  di  DÌ05&  la  falute  del  fuo  popolo: 
come  neir  altre  lettere  ha  fcritto  più  diliufamente. 

Senile  ancora  l'Imperatore,  lotto  il  fei  Ottobre, al  Collegio  de' Cardinali,  econfemale 
Sentir grandifsimodolore,che  il  Papa,fcordato  della  dignitàPontilicia,cercaire_/?<'/e  cc/ii/cr 
turbarlatranquillitàpublica:&,mentreeglipenlaua,perraccordofattocolRè  lettere  ai  Cal- 
di Francia,  hauer  ridotto  tutto'l  mondo  in  paccgli  foifero  ibprauenute  lettere  ^^  *  ^•*''" 
<lal  Pontefice  /quali  mai  haurebbe  creduto  douer  uìcir  da  un  Padre  communc, 
èc  Vicario  di  Chrifto:lequali  ancora  ha  creduto  eiferftate  deliberate  non  fenza 
lor  confeglio ,  penfando  che  il  Pontefice  non  tratti  cofe  di  tanto  raomentoj 
fenzacommunicargliele.Penlchefì  è  molto  turbato,vedendo,che  da  un  Ponte- 
fice ,  &  da  Padri  di  tanta  religioncprocedeirero  gucrre,minaccie,&:  perniciofì 
confegli  contra  un  Imperatore  protettore  della  Chiefa ,  &c  tanto  benemerito:  il 
quaLper  compiacer  loro,in  Vormatia  otturò  le  orecchie  alle  preghiere  portegli 
da  tutta  la  Germania,  comra  le  opprefsioni,&  grauami,che patina  dalla  Corte 
Roniana:non  tenendo  conto  delle  honefte  dimande  fattegli,che  folfe  conuoca- 
to  un  Concilio,  per  ouuiare  alle  fudettc  opprefsioni,che  farebbe  ouuiare  infie- 
me  all'  herefia  Lutherana.  Che,pcr  feruigio  della  Sede  Romana,ha  prohibito  il 
ConuentOjchc  la  Germania  haueua  intimato  in  Spira,preuedcndo,che  farebbe 
ftato  un  principio  di  feparar  la  Germania  dall'  obedienza  Romana,&  ha  diuerti- 
to  i  penfieri  di  quei  Prencipi,col  promettergli  il  Concilio.Di  chehauendo  fcrit- 
to al  Pon tefice,&  datogli  e onto,la  Santità  lua  lo  ringratiò,che  hauelfe  vietate  il 
Conuento  di  Spira ,  8c  lo  pregò  a  differir  di  parlar  di  Concilio  a  tempo  più  op- 
portuno. Et  egli,per  compiacer  alla  Santità  fua,  tenne  più  conto  di  lodisfarlo, 
che  delle  preci  della  Germania  tanto  neceirarie:&  con  tutto  cio,il  Papa  gli  fcri- 
ueua  hora  lettere,  piene  di  querele  &imputationi,  dimandandogli  anco  cofe 
che  non  potcua  con  giuftitia,  &  con  ficurtà  fua  concedere:  dellequali  lettere 
manda  loro  la  copia,  hauendo  voluto  fìgnificargli  il  tutto,acciochefouuenga- 
no  alla  Chriftianità  cadente,&  fi  adoprino  a  diuertir  il  Pontefice  da  cofi  perni- 
ciofa  delibcratione ,  nellaquale  fé  perfeuererà  immobile,  lo  effortino  alla  con-  reiterando  U 
uocatione  del  Concilio,a  che  quando  non  voglia  condefcendere,fecondo  l'or-  ^owaw^irf  d'm 
dine  della  leggcricerca  loro  Paternità Reuerendifsimc,&:  il  facro  Collegio,che  ^°""  '"' 
negando,o  dirterendo  il  Pontefice  la  conuocatione,  debbiano  conuocarlo  elle» 
fcruatb  il  debito  ordinc.Perche,fe  effe  negheranno  di  concedergli  queftagiufta 
dimanda,o  differiranno  più  di  quello  chefiaconuenientejegliprouedera  con 
l'autorità  Imperiale,ufando  i  rimedi]  giufti  &  opportuni.  Fu  prefentata  quella 
lettera  a  dodici  di  Dicembre  nel  Conciftorio  :  &  infieme  anco  nel  mcdciìmo 
luogo  fu  prefentato  al  Pontefice  un  duplicato  della  lettera,che  fu  confegnataal 
None  io  in  Granata, 

F 


41  CONCILIO    DI    TRENTO     Papa  Clemente  VII, 

Furono  immediate  (lampare  in  diiicifì  liiogi  ài  Germania,  Spagna,  3c  Italia^ 
tutte  qucftc  lettere ,  &c  n'andarono  per  mano  degli  huomini  molti  eilemplari. 
Lcperlone,che  ,  fé  ben  olTeruano  li  accidenti  del  mondo,  non  fono  però  di 
Jopra^   molta  capacità,&  fogliono  viuere,&:  regolarfì  dagli  eifempi)  d'altri,&:  maflime 
^  '    delli  grandi:  &  che,per  le  dimoflrationi  fatte  da  Carlo  contra  i  Lutherani,cofì 

in  Vormatia,come  in  altre  occafionia  fauorc  del  Pontificato,teneuano  che  per 
religione,&  confcientia,  Carlo  fauoriife  la  parte  del  Papajvedutala  mutatione 
dcir  Imperatore,  reftarono  pieni  di  fcandolo  ;  maffime  per  quel  che  diceua,ha- 
iiere  otturato  l'orecchie  alle  honefte  preghiere  di  Germania,  per  far  piacere  al 
Pontefice.  Et  ibcn  intendenti  hebbero  opcnione,che  quella Macftà  non  foilè 
ftata  ben  confegliata  a  diuulgar  un  tanto  arcano,  &  dar' occafìone  al  mondo  di 
credere,che  la  riuerenza,dimoftrata  verfo  il  Papa,era  un  arte  di  gouerno,coper- 
ta  di  manto  della  religione.  Et  oltre  ciò ,  afpettauano>che  per  quelle  lettere  fi 
douelfe  veder  qualche  gran  rifentimento  dei  Pontefice ,  hauendo  l'Imperatore 
toccati  due  grandi  arcani  del  Pontificato  :  l'uno,  appellando  dal  Papa  al  futuro 
Concilio,  contra  le  conftitutioni  di  Pio  ,  &:  Giulio  fecondi  :  l'altro  ,  hauen- 
do inuitato  i  Cardinali  a  conuocar  Concilio,incafo  della  negatiiiadata,o  dilar 
rione  interpofta  dal  Pontefice  :  5c  era  neceirario,  che  quello  principio  tiralTe  fe- 
ce gran  confeguentie. 
Squali  mn  Ma,  ficome  i  femi,quantunque  fertiliffìmi,  gettati  in  terra  fuori  di  flagione, 
froducono  ef-  non  produconojcofi  i  gran  tentatiu infuori  dell'  opportunità,riefcono  vani.  Et 
jtm»  tanto  auuenne  in  quella  occafìone.  Perchcmentre  il  Pontefice  trattaua  con  le 

arme  fue,(5c  di  tanti  Prencipi,rifentirfi,per  douer  poi  adoperar  i  rimedi)  fpiritua- 
li,  doppo  fatto  qualche  fondamento  temporale  ;  i  Colonnefl ,  o  non  fidandoli 
„  delle promclFe  del  Pontefice,o  per  altra  caufa,armati  gli  huoixiini  delle  lor  ter- 

^ne  d7"cokn-  ^^'*^  ^^^^^  feguacidi  quella  fattÌGne,s'accaftarono  a  Roma  dalla  parte  del  Bor~ 
B</^>  go,ildì  venti  di  Scttembre:il  che  melTe  gran  fpaucto  nella famiglmPorificia:  (Si 

il  Papasfopraprcfo  alla fproui{la>&;  tutto  confufo>non  fapendo  che  rifolutione 
preadere,dimandauaglihabiti  Pontificali  folenni>dicendo,voler  cofi  veftito» 
ad  imitatione  di  Bonifacio  ottauo,  fedendo  nella  Sede  Pontificale,  afpettare  ài 
vedcrfe  ardiirerodi  aggiunger  allaprima  una  teconda  violationedelladignità 
■    Apoftolica>nellapropriaperibnadelPontcfice.    Ma  ceife  facilmente  al  confi* 
giio  de' tuoi,  che  lo perfuafero  a  ialuar  laperfonafuaper  il  corridore  nel  Ca-- 
llcllo,&  non  dar'  occafione  d'cirer  notato  d'imprudenza. 
tatudl  entrano       Entrarono!  Colonnefl  in  Roma  ,>&  faccheggiarono  tutta  la  iupellettile  del 
i»  armi  in    Palazzo  Pontificio  ,,&:  la  Chiefii  diS.Pietro.  Si  ellefcro  ancora  alle  prime  cafc. 
U^mti,  ^q\  Borgo.Ma>facendo  refiftenza  gli  habitanti,&  (opraucnendo  gli  Orfini,con- 

trariafattioncyinfoccorfo,  furono  coftretti  ritirarli nell'  alloggiamento,ficuro» 
che  haueuano  prefo  vicino,  portadanondimcno  la  preda  del  Vaticano  can  im- 
meniodifpiaccre  del  Papa;  &:in  quel  luogo  ingroirandofiognigiorno  più  con 
aiuni,che  giungeuano  da  Napoli  :  il  Papa,temendo  qualche  maggior  incontro^ 
V  o  T'Tj"*!   vinto  dalla  necelUtà chiamò  inCaftello  D.V^o  di  Moncada,  miniftro  Imperia- 

U  rapa  ad  H'  .     ,  ,  -O  , .  .  ,        /^    t  /- 

m  trc^iMt      I^>£  conclule  con  mi  tregua  per  q^uattro  melijC'oa  condiaone,  che  i  Colonnefi,. 


Papa  Clemente  vii.         L  I  B  R  O    P  R  I  M  O.  45 


3c  i  Napoleranijfl  ncimirero  daRoi-na;&  il  Papa  ritiraire  le  Tue  genti  ài  Lombar-    *^  ^  ^    ^  ^ 
dracifchecircguendoambiduele  pam.  Clemente  fece  ritornar  le  genti  Tue  a 
Roma/ottopretefto  d'olfcrLiare  i  capitoli  della  tregua:^  con  quelle  anTicurato, 


XXVII. 


fulminò  centra  tutti  i  Colonncfi,dichiarandoli  herctici,&  rcirmaticÌ5(S<:  icom-  _^^^'"  '  f^^' 
municando  qualunque  gli  preftaife  aiuto,conicglio,o  fauore,  onero  gli  delfe  ri-  „ica„dJ7ctii 
certo:  &priuò  ancora  il  Cardinale  della  dignità  Cardinalitiarilquale  ritrouan-  Colon>:efi, 
dofìin  Napoli ,  non  {limate  le  ccnfure  del  Papa  j  publicò  un  appcUatione  al 
Concilio;  proponendo  non  folo  ringiuftitia,&  nullità  de'  Monitonjjcenfure,  iquali  per  do 
de  fcntenze  :  ma  ancoraja  neceflìtà  della  Chiefa  uniuerfale ,  laquale  ridotta  in  ^PP'^{'JP°  "^ 
manifefto  efl:erminio,non  poteua  eller  per  alcun  mezo  (olleuata,ie  non  per  la    """  "* 
conuocatione  d'un  legitimoConciliojchelariformaifenel  Capo,&:  ne' mem- 
bri: infinccitando  Clemente  al  Conciliojche  l'Imperatore  haurcbbe  conuoca- 
to  in  Spira. 

Di  quella  appellatione,ocitationc  jO  purmanifcllo,da'partegianide'Co- 
ionnefi  ne  fu  aftiiro  m  Roma  di  notte  fopra  le  porte  delle  Chiefc  prmcipalij&  in  ^^^  ^^^^^ 
diuerfi  altri  luoghi  l'eifemplare  >  &  dilfeminato  per  Italia:  il  che  a  Clemente /7,^«e„,(, ,  g 
causò  granperturbationcjilquale  abhorriua  fommamente  il  nome  di  Concilio:  turbamento 
non  tanto  temendo  la  modcratione  dell'autorità  Pontificia,  &  de' commodi  ^'  Clemente^ 
della  Corte, quanto  per  i  rifpetti  fuoi  propri).  Impcroche,quantunq;  Leone, -^^'^/'*'" '"***'" 
fuo  cuginojvolendolo  crearCardinalcfaceile  prouare,Che  tra  la  madre  fua,&il     ' 
Padre  Giulianojfolfe  promelfa  di  matnmonio:nondimeno  la  fallita  delle  prone 
cranotoria:«3<:,febennonviè  legge,che  prohibifca  agli  illcgitimi  d'afcender  al 
Pontificato  -,  nondimeno,  l'opinione  vulgare  é  perfua{a,che  con  tal  qualità  non 
podi  dar  la  degnità  Papale.Lo  faceua  dubitar  alfaijche  ad  un  tal  pretcflo,fe  ben 
vano,non  folle  dato  vigore  da'  fuoi  nemici ,  foftentati  dalla  potenza  dell'  Impe- 
ratore.Ma,piu  ancora  temeua,perche,  confcio  a  fc  flciro  con  che  arti  foffe  al'cefo 
al  Pontificato,&  come  il  Cardinale  Colonna  hauelfe  maniera  di  prouarlejatte- 
falafeueraBolla  di  Giulio  fecondo,chc  annulla  l'elettionc  Simoniaca,  &  vieta 
che polTi edcr  conuahdatapcr  confenfo  luUèguentc ;  haueua  gran  dubitationc, 
che  non  auueniireafe  quello,cheaBaltairarCoira,dettoGiouannixxiii.Ma, 
che  negotiatione  folfe  di  Concilio  di  Spira,  non  ho  potuto  venir  in  ma(y(TÌor 
cognitione,non  hauendone  trouato  mentione,fe  non  nelManifefto  fopradctto, 
&  appreifo  Paulo  Giouio,nella  vita  del  fopranominato  Cardinale.  Nel  colmo 
di  quelli  tumulti  venne  il  fine  dell' anno,  con  publicaafpcttationc,&  timore> 
doue  folle  per  cadere  tanta  tempcfla. 

Pcrilchenelfeguenteannoci3  iDxxvii.  andarono  iniìlentiolenegotiatio-  qu^tmnx- 
ni  di  Concilio,  lecondo  l'uto  delle  cole  humane,chene'  tempi  della  guerra  le  "«  fiofpiano 
prouifioni  delle  leggi  non  hanno  luogo.Succclfero  nondimeno  notabili  acci-  '"S"^'"'''*  *- 
denti,  iquali  è  neccilario  narrare  per  l'intelligentia delle  cofc,chefucedertero  -^"^f  \"'-^^^'' 
doppo  nella  materia,  che  noi  trattiamo.  Imperoche,pretendendo  il  Viceré  di  Tafliiho  T^ 
Napoli,che  il  Pótefice,col  procedere  córra  i  Colónefbhaueire  violata  le  rrccrua;  Cefariani 
&c  incitato  dal  Cardinale,!^  altri  di  quella  famiglia,ritornò  a  reinuiar  le  t^ccifue 
vcrfo  Roma.Ec  dall'  altro  camo  jiacora,  Carlo  di  Borbone,  capo  dell'  clfercito 

F     ij 


_44  CONCILIO    DI  TRENTO     Papa  ClemekteVII. 

e  1 3   13    Imperiale  in  Lombardia ,  non  hauendo  da  pagar  l'eirercito  ,  &c  tem.endo  che  {I 
xxvii.      ammucinairejO  almeno  dileguailc,volendolo  in  ogni  maniera  conferuare,  Tin- 
uiòvcrfo  loScacoEcclefìaftico'.alcheancoeraincicaco  eificaccracnte  daGior- 
gio  Froniperg,Capicano  Tliedeico:  ilqual  haueua  condotto  in  Italia  un  nume- 
ro di  tredici  in  quatordici  mila  foldati  diGcrmaniajquafi  tutti  adhcrenti  alle  o- 
penioni  di  Luthcro>  non  con  altra  paga,  che  eoa  haucrgli  dato  uno  feudo  per 
uno  del  Tuo  proprio.  Se  promelTo  di  condurli  a  Roma ,  mollrandogli  la  grand' 
occafione  di  predare ,  &  farilricchi  in  una  Città  ,  doue  cola  l'oro  di  tutta  Eu- 
ropa. 
^l{omaipre~       Nel  fine  diGennaro,  Borbone  pafsò  il  Po,  con  tutta  queftagentej&s'inuiò 
fa.eficcheg-    ycrfo  la  Romagna  :  dallaqual  moifa ,  Clemente  hebbe  molta  perturbationc» 
giata,  confìderando  la  qualità  dellagente,  &  le  continue  minaccie  di  Fronfperg,  che 

apprelTo  all'infegnafaccuaportar  unlaccio,dicendo,con  quello  voler' impic- 
car il  Papa, per  inanimir  i  iuoi  a  ftar  uniti ,  &  fopportar  di  caulinare,  ancorché 
non  pagati.  Lequali  cofe  tutte  induiTero  il  Pontefice  a  dar  orecchie  a  Ccfare 
FieramofcaNapolitano,  ilqual  di  nuouo  venuto  di  Spagna,  gli  haueua  porta- 
to una  lunga  lettera  di  Cefare,  piena  d'offerte  ;  6c  fattogli  fede,  che  l'Imperato- 
re haueua  i^entito  male  l'ingreilb  de'  Colonnefì  in  Roma,  &  che  era  dehderofa 
dipace:  indulfe  ilPontefice  a preftare orecchie  adunatrattatione  ditregua,la- 
qual  lì  farebbe  maneggiata  tra  lui>  8c  il  Viceré  di  Napoli.  Et  fé  ben  nel  Marzo 
foprauenne  un  accidente  d'apopleflìa  al  Capitano  Georgi©  Fronlperg,  che  la 
conduife  quafi  a  morte;  nondimeno  ,  perche  l'elTercito  era  già  entrato  nello 
ftatoEcclefiaftico,&  tuttavia  caminaua  ,  in  fine  del  mefe  fi  rifolfe  il  Papa  di 
venir  all'accordo,  quantunque  lo  vedeuadouer'  elTer  con  grand' indignità.  Se 
anco  con  dar  fofpettione  a'  Collegati,  de  forfè  alienargli  dalla  fuadifela.  Fu  a- 
donqucitabilita  la  fofpcnfione  d'arme  per  otto  mefi,  pagando  il  Pontefice  fcf- 
fantamila  feudi  ,  5^  concedendo  airolutione  dalle  cenfure  a' Colonnefì  ,  3c 
la  reftiti-itione  della  dignitàalCardinale:al  che  condeicefecon  eftlcmadirE- 
eolrà. 

Ma,  la  tregua,  fé  ben  conclufa  col  Viceré,  &  fcguita  la  efborfatiane  de'  da- 
nari,&  larcditutione  de'Colonnefbuon  fu  accettata  dal  Duca  di  Borbone:  il- 
qualfcguitando  il  camino, addì  cinque  Maggio  alloggiò  appreifo  Roma ,  &c  il 
giorno  icguente  diede  l'allilto  dalla  parte  del  Vaticano.  Doue  quantunque  i 
foldati  del  Papa,  Se  la  giouentù  Romana,  maflìmc  della  fattione  Guelfa  s.s'op- 
poncile  nel  principio  arditamente ,  de  Borbone  reftaire  morto  d'archibugiatas.. 
nondimeno  l'etlerciro  entròjfuggendo  i  defenfori  nel  Borgo.  Il  Pontefice,  co- 
me ne' cafi  repentini,  pieno  di  tim.ore,con  alcuni  Cardinali  fi  faluònelCaftel- 
lo:  &  quatunque  folfe  confegliato  non  fermaruifi,  ma  pallar'  immediate  in  Ro- 
ma,&  di  làl'aluarfi  in  qualche  luogo  ficurojnondimeno,  ripudiato  il  buon  con- 
feglia,forfe  per  difpofitione  di  caufa  fuperiore,  riloluè  di  fermaruifi.  La  Città 
ritrouandofi  fenza  Capo,reftò  piena  di  confufione; in  maniera,ch€  nilfun  ven- 
ne al  rimedio>chc  farebbe  fì:ato  proprio  in  quel  tempo,  di  rompere  i  ponti,  che 
fopra  il  Teucre  pairano  dal  Borgo  iiiRQma>ócmet.te£fi.alladifefa:.ilche,fc  fof- 

fc 


Papa  Clemente  VII.         LIBRO    PRIMO.  45  _ 

fé  ftato  fattojhaurcbbcro  i  Romani  almeno  haiuito  tempo  di  retirar  Icpcrfone 
di  cont05&  le  robe  prcciolcjin  luogo  iicuro  :  ma,non  ctfendo  quefto  fatco,pai- 
faronoi  lokbci  nella  Cittàjlpogliarono  non  iblo  le  cale?  ma  le  Chicle  ancora, 
di  tutti  gli  ornamenti:  gittate  in  terra,&  concultate  le  reliquie,  &:  altre  cofefa- 
crc  non  di  valore:  fecero  prigioni  i  CardmalijcSvi  altri  Prelati,  facendo  anco  de- 
rilione delle  pcri'one  loro  ,  con  menarli  (opra  le  beftie  vili  in  habico  ,  &  con 
l'inicgne  Pontificali.  Certo  è,  che  i  Cardinali  di  Siena,deila  Minerua,(3v:  Pon- 
ceta ,  furono  bene  battuti ,  Se  menati  viliflìniamente  in  proceffione  :  &  che  i 
Cardinali  Spagnoli,  &  Thedcfchi,  con  tutto  che  lì  fidailero  ,pcr  elìèr  l'eircrci- 
to  compolto  de' ibldati  delle  nationi  loro,  non  furono  meno  mal  trattati  dcUi 
altri. 

Fu  alTediatoil  Papa,  rctiratonel  Caftel S.  Angelo :&  fu  coftrettoadaccor-  H  Papa  ajjl^ 
darfi,cedendo  il  Caftello  iniiemc  a'  Capitani  Imperiali,  Se  confegnando  la  per-  duto,e frigia^ 
fona  fua prigione  in  quello  :  nel  quale  anco  fu  tenuto  da  loro  alfai  ftretto  :  douc  "*'  .^ 
eflcndo  per  le  cofe  iliccelfe  in  grandiffima  afflittione,  (e  glien'aggionfe  una,  fé-         ' 
condala  fua  ftima  molto  maggiore.  Che  il  Cardinale  di  Cortona,  ilqual  era  al 
gouerno  di  Fiorenza  per  fuo  nome,immcdiate  udita  la  nuoua,fi  retirò  dallaCit-  eFìonn-r*  ri- 
tà,&la  lafciòlibcra:laquale,fubito  fcacciati  iMedici,&;  vendicatafì  in  libertà,  bellata»Me- 
riordinò  il  fuo  gouerno,&  la  maggior  parte  de'  cittadini  dimoftrò  tanta  acerbi-  «^w- 
<à  verfo  il  Papa3&  la  cafafua,che  Icancellò tutte  l'infegnc  di  quelli,etiandio  ne' 
luoghi  loro  priuati:^:  disformò  con  molte  ferite  l'imagini  di  Leone,  &diCle- 
mentcche  erano  nella  ChiefadellaNonciata. 

Ma  rimperatore,riceuuto  auifo  delfaccodi  Roma,»?^  della  prigionia  del  Pa-  Cefare  finga 
pa,diede  molti  fegni  di  grandiflìmo  dolore,&ne  fece  dimoftratione  col  far'  im-  do/ore, 
mediate  celiar  dalle  folenni  fefte,che  fi  faceuano  in  Vagliadolid,per  elfergli  na- 
to il  figliuolo  addì  ventuno  di  quel  medefimomefe:  con  lequali  apparenze  ha- 
urebbe  fatto  fede  al  mòdo  di  pietà,&  religione,fe  infieme  co  quelle  hauelFe  im- 
mediate commandato  almeno  laiiberatione  della perfona  del  Papa.Ma  il  mon- 
do,che  vide  reftar prigione  il  Pontefice  ancora  fei  mefi,  s'accorte  quanta  ditfe- 
rentia  fia  dalla  verità  all'  apparenza. 

Fu  dato  immediate  principio  a  trattar  dell'  accommodamento ,  &  liberarlo-  *  ^^^t^*  accor-^ 

;^^^^_  ^0  col  Pome^ 


na; 


ne  del  Pontefice: «3»:  voleua l'Imperatore,  che  folFe  condotto  in  Spag..c.. -.11^.1-  r 
cando,  come  veramente  farebbe  ftato/ua  gran  riputationcfe  d'Italia  in  due  an-  "* 
ni  follerò  ftati  condotti  in  Spagna  due  coli  gran  prigioni  5  un  Rè  di  Francia,  &c 
un  Pontefice  Romano.  Ma,perche  tuttaSpagna,&  ipecialmente  i  Prelati,dete- 
ftauanodi  veder  con  gli  occhi  una  tanta  ignominia  della  Chrifì:ianità,che  fof- 
fe  menato  là  prigione,chi  rapprefentaua  la  perfona  di  Chriftoj  cefsò  da  qucfta 
pretenfione,hauendo  anco  confideratione  di  non  concitarli  troppo  grand'  in- 
ùtdia  iSc  irritar  l'animo  del  Rè  d'Inghilterra ,  delqualc  temcua  molto ,  quando^ 
l'hauelTe  conftretto  a  congiungerfi  più  ftrettamente ,  di  quel  che  era  con^ion- 
to,per  la  pace  publicata  nell'  Agofto,col  Rè  di  Francia,  ilqual  haueua  cria  man- 
dato un  potente  elFercito  in  Italia,  &  ottenuto  diuerfe  vittorie  in  Lonjbardia. 
ConceUe  per  tanto  in  fine  dell'  anno  l'Imperatore,  Che  il  Pontefice  folFe  libc- 


^6  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  ClementeVIL 

^^^  I  ^     ratojcon  quefta  conditionejChe  non  gli  foire  contrario  nelle  cofe  diMilanoj&: 
XXVIII.      Napoli,&  perficurtà  di  cicglimcctellè  in  mano  Oftia,  CiLiirà  Vccchta,Ciuirà 
Calì;tllana,&  la  Rocca  di  Forli:&: Stacichi,Hippolito,<5cAlellIindro,riioi nepb- 
',-  ti.Gii  concedellc  la  Cruciata  in  Spagna,&:  una  decima  delle  entrate  Eccleiìafti- 

■-  -     ..  chcdi  tutti  i  iuoi  Regni.Conciula  la  liberatione,&  riceuuta  facoltà  di  partir  di 

Caftcllo  il  dì  noue  DicemBre,iió  lì  fidò  d'aipettar  quel  tempo:ma  ne  ufcì  lanot- 
tcdegli  otto,  con  pocalcorta  j  inhabito  di  mercante,  &  li  ritirò  immediate  a 
Monte  Fialcone:&  poco  fermatolì,dilà  pafsò  ad  Oruieto. 
in  quefii  tur-      Mentre  i  Prencipi  tutti  ftauano  occupati  nella  guerra,  le  cole  della  religione 
bamen'.iU  re'  andauano  alterandoli  in  diucril  luoghi  :  doue  per  publico  decreto  de'Magiftra- 
ligiones  altera  n,^  doue  per  feditione  popolare.  Imperoche  Bcrnajfattounfolenne  conuen- 
*Uio  ^ìiScM    '•"''^  ^^'  '^^^^  Dottori,&  de'  forcftieri:&  udita  una  difputa  di  più  giorni,  riceuè 
*  la  dottrina  contorme  a  Zurich.EtinBaiilea,perreditione  popolarcfurono  rui- 
nate,&:  abbruciate  tutte  le  imagini ,  &  priuato  il  Magiftrato  :  <5c,  in  luogo  di 
quello,creati  altri,<Sc  (labilità la  nuoua  religione.  Et  dall'  altro  cantcfi  congre- 
garono ottoCantonijiquali  nelle  terre  loro  ftabilirono  la  dottrina  dellaChiefa 
Romana,  &  fcrillcro  una  longa  eirortatione  a'  Bernciì ,  confortandogli  a  non 
farmutatione  direligionccomecofachenon  può  afpertarad  un  popolo,  o  ad 
una  rcgione,ma  al  lolo  Concilio  di  tutto'l  mondo.Ma,con  rutto  ciOifeifempio 
di  Bernafu  feguitato  a  Gcneua,Coftanza,&  altri  luoghi  conuicini:&  in  Argen- 
tina,fatta  una  publica  difputa,per  publico  decreto  fu  prohibita  la  Meira,fin  tan- 
to che  i  defeniori  di  quefta  dimoftralfercche  foife  culto  grato  a  Dio,non  oftan- 
te  che  dallaCameradiSpiraglifoirefattauna  grande,&  longarimoftranza,che 
non  folo  ad  una  Città,  mane  anco  a  tutti  gli  Ordini  dell' Imperio,  folfe  lecito 
farinnouationediriti,&:  dottrinajelfendo  ciò  proprio  d'un  Concilio  Generale, 
o  Nationale. 
m'ì}  in  Ital'u      Ii^  Italia  ancora,clTendo  quefti  due  anni  fenza  Papa,  e  fenza  Corte  Romana; 
M^'  &,parcndo  che  le  calamità  di  quelli  foilcro  elfecutione  d'una  fententia  diuina 

contraquclgoucrno  ,  molte  peilones'accoftarono  alla  riforma:  &  nelle  cafe 
priuateindiucrfe  città,  maffimeinFaenzajtcrra  delPapa,fipredicauacontrala 
ChicfaRomana,5c  crcfccua  ogni  giorno  il  numero  di  quelli,che  gli  altri  dice- 
uano  Lutherani,&:  efli  fi  chiamauano  Euangelici. 
j^pmaèllbe-        L'anno  fegucnte  ciò  io  xxviu.  l'cilcrcito  Francefe  fece  gran  progrelFo  nei 
tatadaH'eJir-  Regno  diNapoli,occupatolo  quali  tutto:  il  che  coftrinle  i  Capitani  Imperiali 
cifo  Cefareo,    ^  condur  l'eifcrcito  fuori  di  Roma  molto  diminuito:parte  per  quelli,  che,cari- 
chi  di  preda,la  vollero  códurre  in  lìcuro;  Se  parte  per  la  pefte,che  causò  in  loro 
gran  mortalità. I  Collegati  faceuano  grand'  inftantiaal  Pontefice,  ChcelFendo 
Romalibcrataperneceirità,&  non  per  volontà  dell'  Imperatorcnonhauendo 
più  bifogno  di  temporeggiar  con  lui,in  quell'  occafionc  lì  dichiaralfe  congion- 
r'^  ^^t^èrì%   '■^  ^°'^  loro,&  proccdelle  contra  lui  con  le  arme  fpirituali,Ck  lo  priuaife  del  Re- 
é-p^ìnaplL  gi'^o  di  Napoli,&  dell'  Imperio.Mail  Papa,colìpcreirerftanco  da'  trauagli,co- 
inetc  per  rku-  mc  anco,pcrche,reftando  i  Collegati  fuperiori,  haurcbbono  mantenuto  la  li- 
perar  Fioren-  berta  di  Fiorenza,  il  gouerno  dellaquale  egli  pia  defideraua  di  ricuperare,  che 
=i?*  di 


Papa  Clemente  VII.         LIBRO  PRIMO.  47 

di  veiidicarfi delle  ingiurie riceimte  de  Carlo  5  fece  rifoliita  dclibcratione,  di  cio  i3 
non  eifer  contrario,anzi  di  congiongeriì  con  lui,alla  prima  occafìoncper  ricu-  xxix. 
perar  Fiorenza.  Laquale  certo  era,chc  fé  il  Rè  di  Francia>&  i  Vcneciani,foirero 
reftati  fapcriori  in  Italia,haurebbero  voluto  manten,er  in  libertà.Tenendo  non- 
dimeno qucfto  per  all'  hora  nel  petto  fuo,  fi  fcusò,  che  per  la  pouertà ,  &  impo- 
tenza fua,farebbe flato  di  grauezzaA^  non  di  giouamento  a  Collegati  :  &c  che 
la  priuatione  dell'  Imperatore  folleuarebbe  la  Germania  per  geloiìa,  che  non 
pretendeire  di  applicar  a  fc  l'autorità  di  crear  l'Imperatore.  Lnqual  rifpofta  ac- 
corgendofi  che  da' Collegati  era  penetrato  doue  miraua,  come  era  eccellente 
in  coprir'  i  fuoi  diifcgni ,  faceua  ogni  dimonftratione  d'hauer  deporto  tutti  i 
pcnfìeri  delle  cofe  temporali:  fece  per  molti  mczi  intendere  a'  Fiorentini,  ef- 
ler'  alieniffìmo  dal  pcnfiero  d'intrometterflnel  lor gouerno:  {blamente  deiìdc- 
rare  che  lo  riconofceirero  come  Pontefice  >&  non  più  di  quanto  faceuanogli 
altri  Prencipi  Chriftiani:  che  non  perfeguitalfcro  i  ilioi  nelle  cofe  loro  priua- 
te  :  fi  contentairero  che  nelle  fabriche  de'  fuoi  maggiori  vi  folFcro  l'infegne  lo- 
ro: d'altro  non  parlauajche  della  riforma  della  Chief  a,&  di  ridurre  i  Lutherani: 
che  era  rifoluto  andar'  in  Germania  in  perfona ,  ik  dar  tal  efrempio>che  tutti  fi 
farebbono  conuertiti.Et  con  tal  termini  fempre  parlò  tutto  quello annorin  mo- 
dojche  molti  credeuano  certo,che  le  velTationi  mandategli  daDio  per  emenda- 
tione,haueirero  prodotto  il  debito  frutto.Ma  le  cofe/eguite  gli  anni  doppo,fe- 
cero  credere  alle  perfone  pie,  che  fo  (fero  fiata  femenza  gettata  fopra  la  pietra» 
ouero  apprelfo  la  flradaj&a'piuaimedutijchefoireroefcaper  addormentarci 
Fiorentini. 

Nel  fegucnte  anno  cio  i^xxix.  maneggiandofi  la  pace  tra  Imperatorc,&  il  entra  m  trat^ 
Rè  di  Francia ,  rimelTo  l'ardore  della  guerra,fl  ritornò  alle  trattationi  di  Conci-  '«^0  "^  Cejk* 
lio.    Imperoche,hauendo  Francefco  Quignones ,  Cardinale  di  Santa  Croce,  "* 
venuto  di  Spagna  ,  portato  da  Cefare  al  Papa  la  rilairatione  di  Oflia ,  &  Ci- 
uità  vecchia,  &  altre  terre  della  Chiefa,  confegnate  a' Miniflri  Imperia- 
li per  fìcurezza  delle  promelTe  Pontifìcie  ;  infleme  con  ampie  offerte  pcrpar- 
te  dell'  Imperatore  j  Clemente,  attefalatrattationc  di  pace  col  Rè  di  Francia, 
che  fi  maneggiaua  ;  &,  confiderando  quanto  gli  interefli  fuoi  ricercaircro, 
che  il  congiongeire  flrettamente  con  Carlo  ,  gli  mandò  Girolamo  ,  Vefco-  condufo  h 
uodi  Val'oiie  ,  fuo  Macflro  dicala,  in  Barcellona  >per  trattar  gli  articoli  del-  ^^rcdlonois' 
la  conucntione  :  alla  conclufìone  de'  quali  ficilmente  fi  venne, prometten- 
do il  Papa  l'inuefllFùra  di  Napoli >  con  cenfo  foiod'un  canal  bianco,  il  iut- 
pafronato  delle  ventiquattro  Chiefe,  pair©  alle  lue  genti ,  &  k  corona  Im- 
periale.   Dall'  altro  canto  >  l'Imperatore  promettendo  di  rimettere  in  Fioren- 
za il  nipote  del  Papa,  figliodi  Lorenzo,  &  dargli  Margarita,  fua  figlia  natura- 
le per  moglie ,  &  aiutarlo  alla  ricuperatione  di  Cernia  ,  Rauenna ,  Modena,, 
&  Reggio ,  occupategli  da'  Venetiani,  &  dal  Duca  di  Ferrara,    Conucnne- 
ro  anco  di  riceuerfi  infìeme  alla  coronatione  con  le  ceremonie  confuete.  Sa- 
lo un  articolo  fu  lungamente  difputato, proponendo  i  Pontifici], che  Carlo,, 
^  Ferdinando ,  fi  obligairero  a  coilringer  con  le  armei  Luthcrani  a  ritornare 


48  CONCILIO  DI  TRENTO     Papa  Clemente  VII. 

ci3   13     all'ubedienza  della  Cliiefà  Romana ,  Se  richiedendo  gli  Imperiali ,  che,  per 
XXIX.       ridiirglijil  Papa  conuocaire  il  Concilio  generale  :  fopra  che,  doppo  longa  dif- 
cen  dar  in-    cLillìoiic  ,  elTcndo  nel  rcflo  conueniiti ,  per  non  troncare  tanti  altri  impor- 
tentione  di     j..^,-jj.j  tjjifcgni  ,  lopra  iquali  erano  in  buon  appuntamento  ,  fu  deliberato  in. 
Conci  lOf       quello  articolo  ftar  ne'  termini  generali:  &  concluib,Che,per  ridurre  i  Luthc- 
rani  all'  unione  della  Chiela  ,  il  Pontefice  s'haurebbe  adoperato  con  i  me- 
zi  fpirituaii:  3c Carlo  ,&  Ferdinando, con  i temporali:  iqualifarebbono an- 
co venuti  alle  armi ,  quando  quelli  foifcro  ftati  pertinaci  :  &  il  Pontefice  in 
quel  calo  farebbe  obligato  ad  operare,  che  gli  altri  Prencipi  Chriftiani  gli  por- 
gclfcro  aiuto. 

In  quello  tenore  fu  conclufa  la  confederatione  con  molta  allegrezza  di  Cle- 
mente,&  marauiglia  del  mondo  :  com.e,  hauendo  perduto  tutto  lo  flato,  &  la 
riputatione,  incolìbreuetcmpofoire  ritornato  nella  medefima  grandezza:  il 
che  in  Italia,laqual  vide  un'  accidente  coli  pieno  di  varietà ,  anzi  contrarietà,da 
ciafcuno  era  attribuito  a  miracolo  diuino:&  dalli  amatori  della  Corte,afcritto 
adimoflratione  difauoredi  Dioverfo  lafuaChiefa. 
diche  il  Pap*       Ma  in  Germania,  effendo  intimato  un  conuento  in  Spira  ,  alqual  fu  da- 
dà.  pane  ad»-  to  principio  li  quindici  Maizo,  vi  mandò  ilPapa,GiouanniThomafo  dalla 
na Dieta,  in    MirandoLì, per  eilortare alla  guerra  contra  il  Turco, promettendo  di  contri- 
Spir^i  |-m^j.  Q^Q  ancora  quanto  gli  concedeirero  le  fue  forze,  eifaufte  per  le  calamità 

patite  negli  annipaffati  :  &  ad  aflicurare  di  adoperarfi  con  ogni  fpirito  per  ac- 
cordar le  diflerenze  tra  l' Imperatore,  &  il  Rèdi  Francia  :  accio ,  quietate  tut- 
te le  cofe,  &  leuati  tutti  gli  impedimenti ,  fi  poteife  attender  quanto  prima  al- 
la conuocatione  ,  &  celebratione del  Concilio, per riftabilire  la  religione  in 
Germania. 
..       ,   .         Nel  Conuento  fi  trattò  prima  della  religione  :  &;  i  Catholici  penfarono  di 
battolici  prò-  niettcr  dilfenfione  tra  li  auuerfarij,diuifiin  due  openionijfeguitando  alcuni  la 
cucciano  met-  dottrina  di  Luthero,&  altri  quella  diZuinglio,  fé  il  Lantgrauiodi  Haflìa,  per- 
der dijfenjìoney  fona  prudente,&  auucduta,non  hauelle  ouuiato  al  pericolo  :  inoltrando,  che  la 
«  diffiden'^a    cliffereiitia  non  era  di  momento,  &  dando  fperanza,  che  s'haurebbe  facilmente 
neUapaneM-  concordato:  &  moftrando  il  danno,  che  farebbe  nato  dalla  diuifione,  e'iuan- 
^'^^^'  taggiojche  haurebbono  hauuto  gli  auuerfarij.Doppo  longa  difputa  nella  Die- 

ta, per  trouar  qualche  forma  di  compofitione  ,  finalmente  fi  fece  il  decreto, 
^°dccommo-  ^^^  '  elTendo  (lato  con  finiftre  interpretationi  ftorto  il  decreto  dell'  anterior 
iamente,  Conuento  di  Spira  a  defender  ogni  abfurdità  d'openioni  ;  de  per  tanto  eifendo 
necelfario  bora  dichiararlo,ordinauano,che  chi  haueua  olFeruato  l'Editto  Ce- 
fareodiVormatia,doueiIè  continuare  nell'oileruatione,  coftringendo  anco  a 
ciò  il  popolo  fino  al  Conciliojilquale  Celare  daua  certa  fperanza  che  douellè 
elTer  prello  conuocato  :  5c  chi  haueua  mutato  dottrina ,  &  non  poteua  retirarfi 
fenza  pericolo  di  teditione,  iìfermaiFc  in  quello,che  era  fatto,  noninnouando 
altro  di  più,  fino  al  tempo  del  Concilio:  che  la  Melfa  non  folfe  leuata,ne  meno 
poftole  impedimento  in  niiUm  luogo, doue  folTe  introdotta  la  nuoua  dottri- 
na: che  l'Anabattefmo  folfe  interdetto  fotto  pena  capitale,  fecondo  l'Editto 

publi- 


Papa  Clemente  Vir.         LIBRO    PRIMO.  4;^^ 

publicaro  dall' Imperarorcilqual  ratificauano:  &  che  circa  le  prc«{khe,6cfl:am-  eia  la 
pe,foirero  iemad  i  decreti  delle  due  ultime  Diete  di  Norimberg,a:eioè,  che  i  xxix. 
predicatori  iìano  circonipettijfi  guardino  dall'  oifcnder  alcuno  con  parole,  non 
diano  occalione  al  popolo  di  ibilcuariì  contra  il  Magiftratojuon  propongano 
dosami  nuoui,oucro  poco  fondati  nelle  l'acre  lettcrc:maprcdichino  l'Euangeiio 
fecondo l'interpretationc  approuata  dalla  Chiefaifenza  toccar  altre  coicchc 
fono  indirputajaipettando  la  determinatione  del  Conciliojdoue  farà  il  tutto le- 
gitimamcnte  deciib. 

A  quello  decreto  s  oppofero  l'Elettor  diSaironia,&:  cinque  altri  Prencipij  cnmradcmd* 
dicendo,  Che  non  conueniua  partirfi  dal  decreto  flitto  neli'  anterior  Dieta,  '"''"  P'jnci- 
nellaquale  fu  concclFo  a  ciafcuno  la  propria  reliaione,lìno  alConcilio:ilqual  ^''  "!"'''■' pre~ 
decreto  eilendo  tatto  di  commun  conienio  di  tutti,  non  li  potcua,lc  non  con  condlìot 
commun  confenfo,  mutare.  Che  nella  Dieta  di  Norimberga  fu  molto  chiara- 
mente veduta  l'origine  ,  S>l  caufa  delle  dilIènfioni:,Sc  il  medefimo  Pontefice  la 
confefsò,  al  quale  furono  mandate  le  dimandc,<S:  efplicati  i  Cento  grauairii:nc 
per  quello  lì  era  veduta  alcuna  emendatione.  Che  in  tutte  le  deliberationi  Tem- 
pre era  (lato  conclufoinoneller  viapiu  efpediente  per  leuar  le  controueriìcche 
il  Concilio.Quale  mentre  s'afpettajl'accet tar  il  decreto  fatto  da  lorojfarebbe  un 
negar  la  parola  di  Dio  pura,(5«:  mondaxSc  il  conceder  la  Meira,e  rinouar  gli  dif- 
ordini.  Che  lodauano  ben  quella  particola.  Di  predicar  l'Euangeiio  fecondo 
l'interpretationi  approuatedallaChiefauna  però  reflaua  indubbio,qual  folTe  là 
vera  Chiefa.Che  il  ftabilir  un  dee  reto  coli  olcuro,  era  aprir  la  ftrada  a  molte  tur- 
be ,  &  controuerfie:  &  che  però  in  nillun  modo  voleuano  afsentir  al  decreto:&: 
del  fuo  parer  n'haurcbbono  dato  conto  a  tutti ,  &  a  Celare  ancora.Et  mentre 
che  fi  darà  principio  ad  unConcilio  Generale  di  tutta  laChriftianità,ouero  Na- 
tionale  ài  Germania,  non  faranno  cofa,  che  con  ragione  pofllcirere  repro- 
bata. 

A  quella  dichiaratione  fi  congionfero  quattordici  Città  principali  di  Ger-  injlms  con 
vn^mr.èc  da  quello  venne  il  nome  de'  Protellanti,col  quale  fono  chiamati  quel-  "»o^*e  "ttÀ, 
li,che  feguitano  la  religione  rinouata  di  Luthero.Imperoche  quelli  Prencipi,&:  ""'^'    ^*'"'"  . 
Città,diedero  fuora  laloro  protefta,&:  appellatione  da  quel  decreto  a  Cerare,&  pTmT"^'' 
al  futuro  Concilio  Generale,  ouero  Nationale  di  Germania,&;  a  tutti  i  giudici 
non  fofpetti. 

Etjperchefiè  fatta  mentione  della  differentia  d'opinione  nella  materia  dell'  orlggime  ielU 
Euchariftia,traLuthero,&Zuinglio:è  ben  narrar  qui,come  eifcndo  principia-  diferen-^^sn' 
ta  la  rinouatione  della  dottrina  in  dueluoghi,&;  da  due  perfone  independcnti  cramemarie 
Tuna dall' altra:cioè,da  LutherOjinSailònia  5  &:da  Zuinglio,inZurich,efsi  fu-  *''J  ^"^^f****» 
tono  concordi  in  tutti  i  capi  della  dottrina,lìno  al  m.d.  xxv.  $^  all'hora  nell'  ef-  *    "'"^  '"' 
plìcar  ilmiftcrio  del  Sanrifllmo  Sacramento  dell' Euchari{lia,fe  ben  s'accorda- 
rono '  ambidoi  con  dire ,  che  il  Corpo ,  &  il  Sangue  di  Nollro  Signore  Giefu 
Clifift'ó  fono  nel  Sacramento  folamentein  ufo, &  fonoriceuuti  col  cuorc,& 
co'rlla  fede; Nondimeno  infegnauaLuthcro,chele  parolcdettedaNoftroSi- 
gnorcQuelloèilmio  corpo,debbiano  elfer  riceuutc  in  fenfonudo,&  fempli-, 

G 


yo  CONCILIO  DI  TRENTO     Papa  Clemente  VII. 

CI 3  13  ce  :  &  in  contrario,infegnauaZuinglio,che  erano  parole  figurate^  fpiritualmen- 
XXIX.  te,  &  facramentalmence,non  carnalmente  intefe  :  &  la  contentioiie  s'accrebl>e 
Tempre  >&  feceiì  ogni  giorno  pia  acerba  >  mafliìme  dal  canto  di  Martino  ;  il- 
quale  la  trattaua  con  maniera  alfai  afpra  verfo  la  contraria  parte.  Et  quefto 
diede  materiaa'  Catholici  nella Dietadi  Spira>tcnuta  quefto  anno  >  di  valer- 
fene  (  come  s'è  detto)  a  metter  in  diffidentia>  ócdifguftouna  parte  con  l'altra. 
Ma  il  Lantgrauio  d'Affia,  che,  fcoperto  l'artifìcio  delli  auucriarij ,  haueua  te^ 
miti  i  Tuoi  in  concordia,  con  {peranza  di  conciliare  le  contrarie  opinioni,  co- 
fi  per  mantener  la  Tua  promella ,  come  per  ouuiare  a'  pericoli  futuri  ;,  procurò, 
cheiIveni(reacolloquio,rollecitc>iSuizzeri>che  doueifero  mandare  i  iuoi;& 
airegnò  luogo  per  la  conferentia  la  Città  di  Marpurg  >  per  tutto  l'Otrobbre 
dell'  iftefto  anno  m.  d.  xxix.  Là  lì  ridulfero, di SalFonia  >  Luthero  con  doi 
difcepoli ,  &  di  Suizzeri  Zuinglio ,  &  Ecoiampadio.  Difputarono  Luthero> 
&  Zuinglio, (blamente  ;  &  la  difputa  continuò  più  giorni  :  con  tutto  ciò  non 
fu  mai  poflìbile,  che  conuenilfero  :  o  foife  quefto, perche,  elfendo  palfatala 
^  controuerfia  tanto  inanzi  ,pareuache  fi  trattale  dell'  honore  delli  autori  :  o- 
"uero  perche,comeauuienein  tutte  lequeftioni  verbali, la  tenuità  della  diffe- 
renza è  fomento  dell'  oftinatione  :  o  per  quello,  che  Martino ,  doppo  qualche 
tempo/criire  ad  un  amico,  che,Y:edendo  molto  moto  eccitato,  non  volfccon 
ia  forma  di  dire  Zuingliana,ropra  modo  abhorrita  da'  Romanifti,rendere  i  fuoi 
Prencipi  più  eftblì ,  &  efporgli  a  pericolo  maggiore.  Ma,  folle  qual  fi  voglia 
di  quelle  lacaufajuna  più  uniuerlale  è  ben  vera,  che  piacque  allaMaeftàdiui- 
na  fcruirfì  di  quella  difterentia  d'opinioni,  per  diuerfì  effetti  feguiti  doppo.  Fu 
aecelTario  metter  fine  al  colloquia  lenza  conclufìone,Xe  non  che  conuenneroj 
per  opera  del  Lantgraaio,in  quefto,  che>cirendo  d'accordonelli  altri  capi,  do- 
uelTero  per  l'auuenire  aftenerfì  dalle  acerbità  in  quefto  particolare  :  pregan- 
do Dio,che  moftraife  qualche  lume  di  concordia.  Laqual  conclufìone,quan- 
tunque  deliberata  con  prudenza  ;  &. ,  come  eflì  diceuano ,  con  carità ,  non  fc- 
guitada  fuccelfori,  ritardò  affai  il  progrefTo  della  rinouata  dottrina.  Perche, 
nelle  caufe  di  religione,ogni  fabdiuifìone  è  potente  arma  in  mano,  della  contra- 
ria parte. 
il  Papaie  Ce-  ^^^  elTendo,  come  fi  è  detto,  conclufa  la  lega  trai  Papa,  &c  l'Imperatore  i  e 
[art  fi  trouano  fermato  l'ordine  per  la  coronai  ione,  fu  deputata  per  quefto  effetto  la  città  di 
infierite  in  Bo-  Bologna  :  non  parendo  al  Papa  conueniente ,  che  quelk  folennità  fi  faceile  in 
Lagna,  Roma,con  l'interuento  di  quelli,che  doi  anni  prima  l'haueuano  faccheggiata: 

cofa  che  fu  anco  grata  a  Carlccome  quella>che  faceua  le  ceremonie  di  più  bre- 
ue  ifpeditione  :  il  che  era  defìderato  da  lui>per  pafTar  in  Germania  quanto  pri- 
ma. Arriuò  perciò  in.  Bologna  prima  il  Pontefice ,  come  maggiore  :  &  poi 
rimpcratore,addì  cinque  di  Nouembre  :,doue  fi  fermò  per  quattro  mefl,  llabi- 
tando  in  un  ifteifo  palazzo  col  Papa.  Molte  cofe  furono  trattate  da  quefti  due 
Prencipi, parte  per  quiete  uniuerfale  della  Chriftianità  ,&  parte  per  interellè 
dell'  uno,&  dell'  altro.Le  principali  furono,la  pace  generale  d'Italia,  &  l'eftin- 
tione  de'  Proteftantiin  Germania.  Dellaprimaanoii  appartiene  alfoggetto 

che 


Papa  Clemente  VII.      L  I  B  R  O   P  R  I  M  O.  ff 

che  il  aatca,parlare:maper  qiiello,che  tocca  a'  Pioteftanti,da  alcuni  confcglien    e  1 3  id 
di  Cefare  era  propofto,che,confidcraca  la  natura  de'Tedefchijtenaci  della  liber-      xxix. 
tà ,  foife  meglio  con  mczi  roaui>&:  dolci  rapprerentationi,&  diilìmulando  raoi-  «^  "«  rimefpt 
te  cofe,  operare  che  i  Prencipi  all'obedicncia  Pontifìcia  ritornalfero.  Perche,  y^  f'^''f''>^f^ 
ellèndo  ieuata  quella  protettione  a'  nuoui  Dotton,al  rimanente  farebbe  facil-    ""    """  '"* 
mente  rimediato.  Et  per  far  quefto,ilvero,&  proprio  rimedio  effer  il  Concilio: 
cofì>pcrchedaloroerarichiefto5comeanco,perchea  quel  nome  auguft;oj&:  ve- 
nerandojOgnuno  s'inclinerebbe. 

■    MailPontefìce,chedinifrunacorapÌLitemeua,chediunConcilio:&mafsi-  difuaCo  dal 
me  >  quando  foife  celebrato  di  là  da' monti,  libero>&  con  interuento  di  quelli,  i^'^p^p^rmoL- 
che  già  apertamente  haueuano  fcoiro  il  giogo  dell'  obedienzaivedeua  benifll-  '*  *'*^'<""» 
mo  >  quanto  foiFe  facil  cofa  >  che  da  quelli  follerò  perfuall  anco  gli  altri.Oltre  di 
■  ciò  conlìderaua,che,re  ben  la  caufa  lua  era  commune  con  tutti  li  Vefcouijiquali 
le  nnouate  opinioni  cercauano  di  piiuare  delle  ricchezze  poifedute;  nondime- 
no anco  tra  loro ,  Se  la  Corte  Roraana.reftaua  qualche  materia  di  dilguftijprc- 
tendendo  eflì,che  folle  ufurpatalorolacollationede'benefìcij>conlerererua- 
tioni,&:preuentioni;&  ancora  Ieuata  gran  parte  dell'  amminiftrationc,&  tirata 
a  Roma  con  euocatione  di  caufe ,  rileruationi  di  dilpenfe  i  8c  afiblutionii 
&  altre  tal  facoltà,  che  già  communi  a  tutti  i  Vefcoui,  s'haucuano  i  Pontefici 
Romani  appropriate.    Onde  fi  figuraua ,  che  la  celebratione  del  Concilio 
douelTe  eifer'  una  totale  diminutione  dell' autorità  Pontifìcalc.Perilche  voltò 
tutti  i  fuoi  penfied  a  perfuader  l'Imperatorcche  il  Concilio  non  era  utile  per 
quietare  i  moti  di  Germania:  anzi  pernitiofo  per  l'autorità  Imperiale  in  quelle 
Prouincie.Gli  conflderaua  due  forti  di  perloneinfette5lamoltitudine,&  i  Pren- 
cipi ,  &  Grandi:eirer  verifimile,che  la  moltitudme  fia  ingannata:ma  il  ibdisfarla 
nella  dimanda  del  Concilio,non  eirer  mez  o  per  illuminarla,anzi  per  introdur  la 
licentia  populare.  Se  fi  concedeilè  di  metter  in  dubio,o  ricercar  maggior  chia- 
rezza della  religione,haurebbe  immediate  pretefo  di  dar  anco  legge  ai  goucrno> 
&  con  decreti  reftringer  l'autorità  de'  Prencipi:&,quandohauefrero  ottenuto 
dieiraminare,&;  difcutere  l'autorità  Ecclefiaftica,impararebbono  a  metter  diiH- 
còltà  anco  nella  temporale.  Gli  moftrò  elfer  più  facile  opporfi  alle  prime 
dimande  della  moltitudine ,  che  doppo  hauerla  compiaciuta  in.  parte  ,  vo- 
lergli metter  termine.  Quanto  a'  Prencipi,  de  Grandi,  poteua  tener  per  cer- 
to ,  eflì  non  hauer  fine  di  pietà ,  ma  d'impadronirfi  de'  beni  Ecclchaftici, 
&  diuentar  airoluti ,  riconofcendo  niente  ,  o  poco  l'Imperatore  :  Se  mol- 
ti di  loro  conferuarfi  intatti  da  quella  contagione,per  non  hauer  ancora  fco- 
perto  l'arcano  :  ilqual  fatto  manifefto,tutti  s'addrizzeranno  allo  ftcfTo  fcopo. 
Non  clfer  dubio  ,  che  il  Pontificato  ,  perduta  la  Germania  ,  perderebbe  af- 
fai: maggior  però  farebbe  la  perdita  Imperiale,  &  della  cala  d'Auftria.  A  che 
volendo  prouedere  ,  non  haucua  altro  mezo  ,  che  feueramente  adoperare 
l'autorità  ,  &   l'imperio  ,  mentre  la  maggior  parte  l'ubidiua  :  nel  che  era 
nccelfana  la  celerità  ;  inanzi  che  il  numero  crefca  maggiormente  ,  &  ila 
fcoperto  dall' uniuerfak  il  ammodo  >  che  vilia>  fegucndo  quelle  opinioni. 

G     ij 


baiitrm  tnter 

ejfe  pxnkoU 
re. 


^__5i  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  ClementeVII. 

ci  3  1 3  AWa^é-czìtì  canto  neceiTariajnicnte  elTer  pia  contranojche  trattar  di  Concilio: 
XXX.  peixhcjqiiantLinqiie  ognano  v'inclinaire,&  non  vi  foire  pofto  impedimento  al- 
cuno^nó  (1  porrà  però  congrcgare>re  non  con  longhezza  d'anni,ne  trattar  le  co- 
icjlc  non  con  proliffità:  ilchc  folo  voleua  coniìdcrarc  :  perchc,parlare  dclli  im- 
pedimenti, cheileccitercbbonopcr  diucriì  interelTi  di  perfone,  che  con  vari 
precedili  opponerebbonoj  interponendo  dilatione  per  il  meno,  a  fine  di  venir- 
fingendo  non    ^e  a  niente,tarebbe  cola  infimita-ElIer  fparfa  fama,che  i  Pontefici  non  vogliono 

,  Concilio,per  timorcchc  l'autoricà  loro  lia  riftretta:  ragione,  che  in  lai  non  fa 

impreilione  alcuna,e[rendo  l'autorità  faa  data  da  Chrifto  immediate:  conpro- 
meifa,  che  manco  le  porte  dell'  inferno  non  potranno  preaalcre  contra  quella: 
&i  hauendorcfperienzade'  tempi  pattati  moftrato,che,per  niifun  Concilio  cc- 
lebratOjè  (lata  diminuita  l'autorità  Pontificale:anzi,che/eguendo  le  parole  del 
Signore,i  Padri  l'hanno  fempre  confeirataallolata,  3c  illimitata,  come  è  vera- 
mente. Et,quando  i  Pontetici,per  humilcà,  o  per  altro  rilpetto,lilono  aflenuti 
d'ufarla  intieramente,  i  Padri  fono  (lati  autori  di  fargliela  metter  tutta  in  ellè- 
cutione.Et  quello  può  veder  chiaro>chi  leggerà  le  cote  palfate  :  perche  fempre  i 
Pontefici  fi  ibno  valuti  di  quedo  mezo  contra  le  nuoue  opinioni  di  heretici.  Se 
in  ogni  altra  neceflità,con  aumento  dell'  autorità  loro.Et,quando  fi  volelfe  an- 
co tralafciar  lapromeifa  di  Chrifto,che  è  il  vero,&:  unico  fondamento;  &  con- 
fìderar  le  cofe  in  termini  humani,  il  Concilio  confta  di  Vefcoui:&;  a'  Vefcoui  ìx 
grandezza  Pontificia  èutile>perche  da  quella  fono  protetti  contrai  Prencipi> 
&c  popoli.  I  Rè,&  altri  foprani  ancora ,  che  hanno  intelo ,  &c  intederanno  ben 
le  regole  di  gouerno,  fempre  fauoriranno  l'autorità  Apoftolica  ;  non  hauendo 
altro  mezo  di  reprimcre,&:  tener  in  ufficio  iloroPreiati,quando  hanno  fpirito 
di  trapallare  il  grado  proprio.  Conclufe  il  Papajclfer  nell'  animo  fuo  tanto  cer- 
to deil'edltOjchepoteaa  parlarne  come  Profeta:&afFermare,che  facendo  Con- 
ciliojfcguircbbono  maggiori  difordini  in  Germania.  Perche  chi  lo  richiede, 
mette  inanzi  per  preteftcdi  continuare  fino  all'  hora  nelle  cote  attentate:  qaà- 
do  da  quello  le  openioni  loro  faranno  codannate,  che  altro  non  puoiuccedcre; 
piglicranno  altra  coperta  per  detrahcr  al  Concilio:&;  per  fine  l'autorità  Cefarea 
in  Gcrmaniarcfteràannichilata,&in  altri  luoghi  concutfa  :  la  Pontificia  in 
quella  regione  li  diminuirà,  &  nel  rello  del  mondo  s'amplificherà  maggiormé- 
tc.  Ec  però  tanto  pia  doucua  Cefarc  creder'  al  parer  fuo,quanto  non  era  mollo 
da  proprio  interelicma  da  deliderio  di  veder  la  Germania  riunita  alla  Chiefa,& 

r^^j    l'Imperatore  ubedito.Che  era  irreufcibiie,fe  non  li  foife  trasferito  m  Germania 
,  ^w.ijortanao  r  ..  r       \>  ■  ^  ■      ■  ir  i 

Cefare  i  ali"  qi-^anto  prnr.a,(3i:  nnmediate  utata  l  autonta,con  mtnnare,  che  lenza  alcuna  re- 
ufo  delt  au-  plica  folfeeireguita  lafententiadi  Lcone,*S:  l'editto  di  Vormatia,non  afcoltan- 
toricàj&alla  Jq  qualunque  cofa i  Proteftanti  iiano per  dire,dimandando  o  Concilio,©  mag- 
pr'^ai  gj^j.  inftruttione:  o  allegando  la  loro  appellatione ,  3c  protetta  ;  o  altra  ifcufa- 

tione:  che  tutti  non  poliono  clfer  fé  non  prctefti  d'impiecà:  ma>al  primo  incon- 
tro di  dilubedientia, pattando  alla  forza,  laquale  gli  t'arebbe ftata  facile ufare 
contra  pochi,hauendo  tutti  iPrencipiEcclelìaftici,&  la  maggior  parte  de' Se- 
colari,che  s'haurebbono  armato  coniai  a quefto  effetto  :  che  colij  &  non  altri- 

mcn- 


tttnt 


Papa  Clemente  VII.         LIBRO    PRIMO.  y, _^ ^ 

mcntijconuicne  all'  Ufficio  dell'  ImperaroiT ,  Aaiiocaro  della  ChiefaRonian.ij  e  i  ^  1 3 
&  al  CTÌuramenca  £itto  nclLi  coronacioiie  d'Aquilgrana,  ^  eh?  donerà  fare  nel  xxx. 
riceuer  h  corona , per  mano  (uà.  Finaimencc ,  cllcr  cola  chiaraj  che  la  tenuta 
del  Concilio,  &  qualunque  alerà  trattatione,o  negociacione,che  (ì  intiodiicd- 
fe  inquefta  occalionejneceilariamente  tciiriinerebbe  iniinaguciLa.  Elfcv' a- 
donque  meglio  tentar  di  componer  quei  dilordini  col  vigor  dell'  imperio  >5v: 
alfoUito  commando:cola>chc  lì  può  reputar  doiicrriutciriacilracnre  :  &, quan- 
do ciò  non  lì  potelTe  ben  crfectuare,  vcnu'  più  toRo  alla  forzasi:  arme5chc  rilai- 
ciar  il  freno  alia  licentia  popolare ,  alla  ambitionc  de'  grandi ,  iv  alla  peruerUtà 
degli  hcrelìarchi. 

Quelle  ragioni ,  fé  ben  difdiccuoli  in  bocca  <^iì  Frate  Giulio  de'  Medici ,  Ca-  '^f^^  Ccfureji 
ualier  di  Malta  (che  cofi  fi  chiamaua  il  Pontefice ,  inanzi  lulfe  creato  Cardina-  f""^^* 
le)  non  che  di  Clemente  Papa  fettimo,  valfero  nondimeno  apprelTo  Carlo,aiu- 
tate  dalle  perfualioni  di  Mercurio  da  Gattinara  ,  Cancellicr  Imperiale,  &  Car- 
dinale :  alqual  fece  il  Papa  molte  promelle,  &  particolarmente  d'hauer  rifguar- 
do  a' fuoi  parenti,  &  dependenti  5  nella  prima  promotione  de' Cardinali  >  che 
preparauafare:&  anco  dalla  propria  inclinatione  di  Ce(are,d'hauer'  inGerma- 
jiia  imperio  più  alFoluto  di  quello,  che  fu  conceiro  al  luo  Auo,  &c  all'  Auo  del 
Padre. 

Si  fecero  in  Bologna  tutti  gli  atti,  &  folite  cercmonie  della  coronatione,  epercloìnù' 
allaquale  fu  dato  compimento  addì  ventiquattro  Febbraro:&:  Cefare  rifolu-  '"'^  «»«  D/e- 
todipalfar  perfonalmente  in  Germania, per  metter  fine  a  quei  difordini  ,in-  *a  '"-^^S"" 
timo  la  Dieta  Imperiale  in  Augufta  per  li  otto  Aprile,  &  nel  Marzo  fi  pofc  in 
viaggio.  ' 

Partì  l'Imperatore  da  Bologna  con  quefta  ferm.arifolutione,di  operare  nel-  alUquaU  tgU 
la  Dieta  con  l'autorità,  &  con  l'imperio  ;  fu  che  i  Prencipi  fcparati  ritornaile-  arrida  colca- 
ro  air  obedicnza  della Chieia  Romana;  &  prohibir  le  prediche,  &  libri  del--^W'^^^'*"^ 
larinouata dottrina:  &c  il  Pontefice  glidiede  in  compagnia  il  Cardinal  Cam- 
peggio, come  Legato,  che  lo  feguiile  nella  Dieta.     Mandò  ancora  Pietro  Pau- 
lo Vergerlo ,  Noncio  al  Rè  Ferdinando ,  dandogli  inUruttione  di  operare  con 
liti,  chcnella  Dieta  non  fi  difputallè  ,  ne  fi  denberaiFe  coia  alcuna  delia  religio- 
ne ;  ne  meno  Ci  rifoluefie  di  far  Concilio  in  Germania  a  quello  effetto  :  &,per 
hauer  quello  Prencipe  fauoreuole,ilqualc,  come  fratello  di  Ceiarc,&;  chec- 
ra  flato  tanti  anni  in  Germania,  penfaua  che  doueife  poter  molto,  gli  concelTè 
di  poter  cauar  una  contributione  dal  Clero  di  Germania,per  la  guerra contra  i 
Tiirchi;&  di  poterfi  aìico  valere  delli  ori,&  argenti,deputati  ad  priiaiiienro  del- 
le Chiefc. 

Alla  Dieta  arriuarono  quafi  tutti  i  Prencipi  inanzi  Cefare,  ilqual  vi  gionfc  ihjuji/e  um^ 
addì  tredici  di  Giugno,  vigilia  della  Feda  del  Corpus  Domini  :  (Jk  intcruenne  dt  impegnar 
allaprocedìone  ilgiorno  feguente,nonhauendo  però  potuto  ottenere,  che  i  il-^4foncmW 
Prencipi  Proteftanti  ficontentalfero  d'elTer  prefentiilaqualcofaelfendo  feriti-  ^^^'^^"V  ^ 
ta  con  diremo  difpiaceredal  Lcgato,per  il  pregiudicio  fatto  al  Pontefice  con  ^1^]^^"  '^^'^ 
quella  (diceua egk)contumacia,per  fuperar  quello  paflo,(Sc  flir  interuenire  alle  ?«9jh«, 

G     iij 


54  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  ClementeVII. 

e  1 3   13     ceiremonie  della  Chiefa  Romana  i  Proteftanti»  fu  autore,  che  Ccfare,  otto gior- 
XXX.       ni  doppojdouendofi  darpnncipio  alla  radunanza,  ordinò  all' Elettore  di  Sallb- 
nia,  che  portalfe  la  ipada  inaiizi,  fecondo  il  fuo  ufficio  nelf  andarej  *S^  (lare  alla 
MclLi.  Air  Elettore  pareua  di  contrauenir  alla  profeffione  fua,  fé  condefcende- 
ua3  &  di  perder  la  dignità  fua,riculando:hauendo  prefentito,che,fopra  lafuarc? 
pugtianza,  Cefare  era  per  dar  l'honore  ad  un  altro.    Ma  fu  confegliato  da'  fuoi 
Theologijdifcepoli  diLuthero ,  che,  fenza  alcuna  ofFefa  della  fua  confcientia> 
poteua  farlojinteruenendo  come  ad  unaceremonia  ciuilc,  non  come  areligio- 
la:  con l'eirempio  del  Profeta  Elifeo,  ilquai  non hebbe  per  inconueniente,  che 
il  Capitano  della  militia  di  Soria,conuertito  alla  vera  religioncs'inclinaflè  nel 
tempio  dell'  Idolo,quando  s'inclinaua  il  Rè,  appoggiato  fopra  il  fuo  braccio. 
Schtvarijfo-  Confegliojche  da  altri  non  era  approuato,potendolì  da  quello  conciudere,chc 
tioigitidkij:    ad  ognuno  folle  lecito  interuenire  a  tutti  i  riti  d'altra  religione ,  come  a  cere- 
monie  ciuili  :  non  mancando  a  qual  il  voglia  perfona  ragione  di  nccelfità,  ouc- 
ro  utilitàjche  l'inducaall'  interuento.Ma  altri  a^prouando  il  confeglio,&  lade- 
liberatione  dell'  Elcttote,concludeuano  appreilo,che  fc  i  nuoui  Dottori  hauef- 
fcro  ufato  per  ilpalfato,  oc  ufalFero  all'auuenire  quella  ragione,in  moke  occa- 
(ìoni  non  farebbe  aperta  la  porta  a  diuerfi  inconuenienti  :  douendo,  con  quell* 
eirempio,eirer  lecito  a  ciafcuno,per  confcruar  la  dignità  propria,  o  io  ftato  fuo» 
o  la gratia  del  fuoSignore,o  d'altra  perfona  eminente,non  ricufar  di  predare  af- 
(Iftenza  a  qualunque  attione;allaquale,fe  ben  gli  altri  interuenilTero  come  ad  at- 
to religioio,eiro  vi  afliftellè  come  a  cofa  ciuile. 
ieon^glifeirt'       In  quella  Meira,inanzi  rOfFertorio,fece  una  oratione  Latina  Vicenzo  Pim- 
tidcl Papa,  e  pinello ,  Arciucfcouo  di  Rofano  ,  Noncio  Apollolico  :  ncllaquale  non  parlò 
dt  Cejarcjco'  ^qj^^q  jj  cofa  alcuna  fpirituale,oreligiofa:  ma  folo,rimprouerò  alla  Germania 
i-'"'  me  dtl  ^'^^^^^  fopportato  tanti  mali  da'  Turchi  fenza  vendicarli:  &c  con  molti  eifempi 
Nontio,        ^^'  Capitani  antichi  della  Republica  Romana,gli  elfortò  alla  guerra  contrà  lo- 
ro. Il  difauantaggio  della  Germania  dille  cirere,perche  i  Turchi  ubediuano  a  un 
folo  Prencipe:doae  in  Germania  molti  non  rendeuano  obedientia:  che  i  Tur- 
chi viuono  in  una  religione,  &  i  Germani  ogni  giorno  ne  fabricano  di  nuoue» 
&  lì  ridono  della  veccliia,come  rancida  :  gli  riprefc,che,volcndo  far  mutationc 
di  fede,n6  ne  hauelTero  cercato  almeno  una  più  fanta,&  più  prudéte.Chcimi- 
tando  Scipion  Nafica,Catone,il  popolo  Romano,  Se  i  loro  maggiori,  haureb- 
bono  oiferuato  la  Catholica  religione:gli  eirortò  finalmente  a  lalciar  quelle  no- 
uita, (Se  attendere  alla  CTuerra. 
t  più  chUrx-        Nel  primo  confello  della  Dieta,  il  Cardinal  Campeggio,Legato,prefcntò  le 
mente  peri  o-  \^^x.l<z^Q  della  fua  legatione,  &c  fece  una  oratione  Latina  nel  conucnto,  in  prefen- 
ramne  e    e     .^.  q^^       j   foftanza  dellaquale  fu ,  Che ,  delle  tante  fette,  lequali  in  quel 
^■g^  tempo  regnauauo,  la  cauta  era  la  canta  &Deneiiolentiaeihnta:  chelamuta- 

tione  della  dottrina,  &  de'  riti,haueua  non  folo  lacerata  la  Chiefa,ma  horribil- 
mente  deftrutto  ogni  politia.  Alqual  male  per  rimediarci  Pontefici  palTati  ha- 
uendo  mandato legationi  alle  Diete,  &  non  eilcndofi  fatto  fiaitto ,  Clemente 
haueiia  inaiato  luipereirortare,cófegliare>&  operar  quel  tuttojche  haueire  po- 
tuto 


Papa  Clemente  VII.         LIBRO  PRIMO.  S5 . 

tuto  per  reftituir  la  religione  :  Se  lodato  l'Imperatore ,  eifortò  tutti  ad  ubedire 
qiiello,cheordinerà,&  nfolueràjaelle  caule  della  religione,  6i  intorno  gli  arti- 
coli della  fede.Eirortò  alla  guerra  contra  Turchi,proi-ncttcndo,cke  il  Papa  non 
perdonerà  alla  Ipefa  per  aiutargli.  Gli  pregò,  per  amordi  Chrifto,per  la  lalute 
della patria,3c  loropropria,che,dcpofti  gli  errori,  attendellero  a  liberar  la  Ger- 
i«ania,&  tutto'l  Chriftianelmo.Chccolì  faccndo,il  Papa,rucceiror  di  S.Pietro, 
gli  daua  la  benedittione. 

All' oratione  del  Legato,  di  ordine  dell'  Imperatore,  »?:  della  Dieta,  rifpo-  aUaqmle  è 
fé  il  Mogontino  :  Che  Celare  ,  per  debito  di  lupremo  auuocaco  della  Ghie-  ri^ojìa  dalla 
fa,  tenterà  tutti  i  mezi  per  componete  le  difcordie  ;  impiegherà  tutte  le  Tue  •^/"'*  'nter-^ 
forze  nella  guerra  contra  Turchi  ;  6c  tutti  i  Prencipifigiongeranno  conlui,o-  *"'"'  g^n»aUy 
perando  fi  fattamente ,  che  le  loro  attioni  faranno  approuatc  da  Dio,&  dal  Pa- 
pa. Vdite,doppo  quefto, altre  legationi,  l'Elettor  di  SalIbnia,con  gli  altri  ^-p     n-^ 
Prencipi,&  Città  Proteftanti,  congiontc  feccprefentò  all'  Imperatore  la  Con-  „•  -vipreltma- 
feflìone  della  loro  fede,  fcritta  in  Latino,  &:Thedefco,  facendo  inftantia,che  mUlorCon-r 
folle  letta  :  ne  volendo  l'Imperatorcche  fi  leggeife  in  quel  publico  confelfo,  fu  fifsione, 
rimcrtb  quefto  al  giorno  feguente,  quando  il  Legato ,  per  non  riceuer  qualche 
pregiudicio,non  volle  interuenire  :  ma,congregatiiPrencipi  inanzi  all'Impe- 
ratorcin  una  fala  capace  di  circa  dugento  perfone,fu  ad  alta  voce  letta:&:  leCit- 
tà,  chefeguiuano  la  dottrina  di  Zuinglio  l'eparatamente  prefentarono  la  con- 
feflìone  della  loro  fede  > non  differente  dalla  fudetta>  fé  non  nell'  articolo  dell* 
Euchariftia. 

La  Confedìone  de'  Prencipi>che  poi  da  quefto  Comitio  doue  fu  letta,  fi  nomnata da 
chiamò  Auguftana>conteneuadueparti.Nellaprima,  erano  efpofti gli  artico-  '^'*'^  t^mpst 
li  della  loro  fede  in  numero  di  ventuno  :  dell' VnitàDiuina,  del  Peccato  ori-  -^"^"J^'*"^» 
ginale,  dell'  Incarnatione, della  Giuftificatione,  del  Minifterio  Euangelico, 
della  Chicfa ,  del  Minifterio  de'  Sacramenti ,  del  Battefimo ,  dell'  Euchariftia, 
della  Confefllone ,  della  Penitentia,  dell'  Vfo  de'  Sacramenti ,  dell'  Ordine  Ec- 
clefiaftico,  de'  Riti  della  Chicfa,  della  Republica  ciuile,  del  Giudicio  finalcdei 
Libero  arbitrio ,  della  Cauta  del  peccato,,  della  Fede,  &  Buone  opere,  del  Cul- 
to de'Santi.^  Nella  feconda,eranoefphcati  i  dogmi  differenti  della  Chiefa  Ro- 
mana, Se  gli  abufi,  che  i  Confeflìonifti  reprobauaao  :  6c  quefti  erano  cfpli- 
cati  in  articoli  fette  aifai  longamente  diftefi  :  della  Santa  communione,  del 
Matrimonio  de'Prcti,dellaMeira,  della  ConfciTionc,  della Diftintione  de' ci- 
bi, de"VotiMonachali>  ideila  Giurifdittione  Ecclefiaftica.  Si  oi^eriuano  in 
fine,bifo^nando,di  prefentar  ancóra  informatione  più  ampia.    Ma  nel  proc-  "J^*"'!/^"»»  «» 
mio  di  ella  efpofero ,  hauer  meftb  in  fcritto  la  fua  Confcilìonc,  per  obedii  alla  ^'^^^'"'^^^^  ^ 
f  ropoftadi  fuaMaeftà ,  che  tutti  doueileraprefentargli  la  loro  openione  :    i<c  '^^^'^^^^""^»  ■ 
però,  fé  anco  li  altri  Prencipi  daranno  in  fcritto  le  loro  ,  fono  apparecchiati 
di  conferir  amicabilmente  ,  per  venir  ad  una  concordia  :  alhquale  quando 
non  fi  pofsi  pcruenire,  hauendo  la  fua  Maeftà  in  tutte  le  precedenti  Diete  fat- 
to intendere,  di  non  poter  determinare,  &  concludere  alcuna  cola  in  materia 
di  religione, per  diueifi  rifpetti  all'  hora  allegati  3.  ma  ben  elscr  per  operare 


5<5  CONCILIO    DI   TRENTO     Papa  Clemente  VII. 

e  13  13    col  Pontefice  Romano,  che  ila  congregato  un  Concilio  Generale  :  &  final- 
xx.v'.       mcriCCj  hauendo  fatco  dir  nel  conncnco  di  Spira  ,  che  clfendo  vicino  a  com- 
ponc'iiìlcditterentiecra  iuaMacftàj  &  riilellb  Pontefice  ,  non  fipoteua  più 
«ndconàlio:  ciLi'oiuue,  che  il  Papa  non  folFe  per  acconfenrir  al  Concilio  j  fi  oii-eriiiano  ài 
comparire,  &  di  render  ragione,  &  difender  la  loro  catiia  in  un  tal  Genera- 
Iclibcro,  &c  Chriftiano  coniellb ,  dclquale  fi  è  Tempre  trattato  nelle  Diete  ce- 
lebrate gli  anni  del  ino  Imperio.     Alqual  Concilio  anco,  &:a  tua  Maeftà  in- 
fieme,hanno  in  debita  forma  di  ragione  appellato  :  allaqual  appellatione  an- 
-cora  adherifcono:  non  intendendo,  ne  per  quello  trattato,  ne  per  alcun  altro, 
abandonarlaife  la  difl-ercntia  non  farà  prima  in  carità  ridotta  a  concordia  Chri- 
ftiana. 
(tìiulfo  del  Le-       ^^^  4^^*^^  giomo  non  fi  pafsb  ad  altro  atto.  Mariraperatore,  prima  che  far  ri- 
gitofopradn  folutionc  alcuna,volle  haucr  rauuifo  del  Legato:  ilquale,letta,&  cófiderata  co 
ta  Confifìlo-    iTheologi  d'Italia  condotti,la  Confeflioncfeben  ilgiudicio  loro  fu,che  fi  do- 
"*'  uelfe  oppugnarci  publicare  fotto  nome  di  lui  una  cenfura  :  con  tutto  ciò,  e- 

gli,  preucdendo,che  haurebbedato  occafione  di  maggiori  tumulti  :  &  dicendo 
chiaramente,  che  quanto  alla  dottrina  in  buona  parte  ladifFercntiaglipareua 
verbale,&  poco  importaua  il  dir  più  ad  un  modo  che  adun  altro:&  nò  eifer  ra- 
gioneuole,che  la  Sede  Apoftolica  entri  in  parte  nelle  difpute  delle  Scuole^non 
conienti,  che  il  Tuo  nome  foirepofto  nelle  contentioni.  Et  all'  Imperatore  fece 
rifpofta  ,  che  non  faceua  bifogno  per  all'  hora  entrar  in  ftretto  ellàmine  della 
dottrina:  ma,confiderare  relfempiojche  s'haurebbe  dato  a  tutti  li  fpiriti  inquie- 
ti,&  fottili,a  quali  nonhaurebbono  mancato  infinite  altre  nouitàda  propor- 
re,con  non  minore  vcrifimilitudinc:lequali  auidamentefarebbono  ftate  udite, 
per  ilprurito  d'orccchie,che  eccitano  nel  mondo  le  nouità.Et  quanto  agliab- 
..  .  ufi  notati  ,  il  correggerli  cauierebbe  maggiori  inconuenienti  di  quelli,  che  fi 
'  "d'\'^uditó-  P^"^*^  rimediare.  Ilùio  parere  eirercche,  eifendo  letta  la  dottrina  de' Luthera- 
'rid'fffa:  ni,  per  leuare  il  pregiuditio,  fofie  letta  una  confutatione  parimente ,  laquale 
non  fi  publicalTe  in  copie,  per  non  aprir  ftrada  alle  difpute  :  &  s'attendefle  col 
mezo  del  ncgotio  ad  operare,che  i  Proteftanti  ancora  s'afteneifero  dal  caminar 
piuiflanzi,proponendofauori,*3^  minacce.Ma,laConfe(rione  letta  negli  animi 
de'  Catholici,  che  l'udirono,  fece  diuerfi  eifetti  :  alcuni  hebbero  i  Proteftanti 
per  più  empi  di  quello,che  fi  erano  perfuafo,  prima  che  follerò  informati  delle 
lor  particolari  opinioni:altri  in  contrariojrimefiero  molto  del  cattiuo  cócetto» 
in  che  gli  haueuano,  riputando  i  loro  fenfi  non  tanto  alfurdi,  quanto  haueuano 
ftimato:anzi,quanto  a  gran  parte  degli  abufi,confeirauano,che  con  ragione  era- 
no riprefi.  Non  è  da  traiafciare,che'l  Cardinal  Mattheo  Langi,Arciuefcouo  di 
Salzburg,a  tutti  diceua,  ElTer  honcfta  la  riforma  della  Meifa,  &c  conueniente  la 
libertà  ne'  cibi,  &giufta  la  dimanda  d'elfere  fgrauati  di  tanti  precetti  humani: 
ma  che  un  mifero  monaco  riformi  tutti,non  elfer  cofa  dalopportare.Et  Corne- 
lio Scopero,Secretario  dell'  Imperatorcdilfe ,  Che  fé  i  predicatori  Proteftanti 
hauetrero  danari,  facilmente  comprerebbono  dagli  Italiani qual  religionepiu 
gli  piaceire:  ma,fenza  oro,non  poteuano  fperarc  che  laloro  potelTe  rilucere  nel 
mondo. 

C  efare 


Papa  Clemente  VII.         LIBRO    PRIMO.  57 

Cefarcconforme  al  confeglio del  Legato,approuato  da*  confeglieri  piopiij     e i »  1 3 
ancora>  defiderofo  di  componer  il  ructoconlanegociationcccrcòpriinadilè-      J^^^' 
parar  gli  Ai-nbalciarori  delle  Città  dalla  congiontione  coii  i  Prencipr.il  che  non  ^f^l'J'^'^^ 
eirendoriufcito/ece  far  una  confutatione  della  Scrittura  de'  Protcilanti,&una  i^^^ato,  fa 
altra  a  parte  di  quclla,cheproduircro  leCittà:&,conuocata  tuttala  Dieta,diirc  rifriìnr  detti 
a'  Proteftanti  dliauer  coniìderato  la  confclTionc  prefcntatagli,&  dato  ordine  ad  Confeftimt: 
alcuni  pij,&:  cruditi,didouernefaril  lorogiudicio:  &  quikce  leggere  una  có- 
futationc  d'eiramella  quale  tallatc  molte  delle  opinioni  lorojnel  fine  fi  confelTa- 
uà  j  nella  Chiefa  Romana  elfer'  alcune  cofe  ,  che  mcritauano  cmendationc: 
allequaliCefarepromietteuajche  farebbe  proueduto:&:  però  douelFcro  i  Prote- 
ftanti rimetterli  a  liai,&  ritornar  alla Chiefa:certificandoli,cheottenerebbono 
ogni  loro  giufta  dimandarma  altrimenti  facendo,egli non  mancarebbedimo- 
ftrarfi  protettore^  defenfore  di  quella. 

I  Prencipi  Proteftanti  s'offerirono  pronti  per  far  tutto  quello,che  fi poteuaj  ^**.^r'^' 
falua  la  coni cienza:&  fc  con  la  Scrittura  diuina  in  mano  gli  folfe  moftrato,e(rer  i^^J^"  ^  **"  * 
qualche  errore  nella  loro  dottrina,  di  correggerlo:o,fe  vi  folfe  bifogno  di  mag- 
gior dichiaratione»  dichiararla.  Et,perche  de'  capi  propofti  da  loro,alcuni  nella 
confutatione  gli  erano  conce(Iì,altri  rifiutatile  delle  confutationi  gli  foife  data 
Copia,fi  efplicarebbono  più  chiaramente. 

Dopo  molte  trattationi,  finalmente  furono  eletti  fette  de' Catholici,&:  fette  cefwtconfot' 
de*  ProteftantijiqualiconferilTero  infieme,per  trouarmodo  dicompofitioneme  te  ad  umiliti 
potendo  conuenire,il  numero  fu  riftretto  a  treper  parte:&  fé  ben  furono  accor-  /e»*e«^«» 
dati  alcuni  pochi  ponti  di  dottrina  meno  importanti,&  altre  cofe  leggieri  ap- 
partenenti ad  alcuni  riti;  finalmente  fi  vide,  che  la  conferenza  non  poteua  in 
modo  alcuno  terminar  a  concordia.  Perche  nilTuna  delle  parti?  fi  diiponeua a 
conceder  le  cofe  importanti  all'  altra.  Confumati  molti  giorni  in  quefta  tratta- 
tione  j  fu  letta  la  confìitatione  della confeflìoneprefentata  dalle  Città:la  qual 
udita,  gli  Ambafciatori  di  quelle  rifpofero.  Che  erano  recitati  molti  articoli 
della  loro  Scrittura  altrimenti»  che  da  loro  erano  ftatifcritti:&  tuate  a  cattino 
fenfo  molte  altre  delle  cofe  da  loro  ipropofte, per  rendergli odiofi.Allequali 
obiettioni  tutte  haurebbono  rifpoftojfe  gli  folte  data  copia  della  confutatione. 
Fra  tanto  pregare,che  non  fi  vogliacredere  calonniajmaafpettarc  d'udire  la  lor 
difefa.Fu  negato  di  dargli  copia,con  dire,Che  Cefare  non  vuole  permettere,che 
le  cofe  della  religione  fianopofte  in  difputa. 

Tentò  l'Imperatore jper  via  della  prattica,diperfuadere  i  Prencipi>mafsime  poi  tepta  U 
con  dire,Che  efli  erano  pochi,  &  la  loro  dottrma  nuoua:che  eraftata  fufficien-  t''*  felle f  rat- 
temente  confutata  in  quefta  Dieta  :  efTer  grande  l'ardire  loro  di  voler  dannar  "^^^^ 
d'errore,(5c  herefia,&  falfa  religione,rimperial  Maeftà,tanti  Prencipi,&Stati  di 
Germania,  co' quali  comparati  effi,  non  fanno  numero:&;  quello  che  è  peggio, 
hauer  anco  per  heretici  i  lor  propri)  padri,&;maggiori:6s:  dimandar  Concilio, 
ma  nondimeno,  tra  tanto,volendo  caminar  inanzi  negli  errori.Le  quali  porfua- 
fioni  non  giouando,poiche  negauano  la  loro  dottrina  efler  nuoua,&:  i  riti  della 
Romana  Chiefa  eirereantichiiCefare  mettendo  in  opera  gli  altri  rimedij,con- 

H 


5S  CONCILIO   DI  TRENTO        Papa  ClbmenteVII. 

e  1 3  1 3    icgliati  dal  Legato  Campeggio,  fece  ti-attar  con  ciafcimo  a  parte,  proponendo 
XXX.        qualche  fodisfattione  nelle  cole  di  loro  interelTcmolto  deridcrate:&  anco  met- 
tendo loro  inanzi  diuerfe  qppofìtionÌ5&  attrauerfamenti,  che  egli  hanrebbe 
eccitati  alle  cofc  loro,mentre  pcrfìfteirero  fermi  nella  rifolutione  di  nonriunirlì 
alla  Chiefa.MajO  perche  quei  Prencipipenfaircro  di  far  ben  i  fatti  loro,perreue- 
randojo  pur,perche  anteponcllero  ad  ogni  altro  intereirc  il  confcruar  la  religio- 
ne apprcla;gli  ufficijjie  ben  potenti,non  partorirono  effetto.Nc  meno  potè  otte- 
ner Celare  da  loro,che  fi  contentaircro  di  conceder  nelle  lor  terre  reifcrcitio 
della  religione  Romana,fìno  al  Concilio,cheegliprometteiiadouerfì  intimare 
fra  fei  meli  :  hauendo  i  Proteftanti  penetrato,  ciò  eifer' inuentione  del  Legato 
Pontificio ,  ilqual  non  potendo  ottener  di  prelentc  il  Ilio  intei-ito,giudicaLia  far 
aifai,  fé  con  ftabiHr  in  ogni  luogo  Tuto  della  dottrina  Romana,metteire  confu- 
iione  ne'  popoli  già  alienati,onde  reftalfe  la  via  aperta  alli  accidcnti,ch.e  poteirc- 
ro  dar  occalìonc  d'eftirpar  la  nuoua.  Perche,  quanto  alla  promellà  d'intimar  it 
Concilio  fra  (ei  mefi,  iapeuaben,  che  molti  impedimenti  s  haurebbono  potuto 
alla  giornata  pretendere ,  per  metter  dilationc>  6c  finalmente  per  deluder  ogni 
afpettatione. 
ede(iedo  quel-      Non  haucndofi  potuto  concludere  alcuna  cofa,  partirono  i  Proteftanti  in 
ievam.adun  fine  d'OttobbreiSc  Cefarc  fece  un'Editto,perftabiliméto  degl'antichi  riti  della 
Editto  rigoro'  religione  Càtholica  Romana  :  ilquaìc  in  fomma  conteneua,Che  non  il  mutallè 
*^*  cofa  alcmia  nella  MeiTa,  nel  Sacramento  della  Confirmatione5&:  dell'  Eftrema 

ontione:  che  le  imagini  non  foifcro  leuate  d'alcun  luogo,&  le  leuate  foflero  ri- 
poftc  :  che  non  folle  lecito  negar  il  libero  arbitrio,ne  meno  tener  opinioncche 
la  fola  fedegiuftifica:chefi  conferuairero  i  Sacramenti ,  le  ceremonie,  i  ritiV 
l'eirequie  de' morti  nel  iriedefiir.omodoiche  i  benefici)  fi  delTero  a  perfone  ido- 
nee 5  ^  che  i  Preti  maritati  o  lafcino  le  mogli,o  fiano  foggetti  al  bando:tutte  le 
védite  de'  beni  della  Chiefa5&  altre  ufurpationi,fiano  irritateaiell'  infegnare,«Sd: 
predicarc,aó  lì  polli  ufcir  di  quelli  terminitmafi  ellorti  il  popolo  ad  udir  laMelr 
ra,inuocar  la  Vergine  Mariar&  gli  altri  Santi,oireruarleFefte,&digiuni:doue  i 
monafterij ,  &  altri  facri edifici)  fono  flati  deftruttijllano  reedificati:^  fia ricer- 
cato il  Pontefice  di  far  il  Concilio:&:  inanzi  fei  nKÌì?intimarlo  in  luogo  idoneo; 
de  doppo  fra  un  anno,alpiulongo,dargliprincipio:che  tutte  quefte  colefiano 
ferme  ,  &  (labili  :  &  niifuna  appcllatione:>o  eccettioncche  fé  gli  faccia  contrae 
habbia  luogo:»3i:  che,  per  conieruar  quefto  decreto,  ognuno  debbia  metter  tut- 
te le  lue  forze,  «S:  facoltà,  6c  la  vita  ancora,  &  il  fangiic:&:  la  Camera  proceda 
centra  chi  s'opponerà. 
il  Papa  >mal      11  Pontefice ,  hauuta  notitia  delle  cofe  nella  Dieta  fuccelTcper  auifo  del  fuo. 
foddisfatio  di  Legato,futoccato  d'un  interno difpiaccre  d'animo,fcoprendo,che,fe  ben  Car- 
c,  ars ,  tmra  j^  h^ucua  riceuuto  il  fuo  confeglio,ufando  l'imperio,  &  minacciando  la forzaj, 
'"iT^y^/t   perònonhaueua  proceduto, come  Auuocato  della  Chiefa  Romana,  alquale 
gnu,ejojfe.  h  ^^^^^  appartiene  prender  cognitione  della  caufa,ma  circr  mero  eifecutore  de'  de- 
creti del  Pontefic.e:a  che  era  affatto  contrario  rhauerriceuuto,&  fatto  leggerle 
confeflìoni,&:rhauerinftituito  colloquio  per  accordar  le  differenze.  Si  doleua 

fo- 


Papa  Clemente  VII.         LIBRO    PRIMO.  59 ^ 

fopra  modo,  che  alcuni  ponti  follerò  accordati  :  8c  maggiormente ,  che  haiicf-    ci  3  1 3 
fé  acconfencitoi'abolitione  d'alcuni  riti:  parendogli,  che  l'autorità  Pontificia     xxxi. 
foire  violata,  quando  cofedi  tanto  momento  fono  trattate  lenza  pcrticipatio- 
ne  Tua  :  Te  almeno  l'autorità  del  Ilio  Legato  folle  interuenuta ,  s'haurcbbc  potu- 
to colerare.    Confìderaua apprello ,  che  l'haucr  a  ciò  conientito  i  Prciari ,  era 
con  fommofuo  pregiudicio:  &  fopra  tutto  glipremeualapromeila  del  Con- 
cilio, tanto  abhorrito  da  lui  :  nellaquale,  fé  ben  parcua  fatta  honorcuolc  m.en- 
rione  dell'  autorità  fua,pcrò  l'hauer  prefcritto  il  tempo  di  lei  mcfi  a  conuocar- 
lo,  &;d'un'  anno  a  principiarlo,  era  metter  mano  in  quello ,  che  è  proprio  del 
PonteHce,&:  far  l'Imperatore  principale,&  il  Papa  miniftro.  OHcruando  quelH 
principi],  condufe,  che  poco  buona  fperanzapotcua  haucr  nelle  cofedi  Ger- 
mania, ma  che  conueniuapenfaread  undcfcnfiuo  , accio  limale  non  palfaf- 
fe  air  altre  parti  del  corpo  della  Chiefa.     Et ,  poiché  non  fi  poteua  rifar  altri-  mxpnriper  U 
menti  il  palfato,era  prudenza  non  moftrar  che  folfe  contra  fuo  volere  ,  ma  ""^^^'l^^^y^f' 
farfeneclFo  autore,  douendo  in  tal  modo  riceuer  minor  percolfa  nella  riputa-  "''^ 'y^rw/- 

tione.  Ho,  e  m  ferine 

Pertanto  diede  conto  delle  cofepallìitea  tutti  i  Rè,&  Prcncipi:fpedcndo  a  Prenàpi: 
file  Fettere  lotto  il  primo  Dicembre ,  tutte  dell'  iftelfo  tenore ,  Che  fpcraua  po- 
terfi  eftinguer  l'herefia  Lutherana  con  la  prefentia  di  Cefare:  3c  che  per  tal  cau- 
fa  principalmente  era  andato  a  Bologna  per  fargliene  inftanza,  te  ben  lo  conof- 
ceua  in  ciò  da  fé  fteifo  alfai  animato  :  ma,hauendo  auifi  dell' Impcratore,&  del 
Campeggio,fuo  Legato,che  iProteftanti  fi  fono  fatti  più  oftinatijelfo,  haucn- 
do  communicato  il  tutto  con  i  Cardinali,  &  infieme  con  loro  hauendo  chiara- 
mente veduto,che  non  vi  refta  altro  rimedio,fe  non  l'ufato  da'  maggiori,  cioè, 
un  General  Concilio:per  tanto  gli  elforta  ad  aiutar  con  la  prelentia  loro,o  vera- 
mente, per  mezo  di  Ambafciatòri  nel  Concilio ,  che  fi  conuocherà ,  una  caufa 
cbfifanta,cheegli  quanto  prima  fi  potrà  ,  ha  deliberato  metter'  in  effetto,  inti- 
mando un  Generale,^  libero  Concilio  in  qualche  luogo  commodo  in  Italia. 
Le  lettere  del  Pontefice  furono  a  tutto'l  mondo  note ,  facendo  opera  i  miniftri  ,«^  /^  f;,^  ^_ 
Pontifici)  in  ogniluogo,che  palIalferoanotitiaditutti:nonperche,ne  il  Papa,  mulatione, 
ne  la  Cortc,defiderallcro,o  V  oleifero  applicar  l'animo  al  Concilio,  dalquale  e- 
rano  alieniflimi  :  ma,per  trattener  gli  huomini ,  accio ,  con  faipettatione ,  che 
gli  abufi,&inconuenientifarebbono  predo  rimediati ,  reftairero  fermi  neii'  u- 
bedientia.  Però,  pochi  reftarono  ingannati  :  non  elfendo  ditficile  icoprircche  ty.„„^  ^.^'^ 
l'inftanza  fatta  a  Prencipi  di  mandare  Ambafciatòri  ad  un  Concilio ,  delqualc  mondo  poca 
non  era  determinato  ne  tempo,neluogo,nemodo,era  troppo  afi:ettatapreuen-/f<^«-" 
tione. 

Ma  iProteftanti  da  quelle  lettere  prefero  effi  ancora  occafione  difcriucrc  ediProtefian- 
medefimamenteà  i  Rè,&  Prencipi  :  &  l'anno  feguentcnel  mefc  diFebbraro,  t' frimm an- 
per  nome  commune  di  tutti,formarono  una  lettera  a  cialcuno,  di  quefto  teno-  ,  ''f"j^tter<: 
re  :  Elfere  nota  alle  Maeftà  loro  la  vecchia  querimonia  fatta  dalli  huomini  pij  j>y.^nl!piLr 
contrai  viti)  Ecclefiaftici,  notati  da  Giouanni  Gerfone ,  Nicolò  Ckmangis,,5v:  lordifioipa, 
altri  in  Francia  :  ^  da  Giovanili  GoUeto  ,  in  Inghilterra  j  <Sc  da  altri  altroue: 

rì   ij 


__6o  CONCILIO   DI   TRENTO    Papa  Clemente  VII. 

e 1 3  1 3    ilche  anco  era  auuenuto  in  qucfti  proffimi  anni  in  Germania  :  nata  occafione 
XXXI.       per  il  dereftabilc,  &  infame  guadagno,che  alcuni  monaci  faceuano,  publican- 
do  Indulgenze.  Et  da  queftojpalfando  a  narrar  tutte  le  cole  doppo  fucceflè ,  fi- 
no air  ultima  Dietajfeguirono  dicendcChc  iloroauuerfarij  erano  intenti  ad 
eccitar  Cefare ,  &  altri  Rè,contra  loro ,  ulando  varie  calunnie:  legnali  fi  come 
hanno  ributtate  nella  Germania ,  cofipiu  facilmente  le  confuterebbono  in  un 
richiedono      Concilio  generale  di  tuttol  mondo  :  alquale  fi  rimetteranno,  purché  fia  ta- 
daddouero  il  le ,  che  in  lui  non  habbiano  luogo  i  pregiudicij ,  &i  affetti.    Che  tra  le  calon- 
c  oiìciuo  ,pey  j^  j^  j^j.^  loro,quefta  e  la  principale,Che  dannino  i  Magiftrati  j  te  fminuifcano 
fioL'"appo      ^^  dignità  delle  leggi  :  il  che  non  folo  non  è  vero  :  ma,  fi  come  hanno  moftra- 
Cefars:  to  nella  Dieta  d'Augufta,  la  lor  dottrina  honora  i  Magiftrati ,  defende  il  valor 

delle  leggi  più  che  fiaftato  mai  fatto  nelle  altre  età,  infegnando  a  Magiftra- 
ti, che  lo  ftato  loro,  8c  quel  genere  di  vita  è  gratiftìmo  a  Dio  :  &  predican- 
do a'  popoli,  che  fono  tenuti  a  preftar  honore,  de  obcdienza  al  Magiftrato,  per 
eommandamento  di  Dio  ,  ilquale  non  lafcerà  fenza  punitione  i  difiibedien- 
ti  :  poiché  il  Magiftrato  ha  il  gouerno  per  ordinatione  diuina.    Che  hanno 
voluto  fcriuerquefte  cofe  ad  elliRè,(3<:  Prencipi  di  tanta  autorità  ,  per  fcol- 
parfi  apprefib  loro ,  pregandogli  a  non  dar  fede  alle  calonnie  ,  3c  feruar  il  lo- 
ro giudicio  intiero,  fino  che  gli  imputati  habbiano  luogo  di  fcolparfipubli- 
camcnte.    Et  per  ciò  vogliano  pregar  Cefare,  che  per  utilità  della  Chiciacon' 
greghi  quanto  prima  un  Concilio  pio ,  libero,  in  Germania:  &  non  voglia  pro- 
cedere con  la  forza,  fino  chela  cofa  non  fia  difputata>  &  definita  legitima- 
mentc. 
«cfee  è  comf-      Rifpofe  il  Rè  di  Francia,  con  lettere  molto  ufficiofe,in  foftanza  rendendo 
pojìo  dathl^è  gr^^tic  della  communicationed'un'aftare  di  tanto  momento:  moftrò  eircrgli 
i/^n'"*^  ftato  molto  grato  intenderla  lor  difcolpatione  ;  approuar  rinftanza>che  i  vitij 
'  fiano  emendati,nel  che  troueranno  congionta  anco  la  volontà  fua  con  la  loro» 
La  richiefta  delConcilio  efier  giufta,&fanta,anzi  neceiraria,non  folo  per  i  bifo- 
gni  di  Gcrmania,ma  per  rutta  la  Chiefa  :  non  elTcr  cofalhonefta  venir'alle  armi> 
doue  fi  può  con  la  trattatione  metter  fine  alle  controuerfie.  Del  medefimo  te- 
nore furono  anco  le  lettere  del  Re  d'Inghilterra ,  oltre  che  in  particolare  fi  di- 
chiarò defiderare  elfo  ancorai!  Concilio»  &  volerfi  interporre  con  Carlo  per 
trouar  modo  di  concordia. 
*  di  Cefare        Andata  per  tutta  Germania  la  notitia  del  decreto  Imperiale, immediate  fa 
Pjf»,  che  vide  dato  principio  ad  accufar  nella  Camera  cfiSpiraquelli,chefeguiuanolanuoua 
il  [ho  Editto  i-eligione,da  chi  per  zelo:&  daaltri,per  vendetta  di  proprie  immicitie:&  da  al- 
inutile  3  e  dif-  ^^^^^  ancora,per  occupar  i  beni  òAìi  auuerfarij:  furono  fette  molte  fentéze,mol- 
frcTi^tot       ^^  dichiarationi,&  molte  confifcationi  contra  Prencipi,Città,&:priuati:&  nif- 
funahebbeluogcfenon  qualcuna  contra  quelli  priuati,ibeni  de'quali  erana 
nel  dominio  de'  Catholici.   Dalli  altri  le  fentenze  erano  fprezzate  con  gran  di- 
minutioncnon  folo dellariputatione  della  Camera, ma  anco  di  queftadi  Ce- 
fare :  ilqudc  fi  auuide  prefto,  che  la  medicina  non  era  appropriata  al  male» 
che  quotidianamente  andana  facendofi  maggiore.  Perche  i  Prencipi,  &c  Cit- 
tà 


Papa  CiiMENTE  VII.         LIBRO   PRIMO.  Ci 

tàPiotcftanti ,  oltre  il  tener  poco  conto  de  giudici]  Camerali ,  fi  erano  riftrct- 
ti  tra  loro,  &:preparatialladifera,&:forti(ìcariri  anco  con  le  intelligenze  fo- 
reftiere:  fichejcaminando  le  cofcinanzi,  ilvcdcuanafcerc  una  guerra  pcrico- 
lofa  per  ambe  le  parti  :  &  in  qualunque  modo  l'efiìto  lliccedefTe,  pcrnitiofa  al- 
la Germania.  Perilchc  concetH",  che  alcuni  Prencipi  fi  interponcirero,  &  tro-  ^"^'fr'mna 
uaiTero  modo  ài  concordia.     Per  quello  effetto  anco  fi  ncgotiarono  molti  *  *^"'t'-^''- 
capij  Se  conditioni  di  conuentione  per  tutto  qucito  anno,  del  m.  d.  xxxi.Et  ^  affemata 
per  dargli  qualche  eondufioncfu  ordinata  una  Dieta  in  Ratilbona  per  Tanno  Dieta  /w»^ 
kguente.  t'ubona: 

Tra  tanto  le  cofe  reftauano  piene  di  fofpcttioni ,  onde  le  diffidentic  tra  l'u- 
na  parte  &  l'altra  più  tofto  crclceuano.Etoccorlc  queft'  anno  anco  ne'  Suizze- 
ri  un  notabile  euento,il  quale  fu  caufa  ài  componer  le  cofe  tra  loro.Imperoche, 
quantunque  la  controucrfia ,  nata  per  caufa  della  religione  tra  quei  di  Zurich,  ;„  ^.^^    ^^. 
Berna,  &  Bafilea  da  una  parte,contra  i  Cantoni  Pontifici) ,  folfe  ftata  più  volte  crc/ao«J} «'y. 
per  intcrpofitione  di  diuerfi  fopita  per  all'  hora;  gli  animi  però  reftauano  efful-  burnenti, 
cerati  :  &,  nafcendo  quotidianamente  qualche  nuoua  occafione  di  difgufti, 
/pelfo  le  controuerfie  fi  rinouauano.  Quefto  anno  furono  grandiflìmchauen- 
do  tentato  quei  diZurichxScdiBerna,  d'impedir  le  vettouaglic  a'  cinque  Can-  '  "^^f*"  «// 
toni  :  perilche  l'una  parte  &.  l'altra  s'armarono.    Nel  campo  de'  Zuricani  ufcì  '"^''"' 
con  loro  Zuinglio,  fé  ben  da  molti  amici  elfortato  a  rimaner*  a  cala ,  &c  lafciar 
ch'un  altro  andalfe  a  quel  carico  :  il  che  egli  non  volfe  a  nilfiin  modo,per  non 
parere,  che  folo  nella  Chiefa  delfe  animo  al  popolo>&:  gli  mancalfe  in  occafio- 
nepericolofa. Vennero  a  giornata  alli  undici  Otcobbre,  nellaqualeque' di  Zu- 
rich hebbero  il  peggio,  &  reftò  anco  Zuinglio  morto,  di  che  hebbero  più  alle-  ^  '    .>   . 
grezza  iCatholici,  che  della  vittoria:  anzi,  per  quefto  fecero  diuerfi  infulri,&  mTnoinba 
ignominie  a  quel  cadauero:&  quella  morte  fu  potiflìma  caufa,che  per  intcrpo-  taglia  : 
fitionc  d'altri  di  nuouo  s'accommodarono  infieme,ritenendo  tutte  due  le  parti 
la  propria  religione:  tenendo  per  fermo  i  cinque  Cantoni  Catholici,  che,  leua-  »"»  pure  u 
to  di  mczo  quello  ,  che  ftimauano  con  le  fue  prediche  elfer  ftato  autore  della  -^f  ^*  '  "J^*-  ' 
mutationedi  religione  nel  paefe,  tutti  dcuellero  ritornar  alla  vecchia  :  nella-  ^'^"'''• 
qual  fperanza  fi  confermarono  tanto  piu,perchc  EcolampadicMiniftro  in  Ba- 
filea,unanime  con  Zuinglio,  morì  pochi  giorni  doppo,  per  afflittionc  d'animo 
contratta  per  la  perdita  dell' amico:attribuédo  i  Catholici  l'una,^  l'altra  mcr- 
te,alla  diuina  prouideza,che  compaftìonando  lanatione  Hcluetica,haucire  pu- 
niti>Si  leuati  i  rainiftri  della  difcordia.  Et  certamente  è  pio,&  rcligiolo penfie- 
ro,rattribuir  alla  diuina  prouidenza  ladii'pofitione  d'ogni  euenimento.  ^la,  il 
determinar  a  che  fine  fiano  da  quella  fommafapienza  gli  euenti  inuiati,èpoco 
lontano  dalla prefontione.  Gli  huomini  tanto  ftrettamente>&  reiigiofaircnte 
fpofano  l'opinioni  p.roprie,chc  C\  perfiiadono,  quelle  elfer  altretanto  amate,oc 
fauoritedaDiojCome  da  loro.  Ma  le  cofe,  fuc cedute  nc'fcgucntitempi,hanno 
moftrato,chedoppola  morte  di  quefti  due,  li  Cantoni, chiamati  Euangclici> 
hanno  fatto  maggior  progreftb  nella  dottrina  da  loro  riceuuta.  Argomento  ma- 
j»fefto,che  da  più  alta  caufa  yeiinejche  dall'  opera  di  Zuinglio. 


^ ^2  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  Clemente  VII. 

e  1 3  1 3  In  Germania  fi  negotiò  la  concordia  de'  Proteftanti  con  gli  altri,  dalli  Elet- 

XXXII.  tori  di  Mogonza,  &  Palatino  :  &mokc  fcricture  furono  ivitre,  &  mutate,per- 
eà  in  Gerrna-  ^[^^  ^-^q.-^  dauano  intiera iodifattionc,  ne  all'una,  ne  all'altra  parte.  Il  che  fece 
maogm  com-  ^^^^^^  Celare  ia  reiblutione,  che'l  Concilio  fuife  fommamente  neceirario  :  de» 
^at-i7ndaT-  conferita  la  fua  deliberatione  col  Rè  di  Francia ,  mandò  huomo  in  pofta  a  Ro- 
no,  ma,  per  trattarne  col  PontcficccN:  col  Collegio  de'  Cardinali.  Non  faccual'Im- 

peratore  capitale  di  luogo  prelcritto,  nedialtra  conditionelpeciale:  purché  la 
Ceftre  comf-  Germania  reftalfc  fodisratta,  fi  che  i  Proteftanti  vi  interueniifcro,  &  fottomet- 
ce  la  mcejHtà.  teifcro-.laqual  iodisfatcìone  il  Re  ancora  diceua  cifer  giufta,&  s'otìferiuaper  co- 
J^^''^J"!'"^"''^adiuuare.Fuc(poita  l'ambafciata  al  Pontefice  inquefti  termini,Che,hauendo 
Clemente,       tentato  l'Imperatore  ogni  altra  via  per  riunire  i  Proteftanti  alla  Ghieia,hauen- 
do  adoperato  l'imperio  Je  minacce,gli  uflìcij)  &  il  mezo  della  giuftitia  ancora: 
non  reltando  piu,ie  non  o  la  guerra,o  il  Concilio:  ne  potendo  venir'  alle  arme, 
poiché  le  prcparationi,chefaceuailTurcocontralui,loprohibiuano,  era  ne- 
celTitato  ricorrere  all'  altro  partito  :  &però,  pregar  Sua  Santità,  che,  imitando 
i  fuoiprcdecellorijfi  contentaife  di  conceder  un  Concilio,  alquale  i  Protdftan- 
ti  non  faceilcTO  dirtìcokadi  fottometterfijhauendoloro  più  volte  offerto  di  ftar 
alla  determinatione  d'uno  libero,  nelquale  debbiano  effer giudici perfone non 
ilqualevl  fra-  intereifate.  Il  Papa,  che  in  modo  alcuno  non  voleuaConcilio,udita  la  richie- 
puone  fegreti  fta,non  potendo  darui  aperta negatiua,acconfentì,ma  in  raodo,che  fapeua  che 
ed  obliqui  im-  non  farebbe  accettato.  Propofe  per  luogo  una  delle  città  dello  ftato  Ecclefìa- 
pedimml,      fticcnominando  Bologna,  Parma,ouero  Piacenza  :  città  capaci  di  riceuer  una 
moltitudine,3c  opulenti  per  nodrirla,  &  d'aria  falubre,&  con  territorio  ampio 
circoftante:doue  i  Proteftanti  nondoueuano  far  difficoltà  d'andare,per  douer* 
elTer  uditi:  a' quali  egli  haurebbc  dato  pieno,&  ampio  faluocondotto:  &  Sfa- 
rebbe trouato  ancora  m  perfona,  accio  le  cofe  fulfero  trattate  con  pace  Chri- 
ftiana,&  non  fuifc  fatto  torto  ad  alcuno.  Non  poter  in  alcun  modo  confentirc 
di  celebrarlo  in  Germania:  perche  l'Italia  non  comportarebbcd'eflèrpofpofta: 
6c  la  Spagna,  (Se  Frane  ia,che,nelk  cole  ecclefiaftichc,  cedono  all' Italia  per  la 
preroCTatiua  del  Pontifìcato,che  è  proprio  di  quella,non  vorrebbono  ceder'  alla 
Germania:  de  farebbe  poco  ftimata  l'autorità  di  quel  Concilio,  doue  vi  fuirero 
foli  Tedcfchi,&  pochi  d'altra  natione:  perche  indubitatamente  Italiani,Fran- 
ce{ì,<S:  Spagnuoli,non  s'indurrebbono  ad  andarui.La  medicina  nò  fi  mette  nel- 
la potcftà  dell'  infermo,ma  del  medico.    Perilche  la  Germania,  corrotta  per  la 
moltiplicità,  &  varietà  delle  nuoue  opinioni,  non  potrebbe  dare  in  quefta  ma- 
teriabuon  criudiciojcome  ritalia,Francia,&  Spagna,che  fono  ancora  incorrot- 
té,&;  perfeucrano  tutte  intiere  nella  foggettione  della  Sede  Apoftolica,laquale 
èmadre,&macftra  di  tutti  iChriftiani.    Quanto  al  modo  di  definire  le  cofc  in 
Concilio,diceuailPonteficc,noneifernecellàrio  trattar' altro,non  potendo  in 
quefto  nafcere  difHcoltà,fe  non  fi  voleua  far  una  nuoua  forma  di  Concilio,non 
più  nella  Chiefaul'ata:eirer  coia  chiara,  che  nel  Concilio  non  hanno  voto,  fc 
noniVefcoui,perdrittodei  Canone;  &  gli  Abbati, per  confuetudine;  &  alcu- 
ni altri,per  priujlegio  Pontificio  :  gli  altri  >  che  pretendono  elfer'  uditi,  debbo- 


Papa  Clemente  VII.         L  I  B  R  O  P  R  I  M  O.  6^ 

no  fottometccifi  alla  detemiinatione  di  quefti-.facendofi  ogni  decreto  per  nome     eia  i  ^ 
dellaSinodo,rcilPapanonintcruicneinpcrrona:checilcndouilaruaprclcnza,      xxxii. 
ofyni  decreto  fi  ipcdilce  lotto  Ilio  nomccon  la  fola  approbatione  de'  Padri  della 
Sinodo.  I  Cardinali  ancora parlauanoneiriftcìrotenorejicmpre però interpo-  "«^e  anchti 
nendo  qualche  ragione ,  a  moilrarc  >  chel  Concilio  non  era  necellàricftantc  la  ^<^^^^naUy 
determinatione  di  Leoncj  laqual  ellequcndctucto  farebbe  rimediato:&  chiri- 
cufa  di  rimetterli  alla  determinatione  delPapa,mafsimcreguitacol  confcglio 
de'  Cardinali^maggiormente  fprezzarà  ogni  decreto  Conciliare. Vederli  chiaroj 
che  i  Proteftanti  non  chiamano  Concilio  ,  le  non  per  interpor  tempo  airctlc- 
Ciitione  dell'  Editto  òX  Vormatia:pcrchc  fanno  benc^che  il  Concilio  non  potrà 
far'  altroj  che  approuare  quello ,  che  Leone  hadcterminato,lc  non  vorrà  elFer 
Conciliabolo:comc  tutti  quellijche  fi  fono  fcoftati  dalla  dottrinasi  ubedientia. 
Pontificia. 

L'AmbalciatorCefareo>per  trouar  temperamento,  hebbc  motti  congrefll  à quali raq^o- 
col  Pontefìce,&:  con  due  Cardinali,da  quello  fopra  ciò  deputati.Conilderòjche  na  t^mbaf- 
non  l'Italia  sire  la  Franciaj  ne  la  Spagna,  haucuano-bifogno  di  Concilio,  ne  lo  "('(^'■r  c\fareo 
i:ichiedeuano:perc)  non  era  in  propolito  metter'  in  conto  i  loro  riipetti:cheper  Z"'^**"^^'»*'"- 
medicar  i  mali  di  Germania,erancercato:a' quali  douendoeirerproportionato, 
conueniua  elegger  luogo,  doue  tutta  quella  nationc  potelfe  interuenire  :  che 
quanto  alle  altre ,  baftauano  i  (oggetti  principali,poÌGhe  di  quelle  non  lì  tratta- 
uà  :  che  le  città  propofte  erano  dotate  di  ottime  qualità,ma  lontane  da  Germa.- 
nia:&  quantunque  la  fede  di  Sua  Santità  douelfe  afsicurar  agnunotperò  i  Prote- 
ftanti elrer'  infòlpettiti  per  diucrfe  ragioni,&  vecchie,&  nuoue:tra  quali  riputa- 
uano  la  minima,che  Leone  decimo  fuo  cugino,già  gli  haueua  condannati,(3c  di- 
chiarati heritici.Et,fe  ben  tutte  le  ragionili  rifoluono  con  quello  folcchc  fopra 
la  fede  del  Pontefice  ognuno  debbe  acquetariìjnondiraeno  la  Santità  fua,per  la 
m.oltaprudenza,&  maneggio  delle  cofe,poteuaconofcere  ellcr  necclFario  con- 
defcendere  ali' imperfettione  degli  altri,  &  compalTionando  accommodarll  a 
quello,che,quantunque  fecondo  il  rigore  non  è  dcbito,pcrò,fecondo  l'equitàjè 
conuenientc.Et  quanto  a  votideliberatiui  del  Concilio,  difcorreua,che,eiren- 
do  introdotti  per  confuetudine,e  parte  per  priuilcgio,s'apriua  un  gran  campo  a 
lui  d'elfcrcitar  laluabenignità,introducendo  altra  confuctudinc  più  propria  a' 
prefenti  tempi.  Perche ,  le  già  gli  Abbatijper  confuetudine,farono  admel]],pcr 
eifere  più  dotti  Se  intendenti  della  religione,la  ragione  vuole,che  alprefcnte  Ci 
faccia  riftelfo  con  perfone  d'uguale  ,  o  maggior  dottrinasfe  ben  lenza  titolo 
Abbatiaie.Mailpriuilegiodar  materia  di  fodisfiirognuno:perche,conccdendo 
limile  priuilegio  a-  qualonque  perlbna,  che  polTi  far  il  fcruigio  di  Dio  in  quella 
congregationejli  faràapponto  un  Concilio  pio,&  Chriftiano,come  il  mondo 
dclìdera. 

A  quelle  ragioni  effendo  rifpollo  con  i  motiui  detti  difopra.nonpotè  Cefarc  nftLdo  /fll 
ottener'  altro  dal  Pontefice:  onde  rellò  pcrall'horail  negotio  imperfetto,  ^^v  moCefare  tS- 
attefe  l'Imperatore  a  follecitar  il  trattato  di  concordia  iiKomminciatonlquale  '^''^'^  i^b^nàA. 
ridotto  a  buon  termine  jinftando  la  CTucrraTurchefcajfupubiicata  finalmente  '^,'"''"/'-^''  J'«^ 


_^ _é4  CONCILIO    DI   TRENTO     Papa  ClementeVIL 

CI  3  13  la  compofitione  alli  ventitre  di  Luglio,  che  folfe  pace  commune3&  piiblica  tra 
3^X11,  la  Cefarea  Mac(là,&:  tutti  li  Stati  dell'  Imperio  di  Germania,  cofi  Ecdcfiaitici, 
comelecolarijfmo  ad  un  Gcneralc,libero,&  Chriftiano  Concilio  :&  fra  tanto 
nitruno.per  caufa  di  religione,pofli  mouer  guerra  ali'  altro,iie  prcnderlo,o  Ipo' 
^liarlojo  a(rediarlo.Ma,tra  tutti  lìa  veraamicitia,&  unità  Chriftiana.  Che  Ce- 
'  lare  debbia  procurare,che'l  Concilio  fia  intimato  fra  Tei  mefii^;  fra  un  anno  in- 
comminciato.il  che  fé  non  li  poteifefarejtutti  li  Stati  dell'  Imperio  fiano  chia- 
mati,&  adunati  per  deliberare  quello,  cheli  douerà  fare,  cofl  nella  materia  del 
Concilio,comc  nelle  altre  cofeneceirarie.C he  Cefare  debbia fufpendere  tutti  i 
procelTi  giudiciali  in  caufa  di  religione  fatti  dal  fuo  Fifcalco  da  altri,contra  TE- 
lettore  diSaironia,&:  i  fuoi  congiontijfino  al  futuro  Concilio,  ouero  alla  deli- 
berarione  fudetta  dcUi  Stati. 

Dall'  altra  parte  l'Elettor  di  Saironia,  Se  gli  altri  Prencipi,  &  Città  promet- 
telTero,  di  leruare  qucfta  publica  pace  con  buona  fede ,  &c  render  a  Cefare  la  de- 
bita vbedienza,  8c  conueniente  aiuto  contra  il  Turco  :  la  qual  pace  Cefare  con 
fuc  lettere  date  alli  due  d' Agofto,  ratificò  Se  confermòifofpefe  anco  tutti  li  pr.o- 
cefll,  promettendo  di  dar' opera  per  la  conuocatione  del  Concilio  fra  lei  meli. 
Se  perii  principio  fra  un  anno.  Diede  anco  conto  a  Prencipi  Catholici  della 
legatione  mandata  a  Roma  per  lacelebratione  del  Concilio,foggiongcndo  che 
per  ancora  non  fi  erano  potute  accordar  alcune  difficoltà  molto  grandi  circa  il 
modo,5(:  luogo.  Però  continuerebbe  operando,che  lì  rifoluelTeroje  che  il  Pon- 
tefice veniife  alla  conuocatione,fperando  che  non  farebbe  per  mancar  al  bifo- 
crno  della  Republica,flt  al  fuo  ufficio:  ma,  quando  ciò  non  riufciire,intimereb- 
be  una  altra Dieta,per  trouarui  rimedio. 
ixr'^ gtudicij  Fu  quefta  la  prima  libertà  di  religione,  che  gli  adherenti  alla  Confeflìone  di 
intorno  alfat  -  Luthero,chiamata  Auguftana,  ottennero  con  publico  decreto  :  delquale  waiis.- 
(9diCefare:  niente  fiparlauaper  il  mondo.  ARoma  erariprefol'Imperatorcd'hauermeiro 
(diceuano) la  falce  nel  feminato  d'altri,  eifendoogni  Prencipe obligato, con 
ftrettiflìmi  legami  di  cenfure,  all'  eftirpatione  de'  condannati  dal  Pontefice  Ro- 
mano: in  che  debbono  ponete  l'hauere,lo  ftato,&  la  vita:  &  tanto  più  gì' Impe- 
ratori,che  fanno  di  ciò  giuramenti  tanto  (blenni.  A  i  quali  hauendo  contraue- 
nuto  Carlo,  con  inaudito  eifempio ,  douerfi  temere  di  vederne  prcfto  la  celefte 
vendetta.  Ma  altri  commendauano  la  pietà,&:  la  prudenza  dell'  Imperatore  ;  il- 
qual  hauelTe  antepoftoil  pericolo  imminente  al  nome  Chriftiano  per  le  arme 
de'  Turchi,che  di  diretto  oppugnano  la  religione:  a'  quali  non  haurebbe  potu- 
to refiftere  fenza  aflìcurar  iProceftanti,Chriltiani  elfi  ancora,  fé  ben  differenti 
dalli  altri  in  qualche  riti  particolari:  diiferentia  tolerabile.  La  maffima,  tanto 
decantata  in  Roma,che  conuenga  più  perfeguitar  gli  hereticischegl'  infideli, 
eircre  ben  accommodata  al  dominio  Pontificio  ,  non  però  al  beneficio  della 
Chriftianità.  Alcuni  anco,fenza  conllderare  a  Turchi,  diceuano,  li  Regni,  Se 
Prencipati,non  douerfi  gouernare  con  le  leggi,  Se  interefll  de' Preti,  più  d'ogni 
altro  intereflfati  nella  propria  grandezza,&  commodi  :  ma,  fecondo  l'eilìgenza 
del  publico  bene,quale  alle  volte  ricerca  la  toleranza  di  qualche  difetco.Etfer'  il 

debi- 


Papa  Clemente  VII.         LIBRO    PRIMO.  <fy __^ 

debito d ogni PrencipeChriftiano l'operare ugualmentcche  i  fogetti fuoi ten-  eia  i3 
CTano  la  vera  fede,  come  anco  che  oiFeruino  tutti  i  Commandamenti  diuini>&  xxxii, 
non  più  quello,  che  quello:  con  tutto  ciò,  quando  un  vitio  non  fi  può  eftirpare 
fenza  mina  dello  (lato,  eiler  grato  alla  Maeftàdiuina,chefiaperineiro:  ne  eifer 
maggior  l'obligo  di  punir  gli  heretici,che  i  fornicatori  :  iquali  fefipcrmct.ono 
pcrpublica  quiete,non  elfer  maggiore  inconueniéte,fe  fi  permetteranno  quelli, 
che  non  tengono  tutte  le  noftre  opinioni.Et,quantunque  non  fia  facile  allegare 
elfempio  de'  Prencipi ,  che  habbiano  ciò  fatto  da  ottocento  anni  in  qua;chi  rif- 
guarderà  però  i  tempi  inanzi,lo  vedrà  fatto  da  tutti,&  lodeuolmcntcquando  la 
neceflìtà  ha  coftretto.Se  Carlo,doppo  hauer  tentato  per  undici  anni  di  rimedia- 
re alle  diflenfioni  della  religione,conognimezo,nonhaj30tuto  ottencrlo:chi 
potrà  riprenderlo,che,per  efperimentare  anco  quellojcheil  può  far  col  Conci- 
liojhabbiatra  tanto  (labilità  la  pace  in  Germania,per  non  vederla  andar'in  roui- 
na?  Non  fapergouernar  un  prencipato  altri,che  il  proprio  Prencipe:ilqual  lolo 
vede  tutte  le  neceflità.Diftruggerà  Tempre  lo  ftato  luo,qualonque  lo  gouernerà 
rifguardando  gli  intereflì  d'altri.  Tanto  riufcirebbe  il  gouernar  Germania 
fecondo  che  i  Romani  defiderano  ,  come  gouernar  Roma  a  gufto  de'  Tedef- 
chi. 

A  nilfuno ,  che  leggerà  quello  fuccelfo ,  douerà  eifer  marauiglia,  fé  quefti,& 
molti  altri  difcorfbpalfauano  per  mente  delli  huomini:etlèndocofa,cheacutti 
tocca  neir  interno:  poiché  fi  tratta,fe  ciafcuna  delle  regioni  Chriftianc  debbiar 
no  elfcr  gouernate,  come  il  lor  biibgno,  &  utilità  ricercano  :  o  fé  fianoferue 
d'una  fola  città;  per  mantener  le  e  ommodità  dellaquale,dcbbiano  le  altre  fpenf 
dere  fé  fteire,&  anco  defolarfi.I  tempi  feguenti  hanno  dato,&  daranno  in  perpe- 
tuo,documenti,che  larifolutione  dell'  Imperatore  fu  conforme  a  tutte  le  leggi, 
diuine ,  &  humane.  Il  Pontefice ,  che  di  quello  ne  fu  più  di  tutti  turbatojcomc  *  S^'^^*  ofef<t 
quello  ,  che  di  gouerno  di  ftato  era  intendentifsirao ,  vide  bene,  di  non  hauere  '  ^  «'"«'*«•■ 
ragione  diqucrelarfi:mainfieme  anco  conclufe,  che  gì' intereflì  fuoi  nonpote- 
uano  conuenire  con  quei  dell'  Imperatore:  ik  però  nell'animo  s'alienò  total- 
mente da  lui. 

Scacciato  il  Turco  dall'  Auftria,Cefare  pafsò  in  Italia,&;  in  Bologna  venne  in  ceJàre,elPa- 
colloquio  col  Pontefice:doue  trattarono  di  tutte  le  cofe  communi:&,fe  ben  tra  pa s'abboccano 
loro  fu  rinouata  la  confederatione,dal  canto  però  del  Pontefice  non  vi  era  in-  ^.inuomaBo' 
riera  fodisfattionc;(S<:  per  la  libertà  di  religione  conceifa  in  Germania,  come  fi  è    •^"'*.  jA!^- 
detto  ;  & , perche  non  erano  concordi  nella  materia  delConcilio.Perfeueraua  ^j/^pV" 
l'Imperatorcconforme  allapropofitione  dell'  Ambafciatore  fuo  l'anno  inanzi, 
richiedendo  Concilio  tale,che  poteifc  medicar'  i  mali  di  Germania:  il  che  non 
poteua  eifercfe  i  Protettati  non  vi  haueuano  dentro  partc.Il  Pontefice  infifteua 
nella  dcliberatione  dall'  hora,  che  non  haurebbe  voluto  Concilio  di  forte  alcu- 
na: ma  pure,  quando  vi  folTe  ftato  neceffìtà  di  farlo,  che  non  fi  celebralfc  fuori 
d'Italia ,  (Se  che  non  vi  hauelfcro  voto  deliberatiuo,  le  non  quelli,che  le  leggi 
Pontificie  determinauano.Alla  volontà  del  PonteficcCefare  li  farebbe  accom- 
modato  >  quando  fi  folfe  tiouato  via  di  operarcjche  i  Proteftanti  fi  folfcro  con- 

I 


(yé  CONCILIO  DI  TRENTO    Papa  ClemejiteVII. 

ci3   13    tentati  :  Se:  per  certificar  di  ciò  il  PonteficejpropofcChe  mandalTe  in  Germania 
XXXIII.     un  Noncio,&  egli  un  Ambafciatore,per  trouat  forma,  &  temperamento  a  que- 
fte  difficoltà:  promettendcche  l'Ambafciator  Tuo  fi  reggerebbe  fecondo  la  vo- 
lontà del  Noncio.  Il  Pontefice  riceuette  il  partito,non  però  pienamente  Sodis- 
fatto dell'  Imperatore:  tenendo  per  fermo ,  che,  quando  l'ufficio  di  ambedue  i 
miniftri  non  haueirefortito  elmetto,  Carlo  haurebbc  cercato,  che  la  Germania 
hauelte  fodisfattione  :  a:  dall' hora  rifoluè  Clemente  di  reftringerficolRè  di 
Francia,  per  poter  con  quel  mezo  metter  Tempre  impedimento  a  quello,  che 
l'Imperatore  proponelle. 
ynxnàmo  di        In  eirecutione  del  partito  propofto,  &c  accettato ,  doppo  la  Pafca  dell'  anno 
toncorduani'  j^,  d.xxxiii.  mandò  il  Pontefice  VgoRangone,Vercouo  di  Reggio:  ilqual'an- 
bafcerìti  in    ^j^^Q^con  un  Ambafciatore  di  Cefare,a  Giouanni  Federico,  Elettor  di  Salfonia, 
ZTp^poL    che  pochi  mefi  inanzi  era  fuccello  al  morto  padre ,  come  principale  de'  Prote- 
"nJrmadtf.  ftanti,efpofelafuacommi{fìone;  Che  Clemente,dal principio  delluo  Pontifìr 
p>,  catOjfempre  haueua  fopra  le  altre  cofe  defiderato,  che  le  differenze  di  religione> 

nate  in  Gcrmaniajficomponellèro:  &  perciò  vi  haueua  mandato  molte  pcrfo- 
ne  eruditiirimc:&;,fe  bene  la  fatica  loro  non  era  riufcita,hebbe  il  Pontefice  non- 
dimeno fperanza,che  all' andata  di  Cefare,doppo  la  fuacoronatione,  il  tuttofi 
perfettionaire:  ne  hauendo  fortito  il  fine  defiderato,  Cefare,ritornato  in  Italia> 
gli  haueua  dimoflrato,  che  non  vi  era  rimedio  più  commodo,  che  per  un  Con- 
cilio Generalejdefiderato  ancora  da'  Prencipi  di  Germania.  Laqual  cofa  efTen- 
do  piaciuta  al  Ponteficccofi  per  bene  publico,come  per  far  cofa  grata  à  Cefare, 
haueua  mandato  lui  per  pigliar  appuntamento  del  modo  del  futuro  Concilici 
&  del  tcmpo,&  del  luogo.Et  che  quanto  al  modo^Sc  oidincproponeua  il  Pon- 
tefice alcune  conditioni  neceiraric. 

La  prima,Che  douelfe  eifer  libero,&  generale ,  fi  come  per  il  palfato  i  Padri 
fono  ftati  (oliti  di  celebrare.  Poi,che  quelli,  da  chi  è  ricercato  il  Concilio,pro- 
mettino,&:  afficurinodi  douer  riceuere  i  decreti,che  faranno  fatti.  Imperoche, 
altrimente  la  fatica  farebbe  prefa  in  vano,non  giouando  far  leggi,che  non  fi  vo- 
gliano oiferuare.  Poi  ancora,  che  chi  non  potrà  eiter  prefente ,  vi  mandi  Am- 
bafciatori, per  far  la promelTas^  dar  la  cautione.  Apprelfo  di  queflo,cirer  ne- 
celfariojche  tra  tanto  tutte  le  cofe  reflino  nello  flato ,  che  fi  ritrouano^&:  non 
f\  faccia  nitluna  nouità  inanzi  il  Concilio^  Aggionfe  il  Noncio,  che  quanto  al 
luogo,  il  Pontefice  haueua  haiuita  longa ,  frequente,  &  grande  canfideratione, 
Imperoche  bilbgnauaprouederlo  fertile,che  poreiTc  fuppHre  di  vettouaglie  ad 
Mn  tanto  celebre  concorlo:&  di  aria  falutiferoancorajaccioche  dalle  infirmità 
nonfia  impedito  il  progreiro.  Et  finalmente,gli  pareua  molto  commodo  Pia- 
cenza,Bologna,ouero  Mantoua  :  lafciando  che  la  Germania  eleggere  qual  luo- 
go più  k  piaceua  ài  quelli.  Ma  aggiungendo,che,s'alcun  Prencipe  non  venirà, 
o  non  manderà  Legati  al  Concilio  ;  &  recuferà  d'ubedire  a'  decreti,  farà  giuflo, 
che  tutti  gli  altri  defendano  la  Chiefa.  In  fine,conclufe>che,fe  dalla  Germania 
farà  rifpoflo  a  quefte  propofle  conuenientemente ,  il  Pontefice  immediate  trat- 
terà con  gli  altri  Rè,  &  era  fei  mefi  intimarà  il  Concilio  >  da  principiarfi  un'  an- 
no 


Papa  Clemente  Vrr.         LIBRO    PRIMO.  (>i 

no  dopcacciochc  fi  polFa  far  proiii/Ione  òx  vectouaglie  :  &  tutti,  maffime  i  più    e  1 3  i  a 
loiitani^iipofiTano  preparai:  al  viaggio.  xxxiii. 

Diede  il  Noncio  la  Tua  pro^olìtione  anco  in  fcrittura ,  &  rAmbafciatore 
dell'  Imperatore  fece  l'iftello  ufficio  coli'  Elettore.  Ilquale,hauenclo  richicfta 
fpaciopcrrifponderc.  Tenti  il  Noncio  di  ciopiacere  ineftimabilc,  non  defide- 
rando  egli  altro,  che  dilatione:  &  hebbc  la  rilpofla  per  prefagio ,  che  il  Tuo  ne- 
gotio  doucife  fortir  riufcita  felice  :  &  non  fi  potè  contenere  di  non  lodarlo,chc 
interponelfe  fpacioin  unadeliberatione,chelo  mcritaua.  Rilpofe  nondimeno, 
dopo  pochi  giorni,rElettore,  Hauer fentito  molta  allcgrezza,chc  Cc(are,&  il 
Ponteficcfiano  venuti  in  deliberatione  di  far  il  Concilio:  doucfecondo  lapro- 
melfa  fatta  più  volte  alla  Germania, fi  trattino  legitimamente  lecontrouerfie 
con  la  regola  della  Parola  diuina.  Che  cgli,quanto  a  fcvolontieri  rifpondereb- 
be  all'  hora  allecofepropofte:  ma,perche  fono  molti  Prencipi,&  Città,che  nel- 
la Dieta  d'Augufta  hanno  riceuuta  la  medcfima  Confeflionc  che  lui,  non  elfcr 
conuenientc  ch'egli  rifponda  fenza  loro ,  ne  meno  utile  alla  caufa  :  ma,  cifendo 
intimato  un  Conuento  per  li  ventiquattro  di  Giugno,  fi  contenti  di  concedere 
queftapoca  dilationcper  hauer  conclufione  più  commune,&:  rifoluta.  Tanto 
maggiore  fu  il  piacere,  Scia  fperanza  del  Noncio,  ilqualhaurcbbc  dcfiderato, 
che  la  dilatione  folfe  più  tofto  d'anni,  che  di  mefi.    Ma  i  Proteftanti,  ridotti  in  , 

Smalcalda,al  fudetto  tempo  fecero  rifpofta,ringratiando  Cefarcche  per  la  glo-  -^"^ l'^^/; 
ria  di  Dio,&  falute  della  republica,habbia  prefo  quella  fatica  di  far  celebrar'  un  ^^^J^id^ 
Concilio  :  laqual  fatica  vana  riufcirebbe,  quando  folfe  celebrato  fenza  le  con- 
ditioninecelTaricperrifanare  imali  di  Germania:  laquale  defidcra,che  in  eifa 
le  cofe  controuerfe  fiano  definite  col  debito  ordine:  &  Ipera  d'ottenerlo,hauen- 
do  anco  Celare  in  molte  Diete  imperiali  promeirone  un  talcquale  con  matura 
deliberatione  de'Prencipi,^  Statijèftatorifoluto,  che  ficclebrafie  in  Germa- 
nia :  attefo  che,e{lèndocon  occafione  delle  Indulgenze  predicate,  fcopertofi 
molti  errori,il  Pontefice  Leone  condannò  la  dottrina,  &  i  dottori,  che  manife- 
ftarono  gli  abufi  :  nondimeno ,  quella  condanna  fu  oppugnata  coni  teflimonij 
de'  Profeti,&  delli  Apoftoli.  Onde  è  nata  la  controuerfia,laqualc  non  può  eifcr 
tcrminata,fenon4n  un  Concilio,  doue  lafentenza  del  Pontefice,  &  la  potenza 
di  qual  fi  fia,non  polla  pregiudicar  alla  caufa  :  &  doue  il  giudicio  fi  faccia,  non 
fecondo  le  leggi  delli  Pontefici,  o  le  opinioni  delle  Scolc  :  ma  fecondo  la  Sa- 
cra Scrittura.il  che  quando  non  fi  faceire,vanamente  farebbe  prefa  una  tanta  fa- 
tica: come  fi  può  veder  per  gli  eifempi)  di  qualche  altri  Concili)  celebrati  per 
inanzi. 

Borale  propofitioni  del  Pontefice  eifer  contrarie  a  quello  fine,  alle  richie- 
de delle  Diete,&:  alle  promelTe  dell'  Imperatore.  Perche ,  quantunque  il  Papa 
proponga  un  libero  Concilio  in  parolcin  fatti  però  lo  vuole  ligato  :  ii  che  non 
pollano  cifer  rìprefii  viti j, ne  gli  errori:  Scegli  poiTa  defender  lafiia  potenza. 
. Jvion  elTer  domanda  ragioneuole ,  che  alcuno  fi  oblighi  a  fcruar  i  decreci,pri- 
ma  che  fifappia,  che  ordine  ,  &  che  modo,  &  forma, il  debbia  tenere  in  fargli. 
Se  il  Papafia  per  voler,  che  la  fuprema  autorità  fia  apprelTo  di  lui,  &c  de'  fuoi: 


6S  CONCILIO   DI   TRENTO    Papa  Clemente  VII. 

ci3  13  revorrà5chelccótL-ouerfìerianodifculTc  Tecondolc  Sacre Lettcrejouerofccon- 
XXXIII.  (io  lelcggij&craditionihumane.ParergU  anco  cauillora  qLicUaclau(ula,Che  il 
Concilio  debbia  eirer  fatto  lecondo  il coftnme  vecchio:  perchcjintendcndofì 
diqacli'antico,qaadolideterminaua  coafonnc  alle  Sacre  Lctcercnon  loricu- 
farcbbono:  mai  Concili]  dell' età  fuperiorc  elTer  molto  differenti  da  quei  pili 
vccchi-.doLic  troppo  è  ftato  attribuito  a'  decreti  humani,&:  Pontifici) .  Elfer  Ipe- 
ciofa  la  propoi1:a,ma  leuar'  aH:atto  la  libertà  dimandata,^  neccilaria  alla  cauta. 
Pregar  Cefarcche  voglia  operar  lische  il  tutto  paffi  Icgitimamente.  Tutti  ipo- 
poli  elTer'  attenti,  &  ftar  in  fperanza  del  Concilio,  &  domandarlo  con  voti,  &c 
preghiere  ;  che  llvokerebbono  in  gran  meftitia,&:  crucio  di  mente,  quando 
quella  afpettatione  folle  delura,con  dar  Concilio  luma  non  quale  è  defìderato, 
&  promello.  Non  eifer  da  dubitare,  che  tutti  gli  Ordini  del  Imperio,  &c  gli  al- 
tri Rè,  &  Prencipi  ancora,  non  lìano  del  medefimo  parere,  di  rifiutare  quei  lac- 
ci ,  3c  legami ,  con  che  il  Pontefice  penfa  di  ftringerli  in  un  nuouo  Concilio: 
air  arbitrio  delqualcfe  farà  permeilo  maneggiar  le  cole,  rimetteranno  il  tut- 
to a  Dio ,  Si  penfaranno  a  quello ,  che  doneranno  fare.  Et  con  tutto  ciò ,  fé 
foifero  citati  con  fìcurezza  certa,  &  legitima,  quando  vedeifcro  di  poter'  o- 
perare  alcuna  cofa  in  feruigio  diuino ,  non  tralafciarebbono  di  comparire: 
conconditionepcrò,dinonconfentirc  alle dimande del  Pontefice,  ne  a  Con- 
cilio non  conforme  a'  decreti  delle  Diete  Imperiali.  In  fine ,  pregauano  Cefà- 
re,  di  non  riceuere  la  loro  rifolutione  in  finiftra  parte  :  &  operare ,  che  non  fìà 
confermata  la  potenza  di  quelli,  che  già  molti  anni  incrudelifcono  contra  gli 
innocenti. 
iquatt  ptiUì-  Deliberarono  i  Proteftanti ,  non  folo  di  mandare  la  rifpofta  al  Papa ,  &  a 
canolaiorrif  Cefare  ,madi  ftaraparla  ancora  ,infieme  con  lapropofitione  del  Noncio:  la- 
pofia:  quale  dal  medefimo  Pontefice  fu  giudicata  imprudente  ,  &  troppo  fcoper- 

ta.  Pcrilche,fotto  colore,  che  folTe  vecchio,  &:  impotente  afoftener'  il  ca- 
rico, lo  richiamò,  «Se  fcrilTe  al  Vergcrio,  Noncio  al  Rè  Ferdmando,  che  do- 
ucire  riceuerqucl  carico  con  la  medefìma  inftruttione  :  annettendo  ben  d'ha-- 
uer  Icmpre  a  mente ,  di  non  fi  partire  in  conto  alcuno  dalla  fua  volontà  ,  ne 
afcoltar  alcuno  temperamento  ,  ancoraché  il  Rè  lo  ricercaire  :  accioche  im- 
prudentemente non  lo  gettalfe  in  qualche  angullia  ,  3c  in  neccflità  di  venir* 
air  atto  di  Concilio ,  ilqual  non  era  utile  per  la  Chiefa,  ne  per  la  Sede  Apofto- 
lica. 
<3  Mentre  che  quelle  cofe  lì  trattauano,  il  Pontefice,  che  preuedeua  la  rifpofta*. 
*    7  rnJf^H   che  farebbe  venuta  di  Germania,  &  che  già  in  BoIo2;na  haueua  concerta  poca. 

gnato  contri  r    ^■      \  •>  i   1 1 >         ■    ■   •    r  i  ii  "* 

Cefare  ,  per  confiaanza  con  Ceiare,Ii alieno totanncntedall  amicitialua:perche nella cau- 
<^wc/?j  >«/^j»-  fa  di  Modcna,&  Reggio,vcrtente  tra  Sua  Santità,  Oc  il  Duca  di  Ferrara,rimel]&i 
V  '^^^  ^°""'  dalle  parti  algiudicio  dell' Imperatore,  egli  prononciò  per  il  Duca.  Per  tutte 
he  ,fico^^g;*  Icquali  caufe,  il  Papa negotic)  confederatione  col  Rè  di  Francia:  laquai  fi  con- 
to/re  d»  Fra-      ,^,'     o     <!     1     n  1  •  •       1-TT  •         ''  J  •  ■       O      U  ^' 

^^.  clnle,&  ilabili  anco  col  matrimonio  di  Henrico  lecondogenito  regio,&  di  Ca- 

tarina de' Medici,  pronepote  diSuaSantità.Et,per  dar  perfetto  compimento  al  ^ 
tutto,  Clemence  andò  perfonalmente  a  Marfilia,per  abboccarli  col  Rè.  Ilqual 

via^- 


Papa  Clemente  VII.        LIBRO   PftlMO.  6^ 

viao-gio  incendendo  elTer  dall'  uniuei-fale  riprcib ,  come  non  indrizzato  ad  al-  e  1 3  io 
din  rifpctco  publico,  ma  alla  (bla  grandezza  della  cafa,  egli  giufì;ificaua,dicen-  xxxiv. 
do  >  Eller  intrapre(o,aftnedi  perdiadcr  il  Piò  a  faiiorir' il  Concilio  ,  per  aboli- 
re riicrella  Lucherana.  Ec  e  vero,  clic  in  quel  luogo ,  oltre  le  altre  rrattationi» 
fece  ufficio  con  la  Maellà  ChiiilrianiHìma,  accioche  fi  adoperale  con  i  Prote- 
ftanti,  &  maflime  col  Lantgrauio  d'AHìa,  che  doucua  andar  a  trouarlo  in  Fran- 
cia» per  fargli  defiftcre  dal  domandare  Concilio  :  proponendo  loro,  che  rro- 
uadero  ogni  altra  via  per  accommodarc  le  diPrcrenzc  :  &  promccccndo  ,  che 
elio  ancora  haurebbe  coadiuùato  con  buona  fede  ,  6c  opere  efficaci  al  l\io 
tempo. 

Fu  l'ufficio  fatto  dal  Rcj  ne  però  potè  ottenere:  allegando  il  Lantgrauio,  ilqude.f^faiv 
che  nilfun' altro  modo  era  perouuiare  alladclolationedi  Germania  jcv  tanto  <io  far  fenfìgh 
era  non  parlar  di  Concilio  ,  quanto  dar  fpontaneamente  nella  guerra  ciuile.  ^^P^P^i 
Trattò  in  fecondo  luogo  il  Rèjcheficontentairerodel  Concilio  in  Italia.Nea 
qucfto  fu  acconfentitoj  dicendo  iThedelc hi.  Che  quefto  partito  era  peggiore 
del  primo,ilqual  folamentc  gli  mctteua  in  guerra:ma  quefto  inmanifcfta  (erui- 
tù  corporale^  fpirituale:a  quale  non  fi  poteua  ouuiarc,  fé  non  col  Concilio,& 
luogo  libero  :  ondccondefcendendojin  gratia  di  fua  Maeftà,a  tutto  quello  che 
fipotcuajhaurebbono  celiato  d'infiftere  nella  dimanda,  che  fi  celebraiPe  in  Ger- 
mania,purche  fi  deputalPe  altro  luogo  fuori  d'Italia,&  libcrcetiandio  che  folTe 
air  Italia  vicino. 

Diede  il  Rè  nel  principio  dell' anno  m.d.xxxiv.  conto  al  Pontefice  di  quel-  noni  grattai 
lo  che  haucua  operat05&  s'offerì  di  fare,chefi  cótentairero  i  Proteftanti  del  luo- 
go di  Geneua.Il  Pontehccriccuuto  l'auuifojfu  incerto  fé  il  Rè,quatunque  con- 
federato,&  parentchaucffe  caro  di  vederlo  in  trauagli  :  o  pur,fe  in  quefto  parti- 
colare mancaife  dellaprudenza,che  ufaua  in  tutti  ^li  afFari:ben  cóclufcche  non 
era  utile  adoperarlo  in quefta materia :.&  gli fcrille,  ringratiandolo  dell'opera 
fatta,fenza  rifpódergli  al  particolare  di  Geneua  :  &  a  molti  della  Corte,che per- 
ciò erano  entrati  infollecitudine>fece  buon'animo,accertandoli,che  per  nien- 
te (diccua  egli)  era  per  confentir' a  tal  pazzia. 

Ma  in  quefto  anno,  in  luogo  di  racquiftarla  Germania  ,  perdette  il  Pon-  ^'' Inghilterra 
teficci'ubedienza  d'Inghilterra:  per  haiier  in  una  cauta  proceduto  più  con  co- fi  fiP'"''^  dd- 
lera ,  &  con  affetto ,  che  con  la  prudenza  necelfaria  a'  gran  maneggi.  Ful'ac-  ^'*  ^^'^f^i^o- 
cidcnte  di  grand'  importanza  ,  &  di  maggiore  confcguenza  :  quale  per  nar-  ^o"'' j'T  J*~ 
rare  diftintamente,bifognacomminciare dalle  prime  caufc,  d'onde  hcbbe  o-  uortiodii-ìì, 
ngine.  rko  ottano- 

Era  maritata  al  Rè  Henrico  ottauo  d'Inghiltcrra,Cathariaa,  Infante  di  Spa- 
gna,forella  della  madre  di  Carlo  Imperatore.  Quefta  era  ftata,  in  primo  matri- 
monio,moglie  di  Arturo,Prenc̣e  di  Galcs,fratello  maggiore  di  Henrico:dop- 
po  la  morte  delqualccon  difpenia  di  Papa  Giulio  fecondo,  il  padre  loro  la  die- 
de in  matrimonio  ad  Henrico  ottauo,rimafto  fuc  e  e  ifore.  Quefta  Regina  molte 
volte  era  ftata  grauida,&  fempre  haueiia  partorito,ouero  aborto,  onero  creatu- 
ra di  breue  vita>ie non  una  fola  figliuola.  BenricOiO  per  ira  conceputa  contra 

1  iij 


70  CONCILIO  DI  TRENTO     Papa  Clemente  VII. 

e 1 3  13  l'Imperatore  ,  o  per  defìdcrio  di  figliuoli ,  o  per  qual  caufa  /ì  fia , fi  lanciò  entrar 
XXXIV.  nella  mente  fcrapiilo ,  clic  il  matrimonio  non  folfc  valido  :  &,  conferito  que- 
llo con  i  ilioi  VelcoLii ,  fi  feparò  da  le  ftcìro  dal  coiigrellb  della  moglie.  I  Vef- 
coni  fecero  ufficio  con  la  Regina,  che  ficontentalle  didiuortio,dicendo,Clic. 
la  difpcnia  Pontificia  non  era  valida,  ne  vera.  La  Regina  non  volfe  dar'  orec- 
chie ,  anzi  di  quello  hcbbe  ricorlo  al  Papa  :  alquale  il  Rè  ancora  mandò  a  ri* 
chiedere  il  repudio.  Il  Papa ,  che  fi  ritrouaua  ancora  ritirato  in  Oruieto  ,  & 
fpcraua  buone  conditioniperlecofefucfe  da  Francia,  »S:  Inghilterra ,  folfe- 
ro continuati  i  fluori, che  tuttavia  gh  preftauano  ,  col  molellar l'Imperato- 
re nel  Regno  di  Napoli  ;  mandò  in  Inghilterra  il  Cardinal  Campeggio ,  de- 
legando alni.  Se  al  Cardinal  Eboracenfe  infieme  ,  la  caufa.  Da  quelli  ,  &  da 
Roma,  fu  data  fperanza  al  Rè  ,  che  infine  farebbe  Hata  giudicata  a  fuo  fauo- 
re  :  anzi ,  che  per  focilitar  la  rifolutione ,  accio  lefolennità  del  giudicio  non 
portalfcro  la  caufa  in  lungo  ,  fu  ancora  formato  il  Breue,  nel  quale  fi  dichia- 
rana  libero  da  quel  matrimonio,  con  claufule  le  più  ampie,  che  folfcro  mai 
polle  in  alcuna  Bolla  Pontificia,  &  mandato  in  Inghilterra  al  Cardinale;  con 
ordine  di  prefentailo  ,  quando  foifero  fatte  alcune  poche  prone,  che  certo  e- 
ra  douerfi  facilmente  fare  :  &c  quello  fu  l'anno  m  .  d  .  x  x  v  i  ii .  Ma,  poi  che  Cle- 
mente giudicò  più  a  propofito,per  effettuare  idiiregni  fuoi  fopra  Fiorenza,co- 
me  al  fuo  luogo  fi  è  narrato ,  di  congiongerfi  coli'  Imperatore ,  che  perfeuera- 
re  nella  amicitia  di  Francia,  5c  Inghilterra,  del  m.  d.  x  x  i  x.  mandò  Francefco 
Campana  al  Campeggio,  con  ordine,  che  abbrucialfe  il  Breue,  Se  procedelfe  ri- 
tenutamente nella  caufa.  Campeggio  incomminciò  prima  a  portar'  il  negotio 
in  luno-o,  Se  poi  a  metter  difficoltà  nell'  eirccutione  delle  promelfe  fatte  al  Rè: 
onde  egli,  tenendo  per  fermo  la  collufione  del  giudice  con  gli  auuerfarij  liioi» 
mandò  a  confultar  la  caufa  fua  nelle  Vniuerfità  d'Italia ,  Germania ,  &  Fran- 
cia :  douetrouò  Theologi  parte  contrari),  parte  fauorcuoli  alla  pretenfion 
fua.  La  maggior  parte  de'  Parifini  furono  da  quella  parte  ,  Se  fu  anco  credu- 
to da  alcuni,  che  ciohaueircro  fatto, perfuafi  più  da' doni  del  Rè, che  dalla  ra- 
gione. 

Ma  il  Pontefice,  o  per  gratificar  Cefare,  o  perche  temeile,  che  in  Inghilterra» 
per  opera  del  Cardinale  Eboracenfe,  poteife  nafcer  qualche  atto  non  fecondo 
la  mente  fua;  Se  per  dar  anco  occafione  al  Campeggio  di  partirfi,  auuocò  la  cau- 
fa a  le.  Il  Rè,  impatiente  della  longhezza,o  conolciute  le  arti,  o  per  qual  altra 
caufa  fi  folfe  >  dichiarato  il  diuortio  con  la  moghe ,  fi  maritò  in  Anna  Bolena» 
chefuncU'anno  m.  d.  xxxiii.  però  continuaua  la  caufa  inanzi  al  Pontefice: 
ncUaqualeegli  era  rifoluto  di  proceder  lentamente  ,per  dar  fodisfattione  all' 
Impcratore,&:  non  offender'  il  Rè.  Perilche  fi  tratt auano  più  rodo  articoli,che 
il  merico  della  cau(a.  Et  fi  fermò  la  difputa  nell' articolo  degli  attentati  :  nel- 
quale  fentcntiò  il  Pontefice  contra  il  Rè  :  prononciando ,  che  non  eli  folfe  iEla- 
to  lecito,  di  propria  autorità,  lenza  il  giudice  Ecclefiallico ,  fepararfi  dal  com- 
mercio congiugalc  della  moglie.  Laqual  cofa  udita  dal  Rè ,  nel  principio  di 
òueil'anno  M.  d.  xxxiy.  IcuòTubedienza  al  Ponteficejcommandando  a  tutti  i 

fuoij 


XXX1.V. 


Papa  Clemente  VII.         LIBRO    PRIMO.  71 

fuoi,dinonportardananaRoma,.?^dinon  pagaril  folito  danaro  di  S.Pictro.  ci3  i3 
Quefto  turbò  grandiirimamente  la  Coree  Romana,  cS:  quotidianamente  iìpen- 
faua  di  porgergli  qualche  rimedio.  Penlauano  di  proceder  contra  il  Rè  con  cen- 
fure>&;con  interdire  a  tutte  le  nationi  Chriftiane  il  commercio  con  Inghilter- 
ra. Ma  piacque  più  il  confeglio  moderato  di  andar  temporeggiando  col  Rè,  & 
per  mczodelRèdi  Francia  Ku'  ufficio  di  qualche  componimento.  Il  RèFran- 
cefco  accettò  il  carico,&  mandò  a  Roma  il  Vcfcouo  di  Parigi ,  per  negotiar  col 
Pontefice  la  copofitione.NondimenOjtuttauia  inRoma  fi  procedeua  nella  ^au- 
fa,lenraméteperò,&conrilolutione,dinon  venir'acenlure,  le  Celare  nonpro^ 
cedeua  prima,o  iniìeme,  con  le  armi.  Haueuano  diuilo  la  cauia  in  ventitre  arti- 
coli,&:  trattauano  all'  hora,Se  il  Prencipe  Arturo  haueua  hauuto  congiontione 
carnale  con  la  Regina  Catharina:  &  in  quefto  fi  confumò  fino  pallata  lameza 
Quadragefìma,  quàdo  alli  dicenoue  di  Marzo  andò  nuoua,che  in  Inghilterra  e  - 
ra  flatopublicato  un  libello  famofo  cótra  il  Pontefice»  &  tutta  la  Corte  Roma.- 
Ila  :  &  era  ancora  ftata  fatta  una  comedia,in  prefentia  del  Rc,&  di  tutta  la  Cor- 
te,in  grandiffimo  vituperio,  &  opprobrio  contra  il  Papa ,  òl  rutti  1  Cardinali  in 
particolare.  Perilche,accefa  labile  in  tutti  >fi  precipitò  alla  fentenzaslaquale  fu 
pronociata  in  Conciftorio  li  ventiquattro  dello  fteiromefe>Chc  il  matrimonio 
tra  Henrico ,  &  la  Regina  Catharina ,  era  valido ,  &  egli  era  tenuto  hauerla  per 
moglie,&  che  non  lo  facendojfolfe  f  communicato. 

Fu  il  Pontefice  prefto  mal  contento  della  precipitationc  ufata.  Perche  >  Tei 
giorni  dopo>arriuarono  lettere  del  Rè  di  Fracia,  che  quello  d'Inghilterra  fi  con- 
tentaua  d'accettarla  fentenza  fopra  gli  attentati >&  render  l'ubedienza:  con 
queftojche  i  Cardinali  fofpctti  a  lui  non  s'intrometteircro  nella  caura,&  fi  man- 
dalle  i\\  Cambrai  perfone  non  fofpette  per  pigliar  l'informatione:&  già  haueua 
inuiato  il  Re  i  procuratori  fuoi  per  interuenire  nella  caufa  in  RomaPer  queftoj 
il  Pontefice  andana  penfando  qualche  preteflo,  conquale  poteifc  fofpendere  la 
fentenza  precipitata,&  ritornar'  in  piedi  la  caufa. 

Ma  Henrico ,  fubito , veduta  la  fentenza,  dille.  Importar  poco  :  perche  il 
Papa  farebbe  Vefcouo  di  Roma,&  egli  unicopadrone  del  fuo  Reg.no  ;  che  l'ha- 
urebbe  fatta  al  modo  antico  della  Chiefa  Orientale,  non  reftandod'elFer  buon 
Chriftianojiie  lafciando introdurre  nel  Ilio  Regno  l'hcrefia  Lutherana,o  al- 
tra: &  cofiefTeguì.  Publicò  un  editto,  doue  fi  dichiarò  Capo  della»Chiefa  An- 
glicana: pofepenacapitale  a  chi  diceiFejChe  il  Pontefice  Romano  haueire  al- 
cuna autorità  in  Inghilterra:  fcacciò  il  Collettore  del  danaro  di  S.  Pietro,  tSc 
fece  approuare  tutte  quelle  cofedal  Parlamento  :  doue  anco  fu  determinato» 
che  tutti  i  Vefcouati  d'Inghilterra  folfero  conferiti  dall'  ArciuefcouoCantua- 
rienfe ,  fenza  trattar  niente  con  Roma  :  &:  che  dal  Clero  folle  pagato  al  Rè 
«encinquanta  mila  lire  fteilinghe  all'  anno,  per  defenfionedel  Regno  contra 
qualunque. 

Quella  attione  del  Rè  fu  variamente  fentita.  Altri  la  riputauano  priKfentej 
ehefifoife  liberato  dalla foggettione  Romana,  lenza  nilfuna  nouità  nelle  cofe 
di  religione  j5c  fenza  metter'  in  pericolo  di  feditione  i  fuoi  popoli»  &  fènzx 


73-  CONCILIO    DI  TRENTO     Papa  Clemente  VII. 

ciò  13  rimctteiil  al  Concilio:  cofajche  fi  vedeiia  difficile  da  poter  efFcttuare,&  perico- 
XXXIV.  lo[a  anco  a  lui  :  non  fapendofl  vedcrcjcomc  un  Conciliojcompofto  di  perfonc 
Ecclcfiaftichcjnon  folle  Tempre  per  foftétarla  potenza  Pontifìcia,e(rendo  quel- 
la il  foftentamento  dell'  Ordnie  loro  :  poiché  quello  col  Pontificato  è  foprapo- 
fto  ad  ogni  Rc,&:  Impcratorcjchejfenza  quello,birogna  che  rcfti  foggetto  :non 
cirendoui  altro  Ecclciìafticoj  che  habbia  principato  con  fuperiorità ,  fenon  il 
Pontefice  Romano.  Ma  la  Corte  Romana defendeua>  che  nonfipoteua  dire. 
Non  eifer  fatta  mittatione  nella  religione ,  eifendo  mutato  il  primo ,  6>: princi- 
pale articolo  Romano ,  che  è  la  fuperiorità  del  Pontifice  :  Se  douer  nafcere  le 
mcdeilme  fedirioni  per  quefto  folo,  che  per  tutti  gli  altri.  Il  che  anco  l'euento 
comprobò,eireadoftato  necefiìtato  il  Rè,pereonferuatione  dell' Editto  fuojdi 
proceder  ad  eirec utioniicuere  centra  perlòne  del  iuoRegno,amate,&ftimate 
dalui.Non  fi  può  efpticar  il  difpiacerl'entito  in  Roma,&  da  tutto  l'Ordine  Ec*- 
clefiafticojperl'alienatione  d'un  tanto  Regno  dalla  foggettione  Pontificia:  & 
diede  materia  per  far  conoicer  la  imbecillità  delle  cole  fiumane  j  nellequali  il 
più  delle  volte  s'incorre  mcftremidetrimentijdonde  furono  prima riceuuti  fu» 
premi  benefici).  Imperoche,per  le  difpenfe  matrimoniali,  &  per  le  fentenze  di 
diuortiojcofi  conceirccome  negate,il  Pontificato  Romano  in  tempi  pailati  ha 
molto  acquiftatojfacendo  ombra  col  nome  di  Vicario  di  Chrifto  a'  Prencipi,a* 
quahmettcua  conto  co  qualche  matrimonio  incefto,  o  col  difcioglier  uno  per 
contraherne  un  altrojunir'  al  fuo  qualche  altro  Prencipato,o  fopire  ragioni  di 
diuerfi  pretendenti:  reftringendofi  per  ciò  con  loro,&:  interellàndo  lalor  pote- 
ftà  a  defender  quell'  autorità,fenza  laquale  le  attioni  loro  farebbono  ftate  dan- 
nate,&  impedite  :  anzi,intereirando  non  que'  Prencipi  foli,ma tutta  lapofterità 
loro  per  foftentamento  della  legitimità  de'  fuoi  natah:fe  ben  forfi  rinfortunio> 
nato  quella  volta/i  potrebbe  alcriuer  alla  precipitatione  di  Clemente,  che  non 
feppe  maneggiar' in  quefto  cafo  la  fua  autorità  :  &c  che  fé  a  Dio  folle  piaciuto 
lafciarli  in  quefto  fatto  l'ufo  della  fohtaprudenza,poteua  far  grand' ac quitto» 
doue  fece  molta  perdita. 
Cefarejìque-  Ma,  tornando  in  Germania,  Cefare,  quando  hebbe  auifo  dei  negotiato  dal 
rela  col  Papj  Noncio  Rangonc  in  Germania,  nella  materia  del  Concilio,  fcrilfe  a  Roma,do- 
del fuo  obliquo  |endoiì,Che,hauendo  egli  promeilo  ilConciho  alla  Germania, 6i  trattato  col 
fatto  ddc"on-  Pontefice  in  Bologna,  del  modo,  che  conueniua  tenere  con  i  Prencipi  di  Ger- 
cirK,  ^  mania  in  quefto  propofito  ;  nondimeno  dalli  Noncij  di  Sua  Santità  non  folle 

ftato  negotiato  nella  maniera  conuenuta:  ma  s'hauelte  trattato  in.  modo,  che  i 
Proteftanti  riputauano  ellèr  ftati  delufi  :  pregando  in  fine  di  voler  trouar  qual- 
che modo,per  dar  fodisfattione  alla  Germania.Furono  lette  in  Conciftorio  ad- 
dì otto  Giugno  le  lettere  dell'  Imperatore  :  &,perche  poco  inanzi  era  venuto  a- 
uifccheil  Lantgrauio  d' Aflla  haueua  con  le  armi  leuato  il  Ducato  di  Virtem- 
bera  alRèFerdinando,&reftituitoloalDucaVlrico,legitimo  patrone ,  peril- 
che  anco  Ferdinando  era  ftato  sforzato  a  far  pace  con  loro:  per  quefta  caufa  ■ 
molti  de'  Cardinali  dilfero.  Che,  hauendo  i  Lutherani  hauuta  una  tal  vittoria, 
era  necelfario  dargli  qualche  fodisfattione  >  6;  non  proceder  più  con  arti  :  ma, 

venen- 


Papa  Paolo  III.       LIBRO   PRIMO.  73 

venendo  air  circcucione/aic  qualche  dimoftratione  d'effetti:  marsii'ne>che,ha-  ^^^   ^-^  ' 
ucndo  CefaLc  promciro  il  Concilicfinalmentc  biiognauajche  la promeflà  folle     xxxiv. 
ì«:cera:&  Te  daiPontciìce  non  folFc  trouato  ilmodoj  erapericoiojcheCcrare 
non  folle  coftictto  condcfcendere  a  qualche  altro  di  maggior  pregiudicio,  &c 
danno  della  C  hiefa.Ma  il  Pontefice^  la  maggiorparte  de'  Cardn.aihvcdcndo,  ^^'TJ!"** 
che  non  era  poflibile  far  condcfcendere  i  Lutherani  ad  accettar'  il  Concilio  ^rmmTmam 
nella  maniera, che  era  feruitio  della  Corre  Romana:&  rifolutidinon  voler  ien-yij-^a'„„«g_ 
tir  parlar  di  farlo  altrimenti,  vennero  indcliberationcdirifpondereaCefare,  jneme  a  lora 
Che  molto  ben  conofccuano  l'importanza  de' tcmpi,&:  quanto  bilogno  vi  era  f»ierefi: 
d'un  Concilio  uniuerfale:  quale  erano  prontiflìmid'intimarcpurche  lì  poteire 
celebrare  in  modo,cheproduceire  i  buoni  efFetti,com,e  il  bilognoricerca.Ma, 
vedendofi  nafcer  nuoue  difcordie  tra  lui^^  il  Rè  di  Francia^  &c  varie  dilfcnfioni 
aperte  tra  altri  Prencipi  Chriftianij  era  neceirario,  che  quelle  ceifairerojiSc  gli 
animi  fi  riconciliailcro  prima,  che  il  Concilio  fi  conuocaire.Perchcduranti  le 
difcordie ,  non  farebbe  nilFun  buon' efFetto:&  meno  in  qucfto  tempo  prefcntc, 
ellèndo  i  Lutherani  in  arme,&  infuperbiti  per  la  vittoria  di  Virtembcrg. 

Ma  fu  neceirario  mettere  in  filentio  li  ragionaméti  del  Concilio  col  Pontefi-  clementi 
ce:perchc  egli  cadette  in  una  infermità  longa,&  mortale,dellaquale  anco  in  fine  morto, 
di  Settembre  pafsò  ad  altra  vita,  con  allegrezza  non  mediocre  della  Corte.La- 
quale,fe  ben  ammiraua  le  virtù  di  quello, che  erano  ima  grauità naturai e,&: 
eiremplare  parfimonia,&  diffimulatione;  odiauaperò  maggiormente  l'auaritia» 
durezza ,  &  crudeltà ,  accrefciute  ?  o  manifeftate  più  del  (olitojdoppo  che  reflò 
dall'  infermità  oppreifo. 

Nelle  vacanze  della  Sede,è  coftume  de' Cardinali,compQrre  una  modula  di  è  fatto  CapU 
Capitoli,  per  riforma  del  gouerno  Pontifìcio,  laquale  tutti  giurano  feruare,fe  fa-  ^«^o  '»  CocUz 
ranno  aflbnti  al  Pontificatorquantunque  per  tutti  gli  eilèmpij  palliti  fi  e  veduto,  "^  '""''"' 
che  ciafcuno  giura,con  animo  di  nonleruargli,fe  farà  Papa3&,lubito  creato,di-  Jo^eXTolj- 
ce,Non  hauer  potuto  obligarfi:&  con  l'acquifto  del  Pontificato  efTerne  fciolto.  dlìt, 
Morto  Clemente  ,  fecondo  il  coftume,  furono  ordinati  gli  capitoli, fra'quali 
uno  fujChe  il  futuro  Papa  folfe  tenuto  in  termine  d'un'anno  conuocare  il  Con- 
cilio.Ma  i  Capitoli  nò  poterono  elfere  ftabiliti,&giurati:perche  quel  medefimo 
giorno  del  dodici  Ottoobrcnelquale  fu  ferrato  ilConclaue,fprouiftamente  fu 
creato  Pontefice  il  Cardinal  Farnefe,chiamato  prima  nella  creatione  Honorio  ìlqnale  Paola 
quinto,&:  poi  nella  coronatione  Paulo  terzo:  Prelato  ornato  di  buone  qualità,  3-  creato  fuc- 
&c  che  tra  tutte  le  fue  virtù,di  nilfuna  faceua  maggior  ftima,  che  della  diffimula-  c^/Ì3>'«#";^»" 
tione.  EglijCardinalcirercitatoinfei  Pontificati,Decano  del  Collegio,&mol-  t°ZlfemZ 
to  verfato  nelle  negotiationi ,  non  moftraua  di  temere  il  Concilio,  come  Cle- 
mente :  anzi,era  d'opinione,che  folfe  utile  per  le  cofe  del  Pontificato  moftrare 
di  defiderarlo,  &  volerlo  onninamente  :  eltendo  certo  ,  che  non  potcuaelfere 
sforzato  di  farlo  con  modo,  &  in  luogo,doue  non  vi  folfc  fuo  auuantaggio:tSCj 
che  quando  hauelfe  bifognato  impedirlo,  era  aliai baftante  lacontradittione, 
che  gli  haurebbe  fatta  la  Corte,  &  tutto  l'Ordine  Ecclefiaftico.Giudicaua,che 
quefto  anco  gli  haueife  douuto  feniirc  per  tener  la  pace  in  Italia,laquale  gli  pa- 

K 


74  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa    paolo    III. 

ci 3  13     j-e^x^  molto  neceitaria  ,  per  poter  gouernarc con quietc.Vcdeuabenifsimo,che 
XXXIV.      qucflo  colore  di  Concilio  gli  poteiiaiertiire  a  coprire  molte  cofc^  arcufarfi 
dal  far  quclle,chenon  follerò  ftatc  diCua  volontà.Perilcheiubito  e  reato,  fi  la  f- 
cib  intendere  5  che,qLiantLincjue  i  Capitoli  non  loiferogiuratiscgli  nondimeno 
crarirolato  di  voler' ollcraare  quello  della conuocatione  del  Concilioxonof- 
cendola  neceilaria  per  la  gloria  di  Dio,;^  beneficio  della  Chieia.Et  a' Tedici  del- 
lo ilelfo  mele  fece  coagregitione  vnmerlale  de'  Cardinali)  che  non  il  chiama 
Conciftoriojiió  eifendo  ancora  coronato  il  Papa,doue  propofe  quella  materia. 
e  ne  ffuga  le  Moiirò,  coii  eiiìcaci  ragioai,chc  la  intimatioae  noniìpoteua  dilferirerelfendo 
ragionij  altrimente  impolfibilcche  fra'Prencipi  Chriftiani  potelfe  leguire  buona  amici- 

tia,  &  che  le  herelle  potelfero  eirereilirpatc:  opperò,  che  i  Cardinali  tutti  do- 
Uconfi'htrle  i-^'-'l^cro  penfare  maturamente  fopra  d  modo  di  celebrarlo.  Deputò  anco  tre 
tmoniian-^e^  Cardinali ,  che  confideraircro  lopra  il  tempo^iSd  luogo,&  altri particolari:con 
ordinejchcfatta  la  coronatione,  nel  primo  Cóciftorio  doueirero  andare  col  lor 
parere.  Et  per  incomminciare  a  far  naicere  le  contradittioni»  dellequali  poLeirc 
efm'macM-  leruirfi  alle  occafionijloggionfcChe  ficome  nel  Concilio  s'haurebbe  riforma- 
tammte  le  fQ  l'Ordine  Eccle/ìaftico  5  coli  non  era  conueniente  ,  che  vi  foife  bifogno,  di 
':^-:^tnie  delia,  j-jfoj-n^ar'  i  Cardinali  :  anzi  era  necelTario  »  che  efsi  comminciaireroall'horaa 
'^°e'7erun*  tifoi'marfi,per  eirere  Tua  deliberata  volontà  di  cauar  frutto  dal  Concilio  :  i  pre- 
fpàtiedi  rifar-  cctti  dclquale  farebbono  di  poco  vigorejfe  ne'  Cardinali  non  fi  vedelfero  prima 

fna  a  B^mat     gli  effetti. 

e  pel  rifiuto         Secondo  il  coftume,che  ne*primi  giorni>  i  Cardinali^maffimegrandijOtteii- 
deUammìnet-  gono  dal  nuouo  Pontefice  facilmente  gratiejil  Cardinal  ài  Lorena, &  altri 
tìomde  bene-  Francefì,  per  nome  ancora  del  Rèjglidomandaronojcheconcedeire  al  Duca  di 
ff^  ^^  ^"['^  Lorena  la  nominatione  de'  Vercouatij&  Abbatie  del  fuo  dominio :laqual cofa 
orrena.     ^' {■^-^^^r^^Q^i^  anco,che  era  per  domandar  la  Republica  di  Venetia  de'  fuoirRilpo- 
fe  il  Pontefice,Che  nel  Concilio^qual'  in  breue  doueua  celebrare,  era  ncceilario 
leuare  tal  facoltà  di  nominatione  a  quei  Prencipi,che  Thauenanomon  fenza  no- 
ta de' Pontefici  prcceilbrifuoi,  chele  hanno  concefle.Perilche  non  era  coiara- 
gioaeuolcaccrefcer  il  cumulo  deUi  errori, &  conceder  all'hora  cofa,cheera. 
certo  douer  elfcr  riuocata  frapoco  tempo,con  poco  honore. 

Nel  primo  Conciftorio,che  fu  allidodiciNouembrc>t ornò  a  ragionare  del 
Concilìo,&:  diiresEiTer  neceirario,inanzi  adogni  altra  cofa,ottenere  una  unione 
de'Prencipi  Chriiliani:oueramente,una  ficiirezza,che  per  il  tempo  che  durerà  il 
Concilio ,  non  11  moueranno  le  arme.  Et  però  voleua  mandar  Nuncij  a  tutti  i 
Prencipi,per negotiar  quello  capo,&  altri particolari,che  i  Cardinali  hauelTero 
raccordato.  Chiamò  anco  il  Vergerlo  di  Germania,per  intendere  bene  lo  (lato 
delle  coic-  in  quelle  prouincie:&  deputò  tre  Cardinali,uno  per  ciafcun  Ordine, 
per  coafultar  le  cofe  dellariforma.  Iquali  furono  il  Cardinal  di  Siena,diS.Se- 
iierino ,  &  Cefib-.ne  mai  celebraua  Conciftorio,  che  non  intralfe  ,  (:<cparlaire 
longamente  di  qu-fta  materia  :&:  rpeilb  replicaua,eirere  neceitirio  perciò,clie 
prima  li  riformalfe  la  Corte ,  &  mafsime  i  Cardinali  :  ilche  da  alcuni  ve- 
niua  interpretato  eiler  detto  con  buon  zelo  >  6c  defiderio  dell'  effetto  :  da 

altri. 


Papa  Paolo  m.         L  I  B  R  O    P  R  I  M  O.  75 

altd  5  accio  la  Corte»  5iiCai.clinali>trouailero  modi,  per  non  venir' alla  rifor-     cio  i3 
ma>  di  mettere  impedimenti  al  Concilio  :  &  ne  prcndeiiano  argomento,  per-      xxxv. 
chchaiiendo  deputato  i  tre  Cardinali  ,  non  hauciia  eletto  ne  i  più  zelan- 
ti, ne  i  pili  eirecutiui  :  ma  ipiutardi,  &  quieti» che foifcio  nel  Collegio.  Ma 
il  Tet^uente  mcfc  di  Dicembre  diede  più  ampia  materia  a' diicorii.     Perche  »?«'''«  ^«^^  è 
creò  Cardinali,  Alclfandro  Farnefe,  nepote  hio  di  Pietro  Aloifìo,  figliuolo ^'^''*'^'!/'"'^^^ 
fuo  naturale  ;  &  Guido  Afcanio  Sforza,  nipote  per  Coftanza,  (uà figliuola:  ^^'^^'^'^-^^'^'^^^ 
quello  di  quattordici,  &que{lo  di  Tedici  anni  :  rilpondcndo  a  chi  confiderà-  cardinalato: 
uà  la  loro  tenera  età  5  che  egli  fuppliuacon  la  Tua  decrepita.    L'openionccon- 
ceputa  ,  che  fi  douelTc  veder  ritorma  de'  Cardinali ,  &c  il  rimore  d'alcuni 
d'efli,  iiiaiiì  immediate  :  non  parendo  ,  che  d'altroue  poteile  elfere  incom- 
minciata,  che  dall'  età,  &  naicimentodi  quelli, che  fi doueuano creare.  CcP- 
so  anco  il  Pontefice  di  piuparlarne  ,  hauendo  fatto  una  opera,  che  l'impcdiua 
ilmafcherarela  mente  propria:  reilaua  peròm  piedi  la  propofitionc  di  fare  il 
Concilio. 

Et  nelConciftoriodelfcdici  Gennaro  ci3  i3  xxxv.  fece  una  lunghiflìma,  fgH  mndme- 
^refficaciffimaoratione,  eccitando  i  Cardinali  di  venire  aril'olutioncdiqucl-  "°  pe'fnera. 
la  materia  :  perche  ,  procedendoli  cofi  lentamente,  fi  daua  ad  intendere  al  ^^/^ew/lo'* 
mondo,  che  in  verità  il  Concilio  non  Ci  volelfe  ,  ma  follerò  parole  ,  ì^  pa- 
rto dato.    Et  parlò  con  cofi  grani  fententie  ,  che  coirimoire  tutti.  Fu  delibe- 
rato in  quel  Conciftorio  di  Ipedire  Noncij  a  Celare,  al  Chriftianiflimo ,  &  ad 
altri  Prencipi  Chriftiani  ;  con  commiffione  d'efporre  ,  Che  il  Pontefice  ,  &  fpeSfce per  do 
il  Collegio,  haueuano  determinato  aifolutamente,  per  beneficio  della  Ch  ri- j».oj  Adorni/*' 
tìianità,  di  celebrarlo  :  con  effortargli  a  fauorirlo  ,  &  anco  ad  alficurar  la  Principi, 
quiete ,  &  tranquillità,mentre  fi  celebrarà  :  ma ,  quanto  al  tempo,  8c  luogo ,  di 
dire ,  Che  Sua  Santità  non  era  ancora  rifoluta.    Etporrauaanco  la  inftrattio- 
ne  loro  più  fegrera,  che  vedefifero  deliramente,  di  loitrarre,  qual  fofie  la  men- 
te de' Prencipi  quanto  al  luogo:  a  fine  di  poter,  iaputigl'  iiiccreflì,&  fini  di 
tutti ,  opporre  l'uno  all'  altro  ,  per  impedirgli  ,  &  metter  ad  effetto  il  fuo. 
Commifeanco  a' Noncij  di  querelarfi  delle  attioni  del  Re  d'Inghilterra  :  6:, 
quando  vedeilero  apertura  ,  incitarli  contra  lui ,  Se  oiterirgli  anco  quel  Re- 
gno in  preda.    Tra  quefti  Noncij  fu  uno,  il  Vergc^rio  ,  rimandato  con  più  .   ^       .    , 

{pecialiconimiflioniin  Germania,  per  penetrar  la  mente  de'  Prottllanti,cir-  ^     ''^^^'^"1 
^  ì    r  11  li-'  •!•  i-r      r  ■     -n   rr  ,r    ••    Prot(jiantt,c9 

cala  torma  del  trattar  nel  Concilio ,  per  potergli  rar  lopra  i  nrlelii  neceiiarij.  mandati  di 

Gli  commile  anco  fpecialmente,  di  trattare  con  Luthero ,  &:  con  gli  altri  prin-  manichei 

cipali  predicatori  della  rinouata  dottrina, ulando  ogni  forte  di  promeire,& 

partiti,  da  ridurgli  a  qualche  compofitione.    Riprendeuail  Pontefice  in  ogni 

occalione  la  durezza  del  Cardinal  Gaetano  ,  che  nella  Dieta  d'Augnlta  del 

M.- D.  xviii.  rifiutalTe  il  partito  propofto  da  Lurhero  ,  che ,  impofto  filentio 

agli  auuerfariifuoi,ficontentaua  anco  elfo  di  tacere  :  &  dannaua  l'accibitàdi 

quel  Cardinale,che,con voler  oftinatamence  la  ritrattatione,haueile  precipita-       ^ 

to  queir  huomo  in  difpcratione,laqual  diccua  elfer  coftata,&  douer  coftar  cofi 

cara  alla  ChicfaRomaiia,quanco  lanietà  della  autorità  fua:chc  egli  non  voleiia 

K    ij 


7<?  CONCILIO  DI  TRENTO       PapaPaoloIII. 

""ciò  1 3    iinimre  Leone  in  quefto ,  che  credette,  i  Frati  elTer  buoni  inftromenti  da  op- 
XXXV.       primere  i  predicatori  di  Germania.    Il  che  la  ragione,  &  l'eiientOjhaueua  mo- 
ftrato  quanto  foiTe  vano  penfiero.  Non  eireriii  le  non  due  mezi  :  la  forza,  &z  le 
prattiche  :  quali  egli  era  per  adoperare,  eiTendo  pronro  a  concordare  con  ogni 
condicionc,  laqualc  riferui  intiera  l'autorità  Pontificia:  pcrilche  anco,  dicen- 
do d'hauer  bifogno  d'huomini  di  valorc,&  di  ncgotio,crec)  addì  ventuno  Mag- 
e  fi  fortifica    gio  ici  Cardinali  5  dc  pochi  giorni  doppo,il  fettimo  :  tutti  pcrlbne  di  molta  ih- 
di  numero  dì  ma  nella  Corte.Fra  quali  tu  GiouanniFiicherio,VefcouoRoftcnfe,chc  all' ho- 
Cardmaii  di   j.^  {|  tiouaua  prigione  in  Inghilterra,per  haucr  ricufato  d'adhcrir'  al  decreto  del 
•va  ore»  ^^^  ^^^^  Icuar  l'autorità  Pontificia.    Il  Papa,  nell'  elegger  la  Tua  perfona  ,  heb- 

be  confìderatione,  che  honoraua  la  promotione  Tua,  mettendo  in  quel  nume- 
ro un  huomo letterato ,  &  benemerito  perla  perfecutione  che  ibfteneua  ;  Se 
che,  hauendolo  accrefciuto  di  dignità,  il  farebbe  il  Rè  indotto  a  portargli  rif- 
petto  ,  Se  apprelFo  il  popolo  farebbe  entrato  in  credito  maggiore.  Ma  quel 
Cardinalato  nongiouò  in  altro  a  quel  Prelato,  fé  non  ad  accelerargli  la  m or- 
tV,  che  gli  fu  data  quarantatre  giorni  dopo  ,  con  la  troncatione  del  capo  in  pu- 
blico. 
e  promde  un       Ma,con  tutto  che  il  Papa  facelFe  cofi  aperte  dimoftrationi  ài  volere  il  Con- 
rìpetro  ftcuro   cilio,in  maniera,che  douelle  dar  fodisfattione,  &  ridur  la  Germania  i  nondime- 
controalCon-  ^olaCorte  tutta,& imedefìmi  intimi delPonteficc,&  che  trattaiiano quefte 
*  cofe  intrinfecamente  con  lui,diceuano ,  Che  non  poteua  elFer  celebrato altro- 

ue,che  in  Italia  :  perche  altroue  non  farebbe  flato  libero ,  Se  che  in  Italia  non  fi 
-  poteua  elegger  altro  luogo,  che  Mantoua. 
Il  Ver  erk  ^^  Vergerio,ritornato  in  Germania,  fece  l'Arabafciata  del  Pontefice  a  Perdi- 
trattato  Pro-  nando  prima:  &  poi,a  qualunque  de  Proteflanti,  che  andana  atrouarquelRè, 
tefianth  p^r  gli  occorrenti  negotij:&  finalmente,  fece  un  viaggio  per  trattare  anco  con 
gli  altri.  Da  niifuno  d'eili  hcbbe  altra  rifpofla,faluo  che,haurebbono  confulta* 
ro  infiemenel  conuento,  che  doucuano  ridurre  nel  fine  dell'  anno.  Se  di  com- 
mun  confenfo deliberatala  rifpofta.  Lapropofitione  del  Noncioconteneua> 
Che  quell'era  il  tempo  del  Concilio  tanto  defidcrato  ,  hauendo  il  Pontefice 
trattato  con  Cefare ,  Se  con  tutti  i  Rè,pcr  ridurlo  feriamente ,  Se  non  come  al- 
tre volte,  in  apparenza:  Se  acciò  non  fi  difFcrifca  più,  haueua  rifoluto  d'eleg- 
ger per  luogo  Mantoua,  conforme  a  quello,  che  già  due  anni  era  flato  rifolu- 
to con  l'Imperatore.  Laqual  città  ellendo  diun  Feudatario  Imperiale,  &  vici- 
na a  confini  di  Cefare ,  Se  de'  Venetiani ,  poteuano  tenerla  per  fìcura  :  fenza 
che,il Pontefice,  Se  Cefare,  haiu'ebbono  data  o^ni  maggior  cautione.  Non 
elfer  bifogno  rifoluere  ,  ne  parlare  del  modo,  sforma  di  trattare  nel  Conci- 
lio :  poiché  molto  meglio  ciò  fi  farà  in  effo,  quando  farà  congregato.  Non  po- 
terfì  celebrare  in  Germania,  abondando  quella  di  Anabattifti,Sacramentarii, 
&  altre  fette,per  la  maggior  parte  pazzi  >&;furioft.  Perilche  alle  altre  natio" 
ni  non  farebbe  fìcuro  andare  doue  quella  moltitudine  è  potente ,  Se  condan- 
nare lafua  dottrina  :  che  al  Pontefice  non  farebbe  differcntia  di  farlo  in  qua- 
lunque altra  regione  :  ma  non  vuol  apparire  che  Ha  sforzato  >  Se  gli  fia  leuata 

quel- 


Papa  Paolo  III.         LIBRO    PRIMO.  77 

quella  autorità,  che  ha  hauuto  per  tanti  fccoli,  di  prefHcriuere  il  luogo  de'  Con-    e  1 3  i  a 
cilij  generali.  ^  xxxv. 

la  quefto  viaggici!  Vcrgerio  trouò  Luthcro  a  Vitrcmbcrg,  &  trattò  con  lui  e  con  Lutero 
molto  hunrcinrinìentccon  qacfti  concetti ,  eilcndendogli ,  &  amplificandogli  fi^lfo  >  per -via 
alTai.Et  prima  accerrandolo,che  era  ingrandifTimaeltimationeappreiro  il  Fon-  ^' j^fi^ghe  ^-e 
teficc.  Se  tLiCiol  Collegio  de'  Cardinali,  iquali  lentiuano  diipiaccrc  eftremo,  '""'*^"* 
che  folle  perduto  un  foggetto,  che  implicatofi  ne' (eruitij  di  Dio,  &  della  Sede 
Apoftolica,che  {onocongionti,haurebbe  potuto  portare  frutto  nieftimabile: 
che  farebbono  ogni  poffibilepcr  ractiuiftario.Gli  tcflificòjchc  iiPontcfice  bia- 
iìmaua  la  durezza  del  Gaetano,laquale  non  era  meno  riprefa  da'  Cardinali:che 
da  quella  Tanta  Sede  poteua  afpcLtar  ogni  fauorc:  che  a  tutti  difpiaceua  il  rigore, 
colquale  Leone  procedette,per  inftigatione  d'altri,  &c  non  per  propria  difpoiì- 
tione:  gli  foggionfe  anco,  che  egli  non  era  per  difputarc  con  elfo  lui  delle  cofe 
controuerfcnon  profelfando  Theologia  :  ma  poteua  ben  con  ragioni  commu- 
ni moftrargli,quanto  iarebbe  bene  riunirfi  col  Capo  della  Chicfa.  Pcrchccon- 
fìderando,che  (blogià  diciotto  anni  la  dottrina  iua  era  venuta  in  luce,&:  publi- 
candofì  haueua  eccitato  innumerabili  (ettcche  l'una  deteftaraltra:&tàte  fedi- 
tioni  popularijCÓ  morte,&  efterminio  d'innumcrabiliperfoneionde  no  iipote- 
ua  concluderccheveniireda  Diotbenfi  poteua  tener  per  certo,  che  era  perni- 
ciofa  al  mondo,riurcendo  da  quella  tanto  male.Diceua  il  Vergerio:E  un  grand* 
amore  di  le  fteiro,&  una  ftima  molto  grande  dell'  opinione  propria,quando  un 
huomo  voglia  turbare  tutto'l  mondo  per  leminarla.  Se  hauete  (diceua  il  Vcr- 
gerio) innouato  nella  fede,in  quale  erauate  nato,&:  educato  trentacinque  anniV 
per  voftra  confcientia,&.  falutcjbaftaua,  che  la  tenefte  in  voi.  Se  la  carità  del 
proffimo  vi  moueua,àche  turbare  tutto'l  mondo  per  cofa,di  che  non  vi  era  bi- 
fogno,poiche  fenza  quella  li  viueua,&  feruiua  a  Dio  in  tranquillità.  La  confu- 
sione (foggiongeua)  è  paillita  tanto  oltre,  che  non  fi  può  differir  più  il  rimedio» 
Il  Pontefice  e  riioluto  applicarlo  con  celebrare  il  Concilio,  doueconuenendo 
tutti  gli  huomini  dotti  d'Europa,  la  verità  farà  meira  in  chiaro,  a  confufione 
delli  {piriti  inquieti  :  &  ha  deftinato  per  ciò  la  città  di  Mantoua.  Et  fé  ben 
nella  diuina  bontà  conuiene  hauer  la  principale  fperanza  ,  mettendo  anco  in 
conto  l'opere  humane,  inpoteftà  di  Luthero  è,fare,  che  il  rimedio  riefca  faci- 
le, fé  vorrà  ritrouarfi  prefente  ,  trattar  con  carità,  ^obligarfi  anco  il  Pontefi- 
ce, Prencipemuniticentiflìmo,^  che  riconofce  le  perfone  meriteuoli.Gli  rac- 
cordò l'eflempio  d'Enea  Siluio;  che,  feguendo  le  proprie  openioni,  con  mol- 
ta feruitù,  sfatica  ,  non  fi  portò  più  oltre,  che  ad  un  Canonicato  di  Trento: 
ma,  mutato  in  meglio,fu  Vefcouo,Cardinale,&  finalmente  Papa  Pio  fecondo. 
Gli  raccordò  Baffarione  Niceno,  che,  d'un  mifero  Caloicro  da  Trabifonda,  di- 
uentò  cofì  grande  >  &  riputato  Cardinale,  &c  non  molto  lontano  dal  fucccder 
Papa. 

Le  rifpofte  di  Luthcro  flirono,fecondo  il  naturale  coftume  fuo^  vehementf,  fradaefTn  " 
&  concitate,con  dire,  Che  non  faceua  nilTuna  ftima  del  conto ,  in  che  foile  ap-  poyu  rijC^ 
prello  la  Corte  Romana>dellaqualenontemeuarodio5necuraualabeneuolcn-  mc'!/«: 

K     ili 


_78  CONCILIÒ    DI   TRENTO     Papa  Paolo  III. 

e  I  "3  IO  2a  :  che  ne'  feiiiitij  diiiini  s'implicaua  quanto  poteiia ,  fé  ben  con  riafcita  di  fer- 
XXXV.  uo  inutile  :  che  non  vcdcua,  come  follerò  congionti  a  quei  dei  Pontificato  ,  fé 
non,coi-ne  le  tenebre  alla  kice  :  nilfuna  cofaneUa  vita  fua  ellergli  ftatapiu  utile, 
phe  il  rigore  di  Leone,  &  la  durezza  del  Gaetano:  quali  non  può  imputare  a  lo- 
ro, ma  gli  afcriac  alla  prouidcnza  Diuina.  Perche  in  quei  tempi,  non  eifendo 
ancora  illuminato  di  tutte  le  verità  della  fede  Chriftiana,ma  hauendo  folo  fco" 


perto 


iiabulì  nella  mater 


;ria  delle  Indulgéze,era  pronto  di  tener  iìlentio,quan- 
do  da' Tuoi  auuerfari)  folle  {lato  feruato  r.iftello.  Ma  le  fcritture  del  Maeilro 
del  (acro  Palazzo,  la  (uperchiaria  del  Gaetano ,  &  la  rigidezza  di  Leone,rhaue- 
uano  coffcrctto  a  (Indiare,  5c  (coprire  molti  altri  abuiì,  &  errori  del  Papato,  me- 
no tolerabili,iquali  non  poteua  conbuona  conicientiadiffimulare,  Predar  di 
moilrare  al  mondo.  Hauere  il  Noncio,per  fua  ingenuità,confeirato  di  non  in- 
tender Tlicologii:  il  che  apparirla  anco  chiaro,per  le  ragioni  propofte  da  lui: 
poiché  non  (1  poteua  chiamare  la  dottrina  fua  nuoua,(e  non  da  clii  credelfcche 
Chrifto,gli  Apolì;oli,&  i  Santi  Padri  haucireroviuuto,come  nelprefente  l'eco- 
lojil  Papa,  i  Cardinali,&  i  Vcfcoui  :  ne  (ì  può  far'  argomento  contra  la  dottrina 
medefima dalle feditioni,  occorfe  in  Germania, fé non,da  chi  non  ha  lettole 
Scritture,&  non  sà,que(ì:a  elFere  la  proprietà  della  parola  di  Dio,&  dell'  Euan- 
geliojche,  doueèpredicato,eccitaturbe,  &  tumulti,  fino  alfepararilpadredal 
figliuolo.  Quella  cifer  la  fua  virtù,che  a  chi  l'afcoltajdona  la  vita;  a  chi  lo  ripu- 
dia,è  caufadi  maggiore  dannatione.  AggionfcChe  quello  era  il  più  uniuerfalc 
difetto  de'  Romani,  volere  ftabilir  la Chiefa  con gouerni,tratti da  ragionihu- 
mane,come  (e  foife  uno  (lato  temporale.  Che  queda  era  quella  forte  di  fapien- 
za,che  S. paolo  dice,  elfer  riputata  pazzia  appreifo  Dio  :  (ìcome  il  non  (limare 
quelle  ragioni  politichcconcheRomagoucrna,  mafidarfì  nelle  promeife  di- 
uine,(3<:  rimettere  alla  Maeftà  fua  la  condotta  degli  alRiri  della  Chieia,  è  quella 
pazzia  humana,che  è  fapiézadiuina.ìl  far  riufcir  in  bene,&  profitto  della  Chie- 
ia,il  Cócilio,non  eirere  inpoteftà  di  Martino;  ma  di  chi  lo  può  lafciar  libero, 
acciochc  lo  Spirito  di  Dio  vi  prefeda,&  lo  guidi;&  la  Scrittura  diuina  (ìa  rego- 
la delle  deliberationi  :  celiando  di  portami  interelTi,  u(urpationi,&:  artificij  hu- 
mani:  il  che  quando  auueniircegli  ancora  vi  apportarebbe  ogni  (ìncerità,&  ca- 
rità Chnltiana:  non  per  obligarii  il  poi\tehce,ne  altri  ;  ma,per  (eruitio  di  Chri- 
(lo,pace,.S>:  libertà  della  Chieia.  Non  poter  però  hauere  lperanza,di  vedere  un 
tanto bcne,mentre  nò  apparilccche  lo  (degno  di  Dìo  lìapacificato,pcr  una  fe- 
ria conuerfione  dell'  hipocrilia  :  ne  poterfi  far  fondamento  (opra  la  radunanza 
dihuom!;iidotti,&  L [iterati:  poiche,eirendo  accefa  l'ira  dcDio,non  vi  è  errore 
cofi  airutdo,&  irragioneuolcche  Satan  non  pcrfuada,&:  più  a  quedi  granlaui, 
che  (ì  tengono  fapcrciquali  la  Maeftà  diuina  vuol  confondere.  Che  da  Roma 
nonpuoriceuere  cofa  alcuna  compatibile  col  minifterio  dell' Euangelio.  Ne 
muouerloglicirempij  diEneaSiluio,odiBeiru-ione  :  perche  non  (lima  quei 
fplendori  tcnebrofi:  &,quaado  volelFc  anco  eiraltare  fé  (lelTo ,  potrebbe  con  ve- 
rità rephcare,quello,che  daErafmo  fu  detto  facetamente,Che  Luthero  pouero, 
&  abiettcarricchifccSc  inalza  molti:  elTer  molto  ben  noto  ad  elfo  Noncio,per 

Ron 


Papa  Paolo  III.         LIBRO    PRIMO.  7P 

non  andar  lontano,  che  al  Maggio  profllmo,  egli  ha  haimto  gmn  parte  nella 
crcationc  del  Roifenfe:^-  è  italo  caula  totale  di  quella  di  Scomberg.  Che  Te  poi 
al  primo  è  fiata  leuata  la  vita  coli  toiì;o,c|uefto  è  da  alcriuerc  alladiiiina  proui- 
dcnza.Non  potè  il  Vergerlo  indurre  Luthero  a  rimetter  niente  della  iua  fcrmez- 
zaiilquale  contantacoitanzateneualaluadotcrinajcome  fefoire  veduta  con  gli 
occhi,e  diceua,Che  più  fiicilmentc  ilNonci05&:  anco  il  Papa,haurebbe  abbrac- 
ciatala fede  {lia,che  egli  abbandonatala. 

Tentò  ancora  il  Vergerlo  altri  Predicatori  in  Vittcmberg,  fecondo  lacom-  invano  tema 
milTione  del  Pontefice  :  6c  alerone  nel  viaggio:ne  trouòinclinationejcome  ha-  gli  aitn  dottO' 
urebbe  penfato:  ma  rigidità  in  tutti  quelli  che  erano  di  conto:&  quelli  che  fi  la-  »» 
rebbono  refugli  trouò  di  poco  valore,  &  di  molta  pretcnlìone:  fi  chenonface- 
uano  al  calo  Tuo. 

Mai  Protcftantijintcfalapropofìtionedcl  Vergerlo , eifendo  congregati  in  eUonuentod 
Smalcalda  quindici  Prencipi,òc  trenta  città,  rilpoierojHauer  dichiarato  quale  Prnteftantiri^ 
foife  la  lor  volontà,^:  intentionc  circa  il  Concilio  in  moke  Diete  ;  »!?*:  ultima-  fi^a  tutti  i 
mente  già  due  anni  fono  ,al  Nonciodi  Papa  Clemente  ,  &  all' Ambaiciacore  P'^>'"ttdilp<f^ 
dell'  Imperatore  :  &  che  tuttauia  defiderauano  un  legitimo  Concilio  j  come  e-  ^'^^ 
rano  certijche  era  defiderato  da  tutti  gli  huomini  pij  :  &  alquai  erano  anco  per 
andare,  fi  come  più  volte  era  flato  determinato  nelle  Diete  Imperiali.Ma,quan- 
toaquellojche  il  Pontefice  haueua  deftinato  inMantoua,fperauano,che  Ce- 
fare  non  foife  per  dipartirfi  da'  decreti  delle  Diete,  &  dalle  promelfe  tante  volte 
fattegli,Che  il  Concilio  il  douelfe  celebrare  inGermania:  doue  che  vi  polli  ef- 
fer  pericolo,non  faperlo  vedere  :  poiché  tutti  i  Prencipi,  &  città  ubedifcono  a 
Celare,&  fono  cofi  ben  ordinatcche  i  foreftieri  vi  fono  riccuuti,&  trattati  con 
ogni  humanità.Ma,che  il  Pontefice  fia  per  prouedere  dia  ficurezza  di  quelli,ch' 
andranno  al  Concilio,  non  fapeuano  intender  come  :  maflimerifguardando  le 
cofc  occorle  nell'  età  precedente.Che  la  Republica  Chrilliana  ha  bifo-^no  d'un, 
pio,  &  libero  Concilici  che  ad  un  tale  effi  hanno  appellato.  Che  poi  non  fi 
debbia  trattare  prima  del  modo,&foriT!a,  altro  non  lignifica,  fé  non,  che  non 
vi  debbia  elfer  libertà,  &  che  tutto  fi  debbia  riferire  alla  poteftà  del  Pontefi- 
ce, ilquale  hauendo  già  dannata  la  lor  Religione  tante  voite,  fé  egli  donerà  ef- 
fergiudice,  il  Concilio  non  farà  libero.  Cheil  Coicilio  none  un  tribunale 
del  lolo  Pontefice,  ne  de'  foli  Preti,  ma  di  tutti  gli  Ordini  della  Chiefa,etian- 
dio  de'  fecolari.  Che  il  voler  preponer  la  potefta  del  Pontefice  ,  all'  autoriti 
di  tutta  la  Chiefa,  è  openione  iniqua,  &  piena  di  tirannide  :  che,defendendo  il 
Pontefice  l'openione  de'  fuoi,anco  con  editti  crudeli,fofl;enenQO  egli  una  parte 
della  lite ,  il  giufto  vuole,  che  da'  Prencipi  fia  detcrminato  il  modo,  6c  forma 
dell' attio  ne.  '^s. 

Al  medefimo  couento  di  Smalcalda  mandarono  Ambafciarori  i-Re  di  Fran- 
cia,&; d'Inghilterra.  Q^ldi  Fraciajilqualeeifendo  morto  Fràcefco  Sforza,Du-  laTdIuT"* 
ca  di  Milano,diiregnaua  fare  la  guerra  in  Italia,  gli  ricercò  di  nò  accettare  luogo  de  FranàaX 
perlacelebrationedel  Conc!lio,fc  non  con  coufeglio  fuo ,  &  del  Re  d'Lighil-  d'inghUterrit^ 
terrai  proraeccendojche  effi  ancora  nonne  acccccerebbono  niiruiiofenza  loro. 


So  CONCIi-IO    DI   TRENTO     Papa  Paolo  HI. 

e  1 3   1 3     II  Rè  d'Inghilterra ,  olcre  di  ciò,  gli  fece  intendere ,  cke  fteflcro  bene  auiiertipi» 
XXXVI,      che  non  fi  facelfe  un  Concilio ,  doue,  in  luogo  di  moderar  gli  abiiiì,/!  ftabilif- 
fc  tanto  più  la  domiiiatione  delPontehce:&  gli  ricercò, che  approuallèro  il 
filo  diaortio.Dair  altro  canto,cflì  propolero,che  ilRcriceueire  la  Confezione 
Aiiguftana:  lequalicofe  trattate  in  di iierfi  conuenti,nonhebbero  conckiiìone 
alcuna. 
Il  Vergerlo        ;^^a  il  Vcrgerio,nel  principio  dell' anno  m.  d.xxxvi.  tornò  al  Pontefice,  per 
zìferifce  alFa-^  riferire  la  fua  legationc.  Riportò  in  fomma,chc  i  Proteftanti  non  erano  per  ri- 
^altrT-viAche  ^^'^"cre  alcun  Concilicfe  non  libero,in  luogo  opportuno,tra  i  confini  dell'  Im- 
/e  armii  ,,    perio  :  fondando  fi  fopra  la  promeira  di  Celare  :  &  che  di  Luchero,&  degli  altri 
fuoi  complici,non  vi  era  fperanza  alcuna,  ne  fipoteua  penfar'ad  altro,che  op- 
primergli con  laguerra.Hebbe  il  Vergerlo  per  Ino  premio  il  Vefcouato  di  Ca- 
po d'Iftria,iua  patria:  iSc  dal  Pontefice  fu  mandato  a  Napoli,  per  far  la  medefì- 
ei  è  inandato  marelatione  all'  Imperatorejilqual'  ottenuta  la  vittoria  in  Africa,era  pailàto  in. 
^er^erjuadere  qQ^^  Regno ,  per  ordinare  le  cole  di  quello.    Et  udita  la  rclatione  del  Noncio, 
ad  ej]e  Ceja-  p^f^^  Ccfare  a  Roma.  Fu  a  ftretti  colloqui)  col  Pontefice  fopra  le  cofe  d'Italia, 
^'abbocca  Vt    ^  ^^^  modo  di  pacificare  la  Germania:  ilqual  modoperfuadendo  il  Pontefice, 
papa  fu  que-  fecondo  il  confeglio  anco  del  Vergerio,  che  non  poteua  elfere  altro,  faluo  che 
jiofuggeKOy    la  guerra;Cefare,che  non  vedeua  il  tempo  maturo,per  cauare  da  quella  il  buon 
frutto,che  altri  pcrfuadeuai&:  vedendoli  anco  implicato  in  Italia,  da  che  non 
poteua  fuilupparfi,  fé  non  cedendo  lo  ftato  diMilano,quale  haueua  deliberato 
onninamente  d'appropriarli ,  Se  qua  tendeua  lo  fcopo  principale  di  tutte  le  fue 
attionij  allegaua,per  ragione  di  differire ,  elfer  più  neceUario  in  quel  tempo  di- 
fendere Milano  da'  Francefi.Dall'  altro  canto,ilPapa,il  penlìcro  delquale  tutto 
era  volto  a  far  cadere  quello  ftato  in  un'  Italiano,&  per  ciò  proponeua  la  guerra 
di  Gcrmania,non  folo  per oppreflione  de'  Lutheiani(come  publicamente  dice- 
uà)  ma  anco  per  diucrtir  Cefare  dall'  occupare  Milano,  che  era  il  fine  fuo  prin- 
cipale,fe  ben  fegreto;  replicaua,che  più  facilmente  egli,co"Venetiani,ufando  le 
arme,&:lepratticheinficme,haurebbe  fatto  defiftere  il  Re,  quando  fua  Maeftà 
Cefarea  non  fi  fulFe  intromeifa. 
llamle  Cefa-       Ma  l'Imperatore,  penetrato  l'interno  del  Papa ,  con  altretanta  diflìmulatio- 
re  finge  ap-  ne  fi  moftrò  perfuafo,  &c  inclinato  alla  guerra  di  Germania,  dicendo  però,  che, 
pronare  :  ma  pei;  non  hauertutto'lmondocontra,conueniuagiuftificarebenkcaufaj  &:con 
imprima  n-  l' jj-^j-j.-nar  il  Concilio,moftrare,chehaueire  tentato  prima  Ogni  altro  mezo.  Il 
e  je  e    ena-  p^j^j.^^^^  j-^qj^ haueua  difcaro,che,douendo  finalmente  intimarlo,cio  fi  facelfe 
'  nel  tempo,quando,per  hauer  il  Rè  di  Francia  occupata  già  la  Sauoia,  &  il  Pie- 

monte ,  l'Italia  tutta  era  per  ardere  di  guerra  :  onde  fé  gli  daua  apparcntiflìmo 
prctefto,per  circondare  il  Concilio  di  arme,fotto  colore  di  cuftodia,  &;protet- 
tione.Si  moftrò  contento,purche  folfero  ftatuite  conditioni,che  non  dcrogaf- 
fero  all'  autorità,&  riputatione  della  Sede  Apoftolica.  L'Imperatore,che  perla 
.  vittoria  ottenuta  in  Africa,  haueua  l'animo  molto  eleuato,  &  pieno  di  vafti  pé- 
^^Vu*  *  ^^^^  »  riputaua  di  douer  in  due  anni  almeno  vincer  la  guerra  di  Lombardia,  Se 
ferrato  il  Rè  di  Francia  di  là  da'  monti,  attendere  alle  cofe  di  Germania,  fenza 

altro 


<vtinta^Kì3 


I 


Papa  Paolo  IH.  LIBROPRIMO.  8i 

altro  impedimento.  Voleua  che  il  Concilio  gli  lemillè  a  due  cofe:  prima,  du-  ciò  i3 
rante  la  guerra  d'Italia,per  raffrenar  il  Papa;  fctecondo  il  coftume  de  Pontefici,  xxxvi. 
haueife  penfato  metterli  dalla  parte  di  Francia,  quando  quella  fuirc  reftata  infe- 
nore,per  contrapefar  il  vincitore:  poi,per  ridiir  la  Germania  all'  obcdienza  Tua, 
a  che  cali  miraua:perchc,quanto  alla  Pontificia,rhaueuapercora  accidentale. 
Gli  piaceua  il  luogo  di  Mantoua:  quanto  ai  rimanente,  non  curaua  qual  con- 
ditione  il  Papa  vi  apponelle ,  poiché  quando  folle  ftato  ridotto,  egli  haurcbbe 
potuto  mutare  qucllo,chcnon  gli  folle  piaciuto.  Per  tantojconclufcche  men- 
tre il  faceife  il  Concilio,  fi  contcntaua  d'ogni  conditione,allegando,che  fpcra- 
uadiperluadercfe  non  a  tutta  la  Gcrmania,poco  meno,a  confentirui  finalmen- 
te.Fuadonque  {labilità la  deliberatione  dal  Pontefice,  con  tutto'l  Collegio  de' 
Cardinali. 

Perilche  l'Imperatore,  interuenendo  nel  Conciftorio  publico  a'  ventotto  enerkhkdela 
d' Aprile,  ringratiò  il  Pontefice,  &  il  Collegio,  che  hauelfero  prontamente,  d<:  ^"^^"^ 
efpediramente  deliberata  la  conuocatione  del  Concilio  Generale  :  &  gli  ricer- 
cò apprelfojche  la.  Bolla  foife  fpedita  inanzi  la  fua  partita  da  Roma ,  accio  egli 
potellè  dar'  ordine  al  rimanente.  Non  fi  potè  ordinare  cofiprcfto  :  eifendo  pur 
necellària  qualche  confideratione,per  metterui  parole  appofite,che  dellero 
quanto  più  buona  Iperanza  di  libertà  era  poffibile  :  &infieme  non  portalfcro 
alcun  pregiudicio  all'  autorità  Pontificia.  Furono  deputati  a  quello  fei  Car- 
dinali, &:treVefcoui:  &  finalmente  la  Bolla  fu  fpedita  fotto  i  dodici  diGiu- 
gno,publicata  in  Conciftorio,  &  fottofcritta  da  tutti  i  Cardinali.  Il  tenor  di 
quella  era; 

Che  dal  principio  del fuo Pontificato, nilfuna  cofa  haueuapiu  defiderato, /;«Z//c<«m »n^ 
che  purgare  dalle  herefie,  6c  errori,  la  Chiefa,  raccommandata  da  Dio  alla  cura  f»«> 
fua:  &  di  reftituire  nel  prillino  ftato  la  difciplina:  al  che  non  hauendo  trouato 
via  più  commoda,  che  la  fcmpremai  ufata  in  fimili  occorrenze,cioè,  il  Conci- 
lio Generale,di  quello  hauere  fcritto  più  volte  a  Cefare,&  agli  altri  Rè,con  Ipe- 
ranza, non  folamentc  d'ottener  quello  finc:maancora,che,fedateledifcordie 
tra'  Prencipi  Chriftiani,fi  mouelfe  la  guerra  agli  infideli,per  liberare  i  Chriftiani 
da  quella  mifera  feruitù ,  5c  ridurre  anco  gì'  infideh  alla  fede.Perilche,  per  la  pie- 
nezza di  poteftà,che  egli  ha  da  Dio,col  confenfo  de'  luoi  fratelli  Cardinali,  inti- 
ma un  Concilio  Generale  di  tutta  la  Chnftianità  per  i  ventifettc  Maggio  dell' 
anno  fcguente  m.d.xxxvi i. in Mantoua,luogo abondante,& opportuno,per la 
celebratione  d'un  Concilio:  &  per  tanto  commanda  a' Vefcoui,&  altri  Prelati  gj„  l'intima- 
di  qualunque  luogo  fi  fiano,per  l'obligo  del  giuramento preftato da loro,&  ùoneaMan- 
Ibtto  le  pene  ftatuite  da'  fanti  Canoni,  &decreti,che  vi  fi  debbiano  trouarcal  toua: 
giorno  prefilfo.Prega  Cefare,LX:  il  Rè  di  Francia,&  tutti  gli  altri  Rè,&  Prencipi, 
per  amor  di  Chrifto,&  per  falute  della  Republica  Chriftiana ,  che  vogliano  tro- 
uavuifi  in  perfona:»^:  non  potcndo,rnandino  honoreuoli,&:  ampie  Ambafciaric, 
ficome  eflo  Celare,&  il  medefimo  Rè  di  Francia,&  gli  altri  Prencipi  Chriftiani, 
hanno  proir.elTo  più  volte,  &  a  Clementc,«3^  a  lui.Et  ficciano  anco,che  i  Pre- 
lati de'luoiRegni  debbiano  audaruii&ftarui  fino  al  fincper  determinare  quello, 

L 


Si  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Paolo  111. 

ci3  13    che  farà  opportano  per  riforma  della  Chiefa, eftirpatione  delle hereiìe,&: per 
xxxvii.     inuoLier  la  guerra  agl'infideli. 
conma  altra       Pnblicò  anco  il  Papa  una  altra  Bolla,peremendare(  fi  come  diccua)la  Città 
di  riforma  di  di  Roma, Capo  di  tutta  la  Chriftianità,  maeftra  della dottrina,de'coftumij& 
ì^ma:  della  difciplina;  di  tutti  i  vitij,&  mancamenti:accioche,purgata  la  cafapropria) 

potcilè  più  facilmente  purgare  le  altre:al  che  non  potendo  attendere  folo  piena- 
mentcdeputò  lopra  ciò  i  Cardinali  OftienfejS.  Seuerino,Ginutio,&  Simoneta: 
commandando  ,  fotto  grauilTìme  penerà  tutti  di  preftar  loro  intiera  obedienza. 
Qucfti  Cardinaliiinricme  con  alcuni  Prelati ,  pur  dal  Papa  deputati,/!  diedero 
imm.cdiate  a  trattar  la  riformatione  della  Penitentiaria,della Dataria,  Se  de'  co- 
ftumi  de'  Cortigianirperò  non  fu  pofta  cofa  alcuna  in  effetto.   Ma  l'intimatione 
del  Concilio  parue  ad  ogni  mediocre  ingegno  molto  poco  opportuna,in  tem- 
po ,  quando  tra  l'Imperatore ,  &  il  Rè  di  Francia,erano  in  piedi  le  guerre  in  Pi- 
cardia,in  Prouenzaj&  in  Piemonte. 
ma  t  Prote-      j  Proteftanti ,  veduta  la  Bolla,fcriirero  a  Cerare,che,non  vcdendofi  qual  do- 
m contentano  ^^^^^  ^^^^''^  ^^  forma, &  il  modo  del  Concilio,chedaloro  era ftato Tempre do- 
*  mandato  pio,  libero,  &  m  Germania^  &:  tale  Tempre  promeiro,iìconfidauano> 
che  Cefare  haurebbe  proueduto,fì,che  le  loro  dimandefoirerofodisfatte,&  la 
fua  promeila  adempita. 
Itncheconfor-     Ma,nel  principio  dell' altro  anno  M.D.xxxvii.mandc)CefareMatthiaEldo> 
tati  da  Cefa-  fuoVicecancellario  a'  Proteftanti,adeirortargliariceueril  Concilio,ilqual  con 
*'*'  tanta  fua  fatica  era  ftato  conuocato,&  alquale  egli  dillegnaua  trouarhin  per- 

fona,fe  non  interueniile  qualche  grand'  impedimento  di  guerra,che  lo  conftrin- 
gefle  elfere  altroue  :  ricordò  loro  d'hauere  appellato  alConcilioj&perònon 
eCer  conuenicnte, che  hora, mutato  proponto,non  voleireroconuenire  con 
tutte  le  altre  nationi,che  hanno  pollo  in  quello  tutta  la  fperanza  della  riforma 
della  Chiefa. Quanto  al  Pontefice,di(Te  Cefarcnon  dubitarcche  non  fi  gouerni» 
come  iiconuienp  al  principal  Capo  dell'  Ordine  Ecclcfiafticoxhefehauranno 
qualche  querela  centra  ài  lui,  la  potranno  profeguire  nel  Concilio  modella- 
iTiente.Quanto  al  modo,&  forma,non  ellcr  conueniente>che  effi  vogliano  pref^ 
criuerlaa  tutte  le  natioriirpenialferosche  non  i  foli  Theologi  loro  fiano  infpirati 
daDio,&  intendenti  delle  cofe  facrerma  che  anco  altroue  ve  ne  fiano,a  chi  non 
manchi  dottrina  ^  &  fantità  di  vita.Quanto  al  luogo,fe  bene  efiì  hanno  diman- 
dato uno  in  Germania, però  debbono  anco  penlarequello,chefia  commodo 
all'  altre  nationi.Mantoua  è  vicina  alla  Germania,abondante,&  falubre,&  fud- 
dita  dell'  Imperio ,  &  il  Duca  di  quella  feudatario  Cefarco:  in  maniera,che  il 
Pontefice  non  vi  ha  alcuna  poteilà:&:  fé  vorranno  maggiore  cautione,Cefare 
eirerpreparatodargliela.Parlòanco  con  l'Elettore  diSaitonia  apartceifortan- 
dolo  a  mandare  i  fuoi  Ambafciatorialconcilio,lenzaufareeccettioni,ofcufe, 
indarno  ìfer  lequalinonpolfono  partorirejfe  non  inconuenienti.  I  Proteftanti  riipofero  a 
molte  ragionii  cj^gfta  parte  del  Concilio,Che,hauendo  letto  le  lettere  del  Papa,vedeuano  non 
da  Im  alle-  ^^^^,.^  |,^^^^^^  ^^^^^^^  j^j  Pontefice,  &  della  Matftà  fua  Cefarea  :  &>  repente  le 
*****  cole  trattate  coivAdriano  >  Clemente  j  &  Paoio>conclufero>che fi  vedeuaelTer 

l'ifteflò 


PapaPaoloIII.        libro   primo.  85 

l'iftcìro  fine  di  tutti.PafTarono  ad  aiiegare  le  cofcper  lequali  non  conueniua,che     e  1 3  i  s 
il  Pontefice  folfe  giudice  nel  concilio:  ne  meno  quelli,  che  gli  fono  obligati     xxxvir.' 
con  giuramento.Ec  quanto  al  luogo  deftinato,  oltreché  è  contrai  decreti  delie 
Diete  Imperiali ,  con  nilUma  fìcurczzapotrcbbono  andarci  Tenza pericolo.Im- 
peroche,hauendo  il  Pontefice  adherenti  per  tutta  Italia,  che  portano  acerbo 
odio  alla  dottrina  de'  Proteftanti,  gran  pericolo  vi  è  dmfidic,&  occulti  con- 
fegli:  okra  che,douendo  andare  in  perlbna  molti  Dottori, &Minifl:ri,  non 
ellendo  conueniente  trattare  cofa  di  tanta  importanza  per  procuratori  >  fareb- 
be un  lafciare  le  Chiefe  defolate.    Et  come  poifono  conlcntire  nel  giudicio 
del  Papa,  che  non  ha  altro  fine,  fé  non  d'eftirpare  la  dottrina  loro,  che  egli 
chiama hcrelìa , &  non  lì  può  contenere  di  dirlo  in  tutte  le  Bolle  fue,etian- 
dio  in  quella,  doue  intima  il  Concilio:  &  nella  Bolla,  che  fece, emulando 
di  volere  riformare  la  Corte  Romana  ,  efpreflamente  ha  detto  d'hauer  con- 
uocato  il  Concilio,  per  eftirpare  l'herefia  Lutherana  :  8c  ne  fa  dimoftrationc 
con  effetto,  incrudelendo  con  tormenti,  &fupplicij  contra  i  miferi  innocen- 
ti, che  per  loroconfcienza  feguono  quella  religione  ?  Et  come  potranno  ac- 
cufare  il  Pontefice ,  &  i  fuoi  adherenti ,  quando  egli  voglia  eirere  giudice  ?  Se 
lapprouar  il  fuo  Breue  non  elfere  altro,  che  conlentire  nel  fuo  giudicio.  Et 
pcrc),haucr  domandato fempre  un  Concilio  libero,  &Chriftiano:  non  tanto, 
perche  ognuno  polTa  parlare  liberamente ,  &  ne  fiano  efclufi  i  Turchi ,  Se  infi- 
deli:  ma,perche  quelli  che  fono  collegati  inlleme  con  giuramenti,  &  altri  pat- 
ti, non  fieno  giudici  :  &  perche  la  parola  di  Dio  fìa  prelìdente ,  &  definifca 
tutte  le  controuerfie.    Che  fanno  beniffìmo  elfer  degli  huomini  dotti ,  &  pi] 
nelle  altre  nationi:  ma  fono  anco  certi  infìcme,  che  fé  la  immoderata  poten- 
za del  Pontefice  farà  regolata,  non  folo  i  loro  Theologi,ma  molti  altri,  che 
al  prefente ,  effendo  oppreflì,  ftanno  nafcofti ,  s'affaticheranno  per  la  riforma 
della  Chiefa.    Che  non  vogliono  difputare  delfìto  ,&  opportunità  della  cit- 
tà di  Mantoua:  mabendire,  che,  elfendo  la  guerra  in  Italia,  non  poffono  ef- 
fer  fenza  fofpetto.    Del  Duca  di  quella  città  ballar  dire,  che  egli  ha  un  fratel- 
lo Cardinale,  de' primi  della  Corte.    Che  in  Germania  fono  molte  città,  non 
meno  commode,  che  Mantoua,  doue  fiorifce  l'equità  ,  Oc  la  giuftitia  :  Se  in 
Germania  non  fono  noti,  &  ufìtati  quegli  occulti  confegli,  &  clandeftini  mo- 
di di  leuaregli  huomini  di  vita  ,  come  in  alcuni  altri  luoghi.  Nelli  antichi 
concili)  effcre  (lata  fempre  cercata  principalmente  la  flcurtà  del  luogo  :  la- 
qual  però ,  quantunque  Cefare  folle  in  perfona  al  concilio  ,  non  farà  fuffi- 
ciente  :  fapendofi ,  che  i  Pontefici  gli  concedono  ben  luogo  nelle  confulta- 
tioni ,  ma  la  poteftà  del  determinare  la  riferuano  a  fé  foli.    Eller  noto  quello, 
che  auuennea  Sigilmondo  Cefare,  nel  concilio  di  Coftanza  ,  il  faluocon- 
dotto  dclquale  fu  violato  dal  concilio ,  &egli  coftretto  a  riceuercun  tanto 
affronto.  Perilche  pregauano  Cefare  a  confìderare,  quanto  quelle  ragioni  im- 
portalfero. 

Eracomparfo  nella  mcdefimaDietail  Vefcouo  d'Ais,  mandato  dal  Ponte-  i^adunK^- 
ficcper  iiiuitargli  al  concilio  :  ma  non  fece  frutto,  Se  alcuni  anco  de'  Prencipi  th  Pomifidv, 

L     ij 


84  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  paolo  IH. 

e  I  o   13    L-icLirarono  d'afcoltarlo  :  &:5pcr  far  note  al  mondo  le  loro  ragioni ,  publicarono> 
XXXVII.     Sz  mandarono  vma  fcrittura  in  ftampa,doue  principalmente  fi  sforzauano  di 
rifpondere  a  quella  obicttioncchc  eflì  non  volellero  fottometterilaniirun  giu- 
dicejche  fprezzairero  le  altre  nationi,  che  fuggilìèro  ilfupremo  tribunal  della 
Chiefajche  hauelfero  rinouate  Therefie  altre  volte  condannate  ,  che  habbiano 
caro  le  difcordie  ciuili  >  che  le  cole  da  loro  riprefe  ne'  coftumi  della  Corte  Ro- 
mana fieno  leggieri,&:  tolerabili  :  allegarono  le  caufe,  perche  non  conueniua, 
che  il  Pontefice  folojne  meno  inficme  con  i  fuoijfuire  giudiceiportarono  eirem- 
pii  di  molti  Concili)  ricufati  da  diueriìde'SantiPadri:imploraronoin  fine  a  lo- 
ro difcfa  tutti  i  Prencipijotferendoiìjche  fé  in  alcun  tempo  fi  congregherà  un 
Concilio  lcgitimo5difi;ndcranno  in  quello  la  fua  caufa»  &c  daranno  conto  delle 
il  rè  de  Frati'  proprie  attioni.  Mandarono  anco  un  Ambafciatore  erprelfo  al  Rè  dLFrancia> 
eia  conferite  co  per  dargli  conto  particolare  delle  medeiìme  cofe:ilqual  anco  rifpofe,che>quan- 
loro  nel  fatto  jq  alConciliojeradelmedefimo  parere  di  loro>  di  non  approuarloj  fé  nonlegi- 
dd  Concaio:   j].^o^^  ìj-^  hiogo  ficurojofferendo  anco  in  quello  l'ifteiUi  volontà  del  Rè  di  Sco- 

tia/uo  genero. 

il  Duca  di         ^^  l^iica  di  Mantoua  concelfe  la  fua  città  per  fare  il  Concilio,in  gratificatio- 

Aiantouapro-  ne  del  Ponteficcfenza  penfar  più  oltre:giudicado  confoLTne  all'  opinione  com- 

fuone  coditio-  mune,che  non  fi  potrebbe  effettuare  >  eifendo  la  guerra  in  piedi  tra  Cefare  ,  &  il 

m,pr  accetta-  R^  Ji  Francia;&  repugnante  la  Germania,per  laquale  il  Concilio  fi  faccua.  Ma, 

re  ^Concilio  ye^m-apintimationccomminciòapenfare,  come  afficurarebbe  la  città,  &  mar 

mlMjuncitta,  jv^^  proponere  al  Papajchesdouendofi  introdurre  uno  fi  gran  numero  di  perfo- 

ncquali  farebbono  conuenute  al  Conciho,era  neceitariaunagroffa  guarnigior 

nejlaqual  egli  non  voleua  dependente  da  altrij&  non  haueua  da  mantenerla  del 

fuo  :  pcrilche  era  necelfaricche»  volendo  Su,a  Santità  celebrare  il  Concilio  io 

quella  città»  gli  fomminiftraife  danari  per  il  pagamento  de'  ioldati.  Al  che  rifr 

pofe  il  Pontefice,Chela  m.oltitudine  doueuaelfere,.nondiperfone  armate,  ne 

profeifori  di  militia,ma  di  Ecclefia{ì:icÌ5&  letterati, quali  con  un  folo  Magiftra- 

tojche  egUhaurcbbe  depurato  per  render  giuftitia,  conunapicciok  Corte»  & 

guardia,farebbe  flato  baflante  per  contenergli  in  uflicio  :  che  una  guarnigione 

di  ioldati  armati  farebbe  Hata  di  fofpetto  a  tutti,  &  poco  condecente  al  luogo 

d'unConciliojchedebbeellère  tutto  in  apparentia,LS:  effetti  dipacc:&chepur 

re,quando  vi  foifc  flato  bifogno  di  arme  per  guardia,  non  effere  di  ragione,  che 

follerò  in  mano  d'altri,che  del  CanciHomedefimo,  cioè,  del  Papa,  che  ne  è  il 

Capo.  Il  Duca,  confiderando,chelagiurifdittionc  fi  tira  fempre  dietro  l'impe- 

rio,replicc) ,  Non  volere  in  modo  alcuno,  che  nella  fua  città  fiaamminiftrata  la 

guiftitia  da  altrijclie  daUiufficialifuoi.il  Papa,  prudentifììma  perfona,acuipo^ 

che  volte  occorreua  diudirrilpoflanon  preaeduta,re(lò  pieno  di  fluporc,&:  rifr 

pofe  all' huomo  del  DucasChe  non  haurebbe  creduto  dal  fuo  patrone,  Prenci- 

pe  Italiano,la  cafa  delquale  haueua  riceuuti  tanti  benefici),  dalla  Sede  Apofloli- 

ca,che  haueua  un  fratello  Cardinale,  douergli  elfer  negato  quello ,  che  mai  più 

da  niifuno  gli  fu  meffo  in  controuerfia  ;  e  quello,  che  ogni  leg^e  diuina,  &  hu- 

mana  gli  dona,che  ne  anco  i  Lutherani  gli  fanno  negar e,cioè,l  eifere  giudice  fu- 

pre- 


Papa  Paolo  III.  LIBRO    PRIMO.  85        

premo  degli  Ecclefiaftici  -,  3c  quello,  che  il  Duca  non  contrafta  al  Tuo  Vercouo,    dora 
che  giudica  le  caufe  de'  Preti  in  Manroaa.  Nel  concilio  non  douerc  interucni-     xxxvii. 
re,fenonpcr(one  Ecclelìaftiche,lequalirono  elicmi  dal  rccolare,cori  elTccome 
le  lue  Fami^'lic  -.il  che  è  cofichiarojche  concordemente  dalli  dottori  è  afterma- 
to>etiandiQ  le  concubine  de'Pretieiicr  del  foro  Ecclefuftico:  &c  egli  vuol  ne- 
o^fó-Ii  d'haucr  un  Magiftrato ,  che  rendi  giuftitia  a  quelli,  durante  il  concilio? 
Non  oftante  quello  ,  il  Duca  Rette  fermo,  coli  in  riculare  di  concedere  al  Pa- 
pa giufdicenti  in  Mantoua,  come  anco  in  domandar  ioidi  per  pagar  iolda- 
ti:  lequali  conditioni  parendo  al  Pontefice  dure,  &:  (come  diceua)  centra-  lequalillpir 
ne  alli  antichi  coftumi,&  aliene  dalla  dignità  della  Sede  ,  &  alla  libertà  Ec-  /"*";^«w, 
clefiaftica, ricusò  di  condefccnderui  :  &  deliberò  di  non  voler  più  conciUo  a 
Mantouajraccordandofi  molto  benediquello,cheauuenne  aGiouannivente- 
fìmocerzo,  hauendo  celebrato  concilio,doue  altri  era  più  potente  :  deliberò  di 
fotpcndere  il  concilio. Si fcusò,con  una fua Bolla  publica,dicendo  in ioftanza, 
che,  fé  ben  con  fuo  dolore  era  sforzato  deputar  altro  luogo  per  il  concilio, 
nondimeno  lo  fopportaua,perchc  era  per  colpa  d'altri ,  &  non  fua  propria  :  &      ,  .       .  ^ 
che,  non  potendo  coli  fprouiftamentc  rifolucrfi  d'un  altro  luogo  opportuno,  ^/ !^    °"  '* 
fofpcndeua  la  celebratione  del  concilio  fino  ad  primo  di  Nouembre  del  mede-  „^  ^^^^^ 
fimo  anno. 

Pubhcò  in  quefto  tempo  il  Rè  d'Inghilterra  un  manifefto,  per  nome  fuo,  &  cantra  Uguale 
della Nobiltà,contra  la  coniiocatione  fatta  dal  Ponteficccome  da  perfona,  che  '  ^^    inghd- 
non  habbia  poteftà,&  in  tempo  Ai  guerra  ardente  in  Italia  ,  &  in  luogo  non  fi-  ^^J^ianifeftT- 
curo,foggiungendo,che  bendefideraun  concilioChriftiano,.maal  Pontificio 
non  è  per  andarcne  permandaruiambafciata,non  hauendo  che  fare  col  Vef- 
couo  Romano,  ne  con  i  fuoi  editti  piu,che  con  quelli  di  qualunque  altro  Vef- 
couo:  che  già  i  concili)  faleuano  eiiere  congregati  per  autorità  de'  Kè:5c  que- 
fto coltume  maggiormente  debbe  eilèr  rinouato  adeilo  ,  quando  che  fi  tratta 
d'accufare  i  difetti  di  quella  Corte  :  non  cirer  cofa  infolita  a'  Pontefici  di  man- 
car di  fede:  il  che  douea  confiderare  più  lui,che  è  acerbifllmamente  odiato ,  per 
hauer  dal  fuo  Regno  leuata  quella  dominatione,  de  il  cenfo,  che  gli  era  pagato. 
Che  il  dar  la  colpa  al  Prencipe  di  Mantoua,  perche  non  voglia  lenza  prefidia 
admettertantagente  nella  lua  città,èunburlarfi  del  mondo  :  ficomeanco  il 
prorogar  il  conciho  fino  a  Nouembre  ,  3c  non  dire  in  che  luogo  fi  habbia  da 
celebrare  ipoiche,  le  il  Papa  alcun  luogo  eleggerà,  fenza  dubio,  o  piglieràuno 
di  quelli  dello  ftato.proprio,ouero  di  qualche  Prencipe  obligatogli.  Pcrilcne, 
nonpotendo  alcun  huomo  di  giudicio  fperar  d'haucre  un  vero  concilioj  il  me- 
glio di  tutto  è,  che  ciafcuno  Prencipe  emendi  la  religione  a  cafa  fua:  conclu-  'j ^"P^^l^'^o- 
dendo  in  fine,chc,le  da  alcuno  gli  foUè  mofbata  meeliore  via,  celi  non  La  ricu-  Z°  "*  ""*" 

r      \_ì  ^  °  o  fromn^rftor- 

larebbe.  „^  ^^,  „yj^_ 

In  Italia  anco  vi  era  una  gran  difpofitione  ad  interpretare  in  finiftro  le  attio-  »»<«  della  fu» 
ni  del  Pontefice:  &c  fi  parlaua  liberamente,  che  quantunque  verfalTe  la  e olpafo-  ^'^^*e,eneio^ 
prailDucadi  Mantoua,da  lui  però  nafceua,  che  il  conciUo  non  fi  facelfe:  &:  "'^"^  ^^  ""^ 
eireriie  mauifefto  indicio  3  perche  nel  meckfiino  tempo  haucua  publicata  la  l^^^    ^^"^ 

L     iij. 


U  CONCILIO  DI  TRENTO        PapaPaoloIII. 

e  1 3  13     Bolla  della  riforma  della  Corte,&  dato  il  carico  a  quattro  Caidinali,ne  a  ciò  ef- 
XXXVII.     fcrui  oppofitione  del  Diica,ne  di  altri,che  non  folfe  in  fuapoteftà:&  pur  di  quel- 
la più  non  Ci  parlaua:  fi  come  anco  era  fiata  in  (ìlentio  tre  anni  doppo  che  la 
propofesimmediate  alfonto  al  Pontificato.    Per  ouuiare  a quefte  diffamationi, 
deliberò  il  Papa  di  nuouo  ripigliare  quel  negotio,  riformando  prima  fé,  i  Car- 
dinali,&  la  Corte,  per  poter  leuare  ad  ognuno  l'obiettione.  Se  lafmiftra  inter- 
pretatione  di  tutte  le  attioni  fue:&  elelle  quattro  Cardinali,&  cinque  altri  Pre- 
lati, tanto  da  lui  (limati,  che  quattro  di  efllnelli  anni  feguenti  creò  poi  Cardi- 
nali :  imponendo  a  tutti  nouc  di  raccogliere  gli  abufi,  che  mcritauano  rifor- 
ma: iSc  infieme  aggiongcrui  i  rimedi),  co'  quali  fi  poteifc  preftamente ,  &  facil- 
mente leuarglÌ5&  ridurre  il  tutto  ad  una  buona  riformationc.  Fecero  quei  Pre- 
lati la  raccolta,  fecondo  il  commandamento  del  Pontefice,  5^  la  riduirero  in- 
fc  ritto. 
iqualt  ne  (or-       Propofero  nel  principio,  per  fonte  &origine  di  tutti  gli  abufi,  la  prontezza 
mano  un  con-  de'  Pontefici  a  dar'  orecchie  alii  adulatori,  &  la  facilità  in  derogare  le  leggi,con 
««">  la  inolTcruanza  del  commandamento  di  Chrifto ,  di  non  cauar  guadagno  delle 

cofe  fpirituali  :  &:,dilccndendo  a  particolari,notarono  ventiquattro  abufi  nell* 
amminiftratione  delle  cofe  Ecclefiafliche  ,  &:  quattro  nel  gouerno  (peciale  ài 
Roma:  toccarono  l'ordmatione  de' Clerici ,  la  collatione de' benefici], lepen- 
fionijle  permutationijli  rigrefliì,le  referuationi,la pluralità de'beneficij,le  com- 
mende,la  refidenza,le  eirentioni,la  dcformatione  dell'Ordine  regolare,la  igno- 
ranza de'  Predicatori ,  &  Confeirori;  la  libertà  di  {lampare  libri  pernicioh,  le 
lettioni,la  tolcranza  degli  Apoftati,  i  queftuarij  :  ScpaiTando  alle  difpenfationi, 
toccarono  prima,quella  di  maritar  gli  ordinati ,  facilità  di  difpenfar  matrimo- 
ni) ne' gradi  prohibitijladifpenfa  a' Simoniaci,  la  facilità  nel  conceder  confef- 
fìonali,6cIndulgenze,ladifpenfatione  de' voti,la licenza  di  teftaré'de' beni  del- 
la Chiefa,lacommutatione  delle  ultime  volontà,  la  toleranza  delle  meretrici» 
la  negligenza  del  gouerno  delHHofpcdali:  Se  altre  cofe  di  quello  genere,trat- 
tate  minutamente,c0n  efporrc  la  natura  d;egli  abufi,le  caufe,  &  origine  loro,le 
confeguenze  de' malijche  portano  fcco,i  modi  di  rimediarui,&  conferuar  il  cor- 
po della  Corte  per  l'auuenire  in  vita  Chtilliana.  Opera  degna  d'elfer  letta,chc, 
le  la  fua  lunghezza  non  haueire  impedito,  meritauacircrregiftrata  di  parola  in 
parola. 
tuntUato  In  II  Pontefice,riceuuta  la  relatione  di  quelli  Prelati,la  fece  confiderare  a  molti 
Concijìorio,  Cardinali,^  propofe  poi  in  Conciftorio  la  matcria,per  prenderne  deliberatio- 
ne.Frate  Nicolò  Scombergjdell'  Ordine  Dominicano,  Cardinal  diS.Sifto,con 
altro  nome  chiamato.  Di  Capua,  con  lunghiflìmo  difcorfo  moflrò ,  che  quel 
tempo  all'  hora  prefente  non  comportaua,  che  fi  riformafle  alcuna  cofa.  Pri- 
mieramente,conlidcrò  la  malitia  humana,che  fempre  quando  li  è  impedito  un 
corfo  al  male,nerittoua  un  peggiore  :  Se  che  è  manco  male  toleraril  difordine 
conofciuto,&:  che  per  eifere  in  uio,non  dà  tanta  marauiglia,  che  per  rimediar  a 
quello,dare  in  uno,che,  come  nuoucreftarà  più  apparente,  &  farà  anco  più  ri- 
prefo. Aggionfe,chc  farebbe  dare  occafione  a'  Lutherani,di  vantarfijche  hauef- 

fero 


>APA  Paolo  III.         LIBRO    PRIMO.  87^ 

ero  sforzato  il  Pontefice  a  far  quella  rifonna:  3c  fopra  tutte  le  cofe  conlìdcra-  e  i  o  i  o 
.lajche  farebbe  ftato  principio,non  di  Icuar  gli  abufi  Ioli,  ma  ancora  inlicnic  i  xxxviii. 
buoni  nihSc  mettere  in  maggior  pericolo  tutte  le  cofe  della  religione  :  perche, 

a  lariformajficonfcirercbbe,  che  le  cofe  prouedute,  meritamente  erano  ri- 
prcle  da  Luthcrani:  il  che  non  larcbbe  altro  ,  che  dar  fomento  a  tutta  la  lor 
dottrina.  In  contrario  Giouanni  Pietro  Caraffa,  Cardinale  Teatino, moftrò, 
che  la  riforma  era  necciraria,&  grande  offefadiDio  cirereil  tralafciarla:  &  rif- 
pofejeirer  regola  delle  attieni  Chriftianc ,  che,  fìcomencn  s'ha  da  fare  alcun 
lTiale,acdj3  ncùiccedab.enc:  coli  non  lì  debbe  tralafciare  alcun  bene  di  obliga- 
tioììcper  timore  che  ne  venga  il  male.  Varie  furono  le  opinioni:  ck:  hnalmen-  ^'"fìnedif. 
te,dopo  detti  diueriì  parerijfuconclufojchefidilTeriica  di  parlarne  ad  altro  té-  ^'l?^  \  ""^ 
po^,^L£ommandt)  ilPontcfìce,che  folfe  tenuta  fegrcta  la  rimoilranza  fattagli 
da'  PrclatirMarilCàtdinal  Scomberg  ne  mandò  ima  copia  in  Germania  :  ilche 
da  alcuni  Ricreduto  non  ellèr  fatto  fcnza  faputadel  Pontefice,  accio  fulTe  vc- 
duto,che  in  Roma  vi  era  qualche  diiregno,&:  qualche  opera  ancora  di  riforma- 
tione.  La  copia  mandata  fu  fubito  ffcampata,  ik  publicata  per  tutta  Gcrmaniai 
&  fu  anco  fcritto  contra  di  quella  da  diuerfi,  in  lingua  Thedefca ,  &  Latina.  Et 
pur  tuttauia  nella  medefima  regione  crefceua  il  numero  de'  Proteftanti,  elfcn- 
do  entrati  nella  loro  lega  il  Rè  di  Dania,  &c  alcuni  Prencipi  della  cafa  di  Bran- 
denburg. 

Auuicinandofi  il  mefe  di  Noiiembre>  il  Pontefice  publicò  una  Bolla  di  con-  iiPapamtì- 
uocatione  del  Concilio  a  Vicenza  :  8c  catifando,  che  per  la  vicinità  dell'  inuer-  ^^'^  Concilia 
no,vi  erabifogno  di  prorogare  il  tempo,  l'intimò  per  il  primo  di  Maggio  dell'  '"  ^*'^«"^'»» 
annofeguente  m.  d.xxxviii.  &deftinò  Legati  aquel  luogo  tre  Cardinali,  Lo- 
renzo Campcggio,già  Legato  di  Clemente  fettimo  in  Germaniai  Giacomo  Si- 
moneta,&  Gieronimo  Aleandro;da  lui  creati  Cardinali. 

Vfcira  la  Bolla  in  luce,in  Inghilterra  fu  publicato  un'  altro  Manifefto  del  Rè  e  dì  moHo 
contra  quefta  nuoua  conuocatione,inuiato  a  Cefare,  &  a  i  Rc,(S<:  popoli  Chri-  irrigo  8.  v? 
ftiani, dato  fotto gli  otto  Aprile  dell'  iftelTo  anno  m.d.xxxvih.  Che,hauendo  ■^Vf'*»'»; 
già  manifcftato  al mondolc  molte,&  abondanti  caufe ,  per  quali  haucuaricufa- 
to  il  Concilio,  che  il  Papa  fingeua  voler  celebrare  in  Mantoua,  prorogato  poi 
fenza  alTignatione  di  certo  luogo;nonglipareuaconueniente,ognivoltacheil 
Pontefice  haueire  efcogitato  qualche  nuoua  via,  douere  elfo  pigliar  fatica  òi 
proreftare,oricufare  quel  Concilio,che  egli  moflralfe  di  voler  cclebrarc.Peril- 
che  quel  libello  difende  la  caufafua,&:  del  Tuo  Regno,da  tutti  i  tentatiui,che/ì 
poteirero  fare  o  daPaolo,o  vero  da  qualunque  altro  ronteficc  Romano:  &:  però 
l'ha  voluto  confermar  con  quella  epiftola,chc  facilmente  lo  donerà  ifcufarc: 
perche  non  fia  più  per  andar  a  Vicenza,di  quello,che  non  era  per  andare  a  Man- 
toua:quantunque  non  vifia  chi  pi\ì  defideri  unapublica  conuocatione  dc'Chri- 
ftiani,  purché  Ha  Concilio  Gcnerale,libero,&  pio,quale  ha  figurato  nella  pro- 
teda  contra  il  Concilio  di  Mantoua.Et,ficome  nilfuna  cofa  è  più  lanta,  che  una 
generale  conuocatione  de'  Chriftianiicofi,nilTlmo  può  apportare  maggiorpre- 
giudicio,6cpernicieallaReligxone,che  un  Concilio  abiiiato  per  guadagaijpcr 


8S  CONCILIO    DI   TRENTO     Papa  Paolo  Ili. 

ci3    13     ucilicàjO  per  confermar  errori.  Co  ncilio  Generale  chiamarfi,  perche  tutti  i 
XXXVIII.    Clu'ifliani  pollano  dire  il  l'uo  parere:  ne  poterli  dire  Generale,doue/lano  uditi 
folamente  quelli, che  haucranno  determinato  di  tener  Tempre  in  tutte  le  cofe  le 
parti  del  Pontefìcc:«Sc  doue  l'ifleiìi  lìano  Attori,Rei,Auuocati,&  Giudici.Potcr- 
il  replicare  fopra  Vicenza  tutte  le  medcllme  cole,che  fi  fono  dette  nell'  altro  fuo 
libello  di  Mantoua.Et>replicato  con  breuità  unCuccinto  contenuto  di  quello, 
fegui  5  diccndo,ScFcdcrico,Duca di Mantoua,non  ha  deferito  all'autorità  dei 
Pontefice  j  in  concedergli  la  Tua  città,  in  quel  modo  che  egli  la  voleuajche  ra- 
gione vi  è  5  che  noi  debbiamo  tanto  (limarla  in  andar  doue  gli  piace?  Se  ha  il 
Pontefice  potcftà  da  Dio,  di  chiamar  i  Prencipi  doue  vuole,perchc  non  l'ha  di 
eleggere  qual  luogo  gli  piace ,  5c  farfi  ubedire?Se  il  Duca  di  Mantoua  puo,con 
ragioncncgare  il  luogo  eletto  dal  Pontefice,perche  non  potranno  anco  gli  altri 
Rè„?c  Prencipi, non  andar  a  quello?Et  fé  tutti  i  Prencipi  gli  negallero  le  lor  cit- 
tà j  doue  farebbe  la  fua  poteftà?  Che  farebbe  auuenuto,fe  tutti  fi  fuitero  meffì  in 
viao-^io,  &  gionti  làjs'hauelfero  trouatiefclufì  dal  Duca  di  Mantoua?Quello, 
che  di  Mantoua  e  accaduto,puo  accader  di  Vicenza. 
el  Papa,  mW       Andarono  i  Legati  a  Vicenza,al  tempo  determinato.Et  in  quefto  medefìmo. 
abboccamento  il  Pontefice  andò  a  Nizza  di  Prouenza,per  interuenire  al  colloquio  dell'  Impe-. 
di  Cefare  col  j-^tore  ,  &  del  Rè  di  Francia,  procurato  da  lui:dandofuori,chefoirefolamente, 
re  di  Francia,  ^^^  i-^-ie^tcr  quei  due  gra  Prenc  ipi  in  paccrfe  bene  il  fine  più  principale  era,di  tirar 
*lÌ^taTfam-  ^^^  ^^^'^  ^^^^  ^^  Ducato diMikiio.In  quelluogo il Pontefice,tralealtre cofe  fece 
Hr  il  Conci-  uiììcio  con  ambidue,  che  mandairero  gli  Ambafciatori  loro  al  Concilio,  $>c  che 
Ho:  vi  facelTero  anco  andare  i  Prelati,  che  erano  nelle  loro  compagniei&deirero 

ordine  a  quclli,che  fi  ritrouauano  ne'  loro  Regni,di  metterfi  in  viaggio.Quanto 
ti)l  trouaiìP-  ^i  j^j-  l'ordincl'uno  Se  l'altro  fi  fcusc),cheeraneccirario  prima  informarfi  con  i 
»"/'/"'•  prelati  de'  bifogni  delle  loro  Chiei'e:&  quanto  al  mandare  quei,che  erano  quiui 

prefenti,che  farebbe  (laro  diiHcile  perfuadergli  ad  andare  foli,fenza hauer  com- 
i  municato  conlcglio  con  altri.  Rellò  tanto  facilmente  il  papa  iodisfatto  della 

rifpo(la,che  lafciò  dubio,fe  più  defideraire  ratfermatiua,che  la  negatiua.Riufci- 
to  adonque  infruttuofo  quedo  ufficio ,  come  gli  altri  trattati  dal  papa  in  quei 
Conuentojcgli  lene  parcì,&  clfendodi  ritorno  inGenòua,hebbe  lettere  da  Vi- 
cenza da'  Legati,che  fi  ritrouauano  ancora  là  foli,(enza  prelato  alcuno:perilchc 
oli  richiamò,  &fotto  iiventottoLuglioper  una  (ha  Bolla  allongò  il  termine 
del  Concilio,fino  al  giorno  dellaprodima  pafca. 
U  Papi  fui-        i'^  quefto  anno  il  pontefice  ruppe  la  prudente  patienza.ouero  diflìmulatio- 
mna  lafcom-  nc,nfata  per  quattro  anni  continui  verfo  Inghilterra,  &  fulminò  contraquel 
municacutrai  |^;.  unatembil  BoHa,con  modo  non  più  ufato  da'  fuoi  preceifori,  ne  dafuccef- 
re  d'inghil-    ^^^i^qj-j  imitato  :  dcUaquale  fulminacione,  pereir^rr  originata  da  manifefti  pu- 
**'''*'''        .    blicati  centra  il  Concilio,  intimato  in Mantoua,&  in  Vicenza,ricercailmio 
propofitcchc  ne  faccia  mentione:oltre  che,per  intelligenza  di  molti  accidenti, . 
che  difotto  fi  narreranno,è  neceiTario  recitare  quefto  faccelfo  con  i  fuoi  parti-, 
colari. 

Hauendo  il  Rè  d'Inghilterra  leuatal'ubediehza  allaChiefa  Romana  &  di- 
chiara- 


Papa  Paolo  m.         LIBRO    PRIMO.  89  ^_ 

chiaraco/ì  Capo  dell' Anglicana  l'anno  M.  d.xxxiv.  come  al  Tuo  luogo  se  det-  ci3  io 
tojPapa  Paolojimmcdiatc  dopo  la  Tua  allbntioncdall'  Imperatore  per  i  propri)  xxxviii. 
intcreffi  »  &  dall' inftanze  della  CortCjlaquale  con  quel  inezo  credcua  diracqui- 
ftare, onero  abbruciare  l'Inghilterra  j  fu  continuamente  {limolato  a  fulminar 
Gontra  quel  Rè:  ilche  cgli,come  huomo  verfato nella  cognitionc  delle  coic,giu- 
dicaua  poco  a  propofito:conlìdcrando,fe  i  fulmini  de'  fuoi  precelfori  non  haue- 
uano  ibrtito  mai  buon' effetto  in  que' tempi,  quado  erano  crcduti,&  riueriti  da 
tuttijminore  fperanza  elferciichcsdopo  publicata,^  riceuuta  da  molti  una  dot- 
trina, che  gli  Iprezzaua,  potelfero  farlo.  Teneua  per  opera  di  prudenza  il  conte- 
nere nel  fodrojUn'  arma,che  non  ha  altro  taglio,fe  non  neli'  opinione  di  coloro 
contrachi  fìcombatte.Madel  M.D.xxxv.iuccedutaladecapitatione  del  Cardi- 
nal Roffcnfe ,  gli  altri  Cardinali  gli  furono  intorno  a  rimoftrargli,quanta  folfc 
rignominia,*^^  quanto  grande  il  pericolo  di  qucll'  Ordine,  che  era  ftimato  fa- 
crofanto,&  inuiolabile,fe  forte  lafciato  prender  piede  a  quell'  clIempio:impero- 
che  i  Cardinali  defendono  il  Pontificato  con  ardire  apprclfo  tutti  i  Prencipi, 
per  la  fic urrezza  della  propria  vita;laquale  quando  folfe  leuata,&  moftrato  a'  Se- 
colarijche  i  Cardinali  polfono  eifer  giufl:itiati,larebbono  coftretti  operare  con 
troppo  timore.  Il  Pontefice  però  non  partì  dalla  rifolutione  fuarma  trono  un 
temperamento  non  più  uiato  da  Papa  alcuno,di  alzare  la  mano  col  fulminea 
minacciar  di  tirarlo,  ritenendolo  però,fenzalanciarlo:&  con  quello  modofo- 
disfare  a'  Cardinali ,  8c  alla  Corte ,  &c  altri,  &c  non  mettere  in  prona  lapoteftà 
Pontificale.Formò  per  tanto  il  Papa  un  proceiro,&  fentenza  feuerifsima  contra 
quel  Rè,fotto  il  dì  trenta  Agofto  m.d.xxxv.  &c  tutto  iniìeme  fofpefe  la  publica- 
tione  a  (uo  beneplacitOjlafciata  però  andare  la  copia  occultamente  in  mano  di 
chi  fapeua  gliel'haurebbe  fatta  capitare  :  3c  facendo  caminare  il  rumo- 
re della  Bolla  formata,  &  della  fofpcnfione  d'cira,con  fama,che  prefto  prefto, 
leuata  la  fofpenfione,fi  verrebbe  alla  publicatione:&  con  dilfegno  di  non  venir- 
ci mai. 

Etjfe  ben  non  era  fenza  fperanza,  che  il  Rè,o  per  timore  del  fulmine  fabricato, 
o  pcrl'indinationedelfuo  popolo,  operfatietà  de'  lupplicij  contra  gli  inube- 
dicti  al  fuo  decreto,s'mduceiÌciO  per  interpoiìtione  deli' Imperatore,o  del  Rè  di 
Francia(quando  per  le  occorenze  del  mondo  folle  coftretto  unirli  con  alcuno  di 
loro  )  folle  indotto  a  cedererprincipalmente  però  il  molFe  per  la  caufafudcttr, 
accio  egli  medefimo  non  moftralfe  ladebolezzadelle  arme  {lie,&:  fcrmallc  il  Rè 
maggiormente  nella feparatione.Nondimeno,in  capo  di  tre  anni,fi  moiXe  a  mu- 
tare propofito  per  gli  irritamenti,che  gli  patena  elfere  ufati  da  quel  Rè  vcrfo  lui 
fenza  occafione  ,  in  mandare  fempre  manifefti  contra  lefue  conuocationi  del 
Concilio,&  oppugnare  le  lue  attioni,fe  ben  non  indrizzatc  ad  ofifefa  particolare 
di  lui  :  Se  nuouamente  con  hauer  procelfato ,  citato,  &c  condannato  per  ribelle 
del  Regnojcon  confilcationc  de' beni,  S.Thomafo  Cantuarienfcprima  canoni- 
zato  da  Alcllandro  terzo,per  eiferc  ftato  vecifo  in  difela della  liberrà,&  potcftà 
Ecclefiaftica fino  dell' anno  m.c.lxxi.  delquale fi  fa  annualmente  foléne  fcfta 
nella  ChiefaRomanaiconelTecutionc  della  condannajeuàdo  dalla  fcpoltura  le 

M 


90  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Paolo  III. 

e  IO  13  olia>che  furono  abbmciate  in  publico  per  mano  del  miniftro  di  giuftitia,& 
XXXIX.  fparfe  le  ceneri  nel  fiume  :  pofta  la  mano  ne'  theforij  ornamenti, &  entrate  delle 
Chici'c  dedicate  a  lui:ilche  era  l'hauer  toccato  im'  arcano  del  Pontificato  molto 
più  importante  5  che  la  materia  del  Concilio.  Allequali  coic  gionta  qualche 
Speranza  conccputa  nel  colloquio  col  Rè  di  Franciajche  folfc  per  fomminiftrare 
aiuti  a' malcontenti  d'Inghiltcrra,come  folle  libero  dalle  guerre  con  l'Impera- 
tore; (otto  il  dicefette  Dicembre  vibrò  il  fulmine  lauorato  già  treanni,apertala 
manojche  per  tanto  tempo  era  ftata  in  atto  di  fulminare.Le  caufe  allegate  furo- 
no in  fofl:anza,quella  del  diuortitr,  &perrubedienzaleuata>per  l'uccifionedi 
RofFcnfcjpcr  la  dichiarationc  contra  S.Thomafo.Le  pene  farono,priuatione  del 
Regno; &  pJliadhercnti  fuoi  di  tutto  quello  che  poiredeuano:  comandando  a* 
fuddit  j,di  leuargli  l'ubedicnza  :  &  a'  foreftieri^di  non  hauer  commercio  in  quel 
Regno;&  a  tutti,che  fi  doueilero  leuare  con  arme  contra-lui,^;  1  {LidrFedeIi:(Sc 
pcrlegLiitarglijConcedendo  in  preda  li  ftatij6c  le  robbc,&  in  ter  uitù  le  perfone  di 
tutti  loro. 
llnza  effetto  ^^  ì^"^  quanto  conto  folTe  tenuto  il  Breue  del  Papa,&  quanto  follerò olTerua- 
fero:  ti  i  commandamenti  fuoi,  lo  dimoftrano  le  leghejConfederationi,paci,tratta- 

tionijchc  doppo  furono  fatte  con  quel  Rèjdal'ImperatorcjRè  di  Francia,&altri 
Prcncipi  Catholici. 
in  Germanh  ^^^  principio  del  anno  M.D.xxxix.eircndo  eccitate  nuoiie  controiierfie  in 
è  fropofto  in  Germania  per  le  caufe  della  religione>&:  forfè  anco  da  perfone  mal' intentiona- 
VktaxFrac-  te  >  chc  le  adoperauanoperpreteftojfu  tenuto  Un  Conuento  in  Francfortjdoue 
fort  un  modo  (fedire  mandò  un  Commiilario:&là,dopolongadifputa,fottoildìdicenoue 
diamichemU  d'Aprile,col  confcnfodiquello,fLiconcluio  di  far'  un  colloquio  al  primo  d' A-  , 
^  "^  golto  m  Nornuberga >  per  trattare  qmetamentcj  &  amoreuolmente  delia  reli- 

gione,doue  haueifcro  da  interuraire  da  una partc^  dall' alcrajoltre  i  Dottori» 
altre  perfone  prudenti,  mandate  da  Cefare,dalRè  Ferdinando,&' da' Prcncipi» 
per  fopramtendere  al  colloquio,&  intrometterli  tra  le  parti:&quelÌo,chefoire 
di  communeconfenfodererminato,fuirefignificatoatutti  gli  Ordini  dell'  Im- 
perio, &  nella  prima  Dieta  confermato  daCetare.  Voleuano  i  Catholici>che 
foife  ricercato  il  Pontefice,di  mandar' elfo  ancora  perlona a  quel  colloquio:m3 
i  Proteilanti  riputarono  quello  clfer  cola  contraria  allalorproteftatione:  per 
jlche  non  fu  cikguiro.Andara  a  Roma  nuoua  di  quella  coniientioacil  Pontefi- 
ce oifcfojcoii  perche  fidoueire  far'inGermaniatrattationedellareligione;co- 
Jiie, perche  folle  coii  gran  prcgiudicio  alla  riputatione  del  Concilio  intimato 
da  luijfebencpocofi  curaua  che  folle  celebracoivS:  più  particolarmente  perche 
fi  haucHe  trattato  di  admetterci  uno  mandato.dai  Pontefice,&  foife  poi  total- 
mente efclufa  la  lua  autoritàjfpcdì  iiibito  il  Vefcouo  di  Montepulciano  in  Spa- 
ittraàttto  dal  gna,principalmenteaccio  faceiPc  opera,chc  Celare  non  confermallcanzi  anni- 
papa  ,   con   chilalPe  i  decreti  di  quelk  Dieta. 

graui^  acciife  Hcbbc  il  Noncio  grande,&  longa inflruttionerprima-di  dolcrfi  gvauemente 
(omfdCom-  d/ poiTamcnti  del  CommilPario  fuo,che  eraGiouanai  Veza,  Arciuefcouodi 
*r\T'^  ^^'  Londoii  j  ilqualejfmenticatofi  del  giuramento  preftato  a  quella  Sedej<Sc  d'infi- 
•'''"'''  Ulti  , 


Papa  Paolo  Iir.         LIBRO   PRIMO.  91 

niti  benefici)  riceuuti  dal  Pontefice,  &  dell'  inftruttionc  datagli  dall'  Imperato-    e  i  o  i  a 
rejhauefie  conientito  alle  domande  de'  Lutherani ,  con pregiiidicio  della  Scàc:     xxxix. 
Apolì:olica,ó^:  dishonore  ài  fua  Maeftà  Cerarea:che  il  Lódon  era  ftaco  corrotto 
condoni,&:promiflloni,hauédogli  la  città  d'Augufta  donato  venticinquemila 
fiorini  d'oro5&  il  Re  diDania  promelfo  quattromila  fiorini  all'ànoifopra  i  frut- 
ti deliuoArciuercouato  di  London  occupatogli.  Che  peniaua di  pigliar  mo- 
CTlie,&  laiciar  le  cole  di  Chieiajnon  haucndo  mai  voluto  riccuere  gliÒrdini  fa- 
cri.  Hebbeanco  il  Noncioordine,di  moflrareali'Impcratorcchciecofe  con- 
ceiredai  Londonjquando  folfero  confermate  da  lui,  moftrarianojchenon  fof- 
fc  vero  figliuolo  della  Sede  Apoftolica:  &  che  tutti  i  Prencipi  Catholici  di  Ger- 
mania ne  faceuano  querela, &teneuauo,  che  SuaMaeftànonle  confermareb- 
be:  &  di  proporli  altri  ilioi  intereflì  toccanti  il  Ducato  di  Gheidria,  &  l'elettio- 
ne  del  Rè  de'  Romani ,  permuouerlo  maggiormente  :  raccordandogli  ancora» 
che ,  per  tolerare  i  Lutherani  ne'  loro  errori ,  non  potrà  però  dirpon-cre  la  Gcr-  ^  <^'^»*^rAtuiù  i 
mania,come  London,&:  altriglidepingno:percheccofahormai  nota,chenon  ^^'^^^'*>^'* 
fi  può  fidare  di  conferuare  gli  imperij,doue  fi  perde  la  religione,©  doue  due  re- 
ligioni fono  comportate.  Che  ciò  è  accaduto  agli  Imperatori  Orientali,iquali> 
abandonata  l'ubedienza  all'  uniuerfale  Pontefice  di  Roma,  perfero  le  forze,&:  i 
Regni.Elfer  manifefte  le  fraudi  de'  Lutherani,chc  hanno  proceduto  tempre  ma- 
lignamente con  Sua  Maeftà,  de  che,fotto  pretefto  di  raifettarle  cofe  della  reli- 
gione,vanno  procurando  altro  che  religione.  ElTerne  eirempiolaDietadiSpi- 
radel  m.d.xxvi.  di  Norimberga  del  m.  d.xxxii.  ócdiCaldaudelM.  d.xxxiv. 
quando  il  Duca  di  Virtemberg  ripigliò  il  Ducato  :  il  che  moftrò,  che  i  moti  del 
Lantgrauio,&  Lutherani,non  furono  per  caufadi  religione,maper  leuare  quel- 
lo ftato  al  Rè  de'  Romani.  Metteife  in  confideratione,che,quando  conueniile 
co'  Lutherani,  i  Prencipi  Catholici  non  potrebbono  tolerar'  untai  difordinej 
che  Sua  Maeftà  potelTc  più  fopra  loro,che  (opra  i  ProteftantiriSc  penfarebbono 
a  nuouirimedij.Che  vi  iono  molte  altre  lecite,&honcftevie,con  Icquali  le  co- 
fe di  Germaniafi  poifono  ridurre,eirendo  preparato  il  Papa,fecondo  la  qualità 
delle  file  forze,di  non  mancargli  mai  di  tutti  gli  aiuti polfibili.  Et  quando  Sua 
Maeftà  vi  metterà  penfiero  ,  trouerànonpoterfiapprouarequefti  capitoli,  che 
tutta  Germania  non  fi  faccia  Lutherana  :  ile  he  farebbe  un  leuare  a  lei  tutta  l'au- 
torità: perche  la  lor  fetta  efclude  ogni  fuperiorità,predicando,fopra  ogni  altra 
cofa,la  libertà,anzilicenza.MetteireinconfiderationeaCefared'accrcfcerela 
lega  Catholica,&  leuar  a'  Lutherani  gli  adherenti,il  più  che  fi  potelfcimandan- 
do  quella  maggior  quantità  di  danari  in  Germania,che  folfe  poflìbile,  per  pro- 
metterncSc  darne  anco  con  effetto  a  chi  feguifte  la  lega  Catholica.  Che  fareb- 
be anco  bene,totto  titolo  di  cofe  Turchefche,mandare  qualche  numero  S  gen- 
te Spagnuola,o  Italiana,in  quelle  parti,  trattenendola  nelle  terre  del  Rè  de'  Ro- 
mani. Che  il  Pontefice  rifolueua  di  mandare  qualche  perlona  a'  Prencipi  Ca- 
tholici, con  danari,  per  promiCttere,  &  per  gratificare  quelli,  che  faranno  apro- 
pofitoperle  cofefue.  ConfortalTe  Celare  a  far  un'  editto  fimile  a  qucllo,chc  il 
Rè  d'Inghilterra  haueua  fatto  nel  fuo  Regno  3  facendo  feminareanco  dcftra- 

M     ij 


5i  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  paolo  Hi: 

e  1 0  1 3    mentejche  Sua  Maeftà  haueCTe  maneggio  col  detto  Rè ,  pei:  farlo  ridurre  all'  u- 
XXXIX.      bedienza  Pontificia.    Diede  anco  il  Pontefice  commiflìonc  allo  fteifo  Mon.- 
r^T^**?*'  ^^P^^'^^'^'-'O  '  ^^  dolerfi  con  Cefare,  Che  la  Regina  Maria  ,  Gouernatrice  de* 
fare*  '    *'  ^^^^^  ^^^^  '  '^"^  forella ,  fegretamente  predalle  fauoré  alla  parte  Lutherana,  che 
gli  mandalTe  huomini  a  pofta  :  che>quando  fi  era  per  ftabilire  la  lega  Catho- 
lica ,  ella  fcriirc  all'  Elettor  di  Treueri ,  che  non  v'entralfe  >  &  cofi  fu  impedi- 
ta quella  lauta  Opera  :  che  impedì  Monllgaore  di  Lauaur ,  Oratore  del  Rè  di 
Francia,  dall'  andar  in  Germania  per  confultare  col  Rè  de'  Romani ,  &c  col  Le- 
gato di  Sua  Beatitudincfopra  le  cote  della  religione.  Che  crcdeua  bene  il  Pon- 
tefice, quello  non  venir  da  mala  volontà  di  lei ,  ma  per  confeglio  di  cattiui  mi* 
niftri. 
\/fr.ylgo  8.         ^^  >  perche  fi  è  fatta  mentione  d'un  Editto  del  Rè  d'Inghilterra,  in  matc- 
m*ntìme  la    ria  della  religione  j  non  farà  fuor  di  propofito  raccontar  qui  >  come  in  quell* 
dottrina  ì{p-  ifteilo  tempo  della  Dieta  ài  Francfort,  Henrico  ottano,  o  perche  credeiTe  fare  il 
wana  nel  fm  feruitio  di  Dio,  nonpermettendo  rinouatione  di  religione  nel  fuo  Rcgnoj  o  per 
4^eg««.  inoltrar  coftanza  in  quello>che  haueua  fcritto nel  libro  contra  Luthero  j  ouero 

per  fmentire  il  Papa,che  nella  Tua  Bolla  gli  imputaua  d'hauer  publicaco  dottri- 
na heretica  nel  fuo  Regno  ;  fece  publicare  un  Editto  ,doue  commandaua,  Che 
per  tutta  Inghilterra  folTe  creduta  la  real  prefenza  del  vero  &  naturai  Corpo,&: 
Sangue  di  Chrifto  Noftro  Signore,  fotto  le  fpecie  del  pane,  &C  del  vino,  non  ri- 
mancndoui  la  foftanza  di  quegli  elementi  :  che,  fotto  l'una,  &  l'altra  delle  fpe- 
cie ,  a  conteneua  Chrifto  tutto  intieramente  :  che  la  communione  del  calice 
non  era  necelfaria  :  che  a'  Sacerdoti  non  era  lecito  contrahere  matrimoniorche 
iReligiofi,dopo  laprofe{fionc,&;  voti  di  caftità,  erano  perpetuamente  ubligati 
aferuarla,  &viuerene'  Monafterij  :  che  laconfedìoneiecieta,  &  auriculare» 
era ,  non  folamente  utile ,  ma  ancora  necelfaria  :  che  la  celebratione  delle  Mei^ 
fé,  etiandio  priuate  ,  era  cofa  fanta  i  Se  che  commandaua  fuife  continuata 
fiel  fuo  Regno.  Prohibì  a  tutti  l'operare ,  o  infegnare  contra  alcuno  di  que- 
fti  articoli,  fotto  tutte  le  pene  ordinate  dalle  leggi  cantra  gli  heretici.  E  ben 
marauiglia  come  il  papa,  che  pochi  giorni  prima  haueua  fulminato  contra. 
quel  Rè,  Folfecoftretto  lodare  l'attioni  di  lui,  »3c  proporlo  all'  Imperatore  per 
elfcmpio  da  imitare.  Cofi  il  proprio  interelTe  fa  lodare,  &  biafimar  l'ifteila. 
periona.  •...>..•..•        . 

U  Papa  per-       M-i  il  Papa,  dopo  fpedito  il  Montepulciano ,  hauendo  veduto,che  col  con- 
flejfo  nel  ne-  uocar  il  Concilio5&  poi  differire  il  termine  airegnatojfe  bene  andana  trattenen- 
goaadelCQn-  do  le  perfone,  nondimeno  perdeua  affai  della  riputatione>  giudicò  necelTaric^ 
'  lafci.ir  quel  procedere  ambiguo  ;  ilqualc,febenper  lo  paifato  haueua  trattenu- 

to il  mondo,in  progrelFo  però  potcua  partorire  qualche  imiftro effetto:  &  fece 
rilolutione  in  fé  medefimo,  di  volerfi  dichiarare»  &ufcire  delle  ambiguità:  & 
in  ConciftoriOinarrata  la  ferie  delle  cofe  fuccelfe  ;  &propofto ,  che  era  necellà- 
tio  fare  unaftabilc,  &C  ferma  rifolutione  >  o  in  un  modo ,  a  in  un'  altro ,  pofe  la 
materia  inconfultatione.  Alcuni  de'  Cardinali,per  liberariìdal  timore,che  o- 
gni  altro  giorno  gli  metteua  in  fpaueto,non  approuauano  il  termine  di  fofpen- 

fioncs 


PapaPaoloIII.        libro   PRIMO.  93 

fioncma  haurebbono  voluto  una  efpreira  dichiaratione,  Che  il  Concilio  non     eia  1 3 
fi  faiebbe,pcr  non  vederli  come  fuperaie  gli  impedimenti,pnma  che  folTe  con-        xl. 
ciliata  pace  tra  i  Prcncipi:mczo  neceiraiio  »  fcnza  ilqualenoniì  poteuarpcra- 
re  di  celebrarlo.Ma  i  più  prudenti  erano  bilanciati  tra  quefto>  &  un  altro  timo- 
re, che  non  fi  pairalTe  a  Concili)  nationali,  o  ad  altri  rimedi)  piunociui  a  loro, 
che  il  Concilio  Generale  :<3c  perciò,  la  maggior  parte  patsò  nella  medefima  o- 
pinionc,  del  Iblpcndere abeneplacito: pen('ando,chc  quando  non  folfc  parfo  u- 
tile  per  loro  il  venire  all'  ciTctto,con  la  pretenfione  della  difcordia  de'  Prencipi, 
o  con  altra,s'haueire  continuara  la  rorpenfione:&  fé  fi  folle  attrauerfato  perico- 
lo di  Concilio  Nationalco  di  colloqui),  o  d'altrojcon  mettere  inanzi  il  Conci- 
lio Generale,&  airegnargli  luogo,^'  tempo,fi  rimcdialfe  a  pericoli  :  per  far  poi, 
circa  il  celebrarlo,  o  nò,  quello,  che  le  opportunità  hauellero  confcgliato.  Fu  /^  ca^^^^  ^ 
il  partito  abbracciato.  Se  fu  formata  una  Bolla  fotto  il  tredici  Giugno, per  la-  bmefuàto: 
quale  il  Concilio  intimato  veniua  fofpefo  a  beneplacito  del  Papa,&  della  Sede 
Àpoftolica. 

Ma  il  Noncio  Montepulciano,andato  in  Spagna,  efieguì  le  commiflìoni  fue  il  isrunmnm 
con  Cefare:ilquale,per  le  caule  allegate  dal  Noncio,o  per  altri  fuoi  iifpetti,non  ^t^^ndo  ope- 
il  dichiarò,fe  airentilfejO  diircntiire  al  colloquio  deftinato  da  farfi  all'  Agofto  in  *'**^  '"*^^''  '"^ 
Norimberga.  Poi,fuccedendo  la  morte  della  mo2lie>  &  dopo  quella,ancora  la        '^^ 
foUeuatione  di  Gant,&  di  parte  de'  Paefi  balTì;hebi)e  occafione,pretendendo  af- 
fari di  maggiore  importanza,  lafciare  la  cola  forpefa>&:  cofi  pai^ò  tutto  l' anno 

M.  D.  XXXIX. 

Io,  quando  mi  fon  pofto  a  fcriuere  quella  hiftoria,  confiderando  i  molti  col- 
loqui),che  fono  ftati,  parte  folamente  intimati,  &  parte  anco  tenuti  >  per  com- 
poncre  le  differenze  della  religione ,  fono  ftato  indubio,  fé  conuenilte  fare  di 
tutti  mentioncoccorrendomi  ragioni  concludenti  perl'unapartc&per  l'altra. 
In  fine,  confideratod'haucrpropofto  narrare  tutte  le  caufedel  Concilio  Tri- 
dentino,^: oilèruando,niirun  colloquio  clfcre  ftato  intimato,  o  tenutOjfe  non 
per  impedire,  per  diuertirc,  per  ritardare  j  per  incitare,  o  per  accelerare  il  Con- 
cilio: ho  rifoluto  meco  ftelfo  ài  far  mentione  d'ognuno  ;  maflnne  per  il  frut- 
to ,  che  fi  può  cauare  dalla  cognitione  de'  notabili  particolari  in  ciafcuno  oc- 
corfi;come  in  quello,  che  fu  inftituito  l'anno  kguente  m.  d.  xl.  il  quale  cofi 
hebbe  origine. 

Cefarcpalfando  per  Francia, andò  a  paefi  balli, per  accommodare  quelle  effo  cenfmta 
fedirioni:  &  Ferdinando  andò  a  ritrouailo  :  douc  uno  de'  principali  ncc^otiu  di  pacificar  Ig 
conferiti  da  ambedue  ,  fu  il  trouar  componimento  alle  cole  della  reli--:one  '^"['^  àelle  reiU 
in  Germania.  Del  che  elFendofi  trattato  nel  configlio  di  Cefarccon  moka  ac-  f'"''  P^  "'"' 
curatezza  ,pareua  che  tutti  inclinairero  ad  inftituire  un  colloquio  fopra  qucfta  '  '^"''''^"^'^^ 
materia. 

Effendo  ciò  penetrato  alle  orecchie  del  Farncfe,  che  fi  trouaua  ìm  Legato,  ma  m  i  dir 
&  haueua accompagnato  Celare  per  il  viaggio:  ilqualCardinalc,{cben^io-  Mò  dai  lZ 
uenedi  fotto  gli  venti  anni ,  haueua  però  in  compagnia  molte  perfonc  di  ma-  g-'^o^'^rnifet. 
neggio,&  tra  gli  altri  Marcello  CeruincVefcouo  di  Nicaftro^jiqualc  dopo  fat- 

M     ii) 


5,4  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  PaoloIU. 

ciò  lO     toPapa,fa  chiamato  Marcello  fecondo}  il  oppofeaquefta  deliberatioue,  trat« 
XL.        tando  con  Cefare,&  con  Ferdinando,&  con  tutti  quelli  del  confeglio,  metten- 
do in  confideracione,  che  molte  volte  era  (tato  trattato  co' Prorefcanti  di  con- 
-cordia,  incomminciando  già  dieci  anni  fa  nella  Dieta  d'Augufta  ;  ne  mais'ha- 
iieua  potuto  concludere  cola  alcuna  :  3c  quando  ben  foife  fiata  trouata>  &:con- 
clufa  qualche  concordia*  farebbe  riufcita  vana.  Se  fenza  frutto  :  perche  i  Prote- 
ftanti  mutano  alla  giornata  opinione,  non  ieguendo  una  dottrina  certa,hauen- 
do  fino  contrauenuto  alla  lor  propria  confeflìoneAuguftana:  che  fono  lubu- 
chi  quanto  le  anguille  :  fi  mofcrauano  prima  deiideroli,  che  gU  abu/ì,  Se  i  viti], 
foifero  leuati,  hora  non  vogliono  più  il  Pontificato  emendato,  ma  eftinto.  Se 
eftirpatala  Sede  Apoftohca,  &  abolita  ogni  giurifdittione  Ecclefiaftica.  Et  fé 
mai  furono  petulaiiti,(aL-ebbono  all'  hoi:a,quando  non  era  ben  fermata  la  pace 
con  Franciaj&i  il  Turco  ioprailaua  l'Ongaria:  non  poterli  peniate  di  rimuouer- 
li,  per  eifer  le  controucrfic  (opra  innumerabili  dogmi.   Et  anco  per  eiler  ir.olte 
le  lette  traloro^eifere  impodibilc  il  concordare  con  tutti  :  fenza  che,lamaggiot  % 
parte  di  loro  iioii  hanno  altro  ^ndie  non  d'occupare  quel  d'altri,&  rendere  Ce- 
lare fenza  aucorità.Eifer  vero  che  la  guerra  de'  Turchi  infrante  confeglia  a  con- 
cordare nella  religione  :  ma  quello  non  era  da  fari!  in  Diete  particolari,  o  Na- 
ilquaU  aura-  tionali  :  ma  in  unConciho  Generale,  ilqual  fi  potrebbe  intimare  immediate: 
tterfailp-ropo-  perche,toccando  la  religione,  non  è  da  farli  mutationefenza  comraun  confen- 
fìto  del Cociho  ^'^^  ^^^^  doucrfi  hauer  rifpetto  alla  fola  Germania ,  ma  alla  Francia ,  Spagna> 
CemnUe,       ^  Itaìia ,  &  agli  altri  popoli ,  fenza  confeglio  de'  quali  fé  la  Germania  farà 
mutatione,  ne  nafcerà  una  diuifione  pericolofa  di  quella  Prouincia  dalle  al- 
tre.   Elfer  anticliiiTimo  coftuine,  fino  dagli  Apoftoli,  che  col  folo  Concilio 
fono  (late  terminate  le  controuerfie  :  Se  tutti  i  Re,  Prencipi,  Se  huomini  pij> 
defiderarlo  hora.    Potcrfi  con  facilità  concludere  hora  la  pace  tra  Cefare ,  Se 
ed  eforta  ai  {[  Rè  di  Francia  ;  Se  immediate  fare  il  Concilio  ,  Se  fra  tanto  attendere  a  cref- 
unx   Lega      cer  numero,  &: potentia alla  Lega  Catholica  di  Germania:  il  che  farà,  che  i 
conma  Pro-  pj-oteftanti,  intimiditi  per  ciò  ,  fi  fotcoràetteranno  al  Concilio,  onero  faran- 
fy  <*»"»         ^Q  sforzati  da'  Catholici  :  Se  quando  farà  ncceifario  reiìftere  al  Turco ,  ellen- 
do  laLegaCathohca  potente,  fi  potranno  ridurre  anco  iProtcftanti  in  necef- 
fità  di  contribuire  :  il  che,  fé  non  voleifero  fare,  eifer  neceifario  di  doi  mali  e- 
lecTo-crc  il  minore  :  elfcndo  mal  maggiore,  oflrendere  Iddio,  abandonata  lacau- 
fa  della  religione ,  che  mancar  dell'  aiuto  d'una  parte  d'una  Prouincia.  Jl^afli- 
me  che,  non  è  facile  da  determinare,  chi  fiano  più  contrari)  a  Chrifto,i  Pro- 
tcdanti ,  o  i  Turchi.  Poiché,  quelli  mirano  a  metter  in  fcruitù  i  corpi.  Se  quel- 
li i  corpi.  Se  le  anime  infiemc.    Tutti  i  difcorfi.  Se  i  ragionamenti  del  Cardi- 
nale, haueuano  per  conclufione,checonueniua  chiamare  il  Concilio,  «Scprin- 
Wds  nondims-  cipiarlo  quell'  iftelfo  anno,&  non  trattar  della  religione  nelle  Diete  di  Germa- 
no o/rtrc/cv-  ^^^^    ^^^  attendere  ad  accrefcerela  Lega  Catholica,  &  far  la  pace  col  Rè  di 

fjìe  nd  enfi-    "         .  <=>  ^ 

frJmauna         Cefarcdopo  molta  deliberatione,  conclufe  di  voler  tentar  la  via  della  con- 
Di<M>  cordia  :  Se  ordinò  di  far'  una  Dieta  in  Germania  in  quel  luogo ,  doue  Ferdi- 

nan- 


Papa  P^^oLoIlI.  LIBRO    PRIMO.  5>5 

nando  haueile  giudicato  bene  :  inuitanHo  i  Prencipi  Proteftanti  a  trouaruiTi    eia  la 
iiipcrroiias&promcctendoriciu-cz'zapubiica  a  tutti.   Et  il  Cardinale  Farneiev       ^^^ 
intcfa quella  conclufìone  fatta  fenza  lua  laputa  ,  fi  partì  immediate  ,  &  pall^i- 
toper  Parigi, ottenne  dal  Rè  un  Icucro  Editto  contra  gli  heretici,  &  Luthera- 
ni,  che-pubiicato  m  quella  Città,s'eifeguì  poi  per  tutta  la  Francia  con  molto  ri- 
gore. 

In  Germania  fu  da  Ferdinando  la  Dieta  congregata  in  Aganoa:donc  co'Dot-  in  Hnghi- 
tori  Catholiciintcruennero  molti  de'  Prcdicatori,&  Miniltri  Luthcrani:&:  fu-  n<^ii^doue,  do-^ 
lono  deputati  per  mediatori  tra  le  parti,  l'Elettore  diTreueri,&  Palatilo,  col  ^V""^'"  ^""' 
Duca Ludouico  di  Bauiera,6c  Vilcimo  Velcouo  d'Argentina.  I  Protelì;anri,ri-  ^^^' 
cercati,che  prefcntaircro  i  capi  della  dottrina  coutrouerfajrilpoferojche  già  die- 
ci anni  fa  in  Augufta  haueuano  prefentata  la  loro  Confe(rione>&:  una  Apologia 
indifefa-.cheperfeuerauanoin  quella  dottrina,  apparecchiati  di  rendere  conto 
a  tutti:  &non  fapendo,che  cola folferiprefa dagli  auuerfarij,  non  haueuano 
chcdire  altro  di  quello,ma  afpettauano  d'intendere  dalorojcio  che  riputaifero 
etlcr  contrario  alla  verità:  che  coli  la  cofa  venirà  a  colloquio,&  effinon  man- 
cheranno d'hauer  inanzi  gli  occhi  la  concordia.  I  Catholicifubito  prefero  il 
ponto:&  alFentendo  aquello,cheglialtri  proponeuano,infcriiiano,che  conue- 
niua  hauere  per  approuate  tutte  le  cofe  in  quella  Dieta  pa{Tate,&  hauer  per  fer- 
iTJO,&:  ftabilito  il  Decreto  nelreceifo  promuIgato,&  portare  inanzi  la  forma  di 
riconciliatione  in  quella  Dieta  incomminciata.    I  Proteftanti,  conofcendo  il 
difauantaggio  loro,  profeguendo  in  quella  forma:  &  il  pregiudicioj  che  gli  ha- 
urcbbe  inferito  quel  decreto  ,  inftauano  per  una  nuoua  forma,  rimofli  tutti  i 
pregiudicij.  Dall'  altro  canto,iCatholicì,douendofìrimuouere  ogni  pregiudi- 
cio,domandauano,che  foiFcroanco  da'  Proteftanti  purgati  gli  attentatij&fof- 
fero  rcftituiti  i  beni  delle  Chiefe  occupati.  Replicarono  i  Proteftanti,  I  beni 
non  elFere  ftati  occupati,  ma  con  la  rinouatione  della  buona  dottrina  riappli- 
cati a  quegli  ufi  legitimi,  &  honefti,  a'  quali  ftirono  deftinati  nella  prima  infti- 
tutione,  dallaquale  haueuano  gli Ecclefiaftici  degenerato:  &  però elfcr  necef- 
fario  prima  decidere  i  ponti  della  dottrina ,  che  parlar  de'  beni  :  &  crcfcendole 
contentioni,  Ferdinando  conclufcches'inftituilìè  una  nuoua formajiionpre- 
giudicialeadalcuno,&  trattalfero  i  Dottori  d'ambe  le  parti  in  numero  pari,  &  ^  condufo  th 
folte  lecito  al  Pontefice  mandami  fuoiNoncij,  &  il  colloquio  foirerimelfo  ufi  f^^-^  confe- 
principiarfi  inVormatiailventotto  d'Ottobbreiegaente  ,  fiotto  il  beneplacito  ^^'^'^ '"^or- 
dì Cefare.  Accettarono  il  decreto  i  Proteftanti,dichiarando,che,quanto  all'  in-         ' 
teruenire  Noncijjuon  repugnauano:ma  ben  non  intendcuano^che  folle  per  ciò 
attribuito  alcuno  primato  al  Papa,ne  autorità  a  loro. 

Cefare  confermò  ildecreto,&  ordinò  la  riduttione,deftinandofuoCoinmir-  con  afmfi  df 
farlo  a  quel  colloquio  il  Granuela:  ilqualeandatouijinficmecol  Vefcouo  d'Ar-  ^«fire; 
ras,fuofigliuolo,che  fu  poi  Cardinale  ;&  tre  Theologi  Spagnoli,  diede  princi- 
piojfacendo  un  ragionaméto  molto  pio,  &  molto  appofico  a  componete  le  d  ii- 
ferentie.  Pochi  giorni  dopo  arriuòThomaloCampeggiojVefcouo  di  Fcltre,&; 
Noncio  del  Ponteficc.Perche  il  Papajquamunque  Yedelfe>che  ogni  tratcatione  ^{^'""f"^^^- 


_9^  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  paolo  IH. 

CI  3  13  di  religione  in  Germania  era  pemiciofa  per  le  coferucj  6<:per  ciò  hauelfc  fatto 
XL.  ogni  diligenzaper  interrompere  quel  Colloquio ,  nondimeno  riputaua  minor 
male  racconfentiruijche  il  lafciarlo  fare  fenza  Tuo  volere.  Il  Noncio/eguendo 
rinftrucrione  del  Pontefice,nel  Tuo  ingrelfo  kce  un  ragionaméto,dicendo,Che 
la  qiiietedelLiGermaniaeraftatapcocarata  Tempre  da'  Pontefi.ci,&:  maflìme  da 
Paulo  III.  ilquaiepcrciohaueua  inrimato  il  Concilio  Generale  in  Vicenza,  fc 
ben  era  ftato  sforzato  differirlo  in  altro  tempo,  per  non  vidler  andato  alcuno: 
ik  al  prefente  era  deliberato  di  nuouo  intimarlo  m  luogo  più  opportuno  :  Scac- 
cio là  folFcro  trattate  con  frutto  le  colè  della  religione,  haucua  conceifo  a  Ce- 
farccheilpoteiFe  tenere  un  colloquio  inGermania,che  foife  come  un  preludio 
per  difponere  allarifolutione  del  Concilio,  &  haucua  mandato  lui  per  interue-  ' 
niiiii,à  coadiunare.  Però,pregaua  tutti  d'inuiare  ogni  cofa  alla  concordia  :  pro- 
mettcndojche  il  Pontefice  iarcbbe  per  fare  tutto  quello,  che  fi  poteircfalua  la 
pietà. Vi arriuò  anco  il  Velcouo  di  Capo  d'Iftria,di  fopra  fpeiTo  nominatoiilqua- 
*"  icfe  ben  mandato  dai  Ponteficccome  molto  veri'ato  nell'  intendere  gli  humori 

di  Germania,  interuenne  però  come  mandato  da  Francia,per  meglio  fare  il  fer- 
•  uitio  del  Papa  fotto  nome  alieno.  Egli  fece  {lampare  una  orationcche  portaua 
per  foggetto  l'unità ,  &  pace  nella  Chiefadaqual  haueuaper  fcopo  di  moftrare» 
che  ,  per  ottenere  quello  fine ,  non  folFebuon  mezo  il  Concilio  Nationale:& 
quella  ladiftribuì  a  quanto  più  perfone  potè,  ad  effetto  d'interromper  quel 
Colloquio,che  ne  haueuafembianza.Siconfumò  gran  tempo  nel  dar  forma  alla 
conferenzajcofi  quanto  alla  rccretezza,come  quanto  al  numero  de'Dottori,che 
doueilero  parlare:^:  non  mancauano  quelli,che  fludiofamente protraheuano  il 
tempo,  cofi peri  diligenti  uffici]  fiitti  dal  NoncioCampeggio,comeper  i  ma- 
neggi fegreti  dei  Vergerlo.  Finalmente  fu  ordinato,  che  parlaiFero  per  la  parte 
de'  CatholiciiGiouanni  Ecchio,6(:  per  i  Proteftanti  Filippo  Melantonej&la 
td  manto  la  i-nateriafolFc  del  Peccato  originale.  Mentre  che  quelle  cole  caminauano  in  Vot- 
firom^ereper  j^^^j^^j^  Noncio  Pontificio, refidente  appreiFo  CefarcnonceiFauadiperfuader 
elfoCefare,  ^^  Maeftà  fua ,  che  quel  Colloquio  era  per  partorir  qualche  gran  fcifma,per  far 
dmentare  tutta  la  Germania  Lutherana:  &c  non  folo  leuare  Fubedienza  al  Ponte- 
fice,ma  anco  indebolire  la  fua:replicaua  que'  medefimi  concetti,ii(ati  dal  Mon- 
tepulciano ,  per  impedire  il  Colloquio  determinato  nella  Dieta  di  Francforr,& 
(y\i  ulati  dalCardinale  Farnefe  per  impedire  quello  d'Aganoa.Finalméte  Cefare» 
confiderate  quelle  ragioni ,  S:  gli  auifi  datigli  dal  Granuela>delle  difficoltà  che  , 
incontraua5&  peniando  di  far  meglio  Fopera  elfo  in  propria  per|onajrifoluè,che 
il  Colloquio  non  procedelFe  più  inanzi.  Pcfikfie ,  hauendo  parlato  tre  giorni 
Ecchioj&Mclantoncfu  interrotto  il  Colloquio,  elFendo  venute  lettere  da  Ce- 
fare  ,  che  richiamauano  il  Granucla,  &  rimettcuano  il  rimanente  alla  Dieta  in 
Ratifhona.  i 

itqmle  imi'  Quella  h  comminciò  a  congregare  nel  Marzo  de  m.d.xli.  e  vi  firirouòCe- 
ma  Dieta  in  fg^re  in  perfona,con  fperanzagrandifsima  di  douer  terminare  tutte  le  difcordie> 
j^tubona,  e  ^  ^niie  la  Germania  in  una  religione.  Per  qual  effetto  haueua  anco  pregato  il 
^.  fi  trotta,  m  Pqj^j^^^^  che  voleiFe  mandare  un  Legato,pcrfona  dottaj&  difcretaaconam- 
f''^'"'^  ^  pliffima 


Papa  Paolo  III.         LIBRO    PRIMO.  ^7___._^ 

pliffiraa  autorità/i  che  non  foiVe-iìato  bifogno  mandar  a  Roma  per  cofa  alcuna,   e  1 3    i  d 
ma  s'hauelfe  potuto  determinare  là  immediate  tutto  quello ,  che  dalla  Dieta,&       xli. 
dal  LegatOjfoile  ftato  giudicato  conueniente:diccndo,chcper  ciò  haiicua  clau- 
d  ite  l'efììcaci  inihnze  fattegli  dal  Noncio  reiìdente  apprcilo  fcpcr  interromper 
il  Colloquio  di  Vormatia. 

Mandò  il  Pontefice  Legato  GafparcCardinalc  Contarini,  huomo  ftim.ato  di  e  ì  Papa  -vi 
eccellente  bontà,  &  dottrina:  l'accompagnò  anco  con  perfone  benintìruttedi  w-tW-w/  Car- 
tuttigrintcrcllì  della  Cortejcon  notarij,che  doueilcro  fare  inftromcnto  di  tutte  ^^^^^  Coma- 
le  cole  3  che  lòirero  trattate,  &c  dette:gli  diede  in  commiffionCichefc  prefcniille    "'* 
trattarli  di  far  cofa  in  diminutione  della  autorità  Pontifìcia,  intcrrompeirccon 
proporre  iì  Concilio  Generale,  unico  &  vero  rimedio:&,quando  l'Imperatore 
foife  sforzato  a  condefcendere  a' Proreftanti  in  qualche  coia  pregiudicialc,cgii 
doueffe,  con  l'autorità  Apofl;olica,prohibirla;&  fé  fo(refatta,condv'innarla,&: 
dichiararla  irrita:  Se  partn-fi  dalluogo  della  Dicta,manon  dalla  compagnia  di 
Celare. 

Giunto  il  Legato  il  Ratifbona,  la  prima  cofa ,  che  hebbe  a  fare  con  ìlmpe- 
ratore,fu,fcufar  il  Pontefìce,che  non  gli  haueilc  data  quella  amplillìma  autori- 
tà,&  airoluta poteftà,che  Sua Maeftà  deiìdcraua.  Prima,  perche,è  coi!  anneflà. 
all'  olfa  del  Pontificato,chenon  può  elFer  concelTaad  altra  per(òna:poianco-^ 
ra,  perche  non  fi  trouano  parole ,  ne  claufule ,  con  quali  fi  polfa  communicare 
dal  Pontefice  l'autorità  di  determinar  le  cofecontrouerfe  della  fede:  elfendo  il 
prinilegio  di  nonpoter  fallare  donato  allafola  perfona  del  Pontefice,in  quelle 
fa.r:oìe)Ego rogampro  tCiPetre.  Maben,cheSuaSantitàglihaueuadata  ognipo- 
teftà  di  concordare  co'  Proteftanti,purche  clTi  ammettiho  i  principi)  :  che  fono 
il  Primato  della  Sede  Apoftolica,  inftituito  daChrifl:o;&  i  Sacramenti,  ficome 
fono  infegnati  nella  Chiefa Romana:  &  le  altre  cofe  determinate  nella  Bolla  di 
Leone:  offerendofi  nelle  altre  cofe,di  dar'ogni  fodisfattione  alla  Germania-Ma, 
pregando  Sua  Maeftà ,  che  non  volefife  afcoltar  propofta  di  cofa ,  laquale  non 
folle  conuenientc  concedere,fenza  faputa  delle  altre  nationi:  accio  non  C\  faccf- 
fe nella  Chriftianità  qualche  diuifionepericolofa.Delle  cofe,che  in  quella  Die- 
ta pairarono,èneceirario  far  particolare  mentione  :  perche  quella  fu  caufaprin- 
cipale,che  indullè  il  Pontefice,  non  folo  a  confentire,  come  prima  5  ma  anco  a 
mettere  ognifpirito,  accio  il  Concilio  fi  congregaire:  &  i  Proreftanti  a  certifi- 
carfi,che  neinConcilio,nedoueinterueniireminiftro  del  Papa,poteuano  fpe- 
rarc  d'ottenere  cofa  alcuna. 

Sicomminciòlaprima attiene  a'cinqued'Aprile,douefu propofto, perno-  in Dleta,Ce- 
medi  Cefare,Corae,  vedendo  la  Maeftà fua  il  Turco  penetrato  nelle  vifcere  di  fare  propume 
Germania,dicheneera  caufaladiuifionedelli  Stati  dell' Imperio,per  il  dillidio  ''*  Confatn- 
dellareligione,haueuafemprc  cercato  via  di  pacificarla:  (Sceirendogli  parla  co-  '^' 
modiflìma  quella  del  Concilio  Generalc,era  andato  a  pofta  iw  Italia  per  trattar- 
ne con  Clemente  :  &  dopo,non  hauendo  potuto  condurlo  ad  eifetto,cra  torna- 
to,&  andato  in  perfona  a  Roma,per  trattarne  con  Paolo:ilquale  anco  il  era  mo- 
ftrato  pronto:  nia,non  hauendofi  potuto  effettuare  per  vari)  impedimenti  dcila^ 

N 


98  CONCILIO    DI   TRENTO     Papa  Paolo  III. 

ci3  i3    guerra  5  finalmente  haueua  conuocata  quella  Dieta,&:  ricercato  il  Pontefice  di 
XLi.       mandaixi  un  Legato.  Horajnon  defiderarc  altro, fcnonsche  qualche compofi- 
tionc  il  mandi  ad  eflfetto,&  che  da  ambe  le  parti  fia  eletto  qualche  picciol  nume- 
ro d'huomini  piJ5&  dottivejconferito  amicahilmcnte  fopra  le  cofe  controuerfe, 
fenzapregiudicio  d'alcuna  delle  parti,  propongano  in  Dieta  i  modi  della  con- 
cordia, accio,  deliberato  il  tutto  col  LegatOjiiDoira  venire  alla  deiìderatacon- 
clulìone.Ncl  modo  d'eleggere  quelli  trattatoti  hi  Cubito  controuerfia  tra  i  Ca- 
dslUqttaU  e-  tholici>&:  i  Proteftanti.  Perilcbé  CedirCideriderofochequalcheben  fifacellci 
gli  jìejfo  r.3-  domandò ,  Se  ottenne  dall'  una  parte,5i  dall'  akra,che  concedeiTera  a  lui  di  no" 
*""^'*/ ^°^^''-  minare  le  perlone,&:  lì  confidallero,che  non farebbcfe  non  cofa di  beneficio 
mtorh  eómuncElcireper  i  Catholici  Giouàni  Ecchio,GiulioFlugich6«:  Giouanni  Gro- 

pero:&  per  i  Proteftanti>FilippoMelàtone,MartinoBucero,&:  Giouanni  Pifto- 
rio  :  iquali  chiamò  a  le>&  congrauifsimcparole  gli  ammonì  a  darbando  agli 
affetti,^  hauer  mira  alla  gloria  di  Dio.Prepofe  al  colloquio  Federico,Prencipe 
Palatino,  &  ilGraniiela^aggiontoui  alcuni  altri  per  interuenirui:accio  il  tutto 
sfaprejentar  palfaife  con  maggior degnità.  Congregato  ilColloquio,Granuelameirefuora 
per  fugg^tto^     un  libro,dicendo  elfere  ftato  dato  a  Cefare  da  alcuni  huomini  pij,&  dotti,comé 
un  libro  di    J^uono  per  la  futura  concordia:  &  efler  volontà  di  Cefarcche  lo  leggeirero,& 
oncor  A,     e^lTaminairerojdouendogli  feruir  come  d'argomento,  &  di  materia  di  quello^ 
che  doiieuano  trattatelo»:  che  quello,che  piacellè  a  tuttijfolTe  conf?  rmatojquel- 
io  che  difpiaeeirc  ,  corretto  :  &:  doue  non  conueniirero,fì  procuraire  di  ridurli  3 
concordia.Conteneua  il  libro  ventidue  articoli;dellaCreationedeirhuomo,&: 
Integrità  della.natura:del  Libero  arbitrio:  della  Caufa  del  peccato  originale: 
"della  Giuftificatione,  della Chiera,&  luoiiegni:della Parola  di  Dio:della  Peni- 
tentia  dopo  il  peccato:  dell' Autorità  della  Chiefa:  dell'  Interpretatione  della- 
Scrittura:de'  Sacramenti:dcl  Sacramento  dell' Ordine:delBatte(mo:della  Con-- 
fernìatione:deir  Eucharin:ia:della  Penitentia:dcl  Matrimoniordell'  Eftrcma  on- ' 
tione: della  Carità: dellaHierarchia  Ecclefìaltica  :  delli  Articoli  determinati 
dalia  Chiefa  :  dell'  Vfo ,  &  amminiftratione,  &  cercmonie  de'  Sacramenti:delU 
Difciplina  Ecclcfiaftica:  della  Difciplina  delpopolo.Fu  letto,&  e{ràminatò,&- 
delqude  alcu-  alcune  cole  furono  approuate,  &  altre  per  cornmunconfenfocorrette,in  altre 
w;  articoli   j^^j^  poterono  conuenire.Et  queile  furono,ncl  nono,delk  poteftà  della  Chiefa^- 
TliìJllrhe-  "^^  decimo  quartojdel  Sacramento  della  penitentia^nel  diciotte/imojdclla  Hie- 
fianocontefi:    rarchia",neldic.enouellmo,dclli  Articoli  determinati  dalla  Chiefajnelventunc-» 
fnnojdcl  Celibato  :  doue  reftarono  diiferenti,  l'una  &  l'altra  parte  fcrillc  il  fuo' 
parere. 
nella  Vietavi       II  c^e  fatto>nel  confeiTo  di  tutti  i  Prencipi  Cefare  portò  le  cofe  conuenutc» 
e  dijjmfione    ^  j  pareri  differenti  de'  collocutori,ricercandoil  parere  di  tutti,&  iniìeme  prò- 
mtornoaqut.'  poj-j£n(;{Q  ['gj-nendatione dello  ftato  della Republica,coiiCiuile,come  Eccleiia- 
^    °^  llica.  I  Vefcoui  rifiutarono  affatto  il  libro  della  concordia,^  tutta  l'attione  dei 
Colloquio:  a' quali  non  confentendo  gli  altri  Elettori, &  Prencipi Catholicij 
defiderofi  della  pace,fuconclufo,che  Cefarccomeauuocato  della  Chiefa,col 
Legato  Apoftolico  j  eilàminaffe  le  cofe  concordater&fe  alcuna  cofa  folfe  ofcu- 

ra^Ia 


CI3   IJ 


Papa  Paolo  III.  LIBRO    PRIMO.  5)5> 

m,lafacellè  erplicare,&  tratraflèpoi  co'Proteftanri,  che  nelle  cofccontroucife 
confentiirei-Q  a  qualche  Chriftiana  forma  di  concordia.   Celare  coirmunicò  il        ^li. 
mtto  col  Lcgazo,Sc  fece  inftantia,che  fi  douelle  riformare  lo  flato  Ecclcfiaftico. 
Il  Legacojconiìderace  tuCLe  le  cofe,diede  una  rifpoila in  fcritro,n.on  meno  chia-  ,  .^ 

ra  degli  antichi  oracoli>in  quefta  forma;  Che,  hauendo  vifto  il  libro  prclcntaro  ^,^,j,fi°^'*Tl"* 
all'Imperatore,  &le  cofe  Icricte  dalli  deputati  del  Colloquio,  cofi  concorde-  uino /rLet" 
mente  con  le  apoftiUe  dell' una,&  dell' altra  parte;  comeancolcecccttionide'  taalPapa, 
Proteftantijgli  pareua,che,clIèndo  li  Proceftanti  dilfcrenci  in  alcuni  articoli  dal 
commun  confcnfo  della  Chiefa,  ne'  quali  però  non  dilperaua,  che,  con  l'aiuto 
ài  Dicnon  folfero  per  con(entirc;non  fi  douclfe  ordinare  altro  circa  il  rimanen- 
te:ma  rimettere  al  lommo  Pontefice^:  alla  Sede  Apoftolica:ilquale,o  nel  Con- 
cilio Gcnerale,che  preftofifarà;  o  in  altro  nìodo,  le  bifogncrà, potrà deHìnirle 
fecódo  la  verità  Catholica,&  determinare,hauuto  rilguardo  a'  tempi,&:  a  quel- 
lo che  folfeefpediente  perla  Republica  ChriftianajvSc  per  la  Germania. 

Ma,  quanto  alla  riforma  dello  ftato  Ecclcfiaftico,  fi  offerì  prontiffimo,  &  a  e  fa  orribraiHi 
quefto  fine  congregò  in  cafafua  tutti  iVe{coui,&  fece  loro  una  lunghiflìmaef-  """  y?'ff'e  di 
fortatione.  Prima,quantoalmodo  delviuerc,  chefiguardaifcro  daogniican- "Z"''"''*  *^^^ 
daloj&apparentia  di  luiro,auaritia,oueroambitione.  Quanto  alla  famiglia  lo-        '*' 
ro,  fapellero ,  che  da  quella  il  popolo  fa  congiettura  de'  coftumidcl  Vcfcouo. 
Che,per  cuftodir  il  lor  greggcdimoraifero  ne'  luoghi  più  habitati  della  Dioce- 
fe;&:  nelli  altri  luoghi  hauelTero  fedeli  efploratori,  vilìtalfero  le  Diocefi,confe-  ' 

liirero  ibenefìcij  a  huomini  da  bene,&  idonei  :  difpenlalfcro  le  rendite  Epifco- 
pali  ne'bifogni  de'  poueri,fuggendo  non  folo  il  luifojmail  (buerchiofplendo- 
re:prouedelVero  di  Predicatori  pij,&  dotti,&  difcreti,&  non  contentio/ì:procu- 
rafferojche  la  giouétù  folle  bene  inftituita;vedendofi,che  i  Protellanti  per  que- 
flo  tirano  a  le  tutta  la  Nobiltà.  Riduifein  fcritto  queftaoratione,&  ladiedea 
Cefarca  Vefcoui,&  a'  Prencipi  :  il  che  fu  occafione  a  Proteftanti  di  talfare  in-  ^f^^e  'dalma. 
fieme  la  rifpofta  data  a  Celarci  l'eirortatione  fatta  a  Prelati:allegando,per  cau-  parte,  ne  dalC 
fa  del  motiuoloro,che,eircndopublicatoil  fcritto, parrebbe,  difl]mulando,che  ^^^^^ì: 
rapproualfero.  Non  piacque  manco  a'  Catholici  la  rifpofta  data  a  Celare,  pa- 
rendojche  approualfe  le  cofe  concordate  nel  Colloquio. 

Ma  l'Imperatore  diede  parte  in  publica  Dieta  di  tutto  quello,  che  fino  all'  ^  r 
hora  era  fatto,&  communicò  le  fcritture  del  Legato  :  &  conclufe,  che,  hauen-  pume  11°} 
do  ufito  tutte  le  diligentie  polTibili,  non  vcdcua,che  altra  cofa  fi  potclFe  firdi  rheusm  ^/* 
piujfuor  che  deliberare,  fé  faluo  ilrecello  della  Dieta  d'Augufta,  fi  doueua/ice-  -^'ticolì  con- 
uer  gli  Articoli  concordati  in  queftaconfercnza,comeChriftiani,ne  m.etfegli  "''^'*^'' 
più  in  difputa,almeno  fino  al  Concilio Geherale,che  prefto  fi  tenera:  come  pa- 
reuaanco  elfer  l'opinione  del  Legato  :  ouero  non  facendofiilConcilio,fino  ad  ^"  "^  ^''""" 
una  Dictajdoue  però  fiano  eirattamcnte  trattate  tutte  le  controuerfie  della  reli-     ' 
gione. 

Dalli  Elettori  Cattolici  fu  rifpofto,  approuandoindubitatair.entcpcrbuo-  •  p  •   .  .  r 
no,&  utilcche  gli  Articoli  accordatine!  Colloquio,  fiano  riceuuti  da  tutti  fino  L  JwcTw'm- 
al  tepo  del  'Cócili03iielqualc  fi  potranno  dinuouo  ciEminare  :  oucrcin  difetto  tom^ 

N     il 


i©c  CONCILIO    DI   TRENTO     Papa  Paolo  HI: 

e  1 3  1 3     di  quellojiii  un  Concilio  Nationale>o  in  una  Dieta  :  doucndo  qucfto  feruire  ad 
XLi.        introdurre  una  più  perfettanconciliatione  negli  altri  articoli  non  concordati. 
Ma  ancora  pregar  Sua  Maeftà  a  voler  pailar  più  inàzi,  (e  vi  folTe  Cperanza  di  con- 
cordar'altro  di  più  in  quella  Dieta  :  Se  (e  l'opportunità  no'lpcrmetteuaj  loda- 
uano  molto  il  trattar  col  Pontefice,  &  operare,  che  quanto  prima  fi  cógregaife 
in  Germania  un  Concilio  Generalcouero  Nationalccon  dia  buona  gratia  j  per 
ftabilir  totalmente  l'unione.  L'iftelfa rifpofta  fecero  i  Proteftantijiolo  dichia- 
randoli >  che.  Si  come  deddcrauano  un  libero ,  8c  Chrifhiano  Concilio  in  Ger- 
maniaj  coli  non  poteuano  conlentirc  in  uno,  doue  il  Papa,&  i  fuoijhaueifero  la 
iyefcoHìrku-  potcftà  di  conorcere,&  giudicare  le  caule  della  religionc.Ma  i  Vei'couijiniieme 
^"'''  con  alcuni  pochi  Prcncipi  Catholici,altramente  ritpoicro:  prima,confe(rando> 

Che  in  Germania,  Oc  nelle  altre  nationi  erano  molti  abufi,  fette,  oc  herefle,  che 
non  poteuano  eirereftirpatc  fenza  un  Concilio  Generale  :  aggiongendo,  che 
non  poteuano  acconfentire  ad  alcuna  mutatione  di  religione,  ceremonie,&  rir 
ti>poiche  il  Legato  Pontificio  ofFerifce  il  Cócilio  tra  breuc  tempo:  &  Sua  Mae- 
ftà è  per  trattarne  con  Tua  Santità  :  ma,  quando  il  Concilio  noniìpoteire  cele- 
brarcpregauanojche  il  Pontefice,&:  Ceiare,voleircro  ordinare  un  Concilio  na- 
tionale  iì\  Germania:  il  che  fé  non  piacelfe  loro,  dinuouo  il  douelTe  congregar* 
uniDietaper  eftirpargli  errori  3  elTendo  eilì  determinati  d'adherir  alla  vecchia 
religionclecondo  che  è  contenuta  nella  Scrittura,Concilij,  dottrina  de'  Padri, 
&  anco  ne' recedi  Iraperialij&mallìme  in  quello  d'Augufta.Che  nonconfen- 
tiranno  mai,  che  fiano  riceuuti  gì'  articoli  concordati  nel  colloquio,  per  eflfer 
alcuni  d'eflTi  fuperfluijcome  i  quattroprimi.Bt  perche  vi  fono  forme  di  parlar'  in 
quelli  non  conformi  alla  contuetudine  della  Chiefa:  oltre  anco  alcuni  dogmi» 
parte  dannabili,parte  da  eller  temperati  :  &:  ancora,perche  gli  articoli  accordati 
fono  ài  minor  momento,&  gli  importanti  rcftano  in  difcordia:  &c  perche  i  Ca- 
tholici  del  Colloquio  haucuano  conceiro  troppo  a'  Proteftanti ,  donde  veniua 
Icia  la  riputatione  del  Sommo  Pontefice,  &  delli  Stati  Catholici:  econclude- 
uano  eller  meglio>che  gli  atti  del  Colloquio  follerò  lafciati  al  fuoluogo,&  tut- 
to il  pertinente  alla  religione  differito  al  Concilio  Generale,o  Nationale,  o  al^ 
la  Dieta.  A  qacfiarilpofta  de'Catholici,diedeoccalìonenonfoloilparer'alo- 
ro,che  la  propoita  di  Celare  folle  molto  auuantaggioiaper  i  Protcftanti:ma  an- 
cora, perche  i  tre  Dottori  Catholici  del  Colloquio  erano  entrati  in  differenza 
tra  loro. 
ti  Lti*to  Mail  Legato,intefo,comeCerarerhaucua nominato  per  confentiente  allo 

thiarìfceilfuo  ftabilimcnto delle  cofe  concordate^ cofijper proprio  timore5Coine,rpinco dalle 
ftntimntt:  ijiftcìnzc  degli  Ecclefìaftici  della  Dieta;  andò  a  Ceiare,&  fi  querclò,che  folle  fia- 
ta mal'  interpretatala  fua  rifpofta,  &  che  foifc  incolpato  d'hauer  confcntito» 
che  le  cofe  concordate  fi  tolcraifero  lino  al  Concilio  :  che  la  mente  fua  era  ftata» 
che  non  fi  rifoluclfe  cofa  alcuna ,  ma  ogni  cola  li  mandaife  al  Papa  :  ilqual  pro- 
metteua,in  fede  di  buon  pa{lore,&:  uniuerfalc  Ponteficcdi  fare,che  il  tutto  fof- 
fe  determinato  per  un  Concilio  Generale  ,0  per  altra  via  equiualente,  con  fin- 
cerità ,  Se  fenza niilun  affetto  humano  :  non  con  precipitio ,  ma  maturamentei 
hauendo  fcmpre  mira  al  feruitio  di  Dio  :  fic  ome  la  Santità  fua^el  principio  del 

Pon- 


Papa  PaoloIII.  L  I  B  R  O  P  R  I  M  O.  tor 

Ponàfacato,pcr  qucfto  mcdclìmo  fine  hciiiciia madatc lettcre5&  Noncij  a  Picn-  ciò  13 
cipi,per  celebrar' il  Concilio  :  Ck  poi  incimacolo,&  mandato  al  luogo  iilioi  Le-  xli. 
eati:  &  che  le  haiieiia  lopporcato,  che  in  Gcrnumia  tante  volte  s'hauelle  parlato 
delle  cote  della  rehgione  ,  con  poca  riuerentia  dell'  autorità  (uà ,  allaqualc  (bla 
arpettatrattarlejl'haueua fatto,  perelicrgli  dalla  Maeftà  Tua  data  intentionciSc 
promelfojchecio  li  focena  per  bene:  cllcr  cofa  contra  ogni  ragione,  volere  la 
G.crmania,con  ingiuria  della  Sede  Apoftolica,allumcrlì  quello,chc  è  di  tiutc  le 
natioaii  Chriftiane.Pcrilche  non  è  d'abular  più  la  clementiadel  Pontchce:coii- 
cludcndo  in  una  Dieta  Imperiale  quello,  che  tocca  al  Papa,tSc  alla  Chicla  uni- 
.  ueiiale:  majmandare  il  libro5&  tutta l'attionc  del  Coiloquio,in/icme  co'  pareri 
d'una partc>& d'altra  aRoma,&  alpettar  dalla  Santità  Inala  deliberatione.  Et» 
nonfodisfatco  diqucfto,publicòuna  terza  (crittura,laqualccontcncua,che  ei- 
fendo  Hata  data  varia  interpretationc  alla  fcrittura  lua,data  alla  Maeftà  ina  Ce- 
farea,ropra  il  trattato  del  Colloquio,  interpretandola  alcuni ,  comcic  egli  ha- 
uelfè  confcntito  ,  che  /ìdouelTcro  olferuarc  fino  al  concilio  Generale  quegli 
articoli  concordati:  &  intendendo  molti  altri ,  che  egli  haueife  rimclib  al 
Pontefice,  così  quelli ,  come  tutte  le  altre  cofe  :  accio  in  qucfta  parte  non  re- 
ftalle  alcuna  dubitatione,dichiara,nonhauer*hauutointentione,con  la  ferittu- 
ra,decidere  alcuna  cola  in  quello  negotio,ne  che  alcun' articolo  folle  liccuutoj 
o  tolerato,fino  al  futuro  Concilio  :  &  che  meno  all'  hora  lo  decideua,o  diffini- 
ua:  ma  che  ha  rimeiro  al  Sommo  Pontefice  tutro'l  trattato  >  &  tutti  gli  articoli 
S  qucUojficome  ancora  gli  rimetteua  :  il  che  hauendo  dichiarato  alia  Cefarea 
Maeftà  in  voce,  voleua  anco  dichiararlo,  &  confermarlo  atutto'l  mondo  con 
fcrittura. 

Et,non  contento  di  quefto  ;  ma  confiderando,  che  il  voto  di  tutti  i  Prencipi  ^^'^^^^''^'ceaà 
Catholici,etiandio  delli  Ecclefiaftici,  concordaua  in  domandar  Concilio  Na-  j^j  ,-f  T'?'' 
tionalc,&  che  nell'  inftruttione  fua  haucua  hauuta  ftrettiffima  commilTione  dal  /er'^rl^lX'/^' 
Pontefice  ài  opponerfi,quando  di  ciofi  trattaircfe  ben  lo  volefìTero  fare  con  au-  to^ 
toritàPontificia,&  con  prefenza  de' Legati  Apoftolicij  &c  che  moftraire,quan- 
to  farebbe  in  pernicie  delle  anime,&;  con  ingiuria  dell'  autorità  Pontificia,alIa- 
quale  venirebbe  leuata  la  potcftà,che  Dio  gli  ha  daf  a,pcr  concederla  ad  una  Na- 
tione:che  raccordale  all' I'mperatore,quanto  egli  medehmohauelfedcteftato  il 
Concilio  Nationalcelfendo  in  Bologna,conoicendolopcrnicioro  all'  autorità 
Imperiale:poiche  i  iudditijprefo  animo  dal  vederfi  concclTà  potcftà  di  mutare  le 
cole  della  religione, penfarebbono  anco  a  mutare  loftato,&  che  Sua  Maeftà, 
dopo  il  M.  D.  xxxii.  non  volle  mai  più  celebrar  in  fua  prefenza  Dieta  Imperiale, 
pernondaroccafionedi  domandar  Concilio  Nationalc.Fcce  il  Cardinale  diii- 
gentiflìmamcnte  i'uftìcio  con  Cefare,&  con  ciafcuno  de'  Prencipi:&:  oltre  cio:^ 
publicòuna  altra  fcrittura, indrizzata  a'  Catholici, in  quella  dicendo, Hauer 
confiderato  diligentemente  di  quanto  pregiudicio  foire,fe  le  controucr/ìc  della 
fede  fi  rimettel&o  al  Concilio  d'una  Natione:&  hauer  giudicato  eilcr  ufficio 
fuo  di  ammonirgli,  che  onninamente  douelfero  Icuar  via  quella  e  laufulascfFen- 
do  cofa  manifcftidlma,  che  nel  Concilio  Nationalc  non  fi  ponnodctermnnare 
le controiieifie della fede>c onc emendo q^Liefto  Iellato  uniuerfale  della Chicfai 

N     ii| 


^^ 102  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Paolo  m. 

ci3  i3     ^  c^  alcuna  cofa  folle  detcrminata  in qiieilo,rarebbenuiIa}irnca,&vana:!lcIie 
^^^'      fé  cfìì  haucilcro  leuaco ,  come  egli  fi periuadeuajficome  farebbe  gratiffimo  alla 
Santità  del  Pontciicc,cheèCapo  delia Chiefa,& di  tutti  i  Concilijjcofinon 
lo  ficendojgli  farebbe  moleftiffinio:e{Iendo  cofa  chiara,che  in  qu-efto  modo  fa- 
Lcbbono  per  nalcer  maggiori  fedidoni  nelle  controuerlìe  della  religione,coil 
nelle  altre  Nationi,come  in  quella  nobilinimaprouincia:  che  non  haueua  volu- 
to tralafciar  quello  uliìcio,per  obedire  alfinflruttione  di  Sua  Santità,«S<:per  non 
mancare  al  carico  della  Lcgatienc  impoftagli. 
aìqiiaUlPrin-      A  quefta  fcrittura del  LcgatOjrilpofero  i  Principi>Ch'era  in  poteftà  d'elfo  di 
cip  ri(j>ondo'  rimediare,  &  preucnire  tutti  gli  inconuenienti,chepoteiferonafcere,operando 
**"'  con  SuaSantitàjcheil  concilio uniuerfalefoireintimatOj&celebratOjfenzapiu 

ionga  procraftinatione  :  che  coiì>lì  leuarebbe  ogni  occafìone  di  Concilio  Na- 
.    tionaicjilchc  tutti  li  Stati  dell'  Imperio  deiìderano>&  pregano.  Ma,fe  il  Cocilio 
GeneralcjLante  volte  promelloiii  anco  finalmente  da  lui, non  iìriduceiread 
effetto, la  manifcfta  neceffità  della  Germania  ricercaua  ,  che  le  controuerfie 
foifero  detcrminate  in  uno  Concilio  Nationale,o  in  una  Dieta  Impcriale,coii 
come  anchora  l'affiitenza  d'un  Legato  Apoilolico.I  Theologi  Proteftanti,con  una  Ionga  fcnt- 
*r^"^^^f"t'  tura,rifpofero  efiì  ancora,dicendo,Che  non  poteuano  nafcer  ne  maggiori  fedi- 
llitlide'con-  tioi^iji^c  feditione  alcuna,quando  le  controuerfie  della  religione  faranno  com- 
cilij  Naùo'   polle  fecondo  la  parola  di  Dio:&  che  i  manifefti  viti)  faranno  corretti  fecondo 
mli:  la  dottrina  della  Scrittura,  &  gli  indubitati  canoni  della Chiefaxhe  ne'  tempi 

paffati  mai'è  ftato  negato  a'  Concili)  Nationali  il  determinare  della  fede,hauen- 
do  hauuto  promelfa  da  Chrifto  della  iua  aflìftenza,quando  fuffero  due,  o  tre  Ioli 
congregati  nel  nome  fuo.Eiferui numero  grande  di  Concilij,noniolo Nationa- 
li, ma  anco  di  pochiffimi  Vefcoui ,  che  hanno  determinato  le  controuerfie,«Sc 
fatto  inftitutioni  de'  coilumi  della  Chiefa,  in  Soria,Grecia,Africa,Italia,Fran- 
cia,&  Spagnatcontia  gli  errori  di  Samofateno,Arrio,  Donatifti,Pelagio,&:  altri 
heretici  :  le  determinationi  de'  quali  non  fi  poffono  dire  nullc,irrite,Ò(:  vanclen- 
za  impietà-Effer  bene  ftato  concello  alla  Sedia  Romanr.,che  folle  la  prima:»3i:  al 
Vefcouo  di  Roma,  che  folle  tra  i  Patriarchi  di  prerogatiuà  autorifà:ma,chefia 
{lato  chiamato  Capo  della  Chieia5&  de'  Concilij,non  trouarfi  apprelfo alcun 
Padre.  Chrifto  folo  è  capo  della  Chiefa:  Paulo,Apollo,6c  Ccffa,lono  miniftri 
d'ella.ChcqualcofapolTmo  afpettar  da  Roma,ladifciplma  che  vi  fi  ollèruagià 
tanti  fecolii&  la  tergiucrfacione  al  celebrare  un  legicimo  Concilio, lo  mo- 
ftrano. 
e  b efare  fa  il    Ma  Cefare,dopo  Ionga  difcufllonca  vétotto  di  Luglio  fece  il  ricelTo  della  Die- 
j^affo  inmc-  ra ,  rimettendo  ogni  attione  del  Colloquio  al  concilio  Generale,  o  alla  Sinodo 
defmaftnnn-  Nationale  di  Germania,  onero  adunaDieta  dcirimpcrio.Promife  dandarein 
':^a,lajaado  le  i^^\[^^^  di  trattar  col  Pontefice  del  concilio:  ilquale  non  potendo  ottcnere,iie 
£n' a"  Conci-  Generale,  ne  Nationale,  tra  diciotto  mcfi  intimerebbe  una  Dieta  dell' Imperio, 
^j5,  per  atfcttar  le  cofc  della  religione,operando  che  il  Pontefice  vi  mandi  un  Lega- 

to.Commandò  a'  Proteftanti,di  non  riceudrc  nuoui  dogmi,fe  non  i  concordati: 
&  a  Vefcouijche  riformaffero  le  lor  Chiefe.  Commàdòjche  non  foifero  deftrut- 

tiii 


o 

XLII. 


Papa  Paolo  HI.         LIBRO    PRIMO. 

tilimonaftci-ij>ne occupati  libcni  delle  Chicfe,  ne  foUicitato alcuno  a  nuitarc  cT3 
religionc.Et  per  dar  ir aggior  lodisFiiccione  a'  Protc{lanci,aggion(c,Che  quamto 
a  dcrnijiion  ancora  accordaci,non  gli  prcicnucua  cola  alcuna:  quanto  a'Mo- 
naftenj  de'  Monachi,chc  non  fi  douciiano  dcftriiggerejmaben  ridarli  ad  una  e- 
mendationcpia,&Chrifì:iana:  che  i  beni  Ecclciìailici  non  fi  doactlcro  occupa- 
re, ma  follerò  lafciati  a  Miniftri,  lenza  haucr  riiguardo  di  diucrlìcà  di  religio- 
ne: che  nonlìpoira  follccirar  alcuno  a  mutar  religione,  ma  ben  poteilcro  ei- 
fere  riccuuti  quelli,  che  Ipontaneamcnre  vorranno  mutarla.  Sofpetc  ancora 
ilRecelfo  d'Augufl:a,quanto  s'afpctta  alla  religione  ,  &allc  cole,  che  da  quel- 
lo deriuano  ,  fino  che  nel  Concilio ,  o  in  Dieta,  le  controucrfiel-oilero  detcr- 
minate. 

Finita  la  Dieta,  Celare  pafsò  in  Italia,&  in  Lucca,  hebbe  ragionamento  col  ^  abbocatofi 
Pontefice  fopra  il  concilio ,  &  Ibpra  la  guerra  de'  Turchi  :  &  rciliarono  in  con-  col  Papatcon- 
clulìoncche  la  Santità  Tua  per  ciò  mandaire  unNoncio  inGermania,pcr  pren-  t*en$pno  dite^ 
dererifoliitioneneir  una>&  nell'altra  mate!ria,nella Dieta, che  doueuaeirere  "^''^"'  p«"" 
in  Spira,  nel  principio  dell'  anno  fcguente  :  &  che  il  concilio  lì  facelfe  in  Vi-  ""*    "^"^ 
cenza, (Icome  giàfuappontato.Signitìcò  il  Papaia  conclullone  al  Senato  Ve- 
neto, alquale  non  parcuapiu  p.erdiuerlìrirpetti  elferea  propofitOjche  concor- 
reirein  quella  città  tanta  moltitudine, &  che  fi  trattalle  della  guerra  de'  Tur- 
chi: come  s'haurebbe  al  lìcuro  fatto ,  o  con  fine  di  farla  in  effetto,  oper  bella 
apparenza  folamente.    Là  onde  rifpofer  che,per  l'accordo  fatto  da  loro  nuo-  rifiutata  <fo 
uamente  col  Turco,  variati  irifpetti,  non  poteuano  reftare  nella  ftella  delibc-  ^«»«'*w>.* 
ratione:  perche  fi  farebbe  generato  nella  mente  di  Solimano  fofpettcche  pro- 
curalfero  di  far  congiurar  i  PrencipiChriftiani  contralui.  Ondeconuenne  ai 
Papa  far'  altro  dilfegno.    Ma  il  Cardinale  Contarini  patì  molte  calonnie  nella  ^^  ^ 
Corte  Romana:  oue  era  nata  opinione,che  egli  haueffe  qualche  affetto  alle  co-  hìafimato  a 
fé  Lutherane  :  &  quelli,che  meno  male  parlauano  ài  lui,diceuano,  che  non  fi  e-  J^oma^ 
raoppoftojquantocouueniua:  &  che  haueuameffa in  pericolo  l'autorità  Pon- 
tificia. Il  Papa  non  i\  tenne  feruiro  di  luirfe  ben  era  difelo  con  tutti  li  fpiriti 
dal  Cardinale  Fregofo.  Ma,ritoinato  al  Pontefice-che  fi  ritrouaua  in  Luccajaf- 
pettando quiui l'Imperatore ,& refo  conto  della  lcgatione,gli  diede fi3disfat-/'"^'^'V«  ^ 
rione  pienidìma.  ^^f''- 

In  quello  flato  di  cofe  finii  l'anno  m.d^xli.  &:  nel  fegaente  mandali  Ponte- .,  ^ 

6ce  a  Spira(doue  in  prelcntia  di  Ferdinando  b  Dieta  fi  teneua)Giouanni  Moro-  \i^eiicr 
ne,  Velcouo  di  Modena»  ilquale,  feguendo  lacomraiflìone  datagli,quantoal  w  Dieta.  * 
concilio,  efpofe  la  mente  del  Pontefice  ellere  la  medefima,che  per  il  pallarO:  Spira,, 
cioc,che  il  concilio  pur  una  volta  C\  faceiic  :  che  l'haucua  [olpe^o  con  volontà 
di  Cefare,  per  aprire  inanzi  qualche  adito  di  concordia  in  Germania  :  4aq«sie 
vedendo  effcreftata  vanamente  tentata,  egli  ritornaua  alla  deliberation'e  di  pri- 
ma, di  non  differir  la  celebratione.    Ma ,  quanto  al  congregarlo  in  Germania^ 
non  fi  peteua  compiacergli  ,  perche  e»li  voleua  interueniruiperfonalmcn- 
te:  &  la  età  fua  ,  &  la  lunghezza  della  ftrada  ,  &  la  mutatione  tanto  diueifa 
deli'  ^ia,.oftauaal  trasfcriifi  in  quella  regione ,  laquale  non  parcua  manco; 


104  CONCILIO   DI  TRENTO       Papa  PaoloIIL 

ci3   13     commodaaUcaltreNationiifenzachevic-ragL-an  probabilità  di  temere,cke  in 

XL II.       Germania  non  il  potcileio  tractare  le  cofc  (enza  turbuleiicia:  perilche  gli  pareiu 

pili  a  puopofìto  Fei-i:aia>  o  Bologna,  o  Piacenza  ;  cicca  cucce  grandi>5<:  opporcu- 

mdìnie  i  quali,  quando  non  piacelFcro  a  loro  5  il  concencaua , di  farlo  in  Tremo» 

.   r^rew/o-      ^^-'■^  ^'  confini  di  Germania.  Che  haurebbe  voluto  darci p'rincipio  allaPeUt©» 

coftc:ma,perÌ'anguf1:ii  deltempo,rhaueuaallongato  a'  credici  d'Agofto.Prega- 

ua  cucci  di  voler  conuenire  in  quello  :  &,  depofì:igliodij,cratcarla  caufa  di  Dio 

conilnccricà.Fcrdinando,&iPrencipiCacholici,ringraciaronoilPonce{ìce,di- 

ccndo ,  Che,  non  potendo  octenere  un  luogo  arco  in  Germania ,  come  farebbe 

Racifbona,o  Colonia,il  concencauano  di  Trenco.  Ma  i  Protcftanti  negarono  di 

e.  «»«  oftanie  confeutirejne  che  il  Concilio  folle  incimaco  dal  Ponceficcne  che  il  luogo  fulTe 

iUontrafio  de  Trenco.  Il  che  fu  cau{li,che  in  quella  Dieca,  quanto  al  Conciliojnonfi  fece  alerà 

PmefUnti,    aecerminacione.  ^  ,       .        .   ' 

, ,.  ,  Con  tutto  ciò,  il  Pontefice  mandò  fuorala  Bolla  dell'  intimatione  fotto  li 
s/ua  "^  ventidue  Maggio  di  quefto  anno  :  nellaquale,commcmorato  il  defiderio  fuo  di 
"■  prouedere  a'mali  della  Chri{ì:ianità,diceua,hauere  continuamente  penfato  a* 

rimedij:nc,trouandofene  più  opporcuno,che  la  celebratione  del  Concilio,veii- 
ne  in  ferma  rifolutione  di  congregarlo  :  &,  fatta  mentione  della  conuocatione 
Mantouana,poi  della  fofpenfione  ;  &  pafìàto  alla  conuocatione  Vicentina,  & 
ali'  altra  fofpcnfione  fatta  in  Genoua,&  finalmente  di  quella  a  beneplacitcpaf- 
sò  a  narrare  le  ragioni,  che  l'haueuano  perfuafo  a  continuar  la  fteira  iofpenflo- 
ne  fino  all'  hora.  Lequali  furono5la  guerra  di  Ferdinando  in  Ongaria ,  la  ribel- 
lione di  Fiandria  centra  Cefare,&  le  cofe  feguite  per  la  Dieta  di  Ratifbo»a  :  af- 
petcando,che  folfe  il  tempo  dcftinato  da  Dio  per  quella  opera.  Ma  finalmente, 
confiderandojche  ogni  tempo  è  grato  a  Dio,quando  fi  tratta  di  cole  fantejera 
rifoluto  di  non  afpettar  più  altro  confenfo  de'  Prencipi  :  &:  non  potendo  hauer 
più  Vicenza,  ma  deilderando  dare  fodisfattione,  quanto  al  luogo,  alla  Germa^ 
nia,inrendédo  che  eiTi  defiderauano  Trento,  quantunque  a  lui  parelTe  maggior- 
mente comiT^odo  un  luogo  più  dentro  Italia;  nondimeno  ,  per  paterna  carità 
inchinò  la  propria  volontà  alle  lor  domande,  &  elelPeTrentOsper  celebrami  il 
concilio  Ecumenico>al  primo  di  Nouembreprofilmo-.incerponendo  quel  tem- 
po,accioche  il  fuo  decreto  poteire  eifere  pubhcato,&  i  Prelati  haueifero  fpado 
d'arriuare  al  luogo.Pcrilche,per  l'autorità  del  Padre,Figliuolo,&  Spirito  fanto: 
&  degli  Apoftoli  Pietro,&  Paolo,laqual  elio  etrercita  in  tcrrajcol  confeglio,  & 
confenfo  de'  Cardinali  alenata  qualunque  fofpcnfione^intima  ilSacro,Ecume- 
nico,&:  Generale  concilio  in  quella  città,luogo  commodo,&  libero,&  oppor- 
tuno a  tutte  le  Nationi,daeirerc  principiato  al  primo  di  quel  mefe,profeguito, 
&  terminato:  chiamando  ruttili  Patriarchi,  Arciuefcoui,Vefcoui,  Abbati,  6c 
tutti  quelli,che,per  legge,opriuilegio,hannovotonc'  concili]  generali;  »3c  có- 
mandandogli,in  virtù  del  giuramento  preftato  alui,&alla  Sede  Apoftolica;& 
per  fanta  ubedientia;3(:  fotto  le  pene  della  legge,&:  confiaetudine  contra  gli  ino- 
bedienti,che  debbiano  ritrouaruifi;&  fé  faranno  impediti,  fare  fede  dell'  impe- 
dimentojo  mandare  procuratori:  pregando  rimperatore,il  Rè  Chriftianiflìmo» 

&gli 


'papa  Paolo  III.        LIBRO   PRIMO.  io| .-^ 

èc gli  altri  Rè , Duchi , &c  Prcncipi,d'interucnirLiijo>e(!èndo impediti, mandar'  c^^  '^^ 
Ambafciatori  ,  huomini  di  granita,  Se  autorità:^  far  venire  da'fuoi  Regni,&  xlh. 
Prouincici  Vc(coui,&  Prelatirdefiderando  quefto  più  da'  Prelati,&  Prencfpi  di 
Germania,per  caufade' quali  il  concilio  è  intimato  nella  cittàdefidcrata  dalo- 
ro  :  accioche  fi  poifan  trattare  le  cole  ipettanti  alla  verità  della  rcligioneChri- 
ftiana,  alla  correttion  de'  coftumij  8c  allapace,&  concordia  de'  popoli,^:  Pren- 
cipi  Chriftiani;&:  all'  oppreflìone  de'  Barbari,^»:  infideli. 

Fu  mandata  da  Roma  immediate  la  Bolla  a  tutti  i  Prencipijlaquaiepoco  InmUe.ptr  U 
opportunamente  ufcì.Perchejncl  mefe  di  Luglio,il  Rè  Franceico  di  Francia,de-  congiuntura. 
nonciata  la  guerra  a  Ccfare,con  parole  atrocii&publicata  ancora  con  un  libro  '^^^^'^  g^irra^ 
mandato  fuora,lamoire  tutto  in  un  tempo  inBrabantia,LucemburgOjRonci-  '.J^^ip^J  1 
glione,Piemonte,&:  Artois.  àa, 

Celare,  riccuuta  la  Bolla  del  concilio,  rifpofe  al  Papa,Non  elFere  fodisfatto 
del  tenore  di  quella.  Imperoche ,  non  hauendo  egli  mai  ricufato  alcuna  fatica, 
ne pericolo,ouero fpefa,accio  il  concilio fifaceirerper  il  contrario,hauendofiii  contrai  qtutU 
Rè  di  Francia  adoperato  fcmpre  per  impedirlo ,  gli  pareua  cofaflrana,  che  in  Cefarefiquo 
quella  Bolla  gli  foife  comparato,&uguagliato:&,narrate  tutte  le  ingiurie,che  ''^^*' 
pretendeua  hauer  riceuute  dal  Rè,  viaggionfeanco,cheneir  ultima  Dieta  di 
Spira  s'haueua  adoperato,per  mezo  de'  Tuoi  Ambafciatori,per  nutrir  le  difcordie 
della  religioncpromettendo  feparatamente  all'  unaparte,«Sc  all'altrajamicitia» 
Se  fauore.In  fìne,rimeire  allaSantità  Tua  ilpenfare,feleattioni  diquelRèferui- 
nano  per  rimediare  a'  mali  della  Republica  Chriftiana ,  Si  per  principiare  il 
concilio,ilquale  egli  Tempre  haueua  attrauerfato  per  fua  utilità priuata:&haue- 
ua  coftretto  eiro,che  fé  n'era  auuediito,atrouar'altraftrada per  reconciliarle 
cofe  della  religione.Douere  per  tanto  la  Santità  fua  imputare  a  quel  Rè,&non 
à  lui,  fé  il  concilio  non  fi  celebrala:  &  volendo  aiutare  il  publico  bene,dichia- 
rarfeli  nemico ,  elfendo  quefto  mezo  unico,per  venir  a  fine  di  fare  il  concilio, 
ftabilire  le  cofe  della  religione^  ricuperar  la  pace. 

Il  RèiCome  prelago  delle  imputationi  che  gli  fiirebbono  date,d'hauer  moifo  ed  ejfoprlpx- 
una  guerra  con  detrimento  della  religione,&  impedimento  del  diuino  feruitio,  ra  con  editti 
chelipoteuaafpcttardal  conciliojhaueuapreuenuto  conlapublicationed'un'  ^j'"''''*.»  ■^«*. 
editto  contra  i  Luthcrani,commandando a' Parlamenti l'inuiolabileeirecutio-  ^^^^'*^* 
ncconfeueri  precetti,che  foifero  denonciati  quei,che  hauelTero  libri  aheni  dal- 
la Chiefa  Romana,che  fi  cogregaifero  in  fecreti  conuenticoliji  tranfgrcirori  de* 
commandamenti  della  Chiefa}&  fpecialmente,che  non  olferuaircro  la  dottrina 
de' cibi,  onero  ufallero  oratione  in  altra  lingua, che  Latina:commandando  a' 
Sorbonifti  d'elfer^  contra  tutti  quefti  diligentiffimiefploratori.Poi,fattocon: 
fcio  dell'  arteficio  di  Cefare,  che  per  ciò  tentaua  incitargli  contra  il  Pontefice, 
per  rimedio  foUecitaua  che  con  effetti  fi  procedellè  contra  i  Luterani  :  &  com- 
mandò,che  in  Parigi  s'iiiftituiife  una  formula  di  fcoprirli,&  accufarli,  propofto 
anco  pene  a  chi  non  gli  manifeftaire,&:  premi)  a'  denonciatori.  Hauuto  poi  p 
na  notitia  di  quanto  Cefare  haueua  fcritto  al  Pontefice,gli  fcrilFe  anc 


:ora  una 


e  con  ncrimi-- 
nat'ìoni  atroci 


ionga  lettera  apologetica  per  iej&muetnua  contra  Celare: primieramente  tontraCcian, 

O 


jo6  CONCILIO   DI  TRENTO     Papa  Paolo  IIL 

rinfacciandogli  la  prefasSc  facco  di  Romaj&  la  derifione  aggionta  al  dannccol 
fare  proceflìoni  in  Spagna  per  la  liberatìone  del  Papa,cheeglitcneua prigione: 
dircorfeper  tutte  le  caule  d'ofFcfetra  (d&c  Cefarejimputandoaluiognicofa. 
Conclu{e,non  poterli afcriuere  a  lui,che  il  Concilio  di  Trento  folTe  impedito>o 
litardatojeifcndo  cofa  da  che  non  gliene  veniua  alcuna  utilità:&era  molto  lon- 
tana dagli  elfempii  de'  fuoi  maggiori,  iquali  imitando,metteua  ogni  fuo  fpirita 
a  conferuar  la  religione  ;  come  ben  dimoftrauano  gli  editti,&  cllecutioni  ulti- 
mamente fatte  in  Francia.  Perilche ,  j^regaua  la  Santità  fuajdi  non  dar  fede  alle 
calonmc;&; rendcrfi cerco,dihauerlo lempre  prontoin  tutte  le  cauCefuc^i  del-* 
la  Chiefa  Romana, 
il  Papa  tenu       II  Ponteficcper  non  pregiudicare  all'  ufficio  dì  padre  coramune,da'preceiro- 
di  pacificargli,  ri  fuoi  fcjìipre  oftentato,  deftinò  ad  ambedue  iPrencLpi,Legati,per  introdurre 
trattato  di  pacificatione:il  Cardinale  Contarini,a  Cefare;&:  il  Sadoleto,al  Rè  di 
Francia  :  a  pregarli  di  rimetter  l'ingiurie  priuate  per  rifpetto  della  caufa  publicaj 
&  pacificarli  infieme  :  accioche  le  lor  difcordie  non  impediifero  la  concordia 
delia  religione:&:  eilèndo  quali  immediate  palfato  ad  altra  vita  il  Contarini  j  vi 
foftituì  il  Cardinale  Vifeoj  con  marauiglia  della  CortcìperchequelCar dinaie 
ed  inula  ifmi  non  haueua  la  grafia  di  Cefare,a  cui  era  mandato.EtjCon  tutto  che  la  guerra  ar- 
i,egan  a  Tre-  ^^^ff^  ìj-j  f  ^nti  luoghijil  Pontefice,riputando  che  fé  non  profeguiua  il  negotiodel 
^*  conciliojintereilaua  molto-la  fua  riputatione/otto  li  ventifei  Agofto  di  quello 

anno  m.d.xl  ii. mandò  a  Trento>per  Legati  fuoi  allaSinodo  intimata,  i  Cardi- 
Bali  Pietro  Paolo  Parifio,GiouanniMorone5&  Reginaldo  Poloni  primo,come 
dotto  &  prattico  Canonifta:il  fecondosintendente  de'  maneggi:il  terzo,a  fine  di 
iiìoftrareschejfe  ben  il  Rè  d'Inghilterra  era  alienato  dalla  foggettione  Romana» 
ilRegno  però  haueua  gran  parte  in  concilio.A  quefti  fpedì  il  mandato  della  Le- 
gatione:&  commelfejcheliritrouairero;  &  trattcneirero  iPrelatij&gli  Ambaf- 
ciatori  5  che  vi  folfero  andati  >  non  facendo  però  attione  alcuna  public  a,  lino 
che  non  haueilero  riceuuta  l'inftruttionejche  egli.glihaurebbe  inuiato  a  tempo, 
opportuno. 
tme  anche        L'Imperatore  ancora,intefa  la  dèputatione  de'"Legati,non con  fperanza,che 
Ctfart  ifmi  j^  qucl  ftato  di  cofe  poteffe  riufcirc  alcun  benejmajaccio  dal  Pontefice  non  folfe  i 
^mbaftia-    ^p^j-^t-o  alcuna  cola  in  fuo  pregiudicio;  vi  mandò  AmbafciatorijDon  Diego 
**"'  Mcndozza,Refidenteper  lui  in  Venctia3&  Nicolo  Granuekvinlìeme  co  Anto- 

nio, Vefcouo  d'ArraSjfuo  figliuoloj&  alcuni  pochi  Vefcoui  del  Regno  di  Napo- 
li, Et  il  Pontefice,  oltre  iLegati,inuiò  anco  alcuni  Vefcoui  de'  più  fedeli:  ordi- 
nando però,  che  lentamente  vi  llincaminairero.  Arriuarono,coiì  i  Pontificij> 
come  gli  Imperiali,  a  tempo  determinato.  Et  quefti  prefentarono.  a'  Legatili 
mandato  Imperiale:  fecero  inftanza,che  il  Concilio  li  apriirc,&  folfe  dato  prin* 
cipio  alle  attioni.Interpofero  i  Legati  dilatione,con  dircChenon  era  degnità, 
incomminciare  un  Concilio  con  lì  poco,  numero  :  malTuncdoucndo  trattare 
articoli  di  tanta  importanza, come  quelli,  che da'Lutherani erano  riuocati  in 
dubio.  I  Celarci  replicauano.  Che  fi  poteuaben  trattare  la  materia  di  riforma, 
che  era  più  neceilaria ,  ne  foggetta  a  tante  difficoltà:^,  gli  altri  allegando,  che 

con- 


Papa  Paolo  III.         LIBRO    PRIMO.  107 

coniieniiia  applicar  quella  all'  ufo  di  diiiciCe  regioni ,  onde  era  più neccirario     ciò  io 
in  eira  l'interuento  di  tutti.  In  fine  palFarono  a  protcftci  allequali  non  rifpon-     xliii. 
dendo  i  Leaati,ma  rimettendo  larifpoftaalPapajnon  il  focena  conclufioneal- 


m  ei 
denc 
cuna 


Approflìmandofi  il  fine  dell'  anno,  ordinò  l'Imperatore  al  Granuela  d'anda-  per  preuaUrJi 
re  alla  Dieta,  che  nel  prmcipio  del  fcgucntc  iìdoueua  tenere  in  Norimberga,  dpueflonome 
con  ordine  à  Don  Diego  di  reftare  in  Iremo  ;  &  operare,  che  al  concilio  folle  ^,f;;f^^« 
dato  principio;  onero  almeno,che  i  congregati  non  li  diiunillerojpervalerri  „-^^,^^^. 
di  queir  ombra  di  Concilio  nella  Dieta.Il  Granuela  in  Norimberga  propofela 
guerra  contra  i  Turchi,iSc  di  dare  aiuti  a  Celare  contra  il  Re  di  Francia.  1  Prore- 
ftanti  replicarono,  domandando,  che  fi  componcilcro  le  differenze  della  reli- 
oione,&  fi  IcualTeroleoppreflioni,  che  i  Giudici  Camerali  ufauano  contra  di 
foro-jlotto  altri  prctefti ,  le  ben  in  verità  per  quella  caula.     A  che  rifpondendo 
Granuela,Checiononiìpoteua,nedoueua  fare  in  quelluogo^  tempojeircn- 
do  già  congregato  per  ciò  il  concilio  in  Trento  ;  riufciua  relcufatione  vana,  ^'^a  l  Prote^ 
non  approdando  i  Proteftanti  il  concilio  ;  &  dicendo  chiaro,  di  non  volere  ^^^"J^^  ""»  fi 
interuenirui.    La  Dieta  hebbe  fine  fenza  C0nclufione,&  Don  Diego  tornò  all'  -f^y"""-» 
Ambafciaria  Tua  a  Venetia,  quantunque  i  Legati  facelfero  inftantia,che  per 
darriputatione  al  negotio,fitrattenelIe,fino  che  dal  Pontefice  hauelfero  rif- 

pofta. 

Partito rAmbafciator Cefareo, Teguirono  iVefcoui  Imperiali:  <Sc,lice»tiati  el  conuemo 
gli  altri  fotto  diuerfi  colori,finalmentc  i  Lcgati,dopo  eilèrui  (lati  fette  mefi  con-  Tridentino  j? 
£inui,fenza  alcuna  cofa  fare,furono  dal  Pontefice  richiamati.Et  fu  quello  il  fine  '^'^^&"''' 
Ai  quella  còngregationc   Douendo  elfere  Cefare  di  breue  in  Italia,  partito  di 
Spagna  per  mare,  a  fine  d'andar  in  Germania ,  dilTegnaua  il  Pontefice  d'abboc- 
caifi  con  lui  in  qualche  luogo:  &  defideraua,che  ciò  folle  in  Bologna  :  &  a  que- 
llo effetto  mandò  Pietro  Aloificluo  figliuolo,  a  Genoua,ad  inuitarlo.Ma,non 
volendo  l'Imperatore  vfc ir  di  ftrada,ne  perdere  tempo  in  viaggio  ,  mandò  il 
Cardinale  Farnelcad  incontrarlo,  &  pregarlo  di  fiir  la  via  di  Parma, doue  il 
Pontefice  hauelfe  potuto  afpettarlo.  Ma  poi,eirendo  diftìcoltà,come  l'Impera-  U  Papa  sab- 
torepotelfe  intrare  in  quella  città,ilvcntun  Giugno  delM.D.XLiii.  fi  ritroua-  ^occa  conCe- 
rono  ambedue  in  Bulfetto,Caftcllo  de'  Palauicini,  pollo  fopra  la  riua  del  Taro,  ^'^'^  ^  ^'#^- 
tra  Parma,&  Piacenza.  I  fini  dell'  uno,&  dell'  altro,non  comportarono,che  il  '°' 
negotio  del  coricilio,&:  della  religione,folfe  il  principale  trattato  tra  loro.  Ma 
l'Imperatore  elfendo  tutto  volto  a  penfieri  contra  il  Rè  di  Francia,procuraua  di 
concitargli  il  Papa  contra,&  haucr  da  lui  danari  per  la  guerra.  Il  Pontefice,va-  ^^^  ^^.     . 
Icndofi  dell'  occafione,era  tutto  intento  ad  ottener  Milano  per  i  Nepoti  luoi,à  j^atiy 
che  eraperproprio  interelfe  aiutato  da  Margarita,  figliuola  naturale  di  Celare, 
maritata  in  OtcauioFarnefcnepote  del  Papa,  &  per  ciò  fatta  Duchelfi  di  Ca- 
merino.  Prometteua  il  Pontefice  a  Cefare  di  collegarfi  con  lui  contra  il  Rè  di 
Francia,  far  molti  Cardinali  afuanominatione,  pagargli  per  alcuni  anni  ccn- 
cinquanta  mila  feudi ,  lafciandogli  anco  in  mano  i  Caftelli  di  Milano  ,  &        ^ 
di  Cremona.  Ma,  rickiedendo  gli  Imperiali  im  luiliione  di  ducati  di  prefente, 

O     1) 


CIO     13 


io8  CONCILIO  DI  TRENTO      Papa  paolo  111. 

de  un  altro,  in  termini  non  molto  longhi  ;  non  potendofi  concludere  all'  hora, 
XLUi.      ne  potendofi  Cefare  trattener  più  longamentc  j  fu  rimciTo  di  continuar  la  trat- 
che  riefcono    catione  per  mezo  de'  miniftri  Pontifici) ,  che  icguirebbono  l'Imperatore.   Del 
■^""'^  concilio,  Cefare  fi  moftròfodisfatto,  che  cóla  miffionc  de' Legati,  &  con  l'an- 

tfannofmar-  data  di  quei  pochi  Prelati,  iCatholici  di  Germania  al  meno  hauelfcro  conof- 
rhe  Ufropoft-  cii-^to  la  pronta  volontà  :  &  perche  gli  impedimenti  fi  potcuano  imputare  al  Rè 
to  del  Conci-  ài  Francia,conclufc,che  non  era  da  penfarcche  rimedio  uiarc,fino  che  foifeve- 
lio»  duro  Tincaminamento  di  quella  guerra.  Si  partirono  con  gran  dimoftrationidi 

fcambicuolc  ibdisfattioncreftando  però  il  Pontefice  in  fé  mcdefimodubiofo> 
fé  l'Imperatore  era  per  dargli  fodisfattione  :  onde  incomminciò  a  voltar  l'ani- 
mo al  Rè  di  Francia. 
ti  dUmno  il      Ma,mentre  ftà  in  quelle  ambiguità ,  fi  public©  la  lega  tra  l'Imperatore,  &  il 
PapA  dxCe-  Rè  d'Inghilterra,  contra  Francia  :  laquale  neceflltò  ilPapaadalienarfì  affatto 
fare»  ilqualefi  dall'  Imperatore  :  impcroche ,  vide  quanto  offendeiìc  quella  le^a  l'autorità  Tua, 
'Sr  ^*'"^""  ^^^^^^^°  contratta  con  uno  fcommunicato ,  anathematizato  da  lui,  &  maledet- 
*  '     '^  '       tOjdeflinato  alla  eterna  dannatione,^  fcifmatico,priuato  d'ogni  Regno,&  do- 
minio; con  annuUatione  d'ogni  confederatione  ,  conqualfi  voglia  contratta: 
contra ilqualc  anco, per fuo  commandamento, tutti  iPrencipi  Chriftiani  era- 
no obligatimouer  le  arme:  &quello,che  più  di  tutto  importa,che  reftàdofem- 
prcpiu  contumace^  fprezzadoetiandio  conapertcparole  l'autorità fua:  che 
quello  moftrauaeuidenteraente  al  mondo ,  l'Imperatore  non  hauere  a  lui  rif- 
pettoalcuno,nefpirituale3netemporale,cxdauaeirempio  ad  ogni  altro,dinon 
tener  conto  alcuno  dell' autorità  ina:  &  tanto  maggiore  gli  pareua  l'aiFronto, 
quanto  per  gli  intereflTi  dell'  Imperatore ,  &  per  farli  piacere.  Clemente,  che  ha- 
urebbe  potuto  con  gran  facilità  temporeggiare  in  quella  caufa ,  haueua  proce- 
duto contra  quel  Rè,del  rimanente  bcn'aftctto,&  benemerito  della  Sede  Apo- 
tt  Papa  con  flolica.  A  quefte  ofFefeponeua  il  Papa  nell'  altra  bilancia ,  che  il  Rè  di  Francia 
Francia:        haueua  fatto  tante  leggi,  &  editti  diiopra  narrati  per  conleruar  la  religione,  & 
la  fua  autorità  :  a'quali  s'aggiongeua,che  al  primo  d'AgoftoiTheologi  Pariiì- 
^  ni,  a  fuon  di  tromba,  congregato  il  popolo, publicarono  i  capi  della  dottrina 

Chriftiana venticinque  in  numero, proponendo  leconclufioni,  &determina- 
tioninudcfcnza  aggiongcrli  ragioni,  perfuafioni,  o  fondamenti:  ma  folo,pre- 
fcriuendo,come  per  imperio,quello,che  voleuano  che  fulfe  creduto:  iquali fu- 
rono ftampati,  &  mandati  per  tutta  la  Francia,  confermati  con  lettere  del  Rè» 
fotto  grauiifime  pene  a  chi  altramente  parlaircoucroinlcgnaire  ;  con  un'altro 
nuouo  decreto  d'inquirire contrai  Lutherani.  Cofe,lequali  più piaceuano  al 
Papa:perche{apeuae{ler  fatte  dal  Rè,  non  foloper  la  caufa  detta  di  fopra,  cioè 
di  giuftificariì  col  mondo  >  che  la  guerra  con  Cefare  non  era  prefa  da  lui  per  fa- 
uorir  la  dottrina  de'  Lutherani ,  ne  per  impedir  la  loro  cflirpatione  :  ma  anco- 
rasi più  principalmentcper  compiacere  a  lui,&;  per  riuerenzaverfo  la  Sede  A-  ; 
poftolica. 
Cefare  fi  gitt-  Ma  rimperatore,alla  cui  notitia  erano  andate  le  querele  del  papa^rifpontk- 
JIijSm;  uà  j  Che,hauendo  il  Rè  di  Francia  fatta  confederatione  co-I  Turco  a  danno  de* 

Chri^ 


'Papa  Paolo  m.         LIBRO    PRIMO.  105} 

I  Chriftiani,comebene  mofliraua  ralledio  pofto  a  Nizza  di  Prouenza  dall'ai  ma-  ciò  id~~ 
I  ra  OEtomana,gLiidaradal  Polino,  Ambakiatore  del  Rè;  &  le  prede  fatte  nelle  xliy» 
j  litiiei-e  del  Regno  ;  a  Ini  era  ftaro  lecito^  per  dirfefajvaierlì  del  Rè  d'Inghilterra 
Chriftianojlc  bennonriconofce  il  Papaificon-ie  anccconbuona  gratiadel  me- 
defuno  Pontciìcccgli  &  Ferdinando  lì  valcuano  degli  aiuti  de'  Proteftantij  pili 
alieni  dalla  Sede  Apolì:olica,clie  quel  Rè:  che  haurebbe  douutoil  rapa,  inrcfa 
quella  collcgationc  di  Francia  col  Turco>proccdere  centra  lui-.majVedL'rfibene 
la  ditfcrenza  uiata  :  perche  l'armara  de'  Turchi,  che  tanti  danni  haucua  portato 
a  tutti  i  Chri(liani,pcr  tutto  doue  tranlltaco  h:iueua,cra  paiuiua  amichcuolmen- 
te  per  le  riuicre  del  papa:anzi  che,  cllcndo  andata  ad  Oilia  a  far'  acqua,  la  notte 
di  S.pietro,&r  elFendo  pofta  rutta  Roma  in  confuiìoncil  Cardinal  di  Carpi,che, 
per  nome  del  rapa  airentccommandaua,  fece  fermar  tutti,  iìcuro  per  l'intelli- 
genza,che  haueua  co'  Turchi. 

La  guerra ,  3c  quelle  querele  pofero  in  lilcntio  per  quello  anno  le  trat- 
taiioni  di  concilio  :  Icquali  però  ritornarono  in  campo  il  fcguentc  m.  d.  ' 
XLiv.  fatto  principio  nella  Dieta  di  Spira:  doue  Cefare  hauendo  commemora- 
to le  fatiche  altre  volte  fatte  da  lui  per  porger  rimedio  alle  difcordie  della reli-  ritornano  m 
gione  :  &finalmente,la  follccitudine,  &  diligenza  ufatain  Ratifbona,  raccor-  campo  i  pra^ 
dò,come,non  hauendoiì  potuto  all'  bora  componere  le  controuerfIe,6inalmen-  P°fi"  del  Co- 
te la  cofa  fu  rimelFa  ad  un  concilio  Generale,  o  Nationale ,  ouero  ad  una  Dieta:  "''"'>/'»  ^àm 
aggiungendojche  dopo,  il  ponteiìcca  fua  inftanza ,  haueua  intimato  il  conci-  "  ^^^^^* 
lio:  alqual  egli  medciimo  haucua  determinato  di  ritrouarfì  in  perfona:  Se  l'ha- 
iirebbe  fatto,fe  non  folle  flato  impedito  dallaguerra  di  Francia.  Hora,re{lando 
l'iftelFa  difcordia  nella  religione,&  portando  le  mede/ime  incommodità,  non 
eifer  più  tempo  di  differire  il  rimedio  :alquale  ordinaua,che  pcnfairero,&pro- 
poncllcro  a  lui  quella  via,  che  giudicalTcro  migliore.    Furono  fopi'a  il  nc^otio 
della  religione  hauute  m.olte  confìderationi  :  ma,  perche  le  occupationi  della 
guerra  molto  più  inftauano,fu  rimeifo  quello  alla  Dieta,'che  fi  doueua  celebra- 
re al  Dicembre:  &  tra  tanto  fu  fatto  decreto.  Che  Cefare  deiTe  la  cura  ad  alcuni 
huomini  di  bontà, &  dottrina,difcriuere  una  formula  di  riforma:^  Tifteiro  do- 
uellèro  fare  tutti  i  prencipi:  accioche,nella  futura  Dieta,  conferite  tutte  le  cofe  ed  inumo  è 
jnlleme,  fi poteire  determinar  di confenfo commune,  quelloache s'hauefTc  da  fi'^^o  decreu» 
oileruarejfino  al  futuro  Generale  concilio,da  celebrarli  in  Germaniajouerojfì-  ^'M^* 
no  al  Nationale.    Tra  tanto,  rutti  fleirero  in  pace,  ne  lì  irjouefTc  alcun  tumulto 
per  la  religione:  &  le  Chiefe  dell'  una,  &  dell'  altra  religione,  godeifcro  i  fuoi 
beni.  Cucilo  recelTo  non  piacque  a^  Catholici  generalmente:  ma,perche  alcu- 
ni d'elTi  s'erano  accodati  a'  proteflanti ,  gli  altri  approuarono  quella  via  di  me- 
zo.  Quelli»  che  non  le  ne  eontentauano>veduto  eìfer  pochi,  lì  rifolfero  di  fop- 
portarlo. 

Ma,feguitando  tutta  viala  guerra,il  pontefice, aggiunto  allo  fdegnoconce- 
putoper  la confederatione  con  Inghilterra  ,  che  l'Imperatore  non  haueua  mai 
alfentito  ad  alcuno  de' molti,  &  ampli  partiti  ofFcrdgli  dal  Cardinal  Y'.\xnekyiUheirrkatà^ 
mandato  Legato  con  lui  inGermaniaj  intornoal  concedere  a'  FarneriilDuca-/'«'^/'^/a, 


tMCCet 


Ilo  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  paolo  III. 

to  di  Milano  ;  8c  che  finalmente  doiicndo  interucnire  nella  Dieta  di  Spira, 
non  haueua  concelFo  ,  che  il  Cardinal  Legato  lo  feguiilè  a  quella  ,  per  non 
oiifcndere  i  Proteftanti.  Et  finalmente  ,  coniìderato  il  decreto  iùtto  nella  Die- 
ta, tanto  a  le  5  &  alla  Sede  Apoftolica  pregiiidiciale  ;  reftò  maggiormente 
oflfeloj  vedendole  Iperanze  perdute  ,&  tanto  diminuita  l'autorità,  &  riputa- 
tione  Tua  :  ìk  giudicaua  necellario  rifentirfi.  Et  Ce  bene  ,  dall'  altro  can- 
to ,  confiderato  ,  che  la  parte  Tua  in  Germania  era  indebolitasi  folle  da' fuoi 
più  intimi  confegliaco  diffimulare  ;  nondimeno  finalmente,  eirendo  certo, 
che  dichiarato  apertamente  contrario  a  Cefare  ,  obligaua  più  {^rettamente  il 
Rè  di  Francia  a  loftentar  la  fua  riputatione  j  fi  rifoìie  incomminciare  dalle 
parole, per  pigliare  occafione  di  pallàre  a'  fatti,  che  le  congionture  haueircro 
portato. 
ìlquaUnefcri-  £t;  a  venticinque  d'Agofto  fcrilTe  una  grande,&  longa  lettera  all'  Imperatore^ 
uè  letterari-  j^  tenor  della  quale  in  i'oftanza  fu,  Chc,hauendo  inteio,che  decreti  erano  ftati 
jentitd  a     -  ^^^^^  ^^^  Spirajpcr  rufHcio,&  carità  paterna,non  poteua reftar  di  dirgli  il  fuo  fen- 

jare ,  con  mi'  .  i      .  a  .  ! >    -r         •       i   t  t  i  ■  n  i  •        i    tn  • 

wuLcce,  lo,  per  non  imitare  1  eiicmpio  diHcii  Sacerdote  ,  grauemente  punito  da  Dio» 

per  l'indulgenza  ufataverfo  i  figliuoli.  I  dccreti,fatti  in  Spira,eiler  con  pericolo 
dell'  anima  di  effo  Cefare,  &  cftrcir.aperturbatione  della  Chiel'a:nondouer  lui 
partili!  dalli  ordini  Chriftiani;iquali,quando  fi  tratta  della  religione,comman- 
dano  che  tutto  debbia  eifere  riferito  alla  Chiefa  Romana:&  con  tutto  cicfenza 
tener  conto  del  Pontefice,ilqual  (blo,per  legge  diuina,&  humana,ha  autorità  di 
congregare  Concilij,&:  decretar  fopra  le  cofe  facre,habbia  voluto  penfare  di  far 
Concilio  GeneralcjO  Nationale.  Aggionto  a  quello, che  habbia  concelToad' 
idioti,&  hereticijgiudicare  della  religione:che  habbia  fatto  decreti  fopra i^beni 
facri,&  reftituitoaglihonoriiribellidcllaChiela,condannatiancoper  propri)  . 
editti. Voler  crcdcre,che  quefte^cofe  non  lono  nate  da  fpontanea  volontà  di  elfo 
Cefare,ma  da  pernicioio  confeglio  de'  maleuoli  alla-Chiefa  Romana;&  di  que- 
llo dolerfijche  habbia  condifcefo  a  loro:circr  piena  la  Scrittura  d'cHempij  dell'i- 
ra di  Dio  conrragli  ufurpatori  dell'  ufficio  dei  Sommo  facerdote,di  Oza,diDa- 
tan, Abiron,&:  Corejdel  Rè  Ozia,3c  d'altri. Ne  efier  luftìciente  fcuia,dire,Che  i 
decreti  fianotemporarij,fino  al  concilio  folamente.Perchcfe  bene  la  cola  fatta 
folle  piajper  ragione  della  perfona,cherhafatta,non  gli  toccando,è  empia.Dio 
hauer  fempre  clfaitato  i  Prencipi  dinoti  della  Sede  Romana,  capo  di  tutte  le 
chielcConllantinoji  Theodofij,&  Carlo  Magno:per  il  contrario  hauer  punito 
quelli,  che  non  l'hanno  rifpettata.  Nefonoeirempij  Anaftafio,  Mauritio,Co- 
ftante  fecondo,Filippo,  Leone,&  altri:&  Henrico  quarto  per  quello  fu  calliga- 
to  dal  proprio  figliuolo:ficome  fu  anco  Federico  fecondo  dal  iuo.Etnonfolo  i 
Prencipi,ma  le  nationi  intiercfono  per  ciò  Hate  punite:  i  Giudei,per  hauer  ucci- 
fo  Chri{lo,Figliuolo  d;  Dio:i  Greci,per  hauer  fprezzaro  in  più  modi  il  fuo  Vi- 
cario:lequalicofe  egli  dcbbe  temer  piu:perche  ha  origine  da  quellilmperatori, 
iquali  hanno  riceuuto  più  honore  dalla  Chiefa  Romana,che  non  hanno  dato  a 
lei.Lodarlo,che  defideril'emendatione  della  Chiefarma  auuertirlo  anco,di  laf- 
ciar  quello  carico  a  chi  Dio  n'ha  dato  la  Qura  :  l'Imperatore  eirere  ben  miniftro. 


Papa  Paolo  III.        LIBRO   PRIMO.  in       

ma  non  Rettore^:  Capo.  Aggionfcfe  elfer  defiderofo  della  riforma,  Se  hauedo  e  1 3  io 
dichiaraco  con  l'inrimatione  dclConcilio  fatta  più  voltc;&  femprc  che  è  appar-  xl  iv. 
fa  fcintilla  di  fpcranza,  che  Ci  poteilc  congregate  :  &,  quantunque  fino  all'  hora 
fenza  effetto,n6diraeno  non  haueua  mancato  del  fuo  debito  :  defiderando  mol- 
tojcofiperruniucrfalc  beneficio  del  Chriilianefmo^comefpeciale  della  Ger- 
maniajche  ne  ha  maggior  bifogno,ilconcilio,unico  rimedio  daproueder  a  tut- 
to. Eller  già  intimato:  fé  bcncper  cauia  delle  guerre>diiferito  a  più  commodo 
tempo.Peròad  elfo  Imperatore  tocca  aprir  la  ftrada>che  poflì  celebrarfi,col  far 
lapace,  o  differir  la  guerra,  mentre  fi  trattano  le  cofe  della  religione  in  conci- 
lio. Vbedifcadanque  a'  commandamentipaterni,efcluda  dalle  Diete  Imperia- 
li tutte  le  difpute  della  religione,  &  le  rimetta  al  Pontefice,  non  facciaordina- 
tione  de'  beni  Ecclefiaftici,reuochi  le  cofe  concelfe  a'  ribelli  della  Sede  Roma- 
na :  altrimenti  egli,  per  non  mancar  all'  ufficio  fuo,  farà  sforzato  ufar  maggior 
fcuerità  con  lui,  che  non  vorrebbe. 


H I ST  O  RI  A 

GONCILIO  TRIDENTINO^ 

LIBRO    SECONDO, 

Som.  marig^. 

LApacefia^ilita  tra  Cejàre,  el  Re  dt  Francia  ,  dà  cagione  d'i  rimettere  incam&o 
ti  negotio  del  Concilio  :  ilt^nahilPapa  intimate  vi  deputa  ifmi  Legatile  C efarei 
fmi  Ambafct adori.  Ma  i  Protejìanti\  rifiutando  tal  Condito^  Cefare  e  incitata 
dal  Cardinal  FarnefcLegatOiall'  armi  contra  ejji.  Si  cominciano  alcune  attioni  Con- 
ciliari preparatone.  Cefare  procede  contra  l' Elettor  di  Colonia,chepretendeua  rifir- 
mar  la  fùa  Diocefì:  el  Papa  tira  la  caufa  afe.  E:^on  oftante  il  rifiuto  de'  ProteFìantix 
fa  aprire  il  Cancilioycon  molto  vayitaggto  della fua  autor  ita, e  con  vane  diuotioniyc  ceri- 
monte:  e  fkjfi  ilDecreto  della  prima  Sejfione.E  <jui  e  difcorfo  delle  vane  maniere  diCon- 
cilij,e  deldmerfo  modo  di  trattar  m  ejfi.  Le  Congregatiomfonoflahilite  m  Trento,a~ 
uantt  leSejfiom  :  Ci  diJpututofidelTitolo  del  Concilio  ,i  Legati  lo  fiinnoreHarea  lor 
concio.La  feconda  Sejjlone  e  celehrata)jpettantef>lo  cofe  preparatorie.  E  nella feguen- 
teCongregattone,i  Legati  prendono  firma,  e  legge  da  Roma:  e  contendendofìfejiha- 
iujfe  prima  a  trattar  dogmi,  o  riforma,  e  conchiufo  dt  trattare  amen  due  congiunta- 
mente: cnonpotendoficomrnodamentepajfarpiu  innanzji,ffa  la  terza  Seffione,colfit- 
refolo  recitare  il  Simbolo  ApoHolico.  In  (jerrnania  la  nuoua  dottrina  s'allargale  Lu- 
éerommre.  Il  Papacomandajfhe  in  Concilio  sentriin  materia.:  e  per  primo  capo  e 


lU  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Paolo  III, 

e  1 3  13  proposloiU  Scritturafanta ,  e  ie  Traditiom  :  f ,  dopo  lunga  dtff>Hta  intorno  al  Canone, 
XL I V.  alla  Verjìone  Latinatcd  all'  ! nterpretattone,ed  alle  Traditioni,/lfii  la  i^narta  SeJJlone, 
col  Decreto  intorno  a  a^ueUe  materie.  E  nella  feguente  Congregationeyper  ordine  del 
Pnpdye  proporlo  il  dogma  del  Peccato  Originale  a  trattare: auanti  ilqualefì  ventilano 
alcuni  capi  di  riforma ,  intorno  alle  Lettionh  e  Prediche  de'  Frati  ^foflenuti  dal  Papa, 
cantra  iVefco:4!,Poi  s  entra  nella  fndett a  materia  del  Peccato  originaleimolto  prolif- 
famentc  di  ffuìUfUi  principalmente  fra  i  Dcmimcanii  e  Fr  ance/cani,  ac<^uetati  infine 
per  autorità  Pontificia.  E  poi  fi  tiene  la  quinta  Sejfione,  colfuo  Decreto  intorno  a  cjuel 
fiiggetto.  In  quefio  meuLO  arriua  in  Trento  t Ambafciador  di  Francia  :  e  Cejare^e'l 
Pontefice  fanno  Lega  cantra  i  Protefìanti.  In  Trento  eflabilito  m  Congregatione,  di 
trattar  della  Gratta  di  DiOyC  d'altri  capi  di  dottrina  ad  ejfa  appartenenti:  e  per  capo 
di  Rifòrmay  della  RefidenTa  de'  Vejconue  mentre  l'uno  e  t  altro  capo  fi  difputa  a  Tren- 
to,e  quel  della  Refidenz,a  conpajjione  veemente  de'  Vefcoui  »  maffime  Spagnuoli ,  per 
racqmjrar  l'autorità  perduta:  e  confirterefifìenzji  de'  Cortegianhe  Pontificij\laguer-' 
ra  de'  Proteflanti  s'accende  in  (fermania:  e'I  Papa  fit  tenere  la  fella  Seffione  intorno 
a  quelle  materie.Et  appreffoyin  Congregatione fi  mette  in  campo  la  materiade'  Sacra- 
menti in  generale  :  e  delS-BattefimOìC  della  Confèrmatione  in parttcolare;per  capoM 
dottrina:  e  per  materia  di  rifòrmayalcum  Capi  intorno  alla  Refiden'Xaytralafciati  nel- 
la precedente  SeJfione',e  deUapluralità  de'  beneficij.Eyfopra  molte  diffìcaltà,nate  in  Con- 
dì io»tn  diifiHor  del  Papayeffofì  rijolue  di  trasfirire  il  Concilia  in  Bologna.  Jlche,  dopo 
la  tenuta  della fetttmaSeffione-i  efiofapublicarcy  ed  efeguireda'fuoiLegatiynonofian' 
te  le  prof  efiat  ioni  degf  Imperiali.  Il  Re  Arrigo  Vili,  d'inghtlterray  e  poi  Francejco  /. 
dt  Francia  muoiono. 

tA  pace  fatta  ^Hl??i  ^  guerra  tra  l'Imperatore,  &  il  Rè  di  Francia,  non  durò  longamente: 
tra  Cefare,el  ^  R'^O  perclic  Cefare  conobbe  chiaro,  che ,  rcftando  egli  in  quella  implica- 
re diFraticia,  g<  B^^  toySc  il  fratello  in  quella  centra  i  Turchijla  Germania  s'auanzaua  tan-  < 
to  nella  libertà,  che  in  breue  manco  il  nome  Imperiale  farebbe  ftato 
riconofciuto  :  2c  che  egli,  facendo  guerra  in  Francia,  imitaua  il  cane  d'Efopo, 
chcfeguendo  rombra,perdette  &  quella,  8c  il  corpo  :  onde  diede  orecchie  alle  i 
propolte  de'  Franceil  per  far  la  pace,con  dilTegno,  non  f  olo  di  liberarli  da  quel-  | 
lo  impcdimento;ma  anco,col  mezo  del  Rè,  accommodar  le  cofe  co'  Turchi,&-^  j 
attendere  alla  Germania.  Perilche  a  ventiquattro  di  Setrembre,in  Crefpino  fu  ; 
conclufa  fra  loro  la  pace:  nellaqualc,  tra  le  altre  cofejl'uno,  &  l'altro  Prencipc 
capitolarono  di  defendere  l'antica  religione  ,  d'adoperarli  per  l'unione  della 
Chiefa,&  per  la  riforma  della  Corte  Romana,  d'onde  deriuauano  tutte  le  dif- 
dà  occaftom  ^enfioni  :  &  che  a  quello  effetto  folfe  unitamente  richiedo  il  Papa  a  congre- 
dirhornare  a  gar'  il  Concilio:  &  dal  Rè  di  Francia  folfe  mandato  alla  Dieta  di  Germania  a  far 
trattar    del   ufficio  con  i  Proteftanti,  che  l'accettalfero.   Il  Pontefice  non  fi  fpauentò  per  il 
CvkUìo,       capitolo  del  concilio,  &  di  riformar  la  Corte:  tenendo  per  fermo,che,quando 
haueifero  pofta  mano  a  quella  imprefa,  nonhaurebbono  potuto  longamente 
reftar  concordi,peridiuerfì,&  contrari)  intereflì  loro:&  nondubitaua,che,do- 
uendofìeiregun-eil  dilFegno  per  mezo  del  concilio  jeglinonhauelTe  fatto  ca- 
dere 


Papa  PaoloIII.  LIBRO  SECONDO.  "3__  _, 

derc  ocTiii  rratcarione  in  modo»  che  l'autonrà  Tua  il  folle  amplificata  rmaben    ciò  io 
eiiidicò  >  che ,  quando  hauetFc  conuocato  il  Concilio  alla  richiefta  lorojfarebbe       xliv. 
llato  riputato  »  che  rhauelfe  fatto  coftretto:ilche  farebbe  ftato  con  molta  dimi- 
luitione  della  fua  riputationej&;  d'accrefcim.ento  d'animo  a  chi  dilfegnaua  mo- 
deratione  dell'  autorità  Pontificia.  Perilche,non  afpettando  d'elTer  da  alcuno  di  ;w/c  ,7  p^^ 
loro preuenuto;5c,diffimulatc  le fofpitionicontra l'Imperatore concepute,&: le /7rf  intima fu- 
piu  importanti,  che  gli  rendeua  la  pace  fatta  ienzaiuo  interuentojcon  capitoli  i'ftamenie, 
pregiudiciali  alla  fua  autorità:  mandò  fuori  una  Bollajnellaqualcinuitando 
tutta  la  Chicfaarallcgrarfidellapacejcome  perlaquale  era  leuaco  l'unico  imipe- 
dimento  al  Concilio  Jo  ftabilì  dinuouo  in  TrentOjordinando  il  principio  per  il 
quindici  Marzo. 

Vcdcuailtermineangufto,&infufficiente  a  mandar  la notitia  per  tuttcnon 
che  a  lafciarc  fpacio  a'  Prelati  di  metterli  in  ordine,&  far'ilviaggio:ripatònon- 
dimenojche  folfe  vantaggio  fuo,che,feperò  s'haueua  da  celebrarcs'incommin- 
ciaire  con  pochi  »&  quelli  Italiani,  Corteggiane, &  fuoi  dcpendenti:iqualifa- 
rebbono  flati  i  primi,cofi  foUecitati  da  lui,douendofi  nel  principio  trattar  del 
modojcome  proceder  nel  Concilicche  è  ilprincipaIe,anziiltutto,pcrconfcr- 
CiafTautorità  Pontificia:  alla  determinatione  de'  quali farebbono  coftretti  (lare 
quelli ,  che  alla  giornata  folfcro  fopragionti:ne  elfer  marauiglia,che  un  Conci- 
lio Generale  s'incomminci  con  pochi:  perche  nel  Pifano,&  Coftantienfe,cofì 
3CCorfe,ìqualihebbero  però  felice progrelfo-Ethauendo  penetrata  laverà  caufa 
Iella  paccfcrilìe  all'  Imperatore,Che,in  feruitio  fuo  haueua  preuenuto,&  ufato 
:elerità  nell'  intimatione  del  Concilio.Imperoche,fapendo,come  SuaMaeftà, 
)er  la  neceflìtà  della  guerra  Francefcera ftata  coftretta  permettere,&  promette- 
:e  molte  cofe  a  Proteftantijcon  l'intimatione  del  Concilio,gli  haueua  dato 
nodo  d'efcufarfì  nella  Dieta,che  fi  doueua  fare  al  Settembre,fe,mftante  il  Con- 
:ilio ,  non  etfettuaua  quello,  che  haueua promeifo  concedere,fino  alla  celebra- 
ione  di  quello. 

Ma  la  preftezza  del  Pontefice  non  piacque  all'  Imperatore ,  ne  la  ragione  refa  con  difgufto  dì 
.0  fodisfece.Haurebbe  egli  voluto  per  fua  riputationcper  far'accettare  più  facil-  Cefan, 
.nente  il  Concilio  alla  Germania,  &permoltialtririipetti,eirercaufaprincipa- 
[e.Nondimeno,non  potendo  altro  farcusò  però  tutti  quei  termini,che  lo  potef- 
fero  moftrare  lui  autore ,  &  il  Papa  adherente.  Mandò  Ambafciatori  a  tutti  i 
Prencipi,a  lignificar  rintimatione,&  pregargli  mandare  Ambafciatori,  per  ho- 
norar  quel  confeifo  ,  &:  confermare  i  decreti,che  vi  i\  farebbono.  Et  attendeua 
a  far  feria  preparatione,come  fé  l'imprefafolfe  ftata  fua.Diedediucrfi  ordini  a'  %«<«/«  p»re 
Prelati  diSpagna,&  de'  Paefi  baffi:&  ordinò,trale  altre  cofcche  i  Theologi  di  (^^"^^"7"/ 
Louanio  fi  congregaifero  infieme,per  conlìderare  i  dogmi,che  fi  doueuano  prò-    "'    '^°  "^'' 
porre,  iquali  riduflcro  a  trentadue  capi,fenza  però  confermargli  con  alcun  luo- 
go delle  Sacre  lettcre:ma,efplicando  magiftralmentela  (ola  conclufione:iquali 
capi  furono  dopo  confermati  con  editto  di  Cefare,  &  diuulgati,  con  precetto, 
che  da  tutti  foifero  tenuti ,  >3i  feguiti.  Et  non  occultò  l'Imperatore  ildifgr.llo 
conccputo  contra  il  Pontefice  in  parole  al  Noncio  dette,cofi  ìx\  quella  occalìo- 

P 


114  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  paolo  lU. 

e  1 3   13    ne  j  come  in  altre  audienzc.  Anzi>  hauendo  al  Decembre  il  Papa  creati  tredici 
xLiv.      Cardinalijtra  quali  tre  Spagnolijgliprohibì  l'accettar  le  inregne,&;  ufare  il  no- 
me,&rhabito.  ■>— ~ 

tome  anche  fa  i[  Rè  di  Francia  ancora  fece  conuenire  i  Theologi  Parigini  a  Melunjper  con- 
il  re  di  Frati-  (qI^^j-  ^q'  dogmi  necellarij  alla  fede  Chriltiana  ,  che  fìdoueuano  proponerein 
""'  Concilio  :  doue  vi  fu  moka  contentione,  volendo  alcuni,  che  li  proponeire  la 

confcrmatione  delle  cofc  ftatuite  in  Coftanza,&:  in  Ba(llca>  &  il  reftabilimento 
della  Pragmatica  :  8c  altri  dubitando,che  per  ciò  il  Re  doiicire  rcftar  ofFefojper 
la  deftruttione  che  ne  feguiua  del  Concordato  fatto  da  lui  con  Leone^confe- 
gliauano  di  non  metter'  a  campo  quella  difputa.  Et  appreifoj  perche  in  quella 
Scuola  fono  varie  opinioni  anco  nella  materia  de'  Sacramenti,a' quali  alcuni 
danno  virtù  efFettiuaminifteriale,&  altri  nò:&:deiìderando  ognuno,chelafua 
folle  articolo  di  fedcnon  fi  potè  concludere  altrove  non  che  fi  reftalTe  ne'  venti- 
cinque capi  publicati  due  anni  inanzi. 

Ma  il  Pontefice/ignifìcato  al  Rè  di  Francia  il  poco  buon  animo  dell'  Impe- 
ratore verfo  luijlo  richiefe,  chcper  foftentamento  della  Sede  Apoftolica ,  man- 
daife  quanto  prima  i  fuoiAmbafciatorial  Concilior&alNonciofuoappreilo 
rimperatorejcommifejche,ftando  attento  a  tutte  le  occafioni,quandoda'Pro- 
teftanti  gli  fuffe  dato  qualche  difgufto,gli  ofFeriire  ogni  aflìftenza  dal  Pontefice> 
per  ricuperar  l'autorità  Cefarea  con  aiuti  fpiritualij&  temporaliidi  che  hauen- 
do  ilNoncio  pur  troppo  fpelfo  hauuto  occafìone,operò  ibche  Cefare,compren- 
dendo  di  potere  hauere  bifognodel  Papa  nell'  uno  &  nell'altro  modojrimifela 
durezza5&  ne  diede  fegno,concedendo  a'  nuoui  Cardinali  di  alFumere  il  nome> 
&  rinregne,&  al  Noncio  daua  audienze  più  grate>6c  con  lui  conferi  uà  delle  co- 
fe  di  Germania  più  del  folito. 
'il  papi  à'  Fu  grande  la  fretta  del  Ponteficcnon  folo  a  conuocare  il  Concilicma  anco 
futa  tre  Le-  adifpedire  i  Legati,iquali  non volle,iIcome  alcun  confegliauajche  per degnità 
g4ti^  ejjo,  i-nandalTero  prima  qualche  foftituto  a  riceuere  i  primi  Prelati,per  fare  poi  effi 
entrata  con  inconti-isSc  ceremonìeima  che  foircro  i  primis^  giongelTero  inanzi 
il  tempo.  Deputo  perLegati,Giouanni  Maria  di  Monte,VcKouo>Cardinale  di 
Palcftrina  :  Marcello  CeruinojPretCjdi  Santa  Croce:&  Reginaldo  PolojDiaco- 
nojdi  Santa  Maria  in  Cofmedin:  inquefto  elelle  lanobiltadel  fangue,&  l'opi- 
nione di  pietà,che  communemente  lì  haueua  di  luis^:  reifcre  Ingleiera  fine  di  j 
moftrarcche  non  tutta  Inghilterra  folFe  ribelle:in  Marcello,la  coftanza,  &  per- 
.feueranza  immobilej&:intrepida,infìeme  conifquifitacognitioneaiel  Monte» 
la  realità,5c  mente  aperta,  congionta  contai  fideltà  a'  patroni ,  che  non  póteua 
pofporre  gli  intercfli  di  quelli  alla  propria  cofcicnza.  Qucftilpedìconun  Bre- 
uè  della  Legatione,  &  non  diede  loro,come  fi  coftumaaXegati,la  Bolla  della  | 
facoltà  :  ne  meno  fcritta  inftruttione  :  non  ben  certo  ancora  ,  che  com- 
miflìoni  dargli  :  penfando  di  gouernarfi  fecondo  che  i  fucceflì,  &:  gli  anda- 
menti dell'  Imperatore  5  confegliaiTero.  Ma  con  quel  folo  Breue  gli  fece  par- 
tire. 
•  manditto  U      Ma»  oltre  il  penfiero>che  il  Papa  metteija  all'  hora  alle  cofe  di  TrentOiverfa- 

ua  lìQÌY 


Papa  Paolo  III.         LIBRO   SECONDO.  115 

uà  neir  animo  Tuo  un'  altro  di  non  minor  momento  intorno  la  Dieta,  che  fi  do-     cio  io 
ueua  tenere  inVormatiajalIaquale  fi  credeua,che  l'Imperatore  non  interuerreb-       xliv. 
bc:  temendo  il  Papa,che  Cefarcirritato  dalla  lettera  rcrittagli,non  faccire  lotto  Cardinal 
mano  fare  qualche  decreto  di  maggior  pregiudicio  alle  cofc  Iucche  i  palKiti:  o-  ■?''*';»'!/«  « 
uero  almeno  non  lo  pcrmetteife:  per  quello  guidicaua  nccellario  liauere  un  mi-    ^"''"'*' 
niftro  d'aLitorità,&  riputatione,con  titolo  di  Legatcin  quel  luogo.   Ma  era  in 
grandubiodinonriceuereper  quella  via  aftronto,quando  dalla  Dieta  non  fof- 
l€  riceuuto  con  honore  debito.  Trouò  temperamento  di  mandare  il  Cardinale 
Farnefe,  Tuo  nepote,  all'  Imperatore,  &  farlo  paiTare  per  Vormatia ,  &  quiiii  dar 
gli  ordini  a'  Catholici:  sfattigli  ufficij  opportuni,  pairareinanzivcrfo  l'Im- 
peratore :&:  fra  tanto  mandare  Fabio  MignancUo  ,da  Siena,  Vcfcouo  diGrof- 
fetOjperNonciorefidente  apprclTo  il  Rè  de' Roraani,con  ordine  di  icguirlo  al- 
ia Dieta. 

Poi,  applicando  l'animo  a  Trento  ,  fece  dar  principio  a  confultareil  tenor /«  formar  ia 
delle  facoltà,  che  fi  douenano  dare  a'  Legati.  Il  che  hebbe  un  poco  di  diflìcoltà,  ^o/U^  della 
per  non  hauere  eifempij  da  feguire.  Imperoche,  al  Latcranenle  precedente,  era  P^^^f^"^  de  u- 
interuenuto  il  Pontefice  in  pcrfona-Inauzi  quello,  al  Fiorentino  parimente  in-  ^*"' 
terucnne  Eugenio  quarto.  Il  Coftantienic,doue  fuleuato  il  icitma,hebbe  il  filo 
principio  con  la  prefenza  di  Giouanni  ventefimoterzo,  uno  de'  tre  Papi  dimet- 
fi,&  il  fine  con  la  preienza  di  Martino  quinto.  Inanzi  di  quello,il  Pifimo  fu  pri- 
ma cógregato  da'  Cardinali,&  finito  da  Alelfandro  quinto.  In  tempi  ancorapia 
inanzi,al  Viennenfe  fu  prelenteClemcte  quinto.A'doi  concili)  di  Lionclnno- 
centio  quarto,&  Gregorio  decimo:  &  manzi  quefl;i,al  Laterancnle,Innocentio 
tcrzo.Solo  il  concilio  Bafileenfcjin  quel  ttmpo,cheftettefi)ttol'obediéza d'Eu- 
genio quarto,  fu  celebrato  co  prefenza  de*  Lcgati.Ma  imitare  qualfiuoglia  delle 
cofeinquello  oireruatceracofa  di  troppo  cattino  prcfagio.  Si  venne  inrifolu- 
tione  di  formar  laBoUa  con  quefta  claulula.  Che  gli  mandaua,  come  Angeli  di 
pace,al  concilio  intimato  per  Finanzi  da  lui  in  Trento  :  &  elfo  gli  daua  piena,(3c 
libera  autorità;  acciochcper  mancamento  di  quella,  la celebrationc,  Ck  conti- 
nuatione  no  potcfic  clFer  ritardata  :  con  facoltà  di  prerederui,&  ordinar  qualun- 
que decrcti,&  ftatuti,6v:  publicarli  nelle  Sefiìonijfecondo  il  coftume  :  proponc- 
re,concludere,&:  eficguire  tutto  quello,  che  folle  nccelTario  per  condannarci 
eftirpare  da  tutte  le  Prouincie,  &  Regni,gli  errori  :  conofi:ere,udire,deciderc,&; 
determinare  nelle  caule  d'herefia,&  qualunque  altre  cócernenti  la  fede  Catho- 
hca:  riformar  lo  fiato  della  Tanta  Chiefa  in  tutti,  i  fuoi  membri ,  cofi  Ecclefiafti- 
ci,comerecolari  :  &  metter  pace  trai  PrencipiChriftiani:  &  determinare  ogni 
altra  cofa,  che  fiaad  honore  di  Dio  ,&  aumento  della  fede  Chrift;iana:con  au- 
torità di  raftrenarccon  CenfiircSc  pene Ecclefiaftichcqualunque  contraditto- 
ri,&  rebcUijd'ogni  ftaco,(Scpremincnza,ancora  ornati  di  dignità  Pontificale,  o- 
uero  Regale  :  &  di  fare  ogni  altra  cofa  neceiraria,&  opportuna,  per  Feftirpatio- 
ne  de  l'hcrcfic,&  errori,riduttione  de'  popoli  alienati  dalF  ubedienza  della  Sede 
Apoftolicasconferuatione,  &  redintegratione  della  libertà  Ecdefiaftica  :  con 
quello  peròjche  intatte  le  cofeprocedeirero  colconrcnfo  del  concilio. 

Pi, 


^ \iG  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Paolo  HI. 

e  1 3  1 3        Erjconfiderando  il  Papa  non  meno  ad  inaiare  il  concilio,  che  a  modi  di  dif- 
XLV.       folucrio  quando  folfc  incomminciato ,  fé  il  Tuo  feruicio  haueire  cofi  ricercarci 
tmfa.  una  al-  ^^^  ppacdcrri  a  biion'  hora,(cguendo  l'eirempio  di  Marnino  quinto,ilquale,te- 
mumtiont^  médo  di  quegli  inconCLÌ,che  auuennero  aGiouanni  vencellmo  terzo  in  Coftan- 
zajinandando  i  Noncij  al  concilio  di  Pania,  gli  diede  un  parcicolarBrcue,  con 
autorità  di  prológarlo,diliblacrlo,trasfenrlo  douunque  folle  loro  piaciuto.  Ar- 
cano,per  attraueriarc  ogni  deliberatione  contraria  a'  rifpccci  di  Roma.Pochi  di 
dopo  Fece  unaaltL-aBolla,dando  facoltà  a  Legati  di  trasferire  il  concilio.Q^ 
ftafudarafocto  il  ventiducFebbraro  dell'  ifteiroanno:  dcllaquale  douendo  di 
forco  pariarcquando  fi  dirà  della  tranllatione  a  Bologna,  fi  differirà  fina  ali'  ho- 
ra  quel  tutco,che  fopia  ciò  fi  ha  da  dire. 
ì  dm  Le?aù       Nelf  anno  M.  D.  XL  V.  addì  tredici  Marzo  giunfcro  in  Trento  il  Cardinal  del 
gittngono'in    Montc,S<  il  Cardinal  Santa  Croce,  raccolti  dal  Cardinal  di  Trento:  fecero  cn- 
Trmo:         trata  publica  in  quel  gioino , &  conceirero  tre  anni ,  &  altrettante  quarantene 
d'Indulgenza  a  quelli ,  che  il  ritrouarono  preicnti ,  fé  ben  non  haueuano  quefta 
autorità  dal  Papa:  ma  con  fperanza,che  egli  ratificarcbbe  il  fatto.  Non  trouaro- 
no  Prelaro  alcuno  venuto,lc  bene  il  Pontefice  haueua  fatto  partire  daRoma  al- 
cuni,accio  il  rkrouairero  là  al  tempo  prefiifo. 
e  fanno  emen-      La  prima  cofa,  che  i  Legaci  fecero,  fu  confiderare  la  continenza  della  Bolla 
dar  la  Bolla  delle  facoltà  dategli  :  &  deliberarono  tenerla  occulta,  de  auuiiaronoa  Roma, 
deUalorpode-  che  la  conditione  di  procedere  col  confenfodel  concilio  eli  ceneua  croppoli- 
fia  trofeo  ri-  g^tj,^  glij-endeua  pari  ad  Ogni  minimo  Prelacoj  &haurebbedifficolcaco  gran- 
demente il  gouerno,quando  hauelTe  bifognato  communicare  ogni  particolare 
a' rutti.    Aggiungendo  anco,  che  era  un  dare  troppa  libertà,  anzi  licenza,  alla 
moltitudine.  Fuconofciuto  in  Roma,che  le  ragioni  erano  buone,&:  la  Bolla  fu 
corretta  fecondo  l'aunifcconccdendo l'autorità  alfoluta.  MaiLegari,mencre 
afpectauano  lifpofta,  diircgnarono  nella  ChiefaCachedrale  il  luogo  della  Sz^" 
llonccapace  di  quattrocento  perione. 
gwm  anco        Dieci  giorni  dopo  li  Legati^gionie  a  Trenco  Don  Diego  di  Mendozza,  Ara* 
C^mbafcìa-  bafciacoreCeiireò  appreiro  laRcpiiblica  di  Venetia,  per  incerucnire  al  conci- 
dor  Cefareo,    Jiojcon  ampiilTiiTio  mandato  datogli  il  dì  veliti  Febbraro  da  Bruireiles:&  fìi  ri- 
ceuuto  da'  Legati  con  l'affiftenza  del  Cardinale  Madruccio  >  8c  di  tre  Vefcouij 
che  tanti  fino  all'  bora  erano  arriuati  :  iquali,  per  elfere  ftati  i  primi,èbene  non 
rralafciarc  i  nomi  loro:  3:  furono  Thoinaib  Cai'npeggio,Vefcouo  di Felrrcne- 
potè  del  Cardinale:Thomalb  di  San  Fclicio,Vcfcoao  delia  Caua:Fra Cornelia 
Muiro,Francefcano,Vefcouodi  Bitonto;  il  più  eloquente  prcdicarore  di  quei 
fa  la  fnapro-  Cempi.  Quattro  giorni  dopo  fece  Don  Diego  la  ina  propofta  in  fcritto,che  con- 
fofla,  teneua  la  buona  difpolltione  della  Màeftà  Ceiarca  circa  la  cclebracione  del 

concilio,  ck;  l'ordine  dato  a'  Preiati  di  Spagna  per  ritrouaruiil:  quali  penfaua 
che  bora  mai  foifero  in  camino  :  fece  iculadi  noneifere  venuto  prima  per  le 
indifpodtioni:  ricercò  che  s'incomminciairero  le  attioni  Conciliari,  &  la  ri- 
erkemU  rìf-  forma  de'  coftumi  ,  come  due  anni  prima  in  quel  luogo  medefimo  era  ftaco 
foBa:  propofto  da  Monilgnore  Granuela  ,  &  da  lui.    I  Legaci  in  fcricto  gli  rifpo- 

feroa 


APA  Paolo  lil.         L  1  B  R  O    S  E  C  V  N  D  O.  117 

ero  i lo^iando  rimpcracorc,  uicciieiido  la  icufa della  Tua perfuìu ,  ^c  lìioitran-  e  1  e  io 
io  il  defidcrio  della  vcauta  de'  Prelati.  Ec  la  propofta  ,  &  la  L-ilpofra  furo-  xlv. 
110  dalla  parte  à  chi  appartencua  riceuute  ne'  capi  non  pregiudiciali  alle  ra- 
eioni  del  luoPreacipc  relpctriuamcnce.  Caaucia ,  che  rende  inditio  manife- 
ilo,  con  qual carità  ,  Se  confidenza,  fi  tratraaa  in  propofta,  ,3c  rirpofta^doiie 
nonerano  parole,  che  di  puro  complemcnro:  Fuori  che  nella  nàcntioae  di  ri- 
forma. 

1  Legati, nicerti  ancora  qual  douciie  clier'  il  modo  di  trattarcfliceuano  dime- ,-  xce^/f  ù 
ftratione  di  doucregiunramcnce  procedere  con  rAn-!ba(ciatorc,&  Prclati,£<:  di  luggom  d  ji- 
communicare  loro  l'intiero  de'  peniìeri:  onde  all'  arriuo  delle  lettere  da  Roma,  g^eto  della  lor 
odi  Gerniania,conuocauano tutti  per  leggerle. Ma,auuedcndoh,che DoaDie-  ^^^'''^^"h 
ero  ilpareggiaaa  à  loro,&  i  Velcoui  li  prelumeuano  pia  del  coiuimaco  a  Roma: 
&  temendojchcaccrerciuto  il  numero,  non  natcelle  qualche  inconuenientca- 
uifaronoaRoma,coniegliando,ehcognilpaccio  gli  fofTc  (critco  una  lettera  da 
poter  mofl:rare,&  le  cofeiecrctea  parte  :  perche  delle  lettercfino  a  quel  tempo 
riceuute,gli  era  conuenuto  feruiril  con  ingegno.  Dimandarono  anco  una  cifra, 
peupocer  comniunicare  le  cofc  di  maggior  momeato.Le  quali particolarità,iii- 
lìeme  con  molte  altre  che  fi  diranno ,  hauendolc  tratte  dal  regillro  delle  lettere 
del  Cardinale  del  Monte,&  leruendo  molto  per  penetrare  l'intimo  delie  tratta- 
tioni,non  ho  voluto  tacerle. 

ElPendo  già  palfato  il  mefe  diMarzo,&  fpirato  di  tanti  giorni  il  termine  pre- 
fiironellaBolla  del  Papa>per  dar  principio  al  Concilio  :iLegati,confegliandofì 
tra  loro  fopra  l'aprirloirifolfero  d'afpettar  auifo  da  Fabio  Mignanello,  Noncio 
apprelPo  Ferdinando>di  quello,  che  in  Vormatia  fitrattaua  :  &  anco  ordine  da 
Roma,  dopo  che  il  Papa  haueiPe  incefo  la  venuta,  &:  efpofìtione  di  Don  Diego: 
maflime,  che  gli  pareiia  vergogna  dar  un  tanto  principio  con  tre  Vefcoui  fola- 
mente. 

Alli  otto  d'Aprile  giunfero  Am.bafciatori  del  Rè  de'  Romani:  per  riceue-  glunaom  ai' 
re  i  quali  fu  fotta  folenae  Congregatione.    In  quella  Don  Diego  voleua  pre-  •^mbafciado-: 
cedere  il  Cardinal  di  Trento,  &  ledere  appreiPo  i  Legati:  dicendo.  Che,  rap-  "  ddrìde^ 
prefentando  l'Imperatore,  doueua  federe,  doue  haurebbcfedutoSua  Maeftà.  *"^"^> 
Ma,  per  non  impedire  le  attieni ,  fu  trouato  modo  di  ilare,  che  non  appari- 
ua  quale  di  loro  precedelPe.    Gli  Ambafciatori  del  Rè  prefentarono  folo  una 
letceradeliuo  Prencipe:  aboccaefplicarono  l'olPeruanza  Regia  verfo  la  Sede 
Apoftolica,&  il  Pontefice}  l'animo  pronto  afauorireil  Concilio,^  ampie  of- 
ferte :  foggioafero,  che  mandarebbe il  mandato  in  forma,  S>c  pcrfone  più  in- 
ftrutte. 

Dopo  quefto,arriuo  a  Trento,^:  a  Roma,rafpettato  auifo  della  propofta  fot- 
ta in  Dieta  il  di  ventiquattro  Marzo  dal  Rè  Ferdinando  ,  che  vi  prefedeua  oer 
nome  dell' Imperatore^  della  negotiatione  fopra  di  quella  feguica:<:<y:  fu  la  pro- 
pofta del  Rè,Che  l'Imperatore  haueua  fatta  la  pace  coi  Rè  di  Fraiicia,uer  arten-  ''9'*-^'e>nDk^ 
dere  a  comporre  i  diflidij  della  religione  ,  &  profe2;uire  la  guerra  conrra  i  Tur-  ?•  A''"^'"«« 

Comil/o; 
ili 


chi:  dalquale  haueua hauuto  promelfa d'aiuti,  &c  dell'  approbatione  del  Conci-  del''^'^"°"' 


ii8  CONCILIO   DI  TRENTO       Papa  Paolo  IH. 

e  1 0    13     lio  di Trcnto>con rifolutione d'inceriTeniruijO  in  perfonajO  per  ftaoi  Ambafcia- 
^LV.       ton.Pcr  qucdofldro  finejhaueua  operato  colPontefìce,cherintimaile  dinuo- 
uo  5  ciicndo  Icaro  per  inanzi  prorogato;&  follecicatolo  anco  a  contribuire  aiuti 
coiKLa  i  Turchi.  Che  dalla  Santità  Tua  haueua  ottenuto  l'intimatione,  &  già 
cilerc  ni  Trento  gì'  Ambafciatori  inandati  dall'  Imperatore,  &  da  lui.Che  era 
noto  ad  ognuno ,  quanta  fatica  haueffe  ulato  Cefare  per  far  celebrare  il  Conci- 
lio iprima^con  Clemente  in  Bologna  :  poi,  con  Paolo  in  Roma,  in  Genoua,in 
Niz2a,in  Lucca,>l-  in  Buircto.Che,recondo  il  decreto  di  Spira,haucua  dato  ordi- 
ne ad  huomini  dotti,  &  di  buona  confcienza,checompone(rero  una  riforma; 
laqual  anco  era  ftata  ordmata.  Ma ,  elTendo  cola  di  molta  deliberatione,^  il 
tempo  breucfopraftando  la  guerra  Turchefca,  haucre  Cefare  delibcrato,che, 
tralatciaco  di  parlare  più  oltre  di  queftcs'afpettaire  di  veder  prima  qual  folle  per 
elfer  ilprogrciro  del  Conciiio,&  che  colali  poteua da  quello  iperarcdouendofi 
coraminciare  prc  fto:che  quando  non  apparilfe  frutto  alcuno,ll  potrebbe  inanzi 
il  fine  di  quella  Dieta  intimare  un  altra,  per  trattare  tutto'lnegotio  della  teli- 
gione,attcndcndo  adeiTo  a  quello,che  più  importa,cioè,alÌa  guerra  de' Turchi. 
iProteJìanti        Di  quefta  propofta  prefero  i  Proteftanti  gran  ioipetto: perche,  douendo 
s'adombrano,  durare  la  pace  della  religione  fino  al  Concilio,dubitarono,che,fncruati  di  dana- 
ro perle  contributioni  contra il Turco,non  folTero  alfaliti,  con  prctefto,che  il 
decreto  delia  pace  per  l'apertura  del  Concilio  in  Trento  folfe  finito.Però  diman- 
darono, che  fi  continualfe  la  trattationc  incomminciata,allegando  elTere  aifai 
longo  il  tempo  a  chi  ha  timor  di  Dio:ouero  almeno  fi  ftabililTe  di  nuouo  lapace 
rìjìutam  U    ^iio  ad  un  Icgitimo  Concilio  tante  volte  promeircquale  il  Tridentino  non  era. 
Codilo  Tren-  per  le  ragioni  tante  volte  dette:&  dichiararono  di  non  poter  contribuire,fe  non 
tlnoi  haueuano  ficurezza  d'ogni  pace,non  ligata  a  Concilio  Pontificio,  quale  haue- 

uano  ripudiato,fempre  che  ìz  n'era  parlato:  &  fé  ben  gli  Ecclefiafticiairoluta- 
mente  acconfentiuano  ,  che  lacaufa  della  religione  fi  rimetteire  totalmente  al 
Concilioifu  nondimeno  rifoluto  d'afpcttar  la  rifpofta  di  Cefare  inanzi  la  con- 
elulione. 
il  Papa/con-      Di  quefta  attione,  al  Pontefice^  a'  Legati,che  erano  in  Trento,rre  partico-  ' 
tetodeHaDie-  lari  difpiacquero.  L'uno,  che  l'Imperatore  attribuiire  a  fé  d'hauer  indotto  il  Pa-  • 
ta,  pa  alla  cclcbratione  del  Concilio  :  ilche  pareua  moftrare  poca  cura  delle  cofe  : 

della  religione  nel  Pontefice.  Il  fecondo ,  d'hauere  indotto  il  Rè  di  Francia  ad  I 
acconfentirui:  ilche  non  era  con  honore  delia  Santità  fua,a  cui  toccaua  far 
qucfto.Il  terzo,che  voleile  tenergli  ancora  il  freno  in  bocca,di  una  Dieta  futura^ 
acciochcnon  andando  inanzi  il  Concilichaueirerofempre  daftarc  intimore> 
che  non  fi  trattalle  in  Dieta  delie  cofe  della  religione.Scntiua  il  Papa  molefttì; 
perpetua,  non  meno  per  le  ingiurie,  che  riceueua  quotidianamente  da' Prote- 
ftanti ,  che  per  le  attionì  dell' Imperatore:lequaliegh  lolcua  dire,che,quantun- 
quehauc  fièro  apparéza  di  fauoreuoli,  erano  maggiormente  pernitiofe  alla  reli- 
gione ,  &  autorità  fua,  quali  non  poffono  eircre  luna  dall'  altra  feparatc.Senza 
che  gli  pareua  fempre  clfcr'  in  pericolo,  che  l'Imperatore  nons'accordaireco* 
Thedcfchi  in fuo pregiudicio:6c,penfando  a  rimedi]  non  fapeùa  trouarne  alcu-' 

no/e 


^apaPaoloIII.         libro    secondo.  119      

lo/c  non  mettete  in  piedi  una  guerra  di  rcligioncjpoiche  con  quella  ugualm  cn-    ^  i  ^   io 
:erefterebbono,&iProrcrcantirattrenaui,&  l'Ii-npcratorc  implicato  m  ditHciic  ^    ^'J^^- 
iinprcra>&  il  metterebbe  iniìlentio  ogni  ragionamento  di  riforma,&  concilio.  ''T*^^'*  ^'■f^f- 
Erain  gran  tpcraia,che  gli  potelfc  riulcu-e,per  quello  che  il  ilio  Noncio  gli  ieri-  "a^iTerJom: 
ucuajdi  ritrouare  Celare  iempre  più  ['degnato  co'  Proteftanti ,  «^'  che  afcoltaua 
le  propoftc  del  foggiogarli  con  le  forze.  Per  quello  riipcttOjoitrc  il  narrato  di 
foprajd'impedire ,  che  in  Dieta  non  folle  fatta  cola  prcgiudicialc,  &:  far  aiiin  Oj 
&aggiongcr  forze  a' iuoi,s'aggiongcua  una  altra  cauia  più  urgente,  come  qacl- 
Ia,che  era  d'intereife  priuato,  che  hauendo deliberato  di  dar  Parma ,  &  Piaccur 
zajal  figliuolo,  non  gli  pareua  poterlo  fare  lenza  grauilllmo  pericolo  ,  non  ac- 
confentendo  rimperatore,chc  haurebbe  potuto  trouar  pretefti  ;  o  perche  quel- 
le città  altre  volte  furono  del  Ducato  di  Milano  i  o  perche ,  come  auuocato 
della  Chiefa  ,poteua  pretendere  d'ouuiarc,  che  non  folfe  lefa.    Per  quefìi  ne- 
^otij  mandò  il  Cardinal  Farnefe  Legato  in  Germania,  con  le  neccirarie  inftruc- 
cioni. 

Ma  i  Legati  in  Trento,haucndo  hauuto  commiflìone  dal  Papa,che  in  cuen-  ì  Ugm'mTr'è' 
:o,che  intcndellcro  trattari!  della  religione  nella  Dieta  >  douelIero,lenza  a^et-  to  chiedono 
:ar  maggior  numero  de' Prelati  aprire  il  concilio  con  quei  tanti  che  vi  follerò;  (^tnùfo  ai  Pa-^ 
Ila  non  douendofì  trattarne  ,  lìgouernairero  come  gli  altri  rifpetti  confcgliaf- ^'^ '."'"r"! 
!èro  ;  videro,  dalla propofta  della  Dieta  nonelfere  aftretti:maben,dair  altra  „7,(,  * 

3arte,  ilpoco  numero  de'  Prelati  (  che  fino  all' hora  non  erano  più  di  quattro) 
jerfuadergli  la  dilatione  :  reftauanoperòindubio  ,  che  il  pericolo  delle  arme 
Furchefche  non  conftringelfe  Ferdinando  a  fare  il  recelFo;  &,  fecondo  lapro- 
■nelTa,  intimare  una  altra  Dieta ,  doue  li  trattalFe  della  religione  :  ributtando  la 
;olpa  in  loro ,  con  dire ,  d'hauergli  fatto  notificare  la  propofìtione  ,  accioche 
"apendo quello, che  era promelFo con  buona intentione,el]i  aprenda  il  con- 
;ilio ,  dellero  occalìone ,  che  non  s'elFeguilfe.  Per  laqual  caufa,  mandarono  al 
Pontefice  in  diligenza  per  riceuere  ordine  da  lui,  di  quello  che  douellèro  fare 
m  tal  anguftia  di  deliberatione  :  vedendoli,  dall'  un  canto  neceflìtati  da  un  po- 
:ente  rifpetto  d'accelerare  ;  &  dall'  altro ,  coftretti  a  foprafedercper  clfere  qua- 
li come  foli  in  Trento.  Mifero  inanzi  al  Pontefice  hauer  molte  congetture,  & 
grandi  indici)',  che  l'Lnperatore  non  curalfe  molto  la  celebratione  del  conci- 
lio: cheDonDiego,  dopo  la  prima  comparitione,  non  haueua  mai  detto  pur 
una  parola,  &  che  moftraua  quali  in  fronte  hauer  piacere  ài  quell'  ocio,&  tra{^ 
corfo  di  tempo:  badandogli  folo  la  fua  comparitione  per  ftolpar  il  fuo  patro- 
ne, &  giuftificarlo ,  che,  hauendo  per  fé  ftelfo  > &  per  Óiatori ,  continuamente 
chicfto,c  lollecitato  il  concilio, &: hauendo  condotto  il  negotio  al  termine, 
&  non  vedendo  progrelFo  conueniente,poteiFe,  &  doucllè  intimare  l'altra  Die- 
ta, &  terminare  la  caufa  della  religione,  come  ragioncuolmente  deuoluta  a  Sua 
Maeftà,  per  la  diligenza  lua,&  negligenza  del  Pontefice.  Propaneuano  di  pi- 
gliare un  partito  medio  >  di  cantare  una  MelFa  dello  Spirito  Santo,  prima  che 
l'Imperatore  giunga  in  Dieta.  Laqual  fìa  per  principio  del  concilio:&  co/ì  pre- 
uenire  tutto quellojche  l'Imperatore  poteiFe  fare  nel  recelFocÒc  dall'  altro  cantoj 


Ilo  CONCILIO    DI   TRENTO     PapaPaoloIII 

e  1 3  iD     Jciiir  l'occafionejche  il  potellc  dire,  cirerll  cominciato  a  trattar  le  cofe  del  con 
XLV.       ciìiocon  quattro  pcrfone  :  rcftando  in  libertà  di  godere  il  beneficio  dei  tempo 
LNi  potere,  o  procedere  più  okrcjO  fopraicderco  trasferirei  o  ferrare  il  concilio 
fecondo  che  gli  accidenti  coniìglialìero.    Gli  conlldcrarono  ancora,  che  fé  i 
concilio  folle  aperto ,  dopo  che  il  Cardinale  Farneie  hauelTe  parlato  a  Cefarc: 
alcuno  haurebbe  potuto  credere ,  che  quel  Cardinale  folfc  mandato  per  impe- 
rrarc>che  non  ii  faceirej&  non  haueiTe  potuto  ottenerlo.  Oltra  che,  crefcendo 
la  fama  delle  arme  dciTurco,iì  direbbe,che  folle  aperto  in  tempo,quando  bifo- 
gnaua  attendere  ad  akro,&  li  fapeiianonpoteriì  fare.Il  Cardinale  Santa  Croce 
haueua  gran  defiderio,  che  fi  moilrallero  legni  di  deuotionc,  &  fi  facelTe  con  le 
folite  cercmonie  della  Chiefa  concorrere  il  popolo  :  &c  però  fuaLitore,che  feri- 
uellèro  tutti  al  Papa,dimandando  un  Breuccon  l'autorità  di  dar*Indulgenze,il- 
qual  hauelfe  la  data  dalia  loro  partita ,  accio  l'Indulgenza  già  concelTa  da  lorc 
neli'  entrata  folle  valida.  Haueua  fcrupolo  quel  Cardinale,che  il  popolo,troua 
toli  prefente  a  queii'  ingreirojnon  folle  defraudato  di  que'  tre  anni,&  quarante- 
ne,che  concelTerojtk.  con  quello  voleuafupphre:fcnzaconfìderare,che  difficol- 
tà nafce,fe  chi  ha  autorità  di  dar  Indulgenze,  può  conualidare  k  concelTe  da  al- 
tri lenza  poteirà. 
rifìu-      ^^  Cardinale,VefcoUo,&  Patrone  di  Trento,  confiderando,  che  quella  città. 
la  preftdio  al  in  feUeiTapicciola,  &  vuota  d'habitatori ,  fé  il  Concilio  foife  caminato  inan- 
Cardmd  di    zi,reftaua  iì\  difcretione  di  foreftieri  ;  con  pericolo  di  feditionij  fece  fapere 
Tnntot         al  Papa,che  eranecelTario  un  prcfìdio  almeno  di  cencinquanta  fanti,maflìme  le 
veniirero  i  Lutherani  :  qual  fpefa  elfo  no  poteua  farcelfendo  eiraiifto  per  i  mol- 
ti debiti,lafciatigli  dal  fuo  precelfore.  A  quello  rifpofe  il  Pontefice,  Che  il  met- 
tere prefidio  nella  città  farebbe  flato  un  preteflo  a  Lutherani  di  publicare,  che 
il  concilio  non  folfe  libero:  che  mentre  foli  Italiani  erano  in  Trento,  vano  fa- 
rebbe hauer  dubioj  &c  che  egli  non  haueua  minor  cura  della  quiete  della  città: 
che  elio  medefimo  Cardinalejimportando  più  al  Pontefice  laficurezzadel  con- 
ciliojche  al  Vefcouo  della  città  :  però  lafciairc  la  cura  a  lui,  &;  teneffe  per  certo, 
che  flarà  vigilante ,  &  prouedcrà  a  pericoli  per  fuo  inrcreUcjnc  lo  aggrauerà  di 
far  alcuna  fpeia.  Et,  hauendo  ben  pefate  tutte  le  ragioni,che  perfuadeuano,  «Si 
firlfolueafar  diìkiadcuano  il  dare  principio  al  concilio^  per  la  dilfuafione  non  vedeua  ragio- 
ajprin  il  Con-  ^-^g  ^jj  momcnto,fe  non  che,  quando  folfe  aperto,  egli  folle  ricercato  di  lafciarlo 
dlio:  cofì,fino  che  celfalfcro  gli  impedimenti  della  guerra  de'Turchi,i3c  altriùl  che  e- 

ramettcrgli  un  freno  in  bocca  per  aggirarlo  doue  foirepiaciuto  a  chi  ne  tenelfe 
le  redine  ;  fommo  pericolo  alle  cofe  lue.  Quello  lo  fece  riioluere  flabilmente  in 
iefteiro,che  per  niente  fi  doueua  lafciarlo  flare  ociofimente  aperto  ,  ne  partirli 
da  quella  difgiontiua,che,ouero  il  Concilio  fi  celebri,potendo;  o  non  potendo, 
fi  ferri,o  fi  ioipenda,fino  che  da  lui  folfe  publicato  il  giorno,  nelquale  fi  hauelfe 
da  rialTumcrcEt  fermato  quello  pontojcrilfe  a  Legati,che  l'aprillero  per  il  dì 
di  Santa  Croce.  Qual  ordine  efli  pubHcarono  all'  Ambafciatore  Cefareo ,  &  a 
tutti  gli  alLri,fenza  venire  al  p.irticolare  del  giorno.  Et  poco  dopo,giófe  ilCar- 
dinal  Farnefc  in  Trento,  per  traniìtare  di  là  in  Vormatia,  &c  portò  rifleifa  com- 

miffione: 


'APA  Paolo  III.         L  IB  R  O    S  £  C  VN  D  O.  ni 

liirioner&jconfultato  il  tutto  tra  lui,&c  i  Legari/u  ria Ìoro detcrminato  di 
oncinuarc,  notificando  a  tutti  la  cominiflìone  d'aprire  il  Concilio  in  genere^ 
na,non  delìendcndo  al  giorno  particolarcjfc  non,quando  egli,  gionto  in  Vor- 
nesjhaueire  parlato  ali'  impcratorc:hauendo  conceputa  molto  buona  (pcranzj. 
>cr  hauere  mtcfo ,  che  rimpcratorcuditareipedition  della  Icgationc.cra lima- 
to molto  fodisfatto  del  PapaxSclakiaforimtendcrc  di  voler  procedere  unita- 
nente  con  lui:  ilche  per  non  fturbarcnon  voleuanojlenzanotitia  delia  Maeftà 
ila  >  procedere  a  niifuna  nuoua  attiene  :  maffime  che^coii  Don  Dicgo,comc  il 
Cardinal  di  Trentcconfegliauano  i'ifteilb. 

Rinouò  Don  Diego  la  fua  prctenfione  di  precedere  tutti,cccctto  i  Legati,  prcterftom  di 
[legando,  chcficcme  quando  il  Papa, «Sì: Ceiarc,foireroinlìeme,ni{runo lede-  prtadii^adiU; 
:bbc  in  mezo,  riftelTo ii  douelTe  ollcruare ne' repprcrentanti  l'uno  &  raltro;&  "f^^H""^' 
icendo  d'hauer  in  ciò  il  parere,,?^  confeglio  di  pcrfone  dotte.Da'  Legati  non  fu  j-^rp^f^^' 
ipofto,re  non  con  termini  gcneraiijc he  erano  preparati  di  dar'aciafcuno  il  Tuo 
loo-o ,  arpettando  d'hauere  ordine  da  Romaniche  anco  piaceua  aDon  Delego, 
'crando  che  la  nclli  archiui  pubiici lì  trouerebbonodeciiioni,&eirempij  di 
ojmoftrandolì  pronto,fuori  del  Concilio,di  cedere  ad  ogni  minimo  Prcte:ma 
ggiongendojchencl  ConciliojnilTuno  ha  maggior  autorità,dopo  il  Papa,chc 
iuo  Prencipe.  Ad alcuno,nel leggere  quella  rclatione, potrebbe  parcrcche» 
lendo  di  cofcS,:  ragioni leggierctenclfe  del  fuperfluormalo  fcrittore  dell' hi- 
Dria ,  con  fenfo  contrario,  ha  (limato neceflario  far  fapere  da'  quali  minimi 
1  ioli  fia  caufato  un  gran  lago,  che  occupa  Europa:  &;  chi  nel  rcgiftrovedeirc 
t  lante  lettere  andarono,  &  venirono,prima ,  che  quell'  apertura  folfe  conclu- 
1 ,  ftupirebbe  della  ftima  che  fé  ne  faceua ,  &r  dclli  foipetti  che  andauano  at- 
I  mo. 

In  Italia,poiche  fi  videro  incaminate  le  cofe  del  concilio,  con  fpcranza  che  U  Fkerè  ^ 
•  .efta  volta  fi  douelfe  pur  celebrare,  li  Vefcouipenfauano  al  viaggio.  Il  Viceré  Napoli  ordì- ^ 
<  Napoli  entrò  in  penhero,che  non  andalFero  tutti  i  fuoi:  voleua  madare  quat-  "*  ^  f^^fiout 
VD  nominati  da  lui,  col  mandato  degli  altri  del  Regno,che  paifano  cento.  Fé-  „o.^f„a"g 
>•  perciò  il  Capellan  maggior  del  Regno  una  congregatione  de'  Prelati  in  caia  quattro  pro^ 
a:&  gli  intimò,  che  facelfero  la  procura  :  a  che  molti  s'oppofero,  dicendo,  curatori ,  in 
]  3Ìcr'  andar'  in  perfona  :  che  cofi  lianno  giurato,&  fono  tenuti  :  »?c,  non  potcn-  "°"'^.  "»^«- 
!  i  »,  elfer  di  ragione,  clie  ciafcuno  fecondo  la  propria  confcieatia,  faccia  procu-  ^^^j^  cl^^n 
■itore,  &non  un  (blo  per  tutti.    S'aiterò  il  Viceré,  &  di  nuono  ordinò  al  Ca-    ^om  contrafi^ 
;;:llan maggiore, che  giichiamaire,&:  glicommandaire,che  facelfero  la  procu-  di  refioui, 
i:  :  &  fimi!  ordine  mandò  a  tutti  i  gouerni  del  Regno.Quefto  diede  penficro  af-  &  anfietà  del 
;  i  al  Papa,&:  a'  Legati,non  fapendo  fé  venilfe  dalla  fantafia  propria  del  Viceré,  ^ff^'     , 
ii'moftrarfifufHciente:  o  per  poca  intelligenza;  o  pur,fe  altri  glielo  faccirefa-  Jl^%"l^^^^ 
:  ,&veniire  da  più  alta  radice.  Et  per  Icoprire  l'origine  di  quello  motiuo,il  Pa-  Bolla  gemm- 
i  fece  unaBoilafeuera,  che  nilfuno  alTolutamente  potcìre  comparire  per  prò-  Ut  che  dinieta 
1  iratore:  quale  i  Legati  ritennero  apprelTo  loro  lecreta,&  non  publicarono,co-  ^«  proatratìo- 
e  troppo  feuera,per  eifere  uniuerlale  a  tutti  i  Prelati  di  Chriftianità,  etiandio  "'  '""^T'^JV 
|lontaiiiflìmi,6c  impediti,a' quali  era cofa  impoflìbile  da  olferuare  :  &  ancora  xJT«/, 


^m  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  paolo  III 

e  1 3^  1 3    per  efièr  rigidajftatiiendojche  incorrano  tpfofa^o  in  pena  di  fofpeniione  k  Diui 
XLV.    "  ni^y&c  amminiftratione delle  Chiere'.temendcchc  potelTe  caufare  molte  irregu 
lantà,nullità  d'attij&indebiccpercettioni  di  frutti:  «ik:  che  per  ciò  fi  potelfe  fiic 
gliaie  qualche  natione  mal  contenta  ad  interporre  una  appellatione ,  &  incom 
minciarc  a  contender  di  guirildittione.  Pcrilche  ancofcriirerojdinon  douerl 
pubiicare  fenza  nuoua  commiffione ,  ftimando  anco ,  che  bafti  il  (olo  romor 
d'eilère  fatta  laBolla/enza  chcfimoftd.Di  quella  Bolla  fi  dirà  a  Tuo  luogo  il  fin 
chehebbe. 
fqualì  chiedo-      Vn'  altro  ncgotiojfe  ben  di  niinor  momentOinon  perbmanco  noiofojrcflau 
HO  al  Papa     I  Legati,che  fino  a  quel  giorno  haueuano  hauuto  leggieri  fuffidij  per  far  le  fpe 
fulUdio  di  da--  occorrenti  j  &:  eifcndo  anco  aflai  poueri  per  fupplire  col  luo,come  in  qualcl 
*"*"•'  particolare  gli  era  conuenuto  fare  -,  continuando  in  tal  guifa,non  haurebboi- 

potuto  mantenerfi  :  onde  communicato  con  Farnefe>Icriirero  al  Pontefice,cl 
non  era  riputatione  Tua  far  un  Concilio  fenza  ornamenti,&:  apparati  necelTIir 
&  confueti  j  con  quel  fplendore,  che  tanto  confeifo  ricerca,a  che  era  neceilai 
perfona  con  carico  proprio:&:  però  farebbe  ftatobene  ordinare  undepofitari 
con  qualche  fomma  di  denari,per  prouedere  alle  ipefe  occorrenti,e  per  fouuer 
re  a  qualche  Prelato  bifognoio,  &  accarezzare  qualche  huomo  di  contorce 
molto  necelTaria  per  fare  hauere  buon  eflìto  al  Concilio.. 
RtUnt  Csn-        ^^^^  ^^^  Maggio,  eifendo  già  arriuati  dieci  Veicoui,feceio Congregatior 
gregathneyper  per  ftabilire  le  cole  preambule:  nellaquale  intimarono  publicamente  la  coi 
cofe prepara-  miflìone  del  P»nteficejd'aprire  ilConcilio,aggiongendo,che  afpettauano  a  e 
nrìs:  terminare  il  giornojquando  ne  foire  data  parte  all'  Imperatore.  Sipafsò  la  Co 

gregatione  per  la  gran  parte  in  cofe  ceremoniali:che  i  Legati,fe  bend'ordi 
diuerfoielfcndo  runVekouOjl'altro  Pretc^:  il  tcrzoDiacono,  douelfero  none 
meno  hauere  i  paramenti  conformijportando  tutti  tre  ugualmente  piuialijfi  e 
me  1  ufficio,&;  autorità  loro  era  uguale  in  una  legatione,  &  una  prendenza.  C  • 
il  luogo  delle  Seflìoni  douelTe  cirere  addobbato  di  panni  arazzi;accio  no  pare  • 
un  confeirodi  mecanici.Propofero/e  fi  doucuano  rare  fedie  per  il.Pontefice, 
per  l'Imperatore ,  lequali  doueilèro  elfere  ornate^  reftar  vacue  :  fi  trattò,f( 
Don  Diego  fi  hauelleadare  un  luogopiuhonorato  degli  altriOratori.Si  co 
fiderò,che  i  Vefcoui  di  Germaniajiquali  fono  anco  Prencipid'Imperio,prerc 
dono  douer  precedere  tutti  gli  altri  Prelati ,  anco  Arciuelcoui:  allegandole 
nelle  Diete  non  folocofi  fi  ollerua^ma  ancojche  i  VefcouinonPrencipiftam  ' 
con  la  berretta  in  mano  inanzi  loro.  Si  hebbe  in  confideratione,  che  l'ani »• 
inanzi,in  quella ftcìra  città,  fudifparere  fopra  cio,ritrouandofi  infieme  ad  u  u 
MelTa ,  il  Vefcouo  Heicftatenfe ,  &  gli  Arciuefcoui  di  Corfu ,  &  Otranto,  i- 
allegò  anco  da  alcuni ,  che  nella  Capella  Pontificia,  i  Vefcoui ,  che  foj>. 
Oratori  de'  Duchi,&  altri  Prencipi,precedono  gli  Arciuefcoui-.onde  maggi(  • 
mente  le perfonemedefime  de' Prencipi  debbono  precedergli.  Et  fopra  quefl.. 
fii  conclufo,  di  non  rifoluer  cofa  alcuna,  fino  cheilConcilio  nonfolfe  f  l. 
fi:equente,pcr  veder'  anco  come  l'intendono  quei  di  Francia,  5c  quei  di  Spagi  i. 
Fu  ordinato  di  rinouare  il  decreto  di  Bafilea^.^  di  Giulio  fecondo nel.Latcj  * 

iieni 


'apaPaolo  III.         LIBRO   SECONDO.  U3 

.enR'>che  a  niiruno  pregiudichi  federe  fuori  di  luogo  fuo.  Fu  commendata  la    ci3  i3 
ifolutionc  d'afpetrargli  aliifidel  Farnefe  a  determinare  il  giorno  dell'  apertura,       xlv. 
OH  molta  facisfattione  di  Don  Diego.Moftrarono  quei  pochi  Vcfcoui  molta 
l.iuotionej&ubedienzaalPontefìce,(icome  fece  anco  dopo,il  Vcfcouo  di  Ver-    . 
•elli    cheeionfe  il  dì  medefìmojfinita  la  Coji(iregatione,inlìemc  col  Cardinal  S.'"*^"^  nPolo 

t>  co  /e?'^o  legato, 

^o\o  terzo  Legato. 

Mentre  che  fi  fa  Congregatione  in  Trento,  per  conuinccrel'herefia  col  ;^f}-y^c««Ww 
IlonciliojinFranciariftciTo  s'operò  con  le  arme  contra  certe  poche  reliquie  de'  Prouen^: 
^alde/ì  5  habitanti  nelle  AlpidiProuenza5che(comediiopras'èdctco)s'crano 
onferuati  dall'  ubedienza  della  Sede  Romana  feparati,  con  altra  dottrinante 
iriiaifaipcrò  imperfetti,&  rozzijliqualijdopo  lerenouationi  diZuinglio,haue- 
ano, con  quella  dottrma  ,  fatto  aggionta  alla  propria, &  ridotti  iriti  loro  a 
'.laiche  forma,air  hora,  quando  Gcncua  abbracciò  la  riforma.  Contra  qucfti, 
ià  alcuni  anni  dal  parlamento  d'Ais  era  ftata  prononciata  fententia,  laquale 
on  haueua  riceuuto  ellècutione.  Commandò  in  quello  tempo  il  Rè,  che  la 
luitentias'eficguiire.ll  Prefidentccongrcgati  i  foldati,  che  potè  raccorre  dalli 
'ioghi  vicini,  &  dallo  Stato  Pontificio  d'Auignone,  andò  armato  contra  quei 
I  liferi ,  iquali  ne  haueuano  arme,ne  penfauano  a  defenderfì,fe  non  con  la  fuga, 
.lei  che  lo  potcuano  fare.  Non  fi  trattò  ne  d'infegnarli ,  ne  di  iriinacciargli 
I  lafciar  le  loro  opinioni ,  &c  riti:  ma,empito  prima  tutto'l  paefe  di  ftupri,furo- 
'3  mandati  a  fi!  di  fpada  tutti  quei,che  non  haueuano  potuto fuggirej&fta- 
imo  efpofti  alla  fola  mifericordia  ,  nonlafciando  vini  vecchi, ne  putti ,  ne 
i  qualonque  conditione ,  6c  età.  Diftrulfero ,  anzi  fpianarono  le  terre  di  Ca- 
riera,in  Prouenza5&:  di  Merindolo,nel  Contado  di  Vineflm,  ipettante  al  Pa- 
li,  infieme  con  tutti  i  luoghi  di  quei  diftretti.  Et  è  cofa  certa,  che  furono 
iciCc  più  di  quattro  mila  perfone,  che,fenza  fare  alcuna<lifefa,chiedeuano 
I  tmpafllone. 

i  Ma  in  Germania  addì  fedici  di  Maggio,gionfe  in  Vormatia  l'Imperato re;&:  <^efare  giunge 
I  giorno  feguente  vi  arriuò  il  Cardinal  Farnefe:ilqual  trattò  con  lui,&;colRè  de'  '"  ^'""^^  «'^ 
omani  a  parte  :  efpofele  fue  commiffioni,particolarmente  nel  fatto  del  Con-  ^"^"'f'^ ^^g«- 
lio  :  facendo  fapere,  che  il  Pontefice  haueua  dato  facoltà  a' Legati  d'aprirlo:  me  Tco^i' 
;he  afpettauano  di  fare ,  dopo  che  hauellero  intefo  da  dTq  lo  (lato  delle  cofe  comra  le  op- 
:llaDieta.Con(ìderò  all' Imperatore,che  non  bifognauahauere alcun rifpetco  ffi^onide 
le  oppofitioni  fitte  da' Proteftanti:poiche  l'impedimento,  da  loro  pofto,non  ^^'"^^^<^»^' 
Ìanuouo,&  non  anteueduto  dal  giorno,che  fi  commmciò  a  parlare  di  Conci- 
p  :  douerfi  tener  per  certo,  che ,  hauendo  cfll  fcolTo  il  giogo  dell'  obedienza, 
jndaracnto  principale  della  religione  Chrifl:iana,&:  proceduto  intanto  cm- 
je,  &  federate  innouationi,  contro  il  rito  olferuato  per  centenarad'anni,con 
Upprobatione  di  tanti  celeberrimi  Concilij;conlamedchma  aniinolìtàrical- 
I  trarebbono  contra  il  Concilio,che  s'incomminciaua ,  quantonque  lecricimo, 
|Mierale,&  ChriftianOjelfendo  certi  di  douer  eilere  condannati  da  quello. Però, 
jtro  non  rimaneua ,  fé  nonchelaMaeftàfua,  o  con  l'autorità  gli  induceife,o 
\m  le  forze  gli  coiifti-ingelfe  ad  ubedire.Il  che  quando  non  fi  hzQ&y&c  per  loro 


^124  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  paolo  IIL 

ciò   i^    tifpetto  lì  dcfifteiTe  da  procedere   inanzi  alla  eondannatione  loro  ;  oue- 
XLV.       l'o  ,  dopo  condr.nnati,  non  folTcro  coftretti  a  deporre  i  loro  crrori>iì  moftraria 
a  tutto!  mondo,  che  gli  hcretici  con';mandano,&:  il  Papa  con  l'Imperatore 
vbcdilcono.Chcjfìcomc  la  Sua  Santità  lodauajufare  prima  la  via  della  dolcezza; 
colhipuraua  neccllàriojmol1:rare  coneìfctti,che,dopo  quella/arebbe  feguitala 
forza  armata.Gli  ofFcrì  per  qucfto  effetto  concclTione  di  valerd  di  parte  didlc  cn- 
trate  Ecclciìaftiche  di  Spagna,&:  vendere  valFallaggi  di  quelle  Chieiadi  fouue- 
•     nirlo  di  danari  propri]  jo:  di  mandargli  d'Italia  in  aiuto  dodici  mila  fanti,& 
cinquecento  cau-iliipagati:&'  fAr'opera>che  dagli  altri  Prencipi  d'Italia  foiFerc 
parimente  mandati  altri  aiuti:  de  mentre  facellc  quella  guerra, procedere  coi 
arme  l"piricuali,&  temporali, contra  qualunq;  tentallc  raolcftare  i  Stati  fuoi.Ei 
f  querela  dei  pofe  anco  Farnefe  all'  Imperatore  il  tentatiuo  del  Viceré  di  Napoli,  di  vole 
fatto  del F ice-  ^-^-^^^^^^^r^  quattio  Procuratori  per  nome  di  tutti  i  VefcouidelRegnojcon  me 
apo  h  i^j.,^    j  j   ^■^^  quello  non  era  ne  ra2:ioneuole,nc  le^itimo  modo:ne  farebbe  ftat 
con  repuratione  del  Concilio:  che  (e  Velcoui  tanto  vicini,in  numero  congrar 
de ,  h:^ucirero  potuto  Icufarfi  con  la  miflìone  di  quattro,  molto  più  l'haurebb 
fatto  la  Francia,&  laSpagna:&  s'haurebbe  fatto  un  Concilio  Generale  con  ver 
ti  Vele oui.Et  pregò  l'Imperatore  a  non  tolerare  un  tentatiuo  coli  contrario  al 
autorità  del  Papa,&  alla  dignità  del  Concilio,delquale  e  protettore:pregandol 
edeUap'omef-  a  darci  rimedio  opportuno.Trattò  anco  il  Cardinale  fopra  la  promeira  fatta  pi 
fafaitjtdima-  nome  diSuaMaeftàiUellapropofta  mandata  alla  Dieta:  cioè,che,per  termina 
uà  Dieta:      ]^  difcordie  della  religione,ca(o,che  il  Concilio  non  facelFc  progrelTojfl  farebl 
una  altra  Dieta:  iSc  gli  pofe  in  conrideratione,che,non  reftando  dalla  Santità  fu 
ne  da'  fuoi  Legati,  &  miniftri,nc  dalla  Corte  Romana,che  il  Concilio  non 
celebri,&  non  faccia  progreirojnon  potcua  in  alcun  modo  nel  rccelfo  intima 
altra  Dieta  fotto  quefto  colore: &:  inculcò  grandifllmamente  quello  ponto,pc 
che  ne  haueua  ftrertifllma  commillìonc  da  Roma:&  perche  il  Cardinale  d 
Montc,huom.o molto libero,noni'olo gliene  vece  inftanzaabocca,maancoi 
fcriiIèpernomeproprio,&de'Colleghi,dopo  che  partì  da Trento,con  aperti! 
me  parolcjche  quefto  era  un  capo  importanti(lnrio,ìlqualc  do.ueua  (empre  ter  i 
fìiLi  la  mira,  Sl  non  fé  ne  fcordare  in  tutta  la  fua  ncgotiatioae:auuerrendo  bene  : 
non  ammettere  coperta  alcuna, perche  quefto  folo  partorirebbe  ogni  alti 
buon'appontamento.  Et  che  quanto  a  lui,raccordarebbe  aSuaBeatitadincc 
elcggcile  più  prcfto  d'abandonare  la  Sedd  &  rendere à S.Pietro  le  chiaui,c 
compoL'traejckeia  potcftà  fecolare  arrogallc  a  le  l'aarorità  di  terminare  le  ca? 
della  religione  ;  con  pretefto,&;  colore,  che  rEcclcfiaftico  haueire  mancato  < . 
debito  fuo,nel  celebrar  Concilìo,o  in  altro. 
,.      Intorno  al  tentatiuo  del  Vicerè,diire  l'ImperatorcChe  il  motiuo  non  veni . 
a^'  b'iie  «^'iilfi^ondcche  da  proprio  &  fpontanco  motor&  che  quando  non  haueffe  hai  • 
ff^l  e  an.  ti}ih  ^^  m.g(,i;j^g  ragionc,fi  farebbe  rimoilo-Sopra  l'aprire  dei  Concilio,  non  gli  die 
rrfoluta  rifpofta  :  ir.a ,  parlando  variamente,  hora  dilfcche  farebbe  ftato  bc  i 
incomminciarlo  in  luogo  più  opportuno;hora,che  era  neceirario,inanzii'ap  ■ 
tura,farc  diuerfe  prouihoni:onde  il  Cardinale  chiaramente  vedeua^che  mirr  i 


?APA  Paolo  III.        LIBRO   PRIMO.  u^ 

la  tener  la  cola  cefi  in  rorpefo,&  non  fav'akrcpcrjouctnarfi  Toc  ondo  i  ilice  cffi,  cio    io 
j  o  aprendolco  dillblucndolo. Al  non  nitii-nare  altra  Dicta,per  trattare  della  r  :U-      xl  v. 
CTÌone  >  diede  rifpolla  generale»!^  inconcludente ,  Che  haiircbbe  icmprc  fatto, 
quanto  Foirepollìbilcla  (lima  debita  deiraLitoiitàPonrificia.Ma  alla  propofta  "««"^^  '^cbtt^ 
i  di  far  la  guerra  a  Luthcrani,rirpo(cjEircrc  octimoilconic-gliodcl  Ponteiìce:^:  •^^'"'  ^'/'*'' 
la  via  da  lui  propofta  unicadacjuale  era  rilolutodabbracciarc,proccJcndo  pero  •^T^^^-^^*'*" 
i  con  la  debita  cautionejconcludcndo  prima  la  tregua  co'Turchijche  col  niczo 
I  ad  Rè  di  Francia  lolÌecitamc!ite5(J<c  lecrctiUìmanicnte  tiatìaua;  *:<c  conauuer- 
renza,  che,  etlendo  il  numero,<!?c  il  poter  de'  Proteftanìi  grande,c>-  infupcrabile, 
Tcnon  iì  diuiderannotra  loro,o  non  faranno  iprouiftamente  fopraprclUa  guer- 
ra farebbe  riufcita  molto  ambigua,&  pericolofa.Chc  il  difegnoera  da  tencrfi  fe- 
cretiffimojlìn  che  l'opportunità  apparilFc ,  laquale  fcopreadofi,egli  haurebbe 
mandato  a  trattar  col  Pontehcc:tra  tanto  accettauale  oblationi  fattegli. 

Oltra  quefti  negotij  publici,  hebbe  il  Cardinale  un  altro  priuato  di  cafa  Tua.  parmfe  trau 
Il  Ponteficcparendogli  poco,hauer  dato  a'  fuoi  il  Ducato  ài  Camcrino3<ScNepi,  ta  et  lui  del£ 
pensò  dargli  le  città  di  Parma,  &  Piaccnzajlcquali  elfendo  poco  tempo  inanzi  infcodamm 
ftate  pollcdute  da' Duchi  di  Milano,  defidcraua  che  vi  interuenilPe  il  confenfo  ^\i''^rma,B 
di  Cefare,  perftabilirne  meglio  la  difporitione:&  di  quefto  trattò  il  Cardinale  ^'^"P'^  f'^ 
con  l'Imperatore  ,  moftrando  che  farebbe  tornato  a  maggior  feruitiodi  Sua         ' 
Maeftàjfe  quelle  città,  tanto  proffime  al  Ducato  di  Milano^folfero  fiate  in  ma- 
no d'ima  cala  tanto  deuota»  «Se  (iongionta  :  più  toftojche  in  poter  della  Chiefa> 
nellaquale  fuccedendo  qualche  Pontefice  mal'  affetto, diuerflinconuenienti 
poteuanonafcerc'.che  quella  non  farebbe  fiata  alienatione  del  patrimonio  del- 
la Chiefa,poiche  erano  peruenute  primieramente  folo in  mano  di  Giulio  fecon- 
do:nc  ben  confìrmato  il  poirclTojfc  non  fotto  Leone  :  che  farebbe  ftata  con  eui- 
dente  utilità  della  Chiefa:perche,in  cambio  di  quelle,il  Pontefice  gli  dauaCa- 
meriiio:&;,detrattelcfpefe,cheflfaceuano  nella  guardia  di  quelle  due  città,  & 
gioliti  ottomila  feudi,  che  haurebbe  il  nuouo  Duca  pagato,s'haurcbbe canata 
piurntrata  di  Camerino,  che  di  quelle.  A  queftc  efpofìtioni  aggionfe  anco  il 
Cardinale  lettere  della  figliuola,  che  per  proprio  intereffe  ne  pregaua  efficace- 
mente l'imperatore  :ilquale  non  haueua  la  coiadifcara,  cofi  per  l'amore  della 
figliuola ,  &:  de'nepoti,come  perche  farebbe  ftato  più  facile  di  ricuperarla  da  un  Untale  nm 
Duca,chc  dalla  Chiefa.Con  tutto  ciò  non  negò,  ne  acconfentìidille  iblamente,  fiuopre  U  -vo* 
Che  non  haurebbe  fatto  oppofìtionc.  ''"«^'ì- 

Ttvittò  il  Legato  co'Catholici>&:Eccli,Tiafl:icimallime,confortandogliaIla  j  p.  ,  n     , 
<Ìifefa  della  religione  vem|,  promettendogl  i  dal  Papa  ogtii  B.uore.Della  negotia-  odorino  ^"% 
rione  della  gueiTa,fe  ben  trattata  fecrctamente,ne  prefero  fo  fpetto  i  Proteilanti:  traitatf: 
perche  un  Frate  Francifcano,in  prefenza  di  Carlo,&:  diFerdinando,<S<:del  Lega- 
to,predicando,dopo  una  grand'  inuettiua  contra  i  Lucheranijvoltato  ali'  Impe- 
ratore, dilTe,  Il  fuo  ufficio  elTer  di  difendere  con  le  arme  la  Chiefa:  e  he  haueua 
mancato  fino  all'  bora  di  quello,  che  già  bifognauahauer  del  tutto  effettuato; 
che  Dio  gli  haueua  fatto  tanti  benefici;,meriteuoli  che  ne  moftrallc  ricognitio- 
ne  contra  quella  pcfte  d'hiiaminiiclie  non  deouenaaio  più  viucrcne  doucua 


_u5  CONCÌLIO  DI  TRENTO       Papa  Paolo  III. 

ci3    13    differiilo  pia  oltiV,  perdeiidofì  ogni  giorno  molti   per  qucfto,  de'  quali 
XLV-.        Dio  domandarà  conto  da  lui  ,  fé  non  vi  porgelle  prefto  rimedio.  Quefta. 
predica,  non  folo  generò  fofpetto,  ma  eccitò  anco  ragionamenti,  che  dal 
Legato  foife  fiata  commandata  :  &  dalle  cifortationi  publiche  ,  condu- 
deuano  ,  quali  doueuano  eilere  le  priuate  :  alqual  romore  per  rimediare  ,  il 
Cardinale  partì  di  notte  fecretamentc  ,  3c  ritornò  con  celerità  in  Italia. 
Ma  la  rofpectionc  de'  Proteftanti  s'accrebbe  per  gli  auifl  andati  da  Roma,  che  il 
Papa  nel  licentiare  alcuni  Capitani ,  hauelle  loro  data fpcranza  d'adoperargli 
l'anno  futuro. 
ipi-oc:traton        Ma  in  Trento  addì  diciotto  Maggio,gionfe  il  Vefcouo  Sidonienfc,  con  un 
del  Mogonti-  FrateThcologo?&:  unfecolardottorccome  procuratori  dell'Elettor  Cardinale 
m. giunti  m     Arciuefcouo  Mogontino.il  Vefcouo  fece  una  meza  oratione  dell'  olTcquio  deli* 
rento,         Elettore  vcrfo  il  Papa,&  la  Sede  Apoftolica,  lodando  molto  la  celebratione  del 
Concilio ,  come  folo  rimedio  necellario  a  quelle fluttuationi  della  fede,&  reli-^  ■ 
gione  Catholica.  Da'  Legati  fu  nfpofto,commendando  la  pietà  &  diuotione  di 
'-emnoun     ^'•^^^  Prencipe :&, quanto  all' admiflìone del mandato,diilcro,Che  era neceilà- 
poco  di  dìff.-    l'io  pnma  vederlo ,  per  elfere  fatta  di  nuouo  una  prouifìone  da  Sua  Santità,  che 
colta.  ,  perU  nitlunopoflidarvotoperprocuracorexhereftauano  indubbio  fé  comprédcua 
jSoUadel  Fa-  q^  Cardinale,  &  Prencipc:  che  fapeuano  molto  ben  la  prerogatiua,che  merita- 
pa.  contro,  e     QaSua  Signoria  llluftri{Iìma,allaquale  erano  prontifTimi  di  fare  tutti  gli  honori,^ 
^^  '    Se  hauere  ogni  rifpetto.  Simifcro  in  confusone  queftitre,fentendofi  fare  diffi- 

coltàj&conlegliauano  di  partire.  I  Legati  furono  pentiti  della  rifpofta,conof- 
cendo  di  quanta  importanza  farebbe  (tato,  fé  il  primo  Prencipc,tSi  Prelato  di 
Germania,in  dignità,&  ricchezzcfì  folTe  alienato  da  quel  Concilio:  &c  operaro- 
nojper  via  d'uflicij  fatti  deliramente  dal  Cardinal  di  Trento,dalli  Ambakiatori, 
&  altri,  che  lì  fermaircro,  dicendo,Che  la  Bolla  parlaua  folo  de'  Vefcoui  Italia- 
ni,e  che  da' Legati  era  llatoprefoerrore:iquali  Legatili  contentarono  riccuere 
queftacarica,per  ouuiare  a  tanto  dilordinc. 
UanaU  t  le-        Scrilfero  però  a  Roma,dando  conto  del  fucceifoj&richiedendoife  doueuano 
gatl  richiedo-  riceuerglijftante  la  Bolla:aggiongendo,parerglidurodarripulfa  a' procuratori 
mejfer  mede-  d'un  tanto  perfonaggio,chc  fi  moftraferuentc&fauoreuole  alla  parte  de' Ca- 
9-atas  tholici ,  quale  perciò  lì  potrebbe  intepidire,inilando  d'hauerne  rifpoftarperche 

la  delibcratione,che  iifaceire  in  quella cau{a,teruirebbe  per  eirempio,poiche 
potrebbono  foric  mandare  procuratori  anco  gli  altri  Vefcoui  grandi  di  Germa- 
nia :  iquali  non  farebbe  manco  bene,che  andaifcro  in  perfona  aTrcntorperche, 
folici  a  caualcar  con  gran  comitiue,non  potrebbono  capire  tutti  in  quella  cit- 
zk&c  fcrilfercche  fopra  tutto,non  bifognauafdegnar  i  Thedefchi,naturalméte 
foipettofì,  &  che  facilmente  fi  riioluono:tanto  piu,quando  il  tratta  diperfone 
amoreuoli,&:  benemerite:  come  il  Coclco,che  è  già  in  viaggio  per  nome  dei 
Vefcouo  Hcicfletenfe,ilqualc  ha  fcritto  tante  cofe  contra  gli  heretici,che fi 
vergognerebbono  di  dire,  che  non  poteiTe  haucr  voto  in  Concilio.Il  Pontefice 
^^^^acconfen-  l'ion  giudicò  ben  rifpondcreprecifamentefopra  di  cio,attefe  le  difHcoltà  di  Na- 
se  (osìfithito.  poli:perchc  continuando  il  Viceré  nella  fua  rifolutioxie>  fu  fatto  il  mandato  alli 

quartro 


Papa  PaoloIII.  L  I  B  R  O  S  E  C  OND  O.  117 ^ 

quattro,  che  per  nome  di  tutti  interucniircrouquali  pofti  in  punto,paIIarono  da  e  1 3  i  a 
Roma, tacendo  d'eircrc  elettipiocuratori  degli  altii,&  dicendo  andare  perno-  xlv. 
me  proprio  ,3c  che  gli  altri  haurcbbono  ieguico.Ma  fcrilfe  a  Legati,che  trartc- 
nellero  i  pi:ocuratori,dando  buone  parolejlin  che  egli  delle  altra  rifolutionc.  I 
Napolitani  nell'  iftelfo  tenore  parlarono  anco  al  loro  arriuo  in  Trento,  diilimu- 
lando,coliilPapa,come  i  Legati,peralpcttare  a  farne  motto,quando  folle  rilb- 
luto  iltempo  dell'aprire  il  Cancilio; 

Nel  fine  di  Maggio  erano  gionti  m  Trento  venti  Vefcouijcinquc  Generali,  &  '  Prelati h» 
un'Auditor  di  Rota,  tutti  già  molto  llanchi  dall'  afpettarcnqualilodauano  gli  ^^mta/anr 
altri ,  che  non  cirendoli  curati  d'elfcr  liettololi,afpettauano  di  vedere  occafione  °  '*"'''' 
più  ragioneuolc  di  partir  da  cafa:ricome  con  qualche  loro  dilgufto  erano  chia- 
mati corriui  da  quelli,  chjs  non  s'erano  molli  coli  facilmente.  Dimandauano- 
però  a  Legati  habiiitatione  di  potere  andare  quindici  o  venti  giorni  a  Venetia,a. 
Milano,o  altroue,per  fuggir  le  incommodita  di  Trento:pretendendo,o  indilpo^ 
fitione,o>necelIìtàdi  veftiriì,o  altri  rilpetti.  Ma  i  Legaci,conofcendo  quanto  cio' 
importalfe  alla  reputatione  del  Concilio,  gli  trattcneuanojparte,con  dire  che 
non  haueuano  facoltà  di.  conceder  lalicenzaj&partccondarfperanzajchcfra: 
pochi  giorni  s'haurebbc  dato  principio.  L'Ambafciator  Cefareo  ritornò  all' 
Ambakiaria  fua  a:  Venetia ,  fotto  pretefto  d'indifpofìtionejhauendo  lafciato  i 
Legati  dubij/e  folle  con  commiflìone  di  Cefare  con  qualche  arrificio,o  pur  pec 
ftanchezza  di  ftar'in  ociocon  incommodità:promellcpEeftoritorno,aggion- 
gelido  vche  fra  tanto  reftauano  gli  Ambalciatori  del  Rè  de'  Romani^per  aiutare 
il  feruitio'diuino  :  &  nondimeno  che  defideraua  non  fi  venillè  all'  apertura  del. 
Concilio,fino  al  Ilio  ritorno^ 

Ma  in  fine  dell'  altro  mefe,la  maggiore  parte  de'  Vefcoui ,  fpintiychi  dalla  pò-  efm^sfìv^ 
uertà,chi  dall'  incommodo,fccero  querele  grandillìmc;&:  eccitata  tra  loro  quafi 
una  reditione,minacciaLLano  di  par.tirfi,ricorrendo  a  Francefco  Caftelalto ,  Go- 
uernator  di  Trento  ,  qual  Ferdinando  haueua  deputato  per  tenere  il  luogo  fuo 
iafieme  con  Antonio  della  Queta.  Egli  fi  prelentò  a'  Lcgati,&  fece  loro  inftazai 
per  nome  del  fuo  Rè,  che  hormai  i\  delle  principiojvedendofi  quanto  bene  fia 
per  feguire  dalla  celebrationc,&  quanto  male  dal  temporeggiare  cofi.Di  quello; 
i  Legati  fi  riputarono  olfefi,  parendogli  che  era  un  voler  moftrare  al  mondo  il 
contrario  del  vero ,  &  attribuir'  a  loro  quella  dimora,che  nafceua  dall'  Impera- 
tore:&  quantonque  haueficro  tra  loro  rifoluto  di  diflimulare,&  rilpondere  con 
parole  generali,nondimeno  il  Cardinale  del  Monte  non  potè  raftrcnar  la  Tua  li- 
ncrtà,che  nel  farlarifpoftanonconcludeircinfincconfortandoload  afpettar 
Don  Diego,  ilquale  haueua  più  particolari  comrainìoni  di  lui.  Grande  era  la 
difticoltà  in  trattenere ,  &  confolare  i  Prelati ,  che  lopporrauano  malamente  tfono  acq»»^ 
quella  ociofa  dimora, &:  malTime  i  poueri,a' quali bifognauano  danari,^  non  t^ieida  Ugatì^, 
parole  :  per  il  che  H  rifolfero  di  dare  a  Ipele  del  Pontefice  quaranta  du- 
cati per  uno  a  Vefcoui  di  Aidi,di  Bcrtinoro,  &  di  Chioza  ,  che  più  dclli. 
altri  fi  querelauano  :  &  temendo  ,  che   quella   munificenza   non    ^ì^ìXq 
fi'etenfione  per  rauuenire,.fi  dichiararono?  che  era  perunfuflìdioj&nonpeE. 


u8  CONCILIO    DI  TRENTO     Papa  Paolo  III. 

ci~i3    prouifione.  Scrilfero  al  Pontefice ,  dandogli  conto  di  tatto  l'operato,  &  mo- 
XL  V.       llrandogli  la  ncceffità  di  (ouuenirgli  con  qualche  maggiore  aiuto  :  ma  inlìemc, 
coniìderandogli ,  che  non  folle  utile  dar  cola  alcuna  l'otto  nome  di  prouilìone 
fcrmajicciochc  i  Padri  nonpareilero  ftipendianj  di  Sua  Santità  ;  &c  reftaire  fo- 
mentata la  fcufa  de'  Protcftanti,di  non  lottoinetterll al  concilio>  per  eiler com- 
pofto  de'  foli  dependentij&:  obligati  al  Papa. 
Cefare  cita         In  quello  nicdelìmo  tempo  in  Vormatia  l'Imperatore  citò  l'Arciuefcouo  di 
l'Elettor  di    Coioniajche  in  termine  di  trenta  giorni  comparilfe  inanzi  a  Ce,  o  mandaFITun^ 
Colma,        Procutatorcper  rifpondere  alle  accufe ,  de  imputationi  dategli  :  commandando 
anco,che  tra  tanto  non  doueirc  innuouare  cofa  alcuna  in  materia  di  religione» 
&  riti;  anzi  ritornare  nello  flato  di  prima  le  cofeinnouate.    Già  fino  del  m.  d. 
XXXVI.  Hcrmanno  ,  Arciuefcouo  di  Colonia,  volendo  riformar  la  fuaChiefa, 
fece  un  concilio  de'  Vckoui  fuoi  fuffraganei ,  doue  molti  decreti  furono  fatti, 
&c  fé  ne  flampò  un  libro ,  compoflo  da  Giouanni  Gropero,  Canonilla  ;  chc,per 
fcruitij  fatti  alla  Chicla  Romana,fu  creato  poi  Cardinale  da  Papa  Paolo  quarto. 
MajO  non  fi  fatisfaccndo  l'Arciuefcouo,  ne  il  Gropero  medclimo,  di  quella  ri- 
formalo hauendo  mutato  opinione,del  m.  d.  xliii.  congregò  il  Clero,»?^  laNo- 
biltà,&  i  principali  del  fuo  Stato,  &  (labili  una  altra  forte  di  riformatione  :  la^et  | 
qualejle  ben  da  molti  approuata ,  non  piacque  a  tutto'l  Clero ,  anzi  la  maggior    3 
parte  le  gli  oppofe,&  fé  ne  fece  capo  Gropero,ilqual  prima  l'haueua  confeglia- 
ra,&:  promollà.  Fecero  ufficio  con  l'Arciuefcouo,  che  volelTe  derifl:ere,&  afpet- 
tare  il  concilio  Gen€rale,o  almeno  la  Dieta  Imperiale.  Il  che  non  potendo  ot- 
tencrcdel  M.D.XLiiii.appellarono  al  Pontefìce,&aCefare,comefupremoAu- 
uocato ,  &c  Protettor  della  Chiefa  di  Dio.  L'Arciuefcouo  publicò,con  una  fua 
fcrittura  ,  che  l'appellatione  era  friuola,  &  che  non  poteua  defifterc  da  quello, 
che  appatteneua  alla  gloria  di  Dio, &  emendatione  della Chiefa:che  eghnon 
haueuada  tare  ne  con  Lutherani,ne  conaltri,mache^uardaua  la  dottrina  con- 
fentiente  alla  Sacra  Scrittura.Profeguendo  l'Arciuekouo  nella  fua  riforma,& 
inilando  il  Clero  di  Colonia  in  contrario,  Cefare  riceuette  il  Clero  nella  fua 
llchtèhiajtma  protettioncióc  citò  l'ArciuefcouojCome  s'è  detto. 

»  in  Trento,       y)ì  quello  clTcndo  andato  auifo  in  Trento,diede  materia  di  palfare  l'ocical- 
meno  con  ragionamenti.Si  commoirero  ir^olto  i  Legati:^  tra  i  Prelati,che  fi  ri- 
trouauancquci  di  qualche  lenfo,bialimauano  l'Imperatore,  che  fi  faceife  giudi- 
ce in  caufa  di  fede,&;  di  riforma:&  la  più  dolce  parola  che  diceuano,era,Il  pro- 
cedere Cefareo  ellere  molto  fcandalofo-.comminciarono  a  conofcere  di  non 
elfcre  ilimati;&  chelollareinocioerainficmc  un  llar  in  vilipendio  del  mondo. 
Perciò  difcorrcuano,cirere  collretti  a  dichiararli  d'clfer  Concilio  legitimam en- 
te congregato,^:  a  dare  principio  all'  opera  di  Dio,incomminciando  le  prime 
attioni  dal  procedere  contra  l'Arciuekouo  fudettOiContia  l'Elettor  di  Salionia,,! 
contra  il  Lantgrauio  d'AlIia,&:  anco  contra  il  Rè  d'Inghilterra. Haueuano  con-  !f?1 
certo  fpiriti  gradi,  fi  che  non  pareuano  più  quei,che  pochi  giorni  prima  fi  ripa- 1| 
tauano  confinati  inprigione.Raffrenauano  quefto  ardore  i  miniflri  delMagon-  k 
tino,confìdcrando  la  grandezza  di  queiPrencipijóc  radherenzaj&:  il  pericolo  di  § 

fargli  * 


Papa  Paolo  III.         L  I  B  R  O   S  E C  O  N  D  O.  i^S» ^_ 

fai^^li  rcftrinrerc  col  Rè  d'Inghilterra,  &c  metter  un  fuoco  maggiore  in  Gcnna-  ci3  i3 
niaT&  il  Cardinale  di  Trento  non  parlaiia  in  altra  forma.  Ma  i  Yefcoui  italiani,  xl  v. 
riputandoli  da  molto ,  fé  mietrelfero  mano  in  {oggetti  cmincnti,diccuano,E}rcr 
vcrcchc  tutto'l  mondo  farebbe  ftato  attento  ad  un  tal prcceiro:  nondimeno, 
che  tutta  l'importanza  era  principiarlo^  fondarlo  bcne.S'mcitauano  l'un  l'al- 
tro,  dicendo.  Che  bifognaua  refarcire  parte  della  tardità  paifata  con  la  celerità. 
Cheildouellc  domandare  al  Papa  qualche  huomodi  valore,che  fliccllc  lapero- 
ratione  conrra  i  rei,  come  fece  Melchior  EaldalTmo  centra  la  Pragmatica  nel 
Concilio  Lateranenfc:  perfuafhche  il  prillare  i  Prencipi  dcUi  (lati  lorcnon  ha- 
iieifc  altra  difHcoltà,  che  di  ben  ufare  le  formule  de'  procelfi.Ma  i  Lcgati,cofi 
per  quella,  come  per  altra  occorrenza,conobbero  eller  necellariohaucr'un  lai 
Dottorc,&  fcriircro à  Roma,che folle  prouediito  d'alcuno.  ,    . 

Il  Pontefice,  intefa  l'attione dell'  Imperatore ,  redo  attonito, &  dubiofo,fe  "^'f^^f^r^ 
doueire  querelariì,o  tacere.Il  querelarfi,non  douendo  da  ciò  fucccdcre  cfrettclo  J^  aitrecha- 
-friudicaua  non  folo  vano,maanco  unapublicationedel  poco  poterc5&:  quello  ^;^^^e  dimnc^ 
lo moucuagrandcmente.Ma,dair altra parte,bcnpcniato,quanto importaire, (e  afe. 
egli  haueirc^paflato  confilentio  una  cola  di  tanto  momcnto,deliberò  di  non  fa- 
re parole ,  come  a  Trento,ma  venire  a  fatti,per  rifpondcre  poi  all'  imperatore, 
s'egli  haueire  parlato.  Et  pcròjfotto  il  diciotto  Luglio,feceunaaltracitatione 
conerà  l'ifteiro  Arciucfcouo,che  in  termine  di  felfanta  giorni  doueifc  comparire 
perfonalmeiite  inanzi  a  lui.  Citò  ancora  il  Decano  di  Colonia,^  cinque  altri 
Canonici  de'  principali:  lafciando  in  difputaalle  perfone,inchemodorArci- 
iiefcouo  poteite  comparire  inanzi  a  doi,che  lo  citauano  per  la  mcdelìma  caufa, 
in  diuerfi  luoghi ,  nel  medefimo  tempo  ,  Se  in  che  appartenere  all' honore  di 
Chrifto  una  difputa  di  competenza  di  foro.Ma  di  quello,  quello  che  (uccedeilc, 
&  che  termine  hauelle  la  caufa,lì  dirà  al  luo  luogo.  cT 

Tornando  a  quello>che  tocca  più proflìmo  il  Concilio,furono  dall' Impera-  ^^■'.    Jl^^'r 
tore  farti  diucrfi  tentatiui  nella  Dieta,  accio  i  ProteftanticondefcendeUcro  ad  cendereiPro- 
accordare  gli  aiuti  contraiTurchi,fenza  far  mentione  della  caufa  della  religio-  tejìanti  a  fit- 
ne  :  alche  perfeuerauano,rifpondendo,Non  potere  far  rifolutioncfenon  gh  era  umcmrfid 
data  ficurezza,che  lapace  il  douellè  conferuare,^^  che  per  la  conuocatione  fatta  Concilio^  i  ma 
inTrcnto,fotto  nome  di  Concilio,nons'intendeire  venuto  il  cafo  della  pace  fi-  '"  '^'^'*' 
nita, fecondo  il  Decreto  della  Dieta  fuperiore:  ma foiredichiarato,che  lapace 
non  potcìre  eifere  interrotta^ne  elTi  sforzati  per  qualonque  decreti  fi  faceifcro  in 
Trento:perche  a  quel  Concilio  non  polfono  fottometterfbdoue  il  Papa,che  gli 
ha  già  condannati ,  ha  intiero  arbitrio.  L'Imperatore  diceua,Non  potergli  dar 
pace,che  gli  eilenti  dal  Concilio,air  autorità  dclquale  tutti  fono  fottopolli:cKc 
non  haurebbe  modo  di  fcufarfi  apprcllb  agli  altri  Rè,  &  Preneipi,quandoalla 
loia  Germania  lì  concedeire  non  ubedire  al  Concilio, congregato  principal- 
mente per  rifpetto  di  lei.Ma,fe  effi  pretendeuano  haucr  caufa,come  diccuano,di 
n-on  fottomctterfi,andairero  al  Concilio,rendeilcro  le  ragioni  perche  l'hanno  i  u 
lofpetto:che  farebbono  afcoltati:&  le  all'  hora  gli  folte  parlo  eilergli  fitto  torto, 
haurcbbono  potuto ricufarlo, non  elfcndo pertineiKc  ilpreucnire,&inioipec- 

R 


150  CONCILIO    DI   TRENTO     Papa  Paolo  HI. 

■^ci^  13  tiifi  di  quello, che  non  appare, &  pretendere  granarne  dicofefnturcfaccndo 
XL  V.  giudic  io  di  quellojche  ancora  non  fi  vede.  A  che  rcplicauano,Non  parlare  di  co- 
le future ,  ma  pallate,  elfendo  la  loro  religione  ftata  già  dannata,&  perfeguitata 
dal  Pontefice,6<:  da  tutti  i  fuoiadhercnti.Onde,nonhaueuano  daalpettarc  giii- 
dicio  futuro,eirendoui  già  il  pairato.Perilche  eilcr  giufta  cola^che  nel  Conciho, 
il  Papa,con  gli  aderenti  Tuoi  di  Germania, .Se  d'ogni  altra  regione  ,  faceileio  uiia 
partc,(Sc  eflriraltra:&:  della difficultà  circa  il  modo  de  ordinerdiproccderesfoiTero 
giudici riraperatore>&  i  Rè,&  Prencipi:i-na>quanto  al  meritadellaca-ufa^laiola 

Parola  di  Dio.  i    i»  a    i    r  • 

Ne  poterono  cirer  mai  rimoflTi  da  quefta  rifolutione,  anchorche  1  Ambalcia- 

tore  di  Francia,  e  he  era  ini  prclcntejfaceire  inftanza  grandi{fima,che  acconfen- 
tiiìero  al  Concilio  >  con  parole,  che  teneuano  del  minaccieuole>dettate  a  quell' 
Ambafciatore ,  quando  di  Francia  partbda  miniftri  di  quel  Rè>fautori  del  Pon- 
tefice.Fu  raelfoin  campo  da  Cefarei  di  trasferire  il  Concilia  in  G.ermania,rotto 
promeifa  dell'  Imperatore  di  far  eificace  opcra>che  il  Pontefice  vi  condefcendef- 
ie:laqual  propofta  fu  dagli  altri  accettata,  lotto  conditione^chc  folle  ftabilita  h 
pace ,  fin  tanto  che  foife  quiui  congregato.Ma  Carlo,certo  che  il  Pontefice  mai 
haurebbe  aceonfentito,vide,che  quefto  era  un  dargli  pace  perpetua,5e  però  me- 
glio era  lafciarle  cofein  forpefojconcedendolafolofin  ad  una  altra  Dieta,ve 
dendofi  coftretto,per  non  hauere  ancora  conclufo  la  tregua  co'Turchi,&  flt 
mando  più  quella guerra,&  penfando  che  per  occafioni  d'un  coUoquio/i  fareb 
bono  offerti  altri  mezi  ragianeuoli  all'  auuenire,  per  e oftr ingerii  dinuouócht 
acconfentilTero  al  Concilio  di  Trento:&  recufandojhauergliper  contumaci,^ 
fargli  la  guerra.Perilche  finalmente  a  quattro  d'Agofto  mife  fine  allaDieta,or 
dinando^icunaper  ilmefe  di  Gennaro  feguente  in  Ratisbona,doue  i  Prencip 
interucnilìèro  in  perfona,&  inftituendo  un  colloquio  fopra.le  e aufe  della  reli- 
gione, di  quattro  dottori,  &  due  giudici, perparterilquals'incommincialTe a 
Dicembre,accio  la  materia  folFc  digcfta  inanzi  la  Dieta.Confermando,  &  rmo= 
uando  i  paffati  editti  di  pace,  &  ordinando  il  modo  di  pagar  le  contubution. 
per  la  guerra.Come  il  colloquio  procedelfcnel  luo  luogo  ii  dirà. 
^  eCff  pub'ì.  Vànki  i  Protellianti  da  Vormatia ,  diedero  fuori  un  libro,doue  diceuano  ii: 
M»o/f/orw-romma,ChenonhaueuanoilTridentinoperConciliooComenoncongregatc 
SmV'  in  Germania,recondo  le  promclle  di  Adriano,&  dell'  Imperatoreialclie  hauen- 

do  moftrato  di  fodisfare  con  elegger  Trento,cra  un  fàrfi  beffe  di tutto'l  mondo 
nonpotendofi  dire  Trento  in  Germania;  (enon.perchc  il  Vefcoiioè  Prencip< 
dell'  Imperio  :  maperquello,chetoccaallaficurtàocirer  coli  ben  in  Italia,^  \t 
poter  del  Pontefice,come  Romamedefiraa:&  maggiormente,  non hauerlo  pei 
legitimo,perchc  Papa  Paolo  voleua  preiedcre  iaqucllo,&  proponere  per  i  Le- 
gatirperche  i  giudici  alni  erana  obligati  con  giuramento:chc,ellendo  contrai 
tn-Rsma.&ii  Papa  la  lite  inftituita,nondoueua  egli eireregiudice-.chebifognaua trattar pri- 
Trento  fono    ^^^  ^^^ì?,  forma  del  Concilio,^:  delle  autdrità/opra  quali  li  doueua  fare  fonda 

condannate  le 

mmi  éct'     jyia ugualmente  inTrento,cQmeaRQma,difpiacq.ue  fopra  modo  la  rifolu- 


Papa  Paolo  III.         LIBRO   SECONDO.  131 ^ 

ti  one  dcirimperacoreicofijperche  un  Prcnci{)c  fccolare  s'intrometteiTc  in  caufc  d  3  i  ^ 
di  i-ch^ionejcome  perche  gii  pareua  ellcrecflànt borato  iiCócilicpoicheeircn-  xlv. 
do  quello  imminéce/idaua  ordine  di  trattare  altroue  le  caule  della  religione.  I 
Prelati,chc  in  Trero  li  ritrouauano^quafi  co  una  fola  bocca  biafimauano  il  De-  f  »?  prendono 
crctojdicédo  cifcrc  peggio  che  quello  di  Spira;.?,:  marauigliandofi,comc  il^  Fon-  J^^"'J^«  '  P^^- 
tificcche  cotra  quello  li  era  moilrato  coi!  viuojhaueilc  tolcratc&tolerallc  quc-  ^i^ntìto!"'' 
liojdopo  che  era  inditto,&  già  congregato  il  Cócilio.Cauauano  da  qucfto  ma- 
nifefto  inditiojche  lo  ftar  loro  in  Trento  era  coGi  vana,  &  dishonoreuole.  S'in- 
geguauano  i  Legati,quato  poteuano,di  có{blarglij&  perfuadergli  che  tutto  era 
ftato  permetro  da  Sua  Satità  abuó  finc.Ma  efli  replicauarxO,che  a,qualonque  fine 
fia  pcrmeirojScqualonque  cola  ne  feguajuó  fi  torrà  mai  la  nota  fatta,non  iblo  al 
Ponteficc&Sede  Apoftoliea;maal  Concilio,v^  a  tutta  laChicla:  ncpoteuano  i 
Leo-ati  refiftcre  alle  loro  querele,lequali  poi  terminauano  tutte  in  domandar  li- 
céza  di  partire:alcuni  allcgado  neceirarij,&  importanti  loro  altari;  altri,pcr  riti- 
rarfi  m  alcune  delle  città  vicine  per  infermità,o  indifpofitione.Etjlc  bene  iLcga- 
ùnò  cócedeuano  licéza  a  nillunOjalcuni  alla  giornata  Te  i'andauanoprendédo» 
ficheinanziil  fine  del  mefc  di  Settembre  reftarono  pochiflim.i.Ma  in  Romanie 
ben  per  la  ncgotiatione del  Cardinal  Farnereirprcuedeua^^hecolidoucfle  cllb- 
rc,  nondimeno  dopo  fuccedutojfl  comminciò  a  penfarci  con  maggior accura- 
tczza.Siconfiderauano  i  fini  dell'  Imperatore,molto  differenti  da  quello,che  era 
l'intentione  del  P0ntefice.PercheCetarejCol  renere  le  cofecofi  i\\  fofpeicface- 
Lia  molto  bene  il  fatto  fuo  con  la  Germania,  dando  fperanza  a'  Proteftanti,  che, 
fé  foflccompiaciutojnonhaurebbe  lafciato  aprire  il  Concilio:  &  mettendogli 
anco  in  timore ,  che>noncompiaciuto,l'haurebbe  aperto,^  lafciato  procedere 
contrai  ài  loro.Pcrilche  faceua  nafcere  tempre  nuoui  emergenti,che  teneilèro  le 
:ofc  in  forpero,trarportando  dolcemente  il  tempo  fotto  diuerfi  colori:&  alle 
*rolte  proponendo  anco,che  foife  meglio  trasferirlo  altrouetdando  anco  fperan- 
zcdicontentadijche  fi  transferilfe  ìw  Italia,^  anco  a  Roma  accioche  più  facil- 
mente il  Papaj&  1  Prelati  Italiani,porgcirero  orecchie  alla  propoftaj&tiralfero 
il  Concilio  in  longo. 

Il  Pontefice  era  molto  anguftiatoralle  voltefieccitauainluiildefiderioanti-  ^7  papaftrì' 
:o  de'  fuoi  preceirori,che  il  Concilio  non  fi  celcbralfe  ;  &  condannaua  fé  fteifo  folta  xUx  tra- 
i'hauer  caminaro  quella  volta  tanto  inanzi  :  vedeua  pcròjdi  non  potcr/enza/Z'tf'owe, 
grande  fcandalo,&:  pericolo,  moftrar  apertamente  di  non  volerlo,con  dilfolue- 
lC  quella  poca  congregationcche  era  in  Trento:  vedeuachiaramente,che  per 
rftinguer  rhercfie,non  era  utile rimedio:perche  per  quello,ches'alpettaua all' 
ltalia,era  più  ifpedicnte  con  la  forza,&  con  l'ufficio  dell'  Inquifitioncprouede- 
;Le:doue  che  l'afpertationedcl  Concilio  impediuaqueftccheeral'unicorime- 
dic.Quanto  alla Gcrmania,appariua ben  chiaramente,che  il  Concilio  piutollo 
iifficoltaua,che  facilitaua  quelle  cofe:nel  rimanente  ancora,cclebrandofi,haue- 
Lia  gfàn  dubio  fé  douelfc  concedere  all'  Imperatore  i  mczi  frutti,'^  Vafl-xilatici 
de' Monafterij di  Spagna;perchc  non  facendolo,Sua Maeftà  nefarebbc  recata 
.degnatai&  facendolojdabitaua  che  nel  Concilio  fcopriifero  i  Prelati  Spagiuio- 

R     ij 


15^  CONCILIO  DI  TRENTO       TapaPaolo  111. 

ci3    13     li  alicncitionc  d'animo  da  luiyS:  dalla  Sede  Apo(lolica,cbe  ad  akridonauaquel- 
^^^'-       lo  3  che  a  loro  appartcncaa.Vcdcua  anco  una  nxùa  fodisfact  ione  ne' Prelati  del 
Rognosa'  quali  haurebbc  parGo  inrolcrabilc  il  p^igar  le  decime, >5:  infieme  ftcìre  fu 
le  ipcte  nel  Concilio:giudicaua,che  quelli  di  Francia  fi  iarebbono  accoftaci  eoa 
I0105&  fomcntatigli,non  per  cai:ità,ma  per  impedire  i  commodi  dell'  Imperano- 
re.Perilche,commincib  a  volrar  l'animo  alla  rrani]atione,purchc  non  fi  trattaire 
di  poicarlo  più  dentro  in  Germania,  come  eraftato  trattato  in  Vormesjal  che 
non  voleua  acconfentire  mai,(  diceua  egli  )  (e  ben  s'hauelTe  hauuto  cento  ortag- 
gi j  Se  cento  pegni  :  maffime  che,col  trasferirlo  più  dentro  in  Itaha,in  luogo  pm 
tcrtilc,commodo,i5c  ficiuo,  gli  patena  fuggir  rmconuenicntedi  continuare  iil 
quello  [l-ato,&tenere  ilCóciiio  ("oprale  anchorc^  tirarlo  di  ftagione  in  ftagio- 
ne:  che  eia  la  peggiore  dcliberatione ,  che  iì  potelTe  fare,per  infiniti,  &  perpetui 
prcgiudicijjchepotrebbono  faccedere.Oltrechccoltempojchclatranilatione 
portaua ,  era  rnnediato  al  male  prefentejche  era  haucre  un  Concilio  in  concor- 
renza d'un  ColÌoquioj&"  d'una  Dieta  inftituitaper  caula  di  religionernon  fapen- 
do  che  Fine  ne  l'uno  ne  l'altro  potellero  hauerercofa  dislionoreuole,&  pericolo- 
ùy3c  di  mal  eifempio-.^i  fi  lodisfaccua  a'  Prelati  col  partire  da  Trento.Cofì  deli- 
berato^per  ellcr  prouiilo  a  far'  opportunamente  l'eirecutioncmandc)  a  Legati  la 
Bolla  di  racolcà  per  trasferirlo,  data  fotto  il  ventidue  di  Febbraro,  dellaquale  di 
fopra  s'.è  detto. 
td  in  quejìo        Non  occupauano  quefti  penfleri  ne  tutto  >ne  la  principal  parte  dell'  animo 
vm-:^  dà  l'in-  del  Pontifice ,  iì  che  non  penfalfe  molto  più  all'  infeodatione  di  Parma,&  Pia- 
uefiitura  à    cdiza  v  nella  pcrfona  del  fìgliuolo,quale  haueua  a  Cefare  communicata ,  &  la 
Parma.ePia-  mandò  ad  effetto  nel  fine  d'Agoftoyfenzarifpctto  dell'  uniiierfale  mormorio,  • 
£"^'*^JJ^y^_  che,  mentre  fi  tractaua  dì  riformar' il  Clero,il  Capo  donalFe  principati  ad  un 
l^g.  figliuolo  di  congiontione  daiìnata.  Et  qnantonque  tutto'!  Collegio  lo  icnriiu; 

male,  fé  ben  folo  GiouanDominico  de  Cupis,Cardinale  di  Trani,con  l'adhc- 
renza d'akiì ni po-chijii opponcilerSc  G ionan  VcgajAnibafciator Imperiale,ricu' 
falle  interuenirui  :  &c  Margarita  d'Aaftiia  >  Tua  pronuora,che  haurebbe  volute 
l'inacilitura  in  pcrlonadel  marito,  pere  he  perdona  il  titolo  di  Duchelfa  di  Ca- 
merino ,  Se  non  ne  acquiftaua  altro,  fé  nen-oiuatrercontenta.Dipoi,voltarc 
tutto  ad  ufcire  delle  difficoltà,  &pcricoli;chc  portaua  il  ConciÌio,fiando  col 
ne  aperto ,  ne  chiulcma  (ì  bene  in  termine  di  poter  (eruire  all'  Imperatore  con- 
tdiWiM  un ^^  j.j.,^  ^^^  1^^-^  delibero  di  mandare  il  Vefcouodi  Caferta,per  trattare  con  Sua  Ma- 
f  ^odd  Con-  eftà,prc'ponendo,chc  fi  apriircSc  fé  gli  delle  principio  :  onero  lì  facelfe  una  ioi 
'iUio,a  Cefarey  penjìone  per  qualche  tempo:&:,quando  quello  non  folle  piaciuto,la  tranflatio- 
neinltaliajpcrdartempo  honeftamcn.te  aquello  che  fi  fuife  trattato  nel  Collo- 
quio^&Dietajo  qualche  altro  partico,ehe  non  folle  coli  dishonoreuole,&  pcri- 
colofo  per  la  Chiefa,conoeeraloftar  il  Concilio  in pendentccon  i  Legati,^ 
Prelati  ociofi. 
iiqiialeper'         Quefta  negotiatione  s'incaminò  con  varie  difficoltà:  perche  l'Imperatore 
ptejfo  .pende  ^j.^  ^-ifoluto  di  non  confentire ,  ne  a  fufpenfione,  ne  a  tranflatione  :  ne,parcndo- 
fti  umlTal    §^^  '■'^^^'^  ^'  ■^"'■^^^  ^^*^  l'apertura  i  non  negarla  airolutamcnte  alcuna  delle  propo- 


|,>APA  Paolo  IH.         LIBROSECONDO.  15^  

!lc  •  ne  haucndo  alerò  partito,  noa  fapciia  che  altro  fare,  le  non  interporre  diHi-  ^  i  ^    io 

coltàallctre  propofte.  Finalmente,  nel  mezoOctobbre trono teniperainento,      xlv. 

che  ilConcilio  ii  apnife  ,  &  trattalle^ìellariformatione  ,  foprafedendo  dalla 

tnlfationc delie  hcrerie,&  de'dogmi,pernon  irritar'  i  Proteftanti.il  Pontefice, 

aiutato  per  lettere  delNonciojfn  toccato  nell'  intimo  del  cuore:vedeaa  chiaro, 

che  quello  era  dare  ia  vittoria  in  mano  a  Luchcrani ,  de  ipogiiare  lui  di  tutta 

l'autoritàjfaccndolo  dependere  da' Colloqui ,  &  Diete  Imperiali,  con  orduiù- 

re  in  quelle  tratrationi  di  religione,  &  vietarle  al  Concilio;  &  indebolirlo,coii 

alienarceli  i  Tuoi  per  via  di  riforma;  &  fortiiicare  i  Luchcrani ,  col  looportare  ,  o 

non  condannare  rherehc  loro.  Et  certitìcaco  in  ic  ftellbjche  grincerellì  iaoi,(3c 

quei  di  Cclarcper  la  contrarietà,  non  poteuano  unirli;  deliberò  tenergli  iiuoi 

fini  occokijCk  operare  come  metteua  conto  alle  cole  Tua:  però  ,  lenza  moftrar 

alcuna difplicenza  dcllarilpoila,  replicò  immediate  al  Caletta,  chcpercom-  H quale  perciò 

piacere  aSuaMaeftà  ,  deliberaua  d'aprir' il  Concilio  lenza  interpofitione  di -^  ?'°^^*^  '^'*' 

tempo ,  commandando,chc  fi  delle  principio  agli  atti  Conciliari  ;  procedendo  ''JJJ^^  '      ""'' 

tutti  con  piena  libertà,  &c  con  debito  modo,&  ordine.  Ilchc  dille  il  Pontefice, 

coli  con  parole  generali,per  non  elprimcriì,  quali  cole  doucirero  cirere  prima,o 

dopo  propoftcÀ:  trattate,  olalciate  in  tutto  :  eifcndo  rifoluto,chc  le  cofe  della 

religione  >  &  de'  dogmi,  folfero  principalmente  trattatcfenza  addurre  altra  ra- 

gione,quandofoirecoftretto  dirne  alcuna.  Te  non  che  il  trattare  della  riforma 

loia,  era  una  cofa  mai  più  ufata,  contraria  alla  riputatione  Tua,  &  del  Concilio. 

Perilche  l'ultimo  d'Ottobbrchauendo  commumcato  il  tutto  co'  Cardinali,  di 

lor  confeglio,&;  parere,  ftabilì,  &  fcriile  anco  a  Trento,  che  il  Concilio  douelTe 

ctlèrc  aperto  per  la  futura  Domenica  ,  (jauiete  dell' AiuientOj  la  qiial  doucua 

clfer  a'  tredici  Dicembre. 

A^riuata  lanuoua,  i  Prelati  moftrarono  grandiffima  allegrezza  ,  vedendo 
d'elfcr  liberati  dalpcricolo,che  gli  pareua  Ibpraftare  di  rimanere  in  Trento  lori- 
gamentc,&:  lenza  onerar  cofaaìcuna;    Ma,  poco  dopo,  tornarono  in  campo  le 
ambiguità:  perche  arriuarono  lettere  d.il  Rè  di  Francia  a'  fuoi  Prelati,che  erano 
tre>didoacr  partire. A' Legati  cioparue  coniimportantiffimaselfendo  come  u-  dom  i  Proiatì 
na  dichiaratione ,  che  la  Francia,  <k  il  Rè,non  approuallero  il  Concilio.  Tenta-  Francefì  fono 
rono  ogiii  prattica,per  impedir  quella  partita.Diceuano  a  tre  Prelati,chc  qucll'  f'J^n»»> 
ordine  era  dato  dal  Rè  m  vn' altro  (lato  di  cole  ,  &  che  bifognaua  alpetraiiie  vn 
altro  nuouo  da  Sua  Maeftà,  poiché  hiiiieircintefo  il  preiente ,  raccordandt)  lo 
fcandalo,  che  ne  farebbe  fucceiro  altrimcute  ficendo;  &^oll■ela,chchaareb- 
bonoriceuuro  le  altre  nationi.     Il  Cardinal  di  Trento  ancora,^  i  Prelati  Spa- 
gauoli,&  Italiani,  protcftauancche non  foircro  lafciati  p'artire  :  perilche,  final- 
mente prcfero  temperamento ,  che  lolo  Monfignore  di  Reaes  partiffe^pcr  dare 
conto  al  Rè,&:^li  altri  doirimaneirero:ilche  quando  fu  fapato  dalRè,fu  anco 
lodato. 

L'ultimo  diNoucmbrejanicinandofiil  tempo  prefiiroairapcrturaifcriilcro  "fi  f" ^'-ip-'siiz 
i  Legati  a  Roma,che  per  conferiiarraurorità  della  Sede  Apoflolica,conueniua,  ^'^f^^^**"' 
Jieir apritlo,leggerc,&  regifttare  vna  Bolla ,  che  lo  commandalTe  :  &  fpcd-irono  p,,^^  ^'*   * 

R    iij 


1^  CONCILia  DI  TRENTO     Papa  Paolo  IH 

indiligenza,accio  potcìre  venir'  atcmpcArriuò  larirpoftacon  la  Bolla  alli  un- 
dici Dicembre: perilchcil giorno fcgucntc, i Legati commandarono  un digiu- 
no,&  proceflìoiie  per  quel  dì,3«:  fecero  una  Congregacione  di  rutti  i  Prelati,do- 
uc  prnna  fu  letta  la  ibpranominata  Bolla ,  Se  poi  trattato  di  tutto  quello  >  che  fi 
haueua  da  fare  il  dì  fcguente  nella  Seffione.  Il  Vefcouo  di  Aftorga,  con  dolcilTi- 
ma maniera,  propofe,  che  folfe  ncceifario  leggere  inCongregationeilBreue 
della  Legacione>&pi"efidenza  ;  accio  folfevno  profeflìone  dell' obedienza,&' 
fbggettione  di  tutti  loro  alla  Sede  Apoftolica.Laquale  richieda  fu  approdata  da 
quali  tutta  laCongrcgatione,  anco  con  inftanza  particolare  di  ciafcuno.  Ma  il 
Legato  Santa  Croce,  conlìderandodouepotcua  la  dimanda  capitare  ,  &cheii 
pubiicar  l'autorità  della  prefìdenza,  farebbe  ftàto  con  pericolo  che  foifc  limita- 
ta,riputaadomeglio,coa  tenerla fecreta,poterlaufare  come  gh  accidenti  com-  ) 
portaiFcrojrifpofc  prontamente ,  Che  nel  Concilio  tutti  erano  uno  folo  corpo. 
Se  che  tanto  farebbe  ftatoneccllario  leggere  le  Bolle  di  ciafcun  Vefcouo»  per 
inoftrarc,  che  egli  era  tale,  &  inftituito  dalla  Sede  Apoftolica  :  che  farebbe  cofa 
longaj&  per  quelli, che  veniranno  alla  giornata,  occuperebbe  tutte  le  Congre- 
gationi:&  con  quello,mife  fine  all'  inftanza,3c  ritenne  la  dcgnità  della  Legacio-  , 
ne,che  confifteua  in  elfere  illimitata. 
c«n  Indulgen-  Venne  finalmente  il  tredici  di  Dicembre ,  quando  in  Roma  il  Papa  publicò  ' 
^y&altrede-  una  Bolla  di  Giubileo,  douenarraua,Hauer'  intimato  il  Concilio,  per  fanarlc 
uotiom,  a  \o-  piaghe  caufate  nella  Chiefa  dagli  empi  heretici.  Perilche  eifortaua  ognuno  ad 
*T*  nt  aiutare  i  Padri  congregati  in  etìò  con  le  lor  preghiere  appreiro  Dio:  ilche  per  far 

più  efficacemente,  ^  fruttuofamente,  douelfcro  confeilarfi,  Se  digiunare  tre  dì, 
&  ne'  medeiimi  interuenire  alle  proceffioni ,  Se  poi  riceuere  il  Santiflimo  Sacra- 
mentojconcedendo  perdono  di  tutti  i  peccati  a  chi  coli  faceife.  Et  riftelfo  gior- 
no in  Trento  i  Legati,con  tutti  i  Preiati,che  erano  in  numero  di  vinticinque, 
in  habito  Pontificale,  accompagnati  da'  Theologi,  dal  Clero,  Se  dal  popolo  fo- 
refl:iero,(Sc:  della  città,  fecero  vnafolenneproccflione  dalla  Chiefa  della  Trini- 
tà alla  Cathedrale  :  doue  gionti ,  il  Monte,  primo  Legato ,  cantò  la  Melfa  dello 
Spirito  Santo,  nellaquale  fu  fatto  un  longo  Sermone  dal  Vefcouo  di  Bitonto, 
,  con  molta  eloquenza:^  quella  finita,fecero  leggere  i  Legati  un'  ammonitione 

nhienegram  de /cripto  moìto  longa:  la  fommadellaquale  era  ,Eirendo  carico  loro,  nel  corfo 
de  LegAti,  del  Concilio ,  ammonire  i  Prelati  in  ogni  occorrenza,  era  giufto  dar  principio 
in  quella  prima  Sc(Iione:intendendo  però  di  far  tanto  quell'  ammonitioncqua- 
to  tutte  le  altre,afe  ftcfli  ancora,  come  dell' ifteifa  condicionc  con  loro.  Cheil^ 
Concilio  era  congregato  per  tre  cau(e,per  eftirpatione  dell'  herciìa,reftitutione 
della  difciplina  Eccleiiaftica,  Se rccupcratione della  pace.  Per  eircguire  le  quali 
,  cofe,prima  conueniua  hauer'  un  vero  Se  intimo  icnCo  d  clfere  flati  cauià  di  tutte 
tre  quelle  calamità.Deir  here{ie,non,per  hauerle  fufciratc:nàa,non  hauendo  fat- 
to il  debito  in  feminare  buona  dottrina,^ {radicare  la  zizania.  De' corrotti  co- 
ftumi,non  elTer  bifogno  far  mentione ,  elfendo  manifefta  cofa,  che  il  Clero,  6c  i 
Paftori  foli  erano,&:  i  corrotti.  Se  i  corruttori.  Per  lequali  caufe  anco  Iddio  ha- 
ilcua mandato h terza piagajche era  laguerra,cofi  efterna  de' Turchi,  come  ci- 

uile 


PapaPaomjIII.  li  BPvO  secondo.  155 

Lille  tta  i  Chriftiani.Che  fcnza  quella  intema,&:  vera  uccognitionc,  in  vano  cn- 
traiiauo  in  Concilio,  in  vano  haiuebbono  inuocato  lo  Santo  Spirito.  Etrcr  gia- 
llo il  (riudicio  di  Dio  »  che  gli  caftigaua  li  fattamente,  però  con  pena  minor  del 
merito.  Feniche  clFortanano  ognuno  a  conofccre  i  Tuoi  filili,  a  mitigar  l'ira  di 
Dio;  replicando,  che  non  l'arebbc  venuto  lo  Spirito  Santo  da  loro  inuocato  ,  (e 
ricuiailcro  udire  i  propri}  peccati-^&  ad  clltmpio  di  Ei'dra,Nchcmia,(!<<:Daniclc, 
confeilàrgliiiSc aggiongeiido , ellergran benctìcio  diuino  roccafìonc di  princi- 
piareil  Concilio,per  reftaurare  ogni  cola.  Et  le  ben  non  mancheranno  oppu- 
gnatori,  nondimeno  elìci'  loro  carico  operare  con  coftanza,  &  come  giudici 
iTuardarfi  dagli  aftcttiy&attcndcrc  alla  fola  gloria  diuina,doucndo  far  quc  fto  uf- 
ficio inanziÌ>io,  gli  AnsclÌ5&  tutta  la  Chicla.  Ammonirono  infine  iVelcoui 
mandati  da'  Prencipi  aiar'  il  Icruitio  de'  lor  Signori,  con  fede,^>:  diligenza  ;  pre- 
ponendo però  la  riuerenzadiuina  ad  ogni  altra  cofa.Dopo  que{la,fu  letta  laBol-  ^  ^«"«''«  ^^^'f 
la  del  intiraationc  del  Concilio  del  m.d.xlii.  (Se  un  Breue  della  iìraplice  depu-  ^ 
catione  de'  Legati,con  la  Bolla  dell'  apertura  del  Concilio  letta  in  Congrcgatio- 
iie.Et  immediate  fi  fece  inanzi  Alfonlo  ZorillarSecretario  di  Don  Diego ,  &  ri- 
produlFe  il  mandato  dell'  Imperatore,già  prelentato  a'  Legati,aggiongendo  una 
lettera  di  Don  Diego>nellaqualc  fcufaua  ralTentialua  per  indirpolitionc.Da'Le- 
gati  fu  rifpofto,quanto  all'  eicufatione,Che  era  ben  degna  d'ellere  admelEarqua- 
to  al  mandato,  dilfero ,  Che,fe  ben  poteuano  infifterc  nella  rifpofta  fatta  al  fo- 
pradetto  tempo ,  nondimeno  gli  piaceua,  per  maggior  riuerenza,  riceuerlo  di 
miouo,&:  elPaminarlojdouendo  poi  darne  rifpofta. 

Lequali  cote  fatte  fecondo  il  rito  del  ceremoniale  Romano  >.s'inginocchia- e /'«^^«j»*^,^ 
rono  tutti  a  far  l'oratione  con  voce  fommeira,accoftumata  in  tutte  leS€{Iìonij&.  cmmonies 
poi  h.^v^\icZiAdfurnHi  Domine  Sanale  S^iritmx&c,c\\t  il  Prefìdente  dice  ad  al- 
ta voce  i\\  nome  di  tutti:&:,cantate  leLetanie,dal  Diacono  fu  letto  l'Euangelio» 
Stpeccauertt  tn  tefrater  tiM-i.-Sc  finalmente  cantato  ì'HinnorFem  creator  Spiri tfu,. 
ik  fentati  tutti  a'  propri  luoghi,il  Cardinal  del  Monte,con  la  propria  voce,pro-  lettura  deln^ 
nuntiò  il  Dccretcbper  parole  interrogatiuc,leggendo,Se  piaceua  a'  Padri,a  lau-  ^y^to  della pri- 
de  di  Dio ,  eftirpatione  dell'  herclìe,  riformatione  del  Clero,  &  popolojdepref-  ^'*  Seffio»^^ 
fione  degli  inimici  del  nome  ChriftianoydeteEminare,&  dichiarare,che  il  iacro^  ^"^orm  ali  *- 
Tridcntino,&;  general  Concilio  incommiciairc,&  folle  incomminciato  :  al  che  coJcWo;. 
tutti  rilpofero5prima  1  Lcgati,poi  i  Velcoui,&  altri  Padri,per  la  parola ,  Tlacet.. 
Soggionle  poi ,  Se,  attefi  gli  impedimenti,che  doueuano  portar  le  fede  dell' an- 
no vecchio,  &  nuouo,glipiaceua,chela  fcguentc  Scinone  lì  faceife  a' fette  di 
Gcnnaro:&  rifpofero  parime.ntcche  gli  piaceua  .Il  che  fatcojHcrcolc  Seucrolo,, 
Promoter  del  concilio ,,  fece  inftanza  a  notarij,  che  del  tutto  facclfero  inftro- 
mento.Si Q3inx.oXV\innOiTeDewn  laudarnw.Sc  i  Padri, Spogliati  glrhabiti  Pon- 
tificalijtScveftitii communi,  accompagnarono  i  Legati, precedendo  inanzi  lo- 
ro la  croce.  Lequaliceremonieeirendoftateulatc  nelle  leguenti  Seflloniiìmil- 
mcntcnonfireplicaranno  più. 

Stauano  la  Germania,  3c  Italia,in  gran  curiofità  d'intendere  le  prime  attioni' 
di  quefto  cófeflbjcon  tante  difficoltà  principiato:  &  i  Prelati,  ^  ilor  famigliarij,. 


Sitonto 


1 

^136  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  paolo  HI, 

ci3   13    che  fu-icroiuiiano  iiiTrcntOsincaLicat!  dagli  amici  d'auifanicgli.  Perilchciiri- 
XLV.        mcciiatc  dopo  la  SclTionejfu  mandato  per  cucco  copia  dell' air.monicioncde'Le- 
cracij^  dell' ouacionc del  Bicoiitodcqiiali  fticonoanco  prcfto  pofte  in  (lampa. 
Dellequali  pcinaiTaccio >chc  folle dectocommiincmcnce ,  è  neccirario  prima 
ScKìmarlo  dd  u'wuMc  111  fommario  il  coiiceiiuco  dell'  oracionc.    Quella  hebbe  principio  dal 
Sarmom  del    i-noUrarc  la  necelficà  del  Concilio,per  cller  pallati  cenco  anni  >  dopo  la  celebra- 
rioncdelFioiciitino:  &c  perche  le  cofe  ardue,  &c  difficili, alla  Chiefa  rpectanti, 
non  fi  poilono  ben  traccare,rc  non  in  quello.  Perche  ne'  Concili)  lono  itati  facci 
i  Simboli ,  dannate  l'herclìe  ,  emendati i  coftumijvnitelenationi  Chriftiane, 
mandato  i^cnre  air  acquifto  di  terra  Santa,depo{liRcs&  Imperatori,oc  eftirpaci 
fcifmi.  Ec  che  perciò  1  Poeti  introducono  i  Concili)  de' Dei.    Ec|Moiieicriue 
che  lìirono  voci  conciliari,il  Decreto  di  far  rhuorao,&  di  confondere  le  lingue 
de'  Gio-anti.     Che  la  religione  ha  tre  capi.  Dottrina  ,Sacramcnti,&  Carità:che 
tuùti  tre  chiamano  Concilio:  Narrò  le  corruttele  entrate  in  tutti  quefti  tre:  per 
reilituire  iquali,il  Papa,colfauorc  dell'  lmperatorc,de'RèdiFrancia,dc'Ronm- 
ni,  &  di  Portogallo  ,&  di  tutti  i  Principi  Chriftiani,  ha  ridotta  la  Sinodo,  & 
mandato  i  Legati.Fece  digreffionc  longhifiima  in  lode  del  Papa  :  una  altrapoco 
più  brcue,in  commendatione  dell'  Imperatore:  lodò  poi  i  tre  Legati»  traendo  le 
commendationidal  nome,  &  cognome  di  ciafcuno  d'eflì  :  foggionfcchcelTen-- 
do  il  Concilio  congregato,tutti  doueuano  adunarli  a  quello ,  come  al  Canal  di 
Troia.Inuitò  1  bofchi  di  Trento  a  rillionar  per  tutto'l  mondo,che  tutti  il  fotto- 
mettinoaquelConcilio:il  che  fcnon  faranno,!!  dirà  con  ragione.  Che  la  luce 
del  Papa  è  venuta  al  mondo,&:gli  huomini  hanno  amato  più  le  tenebre,  che  la 
luce.Si  doire,che  l'Imperatore  nófoileprefentco  almeno D.Diego,chc  lo  rap- 
prefentaua.Sicongratulò  col  Cardinal  iviadruccio,che  nella  Tua  città  il  Papa 
haueire  congregato  i  Padri  dirpcrlì,&;  erranti.    Si  voltò  a'  Prelati ,  &  diifc.  Che, 
aprire  le  porte  del  Concilio ,  è  aprire  quelle  del  Paradifo  ,  di  donde  debbia  di- 
~      fcendere  l'acqua  viua  per  empire  la  terra  della  fcienza  del  SignorcElforcò  i  Pa- 
dri ad  emendarli,&  aprire  il  cuore  come  terra  arida  per  riceuerla.  Soggiongcn- 
dojche  fcnon  lo  faranno, lo  Spirito  Tanto  nondimeno  aprirà  loro  labocca,  co- 
me quella  di  Caiphas,  «Sedi  Balaam  ;  accio  fallando  il  Concilio,  non  falli  la 
Chiela  l'anta  ;  reftando  però  le  menti  loro  ripiene  di  Ipirito  cattiuo.  Gli  cflbr- 
tòadeponcrc  tutti  gli  aifetti,per  poter  degnamente  dire  ,  E  parfo  allo  Spirito 
Santo,  &  a  noi.     Inulto  la  Grecia,  Francia,Spagna,  &  Italiaj  &  tutte  le  nationi 
Chnftiane,alle  nozze.  Infine  ii  voltò  a  Chrifto,  pregandolo,per  rinterceffione 
di  S.Vis7ÌHo,Tutelar  della  valle  di  Trento,adalTiftere  a  quel  Concilio. 
.  .  y  ■■         L'ammonitionc  de' Legati  fu-iHmatapiajChriilianaj&modcfta,^  degna  de' 
f/ mondo  fo-  Cardinali  :  mail  Serir.one  del  Velcouo  fu  giudicato  molto  ditferente:  la  vanità, 
predetta  am-  Sc  oftentationc  d'elocjuentia  era  notata  da  cacti  :  ma  le  pcrfone  intelligenti 
tnoniiione  ,  e  comparauano,come  icntentiaianta  ad  una  empia,  quelle  ingenue  (Scvmlli me 
fermsrti'         parole  de'  Leo;ati,che,fenza  una  buona  recognitione  intcma,inuano  s'inuoca- 
rebbe  lo  Spirito  Santo  ;  col  detto  del  Veicouo  tutto  contrario ,  che,fenza  di 
quella,anco  farebbe  dalloSpirito  Santo  aperta  la  bocca>reftando  il  cuore  pieno 

di 


Papa  Paolo  m.         LIBRO    SECONDO.  137 

I  di  Cpinto  cattino.  Era  /limata  arrogantial'  affiimaie,  che, cri-an<io  qucipociiz    ci3  la 
'  Prelati,la  Chiefa  tutta  douefle  fallare:quafì  che  altri  Concili)  di  fetteccnto  Vef-      xl  v. 
!  coni  non  habbiano  errato  ,  ricufando  la  Chiefa  di  riceuere  la  loro  dottrina. 
A<7giongeuano  altrijQnefto  non  elfer  conforme  alla  dottrina  de'  Pontifici  j,chc 
non  concedono  infallibilità ,  fé  non  al  Papa^&i  al  Concilio  per  virtù  della  con- 
ferma Papale.Ma  Thauerc  comparato  il  Concilio  al  canal  di  Troia ,  che  fu  ma- 
china in/idiofa,era  notato  d'imprudenza,&  riprefo  d'irreuerenza.L'haucr  ritor- 
to le  parole  della  Scrittura,CheChrifto,e  la  dottrina  fuajuce  del  Padrè,è  venu- 
to al  mondo,  &  gli  huomini  hanno  preferito  le  tenebre  alla  luccjfacendo  che  il 
Conciho,o  fua  dottrina,fìa  luce  del  Papa  apparfa  al  mondo-,che  fé  non  folferi- 
ceuuta,  fi  douelfe  ditegli  huomini  hanno  amato  piuletenebre,chelalucc3era 
ftimataunabiaftema,&  fi  defideraua  al  mcno,non  foifero  prefe  le  parole  formali 
della  diuina  Scrittura,pcr  non  moftrare  cofi  apertamente  di  vilipenderla. 

Ma  in  TrentOjfatta  l'apertura,  non  fapeuano  ancora,ne  i  Prelati,ne  i  Legati  *  Legati cfiU- 
medefimi ,  che  cofa  fi  douefiè  trattatene  che  modo  Ci  doueife  feruare.Perilche,  ^°»o  auttifoda 
dando  conto  delle  cofe  fatte  inanzi,&  in  qaella,fcriirero  i  Legati  a  Roma  una  ^"'"^  '"^V^^ 
lettera  degna  d'elfer  rapportata  in  tutte  le  fue  parti.  Prima,diceuano  hauere  fta-  *  ""*  "  '^"^''^ 
tuitola  feguenteSeflìonc  al  giorno  dopo  l'Epifania;  come  termine  da  no  poter 
clfere  talTatcne  difouerchiaprolongatione,  ne  di  troppa  breuità:accioche  fra 
tanto  poteflero  eifere  auifati  come  doneranno  gouernarfi  nelle  altre  Seflìoni: 
foprachc  defiderano  hauer  lume  :&,  perche  potrebbono  eflère  interpellati  ad 
ogni  hora  di  diuerfe  cofe,lequali  non  haueffero  fpacio  d'auifare ,  &  afpettare  rif- 
pofta,ricercauano,che  fé  gli  mandalfe  una  inftruttione  più  particolare  che  folle 
poflìbile:che  fopra  tutto  defiderauano  eifere  auuertiti,quanto  al  modo,&  forma 
di  procedere ,  Se  di  proporre,  &c  rifoluere,&  quanto  alle  materie  da  trattare:di- 
mandarono  {pccialmente,fe  le  caufe  dell'  herefie  hauranno  da  eflere  le  prime;  3c 
fé  fi  hauranno  da  trattare  generalmente ,  o  in  particolare!,  dannando  la  falfa 
dottrina;o  le  perfone  degli  heretici  famofiprincipali;o  l'unOiSc  l'altro  infieme: 
fé ,  proponendofi  da'  Prelati  qualche  articolo  di  riforma ,  allaquale  pare  che 
ognuno  mirijfi  douerà  trattarne  infieme  con  l'Articolo  della  religione,o  prima» 
0  dopo:  fé  il  Concilio  ha  da  intimare  apopoli,&nationi,il  fuoprincipio,inui- 
tando  i  Prelati ,  5c  Prencipi,&  elfortando  i  fedeli  a  predar  Dio  per  il  buon  pro- 
grelfo  ;o  fé  Sua  Santità  vorrà  farlo  eifa.  Se  occorrerà  Icriuere  qualche  lettera 
mifiìua ,  o  refponfiua,  che  forma  s'haurà  da  ufare,&  che  figillo:fimilmente,chc 
forma  s'haurà  da  ufare  nella  eftcnfione  de'  Decreti:fe  doneranno  moftrare  di  fa- 
pere,o  diflìmulare  il  Colloquio,^  Dieta,che  fi  faranno  in  Germania:  fé  nel  pro- 
cedere doneranno  andare  tardi,  oprefto,cofi  nel  determinare  le  Seflìoni,corae 
nel  proponere  le  materie,  Auifarono  eifer  penfiero  d'alcuni  Prelati,che  fi  proce- 
da per  Natione;ilqnal  modo  efll  tcneuano  per  feditiofo,che  haurebbe  fatto  am- 
mutinare infieme  quelli  di  ciafcnna;  3c  che  il  maggior  numero  degl'Italiani, 
che  fono  i  più  fedeli  alla  ScdeApoftolica,non  haurebbe  'giouato,quando  il  voto 
di  tutti  inheme  folfe  ftato  d'ugual  valore  a  quello  di  pochi  Fracefi,o  Spagnnoli, 
0  Thedefchi.  Auifarono  anccche  fi  penctraua,altri  hauer  dilfegnato  di  dii'puta- 

Vi.^  S 


138  CONCILIO  DI  TRENTO      Papa  paolo  III. 

ci3  13  re  della poteftà del  Concilio,& del  Papa:  cofapericolofaperfarnafcereunfcif- 
XLV.  marra  iCacholici  mede/imi  :&  che  nella  Congrcgatione  de' dodici  {lvide,che 
tutti  i  Prelati  vnitamente  petilftcuano  in  volere  veder  il  mandato  della  lor  fa- 
coltà: ilche  con  molta  arte  gli  era  bifognato  fuggire  di  moftrare,non  fapendo 
ancorajcomc  li  doueua  intendere  la  lor  preiìdenza,ik  quanto  la  Santità  fua  diflfe- 
gnalTe  di  farla  valere.  Dimandauano  ancora  >  che  follerò  ordinate  lecaualcatc 
per  tutta  la  via,accioche  poteflero  ogni  giorno  ,  Se  ogni  bora  >  fecondo  le 
occorrenze,  màdarc,&  riceuere  auifuricercauano  qualche  ordine  circa  la  prece-' 
dentia  degli  Oratori  de'Prcncipij&prouifionedi  danari:poiche  damila  feudi' 
mandatigli  qualche  giorno  inanzi,  erano  {pefi  nelle  prouifioni-de'  Vefcoui 
poueri. 
td  Intanto  Inftauano  i  Prelati,che  fi  delfe  principio  all'  opcra:pcrilche  i  Legati,per  dar-* 

trAttengono  i  gli  qualche  fodisfattione ,  de  per  moftrar  di  non  ftar  in  ocio,a'  diciotto  fecero 
VrtUtim  coje  ^^y■^^  Congregationejdoue  però  non  fu  propofto  altro,che  il  modo  del  viuere»  & 
^ii^^^h  conuerfare ,  Se  di  tener  le  famiglie  in  ufficio:&  molte  cofe  furono  dette  contra 
l'ufo  introdottojmaflìme  in  Roma,di  portare  l'habito  di  Prelato  nella  ceremo- 
nia  folamente,  &  del  rimanete  veftire  da  fecolare:riprefe  ugualmétc  le  vefti  fon- 
tuofccome  le  abiette,  .?c  fordide:deir  età  ancora  della  feruitù  fu  detto  moltoe 
ma  il  tutto  rimellb  ad  effere  rifoluto  in  unaaltra  Congregatione,laqual  fi  tenne 
a'ventidue:&:fi  confumò  tutta  in  ragionamenti  di  fimili  ceremonie>con  conclu-  ; 
iìone,ChecraneceiIària  principalmente  una  buona  riformatione  nell'  animo: 
perche,  hauendo  per  mira  il  decoro  al  grado conueniente,5i  l'edificatione del 
popolo,ciafcuno  vedrà  che  rimediare  in  le,&  nella  famiglia  fua. 
eH  Papa  ri-  Ma  il  Papa,riceuuto  l'auifo  dell'  apertura  del  ConcilÌG,deputò  una  Cogrega- 
(pondtlm»  tione  di  Cardinali>&:  Curiali,per  fopraintendere>&  confegliare  le  cofe  di  Tren- 
to. Con  quelli  confultando,  rifolfe  le  cofe  non  elfere  ancora  in  ftato>che  lì  po- 
teirevederchiaro,che  materie  trattare,&;  con  che  ordine:fece  rifponderea'  Le- 
gati,che  non  conueniua  alla  Sinodo  inuitare  ne  Prencipi,ne  Prelati:meno  inui- 
tare  alcuno  ad  aiutargli  con  le  orationi:perche  quefto  era  fatto  da  lui  fufficien- 
temente  con  la  Bolla  del  Giubileo,&:  quello  con  le  lettere  della  conuocatione: 
che  parimente  non  era  da  penfare,che  la  Sinodo  fcriueife  ad  alcuno>potendo  ' 
fupplire  eflì  Legati  con  lettere  proprie  loro,  fcritte  per  nome  commune.  Per 
quello  che  tocca  la  eftenfione  de'  decreti ,  doueifero  intitolare>La  Sacrofanta 
Ecumenica,(S<:  General  Sinodo  Tridentina>pf  efedendo  i-  Legati  Apoftolici.Ma»  i 
quanto  alla  forma  del  dar'  i  voti>eirere  ottime  le  ragioni  loro,di  non  introdurre 
di  farlo  per  nationi:&:  tanto  piu,quanto  quel  modo  non  fu  mai  ufato  dall'  anti- 
chità; ma  introdotto  dal  Conftantienfe,  Se  feguito  dal  Bafìleenfcche  non  Ci  de- 
uouo  imitare:ma,e{rendo  il  modo  ufato  nell'  ultimo  Lateranenfe  ottimOiS*:  de- 
centifTimojfeguiirero  quello:potendoanco,con  queireirempiorecente,&  ben 
riufcitojferrar  la  bocca  a  chi  ne  proponelfe  altro^Et  per  quello  che  tocca  la  con- 
dannadegli  heretici>&  le  materie  da  trattarci  dell'  altre  cofe  da  loro  richieftei 
che  opportunamente  gli  farebbe  dato  ordine:tra  tanto>fecondo  il  coftume  de- 
gli altri  Concili)  »  Ci  tractenelfero  nelle  cofe  preambule>  che  lapreiìdenza  loro 

folfc 


Papa  Paolo  III.  LIBRO    SECONDO.  135» 

foire  mantenuta  con  quel  decoro,che  connicnc  a.'  Legati  deiia  Sede  Apoftoiica:  e  1 3  1 3 
procurandojinilcme  col  decoro>dar  anco  fodisfattionc  a  tutti:ma  fopra  ogni  co-  xl v. 
la  ufando  diligcnza,che  i  Prelati  non  ufciirero  de'  termini  della  honcfta  libcrtàr 
&riuerenzaverlo  la  Sede  Apoftolica.Era  cofapiu  urgente  l'aiutare  i  Prclati,che 
poreirero  fare  le  Tpcfeiper  quello  mandò  un  Breue^nclquale  eilentaua  dalle  deci- 
me tutti  i  Prelati  del  Concilio,  &  gli  concedeua  la  participatione  di  tutti  i 
frutti, &  emolumenti  in  aifcntia,  tanto,quanto  fé  follerò  ftati  picfcntinnandò 
i  ancora  dumìla  feudi  per  fouuenirc  i  Vefcoui  indigentii ordinando, che  (i  fa- 
ccllè  fenza  haucr  rifpetto  che  ciò  folfe  publicato  ;  poiché  ,  rifaputofì  an- 
cora, non  poteua  elTere  interpretato, fé  non  ufficio  amoreuole  d'un  Capo  del 
Concilio. 

Quello  luogo  ricerca,  per  le  cofe  dette,  &  che  fi  diranno  in  varie  occafioni  Dlfcorfo  delie 
circa  il  modo  di  dire  i  pareri  in  Concilio,chiamato,Dire  li  votijche  lì  dica  come  diunfcmama- 
anticamente  lì  faceua,  &l  come  s'è  peruenuto  all'ufato  in  quelli  tempi.L'adu-  ^^  '  ^  "^f'  '■'' 
nanza  di  tutta  una  Chiela,per  trattare  in  nome  di  Dio  le  occorrenze ,  perla  dot-  ^^g  ,•„  ^./j^.- 
trina ,  &r  difciplina,è  cola  utiliirima,ulatada' Santi  Apolloli  ncU'  clcttione  di 
Matthia,  &  degli  fette  Diaconi:&  a  quello  fono  aitai  fimili  i  Concili)  Diocefa- 
ni:ma  del  conuenire  perfone  Chrillianc  da  più  luoghi,&:lontani,per  trattare 
infiemcvi  è  il  celebre  eitèmpio  degli  Atti  Apollolici,quando  Paolo,&:Barna- 
ba,con  altri  di  Soria,conuennero  inGierufalem  con  gli  Apolloli,  oc  altri  difce- 
poli,  che  quiuifiritrouaronOifopralaquellione  dell'  olferuantia  della  legge:& 
le  ben  fi  potrebbe  dircche  folte  ftato  un  ricorfo  delle  Chiefe  de'Gentilinuoue, 
ad  una  vecchia  matrice,di  onde  la  fede  era  a  loro  deriuata:ilche  per  logo  tempo 
fu  ufato  in  quei  primi  fecoli ,  &c  da  Ireneo,  &:  daTertulliano,fpeiro  li  comme- 
mora }  &  la  lettera  fia  fcritta  da'  foli  Apolloli,Vecchi,&  Fratelli  Gierofolimita- 
ni: nondimeno,  hauendo  parlato  non  folo  ellì,ma  ancora Paolo,& Barnabajlì 
può  con  ragione  chiamar  Concilio,  con  elfempio  delquale  i  Vcfcoui,che  fuc- 
celtero  dopo,tenendo  che  tutte  le  Chiefe  Chrilliane  follerò  una,&:  che  i  Vcfco- 
uati  tutti  folfero  parimente  un  folo, coli  formato,  delquale ciafcun ne tcncllè 
una  parte,non  come  propria,aia  lì  che  tutti  doueitero  reggere  tutto;occupando- 
lìperò  ciafcuno  più  in  quella,che  gli  erafpecialmentc  raccommandata,come  S. 
Cipriano  nell'  aureo  libretto  dell'  unità  della  Chiefa  piamente  dimollra:occor- 
rendo  bifogno  di  qual  lì  voglia  particolar  Chiefa,con  tutto,  che  alcune  volte  le 
perfecutioni  ardelìero ,  lì  congregauano  inlìcme  quelli,che  poteuancper  ordi- 
nare in  commune  la  prouilìonemellequali  adunanze  prefedendo  Chrifto,&  lo 
Spirito  fanto,ne  hauendo  luogo  gli  affetti  huniani,ma  la  carità,fenza  cercmo- 
nie,ne  formule  prefcrittc,confegliauano,&;  rifolueuano  quanto  occorreua.Ma, 
dopo  qualche  progreilo  di  tempo,  con  la  carità  mefchiatilì gli  affetti  humani, 
elfcndo  necclfario  regolargli  con  qualche  ordine,il  principale  tra  i  cógrcgaci  in 
Concilio,operdottrina,o  per  grandezza  della  Città,o  della  Chicfa,o  per  qual- 
che altro  rilpetto  d'eminenza,pigliaua  carico  di  proponere,&  guidare  l'attionc, 
oc  raccogliere  i  pareri.  Ma ,  dopo  che  piacque  a  Dio  dar  pace  a'  fedeli, C<c  che  i 
Prencipi  Ronfani  riceuectero  la  fanta  fede» occorrendo  più  fpelfo  diiiìcokà 

S     ij 


CI3    I3 


140  CONCILIO  DI  TRENTO       PapaPaoloIII. 

nella  clottrinaj&:  difci^linajlcquali  a-nccpei:  l'ambitionco  altri  affetti  cattiui  di 
SLYi.  quei ,  che  haueuanolcguito,&crcdito,turbauano  la  (Quiete  publicajhebbc  ori- 
gine una  altra  forte  di  adunanze  Epifc opali  congregate  da  Prencipi,  o  Prefetti 
lorojpcr  trouar  rimedio  alle  turbe.In  queftcl'attione  era  guidata  da  quei  Prenci- 
pi  ,  o  Magiftrati,  cheglicongrcgauaiio,interuenendo  cTìi  nelle  attioni,propo- 
ncndo ,  guidando  la  trattatione ,  &c  decretando  per  interlocutorie  le  differenze 
occorrenti, rcftando  al  commun  parere  del  Conlelfo  la  delìnitione  del  capa 
principale  >  perche  era  congregata  l'adunanza.  Quefta  forma  apparifce  nelli 
Concilij,dc'  quali  gli  atti  reftano.  Si  può  portar  per  elfempio  il  Colloquio  de* 
Catholici,  Se  Donatifti,inanzi  Marcellino,&  altri  molti.Ma,per parlar  lolo  de* 
Concili]  Generali,  quefto  fi  vede  nel  Concilio  Ephelmoprimo,inanziCandi- 
diano  Conte,  mandato  per  prefedere  dall'  Imperatorc:&  più  chiaramente  nel 
Calcedonéfe  Generale  inanzi  Martiano,&  i  giudici  da  lui  deputatitnel  Cóftan- 
tinopolitano  diTrullo>inanzi  Conftantino  PogonatOjdoue  ilPrencipe,e  ma- 
giftrato ,  prefedendo  commanda,  che  cofa  fi  debbia  trattare,che  ordine  tenere> 
chi  debbiaparlare,chi  tacere:»Sc  nafcendo  differenza  in  quefte  cofe,le  decide,&: 
accommoda:&;  ne^li  altri  Generali,de*  quali  gli  atti  non  reftano,  come  del  pri- 
mo Niceno,&  del  fecondo  Conflantinopolitano,atteftano  gli  hiftorici  di  quei 
tempijche  l'iflcifo  fecero  Conftantino,&;  Theodofio.ln  queiti  fteflì  tempi  non 
s'intermifero  però  quelli  altri ,  quando  li  fteffi  Vefc oui  da  loro  medefimi  s'adu- 
nauano ,  de  l'attionc  era  guidata,comc  s'è  detto,da  uno  di  loro,&;  la  rifolutione 
prefa  fecondo  il  commun  parereXa  materia  trattata  alle  volte  eradibreuerifo- 
Ìutione,fi  che  in  un  confeiio  Ci  efpediua:alle  volte,per  ladifficoltà,o  moltiplicir 
tà ,  haueua  bifogno  di  reiterarfi,onde  vendono  le  molte  Selfioni  nel  medefimo 
Cocilio.  Nilfuna  era  di  ceremonia,ncper  k)lopublicar  cofe  digefte  già  altroucr 
ma  per  intendere  il  parere  di  ciafcuno.  Erano  chiamati  atti  del  Concilio  i  col- 
loqui) 5  le  difcuflioni ,  le  difpute,  &  tutto  quello  che  Ci  faceua,o  diceua.Enuoua 
openione,&  pratticatapoche  voltc>le  ben  in.  Trento  è  ftabilita,che  i  foli  decre- 
ti fiano  atti  del  Concilio,  &c  foli  debbiano  effcr  dati  in  luce:  che  negli  antichi 
tutto  fi  daua  a  tutti. Interueniuano  Notarij,p?r  raccogliere  i  voti  ;  iquali  quan- 
do un  Vefc ouo  parlaua  non  contradicendo  alcuno, non  fcriucuano  il  nome 
proprio  di  quello, ma ufauano  fcriuere  cofi,La  fanta  Sinodo dilfe.Et  quando 
moki  diceuano  rifteifo,fi  fcriueua,!  Vefcoui  efclamaroncbouero  affermarono* 
Et  le  cofe  cofi  dette  erano prefe  per  definitioni.Sc  parlauano  in  contrario  fenfo> 
erano  notate  le  contrarie  openioni,&  i  nomi  degli  autori:&:  i  giudici,  o  prefi- 
denti, de  cideuano.  Auueniuafenzadubio  qualche  impertinenza  alle  volte>per 
l'imperfettione  d'alcuno  :  malacarità,  che  ifcufa  i  difetti  del  fratello,la ricopri- 
ua.Interueniuanumero  maggiore  della  prouincia,doiie  il  Concilio  Ci  teneua,& 
delle  vicine:  ma  fenza  emulatione,  defiderando  ognuno  più  d'ubedire>che di 
prefcriuere  legge  ad  altri.Separato  l'Occidentale  dall'  Orientale  Impericreftò 
nondimeno  qualche  vcftigio  anco  in  Occidente  di  quei  Concilij,chc  daprinci- 
pio  erano  congrcgati:&  fé  ne  vedono  molti  fotta  la  pofterità  di  CarloMagno  in 
Fxancia>&  Germania:^  fattoi  Rè  Gotthi  in  Spagna  non  poco  numero.In  fìne> 

efclu- 


APA  Paolo  III.         L  I  B  R  O   S  E  C  O  ND  O.  141 

fclufi affatto  i  Prencipi d'intromcttcrfi nelle cofe Ecclcfiaftichcdi quefta forte  e i o  io 
i  Concilio  fi  perfe  Tulo ,  &l  reftò  quella  fola ,  che  da  mcdefimi  Ecclelìaftici  è  xl  vi» 
onuocatailaquale  anco  fu  quali  che  tirata  tutta  nel  folo  Pontefice  Romano,col 
nandar fuoi  Legati  a prefedcrc>douunque intendeua  chef!  trattalTedi  far  Con- 
;ilio  :  &  dopo  qualche  tempo  attribuì  anco  a  fé  quella  facoltà>chc  da'  Prencipi 
domani  fu  ufata  di  conuocar  Concilio  di  tutto  rimj3erio,&prefederui,ciren- 
io  prefente  j  &,  non  eirendo,mandarui  chi  per  nome  ilio  prefedetre,&  guidaife 
ì.  artione.Ma  ne'  Prelati  ridottijiella  Sinodo,leuato  il  timore  del  Prencipe  mon- 
iano ,  che  gli  conteneua  in  ufficio,  fi  come  i  rifpetti  mondanijcaufe  di  tutti  gli 
nconuenienti>crefceuanoinimmenfo,ilchemoltiplicaualeindecenze:fìdiede 
jrincipio  a  digerircSc  ordinare  le  materie  in  lecreto  &c  priuato,per  poter  ferua- 
e  nel  publico  confelfo  il  decoro  :  poi  quefto  fu  prefo  per  fonna:  &  nacquero 
lelli  Concilijjoltre  le  SeiTioniJe  Congregarioni  d'alcuni  deputati  ad  ordinar  le 
naterie,lequali  daprincipio,quando  erano  moltiplicijfì  ripartiuanoj  alfegnan- 
io  aciafcuna  la  propria  Congregatione:ne  baftando  ancora  queftoja  rimouere 
urte  le  indecenze  >  perche  gli  altri,  non  interuenuti,hauendo  gì' intereilìdiffe- 
enti,  moueuano  difficoltà  inpublico5oItrelaCongregationeparticolare,s'in- 
rodulfe  la  generale  inanzi  la  Seilìonejdoue  tutti  interueniirerojaqual  chi  rif- 
juarda  il  rito  antico  yclfa  veramente  èl'attioneConciliarejpercheiaSeflìone», 
indando  a  cofa  fatta  >  refta  pura  ceremonia.,  Poco  più  d'un  fecolo  è  pa{^ato^ 
)OÌche  gli  intereflì  fecero  nafcere  tra  i  Vefcoui  di  diuerfe  nationi  qualche 
rompetenza  :  onde  le  lontane,che  di  poco  numero  erano>non  volendo  loppor- 
ar  d'eifere  iuperate  dalle  vicine  numerofe,per  pareggiarle  tra loro,fu  necelmria 
:he  ciafcunafì  congregafTe  da  (e,Sc  per  numero  de' voti  faceirekfua  delibera^ 
ione;&;  l'uniuerfale  definitioncfolTe  ftabilita,non  per  voti  de'fingolarisma  per 
pluralità  de'  voti  delle  nationi.  Coi!  fu  feruatone'  Concili)  di  CoftanzajiSc  Ba- 
ilea  ;  ilche  come  è  ufo  molto  proprio  doue  Ci  gouerna  in  libertà >quale  era. 
ìiriìora,  quando  il  mondo  era  lenza  Papaj  e  olì  poco  farebbe  ftato  appropriato^ 
in  Trento,  doue  11  ricercaua  Concilio  loggetto al Pontefice.Et  quefta  fu  larar 
^ioncperche  i'Legati  inTrento,&  la  Corte  a  Roma,faceuano  cofi  gran  capitale 
della formadi procedere,&  della qualità,(5c autorità  della prelldenza. 

Imperò  gionta la  rifpofta  da  Roma,chiamarono  la  Congregatione  ii'cinque  ^Pirtlattàei 
Gennaro  ivi.D.xLVi.nellaquale,dopahauer'il  Monte  falutati,&benedetti tutti  ^"""^foefem 
da  parte  del  Pontefice,fece  leggere  il  Brcue  ludetto  dell'  eirentione  delle  dee  ime.  "J^^f      v^f * 
I  Legati  tutti  tre  fecero  coinè  tre  encomi] ,  l'uno  dopo  l'altro  ,moftrando  la  cattfj  tilfhJn^ 
buona  volontà  del  Pontefice  verfo  le  perlone  de'  Padri.  Ma  alcuni  Spagnuoli  ri;,€ geiojìt: 
dillèro ,  Che  quefta  era  una  gratia  fatta  dal  Papa  di  maggior  danno,che  bencfi- 
cio,e(rendoraccettarla  unaconfellione  che  il  Papa  può  imponeregrauczze  alle 
altre  Chiefe,&:  che  il  Concilio  non  ha  autorità  ne  di  prohibirlo ,  ne  di  cirentai-, 
quelli ,  che  giuftamente  non  douerebbono  elTcre  compreli  :  ilche n^on  folodil 
piacque  a'  Legati,ma  fii  anco  ributtato  da  loro  con  qualche  parole  mordaci.  Air 
tri  de'  Prelati  diiTiandarono,Che  la  gratia  folTe  eftefaanco  a' loro  famigliari,&  a 
tutte  le  perfoncehe  li  ritrouarebboiio  in  Concilio.  I  Generali  degli  Ordini, 

S     iij 


141  CONCILIO  DI  TRENTO       PapaPaoloHI 

CI 3  13  parimente  dimandauano  l'ifteiFa  eflentione,alle^ando  le  fpefe  che  conueniua 
XLVi.  no  fare  i  lor  monafteiij  per  i  Frati  condotti  da  efli  alConcilio. Catalano  Trini- 
tio ,  Velcouo  di  Piacenza,arriuato  due  giorni  prima >  narrò  publicamente,che; 
paiTindopoco  lontano  dalla  Mirandola,cra  flato  fiialigiatoióc  dimandò,  che  in 
Concilio  fifaceireiin'  ordinationecontraquelli,cheimpediuano,o  moleftaua- 
no i Prclatij&  altre perionc  che  andaifero  alConcilio.  I Legati,mettendo iniìe- 
me  qacfta  propofta  con  la  pretenfione  d'eifentione  detta  di  Ibprajconfiderarono 
quanto  porcile  importare,  che  il  Concilio  metteire  mano  in  fimile  materia,fa- 
cendo  editti  per  propria  eirakatione:&  chequefto  era  un  tentar  gli  arcani  della 
Hierarchia  Eccleiìafticajc  diuertirono  con  molta  deftrezza,allegado,che  fareb- 
be parfo  al  mondo  una  nouitàj&un  troppo  rilIentimento:&  offerendoli  di 
operar  col  Pontefice  che  prouedelTe  alla  ficurezza  delle  perfone,&;  haueilè  con- 
fideratione  alli  famigliari  de'  Prelati  ,  &  a  Frati.  Et  co/ì  acquetarono 
tutti. 
U  Concine  di  EtpalTando  alle  attioni  Conciliari,!!  Cardinale  del  Monte  narrò  il  modo  tc- 
l^teranopro-  nuto  nel  Concilio  Lateranenfe  ultimo,nelquale  egli  interuenne  Arciuefcouo 
fojìo  ad  imi-  Sipontino,  Dilfejche,  trattandofi  all'  hora  della  Prammatica  di  Francia,del  fcif- 
tareaTrento:  ^^  introdotto  contra  Giulio  fecondo,  &  della  guerra  tra  Prencipi  Chriftiani: 
furono  fatte  tre  deputationi  de'  Prelati  fopra  quelle  materie:accioche  ciafcuna 
Congregatione, occupata  ia  una  fola,poteire  meglio  digerirla: che,formati  i 
Decreti,^  faceua  Congregatione  generale  ,doue  ciafcuno  diceuailvotofuo,>?c 
fecondo  quelli,  erano  meglio  riformate  le  rifolutioni,in  modo  che  nella  Seflìo- 
ne  le  cofe  palfanano  con  fomma  concordia,  &;decoro:che  più  moltiplice  era 
quello  ,  che  da  loro  doueua  eifere  trattato ,  hauendo  i  Lutherani  molfoogni . 
pietra  per  fouuercir  l'edificio  della  fede:però,che  farà  neceilàrio  diuider  lema- 
terie,&  in  ciafcuna  ordinare  Congregationi  particolari,perdifputarle:far  depu- 
tati a  formare  i  decreti  da  eirerpropoiti  in  Congregatione generalcjdoue ognu- 
no dirà  il  parer  fuojquale  acciò  iìa  intieramente  liberceflì  Legati  haueuano  de- 
liberato di  far  folamente  ufficio  di  proponenti,&  non  dire  il  fuo  voto,ma  quello 
fare  nelle  Seffioni  folamente.Che  tutti  penfalfero  le  cofe  neccirarie  da  trattare, 
pcrdouer  dare  qualche  principio,fatta  la  Sclìlone  che  inftaua. 

Che  air  hora  proponeuano ,  Se  piaceua  loro,che  fi  publicalTè  nella Seflìone 
un  decreto  formato  circa  il  modo  di  viuere  Chrillianamente  in  Trento,duran- 
cùntefifom'l  te  il  Cócilio.Ilqual  lettccol  titolcZ,^  Sacrqpi;nay&cc.Cicome  fu  daRomaman- 
Thoìoi  dato ,  fecero  inftanza i Francefi,che  iì  douellè aggiongcreirapprejentn/ite la^'hie- 

fa  vmuerfale.'hquzì  opinione  fu  feguita  da  gran  parte  de'  Vcfcoui,con  uniuerfa- 
le'alTenlo.  Ma  i  Legaci,  coi iliderai.do,che  quello  era  titolo  ufato  dal  Conftan-  ■ 
tienfe,&  Baiìleenfe  folamente,  &  l'imitargli  eraunrinouar  la  lormemoriajSi  • 
dargli  qualche autorirà,& aprir  porta  airingrelTodelledilhcokàjchelaChiefa 
Romana  hebbe  in  quei  rempij&  quello  chepiu  imporraua,auucrtcndo,  che  do- 
po haucr  detto,  7^/?/^/r/?'?('zi.-?r^ /^  C^?'^  z^;zi/ifiy^/f,haurcbbe  potuto  venir  pea4. 
iiero  ad  alcuni  d'aggiongere  anco  le  feguenti  parole,cioè,che  tiene  poteilàim-;.  • 
mediat-c  daChnfto:  aliaqUaleciafcunojetiandio  di  degiiitàPapaJe,è tenuto  di 

ub  edire} 


ArA  Paolo  III.         LIBROSECONDO.  145 

bcdke  is'oppofero  gagliai-damcnte,  &  (  come  cflì  fcnlTero  a  Roma  con  parole 

ormali)  s'appontarono  contra,'.nó  cfplicanclo  però  a'  Padri  le  vere  caufeima  fo-    e  1 3    i  e 
!o  cori  dircche  erano  parole  ampullolc,&:  inuidiofe ,  Se  che  gli  Herecici  gli  ha-      ^lvi. 
inebbono  dato  iiniftra  interpretatione:&  s'adoperarono  cialcuno  a  rellftere,sé- 
!sa  Tcoprir  il  fecreto,prima  con  arcc,&poi  con  laiciarfi  intendere  liberamente  di 
lon  volerlo  permettere  :  fi  che  fecero  acquetare  il  moto  uniucrfale:  le  beni 
Franceiì>&  alcuni  altri  pochi,reftarono  fermi  nella  lorpropofta. 

Et  a'  Legati  preftò  grand'  aiuto  Giouanni  diSalazar,Ve{couodiLanciano> 
jpjignuolo  dinatione-.ilqualc,  hauendo  commendato  in  m.oltc  parole  i  pri- 
ni  Concilij  della  Chiefa,  per  l'antichità,  ^fantità  degli  interuenicnti,  lodò, 
:he  foifero  immitati  nel  titolo  ufato  da  loro  molto  femplice ,  lenza  efpreffione 
li  rapprefentatione ,  o  di  quale ,  o  quanta  autorità  la  Sinodo  habbia.Non  piac- 
que però  quello,  che  continuò dicendo,che  ad  eirempio  di  quelli,fidoueua  tra- 
afciare  anco  knominatione  de'  Prefidcnti ,  che  non  lì  vede  mai  ufata  in  niilun 
Concilio  vecchio, folo  incomminciata  dalCoftantienfe>chepercaufadel(cif- 
na  mutò  più  volte  Prefidentiifoggiongendo,  che  le  l'elfempio  di  quello  folfe  da 
cguire,bi(bgnarebbe  anco  nominare  rAmbafciatoredeirimperatoreiperche 
11'  hora  fu  nominato  il  Rè  de'  Romani ,  8c  anco  i  Prencipi,  che  erano  con  lui»  . 
►la  quella  faftofitàeirere  aliena  Hall'  humikà  Chriftiana  :  &c  fece  ripetitione  del 
ifcorfo  fatto  dal  Cardinal  Santa  Croce  addì  dodici  Dicembre,inherendo  al- 
[uale ,  concludeua  che  fi  douelVe  tralafciare  anco  il  far  mentione  di  Prefìdenza. 
)iede  a'  Legati  queftapropofta  maggior  penfierojche  la precedenteinondime- 
10  il  Cardinale  del  Monte  prefentaneamente  rifpofe,  I  Concili]  hauer  parlato 
liuerfamente  fecondo  le  occorrenze,che  i  tempiportanorper  i  tempi paifati  il 
*apaeirere  ftato  fempre  riconofciuto  come  Capo  nella  Chiefa^ne  mai  da  aleu- 
to elfere  ftato  dimandato  Concilio  con  quefta  conditione,che  folFe  indepen- 
lente  dal  Papa,come  iThedefchi  adelfo  arditamenteiallaqual  heretica  temerità 
onueniua  Tempre  in  ogni  attione  repugnare,moftrandofi  d'elFer  congionti  col 
ZapOjcheè  il  Pontefice  Romano,facendo  mentione  de' fuoi  Lcgati.Parlò  lon- 
zamente in  quefta  materia,  laqual  fapendo  che  con  la  diueriìone  era  più  facile 
oftentare,che  perfuaderejprocurò  che  fi  pairalTe  ad  altro. La  contenenza  del  De- 
:reto  fu  approuata  da  tuttitmajelTendoui  in  elfo  una  particola,  doue  ognuno  era 
iftbrtato  a  pregar  Dio  per  ilPapa,perrimperatore>&:  per  i  Rè^fecero  inftanza  i 
'relati  Francefi,  che  li  facelfe  nominatamente  mentione  di  quel  di  Francia: 
Iche  lodando  il  Cardinale  SantaCroce,ma  foggiongendosche  haurcbbe  con- 
lenuto  far  fimile  (pecificatione  di  tutti  al  luogo  loro,che  era  cofa  longa,  &  pie- 
ìa  di  pericoloper la precedenzajreplicarono  i  Franccfi,Che il  Papa,nella  Bolla 
Iella  Conuocatione ,  haueua  fatta  mentione  del  folo  Imperatore  ,  &  Rè  di 
rrancia5&:  però  conueniuajfeguendo  l'eiFempio,©  nominar  ambedue*  o  niiruna 
i'eflì.Si  riferirono  i  Legati  a  penfarci,dando  intcntione,che  ognuno  reftereb.be 
lodisfatto. 

Il  di  fette  di  Gennaro  adonque,tuti  i  Prelati,  veftiti  in  habitocommune,/!-'^'^''"*'*-^*^ 
?ongregarono  in  cafa  delprimo  Legatc.di  doue  partendoli  >  con  la  Croce  inaii- 


XLI. 


144  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  paolo  IH 

"^13  13  zijs'inuiat'ono  alla  ChiefaCathedrale.Dal  Contado  di  Trento  furono  congic- 
aari  nella  città,  trecento  fanti  armati,parte  di  picche,parte  di  archibugi,con  al- 
quanti Caualii,iqiiali  fi  mifcro  in  fila  da  ambedue  le  parti  della  ftrada  dalla  cafa 
fino  alla  Chieia:&:  entrati  in  Chiefa  i  Legati,&:  iPrclati,ridotta  tutta  la  folda- 
tercainpiazza,firparòra?rcliibufaria,&  la  loldatefca  reftò  nella  Piazza  a  far  la 
guardia  a  quella  Scflìone.  Oltre  i  Legztiy&c  il  Cardinal  di  Trento/i  ritrouarono 
x^uattro  Arciuefcouijventotto  Vefcouijtre  Abbati  della  Congregratione  Cajfi- 
nenfe,&  quattroGenerali,iquali  ftauano  ledendo  nel  luogo  della  Seffìone.Qi^- 
ftc  quarantatre  perfone  conlUtuiuano  il  Concilio  generale.Degli  Arciuefcoui: 
doi  erano  portatiui  >  mai  veduti  dalle  Chiefe  >  dellequali  haueuano  il  titolo, 
folo  per  cauia  d'honore  datogli  dal  Pontefice  :  uno  cra,Olao  Magnojcon  nome 
d'Arciueicouo  Vpfalenfe  in.  Gotia;&  l'altrojRobcrto  Venantio  Scozzefe,Arci- 
uefcouo  d'Armacano  in  Hibernia:  ilquale  huomo  di  breuifliina  vifta  eracom 
mendato  di  quefta  virtù,di  correr  alla  pofta  meglio  d'huomo  del  mondo.Queftj 
doijfoftentatiin  Roma  qualche  anni  per  limoiìna  del  Papa,furono  mandati  a 
Trento  per  crefcere  il  numeroj&  dependere  da'  Legati.In  piedi  erano  circa  \en- 
ti  Theologì.  Vi  interuenne  l'Ambafciator  del  Rè  de'  Romani,&  il  Procurato! 
del  Cardinal  d'Auguftajche  fedettero  nella  banca  degli  Oratorii&appreflb  lo 
ro  fu  la  ftelTa  banca  fedeuano  dieci  Gentilhuomini  de'  circonuicini ,  eletti  da 
Cardinal  diTrento.  Fu  cantata  laMelfa  da  Giouanni  Fonfeca,Vefcouo  diCa  [ 
ftelamare-.fece  il  Sermone  nella  MeiraCoriolanoMartirano,  VefcouodiSar  ; 
Marco. 

Finita  laMelFa,i  Prelati  fi  veftirono  pontificalmente,&:  furono  fatte  le  Leta  ' 

nie,&orationi,come  nella  Seflìone  prima.Quali  finitcSc  feduti  tutti,ilVefcouc 

celebrante  5  montato  nel  pulpito  j  leife  la  Bolla  di  fopra  mentionatajChe  noi  ' 

foifero  ammeflì  i  Procuratori  degli  aitenti  a  dar  voto:  &  non  fi  fece  mentiont 

iecreio  à'ejfa:  d'unaaltra^nellaquale  erano  eccettuati  que' di  Germania.  DopoilelTc  il  Deere- 

to>nelquale  la  Sinodo  eifortaua  tuti  i  fedcli,congregati  in  Trento,a  viuer  nel  ti 

mor  di  Dioj  &  pregare  ogni  giorno  per  la  pace  de' Prencipi,&  unità  della  Chic 

fa j  &  le  perfone  del  Concilio  a  dir  Meira,almeno  laDominica,&  pregarper  1 

Papa,Imperatore,Rè,&Prencipi:&;tutti,a  digiunarci  far  limofincelfer  fobrii; 

inftruire  i  lor  famigliari.  Eifortana anco  tutti,maflìme  i  letterati,a  péfar  accura 

tamente  le  vie,&:  modi  di  propulfar  le  hererie,&  ne'  confeflì  ufar  modeftia  ne] 

parlare.  Et  di  più  ordinò ,  che  fé  alcuno  non  fedelfe  al  luogo  fuo,o  delfe  votOj 

ouero  interueniife  nelle  congregationi ,  a  nilfuno  foife  fatto  pregiudicio,ne  ac- 

quiftata  nuoua  ragione.U  qual  letto,interrogati  i  Padri,rifpofero,P/^c^r.  Ma  i 

Franceiì  ag^ioniero,chenon  approuauano  il  titolo  cofi  imperfetto,  &  vi  ricer- 

cauano  Vzggionzzi  rniuerfàlem  Ecclefiam  repr^fentans.  In  fine  fu  ordinata  la 

n^  Congre-  futura  Seffionejper  il  dì  quattro  Febbraro,&:  licentiati  iPadri,iquali,depoftigli 

gatiomfegHen-  habiti  Pontificali,  ne' communi  accompagnaiono  i  Legati  in cafacolmedefi- 

tufi  tram  ài  ^^Q  ordine, che  erano  alla  Chiefa  venuti:  ilquale  fu  in  tute  le  feguentiSeffioni 

^7»°f^^'-oireruato. 

toiodei  c  OH-    j^^     j^  Sefllonejnon  fu  tenutaCongregatione  fino  a  tredici  Gennaro:perche 
^'^'  '^  Pietro 


I 


Papa  Paolo  III.         LIBRO   SECONDO.  H5 

Pietro Pacceco, Vcfcoiio di Iahen,ci-eato Cardinale nuouamente, che afpetcaua  ciò  i^ 
da  Roma  la  bcnecta,fenza  quale  la  ccremonia  non  gliconcedauatrouar/ì  in  xlvi. 
luot^hi  publici  j haueiia  deriderio  d'incemeniie,douendofì  iti  quella  mettere 
ordhie  jchc  nella Selfione non  auuenilFero  più  inconuenienti.Ridotta  la  Con- 
rregatione ,  i  Legati  fi  dolicro  di  quelli,clii  haueuano  fatto  oppolìtione  al  tito- 
fo  nel  giorno  della  Seffione:moftrarono,clie  non  era  decoro  in  quel  iaoj^o  pu- 
blic© fare  apparire  diuerfitàd'opinioniilc  Congregationi  farfi  accioche  ognu- 
no  podi  dire  il  Ilio  parere  in  luogo  retirato,perdouer'eircr  tutti  conformi  in 
quello ,  che  s'ha  da  publicare  i  nillìma  cofa  douere  più  sbigottire  gU  herctici,  ^ 
dar  coftanza  a  Catholici,  quanto  la  fama  dell'  unione.  Difccfcro  alla  materia 
del  titolo,  confiderandoschenilfuno  era  più  conueniente  di  quellojche  gli  daua 
il  Pontefice  nella  conuocatione,&:  in  tante  altre  BoUcdoue  era  nominatOjEcu- 
aienico,&  Vniuerfaleialche  fuperfluamente  s'aggiongerebberapprefentatione» 
difendo  pieni  i  libri  di  quello,chelìa,orappreienti  un  tal  Concilio  legitima- 
mente  inditto  ,  &  comminciato  :  che  altrimente  facendo  ,  lì  moihaua  di 
lubitar della  Tua  autorità,  5c  airomigliarlo  a  qualche  altro  Concilio  >  che 
5er  ciò  s'haueuadato  quel  titolo:perche,conofcendo  mancar  d'autorità  legiti- 
Tia,voleua  fupplire  con  le  parole:  accennando  il Baiìleenfc&Conftantienfe: 
>erò  ,  a  fine  di  fare  (labile  riiblutione ,  ognuno  doueiFedire  fopracioilvoto 
uo. 

Il  Cardinal  Pacceco  entrò  a  dire,Il  Concilio  elTer'  ornato  di  molti,  &  molti 
itoli ,  iquali  tutti  fé  foirero  da  ufare  in  tutte  le  occafioni,refpreflìone  di  quelli 
arebbe  tempre  maggiore,che  il  corpo  del  Decreto.Ma,fIcome  un  grand'  Impe- 
atore  ,  polteffore  di  molti  Regni,  &  Stati,per  ordinario  nelli  editti  non  ufa,{c 
lon  il  titolojdalquale  l'editto  riceua  forza;&:,  ben  fpelfo  fenza  alcun  titolo  pre- 
)one  il  nome  fuo  propriojcofi  quello  Concilio,fecondo  le  materie,che  fi  tratte- 
anno  ,  donerà  valerfi  di  diuerh  titoli  per  efplicar  l'autorità  fua:adeiro,che  Ci  ftà 
le  preparatorij,non  e  ncceffìtà  d'ufarne  alcuno.  Il  Vefcouo  di  Feltre  confiderò, 
!3he  iProteftanti  haueuano  richiedo  un  Concilio,  doue  con  votodecifiuoin- 
eruenilfcro  elfi  ancora:  &  fé  fi  mettelTe  per  titolo  del  Concilio,  che  egli  rap- 
>refenti  la  Chiefa  vniuerfale,caueranno  di  qui  argomento,  Adonque  debbono 
nteruenirui  di  tutti  gli  ordini  della  Chiefa  uniueri'alcjiquali  elFendo  doi,  Cleri- 
:ale ,  &  Laicale ,  non  può  eilèr  intieramente  rapprefentata,fe  l'ordine  Laicale  è 
:fclufo.  Ma  del  rimanente ,  anco  quei ,  che  nella  Sefllone  alfentirono  al  titolo 
femplice,  furono  d'openione,  che  foife  fupplito.  Il  Vefcouo  di  San  Marco 
iilTcChe  improprijflìmamente  i  Laici  ripoifono  dir  Chiefa  :  perche,come  i 
Canoni  determinano ,  non  hanno  alcuna  autorità  di  commandarcma  folo  ne- 
ceflìtà  d'ubedire:&  quella  elTere  una  delle  cofe,lequali  doueua  quello  Concilio 
decretare.  Che  i  fecolari  debbino  humilmente  riceuere  quella  dottrina  della 
fcdcche  gli  è  data  dalla  Chiefai&  non  ne  difputare,ne  meno  penfarci  più  oltre. 
Et  però  apunto  conuiene  ufare  il  titolo,che  la  Sinodo  rapprelenta  la  Chiefa  vni- 
uerfale  ,  per  fargli  fapere,che  eflì  non  fono  la  Chiefa,ma  debbono  afcoltare,^ 
ubedire  alla  Chiefa.Molte  cofcfuronodettej&fipafsòinanzi,fenzapiu  ferma 

T 


146  CONCILIO    DI  TRENTO     Papa  Paolo  III. 

"*^i  3  1 3    conclufione,  con  ftabilire  folamentc>chc  per  k  fegucnte  Seflìone  fi  urafle  ilcito- 

XLVi.     lo  Cci-nplicejcome  nella  pallata. 
\nfimef[on'       Qaefto  finito ,  perche  haueiiano  fatto  inftanza  certi  Prelati,chehonTiai  fi 
fi*comcva-     joLieiVe  venire  alle  cofe  ibfl:antiali>per  fodisfarglijfu  propofto  da'  Legati,che  fi 
ghmo  i  Lega   ^^^^^i^^  fopra  i  tre  capi  contenuti  nelle  Bolle  del  Pontence,cioè,reftirpatione 
alU»'aterie,fi  delle  herciie,riformatione  della  dirciplina,&  ftabiiimento  della  pacetin  che 
domanda  im-  modo  s'haueua  da  entrare  in  quelle  trattationi>che  via  s'haueiTe  da  tenere,^  co- 
primaH  parer  ^le  s'haueifc  da  procedere  :&  pregalfero  Dio  cheilluminalTetuttij&ciafcunG 
di  lioma.        dicelfe  il  Tuo  parere  nella  prima  Congregatione.In  fine  furono  prefentati  alcu- 
ni mandati  da  Vefcoui  a(lenti,&  furono  deputati  l'Arciuefcouo  d'Ais ,  il  Vef- 
cono  di  Feltre,^  quello  d'Aftorga,a  vedere  il  punto  dell'  ercuiatione,«3c  riferin 
in  Congregatione. 

I  Legati  il  giorno  feguente  rcrilfero  a  Roma,che  fi  vedeua  quella  amplifica 
tione  del  citolo>con  aggionta  deURapprefentare  laCliiefa  uniuerfalc ,  eilèr  col 
tanto  popolare  j&  piacere  cofi  a  tutti,che  facilmente  poteua  ritornar  in  tratta 
tione:&  però  defiderauano  faper  la  volontà  di  Sua  Santitàjfe  doucuano  perfifte 
re  in  negarlo,  ouero  compiacergli  imaflìme  in  occafioncjche  fi  hauelle  da  far 
qualche  decreto  importantejcome  in  condannare  rherefi.c,&  fìmilicofe.Auifa  i 
tono  ancora  d'hauer  fatta  la  propofta  per  la  feguente  Congregatione  cofi  i) 
genere  j  per  fecondare  il  defiderio  de'  Prelati,che  era  d'entrar  nelle  cofe  eirentia 
li,&:  mettere  nondimeno  tempo  inmezojfin  che  vejiilfe  da  Sua  Santità  l'inftxut 
tione  richieda.  Aggionfero  appreffo, il  Cardinale  Pacceco  eilèr'  auifato, eh 
l'Imperatore  haucua  dato  ordine  a  molti  Vefcoui  Spagnuoli,perfone  d'elfem 
plarirà,&  di dottrina^che  andaiTero  al  Concilio:perilche  giudicauano  cifere  ne 
ceirario>che  Sua  Santità  mandaife  dieci  o  dodici  Prelatiide'  quali  Ci  potelfe  fid< 
rcjiS^  foifcro  ancora  perle  altre  qualità  a  comparire:acciò,crefcendo  il  numen  : 
degli  Oltramontanis  maflìme  huomini  rarij&:  d'eiremplaritàj&dottrinajtro  j 
Malfero  rifcontro  in  qualche  parte  :  perche  di  quelli  j  che  fino  all'  hora  fi  trouai  : 
uano  in  Trento,  i  ben  intentionati  erano  di  poche  lettere,&  minor  prudenza  : 
quelli  di  qualche  fapere,fi  fcopriuano  huomini  di  difiègnoi^:  difficili  a  mane^  i 
giare. 
ed  in  Concìlio      Nella  feguente  Congregatione  ridotta  a*  diciotto  Gennaro,  per  fentire  lipa  ; 
t  Cejam  ^0-  r^j.-^-  j.^j.j.-  {opj.^  lepropofte  della  precedente, le  fentenze furono  quattro.G]  5 
V°ma  ^AltrAf  I™penali  dillero ,  Che  il  capo  de'  dogmi  non  Ci  poteua  toccare  con  Iperanza  e  ì 
tato  della  i{f-  fLUCto,e{rcndodibifognoprima,conuna  buonariforma  leuar  le  tranfgreflìon: 
fermat  d'onde  fono  nate  l'hcrefie:  allargandofi  alTai  in  quefto  campo,&:  concludendo  \ 

che  fin  a  tanto,che  non  cella  lo  fcandalo,che  piglia  il  mondo  per  la  deformatio 
ne  dell'  Ordine  Ecclefiaftico ,  non  farà  mai  creduta  cofa,che  predicheranno,c 
affermeranno  nella  dottrina:  effendo  tutti  perfuafi,che  fi  debbia  guardar  li  fatti 
non  le  parole:ne  douerfi  pigliar  eiTempio  dalli  Cocilij  vecchiiperche  in  quei,< 
non  vi  era  corrottela  di  coftumi ,  o  quella  non  era  caufa  dell'  herefia:&  in  firn 
il  mettere  dilatione  al  trattare  della  riforma,eirere  unmoftrarfiincorrigibili. 
Khrhtì  demi.      Alcuni  altri  pochi  gjudicauano  d'incomrainciare  da'  dogmi,ac  fuccefllua 

inentt 


Papa  Paolo  III.  LIBROSECONDO.  147  __      

mente  palVar'  alla  ni-orma:allegando,chc  la  fede  è  il  fondamenroj&  la bafe  del  ~cT3~id 

viiieiChriftiano-.che  non  fi  commincia  mai  ad  edificare  dal  cetto,ma  da'  fonda-      xlvi. 

menti-.che  maggioi'peccato  era  errare  nella  fede,che  nelle  altre  artioni  hnmane: 

&che  il  capo  dell'  ellirpare  l'herefie  era  pollo  per  primo  nelle  Bolle  Ponteficie. 

Vna  terza  opinione  fu,  che  malamente  li  poteuano  difgiongere  idoicapi,della  altri ,  nd  a' 

Riformatione ,  &  della  Fcdcjnoneirendoui  dogma,che  non  habbia  aggionto  il  >«««^»«  '"y^«- 

fuo  abufo;nc  abulo  che  non  tiri  appreifo  la  mala  interprctatione ,  &  il  mal  fenfo  '"^* 

ài  qualche  dogma:  onde  eranecelfario  di  trattargli  in  un  medelìmo  tempo:ag- 

lyiongendo  >  che,hauendo  tutto'l  mondo  gli  occhia  quello  Concilio,«S<:afpet- 

:ando  il  rimedio  non  meno  alle  cofe  della  icdejche  a  quelle  de'  coIlumi,{ì  fatif- 

"aria  meglio  col  trattarli  ambidoi  infiemcche  l'uno  dopo  l'altro^mafllme  che, 

econdo  lapropofta  del  Cardinal  del  Montcfi  farebbono  diacrfc  deputationi, 

rattando  una  parte  quella  materia,&  l'altra  quell'  altra  :  ilche  lì  doueua  accele- 

are  di  fare  :  confiderandojil  prefente  tempo,  quando  la  Chriftianità  è  in  pace, 

irerepreciofoj&danonpcrderejnonlapendojche  impedimenti  poteifc  appor- 

arilfuturo:douendolìancoftudiareadabbreuiare  il  Concilio  quanto  iìpote- 

ia>accioche  le  Chiefe  reftalfero  manco  tempo  priuate  de' lor Pallori;  &per 

nolti  altri  rifpettiiaccennandoquellojchepoteuanafcere  alongoandarejcon 

oco  gufto  del  Pontefice,&  della  Corte  Romana. 

Alcuni  altri  ancora,tra'quali  Rirono  i  Francefi,dimandauanojChe  fi  mettellè 
er  principale  il  capo  della  pace:  che  fi  fcriueire  all'ImperatorejalRcChriftia- 
iflìmo  j  &  agli  altri  Prencipij  rendendo  gratie  per  la  conuocatione  del  Conci- 
o,per  continuare  ilquale,volcirero  ftabilire  la  pace,6<:  coadiuuare  l'opera,  con 
laudare  loro  Oratoti, &  Prelati :& parimente  fifcriueife  amicabilmente  alli 
,utherani,inuitandogli  con  carità  a  venire  al  Concilio,  &l  congiongerficolri- 
lanente  della  Chriftianità.  I  Legati,uditi  i  pareri  di  tutti,  oc  lodata  la  lor  pru- 
mtiaydilTero,  Che, per  ellèr  l'hora  tarda, &  ladeliberationegraui{Iìma,&:le  ^^g'^f'fop/f 
ntentic  varie ,  haurebbono  penfato  fopra  quanto  era  ftato  raccordato  da  ciaf-  J^^''"°- 
inOidc  nella  prima Congregatione  haurebbono  propofto  i  ponti  per  determi- 
irc. 

Fu  prefo  ordine ,  che  le  Congregationi  Ci  facefiero  due  volte  la  fettimana,  il 
une,&  il  Venere,  fenza  intimarle:&  in  fine  rArciucfcouod'Ais,hauendo  ri- 
punto lettere  dal  Rè  Chriftianiflimo,falutc),perfuo  noirie,la  Sinodo,&:  promi- 

,che  Sua  Maeftà  predo  mandarla  un'  Ambafciatore,<S^  molti  Prelati  del  fuo 
.egno:&  qui  la  Congregatione  fini. 

I  Legati  auilarono  del  tutto  Roma,fcriuendo,  Che  haueuano  portato  inanzi  fcrluom  x  i(p- 
1-  rifolutione  delle  cofe  trattate  fotto  li  preteftinarrati,ma  in  verità  per  metter  ' 
:mpo  di  più  in  mezo,afpettando,chepoteirero  venir  le  inftruttioni,^  ordini 
Dmcreggerfi:fupplicandoSua  Santità  dinuouo  di  fir  intendere  la  Tua  volontà, 
onderaudo  fopra  tutte  le  altre  confiderationi,che  l'allongare  il  ConcilicSc 
merlo  aperto ,  potendo  abbreuiarlo,non  fa  per  la  Sede  Aportolica:aggiongcn- 
Ojefierc  ftati  neceflicati  a ftabilire  due  Congregationi  alla  fettimana,  per  tcnci" 
r  jPi-elati  in  eirercitio,&  leuargli  l'occafione  di  farne  da  loro  ftefll.Majche  qucfto 

i  :  T       \] 


ma, 


^ 348  CONCILIO   DI  TRENTO     Papa  Paolo  Illi: 

cn    IO      faràcomminciarelecoreaftnngerfii&;  però  farà  necelTancche  inRomafìpigli 
XL  Yi.      maniera  di  rifoluere  le  propofte  prefto,  8c  non  tardare  a  rifponderglijcome  fin 
air  hora  fi  era  fatto  :  ma  tenergli  auifati  di  quanto  doneranno  fare  di  mano  in 
mano,  con  preuedcr  anco  li  cafi  quanto  farà  poffibile-.^  poiché  per  m.olte  lette- 
re haueuano  fcritto^eirerui  molti  poueri  Vefcoui  andati  al  Concilio  fottola 
fperanza,&  le  buone  promcire  diSuaSantità,&del  Cardinal  Farneie  5  lo  repli- 
carono anco  all'  hora, aggiongendo, Che  nonfipenfairc  di  trattargli cofi alla 
domefticain  Trento,  come  inRoma,doue,nonhauendo  alcuna autorità,ftan- 
no  humili  &c  foggctti  :  perche ,  quando  fono  al  Concilio,pare  loro  douer  elfcrf 
tutti  ftimati,&  mantenuti:ilche  quando  non  fi  penfi  di  fare ,  farà  meglio  penfai 
di  non  haucrgli  in  quel  luogo,che  haucrgli  mal  fodisfatti,&  diiguftatixonclu- 
dendo,che  quella  imprefa  non  fi  poteua  condurre  a  buon  fine  knza  diligentia 
&fenzarpenderc. 
e  la  rljpofta  è      Parrebbe  marauiglia  ad  ognuno ,  che  il  Pontefice,perfonaprudentiflima,(S 
differita  ad    yerfata  ne'  maneggi  in  tanto  tempo,  a  tante  inftanze  de'  fuoiminiftri>non  ha 
*'''*'  uellè  dato  rifpofta  a  doi  particolari  cofi  importanti,&  necefiarij.  Ma  la  Santit 

fua  fi  fondaua  poco  fopra  il  Concilio:tutti  i  llioi  penfieri  erano  volti  alla  guerre 
che  il  Cardinal  Farnele  haueua  trattato  coli'  Imperatore  l'anno  inanzi:&  non 
poteua  contenere ,  che  non  ne  facelTe  dimoftratione.Ne  l'Imperatore  richiedi 
uà  progrelfo  di  Concilio  ,  per  li  fini  delquale  all'  hora  baftaua  che  rettali 
aperto.  , 

fi  llamadil-  Ma  i  Prelati,che  voleuano  incomminciare  dalla  riforma»  &  lafciar  addieti 
Urifoma  '  i  dogmi,  aiutati  da'  Miniftri  Imperiali,atterero  a  tirar  nel  voto  fuo  gli  altrirco: 
crejcendoj  che  fu  alfai  facile,  per  elTer  la  riforma  uniuerfalmente  defiderata,&  poco  credi . 
ta:&;  moltiplicarono  tanto  innumcro,che  i  Legatifi  trovarono  confufi.Ond 
ifchifatacaM-  per  loro  fte(Iì,&  per  mezo  degli  adherenti,fecero  diuerfi  uffici)  priuati,&  fina 
tamme  da  -^^^^^^^^  ^^^^  congregatione  de  ventidue  tutti  trcl' uno  dopo  l'altro,  fi  poferc 
^^^'"'''  sbattere  i  fondamenti,che  fi  allegauano  in  fauor  della  riforma.  Fece  grand'  ir 

preflìone  una  ragione  tratta  dalla  propoila  diCefare  nella  Dieta  di  VormeS;  > 
Magt^io  pairato,quandodiire,che  fi  fteife  a  vedercche  progreiTo  faceua  il  Coi 
cilio^nelle  dehnitioni  de'  dogmi ,  &  nella  riforma:che  non  ne  facendo  alcun 
intimeria  una  altra  Dieta,doue  le  differenze  nella  religione  fi  accommodafièr 
&  gli  abufi  fi  correggelTeroiarguendo  di  qua,che  fé  non  fi  trattaffe  de'  dogmi  ; 
canonizeria  il  Colloquio,  &  la  Dieta  futura:  &nonfipotrebbe,conbuonar 
gione,impedire  che  in  Germania  non  fi  trattaite  della  religione,quello,che  fi: 
cufaua  di  trattar  in  Concilio. 

FunellaConaregatione  un  gran  Prelato>&ricco,ilqual,con  oratione  medit 
taaactefe  a  moftrare,che  non bifognaua  mirare  fé  non  alla  riforma,  effaggeram 
molto  ladeformatione  commune  d'ogni  parte  del  Cleroj^;  inculcando,che  1 
che  i  vafinoftri  non  fi  mondaffero ,  lo  Spirito  Santo  non  poteua  habitarui;  ; 
per  confeguente ,  non  fi  poteua  fperare  alcun  retto  giudici©  nelle  cofe  de  1 

Ma  il  Cardinal  Santa  Grece,  prefo  di  qua  il  parlareadiire,  che  era  mólto  b  1 

ragie  ; 


f 

'  A,PA  Paolo  III.         LIBRO    SECONDO.  i45> ^ 

Igiene  non  differir  niente  la  riforraatione  d'i  quei  medefimi ,  che  hancuano  a  e  i  o  i  o 
laneggiar ilConcilio:machequellaerabenfacile,&  iipedita,&iìpoteLia mct-  xlvi, 
er  fubito  in  eirecutionejfenza  ricardar' il  capo  de' dogmi  per  fcftelio  intricato, 
k:  di  lontra  digeftione.  Lodò  molto  quel  Prelato  d'hauer  raccordato  cofa  cofì 
anta  j  &:  di  buon  clTempio  :  perche,  incomminciando  da  fé  ftefl[ì,fì  poteua  rifor- 
nar  tutto'l  redo  del  mondo  con  fiiciUtà  :  cifortando  cutti,con  efficaci  parole  a 
venirne  allaprattica.Queftafentenza  fu  ben  da  tutti  lodata,  ma  non  fu  Icguita, 
.-licendo  molf  ijChe  la  riforma doiicua  ciferc  uniuerfalc,&  non  fldoueua  perdere 
rempo  in  quella  particolare  :pcrilchc  fu  conclufo  datutti,eccettuatidoiroli> 
;hegli  articoli  dcllareligione,&;  della  riformatione  follerò  trattati  di  pari,fico- 
-rie  di  pari  fono  delìderati  da  tatto'l  mondo >&  giudicati  neceirarij& inficine  *  ^'fi^i^to^dì 
Dropofti  nelle  Bolle  di  SuaSantità.Reftarono  contenti  i  Legati  di  quefta  rifo-  J^f  T  ' 
iUtione,i'e  ben  haurebbono  delìderato  più  tofto  trattar  della  fola  fedctralafciata 
la  riformajma  tanto  era  il  timore,  che  haueuano  d'eirercoftretti  a  trattar  della 
dformatione  fola,  che  riputauano  total  vittoria  il  mandarle  ambidue  infieme: 
penfando  ancO)Che  finalmente  la  loro  opinione  di  tralafciar  la  riforma  era  pcri- 
colofajvolcndorefiftercatutti  i  Prelati,&atutti  li  Stati  della  Chrilì:ianità,che 
la  dimandauano  ;  &  non  potendofi  fare  fenza  molto  fcandalo>&  infain:(a.Ilqual 
partito  prefo  da  loro,  coftretti  da  mera  neceflità,quando  a  Roma  non  folFe  pia- 
ciuto ,  nonhaurebbono  potuto  lamentarfi  d'altri,  che  di  loro  fteffi  tante  volte 
foUecitati  a  rifpondere  alle  lettere,&  mandar  le  infliruttioni  neceflarie. 

Fu  poi  deliberato  di  fcriuere  al  Pontefice,ringratiandolo  della  conuocatione,  *  <^'A;««w  «2 
&  apertura  del  Concilio,fupplicandolo  a  mantenerlo,^  fauorirlo,&;  ad  inter-  p^^'^yf 
porfiapprclPo  a'  Prencipi  Chriftiani  per  il  mantenimento  della  pace  tra  loro,&  ' 

eccitargli  a  mandar  Ambafciatori  al  Concilio.Ordinarono  anco  di  fcriuere  air 
Imperatore,  al  Rè  di  Francia,  de'Romani,di  Portogallo,&:  altri  Rè  Catholici, 
per  laconferuatione  dellapace,per  la  miflìone  degli  Ambafciatori,  per  rafficu.- 
ratione  delle  llrade,&  perche eccitalfero  i  lor  Prelati  a  comparir  pcrfonalmen- 
te  nel  Concilio:&:  la  cura  di  fcriuere  quelle  lettere  fu  data  al  Vefcouo  di  S.Mar- 
€0,per  eifer  lette,&:  fermate  nella  futura  Congregatione. 

Diedero  fuori  li  Legati  doiponti,fopra  quali  douelfero  i  Padri  haucrconfi- 
deratione,  &  dir  il  voto  loro:  il  primojSe  nella Seflìoneproifima  fi  doueua  pro- 
nunciare il  dccreto,che  fempre  folfero  trattati  infieme  i  capi  dellaFede ,  &  quelli 
della  riforma  corrifpondenti:  ilfecondo,In  che  modo  fi  ha  da  procedere  in  eleg- 
gere i  doi  capi,&  in  trattargli ,  8c  elfaminargli.  Penfarono  i  Legati  con  quelle 
propofitioni  hauerfi  fcaricato  dell' importuna  richiefta  d'alcuni,  di  ftabilire  in 
ogni  Congregatione  qualche  cofa  di  fu{lantiale,&  infieme  d'hauer  moftrato  di 
tener  conto  de'  Prelati» 

La  Congregatione  feguente  fi  confumò  nel  leggere  le  molte  lettere  formate,  fi  t^-^i^a  Jel^ 
&  nel  difputar  del  figillccon  che  ferrarle:proponendoalcuni,che follerò figil-S?^'^''^*^  ^*'»' 
late  in  piombo  con  bolla  propria  della  Sinodo,*iella  quale,chi  voleua  che  da  "^*°^ 
una  parte  folTe  imprefla  l'imagine  dello  Spirito  fanto  in  forma  di  colomba, 
<iall'  altra  il  nome  della  Sinodo:(Sc  chi  raccordaua  altre  forme,  che  tutte  teneua.- 

T    iij 


150  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  paolo  II 

e  I D  1 3  no  del  Tpeciofo-Ma  i  Lcgati,che  haueiiaiio  alrroordine  da  Romajafciaco  di 
XLV.  piìtare  i  Padri  fopra  qaefto,dÌLiertÌLono  lapropofta,con  dircCiiehaueua  delfì 
floro,&  che  protraheua  il  teinpojpoichchauL'ebbeconuenLito  mandare  a  Ve 
nccia  per  fame  la  formajnon  eifendo  in  Trento  artefice  fufficienceper  una  opcr; 
tale  :  toggiongendo  j  che  s'haurcbbe  penfato  meglio  dopoj&r  che  era  neceflaric 
fpedir  le  lettere  all'  hora:ilche  fi  potcìia  fare  col  noracj&;  figlilo  del  primo  Lega- 
teli rimanente  fu  rimcifo  allafeguente  Congregatione. 

Nellaquale  parlandofi  fopra  i  doi  ponti  già  propofti,per  ilprimo  elFendo  dm 
openioni  :  una ,  che  il  decreto  foife  formato  &  publicatoil'altrajche  non  era  bei: 
lobligarfì  con  decretOjma  confcruarfì  in  libertà.per  poter  deliberate  fecondo.l^ 
opportunità  j  il  prefe  la  via  di  mezo,  di  far  mentionefolamente,Che  la  Sinodo 
era  congregatajprincipalmente  per  quelle  due  caufe,(enza  palfar  più  inanzi:ma  i 
quanto  al,lecondo  ponto,  kntiualamaggiorpartcjche  cHèndo  congregati  per 
dannar  l'herefìa  Luthcrana,  conueniuafeguir  lordine  della  lor  Confedìoneial- 1 
e  dell'  ordine    qual  parere  fu  da  alti  i  contradctto:perche  farebbe  un  feguire  li  Colloqui)  tenuti 
de  dogmi  a    fj^  Germania ,  che  era  un  abballare  la  dignità  del  Concilio. Et,perche  ellendo  li 
trattare,        pLÙmi  doi capi  della ConfeflìoneAuguftanajluno della Trinitàjl'altro  dell' In- 
carnationejne'quali  vi  era  concordia  in  foftanza;m_a  efpreffi  con  nuouo  modo, 
de  inufitato  nelle  fcuole;  quando  folfero  approuati  quelli,fe  gli  farebbe  dato  ti- 
putatione,Òi  fatto  pregiudicio  al  condannar  li  feguenti:e,quando  s'hauefTe  vo- 
luto, non  approuandogli,ne  dannandogli,parlarne,non  con  i  termini  di  quella 
CofeflìonejmaconifcolafticijO  con  altri,portaua  pericolo  d'introdurre  nuoue 
.^  .      difpute,&  nuoui  fcifmi.  A'  Legati,che  non  mirauano,fe  non  di  portar  il  tempo 
d^kmi'^per  inauzijpiaceua fentir  le diHìcolL-à,& ftudiofamentele nodriuanojdando deftra- 
pottr  affettar  mente  fomento  bora  air.uno,hora  all'  altro. 

dti  ^oma.  la.         Auuicinandofì  il  tempo  prefiiro  per  la  Sefllonej&  non  hauendoriceuuto  da 

rij^ofÌA  ,  la-  Roma  inftruttione,firicrouarono  i  Legati  in  molta  perplcfTità.Ilpairar  quella 

quale  non  ca-  ^^ff^^y^Q  jj-^  ceremoniccome  la  precedente,pareua  un  perder  tutta  la  riputatio- 

*"'*'  ne:il  dar  mano  ad  alcuna  matcria,era  giudicato  colapericolofa,non  hauendo 

ancora prelìiro  il  fcopo  doue  mirare.Quclio,che  pareua portare  manco  riichio, 

era  formare  un  decreto  fopra  la  rifolutione  prefa  nellaCongregationc>di  trattar* 

infleme  la  materia  della  fede  con  quella  della  riforma:  a  che  fi  opponeua,Che 

era  un  obligarfì,  &;  anco  un  determinar  cofa  quafì  indecii'a  dal  Pontefice  nella 

conuocatione.In  quefla  ambiguità  era  propoflo ,  che  fi  pailàire  con  un  decreto 

dilatorio,  lotto  prcteflo,che  molti  Prelati  erano  in viaggio,5i:  s'afpettauano di 

Sypsr  conjtglio  corto.ll  Cardinal  Polo  meire  in  confìderatione,  Che,ellendofi  in  tutti  gli  anti- 

itlPolo,        ^i^j  Concili]  publicato  un  Simbolo  di  fede,  fidouelfein quella  Sellìone fare 

riftelfojpublicando  quello  della  ChiefaRomana.Fu  in  fine  deliberato  di  formar 

il  decreto  con  titolo  femplice,&r  in  quello  fare  mentione  di  douer  trattare  della 

religione,  &;  della  riforma  :  ma  tanto  in  generale,  che  fi  poteireaccommodare 

ad  oc^niopportunitài&  recitar  il  Simbolo:  &pairarfela,facendo  un'  decreto  di 

riir:etrer  le  materie  all'  altra  5eflione;  allegando  per  caufal'eirer  molti  Prelati  in 

prociiito,6i  alcuni  in  viaggioi&pernon  efTer  ridotti  più  in  tale  anguflie,alloii- 

gare 


APA  Paolo  III.        LIBRO   SECONDO.  ip 

are  il  termine  della  fegucntc  il  più  inanzr  che  fi  poteua>nondifFerenclokpeiò     ci^  i^ 
opoPafca.  ^  xLvii, 

Quello  formato  ?  fu  communicato  a  Prelati  più  confidcntirfra  iquali  il  Vci- 
:ouo  di  Bitonco  confiderò, CheilfareunaScflioncpcrrccitar' il  Simbologia 
-niile  duecento  anni  ftabilito ,  de  continuamente  credato,&  al  preferite  da  tutti 
iccettato  intieramente;  potrà  ctler  riccuuto  dagli  emuli  con  irrifioncj&:  dagli 
litri  con  finiftra  interpretatione:che  non  fi  può  diredi  feguire  in  ciò  rcifcmpio 
le' Padri  antichi  :  perche  effi,  onero  hanno  compofto  Simboli  contrarhcre- 
ìe  >  che  condannauano;ouero,replicati  gli  anteriori  contra  hcrefic  già  condan- 
late ,  per  dargli  autorità  maggiore;  aggiontaui  qualche  cola  per  dichiarationej 
)uero,per  ritornarlo  in  m.emoria,&  ailicurarlo  contra  l'obliuionemia  all'  hora 
lon  fi  componeuaSimbolo  nuouo,  non  vi  s'aggiongeua  dichiarationcul  dargli 
naggior  autorità  non  eHercofadalorcnedaqucllecolo-.ilrammemorarlcrc- 
itandofi  almeno  ogni  fettimana  in  tutte  le  Chiefe  ,  de  eifendo  in  memoria 
ecented  ogni  huomo,ellercofafuperflua,&  affettata.  Che  col  Simbolo  foircro 
:onuinti  gli  hereticijcilèr  vero  di  quelli, che  errauano  contra  elfo: pcrò,non 
joterfi  far  cofi  contra  i  Lutherani>chelocredono,come  i  Cattolici.  Se,dopo 
'hauer  fatto  quello  apparato,  mai  farà  ufato  il  Simbolo  a  quello  effetto  ,  s'in- 
erpreterà  l'attionccome  fatta  non  per  altro,che  per  trattenere,  &  dar  pafto,non 
lauendo  ardire  di  toccar  i  dogmi,  ne  volendo  dare  mano  alla  riforma.Confe- 
,lic),che  foife  meglio  metter  dilatione ,  attefa  l'afpettatione  de'  Prelati,&  con 
[uella  pafiar  la  Seflìone. 

Il  Vefcouo  di  Chiozaviaggionfe,Che,anzi  le  ragioni,ad'dbtte  nel  decreto». 
>otrebbono  elfere  dagli  heretici  adoperate  a  proprio  fàuoi-e,CQn  dire ,  Che  fé  il 
►imbolo  può  feruire  a  conuertir  gli  infidcli,efpugnajie  heretici,confermar  fede- 
ijnon  fi  debbecoftringergli  a  crederealtracofaftioridi  quelle.  Quelle  ragioni 
lon  furono  giudicate  da'  Legati  cofi  effica<:i,come  la  contraria,CheilnonfaE 
lecreto  folte  con  perdita  della  riputatione:perilche,rifoluti  a  quella  parre:>& 
.ccommodate  meglio  alcime  parole,fecondo  gli  auuertim enti  de'  Prelati,  pro- 
)ofero  il  decreto  nella  Congregatione  del  primo  di  Febbraro:fopra  ilquale  furo- 
lo  dette  varie  cofe,&:,fe  ben  fu  approuato  dalla  maggior  parte,  nondimeno  con 
Ipoco  gufto  nel  partire  della  Co«gregatioiie:alcuni  de'  Prelati  ragionando  l'uii 
Idi'  altro  hebbero  a  dire>Si  dirà,checonnegotiodiventiannifihaconclufodi 
'.idurfijper  udire  a  recitar  il  Credo. 

Venuto  adonque  il  dì  quattro  Febbraro,giorno  dcllinato  alla  Seflìone ,  con  f  f*  Sefjìont. 
ta  mcdefima  ccremonia,  de  compagnia  s'andò  allaChicfamellaquale  camola  "/  *"<"w  // 
MelTa ,  Pietro  Tagliauia,Arciuefcouo  di  Palermo:  e  fece  il  Sermone  Frate  Am-  ^"^'"'^''' 
orofio  Catarino ,  Senefe,DominicanG;&  l'Arciuefcouo  di  Torre  leiTe  il  Dccre- 
tojla  foftanza  del  quale  fu ,  Che  la  Sinodo ,  confidcrando  l'importanza  de*  doi 
tapi ,  che  haueua  da  trattare  j  dell'  eftirpatioiie  delle  herefie,&  riforraatione  de' 
coftumijeflortatutti  a  confidar  in  Dio,  &  vellirfi  delle  arme  fpirituali:&  accio- 
'che  la  fua  diligenza  habbia  prinGÌpio,&  piogrellb-dalla  diuina  gratia,determina 
dicomminciare  dalla  Confeflìone  della  fede,feguitando  gli  elkmpij  de'  Padri, 


152,  CONCILIO  DI  TRENTO       PAPAPAOLoIir 

clic  ne*  principali  Concili)  nel  principio  delle  actioni  hanno  oppofto  quelle 
Icndo  contLalehere(ìc,&;  con  quel  folo  alcune  volte  hanno  conuertito  gli  infe 
dcli,&  vintigli  heretici'.nclquale  concordano  rutti  i  profeiibri  del  nome  Chri- 
ftiano  :  &;  qui  fu  recitato  tutto  diparola  in  j^arolafenzafoggiongere  altra  con 
cluiìone:&  interrogò  rArciuekouo  i  Padrijlegli  piaceua  il  Decrero.Furifpoftc 
da  tutti  affermatiuamente:  ma  d'alcuni,  con conditionij  &  additioni,nond 
gran  momento  >  con  difpiicentia  del  Cardinale  del  Monte:alquale  non  poteu; 
piacere, che  in  Seffioni  Ci  difcendeife  a' particolari, temendo  che  quando s'ha 
ucilè  trattato  cofa  di  rileuo,  poteife  nafcere  qualche  inconuenientc.Fu  letto  do 
pojl'altro  DccretOjintimando  la  Seffione  per  li  otto  d'Aprilcallegando  per  cau 
la  della  dilatione,  che  molti  Prelati  erano  in  pronto  per  il  viaggio,&  alcuni  ii 
viaj  &:  che  le  deliberationi  della  Sinodo  potranno  apparer  di  maggior  ftima 
quando  faranno  corroborate  con  confeglio  &  prefentia  di  più  Padrisnon  diffc 
rendo  però  l'eflamine  ,  Se  difculTione  di  quelle  cofe  ,  che  alla  Sinodo  pai 
ranno. 

La  Corte  di  Roma,  che  al  nome  di  riforma  era  tutta  in  ifpauento,fentì  coi 

piacere ,  che  il  Concilio  il  trattenelfe  in  prcambuli,fperando  che  il  tempo  hau 

rebbe  portato  rimedio  :  8c  i  Cortegiani,intemperanti  di  lingua  edere  itarono  1 

dicacità,dandofuori,ficome  il  coftumaua  all'  hora  in  ruttigli  auuenimenti,d: 

uerfepafquinate  molto  mordacijchi  con  lodare  i  Prelati  congregati  in  Trent 

d'hauer  fatto  un  nobiliflìmo  decrcto,&  degno  d'un  Concilio  Generale  i  de  eh 

confortandoli  a  conofcere  la  propria  bontà,&:  fcientia. 

ér  i  Legati       I  Legati ,  nel  dar  conto  al  Papa  della  Seflìone  tenuta ,  auifarono  anco  elfer 

fermano  di     cofa  dimcile  per  l'auuenire  opponerri,&  vincer  quelli ,  che  voleuano  finir  il  t 

nuouoaKo-    tolo  con  la  rapprefentatione  della  Chiefa  uniuerfale  :  nondimeno  farebbon 

"**'  sforzati  di  fuperar  le  dii£coltà.Ma,che  di  trattenere  più  i  Prelati  fenza  operai 

cofa  di  momento,^:  venir'all'  elfentialcnon  era  porfibile:&  che  però  afpettaUc 

no  l'ordine ,  Se  l'inftruttione  tante  volte  richieftaiche  alerò  farebbe  ben  parf 

trattar  della  Sacra  fcrittura  quelle  cofe,che  fono  controuerfeco'  Lutheranijó 

gli  abufì  introdotti  nella  Chiefa  in  quella  materiaxofe,  con  quali  il  poteua  dd 

molta  fodisfattione  al  mondo,fenza  offender  niiruno;&  di  ciò  haurebbono  a 

pettata  la  rifpofta,eirendoui  tempo  affai  luogo  per  poter  eflaminare  quell  i 

materie  ,  Se  molte  occahoni  di  portar  tempo  lino  al  principio  di  Quadra 

g-  lima. 

f«  Gemtmia      Majin  quello  tempo,ben  che  il  C  oncilio  folTc  aperto,&  tuttauia  Ci  celebrallc 

s'allarga  la  ri  non  mutarono  ftato  in  Germania  le  cofe.  Nel  principio  dell'  anno  l'Eletto 

forma meitaf  Palatino  introdulTc  la  Communione  del  calicela  lingua  popolare  nellepubli 

che  preghiere,il  matrimonio  de'  Preti,&  altre  cofe  riformate  già  in  altri  luogh: ,. 

Et  li  deftinati  da  Cefare  ad  interuenire  nel  congrelTopcrtrouarmododicor 

cordia  nelle  differenze  della  religione ,  fi  ridulTero  in  Ratisbona  alColloquic 

delquale  Cefare  deputò  Prefidente  il  Vefcouo  di  Eicftat,&:  il  Conte  di  Furftein 

bergjdoue  non  riufci  alcun  buon  frutto  perlefofpittioni,  che  ciafcuna  dell 

parti  concepì  centra  raltra:&:  perche  i  Catholici  incontrauano  ogni  occafion' 

di  dai: 


Papa  Paolo  III.         L  I  B  R  O  S  E  C  O  N  D  O.  155 

\i  dar'  all'  altra  parte  maggiori  Cofpetthòc  fìngerli  dal  canto  proprio  :  iquali  fece 

.0  finalmente diiroluere li conuento.  ^'^    ^^ 

Morì  anco  a'  diciotto  di  Fcbbraro  Martino  Luthero  :  lequali  cofcauifate  in  xi.  vi. 
rrent05&  a  Romajnon  fu  fcntito  tanto  difpiacere  della  mutatione  della  religio-  ^Z"'*^^'  ^"' 
ne  nel  PalatinatOjQuanto  allegrezza,pcrche  il  Colloquio  non  haucirc  iucceiloj 
Bc  tenddVe  alla. di(ic)lutionej&  folfe morto Luthcro.IlColloquio pareua un'ai- 
re ConciliO)&  daua  gran  geloria:perchc>fe  qualche  cola  folfe  ftata  concordata, 
lon/i  vedeua,come  potcilèpoi  dal  Concilio  eilerrigettata:&  fé  folfe  accettata, 
laurebbe  parlo  che  il  Concilio  riceueife  le  leggi  d'altronde  :(Sd  in  ogni  modo 
(Uel  Colloquio  in  piedi,  con  interuenientiMiniftri  di  Cefarcera  con  poca  ri- 
utatione  del  Concilio,&  del  Papa.Concepirono  i  Padri  in  Trento,&  la  Corte 
1  Roma,granfperanza,vedendo  morto  un'  inftromento  molto  potente  acon- 
•aftare  la  dottrina,^  riti  della  Chiefa  Romana:caufa  principale,  &  quali  totale 
elle  diuifionij<S^  nouità  introdotte  :  &:  l'hebberoper  un  prefagiodiprofpero 
iccelfo  del  Concilio:  &  maggiormente,  per  eircrndiuulgata  quella  morte  per 
Italia, come  fucceilà  con  molte  circonftanzcportentofe,&  fauolofe,lcquali 
afcriueuano  a  miracoIo,&:  vendetta  diuina:fe  ben  non  vi  intcruenncro,fc  non 
i  queiftefll  euenimenti  foliti  accadere  ordinariamente  nelle  morti  degli  huo- 
i  dni  ài  feirantatre  anni:che  in  tanta  età  Martino  pafsò  di  quella  vita.Ma,le  cofe 
iccedute  dopo  fin  all'  età  noftra,hanno  dichiarato,che  Martino  fu  folo  uno  de' 
iezij&:  che  le  caufe  furono  altre,piupotenti,&  recondite.  r    t  '   '  js 

Cefarejgionto  in  Ratisbona,  fi  lamentò  grauemente,  che  il  Colloquio  folle  ^r  "'"^-^ 
iroluto:&:  di  ciò  ne  fcriile  per  tutta  Germania  lettere ,  lequali  furono  con  rifo  ^J  ' 

rdutceifendo  pur  troppo  noto,che  la  fcparatione  era  proceduta  dall'  opera  de' 
3agnuoli,&r  Frati,&:  dal  Vefcouo  di  Eicftat,da  lui  mandato.  Et  non  è  difficile, 
;  landò  fono  faputi  gli  operatori,immediate  conofcere  d'onde  venga  il  princi- 
!  odelmoto.Ma  ilfauio ImperatorejdeH'iflciracofavoleuavalerfipcrfodisfarc 
I  Papa,(S<:  al  Concilioj&  per  cercar'  occafione  contra  i  Proteftanti:ilche  l'euen- 
!  I  comprobò,quando  replicate  le  ftelfe  querimonie  nella  Dieta5&  ricercato  dal- 
!  congregati  nuoui  modi  di  concordia,  i  miniftri  di  Magonza,&  Treueri,  fepa- 
;  ti  da  quei  degli  altri  Elettori,&  congionti  con  gli  altri  Vefcoui ,  approuarono 
|Concilio,&  fecero  inftanza  a  Cefare  che  lo  protegeire,&  operalle  che  i  Pro- 
Illativi  interueniirero,&  feglifottomettelferorrepugnando  e(Iì,&rimoftrando 
i  contrario, che  quel  Concilio  non  era  con  le  qualità,6iconditioni  promcire 
iintevoltej&  inflando,  che  lapacefoireferuata,&:  le  cofe  della  religione  foife- 
j)  concordate  in  un  Concilio  di  Germania  legitimo  ,  onero  in  un  Con- 
ato Imperiale.  Ma  le  mafchcre  furono  in  fine  tutte  leuate  ,  quando  le 
icouifioni  della  guerra  non  poterono  più  cilere  occultate:  di  che  a  luo  luogo 

dirà. 

Sopra  la  lettera  da  Trento  fcritta ,  hebbe  il  Pontefice  molta  confideratione,  '(  ^'*/"'/^'''|^ 
,air  un  canto, ponderando  gli inconuenienti,che farebbono feguiri,renendo,  t^l^^^l'l'lt 
3mediceua,il  Concilio  fu  le  anchore,con  mala  fodisfattione  di  quei  Vefcoui,  tri  in^materia, 
jlie  iui  erano:&  il  male  che  poteua  nafcere  ?  quando  s'incomminciafle  riforma. 

V 


^ 154  CONCILIO  DI  TRENTO       PapapaoloU! 

ci3  13     In  fine,  vedendobene  che  era  neceflàrio  rimettere  qualche  cofa  alla  ventura,; 

XLVi.      che  la  prudentia  non  confegliaua  Te  non  euitar  il  male  maggiore ,  rifoluè  di  ri 

criucrc  a  Trento,Che,fecondo  il  raccordo  loro,incaminailero  Tattionejauue 

tendo  di  non  metter  in  campo  nuoue  difficoltà  in  materia  di  fedejne  determ 

nando  cofa  alcuna  delle  controuerfe  tra  Catholici:  &c  nella  riforma  procedei 

ed  è  prefo  il    do  pian  ^iano.  I  Lcgati,che  fm'air  hora  fi  erano  trattenuti  nelle  Congregàti( 

fig§;:tto  deHa.  ni  in  cole  generali,hauendo  riceuuto  facoltà  d'incaminarfi,nella  Congregati( 

SacraSciittu-  ^q  j^'  ventiduc  Febbrarojpropofero  ,  Che,  fermato  il  primo  fondamento  del 

'"*''  fedcjlaconfeguenza  portaua  che  fi  trattafTe  un  altro  più  amplo,che  è  la  Scritt 

ra  diuina:materia,nellaquale  vi  fono  punti  fpettanti  a  dogmi  controuerfi  co'  L 

cherani;&  altri  per  riforma  degli  abufi^Sc  lipiu  principali,^:  neceitarij  da  eme 

dare  5  8c  in  tanto  numero,  che  forfl  non  bafterà  il  tempo  fmo  allaSclTioncp 

trouar  rimedio  a  tutti.Si  difcorfe  delle  cofe  controuerfe  co'  Lutherani  in  quef 

foggetto  ;  &;  degli  abufi,  &c  fu  da  diuerfi  Prelati  parlato  largamente  fopra 

quefto. 

Sino  air  hora  i  Theologi,che  erano  al  numero  di  trenta,&  per  il  piu,Frati,  1 
non  haueuano  feruito  m  Concilio  adaltro,che  a  far  qualche  predica  i  gioì 
feftiuijin  eilaltatione  delConcilio,o  del  Papa,*S^  per  pugna  ombratile  con  L 
theranijhora,che  fi  doueua  decidere  dogma  controuerfo,& rimediare  agli  ab 
più  tofto  de'  letterati,  che  d'altri,comm-inciò  ad  apparire  in  che  valerfcne.Et 
prefo  ordincche  nelle  materie  da  trattarfi,per  decider  punti  di  dottrina,foire 
eflratti  gli  articoli  da'  libri  de'  Lutherani,contrarij  alla  fede  Qrtodoira,&  dat 
ftudiare,&  cenfurare  a'  Theologij:accioche>dicendo  ciafcuno  d'eflì  ropinio 
fua ,  folle  preparata  la  materia  per  formare  i  decreti,  iqualipropofti  in  Cong 
gatione,&  eflaminati  da'  Padri,intefo  il  voto  di  ciafcunojfolfe  flabihto  quel 
che  in  SefTione  s'haurebbe  a  publicare.  Et  in  quello,  che  appartiejieagh  abi , 
ognuno raccordaire  quello,che  gli  pareua  degno  di  correttione,col  rimec 
appropriato. 
di  che  fono  e-      ^^^  articoli,formati  per  la  parte  fpettante  alla  dottrinajtratti  da'  libri  di  I 
^m«  «meo/»  thero,furono, 

da  l'ibride  i.     Che  la  dottrina  necefìària della  fede chrifliana,fì  contiene  tutta intii 

frotefimm     nelle  diuine  Scritture  :  &  che  è  una  fintione  d'huomini  aggiongerui  tradicic 
non fcrittccome  lafciate  da Chrifto,&  dagli  Apoftoli allaSanta  Chiefa^arrii  ■ 
te  a  noi  per  il  m.czo  della  continua  fucceifione  de'  Vefcoui'.&ellèrfacrilc;. 
il  tenerle  d'ugual  autorità  con  le  Scritture  del  Nuouo  ,.&del  Vecchio;Tei 
mento. 

II.  Che  tra  i  libri  del  Vecchio  Teftamento  non  fi  debbono  numerare,fal  » 
che  i  riceuutì  dagli  Hebrei:&  nel  Teflamento  nuouo  le  fei  Epiflolc,  cioè,  foi  • 
nome  di  S.  Paolo,  agli  Hebrei,diS.  Giacomo,  feconda  di  S^Pietro, feconda  : 
terza  di  S.Giouanni,&  una  di  S.Iudaj.^  l'Àpocaliire. 

III.  Che,per  hauerriQtelligenzavera  della  Scrittura diuina,o  per  allegarlep  • 
prie  parole ,  è  neceirario  hauer  ricorfo  a'  tefti  della  lingua  originarià,nelLiqu;  ; 
è  fcritta,&  riprouar  la  tradottioncche  da'  Latini  è  ufata,come  piena  d'errori^ 

iiii.  C  ' 


Papa  Paolo  III.  LIBRO    SECONDO-  155 

mi.  Jpii&ia Sa'ittura diuiiia  è faciliflìma  ,  &c chiarifTima:  8c  per  intenderla  e 1 3  io 
non  è  ne£eilàna  ne  gloìaj'ne  commenti  j  ma  haiiere  fpiriro  di  pecorella  di  xlyi. 
Dlirifto. 

w".      Se  centra  tutti  quelli  articoli  fi  debbono  fonnar  Canoni  conAna- 
thcmi. 

Sópra  i  dueprimi  articoli  fu  difcorfo  da'  Thcologi  in  quattro  Congrcgationi:  tutti  conror- 
&nelprimo>tatti  furono  concordi,che  la  fede  Chriftiana  fi  ha  parte  nellaScrit-  damafoflcmr 
:ura  diiiina,  &  parte  nelle  Traditioni:&  ficonfumò  molto  tempo  in  allegar  per  ^^  Tradnioni: 
juefto  luoghi  di  Tertulliano,che  ipellb  ne  parla,&  molte  ne  numera;  d'Ireneo, 
JiprianojBafiliojAgoftino,&  altriianzijdicendo  di  più  alcunijche  tutta  la  dot- 
rina  Cattolica  habbia  per  vnico  fondamiento  la  Traditionc:perche  alla  medefi- 
l'a  Scrittura  non  fi  crede,  fc  non  perche  fi  ha  per  traditionc.  Ma  vi  fu  qualche 
itFerenza,comxe  folfe  ifpediente  trattar  quefta materia. 

FtaVicenzo  Luncllo,Francefcano,fu  d'opinione, Che,douendofiftabilii: la, 7 £2<«(,//o  y/^ 
crittura  diuina ,  &  le  Traditioni ,  per  fondamenti  della  fede  ;  fi  doueife  inanzi  chkde  che  fi 
:artar  della  Chie{'a,che  è  fondamento  più  principale:perchelaScritcurariceue  ^'"•*"'  delia, 
X  quella  l'autoritàjfecondo  il  celebre  detto  di  Sant'  Agoftino,ZV^p;^  crederei  all'  ^"^J'** 
■vangétio  ife  t autorità  della  Qoiefa  non  mi  confiringeJ[e:Ìi  perche  delle  traditioni 
on  a  può  hauer'  ufo  alcuno ,  fé  non  fondandolo  fopra  la  medefima autorità: 
Diche, venendo  controuerfia,fe  alcuna cofafia per  traditione,farà  necelfario 
;ciderla,oper  teftimonio,o  per  determinatione  della  Chiefa.  Ma,ftabilito 
lefto  fondamento  >  che  ogni  Chriftiano  èobligato  credere  alla  Chiefa,fopra 
lello  [i  fabricarà  ficuramente.  Aggiongeua,  douerfi  pigliar  eifempio  da  tutti 
lelli  che  fino  all'hotahaucuanofcritto  confodezzacontra  iLuthcrani,come 
ate  Silueftro,&:  Ecchio,che  fi  fono  valuti  più  dell'  autorità  della  Chiefa,che  ài 
lalonque  altro  argomento:  ne  con  altro  poterfi  mai  conuincere  i  Lutherani. 
lèr  cofa  molto  aliena  dal  fine  propofto,cioc,diponere  tutti  i  fondamenti  della 
)ttrina  Chriftiana,lafciare  il  principale,  &  forfè  l'unicojma  al  certo,quello, 
[  Qza  ilquale  gli  altri  non  fuflìftono.Non  hebbe  quefta  opinione  feguaci.  Alcu- 
!  gli  opponeuano,che  era  foggetta  alle  ftefTe  difficoltà,  che  faceua  agli  altri: '"1^  *'.'"*  ^^' 
I  rche,anco  le  finagoghe  d'heretici  s'arrogarebbono  d'effer  la  vera  Chiefa,a chi '^'^''''' 
jnta  autorità  era  data.  Altn,hauendo  per  cofa  notiflima,&:mdubitabile,che 
r  la  Chiefa  fi  debbe  intendere  l'Ordine  clericalcSc  più  propriamente  il  Con- 
jlio,&  il  Papa,come  Capo;diceuano,Che  l'autorità  di  quella  s'ha  da  tener  per 
1  à  deci(a,&  che  il  trattarne  al  prefente,farebbe  un  moftrare  che  folfe  in  difhcol- 
I  ,  o  almeno  cofa  chiarita  dinuouo,&  non  antichifTimajfempre  creduta  dopo 
i|tc  ci  è  Chiefa  Chriftiana. 

j  Ma  Fra  Antonio  Marinaro,Carmelitano,era  di  parerc,che  Ci  afteneifc  di  par-  //  Mitrlnaro 
|C  delle  traditioni:&  diceua,Che  in  quefta  materia,per  dccifione  del  primo  ar-  ""«  è  dipare- 
;olo ,  conueniua  prima  determinare,fe  la  queftione  (oiVc faBhvel  ?«m:cioè,  fé  ^^  cÌKJifacciA 
i  dottrina  Chriftiana  ha  due  paiti,una,che  per  diuina  volontà  foife  fcritta;  i'al-  xfJdhh^^^ 
il, che  per  laftelfa  foife prohibito  fcriuere,  ma  fol  infegnarc  in  voce:ouero,fe  ' 

tutto'l  corpo  della  dottrina,per  accidente  è  auuenutOiChcjeifendo  ftata  tutta 
1  V     ij 


^6  CONCILIO  DI  TRENTO        PapaPaoloIU. 

infegnata  j  qualche  patte  non  fia  ft^ta  pofta  in  fcL-icto.Soggionfceirei  cofa  chia- 
ra ,  che  la  Macftà  diuinajordinando  la  legge  del  Vecchio  Tc{lamento,ftatuì  che 
foirc  nccellàrio  haueda  in  lcritto:pcrò  col  proprio  ditoTcrille  il  Decalogo  in 
piccra,commandando>che  foife  ripofto  nello  rcrigno;,perciò  chiamaco^Dcl  pat- 
IO yche  (ì  dice ^yirca  feeder is. Che  commandò  più  volte  a  Moifejdifcriuere  li  pre- 
•cctci  in  un  libro,&:che  un  clTcmplare  ù.dXc  apprelTo  lo  fcrigno:e  che  il  Rè  ne  ha- 
uelTe  uno  per  leggere  continuamente.  Non  fu  l'iftclfo  nella  legge  Euangelica 
laqual  dal  Figlio  di  Dio  fufcrittane'cuorijallaqualenonèneceirariohaacrta- 
uole  ,ne  fcrigno  »  ne  libro.  Anzi  fu  laChiefaperfettiflimajinanziche  alcuni  de 
Santi  Apoftoli  fcriueircro  :  8c,(e  ben  niente  folfe  ilato  fcritto,  non  però  ali: 
Chiefa  di  Chrillo  farebbe  mancata  alcuna  perfettione.  Ma,  fi  come  fond< 
Chrifto  la  dottrina  del  Nuouo  Tcftamento  ne'  cuorijcolì  non  vietò,che  non  de 
ueirceirerefcrittajcomc  in  alcune  falle  religioniidoue  i  mifterij  erano  tenuti  i 
occoltojne  era  lecito  mettergli  ia  fcrittOjtóa  folamentc  inl'egnarli  in  voce:&  p( 
tanto  eller  cofa  indubitatajche  quellojche  hanno  fcritto  gli  Apoftoli,&  queil 
che  hanno  infegnato  a  bocca,è  di  pari  autoritàjhauendo  efli  fcrittOj&  parlar 
per  i'inflinto  dello  Spirito  Santo:ilqualperÒ5(ìcome,a{Hftendoloro,gli  ha  dri 
zati  a  fcriuerej&:  predicare  il  verojcoil  non  fi  può  dirc>che  habbia  loro  prohibii 
fcriuere  alcuna  cofa  per  tenerla  in  miftcriorondenonfì  poteuadiflinguered 
generi  d'articoli  della  fede  talcunijpublicati  con  fcrittura,altricommandari 
communicare  folo  in  voccDiffe  anco>Che  fé  alcuno  folfe  di  contraria  opini 
ne,haurebbe  due  gran  difficoltà  da  fuperareil'unajin  dire  in  che  confifte  la  difì 
rcnzarl'altrajcome  i  fucceifori  degli  Apoftoli  habbiano  potuto  mettere  in  fcr 
to^quelloiche  da  Diofu  prohibitoifoggiongendojeirere  altretanto  dura,5^ dii , 
cile  da  foftcncr  l'altrajcioèjper  accidente  elfere  occorfo,  che  alcuni  particol; 
non  lìano  flati  fcritti  :  poiché  derogherebbe  molto  alla  diuinaprouidenza  ne 
indrizzare  i  Santi  Apoftoli  nella  compofìtione  delle  Scritture  del  Nuo 
Teftamento.  Per  tanto  concludeuajche  l'entrar  in  quefla  trattationc, folfe 
nauignr  traScilla;r?c  Cariddi;&  elfer  meglio  immitar  li  Padri>  iquali  fi  fono  fé 
prc  valuti  di  quello  luogo  folo  ne'  bilogni,  non  venendo  però  mai  in  parere 
tbrmarnc  un'  articolo  di  competenza  contralaDiuina  Scrittura.  Aggionfcc 
non  era  neceirario  paiFar'  all' hora  a  far  nuoua  determinationcj  poiché 
Luthcrani  j  fc  ben  hanno  detto  di  non  voler  elTere  conuintijlaluo  che  con 
Scrittura,  non  è  però  ftata  formata  controuerfìa  in  quello  articolo:&  elTert . 
attendere  alle  iole  controueriìc ,  che  efli  hanno  promolIc,&  non  mettern(  i 
campo  di  nuoue,  efponendofì  apericolo  di  far  maggior  diuifìoni  nel  Chrifl  • 
nefmo. 
V    ./.  A  pochi  piacque  l'openione  del  fratc:anzi,dal  Cardinal  Polo  fu  riprefcc  i 

tD  e  rìprefoi  dìiQ  >  Che  quel  parere  era  più  degno  d  un  Colloquio  di  Gerinania,che  con<  • 
cenre  ad  un  Concilio  Vniueri'ale  della  Chiefa:  che  in  queflo  conuiene  hai  •' 
mira  alla  verità  fincera,  non  come  là  ,  'doue  non  ii  tratta  fé  non  d'accorda  3 
etiandioconpregiudicio  della  verità:,  per  conferuar  la  Chiefa  ellernecefrar» 
o  che  i  Lutherani  riceuiuo  tutta  la  dottrina  Romana  >o  che  iiano  fcop<  i 

quai 


•ArA?AOLoin.         LIBRO    SECONDO.  157 

manti  più  enori  di  loro  Ci  pao  ritronareiper  moftrarc  al  mondo  tanto piujclic  ciò  i3 
non  fi  può  conuenir  con  loro.  Però ,  (e  e0i  non  hanno  formato  la  concroucrlia  xlv  j. 
fopra  le  tradicioni,bi(ognaformarla,(3: condannarle  opcnioniloro,&m.o(ì:ra- 
re,che  quella doctrinanon  lolo  e  dilfcrencc  dalla vera,in  quello  doue  profelfaLa- 
mentc  «li  contradice,  ma  in  tutte  le  akrcparriidoucrfì  attendere  a  condannare 
più  alfordirà  che  lì  potran  cauare  da'  ferirti  loro:&  elTcr  vano  il  timore  di  urtar  ni 
Scilla,o  Cariddijper  quella  cauillofa  ragionerà  quale  chi  attendellè,  conclude- 
rebbcjche  non  ci  foifc  traditione  alcuna. 

Nel  fecondo  articolosle  openioni  furono  conformi  in  queftojChclccondo  dìuerfe  opimo- 
gli  antichi  eirempijjiì  facclfe  catalogo  de'  libri  Canonici  ;  nelquale  folfcro  regi-  ni  [opra  l^  Ca^ 
flrati  tutti  quellijche  lì  leggono  nella  ChieiaIlomana,etiandio  quelli  del  Vec-  """!  ^''"'^"^J'»' 
chio  Tcftamento ,  che  dagli  Hebrei  non  fono  nceuuti:5c'  per  proua  di  ciò  fu  da  •^'*^"' 
tutti  allegato  il  Concilio  Laodiceno,  Innocentio  primo , Pontefice  ,  il  terzo 
Concilio  Cartaginenfe,&  Gelaiìo  Papa.  Ma  furono  quattro  openioni.  Alcuni 
voleuanojche  doi  ordini  foifero  fatti :nel  primo, lì poneirero quei folijche da 
tutti  fono  fempre  ftati  riceuuti  fenza  cótuadittionc  :  nell'  altro,quelh,quali  altra 
volta  fono  ftati  reietti,o  di  loro  dubitato:«S<:  il  diceua,che  fé  ben  ciò  non  il  vede 
fatto  precedentemente  da'nillun  Concilio,  o  Pontefice  >  nondimeno  era  fem- 
pre cofi  ftato  intefo:perchc  Sant'  Agoftino  fa  una  tal  diftintione:&:  l'autorità  fua 
è  ftata  canonizata  nel  e.  in  Canonicis\òi.  San  Gregorio ,  che  fu  pofteriore  anco  a 
GelafiOjfopra  Iob,dice  de'  libri  de'  Machabei,che  fono  fcritti  per  edifieationcjfe- 
ben  non  fono  Canonici. 

Fra  Aloiiìo  di  Catanea>Dominicano,diceua,Che  quefta  diftintione  era  fatta 
da  San  Gierolamo ,  riceuuto  come  regola,&  norma,dalla  Chiefa,pcr  conftituir' 
il  Canone  delle  Scritturerà  allegaua  il  CardinalGaetano,ilquale  elfo  ancora- 
gli haueua  diftinti,  leguendo  San  Gierolamo, come  regola  infallibile  dataci 
dalla  Chiefa:&  cofi  fcrilTe  a  Papa  Clemente  fettimo,mandandogli  l'efpofitione 
fua  fopra  i  libri  hiftoriali  del  Vecchio  Teftamento.Altrieranodiparere,chetre 
ordini foireroftabiliti.il  primordi  quellhche iempre  furono  tenutiper  diuini.Il 
fecondo, di  quelli, che  altre  volte  hanno  riceuuto  dubio,ma per  ufo  ottenuto 
autorità  canomca:nelqual  numero  fono  le  lei  Epiftole^^Js:  rApocahìTcdelNuo- 
uo  Teftament05&  alcuneparticoledegliEuangelifti.il  terzo  è\  quelli,chemai 
fono  ftati  certificati,quali  fono  i  fette  del  VecchioTeftaméto,  &  alcuni  Capi  di 
Daniele ,  &  diHefter.  Altri  ripiitaLTanoracglio,non  far  alcuna  diftintionc,ma 
immitare  il  Concilio  Cartaginenfe,6c  gliakri^ponendoilCatalogcfenzadir 
più  parole.  Vn' altro  parere  fujChe  fi  dichiaralfero  tutti  in  tutte  le  parti,  come  C\ 
ritrouano  nella  BibiaLatina,eirerdidiuina,&  ugual' autorità.Maggiorpenfie- 
10  diede  il  libro  di  Barucilquale  non  è  pofto  in  numero  ne  da'  Laodiceni,ne  da' 
Cartagineiì,ne  da' Pontefici  Romani:  &  fi  farebbe  tralafc  iato ,  cofi  per  quefta 
«:aufa,come  perche  non  fi  fapeuatrouar  il  principio  di  quel  libro  :  maoftaua  che 
nella  Chiefa  fé  ne  legge  lettione:ragione  Itimata  cofi  potente ,  che  fece  rifolucre 
la Congregatione,  condire.  Che  dagli  antichi  fiiliim.ito  parte  ài  lercmia ,  & 
«omprefo  coniai. 

V     iij. 


ijS  CONCILIO    DI  TRENTO     PafaPaoloIH 

ci^    13  Nella  Congregatione  del  Venere  :,  a  cinque  di  Marzoi  eifendo  andato  aui- 

XL  Y I.      fcclic  i  pcnfìonauij  dei  Vefcouo  di  Biconto  dimandauano  in  Roma  d'eifer  pa- 
accidente, cir-  gaci,  &  per  qucfto  l'haiicuano  facto  ciure  inanziTALiditorcj facendo  inftanza 
ca  le  p'.nfioui,  ^.j^^  r^j|^  coilrctto  con  fcomuniche5&  altre  cenfurc/econdo  io  fcil  delia  Corte, 
i^fi'cmi-^  a  fare  il  pagamcntoiegli  li  lamentaua,dicendojGhe  i  fnoi  peniionarij  ìiaueuano 
ragioncima  ne  egli  haueiia  il  tortojpcrchcrftando  in.  Conciliojnon  poteua (pen- 
dere manco  di  ieicenco  feudi  ali' anno;  &  detratte  le  penfìoni^non  ne  reftaua  a 
lui  più  che  quattrocéto  :  onde  era  neceirario,ciie  foife  fgrauatco  fouuenuto  de- 
gli altri  ducento.I  Prelati poueri,come  in  caufa  comraune,s'adoperauano  in  fuo 
reruitio:&  alcuni  d'effi  paflarono  m  qualclie  parole  alce,  dicendo,Che  quello 
folle  una  infamia  del  Concilio,  quando  ad  un'  ofHciale  delia  Corte  di  Roma 
folle  pcrmelfo  ufar  cenfarc  contra  un  Prelato  effiifence  inConcilioieller'  una  i 
moftruoficà,  cliehaurcbbc  dato  da  dire  ai  miOndo,Clieil  Concilio  non  folfeii- 
beroiche  i'honor  di  quel  Confeifo  ricercaua,che  folle  citato  a  Trento  i'Audito- 
i'e,ouero  ufato  verfo  di  lui  qualche  rifentimenco,che  conferuairc  la  dcgnità  de  la 
Sinodo  illefa.  Alcuni  anco  palfauano  a  dannar  i'impolìtione  delie  penlìoni,di- 
cendo,  eifere  ben  coiagiulla,&  ulata  dall' antichità,che  le  Chiefe  ricche  fou- 
ueniifero  le  pouere  :  non  però  coftrette ,  ma  per  carità,  ne  ieuando  a  fé  fteire  le 
cofeneccifariexofìanco  hauer'infegnato  San  Paolo:  ma  che  i  poueri  Preiati, 
di  queilo,clie  era  necelfario  per  la  follentatione propria, foirerocoftretti con 
,    ceniure  a  rifondere  a'  ricchijeifer  cofa  intoierabiie,  &:  quello  effer'  un  capo  di- 
'  riforma,da  tratcar'  in  Concilio,riducendo  la  cofa  ail'antico,&  veramente  Chri- 

ftiano  ufo.  Mai  Legati,  e onfiderando quanto  follerò giufte le quereie,&doue 
poceuano  capicare, quietarono  ogni  cola,  con  promettere, che  haurebbono 
Icritco  a  Roma,&:  facto  onninamence  deliftere  dal  proceilb  giudÌGÌaie;&  opera- 
to ,  che  in  qualche  modo  folle  prouéduco  al  Vefcouo,(i  che  pocelle  mantenerli 
in  Concilio. 
Con^/egattone      Hauendo  tutti  i  Theologi  finito  di  parlare  addi  otto  Marzo  ,  fu  intimata 
ftruordinariai  Congregatione  per  illeguente,  fé  ben  non  era  giorno  ordinariouion  tanto  per 
dom  fono  v~  venir',  a  fine  di  ftabilire  decreto  fopra  gli  articoli difputaci,quantoper decoro 
^^}'^^f  ^J*"*  del  Conciliojche  in  quel  giorno,  dedica.to  a  fella  profana  delCarnouale,i  Padri 
Scrhmm:      ^  occupairero  nelle  cofe  Conciliari  :  &  all'  hora  fu  da  tutti  approuato.  Che  le 
Tradirioni  foifero  riccuutccome  di  ugual  autorità  alla  Scrittura:  ma  no  cócór- 
darono  nella  forma  di  teifere  il  Catalogo  de'  libri  diuini  :  &  etfendo  tre  openio- 
nijl'unajdinó  difcenderc  a  particolari iibri:raltra,di  dillinguereil  Catalogo  in 
tre  parti:  lacerza,  di  farne  un  folo, ponendo  tutti  i  libri  d'ugual  autorità: ne 
eifendo  ben  tutti  rifoluti,  furono  fatte  tre  minute,  con  ordincche  fi penfallè 
accuratamentcper  dir  ciafcuno,quaie  riceueircneiia  feguente  Congregationcj 
anhiit  Fran-  che  addì  dodici  non  fi  tenne  ,  perl'arriuo  di  D.Francelco  di  Toledo,  mandato 
cefco  di  Tele-  Jalf  Imperatore  Ambafciatore  per  ailìilereai  Concilio, come  Collega  di  D. 
do  ,  fi^"»'^^  Dicao  :  ilqualfu  incontrato  dalla  mao;aior  parte  de' Vefcoui,&:  dalle  famidie 
^Tv-t-    ae'Cardinii.  ■ 

a^ari/erèr-      Arriuò  in  Trento  in  quello  tempo  il  Vergerio,di  fopra  più  volte  nominato: 

andatoj 


Papa  Paolo  III.         LIBROSECONDO.  159 

andato,non  per  volontà d'intcruenir  al  Coiacilio,ma,fiiggendo  l'ira  delfuopo-    eia  lO 
polo  concitato  contra  lai,come  cauta  dcjla  llerilità  della  terra  >  da  F.  Haiinibal      x  l  v  i. 
Grifonejnqairitore  :  ne  fapeua  doucpotcire  Ilare  con  degnìtàa&haucrcommo-  gmo  in  Cen~ 
do  maeaiorcdi  riuftificarll  dalle  imputationi del  Frate, che  lopublicaua  per  f'^^f"'^'"- 
LutheSio ,  non  folo  ncU'  Iftria,raa  apprclTo  il  Noncio  di  Venctia,&  il  Papax^^.^^|^;  ^^* 
dellequalicofe  elTendo  anco  i  Legati  dei  Concilio  auiratijreiclufcro  d'interne-  c^J;7e:    ^* 
nire  nec^Ii  atripublici,comc  Prelatoyie  prima  non  fi  folle  giuftificato  appi-eiFo  il 
Ponteficcdouc lo  eUbrtarono eflìcaccmente  andarc:&,re non  haueiFcro  temuto 
di  far  parlare  contra  la  libertà  del  Concilio,  (arebbono  ufciti  dalle  elFortationi. 
Ma  ecrli ,  vedendo  di  ftar  in  Trento  con  maggiore  indegnità,  pochi  di  dopo  fi 
parti,  con  animo  di  tornar'  al  Ve(couato,reputandolaleditionepopulaie  circi- 
acquetata.  Ma ,  gionto  a  Vcnetia,  gli  fu  prohibito  d'andaici  dal  Noncio,quale 
haueua  riceuuto  ordine  da  Roma  di  formar  procello  contra  di  lui:di  che  fde- 
o-nato ,  o  intimorito>aper  qualche  altra  caiiia.che  folle^non  molti  mefi  dopo  ui^ 
ci  d'Italia, 


foftentc 

gationi,parlarono  1  iheologiiopra  gii  altri  articoii,òc  molta  ciitreienza  tu  nei  ^^^^^^  ^^n^' 
terzofopralaTranflatione  Latina  della  Scrittura,tra alcuni  pochi,che  haueua-  Trajlatìom 
no  buona  cognitione  di  Latino,&  gufto  di  Grcco5&  altri  nudi  di  cognitione  di  LatinA' 
lingue.Fra  Aloilioda  Catanea  diiFe,che,perrirolutionedi  quell'  articolo,nonil 
poteua  portar  cofa  più  a  propoijfOjdkaccommodataa'preldititcmpij&occa^ 
fioni^  che  il  giudicio  del  Cardinale  Gaetano,verfati{fimo  nella  Theologia,ha- 
uendo  (Indiato  fino  dallafanciullezza,&  per  la  felicità  dell'  ingegno,&  laboricv- 
fa  diligenza,  riufcito  ilprim.o  Theologo  di  quello,&:  moki  altri  fecoli:alquale 
non  era  Prelato, ne  altro foggetto  in  Concilio,chenoncedellein  dottrina,& 
non  teneirc  d'elFere  in  (lato  d'imparare  da  lui.Quedo  Cardinale,andato  in  Ger" 
mania  Legato  del  m.d.xxiii.  accuratamente inucdigando  come  fìpotelTero 
ridurre  alla  Chiefa  lifuiati,&:  conuincere  gli  here(ìarchi,trouò  il  vero  riracdioj 
l'intelligenza  letterale  del  tedo  della  Sacra  Scrittura,nella  fua  lingua  originale, 
laellaquale  è  rcritto:&:  tutto'l  rimanente  di  fua  vita,che  ondici  anni  furono,(ì 
diede  folo  allo  (ludio  della  Scrittura,efponendo,non  la  tranilatione  Latinajraa 
i  fonti  Hebreo  nel  Vecchio,&  Greco  nel  Nuouo  Teftamentotdellcquali lingue 
non  hauendo  egli  alcuna  cognitione,adoperòperfone  intcndenri,chedi  parola 
in  parola  glifaceflèro  codruttione  del  tedo, come  le  opere  fue  icritteibpra  i 
facri  libri  modrano.Era  folito  dire  quel  buon  CardinalcChe  l'intendere  il  tedo 
Latino  ,  non  era  l'intenderla  parola  di  Dio  infallibilcma  quella  del  trailatorc, 
foggetto  &  fuccombente  agli  errori:  che  ben  dilFe  Gieronimo,Il  profetarc5& 
fcriuere  facri  libri  prouenire  dallo  Spirito  Santolina  il  rranflatargli  in  alrra  lin- 
gua, eirer'  opera  della  peritia  humana:&  dolendoddiceuajPiaceircaDiojchei 
Dottori  de'fecoli  inanzi  hauelFero  cod  fatto,  che  le  hercfie  Lutherane  non 
haurebbono  trouato  luogo.  Soggionfe,non  poterd  approuare  trandationc  air 
cunajfeiionrejprouandoilCarionejp^f  Veterum  d.^,ùiQ  commanda  d'haueril. 


i6o  CONCILIO   DI   TRENTO       Papa  Paolo  III 

'qio  lO  teftoHebrccpereiraminai- la  realtà  de' libri  del  Vecchio  Teftamento,  &:  il  Gre- 
mivi, co  per  nonna  di  quei  del  Nuoiio.  L'approuare  una  interpfetationeper  autenci- 
ca,e{leL'  condannare  S.Gicronimo,«S(:  tutti  quelli,che hanno  tradotto:('e alcuna 
€  autentica ,  a  che  potrcbbono  feruir  le  altre  non  autentiphe?  Vna  gran  vanità 
farebbe,  produrre  copie  incerte,  hauendone  in  forma  probante;douerfi  tener, 
con  S.  Gieronimo ,  &  col  Gaetano ,  che  ogni  interprete  habbia  potuto  fallare, 
con  tutto  che  habbia  ui'ato  ogni  arte  per  non  fcoftarfì  dall'  originale:  coli  certa 
cofa  ellcre ,  che ,  fé  il  Santo  Concilio  clf^-n inaile, &:  cifiendaile  al  tefto  vero  una 
interpretatione ,  lo  Spirito  Santo,<iiie  aflìfte  alle  Sinodi  nelle  cofe  della fede,gli 
fopraftarebbe  che  non  faceife  errore:  &  una  tal  tradottione,cofìeiraminata,& 
approuatajfi  potrebbe  dire  autcntica.Mafe,fenza  tal  eilàmincfipoflì  approuar- 
ne  una,  &  prometterfi,  che  lo  Spirito  Santo  afIìfta,non  ardiua  dirlo,fe  dallaS. 
Sinodo  non  foife  coli  determinato,vedendo  che  nel  Concilio  de'  Santi  Apofto- 
li  preceife  una  grand'  inquilitione.Ma,eirendo  una  tal'  opera  di  decene  d'anni, 
ne  potendofì  incraprendercpareua  meglio  laiciar  le  cofccome  erano  ftate  milk 
cinquecento  anni,  che  le  tradottioni  Latine  fiiirero  verificate  co'tefti  origi- 
nali. 

In  contrario,dalla  maggior  parte  de'  Theologi  era  dettOjEifer  ncceflàrioha- 
uere  per  diuina  ,  &  autentica,  in  tutte  lepartifue,quellarradottione,cheper  li 
tempi  palfati  è  ftata  letta  nelle  Chiefe,&:  ufata  nelle  Scuole:  altrimenti  farebbe 
dar  la  caufa  vinta  a'  Lut«herani,  Se  aprir'  una  porta  per  introdurre  all'  auuenire 
innumerabili  herefìe,&  turbar  continuamente  la  quiete  della  Chriftianità.  La . 
dottrina  della  Santa  Madre  Chiefa  Romana,Madre,  Se  Maeftra  di  tutte  le  altre,  ■. 
cfler  fondata  in  gran  parte,da' Pontefici  Romani,&;  da' Theologi  Scolaftici,fo- 
pra  qualche  paifo  della  Scrittura,  che  dando  libertà  a  ciafcunod'eifaminare,fe 
lìabentradotta,ricorrendo  ad  altre  tradottioni,o  cercando  come  dica  in  Greco» 
o  in  Hebreo,quefti  nuoui  Grammatici  confonderanno  ogni  cofa.  Se  farà  fergli 
o-iudici,&;arbitridellafede;&  in  luogo  diThcologi,  &  Canonifti,  conuerrà te- 
ner il  primo  conto,  nell'aifumere  a'  Vefcouati>éc  C^rdinalati,de'  Pedanti.Gli 
Inquilitori  non  potranno  più  procedere  centra  i  Lutherani,  fé  non  fapranno 
Hebreo,«Sc  Greco,chc  fubito  farà  rifpofto  da'  rei,che  il  tefto  non  dice  cofi,&,  che 
la  tradottione  non  è  fedele:&:  ogni  nouità,&  capriccio,che  verrà  in  tefta  a  qiia- 
lonque  Grammatico,  o  per  malitia,o  per  poca  perirla  delle  cofe  Theologiche, 
purché  polli  con  qualche  apice  grammaticale  di  quelle  lingue  confermarlo, 
trouerà  fondamento,che  mai  lì  vcnirà  al  fine.  Vederli  adeiro,dopo  che  Luthero 
ha  dato  principio  a  far'  una  tradottione  della  Scrittura,quante  diuerfe  Se  con- 
trarie traloro,fono  ufcite  in  luccchemeritaiianoelfere  in  perpetue  tenebre  oc- 
cultate: quante  volte  elfo  Martino  ha  mutato  quella,  che  haueua  primain  un 
modo  tradotto:  che  maifì  è  riftampata  la  tradottione  fenza  qualche  notabile 
mutatione  ,  non  d'un  palfo  o  doi,raa  di  ceiitenara  in  una  fiata:dando  quella 
libertà  a  tutti,  prefto  fi  ridurrebbe  la  Chriftianità ,  che  non  fi  faprà  che  cre- 
dere. 

A  quefte  ragioni,fentite  con  applaufo  della  maggior  parte,altri  aggiongeua- 

no 


Papa  Paolo  III.         LIBRO   SECONDO.  161^ 

ao  anco  >  che  fekdiuina  prouidenzahadato  una  Scrittura  autentica  alla  Sina-  cio  ij 
yocra,dcmi  autentico Teftamentonuouo a' Gi-cci;non fi poteua/enza derogar-  xlyi. 
jI;,djrc,Clie  la  Chiefa  Romana,piu  diletta  j  folle  ftata  laiciata  lenza  canto  bene- 
hc!o:&:però,che  quello fteiro  Spirito  Santo,qual  dettò  i  libri  (acrijiabbia  anco 
dettata  quella  trailatione  ,  che  dalla  Chieia Romana  doucuaelfcre  accettata. 
A.d  alcuni  pareua  ardita  cola  far  Profeta,  onero  Apoftolcuno,  (blamente  per 
ladurre  unlibro:però>moderauano  raifcrtionccon  dire.  Che  non  hebbc  Spni- 
:oprofetico,o  Apoilolico  :  ma  ben  uno  a  quefto  molto  vicino.  Et  Te  alcuno  fi 
cndede  diiiìcile  a  dar  l'affiftenza  dello  Spirito  di  Dio  all'  Interprete; non  la 
lotrà  negare  al  Concilio  :  ^  quando  larà  approuata  la  Volgata  editione}& 
tilminaro  l'anathemacontra  chi  non  lariceue  ;  quella  larà  fenza  £rrori,non  per 
pirito  di  chi  la  fcriiTcma  della  Sinodojche  per  tale  l'ha  riceuuta.  ^ 

D.  Ifidoro  Claro,Bre(ciano,  Abbate  Benedittinos molto  verfato  in  quefto 
udiojcon  la  narratione  hiflorica  cercò  di  rimuouere  quefta  opinione,  dicendo 
1  follanzajChe  del  Vecchio  Teflamento  molte  tranllationi  Greche  furono 
ellaprimitiuaChiefatquali Origene  raccoUe  inunvolumcconfrontandoiein 
■i  colonne:  di  quelle  la  principale  fi  chiama  de' Settanta:dellaquale  ne  furono 
ico  tratte  diuerfe  in  Latino,ficome  varie  anco  ne  furono  cauate  dalle  Scritture 
^1  Nuouo  Tellamento  Greche;  una  dellequali,la più  fcguita ,& letta  nella 
hiefa,fi chiamaua  Itala» da Sant'  Agollino  tenuta  per  megliore  delle  alrre;iii 
anieraperòjche  fé  gli  douelfero  preferire  fenza  nillundubio  i  telli  Greehi.Ma 
inGieronimo,perito,come  ognuno  fa,nellacognitione  delle  lingucvedendo 
iella  del  Vecchio  Tellamento  deuiare  dalla  verità  Hebraica;parte ,  per  difetto 
■li'  interprete  Greco5partedclLatino;ne  traile  una  dall' Hebreoimmediate:5c 
nendò  quella  del  Nuouo  Tellamento  alla  verità  del  Greco  tello.Per  il  credito, 
Iquale  Gieronimo  era,latradottione  lua  fu  da  molti  riceuutaj&  ripudiata  da 
:ri,piu  tenaci  degli  errori  dell' antichità,(S<:abhorrenti  dalle nouità;o  come 
li  il  duole,pcr  eraulationeimajdopo  qualche  anniscelfata  rinuidia,fu  riceuuta 
iella  di  Sm  Gieronimo  da  tutti  i  Latini,&  furono  ambedue  in  ufo-,chiaman- 
A\  la  Vecchia,&  la  Nuoua.Tellifica  San  Gregorio,fcriuendo  a  Leandro  fopra 
b ,  Che  la  Sede  Apoilolica  le  ufaua  ambedue,  &z  che  egli  nell'  efpolicione  di 
lei  libro  eleggcua  di  feguirlaNuoua,  come  conforme  all' Hebreo:però  nelle 
egationi  fi  farebbe  valuto»  hora  dell'  una  ,hora  dell' altra,fecondo  che  foife 
rnato  meglio  a  fuo  propofito.  I  tempi  feguenti,con  l'ufo  di  quelle duc,ne 
.nno  compollo  una,  pigliando  parte  dalla  Nuckia,  &  parte  dalla  Vecchia,fe- 
•ndo  che  gli  accidenti  hanno  portato:&  a  quella  cofi  compolla  fu  dato  nome 
Edirione  Volgata.l  Salmi  elFcr  tutti  della  Vecchia,  perche  continuandoli  di 
ntargli  quotidianamente  nelle  Chiefe,  non  Ci  poterono  mutarci  Profeti 
inori  tutti  della  Nuoua;  i  Maggiori ,  milli  d'ambeduc.Qucllo  elfer  ben  certo, 
letutto  ciò  è  per  diuinadifpodtioneauuenutOjfenzalaquale  nófuccedecofa 
cuna.Ma  no  fi  può  dir  però,che  vi  ila  interuenuto perirla  maggiorcche  huma- 
L.S.Gieronimo  afferma  apertaméte,chenillun  interprete  ha  parlato  perSpirito 
to,  L'editioncjche  habDÌamo,è,per  la  maggior  parte  fua:farebbe  gran  co 'a,at- 

X 


iCi  CONCILIO   DI  TRENTO     PapaPaoloIU. 

~^o  i^  tnbuirediuinaaffiflézaa  chi  ha  conorci*uto,& affermato  di  no  hauerla.Là  onde 
XLVi.  ir.ai  iì  potrà  iiguaghare  tradottione  alcuna  al  facro  tcfto  dc41a  lingua  originale.. 
Per  tanto  ciicrc  di  parcre>che  l'Editione  Volgata  foilc  antcpoila  a  tLittc,6cappro- 
uata  j  corretta  però  al  tedo  originale:  Se  ioiic  vietato  ad  ognuno  di  far' altra 
traflarione  :  ma  folo  il  emcndalfe  quella,  &  le  altre  fi  cftingueirero:*^:  coii  cct?è- 
rcbbono  ruttigli  inconucnienti^caufati dalle  nuoue  intcrprecatióìii,checoii 
molto  giudicio  fono  ftati  notati,"&:  riprefì  nelle  Congrcgationi. 

Fra  Andrea  di  Vcga,Franci(cano>caminando  quali  come  mediatore  tra  quelle 
opinioni,  approLib  il  parere  di  San  Gierolam.o,Chc  le  qualità  dell'  interprete 
non  fono  Spirito  profeticojO  altro  diuino  (pecialejchegli  dia  infallibilità:  &  1; 
fentenzadeimedehmo  SantOj&diSant'Agoftinojd'emcndarletradottionicc 
te9à  della  lingua  originale  :i'oggiongendo  però,che  a  quello  non  ripugnauai 
dire  infiemcChe  la  Ch^efa  Latina  habbia  per  autentica  l'Editione  Volgata 
perche  quello  fi  debbe  ii^tenderejche  non  vi  ila  errore  alcuno  in  quello,  eh 
appartiene  alla  fede,&:  a  co(lumi:irja  non  in  ogni  apice,&:  ogni  efprellìoneprc 
pria  delle  voci:  elfendoimpoffibilesche  tutte  le  voci  d'una  lingua fìanotraipoi 
tate  in  una  altra,fenzache  vi  interuéga  reftrittione,&ampliatione  di  iìgnifìcat 
o  metaphora ,  o  altra  figura.  Già  la  Volgata  editione  elfereftata  elfaminatac 
tutta  la  Chiefaper  corfodi  più  di  mille  anni;&  conofciuto,  che  in  quella  no  vi 
fallo  alcuno  nella  fede,  ocoftumi:&  in  tal  conto  è  (lata  dagli  antichi  Conci] 
ufata,&:  tenuta:&  però,comc  tale  fi  debbe  tenere,&  approuare:&;fi  potrà  dichi 
rare  l'Editione  Volgata  autentica:  cioèj.che  fi  può  leggercfenzapericolojnc 
impedendo  i  più  diligenti  di  ricorrere  a'  fonti  Hebrei,  ik  Greci:maben,proh 
bendo  tan.to  numero  di  tranfbj,tioni  intiere,che  generano  confuiìone. 
e  delfenfo,  ed  Intorno  l'articolo  del  fenfo'della  Scrittura  diuina,  diede  occaiìone  diparl 
inurpretatk-  diucrfamente  la  dottnna  del  già  Cardinale  Gaetano, che  infegnò,& pratti( 
tie della  Scrh-  egli  ancora,cioc5dÌ5non rifiutare  i  fenfìnuoui,quando  quadrino  altefto.-,&nc 
****■*•  fono  alieni  dagli  altri  luoghi  della  Scrittura,&  dalla  dottrina  della  fede:fe  ben 

Torrente  de'  Dottori  correlfe  ad  un  altro  :  non  hauendo  la  diuina  Maeftà  legai 
il fenfo  dclIaScriìtura a  Dottori  vccchi:altrimcnte,non refterebbe, ne aprefe 
ti,ne  a'  pofteri  altra  facoltà,che  di  Icriuere  di  libro  in  quaderno ,  ilche  da  alcu 
de'  Theologi,&  Padri,era  approuato,&  da  altri  oppugnato. 

A'primipareua,Che  folle  come  una  tirannide  ipirituale  il  vietare  che,feco 
do  le  gratie  da  Dio  donatcnon  poteifero  i  fedeli  eifercitare  il  proprio  ingcgn 
&  che  quefto  foife  apunto  prohibir  la  mercantia  fpirituale  de'  talenti  da  D 
donati  :  doQcril  con  ogni  allettamento  inuitar  gli  huominialla  lettione  de 
Sacre  letterejdailequali  fempre  che  lì  lena  quel  piacere  chela  iiouitàporrft,tu 
fempre  le  abhorriranno,&  una  zqÌ  ftrcttezzafarà  applicarli  ftudioiì  alle  alt 
forti  dilettere,&  abandonar  le  facre  :  &c  per  conieguenza  ogni  fludio3&:  cura 
pietà:quen:a  varietà  de'  doni fpirituali  appartenere  alla  perfettione  della  Chie 
&  vederi!  nella  lettura  degliantichi  Padri,ne'  fcrittide'  quali  èdiueriltàgranc , 
^cfpelfo  contrarietà,congionta  però  con  ftrettiffiraa  carità:  per  qualcaufa  n<. 
douer'  elTere  concclfo  a  quefto  lecolo  quella  libei;tà>  che  con  frutto  fpiritur  : 

ham 


i 


*APA  Paolo  III.  LIBRO  SECONDO.  i6; 

anno  goduto  gii  altri  ?  Li  Scolafticijnella  dottrina  di  Theologia,  fé  ben  non    e  1 3   1 5 
lànno tra  loro  difpute  fopra  rinteiligenza  delle  lettere  facre >  hauer  però  non     XLvr. 
ninor  differenze  ne' ponti  della  religione,&  quelle  non  meno  pericolofeimc- 
lio  clFer  l'imitare-rantichità ,  che  non  hariftrerta  i'erpofìcionc  della  Scrittura, 
ila  laiciata  libera. 

La  contraria  opinione  portaua,  che ,  cffendo  la  licenza  popolare  difordine 
;:n!TfTÌore  della  tirannide,  in  quelli  tempi  conucniua  imbrigliare  gii  ingegni 
Tenari  :  aitrimente,  non  il  poteuafperar  di  veder  fine  dclleprefenti  conccntior 
i:^cr\i  antichi  tempi  ellereftatoconceiro  di  (criucre fopra  i  libri diuiniipcrche 
fendoui  poche  efpofìtioni,ve  ne  erabifogno  :  &  gli  huomini  di  quei  tempi  e- 
mo  di  vita  fama,  &  ingegno  compofto,  che  da  loro  non  fi  poteua  temere  di 
)nfu{ìoni,comealprelente.Et  per  tanto  iScolafticiTheologi,hauendovedu- 
>,che  non  vi  era  più  bifogno  nella  Chiefa  d'altre  efpoiltioni,&  che  la  Scrittu- 
eranonfoloabaflanza,  ma  anco  abondantcm.ente  dichiarata^n-efcro  altro 
odo  di  trattare  le  cofe  facre  :  &,  vedendo  gli  huomini  inclinati  alle  difputc, 
udicarono,  che  folfc  ben'  occupargli  più  rollo  in  eifam  ine  di  ragioni ,  8c  detti 
Ariftotele;&  confcruar  la  Scrittura  diuina  in  riucrenza,allaquale  molto  fi  de- 
ga,quandolìa  maneggiata  comrnuneméte,&  ila  materia  degli  ftudij,  de  clfcr- 
:ij  de'  curiofi.Et  tanto  fi  palfaua  innanzi  con  quella  fententia ,  che  Fra  Ricar- 
'  diManSjFrancifcano,  dilTe,!  dogmi  della  fede  eifere  tanto  diluc  ìdati  al  pre- 
ite  dagli  Scholaftici,che  nonfi  doueua  imparargli  più  dalla  Scritturala  qua! 
'ero,che  altra  volta  fi  leggeua  in  Chiefa  per  inflruttione  de' popoli  ,&:flflu- 
uiaperriftelfa  caufa:doue  al  prefente  il  legge  in  Chiefa  folo  per  dir'oratio- 
,8c  per  quello  folo  donerebbe  anco  feruire  a  ciafcuno,  &  non  per  lludiare:5i: 
ella  farebbe  la  riuerenza,&  veneratione  debita  da  ognuno  alla  parola  di  Dio. 
lalmeno  donerebbe  elferprohibito  il  leggerla  per  ragion  dilludio,a  chinon 
rima  confermato  nella  ThcologiaScholaflica:ne  con  altri  fanno  progreifo  i 
theranijfe  non  con  quelli,che  {Indiano  laScrittura.Ilqual  parere  non  fu  fcn- 
adherenti.  -.^..— s.. — 

Tra  quelle  opinionijve  necaminarono  due  medie:  una.  Che  non  folfe  bene 
tringere  l'intelligenza  della  Scrittura  a'  foli  Padrijattefo  che  per  il  più  i  loro 
ili  fono  allegorici,!^:  rare  volte  litterali  :  &  quclli,che  feguono  la  lertera,s'ac- 
mmodanoal  lor  tempo:  fi  che,  l'efpofìtione  non  riefce  apropofitoper  l'età 
(Ira.ElTere  (lato  dottamente  detto  dal  Cardinale  Gufano  di  eccellente  dottri- 
■.&bontà>Che  l'intelligenza  delle  Scritture  fi  debbc  accommodaral  tempo, 
?efporlafecondoilrito  corrente  i  &  non  hauer  per  marauiglia,  fé  la  prattica 
!  la  Chiefa  in  un  tempo  interpreta  in  un  modo,in  un  altro  all'  altro.Et  non  al- 
^'mentel'intefe  il  Concilio  Lateranenfe  vltirao  ,  quando  llatui ,  Che  laScrit- 
;':a  folfe  efpofta  fecondo  i  Dottori  dellaChicfa,o  come  il longo  vfo  ha  appro- 
do. Concludeua  quella  opinione,  che  le  nuoue  efpofitioninon  folfero  victa- 
jfe  non  quando  difcordano  dal  fenfo  corrente. 

iMa,FraDominicoSoto,Dominicanojdiflinfe  la  materia  di  fede,5cdi  collu- 
ijdair  altrcjdicendoj  In  quella  fola  elfer  giufto  cener'cjgni  ingegno  tra'  termini 

X     ij 


1^4  CONCILIO   DI  TRENTO       Papa Pao  1,0  111 

e  1 3  1 3     già  pofti  :  ina  nelle  akrcnon  cffer'  iiiconuenicnte  lafciarcche  ogniino,falLU  h 

XLVi.     pictàj&:  cai'"ià,abondinelpropi:io  fenfotnon  eUcre  ftata  mente  de' Padri, ch( 

toircro  rcguiti  di  necelTitàjlaluo  che  nelle  cofe  necelTarie  da  credere,  8<  operare 

neiPontiiìci  Roni^an:»  quando  hanno  eipofto  nelle  Decretali  loro  alcun  palli 

della  Scrittura  in  un  fenlojhauerinteio  di  canonizare  quello;  fi  che  non  foli 

lecito  altriiTsente  intenderlo  ,  pur  che  con  ragione.    Et  coli  Tintefe  San  Paole 

quando  dilfeiChe fi  doueircuiarelaprofetiajcioèjrintcrpretation  della  Scritti 

ra,recondo  la  ragion  della  feJe;cioè,riferendola  agli  articoli  di  quella:&fe  qu( 

Ha  difìiintione  non  fi  facellèjfi  darebbe  in  notabili  inconuenienti>per  le  contn 

rietàjche  fi  ritrouano  in  diuerfe  cfpofitioni  date  dagli  antichi  Padrijche  repi 

guano  l'una  all'  altra. 

l'EdìtìonVol-       Le  ditRcoltà  promollè  non  furono  di  tanta  efficac  iajche  nella  Congrcgatic  | 

gataapprma-  ^icde'  Padri  non  foiÌc,con confenfo  quafiuniuerfalcapprouatal'Edicioneyp 

ta  mCongre-  ^^^^  ^  hauendo  fatto  potente  impreffione  nell'animo  de' Prelati  quel  difcorll 

^    '   *         Che  i  Macftri  di  Grammatica  fi  arroghercbbono  d'infegnar  a'  Vefcoui, 

Theologi.Etjquantonque  alcuni  pochi  i'oftentaircr0>che  folle  ifpedientejatte 

le  ragioni  da'Theologi confideratejtralafciar  quel  Capoper  all'horajnondim 

ncpoichefu  rifoluto  altrimentcpofero  in  confiderationejcheapprouando] 

,   -      .  conueniua  anco  commandare  che  fia  ftampata,&:  emendata:  &c  douendo  quel 

Ytm:  ^^^^'  ^^^  necefiario  formar  Teiremplare  >  alquale  fi  douelTe  formar  l'impreflion 

Onde,di  commune  concordia,furono  deputati  feijche  attédeirero  a  quella  c,( 

rettione  con  accuratezza;  accio  fipotelPe  pubHcare  inanzi  il  fine  del  Concili 

riferuandofi  d'accreiccrc  il  numero.quando  tra  quei^che  di  nuouo  giongeirei 

vi  folfc  perfona  di  buona  attitudine  per  quell'  opera. 

t  ftnf  della ^        Ivla  nel  rendere  i  voti  fopra  il  quarto  articolo,dopo  hauer  detto  il  Cardini 

Scrittura  n-  Pacceco,Che  la  Scrittura  era  ftata  efpofta  da  tanti,&  cofi  eccellenti  in  bontà:  i 

■?""!  *7;»'^*"  dottrinajche  nonfipoteuaÌperard'a2;criongere  cofabuonadipiuj&chelenu 

dn^&aU  off-       ì        r  ■  T    r  j     ■    ì^    e     ■  ^     i 

penien  com-     ^^^  herehc  erano  tutte  nate  per  nuoui  lenh  dati  alla  Scrittura  ;  pei'Ojche  era  n 

mune  della     cefTario  imbrigliare  la  petulanza  dcgH  ingegni  moderni,&  farla  ftar  contenta  \ 

Chiejk:  lafciarfi  reggere  dagli  antichi  s  &  dalla  Chiefa  :  &  a  chi  nafccire  qualche  fpiri  I 

fincrolarejfìacoftrctto  tenerlo  in  ÌQì$c  non  confondere  il  mondo  col  publicii 

lotconcorfero  quafi rutti  nella  medefima  opinione. 

difficoltà,   nel      La  Congrcgatione  de'  ventinoue  tutta  fu  confumata  fopra  il  quinto  artic 

formAr  il  De-  |q  .  perche,  hauendo  parlato  iTheologi  con  poca  rifolutionej&:  col  rimetter  \ 

"'""'  voler  della  Sinodojallaquale  appartiene  fare  i  ftatutiji  Padri  ancora  erano  am 

gui.Il  tralafciare  a  fatto  l'Anathema,  era  vn  non  £ire  Decreto  di  fede  ;  &  nel  l  : 

principio  romper  l'ordine  prefo  di  trattar  i  due  capi  infieme.  Il  condannar  an  ' 

perherctico  ognuno,  chenonaccettalTc  l'Editione  Volgata  in  qualche  luo  ' 

particolare ,  &  forfè  non  importante:  &  parimente ,  che  publicalfe  qualche!  t 

inuentione  fopra  la  Scritturaperleggierezza  di  mente  jpareua  cofa  troppa  • 

dua.  Dopo  longa  difcuflìone,  fi  trouò  temperamento ,  di  formar  il  primo  I  • 

creto,&:  comprendere  in  effo  quel  folo,che  tocca  il  Catalogo  de'  libri  facri  ' 

leTraditionijdc  quello  concludere  con  Anathcma.Nel  facondo  poijcheapp  • 


?APA  Paolo  III.         LIBRO    SECONDO.  165 

iene  alla  rifonn^xSc'  doue  l'Anachema  non  ha  luogo,  comprendere  qutlIo,clie    ci-'  io 
.  reiifo  della  Scritcara  :  come  che  il  Dccreio 
canee  interprccationi  ,  3c  efpolìtioni  imporri- 


l^liv-   aliti  i-ii^"- '- _  _ 

.tpecca  alla  Tradortione  ,  &  feiifo  della  Scritcara  :  come  che  il  Dccreio      xlvi. 
ìa  un  rimedio  all'  abulo  di  t 


Refcaaaoarlare  degli  altri  abu/ì,dc' quali  ciafcuno  Iiaueua  raccolto  imme-  fi  tf'^tta  degli 
o  irrandc,  <:k;  in  quello  adunati  innumerabili  modi  :  come  la  debolezza ,  de  ili-  '^'^"■^  **  "/"'■- 
Dcàicione  humana  fi  vale  delle  cole  (acrcnon  iblo  oltrcma  anco  coiirra  quel-  *"T\  '"tomo 
io  perche  lono  mkituite.O  jlic  iiKantationi, per  trouar  de-  thciori,  &  citetcua- 
re  laiciu i  diifcgni  ,•  o  ottenere  cofc  illecite,  tu  aliai  parlaco,&  propoPa  molti  ri- 
nedij ,  per  ellirparle.  Tra  le  incantationi  ancora  fu  pollo  da  alcuni,  il  portar 
idollb  Euangclij,  nomi  di  Dio,pcr  prcucnir'  inrcrmità ,  o  guarire  d'elle  :  onero, 
3cr  cirerc  guardato  da  mali ,  3c  infortuni)  ;  o  per  hauer  proipcrità  :  il  leggergli 
nedefimamenre,pergrirce(fi  cffetti,&lo  fcriuergliconollcruationede'  tempi. 
Furono  nominate  in  qucfto  catalogo  le  Melle,che  in  alcune  regioni  fi  dicono 
opra  il  ferro  infocato  jfopra  le  acque  bollenti,  o  fredde,  o  altre  matericpcr  le 
3urgationi  volgari  :  il  recitare  Euangclij  iopra  le  arme,  accio  habbiano  virtù 
;ontra  gli  inimici.  In  quella  ferie  erano  polle  le  congiurationide'  cani  che  non 
iiordano,delle  ferpi  che  non  oflendano:dellebeftie  nociuealle  campagne,  del- 
.e  tempefte,  &■  altre  caufe  di  flerilità  della  terra  :  ricercando,che  tutte  quefte  of- 
eruàtioni,come  abufhfolfcro  condannate,prohibite,  8c  punite.  Ma,.in  diuerfi 
particolari  palfarono  alle  contradittioni ,  &  difpute ,  difendendo  alcuni ,  come 
;ofe  deuote,5c  religiofe,  o  almeno  permeire,&  non  dannabili,  quelle,.che  da  al- 
:ri  erano  condannate  per  empie,&  iliperftitiofe-.ilche  auuenne  parimente  par- 
lando della  parola  di  Dio  per  fortilcgij,o  diuinationi ,  o  eftrahendo  polize  con  ^ 
v'erfi  della  Scrittura,ouero  olEeruando  gli  occorrenti  aprendo  il  libro.  Il  valerfi 
delle  parole  l'acre  in  libelli  famofi,&  altre  detrattioni,  fu  uniuerfalmentedan- 
nato,&parlato  aliai  dei  modo,come  leuar  le  Pafquinatc  dì  Roma  :  nel  che  mo- 
ftròil  Cardinal  del  Monte  gran  pafllone  neldefiderare  rimedio;  pereirer'efrli,^ 
attefala  libertà,  &  giocondità  delfuo  naturale,  prefo  molto  fpelfo  da' Corte- 
giani  per  materia  della lordicacità.Tutti  concordauano,chela  Parola  di  Dio- 
non  può  mai  clTer  tenuta  in  tanta  riuerentia,  che  fi  fodisfaccia  al  debito  :&  che 
il  valerfi  di  quella  anco  per  lodargli  huomini,etiandio  Prencipi,&  Prelati,noii 
è  condccente:&  generalmente  ogni  ufo  d'elfa  m  cofa  vana  era  peccato:maperò,. 
non  doueua  il  Concilio  occuparli  in  ciojnoneifendo  congregati  per  far  proui- 
fione  a  tutti  iraancamentimedouerfiprohibire  airolutamcnte,chenonfiano  ti- 
rate le  parole  della  Scrittura  alle  cole  humane:perche  Santo  Antonino  nell'  hi- 

ftoria  ma  non  condannò  gli  Ambafciatori  Siciliani,che  domandando  perdona 
a  Martino  quarto  in  publicoconciftorio,efpofero  Tambafciata,  non  con  altre 
parole,fe  non  dicendo  tre  volte ,  (iyignus  Det-tqtu  tallii  peccata  munàt:,miferere  no- 
bls.ì^c  la  rifpofta  del  Papa,che  dilEe  parimente  tre  volte.  Aue  Rex hidAoruìn,  cir 
dabant  lUi  alapas.  Però,eilère  ftata  vna  malignità  de'  Lutherani  il  reprendere  il 
Vefcouo  di  Bitonto,che  nel  Sermone  fatto  nella  Seirtonepublkajdicelfe  ,  A 
cfu  non  accetterà  il  Concilio  poterfi  dire  ìfPapJi  lux  venit  m  mmàum^  é"  diUxe- 
■■''""  '■  '  '  ^      X    ili    "  "■    ■■■ 


i6è  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  paolo  II] 

tio  iD    mntho?ninffsmag/s tenebrai (^uàmlHcem.Tanze Congìicgditionifmono  con(iimt 
XLVi.       te  in  quefto ,  &  canto  crefceua  il  numero ,  &z  appariua  la  debolezza  de'  rimed 
propofti ,  che  la  coinmiine  openione  inclinò  a  non  far  menrioneparticolar 
d'alcuno  deflì,ne  difcendera  rimedi]  appropriati>ne  a  pene  particolari;  ma  fo 
lo  prohibirgli  ("otto  i  capi  generalij&:  rimetter  le  pene  all' arbitrio  de' Vefcoui 
Degli  abufi  delle  ftampe  il  parlò,ne  vi  fu  molto  che  dircfentendo  tutti,che  fof 
fé  pollo  freno  alli  ftarapacori,«S<:  folle  loro  vietato  ftampare  cofa  facra>  che  non 
folle  approuata:  ma  che  perciò  baftaife  qucllo,che  dall'  vltimo  Concilio  Late- 
ranenfe  fu  ftatuito. 
contefe  intur-      Ma5Ìntorno  le  Icttioni,  8c predicationi ,  s'eccitarono grauiffime  controuer- 
no  alle  lettio-  fìe.I  Frati  regolarijgià  mpolfetro  di  quelle  fontioni,  coli  perpriuilegij  Pontift- 
tuy  e  prediche  cij,come  per  hauerleeifercitate  foli  per  trecento  anni;con  tutte  le  forze  opera- 
^    '''**'*       uano  per  conferuarle:  &c  i  PrcÌati,allegando  che  erano  proprie  loro,&  ufurparc; 
preteiideuano  la  reftitutione  :  &  perche  non  fi  contendeua  qui  d'openÌQni,mì 
d'utilitàjoltre  le  ragioni  erano  da  ambedue  le  parti  adoperati  gli  affetti  :  8c  que- 1 
fte  differenze  erano  per  caufaucche  al  tempo  della  Sefllone,nicnte  folle  decifo: 
perilche  i  Legati  rifolfero  di  differir  quelli  doi  punti  ad  un'  altra  Seflìone.  Furo- 
no,fecondo  le  rifolutioni  prefe,  formati  i  doi  decreti,&;  nell'  ultima  Congrega- 
It         tione  letti,&:  approuati  con  qualche  eccettioni  nel  capo  dell'  Editione  Volga- 
ta:in  fine  dellaquale  il  Cardinal  del  Monte,  dopo  hauer  lodato  ladottrina,& 
prudenza  di  tutti,  gli  ammonì  del  decoro,  che  conueniua  ufare  nella  publica 
Scflìone,  moftrando  uncuore,&  una  anima  ifteifai  poiché  nelle  Congregatio- 
ni  le  materie  erano  eifaminate  fufficientemente  :  8c  il  Cardinal  Santa  Cro- 
ce, finita  la  Congregatione ,  radunò  quelli,che  haueuano  oppofto  al  capo  del- 
la Volgata,  3c  mollrò  loro,  che  non  poteuano dolerli, perche  non  eravieta- 
to,anzi  rellaua  libero  il  poter  emendarla ,  &c  l'haucr  ricorfo  a' Tefli  originali: 
ma  folo  vietato  il  dire  ,  Che  vi  folfcro  errori  in  fede ,  per  quali  doueileeifere 
reietta. 

Sefiio'      MavcnutoilgiornodcgliottoAprilc,deftinaroallaSeflìone,fucelebratala 
m/l%o  De-  Melili  dello  Spirito  Santo  da  Saluator  Alepo,Arciuefcouo  di  Torre  in  Sarde- 
V      creto ,  intomo  gna:&  fatto  il  Sermone  da  Frate  Agofcino  Aretino,Generale  de'  Serui  :  &;,prcfi  i 
^       «//e  fudette     param.enti  Pontificali ,  &  fatte  le  lolite  Ictanie ,  &  preci ,  furono  letti  i  Decreti 
WAterii:         ^^||^  Arciuefco-uo  celebrante.  Il  primo  de'  quali  in  loflanza  contiene;Che  laSi» 
nodo ,  mirando  a  conferuar  la  purità  dell'  Euangelio ,  promelfo  da'Profeti,pii[- 
blicaco  da  Chrifto,&  predicato  dagli  Apoftoli,come  fonte  d'ogni  verità,  &c  di- 
fciplina  de' coftumijlequali  verità, ^difciplinasconofcendo  contenerfi  ne'I]^ 
bri,&  traditioni  non  fcritte ,  riceuute  dagli  Apofloli  dalla  bocca  di  Chrillo ,  & 
dettategli  dallo  Spirito  Santo,&  di  mano  in  mano  venuta  ;  ad  ellempio  de'  Pa- 
dri riceue  con  ugual  riuerenza  tutti  i  libri  del  Vecchio,  &  Nuouo  Teflamento: 
&le  traditioni  fpettanti  alla  fede,  &  a'  coHumi,  come  venute  dalla  bocca  di 
Chrifto  ,  onero  dallo  Spirito  Santo  dettate ,  Se  conferuate  nella  Chiefa  Ca- 
tholica.  Et  pollo  il  Catalogo  de'  libri,  conclude ,  Che ,  fé  alcuno  non  gli  rice- 
uerà  per  facri ,  &c  Canonici  tutti  intieri ,  con  le  fue  parti  tutte  j  come,  fo- 
no 


.PA  Paolo  III.         LIBRO   SECONDO.   .  ,^7 ^ 

)  lecci  nella  Chiefa  Cac  elica  5  &  fi  conrengono  iiell'  Editione  Volgarajoncro  e  io  ^d 
ientcmentc  j  &  deiibcraramenìc  i\n-czzcra  le  TraHitioni,fia  Anatliema:accio  xlvi. 
-fnunornppia5chefondai-nennlaSinocloèpci-  uiare  in  confermar'  i  dogiT,i,6i 
^titLiii:  i  coftumi  nella  Chiefa.  La  foRanza  del  iecondo  decreto  c,Chc  ia  Vol- 
ata editione  iia  cernirà  per  auclienrica  nelle  publiche  Icccioni,  ditpuccjoc  predi- 
lle, 6ì:  erpoiltioni :  &c  nillun'  ardiica  iiiiurarla.  Che  la ScritCLua  (aera  non  polli 
LÌcr  einoita  contra  il  lenfo  tciniìo  dalla  S:inta  Madre  Chicia,ne  conerà  il  can- 
ordc  confenfo  de  Padri ,  fé  ben  con  nitcnrionc  di  tener  quelle  eipontioni  oc- 
ulte:&ìcontrauenicnciiiaao dagli  Oidinanj  puniti.  Che  l'Edicioiic  Volgata 
a  ftanipata  eraendacifiima.  Clic  n.on  fi  po<  fino  (lampare,  ne  vendcre,ne  tener 
bri  di  cofe  lacre,fcnza  nome  dell'  autorc>(e  non  opprouatijfaccndo  apparire 
ipprouatione  nel  fronrirpicio  dei  librojlotto  pena  di  rcommunica,&  pecunia- 
a>ftatuica dall'  nltimo  Concilio  LateranenfcChc  niirun'ardilcauiarle  parole 
ella  Scrittura  Diiiina  in  rcnrrilità,fauolc,vanitàjadiilarioni,detrattioni,(upci:- 
itioni  ,incantationi,  diuinadoni,rorti,libellifamofì:&:icraigrel]oririanopLi- 
iti  ad  arbitrio  de'  Vcfcoui-Et  fudercrminato>chelaScflìoneregucnte  fi  tencile 
diccictte  Giugno. 

Dopo  ,  fu  letto  dal  Secretario  del  Concilio  il  Mandato  d^li  Oratori  di  torator  Ce- 
lefare, Diego  di  Mendozza, &FrancefcodiToledoi quello a{kntcj& quello y««o/rf%e»-e 
refente:ilquale,cóbreui  parole  falutati  i  Padri  per  nome  dell'Imperatorcdiilè  *^  fi*omanda- 
i  foftanza , Eirer  manifefto  a  tutto!  mondo ,  che  Ccfare  non  repura  cofa  più  *^°'^^   g^'*J",^ 
Tiperatoria,quanto  nonfolo  il  defendere  il  gregge  di  Chrifto  dagli  nimicijma  /^  ^  _^^_ 
berarlo  da'tumultij&  fediCÌoni:perilchc,  con  giocondità  dell'  animo  ha  vedu-  bafcUta^ 
)  quel  giorno,  quando  è  (lato  aperto  il  Concilio  dvil  Papa publicatodaqual 
ccafione  volendo  fauorire  con  la  poteftà ,  &  autorità  Tua,  (libito  vi  mandò  il 
Icndozza ^  alquale ,  impedito  hora per  indifpofitione,vi  ha  aggionto lui:onde 
on  rcftaua,lenon  pregare  concordemente  Dio^chefauorilca  l'imprefa  del 
'oncilio:  6c  quello,  che  è  il  principale,  conferui  in  concordia  il  Pontefice,^: 
Imperatorcper  fermar  la  verità  Eaangeiica,re{l:ituire  la  (ha  purità  alla  Chiefa, 
L  eftirpar  il  loglio  dal  campo  del  Signore.Furifpofto,per  nome  del  Concilio,  -S^'  ^  rìffofiQ 
'die  la  venuta  di  Sua  Signoria  era  gratiilìnia  alla  Sinodo ,  per  roiferuanza  verfo      ^°'^"im 
Imperatore,  &  per  iUauore  y  che  dalla  MaeftàiLialìpromettcìipcrandoanco 
:iolto  nella  virtù,  &  religione  di  Sua  Signoria  rperilehcl'abbraccia  contatto 
animo,  e^  admette  quanto  debbe  di  ragione  i  mandati  di  Cefare.  Si  duole 
icU'indiipo/ìtione  del  Collega:  &,  della  concordia  tra'l  Papa, e  l'Imperatorcj 
ende  gratie  a  Dio  ,  qual  pregherà,  che  fuioriica  i  dclidcrij  d'ambidoi  pe»  aiir 
ncnto della  Chriftianareligione,&  pace  della  Ghicfa.Qacile  coie  fatte,conle 
olite  ceremonie  ,  fu  finita  la  Scllione:  i  Decreti  deliaquale  furono  mandati  a 
^oma  da' Legati,&: poco  dopo  (larapati. 

Ma,veduti,&;  maflime  inGermaniajfomminiftrarono  gran  materia  diragio-  gtndlàj  ìntar- 
lamcti.Era  riputata  da  alcuni  ardua  cofa,che  cinque  Cardinali,&  quarani  orto  ""  ^'^'^  <^ff<i 
/cfcoui,haueirero  coli  facilmente  definito  principali(Iìmi,&  impcitantidlmi  •^'' 
Capidireligioaejfino  all'  hoxaindecifijdando  autorità  Canonica  a  libri  tenuti 


'iione. 


i68  CONCILIO   DI   TRENTO       Papa  Paolo  II] 

"^ci3  i3  per  incerti, «3:  apocrifi  j  facendo  authcntica  una  Tiaflatione  difcordante  da 
XLYi.  Lcrto  originale }  prcfcnucndo ,  d'C  rellringendo  il  modo  d'intendere  la  Parolad 
Dio; ne  rra  quei  Prelati  rroiiarfi  alcuno  riguardeuole  per  dottrina;  ellèrne  alcun 
Lcegiftijdocci  forfè  in  quella  profcHioncmanon  intendenti  delia  rcligione,po 
chiTlirai  Theologi  >  ma  di  fuiiicienza  fotto  l'ordinariaril  maggior  numero  Gen 
tilhuominijO  Corfegiani:&  quanto  alle  dignitàjcileruene  alquanti  portatiuijtS, 
la  maggior  parte  Veicoui  ài  Città  cofi  picciole ,  che  rapprefentando  ciafcuno  i 
popolo  fucnon  lì  poteua  dircjche  rapprefentailèro  un  millcfìmjo  della  Chriftia 
nità-  Ma,  fpecialn"ìente,di  Germania  non  elferui  pur  un  VcfcouojpurunThec 
logo.Poflìuilcche  in  tanto  numero  non  s'haueile  potuto  m.andarneuno?Per 
che  l'imperatore  non  far' andarne  alcuno  di  quelli, che  erano  nitcrucnutinei 
Colloquio,&  informati  delle  diifcrenze?Tra  i  Prelati  di  Germania  il  folo  Cari 
dinaie  d'Augufta  hauer  mandato  Procuratore,&  quello  un  Sauoiardo:pcrche 
Procuratori  del  Cardinale,&  Elettor  Magontino,intefalam.orte  dellorpatc 
ncerano  partiti  doi  mcfì  prima. 

Altri  diceuanOjChe  le  cofe  decife  nonerano  di  tanto  momento,quanto  pare 
uà  :  perche  il  Capo  delle  Traditioni,  che  più  importante  pareua,nonrileuau.' 
punto:primajperche  niente  eraftatuire  che  fi  riceueifero  le  Traditionijfenz; 
dire  quali  foifcro  :  5c  fenza  dare  modo  di  conofcerle-.poiche  manco  vi  era  pre 
certo  di  riceuerlcma  folo  lì  prohibiua  lo  fprezzarle  fcientem ente,&  deliberata 
mentetonde  non  contraueniua  chi  con  parole  riuerenti  le  regettalfe  tuttermaffi 
me,  cirendoui  l'elìempio  di  tutti  gli  adherenti  della  Corte  Romana,  che  noi 
riceuon©  l'ordinacione  delle  Diaconeire, non  concedono  l'elettionede'mini 
ftri  al  popolo,che  certo  è  elferc  inftitutione  Apoftolica  continuata  per  più  d 
otto  fecoli:6^  quello  che  più  importa,laCommunionedelCaiice,daChrifl( 
inftituita ,  dagh  Apoftoli  predicata ,  olfcruata  da  tutta  la  Cl'.iefa  fino  inan2 
dugento  anni ,  «Sbanco  alprcfentedatuttele  NationiChriiliane,fuorche  dall 
Latina:che  fé  quefta  non  e  rraditionc,non  vi  è  modo  di  moftrar  che  altra  vi  fia  ' 
Et  quanto  ali'  Editione  Volgata, dichiarata  aurhentica, niente eilerfatto,noi' 
Capendofi  per  la  varietà  degli  eiremjplari,quale  ella  fia.Ma,quefta  ultima  oppofi 
rione  nafceua  da  non  fapcre,chc  già  in  Concilio  era  fatta  la  deputationc  di  eh 
doucire  ftabilire  un  eilemplare  emendato  per  la  vera  Editione  Volgata:ilchepe 
qual  caufa non  folTe  eftettuato,al  fuo  luogo fidirà. 
U  Papapren-  Ma,  veduti  in  Roma  i  Decreti  della  Stflione,  &  coniìderata  l'importanz; 
de  a  cuore  il  delle  cofe  trattatcpensò  il  Ponte(ìcc,che  il  negotio  del  Concilio  era  da  tener  ii' 
Concìlio  ,  ed  maggior  CO nfideratione' di  quello,  che  fino  all' hora fi  era farto,&  accrebbe  ì\ 
aiiucmfcemol  ^^^^^^^^^^^  j.j|^  Congregatione  de' Cardinali, &  Prelati,a' quali haueua datai: ^ 
^joje  a  e-  ^^^^  ^ .  ^j^.^|- j^j-^j.  y  ^.^^^  occorrenti ,  fpetcanti  al  Concilio ,  3c  riferirle.Er  pei 
confeglio  di  quelli,  la  prima  volta  congregati, ammonì  i  Legati  di  tre  cofe 
L'una,dinonpublicareinSelfioncali'auuenire  decreto  alcuno,fenza  hauerlc 
prima  communicato  inRoma:&fuggir  bene  la  fouuerchia  tardità  nel  caminai 
inanzi:maguardarfi  bene  ancora  maggiormente  della  celerità,comequella,chc' 
poteua  fargli  rifoluere  qualche  materia  indigeftaj6c  leuargli  tempo  di  poter  ri- 

ceuen 


!pAPAP>iOLoIir.  LIBRO    SECONDO.  169  

!:eaei-egli  ordini  da  Romadi  quello,che fi cloue{rcpi-oponerc,delibcrarcj&: con-    ci3  i^~ 
Miidere.  Laieconda,di  non  confumare  il  tempo  in  materie,  che  non  fono  in     xlvi,  . 
tontroueriTa  :  come  pareiia  che  haueircro  confumato  nelle  trattate  per  la  prodi- 
■na-Sefli'oncnellequaii  tutti  fono  d'accordo,&  che  fono  principi)  indubitati.La 
erza ,  d'auuertircche  non  fi  venga  mai^pcr  qual  caufa  fi  fìa,alla  difputa  dell'  au- 
orufà  del  Papa. 

Acheeflìrirpoferoconprontczzajd'ubedireaquanto  Sua  Santità  comman-  renali  gli  prs- 
laua  :  parendo  però  lorcche  nelle  cofe  definite  vi  ila  non  pocadif  crepanza  tra  '««/s«o  olfc- 
:arholici,<Sc  Hcretici:&  che  alcune  delle  Scritture  del  TcftamentoVecchio,&  ^[^"■^^efedel' 
J'aouo,  riceuutedal  terzo  Concilio  Caithaginefcda  Innocentio  primo3&  da 
lelaflo,&;  nella  fefla  Sinp4o  di  Trulloj&  dal  Concilio  Fiorentino,  fono  riuo- 
ite  in  dubio  dagli  Heretici:&  quello  che  è  peggio,da  alcuni  Catholici,6<:  Car- 
nali: &  ancora,che  U  Traditioninonfcrittc  erano  impugnate  da' Lutheranij 
uali  aniflima  cofapiu  attendcuano,  che  ad  annichilarle,  condar'  ad  intendere 
le  ogni  cofaneceflaria  allaraluteflafcritta:(5>:  peròjf'e  ben  quelli  doi  capi  fono 
incipijjfono  ancora  conclufloni  delle  più  controuerfc^  delle  più  importan- 
che  fi  haueflèro  a  decidere  nel  Concilio.  Aggionfero,che  fino  all'  bora  non  era 
nutanilluna  occaflone  di  parlar  dell'  autorità  del  Papa, ne  del  Conciliojfe 
>n  nella  trattatione  del  Titolo ,  quando  fu  ricercato ,  che  vi  fi  aggiongeife  la 
jpreientatione  della  Chiefauniuerfale.La  qual  cofa  ancora  molti  defiderano, 
nondimeno  efTì  la  declineranno,  quanto  farà  pofTibile.  Ma,  quando  follerò 
ftretti  divenir'  a  quefto,faranno  inflanza(ftimando  che  non  gli  potrà  etlèrne- 
:o)d'efprimere  il  modo,come  la  rapprefenta,cioè,mediàte  il  f  uo  Capo,&  non 
izaronde  più  tofto  vi  farà  guadagno,che  perdita.Del  rimanente,parendogli  di 
ier  fegno ,  che  la  maggior  parte  fla  fempre  per  portar  a  Sua  Santità  ogni  riue- 
iza,trouandofl  lei  come  Capo  unito  col  corpo  del  Concilio,ilchefarà  fem- 
•jche  fi  concordi  nella  riformationcpotrà  Ilare  con  animo  quieto,che  l'auto- 
ifua  non  farà  polla  in  difficoltà. 

Mandò,dopo quelle  cofe,il  Pontefice  Noncio  ne' Suizzeri,Gieronimo Fran-  ;/ Papa  inulu 
dandogli  lettere  a  Vefcoui  di  Sion,&  di  Coirajall'  Abbate  di  S.Gallo,&  altri  .^/^-^z^^m"  al 
batidiquellenationija' quali  fcrifTcChchauendo  chiamato  tutti  i  Prelati  <^o""V/o: 
Dhriflianità  al  Concilio  Generale  a  Trentojera  cola  conueniente,che  cflì  an- 
■a,cherapprefentanolaChiefa  Eluetica,v'interueniirero;eirendo  quella  Na- 
ne molto  a  lui  diletta,  come  fpeciali  figli  della  Sede  Apoftohca,cVdefenfori 
l|  la  libertà  Eccleflaflica.Che  già  erano  arriuati  a  Trento  Prelati  d'Italia ,  Fran- 
ge Spagna,&:  il  numero  quotidianamente  s'aumentaua-.però ,  non  eifer  con- 
l|:ente,che  efll  vicini  flano  preuenuti  da'  più lontani:il  fuo  paefe  elFere  in o-ran 
>!_te  contaminato  dalle  herefle,&  però  hauer  bifogno  tanto  più  del  Concilio, 
ànc  gli  commanda  per  ubedienza,&;  per  il  vincolo  del  giuramento,^:  fotto  le 
>ie  prefcritte  dalle  leggi,  che  debbino  andarci  quanto prima,rimettendofl a 
1  ;1  di  piujche  il  fuo  Noncio  gli  haurebbe  detto.  fcmmmlca 

Etper  le  molte  inftanze  fatte  dal  Clero,&  dall' Academia  di  Colonia,aiuta:i  ^'^^''^•''^' 
Ij  Vefcoui  di  Licge ,  &:  Vtrecht  j  &  anco  dall'  Academia  di  Louanio,contia  dìp^Zl  '  '' 


170  CONCILIO   DI  TRENTO     PapaPaoloIIL 

e  13   13     l'ArciuefcouOj&Elettoi:  di  Coloniaivenne  alla  Sentenza  definitiuaj  dichiarati- 
XL  V I.      dolo  fcommunicato>priuandolo  dell'  Arciuercouato,&:  di  tutti  gli  altri  benefi; 
cijj&priuilegijEccleiìaftici,  airoluendo  i  popoli  dalgiuramento  della  fedeltà 
promeira36(:  commandandogli  di  non  iibedu-lo:&;  quello  per  eirer'incorfo  nell( 
Cenfure  della  Bolla  di  Leone  decimo  publicara  conerà  Luthero,&  fuoi  feguaci 
haucndo  tcnuta^^;  difera,&:  publicata  quella  dottrina  contra  le  regole  Ecclefia 
ftiche,le  traditioni  degli  Apoftoli,^:  i  e onfueti  riti  della  Chriftiana  religione:! 
Sentenza  fu  dopo  ftampata  in  Roma.  Fece  anco  una  altra  Bollajcommettend 
che  folfe  ubedito  AdolphojConte  diScauemburg,già  aifonto  dall' Arciuercou 
per  Tuo  Coadiutore. 
ma  Cefare  no      £[  j^qqq  efficace  ufficio  con  l'Imperatorejche  la  Sentenza  folle  ellèguita-llqu; 
feconda  quefia  y  ^^^^^  j^^j^  giudicò  apropofico  perle  cofe  Tue  quella  nouità:  perche  erauni^ 
jenten-^t        ^^[^q  l'Arciuefcouo  alli  altri  collegati,ilquale  fino  all'  bora  fi  teneua  interama 
te  fotto  la  tua  ubcdienza:&  l'hebbeper  Arciuefcouo ,  Se  trattò  con  lui  ne*  tem 
feguentij&glilcriire  come  a  talerfenzarifpetto  della  Sentenza  Pontificia.  Ilei 
penetraua  nell'  intimo  al  Papa:  manonvedendouirimedio,&:  giudicando  iti 
prudenza  il  lamentarfi  vanamente jaggionfe  quella  offefa  alle  altre,  che  riputai 
riceuere  dall'  Imperatore.  Fece  quella  Sentenza  un' altro  cattino  effetto,ch( 
td  i  Proteftati  Proteftanti  prefero  occafione  di  confermar  la  loro  opinione  rche  ilConcil 
ne  filmano:    non  foife  per  altro  intiraato,che  per  trapelargli.  Imperochcfe  la  dottrina  de! 
fedecontroiierfadoueuaeilère  eilarainatanelConcilìojComepoteua  il  Poni 
fice,inanzi  la  definitioncjvaiire  afentenza  >  &  per  quella  condannar  l'Arciu 
cono  d'herefia?  Apparir  per  tanto,che  vanamente  anderebbono  a  quelCon 
liojdoue  domina  il  Papajilquale  non  può  dtffimulare ,  fé  ben  volendojd'haue 
per  condannati.  Ma  vederli  ancora  ,  che  quel  Concilio  era  in  nilfuna  ftii 
apprellb  il  medefimo  Papa:  poiché  ^eifendo  quello  già  principiato ,  fenza  j: 
dargli  parte  alcuna,  il  lolo  Pontefice  metteua  mano  definitiuamcnte  in  quel 
che  al  Concilio  apparteneua.Lcquali  cofe  il  Duca  di  Saironiafeceper  fuoi  A 
bafciatori  fignificareall'  Imperatore,con dirgli  appreiro,Che,vedendofichi; 
la  mente  del  Pontefice  ,  farebbe  tempo  di  prouedere  alla  Gennania  con 
Concilio  NationalejO  con  trattar  fcriamente  le  cofe  della  religione  in  Dieta. 
Ma,tornando  alle  cofe  Conciliari,erano  reftatijcome  s'è  decto,per  reliq 
nella  Congre-  ^jg^o  (-of^  trattate  inanzi  l'ultima  Seffione,  i  doi  capi,di  prouedere  alle  lettic 
^a  Ma  mate-  della  Sacra  Scrittura,^  alla  predication  del  Verbo  Diuino.  Pere  he  nella  pri 
ria  dilla  fi-    Congregationc  fi  trattò  di  quello  :  &  anco,per  darprincipio  alla  materia  d( 
guanti  Sefifio-  fede  ,  il  propofc  di  trattare  infieme  del  Peccato  originale:  alche  s'oppofei 
^3  Prelati  Spagnuoli,con  dire,Che  vi  reilaua  ben  materia  affai  da  trattareper  1 1 

Sefllone,  prouedendo  ben' agliabufi,che  erano  nella predicatione,&lettic  ■ 
Laqual  opinione  fu  anco  feguita  da'  Prelati  Italiani  Imperiali:&.parue  a'  Le^  i 
difcoprircche  queflo  era  ufficio  fatto  da'miniftri  Cefarei,iquali  ftrettame  * 
a;punto  haueuano  trattato  con  quei  Prelati.Pcrilchene  diedero  auifo  a  Rei  : 
didouegli furifpoflojche  vedeirero d'andar  ritenuti,fin  tanto  che s'haueirej - 
mito  darloro  dfolutioncPerilche  effiufarojio  artificio/a  diligejaza  j.ttatten  - 


>APA  Paolo  Iir.         LIBRO    SECONDO.  171 ^ 

ofi  con  la paite  degli  abufi, fenza  venir' a  concliifioned'eflìj&renza far  dimo-  eia  io 
ratione  ,che  volelFero  o  nonvoleircroincaminarfì  nella  materia  del  Peccato  xlvi. 
rio-inalc.Cori  lì  continuò  fino  a  Pafca. 

Laqual  palfata,  il  Pontefice  fcriilè.  Che  Ci  proced^lfe  inanzi,  &  folfe  quella  ^'IP^M  ordì- 
latcria  propella. La  lettera  capitata  a  due  di  Maggicperuennc  a  notitia  di  Don  "/^  f  ^^'''''" 
rancefccilquale  andato  alla  vifita  de'Lcgati,usò  molti  artificij,hora  moftran-  orkitialo'^^"* 
3  di  confegliarejhora  di  proponcre  parere  in  materia  del  profcguire  la  riforma: 
ilamente,  a  fine  d'intendere  la  mente  loro  ,  &  perfuadcrgli  obliquamente  a 
lelloj  che  dilfcgnaua  :  ma  ,  vedendo  di  non  far  frutto,  pafsò  inanzi,dicendo 
nto  apertamente,quanto  baftaua,haucr  lettere  dalla  Maeftà  Cefarca,per  quali 
i  commetteua  di  procurarcche  per  air  bora  non  fi  entri  ne' dogmi,  ma  fi  tratti 
riforma folamente.A  cherifpofero  i Lcgati,cona(Tài ragioni  incontrario:  &; 
i  lealfre,condire,Chenonpoteuano  farlo  fcnza  contraucnirc  alle  Bolle  del 
.pa,che  proponeuano  quelle  due  materie  iniìemej&  a  queIlo,che  fi  era  ftabili- 
in  Concilio  di  mandarle  del  pari:aggiongendod'hauerefcritto  a  Sua  Santità, 
e  otto  giorni  dopo  Pafca  haurebbono  incominciato.Furono  da  ambedue  le 
rti  farti  diuerfl  difcorlì,&  repliche  :  &  dicendo  finahnente  i  Legati ,  d'hauer 
mmandamento  dal  Papa,  &  non  poter  mancare  del  loro  ufhcio,diire  D. 
mcefco,L'ufficio  de'  buoni  miniilri  elfere  il  matener  l'amicitia  tra'  Prencipi, 
afpettar  qualche  volta  la  feconda  commifIìone:ilchc,fl  come  da'  Legati  non 
n€gato,colìrifpofero,Chenon  fi  doueua  voler  da  loro  più  di  quello,  chepo- 
fero  fare  con  loro  honore.  Di  tutto  ciò  diedero  al  Pontefice  conto ,  aggion- 
idojhauergli detto  il  Cardinale  diTrento, che  fé  fi  proponelfe  l'articolo  del 
ccato  originalcnonpaiTarcbbefenza  mala  contentezza  dell'Imperatore:  & 
e  però  defiderando  eilèr  da  una  parte  miniftri  di  pace,&concordia;&  dall' 
ca  ubedienti  a  commandamenti  di  Sua  Santità,  gli  era  parfo  fpedire  quello 
fo  in diligenza,pregandola a  non  lafciargli  errare :foggiongendo, che  non 
lendo  altro  auifo,fcguiterebbono  il  fuo  ultimo  commandamento ,  sforzan- 
(i  a  perfuadere  a  D.Francefco,&:  al  Cardinal  di  TrentOjche  l'articolo  del  Pcc- 
:o  originale  in  Gerinania  non  fia  più  per  controuerfo,ma  per  accordarci 
parendo  ciò  per  l'ultimo  colloquio  di  Ratifbona,doue  Sua  Maeftà  perilpri- 
)  articolo  da  concordare  ha  fatto  pigliare  quello  della  Giuftificatione:  ma, 
e  dar  più  longo  tempo,che  farà  poflibilc,  fi  tratteneranno  tutti  i  giorni  che 
tranno  honeftamentccon  l'efpeditione  del  refiduo  della  SelTionepairata. 
Si  fece  una  Congregatione  per  quefto  folo,di  dar  meglior  forma,coine  fi  una  Congre- 
ueffe  procedere  più  ordinatamente  ,  che  per  lo  pa(rato,cofi  nel  trattare  hg^tìom'etenu- 
[j  trrina  dellafede,come  la  materia  della  riforma:^;  furono  difcinte  due  forti  di  'f  A'^f  fermar 
{|)ngregationi  j  una ,  di  Theologi,per  difcorrere  fopra  la  materia  di  fedcchc  fi  ^  """t"^  ^  ■^*"'" 
)ioponcirc;&;  le  loro  opinioni  follerò  fcrittc  da  uno  de' Notati  del  Conciiioiòc       '' 
)l  rlandoli  delia  riformajfoirero  olerai  Theologi,introdotti  anco  i  Canoniili:6^ 
«ielle  Congregationi  fi  teneirero  in  prcfenza  de'  Legati:  ma  vi  pocelfcro  però 
iceruenire  que'  Padri  a  chi  piaceiTcper  udire.  Vnaaltra  forte  di  Congregatione 
|nftaire  de'  Prelati  a  formar  i  Capi,o  di  dotcriiia,o  diriforma:iquali  esaminati, 
1  Y     ij 


172  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  paolo  111. 

ci  3  13     5^  fecondo  il  parere  più  commimeordinati,foircropropofti  nella Congregatio 
XLVi.      ne  aeneralc  per  fcntir'  il  voto  di  ciafcuno  :  &  fecondo  la  dcliberatione  dell' 
maggior  p'artcftabilire  i  Decreti  da  publicare  in  ScfTione. 
è  rJmejfo  a  Se(?ucndo  c]uc(lo  ordine ,  fu  rractaco  delle  lettionijóc  prediche,formando  6- 

campo  il  prò-  j-jforniando  vane  minute  di  Decretinic  mai  fi  crouò  modo,che  ^iaceire  a  tutti 
^unioni,  e    V^'^  ^'^^^''^  intereirati  molto  i  Prelati,a  volere  che  rutto  dependelle  dalla  autorit 
Pndkhì:       Epifcopale;&  che  non  vi  folle  nilluna  ellentionei^  dall'  altro  canto,volendo 
Leccati  mantenere  i  priuiiegi)  dati  dal  Pontefìce,maflìme  a'  Mendicanti,  &  ali 
Vniuerfità-Et  dopo  molte  difpntejelTendo  la  materia  aliai  dibbattuta^credetteri 
che  nella  Congregatione  de' dieci  Maggio,doueirero  eiler  tutti  d'accordo.  M, 
riufcì  incontrario:perchefeben  durò  fino  alanotte,non  fi  potè  prendere  cor 
clufionc  in  alcuni  capi, per  la  diuerfità  de' pareri  tra' Prelati  medefimirin  alcr 
perche  i  Legati  non  voleuanocondefcender  all'  opinione  uniuerfalcdileuan 
o  almeno  moderare  i  priuilegij.'Opponeuano  a' Vefcoui,che  fimouelFero  pi 
per  intereffe  proprio,  che  per  ragione:che  nonteneiTero  conto  del  pregiudici 
de'  Regolari:che  troppo  arditamente  volelPero  correggere  i  Concili]  palfati,^ 
metter  mano  ne' priuiiegi j  conceflì  dal  Papa.Ne  poterono  conuenire ,  non  fo] 
per  la  varietà  delle  opinioni,&  per  l'intereire  de  Vefcouijma  ancora,  perche  g 
Imperiali  procurauano  ciò  per  metter  tépo,a  fine  che  non  fi  veniffe  alla  prop. 
fitione  de'  dogmi.Ne  a  Legati  era  ingrato,  che  fi  temporeggialTceirendo  rifol 
ti,  fé  non  gli  veniua  vietato  nella  rifpofta,che  afpettauano  da  Roma,pairar'  al 
propofitionede'dogmij^ccome  diceuano  i  fuoiconfidenti,chiarirfidiqLiell 
che  ne  habbia  a  riufcire. 
nreCcow  ài        Ma,per  metter  qualche  fine  alle  cofe  trattate ,  fecero  leggere  un  fommar 
F»VM  [tue-  delle  opinioni  de'  Theologi,  &  Canonifti,dette  in  diuei-fe  Congregationi  pi 
r<2we»tej-//'>-e- cedenti:dicédo,che,percirerei  voti  aliai  longhi,haueuanofcieltoquello,chej 
fo  per  fua  ^  pareua  elfcr  dibuonafuftanza,acciofieiramina(re,&  fidicei^efoprailparere.^ 
mipa liberta:  Braccio  Martello,Vclcouo  di  Fiefole,udito  leggere  l'cftrattOjs'oppofcconpc 
petuàovatione  dicendo,Efferneceirario,che  la  Congregatione  generale  inte 
delfc  i  voti,&  le  ragioni  di  tutti,&  che  non  gli  folTero  lette  raccolte ,  &:  fornir 
rij:&  fi  eftcfe  in  mankra,amplificando  l'autorità  del  Concilio,  &  la  neceffità 
beninformarlo3<Sc  lapocaconuenienza,che  era,che  alcuni  foli  follerò arbii 
delle  dcliberationiiouerolc  rifolutioni  veniifero  d'altroue  ;che  i  Legati  refi  i 
rono  aflai  ofFcfi,&  riprefero  il  Vefcouo,  bene  con  affettata  modeftia ,  ma  pc  j 
aliai  pungcntemente^Et  la  Congregatione  fu  licentiata. 

Il  giorno  feguente  mandarono  i  Legati  a  dimandar'  al  Vefcouo  copia  e 
£''"^'^^  ragionamente  Fatto  da  lui  ,  de  la  mandarono  a  Roma  ,  talfando  il  ragion 
mento  come  irreuerente,&  feditiofo:aggiongendo,che  gli haueuano  fatto  u; 
modella  &  feucra  nprenfioner&farebbonoancopa(ratipiuinanzi,perchec( 
il  Vefcouo  meritaua,fe  nonfolTe  flato  il  dubio  d'attaccar  qualche  difputaar 
matica,laqualpoteiregenerarefciirura:però,chenonèdalafciarloimpunito,p 
non  accrelcergli  l'ardire  di  far'  in  ogni  Congregatione  il  medefimo,  &  peggi 
sapprefentando  aSuaSantità^che  ad  ogni  modo  farà  bene  farlo  partir  da  Tre 

^^  tOjO  p 


>apaPaoloIII.  libro  SEC  ondo.  175  

o,opetimavia>operrakra;&  operare,che  non  ritorni  pia  il  Vcfcoiio  di  Chio-  ci  3  la^ 
:a5pocodiffimilccii  laijlebcn  per  Hiacrloandra-e.  Era  partirò  qucftc  Veicouo,  xlvi. 
j-nmcdiate  dopo  la  Seirioncjloctopreicfìod'indiipolicionejmn  in  verità,  per  pa- 
ole  palVate  tra  laij&  il  Cardinal  Polo,  in  Congregationcnella  materia  delle 
raditioni  :  haucndo  il  Veicouo  parlato  in  diteGi  di  Fra  Antonio  Marinaro,& 
:)crcio  conrefo  col  Cardinale  :  ilche  haucn.do  dato  occadone  a  lai  di  far  qaeri- 
'nonia^chc  non  vi  Folle  libertà  nel  Concilio,  lì  vcdeaa  non  eirer  in  buona  gnitia 
Je' LetTari,&:  Ilare  (oggetto  a  qualche  pericolo. Non  contenti  i  Legati  deli'  odc- 
.-atcper  mortificar  il  Veicouo  di  Ficiolc,  &  mantener  la  cola  iiicegra lino  all' 
uiifo  di  Roma,pcr  poterla  o  cacciare  inanzi,o  dilTimulare,  tccondo  che  gli  folle 

iinaro  ^  nella  ieguente  Congregatione  gli  ^cce  il  Monte  una  ripallita  adolFo, 
:oncludendo,chc  !i  latciaua  per  all'  hora  d'attender  a'  cali  fuoi ,  ciiendo  necellà- 
io  occuparli  in  cole  di  maggior'importanza. 

Hebbcro  rifpofta  da  Roma  quanto  a'  due  Vefcoui,  che  opportunamente  fi  d'onde    vUnt 
laurebbc  rimediato:ma,quanto  alle  cofe  da  trattare,che  quando  il  attendciEe  all'  °^'^'"^l  ^^  "o> 
ippetito  de'  Prencipijfarebbc  far'  il  Concilio  più  tumultuoio,  &  le  rifolutioni       ^     '^'^ 
iu  longhe ,  &c  difficili:  cercando  ognuno,d'attrauerfar  quella  parte,che  non  gli        '^^^* 
ìiacelEe:©  con  mettere  difficoltà  in  una  cola  intrattener  l'altra-Peròsfenza  altro 
fguardojdclEero  mano  al  Peccato  originale  :  ma,  auuertendo  di  non  valerli  in 
nodo  alcuno  di  quella  icufa,che  dilEcgnauano  ufare  con  D.  Francefcoicioèjche 
articolo  del  Peccato  originale  non  lìa  controuerfo  in  Germania:  Scufaircro 
)iu  tofto  termini  gcnerali,&  con  ogni  forte  di  riucrenza  verfo  l'Imperatore. 

Gli  commandò  oltra  di  cioftreitamente,che  intorno  l'emendatione  dell' 
ìditione-VolgatasnonfidoueiTepairarpiu  inanzi,fìnche  la  Congregatione  de' 
leputati  fopra  il  Concilio  in  Roma  non  hauelTe  deliberato  il  modo ,  che  fi  dcue 
cnere.Ineiìècutione  di  quegli  ordini,riioluti  i  Legati  di  palfar  inanzi  alla  pro- 
)OÌitione  del  Peccato  originale,fecero  Congregatione  doi  giorni  continuata- 
ilente,pcr  rifolucrc  i  doi  capi  del  leggere,>3i:predicare,inanzi  che  publicalfero 
\\  voler  trattare  materia  di  fcde:accio,reftando  quei  capi  indcciiì,  non  porgelfe- 
o  occadone  agli  Imperiali  ^i  diuertire  da  quefta:&  da'  deputati  fopra  i'Editione 
/^olgata  lì  fecero  pojTar  tutto  l'operato  in  quella  materia ,  commettendo  loro, 
:he  non  vi  mettclLeropiu  mano  lino  ad  altro  nuouo  ordine.Talc  era  la  libertà 
lei  Concilio  dependente  dal  Pontehce>nel  tralafciare  le  cofe  incominciate ,  &c 
nettere  mano  alle  nuoLie. 

Nel  trattar  di  LettionÌ5&  Prediche>era  generale  quercia  dt'  Vefconi^5(:  malli-        ,. 
me  SpagnuolischeeiFendo  precetto  di  Chrifto,che  lìainlcgnatalafua  dottrina,  y-fdui  ''t^  ^ 
ilche  s'cilcguifce  con  la  predica  nella  Chiefa  ,  &  conlaletcionea'  più  capaci,  Frati ,  per  u 
aci;iò  iìano  atti  ad  infegnareal  popolo,di  tutto  ciò  la  cura  di  iopramtcndcrc  a  iftf'om^,  sU 
qualonque  altro  eilercita  quei  miniftcrijydebbeeiFerc  propria  del  Vcfcouo  :  coli  t^^dìchi 
hauere  inftituito  gli  Apoftoli,  coiìeirere  ftato  elTcguito  da' Santi  Padr3:alpre- 
fente  elfer leuato  a'  Vefcoui  alfolutamente  tutto  quello  ufficio,co'  piiuilcgij.fl 
che  nongliene  refta  reliquia;&:  quella  elEer  la  caufa,che  tutto  è  anelato  in  uiibr- 
dincper  eirer  mutato  l'ordine  da  Chriflo  inftituitoXe  Vniuerfità,c on  ellentio- 

Y     iij 


174  CONCILIO    DI   TRENTO     PAPAPAOLoìir, 

CI 3  13  nhil fono fottrattcche  il  Vcfcouo  non  può  fapci-  quellcche  infcgninorle  pre- 
XLVi.  dichcfopo  per  priailegio  date  a' Fraci,iqLiali  non  riconoicono  in  conto  alcuno 
il  VcrcoU':>>ue  gli  concedono  rintLomcttcrienennmodojchea'Vefcouireftale- 
iiaco  affatto  ruiiicio  di  Pai1;ore.Etper  il  contrario  qucliijche  neirantichitàjion 
erano  infticuitijic  non  per  piangere  i  peccatila'  quali  l'infegnarc  &c  predicare  era 
prohibito  efpreiramente ,  Se  feueramente ,  fé  l'hanno  alTonto;  onero  gli  è  ftato 
dato  per  ufficio  proprio:&il  gregge  fé  ne  ftà  lenza  e  paftorce  mercenario:perche 
qucfti  predicatori  ambulatori  jjche  hoggi  fono  in  una  Cittàjdimani  in  una  altra, 
non  fanno  ne  il  bitognoinc  la  capacità  del  popolojne  meno  le  occafioni  di  inie- 
o^narlo,(Sc  edifìcarlccome  il  Pallore  proprio, che  fempre  viue  col  gregge,  de  co- 
nofce  i  bifogni,&  le  infermità  di  quello.  Oltra  chcil  fine  di  que'  Predicatori, 
non  è  l'edificarioncma  il  trar  limoiìnco  per  fé  proprij,o  per  i  conuenti  loro:il- 
che  per  meglio  ottenercnon  mirano  all'  utilità  deli'  animajina  procurano  di  di- 
lettarci adulare,&  fecondargli  appetiti,perpoter  trarne  maggior  frutto:&:  il 
popolo,in  luogo  d'imparar  la  dottrina  di  Chrifto,apprendc  o  nouità,o  almeno 
vanicà.Luthero  è  ftato  uno  di  quefti,qual  fé  foife  ftato  nella  cella  lua  a  piangere, 
la  Chiefa  di  Chrifto  non  farebbe  in  queftitermini.Piu  manifefto  effer  ancora 
l'abufo  de'  Queftori,  che  vanno  predicando  Indulgentie,da' quali  non  poterli 
narrar  fenza  lagrime  i  fcandali  dati  negli  anni  precedenti:  quello  elfer  cofa  eui- 
dente,chenon  cirortano  ad  altro,che  al  contribuire  danaro.  A'  quali  difordini 
unico  rimedio  è  Icuar  tutti  i  priuilegij,&  reftituire  a  Vefcoui  la  cura  loro  d'in- 
fegnare,&:  predicare,&  eleggerli  per  cooperatori  quelli,  che  conofceranno  ellèr 
degni  di  quel  minifterio,&:  difpofti  ad  elfercitarlo  per  carità. 

Incontrario  di  quefto,i  Generali  de'  Regolari,(5c  glialtri,diceuano,Che,ha- 
uendo  i  Vefcoui ,  &  altri  curati,  abbandonato  affatto  l'ufficio  di  paftore ,  fiche 
per  più  centenara  d'anni  era  ftato  il  popolo  fenza  prediche  nella  Chiefa,&:  fenza 
doctrinadiTheologia  neileScolciDiohaueua  eccitato  gli  Ordini  Mendicanti, 
per  fupplire  a  qutftì  minifterij  neceilarijine'  quali  però  non  lì  erano  intrufi  da  fé, 
ma  per  concellìone  del  fuprcmo  Paftore  ;  alqual  toccando  principalmente  il 
pafcere  tutto'l  gregge  di  Chrifto,non  fi  poteua  dircche  i  deputati  da  lui  per  fup- 
plire a'  mancamenti  di  chi  era  tenuto  alla  cura  del  gregge,&  l'haueua  abbando- 
nata,habbiano  occupato  l'ufficio  d'altri:  anziconuien  dire,che,fe  nonhaueire- 
ro  ufato  c]uella  carità,  non  vi  farebbe  al  prefenteveftigio  di  Chriftianità.Hora, 
hauendo  per  trecento  &  più  anni  vacato  a  queftafantaopera,col  frutto  chene 
aDpariua,j:on  titolo  legicimo  dato  dal  Pontefice  Romano,fommoPaftore,ha- 
uer  prefcritto  quefti  minifterij, &  elTer  fatti  propri) loro, ne hauerci dentro  i 
Vefcoui  alcuna  legitima  ragioncne  poter  allegar  l'uio  dell'  antichità,  pet  ripe- 
tere queir  ufficio,dalquale  per  tante  centenara  d'anni  fi  fono  dipartiti.L'afFettO' 
d'acquiftarp';r  fe,o  per  i  Monafterij ,  eller  mera  calpnnia:  poiché  dalle  limofine, 
non  cauano  per  ic(e  non  il  necelTario  vitto,&  veftito:che  il  rimanente,fpefo  nel 
culto  di  Dio,in  Meire,cdificij,&  ornamenti  di  Chiele,cedc  in  beneficio,&  edifi- 
cationedelpopoloj&non  in  propria  loro  vtilità:che  i  feruitij,preftati  dagli 
Ordini  loro  alla  Santa  Chiefaj&;  alla  dottrina  della  Theologia,che  non  fi  ritro- 

ua  fuori 


APA  Paolo  III.         L  I  BR  O   SE  C  O  N  D  O.  175 

i  fuori  cle'claufl;ri,mei-itano  che  gli  fia  continuato  quel  carico,che  alcii  non  [o-    e  iò~'^ 
o  cofi  lurtìcienti  ad  eirei-citare.  xlvi. 

I  Legati ,  importunati  da  due  parti ,  col  confeglio  de' più  riftretti  con  loro,  »  Legati  per- 
foluerono  dar  conto  a  Roma,&  afpettar  rifpofta.Il  Pontefice  rimeiFe  allaCon-  /'^#' A>'«o«<> 
rcgationeidoue  imjp.ediatc  fu  veduto  achetendeirelapretenrione  de' Vcicoui:  j*""''^'"»*» 
^oè^afarfi  cialcuno  d'efll  tanti  Papi  nelle  dioceii  loro  :  pcrchc,quando  folle  yj^oV^wjwt 
euatoirpriailegio,&  l'ellentione  Pontificia5&  ognuno  dependeife  da  loro ,  & 
liiruno  dal  Papa,immediate  ceilcreb'oe  ogni  ragione  d'andare  a  Roma.Coniìde- 
auanojdatcmjjoantichiffimohaucr  i  Pontifici  Romani  hauuto  per  principale 
rcano  di  conferuar'  il  primato  datogli  daChriftojd'effimere  i  Veicoui  dagli 
irciuefcoui  ;  gli  Abbati ,  da'  Ve(coui:&  coiìyliauerperfone  obligate  a  defender-  -    ' 

3.ElIèr  cola  chiara  ,  che  dopo  l'anno  dc.  ilprnnato  della  Sede  Apoftolica  è 
:ato  foftenuto  da'  Monachi  Bencdittinieirenti:&:  poi  dalie  Congregationi  di. 
luni  >&:  Ciftercio ,  &  altre  Monacali:  fmo  che  Dio  eccitò  gli  Ordini  Mendi- 
anti ,  da'  quali  è  flato  foftenuto  fino  a  quell'  hora:onde,torvia  i  priailec^ij  di 
uelli.efTer  direttamente  oppugnar  il  Pontefìcato,&  non  quegli  Ordininl  Icuar 
cirentionij  eirere  una  manifelladeprcflione  della  Corte  Romana:perche  non 
aurebbe  mezi  di  tener  tra' termini  un  Vefcouojche  s'inalzallè  troppo: però 
(Fere  ilPapaj,&  la.Corte5dameranecefIìtàcoftrettiafoftentar  lacaufade'  Frati- 
ia,per  fare  le  cofe  con  fuauitàjconfìderarono  anco,elFer  necelFario  tener  quefta 
agione  in  fecieto:  &  fu  deliberato  di  rifppndere  a  Legati,  che  onninamente 
onferualFero  lo  flato  d^'  Regolari  ,&  procuralFero; di  fermare  i  Vefcouijcol 
iietterinanzi  il  numero  ecceflìuo  de'  Frati,&  il  credito,  che  apprelFo  la  plebe 
lanno:  &:  confegliargli  a  prender  tempcramento,&  non  caufare  un  fcifÌTia  col 
coppo  volere.  Eller  ben  giufto  ,  che  riceuino  qualche  fodisfattione  :  ma  fi 
ontentaflcro  anco  di  darla:  &  quando  fi  verrà  alriftretto,concedeiIèroo<»ni 
ofa  quanto  a'Queftori:maquantoa'Frati,nilFunacofa  fi  faceìrcfenza  partici- 
■aria  a'  Generali  :  &  a'  Veicoui  folFe  data  fodisfattione  ,  che  in  efiìftenza 
.on  léui  i  priuilegij.  L'iftefFo  facelFero  delle  Vniuerfità  :  eflèndo  neceflà- 
io^  hauer  quefte  ,  &  quelli ,  per  dependenti  dal  Papa  ,  6c  non  da'  Velco- 
i. 

Gionte  le  lettere  in  Trento,  con  tre  ^ini  diuerfì  fi  caminaua  nei  Concilio:  '^'^.  '"  "«/ò?- 
letilchepocoveniuanoin  conflderatione  gli  altri  particolari,propoftiinque-  '""^fi'^°'*^ 
te  due  materie  da  quelli,che  non  erano  interelFati  ne  a  fauore,ne  contra  le  ell^n-  ^l?rem7nel' 
ioni.Fu  propofto,intorno  alle  Lettioni,  da  alcuni  di  quefti,  di  rcftituire  l'ufo  fanoddieLtK 
aitico>  quando  i  Monafterij,  &  le  Canonie he,non  erano  altro,che  Collegi)  3^  tionli 
icuolcdi  che  reftano  reliquie  in  molte  Cathedrali,doue  è  la degnità  dello  Sco- 
^aftico,Capo  de' lettori,con  prebenda:  quali  adclFo  non  elFcrcitano  il  Garico,&- 
ono  conferite  a  perfone  inette  perelFercitarlo:6ia  tutti  parue  honetl:a,&  vtil 
:ofa  reintrodurre  lalettione  dellecofe  facre,&  nelle  Cathedrali,&ne'Monafte- 
-ij.  Alle  Cathedrali  pareua  facile  il  prouedere  ,  dando  cura  dell'  elFccu^ 
ione  a   Vefcoui  ,  ma  a'  Monafterij  difficile.  Al   dare  fopraintendcza  a" 
^^efcouianco  in  quefto  ,  fi  opponeuano  i  Legati, fé  ben  de' foli  monachi,. 


1-6  CONCILIO  DI  TRENTO         PapapaoloIII 

~ci3  i3  3c  non  de' Mendicanti  fi^rattaua^per  nonlafciar  aprire  la  porta  dimetter  ma 
XLVi.  no  ne'  priuilcgij  concedi  dal  Papa.Ma  a  qucfto,Sebaftiano  Pighino,  Auditor  di 
Rota,rroL!C)  temperamento,con  proporrcChe  la  fopraintendenza  folFedataa' 
Vclcoiii ,  come  delegati  dalla  Sede  Apoftohca.  Piacque  l'inuentionc  :  perche  fi 
faceua  a  fauor  de' Vefcoui  il  medefimo  effetto, fenzadcLX)gatione  del  priuile- 
gio:  poiché  il  VefcoiiOjnon  come  Vcicouo,  ma  come  deputato  dal  Papa,  doue- 
ua  topraintendere  :  il  qual  modo  diede  eirempio  d'accommodare  altre  difficol- 
tà: l'una,  nel  dar  autorità  a  Metropolitani  fopra  le  parocchie  vnite  a  Mona- 
fterij,non  (oggetti a Diocefi  alcuna:raltra,nel dar  poteftà  a  Veicoui  fopra  i  Pre- 
dicatori elfenti ,  che  fallano  :  Scanco  fcruì  molto  ne' decreti  delle  Scdìoni  fé 
guenti. 

Proponcuano  anco  iCanonifti,che  ne' tempi  prefenti  poco  conucniua  la 
fottilità  Scolaftica  di  metter'  ogni  cofain  dilputa,&  verfarpiutofto  in  cole  na- 
turali,&  filolofiche.  Che  quelle  niiouelettionidouelferoeiferc  introdottcpei 
trattare  de' facramenti,&  dell' autorità,&:  poteftà Ecclefìaftica:  come,ccmmo[ 
to frutto  jhaucua  fatto  il Turre-cremata,&Agoftino Trionfo 5  Se  dopo  loro. 
Sant'  Antonino;3c  altri.Ma,per  la  contradittione  de'  Fratijche  opponeuano  ef 
fer  tanto  neceifaria  quefta,quanto  quella  dottrina,fì  trouò  temperamento  d'or 
dinare,che  le  lettioni  folfero  per  efpofitione  della  Scrittura:poiche,fecondo  l'ef 
jQggenze  del  tefto,che  foife  letto,&:  della  capacità  degli  audienti,s'haurcbbe  ap- 
plicata la  materia.      ■  . 

e  delle  Predi-      Delle  Prediche ,  dopo  molti  difcorii  fatti  in  più  Congregationi ,  fi  venne  a! 

«?«•  ftabilire  il  decreto  :  &per  fuperar  le  difficoltà  con  ufficij,fecero,permezo  de 

Prelatijloro  confidenti ,  pratticar  i  Vefcoui  Italiani,mettendo  in  confìderatio' 
ne ,  quanto ,  per  honor  della  Natione ,  folfero  tenuti  di  foftentar  la  degnità  de. 
Pontificato,dcir  autorità  delqualc  fi  trattaua,  mettendo  mano  ne'priuilegij  ;  & 
quanto  potclferofpcrar  dal  Pontefice,  &  da'  Legati,  accommodandofi  anco  i 
quello,che  è  giufto;&  non  volendo  priuarc  i  Frati  di  quello ,  che  hanno  per  tan- 
to tempo  goduto.  Eller  coui  pericolofa  difprczzare  tanti  (oggetti  litteratiir 
quefti  tempi,  che  l'herefietrauagliano  la  Chiclà  :  che  all' hora  fi  farebbe  accre- 
fciuta l'autorità  Epifcopale,con  concedergli  d'approuare  oreprouare  i  Predi- 
catorijquando  fuor  della  Chiefa  del  loro  Ordine  predicano  :  &:,quando  in  quel- 
Iccon  fargli  riconofcere  il  Prelato,dimaiidando  prima  la  benedittione.  Chei 
Vefcoui  potclfero  punire  i  Predicatori  per  caufa  d'herefia,&  prohibirgli  la  pre- 
dica peroccafione  di  fcandalo.Diqueftofi  contentaifero,che  alla  giornata  fa- 
rcbbono  acrgionte  altre  cofc.Con  quefti  ufficij  acquiftarono  tanto  numero,  che 
furono  ficuridi  ftabilire  il  decreto  con  quelle  conditioni.Ma  reftaua  un'  altra 
difficoltà,percheiGencrali,&:  iFrati,nonficontentauano:&  il  difguftarglinon 
parcuaficuro ,  Se  era  dal  Papa  efprelf^mente  prohibito .  Si  diedero  a  moftrar  lo- 
ro 5  che  quanto  era  a  Ve  fcoui  "conceifo,era  giufto  &c  neceifario  :  a  che  eflì  haue- 
nano  dato  occafione  con  eftendere  troppo  i  priuilegij,&  palfir' i  termini  dell* 
honefto.  Finalmente ,  con  una  particola  monitoria  a  Velcoui  di  procedere  in 
maniera,che  i  Frati  non  hauelfero  occafione  di  lamentarfi,anco  i  Generali  s'ac- 
quietarono. Quan- 


ATA  Paolo  III.         L  I  B  R  O   S  E  C  O  N  D  O.  177 

Quando  fcoprirono  la  nfolutionc  di  condannar  nella  medefima  Seflìone  le    ci3    i3 
pinioni  Luthcrane  del  Peccato  originale,allcgarono ,  Che,per  fcruau  l'ordine      xlvi. 
Il  mandare  infieme  arabe  le  materiejcra  neceirario  trattar  qualche  cofa  di  fede,  ^Lenaù,  vo^ 
le  poterli  altro  uè  incomminciare:&  propofero  gli  articoli  eftratti  dalla  dottri- Jf"5'^.''''^''JJ 
la  de' Proteftanti  in  quella  materia,  per  eifer  da'Theologi  incile  Congregatio-^g^^^^^'"J.f_ 
li  c(Iàminati,<5i  dircufll^lc  per  heretici  doueuano  elTere  condannati.   Il  Cardi-  mle^forto  c«Z 
lalePacceco  dilTcChe  il  Concilio  non  per  altro  ha  da  trattare  gli  articoUdifc-  tradmi  da 
[e/e  non  per  ridurre  la  Germania:&  chi  vorrà  far  quefto  fuor  di  tempo,non  fo-  ^"^fi^^j 
o  non  confcguirà  il  line,ma  farà  peggiorar  le  coie.Quando  l'opportunità  fia  di 
irlojiion  poterli  lapere  in  Trento:ma  da  chi  lede  al  timone  di  Germania;  &>ve- 
endo  tutti  i  particolarijconofce  anco  quando  ila  tempo  di  dargli  quella  me- 
icina.  Per  tanto  confegliaua,  che  lì  ricercaife  con  lettere  il  parer  de'  principali 
'relati  di  quella  Natione,inanzi  che  pallàr  ad  altro  3  ouero  che  il  Noncio  Apo- 
:oliconeparlallc  conl'lmperatore.Alqual parere  adhcrirono  i  Prelati  Impe- 
ialijpratticati  dall' Ambaiciatore.Ma  i  Legati,lodato  il  giudicio  di  (\^^c^^h<k  tua 'mdarm 
romeiro  di  fcriuere  al  Nonci©>foggionrero>che  con  tutto  ciò  gli  articoli  potc- 
1110  eirer  da'Theologi  difputati  per  auanzar  tempora  che  adheri  anco  il  Cardi- 
ale,&:  gli  altri/perando  che  molte  dillicoltà  li  poteiTero  attrauerfare ,  per  far 
ifFerire:&  contentandoli  l' Ambafciatore  Toledojpurche  palTalle  la  eftate,  (cn- 
achefivenilfe  adefìnitione. 
Gli  articoli  propofti  furono. 

I.  Che  Adamo,per  la  tranfgreflìone  delprecetto,ha  perduto  la  giuftitia,&  e  formano  g& 
icorfo  l'ira  di  Dio,5clamortaUtà,&deterioratoneiranima,&nel  corpordalui  -^rti<:oUde' 
ero  non  è  trasferito  nella  pofterità  peccato  alcuno ,  ma  folo  le  pene  corporali.  ^"^^^^*^^  'jf 

I I.  Che  il  peccato  d'Adamo  fi  chiama  originale,  perche  da  lui  deriua  nella  '■'•''*'"'"*"'■''' 
ofterità,non  per  tranfmiflione,  ma  per  imitatione. 

III.  Che  il  Peccato  originale  fia  ignoranza,  o  fprezzo  di  Dio,  ouero  l'ellèr 
nizatimorejfenza  confidenza  inSuaMaeftà,&fenza  amor  diuino  :  &  con  la 
oncupifcenza ,  &c  cattiui  defiderij:  &  uniuerfalmente  vna  corrottione  di  tutto 
huomo  nella  volontà,neir  anima,&  nel  corpo. 

1 1 1 1.  Che  ne'  putti  fia  vna  inclinatione  al  male  della  natura  corrotta:fi  che 
enendo  l'ufo  della  ragione,produca  vn  abhorrimento  delle  cofe  diuine,^  vna 
mmcrfione  nelle  mondane:&  quefto  fia  il  Peccato  originale. 

V.  Che  i  putti,almeno  i  nati  da  genitori  fedeli,fe  ben  fono  battezzati  in  re- 
niflìone  de' peccati  i  non  portano,  per  la  dcfcendenza  loro  d'Adamo,peccato 
ilcuno. 

VI.  Che  il  Peccato  originale  nel  Battefmo  non  è  fcanccllato,ma  non  impu- 
ato  :  ouero  ralo  fi,  che  incominci  in  quefta  vita  a  fminuirfi  ,  &  nella  futura  fia 
radicato  totalmente. 

^  V I  I.Che  quel  peccato  rimanente  nel  battezzato  lo  ritarda  dall'  ingrefib  del 
Glielo. 

Vili.  Che  la  concupifcenza,chiamataanco  fomitclaqiial  dopo  il  Battef- 
no  rimane,è  veramente  peccato. 

Z 


^_ 178  CONCILIO   DI   TRENTO       Papa  Paolo  III. 

ci3  i^  IX.  <^hc  la  pena  principale  debita  al  peccato  originale,  è  il  fuoco  dell' In- 

ìlvi.     fernojokrc  la  morte  corporale^  le  altre  imp'erfcttioni,allcquali  in  qiicfta  vita 
l'huonio  e  (oggetto. 
ÌThologipre-       j  Theologi  nella  Congregatione  tutti  furono  conformi  in direjChe  era  ne- 
«w  .oro  <-e[Tfaj-ir;,per  difcuflTione  deo;li  articoli,  non  proceder  con  queir  ordine  :  ma  elfa- 
minar  metodicamente  tutta  la  materia  ,  &  veder  qualru  il  peccato  d  Adamo: 
e  che  cofajda  lui  deriuata  nella  pofterità ,  ila  peccato  in  tutti  gli  huominij 
che  il  chiama  originale:  il  modo,  come  quello  lìtrafmette  :  &  in  che  maniera 
è  rime  ab. 
tonuengon9         Nelprimo  punto,conuennero  pariracnte,che,priuato  Adamo  della giuftitia 
mi  frimo  ca-  gli  affccti  lì  rciero  ribelli  alla  ragione  :  ilche  la  Scrittura  fuole  erprimcre ,  dicen- 
pò,  do,Che  la  carne  ribella  allo  Spirito:&  con  un  folo  nome  chiama  quello  difet- 

to,Concupitcenza:incorre  l'ira  diuina,&:  la  mortalità  corporale,  mmacciatagl 
da  Dio ,  inlìeme  con  la  ipirituale  dell'  anima  :  &  nondimeno ,  niillino  di  quell 
difetti  può chiamarfì peccato, eirendo pene confeguite da  quello: ma  formai 
mcntejilpeccato  eirerlatrafgreflìone  del  precetto  diuino.  Et  qui  molti  s'aHar 
garono  a  ricercare  il  genere  di  quel  fallo,  difendendo  alcuni,  che  fu  peccato  d 
lupcrbia:aitri,di  gola:parte  foftennero,che  fu  d'inhdeltà:  più  fodamente  fu  dee 
tOjche  fi  poteua  tirar  in  tutti  quei  generi,  &  in  altri  ancora  :  ma,fondandoiì  fo 
pra  la  parola  di  S.Paolo,non  fi poteua  mettere,  fé  non  nel  genere  della  pura  ir 
't/Ar'Mm  nel  obedienza.Macercando,che  cofa,deriuata  da  Adamo  in  noi  ila  il  peccato,  fu 
ficgndo,  rono  più  diuerfi  i  pareri  :  perche ,  S.Agoftino ,  che  primo  di  tutti  il  diede  a  cei 
car  l'efìTenza  di  quello ,  feguendo  S.  Paolo ,  diiVe ,  che  è  la  Concupircenza  :  & 
S.Anfelmo,  molte  centenara d'anni  dopo  lui,  tenendo  ,  che  ne'  battezzatij 
peccato  è  fcancellato  ,  &  pur  la  concupifcenza  rimane  ,  tenne  che  è  la  pri 
Hatione  della  giuftitia  originale  ,  laqual  nel  Batrefmo  è  raiduta  in  un'equi 
ualente ,  che  è  la  gratia.  Ma  S.  Thomafo  ,  Se  S.  Bonauentura ,  volendo  con 
gionger  ambedue  leopinioni,&  concordarlcconfiderarono.  Che  nella  noftr 
natura  corrotta  fono  due  ribellioni  :  una,deila  mente  a  Dio  ;  l'altra,  del  fenfo  al 
la  mente:  chequcftaèla  concupifcenza,  &  quella  l'ingiuftitia:  &  però  ambe 
dueinfiemefonoil  peccato.  Et  S.Bonauentura  diede  il  primo  luogo  alla  cgfi  ; 
cupifcenza  :  dicendo ,  che  è  il  pofìtiuo  :  doue  la  priuatione  della  giuftitia  è  :  i 
ne?atiuo.  EtS.  Thomafcperil  contrario ,  fece  la  concupifcenza  parte  mate  ; 
riale  ;  la  priuatione  della  giuftitia,  il  formale  :  ondequefto  peccato  in  noi  diiì 
eiTcr  la  concupifcenza  deftituita  della  giuftitia  originale.  Il  parer  di  Sant'  Agc 
ftino  fu  fcguito  dal  Maeftro  delle  Sentenze,e  dalli  Scolaftici  vecchi:  &  in  Cor 
cilio  fu  difefo  da  due  Frati  Heremitani.  Ma  perche  Giouanni  Scoto  foftenne  1 
fentenzad'Anfelmo,  fuo  conterraneo,  i  Frati  di  San  Francefco  la  difeferoii 
Concilio,  3c  la  maggior  parte  de'  Dominicani  quella  di  San  Thomafo.  Coi 
fu  dichiarato  qual  fofle'ilpeccato  d'Adamo,&:  qual  iìa  originale  negli  altri  huc 
mini. 
fono  peYpkfjt  Ma ,  come  fiadalui  ne'pofteri ,  Se  dicceffiuamente  di  padre  in  figlio  traf 
ttil  ttr^oj      melTo  j  con  maggior  fatica  fu  difcoifo.  Imperoche  Sane'  Agoftinojche  aprì  h 

_  „    ■'        jftraH; 


! 

PapaPaoloIII.         libro   secondo.  r/^^ 

5:r idaa2lÌ_altriilie.ttQ- dalla obiercione  di  Giuliano  Pelagiano,che  io  dcercaua  ci3  i^ 
del  raodccoine  lì  potcìrctuarmetcere  il  peccato  originalcqiiàdo  l'iiuomoè  c5-  xlvi. 
:cVto,  poiché  è  lauto  il  matrimonio,  &  l'ufo  di  quellouion  peccandone  Dio 
primo  autorcne  i  genitori,neiI  gcneratOjpcrqLialfiirura  adonquc  entra  il  pec- 
:"ato?altro  nonrifpoic  Sant'  Agoflino/e  nonjchcnonerada  cercar fiirurcdotic 
1  vedeua  una  patentiffimaportajdicendorApoftoiojche  per  Adamo  il  peccato 
rènVrato  nel  mondo:5^  in  più  luoghi^doue  di  ciò  occorfc  parlare,  fempre  Sane* 
4l crollino  fìmoftrò  dubbiolbjeirendo  anco  !rreroluto,re,(ìcoi-ne  il  corpo  delfì- 
'ifo  deriaa  dal  corpo  dd  padre,  coli  dall' anima  anco  l'anima  deriualfe:  onde, 
ilcndo  infetto  ilfonte,perneceflìcàreftaireanco  il  riuo  contaminato.  Lamo- 
leftia  di  quel  Santo  non  fulminata  da' Scolaftici;iquali,hauendo  accettato  per  \ 

ndubitato  ,che  ciafcuna  anima  iìa  creata  immediate  da  Dio,diircro,Cherin- 
ettione  era  principalmente  nella[carne,laquale  da'  primi  genitori  nel  paradifo 
errcftre  fu  contratta,o  dalla  qualità  venenata  del  frutteto  dal  fiato  venefico  del 
erpe3laqualcontaminationederiuajnella carne  dellaprole,cheèparte  di  quella 
(e'genitori5&  dall'  anima  è  contratta  ncll'  infufione:hcome  un  liquore  centra- 
le la  mala  qualità  del  vafo  infetto:&  l'infettione  eifer  caufata  nella  carne  per  la 
ibidine  paterna  &c  materna,nella  generatione.Ma  la  varietà  delle  openioni  norì 
aufaua  differenza  nella  cenfura  degli  articoli:perche  ciafcuno,inherendo  nella 
iropria,da  quella  moftraua  reftar  decifojeirerc  heretico  il  primo  articolo,iiqual 
^nza  dubio  fu  anco  per  tale  dannato  nel  Concilio  di  Paleftina,&  in  molti 
africani  centra  PeLigio.Et  rceiraminato  aTrento,non  come  ritrouato  ne'  fcrit- 
i  di  Luthero,o  fuoi  l^guacijma,come  aiferito  da  Zuinglio:ilqual  però  ad  alcuni 
e'  Theologi,che  difculfero  ben  le  fue  parole,  pareua  più  tofto  che  fentilFcnon 
iler  nella  pofterità  d'Adamo  peccato  del  genere  di  attiene  :  ma  corruttione, 
e  trasformatione  della  natura ,  che  egli  diceua  peccato  nel  genere  della  fo- 
;anza. 

L'Articolo  fecondo  fu  ftimato  da  tutti  heretico.Fu  già  inuentato  dall'  iù.e((6  cmdamiano  ti 
'eTagió:iIquale,per  non  efleF condannato  nel  Concilio  di  Paleftina,pcr  hauer  J\'^°"^^  ■^''- 
letto.  Che  Adamo  non  haueua nociuto  alla pofterità;firetrattò,confeilando  il  ^^^^  opropofi», 
ontrario:&:  dopo  con  i  ilioi  fi  dichiarò,che  Adamo  haueua  dannificato  ipofte- 
i,non  trasferendo  in  loro  peccar o,ma  dando  cattino  eirempio,che  nuoce  a  chi 
'imita:&  era  notato  Erafmo  dell' hauer  rinouatol'iftclTaairertionejinterpretan- 
lo  il  luogo  di  S.  Paolo ,  Che  il  peccato  foflfe  entrato  nel  mondo  per  Adamo,& 
latrato  in  tutti  ;  inquanto  gli  altri  hanno  iraitato,&  imitano  la  trafgrellìone  di 
quello. 

Il  terzo  articolo,quanto  alla  prima  partcfu  cenfurato  in  Trento,come  anco  e  U  prìmn 
.n  Germania  in  molti  Colloquij,con  dire,Che  quelle  attieni  non  polfono  eircrc  pam  del  ter- 
il  peccato  originale:peiche  non  fono  ne' putti,ne  meno  negli  adulti  in  ogni  a?»  '^Ifo'-ifi^- 

cempo.Onde  ildire,che  altro  peccate  non  vi  foircfaluo  quelio,era  un  negarlo  ''""^^* 

a  fatto:&  nonfodisfare  l'ifcufatione  allegata  da  loro  in  Gerraania,che,fotto  no- 
me delle  attieni ,  intendono  una  inclinatiene  della  natura  alle  cattiue,&  una 
inhabilità  alle  buone: perche,fe  coli  intendeuanojconueniua  dirle,&  nonpar- 

Z     i] 


i8o  CONCILIO  DI  TRENTO       PapaPaoloIII 

e  1 3  1 3  lar  malcvolendo  che  altri  intendeirc  benc.Et,quantonque  Sant'  Agoftino  hah 
XLVi.  bla  parlato  in  rimili-naniera,quandod.iire,Chc  la  giuftitia  originale  era ubedir 
aDic&nóhaucr  cócupifcenzaife  egli folfc  in  quelli  tépi,non  parlerebbe  coli 
perche  è  ben  lecito  nominar  la  caufa  per  l'cifetto,  &  quello  per  quella,quand( 
iono  proprij,&  adequatiMnajnon  è  coli  in  quello  cafoiimperoche  l'originai  pec 
caro  non  è  caufa  di  quelle  attioni  cattiucfe  non  aggiongendoll  la  mala  volontà 
'J.^.fi'^""^^  come  principale.Majquanto  alla  feconda  parte  dell'  articolo,diceuano,Che,fc 
fané  d  «//o,     Proteftanti  intendeirero  una  corrottione  priuatiua,ropenione  il  poteua  tolerr 


con  retiKtio- 


^g  re:  ma  intendono  una  foftanza  corrotta-.lìche  la  propria  natura  humanafia  tra. 

mutata  in  altra  forma, che  quella,  in  che  fu  creata:  &  riprendono  i  Catolic  | 

quando  chiamano  il  peccato,  Priuatione  della  giullitia,  come  un  fonte  fenz 

acqua  :  ma  dicono  elfi  un  fonte,  doue  fcaturifcono  acque  corrotte,che  fono  g 

atti  dell'  incredulità,  dilHdcnza,  odio,contumacia,&  amor  inordinato  di  fe,i 

il  quarto  af~  delle  cofe  mondane:^  però  conueniua  dannare  alfolutamente  l'articolo.  Etpc 

/oimamente:    l'ifteilà  ragione  ancora  il  quarto  era  cenfurato  >  con  dire ,  quella  inclination 

clfer  pena  del  peccato ,  Se  non  formalmente  peccato:onde,non  ponendo  altr 

che  quella,fi  negaua  il  peccato  airolutamente. 

Vomlnkaniy  e      Non  è  da  tralafciar  di  raccontarcche  in  quella  conlìderatione  i  Francefcar 

Francefcanh   non  fi  poteuano  contener  d'eflfentar  da  quella  legge  la  Vergine,madre  di  Di( 

s'afferrano  fu  p^:  priuilegio  fpeciale  :  tentando  d'allargarli  nella  queftionc,  &  prouarlo:& 

la  Concetthm  £)ominicani,in  comprenderla fotto  lalegge  comraune  nominatamente  :  quar 

^ìneff^^^~'  tonque  it  Cardinal  del  Monte  con  ogni,  occafìonefaceircintendere,che  quel 

freffi.       "  controuerfia  foife  tralafciata:che  erano  congregati  per  condannar  l'herefìcno 

le  openioni  de'  Catholici. 

Il catarino      Alla  dannatione  degli  arricoli,non  era  chi  repugnaflfe.  Ma  Fra  Ambrofio  C: 

propuor»  una  tarino  notò  tutte  le  ragioni  per  infufficienti:che  non  dichiarallèro  la  vera  nati 

fua  openìom    ^.^  j-  quello peccato,lo  mollrò  con  longodifcorfo.La  foftanza  delquale fu,Eiì( 

del^  peccato  o-  j^^^^^i^j-^q  diftinguere  il  peccato  dallapenad'eiro:malaconcupifcenza,(S^lapr 

wg»«(»  c>        ya^f ioiie  della  giullitia ,  elTcr  pena  del  peccato:e(rere  adonque  neccifarioiche 

peccato  ila  altro.  Aggionfe,quello,che  non  fu  peccato  in  Adaino,  è  impoflibili 

che  ila  peccato  in  noi:ma  in  Adamo  nelFuna  delle  due  fu  peccato ,  no  elfendojn 

la  priuatione  della  giuftitia,ne  la  concupifcenza,attioni  d'Adamo:  adonque  n 

meno  in  noi  :  &  le  in  lui  furono  efFettidelpeccato,bifognaben  che  negli  alti 

fìano  effctti.Perlaqual  ragione  non  il  può  meno  dircche  il  peccato  fìainimic: 

tia  di  Dio  contra  il  peccatorcne  quella  di  lui  verfo  Diorpoiche  fono  cofe  conft 

euenti  il  peccato,&  venute  dopo  quello.  Oppugiiò  ancora  quella  trafmiflìoa 

del  peccato  per  mezo  del  feme,&  dellageneratione:dicendo,  Che,ficome  quar 

do  Adam  non  haueife  peccato,  la  giullitia  farebbe  ftata  trasfufa,nonpervirt 

della  c^eneratione,ma  per  fola  volontà  di  Dio:cofì,conueniua  trouar'  altro  niD 

do  di  a-asfondere  il  peccato.  Et  efplicò  la  fua  fentenza  in  quefta  forma:  Che 

iìcome  Dio  ftatuì,  &  fermò  patto  con  Abrahamo,&:  con  tutta  la  fua  polleria 

quando  lo  conftituì  Padre  de' credenti:cofì,quando  diede  lagiuilitia originai 

ad  Adam,6c  a  tutta  rhumanirà,pattu)  con  lui,  ianome  di  tutti,  una  obhgation 

di  con 


|APA  Paolo  III.  LIBRO  SECONDO.  i8i 

li  conferuarla  per  fc5&  per  lorcoireruando  il  precetto  :  ilqiiiile  hauendo  traf-  ci3  id 
reditoja  perdette  tanto  per  gli  altri,quanto  per  fé  ftcìrc&incoife  le  pene  anco  xlvi. 
crloro;lcqaali,Iicome  ionoderiuatcinciaicuno,  cofi  ella  trafgrciùonc  d'A- 
iamo  è  anco  di  ciarcuno:dilui,comc  dicaLila:dcgli  altri,pcr  virtù  dclpattotlìcbc 
attiene  d'Adamcpeccato  attuale  in  lui,inipatataagli  altri,,  è  il  peccato  origi- 
lalerpcrche,  peccando  lui ,  peccò  tutto'l  genere  humano. Si  fondò  principal- 
ncnte  il  Catarino,  perche  non  può  eifer  vero,&  proprio  peccato,  te  non  atto 
^olontario-.ne  altro  potere  ellcr  volontario,che  latralgrclfione  crAdamo,in-.pu- 
ataa  tutti:  òódicendoS.Paolojchc  tutti  hanno  peccato  in  Adamo,non  lì  juo 
ntendere  ,  le  non  che  hanno  commcllò  l'iftcilo  peccato  con  lui.  Allegò  pei: 
lÌèmpio,che  S.Paolo  agli  Hcbrci  afferma.  Lem  hauer  pagato  la  decima  a  Md- 
Tfilcdcch, quando  La  pagò  Abrahamo  fao  biiaao:collaqual  ragione  lldcbbe 
iire,Che  i  poftcri  violarono  il  precetto diuino,quando  lo  tralgredìAdamo:&; 
he  follerò  peccatori  in  luijficomc  in  lui  riceucttero  la  giuftitia:  &"cofìnonfa 
nfocrho  ricorrere  a  libidine, che  infetta  la  carne,dallaqualc l'anima riccua  in- 
ettione-.cofainintelligibilccomeuno  fpiritopoira  riceuer  paflìone  corporale: 
he  le  il  peccato  è  macchia  fpiritualeneiranima,nonpoteiiaeirer  prima  nella. 
:arnc:&  fé  è  corporale  nella  carne,non  può  nello  fpirito  fare  effetto  alcuno.Che 
)oi  ima  anima,  per  congiongerfl  a  corpo  infetto, riceui  infettionc  Ipiritualcj 
(Tere  una trafcendenzaimpercettibile.il patto  di  Dio  con  Adamo  loprouaua 
)er  un  luogo  del  Profeta  Ofea,per  un  altro  dell'  Ecclefmftico,  &  per  diuerfi 
uoghi  di  S.Ageftino.Il  peccato  di  ciafcunoeirere  il  folo  atto  della  trafgreffione 
l'AdamOjlo  prouauaper  S.Paolo,quando  dice,Che,per  l'inobedienza  d'un  buo- 
no molti  fono  fatti  peccatori:&  perche  non  fi  è  mai  intefo  nella  Chiefa,peccato 
:{rer'  altrcche  l'attione  volontariacontra  la  legge:  ma  altra  attione  volontaria 
ionfu,fe  non  quella  d'Adamo:&  perche  S.Paolo  dice,  per  il  peccato  originale 
^Ifer  entrata  la  mortclaqual  non  è  entrata  per  altro,chc  per  l'attuale  trafgrelTio- 
a€:&,per  proua  principalifrmia,portò,che  quantonque  Eua  mangiaire  il  pomo 
prima  d'Adamo,però  non  fi  conobbe  nud.i,neincorfa  nellapena,ma  folo  dopo 
:lic  Adamo  hebbe  peccato,  Adonque  ilpeccatod'AdamOiflcome  fu  non  folo 
proprio,ma  anco  d'Eua,cori  fu  di  tutta  la  pofterità. 

Ma  Fra  Dominico  Sotcper  difefa  dell'  opinione  di  S.Thomafo,&  dcCTlf  altri  "f^^^itta 
Theologi,dallcobiettionidelCatarino,portò-unanuouadichiaratione,dicen-  ^'*^^"^- 
do,Che  Adam  peccò  attualmente,  mangiando  il  frutto  vietato:madoporeftò 
peccatore  per  una  qualità  habitualcche  daH'  attione  fucaufata:comcpcrocrni 
attione  cattiuaTi  produce  nell'  anima  dell'  operante  unataldifpolltioncper 
quale,anco  palfato  ratto,refta,&  vien  chiamato  peccatorc:che  l'attione  dA- 
damo  futranfìtoria,ne  hebbe  eirere,fe  non  mentre  egli  operò:che  la  qualitàha- 
bituale  rimanente  in  lui  pafsò  nella  pofterità>&  in  ciafcuno  fi  trasfonde  propria:. 
che  l'attione  d'Adamo  none  il  peccatto  originalcma  quell'  habitualcconfe- 
guente ,  &  quella  chiamano  i  Theologi,Priuatione  della giuflitia:ilche  fi  può. 
cfplicare  jconfìderando ,  che  l'huomo  fi  chiama  peccatore,non  folo  mentre  at- 
tiulmente  tranfgredifcc?  ma  ancora  dopojfìntantOjche  il  peccato  noncfcaii.- 

Z     iij 


^i8i  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  paolo  I] 

e  1 3  1 3     celiaco:  3c  queftojnon  per  rifpetto  delle  pene,o  alcre  confegiienze  del  peccàt 

XLVi.       ma,pciL-irpccco  della  trafgrcfiionc  mcdciiina precedente:  fi  come  quello,  che 

rhuomocuruojfìn  tanto  che  no«nriridriZ2a  :  &c  lìdicetalcnonper  i'attionea 

tuale,ma  per  quello  cttctto  refcato  dopo  quella  pnlFaca:  atlomigliando  il  Pece; 

to  originale  alla  cumicà^come  veramente  è  una  obliquità  fpiritualejcirendo  tu 

ta  la  natura  humana  in  Adamcquando  egli  pèrla  trafgrcffioric  dei  precetto 

incuruòjtutta lanaturahum.ana j  &  per conleguente  ognilìngolarperfonajri 

ftò  incuruatajHonperla  curuitàdi  luijmaper  una  propria  a  ciakuno:perlaqu 

le  è  veramente  curuoA'  peccatore,  fin  tanto,  che,  per  la  gratia  diuina,non  fi  r 

ddaza.i^uefte  due  opinioni  furono  acremente  dilputate, pretendendo  ciafci, 

nojche  la  iua  doueiFe  eiler  riceuata  dalla  Sinodo. 

ti  quarto  capi      Ma,nella  confi<leratione,in  che  iraaniera  il  Peccato  originale  fìa  rimelTojfi 

de'  Thtologi,    i^q^q  concordi  in  dire,Che  per  il  Bartermo  viene  rcancellat05&  refa  l'anima  ce 

concorrente  co  ^^  niondajcomc  nello  (lato  deli'  innocenza:  quantonque  le  pene  confesucnir 

Jejio  artico-  r  \  •     r  ^         n  ■  i~r       ■   ■         r  ^r, 

lo,  è  dichiara-  pcccato  non  iiano  leuate,accio  lerua?no  a  gmiti  per  eilercitio.  Et  quello  tut 
to,e  ionico-  lo  dichiarauano,  con  dire,  Che  la  perfettione  d'Adamo  confìfteua  in  vna  qual 
lo  condannato:  tà  infufajlaqiiale  rendcua  l'anima  ornata,perfetta,&  grata  a  Dio,  &  il  corpo  e 
fence  della  mortalità  :&:  per  il  merito  di  Chnfto,Dio  donaaqueili,cheper 
Battefmo  rinafconojuna  altra  quaiità,chiamata,Gratia  giuftificantc  :  che  fcar 
celiando  ogni  macchia  nell'  animajla rende  cofì  pura,  come  quella  d'Adam( 
anzi, in  alcuni  particolari  fa  effetti  maggiori  che  lagiuftitia  originale  :  folo,ch 
non  ridonda  nel  corpo  :  onde  la  mortalità,  &  gli  altri  naturali  difetti  non  fon 
emendati.Erano  allegati  molti  luoghi  di  San  Paolo,  &  degli  altri  Apoftoli:  de 
uè  dicono.  Che  il  Battefmo  lana  Tanimajchela  monda, clie  rilluiriina,chel 
puriiìca,che  non  vi  refta  alcuna  dannatione,macola,ne  ruga.  Fu  con  molta  ac 
curatczza  trattato,  come,  le  i  battezzati  fono  lenza  peccato,quello  polli  palFa 
ne'  figli.  A  che  Agoftino  con  foli  elFempij  rifpofe  :  come  dal  circoncifo  padr. 
nafce  il  figho  incirconcifo,  &  dall'  huomo  cieco  ne  nafce  un'oculato,  &  da 
errano  mondo  nafce  il  vellito  di  paglia.  Il  Catarino  rifpondeua  ,  Che  con  fol( 
Adamo  fullatuito  il  patto,  ik  ciafcuno huomo  ha  il  peccato  per  imputationi 
della  trafgrelFione  d'Adamo,  onde  gli  intermedi)  genitori  non  hanno  che  fare 
ce  le  il  frutto  vietar o,non  daAdamo,madaalcun  Ilio  figlio,folFe  flato  mangia 
to,la  pollerità  di  quello  però  non  haurebbe  contratto  peccato  :  6^:  fé  Adamo  ha 
uelFe  peccato ,  dopo  generati  figli  5  ad  effi,quantonque  nati  inanzi,larebbe  fiate 
imputatoli  peccato  d'Adamo.Contra  dicheSotodifputò,  Che,fe  Adamo  ha- 
uetie  peccato  dopo  nati  figli,quelii  non  farebbono  flati  foggetti:ma  fi  bene  i  ne 
poti  nati  di  loro. 
come  anche  il  Fu  commune  voce  che  il  fedo  articolo  è  heretico  :  perche  ne'  battezzati  ajlè^ 
fettimo,el'cf  fifce  rimaner  cofa  clcgnadidannationc:&:il  fettimo,pcrlafciar  nel  battezzare 
tam,  reliquie  dipeccato.Etpiuchiarameterottauo,mentreponelaci5cupifc£nzanE 

"imofrTn^  '  battezzati  elFer  peccato,    Solo  Frate  Antonio  Marinaro,  Carmelitano,  non  di- 
dT^arìiiaro  fcordando  dagli  altri,in  affermar  che  il  peccato  èfcancellato  per  il  Battcfmoj 
de  che  la  concupifcenza  è  peccato  inanziiconfìdcrò  nondimenojquanto  al  dan- 
nare 


pIpaPì^oloIII.         libro    secondo.  183 

il  contrario cl'hcrcrm,chc  Sant' Agoftino  già  vecchio,  fcriucndo  di  qiicfta    ci~7o'~ 
ilitcriaa  Bonifacicdiik;  chiaramcntcChelaconcupilccnzanonera  pcccc.ro,     xl  Vi- 
I  caiiraj5<'  effetto  J'eiIo:&  centra  Gialianojco::  parole  non  meno  chiare .ui]irc> 
(he  erapcccatoicaula  di  peccato, «5:  cffsiito  ancora:  .5:  pur  nelle  Retrattario!;!, 
Mifeceincntionc  ne  dell' Lina  ,  ne  deli' altra  di  qucRepropofitioni  contraiic, 
cTumcntO)  che  ripataire  ciò  noiiperrcncrc  alia  fede  >&  potertene  parlare  in 
ibidiie  li  modijedcndo  la  diMorcnza  pia  rodo  vcrbalcclie  altro.    Impcrochc, 
.-racola  e  ricercare  ,  Se  una  cola  da  in  le  peccato  :  onero ,  ie  iìa  peccato  ad  una. 
trfona ile arataxoir.Cjfe alcuno, andando  allacaccia  neccilaria  al  ino  viLìere, 
alando  uccidere  una  fiera,  per  ignoranza  inuincibilc  uccidcliè  un'huon-:o, 
iiurifconfukidiconojche  l'attione  è  homicidio,  S-:  delitto  j  ma  il  cacciator  è 
(  ifato,lìche  non  è  peccato  a  lui,pcr  la  circoftanza  dell' ignoranza;  coiì,lacoii- 
pifcenzajeiVcndo  la  medefima  inanzi ,  &c  dopo  il  Battermo ,  in  Te  Hello  e  pec- 
:o:ò<:San  Paolo  dice,  Che  anco  ne' renati  repugna  alla  legge  di  Dio:  &  tutto 
elio  ,  che  s'oppone  alla  leggeDiuina,  è  peccato  :  ma  ilbattczatoè  ifculato 
icirer  vcftito  diChrifto:  lì  che  in  un  modo  e  vero  l'articolojneir  j.ltro,Fairo: 
nonègiullo  condannare  unapropolìtione,che  habbiaun  buon  lento,  lenza 
ma  diftinguerla.llqual  parere  fu  da  tutti  reprouato  :  con  dire,che  Sarit' Ago- 
lopofe  due  forti  di  concupifcenza:  quella,  che  è  inanzi  il  Battefmojlaquale 
^na  repugnanza  della  volontà  alla  legge  di  Dio,  laquale  egli  hcbbe  pc;  pec- 
:o5&nelBatcefmofcancellariì:&:  vnaaltra,chc  è  repugnanza  del  fenfo  alla 
jioncclierefta  anco  dopo  il  Battefmo,  laqual  Agoftino  dilfe  effetto,  &:  caii- 
ma  non  mai  peccato  :6<:  quando  pare  che  il  contrario  dica,  conuiene  tenere 
:  fermo  la  mente  d' Agoftino  effere  ,  Che  la  concupifcenza  Ha  peccato,che 
1  Battefmoreftid'effer  tale,  &diuenga  effcrcirio  di  virtù,  &  buoneoperc.    Il 
ite,attefi  quefta  fua  opinionceffendogli  aggiontc  le  cofe  dette  ne'  Sermoni,  fojpempr  m 
ti  da  lui  nella  Mella  della  quarta  Domenica  dell' Aduento  precedente  3  &in  ^i' ^uteranefi^ 
Ila  della  Quarefima,eirortando  a  metter  la  total  fiducia  in  Dio>  &  dannando  '""• 
ai  confidenza  nell'opere  :  &:  affermando  ,  che  gli  atti  heroici  degli  anti- 
i,  tanto  lodati  dagli  huomini,  erano  veri  peccati  :  della  differenza  ancora 
ila  Legge ,  &  dell' Euangelio  ,  parlando  ,  non  come  di  doi  tempi  ;  ma  co- 
che lempre  vi  fia  ftato  Euangelio  ^  &  fempre  vi  debbia  effcr  Legge  :  Se 
ila  certezza  della  gratiaancora,leben  con  qualche  claulule  ambigue,  &  ar- 
iciofe  :  fi  che  non  s'haiirebbe  potuto  riprenderlo,  che  non  iifolFe  difefo: 
rro  in  fofpetto  d'alcuni,che  non  foife  affatto  alieno  dalla  dottrina  de'  Prote- 
nti. 

Come  fi  venne  all' articolo  della  pena,feben  S.AgoftinOjfondatofifopra  S.  fi^'^  nom.^>i%. 
.olojprofeffatamcnte tenne  conuenirgli lapena del  fuogo  infenialcetiandio  "l^^^" "^'h""^' 
'  faciuUi:&  da  nilfuno  de'  Santi  Padri  hi  detto  in  contrario  :  con  tutto  cio,  il  ^  "^    '^^''^^''''y 
aeftro ,  co'  Scolafticij  che  feguono  più  le  ragioni  Filoloftc  he ,  diftinfero  due 
ti  di  penc_€terne:Vna,la  fola  priuatione  della  beatitudnie  celeftei  &  l'altrani 
ffigo.Et  la  prima  fola  diedero  al  peccato  originale.  Dall'  uniucrfal  parer  de* 
olaftki fi  partì  fole  Gregorio  d'Ariminoj  ehc  per  ciò  dulie  Scole  s'acquiftèt 


i84  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  paolo    II 

e  1 3  13     titolo  di  Tormento  de'  putti.  Ma,ne  ciTojne  S. Agoftino  furono  difefi  da  Theo 
XLVi.      gi  nelle  Congrcgationi.  Vna altra  diuiflone però  futraloro:  yolendo^^Domi 
nicanijche  i  fanciulli  morti  fenzaBattcimo»  inanzi  l'ufo  di  ragioneadouelléro 
dopo  larefurrcttioncjrcftar  nellit'nboj&:  tenebre,in  fotterraneo  luogo  ;  mafen 
za  fuogo  :  i  Franccfcani,  che  (opra  terra,  &  alla  luce  :  alcuni  anco  aftermauanc 
chefolfero  per  tìlofofare,  &occuparfi  nella  cognitioiie  delle  cofenaturalTTs 
non  fenza  quel  gran  piacere ,  che  fegue  quan-do  con  inuentione  fi  empieTra 
riofìtà.    Il  Catarinoaggiongeua  dipiujche  faranno  da' Santi  Angeli,  &:3agl 
Beati  v'iiltati ,  8c  confolati.    Et  tante  vanità  volontarie  furono  in  queilo^^etn 
clic  poccuano  dare  gran  materia  di  trattenimento.    Ma  per  la  riuerenza  di;^ 
gollmo  ■■,  (3:  accio  non  folfe  dannato  Gregorio  d'Arimjino,  fecero  gli  Agoftini; 
ni  grand'  inftanza,che  l'articolo,  quantonque  falfo ,  come  teneuano ,  non  de 
ucllè  eifer  condannato  per  heretico:  fé  ben' il  Catarino  s'adoperò  con  ogi 
fpirito,accio  folfe  fatta  dichiaratione ,  a  fine  (diceua  egli)  di  reprimer  l'audaci 
éc  l'ignoranza  di  qualche  predicatori,  che  con  grandefcandalo  del  popolo  pri 
dicano  quella  dottrina  :  Se  affermando,  cheS.Agoftino  haueua parlato  co: 
per  calor  della  difputa  contra  i  Pelagiani ,  non  che  haueffe  quell'  opini( 
ne  per  certa  -.onde ,  dopo  che  dal  commun  confenfo  delle  Scole  era  certifìc 
ta  la  verità  in contrario,& che  i  Lutherani  hanno  eccitato  l'iftelfo  errore, '( 
i  Catholici  medeilmi  vi  incorrono,  effer  necelfaria  la  dichiaratione  della  5 
nodo. 
iPadrlydopo      Finita  la  cenfura  de' Theologi,&:  trattandofi  le  materie  trai  Padri,  per  rifc 
qiiejlccmfun,  uei;  la  forma  del  Decreto;  i  Velcoui,pochi(fimi  de' quali  haueuano.cogniti 
jr<t««g/'^«o  rt  ^^^  ^^1^^^  Theologia,  ma  erano  o  Iurifconfulti,o  Letterati  della  Corte  ;  fi  trou 
;Lgjg,  rono  confufi  per  il  modo  fcolaitico  di  trattar  le  materie,pieno  di  fpine  :  &:  n( 

lediueriìtà  d'opinioni,non  poteuano  formar  giudicio  per  conto  dejl'elfenza  e 
peccato  originale.Piu  di  tutte  era  intcla  quella  del  Catarino ,  per  eifere  efpre 
col  concetto  politico  di  patto  fatto  danno  per  la  fua  pofterità  :  ilquale  tr 
grclfosfenzaniifun  dubiol'obliga  tutta  :  &  molti  de' Padri  la  fauoriuano  :  n 
vedendo  la  contraditione  degli  altri  Theologi,  non  ardirono  riceuerla.  Qiian 
alla  rcmilBone  del  peccato,queftofolo  teneuano  per  chiaro,  che  inanzi  II  B; 
'tefmo  ognuno  ha  il  peccato  originale,&:  da  quello  per  il  Batteimo  è  monda 
pcrfettamente:però,concludeuano,che  quello  tanto  il  douelleftabilirperfec 
&  il  contrario  dannar  per  hercfìa:infìcme  con  tutte  quelle  opinioni ,  che  neg 
no  in  qual  flvoglia  modo  il  peccato  originale  :  ma  che  cofa  quello  fìa ,  eifem 
tante  differentie  fra  i  Theologi ,  non  cller  ppfiìbile  definirlo  con  tanta  circo 
fpcttione,che  fìdiafodisfattione  atutti,&:  non  fi  condanni  l'opinione  di  qii 
cuno,con  pericolo  ài  caufar  qualche  fcidtia. 

A  queftauniuerfalinclinatione  erano  contrari]  Marco  Viguerio ,  Vefco 
di  Sinigaglia;&;  F.Gieronimo,General  di  S.Agoftino;&  F.Andrea  Vega,Fr^ 
cefcanoTheologo.    Quefto,piu  di  tutti,  moftraua  non  eifer  conueniente, 
mai  ufato  da  alcun  Concilio  condannare  una  opinioneper  heretica ,  fenza  ai  • 
rir  prima  quallìa  laCatolica:  nilTunanegatiuaverah^uerein  fé  lacaufa  de> 

il 


>APA  Paolo  UT.         LIBRO    SECONDO.  185 

uà  verità,ma  eircr  tale  per  la  verità  d'una  afFermatiua:  ne  mai  alcuna  pi'opofitio- 
iie  cflèr  falfajfe  non  perche  una  altra  è  vera:ne  potcrfi  laper  la  fallita  di  quella, 
la  chi  non  fa  la  verità  di  quefta.Ii"nperò,non  poterli  condannar  per  hcreiìaro- 
ìenione  de'  Lutherani,chi  non  allcrifce  quella  della  Chieia.  Chi  olllracràil 
nodo  di  procedere  di  tutti  i  Concilijjche  hanno  trattato  materia  di  fcde,vcdrà, 
[uelli  hauer  fatto  prima  il  fondamento  ortodoiro  ,  &  con  quello  dannate  le 
terc/Ic.  Coli  eiFcr  neceifario  flu'e  al  prelente:perche,quando  fi  lcggcrà>che  la  Si- 
edo Tridentina  ha  dannato  l'alTercione  Lutherana ,  che  dice  L'originai  pecca- 
^clfer  rignoranza,&  rprezzo,dii^denza.  Se  odio  delle  cofcdiuincj  &  unacor- 
5ttione  di  tutto  Thuomo  nella  volontà, nell'  anima ,  &  nel  corpo:chi  farà  quel- 
),chenonricerchcrà  fubitcche  cofaadonque  ila,  &  che  non  dica  in  le  ftello, 
)ual  èadonque  la  fcntentia  Catolica,  fé  quella  e  hcretica?Et,vedendo  dannata 
opcnione  di  Zuinglio,chc  i  putti  figli  de'  Hdelilono  battezzati  in  remiffionde' 
eccati,non  però  è  trafmeifo  cofa  alcuna  da  Adamo,ie  non  le  pene5&  la  corrot- 
one  della  natura 5 non  ricerchi  lubito,  che  altra  cofa  adonquec  trafmeira?In 
)mma,coiiicludeua,Eirere  il  Concilio  congregato  principalmente,pcrinfegnar 
i  verità  Catolica,5«:  non  folo  per  condannar  l'herelìe,Diccua  il  Velcouo ,  Che, 
lèndofi  di  quelli  articoli  tante  volte  difputato  nelle  Diete  di  Germania,daÌ 
lonciho  ognuno  haurebbe  afpettato  ima  dottrina  lucida,&  chiara,&ritoluta 
i  tutte  le  difficoltà.  Il  General  ancora,  fé  ben  era  in  qualche  fofpetto,che  par- 
tire per  fubornatione  dell' AmbafciatorToledcaggiongeua  ,  Che  la  dottrina 
era,  &  Catolica  del  Peccato  originale  è  ne' fcritti  di  S.Agoflino:che  Egidio  di 
.ornane  haueuafcritto  un  libro  proprioxhe  quando  i  Padri  hauelTero  voluto 
rendere  un  poco  di  leggier' fatica,  haurebbonocomprefala  verità,&  potuto 
arnegiildicio:nondouerlìlafciareufcirfama,chein  Trento  in  quattro  giorni 
habbiariloluto  quello,che  in  Germania  èftato  coli  lonzamente  fcaza  concia- 
one  difcullo. 

Non  erano  quelli  auucrtimenti  uditiipcrche  i  Prelati  non  haueuano  fpcran- 
a  di  poter  con  ftudio  informarli  delle  fpinolità  fcolaftiche  :  negli  daua  l'animo 
i  metterfene  alla  proua:&  perche  i  Legati,hauendo  da  Roma  riceuuto  ailoluto 
ommandamento  di  definire  quella  materia  nella  Seffione  proffima,crano  co- 
;rettiadeuitarledilficoltà:&malIlme,che  il  Cardinale  del  Monte  era  riloluto 
i  far  quel  paifo  onninamente:&  però  chiamati  a  le  i  Generali  degli  Ordini,  oc  i 
rheoloJi,Catarino,(S:  Vega,che  più  degli  altri  parlauano,impole  loro,  che  do- 
ieirero,fcanfate  le  dirficoltà,aiutar  l'efpeditione. 

I  Prelati,dcputati  a  formare  il  Decreto,con  l'aiuto  de'Thcologi,diuifero  la  «^  in  fine  lo 
natcria  in  cinque  anathematifmi:Il  LDel  perfonal  peccatod'Adamo:il  lI.Deila  fi'"'!''^"'^-  ^°P^ 
:ransfufione  nella  pofterità:il  IH.  Del  rimedio  per  il  Battefmo  :  il  IIII.  del  Bat-  Z\in^T!S' 
celmo  de  putti  :  il  V.  Della  concupiicenza  rimanente.Dopo  quello  erano  dan-  pf,,,;,  jt-yan- 
nate  le  openioni  de'  Zuingliani  ne' quattro  primi,  &nelquinto,queHa.d'iXu-  cefcanl^e  Do- 
thero.Furono quaficontutti eonferiti,& leuato,& aggionto fecondo griauncr-  mouc.mi,  per 
pimenti  con  molta  concordia:fenon,che  iVefcoui ,  ik  Frati  dell'  Ordiate  di  San;  '^- ]^7'^"'^'"y^ 
ri'auccfcojnonapproLiaconojchetiniiierfalmcntelidicelìe,  lIpcccaXgLdjQaiS?  Jine 


_       i8(5  CONCILIO    DI   TRENTO     PapaPaoloIII. 

ci  ci3  cirerpaffato  in  tutto!  genere  hiimano  :  perche  veniua  comprefa  la  Beata  Ver- 
XLVi.  crincMadre  diNoftro  Signorc,re  fpecialmente  non  era  eccettuata  :^&Tn{làui* 
no  per  recccttionc.  In  contrario  diceuano  i  DoiTìenicani,Che  lapropollcione 
colìuniueriale,&  fcnzacccettionceradiSan  Paolo,  &  di  rutti  i  Sancì  Do^torìT 
pcròjnon  coaucniua  con  cccettione  alterarla  :  &c  rilcaldandolì  la  contradirtrò- 
ncricadcróno  nella  qucftione,chei  Legati  più  volte  haueuano  diuertita.  Que- 
fci  diceuano,  che,  quanronque  la  Chieiahabbia  tolcrato  l'openione  della  con- 
cettioncnondimeno,  chi  ben  eiraminalle  la  materia ,  trouerebbc,  che  ne  meno 
la  Beata  Vergine  fu  eilente  dalla  communeinfettione:  &gliahriopponeuano, 
chellirebbe  ìlatovn  condannarla  Chieia,che  celebra  la  concctcionecome  im- 
macuiata:&  una  ingracitudine,derogandoairhonordouuto  aquella,per  ilcui 
mezo  palTano  tutte  le  gratie  di  Chrifto  a  noi.  Pailarono  le  difpute  a  ipecie  di 
contentione,&:  tanto  oltreché  TAmbatciator  Cefarco  venne  in  fperanza  d'ot- 
tenere il  Tuo  dillegno  ,  che  la  materia  non  fi  poteife  proporre  nella  ieguentc 
Sedìone. 
,    .  .  Mi,  perche  molte  cofe  furono  in  quell'  occafione  propofte,i?c  fecero  venire 

pJ!  r7llfZt  al  Dccieto,che  fi  diràjilqual  perche  diede  da  parlare,  per  intiera  intelligenza  del 
UquTdot-  '  tutto,è  necellario  dal  Tuo  principio  narrar  l'origine  di  quella  controuerfia.  Do- 
mnaèdifcor-  pò  che  l'empietà  di  Nedoriodiaife  Chriftcfacendodoi  figlia  denegando,  che 
fi'  il  (renerato  dalla  Beata  Vergine  foile  Diorla  Chiefa  per  inculcar  nella  mente  de 

fedeh  la  vericàCatolica,introduire  di  replicarla  frequentiflìmamét-e  nelle  Chie- 
di rccofid'Orientccome  d'Occidente,  con  quella  breue  forma  di  parole,  in  Gre- 
co zJ^lana  Theotocos ,  in  Latino  Maria  mater  Bei  :  ilche,  inftituito  in  honor  ài 
"Chrifto  folamente,pian  pianoficommunicò  anco  alla  Madre,&  finalmente  fu 
ridotto  alci  (bla  :  &■  perlafteiracaufa,  quando  furono  frequentate  l'imagini,/! 
depinle  Chrifto  fanciullo  in  braccio  della  Vergine,  perrammemorarlavene- 
rationealui  douutaancoin  qucU'etàipaitb  nondimeno  in  progreftb  in  venera- 
tione  della  Madre  fenza  il  Figlio,  rcftandoegU  nella  pittura  come  appendice.. 
I  fcrittori,&:  prcdicatori,matlirac  contcmplatiui,  tratti  dal  torrente  dei  Volgo, 
che  molto  può  inqueftematerictralafciato  di  parlar  di  Chrifto,  a  concorrenza. 
inuentarononuouelodi,&cpittcti,&reruicijreligio(Ì5tanto che  circa  il  M.L.fii 
anco  inftituito  un  officio  quotidiano  diftinto  per  fette  hore  Canoniche  alla  B. 
VertTÌnc,nellafori-na,che  da  antichiftluìo  tempo  era  ferapre  confueto  celebrar- 
^in  honor  della  Maeftàdiuina  ,&  ne' cento  anni  feguenti  s'aumentò  tanto  la 
venerationcchelì  riduife  al  colmo,&  fino  alF  attribuirgli  quello»  che  le  Scrit-  i 
ture  dicono  della  diurna  Sapienza.  Et  tra  le  nouicà,  inuentate  fu  una  quefta,U 
total  ciTcntione  dal  peccato  originale.  Quella  però  reftaua  folamente  nelle  opi- 
nioni d'alcuni  pochi  priuati,  fenza  hauer  luogo  nelle  ceremonie  Ecclefiaftiche» 
ne  apprellbgUhuomini  dotti.  CircailM.c.xxxvi.  i  Canonici  di  Lione  ardi- 
rono d'intro^durla  negli  offici)  Ecclefiaftici.S.Bernardo,che  in  quei  tempi  viue-  j 
uà,  ftimato  il  più  dotto ,  &  pio  di  quel  fecolo ,  &  nelle  lodi  della  B.Vergine  fre^  ! 
quentiiTimOifìno  a  dargli  titolo  di  collo  della  Chiefa,per  quale  palfa  dal  c.apxLOr  [ 
oni  cri-atia,&  os^n  influlfoiinuehìCeiieramente  contrai  Canonici  j  e  fciilfe  loro  i 
^     "^  "^  ripicn; 


Papa  Paolo  III.         LIBRO   SECONDO.  1S7 

ripircndédogli  d'hauere  mtrodotto  nouità  pericolofa  fenza  ragione,  e  fcnza  ef-    eia  Td" 
fempiodclf  antichità:  che  non  mancano  luoghi  da  lodar  la  Vergincalìaquale      xlyi. 
'non  può  piacere  una  nouità  prefontnofa,  madre  della  temerità ,  forella  delia  fu- 
jpcrftitioncfiglia  della  Icggierczza.  Il  Tccolo icgucnte  hebbe  i  dottori  fcolaftici 
'd'ambiduegh Ordini Fràceicano,  &Domcnicanojchc  ne'lorofcritti  rifiutarb- 
Ino  quefta  opinioneslìno  intorno  il  m.  e  e  e. quando  Giouanni  ScotOjFrancefca- 
lno,poll:a  la  materia  in  di(puta,&  eiraminate  le  ragioni,  ricorfe  alla  diuina  potc- 
iftàjdicendojDiohauer  potuto  farcche  mai  folFe  in  peccato,  o  che  vi  folle  folo 
^per  un' inftate:  Se  anco,che  gli  fottogiacelFeper  un  tempo:  che  Dio  (olo  (a  qual 
di  quelli  tre  fia  auucnuto:  clFer  cofa  probabile  nondim.eno,attribuire  a  Maria  il 
iprimo/e  però  non  repugna  alla  autorità  della  Chiera,&  della  Scrittura.Ladoc- 
jrina  di  quello  TheologOjue' Tuoi  tempi  celebre,  fu  comunemente  feguita  dall' 
l3rdineFrancefcano:ma  nel  particolare  della  coacetf  ione,  vedendo  la  via apcr- 
a  dal  fuo  autorcatfermò  aifolutamcnteper  vero  quello,  che  da  lui  fu  propofto 
l>erpo(fibile,&probabile,fotto  conditione  dubitatiuajSc  non  repugna  alla  fe- 
lle Ortodolfa.  I  Dominicani  conftantemente  repugnauano,perreguirS.Tho- 
j  nafo  del  loro  Ordine,celebre  per  dottrina ,  &  per  1  approbatione  di  Papa  Gio- 
i  Ianni  XXII. ilqual  Papa  ahne  di  deprimer  l'Ordine  Fracefcano,che  ingran  par- 
ie adhcriua  a  LudouicoBauaro  Imperatore  fcommunicato  da  luijcelebraua,  8c 
j  anonizaua  quel  Dottore,^  la  dottrina  fua.L'apparenza  della pietà,&  deuotio- 
I  le  fece,che  alF  uniuerfale  Ri  più  accetta  Fopinionc  Francefcana,  8c  riceuuta  te- 
''  lacemente  dall'  uniuerfità  di  Parigi ,  che  era  in  credito  di  dottrina  molto  emi- 
|iente:&poi,4al  Concilio  di  Bafilea,dopolongaventilatione,&difcufllone,ap- 
I  )rouata,  &  prohibito  il  predicare,  «Se  inlegnare  la  contraria  :  ilche  hebbe  luogo 
n  quelle  regioni,che  riceuettero  quel  Concilio.Finalmente  Papa  Sifto  I  V.Frà- 
elcanojin  quefta  materia  fece  due  Bolle,  una,  del  M.cccc.Lxxvi.approuan- 
io  un  nuouo  officio  comporto  da  Leonardo  Nogarola  Protonotario,  con  in- 
lulgcnze  achilo  celebraua,&aflìfteua:l'altra,delM.cccc.Lxxxiii.  dannan- 
lo  per  falfa,<Sc  erronea  ra(rertione,che  fia  herefìa  tener  la  concettione,o  pecca- 
o  il  celcbrailai(Sr  fcommunicando  i  predicatori,&;  altri,che  notaflcro  d'herefia 
juella  opinione,  ola  contraria,  per  non  elFcre  ancora  decifo  dalla  Chiefa  Ro- 
nana,&:  Sede  Apoftolica.Qucfto  però  non  fopì  le  contentioni,lequali  tra  quefti 
lue  Ordini  de'  Frati  s'inafpriuano  fempre  maggiormente:  &c  ogni  anno  al  De- 
lembre  fi  rinouauano:tanto  che  Papa  Leone  X.pensò  di  rimediar  con  diflìnire 
acontrouerfia:&:fecefcriuere  adiuerfi.  Mahebbepoi  penfieri  piuimportanti 
)er  le  nouità  diGermaiiia:lequali  anco  operarono  in  quefte  contentioni  quello, 
:he  auuiene  nelli  ftatijchcalFediata  la  Città,le  fattioni  ceiraao,&rurti  s'unifco- 
10  centra  il  commun  ncmico.Fondauanfi  i Dominicani  fopra  la Scrittura,&  la 
lottrina  de'  Padri ,  6<.  de'  Scolaftici  più  vecchi  ;  doue  per  gli  altri  non  fi  rrouaua 
>ur'  un  punto  in  fauore:ma  per  fé  allegauano  miracoli,&;  il  confenfo  de'  popoli. 
3iceuaF.Giouannida  Vdine,Dominicano,o  voi  volete,che  S.Paolo,&  i  Padri, 
labbiano  creduto  quefta  voftra  elFentione  della  Vergine,  fuori  della  commune 
:onditione,ono.Se  l'hanno  creduta,3cpur'  hanno  parlato  uniuerfalmétcfenza 

A  a     ij 


,88  CONCILIO   DI  TRENTO     Papa  Paolo  ITI. 

ciD  13    inai  far  mentione  diquefta  eccettioncimitategli  anco  adeiro.  Ma/ceflì  hanno 
XLVi.     contraricla  voftra  è  una  notóltà.  F.  Giiolamo  Lombardello ,  Francefcancdice- 
ua ,  Non  minor  elfere  l'autorità  della  Chiefaprefentcche  della primitiua:fe  il 
confenfo  di  quella  ne'  tempi  fuoi  indulfe  aparlar  fcnzaeccettionejil  conlenfo 
di  quella,  che  fi  vede  nel  celebrar  la  Fefta per tuttojdebbe  indurre aiiontralaf- 
ciarla. 
i  Legati  feri-       1  Legati  rcriifero  a  Roma  la  mirabil  concordia  di  tutti  centra  la  dottrina  Lu- 
j{onoaJ{omay  theranas&ila  deliberatione  prefa  di  condannarla  :&  mandarono  copia  dellt 
donde  hanno ^^  anathematirmiformati,aui(ando  infieme  la  contentione  eccitata  per  la  Con- 
ITsacqlTar  cettione.  A  che  da  Roma  fu  ritpoilo  ,.che  per  nilKuia  caufa  fi  metteire  mano  a 
le  difl>m  de  quellamateria,chc  potcuacauiare  un  fcifma  tra  Carolici:  ma  cercairero  di  met-  ; 
JFratf,  ter  pace  tra  le  parti,&  dar  fodisfattionc  ad  ambeductSc  fopra  tutto  conferuare  in 

vicrore  ilBreue  diSifto  quarto.  I  LegatÌ5riceuuto  l'ordinei^  effi  medefìmi,&per 
mezo  de'  Prelati  più  prudentÌ5perruai*ero  ambe  le  parti  a  deporre  le  contentioni, 
&  attédere  vnitamente  cótta  Lutherani  :  qualifì  contétarono  di  metter  tutto  in 
filentio^mentre  che  non  folte  fatto  pregiudicio  all'openione  fua.Maji  Frane ef- 
canidicédo,  che  il  Canone  era  cótta  di  loro,fe  la  Vergine  no  era  eccettuata:&  i 
Domenicanijche  fé  era  eccettuata,e{lì  erano  condannatijfi  vide  neceflltà  di  tro- 
uar  modojcome  fi  dichiaraife  non  comprefà^ne  atfermatiuamente  eccettuata: 
chcfujdicendojNonhauer  hauuto  intentione  dicomprenderla,ne  meno  d'ec- 
cettuarla. Poi,  per  la  grand'  inftanzade'  Francefcani,  li  contentarono  anco  gli 
altrijche  fi  diceire  folamente,non  hauer'  hauuto  intentione  di  comprenderla5&: 
per  ubedire  alPapas'aggionfejchefi  feruaffero  le  conftitutioni  di  Siilo  quarto. 
5»  ìyìetefìte-      Mentre  che  quelle  cofe  fi  trattano  a  Trento,eirendo  ridotta  la  Dieta  in  Ratis- 
ncndl  compor-  bona  j  Cefare  moilrò  gran  difpiacere  ,  che  il  Colloquio  fi  foife  difciolto  fenza 
re  le  dìfferen-  fratto  :  $c  ricercò>che  ciafcuno  proponelfe  quello,che  fìpotelfe  fare  per  quietai 
^ ,  mn'mior-  |^  Germania.  I  Proteftanti  fecero  inftanza  che  folfe  comipofla  la  differenza  dell? 
**"'  reli^ioncfecondo  il  rcceiro  di  Spira,per  un  Concilio  Nationale  :  dicendo ,  Che  i 

era  più  a  propofitojche  rVniuer{ale:poiche,per  la  gran  differenza  nelle  opinion: 
tra  la  Gcrmania5&  l'altre  nationi,era  imponìbile  che  in  un  Concilio  Generale 
non  nafcelFe  contentione  maggiore  :  &  chi  volclle  coflringere  la  Germania  a 
mutar  parere  per  forza>conuenirebbe  trucidare  infinite  migliata  d'huominijchc 
farebbe  con  danno  di  Cefarej&  allegrezza  de'  Turchi.Rifpondeuano  i  miniflni 
dell'  Imperatore, Non  clTcr  mancato  dalla  Maeftà  fua,chenon  s'elleguilFe  ili 
Decreto  di  Spira:  &:  elTer  molto  ben  noto  a  tutti,  che  per  hauer  la  pace  tantoj 
neceiraria  col  Rè  di  Francia,  era  ftata  ncceffitata  acondefcendere  al  volere  dell 
Papa,  nelle  cofe  che  toccano  alla  religione:  che  il  Decreto  era accommodatci 
alle  ncceffità  di  quel  tempo  ;  lequali  mutate ,  era  anco  neccifario  mutar  parere; 
che  ne' Concili)  Nationali  fi  è  alcune  volte  fatta  craendatione  de'  coflumi:  ma 
della  fede,&  della  religione  mai  nò  fi  è  trattato:che,venendo  a'  Colloquij,(ì  ha 
da  fare  conThcologijcheper  il  più  fono  difficili  &:  o{linaEÌ:onde  non  fìpuo  coni 
loro  venire  a  confegli  moderati,come  firebbe  di  bilogno  :  che  niffuno  amaua 
più  la  religione ,  che  Cefare^ne  era  perpartiiTi  dal giulloj&honeftoiun punto,; 

pei 


•  A  Paolo  III.  LIBRO    SECONDO.  189 

far  piacere  al  Pontefice:ma  bcnfapeua,  die  in  un  Concilio  Nationalc  non  cio  TÒT"" 
jULebbe  potuto  ne  accordar  le  parti,ne  trouar  chi  fare  giudice.  Gli  Amba-  xl  vi.  - 
'tori di  Magonza,&diTreucri,  lì  diaifero  dagli  altri  quattro  5  &,vniticon 
i  i  Catolichapprouarono  il  Concilio  Tridentino  ;  &c  fupplicarono  Celare  a 
iitccTCTcrlo  3&apcrluadeic  a  Prottllanti  d'andaruisiSciortomctteriì  a  quello, 
hc^dicendo eflìin contrario  ,  InTrcnto  non  eilcr Concilio  libero, come  fa 
lnandaro,&  promeilo  nelle  Diete  dell' Imperio; di  nuouo  fecero inllanza, 
!  Cefarevoleile  tener  ferma  la  pacc5&ordinare,che  le  cofe  della  religione  fi 
iiiliircro  in  un  Concilio  legitimo  di  Germania,  o  veramente  in  una  Dic- 
cir  Imperio  ;  onero  in  un  Colloquio  di  perfone  dotte  delT  una  Gl'altra 
e. 

-laueua  l'Imperatore  in  quello  mentre  fatto  fecrctiflìme  prouifìoni  perla  «  -vengono  n*. 
era  :  lequali  non  potendo  più  ftar'  occulte ,  vennero  a  notitia  de'  Protcftanti  ^""  '  ^'/^S»*' 
>ieta:&  perche  era  fatta  la  pace  col  RèdiFrancia,  &  tregua  per  qucll' anno  ^è'*^^^^^   ^ 
Turco  j  ognuno  facilmente  vedeua  la  caufa  :  mallìmc,  che  ii  era  (parfa  la  fa- 
che  anco  il  Pontefice,&  Ferdinandojs'armauano:  onde  ogni  cola  il  voltò  in 
fufione  :  (5^,  vedendo  Cefare,  elfcre  (coperto  a  none  di  Giugno  fpedì  perle 
e  il  Cardinal  di  Trento  a  Roma,  per  dimandare  al  Pontefice  gli  aiuti  pro- 
ri:&  mandò  anco  in  Italia,  &  in  Fiandra,  Capitani  con  danari  per  far  genti: 
illecito  i  Prcncipi,  de  Capitani  Germani  Proteftanti,  non  collegati  con  li 
lcaldici,afeguir  le  fue  infcgne,affermando,&  promettendo  di  nò  volere  far 
raper  caufa  della  religionc.ma  per  reprimere  larebellione  d'alcuni;  i  quali> 
3  quel  pretefto  non  vogliono  conofcer  le  leggi,ne  la  Maeftà  del  Prencipc. 
ilaqualpromeirafece  anco  ftar  quiete  molte  delle  Città,  che  già  haueuano 
.lutala  rinouatione  ne' riti  della  Chiefa,  promettendo  ogni  beneuolenza  a- 
tbedienti,.(3c  aflicurandogli  della  religione. 

/la in  Concilio,non  reftando più difterenza alcuna  tra  i  Padri,fopra le  cofe  ed ìnTrentofl 
.\iVe,Sc  elfendo  formati  i  Decreti  della  Fede,&  della  Riforma,  ne  potendo  fa  la  quinta 
.'Ambafciator  Cefarcorefifterc  alla  ri Iblutione de' Legati,  venuto  il  dice-  ■^«/^'««e  5  del 
:Giugno,giorno  della Seliionccantò  la  MeiFa  AleiIindroPiccolomini,Ve-  ^^'^'^'**°  "^^^'^ 
•o  di  Pienza,e  fece  il  Sermone  Frate  Marco  Laureo,Dominicano:  &,fatte  le  ^^XJ  ^ 
e  ceremonie,fu  letto  il  Decreto  di  Fede  co'  cinque  Anathematii  mi.  I.Con- 
;hi  non  confclFa  Adamo,per  la  trafgrcflìone  hauerperfo  la  fantità.  Se  giufti- 
ncorfojieir  ira  di  Dio,morte,  &  pregionia  del  Diauolo,  &c  peggiorato  nell' 
na,&  nel  corpo:  IL  Chi  aUèrifccAdamo  peccando  haucr  nociuto  a  fé  fo- 
hauerderiuato  nella  pofterità  la  fola  morte  del  corpo  ;(3c  non  il  peccato, 
•te  dell'anima.  III.  Chi  afferma  il  peccato,che  è  vnoin  origine ,  &  proprio 
afcuno  ,  trapaffato  per  generatione  ,  non  per  imitatione,  potere  elFcre 
:licellato  con  altro  rimedio,  che  per  il  merito  di  Chrifto  :  onero  nega  che 
1  lerìto  di  Chrifto  ila  applicato  tanto  a' fanciulli,  quanto  agli  adulti  per  il 
tiramento  del  Battefmo  ,  miniftrato  nella  forma  ,  &  rito  della  Chiela^ 
I|I.   Chi  nega,  che  debbiano  eller  battezzati  i  fanciulli  nafcenti,  ic  ben 
g  di  Chuiftiani:  0  dice,  che  fono  battezzati  perla  remiflìone  de'  peccatij> 

A  a     iij 


icfo  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  paolo  r. 

'ci3  1^     ina  non  perche  habbiaiio  contratto  alcun  peccato  originale  da  Adamo.  '. 
XLVi.       Chi  ne(^a,  che, per  lagratia del Battcfmo  fia  rimelTo  il  reato  del  peccato  ori- 
nale, 6^  non  Ila  leuato  tutto  quello  ,  che  ha  vera,  &  propria  ragione  dip- 
caro  :  ma  che  ila  rato.  Oc  non  imputato,  rcftando  però  ne' battezzati  i 
concupifccnza  per  elTercitio  ,  che  non  può  nuocere  a  chi  non  gli  confer  : 
la  quai  chiamata  dall' Apoftolo  peccato  ,  la  Sinodo  dichiara  noneflHjfo 
&  proprio  peccato  :  ma  etFer  coli  detta ,  perche  è  nata  da  peccato  ,  &  - 
dina  a  quello.    Che  la  Sinodo  non  ha  intentione  di  comprendere  netl- 
creto  laB.Vercrinc  :  ma  doucrlì  oiferuar  le  conftitutioni di  Sifto  IlII.leqti 
rinuoua. 
tfter  Ul{lfor-       i\  Decreto  della Riform.atione  contiene  due  parti  :  vna,in  materia  delle  I  ■ 
pixy  delle  Let-  tjo^i.paljrajdcUc  Prediche.  Quanto  alle  Lettioni,fuftatuito,  che  nelle  Chi , 
p  "j 'fo'^'^^  doue  è  ailcgnato  ftipendio  per  legger  Theologia,  il  Vefcouo  operi  che  dallo  • 
"^  ''       pendiato  medcfui-io ,  ciTendo  idoneo ,  fia  letta  la  diuina  Scrittura  :  &  non  eli  - 
do,queilo  carico  Ila  eirercitato  da  un  fuftitutcdeputato  dal  Vefcouo  ftello.  ì , 
per  l'auuenire,  il  benefìcio  non  fi  dia,  (e  nonaperfonafuftìciente  aquelcpj  , 
Che  nelle  Cathedrali  di  città  populata  ;  &  nelle  Collegiate  di  caftello  inlic  , 
doue  non  è  allignato  alcunftipendio  per  tal'  effetto  ;  fia  applicata  la  prn-na 
benda  vacante ,  o  qualche  femplice  benefìcio,  o  una  contributione  di  tutti  j  ■ 
netìciati  per  inftituir  lalettione.  Nelle  Chiefepouere  fia  almeno  un  Mac 
che  iniegni  la  Grammatica,  &  goda  i  frutti  di  qualche  benefìcio  fimplic  ) 
gli  fia  alTer nata  qualche  mercede  della  menfa  Capitulare ,  o  Epifc opale  ;  e  il 
Vefcouo  ila  trouato  qualche  altro  modo 5  fi  che  ciò  lia  effettuato.    Ne']  »• 
nafterij  de'  Monaci,  doue  fi  potrà,  vi  fra  lettione  della  Scrittura:  nel  chef  li 
Abbati  faranno  negligenti ,  fiano  coftrettidal  Vefcouo,  come  delegato  l  \- 
tifìcio.    Ne'  conuenti  degli  altri  Regolari  ,  fiano  deputati  maeftri  degi  3 
quefto  effetto.    Ne'  ftudij  publici ,  doue  non  è  inftituita  lettione  della  S 
tura  ,  s'inftituifca  dalla  pietà,  &  carità  de'  Prencipi,&:  Republiche:  &di 
è  inftituita  ,  èc  negletta  ,  fi  reftituifca.     Nilfun  pofTì  eilercitat  quefto  1 
ciò  di  Lettore,  o  in  public©,  o  in  priuato,fenon  è  approuatodal  Vefcc 
come  idoneo  di  vita  ,  coftumi ,  &  fcienza  :  eccetto  quelli  che  leggono 
Chioftri  de'  Monaci.  A'  Lettori  publici  della  Scrittura,  oc  a'  Scolari,fiano  ( 
feruati  i  priuilegij  concelTi  dalla  legge ,  di  godere  i  frutti  de' benefìci)  lor  ? 

alTenza.  _,     .  .  ^ 

Quanto  alle  predicationi,conticneil Decreto , Che  1 V ekoui,& Prelat:  a' 
no  tenuti,non  elTendo  impediti,predicar  l'Euangeliocon  la  bocca  propri:  5i 
impcditi,(ìano  ubligati  fuftituire  perfone idonee.  Che  i  Curati  inferiorii  b- 
bino  infegnar  le  cole  necelfarie  alla falute,  o  di  propria  bocca,  o  per  o;  ra 
d'altri  :  almeno  le  Dominiche ,  &  Fefte  folenni  :  alche  fare  fiano  coftretti  la 
Vefcoui ,  non  oftante  qualonque  eirentione.  Et  allo  fteito  fiano  coftrett  la 
Metropolitani,  come  delegati  dal  Papa,  i  Curati  delle  Parochiali  fogget  a' 
Monafterij,  che  non  fono  inDiocefe  alcuna  5  fé  il  Prelato  regolare  fava  ne  !i- 
aente  a  farlo.  Che  i  Regolari  nonpredichino  fenzal'approbatione  della  ra» 
°  coftnJ' 


paPaoloUI.         LIBR  O   secondo.  J91 

lumi ,  &  icienza ,  da  fupcnori  iouo  j  ^c  nelle  Chiefc  del  loro  Ordinc.Inanzi  e  i  ^  i^ 
z  principiai: hi predicacioncdcbbino  dimandarpcrlonalincnte  la bcnedirtio-  XLVi. 
al  VefcOLioima  nelle  akre,non  predichino  lenza  la  licenza  Epiicopalc,  !;•  qual 
conceltliii-nza  pagamento.Se  il  Prcdicator  ieminerà crrorijO icandali,  il  Vai- 
no ^ìi  prohibilca  il  predicare  :  &  fé  predicherà  hcrciìe,  proceda  contra  luì 
me  la  Ic'^'^^e  ordiiu,5<:  fecondo  la  cojìlucnidine.Et  le  il  Prcdicarore  folle  priui- 
iatojlo  ùccia  come  delegatojhaucndo  pero  curajchc  i  Predicatori  iion  iìano 
ìleftaci  per  falfe  imputaciorii,&  calonnic,&non  habbianogiufta  occailone 
dolerli  di  loro.  Non  pcrmectinojche  forco  preteiio  dipriuikgi],ne  Regolari, 
viuino  fuor  del  Chioftro;ne  Prccilecolarijenonconolciutijck  approiiaci 
oro  i  predichino  5  fin  che  non  lia  di  ciò  dato  conto  al  Pontefice.  1  QLU-llori 
i  pollino  predicare  elTbne  far  predicare'.^;  contraficendojuon  oftanti  1  priui- 
j,(ìanocoftrettidalVefcouoad  ubcdirc.Iniìnefu  ailegnato  il  termine  delLi 
lente  Seflìonealdìvencinoue  Luglio. 

^rononciati  i  Decreti  dal  Velcouo  celebrante,il  Secretario  del  Concilio  Icife  Uutre  del  né 
tteredel  Rè  diFrancia:in  quali  deputaua  Ambafciatore  al  Concilio  Pietro  diFmnmaitA 
leiìo.Et  egli  fece  unalonga5&  faconda  oratione  a'  Padri  juellacjuale  dilfc  in  oratione  del 
uizajChe  il  Regno  di  FraiiciajdaClodoueo,primoRèChriftianiffiniOjha-^f-f^"*^** 
^cruato  la  religione  Chriftiana  Icmpre  fìnceriilìma.  Che  San  Gregorio  pri- "^"*^  '"^** 
liede  titolo  di  Catholico  a  Childeberto,in  teftimonio  dell'  incorrotta  reli- 
i  le.Ché  i  Rè  mai  hanno  permeilo  in  niffuna  parte  di  Francia  fetta  alcunajne 
t|  che  Catolici:anzi  hanno  procurato  la  conucrfione  degli  efterij&  Idolatri> 
eretici i  &  con  pie  arme  coftrettigli  a  profeiTar  la  vera,  &:  fana  religione.. 
\  :ò,come  Childebcrto  con  guerra  coftrinfe  i  Vifigotti  Ariani  a  congiongerfi; 
>  [a  Chiefa  Catholica:&  Carlo  Magno  fece  trenta  anni  di  guerra  co'  Saflonir 
1^  idurgli  alla  religion  Chriftiana.  Pafsò  poi  a  dire  i  fauori  fatti  alla  Chiefa 
cj  lana.Raccontò  Piraprefe  di  Pipino,&  Carlo  Magno  contra  Longobardi,& 
tì  ;  a  quefto  da  Adriano  nella  Sinodo  deVcfcoui  fu  conceilo  di  creare  il  Papa> 
1  approuar  i  Veicoui  del  luo  Dominio^^  inueftirglijdopo  riceuuto  da  loro 
2ì  lamento  di  fidekà.SoggiongendojChe  fé  ben  LudoiHco  Pio,fuo  figliuoloj. 
I  a  queir  autorità  di  creare  il  Papa  ;  rifcruò  nondimeno  che  gli  folfeta 
a  iatiLegatiperconleruarramicitiajlaqual  tempre  continuò  coltiùatacoh 
i.bicuoliufficij.Perlaqual confidenza  1  Romani  Ponrihci, ne'  tempi  dilHci- 
,c|:acciati  dalla  loro  Sedevo  temendo  fedicione,il  fono  ritirati  in  quel  Recano, 
'e  poterfi  narrar  quanti  pericoli  i  Franceii  hanno  corfo;&  le  ccccflìue  pro- 
li nidi  danari,&:fanguejper  dilatare  i  confini  deir  Imperio  ChriftianojO  per 
r^ierar  le  cofe  occupate  da'  Barbarico  per  reftituire  i  Pontcfici,o  liberarcrh  da' 
jijoli.Soggionfejche  da  quefti  hauendo  origine  Francefco  Rè,con  lamedc/ì- 
, allieta  j  nel  principio  del  fuo  Regno ,  dopo  la  vittoria  di  Lombardia^andò  a 
3  ir  Leon  X.  a  Bologna,per  formar  con  lui  concordia:laquale  ha  continua- 
«l>n  Adriano  >  Clemente  >  &  con  Paolo:  &  in  quefti  ventifei  anni^clFendo  le 
'fjlella  fede  ridotte  in  grand'  ambiguità  in  diuerfe  regioni,con  moka  accura- 
8^haoperato,chenon  s'innoualle  cofa  alcuna  nell'  \i£o  commune  Ecclcfia- 


ci-^   1:3 


15,1  CONCILIO   DI  TRENTO       Papa  Paolo  I. 

fticcma  tutto  folfe  rifcniato  a'  giudici)  publici  della  Chiefa.Et  quantonqiiei 
XLvi.     di  natuia  clcmenncjpiaccuolcj&,  abhorrentc  da{'angue;hau(ata  feucntà,&pi. 
polli  graui  cditti:ha  operato  con  la  (uà  diligenza ,  &  vigilanza  de' Tuoi  Giudi, 
che  in  tanta  tcmpefta,che  ha  fonucrtito  molte  città, &  nationi intiere, fo: 
conferuato  alla  Chiefa  quel nobiliffimo  Regno  quieto,nelquale  reftano  ladi- 
trina,  riti,  cercmonic,  &  coftumi  vecchi.  Laondepoteua  il  Concilio  ordii; 
quello,  che  giudicaua  vero,  &  utile  alla  Republica  Chriftiana.  Dille  di  p, 
haucr' il  Rè  conofciuto  quanto  fia  proficuo  alla  Chriftianità  haucr  per  Capei 
Vcicouo  Romano  :  onde,  ancorché  tentato,^:  inuitato  conutiliflìmi  partii, 
fcguitar  l'circmpio  d'un  altro;non  ha  voluto  partirli  dal  Tuo  parere:&  perciò; 
pcidutoramicitia  de' luoi  confinanti  con  qualche  danno.  Che  fubitointefi 
conuocatione  dei  Conciiio,inuic>  alcuni  de'  Tuoi  Vercouij&r  dopo  che  vide  fi 
dadouero,&  ellcre  inabilita  l'autorità  con  più  Seffioni ,  ha  voluto  mandar'  1 1 
Oratorcper  a(lìiì:ergli,pro curando  daloro,che  ftatuifcano  una  volta,  &  pu'- 
camcnte  propongano  la  dottrina,  che  tutti  i  Chriftiani  debbino  profellàr 
ognilaogo;&  che  indrizzino  la  dilciplinaEccleliaftica  alla  norma  de' (acri  ' 
noni:promettcndo,cheilChriftiani{lìmo  Rè  farà  oileruare  il  tutto  nel  Tuo 
perio",&:  haurà  patrocinio,&  difefade'  Decreti  del  Concilio,  Aggionfepoi,(i 
elFendo  coli  grandi  i  meriti  de' Rè  di  Francia  ,  gli  lìanoconferuari  i  priuilj 
conceflì  dagli  antichi  Padri,3i  da'  Sommi  Pontefici,  dequali  fu  in  poireflì 
LudouicoPio,&  tutti  gli  altri  Rè  di  Francia  leguentij&  chefiano  confern  e 
alle  Chiefe  di  Francia,dcllequali  egli  è  tutore,le  fue  ragioni,priuilegij,&  im 
nità-.ilche  fé  il  Concilio  farà,tutti  i  Francclì  lo  ringratiaranno,&:  i  Padri  n* 
pentiranno  d'haucrlo  fatto.    , 
a  cui  e  rljpofio      Fu ,  per  nome  della  Sinodo ,  rifpollo  da  Hercole  Seuerolo ,  Procurato!  ci 
per  nome  dd   Concilio,  con  brcui  parole,Ringratiando  ilRè,moftrando  che  laprefenza  '  ' 
Conàltc:        Ambafciatore  gli  fotte  gratiirima,pro mettendo  d'attender  con  ogni  ftudio 
ftabihmento  delia  fede, vS^  alla  riforma  de'  colì;umÌ5&  offerendo  ogni  fauo  ì 
Regno,&  alla  Chieia  Gallicana. 
.  ,. ..  f  Ma  li  Decreti  della  Scdioncufciti  in  fl:ampa,&  andati  in  Germania,die( 

^quinta.  Sef-  materia  di  pariare.Diceuali,che  iuperfluaraente  fi  era  trattato  dell'  impietà  I 
^om:       .      o-iana,già  più  di  mille  anni  dannata  da  tanti  Concilij,&  dal  commune  coni 
della  Chicfa:v5c  pur  quando  l'antica  dottrina  folfe  confermata,  poterli  tolc 
hauern  ben,conforme  a  quella,  propofta  la  verauniuerialc,dicendo,Ilpec  t 
d'Adamo  ellcr  paffato  in  tutta  la  poftcrità:  ma  poi  quella  deilrutta,  con  l'ci  ;t- 
rione:  ne  giouareil  dire,chereccectionenon  lìaairertiua,maambigua:pencj 
ficome  una  parcicolare  rende  falla  l'uniueriale  contradittoriajcoli  la  partici  ir^: 
ambigua  rende  incerta  runiuerfalc:&  chi  non  vede,che,ftante  quella  ecce  io- 
ncetiandio  con  ambiguicà^ognuno  può  concludere,  Adonque  non  è  certe  he 
ilpeccato  riapaffatom  tutta  la  pofterità,pe.vche  non  è  ccrto,che  ila  pallate  H'i 
Vergine:&:  mairime,chelaragionc,conquaiefi  perluade  quella eccettioncuo 
perfuaderne  iTiolte  altrc.Ben  cffere  ftato  conclufo  da  San  Bernardo,  Che  la  'M. 
ragioncjche  induce  a  celebrar  la  Conccttione  della  Vcrgincconckiderà/Ci'* 

-  ■  'c.é- 


Papa  Paolo  IH.         LIBUOSECONDO.  15)5  __ 

celebrata  quella  del  padre,  &c  madre  di  ciucila ,  &  degli  aui,  &:  proaui,&:  di  tntra_  eia   13 
la  2enealogia,&  cefi  andar'  in  infinito:dice  Bernardo.    Ma,  non  vi  ìTaifdi'eHBe,      xl  vi, 
peich'e,  o-ionti  ad  Abrahamo ,  vi  farcbblfgrairragTòìie  d'ellentarlo  Iblo  dal  pec- 
cato originale.  Egli  e  c[iiello,a  cui  è  fatta  la  promella  del  Redentore  :  Chriito  è 
detto femprc  Seme  d' Abrahamo  :  egli  chiamato  padre  di  Chrifì:o,&  di  tutti  i 
credenti,eiremplar  de'  fedeli  :  tutte  degnità  molto  maggiorijche  il  portar  Chri- 
fto  nel  ventre.  Secondo  la  diuinarifpofta.  Che  la  Vergine  fu  più  beata,  perha- 
uer  udita  la  parola  di  Dio,che  per  hauer  lattato,^:  partorito.Et  chi  per  prcroga- 
tiuanon  fi  lafcerà  confcgliare  ad  eccettuare  Abrahamo,&  haurà  per  foda  l'anti- 
ca ragione,Che  Chrifto  è  fenza  peccato  per  eirernato  di  Spirito  Santo,  lenza  fe- 
me  virile  j  dirà,che  era  meglio  feguire  il  coni'egliodelSauio,&  contenerfi  tra  i 
termini pofti  da'  Padri.    Aggiongeuano,  che  grand'  obligo  doueua  il  mondo 
portare  al  Concilio  ,  che  fiiia  contentato  dire,  che  confeira,&  fentereftarne' 
battezzati  la  concupifcenza  ;  che  altrimente  iarcbbonocoftrettiglihuomini 
a  negare  di  fentire  in  loro  quello,  che  fentono.    Nel  Decreto  della  riforma 
s'afpettaua,c4ie  foife  proueduto  alli Scolaftici,  &  a  Canonifti.     A  quelli ,  che 
danno  le  diuine  proprietà  al  Papa,  fino  a  chiamarlo  Dio ,  dandogli  infallibi- 
lità ,  &  facendo  l'iftefib  tribunale  d'ambidue  :  con  dir'  anco ,  che  fia  più  cle- 
mcnt(pdi  Chrifto.  Alli  Scolaftici,che  hanno  fatto  fondamento  della  dottrina 
ChriHiaria  lafilofofia  d'Ariftotele ,  tralafciata  la  Scrittura,  de  poll:o  tutto  in  dii- 
)io ,  fino  al  metter  queftioncSe  ci  fia  Dio,  &  difputarlo  da  ambe  le  parti.    Pa- 
:eua  cofa  ftrana,  che  fi  foffe ftato  fino  a  quel  tempo  a  fapere,  che  l'uflìcio  de' 
^efcouiera  predicare, che  non  s'hauelfe  trattato  di  leuar  l'abufo  di  predicar 
/anità  ,  &c  ogni  altra  cofa ,  faluo  che  Chrifto  :  che  non  folfe  proueduto  ali'  a- 
jerta  mercantia  de' Predicatori  ,  fottonome  di  lemofina.      Alla  corte  dell' 
mperatore  ,    andata  notitia  de'  decreti  fatti ,  fu  riceuuto  molto  in  male  che 
'.ella  Riforma  fi  fofie  trattato  cofe  leggiere  ,  anzi  non  richiefte  dalla  Gcr- 
Liania  :  &:in  materia  di  fede  foifero  le  controuerfie  per  il  decreto  rifuegha- 
I  ?.    Imperoche,  eifendo  già  ne'  colloqui]  quafi  concordata  la  controuerfia  del 
l 'eccato  originalejdal  Concilio,doue  s'afpettaua  compoiìtione ,  era  prouenuto 
ecreto  contra  le  cofe  concordate  :  3c  per  nome  dell'Imperatore  fufcrittoa* 
loi  in  Trento,che  faceirero  ogniopera,accio  s'attendelfe  alla  Riformatione5&: 
j;  cofe  di  fede  controuerfefi  difFerilfero  all'andata  de'Proteftanti,  che  Cefare  e- 
i  ficuro  d'indurui  :  onero  alm.eno,  fin  che  folTero  gionti  i  Prelati  di  Germania, 
he,fattalaDieta,fifarebbono  incaminati.  Madi  quefte  cofe  Conciliari  poco 
?mpo  fiparlò,perche  altri  accidenti  auuennero,che  voltarono  a  fé  gli  occhi,&: 
1  mente  d'ognuno. 

'   Imperoche  in  Roma  ilCaidinale  di  Trento  conclufe  a'  ventifei  Giugno  la  codttjìone  él- 
cgatra  il  Pontefice  &  Cefarccontra  i  Proteftanti  di  Germania:  allaquale  era  ^aUgadlCe- 
tatoHato  principio  dal  Cai:dinalFarnefe  l'anno  inanzi  in  Vormes,  come  è  fta- -''**'''^^  delp^'- 
,0  detto,&  dipoi  s'era  molte  volte  per  mezo  d'altri  miniftri  trattata.  Le  caule  al-  ^,w"^lj^/. 
:'gate,&  le  conditioni,furono,Perche  la  Germania,  da  molto  tempo,perfeuera- 
anell'  herefierper  prouedere  a  che?  s'era  congregato  il  Concilio  di  Trento,  & 
.  Bb 


15J4  CONCILIO  DI  TRENTO       PAPAPAOLoin. 

ciò  i3     già  principiato:  alqaale  ricufando  i  Proteftantidi  fottometterfi,  il  Pontefice,& 
XLV I.     Celarejper  gloria  di  Dio>&  fallite  della  Germaniajconuengonojche  Cefare  fi  ar- 
mi contra  quelli,  chelorecLifano,  &:  gli  reduca  all'  obedienza  della  fantaScde^ 
Ghc  per  qucfto  il  Pontefice  metti  in  depofito  in  Venetia  centomila  fcudijoltre 
li  centomila  giàdepofitatijchenonfiano  fpefi  in  altro  :  &  oltre  ciò  ,  mandi  a 
proprie  fpcfe  alla  guerra  dodicimila  fanti  Italiani ,  &  cinquecento  Caualli  leg- 
gieri per  fei  mefi  :  conceda  a  Cefare  per  l'anno  prefente  la  metà  delle  rendite 
delle  Chiefe  di  Spagna  j&  che  podi  alienare  dell'entrate  de  Monafterij  di  quei 
Regnijal  valore  di  cinquecentomila  (cudi  :  che,  duranti  li  fei  mefi,  l'Imperatore 
non  polVa  accordarco'  Proteftanti  fenza  il  Pontefice  :&  di  qualonque  gua- 
dagni,&  acquilì:i,il  Papa  hauetfe  certa  portione:&:  finito  queltempo,fe  la  guer- 
ra foire  per  continuare ,  fi  trattalTero  di  nuouo  le  conuentioni,  che  parelTeraad 
ambe  le  parti  più  opportune:&:  che  foireferiiato  luogo  ad  altri  di  potere  entra- 
re in  quella  lega ,  participando  alle  fpcfe ,  &c  agl'acquifti.  Fu  anco  un  capitolo  a 
parte,qual  fi  tenne  più  fecreto,toccando  il  Re  di  Francia  ;  che,fe  durante  quella 
guerra  alcun  Prencipe  Chriftiano  hauelFe  molfo  arme  contra  l'Imperatore  j  il 
Papa  foireebligatoperfeguitarlo  con  le  arme  fpirituali>&  temporali. 
ieUaquak  U        Pochi  di  dopo ,  fcrilTe  il  Pontefice  a  Suizzeri ,  inuitandogli  ad  aiutarlo ,  ha 
^apa.  dà.  au»:-  y^^j^f^Q  prima  con  ampiezza  di  parole  moftrata  la  beneuolenza  fua  verfo  loro ,  5 
i°*.^^'J^J.*»  il  dolore  che  fcntiua,  perche  alcuni  d'eflì  s'exano  alienati  dalla  fua  obedicnza 
Z' Conditi     ^  ringratiato  Dio  di  quelli,  che  perfeuerauano  :6c  lodati  tutti,  che  in  queft 
differenza  di  religio nejftelFero  tra  loro  in  pace ,  elfendo  per  quella  caufa  altrou 
vari)  tumulti  ;  foggionfe,  che,  per  rimediare  a  quelli,  haueua  ordinato  il  Con 
cilioin  Trento,{perando  che nilfuno  doueffe  ricufar di fottometterfcglida or 
de  teneua  per  certo  ,  che  quelli  di  loro ,  che  fino  a  quell'  hora  perfeucrauan 
neir  ubedienza  Apoftolicajobediranno  al  Concilio,  éc  gli  altri  non  lo  fprezzc 
ranno:gli  inuitaua  anco  a  venire i,dolendofi  che  in  Germania  molti,chefichi; 
mano  Prencipi ,  fuperbamente  fprezzaflero,  &:  vituperalTero  il  Concilio,  la  ci 
autorità  è  più  diuina,chchumana:ilche  haueua pofto  lui  innecefiìtà  dipenfai 
alla  forza,&:  arme: &  eirendo  occorfo,  che  Cefare  ha  fatto  riftelfa  rifolutione 
ftato  ncceflìtato  di  congiongerfi  con  lui,  &  aiutarlo  col  fuo  potere,  Sedei' 
Chiefa  Romana ,  a  reftituire  la  religione  con  le  arme.  Ilqual  fuo  confeglio  5  <  ] 
mente,  haueua  voluto  loro  fignificare,. accio  congiongeirero  feco  i  lor  voi 
&rendeirero  alla  Chiefa  Romana  il  priftino  honore  5  Ck;  gli  fomminiftralTej 
aiuti  in  una  cauta  tanto  pia. 
Cefare  di(ii-        Ma  Cefare  moftraua  di  pigliar  la  guerra,non  per  caufa  di  religione,  anzi  p 
ni»U  la  ctMpt  rifpctti  di  fì:ato,(!k:  perche  alcuni  glinegauano  robedienza,machinauano  cont 
di  detta  gutr-  ^^  j^^  conforeftierij  &ricufando  ubedire  alle  leggi ,  ufurpauano  le  poirellìo 
'**»  d'aitri,ma(nme  Ecclefiaftiche,procurando  di  fare  hereditarij  i  V€fcouati,&  A 

batie:chc,hauendo  prouato  egli  diuerfe  viedipiaceuolezzaperridurglijs'craJ 
„^  fempre  fatti  più  infoienti, 
ri/  \cuopro^'      ^  Proteftanti,dair  altro  canto,procurauano  far  manifefto  al  mondo,  che  ti 
jio;'*  "^  to  nafceua  dall'  inftigationi  dcI.Ponteficej  &  del  Concilio  Tridentino  :  racco 

dauai 


i 


Papa  Paolo  III.        LIBRO   SE  C  O  N  D  O.  1^5 „ 

dauanoa  Ceiare  i  capitoli  giurati  da  lui  in  Francfoit,quando  fu  creato  Impe-  eia  i^ 
'  ratore i  Se  proteftauano  dell'  ingiuria.  Ma  molti  de'  mcdeiimi  Protcftanti  fi  Xlvi. 
teueuano  dalla  parte  di  Cefarcnon  potendo  crcdcrejche  vi  folfero  altri  rifpct- 
\  ti  che  di  Stato:' <3c  l'Arciuefcouodi  Colonia,  delqualeiì  cdctto  di  fopra  ;  che,  fc 
|benrententiato,&  priuato  dal  Papa,  nondimeno  continuauancl  fuogouerno, 
:&haueuai'ubcdienza  de' popoli  iicguiua  la  parte  di  Celare ,  ilquale  lo  ricono- 
fccua  anco  per  Elettore,&  Arciuelcouo  ;  Se  gli  {crillejricercandolo  che  nclTuno 
de  Tuoi  fuddiri  militaife  contra  lui:  nel  che  anco  l'Arciuefcouo  s'adoperò  lin- 
ceramente.  Il  che  vedendo  TElettor  di  Saifonia ,  Se  il  Lantgrauicfecero  im 
publico  manifefto  fotto  i  quindici  di  Luglio  ,  moftrando ,  Che  quella  guerra 
era  prefa  per  caufa  della  religione  ,  <Si  che  Cefarc  copriua  la  Tua  mente  con 
pretefto  di  vindicar  la  ribellione  d'alcuni  pochi ,  per  (epararc  i  confederati 
l'uno  d'air  altro ,  &  opprimergli  tutti  a  poco  a  poco  :  allcgauano,che  Ferdi- 
nando, Se  il  Granuela,  Se  altri  miniftri  di  Cefare  ,  haueuano  attribuita  quc- 
fta  guerra  all' eifere  fprezzato  il  Concilio  :  rammemorauano  la  fententiadel 
Pontefice  contra  l'Elettor  di  Colonia:  aggiongeuano ,  che  i  Prelati  di  Spagna 
non  contribuirebbono  tanti  danari  delle  proprie  entrate  per  altra  caufa:  mon- 
ftrauano,che  del  rimanente  non  poteua  Cefarc  pretendere  alcuna  cofa  contra 
di  loro. 

Ma  tra  tantcche  il  Pontefice  Se  l'Imperatore ,  preparauano  contra  Luthera- 
ni  altro  che  anathemi,il  dì  feguente  laSeflìone,che  fu  a' diciotto  Giugno  fi  fe- 
ce Congregationc ,  doue ,  dopo  la  folita  oratione ,  &  inuocafione  dello  Spirito  /«  congrtgu- 
Santo  ,  leife  il  Secretario  una  fcrittura  per  nome  de'  Legati  form.ata  col  parere  tione  è  propo^ 
de'  principali  Theologi:nellaqiiale  fi  proponeua,Che,  hauendo,perinfpiracio--^'y>*  nmen* 
ne  diuina,  dannato  l'herefic  concernenti  il  peccato  originald'ordine  delle  ma-  ^.^J^    ^'^"^ 
tericricercaua,che  folle  eflaminata  la  dottrina  de' moderni  nel  capo  della  Ora- 
ria diuina,  laquale  è  la  medicina  dclpeccato  :  Se  tanto  più  conueniua  fcguir 
queir  ordinejquantol'ifteiro  è  feguito  dalla ConfeffioneAuguftana  ,  quale  era 
fcopo  del  Concilio  condannar  tutta.  Et  erano  pregati  i  Padri,&iThcologi,di  , 

ricorrere  all'  aiuto  diuino  con  le  orationi ,  &  eller  nelli  ftudij  aflìdui ,  Se  eifatti; 
rifokicndofi  in  quel  capo  tutti  gli  errori  di  Martino  :  imperochc  egli  dal  princi- 
pio,hauendo  prelo  ad  oppugnare  le  Indulgenze,vide  di  non  potere  ottener  l'in- 
tento fuojfenza  diftrugger  le  opere  di  penitenza  ;  in  difetto  dellequali  le  Indul- 
genze fuccedono:&  gli parue buon  mezo,per  farqueftcquellafua  non  raaipiii 
udita  giuftificatione  per  la  fola  fede  :  dallaquale  poi  hacauato  nonfolo,  che  le 
buone  opere  non  fono  nccellarie,  ma  anco  una  dilfoluta  libertà  dell'  oiTeruacio- 
ne  della  legge  di  Dio,&  della  Chiefa  :  ha  negato  l'efficienza  ne'  Sacrameriti,(S: 
l'autorità  de'  Sacerdoti,il  Purgatorio,  il  Sacrificio  della  Meifa  j  Se  tutti  gli  altri 
rimedi)  perlarimeflìoncde'peccati:onde,per  laviaconuerfa,  volendo  ftabilire 
il  corpo  della  dottrina  Catholica  ,  conueniua  diftrugger  quefta  herefia  della 
giuftitiaperlafola  fede ,  condannar  lebiafteme  di  quell' mimico  delle  buone 
opere. 

Letta  la  fciittura,  li  Prelati  Imperiali  dilTero   ,    Quanto  più  era  principale,  *o,^/cSL 

Bb     ij  ^         ' 


]^6  CONCILIO  Di  TRENTO       Papa  paolo    III. 

ci 3  13     &iinpoi"tantc  il  capo propoftctantodoiiereirere  con  maturità,  &  opportuna- 
XLVi.      mente  tnttato:che la miflione  del  Cardinale  Madruccio  al  Pontefice,  moftraua 
che  folTe  gran  ncgociarionc  in  piedi,  qua!  conueniua  aunertire  di  non  ftarbare: 
ma  in  quefto  mentre  trattare  alcuna  cola  della  riforma.  I  Pontifici)  dall' altra 
parte  iaculcauano,che  non  era  dcgnità  interromper  l'ordine  incomminciato,di 
trattare  infieme  in  ogniScfiione  i  dogm.i,&;  la  riforma:  &  non  poterfi,dopo  il 
ma  vmcmo  ì  Peccato  originale,  trattare  altra  materia,  che  la  propofta.  I  Legati,uditi  tutti  i 
rompcij.       vori>conclufero,che  il  difcutcre  materie,^:  prepararle,  non  era  definirle  :  mabe- 
ncicnsalapreuiapreparatione,  non  poterfi  venire  a  detcrminationc  :che  non. 
crafc  non  ben  auanzar'  il  tempo,  &mctterfi  in  ordine  per  elTeguire  poi  quello: 
chcfoife  a  Roma  trai  Pontefice ,  &  il  Cardinale  ,  per  nome  deli' Imperatore} 
rifoluto-.chc  il  digerire  quella  miateria  non  impediua  il  trattarla  riforma,poiche 
in  quella  fi  occuperebbono  i  Theologi,in  quefta  i  Padri,&;  Canoiiifti.  Con  que- 
fta  rirokitione,fuconcluio,che  fo fiero  fcclti  da' libri  diMartino,da'  CoUoquijj 
dalle  Apologie,&:  altri  ferirti  de'  Lutherani,&  altri,gli  articoli  per  proporre  in 
dircuGione,&  cenfura:&:  furono  deputati  tre  Padri,&  altretanti  Theologi,pei 
mettere  infieme  quello,che  folle  raccordato, &  ordinare  gli  articoli. 
altra  Comre-      La  Congregatione  feguente  fu  tenutaper  dar'  ordine  alle  materie  di  riformai 
gatlone  per     doue  dilTe  il  Cardinale  del  Monte,EiIer  molti  anni,che  il  mondo  fi  duole  dell' 
m.iterie  diri-  alfenza  de'  Prelati, &  Pallori, dimandando  quotidianamente  refidenza:chedi 
formx  ,  /'w-t:ut;QÌQ^alidellaChiefacaufaerarairenzade'Prelati,&  altri  Curati,dalle Chic- 
/«owe^^  a i{eji-  ^^  Jqj-q.^^  poterfi  comparare  la  Cliiefa  ad  una  naue ,  la  fommerfione  dellaqualc 
s'attribuifce  al  nocchiero  aifente,  ilquale  la  gouernerebbe,quando  folle  prefen- 
te.Confidcrò,chcle  herefie,  l'ignoranza ,  d<.  la  diirolutione  nelpopolo  ,  i  mah 
cofi;umi,&  viti]  nel  Clcro,rcgnano,perche  ellendo  i  Pallori  allenti  dal  greggCj 
niilun  ha  cura  d'inflituire  quelli,^^  corregger  queflio-Dall'alséza  de  Prelati  ellèr 
nato, che  fono  fiati  aifonri  miniilri ignoranti, &:  indegni :»Sc:  finalmente  ,  da 
quello  anco  ciìcre  introdotto  l'abulo  di  promuouere  al  Vefcouato  pcrfone  atte 
più  ad  ogni  altro  caricoiperchcnon  douendolo  amminillrare  in  peiiona ,  vana- 
mentefincerca,cbchabbia  attitudine  per  quello.  Onde  concludeua>cheilfta- 
bilire  la  refidenza  ,  era  un  rimedio  policrello  per  tutti  i  mali  della  Chiefa^altre 
volte  adoperato  anco  da'  Concilij,^  Pontefici.  Ma,  o  perche  all'  hora  le  traf- 
greliioni  foirero  poche,o  per  altra  caura,non  applicato  con  legature  cofi  ferme», 
&  ftrerte,come  è  neceirario  far'  hora,che  il  male  è  gionto  al  colmo,con  precetto- 
più  feucro ,  con  penepiu grani,  3c  più  tcmutejoc  con  più  fitciii  modi  d'elle- 


giiire. 


^  Quello  fu  approuato  da'  primui  voti  de'  Prelati.Ma,quaiido  toccò  a  parlare  a 

0/ Krt.o»  i-  Qi^^Q^^Q  Cortefi  ,  Rombano,  Vefcouo  di  Varon,eeli,lodatoquello,chedacrli 
prhàlecìj  del  ^kri  era  detto,aggionle,che,iicome  credeua  la  prelenza  de  Prelati, &  Curati,per 
Papa  rendati»  i  tempi  vecchi  elFere  fiata  caufa  di  mantener  la  purità  della  fede  nel  popolo,^ 
la  refukn^A  difcipiina  nel  Clero  ;  cofi  poteua  moftrar  chiaramente,che  la  loro  aifenza  ne" 
*"^"-^*  * '^*""  proflìmaraente  palfatijnon  era  caufa  della  fouuerfione  contraria,&  ellere  ftato 
'  introdotto  il  coftume  di  non  refidcrcperche  il  refidere  era  totalmente  inutile. 

Che 


>aPaoioIII.  libro  SECONDO.  15^7 

e  ne'  nroffimi  tenipi  nicnre  poceuano  far  li  Vefcoui,per  confcruar  la  dottrina  e  1 3  1 3 
a  nclpopolojquando  iFL-arij&  1  qiicftori  lianno  autorità  dipicdicar  coiuia  il  xlyi. 
er  loro-.lapcrfhche  le  innouationi  di  Germania  erano  nate  perle  prediche  di 
douanni  TeceLóc  di  F.  Martino  Lathero.inSuizzerijil  male  haucrc  haiiuto 
7Ìne  perle  prediche  di  F.  Santone  da  Milano:^  niente  haurebbe  potuto  fare 
Veicouo  relldcntc  contra  armati  di  priuilcgij^lc  non  combattere  j  &  perderei 
1  potere  un  Veicouo  procurare  vita  iionefta  nel  Clero:  poiché ,  oltre  i'eilen- 
ne «venerale  di  tutti  i  Regolari  j  ogni  Capittolo  hai'eircntion  iua:  c^  pochi 
:i  prillati  ibno  lenza  queilia  arma.  Che  Iiano  ulFonti  miniftri  atti  al  carico, 
ilopuo  il  Veicouo  5  per  le  licenze  de  prcmouendo  y  de  '^c-Ac  uKoìxky  che  han- 
':  Vefcoui  titolarijda  quali  non  gli  è  ftato  lalciato  manco  iF  miiìiftcrio  delle 
itetìcaH.  Et  fi  può  in  una  parola  dire,  Che  i  Veicoui  nonrefidono,perche 
ihannochefare:anzidipiu,per  non  far  nafcere  maggiori  incùnuenienti» 
le  nati  i'arcbbono  per  la  concorrcnzaj^  contcntionc  co'  priuilcgiati.  Con« 
c,clic,ficomc  fi  giudica  necellaria  la  reilitutione  della refidcnzajcoh  il  trat- 
•  di reftituir  l'autorità  Epifcopale. Da'  Vefcouuche  feguirono  quelto  Preia- 
'èTparlarcfu  anco  feguita Fifteira  opinione:che  folFe necelFario  commandar 
fidenzaj  &  leuarle  eirentioni,chelaimpediuana:  &  furono  coftretti  iLe- 
confentire>  che  d'ambedue  folfe  deliberato}  e  che  ciafcuno  confideraiIè> 
celTc  il  parere  fuo}  &  deputati  Padrljche  formallero  ilDecretOjper  elEere 
I  ninato. 

:  deputati  a  raccogliere  gli  articoli  della  Giuftificatione ,  hauendo  riceuuto  àljpmrl  ìip. 
^tratti  delle  propofitioni  notate  da  ciafcuno  per  cenfurarcnon  erano  intie-  ^"f""  c-^^'^jfkz 
.■lite  concordi.  Vna  parte  di  loro  voleuajche  fi  fceglielFero  quattro  o  fei  ar-  ^"^  .^f'^ 
:  i  fondamentali  della  nuoùa  dottrina5&  quelli  fi  condaimallero,  come  s'era    ^  '^ 
:■  nella  materia  dei  Peccato  originale  :  adducendo ,  che  conueniua  feguire  il 
i  ;ipiatollilc,&  l'elFempio  degli  antichi  Concili)  ;  che,  dichiarato  Farticolo 
i.:ipale,6c  condannata  Fherefia,  non  dilcefero  mai  alle  particolari propofi- 
)  :ma,dannando  i libri  degli  heretici,  con  quelF  uniuerfale  comprendeuano 
t  ladottrinaperniciola  :&  coli  ricercare  il  decoro  del  Concilio.  Ma  l'altra 
;ii  :  haueua  mira  a  metter  lotto  ceniura  tutte  le  propofitioni,  che  poteuano  ri- 
•c  :  finiftro  (enfo,con  fine  di  condannare  quelle,  chcpcr  ragione  mciitaudno; 
,:;ido,chequeftoè  Futìficioder pallore,  difcernere  intieram.ente  le  herbe fa- 
)Z  dalle  nociue,&  prohibire  totalmente  quelle  al  lor  gregge:  poiché  una  mi- 
.ritrafcurata,&  riceuuta  per  iana,elIendomorbora,puo  infettar  tutto'! 'tlcu-- 

, /e  fi  vuol  feguirl'cirempio  de' Vecchi  Concili),  douerfi  imitare  l'Hfcfinoj. 
jKoprala  dottrina  di  Neftorio  fecei  tanti,  &  cofi  celebrati  anathematifmij 
ijV  comprendono  tutto  quellojche  dalF  hercticofu  detto:&  i  Concili]  d'Airi- 

'ntraiPelagianischedefcendono  alla  condanna  di  tutte  le  propofitioni  di 
,ida  fetta. 

;  a  prima  opinione  fenza  ctubbio  proponeua  modo  più  facile,  &  haurebbe 
.a,  uto  a  chi  defideraua  prefto  fine  del  Concilio:^  lafciaua  aperta  qualche  fif- 
.ft|;Uacoiicoidiajcheiltempo  futuro poteireportareilafeconda  nondimeno. 

Bb     iij 


ip8  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  paolo]; 

~ci3   i3    fLiabbracciata,condire,Cheei:abeneeiraminartuttelepropofìcioni  dellad 
xLvi.       trina  Liitheiana,per  cenrurare,&  dannar quello,che,dopo matura  difcuffio • 
tdin  fine  fono  foife  parfo  ncceifario,  &  condecente:  &  furono  formati  venticinque  Articc, 
formati ^^r-  j    L^ fede  (olaiefclufe  tutte  l'altre  opcre,bafta  alla  falutc,&  fola  giuftifica.  ;. 
ucoUdc^  Pro-  j^^  i^^acchcgiuftificajè  la  fiducia,  per  laquale  fi  credei  peccati  eHèrrimeflìi 
teìann-         (3hrifto:&  igiuftificati  fono  tenuti  a  creder  certamente,  che  gli  fiano  rime!  j 
peccati.     III.    Per  la  fola  fede  poffiamo  comparire  inanzi  a  Dio,ilqual  ne .- 
i-a,ne  habifogno  d'opere:  la  fola  fede  fa  puri,  &  degni  di  riceuer  l'Eucharif ,, 
credendo  di  douere  in  quella  riceuere  la  gratia.    11  IL  Gli  huomini,  chef- 
no  cofe  honefte  fenza  lo  Spirito  Santo,peccano  :  perche  le  fanno  con  cuore (.- 
pio  i  «;?c  è  'peccato  l'olTeruare  i  precetti  di  Dio  fenza  fede.    V.    L'ottima  p^  • 
tcnzaò  la  vita  nuoaa,ne  è  neceltaria  la  penitenza  della  vitapaflTata  :  &  la  pi . 
tenza  de'  peccati  attuali  non  difpuone  a  riceuer  la  gratia.    V I.    Niifuna  dij  i- 
fitionc  è  necclTaria  alla  giuftilìcaLÌone:ne  la  fede  giuftifica,pcrche  difponga:  3 
perche  è  il  mezo,o  l'iftromento ,  con  che  s'apprende ,  &  fi  riceue  la  promeif 
la  trratia  diuina.    VII.     Il  timor  dell'  Inferno  non  gioua ,  pd.-  acquiltar  la 
fticia  5  anzi  nuoce ,  &  è  peccato ,  &  fa  i  peccatori  peggiori.    Vili.  La  co 
tione,che  nafce  dalla  difcuflìone,  rammemoratione,&  deteftatione  de'  pec  .^ 
ponderando  la  granita,  moltitudine,  &  bruttezza  di  quelli  ;  ouero  lapejQ 
della  beatitudine  eterna,  Scfacquifto  della  perpetua  dannatione  ;  fa  l'hu  M 
hipocrita,&  maggiormente  peccatore.   I X.  I  terrori,  con  iquali  fono  fpa  i- 
tati  i  peccatori  internamente  daDio,oefl:ernamcnte  da' predicatori,  fono  e 
cati,(ìntanto,che  ilanofuperati  dalla  fede.     X.  La  dottrina  delle  difpofìi  n 
diftrucTcre  quella  della  fede,  &  lena  la  coniolatione  alle  confcienze.  X I.  1  :o 
la  fede  è  neceifaiia,  le  altre  cofe  non  fono  ne  commandate,  neprohibite,  r  /i 
altro  peccato ,  fc  non  l'incredulità.    XII.  Chi  ha  la  fede,  e  libero  da'  pre  j 
della  le^^ej^  non  ha  bifogno  d'opercper  elfer  faluo  :  perche  la  fede  dona  t 
abondantemente,&;  fola  adempie  tutti  i  precetti  :  &c  nilfuna  opera  delfij 
e  tanto  cattiua,che  poiTi  accularlo  ,  o  condannarlo.    XIII.    Ilbattea 
nonpuo  perder  lafua  faluteperqual  fi  voglia  peccato;  faluo  che,quandc 
voc^lia  credere  ,  &  niffun  peccato  fepara  dalla  gratia  di  Dio,  fé  non l'iiifj 
tà.^  X  1 1 1 1-    La  fede,  &  le  opere ,  fono  tra  loro  contrarie,  &  non  fi  poiror  [ 
fe'Tiiar  le  opere  fenza  iattura  della  fede.    XV.  Le  opere  cfterne  della  feci 
tauola  fono  hipocrifia.  X  V I.  I  giuftifìcati  fono  liberi  da  ogni  colpa,  &  ! 
&  non  è  neceilaria  fatisfattione  in  quefta  vita,ne  dopo  la  morte  :  &  però  n  ivi 
èPurc^atoriojnefatisfittioncchefiaparte  di  penitenza.  XVII.  Igiuftiati» 
ancor  che  habbiano  la  gratia  di  Dio,  non  polìono  adempir  la  legge,  ne  fc  uà: 
i  peccatijiie  manco  i  foli  mortali.    XVIII.  L'obedicnza  alla  legge  ne'  e  iftt* 
ficati  e  tenue,&  immonda  per  ic  ftelTainon  grata  a  Dio,  ma  accettata  per  1,  eoe 
della  perfonariconciliata,  quale  crede  che  lereliquie  de'peccaiTglifonc  on- 
donate.    XIX.  In  ogni  opera  buona  il  giufto  pecca,  &  niifuna  opera  ch^ 
non  Ila  peccato  veniale.  XX.  Tutte  le  opere  degli  huomini,etiandio  (a  i' 
niijfono  peccati  :  le  opere  buone  del  giufto,per  la  miferic  ordia  di  Dio/o. 


X^K 


aPaoloIII.         libro    secondo.  1559 

..:  ma  fecondo  il  rigore  del  dÌLiinogÌLidicio,  fono  mottali.  XXI.  Sebenil    ci3  i3 
iJtoTe'bbeduKitarcclie  le  opere  fac  iìano  peccati^  debbe  infieme  elTer  certo,     xl  vi. 
binò  fono  imputati.  XX  II.  Lagraria,&lagiiiftitia,altronófono,cheladi- 
iii  volontà;  nei  giuftifìcati  hanno  alcuna  giuftitiainherente  in  loro,&  ipcc- 
nongli  fono  fcanccllati,ma folamente  rimeflì,^  non  imputati.  XXIll.  La 
litia  noftra  non  è  altrojche  la  imputationc  della  giuftitia  di  ChriftoA' i  giu- 
annobifogno  d'una  contniuagiuftificatione,  Òcimpatationc  dellagiufti- 
■M  Chrifto.  XXI I II.  Tutti  i  giuftificati  fono  riceuuti  ad  ugual  gratia  de 
[•ia:&  tutti  iChriftiani,nellagiuftitia,fono  ugualmente  grandijcome  laM.a- 
f  iiDio,&  ugualmente  lantijcomc  lei.  X  X  V.  Le  opere  del  giuftificatojnon 
)  meriti  della  beatitudincne  il  può  porre  alcima  fiducia  inloroima  folo  nel- 
ifericordiadiDio. 

)ati  fuori  gli  articoli  >  non  fu  coli  facile  ordinare  il  modo  di  trattar  nelle  f'on^ene'mte- 
igregationi,come  mentre  Ci  difputò  del  Peccato  originale:  perche,  in  quella  ^f  ^*''  ^<'*'"»- 
eria  trouarono  gli  articoli  già  trattati  da'  fcrittori  Scolaftici  :  ma  l'opinione  **"^* 
uthero  della  Fede  giuftificantcche  fìa  fiducia,&  certa  perfuafione  della  pro- 
fa  diuina;con  le  confeguenzcche  da  quella  ieguono,dclla  diftintione  tra  la 
gè ,  &  l'Euangelio  ;  &;  della  qualità  delle  opere  dependenti  dall'  una,  &  dall' 
i;  non  fu  da  alcun  fcrittore  Scolaftico  immaginata  :  per  il  che  ne  meno  con- 
ta,© difputata,ond^  iTheologi haueuano  da  trauagliare  alFai  :  prima,per  in- 
er'  il  fenfo  delle  pro^ofitioni  LuiheranciSc  la  differenza  loro  dalle  determi- 
■  nelle  fcole:6<:  poi  le  i^agionijcon  che  diftinguerle.  Certo  è,  che  nel  princi- 
alcuni  di  loro,&  i  Padri,per  la  maggior  parte,credeuano  che  negando  i  Pro- 
mti  il  libero  arbitrio,  teneffero  opcnione,  che  l'huomo  nelle  attioni  efterne 
:  come  una  pietra;&  quando  attribuifcono  la  giuftitia  alla  fede  fola ,  negan- 
oncorrerui  le  opere ,  teneifcro  per  giudo  l'huomo ,  il  qual  crede  folamente 
loria  dell'  Euangclio,  del  refto  operando  quanto  il  voglia  peruerfamenterSc 
!;  tal  abfurdità,quanto  aliene  dal  fenfo  commune,tanto  piudiificili  da  con- 
te i  come  auuiene  a  tutte  le  openioni  contrarie  alla  manifeila  apparenza,&; 
perfuafione  riceuuta  dall' uniucrfale.. 

ra  iTheologi,  che  iìn' air  bora  erano  crefciuti  al  numero  di  quarantacin- 
,  la  maggior  parte  era  molto  tenace  nelle  openioni,  riceuute  generalmente 
e  fcole  :  &:,doue  i  Scolailici  erano  concordi,  unpatienti  di  fentire  parlar  in 
trario:doue  le  fette  Scolaftiche  non  conuengono,iì  formalizzauano  aflai  in 
fa  della  propria5&  più  degli  altri  i  Domenicani,foliti  a  gloriariì,  cheper  tre- 
to  anni  la  Chiefa  per  loro  opera  haucua  fuperate  le  hereiìe.Non  mancauano 
1  tutto  ciò  alcuni  d'ingegno  deib:o,atti  a  fufpenderc  ilgiudicio,  iìn  che  le  ra- 
ni  folfcto  pefate.  In  queilo  numero  era  Fra  Ambrofio  Catarino,  Senefe,Do- 
nicano,che  poi  fu  creato  Vefcouo  di  Minorijun  Fràccfcano  SpagnuolojAn- 
adeVega  ;  un  CarmelitanOjAntonio  Marinari.  GliEremitani,  per  elferdi 
-11  Ordincd'onde  Martino  Luthero  ufcì,affettauano  di  moftraril  pui  contra- 
i  lui  di  tutti  gli  akri,&  principalmente  ilGencrale  Girolamo  Seripando.  ff"'  ^**Ì 
•^cU'eiTaminargliarticoUai  primi  de'Theologi,per  facilitar  l'intelligenza  ■^Llwe'^"*^ 


200  CONCILIO    DI  TRENTO     PapaPaolo[I, 

'~'ci    ci3    de' tic  primieri  diedero  aricercai:  quale  quella  fecle,chcgiiiftifica,&qualioirc 
XL  VI.      eie  iudajdiftingucndolc  in  tre  forrijprecedéci  la  diuinagratia,  dellequali  parto 
i  ("cete  icgueiitijìno  al  decimo:concoiTenci  nel  momento  fteilo  con  l'infufiie 
di  quclla:&  fuircguenti.dopo  lagiatia  nceuuta  j  dellequali  fono  li  altri  une  j. 
Che  la  fede  giuftitichi,cQnuenne  prefupporlo  per  indubitato,  come  da  Sani), 
lo  detto,&:  replicato.Per  ritoluere  qual  loiTe  quella  fede,&  in  che  modorencfe 
l'huomo  giufto  ,  furono  le  openioni  nel  bel  principio  differenti  :impero(;, 
attribuendo  la  Scrittura  molte  virtù  alle  fede,che  alcuni  non  fapeuano  appi», 
re  ad  unafola,hcbbcro  la  voccperequiuoca  ,  3c  la  diftinfero  in  molte figni  i.  ; 
rioni:  dicendo,  che  hora  è  prefa  per  la  ubligatione  a  mantener  le  promeflcii 
qual  fenfo  San  Paolo  dice.  Che  l'incredulità  degli Kebrei  nonrefevanalae 
de  Dio.  Alle  volccper  la  virtù  di  far  miracoli,come  quando  diife ,  Se  haurò  t;  i 
fede,chc  podi  trafportare  mionti.  Ancora  è  prefa  per  la  confcicnza  :  nelqual  f(  j 
diire,L'opera,che  alla  fede  non  il  conforma,è  peccato.  Altre  volte,per  unaf  i 
cia,&:  confidenza  in  Dio, che  laMaeftà  fua  mantenerà  le  prom.eire:  cofi  S.( 
corno  volle  ,  che  l'oratione  fìa  fatta  in  fede,  fenza  dubitare.    Finalmente  i 
unaperfuaflone ,  &  alfenfo  fermo ,  non  però  euidente,alle  cofeda  Dio  riué  i 
Alcuni  ago;ionseuano  altre  lìguifìcationi,  chi  al  numero  dinouc,  chifua 

OD  O  O 

quindici. 
oppenione  del      Ma,Fra  Domenico  Soto,opponendofì  a  tutti  diceua?  che  ciò  è  un  lacera  j 
Soto  intorno    fede,&:  dare  vittoria  a  Lutherani  :  &  che  non  vi  erano  fenon  due  /ìgnifìcati  i; 
adejja:  p^j^^^  j^  veritàsSi  realtà  di  chi  afferifce,©  promette:  raltrajl'airenfo  in  chi  l'ai  • 

ta:^  la  prima  eifere  in  Dio,la  feconda  efler  fola  la  noftra  :  &  di  quefta  inten  li 
tutti  i  luoghi  della  Scrittura,che  della  fede  noflra  parlano  :  de  il  pigliar  la  '  :( 
fede,per  una  fìducia,5<:  confìdenzascifer  modo  non  folo  improprio,ma  abu:  ]| 
nemairiceuuto  da  S.Paolo:eirer  la  fiducia  niente,o  poco  differente  dalla  e 
ranza:&  però  douerilhauer  per  indubitato  errore,  anzi  herefia,  quella  di  i 
thero,Lafede  giuftificantc  eiier  una  fiducia,  &  certezza  nella  mente  delC  iJ 
ftianojchegli  fìano  rimbellì  i  peccati  per  Chrilìo.  AggiongeuailSoto,5ier  °-' 
guito  dalla  maggior  parte,che  quella  tal  fiducia  non  poteuagiuftificare  ,p( 
ter'  una  temerità,^  peccato:non  potendo  l'huomo,fenza  prelontionctenej 
mmdctta     fermo  d'clfcre  in  gratia  ;  ma  douendofi  fempre  dubitare.  Per  l'altra  parte  tei 
M  Catarinoi  il  Catarino,  con  affai  buon  feguito,  che  la  giuflificatione  da  quella  fiducia 
proucniua:cheil  giuflo  nondimeno  poteua,anzidoueua,  tener  per  fede  d'i 
mdif.cata  dal  jj-j  gratia.  Vna  terza  openione  portò  in  campo  Andrea  Vega,  Che  non  foU^  :- 
^^^'^'  merita, ne  meno  fede  certa:  ma  fipoteua  haucr'  una  perfuafìone  congiettn  le 

fenza  peccato.Et  quefla  controuerfia  non  fi  poteuatralafciare:  perche  fopn  o 
verfaua  il  ponto  di  cenfurare  l'articolo  fecondo  :  perilche  prima  leggierm  te 
difculTa,  poi rifcaldatefi le  parti,diuife  &  tenne  in  difputa  tutto'l  Concilio]  i- 
U  Concilio^  m  gamentcper  le  ragioni  &  caufe,che  fi  narreranno.    Majeflcndo  tutti  conce  li» 
^^^rereJuU  ^j^^^^  f^^^  giuflihcantcèl'affenfo  atuttele  cofe  daDioriuelatc,odallaC  e- 
*  ''  fa  determinate  per  effer  credute; laquale,hora  elfendo  infieme  con  la  carità;  y 

^a^'imanendo  fenza  ki  i  la  diflinfero  in  due  forti  :  unajche  H  ritroua  ne' pe^  a- 

xh 


Papa  Paolo  in.        LIBRO  SECONDO.  lor 

tori>laqual  chiamano  le  Scole  Fede  informe,folitana,ociora,oueromorta:ra^-    ci3  i3 

trajcheèneTolibuonijOperantepcrcaritàj&per  ciò  chiamata  Formata,  effica-     xlvi. 

ce>&viua.Er  qui  una  altra  controuerfia  fu,  volendo  alcuni,che  la  fede  a  cheaf- 

criuono  le  Scritture  le  falutcla  giuftitia,  «Sila  fantifìcationejfollc  la  fola  viua, 

come  anco  fu  tenuto  da' Catolici  di  Germania  ne'Colloquij,&:  includciìl-  inic 

la  cognitione  delle  cofe  riuelate,le  preparationi  della  volontà,lacarità;nella- 

qual  s'include  tutto'  l'adempimento  della  legge  :  &c  in  quefto  renro,nonpoterfi 

dire,che  la  fola  fede  giufl:ifìca,perche  non  è  fola,poichc  e  informata  dalla  carità. 

Tra  quefti,il  Marinaro  non  lodauaildire,Lafcde  è  informata  dalla  carirà,per- 

:he  da  SanTaolo  non  è  ufato  tal  modo  di  dire,  ma  folo.  La  fede  opera  per  la 

arità. 

Altri  intendeuanojche  la  fede  giuftifìcàtc  folfe  la  fede  in  genere,fenza  defcen- 
!cr a viuaemortarpercheTunai?^ l'altra giuftihca  in  diucrlì  modi ,  ocompita- 
nente,&  queftacla  viua:ouero,come  principio,&  fondamento  ;  Se  quella  èia 
;dehiftorica,&  di  quella  parlar  fempreS.Paolo,quando  gli  artribuifce  la  gui- 
:itia:nonaltrimenti,che,comefì dice, che  nell'alfabeto  è  tutta  filo(ofia:cioè, 
ome  in  una  bafcche  è  quali  niente,reftando  il  moltojcioc,  riporui  fopralafta- 
aa.Erafoflenuta  quella  feconda  openioneda'Domenicanij&Francefcaniiniìc- 
le  :  l'altra ,  era  difefa  dal  Marinari ,  con  altri  adherenti.  Non  però  fu  toccato  il        -  , 
-into ,  doue  verfa  il  cardine  della  difficoltà:  cioè,fe  l'huomo  prima  è  giuilo,&: 
3i  operale  cofe  giuftc:ouero,òpcrandole  diuiengiuilo.In  un  parere  erano  tutti  coftcordla  in 
incordi  ;  cioè ,  il  dire ,  La  fede  fola  giuflificajeller  propofitione  di  molti  fcnli,  f*^f^^  ''f 
Itti  airurdi:imperoche  Dio  anco  giu{lifica,&  i  Sacramenti  giu{lifìcano,nel  feJiafoiTfl- 
nicre  di  caufa  a  fé  conueniente  :  onde  la  propofitione  patifce  quella ,  6c  altre  de» 
xettioni.Cofi  la  preparatione  dell'  animaa  riceuer  la  gratia,è  eifa  ancora  caufa 
A  fuo  genere,onde  la  fede  non  può  efcludere  quella  forte  di  opere.Però,quanto 
ilpetta  agli  articoli,che  parlano  delle  opere  precedenti  la  gratia ,  che  Luthero  diferen^  fg^ 
inno  tutte  di  peccato,i  Theologi,piu  in  forma  d'inuettiua,che  in  altra  manie-  ^^"^  ^yf^^''' 
,gli  cenfurarono  per  heretici  tuttijdannando  parimente  d'herefia  la  fententia  q^IJ^^*  * 
:efa  in  generale,che  tutte  le  opere  humane  fenza  la  fede  fono  peccati:  hauendo 
;r  cofa  chiara,cirerui  molte  attioni  humane  indifferenti,ne  buone  ne  cattiue,& 
fendo  anco  altre,quantonque  non  fiano  grate  a  Dio ,  fono  però  moralmente 
Jone:&  quelle  fono  le  opere  honefte  degl'  infedeli,^  Chrifliani  peccatorijle- 
aali  è  repugnanza  grandiflìma  chiamar  infieme  honefte,  &  peccati  :  maflime, 
le  in  quefto  numero  fono  inclufe  le  opere  heroiche  tanto  lodate  dall'  anti- 
hità. 

Ma  il  Catarino  foftenne ,  che  fenza  aiuto  fpeciale  di  Dio,l'huomo  non  può 
.r'  alcuna  opera,quale  fi  polli  chiamar  veramente  buona;etiandio  moralmente; 
lafolo  peccato.Perilche  tutte  le  opere  degl'  infedeli,che  da  Dio  non  fono  ceci- 
ati a  venir'alla  fede,-&:  tutte  quelle  de'  fedeli  peccatori,inanzi  che  Dio  gli  ecciti 
Ila  conuerfione,fe  ben  parelfero  agli  huomini  honefte,anzi  heroiche,lono  veri 
eccati;&  chi  le  loda,le  confiderà  in  genere ,  &  nell'  efterna  apparenza:  ma  chi 
lumineràlecirconftantiediciafcuna,vitroueràlaperuerfitài&:  quanto  a  que- 

Ce 


201  CONCILIO    DI   TRENTO     Papa  Paolo  III. 

CI  3  13  ftcnon  era  da  condannar  Luthero'.ma  fi  ben  douciiano  cirercenfiu-atigliartico- 
XLVi.  Ihin  quanto  parlano  delle  opere  leguenti  la  gratia  preueniente,  che  fono  prepa* 
r  idone  alla  giuftiftcationcqnalc  iono  l'abominatione  del  pcccatOjil  timor  dell' 
infcino,&  gli  altri  terrori  della  e ofcienza.Pcr  confermar  la  lententiarua,porta- 
ua  la  dottrina  di  San  Thomaro,che  per  far'  una  opera  buonajè  neceifario  il  con- 
corfo  di  tutte  le  circonftanze:&  per  farla  cattiuajbafta  il  mancamento  d  una  fo- 
la'.ondcfebcnjconiiderateleoperein  gencrcalcunelonoindiffcrentijinindiui" 
duo  però  non  è  mezzo  trarhauer,tutte  le  circoftanzcjO  mancar  di  alcunarpcril- 
che  ciafcuna  particolar  attione  onerò  è  buona,ouerò  è  cattiua)ne  la  indifferente 
fi  ritroua:&  perche  tra  le  circonilanze  una  è  il  fine ,  tutte  le  opere  »  riferite  a  fine 
cattino  stellano  infetteimagl'  infedeli  riferifcono  tutto  quello  chefannojiiel 
fine  delia  loro  retta,che  è  cattiuotperilchcfe  ben  paiono  heroiche  a  chi  non  ve- 
de rintentione/ono  nondimeno  peecatitne  ellerui  ditFerenzajche  larelationea! 
fine  cattino  fiaattuale,o  habituale:poiche  anco  ilgiufto  merita/e  ben  non  rife 
rifce  l'opera  fua  attualmente  aDio^mafolo  habitualmente.Diceua  di  più,  por 
;^  tando  l'autorità  di  S.  Agoftino,che  è  peccato  non  folamente  riferir'  al  mal  fine 

ma  anco  il  folo  non  riferir'albuonojdoue  fi  douerebbe:&:  perche  difendeua,cht 
{enza  rpecial'aiuto  di  Dio  prcueniente,  l' huomo  non  può  riferir'  in  Dio  cofa  al 
cuna,concludeua,che  non  vipotelfe  elTer'opera  buona  morale  inanzi.  Allegau; 
per  ciò  molti  luoghi  di  S.  Agoftino^moftrandojche  fu  di  quella  opinione.  Alle 
gaua  ancora  luoghi  di  S.Ambrofio,di  S.Profpero,di  S.Anfelmoj  &c  d'altri  Padr. 
adduceua  Gregorio  d'Arimini  &  il  Cardinal  Roflfenfcche  nel  libro  fuo  contr 
Luthero  fentì  apertamente  l'ifteiro.  Diceuaeircr  meglio  feguir'  i  Padri,  che 
Scolaftici ,  contrari)  l'un  all'  altro ,  &:  che  conueniua  caminar  colfondamenr 
delle  Scritturcdallequali  s'ha  la  vera  Theologiaj&:  non  per  le  argutie  della  filo 
fofia,per  quale  le  Scole  hanno  caminatotche  elFo  ancora  era  ftato  di  quella  opc 
iiione:ma,ftudiateleScritture5&  i  Padrijhaueuatrouatolaverità:efìvaleuadc 
palTo  dell' EuangeliojL'arbore  cattino  nonpyio  far  frutti buonixon  l'amplifica 
tioncche  foggionfe  Nofl;roSignore,dicendo,  Ouero  fate  l'arbore  buonoj& 
frutti  buonijO  l'arbore  cattino, &  i  fi^utti  cattiui.Sivaleuafopra gli  altri argu 
menti  con  grand'  efficacia  del  luogo  di  San  PaolojChe  agi'  infedeli. niirun 
cofa  può  eiler  mondajperche  è  macchiata  la  mentej&  la  cofcienza  loro. 

Quella openione  era  impugnata  dal  Sotojcon  molta  acrimonia,pa{Iàndo  an 
co  air  fgridarla  per  heretica:perche  infcriua^che  l'huomo  non  foife  in  libertà  e 
far  bene3&  che  non  poteire  confeguir'il  fuo  fine  naturale:che  era  negar  ilLiber 
arbitriojco'  Lutherani.Softeneua  egli  poter  rhuoraoj  con  le  forze  della  natur: 
oireruare  ogni  precetto  della  leggcjquanto  allafuflanza  dell'  operàsre'Hen  no 
quanto  al  fine:  S>:  quello  tanto  eller'  a  baflanza  per  euitar  il  peccato  :  dicenadÒTc 
tre  forti  d'opere  humane:una  la  tralgreffione  della  leggCjcheèpeccato:raltn 
l'ofTeruatione  d'cila,per  fine  di  carità:&;  quefta  eller  meritoria ,  &c  a  Dio  grata:  1 
terza  intcrmedia,quando  la  legge  è  ubeditajquanto  alla  foftanza  del  precetto:(? 
quefta  è  opera  buona  iriOralej&:  nelfno  genere  perfetta:^  che  cofe  complifcel 
ieggej6c  fa  ogni  opera  moralmente  buoiia^  coiì  fch^uando  ogni  peccato.  Mode 


PàpaPaoloIII.         libro    secondo.  203 

L-auaperò  quella  tanta perfcrcionc  della  noftra  naruraxon  aggiongcrcjcheakro  e  i  o  Td" 
folle, giiaidarfi  da  qualonque  pcccatcche  da  tutti  i peccati  inficme  dicendo,  xlvi. 
Chcptio  rhiiomo  da  qualonque guardarlì,ma  noji  da  tuctitcon  rcircmpicdi  clù 
liauelìè  un  vafo  con  tre  forami,che,  hauendo  due  mani  folo  non  può  oituraro-Ii 
[utti:ma  ben  qualonque  d'cffi  vonà,rcftandonc  per  ncceflìtà  uno  aperto.  Quclta 
iottrina ad  alcuni  de' Padri  non  iodisfaccua: perche,  quantonquc  dimollralFe 
:hiaro,che  tutte  le  opere  non  fono  pcccati,non  faluaua  però  intieramente  il  li- 
)croarbitrio,reguendo  pcrconfeguenzanece(Iaria,che  non  farà  libero  al  ichi- 
:are  tutti  ipcccati.Ma  ,  dando  titolo  di  buone  a  quelle  opere  il  Soro,/lvedeua 
nguftiato  adeterminarc  fé  erano  preparatorie  alla  giuftifìcationc.Gli  pareua  il 
,confidcrando  la  bontà  d'eire:gli  pareua  di  nc),attendcndo  la  dottrina  d'Agofti- 
capprouatada  San  Thomalo,&:  da'  buoni  Theologi ,  che  il  primo  principio 
Ah  faluteè  dalla  vocatione  diuina.Da  quefte  angullic  sfuggì  con  una  dillin- 
oncjChc  erano  preparatorie  di  lontaniffimo,non  di  vicino  :  quali  chcdando 
lapreparatione  di  lontano  alle  forze  della  natura,non  il  Icui  il  primo  princi- 
o  alla  grafia  di  Dio. 

IFrancefcani,non  folo  tal  forte  d'opere  voleuano  che  foirero  buone,&  che 
eparallcro  alla  giuftitìcatione  veramente  ,  &  propriamente  ;  ma  ancora  che 
Ifero  in  modo  proprio  meritorie  apprelfo  la  Maeftàdiuina  :  perche  Scoto,  au- 
re della  lor  dottrina  inuentò  una  forte  di  merito,  che  attribuì  alle  opere  fatte 
r  forza  della  fola  natura:dicendo,Che  de  congruo  meritano  la  gratia  per  certa 
;ge,5c  infallibilmente,&:  che  per  fola  virtù  naturale  l'huomo  può  hauere  un 
lor  del  peccatOjche  fia  difpoiìtione,&  merito  de  congnio  per  fcancellarlo  :  ap- 
Duandoun  volgato  detto  de' tempi fuoi, Che  Dio  non  manca  mai  a  chi  fa 
ello,douelc  ftie  forze  s'eftendono.Et  alcuni  di  quell'  Ordincpalfando  quelli 
mini,aggiongeuano,che,fe  Dio  non  delfe  la  gratia  a  chi  fa  qucllo,che  può  fe- 
ndo le  fueforze,farebbeingiufto,iniquo,partiale,  &  accettator  di  pcrfone. 
)n  molto  llomaco,&indignatione,efclam.auano.  Che  farebbe  grand' affo rdi- 
ieDio  non  facellè  differenza  da  uno,chc  viue  naturalmente  con  hone{là,ad 
o  immerio  i\\  ogni  vitio:&  non  vi  farebbe  ragione,  perche  delle  la  gratia  più 
uno  che  all'altro.  Adduceuano,che  S.Thomaib  anco  folle  flato  di  quella  ope- 
)ne,&  che  altrimente  diccndo,fì  metteua  l'huomo  in  difperatione ,  &  fi  face- 
negligente  a  ben'  operare,  &  iidaua  a'peruerfì  mode?  ài  fcul'ar  le  loro  male 
ere,&  attribuirle  al  mancamento  deli'  aiuto  diuino. 

Ma  i  Domenicani  confellauano,che  S.Thomafo,giouane,hebbe  quell' ope- 
3ne,&  vecchio  la  ritrattò,  la  riprendeuancperchenelConcilio  di  Oranges,  ' 
tto  Araufìcanojè  determinatOjche  nilllma  forte  di  merito  preceda  la  gratia,&: 
eaDiofìdebbe  dar'  il  principio:  che  per  quel  merito  congruo  i  Lutherani 
.nno  fatto  tante  efclamationi  contra  la  Chiefa  ,  &  era  necellàrio  abolirlo 
talmentcfi  come  non  era  mai  flato  udito  negli  antichi  tempi  della  Chiefa,ia 
lite  controucrfie  co'  Peiagiani:  che  la  Scrittura  diuina  attribuifce  lanoilra 
1,  nuerfione  a  Dio  j  dalla  forma  del  parlar  dellaquale  non  conueniua  di- 
|,.rtirfì. 

Ce    ij 


C.IO     13 
XLVI. 

t9rno  alle  pre- 
fArAtioni, 


intorno  alla 
Gradai 


Ì04  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Paolo  III 

Intorno  le  preparationi ,  nella  Toftanza  della  dottrina,  non  vi  fu  difFcrenz; 
tutti  tcneuano,che,dopo  l'eccitamento  diuino/orge  il  timore,  &  le  altre  conf 
derationi  della  malignità,che  è  nel  peccato  :  ccnfurarono  per  heretica  l'opinic 
■  ncjche  folle  cofa  cattiua,  perche  Dio  cirorta  il  peccatore,  anzi  lo  muoue  a  quc 
fte  conridcrationi,&  non  li  debbe  dire,che  Dio  muoua  a  peccato:&  di  più  Tuff 
ciò  del  predicatore  non  è  altro,  fé  non  conqucfti  mezi  atterrir  l'animo  delpe( 
catore:  &  perche  tutti  paiTano  per  quefti  mezi  dallo  ftato  del  peccato,  a  quel) 
della  gratia  ,  pareuagran  marauiglia,che  nonfipoteuapatrar  dal  peccato  al 
giuftitia,re  non  per  il  m.ezo  d'un' altro  peccato:  con  tuttocio,non  poteuanol 
berarlì  dalla  diftìcoltà  in  contrario:perche  tutte  le  opere  buone  poilòno  ftar  ce 
la  gratia  :  quel  timore,  &  le  altre  preparationi  non polFono  reftarcon  quella, 
donquefono  cattiue.Fra  Antonio  Marinaro  era  di  parere,che  la  differenza  foi 
verbale  :  &  diceua.  Che,  fi  come  palfando  da  un  gran  freddo  al  caldo, il  paffa  p 
un  grado  di  freddo  minore ,  ilqual  non  è  ne  caldo ,  ne  freddo  nuouo,  ma  l'iftel 
diminuito  :  cofi ,  dal  peccato  alla  giuftitiajfi palla  per  i  terrori,^:  attritioni,c! 
non  lono  ne  opere buoncne  nuouipeccati:maipeccativecchieftenuati:ma 
quello  hauendo  tutti  gli  altri  contrarij,fu  coftretto  ritrattarli.  Delle  opere  fai 
in  gratia  non  fu  tra  loro  difficoltà ,  tutti  affermando,  che  fono  perfette,  6c  me: 
torie  della  vita  etcrna,&  che  l'opinione  di  Luthero,  chefiano  tutte  peccate 
empia,&  facrilcgaihauendo  per  biaftemma,che  la  B. Vergine  habbia  comme; 
un  minimo  peccato  veniale,comme  poi  potrebbono  l'orecchie  foftener  d'u* 
re,cheinogniattionepeccaire:chedouerebbeLaterra>&rinferno,aprirfiatai 
biaftemme. 

Nel  capo  dell' ellèntia  della  diuina  gratia  >per  cenfura  degli  articoli  ven 
due,&  ventitrcfu  commune  confiderationcche  la  vocegratia,in  prima  figa 
catione,  s'intenda  una  beneuolenza,o  buona  volontà,laquale  quando  è  in( 
habbia  potere,  partorifce  di  neeelTità  anco  un  buon'  effetto ,  che  è  il  dono ,  o  I 
neficio ,  quale  elfo  ancora  è  chiamato  gratia':  i  Proteftanti  hauer  penfato  ne 
Maeftà  Diuina,  come  che  non  potendo  di  più,  ci  faccia folo  parte  della  fual 
neuolenza:  mala  Omnipotenza  diuina  ricercaua,che  fi  aggiongeffe  il  bea 


I 


ciò  in  effctto:&  perche  alcuno  haurebbe  potuto  dire,che  lalola  volontà  diuij  »  j 
cDiomcdclìmo,nonpuohauer  cofa  maggiore^  che^ancol'hauerci  C'I 


che 


&;  che  San  Giouanni>volen 


mtorno  alta 
■vece  Gmft'fi- 
eatti 


fiato  il  Tuo  Figliuolo  era  un  fummo  beneficio 
moftrar  il  erand'  amore  di  Dio  verfo  il  mondo,non  allegò  altro,che  hauer  d^ 
il  Figlio  unigenito;  foggiongeuano,ch8  quefti  fono  beneficij  communi  a  tut , 
e  che  co»ueniua,che  fi  tacelle  un  prefente  proprio  a  cialcuno.  Et  però  i  Th(  • 
logi  hanno  aggionta  una  gratia  habituale,donata  a  ciafcun  giufto  la  fua:  laqi  li 
è  una  qualità  Ipiritualccreata  da  Dio,&infufa  nelF  anima,per  laqualevienf  • 
ta  grata,&  accetta  alla  diuina  Maeftà  :dellaquale  febennonfitrouaefpreffa]  » 
fola  ne'  Padri ,  &  meno  nella  Scrittura ,  nondimeno  fi  deduce  chiaramente  <  l 
verbo,Giuftificare:ilqual  effendo  effettiuo,  per  neceflìtà  fignifica  far  giufto  c<  i 
iinpreflione  di  reale  giuftitia:laqual realtà  nonpotendo  eller  foftanzajiionp  ► 
cikr'  altrojche  qualità,&  habico. 


^TA  Paolo  111.  LIBRO  SECONDO.  205 ^ 

Et  in  qucfta  oc  catione  fu  trattato  longamentecontra  li  Liuheranij  che  non  ci3  i3 
)aHono  il  verbo  Giaftificare  elTer'  cffettiuo,  ma  giiidiciale,&  declaratiuojfon-  xlvi. 
LiidofiropralavoceHebreap^ivn,  6c  fopia  la  Greca  Sinsuf^y  :,  chefignitìcano 
onanciargiafto:  &  per  molti  luoghi  della  Scrittura  del  Nuouo,&  Vecchio 
eftamento'jche  anco  nella  traduttione  Latina  è  ufata  in  tal  figaihcatioiie:»?,:  fé 
;  allccraua  fino  a  quindici.  Ma  il  Sotoeicludeua  tutti  quelli  di  San  Paolo,  che 
irlano  della  noftra  giuftiftcatione:  &  in  quelli  diceua,non  poterli  intendere,  fé 
311  in  iì<ynificatione  eifettiua  :  di  che  nacque  gran  difputa  tra  lui ,  &  il  Mnrina- 
,  alqual  nonpiaceuajchelìfondaireincolacofi  leggierauiiadiceuaj'arcicolo 
Ila'n-atiahabituale,  non  poter  riceuer  dubbio,  come  decifo nel  Concilio  di 
l'enna,  5c  fententia  commune  di  tutti  i  Theologi  :  &  quello  eiler'  un  far  (odi 
ndamenti,chenonpoironoeirerdeftrutti  :  &  non  voler  dire,  cheS.Paoloa' 
3mani,  quando  dice  che  Dio  giuftifica,  non  intenda  in  fenfo  declaratiuo,  con- 
ni tefto  manifeilo,che  mette  un  procedo  giudiciale,dicendo,Che  nillunpo- 
i  accufarjne  condannar  gli  Eletti  da  Dioteilendo  Dio,  che  gli  giuftifica  :  doue 
erbi  giudiciali,accufare,&  condannare,moftrano,cheil  giuftitìcarfìa  voce  di 
:o  parimente. 

Ma  i  Franecfcani  prouauano  la  gratia  habituale,perche  la  carità  elfa  è  un'  ha- 
0  :  de  qui  fu  difputato  acremente  tra  loro ,  &  i  Domenicani,Se  l'habito  della 
itia  era  l'iftelTo  con  quello  della  carità ,  come  Soto  vuole ,  o  pur  diftinto,  co- 
;  piacque  a  San  Thomafo  :  6c  non  cedendo  alcuna  delle  parti,  fi  pafsò  a  cerca- 
Se  oltre  quefta  gratia,  o  giuftitia  inherente,vieneanco  al  giuftificato  imputa- 
ta giuftitia  di  Chriftojcome  fé  folte  propria  fua:  &  quefto,per  l'opinion  d'Ai-  ("^o^"  f^* 
:to  Pighiojilqual  confeirando  la  mherentcaggionfe.  Che  in  quella  non  con-  ""^"'^^"'"f 
;ne  confidarli ,  ma  nella  giuftitia  di  Chrifto  imputata,  come  Te  noftra  folle.  J^  ch'in" 
iFun  metteua  dubio,fe  Chrifto  hauelTe  meritato  per  noi:ma  alcuni  biafmaua-  ^ 

il  vocabolcimputare  :  &:  voleuano ,  che  foife  abolito^non  trouandoii  ufato 
Padri ,  iquali  fi  fono  contentati  de'  nomi,coramunicatione>participatione> 
fufìone,deriuatione,applicatione,  computatione,  congiontione.  Altri  diiìe- 
che ,  conftando  della  cofa,  non  era  da  far  forza  fopra  una  voce,che  oo-nuno- 
le  fignificar  precifamente  rifteiro,che  le  altre:  laquale,fe  ben  non  datutti,«Sir 
n  frequenza,fu  però  alle  volte  ufata:  fi  portaua  l'Epiftola  e  i  x.  di  S.Bernardoj, 
:  quefto:8<:il  Vegadefendcua,cheveramente,quantonque  il  vocabolo  non  fi 
mi  nelle  Scritture,nondimeno  è  propriiftìmo,  &  latiniflimo  il  dire  ,  Che  la 
iftitia  di  Chrifto  è  imputata  al  genere  humano,in  rodisfattione,&  merito:&: 
e  continuatamente  è  anco  imputata  a  tutti  quelli,chc  fono  giuftificati,&  fa- 
fanno  periproprij  peccati:  ma  non  volcua,cheii  potclTedircCheè  imputa- 
,comc  le  folle  noftra  JV  che  elFendo  oppofto,che  San  Thomafo  ufa  di  dire,chc 
battezzato  è  communicata la  paflione  di  Chrifto  in  remiffionc,come  fé  ella 
laueflè  foftenuta,&  folFe  morto:fopraleparole  di  San  Thomafo  vifu  lon<ya,& 
an  contentione.  Il  General  Heremitano  tenne  openione^che  nel  Sacramenta 
■1  Battefmcla  giuftitia  di  Chrifto  fia  imputata,  per  elTcr'  in  tutto,»St  per  tutto 
immunicata}  iiianonnellapenitenza,doiie  cibifognano  anco  le  noftrefodif- 

Cc     iij 


ma' 


io6  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  paolo   r. 

CI  3   13    faccioni.  Ma  il  Soro  dilfe,  Che  la  parola  irapiitatione  era  popLilaiii]ìma,&  I. 
XLVi.       ueiia  molto  del  plauiibile  :  percheiaprimo  aipeccoalcro  non  lignifica,  fé  n.i 
che  rutto  fi  ciebbericonolcerdaChrido:  ma  che  egli  l'hauena  lempre  hau;j 
per  rorpetta>atte[c  le  cattine  cófeguenzcchc  da  quella  i  Lucherani  cauano:ci, 
che  quella  fola  fia  rui]icicnte,&  non  faccia  bifognod'inherence  :  che  i  Sac- 
menti  non  donano  gratia,  che  inlìemecon  la  colpa  fi  (cancella  ogni  penajC; 
non  refta  luogo  alla  lodisFatcione ,  che  tutti  iono  uguali  ingracia  jgiuilicia: 
gloria:  d'onde  deducono  anco  quella  abomineuole  biaftema,  che  ogni  giu) 
è  uguale  alla  Beata  Vergine.Quello  auuertimento  mife  canco  fofpctco  negli 
dienti,  che  lì  vide  manifcfta  una  inclinacionc  a  dannar  quella  voce,  come  he 
tica,quantonqueFoirero  replicate  efficacemente  le  ragioni  in  contrario.    . 
contentioni  tra'Theologi  nafceuano  per  certo  dall' atfetco  immodcrato  v 
fo  la  propria  fetta  :  ma  vi  fi  aggiongeua  anco  fomento  da  diuerfi  per 
ri)  fini.     Dagli  Imperiali  ,  per  coftringer  ad  abandonar'  la  giuftihcatio 
da' Cortegiani  Romani  ,  per  crouar  modo  di  feparare  il  Concilio,  &fi 
gir  la  riforma  imminente  :  &  da  altri,  per  liberarfi  da'  difagi,  che  temguano  m 
gioii  per  lacarcftia,  o  perla  guerra immincnte,gionta  la  poca  iperanza  di 
frutto. 
ChtbtUo  m         j^^  mentre  in  Trento  fi  fanno  quefté  difputcjil  Pontefice  in  Roma  a  quir 
^ma,:>ptt  a  ^j^^j  L^^gi^Qp^^b^j-^m-^Qjni^il^^OjColquale  leuò  la  fatica  a'  PrencipidiGerr 
%ToteJìanth     nia  d'inueftigare,o  perfuader  ad  altri  la  vera  caufa  della  guerra:  perche  in  qu( 
Bolla hauendodiffufamenteefplicato il fuo affetto,  &c  follecitudine  paftoi 
per  la  fallite  degli  huomini  enarrata  la  perditione  delle  anime,  che  contini 
mente  feguiua  per  l'accrefcimento  delle  herefie,cheper  eftirparle  era  il  Con 
lio  già  comminciatojfi  dolcua  (opra  modo  delia  pertinacia  degli  heretici,ch(  i. 
fprezzauano,  cc  ricufauano  ubedirlo,  &  fottoporfi  alla  definitione  di  quello  1 
che  per  rimediare,eglihaueuacóclufo  lega  con  Celare,per  ridur  con  forza  d  " 
megli  heretici  all' ubedienza  della  Chiel'a:&  per  tanto  ognuno  ricorreffeal 
con  preghiere,&:digiuni,confeHìoni,&  communioni:  accio  laMaeftà  fuadi 
na concedere  buon'  edito  a  quella ;guerra,prefa  a  gloria  fLiaicfialtatiGne  de 
Chiefa,&  per  eftirpar  l'hcrefie. 
bando  di  Ce-      Cefarcfeguendoladeliberationed'afconderlacaufadeliareligioncpubl 
fare  cantra  il  fotto  i  venti  dello  ftello  mefe,un  bando  contra  ilSalIone,&  ilLantgrauiojimi 
Sajfone ,  e'I     j^j-^Jq  loro  d'hauer'  impedito  fempre  i  fuoi  dilfegni,  non  hauerlo  mai  ubedi 
Lundgramo:    ^^^^^  £^j ^q  congiure  contra luismofib  la  guerra  ad  altri  Prencipi  dell' Imper 
hauer  occupato  Vefcouati,&  altre  prefetturcpriuato  molti  delle  lor  facoltà  : 
tutte  qucftecofe  coperte  con  ipeciolo,&:  dolce  nome  della  religione,  della] 
ce,  &  della  libertà;  hauendo  però  ogni  altro  fine.    Pertanto  ,  come  perii  i 
ribelli ,  feditiofi,  rei  di  lefaMaefta,  perturbatori  della  tranquillità  publica 
profcriue  :  commanda ,  che  niifiin  gli  dia  aiuto ,  &  li  congionga  con  lo:  ; 
alTolue  la  Nobiltà,  S^  popolo  de' domini)  loro  dal  giuramento  della  fedel: 
includendo. nel  medefimo  bando  tutti  quelli»  che  perfeuereranno  nella  k  • 
ubedienza. 


A  Paolo  III.         LIBRO   SECONDO.  207 

l Pontefice  fa  molto  molcftalacauradcllaguerrajche  Cefareallcgana:,.^.:  a    ciò   io 
.re  incito  moietta  l'allegata' iJal  Pontefice:  perche  ciafcuno  dilorovcniua    ■  xlvi. 
noedir'^li  fini  dell' altro. ImpcrochcquantoiacLie  il  Papa  prctendellcd'ha-^f"  diuerji 
Jr         o„  -r  n  ■     r,i-     ti 1  -   j: ._'i,-i      n-         r     _    :...     d  amendue  iti 


qucfto  manifcfto,accio  folle  dal  popolo  di  tutto'!  Chriftiauermo  im-    J  / 
'aiuto  diuino,per  faiionr  le  arme  dell'  Imperatore  :  egli  noiidimenojdc 


fattoci ri  j  n'r  I-          j  o   ^**^P^  guerra: 

ato  Tallito  diuino,pcr  hiiionr  le  arme  dell  Imperatore  :  egli  noiiiimeno^dc 
i  periona  di  giudicio,  molto  bene  coiiobberojqucfto  eiler  tactcpcr  notift- 
atiirto'l  mondo^&:  allaGermania,che  quella  era  guerra  di  religione  :  il  che 
ico  daf^li  imprudenti  conoiciuco  poco  dopo  :  perche  fu  publicata  la  lettera 
lifcritcaa'  Suizzeri,della  quale  fi  è  di  fopra  parlato,  mandando  copia  de' ca- 
li medcfimi  del  cótrattato  col  Madrnccio.il  fine  del  Pontefice  in  publicar' 
ntrario  di  qaello,che  l'Imperatore  faceua,  erajperche  ben  voleua  la  depref- 
:  de'  Protcllanti^ma  non  con  aumento  delle  cole  di  Ccfare  :  anzi  per  impli- 
icó  equilibriojpenfaua  di  neceflltare  tutti  i  profelTori  della nuouareligio- 
l  unirfi  conrra  lui.Certo  èjche  l'actione  del  Papa  fu  di  qualche  impcdimen- 
dilPcgnidi  Ccfare  :imperoche,hauendo  egli  ricercato  i  medcfìmi  Suizzcri 
itinuarlalegajchehaueuanocon  lacafa  d'Auftria,  &L  Borgogna  ,  &  non 
re  i  fuoi  ribelli  :  gli  Euangelici  rifpofcro  ,  Voler  efltr  prima  certi,  che  la 
a  non  fofle  per  caufa  di  religionc:cofì  anuenne^che  non  ancora  era  princi- 
la  guerraA'  già  erano  gettati  in  campo  femi  di  difcordia  tra  quei  Prencipi 
amente  collegati, 

stentati  d'Italia  reftarono  fl:upefatti,&:  defiderauano  nel  Papalafolita  Tua 
nza  di  tener  la  guerra  lontana  d'Italia,»Sc  i  Prencipi  oltramontani  in  equi- 
idi  forze,ilquarinunpuntofteirohaueua  operato  cofa contraria  ad  am- 
quefti  fini.Imperoche,fe  l'Imperatore  hauelPe  foggiogata  laGermania,re- 
l'Italia  a  fua  difcretione,fenza  che  la  Francia  ballalFe  ad  opporli  a  tanta 
izarfe  anco  l'Imperatore  foccombeuajera  manifefto  l'ardore  de'  Thedefchi 
larfene  in  Italia.Et  forfè  quefte  ragionijpailandoper  mente  al  Papa»  lo  per- 
Ojcóclufa  la  lega,ada(Iicurariì,cótrapelando  la  Germania  co  l'Imperatore, 
i  Cefarcjoltre  il  difgufto  riceuuto  per  il  Giubileo ,  entrò  anco  in  folpetto,  Cefare  vuole- 
PapajOttenuto  il  fine  fucdi  muouer  guerra  a'  Proteftantijnonprocuralfe  ^^^fififty^ 
blutione  del  Concilio/otto  prctefto  di  differirlo  dopo  la  guerra  finita:&  """  '"* 
colore  di  pericoli;per  le  armcche  i  Proteftanti  preparauano  in  Sueuia.Sa- 
lijueftaeirerlamira  di  tutta  la  corte,  negotiataconluiper  venticinque  «Se 
'ini:fapeua  la  volontà  de'  Vefcouiscongregati  in  Trento,etiandio  de'  llioij 
'  inclinata  air  ifteirojperi patimenti,  6cdilagi:tcmeua,che  le  la feparatione 
cgLiita,i  Lutherani fé  ne  folfero  valli^con  dire,  che folfe  ftato  cógregato  a 
!  i  trouar  predio  di  far  loro  laguerra:&  che  i  Catholici  diGermania  péfalTe- 
'Cjdepofti  gli  interefll  della  religione,  &  della  riforma  ,  eglimiraire  folo  a 
;'ogar  la  Germania.  Dubitò  anco  ,  che  ,  feguendoll  a  trattar  le  mate- 
introuerfe  ,  come  già  s'era  fatto  del  peccato  originale  ;  &  era  auifa- 
le  fi  diuifaua  fare  della  giuftificatione  ,  glipoteire  eilcre  impedita  qual- 
;bmpofitione,che  s'haueiPe  potuto  fare,dando  Iperanza  alle  città,  chefii- 
ij»no.udite  le  lor  ragioni  ?  per  fcparargli  da'  Prencipi  della  lega.    Vede  uà. 


2o8  CONCILIO   DI  TRENTO     PapaPaoloI. 

ci    e  1 3    chiarojeirer  neceiraricche  il  Concilio  l'eftaiTe  aperto,  &:  attendeire  allariforij 
XL  VI.      folamentcma  difficile  ad  ottenerlo  5  Te  non  hauendo  il  Papa  congionto  in  qi- 
ftcPcrò  (pedi  in  diligenza  a  certificarlo ,  che  haurebbe  pofto  tutto  lo  fpirito  : 
le  forze,  principalmente  a  far  che  Trento  foile  ilcuro:  che  nondubita(le,qu;- 
tonque  andalTc  famad'eiTcrcitiProteftanti  in  Sueuia  :  che  era  ben  neceflà) 
mantenere  ilConcilio,peroiiuiare  alle  detrattioni,ecalonnie,checontraain- 
doi  farebbono  diireminate,rc  ridiirolueire:  lo  pregaua efficacemente  ad  opec 
fìjchc  redalfe  aperto,&  le  cofe  controuerfe  non  foiFero  trattate  :  eifendo  fua  j  ■ 
ma  intentionedi  coftringer  ifuoi  adherenti  Proteftanti  con  l'autorità;  &g  ■ 
nimici conle  arme  ad  interuenirui,&:  fottoporiì.  Ma,tra  tanto, non bifogna. 
mettere  impedimento  a  quello  ottimo  dilfegno,  ferrando  loro  la  porta  con]  • 
crcti  contrari]  fatti  in  alfenza-.che  quello  nonpoteua  andar  longo;  e  fperaua  • 
dernc  il  fine  quefta  Hate:  però,fì  contentaife  operare ,  che  fi  trattaffe  della  ri  • 
ma  per  all'  hora:o  pur,fc  lì  trattalfe  della  religione,!!  toccairero  folo  cofe  leg 
n:,&c  che,definitc,non  ofFendelfero  li  Proteftanti.  Ordinò  anco  che  l'ifteifo  1  ■ 
ciò  folfe  fatto  dall'  Ambafciatore  fuo  in  Trento  co'  Legati  :  &  perche  era  in) 
mato,che  Santa  Croce  era  inclinato  alla  diifolutione  in  qualonque  modo,C( 
mife  all'  Ambafciatore,che  con  lui  facclTe  pairata,a  dirgli,  Che,fe  lui  haueil 
perato  alcuna  cofa centrala  mente  diSuaMaeftà m  quefto,rhaurebbe  fatto 
tar  neir  Adicc.  Ilche  fu  anco  fatto  publico  a  tutti,  &  fcritto  dagli  hiftori( 
quefto  tempo. 
,,  n  uà  non      II  Pontefice,fe  ben  haurebbe  voluto  vederfi  libero  dal  Concilio ,  &  da  t 
potendo  oppor-  la  Carte  foife  defiderato  l'ifteiTo;  giudicò  neceirario  compiacer  Cefare  iute 
fi,ord'ina.  che  fi  lo  aperto,&:  non  trattar  le  controuerfic  :  ma  l'attender  alla  fola  riforma  noi  t 
pafìiferiTiAftir  potè  piacere  ne  a  lui,ne'  a  cortegiani.  Però,  fcriife  a  Legati,  che  non  lafciai 
^^'^'  diilòluerc  Tadunanzaje  che  non  faceffero  Seffione,  fm  che  da  lui  non  foife  e 

nato  :  ma  trattenelTero  i  Prelati ,  &  i  Theologi  con  far  Congregationi;  & 
quelle  occupationi ,  &  eirercitij,  che  meglio  foife  loro  parfo.     Ma  in  T 
to a'  venticinque  fu  folennemcnte  publicato  il  Giubileo,  in  prefenza  de' 
eati,  &;  di  tutto'l  Concilio:  accioche  lìpotcìrc  attendere  a' digiuni,  &  : 
opere  di  penitenza, fecondo  il  prefcritto  della  Bolla:  e  fu  differita  laSeflì 
fino  al  tempo,  che  folTe  intimata,  &:  le  Congregati oni  intermeife  per  quin 
giorni. 
1      rr  £    .       In  quefto  tempo  medefimo  s'accoftò  l'eirercito  de' Proteftanti  al Tirolc 
mi  turba  il    occupare  palfi  alle  genti,  che  d'Italia  doueuano  palfare  all'  aiuto  dell'  Imp  x- 
CmcUk'        tore:&  da  Sebaftiano  Schertellino  fu  prefa  la  Chiufa.  Per  il  che  quel  Coni  lo 
fi  pofe  tutto  in armcper  impedirgli  ilprogrefio  :  &  Francefco  Caftelalto,  le 
eraa^uardiadel  Concilio  andò  elfo  ancora  in  Ifpruc  ;&",  munita  quella  e  àj 
pcrpreuenire  l'occupationede'paflìjfi  pofe  con  la  fua  gente  fette  miglia  d  o- 
pra:il  che  fece  dubitare,che  la  fede  della  guerra  non  douelferidurfi  in  quel  e- 
fe,&  difturbar  intieramente  il  Concilio.  I  Prelati,che  defiderauano  pretefì  ^i 
poter  di  là  ritrarfi,magnificauano  i  pericoli,&  i  difagi:  al  che  non  opponen  )ii 
i  Legati  nelprincipio,diederofofpetto,che  la  mente  del  Pontefice  foilè  a]  i" 


lo 


APA  Paolo  III.         LIBRO   SECONDO.  ,105^. 

il  profeguire  il  Concilio.Partiiono  alquanti  Prelati  de*  piutim  jdi,&  che  non  ci3  io 
^londeiiftaiiano  inTrento:&:  maggior  numero  farebbe  partito/c  il  Cardinal  xlvi. 
Trento,  tornato  di  frefco  da  Roma  5  non  haueife  atteftato ,  che  il  Papa  ne  ha- 
fcbbcfcntito  dilpiacerc  ;  &  i  timidi  non  follerò  (lati  confortati  da  lui,&  dalP 
mbafciatorc  Ceiareo,con  ficurargli>attefo  il  numero  graudcche  d'Italia  veni- 
i,qual  haiirebbe  cofl;retto  i  Protcftanti  a  partir/ì  :  &  anco  la  lettera  fcritta  dal 
ipa  a'Legati  jfopraggionta  in  quelli  morijnon  gli  haucJTe  fatto  congiongere 
iirorità  loro5&:  del  Papajagli  uffici)  degl'altri. 

Ma,fcben  riufcj  vano  il  tentatiuo  de' Proteftanti,  Scie  cofe  delTirolo  refta- 
10  in  ficurojchc  da  quel  canto  non  rimaneire  dubbio  ;  Trento  andò  in  confu- 
'le  per  il  numero  grande  de'  foldati,  che  continuamente  d'Italia  in  Germania 
raua;quale,fecondolc<onuentioni  della  lega,  era  in  tutto  al  numero  di  do- 
imila  Fanti,&  cinquecento  Caualli  :  oltra  dugcnto  del  Duca  di  Thoicana,t?<: 
Ito  del  Duca  di  Ferrara.  Erano  condotti  da  tutti  i  famoh  Capitani  d'Italia, 
:o  Ottauio  Farnefc,  General  Capitano5&  Alelfandro  Farnefe,  Cardinal  Lc- 
3, fratelli,  ambiai  Pontefice  nepoti  di  figlio:  6c  feimilaSpagnuoli  foldati 
prij  di  Cefare  ,  tratti  di  Napoli ,  &  Lombardia.  Et  mentre  durò  il  pailàg- 
de' foldati,  che  fufinoamezo  Agoftojtb-bcn  nofi  s'intermeircro  allatto  le 
liche  attioni  Conciliari  ;  fi  fecero  però  meno  frequenti,  6c  meno  numeroic. 
accioche  i  Vefcoui,&:  Theologi,haiie{rero  tratteniraentOjil  Cardinal  Santa 
ce  teneua  in  cafa  propria  ridottione  de' letterati ,  doue  fi  parlaua  delle  cofe 
,efime,ma  in  modo  famigliare,  &  fenza  ceremonie. 

-iblicarono  in  quello  tempo  iProtellanti,collegaticontraCefare,unafcrit-  r^^nìf-Jlo  de' 
inuiataa  lorfudditi ,  piena  dimaledicenzeicontra  il  Pontefice  Romano,  ^''''^^^Jl^^tt 
mandolo  Antichrifto,  illromento  di  Sathan  :  imputandolojche  per  i  tempi  ""^'^'^     **-^*' 
Iti  hauelFe  mandato  attaccar  fuoco  in  diuerfi  luoghi  di  SalFonia  :  che  hora 
autore ,  &  inftigatore  della  guerra ,  che  hauelFe  mandato  in  Germania,pei' 
nenare  i  pozzistSc  acque  ftagnanti:auuertendo  tutti  a  dar  diligenti  per  pren- 
&  punir  quei  vencfici.La  qual  cofaperò  pochiflìmi  riputauano  verifimilc, 
a  (limata  una  calonnia. 

rriuata  la  gente  del  Papa  nel  campo  ,  che  fi  ritrouaua  inLandshut,  il  dì  ^""|*  *  ^^* 
idici  AgoftojCefare  diede  il  coUar  del  Tofone  ad  Ottauio ,  fuo  genero,che  ^^fp/^J^'' 
aueua  donato  nella  celeb'ratione  dell'  Airemblea  di  quell'  Ordine,  che  ten-    ''        ' 
di  di  S.Andrea:  &  vide  la  moftra  delle  genti  del  Pontefice  con  molta  ap- 
iatione,&  contento  fuo,d'hauere  il  fiore  della  militia  Italiana:  &  nondime- 
I  i  fini  del  Pontefice,^  Imperatore,  diuerfi^produceuano  occafioni  di  difgu- 
!  oleua  il  Cardinal  Farnefe  portar  la  Croce  inanzi,come  Legato  dell'  efierci- 
Ircofihaueua  ordine  dal  Ponteficedi  fare  :  publicando  anco  Indulgenze, 
inodoper  i  tempi  paiFati  folito  farfi  nelle  Cruciate:dichiarando,  che  quella 
i^uerradellaChicfaCatholica.     Nilfuna  dellequali  cofe  potè  ottener  dall' 
cratere  :  ilqual  haueua  per  fine  nlofì:rar  tutto  il  contrario  ,  per  dar  trat- 
unento  a'  Prencipi  Lutherani  ,  che  feco  erano  :  &  accio  le  città  non 
^inaflcro  centra  lui  per  quella  caufa.  Il  Cardiiivale,  vedendo  non  potere 
!  Dd 


110  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  paolo  II 

e  1 3   1 3    ftar  nel  campo  in  altra  qualità,  con  degnità  del  Papa ,  &c  fua ,  fermatoiì  in  Rati  • 
XL  V I .      bona,fingendoil  ammalatojafpettaua  rirpofta  dall'  Ano,  quale  haueua  del  tutt 
auiiato. 

Pofte  da  tutte  due  le  parti  le  genti,&  le  arme  in  pontcquantonque  ambidi 
haucircro  grolfo  elTercito ,  Se  li  coftringcirero  l'un  ralcrOiprefentandolì  anco 
battaglia  ,  ciaicuno  quando  vedeua  il  vantaggio  proprio»  »S:  occorrelfcroa 
uno  o  air  altro  molte  buone  occailonid'acquiitar  qualche  notabil  vittoriauio 
dinicno^dal  canto  de'Protcftanti  non  furono  abbracciate,per  eiler  le  genti  cor 
mandate  dall'  Elettore,  6c  dal  Lantgrauio,  con  pari  autorità  ;  gouerno  neg  . 
eiferciti  ferapre di pcfl]mariurcita;&;  Cefare^cio  conofcendo^per  reftar  lupeti  i 
re  fenza  rangue,&;  per  non  dar  a'nemici  occafione  di  regolar  meglio  le  cole  lor  i 
afpettaua  che  il  tempo  gli  metteile  in  mano  la  certa  vittoria  in  luogo  di  quell 
che  poteua  fperare  con  altretanto  dubiojefponendofl  alla  fortuna  d'ima  gioir 
ta:ondc  non  fu  fatto  fattione  di  momentOj&  confeguenza. 
in  Trento  p         I  Legati  in  Trento,  liberati  dalla  fodatefca ,  regolarono,  fecondo  lo  ftile 
pajfa  il  tempo  prima>lc  Congregationi,ritornandole  a' giorni  ordinari)  ,&;  penfando  tralp] 
in  dìjputey      come  andar  portando  il  tempo  inanzi,fecondo  l'intentione  del  Papa  :  e  nont: 
uarono  altro  modo,fe  non  con  mofbrarcche  l'importanza  della  materia  ricer 
uà  eifatta  difcuffione,  &  con  allongar  le  difpute  de'  TheoÌogi,dandoaditQ 
aggregando  nuoue  materie:del  che  non  era  da  temer  mancamento  d'occaiìo 
attcfo  che,o  per  la  connefllonco  per  intemperanza  d'ingegno,fempre  i  Dott 
patfano  facilmente  d'un  ad  altro  loggetto.Confegliarono  anco  di  fomentai 
differenze  &:  varietà  d'opinioni-.cofa  di  facilriuicitarcofbper  la  naturale  incli 
.  rione  dell' huomo  di  vincerenelledifpute:come,perche  nelle  Scole,  maflime 
Fratijlafouerchia  fermezza  nell'  opinione  della  propria  fetta  è  molto  accoi 
mata.Il  Monte,come  di  natura  ingenua,teneua  il  negotio  per  difficile,  ne  fìp 
metteiiadipoterferuarcoftazaincofllonga  di{fimulatione,dellaquale  fi  ved 
bifogno.Ma  Santa  Crocidi  natura  melancolica  &  occolta,fi  offerì  di  piglia 
fé  il  carico  di  guidare  il  negotio. 

Adonque  nella  Congregatione  de' venti  Agoflo , parendo,  che  fopra  i  ver 
cinque  articoli  folle  tanto  parlato ,  che  baftaile  per  formare  gli  anathematif 
fìpropofe  di  deputare  Padri  a  comporgli:&  furono  nominati  tre  Vefcoui,  & 
Generali:&  primo  ài  tutti  il  Santa  Croce:&  fatta  una  modula  di  Canoni,&f 
polla  per  dilcuterc  nelle  Congregationifeguentijritornarono  le  medelime  ^ 
pure  della  certezza  della  gratia,delle  opere  morali  degl'  infedeli,^  peccato 
del  merito  de  (^ongruo,dc\l'  imputatione ,  della  diftintion  della  gratia,e  carità  . 
molto paflo-    fi  parlò  con  maggior  efficacia  dalli  intercirati  nelle  opinioni,  aiiuando  il  Ca  - 
fi^h  naie  gli  aifetri,con  moftrarcche  le  materie  erano  inìportanti,che  era  necelfa  > 

ben  difcuterle;  &,  che  fenza  la  rilolutionediquclle,era  impoiribilefarbii(.i 
deliberationc.  La  fola  controuerlìa  della  certezza  della  gratia  elfercitò  m  i 
giorni  i  difputantij&  oftinò,  &c  diuile  in  due  parti, non  folo  i  Theologi:  3 
anco  i  Preiati.Non  però  fu  refa  la  queftionc  chiara  per  le  difpute,  anzi  più  o)  i- 
rata. 


i 


APA  Paolo  III.  LIBRO    SECONDO.  in ^ 

Nel  principio, come  al  fiio  luogo  detto  habbiamojiinapartediceiin^chela    ci3  i3 
:rtezza  d'haiier  la  gratia  è  pi-e(bntione:i'altrajche  lì  può  haucrla  iTicriroriamen-     x  l  v  i . 
■,I  fondamenti  de'  primi  eranojcheSan  ThomafcSaii  Bonauentura,&  il  com-  raafjtrm,  In 
lune  de'ScoIafticijCofi  hanno  feiititoicaufaspcrche  la  maggiorpartcdc'Dome-  I'*^M'^t'>  ^el- 
icaniera  nell' ideila  openionc.  Oltre  l'autorità  de'  Doctoibaggiongcuanóper  '^.  ""■^"* 
igioni,nonhauer  Dio  voluto  che  folfe  l'huomo  certo,  accio  non  li  leuatlc  in       ' 
iperbia,»S>:  eftimatione  di  fé  medelimo:accio  nonflpreferiire  agli  altri,comefa- 
bbe  a'  manifedi  peccatori,  chi  fi  conofceire  giufto: ancora  fi  renderebbe  il 
hriftianofonnolente,&  trafcurato,  &  negiigentead  operar bene.Pcr quelli 
petti ,  diceuano  ,  l'incertezza  elfcr  utile ,  oltre  che  meritoria  :  perche  è  una 
ilìone  d'animo,che  lo  affligge,laqualfopportata,  cede  a  merito.Adduceuaiìo 
co  luoghi  della  Su  rittura,di  Salomoniche  l'huonio  non  fa  le  fiadcgrjo  d'o- 
D,o  d'aniore.Della  Sapicnza,che  comanda  non  clfcr  fenza  timore  del  peccato 
[donato.  Di  San  Pietro,  che  s'attendi  alla  ialutecoa  timore,^  treir.ore.Di 
11  Paolcche  dilfe  di  fé  medefimo,Qnantonque  la  mia  cofcienza  non  m'accu- 
non  però  mi  tengo  giuftificato.  Qucfte  ragioni,  &  tcilimonijjinfiemecon 
•Iti  luoghi  de'  Padn,erano  portati,Ck  ampliftcati,  mallìme  dal  Seripando,dal 
ga,&dalSoto. 

Ma  il  Catarino,col  Marinaro,  haueiiano  altri  luoghi  de'  medefimi  Padri  in. 
itrario  :  ilche  ben  moftraaa,  che  m  quello  particolare  hauelfcro  parlato  per 
idétccome  le  occafioni  faceuano  più  a  propofito,hora  per  folleuar'  i  fcrupo- 
jhora  per  reprimer  gli  audacirperòjfireftringeuano  all' autorità  della  Scrittu- 
)iceuano,che  a  quanti  fi  legge  neir  Euangclio  Chrifto  haucrrimcllo  i  pec- 
i,a  tutti  diire,C6hdati,che  i  peccati  ti  fono  perdonati:C<-:farebbe  airordita,ehe 
rifto  hauelfe  voluto  porger'  occafionc  di  temerità,&  fuperbia:  6c  fé  folfc  uti- 
imerito,che  eglihaueire  voluto  priuar  tutti  di  quello.  Che  la  Scrittura  ci 
iga  a  render' a  Dio  gratie  della  noilragiuftificatione,  lequali  non  fi  pollono 
dere,fenon  fappiamo  d'hauerla  ottenuta:&  farebbe  inettiffim.o,(S%:  udito  co- 
impertinentcchi  ringratialle  di  quello,che  non  la  fé  gli  fia  donato,o  no.Che 
Paolo  apertamente  alferifce  la  certezza,quando  raccorda  a'  Corinthi  di  fen- 
,  che  Chrifto  è  in  loro,  fé  non  fono  reprobile^:  quando  dice,che  habbiamo 
uuto  da  Dio  lo  Spirito,per  laper  quello,che  da  fua  Diuina  Maeftà  ci  è  fiato 
.ato:&  più  chiaramente,  che  lo  Spirito  Santo  rende  teftimonianza  allo  fpi- 
noftro,che  fiamo  figli  di  Dio.Et  e  gran  coia,d'acculp.r  di  temerità  quelii,che 
lono  allo  Spirico  Santo,che  parla  con  loro:dicendo  Sant'Ambrofio,  che  lo 
rito  Santo  mai  parla  a  noi,che  non  ci  faccia  inficine  lupere,  che  egli  e  d'elio 
i'  parla.  Apprelfo  quefto,aggionfe  le  parole  di  Chrifto  in  San  Giouanni,Che 
'tondo  nonpuoriccuer  lo  Spinto  Santo,perchewon  lo  vcddwc  conofce:  ma 
1|  i  difcepoli  lo  conofceranno;,pcrche  habitarà  in  loro ,  &  iw  loro  farà.Si  for- 
i.auailCatarino alla gagliarda,condire,E(rere una  attione  dafognatoreil  dc- 
-dere,che  la  gratia  fia  riceuuta  voloncariamente,non  fapendo  d'hauerla:  quafi 
I'  ariceucrunacofavolótariaméte,nófianecelIario  che  il  riceiiitor  fpoLanco 
y^iachc  gli  è  datajchc  realmente  lariceue36c  dopo  riceuuta,che  lapoiledc. 
!  Dd     ij 


111  CONCILIO  DI  TRENTO       P/paPaolo111 

ci3  i3  Laforzadiqucfte  ragioni  fece  prima  ritirar  alquanto  quclli,che  la  cenfur; 
XLVi.  nano  di  temerità  ,  8c  condifcendere  a  concedere ,  che  lì  poteire  hauer  qualcl- 
congetturajlebennon  certezza  per  ordinario-.coiidcfcendciido  anco  a  dar  ce: 
tezza  ne'  Martiri ,  ne'  nuoiiamente  battezzati ,  &  a  cerei  per  Ipccial  rmctation 
8c  da  congettura,  fi  lafciarono  anco  condurre  a  chiamarla,Fede  morale:&  iTY 
gajche  nel  principio  admcttcua  fola  probabilitàjvinto  dalle  ragioni,  &  Ciitrat 
poi  a  fauorirlacertezza,pcr  non  parere  che  alla  fententia  Lutiieranalìconfc 
maircdiceuajEirerui  tanta  certezza,clie  c'elude  ogni  dubio  ,  &  non  può  inga 
nare:  quella  però  non  elFer  fede  Chriicianajma  bumana5&:  elperimentale  :  & 
comcchi  ha  caldo  è  certo  d'hauerlo ,  &  lenza  ienlo  farebbe  quando  ne  dubir 
fe;coiic,chi  ha  la  gratia  in  fcla  Tenrej^  non  può  dubitarne,  per  il  [cuCq  dell'  a 
mamonperriuelationediuina.  Ma  gli  altri, defenfori della  certezza,  collie 
dagli  auuerfarij  a  parlar  chiaro,feCeneuano  cherhuomopoteire  hauerla,  op 
anco  le  foife  a  ciò  tenuto:&;  le  era  fede  diuina,o  pur'  humana  j  lì  ridullero  a  d: 
chceirendounafedepreftataalteftimonio  dello  Spirito  Santo ,  non  lìpoù 
dire,che  foife  in  libertà,eirendo  tenuto  ciafcuno  a  credere  alle  riuelationidi 
iie,ne  li  potcua  chiamar  fedele  non  diuina. 

Et  anguftiati  dall'  obiettione,che,re  quella  è  fede  non  uguale  alla  Cathol  , 
non  efclude  ogni  dubbiotle  ugualcadonque  tato  debbe  il  giufto  credere  de 
giuft:ificato,quantogli  articoli  della  fede.    Rifpondeiui  il  Catarino,Che  qu 
era  fede  diuina,  di  ugual  certezza,  ócefcludente  ogni  dubbioi  coli  ben  com  , 
Catholica,manoneirer  Catholicaelfataireriuaeirerfede  diuina,»^  efcluden  - 
gni  dubitatione  quella,che  ciafcuno  prefta  alle  diurne  riuelationi,fattea  fé  j  • 
prio  :  ma,quand0  quelle  fono  dalla  Chiefa  riceuutcall'hora  e  fatta  fede  unii 
Tale,  cioè,Catholica  :  &  che  fola  quella  rifguarda  gli  articoli  della  fede ,  laqi 
però  nella  certezza,  8c  nella  efcluiìonc  del  dubio,non  e  fuperiore  alla  priu 
ma  la  eccede  roloncU'uniuerfaìità.Cofi  tutti  i  Profeti,delle  cofedaDio  riu 
teglijiauer prima  hauuta  fede  priuata,dellequalimedeiìme,doporiceuute 
laChieta,haano  hauuto  fede  Catholica.Qiiclta  (cntentia,alla  prima  udita,; 
uè  ardua:  &imcdciìmi  adhcrenti  aiCatarino,  che  erano  tutti  iCarmelit 
perche  Giouanni  Bacon,  lor  Dottore,  fu  di  queìl'  openione  :  Si.  i  Vefcoui  d 
nigaglia,Vorccilre,&:Salpii  al  principio  malvolontieripallàuano  tanto  ina  : 
mapoispenfata,  &  diicuira  la  ragione,  è  marauiglia  come  da  parte  notabili  ;' 
Prelati  tu  riceuatajlgridando  il  Soro,che  folle  troppo  a  fauor  de'Lutheran  '< 
def^dcndc gli alrrbche non farebb- da  cenflu-ar Luthero, fé hauelle detto,i .') 
dopo  kg!uftihcatione,regue  quella  fede:ma  ben,perche  dice,  che  quella  è  1  '.- 
de  chcgiuftiiìca. 

Alle  ragioni  dell'  altra  parte  rifpo  ndeuaao,C  he  non  fi  debbi  attendere  li  '  )• 
laftici,quali  hanno  parlato  fondati  fopra  la  ragione  filofofica  ,  che  non  può  ir 
giudicio  de'  moti  diuini:  che  l'autorità  di  Salomone  non  era  in  quel  propol  3' 
poiché  dicendOiNilfun  potere  lapere  fé  è  degno  d'amore,o  d'odiojapplicaui  h 
qui,concluderebbc,che  il  fcelcratiHìmo  peccatore  con  perferua.xzajuonfa  -'l- 
fereindifgratiadiDio  :  che  il  detto  della  Sapienza  meno  fi  può  applicare,  1 


?At>AotoIII.         LIBRO    SECONDO.  ii% 

dottione  rende  inganno  jpeuchc  la  voce  Greca, //^/T/jo.fj  non  figniiìca  pecca-  ci3  io 
perdonato ,  come  e  (lata  tradotta ,  ma  cfpiatione ,  o  perdono  :  Oc  le  paiole  del  xlvi. 
Ilio  fono  un  admonitionc  al  peccatore  di  non  aggiongere  peccato  lopra  pcc- 
tojper  troppo  confidenza  del  perdono  faturo,noii  del  pailato  :  che  non  biio- 
iaua>lopva  un'errore  dell' interprete,  fondare  mi  articolo  della  fede  :  (coli  in. 
lel  tempo  li  medefimijche  haucuano  fatto  autentica  l'cditione  VoIgata,parla- 
,110  di  queila,ilchc  anco  potrà  ogp.mio  oiferuar  da'  libri  Itampati  da  qiu  iìi,che 
ceruenncro  al  decreto  dell'  appro'oarione:  )  diceuano  che  l'operare  con  timo- 
,& tremore,  è frafcHebieajche  non fìgnifica ambiguità,  mariuerenza:  pcr- 
c  timore,&  tremorculano  i  fcrui  vcrfo  i  patroni  ;  etiandio,  quando  da  efiì  io- 
commendati,  sfanno  eircre  in  gratia  loro:  che  il  luogo  di  San  Paolo  face- 
a  fauore  ,  quando  hauelle  parlato  della  giuftiBcatione  :  perche,  dicendo 
n  fono  confcio  di  mancamento  ,  ne  per  ciò  fon  giuftificato ,  inferirebbe, 
a  fon  giuftilìcato  per  altro:  6c  coli  proucrebbe  la  certezza  :  nondimeno  il 
rofenibcirere,  che  San  Paolo  parla  del  mancamento  nell'  ufiicio  del  predi- 
:e,  &  dice.  Lamia coi'cienza non  m'accufa  d'hauerc  in  cofa alcuna  mancato: 
n  però  ardilco  dire  d'haucre  intieramciK-e  fodisfatto>ma  tutto  rileruo  al  diui-  ' 
giudicio. 

Chi  non  hauelTc  veduto  le  memorie  fciitte  da  quei  ,  che  hebbero  parte  in 
eftedifpnte,  &  quello  che  mandarono  alla  (lampa,  non  crederebbe  quanto 
le  fopra  quefto  articolo  difputato ,  &  con  quanto  ardore ,  non  folo  da  Theo- 
5Ì,ma  anco  da' Vefcoui,parendo  a  tutti  intenderla,&  haucr  perle  la  verità:  in 
)do,  che  Santacroce  fi  vide  hauer  piubilognodifreno,che  difproni:&  col 
quente  procurare  di  palTar'  ad alrro,&:  diuertire  quella  controuerlla,defìdera- 
metterci  fine.  Due  volte  fupropofto  in  Congregatione  de'  Prelati,di  trala- 
ar  quella  quefcionccomc  ambigua,longa,cmolefta:  con  tutto  ciò  vi  torna- 
no ,  attratti  dall'  affetto.  Pur  finalmente,il  Cardinale,col  moftrarcjche  fi  era 
.lato  aliai,  &  che  conueniua  ripenfar  le  cofe  dette,  per  rifoluerfene  più  matii- 
nentc:ottenne,che  fi  parlalfe  delle  opere preparatorie,&  della  oiFeruanza  del- 
Legge:con  qual  occafionefu  introdotta  da  molti  la  materia  del  Libero  arbi-  ^<*}^^q»aU0 
o  :  &  dal  Cardinale  non  fu  trafcurata  :  ma  propofe,le  pareua  ben  trattare  ^'^"^1  .^ 
leme  anco  quel  particolare  :  poiché  tanto  connelio  apparma  ,  che  non  li 
iena  come  trattarlo  feparatamente.  Adonque  furono  deputati  Prelati,  & 
icologi,a  raccogliere  gli  articoli  dalle  opere  de  Lutherani,  per  fottopor  li  alla 
nfura. 

Gli  Articoli  furono.  L  Dio  è  total  caufa  delle  opere  noftre,cofi  buone,co-  e  fono  fornati 
e  cattine  :  &  è  cofipropria  opera  di  Dio  la  vocatione  diPaólo^cómeTaH^ùrte-  gli  ^rtkoli^ 
odiDauid,&  la  crudeltà  diManho,  &il  tradimento  di  Giuda.  IL.  Nilfano 
ipotcftàdi  penfar  male,obene  j  ma  tutto  auuiene  di  necelììtà  alloluta,  &  in 
3i  non  è  Libero  arbitrio  j  ma  l'ailtrirlo  è  vna  mera  fiatione.  III.  Il  Libero 
bicriojdopo  il  peccato  d'Adamojè  perdutoti:  è  cofa  di  folo  titolo:  (Se  mcncre 
qucUojchc  è  in fuapot ella,pecca  mortalmente  :  anzi  è  cofa  finta,&  licolo  icn- 
.  cofa  foggetta.    1 1 1 1.  Il  Libero  arbitrio  è  folamcnte  nel  far'  il  male,  ma  non. 

Dd     iij 


^ 214  CONCILIO    DI  TRENTO     Papa  Paolo  L 

ci3    13     hapoteftàdifai'ilbcne.  V.  Il  Libero  arbicrio,moiro  da Dio,non  coopera in(. 
XLVi,     din  contc&fcgLie  come  un  iftromentoinanimacoiouero  un'animale  irratio, 
le.    VI.    Che  Dio  conucrre  quei  foli  che  gli  piace,ancorchec{fi  non  vogUnci 
recalcitrino. 
i  dneprimifì-       Sopra  i  doi  articoli  primi  fiparlò  più  in.  forma  rragica,che  Theologica>(c 
no  cmdmnuu  J^ dottrina  Lutherajia  era  unafapienza  frenetica.Che  la  volótà  humana^con» 
iMammU)      ■^'^'■"'■'^'^ta  da  loro,larebbe  una  molhuoiìtà.  Che  quelle  parole,  cofa di  folo  rito , 
e  titolo  fenza  foggcttojfono  portétofe.Che  l'openione  è  empia,  &  blasfema  - 
traDio.ChelaChiefarha  condannata  contra  i  Manichei,Prifcillianifti,&' 
timamente  contra  Abailardo ,  oc  Vigleffo  :  e  che  era  una  pazzia  contra  il  fé  ) 
commune,efperimentando  ogni  huomo  la  propria  libertà,che  non  merita  e  ,- 
futationc,ma,come  Alinotele  dice,o  caftigo,o  prouaefperimentale.  Che  i  1  ■ 
defimi  difcepoli  di  Luthcro  s'erano  accorti  dellapazzia:&:,moderando  ralfoi  ■ 
tà ,  diifero  poi,  cfierui  libertà  neli'  huomo  in  quello,che  tocca  le  attioni  efte  ; 
politiche,  &  economiche  :  &  quanto  ad  ogni  giufìiitia  ciuiledcquali  è  fcio  ) 
chi  non  conofce  venir  dal  confcglio  oc  electione,refl;ringendofi  a  negar  la  li! 
rà  quanto  alla  fola  giultitia  diuina. 
dagli  alm.con      i\  Marinaro  diifcChe  C\  come  il  dircnilFuna  attione  humana  elFere  in  no 
V  mnom,     poteftà,c  cofa  fciocca;cofi,non  è  minor  pazzia  il  dire ,  che  ognuna  vi  ila:efp 
mentando  ognuno,di  non  hauer  tutti  gli  affetti  in  propria  poteftà:  &  l'iftt 
cifer' il  fenfo  delle  Scole,chediifero,ne' primi  moti  non  fiamo  liberi  :  laqua 
'  berta  hauendo  i  Beatijpercheeilì  hanno  dominio  anco  fopra  i  primi  moti:c  1 
cofa  certa  che  qualche  libertà  èinloro,chenon  è  in  noi.  Il  Caratino,  feguei } 
l'openione  fua,che  fenza  fpecial  aiuto  di  Dio,non  poteua  l'huomo  operar  b 
moralc,diceua,Ghe  in  queitofi  poteua  dire  non  eiìcr  libertà,  &  però  il  qun  . 
_  articolo  non  era  da  dannarli  coli  facilmente.  Il  Vega,dopo  hauer  parlato  (  11 

tanta  ambiguità ,  che  eiro  ftelTo  non  s'intendeua,concluie,Che  tra  la  fentei  a 
de  Theologi,&  de'Protcfì:anti,non  vi  era  più  differenza  veruna:perche,con(  .- 
dendo  alprefentcquefti  una  libertà  alla  giuftitiafìlofofica,&  non  alla  fopra  - 
naturale:&  alle  opere  efterne  della  legge, non  alle  interne  &c  fpirituali j  tan 
prccifamente  è,come  dire  con  laChiela,che  noniì  può  ciTeguire  le  opere fp  ■ 
tuali,fpettanti  alla  religioncfenza  l'aiuto  di  Dio.Se  ben  egli  diceua,che  fi  del  ° 
mettere  ogniftudio  perlaconcordiajnonperòera  gratamente  fentito,parcr  d 
incerto  modo  pregiudicio,che  alcuna  delle  differenze  fi  poteire  riconciliare  i 
coftumauano  di  dire  ,chequcfl:a,cracofadaColloquij:voceabominata,co  z 
che  per  quella  folle  ufurpata  da'  laici  l'autorità  che  è  propria  de'  Concili). 

Nacque  tra  loro  una  gran  difputa,  fé  il  crederci  non  credere,fia  in  pot(ì 
humana.  I  Francefcani  lo  negauàno,feguendo Scoto cqual  vuole, che, fico  e 
dalle  dimoftrationi  per  neceflìtà  nafcc  la  icienza,cofi  dalle  perfuafioni  nafca  |  r 
neceflità  la  fede:,S^  che  clfa  è  nell'  intelletto ,  ilquale  è  agente  naturale^:  me  3 
naturalmente  dall'  oggetto.  AUegauano  rilperienza,cheniiruno  può  crcd  e 
quello,chevuole,ma  quello,che  gli  par  vero:ioggiongédo,chenilfuno mail  - 
tirebbe  il  difpiacere,fe  poteffe  creder  di  non  haucrlo.  I  Domenicani  diceuai  '> 

(C 


.PA  Paolo  III.         L  I  B  R  O   S  E  C  O  N  D  O.  115  _ 

Miienceèpia in poteftà della volontà,che il crcdcre:&,per fola determiiiatio-    eia    io 
^&;  drolutione  della  Yolontà,rhaomo  può  credere,  che  il  numero  delle  ftcUe      XLvr. 
pari/e  coli  vorrà. 

Sopra  il  terzo  articolcSe  per  il  peccato,il  Libero  arbitrio  fi  perdette:  eiren-   J^''J';"°? 
,  addotte  molte,&  molte  autorità  di  Saiit'  Agoftino ,  che  efprcllamente  lo  di-  fjjjj^l'^^ 
no,ne  potendoli  in  altra  maniera  sfuggire  ,  il  Soto  inucntò  il  modo,con  dire,  tamcm?i 
he  la  vera  libertà  è  equiuoca>potendodoriuare,ouero  dal  nome  libero;  oucro 
1  verbo  liberare  :  che,nel  primo  fenfo ,  s' oppuonc  alla  neceflìtà :  &  nel  iccoa- 
,s 'oppuone  allareruitù:&  che,quando  dille  Sant'  Agoftino ,  che  il  Libero  ar- 
rio  èperdutojuon  altro  volle  inferire,  le  no.n^che  è  fatto  leruo  del  peccaLO,& 

I  Diauolo:difterenza,che  non  fu  penetrata  :  perche  anzi  per  ciò  il  icruo  non  è 
ero,perche  non  può  far  la  volontà  rua,ma  è  coftretto  di  icguire  quella  del  pa- 
)ne:&  fecondo  quel  fuo  parercnoniipoteuabiafmare  Luthero  d'hauer  inti- 
ato  un  libro,D^j^r/<o  arbitrio. 

II  quarto  articolo  a  molti  parile  fciocco,  quali  diceuano,  che  libertà  s'intcn-  '"^  quarto  à 
unapoteftà  ad  ambidoi  i  contrarijrperò  non  iì  poteua  dire  che  vi  lìa  la  libertà ■'"'*^"'*°> 
nale,ienó  è  anco  al  bene.Ma  quelli  furono  fatti  riconofcere,conauuertirgli, 

n  Santi  \\\  Cielo,&  gli  Angeli  beati>iono  liberi  alla  parte  folodel  benerperò 
.1  era  inconueniete,  che  altri  potellèro  cifer  liberi  alla  loia  parte  del  far  male- 
Neil'  eiraminar  il  quinto  e  fello  articolo,  del  confenlo,chc  il  Libero  arbitrio  ,7 -^;„jg  -  ^^ 
fta  air  infpiratione  diuina  ,  onero  gratia  preueniente;  i  frati  Francefcani,^^/?^^^/^^^ 
Domcnicani,furono  d'openione  diuerfa ,  contendendo  quelli ,  che  potendo  battuti^ 
olontà  da  fé  medefima  prepararlì,tanto  più  è  in  fua  libertà  d'accettvireo  ri- 
:ar  la  diuina  preuentione,quando  Dio  gli  porge  aiuto,  inanzi  che  ufi  le  forze 
la  natura:  &  negando  i  Domenicani,  chele  opere  precedenti  la  vocatione- 
10  veramente  preparatorie,&  dando  per  ciò  fempre  il  primo  luogo  a  Dio.  Fit 
idimeno  tra  elli  Domenicani  contraftojdeflendédo  il  Soto,che,fe  ben  rhuo- 
'  non  puoacquillar  la  gratia  fcnza  l'aiuto  di  Diofpeciale  preuenientejnon- 
leno  incerto  modo  la  volontà  fempre  può contraftaruij&ricufarloj Squa- 
lo riceucè  perche  prefta  il  fuo  airenlo,&  cofi  vuole:  fé  non  vi  fi  voleire  il  no- 
)airenfo,non  vifarebbecaufa  perche  tutti  nonfoifero  conuertiti  :perche,fe- 
ido  l'Apocaliplì,  Dio  ftà  fempre  alla  porta,&  batte  :  &  è  detto  de'  Padri,fatto 
:ovolgare,cheDio  dà  la  gratia  ad  ognuno  che  la  vuole;  &,  perche  la  Scrittu- 
■liuina  fempre  ricerca  da  noi  quello  confenfo:che  il  dir'  altrimentc,  è  leuar  la 
ertàdelLi  volontà;6c  dire,che  Dio  ufi  violenza. 

In  contrario  dicendo  Fra  Aloifio  Catanea,che  due  folti  di  gratia  preuenien- 
fecondo  la  dottrina  di  SanThomalo,Dio  operaua  ncU'  animo  :  l'una ,  fuffi- 
nte  j  l'altra  efficace:  alla  prima  può  la  volontà  &  confeiatire  &  repugnarer. 
i  alla  feconda  non  già:  che  lacontradittioncnon  comporta,  che  alla  cflìca^ 
i  fiarcpugnato.  Allegaua,per  pruoua,  luoghi  di  San  Giouanni,&  di  San  Pao- 
-«^efpofitioni  di  Sant'  Agoftino  moltachiare  :  rifpondeua,  che  apponxo  di 
,anafce,chctutti  non  fono  conuertiti, perche  tutti  non  fono  efficacemente 
l'uenuti:  che.il  rimordi  offendere  il  Libero  arbitrio  è  flato  diS.Thomafole- 
l^oiilqual  dilTejChe  fono  le  cofe  moire  violcntemécc,  quàdo  da  caufa  cóQ-aria^ 


2.i(i  CONCILIO   DI   TRENTO       Papa  Paolo  ]r. 

e  1 3  1 3  ma  dalla  caiifa  Tua  nifruna  è  molfa  per  violenza  :  Se  elfendo  Dio  caufa  della  > , 
XLVi.  loncàjtaatoc  chefìamoiradaDiojquancoda  refteira:&  condannaua,anziii , 
upodcl  modo  di  parlar  de'  Lutheranijche  la  volontà  fegue>come  un'  inanima , 
o  irracionale  :  perche  cilcndo  rationalc  di  natura^moila dalla  dia  caufa,  eh'; 
Dio,  e  moua  come  rationale,6»:  come  rationalc  fegue:  &iìmilmente,cheE» 
conuertci'e  ben  non  vogliano,  o  ricalcitrino  :  perche  è  concradittione,  che  i' 
cifctto  ricalcitri  aliatila  caufa.  Poter  auuenire  benccheDìoeftìcacemehtecc- 
ucrcaunojche  altre  volte  prima  alla  preuentione  fufficienre,habbiaricalciti. 
ro:ma5nonche  ricalcitri  all' hora:eircndo  confeguente  alla  efficacia  dellair. 
rione  diuina  una  fuauità  nella  volontà  molla. 

Diccua  Soto,  ogni  diuinainfpiratione,  per  fé  fola,  non  eiler  niente  più  e 
fuitìciente:&  quclla,a  cui  il  Libtro  arbitrio  ha  confentito,  da  quel  confenfo  2 
quiftare  l'cfincacia  ;  non  prcftando  conlcnfo ,  reftar'  inefficace  ;  non  per  difFc 
fuojuia  per  diffctto  dell'  huomo.  Laqual'  opinione  egli  difele  con  gran  timi  i 
tà,  perche  l'altro  gli  opponeua,  che  la  diffcintione  degli  eletti  alli reprobi  ve 
rebbc  dal  canto  dell'  haomo,contra  il  perpetuo  fenfo  Catholico  ,  Che,  pei  ; 
gratia  fono  didinti  i  vali  della  mifericordia,da  quelli  dell'  ira  :  che  l'elettione 
uina farebbe  per  le  opere  preuedute,  &c  non  per  il  diuino  beneplacito  :  che 
dottrina  de'  Padri,&  de'  Concili)  Africani,  &  Franccil,  contra  i  Pelagiani,fe 


pre  ha  predicato,  cheDio  cifavolerecil  chetantovuol  dire,  quanto  Dio 

confentire:perilche,mcttendo  in  noi  confenfo ,  conuiene  attribuirlo  all'  effì 

ciadiuina:chenon  farebbe  più  obligato  a  Dio  quello,  cheilfalua,che  que 

cherefta  dannato,fe  da  Dio  folFero  ftati  ugualmente  trattati.  Ma,con  tutte  q 

fleragioni,la  contraria  opinione  Irebbe  però  l'applaufouniuerfalejfeben  mi 

ti  confeifauancche  le  ragioni  del  Cataneo  non  gli  pareuano  rifolute:  &  difp 

ceualorojcheilSoto  noaparlaireliberamente,&diceire,Che  la  volontà  C( 

fcnte  in  certo  modo ,  e  che  può  in  certo  modo  repugnare  :  quafi  che,  tra  l'aff 

mationc&la  negationc,vilia  un  certo  modo  intermedio  :  gli  turbaua  ance 

parlar  franco  del  Cataneo,  Se  d'altri  Domenicani ,  che  non  fapeuanodift 

CTuer  quella  opinione,che attribuiice  la  giuflihcatione  al confenlb, dalla Pe 

dumo  foretto  aiana-.vik.  che  s'auuertiircdi  non  faltar  oltra  il  legno  per  troppa  volontà  dic< 

d'entrar  nella,  ^^^j-^j-^^j-  LuthcrotfopratuttOjeilendo  (limato  quell'argomento,  che  la  diuina 

Tndepnam-  ^^^j-j^j^^^q  Predeftinatione ,  farebbe  per  opere  preuedutcche  niirun  Theolo 

admettcuadaqual'  anco  tirò  a  parlare  della  Predeftinatione. 
àellaqmle  fo-      La  onde  fu  deliberatcper  la  conne(lione,cauar  anco  gli  articoli  della  don 
no  ejìratti     na  de'  Protcftanti  in  quefta  materia.  Neil'  opere  di  Luthero,nella  Confeflìc 
articoli  da    Auguftana ,  &"  nelle  Apologie^:  Colloqui],  non  fu  trouata  cofa  da  ceniiira  i 
libri  de  Zmn-  ^^^^\y^^.^  molte  ne'  fcritti  de'  Zuingliani,da'  quali  furono  tratti  i  feguenti  artid* 
ghanh  I -^    ^    Nella  Predeftinatione,*^  Reprobatione,  non  vi  è  alcuna  cofa  dal  car  > 

dell' huomo,  ma  la  loia  diuina  volontà.  ILI  predeftinati  nony.poifono  d:  • 
narfbne i reprobi faluarfì.  II I.  I foli  eietti,& predeftinati>veramente fi gi«  - 
fìcano.  un.  I  giuftitìcati  fono  tenuti  ^er  fede  a  credere  d'efler  nel  numero  :' 
predeftinati.    Yé  Igiuftificati non poilono perder lagratia»    VI.    Quelli,(2 

f0  3 


APA  Paolo  III.  LIBRO  SECONDO.  117^ 

)no  chiamaci  »  &c  non  fono  del  numero  dc'predeftinati ,  mai  non  riccuono  la    e  ^^    i  ^ 
i:àtia."V  1 1.  Il  giuftificaco  e  tenuto  a  credere  per  fede  di  douer  perfeucrarc  fino     xl  v  i. 
iffnenellagiufticia.  Vili.  Ilgiuftificatoètcnuto  a  creder  per  fermo,chc,ca- 
endo  daIlagratia,ritornerà  ariceucrla. 

Nell'eiramine  degli  articolijncl  primo  apponto  furono  diuerfc  le  openioni.  '^P^tmo  è  di- 
piu  ftiinati  tra  i  Theologi  tennero  l'articolo  elfer  Catholico,  anzi  il  contrario.  {'^Kf^-^ '"  '^ 
;rerico:perclie  i  buoni  Scrittori Scolaftici ,  S.Thomafo,Scoto,  &c  la  commu- 
^,co/ì fentonoscioè.  Che  Dio,inanzi  la  fabrica  del  mondojda  tutta  la  maifa  del 
•nere  humanojper  fola  &  mera  fua  mifericordia,  ha  eletto  foli  alcuni  alla  glo- 
i,a' quali  ha  preparato  efficacemente  i  mezi  per  ottenerla:  ilche  il  chiama  pre-       ,  ^  ; 
ftinarc  :  che  il  numero  ài  quelli  e  certo,&:  determinato,  ne  fipuò  aggiongerui       ^  '-^ 
:uno:  gli  altri,  che  non  ha  predeftinato,nonpoifono  dolerli:  poiché  a  quelli 
cora  Dio  ha  preparato  un  aiuto  fufficiente  per  quellojfe  ben'  m  fatti,altri  che 

eletti,non  veniranno  all'  effetto  della  fai  ute.  Per  principaliffima  ragione  al- 
;auano,che  San  Paolo  a'  Romani ,  hauendo  fatto  eilèmplare  lacob  de'prede- 
latijElau  de'  reprobati ,  produce  di  ciò  il  decreto  diuino ,  pronunciato  inanzi 
*  nafceiferojnópcrle  opere,ma  per  puro  beneplacito.  A  quello  loggiógeuano 
[èmpiodelmedeiìmoApoflolo,che,fìcomeilvafellaiodiuna  fleila  maifa  di 

0  fa  un  vafo  ad  ufo  honoreuole ,  &:  l'altro  ad  infame  :  cofì  Dio,  della  medcfi- 
malfa  degl'luiomini,  elegge  chi  gli  piacce,tralafciati  gli  alcri:&  che  S.Paolo,^ 
proua  di  quefto,porcò  il  luogo,doue  Dio  dille  a  Mofe,  Vferò  inifcricordia  a 
haurò  fatto  mifericordia;&  vferò  pietà  a  chi  haurò  hauuto  pietà.  Et  con- 
te elfo  Apoftolo ,  che  perciò  non  è  di  chi  vuole ,  ne  di  chi  corre,  ma  di  chi 
D  ha  compa{rione:foggiongendo  dopo,che  Dio  ha  mifericordia  di  chi  vuolct 
ndurachi  vuole.  Diceuano  inoltre,  che  per  quello  rifpetto  il  confeglio  del- 
Ituina  predeftinatione,&  reprobatione,è  chiamato  dal  medefimo  Apollo- 
altezza,  &  profondità  di  fapienza, impenetrabile,  &  incomprchenfibile. 
yiongeuano  luoghi  delle  altre  epiftole,doue  dice  ,  Che  niente  habbiamo, 
lon  riceuuto  da  Dio  :  che  non  fiamoda  noi  fufficienti  manco  a  penfar'  il 
le  :  «Sidone,  rendendo  la  caufa,perche alcuni  li  riuoltano  dalla  fede,  rcflan- 
altri  fermi ,  quella  diife  eifere  ,  Perche  Ila  fermo  il  fondamento  di  Dio, 
ile  ha  quello  figlilo,  cioè.  Il  Signore  conofce  i  fuoi.  Aggiongeuano  diuerfi 
fidell'EuangeliodiSan  Giouanni,  &  autorità  di  S.Agoftino  innumeiabili: 
che  quel  Santo ,  in  fua  vecchiezza ,  non  fcriirc  altro  ,  che  a  fauor  di  quella 
:trina. 

Ma  alcuni  altri,feben  meno  ftimati ,  a  quella  openione  s'opponeuano,inti- 
andola  dura  ,  crudele,  inhumana ,  horribile,  &  empia;  come  quella,chc  mo- 
ilfe  partialità  inDioife,fenza  alcuna  caufaraotiua,eleggeire  l'uno,  ripudiane 
l'altro:  «3c  ingiulla,fe  deilinalfe  alla  dannatione  gli  huomini  per  propria  vo- 
uà,non  per  lor  colpe  :  &  haucirc  creato  una  tanta  moltitudine  per  dannarla: 
:cuano,  che  diftrugge  il  libero  arbitrio  ,  poiché  gli  eletti  non  pocrcbbono  fi- 
ilmente  far  male,ne  i reprobi  bene:che  mette  gli  huomini  nell'  abilfo  della  di- 
jratione,coldubio,chepoiroiiocirerreprobati:chedàanfa  a'pcrucrfi  iX\  ope- 

1  Ee 


___2i8  CONCILIO  DI  TRENTO     PapaPaoioIII 

e  1 3  1 3  rare  fempre  male>non  curando  di  penitentia;  col  penfare  chcfc  fono  degli  elet 
xLVi.  tÌ5nonperiranno:(ede'reprobij€vanodifarbene5chenon  gli  gioueràtconfcffi 
uanojche  non  folo  le  opere  non  iono  caufa  della  diuinaelettione, perche quc 
hjcome  eterna,  e  inanzi  loro:  ma  che  ne  anco  le  opere  preiiedute  poironomc 
uerDioapredeftinareuTja  che  per  tua  infinita  mifericordia  vuole  che  tutti  fi  fa 
uino5(Sc  a  tutti  prepara  fufficienti  aiuti  a  quefto  fine ,  iquali  ciafcuno  huom( 
cllendo  di  libero  arbitrio>o  riceue,o  rifiuta/econdo  che  più  gli  piace  :  &  Di 
nella  Tua  eternità,  preuede  quelli,che  riceueranno  gli  aiuti  ,&  Tene  valerani 
in  b€ne,&  quei  che  gli  riculeramio  :  &c  quelli  rcproba,quellL  elegge,^  predef 
na.  Aggiongcuaiio,che  altrimenti>non  fi  può  veder  la  cauia,  perche  Dio  fi  d 
glia  nella  Scrittura  de' peccatori,  ne  perche  elTorti  tuitialla  penitenza,  &  ce 
uerfionejfe  non  gli  dà  efficaci  mezzi  per  acquiftarla:che  queir  aiuto  fiifficien 
dagli  altri  inuentato,è  infiifficicnterpoiche  non  ha  mai  hauutOjfecondo  loro; 
e  per  hauer'  effetto,  alcuno. 

La  prima  openione,fi  come  ha  del  mi{lerio,&  arcano,  tenendo  la  mente  1 
mile,&  rartìgnata  in  Dio,renza  alcuna  confidenza  in  Te  fleilà,  conofcente  la 
formità  del  peccato,&.  l'eccellenza  della  gratia  Diuina  ;  cofi,quefta  feconda 
plaufibile  ,  e  popolare,  a  fomento  deDaprefontionehumana,&accommoci 
all'  apparenza:onde  aggradiua  a'  Frati,  profelfori  dell'  arte  di  predicare ,  più 
fto  che  di  fcientiadiTheologia  :  &  a  Cortegianipareua  probabile,  come  e 
fentiente  alle  ragioni  politiche:erafoftentata  dal  Vefcouo  di  Bitonto,  Se  qu(  ì 
diSalpifene  fece  molto partiale :i defenfori  di quefta ufando  le  ragioni hui 
ne,preualeuano  gli  altri;ma,venendo  a'  teftimonij  della ScricturaafoqcQjEGbÉ 
no  manifeftamente. 

Il  Catarino,  tenendoli  parer  medefìmo ,  per  rifoluere  i  luoghi:  della5cri 
ra,che  metteuano  tutti  in  trauaglio,inuentò  una  media  openiohe'rChe  DiO; 
fila  bontà,haeletro>  alcuni  pochiffimifuordegiì  al  tri,  quali  vuole  5nninan'  i 
te  fàliiarcóc  a'  quali  hapreparato.mezzi  potentiffimi,efficaciflSmi,&infall 
Ii:glialtritutti,quancoafe,vuoleche  iìanofalui^&  a  quello  effetto  ha,  appa  :- 
chiato  a  tutti  mezzi  fufficienti,re{lando  in  loro  libertà  raccettargli,,&ialu;  ì; 
ouero,rifiutandogli,dannarrr.  &  di  quelli  elfer  alcuni,che  gli  riceuono,  &  fi  1- 
uanojfc  ben  non  fono  degli  eletti;&  di  quelli  il  numero  è  aifai  grande  :.  gli  a  ij 
che  ricufano  cooperare  aDio,  quale  gli  vuole  (alui,  reflano  dannati  :  la  e:  a 
della prcdeftinatione  de'primijelferla  fola  Diuina  volontà: degli  altri  ,rac  t- 
catione>&  buon'  afo,&  cooperatione  al  Diuino  aiuto,preuedLita  da  Dio:&  Ir 
la  rcprobationc  degli  ultimi-,caufa  eifer  la  preuifionc  della  lor  peruerfa  volo  àj 
in  rifiutarlojO  abularlo.Che  S.Giouanni,&;  S.Paoloj&  tutti  i  luoghi  della  S  it 
cura,allegati  per  l'altra  parte,doue  tutto  è  dato  a  Dio,  &  moftrano  infallibi  ; 
s'intendono  folamente de'  primi,  &fingolarmente  priuilegiati:  &  quanto  ;li 
altri ,  a  chi  è  apparecchiata  la  via  commune ,  fi  verificano  le  ammonition:  & 
c(rortationi,&  generali  aiuti,quali  chiunque  vuol'  udire,&  feguire  >  fifalua  & 
ehi  non  vuole,per  colpa  propria  perifce:diqueipochi,oltreil  commune  p:  li- 
fcgiatii.ellèr'ilnumero  detcuiiinatOj&. certo  apprelTo  Dio:  di  quegli  altri  le 


APAPAoioin.         LIBRO    SECONDO.  if^ 

er  via communcfiraluanoj  come dependente dalla  libertà huinana»  non  elFcr  ciò  la 
a  DiodeterminatOjfenonatteralaprcui/ionedcilcoperediciafcuno.  Diceua  xlvi. 
Catanno*marauigliarfi  molto  della  ftupidità  di  quelli,che dicono  cllèi*  certo, 
:  detcrminato  il  numero;&  nondimeno  aggiongonojche gli  altri  polFonoial- 
irfì>che  tanto  e  dire  jEfler  un  numero  determinato,  il  qua!  però  può  crcfcere: 
parìinenrcdi  quelli  che  dicono,  i  reprobati  hauer'  un'  aiuto  fufticientcpcr  la 
I  lutcellèndo  però  necellàrio  a  chi  fi  faina  haucrne  un  maggiore  i  che  e  dire,  un 
ibciente  infuiHciente. 

1  Aggiongcua,che  l'openionedi  Sant'Agoftinofia  inaudita  inanzi  a  lui:  che 
o  medehmoconfeira,  che  non  fi  trouerà  nelle  opere  d'alcuno,  che  habbia 
irto  inanzi  i  tempi  fiioi  :  che  egli  fteifo  non  Tempre  l'hebbe  per  vera,  anzi  af- 
ilfe  la  caufa  della  Diuina  volontà  a'  meritijdicendo,  Diocompaffiona  chi  gli 
ice,&  indura  chi  egli  vuole:  ma  quella  volontà  di  Dio  non  può  cirer'  ingiu- 
:impcroche  viene  da  occoltifllmi  meriti:  &c  che  ne'  peccatori  vi  è  diuerfità,&; 
ne  fonodiquelli,chc,quantonquenongiuftificati,tono  degni  della  giuftifi- 
;ione:fe  ben  dopo,  il  calore  del  difputar  centra  i  Pelagiani  lo  tralportò  a  par- 
2»Sc  fentire  il  contrario  :  ma  però  in  quei  tempi  ftcfiì ,  quando  fu  udita  la  fua 
tentia, tutti  i  Catholici  reftaronofcandalizati,  come  San  Profpcroglifcrif- 
ìtGennadio  Maflìlienfe  cinquanta  anni  dopo,nelgiudicio  chefadellifcrit- 
i  illuftri,dice  eflèrgli  auuenuro  fecondo  il  detto  di  Salomone,  Che  nel  trop^- 
parlarcnon  fi  può  fuggir'  il  peccato  :  &  che,per  il  fallo  fuQ,cllaggerato  dagli 
mici,non  era  ancora  nata  queftione,che  partoriife  herefia:  quafi  accennando 
lì  buon  Padre  il  fuo  timore  di  quello,che  bora  Ci  vedejcioè,  cheper  quell'  o- 
lione  forga  qualche  fetta,&  diuifione. 

Lacenfura  del  fecondo  Articolo  fu  varia ,  &  confeguentc  alle  tre  openioni  e'j feconda  p4i 
I  rate.Il  Catarino  haueua  la primaparte  per  vera,attela  l'efficacia  della  diuina  "'«'^"'*' 
onta  verfo  ifingularmentc  fauoriti:ma  la  feconda,  falfa,  attefalafufficienza 
l'aiuto  Diuino  a  tutti ,  &  la  libertà  humana  in  cooperami.  Gli  altri,  che  a- 
ueuafiola  caufa  dellapredeftinatione  in  tutti  al  confenfo  humano,condan- 
!  lano  l'Articolo  tutto  intiero,&  quanto  ad  ambedue  le  parti:ma  gli  adheren- 
!  illa  fententia  di  Sant'  Agoftino,&:  commune  de'  Theolo2Ì,la  diftingueuano, 
e  in  fenfo  compofito  foife  vera,&  in  fenfo  diuifo  dannabile.  Sottilità,  che 
ifondcua  la  mente  a'  Prelati;&  da  chi  la  diceua,  fé  ben  eficmpliiìcato  con  di- 
Ghi  fi  muoue  non  può  ftar  fermo,' in  fenfo  compofito  è  vero,  perche  s'inten- 
mentre  che  fi  muouei  ma  in  fenfo  diuifo  è  falfa,cioè,in  un'  altro  tempo  :  non 
ibenintefa:  perche,applicando  al  propofito,non  fi  può  dire  ilpredeftinato  fi 
0  dannare  in  un  tempo  che  non  fia  predcftinato:  poiché  è  fempre  tale  :  &  ge- 
calmcnte  il  fenfo  diuifo  non  ha  luogo,  doue  l'accidente  e  infeparabile  dal 
^getto:pcr  tanto,credeuano  altri  dichiarare  meglio,  dicendo.  Che  Dio  regge, 
muoue  ciafcunacofa  fecondo  la  natura  propria,laqual  nelle  cofe  contingen- 
:  libera,  &  tale,  che  infieme  con  l'atto  ftà  la  poteftà  all'  oppofito:ondc  infic- 
!ocon  l'atto  di  predeftinatione,ftà  la  poteftà  alla reprobacionc&dannatione. 
'  a  quello  era  meno  intefo,che  il  primo. 

Ée    ij 


120  CONCILIO  DITRENTO       Papa  paolo  II 

CI 3   i3         Gli  altri  Articoli  furono  cenfurati  con  mirabile  concordia.  Per  il  terzo 
XLVi.       fcftojairerendoeirereftata perpetua  opinione  nella  Chiefa,  che  molti  riceuon. 
glìtdmcenjH-  ^confcruano  la  grafia  diuinaper  qualche  tempo^iquali  poi  la  perdono,  &  in 
rxti  duonc9r~  ^-jg  fK^annano.En  allegato  l'cllempiodi  Sauljdi  SaloiTìOne,&  di  Giuda ,  uno 
dodicijcafo  più  di  tutti  euidente,per  le  parole  diChriftoalPadre,Ho  cuftodi 
in  tuo  nome  quelli,  che  mi  hai  dato,de'  quali  non  è  peritOjfe  non  il  figlio  del  p 
dimcnto.Aggiongeuano  a  quefti,Nicolò,  uno  de'  {'ette  Diaconi ,  &  altri  ne. 
Scrittura  prima  commendati ,  &  poi  biafìmati :  &  per  complemento  dog 
ragione,il  caio  di  Luthero.Contra  il  fefto  particolarmente  confiderauano,C 
quella  vocatione  farebbe  una  derilione  empia:quando  chiamati,  &  niente  mi> 
cando  dalcantoloro,nonfoireroadmeffi:  che  i  Sacramenti  per  loronon  fan 
bono  eflìcacitcofe  tutte  piene  d'altordità.  Ma,per  cenfura  del  quinto  fi  porte 
l'autorità  delProfeta,appunto  contraria  in  termini,  dicendo  Dio, Se  il  gin 
abandonerà  la  giuftitia,&:  commetterà  iniquità,nó  mi  raccorderò  de' fuoi  be 
fatti.  S'aggiongeua  relTcmpio  di  Dauid,che  commife  l'horaicidiojvSi  adultei , 
di  Maddalena5&  di  San  Pietro,  che  negò  Chriftorfi  rideuano  delle  inettie 
Zuingliani,che  diceirero  infieme  il  giuftificato  non  poter  perder  la  gratia,  &  i 
ógni  opera  peccare.  I  doi  ultimi  furono  dannati  di  temerità  concordemer , 
con  eccettione  di  quelli,achi  Dio  ha  fatto  fpecial  riuelatione,come  aMoife 
a'difcepoli,a'  quali  Ri  riuelato  come  erano  ferirti  nel  libro  del  cielo. 
fé  ne  formano      Finito  l'elfamine  de'Theologi  fopra  il  Libero  arbitrio,&:Predeftination€ 
gli^nathe-  formati  anco  gli  Anathematifmi  in  quelle  materie  ,  furono  aggregati  a  q 
natifmit  con  ^^^W^  giuftificatione  a'  luoghi  opportuni:  a'  quali  era  oppofto,da  chi  in  i 
àij^arm»       parte,da  chi  in  una  altra,doue  pareua  che  vi  folle  qualche  parola ,  che  pregii 
calfe  all'  openione  propria.  Ma  Giacomo  Cocco, Arciuefcouo  di  Corfu,co. 
da"ò,che  da'Theologi  erano  cenfurati  gli  articoli  con  molte  limitationi,&  ; 
pliarioni,lequali  conucniua  inferire  negli  Anathematifmi  jaccio  non  fi  dann; 
airolutamcnte  propofitione ,  laquale  potelFe  riceuere  buon  fenfo  :  maflìi 
ftante  il  debito  dell'  humanità,  di  riceuer  fempre  l'intcrpretatione  più  benij 
&  quello  della  carità,di  non  penfar  male.  Fu  da  diuerfi  contradetto  :  prima; 
l'ufo  degli  antichi  Concili] ,  iquali  hanno  dannato  le  propofitioni  hereti 
fenzalimitatione,&  nude,comefono  dagli  heietici  airerite:&:  mafTìme,cht 
materia  ài  fede,per  condannar'un  articolo,bafta  habbia  un  fenfo  falfo,  che  p  i 
indurre  in  errore  gì'  incauti.P^reuano  ambedue  le  openioni  ragioneuoli.La]  - 
ma,perche  era  giufto  che  fi  fapelFcche  fenfo  era  dannatola  leconda,perche  r  .1 
era  degnità  del  Concilio  limitare  le  propofitioni  degli  heretici.  S'aggiongei  a 
quellojche  tutti  1  Canoni  erano  compofti,  recitando  Topenione  dannabile  C 
-  foggiongendo  per  caufa  della  condanna  i  luoghi  della  Scrittura,  ola  dottr  a 
della  Chicfa,allaquales'oppone:pigliata  la  forma  dnl  ConciHo  d'Oranges,^» 
,     «  ^        fimilitudine  ài  quei  del  Peccato  originale,  nella SelFione  precedente.  Ma,  ri  - 
*Lm  ricordo:   cendo  nella  maggior  parte  lalettione  longa,&tediofai&  la  miftura  di  veià 
con  fnlfitàinfieme,&:  delle  cofe reprobate  con  le  approbate,non  facilmente  i- 
telligibiiejraccordb  opportunamente  il  Sinigaglia  rimedio  ad  ambidoi  gì'  i- 

^<- 


noft 


,PA  Paolo  III.         LIBRO   SECONDO.  ut  ^ 

nuenientijcheera  molcomeglioleparar  la  dottrina  CaLholicajdàna,  contra-  <^i^  i^ 
i,&fardiieDcctxti:inuno,riucocontiniu\tamen'tc"dicììiararc,&confciniu'irc  xlvi. 
fcnfo  dclbChiefa:  ncll'  akco, condannare,  ik  anatheraatizare  il  contrario, 
acque  atacti  il  raccordo ,  &  coli  fu  deliberato  :  &:  prima,  formatigli  Anathc- 
arilmi  rcpai:aramcnte,&:  poi  data  opera  a  formar  l'altro  Decreto  :  &  chiama- 
no quelto  il  Decreto  della  dottrina,^:  quello  i  Canoni:  ilquale  ftile  fu  poi  fc- 
liro  anco  nella  feconda  &  terza  ridottionc  del  Concilio. 

S'affaticò  fopra  ogni  credenza  il  Santa  Croce,  per  formar  quei  Dccreti,con  ^^"1^^'"/^^ 
itare  quanto  fu  polfibile  d'inferirui  alcuna  delle  cole  controucrfe  tra  i  Scoi^-  ^^^^^^'A  j*^ 
ri:.:^  quelle  che  non  potè  tralafciare,  toccandole  in  tal  maniera,che  ognuno  dannar  i  Lw 
taife  contento.  In  ogni  Congregationc,  che  il faceua,auuertiuatuto quello,  theram,e 
z  da  alcuno  non  era  approuato,òv  loleuaua,oueroracconciaua,recondora-  '^(^^^^dmU 
o'.&c  nò  lolo  nclleCÓCTre2ationi,macon  ciafcuno,con  chi  in  particolare  par-   '-^"'f.  ^ 
a,mtendeua  i  dubijdi  tutti,&:  i  pareri ricercaua:vario,condiuerii ordini, la 
tcria;inutò  hora  unapartchora  una  altrarin  tanto  che  gli  riduife  nella  forma 
laqualcfonojche  a  tutti  piacque,&:  da  tutti  fu  approuata.  Certo  Cjche  fopra 
;{le  materie  fiirono  tenute  Congregationi,parte  de' Theologi,parte  de' Pre- 
,al  numero  di  cento}&  che  dal  principio  del  Settembre  ,  fino  al  fine  diNo- 
abre ,  non  pafsò  giorno,  che  il  Cardinale  non  metteflemanoin  quellcche 
na  era  fcritto,5c  non  facellè  qualche  mutatione:  &  hebbe  auuertenza  anco  a 
2  minime.  Refta  la  memoria  delle  mutationi,dellequali  ne  raccontarò  qui 
,come  per  faggio  delle  molte,  che  farebbe  noiofo  rammemorare.  Nel  primo 
3  0  della  dottrina,con  alTenfo  commune,fu prima  fcritto.  Che  ne  i  Gentili,per 
i  ù  della  naturarne  i  Giudei,per  la  legge  di  Moife,poteuano  liberarfi  dal  pecca- 
]  •,t,perche  teneuano molti,che la  circócifionc rimetteire  i  peccati,prefero  fo- 
t  tojche  quelle  parole  potelTero  pregiudicare  all'openione  loro,quatonque  in 
il  d'un  luogo  S.Paolo  in  termini  formali  habbia  detto  l'iftelTo.Per  fodisfarglf, 
ì  ardinale,in  luogcche  diceua,?^^  tp/àm  etiamU^emM0y/i;minò,3c  dillc,7'^r 
Ì<netiam  Itteram  legis  Moyfi  :  2c  ogni  mediocre  intendente  della  Theologia 

3  da  fé  giudicare,quanto  bene  quella  vocef  itteram J  conuenga  in  quel  luogo, 
el  principio  dell'ottauo  capo,non  fi  contentarono  quei  della  certezza  della 
^ ia,chefidice(re ,  I  peccati  non  elfer  rimellì airhuomo perla  certezza  della 
di{rione,&  perche  fi  confidi  in  quella.Et  il  Cardinale  gli  fodisfece  ,  cfcludcn- 
:ci  a  certezza  rcale,&:  coftituendo  in  luogo  di  quella,la  iattantia,&  la  confider- 
ai quella  fola.Et  in  fine  del  capo  può  ognuno  chiaramente  vedere,chc  la  cau- 
a  Dueua  eifer  refa,con  dire,Perche  «ilTun  può  faper  certamente  d'hauere  acqui^ 
"ti  la  gratia  di  Dio:ma,perfodisfattione  adunapartc,conuenneacTgion(Tere> 
^lezzadifede-.ne  badando  quello  a'Domenicani>infì:arono,ches'aga!oncrclIe> 
-  hoUca.Ma,gli  adher-enti  al  Catarino  non  contentandofi ,  in  luocro  di  cucile 
>'!3le,FedeCatholica;fidiire,Fede,laqual  non  può  fottogiacereafixifità.  llqual 
lido  contentò  ambe  le  parti;perchegliuniinferiuano,  Adonque  quella  ccr- 
eiadifede,chefipuohauerincio,puo  elfer  fal{;ì,&  per  tanto  incerta  i^yh  altri 
nitiuano,che  tal  certezza  non  puohaucrdubio  di  falfitàperqucltempo,chefi 
Ksima  per  la  mutatione,che  può  auucniie,pairando  da  flato  di  gratia  a  quello 

E  e     ii) 


___iii  CONCILIO   DI  TRENTO       Papa  Paolo  I. 

ciò  lO     di  peccato  può  diuentar  falfa  :  fìcome  tutte  le  verità  di  preferite  continger, 
XLVr.     ancorché  cmi(Iìmc,&  indubitatiffimcconlamutatione  delle cofe foggette  - 
ucntano  fal^:ina  la  fede  Catholica  non  folo  ccertajmaancoimniutabilcjt 
haucr  foggelte  cofe  necclIarie,o  palTatcche  non  riceuono  mutationc. 

Et  vcianiente  ,  confiderando  quefti particolari, conuien non  defraudard 
Cardinale  della  lode  meritata>che  lapelTe  dar  fodisfattione  anco  a'  pertinaci» 
contrarie  openioni:&.  quei  che  vorranno  rcnderfi  di  ci^o  maggiorméte  certifi . 
ti,doueranno  rapere,che,imincdiate  dopo  la  SeflioncF.  Dominico  SotOjpriri« 
pale  tua'  Domenicanijfi diede  a  fcriuere  tre  libri,che  intitolò, 'Z)tf  natura,  &Gx 
tìay^cr  commentari]  di  quella  dottrinaj&.  con  le  Tue  efpofitioni  vi  trouò  deni 
tutte  le  opcnioni  fue.Et  ufcita  quella  opera,F.  Andrea  Vega,piu  ftimato  tra'FrJ 
cefcanisdicdc  in  luce  elfo  anco  quindici  gran  libri  per  commentari]  fopra  gli* 
-■    dici  capi  di  quel  Decreto,^  lo  interpretò  fecondo  l'openione  propria  tutto: 
quali  due  openioni,non  folo  hanno  tra  loro  gran  diuerfità  quali  in  tutti  gli  a 
coli,raa  in  molti  efprciIìi,(S<:  euidente  contrarietà.Et  ambedue  quefte  opere  ( 
dero  (lampare  l'anno  m.  d.xlviii.  $c  chile  leggeràjolTeruando  che  molto  fp 
danno  alle  parole  del  Concilio  fenfi  akernatiui,  &c  dubiofi ,  fi  marauiglierà  : 
me  quefti  doi  foggetti,  i  primi  indottrina,&ftima,chc  più  degli  altri  hebb 
parte  inquellojnon  foiTcro  confci]  dell'  unico  fenfo,&  verofcopo  dellaSinc 
delquale  hauendo  anco  parlato  diuerfamente  quei  pochi  degli  intereirati  > 
dopo  hanno  fcritto,non  ho  mai  potuto  penetrare,fe  quell'  adunanza  conuei 
in  un  fenfojO  pur  vi  foife  fola  unità  di  parole.Ma,tornando  al  Cardinale,coii 
Decreto  fu  approuato  da  tutti  in  Trento,io  mandò  al  Pontefice ,  che  lo  die 
confultare  a'  Frati,&  altri  letterati  di  Roma:&  da  tutti  fu  approuato,perla 
defima  ragiohe,che  ognuno  lo  potè  intendere  fecondo  il  proprio  fenfo. 
in  waterìttS      Ho  narrato  tutto  infieme  quello,  che  fu  maneggiato  ih  materia  di  fede 
j{iforma  va-    non  diuider  le  cofe  congionte:ma,tra  tanto  qualche  giorni  anco  fu  trattato 
namite  fi  prò-  lai-iforma:&.  in  quelle  Congregationi  fu  propoftodi  ftatuir  le  qualità  requ 
^■*°T  d  1i^'  "ellapromotione  de'  Prelati  maggiori,  &  altri  miniftri  della  Chiefa.  Et  fur  41 
quaìita  dt      dette  grauilTimefeiitenticcon grand' apparatouna il  modo  d'introdurne  l'o  r-i 
FreUt'h         uanza  nonlìtrouò:pcrchc,doue  i  Rèhannolaprefentatione,noniì  vedeua  >n! 
che  legam.i  aftringergli:  doue  l'elettione  ha  ancora  luogo,  i  Capitoli  for  di 
perfonc  grandi,^;  potcnti.Quanto  al  rimanente,tutte  le  Prelature  fono  di  c<  a* 
rione  del  Papa,^  gli  altri  benefici],per  più  di  due  terzi,referuati  alla  Sede  J  ò- 
ftolicajallaquale  non  è  conuenientedarlegge:onde,dopomolti,&lungh:il-' 
la  nfìderi'^     corfi,fi  conclufe , Meglio  eifere  il  tralafciarc  quefta  confideratione. 
ritnejfa  in  m-       Non  furono  manco  in  numero,  ne  più  breui  i  ragionamenti  in  materia(  ii 
fo ,  eccita  con-  refidenza  :  iqual i,fe  ben  non  terminarono  in  quella  rifolutione,che  era  nec  &" 
*^fi'  ria,&  dcfidetata  da  molti,nondimeno  hebbero  in  quefto  tempo  qualche  ce  ru- 

fione,i?<:  prepararono  materia  ad  altri.Per  intelligenza  dellequali  cofe  è  nec  fa- 
„,     rio  ripigliare  quefta  materiadalfuo  principio. 
dìfcorfodt  jr      j  gj-^di  Ecclefìaftici  non  furono  nell'  origine  loro  inftituiti,comcdigcàj 
ttawatemt    PL"eeiiiinenze,premi,ouero  honorij  iìcome  hoggidi,6cda  molte  centinata  d  in» 

••  «  ve- 


•  aPaoioIII.         LIBROSECONDO.  225 

vediamo:  ma  come  miniftcrij ,  carichi» detti  con  un'altro  nome  da  San 
)lo  »  opere}  &  da  Chrifto  Noftro  Signore  ncll'  Euangclio,opci\nij:pciò  non 
euaair  bora  entrar'  in  penfìero  ad  alcuno  d'alTentarli  dall'  circguirgii  in  pcr- 
a  propria  :&  fc  pur'uno  (ilche  rare  volte  occorrcua)  dall' opera  li  ritiraua> 
ivicraragionejchetitolo>o  emolumento  alcuno  gli  rcftairc.  Et  c|uant&nque 
"ero  i  miniftcrij  di  due  i'ortijalcuni^che  anticamente  chiam.auano  del  Vcrbo> 
li  prefentc  lì  dice,di  cura  d'anime  :  &  altri,dclle  cole  temponili,pcr  il  vitto  ^ 
litio  de' poueri>&  mfermijcome  erano  le  diaconie,&  altre  rubakerncopersy 
almentc  tutti  iitencuano  ubligati  a  quel  icruitio  in  propria pcrfonajne  mai 
ino'haurcbbepenfatodileruirper  foftituto  jialuo  che  in  breuiilìino  tempo 
urgenti impedimentimcracnO'haurebbeprero  un'altro  carico  ,  che  foifc 
ipedimento  a  quello.  Aumentata  la  Chiefa,  doue  il  popolo  Chriltiano 
mmero(o5& libero  dalle  perfecutioni ,  altra  forte  di  miniftri  fu  inftitui- 
er  feruir  nelle  adunanze  Ecclefiaftichc  ,  cofi  nel  legger  leDiuine  Scrittu- 
:ome  in  altre  fontioni,a  fine  d'eccitar  la  diuotione.  Furono  anco  inftitui- 
oilegij  de'  miniftri ,  che  in  commune  attendclfero  ad  alcun  carico ,  6c  altri- 
le  Semiinarij ,  donde  cauar  miniftri  già  inftrutti.  Quefti  de'  Collegi),  norL 
mdo  carico perfonale, poiché  la  Congregatione  tanto  amminiftrauacofl 
più  5  come  conunmeno^allevolte,opercaufadi  ftudiorO  dimaggior  in- 
rione» o  per  altrajteftauano  alfenti  dalla  Chiefa,  chiper  breue,  chi  per  lon- 
d|  empo  :non  però  tenendo  titolo ,  ne  carico  alcuno,ne meno  riceuendo  al- 
l  emolumento :cofi San Gieronimo,  Prete  Antiocheno, ma  fenza  cura  par- 
tì 'tare  ;  &  Ruffino  d'Aquileia,  al  modo  ftelfo^^;  San  Paolim)  >  ordinato  Prete 
I  ircellona,poco  rifedettero.  Crefciuto  poi  il  numero  di  quefti,  degenere  in; 
r'oì&c  gli  fu  dato  nome  diClerici  vagabondi  :  perche  erano  fatti  con  quel^ 
<  o  di  viuere  odioiì  :  de'  quali  fpeffo  iì  parla  nelle  Leggi ,  &  Nouelle  di  Giu- 
y  ino: non  però  mai  fu  penfato  di  tener'  il  titolo  d'un'  officio,&  goderne  gli' 
ijlumenti  ,  non  feruendo  j  fé  non  dopo  il  d  11.  nella  Chiefa  Occidentalej 
|ido  i  minifterij  Eccleiìaftici  mutarono  ftato,  8c  furono  fatti  gradi  di  de- 
\i,&c  honori}&  anco  premi  per  feruitijpreftati:&,ri  come  già  nelle  promo- 
ciEcclefìaftichcconfideratoilbifognodellaChiefasfiprouedeuadiperfona 
t' i  quel  minifterio;  coi!  dopo,confìderate  le  qualità  della  perfona ,  fi  prouider 
.  I  ado,degnità,o  emolumento,che  gli  conueuiardal  che  è  nato  l'clfercitar  l'o- 
%^  ilminifterio  perfoftituto.  Quefto  abufo  introdotto  ha  tiratoperconfe- 
■Ji iza un  aluo  fec0:cioè,riputarfi  difubligato,non folo  di  miniftrare,ma anco- 
'i  ■■  ire  prefcnte>&  aflìftere  a  quello  che  operain  fuoluogo  :  &  veramente,doue 
3  è  elcttal'induftria  della  perfona  per  l'opera,  ma  e  prouiftò  di  luogo,&  gra- 
c^  Ha  perfona  ;  non  è  ragione ,  che  fìaaftretta  ad  operar  per  fé  ftella,ne  aiTiftcre 
ll|>perantc.  Il  difordine  era  tanto  inanzi  paifatojche  haurebbe  diftrutto  l'Or- 
f  :  Cleticale,fe  i  Pontefici  Romani  non  hauelfcro  in  parte  ouuiato,comman- 
a'iojche  iPi-elati,&:  altri  Curati,quantonque  per  fottitutreirercitaifero  il  ca- 
<:  3  folfero  nondimeno  tenuti  all'  adìftenza  del  luogo,  che  chiamarono  Rell- 
CJ  ;a:al  che  anco  volfero  ubligare  i  Canonici,n6  conftringédo  a  quefto  «ylialr- 


224  CONCILIO   DI  TRENTO        PapaPaoloI. 

ci3  13    tii  chieirici  bcneficiatijiie  di  loro  parlando } ma lafciandogli  alla confuetudii, 
XLVi.      anziabufointrodottoidalqual  filentio  nacqiie,che  il  riputarono  difubligati: 
a  Pontefici  difpiacque  quel  volontario  ingannoiben  vedendo,che  tcrminere 
bc  in  grandezza  della  lor  Corte:  &;diqLiivennelapernitiofa>&  non  mai  a  b 
ftanzadetcftanda  diftintione de' benefici)  di  refìdenza>&r  non  r^decsKij  taqì 
ice  feguita  cominella  dottrina,  come  nell' operajfenza  niifun  rolFore  dell'  affi 
dita ,  che  feco  apertamente  porta  :  cioè,che  ila  dato  titolo,&  falario,  fenza  ofc 
gatione  :  &per  palliarla,  anzi  più  tofto  farla  apparire  piuvergognofashauen. 
i  Canonifti  una  malllma ,  che  conuince  l'airordità ,  cioè ,  Ogni  beneficio  è  d: 
per  l'ufficio  ;  l'hanno  efpofta ,  intendendo  per  ufficio,  le  preci  orarie  del  Brcii 
rio'.fi  che  iìa  data  una  entrata  di  mille,  di  dieci  millc,,&  più  feudi,  per  quello  ■ 
lo,accio(I pigli  in  mano  unBreuiaiio,5dfilegga  con  quanta  velocitàpuolal- 
guainfommeiTavocc,  fenza  attendere  anco  ad  altro,  che  alla  prononcia  de 
parole.  Ma  la  diftintione  de'  Dottori,  &c  laprouifione  de'  Pontifici  Romani,  • 
mentarono  inpoco  tempo  l'abufo  :  imperoche,  fenza  di  quelle,alcuno  pur 
beneficiati  femplici  fi  farebbe  fatto  conlcientia  :  là  doue  con  quelle  ognune  i 
giuftificato  l'abufo  per  cofa  lecita.    Et  quanto  a' curati ,  introduife  la  difpc  ', 
Pontificia ,  non  mai  negata  a  chi  la  ricerca,  in  quel  modo ,  che  fa  impetrar  e 
cofa  a  Roma  :  onde  i  foli  poueri,&:  quelli,che  ne  riceuono  commodo,  rifed* 
no:&  l'abufo  ,  prima  in  minima  parte  per  leggi  Pontificie  rimediato,  perle 
fpenfe  non  folo  fall  al  colmcma  iìfparfeanco  fuori,infettando  la  terra.  D 
i  moti  della  Germania  nella  religione,che  diedero  occafione  di  parlare,  8c  e 
derar  riforma,afcriuendo  ognuno  il  male  alla  negligenza ,  Se  poca  cura  de' 
lati,&:  defiderando  vedergli  al  gouerno  delle  Chiefe,deteftando  le  difpenfe, 
fé  dell'  aifenzai furono  introdotti  difcorfi  dell'  ubligatione  loro  :  &  alcuni  1 
minipij,  fra' quali  Frate  Thomafo  Gaetano  Cardinale,  affermarono,  l'ob 
della  refidcnzaeirer  di  legge  diuina:  Se  auucnne,  come  in  tutte  le  cofe  occ< 
che  la  pafllone  precedente  pertuadè  l'openione  più  rigida,  d>c  l'ubligatiom 
ftretta,&;  ladifubligationepiu  difficile  :  queftQera,dandogli  vigor  di  legge 
ulna.  1  Prclati,vedendo  il  male,ma  delìderando,che  folfe  ilcufabile ,  &  di  e 
leggiera ,  fi  diedero  all'  opinione,  che  non  da  Dio,  ma  dal  Pontefice,erano  i  ^ 
gati:imperochecofi  la  ditpenfa,o  la  taciturnità  del  Papa,gli  faluaua.  Con 
ite  preuic  diipoiitioni  di  dottrina,fu  nel  Concilio  propoftala  materia,  coir  i 
detto:  laquale,  perche  partorì  controuerfia  nel  principio  non  molto grau'  > 
in progreifo  iP.aggiore,&nelfine,chefunegl'annÌM.D.Lxii.&  LXiii.gra 
fima;  non  è  ftato  fuori <lipropofito  quella recapitolatione  i  ne  farà,il  raccc 
qualche  particolari  occorfi.  i 

Adonque,  fé  ben  gli  articoli  primieramente  propofti,non  furono  fé  n»  <li  i 
ftringer maggiormente  i  precetti,aggiongerci  pene,&  leuar gli  impedimer  i&  i 
facilitar  l'eilecutione:  8c  tutti  concordauano,allcgando  perluafioni  cauat(  al-  : 
la  Scrittura  del  Nuouo,  &'VecchioTeftamento,&:  da' Canoni  de' Conci  »&  . 
dottrina  de'  Padri:&  anco  dagli  inconuenienti,che  dal  non  refedere  erano  «i:  ■ 
«nondimeno  la  maggior  parte  de'  Theologi,  &de'  Domenicani  maffime ,  \  ' 


APA  Paolo  III.         LIBRO    SECONDO.  21; 

i,noadetenninarc,cherubligacione  foilèperleggcDiuina.     Frate Bartholo-    eia  i3 

co  Cairanza,& Frate Domiiiico  Soto,Spagnuolis erano  autori  più  principali:     xl  vi. 

i  rao-ionipiu  fondate  che  adduceuano,furonojPcrchc  il  Vefcouato  era  inftitai-  ntlUquaU  fi 

'»daChrin;OjComcminiftcrioj&  opera:  adonc|uc ricerca  attioneperronale,che'''y^^"''  Z^^^' 

i)n  può  far  ra(rcnte:che  Chrifto,  defcriuendo  le  qualità  del  buon  Paftorc,  dice,  ''T"  '^•"""'' 
,"r  ,       ,  .,  L'     I-  ri  11  „  .    0  Canonica, 

he  metta  la  Vita  penlgreggccnegh  conolce  le  pecorelle  per  nome,  «Se  cami- 

.  inanzi  loro.    Dall'  altra  parte,i  Canonifti,&  i  Prelati  Italiani,difputauanO} 
el'obligo  folFe  per  legge  Ecclefiaftica:  allegando,  che  mai  fi  trouerà  dagli  an- 
hi  alcuno  non  refidente  riprefojcome  tranfgreiror  della  D  iuina  legge,  ma  io^ 
de'Canoni.Che  TimotheojCcben  Vefcouo  Efefino,piu  tempo  fu  in  viaggio, 
f  .ordine  di  S.Paoio;  che  a  S.Pietro  è  detto  ,  Che  palcaleagnellecilcheslu- 
C:dcditutte,^'pur  nonpuoelFcr  pertuttopI■e^ente,cofipuoilVeicouoadcm- 
p  e  il  precetto  di  pafcer  lenza  refederc.    Rilpondeuano  anco  alle  ragioni  cori- 
::  L'ie , dicendo ,  Chele  conditioni  del  Pallore, da Chriftopropoftc, non con- 
j  igono  ad  altro,che  a  lui  proprio. 

Fra  Ambrofio  C  atarincfe  ben  Domenicano,  era  contrario  agli  altri  :  e  dice- 
Chc  il  Vefc  ouato,  quale  è  inftitutione  di  Chrifto,  e  un  folo,  quello  che  ha  il 
)a:degli  ahri  i'inftitutione  è  del  Pontefice  ;  ilquale,fi  come  egli  parte  la  quan- 
,&  il  numero  delle  pecorelle  dapafcerccofi  egli  prefcriueanco  ilmodo,*S«: 
ualità.  Perilche  al  Papa  ftà  ordinare  a  ciafcun  Vefcouo,  che  per  feileifo,  o 
foftituto,  attenda  al  gregge,  fi  come  glielo  può  aircgnare,&  molto,&  p^co, 
•riuarlo  ante  della poteftà del  pafcere.  Thomafo  Campeggio ,  Vefcouo  di 
re,  rifpondeua  in  un  altro  modo  i  Che  il  VefcouccomeSanGìeronimote- 
cajè  inftitutione  di  Chrifto:ma  la  diuifione  de'  Vefcouati  fii  inftituita  dopo 
aChiefa:cheChriftoa  tutti  gli  Apoftoli  diede  cura  di  pafcere,  ma  non  gli 
)  ad  un  luogo  :  come  anco  le  attioni  Apoftoliche  ,  &c  de'  difcepoli  loro  mo- 
loil'hauer'  aifegnato  quefta  portione  del  gregge  ad  uno,&  quella  ad  altro,fu 
itutioneEccleiiafticaper  meglio  gouernare. 

^fte  cofe  furono  trattate  con  aliai  paflìone  tra  iVefcoui.  GliSpagnuoli,  contnoltapaf- 
i  folo  adheriuano,ma  anco  fomentauano ,  &  incitauano  i  Theologi  de  iure  I''^"^'  "J^ffifte 
nOi  hauendo  un' arcano,  che  tra  loro  foli  communicauano,  d'aggrandire  ^^^'^  ^^f  ^ 
toritàEpifcopale:imperoche,(e  una  volta  folFedecifo  che  da  Chrifto  hauef-  j"^y]n  It~ 
la  cura  di  reggere  la  lorChiefa,refterebbe  anco  decifo,  che  da  lui  hanno  retauu.riti 
dcorità perciò  neceiraria,ne  il  Papapotrebbe reftringerla.  Qucfti  dilfegni  era-  £[>ifcopale,per 
i  iibodorati  dagli  adherenti  alla  corte:però,attefa  l'importanza  della  cola,eJn[i  ^"^  refidm'^, 
i  orafaceuano  animo  a'  defenfori  della  contraria.  I  Legati  giudicauano  me- 
!  >ouuiare  al  pericolo,moftrando  di  non  accorgerfi,^:  a  quello  fine  mirando, 
'!  air  hora  diiferOiChe  la  materia  era  difficile ,  ik  haueua  bifogno  di  maco-ior 
limc:peiche  doue  le  cofe  fono  controucrfe  tra  li  fteflì  Catolici,nonèdavcni- 
<  decifione,che  danni  vna  parte,per  non  far  fcifma  :  &  a  fine  di  non  feminare 
itentioni,pcr  poter'  unitamente  attendere  a  condannare  i  Lutherani.    Però 
Uiia altra  Selfione  era  meglio  differire  la  dichiaratione,^«o  ture  fia  debita.  Ad 
limipareua  che  baftalTe  rinouare  i  Canoni»  de  Decretali  vecchi  in  quella ma- 

Ff 


trane: 


difcorfo  dell 
antico  generilo 


ii6  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  paolo  ]f. 

ci3    i3    termi  eììccndojChe  fono  aliai  fcucrijhauendo  la  pena  di  priuatione:&:  anco  - 
XLVi.       gioneuoiijadmettendo  ie  legicime  (cuie.    Reftaua  trona;  .  ;;; ,  che  non  foilìy 
<:onceirc  dirpenfc,&  tanto  era  ballanrc.Altrilcntiuano,  che  eiMnecelTarioec- 
t-iiio  con  nuoae  pen.Cj&  attendere  a  leuar  gi'  impedimenti ,  che  più  importa; 
poicKc.qiiellileuati/arebbclarelidenzareguita  :  «Se  poco  riieuaua  donde  Tol- 
go  ve n iilc , purché  foife  cileguito  :  che,  fatto  qutfto,  s'haurebbe  potuto  difcur 
aìlaqualele     iriCoiiolamatcna.Allamaggiorpaite^piacquc  che  (ìfaceireruno&raltro:ac; 
d:lpmje  di  E^-  coniciitirono  i  Legacijcon  qucfto ,  che  delle  dilpenfe  non  iì  pariaife  :  ma,  per  j 
^reichiu  cm-   iì>che  non foilcro richiede, fi lenaifero gì'  impedimenti,  onde  prouengón^e 
cirentioniaiclche  non  vi  fu  meno  che  dire,&  che  contendere  tra  quelli,  cHca 
ncuanoogiii  cilcntione  peraburoj^  quelli, che l'haueuano  per  nccettarie  w^ 
Chiefajrcprobandoiolamentegliccceflì.  / 

Teftifica San Gicroiiimojche  ne' primi  principi]  dei  Chriftianefimojle Ci 
fé  crano,comie  in  Ariilocratia,  rette  per  il  commune  confeglio  del  Presbite i 
cbleja.e  &ahne  d'ouuiare  alledinifioni ,  che  s'introduceuano,fu  inftituito  ilgoueij 
d'jW  introdut'  iVIonarchicOjdando  tutta  la  fopraintendenza  al  Vefcouo ,  alquale  tutti  gli 
tion  Me  di-  j||,;  j,,||^  Chiefa  ubcdiuanojfenza  che  veniffe  ad  alcuno  più  penfìero  di  loti 
(P"ye«  f^  j^  ^^^1^1  o ouerno.    I  Vefcoui  vicini ,  le  Chiefe  de'  quali ,  per  cilèr  fotto  Tifi 

prouìncia,haueuanoinfìemecommercio,effiancoraper  Sinodi  flreggeuan 
commune  :  &  per  facilitar  più  il  gcuerno,  attribuendo  molto  a  quello  della 
tàprincipalcglideferiuano,  come  a  capo  di  quel  corpo  :  &per  la  comma 
ne  più  ampia,  che  tutte  le  prouincie  d'una  prefettura  teneuano  infieme,  il , 
fcouo  della  città,  douc  il  Prefetto  rifedeua>acquiftò  certa  fuperierità,  per  ci 
fuetudinc.  Quefte  Prefetture  elfendo.  La  citfàlmperialediRoma,  conle<f 
fuburbicarie  :  .^  la  Prefettura  d'Aleifandria ,  che  reggeua  l'Egitto,  la  Libi  ' 
Pentapoli:d'Antiochia,perlaSoria,&  altre  prouincie  d'Oriente.Et  in  altre 
noriPrefetcn'e,in Greco  chiamate, Eparchie,rifteiro era  feruato.    Queftc 
uernojiutiouoctoj&approuato  dalla  fola  coniuetudine,  che  lo  trouòutil 
ftabuito  dal  primo  Concilio  Niccno,  fotto  Conftantino,  &  per  Canone  (Ih? 
natOiChc  fi  continuaiFe  :  &  tanto  era  lontano  ciaicuno  dall'  eflmierfi  fuori  il' 
ordine,  che ,  hauendo  il  Vefcouo  di  Gierufalem  molte  honoreuoli  preemi  n- 
zej  forfè  per  elfcr  luogo ,  doue  Chrifto  Noftro  Signore  conuersò  in  carne  i  n- 
talc5&  fu  origine  della  religione  j  il  Concilio  Niceno  ordinò  che  quelle  h(  > 
reuoiezze  haueiiero  luogo  ;  ma  in  maniera ,  che  non  foife  niente  detratto  <  la 
ilipcrioritàdcl  Metrcpolitano,cheerail Veicouo di  Cefarea.  QueftogoueiO> 
che  nelle  Chicie  Orienrali  fempre  è  iì:ato  ieruato ,  nella  Latina  prefe  altcn  o- 
ne,con  occailone,chc,cirendo  fabricati  numerolì,  &  gran  Monallerij ,  ret  da 
Abbati  di  gran  fama,&  vaiorc,che  p-i  le  virtù  loro  confpicuefaceuano  oi'ia 
a'  Vcicouij  nacque  qualche  gara  tra  quefti,  &  quelli  :  &  gli  Abbati,  per  libc  rfi 
da  quegli  incomm.odijo  reali,  o  fìnti,  per  coprir  l'ambitione  del  fottrarHi  11^ 
foggertione  debita  jirapetrauano  da' Pontefici  Romani  d'elferriccuuti  fot  la 
protettion di S.Pietro,& immediate  lettola  foggettione Pontificia  :  ilcKèì?* 
nandoinól'co  a  conto  alla  Corte  Romana?  poiché  chi  ottiene  priuilegijj  !?f 

co  et: 


'ATA  Paolo  Iir.         LIBROSECONDO.  217 

jnCeruarfeglhi  iibligato  di  foftentar  l'auiorità  del  concedente, preftoprcfto 
'ittiTMonafterij  farono  eirentati.  I  Capitoli  ancora  delle  Cathedi-a'i,elÌèndo 
èrramaggiorparteregolarijco' medesimi  precedi  impetrarono  eirenrionc.  Fi- 
ilmenteJe  Congrcgationi  Cluniaccnl'c ,  &  Ciiìercienfe  >  tutte  intierc,(ì  eifen- 
irono, con  grand' aumento  dell'  autorità  Pontificia  ;laqual  veniuaad  liauer 
'idditi propri) in  ciai'cun  luogo,  diffell,&:  protetti  dal  Papato  j  &:  (cambicuol- 
licnte  cIefenfori,«S«:  protettori  d'eifo.Da  San  Bcrnardo,che  fu  in  quel  tcmpo,&: 
I,  Congregatione  Ciftercienfe,  non  fu  lodata  l'inuentione:  anzi  ammoni  di  ciò 
iligenio  terzo  Pontefice,a  con(iderare,che  tutti  erano  abufi,ne  il  doueua  hauer 
roencfe  un'Abbate ricufaua  foggiacer'al  Vefcouo  »  &  il  Veicouo  al  Metro- 
litano:chelaChiefa  militante  debbe  pigliar  eirempio  dalla  trionfante,douc 
li  niirun' Angelo  dilfcNon  voglio  elFcr  lotto  l'Arcangelo  :  ma  più  haurebbe 
:to,quando  folTe  vilfutone'  tempi  pofteriori.  Imperoche  dopo,  gli  Ordini  de' 
indicanti palfarono  più  oltre ,  hauendo  non  folo  ottenuto  clfentioneonni- 
)da  dall'  autorità  Epifcopalcgencral mente  douunq;  folTeron-na  anco,facoltà 
'abricarChiefeinqualonque  luogo,&  in  quelle  anco  miniftrar  i  Sacramen- 
ta in  quefti  ultimi  fecoli,s'era  tanto  inanzi  proceduto,  che  ogni  Prete  priua- 
:on  poca  fpefa,s'impetraua  una  efTentione  dalla  fupcriorità  del  fuo  Veicouo: 
ifolo  nelle  caufe  di  correttioncma  anco  per  poter'  elfer' ordinato  da  chi  gli 
ceuajtSi  in  forama  di  non  riconofcere  il  Veicouo  in  alcun  conto.  -   ,    .   . 

'  ^efto  effendo  lo  flato  delle  cofe,&:  richiedendoci  Vefcoui  riraedicalcuni  di  ^\^'^l-'°"^  ^ 
ì  ■)  più  vehementi  ritornauaao  alle  cofe  dette  nelle  Congregationiprccedenti ^""f^^^g^i^J^"^ 
i  raSeflìonecontrareirentionede'  Frati:ma,i  più  prudenti,  hauendo  ciò  per  efonofol  mo- 
^  xiìio  imponìbile  da  ottenere,ftante  il  numeroj&gradezza  degli  Ordini  rego-  derate  in  quah 
al  ,&  il  fauor  della  Cortejfì  contentarono  di  leuar  quelle  de'  Capitoli,i3«:  perfo-  «^« /"*»"«• 
ij  tarticularii&  dimandarono  che  folFero  riuocate  tutte.Ma  i  Legati,con  uificij 
li  :icolari,confiderandogli,che  non  tutta  la  riforma  fi  poteua  per  quella  Seffio- 

Ì)rdinare;  che  conueniua  dar  principio  ,  &c  lafciar'anco  la  parte  fua  attempi 
ienti;gli  fecero  ftar  cótenti,di  leuar  reirentione,folo  nelle  cofe  criminali ,  a' 
:i  particolari,&  Frati  habitanti  fuori  di  Chioftroi&  a'  Capitolijcome  quelle, 
b  ide  vengono  inconuenienti  maggiori}&  le  facoltà  di  dargli  Ordini  Clerica- 
1  chi  non  refiede  nella  propria Diocefe:  con  promillìone,che  fifegliirèbbe  a 
ikìcdcr  gli  altri  neir  altra  Seflìone. 

ivientre  inTrento  quelle  cofe  fi  trattano,ilPapa,riceuuto  auifo  dal  Cardinal  il  Papa,fdt>- 
'iaefe,&  confiderato  con  quanto  poca  fua  riputatione  un  Legato  Apoftolico  l^^l'^  '^""J^f 
t  la  in  Ratifbona,mentre  le  fue  genti  erano  in  Campo,lo  richiamòicon  lui  par-  ^^'^V^'"*^'"'' 
iJinbuon  numero  de' gentilhuomini  Italiani  della  gente  Pontifìcia.  Al  mezt^^'^^erior 
i  >ttobbre  i  doi  elTerciti  fi  ritrouarono  a  Sontheim,tato  vicini,che  folo  un  pic- 
ei (iume  era  in  mezo  tra  loro:&  cofi  ftando ,  Ottauio  Farnefe,mandato  da  Ce- 
(■'i  con  le  genti  Italiane ,  Se  con  altri  Thedefchi  aggiontigli,  prefe  Donavert, 
t]afi  fu  gh  occhi  dell'  elTercito  nimico  ;  ilquale  non  hauendo  fatto  alcuna  im- 
Pilajmentre  s'era  trattenuto  in  Sueuia,fe  non  tener  l'Imperatore  impcdito,al 
^  uembrefiicoftietto  d'abandonar  quel  paefcpei- una  gran  diuerfionc  fatta  da' 

Ff     ij 


, 228  CONCILIO   DI  TRENTO     PapaPaoloIII 

ci3  13  Bohemij&  altri  della fattione  Imperiale  contia  la Saironia,&  Affia,  luoghi d 
XLVi.  due  Capi  Proteftantijchefi  ritirarono  alla  difefa delle  cofepropriejlafciando 
Cefarefa  frre  Germania  fupcriore  adifcretjone  diCefare:ilche  fu  caufajche  alcuniPrencim,, 
una^  mrjtont  ^^^^^.^  ^^^jj^  ^.  jj-j.^  coUegatc,  inclinarono  ad  accommodarii  con  lui,hauendo  ti. 
Protesami,  e  "^^^  cautione,di  tener  la lor  religione:ma  egli  non  voile,che  infcrittaCcJiCii. 
fi  rende  padro-  celfc  mentione,afine  che  non  pareiFe  iaguerra  fatta  per  quella  caufajche  fareb' 
tie  della  Ger-  ftato  Un  offender  quelli  de'fuoijchelofeguiuanojdiificoltarladeditio'fe'de!: 
mania  fitpe-.  ^[^^j^i^^  infofpettire  anco  gli  Eccleiìaftici  di  Germania  ,  che  fperauano  vec 
Tndo«e?^'o  l'eftituito  il  rito  Romano  in  ogni  luogo.l  miniftrifuoinódimeno  dauanopai' 
dtlU religio-  1^  a  tiittijche non farebbono raoleftati  nell'  ufo  della  religione ,  fcufando  il  • 
m»  drone,fe  per  molti  rifpetti  non  poteuafodisfargli  di  farne  capitulationcj&et 

operaua  in  maniera>che  appariua  ben  chiara  la  deliberatione  liia  di  contentai  i 
conia  conniuenza.  In  quefte  deditioni  acquiftò  Cefare  numeiofa  quami 
d'artegliaria  j  6c  cauò  dalle  città  >  per  ragione  di  condanna ,  molti  dannati  ;  i 
fomma  d'alFai  centinara  di  migliara;&jquel  che  più  di  tutto  importa,  rcftò  a  ^ 
luto  patrone  della  Germania  fuperiore. 
9nde  il  Papa      Quella  felicità  diede  molta  gelofìa  al  Pontefice>&  gli  fece  metter  penfìero  e 
rkhiamailfito  cofe  propricprima  che  tutta  Germania  foife  pofta  in  obedienza.  Le  genti  i 
altronepote,e  focto  il  Nipote  Ottauio,eranomolto  diminuite  innumero,per  i  già  partitili 
juegen  »,     (Cardinal  Farnefe5&  per  altri  sfuggiti  alla  sfilata  per  i  difagi.Quel  rimaneni  il 
mezodiDicembrcritrGuandofireiTercito  Imperiale  alloggiato  vicino  alla  - 
ladiSotheim,parti  tutto  per  ordine  del  Pontefice,  dalquale  hebbe  il  Ni]  e 
Ottauio  commandamento  di  ritornare  in  Italia,&:  dire  al  fuocero,  Che,eflè  o 
finiti  i  feimefì,il  Papa  non  poteua  più  foftencr  tanta  fpefa:che  era  finito  il  i 
pò  dell'  obligatione,&  ridotto  ad  effetto  quello  ,  perchelalegafiicontr 
cioè,ridotta  la  Germania  in  obedienza:con  gran  querela  dell'  Imperatore 
di  che  Cefare  folfe  abandonato  apponto  nella  opportunità  di  far  bene,&  quando  più  l'a 
fi  querela,      „\^  bil'ognaua:perche  niente  era  fatto,quando  non  folTero  oppreflì  i  capi,  ic 
nonfipoteuanodirvinri;,per  eifer  ritirati  alla  difefa  delli  ftati  propri)  :  di... 
quando  folTero  liberati,era  da  temere,che  ritornaifero  con  maggiori  forze,5  Jt-i 
dine,che  prima.Ma  il  Papa  giuftificaua  la  ragione  iua,di  non  continuar  nel  ìM 
,  -     ga,&  la  partita  de'  iuoi ,  con  dire  ,  Che  non  era  fatto  partecipe  degli  acc  di  J 

*'HfMc  '  ^^^^^  ^°^ ^^  città,  & Prencipijchenon  fi poteuano ftabilire fenzalui;&: mafl  le» 
*  che  anco  erano  conclufi  in  molto  pregiudicio  della  fede  Catolica,  toler;  io 
rherefia,che  fi  poteua  efterminare:che  .egli  non  haueua,fccondo  i  capitoli  Ha . 
confederatione,participato  degli  utili  della  guerra,nede'  danari  tratti  dalle  tre  | 
accordate;  che  l'Imperatore  fi  doleua  dilui,quando  egli  eiarofFefo,  &  vili:  f*" 
con  danno  anco  della  religione.  Ne  contento  di  qacfto,negòanco  all'Im  i 
tore,che  potelFe  continuar  a  valerfide'  danari  delle  Chiefe  di  Spagna» olt|;  It^ 
mefi:&:,quantonqueiminiftri  di  Cefare  facelfero  con  lui  replicati  &poani 
uffici), moftrandojche  la  continuatione  della  caufa  perche  furono  concef  ri-i 
cercaire  anco  che  (\  continuaffe  la  conceflìone,&  che  l'opera  rcflerebbe  vai  •  &  I 
fenza  frutto,quando  non  fi  conduceflè  al  fine  la  guerrajuon  poterono  moiflo« 
dalla  rifolutione  prefa.  ^^: 


^rAPAoioIlI.  LIBRO  SECONDO.  ^"^^ .^.....____. 

iSucceire  anco,che  cireneo  nata  una  congiura  pcricolofa  in  Genoua,che  quafi    ciò    1 3 
t'bbe  effettcdalla  famiglia  Fiefca  contta  la  Doria,chc  feguiua  le  parti  Imperia-     xl  vi. 
l|;iebbe  l'Imperatore  per  certcche  ilDacadiPiacenza,figlio  del  Papajne  folle  'iordlgHJii 
i|roraiitore;&  crcdctce,che  dal  Papa  venilfe,  &  non  fi  aftenne  di  aggiongcre  '^^'y'^^"^"» 
cfta querela allcaltre.il Papa teneua per  fermo,  che  l'Imperatore  fircbbc  oc- 
patoin  Germania  per  longo  tempo,&  fenza  poterlo  offendere  con  forze  cem,- 
.rali:matemeua,cbc,col  far  andai'  i  Protcftanti  al  Conciliospotelle  eccitargli  .. 
laiche  rrauaglio.Il  rimedio  di  feparare  il  Concilio  gli  pareua  troppo  violento,  uede  a/^ozni 
fcandalofo ,  maflìme  circndo  (lato  fette  mcfijin  trattatione  non  pQblicata:j?my?roacc/- 
^  ine  in  parere  di  far  publicarc  le  cole  già  digeritc:poiche  per  quella  dichiara-  dente  del  Con- 
ine i  o  i  Proteftanti  haurebbono  ricufato  andarui  ;  o  andando  i'arebbono  "-'"j 
ftrctti  accettarlamcllaquale  voltandoli  il  cardine  di  tutte  le  controuerfie,la 
toria  farebbe  ftata  la  fua:&^,quando  non  vi  folfe  altra  ragione  di  farlo ,  quella 
alo  confeglia,che,defiderando  l'Imperatorcche  s'afteneife  da  deciderle  con- 
'Uerfie,queflo  baftaua,per  concludere  elfer'  utile  a  lui  il  farlo ,  douendo  eircr 
irrarij  i  confeglidichiha  contrari)  fìni:vcdeua  bene  che  l'Imperatore  l'hau- 
'be  riceuutopcrofFefagraue:magià  a  difgufti  poco  fipoteuaaggiongere  :  &c 
il  Papa  folito ,  quando  nelle  deliberationi  fi  trouaua  ferrato  tra  le  i-agioni> 
r  lo  confortauano,&:  diiruadeuano  :  ad  ufar  il  motto  Fiorentino ,  Cola  fatta    ,     ,.      , 

0  ha:&  dar  mano  alla  eirccutione  della  parte  neceiraria.Però,alle  fefte  di  Na-  jr^oa*»  dtumr 
'.  y  fcrifTe  a  Legati ,  che  faceirero  la  Seflìone>&  publicaftèro  i  Decreti  già  for-  UfeBa  StJJìaz 
ti.  llqual  commandamento  riceuuto,fecero  Congregatione  il  tre  di  Genna-  »fj 
lellaqualedopo  hauer  deliberato,che  s'intimalle  la  Sellìone  per  il  tredici, 

1  parere,&  piacere  concorde  di  tutti,eirendo  ad  ognuno  venuto  a  noia  lo  ftar 
to  tempo  fenza  rifolucr  niente  ;  propofero  i  Legati  di  publicare  i  Decreti 

F<|  mati.Quanto  a  quelli  della  fede,  i  Prelati  Imperiali  s  opponeuaiio,  con  dire> 
C|  e  non  era  ancora  opportunità,&  baflaua  publicar  la  riforma:ma  i  Pontifici) 
y  .aliano  in  contrario:allegando,eirer  già  noto  a  tutto  il  mondo,  che  perfette 
H  fi  s'iiaueua  alTiduamente  ventilata  la  materia  della  Gratia,&Giufì:ifìcationc, 
fiera  anco  il  Decreto  flabilito:che  farebbe  con  detrimento  della  fede,quando 
il  londovedclfc  il  Concilio  temer  di  publicar  quella  verità,che  era  decila.Er, 
f\  ■  elfer  quefli  in  numero  molto  maggiorcl'openione  loro,aiutata  dall'  autori- 
fcj de'  Legati,fLiperò.Le  due  feguenti  Congregationi  furono  confumate  in  ri- 
li  gere  i  Decreti  cofidi  fede  ,  come  di  riforma:  iquali,accommodate  qualche 
l|giericofuccie,fecondo  l'auuertimentodi  quelli,che  non  erano  interuenuti 
Il  ma,piacquero  a  tutti.Con  le  folite  ceremonie,andati  alla  Chiefa  i  Legati  co* 
Idatiil  Gioue^i  tredici  Gennaro,giorno  dcffcinato  per  il  publico  confciro,fi 
ti  ine  la  SefTioneidoue  cantò  la  mefTa  Andrea  Cornaro  Arciuefcouo  di  Spalato; 
«;  fece  il  Sermone  Thomafo  Stella, Vefcouo  di  Salpi;&  furono  letti  i  Decreti  Decreti  di 
<i  Ha  fede,&  della  riforma.  ^»eiia  h-orm 

Iprimoconteneua  ledici  capi  con  loro  proemi),  &:  trentatre  Anathematifmi.  ^^^*  t^'-»)?')?- 
X  foftanza ,  dopo  d'hauer  prohibito  credere ,  o  predicare  ,  o  infegnare  altra-  ^''''"''  '  '"*' 
intc  di  quanto  era  itatuito>&  elplicatoxn  quel  Decreto,  dichiaraua,  I.  Che,w, 
'"^"^'"  Ff    ii) 


130  CONCILIO  DI  TILENro       Papa  Paolo  I. 

ciD  i3    ne  Gentilijper  mezi  naturali;  ne  Giudei,pei:  la  lettera  di  Moirchanno  potuto  . 

XLVi.  berarfi  dal  peccato.  1 1.  Onde  Dio  mandò  il  Figliuolo,per  rifcuotere  glimii/: 
gli  altri.  III.  Il  qualffe  ben'  è  morto  per  tutti,nondimenogodono  il  benefic, 
quei  ioli,  a  chi  il  merito  di  luiècommunicato.  IIII.  Chela  giuftificatio: 
dell' empio  non  è  altro,  fé  non  una  tranilatione  dello  ftatodi  figlio  di  Adati 
nello  ftato  di  figlio  adottiuo  di  Dio  per  Giefu  Chrifto  ;  laquale ,  dopo  la  pub . 
catione  dell'  Euangelio,non  Ci  fa  lenza  il  Battefmo,  o  fenza  il  voto  di  quello.  , 
Che  il  principio  della  giuftificationc  negU  adulti  viene  dalla  gratia  preueni(. 
te,  che  gì'  inuita  a  difporlì ,  con  acconlentirgli  liberamente ,  o  cooperargli . 
che  l'huomo  fa  di  fua  volontà  fpontanea,potendola  anco  rifiutare.  V I.  Il  n  • 
I  do  della  preparatione  è,  credendo  prima  volontariamente  le  reuelationi ,  : 

■  promelTc  diuine  ;  &  conofcendofì  jjcccatore,  dal  timor  della  diuina  giuftii, 
voltandofi  alla  mifericordia,  con  Iperare  il  perdono  da  Dio  :  &  perciò  co 
minciare  ad  amarlo,&:  odiar'  il  peccato  :  &c  finalmentcproponendo  di  riceu 
il  Battefmo  jincomminciare  vita  nuoua,&feruare  i  commandamenti  Diu 

ì  VII.  Che  a  quella  preparatione  feguita  la  giuftificatione;  quale  non  è  fola 
;  meflìone  de' peccati, ma tantificatione ancora,  &hacmque  caule: la  final 
ì  gloria  Diuina,&  vita  eterna:refficiente,Dio:lameritoria,Chrifto:riftromer 
'  le,il  Sacramento  :  i^  la  formale,  la  giuftitia  donata  da  Dip ,  riceuuta  fecond 
beneplacito  dello  Spirito  Santo,&:  fecondo  la  difpoiìtione  del  recipiente;r 
uendo  infieme  con  la  rimeffione  de'  peccati ,  la  fede,fperanza,&  carità.    V 1 
Che,quando  San  Paolo  dice ,  L'huomo  efler  giuftificato  perla  fede ,  &grai 
tamentc;cio  lì  debbe  intendere,  perche  la  fede  è  principio ,  &  le  cofe  preced(  . 
la  giuftificatione  non  fono  meritorie  della  gratia.    IX.  Che  i  peccati  non  f(  3J 
perdonati  a  chi  fi  vaiita,&:  fi  ripofa  nella  fola  fiducia,  3c  certezza  della  remif  -j- 
ne  :  ne  fi  debbe  dire,  che  quella  fola  fede  giuftifichi  ;  anzi  ognuno  ,  fi  come  i 
debbe  dubitar  della  mifericordia  di  Dio ,  meriti  di  Chrifto ,  &  efficacia  de' 
cramenti  ;  cofi,  rifguardando  la  propria  indifpofitione ,  può  dubitare ,  non 
/  tendojcon  certezza  di  fede  infallibile,faper  d'haucr'  ottenuto  la  gratia.  X.  ( 
i  giufti,con  l'olferuanza  de'  commandamenti  di  Dio,&;  della  Chiefa,fono  n 
giormentegiuftificati.    XI.  Che  non  fi  può  dire,I  precetti  dininieifereim] 
(   ubili  al  giufto  ;  ilqual  fé  bea<;ade  ne'  peccati  veniali ,  non  refta  però  d'ellèr  t 
che  niflun  debbe  fermarfi  nella  fola  fede ,  ne  dire  che  il  giufto  in  ogni  buon 
pera  faccia  peccato,ouero  pecchijfe  opera  per  fine  di  mercede.  XII.  Che 
fun  deue  prefumere  d'eifer  predeftinato,  con  credere,  che  il  giuftificato  i  ;i 
:  podi  più  peccare;  o  peccando,  debbia  prometteifi  la  refipifcenza.    XIII.    i"  i 
l  rimente ,  che  nilTun  può  prometterfi  alfoluta  certezza  di  perfeuerar  fino  al  f  'i  ; 
ma  metter  lafperanza  nell'aiuto  Diuino ,  ilquale  continuerà,  non  mancai  o  i 
^  l'huomo.    X 1 1 1 1.  Che  li  caduti  in  peccato  potranno  rihauer  la  gratia,prc  f  ; 
'.  rando ,  coli'  eccitamento  diuino,  di  ricuperarla  per  mezzo  delia  penitentia  ir  ; 

■  quale  è  differente  dallaBattefmale;  contenendo  non  folo  la  contritione,  n:la 
facramental  confellìone ,  &  aflolutione  facerdotalc ,  almeno  in  voto  ;  &:  o  »  ■ 
cio,la  fatisfattione  per  la  pena  temporale,laqual  non  fi  rimette  fempretuttM- 1 

fieC) 


AVA  Paolo  111.        LIBROSECONDO.  231 

mie,  come  nel  Bartcfmo.  XV.  ChelagratiaDiuinaiìperdejnon  foloper     ci3  lO 
infeclelcà>ma  peL-qualonqucalcro  peccato  moitalejquantonquclafede  non  lia      xlvi» 
;i- quello  perduta.   X  V I.  Propuone  anco  a'  giuftificati  reifercitio  delle  buone 
pere ,  per  quale  s'acquifca  la  vita  eterna,  come  giatiapromeila  dalla  milcricor- 
iadiDÌ0)<^<  mercede  debita  alle  buone  opere  perladiuina  promeira.  Etcon- 
udcche  quella  dottrinanonftabilifcc  unagiuftitiaproprianoftra,  repudiata 
,  giuftitia  di  Dio:  ma  la  medeiìma  fi  dice  noftra,  per  cifer' in  noi:  &diDio,ef- 
ndo  da  lui  infula,  per  il  merito  di  Chrifto.  In  fine,  che,  per  far  lapere  ad  ognu- 
: ),  non  folo  ladottrina  da  fcguircma  anco  quella,  che  dcbbe  fuggire,roggion- 
j  i  Canoni  contra  chi  dice,  L  Chel'huomo  può  cirergiuftificato  lenza  la  gra- f*""»'"  ^el 
ii,per  le  forze  della  natura  humana,  &  per  la  dottrina  della  Legge.   II.  Chela  ^"^^fi^io  fug^ 
jatialia  data,per  viuerbene  con  maggior  facilità,  ik  meritarla  vitaecerna>pc>-^^^^** 
i  ido  riftelTo  il  Libero  arbitrio ,  m.a  con  difficoltà.    III.  Che  l'huomo  podi 
e  .'dercamarejfperare,  o  pentirri,come  conuicne,  fenza  lapreuentione,  &  laiu- 
:  dello  Spirito  Santo.    II II.  Che  il  Libero  arbitrio,  eccitato  da  Dio,  non 
:  Dperi  per  dirporfi  alla  gratia,  ne  polli  diifentire  volendo.    V.  Che  dopo  il 
D  caco  d'Adamo ,  il  Libero  arbitrio  lÌa  perduto.  V I.  Che  non  fìa  in  poteftà 
I  r  huomo  il  far  male,  ma  cofi  le  cattiue,come  le  buone  opere,auuengano,non 
\  3  per  diuina  permiflìone,ma  per  fua  operatione  propria.  VII.  Che  tutte  le 
>  :re,fatte  inanzi  la  giuftificatione,fiano  peccati^  &  tanto  più  l'huGmo  pecchi* 
jmto  più  h  sforza  per  di  fponeril  alla  gratia.  Vili.  Cheil  timore  dell'Infer- 
i  dieci  faaftenerdalpeccare,o  ricorrere  alla  mifericordia  di  Dio,fìa  peccato, 
: .  Che  l'empio  fia  giuftifìcato  per  fede  fola,fenza  preparatione,  che  venga  dal 
rito  della  fua  volontà.  X.  Che  l'huomo  fiagiuftifìcatofenza  la  giuftitia  me- 
li ta  da  C  hriftcouero  fia  giufìro  per  quella  formalmente.  XI.  Che  fia  giuft  ifì- 
^  )  per  fola  imputatione  della  giuflitia  di  Chrifto,o  per  fola  rimeffione  de'pec- 
■\  lenza  la  gratia,  &  carità  inherente:ouero,che  la  gratia  della  giuflifìcatione 
oloilfauordiuino.  XII.  Che  la  fede  chegiuftifica,nonfIaaltro,chclacon- 
nza  della  diuina  mifericordia,che  rimette!  peccati  per  Chrifto.  XIIL  Chc> 
la  rimeffione  de'peccatijfia  necelTario  il  credere  che/ianorimeffi,  fcnzadu- 
r  della  propia  indirpoficione.  XIIIL  Che  l'huomo  è  airoluto,&  giuftifica- 
lerche  lo  crede  fermamente.  XV.  Chefia  tenuto  per  fede  a  credere  d'eilere 
i  amente  nel  numero  de'  predeftinati.  XVI.  Chi  dirà  elTer  certo  d'hauer* 
i I Mio  della perfeueranza , fenza fpecial riuelatione.    X  V IL  Che  li  foli  pre- 
binati  ottengono  la  gratia.    XV  IH.  Cheiprecetti  di  Dio  lìano  impoflibi- 
ii  l  giuftifìcato.    XIX.  Che  non  fia  altro  precetto  Euangelico ,  che  della  fe- 
l^  XX.  Che  il  giufto,&  perfetto,  non  fiaobligato  ad  oiferuare  icomman- 
li lenti  di  Dio,&  della  Chiefa  :  ouero,che  l'Euangelio  fia  unapromelfa ,  fenza 
Mditione  dell' oflcruantia  de' commandamenti.  XXI.  Che  Chrifto  è  data- 
'1  Redentore , non  per  Leggiflatore<  XXII.  Che  il  giuftifìcato  polfi  perfc- 
i^ir  fenza  il  fpecial  aiuto  di  Dio,o  non  polli  con  quello.  XXIII.  Che  il  aiu- 
[(iionpoflipeccare,ouero  polii  euitare  tutti  i  peccati  veniali ,  fé  non  perpriui- 
P(  o  fpeciale  j  come  la  Chiefa  tiene  della  Vergine.  X  X 1 1 1 1.  Che  la  giuftir 


_25i  CONCILIO   DI  TRENTO       PapaPaoloI. 

e  1 3  I  ^    tia  non  fi  confemi ,  &  accrefca  per  le  buone  opere ,  ma  fiano  frutti ,  o  feg,, 
XLVi.     XXV.  Che  il  giudo  in  ogni  opera  pecca  mortalmente,o  venialmente.  XXV 
Che  il  giudo  non  dcbbe  fperar  mercede  per  le  buone  opere.  XXVII.  Non  i. 
ferui  altro  peccato  mortaicche rmfcdeità.  XXVIII.  Che,perduta  la  grat, 
fi  perda  la  tede:ouero,la  fede  rimanentcuon  eiFcr  vcra,ne  di  Chriftiano.XXI 
Che ,  peccando  dopo  il  battefmo  »  non  polli  l'huomo  rileuarlì  con  la  gratia  i 
D  lojoucro  polli  ricuperarla  con  la  fola  fede,  fenza  il  Sacramento  della  peniti, 
tia.  XXX.  Che  ad  ogni  penitente  vienrimelfa  la  colpa  &  la  pena  intieramc 
te  ;   iion  reftando  pena  temporale  da  pagare  in  quefta  vita>  o  inPurgatòr 
XXXI.  Che  ilgiufto  pecca>  fé  opera  bene  rifguardando  la  mercede  eter 
XXXIL  Che  le  opere  buone  del  giudo  fono  donidiDiofolamcnte,&  n 
^  iniknne  meriti  delgiuftificato.  XX  XI  il.  Che  per  quella  dottrina  fìadero 
to  alla  gloria  di  Dio,  ìk  meriti  di  Chrifto ,  &  non  più  tofto  lUuftratala  glo 
loro. 

Dopoi  c'hebbi  tclTuta  quefta  abbreuiatanarratione  del  Decreto,  mi  cac 
in  penlìcro,  che  folfecofafuperflua,  poiché  tutti  li  Decreti  di  quefto  Conci 
fono  in  un  volume  ftampati ,  »5^  nelle  mani  di  tutti ,  Se  che  poteffì  anco  ni . 
compolìtione  delle  attioni  feguenti  rimettermi  a  quel  libro  :  &c  fui  per  cani  • 
lar  quefto  foglio.Poi  conÌÌderai,che  ad  alcuno  folFe  più  piacere  in  un  folo  li'  i 
leggere  tutto  continuato:  &  chi  hauràpiu  caro  veder  i'origginalc ,  potrà  tr;  1 
fciar  quefta  mia  abbreuiatione  ;  ho  deliberato  non  mutare ,  &  anco  nelle  m;  j 
rie  feguenti  feguir  lo  ftelfo  ftile.Et  tanto  piu,confìderando  il  difpiacere,che  i 
to,  quando  veggo  in  Senofonte,  o  Tacito  ,  tralafciata  lanarratione  d'ai 
na  cofa  a'  loro  tempi  notiflìma  ;  che,  non  hauendo  modo  di  rifapere  al  i 
fente,  mi  refta  incognita  :&:  mi  perfuade  a  tener' una  mallìma,  che  mai  ui 


bro  non  donerebbe  nfcrirfi  ad  un  altro.    Però,  vengo  alla fomma  del  Deo 


'"l 


della  riforma. 

,  . ■        Il  qual  infoftanza  conteiieua.    I.    Che  volendo  la  Sinodo  emendar 

eMmxit.  ^     prauati  coftumi  del  Clero,&;  popoloj  ftimaua  douer'  incomminciare  da'  Pre 

ti  delle  Chiefe  maggiori  :  però ,  confidando  in  Dio ,  &  nel  fuo  Vicario  in  te 

che  quel  carico  farà  dato  aperfone  degne  ,  &  eifercitate  dalla  pueritia  nel 

fciplina  Ecclcfiaftica,  gliammonifce  a  far' il  loroofticio,  qual  non  fi  può 

<Tuire,fe  non  fopraftando  alla  cuftodia  d'eiromondimeno  molti,lafciata  la  ir  - 

dra,&  la  cura  delle  agnellcvagano  per  le  corti,&  attendono  a  negotij  fece  i. 

Pertanto  j la  Sinodo rinuoua  tutti  i Canoni  antichi  contra  i  nonreiidenti  !f 

oltra  cio,ftatuifce,che  qualonque  prefetto  a Chicfa  Cathcdrale,  con  qualon  te 

titolo  fi  voglia,&  di  qualonque  prceminenza  egli  fia,che,ienza  giufta,  &  rai  )- 

.  neuole  caufa,ftarà  fuori  della  fua  Dioceie  lei  meli  continui,  perda  la  quartap  '^e 

delle  entrate  :  &,fe  p.rfeuerarà,ftando  aliente  per  altri  lei  meli  ne  perdi  una  s  :a 

quarta  :  &  crcfcendo  la  contumacia ,  il  Metropolitan o,fotto  pena  di  non  per' 

;  entrar' in  Chicfa  fra  tre  mefi,debbe  denonciarlo  al  Pontefice:  ilqualeperlaia 

foprema aurorità,potrà  dar  maggior  caftigo ,  o  proucder'  alla  Chiefa  di  pa  31 

più  utile.  Et  fé  il  Metropolitano  incorrerà  in  iìmilfallo,ilSuf&aganeo  più  e- 

chio  fia  tenuto  denonciarlo  II.  ^* 


APA  Paolo  in.         LIBRO    SECONDO-  z;;^ 

II.  Maglialcriiiifciiona"Vercoui,teiuiciareredcrc,opcrIeggc,opercon-  cX3  id 
]\ andine yihno  a  ciocoftrctti  da'  VcrcoLii  ,  annullando  ogni  pnaiicgio,che  xlvii. 
Icnri  in  perpetuo  dalla  refìdcntia.Rtftando  in  vigore  le  dilpcnfe  conccilè  per 
mpccon  caufa  ragioneuole,&  vera,proaata  inanzi  l'Ordinano  :  doucndopc- 
I  il  Vefcouo,comc  Delegato  della  Sede  Apoftolica,hauci- carico,  che  fìaattcfo 
:[acuradellcanimeda Vicario idoneojcon  portione  conucniente delie  cncca- 
.nonoftanre  qualonque  priuilegio,o  eircncionc.  ' 

ili.  In  okrajche  nilFun  chierico,per  priuilegio  perfonatco  rcgokre  liabi- 
Ite  fuori  del  monafl;erio,per  priuilegio  deli*  Ordine  ino;  fiaeircntc,  fiche  non 
j(fi  circr  puniro,fallando:o  viricato,&  corretto  dall'  Ordinario. 
mi.  Similirentcchc  i  Capitoli  delle  Cathcdrali>&:  altre  Collegiatcin  vir- 
l'cifentionco  confucrudinijO  giuramcnti,3<:  patti,non  pollino  liberarli  dalla 
ita  de' Tuoi  Vefcoui,&  altri  Prelati  maggiori,  (einpreche  faràbilogno. 
V.  In  fine, ordinaua, che  nillun  Vefcouo  con  pretcftodi  priuilegio,pofll 
;rcitar'atti  Pontificali  nella  Diocefc  d'un'  altroife  non,con  licentia  di  quello; 
opra  i  luoi  (oggetti  Iblamente.Et  fu  deputato  il  giorno  della  Seflionc  fegucn- 
'  tre  di  Marzo. 

:n  Roma,il  Decreto  della  fede  non  diede  materia  alcuna  di  parlare,non  riuf-  giudkij  fopra. 

do  nuouojcofbperche  era  (lato  veduto,&ciraminatopubIicamentejCome(ì  ^uefiiDecrttH 

:tto;&poi,chegiàatuttiera  noto  che  s'haueuano  a  dannare  tutte  le  openio- 

fhedekhcera  ftato  prima  veduto,3<:approuato. Ma  i  Vefcouijdimoranri  iti 

Ltcche  erano  ftati  molto  tempo  forpefi  per  l'articolo  della  refidenza ,  che  II 

taua,reftaronocontenti,tcnendo  fermo,  che  il  Decreto  del  Concilio  non 

effe  far  maggior'  effetto  di  quello, che  le  Decretali  de'  Pontefici  faceuano 

ij  na.Ben'  i  cortegiani  minuti  furono  ripieni  di  mal  contentezza ,  vedendo  ri- 

i  Io  al  Vefcouo  di  potergli  coftringere:fidoleuano  della  miferia propria,  chcj 

i  acquiftar  da  viuere ,  gli  conuenifle  feruire  tutta  la  fua  vita;&:  dopo  tanta  fati- 

i  dceuer  per  premio  d'cifer  confinati  in  una  villa,ouero  con  un  vii  canonicato 

\  opofti  ad  una  altra  feruitù  de'  Vefcoui  maggiore,&  più  abietta  :  iquali,  non 

i  )  gli  reneranno  ligati,come  ad  un  palo ,  ma  con  le  vifìte ,  Se  col  preteflo  di 

(jrettioni,glicondurranno,oueroadunafoggettionemirera,  ogli  teneranno 

j  erpctue  veirationi,&  fpefe. 

isiaaltroue,&  per  la  Germania  maflìme,  quando  i  Decreti  furono  villi ,  più 
\k  da  dire  quello  della  fede,qual  conueniualeggere,&  rileggere  molto  atteii- 
aiente  ,  &  fpecolarci  anco  fopra^nonpotcndofl  intender  lenza  unaperfetta 
'i;nitione de' moti  interiori  dell' animo,é<:fenza  faper  in  quali  egli  fìa  attiuo, 
>in  quali  palTiuo-.cofe  fottilifIìme,&  per  la  diucrfa  apparenza  che  fanno,flimati 
«upre  difputabili,verf  andò  tutta  la  dottrina  del  Concilio  fopra  quello  cardine: 
-il  primo  oggetto  della  volontà  operi  in  lei,o  ella  inlui,opur  ambidoi  fìano 
J  iui&  pafTiui.Fù  da  alcuni  faceti  detto,Che  fcgli  Aflrologi,nó  (apédo  le  vere 
.ife  de' moti  celefli,per  faluar  le  apparcnze,hanno  dato  in  eccentrici,  ^  cpici- 
'■non  era  marauiglia,fe,volendo  faluar  le  apparenze  de'moti  f opracelcfli,/!  ua- 
Jiin  eccentricità  d'openioni.I  Grammatici  non  cellauano  d'ammirare,  òcri- 
I  Gs 


234  CONCILIO   DI   TRENTO        Papa  Paolo  ];. 

e  1 0  1 3  dcL"  raitificio  di  quella  propofitionejche  è  nel  quinto  capo,  ti  eque  homo  ipjeml 
XLVii.  omninoagat: quale  diccuanonon  cirer'  incclligibile5&  nonhaucr  elTempio.Ce 
fcvoleua  la  Sinodo  fignifìcare  ^  Ettam  homo  tpfe  ali^utd  agat 'Ao  poteua  puree 
chiai'am.cnce>come  conaienc  in  materia  di  fcdcjdoue  la  miglior  elpieillonc  a 
più  remplice:&  (e  pure  voleuano  ufare  una  elegantia,poceuano  àviZìEtiam  hto 
tpfe  mnnihilagat.  Majintcrponendofì  la  voce  [omnmo  )  quella  oratione eircri- 
congrua,(Sc  fenza  renfojcome  fono  tutte  le  orationi  di  due  negationi»  che  ncj 
pollòno  riioluere  in  una  atfcrmatiua -.perche, volendo  rifoluerquellajconi- 
rcbbe  àÌKjEtiarn  homo  ipfe  ai tquidommnoagaL: che  è  incoiigruajelfendo  inin  ,- 
ligibilc  qucllo,che  polli  Cigni'àca.rcyAhqHid  om/nno,m  quelto  propolito:  poi  e 
dircbbe,che  l'huomo  habbia  attione  in  un  certo  modo,  laqual  negli  altri  m  li 
non  ha  attione. 

Erano  difefi  i  Padri, con  dire,che  non  conueniua  elfamiiiar  la  forma  del  ?. 
lare  al  rigido,chenonè  altroché  cauillare.  A  che  replicauano,chela  beni  a 
intcrpretatione  è  debita  alle  forme  diparlar'ufate:ma  di  chi,tralatciate  le  eh  ;, 
&  ulate  ,  ne  inuenta'd'incongrue ,  &  che  coprono  in  fé  la  contradittione^ 
cauiilarciStsdiucciokre  da  ambeleparti,è  publicautilitàjchel'artehciofia  > 
petto. 

Cr  intendenti  di  Theologia,diceuanOiChc  la  dotrina  di  poter  l'huomo  '  ^• 
pre  rifiutar  le  diuine  infpirationi,era  molto  contraria  allapublica,  &  antica 
tione  della  Chiefa,^'^  ad  te  nafiras  etiam  rebeìles  compelle  propittw  volnntates 
qual  non  conuien  dire,che  fiaiin  defiderio  vano,&  fruftratorio:ma  ila  fatta . 
«^^jcome  San  Giacomo  dice;&  fia  da  Dio  verfo  i  iuoi  eletti  eiraudita.  Aggio 
nano,  che  non  fi  poteua  più  dire  con  San  Paolo,Che  non  venga  dall' hu< 
quello,che  fepara  i  vafi  dell'  ira,da'  quei  della  mitericordia  diuinaielfendo 
parante  quell'  hnmdinOtNonnihil  ommno.  Molte  forti  diperfone  con/iderai 
quel  luogo  del  fettimo  capo,doue  fi  dice,La  giuftitia  eiler  donata  a  milutc 
condo  il  beneplacito  diuino,&:  la  difpofitione  del  recipientenion  potendo 
bedue  quelle  cofe  vcrificarii:perchc,fe  piacelTe  aDio  darne  più  al  manco  d) 
fto,non  farebbe  a  mifura  della  difpofìtione  :  &  (e  ii  dà  alla  mifura  di  quella 
fempre  il  motiuo,per  quale  Dio  opera,  &  non  ufa  mai  il  beneplacito.  Si  n 
uigliauano  ,  come  haueifero  dannato,chi  die  elle  non  elfer  pofTibile  feru 
precetti  diuini  :  poiché  il  raedefìmo  Concilio  ,  nel  Decreto  della  fec(  m 
S€{rione,eirortc)  i  fedcli,congrcgati  inTrcnro,che,pentiti,confeirati,&  corr  u- 
catijoireruailcro  i  precetti  diuini  quatumqut/^^pGterit.hzqiiàì  modiRcztioi)  ir 
rebbe  empia,fe  il  giuftificato  poteireleraarghairolutamente:&  notauano  e  'r- 
uila  medciìma  voce  Pr£ceptay^ez  leuare  ogni  forza  a'  cauilli. 

cr  intendenti  dell'  Ecclefìaftica  hilloria  diccuano,chc  in  tutti  iConcjli  '£i' 
nuli  nella  Chiefa  dal  tempo  degli  Apo{1:oli,hno  a  quell'  hora,pofti  tutti  inH-  ■ 
mai  erano  ftati  deciti  tanti  arricoli,quanti  in  quella  fola  Seffione:in  che  hai  - 
una  gran  parte  Ariftotele,coil'  hatier  diftinto  eifattamente  tutti  i  generi JjU-ì  ^' 
a  che  ,fe  egli  non  li  folTe  adoperato,  noi  mancaiianio  di  molti  artico  di 
fede.  ""^ 

IllI' 


:.PA  Paolo  III.         LIBRO   SECONDO.  235  

,Ipolùici  ancora,  fé  ben  non  debbono  eiraminar  le  cofecìella  rcligione>ma     ^^^  ^^ 

■(ruirlefempliccmcnrcti-ouai-ono  che  dire  in  qucfto  decreto.  Vedendo  nei  ca-      xlvi  i. 

■jdecin-iOpoftai'obligationc  d'obedir'a'precerti  di  Dio,<Sc  della  Chieu,ck 

icirorcplicato  nel  Canone  ventc/inìOjrellanano  con  fcandalo,  perche  non 

•jlcro ancopoile  i'obligationi  a'  puccetri  de'  Prencipi ,  &  magifti-ati  :  cilcr  pia 

:|iara  aliai  nella  Scnccura  diuinal'obedienza  debica  a  qacfhida  Legge  Vecchia 

; :rnepicna:nelTcftamcntoNaoao ciler  dottrina  chiara^da  Chnfto  proprio5& 

|j5.PicrroA' da  S.Paolo,cipreira,(5c  trattata  al  longo.  Che  quanto  allaChieia, 

■oua  obiigo efpreiro di  udirlajma di  ubcdirla,non  e  cofi  chiaro.    Si  obcdifcc 

commanda  di  iuo,lì  ode  chipromolga  l'alieno.  Ne  il  Codisfaceuano  qucrte 

i  d'hiiomini  d'una  (cu(a,chc  era allcgata,cioc,i  precetti  de' Prencipi  elier'in- 

1  in  quelli  di  Diojchepeiciofì  debbealoro  obedienzajper  haucrDiocom- 

idato  che  fiano  obediti;  perche  rcplicauanojpcr  tal  ragione  maggiormente 

criìtralarciar  la  Chiela  :  ma  che  quella  era  efprciraj  &  quelli  trapalfati  con 

itio5per  l'antico  (copo  degli  Eccitiìafticid'incrodur  nel  popolo  quella  per- 

Dfaopcnioncche  a  loro  li  lia  tenuto  obedirepcrcoicienza  ;  ma  a' Prencipi, 

iagiftrati,loIopcreuitare  le  pene  temporali  :  &  del  rimancntcpotcril  lenza 

jrifpetto  trafgredire  li  loro  commandamenti:  &pcr  quefta  via  metter  in 

),rappreiaitare^ci;^tirannico,&rouucrtir'ogni  gouerno:  &  dipingendo  la 

ettionc  a'  Preti  per  via  unica,  &  principale,  d'acquiftar'il cielo; tirar  in        "» 

:ima  tutta  la  giurifdittionc  ,  de  finalmente  in  confeguenza  tutto  l'Ini- 

el  Decreto  della  riformajfidiccua,  eilère  unapura,  &  mera  illufionc  :  per- 
ii confidar  in  Dio,&:  nel  Papa,  che  (arcbbc  prouifto  di  perfone  degne  al  go- 
:|  o  delle  Chiefe ,  è  opera  più  rollo  di  chi  faceire  oratione,  che  di  riFormatio- 
ij  .'innouargli  antichi  Canoni,con  una  parola  fola,  (?<:  cofi  generalcera  con- 
ti argli  nella  introdotta  dciuctudine  maggiormente  :  che,  volendo  rellituir- 
k  adouero,  biiognaua  leuar  le  cole  ,  che  gli  hanno  polli  in  obliuionc.  Se 
Ai  vigore  con  pene  ,  &  dcputatione  d'cilècutori ,  Se  altre  maniere  ,  che 
l|  )dacono ,  Se  conferuano  le  leggi.     Infine ,  non  haueriì  altro  operato  ,  [q 

Ìftabilito,  che,  col  perder  la  metà  delle  entrateli  poffì  ilaraifcnte  tutto 
io  :  anzi infegnato  aflaruiper  undici  mcfi,  (5;  più ,  ienzapenaalcuna,  in- 
]>nendo  quei  trenta,  o  meno  giorni,  nel  niezo  dell' altro  tempo  dell'  anno: 
filrutto  anco  atfatto  il  decreto  ,  con  l'ecccttione  delle  giufte,&ragionc- 
y  caule: quali, chi iarà cofi fempiice,  che  non  fiippia  far  nafizere,  doucndo 
i;:r  per  giudici,  perione,  a  chi  mette  conto , che  la  rcfidenza  non  fi  ponga 
.'(0. 
I^fto  luogo  ricerca ,  che  G  faccia mentione d'un  particolare  fucceiro,  il   dijcorfodelfo- 

^jC  incomminciato  in  quello  tempo  ,  ic  ben  nonhebbe  fine  le  non  dopo  '^'^J  "J'"J°  >^ 

,;.^ r  ■  ì^  r  f-   n"  „  ^         ^r    nloLiìUomxhe 

utio  radi,  appartiene  tutto  alia  preicnte  Scliione  ;  Si  a  penetrare,  clic  cola  g^.^  ,„  cor.cì- 

>|-  all'hora  il  Concilio  di  Trento  ,&  che  openione  hauelfero  di  lui  quclL  Ue,  himatcrk 

i,lcfime  perione ,  che  vi  interueniuano.     Per  intelligenza  delqualc ,  non  re-  di  djgmi: 

»l>dircplicare,che  Fra  Domenico  Soto,tantc  volte  diiopra  nominato,  quale 

!  Gg     ij 


25^  CONCILIO    DI  TRENTO      Papa  Paolo  ir 

ci3  13    hcbbc  gran  partcjcomc  s'è  detto,  nella  formationc  de' Decreti  del  Peccato  or 
XLVii.    ainalc,&  della  Giuftiiìcaiior.c;  &c  che  hauendo  notato  tatti  i  parcrij  &  le  ragie 
nijchc  furono  iiiitc  in  quelle  difcuflioni ,  pensò  di  comnìunicarlc  al  n-iondo,i! 
tirarle  parole  del  Decreto  al  luo  proprio  ienfojmandò  in  llampa  una  opera  coi 
tincnie  il  tutto  intieramente:  intitulandola  :  De  uatnra  ^:^ gratia-.dc  quella  ded 
cò,con  UiiacpiuolaallaSuiodo,pcreirer  (cofi  egli  nella  dedicatoria  ("criire)  t 
comnicntario  de'  doi  Decreti  Indetti.  In  qucftojveneiido  all'  articolo  della  ce 
rezza  della  grafia  5  dille  ii:i  lo:igo  dilcorlo  j  La  Sinodo  hauerdichiaratOjd 
l'huorno  non  può  faper  d'haucr  la  gratia  con  tanta  certezza,  quanta  è  que 
della  fede,  fiche  ogni  dabitatione  Ila  elclufa.    Il  Cacarino,  fatto  nuouamer 
Vcfcouo  di  Minorijchc  haucua  dikio  il  contrario,  &  tuttauia  pcrfeueraua  m  - 
opinion  iiia,  ftampò  un  libretto,con  dedicatoria  alla  medelìma  Sinodo,lo  iV 
pò  delquale  era  dire,&:  defendere,  Che  il  Concilio  non  inteie  di  condannar! 
penioncdi  chi  alfcriua  il  giufto  poter  credere  d'haucr  la  gratia  tanto  certara 
tcquanto  ha  percertigli  articoli  della  fede:  anzi  il  Concilio  hauerdecil'o,( 
e  tenuto  a  crederlo,  quando  nel  canone  ventcilmofefto,  ha  dannato  chi  d 
Che  il  giufto  non  debbc  rperare,&:  afpettar  la  mercede  :  elfendo  ben  nccelf^ 
che  chi  debbc  fperarc,come  giufto,  fappia d'elfere  tale.    In  quefta  contrari 
f       d'openioni,non  folo  ambidoiaffermatiuamentcfcriuendo  al  Concilio  difi 
cialcuno ,  che  la  fua  fententia  era  quella  dellaSinodo  ;  ma  dopofcrillèro  ai 
&  ftamparono  apologie,  &  antapologie ,  querelando  l'un  l'altro  alla  Sinc 
che  gli  imponellè  quello,  che  ella  nonhaueua  detto  ;  3<.  induccndo  diuerf 
Padri  teftimonij  ,per  comprobar  la  propria  openione  :  quali  ancoteftific 
no,chiperuno,chiperraltro  j  fi  che  i  Padri  erano  diuifi  in  due  parti,  ecc 
alcunibuoni Prelati: chc,corae ncutrali,diccuano,non hauerben  intefala 
fercnza,ma  preftato  il  confenfo  al  Decreto  nella  forma  promulgata,perche 
be  le  parti  erano  conucnutc.  Il  Legato  Santa  Croce  teftificaua  per  il  Catai 
Il  Monte  diccuacirereftatodcl  terzo  partito.  Qucftoeuenimento  parccìì^ 
ad  ognuno  la  ipcranza  di  faper  la  mente  del  Concilio,poiche  in  quel  temp 
iftefiiintcrucnienti,.5>:i  principali,  non  concordauano. Fa  anco  nafcer dilli 
tàjchi  era  quella  Si;iodo,che  deliberò  l'articolo, allaquale  icriirero,  &  prou 
rono,ilSoro,  &:il  Cataiino,  ftimandola  ambidoiadherentcafe:ondene 
nofccila  era  necellario,  che  o  uno  di  loro,o  ambidoi  s'ingannalTero.  Et  ch< 
degliakLÌ,poicheaquefticofìauuenncr'  Si  potrebbe  dircchcfolTe  laggre 
di  tutti  iniiemcalquale  lo  Spirito  Santo  aiTift'eiidojfaceire  determinarélajf'  l 
etiandio  non  intcfadachiladeterminanaicomc  Caifasprofctò  pereirer_  n- 
tcfìccfcnza  intender  laprofetia:  coìtìc  il  Vcfcouo  di  Bitonto  diirenel  fuc  a- 
mone. Quando  quefta  iifpofta  non  haucirc  due  oppoiìtioni  :  runa,che a' n  ro- 
bi  &  infedeli ,  Dio  fa  profetar  fenza  intelligenza  :  ma  a'  fedeli,  con  l'illur  lai 
Pintclletto  :  raltra,che  iThcoIogi  concordemente  dicono,I  Concili)  non  -'li- 
berar delia  fcdcpcr  infpiratione  diuina,ma,pcr  inueftigatione,&  difquifi  >ne 
humana,  allaquale  lo  Spirito  aflìfte  per  guardargli  dadi  errori  :  tanto,  chton 
polTono  determinar  fenza  intender  la  materia.  Darebbe  forfè  nel  vero,  d  ^ 


l*PA  Paolo  III.         LIBRO    SECONDO. 

cJfcchcdibattenciori  le  opcnioni  conrraiic  nel  formar'  ilDccicto 

pjtcìifiutallc le  parole  di  icnio  contrario  alla  Tua,  onde  tutti  fi  fcn-nairero  in 

qtlle,chc ciafcuno  pcni'aua  porcriì accomn^odarc  al  lenfo  ilso:ondc  rclprcnìo- 

ndaCcii'C.  capace  di  coiicrane  crpolìtionKfc  ben  quefto  non  fcruirebbcarilbl- 

uj:c la  diibiranoue pi-opoil:a,&  a  cioaarc  quale  foric  il  Concilio:poiche farebbe 

digli  unità  di  paroie,Ò<:  contrarietà  d'animi. Ma  queilojche  è  narrato  in  quello 

r.tlcolare,(I<:  auuenne  forie  in  irjokc  matcricnon  occorreua  r.el  dannar  le  ooe- 

)ni  Lui:herane,douc  tutti  conueniuano  con  una  unirà  ilquifita. 

vjon  è  da  tralaiciarc  in  quc  fio  prouoiito  una  auuerteiiza  dell'  illclTo  Cararino 

irta  alla  Sinodo  nel  medefìmolibrcmeritando  l'autore  di  non  cHerdcfrauda- 

dcir  inucntione  fua.Egli  coniìderò,elIer  rcpugnanre  il  dire ,  che  l'hiiomori- 

.ic  volontariamente  la  gratia,Sc  che  non  è  eerto  d'haiierla:pcrche  niifun  può 

lontariamentc  riccuer  cofajche  non  fa  ellergli  data ,  &  fenza  clFer  certo  di  n- 

uerla. 

Majtornando  alle  cofe  Conciliari, il  dì  (cguentcla  Scflìone  fìriduire  la  Con-  Congrtgttlo- 
■gatione  generale  ,  per  deliberare,  &  ordinar  la  materia  da  digerire  per  la  "^'f^^'J^''^'^*' 
lionc  futura:&,quanto  alla  parte  Ipettante  al^a  fede,eirendo  già  deliberato  di  /^T'^lile 
iiir  l'ordine  della  Confeffione  i\.uguftana,(ì  £iceua  inanzi  il  capo  del  Minifte-  Sefsione, 
Ecclefiaftico;ilquaIeiLutherani  dicono  circr'autoritàd'annonciarrEuanore- 
,&  miniftrare  i  Sacramenti:*?^  attendendo  alcuni  la  prima  parte,proponeua- 
,che  fi trattaife della poteftàEcdefìaftica, dichiarando  tutte  quelle  fontioni 
ritualij&  temporali,che  Dio  gli  ha  concelFo  lopra  i  fedeliilequali  da'  Luthe- 
li  erano  negate:&  quefto  piaccua  all'  uniuerfale  de'  Prclati:perche  era  materia 
facil' intelligenza,{enza  rpinofitàScolafticaj&  douc  haurebbono  potuto  ha- 
r  la  parte  loro.  A'  Theologi  non  era  grato,non  elTendo  quelle  materie  trattate 
j  '  Scolaftici:onde  non  haurebbono  hauuto  che  difputarej&  farebbe  conuenu- 
rimctterfenc  per  il  più  a'  Canonifti.Diceuano,che  gli  Auguftani  non  trattano 
tutta  l'autorità  Ecclefiafticaj  ma  di  fola  quella  di  predicare,  dcllaquale  nella 
scedente  Seffione  fi  era  decretato  quanto  baftaua:  ma  nella  feconda  parte ,  era 
n  materia  conneira,&  confeguente  la  giufl:i{icatione;cioè  ,  i  Sacramcnti,che 
no  i  mezzi  per  cller  giufl:ificati,oc  che  quelli  era  più  cóucniente  far  foo-aecto 
•Ila  feguente  Seflìonc.A  qucfti  adheriuano  i  Legati, tS:  i  dependenti  loro,  in 
iparenza,per  le  medefime  ragioni:ma,in  loro  fcgreto,pcr  una  altra  più  potente, 
rrehe  in  quelF  altraconfideratione  s'haurcbbe  trattato  dell'  autorità  de'  Con- 
Hj,&del  Pontcficej&propofte  moke  materie  fcabrofe,  ».S>:danonmuouere. 
Rifoluto  di  trattar  la  mareriade'  Sacramenti,  fi  confiderò,  che  era  molta ,  &  «  y?  rifo!m  dì 
.npia,&  non  poterfi  comprendere  in  una  Seflìone,ne  manco  poterfi  facilinen-  ^^iftardeSa^ 
•  determinare  in  quante  parti  diuiderla.Dagli  Auguftani  clfcr  fatta  breuc ,  colf  ^'"'""''""  »  '"" 
aucr  leuato  quattro  Sacramenti,  de'  quali  tanto  più  efiàttamcnte  fi  doueua  ^'^"'^'^'*^'' 
.attare  per  reftabilirgli:per  tàto,e{rer  bcncche  Ci  dell  e  principio  a  difcut^-re  ori- 
la de' Sacramenti  in  uniuerfale:  &fu  dato  carico  di  ordinare  gli  articoli  tratti 
alla  dottrina  Lutherana,defcendendo  anco  a  Sacramenti  in  particolare  ,  di 
uanti  foife  parfo  poterfi  fate  difcuflìone:  &  accio  la  riforma  fcguide  la  dehni- 

Gg     lij 


238  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  paolo  II 

e  i3    1 3    rione  della fedev&  ciggmisconfcgiientementefì  metteireroiafieme  gli  abiifi  oi 

XLVi  I.     coLLcnti  nel  minidcnode'SacramcntijOrGinandouna  Congregationc  de'Pich 

e  per  riforma,  ri,6i  altri  Caiìon!{ì:i,chc  diLCorrcllcro  i  rimedi), &  fopra  formaircro  Decrcti;co 

digU abnfi.tn-  ordincchcjoccorrciido  nel  mcdehmo  giorno  ambcduca'  Theologi  preiìdcirc 

fl ''l^  ;' J-"*''  Cardiìial  Sanca  Crocca'Canonifti  quello  del  Monte  :  di  ambiduc  infieme  nel! 

,  Gongregationi  generali.  Ma  oltre  di  quello, atccfa  la  promefla  di  contimi^ 

anco  la  materia  della  relidcnza,non  fi  tralalcialfc  di  trattarne  qualche  articol 

«  dì  alamica-  ^^'  pj"-^  principali. In  quello  non  fu  coli  facile  conucnire,hauendo  i  Legati,  €< 

pi  della  re/;- loro  adhcrenti,hni  contrari]  agli  altri  Vcfcoui. 

din'7;ay  Qocfli  erano  entrati  m  lperanza,&.inirauano  quali  tutti,ma  i  Spagnuoli  fc' 

pragli  akri,a  racquiftarc l'autorità Epifcopale,  che  anticamente  s'eilercitauaid 

ciaicano  nella  Diccele  propria,  quando  erano  incognite  le  referuationi  di  bt 

nelicij,  di  cali,  o  d'allolutiornile  ditpenic,&  altre  tali  colcj  le  quali  foleuano  dii^ 

in  ragionamenti  priuati,&  fra  poche  perfonc,chc  l'appetito  di  dominare,  &  T; 

uaritia,rhaueuano  fatte  proprie  alla  Corte  Romana ,  lotto  tinto  colore ,  ài  ra; 

neggiarle  meglio,&  più  con  publico  fcruitio  ài  Dio,&  della  Chiela,per  tutta  ] 

ChnllianitPoche  i  Vetcoui  nelle  città  proprie:  attefa  qualche  iinperfettioncjì 

ignoranza  loro.Cofa  però  non  vera  :  poiché  non  entrò  nell' Ordine  Epifcopa! 

dilfolutioiicne  ignorantia,ie  non,dopo  che  furono  coftrctti  andar  per  feruico 

a  Roma.  Ma  ,  quando  bene  s'haueife  vifto  un  mal  goucrno  all'  hora  n 

Vefcoui,che  hauelfe  coftretto  leuargli  l'autorità  propria  ;  hora  »  che  fi  vec 

peflimo  nella  Corte  Romana ,  l'iftelfa  ragione  maggiormente  coftringei 

di  leuargli  quel  maneggio,che  non  è  proprio  fuo,&:  da  lei  è  fommamente  al 

ufato. 

UqHaU  i  Pfi-      Ottima  medicina  era  frimata  da  quelli  Prelati,per  rimedio  al  mal  palTato,. 

Un  Spagnus  ;  pi;ef(_n-uatiuo  all'  auuenire,il  Dccreto,che  la  relidenza  lia  de  iure  diuvno.  Perch , 

diihiaratadi    '^  ^^°  "''^  comip.andato  a  Veicoui  di  rncdcrc  perpetuamente  alla  cura  d 

ragion  diurna,  grcgge,per  necelfaria  conleguentia  gli  ha  prefcritto  anco  il  carico,  &  dato  loi  | 

la  potcllàpcr  ben'  ciIercitarlo:adoncue  il  Papa  non  potrà  ne  chiaiTiargii,ne  0( 

cupargii  in  altro,ne  difpcnfargli,ne  rcllringerc  l'autorità  data  da  Dio.  Però  fac' 

uano  3ftanza,chc  fi  veniife  alla  dctcrminatione,dicendo  ellcr  ncceilario  rilolui 

quel!'  articolojdono  che  era  difcuito  a  ballanza.Il  Cardinal  del Montcprcmcd 

mufonodimr-  tato  giàjlalciò  prima  parlare  i  più  fcrucnti,accio  ellaiiirero  parte  del  calorc:po 

titiperane,  e  ^qj-^  dcfiro  modos/i  oppofe ,  dicendo  ,  Che  era  ben  neccllario  farlo,  poiché 

per  automa.    jp^p^Q  tutto  era  in  queil' c(pcttatiua:ma  anco  conucniua  farlo  in  tciripooppo 

tuuo:chc  la  difficoltà  era  Hata  trattata  con  troppo  calore ,  &:  in  molti  hauei 

più  eccitato  gli  alie£ri,chc  la  ragione:  onde  era  ncceilario  iafciare  sbollire  qU( 

femore,  3<.  interponcr  un  poco  di  tempo  ;  tanto  chcicorc'ati  delle  contention 

viuihcataiacaritàjli  dia  luogo  allo  Spirito  Santo  > lenza  iiqual  non  fi  può  dee 

derc  la  verità. Che  la  Santità  del  Sommo  Pontihce,laqual  con  difpiacere  ha  ir 

telo  le  contentioni  pallatcricerca  l'iftelTojper  poter  egli  ancora  far  difcutere  1 

materia  in  Roma,&  aiutare  la  Sinodo  di  confeglio.Conclufc  in  fine,  con  pare 

le  più  riiolute  di  quello,  che  li  doucua  inferire  da  coli  modello  priacipiccj 


kPA  Paolo  ni.      •    LIBRO    SECONDO.  255?  __ 

In  fc  ne  parhllc  più  inanzi  la  SeiTioncche  cofi era  rifoluta  volontà  del  Papa:  ^  ^  ^  ^ '-^ 
'  abcniì  attcndclle  alla  riforma  dcgl'  inconucnicnci ,  che  fono  ftati  cauia  d'in-  xlvii. 
'odurrci'abufo  di  non  rifederc.Quella  milUua  dirimonlh-anzc,&  imperio  ^  fu 
aifa>chc  da  alcuni  de'  Padri,chedopo  mandarono  tratcaci  in  (lampa  in  c|Uv(la 
iLitcriajfoirc  dctroA' pollo  in  ftampajclic  da'  Legati  era  flato  prohibito  il  pau- 
h di  tal  qucfl;ione:&  da  altri  foilc  negaco,con  invcttiua  contra  iprimi,diccndoj 
(  e  dcroc^alTero  alla  libertà  del  Conc  il  io.Fu,pcr  (ine  della  Congrega- 1  ione,  rilo-» 
]:o  di  pigliarle  cole  tralaiciate  nella  precedente  Sc{iione>&  trattare  di  leuargli 
iipcdimentijchccoftringono  a  non  riledere.Fra'quali  occorrendo,  come  prill- 
ai )aliil]mo,la  pluralità  de'  benchcijjellendo  impoilibile  rilcciere  in  più  luoghi,!! 
<  liberò  trattar  di  quella. 

,  Ma,per  non  confonder  le  materic,narrcrb  infìeme  quello,  che  a'  Sacramenti 
a  )etta:douc  non  occorfe,le  non  coniìderatione  per  il  più  ipcculatiua,&  dottri- 
ile,per  non  interromper  il  filo  della  materia beneiìciale,nellaquale  occoricro 
e  fe,che  aprirono  la  via  ad  importanti,(Sc  pcricolofi  accidenti  Jn  materia  de' Sa- 
ie imcnti,furono  formati  articoli  da'  dcputati,&  prefcritto  a  Theologi  il  modo  gy£„g  p^a^^ 
)ù  parlar  iopradi  quelli  in  un  foglio  communicato  a  tutti  icon  ordine, che  nd  trattar dt 
qeirero,Se  tutti  erano  herecici,  onero  erronei  :&  fé  dalla  Sinodo  doueuano  Sacramenti: 
;rcódannati:&,quandoforl'e  alcuno  non  mcritalfe  dannatioiie,adduccirero 
agioni,&-  l'autor itàiapprelTaefplicairerOjqual  ila  ftatoin  tutti  cjuelli  il  parere 
Concilij,&  de'  fanti  Padri  ;  &  quali  degli  articoli  lì  ritrouino  già  reprobati, 
ilireftino  da  condannare:&:  fé  nella  propofta  materia  ad  alcuno  occorreife 
gilche  altro  articolo  ,  degno  di  ccnilira  ,  l'anuertiirero  ,  &  in  tutto  ciò 
R  giifero  le  qucftioni  impertinenti  ;  dellequali  ir  può  difputar  l'una  &  l'al- 
parre,ieiizapregiiidiciodellafedej(S«:  ogni  altra fuperfluità>olonghezza  di 
|j  ole. 

Oe'Sacramenti in  uniuerfale  erano  quattordici  articoli.  I.  CheiSacramen- -^''«"//e- 
ti  ella  Chiefa  non  fono  fette  j  ma  fono  manco  quelli,  che  veramente  polfono^'^""^'*^^''*^ 
"J  r  chiamati  Sacramenti.  IL  CheiSacramenti  nonfono  necelìarijj  Oc  lenza  ^^^""g"^' 
3,glihuomini  polFono  acquiflar  da  Dio  la  gratia>pcr  mezo  della  i^ede  fola,  cramemì  in 

Niiliin  Sacramento  eller  più  deli' altro  degno-  IIU.  Che  1  Sacramenti  ^cwe^/e,- 
■  '-'"  ^-"Sg*^  nuoua  non  danno  la  gracia  a  quelli,  che  non  vi  pongono  impedi- 
ti oto.  V.  Che  i  Sacramenti  mai  non  hanno  dato  la gratia;>o  la  rimeffione  de' 
pi  cati;ma  la  fola  fede  del  Sacramento.  VI.  Che,  immediate  dopo  il  peccato 
d  .damOjdaDio  fono  ftati  inftituiti  i  Sacramenti,per  mezzo  de'  quali  iu  dona- 
t  agratia.  VII.  Peri  Sacramenti  eilèr  datalagratiafolamcnte  achicrede,che 
i 'ccatiglilonorimellì.  VIII.  Che  la  gratia  non  è  data  ne' Sacramenti  fcmprer 
»:atutti,quantos'alpetta  ad  elLo  Sacrair.cnto:malolo,quando ,  &  doue  cparfo- 
aiHo.  Xll.  Che  innillun  Sacramento  è  impreflo  carattere.  X.  Che  il  cattino- 
rniftro  non  confcrifce  il  Sacramento^  XI.  Che  tutti iChriiliani, di  qual  iì 
y^lia  (eHojharino  ugual  potcftà  nel  miniilerio  della  Parola  di  Dio,<^  dei  Sacra- 
li'toTXTI.Che  ogni  pallore  ha  poteftà  d'aliógare,abbreuiare,mutar'a  bcncpla- 
c  dTuo  Le  forme  de'Sacraméti.XIII.Che  l'intétione  dc'miniftri  nò  è  ncccHaiìias 


240  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Paolo  I. 

c!3   i3    &  non  opera  cofa  alcuna  ne' Sacramenti.  XIV.  Che  i  Sacramenti  fono  ftj 
:>:t,vii.      iiiilii:uiri  {ole  per  nutrir  la  fede. 
e  dd  Battr/ì-      Dei  Batcelmo  crano aiticeli dicefettc.  1.  Che  nella  ChièfaJRgij^na 3fe£' 
mo  m  panico-  .^|  i(-.^,^o.,  ^^  ^  ^^^q  Batteinio.  1 1.  Che  il  Battelhìb  è  libero  &  noiinecell^i 
ali.tiiiiate.    III.    Che  non  è  vero  Battelrao  quello,  che  è  dato  dagli  hcretì. 
1 1  i  I.  Che  il  Batteimo  è  penitentia.  V.  Che  il  Battefmo  è  legno  cfteriorcjj;- 
mela  terra  roifa  nel  le  agnclle  :&  non  ha  parte  nella  giuftifìcatione.  Yì.  Chil 
Battefmo  fi  debbi  rinouare.  VII.  Il  vero  Battefmo  elFer  la  fede ,  qual  c'feìr 
che  i  peccati  (onorimeli  a' penitenti.  VIII.  Che  nclBattcImonon  èeftiri* 
to il  peccato,  ma  folamejitc  non  imputato.  IX.  Elfer  la  medefiixia  virtù <( 
BattcfniodiChriftc&diGiouanni.  X.  Che  il  Battefmo  di  Chrifto  nonlia- 
ùacuato  quello  diGiouannij  ma  gli  haaggionto  la  promelfa.  XI.  Chcil 
Battefmojla  fola  immerfione  è  neceiraria  :  &  gli  altri  riti  ufiri  in  elTo,  clfer  li  • 
ri,&:  potcrfi  tralafciarfenza peccato.    XII.    Che  fia  meglio  tralafciare  il  Bati  • 
mo  de' puttijchc  battezzargli  mentre  non  credono.  XIII.   Cheiputtinond  • 
bino  eircrbattezzati,perche  non  hanno  fede  propria.   XIII.    Cheibattez2i 
in  pueritiajarriuari  all'  età  di  difcretione ,  debbono  eifcre  ribattezzà'tiTpèf  n  i 
hauer  creduto.  X  V.  Che,quando  i  battezzati  nella  infantia,fonòVenuti  in  ( , 
fi  debbono  interrogare  jfc  vogliono  ratificare  quel  Battefmo  ;&  negando, 
debbono elTerlafciati in  libertà.  XVI.  Che  i peccati, commeflì  dopo  il  E -, 
fefmojfono  rimeflìpcrlafola  memoria,  &  fede d'eflerbattezato.  XVII.  C; 
il  voto  del  Battefmo  non  ha  altra  conditione ,  che  della  fede  :  anzi  annulla  ti  i 
gli  altri  voti. 
edelia Ceti-        Della Confermatione  crano  quattro  articolL    I.    Che  la.Confermati* 
firmmoitei     none  Sacramento.    lì.  Che  è  inftituita  da' Padri,  &  non  ha  promelfa  di  . 
gratiadiDio.    III.  Chehora  èunacerimoniaociofa  j  &  già  era  unaCat  - 
chefi ,  quando  iputti ,  gionti  all'  età ,  rendeuano  conto  della  fuafede  inanz  i 
Chiefa.    1 1 1 1.    Che  il  miniftro  della  Confermatione ,  non  è  il  folo  Vefco  ; 
ma  qualonque  altro  Sacerdote. 
te  Congrega-       Nelle  Congregationi ,  tutti  iTheologi  conuennero  in  aderire  il  fettena  ) 
ttmt,  contrai  nmviero5&:  dannar  per  herefia  lacontraria  fententia;  attefo  il  confenfo  unii  - 
pruno  ^rn-  f^[^  ^(,i|eScole,incomminciando  dal  Maeftro  delle  Sentcnze,che prima  net  - 
no  il  numero  l"  dcrermniatamente,hnoa  queito  tcmpo.A  qaeltoaggiongeuano  ilDecr  ) 
di  fette:  del  Concilio  Fiorentino  per  gli  Armeni ,  che  determina  quel  ninnerò  :  Se  r 

maggior  confermatione,era  aggionto  l'ufo  della  Chiefa  Romanajdalquale  e  • 
clu'deuano, che  conueniua  tenerlo  per  traditioneApoftolica,  &  articolo  di  - 
de.  Ma  per  la  feconda  parte  dell' articolo  non  concordauano  tutti,  dicendo  - 
cuni  5  Cheeraairai  feguire  il  Concilio  Fiorentino,qual  non pafsò più  inai  : 
poiché,  il  decidere  i  Sacramenti  propri)  non  elTer  ne  più  ne  meno ,  prefupp(  ' 
unadecifione  qual  fia  la  vera,&  propria  eirenza.  Se  definitione  del  Sacramer  >•■ 
cofa  piena  di  difficoltà ,  per  le  molte,  &  varie  definitioni ,  portate  non  folo  i' 
Scolaftici ,  ma  anco  da'  Padri,  dellequali  attendendo  una,conuerrà  dire,  che  a 
proprio  Sacramento  quello ,  che ,  confiderando  l'altra ,  douerà  efler  efclufo  il 

num  0 


IapaPaoloIII.  libro  SECONDO.  141 

-,  imercElTere  anco  queftione  tra  i  Scolaftici,  Te  il  Sacramento  il  polli  definire,  e  1 3  r» 
J  habbia  unità ,  (e  fìa  cofa reale ,  onero  intentionale:&:  non  clfer  cofa  ragione-  xlvi  i. 
oleintantaambiguiràdi  principi),  fermar  con  tanto  legame  le  conciuiìoni. 
1  raccordatcche  San  Bernardo  j  &  San  Cipriano ,  hebbero  per  Sacramento  il 
]|jarde'piedi  :  &  che  Sant' Agoftino  fa  ogni  cofa  Sacramento,  coli  chiamando 
ijtti  iritijcon  che  fi  honora  Dio:&:  altroiie  intendédo  la  voce  più  riftrcttaméte, 
«.e  la  proprietà  non  comporta,fece  Sacramenti  foli  quelli,di  che  efprciramentc 
'^;iij>arlaro  nella  Scrittura  del  NuouoTeftamento:^  in  quello  fignificatopo- 
ifolamente  il  Battefmo,&:  l'Eucariftia  :  fé  ben  in  un  luogo  dubitò,  le  alcun  ai- 
p  ve  n'era. 

i  Per  l'altra  parte  fi  diccua  5  Eifer  necellàrioftabilireper  articolo.  Che  iSacra- 
Jmti  propri)  non  fono  ne  più  ne  meno,  per  reprimer  l'audacia,  coli  de'  Luthe- 
iii,chegli  fanno  bora  due,horatre,  bora  quattro:  come  anco  di  quelli,cheec- 
^dono  i  fette:  &  le  ne'  Padri  fi  troua  alcune  volte  numero  maggiore.  Se  alcune 
i  Ite  minore,  quello  eller  nato,  perche  all'  bora,  inanzi  la  determinatione  della 
i  iiefa,era  lecito  riceuer  la  voce,hora  in  più  ampio,  bora  in  più  tiretto  fignifica- 
'i-  Et  qui,  perllabilireil  proprio,&  come  iScolallici dicono,  la iufficienza  di 
^  elio  fettenario,cioè,che  ne  piu,ne  meno  fono,  fu  ufata  longbezza  noiofa  nei 
T^  ;conto  delle  ragioni  dedotte  da  fette  cofe  naturali,per  quali  s'acquilla,&  con- 
i  uà  la  vita  :  dalle  fette  virtù,da'  fette  viti)  capitali }  da'  fette  difetti  venuti  per  il 
j  ccato  originale  5  da'  fei  giorni  della  creatione  del  mondo,&  fettim.o  della  re- 
^  ie;  dalle  ktte  piaghe  d'Egittoj  &  anco  da'  fette  Pianeti  ;  dalla  celebrità  del  na- 
i{  ;ro  fettenario  :  &  da  altre  congruità  vfate  da'  principali  Scolailici ,  per  prona 
i|  Ha  conclufione:&:  molte  ragioni,perchc  le  confecrationi  delle  Chicfe,de'  va- 
t  le*  Vefcoui,Abbati,&:  Abbadeire,&  Monachcnon  fiano  Sacramenti;  ne  l'ac- 
^  a  benedetta,ne  il  lauar  de'  piedi  di  San  Bernardojne  il  Martirio,ne  la  crcatio- 
\  de  Cardinali,o  la  coronatione  del  Papa. 

I  Fu  raccordato,che  per  raffrenar  gli  heretici,  nonballaua  condannare  l'arti- 
Mo,  chi  non  nominaua  anco  fingolarmente  ognuno  de'  Sacramenti  ;  accio 
I  laiche  mal  fpirito  non  efcludeilè  alcuno  de' veri ,  &  follituilTe  de' falfi.  Fu 
l'prclTo  raccordato  un'  altro  ponto  elfentialc  all'  articolo,  cioè ,  il  determi- 
(irTinllitutoreditutti  i  Sacramenti,  che  è  Chrillo,  per  condannar  l'herefie 
I :' Lutherani ,  che  afcriuono  a  Chrillo  l'ordinatione  del  folo  Battefmo ,  de  Eu- 
.riftia  :  &  che  per  fede  debbia  elfer  Chrillo  tenuto  per  l'inllitutore,  era  allega- 
)Sant'Ambrofio  ,  &  Sant' Agoftino  :  6c  fopra  ogni  altro,la  traditione  Apo- 
olica  :  dal  che  nilFun  difcordaua.  Ma  bene  altri  diceuano ,  che  non  conue- 
iua  patfar  tanto  inanzi  :  &  era  alFai  ftar  tra  i  termini  del  Concilio  Fiorenti- 
0;  maffimc,  attefo  che  il  Maeftro  delle  Sententie  tenne,  che  l'Eftrema  ontio- 
efolTcdaSan  Giacomo  :&  San  Bonauentura,con  Alellandro,  che  laConfcr- 
latione  haueife  principio  dopo  gli  Apoftoli  :  &  l'ifteiFo  Bonauentura ,  con  ai- 
ri Theologi,  fanno  gliApoftoli  autori  del  Sacramento  della  Penitcntia.  Et 
el Matrimonio  fi  trouerà,  che  da  molti  vien detto, che  da  Dio  nelParadifo 
I  inftituito  :  &  Chrifto  fteiro,quando  di  quello  parla,che  era  il  luogo  proprio 

Hh 


141  CONCILIO    DI  TRENTO     PapaPaoloI. 

ci  3  13     per  dirne  l'autore)  all'  horanon  a  fé ,  ma  al  Padre  nel  principio  attribuifcel'  - 
XLVii.     ftitutionc.    Per  tanti  rifpetci  >  confegliauano  j  che  quel  ponto  non  folFe  ,- 
gionto ,  accio  non  fi  condannairc  openione  da'  Catholici  tenuta.    I  Dome  - 
cani  in  contrario,con  qualche  acerbità  di  parole,  afFermauano,  che  fi  polFci 
efponcrc  quei  dottori,  «^  (aluargli  con  varie  diftintioni:  perche  elfi  fi  larebl- 
no  fcmpre  rimcfll  alla  Chieia:  ma  non  erada  trappalfare  (enza  condanna  l'r- 
daciaLutherana,che,confprezzodellaChiefa,ha  introdotto  quelle  falfità:&) 
elferda  tolerare  a' Lutherani  temerari),  quello,che  fi  comporta  a'SantiPa(iv 
fiilftcondoi  ^      i\  fecondo  articolo  della neceflìtà de'  Sacramenti ,  volcuano altri,  che  ri 
delja  necelfua.  fofTe  dannato  cofiairolutamcntc  :  ma  fuife  diftinto,  elfendo  certo  ,  che  r 
thvi  dimlfi-  '^"^^^  ^*^^'^°  airolutamétc  necclTari j.  Vna  altra  openione  era,chc  fi  douelfe  dan 
tvi  d'o^emonii  te,chi  diceua,Non  eifer  li  Sacramenti neceirari  nella  Chie(a:poiche  certo  è,i 
tutti  elfer  neceiTarij  ad  ogni  perfi^na  ;  anzi  alcuni  elfer  incompatibili  infici , 
come  rOrdine,&:  il  Matrimonio.   La  più  commune  nondimeno  fu,Che  l'ai 
colo  folfe  dannato  cofi  alfolutamentcper  due  ragioni  :  runa,perche  bafta  la 
ceflìtà  di  uno,a  far  che  rarticolo,come  giace ,  fia  fallo  :  l'altra ,  perche  tutti  fi  : 
in  qualche  modo  neceirarij,chi  airolutamentcchi  per  fuppofitione:  chi  per  - 
uenienza,chi  per  utilità  maggioieiconmarauigliadi  chigiudicaua,noncon 
nircon  equiuocatione  tanto  moltiplice  formare  articoli  difede:perfodisfa 
quali,quando  furono  i  Canoni  compofti,fiaggionfe,condannandochiten  ; 
li  Sacramenti  non  neceifarij  ,ma  fuperflui  :  con  quello  ultimo  teriiune  ampli 
do  la  fignification  e  del  primo. 

Dell'altra  parte  dell'articolo  molti  erano  di  parere,chefiommeCt^il€jpoi 
per  quel,  che  tocca  alla  fede ,  già  nella  Seffione  precedente  era  definito,  chei 
nonbaftalle.Etla  diftintione  del  Sacramento  in  voto,diceua  il  Marinaro,è  ! 
cofa  vera ,  ma  da'  foli  Scolaftici  tifata ,  all'  antichità  incognita ,  &piena  di  d 
colta: perche ncgh  Atti  degl' Apoftoli,nell'inftruttionedeiCenturione  C 
neliojl'Angelo  diircCheleorationifue  erano  grate  a  Dio, prima  che  {apef 
Sacramento  del  Battefmo ,  6cgli  altri  particolari  della  fede  :  6c  tutta  la  cafa  1 
intendendo  la  concione  di  San  Pietro,riceuette  lo  Spirito  Santo, prima  che] 
fé  inftrutta  della  dottrina  de'  Sacramenti  :  Si.  dopo  riceuuto  lo  Spirito  Santo 
da  San  Pietro  infegnata  del  Battefmo:onde,non  haucndone  notitia  alcuna,  r 
potè  riceuerlo  in  voto:  Se  il  Ladro,  in  Croce  moribondo,  illuminato  all' h 
folamente  della  virtù  di  Chriftoinon  fapeua  de'Sacramenti,per  poterfi  in  qii|Ì 
livotai-e:&  molti  Santi Martiri,nelferuordellaperfecutioneyConuertitinel  wi 
der  la  coftanza  d'aitri,&:  immediate  rapiti  Se  uccilì>nGn  fi  può,  fé  non  diuin  W 
do,dire,Ghe  hauefiero  cognitione  de' Sacramenti^per votarli.  Però  cllèr  megi--. 
lafciar  la  diftintione  alle  Scole>&  tralafciar  di  metterla  negli  articoli  di  fede,  à 
quefto  repugnaua  la  commune  openione,con  dire ,  Che ,  quantonque  le  par  2 
della  diftintione  fufieronuoue  ,'&  Scholaftichcperò  li  doueua  credere  il  fig  - 
ficato  cifcr'  infegnato  da  Chrifto,&  hauerfiper  traditione  Apoftoliea:&  quai  il 
agli  elTempi  di  Cornelio,del  Ladro,&  Martiri,douerfi  Capere,  che  fono  duefot 
5                 di  voto  delSacramentO;  uno  efplicato ,  l'altro  implicato  i^  queftofecondo  - 
•   ■ ""  '  ■..-  — ^j^ 


>PAPAOtoIIT.  LIBRO    SECONDO.  145 

r  10 elfer neceirario:cioc,che,actuaImcncc non haiicuano il voto,ma l'haurcb-    ci 3    i S 
K 10  hauuro,s'haucirci-o  lapiito:Icquali  cofc  erano  conce! fc  dagli  altri  per  vere,     xl  v  u. 
n  non  obligacoric,  come  articoli  di  Fede.  Ma  qacftc  dilHcoltà^douc  non  pote- 
,£io  coniienu-c  ,  fi  rimetteuano  alla  Sinodo  ,  cioè ,  alla  Congrcgationc  Ce- 
dile. 

iicome  auuenne  anco  del  terzo  articolo  :iIquaIc,qaantonque  ognuno  ha-  f^omeanco  ftil 
i  per  fallbjimpcroche  tutti  accordauano ,  che ,  rifguardando  la  ncccflìtà,  &  *^^'^'  '^f'^  '^'f 
;tàjil  Battefmoprecede;ma,attcndcndo  la  fignifìcationcil  Matiimoniojchi  dTsicram  ^ 
:da  la  degnità  del  miniftro,la  Confermationejchi  la  vencrationd'Euca-  ti: 
i:ma  non  potendoli  dire  qual  iìapiu  dcgnOiCenzadiftintionceircr  meglio 
:fciarca  fatto  l'articolo,  che  non  può  eifcr  intcfo  lenza  lottilità.  Vna  altra 
lioncerajcheildouellcrocrplicare  tutti  i  rifpetti  della  degnità:  una iTjcdia 
le  all'articolo s'aggiongcile laclaululajCiocjfccondo diuerfi rifpettidaqual 
j)iu  feguitatajma  con  difpiaccr  di  quelli,  a  chi  non  potcua  piacere  che  la 

!>do  s'abbairallè  a  quelle  Scolafdcarie  inette,  che  coli  lechiamauanoj&vo- 
credercjche  Chrifto  introduccirc  quelle  tenuità  d'openioni  nella  Tua 

i  el  quarto  tutti  furono  di  parere  ,  che  l'articolo  folfe  condannato: anzi  ilf*^yto,dclU 
^Dnfero ,  ch'era  neceirario  amplificarlo, condannando fpecificatamente  la  '^"'"*"y/'  >  * 
Il  :inaZuingliana,qual  vuolcche  i  Sacramenti  non  fiano  altro,chc  fegni,per 
;l  ■  i  fedeli  dagli  infedeli  fi  difcernono:  onero  atti ,  &  cirercitij  di  prokflìone 
I  fede  Chriftiana;  ma  allagratia  non  habbiano  altra  rclatione,  fenonpeu 
jfegnid'hauerlariceuuta.Appreiro  ancora  raccordarono, che  lì  dannailero 
1  quelli  che  negano  i  Sacramenti  conferire  la  «ratiaa  chi  non  pone  impedi- 
:  :o,come  ancora  chi  non  confeifa  la  gratia  eller  contenuta  ne'  Sacramenti, 
(  nferita,non  per  virtù  della  fedcraa  £.v  opere  <?p^r^/(?.Ma,venendo  ad  cfplica- 
i  modo  di  quella  continenza,&"  cauralità,ognuno  concordaua,che  per  tutte 
(  e  attioni,chc  eccitano  la  deuotionc,s'acquillagratia:&:  ciononnafce  dalla 
I .  dell'  opera  mcdeiìma,ma  dalla  virtù  della  deuotioncche  è  nell'  operante: 
I  .elle  tali  nelle  Scuole  fi  dice,  che  caufano  la  gratia  ex  opere  overantis.A\uQ 
i  ni  fonojche  caufano  la  gratia,nonpcr  la  deuotione  di  chi  opera,o  di  chi  ri- 
I  ropera,ma  per  virtù  dell' opera  medelìma.Cofi  fono  i  Sacramenti  Chriftia- 
ir  quali  la  grana  e  riceuuta,purche  nel  foggetto  non  vi  fia  impedimento  di 
lato  mortalc,cherelcIuda,quantonque non  villa  diuotione  alcuna :&  coli, 
'  opera  mcdelìma  del  Battefmo,eircr  data  la  gratia  ad  un  fanciullo ,  che  no  ha 
I D  alcuno  d'animo  verfo  quello  :  &  parimente  ad  un  nato  pazzo ,  perche  non 
impedimento  di  peccato.L'illciro  fa  il  Sacramento  dellaCrcfma,  &  quello 
'  Eftrcmaontionejquandoben  l'infermo  habbia  perduta  lacognitione.  Ma 
i^haurà peccato  mortale, nelquale  perfeueri  attualmente  ;  ouero  habitual- 
re-,per  la  contrarietà  non  riceuerà  gratia:  non,  perche  il  Sacramento  non 
3ia  virtù  di  pmdmh  ex  opere  operato;  ma,perche  il  recipiente  non  e  capace,  '^""^  <:o»tray{o 
plFere  occupato  d'una  qualità  contraria.  p^ro  tra  Do- 

.ajconuenendo  tatti  in  quelto,erano  ditrerenci,perche  1  Domenicani  alien-  Framefiani: 

Hh     ij 


244  CONCILIO   DI  TRENTO     Papa  Paolo  l 

ci3  13    uancChcquantonquelagratia  fia  una  qualità  fpiriruale  creata  iiTiniedt( 
XLVii.    da  Dio,nondimeno  ne' Sacramenti  è  una  virtù  iftionìcntale&'cffcttiua,la(}l( 
caufaneir  anima  una  difpofitione  per  riceuerla:&  pertanto  lì  dicc>chcconn- 
gono  la  gratia-.nonche  fia  in  lorccome  in  un  valojma>conie  rcltctto  è  nellauj 
canfataddacendo  un  lottil' elfempio  :  ficomelo  icarpella  èactiuo,  non  ilo 
nello  (cagliare  la  pierra,m.a  anco  nel  dar  forma  alla  ftatua.  I  Francercanidicia- 
riO,non poterli  capirccome  DiOiCaufalpiritualcper  un'  effetto  fpiritualccjc 
la  gratia, adoperi  iftromento  corporeo  :  alfolutamente  ncgauano  ogni  ^tè 
eftcttiua,,o  difpofìtiuaj  ne' Sacramentirdicendojche  l'efficacia  loro  d'altro  w 
viene, Te  non  perche  Dio  ha  promeilo, che qualonque volta iarà  miniftraiii 
Sacramento,  egli  donerà  la  gratia  :  perilchefidice  contenerla,  come  in  fdo 
cfHcace,non per  virtùjche fia  in  lui,ma  per  la  diuinapromiffione  d'una  infal  lil' 
affiftenza  a  quel  miniilerio : ilqualc  percioè  caufa,perchc,quellopofto,f(ic 
l'effettojnon  per  virtù  che  in  lui  (ia,ma  per  promelfa  diuina  di  donar  la  grati  Ji' 
hora:(icome  il  merito  fi  dice  caufa  del  prcmicnon  per  attiuità  alcuna.Ilchc  , 
foloprouauano  per  l'autorità  di  ScotOiSc  di  San  B.onauentura,loro  Theo 
ma  per  quella  anco  di  San  Bernardo,  qualdice,Che  fi  rie eue  la  gratia  per 
cramentijficome  il  Canonico  s'inueflepcr  illibro,&  il  Vefcouo  per  l'aneli  l 
proliflità>con  che  erano  eipofte  le  ragioni  daambeleparti,eragrande,&  ^^ 
minore  l'acrimonia.  Cenfurauanfi  fra  loro.  I  Domenicani  diccuanoaCheT: 
parere  era  proflimo  al  Lutherano:&  glialtri,cheil  loroyeffcndo  impoffi 
daua  materia  agli  heretici  di  calunniare  la  Chicfa.  Non  fu  poflìbile  ad  a 
buoni  Prelati  metter  concordia,  condircchcelfendo  concordi  nella  co 
fìone,che  i  Sacramenti  contengono,^  fono  caufa  della  gratia  >pocoimpo 
dirlo  più  in  un  modo,  che  nell'  altro;anzi,che  meglio  foifcno  difcendédo  ; 
cuno  d'eflìjftar  nell'altro  uniuerfakrreplicando  i  Frati,che  non  fi  trattaua  < 
roie,ma  dello  ftabilire,o  dell'  annichilare  i  Sacramenti.  Non  fi  farebbe  fai  j 
ne,fe  il  Legato  Santa  Croce  non  hauelfe  ordinato  che  lìpalTaffe  al  rimanen  i 
che  in  fine  fi  farebbe  tornato  a  quello  pairor&efTaminaCQ  s'era neeetìfariol 
der  il pontOjO  tralaf ciarlo.  V 

Da'  Legati  furono  chiamati  i  Generali  degli  Ordini,«S<:  pregati  a  far'  u  \ 
Go'  fuoi  di  trattare  conmodeflia,5c  carità  ,  &  non  con  tanto  affetto  alla 
propria  :  moflrando,  che  non  erano  chiamati,te  non  per  trattar  contra  l'he 
alche  era  mokocontrario  il  farne  naf  cere  di  niioue  con  le  difpute.  Et  fu  an 
loro  darò  conto  a  Roma,  &  moflrato  quanto  folfe  pericoloia  la  libertà  > 
Frati  s'ailùmcaanojw^  cloue  poteife  terminare:&  pofto  in  confideratione  al  !j 
tefìce,  che  una  moderatione  folfe  neceflaria:perche  ,  andando,  fama  di  c| 
diifenfionijiSc delle  cenfi-ucche  una  parte prGnoncianacGnEraraltra,non]l 
uà  fcnon  nafcere  fcandalo,&  poca  riputatione  del  Concilio. 

Il  quinto  articolo  fu  (limato  da  tralafciarc,  come  decifo  nella  pEece<(ite 
SelTione.Ma  Frate  Bartholomeo  Miranda  raccordò,  che  Luthero,per  quiìio 
paradoiro,che  i  Sacramenti  non  danno  lagratiaje  non  eccitando  la  fede ,  i"^ 
anco  couclufìonejche  frano  d'ugual  virtù  q^iiei  della  Legge  vecchia  ,&  f 

la.. 


I>APA  Paolo  III.         L  I  B  R  O    S  E  C  O  N  D  O.  Hf  ______ 

Luangelicaihqaal  opcnione  era  da  conclannarccomc  contraria  alla  dottrina  de*  e  1 3  i  o 
ì?adn,&  della  Chicia:haucndotiuridcrto,chc  i  Sacraracntivccchi  erano  legni  xlvii. 
ifolamcntc della gL-ana,ma  i  nuouila  contengono>>?c  lacaiidino.Allaconcluiio- 
lie  nillìin  contradiite. Ma  i  Franccfcani  propoaenano,che  non  lì  doueile  dire 
iella  Le?ge  vecchia,ma  della  Molaica:  atrcicche  la  Circoncidone  ella  ancora 
:autauala  gracia,ma  non  era  Sacramento  Molaico: laqual  daChnftofuanca 
lettOjeilère,nondaMoire,mada'Padri:6c  anco,pcrche altri  Sacramenti,  inanzi 
'^brahamo>conferiuano5<S»r  caiifaLiaiìo  lagratia.Rcplicando  i  Domenicani, che 
san  Paolo  dille*  chiaro,  Abrahamo  hauer  ricciiuto  la  Circoncilìone  folo  in  Te- 
mo:chc,eirendo  egliilprnr!0,achifudata,tanto  vuol dire,qiianto,che inferno 
olamente  è  inftitLiica:&,ropra  il  modo  di  caufare ,  Oc  contenere  la  gracia,torna- 
aano  le  queftioni  in  campo.  Fra  Gregorio  di  Padoa,!n  quello  propolìto,  dille, 
Elfercofa  chiara  apprello  i  Dialettici,chelc  cofe  del  raedelìmo  genere  hanno 
identità  tra  loro,&  ditferenza.Se  i  Sacramenti  vecchi,  &  inoftrijhaueircrolbla 
|JifTerenza,non  farebbono  tutti  Sacramentijfe  non  con  equiuocationc:terolo 
:onuenienza,rarebbono  in  tutto  riftella  cola.  Peròellcr  dauuertirc  ,  di  non 
netter  diiiìcoltà  in  cofe  chiarcper  qualche  diuerfirà  di  parole:che  Sant'  Agofti- 
lo  haueua  detto  quefti,&:  quelli  eirere  diuerfì  nel  fegno,ma  pari  nella  cofa  lìgni- 
.jìcata.Et  in  un'altro  luogo  elTer  diuerfi  nella fpecie  viribilej-naghiftefll nella 
ntelligibilelìgnificatione:6<:  che  altrouepofe  la  differenza ,  perche  quelli  furo- 
lo  promiflìui>&  quelli  indicatiui:ilchc  un  altro  efprime  con  altro  termine,  di- 
édo>quelli  prenonciatiui,&  quelli  contellatiui.Da  che  appar  chiaro,che  molte 
ono  le  conuenicnze,&  molte  le  differenze,  lequalinilfun  huomo  fenlaropote- 
la  negare:  &  però  con  prudenza  quell'articolo  non  elfer  (lato  pollo  da  princi- 
i  >io,ne  elfere  a  propofito  toccarlo  nel  Decreto  prefentc.Vfcì  fuori  una  altra  opi- 
lioncqual  fentì,Che,fenza  difcendere  a'  particolari,!!  douelTe  dannar  l'opinio- 
ic  de'  Lutherani,&:  Zuingliani.  Imperoche  eflì  dicono,  Niiluna  altra  differenza 
rouarlì  tra  i  Sacramenti  vecchi, &  nuoui,fe  nonne'  riti..Ma,lì è mollrato,che 
iltre  ve  ne  fono:  adonque  condannargli  di  quello  foio,  di  non  mettere  altra  dif- 
ferenza; lenza  difcendere  a  dircquale  ella  ila. 

Ma  il  fello  >era  cenfurato  da  Domenicani,  con  dircElfer  proprio  de'  Sacra-  om  anche  0/ 
menti  Euangelici  il  dar  la  gratia:&  dagli  antichi  non  elfere  fiata  riceuuta,re  non  •^-^* 
per  virtù  della  deuotioncelTendo  tale  i'opcnione  di  San  Thomalo.Per  principal 
fondamento  adduceuano  la  determinatione  dei  Concilio  Fiorentino,Che  i  Sa^ 
cramenti  della  Legge  vecchianon  caufauano  la  grafia ,  ma  lìgurauano,che  do- 
ueua  elfer  data  per  la  pallìone  di  Chrifto.Ma,perchc  San  Bonauentura,&  Scoto,. 
follennero,che  la  Circoncifìone  conferiua  gratiar£A;  cperc  operato;iLnzi  ag^ionfe 
Scoto,che  immediate>dopo  il  peccato  d'Adamo ,  fu  inflituito  un  Sacramento, 
nclquale  a  fanciulli  era  data  una  gratia  per  virtù  di  quello,  cioèyEx  opere  operato: 
iFrancelcanidiceuano,rarticolocontenercilvero  ,  ik  non  poter' elfer  cenfura- 
to:&:  faccuano  gran  fondamento,chejCol  dire  di  SanThomafo,i  fanciulli,inanzi 
Chriftojeifer  faluati  per  la  fede  paterna,non  per  virtù  de'  Sacramenti,  /ì  faceua  lo> 
ftatodc  Chriftiani di  peggiorconditioue:  perche  non  giouando  adeifo  a'faii- 

Hh     iix 


14,6  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Paolo  II 

ciò  i:>    ciulli  Li  fede  paterna,renzaBattelmo,&:  dicendo  Sant'  Agoftino ,  che  fidiAin 

XLVii.    un  tanciallo:,cirendoiTiouco  mentre  dal  Padre  era  portato  per  efTer  battezzatojl 

in  quel  tempo  la  fola  fede  baftaua,la  conditione  de'  figli  de'  Chriftiani  era  detc 

riorc.  In  qiiefte  difficoltà  da  molti  fu  propoftoj  che  l'articolojcome  probabile 

folFc  ommciro. 

tlfetttmo  ,  e      Del  tralafciar  il  fettimoje  l'ottano,  fu  fomma  concordia.  Ma  nel  nono  de 

/  ottauoni  no-  (^.^j-acterc  proponeua FraDominico  Soto,eirer  da  dichiarare.chc  ha  fondamétt 

"^nyecciumol  '^^^^^'^  Scrittura  diuina,  &  e  ftato  tenuto  Tempre  nella  Chiefa  per  Tradition 

ti  dlfcorjì ,  mx  Apofl;olica:ancorche  da  tutti  i  Padri  non  fia  ftato  ufato  il  nome,lacofafìgnitìca 

è  condannato:  ta  nondimeno  cller'  antichiflima.Da  altri  nongli  fu  concelfa  una  tanta  ampiez 

za  :  perche  non  fi  vedcua,che  ne  Gratiano,ne  il  Macftro  delle  Sentcntie ,  ne  ha 

nellcro  fatto  mcntionc:anzi  Giouanni  Scoto  dilfe  che,per  parole  dcllaScritturs 

ode'Padrijnonernneceirarioporlojmafolojper  l'autorità  della  Chiefa:  mod( 

conilieto  a  quel  Dottore  dinegar  le  cole,  con  maniera  di  cortefia.  Degno  er 

fentire,che  cofa  intcndcuano  foire5&;  doue  fituato:per  le  molte,&;  varie  openio 

ni  de'  Scolaftici,ponendolo  alcuni  qualità,fra  quali  erano  quattro  openioni/c 

condo  le  quattro  fpecie  della  qualità.Chi  lo  dille  una  poteftà  fpiritualejaltri,ur 

habitOjodifpofitione  }  altri, una fpiritual  figura:  &  non  era  fcnza  approbatoi 

l'openioncchefoiTe  una  qualità  fenfibilemetaforica.Chi  lovolfe  una  real  rela 

tione  :  chi  una  fabrica  della  mente,reftando  a  quefti  il  dichiarare,  quanto  foU 

lontano  dal  niente.  Del  foggetto  doue  ftiajlaftelfa  varietà  era  molefta,eirend( 

poftojda  chi  neir  elTenza  dell'  anima,da  chi  nell'  intelletto,  da  altri  nella  volon 

tà:&:  non  mancò  chi  gli  diede  luogo  nelle  mani,&  nella  Hngua.  Era  parer  di  Fr  1 

Gieronimo  Portughefe,Domenicano,che  fiftatuiire  tutti  i  Sacramenti  impri 

mere  una  qualità  Ipiritualcjinanzi  che  iopravenga  la  gratia:  quale  eiler  de'  do 

generi  :  una,  che  mai  fi  può  fcanceilare:  l'altra,chepuoperderfi5&:racquiftarf: 

quella  chiamarfiCarattcrc,queftacircr' un  certo  ornamento.  I  Sacramenti,cb 

donano  la  prima,  non  rcpHcarfi,poiche  il  fuo  effetto  fempre  dura:  quelli,  eh* 

danno  l'ornatojreplicarfijquando  il  loro  effetto  e  perduto:  cofa  di  beli'  apparen- 

za,ma  da  pochi  approuata,per  non  trouarfi  altro  autore  di  quell'  ornato,che  San 

Thomafoiqual'  anco,fe  ben  lo  partorì,non  lo  giudicò  degno  d'educatione.  Ma 

quantonque  tutti  concordaffero  in  qucfto  generale,che  tre  Sacramenti  hanno  il 

Caractercalcuni  ufarono  modeftia,dicendo,Douerfi  approbare ,  come  cofa  più 

probabile,nonpcrò  neceiraria:incontrario,altri,che  era  articolo  di  fede,per  hai 

uernc  fatto  mentionelnnocentio  III.  &  per  ciler  poi  cofi  definito  dal  Concia 

Ho  Fiorentino.  j 

j  g  II      Che  la  bontà  del  miniftro  non  fia  necefTaria,  fu  l'articolo  tanto  ventilato 

decimo,  Sant' Agoftino  in  tanti  libri  contra  i  Donatifti,chehebberoiTheologi  materia 

di  parlare  concordemente:&  oltre  qucUcfu  per  fondamento  principale  allega" 

tojche  l'articolo  fu  condannato  dal  Concilio  di  Coftanza  fra  gli  errori  di  Già 

uanniWiglef. 

e  (mdamo        L' undecime  tutti  i  voti  furono  per  condannarlo,corae  contrario  alla  Sciiti 


UPA  Paolo  III.         L  IB  R  O    S  E  C  ON  D  O.  247 

ira>alUTraditionc,&  all'  ufo  della  Chiefa  uniiicrralc.  ciò    i ^ 

Il  duodccii-nojdellc  foume  de'  Sacramenrijfudiftinrccome  quclIo,chedoi      xlvij. 
I  ili  può  nceuei"c:oueio,per  forma  intendendo  le  parole  ellenriali,  fecondo  che  '^  ^''-odecìmo 
liiccjogni  Sacramento  hauer  lafua  materia ,  l'elemento  fenfibile  ;  5c  la  forma,  ""j"^^!"  '^"^ 
|:paroIa:oiiero,pcr  forma  intendendo  tutta  laformula,orito  del  minifterio,che   '^  '""''"^» 
elude  molte  cofe  non  neceilaricma  condecenti:^  però  confcgliarono,  che  fé 
facelfero  due  Canoni:per  il  primojfollc  dannato  per  hereiìa,  chi  dice.  Che  la 
rma  podi  ciler  mutata,cirendo  da  Chriito  inftituita:ma,per  il  fecondo  fcnfo>fe 
nle  cofe  accidentali poifono  riceucr  mLitatione3però,qiiando  alcun  rito  è  in- 
)dotto  con  publica  autorità  >  o  riceuuto ,  (5<:  confermato  dall'  ufo  communei 
ndebbe  eirer'  in  poteftà  d'ognuno  ;  ma  folamcnte  del  Pontefice  Romano, 
meCapouniuerfaledituttalaChieiaj  mutarlo, quando  per  qualche  nuouo 
petto  conuenga. 

Per  il  tredecimo, dell'  intentionc  del  miniftro,non  poteuano  diirentir  dal  U  mdecmo 
)ncilio  Fiorentino, che  l'ha  per  necclfaria: ma  che  intentionc  fi  ricerca,  era  deU'  intendo- 
ficile^aefplicarcper  la  varietà  de'  fcnfi  humani  circa  il  valore,6<:- efficacia  de'  "^  '^^^  ^imi-^ 
:ramenti:  perilche  non  può  cifer  l'ifteilà  intentione  di  doi  ,chc  habbiano  ^r'/^N^"*^**^* 
lerfa opinione. Larifpofta communc era, che bafta hauer l'intentione  di  far gya„  dimrft'tk 
:llo,che  fa  la  Chiefa  :  laqual  efpofitione  riponendo  le  difficoltà  medefime;  diparerii 
che  per  lavarla  openione  degli  huomini,qual  fiala  Chiefa,anco  l'intentione 
onelminiftrar'il  Sacramento  riufcirebbe  varia  ;pareua  che  Ci  potefTe  dire, 
>n  elTer  differente ,  quando  tutti  hanno  l'iftella  mira  di  far  quello ,  che  da 
rifto  è  ftato  inftituico,&  la  Chiefa  olferua  :  fé  ben  fi  hauefFe  per  vera  Chiefa 
i  falfa:purche  il  rito  di  quefta,&  di  quella  fia  l'iftcìro. 

In  quello  particolare, dal  Vele ouo  di  Minori  fu  propello  cola  degna  d'ellèr 
jnmemorataqui,&  da  tutti  riputata,  &  filmata  di  gran  confideratione.  Eali 
e,Chea'  Lutherani,quali  non  danno  altra  virtù  a'  Sacramenti,  che  d'eccitai: 
;de,laqual  però  può  elfer  deftata  in  alùra  maniera>importa  poco  riceuer'il  ve- 
(  )acramento:onde anco  dicono,Che  non fla  neceffario:  «S^  pur  tuttauia ,  han- 
l  per  inconueniente,che  la  malitia  dell' empio  miniflro>che  nò  liaueiFe  inten- 
•i  ne  di  conferire  il  vero  Sacramento>poflì  nuocerejconuenendo  attender  quel- 
\  che  il  fedele  rice-ue,non  quello  che  gli  è  dato^Ma  a'  Catholici>che>fecondo  la 
►  itàjdanno  al  Sacramento  cfficacia,per  donar  la  gratia  a  chi  non  pone  impc- 
inentojpoiche  rariffime  volte  occorre, che  per  altro  mezzo  s'ottenga  la  gra- 
t ,  i  fanciulli  certo,&:  molti  di  poco  fenno,nó  hanno  la  falute  per  altro  mezzo. 
I  ghhuomini  ordinari]  hanno  cofi  tenue  difpofitione>che,  fenzailSacraméta, 
i  n  mai  farebbe  baftante.Et  queipochi>che>come  Fenici ,  hanno  difpofitione 
1  iietta,riceuonopcrò  gratia  maggiore  per  il  Sacramcntoronde  molto  importa 
;  Chriftiano  elFer  certcfeloriceue  vero,&  efficace.Se  uaSacerdotc,cheteno-a 
<  ra di  quattro  o  cinquemila  animcfolfe  un  incredulo,  ma  folenne  hipocrita, 
i  neir  affoluere  i  penitenti,  nel  battezzar'  i  putti,e  nel  cofecrar  l'Eucanftiayha- 
urefecrcta intentione  di  non  far  quello*  che  la  Chiefa  £^  ,conucrrcbbe  dircj, 


148  CONCILIO  DI  TRENP.O       Papa  Paolo  I. 

e  1 3  1 3  che  i  putti  folfero  dannati,!  penitenti  non  airoluti  >  &  tutti  fenza  il  frutto  de  i 
xLVi  I.  Commuuioiie.Ne  gioua  ditcchc  la  fede  l'upplifce:  perche  a'  putti  certo  uò:aii 
alcriji'econdo  la  dottrina  Catliolica,n.on  può  far  l'effetto  del  Sacramento:&  f . 
J.O  pj-io  far  nel  cafo  della  malitia  del  miniftro,che  può  eifere  anco  ordinaria:  pi. 
che  non  può  farlo  femprePEt  l'attribuir  tanta  virtù  alla  fede ,  farebbe  un  leuar , 
virtù  a  Sacranienti>&  dare  nell'  openione  Lutherana. 

Confidcraua ,  che  afflif  rione  haurà  un  Padre  di  tenero  amore  verfo  il  fuo  ■ 
gliolino ,  moribondo,  fé  dubitata  dell'  intentione  del  Prete  battezzante  :  firn . 
mcnteunojche  (ìfenti  con  imperfetta  difpofitionc&fia  per  battezzar/i,  che  j. 
fictà  donerà  hauere,che  forfè  il  Prete  non  fia  un  finto  Chriftiano ,  &:  fé  ne  bu  , 
Se  non  habbia  intentione  di  battezzarlo ,  ma  lanario ,  o  bagnarlo  per  irrifio; , 
8c  il  mcdcfìmo  fi  confideri  nella  Confeflìone,  Scnel  riceuerl'Euchariftia.Sc- 
giongeua,fe  alcuno  diceifcche  quefti  caiì  fonorari,Dio  volcife  che  cofì  foife  : 
in  queifo  corrotto  lecolo  non  vi  folfe  da  dubitare  che  fìano  frequenti  ;  ma/ìj  > 
rari{Iìmi,&  fia  anco  uno  folo.Sia  un  trillo  Prete,che  finga,  &  non  habbia  int  - 
tionedi  miniftrarc  il  vero  Battefmoad  un  fanciullo,quefl:o  poi  fatto  huomc  ; 
creato  Vefcouo  d'una  gran  città,(Sc  vini  in  quel  carico  molti  anni,  fi  che  hab 
ordinato  gran  parte  de'  Preti  ;  bilogna  dire»  che  quello,  come nonbattezz. 
non  è  ordinato,  ne  meno  fono  ordinati  i  promoflì  da  lui;onde  in  quella  o 
città  non  vi  farà  il  Sacramento  dell' Eucariftia,ne  della  Confeflìone,che  n 
può  efTer  fenza  il  vero  Sacramento  dell'  Ordinane  quefto  fenza  il  vero  Vefcc 
ne  può  riceuer  l'Ordine  chi  non  è  battezzato.EcCOjper  malitia  d'un  miniftr( 
unfoloatto  millionidi  nulHtà  de' Sacramenti:  &  chi  vorrà  che  Dio  fuppl 
con  la  fua  onnipotenza  in  tanta  frequenza:  &  vorrà,che  con  rimedi)  cftrac 
nari)  prouegga  alle  cole  quotidiancpiu  torto  faràcredere,che  Dio,  per  fua  j 
uidenza,habbiaprouifto,che  fimil'  accidenti  non  pofllno  occorrere.Però,d 
uà  il  Vefcouo,ad  ogni  inconueriiente ,  Dio  ha  proueduto,con  hauer  ordio: 
che  fia  vero  Sacramento  quellcchc  e  amminiftrato  col  rito  inftituito  da  hi 
ben' interiormente  il  Miniftro  portaife  ultra  intentione. Aggionfe  peròjct^ 
non  repugna  alla  dottrina  coramune  de'  Theologi ,  8c  alla  determinatioiié 
Concilio  Fiorentinojchel'intentionefi  ricerca:perche,cio  s'intende,  non"^ 
interna,ma  di  quellajche  per  l'opera  efteriore  fi  manifefta  :  fé  ben  interiorni< 
vi  folfe  una  contraria:&  cofi  fono  leuati  tutti  gì'  inconuenienti ,  che  altrim' 
farebbono  innumerabili.Molte  altre  ragioni  addufle  per  prona,  &  in  finép» 
un  eircmpio,fcritto  daSozomeno:  Che,  eifendo  ridotti  i  putti  d'Aleflàndri 
raarcper  giocar  tra  lorojfi  diedero  ad  imitare  icherzando  le  attioni  folite  far 
Chiefa:&  Athanafio,creato  da  loro  Vefcouo  del  gioco ,  battezzò  altri  fana 
non  primabattezzati:laqual  cofa  intefa  da  Aleifandro  Vefcouo  Aleirandrin  ?" 
^  '  celebre memoria,ficohturbòj&,chiamati  i  putti,  &  interrogato  quello,  d  ' 

finto  Vefcouo  haueualoro  fatto,&  detto;&:  effirifpofto,  &  intefo  che  tutto  J 
to  Ecclefiaftico  fu  oireruato,  con  confeglio  d'altri faccrdoti,approuò il Ba  ■■ 
mojlaqualapprobationc  non  fi  potrebbe  foftenere,  quando  fi  ricercaffe  un^  i- 
tentione  siccome  gli  altri  diceuano:ma  fi  bene  nel  modo  ch'egli  esprimer 

Quta 


>APA  Paolo  III.         LIBRO    SECONDO.  A49 

Quefta dottrina  non  fa.  approuata  d^igìi  altri  Theologi  ,  ma  ben  reftarono  cid  I3 
.')rdit'i  tutti  dalla  ragione,non  fapcndo  tifoluerla  ;  rcftando  nondimeno  nella  xlvii. 
J»ttrina  apprefajche  l'intcntione  vera  del  miniftro  fianeceiraria>  o  attuale,  o 
^rrualej&checonuna  intentione  interna  contraria, non  oftante  qualoaque 
cierna  dnnoftratione,  il  Sacramento  non  fia  valido.Non  debbo  reftar  di  narrare 
cOyCe  ben  quello  farà  un  anticipar  il  tempo  proprio,che,quantonque  la  Sino- 
dopo  determinaire  airolutamente,che  l'intentionedel  miniftro  ènecellaria> 
me  ognuno  può  vedere;quefto  Prelato  nondimeno  reftò  nel  fuo  parere  >  anzi 
'anno  dopo  fcrifle  un  libretto  di  quefta  materia,doue  afferma.  Che  la  Sinodo 
identina  fu  del  Tuo  parerej&  che ,  fecondo  il  fenfo  fuo  ,  fi  debbe  intendere  la 
rerminatione  del  Concilio. 

Dell'ultimo  Articolo,per  le  cofe  dette  degli  altri,non  vi  fu  difficoltà,  che  da  y^'*  matma 
Iti  non  folfecondannato.La  materia  del  Battefmo  fu  di  maggiore  efpeditio-  ^^'^'"^'fi'»"* 
I  .Nel  terzo  Articolo,di  quello  che  è  dato  dagli  heretici,tutti  fi  fondarono  fo-  ilur-^^^rti- 
\  i  la  dottrina  delle  Scole,riceuuta  dal  Concilio  Fiorentino,che  il  Sacramento  colo,  del  sat- 
ercamateria,forma,&  intctionei&  che  l'acqua  è  materiajlaforma,rerpreflìo  »«/»«e  degli 
dell' atto,nel  Nome  del  Padre  >  Figlio  ,  &  Spirito  Santo  :  l'intentionc  j  di  far  ''^"""* 
;  ;llo,che  la  Chiefa  fa:  onde  fermarono  la  conclufione per  indubitata, che 
ino  vero  Battefmo  quegli  herctici  >  che  conuengono  con  noi  in  qucfte  tre 
è:&  tanto  aflèriuano  hauerfi  per  Traditione  Apoftolica,  &  efler  ftato  già  fta- 
ito  fino  da  Stefano  primo,  Pontefice  Romano,principiando  il  terzo  fecolo, 
pprouato  da  tuttala  Chiefa  feguente:fe  ben  gli  intendenti  d'antichità  ben 
aojche  quefto  non  fu  il  parere  di  Stefano,  ne  in  quei  tempi  fi  fapeua  forma» 
teria,o  intentione:&  quel  Pontefice  aflblutamcnte  fentì ,  che  non  fi  doueua- 
battezzare  i  conuerfi  da  qual  fi  voglia  herefia,non  facendo  eccettione  d'alcU' 
mzijche  in  quei  tempi  gli  heretici ,  fuori  che  pochi  Montanifti ,  erano  Gno- 
i,che  ufauano  ftrauaganti  battefmi,pcr  le  elforbitantiflìme  opinioni,che  ha* 
lano  della  Diuinità,&:  della  Perfona  di  Chriftorór  quei  batteimi  ècerto,chc 
1  haueuano  la  forma  ufata  bora  :  &  nondimeno  riceueua  la  Chiefa  Romana 
bora  a  penitentia  ogni  forte  d'heretico  indifFerentemente,fenza  battezzarlo. 
omeiVcfcouid*Africa,conquei  di  Cappadocia,eranoper  diametro  oppo- 
,dicend0,Checonueniua  ribattezzar  tutti  gli  heretici.  Il  Concilio  Niceno 
me  via  di  mezzo,ftatuendo,che  i  Cattari  nonfiribattezzaflèrcma  fi  bene  i 
jlianifti,&  Montanifti.La  Sinodo  Conftantinopolitana  numerò  molti  here- 
ijchedouelfero  eiferribattezzati:&  altri,chc  follerò  riceuuti  col  loro  Battef 
r.in  quali  farebbe  cofa  molto  difficile  moftrare,che  ufaflèro  la  noftra  forma: 
i,quel  che  più  di  tutto  importa,è,che  San  Bafilioattefta,  che  in  Roma  non  fi 
attezs^auanoli  Nouatiani,Encratiti,&  Saccoforijquali  egli  ribattezzauajnon 
uendo  quel  Santo  per  alfurda  quefta  diuerfità:  folo,  dicendo  che  farebbe  ftato 
n  congregar  niolti  Vcfcoui,per  rifoluer  di  operar  concordemente.  Ma,a  que- 
;  cofe  non  attendendo  piujche  alle  fauole,fi  attennero  alla  corrente  dottrina, 
le  l'heretico  veramente  battezza,  fé  ufa  le  parole  ,  &  ha  l'intcntione  dclh 
hicfà, 

li 


U  nono,  el  dt 


250  CONCILIO   DI  TRENTO     PapaPaoloIì. 

ci3   13         II  quarto  Articolo,  che  il  Battcfmofiapcnitcnzajattefa  la  forza  del  parlar  1d, 

XLVii.     da  moki  non  fu  tenuto  per  falforallegando,  che  l'Enangclifta  dicelTe ,  San  (i> 

ìlqtiam  tra-  uanni  hauer  predicato  il Battefmo  della  penitenza :&  che  agli  Hebrci,alfc), 

lafciaio.         San  Paolo  chiamafTe  il  Battefmo  con  nome  di  penitenza.  Et  co/ìhabbianojr. 

lato  anco  molti  Padri  :  Onde  l'Articolo  non  poteua  elTer  condannato  ;  fé  1  n 

quando  dicclfe ,  Il  Battefn-!o  eiTer' il  Sacramento  della  Penitenza:ma,perchn 

qncfìio  fenfo  pareua  il  medeiìmo  col  feftodecimo  Articolo,i  più  furono  di  p  ;. 

rcdicralafciarlo. 

Il  nono,(S<:  decimo,pcrtinenti  al  Battefmo  di  Giouanni,molti  erano  di  par  e» 
che  follerò  tralafciati,poiche  non  parlandoli  di  quelli  della  Legge  vecchia,  ». 
"■  no  conueniua  parlar  di  quello,che  fii  intermedio,  eifendo  lo  fcopo  di  trattale^ 

Sacramenti  della  nuoua  Legge.Ma  dall'  altra  parte  fu  detto  >che  la  mente  d  li 
herctici  non  è  di  alzare  il  Battefmo  di  Giouanni  al  pari  di  quello  di  Chrifto  la 
di  abbaifarc  quello  di  Chrifto  a  quel  di  Giouanni:infercndo,che,fìcome  qu  0 
non  daua  la  gratia,raa  era  pura  fignificationccofì  anco  il  noftro  i  ilche  è  ror  1- 
liirima  hereiia. 
e  l'undeeimo         Neil'  undccimo ,  de'  riti  >  voleuano  alcuni  che  fi  diftinguefTero  i  foftan  : 
con  dìflimione  dagl' altri,  dicendo,che  quei  foUnon  fi  poffono  tralafciar  fenza  peccato,  i 
vofeuano  efcludere  ilcafo  della nceeffiti  folamente ,  fuor dellaquale  non  1  i 
lecito  tralafciar  manco  i  non  foftantiali  :  poiché  hauendogli  la  Chiefa,x 
retta  dallo  Spirito  Santo ,  inftituiti,  hanno  nece{fitàperilpreeetto,feben 
per  la  foftanza  del  Sacramento.  Allegarono  molti  capitoli  de'  Pontefici 
Concilij,che  di  alcuni  di  quei  riti  parlano:iquali  tutti  refterebbonovani,qi 
do  folfe  concefla  libertà  ad  ognuno  di  far  mutatione.Qiiella parte,  che  del*' 
merfione  parla,fe  bene  più  efpreila  figura  della  raortcfepoltura,  &  rifurrett: 
di  Chriftojera  nondimeno  da  tutti  dannata,con  allegar  molti  luoghi  de'  Pi 
tijdouc  fi  parla  d'afpcrfione,o  effufione  d'acqua:quali  tutti  literalmence  die 
no  doucrli  liitendere  del  Battefmo. 
ìtrefeguentl        Contra  quei  trcche  del  Battelmo  de'  putti  parlano , fu  il  parer  di  tutti: 
cendamati,     allegar  la  dottrina  degli  antichi  Padri,  &  delli  Scolaftici  :  Se  molte  inuet 
come  anche  il  fm-oao  fatte  c  ócra  Erafmo,atn.ibuédogli  l'inuentione delqmntodecimo,qi 
?'*'"'*^^"'"'''ficandola  per  e i-npia,&pcnìiciofa,&  che  aprirebbe  una  via  d'abolir'  a  fattla 
religione  Chriitianaraggiongcndojche  fé  i  fanciulli  degli  Hebrei  circon  fb 
venendo  ali' età,erano  debitori  di  ieruar  tutta  la  legge  ,  &  erano  puniti  p  le 
trafgreiììpnijmokopiucracofagiufta  coftringer  i  figli  de'^  fedeli  ad  olleru;  la 
ChnlHana:  che  meritamente  l'uniuerfità  di  Parigi  haueua  condannato  qilF 
articolo, &;  la  Sinodo  lo  doueuacondannare.il  decimo  fefto  concludeiiio 
effer  comprefo  negli  articoli  fuperioii,perche  leuerebbelapenitentia,un'a  0 
..    ...     de'  fetteSacramcnti.Ma  l'ultimojtutti  dilTero  elfer  contrario  al  proprio  min  e- 
egivtmt     ^.JQ(;^g|g^j-f£(nio,nel  bel  principio  delquale  ,  viene  auuertito  il  Cathecum(D> 
che,volendo  andare  alla  vita  eterna,èneceilàriaroireruanzadi  tutti  icomrri- 

^me^finat'h      ^^^  g^^  articoli,circa  la  Conferraatione,non  vi  fu  alcuna  difFcrenza,pcr  \\i  sr 

J.i- 


r.PAPAOLo  III.        LIBRO  SECONDO.  251 

fidamente  nel  Concilio  Fiorentino,ilqual  da  tutti  era  allegato ,  8c  (jaello  che  e  1 3  1 3 
ri  terzo  articolo  fi  dice  »  Che  già  i  giouani  rendeirero  conto  della  fua  fede  in  xlvi  i. 
rrfenza della Chiefajgeneralmcnte fu  derifo,con  dire, Che, non  niandofìin 
qeftitempi,fidoucuacredere>chemaipcrilpaiIato  follc-ilato  ufaio:  perche  la 
tiefa non  haurcbbeinterraeira  quella ceremonia.  Furono  portati  moki  luo- 
gt de' Concili)>&  Scrittori antichijcon  mentione  del  Crifma ,  &  di  Ontione; 
c|."  nonpolfono  conuenire  ad  inftruttione,ne  elfame-Perilche  conclufero ,  do- 
u  e  eifer  riputata  vaniffima  l'ignoranza  di  chi  vuol  al  prefentc,  coatra  ale  om - 
tinfenfodituttalaChielajmutar'  un  Sacramento  tanto  principale,  in  un  rito, 
;  forfè  in  qualche  particolar  luogo  fu  una  volta  ufato,ma  non  mai  fu  uniuer- 
;,come  l'Ontione  del  Crifma. 

Sopra  l'ultimo  articoÌo,fu  molta  diificoltà,per  il  fatto  di  San  Gregorio  Papa,  l'ultimo  dlj^w 
'.  concelfe  quel  miniftcrio  a'  femplici  Pretunel  che  li  Francefcani,per  la  dot-  *^^°'' 
iliadi  San  Bonauentura,chc,feguito  da  Giouanni  Scoto  5  &  dall' Ordincloro, 
.ibuiua  alfolo  Velcouo  qucfto  minifterio,  haucndo  per  nullo  l'actentaco  da 
Prete;ilchefu.anco  tenuto  da  Papa  Adriano  lefto:rifpondcuano  ,  che  quella 
iermiflìone,&  per  quella  volta  fola,&  contra  il  volere  del'  Papa,  per  fuggir  lo 
idalodiqueipopolijoucro,che  quell'  ontione,  da  Gregorio  pcrmclfa,  non 
Sacramento  della  Confermatione.  Laqualrifpoftanon  elfendo  piaciuta  a 
Thomafo, perche  non  libera  totalmente  il  Papa  dall'  haucr  errato  ,  egli 
iòtemperamento,condire,Che,quantonque  il  Vcfcouo  fia  miniftro  della 
ifermatione,poflì nondimeno  ellèr  miniftrato  dal  Prete,  con  pcrmiffione 
Papa:  alche  opponendo  gli  altri, La  dottrina  d^Ua  Romana  Chicfa  eilèr 
luta,che  da  Chrifto  fono  inftituiti  i  miniftri  de'  Sacramenti,a  quali,fe  ben  il 
lapuo  commandare  quanto  all'  clfercitio  del  miniftcrio  ,  non  può  però  iii 
do  alcuno  farccheil  Sacramento  miniftrato  da  altri  fiavalidojncche  il  con- 
to dal  miniftrojinftituito  da  Chrifto  ctiandio  contra  il  precetto  di  elfo  Papa, 
iullo:Et  peròjfe  Chrifto  ha  inftituito  il  Vefcouo  per  miniftro,  il  Papa  non  lo 
►  concedere  al  Prete:fe  Chrifto  ha  concedo  che  il  Prete  pofl],non  lo  può  im- 
ire  il PapaiparcndoCTrancofa, che  negli  altri  Sacramenti, tutti  di  maggior 
eflìtà,Chrirto  haueilcpreicritto  ilminiftro,fenza  lafciar  nilfuna  libertà  acrli 
)mini:&  in  quefto,che  fi  può  ad  ogni  meglior  opportunità  ditferire ,  hauelfe 
|taunafingolarità,dellaqualeperfeicento  anni,che  furono  fino  a  Gregorio, 
uno  hauellè  fatto  minima  mentionc;&:  far'  un  Articolo  di  fede  fopia  quattro 
ole  dette  per  occafione:che,  fé  quella  Epiftola  fi  folfc  perduta,  mai  nilfuno 
irebbe  inuentato  quella  diftincione  infoiita  in  tal  materia,  ne  applicabile  ad 
ro,che  a  quefto  luogo  di  Gregorio. 

'Non  fodisfacendolì  altri  della  refolutionc  ne  dell'  una,  ne  dell' altra  parte, 
^pofero  alcuni  chefì  pigliallèrolc  parole  del  Concilio  Fiorentino,  &  nonCi 
'.caffè più oltre:altri pigliarono  termine, che  fi  condannalfe  folo  chidira,!! 
;te„S:noniiroloVefcouo,eircr  l'ordinario  miniftroilafcianJojchc  di  quella 
rolaambe  leopcnionipotelfero  valcrfr.eUcndo  libero  rintcrire,Adonqae  ci 
n'altro  miniftro  ftraordinarioioucro  dire,Adonque  non  ve  ne  può  dVa'  altro: 

li    ij 


^1$!  CONCILIO  DI  TRENO         Papa  paolo  li 

e  1 3  1 3     perche  i  Sacramenti  non  hanno  miniftro/e  non  ordinario. 
xLvi  1.         Mentre  gli  Articoli  fopradetti furono difcuflì da'  Theologi,nellaCongrej. 
i  formato  il     clone  de' Canonifti,formataperraccogliere,&  rimediare  agU  abufijconcetnoi 
Decreto    e  4  ^^  materie  ftelfe  de' Sacramenti  in  generale,&  del  Battermo,&  Conformatici^ 
abufi  nel  r»»-    ^^  formato  un  Decreto  continente  Tei  capi.  In  foftanza  diceua ,  Che  la  Sinoc, 
nijìerio  de  Sa-  Volendo  leuar  gli  abufi,introdotti  dagli  huomini,o  da'tempij  &  infegnare  i  ri.) 
cramenti .  ri-  niftri  delle  Chiei'e  >  &  altri  fedeli ,  come  fi  debbono  gouernàr  nel  cuftodirjyt 
fj>mo  alle     miniftrargli,&  riccucrgli>ordina,I.  CheiSacramentiì&cclefiafticifianolibcilfl 
»«r«di,        mente  couferitij&  per  il  miniftrargli  nilfuna  cofa  fia  rifcollàjoaero  addimancc: 
ta>rottoqual  fi  voglia  pretefto>  ne  fia  pofto  in  moftra  calfetta ,  vafo ,  drappo||i 
altra  tal  coia,per  quale  tacitamente  appaia  che  fi  dimandime  meno,fianegai'<|3 
differito  il  Sacramento>fotto  pretefto  di  qual  fi  voglia  longa,&  antica  coniatili 
dine  di  non  conferirgli>re  non,riceuuta prima  determinata  mercedejouero  aiéj 
fodisfattione  di  qualche  cofa  del  refto  debita:attefo,che  ne  il  pretefto  di  conili 
tudincne  la  longhezza  del  tempo/minuifcejanzi  accrefce  il  peccato  ,  &  i  e  m 
. .     ^         trafacienti  fottogiacciono  alle  pene  ftatuite  dalle  leggi  contra  i  Simoniaci. 
ttog  >        ji  Sacramento  del  Battefmo  non  fia  conferito  in  luoghi  profani ,  ma  folo  n 
Chieferfaluochejper  urgente  neceflìtà;&  eccettuati  i  figliuoli  de'Rè,&Prei 
pijfecondo  la  conftitutione  di  Clemente  quintojlaqual  però  non  habbia  lu( 
in  tutti  quellijc he  hanno  dominio;ma  folo  ne'  Prencipi  gràdi.Ne  i  Vefcoui  > 
no  la  Crefma,fe  non  veftiti  con  paramenti  condecenti,  &  nelle  Chiefe ,  lue 
«i^e  ferfont     facri  o  cafe  Epifcopali.  Ili .  Il  Sacraméto  del  Battefmo  fia  amminiftrato  da' 
dt  miniflrì,    cerdoti  peritij&  idonei>  nelle  Chiefe  matrici  folamente  jnellequali  fia  il  Fc 
Battefmale-.eccettojfeperle  gran  difficoltà  d'andare  a  quelle, pareflè  a'Vefc 
concederlo  anco  in  altre  Chiefe  ;o  da  immemorabil  tempo  fia  ftato  conce 
nellequali  Chiefe  fia  cuftodita  l'acqua  benedetta,prefa dalla  Chiefa  matrice 
n  padrini»      ^in  vaio  raondo>&  condecente.  IIII.  Nel  Battefmo,&  Creima,non  fia aram 
più  che  uno  per  Padrinorilquale  non  fia  infamcne  fcommunicato ,  ne  interi 
to,ne  fotto  lapubertà>ne  Monacho;o  altro, che  non  poffi  eireguir  quello , 
promettc:&:  nella  Crefma,non  fia  riceuuto  per  Padrino ,  chi  non  è  crefin  ut 
ti  altrìminn-  ^^^^  y^  p^j-  \q^2.\:  l'abufcin  molti  luoghi  introdotto,di  portar  l'acqua  del  >  ^ 
**  "^''  tefmo  m  volt a,Quero  condurre  i  putti  crefimati  con  la  fronte  ligata;alfine  d;  tf  ! 

molti  compadri  col  lauar  delle  mani,&:  col  fcioglier  lafrontejatcefo  che  nifi  a 
compaternirà  con  quefli  modi  fi  contrahe;aonpermettino  i Sacerdoti,che  1  :- 
qua  del  Bactcrmo  fia  porcata  fuori  di  Cbiefaima  fubito  fia  gettata  nelfacrarii  M. 
il  Fonte  Baccefiiiale  fia  reriato;&  i  Velcouijquando  danno  la  Crefma,  facci  o 
ftar  due  ChiericiallaporcadcllaChief'a, quali  {leghino,  &  lanino  le  fronti  e' 
crefimaci,&:  non  lafcino  ufcir  della  Chicta  alcuno  ligato.  Habbiano  ance  i 
Vefcoui  diligente  cura  di  non  confermare  alcuno  fc ommunicato,ne  interde  )> 
ne  che  ila  in  peccato  mortale. 
difficoltà,  della      E^  quantonque  con  maggior  facilità  i  Canonifti  folFero  conuenuti  in  qii  li 
gratuità  nel    Decr^n,che  i  Theologi  nelle  lor  difcufllonijcon  tutto  cio,fuiono  tra  loro  qi  1- 
Sacramento,   che  difFcreiizcnclla  riiolutione  dellequali  non  potendo  conuenire,dopo  hait* 

leJa- 


jpaPaoloIII.  libro  secondo.  153 

I  oneamente  difputate) formarono  i  dubij, rimettendo  la  decifione  di  quciU    ci  3   i3 
j,  ^  CoiT^regatione  generale.  Fra  il  primo  dabio,Se  alle  parole  del  Dccrcto>     xlvii. 
()è,NiIlunacofafiarircolla>oueroaddimandata5fi  doLieuaaggiongereancora> 
j  riceuuta.lUecondojSe  lì  doueuaancoaggiongercEtiandio  lotto  prctcfto  di 
alfì  vQo^liacoafuetudine.Il  terzo>Se  era  bea  aggiongcrui  qualche  paiolcper 
nificarche  la  Sinodo  non  prohibifcc  le  oblationi  volontarie  ;ouero  ,  chele 
r  ^hibifce  folojquando  fono  date  per  rifguardo  del  Sacramcnto,&  non  per  al^ri 
petti  di  pictà:opur,fe  il  Decreto  lì  debbclafciar  nella  fila  uniuerfalirà. 
Ma,ncllaCongregatione  generale  fu  la  medefima  difficoltà,  laquale  non  fu  pp'*f*iein 
flìbile  concordare.  Quelli, che  voleuano  le  aggionte ,  per  prohibire  anco  ^^  JntfalT'*"^ 
euerc,&  il  preteso  della  confuetudincallegauano  i'Euangelio,  Date  liberal-  * 

rnce  quello,che  liberalmente  hauete  riceuuto.Et  molti  Canoni,CQn  Anathe- 
,a  chi  dà,&  a  chi  riceue  cofa  temporale  per  la  fpirituale.  Che  la  confuetudine 
ntra  la  legge  diuina,&  naturale,è  una  corrottela,&  non  può  hauer  luogoxhe 

1  titolo  di  Simonia  è  riprefa,&;  dannata  la  confuetudine  di  dare,o  riceuer  per  il 
[  iFelfo  de' beneficij,per  le  benedittioni  delle  nozze,  per  le  fepolture,benedic- 

ne  del  Crifma,ouero  oglioj&  ancora  per  la  terra  della  fepoltura  :  ilche  tanta 
iggiormente fi debbe  applicare  a' Sacramenti:  che  non  prohibendo  la  con- 
:tudine,non farà  fatto  nientcperche  la  corrottela  è  introdotta  per  tutto,  Se 
nano  Ci  fcuferà  con  quella:  che,ficome  nel  Decreto  fi  ha  dannato  la  confue- 
line  di  riceuer  alcuna  cofa  inanzi,per  la  medefima  ragione  fi  debbe  dannar  la 
ifuetudinediriceuerdopo:perchealtrimente,con  hauer  condannato  quella 
a,{ivien ad approuar quella. Et  quanto  alle  oblationi volontarie,  voleuano 

2  generalméte  folfe  prohibito  il  dare  &  riceuer  alcuna  cofa  poco  inanzi,o  po- 
dopo,per  qualcunquerifpetto  fÌYoglia:imperoche,per  ragione  del  tempo,fl 
da  pre(umere,che  fia  dato  per  il  Sacramento,&per  quello  era  allegata  la  glof- 
laqual  dice,  Che,quantonque  il  metter  danari  nella  calTetta ,  fia  opera  di  pie- 
nondimeno  il  farlo  al  tempo  del  Sacramento  riceuuto ,  induce  fofpitione  di 
nonia:douerfi  hauer  rifpetto  al  tempo,nelquale  la  cofa,che  del  rimanente  fa- 
>beftimatabuona,ha  fpecie  di  iTialitia:elfer precetto  diuino,leuar  ogni  occa- 
ne  di  fcandalo,&  allenerli  da  ogni  apparenza  di  male  :  &  per  fare  che  i  Sacra- 
;nti liano  amminillrati  con  purità,prohibir'  alfolutamente  le  offerte fponta- 

sene'tempirche  i  Sacramenti  fono  amminillrati  j  eirortando  i  fedeli  a  quelle 
li  gU  altri  tcmpi>&  occafioni. 

I  Per  l'altra  parte  era  detto,Che  un  Canone  del  Concilio  Carthaginenfe  quar- 
ì  concede  ,  che  fiariceuuto  quello  che  è  offerto  da  chi  fa  battezzare  i  fuoi  fi- 
li: che  i  Theologijdopo  hauer  determinato  ,  che  per  i  Sacramenti  niente  di 
mporale  può  elfer  riceuuto,infieme  conlentono,Che  fi  polli  riceuer  per  la  fa- 
i:aneiramminillrargli.  Et  molto  piu,quando  non  è  dato,  o  riceuuto,  per  rif» 
■rto  delSacramento;ma  per  ragione  di  limofina:che  quello  farebbe  un  Icuar  a' 
Ilici  le  occafioni  d'efTercitar  le  opere  dipietà:che,leuando  le  offerte  volon  carie» 
jJoueri  Curati  non  hauranno  diche  follentarfi.  Allegauano  l'autorità  di  S. 
jiolojChenófialecitomctterlamuferuolaairanimalchebatte  il  grano  nellT 
i  li     iij 


__  254  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Paolo  I] 

e  i~  ~  aia,  Se  chi  ferue  all'  alcarcdell'  aitare  debbe  viuere.  Non  doiierfì  cófeirar  mai,cl 
XLVii.  viiiaalcunaconriietudineincrodocradidarcoriceuei-ealcuiiacofaper  il  min 
ilcno  de'  Sacramentiiperchcelfendo  quella  generale  per  tutto ,  farebbe  un  dir 
Che  nella  Chiefauniuerfale  Ila  flato  tolerato>  anzi  approbato  un'abufo  peni 
tiolo;&  però,nou  fa  biiogno  parlar  di  leuare  una  confuetudine,laqual  non  è  ii 
t  rodotca-.&jpenfando  di  voler  porger  ruiiedio  a  quello ,  che  non  è  male,ma  è  ft 
mato  tale  per  la  fiacchezza  della  coicienza  d'alcuni,far'una  piaga  mortale  nel! 
Chicfa.Pcr  ragione  principalifriiT!adiceuano>cheInnocentioterzo,nelCócili 
Gencralcjcap.  Ad  Ap^^Jìobcam^tde  Simonia ^  noniolaméte  d ichiara per  lod cupi 
la  cófuetudnie  in  queila  materia  d'oblatione  nel  miniflerio  de'Sacraméth&c 
dina  che  fla  oiltruatajma  ancora,cheil  Vefcouo  debbe  punir  chi  tenta  di  muta 
la.Perilche,il determinar  adello  il  contrario, farebbe, con immenfo  fcandal 
condannar' un  Pontefice^  un  Concilio  generale,  come  appro^atori  &  defe 
foi'i  d'un  error  pernitioto. 

Era  replicato  dall'altra  parte,Che  lo  flatuto  del  Concilio  Carthaginenfe  co 
danna  feueramente  l'etrattionctolerando  l'offerta  fpontanea  :  ma  è  però  eme 
dato  dal  Concilio  Eliberitanojilqualeprohibif  ce  l'ufo  introdotto.  Che  ilba 
tezzato  metteua  qualche  danaro  nel  vafo.Che  l'inuentione  de'Theologijdifli 
encndo  il  minifterio  del  Sacramento  dalia  fatica  nel  miniftrarlo5  »Sc,la  diftinti 
nediriceuerper:rifpetto  del  Sacramcnto,o  d'altro  ;  infìeme  conquell'  altra) 
prmiaria,&  fecondaria  intentione^erano  mctafiiiche ,  &c  chimeriche^  poiché, 
parole  dell'  Euangeiio  fono  dette  in  termini  alfoluti,  non  foggetti  a  cauilli,ne 
o-loirc,che  deftruggono  ilcefto,CheDio,per  Moife,&S.  Pa.olo,  nei  prohibir 
muf'eruola^  intendono  e  he  non  fia  negato  i'almiento  all'animai  affamato,! 
non  che  Ila  cócelfo  al  facoilo  ài  riempnf  1  fuperfìuaméte.Che  non  fi  può  pirete 
dere  pouertà  dell' ordine  Clericale,hauendo  non  folo  competenti ,  anzi  an 
aKódanti  entratcjma  l'abufo  eircrcche  i  Rettori  delle  Chiefe  non  fanno  refidt 
zanebenefìcijjtScpurvoglionoperletutti  i  frutti,&  affittano  anco  gliincert 
poueri  Pretucci,iquaii  fono  sforzati  a  vender  tutto  per  viuere.Douerfìpiu  tol 
prouedere,che  tutti  rifedano  nel  f  uo  benefìcio,  che  hauranno  di  che  viuere , 
abondare5&:  non  oleranno  vendere  i  Sacramenti  Ecclefiaftici.Et,conquefl:a  e 
cafionc  tornauano  adilatarnfopralarefidcnza,&:  foprai  beni,  che  farebbg 
feo-aiti,dufliiarandola,z^?  ?«rf  D/^//^o.Soggiongendo  poi,che,fe  pur  qualchel 
netìcio  curato  è  tcnucfe  gli  prouegga  con  l'unione  d'altri  benefìci)  flmplicB 
quando  non  vi  fia  altro  modo,fi  procuri  che  il  popolo  gli  dia  da  viuere.ElPer  iT 
glio,3<:  grato  a  Dio,il  confedar  l'error  patrato,&  rimediarlo,piu  toflo  che  dife 
derlo,&  perfeuerare  in  qucllo.Et  il  Cardinal  del  Montcche  del  rimanente  pai 
uà  a  tutti  poco  inclinato  a  riformatione,in  quefto  nondimeno  fentiua  viuarac 
tcperqueftaparte:&a  quelli,che  allegauano  l'autorità  d'Innoccntio  III.  e 
Concilio  generale,rifpondeua,Che  faccuano  gran  torto  a  quel  Pontefice,  5 
quei  Padrijad  attribuirgli,che  difendeirero  un  tanto  abuto,&  moftrauano  la  J 
1-0  irrnoranza:imperoche,leggendo  li  tre  capitoli,delmedenmo  Concilio  ,  pi 
cedenti  inanzi,haurcbbono  veduto  chiaro  l'IntentioneiSc  come  quei  Padri  pi 

hibir 


APA  Paolo  III.        LIBRO   SECONDO.  i5)_ 

birono  ogni  cirattione,condannando  anco  la  confuctudincin  conrrario:&:  in   e  i  o   i  ^ 
linifterio^c'  Sacramcntijmale  alrrc  lccice,&  honefl:c,introdoctca  fauor  delle      xlvii. 
ihiefccomelcdecimcpnmitiejoblacionilolitea  farli  all'  akaicpoitioni  ca- 
oniche,&  altre  tali  lodeuoli  ufanzc  :  allegandcche  coii  era  intcfb  il  Capitolo 
i  Bartolo,&  da  Romano. 

Ancora  i  Padri  deputati  a  formar  i  decreti  in  materia  della  fcdcconiìdcratc 
fcntentie  de' Thcologi.&  le  conclu(ioni,in  quali  erano  conucnutijtialaiaati,  f  formano  i 
diftintigli  articoli  fecondo  il  ricordo  loroi(Hc:  ordinatigli  anco  in  kric  più  ^'^"^'^^deSa- 
»nieguenre;formarono  quattordici  Anathematifmi  fopra  i  Sacramenti  in  uni-  '^'*"'^""* 
rfale }  dieci  del  Battefmo ,  Se  tre  della  Crefuna  ;  efplicati  con  tal  forma ,  che 
>nreftaua  cenfurata alcuna  delle  openioniCatolichcj&ftando  lui  commune, 
disfaceua  a  tutte  le  parti.Ma,ncl  componete  i  capi,per  cfplicare  la  dottrina, 
me  s'era  fatto  della  giuftificatione,non  fu  poflibile  farlcche  ufando  i  termi-  conar^ncUffi- 
d'una  delle  openionijnonpareife  reprobata  raltra:cofa>che  ne  a'Dottori  pia-  colta  nd  Ca- 
uà  per  affetto  alla  propria  fettajne  a'  Legati,&  neutrali,per  non  feminar  caufc  f'^^lo  deiu 
nuoui  fcifmi.    Ma  nonelfendo  poflibile  efplicar  la  dottrina  coli  delicata-  ^""""^.-^ 
rntcchenoniì  pendeffepiu  da  una  delle  parti,  rimileroalla  Congregatione 
icrale  il  definire  il  modo  >  come  i  Sacramenti  contengono  ,  i^  caufano  la 
itia. 

<ella  Congregatione  non  fu  minor  perpleflìtà  di  quella,che  i  deputati  hauc- 
I  io.Conruttocio,unaparte  de' Padri  inclinauapiutofto  atralafciarafattoil 
I  IO  della  dottrina,  &pairare  con  i  foli  Anathematifmi ,  come  s'era  fatto  dei 
j  :cato  originalc.L'altra parte  voleua  onninamente  i  capi  della  dottrina, alle- 
\  ido  le  ragioni  ufatcquandofideliberò  di  trattar  cofi  la  giuftificatione:&  che 
rempiojintrodotto  all'  hora,era  necelfario  feguire:douerfì  ufar'  ogniacciira'- 
za,per  farlo  confodisfattioneditutteleparti.MafinalmentcelIèrneceUario 
o,&  non  ellerui  pericolo  d'alcuna  diuifione:perche,fìcome  i  Theologi  pre- 
ti in  Conciliojfe  ben  acremente  difendono  la  propria  openione,fi  rimettono 
idimenoallaSinodo:ilche  elfendo  certa  cofa  che  faranno  anco  gli  aiFenti, 
ifìdebbe  reftar  di  fare  cofa  perfetta, per  conuinccr  gli  heretici.  Haurebbe 
ualfo  quella  icntentia,fe  non  le  glifolfe  oppoilo  viuamente  Giouanni  Batti- 
Cigala,Vefcouo  di  Albenga,&  Auditor  della  Camerajilqual  diire,Che,perla 
ione  delle  hiftorie  non  s'haurebbe  mai  trouaco,che  alcuno,fe  non  coftrettOr 
d;>oneire  l'openione  propria  per  eller  condannata:  &  fé  ben  tutti  i  Catolicidi- 
c  10  di  rmietterli  al  giudicio  della  ChiefaRomanajcon  tutta  cio,le  l'openione 
f  .foirereprobata,nonlarimttterebbono;mapiu  pertinacemente  la  difende- 
riboncmaggiormente  fortificandoli  per  l'oppolltioncionde  di  fettcnafcono- 
hefic.Lequaliperim.pedire,ilvero  modo  elkr  tolerare  tutte  leopenioni,& 
e  :rar  che  nilFuna  danni  l'altrajma  fi  viua  in  pace:ne  mai  cllerc  una  tanto  rcpu- 
pnteall'  altra,che>ufando  quella  moderationc,pofllnafcere  alcun'  inconue- 
i'nte:doueche,fenzaquefta,una differenza  verbale,  un  apice  minimo, è fuffi- 
e  te  a  diuider  tutto'l  módo.Che  molte  delle  openioni  de'  moderni  innouatori 
s  lurebbono  potuto  toleratcie  le  hauelfero  aircrite  co  mod€ftia,iS^  fenza  dan- 
"ii  laChiefa  Romaiia,acla  dottrina  delle  Scole.Quefto  hauer  coftrecto  Leonia, 


156  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  Paolo  ] 

e  1 3  1 3     ritorcer  contra  Luthero  quelle  faette ,  che  egli  prima  tirò  conerà  la  Sede  At  • 
XLwii.     {lolica.Iaromma,diceua,&:  replicaua  il  fauio  Prelatcche  le  lolite  proteftati 
ni  de'  Dotcorijdi  rimettcrfi  allaChiera,erano  termini  di  creanza,&  riuerenzu 
quali  necelTario  era  corrifpondere  con  altrettanto  di  rirpetro,  conferuancfì 
neutrale  tra  le  contrarietà  :  comportar  cofi  i  termini  del  viuerccherifpci 
qiiello,che  vuol'  elTer  rifpettato:&  non  creder  mai,che  chi  dice  di  rimetterfif 
{ottoporlijhabbia  animo  di  farloife  l'occafìone  veniire:di  che  hauer  dato  ma  • 
feftoindicio  Luthero  >ilquale  mentre  hebbe  da  far  con  foli  frati  Queftori 
Germania  in  materia  delle  Indulgenze,  &  anco  co' dottori  di  Roma ,  femc 
dilTe  jChefì  rimetteuaal  Papa:  òcfubitoche  Leone  riceuette  la  promeiTa  r 
i-cale,laqualeradettaperpuraapparenza, non folo Martino  non  actefe  lap  . 
meira,ma  inuehì  maggiormente  contra  il  Pontefice,che  non  haueua  fatto  e  - 
tra  li  Queftori  in  Germania. 
I  Leeati  ne         ^^  ^^^^^  ^^  ^^^^  deliberate,&  delle  difficoltà  rimanenti,  cofi  nella  materi  j 
firmano  «  /^o-  fede ,  come  di  riforma  degli  abuiì ,  i  Legati  mandarono  copia  a  Roma,  rici  - 
>««•  dendo  ordine  di  quello,che  doueuano  riloluerfi  :  fra  tanto  non  tralafciandi  li 

rielTaminarlemedermie  materie:  ma,trattando  però  più  feriamente  la  mat  a 
della  pluralità  de'  beneficij,già,come  s'è  detto,propofta,&  parte  in  quello  t 
pò  medeiìmo  ventilata:  dellaquale,per  narrarla  continuamente,ho portai 
tutto  in  quello  luogo. 
U  Co   r        Nella  Congregatione de* quindici  Gennaro,  quando  furono  dati  fuor 
Catione  Ma'  articoli  de'  Sacramenti ,  continuandoli  la  materia  incomminciata  il  giornc 
riforma  fi  ri-  anzi,alla pluralità  s'aggionfe  di  trattar  le  qualità,&conditionide'Velcoui:] 
mttonofu  le   che  affai  non  rifedono  per  non  eifer'  atti  ad  esercitar'  il  carico  :  &  molte  ( 
qualità deVe-  furono  dcttejprefo principio  da quello,cheS.Paolo ricerca  ne'Vefcoui,&l 
jcoutyfierrh-  ^  j-Qj^j^f-j^-g^do gran rifleiVo  l'oprale  parole,irreprehenfìbile,  dedito  all' holpiil 
Lenza:         tà,non  auaro,non  nuouo  nella  religione,&  (limato  anco  dagli  eftcri  :  appr(  ' 
furono  portate  altre  conditioni,requifite  da  molti  Canoni:ne  in  quello  oc< 
fé  alcuna  conrentionejdeclamando  tutti  concordamente  contro  i  viti)  &  d 
ti  de'  Prelati ,  &  dell'  Ordine  Ecclefiaftico  :  ilche  non  difpiaceua  a  Legatij 
dendo  volontieri  i  Prelati  trattenerli  con  quella  imaginedi  hbertà.   Ma. 
femore  del  parlare,Giouanni  Salazar ,  Vefcouo  di  Lanciano  attribuì,  l'orii  [ 
del  male  alla  Corte  Romana,  laquale  nella  dillributione  de'  Vefcòuatì  hai 
deli'  abufo  <t  mira ,  non  alla  fulficienza  delle  perfone,  ma  a'  feruitij  riceuuti.    A  che  repll 
gfa  alcuni  in-  con  molto  fenfojil  Vefcouo  di  Bitonto,che  poco  dopo  lui  parlò,dicendo,< 
colpamRj»may  im  meritamente  a  quella  Corte  era  attribuito  quello,  che  vcniua  per  colp 
ttlm  lajctl-    tj-uj.  poiché  in  Germania  anco  iVefcouati  lì  danno  per  elettione  :  inFrar- 
^*'"*  Spagna ,  Se  Ongaria,per  nominatione  Regia  :  in  Italia  molti  fono  de  lurepf  o 

natvu  :  6c  anco  ne*  liberi,  i  Prcncipi  vogliono  fodisfattionei&  con  le  racc<  v 
mandationi,che  fono  preghiere,allequali  non  lì  può  dar  la  negatiua,  leuan  1. 
libertà  al  Pontefice.  Et  chi  vorrà  non  correr  dietro  all'  openione,ne  lafc  f' 
trafportar  da  affetti,ma  con  lincerò  giudicio  rifguardare ,  vedrà  che  i  Vef  u 
fatti  liberamente  a  Roma  fono  forfè  i  migliori  di  tutta  Europa.  Che  la  piar  t 


paPaoioIII.         libro    SECONDa  i^r 

<  benefici],  male  incognito  all'  antichità  prima ,  non  è  Arato  introdotto  dalla    e  1 3  IT" 
;:)rtediRoma,mada' VcfcouijfScPrencipijinanzichei  Potefici  airumcffèro  il      XLvir. 
ico  di  regolar  la  materia  beneficiale  in  tutta  la  Chrifti^nitàtfenza  la  proiiido-  "'«^  *»f^«  di 
iic'quali,chefi  vedono  nelCorpocanoniccildilordincrarcbbegionto  al  col-  '?"^^f'^'^P^'*' 
:,Fu udita  queftacontentione  con  piacere,  &:dirpiacere  3  fecondo  gli  atfccci:  \^^^^- 
ben  ognuno  fcopriua,che  tal  materia  non  fi  poteua  maneggiar  lenza  per  ico- 
:ome  moftrarono  le  trattationi  delle  fegucnti  Congregationi. 

Vla,pcrche  quello  particolare  merita  eifer  ben'  inrefo/arà  cofa  gioucuole  àifc^Yp,  ddC 
rar  l'origine  dell'  abufo,  &  come  fia  peruenuto  a  quello  colmo.Tralafciato  ortgine,pra* 
ariardi  quei  felici  tempi,quàdo  il  nome  di  Chiefa  era  commune  a  tutta  l'ad-  fri-^'^^a-^- 
nza  de'  fedeli,  allaquale  ancora  appartencua  rufo,&  il  dominio  de'  beni, {^Jg}     * 
fi  chiamano  Ecclefiaftici,  quando  di  unamailàcommunecraprefo  il  vitto, 
edito  de'  poueri,&:  de'  miniftri:anzi,fi  prouedeua  più  principalmente  a'  bi- 
li di  quelli,che  di  quelli  :  ne  facendo  mentione  di  quando  ,per  la  imperfet- 
e  fi  fmontò  ungrado,&fifece  di  una  malfa  quattro  parti,ponendo  nell'in- 
»  luogo,quella  de'  poueri;che,fecondo  Tufo  d'inanzi ,  doueua  circr  nel  pri- 
Ma,pigliando  principicdopo  che  cfdufo  dal  nome  di  Chiefa  il  popolo  di 
ifto,&  appropriatolo  a' foH  Chierici,  per  appropriargli  infieme  l'ufo,  ;?<:  il 
inio  de' benijfu  a  pochi  applicato  quello,  che  di  tutti  cra;&  agli  opulenti 
lo ,  che  prima  fcruiua  agli  indigenti.  Nel  principio,dico,di  quei  tempi. 
ndo  i  Chierici  partito  tra  loro  tutte  le  entrate  della  Chiefa  ;  i  carichi ,  che 
a  erano  chiamati  miniilerij,&;  offici)  della  cura  fpirituale,hebbcro  per  prin- 
e  il  temporale,&  furono  nominati  Beneficij.Et  per  all'  hora  viuendo  tutta- 
Canoni  antichi,che  uno  non  folTe  a  doi  titoli  ordinato,niirun  poteua  hauer 
un  beneficio.  Ma,  fuccedendo,per  le  guerre,©  inondationi,la  diminutione 
entratcfi  che  non  reftallèro  iufhcienti  per  il  vitto,cra  quel  beneficio  confc- 
.  chi  un'altro  ne  teneua:  ad  un  tale  però,chc  potelfe  attéderead  ambidoi.U- 
'introduire  fare,non  a  fauor  del  beneficiato  5  ma  della  Chiefa,  laqualnon 
ido  haucr'  un  proprio  miniftro,haueire  almeno  qjualche  altro  fcruitio ,  che 
ìtelfe  eifer  prellato.Sottopretefto,che  un  beneficio  non  folte  fufficienteal 
j&nonfitrouaife  chi  CTliferuiircs'dlargò  a  concederne  più  ad  uno ,  quan- 
ue  non  apparillè  necellàrio  per  feruitio  delle  Chiefc:&  pian  pianojleuata  la 
hera,non  s'hebbe  per  vergogna  far  l'iftelTo  a  fauor  del  beneficiato:  diche  ri- 
gido il  mondo  fcandalo,conuenne  moderarci  honeftarl'introduttionedà 
i' , poiché  fi  vedeua  accettata  la  diftintione  di  obligati  alla  refidenza,6c  non 
'jatijfuaggionta  una  altra  di  compatibili,  &  incompatibili:  chiamando  in- 
^patibih tra  loro  quelli  di  refidcnza;&  compatibili  glialtri,conquefti,&  era 
C|:fempre  però  al  color  dell'  honellà  era  riferuato  il  primo  luogo  con  la 
irade'CanoniftijChepiu  benefici) non fiano  dati,{e  non  quando  uno  non 
Ìtpcrviuere.Ma,qucftafuificienza  la  tagliauano  molto  lai-ga,proportionan- 
ynon alla  perfona, ma  anco  alla  qualità:non  hauendo  pcrfufficiente  ad  un 
E  dozzcnalcjfe  non  folTe  ballante  per  fé, per  la  famiglia  de'  parenti ,  per  tre 
\ioihòc  un  cauallo:  ma>fe  foife  nobiie>oiiero  lettcratojtanro  piu.Pcr  un  Vef- 


zjS  CONCILIO    DI   TRENTO      Papa  Paolo  l 

ci3  i3     couojè  maraiiiglia  quanto  l'allargano  per  il  decoro  che  gli  conuicn  tenere,  e 
XL  VII.     Cardinal  bafta  cófiderare  il  volgar  detto  della  Cortcchc  s'uguaglia.no  a'  Rè  a 
che  concludonojChe  niifuna  entrata  fia  eccefliua  in  loro  ie  noh  è  fopraboncn 
teallaconditione  Regale.Introdottala  confuctudine,&  non  potendo  iliin 
4ojnc  l'equità  refiftere,  i  Pontefici  Romani  riferuarono  afe  foli  ilpoter  dii^n 
far  degli  incompatibili,^  dell' haucrne  più  clidoidegl'  altri.  Ma,pertrouar  o 
do  di  mettere  in  pratica>chekauc(re  del  coloratojfi  diede  mano  alle  Comnij 
dcjcola anticamente  ben  inftituita,  &  poi  adoperata  folo  a  quefto  fine. 
quando  per  qualche  rifpetto  di  guerrejp^ftij&  altre  caufe  tali,non  fi  poteuj 
prcfto  farì'clettionejoprouifionejilfupcriore  raccommandaua  la  Ch^- 
cante  a  qualche  perfona  di  bontà  6cvalore:che,oltre  la  cura  della  propria. 
uernaire  anco  la  vacante,finchefoircprouifto  di  Rettore  proprio,  &tit^ 
Quefto  ali'hora  non  haucua  facoltà  fopra  le  entrate, fé  non  digouernai 
confegnarlc.Inprogreiro,iCommendatarij,fotto  vari]  di  neceflìtà,&hQj 
il  valfero  de'  frattii&  per  goderli  più  longamente ,  attrauerfauano  varij.  ira 
nienti  allaprouifione:ondc,per  rimedio,fu  prefo  ordine,ch€  la  Commend 
pocelfe  durar  più  di  fei  meii.  Ma  i  Papi ,  con  l'autorità  loro  jdi  piena  poi 
pailarono  a  commendar  per  più  longo  tempo  *.  &  finalmente  anco  a  vi 
Commendatarioj&  con  facoltà  di  uiar  per  fé  i  frutti ,  oltre  le  (pefe  nece 
Qiiefta  buona  inuentione,coiidegenerata,fi  usò  ne'tempi  corrotti  per  pai 
pluralità  al  poireiTore  d'un  beneficiojcommendandone  un  altrorO  più:  ce 
uando  le  parole  della  Legge,  di  nò  dar  ad  una  perfona  faluo  che  uno:ma  d< 
dando  illenfo,poiche  il  commendatario  a  vita,in  elTiftenza  ,  Se  realtà, 
differente  daltitolario.Erano  commeiEe  grauieiforbitanze  nel  numero  de 
ficij  commendati,tanto,chein  quefto  fecolo,  dopo  nati  i  motiLuthen 
mentre rutto'lmoi:dodimandauariforma, non  hebbe  rifpetto  ,  ne  vere 
Papa  Clemente  VIL  del  M.D.xxxiiii. di  commendare  ad  Hippolito  Ca 
dc'Mcdici/uo  nipote,turti  i benefici)  ditutto'l  mondo,fecolari,&  regot 
dignità  <3cpcrfonalÌjfemplici,&curatijvacati  per  fei  mefi,  dal  dì  che  ne| 
prciaia  poifeffioncjcon  facoltà  di  difponer,&  conuertir  in  fuo  ufo  tuttiì 
Laqual'  eiforbitanza, ficome  fu  il  colmo, cofi  ne  tempi  inanzi  non  are 
Corte  vak-rfi  di  quefto,dando  in  commenda  ad  uno  numero  molto  grane , 
Pero  fu  inuentato  divalerlì,perpaliarla  pluralirà,d'un  altro  ufo  antic 
uato  per  buon  fine,che  e  l' Vnionc.Quefta  era  ulataprima,qua.do  una  Chi  j 
diftrucra,ouero!e  entrate  occupate» che  fi  trasferiua  quel  poco  rimani ìt? 
vicinojinfiemecon  il  carico, facendo  tutto  un  lolo  beneficio.  L'indufln! 
Cortegianotrouò,  che  anco  fuor  di  qucfti  rifpetti ,  s'unilTero  più  bene!  i 
unOjfiche  concollatione  diquella,lapluraUtà  fi  copriuaà fatto, quanto:  i 
fauor  di  qualcheCardinalcogranperlonaggio5follcro  uniriinfieme  tre  '. 
quaranta  benefici  j,pofti  in  diucr£  luoghi  di  Chriftianità.  Nafceuaperò 
conuenientcchefi  diminuiua  il  numero  de' beneficij;&:  la  gratia  fatta  a 
era  poi  fatta  a  molti,che  fuccedeuano,fenza  che  la  meritairero,  &  impetr  a 
con  gran  danno  della  C  oite  &  della  Cancelleria,  Et  a  queftg  fu  rimediat  ^ 


PA  Paolo  III.  LIBRO    SECONDO.  259  _ 

;  ile  &argi>tiiTmiamuédonc5dÌLmiic  quanti  beneficij  al  Papa  piaceua  in  una  ^{^  1^ 
FajdLiraiice  folamence  la  vita  di  qucllo,a  cui  era  confciito  ;  per  la  morte  del-  xl  v  n. 
ilcranioneintcndelIe?)?/Sy??t7(?diiroluta,&  i  benefici)  rirornati  nel  Tao  fta- 
rimiero.Con  quella  maniera  Ci  venne  all'  aprir  delle  belle  trou.iccpotcndo- 
lì  conterir'  un  loio  beneficio  in  apparenza,  che  in  efiiPccnza  ne  tiraua  moiri; 
Dnfellàriìcome  quello  chedilfejhauer  rubato  una  briglia  da  cauallo,  taccn- 
he  folle  con  quella  inbrigliato  l'animale. 

errimediareallapluralità,eraneceirarioleuar  l'ufo  di  quefti  treprctefli:il  <^^»A'^''«  f^ 
sramoko  ben  conofciuto  da'  Prelati  prudenti:  onde  alla  prima  propofta  lu  y-'^^X*^ 
orme  il  parer  di  tutti, che  folle  vietata  :  de  nilUmojdi  qualonquc  conditionc 
glia  .ipotetre  ottener  numero  maggiore,chedi  tre  beneficij.  Alcuni  anco 
onfcro,quando  doi  di  quelli  non  alccndono  alla  fomma  di  quattrocento 
Iti  d'oro  d'entrata  :  volendo  ,  che  qualonque  pcrfona,  quantonque  iubhme 
aduata,  folle  foggetta  alla  regola  di  non  poter'  hauer  più  e  he  uno ,  quando 
idea  quella  fomma  ;o  di  doi,le  quelli  vi  giongono  :  in  fine,  non  più  di  tre, 
iuino,o  non  arriuino.Sopra  che  vi  fu  aliai  a  dilputare.  Ma  molto  piu,qua- 
luilcLipomano.  Vefcouo  di  Verona, aggionfc,  che  quello  decreto  folle 
oaquelli,chediprefcnteairhorapoiredeuano  numero  maggiore  :  iquali, 
eccettuato  alcuno  di qual  Ci  volia  grado,  &  cminentia ,  follerò  collrctti,ri- 
idone  tre,renonciargli  altri  :  cllendo  in  Italia  fra  (ei  mclì,ò^  hiori  d'Italia 
oue  meinilche  non  facendo ,  follerò  fenza  altra  dichiaratioiic  priuati  :  &c 
;o,non  oftante  che  i  beneficij  follerò  uniti,ouero  commendati,  o  con  qua- 
ue  altro  titolopoirefli.il  Vefcouo  di  Feltreadherì  all'iilellaopenioncmo- 
idolaperò  con  diftinguer  le  Difpenfe,  Commende ,  Ci^  Vnioni ,  altre,  latte 
tilitàdelle  Chiefc:&  altre,perfauordel beneficiato :volcndo,che  Icprime 
tanti  il  voglia  benefici]  doueifero  reftar  valide  :  ma  le  fatte,  per  priuata  uti- 
e'  beneficiati  follerò  regolate.  Non  admeife  quefta  diftintione  il  Vefcouo 
melano,  con  dire.  Che  volendo  far  legge  durabile,  conuien  non  dargli  ec- 
ani incorpo:atteiochclamalitia  humana  fempre  e  pronta  a  trouar  finti 
;fti  di  metterfi,nel  cafo  dell'  eccettione,&  libcrarfi  dalla  regola.  Il  Vefcouo 
)enga,con  longa  oratione,mofi:rò  che  le  buone  leggi  danno  forma  a'  futu- 
Toti)lolamcnte,&  non  rifguaidano  i  palfatirSc  quelli,  che  ufcendodc'ra- 
euoli  termini  ,  vogliono  emendare  anco  il  preterito  ,  eccitano  fempre  tu- 
;ij5<:  in  luogo  di  riformare,  disformano  maggiormente  :  eirer'  una  gran  cofa 
cpriuaredelfuo  quelli,che  l'hanno  polfeduto  per  moki  anni,  &:  credere  di 
laderglià  contentar{ene.Soggionfc,che,facendolì  tal  Decreto,  preuedeua, 
Vion  farebbe  riceuuto,&  fé  pur  lofolIè,da  quello  ne  naicerebbonorefigna- 
;ii  palliate,  ,^  fimoniache,&  altri  mali  peggiori,  che  il  ritener  più  Uyiehcij. 
imo  anco  all'  auuenircparcrgli  la  prouifione  fupcrflua,perche,non  riceuen- 
0  Icuno  piubeneficijjfenon  con  difpenfa  del  Papa,bafta  aiFais  che  egli  fi  rifol- 
^.inoii  concederla. 

jii  quella  Congregatioae,tra  le  moke  cfclamationi  tragiche  ,  che  da  diuer/ì 

Kk    ij 


^ lóo  CONCILIO  DI  TRENTO       PapaPaoloH. 

ci3  15     foronofanejBcrnardoDiazjVefcotiodiCalahorajdiircChclaChiefadiVici. 
X Lvi  I.    za,  cikndo  rrafcorfa  in  molti  difoi-dini,  come  era  notiflìmo  a  tutti,  iicerche:3- 
be  un' Apoftoio  per  Vefcouo:  talFando  ilCardinalRidolh>che,okia  tanciai 
beneficij,godeua  quel  Vefc  ouato  ,  fenza  hauerne  alcun  gouernoj  fenza  rOic  le 
Epitcopalc,  lenza  vederlo  mai;  non  curando,  ne  fapendo,  fé  non  le  renditedl' 
al"hrto:&  motteggiando  ciafcuno  la  grand'  inconuenienzajche  era,  che  mi- 
liilnne  Chiele  non  vedcircro  mai  il  fuo  Vefcouo  ,  per  elfer' occupato  o  in  u 
Veicouati,o  in  degnita  più  frutruoie.  Moki  diceuancche  il folo  Pontefice  > 
trebbe  a  quello  prouedcre ,  òl  alcuni  comminciauano  ad  entrar  neli'  open:  le 
>  Ugaù  w-     di  Albenga,clie  il  Pontefice  faceire  quella  riforma  da  fexofa,  che  a  Lcgatipi  ^ 
^^Tl     !  X  ^^^'  ^*^-^  per  degnità  del  Papa,come  per  liberarli  da  gran  trauaglio  di  quella  a- 
7a  li  Papi     ^^^^^>  che  dalle  varie  openioni  >&interefl[ì,giudicauanodi  difficile  digeftiic 
-fpcrando  ancojchc  quando  s'hauelfe  fatto  il  paffo  di  tralafciar  quella  riTorr  al 
Papa ,  facilmente  lì  octeneire  di  lafciarglianca  il  capo  della relìdenza,  piuc  :o 
ancora  a  fmakircperelTerpopolarexSc  tirarli  appreifo  la  ricuperatione  delli. 
torità ,  &  giurifdittione  Epiicopale.  Entrali  adonque  i  Legati  in  iperanza 
quello  il  poceirc  ottenere ,  malììme  fé  lì  foife  propollo  come  cofa  fatta  ,  & 
come  dafare,diedero  immediate  conto  alPontefice,a  cuilanuouariufcì  n 
gratarperche  hormai  tutta  la  Corte,&  egli  mede/imo  llaua in  peniiero  doi: 
uelfcro  a  terminare  i  tentatiui,&  dilTegni  de'  Prelati.  Et  parendogli  di  non  < 
lir  a  batter'il  ferro  mentre  era  caldo,fece  il  paifo  più  longo  della  ellefa  lìgn 
tagli  da'  Legati  ;  &  fpedì  una  Bolla  >  per  laquale  auuocaua  a  fé  tutta  la  mi 
della  riforma.  •-  —  .      -         — —  -.«^ 

Masincntrc  in  Trento s'afpettaua  la rifpolla  da  Roma , non  fu  peròintei 
faTincomminciata  tratcatione:  efifeceuna  minutadi  Decrero,che.nii]^. 
telTc haucrpiii  che  un Vefcouato>&  chi piunehaueua,  ne ritenelTe  unfolc 
all'  aiiucj-iire,  chi  ottencrà  piubcneficij  inferiori  incompatibili,  iìapriuato  i 
za  altra  dichiararionc:  &  chi  già  ne  polIèdepiuche«no,moftrilefucdil] 
air  Oidinario,chc  proceda  fecondo  la  Decretale  d'Innocentio  IIII.   Or]^ 
Nel  diri  voti  fopra  quelli  capi,moki  fecero  iiìllanza,che  lì  aggiongeire,Gl 
auucnire  dirpenfc  non  foifero  conccire.Et  a  pochi  piacque  il  mollrar  le  già 
Gedacey&  proceder  fecondo  il  Decreto  d'Innocentio  jdicendo.  Che  era  un 
approuar  tutte  >  &  far'  il  mal  maggiore  jattcfe  le  conditioni  polle  da  Inn« 
tio,doac  diccChctrouate  lcdilpenlebuone5lìanoadmeire:&fe  vi  farà  du 
s'habbia  ricorib  a  Romamon  potendoli  diibitare>che  ogni  negotio  almenf 
fi  rifolueire  in  dubbio,ilquale  haurebbe  a  Roma  dichiaratione  cóforme  al' 
cefllonc.  Che  mentre  palTauano  colì,lepcrfonefìauano  con  timor  della  p  u. 
fione:  quando  foireroeiraminate,&  approbate,c he  tutte  làrcbbono  fenza  ib- 
t>io,e  l'abufo  farebbe  conferraato.Molti  erano  di  parerei^che  fi  vieraifero  al  tto 
le  difpenfe:repugnando  altri>con  la  ragione,  che  la  difpenfaèftata  fempre  Hi 
Chiefa,&  è  neceiraria:il  tutto  Uà  in  ben'  «farla. 

Marco  Vigerlo, Velcouo  di  Sinigaglia,  \(cì  con  una  openione»  che  fé  «e 
ftatariceuuta >  &  credutai  hauiebbe facilmente  liformato  tutto  l'Ordine  (  -il- 


PapaPaoloIII.  libro  secondo.  s«i ^ 

calc.DiccLia  cgli,potciTi  ad  ogni  inconuenicnte  rimediare  dalla  Sinodoj  con  far    cio   i:> 
una  dichiaracione,  che  perla  difpenrafia  necelTaria  una  legitimacaufa  :  &  chi     xlvii. 
fenzaquella,laconcedc,pcccai,3cnonpuo  eirer'alTolutOjrenonreuocandolajtl^i 
chi  rocticnc-non  è  ficuroiii  conte  lenza.  Te  ben  ha  la  dilpenfa,  &  tempre  ^\di  in 
IpeccatOjtìn  che  non  depone  i  bencFicij  coti  ortenuci.  Hebbe  ropcuione  conrra- 
ditcori'.ptrcheti  Icuarono  alcuni, con  dircChe  chicócede  licenza  dipliualità, 
fcnza  cauta  legitima,pecca:  mapeiòladifpenravale  :  &  chi  l'ottiene  e  iicuro  in 
colcienza,l"e  ben  conlcio  dell'  lUegitimicà  della  cauta.  Etpiu  giorni  li  contcfe»  " 
dicendo  quefti,che  era  un  Icuarc  tutta  l'autorità  al  Papa-.&queilijchel'autorirà 
Pontifìcianon  s't  ftendeua  a  farc,che  il  male  non  folle  male»   Da  quefto  s'entrò 
n  un'  altro  dubbio,  fé  la  pluralità  de'  benetìcij  fotfc  vietata  per  legge  diuina,  o- 
lero  humana:<lk:  da  quei  della  rc/ìdenza  àe  ture  dnu?io ,  eradctto>che  picr  diuinaj 
Se  però  il  Papa  non  poteua  difpenfare  :  gli  altri  diccuano,  che  per  legge  Canoni- 
:afolamente:  (3c  conditHcokà  fu  la  contradittione  fopita  da' Legati,  e tiendo 
laloro  tenuta  per  pericolota;  coiìpermerter  in  campo  larefidenzajcomeper- 
:he  toccaua  l'autorità  del  Papa:t'e  ben  non  era  noininato:&  maggiormcnte,per- 
he  quella  fottile  difcutlìone  del  valor  delle  ditpenfc,  le  metteua  tutte  in  com- 
ìrometro.Edendo  molta  confulìoncDicgo  di  Alano,Vefcouo  di  Atterga,  ditlè> 
3he,non  potendo  conuenire  fopra  le  Ditpenfcprohibitfero  le  Coir.mende,(SiC 
z  Vnioni>quaIi  fono  i  pretctli  per  palliar  l'abulb:&  centra  l'uncS»:  l'altreparlò 
ilai.DilTeJe  Vnioni,(I?c  le  Commende  advtta.?n  eilèr  piene  d'airurdità:  perche 
pcitamente  tìconfelVana  con  quelle  dinonhauer  rifguardo  al  benefìcio  della 
.hicla,  ma  alla  perfona  :  che  erano  di  grauitTimo  fcandalo  al  mondo ,  inuentate 
ià  poco  tempo,per  tatiar  rauaritia,&  l'ambitioneiche  era  una  grand'  indegnità 
mantenere  un  abutocotlpernitiofo,«S:  tanto  notorio.Però  i  Vefcoui  Italiani, 
ic  in  gran  parte  erano  interetlati  in  uno  di  quelli,  non  t'entiuanovolontieri 
ropofltioni  coti  airolute,iodando  che/ì faceile  qualche  prouiiìonejma  non  ta- 
,che  letogliclfe  via  a  fatto. 
In  principiodi  FebbraroarriuòdaRomala  rifpofta,&  la  Bolla  Pótificia:che«(ij^r^^^ 
i  da'  Legati  tlimata tropo  amplarpur  tutta  via,pcr  tentar  di  valerfene,propofe-  ca  afe,  per  »- 
)  di  nuouo  la  materia,  facendo  replicar  da'  fuoi  la  mcdetìmafcntentia  j,  che,  at-  ""  ^"^^^  •'  »»« 
(e  le  difficoltà ,  &  diLicrfe  openioni,  era  bene  liberarti,  &  rimettere  il  tutto  al  ^  ^"""^  "^ 
onccfice.  Gli  Imperiali,  anco  quelli  mede/imi,  che  per  ilpatrato  non/ì  erano  *^^^'*'^'**' 
oftrati  alieni,replicaronogagliardaméte,  dicendo ,  Che  non  farebbe  itato  ho- 
Didcl Concilio  :&  aqueftoparcre  s'accollò  la  maggior  parte,  ritornando  fu 
I  medcfime  cofe  dette  ;  anzi  confondendo  le  cote  tempre  più  :  fi  che  videroi 
I  caati,non  eifer*  occafione  ài  valerfidellaBolla mandatari  relcrilfercnon  po- 
:rtifperare,che  fotrerimetTa  tutta  la  riforma  a  Sua  Santità  :  maben'haueuano 
isr  fattibile  diuiderla ,  il  che  il  Pontefice  facelTe  quella  parte,  che  è  piupropxiaa 
iiijcome  farebbe  la  moderatione  delle  Difpenfe,&  de'  Priuilegijjaggiongcnda- 
i la riformatione  de' Cardinali:  il  che  quando  SuaSantità  fìrifoluetTe  difarc> 
1  rebbe  ben  valerti  della  preuentione,publicando  in  Roma  una  Bolla,fotro  no- 
ie di  Riformatione  della  Corte.  Perche  nifTun  potrebbe  dire,  che  il  Papa  non 

Kk    ii, 


Cl3    I3 

XLVII. 


l  Prelati  Spa- 
gnuoli  forma- 
no ima  Censu- 
ra l'opra  gli 
articoli  del- 
ia riforma. 


S  che  i  Legati 

c'ufiyfcrìumò 
(..  homo,, 


161  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  paolo  III 

poteflTe  nformare  da  fé  la  Corte  fuaj&quellojche  cocca  a  lui:iaqiial  Bolla  nor 
farebbe  necellaria  pLiblicaic  in.  Concilioic?*:  alla  Sinodo  il  potrcbbc,hauendodi 
tratcar il  i-imaaenue,che  alla  Couce  nonroccasdare  ogni  foditfatione:auercendc 
però  la  Santità  fua,che  il  Concilio  non  fi  quietata  mai  per  fola  prouifione  ali 
auLienirejma  ricercherà  feiTipre,che  fiproucda  alle  conceflìoni  fcandalofe,  anc( 
prefenti. 

Fniita  quella Congregatione  ,  i  Prelati Spagnuoli,conaltn,che gli  feguiuài 
no,capo  di  tutti  fatto  lì  il  Cardinal  Pacceco,ridorti  al  numero  ài  venti  &  ragio 
nato  infiemcconclufero  »  Che  nella  maniera  introdotta  nelle  Congregationi 
non  fi  potcua  venir'  mai  a  rifolutioncche  valellV.perchc  quel  dibuono,che  ej: 
dcttojcradiffinuilatodachircggcualeatcionijouero  con  le  contentioni  ofcu 
ratoipcròjcHcrnecelIario mutar  modo,&:  dare  in  Icritto  le  dimande,  che  cofi 
vcnirà  a  conclufione.Et  fecero  una  ccnfura  iopra  i  capi  propoftiiò<:  lapofero  i 
fcntto,  prefentandola  a' Legati  nella  Congregatione,  che  fi  tenne  il  treFeb 
braro. 

Lacenfuraconteneua  XI.  articoli.  I.  Che,  tralequalicà  de'Vefcoui,  5 
Parochijfianopofte  tutte  le  conditioi.ii,{latuite  nel  Concilio  Lateranenfe  ulti 
mo: parendo,  che  nel  modo  tenuto,fi  apra  tropo  la  ftrada  alle  difpenfatior 
Icquali  al  tempo  d'hoggi,per  le  herefie  che  caufano,&per  li  fcandali  che  dann 
al  mondo,  è  neceirarioleuar' a  fatto,  facendo  una  più  llretta  riformatione.  ] 
Chefifpecitìchiapertamente,che  i  Cardinali fiano  tenuti  rifedere  ne'lorVc 
conati  almeno  fei  mefi  dell'  anno,come  agli  altri  Velcoui  e  commandato  nel 
paifata.  III.  Che,inanzi  ogni  altra  cofa,li  dichiari  larefidenza  de'  Prelati  eil 
deimeàiutm.  IIII.  Che  fi  dichiarairc  la  pluralità  delle  Chiefe  Cathcdrali  eli 
abufo grandiiTimoj&s'ammonifcaciafcuno,  fpecificando  etiam  i  Cardinali 
reftarcon.uaafola,&  ialciar  l'altre  infra  cerco  termine  breuei(Sc  prima  che  fin: 
ca  il  Concilio.  V.  Che  fi  toglieile  la  pluralirà  delle  Chicle  minori,  con  prò! 
birla,nonfolo per  l'anueaircma ancora  per  il  pallato ;  reuocando  tutte  le  d: 
penfe  conceficfenza  cccetcione  de'  Cardinali,©  altrijle  non  per  giufte,&  ragi 
neuoli  caufe,da  effcr  prodotte,&prouate  inanzi  l'Ordinario.  V.  Che  le  unio 
^^i;/r47-^,etiandio  le  già  fatte,fireuocaircro  tutte,  come  indottine  della  plura 
tà.  VII.  Che  ognuno,che  ha  beneficio  curato,«5c  altri  benefici) ,  che  ricercai 
reiìdenza,non  reiìd€ndo,incorra  nella  priuatione:&:  nilFuna  difpenfatione  ha 
bia  da  fiiffragarcfe  non  in  cafi  dalla  legge  permePfi.  Vili.   Che  qualonque  \ 
beneficio  curato,poteire  elfcr'  cifaminato  dal  Vefcouo;&  trouato  illiterato,  ^ 
tiofco  per  altra  caufa  inhabile,foiIc  priuato  :  &  il  beneficio  dato  ad  un  degr 
perrioorofo  ellame:&  non  a  volontà  degli  Ordinari).  IX.  Chenell'auueni 
i  benefici)  curaci  nonlìdeirerojfe  non  con  efiamine,&  inquifitionepreceden 
X.  Che  nilKm  fi  promoueire  a  Chiefa  Carhedrale  fenza  proceiro,ilqual  fi  face 
inpartiMs,:ihr\cno  fopra  inatali,vita,&:  coftumi.  XI.  Che  niifun  Vefcouo  f  • 
tellè  ordinar  nella  Diocefe  dell'  altro,fenza  licenza  dell'  Ordinario ,  &perfo  : 
di  quellaDiocefc  iblamente. 
I  Leoati  fi  turbar  onojuon  tanto  vedendo  podi  a  campo  molti  articoli,&  tu' 
°  ci 


APA  Paolo  ITI.         L  I  B  R  O   S  E  C  O  ND  O.  2(^3 

311  mira  di  tiftringcre  l'autoiità  Pontificia,  &  aggrandir  l'Epifcopalc  :  quanto     e  1 3    1 3^ 
er  l'importanza  del  principio  di  dare  in  icritco  le  pctitioni  ,  &  unirfi  moki     xlvii. 
fieme  in  una  dimanda:&j  lenza  nioftrar  qual  foire  il  peniìcro  loro ,  lolo  alle- 
ando l'importanza  della  propofta-.prerero  tcir.po  apenlarui  fopra,  dicendo, 
]he  tra  tanto  non  Ci  ftarebbe  in  oìicdlendo  daftabilirc  altri  capi  di  riforma:  Se 
iederominuto  conto  al  Ponteticc  di  tutte  le  cole  patiate,  aggiongendo,che  i 
relati  ogni  giorno pigliauano  libertà  maggiorc,che  non  li altencuano  dipar- 
ir  de'  Cardinali  lenza  riipctto>5c'  dir  paleiamcntcchcè  necelPario  rcgolaigii:&: 
ellaSantità  Tua  ancora  con  poca  riuercnza,che  non  dafe  nonparole5(:5v:  che  ulit 
Concilio  per  trattenne'  il  mondo  in  {peranze,&  non  per  far  vera  riforma  :  ag- 
ionfcrojcbc  per  l'auucnire  lluebbc  diiiicile  tenergli  in  regola,  che  face- 
•  Tpelfe  adunanze  ,  &  congregationi  tra  loro.    Milero  in  coniìdcra- 
onCiche  farebbe  bene  far  qualche  riforma  in  Roma  con  effetto ,  Se  publicarla 
lanzi  la  Sellìonc.  Mandarono  anco  le  ccnfure  de'  Spaglinoli ,.  ponderando 
uanto  importailc  il  tentatiuo  loro,  &  doue  all'auueniic  potelfe  arriuarc,  non 
fendo  veriiìmilcche  tanto  ardilleroilenza  rappoggio,&  fomento,&  forze  an- 
)  incitamento  di  qualche  gran  Prencipe,facendo  inltanza  diriceuer  comman- 
uncnto  di  quello  che  doueuano  farete  dicendo,che  farebbe  parer  loro  di  per- 
kre,&  non  cedere  in  parte  alcuna,colI  per  l'importanza  delle  cofe,  come  per 
Milafciare^tprire  quefto  pairo,chepoflìno  i  Prclati,perfeditione>5<:forza>ot- 
nerquello,che  non  gli  è  conceirolpontanearnenterche  farebbe  un  dependere 
Ila  merce  loro,&:  incorrer  pericolo  di  qualche  finiftro  accidente  :  che  pec    . 
lanto  donerà  palTar  nelle  difputationi,non  erano  perlafciarfìfuperare.  Ma  ia 

I  iCidopo  le  ditputationijfe  i  contrari]  non  vorranno  cedere>farà forza  venire  al 
!  u  &  manco  voti,iquali  nel  concluder  non  fi  ponderanojmail  nnmeranoiperò- 
;  MI  conuenciido  metterli  ad  alcnnrifchio,ma  ben  certitìcarfi  di  reftar  fuperiori 

I I  giorno  della  Scflìoncfarebbe  necelfario  commandar  ftrettamente  a  quelli» 
I  e  fono  andati  aVenetia^lottopretefto  di  far  il  principio  di  Quarcfima  nelle 

r  Cliiefe,ma  con  intentione  fori'e  di  non  tornar  piu,chc  tornaliero  fubito ,  Se 
1  izareplicatperchenellaSeflìone  (eguente  ftarà  quali  tutta  l'importanza  della 
]  "ormavmalTime  in  quellaparte ,  che  è  trai  Pontefice  &l  i  Vefconi:&,  fecondo 
'  e  fuccederàqueftavoltaagliainmutinati,cofi,opigliaiannoanimo  d'opporfi 
;  He  altre  occafìonijo  lì  renderanno  quieti,&:  obedienrio. 
lfpcditorauifo.aRoiT)a,nelle  fegucnti  Congregationi  propofcroi  Legati  di  "ItrUiufpv^, 
ormar  diuerfiabnil.  Il  primo  fu,diquellijchericeuuto  un  beneficio  vS<:  titolo,  >"'y^''«";««««^ 
)n  pigliano  l'Ordine  facro,o  la  confecratione  rirpondentc  a  quello..  Tntti  de-  *"  ^''""^^'^' 
Ihronol'abufo,  laudarono  che  fi  rimediaire.  Ma  il  Cardinal  Pacccco  dilfe,, 
he  ogni  rimedio  farebbe  delufo,fe  nò  fi  legauanole  Cóméde,&  Vnioni:eircn- 
) chiaro,che  una  Cathedrale  può  eiltr  comédara  aiico^  ad  un  Diacono  t.&  chi 
'nràuna  Par ochialcséza  ordinarli  tnfacris  la  farà  unire  ad  un  beneficio  fempli 
'  >che  no  ricerca  Ordiner&cofi  la  tenera  ìw  cófeguéza  di  quello,fcnza  elltr  cóie- 
<  ito.Le  altre  riforme  furono  fopra  diuerfe  eirétioni  dalleVifiteEpifcopalijdagli} 
1  ramini  loi:Q,daliaCognitioiie  delle  caufe  ciuilii&dallaReuiilone  del.gouemo» 


^ i64  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Paolo  I. 

e 1 3  1 3     degli  Hofpitalr.nel  che  credeuano  i  Legaci acquiftar la  giatia  de'  Vefcoui, alli. 
XLYii.     gando  la  loro  autorità  :  ma,  come  auuiene  a  chi  pretende  ragione  nel  tutto,  e  ; 
reftaoffelb  perla  reftitucione  della  metà,  pareua(aSpagnuolima{fime)  chen 
foire  fatto  torto  maggiore,con  rimediare  ad  alcune.Ma  crefcendo  il  numero  d. 
gli  Italiani,che  a'  Legati  adheriuano,i  Spagnuoli  fi  reftrinfero  a  parlarpiu rif(. 
uatamentejtanto  più  afpettando  rifpofta  da  Roma  fopra  le  f  ropofitioni  loro,*  • 
fendofi  fcoperto  che  là  erano  ftate  rimeire. 
tlPai>A  forti-      Il Pontefìccriceuuto  l'auifoiimmediate  fcrilFe  a  Venetia  lettere  efficaciffin , 
ficaia  pam     i-^^  infieme  amoreuolifllme  al  Noncio  ruo,per  far  ritornar'  i  Prelati,  quali  erai  > 
fua  tn  Cena-  ^j^^q^-^  qu^fi  tutti  in  quella  città  :  &c  dal  Noncio  l'officio  fu  fatto  in  tal  moc , 
ZrutrtfioHl  che  tutti  hebbero  per  fauore  il  far  il  viaggio:poiche  fi  trattauatantoferuitio  ci 
Ztaliank        PonteficcPofe  in  coniultatione  co'  deputati  la  cenfiira  de'Spagnuoli:&:  il  rin  • 
nente,che  più  imporcaua,ponendolo  infieme  con  le  altre  cofe  prima  auifateg , 
riferuò  alla  deliberatione  propria. 
e  fa  confultxr      La  Congregacione  de'  Deputati,  ripenfato  lo  ftato  delle  cofe ,  confiderò  e  : 
leCenfurede-  il  partito  propofto  de'  Legati  era  pìu  honoreuole;5«:riufcendo,ilpiu  utile:  r, 
gU  SpagHHoUy  ^g  j^Qj^  f^Q^Q  riufcito,  era  il  più  pernitiofo  :  de  in  cofe  di  tanto  momento ,  non  - 
fer  prudenza  correre  fi  gran  rifchi  :  elTer  ugualmente  pericolofo  negar  tutto,  - 
me  tutto  cedere.  Concludendo,  che  fé  i  Legati  non  erano  più  che  certi  di  fu  - 
tare ,  poteuano  concedere  o  partco  tutte  le  infrafcrittemodificationi,fccoi  3 
che  il  negotio  ftelfo  fui  fatto  configlialfe  :  lequali  erano  digefte  in  forma  di  - 
fpofta  ad  articolo  per  articolo  della  cenfura  Spagnuola.    Al  I.  d'innouai  J 
Concilio  Lateranenfe  ne'  doi  capi,par  che  fi  polli  iodisfare  a'  Prelati,purche  ' 
reftoiCanoni,chcfifaranno,fianoragioneuoli.  Al  II.  d'obligare i  Cardi] 
alla  refidenza,per  quelli,che  ftanno  in  Roma,  &  che  feruono  afiu  la  Chiefa  i 
uerfale  ,  la  dimanda  non  è  conueniente ,  &  agli  altri  Sua  Santità proucderàj 
me  è  detto  nella  lettera.  Al  III.  di  ftatuire  che  la  refidenza  fia  de  ture  amino , 
ma  il  Decreto  forfè  non  farebbe  vero ,  applicato  alle  Chiefe  particolari  :  doj 
quanto  all'  effetto ,  non  può  feruire ,  fé  non  a  maggior  confufione  ;  repugnai  j 
maflìmcche  il  Decreto  fi  faccia ,  &  infieme  fi  permetta ,  almeno  tacitament 
contrario  per  la  metà  dell'anno.  Al  1 1 1 1.  di  dichiarare  abufo  la  pluralità  d 
Chiefcfi  può  dire  il  mcdcfimcche  al  III.  &,quanto  a'  Cardinari,che  Sua  5 
tità  prouederàpcr  fc  ftcila,  come  è  detto  difopra.    Al  V.  della  pluralità  d  le 
Chiefe  minori,  la  prouifione  propofta  da'  Legati,  pare  che  donerebbe  elTere  i- 
ftaiitc:  &  nondimeno,quando  circa  il  paifato  fia  giudicato  bene  farla  più  feu  a* 
mentcSua  Santità  (e  ne  rimette  ;  auuertendo,che  il  troppo  rigore  in  quella  r- 
te  può  caufare  effetto  contrario,per  la  refiftenza,che  fi  ha  da  prefumere,  che  rà 
fatta  da  quelli  che  poiredono:&  confiderando  infieme,  che  il  lafciare  fempl  ^ 
mente  il  giudicio  delle  difpenfationi  agli  Ordinarij,puoeirer  mal' ufato,&  i  1- 
za  partorire  altro  effetto ,  che  accrefcer  loro  autorità.  Al  V I.  di  riuocare  ) u- 
nioni  a  vita,non  ottante  che  la  Santità  fua  habbia  penfiero  di  farci  conueni(  fé 
orouifione,  nondimeno,  quando  fi  defideri  leuarle,  etiam  in  tutto,fi  può  coj  «• 
dcrlo,  purché  fidiafpacio  honefto  a  chi  polTede  i  benefici),  di  poter  difpcdi 

qu(  i. 


APA  Paolo  III.         L  IB  R  O   S  E  C  O  ND  O.  i6y 

uelli.Al  VII.  che  la  non  re/idcnza  de' bencficij  Curati  porti  feco  pfecifamen-  eia  13 
iapcmacione,  &  che  nilFuno  lì  diipen/ì,  fenon  in  cafi  dalla  legge  pennefli ,  è  xlyii. 
jppo  rigoreie  tale,che,quando  bene  fi  determinairejmal  lì  potrebbe  olfeaiaie. 
r  Vili,  che  chi  habenefìcio  Curato  ,  Se  Ci  troua  illitcraco,  o  vitiorcpollà 
jir  priuato  dall'  Ordinario  j  incendendoci  di  tal'inhabilitade  >  che  demreìo 
i:riti,queflapenaiìpuoconcedere5altrimente,non  è  dimanda  hcMieftaj  perche 
il  farebbe  altrojchelafciar' il  rutto  all' arbitrio  degli  Ordinari).  Al  IX.  chei 
I  ichci)  Curati  non  fi  dianojfe  non  per  diligente  ellaraine  precedente  ;  eifendo 
^:eirario  laiciar' il  modo ,  &c  qualità  dell'  elFame  alla  cofcienza  di  chi  ha  da 
iferirc  i  benefici)  ;  pare,  che  l'aggiongere  fiapra  quefto  altro  Decreto,  fia  o  lu- 
'jBuojO  inutile.  Al  X.  difaril  proceiro/«/74m^^,di  quelli  che  fi  promouo- 
lUe  Chiefe  Cachedrali,  non  fi  Yede,ne  il  modo,ne  il  frutto  di  quella  diligen- 
;  edèndo  coli  facile  trouar  chi  deponga  il  falfe  tnfambm  ,  come  in  Roma: 
jie quando  fi  polla haucre, come quafi lì  puofempre,  tanta notitia, che ba- 
:,•  fupcrfluo  cercar' altro.Al  X I.  che  nilfuno  fi  ordini,fe non  dal  fuo  Vcfco- 
(|  )are  che  il  rimedio  della  Bolla  poffi  ballare,  Se  tanto  piu,quaiìto  che  per  elTa 

I  ouede  per  più  d'un  modo  agi'  inconuenienti ,  che  fi  pretendono  circa  que- 
C|Capo. 

i:>edì  immediate  il  Pontefice  la  rifpofta  a  Trento,  con  rimetter' alla  pruden-  emandafarl- 

i^s' Legati,  e  he  ben  confegliati  congliamoreuolÌ3rifblueirero,come  meglio  ^ofi^^'^g*' 

a  rllcro  giudicato  lui  fatto,di  concedere ,  o  parte,o  tutte  le  cole  richicftcden^  ''^ 

'<  lerò  de'  termini  confukati  da' deputati  in  Roma  :  rimettendo  parimente  a 

u  il  negar'  ogni  cora,fe  fi  foirero  veduti  in  ftato  di  potetlo  fare.  Gli  auisò  dell* 

]|  io  facto  con  quelli,che  erano  in  Vcnetia,  foggiongendo ,  chetenelfcro  la 

:jone  al  debito  tempo,  tralalciando  affatto  icapi  di  dottrina  de' Sacramenti; 

.jibiicandoilbliAnathematiriTii,  ne' quali  tutti  fono  conuenuci  :  poiché 

i  la  doccrnia  non  Ci  può  efplicar  fenza  qualche  pericolo  :  che  tralafci afferò 

,Fj:o  il  decreto  degli  abufi  de' Sacramenti  del  Battefmo,  .Se  Confermacionej 

Dj  sffendo  poflibile  toccar  quella materia,fenza  offender  tutto  l'Ordine  de^po- 

;,  Preti,&  Frati  ;  &  dar  troppo  gran  prefaaglihereticii  confellàndo  d'haucr' 

:f^  ouato  per  i  paffati  tempi  notabili  airurdità.Aggionfe  m  fine ,  che  del  rima- 

:|e  operafferofi,che  la  Sellionc  riufciffe  più  quieta,che  fi  poteffcma  condc- 

r,  à  della  Sede  Apoftolica. 

'  foi,ruminando  il  Papa  gli  auifi  riceuuti  daTrento,&  dal  Noncio  fuo  di  Ger-  ma, temendo 

1^  ia,fTafeftcffo,coni  fuoiintimi,reftò  pieno  di  fofpetco,che  il  Concilio  non  delConàlh, 

tQn&  qualche  gran  monftruofità,a  pregiudicio  di  lui,  &:  ddV  autorità  Pon- 

iiia.  Confideraua  le  factioni  tra'  Theologi,maffime  Domenicani  Se  France- 

ci,antichiemuli,&  contrari)  di  dottrina,  che  in  Concilio  haueuanoprefo  a- 

II  0  di  trapaffar' il  fegno  delle  contentioni,da'  prudenti  con  difficoltà  compo- 
'ij  fra' quali  erano  delle  differenze  non  minori  di  quelle,  che  fi  hanno  con  Lu- 

,^h^  effi affai  arditi  nel  taffarfi  l'un  l'altro  ;  Icquali,  fé  non  fi  iT:arà  fcmpre 
K  accordargli,  cfferuipericolo,  che  non  luccedcffe  qualche graueinconue- 
ai)ite.Faceua granriflcllo  fopra  la  difputa  della  rcfiUenaa,fe  è  de  ture  diurno-,  fic 

!  LI 


1^6  CONCILIO   DI  TRENTO     PapaPaoloI. 

ciò   13    fopra  raadacia  di  Fra  Bartholomeo  Carranza  >  ilquaUfomentato  da  molti ,  ; 

XLVi  I.     pairato  a  chiainare  l'o^enione  contraria  >  dottrina  Diabolica.    Vedeua  qua  ( 

Facilmente  potelTe  nal'cer'  un  altro  male/imile  a  quello  di  Lurhcra;  «Se  che  i 

folte  fatto  della  refidenza  un  articolo  di  fede  ,  il  Papato  era  ridotto  a  niei? 

Confideraua ,  che  tutte  le  riforme  mirauanoa  riftringcr  l'autorità  del  PapaJ 

ampliar  quella  de' Vefcoui  :  auucrtì ,  quanto  poco  folle  ftata  l'autorità  fuai 

mata  j  che,  hauendo  il  Concilio  dato  fperanza  di  rimetter' a  lui  la  riform;d 

che  anco  haueua  formato  la  Bolla,  auuocandola  tutta  a  fcpoi  fenza  rifpett  d 

jeghSpagmo-  lui, s'haueua trattato  più  acremente.  Hebbe gran fofpetto  dello  fpirito,&  li 

nnfjjo.        mofità  de'  Spagnuolixonfiderauale  qualità  della  natione  auueduta,&  che  )i 

opera  acafo  >  moftra  maggior  riuerenza>chenon  porta  jftà unita  in  fé  ftel  5 

non  fa  unpalfo  fenza  hauer  la  mira  a  cento  più  inanzi -.  gU  panie  gran  cofa  ù 

uer  prefo  a  ridurli  infiemc&rhauerformato  una  cenfura  per  communeigha 

rcua  verilìmile  ,  checiofoife  ardito  per  fomento  dell' Imperatore,  efièiido  ar 

fuo  Ambafciatore,che  trattaua  quotidianamente  con  loro.  Haueua  anco  p'  al 

tro  foipetto  Cefarcconiìderando  la  profperità  della  fortuna,.che  in  quel  te  p( 

•  di  Cefaret.    correua,  laqual  fuol  indurre  gli  huomini  a  non  {aper  metter  fine  a'  diifegn  fa 

ceuariflclTo  fopra  il  permetter  la  religione  per  conniuenza;  attribuendo  :hi 

folle  a  fine  d'acquiftar  la  gratia  de'  Lutherani.  Confideraua  le  querimoni  ifa 

te,non fola  dall'  Imperatore, ma ancada' miniftri,al  partir  delle gentilta  ne 

l'haueiTi  doluto  d'elier'  abandonata  nelbifogno  :  dubitaua  dilui>fapendi  :hi 

attribuiua  al  Duca  di  Piacenza, (uo figlio,  la  l'editione  di  Genoua.    Sopra  ìHi 

ponderaua  le  parole  dette  al  Noncio ,  Di  non  hauer  maggior  nimico  del  ipa 

temcua ,  che  le  gli  foife  venuto  fatto  di  flabilir'  in  Germania  mia  autorit  Ilo 

luta,foire  poi  entrato. in  penfiero  di  far  l'iflelfo  in  Italia ,  adoperandoli  C  ici 

lio  per  opprimer'  il Ponteficato.Vedeua,che  reftaua  come  arbitro  attefa  1  .cit 

rabil  indifpofitione  del  Rè  di  Francia  ,  &  la  profuma  morte,  che  fi  preu(!Ui 

Del  Dclfìno,non  fapeua  quanto  poter/i  promettere ,  come  di  giouane  no  an 

Cora  efperto.Tencuaper  fermo,che  i  Prelati,quali  fino  all'  hora  adheriuan  ali; 

Corre  Romana>quando  l'Imperatore  haueiTe  fatto  alla  fcoperta,s'haurel  m 

dichiarato  per  lui^o  per  timor  della  maggior  potenza,ouero  per  emulacioi  idw 

tutti  hanno  alla  grandezza  Pontificia,  laqual  fcoprirebbono,quando.vcc  feic 

aperta  ftradaficuradi  moderarla. 

f  rtfolue  a  ^        Quefti  rifpetti  lo  fecero  rifoliiere  ad  aflìcurariì  del  Concilio  in  qualcl  ma- 

trasferirlo  in  ,-jjgj-;j^i finirlo noji  pareuacofafattibilcattefalemoltiplicitàdellecofcc sie 

*'^'"*'        flauano  da  trattare:Ìa  fofpenfione ,  ricercare  qualche  gran  caufa  j  &  nond  ien( 

citer'  unaprouifione  leggiera,perche  farebbe  immediate  ricercato  ài  leu:  a:  li 

traflatione  in  luogo  >doue  egli  haueffe  autorità  ailbluta  ,pareua  il  meglic  :on- 

feglio:&,  poiché  queftos'haueuaafarc,  farlo  in  maniera,  che  rimediallètutt 

i  pericoli  ;  che  non  poteua  auucnire,  fé  non  celebrandoii  nelle  terre  fuc  qu^ 

fte  penfando,  non  giudicò  ben  trattar  di  Roma,  per  non  far  tanto  pari  ali 

Germania.    Bologna  gli  parue  ottima ,  come  la  più  vicina  a  chi  viene  d  àda 

iiaonti,fertile36c  capaceli  modo^éfando>rifolfe  d'afcoiider  in  quello  la  '"^^^ 


I.paPaoloIII.         libro    SECONDO.  2(^7 

j  rua>&  operare  che  foife  fatto  da' Legati,  come  da  loro,perrautorità,che  gli     cio  i3 
,'  ueuadata  perla  Bolla  data  il  ventidue  Fcbbraro  ,  &  mandatagli  ncU'  Agollo       xlvii. 
.D.XLV.  Che  coi!  facendo,  fé  fopralatraflatione  folfe  nata  qualche  oppofi- 
i)nc>farebbe  addolfata  a'  Legatii&  egli,come  non  intcrciratchaurcbbe  più  fa- 
4  ita  a  mantenerli  :  &,  quando,per  qualche  accidente,  occorreife  mutar  pcnfie- 
I,  Jo  potrebbe  far  con  intiera  fua  degnifà.  Adonque,rifokito  di  tanto/pcdì  un 
tiiato  Gentilhuomo  ,  famigliare  del  Cardinal  del  Monte,  con  lettere  di  ere-  encftlof^u- 
cjriza,a  far' ad  ambi  li  Legati  quella  Ambafciata,  ordinandogli,  che  nongion-  ""*'  Legati. 
g  tè  m  quella  Città,inanzi  il  tempo  della  SeflTione,  &  gli  commetteife  di  trasfe- 
[,  il  Concilio  a  Bologna,facendo  nafcer  qualche  apparente  caufaj  ouero  valen- 
Siid'alcunajchefofleinefTere  :  ma  venendo  all'  elfecutione  tanto  prcfto,che, 
pò  data  la  prima  mollaall'imprefa,  fìveniirealfine,  prima  che  d'altrouepo- 
:  fé  elfer  frapofto  alcun  impedimento. 

j  Ma  in  Germania,  elfendo  accommodatc  con  Cefaregran  parte  delle  Città  C^rduefco- 
j  orno  il  Reno,  &hauendo  anco  l'Elettor  Palatino  fatto  deiìiter' i  miniftiida  J<odi  cdonìa 
I  introdotti  dal  paifar  più  oltre  ;  vedendo  l'Imperatore  occafione  di  poter'  ef-  'pP^ij"  ^  ^«- 
iderel'Arciuefcouo di  Colonia,  mandò  due  Commillarij ,  facendo  ridurre-''"'^' 
ti  gli  Ordini,accioche  l'abbandonaifero,  &  riceueifero  per  Vefcouo  &  Pren- 
ce Adolfo  Coadiutore,&  gli  rendeflero  obedicnza,&  giuralfero  fedeltà.  Gli 
defiaftici  furono  pronti  a  farlo,  per  le  caufe  altre  volte  dette.    La  NobiltàsSc 
ibafciatori  delle  città,  ricularono,  con  dire  ,  Di  non  poter  abbandonare  il 
.'ncipcacui  haueuano  giurato.  Il  Duca  di  Cleues,hauendo  i  luoi  ftati  vicini> 
Qterpofe: mandò  all' Are iucfcouo,&  fece,che  viandalferoanco  i  primi  della 
)biltà,per  pregarlo  di  trouar  modo,  come  tutto  lo  ftato  non  folte  dilloluto, 
1  danno  eftremo  de'  popoli  vicini.  L'Arciuefcoucmoifo  a  compaflìone,  per 
n  metter  guerra  in  quel  dominio5&:  accio  il  popolo  innocente  non  patiifcge- 
rofamenterenonciò  lo  ftato,&  alToluèifudditi  dalgiuramento,&  coli  fu  ri- 
luto Adolfo  per  fuo  fuccelforejilquale  egli  haueua  femprc  amato  da  fratello, 
participatogli  tutte  lecofe,che  faceuaper  riforma  della  Chiefa:&  bora  il  ve- 
ja  d'altro  parcre,o  perche  foifemutatOsO  per  altra  caufa.  ,       , 

In  Trento,  nel  mezzo  di  Fcbbraro  andò  auifo  della  morte  del  Rèd'Inghil-  '  ^"■^"S,^'^' 

r        rr       1        r    •  •    i  •    i      ■  n    ì  •     r  ■       tn  •      o         i  '^         ^^^^^  muore: 

ra,  luccella  nel  mete  manzi:  di  che  1  Padri  rei  ero  gratie  a  Dio,  &  andarono 

afi  tutti  aviiìtare  il  Vefcouo  di  Vorceftre,congratulandbfì  con  cifo  lai,che  il 

:gno,&  egli  medcfìmo,  foifero  (diceuano)  liberati  dalla  tirannide  d'un  acer- 

perfecutorerattribuendo  anco  a  miracolo  che  folfe  palfatodi  quella  vita,la- 

ando  un  figlio  in  età  di  none  anni,  accio  non  poteife  imitare  le  veftigie  pater- 

:&c  veramente  non  le  imitò  in  tutto.    Perche  Henrico ,  fc  ben  haueua  leuato 

atto  l'autorità  del  Pontefice  fopra  quel  Regno,&  impollo  pena  capitale  a  chi 

I  àdherilTe  ;  nondimeno  ritenne  fempre  coftanremente  nel  rello  la  dottrina 

Ila Chiefa  Romana.  Ma  Edoardo  f  che  coli  era  il  nome  del  figlio)  goucrnato 

1  Duca  di  Somerfet,  fuo  zio  materno ,  inclinato  alla  dottrina  de'  Proteftanti,  , 

uro  la  religione,  come  a  fuo  luogo  fi  dirà.  l!!^lrifì-'U' 

Gionte  le  lettere  del  Pontefice  >  il  Catdinal  Santa  Croce  era  di  parere ,  che  fi  g^,; 

LI     ij  ^ 


i6t  CONCILIO  DI  TRENTO       PapaPaoloI. 

ciò  i3    ammonidè  Inanimo  de'  Prelati  congionti  >  concedendo  alcuna  delle  petitio  j 
XLVii.     che  da  Roma  erano  permelTe  ,  che  facilmente  con  quella  deterrainationefi  - 
rebbono  acquietati.    In  contrario  il  Cardinale  del  Monte  diceua,  Che  il  ce- 
difcendeie  all'  inferiore  >  (»S^  alla  moltitudine  maflìme)  non  era  altro,  checr 
pretensone  d'hauer  fodisfattione  maggiore  :  che  voleua  prima  tentar  l'aniij 
degli  amoreuolii&:  quando  s'hauelfe  trouato  fortificato  di  numero  maggie, 
eirerdifpofto  a  non  ritirarli  pur  unpalfo  :  quando  hauelTe  trouato  altrimei  ;, 
hautebbeulato  la  prudenza.    Dopo  molti  difcorfì,  come  auuiene  tra  collegi, 
Santa  Croce  cedette  a  Monte,  che  caminaua  con  affetto  maggiore.    Hcbbo 
auifo  ,   che  i  Prelati  alTenti  fliarebbono  ritrouati  in  Trento  inanzi  ilfin<li 
Febbraro  ;  &  tentati  gli  animi  di  diuerlì ,  fi  ritrouarono  adherenti  alle  ce 
del  Pontefice  ;  quali  confermati  con  le  fperanze  ,  &c  tiratone  anco  altri  (ti 
la  medcfima  efca,  che  il  Pontifice  haurebbe  riconofciuto  il  merito  di  cialh 
nojfecero  formare  il  Decreto  con  quindici  Capi,&  quello  propofero  inC  i- 
gregatione. 
t  difjìcolM  in      Sopra  e  he  Rirono  maggiori  difficoltà  di  prima  :  nel  proemicper  una  ec'  t-« 
Concilio  fopra  cioncqual  diceuajSalualempre  in  tutte  le  cofe  l'autorità  Apoftolica.  Da  o  li . 
kiifpenfei      ftohdo farebbe  flato conofciuto,  douemiraua3chenoninferiua,fenonunaj  ■ 
tinace  oftinatione  negli  abufi,  mentre  fi  trattaua  rimediargli  j  conferuand 
caule.    Però  nilfuno  ardì  opporfegli,  fenon  il  Vefcouo  di  Badajoz  >  il  qual  d  :, 
che  haueuabifogno  di  dichiarationej  perche  il  Concilio  non  doueua,nepot  a 
intaccarl'autorità  d'alcuno  ,  nonché  della  Sede  Apoftolica  ,  riconofciuta 
Capo  da  tutti  li  Catolici.  Ma,che  le  parole  pofte  in  quel  luogo ,  pareua  figj 
calTèro ,  che  in  Roma  fi  douefTeprocederc  in  quelle  materie  al  modo  dipri 
&  che  la  regolatione  non  hauefle  vigore  fopra  le  difpenfe ,  &  altri  modi , 
quali  e  ftata  fempre  eneruara  l'autorità  de*  Canoni  vecchi.  In  difefa  dell'  ecce 
uà  era  dettcche  le  leggi  de'  Concili)  non  fono  come  lanaturale,  doue  il  rigi 
Se  l'equitàsfono  una  medefima  cola  ;  che  elle  fono  foggette  al  difetto  comm 
di  tutcclc leggi,  che  per  l'uniuerlalità  conuiene  fiano  dall'equità  regolate . 
cah  non  preucdutÌ5&  doue  l'cireguiclq  farebbe  ingiufto.    Ma,  non  elfend  ih 
fempre  Concilio ,  al  quale  lì  pofll  per  quefto  ricorrere ,  ne  meno  quando  be  n . 
èjhaucndo  modo  d'attender'  a  qucfto,eirer  neceffaria  l'autorità  Pontifìcia,  j  a, 
fi  replicaua,che  hauendo  tutte  le  leggi  il  difetto  dell'  uniuerfalità,nondimi  0 
tutte  fi  promòJgano  fenza  metterci  dentro  eccettioni  :  che  cofi  fi  debbe  ai  o 
al  prcfente  fare  :  perche  il  poruela ,  non  è  altro  ,  fé  non  un  dire  ,  che  per  1 1> 
dinario,«Sc  non  ne'  cafirariffimi,5^  improueduti,  il  Papa  pofTì  difpenfare  in  e  t- 
trarlo. 

Quefto  parere  non  fu  appr'ouato  in  parole  da  tutti  quei,  da  chi  fii  tenute  n 

€onfcienza:ondc  il  Legato  MontC5fortiiìcatofi,diceua,  Chequeftaera  fotii- 

tà,per  non  deferir  alla  Sede  Apoftolica,  quanto  erano  tenuti  :  &  fece  tacer  tu  i. 

Dimandò  ilVefcouodi  Badajoz  ,  che  in  quel  proemio  fi  doueire  far  mentio', 

.      ^    e/K.    c^"  l'articolo  della  refidenza  non  era  tralafciato ,  ma  differito.    A  che  rifpof 'O 

dtn':iai  i  Legati,che  ciò  era  un  diffidare  delle  promefTe  loio/anzi  del  Pontefice ,  &  ui  •- 

bligi  i 


»aPaoioIII.  libro  secondo.  i6p  _ 

aifi  vanamence  a  cofajche  Tempre  è  in  poceftà  :  con  rutto  ciòi?  per  dare  fodii-     ci3    id 
ionein  cofiintenfodciìderiojii  farebbe  aggionto  nel  proemio,  che  tiitcoil     xlvii. 
letaiiajprofegucndo  rincommiaciatoncgotio  della  relidcnza,conche  (ì 
ikarebbc  j  che  non  fu  finito  ncU' altra  Seffione,  &  ne  rimane  anco  parte  da 
'tare.  -  . 

ilooraiCapi  delle  qualità  de'Velcoiii ,  &  altri  Curati,  diiTe  rArciuefcouo  f'f'l'*/^  ?"*- 
Teche  queUi  non  ioio  non  dauanorHneaio  alle  corrottele  mtrodoicc,  anzi  . 
:uauano  i  rnnedij  vecchi  :  perche>con  termini  coli  uniuerfali  d'ctàjcoliumi, 
ntia,habilità,&  valore ,  (ì  poteua  canonizar'  ognuno  per  habile  :  de  l'allegar 
:eti  di  Alcirandrojcirer'un  annullar  tutti  gli  akri  Canoni,che  prcfcriuono  al- 
•onditionitpoiche  Tempre  nommato  imo,  ^cfludiofamente  taciuti  gli  altri, 
jichele  ghhabbia  derogato:  che  farebbe  necelTario  dir' una  volta  chiaro, 
i)l  è  quelta  grauità  di  coftumi ,  quella  fcientia  di  lettere  :  il  che  fé  folfe  fatto 
!!['una,&:  l'altra  qualità,farebbe  efciulo  per  fempre  ogni  cortigiano.!  coftumi 
j  reati  eller  molto  ben  raccontati  da  San  Paolo  ,  de  tutta  via  a  quelli  non  s  at- 
i  e.La  peritia,&  dottorato ,  che  San  Paolo  ricercajelfer  cognitione  della  dot- 
|iChriftiana,&:  delle  lettere  facre:&  non  elferda  imitare  Honorio  Ill.qua- 
;i  iuò  un  Vefcouo  della  Saironia  inferiore,  per  non  hauer  imparato  Gramma- 
li  >ne  letto  mai  il  Donato  ;  perche,dice  la  Glolfa,  egli  non  poteua  infegnare 
i  nmatica  al  popolo  :  quafi  che  la  materia  della  predica  debbia  elFer  le  regole 
1^  nTiaticali,&  non  l'Euangelio.  Aggionfe  »quefto  il  Vefcouo  d'Huefca,  che 

25IÌ  piaceua  il  rimetterfì,ouero  allegare  Decretali ,  o  Conftitutioni  :  perche» 
i  per  dar  autorità  maggiore  a  quelle,  o  perriceuerla  daloro,oueroperfìir' 
|l  Tgregato  di  forza  maggiore  di  quelle  con  quefta  Sinodo  :  3c  a  tutti  i  modi> 
(3  cofa  poco  cóueneuole,&  diminuir  l'autorità  d'ambedue:  elTer  ben  cofa  ra- 
tei euole farlo, doue la  longhezza  d'una Conftitutione  non  comportaftc  che 
M  riferita  :  ma,  quando  non  contiene  fé  non  l'iftelFo,  non  eiferci  caufa  di  far- 

Sdar' occalìoni  di  liti  ineftricabiIi,di{putandofe  quelle  Conftitutioni  fìano 
3uatc,  come  la  lettera  femplicementefuona,  opurconle  liraitationi,& 
.iationi  dette  da'  Dottori;  &  con  le  varie  inteliigentie:  che  è  un  confonder' 
t|  >ndo.  Efterui  bilogno  di  Decreti,  ch&mettino  pace,  carità,&  feria  riforma- 
tì:  nella  Chielaj  non  che  diano  occafioni  dihtigij,  &nuoui  inconuenienti. 
:  i  e  poteua  fcruirene'tcm.piprefenti  dar'agli  Ordinari  j  le  pene  del  CCrauem- 
kcutionede'quahècommeiraa'Concilij  Prouincialj, che  fono  difufatij 
1  non  è  prefo  modo,comc  ritornargli  in  ufo.  Poiielfendo  il  numero  de* 
e,  nei)  conferiti digliOrdinarij,perdiuerferifcrue,rainore d'una  decima  par- 
ò  che  è  buono  proutder' a  quefta  minima,&  lafciar  correre  Tabufo  ne' none 
«<.'ni,che  la  Corte  conferifcc?  Similmentc,volendo  rimediar  la  pluralitàjl'ap- 
'ti.ar  la  Conftitutione,^^  rmltaiiion  elTer  altra,che  un  ftabilirla  maggiormcn- 
eji)iche  in  quella  le  difpenfe  fono  permeile. 

onghiflìma  difputa  fu  fopra  gli  articoli,  doue  iSpagnuoliinftauano,  che  ifipraUnfor- 
-aiinalifoirerofpecificati:dicendofi,per  l'altra  parte,  che  non  conucniua,per  "•■*'^<^' '"'""''* 
t  lindezza  di  quell'  Ordine,  primo  nella  Chiefa  >pieno  d'huomini  di  fino  olar  "^  ** 

LI     iij     "* 


di:' Cardi" 


i7a  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  PaoloI 

ciò  13    mcrito,mofl:rar  cofi  apertamente ,  che  in  quello  vi  folTcro  corrottele  degne  \ 
XLYi I .    mendatione,(S<: eflìftefll  non cmendairero fé  medefimi.   Ma,baftaua  ben  fa 'i 
fteifo  effettojcon  parole  generali,che  includetrero  anco  loro:  come  il  comna 
dare  ad  ogni  perfona,di  qual  fi  voglia  degnità,grado>&  preminenza.  DiceuK 
in  contrario  gli  altrijche  i  Canonifti  hanno  già  dichiarato/octo  niflun^jerna 
generale  comprenderfl  i  Cardinali  ,  fenon   fono  norainatainente  efpi  J 
però,non  rcftar'  altra  via  di  proueder*  al  cattiuo  elTempio,  che  il  mondo  tic le 
fenon  con  riformare  loro  particolarmente  :  eflercipoco  bifogno  di  riformale 
Clero  minuto,  le  corrottele  delquale  fono  leggieri ,  &  egli  neceflìtato  a  fegic 
i  maggiori-.douerfi  nel  curar'  un  corpo  infermo  attendere  a  mali  graui ,  &[!; 
parti  principali-.le  altre,  (anate  quelle,  o  da  feguarifcono,o  co  leggieri  riiTili| 
Air  abufo  delle  Vnioni  perpetue,  diceuano ,  che  ben  pareua  prouifto  alfai  ia- 
ttanza col  rimetter  a'Vefcoui  d'eifaminar  le  già  fatte;  &  prefumer  furreitii 
quelle,chcnon  fi trGualTero fondate fopra caule  ragioneuoli  :  ma, tutto  crii 
ftruttoconlamodificationeleguente  ;  cioè,  fé  altrimente  non  farà  giuditc 
dalla  Sede  Apoftolica  ;  il  che  era  un  ftabilirle ,  anzi  metter  il  Vefcouo  in  1; 
fpefe.Fu  anco  di  nuouo  richiefto,che  foirero  vietate  le  Vnioni  a  vita,6«:  anr  i 
te  le  già  fatte. 
tns  II  maggior      Ma  il  numero  maggiore  approuò  i  decreti ,  come  furono  propofti ,  par  oc: 
numero  vince)  propria  inclinatione  alle  cofc  Romane ,  &  parte  per  eilère  ftati  pratticati  : 
a  famr  di  B^-  ^.^^j  buoni  anco ,  a'  quali  era  fatta  promeflà ,  che  il  Papa  con  una  fua  Boi  n 
^^*  urebbe  leuato  &  quelli,&  molti  altri  difordinijma  eifer  douere,  per  riputa  m 

di  quella  Santa  Sede,  lo  facelfe  egli  medefiiTio,&  non  parelfe  che  la  Sinodi  b 
uedè  coftretco  contra  il  fuo  voler  a  riceucr  leggi.  Et  quelli  pofti  infieme,  ; 
deuano  a'  tre  quarti  ài  tutto'l  numero  dellaSinodo.  Inilando  il  tempo  del 
fione,&:  riletti  gli  Anathemati{mi,da  qualcuno  fu  ricercato,  che  fi  aggio 
ladottrina  :  da  altri  fu  richiefto,perche  non  fi  rifolucua  il  Decreto  degli 
Quanto  a  quellcfurono  fermati,con  dire.  Che  non  era  ben  difcuffo,  &  e 
luogo  più  opportuno  portargli  dopo  tutti  i  Sacramenti;  rimediando  infic  . 
gli  abufi  occorrenti  nel  minifteriodiciafcuno,(Sc  agli  uniuerfali  in  tutti, 
render  ragione  dell'  omiflìone  della  dottrina,il  più  concludente  argumer 
che  cofi  s'era  fatto  nella  Sellìone  del  Peccato  originale:  5»:  che  la  dichiar.  l 
per  mododidottrina,è  neceiraria,quando  fenza  quella  gli  Anathematifir 
polfono  eilcr  intcfi  :  pero  nel  Decreto  della  Giuftificatione  effere  fi  ' 
necefTità  ,  ma  in  quello  de'  Sacramenti  ,  gli  Anathtmatifmi  da  fciK. 
tanto  chiari  ,  che  leruono  anco  per  dottrina.     Il  tempo  inftante  ,  &  ::on- 
fenfo  del  numero  maggiore,fece,che  firifokieife  per  qucfta  openione,  &  jfl^ 
ro  coftretti  tacer  quelli,che  dimandauano  la  dottrina,  &  riforma  degli  ab  ilO" 
pradetti. 

Accommodati  i  Decreti  ,  fé  ben  con  le  difficoltà  narrate,  &  venuti  Itft 

■?"/  l^sefiio-  Marzo;&  con  folito  ordine  ridotti  i  Prelati  in  Chiefa ,  per  celebrar  il  co  élToi 

fii:  fucantatala  mefia da  Giacomo  Cocco, Arciuefcouo  di  Corfu.    Doueu^aril 

Sermone  Goriolano  Marcirauo  >  Vefcouo  di  S.Marco,  ilqual  per  i  difguH  «ce; 

uuti 


»,.A  Paolo  III.         LIBRO    SECONDO.  vj\ 

tu.  nella  Congregatione,non  parendo  che  folfe  decoro d'iiiteriienimi,&:  non  eia  lO 
►«j iftere nella  medefuTia  openioncne  eflcndo  ficiiro  il  conrradlre  nel  publico  xlvii. 
xifcllbjeleire  di  finger' indirpoiitione,&: rimanerfcnciondc  lì  reftò  perqiicl- 
aiiattina  lenza  Sennonercome  fé  nel  numero  di  ieirantaVercoiii,&  trentaFni- 
Ì|heologijcircrcitad  nel  prcdicarc,non  vi  folle  imo  atto  adire  quattro  parole, 
;<|  premeditatione  di  quattro  hore.Et  negli  aeci^i  notato,che  non  fu  tatto  Ser- 
tìiie,per  elTer  rauco  il  Vcicouo  di  San  MarcòVcio  deputato  ;  &  cofi  fi  mandò 
Ilio  in  ftampa:ilche  flcome  non  fidebbe  attnbuirc/e  non  ^  dna  maniera  dol- 
i^!el  Secretario,che  fcrilfej  cofi  è  fermo  documento,<fhe  att^W'à  non  fi  pcniìi- 
ljlouerveniretcmpo,quando fi ftimaiTejche tutte  le attionidiqfitìr adunanza 
ìjèro  pari  a  quelle  degli  Apoftolij  quando  erano  cong^egati,afptctando  la  ve- 
ì|  a  dello  Spirito  Santo. 

^lVla,finitala  Meira,&  le  altre  ceremonicjli  due  Decreti  furono  Ietti. 
I  i  primo  appartenente  alla  fede,contencua  in  loftanzajChcper  complemen- 
«iella dottrina,  definita  nella  precedente  Seifione;»  coniieniua  trattar  de' Sa- 
li mcntr.&:  a  fine  d'eftirpar  l'hcrefic  eccitatela  Slnt)do per  hora;  vtiolftatuire  li 
KJ  lenti  Canoni,per  aggionger  poi  gli  altri  al  fuo  tempo. 

•  iranoliCanonijOuero  Anathematifmide'Sacramentiin  colTimunctredici.  camnidiefT* 
[j  lontra  chi  dicc>  che  li  Sacramenti  della  Legge  nuoua  non  fiano  flati  tutti  de  Sacramene 
t  itLiiti  daChrifto  :  onero  elfer  più,  o  meno  di  lette:  o  alcun  di  loro  non  eifer  tihgeneMU^ 
ri,  &  propriamente  Sacramento.    II.  Et  che  non  fono  differenti  da  quelli 
b  a  Vecchia  Leggete  non  nelle  ceremonic,<S«:  riti.    III.  Et  che  alcuno  di  lo- 
i  n  nitTun ritpetto  fia  più  degno  dell'altro.    UH.  Che  nan  fononecetrarij 
►  .  falute5&  che  la  gratta  di  Dio  fi  può  acquiftar  per  la  fola  fede,  lenza  quelli;  o 
<!  za  il  propofito  ài  riceuergli.    V.   Che  fiano  ordinati  folo  per  nudrir  la  fe- 
Ij    V I.    Che  non  contengono  in  loro  la  gratta  fignificata  ^  o  non  la  danno  a 
u  non  vi  fa  repugnanzarma  fiano  legni  eflierni  della  giuftitia,5c  caratteri  della 
gifedloneChriltiana;  per  difcernerei  fedeli  dagl' infedeli.    VII.   Che  non 
5ipre,&  non  a  tutti,  fia  data  la  gratta  peri  Sacramenti,quanto  s'alpetta  dalla 
f  te  di  Dio;  purché  fiano  legitimamente  riceuuti.  VIII.  Che  per  li  Sacra- 
ri nti  none  data  la  gratta  in  virtù  dell' animinillrattone  di  quelli  ,  chiamata' 

I  Hi  op£ratum:ma.  che  hcidi  la  fola  fede  alla  diutnaprametra.  IX.  ChenelBar-- 
B  mo,Confcrmatfone,&  Ordine,non  fia  imprelfo  nell'  anima  un  carattere  fpi- 
Baale  ,  che  non  fi  può  Icancellare  :  perilche>non  fi  poironoriceuercfakioche 
lavolta.  X.  Che  tutti  li  Chriftiani  hanno poteftà  d'amminiftrarlaParolay 
i  tutti  i  Sacramenti.  XI.  Che  nel  miniftrar  li  Sacramenti,  non  fia  necelfaria 

I I  miniflro  l'intentionc  ;  almeno  di  far  quello,  che  fa  la  Chiefa.  XII.  Che  il 
iiiniftro  in  peccato  mortale  non  dia  il  vero  Sacramento,fc  ben'  olferua  tutte  le 

fé  neceiTarie.  XIII.  Che  i  riti  approuari  dalla  Chicfa,&  foIiti>poflìno  c&ì;: 
rezzatijO  tralafciati  da  ogni  Paftore,  ouero  murati  in  altri.. 

Del  Battefmo  erano  Anathematifmi  quattordici.  I.  Centra  ehi  dice,  che  il  e  del  ff-autjì, 
ittefmo  di  Giouani  haueile  la  fteira  virtù  co  quello  di  Chrifto.  Il.Che  l'acqua  '""  '"  farùi>> 
1  ra,&  naturale  non  fia  necellaria  al  Battefmo.  III.  Che  nella  Chiefa  Romana,  ^'"■^> 
udre,5c  Maeftra  di  tutte  le  Chieie,nó  è  la  vera  dottrina  del  Battefmo.  IV.  Che 


i7i  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Paolo  n. 

ci3  13  il  Battefmo,  dato  dagli  heretici,  nel  Nome  del  Padre,  Figlio,  &  Spirito  Saio» 
XLVii.  con  ititentio ne  di  far  quellcche  la  Chiefafajtionfia  vero.  V.  Che  il  Battello 
fìa  libero,&;  nonneceiìàrio  alla  fallite.  V I.  Che  il  battezzato  non  può  pci^t 
la  gid,tia,fe  ben  pecchi:  pufche  non  refti  di  credere.  VII.  Cheli  battezzati  )- 
no  debitori  di  creder  folamentc,&  non  di  feruar  la  Legge  di  Chrifto.  Vili,  de 
non  ibno  tenuti  a  feruar  li  precetti  della  Chiefa.  I X.  Che,per  la  memoria  ci 
Battefmojtutti  li  voti  dopo  fattijfi  conofconoper  nulli,come  deroganti  ailaj- 
de,dc  piofeflìone  battefmale.  X.  Che  i  peccati,  dopo  il  Battefmo  comm  fi, 
per  la  fedc,&  meai^ria  di'circfono  rimeflTi,  o  fatti  veniali.  X I.  Che  fi  de  )c 
rinouare  il  Baft^mo in  quello  ,  che  haurà  negata  la  fede.  X IL  Che  nihn 
dcbbeeflcr  battezzato ,  le  non  nell'  età  di  Chrifto,  o  nel  tempo  della  me  e 
XIII.  C^hi  non  mette  in  numero  de'  f.deliiputtibattezzati,o  dicejcheconi  n 
ribattezzargli  negli  anni  della  difcretione,  o  che  Iia  meglio  tralafciare  il  Bai  f- 
mo  loro.  X  i  1 1 1.  Che  i  battezzati  in  pueritia,venuti  in  età,  debbino  effe  i- 
cercati  di  ratificar  la  promLifaper  nome  loro  fatta:  &  non  volendo  ,  lafcia.li. 
nelloro  arbitrio,noncouftringendogUalla  vita  Chriftiana,  fenon  conia  ]>.i 
hibicione  degli  altri  Sacramenti. 
e  della  Con-  Della  Confcrmatione,i  Canoni  furono  tre.  I.  Contra  chidice ,  che  è  e  ;< 
^  moniaotiofa,non  Sac£amentopropriamente:oucro  che  già  cra,afine  che  i  p  ti 

delfero  conto  in  publico  della  lor  fede.  II.  Che  il  dar  virtù  alCrefma,  Ila  x 
ingiuria  allo  Spirito  Santo.  III.  Che  ogni  iemplice  Sacerdote  fìa  miiu  o 
ordinario  della Conferraatione,&  non  il  lolo  Vcfcouo. 
Decreto  della  Fu  letto  dopo,  il  Decreto  della  riforma,dandogli  ncgh  atti  titolo,Can  e 
rifomx!  (opra  la  refidenza:&  conteneua  m  foftanza.  I.  Che  niilun  ila  creato  Veic<;  i 
fé  non  di  legitimo  matrimonio,  di  età  matura,  itienza  di  lettere,  &  graui;  ai 
coftumi.  1 1.  Che  niifun  polli  riceucre,  o  ritener  più  Vefcouati  in  titolc  o 
commenda,  o  con qualonque altro  nomej^dchialprcfentenehapiu,  ritc  i- 
tonc  uno  a  elettione ,  lafci  gli  altri  fra  lei  mefi ,  fé  fono  di  libera  collationc  el  ; 
Papa,altrimente  fraun  anno:  il  che  non  facendo,  s'habbiano  per  vacanti  t- 
ti,eccetto  l'ultimo.  1 1 1.  Che  gli  altri  bencficij,&:  malfime  Curati,  iìano  ti 
a  perfone  degne,  che  poffino  elfcrcitar  la  cura  d'anime }  altrimente  il  Collai  :e 
ordinario lìa punito.  IIII.  Chequalonqueper  l'auuenire riceuerà  piubie- 
ficii  incompatibili,per  via  d'unione  a  vita,  commenda  perpetua,  oakrime  e; 
o  ritenerà  i  riceuuti  coatra  li  Canoni  j  refti  priuato  di  tutti.  V.  Che  agli  c- 
dinarij  fiano  moftrate  le  difpenfe  di  quelli,  che  hanno  più  benefici)  Curati,  e  i* 
compatibili;  prouedendo  apprclfo  alla  cura  d'anime,&  altri  oblighi.  VI.  <  le . 
leiVnioni  perpetue^fatte  da  quaranta  anni  in  quajpoffino  elferriuifte  dagli  t- 
dinarijjcome delegati,i!<<:  annullatele  intsiebite;  &  quellcche  non  fono  ertetiar 
te,o  che  per  l'auuenire  s'hauranno  da  farcii  prelumino  furrectitie;  le  non  ù  a- 
no  fatte  per  caufe  ragioneuoli,:?^  con  lacitatione  degli  inceielfati:  ìk  dallaS  le 
Apoftolica  altro  non  farà  dichiarato.  VII.  Che  i  benefici]  Curati  uniti  i- 
no  viiitati  ogni  anno  dagli  Ordinari)  j  &  gli  lìano  alfegnati  Vicari)  perpetu  o 
temporalfj  con  quella  portione  de' frutti,che parrà  loro, fenzarifguardodip- 

pia. 


t-i. 


/A  Paolo  III.         LIBRO    SECONDO.  175 

;jirioni,oe(rentioni.    Vili.    Che  gli  Ordinarijvifitino  ogni  anno>  con  au-    eia    i» 

i^;à  Apoftolica,  le  Chicle  cilcnti  :  piouedendo  alla  cura  d'anime ,  Se  agli  altri     xl  V  n« 

;l  ti  reruitij>renza  rifpetco  d'appeilationcpriuilcgij,  3c  confuccudini  prcfcrit- 

;  X.  Che  i  Vefcoui  creati  fiano  confecrati  nel  tempo  ordinato  dalla  legge, 

;l  allongationi  del  terminepiu  di  Tei  me/ì  non  vagliano.    X.  Che  i  Capitoli 

:j:  Chicle  >  vacante  il  VcfcouatOjnon  pollino  cojiceder  dimilTbrie  agli  Ordi- 

y  non  a  chi  farà  iibligato  per  caufa  di  beneficio.  XI.  Che  le  licenze  di  poter* 

il  promolfo  da  quald  voglia  Vefcouo  ,  non  vagliano ,  fé  non  farà  cfprcirala 

Jalcgiciraa,pcr  quale  non  pollino  elfer  promoflì  dal  Tuo  :  &  in, quel  cafo,  fia- 

Jtrdinati  da  Vefcouo  refidente  nella  Tua  Dioceie.    XII.  Che  le  facoltà  di 

jlriccuer  li  debiti  Ordini  nonferuino  le  nonper  un'anno,  faluo  ne' cafi  dalla 

dsefprcflì.  XIII.  Che  i  prcicntati  a'^tenchcij ,  da qual  fi  voglia  perfone 

defialHchc,nonfiano  inftituitijfc  nonellaminati  dagli  Ordinari)  3  eccetto  li 

31  inati dalle  Vniucrficà ,  o  Collegi)  de  ftudij  generali.  XI II I.  Che  nelle 

ije  degli  elFcnti  ii  ollèrui  certa  forma:  8c  doue  lì  tratta  di  mercede,  &:  di  mi- 

ij»ili  perfone,  anco  gli  elfenti ,  che  hanno  giudice  deputato,  pollino  cllèr 

)  tenuti  inanzi  l'Ordinario  :  ma  quelli,  che  non  l'hannojin  tutte  le  forti  di 

L  :.  XV.  Che  i  Vefcoui  habbiano  cura  fopra  gli  Hofpitali  ,  per  vedere 

;  Icino  bengouernati  dagli  amminiftratori  ,  etiandio  eirenti,  fcruata  ccr- 

rma. 

Prelati,  che  nelle  Co ngrcgationi  s'erano  oppofti,feccroriftclIb  nellaSef- 
)  ,  ma  con  parole  più  modelle,  ricercando  che  folfero  efprellì  i  gradi  delle 
;i  )nc  comprcfe  5  &  chcokre  le  prouifioni  a  mali  futurijs'aggiongcifero  i  ri- 
e  )  a'prefcntijche  fono  di  maggior  danno,&  pericolo.  Ma  1  Legati,  afcolta- 
:  parole ,  come  voce  di  chi  non  poteua  fir  più  che  eifalar l'animo ,  diedero 

I  illaScffionccon  oidinare  la  feguente  per  il vcntun' Aprile. 

'iftcìro  giorno  il  mclfo  del  Pontefice,  che  fi  era  tenuto  fecreto  ancora  d^*  tomundamm^ 
e  .ti ,  comparue,&  efpofc  loro  la  fua  credenza  :  Se  non  fi  fermò  in  TrentOjma  to  del  Papa  <U 
IO  immediatcinlfpruc.il  Cardinale  Santa  Croce  reftò  confufo:  ma  Monte,  trasftrìn  il  ^ 

II  ^pidojdilfcHaucr  conofciuto  il  Pontefice  per  Prencipefempre  fauio:&air  Concilio, figni^ 
d.hauerveducoinkiiilcolmodelgiudicio:  che  era  necelTariocofi fare, yo-"*  ^'^*' 
'.t  o  faluaPautorità  della  ScdeApoftolicat&peròsConueniuafcruire  la  Santi-  iquali  ne  rr«- 

V  a,  con  fedeltà,  fecrctezza ,  Se  accur.itezza-  Erano  opportunamente  molti  uam  una  fie- 
e?:  famighe  de' Prelati  ammalati,  o  per  i  difordinidel  Carneuale,  o  per  l'aria  "V*  ^^g'onn 

V  to  humida,che  per  molti  giorni  prolTimi  era  fiata.  Sottomife  il  Monte  alcu-  ^^^  *'"*ff* 
li ì  fuoijchc  domandatfero  a'  Medici,  fé  vi  erapcricolo  ,  che  quelle  infermità  "'"'*^*''* 
ci;ro  contagipfe,     I  medici ,  che  fempre  nel  pronoftico  dicono  più  mal  che 

Ki  ono;  pere  he,fuccedcado,paiono  dotti  per  hauergli  preuifti  ;  Se  non  riufcen- 
iinoko  piu,perche  habbiano  faputo  rimediargli ,  o  prenenirgli  5  dilfcro  qual- 
:ìi  parola  ambigua,  laqualftudiofamentediireminata,  «Se  da' leggieri  creduta, 
>'.ò anco  alla  credulità  de'mediocri,&:di  quelli, che  defiderando  partire,ha- 
inbono  voluto  che  folfc  (lato  vero.  Et  opportunamente  in  quei  dì ,  dopo  la 
ìjionc^ra  morto  un  Vefcouo,  che  funerato  coacircquie  di  tutto'l  Concilio* 
E  Mm 


174  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  paoloII 

ci3    i3    fece  la  cola  molto  conrpiciu:ondc  s'empì  Ti'entOjchc  vi  era  male  coniagioiji;^ 
3CLV1 1.     la  fama  andò  anco  a'  luo^^hi  circonuicini.  Tia  tanto  i  Legati»  moftrando  dion 
haaer  parte  nella  fama  rpar!a>il  di  dopo  la  Sefiìoncitenncro  Congrcgationji- 
ncrale,pei-dirponer  qacllo,clieiìdoueile  diicutcre  intorno  il  Sacramento:!! 
Eucariiha:  &  la  fettimana  fegiicnte  incomminciarono  le  Congiegat ioide 
Theologi.     Et  poiché  la  fama  hi  aumentata,c]uando  parucil  Cavduial  Mìu 
ordinò  ad HercoleStucrolojPiocurator  del  Concilio,  che  taccile proccil lo- 
pra  la  pcftifera  infermità.Furono  ciraminati  i  Medici,  ìn:  fra  gli  altri  Gieros 
Fracaltoto,che  haueua  titolo  di  Medico  del  Concilio,&  altre  perfone.  Fu 
rclafione,chci  luoghi  circonuicini  il  picparauano,perlcLiare  il  cojnmerciiilj 
città.  Quello  moto  fu  cauia,  che  molti  de' Prelati  dimandarono  licenza  di  ar- 
tirejo  pertimorcopcrdelìdeiiodi  ufcire  dilàinognimiodo.  llMontcki 
ad  alcuni,accio  poteiFe  metter  tra  le  caule  la  partita  de'  Padri:altri  più  lece 
gionti,confortò  ad  afpettare,infuo  fccretcpcr  non  priuarlì  afìatto  di  adhc 
nel  farlapropollcione  di  trasferir' il  Concilio  j  ma  in  apparenza,  per  noi 
ftrar  che  lo  lalciairc  diiIoluerc:&  però  dille-,  Che  nelle  Congrcgationi  prot 
fero,accioiipigliairciipedientc.  Siieguì  il  proccirolìnoal  diotto,quand'.  - 
ne  iiuoua,overa,o  finita  ,  che  Verona  era  per  leuare  il  commercio:  cofa  eh  ub 
bò  ognuno:pcrche  farebbe  flato  un  tenergli  tutti  prigioni. 
^fx  calda-         Perilche  addi  none,  fi  tenne  Congregatione  generale  fopra  quello.  In  e 
mente  da  Po-  fu  letto  il  proceiro,&  propofto.  Che  rimedio  11  poteile  trouare,  per  non  rei 
iificfji  dentro  riftretti,  col  male  in  cafa,&  priuati  di  loccoril  di  vettouaglic,  &■  e 

cofe  neceirg,ric.Da-molti  fu  proteftaco  di  voler  partire,&  non  poter'  ellcr  t< 
&c  molte  cofe  elFendo  dette ,  il  Monte  propoie  di  trasferir  il  Concilio ,  dici 
Haucr  dicio  ,giàflndal  principio,autorità  Apoftolica  :  &  fece  legger  la 
del  Papa,direttaa'rreLegati,Monte,SantaCrocc,&  Polo:douejnarrato  d'i 
re  ftabilito  il  Concilio  in  Trento ,  Se  d'haucrgli  mandati  per  Legati ,  &  ^ 
di  pace  in  qaelioiacciò  coli  fanta  opera  per  rmcommodità  del  luogo  noi3 
impcdita;da  autorità  a  doi  di  loro,in  alFcnza  dell'  altro,di  trasferirlo  in  ahi 
lì  più  commoda,piu  opportuna,&piuflcura:<S:  commandar fottocenfu 
penca'  Prelati,di  non  proceder  più  oltre  in.  Trcntojma  continuare  il  Cor 
nella  città,allaquale  lo  mutcranno,&  chiamar  in  quella  iPrclati,&  altre  p 
«tntr/tdetta     ^^  ^'^^  Concilio  diTrento,fortopena  dipergiurio,&  altre  cefure  cotenute 
j^'  C$fitrth     lettere  della  conuocatione  :  douendo  egli  hauer  per  rato  tutto  quello,  d 
ranncnon  oftante  cofa  alcuna  in  contrario.Fu  da' Prelati  Imperiali  immcl 
rifpoilo,Che  il  male,&  i  pericolijnon  erano  coli  grandi  :  che  il  poteua  lic(  .il' 
re  i  timidi,  fin  che  palFaile  quell'  openione,  &c  con  l'aiuto  di  Dio  preilo  fai  ibft 
fiianita:&  quando  bene  il  ditferiife  la  Seffionc,  non  era  cofa  imporrante  :p(  :lie 
l'anno  inanzi,per  i  folpetti  di  guerra,rimiimente  molti partirono,&:  la  Sef^nc 
fi  differì  féi  mefuSc  più  :  coflii  facelFe  anco  adelFo ,  fé  foife  bifogno  :  &  altr  ali 
ragioni  furono  addotte.  Si  difputò  affai  fopra  quello.    Glilmperiali,partiiii 
Congregatione  j  de  conferito  tra  loro,fl  diedero  ad  inuelligar  fottilmente  <  el- 
losche  non  haueuano  curato  di  faper  più  che  tantoj^  odoiarojio  che  non  ll^ 
male,maprctefto»  l\ 


.iaPaoloIII.         libro   SECONDO.  17$   

,  (TÌorno fegucnrcfi fece Congregatione  fopia l'ifteifa  materia.Si trouò,che    ci3  i3 

iJci  Prc4ancrano  pamti:&  fi  pafsò  a  parlar  del  luogo,  doiic  andare.    Dentro    xlvii. 

(  nmania cucci  abhorriuano:ncllo  ftaco  d'alcun  Prcncipc  non  fi  poceua,  non 

Il  ndo  prima  traccato.  Rcftaua  il  folo  ftaco  della  Chiela.  Propofero  i  Legaci 

j  irna;3<:  piacque  a  cucci  qucllijchercnciuano  la  craflacione.Fu  in  quella  Con- 

;t  uionc  anco  concradecco  dagl'  Impcriali,&  da  alcuni  palfaco  a  quali  protc- 

j;ia  la  maggior  parccacconfcncLDabicarono  ben' alcuni,che  il  Papa  douelFe 

nrlacraflacionein  malcfacendofifenzaiuafapuca.MadiceuailMaucejicail 

r  icini,^  i  pericoli  della  vica^elfer' eifcnci  da  queftiriipecci:>Sc  che  pigliaua  la 

a  fopra  di  Teche  il  Poncefice  iencirebbe  cucco  in  benc.Si  hebbe  anco  conll- 

ionc  all'  Impcracore,(S«:  alcri  Prencipi-A'  conclufojche ,  £\ccndo  mencione 

]  :o  nel  Dccreco,!!  farebbe  fodisflicro  alla  debica  riucrcnza:  &  j  per  dar'  anco 

;he  fodisfaccione   a  chi  non  icntiua  la  crailatione  ,  £ir  qualche  men- 

rdicornare.      FaformacoilDccreco  j  conccpico  in  forma  di  parcico  de- '*  traflattons 

iciuo  :  Vi  piace  di  dichiarare  ,  chcconfti  di  quefto  morbo, per  lepre-  """"/*» 

,&:aicreallegacecore,corinocoriamence,chei  Prclacijfenza  pericolo  della 

lon pollino  termariì  in  quefta  cicca  :  ne  pofTino  ellcr  cenuri  conerà  il  lor 

c?Ecaccefalaparcica  diraolci,S«:proceIÌ:acionid'alcri,per  laparcita  de'quali 

bluerebbc  il  Concilio  :  &  alcre  caufc,  allegace  da'  Padri  nocoriamence  ve- 

:legicime,  vi  piace  a  dichiarare  ,  che  ,  per  la  lìcurczzadellavita  de' Prelati, 

rprofcguir  il  Concilicquello  fi  debba  crasferir  inBologna,&  Ci  trasferifca 

fence.  Oc  douerlì  celebrar  là  la  Seflìoneincimataa  ventuno  Aprile,  t5^pro- 

'  inanzijfin  che  parrà  al  Papa,&  ad  elio  Concilio,di  ridurlo  in  qucfto,o  in 

luogo:conconfeglio  di  Celare,  del  ChriftianilTimo,  &  degli  alcri  Rè  ,  6c 

ripiChriftiani? 

dì  feguence  fu  facca  Sellìonc^  lecco  il  Dccreco,  trentacinque  Vcfcoui ,  Sc 
enerali  ailencii^ono  :  Se  il  Cardinale  Pacceco,con  alcri  dicefecte  Vcfcoui, 
co  il  voto  in  contrario.  Nel  nnmerode'  confentienti  non  fu  alcuno  de'  j/£„;,^  d^qH 
ì  ti  Impcriahjfe  non  Michel  Saraccno,Napolitano,Arciuefcouo  di  Matera.  altrit 
el numero  degli  diciocco  diircntienti  vi  fu  Claudio  della Guifche,  Vefco- 
Mirepois  ;  Se  il  Marcelli,  Velcouo  diFiefole;  .5c  Marco  Vigucrio,Vefco- 
I  Sinigaglia:dclqualc  vi  è  memoria,  che, rinfacciandogli  il  Cardinale  del 
'v  te  ingratitudinc,che,tirato  il  zio  da  intimo  ftato  all'  altezza  del  Cardinala- 
j  i  che  era  venuta  la  grandezza  di  cafa  {ua,&  il  Vefcouato  in  lui ,  rendeire  tal 
ci  to  alla  Sede  Apoftolicatriipole  in.  Lacino,  con  le  parole  di  San  Paolo,Noii 
d  ìbe  burlar  con  Dio.Parcirono  i  Lcgaci,con  la  croce  leuaca,ìk:  accompagnati 
li  cfcouidcl  loro  partito,con  cerimonie, &  preghiere.  , 

I  l'Imperiali  hcbbero  comandamento  dairÀmbafciatorc  dell'  Imperatore  di  *"f^^"f^ 
É|ai-tire,(ìnch-  Sua Maeftà  ragguagliata,non  delfe  ordine.In Roma,la  Corte 
■iì  in  bene  d'eller  liberata  dalla  Ibfpitionetperchehormai  vi  era  gran  confu- 
tlc,  o  nondinatione  de'  poilcirori  di  pluralità  di  benefici] ,  che  trattauano 
iicarfijin  modo  peròjche  non  fcemalTc  ponto  l'utile.  Il  Pontefice  diceua,chc, 
ai;ndo  dato  a'  Legati  iuoi  ;;ucorità  di  trasferir'  il  Coincilio ,  6c  promciro  d'ha- 

Mm     ij 


^ \l(^  CONCILIO    DI  TRENTO      Papa  Paoi  m 

ei3  13     uer  rato  quello,che  da  loro  folle  clclibcrato,&:  di  farlo  efifeguirei&jhaueraffi 
XLVii.     giudicata  la  caufa  dell'  infettioiie  dell*  aria lcgitima;&  tanto  piucircndocron 
corfo  ralfenfo  della  maggior  parte  de'  Prelati,iion  poteiiajfcnon  approba  i. 
e  t«.rtt  del         Non  era  però  alcuno  tanto  femplice ,  che  non  crcdelfe  il  tutto  clfcr  far  pf, 
Pdjiajco^rM.  ^^Q  commandamento ielTcndo  certo» che  nilfuna cofa, per  minima, fi  tr.yuj 
in  Conciliojfenzahauer' ordine  prima  da  Roma:  alqual  effetto  ogni  fc'tt  lam 
correndo  Ietterei  alcune  volte  due  fpacci  rpcdcndofi ,  non  fi  potcuacif^ 
che  una  cofa  di  tanto  fomma  iipportanza,  folle  fiata  deliberata  di  capo  e  Lt- 
gati:oltre  che,il  folo  introdurre  tanto  numero  di  perfone  in  una  città  gelo  ,0-. 
me  BoIogna,fenza  faputa  del  Prcncipe  dominante,pareua  cofa,che  mai  i  ] 
non  haurebbono  tentato.  Credeuano  anco  molti ,  che  la  Bolla  non  fol 
vero  dato,ma  fatta  di  nuouo  fotto  dato  vccchio,&  col  nome  del  Cardinal  1 
per  dar  maggior  credito-.altramente  pareua  quella  claufulajnellaquale  è  d, 
torità  della  traflatione  a  due  di  lorojalfente  Taltrcuna  fpecie  di  profctia,c 
lo  doueffe  un  anno  dopo  partire  i  &  quella  libertà  di  trasferire  a  qual  o 
foife  piaciuto, era  tenuta  per  troppo  ampia, &  inverifimile ; attefo  ilfo 
Tempre  fìiFo  nell'animo  de' Pontefici,  che  Concilio  non  fi  celebri  in  citi 
dente,moftrato  più  che  mai  da  Papa  Paolo  nel  conuocarlo.Onde  non  fi  j: 
credercche  s'hauelfe  efpofto  alla  difcretione  altrui,fenza  bifogno,in  cofa  < 
to  momento.Con  tutto  cio,io,feguendo  le  note  che  ho  vedute,che  al  fuo 
ho  dettojtengo  per  fermcche  fu  fabricata  doi  anni ,  &  mandata  diciott- 
inanzi  quello  te'mpo^Ma  quellojche  non  fi  poteua  in  modo  alcuno  afe  ond 
che  fcandalizaua  ognuno,era>che  per  quella  Bolla  fi  vedeua  chiara  la  feru) 
Concilio.Perchefedue  Legati  poteuanacommandare  a  tutti  i  Prelati  in 
di  partirli  da Trento,&contlringergli  con  penej&cenfurej  dica  chi  lo  fa; 
puo>che  libertà  era  quella» che  haueuana?  L'Imperatorcudita  la  nuoua- 
difpiacer  grande.Prima,pcrche  gli  pareua  efrerej|)rezzato:&:poi,perche  fi  vt 
Icuato  di  mano  un  modo>  quale  mancggianda fecondo  l'opportunit; 
penfaua  pacificar  la  religione  in  Germania,&  per  quel  mezo 
metterla  fotto  la  fua  obedienza.  Al  Rè  di  Francia 

la  nuoua  non  peruenne,che  egli  il  ven-  v 

tuno  dell'  iftefTo  mefe  palsò  '| 

anicgliorvKSb  ' 


ìiisrm 


I 


I  ^77_ 

HI  STO  RI  A 

DEL 

:ONCILlO  TRIDENTINO. 

LIBRO    TERZO. 

Sommario- 

'  Prelati  Cefarei  ^imafi  tn  Tremo,  fiando  fjjl  nel  lorprofonimemoifecondo  l'ordine 
diCefare^dmon  appronare  ynefegttire  la  trc.Jlattone  del  Coticilio-^Jìjk  Sezione  in 
ìlognaiCon  Decreto  di  dtlattone  In  questo  mez.z,o,  hauendo  C efare  vinti  t  Prctejìan- 
ed  acquetata  lafeditione  mojfa  a  Napoli  j  per  t In^uifitione  mtrodottam  ;  //  "Tapa, 
<^elofito  ,  s'accojk  a  Francia ,  che  l'abbraccia,  con  prornejfa  dt  f}r,mrtre  ti  Concilio  di 
logna,douefifk  una  feconda  Se^ìioncpur  dimeraditatione^aìlaquale  por  gè  viepiù 
tn  cagione  l'nccifone  di  Piero  Lmfì,  Duca  di  Fiacenzji  jfigliucl  naturai  del  Tapa^ 
farem  'Dieta  fu  ogniopera,accioche  la  Germania  ffottometta  al  Concilio,ed  a  Ro- 
lyche  ejìofa  rirneffo  in  Trento:  a  che  remtendo  ti  Tapa,  Cefarefn  proteFlare  con  tra' t 
nuento Bolognefe,primaa  Bologna,pot  a%oma.  E)per  cagione  del  rifiuto  di  Ce- 
e  di  reftitmr  Tiacenzjt  occupata  da'  Ce] arci,  la  gara  tra  loro  sinnajprifce  j  e  viene 
:ohnQ,per  la  publicatione  dello  Scritto  dell'  lntenm,fktto  firmar  da  Ceftre,in  mate- 
difide\delcjuale  pero  il  Papa  rilancia  il  colpo  a'  danni  di  C efare  :  ejjendo  quello  da' 

Jttolici,  e  da  Trotefinnti, ugualmente  riprouato'.  e  per  certa  %ifirma  della  Chieja, 
)'  ejècutione  dellaquale  ve  molta  vari  età.  Fra  tanto  fi  muore  il  PapaTaolo  terTo, 
e  eletto  Giulio  terz.o:ilqualeviuamente  ricercato  da  C efare  di  rimettere  il  Conci- 
inTrentOyVifirifolue agranfatica,mapure con  certe  fue  cautele vantaggiofe tri- 
tute  da  Cefare  in  Dieta.  E  fono  eletti  i  Tref  denti  della  nuoua  ridottione  in 
ento,e  firmato  il  lor  zJ^fandato.itJMa  tofio nafcono  nuoui  intrighi  tra'lTapa,Ce- 
Cyc Francia  iC  nume  leghe  in  Germania  comr a  Cefare, prmcipi]  difittrbo  di  det- 
Concilio». 

Ì^l^l  O  non  fono  ignaro  delle  leggi  dell'  Hiftoria,  ne  in  che  quella  Zìa  difFe- 
9  ^  ^^^^^  ^^^^^  Annali>&  da'  Diarij.  So  anc  o  ra ,  che  genera  fatierà  nello 
^^1^  fcrittore3&;  nellettore  tedio,  la  narratione  di  accidenti  uniformi.  Et 
che  raccontare  minutie  troppo  particolari>iT)erita  nome  d'unpruden-  ■- 
t  accentarla.  Nondimeno,oireruodifrequcntirepliche,&  minute  narrationi 
J  isomero:  &  che  nell'  efpeditione  di  Ciro  minore ,  Senofonte  più  rapifce  l'a- 
J  no,&  più  infcgna,raccontando  i  ragionamenti  ferijxSc  giocofi  de'  foldatijche 
i  ttioni,&  coniegli  de'  Prencipi.  Et  vengo  in  openioncsche  a  ciafcuna  mate- 
r  conuenga  la  propria,&  {ingoiar  forma:  &  che  quefta  mia  non  polli  ellèr  for- 
l\  tacon  k  ordinarie  regole.   Tengo  per  fermo,che  queft'  opera  farà  da  pochi 

Mm     iij 


27S  CONCILIO   DI   TRENTO       Papa  Paolo  ]f. 

ci3  i3    icim,^^  in  brciie  tempo  mancherà  di  vita,non  tanto  per  difetto  di  forma,  qu:- 
XLVii.     to  per  ia  natura  dellamateria  :  di  chene  riceuo  documento, per  quello  che  vi- 
ga aimenuto  alle  altre  fimili.  Ma  a  me,fenza  riguardo  a  pcrpetuità,ne  diutur - 
tàvbaftachciiapergiouareaqualcunojaqualeconofcendoio,  chclìa  perfaie 
Tuo  proficcojla  moiì:rarc>,con  certezza  che  ne'  tempi  feguenri  gli  auucnnà  qii.^ 
losche  le  congionture  porteranno. 
trattenimento       .  J  Prelati  rcftati  in  Trento  erano  molto  rofpclb  (incIie  dall'  Imperatore  n  i 
-delle  due  rttu-  y^^p^^-^^^Q  lettere  in  commendatione  delie  attieni  fatte  da  loro,  contradiceij) 
^o"fdiBolo~  ^^^^  crailacione,  d:  rimanendo  in  Trento:  con  ordine  erprelfodifcrmaruifi:: 
gnA'>  nonpartire da  quella  tittà.    Coniultarono  traloro,  fefldoucuafar'alcun'a  d 

Conciliarci^  concordemente  fu  riloluto,  che  farebbe  ftato  caufa  di  Scifma^  : 
da  non  tentarertolo  lludiare  le  materie,a(pettando  quello,chc  l'opportunità  .- 
uclfe  portato.PairauanoqualchefcritturetraiTbcologidiTrento,  &  di  Bo  • 
gna.Qucfti  aftcttatamente  chiamauano,La  Sinodo  di  Bologna: »!k;  quei,La  fa  .; 
Sinodo  lìa  doue  fi  voglia  :  &  ne  rcftano  ancora  diuerfc  in  ilampa  di  Bolog  . 
Fecero  i  Legati,^  altri  Cardinali  di  Roma^diucrfi  ufFicij  a  parte  con  alcuni  ' 
rimadi  in  Trento,per  fargli  andar'in  Bologna,o  almeno  pairire  di  là  :  &  non  i 
riulcì  ài  guadagnar' altri  ,  che  Galeatio  Florimantc  ,  Vefcouo  deli'  Aqu 
S'adoperarono  anco  ,  accio  tutti  i  fuoi  , partiti  da  Trento, iì  trouailero  ; .. 
Seflìone ,  &  venillere  anco  degli  altri  di  pia  :  il  che  era  facile  per  il  gran  co  - 
modo  ài  far  viaggio  da  Roma  a  quella  città.  Si  fecero  diucrIJe  Congregatic  , 
nellequali  altro  noiifu  trattato,  te  non  come  difendere  la  trailatione  pcrh  - 
tima  i  &  le  ragioni,per  mofì:rare,che  quei  diTrento  foifero  tenuti  ad  unirli  (  ì 
loro. 
prima.  Stftone  Venuto  il  ventun'  Aprile ,  giorno  già  deftinato  per  la  Sedlone,  con  cele  e , 
dì  Bologna,  concorfo di  tutto'lpopolo diBologna,& coii moltafolennità, iLegati,accc  -s 
pagnati  da  trentaquattro  Vefcoui,li  riduirero  al  Confeiro,nclquale  altro  noi  j  i 
f'attojfenon  letto  un  Decreto,doue  fi  diceua,Che,eirendoli  deliberato  in  Trei  d 
di  trasferirla  Sinodo  aBologna>  &  celebrar  laSeflìone  in  quel  giorno,  pul- 
sando Canoni  in  materia  de' Sacramenti,  ideila  Riforma:  nondimeno,coi  - 
dorando  che  molti  Prelati,  foliti  aritrouarfì  nel  Concilio,  erano  flati  occuf  i 
nelle  loro  Chiefe  per  le  fefle  di  Pafca,  Iperando  che  prefto  faranno  per  ven  :: 
per  far  le  cofe  con  degnità,&  granita, fi  dilferifce  a  celebrar  quella  Seiìione  i  ) 
al  due  di  Giugno,riferuandofi  nondimeno  di  poter  anco  riftringere  il  terrai  '. 
Fu  anco  decretato  di  fcriuer  lettere ,  per  nome  della  Santa  Sinodo  generale  i' 
Padri rimafti  inTrcnto,hortatorie  ad  andar'  a  Bologna,&  unirfi  col  fuo  coi'  j 
dalquale  feparati non  poifono  chiamarli  Congregationc  Ecclefìaftica-j  ai 
danno  molto  fcandalo  al  popolo  Chriftiano.  Lequali  lettere,riceuute  in  Tri  - 
to,furouo  giudicate  poco  prudenti ,  come  quelle  che  erano  per  efafperare  j  r  a 
per  ammollire  gli  animi.Etper  ciofuconfegliato  dinondarrifpoftajpernon  - 
trodurre  contentionejma  lafciare  cader'il  tentatiuo,quale  era  afcritto  alla  tn  - 
pa  libertà  di  procedere  del  Cardinal  del  Montejnon  alla  modexatione  dell'  u  - 

Cefa'> 


■ìfce  il 
trattato  deUn 
materU: 


iPA  Paolo  III.  L  I  B  Pv  O  T  E  R  Z  O.  179 

,>iare,che  con  tutto  l'circrcito  era  nella  Saifonia  con  potente  armata  a  fron-   'l/iò    lo 
idi  queir  Elettore  ,  occupato  tutto  nelle  cofe  della  guerra,  haueuadepcfti  i     xlvii. 
•iifieridellecore dei  Concilio.    Ec  il  ventiquattro  dell'  irreiromefesordinato  Cffire  rompe 
ifcrcito  fopra  il  hurae  Elb,derto  da  Latini  Albi,venne  a  giornata  :  doue  i  1  Du-  '^  M/°»^  »  «V 
lElettorc  rtftò  ferito,  &  preio,  &reircrcko  ilio  disfatto:  onde  indebolite  le  '^""'^f;'" 
izcde' Protcdanti ,  il Lantgrauio  fu coftretto ad  accommodaiiì  :  &  pochi  di  ^^'^'"  ' 
bo  elfendolì  interpelli  il  genero  MauriticiS-:  l'Elettore  di  Brandeburg,  fpon- 
ileamente  comparue.Il  Ducaprima  fu  condannato  amortc  con:ercbeIìc,poi 
licefl'agli  la  vita  con  varie  condirioni  duriiTmic ,  lequali  rutti  accettò,  fuorché 
rottomettcrfì  al  Concilio  nella  cauia  di  religione.  Et  Cefare  fi  contentò,chca 
inatclealtrcqucrta  folle  tralafciata.  Al  Lantgrauio  anco  furono  propofte 
|ie  condirioni  ;  tra  quali  quella  vna,  di  ubcdirc  a' Decreti  del  Concilio  di 
[|;nto:alchcnonconlentendo,rottofcri{rcdirirnetterfiad  uno  Concilio  pio, 
Ijibero,  doue  foifero  riformati  il  Capo,&  le  membra,  come  farebbe  il  Duca 
nuricio,  &  l'Elettor  di  Brandeburg:  &  rimalero  ambidoi  pregioni,  il  Sallb- 
iiperpetuo;  &  il  Lantgrauio  ,  a  beneplacito  di  Cefare.     Per  qucfla  vitto- 
li  l'Imperatore ,  fatto  Patrone  della  Germania ,  s'impadronì  di  numero  gran- 
Id'artegliaria,  &  cauò dalle  città,  &  Prencipi,  gran  quantità  di  danari:  &c 
'<  dar  forma  pacifica  alle  cofe  acquiftate  con  le  arme  ,  ordinò  una  Dieta 
1  .ugufta. 

.equali  cofe  affliirero  grandemente  il  Pontefice ,  che  confideraua  l'Italia  ef-  di  che  il  Papa 
'  .'nzaaiuto,&:reftar  a  difcretione  dell' Imperatore.  Si  confortauaperò,  che  ingdojìto, 
i  jbe  coftretto,hauendo  vinto  picr  forza,mantencrilanco  con  la  mcdcfìma:  & 
e  )  non  haurebbe  potuto  leuar  l'cirercito  di  là  cofi  prefto  :  tra  tanto  a  lui  reila- 
1  -mpo  di  poter  trattarc&conuenire  col  nuouo  Re  di  Francia,  e  con  i^li  Ita-' 
:  L  j&mettcrfi  in  flc  uro.  Sentina  in  tante  molcftie  allegrezza  d'elFcr  liberato 
.ì  imoi  del  Concilio.     Lodaua  fopra  modo  la  rifolutione  del  Cardinal  del 
1  ìtc,dal  quale  riconofceua  quello  bene.  Deliberò  di  mandar  in'  Francia  Gie-  '  ^""■Z^'*  "!  ^^ 
a  mo  Boccaferro  Romano,  Cardinal  diSanGeorgiojin  apparenza,  per  do-    '•^''''""*'" 
'i  col  Rè  della  morte  del  Padre,&:  rallegrarfi  del  principio  del  fuo  Regno:  ma, 
q  commiffione  di  trattar  intelligenza,^  confederatiòne.  Diede  il  Pontefice 
liegato  air.plilnma  potcftà  di  conceder  al  Rè  ogni  dimanda  nella  materia 
'Q:ficiale,  fcnza  hauer  rifguardo  alcuno  a  decreti  del  Concilio  Tridentino. 
4cr  eirerprontoariceuer'ognioccafione,chenafccire  in  Germania  di  impli- 
a  l'Imperatore  in  difficoltàjtlk:  accioche  in  Dieta  non  folTeprefa  qualche  deli- 
'Qtionea  fuopregiudicio,mandò  Francefco,Cardinal  Sfondrato.per  Leo-aro, 
C:  inftruttionedi  trattare  con  gliEcclefiaftici,&  tenergli  in  dcuotionciiS^:  pro- 
le e  anco  diuerfi  partiti  a  Cefarc,per  fermar  il  Concilio  in  Bologna  5  dalqualc, 
•IJildo  folVc  (lato  in  luogo  non  a  fé  foggetto  ,  temeva  più  che  delle  arme,quali 
-^ìire  hauclfe  potuto  mouer'  in  Italia. 

tiinquefto  tempo  in  Napoli  una  feditione  grauiffima ,  hauendo  voluto  D.  M""e«<  ^ 
'i'!:odi  Toledo,  Viceré,  introdurre  in  quel  Regno  ilnquil^tione  ,  fecondo  il  ^J^f^^f'^ 
«i  une  di  Spagna  jrepugnaiidoi  Napolitanijche  prima  con  voci  fcdù  jofegri-  mrSa:"' 


«I3     13 
XLVII. 


280  CONCILIO  m  TRENTO       Papa  Paolo  I 

dairono  per  Napoli, Viua  i'Impei-atore,&  muòrariaquifirionc;  poi,adLinatin 
Jdcmchaucuano  eletto  un  Magifliato,  che  gli  difendeire  :  8c  dicetiano  elferfi  :j 
ad  Re  Cattolico,con  cfpreira  conucntione,  che  le  caufe  d'herciìa  foirero  eiilj 
c;uc  da'  giudici  ordinari)  Eccie/Iaftici,  Se  non  folfe  introdotto  fpecial' uifk 
'd'inquiritione.EtpcrcjueftacauiatL-a  Spagnuoli,&  Napolitani,  feditiofamcR 
>éì venne  alle  armcòd  rifurono  molte  uccmoni,con pericolo  ancodiribelli(c 
Dopo>ordinate  le  cofc^:  pofte  cinquanta  mila  pcrlonc  in  arn:;e  ,  che  conferì; 
delie  campane  iìradunauanoj&ridottifi  i  Spagnuoline'Caftelli,&ilpopo  a 
luoghi  opportuni  fortificatofi  d'artegliaria,  fi  fece quafi  una  guerra  formale ra 
laCitcà,&  1  Caftclii:  elTendo  durato  il  tumulto  dal  fine  di  Maggio  fino  ir  se 
Lu^lio.con  uccifione  tra  i'una,  &  l'altra  parte  di  trecento  &  piuperfonc:  d 
qual  mentre,  mandò  anco  la  città  Ambafciatori  all'  Imperatore  &  alPonte 
alquaie  Ci  oiferirono  di  renderfi  ,  quando  haueirc  voluto  riceuero-li.Ma  ;  : 
bailauanodrircla(editione,comefaceua  con  molta  deftrezza,  non  parendoli 
-baucr  forze  per  foftener  rimprefa,fe  ben  il  Cardinal  Theatino ,  Arciuefcoi  di 
quella  Citrà,promertendogli  aderenza  di  tutti  i  parenti  fuoi,che  erano  mol  Se 
potentijinfieme  con  l'opera  lua,che  a  quell'effetto  farebbe  andato  in  perda» 
efficacemente  l'eirortaua  a  non  lafciar  paifar  una  occafione  tanto  fruttuof  )er 
feruicio  della  Chiefa,acquiftandogli  un  tanto  Regno.  Li  Spagnuoli ,  chia  jti 
aiuti  da  diuerfe  parti,  fi  refero  più  potenti,&  vennero  anco  lettere  dall'Im' 
torcjche  fi  contentaua,  che  non  folle  pofta  Inquifitione,perdonaua  alla  C  :.. 
eccettuati  dicenoue  che  nominaua,&  uno  che  haurebbe  fcopcrro  a  tei  wj 
pagando  quella  nondimeno  centomila  feudi  per  emenda  :  conditioni ,  eh 
neceflìtà  furono  riceuute,&  fatti  morire  pergiuftitia  quei  pochi.chede*  die 
uc  fi  poterono  hauercreilò  il  tumulto  quietato. 

In  Bologna  i  Legati  non  fapeuano  ancora  bencche  doucr  fare,&:  il  Po 
ce  gli  haueua  comandato  di  non  proceder'  ad  attione  alcuna,che  poteffe 
impugnata,&  partoriffe  qualche  diuifione:ma  andaffero  rattenuti  con  diffc  : 
Seflioni:&  fra  tanto  far  qualche  Congregationi,pernonmofl:rar  di  ftar'in 
Però  nonerafacilepigliarebuona  forma  di  farle, per  difcutcre  la  materia  > 
EuchaDftia, mancando  i  Thcologi  principali ,  ibliti  trattarle  cofe  di  fé 
Trento.Se  ne  fecero  nondimeno  alquante,  &  parlarono  diuerfiTheolog 
però  fi  formò  decreti.Della  Riforma  non  occorre  dir'  altro,  perche  fu  pof  ; 
ail'hora in  filentio  profondo. 
ficonèlaSeffio-      Venuto  ilducGiugno,conlei-ncdcfimeccrimonieficelebròlaSeflìone 
nedl  BolognA  alttonon fi fcccchc prorogarla,  con  decreto  fimile  a  quello  della  preccc  . 
con  nuoua  di-  narrando,Che  la  Sinodo  l'haueua  differita  a  quel  giorno  per  l'ailèntia  de'  ]  avy 
lattone:  ^]^q  afpettaua:onde, Volendo  anco  trattare  con  benignità  vcrlo  di  loro,ag  on- 

geua  una  proroga  fino  a'quindici  di  Serta-nbre,nondouendo  tra  tanto  trai  cu- 
re l'effamine  de' dogmi, &  della  riforma ,  riferuandofi  di  poter  abbreuia  t^ 
allongare  il  termine,eriandio  nella  Congregatione  priuata. 
ir^Hcia  l7od'     ^^  brincia,  non  fu  difficile  al  Legato  ottener  dal  Rè  quanto  il  Pontefice  ite- 
d«k«o;        Ila  defidcrareipoiche  e^b  ancora  non  hauc^a  minore  gclofia  della  fortun  i' 


4A  Paolo  III.         LIBRO   TERZO.  ^Sj 

n|?ratoie:e  fi  trattò  buona  intelligenza  conpropofìtioni  molto fecrcte.Tra  le 
ilichevifujChe  il  Rè  mandaflc  al  Concilio  di  Bologna, quanto  prima,il 
lagior  numero  de'  Prelati  che  fi  poteiTe.Fu  contratto  martrimonio  tra  Hora- 
oiarnefe,  nepote  del  Papa,&  Diana  figlia  naturale  del  Re,  d  era  d'anni  noue„ 
[^>dòil  Re  fette  Cardinali  Francefi  a  fermarfi  in  Cortcperdarriputatione  al 
jieficej&nodrire  l'amicitia  tra  ambidoi.  Creò  il  Pontefice,  ad  inftanza  del 
è|  ventifei  Luglio,Cardinali,Carlo  di  GhiiajAiciucrcouo  di  Pvcins;  &  Carlo 
imdomojdel  (angue  regio. 

Iifine  d'Agofto  fi  trasferì  Cefare  in  Augnila,  per  celebrami  la  Dieta,haucndo  *"f^'^  ^^•^''* 
tino  la  Città  rutto  l'ellercito  de'  Spagnuoli,&  Italiani,  &  in  elfa  Città  al-  JfZZua 
U  te  infegne  di  fantaria.Si  fece  il  principio  al  primo  di  Settembre,doue  Ce^a- fotteporfi al 
,{ incipalmente  intento  a  pacificar  la  Germania ,  diede  parte  di  tutto  quello.  Concilio! 
i  aucua  per  il  palfato  fatto  in  diuerlc  Diete  per  conciliarla,&  come  per  que- 
..ufahaueua  operato,  che  foife  conuocato  &  principiato  il  Concilio  in 
e :o:ma,nonhauendo tanta fua fatica giouato, era  fiato  coftrctto  pallàrad 
5  rimedio.Et  perche  era  piaciuto  a  Dio  dar  felice  riufcita  al  fuo  confeglio, 
il  sndo  lo  fl:ato  di  Germania  in  termini,che  fi  poteua  hauer  certezza  di  rifor- 

3,haueua  congregato  perTifieiro  fine  i  Prencipi.  Ma,  perche  la  differenza 
religione  era  cauta  di  tutte  le  turbulenze,era  necelfario  comminciare  dì  là. 
ji]|faeraropenione  de'  Prencipi  in  quella  Dieta,  perche  tra  gli  Elettori,gli 
Ì|(ìafl;icidefiderauano,&  infl:auano,che  il  Concilio  di  Tre;ito  fifacelTejSc 
i  iccrcauano  in  ciò  conditionealcuna.ISecolari,adherenti  a  Lutherani, fi 
I  ntauano  con  quelle  conditioni ,  che  folle  libero,  &  pio  :  che  in  quello  il 
jj:fice,ne  in  propria  perfona,ne  per  l'interuento  d'altri ,  folle  prefidente;  Se 
i  (Te  il  giuramento,colquale  i  Vefcoui  gli  fono  obligati  :  &  apprelfo,  che  i 
S  ogiProtcfl:antihaueircrovotodecifiuo:&  che  i  Decreti  già  fatti  fi  reefa- 
lircro:gli  altri  Catholicidimandauano,  che  il  Concilio  fi  continuaifc,  & 
j 'roteftanti  hauelfero  publicaficurezza  d'andarui,&:  di  parlar  liberamente, 

I  Icro  poi  sforzati  ad  ubedire  i  Decreti. 

li  uà  il  Pontefice  con  l'animo  folleuato,  attendendo  il  CuccefCo  della  Dieta  „.         .^^ 
il  mania,mentre,  il  dieci  Settembre  Pietro  Aloifio,Duca  di  Piacenza,  fuo  fi-  auJ del  Papa 
jji  da  congiurati  nel  proprio  palazzo  trucidato,  il  cadauero  ignominiofa-  ucdfi: 
^:efpofto,&  trattato :&  poche  hore  dopo  arriuarono  genti  da  Milano, 
r'ite  da  Ferrante  Gonzaga,  Viceduca,  che  s'impadronirono  della  Città. 
(la  nouità  affilile  il  Pontefice  fopra  modo,non  tanto  per  la  morte  violen- 
i  figlio,ne  per  l'ignominia^quanto  per  la  perdita  della  Città,  &  perche  ve- 
li :hiaramente  il  tutto  eirerfuccelfo  conparticipatione  di  Cefare. 
t  in  Bologna  i  Legati  penfarono,che  a  tanta  afflittionc,&  occupatione  del  onde  s'interro- 
Pi  non  era  tempo  d'aggiongere  due  lettere  alla  fettimana,  che  fi  l'criueuano/"'""^"'"  '*. 
};llo  che  palfaua  in  Concilio:  &:  però  conueniua  prolongar  la  Seflione  per  f.^"?";  ^""f" 
\  tempo,  &  mtermcttere  tutti  gli  atti  Conciliari.  Se  ben  ciò  s  haucrebbc  o„^. 

II  gnità  fattojcelebrado  la  SelHone  intimata  per  il  quindici,&  difilrendo  la 
k.  Nondimeno>ricercando  cofi  iameftitia,chcfidoueuatenerpcrlamorte 
i  Nn 


i8i  CONCILIO   DI  TRENTO     PapaPaolciI 

ci3   13    dclDucajchenonfi  facelTcalcunafolennitàjeirei- meglio  anticipar  quella  :;c 
XLVii.    una  Congucgatione  differiila.  Perilche  il  quattordici, chiamati  i  Prelacu 
nella  cafadcir  habitatione  del  Cardinal  del  Monte  ,  egli  parlò  loro  in<e 
foftanzarChe  il  dì  di  domani  era  determinato  per  la  Sefllonerma  ognuno  vie 
le  anguftiejdi  che  la  Sinodo  era  circondata:non  eiTer  ancora  gionti  molti  e 
ti,cheronoinviaggio5rpecialmcnteFranccri:&  i  venuti  già  poco  tempn 
eilèr'  informati'.anziquei  medeiìmi ,  che  tutta  la  fiate  fono  flati  prefen  a 
difpute  di  quefli  minuti  Theologi,non  eilcr  ben  in  ordine:  aggiongerfi  ì\  o 
tà  della  morte  delDuca,cheteneuaognimrorpefo,&  loro  occupati  inattid 
alla  fìcurezza  delle  città  della  Chiefarrallegrarfid'hauerflriferuato  di  poti  pr 
rogar  la  Seffìoncper  liberarfi  dal  trauaglio  di  douer'  andar'  in  Chiefa  a  ce  )ri 
ia:eiler  fuo  confeglio,  anzi  necefììtà,  di  valerli  di  quella  riferua,allonga  io 
SefTione  al  prefente/enza  celebrarla  domani.A' Padri  tutti piacque,ches  Io 
gaircSoggionfcil  Cardinale ,  che,dopo  molto  penfarejnoa  haueuano  i 
troLiar  giorno  certOjdoue  fermar  il  piede:che  quàdo  erano  in  Trentcpéfa 
fpedir  il  Decreto  della  Giuflificatione  in  quindici  giorni ,  furono  forzai 
ui  lette  meli  contiimijfacendo  anco  fpeil'e  volte  due  Congregationi  al  i 
che  doue  fi  tratta  della  fede3&  confondergli  Heretici»  bifogna  caminar 
di  piombo>&;fpeirotrattenerrilongo  tempo  nella  difcuffione  d'una  pa: 
non  poter  elTer  certo  fé  vi  faià  neceflìtà  di  celebrar  laSeflìone  fra  pochi  g 
differirla  anco  molti  mefl:però,efrer  di  parere  d'allongatla  Seflìone  a  ben 
to  del  Concilio  :  quello  fenza  dubio  etfer  il  miglior  partito.  Et  fé  alcun 
che,fapendo  il  tempo  prefìiro,ordinerebbe  meglio  i  fatti  proprij,queflij: 
ben  eiier  certi,chefrapochi  giorni  fi  potrà  vedere,che  corfo  ^progrelu 
hauer  la  Sinodo.Piacque  a  tutti,che  foife  prorogata  a  beneplacito  del.G.c 
&  furono  licentiati. 

t  Prelati  >4'-      Qocfto  giorno  iflelTo  i  Prelati  di  Germania  j  congregati  nella Dieta,< 

^ZTa'plL  ^^'^^^  Cerare,fcri(rero  al  Papa,  dimandando  che  folTe  ritornato  in  T 

Richiedendo  di  Coiicilio.Era  la  lettera  mifta  di  preghiere^:  di  minacce:  efponeuail  catt 

rimettere  il     tO}&c  petìcolo  di  Germania,  alquale  s'haurebbc  potuto  prouedere,fe  ili. 

Concilio  A     del  Concilio  folle  flato  dato  a  tempo,&  in  Germania,  come  era  flato  rie 

Ttintu:         pcrche,hauendoefri ampie  giurifdittioni,nonpoteuanolongo  tempo  fì 

tanij^  per  quella fleifa cauta  ninno  era  andato  neaMantoua,ne  a  Vice 

pochi  a  Trento,città,che  ella  ancora  appartiene  più  toflo  air  Italia,fpeci 

te  al  tempo  della  guerra.    Hora,  ridotte  le  cofein  tranquillità,  erano  er 

gran  fperanza,che  la  nane  foife  ridotta  al  porto,  quando ,  fuori  d'ogni  e 

tione,hanno  intefo  il  Concilio,nelquale  era  pofla  ogni  fperai>za,efrer  tK 

altroue,opiutollodiuilo:perilche,priuatidiqueflorimediOiiion  gli  refi 

tro,fe  non  il  ricorlo  alla  Chiefa  Apoftolica,con  pregar  Sua  Santità,perl; 

della  Germania,a  reflituire  il  Concilio  m.  Trento  jilche  facendo, non 

oirequiOiche  da  loro  non  il  debbia  promettere:altrimentie,non  reflar  loiooB 

ricorrere  per  aiuto  contra  gli  imminenti  mali,&  pericoli:però  fì  degni  h  en^ 

coiiiìderationelalorodiraandajpenfando  che  fé  egli  non  vi  prouede;  i 

V 


►Ì|a  Paolo  III.  LIBRO    TERZO.  285 

adibii  aflài ,  che  ila  penfato  ad  altri  cond^glh  8c  maniere,  permetter  fine  alle    e  i  o  i  a 
ijj.oltà.     Pregando  finalmente  h  Santità.  Un  a  riceuer  in  bene  la  loro  lette-      xl  vir. 
Jèndo  eflì  coftretti  a  fcriiier  cofi  dall'  ufficio  proprio ,  &c  dalla  condicione 
e''mpi. 

;ce  di  pia  Cefare  opera  diligentiflìma,accioche  tutti  fi  fottomettcìrero  al  «"'^We  Ce/V- 
iJcilio ,  infilando,  pregando,  &  richiedendo ,  che  fi  rimettcìrcro  alla  fiia  fede.  ^^  ^^ff"^^"^  ^» 
IcjrElettor  Palatino, le  preghiere  haueuanofpecie  di  minacce,  rifpetto  ^'^^^^pYotlnAml" 
fej:denti  offefc  perdonate  di  recente.  Verfo  Mauritio,Duca  di  Saffonia,  erano 
e^(fità,per  tanti  benefici;  nuouamente  hauuti  da  Ce{'are,&  perche  dcfidcraua 
blare  il  Lantgrauio,fiaofiiocero.Perilche  promettendo  loro  Cefare  d'adope- 
r  che  in  Concilio  hauelfero  la  domita  fodisfattione,<S(:  ricercandogli  che  Ci 
ì:  èro  in  lui ,  finalmente  confentirono ,  &  furoi-io  fcguiti  dagli  Ambafciatori 
A  Elettore  di  Brandeburg,&:da  tutti  i  Prencipi.  Le  città  ricufarono ,  come 
)i  Ai  gran  pericolo,  il  fottometteifi  indiifcrentemente  atutti  i Decreti  del 
e  ;ilio.  Il  Granuela  negotiò  con  gli  Ambaiciatori  loro  alfai,  &  longamcnte, 
l' mdogli  anco  da oftinati  a  ricular  quellojche  i  Prencipi haueuano  compro- 
it:  aggiongendo  qualche  forte  di  minacce,di  condannargli  in  fommamag- 
e  jchc  la  già  pagata  rperilche  finalmente  furono  cofl:rette  di  condefcendere 
\  ler  di Cefare,riferuata però cautioneperloireruanza delle  promeiTcOnde 
i  Qace  allaprefenza  dell'  Imperatore^  interrogate ,  fé  fi  conformauano  alla 
t  :rationede'Prencipi,rifpofero,Che  farebbe  (lato  troppo  ardire  il  loro  a 
1  correggere  la  rifpofta  de' Prencipi  :&  tutto  inficine  diedero  una  fcrittura 
I  ncnte  leconditioni,con  che  haurebbonoriceuuto  il  Concilio.  Lafcrit- 
3  LI  riceuuta,ma  non  letta,&  per  nome  di  Cefare  dal  fuo  Cancellario  furono 
ì  i,che  ad  elfcmpio  degli  altri  hauelTero  rimelTo  il  tutto  airimperatore,&;  fi- 
t  di  lui  :  &L  l'iftefib  Imperatore  fece  dimoftratione  d'haucrlo  molto  grato. 
i  runa,&:  l'altra  parte  voleuaeircr  ingannata. 

\  Cardinale Sfondrato  non haueua  mancato  del  debito  in  proporre  molti  elPapApre- 
\  iggiper  Cefarcquando  folfe  condefcefo  aconfentir  il  Concilio  in  Bolo-  '"''^  Cefxre  di 
gii  moftrò  le  confufioni,  in  che  era  l'Inghilterra  fotto  un  Rè  fanciuUo,con  ^i'Pj°"f'^  '* 
ornatori  difcordi ,  6^  con  i  popoli  tra  loro  diiEdenti  per  cauta  della  religio-  p'^^  ■vamfhì'- 
li  fcoprì  l'intelligenze ,  che  il  Papa  teneua  in  quel  Regno,  che  tutte  fareb-  rm:;^  di  fiato: 
)  ftate  a  fuo  fauore  :  propofe,  che  il  Papa  l'haurebbe  aiutato  a  quell'  im- 
i.  con  numero  di  genti ,  he  di  vafelli  :  che  gli  haurebbe  conceifo  di  valerfi 
1  rendite  Ecclefialliche  di  tutti  i  Stati  fuoi.  Era  nota  all' Imperatore  la  mira 
i'apa,  di  volerlo  implicare  in  nuouaimprefa,  per  intorbidargli  quella,che 
àiaueuaa  fine  condotta.  Però  rifpofe ,  Che  col  Pontefice  volcuaelfer' unito 
1:  cofe  della  religione  :  ma,  doue  fi  trattaua  di  guerra ,  era  rifoluto  far'  i  flirti 
i  dafe  flelfo ,  &  non  efier  Capitano  di  chi  nell'  opportunità  l'abbandonaire, 
lenellaguerradiGermania.Et  dall'altro  canto  elfo  ancora  propofe  diucrfi 
aggi  al  Papa,quandoconfcntiire  il  ritorno  del  Concilio  a  Trento.    Sopra        ^ 
l-iauendo  il  Legato  certificato  di  non  hauer  commiiTione  alcuna,fpcdì  Ccfa-  ^^  ^^^^!^^  7  * 
I  diligenza  il  Cardinale  di  Trento  al  Ponceficcper  ncgotiare  la  rcititutione  Tnnto^ 
\  Nn     ij 


i84  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  PaoloI, 

ci3   13    del  Concilio>&altripardcolari,che il  diranno.  Il  Pontefice,dopo  hauerlcpm 
XLV  j  I .     volte  aicolcaro/enza  fcoprir  qual  foife  l'animo  Tuo,  finalmente  rilpofe  ,chio' 
ueflc  parlarne  in  Conciiiorio. 
frìma  pel  IlCardinaie  a  none  diDicembrejin  prefenza  di  tuttol Collegio, dopha- 

Cardinal  Ma  ^er  narrato  quante  fatiche,&:  pericoli  haueua  pairataCefarejnon  peraltrcif.- 
rnccio,  ^^^  loflenerc  la  dcgniìà  dc-1  Concilio  :  &  come  finalmente,  per  la  Tua  dilig 

&c  autorità,liaucua  indotto  tutti  i  Prencipi,&:  Stati  di  Germ.ania,ad  adlielii 
fbttometteruifi,  pregò  Sua  Santità,a  nome  di  Celare ,  di  Ferdinando ,  &di  [[„ 
rimperio,che,pcr  Tamor  di  DiojVolefTe  far  ritornar  a  Trento  i  Ve(coui,ch  ^ra- 
no  a  Bologna,pcr  finir  l'opera  neceilaria  incomminciata:  &  ancora  fi  co  en- 
tafTc  mandar  un  Legato,o  doi  in  Germania»  con  pieniflima  autorità  Ponti!  al;-, 
fenza  ritenergli  fiicoltà  alcuna,acciocliecon  loroconfegliofiordinaireu 
do  di  viucre  fino  al  Concilio,^  lì  riformaife  l'Ordine  Ecclefiaftico  :  &  ap 
di  ciò  ,  haucire  confidcratione  ,  &c  determinalfe,  fé,  occorrendo  vacanza 
Sede,durante  il  Concilio,  l'elegger  il  Pontefice  toccafle  a'  Padri  d'efio,  o  a 
diaali: accio,  occorrendo, non  nalcelTe  qualche nuouo moto.    Quefto  ; 
ponto  fuaggiouto,per  auuertire  il  Pontefice  della  (uà  vecchiezza.  Oc  pr( 
morta}ità,&  indurlo  più  facilmente  acondefcendere,pernonla(ciar  la  h 
fteiitàherede  deldii'piaccre,  chcfentiua  l'Imperatore  per  la  lua  renitenz 
"^^dà  T  qucftepropofterifpoteilPontefice,commendando  la  buona  volontà  del 
cumri/olMio-  pcratorc  ,  Se  le  opere  fatte  in  publico  feruitio  della  Chiefa,  &c  concluc 
ne:  d'hauer  udite  le  propofitioni ,  allequali  haurebbe  hauuto  la  confideratioi 

mcritauano  ,  &  rifoiuto  quello  che  hauellè  piaciuto  a  Dio  infpirargli.  I 
dinale,dopo  hauer  prouato  in  diuerfe  audienze  priuate ,  d'hauer  qualche  b 
rifolutione  d:tl  Pontefice ,  vedendo  che  altro  non  fi  poteua  da  lui  hauere,' 
ta  la  inftruttione  a  Don  Diego  di  Mendozza,quale  l'Imperatore  a  quelle 
to  haueua  fatto  andar' a  Roma  da  Siena,  doue  firitrouauaperaccommc 
pifel  Men-  ditferenzc  ài  quella  Fvepublica,fi  par  ti,  Stornò  in  Augufta.  DonDiej 
ào\^,  Conciilorio  publico,coagregato  per  dar  il  Capello  al  Cardinale  di  Ghifa 

ogni  qualitàdiperfone  puoetierprcfentejfiprefcncòinanzi  alPapa,&gli 
feriileirecofedcLte  dal  Caidinalc,aggiongendo  hauer commiilìone, Tei; 
tira  iua  interponeua  dilarione,orcaia,diproteftare>chelaSinod[gMaLBa 
riTnaniatva  -  ^^^^^  era  icgiama.RiG^ofe  il  Pontefice,Volere  prima  intendere  la  mente,  & 
gioni  de'  Padri  del  Concilio  ài  Bologna,  &  communicare  lapropofta  co' 
Prcncini  ChniliaiUjpcr  far  rifolutione  matura,in  feruitio  di  Dio,  òi  lodisf 
ne  coramunc. 
ragionamenti       II  Cardinale  di  Ghifa  in  quello  fteifo  Conciftorio  fece  un  publico  rag  r- 
àel  Cardinal    mento,per  nome  del  Rè  di  Francia,&  dille  in  foflanzajChe  il  Re  Francefc  : 
di  Oh'-faoper  j-^^^^Qa  mai  perdonato  a  fpeia,  &  pericoli ,  per  m.antenere  la  libertà  anco 
eoniranare  a  ^^^^.^  Pj-encipi:  in  conformità  di  che  Henrico>non  degenerando  dalla  bon 

terna,fabitoce(rato  il  dolore  per  la  morte  del  Padre,  hauer  voluco  dichiaici. 
fua  olTeruanza  verfo  la  Sede  Romana-eiFer'  illuftri  i  merirj  de'  Rè  di  Franci  "el- 
fo i  Pontefici,*5c  fuperare  tutti  quelli  delle  altre  nationi.    Ma  fopra  tutto  iTcì 

nitc 


J^PA  Paolo  III.  LIBRO  TERZO.  285 

jlolto  opportuno  quefto,  che  fa  il  Re , promettendo  tutte  le  Tue  forze  per  con-    ci3    io~ 

Icuar la  dcgiiità Pontifìcia  in queftotcmpojche  è cofi vilipefa.   Aggionfcche    xlvii. 
egaua  il  Pontefice,a  riceuer  il  Rè  per  figliuolo ,  &  promettcrfl  da  lui  ogni  aiu- 
\k6c  del  redo,  haucr  mir-a ,  che  la  Chiela  non  riccui  alcun  danno,o  vergogna: 
ìfcndo  ben  noto  da  che  deboli  principi]  fono  nate  di  gran  fattioni,  lequaii  han- 
j)condotco  i  Pontefici  in  gran  calamità.  Pafsò  agli  cilèmpi  di  molti  Pipi  tri- 
jilati ,  c^  da'  Re  di  Francia  difefi ,  &c  lolleuati:  concludendo,  che  il  prciciìte  Rè 
|)n  vorrà  ellere  inferiore  a'iuoi  progenitori,nel  confcruar  la  degnita  della  Sede 
ipoflolica. 
Fu  opcnione  di  molti,che  il  Pontefice  foiFc  autore  al  Ghifa  di  parlare  in  quel  il  Papa  firiue 
noicper  dar' animo  a' Cardinah  Tuoi  dependenti  j&  per  mortificare  li  ispiriti  <^' Prelati  di 
suati  degli  Imperiali,  &  far  vedere ,  che  non  poteuano  penfar  a  sforzarlo  :  »Sc,  ^'^^°SP*> 
relfeguirc  quanto  a  Don  Diego  haueua  detto,  fenile  a  Bolognaal  Cardinale 
1  Monte  la  propofìtione fattagli, &  la dcliberationefua,  ordinandogli,  che 
iantoprima,inuocato  lo  Spirito  Santo,efpone(rc  il  tutto  a'  Padri,  iic  incefo  il 
roparercrefcriuelFe  qual  folle  la  mente  del  Concilio.  Il  Legato,  congregati 
'adri ,  efpoie  le  commiflìoni ,  òi  fu  il  primo  a  dire  il  voto  filo  :  ilquale  ru  dacli 
i.n  feguito  :  perche  lo  Spirito,rohto  amuouerliLegati  conforme  alla  mente 
1 1  Papa ,  &  li  Vcfcoui  a  quella  de'  Legati,  operò  come  altre  volte  fatto  haueua.. 
rilche,  raccolti  i  voti,il  Cardinale, col  parcre,&  per  nome  communcrifpofe,  ;     ,. 
ie,hauendo  la  Sinodo,  quando  fi  fece  il  legitimo  Decreto  ài  trasferirla  àz  g^nVunajuì-' 
entoaBologna,ammonitotuttidi  metterfì  in  viaggio,  &  dopo  CTiontimBo-  tìom» 
^na,  intendendo  che  alquanti  erano  reftati  in  Trento,  dinuouo  amoreuol- 
i  :nte  elTortati  a  partirli  di  là ,  &  unirli  al  corpo  del  Concilio3del  che  non  elFen- 
c  da  alcuni d'efii  tenuto  conto,  rimanendo  ancora  in  quella  cittàjcon  Sprezzo 
i  la  SinodojSc  fcandalo  di  moltijquafi  come  pretendeftero  efll  di  elFer  il  Con- 

I  io  legirimojO  di  non  etfer  tenuti  d'ubcdir  a  quefto ,  i  Padri  non  fapeuano  ve- 
\  :e,comc,falua  la  degnità ,  &  reputationedeliaSinodcfìpotelFe  trattare  del 

II  Drno  a  Trento, le  i  rimafti  in  quella  cittànonandauanoprimaaBolocrnaa  ^^^  riforma 
!  igiongeriì  con  glialtri,&  riconofcerelaporeftà  del  Concihorilche  quando  ^^t°'^'j-'-^* 
(  fé  fatto,acont  empianone  della  Germaiìia,^'haurebbe  potuto  trattare  din-  ^ni^nktg^k- 
\  nar  in  Trento,fe  però  quella  Natione  hauelFc  data  Uiia  idonea  ficurtà  di  fot-  fi: 

l  nctterfi  a' Decreti  cofi  da  far(ì,come  anco  già  fatti:  aggioncrendo  circr'ufcita 
ii):ta  fama,che,quando  il  Concilio  folle  ritornato  in  Trcnto,douerà  introdurfi 
ilqucllo  un  proceder  popolare,  &  licentiofo:pcrlaqualcauragiudicauanoi 
]  dri  nccelFaria una  altra  buona  f2curtà,che  douclFe  eller  feruato  l'ordine  con- 
*uato  nella celcbratione  de'  Concili)  dagh  Apolioli  Fino  quellaetà:  dc/ide- 
l^idoanco  cautionediftar  fecuri ,  &  di  poter  partire  ,  ^  trasferire  ancora  i\ 
\mci\io ,  quando  fofFe  parfo  alla  maggior  parte  ,  oc  di  poterlo  finire ,  quando  luhe  è  ftgnìfì- 
JidicaiFero  hauerfodi sfatto  alle  caule,percheeraftato  conuocato:fupplican-  cat.  dal  papa 
♦,  in  fine  Sua  Santità  a  non  coftringergli  a  quello ,  che  farebbe  contra  l'honor  ^l^^'^nUox^^ì 
*Dio,&  la  libertà  della  Chiefa.  ^'"''  "/^^««^r* 

!ll  Pontefice,  ricemue  qiiefte  lettere,  finitala  Mefla  del  giorno  di  San  Gio-  'ZZgLÈ 
I  Nn     iij 


i8ó  CONCILIO   DI  TRENTO       Papa  Paolo  jf. 

e  T  D  I  o    uanni  Euangeliftajritornato  alla  camera  de'paramenti  co'  Cardinali,comniu  > 
XLViii.     coloro  la  rilpofta  del  Concilio-.laqualeeilèndo  dalla  maggior  parte  approuii, 
fatto  chiamar  il  Mcndozza,  gli  rifferì  il  parer  della  Sinodo,  approuato  anco  i* 
Cardinali  :  &c  aggioni'e  non  ellèrci  cofa,  laqual  non  facelle  per  caufa  della  G> 
mania  :  di  che  potcua  Celare  eifer  buon  teftimonio:  che  tcneua  anco  certca 
dimanda,fattagli  da  elfo  Ambaiciacore  per  nome  di  Cefare ,  di  Ferdinando  jic 
deli'Imperio,haLicr  Linaconditione  aggionta>cioèjqLiando  riaconpace,&  cci» 
modo  dell' altre  Nationi,&  con  libertà  della  ChieCa:  laqualc  poiché  congrega' 
in  im  Concilio  generale  haueua  giudicato  altrimente ,  &c  dell'  iftelfo  parer  a 
anco  il  Colleggio  de'  Cardinali>egli  nò  doueua,  ne  poteua  riputarla  Te  non  5  h 
ridica,&:  ragioneuole5&approuarla,coireanco  faceua.  Chehaiirebbe  defi> 
rato,per  l'amor  paterno  verlo  CcfarcSc:  il  Rè,poter  dargli  rifpofta  più  grata;  a 
daunPonteticcCapo  della  Chiefajnonli doueua  afpettarclcnon  quclio,cli  1 
buon gouerno  delle  cofepublicheloconflringeuadeliberarexhe  conofceu  1 
prudenza  dell'  Imperatore^  il  fìlial  amor  Ilio  :  onde  confìdaua,che  hauere  'C 
riceuuto  quello  schedatami  Padri  era  giudicato  neceirario,  haurebbe  cu- 
mandato  a' Prelati  Spagnuolijche  erano  inTrento,di  ridurli  immediate  a  B'  ■ 
gna;&:  farebbefì  adoperatOjaccio  la  Germania  riceueilè  le  conditioni  dal  C 
cilio  propofte,&  quanto  prima  inuialTe  1  Prelati  Thederchi,  SirendelTe  cau 
Sinodojchefarebbono  oiferuate  le  propofte  conditioni.  IlMendozza,inte 
elMendoc^  rifpoftajVedcdolarilolutione  del  PonteficejVoleuaaU'horaaU'horaprotef 
•vuol  protefta-  ^heTadunanza  di  Bologna  non  era  legitimoConcilio,&che  no  rimettent 
re.mae  /■atte-  j^^^j^j-j^^fy^  inTrento,farebbefl:ata  ella  caufa  di  tutti  imali  euenimeti,che 
fero  occorlì  alla  Chriftianità  :  &c  che,  in  difetto  fuo,Cefare,come  Protettor 
la  Chiefajhaurebbc  proueduto:ma,interponcndofi  il  Cardinale  di  Trani,D 
nodelColleggio,&:  alcuni  altri  Cardinali,  il  contentò  di  referir  quella  rifp 
a  Cefarc,  &  alpcttar  nuouo  ordine  da  lui. 
e'/  Pontefice         H  Pontefice,confìdcrata  l'attione  del  Mendozza,giudicc),che  quefto  neg 
rijj>mde  a      potelfe  caminar  in  qualche  difparcr  tra  lui  Se  l'Impcraitore:  nelqual  cafo  no 
Prelati  dìGer  pareua  Utile  per  fé  haucri  Prelati  di  Germania  mai  dilpofti.  Alla  riceuuta  < 
rtttcnìa.conlu-  j^j.^  lettera,di  cui  s'è  parlaro,reftò  oifelo,per  l'ultima particola,delpenfar a 
/'"^  *•  ^j-j  confcgli,&  rimedij'.hauendola  per  una  minaccia  aperta  :  &  deliberò  di 

dargli  riipofta  alcuna,&  reflò  in  quel  parere  tre  melì:hora ,  meglio  confegli 
dubitò,che,tenendofi  rprezzati,non  veniifero  a  qualche  rifolutione  precipi' 
laquale  Celare  lafcialfe  correre  per  implicarlo  in  maggiore  difficoltà:onde, 
luto  di  preuenir  il  male  con  honorargli  di  rifpoftaja  ordinò  molto  modefl  &  1 
arti(iciofa,ancorchenon  fenza  rifentimento  conueniente  alla  dignità  fua  n^ 
comminciò  la  lettera  dalla  lode  della  lor  pietà,quale  appariua  nella  foUeci'  li' 
ne  ufataper  rimediare  alle  herelìe,&feditioni:afFermando,che  d'altrettanta  ;li 
ancora  per  l'ufficio  fuopaftoralercftaalTai  occupato  ,  in  maniera,  che  inaia 
lafciato,ne  lafcia  paflàr  tempo,  fenza  penfar  a  qualche  rimedio,  &  dal  princ  'io 
del  Pontificato  ricorfe  a  quellojche  da  loro  è  mentionato,cioè,  al  Concili'^ 
qui,narrate  le  cofe  fucceite  nella  convocationej&  gli  impedimenti? perche  ^n 

fm- 


j^PA  Paolo  III.         LIBRO    TERZO.  287 

venne  alle  elTecutione  immediate, foggionfc  che  ,  congregato  il  Concilio,    qio   id 
*olti Decreti  tono  (lati  deliberati,  coli  condannando  gran  parte  delle  hcrcile,    xlvii  i. 
!)ine  per  riformationc  della  Chielaxhc  la  partita  del  Concilio  da  quella  città 
!  lenza fiia  laputa:ma,haucndo  la  Sinodo  poccftà  di  fìirlo ,  prefuppone ,  che  fia 
Ito  con  calila legirima,lìn  che  gli  conili  in  contrario.  Et,  (e  ben  alcuni  pochi 
pn  hanno  confentitojnon  però  lì  può  dircche  il  Concilio  fia  diaiio.  Soggion- 
j.che  non  è  trasferito  in  città  molto  lontana,  ne  poco  ricura:&  l'eirer  l'iiddita  ' 
irlla  Chieia,  larendc  più  ficura  alla  Germania,  Lacpal  ha  riceuuta  da  lei  la  rcli- 
joneChriftiana,!^  moki  altri  benelìcij:poco  importar  a  lui>che  il  Concilio  ila 
lebrato  là,o  altroue:  Se  non  impedire ,  che  i  Padri  non  pollino  elegger  altro 
ogo,purchenonrianosforzati:machccora  gli  ritenga  dal  ritornar  aTrento, 
)tranno  vedere  dalle  lettere  di  Bologna,dellcquali  manda  copia.  Che  ha  difFe- 
;o  a  rifponderc  alle  lettere  loro,perche,eirendo  andato  a  lui  per  nome  di  Cefa- 
il  Cardinale  diTrento,&dopo,Don  Diego  Mcndozza,ha voluto  prima  rii- 
>ndere  all'  Impcratorc.Che  dalla  copia  delle  lettere  de'  Padri  di  Bologna  ve- 
anno  quello,che  conuenga  fare  prima,che  deliberar  il  ritorno.Però  gli  prec^a- 
.  a  venire,o  mandar  procuratori  a  Bolognaj&profegLiire  il  Concilio.  In  fine 
gionfcnoneirerreftato  turbato  per  il  capo  delle  loro  lettere,  doue  accenna- 
>,che  faranno prcfìnuoui modi,  &confegli,eirendoconrcio  in  fé  medefimo 
nonhauer  tralafciato  alcuna  parte  del  fiio  debito,  &  d'hauer  abbracciata  la 
rmania  con  ogni  carità:benpromettcrfì  di  loro,&  di  Cefare,che  non  faranno 
fa  alcuna  fenzamaturità:ma  fé  faranno  tentati  e onfegli  contra  l'autorità  della 
ic  Romana,non  lo  potrà  prohibire,haucndolo  Chrifto  predetto ,  quando  la 
idò:nonperòtemere,che  i  tentatiui  poiTino  fuccedere  felicemente ,  elTendo 
idatain  una  fermiflTimarocca.Piu  volte  altri  haiier  machinato  il  medefimo: 
jodeftrutti  i  lor  tentatiui, Dio  hauer  dato  elEempio  in  quelli  di  quanto  pofll 
rare  chi  vorrà  entrarui:(S«:  le  le  miferie  pallate  non  meneranno  li  prefenti  a 
ìftercelfer nondimeno  certOjchceflìreftcranno  collanti  nellapietà,  &  fede 
iprepren:ata,&  nelle  lor  congregationi  non  daranno  luogo  a  confegli  con- 
ti) alla  degnitàdella  Chieia. 

Celare, auifato  dall' Ambafciatorefuo delle  conditioni  propofte  da'  Bolo-  cefare  ordii 
;fi,&  della  rifolutarifpofta  del  Pap3,quantonque  chiaramente  conofcelfe,  che  fi  faccia  U- 
;  laSantità  fua  s'era  coperta  col  nome  del  Concilio,5c  Padri  di  Bologna,qua-  P^otefia, 
ra  notiffimo  dipendere  in  tutto  Se  per  tutto,&:  riceiier  ogni  moto  da  lai  ;  per 
der  certo  il  mondo,  che  non  haueiia  tralafciato  mezo  alcuno  di  ritornar  il 
(,>ncilio  in  piedi, mandò  a  Bologna  Francefco  Vargas,  &  Martino  Velafco;  ^  • 
i  lahafedici diGénaro,hauutaraudienzadal confeiro,doue,inficme co'Cardi-  p„4,        °  "' 
r  i  del  Monte  ,  &c  Santa  Croce  ,  Legati ,  erano  li  Padri  ,  non  in  maCT^ior 
t  :nero  che  nell'  ultima  Sellìone ,  prefentarono  lettere  dell'  Imperatore ,  quali 
cno  iimiztC3Co!iHemHtPatrHmBonom£.hQqi\zìiÌQitCiinc6n\incia.do  il  Vargasa 
£  lare,il  Monte  l'interruppcdicendo,  Che,fe  ben  quella  Santa  Sinodo  non  era 
*,  uta  aicoltariojnon  ellendo  le  lettere  indiizzate  aleijcomc  quella,che  non  era 


i88  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  paolo  I. 

^^^  Coniiento>ma  Concilio  ;  tutcauia  nonricufauano  udirlo, con  protefto  ,  ci 
XL  VII.  foiTe  fcnza  pregiudicio  i\io,5c  lenza  auancaggio  d'altri ,  &  che  reftalTe  libere' 
Padri  di  continuare  il  Concilic&pairar'  inaiizi,^:  proceder  contra  i  contumii 
&  ribcilijconle  pene  delle  leggi.  Vargas  ricercò, che  della proteftationc far, 
inanzi  che  intendere  la  propolla,  foire  facto  iftromento  :  poi  pregò  i  Padri,  jt 
nome  di  tutta  la  RepublicaChriftiana,a  proceder  con  equità:  pere  he,  perfei- 
rando  oftinati  nel  parer  da  loro  non  con  intiera  prudenza  de  maturità  abbracc' 
co,il  fine  nonpoteuariufcire,rc  non  con  gran  calamità  publica:  ma,condefc  - 
dédo  a  Cefarejtutto  auuerrebbe  feliceméte.Egli  era  per  moftrargli  quàto  pei  - 
ciofo  error  farebbe  il  non  mutar  deliberarione,&  quanto  la  volontà  di  Gel; 
verfo  il  feruitio  di  Dio,&  public©  della  Chicfa,  era  ottima.  In  quelle  parole  i 
nuouo  fu  interrotto  dai  Monte,qualdiire,Son  qua  io  ,  Prefidenre  di  quello  - 
crofanto  C0ncilio,&  Legato  di  Paolo  terzOiSuccelTor  di  Pietro ,  &  Vicarie  < 
Chrifto  in  terra,iniìeme  con  quelli  fantiflìmi  Padri,  per  profeguire,a  glori, 
Dio,il  Concilio  trasferito  legicimamente  da  Trento  :  &  preghiamo  Cefar  i 
mutar  parere,&di  porgerci  aiuto  a  quello  efFetto,&  raftrenar  i  perturbatori  1 
Concilio:fapendo  Sua  Maellà>che  chi  mette  impedimento  a' facri  Concili)  : 
di  che  grado  fi  vogliajincorregrauifllme  pene  delle  leggiti  fiamocofi  difp( 
chcfuccedendo  qualonque  cofa,non  haueremo  rifpetto  a  qual  Ci  voglia 
nacce,ne  faremo  per  mancar  alla  libertà,&  honore  della  Chicfa,del  ConciHc 
del  noftro. 

Air  hora  il  Velafco  lelfe  la  protefla ,  che  haueua  fcritta  in  mano,  la  fon 
dellaqualeera,Che,eirendo  la  religione  sbattuta,  i  coflumi  corrotti,  &  la  C 
mania  feparata  dalla  Chiefa,  l'Imperatore  haueua  dimandato  il  Concili 
Leone,Adriano,Clemcnte,&infineaPaolo  terzo:  &, narrati  gl'impedim 
&  difficoltà  neir  adunarlo,  toccò  le  cole  trattate  nel  Concilio,  foggionger 
che  in  quel  mentre  l'Imperatore  fece  la  guerra  principahnente  percauiad 
religione,5c  quietò  la  Germania  conia  virtù  fua,  congrandillìmafperanza 
al  Concilio  andalfcro  quelli,  che  fino  all'  hora  Fhaueuano  ricufato  :  ma  che 
hora  elfi  Reuerendiflìmi  Legati,  e  ontral'efpcttatione  di  tutti ,  fenza  la  fa] 
del  Papa  ,  fatta  nafcere,  &  finta  unacaufaleggeri{fima,propofero  a  Pad 
traflatione  del  Concilio,  fenza  dargli  tempo  di  penfare  :  al  che  eifendofi  of 
Ilo  alcuni  Santi  Vefcoui ,  proteftando  di  volere  rellar  in  Trento  ,  eflì  col 
confenfo  di  pochi Italiani,decretarono  la  traflatione,  i5cildìfeguentepart 
no,&  fé  n'andarono  in  Bologna.  Che  l'Imperatore,  hauuta  la  vittoria,  folle 
in  molti  modi  il  Pontefice ,  pregandolo  a  fargli  ritornar  in  Trento ,  moftra 
li  fcandali,&  pericoli  imminentijfe  il  Concilio  non  fi  finifcain  quella  città 
fra  tanto  operò  nella  Dieta  d'Augufta  ,  che  tutti  i  Thedefchi  fi  fotromettei 
al  Concilio  :  mandò  finalmente  il  Cardinal  ài  Trento  a  SuaBeatitudine,afi 
ficargli  que{lo,5c  pregarla  a  far  tornar  il  Concilio  in  Trento  :  fece  anco  ar 
il  Mendozza  a  Roma  per  far  rifteifo  ufficio  :  che  il  Pontefice  ha  interpofto  l 
po,pertrattar  con  eflì Longregati,quali hannodato  unarifpofta  vana,  capti 
piena  d'ingannijdcgna  che  il  Pontefice  la  dannalle  jilqual  però  l'ha  approt'' 


^paPaoloIIL  libro  TERZO.  i^s> 

^eguita,chiamandok  Congrcgatione Bologncfcche  èilleginraa,connome  ^^^  ^^ 
i!  jenerak  Concilio,  dandogli  tanta  autoritàjche  eiTa  medefima  non  ha  faputo  xl  v  i ii. 
i  ta  arrogarfene.  Certa  cofa  efTere ,  che  il  Conciliojcongregato  in  Trento, 
mfipoteua  trasferire,  fé  non  per  urgente  neceflìcà ,  diligente  difcuffione,  &z 
;  ifenfo  di  tutti:  che,  con  tutto  cio,efll  alFeriti  Legati,  &  gli  altri  precipitofa- 
t  nte  erano  ufciti  diTrento,finte  certe  febri,  3c  infettioni  d'aria ,  &  teftimonij 
i  ttati  diMedici,quali  l'euento  ha  moftrato  che  non  erano  caufe  manco  di  va- 

imore.    Che  quando  anco  vi  foffe  fiata  neceflìtà  di  farlo,conueniua  trattar  > 

1  na  col Papa,&  con  i'Imperatorcche  ha  la  tutela  de'  Concili).  Ma  tanta  fa 
i>rfretta,che  non  confultarono  manco  con  loro  medefimi.  Che  era  debito 
[  >ltare,&  elfaminare  le  contradittioni,&  pareri  di  quei  Padri,  che  parlauano 
;onfcienza,iquali,fe  ben  erano  manco  di  numero ,  doueuano  eifer  preferiti, 
lepiu  fauij.    Che  quando  s'haueife  douuto  partire,  non  conueniua  ufcir  di 
Uaregione  :  ma,feguendo  i  Decreti  de'  Santi  Concili j,eleggcr'  un'  altro  luc- 
ri Germania  :  non  poterfi  in  alcun  modo  difendere  d'hauer' eletto  Bologna 
lita  della  Chiefa  ,  doue  certo  era,  che  Germani  non  farebbono  andati,  & 
cogn'unopoteuaper  molte  caufe  rie ufare:  ilchenonera,fe  non  diifolue- 
Concilio  alla fprouifta.     Perilche  l'Imperatore ,  alqual  appartiene  difen- 
a  Chiefa,  e  protegger  i  Concili]  generali ,  per  componer  i  diffidi]  di  Gcr- 
ia ,  &  anco  per  ridur  la  Spagna,e  gli  altri  regni ,  2>c  flati  fuoi,  alla  vera  vita 
l:f]:iana,vedendo  che  la  partita  da  Trento,fatta  fenza  ragione,  perturba  tut- 
i  Ilo  propofito,ricerca  efll  afTeriti  Legati  con  gli  altri  Vefcoui,  che  partirò- 
i  'i  ritornar  in  Trento.  Che  ciò  non  poffono  ricufare ,  hauendo  promeiro  di 
,  cefTate  le  fofpitioni  di  pefte  :  il  che  fé  faranno,  farà  cofagratiflìma  a  tut-  "^ 

>opolo  Chriftiano.  Ma  quando  non,  effi  Procuratori ,  per  fpecial  manda- 
Cefare,proteflano,latraflatione,oueror€ceiro,  elferillegitimo,  5c  nullo, 
I  :utte  lecofefcguite,&:chefeguiranno:&:  l'autorità  d'effi  afTeriti  Legati,  6c 
f  efcouilàprefenti,comependentidalnutodelPontefìce,  non  eilèr  tanta, 
l  joffi  dar  legge  a  tutta  la  Republica  Chriftiana  nella  caufa  di  religione^  di 
[  made'coftumi;&ma{fime,aquelleprouincie,icoflumi&infì:ituti  delie- 
fi  i  non  gli  fono  noti.  Similmente  proteflano,  che  larifpofta  diSua  Santità, 
f  loro,non  è  conueniente,ma  illegitima,piena  d'inganni,  Se  illuforia  :  »^  che 
N  i  danni,tumulti,  rouine.  Se  eftermini]  di  popoli,che  di  là  fono  nati,  nafco- 
slc  polfono  nafcere ,  non  debbono  cfTer  imputati  a  Cefare ,  ma  a  quella  Con- 
1^ itioncche  chiamano  Concilio,potendo  ella  faciliffimamentc,  Se  canoni- 
li  mte  rimediarui.Protcftando  fìmilmente,che  l'Imperatorcper  difetto,  col- 
^rncgligentia  loro,&  del  Papa,  prouederà  con  tutte  le  fue  forze ,  non  trala- 
|ido  la protèttione,&  tutela  della  Chiefa,  che  fé  gli  conuiene, per  eire,re  Im- 
ejcore,&  Rè,conformealle  leggi.  Se  al  confenfo  de' Santi  Padri,  Se  del  Moa- 
Qhmandaronoinfìne  iftromcntopublico  delle  cofe  da  loro  trattate,  &che 
imdato  di  Cefare,  &  laproteftatione  loro,foire  inferita  negli  atti  di  quella  acheèrijpofì» 
IlcaCongregationc.  dal  Legato  de 

U'of oiaproteftajilVekfcoprefcntòiarcrittura medefìma,chetencuainma-  ^^/*  *'"*' 
f{  Oo 


ricfo  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Paolo  r. 

CIÒ  13  tio>& replicò l'inftanzaj che  foireregiftrata.  Il  Cardinaledcl  Monte,con  cc- 
XLViii.  fenfo  della  Sinodo,congraui(fime  parole  pioteftò,eirer  apparecchiati  più  te  D 
amorire,  che  fopportarerintroduttione  d'un  tal  eiTempio  nella  Chiefa,eh(a 
poteftà  Secolare  congreghi  Consilio  :  che  Celare  è  figlio  della  Chiefa,  non - 
gnore,o  Macftro.Che  dìoy&c  il  fuo  Collegajfono  Legati  della  Santa  Sede  A]»- 
ftolica:&:  che  non  ricufauano  di  render  conto  a  Dio,&  al  Ponteficcdellalori- 
gatione:&  che  fra  pochi  giorni  haurebbonorifpofto  alla  proteftatione  lettali. 

poi  a  l^t»a,al      II  Mendozza,in  Roma>  riceuuta  la  rifpofta  da  Cefare  j  che  douefle  profeg  t* 

P^P^>  inanzi,&  proteftare  al  Papa  in  prefenza  de'  CardinalisSc  Ambafciatori  de'  Pi  > 

cipi;&  riceuuto  auifo  dell'  attione  fatta  in  Bologna  dal  Vargasj&VelafcOjCiih 
parue  in.  Conciftorio:3c  inginocchiato  inanzi  il  PapaJeiTe  laproteftationc:  > 
nendola  in  mano  fcritta.  Incomminciò  dalla  vigilanza,  &  diligenza  dell'  In  > 
ratore ,  per  riunire  la  Republica  Chriftiana ,  diuifa  in  varie  openioni  nella  r  i- 
gione.  Narrò  gli  offici)  fatti  con  Adriano,  Clemente,  &  con  l'iftelTo  Paolo  ni 
indurgli  a  conuocar'  il  Concilio  :  alquale  poiché  i  ribelli  di  Germania  rie  ■- 
uano  {ottometterfi ,  indotto  dall'  ifteila  pietà,  gli  ha  coftretti  con  le  arme  ai 
bedienza:nel  che  quantonque  il  Pontefice,  per  non  moftrare  di  mancaralk  i- 
blicacaula,habbia  contribuito  certo  leggier  aiuto  di  gente,  fi  può  dir  però,  ic 
con  le  fole  forze  di  Cefare  una  tanta  guerra  fia  ridotta  a  fine;  nellaquale,  me  te 
egli  eraoccupato,ecco,che  la  buona  opera  principiata  in  Trento  fu  interi  ta; 
conunpernitiofotentatiuodi  trasferir  il  Concilio,  fottopreteftinon  ver  v 
verifimili:mafoloadefFetto,che  nonfortilTe  il  fine  della  quiete  commune: 
oftante,che  lapiupia,&  fana  parte  de'Padri  s'opponeire,&riraaneireneiri(- 
luogojche  a  quelli  donerebbe  eifer  dato  il  nome  di  Concilio,&  non  a  queil] 
fono  ritirati  a  Bologna,quali  la  Santità  fua  honoradiquel  nome,per  efler'a 
renti  alei,la  volótà  dc'quali  antepuone  alle  preghiere  dell' Imperatore,di Fi 
nando>&:  de'  Prcncipi  dell'  Imperio,non  curando  la  falute  di  Germania,^  1; 
uerfione  delli  ruiati,per  ridurre  iquali,  poiché  fi  fono  contentati  di  fottorae 
fi  ai  Concilio  diTrento,non  refterebbe  altro,che  ritornarlo  in  quella  città, 
che  eifcndo  da  eiVo  Ambafciatore  per  i  nomi  fopradetti  fupplicato,  ha  date i 
rifpofta  piena  d'artificij,&  fenza  alcun  fondamento  di  ragionerà  onde  vedi 
che  delie  requiiicioni  Euageliche  fatte  a'quattordici  Se  dicefette  Dicembre 
Santità  i'ua,  da  lui,  come  Ambafciatore  Cefaieoi&r  a'fedeci  Gennaro  in 
logna  da  altri  procuratori  della  medefiraaMaeftàjneU'ne  uno  ,ne  nell';! 
luogo  era  ftato  tenuto  contojali'  hora  proteftaua  la  partita  da  Trento,  &c  la  r 
latione  del  Concilio  a  Bologna,  eiler  nulle,  3c  illegitimei  che  introdur  i 
contentione  nella  Chiefa,metterannolafedeCattolica,«&la  religione  in  ri- 
colo:oltre  che  di  prefente  danno. fcandalo  alla  Chiefa  j  de  difformano  il  fuc  ta- 
to:che  tutte  le  rouine,difridij,.&:  fcandali,che  nafceranno,fi  doneranno  im]:  ca- 
re a  Sua  Beatitudine ,  laquale,  ancorché  obligata  fino  al  iangue  a  prouedert  fa- 
uorifce  &c  fomenta  gli  autori.C  he  l'Iraperatorcper  difetto,  &  colpa  di  Sua  i 
tità,vlprouederà  con  tutte  le  iue  forze,per  officio  fuo ,  come  Imperatore>&  ' 
fecondo  la  forma  ftatuita  da'  Santi  Padri,  &  offeruata  col  confenfo  del  me  I 

Vo.lt 


PA  Paolo  III.  LIBRO    TERZO.  291 

Icato  poi  a'  Cardinalbdiire ,  Chcrecufando  il  Papà  d^atreiidere  alla  pace  del "  e 1 3  1 3 
eligione,  unione  della Germania,&nTormatione  de' coftumi/c  effi  medefi-  XLvir. 
nente  faranno  negligenti,proteftaua  quel  mede/imo  à  loro,  che  alla  Santità  ep^ha  Cardi- 

Et,larciata  la  fcrittura,che  teneua  in  mano,  non  eilendog-li  da  alcuno  fatta  "^^*' 
Dfta,(ì  partì. 

l  Pontefice,confideratalaproteftationedelMendozza,&  maturatoli  ne-  upata  tefttg 
o'co' Cardinali  s'auuide  efler  ridotto  ad  un  (Irctto  palio,  &  che  era  molto  sfuggire  U 
:rala  degnitàfual'eirer  prefo per  parte,  &  checontra  lui  Ci  voltallè  la  con-  protefia, 
ione  :  ne  eifer  rimedio,  fé  non,con  trouar  ftrada  di  fard  neutrale,  5<:  giudice 
Liellijcheapprouauanola  tra{ìatione,&che  l'impugnauano.Perfar  quefto, 
eceifario  declinar  la proteftationcfi  che parelTe non  contra  lui  fatta,ma in- 
;i  lui  contra  i  Bolognefì:il  che  no  potendoli  fare  con  dillimulationcrifoluè 
putare  all'  Ambafciatore  la  trafgreffìone  del  mandato  Cefarco,giudicando 
Imperatore, vedendo  ladeftrezza  fua  nel  caricare  l'Ambafciatorcper  fug- 
rompcre  con  laMaeftà  fua ,  douelTe  imitarlo  :  Se  come  fé  folle  ftato  prote- 
contra  i  Bolognefi,profeguire,  riconofcendo  il  Papa  per  giudice.  Perilchc 
rcore  primo  Febbraro,nel  Conciftorio,fatto  chiamare  il  Mendozza,dicde 
)ofta molto  prolilfajdicendo  in  foftanzajChe  il  proteftare  era cofa  di  catti- 
^  èmpiojvfata  da  quelli,che  hanno  fcoHà  l'obcdienza,©  vacillano  da  quella: 
i  .iole  a  lui,&:al  Colleggio  de'Cardinali  di  quell'  attiene  inafpettata,per  l'a- 
\\  'aterno  fempre  portato  a  Cefarc  :  &  per  clfer  fatta  in  tempo ,  quando  me- 
É .  afpettata,hauendo  fatta  la  guerra,&  hauendo  la  vittoria  contra  i  fuoi  ni- 
I  le  della  Chiefa,aiutato  dalle  genti  Pontifìcicmantenuteconimméfafpe- 
S  i  grandi ,  &  opportunilTimi ,  che  non  meritauano,  dopo  la  vittoria,  un  tal 
il  ;cioè,che  il  fine  della  guerra  folfe  principio  dì  proteftar  contra  lui.Mitiga- 
f  e  ilfuodolore,percherAmbafciatorehaueuaecceiro  i  termini  del  man- 
:efareo,nelquale  ha  commandato  a  fuoi  Procuratoria  Bologna  che  pro- 
;  a'  Legatij&  a  lui,che  in  prefenza  del  Pontefice,«S<:  dc'Cardinali,protellaf- 
;ra  il  Concilio  di  Bologna,ma  non  contra  il  Pontefice.  Che  Celare  haue- 
0 l'officio  ài  modello  Prencipe,  concfcendo  che  il  Pontefice  è  unico  & 
10  giudice  nella  caula  della  trallatione  :  laqual  caufa  quando  ricufalle  ài 
:ere,airhora  haurebbe  luogo  la  protefta  contra  dilui:&  però  era  più  con- 
tc,che  i  Padri  rimafti  in  Trento  ,fe  haueuano  caufa  di  querela  cétra  quei 
5gna,  ne inftituilfero  giudicio  inanzialui  :  ma  l'Ambafciatore  haucua 
:itorordine,tralafciando  lapetitione,che  doueua  fare,  &  ricercando  un 
eli  ;o  pregiudicio  contra  il  Concilio  :  onde,  cadendo  da  fé  Fatto  della  prote- 
i(.  e,  non  farebbe  bifogno  dar  rifpofta.Nondimeno,per  (Incerar  la  mente  di 
i  .  oieua  anco  aggiongere  j  prima,per  quello  che  talfa  lui  da  negligcnte,& 
aiilare  per  foUecito,  non  voler  detrahere  alla  buona  mente,  &  attioni  dell' 
H.tore:bcn  precederlo,lìcome  inetà,cofiin  diligenza:  moftrò,  che  haucua 
ip|  dcfiderato  ilConcilio,&  con  effetti  moftrato  ildefiderio:  &  qui  difcor- . 
Kii  le  attioni  fatte  a  quello  fine,  &;gli  impedimenti  attrauerlatidaaltri,& 
ki:  volta  anco  da  Gefare  con  diuerfe  guerre.  Soggionfc,chc,fe  le  caufe  dcl- 
I  Co     ij 


25)1  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Paolo 

e  I  o  1 3    la  traflationc  Cia.no  legitime  o  no  jfi  riferuaua  a  giudicarlo:  ma  ben  diceua,cl 
XLVi  1 1.    lodar  i  rimafti  in  Trcnco>era  lodar  gli  alienaci  dal  corpo  della  Chiefarnon  r . 
farcne  mai  hauer  ricLirato,che  fi  ricorni  a  Trenco ,  purché  fi  faccia  legitima  I 
te,5.:  fenza  ofFefa  delle  alcre  Nacioni:che  il  voler  repucar  Trenco  folo  acro  ì:> 
lebrar  il  Concilio,  era  far  ingiuria  allo  Spirico  Sanco>chc  in  ogni  luogo  è  ad  -, 
tOyScè  prefente  :  ne  fi  deue  hauer  rifguardo  >  che  la  Germania  ha  bifogno  cj 
raedicinajpoiche  per  quella  ragione  bifognerebbe  far  anco  un  Concilio  Gii 
rale  in  Inghilcerra5&:  alcroue-.non  fi  piglia  il  commodo  di  quelli,per  chi  fi  fcn 
le  leggi,ma  di  quelli  che  le  hanno  a  farcjche  fono  iVefcoui»  Speife  voice  filo 
facci  Concili)  fuori  delle prouincie,doue erano  le  herefìe.  Scoprir  benché  j1 
gli  difpiace  nellarifpofta  dacagli ,  cioè,chefìanoriceuuciiDecreci  facci,  d 
farfì,^  fìa  ccnuco  il  modo  feruaco  fino  dal  tempo  degli  Apoftoli.Che  egli  ji 
fuggir  ogni  negligenza  nella  cura  della  Chiefa:&  fé  Celare  vorrà  ufar  dilig  a 
pur  che  ftia  era  i  cermini  preferirci  dalle  leggi,&  da'  Padri,  che  fi  conueng(  o 
luijlafoncione  dell' un  &  l'alerò  diftinte ,  faranno  faluciferealla  Chiefa:  pt 
quanco  s'afpetcaua  à  conofcere  fé  la  craflacione  era  legicima,  o  no,  auuocai  al 
iacaula,&  deputauaquatcroCardinali,Parifi,  Burgos,Polo,&  Crefcenc  : 
conoicerla,commandando  a  ciafcuno,che,pendence  lacognicione,non2 
alcima  nouità ,  Se  dando  termine  un  mefe  a'  Padri  di  Bologna ,  &  di  Trcr 
produrle  lor  ragioni.  Et  quello  Decreto  lo  fece  ridur  ÌJi  C:ritto  dal  Seci 
Goncifloriale  nella  forma  giudiciale  folita  delta  corte,con  inhibicione  a 
ti  di  Bologna,&diTrerLCo,dinon  innouar  alcuna  cofa,pendente  la  lite. 
ed  è  fchemìto      Della  rifpolla  del  Pontefice  non  baflò  agl'Imperiali  di  riderfi  per  la  dif 
da  Cefarti:     ne  iui  apportata ,  di  proteftare,non  contra  il  Papa,  fi  ben  inanzi  il  Papa:  i  _ 
cora  Diego  replicò  una nuoua  procella,  dicendo  ,  Hauer  daiCcfàrefj 
mandare  di  procellare  nella  forma,che  ufata  haueua.  Et  in  Bologna,ricei 
inhibicione  del  Ponceficcnon  facendofipiuriduccionede'Vefcoui,netT 
gacione  de'Theologi,  a  poco  a  poco  partirono  cucci ,  fuorché  iflipenH 
Papa,che  non  poceuano  farlo  con  loro  honore.  Quei  di  Trenco  non  fi  m 
coli  volendo  Cefare,permanccnerui  il  fegno  di  Concilio,  &  tener' in  fp 
i  Carolici  di  Gcrinania,&  in  officio  i  Proteftancij&accionon  reflalfe  ca. 
promelfa  ficca  daloro,di  foccomectcrfial  Concilio  diTrentcpetnon  effd 
lo  in  effìffcenza. 
fcriue  A  Treto      II  Pontefice  fece  pafTar'anotitia  de' Prelati  rimafti  in  Trento  larifpol  «fe 
(trfmi  fini,    al  Mendozza,&  afpeccò  quindici  giorni,fe  da  lui,o  da  loro  folfe  fatta  qu:  h 
perturajche  lo  facellè  giudicccome  haueua  diifegnato.  Ma,vedendo  eh  i- 
te  fuccedeua ,  fcrifie  un  breue  al  Cardinal  Pacceco  ,  &  agli  Arciuefc(  i 
Vefcoui,  reflaci  inTrenCo,  a  fimilicudine d'una cicacione  :  nelquale,di  o 
uer  decco  le  caufe,che  lo  molfero  a  intimar  il  Concilio  ,,&  el'imped  i' 
&  dilationi  occorfe  nel  congregarlo  ,  &  l'allegrezza  che  hebbe,  vedu 
principiato,  laqual  s'aumentò  per  il  felice  progrelfo  ,  mettendolo  in  ^ 
za  che  in  breue  douelfc  elTer  proueduto  a  tutti  i  mali  della  Chiefa,  f(gi 
fé  >  Che  altretanta  moleflia  riceueua  da'  contrarij  incontri  :onde  ».  qua  lo  in 

tei 


PPA  Paolo  IIL  LIBROTERZO.  ipj 

te  la  partita  de' Tuoi  Legati ,  5c  della  maggior  parte  de'  Vcfcoui  da  Trento  eia  l'a 
c^-ndo  rimaftiefll  nel medcfimo  luogo, Tenti  diipiaccre ,  come  di  caufa  che,  XLViii. 
p,:cua  tirar  in  dietro  ilprogrelfo  del  Concilio  .&  dar  fcandaloallaChiefa:  le- 
qdi  cofe  cifendo  cofi  ben  note  a  loro  come  a  lui,  fi  marauigliaua,perche,re 
ii^raflatione  del  Concilio  era parfa  loro  giuftaynonfoifero  andati  in  compa- 
cjia degli  altriifeingiuftaiperchc  non  haueuano  fatto  querela  a  luiieirer  cofa 
CHara,eloro  non  poterla  ignorarcch' erano  in  obligo  dell'uno,  o  dell'  altro  di 
oeftidoi:de  quali  qual  fi  voglia  che  foirc  abbracciaro,hauerebbeleuatolc  oc- 
(jìoni di fcandalo.Non poter reftar di  fcriuciglicondolorcche  in  l'uno,  o  ia 
1|  trojhabbiano  mancato,iSc  che  egli  fia  ftato  auil'ato  prima  delle  lor  querele 
<ji'  Imperatore,che  da  alcuno  di  loro,  almeno  per  lettere ,  o  per  noncij  :  &c  di 
^cfto  officio  tralafciato  hauer  maggior  caufa  di  dolerfì  del  Cardinale,  mag- 
prmenteobligato  per  la  degnità  del  Cardinalato.  Ma, poiché  quello  che  egli 
£  )cttaua  che  folle  fatto  da  loro,è  ftato  prcuenuto  da  Celarcilqual  fi  è  querela- 
t  per  mezzo  dell'  Ambatciator  fuorché  la  traflatione  del  Concilio  fia  nulla.  Se 
i  .'gicimajGfFerifce  a  loro  prontamente  quello,che  non  gli  hauerebbe  negato,fe 
{ i  lì  follerò  lamentatile ioè,di  udire  le  lor  querele,&  conofcer  la  caufa.Et  quan- 
ti ique  doueffe  prcfupporrcche  la  traflatione  folfe  legitima  nondimeno ,  pec 
i  l'officio  di  giuftogiudice,fìofìeriuapronto  ad  udir  loro,&  le  ragioni,che  ad- 
^  rranno  in  contrario:che  in  ciò  ha  voluto  anco  tener  conto  della  natione  Spa- 
I  iiola,&  delle  lor  perfone,nonvolcndo,chcpreualeirero  le  g.randi  prefontio- 
j  che  fi  doueuano  hauer  contra  di  loro.  Perilche>haiiendo,col  confeglio  de" 
i  irdinali,auuocato  afe  la  caufa  della  traflatione  del  Concilio,&  commelFa  ad 
^:uni  di  eflì  per  riferirla  in  Conciflorio  ,  &  chiamati  tutti  i  pretendenti  inte- 
i  ri,&  inhibito  a  Prelati  di  Bologna,&  di  Trento,di  attentar  alcuna  cofa  peii- 
i  ndo  la  lite,fìcome  nella  fcrittura ,  dellaquale  manda  copia, fi  conteneua; 
\  fìderando  finir  la  caufa  quanto  prima  ;'gli  commanda,  che,  pretendendo  la 
j  iflatione  elfer  inualida,tre  di  loro  almeno,ben  informati,  debbino  afiìfter  nel 
adicio,&  allegare  le  pretenfìonilorc&prefentarfì  perciò  quanto  prima:  vo- 
ido  che  la  prelentatione  fatta  al  Cardinale,«Sc  a  doi ,  o  tre  di  loro,con  l'affiflìo- 
:  alle  porte  della  Chiefa  di Trento,oblighi  tutti,  come  fé  folfe  perfonalmente 
I  tiraata^andò  anco  il  Pontefìcca'congregati  in  Bologna  ad  intimare  l'iftelfo' 
;crero:iquali  mandarono  a  Roma  immediate. 

[  Ma  il  Cardinal  Pacceco,&:  gli  altriSpagnuolijiimafti  in  Trento,  che  fi  ritro-^^^  l^  ^  ^.^ 
irono  infìeme  al  numero  di  tredici ,  hauendo  prima  mandato  ad  intender  h  (hoftonon  4"' 
I  lente  dell'  Imperatore,rifpofero  alla  lettera  del  Pontefice  fotto  il  ventitre  Mar-  p4o grada: 
p,in quella foftanzarCheconfìdauano nella  benignità,  &  prudenza  fua,quaL 
|.cilmcnte  conofcerà  edìjnell' hauer  contradetto  alla  trailatìone,neir  hauer  ta- 
|iuto,neir  effer  reftati  in  quellacittà,niente  hauer  manco  penfato  che  d'ofi'en- 
iCrla  Santità  fua:anzi  la  principal  caufa  del  difFentir  dagli  altri,eirer  ftarailve-^ 
icrcchefi  trattaua  di  cofa  2rauifriraa,fenza  faputa  della  Santità  fua:nel  che 
|nco  dcfiderauano,che  non  folle  tenuto  fi  poco  conto  dell'  Iraperatore.Chc  pa- 
eualorQchiarojchclatraflatioiipnondowcire  elfer  ben  interpretata ,  ne  facile 

pò     iij 


294  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  paolo  i 

CI  3  1 3  mente  approuata  dalla  Santità  rua5laqual  pregauano  di  non  credere  che  l'In:  e- 
xlViii.  latore  habbia  preuenuto  la  querela  loro,afpettata dalla  Beatitudine  fuafopi(a 
illegitima traflatione del Conciliojperche eflì glien'habbiano fatto  querelai^ 
per  proprio  moto  di  Cefare ,  ilquale  riputaua  appartenere  a  lui  la  protettile 
delia  ^Chiefa  :  che  non  farebbe  mai  venuto  in  mente  loro ,  la  Santità  fua  ha:c 
potuto  defìderarquefto  officio  d'efTerauuifata  da  eflì,  laqual  riputauano  hat 
hauuto  intiero  conto  da'  fuoi  Legati  > hauendo  eflì  parlato  in  publico > &  (r, 
fcritturadinotarijjchepareua  loro  bailar  hauer  detto  il  parer  loroj&  del  ko 
tacere.Perilche  non  credeuano  che  la lorprefenza  folle  necelTaria  in  altro. Ce 
fé  vi  è  mancamentojil  candor  d'animo  nondimeno  e  chiaro  :  che  penfauan  a 
loro  badare  diirentir  dalla  traflatione  propofta,&  per  modeilia  &  humiltàrn 
interpellar  la  Santità  fua,qual  fpcrauano  no  douer  mancar  a  quello,  che  hau  è 
giudicato  utile  alla  Chicf  a.Non  vedere  perche  douelfero  pare  ir  co'  Legati,  iq  - 
li  promifero,&  nella  Congregatione  generale,&:  nella  publica  Seflione ,  di  <  - 
uer  tornare  aTrento,fubito  che  foife  celiato  il  fofperto  del  morbojmafllme,!  a 
Germania  s'hauefle  lottomeira  al  Concilio.  Che  eflì  fi  fermarono  nella  ci  , 
'^  credendo  che  doueifero  tornarejmaflìme ,  quando  intefero,pergratia  di  Die  e 

per  virtù  deirimperatore,la  Germania  efTern  al  Concilio  fottomeira.Che  al  e  ; 
habbiano  ricenuto  fcandalo,come  dice  Sua  Santità,dal  loro  efTer  rimafti,  bafl 
a  lorojche  non  l'hanno  dato,&:  che  dall'  altra  partcla  partita  degli  altri  ha  tur 
to  molti:chelalorNatione  ha  femprc  venerato  il  Succelfor  di  S.Pietro,  neh 
da  loro  non  è  ftato  commelfo  mancamento  :  pregare  Sua  Santità,che  non 
afcritto  loro  a  fraude  quello,che  a  buon  fine  hanno  fattorquale  pregano  hun 
mente,che  non  confenti  fiano  mefli  in  lite  :  la  caufa  di  che  fi  tratta  non  eifei 
loro,ma  di  Dio:quando  di  loro  foiTeaelTer  apparecchiati  a  foftener  ogni  torto: 
elTendo  di  DÌ05&:  di  Chrift0,come  è,a  nilllin  più  appartenere  che  al  Vicario  f 
Infine  pregarono  Sua  Santità, che  rimettelfe  in  piedi  l'interrotto  Concil 
rendelfe  a  quel  luogo  i  Lcgatij&r  i  Padri;&  il  tutto  fi  faceife  per  la  breue ,  fer 
trattar  di  traflatione  :  pregarlo  riceuer  in  bene  le  lor  parole,  non  dette  ]j 
fignificar  qual  fia  il  debito  della  Santità  fuajma  quello  che  eflì  da  lei  fperano. 
è  UnfpoPae      La  rifpoiìia  de'  Spagnuolidal  Pontefice  riceuuta,fu  mandata  a'  Cardin 
cautamente     commiirarij  della  caufa,da'  quali  fu  communicata a'  Procuratori  de' Bologn» 
fìndkata  a     ^(■^^iQ profeguitrero inanzi.Qoefti  rifpofero, Eirergli  grato  che  i Spagnuoli  rie 
^'""*'  nofconoil  giudicic&il  giudice,&:che  non  vogliono  elFer  parte:  con  tutto  e 

elfer  necelfario  ributtare  alcune  cofe  dette  nella  rifpofta  loro,per  metter  in  eh) 
ro  la  verità.Per  quel  che  dicono,  che  doueua  eircr' auifata  prima  la  Santità  fi 
queftoerafLiperfluo,eirendoui  una  fpecial  Bolla,cheairhorafu  letta.Chel'L 
peratore  fia  flato  negletto,non  fi  può  dire,poiche  tanto  conto  è  flato  tenuto 
Sua  Maeftà,quanto  del  Pontefice,non  comportando  il  fatto  dimora,poiche  e 
necelfario,  o  dilfoluere,  o  trasferir  il  C  oncilio ,  per  il  progrelfo  che  faceua 
morbo  pefl:ilente  nella  città,&  luoghi  circonuicinijper  la  partita  di  molti  Pad 
fucceira,&  imminente;6c  per  la  conteftatione  giurata  de' medici,  fpeciahnen 
di  F|acaftoro,ftipendiato  publicojperiltimorejchefihaueuaa  che  non  folfci 


A  Paolo  IH.        LIBRO   TERZO.  ,  35>;      

I)  il  commercio  delle  città  vicine:lequali  cofe  conftano  tutte  negli  atti  per  cio  To" 
iimandamento  di  Sua  Santità  a  Roma  tiafportati-.cheli  Legati,dopo  il  De-  xlviu. 
lojgli  eirortaiono  andar'  a  Bologna:&  gionti  a  Bologna ,  gli  amnionirono 
j[ettere:onde  non  polTono  diredi  non  hauer  douuto  feguire  i  Legati  jperche 
foirero  di  parere  chb  il  Concìlio  fi  trasferiflenmperochejcirendò  liberi  i  voti 
|ittinelConciIio,poterono  con  confcienzadillentir  dagli  alcri:ma,hauendo 
aiTgiorparte  fatto  unDecreto,a  quello  conuiciì  che  la  minor  accommodi  la 
fcienxaruaraltrimente  mai  cofa  alcuna  fi  terminerebbe.  Che  fìa  (lato  pro- 
To  il  ritornojfi  può  veder  nel  Decreto  con  che  forma:ma  Te  fono  reftati ,  cre- 
do che  gli  altri  doueiTero  ritornare,perche  non  rilpondere  alle  lettere  de'  Le- 
.chegliammoniuano  di  andarla  Bologna?Ma,  quando  chiamano  allerta  la 
ettione  della  pe{ìilentia,è  verifimile,che  gli  (la  caduta  quella  voce  per  calo» 
imente  non  hauendo  caufa  da  allegare  contra  la  traflatione,&;  non  andando 
do  il  Decreto  di  Sua  Santità,incorrerebbono  nelle  cenfure.Ne  quella  diui- 
s  valetela  caufa  è  di  lorojo  di  Dio:  perche  in  quanto  a  loro  appartengajni- 
]  vuole  fargli  ingiuriaùn  quanto fia  di  Chrifto,  porche  è  queftion  di  fatto  >  è 
i  neceflàrio  dilucidare  quello,che  in  fatto  non  è  chiaro:  onde  hauendo  Tlm- 
s  core  chiamato  i  Legati  a{rertij&  iPadrijche  fono  in  Bologna,non  Concilio» 
g  riuata  adunanza;&:  a^regato  molti  opprobrij  contra  la  traflatione ,  fu  ra- 
d  euole>che  la  caufa  folle  ailonta  da  Sua  Santità,non  per  fomentar  le  liti^anzi 
dDpirle.Se  li  fcandaliiìano  nati  per  la  traflatione,  o  perche  eflì  fìano  rimaftis 
»  lefto  folo  fi  può  vedere,perche  il  lor  rimanere  è  caufajche  non  fi  podi  tornar- 
i  quando  pregano  la  Santità  fua  di  ritornar  l'interrotto  Concilio  »  fé  ciò  in- 
dI  3no  delle  folite  Congrcgationi,quelle  mai  fi  fono  intermeirejfe  della  publi- 
tl  ne  de'  Decrcti>quella  è  fiata  differita  in  gratia  loroj&  già  tante  cofe  fono 
(]  ife  in  Bolognajcofi  della  fedejcome  della  Riforma,  che  fé  ne  può  far  una 
IJiSeflìonc.Perilchc  pregano  la  Sua  Santità  di  dar  la  fentenza,confiderando, 
li  iffun  Concihojfuor  di  tempo  di  fc ifmajè  durato  tanto  quanto  quefto:onde 
^  Icoui  fono  defiderati  dalle  fue  Chiefe,allequali  è  giufto,che  fiano  renduti, 
u  ta  fcrittura  fu  in  fine  d'Aprile  prefentata. 

lopo  laquale  non  fu  proceduto  più  inanzi  nella  caufa,  perche  i  Cardinali  7*"^'*  cornisi^ 
:j  tati  non  fapeuano  trouar  modo,come  venir  a  fine  :  il  pronunciar  la  trafla-  J^""'* 
3  •  legitima,in  aflcnza  di  chi  la  contiadiceua,non  hauendo  modo  ài  coftrin- 
Ti  a  riceucr  lafentenza,  era  fare  un  fcifmarmeno  fi  vedeua  modo  come 
o  argli  ad  aflìftere  al  giudicio.  Il  Pontefice  eradi  ciò  molto  anguftiato,non 
:oido  manco  partito  alcuno,  come,fenza forma digiudicio,fipotefIè com- 
oi»  quella  difficoltà, 
i'.entre  quelle  cofe  fi  trattano,dopo  la  morte  del  Duca  fuo  figlio,  il  Papa  con  upana 


prem 


OMnue  inllanze fece  dimanda  della reftitutione  di  Piacenza,  <5c  d'altri  Inocchi  la  reflitutìom 
Ci  pati  nel  Parmegiano,  valendofi  degl'intereflì  della  figlia  dell'  Imperatore,  «'^  PìacmT^, 
icifie  del  Duca  Ottauio,figlio  del  defonto.MaCefarc,  che  dillcgnato  haueua  ^[^"P'*^'^  ^■* 
i  iier  quella  città  per  il  Ducato  di  Milano,  &:  dar ricompenla  al  genero  in  r'^r^//!** 
*i'.p©rtaua  il  tempo  inanzi  in  varie  rifpofte,6c  partiti  >  fperando,  che  il  Papa     *  * 


25><?  CONCILIO   DI  TRENTO     Papa  Paoic: 

ci3    i3     già  Ottuagenario ,  &  addolorato  per  la  morte  del  figlio,&  tanti  altri  difg] 
XLViii.    doueirclaiciando  la  vita,dar  luogo,  &  fine  a  tutte  le  controuerfìe.    MailP) 
U  PapA  mi'    vedendoli  dclufo  con  le  dilationi>  &  moleftato  con  le  inftanze  di  far  ritorn; 
meda»         Concilio  in  Trento  >  &:  otFefo  con  la  dimora  continuata  de'  Prelati  Spagn  > 
in  quella  città  ,  per  far  almeno  una  diueriione>  fece  intendere  a  Cefarcch'l 
occupatoridi  Piacenza,terra della foggettione  della  Sede  Apoftolica,erancii 
corfi  nelle  cejifure ,  alla dichiaratione  dellequali  egli  volenapaifare , folmii n 
done  anco  di  nuQucfe  fra  un  dato  termine,non  gli  era  reftituita.Refcrifle  1  n 
eCejan  Jt  rt-  ^Q^^Ltore  una  lettera  acerba  >  auuertendo  il  Papa  a  non  dar  fomento  a'  fuoru  it 
'  di  Napoli  j  narrando ,  che  tutti  i  machinamenti  gli  erano  palFati  a  notitia  ;  tii 

haueua  intcfo  le  calonnie eccitate  contra da  luijche  procuralle  fcifma, mei  e 
per  unire  la  Chrifl:ianità,diraanda  il  Concilio  in  Trento  :  &  quanto  a  Piace  ai 
che  quella  è  membro  del  Ducato  di  Milano,occupata  indebitamente  da' Pc  & 
fici  già  pochi  anni:  &  fé  la  Chiefa  vi  ha  ragioni  fopra,(ì  moftrino,che  non  i  u- 
cherà  di  far  quello,  chefarà  giudo.  Il  Papa,vedendo  che  le  arme  {piritualijf  a 
le  temporali,non  haurebbono  fatto  effetto,  fi  voltò  a  reftringere  una  lega  n* 
tra  l'Imperatore  j  nel  che  fcontrò  molte  difficoltà  ,per  non  poter  indurre  1 
el  Papa  tra-   netiani  ad  entrarui:(S«:  chiedendo  i  Francefi ,  attefa  la  decrepità  del  Papa,al' 
ma  ma  lega     delConciftoro,&  depofitodidanati,de'qualiil  Papa  non  voleuapriuarfij 
cantra  ejfojtna  molte  fpefeiChefaceua,&peril  timore  di  douerle  far  maggiori:per  laqual 
indarno,        ^^^^  haueua  granato  i  fudditi  quanto  poteuano  portare  :  &c  venduto ,  &i.  i 
gnato  quanto  poteua  ;  &  ordinato ,  che  fi  fpedilFe  ogni  forte  di  difpenfe ,  6»  * 
tie,achi  componeuaindanariper  i  bifogni  della  Sede  Apoftolica.    Pere 
del  Concilio ,  di  non  farlo  fuori  delle  terre  fue,  era  rifolutiflimo:  &  oltre  ] 
genti  ragioni  che  haueua,  s'aggiongeua  anco  quella  della  riputation  fua>  t 
la  Sede  Apoftolica,  fé  rimpcratorerhauelfe  potuto  coftringere.  Macom 
celle  indurre  l'Imperatorc&la  Germaniaya  confentirui,  non  fapeua  veder 
lafciarlo  andar'  in  niente  boragli  pareua  bene ,  bora  male  :  più  volte  net 
propofito  co'  Cardinali, &  in  Conciftorio,&  in  priuati  difcorfi  :  ma  finaln 
rifoluè  di  rimetter' allabuona  ventura  quella  deliberatione>  allaquale  fi 
fceua  infufficiente,  non  canto  per  le  fudette  caufe,  come  per  altri  grani  rif 
e  Cef4refa,a  chcpairauanoinGermania.Impeioche  Celare, col ritorno  in  Augufta  dei 
dijpetto  del     dinal  di  Trento ,  intefa  la  mente  del  Pontefice ,  &  la  rifpofta  che  in  line  e 
Papatformare  cembre  diede  al  Mcndozza,  fopra^aquale  diede  ordine  della  proteftation 
hScnttsdell  j-ji^s'è  detto  ;  &  ftimando,  che  con  ricercar  la  reftitutione  di  Piacenzaj'fi 
rtimw,        pofto  il  Pont,  adiuertire  di  parlare  di  Concilio  ,  reftò  certificato  in  fcl 
che,  viuendo  quello,o  non  fi  farebbe,ouero  in  ogni  modo  anderebbe  lare 
rione  in  longo:&  giudicò  necelfàrio,  inanzi  che  difarmarfi ,  trouar  via  pei 
ter  pace  della  religione  in  Germania.  Di  ciò  fu  fatta  propofitione  in  Die  it. 
ordinafOjchefoflrro  elette  perlbne  atte  a  far  qucfta  buona  opera.  Fu  fatta  .'ÌM 
de' reputati migliori,quali non conuenendo tra  lorcfinalmente  furimeli  ut* 
to  a  Cefare.E^li elclFe  trcGiuUo  Flugio,  Michel Sidonio ,  t^  Giouanni  Isl  hO' 
Queftijdopo  longa  confultationci  compoferoima  formula  di  religione ,  1 1^ 

1' 


i|lpa  PAOto  III.         LIBRO   TERZO.  25)7 

co  fu  molte  volte  esaminata,  riuediita,  &  mutata  ;  prima  da  loro  fl:effi,poi  da 
èerfe perfone  dotte,allequaliCefareladicdeavcdere,5(: furono  chiamati  ai- 
n Miniftri  de'  Proteftaiiti  principali>per  fargliela approbarc.  Ma,tanre  voice 
fjilterata,&  mutata,  aggionta&  fminuita  ,  che  ben  dimoi1:ra  elfcr' opera  di 
a  jlteperfoncche  tra  loro  mirauano  a  fini  contrarij.  Finalraentcfi  riduflè  nella 
ma  che  fi  vede,&  ne  mandò  il  Legato  a  Roma  una  copia,  cofi  volendo  l'Im- 
atorej  per  intendere  anco  la  mente  del  Pontefice ,  coni'egliando  coiì  la  mag- 
r  parte  de' Preiati  :  iquali,vedendo  le  controuerfie  tra  l'Imperatore  &c  il  Pa- 
3  temeuano  di  qualche  diuifione,&:  che  l'Imperatore  non  leualFe  l'obcdienza, 
a  da  loro  fommamente  abhorrita,  per  l'innata.  Se  inueterata  openione  de* 
latiThedelchidi  fomentarla  dcgnicà  del  Pontificato,  che  loia  può  contra- 
lte l'autorità  dcgl'  Imperatori ,  a'quali  efll ,  lenza  l'appoggio  del  Papa ,  non 
fono  refiftcre  5  le,  conforme  ali'  ulo  de'  Prcncipi  Chrilliani  antichi  ,  vo- 
)no  tenergli  in  oftìcio  ,  &  leuar  gli  abufi  della  decantata  libertà  Ecdc- 
:ica. 

[1  libro  conteneua  trentacinque  capi.  Dello  Srato  dell'  huomo  nella  natura 
•ra.  Dello  Stato  dell' huomo  dopo  il  peccato.  Della  Redentione  per  Chri- 
Della  Giuftificatione.  De'  Frutti  d'ella.  Del  Modo  come  e  riccuuta.  Della 
ità,&  Buone  opere.Della  Fiducia  della  remillìone  de' peccati.Della  Chiefa. 
Segni  della  vera  Chiefa.  Dell'Autorità  d'elfa.  Delli  Miniftri  della  Chiefa. 
Sommo Pontefice,&  de'Vcfcoui.  De' Sacramenti.  Del  Battefmo.  Della 
ifermationc.Della  Penitentia.Dell'  Eucariftia.Dell'  Eftrcma  ontione.  Dell' 
ine.  Del  Matrimonio.  Del  Sacrificio  della  MefTa.  Della  Memoria,Intercef- 
e,&:  Inuocatione  de'  Santi.Della  Memoria  de'  morti.  Della  Communionc. 
le  Ceremonie,&:  ufo  de' Sacramenti.  Il  recitar  qui  la  foftanza  farebbe  cofa 
illa.  Se  tediofa:  inutile  ancora,  poiché  per  poco  tempo  durarono  le  confe- 
izcche  da  quefto  libro hebbero  origine.Egli  acquiftò  il  nomc/w/É-r/Wjpre- 
\Ì  lendo  il  modo  di  tener  le  cofe  della  religionctra  tanto  ,  che  dal  Concilio 
erale  foircro  ftabilite. 

ndata  la  copia  a  Roma,ognuno  reftò  ftordito  :  prima ,  per  quefto  generale,  ^^^'>^'"'*^^ 
un  Prencipe  temporale  in  un  conuento  fecolare  metta  mano  nella  Rcligio-  '"  * 
e  e  non  in  uno  folo  arcicolcma  in  tutte  le  materie.  I  letterari  fi  ricordauano 
e  Enotico  diZenone,dellaEcthefid'Heraclio,&  del  Tipo  di  Coftante;&  di 
i.  Ite  diuifioni  furono  nella  Chieia,  per  caufa  di  conftkutioni  Imperiali  in 
1  cria  di  religione  :  Se  diceuano,  che  tre  nomi  erano  fino  a  quel  teinpo,fotto 
t  cfto  d'unità,  infaufti  nella  Chiefa  per  le  diuifioni  introdotte.  A  quefti  fi 
càagionger  per  quarto,r  Intcrtmài  Carolo  quinto.  Dubirarono,che  qucfta 
t')ne  dell' Imperatore  folFe  un  principio  per  capitare  doue  eraarriuatoHen- 
i'  ottauo  d'Inghilterra,  di  dichiararfi  capo  della  Chiefa,  con  canta  maggior 
;i>iezza,  quanto  non haurebbe  comprefouna  Ifola,  ma  Spagna,  Italia,  Ger- 
n  iia,&  altre  regioni  adgiacenti  :  che  in  apparenza  moiraua  contenere  una 
lc:rina  Cacolica,ma  era  dalla  Catolica  lontanilllma.  Delccndendo  a'partico- 
iriprcndeuano,  che  nelle  materie  del  Peccato  originale,  delia  Giuftificatio- 


iO%  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Paolo  I. 

~cii>~i3^  ne,  de  Saci^amenti, del Bactcfmo,&  della Confermatione, non  fotTeportatat 
XLViJ  I.     ftcifa  dottrina  determinata  dal  Concilio  j  elTcndo  quella  raccolta  fatta  per  - 
nerfì  fino  al  Concilio  :  poichejquanto  a  quei  capi  il  Concilio  era  già  fatto  ;  ce 
occorrcua  altro  dire ,  fé  non  che  precifamente  folle  tenuto  ì  Ma,  l'hauer  pul  - 
cata  altra  dottrina  elfere  un  annichilar  il  Concilio:  &  l'arte  dell'  Imperate; 
molto  fottile  douerelter  più  che  mai  fofpetta  ,  poiché  infìemefaceua  coli  ,- 
gliardainftanza,  cheilConciliofoirctornatoaTrentOj&leuauatuttarautd- 
tàallecofegiàftatuitedaqucUo.  Dannauano  tutco'l  corpo  di  quella  dottrii, 
che  contenelfe  modi  di  parlare  ambigui ,  che  iuperficialmente  confìderati  ri  "- 
ueuano  buon  fcnlbjma  internamente  erano  venenati  :  che  affettatamente  ii  I* 
cune  parti  itcìre  fui  folo  uniuerfale ,  accio  i  Lutherani  haueiTero  modo  d'in  > 
pretarlo  per  loro.    MadellaConcupifcentia,parlauaa  fatto  alla  Lutheran  fi 
come  anco  nell'articolo  della  Giuftifìcatione,  riponendola  nella  fiducia  f(ta 
le  p romiffio ni: &  attribuendo  troppo,  anzi  il  tuttOjalla  fede.  Nel  capo  dell  )• 
pere>niente  parhrfì  del  merito  de  eondtgnoyche  è  il  cardine  in  quella  materia,  d 
capo  della  Chiefa ,  non  hauer  prela  l'unità  dal  capo  vifibile ,  che  è  eifentiali  i 
quello  che  è  peggio,  hauere  ftatuito  una  Chiefa  inuifìbile  per  la  carità,  &  di 
fattalafteiravifìbileieifer'un'  artificiofa.,  &  occolta  maniera  di  diftrugge  la 
Hierarc  hia,&  ftabilire  l'openione  Lutherana:rhauer  pofto  per  note  della  C  ,e«. 
fa,la  fana  dottrina,^;  il  legitimo  ufode'Sacramenti,hauerdato  modoatut  le 
Settedioftinarfia  tencrfiper  Chiefa,taciuta  la  vera  marca,  che  è  l'obedien 
Pontefice  Romano.Non  eifere  comportabile,d'hauer  pofto  ilSommo  Pont , 
i?:  rtmedtumjchtjmatisi&c  i  YcCcouhde  ture  dmtm.Che  il  Sacramento  della  | 
tcntia  era  fatto  Lutheraniflìmo,quando  fidiceua,che>credendo  dìriceuere 
quefto  Sacramento  quello  che  Chrifto  ha  promeiró,gli  auuiene  come  e 
Del  Sacrificio  ancoraseifcr  taciuto  il  principalcche  egli  è  erpiatiuo,&  pro|  | 
torio  per  i  VÌUÌ5&  per  i  morti.  Quel  che  diceuano  poi,  dell' hauer  conce 
moglia'Sacerdoti,&il  Calice  nella  Communione  de'  Laici>ognuno  lo  pij 
fc  comprcndercchecon  queftidoi  abufieradiftruttalafede  Catolica.Erau 
voce  di  tutga  la  Cortcche fi trattaua^f/^w;;2^rer;<;»:che  erano  crollati  ifcl 
menti  della  Chiera,che  bifognaua  metterci  tutte  le  forze,eccitare  tutti  i  Pr  cir 
pijmandara'Vefcoui  di  tutte  le  nationi,&  urtar  in  ogni  maniera  quefto  pi  ci- 
piojdalqaalc  indubitatamente  eraneceifario  che  ne  feguilfcnon  ladiftrut  mt. 
della  Chiefa  Romana  elfcndo  ciò  impoflibilc;ma  b^ne  una  deformatione,<:  le 
turpatione  la  maggiore  che  mai. 

magmàkato        Ma  il  Pòtefice,vecchio  fenfati{Iìmo,che  più  di  tutti  vedeua  con  la  finezi  icl . 

éalPapa  atf  fuogiudicio,penetrò immediate  fino  al  foiido,&  giudicò  l'imprefa  falut.'M 

•fuoìdiffegnU  per  le,&: per  l'Imperatore  pernitiola.Simarauigliò  molto  della  prudenza  un 
tanto  Prencipe,6c  del  confeglio  fuo,che  per  una  vittoria  hauuta  C\  penfalfe  Ter 
diuentato  arbitro  del  genere  humano,&  prefuppoftofi  di  potere  folo  conti  ta- 
re con  ambe  le parti.Poter'  un  Prencipe,adherendo  ad  una,opprimere  l'alti  M  ■ 
combattere  con  tutte  due,eirere  cofa  ardita  &:vana.Preuide,che  quelladot  Jia 
più  difpiacerebbe  generalmente  a'  Cattolicij  che  alla  Cortei^  più  a'  Protei  nti 

aii(  w  • 


japaPaoloIII.  libro   terzo.  ^  %c,^ 

;'icora:&  che  da  ognuno  farebbe  impugnata ,  da  nilTunò  difefa  :  5c  non  eflèrui  e  1 3  1 3^ 
Ifoenojcheegli  tiauaglialfe  :  hauiebbono  operato  per  lui  gì*  inimici  Tuoi  >  più  xlvui. 
aeeglimcdeiuTJOxhe  meglio  per  lui  era  larciarlapublicarc,  che  impedirla:  &: 

cgho  ancora  nello  ftato,cheiitrouaua,chereforraata  in  meglio  :  accio  piufa- 
jlmente  precipitaife.  Solo  vi  era  bifogno  di  tre  cofejche  ali'  Imperatore  non 
jircapertoqueftofenfojchefìaiutaireadar'ii  moto  al  negotio  quanto  prima, 
J  che  il  primo  colpo  toccaile  i  Proteftanti. Per  effettuare  il  primo  ,conucniua 
J.Tpiermente,&  lenza  molta  infiftenza,opponere  ad  alcune  coic:per  il  fecondo, 
Jcitare gli  interelfi  de' Prelati Thedefchi:&  per  il  terzojcon  dcftrezza  operare 
le  quella  dottrina  parefTe  raccolta  j  non  per  unire  ambe  le  parti  ,  ma  fo- 
J  per  metter  freno  a  Proteftantiichecofiera  guadagnato  un  gran  punto,  cioè» 
<  e  il  Prencipe  nonfaceuaftatutidi  fede  a'fedeli,maallifuiati. 

Perilche  il  Pontefice  mandò  inflriutione  al  Cardinale  Sfondrato,  che  faceftè 
.^:uneoppofitioni:&,pernojitrouarfi quando  folfela  dottrina  publicata,  pi- 
.3iairelicentia,iS^  fi partiifcU  CardinalcelTeguendo  lacommilTionceipofe  per 
'»n!c  del  Pontefice}  che  la  permifiTione  di  continuare  in  riceucr  il  Calice  nella 
1  Ita  Communione,etiandio  con  conditione  di  non  riprendere  chi  non  lo  ri- 
Jucelfendo  già  abrogata  la  confuetudinc  di  riceuerc  il  Sacramento  fotto  am- 
J  duelefpecie,eracofariferuata  al  Pontefice, ficome  anco  il  conceder  matti- 
H  anio  a  Preti:tanto  piu,quanto  quello  non  e  mai  flato  in  ufo  nella  Chiefa:  &  i 
i  eciiòc  altri  popoli  Orientali,che  non  obligano  al  Cclibato,concedono,che  i  . 
)  u-iti  riceuino  gli  ordinij&:  ritenendo  le  mogli  elfercitino  il  miniflerio  :  ma  che 
\  già  ordinati  fi  pofTino  maritare,non  lo  permettono,ne  mai  l'hanno  pcrmclfo. 
i  ggionfe,non  elfer  dubbio  alcuno,che  quado la  Maeftà  fua  conccdeilc  tali  co- 
(  come  lecite,offenderebbe  grauiffimamente  la  Maeftà  diuina:ma,  hauendole 
I  r  illecite^:  illegitime,ledebbepermettere,per  minor  malcallifuiati.  E  cofa 
I  lerabilcanzi  appartiene  alla  prudenzadel  Prencipe,qiiando  non  può  impedi- 
i  tutti  iraali>permettcre  il  minore,afine  d'eftirpar  il  maggiore:  che  SuaSacità, 
i  duto  il  librojha  intefojche  non  fiale  non  permiflìone  a  quei  della  Setta  Luthc- 
J  ia,accio  non  paflìno  d'un  error'  in  l'altro  in  infinito:ma,per  quello,che  appar- 
ine a' Cattolici,non  gli  fiaconcelfojne  credere,  ne  operare,  le  non  il  prcfc ritto 
i  Ila  Santa  Sede  Apoftolica,che  fola  Maeftra  de'  fcdeli,puo  far  decreti  delle  cole 
OlarelÌCTÌone:&  eifendo  certo,che  cofi  era  la  mente  di  Sua  Maeftà,  gli  confide- 
àu,che  farebbe  necclfario  farne  una  dichiaratione  efprefra,&;  riftringer  ancora 
!  briglia  a' Lutherani  alquanto  piu,iTiaflìme  nella  poteftà  di  mutarle  ceremo- 
:  e:poiche  l'ultimo  capo,pare  che  dia  loro  troppo  ampia  libertà,doue  concede, 
JiefianoleuateleceremoniejlequaUpolfonodarcaufa  alla  lupcrftitione.  Ag- 
lonfepoiil  Legato, che  i  Lutherani  fi  farebbono  fatto  lecito  ritener  i  beni 
|:clcfiafticiufurpati,&  lagiurifdittione occupata,  fé  non  gU  eracommandata 
'  rcftitutione:ne  di  quefto  fi  doueua  afpettarConcilio,ma  venir  all'  effecutionc 
'imediate:&  conftando  notoriamente  dello  fpoglio,  non  fi  doueuanoferiiarc 
;)HtigU  di  legge,ma procedere  de  plano,& con  la  mano  Regia.  ed  m  effaag- 

I  Qucfta  Cenfurafu  communicata  daCefare  agli  Elettori  Ecclefiaftichi,iquah  gira  Cejkre: 
I  PP      ij 


50Q  CONCILIO   DI  TRENTO     Papa  Paolo  lì. 

ci3  lO     l'apprcuaronoima  particolarmente,  quanto  al  capo  della  reftitutione  de  b(i 
XLVi  II.     Ecclefiaftichi-.anzi  l'affermarono  neceirariaj5c  altrimentenon  poterfi  ricupei- 
re  il  colto  diuinojnc  confertiar  la  religione ,  ne  flcurar  bene  la  pace.  Et  pere: 
confta  dello  fpogliojil  giufto  vuole  che  lì  tratti  con  pochi  termini.  Al  pareri* 
quali s'accoftaroao tutti  i  Vcfcoui.I  Preneipi fecolari^per  non  offendere  Ce- 
re ,  tacquero,  ik  a  loroelfempio  gli  Ambafciatori  delle  città  parlarono  poco,  ; 
di  quel  poco  fu  tenuto  conto.  Pcrlarimoilranza  del  Legato,ordinò  Celare  i 
proemio  al  libro,di  quella  foftanza ,  Che,mirando  efTo  alla  tranquillità  di  G(  • 
mania,haueua  conoùiuto  non  elfcr  polTibile  introdurla,fe  non  comporti  i  e  • 
fìdij  della  religione,onde  fono  nate  le  guerre,&  gli  odi)  :  &  vedendo  per  ciò  u  • 
co  rimedio,  un  Concilio  Generale  in  Germania,  hau^ua  operato-che  s*inco« 
mincialfc  in  Trento,  <k  indotti  tutti  li  Stati  dell'Imperio  adadherirui,&  fot  • 
poruilì  :  ma,mentre  penfa  di  non  lafciar  le  cofe  fofpefey&  confufe ,  fino  al  ce  ■> 
orar  del  Concilio,daalcunigrandi>5<:  zelanti,  gli  fu  prefentata  una  formi , 
iaquale  hauendo  fatto  elfaminare  a  perfone  Cattoliche  &  dotte,  l'hanno  troi  • 
ta  non  abhorrente  dalla  Religione  Catolica ,  intendendola  in  buon  fenf  o,  • 
cetto  ne'  due  articoli  della  Communione  del  Calice ,  &  del  Maaimonio  ' 
Preti  :  perilche  richiede  dalli  Stati,  che  fino  al  prefente  hanno  offeruato  li  < 
tuti della Chiefauniuerfalccheperfeuerino in quelH:  che, ficome  hanno  p  - 
mclfo,non  mutino  alcuna  cofa.:  &  quelli,che  hanno  innouato,  onero  ritorn  > 
all'antico,ofi  conformino  a  quella  Confeflìone,  ritirandofi  a  quella  douel 
uclfero  trapairato,&:  fi  contentino  di  quella:  non  impugnandola,non  infegn 
do,  ne  fcriuendo,ne  predicando  in  contrario,  ma  aipettando  la  dichiaratic 
del  Concilio.  Et,perche  nell'  ultimo  capo  fi  concede  di  leaar  le  ceremonic 
p?rftitiofe,riferua  a  le  ladichiarationediquei  capoi  &  di  tutte  le  altre  diffic 
tacche  nafcelfero»    Il  quindici  diMaggio  Ri  recitato  il  libro  nel  publico  ce 
f.ifo  :  non  fi  pigliarono  i  voti  di  tutti  fecondo  ilconfuetOjmal'Elettordi^ 
gonza  folo  fi  leuò,&  come  in  nome  commune  ringratiò  Celare  :  ilquale  pig 
quel  ringratiamentoperunaapprobatione,&  alfenio  di  tutti.  Da  nilfunfup 
Imo  :  ma  aparte  poi  molti  de'  Prencipi,che  già  feguiuano  la  ConfefTione  Aii| 
ftanasdilferodi  non  poterla  accettare  :&  ale  une  delle  città  ancora  differopa 
le,  che  fignifìcananoriftello  ;fe  ben  per  timor  diCefare  non  parlauanoapet 
mente.Fu  illibro,per  ordine dcUTmperatOLcftampato in  LatinQj& Thede|J 
poi  anco  tradottola  ftampato  in  Italiano,  &.  Francefe. 
Cejare  fa pH-       Qlcra  di  quello  a' quattordici  di  Giugno  publicò  Cefare  una  riforma  d< 
bltcar  un*  r»-  Ordine  Ecclefiaflico ,  laqual  da'  Prelati ,  vl<i  altre  perfone  dotte ,  &  religiofe ,  (  ;■ 
pr.m'  ftatacon maturità digefla>& raccolta.  Quella conteneua ventidue  capi  :  De  ' 

Ordinatione,(:>(:  electionede'minillri.  Dell'Officio  degli  Ordini Ecckfiafti* 
Deli'  Officio  de'  Decani  oc  Canonici.  Delle  Hore  canoniche.Dc'  Monade) > 
Delle  Scuole  òz  Vniuerfità.Degli  Hofpitali.Dell'  Officio  del  Predicatore.  De  ' 
-  Amminiflratione de' Sacramenti.  Dell' Amminiflratione del Battefmo.  De.* 
Amminiftratione  della  Confermatione.  Dtllé  Ceremonie  della  Mella.  Dt  ' 
Aminiiiiilratione  della  Penitcntia.  Deil'  Amminiftratione  deli'  Eftreraa  unti  f 


A  Paolo  III.        LIBRO  TERZO.  301 

l'eir  Amminiftratione  del  Matrimonio.  Delle CeremonicEcclcfiaftiche.    cio   lO 
SDiiciplinadcl  Clcro,&  del popolo.Della  Pluralità de'bencficij.Dclia Di-     xlviii. 
[jna  del  popolo.  Della  Villta.  De' Concili).  Della  Scommunica.    In  quelli 
)' ono  da  centotrenta precctti,coiì  giufti ,  &  pieni  d'equità  j  che  ,  fé  alcuno 
ifenoneirermai  ufcita  ,  inanzi  quel  tempo,  una  formula  di  Riformatione 
liratta,^:  meno  intereirata,l'cnza  cauilli ,  ìk.  trappole  per  pigliar  gli  incauti, 
i|)0trebbe  facilmente  clTer  ndarguito.    Se  quella  foife  (lata  da  Ioli  Prelati 
iituita,  non  farebbe difpiac iuta  a  Roma,  eccetto  in  doi  luoghi,  doueau- 
)jza  il  Concilio  Bjlìieenfe:in  alcuni  altri ,  doue  mette  mano  nelle  difpen- 
fleflcntioni  Pontitìcie  ,  &  in  altre  cole  riferuatc  al  Papa.    Ma ,  perche  per  bìaftmatittt 
ilrità  Imperiale  fu  fì:abilita,paruepiu  infopportabile,che  il  fatto  dell' ///r<?- /^owj^ì 
ijirendounamaffìma  fondamentale  della  Corte  Romana,  che  ifccolari  di 
i|l  voglia  degnità  &  bontà  di  vita,  non  poffino  dar  legge  alcuna  al  Cle- 
,!:iandio  per  buon  fine.    Non  potendo  però  altro  fare,  fopportarono  quel- 
timnide  (  coli  diceuano  )  allaquale  per  all' bora  non  fi  poteuano  oppo- 

[jchi  giorni  dopo,ordino  a.nco  Cefare,  che  le  Sinodi  Diocefane  foifero  te-  "^dlm  l  Con^ 
i  S.Martino,&leProaincialiinanzi  Quarefima.Et  perche  i  Prelati  defide-  "^^  '^'ocefanis, 
d3>che  ilPontifices'accommod.iirc  a  confcntire  almeno  a  quei  capi  >  che  »fw^ 

é  ino  non  eifer  in  diminutione  dell'  autorità  Pontificia ,  s'olreri  loro  l'Im- 
a>re,perfcrittura;data  lotto  il  diciotto  di  Luglio,di  ufarogni  dilgenza  con 
fi  ntità,accio  fi  contentaife  di  non  mancar  dei  fuo  officio.  Fu  ftai-npata  que- 
||  irmatione  in  molti  luoghi  Catalici  di  Germania,^  anco  l'iltefio  annoia 
Bodalnnoccntio  Ciconiaria.  Fu  Tultimo  di  Giugno  il  finedeliaDieta 
il  ufta,&  fipublicò  il  Recelfojnelquale  proraife  Cefare  >  che  ii  Concilio  C\ 
ì  e  continuato  iii  Trento  ,  &  che  egli  haurebbe  operato  ch£  prefto-foflé 
i  iconiche  quando  fulTe  fatto,  commandaua  che  tutti  gli  Ecclefiafticivi 
^  eni(rero,&  quelli  della  Cófeflìone  Auguftana  vi  andalFcro  con  fuo  Saluo^ 
ijttosdoue  tutto  farebbe  trattatofecondo  le  Sacre  lettere,&  la  dottrina  de' 
h|S<:  elfi  farebbono  uditi. 

8laaiinald'Augufta,&  altri  Prelati,gelofi  che  con  quefti principi]  di  Qon-iPrdaùGn* 
i< .e,&: Riforme,  fatte,  &publicate in  Diete,  nonfuac  efclufa  di  Germania  '»«'"  "^f^f^- 
Hlfitàdel  Papa,pregaionoCelare,  che  l'inuitallc  a  mandai  Legato  cfpreiro,^J'J^*,-^J" 
ihiutalFe  relfecutione  delle  cole  decretate,  allegando.  Che  ciò  farebbe  un  firi  Pomlfìcif^ 
Z' li  facilitare  grandementc:perchc  molti,in  quali  ancora  viuc  il  rifpetto  al  a  cheCejan 
mlìccs'adopereEannopiu prontamentcvedendo  interuenire ancol'autori  <°«/«"«. 
fi^.    L'imperatorejhauendo. concepito nelU animojchcquietaiìdofii moti 
la :ligione,GennaniadouelIèreftaroppre(ra  lotto  il.fuoferuitio,abbraccia- 
Qiipropofta  di  facilità,  ficuro  che  haurebbe  poi  ridotto  il  tutto ,  come  gii 
Itiaciuto.  Fece  dar  conto  al  Pontefice  di  tutte  le  cole  fatte  perriformatio- 
►(i. 'inulto  a  mandar  uno,o  più  Legati.Il  papa  mando  immediate  il  Vefc  ouo 
'JO)Prelato  ^raro  all'  Impcratore,per  Noncio,  con  pretefto d'intender  mcr 
©volontà  diSuaMaeftà  intomo  la  richieftafiiaj  Sipenproponerelarcfti- 

Pp     iij 


Cl3     1^ 
XLVIII. 


ti Papitvt  in 
uìa.Nonctjtà 


ctTìfaritiA, 


50Ì  CONCILIO  DI  TRENTO       PapaPaouIì 

turione  di  piacenza,  &  il  far  partire  i  Spagnuoli  da  Trento  :  poi,  riceuutalpt 
ma  rifpofta dal  Fano,  &  pofto  il  negotio  in  confultatione  co'Cardinalpr, 
fto  rifoluè  ,  non  eflcr  Tua  degnità  mandare  miniftro ,  che  folle  eirecuto:  d 
Decreti  Imperiali  :  ma  per  la  ragione ,  che  moiFe  il  Cardinal  d'Augufta ,  tei 
un  termine  medio  di  mandar  Noncijj  non  per  quello,  che  l'Imperatori 
gnaua,ma  per  conceder  gratie,  &  airolutioni:  confiderando,  che  quefto  d  idi 
far'  effetti  mirabili  per  foftener  l'autorità  (iia,fenza  incorrere  il  pregiudici'  i'a 
fentire ,  che  altri s'haueife  alfonto  l'autorità, che precendeua  non  poter  e lui 
nire,raluo  che  a  lui.  ,       ^         ,  ^         .    . 

I     Adonque  deftinò  apprefTo  il  Fano ,  UVefcoui di  Verona,  &  Ferentinc  lue 
;  Noncij  m  Germania , a'  quali  fpedì,con  participatione  de'  Cardinali  ,una  oli 
{otto  l'ultimo  d' Agoftcdado  loro  commiflìone  di  dichiarare  a  quelii,;à , 
ranno  tornar  alla  verità  CatoHca,che  egli  è  pronto  ad  abbracciargli ,  ien;  ; 
derfi  difficile  a  perdonargli,purche  non  voglmo  dar  le  leggi,ma  riceueile  i 
tendo  alla  conlcienza  de' Noncij  di  rilafciare  qualche  cola  della  vecchi; . 
plina,re  giudicheranno  potcrfi  fare  fenza  publico  fcandalo  :  &  per  quefto . 
ro  facoltà  d'attbluere  m  utro^nefèro  pienamente  qualonque  perfonc  le  / 
etiandioRè,  &  prencipi,Eccleriafliche,&  Regolari,Colleggij,&Comn  r 
da  tutte  le  Scommuniche,&  akre  cenfure,&  dalle  pene,etiandio  tempo:  1 
corle  per  caufa d'herefia,  ancorché  folFero  relaflì  5  &  difpenfar  delle  nrcs  n 
contratte  per  ogni  rifpetto  ,etiandioper  bigamia;  &rcftituirgli  alla  far 
nore,  &  degnità,  con  autorità  anco  di  moderar  o  rimetter  in  tutto  ogni 
ratione,  ^Tpenitentia  debita  :&:  di  liberar  le  communità,&:  fingularip 
da  tutti  i  patti,&  conuentioni  illeciti,contratti  con  li  fuiati  ;  aifoluendc 
aiuramenti,&  homagi)  preflati,&;  da'  pergiuri],  che  foifero  Cm  all'  bora 
per  qualche  patrare  inolleruanze:  &  ancora  alFoluer  i  Regolari  dall' ap 
dandogU  facoltà  di  portar  l'habito  Regolare  coperto  lotto  quello  di  pi 
colare  :  &:  di  conceder  licentia  ad  ogni  perfonajetiandio  Ecclefiaftica ,  d 
mangiar  carne,&  cibi  prohibiti  ne'  giorni  di  Quarermia,&  didigiimo,c 
fecrlio del  medico  corporale^  Ipirituale,  onero  fpirituale folo, o  ancoj 
a  loro  fofTe  paruto,&  di  moderar'  il  numero  delle  Fefte  :  &  a  quelli,che 
l-ìceuuto  la  Communione  del  Calice,  fé  la  dimanderanno  humilmente^ 
feilcranno  che  la  Chiefanonfalla  negandola  a'  Laici ,  concedergliela  in  ta. 
per  il  tempo  che  a  loro  parerà,purche  fia  fatta  feparatamente,  quanto  al  0 
3c  quanto  al  tempcda  quella  che  fi  fa  per  decreto  della  Chiefa-Concelfe  u 
loro  facoltà  di  unir  ibeneficij  Ecclefiaftici  alli  Studij,  &  Scuole, onero  0 
tali,  &  alToluere  glioccupatori  de' beni  Ecclefiafticijdopo  la  rcftitutic  :> 
li  ftabih,  concordando  anco  per  i  frutti  ufurpati,  &  per  i  mobili  coi  " 
ti ,  con  autorità  di  poter  communicare  quelle  facoltà  ad  altre  perf(  e  1 

figni.  ì,        r         ì.  r   ' 

Andò  quella  Bolla  per  tutto,  eilendoftampata  per  1  occalionechelK  a 

diede  da  parlare.Prmia,per  il  proemio,nelquale  diceua  il  Papa,  Che  ne  h  i| 

lenze  della  Chiefa,  fi  era  confolato  fopra  il  rimedio ,  lafciato  da  Chrifto:' 


uPAoioIlI.  LIBRO    TERZO.  303 

3,b  della  Chiefa>crÌLiellato  da  Satana,farebbeftato  confciuafo  per  la  fede  di    ci  3    io 
Ì|o:&maggionTiente,dopo  chccglivihebbeapplicatoil  rimedio  del  Con-    XLvni. 
liGeneraleiquarichenonhaueirelaChieradouefondar/ìjche  fopra  lui ,  «Se 
llitaperfone  di  Trcnto.Poi  atcribuiuano  a  gran  prefontioncjil  reftitLiire  agli 
Jxi>faina>&degnità,  i  Rc,^'  Prencipi.Era  anco  auuerdtala  contiadictione 
JDlucre  da'  giuramend  illiciti:pcrche  gl'iUicici  non  hanno  bifogno  d'aifolii- 
J:,&  i  veri  giuramenti  nilluno  può  alioluergli. Era  riputata  fimilmcnte  con- 
J  ttione  il  conceder  il  Calice/olo  a  chi  crede  la  Chieia  non  errare ,prohibcn- 
)  Calice  a'Laici.Imperochccome  Hucbbe  poffibile  haucr  tal  credulità,^  ri- 
1  ir  di  non  eller  compreio  nella  prohibitione?  Ma ,  non  contcneuano  le  rifa, 
gmdolaconditionejneU'airoluer  i  Frati  ufcitijdi  portar  l'habito  coperto: 
i  i  che  il  regno  di  Dio  foiTc  in  un  colore,o  forma  di  veftcjche  non  portandola 
oftra,foire  neceirario  hauerla  almeno  in  lecreto.  Ma,  con  tutto  che  in  dili- 
1  afoifefatta  la  deputatione  de  Noncij, nondimeno  Tefpeditione  fi  differì 
i  l'anno  futuro:  perche  Cefare  non  fi  contentò  del  modo,nelquale  non  fi  *  '"^"^^  <* 
:  iamentioned'aflìftere,neauthorizare  le  prouifioni  da  lui  fatte:  ne  il  Pon-        "' 
[  ^.  volle  mai  lafciarfi  indurre  j  che  miniftro  alcuno  v'interueniire  per  fuo 
e. 

utito Cefare  d'Auguftajfece  ogni  diligenza,  accio  V Interim  folfe  riceuuto  Uqm^tpro^ 
città  Proteftanti:&  trouò  per  tutto  refiftenza,&  diflicoltà ,  &  nilTun  luogo  caccia,  i'imro- 
doue  non  fuccedeirc  trauaglio:  perche  li  Proteftanti  deteftauano  l' Interim  <^«^"o«e  del 
he  i  Catolici.Diceuanojche  fofle  un  ftabilimento  totale  del  Papifmo:biafi-  •^''.  ■^"'■^"'^» 
ino  fopra  tutto  la  dottrina  della  Giuftitìcatione,&'  che  folfe  pofta  in  dubio  dihtopp^^'^ 
•mmumone  del  Calice,&  il  Matrimonio  de'  Preti.Il  Duca  Giouanni  Frede- 
diSaifonia,  fé  ben  prigione  ,  liberamente  dilTcChe  Dio,&  la  propria 
;ienza,a' quali  era  fopra  tutto  tenuto,non  glielo  permettcuano.  Doue  fti 
utOjfuccelTero infiniti cafi 3 varietà 5 6<:  confuiìoni,fiche  fu  introdotto  in 
3nque luogo  diuerfamente,&  con  tante  limitationi,&conditionij  che  più 
fi  può  dire,che  da  tutte  folfe  reietto,che  da  alcune  accettato.Nc  li  Catolici 
auano  d'aiutare Tintroduttione , come  quelli , che  non  lapprouauano efll 
ra.Quello,che  fermò  Celare  airai,fu  la  modefta  libertà  d'una  picciola  ,  & 
le  città,laquale  lo  fupplicò,che,  ellèndo  patrone  della  roba ,  &  della  vita  di 
.concedefTejC  he  la  confcienza  folTe  di  Diojche  fé  la  dottrina  propofla  a  loro 
riceuuta  da  elio ,  &  tenuta  per  vera,  haurcbbono  un  grand'  eirempio  da  fe- 
|"ma-cheSuaMacftàvogli  conftringcre  loro  ad  accettare, &:  credere  cofa, 
lamedefimaMaeftàluanonhaper  vera,  &non  la  lcguita,pareua  a  loro  di 
Ipoterfi  accommodare.  Al  Settembre  andò  l'imperatore  nell'  inferiore  Gcr- 
ia,doue  hebbc  maggior  difficoltà.  Perche  le  città  di  Saironin  fi  valfero  di 
:efcufationipcrnon  riceuerlo,&  la  città  di  Maddeburg  fi  oppofe  con  ma-  maf^im  a 
'  anco  di  (prezzo:perilche  fu  pofta  in  Bando  Imperialc,&  ibftenne  la  guerra,  M^ddéurg^ 
u  longhimma:laquale  mantenne  il  fuoco  viuo  in  Germania,  che  tre  anni  "'^iP'f^rcio 
)  abbruciò  li  trofei  dell'Imperatore,  come  a  fuo  luogo  fi  dirà.  Perquefta  "'  ^''"f°^'^^ 
urione,&  per  dar' ordine  di  far  giurare  il  Figlio  a  Fiamenghij  Cefare  final-  ^'"^  ' 


^304  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  paol  n 

e  1 3   I  ^    mcnrclafciata  la  Germaniajpafsc)  ne*  Stati  fuoi  di  Fiandra  :  & ,  quantonqi  h: 
XLViii.    ucflcfeiicrainentcpL'ohibitOjchela  dottrina  dell' /«r^r/w  non  foife  imputar 
Interim  op~  da  alcuno,  ne  folfc  tcritto,infegnato ,  o  predicato  in  contrario  ;  nondime  )f 
pugnato  da'     fj^iitto  contra  da  molti  Proteftanti.  Et  il  Pontefice  »  che  giudicò  cofi  cirer'pe 
Camita ,  e    j  jgj^,.^.  ^^y.  jg  cofe  fucordinò  a  Francefco  Romeo,Generale  di  S.Domenico  h^ 
fTuaUcau-  congregati  i  più  dotti  del  Tuo  Ordine,faceirc  con  loro  parere ,  &  fatica,  urg 
fadmìfione:    gliarda,&  (oda  confutationc.Fu  anco  in  Francia  da  diuerfl  fcritto  incont  io 
&c  in  breue  vi  fu  uno  ftuolo  di  fcritture  de*  Cattolici,&;  Proteftanti,maffìm  lei 
le  città  Anfiatichejin  contrario:&:  ieguì  quello ,  che  ordinariamente  auuii  t, 
chivuole  conciliare  openionicontrarie,che  le  rende  ambedue  concordia  y, 
pugnatione  della  media,&  più  oftinato  ciafcuno  nella  propria.  Fu  anco  cai ,  iij 
qualche  diuifionc  tra  i  medcfimi  Proteftantirperche  quelli,che  coftretti  hai  aa- 
no  ceduto  in  parte  a  Cei'are,&reftituite  le  vecchie  ceremonic,  fi  fcufauanc  d 
cendo,Che  le  cole  da  loro  fatte  erano  indifFerenti,&:pcr  confeguente  alla)  :i 
no  importauapiu  il  rcprobarle,che  il  riceucrle:&  che  era  lecito,  anzi  necel  u 
tolerar  qualche  icruitù,quando  Timpietà  non  è  congionta:&  per  tanto  in  e  it 
douerfi  obedire  a  Cefare.  Et  gli  altri,  che  la  neceffità  non  haueua  coftretti,  e; 
uanOjElTer  vero,che  le  cofc  indifferenti  non  importauano  alla  ialute ,  m  ; 
per  mezzo  delle  indifferenti  s'intròduccuano  delle  perniciofe  :  &  pali 
inanzi  ,  formarono  una  general  conclufionc,chele  ceremonie,  &:rid,( 
tonque  di  natura  indifferenti,  diuentano  cattine  all' bora ,  quando  chi  L 
ha  openione  che  fiano  buone ,  o  neceifarie  :  &  di  qua  nacquero  due  fette 
palfarono  poi  in  altre  differenze  tra  loro,&  non  furono  mai  ben  riconcilia 
L  /   Jec         Nonpalfauano  le  co(c  della  religione  con  minori  tumulti  in  Inghil 
tnutatione  di  perche  EdoardcContc  d'Hcrtford ,  zio  materno  del  giouane  Rè  Edoard  ix 
religioni  in     quiftata autorità  appiello  al  Nip>ote ,  oc  li  grandi  del  Regno, infieme  con 
Inghilterra:    ^^(q  Crammero,Arciacfcouo  di  Cantorberi,fauorendo  i  Proteftanti ,  &  ; 
dotti  alcuni  Dottori  di  loro,&  gettato  qualche  fondamento  della  dottrii: 
la  nobiltà  maflìme,congrcgati  listati  del  Regncche  chiamano  il  Parlair 
per  publico  Decreto,  dal  Rè ,  &  da  quello ,  fu  prohibita  per  tutto'l  Reg 
Meila,&:  poco  dopo  Icuatafi  fcditione  populare,cherìchiedeua  la  reftitu 
degli  editti  di  Henrico  ottano  a  fauor  della  vecchia  religioneìMacqtte  gtaó: 

rha  confufioncc  diffenlione  nel  Regno.  ' "^  ,.- 

gli  ordini  Ec-  "  Venuto  il  S.Martinccon  tutto  che  grandi  foirero  le  confufioni  di  Gerir 

cUfiufiicidi     ^  Concili)  Diocefani furono  in  molte  città  celebrati,riceuuta  la  riforman  •in 

Ccfire  ejegwth  ^^^^  iinpciatore,mntata  fola  la  forma,lecondo  che  più  pareua  conuenire  a  io- 

vartMnente.     ^^  ^^  decretare  di  ciaicuna  diocefe,  fenza  però  prouiiione  per  l'elfecutior  ò 

pareuano  beneftatuite  per  pura  apparenza.  Inanzi  Quarcfimanonfutenu  ili- 

cuna  Sinodo  Prouinciale,(econdo  il  decreto  Imperiale.Ncl  principio  di  Q  re- 

rima,l'Elettordi  Colonia  incomminciò  lafua:>k:,narrato  il  bilogao  d'eim  ia- 

rione  del  Clero, foggionfe, tutta  la  iperanza  ellcr  irata  pofta  nel  Conci)  ài 

Trento,chc  era  principiato  con  qualche  liiccelfo  felice  :  qual  fperanza  tutt;  et 


in- 

I 


iiita  per  l'inalpettata  dilatione>fufcitata  per  le  diicordie  de'  Padri  nel  trasf( 


lo, 
Cute, 


FiPA  Paolo  III.         LIBRO   TERZO.  305 

C  farcper  non  mancar  del  Cuo  debito,poiche  heb  bc  con  la  guerra  foo-giogati  i     e  i  o  i  > 
ri|;lli,reftiruì  ladotmnaj&  ceremonic  Catolichcnmellc  al  Concilio  lolamen-     xlix. 

dcccrminadone  didoi  articoli,»Sc  ordinò  la  riformacioncdelCkro:  in  ellc- 
!i  ione  di  che  »  laSinodo,dopo  moire  crartationi,  per  la  Domenica  di  Paflìone 
icua  ftabilico  una  forma  conueniente  alla  fua  Metropoli.    Soggionle  poi  li 
retijal  numero  di  Tei  in  quali  non  è  tratcaca  alcuna  maceria  di  tcdcma  folo  i 
li  di  riformare  la  Diiciplina  ;  la  Reftauracione  delliScudij  j  l'Ellame  degli  ^ 

inandi  ;  l'Vilìcio  di  ciafcun  Ordinejla  Vifìcai  le  Sinodij  la  Rcllitucione  della 
.•ifdittion  Ecclcfìaftica:  con  moki  decreti  in  ciafcun  Capo  :  (opra  ciafcun  de* 
li,fatro  un  longo  difcorfo  con  molti  prccetti,cofa  bellaper  Ipcculatiua  rrat- 
à^ncjfinalmcntelonoaggionti  trentotto  Capi  per  reftitutione  delle  antiche 
monic,&  ulì  Ecclefiaftici.I  Paeiì  baffi  hereditarij  deli'  Imperatore  lonofoo-- 
lalla  Metropoli  Colognefe  :   onde  l'Imperatore ,  riccuuto  quel  Concilio, 
croio  eifaminarc  da'Confcglieri ,  &c  Theologi  fuoi,  lo  approuò  con  fue  let- 
de' quattro  Luglio,e  commandò,  che  per  tutte  le  terre  fue  folfe  riccuuto,& 
:uato,imponendo  a  Magiftrati,c  he  ricercati  affiliano  all'  elfec  utione. 
Jon  feruòriftelfo  ftile  Scbaftiano,  Elettore  di  Magonza,  che  ridotto  nel 
cilio  della  prouincia  fua  la  terza  fettimana  dopo  Pafca, fece  quarantaotto 
eri  di  dottrina  di  fedej&  cinquantafei  in  materia  di  Riforma.    In  quei  capi 
i  dottrina  decifì  dal  Concilio  di  Trento,  feguì  l'iftelfa  dottrina:  negli  altri: 
:nionepiu  communedeScolaftici:aftenendofida'  luoghi  fra  loro  contro- 
'^  Fra  quefti,i  Capi  quarantuno  &C  quarantadue  fono  notabili  ;  doue  infegna, 
:  i  plica,  che  le  imagini  non  fono  propofte  per  adorarle,o  predargli  colto  al- 
^  »  ;  ma  folo  ,per  ridurre  a  memoria  quello ,  che  fi  debbe  adorare  j  &:  fé  in  al- 
t:  iuOgo  farà  fatto  popolar  concorfo  ad  alcuna  imagine,  &  fi  vedrà  che  gli 

Snmi  gli  attribuifcano  quafi  qualche  openione  della  Diuinità ,  il  debbia  le- 
ia,  o  reponerne  una  altra  differente  da  quella  in  quantità,  accio  il  popolo 
S  i  perfuada  a  credere ,  che  Dio,&  i  Santi,  s'inducano  a  far  quello,  che  gli  è 

I  .ndato,per  mezzo  di  quelf  im.agine,Sc  non  altrimente  .Ne  di  minor'  auuer- 
ì  lè  degno  il  quarantefunoquinto ,  doue  alferifce,  che  i  Santi  debbono  eltèr* 
3  3rati,ma  con  colto  di  focietà,ik:  dilettione ,  come  anco  potfono  eller  Icgiti- 
t  ente  honoratii Santi  huommi  in  quefta  vita  :  fé  non  chepiudiuotamcnte 
ì  lerannohohorar'i Santi  beati,come  quelli,  che  lonoinftatopiullcuro:le 

I I  efplicationijben  confiderate,moftrano  quanto  follerò  in  que'  tempi  diife- 
1I  le  openioni  de'  Prelati  di  Germania  Catolici ,  da  quelle  della  Corte  Roma- 
i|:  dalla  prattica,chc  s'è  introdotta  dopo  il  Concilio  diTrento.Et  cia<cuno, 
:o  ellempio  da  quello  Concilio ,  che  ha  decretato  tanti  articoli  della  reli- 
ij  e,pocràcerrificarfi,quanro  fia  vero  quello,che  tante  volte  hanno  fatto  di- 
^i*ontelìci  in  Germania,  che  le  cofe  della  religione  non  fi  poifono  trattare  in 
ti  Concilio  Nationale.  Et  fé  ben  maggior  fondamento  il  può  fare  fopra  diucdl 
'«icilij  Prouinciali,celebrati  in  Africa,Egitto,&  Soria,v<i' altri  luoghi  Orien- 
lliondimeno  qucfto,come  modcrno,quantonque  non  coli  rileuantcprouo- 

à  forfè  più  rauucrtenza  del  lettore.    L'Elettor  di  Treuiri  ancora  celebrò 


jo6  CONCILIO  DI  TRENTO        PapaPaoloK. 

e  1 3  1  «^     la  Sinodo  fiiaj&  gli  altri  Meti"opolitani,non  partiti  dalla  comraunione  del  P  > 
XLix.       teficcjtiutipublicando  gli  editti  Imperiali  d'Augufta,coiì perla  inter-religic^ 
come  per  la  Riforma  Ecdefiaftica. 
Nomij  Papa-       i  Noncij>che  fino  l'anno  inanzi  furono  dal  Papa  deftinati ,  &  differiti  pelc 
li  a  Cefare,  el  ^-^^^fg  dette,fi  pofero  in  viaggio  per  Germania,doue  per  qual  fi  voglia  luogo  le 
lorntgonato.   p^^f^^aJ^Q^f^J■ono  (prezzati  da'  Catholici  medefimiicofijper  i  difpareri  con  e- 
iare,Ck  li  modi  urati>era  venuto  efofo  il  nome  del  Pontefice ,  6c  l'habito ,  &  i  e- 
«rnc  d'ogni  miniftroruo:&;  finalmente  nel  fine  di  Maggio  andarono  a  Celare  e' 
Pacfi  batììjdoue,dopo  molta  difcuflìone  del  modo  d'elTeguir  le  commifiìon  el 
Pontcficctrouando  difficoltà  in  qualonque  de' propoftijO  per  l'unajO  per  l'ira 
partcinfineriioluè  rimperatore»the>cirendoloi:o  data  la  facoltà  dal  Ponti  ìc 
ài  ibfiituircfoftituiirero  li  VelcouiiCiafeuno  nelladiocefe  loro,&  altri  prim  a- 
li  i-*relati  in  altre  guirildittioni, rimettendo  il  tutto  alla  confcienza  di  qili 
Non  molto  prontamente  fu  riceuuto  il  partito  da' Nonci)  j  con  tutto  ciò,  n* 
delcendcndo  eflì,fi  fece  (lampare  uno  Indulto  fotto  i  norai  de*  treNoncij,la  ie 
toni  bianco  il  nome  del  Prelato  j  a  chi  fi  douelTe  indrizzare:  &,  inferro  p  ia 
tutto'l  tenore  dellaBolla  Papale,&;  alkgatoper  caufadel  foftituire,  il  non}:  et 
elfere  in  ogni  luogccommunicarono  la  loro  autorità»  con  auuertenza  di  w 
conceder  la  communione  del  Calice>&  l'ufo  della  carne ,  fenon  con  gran  lì  Vf 
rità^Sc  utilitàeuidente;probibendo  che  per  quelle  gratie  non  fi  facefle  pagai 
alcuna.Cefare  pigliò  l'alTonto  di  mandarle  a  chij&  doue  occorreiia»  &  dou  e 
le  inuiauajfaccua  intendere  che  fi  trattafle  con  piaceuolezza  j  &  deftrezza.  ; 
cricriflìmo  fu  l'ufo  di  quelle  facoltà;perche  chi  perfeueraua  nell'  obedicnza 
tificiajnon  ne  haueuabifogno:&  chi  s'era  alienatOjnon  folo  non  curaua  h 
tia,malarifiutaua  ancora-Pochi  giorni  dopcparrì  Ferentino.  Fano,&  Vei 
reftarono  apprelTo  Cefarejfinche  da  Giulio  terzo  fu  mandato  l'Arciuefcou 
pontinoscome  afuo  luogo  fidirà. 
\Arrki>  [eco-      ^^  ^^  '^^  Francia,in  quelli  m.edefimi  rempijeflendo  entrato  in  Parigi  k  p 
do  i{eò  Fra-  volta  il  quattro  di  Lugìio,fece  far  una  folenne  proce{fione,&  publicò  un'ed 
òa  peyjigue  i  rendendone  ragione  al  popolo,  ciò  elfcr  fatto  per  fignificare  a  tutti,chee^ 
iiformatt:       eeueua  la  protettione  della  religione  Catholica,&:  della  Sede  Apoftolica., 
tutela  dell'  Ordine  Ecclefiafticoj&  cheabhorriua  la  nouicà  della  religion 
tefiificaua  atuttijla  fua  volontà  efier  di  perfeuerare  nella  dottrina  della  CI 
Romana>&  d'eftcrrainar  da  tutto'l  fuo  Regno  i  nuouiheretici.Etqueftoc(  t( 
k)  fece  (lampare  in  lingua  Francere,&:  mandar  per  tutto'l  Regno.  Diede  am  1; 
cenza  a  fuoi  Prelari  di  far  una  adunanza  prouinciale,per  riformar  le  CI:  It 
ilche  faputo  aRomajfu  tenuto  im  cattino  eirempiojcome  quello>che  folle  j  n 
eipio  di  far  la  Chiefa  Gallicana  independente  dalla  Romana.  Fece  anco  i  U 
giuilitiar  in  Parigi  molti  Lutheranijalqual  ipettacolo  volle  elFcr  prefentejtS  le* 
principio  dell'  amio  feguentc  replicò  anco  l'editto  contra  di  loro  >  ir  o 
nendo  grauilfime  pene  a' giudicijche non  feltro  diligenti  in  fcoprirgli,&  u- 

raoi9  ttr\o:       Majhauendo  dormito  due  anni  il  Concilio  in  Bologna>iI  dì  fette  Nouen:  :e> 

ììln- 


fPAPAOtoIII.  LIBRO  TERZO.  307^ 

iJI>ontefice>  veduta  una  lettera  del  Duca  Ottauio,  Tuo  nipote,  che  fcducua  ci 3  i3  x. 
v^lerfì  accordare  con  Ferrante  Gonzaga,per  entrar'  in  Parma ,  qual  città  il  Papa 
f 'eua  tener  per  nome  della  Sede  Apoftolica ,  fu  alfalito  da  tanta  perturbatione 
diniino,&  irajche  tramortì:&jdopo  qualche  hore  ritornato  in  l'entimcnto,(c 
Jrcoprìlafcbbrcjdcllaqualedopotre  giorni  mou.Ilche  fece  partire  di  Bolo- 
di  il  Monccper  ritrouarll  alla  elettione  del  nuouo  Pontefice  ;  &.  ritirar  tutto'! 
pànente  de  Prelati  alle  cale  loro. Il  coftume  porta,che  none  giorni  i  Cardina- 


ri.e  Pacceco  non  parti  di  l  rcnto,  un  cne  Luciate ,  nauuto  auuo  cieiia  morte  del 

IjDajnon  gli  ordinò  che  andalFc  a  Roma,doue  egli  gionfe  alFai  giorni  dopo  che 

iLonclaue  fu fcrratoidoucridoLtifii  Cardinali  per  lacrcatione  del  Papa,  &  fa-  ConcUuepev 

didofilccondoiirolitoi  Capitolijche  ciafcun  giura  olfcruarc  ,  fé  farà  eletto  ^<^/'^omeUt- 

1 3a>futraiprinii,quello,ditar  profcguireilConcilio.Ognuno  credeuachcdo-    ''"'^* 

t  fé  elTère  eletto  il  nuouo  Papa  inanzi  il  Natalcipcrchcdouendofi  nella  Vigilia 

cijuellafeftiuitàaprir  la  porta  Santa  al  Giubileo  dell'  anno  fcgucnte  m.d.l. 

a  ile  è  neceiraria  la  prefentia  del  Pontefice:&  cllcndo  in  quell'  anno  un  grandif- 

1 10  concorfo  di  popolo  a  quella  deuotione,ognuno  fi  crcdeua,che  quella  cau- 

{ loueife  muouer  i  Cardinali  a  proceder  predo  all'elettione.Erano  li  Cardinali 

e,  ufi  m  tre  fattionijIniperiali,Francefi,&  dependenti  del  morto  Papa,&  in  con-  i'mìfo  In  [ufi* 

ucnza  de' Nepoti.Gl' Imperiali  portauano  il  Cardinal  Polo  ;&  i  Franccfì,  tìoni: 
^  :uiati.Ma,non  folo  nilFuna  di  quelle  parti  era  iufhciente  d'includere  l'elettio- 
,ma  ne  anco  poteuano  tra  loro  conuenircper  i  contrari)  rifpctti  de'  Prencipi 
o.La  parte  de'Farnefi  era  per  venir' all'  inclufiua,fcmpre  che  haueife  adherito 
una  delle  altre,e  fi  cótentauano  del  Cardinal  Polo  per  la  bontà  della  fua  natu- 
re per  li  continui  odequij  al  Papa,&al  Cardinal  Farncfe:ma  oppugnandolo  il 
irdinal  Theatino,che  fbile  macchiato  delle  openioni  Lutherane  ,  fece  ritirar 
Dlti.A  Sakiiati  il  Farnefenon  adheriua,  &  era  rifoluto  di  non  confentire,fe 
in  in  creatura  di  fuo  Ano.  Gì' intereflì  delle  fattioni  erano  cofi  grandi, che  il 
petto  dell'annoSanto,&  l'afpettatione  di  tanto  popolo, ilqual  anco  quel 
arno  (lette  adunato  fino  a  notte  intiera,non  pò  terono  preualerc. 
Finalmente  la  parte  del  Farnefe,  aiutata  da'  Francefi,preaalie ,  .3c  fu  creato  ^q^JJ^'.  * 
pa  Giqaanni  Maria  di  Monte,che  era  (lato  Legato  al  Concilio  in  Trehrò,3c 
,  Bolognatnerqijàlè  FanTè{eT6ncorfe,cdme  in  fedele  feruitore  fuos^dcH'AMo: 
j  i  Francefijcome  in  riputato  inclinato  alle  cofe  del  fuo  Rc,6:  alieno  dall'  Im- 
|:ratore  per  caufa  della traflatione  del  Concilio.  "Negli  Imperiali  furono  con- 
|arij,perhauerCofmo,DucadiFiorenza,fattofede,cheegli  non  era  Francefe, 
(  non  per  quanto  la  gratitudine  debita  al  Papal'haueiiacoftrcttojagi'intcrefli 
jdquale  gli  pareua  ellcr  fuo  debito  adhcrire:onde  ,  leuata  quella  caufa,s'ha- 
Jctbbe  portatoverlo  il  giufto.Molti  ancora  ammanano  in  lui  la  libertà  della  natu- 
ii,aliena  dall' hipocrifia,&:  dillìmulatione,  &  aperta  a  tutti.Egli  nT)ir.ediatc>do- 
ol'elettione,  conforme  a  quello  che  era  capitolato,giurc)  diprofeguire  ilCon- 
ilio.Fu  eletto  addì  otto  Fcbbraro,<?c  coronato  a'ventitre,&  a'  venticinque  aprì 
i  porta  Santa.  Qq     ij 


__5"oS  CÓHGÌLIO    di  TRÉHTO      PapaGivlioI^ 

cio   i3  L.       L'Imperatoi-e  >  vedendo  le  cofe  della  religione  in  Germania  non  caminai 

col<ju^le  ilPa-  modo  fuo/perando  pure  con  la  prefenza Tua  lliperar  le  difFicokàjincimò  la  D- 

pa  nnu^ui  il  ^^  ^^^  quelF  anno  in  Augufta:  &  mandò  Luis  d'Auila  al  Pontefice  per  con^i- 

^metureilCé-  tnlarfi  con  lui  dell' aifonì ione  Illa  >  &  a  ricercarlo  di  rimetter  in  piedi  il  Con - 

dlk  inTrento:  Ho.A  che  correfpondendo  il  Pontefice,con  altretanta  cortelìa>fcce  grana  ofi  > 

te  della  iliabencuolenza:  ma  al  fatto  del  Concilio  rilpofe  parole  generali,  m 

effendo  ancora  in  fé  fteilo  rifoluto ,  Se  di  quello  medelìmo  parlò  col  Cardin  ; 

di  Ghifajche  doueua  tornar'  in  Francia,  con  la  medefuna  irrefolutione  :  ma  b  * 

affermando  ,  che  non  farebbe  palfato  a  farlo,  fé  non  communicato  prima  oji 

cofa  col  Rè  di  Francia.Et  al  Cardinal  Pacceco ,  che  fpeffo  ne  renne  con  luipi  - 

poflto,&agli  altri  Imperiali,  diceua,  che  farebbe  llato  facilmente  d'accoD 

con  l'Imperatore  in  quefto  particolare,tutte  le  volte  che  iì  caminalfe  con  fin  - 

rità,&  che  il  Concilio  fi  doueirc  fare  per  confondere  gli  heretici,  per  fauorir  : 

cofe  dell'  Imperatore,&nonper  disfauorirelaSede  Apoftolicarfopra  che  hai  ■ 

uà  molte  coniìderationi,  che  a  fuo  tempo  haurcbbe  fatto  inrender' a  Sua  M  • 

humori  natu-  ftà.Diede  prefto  faggio  qual  douellè  eilere  il  fuo  gouerno,  confumando  i  gì  • 

raliys  pohtia    ^^-^  iutieri  ne'  giardini,&  dilFegnando  fabriche  delitiofe,  &  moftrandolì  pia  • 

^  '       dinaro  a'  diletti,che  a'  negotij,maffime  c'haueirero  congionta  qualche  dithc  - 

tà.  Lequali  cofe  hauendo  accuratamente  oiferuato  D.Diego  Ambafciatorc  (  • 

fareOifcriife  all'  Imperatore>che  fperaua  douer  riufcire  facilmente  ogni  nego 

tione  che  Sua  Maeftà  hauelfe  introdotta  col  Papa:imperoche,come  vago  de'  • 

letti,  s'haurebbe  fatto  far  tutto  quello,cherhuomohaue{revoluto,metccn( 

gli  paura.Si  confermò  maggiormente  l'openioncche  il  Papa  doueiTe  riufcir  j 

attento  agli  affetti  pnuatijC he  allepubliche  etlìggenze,per  la  promotioncd 

fece  il  dì  trentuno  Maggio  d'un  Cardinale,  a  cui  diede,  fecondo  il  coftume  i 

to,  il  fuo  cappello. 

Etfendo  Giouanni  Maria  di  Monte,  ancora  VefcouoSipontino,  algouei| 
dellacitcàdi  Bologna,riceuette  nella  fua famiglia  vn putto.  Piacentino  di  J| 
rione,  de' natali  dclqualcnonèpa'Tato  notitia al  mondo.  A  quefto prefetat: 
aifc.tto,qi!anto  (e  gii  folle  flato  figlio.  Vi  è  memOiia,che,cirendo  quello  inf  \ 
matoin  Trento  dimorhoj,raue,tk  longo,conopenionede'iTìedici,chedouci 
condurlo  a  mortcpercontcglio  loro  lo  mandò  in  Verona  per  mutar' aria,  do i 
hauendo  ricuperato  la  fanità,  &  ritornando  in  Trento ,  riiteifo  giorno  del  f 
arrino  ,v{cì  il  Legato  dalla  città  per  diporto ,  accompagnato  da  gran  numerò 
Prelati,&  rincontrò  apprelLo  la  città  con  moki  fegni  d'allegrezza:  che  diede 
parlar'  ailaii  o  folfe  flato  quefto  incontro  per  cafo ,  o  folFe  il  Cardinale  andaE( 
fludio,fotto  altro  colore  a  quefto  effetto  d'incontrarlo.  Egli  era  folito  dircjCJ 
ramaua,&  fauoriua,come  artefice  della  fua  fortuna ,  attcfb  che  dagli  Aftrolo 
erapredetragran  dignità,  &  ricchezze  a  quel giouine,  quali  nonpoteua  hau  ■ 
re,fe  egli  non  afcendeua  al  Papato.  Subito  creato  Pontefice, volle  che  Linone 
rio  (cofl  era  il  nome  del  giouine)  folle  adottato  per  figlio  da  Baldoino  del  Mo 
.  te,fuo  fratello;  per  qual'  adotcione  fi  chiamo  Innocentio  ài  Monte  :  &co{]J , 
ìitoglimoltXbeneficij,  il  giorno  fopradetto  lo  creò  Caidinale  3  dando  mat( 


aGivlioIII.  libro   TERZO.  509 

difcorfi&parquìnate  a' Cortegiani  Romani,  che  agaraprofc trinano  di- c^^  i^  l. 
vera  calila  d'una  attione  tanto  mlolira,  per  congetture  di  vari)  accidenti 
|.ti. 

allo  5  inanzi  che  de'  Paefi baffi  partiire  >  (ccc  pablicare  lo  ftabilimento  dell'  (^f'ff^fiAhUl. 
(  iiìcione  in  quei  ftati  :  per  ilqiKilc  li  commpiicro  grauemencc  1  mercanti-'"'  '^'■?'"^'" 
i|icfchij&Ing!eiì,cheiagranQÌiiìmonnmcroiitroLiauanoinqucile  regioni;  ^1^1%  "^  ^^"^'^^ 
bbero  ricorfo  alla  Regina  Mariaii-c  a'  Magiilrat-i ,  dimandando  n.l- igatio- 
ir  Edittcaltramente  proteftando  di  voler  partire.  Periich'-  quelli ,  che  do- 
ijnoedeguire  l'editto,  &  in(lituirerinquiiiiionc>troaarono  impedimento 
j  pcrtuttojonde  fu  sforzatala  Regina  Maria  per  quefta  canfa  andare  a  rro- 
dxfare,  che  era  in  Augnila  per  celebrar  laDieta  ,  accioche  quella  regione 
(c-ntatiirima  nò  li  dircrtaiie,&:  nai celle  qualche  notabiliifima  kdirione.Ce-  ed  i  cojìretto 
:^on  gran  dilhcoltà  li  lafciò  perfuadere:  pur'iji  Hne  fi  contente)  di  leuar  il  modirarU; 
I  :  d'inquilitioncche  era  odiofo  ;  $c di  reuocarc  ruttoquello ,  che  toccaua 
e  fticri  nel T  Edit to,reftando  però  fermo  quello,  che  apparteneua  a'  naturali 
l  logo.Fece  l'Imperatore  opera  col  Pontefice  con  Tue  lettere,  &  iiliìcij  dell' 
lafciatorejcheririairairieire  il  Concilio  di  Trento,  pregandolo  d'una  pre- 
a  ,rpofta,non  come  quclla,che  diede  al  Dauila,ne  meno  con  l'ambiguità  vfa- 
r.  trattar  col  Cardinal  Pacceco  ;  mafilafciaire  intendere  le  capitulationi, 
;|  cercaua,accio  elfo  poteirerilblaercredoueua  trattar  di  rimediare  a' mali 
Qrmaniacon  quella  medicina,oueropenfar  ad  altri  rimedij,circndoimpoi- 
i]  :ontinuare  più  in  quello  ftato. 

BPoncefie,  ritiratoti  coni  più  confidenti  luoi,  conlìderando  che  quella  era  ^-zp       ►./.. 
l|  importante  deliberatione  ,  che  potelTe  occorrere  nel  (uo  Pontificato,  bi-  J^  Urnlmo  ' 
C  <  le  ragioni,che  lo  poteuano  periuadcre,o  dilEuaderc.  Conlìderaua  prima,  del  Concili jm 
Immettendo  il  Concilio  in  Trento,  condannauala  trailationc  fatta  a  Bolo- ^'"««^^-^ 
k^  incipalmente  per  opera  fua,  &  che  era  una  aperta  confeffione  d'hauer'o- 
Bl  >  male ,  o  per  propria  volontà ,  o  per  motiuo  d'altri  :  &  ,  fé  pur'  altro  non 
^  )alIaro ,  che  la  trallarione ,  non  elfer  cofa  di  tarito  momento  :  ma  l'haucrfì 
sjtarteadefendcrla,  &  anco  con  acrimonia,  non  lìpoteiiafcufare,  che  non 

9'  ialiti_;'.]uando  li  rerrartaiFe  con  tanta  facilità.  Maqaello,chepiuimpor- 
netteua  (e,  &  la  Sede  Apollolica  in  tutti  i  pericoli,  per  liberarli  da' quali, 
>J,Prencipe  prudeJiti(lnTio,giudicb  lìcurarfi,ck;  lino  alla  morte  perfeuerò  in 
ijarcre.,  che  folle  errore  manifefto  il  rientrarui.  Et,  le  ben  foric  l'animo  di 
non  folte  mal  difpoftocontra  lui,  come  nuouo  Pontefice: nondimeno 
ofa  certa,  che  la  maggior  parte  non  pretendono  eilère  granati  dal  Papa, 
HI  Pontificato  :  &  anco  ,  quanto  s'afpetta  al  particolare ,  iiillun  elEcr  ceno, 
^1  progreifo  non  poffi  occorrer  cora,chegliconcita{re  odio  m.iggiore  :,  e- 
òiofenzaiuacolpa.Oltrachenon  tutti  glihuomini  fi  muouono  per  l'odio;  < 
i*  cUòche  iono  i  più  nocini,  lo  fanno  per  auanzar  le  ftelli  con  la  depreffio- 
ditri.  Però poterfi concludere,  chereftino  le  ftelfe  ragioni,  checortrin- 
Oiiolo,  per  neceffitar  anco  Giulio  all'  illelTa  rifolutione.Confiderauail  tra- 
5I'  giade  foftenuto  da  Paolo  per  yentileimeii  per  quella  caufa3&  le  indegni- 

C^     ili 


3IO  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  GivlkII 

~^j3~lol^.  tà,che  gli  conuenne  fopportare;&  ladeterioratione  della  autorità  Pontificii 
e  vi  fi  rifolue  taco  ili  Gcrmania,ma  in  Italia  ancora:  &  che  fé  a  Paolo,fermato  nel  Pontiiar 
condeftn  mo-  tanti  anni,&  (limato  da  tutti,  fu  caiifa  di  diminutione;  tanto  più  iatebbe  ji 
*''•  nuoaoPontefice,non  hauendo  ancora  fatte  le  intelligenze,  &c  adheren2n( 

ceirarieperpigliareimprcfidicontraftarerfe  a  lui  auuenilfe  una  protetta  )i) 
addoifojouero  un  Decreto, come  17;?fm>i^, farebbe  la  fua  autorità  vilipcd 
tutti.  Che  non  occorreua  metter  in  conto  l'opera  da  fé  fatta  nei  trasfeiei 
Concilio,&  la  coftai  iza  nel  difender  la  traflatione:perche,con  la  mutation  lei 
la  fortuiia,ha  mutato  anco  tutco'l  confeguente  a  quella,  &  le  attioni  di  Gii  an 
ni  Maria  di  Monte  Cardinalcnon  pertencre  a  Giulio  Papa:  &  quelle  cof  :i 
dauano  riputatione  a  quello,  non  elTcr  per  darla  a  quefto:  all' bora  conu  u 
operare ,  come  operò,  per  moftrariì  fedele  feruitore  del  Patrone  :  hora ,  ci  \i 
fcnza  Patroncccifar  a  fatto  il  rifpetto  di  moilrrar  coftanza  in  ben  feruirc,&  fer 
ne  iucceifo  un  altro,che  ricerca  prudenza  in  accommodarfi.Confid^Taua,  - 
to  hauelle  dello  fpeciofo  la  richieda  di  Ceiarc:poiche  fi  trattauadi  ridar  1 ,. 
mania;quantofcandalohaurebbe  dato  il  non  udirla.  Le  caufe,che  incitai  a 
fare  il  Concilio  eifcr  in  aperto,&  noteatuttijquelleche  diiruadeuancei . 
occolto,&  note  a  pochitrimi.Finalmente  il  giuramento  dato,&repetito  ci: 
elfcr  ftimato:&  fé  ben  obligaua  a  profeguir  il  Concilio  fenza  prefcricci  : 
luoao,eraperò  certo,checontra  il  voler  di  Cefare  Imperatore,  Rè  di  Spa  \ 
di  NapolijPrencipe  de'  Paefì  baflri,&  con  altre  adherenze  in  Italia,era  imp 
le  far  ConciUo  generale:  tanto  che,ril1:eiro  era  negar  di  rimetterlo  mi 
come  non  voler  profcguirlo.In  quefta  parte  inclinaua  più,  come  più  cor 
alla  natura  fua,auida  più  di  fuggire  le  incoramodità  prefcnti,  che  euitare 
coli  futuri: eleggendo  quefta, lì  liberaua  dalla  moleftia,  che  l'Imperat 
haurebbe  dato  :  quanto  a'  pericoli,  che  il  Concilio  apportaua  ,  incomm 
ftimarli  menojpenfauanoneirer  l'ifteifa  fortuna  di  Cefare  all'  hora,che 
anni:all' hora  era  ftimatcafpettando  la  vittoria,^  poi  ottenuta:hora  fi  v£ 
quella  gli  è  più  di  pefo,&diihcoltà.  Tiene  doi  Prencipi  prigioni,  come 
per  le  orecchie:le  città  di  Germania  hanno  aperti  Ipiriti  di  ribellione  :gh  ' 
Tiaftici  fono  fati)  di  quella  dominatione  :  ellcrui  anco  li  domeftici  malif 
glio,5:  il  fratello,&  il  ncpote,che  afpirano  all' Impcrio,negotio  che  gU d. 
le  traua<7lio  fopra  le  fuc  forze. I n  fine,  fece  conclulìone  fec ondo  il  ilio jia 
Vfciamo  della  diificoltà  prefente,con  fperanza,che  la  noftrabuona  ifoitui 
CI abandonerà.  ^  '    •         !■  i 

Et  ritenendo  in  fé  larifoiutioncdeputò  una  Congregatione  di  Cardi  :U^ 
altri  Prelati,pcr  la  maggior  parte  Imperiali,  accio  capitanerò  alla  rifolane 
lui  prefa,fiapoftoui  pochi  faoiconfidenti,per  tener  regolato  il  negotio  (e  • 
l'intentione fua:allaqualepropofe la richicfta dell' Imperatore:  ordinaiK  ^ 
fenza  alcun  ritpetto,ciafcun  dicelfe  quello,che  gli  parcua  eiter  leruitio  di  k 
della  Sede  Apoftolica:&  quando  il  riputalfe  ben  condefcenderui,  penfai  ai 
la  maniera  di  farlo  con  degnitàjficurezzajvSc  frutto.La  Congregationcdc  ) 
hebbe  più  volte  e  onfuitato,  riferì  al  Pontehce ,  che  giudicaua  necelTario  Tt 


ìaGivlioIII.  libro    terzo.  311 

i  ni  Concilicperchccofi  s'era  giurato  nel  Conclaue,«?^cla  Sua  Santitàjdopo  cid  io  ^^ 

t)ntioiie:&  per  leiiar  lo  fcandalo  dal  mondo,  che  lenza  dubio  farebbe  oran- 

i^mo  non  lo  facendo.il  prolcguirlo  haucr  doi  nìodi:  uno,  continuandolo  in 

d)gna:raltro,rimctccndolo  in  Trento.  Il  continuarlo  in  Bologna ,  non  iì  po- 

ì  f-are,haucndo  Paolo  auuocato  a  Tela  cognitionc  della  traflaLione,&  inhibi- 

Jprocedcrpiu  oltre.Se  Sua  Santità  non  ienfentiauapriina,che  la  traflarione 

li  ftatavalidajnonlìpoteuacaminarinanziinquella  città:  ilchc  quando  ha- 

;j;  voluto  fare  ,  haurebbe  datokgitimopretcfto  d'eircre  allegato  per  fofpct- 

fendo  notojche  fu  opera  lua,coiTie  di  primo  LegatOj& Prefidente.  Perilche 

uafolo  l'altra  via  di  rimetterlo  inTrento:&  che  fi  leuaua  anco  l'occafione 

ij  jermania  di  rccalcitrare,&  fi  fodisfaceua  l'Imperatore ,  che  era  punto  alfai 

tiale.Quefto  conleglio,portato  ai  Papa,fu  da  lui  approuat0>onde  fi  pafsò  al 

ncntc. 

tprimafuconclufojCheeraneceffario  hauer'  il  confenfoj&r  affìftcnza  del 

i  Frane  ia,&:  l'interuento  de'  Prelati  del  fiio  Regno/enza  lequali  cofe  fareb- 

olto  debole  la  reputationedel  Concilio,  &  s'mcorrerebbe  il  pericolo  di 

;rlaFrancia,cheliha;peracquiftare  la  Germania  perdutala  fecondo  l'apo- 

Jafciar  cader  il  corpo  per  acquiftar  l'ombra.  Pareua  difficile  poter  indurui 

KèiÓC  leuargli  1  foipetti,celcbrandofi  in  luogo  foggetto  a  Ccfare,&  vicino 

Liearmi.Ma,eiraminando,che  folletti  potelFcro  elfer  quelli, altro  non  fi 

),fe  non  che  il  Concilio  non  deliberafle  qualche  cofapregiudiciale  al  go- 

)  di  quel  Regno,©  contrai  priudcgij  di  quella  Corona,ocontra  l'immuni- 

laChiefaGallicana:di che  quando fo(rea(ricurato,nonfipoteua  dubitare» 

erl'obligohereditario  di  proteggere,  &  fauorircla  Sede  Apoftolica>non 

pera{riftere,&  mandare  i  Prelati fuoi.La  feconda  difHcokànafceua,perche 

ati  Italiani,che  fono  perii  più  poueri,abhorrifcono  quel  luogo,nópoten- 

ftener  le  lpcfe:&  la  Camera  Apoftolica  ciraufta,malamentepiu  fouuenirgli 

r  to  fa  bifogncoltrale  fpefe  nel  mantener  li  Legati,  Se  officiali  del  Conci-^ 

',  :  altri  ftraordinarij. Al  chepenfato,&  ripenfato,  nonfcppero  trouar  rune- 

3  i  far  Concilio  lenza  fpendere,&  eifer  necelfario  beuer  quello  calice:ben  fi^ 

t  la  troncar  le  fupcrfluita,ilpedendo  il  Concilio  prello,&  non  dimorandoui 

n(i  quanto  foife  necelfario.  La  terza  diilicoltà  nacque, fé  li  Proteftanti  ha.- 

Qo  voluto  riuocare  in  dubio  le  cole  detcrminate:nel  che  tutta  la  Congrcga- 

>j  prontamente rifolfcche  conueniua  farfi  chiaramente  intendere  >  chef! 

Hi.lero  hauerperindubitate,&non  permettere  che  follerò  polle  iu  diiputa,. 

(| ciò  dichiararfi  inanzi  il  Concilio, &  non  afpettare  a  farfi  intendere  aiP 

|]|.  quarta  &  più  importante  di  tutte,era  l'autorità  della  Sede  Apollolica,cofi 
Ì|oncilio>come  fuori,&  fopraelfoilaqual  certa cofa  è,chc  non  folo  i  Prote- 
m  impugnauanojina  molti  Prencipi  haurebbono  voluto  reflringere  ;.  ik  tra  i 
Jbui  non  mancaua  buon  numero  ,  che  penfauano  a  moderarla: che  era 
itipotiflìma  caufa  >  perche  i  Pontefici  paifati  non  s'haueuano  lafciato 
J  reaConcilioi&Paoloachevifi^era  craiporrato,  fé  n'era auueduto  in  fine. 


311  CONCILIO  DI  TRENTO       PapaGivlioI) 

■^3  lo  L.  &:  con  la  ti'aflacione  haueua  rimediato.  Qacfto  pericolo  era  da  tutti  vedo 
ne  alcun  fapeua  trouar  fcappatoio,  fé  non  dicendo  ,  che  Dio  ,  qual  haiu; 
fondato  la  Chiefa  Romana  ,  8c  pollala  (opra  tutte  le  altre  ,  haurebbe  ^^Xl 
paro  ogni  conlVglio  :  il  che  da  alcuni  creduto  per  femplicità  ,da  altri  pen- 
tereire  ,  &  da  alcuni  detto  ("olo  per  non  fapercne  altro  dire,  non  pareu^h^ 
baftalfe. 

Ma  il  Cardinale  Crefcentiojfatto  prima  gran  fondamento  fopra  quefta  <  n 
fìdanzajaggionfe>non eiferui  alcun  negotio  humano ,  doue  non  conuenga  )i 
rer  qualche  pericolosa  guerra  dunoftrarlo,  che  è  l'apice  delle  humane  att  , 
quale  mai  s'intraprende ,  ila  pur  con  quanta  ficurezza  della  vittoria  (I  vuole  b 
non  refti  pencolo  d'una  perdita,&  diftruttione  totale:  ne  alcun  negotio  s'i  a- 
prende  con  tanta  e  ertezza  di  buon  eflitcche  non  poffijper  caufe  ine  ogn,o 
ftimatelcggieri,precipitare  in  grandi  inconuenienti.    MajchièneceflÌLatc  cr 
euitar  altri  malica  conditcendcre  a  qualche  deliberatione  ,  non  debbe  hai  ; 
rifguardo  :  le  cofe  elTere  in  un  ftatojchc  fé  il  Concilio  non  fi  fa,vi  è  maggior  ri 
colojche  il  mondoj&  i  Prencipi  fcandalizzati ,  s'alienino  dal  Pontefice ,  6  .c 
ciano  più  di  fatto,che  nel  Concilio  con  dirpute,&  con  decreti  :  il  pericolo  la 
da  correr  in  ogni  modo  :  meglio  è  pigliar  il  partito  più  honoreuole ,  &:  no 
pericolofo.  Majeitèruiben'  anco  molte  prouifioni  per  diuertirlo>  come  ce  e- 
nerei  Padri  in  Concilio  occupati,quanto  più  farà  poffibilein  altre  marer  i 
elTercitargli  >  fi  che  non  habbiano  tempo  di  penfare  a  quefta  :  tenerfi  amor 
molti ,  Se  gì'  Italiani  malTime ,  con.  gli  uffici),  con  le  fperanze,  8c  co*  modi  ' 
volte  ufati:  tener' anco  contrapefati  i  Prencipi ,  nodrendo  qualche  diffei 
d'intereHì  tra  loro  ,  accio  non  poflìno  facilmente  trattare  una  imprefat: 
coramunc;&  trattandola  uno,  l'altro  habbia  intercllè  d'opporfegli  :  &al 
medi)  occorrono  fui  fatto  all'  huomo  prudente ,  con  quali  porta  inanzi  ir 
ti) ,  3c  gli  fa  fuanire.    Fu  approuato  da  tutti  quefto  parere ,  Se  rifoluto  che 
fi  douclfe  moftrar  d'hauer  quefto  timore  ;  Colo  accennar  all' Imperatore 
fi  prcuedc ,  ma  infieme  moftrargli  che  non  fi  dubita ,  ma  fi  ha  preparato 
medio. 
e  ne  dàjiarteii      Maturata  quefta  confultatione,  8c  rifoluto  di  rimettere  il  Concilio  in  1 

" tOjil  Papa  ne  diede  conto  al  Cardinale  di  Ferrara,&  all' Ambafciatorc  Fran 

(Scfpedì  anco  corriero  cfprelfo  al  Rè  di  Francia,  a  fignitìcargli  il  fuo  peni 
foggiongendo  ,  Che  gli  haurebbe  perquefto  mandato  vnNoncio,perd 
conto  pia  particolare  delle  ragioni,che  l'haucuano  molfo.  Et  in  fine  di  Gii 
fpedìtutt'm  un  tempo  dueNoncijjSebaftiano  Pighino,  Arciucfcono  Sip(fi 
no,air  Imperatore  ;  &;  ilTriulcio,Vefcouo  di  Tolone,al  Rè  di  Fraacia.  A  (  ^1- 
lo  diede  inftruttioni  di  parlare  conforme  alle  dcliberacioni  prefe  nella  Coi  'e- 
gationc.  AlTriulcio  ordinò,che  andalfe  per  le  poftcaccio  potclfe  dar  prefto  li* 
fo  della  méte  del  Rè,laqual  voleua  afpettar  di  fapere,prima  che  paifar  più  i  n- 
zi.Gli  diede  inftruttione  di  dar  conto  particolare  delle  caufe ,  perche  delibc  uà 
di  ritornare  il  Concilio  in  Trento  ;  l'elferfi  la  Germania  i'ottomelfa  ;  ilfarn  n- 
ftanza  l'Imperatore  j  il  non  poterfi  continuare  iixBologna  pcrlacaufa  ('» 

nar  ta, 


Pramtay 


j,!i  p  A  Ci  VLiorn.         LIBRO    TERZO.  3i3_ 

ii«:ata;&:  accio  Iccofede'Proteftaiitinonfifoireroaccommodatein  qualche  eia  io  l7 
liniera  prcgmdicialejverfando  la  colpa  fopra  il  Papa.  Ma  che  il  primo ,  &  pre- 
t|)UO  fondamentojlo  faceua  fopra  l'afliftenza  di  Sua  Macftà  Chriftianiffima,&- 
liitcruento  de' Prelati  del  fuo  Regno  :  lequali  cofe  fperaua  ottenere,  per  elFer 
a  Maeftà  protettore  della  fede ,  &  imitaror  de'  fuoi  maggiori,  mai  dilcoftatifì 
l  parcrc,&:  coniegli  de'  Pontefici.    Che  nel  Concilio  s'attenderebbe  alla  di- 
ciaratione,  &c  purificationede'dogmi,  ^riformationede^coftamirnefitrat- 
ebbe  di  cofa  pertinente  alli  Stati,&:  domini),  ne  a'  priuilegij  particolari  delia 
:onadi  Francia.  Che  alla  richiefta  dell'Imperatore  di  voler  intendere ,  le  il 
iitefice  era  per  voler  profeguir  il  Concilio  in  Trento,o  no,  il  Pontefice  hauc- 
u  rifpofto  di  fìjcon  le  conditioni  difculFe  nella  Congregatione,lequali  ordina- 
u  il  Noncio,che  communicalTe  tutte  alla  Maeftàfua:  dallaquale  dcfìderaua  in.- 
'X  dere  quanto  prima,  qual  folfe  la  mente,  fpcrando  di  douerla  trouar  conforme 
pietà  di  Sua  Maeftà,  &  all'  amore,  che  porta  ad  elfo  Pontefice ,  &  alla  confi- 
,za,che  hainlui.Diede  anco  carico  al  Noncio  di  communicar  tutta  la  fua 
ruttione  col  Cardinale  di  Guifa,&  congionto  con  lui,  o  come  meglio  ad  ef- 
arelTcefporla  al  Rè,&  a  chi  facelfe  bifogno. 

Hr  altro  Noncio  diede  limile  inftruttione  :  in  particolare  di  dir'  all'Impera-  e^^  Cefareeon 

:  ,  Che  il  Pontefice  moftraua  con  effetti  l'olfcruanza  di  quanto promelfe  a  ^'"*."^*  "'"i* 

iPietro  di  Toledojcioè,di  proceder  con  Sua  Maeftà  puramcntcapcrtamen-''''"^' 

e  fenzaartificioj&dirapprefentargli  la  prontezza  dell'animo  in  profeguir' il 

Icilio  a  gloria  di  Dio,per  fcarico  della  confcienza  propria,&  per  il  commo- 

:he  ne  può  rifultare  a  Sua  Maeftà,&  all'  Imperio.  Et  per  rifponder  al  moto 

)  dall'  Imperatore  ;  cioè,chc  fi  lafciaffe  intendere  delle  capitulationi,  che  ri- 

a,gli  dicellè,che  mai  fogno  di  far  patti, ne  capitolationi,  per  profeguireil 

icilio,ma  ben  di  far  alcune  confiderationi  necetfarie ,  lequali  anco  daua  ca- 

al  Noncio  d'efponer  allaMaeftà  fua.  Et  erano  quattro.  La  prima,  Che  era 

«1  lifaria  l'afliftenza  del  Rè  ChriftianilTìmo,  &  l'interuentione  de' Prelati  del 

\tono  :  fenza  lequali  cofe,il  Concilio  haurebbe  poca  r  iputationc ,  &  fi  po- 

■(  bc  temer  di  far  nafcere  un  Concilio  National e,o  perder  la  Franciainon  do- 

c  1  ingannar  fé  Ileffi  :  che  ficome  il  luogo  di  Trento  è  molto  confidente  a  fua 

A  :ftà  Cefarea,cofi  e  troppo  diffidente  alla  Chriftianiflìma:&:  però  douerfi  tro- 

:a  nodo  d'alTicurarla.  Che  communicaflè  all'  Imperatore  il  modo  trouato,il- 

[u  e  quando  non  baftalfe,  farebbe  necelTario  che  Sua  Maeftà  ci  aggiongeilè 

lU  che  altra  cofa.  La  feconda  confideratione,per  le  fpefc,  che  conucrrà  fare  alla 

-:  lera  Apoftolica ,  elfaufta ,  &  carica  di  debiti,per  i  Legati,  &  per  altri  ftraor- 

1  ri), che  porta  feco  il  Concilio:&  parimente  per  le  fpefe,chei  Prelati  Italia- 

ii  oLieri  non  polfono  foftencre  in  quel  luogo:per  il  che  conuerrà  calculare  be- 

ic  tempo,cofi  dell' incomminciare,  come  del  procedere  inanzi,  fi  che  non  fi 

p  di  un'  bora  in  vano  :  altrimente  la  Sede  Apoftolica  non  potrà  fupplirc  al  di- 

P  io,ne'li  potrà  ouuiare,che  i  Prelati  Italiani  no  diano  nell'  impatienza,comc 

Vierieiiza  per  il  palfato  ha  infegnato.  Oltra  che  non  ci  è  la  degnità  della  Seda 

Jltìolica  tenere  ifuoi  Legati otiofi ,  &  fu  le  ancore  >  ^  fenza  frutto.  Pcrilche 

I  Rr 


514  CONCILIO   DI  TRENTO      PapaGivlÌoI] 

ci3  i3  L.  etrernccefTanOjcheinanzi  fi  venga  all' atco,SuaMaeftà  fi  aflìcuribene  dell' ii 
tcncionc&obedienza,  cofidc'  Catholici  di  Germania ,  come  de'  Proteftan: 
ftabilendo  le  cole  dinuouo  nella  Dieta,  3c  facendo  efpedir  li  mandati  autentii 
delle  tcrrc,&  de'  PrencipijobligandofiSuaMaeiU,  &c  tutta  la  Dieta  infiemca" 
eirccLitione  de'  Decreti  del  Concilio  j  accio  la  fatica,  fpefa,  &c  opera,non  riel; 
vana,&  derifa-,  &  anco  per  leuar  con  quello  ogni  fpcranza  achipenfalfe  dati- 
fturbo.  Che  in  terzo  luogo  confidcri  SuaMaeftà,eller  neceifaria  una  dichia  • 
tione ,  che  li  Decreti  già  fatti  in  Trento  in  materia  di  fede ,  Se  quelli  degli  al  i 
Concili]  pallini,  non  poflìno  elferein  alcun  modo  reuocatiin  dubio ,  ne  iP  • 
teftanti  ibpra  quelli  poffino  dimandar  d'clfere  uditi. Confidaraife  in  fine  all'I  • 
peratorcche  il  Pontefice  confidaua  »  &  teneua  per  certa  la  buona  volontà 
SuaMacftà  vcrfo  lui  elTer  reciproca:&  ficome  egli  prontamente  condifcend(  i 
a  fauorir  le  cofe  di  Sua  Maeftà ,  &  del  fuo  Imperio ,  con  metter  il  Concilic  i 
luogotantoafuopropofito;  cofielladefidera,chelafincerità,  &  realtà  di  i 
non  habbiano  a  riportargli  carico.  Ma  fé  alcun  tentalfe  altrimente,  o  (  \ 
cauillationi ,  o  con  calonnie,  Sua  Maeftà  non  hauerà  da  marauigliarfi  .' 
egli  uferà  i  rimedi)  che  occorreranno  ,  per  difenfione  dell'autorità  datrì 
Dio  immediatamente  a  lui,  &  alla  Sede  Apoftolicaj  cofi  in  Concilio  ,  • 
me  fuori. , 
td  ordina  che'l  Stimò  il  Pontefice  utile  per  le  cofe  fue,che  la  rifolutione  prefa  fofle  iati 
fatto  fia  fapti-  jT^^nte  faputa  in  Italia,&  in  Germania  :  &  feccche  Giulio  Canano  fuo  Secr 
'*'  ricmoftrando  di  fauorir'  alcuni  Cortegiani  fuoi  amicijCommunicaiTeloro» 

obligo  di  fccreto ,  le  inftruttioni  fopradette  ;  con  qual  modo  furono  fparfè 
tutto.  Di  Francia  hebbe  il  Papa  dal  nuouoNoncio  prefta  rifpofta:perchie< 
Rè  fapendo  le  caufe,che  il  Pontefice  haiieua  difidarfi  poco  dell'  Imperatore 
le  cole  palfatej&ftimando  che  grande  foifc  l'inclinatione  fua  nella  parte  F 
eere,fece  gran  dimoftracione  d'aggradire  il  NonciOi&  l'ufficio  :  offerì  al  Po: 
fice  tutti  i  fuoi  fauori,&:  promife  l'aOTiftenza  al  Concilio ,  &  la  miffione  de' 
lati  del  fuo  Regno,con  promefla  d'ogai  fauore,&:  protettione,per  manteuin 
to  dell' autorità  Ponceficia. 
CefarerìJ]>m-  L'Impcratorc,udita l'eipofitìone  del  Sipontino >  &  deliberato  maturami 
^Ifric  L^^ld  ''°P^''^  ^^  quella,  rifpofe,  lodando  l'ingenui tà,  &  la  prudenza  del  Pontefice  il* 
VaMì  "  conofcendo  la  publica  neccffità  di  far'  il  Concilio  i\\  Trento ,  hauelfe  troi 
modoifpedicntedi  rimetterlo,fenza  far' andar' inanzi  la  caufa  della  traflati» 
cofa  aromatica,  di  moka  d}liìcoltà,&  di  niifunavtilità.  Aggionfe,cheleq 
tro  confiderationi  erano  tutte  importanEÌ,&:ragioneuolmente  propofteda 
Santità.  Che,  quanto  alle  cole  di  Francia,non  iblo  lodaua  quanto  ella  hjiii 
deliberato ,  ma  s'otìfcriua  ancora  di coadiuuare,  &  dar' ogni  poflìbil  ficut 
quel Rè:che  era  molto  ragioneuolc  lo fcampar  le  fpefe fuperflue,  &  nan lafc 
il  Concilio  aperto,&:  otiofo;  che  già  l'anno  inanzi  s'era  fatto  il  Decreto  imi 
gufta,chela  Germania tutta,etiandioiProteftanti,  fi fottometteifero  :  eh 
quello  haurebbe  dato  copia  al  Noncio  ,  6c  nella  Dieta  dall'  bora  l'haurc 
fatto  confermare  :  che  non  gli  pareua  tempo  di  trattar  al  prefente>  che  le  <  It 

ià 

I 


APA  Giviio  in.         LfBRO    TERZO. 


5^5 


'idecife  in  Trento  non fìanoriuocate  in  duhio ,  pcichcdoshamthhcfaxto  ciò  i3  l, 
ju  opportunamente  in  quella  città,  quando  il  Concilio  folle ftaco  ridartcj.  Et 
|r  quel,che  tocca  l'autorità  di  Sua  Santi  ckySc  della  Sede  Apoftolica,  egli,  lì  co- 
?  ne' tempi  palTati  n'era  ftato  protettore,  coiivolcuaellcr  ncll'aQuenire,  cfeli- 
raua  di  mantenerla  con  tutte  le  Tue  forze ,  8c  con  la  propria  vira ,  fc  foiCc  ftara 
bgno.  Che  non  poteua  promettere  a  Sua  Santità,che  in  Concilio  non  folFe 
qualche  inquieto  dettolo  trattatorma  gli  daua  ben  parola,  quando  ciò  auue- 
[e,d'opgorritalmente,che  ella  douelFe  lodarli  dell'opera  fua. 

Era  Celare ,  come  di  fopra  s'è  detto ,  in  Augufta  per  far  la  Dieta,  la  quale.  Ce  ^^  '"  ^''** 
i  non  era  circondata  da  tante  arme,come  fu  la  precedente,  nondimeno  tutta  *'«''''/'«»"'»  «^«'^ 
Il  era  armata.  Propofe  di  profeguire  il  Concilio  di  Trento,  &  di  feruar  Vinte-  ^Z"u^U^' 
i  conftituito  nella  Dieta  precedente,  &  di  trouar  modo  allarcftitutione  de'  *^rmama:ed 
)(  i  Èccleriaftici,&  alla  rcdintegratione  dellagiurifdittione.    A'  Prencipi  Ca   iProtefian'n 
e  ci  piacque  che  il  Concilio /ifeguitairen-na  gli  Ambafciatori  d'alcuni  Pren-  richiedono  cey 
'-  Protcftantinonconfentirono,?enoncon  quelle  cpnditioni,  ChcUe  cofc '^""'^^"'"* 
leterminate  per  inanzi  in  Trento  foflero  recfaminatejChe  iTheologi  della 
ifeffione  Auguftana  non  folo  folTcro  uditi ,  ma  haueirero  anco  voco  decifi- 
i  Che  il  Pontefice  nonfoirePrcfidcnte,  ma  fi  rottomctteireelTo  ancora  al 
]\  cilio ,  &  rilafciairc  il  giuramento  a'  Vefcoui,  accio  potelFcro  parlar  libcra- 
^  te.Si  lamentò  l'Imperatore  co'  Proteftanti,che  il  Tuo  Decreto  della  interre- 
g  ne  non  folfedaloro  ubedito:&  co'  CatoIici,che  la  riforma  dell' ordine  Ec 
€  tfticononfolTe  efleguita.Si  fcufarono  quefti,diccndoparte,che  bifognaua 
li  nar  lentamente  per  fuggir  le  dilfenfioni ,  &  parte  con  dire ,  che  gli  cliènti, 
e  ndendo  priuilegij,non  voleuano  ubedire.  I  Proteftanti  dauano  le  caufa  al 
)|  lo  ;  ilquale,trattandofi  della  confcienza,  fi  ammutinaua,&:  non  fi  poteua 
j'are.Di  tutti  quelli  particolari  l'Imperatore  diede  conto  al  Noncio,narrato 
)i  olo  il  confenfo  de' Carolici ,  &  del  numero  maggior  de' Proteftanti,  ma 
icla  limitatione  propofta  da  quegli  altri,acCio ,  fé  per  altra  via  gli  folfe  anda- 
a  orccchicnon  facelfe  cattino  effetto.  Soggiongendo  pcrc),non  hauer  volu- 
c  i  foire  pofta  negli  atti,  pisrche  da  quei  Prencipi  haueua  hauuto  parola ,  che 
T  farebbono  fcollati  dal  fuo  volere  :  &:p^erò  poteua  affermare  al  Pontefice 
e  teca  Germania  il  contentaua  del  Concilio.    Trattò  poi  più  ftrettamentc 
l  e  co' principali  Eccleflaftici,proponendo  che  fi  dalfe principio  inanzi  Pa- 
>  cheviandaffeioinperfona  :  &  hauutone  promefla dagli  Elettori,  folle*         v 
e.  Pontefice  di  venir  all' atto  della  conuocatione  per  Palca ,  o  alipeno  im- 
edite  dopo,poiche  haueuaper  ftabilito  il  confenlo  di  tutta  Germania:  ilqual 
t!:mar  meglio  ancora,pregaua  Sua  Santità,che  formata  la  Bolla ,  prima  che 
itì:arla  mandalfe  la  minuta , accio  con  quell'  occafione  egli  poteflc  (fattala 
WS  a  tutti  nel  Recelfo)  ordinar  il  Decreto,  oc  operare  che  foife  da  tutti  ri- 

^Pontefice  pareua,  che  niente  folte  conclufo  delle  cofe  da  lui  propofte,  ''^^*'/''*"o»y? 
e^e  non  era  deeifo  che  i  Decreti  fatti  ioffero  riceuuti-.non  voleua  che  nc\  bel  "T"n''  '^^^'* 
^pio  delConciliofimette-ireiiueftoindifputaiperche  erachiaro  l'eOìto,  ^^r*^'^*^ 
^  .  Rr     ii  -^    ' 


51^  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  Givlo  II 

CI 3  1^  L.  cioè>cliefìc6rumerebbemoltotemporenzaniécefarej&mfinefìdifroluereb' 

lenza  conclufìone.Eracofa  chiara  da  vedere,che  la  difputa  generale  >  fé  fidoi' 

uaiio  riceuere,tiraua  una  particolare  di  ciafcuno ,  &  che  egli  non  haurebbe  p. 

turo  interporfijche  farebbe  ftata  allegato  per  fofpetto,come  quello  che  fu  Prc- 

dente>&:  autore  principale.L'infifter  maggiormente  con  l'Iraperatorejcheqi. 

fto  ponto  folte  dee ifo>era  dareli  difg^afto  grande  >  Se  metterlo  ni  difficoltà  ia  • 

b"^"  ,  »*  ^.  perabili.Fu  confegiiat05che  knza  altro  dire  haueltè  il  ponto  per  deci{b,&:  ne  t 

Kocatione  in    Bolla  fua  prefupponelTejche  i  Decreti  fatti  folfero  da  tutti  accettati ,  pere  : 

Ifieta:  andando  la  Bolla  alla  Dieta  con  quel  tenore>o  iThedefchi  fé  ne  contentar  ani  » 

&  coli  egli  hauerà  l'intentoio  non  raccettaranno,&  in  quel  cafo  la  difputa  ce  * 

'  minclarà  nellaDieta>&  egli  farà  ufcito  dipenfiero.Gliparue  buonailconfeg' , 

ilqualleguendo>  ordinò  la  Bolla  :&  per  compiacer  l'Imperatore  in  parte  l 

mand(>,n on  in  minuta,parendogli  elTer  contra la degnità  {iia,ma  formata .  d.  « 

ta,&  boUatajnon  però  publicata>  il  giorno  del  dato  fu  fottoil  quindici  >• 

ucmbre. 

In  quella  die eua  >  Che  per  leuar  le  difcordie  della  religione  di  Genna  % 
eirendo  ifpediente,&  opportuno,come  anco  l'Imperatore  gli  hauerafìgnific  i» 
rimetter  in  Trento  il  Concilio  generale  giàconuocato  da  Paolo  terzo  pii  » 
piato,ordinato,& profeguito  daefsò,air  hora  Cardinale >&  Prefidente  ;  è  t 
quello  ftatuitii&  publicati  molti  decreti  della  fedei&  de*  coftumi  r  perciò  <  * 
alqual  s'afpetta  e  ongregare,&  indrizzare  i  Concili)  Generali  >  a  fine  dell' 
mento  della  Religione  Ortodoira,&  per  reftituir  la  tranquillità  alla  Germa 
che  per  i  tempi  paflàti  non  ha  ceduto  ad  altra  Prouincia  in  ubedire  j  &  riuei 
Ponteftci,VicarijdiChriftajfperaiido  che  anco  i  Rè,&  Prencipi^lofauori 
no>&aflìfteranno>eirorta  &  ararrionifcei  Patriarchi  >  Arciueicoui ,  Vefc 
Abbati,&altri,che  per  legge,  eonfuetudine,  o  priuikgioa  debbona  intera 
ne'  Concilijjche  il  primo  di  Maggio  debbano  ritrouarfi  in  Trento  :  per  iU 
giorno  ha  ordinato>per  autorità  Apoftolica>,&  con  confenfo  de'  Cardinali- 
il  Concilio  fia  realibnto  nello  ftatOjin  qualfiritrouauaj&profeguitOjdoue 
inuierà  i  fuoi  Legati,per  li  quali  prcfcderà  al  Concilio ,  fé  non  potrà  troua:  | 
perfonalmente:non  oftante  qualonque  trailatione ,  o  fofpenfione  3  o  altra  e 
che  vifoUt  incontrario,&  fpecialmentc quelle  cofe,chePaolo  terzo  nella 
la  di. Ila  conuocationejiS*:  altre  Ipcttanti  al  Concilio,  ordinò>che  non  oftafl  | 
lequali  Bolle  egli  vuole,chereftino  in  vigore  con  tutte  Le  fue  claufulcóc  de 
ti,confcrmandole5&  rinouandole  quanto  feccia  di  bifogno. 
M»  Jffguji»  di      I  miniftrilmperiali,&  altri  Carolici  zelanti,a  chi  Celare  lacommunic&j 
Cefaw         dicauanojc he  quel  tenore  douelTe  eilàcerbar'  i  Protefl:anti,&  dargli  occaù] 
dinon  accettar  quelConcilio,nelqualc  ilPapadichiaraua  inon  tanto  di  vc( 
ui  prcfedere>-maanco  di  volerlo  indrizzare  :  oltra  che,il  dire  dirialTuraerlil 
profeguirlo,era  mettergli  in  troppo  fofi)itioni,&  il  parlar  cofi  magnificaiH'i 
dell'  autorità  fua,era un  irritargli  Conkgliarono  l'Imperatore  di  far' opera  ic 
il  Pontefice  moderalfe  la  Bolla,&;  la  riducelTe  in  forma,che  non  delTe  occa/i  : 
i'Proteftantid'ali,cnarfi  maggiormente-Ne  trattò  l'Imperatore  col  Noncii 

Tei 


tsji  Giviio  III.         LIBRO  TERZO.  517 

i  al  fuo  Ambafciatore ,  che  ne  parlalle  al  Papa,  pregamelo  Sua  Santità  afFef  e  1 3  i  d  l. 

Imente  >  &c  efficacemente ,  &c  per  la  carità  Chriftiana,che  addolciilè  quelle  (he  tema  di 

«Icchepoteuanodiuertirla  Germania  da  accettar  il  Concilio.TrattòrAm-/**"^* '''/*'''**•<* 

li  atore  ni  Roma  con  la  deftrezza  Spagnuola:  e  proponcua,  che  fi  come  le  fie-  ''** 

j  ;fe  a  laccio  conuiene  tirarle  al  pairo,moftrando  di  cedergli ,  ne  fargli  veder 

fi  ico ,  o  le  arme,per  non  irritarle,&  ponerle  in  diipcratione ,  che  gli  fa  accrc- 

teforzeicofibifognaco'  Pro teftan ti,  quali  con  dolci  maniere  ,  ik  con  in- 

ri.gli»&  afcoltarglijconueniua  tirargli  al  Concilio,doue  quando  faranno  ri- 

ji  jfarà  tempo  di  moftrargli  la  verità.  Che  il  fargli  la  fenrenza  contra,inanzi 

u  (dirgli,era  un  eiracerbargli,&  irritargli  maggiormente.  Il  Papa,con  la  folita 

b  cà,  rifpofe ,  Non  voler'  eflere  infegnato  a  e  ombattere  col  gatto  ferrato,ma 

)]  lo  in  libertà  che  poflìfuggirejche  a  ponto  il  ridurre  i  Protcftanti  con  belle 

ir  e  al  Concilio,&  lànoncoirifpóder  co'fatti,erafare  che,entrati  in  difpera- 

j  ,pigliairero  qualche  precipitoia  rifolutione  :  che  quello,  che  s'ha  da  fare  Ce 

i  capur'allachiara.L*Ambafciator,fecódando,diceua>chelodauacio,quàto 

i(  ofcche  era  ncceirario,&  opportuno  dire:  non  vederfi  opportunità  di  dire» 

IK  lui  tocca  d'indrizzar  i  Concilijiquefte  cofe  elfer  veriffime,ma  la  verità  non 

Il  :  queftopriuilegio  d'cifer  detta  in  ogni  tempo  >  &  in  ogni  luogo  :  elfer  ben 

t  ne  alcuna,quando  il  dirla  fia  per  far  cattino  effetto  ;  fi  ncordaiIè,che  per  il 

li  parlar  di  Leone  decimo  Se  del  Cardinal  Gaetano ,  fuo  Legato ,  è  accefo  il 

9  >>che  vede  ardere,  ilquale  con  una  dolce  parola  fi  poteua  eftinguere  i  che  li 

I  nti  Pontefici,&  raaflìme.  Clemente,  &  Paolo>Prencipi  fàui),  molte  volte 

D  :ano  doluti:fe  adelTo  con  deliri  modi  fi  può  acquiftarla  Germania,perchc 

n  :  amarezze  fepararla maggiormenteì 

1  ?apa,  quafi  ldegnato,diccua,ches'hada  predicar  femprc  apertamente, & 

::  care  quello  3  che  Chriftoha  infegnato  >  che  Sua  DiuinaMaeftà  l'ha  fatto 

)  icariOjCapo  della  Chiela,&principal  Lucerna  delmondo:chequeftave- 

à  :a  di  quelle,che  bilognaua  dire ,  che  f^pre  bifognaua  hauere  in  bocca  in 

|i  empo,&  in  ogni  luogo  ;  &,  fecondo  S.Paolo,opportunamcnte,&  impor- 

I  lente^che  il  far  altrimente  farebbe  contra  il  precetto  di  Chrifto,  porre  fot- 

|j  laio  k  lucerna,chc  fi  debbe  alzar  nel  candellierc.Che  non  era  dignità  del- 

\  ,eApoftolicaprocedereconartificij,&difrimulationi,mapailar  all'  aper- 

V  .*Ambafciatore  >  cefi  in  dolcezza  di  ragionamento  dille,  anzi  parergli,  che 

((  ndere  la  sferzaj  &  moftarfi  benigno,  &  condefccndereatuttiera  il  vero 

MD  Apoftolico:hauer  fcntito  legger  in  S.Paolo,che,cirendolibero  Ci  era  fatto 

3  di  tutti  perguadagnar  tutti  j  co' Giudei,  Giudco;co'Gentili>Gentilej  co' 
i,debole,pcr  guadagnare  anco  quelli;&  che  quella  era  la  via  di  piantar  l'E- 
ri;lio.In  fineilPontcfice,per  non  entrar  in  difputa,fi  ritirò  adire,chclaB0l- 
:j  formata  fecondo  lottile  della  Cancellaria,qualen6fi,poteua  alterare:  che 
Ijta  alieno  dalle  nouità,che  conueniua  feguire  le  veftigie  de'  predeceirori: 
ilb  lafohta  forma  >  nilfuno  poteua  attribuirà  quello,  che  folle  riufcito:fe 
iuelTe  inuentato  unanuoiia?  tutto'l  male  farebbe  attribuito  alui.  L'Am- 
(i  itorcper  dargU  tempo  di  meglio  pejiiare>cojiclufe  di  non  volere  riceuer  la 

Ri    iij 


3i8  CONCILIO   DI  TRENTO     Papa  Givuin 

cr3   i3  L.  rirpoftapertinanegatiua,  ma  confidare,  che  SuaSanticà  haurebbe  con  atm 
paterno  compatito  alla  Geimania.diiTegnando  di  lafciar  palFai:  le  fcfte  diht 
le,perche  air  bora  emi-nezzoDicembre,&  poi  dinuouodargliun'altioalliio 
fer  la.  rfjolut*      Ma  il  Papa,nroluto  di  non  mutare  un'  iota,dicendo  fpelio, Voglio  preu(  ù 
firme^  del   ^  j^q„  ^ff^^ preuenuto:&:  di  Icuarfi  ogni  molcftia  di  ragionamento ,  fece  i ], 
^''^'*''^"^'"'*~  San  Giouanni  un Breue,nelquale  narrato  fommariamente  il  contenuto  :1 
i^a^r  ""     ^^^^^  ^^^  (bpradctta ,  &  prefo  pretefto ,  che  per  non  eifer  publicata  ,  alcu  d( 
crebbe  pretendere  ignoranzajOrdinaua,chccofì  quel  Bieue,come  la  Bolla  ^ 
ro  lette>pubiicate,Ò<:  affiire  nelle  Bafiliche  di  San  Pietro,&San  Giouanni  L  r; 
nojconintentione  di  mandarne  elTemplar  ftampato  agli  Arciuefcouijacc  e 
iorofolTero  intimate  a  Vefcoui,  Scaltri  Prelati.  Fu  leuato  il  modo  di  par  i 
più  col  Papa  air  Ambafciacorcilquale  immediate  fpedì  corriere  efpreiio  a  n 
ncaril  tutto  all'  Imperatore:&  egli,vedendo  la  rifolutionedel  Papa ,  &  pe  i: 
e  Cefare  letta  comerimediare,fece  legger  la  Bolla  nelpublico  confelFo  :  laquale  vedut;  :■■ 
detta BoUa,vi  dulFeaponto l'etfettojcheeglihaueua  preueduto,cioc,che  farebbe  reuoc  . 
rimedia  con    parola  data  da'  Proteftantidi  rimetterli,  &  da'  Carolici  d'andare  al  Con  u 
fitej?romeJfe:   ^»  Carolici  difpiacque ,  per  il  duro  modo ,  Se  intrattabile  j  a  Proteftanci    i 
cofedette.QuefteeranOjpertenere  alui,nonfolocongregar,ma indrizzare  ;  :(i 
&gouernar  i  Concilij:chehaue{rerirolutodicontmuai:e,&proreguirek  )i 
incomminciatcilche  Icuauail  reelFaminar  le  già  trattate:  che,  fuor  di  lue  ,: 
fenzaoccafione,diceire,la  Germania hauerriconofciuto  i  Pontefici  per  V  : 
di  Chrifto:che  fi  hauefle  dichiarato  Prefidente  del  Concilio  ,  &  che  non  u 
malfe  ,  fé  non  Ecclefiaftici,che  gli  ubediuano ,  &  confermalTe  con 
ampiezzadi  parole  affettatamente  la  Bolla  della  conuocatione  di  Paolo.] 
uano  i  Proteftanti,che  vanamente  fi  farebbe  il  Concilio  con  quei  fondai! 
che  il  fotcometterfi  a  quelli  erafarcontraDio,&  contrala  confcienza.  I C; 
Hci  diceuano,che  quando  non  vi  erafperanza  di  ridurre  i  Proteftanti,vanai 
ce  fi  pigliaua  la  fatica,8<:  la  fpefa.Cefare  temperò  l'ardore  d'ambedue  le  pai 
dircclie  il  Concilio  era  generale  di  tutte  le  Nationi  Chriftiane:  che,vbed' 
tutte  l'altre  al  Ponteficceglihaueua  formata  la  conuocatione,come  conuc 
a  quelle:che,per  quanto  s'afpetta  alla  Germania ,  rimettellèro  il  tutto  alla  ' 
fua,chc  fapeua  come  trattareilafciaflero  conuenire  le  altre  Nationi ,  che  eg  ' 
rebbe  andato  pcrfonalmentejfe  non  là ,  almeno  in  luogo  proflìmo ,  &  haur  or 
operato,nonconparole,maconfatti,chele  cofe  palFalFero  per  i  debiti  temi 
non  hauetFero  rifgUardo  a  quello,che  il  Papa  diceua,  ma  a  quello ,  che  egli  )- 
metteuafopra  la  parola  Imperiale,  &  Regia:  con  quella  maniera  l'Impera  re 
quietò  gì'  aiiimi,&  a'  tredici.Febbraro  fi  fece  il  ReceiFo,  publicando  il  decrc  ài 
tenor  delquale  fu,  ' 

Che,elFcndo  propofto  nella  precedente  Dieta  non  elFerui  modo  di  comp(  et 
ledifcordiediGermaniaper  caufa  della  religione,  le  non  per  mezo  d'unpi  Sf 
libero  Concilio  generale,  tutti  gli  Ordini  dell'  Imperio  hanno  confermata 
propofitione,&  deliberato  d'accettarlo,approuarlo5&  fottometterfegliilac  jl 
cofa  non hauendoli  elFcguica  ancora  >  nella  prefente  Dieta  è  ftara  la  itiedef  la 

prc3- 


A  GivLio  in.         LIBRO    TERZO.  315, 

qofìtionc&dclibeiacione.Perilche  Ccfare  haneua  operato,  5^  finalmente    do  io" 
rrato dal  Papa,  che  rimctteire  il  Concilio  di  Trento  al  primo  di  Macraio        li. 
inno  fiiruroalchchauendo  il  Pontefice  fatto,  &ciren  do  la  conuocatione 
tjlcftaj&propofta  nella  Dieta,è  cola  giuda  che  fi  refti  nella  mcdefunaniblu- 
d'alpetcare  con  la  debita  obedientia  il  Concilio,  &  interuenirc  in  quello, 
le  tutti  i  Prencipi  Chriftianiaffiileranno;  &i  elfo  Celare, come  Auuocato 
]  Santa Cliiera,&  defenfor  de'  Concili), operarà  tutto  quello  che  fi  conuicne 
carico  d'Imperatore,ficome  hapromelfo-.d'  per  tanto,notifica  a  tatti,circr 
)15tà,cheper  rautorità,&potcftà  Imperiale  fiaficurociarcuno,cheandcrà 
ncilio,di  poter  liberamente  andarc,ftare,<Sc  ritornare,  &  proppnere  tutto 
Djche  in  (uà confcienza  giudicherà  neceirario:&  per  ciò  ftarà  ne'  confini 
iTiperio,&  in  luogo  più  proffimo  che  fi  potrà:  Se  ammonifce  gli  Elettori, 
ipi,&  Stati  dell'  Imperio,  maffime  gli  Ecclefiaftici ,  &  quelli ,  che  hanno 
k^iato  nella  religione,che  fi  preparino  per  ritrouarfi  là  bene  inftrutti ,  accio 
ofiìno  hauere  alcuna  fcufajdouendo  egli  hauer  cura,che  tutto  palli  legiti- 
•nte,&  conordinej^i  operare ,  che  fi  tratti  &  defìnifca  ogni  cola  pia ,  & 
:ianamente ,  conforme  alla  Sacra  Scrittura,  &  dottrina  de'  Padri.  Et  per 
>,che  s'afpetta  alla  trafgreflìone  de'  decreti  dell'  interreligione,&  riforma> 
erto  che  era  impolTibile  fuperare  le  difficoltà ,  Se  che  quanto  più  fi  opera- 
to le  e  ofe  più  peggiorauanojaccio  maggior  confusione  non  nalccflè 
ò  a  fé  ogni  cognitione  delle  contrauentioni  paflate  3  incaricando  però  i 
pi,&  Ordini  dell'  Imperio  all'  olferuanza  in  futuro. 
)ecreto  veduto  per  il  miondo,  fuftnTiatQ,come  era,uncontrapoftoalIa 
lei  Papa,apoiito  in  tutte  le  parti.Quefto  vuol  indrizzar  i  Concili j:que}lo 
auercura,che  tutto  fi  faccia  con  ordine,  &  giuridicamente:  quello  vuol 
re:6c  quello  vuol  che  fi  decidi  fecondo  la  Scrittura,  Se  Padri  :  quello  vuol 
uare:&  quello  vuol  che  ognimo  podi  proporre  fecondo  la  confcienzaJn 
ila  Corte  non poteua  digerir  quello  affronto  »&  fi  doleua,che  folle  una 
inuocatione  del  Concilio.Ma  il  Papa,con  la  folita  piaceuolezza ,  diceua, 
aratore  m'harefo  la  publicatione  della  Bolla  fatta  fenza  di  lui. 
rato  l'anno  m. d. li.  applicando  il  Pontefice  l'animo  al  Concilio  intima- f/e^^/o^j^fe' 
De  due  principali  mire:di  mandare  pcrfone  confidenti  a  prelederui,  &  di  Prefidemì  dtì 
or  fpefa  che  folle  poflìbile.  Al  fuggir  la  fpefa  confcgliaua,che  non  Ci  man-  ^«ncUhp 
iud'un  Legato:ma  era  con  tropo  carico  della  perfana  di  quello.Prima  in 
»1  uer' apprelloperlona co' medefimiinterefii, diche  poterli  confidare pic- 
1^  te,&  di  tutto  quello,che  fi  faceire  douere  elfcrc  ftimato  unico  autorczper 
;i||uahrifpetticraneceirarioche  il  carico  foife  compartito  in  piuperibnc. 
»iil  Papa  via  di  mezo,mandando  un  Legato  con  doi  Noncij,  conautorità 
fcienfando  anco  di  douere  clTer  meglio  feruito  :  perche  le  fpcranze  fanno- 
dcon  diligenza  maggiore.  Voltato  l'occhio  fopra  tutti  1  Cardinali,  noii 
a^l  più  confidente  fuo,&;  infieme  di  valore,  che  Marcello  Crefcentio,  Car- 
4^i  S.Marcello:a  quello  aggionfe  per  Noncij  ,Sebaftiano  Pighino,  Alci- 
de 3  Sipontino  i  &AloifioLiporaano  >  Vefcouo  di  Verona:  in  quello 


510  CONCILIO  DI  TRENTO       Pap^tGivh  ] 

"ci^ToIa.  elclTe  uiiaftrcttaconfidenza,tenuca  con  lui  inanzi  il  Pontificato  :  in  que(1,i 
fama  di  pietà,bontà,&  lealtà  grande.  Con  tutti  tre  hauendo  tenuto  moltix 
ti  confegli,  &  apertogli  il  iincero  delfuo  coi-e,&  inftruttigli  intieiament  d 
de  un  ampio  mandato  d'interuenir  per  nome  fuo  al  Concilio  :  la  conti  ;r 
delquale  fu: 
il  lor  ntandit-  Al  Padre  di  famiglia  appartiene  foftituir'  altri  a  far  quello ,  che  comcx 
io:  mente  non  può  elfo  medefimo.Perilche  hauendo  ridotto  in  Trento  ì1'Cg:ì 

aenerale,intimato  da  Paolo/perando  che  i  Rè ,  &  Prencipi  haurebbono  j  :(ì 
co  il  loro  fauorctk  affiftenza  ;  citò  i  Prelati  foliti  ad  interuenirui  per  il  pr  io 
Maggio,per  reairumere  il  Concilio  nello  ftato,che  fi  ritrouaua:  maper  la  i  g 
uè  età ,  Se  altri  impedimenti ,  non  potendo ,  fecondo  il  fuo  defiderio,  tre  xi 
perfonalmente  prefente  ,  non  volendo ,  che  la  fua  alfenza  porti  impedii  ;ni 
conftituifce Marcello  Cardinale  zelante,  prudente,  &  faputo,per  Legat  & 
Sipontino,,S«:  Veronefcconfpicuiin  fcienza,&efperienza,Noncijicon  sci 
mandato  con  le  claufule  opportune.  Mandandogli  come  Angeli  di  pace  iiii 
loro  autorità  di  reairumere,  indrizzare,  &  profeguire  il  Concilio  :  &  far  t  te 
altre  cofe  nece(rarie,&  opportune,fecondo  il  tenore  delle  lettere  di  conu.  ati 
ne  fue,&:  del  predeceffore-L'Imperatore  ancora,a  chi  maggiormente  pre  n» 
negocio  del  C6cilio,&  Thaueua  per  unico  mezo  di  faril  aifoluto  patrone  >Gi 
mania ,  mandò  a  tutti  gli  Ordini  dell'  Imperio  Protcftanti,  il  faluocond  to: 
ampliflìma  formapcr  loro  medefimi,  ouero  per  gli  Ambafciatori  loro,i  pei 
Theologi,che  inuialfero. 
moul  tntrU         Ma,mentre  che  Ci  gettano  quefti  fondamenti  in  Roma,  &  in  Augufta  ei  ' 
ghiy  fr^'l  Pa-  bricarui  fopra  il  Concilio  di  Trento ,  altroue  erano  ordite  tele,  che  poi  n 
/«,  Gefxre ,  e  f^^ero  grand'  ombra  alla  degnità,  &:  autorità  di  quella  Sinodo  ;  &  fabric 
Frxncia  ,  per  ^t^j^p^^he  la  conqualTaro no,&  difciolferojll  Pontefice  >  immediate  dop  x 
^^^'^'         aiIòntione,per  ollèruanza  di  quello ,  chehaueua  promelFo  in  Conciane  ili 
Parma  ad  Ottauio  Farnefe ,  laquale  Paolo  haueua  tirato  in  mano  fua  pe  io 
della  Chiefa,  &  gli  allegnò  anco  dumila  feudi  al  mefe  per  defenderla.  C  a 
per  l'inimicitia  di  Ferrante  Gonzaga,  Viceduca  di  Milano,  &  per  molt  k 
che  haueua,che  l'Imperatore  dilTegnafle  inipadronirfi  anco  di  Parma,h3  :n 
gli  anco  il  Pontefice  leuatalaprouifione  aikgnata  di  dumila  feudi,  dui  a 
di  non  poter  difender  la  città  con  le  fue  forze,  trattò  col  Pontefice  pei  a 
del  Cardinale  fuo  fratello,chegli  deife  aiutcouero  gli  concedeiFe  di  prc  ^ 
con  la  protettione  d'altro  Prencipe  fuflficiente  di  foftentarlocontra  Ce  te 
Pontefice,  fenza  più  conlìderarui,  rifpofe,che  facelfe  il  fatto  fuo  al  mei  o 
fapeua:perilcheOttauio,adoperando  per  mezzo  Horatio ,  fuo  fratello,  ;i 
del  Rè  di  Francia,fi  mife  fotto  la  protettione  di  quello ,  &  riceuette  gu;  iiu 
ne  Francefe  nella  città  :  laqual  caufa  dispiacendo  a  Cefare,  fuo  fuocercj  rfua 
il  Pontefice  che  folFe  contra  la  degnità  di  lui ,  che  era  di  quella  città,  &  i^" 
Daca,Prencipefupremo.Perilche  il  papapromuigò  contra  il  Duca  un  aue 
ditto ,  citandolo  a  Roma ,  &  dichiarandolo  rebelle,  quando  non  comp  iifcj 
dimandando  aiuto  all'  Imperatore  contra  di  lui  :  il  quale  fi  dichiarò  d'aj  'w" 

,cai 


paGivlioIII.  libro    JERZO.  511  _^ 

auradelPonrcfice,&:  colile  arme  difenderla:  onde  fu  fatto  apertura  a  mani-    ci3   la 
i  guerra  tra  l'Imperatore  &  il  Rè  diFranciaj&a'difgufti  grandi  dell' iftellb        li. 
:olpontefice.EtinSa(roniaroprarAlbifutraSaironia,&  Brandcburgdato  ef»mue  kgh* 
icipio  a  ragionamenti  d'una  lega  contra  Cefare  ,  per  impedirlo  dal  foggio-  '"  ^<^^'^'!""* 
ì  totalmente  la Germania,come  a  fuo  luogo  fi  dirà.    Nonoftantiquefte,&;  "'''  '^^   ^ 

femenze  di  guerra,  che  in  Italia  nel  principio  d'Aprile  fi  vedcuano  già  pul- 
ce, volle  il  ponteficcche  il  Legato,  &  iNoncij,andaircroaTrent05&diede 

commilTìone ,  che  il  primo  Maggicgiorno  ftatuito ,  aprifTcro  il  Concilio 
qiiel  numero ,  che  vi  era ,  8c  etiandio  fenza  numero  alcuno;  con  l'eircmpio 
Joncij  di  Martino  quintojcheaperfero  il  Concilio  di  pania  foli,fenzaintcr- 
']  o  d'alcun  prelato* 

1 

'  HI  sr  O  RI  A 

DEL 

DNCILIO  TRIDENTINO. 

LIBRO    QVARTO. 

Sommario. 

I  dotto  dinuouo  il  Concilio  in  Trento,Jifk  la  prima  Sejfione,Jòl  per  apriturad'ejfo. 
^  I  papa  VI  muita  glt  Sguiz^z^eri ,  che  ne  fono  dijfuafi  da  Francia ,  entrain  in  r:ffa 
P  ^a  per  la  protetttone  di  Tarmafrez  a  dal  %è.  Cejare  deputa  tre  Arnbafciadori 
A  :i/iOi  doue  Ji celebra  lajeconda  Sezione  ■>  di  dtlatione  :  edm  ejfafì  prefenta  A- 
r  T  nome  del  ChrtftiamjJìmOiCon  protefla  contriti  Tapa  :,feguitu  da  un  (iJManifi- 
h  'ettoT{è^,  e  da  un  Editto  di  non  portar  alcune  denari  dagli  jhttfmi  a  Roma. 
T  ntOyTion  oflunte  tutti  gli  uffici/  de'  Cefirei,per  indugiare,  in  gratta  de'  Projkinti, 
■V  3  dell'  Encarijìia  :  e,per  rifirma ,  della  Giurifdmtone  Epifcopale  :  dell'  origgi- 
e.  gli  abujt  della^uale  e  fiitto  largo  difcorfi  :  ma  m  Trento  vi  fono  applicati  rime- 
e  ieri->come  anche  nel  fatto  dell'  AppeUatione  al  Papaie  delle  Digradattoni  :  Cele- 
ti  la  terTia  Sefiionejòpra  i^uefie  materia  comparirono  gli  Ambafctatori  Brande- 
•g^  iTiceuutt  cen  vantaggio  affiettntOie/i  tratta  del  Saluocondotto  da  darjta'  Trote- 
Iti,  oja  molto  contefa.  Poi  s'entra  nel  trattato  della  Penitenz,a ,  e  dell'  Eflrerna  On- 
'f  '  per  rifórma ,  di  certi  capi  pur  concernenti  la  Giuri fditt ione  Spifcopale.  Ed  in 
h  vmto  giungono  gli  Ambafctadori  VVirtembergict  a  Trento,  la  cui  ricettione  è 
''!'tnta:  eCefare  viene  a  InjpruckJDellefopradettematerieyfì  tiene  la  quarta 
.  '01  s'entra  nel  Trattato  della  Mef[a,e  del  Calice  :  ed  arriuano  Ambafcuido- 
t  rgentina,  e  d'altre  città  Protejkintt  :  ed  infine  cfue'  dell'  Elettor  <iJ^auntio  di 
kzii^nali  fono  uditi  mCongregattoneicd  in  parte  foddisfhtti,  rnafìirne  nel  fktto 

se 


3ii  CONCILIO  DI  TRENTO       PAPAGiviior 

e  1 3  1 3  del  Sdmconàotto.  Poi  fi  tratta  del  Sacramento  dell'  Ordine  :  e  di.  tutto  ciò,  fi  tiene  \ 
L I.  quinta  Sefìione.  ISfafcomfoffettt ,  e  dtjparenfidl  Tapa,  e  Cefare^fer  molte  cagio . 
ma  principalmente  per  l'uccifione  di  ^J^artmafio  Cardinale ,  lacmcaufa  rejkx>\ 
poco  (knte  affatto  fopita.  gtongono  Teologi  Protejìanti ,  e  t  Amhafciador  Portogk . 
zJHauritio  di  Saffomaimuone  tmpromfo  tarmi  a  C efare,  ondeficommmcia  a  rom- 
re  il  Concilio,  ed  ejfofi  diffohte  con  la  fijf  enfiane  puhlicata  neW  ultima  Sefiione.  £  (  ■ 
fare  è  sforzato  da  detto  ^jMaimtio.dffizr  la  pace  della  Religione,  per  lacuale  f  - 
terim  e  abolito,  la  libertà  della  religione  rifòrm.tta  renduta  ,  e  Giouanm  Federigo 
Saf[onia,el  Landgramo,largheggiati  della  lor  prigionia. 


Concino  m 

Trento!  tauoia 


con  1; 


frlmaSepiune  &^^^  Jq^^^j  inTi'cnto  iLegati,&Noncij  con  compagnia  d'alcuni  Pre:i 
dtl/a  f'"'"^-'' f^^l  -hedaPvomagUreguirono;  &  aniuati  altri  Prelati,  che  poco  do 
ridomone  dd  A^UÌ^  ^ionrero,(bllecitatidal  Pótefice,nel  giorno  indetto,  ridottiTial  fc  ce 
o  nella  Chicfa  Cathedrale,che  reftaua  ancora  in  piedi,  co  le  iolirc  <  '.t 
I-nome  fucatata  iaMelfa  dall' Arciuefcouo  diTorrc,&  letta  dal  Secretano  h  i 
la  del  Papa  della  C6nocatione,&:  il  màdato  nelle  perfone  de'  Prefidenti 
lebrante  IclTe  il  Decreto,in  forma  interrogatiua, Padri,  vi  piace, che,rec( 
forma  delle  lettere  Pontefìcie  ,  il  Concilio  di  Trento  fi  debbia  rcairurae 
pr'oreguiseìEtjdati  i  voti  da  tutti,  interrogò  dihuouo,Piaceui.che  la  Sei 
fecTuente  fi  tenga  al  primo  Settembre  prollìmo?  Alche  da  tutti  fu  confentitc 
Cardinaicprirao  Preiìdente  conelufe'coH'  alTenfo,».^  per  nome  di  tutta  la 
do,,Che  adonque  il  Concilio  è  incomminciato,&:  fi  profeguirà.  Ne  altra  e 
fece  in  quel  giomcne  meno  ne'  feguentircfe  ben  rpelTe  volte  fi  ridulPero  i 
ti  in  cala  del  Legatole  Congrcgationi  però  non  haueuano  forma,  non  vi 
doTheologi.Si  leggcuano  iolaracnte  le  cofedifputate  in  Bologna,perma' 
la  deliberanone  di  qucllo,chc  fi  doueua  trattare,  de  maflìme  in  materia  di 
ma,che  era  ftimata  la  parte  più  importante. 
4ilqmleU  Pa-      |p  f^j-^g  ^\q\  mefe  il  Pontefice  mandò  in  Suizzeri,Gieronimo  Franecftat 
pa  inuita  gli  y^lfc  Noncio  di  papa  paolo  a  quella  Nationcprincipalmente  per  imped 
SHPc^en:        .^  ^^  ^.  Pj.^j^^-,^  j^qj^  hauelfe  foldati  da  loro ,  &  per  ottener  leuataper  le  e 
parma:&  in  quell'occàfione  {criiTe  loro  lotto  i  ventifette  Maggio,  che  ( 
haueua  prefo  il  nome  di  GiuHo  fecondo,  tanto  affettionato  a  loro ,  cofi  'i 
feguir  relTcmpio  Tuo  in  amargli ,  &  feruirfi  dell'  opera  loro  5  alche  hauei 
princÌDÌo,pigl!ando  unaguardia  della  lor  Natione  perlacuftodia  dellap 
propL-i^a,&  una  ahra  per  Bologna.Hora,eirendo  flato  intimato,^*:  cornine 
Concilio  in  Trento  al  primo  di  Maggio,glipi'egaua  operare,  che  i  fuoi 
doueirero  ritrouaruifi  per  il  primo  di  Settembre  ,  quando 'farà  la  f{ 
SelTione. 
U  Kè  di  Fra-       llRè  diFrancia  cercò  di  perfuader  al  pontefice,per  mezo  di  Termes,fu 
eia  tratta  eoi  torcchecon  buone  ragioni  haueua  pigliato  la  difefadi  parma,preganc 
Papa fel fatto  contentarfene3&  inoftrandogH,  che  altrimenti  facendo  ,  Se  antepone ^^ 
«M  Parma,      g^^e^^-^  allapace,nó  folo  farebbe  co  dàno  d'ItaUa,ma  impedirà  anco  la  pr  ec 
tioné  del  Conciliojouero  lo  ff^ebbe  diiroluere;6c,fe  pur  ciò  non  fuccedelij 


1 


hPAGiVLioUL  LIBRO  QVARTO.  315 

rtendoui  andar'  alcun  Vefcouo  Fnncefe^non  farà  ragioncuoiejche/ìchia^    ci3  I3 

rjiire  Concilio  Generale.  Il  papa  s'offeriua  far'  per  il  Rè  tutte  le  cofe ,  eccetto        li. 

eellojche  eglidcfideraua:&  eirendotraluij&l'Àmbafciacorcpairati  mólti  ra- 

p)namentii&:  rapprefencatoglijclie  il  Rè  non  poteuaper  alcuna  coia  ritirarli, 

d:he  quando  Sua  Santità  non  hauelfe  voluto  reftar  neucraicma  cifer  iniaiflro 

d  le  voglie  dell'  Imperatore,dalquale  il  Rè  era  certo  che  fi  lafciaua  snidare ,  la 

M  eftà  fua  farebbe  ftata  sforzata  ad  ufar  quei  rimèdi]  di  ragione?  oc  di  fattOjclic  i 

tJggiorifuoi  haueuano  ufatocontra  i  Pontefici  dimoRrati/ìpartiali-Simife  il 

?iia  in  colera,o  pur  linfe  d'eireruientrato,&  rifpofejChcife  il  Rè  gii  toglicife  c'//'*/'^  s'm~ 

?  ma,egli  Icuercbbe  a  lui  la  Francia,&  fc  gli  Icuaife  ì'obedienza  di  FranciajCgli  '##*!  j^  mf- 

icn-ebbé  a  lui  il  commercio  di  tutta  Chriftianità:&  fé  trattalfe  d'ufar  forze,fa-  "*^'^' 

be  il  peggio  che  poteifeife  edittÌ5prohibitioni,&  altre  tal  cofe ,  gli  faceua  in^ 
[j  dere  che  la  fua  pcnna,carta,3c  inchioftro  non  farcbbono  inferiori.Ma,fe  Ben 
l  ontcfice  parlaua  cofi  altOjhaueua  péro  qualche  timore  :  onde, per  eccitar 
■  ]peratorc,gli  fece  fignificare  per  il  Vefcouo  d'Imola ,  fuo  Noncio.che  haue- 
Ìe  laudato  in  luogo  del  Sipontino,  tutti  li  ragionamenti  paifati  col  Francefej 

S  dirgli apprelfojche  inRomafiftaua  in  dubio d'un  altro  facco,per  tanti ro- 
ide'Turchi&Francefìi^cfidubitaua  di  Concili)  Nationali.  Perilche  era 
rflària  una  buona  prouifìone  d'arme,per  prsuenir  li  tentatiui  :  &  quando  la   . 
:flìtà  pprtaifejper  poterfi  difendere. 

1  Rè,veduto  che  non  era  poffibile  perfuadcr'  il  Papa/crilfe  una  lettera  publi-  nj^  fa  ^Ifl^ 
i  commune  atutti  i  Vefcoui  del  fuo  Regnojcofì  a  quelli  clic  erano  inFran-  di  volertene^ 
omealtroue,chedoueircro  andar'  allelor  Chiefe  frafei  meii,&:  là  metterli  "**  Concilio 
rdine  per  un  Concilio  Nationale.  Et  la  lettera  fu  anco  prefentata  a  quelli,  ■^«**""*^ 
1  ritrouauano  in  Romatne  il  Papa  hcbbe  ardire  d'impedirgli ,  dubitando  di 
anno  a  loro,&  interelTar  maggiormente  la  propria  riputatione.  Ma  prefe 
liente  di  mandar'  Afcanio  della  Corna,fuo  nipote,  in  Francia ,  con  inftrut-  ^^^^ ^  p^^  ^ 
s  di  far  ogni  opera  per  dilfuader' il  Rè  dalla  protettione  di  Parma  :&  farlo  rammoderii^ 
ce,chc,elfendo  Ottauio  Farnefe/uo  Feudatario,non  poteua  in  alcun  modo 
portare  d'eiìcre  iprczzato  da  lui:che  farebbe  fiata  una  infamia  eterna,  &  un 
apio  a  tutti  di  non  riconofcerlo  per  Papa.  Elfer  grandiffima  l'inclinationc 
ila  Francia,  &  alla  Sua  Maeftà,&  l'animo  fuo  alieniffimo  dagli  emuli  di 
lo,&  quefto  elfer  notiffimo  a tutto'l  mondo.NondimenOjeiTer  cofìpotentc 
Detto  fopradettOjche  quando  Sua  Maeftà  non  vi  porga  rimedio ,  farà  fuiFÌ- 
:edi  farlo  gettar  in  braccio  di  chi  non  vorrebbe.  Porcaua  anco  l'inftruttio- 
iie,feilRè  non  il  lafcialfe  indurre  a  quefto, lo  prcgaife  a  ben  confidcrare. 
Iti inconuenienti  fi  tirarcbbe  apprelFo  un  Concilio  Nacionalc,&  che  fareb- 
:incipio  di  metter  i  fuoi  foggetti  in  una  licentia,dellaquale  fi  pentirebbe:^ 
efente  caufcrebbe  quefto  marcffetto,chc  impedirebbe  il  Concilio  Genera- 
ìhe  farebbe  la  maggior  ofFefa,che  fi  potclìè  far  a  Dio,&  maggior  danno  alla 
al)&  allaChiefa.Lo  pregalfe  di  mandar' Ambalciatore  a Trentojccrrificand o- 
3he  da' PrcfidcntÌ5&  da  tutti  i  Prelati  amorcuoli  di  Sua  Santità  riccucrebbe 
^i honore,&  rifpetto.Alchc  non  gondcfcendendo ,  &  pcrfeucrando m  voleK 

S(    i] 


^ ^324  CONCILIO  DI  TRENTO        PapaGivlioI, 

ci=>  i3     che  l'editto  refti,gli  proponeiTe,  per  leuar  ogni  fcandalo ,  temperamento  dii' 
LI.         una  dichiaiatione,che  conqueli'  editto  non  è  ftato  Tua  intentionc  d'impedir  1 
Concilio  Generale. 
t'mireflafer-       j[  j^^^  udita rambafcìatajedo  ancora  moftròjcomel'honorfuo  lo  coftr.- 
'"°"^  dp"'.  gena  a  pcrfeuerar  nella  protettionc  del  Duca,&:  a  mantener  l'editto  ;  ma  con  .1 
^^^  torma  di  parole,chemoftrauano  fentir  difpiaccrede'difgufti,  &defìderiod;i- 

mcdiarLli.Etpercorri^ponder'  al  Papajmandòa  luiMonlìgnordiMonluc  ,e  :- 
to  di  Bordeos,  non  fenza  qualche  fperanza  di  poter  indolcire  l'animodelPi- 
tlPapaalm-  tciicc.Ma,perogni  officio  che  fi  fece,quanto  alle  cofedi  Parma  jreftò  nella i;- 
sì  immtro:     deiìma durezza  5  &c  rimandò  l'iftelTo  Monluc ,  con  commiflìone  di dolerfi  il 
Rèsche  hauelfc  mandato  fino  in  Roma  l'editto  d'un  Concilio  Nationalej&  ; 
tere  a'  Prelati,fiidditi  fiioi  ancora  in  temporale ,  intendendo  d^l  Vefcouo  d'/  i- 
gnone  :  laqual  cofa  tutto'l  mondo  interprctaua ,  che  non  fi  facelTe ,  fc  non  w 
impedir  il  Concilio  Generale  :  &  conclufejpregando  il  Rè>che>  poiché  l'uni  \: 
l'altro  è  rifolutOjegli  in  perfeuerar  nella  correttione  d'Ottauio,&;  laMacftài: 
nell'aprotcttione,  almeno  le  differenze  non  ufcilfero  di  Parma;  come  dal  cj  i 
diSuaMaeftàfi  èufcito  con  leuari  Cardinali,  &  Prelati  da  Roma,  iquah  1 
non  ha  voluto  impedire  dal  partirejfperando  che  Sua  Maeftà,  elfalato  il  pr  a 
fdegnoifarcbbe  illuminata  da  Dio  a  mutar  modo.   I  fcambieuoli  uffici)  &    1- 
fpettodel  Concilio,  non  poterono  appreifi)  alcim  di  qucfti  Prencipi  ope;  e. 
''  dico  cm-  che  rimetteirero  niente  del  rigore.  Ilconfenfouniuerfalecrafauoreuole  a  t 
w»»e  fau»re~  perche,  hauendo  l'Imperatore  occupato Piacenzajillafciargli anco  Parma  ;:; 
wLe  amjs ,  «  farlo  arbitro  d'Italia  :  &c  pareua  indegna  cofa,  che  la  pofterità  di  Paolo,che  p  1 1 
molto  finiflro  libertà  d'Italia  tanto  haueuatrauagliatojfoife  da  tutti  abandonata:&  fé  il!  .■'■ 
cantra i  Papa:  ^^^^^ ||  doleua,che  Piacenza  folFe  occupata ,  &c  non  faceua alcuna  inflanza  f  1: 
reftitutione,perchedolerfi,che  ilDucas'aflìcuralfediParmaJEt  queftarag  w 
poteua  tanto  in  alcuni,  che  teneuano  per  fexmo ,  elfer  ben  intefa  da  Giulio  u 
per  far  nafcere  qualche  impedimento  al  Concilio,  che  da  lui  nonprocedei"  t-. 
potcife  ad  altri  ctler  afcritto^defideratfe  la  guerra  tra'lRè,&  l'Imperatore.  E  'i' 
cofa  certa ,  che  più  frequenti,  &  più  efficaci  erano  le  inftanze  con  Cefare ,  a  ic 
moucirc  le  arme  a  parma,  o  alla Mirandola,che gli  uffici)  col Rè,accios'acc  n 
modatfe  il  negotio.    Il  Rè,tentati  tutti  gli  uffici) ,  per  quietar  l'animo  del  i  w 
palfò  all'  eftremo ,  che  fu  permezzo  di  Termcs,  f  uo  Ambafciatore,  protefta  A 
particolarmente  contra  il  Concilio,  e  he  fi  adunaua,  fperando  che  quel  rifj  t( 
douelfcrimnouer  il  papa:dellaqual  proteftàjpeixhedopo  fu  reiterata  in  Tre  o« 
Con  qucU'occafionefi  dirà  ilcontenutOi 
iffotelantì         Ma  in  Germania  più  che  mai  fi  parlaua  del  Concilio.Pcrche  Mauritio>  I  ca 
Germani  fi     di  SalfoniaiVeduta  la  rifoUitione  di  Cefare,&;  per  dargli  più  ficuro  indicio  d  10 
fref  arano  per  ler  feguir  la  fua  volontà  di  mandar  a  Trcnto,commandò  a  Filippo  Melantoi  A 
andar  al  Co-  alcunialtriTheologiruoi,di  metter  infieme  li  capi  della  dottrina  daprop  lei 
*'''"*  in  Concilio;^*:  congregare  tutti  i  Dorrori  Se  miniftri  del  fuo  fbto  in  Lipfi  'e^ 

eifaminarla-Et  Chrifl:oforo,Duca  di  Wirtemberg ,  poco  fa  fuccelfo  al  padr  fé 
ce  dafiioi  far'  una  altra  compofirionejlequali  erano  in foUanza  unacofa  flef  '.& 

ina 


A.  GiVLio  III.        LIBRO   QJ/ARTO.  315 

pairc  approuò  quella  dell' altra,  haucndo  eletto  di  non  proceder' unica-    eia   lO 
e,accio  l'Imperatore  non  piglialTc  (ofpittione.Poi  ("criire  il  Duca  Mauricio        l  i* 
"are,dando  conto  d'elfer'  in  ordine  co' Theologiliioij&  della  (critturapre-  dalquaU  chhg 
a:iTia  aggiongendcche  non  gli  pareua  il  Tuo  ialuocondotto  clfer  baftantcj  ^""^        ' 
roche  nel  Concilio  di  Coftanza  era  (lato  detcrminato,  che  fi  procedelTe  ' 

:a  li  andati  al  Concilio,  ancorché  haueifero  ialuocondotto  dall'  Imperato- 
il  Decreto  fu  anco  comprobato  con  l'cirecucione  della  morte  di  Giouanni 
andato  a  quel  Concilio  fotto  la  fede  publica  di  Sigiimondo  :  perilche  non 
la  mandar  alcun  fuo  a' TrentOjfc  anco  quei  del  Concilio  non  gli  dauauo 
icondotto:  iìcome  fu  fatto  nel  Concilio  di  Baiìlea,doue  li  Bohemi, per 
inpio  di  Coftanza,non  voU'eraandar  fé  non  fotto  la  fede  publica  di  tutto'l 
zilio.PerilchepregauaCefareadoperarcchefoiTe  conceUbloro  dagli  Ec- 
(Hci  dri^rito  un  fàlùl^^^^  forma,chea*  Bohemi  inBafi- 

:rche  li  fuoi  eraiio  a  pònto  nella  iftelTa  conditione  al  prefente,che  i  Bohemi 
Dra^Cefare  promife  di  farlo,&:  a  fuoi  Ambafciatori,che  pur  in  quel  tempo 
alConciliojdiede  ordine  di  procurarlo. 

A-mbafciariaeradi  treperfonaggi,per  honorar'il  Concilio ,  &  per  hauer  tre  ^mhaf. 
.  miniftrijche  operairero:&  il  numero  Ti  honeftaua,cirendo  uno  per  l'Impe-  "adori  di  ce- 
iltro  per  la  Spagna,6c  il  terzo  per  gli  altri  Stati,&nondimeno  tutti  infoltdu  ^f'^^.f  ^'"'"•* 
cti.  Il  mandato  fu  fegnato  fotto  il  fei  Luglio  :  &  conceneua ,  Che,hauen-  !"  *^.  '"*''"*'*! 
Pontefice  Giulio ,  per  fedar  le  e ontrouerhc  della  religione  in  Germania, 
maro  in  Trento  per  il  primo  di  Maggio  pafTatOjil  Concilicconuocato  da 
',principiato,&: intermelTo;  egli, per l'indifpofìtione  fua  non  potendo  ri- 
:ui(ì  perfonalmente,per  non  mancar  del  debitcha  voluto  mandarui  i  fuoi 
i  ratori.Perc),confidato  della  fede,bontà,efperienza,&  zelo,di  Hugo,Con- 
I  tionfortjDon  Francefco  di  Toledo;&  Gulielmo,Arcidiacono  di  Campx- 
iiconftituifce  oratori,  &  mandatari)  fuoL,per  conto  della  degniràlmpe- 

Ì'ìC  de'  Rcgni,&  ftati  fuoi hereditarij:dando  a  loro,&;  a  ciafcuno  d'efli  facol- 
omparir  nel  Concilio,tener  il  luogo  fuo,confultare,&  trattarle onfeglia- 
i  ar  voto,&  interponer  decreto  per  luo  nome,&  far'ogni  altra  cofa,che  egli 
;{ e  far  efifcndo  prefenterponendogli  in  luogo  della  perlbna  fua ,  &  promec- 
i  d'hauer  rato  quello  che  da  elTi  tre,ouero  da  uno  farà  operato.Il  Pontefice,  diligenza  <teP 
ijonquehaucffe  molto  a  cuorcche  il  Concilio  foifc  aperto,  con  tutto  cio,^^*/^.''*^*^ 
sfattogli  principio,non fi  diede  molto  penficro  che  i  Prelati  vi  andairero,o 
«e  foilc  tutto  intento  alla guerra,cheardcua  alla  Mirandola,o  perche  poco 
e  aircitutta  l'opera  fu  pofta  dall'  Imperarorcche  vi  ipinlc  prima  gii  Elettori 
Vgonza,&;  Treueri,&  poi  anco  quel  di  Colonia>infieme  con  cinque  altri 
ftuiprincipali,6c  li  Procuratori  di  molti  impediti.  Fece  anco  venir  di  Spa- 
si quanti  Prelati,oitra  quelli  che  s'erano  trattenuti  in  Trento,  &  per  Italia 
^ir  hora;&:  d'Italia  di  quelli  de' fuoi  ftati,che  pochi  altri  interuennero:iu 
J<'>chc  in  tutto'  il  tempo  di  otto  mefi,  che  il  Concilio  durò  ,  computati  i 
Menti^&PrencipT,nonecceirero  mai  il  numero  di  feirancaquatrro.  ftconditStfr 

\nutòril  primo'  Settembre>giomo  deputato  alla  Seflìone,con  la  folita  cere-  w,  ' 

Sr    iij 


^i(^  CONCILIO   DI  TRENTO     Papa  Givlic 

ci3   13    monia  s'andò  alla  Chiera.L'ordine  della  piecedencia  fu,  prima  il  Cardinal, 
L I.        gacotjdopo  il  Cardinale  Madruccio/eguiuano  doi  Noncij,  &  dopo  elfi  idi 
lettori,  non  elfendo  Colonia  arriuato:  dopo  qiiefti  due  Ambaiciatori  Imp 
ii,nongionto  l'Arcidiacono  rfeguiua  l'Ambalciatore  del  Rède'Roman; 
poi  gli  Arciuefcoui.    Cantata  la  Melfa ,  &  finite  le  ceremonie  Ecctcfìni:  1; 
ntUaqmhe     il  Secretario  del  Concilio  leife  unaelTortatione  per  nome  de'  Prelìdenti  ale 
letta  una  efor-  ^^\  Concilio,  in  quella fentenza.Che  della  prerenzade'duePrencipiElei); 
tmoma  Prt-  ejfgntio  entrati  in  fperanza  che  molti  Vefcoui  della  medefimaNatione,&; 
'  tre  ancora,  douelfero  interaenire  al  Concilio,  fra  tanto,  per  il  luogo  fofte  ii 

da  lorcgli  pareua  necelTario  far'  un  poco  d'àmmonitione  a  fé  mcdelìmi,&  L 
ro  (fé  ben  vedeuano  tutti  pronti  a  far  l'ufficio  di  buoni  Paftori)  per  elTer  di  :a 
momento  quello,  che  s'hadatrattarcche  era,  eftirpar  l'herefie ,  riformar  d 
fciplina  Eccleiìaftica,la  corrottionedellaquale  era  ilata  l'origine  delle  he  (i 
&:  hnalmentc  quietarle  difcordie  de'  Prencipi .  Che  il  principio  dell'  eifor  ic 
nedoueua  elTerprefo  dalia  cognitione  della  propria  infufficienza,&  dal  re  , 
all'  aiuto  diuino,ilqual  non  èper  mancar,  «Si  già  fé  ne  vedono  molti  indie  i 
jGpccialmente  la  venuta  de'  due  Prencipi.Che  l'autorità  de'  Concili]  gene  i 
fempregrandiilìma,prefcdendo  in  loro  lo  Spirito  Santo,  &i  loroDecret  h. 
{limati  non  humani ,  ma  diuini  :  che  di  ciò  è  flato  lafciato  eirempio  dagli  pò 
ftoli,&;  da'  Padri  fuirequenti ,  poiché  per  mezzo  de'  Concili)  fono  flati  ò.:  ir 
tutti  gì' heretici,  &  riformata  la  vita,  &  coftumi  de' Sacerdoti,  &;  del  pop  ) 
tranquillata  la  Chiefadifcordante.OndcelTendo  congregati  al  prefente]:  \ 
altretcanto,conuicn  luegliarfì  perricuperar  le  pecore  ufcite  dall'  Ouile 
gnorej&cuftodir  quelle,  che  per  ancora  non  fono  fuiate  :  nel  che  non  lì 
della  falute  di  quelle  folamentc,ma  della  propria,  douendone  render  cont 
Macftà  Diuina,dallaquale,facendo il  debitojs'ha  da  afpettar  mercede  :  oh 
farà  attribuito  agriin  lode  a  quel  Conciho  da  tutta  la  pofterità,  fé  ben  a 
non  fi  debbe  mirare ,  ma  guardar  folamente  il  proprio  debito,  &  la  carità 
la  Chicfa,laquar  afflicta>&  lacerata,^  priuata  di  panti  cariffimi  figliuoli, 
mani  a  Dio,<S<:  a  loro  per  ricuperargli.  Per  tanto,voglino  trattar  con  ogni 
fuetudine,&:  come  è  degno  d'un  tanto  confelfo ,  le  cofe  Conciliari ,  fenz 
tcntione ,  ma  con  perfetta  carità ,  &  conicnfo  d'animi ,  raccordandofi  d'I 
fpettatore,&  giudice  Dio. 
tpolU  Decrc'      Fmita  l'eilortatione,  dal  Vefcouo  celebrante  fu  letto  il  Decreto:  la  Co 
to,didiUtio-  delqualc  fu:Che  la  Santa  Sinodo,laquale  nella  pallata  Seffionehauis;ua  de 
"*^'  nato  caminnr'  inanzi  in  quefta  d'hoggi,hauendo  differito  farlo  fin  horap 

fenza  della  Natione  Germanica,  &  per  poca  frequenza  de' Padri,  rallcgr 
per  la  venuta  de'  due  Prencipi  Elettori ,  fperando  che  molti  altri  dell'ifle 
rione,  ideile  altre  alloroellempicilanoper  affrettarla  venuta, diffci 
SefTione  per  quaranta  giorni,  cioè  fino  agii  undici  Ottobbre,6c  profegut 
Concilio  nello  flato,in  chefiritroua,  hauendo  trattato  già  de'  fette  Sacr  .ic: 
ti,dclBattefmo,&:  Confermatione,ordina  di  trattar  delFEucariflia:  &  cm 
alia  riforma,dcllc  cofe,che  facilitano  la  Rcfidenza.  Poi  dal  Secretario  fu  ."te 

oca- 


A  GiVLio  III.         LIBRO  qjARTO.  317  _ 

iiratorio  Impenalc&dalConcediMonfoi-tparlatOjCondircChcCcrarc,    ci3  lO 
)  impetrata  la  ridottione  del  Concilio  in  Trenrcnon  haucua  ceifato  di  far'         ^^^ 
a  che  i  Prelati  dclli  flati  fnoi  vi  lì  trasferitlero  :  ilche  dimoftra  la  prelenza  ^  /'/«^wt  dì, 
Elettori>&  la  frequenza  de' Padri  :ma,pcr  maggior  tefVimonio  del  Tuo  ani-  ^f^?^-"'^*  ■ 
laiieua  mandato  D.Franccfco  del  Regno  di  Spagna  ;  &  Lin'akro,dclli  Stati  lafaadl'^^X 
moniali;&  di  Germania,ic,qiuintonquc  indegno,pregando  d'c iicr  per  tale  ceuuu.sd  t'4i^ 
luto.RifporeGiouanniBattiila  Cailello, promotore,  per  nome  del  Conci-  ^'• 
aiier  fentico  il  mandato  di  Celare  con  piacere,  haiiendo  da  quello,  &  dalla 
itàde'Procuratoriconllitairi,  concepito  quanto  fi  può  promettere  :  onde 
:  aiuto  da  loro,&  admettc  quanto  può  il  mandato  Celareo.    Fu  parimciite  "^^^"^0  qui 
il  procuratorio  del  Rè  de  Roraani,inperfona  di  Paolo  Gregoriani,  Vcko-  ^^^Jl  ^^'^  °* 
Zagabria;^^  Federico  Nau('ea,Vefcouo  di  Vienna:Ò«: parlò  quello  iccondo: 
.furirpofto,come  a  quelli  dell'  Imperatore. 

)poquefto,comparue  Giacomo  Amioto,Abbatc di  Bclofana,per  nome  del  ^mm,pn~ 
i  Francia,con  lettere  di  quella  Maeftà,leqoaliprcfcntC)  al  Legato,  ncèrcan-  fcntstofpelrè 
le folfcro  lette,&  udita  la  llia credenza.  Il  Lcgato,riceuutele,lc  diede  al  Se-  ^'  tranciai 
riodale^gere.  La  foprafc ritti one  era  •.S.?'^^////'?»/^  mChrifto  F atnbiu  Con- 
i  Triàentini.    Laqual  lctta,il  Vefcouo  d'Oranfe,  &  dopo  luijgli  altri  Spa- 
pjdììferòacTaltavocc  ,  Quelle  lettere  non  elfer' inuiate  a  loro,  che  erano  ^"^"j""^'*  <^o- 
•.ilio  Generale ,  legitimo ,  &  non  conuento  :  che  però  non  folfcro  lette,  ne  «4<o/) 
;  nella  publica  Sellìone  \  ma  fc  il  meifo  voleua  dir'  alcuna  cofa ,  andaife  a 
/folto  vi  fu  che  dire  fopra  il  fignifìcato  della  parola,  Co«^^«/^^ ,  perfiflen- 
3agnuoli,che  folte  ad  ingiuria -.tanto  che  il  Magontino  fu  coftretto  dirgli, 
1  voieuano  riceuer' una  lettera  del  Rè  di  Francia,che  gli  chiamaua  5^;^&/^ 
Conuemm  \  comehaurebbono  afcoltati  i  Proteftanti,che  glichianiauano 
ntw  malignantium  ?  Ma,ieguendo  tuttauia  i  Prelati  Spagnuoli,piu  di  tutti 
ri  tumultuando,  il  Legato  fi  ritirò  co'Noncij,  &c  con  gli  Ambafciatori 
mperatore  in  lagreftia,  &  fopra  quello  longamente  difputarono.    Final- 
; ,  ritornati  al  luogo  loro,  fecero  dire  al  Promotore ,  che  la  Santa  Sinodo 
t  di  legger  le  lettere  lenza  pregiudicio,ftimando  che  la  dittione  ConiientiUy 
mTenda  in  malapartcche  altrimentc  pretella  di  nullità.  Fu  adonque  a- 
^etta  la  lettera  del  Rè,  laqual  era  de  rrcdici  Agoflo ,  &  diccua  in  foilan-  ^'^ /«*'>■«  dd 
rgliparfo  conueniente  all'  olFeruanza  de' maggiori  verfo  la  Chiefa,fi^mi-  ^i°^°  ^"'^ 
Dro  le  caule  >  perche  è  flato  collretto  a  non  mandar  alcun  Vefcouo  al 
entOjda  GiuHo  conuocato,con  nome  di  publico  Concilio;  cfiendo  certo, 
(iPadri  fono  alieni  dal  condannar  il  fitto  d'alcuncprimacheinreudcrlo; 
•,intefelecofe  daini  operatc,lecommendariano.  Che  erailatocoftretto, 
ruarThonorfuo^perfeuerar  nella  delibcrarione  prefu  di  protegger  il  Duca 
ma  :  dellaquale  deliberatione  non  ricadrebbe  partirfi,  quando  lo  com- 
relagiuftitia,& equità: che  alorofcriue  conie  arbitri  honorari|,preaan- 
a  riceuer  le  lettere,non  come  da  auuerlario,o  perfona  non  conofciuta,ina 
1^  daprimo,&  principal  Figlio  della  Chiera:,pcr  hcredità  de'  raac^iori,iqua- 
'fnetce  fempre  imitare^  &  mentre  propulfa  le  ingiurie^nOn  deporre  U  cari- 


5^8  CONCILIO    DI  TRENTO      Papa  Giviio[ 

"  ci3  i3  tà  della  Chiefa,&:nceuerfempiequello,che  da  lei  farà ft5tuito ,  purché  fia  j 
LI.  uato  il  debito  modo  nel  far'  i  Decreti.Recitate  le  letterejrAbbate  leiTe  una  io 
td  ejfo.udho  teftationc  ,  contenente  narratione  della  protefta  fatta  da  Termes  in  Roma  li 
mll^  fmfro-  cendo,Che  il  Rè,dopo  prefa  la  difefa  di  Parma,  vedendo  che  le  cofe  lodeuoii 
'^^*'  lui  fatte  erano  riprefe,usò  gran  curajaccio  paolo  Termesjfuo  Oratore,  del  ti:( 

delTe  conto  al  Pontefice,  &  al  Collegio  de* Cardinali, per  leuargli ogni  fin  n 
opcnione ,  moftrando,  che  l'hauer  prefo  la  protettione  del  Duca,  fu  effetto  a 
nimo  pio,humano,&  Regio  ;  nel  che  niente  d'artificio,o  di  proprio  comm(  o 
ma  il  folo  rifpetto  della  Chiefainterueniuai  &  fi  moftraua  per  le  propofte  e  e 
cordo,che  ad  altro  non  mirauano,fe  non ,  che  quella  cittànon  folFe  rubata  Jj 
Chiefa,  &  Italia  Tic  onferualTe  in  pace,  &  libertà:  &  fé  il  papa  riputaua  qitc 
caufa  da  metter  tutta  Europa  in  guerra,ne  fentiua  difpiacere,  ma  non  potei  :f 
fcr'  ad  etto  imputato,hauendo  non  folo  accettato,ma  offerto  anco  tutte  le  n- 
;    ditioni  honefte,&  opportune.Ne  meno  gli  poteua la  diiTolutione  del  Con  io 
conuocato  elTer'  afcritta,pregando  il  Papa  a  confìderar'  i  mali,  che  dalla  gì  ra 
fe<7UÌrebbono,&;  con  la  pace  preuenirgli.  Al  che  non  volendo  la  Santità  fu  it 
tendere,anzi  amando  più  tofto  l'incendio  d'Europa,&:  l'impedimento  del  (  i; 
cilio,con  dar  anco  folpetto,  che  foife  conuocato,  non  per  utilità  della  CI  fa» 
mapcr  intere{^priuati,efcludendoda  quello  un  Rè  Chriftianiffimo,  Sua  ^^ 
ftà  non  haueua  potuto  far  di  non  proteftar  a  lui ,  &  infìeme  al  Colleggio  K 
non  poteua  mandar'  i  fuoi  Vefcoui  a  Trento,doue  raccelfo  non  era  libero  ; 
curo  ;  &  che  non  poteua  ftimar  Concilio  Generale  della Chiefa, ma pri  i: 
quellojdalquale  egli  era  efclufo  :  &  che ,  ne  egli,  ne  il  popolo,  o  Prelati  di .  m 
cia,poteuano  reftar'  obligati  a  Decreti  di  quello.    Anzi  proteftaua  appre 
voler  venir'  a'  rimedij,ufati  da'  fuoi  antecelFori,  in  fìmil  occorrcnze,nonp 
uar  l'ofTeruantia  debita  alla  Sede  Apoflolica,  ma  riferuandola  a  tempi  mie 
quando  fo itero  dcpofte  le  armc,conrra  lui  prefe  con  poca  honeflàj  richied 
dalla  Santità  fua,  che  quella  protefta  folfe  regiftrata ,  &  datagliene  copia  e 
\    ter' ufare.Lequali  cofe  rutte,giàproteftate  inRoma,  voi  eua  che  parimene 
fero  proteftate  in  Trento  con  la  medefima inflanza ,  &.  foirero  regiftrate  i 
Atti  di  queiradunanza,&  fattone  public©  iftromcnto,perpoterfene  Valeri 
pò  &c  luogo. 
.,. .  .„  -a^-'  'Letta laproteftatione,il Promotore,  hauendo parlato  al  PrefìdentejtJ 
òtlcomL:   hi  foftanza,  Alla  Santa  Sinodo  efTcr  grata  la  modeftia ,  ufata  dal  Rè  nella  fi 
tera ,  che  non  accetta  la  pcrfona  dell' Abbate,  fenon  in  quanto  fìalegitim 
gli  intima  d'efTer  nel  medefimo  luogo  agli  undici  d'Ottobbre,per  riceuer^i 
fpofta,che  farà  alle  lettere  Regie^Sc  prohibifce  a  notarij  di  poter  far'  iftron 
della  prefente  attione,faluo  chegiontamenrecolSecretario  delConcilic 
i-eftando  altro  che  fare,fu  finitala  ScfTione.  Dimandò  poi  l'Abbate  docurB 
dell'  attione,ma  non  lo  potè  ottenere.  ^ 

.  j. .    /.  Quando  da  Termes  fu  proteftato  in  Roma,  quantonque  quell'  atto  no  I 

^u-fia  prete-  falte  a  notitia  di  molti ,  fu  creduto  che  il  Pontefice  doueUe  differir'  il  ConP* 
pa:  il  quale  celebrato,repiigQaado  una  natione  tanto  principale,non  poteua,! 


IaGivlioIII.  libro   QJ'ARTO.  319 

dr  niiouediuifIoni.il  Pontefice  in  quefto  ingannò  il  mondoj  non  perde/i"    ci3  ìcT 
di  far  Concilio}  ma,  non  volendo  nella  dilFolutionc  metter  delfuo  :  rifo"        li. 
;hc  fé  fi  folFe  feparato  fenza  di  lui,haurebbe  con  bocca  aperta  rilpofto  a  chi 
efle  dinuouo  richiedo,  d'hauer  fatto  la  parte  Tua,  6<:non  voler  (apcrne  al- 
la la  proteftatione  fatta  in  Trento,in  luogo  coli  confpicuojfi  puBlicò  im- 
ite  per  tutto,con  ogni  particolare,&  poife  materia  de  ragionamenti.    Gli 
:  ciali  l'haucuano  per  una  vanità,  dicendo ,  riputarli fempre  legitimo  l'atto 
1  maggior  parte  dell'  uniuerfità ,  quando  la  minore  chiamata  non  ha  volu- 
:  otuto  interuenire  :  che  al  Concilio  tutti  fono  chiamati ,  i5c  i  Francefì  ha- 
l  ono  anco  potuto  andare,  fenza  paifar  per  le  terre  del  Papa  ;  ma  quando 
ifua  alTenza non  derogare  al  Concilio,perche  non  fono  fprezzati,anzi  m- 
.1  Si  diceua  incontrario,che  non  era  inuitare  il  chiamare  in  parole,&  cfclu- 
fatti  :  &  quanto  alle  terre  del  Papa,poterfi  andar  a  Trento  di  Francia  fen- 
palfarej  ma  non  poterfi,fenza  tranfitar  per  quelle  dell'  Imperatore  :  &  la 
orparte  all'horahauerforle  l'intiera  autorità  ,  non  potendo  la  minor 
rircquando  taccia, prefupponendofi  confenticnte  ;  &  fé  non  vuole ,  ha- 
ipcr  contumace.   Ma  fé  protefta,vuoleil  luogo  fuo:6<:maflime,  quando 
iimento  viene  da  chi  la  chiama  3  non  poter  eilèr  valida  l'attione  in  alfen- 

[  Confeglierì  del  Parlamento  di  Parigi  diceuano  anco  qualche  cofa  di 
èyelfer  vero,che  fi  trasferilce  l'autorità  di  tutta  l'uniuerfità  nella  maggior 
-landò  lacaufaecommune  di  tutti,  &  niente  è  de' particolari:  ma  quan- 
tto  è  di  tutti,&  ciafcuno  ha  la  fua  parte ,  all'  hora  è  necelfario  l'aifenfo  di 
o,  é'pyohtbenm  condii iopotior  ;  de  fenza  il  voto  degli  airenti,quelli  non 
)  elfer'obligati.Di  queftogenere  eifer  le  radunanze  Eccleiìaftiche,  &  fia 
lì  vuol  numcrofo  un  Concilio ,  quelle  Chiefe,che  non  fono  interuenu- 
iferobligatcfe  nonglipardiriccuerlo.  Cofihauerfempre  fcruato  l'an- 
che finiti  li  Concilijjlìmandairero  per  le  Chiefe  non  interuenute  adef- 
'ermati,altrimente  in  quelle  non  haueuano  vigore.  Ilche,leggendo  Hi- 
:hanano,Theodoreto,  de  Vittorino,  che  di  quello  particolare  trattanoj 
a!  o  vedrà  chiaro.  Et  occorreua  alle  volte,  che  in  qualche  Chiefa  era  rice- 
h  te  de'  Canoni,tralafciati  gli  altri ,  fecondo  che  giudicaua  ciafcuna  con- 
te ille  neccflìtà,coftumi,&:  ufi  propri) .'Et  S.Gregorio  m.edefimocofitefti- 
:1  la  Chiefa  Romana  non  riceuette  i  Canoni  del  Conftantinopolitanofe- 
1(  k  dell'  Efefino  primo. 

i  lomini  prudenti,fenza  confiderar  le  fottilità,diceuano.  Che  il  Rè  a  quel 
.e  ohaueua  dato  una  piaga  infanabile,  poiché  non  hauendo  altro  fonda- 
ti che  la  carità  Chriftiana,  8c  l'alTiftenza  dello  Spirito  Santo ,  in  nilfun 
pi'arebbe  ftato  creduto ,  che  quello  folfe  interuenuro  in  una  ridottione, 
ti  aquale  un  Rè  Chriftianiflìmo,  &c  perfecutor  di  tutte  le  fette,  con  l'adhe- 
a  un  Regno  niente  macchiato  nella  religione,  haucireproteftato  in  quel- 
i  .1.  Et  aggiongeuano  la  mcdcfima  cfpcricnza  per  comprobatione ,  che  i 
iditi  fi  ritiralfero  a  confultare  con  gli  Arabalciatori  dell'  Impcratorcs 
^  Te 


530  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Givlio  l 

"ci^T^  LI.  diceiiano  moftrai'cchiguidaiTeil  Concilio.  Et  quello  che  piiiimpoi-ta,ch(i 

ta  la  confulta  tra  eflì  cinque,  de  non  communicata  con  altri,  il  Promoter  e; 

le,La(antaSiaocloriceuele  lettere  :  Et  quale  era  quellafantaSinodo?  &f:i 

mcntejche,lctta  relpoficione  dell'  AbbatcfolTe  datarifpofta perii  nomenc 

fiincfolamente  deliberata  da  Preiìdenti.  Ne  poterli  Icuar  la  dirlicoltàjdicd 

Che  era  cofa  di  non  grande  importanza  :  prima ,  perche  (ara  difficile  roftcìu 

che  non  fiaimportanriflima  materia  ,  doue  fi  tratta  pericolo  di  diuilìoncd 

ChieCa  :  poi^che  ha  come  fi  vogliajniirun  può  arrogaifi  di  dichiarare,che  ii  ic 

t'hSc  che  nonjfalao  coluijche è  (iiperiore  :  8c quella  eiTet  una  diraoilratior e 

le  cole  erano  a  punto  come  il  Papa  dice  nella  Bolla ,  &c  i  Prciidenti  nel  Set  3: 

letto,  cioè  ,  che  eflì  erano  per  indrizzar  il  ConciUo  ;  &c  veramente  l'indriz  u 

il  Kè  ptihllcA  j,Q^    D'ietfé  iterata  occafiont  a' medefimi  ragionamenti  l'auifocheil  Rè  e 

M»  MamfeHa^  j.  .s^  -^  ^Toncio  del  Pontcfìce,&  publicò  un  Manifefto ,  quale  in  quei  giorni  i 

cantra     apa-  ^^,^^^  ftampa, fuper  tuttodiuulgato ,  doue  longamenceefpone  lecaufcj  e 

pucic  laprotettionedi  Parma,nicolpa  il  Papa  della  guerra  intraprefa,  l'ai! 

j.  •      Tceair  artificio,accio  il  Concilio  non  fi  tenelTe.  Concludendo  in  fine,  noì:; 
£5"  un  annata     .  ,      .    ,        ,      ^    ,-        ,-  •    •  n        •    1  r  1  •  1    • 

di  bonctr  de-  co(agmll:a,che  f-ollero  lommmilh-ati  danari  per  far  guerra  contra  di  luij:  1 
naria  fornai   RegQO,dalquale  è  cauata  ibmma  grande  ordinariamente ,  per  Vacanze^  ). 
Guatie,Dirpenre,&:  Ifpcdittioni:  ikpcr  tanto, col  confegfio  de'fiioiPo  :i 
prohibiua  d'ifpedir  corrieri  a  Romajèc  rifponderper  via  di  banco  dana^  ) 
tri  ori.  Se  argenti,  non  coniati,  per  materie  beneficiali,  o  altre  gratie  »  d 
penfe,  lotto  pena  di  confifcationc,  cofiagliEcclcfiafticisComeaSecSi.: 
a  qucftijoltra  ciò,  d'elfcr  puniti  corporalmente  5  applicando  a' denuncia  fei 
terza  parte  della  confifcationc.    llqual  Manifefto  fii  verificato  in  Parlai 
conpropoftadel  Procamtor  generale  del  Rè,  nellaquale  diceua.  Che 
cofa  nuou2,ma  ulata  da  Carlo  V  I.Luifi  X I.  &  Luis  X 1 1.  &  confiDrme  a 
gè  commune,  che  danari  non  fiano  portati  a  nimici:6c  che  farebbe  co; 
pò  dura ,  che  con  danari  di  Francia  folle  fatta  guerra  alRè,  &  elfer  mei 
T  fudditi  dzì  Regno  conferuar  i  ioidi  pioprij ,  6c  non  curarfi  di  difpei 
,    quali  non  fono  baftanti  a  licurar  la  confcicnza  ,  ne  altro  fono  che 
."^''ìomtgli  occhi  degli"  huomini  ,  quale  appreifo  Dio  non  può  occulta 
rità. 

Non  poteuano  fopportarsue  a  Roma,ne  in  Trento,  che  il  Rè  protefta 
tra  ilPapajtS:  voleile  anco  fargli  guerra,  &  tutta  via  dicclfe,  che  confer 
medefima  riucrenza  vcrio  la  Sede  Apoftolica,  non  ciFendo  la  Sede  Ape 
altro  che  il  Papa.Alche  i  Francefirifpondeuano,Che  l'antichità  non  HeT 
fta  openione:anzi  Victor  terzo,chc  fa  pur  tra  i  Papi,di  quelli  che  moltoi 
fcro,diire,che  la  Sede  Apoftolica  era  fua  Signora.  L'iftelTo  fu  detto  inanz 
Steifano  quarto  jtSc  da' più  vecchi  Vitahano,  iScCoftantinOrapparchia 
,  per  Sede  Apoftolica  viene  intcfalaChiefaRomana:altrimente,quando  : 
na  ftella  e  ola  col  Papa ,  anco  gli  errori.  Se  difetti  del  Papajlarebbono  del 
Apoftolica. 

IlRèdiFrancia,temendQ,cheperlafuadiirenfione  col  Pontefice  ida 


FiPAQrvLioIir.  LIBRO  QVARTO.  551 

Ijauutione  di  religione  non  facdfero  qualche  no  iuta,  che  parcodiTc  fedirlo-,    ci  o~  iV" 
iq)uero  egli  non  foils  pofto  in  concetto  cattino  del  popolo,  come  che  hauelFc        l  i. 
n  no  alieno  dalla  Cattolica j&  forfè  anco  per  aprir  una  porta  di  potcdì  conci- 
a- con  Roma,  fece  un  feiieriffimo  editto  centra  i  Lutherani ,  confermando 
ii  gli  altri  da  Iuipublicatipcrinanzi:«5caggiongendo  maggior  pene,  1.^:  più 
ididifcopriri  colpeuoli,&  premi)  a  denonciatori. 

■fmperatore,con(ìderando  che  il  Re  di  Francia,  per  il  numero  de'  Cardinali  Cefare  cena 
e:  ceiì ,  &  altri  dependenti  da  quella  corona,non  era  dì  minor  poter  di  lui  nei  «'  "^Staggiarjì 
\i  eggio,&  ellendoui  gionta  la  parte  de'  Farneiì,lo  fuperaua  dì  gran  ÌQga,qua-  *  ^"^"^  "« 
•fi  Ile  hauelfc  dalla  fua  il  Pontefice ,  mangiò  a  Roma  D.Giouanni  Manriquez,  "^*^T  f} 
j^'uader  il  Pontefice  dì  crear  nuoui  Cardinali,per  auantaggiarejoucro  parete-  nuouì'.'^  * 
a  ilnumero dc'Francefi.Alcheil Ponteficcinclinaua,ma vedeua peròladif- 
Y  :à,che  vi  era  in  un  Pontificato  nuouo ,  &  eiraufto,&  in  tempo  di  folieua- 
(e  i,quando  è  difficile  hauer'  il  confenfo  di  tutti  i  Cardinali;  &  il  crearcrli  [qu.- 
t  :onfenfo,eirer  pericolofo.Staua  ambiguo  fé  era  meglio  farne  molti  in  una 
1  .opurapocoapoco.A  quello  fecondo  modo  gli  pareua,  che  più  facilmen- 
h  irebbe  ottenuto  il  confenfo,  dei  confidenti  farebbonoreftati  in  fperanzaj 
e  ;  ad  una  numerofa  promotione  fi  farebbono  maggiormente  oppofti  i  Car- 
\  )&gli  cfclufì  farebbono  difperati.  Reflaua  anco  in  ambiguità,  fé  doueua 
:^  :  alcuno  de'  Prelati  del  Concilio.  A  quefto  lo  perfuadeua,  che  molti  ve  n'e- 
benemeriti  }8c  che  bifognaua  tener  conto  de' tre  Elettori,  &  maffime  del 
ntinojche  vi  penfaua.Dall'  altro  canto,il  mandar'  al  Concilio  capelli  roflì 
cua  cofa  inuidiofa.Rifolfe  in  fé  fteCo,non  afpettare  il  Natale,quando  tut- 
;ono  fuori  con  la  fua  pretenfione,&  i  banchi  fono  pieni  di  fcommelfe^ma 
rnofprouiftamente  venir' all' elFecutione  j  fé  ben  poi  non  trono  tempo 
:uno  di  creargli,fe  non  al  Natale. 

,  ritornando  a  Trento ,  il  due  Set  tembre,  che  fcguì  la  Seflìone ,  fu  fatta  la  ^  .  - 

egationegeneralc,&  in  quella  deputati  i  Padri  a  formar  gli  articoli  dell'  «  rSe, 
ftia,per  dar' a  Theologi,&r  per  raccogliere  gli  abufi  introdotti  in  quella 
a.  DopOjfi  ragionò  della  riforma,laqualdouendo  ellèrper  Icuar  le  caufe 
rifeder  a'  Vefcoui,molte  ne  furono  commemorate, parte  per  inanzi  pro- 
n  Trento ,  &  in  Bologna,^  parte  all'  hora  dì  nuouo.  Finalmentcfi  fer- 

SofulaGiurifdittione,dicendo,chefiritrouaireroi  Vefcoui  a  fatto  priua- 
lella,  parte  con  le  auocationi  di  caufe,parte  per  appellationej«3d  finalmen- 
eelfentioniianzi  chepiu  frequentemente  da'  fudditi  era  elFercitata  la  giu- 
one  fopra  Scontra  di  loro,  o  per  fpeciale  commifllone  da  Roma,  o  per 
i  Conferuatorie,che  da  loro  fopra  li  fudditi:  &  fopra  quefta  materia  furo- 
ti  Padri,che  douelTero  formar  gli  articoli.  Il  Legato,&  Prefidenti,attcn- 
l'inftruttionchauuta  dal  Pontefice  d'euitar  le  pericolofe  cótentioni  tra 
,logi)&  le  difpute  loro  in  intelligibili,con  quali  fi  efracerbauano,&  anco 
órufioninel  dire,  diedero  fuori  gl'articoli  formati,  per  douer principiare  a 
tis  fopra  di  quelli  il  Martedì  a  gli  otto  dopo  il  dcfinare  ;  6c  vi  aggioufcro  il 

Tt     i, 


_532^  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  GivliIi 


e  1 3  1^     modoj&:  ordincda  tencifi  nelle  Congregationi  molto  limitato,  che  gli  n(:fi 
LI'       tana  a  parlar fobriamente. 
dotte  fomfro'      Gli  articoli  furono  dieei,tratti  dalla  dottrina  de'Zuingliani,&  de'Luthan 
f°/\^^-^^-  I.  Chcnell'Eucariftianon  è  veramente  il  corpOj&fangucne  ladiuiità( 
w"/it    '^"'  Chriftojmafolocomeinregno.  IL  Che  Chrifto  non  è  dato  i  mangiar  cr 
mentalmentcma  lolo  fpiritualmente,&:  per  fede.  III.  Che  nell'  Eucarift  \ 
il  ranCTue,&:  corpo  di  Chrifto,ma  infieme  con  la  foftanza  del  pane,&  del  v  o, 
chenonètranfubftantiatione,ma  unione  hipoftatica  dell'  humanità,6leU 
foftantie  delpane,&:  vino'.in  maniera,che  è  vero  dire  >quefto  pane  è  ilcctoc 
Chrifto  ,  &  queftovinoè  il  l'angue  di  Chrifto. mi.  Chel'Eucariftia  nft 
taira  per  fola  reminone  de'  peccati.  V.  Che  Chrifto  non  fi  debbe  adortif' 
Eucariftia  ,  ne  honrar  con  fefte  ,  ne  portar  in  Procefllone  ,  ne  ad  ir  ri 
3cc\\Q  gli  adoratori  fono  veri  Idolatri.  VI.  Che  L'Eucariftia  non  debh; 
faluata,maconfumata,&diftribuita  immediate;&:  chi  altrimente  fa,abu  q. 
ftoSacramento,&;  che  non  è  lecito  adalcunocommunicar  fé  fteifo.  VL  C 
nelle  particole>cheauanzano  dopo  la  communione  ,  non  refta  il  corpo  i 
gnore,ma  folo  mentre  fi  riceue,&  non  inanzi,ne  dopo.  VIIL  Che  è  de  < 
«?w,communicar'ilpopolo,&  i  fanciulli  ancora,  con  l'una  &c  l'altra  f^  ic 
che  peccano  quellijchecoftringono  il  pojjolo  ad  ufàrneunafola.  IX.  C  ; 
l'O  non  fi  contiene  fotto  una ,  quanto  lotto  tutte  due ,  ne  tanto  rie  : 
communica  con  una ,  quanto  con  tutte  due.  X.  Che  la  fola  fede  è  fu 
te  preparatione  per  riceuer  l'Eucariftia,  ne  la  Confeflione  è  necelfai 
libera, fpecialmente  a  dotti ,  ne  gh  huomini  fono  tenuti  communicai 
Pafca. 
sa  m precetto      Dopo  quefti  articoli,era  aggionto  un  precetto  in  quefta  forma,Che  ì  ". 
deli'  ordine  da  gi  debbino  confcrm  ar' il  parer  loro  con  la  Sacra  fcrittura,Traditionide^ 
feruurfimeja-  fl-^ij/a^-j-i  ^  approbati  Concilij,&:  con  le  Conftitutioni,& autorità  ci 
mmrg  ,       p^^^j-j .  debbino ufarbreiiità,&  fuggirle  queftioni fuperflue,&inutili,& 
tentioniproterue;douendo  elferquefto  l'ordine  di  parlar  tra  loio,chep 
cano  li  mandati  dal  fommo  Pontefice,  dopoi  quelli  dell'  Imperatore  j; 
luogo  i  Theologi  fecolari,fecondo  l'ordine  delle  promotioni  loro  ;  &  i 
Regolari.fecondolaprecedenza  de' loro  Ordini.Etil  Legato,&;  i  Prefid- 
l'autorità  Apoftolicaconceiragli,dannofacoltà,&  autorità  di  tenerej  t 
tutti  i  libri  prohibiti,a'  Theologi,che  doueranno  parlare,ad  effetto  di  t 
(hiacemk  agi'  verità,&:  confutar  &  impugnar  le  openioni  falfe.  Quefta  ordinatione  ne  ifu  " 
italimt        Theologi  Italiani  veduta  con  buon' occhio:diceuano,che  era  una  nouit  & 
danare  laTheologia  Scolaftica>laquale  in  tutte  le  difficoltà  fi  valeua  dell  a;.^ 
ne:&-.  perche  non  eralecito,chefitrs^ttafiejComeSan  Thomafo,San  B(  au 
tura,&  altri  famofi.L'altradottrina,(ilie  fi  dice  pofitiua ,  &  ftà  in  raccc  x 
detti  della  Scrittura,&Padn,eirer'  una  fola  facoltà  di  memoria ,  ouero  f  ìc;ì 
fcriuerej&:eirervecchia,maconofciutainfufficiente  ,  &poco  utile,da'(  ttoi. 
che  da  trecencinquanta  anni  in  qua  hanno  difefa  la  Chiefaiche  queft:'iau 
darla  vinta  a  Lutherani:per  che,quando  fi  tratterà  di  varia  lettione,  &  di  ti. 


m,aGivlioIii.       libro  Quarto.  533 

iJ;flì  fempre  rupei'emnno  per  la  cognitione  delle  linguc,&  varia  lettione  d'au-  do  i3^ 
(i  jallcqualicofe  nonpuo  attendere  uno,  che  vogli  diiientar  buon  Theologo,  li. 
ilj.iar  è  neceifario  clfercitar  ringcgno,&  farfi  atto  a  ponderar  le  cole,  &c  non  a 
ijncrarlc.  Si  doleuano,che  qucfto  anco  foife  un'  auergognargfi  apprelfo  i 
r|rologiThedefchi:perche  cfli/oliti  contender  co'  Lutherani,  s'erano  cllcrci- 
aj  in  quel  genere  di  lettercche  in  Italia  non  era  introdotto.Chc  quando  s'ha- 
id  e  a  parlar  per  veraThcologia  ,s'haurebbe  veduto  che  niente  fapcuaiio-.ma 
i-fidenti  hauer  voluto  per  compiacer  a  lorojfar  quella  vergogna  alla  Natione 
itliana:&  fé  ben'  alcuni  di  loro  ne  fecero  qucrimonia,poco  giouò,  perche  ali* 
iJierfale  de' Padri  piaceua  più  fentir  parlar'  in  quel  modo  che  intendeuano, 
:^  contermini  aftrufìjcome  fecero  nella  materia  della  Giuftificatione,  Snelle 
iljjgiatrattate.Certocjcherordinationeferuj  a  facilitar  l'efpeditione.  -       , 

l'urono  in  diucrfe  Congregationi  detti  i  pareri  tutti  conformi.  Quanto  al  ITj^nkJ^' 
«ino  articolojche  doueife  eifcr  condannato  per  hcretico>come  altre  volte  anco 
ai  lato  fatto.Nel  fecondo  furono  treopenioni:alcuni  diirerojchedouclleeirer 
j;  ifciato,perche  nilTun  heretico  nega  la  communione  Sacramentale:altri  l'ha- 
tómofoloper  fofpetto,&  alcuni  haurebbono  voluto  concepirlo  con  parole 
tìchiarc.C^nto  al  terzo,fucommune  openione  che  foife  heretico;  ma  non 
(j 'opportuno  condannarlo,ne  parlarne,perche  fu  openione  inuentata  da  Ro- 
iqoTuicienfe  già  quattrocento  &  più  anni,&;  non  più  feguita  da  alcuno:0nde 
Ij  rlarne  haurebbe  più  tofto ,  contra  il  precetto  del  fauio ,  commolfo  il  male, 
"  ftaua  ben  quieto.  Aggiongeuano  eifer  congregato^  il  Concilio  contra  le 
fie  moderne,&  però  non  douerfi  trauagliare  iopra  le  antiche.  Sopra  il  quar- 
ticolo  furono diuerfipareri:diceuano  alcuni,  che  ,  leuato  quell'  aggettiuo, 
:ra  Cattolica  fententiajil  dire  che  l'Eucariftia  è  in  remiflìonc  de'  pcccati,5c 
'aggionta  dell' aggetiuo,yo/^,non  era  polla  da  alcuno  degli  heretici:  perii- 
riputauanojche  fi  douelfe  tralafciarlo.Altri  in  contrario  diceuano,  che  e<^li 
heretico,ancorache  fi  IcualTe  il  terminej/o/^:imperoche  il  Sacramento  deli! 
iriftia  non  è  inftituito  in  remiflìon  de'  peccati.  Nel  quinto  conuennero 
>anzi  molte  amplificationi  furono  ufate,periiiadendola  veneratione,& 
t^:inuoui  modi  furono  ancopropofti  per  ampliarla,  fecÓdo  chekdeuotione 
IJafcunohaueuaefcogitato.  Nel  fedo  parimente  conuennero  tutti,fuorche 
fi  ultima  parte,cioè,  non  elfer  lecito  ad  alcuno  communicar  fé  fleflo.  Dice- 
EÌ)alcuni,che,intendcndofi  de'  Laici,era  cattolico;  &  però  conueniua  efpri^ 
iM^jche  fi  condanna  folo  quanto  a'  Sacerdoti.  Altri  diceuano,che  manco 
[t  Ito  a  que{lo,conueniuahauerlaperherctica,  poiché  nel  fello  Concilio  nel 
ai )  centuno  non  crafkato  condannato.Altrivoleuano  ,  cheli  ci'cludeire  anco 
jt  Ito  a'  Laici  il  cafo  di  neceflìtà.Nel  fettimo  tutti  fi  confumauano  in  inuctti- 
ipjntra  li  moderni  Proteftanti,come  inuentori  d'una  openione  cmpia,&  non 
n  più  udita  nella  Chiefa.Sopra  l'ottauo  furono  li  difcorfi  di  tutti  lono  hiffimi. 
Ci  nuniformi.Le  principali  ragioni  loro  di  condannarlo,  erano,  perche  nei  , 
ai  ventiquattro  diS.Luca  il  Noftro  Signoria'  doi  difcepoli  benedilFe  folo  il 
Kì^  perche  nell'  oratione  Dominicale  fi  domanda  il  pan  quotidiano;^:  per. 

Tt     iij 


_554  CONCILIO  Di  TRENTO       PapaGivlu] 

CI  3  1 3    che  negli  Atti  degli  Apoftoli  al  fecondo  capo ,  &c  al  ventefimo  dclrpane  io 
LI.        parla.Er  parimente  al  vencifettefimoS. Paolo  ncllanaue  non  benedille  fé m 
folo  pane.S  adduceuano  autorità  de'  Dottori  antichi ,  &  qualche  eflcmp  i 
Padri:ma  il  fondamento  principale  era  (opra  il  Concilio  di  Coftanza,&  foj:i 
confuetudine  della  Chicfa.  Si  fondarono  anco  fopra  diuerfe  figure  del  T;j 
mento  vecchioj&aqutftofenfo  tirauano  anco  moke  profetie.  Et  quan  i 
fanciullijtutticoncordauano  che  da  qualche  particolare  folle  ftato  ciò  in  ti 
tempi  fattOjma  da  tutti  gli  altri  conofciuto  per  errore.  Nel  articolo  noi  ,1 
parte  prima,  che  tanto  non  fia  contenuto  fotto  una  fpecie  quanto  fotto  i:i 
due^da  TheologiThedefchiera  ftimataperheretica  -,  gU  Italiani  diceuanoh 
conueniua  diftinguerla, prima  che  condannarla.  Perche, le  era  intefa,qu  i 
alla  virtù  della  confecrationcelfer  cofa  chiara,che  fotto  la  fpecie  del  pane,\  :  : 
folo  coLpo5<5<:focto  la  fpecie  del  vino,vi  è  il  folo  fanguejma  per  confequenza  h 
i  Theologi  dicono,Coneomim?ma,(ozto  quella  del  pane  vi  è  anco  il  languejl  ii 
ma&  la  diuininà;,&  fotto  quella  del  vino  vi  è  il  corpo,  &:  le  altre  cofe:per!h 
non  è  da  condannare  in  termini  cofi  gcncrali.Ma,quanto  alla  feconda,  cio(  h 
tanto  fi  riceiia  conuna,qaanto  condue,vi  fu  difparerc:perche  molti  fentiii  o 
che,feben noniìriceueuapiudelSacramento,firiceueuaperòpiu gratia;on  e 
voleua  la dichiaratione.Sopra il  decimo  ancora,  quanto  alla  prima  parte   l 
fede,voleuano  certi  che  il  efprimelTe ,  della  fede  morta  jperche  della  fede  a; 
non  è  dubbio  elfer  fufficiente.Quanto  alla  neceflità  della  confeflione,iDon  \i 
cani  miferoin  confideratione,che molti  Catolicidotti{Tìmi,&  fantiflìmiM  le 
uano  tenuto  quella  openione,il  condannar  laquale  farebbe  condannargli  :o 
Altri,pertemperamento,proponeuano,che  non  fi  condannalfe  dome  hcrc  :a 
ma  comeperniciofa.Volcuano  anco  alcuni,che  vi  fi  aggiongelfe  la  condii  a 
efTendouicommoditàdiconfeirore.L'vltimapartctoccanteallacommun:  ic 
della  Pafca,non  eifendo  quella  commandata  per  legge  diuina,  ma  di  prc(  t( 
folo  della  Chiefa,lacommuneopenioneera,che  non  il  condannalTe  per  he  ti 
cajetfendo  cofa inaudica,che  il  condanni  di  herc(ìa,per  non  approuarciin  e 
certo  humano  particolare.  Molti  Theologi  anco  propolero  un'altro  arti(  o 
tratto  da'  fcrittidi  Luthero,che  eranecellario  dannare.Et  quello  era,  chc.q  a 
tonqucfolTeneceirario  recitar  le  parole  di  Chrifto,nondimeno  quelle  non  :  k 
caufadcllaprefentia  di Chriflonel  Sacramento, ma  lacaufaè  la  fede  di  ci  le 
riceue. 
de  R  raccol'    Dopoi  che  hebbero  tutti  i  Theologi  parlato,da'  loro  pareri  raccolfero  i  l  Ir: 
aono  gli  ^-deputati  fette  Anatematilmi;&,propofti  quelli  nella  Congregatione^ene  k 
tiatematijm,  inanzi  ad  ogni  altra  cofa  fu  mellb  a  campo,  che  non  era  ben  pallar  qi  h 
c^è»-i/3/«to«i»i-nateriacon  foli  Anatematifmi:  che  quello  era  non  un  infegnare,ir.afol  ir 
a^iungeret    confutare  :  che  non  haueuano  coli  fatto  i  Concili)  antichi,  quah  fcr  re 
^f  haueuano  dichiarato  la  fentèntiaCattolica5&:  poi  dannata  la  contraria:riil  Te 

era  ben  riufcito  a  quello  Concilio  nella  materia  della  Giufl:ificatione5&  fc  |ii 
fu  corretto  nella  SelTione  de'  Sacrameti  mutar  propoiìto  per  urgéti  rifpetti,  èi 
più  da  imitare  quello,che  all'  hora  fu  fatto  con  ragione,  che  quello  che  dof  ^ 

mu\o 


-A  GiVLio  m.         LIBRO  QUARTO.  335 

aro  petneceffità.^    Qiicfta  opcnione  era  fomentata  da  Theologi  Italiani, 
\i  vedeiianoeircr'  una  via  di  ricuperar  laripiitatione  perduta:  imperOche 
me  valeuano  iThedclclii,&Fiaminghi,in  proaarlcconclufioni  conauto- 
cofiper  dichiar:irlc,&rrouarlc  {"ne  caiirccireniibirogr.o  della  TheoWia 
afl:ica,ncllaquaic  eiìi  valcaano.Preuairc  quefla  opcnione,  &  fi  diede  ordme 
foifero  formati  icapi  di  dottrina, 6c  depurati  Padiiper  elleguirlo.   Furono 
ttiicapia  otto,  dellaRcal  prefentia,  dell' Inilitutione  ,dellaEccclÌentia, 
iTranfubrtantiatione,  del  Culto,  della  Preparacione  p>er  riccuer  ilSacra- 
tcdeir  V(b  del  calice  nella  communionede'Laici,&:  della  Communionc 
aitti.  Fu  ancora  propofto  di  far  raccolta  degli  abuiì  occorrenti,  &c  foacrion- 
rimcdij.  Poi  pall^irono  i  Padri  in  quella Congregatione,  Se  in  alcunc^cllc 
enti,  adir  il  parer  loro  fopra  li  fette  Anatematilmi:nel  che  non  fu  detta 
rileuante  ;  icnon,  che  nel  condannare  quei ,  che  non  confellano  la  rvaì  pre- 
di del  corpo  del  Signore ,  molti  dcfidcrauano  (cofi  erano  le  loro  parole)  che 
(  none  folfe  ingrallàto,^^  fatto  più  prcgnaiire,con  efplicar,  che  nelF ÈuHa- 
l  rè  il  corpo  di  Giefu  Chrifto  ,  quello  ftelfo,  che  è  nato  della  Vergine,  che  ha 
Bonella  croce  ,  &  fu  fepolto  ,  the  rifufcitò  ,  afcefe  in  Cielo  ,  fiede  alla 
h  di  Dio,  &  verrà  al  giudicio.   Et  la  maggior  parte  di  loro  raccordaua.io, 
ijimancauaun  capo  molto  importante,  cioè,  di efplicare,  che  il  miniilro 
q  efto  Sacramento  è  il  Sacerdote  legitimaraente  ordinato  :  &  quello,  perche 
[j ^IPj^ ifeguaci fuoijfpeiro dicono,che lo poffi far'  ogni Chriftiano, etian- 
""oA  donna, 
lil  Conte  di  M'onfort ,  vedendo  trattarfi  di  materia  tanto  controuerfa ,  &  5^'  ^mh.Ce^ 
ne  della  Communione  del  Calice,che  era  lapin  palpabile,  &  popolare ,  &  •^''"  ''^'"'^- 
ti  intefa,  giudicò,  che  fé  quella  folPe  detcrminata,  non  s'haurebbe  potuto  ^JJ°""fP''' 
re  i  Proteitanti  a  venir  al  Concilio  ;  Se  tutta  l'opera  farebbe  riufcita  vana: 
nmunicato  il  penfiero  fuo  co'  Colleghi ,  &  con  gli  Ambafciatori  di  Fer- 
do,andarono  tutti  inlìemea'  Preridenti:&, fatta  prima longa  nairatione 
fatiche  fatte  da  Cefare  ,  &  in  guerra,  &  col  ncgotio,per  far  lottomettere  i 
ftantial  Conci]io,ilche  non  s'haurebbe potuto  efre':tuare,fcnza  che  vi fof- 
iteruenuti,  moftròche  a  quello  bifognaua  priiicipalmente  attendere  :  6c 
)  Celare  haueua  dato  loro  faluocondotco..  Mi  di  tanto  non  li  contentaua-  /«>-  rtchkér 
egando  il  Concilio  di  Coftanza  hauerd.    retato,  oc  in  fatto  anco  eireo-ui-  ■^'^^^'^'^ondotto 
le  il  Concilio  non  lìa  obligaro  per  falli' , .  Oiidorto  dato  per  qual  iì  voglia:  ^^  ^^°""^h 
l^.-iccrcauano  unodella  medefimaSinod.., quale  da  Cefare  gli  era  flato  nro- 
fl|,&dato  carico  ad  elTi  Ambafciatori  d'   ctenerlo  dalla  Sinodo.  Al  che  ha- 
(J|)  il  Legato  datorifpofta,  con  molte  parole  di  complimento,  ma  rimelfoiì 

J.-ffioncche  Iì.farebbe,&  qucftoper  hauer  tempo  di  darne  conto  a  Peonia, 
Dille  il  Conte,  per  la  medefima  caufi  non  gli  parer' opportuno,c he.inanzi 
venuta,!!  trattaffero  le  materie  controuerle  dell' Eucariftia  j  che  noii  nìan-  e  farjhprafc^ 
«io  le  cole  della  riforma  da  trattare ,  onero  altre,  in  quali  non  vi  folfe  ditfe-  '^'"  ■^  "''*'''*»' 
ijRifpofe  il  Legato,che  già  era  deliberato  di  trattar  dell'  Eucariftia,ne  s'ha-  ^^"^^"'''7 
•t-potuto  far'  alti-o,eirendo  per  inazi  cóclufo  che  del  pari  andalfero  in  ogni  Z'^,1'^"^'  ' 


y,6  CONCILIO   DI  TRENTO     Papa  GivlioI 

e  13    i3    SeflTione  i  decreti  della  fcde,&  della  nforma:  $c  la  malteria  dell'  Eucariftiafcj 
Li.        re  necelTariamente  dopo  quella  della  Confermatioile,  che  ultima  fu  tratti 
prima  che  andar  a  Bologna:  ma  però  quella  era  pili  toftocontrouerfaco'  Sa 
zeri  Zuingliani,che co'Proteftanti,che  non  erano  Sacramentarij,come qill 
Saltò  il  Conte  allaCommunione  delcalicei&  moUròichcquandofoilecM 
[o  quel  ponto  contra  loro,  da  tutto  il  popolo  intefciSc  doue  fa  maggior  lì 
ftenza,cra  imponìbile  trattar  più  di  ridurgli.  Che  anco  Cefare  nel  Decreto  :l 
Interreligioncfu  coftretto  accommodarlì  in  quello  :  però  elfi  ancora  vole  r 
differirlo  alla  venuta  de'  Proteftanri.il  Legato  non  repugnò,  ma  la  palfò  coi  » 
dì  tutto  ifcYÌt-  role  generali,  &  inconcludenti,  per  intender  prim.a  iopradiquefto  ilvoldc 
toaRom».      Pontefice  ,  alqualc  diede  conto  di  tutte  le  cole  trattate  da' Theologi,&:  de)  A 
natematirmiformati,&:  anco  di  quello,che  il  era  diuifato  in  materia  di  rifoia 
ài  che  di  lotto  fi  dirà:«Si:  poi  aiuto  le  due  richiefte  degli  Ambalciatorilmjia 
li,ricercando  riipofta. 
dom  le  dima-      Il  Pontefice  mite  le  cofe  in  cònfulta  :  quanto  al  faluocondotto  trouò  vj  ?d 
de  confultate,  d'openioni.Noii  voleuano  alcuni  che  fi  de(re,allegando,che  mai  era  ftato  f  :o 
fenon  dal  Bafileenfe,  chenonera  bene  in  cofa  alcuna  imitare;  &  che  era  ar 
pregiudicio  obligarfi  a'  ribelli  j  &c  poi ,  quando  vi  folle  ftata  fperanza  di  gì  ^ 
gnargli  ,  tutto  s'haurebbe  potuto  comportare;  ma  niente  elferuene  ;  anj  ;i 
tofto  9  in  luogo  di  quella,  poterfi  con  ragione  temere,  che  qualcuno  foife  )a- 
uertito,come  è  auucnuto  a  Vergerlo;  &  fé  non  in  tuttò,almeno  in  qualche  ai' 
te:  ddllaqual  contagione  Prelati  principaliffimi,&obligati{nmi  alla  fan  ? 
dcnon  fono  itati  ellenti.DaU' altra  parte  fi  diceua,che  non  per  fperanza  d) 
uertirgli,laqual  era  perduta  affatto,  ma  per  non  lafciargli  luogo  di  fcufa,  ce 
niua  dargli  ogni  fodisfattione:  ma  più  perche  l'Imperatore  haurebbe  per  i 
terelfifuoi fatto  maggior  inftanza, sfarebbe  ftato  neceifario  compiace!  ! 
<juel  tempo,quando,  (tante  l'alienatione  del  Rè  di  Francia,  bifognaua  dcpi  i 
toralmentedalui:&:  quello,  che  fi  preuedeuadouer  fare  per  forza,  era  me  i 
preuenendo ,  farlo  di  volontà:  &  quanto  a'prcgiudicij ,  fi poteua  dar  tal  fc  r. 
che  folle  di  nilluna,  o  di  leggier  obiigatione  :  prima ,  non  defcendendo  a  r  v 
liar  Proteftanti ,  ma  in  generale  Ecclefiaftici ,  6c  Secolari  della  Nationc  Gc  ' 
nica  d'ogni  conditionc.  Perche  cofi,  lotto  le  parole  generali,  fi  potrà  dii  . 
fono comprefi,&  fipotràanco difendere,che fiaintefo de' foli  Cattolici,  (3v  i 
,  <ìi  loro ,  allegando  che  per  effi  larebbe  ftata  neceftariauna  fpecifica,  de  el]  : 
mentione.Poi,la  Sinodo  concederà  il  laluocondotto  quanto  a  lei,&  farà  e 
uata  l'autorità  del  Papa:&  poi  fi  potrà  deputar  giudici  fopra  le  colpe  con  it 
fe;&  per  non  infofpettirglUafciar  a  loro  l'eletta:  onde  fi  ritenerebbe  il  ;o. 
della difciplina,&rautoricà di  punire,^ non  fimoftrerà  di  cedere, orimi  ere 
;/  p.ìpa  nl}>'c~  ^ofa  alcuna.  Preualfc  quefta  openionc  appreffo  al  Papa,  &  fece  fecondo  e  "Ili 
dei  con  comij-  ^Q^^-^-j^i-e  \^  minuta  del  laluocondotto ,  &  fece  rifponder'  al  Legato,  lodan  '»  la 
pom  m.      .  p^-,^jjj.j^2a  nelle  rifpofte  datc^:  rifokiendo  che  il  faluocondotto  foffe  corl'lw 
nella  forma  che  gli  mandaua,  &  foffe  differita  la  materia  dd  Calice,ade  tto 
d'afpettargli,ma  non  oltra  tre  mefi,o  poco  più;  non  ftando  tra  tanto  otioi'nu 

fa^'adc 


•lO( 


::  0 
1  Olia 


.paGivlioiii.      libro  Coarto.  5^7 

endo  una  Seffionc  intermedia,con  trattar  della  Pcnitenza,laqiial  non  lì  di/fe-     ci3  la 
•limolerà  quarantagiornijO  pocopiu  :  gli  auiiertì  anco,che  i  Canoni  inmaceria        li. 
ljl'Eucarifl:ia,erano  troppo  picni,&  che  meglio  farebbe  dinidcrgli. 
I^ra  tanto  che  in  Roma  lì  conruIcaua>in  Trento  fi  pafsò  inanzutractando  i  capi  '^nCmdllo  m- 
I  ottrinarnel  che  Ci  camino  con  la  medcfima  facilità,chc  per  inanzi  nel  diicu  rcr  f'^^  tinafpìnoft 
rhrticoli:ma,quando  fi  venne  ad  efprimcre  il  modo  deli'  cflìfì;enza,cioè,in  che  ^"^J'!"'^^  y^'^ 
tìiicra Chrifto  fia nel Sa:Cramcrito,&  la Tranlubftantiatione;cioc,comc  di  pa-  pyejin'-a  di 
Ifli  faccia  il  corpo  di  Chrifto  j  &C  diuino  fangue,non  fi  potè  trattare  fenza  con-  chrifto  mll" 
aionc  traleducScole,Domenicana>»ScFrancefcanailaqiiale  fu  di  molta  noia  a  ^ucarìfiiat 
►driper  larottilicà,&  perii  poco  frutto,non  fapendo  efli  mcdcfimiefprimer'il  ^"^ .  ■Dow»/- 
tìpiio fcnfo.Voleuano  infomma i  Dominicani^chc  fi  dicclfe.  Non  elfcr  Chri-  ^*^'  «  -f ww- 
t(jicirEucariftia,percheda  altro  luogo,doue prima folfc} fia  andato  in  quella, 
n  cerche  la  foftanza  del  pane  fia  conucrtita  nel  fuo  corpo^qucllo  elfcr  nel  luc- 
ie oue  il  pane  era  lenza  ellerui  andato  :&  perche  tuttala  loftanza  dei  pane  {[ 
l;  fmuta  in  tutta  lafoftanza  del  corpo,cioc- j  la  materia  del  pane  nella  materia 
e  oipo>&  la  forma  nella  forma,chiamarfi  propriamente  Tranfoftantiationc: 
b  douerfi  tener  doi  modi  di  eifere  di  Chrifto  Noftro  Signore,  ambidoi  rea- 
&foftantialijuno,il  modo  come  èin  ciclo  ,  perche  egli  là  fu  è  falito  par- 
di terra,  doue  prima  conaerfaua:l'altro,come  e  nel Sacramcntcnelquale 
per  eiferdoue  le  fpftanze  del  pane  j&  del  vino  conucrtite  in  lui  erano 
n  a.ll  primo  modo  chiamarli  naturale, perche  a  tutti  i  corpi  coniiiene;il fé- 
j  ojicome  cfingolare,cofi  non  poterfi  efprimere  con  alcun  nome  conue- 
^  cadaltri,&nonpoterfi  chiamar  Sacramentale ,  che  vorrebbe  dire,ciTèi: 
j  ealmente,macomeiniegno,noneircndo  altro  Sacramento,  che  facto  fe- 
1  xcctto  fé  per  Sacramentale  non  fi  voglia  intender*  un  modo  reale  proprio  a 
il  o  Sacramento  folo,&  non  agli  altri  Sacramenti.  I  Francefcani  delideraua- 
)  LC  li  dicelfcVn  corpo  per  ladiuina  onnipotenza  poter' eiler  veramente,  & 
i  itialmente  in  più  luoghi,  &  quando  di  nuouo  acquifta  un  luogo  eifer  in 
1'  cperche  ci  va,non  però  con  mutatione  fucceflìua ,  come  quando  lafcia  il 
1  0  per  acquiftar  il  fecondo,ma  con  una  inftantanea,per  quale  acquifta  il  fe- 
)i  o  lenza  perder'  il  primo:&  hauer  Dio  cofi  ordinato ,  che ,  doue  il  corpo  di 
h  [lo  fia,non  vi  refti  la  foftanza  d'altra  cofa,ma  quella  ceffi  d'elfere ,  non  però 
li  :hilandofi,perche  invece  fua  fuccedc  quella  di  Chrifto,  &c  per  tanto  vera- 
e  e  chiamarli  Tranfoftantiatione,non perche  di  quellafi  faccia  quefta,comc 
)  ncnicanidicono,ma  perche  a  quefta  quella  luccede.llmodojcomc  Chrifto 
n  cielo,&:  come  è  nel  Sacramento,non  eifer  differenti  quanto  alla  foftanza, 
ia)loperlaquantità:elfer'incielo  occupandola  magnitudine  del  corpo  fuo 
ai" fpacio, quanto  ella  è: nel  Sacramento,la  magnitudine  elferui  foftantial- 
K  t,&c  fenza  occupare.Imperò  ambidue  i  modi  eifer  veri,reali,&:  foftanriali,5c 
it  to  alla  foftanza  anco  naturali:rifpetto  alla  quantità,l'elfer  in  cielo  e  natura- 
ilfernelSacramento,miracolofo:differenti  in  quefto  folo  ,  che  incielo  la 
'iititàfitroua  con  effetto  di  quantità ,  &  nel  Sacramento  ha  condicione  di 
•flua.Ambcdue  le  parti  fpofauanocofila  fentcnza  propria,  che  raffermaua- 

Vu 


^ ?5S  CONCILIO    DI   TRENTO      PapaGivìioI 

ci3   rJ    no  piana, chiai:a,5c  intelligibile  atutti  j  3c  all'  altra  parte  opponeuano  infip 

LI.        d'alfordijchefcguirebbono  dalla  contraria.   L'Elettor  di  Colonia,  chc>ii-ifie 

con  GiouanniGroperojfLiaflìdiioalle  difpute  per  intender  quella  materia 

quellojche  le  parti,  l'una  contra  l'altra  opponeuano ,  daua  ragione  ad  ambec 

in'quello ,  che  ciafcuna  affcrmaua,  haurcbbe  deiìderato  (cofi  diceua)  qual 

probabilitàjche  cofi  paulatTero  intendendo  la  materia  ;  &c  non ,  come  raoftr: 

no  di  fare,per  confuetudincS:  habito  di  fcola.  Furono  formate  diuerfe  min 

coneiprimere  quelli  miniftcrij  da  ambedue  le  parti ,  &c  altre  furono  compc 

prefo  qualche  cofa  da  ambeducNilfuna  fudilbdisfattioncmafllme  al  Noii 

la  dottrinile^  Verona,ilqual' era  principale  in  fopraintendere  a  queftamatcria.Nella  Con' 

infine,  efprejja  gatione  generale  fu  deliberato  d'ular  manco  parole  che  poffibile  folfcóc  far  i 

m  ^«J"»""'  ''^°^  efprelTione  cofi  uniuerfale ,  che  poteife  feruir  ad  ambe  le  parti,  de  elTer'  acc  i 

to  arg  ».       YuodiLZa.  a  fenfi  di  tutte  due:&  la  cura  fu  data  ad  alcuni  Padn",&:  Theologi,c(  J 

fopraintcndenza  delNoncio  fudetto. 

ghiijtmquefla       in  fine  della  Congregarione,fi  propofe  di  raccogliere  gli  abufi  in  queftal  3 

materia:         materia,co' rimedi)  per  eftirpargli,  èc nelle  feguenti  Congrcgationi  furonc ,( 

contati  moki. Che  il  Santo  Sacramento  in  alcune  Chiefe  particolari  non  è  r 

feruato,.?(:  in  altre  e  tenuto  con  grand'  indecenza.  Che,quando  è  portato  \  1 

ftrada,molti  non  s'inginocchiano,&:  altri  non  degnano  manco  fcoprirfi  li  (  < 

Che  in  alcune  Chicle  è  tenuto  per  cofi  longo  fpacioichevi  nafcono  dell  u 

rredini.    Che  nel  miniftrar  la  fanta  Communione  è  ufata  da  alcuni  Pai  li 

grand' indecenza, non  hauendopur'unpanno,ch©il  communicante  ten  ii 

mano.  Quello,che  più  importa,  icommunicanti  non  fanno  quello  che  ne  .0 

no,  ne  hanno  inftruttione  alcuna  della  degnità,  ne  del  frutto  di  quello  S  n 

mento.   Che  alla  communione  fono  admeflì  concubinari] ,  concubine,  &  tt 

enormi  peccatori,^:  molti,che  non  fanno  il  Pater  nojìery  ne  YAne Maria,  h 

alla  Communione  fono  dimandati  danaii,fotto  nome  d'elemofina,&  pcgj  td 

tutto  in  Roma  vie  una ufanzasche, chi  hadacommunicarfi,tieneinman'  '.n 

candela  accefa,con  qualche  danaro  infiirodentro,ilqual  con  la  candela  de  ^ 

Coinmunionere{laalSacerdote,&  chinon  portalacandela,nonèadmc(T  i 

Communione.  Per  rimedio  di  parte  di  queftÌ5&  altri  abufi,furono  format  - 

^       . que  Canoni  con  un  belliffimo  proemio  :  Ne'  quali  H  ftatuiua,che,mo{lia  o» 

Camnicmtra  t  ,15*1  1    r        1       ■  1  1  i      •      - 

tfft:  il  Sacramento  neli  Aitarco  portandoli  per  la  via,ognuno  debbe  inginocc  ai 

fi ,  &  fcopiirfi  il  capo.  Che  in  ogni  Chiefa  parocchiale  fi  debba  feruar'  il  5  ra 

mento  ,  &rinouarlo  ogni  quindici  giorni,  &far  arder' inanzi  alni  gloria 

notte  una  lampana.  Che  fia  portato  agl'infermi  dal  Sacerdote,in  habito  h  io- 

reuole,&  fempre  con  lume.  Che  i  Curati  infcgnino  a'  fuoi  popoli  la  gratis  :1« 

fi  riccue  in  quello  Sacramento,  »5c  eircguikano  contra  loro  le  pene  del'ap. 

Omnis  utriufcjuefexn^.  Che  gli  Ordinari)  debbino  hauer  cura  dell'  elTecut  ne; 

caftigando  i  trafgreilori  con  pene  arbitrarie ,  oltra  le  ftatuite  da  Innocenti  l^v 

zò  nel  caf.SmtH!?nw.  Et  da  Honorio  terzo  ncicap.Safiè.  ' 

Delia  riforma  fu  trattato  nelmedefimotempo,  che  fi  dilputaua  della '^ft 

ma  da  altre  Congregationijnellequali  interueniuaiio  Canoni/^  j  lequali  t  :ta' 


tifli) 


Ìpa  GiVLio  in.         LIBRO    QJ^'ARTO.  359 

t\mi,per  non  interromper  la  marcria,ho  portato  cjui  tutte  inficine .  Et,  perche  il 
ppoilto  fu  di  riformarla  Giurifdittione  Epifcopalcj  per  intelligenza  delle  co- 
tiche enarreranno  in  quella  occalìone)&  in  molte  altre  fcgiienti>qucfl:o  luogo  f^'^ttaj7  di  rì- 
nercache  lì  parli  delf  origine  fuaj&comc  venuta  a  tanta  potenti,  fia rcfa  a' ■'^''''^''..'^'f'* 
Fpncipi  lofpefta,&a'popoli  tremenda.  Hauendo  Chriilo  ordinato  agli  Ape-  ^t:ù]r^pliT^ 
ftjlilapredicationedelf  Euangelioj  &  minifterio  de'Sacramcntijaloroanco,  dellaquaUia 
iiperfona  di  tutti  ifedelijafciò  quello  principal  precetto  d'amarfirun  l'altro,  i^c'H  origginc 
&i:imetterfileingiurie,incaricandociafcuno  d'intrometterli  fra  i  diffidenti,  5:  ^  g^iabujifo- 
Ciiiponcrgli ,  &  per  fuprcmo  rimedio  dandone  la  cura  al  corpo  della  Chiefa,^**^-^'"""-^'""' 
Cji  promella  che  larcbbe  Iciolto ,  &  legato  in  ciclo  quello  che  iciogliclfe  &  le- 
tìfe  interra ,  &  dal  Padre  farebbe  conceduto  quello,  che  due  dimanderanno  ài 
:  nmun  confenfo.  In  quello  cariteuole  officio  ài  procurar  fodisfattionc  all' 
j|rfo,5<:  perdono  all'  otFenfore,fieirercitò  iemprela  Chiefa  primitiua.    Et  in. 
Ijifeguenza  di  quello  S.Paolo  ordinò ,  che  i  fratelli  hauendo  liti  ciuili  Tua 
;(  itra  l'altro  non  a'  tribunali  degl'infcdclijma  folfero  conllituite  fauic  pcrfone, 
:]  giudicalfero  le  differenze ,  &.  quello  fu  una  fpecic  di  giudicio  ciuilcficome 
jj  ir  altro  più  fimilitudine  ha  col  criminale  :  ma  in  tanto  differenti  da'  giudici) 
Ijndani,  che,  lìcome  quelli  hanno  l'elfecutione  per  la  poteftà  del  giudice,  che 
fUxinge  a  fottoporlì  ;  coH  quelli,per  la  fola  volontà  del  reo  a  riceuergli ,  quale 
1 1  volendo  egli  prellare,il  giudice  Ecckllaflico  rella  fenza  clfecutione ,  ne  al- 
3j 'orza hàjfe  non,  cheèpregiudicio  dcldiuino,chefeguirà,fecondo  l'onnipo- 
|j^  :e  beneplacito,o  in  quella  vita,o  nella  futura. 

^'X  veramente  il  giudicio  Ecclelìallico  meritaua  il  nome  di  carità,  poiché 
b  Ila  fola  induceua  il  reo  a  fottoporfi,&  la  Chiefa  a  giudicarlo  con  tanta  fince- 
pl  del  giudice,&  obedienza  dell'  errante ,  che  ne  in  quello  poteua  hauer  luogo 

5  ilio  atfetto,ne  querimonia  in  quello:  ^l'eccelTo  della  carità  nel  calligarc» 
uafentir  maggior  pena  al  correttore  :  fi  che  nella  Chiela.  non  fi  palfaua  all' 
I  ofitione  della  pena  fenza  gran  pianto  della  moltitudine,  &  maggiore  de' più 
I  cipali:  il  che  fu  caufa,che  i\  calligare  all'  hora  fi  chiamalle^piangere.  Coli  S. 
ilo,reprendendoiCorinthi  di  non  hauer  calligato  l'inceftuofo,  dilfe  ,  Voi 

Shauetepianto,perfcpararda  voi  un  tal  trafgreifore.  Et  nell' altra  cpiilolaj 
io,che, ritornato  a  voi,nonfia per  trouarui  quali  vi  delìdero,  ma  in  conten- 
\\  ii,&  tumultij&jche  venuto  io,non  pianga  molti  di  quelli ,  che  inanzi  han- 
^)eccato.  Il  giudicio  della  Chiefa  (  come  è  necclTario  in  ogni  moltitudine) 
:c  ueniua  che  folle  condotto  da  uno,  che  prefeda,&  guidi  l'attione ,  proponga 
e,iaterie,&  raccolga  i  partiti  per  deliberare.  Cura,  chedouendofiallaperfona 
>i  principale^  più idonea,fenza difficoltà  fu  fempre  del  Yelcouo  :  &  doue 
c]hiefe  molto  numerofe  erano ,  le  propolle  tS^  deliberationi  fi  faceuano  dai 
i^  cono,  prima  nel  Colleggio  de'  Preti,  &  Diaconi,  che  chiamauanoPrclbi- 
-{ 3  ;  &  là  fi  marurauano  per  riceuer  poi  l'ultima  rifolutione  nella  general 
^  igregatione  della  Chiela.  Quella  forma  era  ancora  in  piedi  del  ccl.  &  dal- 
c  pillole  di  Cipriano  fi  vede  chiaro,ilqualc  nella  materia  de'  facrificanti,  «!>c  li- 
»Vatici,rcriuealPreibiceno,che  non  penfaua  a  far  cola  fenza  illor  configlio> 

Vu     ij 


_340  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  Givlio  I, 


Cio  i3     &confenfo  della plebe:&:  al  popolo  fcriiie,che,tornato  effaminerà  le  caufeJc 
LI.         meriti  in  prefenza  loro>  &  fotco  il  lor  giudici©  ;  Se  a  quei  Preti ,  che  di  pro}:  o 
capriccio  nehaueuano  reconciliaci  alcuni ,  fcrilFe  che  renderanno,  conto  U 
plebe. 

La  bontà,&  charitàde' Vefcoui  faceua,che  il  lor  parere  fu  per  il  piufegi.o 
&:  a  poco  a  poco  fa  caufajche  la  Chiefajraffreddata  la  carità,  &  poco  curaaiiì 
del  carico  impoftogli  da  Chriftojafciò  la  cura  alVefcouo,ASc  l'ambitioncaff  ;o 
airaiiottile,&:  che  penetra  in  fpecie  divirtùja  fece  prontamente  abbracciai  11 
colmo  della  muratione  fujceiTate  le  perfecutioni.  Et  all'  bora  i  Vefcoui  erel'  o 
come  un  tribunale,ilquale  diuenne  frequentatiillmo.Pcrche  crebbero  anco  m 
le  commodità  temporali  le  caufe  delle  liti.Il  giudicio/e  ben  non  eracome  !  n- 
tìccquanto  alla  forma  di  deliberare  il  tuttocol  parer  della  Chiefa,reftaua  é 
della  (tcllà  ilncerità.Ondc  Conftantino>vedendo  quanto  era_dijruttpjieae  y- 
narleliti,&  che  con  l'autorità  della  religione  erano  fcoperte  le  attioni  capi  f 
non  penetrate  da  giudicijfecc  legge,che  le  fcntentie  de'  Vefcoui  foifero  i  p 
pellabili,&:foirero elTeguite dagiudici}&,fe  in caufapendente  inanzi al giuc  ic 
lecolarcin  qualonque  ftato  d'eifajqual  fi  voglia  delle  parti,etiandio  repugn  ,u 
raltra,dimandaire  il  giudicio  Epifcopale>gli  foife  immediate  rimeiro., 

Qui  incomminciò  il  giudicio  Epifcopale  ad  efler  forenfe,hauendo  l'ef  u- 
tione  col  minifterio  del  Magiftrato,  &  acquiftar  nome  di  giurifdittione  Ep  e 
pale,audienzaEpifcopale,&  altri  tali.Ampliò  ancora  quella  giurifdittion(  . 
lenteImperatore,chedclcccLxv.glidiede  cura  fopra  tuttii  preti)  delle  )i 
vendibili.Quefta  negotiatione forenfe a' buoni Vefcouinonpiacque.Racc  r 
Poflìdoniojche,fe  ben  Agoft  ino  vi  attendeua  alle  volte  fino  ad  hora  di  de  fi  l 
alle  volte  fmo  a  fcra,era  iolito  dire,che  era  un'  angaria  >  &  che  lo  diuertiua  ii 
cofe  proprie  a  lui:&:  elfo  fteiro  fcriue,che  eraun  làfciar  le  cofe  utili,&  attei  ;i 
alle  tumultuorej&:  perplelTcChe  San  Paolo  non  lo  prefe  per  fé  j  come  non  ir 
uenientea  Predicatore?  ma  volfechc  folle  dato  ad  altri.  Poi  jincomminci  do 
qualche  Vefcoui  ad  abufar  l'autoritàjdatagli  dalla  legge  ài  Conftantino ,  e  pò 
fettanta  anni^quella  legge  fu  da  Arcadio ,  &  Honorio  j riuocata,  &  ftatuicc  i 
non  poteirerogiudicare,fe non  caufe  della religionej&: nelle  Ciuili,fe non]  e 
uenendo  il  confenfo,&  compromeffo  d'ambe  le  partij  &  non  altrimente  ;  d 
eliiararo,  che  non  s'intendclTero  hauer  foro  :  ìaqual  legge  in  Roma  poco  <  h 
uandofijperlagranpoteiHdelVefcouo,  ValentinianojeiTendo  in  quella  tt 
del  e  e  e  e  Lii.  la  rinouc>3&  fece  metter'  in  eirecutione.  Ma, paco  dopo,  fu  d  (e 
guenti  Prencipi  ritornata  parte  della  poteftà  leuata:  tanto  che  Giuftiniar  gì 
ftabilìforo,&  audienza,&  gli  afTe^nò  le  caufe  della  religione,  i  delitti  Écc^  la 
fticide'  Chierici, &  diuerfcgiurifdittioni  volontarie ,  anco  fopra  i  Laici,  ^^e^ 
quefti  gradi  la  caritatiua  correttionejda  Chrifto  inftituita,degenerò  in  um  \o- 
minatione,&  fu  caufa  di  far  perder'  a'  Chrilliani  l'antica  riuerenza  >  &  ube«  'n 
za.Si  nega  ben'  in  parolcche  la  giurifdittione  Eccle/ìaftica  fia  un  dominio  :o 
mequeira,delSecolare,manoniifaportra  loro  difFerenza.reale.S.  Paolo  b  vi 
ftatui  la  differeiizajmentre  a.Timotheo  fcriirc^  &  a  Tito  replicòjche  il  Vefc  Jo 


GiVLio  in.         LIBRO  QJ/ ARTO.  541 

iXe  cupido  dì  gLiadagno,nc  percotitorcial  pi-cfcnte  iiicontrai-io  fi  fa  pagar  "clS"^ 
iccflìjiinpngionaLlcpafoncnon  akiimente  di  quello  che  ai  foro  fccoLire  li. 
cja. 

^,{eparatc  le  Prouincie  Occidcntali,5c  fatro,d'Italia,Fi-ancia,&  Germanir., 
l^penojiSv:  di  Spagna  unRcgnOjia  ratte  quattro  qucfteprouincic,i  Vclcoui, 
il|iu,cranoairontipercon(lglicri  del  Prcncipe,  cliefu,  con  la  miftura  de' 
ciifpirituali,&:  di  cure  temporali, cagione  d'accrciccr  l'autorità  del  foro 
fipale  in  immenlo.Non  pailàrono  dugento  anni,che  ne  prctefero  alFolura- 
iÌognigiudiciocriminale,(:<t  ciuilcfopra  i  Chierici;  &  indiuerfe  materie 
o|)pra  i  Laici;conpretefto,chelacaurafiaEccleriaftica;&  oltraqucftoge- 
j^:  inuenrarono  un  altro,chiamato,di  foro  mirto ,  volendo  che ,  contra  il 
à  e,poflì  procederccofi  il  Vefcouo,come  il  Magiftrato ,  dando  luogo  alla 
licione,  con  laqualeper  refquilita  lor  follecitudine  ,  non  lafciando  mai 
ijil  fecolare,s'appropriano  tutti;»k  quelli,chercftano  fuori  di  fi  gran  nume- 
lèTono  in  fine  comprcfi  ,  cioè ,  da  una  regola  uniuerfale  (labilità  da  loro, 
«andamento  di  fede,cioè,che  ogni  caufa  li  deUolua  al  foro  Ecclefiaftico,fe 
y  ftratononvorrà,o  farà  negligente  afar  giufticia.Ma>fe  le  pretenfioni  del 
Éioflero  tra  quelli  termini  fermate ,  lo  flato  delle  Republiche  Chriftiane 
b|;tolerabile.I  popoli,  &  Prencipi,  quando  fi  vedelfcro  arriuar'  a  termini 
iprtabili,potrebbonoconleggi,&ordinationi,ridurre  i  giudicij  a  forma 
ij  itabile,come  negli  antichi  tempi  al  bifogno  fi  è  fatto.Ma  chi  ha  metro  il 
Ì\  anifmo  fotto  il  giogo,gli  ha  infine  leuato  il  modo  di  fcuoterlo  dal  collo: 
flchedopoil  M.L.  ellcndogià  fatte  proprie  del  foro  Epifcopale  tutte  le 
1  ;'Chierici,&  tante  de  Laici  con  titolo  di  fpiritualità,&  participate  quali 
il  iltrc  fotto nomcdi  mifto  foro,&;  foprapoftofi a' Magiftrati  fecolari,cou 

SI  di  denegata  giuftitia,  fi  pafsò  a  dire  ,che  quella  poteftà  di  giudicare,, 
tante  caule ,  non  l'haueua  ilVefcGuo,ne  per  conceflione  de'  Prencipi>ne 
tt.niuenza  loro,  o  per  volontà  de' popoli,©  per  confuetudine  introdotcaj 
U  eraeilèntialc  alla  dcgnità  Epi(copale,&  datagli  da  Chrifto. 

gntuttcche  rimangano  le  leggi  dalli  Imperatori  ne'  Codici  diTheodb- 
.  Giuftinianojne'  Capitolari  di  Carlo  Magno ,  ìk  Ludouico  pio;  de  altre 
5icipipofteriori,0rientali,&  Occidentali>che  tutte  apertamente  moftr;> 
cquando,t3cdachitalpoteftàèftataconceira,  &  tutte  le  hiftorie,cofi 
Iqiftichejcome  mondane,  concordino  in  narrar  le  medefimc  conccflìoni^ 
ì^ ifuccudini  introdotte,  aggiondendoui  le  ragioni ,  3c  caufe  ;  nondimeno 
Cii  notoria veritànon è ftata  di  tanto  potercche la  (ola  affermatione  con- 
!a]:nzaproua  alcuna, non  habbia  fuperato  ,  6c  i  Dottori  Canonifti  non 
>l  10  foftcnuta  fino  al  predicar  per  heretici  quelii,che  non  fopportano  eflcr 
ai  da  ciechi:&  non  fermandofi  manco  in  quefti.termini,  ma  aggiongendo, 
al  Magiftrato,ne  il  Prencipe  medefimo,puo  in  alcune  di  quelle  caufe,che 
le  s'haappropriato,intromett.erfi,perche fono fpirituah,&  delle  cofe  fpi- 
J  Laici  fono  incapaci.Il  lume  però  della  verità  non  fu  cofi  eftinto,che  in 
[mi  tempi  peifone  dotte, &  pie» non  sopponeirero  a  quefta  dotriina> 

Vii    iij 


Cl3    1=> 

LI. 


/ 


in  Trento  vi 

fono  ricono- 
fc'mù  donni 
difetti, 


plicans  leggie- 
ri rimidiji 


341  CONCILIO  DI  TRENTO       PapaGivl; 

moftrando  elTev  falfe  ambedue  le  preinelfe  di  quel  difcorfo  :  &  la  maj 
cioè,  che  i  Laxi  fono  incapaci  di  cofe  fpirituali ,  elfer'  alTorda,  &  r 
poiché  eflì  fono  prefi  in  adottione  dal  Padre  celefte  ,  chiamaci  fighdj 
fratelli  di  Chrifto,  partecipi  delRegno  celefte  ,  fatti  degni  della  gratiic 
na,dcl  Battefmo,  della  Communione  della  carne  di  Chrifto.  Che  ah 
(e  fpiriruali  vi  fono  oltra  quefte?  Et  quando  ben  ve  ne  folfero  ,  coi." 
partecipa  di  quefte  fuprcme  ,  fi  douerà  chiamar'  afiblutamentc  ,  con  1 
ili  generali ,  incapace  delle  cole  fpirituali  ?  Ma ,  elfer  anco  falla  la  m 
che  le  caule  appropriate  a  giudici)  Epifcopali  fiano  fpirituali  :  poicht 
fono  di  delitti ,  o  di  contratti  >  che  >  confiderate  le  qualità  airegnatij 
Scrittura  diuina  alle  cole  fpirituali ,  fono  più  lontane  da  elFer  tali ,  \ 
terra  dal  cielo.  Ma  ,  l'oppoiìtione  delia  parte  migliore  non  ha  pot  3 
tenere  ,  che  la  maggiore  non  luperalfe  ,  &c  coli  (opra  la  Ipiritual  |.( 
data  da  Chrifto  alla  Chiela  di  ligare  ,  &c  fciogliere  i  &  fopra  l'infti  :( 
San  Paolo  »  di  componer  le  liti  tra  Chriftiani  »  fenza  andar'  al  tribù  l 
gl'infedeli ,  in  molto  tem.po  ,  Se  per  molti  gradi  è  ftato  fabricato  uti 
potai  tribunale  più  rifguardeuole  ,  che  mai  nel  mondo  foffe  ,  &  nel  e 
di  ciafcun  gouerno  ciuile  >  inftituitone  un'  altro  indcpendente  dal  p  1 
che  mai  chi  fcrilTe  de'  gouerni  haurebbe  faputo  imaginare,  che  un  t  li 
di  Republica  poteife  fulfifterc.  Tralafcerò  di  dire  ,  come  le  fatiche  1 
ti ,  oltra  i'hauer  ottenuto  il  difegnato  fine  di  farli  un  foro  independc  e 
publico  ,  ne  habbino  fortito  un'  altro  improueduto  »  di  fabricar'  ui  ni 
rio  ,  elTendo  nata  >  &  con  mirabil  progrello  radicata  una  nuoua  o|  tii 
molto  più  ardua  ,  che  tutto  in  un  tratto  dà  al  folo  Pontefice  Roman'  jm 
to  in  mille  trecento  anni  e  ftato  da  tanti  Vefcoui  in  tanti  modi  ami  ra 
acquiftatoj  rimoucndo  dall' elfer  fondamento  della  giurifdittione  >  i  i 
&  fciogliere;  &c  fofticacndo  il  pafcere:  &  con  quefto  facendo,  che  a 
giurifdittione  da  Chrifto  Ila  data  al  folo  Papa  nella  perfona  di  Pietre  \v 
do  gli  dille  ,  Pafci  le  mie  pecorelle  :  attefo  che  di  ciò  fi  parlerà  nel  ce 
ridortione  del  Concilio  ,  quando  per  qucftaopenione  furono  eccitati  i 
tumulti,  che  all'  hora  fi  racconteranno.  Madaquel,che  alprefenteh(  a: 
to  ognun  potrà  da  le  ftelTo  conofcere  ,  che  rimedi)  erano  neceifarij ,  r 
forma  tolcrabile  ad  una  materia  palfata  in  tante  corrottioni  ,&;com  :ai 
con  i  propofti. 

In  Trento  furono  conofciuti  due  difetti ,  cioè,  che  dal  canto  de'  fupt  or 
carità  era  conuertita  in  dominatione;  &dal  canto  degl' inferiori  l'ub  1 
voltata  in  querclc,&:  futterfugi),6c  quermionie  :  &  fi  penlo,  prima,di  pr<  et. 
in  qualche  parte  ad  ambedue.  Ma  nel  profeguire  quanto  alla  prima ,  »  e  ( 
fontana ,  doue  la  feconda  ha  origine,  non  fi  venne  fenon  ad  un  rimedio  .01 
torio  a'  Prelati  di  leuar  la  dommatione ,  Se  reftituir  la  carità  :  ma,per  qu(  0 1 
a  fudditi  tocca ,  ellendo  fatta  mentione  di  molti  futterfugi) ,  ufati  per  flu 
la  giuftitia  5  furono  pigliati  tre  capi  folamente.  Le  Appellat ioni,  le  Gra  >.  al 
latorie  >  &c  le  Querele  contra  i  giudici.    Delle  Appellationi  parlò  coj  «ic 


343 


GiVLio  III.  LIBRO  QVARTO. 

vÌGioiianni  Gropero,chc  in  cjuel  Concilio intemeniua  Se  pcrl'heologoj    cio  io 
eiurifconfiikojdiccndojChc  mentre  che  il  femor  della  fede  durò  ne'  petti         li. 
llnilianifu  inaudita  l'appcllationc: ma,  raffreddata  la  carità  ne' giudicij&  Oropcro  pro^ 
logo  agli  affetti ,  fbttentrò  nella  Chicfa ,  per  le  fteife  ragioni ,  che  l'intro-  ^'""f  f"°I''^' 
)  nel  foro  del  iccolo,ciocjpc  r  loUeuanone  degli  opprelìì  :  &  lìcomc  i  giu- 


rert  intorno 

j  ^r  ]     ^.r  r  ji    •        i  /-  i-      i  >  r      •     ^    ■    allartforma 

imi  non  erano  del  lolo  Veicouo  ,  ma  di  lui  col  Concilio  de  iiioi  preti;  rir//^    ^^f,^r 


1  iminou  eiaiiuciLiiuiu  v  cìluliu  j  iiiii  ui  lui  eoi  «^onciiioae  liioi  pretii  delie  ^ppsl- 
Ippelìationc  fi  deuolucua  non  ad  uno  >ma  ad  una  altra  Congrcgatione.  Utioni  al  Pn- 
elcouijleuate  le  Sinodi ,  inltituirono  li  fori,  &  VfHciali,a  guiladc'Seco-  fa,  e  degli  of- 
Jc  il  male  il  fermò  in  qucflo  grado,  anzi  pal'sò  ad  abuii  maggiori  che  nel-^"**^'* 
colare:  imperoche  in  quello  l'appellatione  non  lì  può  interporre ,  fcnon 
ijtiore  immcdiatorilialtar'  alla  prima  alfuprcm.o  non  è  lecito:  ne  meno  è 
i^ronegli  articoli  della  caula,  appellare  da' decreti  del  giudice,  che  chia- 
H  nterlocutorij:  maèneceirarioalpettar'il  fine  ,  doue  negli  Ecclelìaftici 
b  la  d'ogni  atto,che  fa  le  caule  infinite;  &  immediare  alfupremo ,  che  por- 
((ife  fuori  delle  regioni  con  di(pendij,&  altri  mali  intolerabili.Queffo  egli 

I  hauer  narrato  per  concludere,  che,  volendo  riformar  quefta materia,  ìa^ 
[i  tutta  corrotta,^  nonfoloinipedifcc  la  refidcnzajcome  nelle  Congre- 
oi  da  tanti  valenti  Dottori,  &c  Padri,era  ftatoconfiderato;  mamaggior- 

II  perche  corrompe  tutta  la  dilciplina  •,  &  è  di  granarne  a'  Popoli,  di  Ipelaj 
il  mdalo  ;  conucniua  ridurla  al  (uo principio ,  o  quanto  piuproflìmo  foife 
^  cmettendofi  inanzi  gli  occhi,una  idea  perfetta  j  &c  a  quella  mirandcac- 

quanto  la  corrottione  della  materia  comporta.  Che  le  religioni  Mona- 

É  -n  inftituite ,  hanno  prohibito  ogni  appellatione,  de  quello  è  il  rimedia 

'  Ihi  non  ha  potuto  gionger  tanto  alto,le  ha  moderate,  concedendole  tra 

3rdine,con  prohibitione  di  quelle  difuori ,  cola  che,  riufcendo ,  come  fi 

tener'  in  buona  regola  queigouerni,  farebbe  rifteffo  effetto  ne'publici 

.iiefa,quando  le  appellationi  reftaffcro  nella  medefìmaprouincia:i5c  per 

rqucfto,&  per  raffrenar  lamalitia  de' litiganti ,  balta  ridurle  alla  forma 

5gi  communijcon  prohibir  il  falro  diporer  andar'  ai  l'upremo,  fcnza  paf^ 

^l'intermedij  rupcriori;&  con  vietare  le  appellationi  dagli  articoli,  ode- 

[erlocutorij,con  lequali  prouifìoni  le  caule  non  anderanno  lontane,non 

)  tirate  in  longo  ,  non  interuenirà  rccccflìua  Ipefa  ,  ^gl'innumera- 

guami  :  oc  accio  i  giudici)  palTino  con  fìncerità  ,  rcftituir  li  Sijiodali> 

.Èrgerti  a  tanta  corrottione  ,  Icuando  quei  degli  Vfììciali  ,  de' quali  il 

1(1  e  tanto  fcandalizzato  ,  che  non  è  più  pofTibilc  che  la  Germania  gli 

h  fu  gratamente  udito  quello  parercfenon  da' Spaglinoli ,  ^Thedefchi:  èccntrjdcm 
iiliardinale,&  il  NoncioSipontino ,  fentironoiommo  diipiacere,  che  coli  ^"^  Procura^ 
iflìpairaffe.  Quello  era  un  leuar  affatto  non  folo  l'utile  della  Cortcma  la  "/'^jf/^^'* 
ni.  ancora  :  neffuna  caufa  anderebbe  a  Roma ,  &  a  poco  a  poco  ognuno  fi  prejknti» 
debbo  della  fiiperiorità  del  Pontefice,  effendo  ordinarlo  degli  huomini, 
(mar  quello  fuperiore,  l'autorità  delqualc  non  lì  tema,  onon  lene  poflì 
ropeiatono  però,  che  daGiouanniBattifta  CaftelicBolognefe ,  foffe  par- 


344  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Givi:, 

ci^T^  LI.  laro  nella  Congregationcfegiicnteneir  ifì:eiraiT)atena,in  modo  che, feri.  ( 
tiadirc  a  Gropeio,foirc  morcifiicata  l'apparenza  delle  ragioni  da  lui  allega . 
incomminciò  dalle  iodi  dell'  antichità  della  Chiela ,  toccando  pc 
dcllrezza,chcinqneimcdcfunicempivi  erano  le  fue  imperfettioni,inc"J 
parte  maggiori  delle  prcfenti'.ringratiato  Dio,  diceua,chc  non  èoppil 
Chieta,come  quando  gli  Arriani  a  pena  la  lafciauano apparire:  non  (ìc 
tanto  lodare  la  vecchiezza,che  non  fi  reputi  anco  che  ne'  Tecoli  pofterift.'q 
che  cofa  non  ila  fatta  migliore.Quclli,che  lodano  i  giudici)  Sinodali,non  n 
veduto  i  difetti  di  quclli,rinfìnita  longhezza  nelle  efpeditioni, gì'  impcc  n 
nel  diligente  ciramine,la  difficoltà  nelP  mformar  tanti ,  le feditioni  per  It  ic 
ni:c  ben  da  credercche  fiano  ftati  mtermeflì,  perche  non  bene  fuccedcu;  j 
fori  &z  Vfficiali,furono  introdotti  per  rimediare  a  quei  difordini  :  non  Cip 
gare,che  qucfti  non  ne  portino  altri  degni  di  prouinonc;qucfto  bilbgna  e 
iionrimettere  inpiedi  quello,chcfuabolito,per  nonpoterfi  tolerarc.  Ni  ', 
pellationi  ficoftumauapaflareper  i  mezzi,&  non  andar' al  fupremot^c  i 
è  leuatorperche  i  capi  delle  prouincie,&  regioni,erano  fatti  tiranni  delle  li 
s'ha  introdotto  per  rimedio  il  portare  tutti  i  ncgorij  a  Roma.  Quello  h  l 
malc,lalontananza,lafpefa,mapiu  tolerabili  che  l'oppreflione-.chirito  i( 
modo  di  prima,(ì  trouercbbe,per  hauer  rimediato  ad  un  male ,  haucrne  i 
molti ,  &c  ciafcuno  maggiore.  Ma,fopra  t utto,douerfi  conlìderare,che n  v 
mene  i'ifteiro  modo  di  gouerno  ad  un  cofa  publica  in  tutti  i  tempi:an2  ;£ 
quello  fa  delie  mutationi,cofi  conuiene  mutare  il  gouerno:  il  modo  di  ^ 
antico  ,  non  farà  fruttuofo,  fé  infieme  lo  ftato  della  Chiefa  non  tornai  ;' 
chi,  attendendo  il  modo  comeiputti  figouernano,&come quella  lil 
niangiarc,&  bere  ogni  cofa,in  ogni  tempo,è  caufa  di  fanità»  Se  robuftez  ,p 
falfe  a  gouernare  coli  un  vecchio,!!  trouerebbe  molto  ingannato.  Le  Ch  n 
nopicciole,circondatedaPagani,unitetra  loro,come  vicine  al  nimico  i( 
fon  grandi,&  fenza  contrario,che  le  tenga  in  ufficio:onde  le  cofe  comm  li 
no  neglette,iSi  è  neccilario,che  fiano  da  uno  curate.  Se  in  ciafcuna  prou  ci 
caule  rcftallerojfra  pochi  anni  tanta  diuerfità  nafc crebbe,  che  fariano  ce  ti 
l'una  air  altra ,  che  non  apparircbbonp  della  medefima  fede,  &  relig  ni 
Pontefici  Romani  negli  antichi  tempi  non  hanno  alTonto  a  loro  molte  p  ci 
gouerno,quando  vedeuano,chc  caminaua  bene:  l'hanno  riferuate  a  fe,(  ir 
dagli  altri  fono  ftate  abufate.Molti  fono  dopo  fucpeduri  Pontefici  di  far  v 
&;  ottima  intcntione ,  che  le  haurebbono  redimite ,  quando  non  ha  il 
ycduto,che  in  materia  corrotta  non  poteuano  eiTer  ben  ufate.  Conciai  e 
per  feruar  l'unità  della  Chiefa ,  era  ncceirario  lafciar  le  cofc  nell'  ifte  '  i 
mine. 
.  ^  pr  Ma,ne  quello  piacque  manco  a  Prelati  Italiani:quali,  fé  ben  voleuar  <C( 
un^peramtn-  feruata  l'autorità  del  Papa,  defiderauano  elFerciper  qualche  cofa:  maflìr  >' 
toneW  ytf'  ucndo  ftar  alla  refidenza  :  però  (\  venne  a  temperamenti.  Il  reftituir  li  \  \^ 
^iUùmt  Sinodali,fu  da  quafi  tutti  ciciufo,che  dirainuiua  l'autorità  Epifcopale,&  fOi 
del  popolaceil'andar  per  gradi  neir  Appcllarione  »  fé  benfoftentato  dan  k 

ci 


•A  Gì VLio  ni.         L  I B  R  O  QJ^  A  R  T  O.  545 _^ 

fodalla  pluralità  delle  voci.  L'appellar  dalle  fole  diffiiiitiucs'accommo-    ci3  I3 
,n  limicatione  nelle  fole  caufe  criminali ,  lafciati  i  giudicij  ciuili  nello  fta-        i  r  • 
ifo,  fé  ben  haueuano  quelli  forfè  bifogno  maggiore  d'elfer  riformaci.    Per  *  "^*  g'^diclj 
che  tocca  il  giudici©  contra  leperfone  de'Vefcoui,  non  defiderando  al- "."^'''*'^'^^-^'^''' 
difacilitare  i  giudicij  contra  di  fé,  non  fi  parlò  di  reftituirgli  alle  Sinodi"'" 
nciali  dellequali  già  erano  proprie  ;  ma  di  prouedere,che ,  reftando  in  ma- 
l  Papa ,  palfatfero  con  maggior  dignità  di  quell'  Ordine  ,  moderando  le 
iiflìoni,che  da  Roma  fi  dauano,per  quali  erano  coftretti  comparire,&  foc- 
tcrfi  a  perfone  d'Ordine  inferiore:  &  quefto  fu  coii  ardentemente  da  tutti 
rato,  che  fu  necelfario  al  Legato  condefcenderui,  quantonque  non  gli 
fé  clfaltatione  alcuna  de'  Vcfcoui,leuandofi  al  Papa  tutto  quello,  che  a  lo- 
iaua. 

Irelati  Germani  propofero  ,  che  le  leggi  delle  degradationifolTeromode-»  Pr*/rf/;c7ej'- 
,|»me  quelle,  che  erano  fatte  intolerabili,&  porgcuano  molta  occafìone  di  »ianlnchkdc~ 
Dionia  in  Germania  :  poiché,  clfendo  una  pura  ceremonia,  che  impedifcc  "°,,"y  ""*, 
r.itia,&  hauendo  chiefta  la  moderatione  fino  dal  m.d.xxii.  nel  trentunc- |^-^ J.  '^^"^  *' 
I;' Cento  grauami,il  veder  che  fi  perfeuerineirabufo,ad  altri  genera  fcan- 
i  ì  altri  è  materia  di  detrattione.  Antico  ufo  della  Chiefa  fu,  che,  douen-  di  che  i  difm* 
li  mare  alcuna  perfona  Ecdefiaftica  allo  Stato  fecolare,  accioche  non  ap-/8i 
f  ,che  i  deputati  al  minifterio  della  Chiefa feruilfero  a  cofe  mondane,  co- 
li) ano  iVefcoui  di  leuargli  il  grado  Ecclefiaftico,  ad elfempio della  mili- 
per  tenerfi  in  honoreuolezza,  non  concedeua ,  che  un  foldato  ritornailè 
ioni  ciuih,o  folle  al  giudice  ciuile  fottopofto,  fé  prima  non  era  fpoglia- 
ado  militare,che  per  ciò  fu  detto,  degradatione,con  leuargli  la  cintura* 
,come  con  quelle  era  ftato  creato  foldato:  perilche,quando  alcun  Chie- 
er  propria  volontà,o  per  leggi,doueua  ritornare  alle  fattioni  fecolari,o- 
:  delitti  elfer  fottopofto  a  quel  foro,  iVefcoui  gli  leuauano  il  grado,  con 
effe  ceremonie,  con  quaH  era  ftato  inueftito,  fpogliandolo  degli  habiti, 
il  dogli  di  mano  gli  iftromenti,  con  l'aflìgnatione  de'quali  era  ftato  depu- 
ti linifterio.    Veftitolo  prima  a  ponto,come  fé  foife  ì\\  atto  di  miniftrarc 
h!  arico ,  &:  fpogliandolo ,  con  incomminciarc  da  quello ,  che  fu  ultimo 
©'  inatione,  &  con  parole  contrarie  a  quelle,  che  nella  promotione  fono 
»  '  e  quefto  era  cofa  alfai  quotidiana  in  quei  primi  tempi,dopo  Conftanti- 
«t'ecento  anni.Ma  intorno  il  d  c.fu  introdotto  di  no  permettere  a'  Chie- 
iUdine  facrodi  poter  tornar' al  fecolo;  &  agli  altri  conceftb  che  lo  po- 
ol ire  a  fuo  piacerconde  pian  piano  la  degradatione  de' minori  andò  in  to- 
jfl  tudine ,  &  quella  de'  maggiori  fi  reftrinfe  folo  quando  doueuano  clfer 
fiì  alforo.Et  Giuftiniano,  regolando  i  giudicij  de'  Chierici,  dopo  hauer' 
\a, che  ne' delitti  Ecclefiafticifoftèro  dal  Vefcouocaftigati,  &ne'  delitti 
iti  che  elfo  chiamò  Ciuili ,  foflèro  puniti  dal  giudice  publico ,  aggionfe, 
»d  la  pena  non  s'effeguiire  prima,che  il  reo  folle  fpogliato  del  Saccrdotio 
ibuo.Etjdopo  chea' Vefcoui furono conceflì  i  giudicij  criminali  fopra 
iCi;i,la  degradatione  reftò  folo  in  cafojdouelapcnadoueire  cflèr  di  mor-- 
'  Xx 


54^  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  Givlk 

cio  13  teilaqual>perdegnità<ìeir  Ordine  Tuo,  gli Ecclefiaftici non  haurebbono  V( 
1- 1  •  che  mai  foife  inferita  :  ma  ne'  cafi  d'eflorbitante  fceleratezza  ;  non  pareu 
fenza  fcandalo  iìpotefle  negare:perc)  quella,  che  non  fi  poteua  al  diretto,  t 
rono  modo  di  indirettamente  efFettuare>con  dirceirer  ben  giuftopunir  le 
rarezze  de'  Chierici  con  la  meritata  morte,  ma  che  era  neceiiaria  prima  la  e 
datione,&  con  farla  cofi  difficile  con  circonftanze  di  folennità,  che  pochi 
volte  fi  potelfc  metter  in  prattica,  operauano  che  poche  volte  foife  effet 
douendo  anco  quello  feruire  a  maggior  riuerenza  dell'  Ordine  clericale,n< 
gucdelquale  lagiuftitianon  poteua  metter  mano,  fenza  tanta  folennità  ] 
dente.  Per  quella  caufa  non  fu  concelTo,  che  da'  Vefcoui  il  facelTe  fenon 
blico  ,  con  le  velli  facre  ,&  quello  che  più  importaua,  conafliftenza  di  ( 
Vefcoui  nella  degradationc  d'un  Vefcouo  :  di  lei,in  quella  d'un  Prete:  di  t 
un  Diacono:  iquali  con  paramenti  Pontificali  foifero  prefenti  :  &  parend 
ardua,che  al  Vefcouo,quale  fenza  compagnia  diede  il  grado,noH  fia  conc 
folofar  moilra  di  leuarlo, Papa Innocentio  terzo leuò  lamarauiglia,C( 
maflTima,  che  non  ha  maggior  probabilità  >  dicendo  ,  Che  gli  edifici)  ten 
con  difficoltàfono  fabricati,^:  con  facilità  diflrutti:maglifpirituali  ine 
rio,con  facilità  edificati,  &:deftrutti  con  difficoltà.  Il  volgo  teneua  la 
datione  per  una  cofa  neceflaria  ,  &  quando  accadeua ,  vi  concorreua  <  i 
dicibile  frequenza.  Gli  huomini  dotti  conofcono  il  fondo,  perche  .i 
do  ftatuito  ,  che  nella  coUatione  dell'Ordine  s'imprima  un  fegno ,  eh  ,i 
Carattere,  nell'  anima,  il  quale  fia  impofllbile  fcancellare  ,  &  però  r 
uandoficonla  dcgradatione ,  quella  refta  una  pura  ceremonia  fatta  pei  p 
tione.  In  Germania  ,  per  la  rarità  de' Vefcoui ,  non  fi  poteua  fare  fé  i 
fpefa  immcnfa  a  ridur  in  un  luogo  un  tanto  numero.  Et  quei  Prel:  i 
defchi ,  che  in  Concilio  erano  per  la  maggior  parte  Prencipi ,  coi  '.o 
no,  più  di  tutti ,  quanto  fofTe  neceffario  per  eflempio  caftigare  nell  'il 
fceleratezza  de' Preti  :  onde  faceuano  inftanza ,  che  vi  fi  prouedefTc.  n 
wanullavifi  difcuifo  quello  particolare  ,  &  in  fine  rifoluto  di  non  mutar  la  cci  o 
muta:  in  alcun  conto,  ma  trouar  temperamento  ,  che  la  difficoltà  ,  &  la  fpef  o 

moderate. 

fi  conchìude  in      H  Legato ,  fé  ben' ogni  fettimana  haueua  dato  conto  a  Roma  di  tu  :  le 

Congreganone  correnze,  nondimeno  volfefl:abihi-einCongregatione  le  minute  de'  e( 

to.e'iadiUtio-  ?^^  poterne  mandar  e  opia,6(:  riceuer  la  rifpoila  inanzi  la  Scffione  :  ond  i^ 

n'tdi  certi  cajii  la  Congregatione  generale,  non  facendo  mentione  di  quello,  che  da  I  ii 

di  dottrina     folTe  fcritto,fecc  relatione  di  quanto  gli  era  flato  dal  Conte  di  Monfor  a; 

dell'  Eucari-  fentato:foggiongendo,Parergliragioneuolelapetitione  del  faluocód(  o 

-^**  dilatione  di  quello,che  con  degnità  fi  poteua  differire  j  perche  hauendg) 

tuito  il  primo  Settcbre,di  parlar  deirEucariflia,non  eiapolfibile  reflajit 

ma  lafciar  qualche  Capo  più  importàte,&piucontrouerfo,eracofacc  fi' 

Et  raccogliendofi  i  voti,tutti  furono  di  parere  che  il  faluocondotto  fi  e  :et 

ma,quanto  al  differir  materia,confegliauano  alcuni,chenó  era  degniti  ;ii 

fenonafficurauano didoucrvenir  atrattailai&fottoporfialkdeterniai 


jiAGivLioìn.         LIBRO    QVARTO.  147 

ci  Sinodo. Altri  dilTerOiche  era  alTai  falua  la  degnità  ,  quando  £  faceflfè  a  lor  e  r  a  1 3 
cJefta.Etqueftafula  più  communeopenione.  All'horail  Legato  roggionfe,  li. 
ai  'haurebbe potuto  riferuar  la  materia  del  miniftrar  a  Laici  il  CaHce  :  &  per 
i(j  rar,che  non  douelTero  venir  per  un  folo  Articolo,  aggiongerci  la  Commu- 
ioede'  puttitcofi  iì  prefe  ordine  di  formar  il  Decreto  m  quello  particolare. 
qiUettOjparcndoadalcunijche  folFepoco  il  riferuar  doi  Articoli, però ellèr 
ic  io  diuider  il  primo  in  tre,&  coi!  referuare  quattro,&  aggiongerui  il  Sacrifi- 
oellaMefla,delquale  le  controuerfiefono  grandi,  che  coli  appariràjelTer  ri- 
ri  te  molte  cofe,Òc  leprincipali.In  quello  parere  conuennero.  Et,quando  fi  fu 
li  )cheiProtcftanti  fanno  inftanzad'efler'afcoltatifopra  di  quelli,lì  leuò  un 
eco  di  Germania,&  dimando  da  chi,&  a  chi  folle  quefta  inftanza  fatta:  per- 
xiolro  importauache  quello  apparifca:altrimente, quando  elfi  diccllero, 
)r  irci-  verojreftaua  molto  intaccato  l'honor  del  Concilio.  Ma,non  eflendoui 
;  cl:c  quanto  il  Conte  di  Monfort  haueua  detto  ,  come  da  fé.  Se  ciò  anco, 
nftrctto  a  quei  quattro  capi,ne  alla  materia  dell'  Eucariftia,ma  ingenerale 
t  te  le  controuerfie , fi  trouarono  molto  ben  impediti, come  rifoluerfi.  Il 

0  ar  di  riferuar  per  proprio  moto  ,  oltra  Teirer  indegnità,  tirar  adolTo  una 
)i  tione,chedoueuano  riferuar  tutto.  Si  trouò  quello  modo ,  come  manco 
al  di  nò  dire,che  i  Protellanti  fanno  inftanza,ne  che  richiedonojma  che  dcfi- 
r!  oelfer'uditinlchenon  fi  può  dubitare  eirervero,poiche  da  loro  in  diuerfe 
d  ioni  è  (lato  detto:&  fé  ben  riferendolo  a  tutte  le  controuerfie,  nondimeno 
ij  falfità  affermare  di  una  parte  quello,che  è  detto  del  numero  intiero,fenza 
)ll  ler  le  altre.  A  molti  parue,che  foflfe  un  afconderfi  dietro  ad  un  filo:  ma  non 
)^  do  trouar  meglio,quefto  palsò.  Douendofi  per  tal  caufa  leuar  dalli  capi  di 
t  na,&: dagli  Anathematilmi  le  materie ,  che  fi  riferuauano,  furono  anco 

1  grAnathematifmi,che  reftauano,  per  maggior  chiarezza ,  &  ridotti  ad 
d  i. Volendo  ftabilir  i  Decreti  contragli  abufi,  fu  difficoltà  doue  porgIi:tra 
xi.  della  fede  non  capiuano,e{rendo  diceremonie ,  infiltra  quei  della  rifor- 
i'inpareuanocondecenti,per  la  diuerfità  della  materia:il  porgli  da  fé,  come 
t  zo  gencre,era  nouità,che  alteraua  l'ordine  inftituico.  Dopo  niolta  difputa 
e  idufoditralafciargliper  mettergli  poi  infieme  co'  Decreti  della  Meila.  I 
p  Iella  riforma  furono  accettati  fenza  difficoltà,  eircndo  giàflabiliti  da  quei 
;«'  fimi:reftaua  la  forma  del  faluocondottOjche  fu  rimelTa  a'  Prefidenti,quali, 
inatiiprattici  di  tal  formule,  la  componeirero:che  aiutò  il  Legato  a  far 
9  quella,chedaRoma  gli  era  (lata  mandata. 

^  luto  il  giorno  undici  Ottobbre,fecondo  il  modo  ufato,s*andò  alla  Chiefa.  f^f'^  Sef^ìont» 
ir  ì>  la  Mefla  il  Vefeouo  di  Maiorica:il  Sermone  fu  fatto  dall'  Arciuefcouo  di  "'■^''  ^^'^'■'" 
>i',tutto  in  encomio  del  Sacramento  dell'  Eucariftia  :  &  fatte  le  altre  lolite    ^ 
t^ionie,dal  Vefeouo  celebrante  fu  letto  il  Decreto  della  dottrina:lafoftanza 
l'ale fujChe  la  Sinodo,congregata  per  efpor  l'antica  fede  ,  &:  rimediar  agli 
:nmodicaufatidaUefette,ftn  dal  principio  hebbe  defideriod'tilirpar  il  lo- 
t'cminato  in  materia  dell' Eucariftia  :perilche  infegnando  ladottana  Cat- 
^ijfempre  creduta  dalla  Chiefa,  prohibifceatutti  i  fedeli  pcrrauuenircdi 

Xx     i] 


34»  CONCILIO   DI  TRENTO      PapaGivlu] 

e  1 3  13  credere,infegnare,o  predicare  altrimentcjdi  quanto  è  efplicato.  Prima  infc  i 
LI.  che iicirEucariftia,  dopo  la  Confecracione ,  fi  contiene  Chrifto  vero, re; ,, 
{uftantialmentcfotto  le  apparentie  delle  cofe  fenfibilijnon  repugnando  chi  ^ 
fia  in  Cielcnel  modo  d'elter  naturale^  nondimeno  prefente  in  fua  foftan 
molti  altri  luoghi  facramentalmentejcon  un  modo  d'elTerejche  fi  crede  per  d 
èc  a  pena  fi  può  efprimer  con  parole:imperoche  tutti  gli  antichi  hanno  prò  (I 
to,Chrifto  hauer'inftituito  quello  Sacramento  nell'  ultima Cena,quando,  .| 
labcnedittionedel  pane,&  del  vino,diire  di  dar'  il  filo  corno ,  &  il  fiio  fai  u 
con  chiare  &  manifefte  parole ,  lequali  hauendo  apertiihma  fignificatic: 
gran  fi:eleratezza  torcerle  a  figure  imaginarie,  negando  la  verità  della  carn , 
del  (angue  di  Chrifiio-Infegna  appreiTo,  che  Chrifto  ha  inftituiro  quefto  i  :t 
mento  in  memoria  di  {e>ordjnando  che  folfericenuto  come  fpiritual  cib(  : 
anima,*?d  come  medicina  per  le  colpe  quotidiane,  &  prefisruatiuo  da  p(  , 
mortali,pegno  della  futura  gloria,&:  Simbolo  del  Corpo  delquale  egli  è  (  p 
Ecfeben  quefto  Sacramento  ha  di  communecongli  altri,  che  è  fegno  d  o 
facra;nondimeno,quefto  ha  ài  propricche  hauendo  gli  altri  la  virtù  di  fan  e 
neir  ufo,  quefto  contiene  l'autor  della  fantità  inanzi  l'ufo  :  imperoc  ^ 
Apoftoli  non  ancora  haueuano  riccuuto  l'Euchariftia  di  mano  del  Sis  di 
quando. egli  diceua,che  era  fuo  corpo  :  &  femore  la  Chiefa  ha  creduto,  le 
corpo  di  Chrifto  è  fotto  la  fpecie  di  pane ,  &  il  l'angue  fotto  quella  del  vii  .p 
virtù  della  Confecratione:  ma  che  per  concomitanza  ognuno  è  fotto  ci£  m 
delle  fpecicj&tantOjfotto  ciafcuna  delle  parti  lorcquanto  fotto  ambedi^c 
chiarando  che  per  la  confecratione  del  pane,&:  del  vino,fi  fa  una  conuerfi  le 
tutta  la  foftanza  d'efll  nella  foftanza  del  corpo,&:  fangue  di  Chrifto ,  laqu;  o 
uerfione  la  Chiefa  Cattolica  ha  chiamato  Tranfoftantiatione ,  con  te  lù 
conuenientej&proptio-.pcrilche  i  fedeli  danno  l'honor  di  latria  debito  a  ii( 
quelSacramento,&;  religiofamente  è  ftato  introdotto  di  lui  far  una  pan  ol 
fefta  ciafcun'anno,&:  portarlo  in  Proceffione  per  i  luoghi  publici.Sim il:  n 
la  confuetudine  di  conferuarlo  in  luogo  facro  è  anrica,fino  dal  tempo  de]  o 
cilio  Niceno,&  il  portarlo  agli  infermi  è  cofa  coftumata  antichiflìmar  il 
oltra  che  è  ragioneuole,&  in  molti  Concili]  commandata  :  &  fé  non  con  :n 
chefia  trattata  alcuna  cofa  fanta  fenza  fantità,  tanto  più  non  fi  potrà  ai  ir 
quefto  Sacramento  fenza  gran  riuerenza,^  fatta  prona  difeftelTojlaqual  o 
hadaelTeresche  niiFun  hauendo  peccato  mortalmentcfe  ben  contritclo  :e 
fenza  la  Confeflìone  facramentale  :  ilche  debbia  olferuar  etiandio  il  Sace  ol 
che  ha  da  celebrare,purche  habbia  commodità  di  confeirore ,  &  non  l'hai  ne 
debbia  confeiTarfi  immediate  dopo.  Infegna  ancora  eilèrui  tre  modi  di  r  :u 
rEucariftia.Vno  folo  Sacramentalmente,come  fanno  i  peccatori  :  l'altro  'ii 
tualmente,come  di  queili,che  lo  riceuono  con  fede  viua,&  defiderio:il  te  d 
tutti  doi  i  modi  infieme ,  come  quelli ,  che  prouati  nel  modo  difppra  t 
vanno  a  quella  menfa:&  per  Traditione  Apoftolica  fi  ha,&  cefi  fi  debbe  fé  a; 
che  i  Laici  riceuino  la  Communione  da  Sacerdoti,&  i  Sacerdoti  commm  :1 
aofe  medefimi.Infìne  prega  la  Sinodo  tutti  i  Chriftianijche  conueng:  o 


aGivlioIII.         libro   Q_y  arto.  345, 

i{:aclotcnna.Dopo,finito  il  Decuetcfurono  letti  gli  undici  Anatliematifmi. 
[ìjntra  chi  negheràjche  nell'  Eucauiftia  il  contenga  veia,L-eal,e  foftantialmen- 
orpOj&: iliangnccon l'animaj^  la diiiinità  di  Chrifto,  cioè  tutto  Chrifto  ^nathentA- 
io:ma  dirajchefìafolamente  come  in  i"cgno,oiìguia,o  virtù.  II.  Che  nell' "^'' 
.riftiarefti  la  loftanza  del pane5&:  del  vino,col  corpo  ,  &c  fangue  di  Chrifto: 
li  0  negherà  quella  mirabile  conucrfione  di  tutta  ioftanza  del  pane  in  corpo, 
■(  1  vino  in  iangucreilandoui  lolamente  le  fpeciejqual  conucriìone  la  Chitia 
i]  naTranloftantiatione  appofitiilìmamcnte.  III.  Che  nel  Sacramento  dell* 
riftia,rottociarcunaipecie,&  lotto  ciafcunapartcfatta  la  fcparationcnoa 
e  itcnga  tutto  Chrifto.  IIII.  Che,fattala  Confecratione ,  non  vi  fiaj'lenoa 
l?A'  non  inanzijO  dopo}&  che  non  vi  rimanga  nelle  particole,  che  reitano 
)ji  la  Communione.  V.  Che  il  principal  frutto  dell'  Eucariftia fìa  laremiflìon 
;'i:ccati,ouero  che  altro  effetto  di  quella  non  nafca.  VI.  Che  Chrifto  nell' 
li  nitia  non  debbe  eircr'  adorato  d'honor  di  latria,  &  venerato  con  una  fefta 
u|colare,&  portato  in  ProcelTioncj&efpofto  in  luogo  publico  per  elFei-'ado- 
t  onero  chegH  adoratori  fìano  idolatri.  VII.  Che  non  fìa  lecito  feruarlo  in 
DDfacrOjmaconuenga  diftribuirlo  agli  aftanti  ;  ouero  ,  che  non  fìa  lecito 
Midohonoreuolmente  agi' infermi.  VIII.  Che  Chrifto  nell' Eucariftia  fìa 
a  ;iato  iblo  fpiritualmente ,  &  non  facramentalmente ,  &  realmente.  IX. 
Ij  i  fedeli  adulti  non  fìano  tenuti  ogni  anno,almeno  alla  Pafca,  communicar- 
i .  Che  non  fìa  lecito,  al  Sacerdote  che  celebra ,  communicar  fé  ftelfo.  XL 
lj!afolafedeèftifficientepreparationeper  riceuerlo.  Dichiarando  in  fine, 
U  a  preparatione  debbia  elfer  per  mezzo  della  Confeflìone  Sacramentale; 
HI  idoper  fcommunicato  chi  inregnerà,predicherà,afFermeràpertinacemen- 
,c  ifenderà  in  publica  difputa  il  contrario. 

1  Decreto'della riforma contiene,prima una longa  ammonitionc  a' Vefcoui  r>«r«o  </»  r/- 
u  r  la  giuiifdittione  con  moderatione ,  &  carità  :  poi  determina ,  che  nelle  f°^*»f  intorno 
u  di  vi{ìta,correttione,&inhabilità,&  nelle  criminali.non  fi  podi  appellare  «/^'*<^'«*'#> 
il  c(couo,o  Tuo  Vicario gencrale,inanzi  la  deffinitiua,  d'una  interlocutoriaj  "°"  "^^'•^"'"'' 
u  )  da  granarne  irreparabile,&quàdo  vi  faràluogo  d'appellatione,&s'haucrà 
ui  mettere  per  autorità  Apoftolica  inpamùns,  non  fìa  cómeira  ad  altri,che  al 
ÌQopolitano,&  ftio  Vicariojouero  quado  cglifolfe  fofpettOjO  troppo  lótano, 
è  uifoireappellat05nólìacómefra,lenóadunVel'cQuovicino,oad  un  Vica- 
)■  he  il  reo  appellante  iìa  tenuto  ncllai'econda  inftanza  produrre  gli  atti  della 
:iii)douendogli  cifere  dati  in  termine  di  trenta  giorni  fenza  pagamento.Che 
\rcouo,&  il ft^o  Vicario  geneialejpofTì  proceder  contra  ciafcuno  alla  con- 
u  atione,&  depofìtione  verbale,  3c polTi  anco  degradar  folenncmente  con 
iftcnza  di  tanti  Abbati  dimitia,  &  paftorali,i'e  ne  hauerà, onero  dialtrcde- 
li  Ecdefìaftiche  di  quanti  Vefcoui  la  prcfcnza  da'  Canoni  è  ricercata.Che  il 
^1  )Uo ,  come  delegato ,  poflì  conofcere  dell'  alTolutione  d'ogni  inquiiìto ,  &c 
^luemiffìone  della  pena  d'ogni  condannato  da  lui  fommariamente:&5 
)firidogli  che  fìa  ottenuta  con  narrar'  il  fallo,  o  tacer' il  vero,non  fai  gliela 
'Qa.Che  un  Vefcouo  non  polli  effer  citaco  a  comparcr  perfonalraentcfe  non 

Xx     iij 


3p  CONCILIO  DI  TRENTO        PapaGiviio 

—^13  IO    per  caufapef  quale  meritafTe  eilèr  depoft:o,o  priuatojcon  qual  fi  voglia  form: 

LI.        giudici©  fi  proccda.Che  i  teftimonij,in  caula criminalejcontra  il  Vefcouoju 

po(fiiio  efTerriceuuti  per  informatione,fe  non  fono  contefti.  Se  di  buona  fa: 

caftigandogli  grauementcfe  haueranno  deporto  per  affetto  :  &  lecaufe  crii 

nah  de'  Velcoui  non  poflìno  efièr  terminate,  fcnon  dal  Pontefice. 

f^o  decreto        Fu  dopo  di  quefto ,  publicato  un'  altro  Decreto ,  nelquale  là  Sinodo  dio  t 

della  SUtione  ^.j^^^  defiderando  eftirpar  tutti  gli  errori»  haueua  trattato  accuratamente  qua  i 

de  Cfifi  àtlU  ^f  {.  jj-oli,    I.  Se  era  neceflario  alla  ralute,&  commandato  da  Dio ,  che  tutti  e 

dottrina,        deliriceueffero  il  Sacramento  fotto  ambedue  le  fpecie.  1 1.  Se  meno  riceu;  ] 

communica  con  una>che  con  ambedue.  I  lI.Se  la  Santa  Chiefa  ha  errato  e  a 

municando  con  la  fola  fpecie  del  pane  i  Laici,&  i  Sacerdoti,che  non  celebi;  3 

IIII.Sc  anco  i  fanciullini  debbono  elTer  communicati.  Ma,perche  i  Protefl  t 

di  Germania  delìderanod'cirer' uditi  fopra  quelli  Articoli  inanzi  la  definiti  e 

&  per  ciò  hanno  dimandato  faluocondotto  di  venirc,ftare,liberamente  par  e 

de  proponcre ,  Spartire,  la  Sinodo ,  fperando  di  ridurgli  nella  concordia  d  1 

fede,fperanzaj&;  caritàjcondefcendendo  loro,gli  ha  dato  fede  publica^  cioi  .1 

uocondotto,  quanto  s'afpetta  a  leijdeU'  infrafcritto  tenore,&  ha  differito  a  fi 

nir  quelli  Articoli  fino  al  venticinque  Gennaro  del  feguentc  anno»  ordin;  l( 

infieme  che  in  quella  Seflìone  fi  tratti  del  Sacrificio  della  MelTajComecofa  n 

neifa  j  Se  tra  tanto  nella  Seflloneproflìma,  che  farà  a' venticinque  Noueml  ,1 

tratti  de'  Sacramenti  della  Penitenza,6<:  dell'  Eftrema  Ontione. 

tmer  deiSd-      Il  tenore  del  Saluocondotto  era.  Che  la  Santa  Sinodo  concede  pubHca  le 

wcwiomi     piena  ficurezza,cioè  faluocondotto,con  tutte  le  claufule  neceiraric,&:  opp  a 

ne,  ancorché  ricercafiero  fpecial'  efpreifione,per  quanto  s'afpetta  ad  ellaja  :d 

le  perfone Ecclefiaftichc,  &  Secolari,  di  Germania,di  qualonque  gradella  & 

qualità  fiano ,  lequali  vorranno  venir'  a  quefto  general  Conciho  ;  che  pò  3( 

con  ogni  libertà  conferÌ!:e,proponere,&  trattare ,  venire,ftare,  prefentar'  ar  0 

li,o  in  fcrittura,o  in  parola,confctir  co'  Padri  deputati  dalla  Sinodo,  Se  dif]  la 

re  fenzaingiuria,(Sc  villanic&partirfi  quando  a  loro  piacerà.   Compiace)  : 

in  olerà  ella  Sinodo,  che,  fepermaggior  loro  libertà,  &ficurtà,defiderera  a 

che  gli  fiano  deputati  giudici  per  i  delitti  commcflì ,  o  che  commetterann(  m 

corchcfoifcro enormi,  &  fentiircrod'herefia,pofl[ìno nominar  quelli,  eh  la 

gllyfmhafcia-  ueranno  perbeneuoli.    Dopo  di  quefto  fu  letto  il  Mandato  di  Gioachino  E 

dori  dt  Bratì'^  lettor  di  Brandeburg,  nelle  perfone  di  ChriftoforoStrairen,Iurifconfulti  & 

et  urgjem  «  qi^^^j-^j^j  Otfmanno,mandati  Ambafciatori  al  Concilio.  Dal  primo  fu  fai  u- 

'  na  longa  oratione,moftrando  la  buona  volontà,^:  la  riuerenza  del  fuo  Prei  pt 

verfo  i  Padrijfenza  dichiararfi  più  oltre  quello  che  fentilfe  in  materia  della  li- 

fittor  rij^o-  gione.Furifpofto  dalla  Sinodo;cioè,dalPromotore,per  fuo  nome,hauer  fé  ito 

ficconprender  congranpiacer  il  ragionamento  dell' Ambalciatore ,  Se  muffirne  inquell;,ar- 

gran  vantag-  j-e^Jouc  quel  Prencipe  fifottomette  al  Concilio,  &:  promette  d'oflèruare  ,)c- 

giopd  Cona-  ^(-et-ijfperando  che  alla promcifa farà corrifpofto  anco  co'  fatti.  Ma,la  prò  éi 

'  de'  Brandebùrgici  fu  notata  da  molti  :  perche  l'Elettore  era  della  Confel  '"< 

Auguftana,  Se  fi  fapeua  chiaro,  chegV  intereflìlo  moueuano  ad  operar  co  p' 

'il 


aGivlioIII.  libro  QVARTO.  551 

apparenza>accio  daRoiTia,&  da'  Cattolici  di  Geimaniafofle  ceHàro  dagl'  cio  io 
ft;^dimenti,chc  metteuano  a  Federico  fuo  figlio,elctto  Arciuefcouo  di  Mag^  li. 
;l  igda'Canonici:Bcneficio,alquale  è  gionto  un  Principato  molto  grande,«i^ 
e  >.  La  rifpofl:a,data  dal  Concilio,n0  fu  meno  ammirata,per  una  belliflìma5&: 
ai  ntaggiolìffima  maniera  di  contattare,  ftipulando  dieci ,  &  per  virtù  della 
X  ulta  pretendendo  diecimila,6<:  non  minor  proporr  ione  è  da  quel  numero  a 
1  ;o, che  dalla  riuerenza  promeila  dall'  Elettore  ,alla  loggcttione  riceuura 
li  Sinodo.Sidiceua  ben  in  difeia>che  laSino<ilo  non  haueua  guardato  alle 
3!Jettc,maaquelle,che  fi  doueuano  dire:&  quefto  eirerc  un  lGlito,&  pio 
ijraméto  della  Santa  Chiefa  Romana,che  condcicendédo  alla  debolezza  de' 
g  moftra  hauer'  intcro>che  habbiano  coraplito  al  loro  debito:cofì  hauendo  i 
à  idei  Concilio  Cartaginefe  fcrittoaPapalnnocentioprimOjdandoglicon- 
>  bauer  condannato  Ccleftino>&  Pelagio  >  ricercandolo  che  il  conformaire 
llichiaratione  loroieglirirpofejlodandoglijche  ,  come  memori  dell'  antica 
r  icioiie,&  dell'  Ecclcliaftica  difciplinajhauellèro  riferito  il  tutto  al  giudicio 
K  lalqualc  tutti  debbono  imparare,chi  airoluere ,  &  chi  condannare.Et  vera- 
K  ce  quefto  è  un  modo  gratioi'o  di  far  dir  agli  huomini  con  illcntio  qucllojche 
jó  vogliono  con  parole. 

oisfeguendo  l'intimatione  fetta  all' Abbate  di  Bellofana  >  di  esibirgli  in  n  condito  '  ' 
ji]  to  tempo  la  rifpofta  alle  lettere,&  proteftatione  Regia,  fu  da'  Curfori  prò-  /paride alle  Ut- 
li  iato  alla  porta  della  Chieia,  fé  alcuno  era  là  per  il  Rè  Chriftianiflìmo,ma,  ttredtl  n^è  di 

0  compario  alcuno,perche  il  Coniìglio  Regio  haueua  giudicato  che  alciino  ^^^(ki 
ci  compariiTejper  non  entrar'  ine onteftatione  di  caufa,mafl[imc  non  potendo 

']  tar  rifpofta,fe  non  formata  in  Roma  dal  Papa,&  da'  Spagnuoli  ;  fece  il  Pro- 
li 3i'  inftanza,che  la  riipofta  decretata  fofle  publicamente  letta,&  cofi  accon- 
ci :ndo  i  Preiidenti,fi  eHeguì.La  foilanza  di  quella  fu,Che  i  Padri,dopo  hauer 

01  :etto  una  gran  Iperanza  ne'  fauori  del  Rè,haueuano  fentito  grandillìmo 
ii  acereper  le  parole  del  Noncio  fu0,cheglie  l'haueua  fminuità: però  non 
h  leuano  perduta  affattojfapendo  dinonhauerglidato  caufa  alcuna  di  reitar' 
i  b:&:  quanto  a  quello  che  diirejefTer'  i\  Concilio  congregato  per  utilità  d'al- 
u  pochi,&  per  fini  priuati,non  hauer  luogo  in  loro,Ghe  non  dal  Papa  preleji- 
:  lo,ma  anco  da  Paolo  terzo  furono  congrcgati,per  eftirpar  rhereiìe,&  rifor- 
n  la  difciplina,che  non  può  efTei  caufa  più  commune,&  più  pia.  Pregauanlo 
il  fciar'  andar'  i  fuoiVefcoui  ad  aiutare  quefta  fanta  opera,  doue  haueranno 
ì\  i  libertà:&  le  con  patienzaxSi  attentione  ,  fu  udito  il  ilio  Noncio,con  rutta 
iperfonapriuata,&:che  portaua  cofe  difpiaceuoli ,  quanto  maggiormente 
)f  one  di  tanta  degnità  faranno  ben  vedutcìSoggiongendo  però ,  che  anco  (eti' 
'à  uelli ,  il  Concilio  hauerà  la  fua  degnità,  &  autorità,  eiTendo  Icgitimamentc 
:c  uocato,&;  per  giufte  caufe  rcftituito.  Et  quanto  a  qucllo,che  Sua  Maeftà 
^[(.ftòdiuiare  i  rimedi)  coftumati  da' fuoi  maggiori,  hauer  la  Sinodo  buona 
if  anza,  che  nonfoilèper  rimetter  in  piedi  le  cofe  già  abrogate  con  grande 
Weftclo  di  quella  corona:  ma,  rifguardando  a' fuoi  maggiori,  al  nome  del  Rè 
-;iftiani(fimo,  &  alPadrcFraiKcfcojchehonorò  quella  Sinodo ,  feguiiando 


35i  CONCILIO   DI  TRENTO     Papa  Givlio  r, 

ci3   i3     queir  efTempiojnon  vorrà  eifer'  ingrato  à  Dio>&  alla  Madre  Cliiefa>mapiut  V 
L I .        per  le  caufe  publiche  condonerà  le  ofFefe  priuate. 
pudktj  fopYA       Furono  immediate  ftampati  i  Decreti  della  Seflìone-.quali  vifti  in  Germajj 
i  decreti  fudet'  ^altroue  con  curiofità,  per  quello  che  afpetta  all'  Eucariftia,  diede  dap.a 
***'  alTai  in  più  cofe.Prima,petche,  trattando  del  modo  dell'  efl[ìftenza,dice,c:i 

penufipuo  efprimerconparolcSc  nondimeno  dopo  s'afferma , che  lacont 
lionc  è  chiamata  propriamente  Tranroftantiatiorie,&:  in  un'  altro  luogo ,  e  < 
termmeconuenientiffimoiilcheelTendojnon  bifogna  far  dubiodi  poter  e  :i 
merlo propriamente.Si  diceua  di  piu>che  hauendo  dichiarato ,  che  Chrifto  o 
pò  la  benedittione  del  panej&:  vinoidilTcquello  che  daua  eifer'  il  Tuo  corpO:  \, 
Ilio  fangucveniua  a  determinare  contra  tutti  i  Theologi,&  contra  l'openioi  i 
tutta  la  ChiefaRomanajche  le  parole  della  Confecratione  non  foirero  qu  e; 
cioèjQoeftoè  ilmio  corpo  :poiche  affermò  elfer  dopo  la  confecratione d  t 
Mailprouare,cheil  corpo  del  Signore  ila  nell' Eucariftia  inanzi  l'ufo  >peic 
Chrifìo  la  dilfe  fuo  corpo  nel  porgerla,  deprima  che  da'  difcepoli  folfe  ricci  a 
moftraua  diprefuppore,che  il  porger  non  perteneffe  all'  ufo  :  cofa>che  appa  n 
in  contrario.Era  anco  notato,come  parlare  molto  impropriojl'ufato  nel  qu  :o 
capo  della  dottrina,dicendo>  che  a  quello  Sacramento  era  debito  il  culto  <  li- 
nojpoiche  e  certo  per  Sacramento  non  intenderfi  la  cofa  fìgnifìcata,  o  cont  i- 
ta,ma  la  fìgnificante,6c  continente:  &  però  meglio  nel  Canone  fefto  elfcre  1  :o 
correttojcon  dire>  che  lì  debba  adorar  il  Figliuol  di  Dio  nel  Sacraméto.Fa  z  o 
notata  quella  parola  nell'  Anathematifmo  terzo,Che  tutto  Chrifto  fìa  in  {• 
cunadelleparti,dopo  fatta  la  feparatione  :  poiché  di  là  par  neceffario  inft  d 
che  non  fia  tutto  in  ciafcuna  delle  parti,ctiandio  inanzi  la  diuifione. 

Della  riforma  fidoleuanoiPretijche  l'autorità  de'  Vefcoui  folfe  aggran  :a 
troppo,&  il  Clero  ridotto  in  feruitù.Ma  i  Proteftanti,vedutoquelcapo,do  lì 
diccjche  richiedeuano  d'eifere  uditi  in  quattro  articoli  foli,reftarono  tutti  ^  li 
dimarauigliajdachi  potcua  elfere  ftata  fatta  una  tal  inftanza  per  loro  ne  Ci 
poiché  eftì  haueuano  tante  Se  tante  volte,nelle  publiche  Diete ,  de  in  altre  (  t- 
turepubliche,detto,&  replicatojchevoleuanoladifcuftìonedituttele  mal  ic 
controuerfe,nevoleuanoriceuet' alcuna  cofa  delle"  già  determinate  in  Tre  3; 
mache  il  tutto  folfe reeiTaminato.Laforma del faluocondotto  fu  anco  da  j  0 
giudicata  molto  captiofa,mentreche,cofi  nel  decreto  del  concederloj  come  z\ 
medefimo  tenore  d'elfojvi  era  la  claufulariferuatiuajquanto  s'afpetta  ad  eff  i- 
nodoiperchenonelferui  alcuno,  che  dimandi  all' altro  fenon  quello,  che  a  li 
s'afpetta  concedere  :  ma  quefta  affettata  diligenza  d'efprimerlo ,  6c  replica  )i 
elfer' indiciojche  già  fi  folfe  efcogitatounmodo,comecontrauenire,6cfcu  i) 
fopra  altri:&  non  dubitauano,che  la  mente  della  Sinodo  hauelfe  mira  alaf  u 
apertaunaportaalPapa,dipotercolf  honor,  &:  fuo  ,  &:  del  Concilio, op  u: 
quello,che  folfe  ftato  di  feruitio  di  ambedue:  olerà  che  quel  trattar  di  dep  ir 
giudici  per  cofehereticalicommelfe,ouero  che  fi  commettelfero,  pareua  1  0 
unafortedireteperprenderdentro  alcun' incauto, Sino  i  Pedanti  fé  nerid(  i- 
nojche  il  verbo  principale  folfe  più  di  cencinquanta  parole  lontano  dal  pri  i' 


:vGivLioIIL         LIBRO    QJV" ARTO.  }y,        

ifsò  era'  Proreftanti  un  conrenro5&;  voce  commiincdi  non  contentarfene,  ""cT^"!  ^ 
rféin  qucilo^ma  chiedere  un' altro,  che  folTe  nel  renor' a  punto  di  quello,        li. 
?de il  Concilio  Bafìleenfe  a' Bohemi:quaI  Te  folle  concciro,otteneuano  un 
i|onto,cioè,chelecontroucr/ìefolfero  dccifeconla  diuinaScritturauna  fé 
ife  dat  Ojhaueiìcro  come  ifcufarii  appreffo  l'Iinpcratorc. 

iorno  icguentelaScflìoncfuCongrcgatione  generale,  per  difponcre  di  CongregAtione 

della  Penitenza,  &  EftremaOntione,&  di  continuar  la  riforma.  Facon-  5«»'^>-'*^«J 

o,che  da'  Thcologi  era  (lato  ecceduto  il  modo  piefcritto  di  trattare,ondc 

nate  contcntioni,lequali  non  potcuano  feruire  a  rendergli  tutti  uniti 

t:  i  Lutherani:che  però  bifognauarinouar' il  Decreto,  non  permettendo, 

(i  /ino  ragioni  di  fcole ,  ma  fi  parli  pofitiuamente ,  &  fcruando  anco  i'ordi- 

ual  era  ben  di  nuouo  fermare  ;  coCi ,  perche  il  non  hauerlo  oiferuato  ha- 

aitorito  confusione  ;  coitiC  ,  perche  i  Fiaminghi  fi  doleuano  che  non 

>  mito  quel  conto  di  loro,che  meritauanoj&  l'ifteifo  faceuano  i  Theologi, 

^^^o  co' Prelati  di  Germania.  Il  trattar  della  Penitenza,  &c  dell'  Eftrema 

0  ócragià  decifo:fu  detto  qualche  parola  in  materia  dirifoima:&:  deputati 

1  he  col  Noncio  Veronefe  ordinaircro  gli  articoli  in  materia  della  fede  ;  Se 

il  )ntino  in  materia  della  riforma.In  materia  di  fede,furono  formatidodi-     ,.      ... 
:i  Al  fopra  il  Sacramento  della  Penitenza,tratti  di  parola  in  parola  da'  libri  mJreUrtkoli 
[i  ino,&  altri  fuoi  difcepolijper  elfer difputati  da' Theologi,fe  fi  doueuano  della  Penitcn-^ 
ri  r  heretici,&  come  tali  dannarglirliquali  furono  talmente  mutati ,  &  al-  ^«j 
il  :1  formar  gli  Anathematifmi,dopo  uditi  i  voti  de'  Theologi, che  non 
n|)ne  veftigio  è  luperfluo  recitargli.  A  quefti  articoli  furono  congionti 
ti  altri  dell' Eftrema  ontioncpcr  tutto  corrifpondenti  a'  quattro  Anathc-  '^il^'^Pretm 
fi  ftabiliti.Nelmedefimo  foglio,  doue  erano  gli  articoli  defcritti ,  erano  ^"''°"^» 
K  citieDecretitGhe  i Theologi douclfero  dir' il  parer  lorctraendolo  dal- 
:i  Sciitturà,TraditioniApoftoHche,Sacri  Concili]  jCoftitutionijik  auto- 
e  Girimi  Pontefici,&  Santi  PadrÌ5&  dalconfcnfo  della  Chiefa  Cattolica, 
)i  liràjfuggendo  le  queftioni  inutili,&  le  c6tentior>i  pertinaci.Che  l'ordi- 
l  ularfollè,prima,de' mandati  dal  fommo  Pontefice:  In  fecódo  luogo  de' 
it  lairimpcratorc:in  terzo  luogo  di  quei  di  Louanio,madati  dalla  Regina: 
12  0  de' Theologi  venuti  con  gli  Elettori;  in  quinto  de' Chierici  fecolari 
K  le promotioni loro: in fefto de' Regolari  fccondoi  loro  Ordini.Chele 
^1  ^ationi  follerò  fatte  due  volte  al  dì,la  matina  da  quattordici  hore  fino  a 
et;:ildopopranfodaventifinoaventitre.Gliarticolidellariformafurono     ,      _./. 
a^quindici:iquali  corrifpondendo  a'  capi,che  poi  furono  ftabiliti,eccctto  ff,J  ' 

1  )tlccimo,nelquale  fi proponeua di ftatuire ,  che  non  fi  potclFero  ,  dar 
in  commcnda,fenon  a  perfona  che  hauelFe  la  medcfima  età  ricercata 
Icge  a  chi  debbe  hauerlo  in  titolo: ilqual  articolo  quando  di  luifiparlò.fu  UPapa  profe- 
nTitcpoftoinfilentio,comequello,chc  impediua  molti  Prelati  dalrinon-  gtte k  i  .flange 
i':nefìcij  a'  Nepoti.  «'  -'»'«'W'  di 

Plitcfìce,  ilqual  (  come  s'è  detto  )  fcriife  lettere  a  Suizzeri  Cartolici,  in-  ^'"J""'  "^^"^ 
itJ^li al  Concilio, continuò femprepermezzo  degli  uffici)  di  Gieronimo  darnl-"^'" 
I  Yy  ■    - 


maniera. 


^554  CONCILIO  DI  TRENTO       PapaGivlic 

ci3  i3     Franccfuo  Ambafeiatote  ,afar  la  fteffa inftanza :  nelcheanco  eraaiui; 

LI.         Cefarclncontrario  operaua  il  Rè  di  Francia,  per  mezzo  di  Morleo  Mul 

Ambaiciacoicaiutato  dal  Vergericilquale  come  coiilcio  de  lecreti,&  fii 

manijgli  fomminiftrò  il  modo  di  perlliadei-  quella Natione:&  fcrilTe  ance 

bi'o  in  quella  materiajfi  che  nella  Dieta  di  3ada,che  all'horalì  tenncnon 

Saizzcri  £uangclici,ma i Cattolici  ancora,  reftarono  periuafidi  non  man 

cuno'.&iGriloiiipergli  auuertimenti  del  Vergeno  ,  entrati  in  folpetto 

Ponteiìce  machinaire  cola  di  lor  pregiudicio ,  richiamarono  Thomafo^I 

Vefcouo  di  Coira,che  già  era  nel  Concilio. 

gli  articoli fo-      LiTrcnto  furono  follecitate le Congregationi  de'  Theologi,  daquali 

m  dijcujU      f^  parlò  con  lordine  de'  dodici  articoli  propofti,  fu  nondimeno  trattata 

_f_"f  "**    materia  della  Penitenza,non  folo  fecondo  che  i  Scolaftici,ma  anco  con  i 

noniftilatrattanOjfeguendoGiatianOjche  ne  fece  una  queftione  ,  per  i 

ghezza  fua  diuifapoi  in  fei  Diftintionij&  l'efler  flato  da' Prendenti  prefi 

modo  di  dedurre,i5cprouarleconclufioniperi  cinque  luoghi  fopradetl 

fece  cuicar  la  prolinrità,&:  fuperfluità;&  le  inutili ,  Se  vane  qucftioni  j  am  j 

occafione  a  maggiori  abufi:  poiché  parlando  fcolafticamente,li  ftaua  i 

nella  materia,&  il  dilcorfo  era  tutto  ferio,&  feuero.  Con  quefto  nuouc  n 

che  chiamauano  pofitiuo(  voce  Italiana,  tratta  dal  veftir  femplice ,  &;  1  z 

pcrfluiornamenti)hdaua  nell'  inettie.  Allegando  la  Diuina  Scrittura  ii 

portati  tutti i  luogi  de'  Profeti ,  6c  de'  Salmi, maflìme,doue  fi  troua  i  e 

Conjueory&c  il  iuo  veibale,Co»/?j?w,che nell'  Hebrco  fignifica lode,o  più  l 

ligiofa  profcffione,&  (Irafcinati  al  Sacramento  della  Confeffìone5&  qu  o 

meno  era  in  propoucctirate  dal  Vecchio  Teftamento  figure,  per  moil  :e 

era  prefignificatai  fenza  alcun  rifguardo ,  fé  fi  applicauano  con  fimiliti;  i( 

quello  fi  ccncua più  doctOjche più portaua  in  tauola-.tuttii  riti  fignificat  d 

milcàjdolorc,  &  pentimento,  ufato  da  confitenti, fi  chiamauano  ardi  n( 

tradicioniApollolicheifarono  narrati  innumcrabili  miracoli antichi,(*  io 

ni,auLrcnuci  in  bene  a'  denoti  della  Confeffione  ,  &  in  male  a'  neglii  iti 

fpiczzatori.Furono  piti  volte  recitate  tutte  le  autorità,allegate  da  Gran  3) 

dargli  però  var!j3&  diutifi  fenfijfecondo  il  propofito,  <k  aggiontoneai  )<ì 

altrc:&  chi  fenciua  a  parlare  quei  Dottcri,nonpoteuaconciudere,fe  no  :lii 

Apolrol:,&  gli  antichi  Vefcoui,  mai  faceiFero  altro ,  che,  o  ftar  in  gii:  di 

confclFarfiio  tentati  a  confelfar'  altri.  In  fomma,  quello,  in  che  tutti  tei  ini 

nOiik  che  più  faceua  in  propolìro,era  il  Concilio  Fiorentino. Tra  le  i  r 

non  fi  vede  cola  degna d'efierne  fatta particolarmentione,laqual  non  i. 

dadircrecitandolaioftanzadelladottrina-.ma  quello  era necelfario  no  a 

Da  quelli  falci  di  varie  iorti  di  paglia  portati  nell'  aia,  non  è  marauig  ) 

barrato  grano  di  genere  diuerictraendonei  capi  della  dottrina,  laqua?! 

miftura,a pochi  piacque  intieramente  j  ne  fu  feruato  in  quefla  mater  n 

neir  altrcjdi  non  dannar'  alcuna  openione  de'  Cattolici ,  ma-doue  vai:  rais 

pareri  tra  i  Thcologi,far  refprelliua  con  tal  temperamento  ,  che  tutt  ep 

riceueircro  lodisfattione.liche  coftringe  a  non  tener  l'ordine  incomn  icl^ 


JpA  GivLio  IH.         LIBRO  QJV ARTO.  ^ST 

vjfponer prima  la foftanza  del  Decreto ,  come  fu ftabilito  per  leggere  nella    ci3  i3 
z\one;  &  foggiongendo  quello  >  che  le  fteire  perfone  del  Concilio  non  ap-        li. 
r^iauano. 

:a  adonqueil  Decreto,  che  quantonque  trattando  della  Giuftificatione,lì  «»">■  «^«^  0«.* 
((  molto  parlato  del  Sacramento  della  Penitenza  ;  nondimeno ,  per  eftirpar'^''*'''  /">'>»«^''- 
i]:fì  errori  di  quella  età ,  conueniua  illuftrar  la  verità  Cattolica  ;  laqual  la 
in  Sinodo  propuone  da  olferuare  perpetuamente  a  tutti  i  Chriftianij  iog- 
o^endojche  la  Penitenza  fu  fempre  neceifaria  in  ogni  fecolo:&jdopo  Chii- 
»  knco  a  quelli  j  che  hanno  da  riceuere  il  Battefimo,  ma  quefta  non  è  Sacra- 
sijo.Ve  n'è  una  altra  inftituita  da  Chrifto,quandoj  foffiando  vcrfo  i  difcepo- 
^idiede  lo  Spirito  SantOjper  rimettere,&  ritener  i  peccati  ;  cioè,  riconciliare 
•cii  caduti  in  peccato  dopo  il  Battelìmorche  coi!  hafempre  intefo  la  Chiefa, 
kìanta  Sinodo  approua  quello  elFer' il  fenfo  delle  parole  del  Signore  :con- 
n  indo  quellijche  le  intendono  ellèr  dette  per  la  poteftà  di  predicar  l'Euan- 
1*  Quello  Sacramento  eiler  differente  dal  Battemmo  3  oltra  che,lamateria,& 
:cna  dell' uno ,&  dell' altro,fonodiuerfe: perche  ilminiftro  del  Battemmo 
n  giudice,  ma  il  peccatore  dopo  ilBattefìmofìprefentainanzi  al  tribunal 
[,cerdote,comereo,perel^r liberato, con  lafentenzadi  quello  :  &  per  il 
ti  imo  lìriceue  una  intiera  remiflìone  de' peccati,  doue  per  la  Penitenza 
n  riceue  fenzapianti,&:  fatiche.  Et  quello  Sacramento  è  coli  necelfario  a' 
:«:ori  dopoilBatteiìmojComeilBattefnTiomedeiunoachi  non  l'ha  ancora 
CI  ito.Ma  la  forma  d'elfo  Ha  nelle  parole  del  Miniftrojlo  t'aifoluo  :  allequali 
MJ  ggionte  altre  preghiere  lodeuolmente,  fé  ben  non  necellarie  :  &c  la  quali 
iti  ;a  di  elfo  Sacramento,fono  la  Contritione ,  Confelfione ,  &  Sodisfattio- 
e  per  ciò  fono  chiamate  parti  della  Penitenza.La  cofa  fignificata,&:  l'eifet- 
di  Sacramento  è  la  riconciliatione  con  Dio ,  dallaquale  ne  nafce  qualche 
li  a  pace,&:  ferenità  di  confcienza.    Et  per  ciò  la  Sinodo  condanna  quelli, 
>j  ngono  le  parti  della penitenza,li  fpauenti  della  confcienza,&  la  fede.  La 
n  itione  e  un  dolor  d'animo  per  il  peccato  commeifojcon  propofito  di  non 
:qpiu,  &  fu  fempre  necelfaria  in  ogni  tempo:  ma  nel  peccatore  dopo  il 
Inno  è  preparationeallaremiflìonede'peccati,  quando  Ila congionto  col 
>p(ìto  di  far  tutto  quel  refto,che  11  richiede,perriceuerlegitimamente  que- 
S:ramento.La  Contritione  non  è  il  folo  ceifardal  peccato,ouero  il  propo- 
ni to,o  principio  di  nuouavita,ma  anco  inlìeme  odio  della  paifata.Etjquan- 
ice  alle  volte  la  Contritione  lì  congionga  con  la  carità,  &  reconcilij  l'huo- 
«a)io,inanzi  che  riceuuto  il  Sacramento  ;  nondimeno  non  fé  gli  può  afcri- 
cjfta  virtù,fenza il propolìto  di  riceuerlo.  Ma  l'attritione, che  nafce  o  per 
31  :ezza  del  peccato,o  per  il  timor  della  pena,  con  fperanza  di  pcrdono,non 
ij  criiìa,madono  di  Dio,dalquale  il  penitente  aiutato,s'incamina  a  riceuer 
^ilicia:  &feben  quella  non  puo,fenza Sacramento,  condurre  alla giuftilì- 
i<ie,dirpone  nondimeno  ad  impetrar  la  gratia  da  Dio  nel  Sacramento  della 
linza.Dallequalicofe  la Chiefa hafempre  intefo,che Chrifto  habbia  inlli- 
i^c:i  Confelfione  intiera  de' peccati,  come  necelfaria  per  legge  diuina,  a'ca- 

Yy     i, 


55<^  CONCILIO   DI  TRENTO        Papa  GivluI 

CI 3  i3  duti  dopo  ilBatteiìmo:perclie,  hauendo  inftituito  i  Sacerdoti/uoi  vicarili 
Li-  dici  di  tutti  i  peccati  mortali ,  certa  cofa  è,  che  non  poironoelTercitare  il^: 
cio/enza  cognitione  della  caufa,  ne  feriiar  l'equità  ndl'  imponere  le  pem 
peccati  non  gli  fono  manifeftati  iìngolarmentc,&  non  in  genere  :  perilch(l 
nitentc  nella Confeflloncdebbe  narrar  tutti  i  peccati  mortali,  etiandiocj 
tiffimi  :  poiché  i  veniali/cbenfìpoirono  confcflTarejfipoironoancotacÈiJ 
colpa.  Ma  di  qua  anco  nai'cejche  è  necefìàrio  d'elplicar  in  Confeffione  < 
conilanze,  che  mutano  fpecie,  non  potendoli  altramente  giudicarla  gta^ 
degli  ecce{fi>&  imponer  condegna  pena:onde  è  cofa  empia  dire,Che  quel  1 
tediConfeflìonefìa  impoflìbile,o  che  ila  una  carnifìcina  della  confcienip 
che  non  fi  ricerca  altro,  fé  non  che  il  peccatore,  dopo  hauerfi  diligente  3 
eiraminatojconfeffi  quello,  che  fi  raccorda,  poiché  i  finenticati  s'intende  > 
clufi  nella  medefima  confeflione.  Etjfe  ben  Chrifto  non  ha  prohibito  la  p  i| 
confefllone,  non  l'ha  però  commandata,  ne  farebbe  utile  il  commandar  ;1 
peccati,ma(rimefecreci,ficonfeiraireroinpublico:onde,hauendo  i  Pad ."( 
pre  lodato  la  Confeflìone  facramentale  fecreta,viene  ributtata  la  vana  ca  n 
di  quelli,chelachiamano,Inuentionehumana,efcogitata  dal  Concilio'  [( 
nenfe,ilquale  non  ordinò  la  Confefllone;  ma  ben,che  quella  folle  elfeg  a 
meno  unavoltaall'  anno.Ma,quanto.al  miniftro,  dichiara  la  Sinodo»,el-  i 
quelle  dottrine ,  che  eftendono  a  tutti  i  fedeli  il  minifterio  delle  chiaui,  1 
torità  data  da  Chrifto  di  ligare,&  fciogliere  ;  rimettere,^  ritenere  rpeci  i 
blici,con  lacorrettione;.òcifecreti,per  confeflìone  fpontanea:&  infe^ ,,( 
i  Sacerdoti,ancor  che  peccatori,  hanno  l'autorità  di  rimettere  i  peccati  q 
non  è  un  nudo  minifterio  di  dichiarar  che  i  peccati  fono  rimcflì;ma  a 
giud  iciale  :  perilcheniilun  dcbbe  fondarfi  fopra  la  fua  fede,riputando  cb  "ci 
contritione,<5<:  fenza  il  Sacerdote,  che  habbia  animo  d'afioluerlo,  pofTì  ]  u 
remi{rionc.Ma,perche  la  fentenza  è  nulla ,  pronunciata  contra  chi  non  10 
to,è  nulla  anco  raifolutione  del  Sacerdote,  che  non  habbia  autorità  del  at 
ordinaria  ioprai  penitenti  :&  anco  i  maggiori  Sacerdoti  ragioneuclm  ce 
feruano  a  fé  alcuni  delitti  più  graui,&  meritamente  Io  fail;Papa,&  non  a 
bitarc,  che  i  Vefcoui  non  lo  pollino  fare  ciafcuno  nella  fua  diocefi.Et  qi  la 
ferua  non  è  per  loia  politia  efterna,  ma  è  di  vigore  anco  inanzi  a  Dio.  re 
{empre  oiVcruato  nella  Chiei'a,  che  in  articolo  di  morte,tutti  i  Sacerdoti  -fli 
alToluere  ogni  penitente  da  qualonque  cafo.  Della  Satisfattione,laSin(  K 
dichiarajchcrimeifa  la  colpa,non  è  condonata  tutta  la  pena;  non  elTeni  C( 
ueniente,  che  con  tanta  facilità  fia  riceuuto  in  gratia  chi  ha  peccato  ii  m 
Battefimojcoraedopo;  &  fia  lafciato  il  peccatore  fcnza  freno,che  lo  rit;da 
altri  peccati  :  anzijconuenendo  che  s'affimigli  a  Chrifto,  che, patendo  f  16 
tisfecepernoijdalqualericeuono  anco  forzale  fatisfattioninoftre,corE'ia 
offerte  al  Padre,  &  per  fua  intere effione  riceuute.  Però  debbono  i  St'i^ 
imponer  le  fatisfattioniconuenienti,rifguardando  non  foloa  cuftodir  pe 
tente  da  nuoui  peccati,  ma  anco  acaftigari  palfati:  dichiarando  nondic- 
che  fi  facisfajnon  folo  con  le  pene  fpontaneamentc  riceuute  >  ouero  imp  ^' 


mf. 


.aGivlioIII.         libro    QVARTO.  357 

rrdore  >  ma  ancora  con  foppoicare  in  patienza  i  flagelli  mandati  dalla  Mac-    e  1 3  lO 
3iuina.  ^^\ 

n  conformità  di  qucfta  dottrina ,  furono  anco  formati  quindici  anathema-  ''ythematlf" 
j  li.    I.  Centra  chi  diràjChe  la  Penitenza  non  Cu  vero,  ic  propriamente  Sa- 
[  nento ,  inftituito  da  Chrillo ,  per  riconciliare  i  peccatori  dopo  il  Batteilmo. 
;  Che  il  Battefimo  fia  il  Sacramento  della  penitenza,ouero  che  elfo  non  Ila  la 
inda  tauola>dopo  il  naufragio.  III.  Che  le  parole  di  Chrilto,  Qmrum  rcrni- 
ùpeccatUyWon^'hviQnàono  del  Sacramento  della  penitenzajmadeli'  autori- 
i  predicar  l'Euangelio.  Il  II.  Che  non  fi  ricerchi  la  Contritione,  Confef- 
e>  &  Satisfattione,  per  quail  materia ,  &  come  parti  della  Penitenza  :  onero 
, Che  li  fpauenti della cofcienza>& la  fedcsfiano  parti.  V.  ChelaContri- 
e  non  (ìa  utile,  ma  faccia  hipocrita,  &  fìa  dolor  sforzato,  &  non  libero.  VI. 
;  la  Confeffion  Sacramentale  non  /ìa  inftituita,  !k.  necciraria,per  legge  Diui-  *a 

'f  >  che  il  modo  di  confelfarfì  al  Sacerdote  in  fecreto ,  (ìa  inuentionc  humana. 
.  Che  non  riancceifarioconfeirar  tutti  i  peccati  mortali,  etiandiooccoltii 
circonllanze,che  mutano  fpecie.  Vili.  Che  quefta  fia  impofribile  ;  o- 
,  che  tutti  non  fiano  obligacl  a  quella  una  volta  l'anno ,  iecondo  il  precetta 
tì Concilio  Lateranenfe.  I X.  Che  raifolution  Sacramentale  non  fia  atto 
;i|liciale,maminifterio  di  dichiarar  la  remiffionc  de' peccati  a  chi  crede  joue- 
a  :he  una  alfolutione  data  per  gioco  gioui  :  onero ,  che  non  fi  vi  ricerchi  la 
^feflìone  del  penitente.  X.  Che  i  Sacerdoti  in  peccato  mortale  non  han- 
c  oteftà  diligare  &  fciogliere;  onero  che  tutti  i  fedeli  habbiano  qucfta pote- 
à  X I.  Che  i  Vefcoui  non  habbiano  autorità  dirii'eruar  cafì,fenonperpo- 
it  efterna.  X 1 1.  Che  tutta  la  pena  lìa  rimelfa  infìeme  con  la  colpa  ;  oc  che 
h  fatisfattione  non  il  ric|?rc4ii,  fenon  fede,  che  Chriftohabbiafatisfatto. 
C,  I.Chenonfi  fatisfacciajìfopprortandoleafflittioni  mandate  da Dio,le  pene 
n  )fl;e  dalSacerdote,&  lefpontaneamentepigliate:òcche  l'ottima  penitenza, 
a  lo  la  vita  nuoua.  XIV.  Che  le  fatisfattioni  non  fono  culto  diuino,ma  tra- 
ii  mi  humane.X  V.  Chele  chiaui  della  Chiefaiìanofolaincnte  per  fciogliere, 
■i.jnperligare. 
iThcologidiLouanio  oppofero  al  particolare  della  riferuatione  de'  cafì,  cotefi'daTeo' 
hioneracofa di  tanta  chiarezza-.perchenons'haurcbbetrouato,  che  Padre  ^"S,^^^  Lom- 
lo  10  mai  di  ciò  hauelfe  parlato  :  &  che  Durando,che  fu  Penitentiero;  &  Ger-  "'"'  *  ^^  ^*^''' 
ojSc  Gaetano,tutti  aftermano ,  che  non  peccati ,  ma  cenfure  tono  riferuate  al  ""*' 
^a  i'.&  per  tanto  era  tropo  rigida  cofa  hauer  per  hcretico,  chi  fentifle  altrimen- 
e.' ciche  haueuanocongiontifeco  iTheologi  di Coloniajiquali chiaramente 
lÙLiano,  che  non  s'haurebbe  trouato  alcun'antico,  che  parlaifc,  fenon  di ri- 
viitione  de' peccati '^ublici:  &c  che  il  condannar  ilCancellario  Pariilenfe, 
i:  3  pio,  &c  cattolico  icrittore  ,  che  biafimaua  le  riferue,  non  era  condecente. 
J  gli  heretici  foleuano  dire ,  Quefte  riierue  elfer  per  uccellar  danari  ;  come 
n.  >  dilTe  il  Cardinal  Campeggio  nella  fua  riforma,&  che  fé  gli  daua  occafìone 
d  riuere  contra  ;  al  che  i  Theologi  non  haurebboao  rifpofto ,  ne  potuto  ri- 
pudcre.. 

Yy     iij 


358  CONCILIO  DPTRENTO       PapaGiviic 

~Qi3  iD        Et  pertanto  do  uerfì  moderare  coflladottrinaj  come  il  Canone,  in  mar 
LI.        che  non  dia  fcandalo ,  &  non  offendi  alcun  Cattolico.  Imedefimi  Coloni 
diccuano,per  quello  che  tocca  all'  intelligenza  delle  parole,  ^«<ef««^«f/^, 
ntÌ4,h  qual  è  condannata  nel  decimo  Canoniche  efpreiramente  &c  formali  ■ 
te,TheotìÌatto  cofi  l'intende,  &  che  il  condannarlo  farà  dar'  allegrezza  agi 
uerrarij:&:per  quel  che  nell' ultimo  vien  detto,  che  la  poteftà  di  legare  s'int  i 
quanto  air  in>porre  le  penitentie,auuertirono,cheli  Santi  vecchi  cofinon  . 
no  intefo ,  ma  ligare  intendeuano  far  attener  dal  riceucr'  i  Sacramenti,  fine  ( 
compita  fatisfattione .  Dimandauano  ancora,che  Ci  douelTe  far  mentione  l 
penitenza  pubiica  tanto  commendata  da'  Padri ,  da  Cipriano  maflìme ,  &  , 
Gregorio  Papa:che  in  molte  epiftole  la  dichiara  neceilaria  de  iure  diurno  ;  la  i 
le,  fenon  il  rimette  in  ufojquanto  agli  heretici,&  publici  peccatori,  mai  la  e 
mania  fi  libererà  :  oc  con  tutto  ciò ,  il  Decreto  cofì  nella  dottrina,  come  ne  I; 
noni,non  folo  non  ne  dice  parola  a  fauore,ma  più  tofto  la  fnerua,  &  gli  d(  a 
Defiderauano  ancora,che  fi  dichiaraife  qualche  legno  efterno  certo,per  ras  r 
del  Sacramento:  perche  altramente  non  firifponderà  mai  allaobiettione  g 
.     auuerfarij. 
tàx  France-       ^>  Theologi  Francefcani  'due  cofe  fopra  modo  difpiaceuano  :  l'una,  Yì  n 
'  dichiaràto,per  materia  del  Sacramento,laContritione,Confe{lìone,6«:Sat  a 

tionernon  perche  non  le  haueilero  per  neceffarij  requiiìti  alla  Penitenza:  n  li 
per  parti  eirentiali  d'effa  :  diceuano ,  Eifer  cofa  chiara,  che  la  materia  ha  di  ìi 
cofa,che  dal  Miniftro  è  applicata  al  recipiente^:  non  ope  ratione  del  reci  ^c 
te  medelìmo:che  in  tutti  i  Sacramenti  quello  appare  :  Se  però  elTer  grand'  ir  « 
ueniente,metter  gli  atti  del  penitente  per  parte  del  Sacramento.Elìer  cofa  k 
bitata,che  la  Concritionenonfì  ricerca  meno  al  Sacramento  del  Battefìm(  li 
a  quello  della  Penitenza: &:  pur  tuttauia  no  fi  mette  per  parte  del  Batteiìmo  h 
gli  antichi,inanzi  il  Battefimojricercauano  la  Confefllone  de'peccati,con  in 
co  S.Giouanni  da  quelli,che  battezzauaj^^  faceuano  anco  ftar  i  Catecume  il 
penitenze  :  &  nondimeno  nilfun  diffe  mai,  che  quelle  foffero parti , ne  ms  ci 
del  Batte{ìmo:&  però  condannar  quefta  openione,tenuta  dagli  antichi  Th  lo 
gi  della  religione  Francercana,&  anco  al  prefente  da  tutta  la  Scola  di  Pari;  ^r 
un  paffar'  i  termini.  Ancora  filamentauanojche  folfe  dichiarato  per  her(  i)i 
dircL'affolutione  Sacramentale  elFer  declaratiua:poiche  quello  fu  il  fenfo  et 
to  di  S.Girolamo:  &  il  Maeftro  delle  Sentenze,&;  S.Bonauentura,&  quali  i  ti 
Theologi  Scolaftici,hanno  chiaramente  detto,che  raifolutione  nel  Sacra  :n 
to  della  penitenza  è  un  dichiarar  affoluto.  A  quello  ultimo  gH  erabenriff  lo 
Che  non  era  dannato  per  hereticoaffolutamente,  chi  diceuarairolutionrae 
una  dichiarationc  che  i  peccati  fono  rimellì  :  ma  che  i  peccati  fono  rimeflì  à 
crede  certamente  che  rimelfi  gli  {lano:perilche  vien  cóprefo  il  folo  parer  d  -u 
thero.Ma  eill  non  reftauano  fodisfarti,  affermando  che ,  doue  fi  tratti  d'he  fia 
conuien  parlar  chiaro,&:  che  per  tutto  non  vi  farà  vno,che  darà  quefta  dici  K 
àx  PeUno  ^^^^^  '  ^  dimandauano ,  che,  coli  nel  capo  della  dottrma,come  nel  Anath  na 
Teoloio,        tifmo ,  foffe  bene  dichiarato  quefto  particolare.    Ma  F.  Ambrofio  Pe  -g< 


>,?aGivlioIII.  libro  QVARTO.  35P 

r|?ologo  dell' Elettor  de  TreLiiri,confideiò,c he  le  parole  del  Signore  Quorum  cid  io 
f^.iferttu,io^(Q  da  nillLin  Padre  erano  interpretate  per  inftitutione  del  Sacra-  li. 
iito  della  Penitenza:^  che  da  alcuni  erano  inteie  per  il  Battemmo,  (3^  daalrri 
ii:[tialonqLie  modo  il  perdono  de^peccatiTia  riceuuto:  &  però,  che  il  voler  re- 
l  igerle  alla  fola  inftitutione  del  Sacramento  della  Penitenza,&  dichiarar  he- 
eici  quellijche  altramente  elponeirerojiarebbe  dar'  una  gran  prefa  agli  auucrfa- 
ik  materia  di  dire, che  nel  Concilio  fi  folle  dannata  l'antica dotriiua  della 
uiefaròc  però  gli  etrortaua  che  prima  che  far  coi!  gran  pa{ro,{i  doueilc  veder 

I  eleelpofìtionide'  Padri:&,ciraminataciaicuna ,  deliberar  poiqaelÌo,rhcfl 
|(  eife  dire.Molti  de'  Padri  giudicarono  le  remonftranze  airaiconilderabili,& 
l^derauancchedinuouofolVeconfultato  da'  deputati,  &c  fìcome  s'era  facto 
iQ  e  occaiìoni palfatcrimouer  le  cofe  che  otfendeuano  alcuno,6<:  formar  il  De- 
roiaraaniera,chedaogni  uno folfe approbato. 

/la  il  Cardinale  Crefcentios'oppofe  a  quefto  con  perpetua  oratione, ,  rao-  *"*  P^emtì 
ti|]do,che  ilineruar  i  Decreti,&  leuargli  l'anima, per  fatisfar  gli  humori  de'  crerclnT 
iaiicoiari,noneradegnità  della  Sinodo:che  erano  maturamente  ltabiliti,&  co-  ■* 

ipnueniuaoireruargh:nondimeno,fe  pur  il  parer  fuo  non  aggradiua  a  tutti, 
tinanziogni  altra  cofa,{l  douelfe  trattar  queil:o  generale  in  una  Congrega- 
la cfe  era  ben  far  mutatione  o  no ,  &  poi  defcender  al  particolare.  Ma  egli  in  fer  rafrenart 
judo  non  fc  opri  intieramente  qual  foife  lafua  mira,  laqual  poi  manifeilò  a  '^  Concilio. 
:c  ^gbijiSc  a' confidenti  j  che  non  bifognaua  introdur  Tufo  di  contendere  ,& 
fa  ar  cofi  liberamente ,  pericolofo ,  fé  i  Proteftanti  foltero  venuti  :  perche  ha- 
libonoeflì  voluto  altretanto,  quanto  i  noftri  voleuano  ,afauordellc  ope- 
a9  iiproprie:che  alla  libertà  del  Concilio  honefta,&:  ragioneuolcbafta  affai  il 
«1  r  dir  la  propria  o|3enione,mcntre  la  ir.ateria  fi  difputa  :  ma  dopo,  quando 
SU  ti  tuttiji  Decreti  lono  formati  da'  deputati ,  3c  approbati  da'  Prefidenti ,  ve- 
ti  anco,5<:  eiraminati,&:  approuati  a  Roma,il  riuocargli  in  dubio,&:  ricercarui 
lUtione  j3er  interelTi  particolari,era  cofa  licentiofa.Vinfe  finalmente  il  Cardi- 
ai  .perfuaia  la  maggior  parte  de'  Padri,che  la  dottrina  ftabilita  era  de'  più  ienfa- 
i'  icologi,&  più  oppofta  allenuouità  Lutherane. 

la,  poiché  è  detto  quafi  l'intiero  di  quello,chc  tocca  la  materia  di  fede  per  trmamne 

II  la  Scflìone,è  ben  continuare  quelpoco,  che  rcfta  dire  del  Sacramento  dell'  ^"^^  ^A««« 
1  ma  Ontione. Intorno  ilquale  parlarono  i  Theologicon  la  medefima  prò-  ^"J^^'^^;'fi*°* 
i  à/na  fenzaditFerenza alcuna  tra  loro.  Et  foprai  ior  pareri  furono  fbrmati  anathcmanf. 
iC'cipi  di  dottrina ,  &  quattro  Anathematifmi.  La  dottrina  contencua  in  mi: 
oi.nzajChe  l'Ontione  degli  infermi  è  vera,  &;  propriamente  Sacramento ,  da' 
^)iftoNoftro  Signore  apprelTòS.Marcoinfinuato,^S^  da  San  Giacomo  Apo- 
coi,pubhcato:dalle  parole  delquale  la  Chicfa,per  Tradition  Apoftolicajimpa- 

ò  Ile  la  materia  del  Sacramento  è  l'oglio ,  benedetto  dal  Vefcouoi&  la  forma, 
-  iolc,qualiilminiftroufa:mala  colacontenutaj&l'eiFetto  delSacramento, 
li;iaìia  dello  Spirito  Santo,chc  monda  le  reliquie  del  peccato ,  &  folleua  l'a- 
ii|i  dell'  infermo,&  dona  qualche  volte  la  fanità  del  corpo,quando  è  urile  per 
ma.  I  Miniftri  del  Sacramento  fono  i  Preti  delia  Chiefa,non  intende ndofi 


Alma. 


3(5o  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  Givlio  ] 

ci3  i3  I-I.  per  il' nome  di,  Trfj^)'^fr<?/,i  vecchi;  ma  iSacerdotii&qucftaOntione  fi  deli 
dar  principalmente  a  quellijche  fono  in  ftatoper  ukir  di  vita,  iqualipeiòr; 
naiidolbpotranno  di  nuouo  riceuerlcquando  faranno,  nello  ftcllb  ftato.Et  :i 
tanto  fi  pronuncia  ranatkeraa,contra  chi  dirà;  Che  Teftrema  Ontionenon; 
vero,6c  propriamente  Sacramento  da  Chrifto  inftituito.  IL  Chenondorj 
gratia,non rimetti  ipeccati,nonalleui gì' infermi  ;  ma  fia  ceirata,comequej 
che  parteneua  già  alla  gratia della  fanità.  III.  Che  il  rito,ufato  dalla Ch  s 
Romana,fia  contrario  al  detto  di  S.Giacomo,&:  poflìeirere  (prezzato  fenzaj  •, 
cato.  mi.  Che  il  folo  Sacerdote  non  Ila  miniftro:&  che  S.Giacomo  intend  i 
de'  Vecchid'ctà,  &  non  de'  Sacerdoti  ordinati  dal  Vefcouo. 
conftdemione  MafealcLinofi  marauigliaircpcrchenelprimoCapodelladottrinadiquiQ 
notabile  fofra  SacramcntOjfiadettOjche  egli  è  da  Chrifto  Noftro  Signore  in  S.Marco  inuii  .- 
quefto  decretai  to,  &c  in  S.  Giacomo,  pubiicato  ; doue  l'antecedenza ,  &c  la  conteguenza  d  e 
parole,portaLia,che  non  fi  diceire,infìnuato,ma  inftituito,  faprà ,  che  cofi  fu  {• 
mieramente  fcritto:ma,hauendo  un  Theologo  auuertito,  che  gli  Apoftoli  :  ; 
quali  S.Marco  dice  che  ongeuano  gli  infermi,in  quel  tempo  non  erano  ord  i- 
ti Sacerdotijtenendo la Chiefa Romana,  che  il  Sacerdotiogli  folfe  confeo 
folo  neir  ultima  Cenajpareua  cofa  ripugnante  affermare  la  Ontione,che  eff  i- 
uancelTer  Sacramento,6<:  che  i  foli  Sacerdoti  fìano  miniftri  di  quello.  Aid  .e 
ben  alcui>i,tenendo  quella  per  Sacramento,^;  volendo  che  all'  hora  da  Ch  o 
folte  inllituita,rirpondeuano,Che,hauendogli  Chrifto  commandato  di  ir  i- 
ftrar  queir  ontione,gli  haueua  fatti  Sacerdoti  quanto  a  quell'  atto  folame  :; 
fìcomefeilPapacomandairead  un  femplice  Prete  di  dar'  il  Sacramento  e  u 
Crefma,lo  farebbe  Vefcouo  quanto  a  quell'  atto  ;  nondimeno  parue  tre  o 
pericolofa  cofal'aitermarqueftoairolutamente.Perilchejin  luogo  dellapai  i, 
Jnfttti4tum,ia  prefa quell'  altra, In/tnuamm.'L^qua.ìei che  cofapoffi  fignifica  n 
talmatcria,logiudicheràognuno,cheintenda  quello,  che  Ha  infinuare,&  > 
plichia  quello,  che  gli  Apoftoli  operarono  all' hora,  con  quello  ,  che  da  Ji 
Giacomo  fu  comandato,  &:  alla  determinatione  fatta  da  quefto  Concilio. 
artìcoli  te  de-  Ma,nella  materia  della  riformasficome  s'è  detto,  quattordici  furono  gì'  ir 
cretidi  nfor-  colipropofti,appartenenti  tutti  alla  giuriiditcioneEpiicopale,  nella  tratcat  ic 
ma  jopra  a  ^  ,  quali ,  dopo  hauer'  intefo  il  parer  de'  Canonifti ,  nelle  Congreo-ationi,  il 
£ùifcopaley  tatto  letto  nella  Generalch  venne  alla  tormatione  del  Decreto  :  nel  che  h  ;  ra 
de' Vefcoui  non  era  altra,cheaccrefcer  l'autorità  propria,  recuperando  qu(  3» 
che  la  Corte  Romana  s'haueua  adonto  fpettante  a  loro  :  3c  il  fine  deTrcfìd  ci 
non  era  altro,che  di  concedergli  quanto  manco  folfè  polTibilcma  con  deftì"  :a 
procedeuano  l'una  e  l'altra  parte,  moftrando  tutti  d'hauer  una  ftcifa  mira  a)  r- 
uitio  di  DiOjS:  la  reftitutione  dell'  antica  difciplina  Ecclefìàftica.Riputaua  '  i 
contra  e  tcen-  y  |-  ^^^j  d'eirere  impediti  da  fare  il  lor  ufficio  ;  perche,  quando  fofpendci  io 
alcuno,per  urgenti  caule  note  a  loro,dall  cilercitio  degli  ordini,gradi,o  deg  tà 
Ec clefiaftiche;ouero,per  qualche  fìmilerifpetto  ricufauano  concedergli  p^ 
a  maggior  gradijcpn  unalicentiadaRoma  ,  o  con  una  difpenfa,il  tutto  er  e- 
trattatojilche  cedeuain  diminutione  della  riputatione  Epifcopalcin  dann."  o- 

neck 


I 


paGivuoIII.         libro   QJARTO.  ^Gi ^ 

elieannTie,&  in  total  detrimento  della  difciplina.  Sopra  che  fu  formato  il    ^^^   i^ 
10 Capo, Che  limili licentie,oreftitutioni,non  giouaflero.    Ma  peiò,non       ^^' 
xo  i  Prefidenti,chc5per  riputationc  della  Sede  ApoftolicajfolTc  nominato  "«^>''«'^t/^«' 
Pontefice,ne  il  iommo  Penitentiario,ne  altri  miniiìiri  di  Cortcda  chi  fimiii  "'  "^°^'"''-> 
itie  (oleuano  impetrarfi.    Erano  ancora  di  grand'  impedimento  li  Vefcoui 
lar i,ic|Liali  vedendofijper  il  decreto  publicato  nella  fefta  SeiTionc,  priuati  ài 
'ellercirargli  uffici]  Pontificali  nelle  diocefi  ,  fenza  licenza  del  proprio 
ouojfiritirauano  in  luogo  elTentcnon  fuddito  ad  alcun  VefcouatOjadmet- 
13  agli  ordini  iacri  i  reietti  già  da'  Vercouiproprij,comcinhabilij&  quefto 
or  di  priuilegio  di  poter'  ordinare  ciafcuno,che  fé  gli  prefentaire.  Quello 
libito  nel  fecondo  capo,con  moderatione  però  5  che,  per  riuerentia  della 
lApoftolicanon  fi  facelfementione  di  chi  haconceifoil  priuilegio  :&  in 
guenza  ài  quello  nel  terzo  capo^fudata  facoltà  a'  Vefcoui  ò\  poter  fufpen- 
tiltempojche  a  loro  pareircjciafcun' ordinato  fenza  loro  eflamine  ,&  li- 
,per  facoltà  data  da  qual  fi  voglia:lequalicofe  da' Vefcoui  auueduti  erano 
•nofciutc  eifer  di  leggier  fuflìftenza,poiche,per  la  dichiaratione  de'  Cano- 
|j  3tto  i  nomi  generali  non  vengono  mai  comprefe  le  licenze,  priuilegij ,  & 
5  i  concelle  dal  Pontefice,  fenon  è  fatta  fpecial  mention  di  loro  :  con  tutto 
J  n  potendo  di  più  hauercfi  contentauano  Ai  quefho  tanto,  fperando  che  il 
i|  potefle  aprire  ilrada  di  far  qualche  palfo  più  inanzi. 

li  anco  nella  mcdefima  fefta  Seflìone  ftato  decretato  ,che  nilTun  Chierico  contro,  le  tfen^ 
)le,per  virtù  di  priuilegio  perfonale,ne  Regolare,  habitante  fuori  del  Mo  "onidtUacor' 
:J  o,per  vigor  del  priuilegio  dell'  Ordine  fuOifolFe  eiTente  dalla  correttione  ''""°"«  ^fi^", 
V  couo,come  delegato  della  Sede  Apoftolica  :  ilche  riputando  alcuni  che      ' 
e  mprcdeire  i  Canonici  delle  Cathedrali,o  altre  degnità  delle  Colleggiate, 
ìi  ,nonperpriuilegij,maper antichilTima  confuetudine,  oueroperfenten- 
lai  Ite  in  giudicato,o  per  concordati  ftabiliti,&  giurati  co'  Vefcoui ,  Ci  ritro- 
si ■  in  poircflìone  di  non  elTer  foggetti  al  giudicio  Epifc opale,  &  altri  anco> 
i)  endo  alle  fole  occafioni  di  vifita,fu  nel  quarto  capo  ordinato ,  quanto  a* 
:  irccolari,che  s'ertendelfe  a  tutti  i  tempi, &  a  tutte  le  forti  d'ecceflì  j «Se 
1  itccheniifuna  delle  Indette  cofe  oftalfero. 

J<  nafceua minor  dilordine.perchedal  Pontefice  a qualonque  cofi  ricer-  contrakCon^ 
13  n  i  mezzfufati  in  Corte,era  concelfo  giudice  ad  elettione  del  fupplican-  fi'''"'fforih 
Ji.utorità  diproteggerlcdifenderlo  ,  di  mantenerlo  in  poflcflìone  delle 
X  Jcuandó  le  moleftie,che  gli  foflèro  date,eftendendo  anco  la  gratia  a'  do- 
■-i\,^  famigliari:^  quefta  forte  di  giudici  chiamauano  Conferuatoririquali 
it  lano  l'autorità  loro,in  luogo  di  difender  il  fupplicante  dalle  moleftic,  a 
'a  D  dalle  giufte  correttionÌ5&;  anco  a  dar  moleftie  ad  altri  ad  inftantia  loro, 
•a  gliare  i  Vefcoui,&  altri  fuperiori  Ecclefiaftici  ordinari)  con  cenfurc.  A 
ihlifordineprouede  il  quinto  capo,  ordinando  che  non  donino  le  grafie 
'èlatorie  adalcuno:ad effetto, che  non  podi  elTer  inquihto,accufato,<Sc 
Lif Lito  inanzi  l'Ordinario  nelle  caufe criminali , &c  mille. AppreiTo ,  che  le 
ibbueegli  fiaattore>nonpo{rmo  efler  trattate  inanzi  al  Confcruatore  ;  ,^ 

Zz 


3<^i  CONCILIO   DI  TRENTO      Papa  Givlk 

e  1 3  i3    nelle  altresfe  l'attore  hauerà  il  Conferuatore  per  iorpetto,o  nafcerà  difFeren 
LI.       eiro,&  rOrdinariojfopra la  competentia  di Foro,fiano  eletti  aibitri, fecon 
forma  della  legge,&  che  le  lettere  Conferii atorie,  che  comprendono  anco 
migliari,  non  s'eftendano  fenon  al  numero  di  due  foli  ySc  che  viuino  a  fpi 
ìm;Sc  funili  gratie  non  durino  per  più  che  cinque  anni',  ne  i  Conferuatori 
no  hauer  tribunali:  non  intendendo  però  la  Sinodo  di  comprendere  in  q 
decreto  le  Vniuer(ìtà,Collegij  de'  Dottori,o  Scolari,i  luogi  de'  Regolari, 
Hofpitali.Sopralaqualeccettione  quando  quello  capo  fu  trattato ,  vi  fu 
didima  contentione;perche  pareuaa  Vefcoui,  chccontraogni  douerel'c 
rione  foife  più  ampia  che  laregolajeffendo  maggior  il  numero  de'  Dottor 
lari,Rcgolari,4Sc Hofpitalarijjche delli altri, che  habbiano  lettere  Confe: 
Eiej&  che  ad  un  particolare  è  facile  prouedere ,  ma  i  difordini  >  che  nafcoi 
Collegi], &  Vniuerfitàjeirere  importantiflìmi-Di  quello  il  Legato  ne  died 
to  a  Roma,doueeirendogiàdeci{òperquello,che  lotto  Paolo  terzo  fu  coi 
to,cioè,eirer  neceirario,per  mantenimento  dell'  autorità.  Apoilolica,che 
&  Vniuerfìtàdependelfero  totalmente  daRomajnonfu  biiogno  di  nuoi  I 
berationeima  fu  immediate  rifpofto,che  le  Conferuatorie  di  quelli  non  ( 
in  alcun  modo  toccate.Onde,eirendo  entrati  in  quel  parere  i  Padri  dell;  i 
do  adherentia  Roma,  gli  altri,  che  erano  numero  minore  jaggionto  c]  li 
ufficio, &  qualche  fperanzaper  quietargli  j  furono  coftrettì  contenta  d 
eccettione. 
'fe'^^1^*^"^        llfeftoeapafu  foprail  modo  di  veftirde'PretijncIchefu  facilmente  e  ic 
^^'^'      fo  di ordinare,che  tutti  gli  Ecclefiaftici  di  Ordine  facroao beneficiali:  I 
tenuti  portar  l'habito  conuenientc  al  grado  loro  ,  fecondo  l'ordinati  . 
Vei'coucdando  a  quello  poteftà  di  poter  fufpendere  i  trafgrelforijfcam  i 
non  vbedirannoi&priuargli de' benefici j,fe,dopo  la  correttione,noniìe  :: 
rannoscol  rinouare  la  conftitutione  del  Concilio  Viennenfe  in  quello  { | 
to:laqual  però  era  poco  adattata  a  que'  tempi,prohibendo  le  foprauefti  ~  i. 
&  di  diucrficolorij&itabbarripiu  corti  della  velie,  &  le  calze  Icaccate,  i 
verdi-.cofe  difufatejchenon  hanno  piubifogno  diprohibitione. 
raUdi-        ^^  antichiflìmo  ufo  di  tutte  le  nationi  Chrilliancche  ad  imitatio  fl 
fien'èaChie-  manfuctudine  di  Chrifto  Noftro  Signore ^tutti  i  miniftri  della  Chiefj  )i 
wa  micidiali,  netti  &c  mondi  dal  fangue  humano,non  riccuendoil  mai  ad  alcuno  Or  ict 
cleilaftico  perfona  macchiata  d'homicidio,o  folfe  quello  volontarico  W 
de  fé  qual  fi  voglia  Ecclelìaftico  folte  incorfo  per  volontà  in  fimil  eccell  op 
cafo  ancora,gliera  leuata  immediate  ogni  fontione  Ecclefiaftica.  Qac  )à 
altre  nationi  Chri(tiane,allequali  le  difpenfe  contra  i  Canoni  fono  ir. 
è  ftato,&:  è  di  prefente,inuiolabilmenteoireruato:ma  dalla  Latina,  dui 
penfe  fono  in  ufo,&  in  facihtà,hauendo  commodo  i  ricchi  di  valerfcii; 
Ho  in  oiferuantia  folo  per  i  poueri.Eflendo  propollo  nel  quarto  e  quinc 
k)  di  moderar  rabufo,hi  nel  fettimo  capo  ftatuito ,  che  l'homicida  vu 
redi  fempre  priuo  d'ogni ordine,beneficio&:  ufficio  Ecclefiaftico:«5<:  il  ■ 
quando  vi  fia  ragione  di  difpenfarlo^la  commiiììoae  della  difpenfatioin  ^ 


ìaGiViioIIL  libro   C^VARTO.  3(^3^ 

.tidakrichealVefcouOj&eirendocicauradinon  commetterla  a  Iui,alMe-  ci3  la 
j|)litano>o  ad  un' altro  Veicoiio più vicino:ilqual decreto  ben/ì  vedeua,che  li. 
n  èruiua  a  moderargli  abufìjmapiu  torto  ad  incarir  le  diipenferpcrchejquan- 
a'homicidiovolontariojiion  erano  ligate  le  mani  al  Pontefice  :  &  quanto  al 
fi  lejera Ternato  il  Decreto» non  commettendo  ad  altri  che  al  Vefcouojma 
ir  cnpedito  però  il  difpenfare  alla  dritta/enza  commetter  la  caufa  ad  altri:fa- 
Q) prima  le proue  in  Roma,o  veramente  clpedendo  la  difpenfa  (otto  nome 
^  >tu proprio ,  o  con  altre  claufulejdellequali  la  Cancellaria  abonda  >  quando 
AJme  occafione  di  valcrfene. 

Ireua,cheimpeditrea(rai  l'autorità  Epifcopale  certa  forte  di  Prelati»  iquali,  'i""!^'^  '  ^'^';' 
: «inia'uarfi in  qualche  riputatione  nel  luogo  doue  habitauano ,  impetraua-  /''  '  'f   .Z'' 
di  Pontehce  autorità  di  poter  caltigar  1  delitti  degli  Eccleiialhci  in  <\\^-c\  tiom  fuor del- 
)c  ;>Sc  alcuni  Vefcoui  anco>fotto  pretcfto  che  i  Preti  loro  riceuelfcro  fcanda-  la.  lor  diocejìy 
Si  nali  elTcmpij  da  quelli  delle  Diocefi  vicincjimpetrauano  autorità  di  poter- 
c  ligarc.Qucfto  difordine  defìdcrando  alcuni  che  folfc  rimediatojcon  rcuo- 
t  ralmentc  limili  autoritàjma  parendo  chcjfe  ciò  fi  facelle ,  farebbe  dato  dif- 
^  3  molti  Cafdinali,&  Prelati  potenti,che  abufauano  tal  autorità,  fu  troua- 
K  ipcramento  di  conferuargliela  fenza  pregiudicio  del  Vefcouo,  con  ordi- 
re eir  ottano  Capo,  che  quelli  non  potelfero  procedere ,  fenon,  con  l'inter- 
1  del  VefcouojO  di  perfona  deputata  da  lui.Era  un'  altro  modo  di  fottopor-  "."j''*  ^^  """" 
[e^hiefej&perfone  d'una  Diocefe  ad  un'  altro  Vefcouo  ,  con  unirle  alle  "'  *  ^    "^■'** 
il  -50  benefici)  di  quello:ilche,fe  ben  veniua  prohibito  con  termini  generali 
\\  ettima  Sefllone,  però  non  elfendo  tanto  chiaro ,  quanto  alcuni  haureb- 
a  iefideratojue  dimandarono  efprelTadichiarationej  fopra  che  fi  venne  ìw 
A  ione  diprohibir  ogni  unione  perpetua  di  Chiefe  d'una  Diocefi  a  quelle 
r  cia^fotto  qualonquepretefto. 

I  rgolari faceuano grand' inftantia» di conferuar'i  lor  Benefici), &  di  ^^c- comm h com- 
1    anco  i  già  perduti  con  l'inuentione  delle  Commende  perpetiie:&  molti  mtvde  de  he- 
le  ai ,  per  diucrfi  rifpetti,  defiderauano  futFragargli:per  laqual  caufa  haureb-  "f^*^?/  i^f^o/*- 
1'  ^olontieri  propofto,che  le  Commende  perpetue  folferò  a  fatto  leuateima,  "* 
)i  ndo  della contraditioncfireftringeuano  a  moderarle.Et  dall'  altro  canto 
e  ientijvedendo  il  rifchiojche  quella  materia,  pericolo  là  per  la  CortcfolFe 
l  .campo,propofero  effì  unleggier  rimedio  per  impedire  chefitrattaire  del 
3  r.&c  quello  fujChe  i  benefici)  Regolari, foliti  elTer  dati  in  titolo  a'  Rcli- 
1  iaandoperrauuenirvacheranno,non  fiano  conferiti,  fé  nona'profcfll  di 
-1  Oidinejouero  a  perfona,che debbi  riceuer  l'habito ,  de  far  la  profeflìone. 
CI  il  Capo  decimo,ilchc  alla  Corte  Romana  poteua  importar  poco,c:rsédo 
e  emendati  tutti  quelli,che  fipoteuano  commendare^&:  ne'  Prelati  non  era 
1  aidore  d'ottener  maggior  cofa,fe  ben  ccdeuain  honor  delle  Chiefe  loro 

I  Abbati  Regolari  refidenti.  Ma,  per  il  fauore  fatto  al  Monacato  di  non  lontra  Upof- 

II  irgli  più  di  qucllo,che  fino  all'  bora  era  ufurpato,jli  fu  congionto  un  con-  ■Z'/^''"!^  ^^'  ^'' 
pò  nel feguente capccon ordinare,che non potclicro  haucr benefici) feco-  "^^  "^^^ ^^'°p 
Ì»|iandio  Curatijlqualcap itolo, fc  ben  parla  di  quei  folamente,che  fonogo/^„',  ** 

Z  z     ij 


^^ 5(^4  CONCILIO  DI  TRENTO        PapaGivlioI 

e  1 3  I  ^    trasferiti'da  un  Ordine  ad  un  altrojordinando  che  non  fia  alcun  riceuuto,fei  ; 
LI.        con  conditionediftarnel-Gfeieftroinondimeno  per  la  parità  della  ragionejij 
per  un  argomento  di  maggior  ragione,è  (lato  intefo  generalmente  di  tutti.  ■ 
€omra  certi  a-  perche  fi  concedeuano  in  Corte  pergratialc  Chiefein  tpispatronatmy^i^tu 
hufidel  y  lus  ai^co  maggior  gratia  a  petitione  di  chi  l'impetraua,  era  concedutoche  pori 
P^  ^°"       '  ro  deputar  periona  Ecclefiafticajcon  facoltà  d'inftitnire  il  prefentato  j  nel  e  ( 
decimo  Capo  fu  rimediato  al  difordincordinando  che  il  hufAtronatm  non  i 
fi  competere,fenon  a  chi  haueràdi  nuouo  fondato  Chiefa;  ouero  hauerà  e 
uifto  de'  beni  fuoi  patrimoniali  per  dote  competente  d'una  fondata:&  per  r  i 
dio  del  fecondo  difordinejnel  capo  decimoterzo  fu  prohibito  al  Patrone ,  e  \ 
^mhafciado'  ^^^  P^'^  "^^^^^  *^^  priuilegio>di  far  la  prefentatione  ad  altri,che  al  Vefcouo. 
ri  di  rrinem      Mentre  che  fi  trattauano  quelle  materie,gionfero  in  Trento  GiouanniT  ■( 
hergal Conci-  dorico  Plennigero  »  &GiouanniEclino>  mandati  Ambafciatori  dal  Du  i 
Ho,  e  difficoltà  \>cri];tcmb£rga  al  Concilio,  con  ordine  che  douelfero  prefentar  publican  ii 
nella  lor  re-    j^  Confeffione  della  lor  dottrina,dellaquale  di  fopra  s'è  parlato,  &  inGcme  n 
chefarcbbonoandatiThcologiperefplicarla  piucopioramente ,  Scdifeni 
purché  gli  foife  data  ilcurezza,&  faluocondotto,  fecondo  la  forma  del  C  i 
lio  Balìleenfe.  Quefti  fi  prcfentarono  al  Conte  di  Monfort  /Ambafciator  ; 
reo,moftrarono  il  lor  mandato ,  &  diifero  hauer  commifllone  di  propon  : 
cune  cofe  in  Concilio.Ilche  dal  Conte  riferito  al  Legato,  egli  rifpofe ,  Ch(  :( 
me  gli  altri  Ambafciatori,  inanziad  ognialtracofa,fiprelentanoa'Prefi'  ir 
per'nomedelPontefice,&  glifignificano  lafommadell' Ambafciaria,  co  : 
ueuano  far  i  \virtembergici:però  andalTeische  egli  gli  liaurebbe  riceuuti  e  kì 
gni  humanità.  Il  Conte  fece  larifpofta,dellaquale  nonfi  contentarono,  (  a 
do  quello  elfere  a  punto  uno  de'  capi  richiedi  in  Germania ,  che  nel  Conc  e 
Papa  non  prefedetfeial  che  non  volendo  c6trauenire,fenza  ordine  del  fuo  e 
cipchaurebbono  fcritt05&  afpettato  rilpofta.  Prouò  il  Conte  con  deftro  m 
di  (bctrar  quel  tutto ,  che  il  loro  carico  portaua,  per  auifarne  il  Legato,  k 
"Wirtembcrgici ,  dando  fopra  igeneralhnonufcirono  a  fpecificatione  a  io 
Il  Legato  diede  immediate  auifo  a  Roma,  ricercando  il  modo  di  goue  id 
mamme  che  s'intendeuadouerne  venir' altri  ancora. 
Ce/àrc  vìinea      Ma  nel  principio  di  Nouembre>Cefare,per  eifer  più  vicino  al  Concilic  :a 
iJprHck:        \^  guerra  di  Parma>fi  trasferì  in  Ifpruck,non  più  didante  da  Trento  di  tU!  ioi 
natesi  di  drada  anco  aliai  commodaj  in  modo  che  poteua  dagli  Ambad  :oi 
fuoijoccorrendoseircr' in  un  giorno  auif  aro.  Hebbe  il  Pontefice  nuoua  ri 
a^lha^*  fieme  dell'arriuo  dell'  Imperatore,&  de'  "Wirtcmbergici  :  &,  fé  ben  fi  fidai  ^ 
le  proraelfe  di  Cefaie>fattegli  inanzi  la  conuocatione  del  Concilio,  &c  re|  ; 
tante  volte,&:  ne  vedeiia  effetti  j  perche  gli  Ambafciatori  Imperiali  raffic . 
noi  SpagMuoli,  quando  modrauano  troppo  ardire  in  fodentar  l'autori; - 
fcopalcicgrinterelll  communi  contra  il  Rè  di  Francia,perfuadendolo  a  ' 
re,  che  doueffe  pcrfeuerarej  nondimeno,  elfendogli alle  orecchie  pcn  > 
qualche  cofa  trattata  in  Germania,  haueua  anco  qualche  gelofia,  che  ,o}  ! 
ceflìtà ,  o  per  qualche  grand'  opportunità  >  che  gli  adari  potelfero  portan  ^ 


E.GiviioIII.  LIBRO  QVARTG.  3(^5 

e  Te  openione.Prefe  però  in  fé  medefimo  confidenza ,  confìderando",  che,  te     e 1 3  io 
i'  mania  palTaua  a  guerra,  non  fi  farebbe  tenuto  conto  di  Concilio  :  durante        li. 
r.,  che  egli  haueua  gli  Eccleiiaftici  Thedefchi  dalla  parte  Tua  j  &  i  Prelati 
]ii,il  numero  de'quaii  gli  era  tacile  aumiTientare,rpingendo  là  tutti  quelli, 
ano  in  Corte  ;  &  il  Legato  ben  rifoluto ,  &  che  pieno  di  fpcranza  di  Papa- 
c  crerebbe,  comeper  fé  medelìmo  ;  &c  ilNoncio  Sipontino  atfcttionatilll- 
la  perfona  Tua  :  &c  finalmente  ellcr  Tempre  aperto  l'adito  di  riconciliarfi 
L'ancia,  cofa  da  quel  Rè dclìderata; col  mezzo  dclqualc ,  Se  de'  Prelati  del 
egno  ,  potcua  ouuiar'  ad  ogni  tentatiuo  ,  che  contrai  autorità  Tua  fon- 
alo. 

Si  pofeal  Legato,  che  poca  inftruttionepoteua  dar  di  più  a  lui,  che  era  fta-  '^'"''^'«'««^ 
i  r  folo  confapeuole,ma  anco  autor  principale  delle  trattationi  pallate  nel  ^^^"^J"  """^ 
r  la  Bolla  della  conuocatione-.raccordalfefi  ,cheftudiofìimente  furono  re  inCmcUio 
.late  in  quella  le  cofe  decretate  fotto  Paolo  :  che  fu  detto,aI  Pontefice  ap-  a  fm  var.tag-^ 
ere  nonfoloilconuocare,ma  l'indrizzare  i  Concili),  &  prefederai  coi  S'"* 
»  de'  miniftri  fuoi  :  non  lafcialle  fare  alcun  foro  pregiudiciale  ad  alcuna  di 
cofe:  del  rimanente  Ci  gouernaife  fui  fotto:raccordogli  di  fuggir  i  conferii 
i  &  i  temperamenti,comc  la  pefte,quando  d'alcuna  d'eife  fi  tratterà:ma  im- 
dl  ceche  la  difficoltà  nafca,  debbia  romper  a  fatto ,  fenza  afpettar  che  o-li  au- 
i  ij  habbiano  adito  di  penetrare.  Che  non  voleua  caricarlo  di  adoiTarfi  tra- 
ii  co  diirolutione  del  Concilio  :  ma  quando  hauelTe  veduto  il  bifo^no,aui- 
.'  diligenza.Del  rimanente  metteile  fempre  a  campo  più  materia ,  che  fo[- 
c  ibilc  de'  dogmi ,  per  far  più  buoni  eftetti  :  l'uno,  difperari  Lutherani  di 
e  rouar  modo  di  concordia,  fenon  fottomettendofi  a  fatto  :  Se  interelTar 
,(  Prelati  maggiormente  contra  di  loro  :  far  che  quelli  occupati  non  hs.- 
c  »  tempo  di  penfar  alla  materia  di  riforma,5<:  dar  anco  prefta  efoeditione  al 
n  Ho ,  capo  importanciffimo  :  elUndo  (empre  in  pericolo  di  qualche  incon- 
iitcmentre  dura:  &  quando  fivedeirccoftretto  a  dar  loro  qualche  CoóiC- 
1  icper  ampliar  l'autorità  Epifc opale,  condefcendelFcrtando  però  indie- 
,  lanto  folle  poflìbile: perche,  quando  ben  fi  conccdeire  qualche  coi'a  pre- 
ci lale  alla Corte,come  alquante  erano  concelfc  finall'hora,  reftando  l'au- 
\i  Pontificale  intiera ,  reftaua  infieme  modo  di  ritornar  facilmente  le  cofe 
^    di  prima. 

.  .  j  le  cofe  in  quelli  termini,venne  il  venticinque  Nouembicgiorno  de-  ^"''^*'''  ^'^*^ 
ù  )  per  la  SciTionc.  In  quello  d  congregaroao  i  Padri,&  col  folito  ordine  "*^ 
ic  binarono  alla  Chiefa  :  doue  compite  le  ceremoaicdal  Vefcouo  celcbra- 
"i  tra  la  dottrina  della  fede ,  gli  Anatem.atifmi ,  &  il  Decreto  della  riforma. 
'<  ali  hauendo  già  recitato  il  tenore,aIrro  non  rcila  dire.Et  finalm  ente  fu  let- 
M  imo  Decreto,per  dar'  ordine  alla  Seffione  furura:nel  quale  Ci  diccua.  Che, 
1  0  quella  già  (labilità  per  il  venticinque  Gennaro,  in  elfa  fi  doucrà,infieme 
1  materia  del  Sacrificio  della  Meifa,  trattar'  ancora  del  Sacraméto  fieli'  Or- 
K  ^ofi  volle  che  folfe  pronunciato  il  Legato,  feguendo  il  parer  del  Papa,che 
(iflien  metter  in  tauola  aliai  materie  de  dogmi.Finita  la  Semone,u so  diligcza 

Zz     iij 


3^0  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Givlio  ( 

e  1 J  1 3  il  LegatOjche  i  Decreti  d'elta  non  folTero  ftai-npati,&  fu  olfemato  il  fuo  ordif 
L I.  Ripa,cloue  era  la  ftampa,&  gli  altri  fi  ibleuano  ftàpare:ma  non  fi  potè  tenere:i 
molte  copie  non  ufciìrero  di  Trento:  onde  furono  ftampati  in  Germania: ^l; 
dimcoltà,&  la  dilatione  di  iifcir'  in  luce,eccitò  maggiormente  la  curiofità,  * L 
diligenza  de'Criticijdi  far'  eifamiinepiu  elTattcper  indagar  la  caufa  della  pnu 
rata  fecretezza. 
g'udlcij  fopra.  Gran  materia  ài  difcorfo  diede  quellcche  nel  primo  Capo  della  dottrin:  5 
i decreti d'ejfa:  j-^^j  (^^q  Canone,era  decifoicioèjche  Chrifto,qLiando  foffiò  verfo  i  difcepo  S 
diede  loro  lo  Spirito  $anto,dicendo,Che  faranno  rimeflì  i  peccati  a  quelli,^  li 
effi  gli  rimetteranno}  &  ritenuti  a  quelli,a  chi  gli  ritenerannojordinòilSsa 
mento  della  Penitenza.  Era  confiderato,  che  il  Battefimo,  prima  eraufaD  a 
Giudeipermonditialegale^poidaS.Giouanniapplicatoperpreparationccn 
dar'  al  Meflìa  ventaro,&  finalmente  da  Chrifto  con  efpreire  parole  ,  &  chi 
inftituito  Sacramento  per  remiflìon  de'  peccati,&  ingrelTo  nella  Chiefa.  M 
dinandojche  fi  miniftrairc  in  nonie  del  Padre,Figlio>&:  Spirito  Santo.  Parii 
te  l'Eucariftia  eifcre  flato  un  Poftcenio ,  inftituito  dagli  Hebrci  nella  catt  ; 
Babilonica,con  pane  &vinOjperringratiamento,&  memoria  dell'  ufcita  : 
gitto,mentre  che  per  elTer  fuori  della  terra  di  promiffione  non  poteuano  i  .i- 
giar  l'Agnello  della  Parca:ilqUal  rito  imitando  Chrifto  Noftro  Signore  ini  ui 
una Eucariftia, per  render' a  Diogratie  della  iiniuerfal  liberatione  del  ec  k 
humano,c^  in  memoria  di  lui,che  ne  fu  l'autore  con  lo  fpargimento  del  (at  ir 
Et>con  tutto  che  folfero  fimili  riti  già  in  ufo,  fé  ben  per  altri  fini  >  come  ed  i 
nondimeno  la  Scrittura  efprime  tutte  le  fingularità  di  quelli.  Hora,  che  CI  t 
voleiTc  introdurre  un  rito  di  confeifar' ad  un  huomoi  peccati  fuoi  in  finge  i 
con  tanta  cifattczzajdi  che  non  era  ufo  alcuno  fimile,&  voleife  effer'  intef(  ).\ 
parole,da  quali  per  fola  molto  inconneira  confcgucnza  fi  potefie  cauare,  ii 
non  fenza  molte  loataniflìme  confeguenze,come  fi  faceua  dal  Concilicp;:  a 
cofa  maraiiigliofa.Et  era  anco  in  marauigliaj  perche,  ftante  l'inftitutione  :i 
verbo  di  timettere,nGn  foflfc  ufata  per  forma,Ti  rimetto  i  peccati,piu  tofto  i" 
Ti  alìoluo.Aggiongcuano  altri,  che  fé, per  quelle  parole ,  è  inftituito  un S 
mento  dell' ailolutione,con  la  forma,y^^yò/«o  irf,per  chi  viene  allohitoj  pc  e 
ccffità  ineuitabile,conuiendire,chefia  inftituito  o  un  altro  ,  o  quello  ftcH  lei 
chi  è  ligato,nclquale  fia  parimente  quefta  forma, Lt^o  te.  Non  potcndofi  a  r. 
come  la  medefima  autorità  d'airoluere,&  ligarejfondataibpra  le  parole  di  (  i 
ftO}in  turco  fimili,ricerca  nell'  airoluere  la  prononcia  delle  pa.io\e,al?fo/m  l\ 
quella  di  litV.re  non  richieda  la  prononcia  delle  parole,//go  fé-.  Et  con  cher  o- 
neper  cifeguir  quello  che  Chrifto  ha  dcttOyQuorum  re?niferttis  ò'c.Et  cjuéta  «< 
ligaueritisy&c.wQw  èneccirario  dir/z^or? }maperelIèguir,P«or-«W2r^wi/fy/  '^ 
ejuuuncjvieroìueritUih  neceirario  ài\:Qiabfolno  te. 

Similmente  era  criticata  la  dottrina,  inferita  nel  quinto  Capo,douefi  ce 
che  Chrifto,conle medcfimeparolcconftituìi Sacerdoti  giudici  de'  pece;  ;■ 
però  fia  necelfario  confeifargli  tutti  intieramente  in  (pecie ,  &  fingolarm  i 
inficme  con  le  circoftanzciche  mutano  fpecie  :  imperoche  chiaramente  r 


A  GiVLio  III.        LIBRO  QUARTO.  367  

if  le  di  Noftro  Signore,  che  egli  non  ha  diftinto  due  forti  di  peccati,  una  da     ci3  i3 
i etere,  (gl'altra  da  ritenere  :  che  per  ciò  conucnga  iaper  dequali  il  delin-        li. 
te  ila  reo  :  ma  una  fola^che  gli  comprende  tutti  :  &  però  non  e  detto,  fenon 
r<«  in  genere:ma  ben  ha  diftinto  due  lotti  dipeccatori,dicendo,P^ior«»2,&: 
««w:unadi  penitenti, a  quali  fi  concede  laremifllonejraltrajdiimpeni- 
n, a' quali  fi  nega.  Peròpiutoftohannodaconofcere  loftato  deldclinquen- 
le  la  natura ,  &  il  numero  de  peccati.  Ma  poi  quello,  che  s'aggiongc  delle 
iftanze  che  mutanafpecie,  fidiccuacheognihuomo  da  benepotcua  con 
iJiacofcienzagiurare,che  i Santi  Apoftoli,&  loro  difcepoli,dottill!ìmi  delle 
i  ;elefti,  non  curando  le  lottitità  humane ,  mai  feppero  che  vi  folfero  circo- 
ite  mutanti fpecie  :  &  forCcfe  Ariftotele  non  hauelfe  introdotta  quefta  fpe- 
'  ione ,  il  mondo  a  queft'  hora  ne  farebbe  ignaro ,  &  tuttauia  fé  né  fatto  un 
)lo  di  fede,neceirario  alla  falute.  Ma,ficomc  veniua  approbato,  che  abjoluo 
>o  giudiciale,&  riputata  buona  conieguenza,che,fe  i  Sacerdoti  alFoluono, 
blgiudiciicofi  patena  imainconftanzail  condannar  quelli,  che  diceuano  ef- 
'  iminifterionudodiprononciare,eirendo  cofa  chiara  che  lofficio  del  giu- 
loncjfenonprononciar' innocente  quello,cheètale,&colpeuole  il  traP 
»re.Ma,il  far  di  delinquente  giufto,come  s'afcriue  al  Sacerdote ,  non  foftie- 
metaphora  del  giudice.Fa  il  Prencipe  gratia  a'  delinquenti  della  pena,refti- 
:  alla  fama:  a  quefto  èpiufìmilechi  fa  diempiogiufto>chealgiudice,che 
redifceil  fuo  officio,  fempreche  altro  prononcia,faluo  che  quello,  che  ri- 
elfer  prima  vero.Ma  più  ftupiuano  che  d'ogni  altra  cofa  >nel  legger  il  Ca- 
uc  fi  prona  la  fpecitìca,&  fingolare  confeffìone  de' peccati  con  le  circofta- 
,^  che  il  giudicio  non  fi  può  ellercitar  fenza  cognitione  della  caufa,ne  feruac 
qi  cà  neir  imponerle  pene,fapendogli  folo  m  gcncre:&piu  fotto,cheChri- 
)  comraandato  quella  confcfhone ,  accio  poteifero  imponer  la  condegna 
a  Diceuano,che  quefto  era  ben'  un  riderli  palefemente  del  mondo>&  ftima- 
(  liperifciocchi,  &perfuadcrfìdouer'eirer  creduta  loro  ogniairorditàfen- 
j  ifar  piuoltre.Imperoche,chic  quellojche  non  fa,&non  vede  quotidiana- 
!i  :,  che  iconfeiroti  danno  le  penitenze,  non  folo  fenza  ponderare  il  merito 
1| :olpe,ma  anco  fenza  hauerci  fopra  alcuna  minima  confìderationc.Parrcb- 
,|  nconfiderato  il  parlar  del  Concilio ,  che  i  coiifelFori  hauelfcro  unabilan- 
iv  Le  traftè  fino  agli  atomi  :  &:  pure,  con  tutto  cio,bcn  fpelfo  il  recitarcinque 
/■  biadato  in  penitenza  per  molti  homicidij,adulterij,&:  furti:  &  i  più  lette- 
la iconfelfori,  anzi  l'uniucrfaled'effì,  nel  darla  penitenza,  dicono  a  tutti> 
e  apongono  folo  parte  della  penitenza.    Adonquenon  èncceirarioimpor 
JI\ttapenitenza,chele  colpe  mcritano:onde  nemenolalpccificanume- 
-  ic'peccati,&circoftanze.Maa  che  andar  tanto  lonranojl'el'iftcìroCó- 
:  icl  nono  Capo  della  dottrina,^:  nel  decimoterzo  Anathcmatifmo,  ftatui- 
-■  he  fifodisfaancoper  le  pene  volontarie,  &pcr  le  toleranze  delle  aucrfìtà.. 
Jf  quc  non  fa  bilogno,  anzi  non  è  cofa  giufta ,  imporre  in  confeflìojie  la  cor- 
pidente pena:  perilche  ne  meno  farla  Ipecitìca  numeratione,  che  per  queica 
Ili  fi  dice  ordinata.Etaggiongeuano,che,fenzacófìderare  ad  alcuna  delle  co- 
fil  ettcjil  Confeirorcquaiitonque  dottiffìmo,attencifrmio,&  piudentiffìmo. 


5^8  CONCILIO   DI  TRENTO     Papa  Givlic 

ci3  i3    hauendo  afcoltata  la  confeffione  d'un  anno  di  perfona  mediocre-,  none! 

LI.       più  anni  d'un  gran  peccacore,è  impoflìbile  che  dia  giudicio  della  pena,etiai 

che  haueife  canoni  di  ciafcuna  debita  a  qual  fi  voglia  pece  atojCenza  perico 

fallare  della  metà,  per  dir  poco.    Poiché  ne  anco  un  tal  confeflbre,  vederi) 

fcritto  ,  &:  confiderando  più  giorni  potrebbe  far' un  bilancio»  che  deireni 

gno:non  che  afcoltando  &  riloluendofi  immediate,come  fi  fa.  Sarebbe  dui  j 

ftojdiceuano,  che  non  foflìmo  cofi  difprezzati,  con  tenerci  tanto  infenlati  | 

doueflìmo  creder  tante  alfordità.    Della  riferuatione  de  cafi ,  fu  troppo  (  : 

quellojcheda'TheoIogidi  Louanio,&:  Colonia  era  flato  predetto,  &  era  ;i 

buita  a  dominatione  &  auaritia. 

ht  Congrega-      Ma,nel  Concilio  il  dì  Tegnente  fi  kce  la  generale  Congregatione,  per  ir  t 

tione  fi  ordina  ordine  alla  difcuffione  della  materia  del  Sacrificio  della  MelFa ,  &  della  (  e 

t^Mtirlt  del  ^T^unione  del  calice,&;  de'  fanciuUi  :  8c  con  tutto,che  già  i  decreti  erario  foi  a 

Calicei  '       £^^  ^^  Seffione  degli  undici  OttobbrCiS:  differiti:  nódimenojcome  fé  nient  o 

le  trattato,di  nuouo  fu  difcorro,&:  eletti  i  Padri  a  raccogliere  gli  articoli  pi  d 

fputare  :  &  poi  eletti  i  Padri  a  formar  il  Decreto  :  & ,  perche  le  cofe  s'affret  u 

nojfubito  furono  formati  al  numero  di  fette,  fopra  quali  fu  difputato  due  li 

al  giorno:  nelqual  numero  fu  pofto  l'Ambafciadore  di  Ferdinando  ,  &  G  li 

Pflugio  ,  VelcouodiNaumburgo; &,  per  maggior  honore,  anco  l'Elet  k 

Coionia;  accio  tutta  quella  dottrina  pareife  venir  di  Germania,  &  non  d  h 

.^   ma.  Furono  formati  tredici  Anathematifmi,  condannando  per  heretici  oli 

IT!;!*^  *  '  '  che  non  la  tengono  per  vero ,  e  proprio  facrificio  ;  o  che  afTerifcono  non  e  a; 

ca^i,  i*e  a  viui,  &  a  morti,ouero  non  riceuono  il  Canone  della  Mella ,  o  dann;  )i 

Meife  priuate ,  onero  le  ceremonie,  che  la  Chiefa  Romana  ufa:  &  poi  fo  lai 

quattro  Capi  di  dottrina.    Che  nella  Melfa  fi  oiferifce  vero ,  &  proprio  f  it 

cio,inftituito  da ChriftocdellaneceflTitàdelSacrificio  della  Melfa,  &  delh  ) 

uenienza  con  quello  della  croce  :  de'  frutti  di  quelSacrificio,&  dell' applii  ic 

ne  d'elfo  :  de'  riti  5c  ceremonie  della  Meifa.  Lequali  cofe  tutte  furono  fta  il 

perle  fefte  di  Natale ,  &  non  fon  narrate  qui  più  particolarmente,  poiché  ;11 

Sefiìonefeguente  non  furono  publicate. 

nuoue  difficol-      Ma,mentre  cbe  i  Padri  fi  trattengono  nelle  attioni  conciliari,  riceuette  e 

ta fopra  le      ^iTjhafciatori  di  'Wirtemberg  rifpofta  dal  fuoPrencipcche  doueifero  can  i 

y°f^immLr-  i^^'^^^»  &  prefentar  la  lor  dottrina  nel  miglior  modo  che  poteuano  :  pei  ;i 

già,  effiseifcndo  aifentc  il  Conte  di  Monfort,  fecero  officio  col  Cardinal  di  Ti  t 

che  operalfe  co' Prefidenti  di  far  riceuer  le  lettere,&  poi  congregar' i  Padri  :ì 

fcoltargli.il  Cardinale  promeire  ogni  buon  officio  :  ma  diirejEifer  necelfai  ri 

ferir  prima  al  Legato  quello,che  doucuano  trattarcefiendocofiftatuitod  P 

dri,mo{lì  da'  rumori,che  nacquero  per  l'Abbate  di  Bellofana.Efll  gli  comi  i 

carono  la  loro  inftruttione ,  dicendo ,  che  erano  m.andati  per  ottener  un  1  ut/ 

condotto ,  come  fu  dato  in  Bafilea  a' Boemi,  per  i  Theologi  loro,&  che  Uf 

nano  commiffione  di  prefentarla  lor  dottrina,accio  tra  tanto  folfe  da'Pac  e 

faminata,  per  cffer'  in  ordine  a  conferire  co' Theologi ,  quando  foflero  an  i 

dcllaqualc  hauendo  il  Cardinale  fatta  relatione  al  Legato ,  egli  gli  commi  J^ 


?AG!Vi.iom.         LIBRO    QJARTO.  3^> 

nrodaIPapaglierafl:ac.ofcritto,&gli  confiderò,che  non  era  da  permettere,    ci3  io 
ne  e(n>ne  altri  Protefi:ajiti,prcientailèro  la  lor  dottiina,ne  meno  Foifero  ad-        i- 1- 
fi  a  difenderla,pcrchenon  il  vcderebbe  il  fine  delle  contcntioai:  clfcr' officio 
adiijilqualeanco  era  fino  a  queil'  hora  eiVcgiiìto^dù  s'hauicbbc  coli  conti- 
rojd'cflaminar  la  dottrina  loro  tratta  da'  libri,&  condannar  quella ,  che  me- 
larfceflì  Protcftanti  haueilèro  qualche diiiìcoltà,&  la  proponeirerohumii- 

<  te,&  moftrandofi  pronti  a  riccuer'  njftruttione ,  gii  farebbe  data  facondo 
fo  del  Concilio  ;  &  però ,  che  negaua  airolutairicnte  di  volere,  che  fi  con- 

cillèro  i  Padri,perriceuerla  dottrina  loro:&:  da  qucfto  parere  non  poter  di- 

I  rfi,quando  ben  doueffe  metterci  la  vita.  Per  quello ,  che  toccaua  al  dar  lal- 
ndotto  in  altra  forma,  che  era  con  efforbitante  indignità  della  Sinodo, 

leion  fi  fidalfero  del  conceduto,  &  che  il  trattarne  era  ingiuria  alla  Chiefa 

I  o  infopportabiIe,&:  degna,che  ogni  fedele  vi  mettcifc  la  vita  per  propul- 

s 

Cardinal  diTrento  non  volfe  dar  rifpofta  cofi  afperaagli  Ambafciatori: 
ifccheil  Legato  haucuafentito  con  ifdegno  la  propofitioneloro,di  voler 
ipiar  dal  preientar  la  dottrina,  douendo  elfi  riceucre  da'  fuoi  maggiori  con 
:nza,&:  obedienza,la regola  della  fede,&  non  voler  prefcriueria  agli  altri, 
ij  into  indecoro  &  alfordità.Perilche  gh  confegliaua  trapallar  qualche gior- 
J  !  che  lo  fdegno  del  Legato  folfe  rimelfo  ;  &c  poi  principiar  la  propofta  da 
a  he  altro  capo,per  capitar  poi  a  quelli  del  preientar  la  dottrina,  &  chiedere 
ÌM  ocondotto.Riceuettcf  o  il  confeglio,&  dopo  qualche  giornijelfendo  par- 
ol  Cardinal  di  Trento,feccro  far  ottìcio  per  l'Ambafciatore  Celarco ,  accio 
.1  gato  folIèriceuutoillormandato,&  afcoltatalapropofitionejper  douer' 
i|  :efa  lamente  di  lui,deliberare  iecondo  che  dal  lor  Prencipe  haueuano  in- 
ai one.L'Ambafciatore  trattò  col  Legato ,  dalquale  hebbc  l'ifteifa  rifpofta, 
ai  Trento:perche  non  fdegnojma  deliberata  volontà  l'haueua  fomminiftra- 
.1  iora.L'Ambafciatore,intefala  mente  del  Cardinale,giudicò,cheperall* 
33  negotionon  potelfe  hauerluogo:&,conofcendocheil  riferir  la  rifpofta, 
(  titra  la  degnità  di  Cefare  ,  quale  haueua  cofi  largamente  promefto  che 

II  o  farebbe  ftato  udito,&  haurcbbe  potuto  liberamente  proporre,  &con- 
i'  nkiogo  di  dar  rifpofta  precifa  a  "Wirtembergici,trouòdiuer(e  fcufe,a 
H  portar  la  cofa  inanzi :ne  lo  feppe  far  con  tanta  arte, quantonquc  folle 
is  aolo,che  non  fcopriflèro  effer  pretefti,per  non  dar'  una  negatiua  aperta. 

A  larono  in  quefto  tempo  a  Trento  Ambafciatori  della  città  d'Argentina,  -^^i*''"»*» 
iiinque  altre  infieme,có  inftruttionedi  prefentar  lalor  dottrina.C^cfti  ad-  mandano  ai 
't  lono  Vilelmo  Pittauio, terzo  Ambafciator  Cefareo,ilquale,per  nò  incò-  Concìlio: 
'  1  Ile  diificoltà  occorfe  al  collega,pigliò  il  lor  madato,«Sc  gli  confortò  ad  af- 
i» pochi  giorni,fin  che  lo  mandalfe  a  Cefare,&  riceueife  da  lui  ri(pofta,per- 

Jijucfta  guifa  fi  caminerebbe  con  pie  fermo.  Quefto  fu  caufa ,  che  anco  i 
icmbcrgicififermaronoióc  l'Ambafciatore  fcriftea  Cefare ,  dando  conto 
l*lfolutionedel Lcgato,&:  moftrando  quanto  folle  centrala  dcgnuà  delia 
«i|  fua,che  non  iìteiicfle  conto  d'una  cofi  honefta  &  giufta  parola,datada 

I  Aaa 


nuli: 


^370  CONCILIO  DI  TRENTO         P'apa  Givlno 

cio   i3     lei.    Ma  Cefaic  j  volendo  rimediare  all'  indegnità  che  riccaeua  ,  Se  cauar  a 

LI.        fracco  dal  Concilio  con  deliro  modo,  afpcttando  gli  Ambafciadori  dell'Eie 

diSallonia  in  brcue,  fcritrc,  che  gli  altri  follerò  tractenaci  (ino  al  loro  arr 

ccrìificandogli^chcall'horafarebbono  ilari  aditi,&  conferito  conello  loro  : 

ogni  carità.  .   -, 

lìriaffimliiAììo,    .  Tìi,  tredici  di  Dicembre  pafsò  per  Trento  MaQimiliano,  figliuolo  di  Perdi  1 

fidando  per    <^o,con  la  moglie,&figliuGli;&  h  incótrato  dal  Lcgato,&da'PrelatiItaliai  ; 

rtnto,c.e  e  ^p^^o-^^qJj  ^^'^^^.^l^m-jiQ^rmaniancora.    I  Prencipi  Elettori  non  l'incom 

laucre^e  de  i    u  ,  n,  ,1  -■        1    •  1  ■  »      1     r  •     1      •  T^ 

ProtejUmir    no,malo  vihtaronoall  aìloggiamento.Conlui  ancora  giiAmbalciadoriP;, 

ftanti  fecero  indoglienza,che,con  tante  promclle  fatte  loro  da  Cefarcperò  ] 

poteaano  manco  hauer' udienza,  &:lo.pregarono  ad  hauer pietà  della  Gei 

ìiia:perche  que'  Preti ,  come  foreftieri,per  minimi  rifpetti  loro, non  curan 

ben  la  vedono  ardere:anzicol  lor  precipitar  le  determinationi,&:gli  Anatl  .1 

fanno  le  controuerlieogni  giorno  più  difficili.  Maliimilianogli  conforcò  1 

far  patienza,&;  gli  promife  di  far'  otncio  col  zio,che  le  attieni  dei  Concili  a 

fallerò  fecondo  che  nella  Dieta  haueua  promelFo. 

Il  Papa  crea        j^\  Natale  creò  il  Pontefice  quattordici  Cardinali  Italiani:tredici  ne  pw  • 

tnolncardi-   airhora,& unofìriferuòin  petto,perpublicarloallu,otempò-  Etperho 

una creatione  cofi numerofa nel  principio delPontificato , ^Viafiìme  elfe  ji 

quarantotto  Cardinali  nel  Collegio  ,  che  era  ftimato  in  quei  tempi  ni  :r 

molto  grande,  prefeoccafione  dalie  attioni  del  Rè  diFrancia,  Delqualeiiii 

relòjcofi  per  la  guerra,che  faceua  coatra  la  Sede  Apoftolica,  come  per  gli  it 

publicati:aggiongendo-unaiiuoua,arriuata  all'horada  Lione,  &c  da  Gene  ; 

minaccialFe  anco  far'  un  Patriarcha  in  Francia  :  laquale  quando  fi  foife  ve 

ta  ,  diceuaellèr  neceilario  proceder  contra  lui  pervia  giudiciaria,  neic  ii 

urebbe  rifconrrat-o  in  molte  difficoltà  per  il  gran  numero  di  Cardinali  Fr;  ici 

a  quali  biiognaua  metter  contrapeib,  creandone  di  nuoui,  &;  perfone  di  \  : 

de' quali  la  Sede  Apoftolica,nelie  occafioni  impor^antijfìpoteire  valere.  ^ 

Collegio  corrifpoftc&inuoiii  Cardinali riceuuti.  Dopoquefto,fpcdì  i  ih 

genza  il  Vefcouo  di  Montefiaicone  a  Trento  >  con  lettere  credentiali  al  (  d 

nal  Crcfcentio,  &  a'  tre  Elettori.  A  quelli  mandò,per  rallegrarli  della  lor  v  r 

&c  rmgratiargli  del  zelo,&  riuerenza  vcrlo  la  Sede  ApoftolicajelTortando;  . 

perfeueranza.    Ordinòjche  delle  loro  conto  della  creatione  de'  Cardinal . 

per  hauer  miniilri  dependenti  da  ie ,  poichei  Vecchi  erano  dependenti  ti  1 

qualche  Prencipe.Er  gli  diede  anco  commiiTione,dilcufarlo-dellà  guerra  l 

ma,dicendo,Che  egli  non faceua  guerra,  ma  era  fatta  alni:  che  contra  ili  ' 

lere  era  neceffitato  difenderli.  Al  Cardinale  Crefcentio  mandò  a  dar  coi  ' 

Cardinali  fatti,  con  promettere,  che  haurebbe  fatto  intendere  a  nitri  1  0 

mente  fua,come  douelfero  in  ogni  tempo  deportarli  verfo  un  fuo  amie  > 

quale  teneua  tanti  oblighi.  Fece  anco  dire  al  Noncio  Sipontino  mo  ' 

fecrero ,  che  di  lui  haueua  difpofto,  come  l'amicitia  comportaua:  noi:  ^ 

ralFe  di  fapere  in  che3ma.atj:eiideireLa {bruire, come  perilpairacoeraltatojjil 

difare..  ,o>uiÌ9ri    . 


^aGivlioIII.         libro    QJy^ARTÒ.  571 

'arte  le  fcftc  di  Natale ,  lì  lece  Congrcgationc  generale,  per  dar  forma  alla  ""cTo^  To  ~ 

rarionc  del  Sacramento  deli' Ordine.Furagionaco  degli  abufi,  che  in  quello        lii. 

)  nella  Chiela  entrati, dicendo  il  Noncio  Veroneie,  e  he  in  tutti  ccrranienKc  in  Ccn^-tga- 

che  abufo  era  degno  ài  correttione ,  ma  in  qiicfto  era  roceai-.o  dcoli  abiiiì.  '"««/  ordina 

)po  che  da  m'oTti  furono  fatte  efclamationi  aliai  tragiche,  fi  pensò,  che  era  '('  "'"'^^-'^^  ^<^^ 

prima  proporrcfecondoil  coflamcidi articoli  tratti  dalla  dottrina  Lnthe-  Tì^J^'^j^^^ 
'■ir  1  ■  r  1  j  1  -or  i  •  «         •        "'^  Ordine, 

poi  dilcatercquali  11  doueuano  dannar  per hcretici ,  Se  t-ormar  gli  Anathe- 

(mÌ5&  i  Capi  di  dottrina,&  in  fine  parlar  degli  abufì.  Furono  àuui  a  Theo- 
Iodici  articoh,  Copra  quali  lollecitaméte  lì  parlatia  mattina  &  fera. Da' voti  yè  ne  formano 
hcologi,  i  Padri  deputati  formarono  prima  otto  Anathcmatifmi ,  dannan-  '^"fthematif- 
irhereiìa  il  dire.  Che  l'Ordine  non  è  verp-&  proprio  Sacramento  ;&  un  fo-  ^^' 
le  tende  per  molti  mezzi, al  Sacerdorio  :  il  negare  lahierarchia:  il  dire ,  che  ^^^J^' 


e  capitoli  di 


ma: 


iiiiconteniodel  popolo.: il dire,che  non  vi(ìaunSacefdotiovihbilc:che 
aonenoniìa  necelfana:  clic  non  iì  dia  lo  Spirito  Santo:  elici  Vefcoui  non 
de  ture  diHinoyik.  luperion  a'  Preti.  Sopra  quelli  anco  furono  formati  quat- 
api  di  dottrina  :  delia  neceihtà,&  inftitutione  del  Sacramento  dell'  Ordine: 
bile  &  eilierno  Sacerdotio  della  Chiefa  :  della  Hicrarchia  Ecclelìaftica:& 
diri"erenza  del  Prete  al  Veicouo.  Laqual  dottrina,  &  Canoni,  elfcndo  ap- 
iti  dalla  Congregatione  generale  ,  furono  poftitutri  in  un  Dqcrero,fotto 
Xq  contellojQoa  quello  del  Sacrih,cio,per  publicargli  nella  Sefiione  :  fé  ben 
ion  fu  tatto  per  le  ragioni ,  chcfi  diranno  :pcrilchc  anco  non  lì  fa  più  par- 
ar mentione  delle  cole  che  in  quc-llc  Congregationi  di  Dicembere,  &  Gcn- 
pallaronojeirendo  le  ftcife materie  vcntilatc.di  nuouo  lotto  Pio  quarto 
terza  ridottione  5  allaquale  quando  faremo  gionti ,  narrerò  le  difleren- 
a  quelli  decreti  formati  hora  ,  &c  quelli  che  furono  {babiliri  dopo  ,  fot- 
o. 

ià,andando  a  Trento  da  molte  parti  nuoua,  che  lì  faceuano  foldati  per  tur-  rumori  di 
ermania,&  temendoli  di  guerra,  i  treEletrori,che  vedeuanolecofc  loro  in  ^i^^'^ra aTrmz 
;olo,mandatelcttere,&meiriall'Imperarore,richiedeuano  di  poter  tornar  ^''■* 
tati  loro,pcr  conferuatione  delle  cole  proprie.  Celare ,  che  dclìdcraua  la 
:inuatione  delConcilio,gli  rilpole  nel  principio  del  m.  d.lii.  chei  romo- 
)n  erano  tanto  gradi ,  quanto  la  fama  portaua:ch'egli  haueua  mandato  a  vc- 
a  verità,&;  s'erano  trouati  lolamente  alcuni  pochi  lollcuati ,  ma  che  le  città 
oin  officio:&,che  Maiiritio,delquale  eraromore  che  folle  in  moto,doueua 
irlo  a  trouare,  &  haueua  anco  già  dcftinato  Ambafciadori,  iquali  tuttauia  li 
auano  in  Ifpruck,pcr  inuiarlì  imiriediare  a  Trento  :  che  quei  pochi  foldati, 
agiati  nella  Turingia  ,  quali  trafcorlì  haucuano  fatto  danno  nelle  terre  dei 
;ontino,erano  modi  per  folo  mancamento  di  ftipendij  :  che  egli  haueua 
dato  pcrfona cfprella ,  accio  folfero  pagati,  &c  liccntiati:  che  egli  era  confa- 
)le  di  tutto  quello:rch.c  lì  diceua,&:  temeua,netralcurauacoia  alcuna:hauc- 
logni  luogo  chi  l'auifaua,  ne  perdonaua  a  (pela  :  perilchc  gli  confortaua  a 
abandonar  il  Concilio  ,  che  porterebbe  pericolo  a  diicioglierlì  con  lalor 
enza,con  danno  notabile  della  religione:  Scfc  i  loro  flati  hanno  bifognodi 

A  a  a     i  j 


_        57i  CONCILIO   DI   TRENTO        Papa  Givtiofl. 

ciò   i^    qualchcpi-ouifionejcommandino  a  lor  minifln,&:  auifino lui,chc  gli  darà,  ni 
Li.        aiuc©. 
ambafciadori       Addì  fette  Gennarcgionfcro  a  Trento  Volfio  Colcio,&:  Leonardo  Bade  «. 
dd  Sajfoneal  no,AmbafciatoridiMauricio,Elerror  di  Salioma,  che  diede  grand'  allegr 
Tcolltmul  ^o"^ Elcttori,&;  Prelati  Germanijaflìcarati  da qiiefto, che  Maantio  non  ten 
hr  \ktttianei  nouità.Trattarono  prima  con  gli  Ambafciatori  di  Cefarc,  dicendo, ^Ghci, 
Prencipccome  defìderoio  della  concordia,  haucua  deliberato  mandar  al  ( 
cilioalcuniTheologi,huorainipij,&  amatori  della  pace,  ilchc  haureEt 
anco  fatto  gli  altri  Prencipi  Proteftanti:ma  era  ne  cellàrio,  prima  un  faluo  a- 
dotto  nella  forma  del  BalileGnre,&  che  tra  tanto  in  Concilio  fi  fermaife  in 
trattatione,&chegiontiquelli,{ìreeiramina(rero  le  cofe  giàtrattate,noae  it 
do  Concilio  Generale,  fenon  vi  interuengono  tutte  lenationi:  che  il  Pont . 
non  vi  habbia  autorità  di  prefedere ,  ma  lì  fottoponga  al  Concilio ,  &  rei 
giuramento  a  Vefcoui,accio  i  votifiano  liberi.  Aggionfero  gli  Ambalci;  ; 
che  nella  Congregatione  de'  Padri  haurebbono  efpofto  le  cofe  più  abond  t 
méte,laquale  defiderauano  che  (Iadunaireprefto,percheiTheologi  erano  \ 
ranta  miglia  lontani ,  &  afpettauano  folo  d'elTer  chiamati.  Gli  Ambafci 
Ccfareiiifpofero  buone  parole, perche  Cefare, per  trattener  Mauritio  ,b 
commandato  che  folTero  ben  trattati.  Quelli  Ambafciatori  fecero  i  med  i, 
offici]  co'  PrencipiElettori,&  col  Cardinal  di  Trentojma  ricufaronodi  tn  m 
colCardinalCrefcentio,&  co'fuoiColleghiipernóparer  che  gli  riconof  fé 
ro.Inftauano  a  elFere  admefll  in  publico,i>er  prefentare  le  patenti  loro  >  &  ! 
riceuutijcome  erano  flati  accettati  quelli  dell'ElettordiBrandeburg:di  che  '.. 
farei  gli  dauano  {peranza>anzipromeira,per  trattenergli.  Ma,  dall' altra  pc  y 
Legato,^  iNoncij  5  apertamente  ricufauano  d'alterar  la  formula  del  f^luc  in 
dotto,  dicendo,  Eller  troppa  indegnità  della  Sinodo,  che  rapprefenta  ru  ,1 
Chiefa  Cattolica,  che  quattro  Settari)  debbiano  metter  difficoltà  di  fida  ii 
lci:ne  meno  voleuano  fermar  il  corfo  de' Decreti  già  maturamente  ordina  i 
che  fperanza  vi  potrà  elfere  della  conuerfione  di  Germania,  quando  ven:  n 
con  qucfle  dimande?Et  quanto  all'  udirgli  in  publiccelfendogli  (lato  pron  fc 
era  giurtotmajelfen  do  mandati  a  quel  Concilio,delqualehanno  veduto,  &  a 
no  che  il  LegatoA'  Noncij  Apoftolicijfono  Preiìdcnti,è  necelfario  che  gli  ( 
nofcano  per  rali,&  ienza  quello  non  poter  admettergli ,  cofi  tenendo  >  ìt 
mifiioneipccialc  dal  Papa,dacaloro  quando  gionfero  quei  di  "VX^iitemberj  li 
di  rilafciaregiuramcnti,&  altre  tali  impietà,*^  biafteme,contralaSedeAp  e 
lica,non  diceuano  alti  o  >difpo{li  a  morir  più  rollo  che  tolerarle:che  fartbl  !^ 
partiti,&difciokoilConcilio,3ccomraandaro  a  Prelati  di  noninterucni  ? 
atto  alcuno.Fu  di  quello  auifato  Ce(are,alquale  il  negotio  era  molto  a  cuo 
xeftòoffi-^fo  per  la  pertinacia  de'  Pontifici j,e he  voleilcro,  per  pontiglio,  ine  ^ 
un  negorio  ditunrorileuo  in  conquairo,&farnaicerunaguerra,laqualgoll 
in  fine  elfer  anco  il  loro  e{lcrminio:&  rimandò  ordine  agli  Am.bafc latori  lui  >! 
al  Cardinal  Madruccio,  che  faceifero  opera  ài  quietare  il  Legato  ,  &  ufa  r 
l'aurorità fua,prima con preghiere>poi  anco  con  parole  aite,  fé  nontrouaii' 

mi 


GivLio  III.        LIBRO   QVARTO.  57j 

ramcntojchc  fodisfaceiread  ambe  le  partile  eoftiingeflqro  coumadi  ciui- 
'(Tato,<Sc  iNoncijjacondcfccndeialgiufto. 
Ambafciaton  Celarci,^  il  Madiiiccicprefo  confcglio ,  rifoìrero  di  non 
co'  Ponhncij  tatto  inl!ìerrK':ma5pcr  principio ,  lolo  trattar  del  riceuer  "^li 
(ciafori:dopolonghcpcrriiaiioni,lcqL]alimirauanoaiTioftrarcj.chequIn- 
ero  i  Saironi  introdotti  nel  confcirojdouc  cffi erano  Prefidenti, fi  potcua 
he  la  prefidenza  era  alfai  riconorciuta,quantonqiic  non  folle  con  loro 
ito  inanzi  a  parte: alle pcrdiafioni  aggionfcro  le  preghiere  per  nou-^e  di 
mifte  con  qualche  parola,fignificantc  chcconueniiia  non  abn.iar  la  Tua 
iza>ne  coftringerlo  a  pigliar'  altri  riiiiedij:  la  ncceflkà  clFer'  un  potente 
nento  a  chi  ha  la  forza  in  inano,Infine,ilCrcfcentio  fi  lafciò  condarrc» 
f  Fero  riceuutijuon  in  Seflione ,  ma  in  publica  Congregatione  generalc,iii 
lui,parendogli  con  quello  effer  riconofciuto  per  Capo.  Spuntato  qucftoj 

0  al  foprafedcre  le  materie.  Diceua  il  Toledo  ,  hauer  fentito  tante  volte 
i|ire,efier  cofi  cara  a  Chrifto  la  (alute  d'una  anima  fola»  che  dcfcendcrebbe 

oadcllcr  crocifilfo  per  acquiftarlar&horajcon  differire» fi  recufauadi 
i  urta  Gcrmania:douc  era  l'imitatione  diChrifto?Sifcufaua  il  Legato  co' 
i  uidamenti  del  Papa  aifoluti,  a'  quali  non  poteua  conrrauenire:majrepli- 
*  'AmbafciatorejChe  al miniftro  fi,dà  l'inftruttione  in  fcritto>&  la difcre- 
rimette  alla  prudenza  ;  difle  il  Legato ,  che  vedeua  molto  bene  quello 
grado  per  incaminarfi  a  dimandar  retrattatione  delle  cofe  decife.  Gli 
ttjarola  rAmbafciarore,  che  di  ciò  nonhaurebbe  trattato  mai  y  anzi  ha- 
fatto  efficaci  offici)  co'SalTonijper  fargli  defiftere  da  quella  inflanza. 
iij  ILcgatOsperluafo  dal  Noncio  Vcroncfe,che  prima  s'era  iafciato  fupera- 
adollare ,  (diceua  egli)  alPapa ,  3c  al  Concilio,  un  tanto  cariccche 
pitatoim  negotio  tanto  importante,  per  la  negatione  d'una  poca  di- 
defcefcadireacheficontentauajpur  che  da' Prelati  nella  Congrega- 
tale foife  predato  airenfo  :  aquali  anco  fi  rimettcua  intorno  il  laiuo- 
o,cherichiedeuano. 

1  ita  la  Congrcgatione,perconfultarropraqHefti  particolari  :  &  fu  facile  <^°"fi*^t<^ft '» 
u^;ladilationepergliomcijfattidagrimpcriali:  dcUaluocondotto  non  ^""S^S^"^ 
'tìicilelaconfultationejnonfolcbper  la  ragione  allegata  dal  Legato;  ma  g  dtlìberatoS 

5  ichc  era  abhorrito  il  nome  del  Concilio  Bafilcenle,  Se  il  rimctrerfi  a  contentargli 
'  ^  quello  che  più  importaua,ftimando  chealcunecoiepotcuanoconue-  infam: 
y  CI  tempi,&  non  a  queftirperche  i  Bohemi  haueuano  dottrina  non  tanto 
.1  alla  ChiefaRomana.Con  tutte  quelle  oppofitioiii ,  l'autorità  de'  tre 
odclCardinal  Madruccio;&  l'officio  degli  Ambafciatori  Ccfarcipre- 


x  non 

fci 

I  con 

ne 


.1 1  Pietro  TagliauiajArciuefcouo  di  Palermcfu  aggionto  ,  che  fi  iafciaua 

'1  Ilare  un  ponto  molto  principale,  come  s'hauerebbe  trattato  con  gli 

Jal  ator i  nel  dar  loro  luogo  da  federe»  o  no  :  nell'  ufar  verfo  loro ,  &  i  Pren- 

ioiljtcrmine  d'honorc-.perche  non  lo  facendo,cra  romper  il  negotio;  &  £a- 

Ioli,  eia  gran  pregiudicio  honotar  Keretici  nstaiiifcfti^o  tenergli  in  alrro- 

'  Aaa    li) 


374  CONCILIO    DI   TRENTO      Papa  Givinn 

ci3   i=>~  conro  che  di  rei-LaftclFa  8c  maggior  confideiationc  fi  doncua  haacr  del  ix 
L-ii.        digouci-naL-ficc'Thcologivcntui-i:  quali  pretendono  haucrvoro  ,  &  alfm 
vorranno  etlcr'  a  parte  nelle  difpLUejd:  coniuke ,  ne  permetteranno  elfer  r  u 
nello  ftafOjcheLiChielade'Dbc,&:  non  può  tenergli  altrimcnri,cioè,dihcri( 
fcomn-iunicati,&  dannatÌ5Con  quali  non  è  lecito  trattare,  fé  non  per  ififtrigi 
iehumilmcntelorichicdono,&  perdonargli  per  grafia.  Sopra  queftapnaj 
rione  fuallìii  detto  della  varietà  de' tempi,a  qualiconuienech'ogni  leggei 
commodr.cheimedcfn-niPonteficijche  ftatuirono  quelle  Decretali,  nor:É 
rcbbono  inqueftc  occanoni-.niiìunacorapiufaciimcnteromperfijchelap  ifa 
ra.Lequaliragioni/e  benperfuadciiano  la  maggior  parte,  con  tutto  ciò  mi 
penano  che  riLoìucre.Parcua,che  il  determinare  qual  rigordelle  leggi  fidi" 
ritenerci  qual  rilatciare,fo{Tc  cola  di  molta  &  longa  condiltatione ,  &(l 
riioluerfcnzail  PontehccRomano,&  il  Collegio  de'Cardinali:ma  l'angui i 
tempo  non  comporcarlo.Qoefto  refe  tutti  ambiguijquando  opportunarn  j 
Veicouo  diNaumburg  preleperfondani^toché  laneeeffitailcuiauaogji 
crre(fione,6(:  che  inGermania ne'Colloquij>ccDiete,quefteconfideratio»H 
kate  maturatc,&  cofi  decilo:ma  per  iìcurar  meglio  il  tutto,  era  ben  far'  ui 
teftationc  inanzi,che  tutto  toife  fatto  per  carità,^  pietà,quali  lonoiopi 
legge,&perridurglifuiati;&:s'intchdellc  fatto  iempre  lenza  pregiud&lf 
quelle  clauiulcche  i  iurilperitiiapranno  trouarc.  Qucfto  parere  fu  abl»; 
prontamente  da'  primijda  Prelati  Thedefchi,da'  Spagnuoli  poi,s5c  dag[>  i  | 
in  finccon  qualche  tcpidezzajftando  fempre  imimobile  il  Legato,  &  ino  1 
ben  chiaramentcche  ilaua  quieto  coftretto  dalla  neceflità.  Fermate  que 
lutioni,fudelibcrato,che  il  ventiquattro  del  mele  fi  facelfe  Congregatj( 
nerale,douegli  AmbaiciatoriSaironifoircroriccuuti,  »S:  uditi :che  il  >v< 
que,giorno  perciò  defiinatOsfi  teneirelaSeirionc,nellaqualefipubÌica{l< 
none  fino  alia  venuta  de'  Theologi  Protellanti:che  follerò  eletti  Padri, 
fieme  colNoncio  Sipontino,formallcro ilDecreto,la  Protelì:atione,&i. 
condotto.Gli  Ambafciatori  Celarci  chiefero  d'hauer  la  minuta  del  fa.! 
dotro,prima  e  he  li  publicaire,per  farlo  veder'  a'  Protcftanti,accioche>n(l 
facendo  loro,fi  potellc  compire  in  maniera,che  non  haueifero  occafionef 
tarlojcome  dell'  altro  haueuano  fatto, 
Hcheèhro  fi-^     S.'attefe  ne' giorni  feguenti  alle  fudette  cofclequali  compitcgU  Ambi 
gnifica$Oy  ■      ri  Celarci  chiairjarono  a  loro  i  Proteftanti,  3l  hauendo  l'Ambalciator  ]| 
tatto  un'eloquente  encomio  della  bontà,  &  carità  de' Padri,  ^elTori 
Proteftanti  a  dar  qualche  particella  di  lodisfattione  al  Concilio ,  ficoirl 
dauano  molta  a  lorcgli  diircche  era  conclulo  di  receucre  i  mandati,&  [ 
ne,&;  udir  le  propoftc  loro  inpublfcojdiiterirc  la  conclufiohe  dcl^e^Dfj 
che  difculfe  &c  maturate , per  afpettar'  iThcologi,.?^  afcoltargTi  prinflrf 
Lìrebbono  hauuto  il  ialuocondotto  anipli(ìimo,comc  ricercauanoi3cJll 
fattala  minuta:&  fi  cileie  molto  in  mofti-are,  che  erano fauori ,  8c  gratxf 
ràBilipaflando  poi  a  dire>elkr  ueccilàrio  conceder  alcuna  cofa  al  teji3p( 
volÈi-.tuttQ  ili. uniiLaiìignK)<Quan«i©J4lfarà  Biella  tiattatione,  r.occafiori| 


l  GiVLio  III.         LIBRO  QJ/  ARTO.  375 

»  •rmokccofcchcinanzi  p.iiono  difficilircheiPadii  defiderano  .Ki  venuta     ci3  i? 
eolog;i ,  (SsTchc  diì  nicdclìmi  Ambatcìarod  Cclarei  hanno  cole  di  gran       lh* 
ncoiiaproponcLc,&  ftanno  folo  afpctcando  ,  che  fìa  daco  principio  da 
n|laiiti,pcr  comparcr  fuori  poi  cllì.Pcr  quello  rilperro,nella  di iTian.da,chc;_il 
lice  lì  ibrcometca  al  Concilio  ,  gli  prcgauano  andar  Icnramciuc  ,  ocrche 
Padri  co!Vorccuaao,cTie  vi  era  qualche  cola  da  correggere  nella  0  radezza' 
icia.,machebiiognaaacaminar  con  lotti!  deftcrità: che  eflìmed. lìmi el-^ 
£ntauanocutto'idìla(ingolar-edcftrezza,&  artcchebirognauavfarctrat- 
r  con miniftri  Pontitìcij.Parimcntcche  il reelluminar  le cofe già conclufe, 
adaproponer  coli  nel  bel  principio,chc  tarebbe  con  troppa  infamia ,  & 
lore  del  Concilio:pcrc)  i  Theologi  andairero,chc  farebbono  uditi  in  tutte 
d  opportunaméte,&  no  gli  mancherà  maijfe  fi  vederano  granati  m  alcuna 
I  poter  partir  liberamente.!  Proteftanti,ritirati  tra  lorojvcdutala  minuta '«'^  #  >^<>»fi' 
!  Liocondotto,nonricontentarono,pernoneirer  conforme  allaBalìleenlc,  "^'^"^''»» 
1  ualea  Boemi  quattro  cofofurono  concelfe  di  più:  I.  Che  ellì  ancora  ha-  /J  j^™o«- 
i)votodccilìuo.  II.  Che  folFe  giudice  nel  Concilio  la  Sacra  Scrittura,  la  (io«o. 
:a  della  ChiefaVecchia,li  Concili), &  interpreti  conformi  alla  Scrittura, 
llwpoteirero  far'eirercitio  della  fua  religione  in  cafa  loro.  IlII.  Che  non 
ittaalcunacofain  vituperio, ofprezzo  della  lor  dottrina.  Dellequali  la 
la  era  molto  diuerla  dalla  formula  data  loro  ,  le  altre  tre  erano  tralalciate 
al  lente.Hebbero  anco  fufpitione,perche  quel  Concilio  non  prometteua  la 
i^.za  per  nome  del  Pontehce,&  del  Collegio  de'  Cardinali,  come  dal  Bafi- 
n|  eraftatafatto.Rilollero  nondimeno  di  non  far  métione  di  quefto,ma ben 
:\  ircche  le  altre  quattro  particole  ommeife  folfero  inferte.Ec  ritornati  a^li 
i!  fciatoriCefareijapertamétefi  dichiararono,che  in  quella  forma  nò  pote- 
u  iceuerlo,hauendo  nelle  loro  inftruttioni  quella  elprelfa  commiflìonc.  li 
1:  3  morti òfdegnarfìjche non  lì contentalfero  di  quello,  che  eo-li,  &  i  fuoi. 
1  ;hi,haucuano  ottenuto  con  gran  fatica:che  l'importanza  ftaua  nellafìcu- 
i  kirandare,&  del  partirci  il  refto  aparteneua  al  modo  di  trattare,  che 
<i  )s'haurebbc  potuto  concludere  con laprefenza de' Theologi. EiFercofa 
p)  ardua  il  non  voler  renderli  in  parte  alcuna ,  &  foli  voler  dar'  le  le^rgi  a. 
r;  1  Chiefa.Ne  potendo  con  quelle  ragioni  muouergli  dalla  determinatione 

0  iirv-io  in  fine,  che  haurebbono  riferito  a'  Padri,  &c  effi  gli  refero  la  minuta 
tiiocondotto  con  le  aggioi^  teche  ricercauano. 

1  psoySc  i Prefìdcnti,intendendo  larichiel1:a,&  lafermezzade' Proteftanti,  & i Pnjtdin»-^ 
)1  uono  agli  Ambaiciatori  Cefarei,quanto  foifero  le  lor  diraande  aliene  dal  *'» 

il  ,>Sv:cóueniente.Imperoche,nellaformadclBarileenrc,n6troaerànomaia' 
e  icircvftatocócciro,che  nel  Cócilio  hauellero  voto  deeifiuojma  che  la 
n  iia,&:pratticadcllaChieia,&Cócilij, sdottori  che  H  fondano  in  quella, 
<i  ,iLidici,èdetto:quà.tóc];có  parole  alquàto  discréti, perche  la  pratticadella 
li  1  è  chiamata  l'otto  il  nome  di  Traditone  Apoftolica.Etquàdo  lì  dice  San- 
P;  li,  s'intéde  bene  che  li  fondano  nella  Scrittura:percheefli  non  fanno  altri 
i(imcti.Iltcizo  di  celebrar  gli  Oificfj  nelle  cafe  s'intédcpurche  la  facciano 


;o 
>  ne 


:^-jG  CONCILIO  DI  TRENTO       pAPAGivLir 

e  1 3  13     che  ii5  iàa  raputo,&  fenza  fcàdalo.La  prohibitioncche  no  fia  fatta  cofain  if 
LI-        tupciio  eircre  clprelfa,  quado  fi  promette  che  iioii  faranno  in  cóto  alcuno  ft 
Però>vederfi  chiaro,che,pei-  trouar  querele,&  cauiÌlare,fi  lamétano  fenza 
ne  cirendouifpfcanzadi  contentargli,nórefl;ar'  altro,  fenondargh  il  falu 
doctOifecondoia minuta  formata,&  lafciar'  alloro  arbitrio  il  valerfene 
ufarlo.    Il  Conte  di  Monfort  replicò  ,  Niente  potcrfi  far  più  in  feruiticlel 
publica  caufa,  che  leuargli  li  pretefti,  &  cauilli ,  &  moftrargli  al  mondo  i  tfci 
fabili:  onde ,  poiché  in  loftanza  non  era  differenza  deljia  minuta  alla  fo  ia( 
=  tUCongniar-  Bafilea,per  ferrargli  la  bocca,fi  potcua  copiar  quella 5ÌÌ parola  in  parola,!  it?, 
tioneftanno     folo  i  nomi delle  perfone,luoghi,&  tempi.I  Prefideifti,da  una  rilpofta  fo 
fifjt  tnnon      tanto  ftrettacommoflìjfi  guardarono  l'un  l'altro  :  &c  il  Lcgato,prefo  imn 
^'^"^*""  "**  "  partito,rifpofe.  Che  tanto  farebbe  ftato  riferito  a  Padri  nella  Congregar 
rifoluto  fecondo  la  lor  dcUberatione.  Raccommandarono  poi  i  Prefidei 
fcuno  a' più  famigliari  fuoi,la  caufa  di  Dio,&  della  Chicfaragl'  Italiani,  Sp» 
gnuoli,diceuano,che  era  una  grand'  ingiuria,che  douelfero  fcguire  una  n  io« 
i'cifmatici,  che  hanno  incautamente  parlato,&:  contra  la  dottrina  Chrifr 
bligato  afeguir  la  Scrittura  fola.    Ma  a  tutti  in  generale  diceuano,  che  i 
(lata  una  grand' indegnità,  quando  la  Sinodo  parlaffe  in  modo,  che  imn 
nafceffe  una  difputa  ineftricabile  foprarperche  a  vedere  quali  fiano  iDott 
fi  fondano  nella  Scrittura,mai  fi  farebbe  d'accordo:  appartenere  alla  degr 
la  Sinodo  parlar  chiaro:&  l'efpreflìone  fatta  efferla  vera  dichiarationed  d«, 
«uMttlCmrt'  leenfe.Et  altre  tali  perfuafioni  ufarono,che  quafi  tutti  vennero  in  rifolut  oci 
^mone  di     ^^^^  mutar  la  minuta ,  con  fperanza ,  che,  fé  bene  i  Proteftanti  cercauan< 
ajjomje  et-  tagaiarfijouando  poi  lacofa  foffe fatta, fi contentarebbono. 

taunaproteta      ap         /i  n     ■  1    i\  ri  1    /-^ 

i»  Congrega-      Le  coie  tutte  poftc  m  punto  il  di  ventiquattro  tu  la  generale  Congreg 

t'mtt  In  quella  conuennero  in  cafa  del  Legato  gli  Elettori ,  i  Padri  tutti,  &  gU , 

fciatori  di  Cefare,&  di  Ferdinando,  che  non  erano  loliti  interuenire  in  1 1 

ti  di  Congregationc.il  Legato  fece  ringrelFo  con  breui  parole ,  dicendo , 

i-anoadunati,per  dar  principio  ad  una  attione,  la  più  ancipite,  cheinpii 

folle  occorfa  alla  Santa  Chicfa:perilche  conueniua  con  maggior  affetto 

lito  pregar  Dio  per  il  buonfucceffo.  Et  inuocato  ilNome  dello  Spirito 

fecondo'lcoftume  delle  Congregationi,  fu  dal  Secretario  letta  la proteft: 

allaquale  hauendo  tutti  i  Padri  dato  il  placet  ydaì  Promotore  fu  fatta  in 

che  negli  atti  foffc  regiftrata ,  tSi  fattone  ancopublico  inftromento.  Ilt« 

quella  in  foftazafujChe  la  Santa  Sinodo,  per  non  ritardare  il  progrcffo  del 

cilio ,  che  receuerebbe  impedimento  per  le  difpute,  che  nafcerebbonoja 

s'haucffc  da  effaminare co'  debiti  termini,qual  ibrte di  pcrfone  poffono  e 

rcr  nella Sinodo,6c  qual  forte  di  mandati,^:  fcritture  poffono  clier  prefenl 

per  i  luoghi  del  federe,  dichiara,  che  fé  foffe  admeffo  in  perfona ,  o  per  foli 

alcuno,che  non  doucffe  effcr  riceuuro  per  difpofitione  della  legge,  o  ufo  (I 

cilij;  o  non  fedeile  in  debito  luogo,che  fé  gli  conuienc }  oucro,ie  fofferoal 

mandati,inftrumenti,protefte,o  altre  fcritture,  che  offendeffero,  o  potelll 

fender  l'honore  3  l'autorità)  o  poteftà  del  Concilici  per  ciò  non  fia^  ne  s!i[ 


4i  Girilo  m.  LIBRO  QVARTO.  377 

ìkegiiidicato  al  preferite  Concilio,o  agli  altri  futuri  Generali  in  perpetuo,    cià   1 3 
;ij  o  incentione  di  quella  Sinodo>che  fi  rimetti  lapace ,  &  la  concordianella       l  i  i. 
liàin qualonque modcpurche  fialecito, & conueniente. 

Cj.po  furono  introdotti  gli  Ambafciatori  Salibni ,  douc  entrati^'  fatta  riue-  parlamento  !o 
a(iConfeflb,parlòilBadehorno,vlando  titolijRcuerendiiTimi,  &:  Ampliili-  "  «^ ^"«"^'''"j 
mri,  &  Signori.  Lalblhnza  del  fuo  parlar  fu ,  Che  Mauric io  ,  Elcttor  di  ZlrTdJ"'^''' 
fi  ia,dopo  Iiauer  pregato  a  loro  l'aflìftenza dello  Spirito  SantOj&  l'edito  fa-  ' 

U  dell'  attioncgU  faceua  fapere,  haucr  già  molto  tempo  delibcrato,fe  mai  fi 
tl|aua  Concilio  Generale, libcro,6c  Chriftiano,doue  le conrroueifie della 
■ne foifero giudicate. fecondo  iaScrittura;&  tutti poceiFcro  ficuramcnte 
;,&  folle  inllituita  riforma  nel  capo,&  ne'  membri  j  mandami  i  fuoi 
ogi.Hora,pcnfando  che  cfll  fiano  congregati  per  quello  fine ,  conuocati  i 
beologijgli  ha  commandato  di  far  kieita  d'alcuni  d'cffi  ,  che  debbino 
la  lor  ConfclTìone  a  quel  Cólello  :  ilchc  Imo  adelTo  none  ellcguito  per  ril- 
i  certa  conftitutione  del  Concilio  di  Coftanza,  che  agli  hcrcticÌ5&  fof- 
Sfiaferuatalafedejofaluocondottodairimperatoreide'R.è5oaltii:&per 
iode'Boemi,chenon  vollero  andar' a  Bafilca,icnon  con  una  ficurczza 
dalConcilio.Perilche  l'Elettor  ricercò,  che  untai  faluocondotto  foire 
fuOiThcologi,&:configlicri,&loro  famigliari:  ma  già  pochi  giorni  gli 
«5  mtataana  certa  forma  di  faluocondotto  molto  differente  dal  Bafileenfe: 
i|  e  fu  giudicato  pericolofo  di  venir  qui  con  quello  ,  apparendo  da  alcuni 
H  Tridentini  già  ftampati,ne'  quali  fono  trattati  per  heretici,&  fcifmatici. 
Il  nque  non  fiano  ftati,ne  chiamati,ne  uditi.Perilche  dimanda  il  Prencipe, 
1  loi  fiano  tenuti  per  ifcufati,&  il  faluocondotto  concelfo  nella  forma 
l  ife.Oltra  di  cic),che,hauendo  il  Prencipe  intefo,che  vogliono  procedere 
e  iclufione  degli  articoli  controuerfi,di  è  parfacofapregiudiciale,&  con- 
;  dognilegge  diuina,&  humana,elIendoi  fuoi  legitimamente  impediti 
i  icamento  di  faluocondotto.Pcrilcheprega,cheil  tutto  Ci  dift'er  ile  a,  fin 
i.  10  uditi  iTheologi, che  non  fono  lontani  più  de  felfanta  miglia  Thedef- 
J.prelTodiciojcirendogli  ftato  referto, che  non  fi  vuol  udir'i  Protcftanti 
^  li  articoli  controuerfi  definitigli  anni  palTati,  la  maggior  parte  de'  quali 
e:  le  graui  errorijprcga  il  Prencipe ,  che  quelli  fiano  reelìarainati ,  &  uditi  i 
l' leologifopradi  cfli,&  determinato  quello ,  che  fia  conforme  alla  parola 
)  ,(S:  creduto  da  tutte  le  nationi  del  mondo  Chrilliano.  Imperoche  le  cofe 
;r  inate  fono  Hate  trattate  da  pochillìmi  di  quelli,  che  douerebbono  inter- 
ini Concilio  uniuerfale,come  dal  catalogo  llampato  appare.Et  pur'  è  cofa 
lille  ad  un  General  Concilio,che  tutte  le  nationi  fiano  admelfea^  libera- 
uiditc.Raccorda ancora  il  Prencipe, che  molti  articoli  controuerfi  coli- 
li o  li  Papa:&  hauendo  determinato  i  Concili]  di  Coftanza,  &:Bafilea,che 
e  Ulte  di  fede,&:  nelle  fpettanti  ad  elTo  Pontefice  egli  fia  loggetto  al  Conci- 
cela conuenientefcruar  l'ifteifoin  quello  luogo:&  inanziogni  altra  cofa, 
]i,llo,che  fu  conftituito  nella  terza  Seilìone  del  Bafilceiiic,cioè,che  tutte  le 
e  z  del  Concilio  fiano  airolute  da'  giuramenti  d'obligatione  al  Papajquan- 

Bbb 


37«  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Givlk 

ci3  13  to  s'afpettaaUe  caufedel  Conciliotaiizi  ilPrencipe  è  di  quella  opinioncc 
L 1 1 .  co  fenza  altra  dichiarationcper  virtù  delle  conftitutioiii  di  quei  Concilij 
debbiano  elfer  liberi  da  quei  legami  :perilche  prega  quel  Cqnfeffo^i 
inanzi  ogni  altra  cofa)repetere,approuare,&  ratificar  T'articolo  della fup 
tà  del  Concilio  al  Papa-.inalfime  cheihaucndobifogno  l'Ordine  Ecclcfial 
riforma>laqaal  è  (lata  impedita  per  opera  de'  Pontefici  >gli  abufi  non  fi  p' 
emendare)  le  le  perfone  del  Concilio  dependono  dal  cenno  del  Papa  ji'l 
tenute,per  virtù  di  giuramento,a  conferuar  rhonore,ftato,&  potentia  fu; 
dal  Pontefice  fi  potelfe  impetrar  che  egli  fpontaneamcnte  rimettefleij 
mentojiarebbc  cofa degna  di  gran  lode,&  che  concilierebbe  gran  fauore  i 
autorità  al  Concilio,&  a'  iuoi  decreti ,  che  nafcerebbono  da  huoraini  : 
iquali  (arebbe  lecito  trattare.  Se  giudicar  fecondo  la  parola  di  Chrifto  j 
Prcncipe  per  fine  pregasche  le  fuepropofte  fiano  riceuute  in  buona  panf 
do  ftato  fpinto  a  rapprefentarle  per  zelo  della  falute  propria  ,  per  cari" 
patria,&  tranquillità  di  tuttol  popolo  Chriftiano.  Quello  ragionami 
uendo  in  fcritto>lo  prefentò,&  fu  dal  Secretarlo  riceuuto:  Se  il  Promo 
nome  pubiicojdiifcChe  la  Smodo  hauerebbe  hauutaconfidcratioiie>6 
tunamentedatorifpofta.  | 

e  de'yyìmm      ^^P^  qucfti,furono  uditi  i  Wirtembergici>  quali  prefentarono  il  i  tj 
htrgìch         <i^ll'  Ambafciara  loro:ilquallettOjCon  poche  parole  dilfero  j  che  erano 
fentare  la  Confeflìone  della  lor  dottrina  >  douendo  venir  poi  i  Thec 
difenderla  A  trattar  più  abondantemente  le  ftelTe  cofe,con  conditian 
commun  concerto  dell' unajSc dell'  altrapartcfiana  eletti  giudici ,  ci 
canofopralecontrouerfie.PerchejelTendo  la  loi  dottrina  repugnante 
del  Pontefice  Romanos&;  de' Vefcoui  fuoiadherentijcra  cofa  ingiufta, 
torc,oucro  il  RecfiillegiudiceLfacendo  pertanto  inftanzajche le  cofi 
anni  inanzi  nel  Concilio,non  hauelTèro  forza  di  leggc;ma  fi  deife  nuou 
pio  alla  difcuQìone  d'ogni  cofa  trattata:non  elfendo.  giudo ,  quando  d 
ED  >  ciie  quello,  che  è  fatto  da  uno,afiente  legitimamentc  l'altro ,  fia  e 
&  tanto  maggiormcntcquando  fi  puachiararaente  moftrare  ,  che  <|j 
proffimeattioni,  come  in  quelle  dtgli  anni  inanzi,fono  publicati  deta 
diuina Scrittura contrarij.Et prefentarono ladottFÌna,& il  ragionam* 


m  icritto:&:  dal  Secretaiio  fu  il  tutto  riceuuto,non  però  la  dottiinalct 
pofco  dai  Pcomotorcpcr  nome  de'  Padri>che  al.  fua  tempo  hauerebb<  ^ 
rifpofta.  '^ 

^.-  Quelle  cofe  fattcpartirona  gli  Elettori ,  &  Ambafciatori ,  &  co*^  F  il 

Comilio:       rcftarono  i  Prelati,per  dar'  ordine  alla  Scflìone.Fu  prima  ftabilito  il  D(  ^ 
poi  propollo  il  SaluQcondotto,aggiongendo  le  caufe,perchc  i  Protei!   * 
le  necontentauano».  Et, pollo  in  deliberatione  ,  le  a  quella  forma  1 
aggiongerc  quanto  ricercauanomQ.vLfu  difEcoltà,che  tutttnon  conue 
parere  ,  che  altro  non  vi  fiaggiongelfcpcr  euitari  pericoli  d'entrar  li 
f««,*4i-#>.i"ftricabili,&inpregiudicijineuìtabili..  ' 

tKy  11  giorno  icguente  vinticinque  diGennaro,dcputato  già  alla  Seflionc  w  : 


i^paGivlioIII.  libro   QjyARTO.  V9 

tjjipparato ,  &  comitiua ,  s'andò  alla  Chiefa,  anzi  con  numero  maggiore  di   ci»  lO 

fdari/atri  venir  da' Prcridcnti,peroftenradonc  della  grandezza  del  Concilio,      lh. 

&  on  gran  nnineio  di  foieftieri,concorri  per  opinioncchc  i  Piotcftanti  doucf- 

feieflcrriccuutipublicninente,&confingclarceremonic.  Camola  MclTa  il 

yFj:oiio  di  Catanea,&fcce  il  Sermone GiouanniBattifta  Campeggio, Vefcouo 

a  Iaiorica:&  feruati  i  confiieti  riti,dalVefcouo  celebrante  iu  lecco  il  Decreto; 

a  ftanza  delquale  era,Che,hauendo  la  Sinodo,in  eflecutione  delle  cofe  inanzi 

e  etate,  trattato  con  accuratezza  quello  che  appartiene  al  Saciificio  della 

,ira,*?c  al  Sacramento  dell'  Ordine, per  publicar  in  quella  Seflìone  i  decreti 

aia  quelli ,  &  li  quattro  articoli  differiti  in  materia  del  Sacramento  dell' Eu- 

ajba,penfando  che  in  qucfto  tempo  doueircro  elfer  gionti  i  Proteftanti,a' 

Ili haucuaconceiroilSaluocondoti:o:nondimeno,noneirendo  quelli  venu- 

iuZi,hauendo  fatto  fupplicare,che  il  tutto  foife  differito  ad  una  altra  Seflìone» 

no  fperanza  di  douer  giongere  molto  inanzi  di  quella ,  riceuuto  un  Saluo- 

31  otto  inpiu  amplaforma,lamedefìmaSinodo ,  defidcrofa  della  quiete, & 

icconfidando  che  verranno, non  per  contradir  alla  fede  Cattolica,  ma  per 

y^  ifceie  la  verità,&  che  fi  quieteranno  a*  Decreti  della  Santa  Madre  Chiefa, 

i,  fferito  fino  al  dicenoue  Marzo  la  feguente  SefTione ,  per  metter*  in  luce  & 

ajicarlecofe  fopradette,concedendogli,perleuarogni  caufadi  maggior  di- 

Wj  i,il  Saluocondotto  del  tenor  che  fi  reciterà,  determinando  che  tra  tanto  fi 

ij  del  Sacramento  del  Matrimonio,  &  fi  profeguifca  la  riforma,  per  douer 

à  car  le  defìnitioni  anco  di  quefto,inricme  con  le  altre  difopra  nominate. La 

fjiza  del  Saluocondotto  era , Che  laSinodo,inherendo  al  Saluocondotto 

à  Ito,  &  ampliandolo  ,  fa  fede,  che  concede  a  tutti  i  Sacerdoti,  Prencipi, 

0  li,&perfonediqualonq;conditione  della  Natione  Germanica,che  veni- 
11  )50  fono  già  venuti  al  Concilio,Saluocondotto  di  venirci,ftarci,propone- 
,t  cariar  con  la  Sinodo,trattare  èc  elfaminar  quello,che  gli  parerà,dar*  arcico- 

1  ^^ confermargli, rifpondcre  alle  obiettionidel  Conciho,&  difputar  con 
I  :ttidiquello:condichiaratione,  che  le  controuerfìe  in  queflo  Concilio 
1  ri  attate  fecondo  la  Scrittura  facra ,  Traditioni  degli  Apoftoli ,  approuati 
d  ilij,confenfo  della  Chiefa  Catolica  ,  Se  autorità  de'  Santi  Padri  :  con 
I  ntaanco,chenonrianopuniti,fotto  pretefto  di  religione,©  di  delitti  com- 
H,.o  che  folTero  per  commetter  circa  quello:&  in  maniera,  che  per  la  lor  pre- 
li  in  viaggio,o  in  qualonq;luogo,ne  in  la  Città  di  Trento ,  fi  cefll  da'  diuini 
i|i&chc  poffino  tornare  quando  gli  parerà  lenza  impedimento ,  falue  le 
ll.-,honore,&  perfone  loro,con  faputa  però  de'  deputati  dalla  Sinodo:  accio 
.iouiftoallalorficurezza:volendocheinqueftoSaluocondottos'habbiano 
V  dufe  tutte  le  claufule ,  che  folTero  neceffarie  per  efficace  ,  &  piena  ficu- 
1 .  Aggiongendo ,  che  fé  alcun  d'eflì,  o  nel  viaggio,  o  in  Trento ,  o  nel  ri- 
r  ijcommcttefl'e  alcuna  enormità,che  potelle  annullar'  il  beneficio  di  quella 
l.>ublica,in  tal  cafo  fiano  puniti  da'  fuoi  medefimi,di  emenda  che  fatisfaccia 
s  inodo:&:  dall' altra  partcfe  alcuno  nel  viaggio, nel  ftare  ,  onel  ritorno 

Ìnettclfe  cofa,che  violafle  quello  Saluocondotto,debbia  clTer  punito  da  ella 
Bbb     ij 


38o  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  Grvtio  r 

0.10   I D    Sinodo  di  emenda  >  con  approbatione  di  eHi  Signori  Germani  »  che  faraiini 


m 


L 1 1.  Trento  prefentiiijeftando  in  vigor  Tempre  la  forma  dell'  a{Iìcuratione:conce'n- 
clo  agli  Ambarciatori  loro  di  poter'  ufcire  di  Trento  a  pigliar  aria,&:  ritornai ,di 
poter  mandare,&  riceuere  auifi>&  melTi ,  Tempre  che  gli  parerà ,  accompaoitj 
però  da' Deputati  per  lor  ficurezzanlqualSaluocondotto  duri  periltempo  he 
ftaranno  Tettola  tutela  della  Sinodosin  viaggio  per  Trento,&  che  dimorer, 
nella  città}&  venti  giorni  dopo  che  efli  domanderanno,  o  che  gli  Tara  ord 
di  partire,douendogli  reftituir  in  luogo  ilcuro  a  loro  elettione:lequali  cok 
mette  con  buona  fede,anome  di  tutti  i  fedeli  di  Chrifto  >  &  di  tutti  i  Prc 
EcclciìaTtici^&Secolarij&  di  tutte  le  altre  perTone  Ecclelìaftiche  ,  «5i  Se. 
parimente  d'ogni  conditione.Promettendo  infieme,in  buonafede ,  che  la 
do  non  cercherà  occafionc  publica,ne  occolta,  che  fia  tentata  coTa  alci 
prcgludicio  dT  quello  SaluocondottOj  ne  fivalerà  ,o  permetterà  che  al  .. 
vagliadicual  li  voglia  autorità,potcntia,ragione,ftatuto  j  priuilegio  di  les 
Canonijdi  Conciliji&  Tpecialmente,del  CoftantienTe,&  SeneTe.Allequah 
coTc  in  quella  par  te,&  per  quella  volta  deroga.Et  Te  la' Santa  Sinodo  vO  ale 
■quella,o  de'Tuoijviolalle  la  forma  di  quello  Saluocondotto,  in  qual  fi  ^ 
puntOjeclauTula,&  non  ne  Teguiffe  l'emendajcon  approbatione  diloro,fti 
la  Sinodo  incorTa  in  tutte  le  perle jC he  pollino  incorrere  i  violatori. di  tali 
condotti,per  legge  diuina,&  humana,o  per  conTuetudine,Tenza  admetter 
iPreJfdenti  q  contraditione.Le quali  coTe  lette,fula  Seflìone  finita.EcoTa  certa,che  i 
difiongonole  ^  Jecj^dubbiofi  doue  le  coTe  poteirero  capitare,voleuano  eifer  preparatile  il 
mtmdufilne  Te  gli  moftraua  proTpeiTo,  di  decidere  tutr  iniinaSefllone  la  materia  de' 
del  Concilio!    menti:&  per  tantOihauendo  già  in  pronto  le  coTe  Tpettanti  allaCommu: 

alla  Mella,&  al  Sacramento  dell' Ordine,  voleuano  hauer  digefte ,  &  or  uÉ 

.  quelle  del  Matrimoniojper  metterle  in  un  Mcioidc  in  una  altra  Seflìon^^i 

{uccintamente  del  Purgatorio  Jndulgentie,rmagini,Reliquie,&'altre  ta 

minute,che  coli  le  chiamauanoje  metter  fine  al  Concilio  :  &  Te  alcuna 

.  foire  oppofta  a  quello  diiregno,porer  moftrar  che  da  loro  non  era  manca 

UPitpt,pYom-      Io  veggo  molti,leggendo  quelli  Tucceflì,  marauigliarfi,  non  vedendoj 

duta  alla  (m    y-^^^Q  il  Papajdalquale  in  coTe  di  molto  minor  momento ,  tutte  le  delibei 

ficuri^%^  m     e,.^j^Q  Tolite  TpiccariÌ.Ma,ceirerà  la  marauiglia  ,Tapendo  che  il  Pontefice 

'         condo  il  Tohto  auiTato  di  punto  in  punto  di  tutti  i  Tucceffi,  &  diiregni:& 

mo  arriuo  de'  'Wirtembergici,&  alla  nuoua  che  altri  s'aTpettauanojauiH 

poie  a'  Tuoi  Legati , e  Noncij,che  i  Protellanti  foirero  trattati  con  ma 

immanità  che  foife  pofiìbileiche  lapeua  bene  eifer  neceirario  in  iìmili^i 

menti  Topportar  qualche  indegnità  per  condeTcendere:  però  in.  quello  ,u 

prudenza,accommodandoiìalÌaneceflìtà:perchein  fine  cede  in  honoye! 

lofferito  alcuna  coTa.S'afteneireto  bene  d'ogni  publico  colloquilo  in  l 

ra,o  invoce,in  materia  di religione.Procurairero, con  gli  uffici),  &  con 

ranzcdi  guadagnar'alcuno  de'Dottori  Proteftàti,<Sc  nóperdonaflero  a^' 

fiyolg'.A'Frct'  fpeTa.Fu  il  Papa  auiTato  dal  Legato  di  palio  in  paifo,  cheli  andaua  facend 

eiaconiraCe-  ^^^s^  glipameoccorrcr  coTa^che  douefle  fargli  mutar  propofiro. Et  allec 


GivLio  in.        LIBRO   QJARTO.  5S1 

dilioj  dopo  qucftaScflìoncnoapenfaiia  molto.  Perche,  halle  lido  piefo  cio  lO 
iie  ombra  dell'  Imperatore ,  alcoltaua  le  propoftc  d'alcuni Francclì.  Ma,  lii. 
o  intefc  che  gli  Ambafciatori  Imperiali  haueuano  dato  a'Proteftanti 
za  di  moderar  lapoteftà  Pontifìcia,  &c  detto,  che  afpettauano  di  veder  la 
aperta  con  la  negotiatione  loro ,  per  douer  pei  (ccondare ,  &c  introdur  le 
he  haueuano  dUlegnato:&  che  moki  de'  Padri  riputauano  neceirariore- 
:rrautoritàPapale:haue]ìdo  altri  rifcontri  che  di  tal  mente foirero  tutti  i 
uoli ,  &  che  Celare  dilfcgnaua  alzaiTipiu  coli'  abbaifar  il  Pontificato,  & 
ila  di  fomentare  i  Proteftanti  a  quello,  permollrarc  che  dafenonproce- 
lienato  l'animo  da  lui  per  voltarlo  al  Re  di  Francia,porgeua  orecchie  alla 
ione  per  nome  del  Rè  dal  Cardinal  Tornone  maneggiata,  dall'  elice utio- 
laquale  ne  reguiua,renzarua  opera,ladiirolutione  del  Concilio,  Se  lenza 
b  li  moftraire  defiderarla. 

ala  Sefllonci  Proteftanti,re  ben  penetrarono  che  il  Saluocondotro  non  "'t""  q'-ttrek 
pliato,comerhaLieuano  chicfi:o,diffiraulando  dilaperlo,  l'addimanda-  tipelsaim-' 
6c  gli  fu  dagli  Ambalciatori  Imperiali,  congregati  per  quello,  confegna-  condotto^ 
elTemplare  autentico  per  cialcuna  Ambafciaria.     Elfi, ritiratili,  &  let- 
inpre ,  ritornati ,  fi  lamentarono  ,  che  folle  loro  mancato  :  ricercaro- 
o  la  rifpofta  della  Sinodo  alle  elpoiìtioni  loro,.!k  alle  inftanze  fatte  fopra 
j<o  di  procedere  in  Concilio.  Gl'Imperiali  gli  confortarono  a  procedere  ribattute  dd 
irfterità,vrando  i  medelìmi  concetti,  in  mollrArchecol  tempo  haurebbo-  ^^/*''"«- 
«muto tutto, ma  ricercandole  cofe  acerbe,  dinanzi  l'opportunità, ha- 
hmo  difficoltato  ogni  cofa  :  chenclSaluocondottonon  eranecelIàrioe- 
■re,chepotel^eroei^ercitarla  lor religione  nelle  cafe; poiché,  noneifen- 
P  hibito,  s'intende  concelfoxhe  nilfuna  cofa  fìa  fatta  in  vitviperio  loro  ,  ef- 
n  iramente  erpre(ro,quando  fé  gli  promette  buono,&  real  trattamento;  3c 
||[uefto  ,  fi  faranno  anco  publiche  prohibitioni  atutti,chc  faranno  mag- 
^  fetto.  Quanto  alle  ragioni  da  allegar  in  Concilio ,  in  foflanza  elPer  detto 
^  ),Che  la  Scrittura  fìa  il  fondamento  :  ma  eifer  ben  neceirario ,  quando  vi 
e^ntrouerfia  dell' intelligenza  della  Scrittura,che  fìa  giudice  il  Concilio:  la 
IjitaelPer  muta,&:  fenza  anima  :  &,fìcome  le  leggi  ciuili ,  hauer  biiogno  di 
e,che  la  inaniir.'i,  &  nella  materia  della  religione  quello  etler  il  Concilio, 
dal  tempo  degli  Apoftoli  rin'horaèilatoicruato.    I  Proteftantiriceuec- 
Saluocondotco,ma  con dichiarationcchc  nonio  pigliauano, lenona fi- 
nandarloa'lor  Prencipi. 
i i'refidentijper  eiTco-uir  quanto  era  decretato,di  eiraminar  la  materia  del  ^""^^^i^^'^f^] 

r  r-y         °  ■  1        o       I        •    1  fi  ,-        .  per  franar  del-' 

memo  ,  t-atta  Congregatione  generale,  &  eletti  deputati  diedero  hìori  j\^ammonio: ■ 
tre  articoli  in  quella  materia,  per  eirer  difcufTì  da'Theologi:  &  ordina-  lamenti  de 
inco,cheideputatiformaiIèroi Canoni,  fecondo  che  i particolari s'an-  Prouftamì 
o  ventilando.  Si  fecero  alquante  Congrcgationi ,  &  furono  anco  formati  ''^^^'^  P'^^^T'" ' 
iCanoni.  Ma,hauendo  i  Proteftanti  fatto  indoglienza  con  gli  Anìljafcia-  ^IndL  * 
■nperiali,  dicendo.  Che  ben  gli  dauanofperanza  che,  col  tempo  poceirero 
fjirreuifione  delle  cofe  deciie,  ma  tuttauia  quella, co' fatti  gli  eralcuata, 
M     .  Bbb     lii 


^Si  CONCILIO   DI  TRENTO     PaiȈ  Givu 

ci^  i^     perche  con  tutto  ciò  fi  caminaua  inanzi  a  nuoue  Jecifioni»  mentre  chei  < 
LiJ.       lano  arpcttati.GliAmbafciadorilirpenali  non  poterono  ottener  da  Prefi: 
che  fi  fermaficro  le  artioni,  lequali  eflì afFiettauano  con  ogni  follecitudii, 
ne  che , ouero i Proteftanti reftairero d'andar' aTrento, ouero, andandoli 
uaiTcro  rutto  decifo  :  che,  quanto  alla  dimanda,  direelfaminar  le  cofceraj 
rifoluti  il  Papa,tutta  la  Corce,&  tutti  i  Prelaci,di  negarla coftantemente.  i 
uano  ancojchc  più  apparentemente  fi  negarebbe  la  reuifione  di  molte  co, I 
iaijuaU  Cefa-  ,ji  poche.    Ma  l'Imperatore ,  a  fini  delquale  molto  importaua  ridurre  i  e 
refirma,       ftanti  in  Trento,  di  niente  gli  toccaua  il  reeflaminarjO  nò,  auifato  dagli ,  a. 
fciatori  delle  querele  de'  Proteftanti,&:  dell'  impedimento,  che  fi  opponga 
la  loro  andata  al  Concilio,raandò  perfona  a  Trento,  con  commiflìone  d  la 
anco  a  Roma,  per  far  tifficio  che  fi  difFerifca  ogni  attione  per  pochi  gior  ,r 
ilrando  che  quella  Fretta  prccipitaua  le  materie,  rendeua  lofpctto  a  Proc  ai 
&diificoltaua  la  ridottione  loro  :  &c  ordinò ,  che  a'iuoi  folle  commai  te 
fermarle  trattationi  :  &  a'  Pontifici) ,  quando  le  perfuafioninon  giouai  ^ 
pairaiTe  alle  proteftatioili.    Quefta  rifolutione  dell'  Imperatore ,  fignif 
Trento ,  fi.i  caufa  che  fi  fece  una  Congregatione  generale,  &  propofta 
confideratione ,  fu  deliberato  foprafeder  da  ogni  attione  Conciliare,  a  b 
cito  però  della  Sinodo. 
con  Sfpiactr        Mail  Pontefice  fentì  difpiacere  di  quello  che  s'era  fatto  :  & ,  fdegn; 
del  Papa,       l'Imperatore  anco  per  altri  rifpctti ,  fcriife  a  Trento ,  Che,  continuando 
inna^moper  fofpefe  le  attieni  quanto  manco  giorni  poteflero,  per  riputatione  della.' 
'"^l^"'*"']"  rialfumeflero leattioni fenza rifpetto.  La  caufa,che  oltra quefto haueua 
nalAuZnu'  ii  Papa,&  i  Cardinali,  fu,perche,defiderando  Ferdinando  occupar  la  Ti 
Jfe,  nia  ,  che  dall'  altra  parte  era  da'  Turchi  alTalita,  fotto  pretefto  di  manter 

il  picciolo  figlio  di  Giouanni  VaiuodaiGiorgio  Martinuccio,Vefcouo 
dino ,  huomo  di  eccellente  prudenza ,  &.  di  gran  credito  in  qif  ella  regie 
deraua  conleruarla  in  libertà:  &per  ouuiare  al  maggior  pericolo,  noi 
do  contraftare  con  Turchi,  &c  Auftriaci  infieme ,  eleile  congiongcrfi  coj 
con  che  fatto  contrapefo  a'  Turchi,teneua  le  cofe  in  gran  bilancia.  Gli 
ci,conofcendo  che,col  guadagnar  quefto  Prelato,totalmente  otteneuai 
ro  intentioncoltra  le  altre  cole,  che  fecero  a  fine  di  reftringerlo  maggie 
ne' loro  intereflì, Ferdinando  gli  promeUe  unapenfione  di  ottomila; 
ottenne  l'Imperatore  con  grand'  inftanza  dal  Papa,  che  lo  crealFe  Card 
(cofa  rare  volte  coftumataj  glimandalfc  il  cappello,  &  anco  gli  conce 
portar  l'habito  rolfcche  non  gli  era  le  cito,  per  elFer  Monaco  di  S.BafiL 
che  furono elFet^uite  inRomaamezzoOttoobre.  Ma,  non  eficndo  1 
Vefcouo  ftimata  quefta  apparenza  d'honore ,  ne  volendo  anteporre  gF 
Auftriaci  a  quei  della  fua  Patria,da'  miniftri  di  Ferdinando  Ri  a'  diciotto 
bre  proditoriamente,^^  crudelmente  trucidato,fotto  pretefto  che  haue. 
licrenza  conTurchi.Quefto  luccelFo  commolfe  marauigliofamente  tut 
dinali,  che  fi  reputano  lacrofanti,&  inuiolabili:  confiderauano  quanti 
falle  l'ellcmpiojche  poteiTcelTercucciro  un  Cardinale  con  finte  calonn: 


aGivlioIII.  libro   QV  arto,  jSj 

per  fofpetti.Et  al  Papa,a  cui  da  fé  medefimo  difpiicena  rifteiTòjaggioijfcro 
oìoi  mettendogli  anco  inanzi,  che  quel  Cardinale  era  poircilor  d'un  gran 
)ro,cheaggiongcaaad  un  millione>&  che  quello  doueua  efTer  della  Ca- 
bcome  di  Cardniale  morto  fenzateftamento.  Per  tatti  quefti  rifpetri,il  Pa- 
;piitò  Cardinali  (opra  la  cognitionc  dell'  eccelTo,  Se  furono  ftimati  incord 
:  cenfareFerdinando,&  tutti  ifuoi  miniati  di Tranfilaania  :  furono  man- 
Comm.illarij  per  far'  inquifitione  a  Vienna,&:  per  non  tornar  più  a  parlar  di 
to ,  dirò  qui  anticipatamente,  che  >  raffreddandofiycome  e  di  coltumc,  i  fcr- 
,  poiché  non  fi  poteua  disfar  quello,  che  fatto  era^per  non  metter' a  campo 
^iormotojfi  procedette  con  moka  cóniucnza:  &  co  tutto  che  folfc  fatto  il 
elfojcome  a  Ferdinandometteua  conto ,  non  lì  prouò  cofa  akuna  delle  op- 
:  al  defonto ,  &  il  pcnfìero  di  tirar  la  heredità  alla  Camera  fi  mortificò ,  per- 
"oco  fu  ritrouato  appetto  a  quello»  che  fi  penfaua,hauendo  il  Martinuccio,  '^y^^  »V  /rro- 
rahuomolibcrale,femprefpcfoinpublico  feruitio  tutto  quanto  haueua,  ^'^^  'I^P°^f09^ 
lellojche  s'era  trouato  ellèndo  diuifo  tra  i  foldati.  Il  Papa  dichiarò  Perdi-  'mùmhoJ' 
p,&  tutti  gli  altrijche  non  erano  (lati  prefenti  alla  morte  >aiToluti,  con  ag- 
ta,fe  le  co(e  dedotte  in  procelfo  erano  vere.  Di  che  dolendofi  i  miniftri  Ce- 
come  che  folte  metter  in  dubio  la  bontà  di  Ferdinando,  il  Papa  fece  la  Ceii- 
\  aairoluta,&  quei  foli,che  furono  autori  della  morte  andarono  a  Roma  per 
1  dutione,  fé  ben  con  tal  modo ,  come  fé  foifero  ftati  autori  di  opera  lodeuo- 
;  on  tutto  che,  cofi  in  Ongaria,comein  Roma,fitenelIe  per  certo  che  folle 
I  (finamento  proceduto  da  mandato  di  chine  haueiia  intereflè;  fecondo  il 
I  re  detto,che  d'ogni  confeglio  occolto  quell'è  l'autorcche  ne  riceue  gioua- 
,0.  Ma  quello  eccello  non  fu  di  beneficio  alle  cofe  di  Ferdinando,anzi  che^ 
(uefta,  écper  altre  caufe, poco  dopo  egli  fu  totalmente  di  Tranfiluaniaef- 
i  .Ma^oiche  non  pettiene  al  propofito  mio  parlar  di  quefto,ritomo  alle  co- 
j  )  palfauano. 

jddì  fei  di  Febbraro,in  Domenica  precedènte  la  Settiiagefima ,  Icggendofi  Stmonein 
J  flgelio  della  zizzania ,  fece  il  Sermone  Ambrofio  Cigogna,  (  coli  è  intcr-  ^«»io  <font^ 
jtoiIfuocognomeThcdefco,Prelargo)Domenicano,Theologo  dell'  Ar-  „^^  «  ■P'fw*- 
I  couo  diTreucrinlqualcapplicando  ihiome  di  zizzania  agli  hercticijdifiè, 
5  conueniuatolerargli^}  quando  no  fi  poteua  fenzapcricolo  di  maggior  male 
r )argli.Qucfto fu  riferito  a' Proteftantijcome  Ce  hauclTe  detto,  che  fi  poteua 
rargh  della  fede  data,  &  però  nacque  gran  nimulto.Egli  Ci  difendeua,di- 
»o,Ch'haueua parlato  degli  heretici  in  genere,  &  non  detto  cofa  di  più  di 
\  Ojchc  l'Huangelio  medefimo  propuone  :  ma ,  quando  hauclfc  anco  detto, 
^tifognaire  eftirpargli  con  fuoco,fcrro,laccio  y&c  in  qualonque  altro  modo,, 
irebbe  fatto  quello,t:he  commandò  il  Concilio  nella  Seflìonc  feconda  :  har 
Zirlato  modeftiffimamente,ne  poterfi  far  Sermone  fopra  qu,ell' Euangclio,. 
!|idirc  quel  tàto,che  da  lui  Ri  detto.  Il  rumorcper  opera  delCardìnal  diTren- 
li  dell' Ambafc latore Cefareojfii  quietato,  le  ben  con  difficoltà ,  con  tutto 
^onftallcjnó  hauer  il  Frate  parlato  di  non  feruar  la  fede,ne  hauer  detto  coiaj,. 
ioccaffe iProieftàci in fpeciale> ma  gli hereciciinuniuerfale.Queftojperò fii 


3S4  CONCILIO   DI  TRENTO        PapaGivikI 

ci3  ^^     occafioneschequeirElettoicgiànfolutodi  partire,  per  qualche  recretainili 
Lii.       geiiza,che  ceneua  col  Rè  di  Francia, trouaroqueftoprcrefto  di  partire, iat 
giolito  il  bilogno  di  ricuperar  lalaaità,parti  a  mezzoFcbbrarojlafciata  fam:  h^ 
era  con  beneplacito  di  Celare,  de  promeflo  di  predo  ritornare:però  non,- lif( 
per  Ifprackjne  s'abboccò  con  l'Imperatore. 
fiationi   a  II  primo  giorno  di  Quareilina  furono  per  aififTione  publicate  in  Trc^ 

Tnnto:  Stationi,  al  medeiitno  modo  che  in  Roma,  per  conceflìone  del  Papa,  a  e 
talfe  le  Chiefe:  che  fu  trattenimento  a'  Padri, &  Thcologi ,  reftati  peri 
miflìone  delle  Congregationi  fenza  negotio,  &  quali  otiolì.S'erano  ben 
trattenuti  per  rinnanzi,riducendofì  a  Congregationi  priuate ,  difcorrédo 
mente,hora  della  diilòlutione,hora  della  continuatione  del  Concilio,  fci 
romondiguer  lenuoucche  erano  portate.  Nel  principio  di  Marzo  arriuarono  Icttcr 
ra  cominciano  £\q^^q^ ^j^^ ^q^^q^i^  ^q\[  Ambafciatori  Tuoi, doue  oli  commctteua  prole: 

a  aijciurre  n  ■    ^  1  •  r  ir  •  \        ■         " 

Concilio:        inftanze  m  ConciliOjO:  auiiaua  che  11  metteua  in  punto  per  andare  in  per 

Cefarealchererenc)  l'animo  di  tutti.Ma,  pochi  giorni  dopo,firparreron: 

rutto,che  folle  fatta  conFederatione  del  Rè  di  Francia  co'  Prencipi  Protc 

per  farlaguerraaCeraie:.3>:  gli  Elettori  di  Magonza,&  di  Cologna,  agli  i 

Marzo  partironoi&jpaHatipetlfpruclcfurono  con  Cefare  aftrettiflìma  i 

tione:&  gli  Ambafciatori  di  Mauricio,dubitando  di  fefteflì,occoltament 

dout  arrluano  fono  diTrcnto,&per  diuerfe  vie  ritornarono  a  cafa.Con  tutto  cio,dopo  > 

alcuniTeologi  cofe,arriuarono  quattro  Theologi  di  \Virtemberg,&  doi  d'Argentina 

rotej  an  ,     ^j^-ji^^c^ j.^j-qj.j  ^jj  ^^gj  Daca,iniieme  con  ioro,immediate  fecero  inllanza  < 

Ambafciatori  Ce{aici,che  dalla  Sinodo  folle  data  rifpofta  alla  propofitic 

fatta,&  il  delfe  principio  alla  conferenza,  o  trattatione  :  alche  il  Legato  r 

Che,iniì:ando  il  diccnoue  Marzo,giorno  deftinato  perla  Se{Iìone,era  nec 

metter'  ordine  a  quella,^  trattar  molte  altre  cole,  dellequali  una  farebb 

ttouar  forma  di  traccarcnmperò  quel  giorno  il  fece  Con^regatione  in  e. 

Leccato,  &  fu  deliberato  di  prolongar  la  Seffione  fino  arprimo  di  Magt 

ef^mbafc.    qacfta^Congregatione  furiceuuto  l'Ambafciatore  di  Portogallo  ,  ilqua 

Ì%fortogAÌlo  £gj-^[-5  il  {\iQ  mandato,&  fece  un  ragionamento:,Si  gli  fu  rifpofto  in  forma 

con  lodi,&ringratiamenti  al  Rè,&:  con  parole  di  complimento  all' Ami 

toLv.Ma,quellidi^v?^irccmberg,vedendoche  non  il  daua  riipofta  alle  pi 

lo -Qv^  ancora  che  il  Legato  teneuafegreta  la  Confefllone  daellìprelem 

qual  da  molti  era  ricercatajne  il  potcua  haucre ,  haucndone  elfi  portate  ; 

copie  ftampate  già,lc  dillribuirono  a  diuerfi  ,  di  che  vi  fu  gran  iì:repito,^3^ 

cuni(ìdiccua,chemcritauano  caftigo:perchequelli,achivien  concelfo  ì 

condottOjfono  in  obHgo  di  fuggire  ogni  otìrela  di  chi  glielo  concede  :  & 

era  (limata  una  offefa  publica:pur  finalmente  il  tatto  fi  quietò. 

injlatì'^de  Fecero piu  volte  iProteftanti  inftanza  con  gli  Ambafciatori  Cefareil 

Frotejhnti  ,e  dcflè  principio  all'  attione:laqual.tuttauiafidifieriua:hora,fotto  pretcfto;! 

deCejaixi,     Legato  era  indifpofto;hora,fotLO  diucriì  altri.Gli  Ambafciatori  Cefareifl 

no  ogni  ufficio  per  dar  principio:operarono  che  i  Proteftanti  ii  contentali 

tralalciare  la  richicfta  della  riipofta  alle  dimande  da  loro  prefencateipoi?| 


A  GivLio  Iir.         LIBRO  QJ/ARTO.  5S5 

icercar  che  fofTe  elTaminata  la  dottrina  da  loro  e{ribita:ma,cIIcnclo  femprc,    ci^  i3 
a  una  difficoltà  da'  Proteftanti,ccc irate  delie  altre  dalla  parte  dc'Prefidenti,       l  i  i. 
'opra  il  modo  di  rrattare,hora  (opra  la  materia  doueincoi'nminciare;in  fine  fttrauerfitte  ^ 
tentauano  i  Proteftantijcoriperfuafi  dalPirtauiojd'incomminciare  doue  ''«'^'"''M""-'* 
ri  voleuano.Non  per  quello  fu  fatto  ingrciro.Il  Legato ,  fé  ben  grauillìma- 
Mnferraoper  legranpaiTionid'ammojeraftimato  cofi  fingere,  per  trouar 
lodinondarprmcipio.  I  Noncij  erano  irre{bluti,&  i  Vcfcoui  non  erano 
:od'accordo.Perche  quelli,  che  dependcuano  da  Cef are ,  Spagnuoli ,  &; 
noflldagli  Ambafciatori  Lnperiali,volcuanoche  fi caminaiFe inanzirma 
,chedipendeuanodalPonteiice,infofpcttiti,che  il  fine  de'  Cefarei  fuife 
capitar  prefto  la  trattatione  alla  riforma  della  Corte  Romana,  abbraccia-  .. 
)gnioccafione  d'impcdimento.Er,perche  già  li  VcfcouiThedeklii  erano  \omp"plr* 
(  peri  moti  di  guerrajafpettauanorifteiraoccafione  anco  loro;&  maflìme,  mej]a  dell' ay 
(ntinuanano»liauifi  delle  arme  del  Rè  di  Francia,  Se  de'  Confederati  di  *»«  di  Mauri- 
r  nia,contra  Cefarejdellequali  erano  già  ufcitiProtefl;i,&Manifcfl:Mquali  "°  <i*Saj[ii' 
ì<  anopercaufajiadifefa  della  religione,&  la  libertà  diGermania.il primo  "'*' 
[iid'Aprile,rElcttordiSafroniameireraircdioud  Augufta,laquale  il  terzp 
a  firele,&  iireftolanuouagionfe  a  Trento,&  che  tutto'l  Titolo  Ci  mette- 
r.  rme  per  andar'  in.  lipruckjeirendo  opcnione,che  l'eirercito  de'  Collegati 
:j  alfe  occupar  i  paflTi  delle  Alpi,£er  impedir  latente  foraftiera  d'entrare  in 
nia.Perilche  gran  parte  de'  Velcoui  Italiani  fi  meffero  in  barca  a  feconda 
ne  Adicc,  per  ridurfi a  Verona,  «Sci  Proteftanti determinarono  di  par- 

ido  reftati  pochi  Vefcoui ,  &  il  Legato ,  perla  grauezza  dell'  infermità, 
atteggiando,  non  potendo  hauer  rilolutione  confidente  j  iNoncij,  che, 
o,  fc  lìafpettaua  il  primo  di  Maggio,  fecondo  l'ordine  dato,  che  do- 
trouarfi in  Trento  fcnza  Prelati,  fcriifcro  a  Roma  ,  ricercando  quello, 
tanta  anguftia  fi  douelfc  fare.    Il  Pontefice ,  che  già  haueuacol  Rè  di 
.  conclufo  ,  ne  ftimaua  più  quello  che  l'Imperatore  poteire  fare,  quan- 
|R4iaudfe  fuperato  le  difficoltà,  che  lo  circondauano,  fatta  Congrega-  ,70^  /  r. 
ce' Cardinali ,  propofe  l'auifo  de'  Noncij  in  confulta  ;  ne  vi  fu  diitì-  n,tniU    " 
y  concorrere  la  maggior  parte,che  C\  fofpendeffè  il  Concilio.  Fu  formata 
U  ,&  mandata  a  Trento ,  fcriuendo  apprcllo  a  Noncij,  e  he  fé  gli  mandaua 
K^  tà  per  la  fofpenfione.  Però,quando  vedelFero  urgente  neceflltà,  cedellè- 
<J;lla,(5c  non  metteirero  in  pericolo  la  dignità  del  Concilio»  ilquale  adal- 
e:  pò  quieto  fi  farebbe  redintegrato  :  però  non  lo  difcioglieffèrointiera- 
t'  i  fine  di  tener'  in  mano  quel  capo  per  valerfene  alle  occafioni ,  ma  lo  fo- 
ci fero  per  qualche  tempo. La  qual  rifpofta  hauuta,  tenendola  fecreta,con- 
it  10  con  gli  Ambafciatori ,  &  con  i  principali  Prelati,quali  proponeuano 
't  ar'  ordine  da  Cefarc,  *Sc  eftenuauano  il  timore  quanto  poteuano  :  però  i 
^'  (e  ben  la  maggior  parte  Spagnuoli,temendo  delle  pcrfone  loro,  per  l'o- 
it^roteftanti,  &;  non  fperando  che  Celare  hauelfe  tempo  in  tanta  ftrcttez- 
ijnfar'  al  Conciliojconfentiiono  ad  una  fofpenfione.Pcrilche  i  Noncij  iti- 

Cce 


■2,%6  CONCILIO    DI   TRENTO      Papa  Givljo 

CI  3  13    rimarono  la  publica  SelTione  per  il  ventiotto  d'Aprile  ;tanto  era  urgente) 
Lii.       moresche  non  gii  concefTeafpettare  due  giorni  il  deftinato  dal  Concilio. 
ìtchz  e  ftgnifi-      Alla  qual  conuennero  quei  pochi  limaftì:  &;>  dopo  le  ceuemonie  Ecclcfi 
caio  mll  ulti-  ^j^g ,  perche  quanto  alle  pompe ,  quella  volta  furono  tralafciate  >fu  dal  No, 
niASeJfiom:     ^-p^j^j-jj^^  f^^^^  leggere  un  Decreto  per  il  Secretarlo;,  la  foftanza  delquak. 
Che  la  SinodojPrelidenti  i  doiNoncijper  nome  proprio,&  del  Cardinal  if 
centiojLegatOjgrauementeinfermojè certa  efifernoto  a  tutti iChriftiani,.i 
Concilio  di TrentOjprima  fu  congregato  da  Paolo,&  dopoi  reftituito  daG  l 
apetitione  di  Carlo  Imperatore,per  reftituir  la  religionejmaflìme  inGern  i 
&  per  emendatione  de'  coftumij&;  che  in  quella  eilèndo  conuenuti  molti  u 
di  diuerfe  regioni>non  perdonando  a  fatiche,6<:  pericoli ,  il  negotio  era  in  i 
nato  felicemente, con  fperanza  che  i  Germani  nouatori  doueirero  an<:' 
Conciliojdifpofti  d'acquietarli  alle  ragioni  della  Chiefa:  ma  per  aftutiad  n 
mico  repentinamente  iono eccitatitumulti,che hanno  coftretto ad  intc  )t 
pere  il  corfojleuata  ogni  fperanza  di  progrelToj  anzi  con  timore,  che  la  S  oi 
foire  più  tofto  per  irritar  le  menti  di  molti,  che  placarle  :  pcrilcheerfi,  veni 
ogni  luogo,&;  fpecialmente  la  Germania,  ardere  di  difcordie  ,  &  che  i  V  :o 
Thcdefchijfpecialmente  gli  Elettori,erano  partiti  per  prouedere  alle  lor  k 
fe,ha  deliberato  non  opporli  alle  neceflìtà>ma  tacer  lino  a  tempi  miglior- 
tanto  tofpendere  il  progrelTo  del  Concilio  per  due  anni,con  códitionesc 
cofe  faranno  prima  pacificate  inanzi  il  fine  di  quel  tempo,s'mtenda  che 
cilio  ripigli  il  Iho  vigore,&  fermezza  j  &  fé  gli  impedimenti  non  farann 
incapodidueannijs'intendachela  fofpentione  fialeuata,fubito  leuat 
pedimenti,fenzanuoua  conuocatione  del  Concilio,interuenendo  a  qii 
creto  il  confenfo,  &  l'autorità  di  Sua  Santità,6c  della  Santa  Sede  Apolli 
tra tantoja  Sinodo  elforta  tutti  i  Prencipi  Chi-iftiani,&  tutti  i  Prelati  p 
toa  ciafctmos'afpettajche  facciano  olTeruare  ne' lor  domini)  &Chiefc 
cofe  del  Concilio  lino  a  qucU'  hora  decretatc.llqual  decreto  letto,fu  dai 
ni  aDprobaro.I  Spagnuoli>che  erano  al  numero  di  dodici,  dillero ,  che  i 
joon  erano  fi  grandi,comc  fi  faceuanoiche  giàcinque  anni  fu  da'  Proteft. 
fa  la  Chiufaj&  pur'  il  Conciho  non  fi  dilciolfejcon  tutto>che  a  difefa  de 
altri  nò  vi  folfcche  il  Callelaltchora  elfer  la  perfona  di  Cefare  in  Ifpru- 
virtù  delquale  quel  motiuo  prcfto  cellarebbejche  fi  licentialfe  i  timidi  e 
hora  Ci  fece,re{lando  quelli  che  voleuano,fin  tanto  che  fuife  auifato  l'Ir 
re,che  eirendo  tre  giornate  vicino,  poteua  darprefta  rifpofta.  Ma,opp( 
gli  altri  popoiarmente>iSpagnuoli  proteftarono  coutralafofpenfionc 
luta;nonoil:antelaqualprotefta,il  NoncioSipontino, benedetti  i  Pa 
centiò  d'andar' al  viaggio  loro. Partiti  i  Noncij,&  i  Prelati  Italiani,  fii 
partirono  i  Spagnuolij.^  anco  gli  Ambafciatori  dell'  Imperatorci&  il 
Crefcentio  fu  portato  a  Verona,doue  morì. 
Uew  Pereto  è       In  Roma,per  l'ultima  parte  del  Decreto ,  fu  imputato  a' due  None 
cenfuratoa      carico,chelaSinodo  hauelTc  decretata l'cifecutione  delle  cofe  conftiti^ 
i^oww,  Kauerne  prima  chiello  conferma  dalla  Sede  ApoIlolica,allegando,  eh'  • 


paGivlioIII.         libro    QJ arto.  3S7       _ 

i'ftato  da  tutti  1  Concili)  pafladcfquifitamemeferuatojqucfta  era  una  grande    ci^  Tà" 

'y  patione,&  lefione  dell'  autorità  Pontificia.  Alcuni  anco  faccuano  fcrupulo,       l  i  i. 

h  tutti  gì'  intcruenuti  in  quella  Seflìone  folTero  incorfi  nella  cenfura  delCa- 

de,OwwJ,D//?.iz.hauendo  pregiudicato  ad  un  priuilegio  della  Sede  Apofto- 

:,con  pretendere  che  i  Decreti  Conciliari  fofTero  d'alcun  valore  inanzi  la 

r]  erma.Diceuano  in  Tua  difefa  ,  non  hauer  commandato  ,  ma  elTortato  all' 

[  uanza:ma  la  rifpofta  non  fodisfaceuajperche  offeruar  coinme  lcgge,preflip- 

]  obligatione  :  &  nel  Decreto ,  l'elTortatione  non  il  rifcrifce  jfaluo  che  a' 

i  cipi }  &  Prelati  eirortati  far'  oiTcruare  :  che  quanto  agli  oireruatori  fi  prcfup- 

1  oDligoprecedenterSc  poi  quanto  alla  materia  della  fede,  la  rifpofì;a(dicc- 

r  )non  poter'  hauer  luogo  alcuno.  Si  poteuano  fcufare^con  dire ,  che  ogni 

[:ra  fatta  dalPapa5&  approuata  prima  che  nelle  Seflìoni  folfe  publicatame 

s  o  haurebbe  fodisfatto ,  poiché  quantonquéfofìfe  il  vero^non  però  appari- 

<ijefto  diede  occalìone  di  marauigliarfijcome  tanta  contentionefuirepalla- 

1  la  Sinodo5&  Proteftanti,per  le  cole  già  ftatuite,che  quelli  volcuano  reclfa- 

r  :e,&  quelli  hauer  per  conclufc  :  poiché  fé  non  hebbero  la  perfettione,  & 

3  [mento  inanzi  la  confermajadonque  poteuano  elfer  reelfaminate  :  &  a  dif- 

;i:fodamente,ouero  il  Pontefice,chedoueua confermarle, haueua da  farlo 

1  ognitione  della  caufajO  fenza:fe  fenzajla  conferma  è  una  vanità,&:  farebbe 

(  do  il  prouerbiojche  uno  pigliafle  la  medicina.  Se  l'altro  fi  purgalTerfcpre- 

[  do  la  cognitione,adonque,&;  elfo  Pontefice  dopodouenaelfaminarle,  8c 

fteuaanco  far  ognuno  per  riferirli  a  lui.  In  fomma,fela  forza  de'Decicti 

iiliaripende  dalla  conferma  del  Papaj  inanzi  quella  ,  fono  pendenti, & 

3  loelTere  riuocatiin  dubio,&;pofti  in  maggior  difcuflìonejcontra  quello, 

|I  mpre  s'era  negato  a' Proteftanti.La  concluiìone  d'alcuni  era,che  il  Decre- 

i  è  una  dichiaratione  di  non  hauer  bifogno  di  conferma.  I  Proteftanti  non 

i':ono  a  quefte  ragioni  ,  quali  quanto  fono  più  valide  nella  dottrinadella 

;<  Lomana,tanto  più  il  valerfcne  farebbe  di  detrimento  alle  pretenfioni  loro. 

,  erche  della  validità  di  quefto  Decreto  fu  maggiormente  parlato  l'anno 

c  mi.  quando  il  Concilio  iìfinì,farà  ditferito  parlar  del  rimanente, fino  a 

li  nnpo. 

^l,con  tutto  che  i  Proteftanti  folTero  fuperiori  nel  maneggio  della  guerra,  Af aurino  tì-ac 

lìtfftaua Mauritio  di  trattare  amicheuolmente  con  Ferdinando: anzi , per  '"*""  Cefare, 

i)  ancora  andare  ne'  ftati  fuoi  aritrouarlo,non  richiedendo  ,  altro, che  ^/"fP^N^/"» 

^:ratione  del  Lantgrauio  fuocero  ,  la  libertà  di  Germania  ,  &  la  pace  g^yX^re/S' 

lieligipne  ;  &  nondimeno  facendo  continuo  progreifo  le  armi  de' Prore-  oione,e  della 

11,  l'Imperatore,  quantonquenonfolTe  in ordiiie di refiftere, parendogli //^màc^ii^cr 

1  meno  d'hauer'ancoralaGermaniafotto  il  giogo  ,  non  fi  poteuaaccom-  ^(tn'a, 

it  :c  a  cedere  in  parte  la  dominatione  alTonta-.fe  ben  Ferdinaiido,dopo  hauer 

1  con  MauuitiotrattatOjs'era trasferito  in  Ifpruck  aperluadere  il  fratello. 

i:  coftandofi  a  quella  città  le  arme  nimichcl'Imperatore  fa  coftictto  fuggir 

l'ite  con  tutta  la  fua  Corte  ,  &c  caminato  alquanto  per  i  monti  di  Trento, 

nofifiriduiTea  Yillacojcittàdi  Carinthiaa  confini  de',  Venetiani,  contan- 

i'  e  e  e     ij 


^ jS8  CONCILIO   DI  TRENTO     PapaGivlioK 

e  1 3  1 3    to  fpauentOjche piefe  anco  timorcperche  quel  Senato,  per  ficuiezza  de' cor* 
L 1 1 •       ni  ruoi,rpiiifc  numero  di  foldaci  verlo  quel  luogo,  quantonque  dall'  Ambaff  l* 
tore  Veneto  fofle  afl[ìcurato,che  quelle  arme  erano  per  Tuo  feruitio>  fé  fofTei- 
Glft-  Federigo  jq  bifogno.  Inanzi  lapartita  >  liberò  Giouanni  Federico ,  Duca  di  SalToiiiajd  U 
fbAt"dipri'  ?^^P^^^  >  perleuar  la  gloria  a  Mauritio,che  da  lui  folle  ftato  liberato  :  ilchìi 
lione  "  ^'^^*^  ^^  molto  piacere  a  quel  Prencipe ,  alquale  metteuapiu  conto  hauecla  a- 

tia  dal  nemico  fuperiore  j  che  dal  nemico  pari  j  &c  emulo.    Poche  liore  dop  U 
partita d'Ifpruckj Maurilio arriuò la medenma  nottejdouc, non  toccate  le  fé 
di  Ferdinandb,ne  diqueicittadini>folo  s'impadronì  di  quelle  dell'Imperar  ck 
fefercUio della  5^!  della  Corte  fua.Da  quella  fuga  vedendoiProteftanti  il  vantaggio  loro,r  n- 
religione  ri-    j^i-quo  fuori  un'  altro  Manifeftojcon  fignitìcare  in  foftanza,Che,hauendo  ^ 
V^?*"*^**  n/  «-  ^^  j^  ^j.^^^  perla  religione,&  libertà  di  Germania,  ficomegl'  inimici  della  v  tii 
'  nilfuna  altra  mira  hebbero,fert^n  chcoppreflìi  Dottori  pij>fì  rettituilfero  g  ;i. 

tori  Ponteficijj&  la  giouentù  in  quelli  s'educallchauendone  parte  pofti  pr  j 
ne  ^  (Scagli  altri  fatto  giurar  di  partirfi,  &;  non  tornar  più;  ilqualgiurameni 
bene  elfendo  empio>non  è  obligatorio>con  tutto  ciò  gli  richiamauano  tut 
coramandauano  di  reaflfumer l'ufficio  d'infegnare  fecondo. la  ConfeflìonJ 
auftana  ;  &>per  Icuar  ogni  luogo  alle  calonnie  y-  gli  alIblueuanoanco<lal.g 
mento  preftato.  Continuando  tuttauia  il  trattato  della  pace,iinalmentc(  I 
Upace  ài  reli-  l'accordo  in  Pailàu,nel  principio  d'Agofto>fopra  tutte  le  difFerenze:&:  in  q  i 
giowe  condii-  ^he  s'afpetta alla  religione ,  fia  cofi  ordinato,  che  fra  fei  mefi  fi  congregafl 
"^  Dieta,nellaquale  fi  douellè  trattar  qual  fulfe  il  più  facile ,  oc  commodo  ra( 

compor  le  difcordie  della  religione,  per  un  Concilio  Gencrale>x)'per  un  ^ 
nale,o  per  un  Colloquio,o  per  una  uniuerfale  Dieta  dell'  Imperio:  che  in< 
DietafidouelTe  pigliare  un  ugual  numero  diperfonepie,  placide,&pru« 
dell'  una  &  dell'  altra  religioncdando  loro  cura  di  pcnfare,&  proponer  i 
conuenienti  :  Ik  che  tra  tanto  ne  Cefaie ,  ne  alcun  altro  poteife  sfoi-zara 
contra  la  fua  cofcienzà,o  volontà,ne  di  fatto,ne  con  forma  di  ragione,pei  1 
^i  religione;  ne  far  cola  alcuna  in  vituperio,  &grauame  d'alcuno  per  tal 
malatciarviucr  ciafcunoinquiete,&pace  >  &:  che  fimilmente  i  Prencip 
Confeflìone  Augiiflana  non  potelTero  moleftar  gli  Ecclefiaftici,  o  Secola 
la  vecchia  religione  ,  ma  lafciargli  goder  le  loro  facoltà,  fignoricfupejs 
o-iurifdittioni ,  &  ceremonie.  Che  nella  Camera  fofle  a  ciaìcuno  ammin 
giuftitia  ,  fenza  hauerrifguardodiche  religione  foife,  &  fenzaefcluder 
della  Confeifione  Auguftana  dall'  hauerlaportione  fpettante  loro  nel  ni| 
degli  alTeirori ,  &:  fofle  lafciata  libera  la  formula  di  giurare,  agli  afieiTori, 
parti,per  Dio,&  per  i  Santi  ;  ouero>per  Dio,&  pergli  Euangelij.Et,quand< 
non  fi  troua(remodo<licompofitionenella  religione,  quella  pace  nondiil 
&  concordia  ritenga  il  fuo  vigore  in  perpetuo*  Et  così  reftò  annullato  f 
nwjil  quale  però  in  fatti  hebbe  in  pochi  luoghi  eirecutione.Ma,accordat 
%l  Lant^amó  j^  differenze > fegui  la  liberatione  dif  ilippo, Lantgrauio d'Affia,  per virti 
wc/Ju  »«  liber-  ^Qj^icordiajOnde  tutte  le  difficoltàcon  Celare  furono  compofte;  non  peròl 
fo  dalla  guerra  tra  diuerfi  Prencipi  >  de  cittàdell'  Imperiojin  moltepattigl 


SivttoIII.         LIBRO    QVARTO.  5S9 

tiefo.Con  tutto  GÌo>le  città  richiamarono  i  Prcdicator{,&:  Dottori  della 
ione  Aii«^ufl:ana ,  &  rcftitLiirono  le  Chicfc ,  le  Scole,  &  l'elVercitio  della 
le:  &>  fé  ben  fi  credeiia  chcattefii  bandi,&  periecutioncpatratacontra 
ri,&  Predicacori,fotrcro  efterminati ,  ne  vi  rimaneirero  fenon  alcuni  pò- 
:oltati  lotto  la  protettione  de'  Prcncipi,  nondimeno,  quad  come  per  una 
nzajnonfi  mancò  diproucdcrea  tutti  i  luoghi.La  guerra  impedi  l'adu- 
^clla  Dieta  disegnata,  &:  lafecedifFcru-e  d'un  aiino  in  altro  fmo  al  Feb- 
ei M.D.L  v.dellaquale  al  iuo  tempo  fi  dirà. 


HIST  O  RI  A 

DEL 

)NCILlO  TRIDENTINO. 

LIBRO    Q  VINTO. 

Sommario. 

o 

agtoni  de  fiato  da.  tenere  il  Concilio  j  ceffando  in  Carlo  quinte  >  ejfo  e/ojpejoper 
Gianni.  Sd  m  quel  mezjLotempOiEdoardoired'Inghilterra,7nHore»  egltfnc^ 
AYiaylaqual  t  riduce  ti  regno  all'  ubbidien^^a  Pontificia.  Si  tiene  Dieta  m  Au- 
'  comporre  t  difiidtj  della  %digione.  ^JMuore  (jiulio  terz.o->  ed  e  eletto  Mar- 
mio-,  ilcfuale  rimette  fu  ilpropofito  del  ['onciltcprefio  mejfo  in  filentio  per  la 
\  mina  morte.  Escreato  Papa  Paolo  quarto^d'humorgrandcé'  altiero^  riceue 
I  x^ione  degl"fnglefi,ed  engge  tfrlanda  indegno  per fuoi fini  occulti.Jn  Germa- 
\  Decreto  di  pacete  di  libertà  di  Religione,congrande  fdegno  del  Papa:  Uguale 
I  tto  agli  Spagnuoli^fii  lega  con  Francia  per  tacejuifio  di  Napoli.  Tenta  una  ri- 
'  ^oma ,  poifirtfolue  al  Concilio,  ma  lo  vuole  m  Roma.  La  tregua  tra  Cefare,  e 
i  yturha  ifmidijfegnhcdejfo  la  fi' rompere  per  opera  delfino  Nipote.  Sanate  riffe 
ÌJ>a,egli  Spagnuolh  la  guerra  e  rottale  l  Papa  vi  ha  del  peggio.  Carlo  quinto- 
'é'iniJì^onaHerio.  Ghifkpaffa  in  Italia  afauor  del  Papa^ma  mfilicemente. 
^  !  rotta  di  S. Quintino ,  e  coflretto  ritornare  m  Trancia ,  el  Papa  adaccordarfi 
h'fagnuoli  :  poipriuaifuoijcellerati  Nipoti',  e  contende  a  Ferdinando  lajuc- 
«1  <tll  Imperio.  Per  la  morte  della  Rema  ^JMaria ,  Elizjtbettafuccede  nell'  In- 
tii,e  rimette  la  Rifirmatione.In  Francia-,  Arrigo  fé  e  ondo  muore-,epoco  appreffo 
fÌHarto  TonteficCi  in  cui  luogo  Pio  quarto  eletto  s'acqueta  con  Ferdinando  per 
'^"ìionce  riceue  da  lui  ambafciata  d'ubbidienzA^  E  ^perche  t  Francefii^per  le 
ifz.e  della  Religione, propongono  un  ConciliolS^ationale  ,  egli  rimette  fu  il  prò- 
'(  '  Generaleye'l  luogo  è  firmato  Trento ,  non  ojhnte  che  l'Imperatore  y  eprancefi 
«^•dicono  ycome  anche  la  cominuatiom.  Il  Papapublica  la  Bollale  fmuiaa^ 

Ccc     iij. 


590  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  Givlic 

'"ci  3  13  Principi.  In  Francia  muore  Francefcofecondo ,  ed  t  Rtfirmati  saccrefcom ,  ejo, 
L 1 1.  uerfo  loro  raìlenmti  ijpipphcij  :  e  negli  Jhti  di  Orltens  e  richiejh  liberta  di  cofcte 
Dopo  molti  contrari/òpra  detta  Bolla,tl  Papa  deputai,  edtnuia  Legati  aTrenti 
negotio  del  Concilio  è  vie  più  rtfialdato  per  la  tenuta  del  Colloquio  dtPoifìiy  tU 
però  nonproduce  altro  ejfettojenon  che  i  Prelati  di  Francia  richieggono  la  Con 
mone  del  Calice  al  Tapa,  Usuile  y  per  li  pareri  de'  Cardinalizia  nega  y  rimetter 
tutto  al  Concilio^  doue  deputa  due  altri  Legati  :  e  rifiuta  a  PoUacchi  thauer  vo 
procuratori.  In  Francia  Tancarelloì  e  lafua  dottrinarci  poter delTapa  inpriu 
iQie  Principhè  condannato.E'l  Tapa  prefigge  giorno  all'  apertura  del  Concilio. 

ZlPontefce,  f^s^^l^  L  Pontefice  j  per  la  difTolutìone  del  Concilio  »  liberato  da  molti  ! 
per  pnumìn  ^  ^k  fìcrijripucò  benepreiienire leoccafionijche  poteirero  farlo ricai; 
ogni  nuouo^  ^^^M  ""^^^^  "'  ^  p^'opofe  in.  Conciftorio  la  necemtà  di  riformar  la  CI  : 
proposto  dt  ^j^g  ppj.  q^e{]-o  effetto  haueiia  ridotto  il  Concilio  a  Trento,  il  ; 

prende  unT'  non  hauendo  portato  il  fine  da  lui  defìdorato,  per  gli  accidenti  della  guen  ) 
vana  riforma  mad'Italia,&poiancodi  Germania  jgiufta  cof^  era  far  in  Roma  quello,^ 
A^ma:         Trento  non  s'era  potuto.    Ordinò  per  tanto  una  congregatione  numeri 
Cardinali,&:  Prelati,  che  attendeirero  all'  opera.  Dell'  hauerne  eletto  mol  ;j 
allcgaua  la  caufajaccib  le  rifolutioni  paifallero  con  maturità,  &c  hauelferc  p 
tatione  maggiore  :  con  tutto  ciò  era  (limato  communemente  il  fine  elTere  :c 
per  la  moltitudine  più  impedimenti  folfero  in^erpofti,  &  il  tutto  a  nieni  fii 
lolueire.L'euento  fu  giudice  delle  openioni:  perche  la  riforma  nel  princ  ol 
,        ,  _       trattata  con  ardore,poi,pergli  impedimenti  camino  per  molti  mefifngid  k\ 
ff  ^Tr"'^'  ^^^^  in  fine  andò  infilencio:  &  gli  anni  interconciUari  in  luogo  di  due 
diecianni       dieci,verificandoh  in  quello  la  maflìma  de'  Filorophi,che,  ceirando  le  ca; 
fano  gli  effetti.  Il  Concilio  la  prima  volta  hebbe  per  caufe  le  grand'  inftai 
laGermania  ,  &.hrperanzaconceputa  dal  mondo,  che  quello  douelfei: 
tutti  i  morbi  della  Chriftianità  :  gli  effettijvedutifi  fotto  Paolo  terzo,  e! 
le  fpeianze  degli huomini,&:  moilrarono  alla  Gcrmania,che  Concilio  ta 
mancando  la  ^^  defiderauanojera  impoflibile  haucre.  La  feconda  ridottione  hebbe  ui 
caufadicelt-  .  caufa:C|Uellafu,re{lremo  defìdcrio  diCarloImperatore  dimetter,colmc, 
brarloichs  ha-  la  religione,Germania  fotto  il  giogo,&  far  l'Imperio  hereditario,facencl 
uetta  mojfo      cederli  figlio,&  in  tal  guifa  conftituir'  una  Monarchia  in  Chriftianità  n 
Caro  quinto,  ^^  eli  quaìonque  altra,dopolaRomana,etiandio  di  quella  di  Cario  Ma 
che  la  fola  vittoria  hauntanon  era  ballante ,  ne  menomi  poteua  confidar 
plirc  col  mezzo  di  nuoue  arme  folaméte,ma  ben  fottomettendo  ipopo! 
religione,&  li  Prencipi  con  le  prattiche,  haueua  conceputa  vafta  fperan. 
morcalar  il  fuo  nome.Queftafula  cauia  della  grande  inftanza,che  (cce  e 
Ho  per  la  feconda  ridottione,  &  delle  periualioni  efficaci,  per  non  dir  s 
a' tre  Elettori  d'andarui  in  perfona:  &a'Proteftaati,  con  quali  più  pò 
'  .^        mandar'  i  lorTheologi.  Ma  mentre  quello  fi  cclebra,Carlo5hauendo  o 
'^/rpImUat  <^ii^cgnopofto  in  gelofia  tutti  i  Prencipi  Chriftiani ,  trouò  i  primi  inci 
qS  Mafiimi-  c^^a  propria:  poiché  Fcxdinandoj  fé  ben  altre  voice pareua  che  haueife 


GivtioIII.'         LIBRO  QJVARTO.    >  35?i_  ,_ 

far  l'Imperio  communc  ad  ambidiie,  come  già  fiitraMaicO}  &  Lucio,    ci  3  i^ 
aialaucorirà,eircmpio>chc farcguicodaDiocletiano,  &  piuvoltedopo;       lii.  ^ 
hu- opera  che  Filippo  Folfe  eletto  Rè  de'Romani,  per  fucceder  ad  ambi-  ÌMno,acoJè>t^ 
luendofì  per  quello  affaticato  cflìcacemcnte  la  Regina  d'Ongaria,  (brella  ^/^'J^-^^^'^j?*^.. 
pcrfiiadcrlo  al  fratello  Ferdinaiido,pcr  grandezza  della  cai.i:  iiondimeno,  ijpp^alt  im- 
jliato  meglio  da Maflìmiliano,{lio  tìglio, incomminciò a lentir'  akrimé-  f^yio^ 
andofi  principio  alla  negotiatione,  per  cfFcttiiarlaquale,  Filippo  i-uchia- 
ial  Padre,accio  folle  conofciuto  dagli  Elettori  nella  Dieta  d'Augaltadel 
,1.  ritiratoli  Ferdinando,^  Regina  ludctta,perriiarcir  la  concordia  tra  i 
i,era  andata  alla  Dieta  :  &  Malìimiliano ,  temendo  che  la  bontà  dei  Padre 
b  foccombere,lafciato  ilgouernode'  Regni  di  Spagna,  a' quali  llmpera- 
ìaucuaprepofto,in  mano  della  moglie,  figlia  di  Celare,repentinamentc  fé 
nò  in  Germania  ;  per  gli  uffici)  delqualc  redo  Ferdinando  collante  in  dil- 
ò&  dagli  Elettori  Carlo  non  hebbe  ie  non  buone  parole.     Rimeilc  per 
.  oppolitione  l'animo  l'Imperatore  ,  &  rimandò  il  fighoin  Spagna,  non 
dodi  poter' ottener  mai  conienfo  daMaflìmiliano.    Mapoi ,  fuccella  la 
.,dellaquale  s'è  detto,  coftrctto  ad  accettar  l'accordo ,  depofta  la  fperanza 
"ucceffione  del  figlio,depofeiniìeme  ilpeniìero  di  reftituir  la  religione  an- 
.Gcrmania:&  in  confeguenza  non  hebbe  più  alcun  peiifìero  ai  Concilio* 
onque  rcftaire  molti  anni  in  gouerno  :  ne  la  Corte  pensò  a  reftituirlo,poi- 
iTuno  gliene  faceua  inftanza.Maben  in  quel  tempo  occorfero  diuerli  ac- 
i,  quali,fe  ben  pareua  che  preparalFero  perpetuità  alla  forpenfionCinondi- 
neir  occolto  della  prouidenza  fuperiore  fomminiftrauano  altre  caule  per 
iridottione,  quali  il  filo  dell'  hiftoria  ricerca  che  non  li  paffino  lotto  fì- 
feruendo  molto  la  cognitione  delle  caufe  a  ben  penetrare  gli  effetti,  che 
ercdopo  che  il  Concilio  fu  reallònto. 

lendo  il  Pontefice,  che,  per  l'alienatione  della  Germania,  lariputatione  V^ItT^^ 
ia  Sede  il  diminuiuaapprelFo  a' popoli  della  ruaobedienza,iinitando  Eu-  f.f^^JJ^^'^ 
j quarto  che  foftentò lariputatione,  che  glileuaua  ilConcihodi  Bafilea,  Papadaun 
j  a  apparenza  di  Greci,  &;una  ombra  d'Armeni  j  &  ilfreico  clFempio  di  Patriarca^ 
terzo  Tuo  precelfore ,  ilquale  nel  tempo  che  bolliuano  le  contentioni  tra  C>»W», 
j  l'Imperatore ,  per  latrallatione  del  Concilio  a  Bologna,  che  gli  dauano 
I  carico  apprelfo  a'  popoli,con  molte  ceremonie  riceuette  un  certo  Stefa- 
jinomedi Patriarcha dell' ArmeniaMaggiore,  con  un  Arciuefcouo,  Se 
'^rfcoui,  venuti  a  riconofcerlo  per  Vicario  di  Chrin:o,vniucrrale  Maeftro 
3  Chiefa;(S<:  rendergli  obedienza.Con  quelli  cilcmpij,  Giulio,con  molta  (o- 
^àp^J,blica,riccaette  un  certo  Simon  Sultakam  ,  eletto  Patriarca  di  tutti  i 
|ji,che  fono  tra  rEufrate,&:  l'India;  &  mandato  da  quelle  Chicle,  per  ciler 
rinato  dal  Papa ,  fuccelFore  di  Pietro  ,  &  Vicario  di  Chriilo.    Lo  fece 
l|ir  Vefcouo,  &  con  le  fué  mani  in  Conciftorio  gli  diede  il  Pallio  Pa- 
lliale, &  lo  rimandò  a  cafa,  accio  laChiefa  non  patilFe  nella  fua  alfcn- 
:,compagnato  da  alcuni  rcligioinntendenti  della  lingua  Siriaca.  Da  che 
Q  e,che  non  folo  pei  Roma,  ma  per  tutta  Italia ,  non  fi  parlana,  le  non  dell' 


e  d^m  lacoh 
tu' 


35,1  CONCILIO  DI  TRENTO       PapaGivlioI) 

Ci 3    i3     immenfo  numero  di  Chriftiani ,  che  in  quelle  parti  fono  ,  &  dell' aur;n 
LUI.      to  CTrande,  che  la  Sede  Apoftolica  farro  haueua.    Particolarmente  fidibr- 
reua  di  gran  numero  di  Chiefe  nella  città  di  Muzal,  chediceuano  clTer  l'ai  ca 
Airur,ropra il  fiume Tigri:oltrailquale  poco  diftante  poncuanodi  là  dal  fine 
l'anticaNiniuccelebreperla  predica  di  lona.Sotto  lacuigiurifditionepona. 
no  Babilonia,Tauris,&  Arbela^famofaperil  conflitto  tra  Dario,  &  AlelFar  co, 
con  molte  regioni  della  AlTiria,  &c  Perfia.     Trouauano  anco  le  antiche  it- 
tà  ,  nominate  nella  Scrittura  ;  &  Ecbatana,  dagli  altri  autori  chiamata  Si:a. 
eia,  &Nifibi.     Narrauafi,  come  quefto  eletto  da  tutti  i  Vefcouifu  man  .co 
al  Pontefice  per  la  conferma  ,    accompagnato  da  fettanta  fino  in  Gic  fa- 
lem  ;  &  di  là  inoltra  da  tre  di  loro  ;  uno  de' quali  era  morto  ,  &  l'altro  la- 
to in  viaggio  infermo,&  il  terzo  per  nome  Calefì ,  con  lui  gionto  a  Roma  A' 
quali  coic  tutte  poftc  in  ftampa,  erano  lette  con  gra  curiofità.  Riceuette  ai  ;  ■' 
Papa  un  altro  Marderio,  Aflìrio  lacobita,  mandato  dal  Patriarcha  Anti 
no,ariconorcer  la  Sede  Apoftolica  ,  &:  dargli  obedienza,  &  far  la  profei  me 
della fcdeRomana.Ma  il  mondo,fatiato  di  quelprimo>poco  fi  curò  faper  1<  afe 
di  quefto  fecondo. 
.    £Ìo        Ma>dopoquefte  ombratili  vbedienzejche  la  Sede  Romana  acquiftòji 
L»o«  °inin-  cefteunarcalej&molto  importante,che  ricompensò  abondàtemente  qua 
gbilterrx,       Germanias'eraperduto.L'annoM.D.Liii.afeidìLuglio,morìEdoardo,R( 
ghilterra,d'età  d'anni  fcdicijhauendo  quindici  giorniprima,con  l'approb, 
delfuoconfegliOjfattoteftamentOjnelqualedichiaratOjche  a  lui  s'appart  ... 
nominar  la  legitima  fuccefTione  fecondo  le  leggi  del  Regno  ,  efclufe  Ma 
Elizabeta,fuc  iorelle,  come  qLielle,i  natali  dellequali  erano pofti  in  dubl 
tu.ttaiadifcendcnzadiMargarita,maggiore  forella  di  fuo padre, come  d 
ftieri,nonnati  nel  Regno;e  nominò  in  Regina  quella,che  per  ordine  fc 
cioè,Giouanna  di  Suffolc ,  nipote  per  figlia  di  Maria  già  Regina  di  Frane 
minore  forella  di  Henrico  ottauo,fuo  padrejoon  oftante  che  quefto  nel: 
ftamento  hauelle  foftituicoMaria,5c  Elizabeta,  laqual  foftitutione  egli 
elfer  ftata  pupillare,&  non  obligarlo  lui  dopo  che  era  fatto  maggiore:  i^ 
((  culfuccede    Giouanna  fu  publicata  Regina  in  Londrajcon  tutto  ciò  Maria,ritiratafi ii 
fiiaria,         (qI^.  ^  per  commodità  di  palfar  in Francia,fe  foffe ftato  bifogncfi  nomiiK 
na,&:fu  accettata  finalmente  da  tucco'l  Regno,allegando  a  fuo  fauore^I 
mento  diHenricD,&  che  da  matrimonio  contratto  con  buona  fede, et 
che  fia  nullo,la  prole  nafcc  legitima.  Fu  imprigionata  Giouàna,&  i fuoifi 
&  Maria  entrata  in  Londra,&  riceuuta  con  uniuerlal'applaufo  fu  public; 
ginad'Anglia,&:  Francia,con  titolo  anco  del  primato  Ecclefiaftico.  Libc 
mediate  iprcgioni,c  he  fi  trouarono  nella  Torre  per  ordine  del  Padre,part 
religione,partcpcr  altre  caufe.  Poco  dopo  il  (uo  ingrelFo,  nacque  fediti 
Londra  per  un  prcdicatore,che  prefe  animo  di  predicar  alla  Catholica,& 
alrr©,che  celebiò  MelTaiper  acquietare  ilqual  rumore ,  che  era  aifai  confi' 
le,ia  Regina  fece  pubhcai:'  un  editto»  che  ella  voleua  viuer  nella  religio 


,  GiviioIII.  LIBRO  Q  VINTO.  35)3 

naggion>non  però  pcrmetceua,chc  al  popolo  foiìeprcdicatOjfaliio  chefc-    <^^^   i^ 
il  conilieco.Fu  poi  a  primo  Occobbre  confccracacon  le  folice  ccrcmonic.       lui. 
e  cofc  andarono  a  nonna  del  Ponrcficcilquarattcndcdo  che  laRcginacra  ^^^T-'^'^  '/ 
ranella  religione  Catholica,&intcrefIìicane'rirpccti  della  madrcò.:  cugi-  f'^P^IP'^k^^e 
'.iaIedeirimperaroie,rperò  di  poter' haiier  qualche  ingrelfo  nciRcgno,&  ],(^f/  '"" 
nmcdiatc  Legato  il  Cardinale  Polo,con  fperanza,  che  per  cdcr  della  cala 
,& di  coihimieiremplarijfoire  unico  inftrumcnto  d'inuiarc  unaridottio- 
RegnoallaChicfaRomana.il Cardinale,  che  per  publico  Decreto  i^ra  ilqua/e tenta 

0  dal  RegnoA'  priuato  della  nobiltà,  non  giudicò  coinieniente  mctterh  prima  t'animo 
prcra,pruria,chc  s'intendelle  intieramente  lo  ftato  delie  cofe,  elfcndo  '^^^^^ »»»«<« 
he  la  maggior  parte  era  ancora  dcuota  alla  memoria  d'Hcniico.  Ma  fece  "'"*' 
egreto  in  Inghilterra  Giouanni  Franceico  Commendojie,pcr  informarli 
)ente,fcriuendo  anco  una  lettera  alla  Regina;  douc ,  commesidata  la  pcr- 

iza nella  religione  in  tempi  turbulentijfeirortaua  continuar  ne'  felicit 
ommandaua la falute  delle  anime  di queipopoli,&  la  redintcgratione 
E  >  colto  Diuino.ll  Commendone,efplorato  ogni  particolare^  haucndo 
j  tmodo  di  parlar' alla  Regina,fe  ben  da  ogni  canto  circondata,^  guarda- 
la aò  l'animo  di  lei  non  mai  alienato  dalla  fede  Romana,  &:  da  lei  hcbbe 
i|  Tadi  far'  ogni  opera  per  reftituirla  in  tutto'l  Regno:^^  il  Cardinale,intefa 
e  della  Regina,/!  melle  in  viaggio. 

ihighiltcrra,dopolacoronatione,fì  tenne  Parlamento,  neìqualefudi-  laculmfcUa. 
►  illecito  il  repudio  diCatharina  d'Arragona, madre  dellaRegina,  &  ài-  inParlamitoh 
'il  matrimonio,  &:  la  prole  nata  di  quello, legitimarilche  fu  obliqua-  dichiarata  le- 
rjreftituir' il  primato  Pontifìcio,  non  potendo  quel  matrimonio  circrS"""*» 
nza  la  validità  della  difpenfa  di  Giulio  fecondo, &  per  confegucnte 
'opranità  della  Sede  Romana.Fu  anco  ftatuito,che  tutte  le  ordinationi,    ,  ,     ,,. 
ia  di  religione  fatte  da  Edoardo,foiTèro  annullate ,  &  fi  feguitalfe  la  rcli-  boario  in  fat~ 
.e  era  al  tempo  della  morte  d'Henrico.In  qucfto  Parlamento  fu  trattato  to  dì  religione 
.iaritarlaRegina,fcbengià  eccedeua  anni  quaranta  ;  alqual  matrimo-  annullate, 
)  nominati  tre  il  Polo,che,ieben  Cardinale ,  non  haueua  però  alcun'  ^  *^'^"''f°  di 
acro;&ilCortineo:ambcducdelfangueRegio,&in  pari  grado  primi   '  .""*''"'*'"  '** 
li'  Henrico:&  quefto,della  Rofa  bianca,nipote  per  figlia  d'Edoardo  quar- 
eli:dcllaRofaroira,nipote  per  forelia  d'Henrico  fettimo,ambidoi  grati 
"  ikà  Anglica:il  Polo,per  la  prudenza,^  fàntità  di  vita:il  Cortineo  ,  per 
->  tà  de' coftumi.Ma  a  quelli  la  Regina  anteponeua  Filippo,Prencipedi  UquaUfcie- 
a  ofiperle  prattiche  tenute  da  Carlo  Imperatore,  fuo  cugino,inclinan-  giief'H'fpOì 
li  iu  l'atfetto  al  materno,che  al  paterno  (angue ;come  anco ,  perche  crede-  ^^"^"f^  "* 
ui  aflkurar  più  con  quel  matrimonio  la  quiete  fua,&  del  Regno.  Et  l'Iir.-   ^^^"'*' 
'1  che  iommamcnte  deiìderaua effettuar  quello  matrimonio,dubitando> 
ti  olo  potelTe  elfer  difturbato  co  la  prefenza  fua  in  Inghilterra,  intefo  che 
P  ato  Legato,per  mezzo  del  Cardinal  Dandino  ,mini{lro  Pontificio  ap- 
>  CìCjoperò,che  non  paraffe  cefi  tolto  d'Italia ,  dicendo,aon  eifcr  tempo 
ì:a^ie  un  Legato  Apoftoliv.o  potelFe  andar  condegnitàin  Inghilterra.  Ne 
r-^  fatto  efletto  la  lettera  de  1  DandiiiOjma  eireiidofi  il  Polo  metro  in  viag- 

1  Ddd  ^ 


594  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  Givlk 

e 1 3   1 3    gio,  &  aiTluato  fino  nel  Palatinato ,  gli  mandò  Diego  Mendoza^incontt 
Liv.       krmarlo  con  l'autorità.  Al  Cardinale  panie  cofa  grauc ,  &  fi  kiTiéntoi 
Legatione  Pontiticia  foire  trattenuta  con  danno  delia  Chriftianitàje  del  F 
d'lnghilterra;^3ccon  allegrezza  della  Germania.  Perilche  l'Imperarorcpc 
dar  tanta  materia  di  parlatelo  fece  andar'  a  Bruflclles,&  lo  trattenne  in  Bi 
tia,fin  che  lìtìniireilmatrimonio,&  tutte  le  cole  folFcro  accomm.odate 
fto  Tuo,  &  per  colore  Fimplicò  a  trattar  la  pace  tra  re,&  il  Rè  di  Francia. 
erìfiahUlfce  io.      N^ principio  dell'  anno  m.  d.liiii.  mandò  l'Imperatore  Ambafciat 
To^7uolinio  I'''g^^ii'^^'-'ra,per  farla  cóclulìone:&laRegina,cam.inàdo  inanziafauordc 
F^Lno^  "    ligione  antica,  fotto  li  quattro  Marzo  publicò  altre  leggi ,  reftituendo  la  1 
Latina nelieChicfe,&  prohibédo  che  maritati  poteiFero  elfercitar  le  fontic 
cre,6«:ordinàdo  a' Veicoui  di  n©  far  più  giurare  a  quelli,chc  fi  riceucuanon 
rojlecódo  che  Henrico  determinato  haucua,che  il  Rè  folFe  fupremo  cape 
Chiela  Anglicana,&:  che  il  Pontefice  Romano  non  haueirc  fuperiorità  : 
in  quella,ma  folle  folo  Vefcouo  della  città  di  Roma.  Ordinò  anco ,  eh 
fcancellata  da  rutti  i  Ritualij&prohibita  ogni  (lampa  della  formula  d'or! 
inftituita  dà  Henrico,doue,tra  le  altre  cofcera  pregato  Dio  di  liberarci 
gno  dalla  leditione ,  confpiratione  ,  Se  tirannide  del  Vefcouo  Romar- 
Aprile  un'  altro  Parlamento  fu  tenuto,doue  fu  dato  ralfenfo  al  contratte  ; 
monialc:&  in  quel  medefimo  Parlamento,hauendo  la  Regina  propofto  R 
tuir'  il  primato  al  Pontefice  Romano,hebbe  tanta  refiftenza  dalla  Nobi  , 
non  potè  ottenerlo:^  quella  Nobiltà  non  s'auuide  >come  vanamente  «; 
quella  dimanda,  che  virtualmente  era  contenuta  nell'alfcnfo  al  matri  Ti 
Arriuò  Filippo,Prencipe  diSpagna,in  Inghilterra  a  diciotto  di  Luglio,^  ìì 
S.  Giacomo  fi  fecero  le  nozze,&  riceuette  il  titolo  di  Rè  di  Napoli  ,^- 
mò  il  matrimonio.Et  al  Nouembre  fi  ridullè  dinuouo  il  Parlamento , , 
fu  refcicuita  la  Nobikà,&  la  patria  al  Cardinale  Polo,& mandati  duc 
uita{lerG>&accomp.gnairero;con  quali  egli  pafsò  neirifQla,&  gionl 
dra  a'  ventitré  Nouébre,portando  inanzi  la  croce  d'argento.Introdotto 
ULeg^to  Polo  volta  in  Parlamento  inanzi  il  Rè,&  la  Regina,&  gli  Ordinidel  Regno 
fa  in  Parìa-    ragionamento  in  lingua  Inglefcjringratiò  con  moite,&  aftettuofe  paro 
mento  opra  di  ftato  reftituìto  alla  Patria/oggiongendo,che  in  cambio  era  andato  pcj 
""rZI'Iu^    loro  alia  Patria  ,  &  Corte  cekfte ,  dellaqualc  s'erano  priuati ,  parten^ 
cK/a^^ma-  Chicfajgli eirortònconofcer l'errore, &  riceuer' il  beneficio, che  gli  i 
ffo^  Diopcrmeizo  del  tuo  Vicario.Fu  longhitTìmoilragionamento,&  pie. 

infine  delquale  conciufe,  ch'egli  haueua  le  chiauiper  introdurgli  nelL 
laquale  elfi  s'haueuano  chiufa  con  le  leggi  fatte  contra  laSede  Apofl 
quali  quando  folTcro  riuocate,egli  hauerebbe  aperto  loro  k  porte.  Fui! 
la  perfonadel  Cardinale,&  alla  propo/ìtione  fu  predato  apparente  j[ 
ben  nel  fecreto  la  maggior  parte  abhorriua  la  qualità  di  miniftro  Pomf 
fentiua  dispiacere  di  ritornar  fotto  il  giogo.  Ma  s'haueuano  lafciato 
troppo  oltreché  poceirero  penlìir  aritornarindietto. 


A.GivtioIII.  LIBRO    QJINTO.  5P5 

Tiorno  fegiiente  fu  delibeiaca  in  Pailamenro  la  reunione  conia  Cliieià    ci 3  i3 
ma  :  il  modo  fu  cofi  ordinato  con  decreto  publico  ,  che  fi  formaife  una       li  r. 
icaper  nome  del  Parlamento,nellaquale  Ci  dicliiarairejd'cllèr  giandcmentc  iicheèfcUnne- 
:i  d'hauer  negato  l'ubcdicnza  alla  Sede  Apoftolica,  &d'hauer  coiilcntico  '"^"^^  «/«S«'- 
:eti  fatti  contra  di  quella,  promettendo  per  lauuenire  di  operare,  che  tutte  "* 
•  ^^S^  ^  decreti  folfero  aboliti  :  &  fupplicando  il  Rè,&  la Regma,  che  in.- 
Icflferoper  loro,accio  foiferoairoluti  da' delitti,  &;ccnrLU-e,Ò<:reftituiti  ai 
)o  della  Chiefajcome  figli  penitenti ,  a  feruir  Dio  ncll'  ubcdienza  del  Pon- 
&  Sede  Romana.    L'ultimo  Nouembrcgiorno  di  S.Andrea,  ridotte  am- 
ie Maeftà,  il  Cardinalc&tutto'l  Parlamento,  il  Cancellarlo  mterrogò 
erfìtà  del  detto  Parlamento,  fé  gli  piaceua  che  fi  domandalfc  perdono  al 
»,  &iìritornaire  all' vnità  della  Chiefa,  &c  all' ubcdienza  delPontcfìcej 
no  capo  di  quella,gridandoalcuni,Sì,&  altri  tacendo,pernome  del  Parla- 
ifuprefentataa  i  Rè lafupplica, lacuale publicamente letta, i  Rè  fìlcua- 
»er pregarne  il  Legato,  &c  egli,  andato  loro  incontra ,  fi  moftrò  pronto  a 
acergli ,  &c  fatta  legger  l'autorità  datagli  dal  Papa,  difcorfe  quanto  a  Dio 
rata  la  pcnitenzaj&  l'allegrezza ,  che  gli  Angeli  all'  hora  haueuano  della 
tfìone  del  Regno  ;&  elfendo  tutti  inginocchiati,  implorata  la  mifericor- 
uina,gli  airoluc  :  ik.  queilo  fatto,  con  tutta  la  moltitudine  andò  in  Chiefa 
^rgratiea  Dio.Il  di  fcguente  fu  deftinatalegatione  al  Pontefice,  per  ren- 
Se  preflargli  ubcdienza  ;  allaquale  furono  nominati  Antonio  Brouano, 
tediMontacut05&  ThomaTurlbeio,Veicouo  d'Eli;  &  Edoardo  Cerno, 
,  altre  volte  flato  in  Roma  Ambafciatore  per  Henrico  ottauo:  dando  an- 
nea  queft'  ultimo,che  fi  fermalfe  inRoma,come  in  Icgatione  ordinaria, 
'auifo  di  ciò  a  Roma  in  diligenza,  per  ilqualfi  fecero  molte  proceffioni,  onde  fi  fama 
laraente  in  quella  città,ma per  tutta  Ìtalia,in  rendimento  di  gratie  a  Dio:  ^^'''^fifi^^  '» 
ntefìceapprouòlecofedalfuo  Legato  fatte  ,  &  a  ventiquattro  Dicem-  pJJ^'^** 
lido  un  Giubileo,allegando  nella  Bolla  per  caufa,  che,  come  Padre  di  fa- 
,  per  hauer  ricuperato  il  figlio  prodigo ,  conueniua  che  non  foio  ficeife 
ica  allegrezza ,  ma  ancora  conuitalTe  tutti  imiuerfalmente  all'  iftello  giù- 
Lodò  &c  magnificò  le  attioni  del  Rè,&  della  Regina,  &  di  tutto'l  popolo 
D.Continuò  il  Parlamento  in  Inghilterra  fino  a  mezo  Gennaro  m.d.lv. 
10  rinouati  tutti  gli  antichi  editti  de' Rè  di  punir  gli  heretici,  ìk  della 
ittione  de'  Vefcoui:  fu  reftituito  il  Primato ,  &  tutte  le  preeminenze  al 
ce  Romano,  furono  aboliti  tutti  i  Decreti  contrari)  fatti  ne' venti  anni 
cofida  Henrico,  come  da  Edoardo,  &  rinouati  decreti  penali  contri  gli 
ij&conl'eirecutione  anco  proceduto  alla  pena  di  fuoco  contramolti, 

edc' Vefcoui,chefimoflraronoperfeueranti  nelle  renouationi  abolite.    , . ,  .^ 

t     e  II  •     ••  IP  r     1-      1-    •  ,-  td  p  I^if  ormali 

•,  che  farono  aoDrugiati  m  quell  anno,per  caula  di  religionccenlcttaa-  n,„,,  perjcmhi 

cfone  di  qualità,  oltra  gran  numero  di  plebe;  ilche  riulcì  con  poco  gu-  rigiUamme» 

-lei  popoli ,  a'  qilali  anco  diede  materia  d'indegnatione,  che  Marcino  Bu- 

Paolo  Fagio,mortigià  quattro anni,furono, come  vini,  citaci,condan- 

fotterratiiéadauerij&abbrugiati;  attiene  da  alcuni  commendata,come 

Ddd  a 


^9Ó  CONCILIO   DI  TRENTO        PapaGivlioH 


(  e 


ci3  i=>     vcndicatiua di  quanto  Hcnrico  ottauohaueua centra  S.Thomafo  operar 
LI  IH-     altri  comparata  a  quellcche  fa  daStcflfanofefto,&  Sergio  terzo,PonteHciyQi 
tome  anche  in  i^^  ]\  cadaucrodiFormofo  eireguito.. 

Francta>  jsj^'  mcdciìmi  tcmpi>in  Frane  ia  ancora  furono  abbrugiati  molti  per  caii< 

religioiicnon  fenza  indcgnatione  delle  pertone  fnicere  >  quali  lapeuano,  e; , 
diligenza  craufata  centra  qacimileri,non  per  pietàjO  religione  de'  giudu  rr 
per  latiarc  la  cupidità  di  Diana  Valcntinas  donna  del  Re ,,  allaqualc  egli  h  et 
donato  tutte  le  conhfcationi  de'  benijchc  fi  faceuano  neIRegno  per  cauf:  'hi 
.    refìa.    Fu  anco  udito  con  gran  marauiglia,  che  quei  della  nuouariform  ne 
"■^^H^-^fL.      teffcro  mano  nel  fano-ue  per  caufa  di  relidone  :  impcroche  Michel  Seru(),< 
Tarragona  ,  di  Medico  tatto  Theologo,  &nnouatordeU  antKa  openne; 
Paolo  Samolateno,  &  Marcello  Ancirano ,  che  il  Verbo  Diuino  non  fo 
fulìillente ,  6c  però  che  Chrifto  hiire  puro  huomo ,  per  confcgliode'  Mii 
ZuricBerna,.^^  Sciaftufa,  fu  in  Geneua  fatto  per  ciò  morire  :  6c  Giouan 
uinojche  di  ciò  era  da  molti  incaricato,fcriireunlibro>defendendo  chei 
ftratopuo  punir  gli  heretici  nella  vita:laqual  dottrina»  tirata  avari)  lenii 
do  che  cpiurill;recto,o  più  allargatOjO  variamente  prelo  il  nome  heretu  j:_ 
una  volta  nuocerla  chi  una  altra  habbiagiouato. 
U  ^  Perdi-         In  quei  tempi  ancoj  Ferdinando  >  Rè  de  Romani ,  publicò  un' editto  :  iff" 
nand'jfatm    popoli  foggettia  lui>che,  nelle  cofe  de  la  religione  j&  ne' riti,non  potei 
Edntocontro^  nouità alcuna ,  mafeguiirerole  antiche  con(uetudini  ;&  in  particolai 
'(w/fuddkh  '  ^^"^'^  communione  fi  contentalTero  diriceuer'il  folo  Sacramento  del 
benché  iprincipalij&  la  nobiltà  5  t3i  molte  delle  cittàpiu  volte  lo  fupph 
almeno  per  l'ulo  dclCalice,con  dire,che  coli  era  inftituito  da  Chrifto>la 
ftitutione  non  era  lecito  agli huomini  mutare,  &  che  tal  fu  l'ufo  della 
vecchiaiCofa  anco  dal  Concilio  di  Coflanza  confelIata,pregandolo  no- 
ia lor  cofcienza,  maaccommodar  il  fuo  commandamento  agli  ordini . 
poftoli,&  della  Chiefa  vecchia,^:  promettendogli  nel  rimanente  ogni  f 
uone,>S^  ubedienza;  perfeuerò  con  tutto  ci©  Ferdinando  nella  fua  dclibc 
^  rilpoie  lorojche  il  fuo  commandamento  non  cranuouojma  inftitut 
ticajiifata  da'  maggiori  Tuoi  JmperatorÌ5Rè,&:  Duchi  d'Auftria  :  ma  bei: 
racofanuoua  l'ulo  del Calice,introdotto  per  curiolìtàjO  per  fuperbiajC 
legge  della  Chicia,&  la  volontà  del  ilio  Prencipe.  Moderò  nondimeno 
delia  nlpo{ì;a,concedendo  chctratrandoiì  della  fakitejhaurebbe  più  di 
mente  pcnfato,per  riipondergli  al  fuo  tempo,  ma  tra  tanto  afpcttaua  dn 
bedienzaj&  ollcruatione  dell'  Editto.  Publicò  anco/otto  il  quattordicj 
fto,  un  Catechilmo ,  fatto  componer  con  l'autorità  fua  da  alquanti T 
zpìibltcAun     dotti,  &  pi] ,  commandando  atutti  imagiftrati  di  quelle  regioni,  che  i 
iicL  ebiifi^'  merteirero  a'  macftn  di  fcola,ne  in  publicoine  in  priuato,  legger  altro  C 
nmto  tti{pmaj  -^^o  che  quello  ;  poiché  per  diuerie  tali  operette,cheandauano  attorno 
cadeprauata aliai  la  religione  inqueipaeii.  Riufcì  queflaordinationec 
to  ditgullo  della  Corte  Romana ,  che  non  folFe  (lato  mandatoci  Ponte  ^ 
eflèi  approuato  con  l'autorità  fua,  cucio  alraejio  non  folTe  ufcito  fottnQJi 


.GiVLioIII.  LIBRO   QJ/INTO.  397 

fcoui della  regione,  macheilPiencipe  fecolare  lì  alTumefle  ufficio  di  hu-^cTòT^"" 
onere ,  &  di  aiitorizar  libri  in  materia  di  religione ,  de  maflìme  con  no-       lv. 
Cacechirmo  ,  che  altro  non  moftraua  ,  (enon  che  all' autorità  feeola- 
(arcenclle  il  deliberare  qua!  religione  il  popolo  douclFe  cenere ,  &  tjual 
iarc. 

liti  1  due  anni  della  fofpcniìone  del  Concilio  ,  fi  trattò  in  Conciftorio,  domìmmtà 
),  che  fi  doLieiia  fare  :  perchcquantonqae  nel  Decreto  vi  foife  la  conditio-  ^f*"""  ^'  '■^f- 
critornaireilConcilioin  vigore,  iegliinipedimenti  folFeroleLiati,  iquali  <^""'  '»3'''« 0- 
do  per  le  guerre  di  Siena,Piemonte,  &  altre,tra  Cerare,&  il  Rè  di  Frane  iaj  ^Zmn7iadl  * 
a  nondimeno  che  rcftalFe  una  porta  aperta  ad  ogni  inquieto  di  poter  dire,  csndlio: 
lelli  non  fotlcro  badanti  impcdiméti,e  che  il  Concilio  s'intcndelle  rimel- 
iedi:on de  folle  benfar'unanuoua  dichiaracione,&leuarildique'perico- 
altripiuprudenticon(egliarono,chenon  fìmoueiTe  il  male  quando  è  in 
■,mentre  che  il  mondo  taceuajmentre  che  nilfun  Prencipe,nc  popolo,di- 
lua  Concilio ,  non  era  bene  ,  col  farne  motiuo,  o  col  raoftrar  di  temerncy 
r'  alcuno  a  richiederlo  :  &  qucfto  confeglio  preuaUe ,  5c  fece  rifoluer'  il 
fi,cc  a  non  parlarne  mai  più. 

idei  M. D.L  v.fi fece Dictain  Augufl:a,intimata da Cefarc, principalmente  ^'«^ »«>4'»- 
iarlecontrouerfie  della  religione,pereirer  quello  il  fonte  di  tutte  le  per-  ^^^^'^P^"  f<"f»*; 
:ioni&  calamità  di  Germania,  con  perdita,non  folo  della,  vita  di  molte  °^^^  **%»- 
da  d'huomini,madeir  anime  ancora.  Fece  principio  della  Dieta  Ferdi- 
> ,  per  nenie  dell'  Imperatore  a  cinque  di  Febbraro ,  doue  con  una  longa- 
fitione  moftròillamenceuolefpettacolo  della  Germania,  doue  gli  huo- 
run'ifte{roBattermo,d'una  ftella  lingua,  d'uno  fteilo  Imperio,  Ti  vedeua- 
:ratti  in  canta  varietà  di  profeflìone  di  fede,nafcendo  ogni  giorno  nuoue 
ilche  non  folo  era  con  grand'  irreuerenzaDiuina,«Scpeiturbatione  delle 
luimanerma  caufaua  ancora,  che  la  moltitudine  non  fapelFe  che  credere. 
Iti  della  principalnobiltà,&  degli  altri  flati,  formauano  L'animo  loro  fen- 
.'alcuna,non  tenendo  conco  d'honeflà,ne  di  cofcienza nelle  accioni,ilche 
logni  commercio,in  maniera ,  che  al  prefence  la  Germania  non  fi  poteua 
igliore  de' Turchi  ,&:  altri  popoli  barbarij^pet^lequalicaufe  Dio  l'haueua 
idi  cante  calamità.  Perilche  elVer  nece0ario,di pigti^u'  in  mano  il  negotio 
cligione.  PerilpalFaco  eraparfo  unico  rimedio  il  Concilio  Generale,li- 
kpio:perche,ellcndola  caula  della  fede  commune  a  cucci  i  popoli  Chri- 
da tutti  doueuaelFer  traccata:  &  Cefare  con  tutte  le  fueforze  s'eradacoa- 
))  &haueua  operaco  più  d'una  volca,  chefolFe  conuocaco,manonera 
)ne  luogo  di  dire,perche  caufa  da  quello  rimedio  non  s'era  cauato  frutto, 
o  cofa  molto  ben  nota  che  fi  fapeua  da  quelli,chevi  erano  interuenuti:ma 
e  gli piace.ua  di  prouardinuouo  il medefìmo  rimedio ,  bifognaua tratta- 
ileuar  gì' impedimenti,  che  per  il  palFato  haueuano  deuiato  dal  defìdcra- 
.  Ma  fé  anco  per  gli  accidenti  occorrenci  gli  pareua  di  difterir  quello  ad 
tempo ,  fi poceua  crattar  d'ufar.  gli  altri  mezi.  Quanto  al  Concilio  Na- 
C)  pernon  ciFer  a  quelli  tempi  il  modo,  &  la  forma,  &  il  nome  in  ufo,, 

Ddd     iij 


^^ 398  CONCILIO   DI  TRENTO      Papa  Givii  l| 

ci3  13    'non  iì  potena  veder  come  valerfi.    La  via  de' Colloquii ,  molte  volte  te:ara 
L  V.       non  hiLier  tatto  frutto,  perche  ambe  le  parti  hanno  mirato  piii  al  comod* 
ti  èeletta  U     piÌLiato ,  che  alla  pietà ,  &  utilità  publica.    Con  tutto  ciò ,  non  è  da  fpijza 
•via  d'un  Col-  adcircfe  fi  vorrà  deponer  l'oftinatione  degli  affetti  priuati  :  laqual  via  egl;ojj 
loqmo,  fegliaua  di  tentar' una  altra  volta,  quando  la  Dieta  non  haueuepropoftoa^ 

che  altra  migliore.  ji 

Qoefta  propodtione ,  infie  me  con  le  altre  pertinenti  alla  pace,  &  gucii* 
Turchi,fatta  da  Fcrdinando,fuftampata,accio  andaflTe  per  Germania,  &  i\0 
per  inulto  alia  Dieta,doue  pochiflìmi  erano  andati.  Ma  fu  interpretata  fìiiM|. 
mente,per  l'editto^  da  lui  medefimo  publicato  nelli  ftaci  Tuoi ,  molto  con^ 
fi  tod  l    aqi^eftapropofta;  &  più  per  rellecutione, per  quale  erano  ftatifcac ciati  (è| 
Papa  dugento  predicatori  di  Bohcmia:&  andò  a  Roma  ancorajdouc  il  Pontefiiil 

ledicendo ,  fecondo  il  (olito  fuo,  i  Colloqui) ,  5c  gì'  inuentori ,  fi  doleua  1 
poter  trouar'  cffito  a  quefte  difficoltà,&  douere  ftaie  fempre  o  con  un  Coi 
o  con  un  Colloquio  ,  o  eoa  una  Dieta  addolFo  :  malcdiceua  i  fuoi  tempi 
di  tante  angulhclodando  quelli  de' fec oli pairati,quando  i  Ponteficipoi 
viuere  con  l'animo  quieto,  fenza  ftac  fempre  in  dubio  dell'  autorità  fua.R 
iìqude  ftcon-  ua  nondimeno  confolatione  per  gli  auifi  d'Inghilterra,della perfetta  fog 
folaper  la^  rU  ne  di  quel  Regno  alla  fua  obedienza,&de'  decreti  fatti  a  fuo  fauore;&  pei 
duttionedin-  ^^j-g  cliringratiameiito  riccuute  ,  con  promeira,  che  prefto  anderebbe  f< 
ghi  terra,  a.    ^i-j^|5^f(;:^]-Ì2^  p^j-  lingiatiarlo  perfonalmente  della  paterna clementia, fi 

Im  motteggi*-        .,„  r  i^i.-^j-iii  r  j- 

j^.  gnita,&:  promettergli  ubedienzajdi  che  allegro  non  li  conteneua  di  mote 

re,che  godeua  pur  parte  della  felicità,  fentcndoll  ringratiare  da  chi  merit 

ferringratiato. 

etttanda  Le-      Ma  delle  cofe  di  Germania,  quantonque  hauellè  il  Papa  poca  fperar 

gato  il  Card,  non  trafcutarle  nondimeno,  &  eifer' attento  a  tutte  le  aperture  , che  pò 

Gemnìx      ^^'■^  ^^  pioponcr  modi  per  ridurre  gli  fuiati  alla  Chiefa,  mandò  alla  Dieta 

riale  il  Cardinal  Morone  per  Legato ,  con  initruttione  di  metter  fempre 

l'eirempio  d'Inghilterra,  &  con  quello  elTortar  la  Germania  a  conofce 

fallo ,  éc  a  riceucr  la  mcdcfima  medicina  :  &  fopra  il  tutto  diuertire  ogni 

quioj&trattationedireligione.Nonfu  cofi  prefto  gionto  il  Cardinale 

poi  mmn:      guftajche  Giulio  Pontefice  morì  ;  di  che  l'auiio  gli  lopragionfe  otto  gioì 

pò  arriuato.Si  partì  egli  perciò  l'ultimo  di  Marzojinfieme  col  Cardinal  d' 

fta,per  ritrouarfi  all'  ekttione  del  nuouo  Papa. 

ti  e  eletto  Fu  creato  inanzi  l'arriuoloro  in  Roma,Pontefice,a  none  d'Aprile?  Mj 

Marcello  fé-   Ceruino,Cardinale  di  Santa  Crocc,huomodi  natura  grane,  &  feuera,d[ 

condv,  coftantcqual  volle  dimoftrare  nella  prima  attione  dei  Ponti{ìcato,co4i 

il  nome  medeììmo,&  fignificar  al  mopdo,di  non  elFer  fatto  un'  altro  pQ 

gnità  riceuuta:  cola  a  ponto  oppolìta  a  quello,  cheda  tanti  fuoi  prect 

^tto  :  imperoche ,  dopo  quel  temoo ,  quando  Ci  diede  principio  alla  mutJ 

di  nome,percirerairontialPont'fi:ato  Thedcichi,  nominati  con  vocab 

orecchie  RomaneinfoHti,i  feguenti  leruarono  Tufo  di  mutar  il  nome",pei 

fìcar  con  quello  d'hauer  mutato  gli  aifetti  priuati  in  penfieri  publici,  & 


Marcello  II.         LI  B  R  O    QJV I  NT  O.  35>9 

aedo  Pontefice, per  dimoftrard'haiierancoin  flato  priuatohaimtopcn-  Ti  3  id 
gni  del  Pontificauo.con ritener  Tiitcìro  nome,  volle  moftrarimrautabi-  lv. 
u  altra  fnnilcattionefibchejcircndogliprefentatii  Capitoli  fatti  inCó- 
)er  giurarcjiifpofejEirer  quel  medelimo,che  pochi  di  prima  haueua  giura- 
oler  feruargli  con  fatti, non  con  promillioni.  La  fettimana  Santa,che  all' 
i  celebraiia,&  le  inftanti  felle  di  Paica,  furono  canla ,  che  il  Pontcfice,per 
litàalleceremonie  Ecclefìaftichc ,  contrahelfc  grane  indifpoiitionc  ;  con 
:io  hebbe  i  penfieri  fifTì  alle  cofe,che  inanzi  il  Pontificato ,  alqaale  Tempre 
.igurato  douer  afe en de re,di [legnato  haueua.  Con  molti  Cardinali ,  coi:!  'Y'*'^f«  "^««^^ 
)  di  Mantoua  particolarmente,conferì  il  fuo  diiregno,di  componer  le  dif-  ^^""^'«'«^'-^ 
e  della  religione  con  un  Concilio,  cofa  che  diceua  non  elferriufcitagià,  '"*^ 
v^ia  impropria  tenuta.  Che  era  necciTario  prima  far  una  intiera  riforma, 
ale  rcitcrebbono  accordate  le  diflcrenze  reali  :ilchefatto,leverbali,parte 
eircceirerebbono,parte  con  leggier' opera  del  Concilio  fi  concordercb- 
Che  i  prcceirori  fuoi  per  cinque  luccemoni  haueuano  abhorrito  etiandio 
ledi  riforma,  non  perfine  cattiuo,maperfuafi,  che  foife  polla  inanzi  con 
'abballar  l'autorità  Pontificia  :  ma  elfo  haucr  contraria  openione,  che 
a  cofa  polì]  conferuarla,lenon  quella,  anzi  effer  anco  mezo  di  aumen- 
ti olferuando  le  cofe  pairate,ognuno  poter  vedere  che  quei  foli  de'  Ponte- 
)mani,che  fi  fono  dati  alla  riforma ,  hanno  innalzata,  Se  accrcfciuta  l'au- 
rche  la  riforma  non  leuaua,  fcnoncofe  apparenti,  &  vane,  non  folodi 
momento,  ma  àncora  di  fpefa,&  grauezza  ;  ilufiThlepompclcnumero- 
iitiue  de'  Prelati,  le  fpefc  ecce{riue,&  fuperflue,  &  inutili,  che  non  fanno 
itificato  venerando  ,  ma  contennendo  :  che ,  troncate  quefte  vanità? 
rà  la  vera  potenza  ,  la  riputatione  ,  credito  appreflb  il  mondo  j  il  da- 
&  gli  altri  nerui  delgoucrno:  &c  fopra  ogni  altra  cofa,  la  protettio- 
aina,che  debbe  tenere  per  ficuro  ognuno,  che  opera  conforme  al  proprio 
>. 

Dublicarono  per  la  Corte  quefti  diiregni,iquah  da'beneiioli  erano  orna-  Schei  gìu^ 
titoli  di  pietà, &  amore  della  pace,&  della  religione  :  non  mancando  pc-  cijfom  diut*^ 
emuli  d'interpretar  in  finifl:ro,condire,Che  il  fine  non  era  buono:  che  il  fi: 
(ì  fondaua  fopra  predittioni  Aftrologiche,  ailequali  era  tutto  dato  ,  Te- 
lo le  veftigie  del  Padre,che  per  quella  profeilìone  fu  aggrandito  :  che,  fico- 
levohcoper  cafo,o  per  altra  caufa,riefcono,colì,per  ilpiu,rono  occafio- 
)recipitar  molti.Tra  le  cofe,  che  diifegnaua  il  Pontefice,  in  particolare  era  y^.a  ^uefiì  rei 
ituire  una  religione  di  cento  aguifadiunacaualLri-i,  dcllaqualc  voleua  altri  fuoi  dif- 
apo.  Se  farlafcielta,  eftrahendogli  di  qual  fi  vaglia  rehgione,o  ftatodi  A^"''i«^'"/'^ 
ncqualituttihauelTero  cinquecento  feudi  per  u  io  dalla  Camera  Pontifi-  J?""/'^'' j'* 
ceircro  uno  loienne ,  &  molto  ftrecto  giuramento  di  fedeltà  al  Pontefice,  ^''oJ^f."^^ 
n  poteltcro  eifer'  alTonti  ad  altro  grado,ne  meno  accrcicer'  in  entrata  mao^- 
:  folopotelTcro  elTerper  meriti  creati  Cardinali,  non  ufcendo  però  daìLa 
pagnia.Di  quelli  foli  voleua  valcrfipcr  Noncijjpcr  Miniftri  de'  ncgoti;,  8c 
ouernatori  delle  fue  città  ,  per  Legati ,  &  ad  ogni  altro  bifogno  della.Sede. 


400  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  PaolcIIh 

ci^   i3     Apoftolica  :  &z  già  erano  nominati  moki  licterati  habitanti  in  Roma  da  I.cq. 
L  V.        nokiiici.  Se  alni  (ì  auanzaaanoper  iiaiier quello  honorc.  Di  mokenouì  la 
Coree  erapiena,cheh  afpetcaaaao,  ma  ratte  furono  poftc  infilcntio,  pcli( 
Marccllo,giàindebolko  perk  fatieiie  corporali  deUe  longhe  &  grani  cei;-no. 
niccomes'è  dettcfoprafatro  d'un  accidente  d'apopleflìa,  morìlukimo  M 
meie,non  verificate  le  altre  predittioni  Aftrologichc  delpadre,  Scfuc^tliej 
ftcndeuanoper  qualche  anno  oltra  quel  giorno.  • 
{/  Conclaue  a-       Onde  congregati  dinuouo  i  Cardinali  in  Conclaue,fìicendo  molta  in  .qì 
(innato,  formx  [\  Cardinal  d'Augafl:a,aiutato  anco  dal  Morone,che  tra  i  Capitoli  foliti  fc tj^ 
^e  ^mcoh  iì^^-gi^iLarlida  Cardmali,vifofle  poftojche  il  futuro  Pontefice,  con  con  m|ì« 
•  f  "'■T*'/'  tlt4 Collegio,pcr  dar  fine  allariforma  incomminciata ,  per  determinar  IcflUf 
del  Concilio  a  nenti  coiicroucriìe  della  religione  >  Se  per  trouar  modo  come  far  riceucr  il 
cekbrarpy       cilio  cek  brato  in  Trento  alla  Germania,fra  termine  di  due  anni,ne  coni 
foi  crc4  Papa  ^cbbe  un  altro  :  Se  ellendo  il  Collegio  de'  Cardinali  numerofo  molto  ,  fi 
Paolo  4.  Ipta-  capitolatcche  per  due  anni  non  poteife  il  nuouo  Pontefice  crear  più  di  q  \ 
ceuoie  amo  u  (^^^  jjj-.^ij  £^  ^  ventitre  del  fe^uente ,  fu  creato  Giouanni  Pietro  Caraffa , 

pir  la  natura  o  -/^ii-t  •  r 

fiiafeuti-aj      chiamò  Paolo  quarto,npugnandoj  quanto  poterò  >  i  Cardinali  Imperiai 
che  era  {limato  poco  amico  di  quella  Maeftà  per  antichi  difgufti,riceuuci  j 
do  in  Spagna  alla  Corte  Regiajdoue  ferul  otto  annijviuendo  ancora  il  Rè 
nandoCatholicoj  &  per  il  polfelTo  negatogli  pochi  anni  inanzi  dell'  Aiiit- 
fcouuto  di  Napolijper  la  commune  inclinatione  de'  Baroni  Napolitani,  j  p 
fio  s'aggiongeua  la  feuerità  de'coftumi  fuoi  ,  che  refe  ancora  tutta  la   > 
molto  mefla5&  la  potè  in  maggior  timore  di  riforma ,  che  tutto  il  paffatc 
Uqualt^fto    liuto  nelle  trattationi  del  Concilio.  La  feuerità  del  viuere,  quanto  alla  p  e 
mutam  mon-  ^ccafafuajladepolc immediate  creato: paxhcinterrogato  dal  Maeftroc  . 
mU'^  *^'""~  come  voleua  che  gli  folle  apparecchiato,diire,ComeadungranPrencip<  o» 
uiene.Et  volle  eilcr  coronato  con  maggior  pompa  del  folitOjche  tale  non  aÌ3 
memoria:  Si.  in  tutte  l'attioniaftettaua  di  tener  magnificamente  il  grac 
apparir  pompofojtS:  fontuofo;&  co'  nipotij6:  parenti ,  fi  moftrò  cofi  ino;  . 
te,come  qual  Pontefice  folle  preceduto  :  la  feuerità  verfo  gli  altri  atfett  l'ai- 
conderla,moilrando  grandiflnna  humanità ,  però  in  poco  tempo  ritornò  no- 
ftrar' il  Tuo  naturale. 
rlceuef^m-      Riceuctte  a  grande  fuagloriajchc  il  primo  giorno  del  fuo  Pontificato  ta- 
bafcìata  In-    j;ono  in  Roma  li  tre  Ambalciatori  Inglefi/pcditi  fotto  Giulio^corae  s'è  de  ):& 
gUjtdtfom-     .^  primo  Conciftorojdopo  la  Coronacione,fu  publico  :  in  quello  furono  i  io- 
mjiione,        ^q^ì^  Jone  proftrati  a'  fuoi  piedija  nome  del  Regno ,  accularono  i  faUi  p  'atb 
narratigli  tutti  ad  uno  ad  uno,che  cofi  il  Papa  volle>confeirandofi  ingrati  e  nh- 
niti  benefici]  dalla  ChiefariceuutÌ5&:  chiedendone  humilperdono.  Il  Por 
oli  pcrdonojgli  leuò  di  terra,&  abbracciò,6c  in  honor  di  quei  Rèjdiede  tit' 
erlggf  iTrlan-  corona Regak" all'  Hibernia,  concedendogli  tal  degnità,pcr  l'autorità  j 
àamB^gno,    Pontefice  ha  da  Dio,poito  fòpratutti  iRegnijperfpiantarlicontumacijL^ 
carne  de' naoui.D.iglihuomini  digiudicio>cheair  hora  non  feppero  1 
cauta  di  tal'  attio ne,fa  riputata  una  vaiiitàjnon  vedendoii  che  profitco,ne .  r  - 

'Itaj 


L  PAOto  mi.         LIBRO  QUINTO.  4or 

le  di  honoreuolezzajfia  ad  un  Rè  l'hauer  più  titoli  nel  paefe  che  pofredc:&:    e  1 3    i  d 
doii  più  honorato  il  Rè  Chriftianidìmo  per  il  iolo  titolo  di  Rè  di  Francia,        l  v. 
foire  il  iuo  flato  diuKb  in  tanti  titoli  Rcgij,quantc  Prouincie  poiledc.  Ne 
i  molto  opportuno  in  quei  tempi  il  dire  d'haucr  daDio  autorità  d'edifica- 
nantarRcgni.Iconfapcuoli  della  vera  caufa  non  riiebbcro  pervanità,an- 
ircanojfolito da  molto  tempo  ufarfi.  Hcnrico  ottano,  dopo  fcparato  daK^^'i*""'*'''^'*'"' 
ìce,eudlerHibcrnia in Rcgno,5t  il  chiamò  Rè  d'Anglia, Francia j^IkHi- 
•Queftotitolojcontinuato  daEdoardo,hi  alFonto  anco  da  Maria,  Oc  dal 
i.Il  Papajfubito  crcato,entrò  in  rirolutione,chc  il  titolo  d'Hibernia  folle 
iRèdcpofto,aftcrmando  collantemente, non  appartener' ad  altri, che  a 
e  titolo  Rcgio.Ma  dithcil  colapareua  poter' indur  l'Inghilterra  a  dcponer 
]o,chcgià  da  due  Rè  era  u(ato,òc  dalla  Rcgina,l'enza  altro  pcnrarc,conti- 
tìoub  Ecmpcramento,dillinuilando  di  iapcr'il  fatto  d'  Henrico,d'eriggcr 
eli'  Ifola  in  Rcgno,chc  in  quella  maniera  potcua  il  mondo  credercil  tito- 
'vfato  dalla  Regina,come donato  dal  Papa, non  come  decretato  dalPa- 
ìfìfpcilo  i  Papi  hanno  donato  quello,  che  non  hanno  potuto  leuarea' 
)rÌ5&  quc{li,per  fuggire  le  contentioni,partc  hanno  riceuuto  le  cole  pro- 
dóno,^  parte  hanno  diffimulato  di  iaper'  il  dono,&:  lapretenfìone  del 
i-e.Ma  ne' ragionamenti,  che  palfarono  tra  il  Papa ,  &  gli  Ambafciatori  /„„/^„„  ^^  • 
itcriprefcchenon  folFero  (lati  intieramente  rcflituiti  tutti  ibeni  della  beni  eccUPa- 
,dicendo,che.cio  non  erada  tolcrarli  in  modo  alcuno,  &  che  in  ogni  fini  fieno  re- 
aerancceirario  ricuperargli  tutti  fino  al  valore  d'un  minimo  quadrante:^"«"f'j 
lecofediDiononpolTono  mai  ritornar' ad  ufo  humano,  &  chi  teneua 
coglia  minima  parte  di  quei  beni  era  in  continuo  flato  di  dannatione:  e 
auelle  facoltà  di  concedergli, lo  farebbe  prontiflìmamentcper  pietà 
,6cper  hauer'eiperimentato  la  loro  filial  ubedienza:ma  la  Tua  autorità 
Miderfi  a  poter  profanare  le  cole  dedicate  a  Dio,v<i  doucre  Inghilterra 
ta,che  quello  farebbe  un  anathema,&  una  contagione  ,  che  hauercbbe 
na  vendetta  tenuto  fempre  quelRegno  in  perpetua  infelicità.  Incaricò 
)arciatori  ài  fcriuerne  immediateme  contento  d'hauerne  una  volta  par- 
li ogni  occafione  rcplicaua  l'iftelFo.  Gli  dilfe  anco  chiaramente  ,  che  come  anche  II 
j prima  fi  mettelFe  ordine  di  ritornar  in  ufo  l'eirattione  del  danaro  di  San  <i^"^ro  di  s, 
|»erqualcaufaegli,fecondó  il  coftume,haucrcbbe  mandato  un'elFattoit:  '^'**^®» 
jl  carico  d'elFattore  era  (lato  eifercitato  tre  anni  da  lui ,  mandalo  a  quello 
i"iInghilterra,conmoltaiuaedificatione,  vedendo  la  prontezza  nel  po- 
ne'plebei  maggiormente:gliinculcaua  che  non  potcuano  fperare,che 
'ietto  folfe  loro  aperto  il  Ciclo,  mentre  che  ufurpailero  le  colè  proprie 
>aiitointerra.Queftarelatione,fatta  alla  Regina,con  molti  altriuihcij,  '"^^^^'*  K^'"* 
effiuamente  erano  daRomacontinuati,  fecero  che  ella  s'adoperò  cor;  ^^"''  ^3 
fpiriti  a  quello.  Ma, perche  molti  della  nobiltà,  &  mallimede'  ^iii  damo: 
'jiaueuano incorporato diuerfe entrate  nelle  cafe  loro, non  fi  potè  clfe- 
■jlaben  reftitoì  tutte  le  deciirie,&  qualonque  cofa Ecclefia{lica,applic,ata 
a'egio  dal  fratello  j  Sedai  padre.  Gli  Ambafciatori  partirono  da.  Roma 

Eee 


ei3  13 


i  Franceffi 
guidagnuno  il 
nmuo  PafAi 


la     Dieta. 

d'^ugnfìat 
dopo  molte  co- 


fit  il  Decreto 
delia  pAce,t 
delia,  libertà. 
delU  ^eligio 
we; 


40i  CONCILIO    DI  TRENTO      Papa  Paolo  i 

i-iìokolodati,aifauoriti  dal  Papa  per  la  fommiflìone  da  loro  urata,mod.: 
quale  facilmente  s'acquiftaua  la  Tua  gratia. 

Immediate  dopo  la  crcatione  del  nuouo  Ponteftccgl'  Imperiali,&  iFra; 
a  crira  ufaroiio  ogni  arce  per  acquiftarfclo.Ma  il  Cardmale  di  Lorena,che  n  1 
ben  pcnetrana  l'hamore,  lo  confermò  nell'  aftectione Francete, dicendo! 
Conciftoro,okre  diacrfi  uffici)  farci  in  prÌLiaco,cheil  Rè  conofceualaCi 
Gallicana  hauer  bifogno  di  riformaj^elfer  parato  d'aiutar  Sua  Santità,oj 
dando  i  Prelati  al  Co  ne  iliOjfe  ella  giudicauabenco  in  qualonque  altro  ( 
gì  foire  parlo  più  opportuno. 

Fra  tanto  il  profegLil  la  Dieta  in  Germania ,  non  fenza  contentioni,  1  |i 
maggiori  farebb onoriate, le  il  Cardinale  Morone  folle  reftatapretente,  e  i 
gli  urtici]  che  hauerebbe  fatto,  come  per  le  fofpittioni  già  concctte  nell'  li 
de'  Proceftantijchc  foiTe  mandato  folo  per  fine  d'opporlì  a  commodi  loro  i 
era  per  tutto  publicato,che  Roma  fitrouaua  piena  di  Iperanza  di  riceuei  n 
focto  il  giogo  la  Germania ,  come  l'Inghilterra.  Partito  il  Cardinale,  fi  li 
dihhcoltà,le  lì  doueua  trattare,inaiizi  ad  ogni  altra ,  delle  coi.e  della  relig  M 
fé  bennelprincipio  gli  Ecclelìaftici  contradiceuano,furilbluto  finaln  it 
communconlemWhe  da  quella  fi  delle  principio,  8c  vi  furono  due  pp 
rioni  contraried'unayche  fi  doueffe  trattare  de'  mezi  di  riformarla  :  l'alci  et 
douelVe  lafciarla  in  libertà  di  ciafcuno  :  fopra  che  fu  grandiflìma  conti  \ù 
Ma  finalmente  parae,che  tutti  inclinatfero  alla  feconda,  non  lapendcK 
medicina  ballante  a  fradicare  il  male,che  ancora  era  in  moto ,  ma  ben  1  m 
che,quietati  gli  humori,&  leuate  le  differenze,&  fofpetti,fi  potelFero  ^  IB 
te,facili,&  commode  vie:alchc  fare  era  necelTario  ftabilire  una  buona  *ce 
che  per  caula  di  religione  non  fi  facelle  più  guerra,&  folle  lecito  adog  W 
Prencipijt:^  altri  Ordini  dell'  Imperio,leguire  &  far  oileruar  ne'  fiati  fuc  iiK 
che  più  gli  piaceire.Laqualrifolutione  quando  fi  fu  perfì:aDilire,le  coi 
fi  eccitarono  maggiori:perche  quelli  della Confelìione  Augufiana  prc 
no,cheatuttifofie  lecito  accettar  la  lor  dottrina,  ritenendo  gli  honor  tati 
gradi,che  poiredeuano.Per  il  contrario  i  Carolici  non  voleuano ,  che  le 
melfo  agli  Ecclefiailici  mutar  religione,ritenendo  il  grado.  Ma  fé  un 
&  Abbate,abbracciaire  l'altrasdouelFe  perder  la  degnita.  Ne  meno  alle  .-. 
haueuano  già  fette  anni  riceuuto  il  decreto  d'Augufl:a  dell'  Interim  y  ifej 
melfo  di  tornar  alla  ConfeflTione  Augufl:ana. 

PaiFarono  da  una  parte  de  dalla  altra  kritturefiapracio:  e  finalm'tel; 
parte  &  l'altra  rallentò  il  rigore.Gli  Ecclefiafliici  fi  contcntarono,che  1  ''■- 
ceireroamodo  loro,&  i  Protefi:anti  cellero  la  pretenfione  quanto  agi 
il;ici:&  a  venticinque  di  Settembre  fu  fatto  il  Receilo,  Che,  elTendo  i 
per  ultimar  legitimamente  le  cole  della  religione,  un  Concilio  Genei 
rionale,  ne  pocendofi  congregar  per  moke  dirHcoità,  tra  tanto  che  fi  a,  lU'" 
da  ad  una  amicabilc  concordia  di  religione  per  tutta  Germania,  Cefai^ 
nando,&  i  Prencipi ,  &  Stati  Catolici,non  poteilcro  sforzar  i  Prencip 
^  Staci  ddlaCoiifcifioiie  Auguilaiia,aiafciai:la  lor  religione^  cere; 


■Or( 

joiiic 


ftlt" 


^.A  Paolo  un.  LIBRO    QUINTO,  405 ^ 

{cuite,  odainftimirfine'lordominijj  che  non poceirero operar  alcuna cofa    ci^  i3 
irezzQj  o  vilipendio,ne  impedirgli  il  libero  ufo  di  quella  religione;  &  fimil-        lv. 
te  quelli  della  Confeflìone  Auguftana  doucflero  portarfi  verfo  Cefare ,  6c 
inando,&  gli  altri  Prcncipi  3  Se  Szciti  della  religione  antica ,  coli  Ecclclìaili- 
ime  Secolarijpotendo  cialcuno  nella  ftato  Tuo  ftabiiir  qual  religione  gli  pia- 
,  &  prohibir  laltra-Et  fé  alcun'  Ecclelkftico  abandonerà  la  vecchia  ,  non 
a  d'alcuna  infamiajma  perda  fubito  i  benefici) ,  &  da  chi  tocca  ila  prouedu- 
un' altro;&  quanto  a'  benefici)  già  applicati  da'  Proteftanti  alle  fcole ,  o  a 
ifteri)  della  Chiefajreftino  nelmedelìmoftato.Che  non  iìcilcrcitipiugiu- 
ctione  Ecclefiaftica  contra  quei  della  Confeflìone  Auguftana  :  del  rirna- 
e  quella  fia  eflercitata  fecondo  l'antico  coftume.    Formato  il  Receffo^una 
difficoltà  nacque,perrimuouerlaquale,Ferdinado,ufandorafrolutapote- 
nperiale del  fratello ,  dichiarò,  conlentcndo l'Ordine Ecclefìaftico,  che  i 
lati,&leCittàj&CommunitàibttopofteaPrencipiEccIefia{lici,iqualida 
Ianni  haucuanoadhcritoalla  Confeflìone  Auguftanaj&  giariccuuto  i  riti, 
remoniedi  quella,  oiferuandole  anco  tuttauia,  nonpoteilero  da'Prencipi 
Ecclefìaftici  eflèrcoftretti  a  mutargli,mapoflìno  continuare  fino  alla  ge- 
.e  concordia  di  religioncche  farà  conclufa. 

Pontefice  Paolo ,  udito  ilRecelFo  d'Augufta,  fialterògrauiflìmamente;  e  ^i  j^^  ìiPapa 
jran  querela  con  l'Ambafc latore  Imperiale,  Ik  col  Cardinale  d'Augufta,  ri-  fifàegnaizmi-' 
dendoche,  fenzafaputa  della  Sede  Apoftolica,fi  folFeda  Ferdinando  in-  meda: 
)tto  trattatione  in  materia  della  rcligione,&  minacciando ,  che  a  fuo  tem- 
uuebbe  fatto  conofcere  ,  &  all'  Imperatore ,  &  a  quel  Rè ,  con  molto  loro 
imentojl'offefa  fatta  alla  Sede  Apoftolica:  eflbrtauaapreuenir  con  reuoca- 
annullar  le  cofe  concelTcper  leuar  a  lui  l'occafione  di  procedere,come  era 
Lre,nonfolo  contra  iLutherani,ma  anco  contra  loro,come  fautori  :  ofFe- 
Dfiancodiaiutare,quando  acio  fidifponelFcrojCon  l'autorità,  &  con  lear- 
de coinmandare  a  tutti  i  Prencipi  Chriftiani ,  fotto  pene,  &  cenfurcche  gli 
tiferò  con  tutte  le  lor  forze.Non  fi  quietò  per  la  rifpofta  dell'  Ambafciato- 
he  allegaua  la  forza  de'  Proteftanti ,  la  guerra  contra  Cefare ,  doue  hcbbe  a 
:  prigione  in  Ifpruck,&;  i  giuramenti  prcftati:  perche  a'  giuramenti  rifpon- 
•  che  egli  gli  liberaua,&airolueua,anzi  gli  commandaua  che  non  gliguar- 
L'o:al  rimanente  diceua,  che  nelle  caufe  di  Dio  non  fi  procede  co'riipetti 
mi:che  l'Imperatore  è  ftato  in  pericolo  per  diuina  peimiflìone,non  haueii- 
)i  fatto  tutto  quello,che  potcua  &  doueua,a  fin  di  ridur  la  Germania  all'  u- 
.nza  della  Sede  Apoftolica;  che  perquefto  gli  badato  fegno  dell' ira  (uaj 
aH'auuenire  ienon  glifaràdocumento,  donerà afpettar  daDio  maggior 
:ione:  ficome  diportandofi  da  vero  foldato  di  Chrifto ,  intrepidamente ,  & 
rifpettimondani,of  tenera  ogni  vittoria,  come  gli  eftempi)  de'  tempi  pai- 
iinoftrano. 

a  fama,  cheilPapacofitrattalfe,  non  folo  per  propria  mente,  ma  eccitato  ■^^"'^*''^'"""'' 
'ardinal  d'Augufta,alqualenon  poteua  piacer  la  libertà  concefla  a' Con-  ^^j'^^^. 
inifti.E  ben  cola  certa,che  Paolo,  come  quello ,  che  eja  d'animo  grande ,  6c 

Eee     ij 


404  CONCILIO  PI  TRENTO      Papa  Paolo  II 

e  1 3  I  -3  vaili  pcnfierijteneua  per  fìcuro,  di  poter  rimediare  a  tutti  i  difordini  con  la  .la 
lY-  dia  autorità  Pontificale  :  ne  riputaua  hauer bifogno  in  ciò  di  Prencipe  alciio; 
l'olito  di  non  parlar  mai  con  Ambafciatorisfe  non  intonandogli  nelle  oreccie, 
che  egli  erafopra  tutti  gli  Prcncipijchenonvoleua  che  alcuno  d'eflifidcie- 
{licallèfecojche  poteua  mutar  i  Regni,  che  era  fucceiror  dichi  hadepofto'.c» 
&  Imperatori:&:rpeirorammemoraua,per  principio  dell' autorità  elTercita  ^ 
iubchehaueua  eretto  un  Regno  aghHiberni>  &  paifaua  tanto  inanzi.,  e 
Conciftoro,&  anco  alla  menùjin  publicojin  prefenza  di  molte  perfone,dn  li< 
di  non  voler  alcun  Prencipe  per  compagno,  ma  tutti  perfudditi  fotto  qito 
piede:colìdiccua,percotcndolaterra,comeè  conucniente,&come  ha  veto 
chi  ha  edificato  quella  Chiera,&:  ci  ha  pofto  in  quello  grado.  Et  ufaua  quj  he 
volta  d'aggio ngere,Piutofto  che  far'  una  viltà,  vorreffimo  morire,  rouinar  jni 
cofa,  &  appizzarfuogoin  tutte  le  quattro  parti  del  mondo. 

Il  naturale  di  Paolo  quarto  era  di  grande  animo,  5c  ardire,  confidaua  n  ito 

nel  Tuo  lapercòc  nella  buona  fortuna,che  gli  era  ftata  compagna  in  tutte  Ira. 

prefcallaquale  aggionto  ilpotere,&  la  fortuna  del  Pontificato ,  riputaua  ;ni 

CQfafacilc.Mainlui  fluttuauano  a  vicenda  due  humori:  uno,cheper  la  co  jc 

tudine  Icmpreuiatadivalerfi  in  ogni  attione  della  religioncl'induceuaa  id* 

ìfìclmo  vie     operare  la  fola  autorità  fpirituale  :  l'altro  gli  era  eccitato  da  Carlo  Caraffa  lio 

più  dal  Ni-   i^ipotcìche  foldato  di  valorc,&:  elfercitato  nella  guerra,  fatto  di  foldato  C  11^ 

^°^^'  nale,riteneua  li  fpiriti  Martiali ,  lo  perfuadeua  a  valerfi  della  temporale ,  d  :n' 

dojche  quella  fenza  quella  è  difprezzata,ma  congionte  poifono  elTer  iftroi  nti 

di  gran  cofe.MaaU'auueduto  vecchio  era.molto  ben  noto,cheanco  s'in(  jo 

lifcelafpirituale,quando  fi  moftra  hauer  bifogno  della  temporale.  Ma,  ft  de 

fempre  filfo  a  voler  farfi  gran  nome,hora  daua  orecchie  al  Nipote,  bora  cu  :ui 

più  a  le  medefìmo.In  fincpensò  di  trattar  il  temporale  in  fecreto,&:  ilfpiri  ali 

in  palcfe,pcr  poter  poi  continuando  quefì;o,o  aggiongerui  le  imprefe  tem  la 

ligia  ordite,©  tralafciarlccomc  dagli  euenimenti  folle  flato  confeghato:  di 

'  t'mduce  a  ^^'^^  inficme  col  Nipote  trattò  fecretiflìmamente  col  Cardinale  di  Loren,  i» 

trattlriega  co  lega  col  Rèdi  Francia.Laquale  come  fu  quali  digefla,  per  leuar  tutti  ifof  tti 

Francia  pel    Lorena  partì  da  Roma ,  &  vi  andò  il  Cardinale  di  Tornon,  colquale  fu  e  il; 

conquìfio  di    itelTa  fecretezza  conclufa.Il  capo  principale  dellaquale  erajl'acquillo  del  R  m 

S^Apli!-        di  Napoli  per  un  figlio  cadetto  del  Rè,  ma  con  grande  amplificatione  dell  b 

fio  Ecclcfiafticojalquale  fi  dauano  per  confini  S.Germano,&  il  Garigliano  :  d 

là  dall'  Apennino  il  fiume  Pefcara,oltra  Bcneuento  :  &  quello  che  di  più  er 

anco  conuenuto  per  i  rifpetti  del  Papa. 

Giudicò  anco  il  Pontefice  neceilario,  per  farli  appoggio,coli  per  runa,(  ;ii 
perl'altra  imprefa,far'  una  promotionc  di  Cardinali  dependenti  da  fé.  Se  p  'o 
ma  moul  ^  ne  di  ardire,che  non  li  retirallero  dal  feguir  i  fuoi  dilfegni ,  &  implicarli  in  511 
Cardinali  ce-  ^J.J^a  imprefa.  Di  quella  promotione  li  comminciò  a  parlar  qualche  g  rn 
ira  epromej-  ■^^^^^,^:^  ^]^^  [^  mettclTe  in  effetto  :  onde  i  Cardinali  li  grauauano,  che  li  diilèg  il 
elqr.ido  dd  contrauenir  al  capitolo  giurato  5  &  fopra  tutti,grimperiali,attefa  la  qualiti  el 
QoUeg^iOi      leperfoae,che  erano  propoftcpenfauano  di  vokffi  opporre.  Il  di  venti  Di'  111 


?AOLo  mi.         L  I  B  R  O    QV I  N  T  O.  405 

:ndo  entrato  il  Pontefice  in  Conciftoro,  rubitoientatodifTej  non  voler    eia  i3 
latina  dar' audienza  ad  alcuno,  hauendo  a  proporcaufe  maggiori  :  dal-        l  v. 
ndendo  ognuno ,  che  la  materia  doueua  etler  di  crear  nuoui  Cardinali» 
nal  di  S.Giacomo  (e  gli  fece  alla  Tedia  perparlare:&  ricufando  il  Ponte- 
defiftendoilCardmalc,  gli  diede  una  mano  nel  petto  ,&  fé  lo  (cacciò 
ifo.Sentati  tuttijincomminciò  il  Papa  a  lamentarli  di  quclli,chc  ditlemi-  HquaU gli  fgn 
lui  non  poter  fare  più  di  quattro  Cardinali  per  le  cole  giurate  iiiCon-  da,cmtnac- 
:  diceua,  che  era  un  voler  legar  l'autorità  Poritificia,  quale  è  airoluta  :  ef-  "** 
.rticolo  di  fede>che  il  Papa  non  può  eller*  obligatosue  meno  può  obligar 
:  il  dir' altramente  eirerherclìa  manifefta»  dal  delitto  dellaqualeallol- 
iclh,che  erano  incorfi, giudicando  che  non  haucirero  parlato  conperti- 
na  fé  alcuno  all'  auuenire  dirà  quelle,  o  limili  cofe  centra  l'autorità  da-< 
Diojordinerà  che  i'Inquifitione  proceda.  Aggionfe,che  voleua  far  Car- 
c  non  voleua  replica,perche  haueua  bilogno  di  perfone  da  feruirii ,  cofa 
ipoteua  far  di  lorchauendo  tutti  eflì  la  propria  fattione:  che  conueni- 
nouer  perfone  didottrina,&;vitacireinplare,  afinc  d'adoperargli  per  ri- 
bella Chieia,&:  raaflTirae  nel  Concilio ,  del  quale  era  tempo  che  hormai  fi 
:feriamente,delqualc  haurebbecon  la  prima  occalìone  fitta  lapropo- 
per  all' horarcome  cofa  da  non  differire  più  longamente ,  proporrebbe 
>ggetti  daproraouer  al  Cardinalato,  accio, hauendo  voto  confultatiuor 
•Q  coniiderargli  quello  ,  chefoire  in  beneficio  della  Chiefa,  nel  che  gli  ' 
)e  uditi  :  ma  non  fi  credelFero  d'haiacr  il  decifiuo,perche  quellio  a  lui  fole    > 
Propofe  fette  foggetti ,  nelqual  numero  uno  folo  era  parente  fuo,&:  un 
Ila  CongrcgationefuaTheatina  :gli  altri,huomini  di  molta  fama,  o  per. 
)  in  maneggio  della  Corte.Tra  quelli  fu  Giouanni  Groperojdi  Colonia,  Gropnorlfì^^ 
foprafiè  parlato  più  volte  ;  ilquale  conofcendofi  di  poca  vita,  &:  ripu-  tailcardi- 
ouer'honorar  molto  più  la  fua  memoria  con  ricufar  una  degnità,  uni-  *i*^*to: 
iente  anco  da  Prcncipi  grandi  ambita  ;&  con  tenerlapochi  giorni ,  dar 
liateriaagli  emuli  fuoi  di  parlareirimandò  molte  gratie  al  Pontefice,  in- 
Iml'efcufatione  j&ricufaterinfegncnonTolfc  ne  il  nome,ne  il  titolo. - 
liCardinali  creati,eirendo  laDomenica  precedente,  che  fua  quindici}, 
jilalega  con  Francia. 

fcfto  tempo  il  Cardinale  Polo,  che  per  moiri  rifpetti  di  fucceflìone.  Si  ^  card.Pl 
:moftrarfi  tanto  riftrettocol  Pontificato,non  haueua  voluto  riccuergli  jifa  Prete ,  e 
r*Eccleilafl:ici,ceirarc  quelle  caule,ufcì  del  numero  de' Diaconi  Cardina-  dmema  ^v^ 
I  :dinò  Prete ,  &  quattro  mcfi  dopo,  elTendo  flato  abbrugiato,con  molte  ^^M^om  di 
niiedidegradatioiie,l'Arciuefcouo  di  Cantorberi,  fu  inllituito  in  quel  C''""''^*'''" 
Miluogo  di  quello. 

Bohd'Auftria,  per  il  Recefifo  fatto  in  Dieta,  &  più  per  ladichiaratione  .       /•  j»^. 
Hi  da  Ferdinando ,  a  fauore  delle  città ,  &  nobili  ludditi  de'  Prcncipi  Ec-  ftria  cìmooom  ■ 
il':i,entrarono  in  fperanza  di  poter  ritener  ellì  ancora  libertà  di  religione:  ui^mà  di,-tli' 
ii'ido  Ferdinando  chiamato  Dieta  de' ludditi  fuoi  in  Vienna,  ]3er  hauer  .g'onej 
ciUtione  centra  iTmxhijchc  gli  moucuano  guerra,  gli  dimanda|Dno,che 
'  E  e  e     iij 


4o6  CONCILIO    DI   TRENTO     Papa  Paolo] 

'^i^~Td~  ali  foffe  permeffo  fino  ad  un  Concilio  Generale  ,&  libero,  di  viucr  inpui; 

Lv.       reli':^ione,  5:  goder' il  beneficio  concefìfo  a  quelli  della  ConfeiTione  Augm 

eiponcndo  al  Rè ,  che  i  flagelli  de'  Turchi  fono  vificc  di  Dio,per  inuicar] 

i-nenda  di  vita;  che  in  vano  fi  pigliano  le  arnie  contra  il  nemico,  non  ]c 


caca  prima  l'ira  di  Dio,  quale  vuol'elTer  honoraro fecondo  il  fuo  pref( 
non  a  capricci  humiani.  Supplicauano  di  non  eiler  di  pcggior  condicio  , 
gli  altri  Germani  ,  &  che  i  miniftri  della  Chiefa  potellèro  infegnare  &  i 
buiriSacramenti,rccondola  dottrina Euangelica,&  Apoftolicai&che  { 
Ari  di  fcola non  foirero  sbanditi ,  fenonconofciutala  caufapergiutliti  e 
queftojoffcrendofi  di  far  tutto  quello,  che  gli  foiTeftato  in  piacere,con  la  ;i 

robba. 
ìlcheilor  dìf-      Alche  Ferdinando  rifpofejchea  lui  non  era  lecito  concedergli  qua  o 
dzno  ^«i='«''-i-nandauano,non  per  mancamento  ài  volontà  di  gratificargli;  ma,  pei  e 
dimtdoy        obligato obedir' alla Chiefa:che  egli ,  &  Ccfare, fcmpre  haueuano  dct 
difcordie  della  religione  ;  per  rimediar  a  che  ,  haueuano  anco  infìituit 
Colloquij,&  finalmente  procurato  il  Concilio  di  Trento jilquale  le 
fortito  effito  fchccnon  douer  effer'  a  loro  imputatOjfapendofi  con  che  e 
&artihcij,riaftato  da  altri  impedito  :ellerri  dopoi  fatto  l'Editto  a  fau( 
Confefiìone  Auguftanajdelqualeeflì  erano  molto  ben  t^artecipi,perchc 
lo  fi  diceua,che  ogni,Prencipe  non  Ecclcfiaftico  poteile  elegger  quah  e 
relicrioni  gli  piace{re,&  il  popolo  douelTe  feguitar  quella  del  luo  Prencip  \ 
quale  fé  akuno  non  fi  contenta,ha  libertà  di  vender  i  fuoi  beni,&  andar  ' 
piace:perilcheil  loro  debito  elTer  di  rimaner  nella  vecchia  religione  ( 
che  egli  profella:  ma  percondefcendera'lorodefidcrij  ,per  quanto  pc 
contentaua  di  fofpender  quella  parte  del  fuo  Editto  toccante  la  cotnn 
del Calice,con tal conditione però, che  non  mutalfero  alcuna  altra  ce 
llquaUconfen-  Igagi,  &  cerem.onie  della  Chiefa,  fino  al  decreto  della  futura  Dieta:&i 
te  toro  l'ufi    je^-^i-^do  niente  di  piu,contentarfi  di  concorrer  prontamente  alle  contr: 

del  Calice j  -i  • 

contra  il  nemico. 

come  fa  anche      I  Bauari  ancora  ricercarojio  il  fuo  Duca  di  libertà  di  religione,  dima 

7lBaiaro  «     la  libera  predicatione  dell'  Euangelio ,  il  matrimonio  de'  Preti,la  comn 

fuoi:  fub  utrac^ue^^  il  mangiar  carne  ogni  giorno ,  proteftando  che  altrame 

pac^arcbbono  grauezze,ne  contribucioni  contra  Turchi.  Ilquale,vedei 

Ferdinando,{uo  fuocero,haueua  conceiro  a' fuoi  la  communione  delC; 

hauer  elfo  ancora  aiuto  di  danari  da  loro,gli  concelfe  che  poteifero  ufai 

■      munione  del  Calice,&  iTiangiar  carne  per  neccflìtà  ne'  giorni  prohibit 

le  cofe  della  religione  folTero  accordate  conpublica  autorità  ;  reftandc 

meno  in  vigore  gli  Editti  fatti  da  lui  in  materia  della  rcligione.Proteftai 

molte  &  ampie  parole,di  non  voler  partirfi  dalla  Chiefa,&  dalla  relig 

fuoi  maggiori,ne  mutar  nelle  ccrcmonie  cofa  alcuna  fenza  la  volontà  < 

teficc&^cfeir Imperatore  :  promettendo  di  far' opera, che  il  Metropol: 

Vefcouifuoi,approuino  quefta  conceflìone  ,&  non  diano  moleftiaai 

per  quelli  cofe.  Il  Palacinato  tutto  abbracciò  la  Confeflìonc  Augufl 


Paolo  mi.         LIBRO    QJ/INTO.  407 

oito  rElettorc ,  8c  fucceiro  il  Nipoce  ,  ilqu-ale  era  dichiarato  di  quella     ciò    i3 
iTìonegiàiBolcìàiinijpcr  quale  anco  haueua  molte  perfecutior.i  parito.       lvi. 
ionio  ai  PrenclpatOjimmediate  prohibìlc  MeileA'  ceremonie  Romane, 
tco'i  tuo  Preiicipaco. 

il  Poatcficexhtcì  i  fondamenti difopra  narraci,voItato  alle  cofc  fpiritnali,  H  Papa  m-^ 
òjchc  era  nccellario  acquiftar  credito  apprcilo  il  mondoj  ilche  non  fi  pò-  /""«"'^  '^na  "- 
.'  prima  non  il  folle  veduta  in  fatti, &  noji  in  parole,  riformata  la  Corte  di  f°^^^' 
..Pcrilche  tutto  intento  a  qucfto,nel  line  di  Gennaro  del  M.D.LVi.erelfe 
ongregationcdoue  erano  ventiquatro  Cardinali,quarantacinque  Prelati, 
eperionclepiu  litterate  dellaCorte,al  numero  di  cencinquanta:&  gli 
in  tre  cla{Iì,in  cialcuna  dellequali  erano  otto  Cardinali,  quindici  Prelati, 
lalinimero  dicinquata.Aqueftì  dicdeadilcutcr  dubij,tuttinclla  materia 
Simonia^iqualimifc  in  ftampa,&  ne  madò  copia  a  tutti  iPrencipi,&di- 
lauerglipublicati  colì,accioperuenii]ero  a  notitiadi  tutte  le  Vniueriìtà,    /.»./•      ... 
di)  generali,&  d'ogni  huomolittcratoj&haueifero  occafione  tutti  di  far  usimmith'' 
Iparer  loro>  quale  egli  non  haueua  voluto  richiedere  apertamente, per 
fer  degnità  di  quella  Sede,che  è  Maeftra  di  tutti ,  d'andar  mendicando  il 
l'altri. Diceuaancorajcheper le  medefimonon  haueua  bifogno  d'ini1:rut- 
diniifunoiperchefapcua  quello  ,che  Chrifto  commandaua:  ma  haueua 
laCongrcgationevaccio5Ìnunacora,doue  tutti  erano intereirati, non  lì 
:  che  voleile  fardi  fuo  capo. Aggiongeua,che  quando  hauelTe  nettato  (cSi 
Corte,che  non  glipotelfeeirerdettOiMediccguarifcite  fteiro;moftrcrà  a* 
ipi,che  nelle  lor  Corti  è  maggior  Simonia,  &:  vorrà  Icuarla,  eirendocofi 
orca'  Prencipi,come a' Prelati. 
Ila  prima  Congregatione  della  prima  clafTclaqual  fu  tenuta  a'ventifei  efendeul  va- 

0  inanzi  il  Cardinal  Bcllai,DecanodelCollegi©,parlarono  dodici,  &:fu-  rij pareri 
Te  opinioni:una,del  Vefcouo  di  Feltre,ilqual  difelcche  per  Tufo  della  po- 
pirituale  non  era  inconueniente  il  pigliar  danari ,  quando  non  iìaper  pre- 
a  per  altro  rifpctto  :  l'altrajdcl  Velcouo  di  SelFa,  che  ciò  non  foilc  kcico  in. 

1  modo,&  con  nilTuna  conditione,&  che  airolutamentc  folPc  Simoiiia  de- 
'ile  cofi  il  darccome  il  rii:euere,non  potendo  fcufar  pretefto  di  qual  fi  vo- 
xte:  la  rerza,dcl  Velcouo  di  Sinigaglia,mcdia  tra  quelle  due,chciOilè  leci- 

in  certo  tempo  (olamente5&  con  certe  conditioni.  Finiti  i  voti  di  quella  '^  ''^'^  ^^^^ 


/ 

/ 


ne' giorni  rcguenti,&  portati  al  Pontcfice,fatte  le  fefte  di  Pafca,  egl 


i,ve 


fofptfo. 


Dladiuerhtà  delle  opinioni,fu  quali  in  reloiutione  di  publicar  una  Bolla 
.doilfuo  fenfcche  non  foife  lecito  riceuerpremio,oprcientc,oelemoilna, 
olo  dimandat.i,ma  ne  me.no  fponf aneamente  ofterta,pcr  qual  fi  voglia  gra- 
irituale:  &  quanto  alle  difpenfationi  matrimoniali ,  che  non  voLua  pia 
rderne,&  ancora  era  d'animo  di  rimediare,quanto  fi  poteua  lenza  fcanda- 
e  concetleperil  palTato.Ma  tante  hironole  dilationi ,  <3c  gì'  impedimenti 
>ofti  da  diucifuche  non  Teppe  venir  a  rifolutione.  !;?"'!"''  ^r°^* 

iproponeuano  alcuni,  che  era  necellario  trattar  una  tal  cofa  in  Concilio  t/;"///',t„!"*'a 
i:ale,ilche  fentendo  egli  con  ecceffiua  eCcandefcciizajdiceuaj  Non  hau«r  ^xmì 


4o8  CONCILIO   DI  TRENTO       PAPAPAOLorii 

ci3    i^    biibgno  di  Concilio>eirendoiopracLKd.Ma  al  Cardinal  Bellai,qual  foggi  if(. 
LVi«       noacircrnecciraiio  Concilio  per  aggiongci: autorità  al  Pontefice ,  marict:ar 
fi,pcr  crollar  modo  d'eirccLuione,  laqual  lion  può  elFer' uniforme  in  tutti  i]©. 
ghuconclufcchc  fé  bilogncrà ,  farà  Concilio  in  Roma  j  &  che  non  è  necdrio 
andar'  altrouc  :  &  che  per  tanto  egli  mai  haueua  voluto  dar  il  fuo  voto, .  eil 
Co'  Icilio  li  facelle  in  Trento  >  come  era  notorio,  che  era  un  farlo  in  mezo  m, 
thcrani-.pcrche  il  Concilio  fi  ha  da  far  da'  Vefcoui  folamentejche  lì  poilon^  jen 
admetrcrper  conl'eglio  altre perloncma  Catolicheiolamente,  altrimenti  (q. 
gnerebbc  admetter  anco  il  Turco  :  &  che  era  Hata  una  gran  vanità,  manda  iel- 
le montagne  felìanta  Vefcoui  de' manco  habili,&  quaranta  Dottori  de'  i:no 
fuftìi,  ienci,comc  già  due  volte  s'era  fatto,&  creder  che  da  quelli  porcile  el  r- 
golaco  il  irjondo,meglio  che  dal  Vicario  di  Chrifto  cbl  Collegio  ditutti 
dinali,che  fono  le  colonne  di  tutta  la  Chriftianità ,  fcelti  per  i  più  eccelli 
tutte  le  nationi  Chriftiane  ;  &  con  confeglio  de'  Prelati,  3c  Dottori,che  le 
Roma,i  più  letterati  del  mondo;&  numero  molto  maggiore  di  quello,  ch^  u;i 
ogni  diligenza  iì  può  ridurre  a  Trento. 
Achelo'iniu'       ]y[^^  quando  andò  nuoua  a  Roma  della  concelfionc  del  Calice  dal  Di  i  ' 
conog  i  atti  i  g^Lijf  j.^  f^fj-3^  3^'  (y  q  j  (uclcliti ,  entrò  in  grandiffima  efcandefcenza  centra 
del  BAuxto     P^^*-'^  ^^''^^  qucftaapprelTo  le  altre  coie,aquali  diiìegnaua  prouedertutt'  in: 
pieno  di  fperanza,  che  ogni  cofagli  douelleeiler  facile,  riformata  la  Co 
non  turbandoiì,quantonque  vedelle  il  numero  crefcere.Imperoche  poch  .od 
ni  dopo,rAmbalciatore  di  Polonia ,  andato  efprelTo  per  congratulariì  co  m 
Santità  per  la  fua  atfontionc  al  Pontiftcato,gli  fece,per  nome  del  Rè,  &  d  " 
tledomande    gno,cinquedimande  ,  Di  celebrar  la  Meila  nella  lingua  Pollacca  :  Di 
de  Polacchi,   Communione/J;^z<?m^//^^fc/£':  Il  matrimonio  de' Preti  :  Che  il  pagai 
delle  annate  folTc  ìeuato:Et  che  poteilcro  far'  un  Concilio  Nationale  per 
mar  i  propri)  abufì  del  Rcgno,&  concordar  la  varietà  delle  openioni.    L( 
dimandeafcolròcon  indicibile  impatienza  ,  &  fipofe  adeteftarle  acei  . 
mentcad  una  per  una,con  ecceffiua  vehementia.Etper  conclusione  ,  dill  ck 
un  Concilio  Generale  in  Roma  farebbe  conofcer  le  herelie,&  le  male  ope  oni 
di  molti,alludcndo  alle  cole  fatte  in  Germania,in  Auftria,  ik  in  Bauiera. 
fendo  il  Pontefice  per  quelle  ragioni  quali  riloluto  in  fefteiro,  o  volendc 
ftrar  di  elTerlojche  folle  necellario  far  il  ConciliojdilTe  à  tutti  gli  Ambafci  ori) 
che  fcriueireroa'luoi  Prencipi  la  deiiberatioic  di  far  un' Concilio  Later  cn- 
.    ,  n.  f, limile  a  quell'  altro  coli  celebre.Et  deftinò  Noncij  airimperatore,&  al  èèì, 
^^^\jmcu,p(.r  Francia,per  cirortargli  alla  pace  tra  loro ,  fé  ben  in  Francia  haueua  negoti?  one 
traitarp^tce     piu  fccrcta-Dicde  commillìone  di  ragionargli  del  Concilio  -,  Se  nel  Conc  oro. 
tr.t  Celare  e     cqu  longo  ragiouamento,comc  egli  era  molto  abondante,dillc,eirernect  vf' 
Francia:        celebrarlo  predo ,  poiché  ,  oltra  la  BohcmiajPrulTìa,  3c  Germania,  quali 
r^' j!'/:'''*  '  .    arandcraente  infette  (tali  furono  le  formali  parole)  la  Polonia  ancorali  — 
Conciltoro:      pericolo;  ne  la  Francia,&  la  Spagna  llauano  bene ,  doue  il  Clero  era  mal  t  tra- 
to.QuantoallaFrancia,qurllo  che  egli  principalmente  riprendeua,  era  1  fat* 
tionc  delle  decime,  che  il  Rè  rifcoceiia  dal  Clero  ordinariamente.    Ma  e  itn 

Suna 


aPaoloIIII.  libro   QJ^INTO.  405, 

na  era  maggiormente  iniratoj  perche  elfcndo  ftaco  concava  da.  Paolo  e 
orerzo^ali'  Imperatore  Carlo  pcrrudìdio  delle  guerre  di  Germania  i  me- 
tti &qiiartejegli,nojirodisfattodcl  Receilod'AugLiftajreuocbla  conce{^ 
,  Ma  m  Spagna  il  perfeuerauaj  rilcoteiido  anco  per  forza  di  l'equeflri,  3c 
ri. 

m  s'afteneua  di  dire,  che  l'Imperatore  era  un'hereticoi  che  ne'principij 
igl'innouatoridiGerm.ania,  perabbaifar  quella  Tanta  ^cde,  afìnedifai/ì 
iK di  Roma,  Sedi  tutta  Italiaj  che  tenne  Paolo  terzo  in  perpetui  trauagli, 
mgli  riufcirebberiftelfo verlo lui.    Aggiongcuajche  fc  benea  quelli  in- 
■nienti  tuttijegli  haucua  autorità  di  rimediarejnon  volcua  però  farlo  {en- 
ii;oncilio,per  non  pigliar  tanto  carico  fopra  fé  lolo:  che  l'hauerebbe  con- 
3  in  RomaA'  chiamato  Latcranenrej&  haueua  datocommiflìone  dili- 
irlo  all'Imperatorej&alRc  diFrancia,peruibanità,manon  perhauerda 
mfenfojo  conlegho^perchc  vuole  che  obedifcano.Che  era  ben  e  erto  non 
piaccranilTunde'due  Prencipi,per  non  cifer  a  loro  proposto, viueado 
■anno,&  che  diranno  molte  cofc  in  contrario  per  difturbarlo;  ma  lo  con- 
ca contra  il  lor  volcrc,&  farà  conofcer  quanto  può  quella  Sede,  quando  ^^  a^U^ra- 
PGnteficeanimoro.IlventireidclmefediMaggiojanniuerfario  della  Tua  ba/dador!:  ^ 
.tionejdefmandoconluijfecondo  il  folito^tuttii  Cardinali  *Sc  Ambafcia- 
po  il  definare  entrò  in  ragionamento  ad  Concilio  >  &  diire,La  fua  deli- 
ine  elfer  di  celebrarlo  onninamente  in  Romaj&  che  per  urbanità  lo  face- 
nder  a  Prencipi  &  accioche  i  Prelati  hauellero  le  flrade  ficure.  Pcròj 
nque  non  vi  folfero  andati  altri  PrelatiJ'hauerebbe  fatto  con  quelli  foiij 
trouauanoin  Corte,pcrchefapcua  ben  lui  quanta  autorità  haueua. 
•tre  il  Papa  è  attento  alla  riforma  j  andò  auifoaRoma  elfcre  (lata  con-  ^'^  *"^"*  *l* 
T  mezzo  del  Cardinale  Polo ,  che  per  nome  della  Regina  d'Inghilterra  Ja^tulbam'i 
ofejla  tregua  tra  l'Imperatore  &  il  Rè  di  Francia  a  cinque  Febbraro  :  le-  fiioì  diffegni 
jferelcro  attonito  il  Pontefice5&  maggiormente  il  Cardinal  Caraffa,  cf-  occulti: 
:attata,&:  conclufa  lenza  loro. Al  Papa  principalmente  difpiaceua ,  perla 
rione  della  riputatione5&  perii  pericolo  che  portaua,fe  quei  Prencipi  li 
:ongiontijadifcretionde'qualigli  farebbe  conuenuto  ftare.  Al  Cardi- 
-latiente  della  quietc,pareua  che  cinque  anni  nella  decrepita  età  del  Zio 
Jano  totalmente  le  occalìoni  d'adoperarfi  a  fcacciar  dal  Regno  i  Spa- 
.  tanto  da  lui  odiatixon  tutto  ciò ,  non  perduto  d'animo,  moftrò  il  Papa 
iicgrezza  della  trcgua,nonperò  contentarfene  intieramente.  Poiché  per  ma.  egli  dìfU 
ilio,che  diifegnaua  fare,  diceua  elfer  neceiraria  una  pace  ,  laqual  egli  era  »"»<'''« ,  «  fì>''gz 
trattare ,  &  a  quefto  fine  mandar  Legati  all'  uno,&  l'altro  Prencipc ,  ef-  "^'"'"'^  ""'^f^'' 
-'Ito  didouerla  concludere,perche  voleua  adoperar  l'autorità.  Non  vo-  ^''f^"  ',^"' 

1  1-        Il  1    it     .r-^i   •    r       -        ,-r      1.   1     ^1     •    ì'^^onr  nino 

r  per  lor  guerre  impedito  dalgouerno  della  Chiela  comeliogli  daChn  concilhi 
ino  Legati  all'  Imperatore  Scipion  Rebiba,  Cardinal  di  Pifa  ;  &  al  Rè  di 
jil  Cardinal  CaraJfta,Nipotc.  Quello  andò  in  ddigenzajaU'  altro  fu  dato 
licaminar  lentamente. Al  Rebiba  diede  inllrutrioned'eirortar  riiiìpcra- 
cmcndatione  di  Germania,  laquale  non  s'haueua  fin'-hora  cHlttuatOa 

Fff 


CI3     IO 
LVI. 


410  CONCILIO   DI  TRENTO      Papa  Paolo  n 

perche  nilfun  haueuain  quell'  imprefa  caminatodi  buon  piede.  Conofcia 


ti  cui  fine  erA 
di  rouefciarfo 
Pro,  i  Principi 
a  tct  riforma 
jttauhinata 
cotptra  liti: 


U.Càr  dittai 
Cara  fi  ft 
rompere  ia 
tregua  in 
Fr^iìci<t} 


mancamenti  de' Tuoi  prcceirorijiquali  per  impedir  la  liforma  della  Corte,i,p 
direno  ogni  buon  progreiro  del  Concilio.  Tutto  nicontrario  egli  delibai 
eirerc  il  promotor  della  riforma,  &  deliberaua  di  celebrar' un  Concilio 
CQ,d<.  da  qucfto  capo  incomminciarejConcertczzajchc,quando  i  Protei!: 
tieticro  veduto  toti  quegli  abufi,  per  quali  il  fono  feparati  dalla  Chiefa,  v 
no  tuttauia  contumaci,dclldcraranno5&  concorreranno  a  riceuer  i  Deci 
ordinationi,&  li  larà  un  CoiKÌÌio,doue  il  riformerà  non  in  parole,ma  in  f  :i,j 
Capei  membn,rOrdineEccle{ìail;ico  &  ilLaicalci  Prencipi,&ipriuaiAi 
per  far  coli  buona  opera,non  eiler  badante  una  tregua  di  cinque  anniùmp 
nelle  tregue  i  lorpctti  non  lono  minori,che  nella  guerra  j  &  Icmpre  il  fta  1  ^.. 
pararli  per  quando  finiranno-.eiler  neceilaria  una  pace  perpetua ,  che  leu:  ini 
ranconstSc  fofpittionijacciojunitamente  tutti polfano  lenza  fini  monda  {<" 
der  a  qucllojchc  concerne  runicne,&  riforma  della  Chiefa.  Dell'  iftelfo 
fu  rinlfruttione,che  diede  al  Caratì[:a,&  hebbe  gufto  che  quelle  fi  publu; 
&ne  ufciife  qualche  copia. 

Gredcua  la  Corte  uniuerfalmente,che  il  Papa  faceffè  coli  frequente  & 
cementione  di  Concilio, accio  altri  non  lo  proponeire  a  lui.  Oc  con 
minacciaire  Prencipi,&tutto'lmondo,afinedi  far  che  l'abhorriirero:  n 
nobbe  dopo,chc  per  altra  via  egli  dillegnana  liberarli  dalla  moleftia  dat 
precelFori.  Imperochc-quando  fi  proponeua  la  (ola  riforma  del  Pont 
della  Corte,&  degli  eirenti,&:  priuilegiati ,  dependenti  dal  Pontificato,; 
uà  folo  lopra  il fuo  &  ognunojcofi  Prencipccome  popolo,&: priuato, r 
tandofi  di  poter  perder  per  loro,inrifteua  in  follecitar  Concilio  ;  ma,prc 
do  egli  riforma  dell'  Ordine  Ecclefiaftico  tutto,  &delLaicale  ancor. 
Prencipimaffimccon  una  inquifitione  leueri{Iìma,che  diiregnauain 
metteua  le  cole  al  pari/iche  non  s'hauerebbe  trattato  di  lui  folo ,  ma  di 
piuprincipalmente:&  qucfto  era  Tarcanojcolquale  dilTegnaua  tener  ti 
inorc,&  (e  in  riputationedi  bontà;&valore:&  quanto  al  Concilio  go 
fecondo  le  congionturejtenendo  però  fermo  il  ponto  di  farlo  in  Roma 
Ma,tornando  a'Legati,al  Nipote  diede  inftruttione  libera  di  tentai 
del  Rè,&  quando  lo  vedelTe  riloluto  a  (cruar  la  tregua,intonargli  riftei 
del  Concilio:  &  al  Rebiba  ordinò  di  gouernarfinelpiii,&  nel  meno 
conforme  a  quellcche  il  Nipote  gli  hauclfe  auifato.  Il  Caraffa  portò 
fpadas^  il  cappello  benedetto  dal  Papa  la  notte  del  Natale,fecondoJ'u 
pace  non  fece  alcuna  mentioneima  rapprefentò  al  Rè,che  per  larreguac 
anni, fé  ben  non  era  violata  la  legajera  nondimeno  refauana  ,con  gran 
del  Zio  ,  tSc  di  tutta  la  cafa  lua,poi  che  già  per  le  operationi  de'  Spag 
haucuano  (cntito  qualche  odorc.Gli  raccom  mandò  con  grande  cfnca( 
role,laReligione,&il  Pontificato, de'  quali  i  fuoi  maggiori haueuan» 
iinica,&  fingular  protettione,&  il  pontefice  fteiro,&  la  caia  tanto  deu< 
Maeftà:ilche  non  era  alieno  dalla  mente  del  Rèrfoloreftaua  ambiguo, 
crepita  del  Papa,temendo  chepotcilè  mancar  apponto  quado  folle  mag 


Paolo  un.  LIBRO    QVINto.  411 

.    CarafFajpenetratoqucftcrrouòiimediojpromcttcìido.  chcilPapafa-    ci3  là 
ralnumerodi  Cardinali  paitiali  di  Francia,  &  nimici  di  Spagnc^oli,chc       L"^'ì- 
:bbe  kmpre  un  Pontefice  dalla  Tua.  Le  pcrruafioin  del  Cardinale,  conia 
Uà  della promotionc,(Sc  l'allòlurionc  che  gii  diede  per  nome  del  Papa 
ramento  delle  trcgLiccongiontc  con  gli  ofticij  del  Cardinale  di  Lorrena, 
i:atello,  fecero  riioluer  il Rèamuouer  la  guerra,  contLUtocheiPrencipi 
rangiie,&  tutti  i  grandi  della  Corte  abhorriirero  rinfiimia  di  romperla 
&rKeuereanolutione  dal  giuramento.  Fatta  la  conclufione,  il  Caraira 
nò  il  Legato  deftinato  all'Imperatore,  che  era  aggioiiro  aMaftric  ,  Se  lo 
icrtir  dall'  andar  a  Cefarcdalcjuale  era  lontano  caie  fole  giornate ,  &:  vol- 
■rancia.Ilche  diede  indicio  manifcfto  all'  Imperatore  &c  al  Re  Tuo  fìalio, 
Francia  Folle  Hata  conclufa  cola  contra  di  loro. 

*teuano  ogni  giorno  maggiornìente  li  dilgufti  del  Pontefice  contra  y"l7[->jpaTdi^ 
tore  &  il  Rè,fuo  figlio.Haueua  il  Pontefice  formato  un  feueriflimo  prò-  cefine .-  per  lì 
)ntra  AtcanioColonna,&  Marco  Antonio,  Tuo  figlio,per  molte  ofr'ete,  Ctì/oKWf/« 
rcndeua  fatte  alla  Sede  Apoftolica  da  Afcaniojfino  quando  Clemente  fu    . 
o,^  poi  contra  Paolo  &  Giulio  terzi-.ìk  da  Marco  Antonio  contrare,& 
della  Chiefa:&  ,  narrate  in  Conciiloro  tutte  le  ingiurie  fatte  ne' tempi 
la' Colonnefi  contra  la  Sede  Apoftolica  j  haueua  fcon-municato  Afca- 
^arco  Antonio  priuato  d'ogni  degnità,&  feudo,concenrure  contra  chi 
alfe  aiuto,o  fauore;&  confifcato  tutte  le  lor  terre  nello  fcato  della  Chie- 
j  al  Conte  di  Montorio  fuo  Nipote,  con  titolo  di  Duca  di  Pagliano» 
\ntonio,ritiratonel  Rcgno,furiccuuto,&  alle  volte, con  qualche nii- 
gente,tcorreua  ne' luoghi  già  fuoijilche  irritaua  l'animo  del  Papa  fom- 
:e:ilqualeftimando,che  i  Tuoi  cenni  douelFero  elFer  a  tutti  comandamen- 
)0ter  metter  terrore  ad  ognuno,  non  potcuacompoi-taresche  a  Napoli, 
ia,doue  hauerebbe  voluto  elTer  tenuto  per  onnipotente,  foife  coli  poco 
Riputaua  nel  principio  colftraparlarc  del  Re,  ìk  dell'  Imperatore,  inti- 
i)&;  fargli  dclifter  dalpreftar  fauori  a'  Colonnefi,&:  per  ciò  frequentiiK- 
e  pallaua  a  parole  piene  di  vituperio ,  in  prcienza  d'ogni  fòrte  di  pcrfo- 
:ouandofi  alcun  Cardinale  Spagnuolo  prefcntc,  le  diceuapiu  volcntic- 
in fine  commandaua,chc  gli  folfero  fcritte. 

facendo  alcuna  di  quelle  proue  effetto ,  pafsò  più  inanzi,  &  il  ventitre  e  ter  atùonè 
kcecomparir  in  Coneiftoro  il Fiicale,conSilueftro  Aldobrandino, Au-c^f//'rf^i7^cc«« 
Conciftoriale,  quali  efpoicro.  Che,  hauendo  la  Santità  iua,  per  delitti  ^^-^  Filippo, 
!  nicato,&  priuato  Marco  Antonio  Colonna ,  &  prohibiro  fotto  le  me  ^!*"  IP''&^'^r^o 
j:nfure  ad  ogni  forte  di  perfone  raiutarlo,o  fauorulo  ;  <3>:,eirendo  noto-  '^^''f""- 
!  l'Imperatore  &  il  Rè  Filippo ,  fuo  figlio ,  l'haucuano  fouuenuto  di  ca- 
!ti,  &  danari,  erano  incorii  nella  pena  della  lcnteatia,c?v:  caduti  da'fcu- 
'ilcheficcuano  inilanza,  che  Sua  Santità  venille  alla  declaratoria,  oc 
I  ordine  all'  eirecutione.Il  Pontefice  rilpofe,  che,  col  cpnfcglio  de'  Car- 
■  ilcrcbbe:&  licentiatigli,propofeinConciilorio  quello  ,  che  in  caio 
'Importanza foirc da  fare.    I  Cardinali  Francciì  paiiarono  con  molto 

I  rff   ij 


_  4^1  CON^^LIO   DI  TRENTO        PapaPaoloìI 

ci3  13     hoiioi'edeiri"ipei'atoi-e&:delRè  Filippojmain modo,  che  ilPonteficevij 
LVi.       ovantemente  eccicato.GlilmperialijCon parole  d'ambiguo  fenro,&  indir:; 
aportar  tempo  inanzi.  ITheacinijproprij  Cardinali  del  Papajdilfero  cofe  dj 
magnifiche  dell'  autorità  Pontificia,5c  del  valor,&  prudenza  di  Sua  Santiiù 
atta  a  trouarriaiedio  a  quel  male  5  lodando  tutte  le  cole  fatte,  &  rimcttidi 
tlPApuftpre'  quanto  al  rimanentc.Licentiato  il  Conciftoro,renza  che  rifolutionefeireitì 
paraaHagaer  [[  Papa  conobbe  che  bifognaua  o  cedere,o  venire  alla  guerra  :  dellaqua  nt 
*■•'''  abhorrendo,per  il  naturai  Tuo  pieno  d'ardire,&  di  fperanze,opportuname  e.j 

vennero  auin  dal  Nipote  delle  cofe  conclufe  in  Francia:onde  ceirarono  f  rs 
to  i  ragionamenti  di  riforma,»Sc  di  Concilij,&  fi  mutarono  indifcorfì  di 
foldatbS^  intelligcnze,dclle  quali  cofejcome  non  partinenti  al  propoli 
dirò  folo  quel  che  può  moftrare  qual  foife  l'animo  del  Papa ,  de  quanto  ;ai 
alla  riforma  vera  della  Chie(a,o  almeno  alla  colorata.  Il  Papa  in  Romaiw 
cittadini,&:habitatori,diftribucndoglirotto  i  Capi  de'Rionijchecofican; 
nOy$<i  gli  rairegnò  in  numero  di  cinque  mila,per  la  maggior  parte  artcg  li, 
forefticri:fcce  fortificar  molte  delle  lue  terre ,  &  vi  pofe  foldati  dentro-.l  cci 
che  gli  andalTero  tremila  Guafconi ,  che  il  Rè  di  Francia  inuiaua  per  mai  rac 
tre  ii  preparaual'eirercitó  Reale  per  palTare  in  Italia,accio  il  Pontefice  otel 
foftenerll. 
ftrraln  Crf-         In  quelli  raaneggi,&,  preparationi  di  guerra  il  Pontefice  hebbe  di  n 
ficllo  molte      petti,per  quali  ferrò  inCaftello  aifai  Cardinali,&Baroai,3c  altri  perfon 
tetfTlfd'o'-  P^"^§^o^^ò  anco  GarcillalFo  di  Vega,Ambafc  latore  del  Rè  d'Inghilterra, 
BUilà  ^^  Filippoj&  Giouanni  Antonio  Taflìs ,  Maeftro  delle  pofte  Imperi. 

Duca  d'Alua,che  mandò  a  proteftargli  del  tenere  in  Roma  ifuorufc ir 
gno,dGir  hauer  pollo  mano,&:  ritener  in  carcere  fenza  ragione  le  perfo 
chc,&  d'hauer  aperto  lettere  del  Rè,&  fattogli  altri  oltraggitfoggiong; 
il  Rèjperconieruatione della  propria riputatione,  &  della  ragione  de 
non  poteua  reftare,quando  Sua  Santità  hauelFe  perleuerato  in  attioni  e 
lme,di  propullar  l'ingiuriaiil  Papa  rimandò  rifpofta,Che  era  Prencipe 
a  tutti  gli  altri  fuperiore,  non  obligato  a  render  conto  ad  alcuno, m 
teftà  di  dimandar  conto  ad  ogni  Prencipe  ;  che  haueua  potuto  ratte 
Veder  le  lettere  di  qual  fi  voglia,hauendo  indicij,chc  fodero  a  danno  i(  | 
fa:Che  fé  Garcillaito  haueife  fatto  l'officio  d'  Ambafciatore,nong' 
auuenutocofariniftra;ma,hauendo  tenuto  mano  a  trattati , molFe  I 
machinatocontiailprincipe,acui  era  mandato,  haueua  mal'  operato  ^ 
uato,&  come  tale  voleuapunirloxhe  egli  per  qual  fi  voglia  pericolo  nw 
,  .._  ,  cherebbe  mai  alla  dcp;nità della  Chiefa,&  alla  difcfa  di  quella  Sedcjti  .'ttfi* 
à'^hta  dopo  tuttoa  Dio,dalqualc  era  pollo  guardiano  del  gregge  diChrifto.Et  cc;M 
fmejla,  do  tuttauiail  papa  di prouederfi,il Duca d'Alua,riloluto,  che  meglio 
tare,ched'circreairaltato,mandò  dinuouo  a  proteftargli ,  che,  hauej 
foftenuto  tante  ingiuric,i?c  conofcendo  la  mente  di  Sua  Santità  ài  V' 
uare  il  Regno  di  Napolij&  tenendo  certo  che  ha  perciò  fatto  legacci 
micònon  poteua  il  Rè  continuar  con  elTo  lui  in  quella  maniera: pe' 

Sani 


c:«i 

.'i 


],  Paolo  mi.  L  I  B  R  O  Q  V  I  N  T  O.  ^^3    __  __ 

icàvoleualagucira  ,  glierannonciaua,&  prcfto  l'haurebbe  moiui, prore-     cTo  "lo"^ 
;!^o  de' dannijCk  voltando  fopra  il  Pontefice  la  colpa.Ma^fe  anco  vele  aa  una       lvu. 
e  apaccglie  l' offeriua  con  ogni  prontezza.  Ma  moftrando  il  papa  di  voler 
,non  ntpondcndo  però  fenon  parole  generali ,  &  interponendo  tempo ,  il 
ro  Settembre  diede  il  Duca  alla  guerra  principio,  nellaquale  in  quel  anno 
LVi.prcfcqùafii  tuttala  Campagna,tencndolapernoraedel  futuro  Ponte- 
&:iì  accoftòaRomaco/ìvicinojche  polc  in  terrore  rutta  quella  città,  &  il 
.TOtutti  amunirlaj&fortiiìcarla.Etil  Pontefice  per  infegnara'gouernato-  g/idmomUed 
luoghi  quello,  che  dtbbonofarc  in  tali  cali,  conftrinie  tutti  iRcligiofidi  a^rcUgusmii 
ftato,&  qualità  lì  foifeja  portar  terreno  conlazerlain  ifpallajper  editìcar  i 
ardi.Tra  gli  altri  luoghi,che  haueuano  bifogno  di  terrapieno ,  uno  era  ap- 
òla  portadel  popolo,che  termina  la  via  Flaminia,  doue  è  una  Chiefa  della 
onnadimjoltadiuotioneilaqual  volendoipianare>il  Duca  d'Alua  mandò  a 
ar'il  papajchefìlafciaire  in piedi,dando  parola  &  giuramento,  che  per  nif- 
ifpetto  fi  farebbe  mai  valuto  dell'  opportuniràdi  quel  luogo.    Ma  la  gran- 
a della  città,&  altri  rifpettiA'  pericoli,  e oniegliarono  il  Duca, non  tentata 
ia,d'attendere  ad  altre  imprefe  mmori. 

'iede  molta  materia  a  ragionamenti,  che  in  quello  anno  Carlo  Imperatore  ^'^'^l^  ^^^»tù 
:tì  di  Fiandra,&  pafsò  ui  Spagna,pcr  ridurli  a  virapriuata  in  luogo  folitario:  ^^^'  "'j^  "J  ^ 
ffifaceua  parallelo  d'un  prencipe  ,  verfaco  dalla  fanciullezza  ne' maggior 
)ti},&  imprefe  del  mondcche  pocopiuche  quinquagenario  hauelTe  rilolu- 
abbandonar  il  fecolo,iSv:  attender  folo  a  feruir  Diojmutato  di  potentidìmo 
cipe,in  humiiilTimoRcligiofo  j  con  uno,  che  altre  volte  haueuaabbando- 
la  cura  Epifcopale ,  per  ritirarfi  in  Monafterio ,  &  bora  ottuagenario  fatto 
i,fi  folfe  tutto  abandonato  alle  pompe,aìla  fuperbia,  &  hauellc  concetto  di 
rdere  tutta  Europa  di  guerra. 

JelprincipiodelM.D.LVii.ilDucadiGhifapafsòconlearmiinltaliaafa-  UVma  di 
ielPonteficcilquale  per  feruar  lapromeilà  delNipote  al  Rè  ài  Francia,fcce  G^^fafafilm 
promotionc  di  dieci  Cardinali  :  laquale  non  corrifpondendo ,  ne  quanto  al  ^J^'^'^'^ftuor 
iero,ne  per  la  qualità  de'  foggetti  alla  intentione  data,  &  al  fine  concettato,   ^     ^^"^ 
fua fcufa,con dircd'elTcr  coli ftrettamentc  congionto con SuaMaeftà, che 
li  dependenti  non  ccdeuano  a'  propri)  Francefi  nella  feruitLi  del  Rè,  &  doue- 
mer  per  ccito,che  erano  tutti  per  luitquanto  al  numerojc  he  per  all'hora  non 
;ua  promuouerne  piu,poichc  il  numero  era  ccceffiuo  arriuando  a  fettanta, 
prefto  quel  numero  farebbe  diminuito  col  mancamento  d'alquanti  ribelli, 
ipphtoconperfoncdabene  :  ilche  diceua  per  quelli,  che  già  erano  inCa- 
o,&  per  altri  contra  quali  haueua  dilTegnojColi  per  caufe  di  ftato  ,  come  per 
e  di  religione.  Imperochc  egli  nò  era  coli  attento  allagucrra,che  abbando- 
ni! negotio  dell'  Inquifitione,quale  diceua  elfer  il  principal  neruo ,  3c  arca- 
lei  Pontificato.    Hcbbe  alcuni  indici]  contra  il  Cardinale  Morone,  che  in  j/^fWe  incar-^ 
mania  hauelfe  qualche  intelligenza,  &  lo  fece  pregi  one  in  Cartello,  &  de-^^^""'''^''''^' 
)  quattro  Cardinali  ad  eiFaminarlo  rigidamente3&  pei  la  complicità  impre-  ^^''""^> 
lò  Egidio  Fofcaraio,Vefcouo  di  Modena. 

rff    iij 


4H  CONCILIO    DI  TRENTO     Papa  Paolo  u. 

^i3   i~       Pn'ub  anco  della  Lcgatione  d'Inghiltcrra,il  Cardinale  Polo,  &  lo  citò  a  :e. 
L  VI  I.      rcjuarli  a  Roma  neli'  Inquificionc,  haucndo già imprcgionatoThomalo^lj: 
dipuom  il  Po-  ccVcfcouo  della  Caua>ruo  amico  incrinfecojcome  coinplice;  &  accio  dal  i\f. 
lo,elo  óts:       dinaie  non  foile  prelb  prctefto  di  dimorar'  in  Inghilterra  (otto  colore  dell, 
gacionc,  (Scde'bifognidi  guelleChicie  ,  creò  Cardinale  a' tempori  della  P( 
coftejGuliclmo  PoicojVelcouo  di  Salsberi,  &  lo  conftituì  Legato  in  luogc 
Polo.    Et  fé  ben  la  Regina,  &ilRè,teftificandoilferLiitio,  chequel  Card 
preltaiu  alla  fede  Catolica  fecero  efficaci  offici)  per  lui, il  Papa  non  volfe  in 
metter'  un  ponto  della  rigidezza. Vbedì  il  Cardinale  Polo ,  deponendo  l'ar. 
niftratione,  &  le  infegne  di  Legato,  &iT!andando  aRomaOrmaneto,  pc  ai 
conto  della  Legatione:ma  egli  non  partì  d'Inghilterra,  allegando  comnij^u- 
mento  dell  a  Rcgina,pcrche  cofi  eifaiCome  il  Rè,  tenendo  per  fermo  che  ili  i- 
tefice  vi  hauellc  qualche  pafTioncnon  volfero  confentire  allapartita.In  Inj 
terra  fu  prefo  gran  ("candalo,&  molti  Catolici  s'alienarono  per  quefto,&  in 
ma  non  pochi  s'haueuano  per  calonnia,inuentata  a  fine  di  vendicar/i  perla 
gua  trattata  da  lui  tra  i  due  RèjefTendo  Cardinale  &  Legato ,  fenza  participi 
ne  d'elfo  Ponteficcfi  come  anco  giàeraftimatacalonnia  l'oppoiìtione,  eh 
Conciane  gli  fece  per  impedirlo  dal  Papato.   Il  nuouo  Legato,  perfonadi; 
bontà,hebbe  i  concetti  medefìmi,&  fé  ben  aifonfe  il  nome  di  Legato ,  per 
irritar'  il  rapa,  non  eflTcrcitò  però  mai  il  carico  in  none  meli  ,jche  vilFe,  dop( 
uuta  la  Croce  della  Legatione:anzi  il  portò  con  lafteira  riuerenza  verfo  il  P 
come  per  inanzi. 
k  armi  Fran-       j^|a  il  Duca  di  Ghifa ,  paiTato  in  Italia,moire  le  armi  in  Piemonte  &  era 
cejf  mjtaha    ^[-^y^q  ^jj  fermar  la  guerra  in  Lombardia ,  &  diuertir  in  quel  modo  le  armi }  § 
pocoveMìd  e,  ^5j-j-p_i|  p^p^j^3^  non  glielo  pcrmiferardor  grande  del  Pótefìccche'l  Regi 
Napoli  fouealfalito.    Da' Franccfi erano  lediificoltà  conorciute,&  ilDu 
Ghifa,  co'principali  Capitani,andò  in  pofte  a  Roma,  per  far'  intenderai  : 
quellojche  le  buone  ragioni  di  guerrii  portauaiio  :  in  pretenza  delquale  pof 
tutto  in  confultatione  j  non  latciando  larifolutione  del  papa  luogo  aprei 
altra delibcrationc, fu  necelfario  iodisfarlo ,  ne  altro  fìfcce,che  alTakar  Ciui 
luogo  pofto  al  primo  iiìgrelfo  della  prouinciad'Abruzzcdouel'cirercitohc 
k  repulfa,con  graue  querela  di  Ghiia,che  i  Cararlì  hauellero  mancato  delle 
uifìoni  promelfej&ncceiraric.  In  lomma  learmi  Eccleiiafliche,  cofI  pro] 
U  del^pa-  ^^^'^'^^  auiIìliari,furonopocodaDiofauorite.  Ma  nel  mezo  d'Agofto,  accof 
ìnmU  incm-  do  relTctcito  del  Duca  d'Alno  iemprc  più  a  Roma,  nonteirjendodel  Frane 
trario danno    che  in  Abbruzzo  eratrattenuto,&  intcfadal  rapa  lapreiadiSignia,  confai 
terroreal  Pf  ^  morte  di  moltijoi  ilpcricolojin  che  era  il  paglianostifcrì  il  tutto  inConc 
f^'  ro,con  molte  lagrime,foggiongendo,  che  afpetcaua  intrepidamente  il  mart: 

marauigliandolii  Cardinali  con  quanta  libertà  depingclle  a  loro,  confcijc 
verità,quella  caufa,comediChrifto:&:non  profana,^;  ambitiofa,  5c  diceif< 
fcr  il  principal  ncruo,  &  arcano  del  Pontificato.  ; 

Quando  a  ponto  le  cofe  del  rapa  erano  nelle  maggiori  anguftie  ^  hcbfejg 
fercito  dei  Re  di  Francia  appreilo  S. Quintino  cofii^ian  rotta ,  che,per& 


^  Paolo  mi.         LIBRO    QJ/ 1  NT  O.  415 

co^no  r  fuilRècoftretto  richiamar  il  Duca  diGhifa  d'Italiacon  legcnti     ci3  id 
aueiia,  facendo  inrendere  al  Pontetìce  la  iuaineuitabilc  necciUtà ,  con-      l  vii. 
idogli  libertà  di  pigliar  qua!  conicgliogli  parclfc  più  utile  per  le,  ìkn-  UquaUper  la 
andogli  gli  oftaggi.    Il  Pontefice  negò  la  licenza  di  ritornar  al  Giiifa  :  fo-  *''•'*''*  f  ■^• 
le  cllcndoiì  tra  loro  graucmente  cojitclo ,  il  papa  ,  non  potendo  ritener-  -S!""""^ 
li  dille,  che  andalfe ,  poiché  haueua  fitto  poco  leruitio  al  Rè ,  meno  alla  /;",  J",^"  / 
fa  >  (k  niente  all'  honor  pioprio.      Nel  hne  dell'  iftelTo  n.-cfe  ellcndoiì  Franajì, 
lato  il  Duca  d'Alua  a  Roma  ,  quella  larcbbe  fiata  prefa  ,  le  il  Duca  ha- 
liaiuito animo  maggiore.     Fu  akritta  la  ina  ritirata  a  balfezza  d'animo: 
iceiia  in  publico,hauer  temuto,  che,  laechcggiataRoma  ,  rclfercito  foife 
itOiSc  rcilato  il  Regno  efpofto  lenza  lorzcne  dil'ela:  main  lecreto,  che  ri- 
ndoli  ia  (eruitiod'un  Rè,  che  egli  non  (apeua,le,  per  (oucrchiariaercnza 
le  approuatol'attione  ,  fenaftcnne.    Succèlle  hnalmente  l'accordo  tra  ondefegueac- 
1 ,  &  li  Caraiìi  a'  quattordici  Settembre,  eilcndo  la  guerra  durata  un'  anno.  "'"'^"  tra-laie 
•conuentioiii,  il  papa  non  volle  che  folle  comprcfone  il  Colonna,  ne  al-  ^Ì"^S.'"*o^h 
de'  ludditi  liioi,ne  meno,che  vi  folle  parola  per  quale  fi  moftralTe ,  che  egli 
fé  eccelFo  n.ella  pregionia  de'  Miniftri  imperiali  :  anzi  coftancillìmamentc 
fermo,chc  il  Duca  d'Alua  douelle  andar  perfonalmenteaRoma,adiman- 
i  perdono,!^  riceucr  l'allolutioncdicendo  chiaramente,piu  tofto  che  par- 
li filo  da  quello  debito,chc  cofi  lo  chiamaua,voleua  vedere  tutto'l  mondo 
iina:che  fi  trattaua  dell'  honor  non  fuo,ma  di  Chrifto,alquale  egli  non  po- 
le  farprcgiudicio,nerenonciarlo:con  quella  conditionr,&:conlareilitii- 
delle  terre  prele  fi  finì  la  controuerfia.  Fu  (limato  prodigio,  che  il  medefi- 
orno  della  pacc,il  Teucre  inondò  fi  fiittamente,c  he  allagò  tutto'l  piano  di 
a,«^  deftrulie  gran  parte  delle  fortificationi  fatte  al  Caftel  S.  Angelo. Il  Du- 
Uua  andòperlonalmente  a  Roma  albttometterfial  pontefice, &  riceucr  deW honor  dX 
utione  per  nome  del  Rè,&  proprio  :  &  iuccelfe,  che  il  vittoriofo  hcbbe  a  Pa^a: 
d'indegnità  ,  &:  il  vinto  a  trionfar  maggiormente,  che  fé  vittoriofo  folfe 
:  &  non  fu  poca  gratia  ,  che  dal  papa  humanamentc  folFe  raccolto,  fé  ben 


i  (olita  grandezza  faftola. 


m  ben  tofto  laguerra  fu  finita,  che  nuouitrauagli  vennero  al  pontefice:  mommmùptr 
cdaFranciafuaui(ato,chela  notte  de' cinque  Settembre,  in  Parigi  s'era-  lu  religkmin^ 
lotti  a  celebrar  la  Cena  in  una  cala  da  dugenti  pcrfone,  ilche  fcopertofi  Franaci 
plebe,  lacalafuallalica,  ^elFendone  alquanti  fuggiti ,  le  donne  &Ì  più 
li  furono  prefijde'  quali  ellcndone  (lati  fette  abbrugiati ,  Se  il  maggior  nu- 
riferuatoperl'ifteirofuppliciojdopochc  folFerobcn  indagati  tutti  i  com- 
;  iSuizzeri  mandarono  ad  interceder  per  gli  altri  ;  d:  il  Rè  ,  che  per  la. 
a  col  Rè  di  Spagna  (cofi  fi  chiamò  Filippo  ,  dopo  la  rcnoncia  fatta  dal 
;)  haueua  di  loro  bi fogno  ,  ordinò,  che  fi pioccdeirc  con  modcrationc, 
pi  di  quello  s'alterò  fuor  di  modo  e  ne  fece  querimonia  in  Conciftoro:. 
jNoncller  marauiglia,  lele  cofe  di  quel  Rè  fuccedeuano  male,  perche 
uà  più  gl'aiuti  de  gì'  heretici,,cheil  fiiuor  diuino.     Si  era  già  fcordato  il 
efice,  che,  durante  laguerra  fuajdolendofi  iCardijiali dell' In quifitionc?- 


_      4i<5  CONCILIO  DI  TRENTO         PapaPaoioU 

"Zi^  1'^    cheli  Grifoni  Pioteftanti,  condotti  al  Tuo  folci  o,  per  la  difefa  di  RoiT;a,u(lcr 
LV.         moiri  vilipendijcontra  le  Chiefe,&  le  imagini,  la  Santità  fua  gli  riprcfcdcii 
do,Chc  quelli  erano  Angeli,  mandati  da  Dio  per  cuftodia  di  quella  città,  ^,u; 
;       &  teneua  ferma  fperanza ,  che  Dio  gli  haurcbbe  conucrtiti.    Cofi  gli  huciin 
ecemleg^     giudicano  diuerfamente  ncgl' interelTiproprii,  &  ne' fatti  altrui.    Prcfe  arjff 
^^  ^^  qua  occsiìone  il  Papa  di  rammemorare  due  ordinationi>queir  iftcflb  anncitti 

da  quel  Rè ,  dicendo  eiret  contra  la  libertà Ecclefiaftica,  quali  egli  era  rifcito 
chefolfero  annuUate.L'una  fu  publicata  il  primo  Marzo  ,  Che  imatriDni 
fatti  da  figli  inanzi  il  trentèlimo  anno  finito,  &  dalle  figlie  inanzi  il  vente  no 
quintojfenza  confenfo  del  padrcjO  di  chi  gli  hainpoteltàjfianoperfemecirti' 
nulli.  L'altra  del  primo  Maggio,Che  tutti  i  Vefcoui,&:  Curati,rii'edeirero  i 
na  di  perdita  delle  entratccon  impofitione  d'un  Suflidio  eftraordinario,c 
decime  ordinarie,per  pagare  cinquemila  fanti.    Il  Pontefice  a  quefteco 
p^nsò  ,  quando  ne  hebbe  nuoua>eirendo  la  guerra  in  atto,  &  hauendo  bi 
ll^TT  ^  "''  del  Rè  :  celiato  quello ,  fi  doleua,  che  folfe  pofta  mano  fino  ne'  Sacrarne) 
óa,Uquale  e-  gtauato  il  Clero  inlopportabilmente. Perciò  diceua,eiicr  necellario  con  u 
gli  minaccia    cilio  proueder'  a  tanti  diiordini,che  erano  molto  maggiori  abufi ,  che  qu 
delfm  Conci-  fapeuano  opporre  all'Ordine  Ecclefiaftico:che  bifognaua  di  qua  incomin 
la  riforma,  che  i  Prelati  Francefi  non  ardiuano  parlare,  ftando  in  Francia 
quando  foifero  in.  Concilio  in  Italia,liberi  dal  timore  del  Rè,fi  iarebbero  t 
diti  i  laraenti,&:  le  querele.  In  quefti  difgufti  parte  d'allegrezza  fu  al  Por 
che  un  Colloquio,incoraminciato  in.  Germania,per  componer  le  dilFeréz 
lareligione,ilqualdauamoltamoleftiaal  papa5&  allaCorte,comerempr 
Colloqui)  dato  haucuano^erarifoluto  in  niente.L'origine,progreiro,&  fir  le: 
quale,per  intelligenza  delle  cofefeguenti,  iriiparneccllario  raccontare. 
Colloquio  in        Ferdinando,nel!:  Dieta  di  Ratisbona,hauendo  confermato  la  pace  dxL  1 
Gimania,     gione  fino  alla  concordia,  &  per  trouar  modo  d'introdurla,  funcl  Rec£; 
tredici  Marzo  deliberato,  che  fi  tenelFe  un  Colloquio  in  Vormes  di  dpdi£ 
tori  dell'  antica  religione^:  dodici  de'  Proteftanti,nclquale  le  difFerenzei 
difculFe  per  ridur  le  parti  a  concordia.  A  quello  Colloquio  deputò  Ferdir 
prefidente  il  tanto  nominato  Veicouo  di  Naumburg.Conuenute  ambe  il 
ti  a  quattordici  Agofto  al  luogo ,  li  dodici  Proteftanti  non  furono  in  tutte 
cordirperche  alcuni  di  loro  defiderando  una  perfetta  unione  della  Chiefa, 
uano  tar'  opera  di  conciliar  infieme  la  dottrina  degli  Heluetijlaquale  era 
rcnte  nella  materia  dell'  Eucariftia  :  &  a  quello  effetto  i  miniftri  di  Genei  har 
ueuano  formata  una  Confefiìone  in  quella  materia,  chea  Filippo  Mclaho^ 
ne,  &  a  fei  altri  degli  Auguftani  non  difpiacque,  ne  fatisfece  agli  altri  ci, [Ufi 
'vano per  l'ar-  Quello,  penetrato  dal  Veicouo  ,  huomoaccortc&fattiofo,  il  cui  fine  ei:'"^ 
te  degli  uni,  e  j^  (Colloquio  fi  diiFolueire  fenza  frutto,fuautore  a  Cattolici  diproponere 
fimpiicnx    e-  ^^^^^q(^  inftituito  il  Colloquio  folaraente  tra  loro ,  &  sii  Au^uftani,  per 
&'-i altri:  ,-r    ■  •  i  t  i     P  i^>^    •      i- 

era  neceiìario  prima  concordemente  dannar  tutte  le  lette  de  Zuinglia; 

altri  :  perche  ,  dannati  di  commun  concordia  gli  errori,  facilcofa  fars 
runanga  chiara  la  verità.    I  cinque  fcpranoniinati,  non  penfando  più 


.  Paolo  im.         LIBPvO    QUINTO.  4^7  _^ 

ntironojchccofì/ìfiiceire.  Mclaiithouc,  quals'accorre  dell' artifìcio,  che  ci3  i3 
ifeniinar  diuilìone  tra  loi:o ,  &  per  mettergli  al  ponto  co'SLiizzcri ,  con  lviii. 
i  PrLi(ria,&  altri,  dicciia.  Che  prima  bifognaua  concordar  della  verità,  & 
)n  quella  rcgoladannar  gli  errori.  Il  Vcicouo,  moftrando  a'  cinque  che 
litri  l'ette  erano  fprezzatijgrinduire  a  partirfi  dal  Colloquio,&:fcrillc  a  Per- 
do il  fucceircconcludendojche  non  li  potcua  proceder  più  inanzi ,  per  la 
idi  quelli,&  per  non  voler  li  rimaili  dannar  prima  le  fette.RirpoleFcrdi-' 
^jElfcr  Tuo  deiiderio,che  lì  continui,&  che  gli  Auguftani  richiamino  i  cin- 
Ititi ,  &  che  i  Cattolici  fi  contentino  tra  tanto  di  comminciare  &  difcu- 
ij'articoii  controuerfi.  Il  Vercouo,vedutofi  perfo  il  Tuo  ponto,  fu  autore  a' 
curori  Cattolici  direfcriuer  al  Rè,che  non  era  giallo  incominciar  tratta- 
fe  lion  erano  tutti  i  Proteftantl  uniti  ,perchchaurebbcbirognato  dinuo- 
tar con  gli  alfcnti  quello  che  folle  conciufoco'prefentijiSi  far  una  doppia 
Se  fenza  afpettar'  altra  rifpofta  tutti  lì  ritirarono  :  Se  della  fcparatione  del 
quio  Pana  parte  diede  la  colpa  alP  altra  ,  ciafcuna  fopra  le  fudette  ra- 

*apa ,  vedutoli  per  la  guerra  pairata,priuato  del  credito,  colquale  riputaua  il  Papa  dì- 
pauentar  tutto'l  mondo ,  con  un'  atto  heroico  penfo  racquiftarlo  ,  &  puone  ifuoi 
ftaméte  il  ventifei  Gennaro  in  Conciftoropriuò  il  Cardinal  Caraffa  della  J"^^y(itì  ni- 
>nediBoIogna,&;  del  gouerno  tutto,&  lo  relegò  aCiuitàLauinia:&lc-  •^''''* 
iouàniCaraffa  fratello  di  quello, il  Capitanato,>Sc  la  curadelParmata,re- 
.0  a  GalelTi.  L'altro  nipote  priuò  di  Goucrnatore  di  Borgo ,  &  lo  relegò 
itebello,  commandando ,  che  le  donne,  &  figli,&:  le  famiglie,  paitilPero 
na,&  ellì  non  fi  difcoftalfcro  dalla  relcgatione,  fotto  pena  di  rebellione. 
meo  degli  offici  tutti  quelli,a  chi  ne  haueuadato  a  contemplation  loro: 
lòpiu  di  Tei  hore  in  qucrelarlì,&:  inuehir  contra  le  opere  loro  mal  fatte» 
ta efcandefccnza,  che  ì\  fdegnaua  contra  i  Cardinali,  che,  per  mitigarlo, 
ino  qualche  buonaparola:  &:al  Cardinale  S.Angelo,  che,  lodata  la giu- 
i  raccordò  un  detto  ufato  da  Paolo  terzo  frequentemente,  che  ilPonti- 
idebbemaileuarad  alcuno  la  fperanza  di  gratia,  rifpofe  al  Cardinale, 
loglio  hauercbbc  fatto  Paolo  terzofuoAucTe  colìhauclle  proceduto  co- 
,  ire  di  lui, &  caftigatolcfceleratczze  di  quello.  Inftituì  nuouogouerno 
la,  &  nello  flato  della  Chiefa,  dando  cura  d'elpedir  tutti  i  negotij  a  Ca- 
(ifincalquale  aggionfe  i  Cardinali  di  Trani,&  di  Spoleto,  affettando  in. 
t  ttioni  filma  di giufl:itia,iSc  riuoltando  Je  colpe  dc'grauami,patit!  da'  po- 
jprai  nipoti.  Cofi  fcaricato  dal  goucrno,fi  diede  tutto  a  penfarall'Of-  e  ^j^^/  .    - 
;rinquifitione,dicendo.  Che  quello  era  il  vero  ariete  contra  Pherefia,  tutte  alrhore 
Ifefadella  Sede  Apollolicajrifguardando  poco  quello,che  conucniircal  ^'^'^'  ^nquijì- 
B>ublicò  unanuoua  conftitutionefotto  il  quindici  Febbraro,qualc  volle 
i<j:ofcritta  da  tutti  i  Cardinali.    In  quefta  rinouò  qualonque  cenfura ,  «3c 
[!>nonciateda'ruoipreceirori,qualonqueftatutode'  Canoui,Concilij,(?c 
qual  fi  voglia  tempo  publicati  contra  heretici:  ordinando  che  follerò 


ttoHi: 


|>  ufo  gli  audatiin deriietudiac:dichiarò,che  cucci  i  Prelati, Se  Prencipi,  ""'"*'   ""' 


Ggg 


Im^h 


418  CONCILIO   DI   TRENTO.       -PapaPaolo  u. 

e  1 3   13     ctiaidio  Rè,&:  Impcratorij  caduti  in  hcrcfiajfoUero ,  Sz  s'intendcffero  priit: 
L  V  III.     de  beneiìcij,ftati,Rcgni>  &  Imperi jjfenza  altra  dichiarationc  ;  &  inliabui  fo 
ter'  eQerrcftiriiitia  quelli^ctiandio dalla  SedeApoftolicaj&benijftati,  R;r. 
6c  Imperio  ,  s'intendano pablicaci,&  iìano  dcXattolici,che  glioccupc 
Cola,  che  diede  molto  che  dire ,  &  lenon  folle  ftata  dal  mondo  immed: 
nutainpocaftimaJiaLirebbeaccefoil  fuogo  in  tutta Chriftianità. 
cotMuole  k         Ma  una  altra  occorrenza  fece  apparir' al  mondo,chc  non  haueuamo 
Ferdinando  U  Paherezza  dell'  animo.Carlo  Imperatore  fino  del  m  .  d  .  l  v  i  .per  fue  lettei 
fmaiìione  aW  ^^  ^^gji  £lectori,c^  prencipi,  diede  a  Ferdinando  alFolutamente  tutta  l'aii 
ftratione dell'  Impericfenzache  communicalFe  altro  feco,commandaii 
da  tutti  foiFe  ubedito.  DopodcftinbAmbafciatori  in  Germania  alla  Die 
lielmo  Prencipe  d'Oranges,con  due  altri  Collcghi,  per  trasferir'  in  Ferd 
il  nome,titolo,degnità  &  corona,come  fé  egli  folFe  mortoul  che  non  par 
crii  Elettori  opportuno,  fu  differito  fmo  quello  m.d.lviii.  nelquale?. 
quattro  Fcbbraro,giorno  della  natiuità,  della  coronatione,  &  d'altre  fel  ^ 
Carlo,dagli  Ambafciadori  fuoiin  Fiàcfort,inpreienza  de'  Prencipi  Elett 
te  kxcremonie  della  refignatione,  Ferdinando  fu  inaugurato  co' (oliti 
Pontifìce,uditoquefto,diede  in  una  ecceflìuaefcandefcenza:  pretefe,cT 
me  la  conferma  Pontifìcia  è  quella,che  fa  l'Imperatore,  cofilarenoncia 
potelFe  far  fenon  in  mano  fua,  Oc  in  quelcafo  a  lui  appartenelFe  farlmpi 
chi  glifolFe  piaciuto,  allegando  che  gli  Elettori  hanno  facoltà,  concefl 
crratia  Pótifìcia  d'elegger  Imperatore  m  luogo  del  dcfonto,ma  no  elFergl 
nicarn  poteftà  d'eleggerlo  in  calo  direfiguatione:  mareftalFencirarbiti 
SedeApoftolica:  ricomealladirpofitionedi  quella  fono  afìrtte  tuttelc 
a  quella  refignate.   Pcrilche  elFcr  nulla  la  reiignatione  di  Carlo ,  &  lat 
torità  di  proucder  d'Imperatore  eilcr  diaoluta  a  lui ,  &  fu  rifoluto  di  n( 
nofcer.il  Re  de'  Romani  per  Imperatore. 

J^laFcrdinandojfeben  conlcio  di  cio,de{ì:inb  Martino  GufiTianno,  1 
bafciadore ,  per  dargli  conto  della  rcnócia  del  fratello,&  dell' alFontion 
teftiiìcargli  lariuerenza,promettcndogii  obcdienza,&  lignificandogli 
iirebbe  mandato  Ambafciaria  folenne  per  trattar  la  coronatione.  lì 
cusb  afcoltarlo ,  &  rimelfe  a'  Cardinali  di  difcuter  la  materia^  iquali,coJ 
do,  &  difponendo  lui,  riferirono  che  FAmbafciadore,non  fi  poteua  ad 
fé  primauon  conil;aua,che  la  reiignatione  òi  Carlo  folFe  legitima,&  et 
nandofolfe  giuridicamente  fucceiFo.  Perche,  le  ben  egH  fu  elettoRt 
mani,&  l'electionc  confermatada  Clemente  per  lliccedere ,  morroTU 
rcelier  necelFanoche  l'Imperio  rcftalFe  vacante  per  morccOltre  di  ciò 
atti  di  Francfort  efFer  nulli ,  come  fatti  da  herctici ,  che  hannopcr|| 
auroritàjiSs:  poteftài  onde  bifognaua,  che  Fcrdinaiido  mandalFe  un  ÌProc 
&  iinoncialFe  tutte  le  cofe  fatte  in  quella  Dieta ,  &  lupplicalFe  il  Papa: 
crratia  conualidalTe  la  renoncta  di  Carlo,  &  alFum  elle  Ferdinando  aft 
per  virtù  della  fua  piena  poreftà,  dalquale  poteua  fperar  benigna  g.rarj 
naie.  Secondo  quello  eonfeglio  deUberòil  Pa^a,  òl  fece  incendere  al  <| 


i  Paolo  IIII.         LIBRO     QVINTO.  41^  ^ 

[andogli  tempo  tre  mefi,  per  eiregair  quefto ,  oltraiqiialicra  riroluto  "cTTTa" 
olerrentimepiuparlare,madoucr crear dfo un  Imperatore,ne fapoffibi-     lviu. 
ouerlcfe  ben  il  Rè  Filippcper  Fauoiir  il  Zicraandò  Francclco  Vargas  eC- 
iSc  dopo  lui,GioLianni  Figaro3>pcr  pregarlo.  Ferdinando ,  intefe  quelle 
irdinò  al  Gufmannojche,  (e  in  termine  di  tre  giorni  dalla  riceuut3,nonera 
fo  dal  Papa,  doiielTc  partire,hauendo  proteitato ,  che  Ferdinando,  con  gli 
ri, haiirebbe determinato  quello ,  che  folle  (lato  di  degnità  dell'  Impe- 
icercò  il  Gufmanno  di  nuouo  audienza ,  laqual  il  Papa  gli  conceiFe  in  pri- 
JcnoncomeadAmbafciadore  Ceiareo:&  uditolo  narrare  quanto  haue- 
nftruttione,  &  quello,chegliera  fcritto  dall' Imperatore,  rifpofe.  Che  le 
)nlìderate  da'  Cardinali  erano  molto  importanti,(S^  che  non  poteua  riibl- 
ecoiìprefto:  che liauerebbe  mandato  unNoncioallaMaeftà  Ccfarea  di 
quinto:  tra  tantojfe  egli  haueuacommiffione  dal  Tuo  patrone  di  partire, 
^j&proteftalFe  tutto  qucllo,che  gli  parcua.  Perilche  l'Ambaiciatore  fatta 
sftajfi  partire  Te  ben  l'ifteiFo  anno  mori  Carlo,  il  ventuno  Settembre,non 
ibile,che  il  Papali  rimoueife  dalla  deliberatione  fatta. 

ndo  crefciuto  in  quello  tempo  nella  Francia  il  numero  di  quelli,  che  Ri-  ^™«'*  i"^ 
i  (ìchiamauano ,  crebbe  anco  in  loro  l'animo ,  &c  accoftumandofì  nella  pyj^^l*  '" 
Parigi ,  che  la  fera  della  (late  il  popolo  in  gran  moltitudine  t[cc:  dal 
ì.Germanoinunacampagnaapigliar'il  frefco,  &  diportarlì  condiuer- 
di  giuochi ,  quei  della  nuoua  religione  lì  diedero ,  in  vece  di  giuochi ,  a 
ì  Salmi  diDauid  in  verfì  Francefì:  di  che  la  moltitudine  per  lanouità 
ife,poi  ancojlafciati  i  giuochi,s'aggionre  a  quei,che  canrauan  o.Et  cami- 
cofi  inanzi,  il  numero  di  quelli ,  che  s'adunauano  a  quel  luogo  ,  incom- 
adaccrefcer  più  del  folito.Il  Noncio  del  pontefice  portò  all' orecchie 
la  nouità ,  come  cola  pernitiora,&  pericolofa:  poiché  i  minifterij  della 
lejloliti  celebrarfi  nella  Chieia  in  lingua  Latina  da  foli  religiolì,fì  mer- 
in  bocca  della  plebe,in  lingua  volgare,  che  era  inuentionede'Luthera- 
;ordando,  che,  quando  non  s'hauelFe  a' primi  tentatiui  rimediato  s'ha- 
trouato  inbreue  tutto  Parigi  Lutherano.  Il  Rè  ordinò  che  foifc  proce- 
ntragli autori  principalii  nel  che  non  fi  camino  molto  inanzi,hauendo 
:QÌn  quel  numero,Antonio,Rè  di  Nauarra,&:  la  moglie.Ma  fu  prohibi- 
jne  per  l'auuenire  in  pena  capitale. 

i  mutatione  icct  anco  quello  anno  la  religione  in  Inghilterra  :  per-  M.irra Muore- 
irì  a  dicefette  Nouembre  feguente  la  Regina  ,  &  riftelFo  giorno  an-  '"  ^"5'"^^«''- 
rdinal  Polo,il  che  fu  caufa  d'eccitar  penlìcri  in  quclli,che  no  lì  fatisface-  S-1^^'"*'^^ 
lg0Ucrnopallato,areflituir  la  riforma  d'Edoardo,&  fcparariì  totalmen-      ^       * 
agnuoli:  &  que{lo,perche  il  Rè  Filippo ,  per  tener'  un  piede  in  quel  Re- 
•leua  trattato  di  dar' IfabelIa,lorella,&  fuccelForedi  quello,  a  Carlo  fuo 
:dopo  che  pocafperanza  vi  fu  della  vita  di  Maria ,  haueua  anco  gettato 
parole  di  pigliarla  elfo  in  matrimonio.    Ma  la  nuoua  Regina  pnidente, 
itutto'lfuo  gouerno  moftrò,  allìcurò  prima  il  Regno  con  giuramento 
[maritaill  in  foretti  ero,&  lì  coronò  pennano  del  Vefcouo  dtCarlil,ad-. 
"^  Ggg     ij 


_^ 410  CONCILIO  DI  TRENTO      Papa  Paolo  n 

e  1 3  I -5     hercnte  alla  Romana Chiera,(enza  fai'  aperta  dichiaratione,qiiale  relioioifo 
i^L  V 1 1  !•     fc  per  icguircdiiregiiando  quanto  prima  folle  nel  gouerno ,  fermarla  col  C\ù 
glio  del  Parlamento ,  &c  d'hiiomini  dotti ,  &  pij  riformate  {labilmente  lc:ar 
della  religione.    Feniche  anco  confortai  principali  della  Nobiltà,che  didi 
rauanomutationc,  a  proceder  fenzatiimalto  ,  aCficnrando  che  nonhaubt 
violentato  alcuno.  Fece  dar  conto  immediate  al  Pontefice  della  fua  affiù 
»f^re^latA    ne,con  lettere  di  credenza  fcritte  ad  Edoardo  Cerno ,  d\c  ancp  fi  ritrouiai 
inPaohy       j^oi-i-ia  Ambafciatore  della  forella.  Ma  il  Papa,  procedendo  col  Tuo  rigo  ,1 
fpofejChe  quel  Regno  era  feudo  della  Sede  Apodolica}  che  ella  non  : 
fuccedere  come  lUcgitima:  che  egli  non  poteuacontrauenire  alle  dichia  1 
di  Clemente  rettimoj&  Paolo  terzo,che  era  ftata  una  grand  audacia  dei 
aitonto  il  nome,(3c  il  gouerno,  fenzaluijche  perciò  ella  meritaua,  che 
coltaire alcuna  cofa:  ma  pur, volendoprocedcr paternamente-, fé  rinon 
preteniìoni  fuc^c  iìrimetteràliberamentenell' arbitrio  di  lui,  fura  tur 
lojchc  con  degnità  della  Sede  Apoftolica  fi  potrà  fare.   Fu  da  molti  crcd 
alla  inclinatione  del  Papa  fi  foifero  aggio  nti  gli  uffici)  del  Rè  di  Francia; 
temendo  non  feguilTc  matrimonio  tra  lei,  (3d  il  Rè  di  Spagna,  con  difp 
^.    ne  Pontificia,  (limò  bene aflicurarfene ,  fé  foifero  troncatele  prattich 
mietili  fi  fé-  principio.  Ma  lanuouaRegina,intefa  larifpofta  del  Papa ,  &  ftupendc 
farà  daini,    precipitofa  natura  dell'  huomo,giudicò,che  il  trattar  con  lui  non  folfe  i 
per  leijue  per  il  Regno.  Onde,ce{rata  la  caufa ,  per  quale  haueua  deHbt 
lecofe  confodisfartioneancodiRoma,per  quanto  folle  poflibiie,  lafc:  lu. 
tà  alla  Nobiltàjdi  metter'  in  deliberatione  quehche  folfe  da  fare  per  feri 
z,v/r     "^'^°  '  '^  quiete  del  Regno  :  da  che  ne  feguj,che,fatta(ì  difputa  in  V  Veft: 
tnjt   >  ijje  a  ^^  p^^^^^^d.  di  tutti  i  ftati ,  incominciata  fultimo  Marzo  ano  al  trenta 
ntlfito  regno:  tia  gli  eletti  da  ambe  le  parti,  a  quelto  cftetto  congregato  11  Parlarne 
rono  aboliti  tutti  gli  editti  della  religione,  fatti  da  Maria  ,  reftitu: 
li  dei  fratello  Edoardo,  leuatal'ubedienzaal  Papa,  &  alla  Regina  d 
tolo  di  Capo  della  Chiefa  Anglicana ,  confifcate  le  entrate  de'  Mo 
&  allignate ,  parte  alla  Nobiltà ,  parte  alla  corona,  leuate  le  imagini  d( 
^acg  dire/I-    dal  popolo,  &  bandita  la  religione  Romana.  Vn'  altro  accidente  occc 
gione  cunfev.  nella  Dìetajin  Augufta  celebrata, veduti  gli  atti  del  Colloquio  l'anno  ii 
trata  mGsr-  fciolto  fenzafrutto,&  non  lafciata  fperanza,  che  per  quella  viafìpotclT 
feamas         ^^  buona, |Ft'rdinandopropofe  di  procurare,  che  il  Concilio  Generale  : 
melfo  in  piedi ,  eifortando  tutti  a  Ibttoporfi  a'  decreti  di  quello ,  come 
unico  da  rimoucr  le  differenze  :  al  che  i  Proteftanti  rifpofcro,chc  conf< 
bono  in  un  Concilio  conuocato,  nondal  Papa,  ma  dall'Imperatore  in 
nia,doue  il  Papa  non  prefeda,maftiafottomellbal  giudicio ,  &  relafci 
mento  a'  Vefcoui,&:  Theologi,  Se  habbiano  in  quello  voto  anco  li  Pro 
&:  tutto  fia  regolato  fecondo  la  Scrittura fanta,»S:  fìano  reellaminate  le 
te  inTrento:ilche  fedalPapa  non  fipoDìotteneiCjfi  confermi  la  pace< 
ligione  fecondo  la  conuentione  di  Palfau  ,  hauendo  con  eiperie 
manifefla  cojiofciutoj  che  da  alcun  Concilio  Pontificio  non  fi 


^"1 


^  Paolo  Ilir.  LIBRO    QJ  I  N  T  O.  4ir 

1  bene.    Ma  rii-npcratote ,  conofcendo  la  difficoltà  d'ottenei:  dal  Papa  le     e.  o   i  ^ 
oftc,&  eircrgli  Iellato  ilmodo  di  negotiar  con  lai,per  la  conttoucLfia  del-     l  vi  ir. 
loncia  di  Carlo,&:  Tua  racccffioucconFcrmò  l'accordo  di  Pallau ,  &  li  Re- 
ielle  Diete  fatte  dopo. 

Pontchcehauendo  troncato  il  modo  di  trattarconFcrdinando,5<:  conia  aliaqmlr  U 
iania,non  Teppe  che  dir'  a  qucfto  :  haucndo  però  difpiaccre  maggiore  del  -^^/"^  »""  *«' 
namento  tenuto  del  Concilio,  che  della  libertà  concelfa  per  il  ReceOoj  '^'A^   cantra' 
Ito  di  non  voler  Concilio  fuori  di  Romaper  qualonque  caufa  potelFe  au-    "^' 
e.    Perilqual  rifpctco  anco  un  terzo  facceirit  non  fu  men  grane:  cioè  la    m-         •., 
fattainCambraiatrc  Aprile,tra  il  Rèdi  Francia,  &  di  Spagna,  molto  ben  pace  de  Cam- 
ita, co'  matrimonij  della  figlia  d'Henrico  nel  Rè  di  Spagaia ,  &  della  forella  brai ,  per  la- 
'iicadi  Sauoia:nellaqualpace  ria  gri  altri capitoli,eraconucnuto,che  am-  9"'*''^  »^  Con- 
'.  iRè  Ci  dcilerola  fede  d'adoperarli  concordemento,  accio  folfe  celebrato  "^^  ^^'^'^^  '^'~ 
ncilio,  &  riformata  k  Chiefaj&compollie  le  differenze  della  religione.  "^^°"^  f^c»- 
Idcraua  il  Pontefice  quanto  folle  Ipcciofo  quel  titolo  di  rifornm,&  il  no- 
i  Concilio  5  come  era  perduta  l'Inghilterra,  *lk:  la  Germania  tutta ,  par- 
:i  Pioteftanti ,  &c  parte  per  la  difcordia  iua  con  Ferdinando  :  quelli  due 
liti,  de  ciafcuno  d'eflì  otfefo  grane  mente  da  lui,loSpagnuolo  di  fatti ,  3c 
ole;  &  il  Francefc di  parole  almeno:  non  rcftargli  alcuno ,  a  chi  po- 
lauer  rifugio.    Confìderaua  i  Cardinali  eifer  tutti  fati]  del  gouerno  fuo ,  i 
.ifuoipoco  ben  affetti  per  l'incommodità  della  guerra,  &c  delle  graucz- 
^lefti  penfieri  affliifero  il  vecchio  Pontefice  in  maniera,  che  era  poco 
ll'elfercitio  del  fuo  carico:  non  poteua  tener  li  Conciftori  conlatolita- 
.'nza,&:  quando  gli  teneua ,  confumaua  il  più  del  tempo  in  parlar  dell'  In- 
ione,  de  in  eiforcar  a  fauorirla  ,  per  eller    unica,  via  d'cftinguer  le  he- 

li  due  Rè  non  conucnnero  infieme  nell'accordo  di  procurar  il  Conci-  per  grinte- 
:  alcuna  mala  volontà,o  per  interelTi  d'alcuno  d'eflì  con  tra  il  Pontefice,  ne  rejiide  due 
i  il  Pontificato  ;  ma  per  tiouar  rimedio  alle nuoue  dottrine,  lequah  nel-  ^'.^  ^Ì^*", 
loro  faceuano  grandiflimi  progreflì ,  &c  erano  prontamente  udite ,  Oc  ri-  f  "^^^^  ^' 
odagli  huominiconfcientiati:  &,qnel  che  piua'Rèimportaua,  i  mal- 
nti,  &defiderofidinouità,  s'appigliauanoa  qucllaparte,&  fottoprete- 
:eligione , intraprendeuano  quotidianamente  qualche  tentatiui,  coline' 
Dalli,  come  nella  Francia,  elfendoi  popoli  molto  amatori  della  libertà:- 
icndo  per  laproilìmità  di  Germania  gran  commercio  con  quella.    Per 
i  cofcne'  principi)  de'  moti pafsò anco  qualche  Temenza  ,  laqualperpro- 
che  nonprendelle  radice,  &  l'Imperatore  Carlo  quinto  ne'  paefi  luoi,> 
Lèdi  Francia,  nel  fuo  Regno,  fecero  molti  editti,  &  coinmandaronodi- 
ilècutioni ,  come  di  fopra  a'  tempi/ui  è  (lato  detto.    Ma  ,  poiché  ilnii- 
ie'  Proteftanti  crebbe  in  Germania,  &  gli  Euangelici  moltiplicarono  ne' 
.Ti,&  la  feparatione  prefe  piede  in  Inghilterra,  per  le  guerre  più  volte  ecci* 
a  l'Imperatore ,  &  il  Rè,  l'una  &c  l'altra  parte  fu  conftrctta  cpndur  foldati 
:ichi,Suizzeii,  &  Inglc{ì>iqualinc'  lor  quaitiai  predicàdo,,  òt-piofeifando' 

Gg2    ii'ì 


4^^  CONCILIO  TRENTO.  Papa  Paolo  n 

cio   i3    pLiblicameiite  la  rinouata  religione  3  con  l'eircmpio  3  &:  altre  maniere,  fun, 
LVTii.    caiifa,  che  s'appiglialFe  anco  in  moiri  del  popolo.    Eben  certa  cofa,  chi:o 
a  che  non  ha-  ftL-infc  l'Imperatore  Carlo  a  tentar  d'introdur  l'Inquifitione  Spagnuola,vc;n 
ficiMno  ifup-  Jq  ^}^p  g[j  ^i^^i  rimedi)  non  profittauanojfe  ben  per  le  caufe  già  narrate  fu  ;  « 
^  '*^^*  coftretto  in  parte  dcfiftere.    Et  il  Rè  Henri  co  di  Francia  conceife  anco  a  cf- 

coni  l'aiitoticà  di  punirgli  heretici ,  cota  in  quel  Regno  non  accoftumata  Et, 
con  tutto  che  il  numero  ne'  Paeii baffi  j  tra  impiccati,decapitati>repolti  vi:  " 
abbrugiatijdal  primo  Editto  di  Carlo,  fino  a  quello  tempo  dellapace'i  ap 
gelTe  a  cinquantamila  j  &  in  Francia  foire  fatto  morire  qualche  notabilfc: 
con  tutto  CIO  in  qucfto  tempo  le  cofe  lì  trouauano  neli'un ,  &  l'altro  liio^ 
peggiorftatochemai;  fi  che  conftrinfero  i  Rèa  penfar  concordemente  e  o- 
uarci  rimedicfacendonemalTime  grand' inftanza  dal  canto  de' Francelì, il  ar^ 
dinal  di  Lorena  ;  &C  dal  canto  de'  Spagnuoii ,  il  Granuela ,  Vefcouo  d'Air 
quali  elfendo  ftati  in  Cambrai  a  trattar  la  pace ,  dall'  Ottobbre  fino  all'  A 
infieme  con  gli  altri  deputati  da' Rè,  negotiarono  particolarmente  tra  1 
modi,  come  quella  dottrina  fi  poteife  eftirpare;  8c  furono  poi  anco  grandi 
menti  di  tutto  quello  che  feguì  nell'  uno,&;  l'altro  (lato.    Allegauano  efTì  u-^ 
uer  contrattato ,  &c  promeirofì  infieme  tcambieuole  aflìftenza  in  queft'  pe- 
ra, il  zelo  della  religione,  &il  feruitiode'  loroPrencipi;maruniucrl 
leuajchelaveracaufa  foire,ambitione.  Se  dilfegno  d'arricchir  delle  fpog 
condannati. 
,»  ut'  ...      Il  Rè  di  Spaena,  fatta  la  pace ,  per  incomminci^r  a  dar  qualche  ordine 
Inquìptiona    potendo  uitrodut  apertamente  ì  Inquilitioncpenso  di  tarlo  obliquamen 
per  li  nnoui  mezo  de' Vefcoiù :  ma,  ritrouandoll  tutti iPaefi  baffi  con doifoli  Vefc 
refcoMÌ  Bd-  Cambrai,  6cVnrech,&  delrimanente,  il  Clero  foggctto  a*  Vefcoui  di  Gì 
S'"'''  nia,&  Francia,&  quei  due  Vefcouati  ancora  fudditi  ad  Auciuefcoui  foreft 

quali  non  fi  poteuaao  negare  leappellationi:onde  era  impoffibile,che,pei 
zodiquefti,poteirc  elleguir la  Tua intcntione, giudicò  bene  leuar  tutti 
dalk  foggettioni  de' Vefcoui  non  fudditi  a  fé,  ^-iiiftituir  in  quelle  regio  | 
Arciuefcouati,Malines,Cambrai,&:  VtrechjiSc  eriggere  in  Velcouato  An 
Boflcduc,  Gand, Bruges ,  Iprc,  S.Omer,  Namur,Harlera,Middclburg,Lei 
Groningua,Roremonda,&:  Deuenter,  applicandoaquefti  per  entrate  a 
ricche  Abbatic:  &  tutto  ciò  fece  approuar  per  una  Bolla  del  Papa,  data: 
delìmo  anno  fotto  dicenouc  Maggio.  Ilche  quando  fu  rifaputo  ,  feben 
preteftoiche,  per  il  paitato,  la  infrequenza  degli  habitatori  in  quei  luogh  lOft 
ricercaua  maggior  numero  di  Vefcoui,  ma  bora  la  moltitudine  degli  hi  "" 
ni,  &  la  degnità  delle  città  richiedere,  che  fieno  honoraricon  titoli  Eci 
fticij  nondimeno  s'accorfela  Nobiltà,  &  il  popolo  ,  chequeftaeraur  ui^ 
d'introdiirrinquiritione,&  fi  confermarono,  veduta  la  Bolla  del  Papa:  il(  ald 
fecondo  l'ufo  Romano,diftipularfempre  la  fua  potenza,  onero  utilità,  pc  aua 
per  caufa  della  nuouainftitutione,  che  quel  paefc  era  tutto  circondato,  t  iflè* 
diatoda  fcifmrtici,  inubedientialai,CapodellaChiela3onde  vieragrai  ' 
colo  della  fede  per  le  fraudi,(?cinfidie  degli  heretici,  quando  non  vi  foife) 

ftin-^i 


V  Paolo  mi.  LIBRO    QJ/INTO.  413 

ouÌ5&:bLioiiigLUUcliani.    Qacfta occoiTcnza fece  reftiinger  inficrae  quei    cio   i3 
lì)  de  peararadoLiinai:c,  prima  che  la  forza  prendelle  piede.  Pcrilclic  de-     lvUi. 
irono  di  non  pagare  il  cribuco,  fé  non  erano  leuari  dal  pacfc  i  (oldati  Spa- 
li, &  commiaciarono  ad  inclinar  maggiormente  alia  nuoiia  opinione, 
.lorirla:  ilche  fu  poi  cauta  degli  altri  auiienimenti  turbulenti,  che  (ì  di- 
y. 

[ail  Rè  di  Francia ,  defidcrofo  di  proiiedcre,che  la  fetta  Liitherana  non  f-i-  ne  u  Afv/cu- 
naggiorprogreflì  nel  Regno  ^  hauendo  intclo  ,  che  tra  iConfcglicri  del  rialeinFranr 
mento  ve  n'erano  alquanti  di  quella  macchiati,  per  reprimergli,  tenendoli  "*^^ 
idiciGiugnoin  Parigi  una  Mercuriale,  (coli  chiamano  ilgiudicio  inili- 
per  eiraminar,&  correggere  leactioni  de'  Confeglieiidel  Parlamento,  & 
ci  Rcgij)  doucndofi  parlar  della  religionr,dopo  principiata  la  Congrega- 
,  entrò  il  Rè  :  dilfe  d'hauer  ftabilito  la  pace  del  mondo  con  le  nozze  delia 
a,  &  della  figlia,  a  fine  diproueder  agrinconuenienti  nati  nel  Tuo  Regno 
iiolareligionclaqualdebbeeder  principal  curade'Prencipi.  Però,hauen- 
:efo,che  di  quella  materia  fi  doueua  trattare ,  gli  elTortaua  a  maneggiar  la 
di  Dio  con  fincerità:&  hauendo  commandato,che  profcguiirerolecofe 
iminciate,Claudio  Viola,uno d'eilLmoltc  cofe  dilFe  centra  i  coftumi  dei- 
rte Romana,  Òcìc  cattine  confuetLidinipalfate  in  errori  pcrnitiofi,  iqiiali 
)datocaufa  alle  fette  nafcenti.  perilche^eranecelfario  mitigar  le  pene,  & 
lar  la  leuerità  >  finche  con  l'autorità  d'un  Concilio  generale  ii  leuaircro  i 
j  della  religione,  &  s'cmendaire  la  difciplinaEcclefiailica,  unico  rimedio 
limali:  fi  come  i  Concili]  di Coftanza„3<:  Bafilea,haueuano  giudicator 
laudando  per  cio>che  ogni  dieci  anni,  ficelebralTe  il  Concilio  Generale» 
-'tdicoftui  fuancofcguitato  da  Ludovico  Fabro, &  alcuni  altri  :  alche 
Borgo  aggionle,etrer  molte  fceleratezze  dannate  dalle  legi ,  per  pena  del- 
i  non  ballerebbono  la  corda,&  il  fuogo  :  frequentiflìme  le  biaileme  con- 
ci pergiuri j,gli  adulrerij,non  folo  dilhmulati,ma  ancora  con  vergognofa 
ia  fomentati  :  facendo  conofcer  aifai  chiaramente ,  cheparlaua  non  folo 
ndi  della  Corte,ma  del  Rè  ancora:  confoggiongere,che,  mentre  cofidif- 
.raence  fiviue,fono  preparati  vari)  fupplicij  contraquelh,  che  d'altro  non 
:olpeuoli,fe  non  d'hauer  manifeilato  al  mondo  i  viti  jdella  Corte  Roma- 
dimandatone  l'emenda.  Incontrario  di  che  Egidio  M.igifì:ro,primo  pre- 
e,  parlbcontra  lenuoue  (ette, concludendo,  non  elìèrui  altro  remedio, 
giàufatocontragl'Albigcd,  che  Filippo  Augnilo  ne  fece  morire  tcicento 
L^iorno  ;  &  centra  i  Valdeiì  lutFocati  nelle  cauerne  >  doue  Ci  erano  retirati, 
conderlì.  Finiti  di  diri  voti,  il  Rè  loggionfchauer  udito  con  le  orecchie 
ic  quello,  che  gli  era  andato  a  notitia,  il  male  del  Regno  nafcere ,  perche 
cdeiìmo  parlamento  vie  chi  fprezza  l'autorità  del  pontefice  »S:  fuaì)en  la- 
he  fonopochi,ma  cauia  di  molti  mali,  però  cirortaua  i  buoni  a  continua- 
:ndo  il  lor  debito:  ordinò  che  immediate  follerò  fatti  pregioni  Fabro ,  & 
)j&;  dopo  nefece  prender  nelle  cale  loro  quattro  altri:d  che  pofceran  fpa- 
•  in quellijcheabbiacciauano la niioaa  dottrina,    cerche  clVcndo  i  Cc^n- 


4H  CONCILIO    DI  TRENTO.         Papa  Paolcii 

ci3    iJ     glicui  del  parlamento  in  Francia  riputati  racroranti,&  inuiolabiliiói  vcd<do 
Lix.       gli  impreg'onati  per  la  Sentenza  detta  nella  publicaairemblea,fìpoccuafa^.Qi 
cianoncchc  a  nilliino  il  Rè  hauerebbe  perdonato. 
»  Rgfurmaù         ^"^'^^^  '^^n  occorrono  mai  eirempij  di  timori,  che  infiemc  non  auuenga)?J 
nonlafdano    tri  di  pari  aidireumpcroche  in  quel  medeiìmo  tempojcomcfe  non  vi  io  pc 
di  dxr  regola  ricolo  aldino ,  i  minilìti  de*  riFormaci  (  ciie  coi! fi  chiamaiiano  i  proteft::i| 
allor  gmer-  Fi-^i-^cia)  lì  radunarono  in  Parigi  nei  Borgo  S.Germano,doue  fcccre  una  ine 
mEcdejMjf  jjQ^pi^.ef£({e,-^jQQÌ  Fràcclco  Morcllojprincipaltralorccondiuerre  cóftit  jor 
del  modo  di  tener  Concilijj  dilcuar  ladominationencUaChiefa  ,dcire:  rio 
nc,&  uftìcio  de  miniftri,dclle  ccnfurcde'  matrimonij,de'diuortij ,  &:dc  rac 
di  conlangLiinità  ,  &  atlinità ,  a  fine  che  per  tutta  Francia  non  folo  haucf  mi 
fede,ma  ancora  la  difciplina  uniforme.  S'accrebbe  anco  l'animo,  perche 
fomfmorhl    CO  in  Germankrlarfama  della  icucrità,che  in.  Francia  fi  uraua,i  tre  Elettor 
di  una  inter-   trj  p^encipi  proceftanti  di  Germania,mandarono  Ambafciatori  al  Re,  a  j 
cefìione  de      j^  j-  commandarc ,  che  folle  proceduto  con  pietà ,  ik  carità  Chriftiana 
mani'^^    ^^  prò  felFo  ri  della  lorreligione,noncolpeuolid'altro,ched'accufaricoftiii 

rotti,  &  la  difciplina  pcruertita  della  Corte  Romana  :  cofa  fatta  per  inai  i  v; 
più  di  cento  anni  da  altri  Dottori  Franceii,huominipij.  paiche  elFendo  h  tan 
eia  quieta ,   6:  in  pace ,  facilmente  fi  polFono  comporre  le  diifenfioni  n;  r- 
quella  cofa,con  dil'putatione  d'huomini  l'ufficienti  &  defiderofi  della  pa 
eilaminino  la  ConfelTicrne  loro  alla  norma  della  Santa  rcrittura,&  de'  pac 
chi -.tra  tanto  fofpendendo  la  feuerità  de' giudici)  :  ilchecfFiriceuerebbc 
cofa  grati{Iima,reilandogli  per  ciò  molto  obligati.  Diede  il  Rè  benigna  r 
con  parole  generali,  (ScpromclFa  di  dargli  fodisfattione,  come  gli  haurc 
Uqualeperò    gniiìcato  per  per  fona  efpreira  ,  che  gli  manderebbe.  Nondimeno  non  i\ 
riejà  imtile,  niente  delia  (cuerità,  ma  dopo  la  partita  de  gli  Ambalciatori  fece  deput 
dici  nelle  caule  de'  pregioni,  quattro  del  corpo  dei  parlamento,  col  Vefc 
paiigi,&coni'Inquiiitore  Antonio  Democaresi&  procedellero  all'  efp  ... 
ne  quanto  prima. 
il  Papa ,  in        Tutte  quelle  cofc  erano  al  Papa  note  :  &:,ficome  fentiua  difpiacer  grar 
iuogo  di  Con  il  progrellò  della  dottrina  nouamentc  introdotta  ne'  flati  deli'  un  &  i'atl 
alio,  freme   coligli piaceua,  che queiPrcncipi vipenfairero,-&  ncfaceua  conloroir 
IJnqmjitmm,  pe^-[^iQi]sJoncij  ,  &c  per  uffici]  coligli  Ambafciatori  appreilbafe  refideiu 
non  haurebbe  voluto  altro  rimedio,  che  quello  dell' inquifirione,  iaqu; 
flimatr.  da  lui  unico  rimedio,  fi  come  in  ogni  occafjonediceua,riputan( 
quello  del  Concilio  non  folle  per  far  maggior  frutto  di  quello,  che  ne'  pi 
anni  s'haueua  veduto  fcgui're,  cioè  ridur  m  peggior  flato  le  cofe.    Mentr 
,    ,    .     ^  quelli peniicri,  ricrouandofi  anco  molto indilpollo  dei  corpo,  eccola 
*{^  f^fc^n  ^^^  ^^  ^^  Francia  ,  fuccelfaa  due  Luglio  per  una  ferita  riceuatancli'"( 
diJhUcTdd"  correndo  alla  gioflra  :  deilaquale  fece  dimoflratione  grandiflima  di  cìuoTc^ 
PApa,  vero  fé  ne  doleua.    Perche, le  ben  forpectc),&:  conragione,pcr  i'intelligei'a' 

i<lueRè,nondimeno  pur  rellaua  qualche  fperanza  di leparargli:ma,mornn' 
fto,  li  vedeua  a  difcrctione  di  quel  folo,  che  più  temcua,  cofi>per  elFer  più 


Paolo  mi.  L  I  B  R  O   QJ^  I  N  T  O.  4^5 

percirer  di  natura occolta,&d!iÌfìcile  da  penetL-arc.   Tcmciia  anco  ,  che    eia   io 
o-iio  di  Francia  non  s'allargalfe  a  fatco  la  porta ,  per  mtrodLir  le  fette ,  &       l  i  x. 
aififtabiliirci-o,  inanzi  che  il  niioiio  Re  acquiilairc  tanta  prudenza,  & 
.•ioncqaanta  <ì  vedeua  necellariaper  opponi  a  tante  diifìcòkà.  Inqueftc  iiqu^'e  t^ftoi: 
ie  ville  pochi  giorni  afflitto:  (ScdeooPce  tutte  le  ipcranzcche  rhiLienano  /èS'"' 
l'hora  rol1;enuto,morì  lidiciotco  Agoftojnon  rccommandando  altro  a' 
iali,  falLiocheriiftìciodcirinqiiihtione  ,  unico  mezo,  come  diccua,  di  ^  ^'-^"'tag^^n 
aarlaChielajeirortando  tutti  a  metter  iloro  IpiritipcrUabilirlo  ben  in  *"'"^^'''/'V«- 
^douunqueripotcìre.  c^ntraicJ 

:o  il  pontefice,anzilpiranteancora,peri  odio  concepito  dal  popolo,  &  rxffi, 
lojTiana}Contralui,&  tutta  la  cafalua,  nacquero  coli  gran  tumulti  in. 
che  i  Cardinali  hebbero  molto  più  apenfare  a  quelli,  comeprofllmi  &■ 
,che  a' communi  a  tutta  laChriftianità:  Ando  fa  Città  in  feditione  :  fu 
:ala  teftaallaftatiia  del  Papa,  &  tiratapcr  la  Città  ;  furono  rotte  lepre-' 
Libliche,o^  liberatipiu  di  quattrocento  incarcerati  ritenuriin  quelle: 
uogo  dell'Inquilitione,  che  a  Ripeta  era,andati,nó  folo  eilrallero  li  pre- 
ma pofero  fuogo  in  quello,  &  abbrugiarono  tutti  iproce{Iì,Ó<:  (crittu- 
I  vi  guardauano5'&;  poco  mancc),che  il  Conuento  della  Minerua ,  doue 
opraftanti  a  quell'  ufficio  habitauano,non  folTe  dal  popolo  abbrugiato. 
ora,viuendo  il  Papa,il  Collegio  de'  Cardinali  haueua  richiamato  il  Ca- 
dopo  la  morte  nella  prima  Gongregatione,chei  Cardinali  tennero,fu 
dal  Caftello  il  Cardinal  Morone,impregionato,che  era  ftato  vicino  ad 
tentiatoperheretico.  Vi  fu  gran  diihcoltà,  fé  potcuahauervotonell' 
e,opponendofi  quelli,  che  lo  teneuanoper  contrariojma  in  fine  fu  di- 
•,che  interuenille.  Furono  i  Cardinali coftretti  a  confentire,che  leiii- 
cafa  Caraffa  per  tutta  Roma  follerò  ftracciate  le  mobili,^  demolite  le 

tti  poi  nel  Conclaue  il  cinque  Settembre,  otto  giorni  dopo  il  Icgitimo 
trattenuti  dagf  inconvenienfi,compofero  i  capitoli,  che,  fecondo  il 
da  tutti  fono  giurati ,  a  fine  di  dar  qualche  ordine  al  gouerno  tutto 
ato  per  i  modo  troppo  feueri  tenuti  da  Paolo.Due  ne  furono,fpettanti  yauftato  i 
cria  di  che  trattiamo:  runo,che  la  differenza  con  l'Imperatore,  come  ConcUue  fi 
>fa  di  far  perder  quel  rimanente  di  Germania  che  reftaua  ,  fotfe  fopita,  f^nno  ^y- 
conofciuto  per  Imperatore:  l'altrOiche,  per  la  necefsità  della  Francia,  *"^''^'- 
Fiandra,il  ConcilìO,come  unico  remedio,contra  le  hercfìe  folle,  reni- 
la vacanza  del  Pontificato  fu  più  longa  di  quello  ,  che  le  necellltà  del  .        ^ 

r  •     j   11'-  /r  j  'D  •    ■     L       ■  r-  Jn  questo  tnte^ 

omportauano:&  caulata  piudall  intcrellede  Prencipi,chevi  lunter-  ^re  FìUpùo 

)ltrail  conlueto,cheper  proprie  difcordiede'  Cardinali;  iquali  men-  nauigato  con 
)  nel  CoQclaue  ferrati,  il  Rè  Filippo  da'  Paefli  balli  partendo  per  mare  g^anfrauna 
Spagna,  hauendo  patito  una  gran  fortuna,   tS>:apenariufcitonefaluo,  '"  -^/"^S"** 
quali  tutta  l'armata,  con  una  llipellettile  di  grandiflimo  preghio ,  che  ^^°ili""  "' 
caua,  riioluto  di  fermarli  in  Spagna  fenz.tpiu  vacare  :  diceua  d'clfei-  li-  t^a  ì  Luthela- 
er  fingolar  prouidenza  Diuinajaccio  lì  adoperallc  ad  eftirpar'  il  Luche-  ni  : 

Hhh 

; 


é,i6  CONCILIO  DI  TRENTO      Papa  Paolo  i.. 

ci3  i-^    ranifmojalche  diede  predo  pi-incipio.Imperoche  immediate  gioiito>&  aiuj 
L I X.       to  in  Siuiglia  a  ventiquattro  Scttembre,per  dar  un  grand'  elfempio  negli  ifpi 
cij  del  tuo  gouerno,&leuare  ad  ognuno  la  lpcranza,feceabbrugiarp(Lu 
therani  Giouanni  Pontio  >  Conte  di  Baileno ,  infieme  con  un  Predicato  ,  i 
molti  altri  del  Collegio  di  SJildoro,doue  la  nuoua  religione  era  entri;^ 
alcune  donne  nobili  al  numero  di  tredici  i  .3c  finalmente  la  ftatua  di  Ce  V 
tino  Pontio»  ilqualeconfeUbrdi  Carlo  quinto  nella  folicudine  fua  lo  i 
quel  miniftcrio  iìno  ili  fine.  Se  raccolfe  nelle  fue  braccia  l'Imperatore  n 
te.  Qucfto  pochi  giorni  inanzi  era  morto  in  pregione,nellaquale,per  i 
tiene  d'hcrelìa,fu  pofto  immediate  dopo  la  morte  dell'  Imperatore:  laq 
fec  utione ,  Ce  ben  contra  una  ftatua  inanimata  >  pofe  terrore  molto  m.ì 
concludendo  ognuno,  non  poterfì  (perarene  conniuenza^ne  raifericc 
chi  non  riputaua  degno  di  rilpctto  quello  >  che  infamato»  dishonorau 
moria  dell'  Imperatore  maggiormente.    Paltò  poi  il  Rè  in  Vagliadolu 
parimente  in  ilia  prefentia  fece  abbrugiar  ventotto  della  prmcipal  Noi  „ 
paefcj  &  ritener  prcgione  Fra  Bartholomea  Caranza,delquale  s' è  fatta  £ 
te  mentione  nella  prima  riddotione  del  Concilio  aTrento  >  fatto  poi7 
cono  di  Toledo>principal  Prelato  di  Spagna»  toltogli  tutte  le  entrate., 
fi  può  ncgare,che  queftc  elfecutionijconaltrcche  poi  alla  giornata  fuc 
fé  ben  non  tanto  eilèmplari  »  foirero  caufa  di  mantener  quelli  Regni  i 
te>  mentre  altroue  tutto  era  pieno  di  feditioni  :  perche,  quantonque 
ti ,  nella  Nobiltà  mallìme ,  folfero  feminate  delle  nuoue  opinioni 
rono  però  dentro  degli  animi  afcofte  perla  cauta  natura  de'  Spagnuc 
horrir  ipericoli,&:  non  efporfì  ad  imprcfe  ardite  jmafolo  miiar  ad  òge 
ramente» 
éd'tn  Francia      ^^  i'^  Francia,mancato  il  Rè  Hcnrico,la  cui  morte  li  nuoui  riform 
U  Borgo  ear-  ueuano  a  miracolo,  s'accrebe  loro  ranimc,re  ben'  in  Parigi  non  ardia* 
fo  per  Urne-  ftrarfimanifcftamentc;perche Fiacefcojfuo figlio,nuouo  Rè»dopo  ilfa 
dejimacaufa:  celebrato  a Reiras  addi  venti  Settembre,  ordinò  che  foireprofeguitoTI 
fo  contrai  Confcglieri  pregioni,&  deputò  il  Prs(ìdenteS.Andrea>5ci 
Democares  Inquifitorcper  ifcoprir  i  Lutherani.  Quefti  giudici ,  haucr 
dagnato  alcuni  plebei,già  profeifori  di  quellareligionchebbero  notiti.' 
ghijdouc  occoltamcntefì  cojigrcgauano  :  perilche  molti  huomini,.6 
furono  imprcgionati,&: molti Tuggirono,i  beni  dc'quali. erano  confifcj 
unacitationepcr  tre  Editti  :  .Ik:  con l'clFempiodi Parigi  il  medefimoii 
Poitou,Tholora,&  in  Ais  di  Prouenza;faticandofì  Giorgio,  Cardinal» 
niaco ,  ilquale,  per  non  abandonar  quell'  impreia,non  Ile  uro  d'andar' i 
per  l'elettione  del  Pontefice;  ufando ogni  diligenza ,  accio ifcoperti 
preil.  Dallequali  cofe  irritati  i  profcifori  di  quella  religione^  fcopertc 
nurfltro,  fatti  più  audaci,  mandauano  attorno|molte  fcritture  contra  ; 
il  Regina,  Se  quei  di  Lorena,ad  arbitrio  de'  quali  il  Rè  fi  gouernaua,au 
la  perfecucione;  mifchiandoui  dentro  delle  cole  della  religione  :lequa 
ture  eifcndo  da  tutti  volentieri  lette,  come  cofe  compoftcpcrpublica 
ijiiìuuauano  nell'animo  di  molti  la  nuoua  religione^  H 


.  Pio  mi.  LIBRO    QJ- 1 N  T  O.  417 

ne  del giudicio  conftitaito  contra  i  Confeglicii.dopo  longa  conreflacio-    e  i^  i  ^ 
Lina  airolurione  di  tutti,  eccetto  d'Anna  Borgo,  ilqualc  addì  diciocco  Di~^      Lix. 

e  {ìjabbrugiaco,non  canco  per  inclinacionc  de'  G'adici,qnando  per  rifo- 
)Ioncà  della  Regina,  irricaca,  perche  iLutheranidilleminarono  in  moke 
[re,&  libelli  mandaci  atcorno,chepcrdiuinaprouidenza  ilRc  era  ftato 

chio  ferito,  in  pena  delle  parole  dette  al  Borgo,  che  voleua  vederlo  ab- 
ire.  Ma  la  morte  ,&  coftanzad'un'huomo  coliconrpicuo,  eccitò  negli 
di  molti  la  ciirioiltà  di  faper  che  dottrina  era  quella ,  per  quale  coli  ani- 
nente  haueua  foftenuto  il  rupplie'k>,&  fu  cauta  di  far  crcfcer  molto  il  nu- 

ilqualc  anco  per  altre  caule  andana  aumentandoli  ogni  giorno:  onde 

rrciìati  nella  diftructione  loro,  o  per  amor  della  vecchia  religione ,  o  co- 
defkftici,  &  per  cifer  autori  delle  pallate  perfecutioni,  reputando  necef- 

oprirgli  prima  che  il  numero  folle  coli  grande,  che  non  iì  potellc  poi 
nere  :  a  quello  fine  in  tutta  Francia ,  3c  in  Parigi  maffìmcfecero  mettere 
lidella  Beata  Vergine,&  de'  Santi  in  ogni  cantone,accendendogliinanzi 
e,  sfacendo  cantare  a'  facchini,  &  altre  perfone  plebee,  Icfolitepreci 
^hiefa,  polli  anco  huominicon  cairdlette,  che  dimandauano  limoline 
prar  candele:&  chi,pallando,noiihonoraua  le  imagini,  o  non  llaua  con 
iza  a  quei  cantijO  non  daua  lelimohnc  richiellcgli  haueuano  per  folpec- 
mancomale  che  glipoteire  auuenire,  era  d'elfer  mal  trattati  dalla  plebe 
gni  &  calci  ;  perche  anco  gran  parte  erano  impregionati,  &  procelfati. 
)  irritò  i  ReformatijS^  fu  gran  caufa  della  congiura  di  Goffredo  Renau- 
.quale  lì  dirà. 

in  Roma,dopo  varie  contentionij&prattiche  per  crear  papa,Mantoua,  Pio  ry.tlot- 
i,  Carpi,5c  Puteo,  finalmente  la  notte  feguente  il  ventiquattro  Dicem-  *'  P^P^ì 
creato  Pontefice  Giouanni  Angelo  ,  Cardinal  de  Medici,  che  lì  chiamò 
u"to:il  qualc,quietati  i  tumulti  della  Città,  &  afficurati  gli  animi  di  tut- 
in  general  perdono  delle  cole  commelfe  in  feditione,vokò  l'animo  (ubi- 
le capi  giurati  concernenti  le  cole  più  communi,  &  il  trenta  del  Hello 
ongrcgati  tredici  Cardinali,  &  con  loro  coniultatolopra  la  reietcione 
nbafciaria  di  Ferdinando,  5c  la  dclibcratione  di  Paolo  di  non  ricono- 
)er  Imperatore;  fu  commun  parere,  che  gli  folfe  flato  fatto  torto.  Ma, 
do  longamcnte  come  rimediare  all'  inconueniente,  &  dopo  molte  cofe 
ie,!k  dil'cuire,  nontrouando  come  introdurre  negotio  lenza  pericolo  di 
)ri  incontri,  quando  gli  Elettori  folTero  intromelTi  in  quella  mifchia, 
irebbe  flato  impoflibile  tenergli  fuori;  fu  commun  parere  che  ogni  ne- 
onc  fulfe  da  fuggire,  come  quella  ,  che  terminerebbe  con  qualche 
Ita  del  Pontefice  ;  &  che  meglio  era  non  afpcttar  che  l'Imperato- 
le alcuna  richiella.      Fu  approuato  il  parere  dal  Pontefice  paren- 

che  era  prudenza  donare  quello  che  non  fi  poteua  ne  vendere,  ne 
::  &  mandò  immediate  a  chiamar  Franceico  delia  Torre  ,  Miniftro 
peratore,che  era  in  Roma,  &  gli  dille.  Che  egli  approuaualarinoncia  Cp^cifi-a 
0,  Sclafucceflìoiicdi  Ferdinando  all' Imperio,  ^<c  che  gli  haucrcbbe  Ferdinando» 

Hhh      ij 


_^  -  41S  CONCILIO   DI   TRENTO.  PataPioi; 

ci3   13    fcntto  co' titoli  confaecìj^i  che  di  ciò  doueireauifare. 

L I X.  A^'f^Iicò  Tanimcdopo  qLicfto,al  Coiicilicccrco  in  le  fteifoiche  gliene  ! 

PenfaalCon'  b^  fatr^initanza da diuei-fc parti.  Molte  ditiìcokà  gli  andaiiaiio  per  ì'.\ 
"^"'»  fi  come  elio  diccua,conferendo  col  Cardinale  Morone,  in  cui  confidau. 

prudenza  ,&  amicitia/e  era  ben  per  la  Sede  Apoftolica  fare  il  Concilio, 
6c  fé  non,  quello  che  folle  meglio,  negarlo  alTolutamcnte ,  &  opporli 
bera  a  chi  lo  chiedeua,  o  mollrar  di  volerlo,  mettcndogh  impedirne) 
tra  quelli  che  il  negotio  da  fé  porterebbe:  &,fe  il  celebrarlo  era  utile 
lo  che  foife 'meglio,  afpettar  d'eiTcr  richiedo,  o  pur  preuenire,  & 
dere.      Se  gli  raprefentauano  alla  mente  le  caule, perche  Paolo  ter? 
to  colore  di  trallatione  lo  difciolfc  ;  3c  i  pericoh  fcorfi  da  Giulio 
buona  ventura  non  l'haueire  aiutato  :  non  eiferui  già  un  Carlo  Imy 
re  al  prefente  ,  dclquale  lì  poiTi  tanto  temere:  ma  quanto  i  Prenci, 
più  deboli  ,  tanto  i  Vefcoui  elTer  più  gagliardi,  &  douerfì  hauer  11 
auuertenza  a  quelli ,  che  non  polfono alzarli,  fé  non  fopra le  rouine  d 
tifìcato.    L  opporfì  a  chi  domanderà  Concilio  ali*  aperta  ,  eircr  co 
nadifcandalo,  per  ilnomefpeciofo,  8c  per  l'openione  ,  che  il  moncl 
ben  vana,che  ne  debbia  feguir  frutto  :  i3c  pache  ognuno  è  perfuafo ,  e  ,p( 
l'abhorrimento  della  riforma  ,venga  ricufato  il  Concilio  :  eflcr  cofa  e  tai 
_  to  maggior  fcandalo,  &  fé  poi  per  neceffità  fi  venga  a  conceder  quello  ; 
Volutamente  ha  negato,eirer' una  total  perdita  della  liputationej  oltra  ^ 
cita  il  mondo  a  procurar  labbalTamento  di  chis'è  oppofto.  In  queftep 
(kàteneuail  Ponteiìce  per  cola  chiara  non  poterh  far  Concilio  con  fri 
cuuo  della  Chiela,  &  de'  Regni  diuifìj  &  lenza  mettere  in  pericolo  i'a 
Pontiiicia,<Sv:  che  di  quefta  verità  il  mondo  era  incapace:penlchenon 
opporfi  air  aperta.    \ià  reftaua  incerto,fe,ricercandolo  i  Rè,o  i  Regni- 
gioncure  delle  cofefiuurepotcìrerodiuenir  tali,  che  gì' impedimenti  1 
haucirero effetto.    Tutropcnfaro conclule in  ognicuento,elIer benra 
prontcanzidcfidcroib,  &preuenif  idefiderij  degli|altri  per  reftarpiù 
ilo  neirattraueLÌaÌi,&  per  hauer  maggior  credito  in  rapprefentareledii 
contr;u-ic,rimcttendo  alle  caule  fuperiori  quella  deliberationerattaquat  ] 
dicio  humano  non  può  giongere. 
tlodichia/aa        Fatta  la  coronationc  all' Epifania,il  dì  undici  del  mefc,  tenne  una|ni 
Cardir>alh      facoiigLcgùtioac  di  Cardinali  ;  nellaquale,  con  longhe  parole,manife  I 
nimo  tuo  elkr  di  reformar  la  Corte,  &  di  congregar  il  Concilio  Genera 
ponendo  a  tutti,  che  penfaiK;to  le  cofcdegnc  di  riForma ,  5c  il  luogo ,  tén 
altri  preparatori)  per  congregar  una  Syrodo  ,che  non  riufcilTe  con  fri 
quella  che  già  due  volte  fu  congregata:  8c  dopo  quello,  ne'  priuati  fi 
mari  cofi  con  Cardinali,come  con  Ambafciatori,  in  ogni  occalioneparl 
quella  ina  intct'onejnon però  operaua  cofa,che  la  dimoftralfe  più  chiar. 
Andòrauifo  all'Imperatore  a  Vienna  di  quello,  che  ilPapahaueua 
minillro  intimato:  ilqaale  immediate  deputò  Ambafciatore:&  inàzila] 
di  qucUcfcriire  al  Pontefice,rallcgrandoli  dell'  alfontion  fua,&  ringrati  * 
lo?  che  paternamente  de  fatìiamcutehaiicua pollo  fine  alla  difficoltà  pror  '1^ 


Pio  mi.  LIBRO     QJVaNTO.  4^3. 

Paolo  quarto  corni  ragionc&cquirà,  dandogli  conto  dell'  Ambaiclator  "j   io 
ato.Q^ello  fu  ScipioaCjCócc  d'Arco,  chea  dicdFcbbiai-ogiop.(c. in  Ro-       lix. 
nei  principio  lifcócrò  in  gra  diiiìcolr  à,hauédo  cómidlone  dall'  ImpcratG- 
édcrcr  al  Papa  folo  riactéza, de  cifcndo  il  Pai^a  rilolutOjche  gli  rédeirc  iibc  ed  ali  ^m- 
a,  moftrado,  che  gli  altri  Ambafciatori  C  jiarei  cofì  haiicuano  alato  vcrfo  bafda-iore, 
eifori  Tuoi  5  parlando  rifolutanìéicchc  m altra  maniera  no  era  per  admec-  -vemuadalC 
L'Ambafciatoi-c  di  Spagna,  &  il  Cardinal  Pacccco,  lo  confcgliauano  a  ^"^P^^'^'^jy' 
rapairarle  commiirionihaLuite,  in  contrario  lo  indiiceuano  il  Cardinale  ^^^•^'''7"^ 
•ne,  ^vT  Trento  :  il  parer  de  quali  tu  Icgaito  dal  Conte  ,  perche  1  Impera-  pa.  ^Uqudz 
dihaucuacommeiro,  che  con  quei  Cardinali  confegliaire  tutte  le  cole  i/«o/f«Werf;é^ 
ìpcdita  in Conciltoro  la  ccrcinonia5con  fodisfattione  del  Papa,nella  pri-  '^i 
idienza  priuata,  douendo  l' Ambalciatorc  per  nome  di  Ccfareo  pregarlo  a 
)carcil  Concilio,  per  componeridilfidi)  di  Germania,  fu  dal  Papa  pre- 
o,con  molto  contento  dell'  Ambarciatore,quale  credendo  douer  trattar 
ipadicofa  difpiaceuole,  s'era  preparato  di  rapprelcntarla  con  moka  dol- 
,per  tarla  alcoltarepiu  facilmente.  Gli  dilPe  il  Papa,che,  clPendo  in  Con- 
trai Cardinali  s'era  trattato  di  rimetter  il  Concilio:  nel  che  egli  erafta- 
te  molto  principale,  &  fatto  pontefice  era  maggiormente  confermato 
telfadelibcrationeinon  volendo  peiò  caminar  in  quello  alla  cieca,ma  in 
,chc  non  s'incontri  difficoltà,  come  le  altre  volte  è  auuenuto.    Ma  pri- 
llo premeife  le  dilpofitionineceiraricaccio  ne  fucceda  il  frutto  de/ìdera- 
'rattò  l'iftelFo  dopo ,  con  gli  Ambafciatori  di  Francia,  &  di  Spagna  ^  &  eà agli  altri 
a'  Noncij  fuoi  di  rapprclcntar  riftelPo  a  loro  Rè.  Ne  parlò  anco  con  gli  ^màafcìad»- 
fciatori  di  Portogallo,^  de'  Prencipi  Italiani,che  erano  in  Roma.  "'• 

pi  quefti  uffici),  il  DucadiSauoiamandòperfona  efprella  a  ricercar  il 
hcedifarcon  tua  buona  gratia  un  Colloquio  di  religione,  per  inftruiri  ^  ^"'^'^/•^i 
delle  lue  Valli,chc  generalmente  tutti  erano  alienati  dalla  religione  an-  permiRhml  ^ 
ccafionefu>perchcdi  quelli  che  già  circaquattrocentoannifinruaro-  éìima.  confe- 
aChiefaRoraana,chiamati  Valdenfi  ,  &:  per  leperfecutionipalTarono  ren%a.  direih 
)nia,Germani'i,i/i  puglia:,&  in  prouenza,una  parte  anco  hricoucrjb  nelle  5'""^> 
lei  MoncenisXuferna,  Angrogna,pciofa,òc  San  Martino. Qucftijhaueii- 
inpreconferuatireparatl,con  certi  loro  miniftri,  cheaddiir.andauano 
quando  la  dottrina  di  Zuinglio  fi  piantò  in  Geneua,fi  unirono  immedia- 
qucllijcome  conformi  iie'dogmi,&  riti  principali:  &  mentre  che  il  pie- 
fa  fotro  i  Franccfi ,  quantonque  dal  Senato  di  Turino  follerò  prohibiti 
:itar  la  religione  Hclueticafotto  pena  capitalc,nondimento  pian  piaiio 
Juireropublicamcnte  in  maniera  ,  che  quando  il  Paefe  fu  reftituito  al 
liSauoiadV-lTcrcirio  era  comelibero.il  Duca  fi  deliberò  di  fargli  riceuer 
;ione  Catolica,onde  molti  ne  furono  abbrugiati,  &  in  altro  ir.odo  farti 
:  &  maggior  numero  condannatoalla  galera,  adoperandofi  maffime  F. 
^iloGiacomello,DominicanoInquifitore.Il  che  fu  cauta  di  fargli  mettere 
iira  fé  folFe  lecito  defenderfi  con  le  armi  :  nel  che  i  lor  miniftri  non  erano 
>\<h»    Diceuano  alcuni  che  non  era  lecito  opponerfi  con  le  armi  alfu.^ 

Hhh     iii 


CIJ     1 J 


450  CONCILIO    DI  TRENTO.  Papa  Pio  ] 

preiicipe;  manco  per  difefa  della  vita  propria:  madie,  portando  viailfuc 
Lix.       iicre,chcpoteiianoritirarrine'  monti  vicini.  Altri  diceuano,  che  era  lecite 
tanta  di(pcratione>  valerli  della  forza,  mafllmcchenonilufaua  contrail  p  j 
cipe,  ma  contra il  papa,  che  abulaiia l'autorità  del  prencipe.    Vnagranp 
d'effi  fcgaì  il  primo  parere  ;  l'altra  fi  miie  fu  la  difefa  :  là  onde  il  Duca  ,  cd 
fccndo  che  veramente  non  erano  molTidapeniìeridi  ribcUionej&cheinftì 
farebbe  facil  guadagnargli,  riceucttc  il  cóciglio  datogli d'inftituire  aqucfl{ 
fettoun  Colloquio.  Ma,  non  volendo  alienarli  il  pontefice ,  giudicò  nec,; 
rio  non  far  cola  fenza  lui,e  mandò  a  dargli  conto  del  tutto ,  &z  chiederne  i  \ 
ìlcheemd     confenfo.  Il  pontefice  fcntìmolcftia  grande  della  dimanda,  laquale  altro] 
intefodd  Po.-  inferiua,fe  non,che  in  Italia,&  fotto  gli  occhi  fuoi, folle  polla  in  diificoltà  : 
^(i»  douetle  mettere  in  difputal'  autoritàfua.  Rifpofcche  noneraperconfen  i 

modo  alcuno  :  ma,  fequei  popoli  haueuano  bifogno  d' inllruttione,  egli  1  x 
derebbe  un  Legato  con  autorità  d'alfoluer  quelli,chevoleireroconuertir  i{ 
compagnato  da  Theologi  che  gli  infegnairero  la  verità.Soggionle  però,ch  k 
cafperanzahaucuadi  conueriìoncperchegliliereticifono  pertinaci,  &  e 
,  ,.•      lo  che  fi  fa  per  eifortargli  a  riconofcenza,  interpretano  che  ila  mancamer  d 
duce  cL  modp  forzaper  conftringergli.  Che  mai  ci  era  memoria  di  profitto  fatto  con  q  il 
wkntìi        modcracioncma ben  Tcfperienza palTata  hauer  infegnato,  che  quanto  pr  a^ 
viene  contra  loro  al  rimedio  della  giuftitia,  &  quando  quella  non  balli  li 
forza  delle  armi,tanto  meglio  riefce.    Che  quando  fi  rifoluefle  di  far  quel  ^ 
prellerebbe aiuto."  Ma,fe non  gli parelfe opportuno,  fi  poteua  differire  fi  is 
Concilio  Gcneralcche  era  per  conuocarprello.  Al  Duca  non  piacque  i  'at 
rito  della Legatione,  come  quello  che  hauerebbe  inafprito  maggiormeni  \k 
hauerebbe  pollo  lui  in  neceflìcà  di  proceder  fecondo  gì'  intereili  d'altri ,  ^^  on 
mtttAtì  dal  [  pLoprij-.meglio  eifer  la  via  delle  armi,  laquale  anco  il  Papa  lodaua  piu,&  of- 
Duca:  ferina  dar'  aiuto.  Seguì  per  quello  una  guerra  in  quelle  Valli  tutto  quel  ■ 

no,  Se  parte  del  feguenrc  ,  dellaquale  ii  parlerà  al  tempo,  che  quellj   . 
be  fine. 
,     -    Ma  in  Francia  in  molteparti  del  Regno  fu  eccitata  una  gran  congiur:  lel- 
tonfiura    >    i^^j^jeej-^j-f^j-oj-io  molti,  &  la  ma^crior  parte  per  caufa  di  religione,  fdc 
Stalo  inFrx-  chc  tutto  1  giomo  u  vedellc  per  ogni  parte  lacerare  ,  &  abbrugiare  1  milei 
eia,  di  nilfuna altra  cofa  crano[colpeuolifenon  che  di  zelo  dell'  honordiui. 

falute  dell'  anima  propria.  A  quelli  s'aggionlero  altri,  che,  riputando  i' 
eiTcrcaufa  di  tutti  idifordiai  del  Regno,  haueuano  per  opera  heroicalibif 
dalla  opprelIìone,con  leuar  a  quelli  i'amminiftratione  delle  cole  publicH 
erano  anco  degli ambÌ!:iofi,6ddefidcrofi di nouità,  iqu:ìlinon  poteuancj 
fatti  loto,lc  non  in  mezzo  ielle  turbe.  Ma,cofi  quelli  mal'  intentionati, } 
queglialtri  defiderofidel  bencdcl  Regno,  per  hauer'  il  feguito,  fi  copri 
col  manto  della  religione,  &;  per  fermar  meglio  gh  animi,  fecero  mettcl 
fcritto  il  parere  à  principali  iurifconfuld  diGermania,&  Francia}  &  a'  ' 
io  jì  Piotcftanti  più  nominati,  che,falua  la  confcienza,^  fenza  violar  la  ^| 
dei  Rè,&  la  degnila  del  legitimo  Magiflrato,,era  lecito  prender  le  armipl 


,  Pio  mi.         LIBRO    C^INTO.  ^  431  

dia  violenta  dominatio  ne  di  quelli  di  G  hifa,  ofFcnfoui  della  vera  rcligio-     ci3    u 
della  legidmagÌLifl:icia,chctencuano  il  Pvccomepregionc.  Pi-cparaiono         lix. 
7ÌLU-ati  Linagi-an  mokirudine ,  che  ditarmaro  compariircro  inanzi  al  Rè  a 
idai-c,  che  laleLiericàde'  giudici)  i-btremicigata,&  concelfa  libertà  per  la 
ienza:con  diifegno  che  foirero  regiiicidaGencilhuomini>che  (upplicaf- 
ontia  l'amminilh-acione  de'  Chili.  La  congiura  fu  fcopcrca,  &  la  Corte  fcoperta,  e  dìf 
i,per  lìcurezza>(i  retirò  da  Bles,luogoapcrto,&  opportuna  ad  una  tal'  ci-  fyau: 
one,ad  Ambuofajfortczza  rilketta:&  per  e  io  i  concerti  furono  turbati.Ec 
:c che i congiuraci  trattano nuouo  modo, di clU molti  furono trouaci  in. 
$c  combattuti, &  mortijalcri  ancora prc(ì,&  iufl:kiaci,&  per  quietar  il  tu- 
)  addì  diciotto  Marzo,  perEditto  Regio,  fuconceila  venia,a  quelli,  che 
mplicità,mol]idazelodi  religione,s'  erano  confpirari,  purché  fra' venti- 
fohore  deponeircro  le  armi.  Et  poi  fece  anco  il  Rè  un'  Editto  di  perdo- 
itti  i Riformati,  mentre  che tornairero alla Chiefajprohib]  tutte  le  radu- 
:  di  religione,  &l  diede  la  cognitione ,  &  diede  la  cognitione  delle  caufe  di 
a  a'  Veicoui,laqaal  cola  al  Cancelliere  no  piaceua:  maacconfentì,  per  ti- 
chcnons'introduccirerinquiiìtione  alla  Spagnuola>  comeiGhiii  pro- 
lano. 

:r  il  fiipplicioprefo  de' congiurati ,  Se  per  i  perdoni  publicati,  noiifiac-  »  Hìfomati 
irono  gli  humori  moffi,  ne  furono  depoftc  le  fperanzeconcepuced'haucr  ce/'^J^o  i» 
1  di  religione.  Anzi  furono  eccitati  maggiori  tumulti  popolari  in  Pro-  ^^^""'^^ 
,LinguadoccaH5<: Poitou:  nellequali  Prouincie  furoiiO' chiamati,  & con- 
oancodarc,predicatoridaGeneua,perle  concioni  de'  quali  crefceuaan- 
lumero  de'  feguaci  della  nuoua  Riforma.  Ilqual  concerto  tanto  uniucr-^ 
;  repentino  ,  fece  venire  in  rifolutione  quelli ,  che  haueuano  il  gouerno  ..  . 

;gno,che  vi  folfebifogno  di  rimedio Ecclellaftico, &: ben  prefto:  &  da  ^ycqìolenfa 
l  Confeglio  era  propollo  un  Concilio  Natioiiale*  Il  Cardinale  d'Armi-  a  un  Cnncilh- 
liceua,che  niente  era  da  farli  lenza  il  Papa:chc  egli  folo  baftaua  per  Eir'  o-  Natiouale 
ouilìone:  chelìfcriuelTe  aRoma,&iìalpettaiÌe  di  là  rifpofta.  Alqual  pa- /'**' "'"««'"'* 
icuni  pochi  prelati  adheriuano.  Ma  il  Vefcotio  di  Valenza,  in  contrario 
i,che  non  lì  poteua  afpettar  dal  Papa  rimedio  prefto  per  la  loncananzaine 
priato,per  non  elTer' informato  dcilc  particolari  neceffìtàdel  Regno  ;  ne 
iuoiperelfer  lui  occupato  nell'  aggrandire  i  nipoti  fuoi.-che  Dio  haueua 
\  i  Regni  dato  rimedi)  neceirari j  per  gouernar  lo  ftato  propriorchc  la  Fran'- 
jaeuai  propri)  prelati,  per  regolar  le  cole  della  religione^  che  effimegtia 
I  i  bifogni  del  Regno  ;  che  larebbc  una  grande  altordità  veder  abbrugiar 
l>haiiendola  Sena,  Se  la.  Marn3,p  iene  d'acqua,  Scredere,,  che  biiognaile 
ir  a  códurne  dal  Tenere  per  eftinguer  l'incendio.La  rilolutione  del  Con- 
fu>che,vedcndoiI  bifogno  d'un  prcfto,&  gagliardo  rimedio,!!  facellè  una. 
nza  de  Prelati  del  Reg^tio,perritrouarmciflo  di  fermar  ilcorfoa  tanti  ma- 
dì  undici  d'Aprile  fu  intimata  per  dieci  Settembre  proflfuTia. 
faccio  non  foife  ricéuuta  in  male  dal  pontefice ,  fu  fpedito  un  corricro  a  ./.„;^.  .     , 
per  dargli  conto  della  deiiberationc,  &  lignificargli  il  bifogno  di  quel  ^^^^^ 


431  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio  : 

■rime3io,&  pregarlo  di  riceuer  la  deliberatione  in  bene.  Et  rAmbafciatori 
prcientò  al  Papa  ilmalc,5<:  t  pericoli, con lafperanzajche il  Rèhaueua  diq 
•c-hc  buon  remcdio,con  una  general  cóuocacione  de  prelati,  fenza  laquale  i 
■     lì  vcdcua  mezo  di  proiiifionc  criìcace.    perilche  era  ftato  coftetto  ,  non  d 
reado  pia  longamcnte,ne  afpcttando  rimedi)  da  luoghi  lontani;  &  perte| 
incerti,  &perncceisitàlonglii,valcrr!diquello,che  era  in  Tua  m  ano,  profli 
di  luogOxS^  di  tempo:ioggiongendo,che  niiluna  rifolutione  diquelconuc; 
farebbe  elFeguica,  ne  tenutaper  valida,  le  non  foife  primadaSua  Santità ap  ( 
ContrAdetto    i;a,ta.ll  papa,per  CO verfojd  dalie  graueméte,che  il  RèhaiielFe  publicato  pe  e 
dalai,  no  degli  errori  corametTi  cótralareligione,etiandio  aquelli,chenonlodinr 

dauano:cora  in  che  niirunihapotefta,raluoche  il  pontefice  Romano.Etcì 
il  Rèjdiceuajchepenfa  di  poter  perdonarci  delitti  contra  Dio?  Che  none  a 
rauiglia,te,per  giufta  ira  Diaina  tanti  tumulti  fono  in  quel  Regno,  doite  i  :i 
Canoni  iono  viiipell,  &c  vfurpata  l'autorità  pontificia.    Pafsò  poi  a  dire ,  ti 
l'adunanza  de'  preiati  no  haurcbbe  fatto  alcun  buon'  etFetto,anzi  caudato i  g 
che  propmm  g'-ordiaiiione:  chchaucua  giàpropofto  il  Concilio  generale, unico  remi  o 
il  Generale,    ^1  difetto, che  fin  all'  horanon  folle  ridotto,  da  loro  nafceuajche  non  lo  ^  e 
uano:con  tutto  ciò ,  egli  era  refoluto  celebrarlo ,  fé  ben  da  ninno  era  richi  :o 
ma  ali'  adunanza  de'  prelati  non  volcua  acconfentire  in.  modo  alcCino,   ir 
Francia,  ne  in  altra  parte:  che  mai  ciò  era  flato  fopportato  dalla  Sede  Apo!  li- 
ca.  Che  (e  ogni  prencipe  celebraire  Concili]  da  l'e,feguircbbe  una  confa!  le 
&:reparatione  dalia  Chiefa.    Si  querelò  poi  grauiflimamente,  che  pn 
Conuento  foife  intimato,^  poi  foife  ricercato  il  Tuo  confenfo:cofa,chc 
potcua interpretare,  lenonconpocorifpetto  alCapo  della  Chiefa,  ai 
conuieneriferire  tutte  le  cofeEcclelìaftichejnonperdargliconto  del  fatt  i. 
perriceucr  daluiraairoiitàdifarle  ;  che  gli  Editti  publicati  introduceua  * 
na  manifcfla  apoftafia  dalla  Sede  Apoftolica  in  quel  Regno  ;  allaqual  '"• 
lendoouiiiarejhaurebbe  pcrunNoncioerpreilò  fatto  intender  laihavo 
al  Rè. 

Deftinò  per  tanto  in  Francia  il  Vefcouo  di  Viterbo»  con  inftruttione  d 
lo'^Nomhin  flraralRè,  che  il  Concilio  Nationale  di  quel  Regno  farebbe  una  fpc  u. 
Francia,        i'cil'ma  dalla  Chicia  Vniuerfaie,darebbe  cattino  elfempio  all'  altre  Natici  fia* 
rcbbeinfuperbir'  i  Prelati  del  Regno,  Se  airuraerfì  maggior  autorità,    ce  di- 
ininutione  della  Pregia  ;_  ElTer  noto  a  tutti,  con  quanto  ardore  defìderino  le- 
fritutionedellaPragniatica,  la  quale  al  primo  principio  vorrebbono  i  c«- 
durrc  :  onde  il  P.è  perderebbe  tutta  la  coilatione  de  Regali ,  &  laprefeni  lO" 
ne  de'  Veicouati,  &  Abbaticrdachepoi  ne  leguirebbe,cheiPLelati,non  ' 
nofcendo  alcuna  fua  grandezza  dal  Re,  gli  iarebbonocontumaci:&coi 
quelfi  mali,  non  ripioaederebbe  aquclli,che  fono  urgenti.Perche  già  gli 
tici  profelPano  d'hauer'  iPrelatf  in  niifun  conto:  &  ognicofa,che  dalor 
fc  operata,  farebbe,  le  non  peraltro  ,  per  quefto  (olo ,  da' Mimflri  Piote 
oppugnata:  che  il  vero  rimedio  e  fare,  che  i  Prelati,  &  altri  Curati,  vadi 
le  relidenze?  (Jecuftodilcanoi  greggi  lorojopponendofi  alla  rabbia  de 


Pio  Ilir.  LIBRO  QJ^  I  N  T  o:  '  455 

.giuftitia  proceda  centra  quelli,  che  da' giudici  della  fede  fono  giudica'    ci3   u 
ci:&  doue  la  moltitudine  non  lo  comporta,  inanzi  che  il  male  il  faccia       Lix. 
re ,  ufar  la  forza,  &  le  armi,  per  rimetter  tutti  in  utlìcio  :  che  facendo  al 
•tutte  quefte  cole, fi poteualperar  compimento  nella  celcbrationedel 

0  Generale  ,  ilqual  era  per  intimar  immediate  :  che  ie  il  Rè  folfe  venuto 
itione  di  ridurre  all' ubedienzaicótumaci,prima  che  crefceirero  mng- 
ite  in  numero,&  forze,fi  ofFeriuaafljfterlo  con  tutto  il  ilio  potere  ;  ^  o- 
:he  dal  Rè  di  Spagna ,  &c  da'  Prencipi  d'Italia,  gli  folFcro  fomminiftrati 

aiuti.    Et  quando  il  R^  non  condefcendeire  acoftringcr  i  fudditi  fuoi  emette  Incapo 
cmijgU  proponete  che  di  Geneuaefcetutto'l  male,  qual  turba  laFran-  '^'^  S'*^»'"'' "»- 
tto'lveleno,che  infettai  quel  Regno,&;  i  luoghi  vicini:  che  l'eftirpar  ^^    ^"^^** 
idice  ,  farebbe  leuar  un  gran  fomento  al  male  ;  oltra  che,facendo  ujia 
ori  del  Regno,euacuerebbc  quei  mali  humori,che  lo  perturbano:  però 
;  il  Rè  concorrere  con  lui  a  quella  fanta  opera:che  egli  indurrebbe  il  Rè 
a,&  ilDucadiSauoiasairillcIlo. 

anco  il  Papa  commiflione  al  Vefcouo,che  nel paffaretrattaire  l'ifteiro  di  che  fa.  an- 
diSauoia.  Et  al  Rè  di  Spagna  fcriire,&  per  mezzo  del  fuoNoncio  refi-  che  trattar  in 
cinftanza,  che  operalle  col  cognato  per  diuertirlo  d-al  Concilio  Na-  ^fp-^g"^,  ed  ia 
he,dannofoallaFrancia,farebbe  riufcito  in  cattino  elTcmpio  alia  Spa-  ■^'"""'** 
ggiore  a'  Pacfi  baffi.  Il  Duca  di  Sauoia  vdì  la  propofla  della  guerra  di 
>: s'offerì  ad  impiegarfi  tutto,  mentre  che  l'uno  de  l'altro  Rè  ficonten- 
tarlo,&  che  laguerrafulfe  fatta  da  lui,&  perluijpoiche  appartenendo 
tà al  dominio  fuo,non  eragiufto,che,acquitl:andofi  ,  folle  danilfundi 
uta.Peròche,volendo  Sua  Santità  venir' all' eftctto,biiognaua  far' una  ^ 

apitolar  molto  chiaro,accio  da  quello  bene  propofto  non  ne  riufcillè  % 

;ran  male;  quando,  oi Rè nonfollero concordi, onero  egli reflalfca- 
0,  dopo  hauerfi  concitato  contra  i  Suizzeri;  quali  fenza  dubio  fi  di^ 
bono  difenfori  di  quella  città. 
.\  i Spagna,quanto a Geneua,confiderò,che laFrancia non pcrmettereb-  *"^ Spagna «o 
«(nenaandaife  in  altra  mano,che  in  poter  de'  Francefi,  enoncompliua  '^' ""/'»«» 
*fl  litiojche  entralFe  per  la  vicinità  alla  Franca  Contea  :  però,  rilpofe,che  , 

ijrcuatempo  di  far  tal  tentatiuo.Ma,quanto  al  Concilio  Nationale  di  concilio  N'a- 
a  :nsò  molto  bene  quanto  folle  per  le  cofe  de'  (lati  fuoi  di  pericolofo  tionale, 

1  pcrikhe  immediate  fpedì  a  quel  Rè  Antonio  di  Toledo ,  Prior  di  Lio- 
li  iihcargli,chetrouaua  molto  dannofa  lacelebrationedi  quel  Conci- 
■)  liiiifione  che  potrebbe  nafcere ,  elTendo  il  Regno  infetto:  &  però  lo 

onlafciar  venir  all'  elTecutioncnon  mouendolo  a  quello  nilfuna 
iion  il  vero  amore  verfo  di  lui,&  il  buon  zelo  della  gloria  di  Dio. 
^iiamconfidcratione,  olerà  lecontentioni,  che  poteua.io  nafcer  nel 
1  ),il  pernitiofo  eifempiojche  piglierebbono  le  altre  prouincic^  il  pre- 
hc  larebbe  al  Concilio  Generale,qual  Ci  trattaua  di  fare,ilqual  è  unico 
j  -L  i  mali,3i  diuifioni  della  Chriftianità  :  &  mollrerebbe ,  che  non  vi 
^«jabaona  intelligenza  tra  l'Imperatore  ,  Se  cflìdoiRèjlaqualèneceira- 

'  Ili 


454  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Pio 

e 1 3   1 3    rio  dimoftrare  ;  Se  farebbe  infuperbir'  i  Proteftanti ,  in  pregiudicio  dell; 
Lix.       publica.Aggionfcche  non  gli  mancano  forzcper  reprimer  icintoknze  e 
lLidditi:&  purcquando  vogli  valerli  delle  forze  dicilb  Rè  diSpagna,xfp 
di  buona  voglia  in  quello  ca(oj&  vi  aggiongerà  anco  la  propria  perioan 
bifognoja  fine  che  li  (additi  llioi  non  polTino  gloriarfi  d'hauerio  tatto  ve 
alcuna  indegnità: ilche  debbc  molto  peniate  in  quello  principio  di] 
Commille  anco  all'  Ambafciatore,  che  quando  quello  non  potelfe  et 
procuraiFe  per  le  ftcire,&;  altre  ragioni  di  fare, che  li  ibipendelie  per  più 
tempoxommcttendo  apprclfosche  trattaile  col  Cardinal  di  Lorena ,  lìqiì 
tendcua  tenerla  mano  a  quello  Concilio>cheegli,come  Prencipe  della' 
de  che  ha  tanta  parte  nel  gouerno  di  quel  Regao  ,  ha  obligo  di  confid 
danno5che  potrebbe  rifultar'  al  Regnoj&  a  tutta  la  Chrillianitàjuiando  l 
fime  ragioni. Fece  far'  anco  l'ifteiTo  ufficio  col  Duca  di  Ghifa,  &  con  la 
Madre,&:  col Contellabilc5&  col  Marefcialdi  Sant'  Andrea, Gli  diedea i 
commiflìone  di  tener  del  tutto  auifatolaDuchelfadiParma  ne'Paefibi 
Vargasiiio  ArabarciatoreaRoma.Auisòanco  il  Pontefice  dell'efficace) 
che iT.andauaafare perperfonaeipreifa, &  il  bi{ogno,chegiudicauad( 
uer  quel  Rè  d'aiuto.  A  quello  aggionfe  la  necelllta,in  che  li  ritrouauaeg 
limeranno  inanzi  perduto  venti  galere  »  &  venticinque  nani ,  andate 
de' Turchi,&  la  fortezza  delle  Gerbe  da  loroprefa  per  forza:  accidenti, 
ftringeuano  ad  accrcfcer  rarmata:&  però  richiedeuaSuaSantita,che  ! 
delfe  luffidio  gagliardo  fopra  le  Cbieie,ck  Benefici]  de'  liioi  Regni. 
Francia  mn         y^^  ^j^  Francia  la  propofta  d'aiFaltar  Geneua  non  fu  ben  lentita ,  pan 
ìfnfefadiG  •  ^o^^^ '■^-^'i"^<^^p£t:tirgli  Vgonotti(  coll  chiamauano  i  Riformati)&  prò 
neua,  ^d  unirfitolcre  che  a  quella  guerra  non  iarebbono  andati  fé  non  Catolic 

uerebbe  lafciatopiu  aperto  il  Regno  a'  contrari).  Il  prouocar  ancoi 
protettori  di  quella  città,non  patena  cofa  lìcuraper  ogni  occorrenzadi 
che  porcile  veiiir'  alla  coron&:|>a:c),al  Noncio  non  riipofcro  con  altre 
rationi,rcnon,che  mentre  tante  co  iuiìoni  afiliggcuano  il  Regno  Inter 
tnaperffte  nel  non  era  pofllbilc  attendere  alle  cofe  di  fuori.Ma,quanto  al  Concilio  N 
Concilio  JVa-  fa  l'ideila  rilpolla  al  Toledo,  &  al  Noncio,c  he  il  Rè  era  deliberato  cor 
tionale.Jalm  ^  Q  ^^^^  Reo;no  ncli'  unione  Catolica ,  che  non  dilponeua  di  far  Cor 
l automa Pa-    •    "»  i  t  r  ■  r  •     •   11    /^i  •  r      -,  i 

tionaieper  iepararibanzi  per  unire  i  luiatiailaCnieia:clieniolto/piu 

rebbe5&  ipcrcrebbe  maggior  profitto  dal  Concilio  Generale ,  quando 
fuoi  vrgcntipermetteircro  che  s'alpettalFe  il  tempo,per  neceffitàmol 
che  il  Concilio  T'^ationalcqual  ricerca,  lo  vuol  dependente  dalla  Sede 
lica  ,  &:  dal  Pontefice  ;  &  fé  in  quel  mentre  il  Generale  fi  congreghe 
cellèrà  ,  &  s'incorporerà  con  quello.  Et  per  corrilponder  alle  p 
effetti  ,  ricercò  il  Pontefice,  che  mandalle in  Francia  un  Legato»  C( 
di  congregati  Yefcoui  del  Regno,  per  trouarmodo  di  aifettar  le  col" 
ligione. 

Haueua  il  Pontefice  gettata  la  propolla  di  far  guerra  a  Geneuajf.! 
per  l'odio  di  quella  cittàjcomefemijiaiioj  donde  uiciuano  i  Predica 


fale. 


A  Pio  mi.  LIBRO    QJ^INTO.  455^ ^ 

[per  Franciaj  neper  timore  di  qualche  noiiicà  in  Italia;  quanto  per  allon-     ci3  i^ 
trattatione  di  Concilio  Generale  :  perche ,  fé  la  guerra  foiie  accela/arcb-       i-  ix. 
ilche  anno  duratasi  tra  tanto  s'hauercbbc  pollo  ni  lìlcntio,  onero  troua- 
)na  forma  al  Concilio.  Hora,vedendo,chelapropofta non  haueua  fatto 
&chetuttauia  iFrancelì  perfeuerauano  nella  deliberatione  dei  Concilio 
naie  ,  pensò  che  folTe  necclTario  non  differir  la  rifolutionedcl  Genera-  °"^^'^  P^i^aè 
fermar  li  Francefì  con  quello ,  Se  con  qualche  conceffione  di  quello  che  ^°"'  ''^"■^f^^' 

■KT  r    \       >V>      1-      1-     •     •      •      •  -1  ■  .  J 'ire  al  Urne* 

leuano.  Neconkrico  Cardniaiipiunitnni,particolarmente  mtorno  ^l  ralsy 
:  cofa,che  fopra  il  tutto  pareua  importare,  producendo  in  hne  il  Concilio 
fecondo  la  mente  di  quello,  che  è  il  più  forte,  nel  luogo  doue  fi  celebra, 
rieri  hauercbbe  propofta  Bologna,o  altra  delle  fue  terre ,  con  offerir  d'an- 
aperfona:ma  in  queflo  non  fi  fermò ,  ben  vedendo  che  farebbe  dal  mon- 
rrpretato  troppo  in  fìniflro.  Città  alcuna  di  là  da'  monti  era  rifoluto  non 
ire,ne  manco  afcoltarne  la  propofta.  Il  Cardinale  Pacceco  gli  nominò 
D ,  &  egli  condefcefe  :  con  queflo  però ,  che  liaueffe  il  Cartello  in  mano, 
:  il  Concilio  fi  celebraua,che  era  un  rimetterfi  a  conditione  impoflìbile. 
ò  anco  l'animo  ad  alcuna  delle  città  Venetiane:  ma  quella  Rcpublica  fi 
i,  per  non  dar  ombra  a' Turchi,  delle  forze  de'quali  all'hora  li  temeua. 
?enfato,nontrouò  più  opportuno  luogo  che  Trento:  poiché,  elfcndoui  ^fif^^^f  *^ 
volte  tenuto  in  quel  luogo,ognuno  haueua  con  efperienza  veduto  quel-  ^^l^"  '^^^^^^ 
viera  di  buono,&  di  contrario  ;  &  perciò  eiFcr  più  facile,  che  tutti  con- 
to in  quefto,che  in  altro  luogo.iVi  era  anco  l'apparenza  di  ragione.  Per- 
elebrato  fotto  Giulio  non  era  fìnito,ma  reftaua  fofpefo.  A  Francefi  con- 
fodisfare,  mandando  in  Francia  il  Cardinale  Tornone,  non  in  qualità 
:to,ma  con  facoltà,  che,  quando  folle  quiui,  &  vedefTe  il  bifogno,  potefTe 
gar  alcuni  de'  Prelati  del  Regno,  quelli  che  foife  parfo  al  Rè,&;  a  lui ,  ma 
:ti  ;  accio  non  vi  folle  apparenza  di  Concilio:3c  con  quefti  trattare,noii 
lo  a  rifolutione. 

^gionfero  due  altri  accidenti  di  non  minor  confideratione,  chefpinfero  a  che  è  Jpìnti 
j  a  parlar  più  chiaro  di  Concilio:uno  lontano  fi,ma  che  importaua  la  per-  f'^  ^'  rnanca- 
UnRegno:raltro,toccante  una  fola  perfona,ma  di  gran  confcgucnza.  In  "l^"(^^  •^''«■• 
:  inobiU,  chelowgamente  haueuano  fatta  la  guerra  per  fcacciar  di  quei  ''**' 
I  i  Francefi,&:  leuar  ilgouerno  di  mano  della  Regina  Reggente,&haueua- 
dontrato  fempre  molte  difficoltà  per  i  potenti  aiuti,  che  il  Rè  di  Francia, 
iierojgii  fomminiftraua,per  mantener'  il  Regno  alla  moglie  ;  finalmente, 
]:rarfi  affatto  fi  rifoluerono  congiongerficongl'Inglefi  ,  &  eccitar  ilpo- 
x  entrala  Reggente.  Per  quefto  cffetto,aprirono  la  porta  alla  libertà  della 
D  ne,  allaquale  il  popolo  era  inclinato  :  colqual  mezzo  ridufiTero  i  Francefi 
iDriftrctto,  &  la  religione  antica  reftò  poco  in  prezzo  :  di  quefto  veniua 
rtiitola  caufa  al  papa,parendo  al  mondo,che  col  Concilio  incommincia-  e  per  rmcHntéi 
luelfcro  fermati  tutti  i  tumulti  popolari.L'altro  accidente  era,che  il  Rè  di  thnc  di  Maf- 
ipia, da  molto  tempo  teneua  qualche  intelligenza,  &;pratticacoa  gli  £.  y^*'»'''Ì<i«<'  «Uà 
5>&  altri  Proteftanti  di  Germania,^  già  perciò  fu  anco  infofiKtto  di  pao-  ^y^'°"^  "' 

111     ij 


C]3     I3 


45(5  CONCILIO    DI  TRENTO       PapaPioH 

lo  quarto  che  non  fi  potè  contenere  di  non  opporre  all'  Imperatore  nel  rag,n 
i- 1 X.  mento  priuato,che  hebbe  con  Martino  GufmanOjAmbafciator  fuojche  h  le 
il  figlio  fautor  dell' hercfia.Continuando  il  medefimo  fofpetto  nella  Cor, a 
co  dopo  la  morte  di  Paolo,il  Pontefice  gli  fece  dire  per  ilConte  d'Arconc 
non  folle  villLitoCatolicoj  non  l'hauerebbe  confermato  Rè  de'  Romanin 
l'haiierebbc  prillato  d'ogni  dominio.  Con  tutto  ciò,  dopo  ancora  era  anm 
Roma  certo  auifojche  egli  tratteneua  un  predicatore,  fpello,  afe  oltato  da  li, 
qual  haueua  introdotto  la  communionc  del  Calice  in  diuerfi  luogh  ni 
però  nella  città:  &c  il  Re  mcdelnno  fi  lafciaua  intendere,. di  non  potca 
ceuere  altrimente:  nelche,  fé  ben  non  era  palfato  all'  eflecutione ,  i  ne 
meno  quelle  parole  dauano  al  Papa  gran  fofpetto  ,  maffime,  che  iqi 
fi  tutti  i  luoghi  di  Germania  ufauanola  communione  del  Calice  tutt  u( 
li,  che  voleuano  ,  &  non  vi  era  chi  impediiTe  i  Preti,  nel  miniftrarlo  F 
foluto  donque  il  Pontefice  per  tuttf  i  fudetti  rifpet.ti  di  far  quel  gra 
e  die  lara  a  >  ^.  qj^^^j^q  chiamò  o;li  Ambafciatori  dell'Imperatore,  di  Spagr.  i, 
tì''ii^mba-  togdllo,Polonia,VenetIa,cx:  Fiorenza  :  quali  ridotti  tutti  manzi  a  Sua  S  tu 
fuadorU  eccetto  quel  di  Polonia,per  eifer'  infenr.o,fi  dolfe  prima  il  Pontefice  di  r  ili 
uer  potuto  chiamar  il  Francefe ,  per  timore ,  che  in  fua  prefenza  non  nal  Ife 
contentionidiprecedenza,laqualera  caufa  d'impedire  il  beneficio  publi  ,t 
Gonfcgliar  le  cofe  communi  della  Chriftianità  :  ma  che  effendo  quei  due  èf 
rcntiibifognauabene  che  fi  rifoluelfero  d'accommodarla  ,  &c  quietarfipt  Jt 
dcllaRepubHcaChriftiana,&:  de'  Regni  loro  fpecialmente.  Pafsòpoia  re 
caufa,perche  gli  haueua  congregati>efiere  la  congregatione  del  Concilio  e 
égli  certo  volcua  metter'  ad  effetto ,  kuando  tutte  le  diiEcoltà,  che  p 
inetterc  a  campo  i  Prencipi  per  loro  intereflì  :  che  lo  voleua  in  Trento  iji 
luogo  clfendo  piaciuto  due  volte,non  potrà  effere  al  prefcnte negato  da  i  un 
non  elTendo  nuouo luogo, ne  finito  il  Concilio  celebrato  in  quella  C  1 
Paolo,&:  Giulio ,  ma  fofpcfo  :  per  ilche,leuando  via  la  fofperifione,il  Co 
aperto,comeeraprima,maflime  che,,  clfendo  fatte  in  quel  luogo  molte  m 
determinationirlaria  male  metterle  in  difputa,con  l'apparenza  di  fare  un  loi 
Conciho.Aggionfe,chebifognaua far  pretto, poiché  ogni  dì  fiandaua' 
rando,come  fi  vedeua  in  Francia,  doue  trattano  di  far' un  Concilio  N.r. 
ilche  egli  non  vuole,ne  può  compoitare:pcrche  l'ifteiFo  vorrebbe  far  Ger  lui 
&  ogni  Prouincia:  che  di  ciò  darebbe  ordine  a'  Noncij  fuoi  all'  Impera  k> 
Francia,  &  al  Rè  Catolico ,  che  ne  trattaficro  con  quelle  Maeftà.  Ma  1  uà 
giudicato  far  rifi:ciraintimatione  a  tutti  eflì  ,  accio  {pedilfero  ciafcuno  loi 
Prencipi:perche,febenpoteua  dafevenir  a  quefta  rifolutione,&  efl'eci  on 
nondimeno  gli  pareua  conueniente  farlo  con  fapura  de'  Prejicipi  :  cci 
potelPero  raccordare  qualche  cofa  di  commun  beneficio  ,  &  per  i 
della  Chiefa ,  8c  mandar  al  Concilio  Ambafciatori ,  de  fauorirlo  et 
cij  appreiTo  i  Proteftanti.  Soggionfe  ,  credere  ,  che  ci  anderebbono  \'^ 
1      ..  fona  de'  Prencipi  d'Alemagna:che  il  Marchefe  di  Brandeburg  ci  anderà  ce  3. 

mnckno  ^^'""      L'Ambafciator  Vargas  fece  una  longhi^jma  rifpofta ,  introducendo  ^^ 


aPioIIII.  libro   CiyiNTO.  437 ^ 

;ic  delle  cofe  fatte  ne  Concili)  pallati  :  difcoL-fe del  modo  di  celebrare  i    eia  i3 
icilijjpoi  difccfe  al  luogo,  &  parlò  delle  cofe  fatte  inTrentcdoue  egli  lì  tro-       l  i  x. 
diftinfc  i  Concili)  Generali  da'  Nationali  ,  dannando  alfai  i'nitmiato  in 
iGia.Qocllo  di  Portogallo  lodò  l'inftituto  del  Pontefice,^  otìcn  l'iibedicn- 
;l  Tuo  Rè.Il  Veneto  dilFejChe  per  l'herelie  ne'  rerapi  pallati  non  s'era  trouato 
lior  rimediojche  de'  Concilij-.che  ringratiaua  Dio,  dell'  haucr  infpirato  Sua 
:itàacofipiaopcra,che  era  per  conferuatione  della  vera  religione,^  per  be- 
lio de' Prencipi,quali  non  potcuano  goder  pacitìcamenre  li  Stati  in  nnita- 
edireligione.L'Ambafciator  di  Fiorenzaparlò  in  conformità,  odercndo  lo  «<i egli m  fcr't^^ 
•,&  le  forze  di  quel  Duca-Scrilfc  il  Pontefice  a'  Nonci)  in  Germania^Fraiic  ia,  "*■ 
?agna,in  conformità  di  quanto  haueua  parlato  con  gli  Ambafciatori.  Non. 
maiparlaua  di  Concilio,renza  gettar  qualche  Teme  di  herba  contraria,  che 
iTcouero  impedir  il  nafcimento  j  o  dopo  natOjfuffocarlo  ielfendo  molto 
:erto,che  quando  le  congionture  haueircro  portato,che  la  vita  di  quello  gli 
tornata  in feruitio , in potcftà Tua larebbc ftato  eftirpar il fopralcminato.Si 
3 intendere  a  parte  co'  ftefll  Ambafciatori, con  chi  più  chiaramente, Ck:  coi> 
[iotteggiando,che,velendo  fare  il  Concilio  con  frutto ,  era  necelfario  pen- 
3Ìualfine,cheal  principio  :&  all'  eirecutione,che  alla  conuocationc,  ne 
:cutione.Chelaconuocationeafpettauaaluilolo  ;  laprolccu[ionealui,(S«:, . - 
;lati5lcllecutionca  Prencipii&pero,inanzi  ogni  altra  cola,  era  giuito,che /e  j,gjp„-^, 
obligalTero  a  quefto,&  fi  facelle  una  lega  con  un  Capitajiio  Generale ,  che  cipijì prepara 
:oiitra'grinobedienti,pereireguirlcdclibcrationi  del  Concilio, confide- wo  aUafor7;0l 
)  che  fenza  di  quello  farebbe  di  nilTun  frutto  >  &  con  indegnità  della  Sede 
lolica,&  di  tutti  quei  Prencipi,clie  vi  haueifero  mandato  Ambafciatori,^: 
Ito  fauorc,&;  aflìftenza. 

:bbeil  Pontefice  rifpoftada'  Nonci)  fuoi  non  conforme.  Il  Rè  di  Spagna  Spagna  ap^ 
la  li  Concilio,  approuando  anco  il  luogo  di  Trento  ,  &  promettendo  di /"'»«'«  Ucon'^ 
\  larui  i  fuoi  Prelati,6^  fare  ogni  altra  opera  per  fauorirlo:aggiongendo  però,  "^*°  *  ^remof. 
Ìionconueniuafarcofaalcuna,fenzala  volontàdcU'  Imperatore,  &  del  Rè 
i  mciada  rifpofta  delqual  Rè  era,che  lodaua  la  cclcbratione  del  Concilio,ma 
jipprouaua il  luogo  di  Trento,  allegando  per  ragioni, che  i  fuoi  rio" ha- ^^^^^^^ 
a  Dono  potuto  andarui:&  proponeua  per  luoghi  opportuni  Coftàza,  Treue-  ^noig  (dtrtmé- 
.|»ira,Vormatia,o  Aganoa.  Accennaua  ancora,che  non  fi  do ueifero  e onti- 
ii  le  cofe  già  comminciate  in  Trento,  maabandonandoleafatto,far' un 
^:ilio  tutto  nuouodaqualcoladaua  molta  molcftia  al  Pontefice,  alqual  pa- 
cche quella  non  folPe  nfpolla  di  proprio  moto  del  Rèsma^chevcnille  dagli 
ijiotti. 

\  a  l'Imperatore  mandò  una  longa  fcrittura ,  nellaquale  diceua ,  Non  poterfi  l'fmpermm 
letterdellavolontàde' Principi  di  Germania,  le  prima  non  intendcuaTo-  ^^hiedecirì& 
Ime  loro:cofa,che  non  Ci  poteua  far  fenza  una  Dietajlaqual  volendo  congrc-  ^""^'^"""j' 
:|:ra  necelfario  tralafciare  di  nominar  Concilio:  perche  i  Prencipi  non  vi  ia- 
•i)no  audaci ,  ma  congregaxidoia  fotto  altro  pretefto ,  s'hauerebbe  potuto 
:|repoidei  Concilio  conoccafione.Aggionfejche  quanto  a'  flati  fuoi  patria 
i  Ili     iiji 


438  CONCILIO  DI  TRENTO        PapaPioI] 

ci3  13    monialìjiioii  fpetaua  poceigli  indùi're  al  Concilio,  fé  non  fé  gli  concedei  1 

LI  X.      communione  del  Calicej&:  il  matrimonio  de'  Preti,  &  fé  non  firaceuauna'uo 

na  riforma5&  fopra  tiicto  che  non  fi  cratcalTe  di  continuar  le  cofe  incommii  ia 

te  in  Trenco:perclie  a  ciò  mai  i  Luthcrani  confentirebbonotanzi  il  folo  nord 

Trento  gli  hauercbbe  facto  repugnare:&  propofeegli  Coftanza,o  Ratisbia 

gittate  del     Vedeua  chiaramente  il  Pontenccche  la  propofta  diDieta  portarla  un'  ann  ^ 

l^apa,  forfè  due,di  tempo5&  di  quello  fentiua  piacere,riccuendo  però  moleftia,  pc  h( 

i  fuccelB  di  Francia  ricercauano  acccleratione.Diceuaa  ciafcuno,per  moft):}; 
fuaproncezza,non  importare  a  lai  più  un  luogo,che  un' altro,&:  che  piglici  b( 
Spira,Colonia,&:quaraltracitcàvoleirerimperatote,purcheiVefcouipore 
raaadarui,&  tornar  ficuri:non  elFendo  conueniente  aflìcurar  quelli, che '^^ 
hanno  votoinConcilioJafciando  ienzaficurezzaquelli,de'quali  conila 
reuocarequeilo,cheera  facto  in  Trento, non  occorreua parlarne ,  anzi  v  .u. 
metter  il  fangue,«Sc  i  fpiriti  per  mantenerlo,eircndo  cofa  di  fede:che  bene  qii  ita 
aquello,che  e  diconllicationehumana,ficomc  la  communione  del  Cali  ,'• 
Matrimonio  de'Preti,eircndo  quelli  inftituiti^per  buon  fine,  &  approu: 
Concili), (Icome  egli  nonvoleuarimouerglidafefteirojfeben  poteua  farle  oii 
voleua  il  tutto  rimetter  al  Concilio,fe  ben  vedeua,che  con  tutta  la  conce!  me 
delle  cofe  che  dimandano,non  fi  rimouerebbono  dall'  openione  loro  fi  la  in- 
tana della  debolezza  dell'  Imperatore,chc  temeire  il  proprio  figliuolo,non  in- 
cojcheglialtri-.&poiricercalfeche  i  Prelati  fi  mandallero  in  Germania,  q  . 
dichiaraua  non  haucr  poteftà  d'aflìcurarglitche  egli  farebbe  andato  anco  a 
ftantinopoli,purche  vi  folte  ficurezza,laquale  non  fi  poteua  afpettar  dall' , 
ratorerclie  gli  Alemanni  erano  quafi  tutti  heretici,&;  il  Rè  di  Bohcmiap 
tcntcche  il  Padre:che  a  lui  non  importaua  più  un  luogo ,  che  un'  altro,  p  Jm 
folle  in  Italia,che  fola  e  ficuraperi  Carolici. 
.n^       P.ifpofe  però  al  Rè  di  Francia,&  air  Imperacorcin  termini  generali,  eoe» 

liqua  e  vtjf    (-^i-fi^^'ogniluogOjpurchcfoireficuroipondcrando  quanto  la  ficurczza  de'  m 

cilij  folle  (lata  in  ogni  tenipo  riputata neceiraria,  &  folle  all' hora  più  ci' 

bifogno  di  quella,lcnza  defcendere  a  far  oppofitione  a  luoghi  nominati  ci; 

Ma  al  Rè  Catolico  rilpo(e,lodando  la  iha  buona  mente,  &.  confermandu 

fuo  buon  propofito:&  quanto  al  (uflldio  richiefto,interponendo  varie  d; 

tà,cofi,perfoflentar  quanto  più  poteua  le  commodicà  del  Clero,  come  p 

ofFendcrlo,&  hauerlo  contrario,quando  Ci  folFe  venuto  a  far'  il  Concilio. 

,     r  •  „„  -A-      Andauano  fempre  le  cole  de'  Carolici  facendofi  più  diflìcili:perche  in 
UreLigionn  il'       _  i  o-r--  r 

formata  fa  cia  la  parte  Vgonotta  Icmpre  acquiitaua  ;  &  m  Scoria  ancora  tu  concei  ^ 
frogrefh  publico  Decreto  a  tutti  la  libertà  di  credere  :  Se  in  Fiandra  gli  humori  mo 
preparati  per  metterfi  in  moto  alla  prima  occafione,  laquale  il  Rè  con  31" 
flemma  andana  ritardando,iS<:  concedendo  più  tofto  códanno,&  indegnit  Jro- 
pria,a  quei  popoli  quello  che  voleuano.Erano  (lati  fempre  oftinatiin  nò  oh 
predar' alcuna  cótributione  al  Rè,fenoleuaua  i  foldati  Spaglinoli  dal  Pac- l'i 
fine ,  collretto  ,  gli  leuò  :ne  per  quello  vollero  contribuire, ma  folo  j^^te 
gente  delpaefe  per  guardia  de'  luoghi,independcntc  da  miniftri  Rcgij.  U  ^^', 


JaPioIIII.  libro    QJ^I  NT  O.  -439 

ilorafopporcauarefifcndo  certo, che  ad  ogni  minimo  rilTentimentohaiicreb-     eia   io 
bpi-e(bil  prctefto  della  religionc;&  egli  diircgnauadi  fopportai-calpecrair       Lix. 
Le  queir  ardore  prima  fi  eftmguc(re5&  maflimcche  fi  (coprì  in  quelli  rcm- 
icanco  in  Spagna  non  erano  ben  etlintc  le  icmenze  delle  opcnioni  niioue, 
ueftauano  coperte  per  timore;  &  che  in  Sauoia  fimilmente  erano  ihlcicati 
iakri  hereticijoltrei  vecchi  Valdefi. 

la,  lopra  tutte  lecofe,  daaagrandiilìmamoleftia  alla CorteRomana, che 
•do  il  Pontefice  fatto  parlare  al  Rè  di  Bohcmia,per  Marco  d'Akciv.s  tuo  Ni-  ;(  rè  di  Bohe- 
: ,  che  fu  poi  Cardinale ^perfiiadcndolo  per  nome  di  Sua  Santità,  adeilcr  *nUfèntdi~^ 
n  Catohco,  con  molte  promifiionid'honori ,  &  commodi ,  accennandogli  ^^^"^'[^  ?"''•/' 
ccellìione  dell'  lmperio,lac]tiale  le  gli  ditHcoltercbbcquando  altrinicnre  ia-  *'^"''*'  ^   ^* 
•jhebbe  rifpofta  dal  Rèsche  ringratiaua  Sua  Santità  >  ma  che  egli  hàutua  più 
la ialute  dell'  aifimafuajche  tutte  le  cote  del  mondo:  laqual  riipollain  Ro- 
ficeuano  eilcr  formula  di  parlar  da  Luchcrano>»3c  veniua  intcia  per  una  aiie- 
one  dall'  ubedienza  di  quella  Sede,tSc  difcorrcuano  fopra  quello,  che  fareb- 
•gaito,morto  l'Imperatore.    Mentre  qucfli  accidenti  trauagliano  Tanimo 
'ontcficc,  gli  ioprauennenuoua,  che  gli  Vgonotcijluoiluddifi,  nelle  terre 
lignoncjs'erano  congregati,^  niello  in  diiputa,  le  poteaano  pigliar  le  armi  ifitddìn  d'^ 
ira  il  Pontcfice,eireiidoloro  patrone  in  temporale  :&ri(oluto  che  potcfie-  nignnne  Jì  ri^ 
li  irlo,  per  non  elìereglilegitimoSignoreifi,  perche  quel  Contado  non  era  ^^''^^'^'^''^ 
igiuridicamenteleuato  a  Rimondo , Conte  diToloia;come  anco,perche 
.cdefiaftici,  per  precetto  diChrifto,nonpofiono  hauer  dominio  tempora- 
&  rifoluta  la  ribellione ,  per  mezzo  d' Alcilandro  Guilotino ,  Giurile oniul- 
polero  lotto  la  protettione  ài  Carlo  di  Momibrun ,  che  haueuapreto  le  ar- 
erlareligione,&eradigran  leguitoin  Delfinato:ilquale  entrò  nclConta- 
3  3n tremila  t-and,6c  s'impatronì  di  tutto'l  paefccon  grand'  allegrezza  degli 
tanti.    A  qucfti  s'oppole  Giacomo  Maria ,  Vckouo  di  Viuiers,  Vicekgato 
lignone,  *S:  diaìcilmcnteconleruò  lacittà:onde  il  Papa  reftaua  molto  af- 
),iion  tai  ito  per  la  perdita  delle  terre,quanto  per  la  caula,che5prela  in  efTem- 
:occaua  la  radice  del  Pontificato.     Pcrprouifione,  voleua  che  il  Cardinale 
clcellèndo  Legato,  andalle  in  perfona  alla  difela  di  quella  città  :  ma  il  male  »ta  u  tnofr^ 
)derc),  perche  il  Cardinal  di  Tornon,  che  apontoall'hora,  andando  alla /«c^Wvt^yg. 
'  te  non  era  molto  lontano  di  là ,  delquale  Mombrun  haueua  una  nipote  ini^"- 
iinmonio,Lon  promettergli  la  rcftitutione  àc  beni  confifcati  per  la  nbellio- 

1C  la  graria  del  Rè ,  fé  ufcific  di  Francia ,  con  lperanzn,che  lo  farebbe  anco  in 
le  richiamare  con  libertà  di  confcienzajlo  iccc  dcfiiTcre,  &  pailar'  a  Geneua: 
1;.' le  terre  del  Pontefice,priuate  di  quella  protettione,  rcilarono  foggettcma 
te  di  toipettiòni,&:  pronte  ad  ogni  altra  nouità. 
n  Francia,  crefcendo  ©gnigioriio  maggiormente  il  numero  de' Protcrtanti> 
uelche  piuimportaua,le  diliènfioni,t<c  lofpetti  tra  i  grandi,nel  m.d.lx.  a' 
ì|:un' ingoilo  il  Rè  co.iuocò  unanumerolaalFemblea  a  Fonranableo:  laqual  #^"-^''«'*«» 
Cuocata>eirortaci  gl'intcruenienti  in  poche  parole  a  dir  quelio>che  giudicai-  fJ^'^^T/f^^ 
1 1 Q&i  diferuitio ,  dal  Cancelliero  furono  efpofti  i  bifogni  del  Regno5com-  /;  Je„e   ^  ^'~ 


440  CONCILIO   DI  TRENTO         Papa  Pio  Ir 

e  1 3  I  ^    pamto  da  lui  ad  un  infermojdelquale  il  male  Ila  incogniroj&  dopo  qualche  cfc 
LX.         dctrcGalparo  Coiigni^accoftatori  al  Rèjgliporfe  alcune  rupplichcdiceio 
circrglillacc  dare  da  moltitudine  d'huomini>quaHdo  era  inNonTiandia,a'qili 
no  a  potcua  negar  qiiefta  guatia  di  prefentarle  alla  Macftà  fua.  Quelle  lete  la 
fomma  ei-a,Ciie  i  fedeli  ChriftianijdifpcLfi  per  tuttol  Regno, pregauano  la 
Maeftàjdi  guardargli  con  occhio  benigno;  eili  non  defiderar'  altrosTenon  i  ». 
deratione delle  crudeli pene,fin che  lacaufaloro  ila  conol'ciuta.  Dimandali, 
cioità  di  profetar  la  iua  religioneinpublicojper  non  dar'  alcuna  loipitionc  n 
mlUqnctle      le  congrcgaiionipriuaccAir  horaGiouanniMonlucVefcouo  di  Valenza,!. 
Monluccon-   y^ndo  narratole  nifermitàdelRegno5&;  lodato  relTempio  d'hauer  caftiga  i 
'^c7 citi  N  -  ^editiofi>('oggionre,Cherimaneuaiacauradel  malejanzifi  faceua  Tempre  f  5- 
tionde,  giorejmcntrcche  la  religione  fi  poteua  prender  per  pretefto  :  che  aquefto  b  »- 

gnauaprouedere,ilcheper  il  paiiato  non  era  ftato  bene  incaminato,perc!  i 
Papi  non  haucuano  hauuto  altro  fincsche  tenere  i  Prencipi  in  guerra;&  i  Pre  '1 
pipenfatodi  raitrenar  il  maleconlepenejnonhaueriortitoilhne  de(iderat<i(J 
imagiRratijin proceder  con  equità;ne  i  Vefcouijconfar  il  luo  debito, ha  .0 
corriipolto.Il  rimedio  principale  eller  il  ricorrere  a  Dio,congregar  di  tuttol  ^ 
gno  huomini  pii,per  trouar  via  d'eftirpar  i  viti)  degli  Eccleiiallici ,  prohib  le 
canzoni  infami,&:  impudiche,  &  in  luogo  di  quelle  inltituiri  Salmi,&;  H  ^ 
facri  in  volgare:&  fé  quell' interpretatione,che  va  attorno,  non  par  fincera,!  ar 
gli  errori,&  lafciar  correr  per  mano  di  tutti  le  parti  buone.  Vn'  altro  rim  io 
eifcre  il  Concilio  Generale,  Tempre  uTato  per  comporre  fimili  differenze  m 
Taper  vedere,  come  la  conTcienza  del  Pontefice  polla  quietarfi,pur  per  un  > 
mento,  vedendo  ogni  giorno  perir  tante  anime  :  &  Te  non  ii  puootten'  il 
CócilioGencrale,conreircmpio  di  Carlo  Magno,&  LodouicoPio,congrc  T 
ed  a.  iejfar  i  [{ Nationale.  ElTcr  grane  error  di  quelli ,  che  turbano  la  quiete  publica  ce  le 
ftifflfciji  armijTottopretefto di religionccoiaiemprcabhorrita dall' antichità:  ma,  m 
elFcr  minor  error  di  quelli ,  che  condannano  a  morte  gli  adherenti  alla  ni  u 
dottrina,per  fola  openione  di  pietàiperche  andando  coniì:antemente  alla  m  te 
&  Tniezzando  la  iattura  de'  beni  loro  ,  irritano  l'animo  della  moltitudini  & 
fanno  venir  volontà  di  Tapere,che  fede  èquella,perquale  Tono  volontariar  li- 
te tolerati  tanti  mali. 
fegHÌpo  àal  In  conformità  parlò  anco,dopo  lui,Carlo  MarillaccVeTcowo  di  Vienn;  o- 

yefcoHo  Mar  fiondo  il  rimedio  del  Concilio  Generalcima  loggiongendojche  ii  può  più  (  1- 
r'vilAiot  derarc,che  {perare,hauendoll  veduto  le  dithcolca  l'olite  naTcere  '\i\  tal  negoti  k 

quante  fatiche  Carlo  quinto  per  ciò  ha  prclccN.'  comefiaftatodeluToda'Po  e- 
fici;olcre  che  il  male  di  Francia  e  tanto  acuto,chenovi  e  tempo  di  chiamar  e-; 
dico  da  ]ontano.Però,douerfi  ricorrere  al  Concilio Nationale,Tolito  uTarTi,  re 
volte  nelRegno  ,  elTendo  chiaro  che  da  Clodoueo  fino  a  Carlo  Magno,&  oi 
anco  fino  a  Carlo  Tettimojierapre  Tono  ftati  celebrati  Concili}  inFrancia,!  ra 
We^uAh  pnmt  jj  j-Qt;^ o'I  Pve^no,hora  di  partecperòielFendo  urgente  il  male,non  douerfi  afpi  a*' 
anch-f't  Un-  j.g^j-^^t(.i-ie5:' alcun  conto  degli  impedimenti ,  che  il  Pontefice  fraponclTe:'  vi^ 
forma  il    e  j,^j^j.Qf^j.'^j^^^^^.£  jp^-gl^^j  a^a^-j.^]^£j-i2a,& non  comportar,  che  gli  Italiani 
^"  ha  10 


paPioIIIL  libro  QVINTO.  441 

ino  la  terzaparte de' bcneficij^godinoi  frutti  in  alfenza:  e/lirpar'  ogni  Simo-  'cÌ3~i3~ 
,& mercanzia rpintuale,&:  ordinar, come  nel  Concilio  Ancirancche  al  lx. 
)po  del  minifterio  de'  Sacramenti  non  li  faccia  elemolìna.Che  i  Cardinali,  dc 
kti,depLitaci  da  Paolo  terzo  diedero  il  medefìmo  conieglio.Clic  Paolo  qiiar- 
p  giudicò  necelTario/e  ben  poi  ii  voltò  alle  pompe,  3^- alia  gucna:2^  nonfa- 
do/ì,cirer pericolo  di  veder  vera  la  profctia  di  Bernardo,  Che  Chrifto  difcen- 
al  Cielo  a  Icacciar  dal  tempio  i  Sacerdoti,  comegiài  mercanti.  Pafsòpoi 
:e  de'  rcmedij  agli  altri  mali  del  Regno.CoIigni,quando  toccò  alai  a  parlare, 
-,  Che,  hauendo  egli  ricercato  quelli  chcgliporicro  le  ilippliche,  difòcto- 
lerfijgli  fu rifpofto,che  cinquantamila huomini  Ci  fottolcnuerebbono  ,  bi- 
iiaiido.^^-    ~  " 

irancefco  di  Ghira,alla  fua  volta,quanto  al  punto  della  rcligione,diire,Che  Ci  ^^^fj^"^" 
•tteuaalgiudicio  de'  dotti:protcftauaperò,che  apprclfo  lai  niCm  Concilio  lìlNaùmah, 
)bemai  di  tanta  autorità,che  lo  facelle  declinare  un  ponto  dall' antica  teli-  tapprommla 
e.Il  Cardinale  di  Lorena,dopo  hauer  parlato  d'altri  particolari ,  difcendcn-  "»"  '«'^"owe 
quello  della religione,diire,Le  fuppliche  prefentate  eiTer  rupcrbi(l]me,&  fé  '^^>/i'%» 
oratori  foife  concellb  public©  elicrcitio,alti-o  non  farebbe  che  approuar  la 
ottrina:  elTercofa  chiara,  che  la  maggior  parte  la  piglia  per  prerefto,peril- 
^(ferdiparerccheconrra  quefti  fi  proceda  con  maggior  feuerità,mitigando 
\  le  contra  quelli,che  Ci  congregano  fenza  arme,per  fola  caufa  di  religioneitSc 
dendo  ad  inlegnargli,&  ammonirgli  3  &  a  quello  effetto  mandar'  i  Prelati  ;  ^^^;;  .^^.j  r j 
:fidenza,fperando  che  fenza  Concilio  ne  Generale,ne  Nationalccon  que- «tj^^^; 
ledij  Ci  prouederà  al  tutto.  Non  elfendo  i  pareri  ben  concordi  a  ventifette 
:fe  fu  fatto  il  Decreto,  che  a  dieCi  di  Dicembre  fi  doueifero  tenet  i  ftati  in 
s:&  quanto  al  Concilio  Generale,hauendo  il  Pontefice  dato  fperanza  che 
lì  congregherà, fé  ciò  non  farà  effettuato,i  Vefcoui  debbano  congregar/i  a 
i  di  Génaro,per  trattar'  di  celebrar  un  Nationale:  tra  tanto  fi  fofpendeilcro 
liei]  per  caufa  di  religione,fuorche  contra  quelli,che  moueffero  turbe  con 


1. 


'apa,hauuto  auifo  della  rifolutione  del  conuento  ài  Fontanableo,fcri(re  al  Jf  ^fP'^'^^^'^' 
^  ale  diTornon,chc  facelfe  ogni  opera  per  impedir  la  ridottione  de'  Vefco-  %atim"lf^'* 
lie  quando  nonpotelfe  effettuare ,  fé  ne  tornalle  a  Roma.  Et  a'  ventitre  di  propmm  \gli 
sbiechiamo  a  fegli  Amba(ciatori,a'quali  narrò  priir.a  11  bifogno  ,  che  ^mbafdado^ 
rdipreftaeelcbratione  del  Concilio  Generale,  attefa  ladclibcratione  de' ''''^^*«*'**^^» 
tj  :fi  di  far  il  Nationalenlqualfte  ben  haueua  dato  ordine  al  Cardinale  Tor- 
\\hc  procuralfe  d'impedire,però  non  fperaua,che  l'impedimento  fuccedef- 
'leglifìvcdeuabenein  neceffità  di  celebrar  l'Vniucrfale  ,  accio  non  folfe 
(  he  i  Nationali  fi  faceuano,per  non  hauer  voluto  egli  far  il  Gcnerale.Pcrò 
f  za  aprir  quello  Concilio  di  Trento,  &  leuar  la  foipenfionc  :  che  il  luocro 
cpoitunifTimo  tra  la  Germania  ,  &  l'Italia,  fé  bene  altri  gli  proponoono 
-)cTreueri,&  altri  luoghi,quali  riceuercbbe,fe  folfcro  fic uri ,  pronto  anco 
Ki:  a  Conftantinopoli,quandopoteife  con  ficurezza.Che  fede  fi  può  hauer' 
^lijche non haiino fedc?Che niifun Catholico farebbe  ficuro in  quei luo- 

Kkk 


^ 441  CONCILIO   DI  TRENTO     Pa?aPio11 

e 1 3  IO  ghi,manco  l'Imperatore  fteifcChe  fé  non  voriranno Trento  ,non  mancheran 
L  X.  luoghi  nello  flato  di  Milano ,  nel  Regno  di  Napoli ,  nello  Stato  di  Venetia , 
Duca  di  SauoiajO  di  Fiorenza.Ma,  quanto  alreuocar  le  cofe  determinate, 
non  era  da  parlarne:egli  non  voleua  ne  reuocarle  »  ne  confermarle ,  ma  rime 
tutto  al  Concilio  j  ilquale  con  l'aflìftenza  dello  Spirito  Santo ,  determir 
qucUojchea  Dio  piacerà.  Ponderò  molto  la  cofa  del  Concilio  National 
Francia,aggiongendo>che  farà  un  cattiuo  eflempio  ,&  che  Germania  vort.i 
guitarlo,&  anco  in  italia  fuccederà  qualche  motOjfc  non  fi  farà  prouifione.»' 
vorranno  fottomcttere  al  Concilio  &c  il  PonteficatOj&  tutte  le  cofe  fue.Ma: 
^^  t^hProfidc^religionevolummmort.  InuitògliAmbafciatoriadirillorpari 
*'^^Ì''J\^  •  Oì\ÌQ(\nd\oddYlm^Qi3iloicài&  >  Che  era  meglio  interponer  tempo  >  i 
ri(ì>ofie''*"  '  ^^^  ^^  ^^^^°  ^^^^^  ^°^^  '^^  Germania  non  concedeua ,  che  l'Imperatore  pc ( 
confentirui.  A  che  il  Pontefice  moftratofì  aiteracoj  foggionfe  l'Ambafcia  j 
che  era  utile  guadagnar  prima  gli  animi  de'  Prencipi  di  Germania.  Or  : 
Papa  più  alteratamente  ,  dilfe  ,  Che  non  vi  era  tempo  :  &  dicendo  l'A  )l 
fciatore  ,  Che  con  quefto  moto  dubitaua  non  fi  incitafTero  gli  heretici  ce  3 
ritalia,il  Papa  alzò  la  voccjdicendo  ,  CheDio  non  abandoneriala  cauli 
&c  egli  fi  farebbe  aiutato  co'  Prencipi  Catolicirche  hauercbbe  hauuto  ger  ,i 
danari  per  difefa.Qiiello  di  Spagna  lodò  la  mente  di  Sua  Santità,  de  difTejC  :l 
fuo  Rè  non  hauerebbe  mancato  di  fauorirla,  fìeome  per  quefto  effetto  h;  % 
già  mandato  Antonio  di  Toledo  in  Francia.  Offerirono  parimente  gli  A  )a 
ciatoridi  Portogallojdi  Venetia  j  &  gli  altri  sii  fauore  &  l'aflìftenza  de  uc 
Prencipi.Et  infine  il  Papa  ordinò  loro,che  fcriueirero  l'intentione  fua,&  il 
centiò. 

Hebbe  poirifpofta  dal  Cardinale  Tornonjchej  fatto  ogni  tentatiuojnc  faa 
ueua  potuto  rimuouere  il  Rèjne  alcuno  del  fuo  Confeglio  ;  ne  meno  fp  m; 
che  l'auuenire  potetre  portar  congiontura  megliore:vedeua  chiaro  lo  flar 
cofe  impeggiorare,  il  Rè  di  Spagna  ancora,  mandata  al  Papa  la  rifpofì:; 
fatta  al  Toledcfcriile  apprelfo  ,  Che  il  Rè  di  Francia  fi  fcuiauadi  non  p 
non  coi  Concilio  Nationale,rimediare  a  difordini  del  fuo  Regnojalchc 
gato  :  &  che  non  douelTe  marauegliarfi  >  fé  per  ouuiare  agli  inconuenieii 
uengonoi  Rè  far  ioli  quellojche  donerebbe  effer  fatto  in  compagnia  co 
laqual  lettera  trauaglio  molto  il  pontefice,intendendo  che  volefTe  inferir 
4nditlPapa^   il  medefimo  elio  ancora  in  Fiandra.  Si  fcoprì  dopo,  che  il  pontefice  haii 
^rifoluea  co-  animo,fe  non  poteua  fuggir' a  fatto  il  Concilìo,differirloah-neno,  fino  e 
w^entono  i     "^^^^  accommodato  le  cofe  di  Caia  fua:  perche  ,  facendo  Concilio , 
€arSmlh      cellario  dar  buon  elfempio  di  fé  in  quel  mentre  :  &c  far  fpefe  eccelTiue  in 

neri  Prelati  poucri,&  nfliciali,&:  altre  co{eneceirarieperlaSinodo,che.-^  ; 
riano  tutte  leentrate.il  negotio  anco  da  per  fé  folo  douer  occuparlo  i  ien 
mente:onde  non  hauerebbe  potuto  attendere  alla  cafatperòjcon  moltòìr  'ain 
mo  fi  rifoluè  di  non  differir  più  la  conuocatione.Onde  a  venti  d'Ottobbi  te» 
jie  unacongregatione  de'  Cardinali,doue  diede  conto  della rifpofb  data  IR' 

d 


PA  Pio  mi.  L  I  B  R  O   QJ^  I  N  T  O.  445  ^ 

^rancia  a  D.Antonio  di  Toledo,di  quello  che  il  Re  a  lui  fcriueua ,  Se  del  ne-  '  ci3  i3 
io  del  Cardinale  di  Tornon:  aggiongendo  un'  altro  nuouo  auifo  di  Francia,  l  x.- 
,quantonque  il  Concilio  Generale  li  apri,non  fono  per  andarui  j  fé  i  Prore- 
rinon  confentiranno  elfi  ancora  di  riceucrloilequaii  cole  milerograndifli- 
:onfufione,temendo  tutti,clie  fé  ben  s'apriua  il  Concilio  Generale,  la  Fran- 
londimcno  folTe  per  far' il  Nationale ,  da-l  che  in  confeguenza  ne  nafceffe 
tiatione  dall'  obedienza  della  Sede  Apoftolica ,  &  eircmpio  ai  rimanente 
enationiChriftianed'alienarfìfìmilmente,o  con  volontà  j  o  lenza  volontà 
orPrencipi. 

)a  alcuni  anco  era  molto  (limato,  che  era  ftato  proteftato  al  Cardinal  di 

Ito,  che  non  douelTe  allargarli  in  offerir  quella  Città,  ma  raccordariì,che 

peratore  ne  e  patroncfenza  la  volontà  delquale  non  può ,  ne  deue  dii'poner 

icittà  in  tal' atFare:ilqual  Imperatore  s'era  dichiarato  di  voler'  onninamen- 

L"laDietaprima.Dauaancoragranpcnfìeroquello,chc  fcriueua  D.Antonio 

aledojche  tutti  i  Grandi,&;  i  Vefcoui  fteflìjfomentauano  le  opinioni  nuouc> 

(Tettare  &c  aumentare  le  cofe  loro.Con  tutto  quello  nondimenojl'opinione 

cardinali  tutti ,  eccetto  che  di  quello  di  Ferrara,fu,che  il  Concilio  s'apriife, 

ido  la  fofpeniìone:&:  il  Pontefice  diiFe  di  volerlo  fare  per  San  Martino  :  de 

ìderando  bene  i  pericoli  imminenti ,  &  le  fperanze  di  fuperarli,  lifolfc  in  fc 

;fimo,&:confolò  anco  con  quello  i  Cardinali,&  altri  dependenti  fuoi,che 

ile  farebbe  (lato  ben  grande  alla  Franciajma  poco  alla  Sede  Apoftolica ,  la- 

finalmente  hauerebbe  perfo  poco ,  non  cauandolì  dall'  efpeditione  di  quel 

10  più  di  dugencinquantamila  feudi  all'anno  ,  elTendo  dall'  altro  canto 

jdiffima l'autorità  delRè  nel  diftribuir'ibeneficijjConceiTaglida'Ponteficij 

cale  egli  perderebbe,  poiché,  Icuata  l'autorità  pontificia  ,  entrerebbe  la 

;nmatica,&;  i  Vefcoui  fariano  eletti  da'  Canonici,  &  gli  Abbati  da' Mona- 

:  ,&  il  Rè  fpogliato  d'una  tanta  diftributione.  perilche  a  lui  non  rincrefceua» 

1  u  la  perdita  di  quelle  anime.Ma  fé  Dio  voleua  caftirgargli  de'  lor  dclitti,(5c 

;, .  loro  infedeltà,egli  non  poteua  fargli  altro. 

iionfero  in  Roma  al  principio  di  Nouembre  altre  lettere  dalla  Corte  Cefa-  Ferdlnattdo,  e 
sloue  Flmperatore,feben  con  parole  generali,  diceua ,  Che  intorno  al  Con-  Francia  fan- 
1, , quanto  alla  perfona  fua,voleua  far  quello,ehe  al  papa  piaceua:  nondimeno  ""  d'ffi<:oltÀ 
|giongeua,che  il  tener  il  Concilio  fuori  di  Germania,  onero  il  continuare  il  •'^^^^°^*'^' 
Icilio diTrcnto,leuando  le fofpenfioni,non farebbe  frutto , anzi eccitereb-    ^^"^"^ 


'Proteftanti  maggior'  odio,  con  pericolo  anco,  chcprocuralFerod'impe- 
;^)con  le  armi,  di  che  gli  erano  peruenute  alle  orecchie  diuerfe  trattationi:il- 
31  e  facendo  un  nuouo  Concilio ,  vi  era  fperanzad'indur  molti  di  loro  adan- 
ì  i.  llche  era  caufa  di  varie  opinioni  ne'  Cardinali,  vedendoli  chiaramente» 
boncontinuandofi  il  Concilio  di  Trento,  tutte  le  cofe  già  determinateli 
ìjebbono  chiamar  vane,&  di nilFun  valore,  non  elFendo  ftatc  approuaceda 
if  m  Pontefice.Propofe  il  Papa  la  materia  in  Congregationcdouc  fi  confultò, 
'  ne  parlò  lonzamente ,  fenza  che  foffero  dati  i  vocij  de  con*una  altra  Con- 

Kkk     i] 


444  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Pio  II 

CJ3   13    crrecratìone  dimandati  li  voti,CarpÌ5  con  longo  difcorfcmoftLÒ,  che  bifora 
LX.       uà  al  tutto  continuar'  ilConcilio  ,lcuando  Colala  forpenfione ,  ilchefucon  i 
mato  da  Ceris>&  Pii'ano..  MaTrcnto,  che fcguiua, dille.  Che  in materiado : 
tratta  defum?narerHr?'h^kn:idiiànic  diftìcokà^era  meglio  penfaruiunpoco 
Et  quella  opcnione  fu  ieguita  da  tutti  gli  altri  Cardinali.  Et  opportunaracn  l 
fera  feguence  gionfe  un  e  orrier  di  Francia  in  diligenza,con  protefti ,  che  no  § 
^     ccndollil  Concilio  Generale^ilRènonpotcuaimpedirpiuil  Nationaletj.c 
che  non  bifognaua  peniar  a  Trento,o  ad  altro  luogo  d'Italia  ,  perche  effe  di 
già  tanti  anni  ricercato  il  Concilio  per  i  bifogni  di  Germania»  &  bora  aggi  ^ 
il  pericolo  di  Francia,  conueniua  farlo  in  luogo  commodo  ad  ambe  lenac  n 
akrimente  farebbe  vanosfeThcderchi,  &  Francefì  non  viandalTero..  Propc  ;ri 
CoflanzajO  Bcfanzone:aggiongendo,chc  fé  fi  eleggelFe  alcun  luogo  in  Fra  u 
ti  Papa  rifai-  promette  lì  Re  che  farà  iìcuriffimo.In  fine  non  parue  al  Pontefice  di  differii  )ii 
d'e^o^'^"'*^'*    oltre,ma  a  quindici  di  Nouembre ,  in  Conciftoro  deliberò  di  far  la  Dom-  ic 
'  fecTLiente  una  procefTione  in  cenerei  cilicio,  dando  un  Giubileo,  &cant  di 

unaMelfa  dello  Spirito  Santo,  per  deliberatione  fatta  di  celebrar  ilConci  à 
Trento:concludendo,che,fe  dopo  CGngregato,parerà  più  commodo  trasf  di 
altroue,lo  trasferirà,(S<:  vi  anderà  anco  in  perfona ,  purché  fìa  luogo  ficurc  ^ 
giongendo,  che  trouerà  anco  arme  per  impedire,  fé  alcun  volefle  infring  al 
cofe  dcterminate.Et  fidiede  apenfareal  tenore  della  Bolla.     Perilche  ogr  lìJ 
faceua  Congregatione,per  rifoluere,fe fi  doueua  apertamente  dichiarare  ì:  )a 
tinuationc ,  rimouendo  la  fofpenfione,  come  egli  defideiaua,  accio nonf  let 
teilero  in  difputa,o  in  effamine  le  cofe  determinate.  S'affaticauano  molto  i  >ni 
periali,^  i  Francefì>appreilb  il  Papa,&:  i  dcputati,che  folfe  chiamato  un  i:  m 
Conciliosdicendo che  coi!  vi  farcbbono  andati Tedefchi,  &  Francefi ,  6: 
s  hauerebbe  potuto  rifoluere,che  le  cofe  determinate  non  foffero  retratra 
rrimenteeravanoil  parlar  di  Concilio,per  ridurre  iProteftanti,  dando  le 
caiìoneful  primo palFo  dirifiutarlo,condire,di  non  poter  fottoporfia  eh 
condannati  lenza  udirgli:In  contrario  i  Spagnuoli,  &  infieme  con  loro  il  la 
di  Fiorcnza,che  lì  ritrouaua  in  Roma  ,  faceuano  opera,  che  folo  fi  leuaile  fo 
fpenfione,5<:  lì  chiamalfe  continuatione  del  già  incomminciato.  Fu  clcr 
Papa,&da'  Deputati  un  confegliomedicfperando  che  doueiFefodisfar  n  i 
be  le  parti.  Publicò  il  Pontefice  un  Giubileo,  8c  lo  mandò  in  tutti  i  luogh  ^i 
ventiquattro  egli  a  piedi,  con  folenneproceflìone,  andò  col  Collegio  de  'zi- 
dinali,  &  con  tutta  la  Corte,daS.Pictro  allaMinerua,  laquale  incaminar 
proceife  lenza  confufionc  :  perche  gli  Ambafciatori,  alTueti  a  caminar  in 
Croce ,  vedendo  che,  dopo  quella ,  leguiuano  i  Vefcoui,&  dopo  ellì ,  il  D 
Fiorenzajin  mezo  di  doi  Cardinali  minori,volfero  quel  luogo  ellì  ancora. 
nacque  difordine:per  comporre  ilquale,dopo  qualche  contrailo  ,jl  Papa 
,  loro  luogo  tra  lc,&  i  Cardinali  che  lo  precedeuano. . 

Il  ventinone  fu  publicata  in  Conciftoro  la  conuocationedel  Concil 
Bolla  dellaquale  era  intitolata.  Dell'  intimatione  del  Concilio  Tridenti 
vocabolo  latino  in>fndi^ÌQms.  Et  in  qucfta  forma  fu  ftampaca  in  molti  li 


Paolo  mi.         LIBRO    QJI  NT  O.  445 

dopo,qiiando  fi  ftampò  il  corpo  del  Concilio  tutto  intiei'cfl  mutò  lavo-    cU    ci 
il  dezto,Ce!el;rano}7Ìs.lì  tcnot  della  Bolla  era ,  Che  il  Ponteficc,dal  prin-        l  x. 
Iella  Tua  alFontione  ,  applicò  l'animo  all' cfìiirpationc  dell' hcL-cfic,  all'è-  e  ne  public*  U 
mi  delle  diuilìonij&eméda  de' coftumi,per  rimedio  de'quali  mal idclibe-  J^oUa,  accon- 
brar'uii  ConcilioGencrale:che  Paolo,&Giulio  rerzi,per  inanzi  l'haucua-  "'^^^^  <^omenz 
igregato ,  ma  non  potuto  iìnire:& juarrata  la  ferie  delle  cofc  (uccelle  fot- 
•i  Pontefici  >  ne  afcnue  lariuicitaa  vanj  impedimenti ,  promofli  dall' ini- 
icl  genere  humano  5  almeno  per  differire  un  tanto  gran  commodo  della 
ijche  non  porcua  a  fatto  impedire.    Soggiongendo ,  che  tra  tanto  erano 
)licate  &c  lehcrefic&lediuilìoni.    Ma,  eifendo piaciuto  a  Dio  di  donar 
rdia  a'  Rè,&  Prencipi  Chriftiani,  per  occafione  di  quella  egli  era  entrato 
ifperanza  d'impor  fine  à  tanti  mali  della  Chiefa ,  con  la  via  del  Concilio, 
non  ha  voluto  più  differire,  per  leuar  ilfcifma,  (S:le  herefie,  riformar'! 
ìiy&c  feruar  la  pace  trai  Chriftiani.  Là  ondccon  confeglio  de'Cardma- 
ifo  di  Ferdinando  Imperatore  eletto,  &  altri  Re,  ^Prencipi,  iquali  ha 
D  apparecchiati  ad  aiutarne  la  celebrationc  ;  per  l'autorità  di  Dio  ,  3c  de' 
^poftoli  Pietro,&  Paolo,  intima  un  General  Concilio  nella  città  di  Tré- 
Idi  di  Pafca,leuata  qualonque  fofpenfione:efrortando,&  commandando 
pene  canoniche  a  tutti  i  Patriarchi,  ArciucfcouÌ5Vefcoui,Abbati„Sc  al- 
hannovoto  deliberatiuo  per  legge,  priuilcgio,o  antica  confuctudinc,. 
on  elFendo  impediti  legitimamente,  fi  ritrouino  inanzi  quel  giorno  3  am- 
do  a  ritrouaruifianco  quelli ,  che  vi  hanno,  o  fono  per  hauer  interellè.. 
do  l'Imperatore,Rè,&  altri  Prencipi,  che,  non  potendo  interuenirc  pcr-- 
ente,mandino  loro  procuratori,^;  operino  che  iPrelatide  loro  dominij,, 
i:ufa,&  dimora,eiregiiifcano  il lor debito,  &  habbiano libero,  &:ficuro 
\  iperioro,&:per  la  compagnia:ficome  farà  egli  in  quello,  che  potrà,  non 
o  altro  fine  nel  celebrar  quel  Concilio ,  che  l'honor  di  Dio ,  la  ridottio- 
pecorelle  dil'perfe,&  la  tranquillità  perpetua  della  Republica  Chriftia- 
^  nando,che  la  Bolla  fiapublicata  in  Roma,  de  con  quella  publicatione». 
i|  termine  di  due  mefi,oblighituttiicomprefi  5,  come  fé  foife  loro  prcfen- 
lite  intimata. 

,^utòil  Pontefice  d'hauer  fodisfatto  a  fc  fteffo ,  a  quelli  che  voleuano  inti-  ilche  peronosi^ 
d  edi  nuouo  Concilio,^  a  quelli  che  ricercauano  continuatione  del  vec-  gii  riefce;^ 
H^a,comeauuiene  ne'confcglimedij ,  chefoglionodifpiaccread  ambe  le 
\  Pontefice  a  nifivmofodisfecccome  fi  dirà.  Immediate  dopo  la  publica- 
àiellaBollailPapa,  fpedì  il  Nichetoin  Francia  con  quella, &:  con  com-  ^'^^'^'^^am 
.jie,che,fe  non  folFe  piaciuta  la  forma,dicetre,Che  non  ì\  guardalFe  alla  vo-  ply"-^ìln^g 
iware ,  perche  quella  non  impediua  che  non  fi  poteife  di  nuouo  parlare  ^^1^  ippagm^,, 
ij  cofe  già  propofte.La  mandò  anco  all'  Imperatore  &ch\  Spagna.  Deftinò  e  deputa  Nh- 
'  ciò  Zaccaria  Delfino,Vefcouo  di  Liefina,Noncio  a' Prencipi  della  Ger-  ^y  «'  PnncipV' 
ì'fuperiore  :  &  Giouanni  Francefco  Comendone ,  Vefcouo  del  Zante,a  ''''""f^M^^h 
lj;eli' inferiore,  con  lettere  a  tutti,  &  con  ordine  di  riceuer  prima  inftrut- 
ii  Cefatejcome  tractar  con  loro*  de  poi  elTegui  r  l'ambafciata.  Deftinò  aii- 
I  Kkk    ii;.' 


44'^  CONCILIO  DI  TRENTO        PapaPioI 

ci3  i^     CO  l'Abbate  Martinengo  alla  Regina  d'Inghilterra,  inuitandoleij&iVc( 

LX.       del  Regno  al  Concilio-.cofiperfuaro  da  Edoardo  Cernojdifopra  nominate 

ed  alla  l{ema  glipiromifeilNoncio  doiier  eirerejanco  col  voler  della  Regina  >  riceuutoa 

d'Inghilterra,  ^^^j.^  j^^  Regno.    Et  quantonque  folTe  poft©  al  Papa  in  confideratione,  k 

mandar Noncij  in  Inghilterra,  &  altroiiea'Prencipi,che  profelTanano  ;e 

feparatione  dalla  Sede  Romana,non  era  con  riputatione:  rifpondeua  vole  n 

humiliarfi  all'  hereiìa,poiche  tutto  era  condecente  a  quella  Sede  quel  eh  j 

ceua  per  acquiftar  le  anime  a  Chrifto.  Per  laqual  ragione  ancora  mandò  ( 

'"    "  """*'  nobio  in  Polonia ,  con  dilfegno  di  farlo  palTar'  anco  in  Mofcouia,  &  imi  u 

Concilio  quel  Prencipe ,  &  quella  Natione ,  quantonque  mai  habbia  ri  n 

fciuto  il  Pontefice  Romano. 

Tornò  poi  a  parlar  del  Concilio  in  Conciftoro,riccrcando  d'elTere  in-  n 
to  degli  huomini  litterati,di  buona  vitaj&  di  riputatione ,  di  diuerfe  proi  ic 
atti  a  dilputarcóc  perfuader  la  verità:  affermando  hauer'  animo  di  mane  n 
chiamar  molriipromettendo,  che  ,  dopo  hauer'  ufata  tutta  la  diligenza  p  GÌ 
le  per  fatui  venir  tutti  i  Chriftiani,&;  unirgli  nella  religione,  quando  ben  .li 
ni,o  molti  non  volelTero  venircnon  era  per  reftar  di  farlo.  Gli  daua  pei  gr 
penflero,  che  i  Proteflanti  di  Germania,  a'quali  era  unita  gran  parte  dell  a 
cia,hauerebbono  negato  di  venire,  onero  dimandato  cofe  tanto  eirorìau 
che  nonhaurebbe  potuto  conceder  loro  :  &  dubitaua  anco,che  haueffer  a 
to  (turbar  il  Concilio  con  le  armi.  Ne  confìdaua  dipoter  hauer  aiuto  d  'ii 
peratore  per  impedirgli,  attefe  le  fue poche  forze. Confelfaiia,  che  i pei  }lj 
rano  grandi ,  &  i  rimedij  fcarfi,onde  ftaua  perplello  nell'  animo,  &c  trau;  ia 
Andando  la  Bolla  del  Concilio  per  Germania,  capitò  in  mano  de' Pro  ti 
congregati  alle  nozze  del  DucadiLa"Wcmburg,quali  intimarono  una  1  :ta 
Naumburgh  per  i  venti  Gennaro. 
yergerlo  feri-  Contra  quella  Bolla  il  Vergerio  fcrilTe  un  libello,  doue,dopo  grande  ì  let 
uè  contra  la  ua  contra  le  pompe,il  lulTo ,  &  l'ambitione  della  Corte ,  foggiongeua ,  he 
Solla:  Concilio  era  dal  Papa  conuocato,  non  per  ftabilir  la  dottrina  di  Chriftc  raj 

feruitù  «Se  opprefTione  delle  mifere  anime:chein  quello  non  erano  chia  '"^ 
non  gli  obligati  al  Papa  per  giuramento:onde  erano  erclufì,non  folo  li 
dalla  ChiefaRomanajmaanco  i  più  intendenti,che  in  quella  erano  j  leu.  ,vj 
libertà,nellaqual  folavipotenaelfer  fperanzadi  concordia. 
confujìom  m        Arriuò  a  Roma  in  quello  tempo  nuoua,  che  il  Rè  di  Francia  hauen;  ti"' 
Francia,        gjonato  il  Prencipe  di  Condè,&:  pofto  guardie  al  Rè  di  Nauarra  :  ilchc 
molto  al  Pontefice ,  come  cofa,  che  riputaua  poter  difturbar  a  fatto  il  C 
Nationale.    Et  tanto  più  entrò  in  ferma  f^eranza  di  non  riceuer  quel  e 
poiché  s'aggionfe  auifo  di  grauiflìma  indifpolitione  del  Rè ,  con  pericc 
vita:lequali  cofe  furono  cau{a,che  non  fi  tennero  i  flati  in  Meaus.  Ma  t 
t  éfàlìie    ^^^'^^  ^^  cofe  afine,che  portò  grande  alteratione.    Imperoche  efTendo  p 
Frarmfce,      quella  vita  Francefco,Rèdi  Francia,il  cinque  del  mefediDicembre>& 
nel  Regno  Carolo  nono,fuo  fratello,d'età  d'anni  dieci,il  gouerno,per  i 
rità  del  Rè,  fecondo  le  leggi  regie,  cadde  principalmente  nel  Rè  di  Nau 


Pio  mi.         LIBRO    QJVINTO.  447 

mo  del  fangue  regio ,  alquale  adherì  la  Regina  madre ,  per  foftentarc  ,Sc    e  i  o  1  d 
mar  rauroiitàprcfanel  gouerno nella  vira  dell'altro  figlio:  5<:  il  N:marra       i-x. 
entÒ  di  participar  con  lei  per  mantener  piti  facilmente  l'autorità  pro- 
auarra  fauoriua  quafì  apertamente  la  nuoua  religione,3c  fi  gouernaiia  in 
rolconleglio  di  GarparoColigni  Ammiraglio,  che  la profelìaua  aperta- -^^X  ''W^^ 
.Onde  tanto  più  i  Proccilanti  prefero  animo  di  poter'  ottener  la  libertà  di  formati  fi  rùt- 
.ne,che  richiedeuano.Si  diedero  a  congregarli  quafi  publicamcntc&i  len-  nano: 
mrifguardojcon  molto  difpiacere,&indegnatione  della  plcbc> oc  per ico- 
>uità  feditiofe.    per  queftojla  Madre  dei  Rè,&  i  principali  del  Ilio  confe- 
Minero  in  rifolutione  di  teneri  Stati  in  Orliens,&  gli  diedero  principio  il  Stati  tenuti  in 
Dicembre.  ^'''^'"'* 

[uelli,tra  le  altre  cofepropofte  per  il  beneficio  del  Re^no,  fu  dal  Cancel-  2fcZcuL 
nfideratOjChe  la  religione  è  potentiflìma  arma,  che  impera  tutti  gli  alfet-  ^^  efinando-lt 
rità,  &lega  conpiultretto  nodo,  che  tutti  gli  altri  legami  della  Toc  ietà  ^«ic«, 
la:  che  i  Regni  fi  contengono  più  con  la  religione  che  co' confini  3  anzi 
eligione  più  fi  diuidono,che  per  i  confini  mcdefimi:  6c  che  fi  muoue  dal- 
ionearpxezzamoglic,fiCTliuoii,&  ogni  parentado.  Se  in  unameiefima  ca- 
diftcrenza  della  religione,non  s'accorda  il  patre  co' figli  5  ne  un  fratello 
ltro,ne  il  marito  con  la  moglie,  per  ouuiarc  a  quefti  difordini ,  eirerui  bi- 
kì  Concilio,delquale  il  papa  dà  fperanza  :  ma,tra  tanto,non  douerfi  pro- 
;,che  ciafcuno  finga  che  religione  gli  piacene  introduca  nuoui  riti  a  be- 
itojcon  turbatione  della  publica  tranquillità.     Se  mancherà  il  rimedia 
ncilio  dal  canto  del  papa,  il  Rè  per  altra  viaprouederà:  ma  elTer  neceflà- 
na  medicar  Ce  flelfo ,  perche  la  buona  vita  è  una  efficace  oratione  da  per- 
:  douerfi  leuar  i  vocaboli  di  Lutherani,  Vgonotti,  &papifti,chenon  fo- 
[j  iofattiofi,che  quelli  de'  Guelfi  &  Ghibellinii  &  adoperar  le  armi  contra 
1  ;he  cuoprono  l'auaritia ,  l'ambitione,  &c  lo  ftudio  di  cofe  nuoue con  no- 
I  ,'ligione.  Giouanni  Angelo,  auuocato  nel  parlamento  di  Bordeos,parlò  delter^o  Sm-^ 
I  ?rzo  Stato:  molte  cofe  diirecótraicoftumicoiTotti,&ladifciplinadcgli»o»e'^'/^*Aro- 
(  aftici,notòinlororignorantia,auaritia,&luiro,comet;aufe  di  tutti  ima-  ^^^f\p'T^U&j 
ìpra  quefti  difcorfe  allai:&  in  fine  dimandc),che  al  tutto  fi  rimediafiècon   ^'''^ **'?/"*? 
j  ;fta  celebratione  ò.i  Concilio.per  la  Nobiltà  Giacomo ,  Conte  di  Rocca-     * 
3|:ale  altre  cofe  dilTctutto'!  male  eflcr  nato  per  le  immenfe  donationi ,  che 
i  altri  Grandi,  hanno  fatto  alle  Chiefe  j  &  maflìme  con  attribuirgli  anco 
il  ittioni,cofa  molto  inconueniente,che  chi  debbe  attendere  alle  orationi> 
ri  icationi,e{rercitiif^  nella  vita,  Snelle  fortune  de'  fudditidel  Rè  :  chea 
\  nconuenientiera  neceifario  riir.ediarc.  Et  in  fine  porfe  una  fupplicajdi- 

Ìndcpernome  della  Nobiltà,  che  folfe  lecito  hauerpubliche  Chiefe  per 
Xo  della  religione.  Per  il  Clero  parlò  Giouanni  Quintino  Borgognone. 
3:he  i  Stati  fi  congregano  per  proueder  alle  ncceflìtàdel  Regno ,  non  per  e-  del  clero,  per 
li  r  la  Chiefa ,  che  non  può  fallare,  che  è  fenza  macchia.  Se  ruga,  &  eterna-  ^'  ^'*PP''"'  P^ 
drefterà  incorrotta,fe  ben  la  difciplina  in  qualche  patticelia  ha  bifogno  di  ^y"'!'"^-»  "^ 
kj?eròi,non  douerfi  afcoltar  queltt,che>rinQuando  le  fette  f'epoh e,dimaa-  '-'^""^"^ 


448  CONCILIO    DI  TRENTO       PAPAPrcr 

e  1 3   1 3~  dano  Chicfefcparate  da' Cacolici,,  ma  douergli  punir  per  heretici;  ^ceiTtc 

Lxi.       gmfta,che  il  Rè  non  gli  afcokijina  coftringa  tutti  i  Tuoi  fudditi  a  crederci; 

tier  fecondo  la  forma  prefcritta  dalla  Chiela  :  che  non  fia  conceirorifr 

qucUijche  fono  ufciti  dclRcgnopcr  caufa  direligione, che  il  proccdicoj 

capitale  contra  gl'infetti  d'hcrclla  5  che  la  difciplina  Ecclcfìaftica  farà  fac  n 

te  riformata,  fé  (ianoreftiruitc  le  dee  ime  al  Clero,  &  reftituitarelettiom  ( 

pitoli>eirendoftatooircrLiato,chenel  medelìmo  anno  m.d.xvii.  qua  0 

per  il  Concordato  datanominatione  delle  Prelature  al  Rè,  incomminc  e 

.  anco  le  hereiìe  di  Luthcro,che  fu  poi  leguito  da  Zuinglio ,  de  altri.    In  I  e 

mandòjche  follerò  confermate  tutte  le  immunità ,  8c  priuilegij  all'  Oidi  :  ] 

cle{iallico,&  leuatogli  tutte  le  grauezze. 

llùpplìcìj  fono      II  Rè  ordinò,  che  i  Prelati  li  metteirero  in  ordine  per  andar'  al  Conci  ,( 

foj^efi,  ed  in-  era  intimato  a  Trento  :  commandò  che  tutti  i  pregionijper  caufa  di  rei  0 

tniztte  le  m-  i^^ì^^^q  liberati,annullati  1  proceffi  cótra  loro  formati,  &  perdonate  le  trr  ■': 

ÌZiultinni-   lìoni  fino  air  hora  commellc,&:  reftituiti  i  beni.Statuì  pena  capitale  a  qui ,( 

lì  oftendcliero  ini-atti,o  m  parole,per  cauta  di  religione.  Ammoni  tutti  31 

feguitarli riti  ufitati nella  Chiefa,fenzaintrodur  alcuna  nouità.  Et  fidift;  il 

manente  de'  Stati  fino  al  Maggio  proffimo,quando  anco  s'haueiTe  a  tratt,  ic, 

fuf  plica  preientata  dal  Roccaforte. 

xt  chi  ti  Pd^x      Ma,  udita  la  morte  del  Rè  Francefco ,  infieme  con  l'auifo  del  Cardi  le 

sattrauerfa,   Xornon,che  la  Regina  era  congionta  con  Nauarra,fu  trauaghato  il  Pc  eli 

^Ire     fa-  ji^jp^i-jji-iTiOjtemendo,  che  non  rilafciairero  maggiormente  la  briglia  a  ra 

'      '  flauti. Pcrilche  mandò  Lorenzo  Lentio,  Vefcouo  di  Eermo ,  &  fu  autore  ei 

Rèdi  Spagna  foife  mandato  GiouanniManriques,per  confolar  laRegi. 

morte  del  iìglio,&  far'orlìci),pregandolad'hauerperraccommandatala  .^. 

nenellaquaieeranata,&educata.Siraccordaire  de  grandi  &fupremibc  he 

riceuuti  dalla  Sede  Apoiì;olica,per  mezzo  di  Clementej&nonpcrmettel:  aa 

licenza,chenafceireici(ma,neccrcaire  rimedi]  a'  mali  prefenti,*!^:  imm  :ni 

altroue,che  dalla  Chieia  Romana  che  per  ciò  era  intimato  il  Concilio  al 

:tanto,4clLiprouedclIe,cheil  Regno  non  s'allontanalle  dalla  pietà,  ócn^  fc 

fatto  pregiudicio  alcuno  al  Concilio  legitimo  intimato. 

In  quello  Itato  di cofe  finiranno  M.D.LX.lafciate  le  difpofitioni ,  d'c  ie^ 
doucirero  feguir  molto  maggiori.  L'anno  leguente  il  Manriques,gK  0 
Francia,5<:  cipolla  la  iua  credenza  &c  hauura  dalla  Regina  in  materia  de  a 
g!one,&  del  Concilio  pia,§:  fauoreuolc  rifpofta,(Sc  del  medcfimo  fogge 
condo  che  gli  accidentiporgeuano  occafioncdinuouo  parlandoseiforta 
nuiimentela  Regina  di  proceder  con  fupplicij  cótta  gli  Vgonotti,aggio 
tlqiiale  aggira  anco  alle  elVortationijminacce.  A  quello  s'opponeua  Nauarra ,  contrarie 
il  Nauantf.    j;  jiff^.g,ii  $pagnuoli,per  le  pretenfioni  di  racquiftar  il  Ilio  Regno  di  N 
ferjaijti  fn-  (2QJ-^^y^.-^^^^r^  [[  Maiiriques  conia  caladi  Ghifa,  &  altri,  che  haueuano  i  ( 
'  mcdefimi  di  renderlo  fauorcuole  a'  Catolici,al  Pontefice  de  al  Concilio^ 

nenJogli,che  piglialle  il  patrocinio  della  religionCatolica  in  Franci 
diaile  la  moglie  Giouanna  d'AlbrecRegina  hereditada  di  Nauarra,  con 


aPioIIII.  libro   QJINTO.  457^ 

icenute  con  l'autontà  Pontifìcia  le  ragioni  fopra  quel  Regno ,  c{a  quali  ella  ~ciB~Tcr 
bcftatadal  Pontefice  dichiarata  dccadura  per  rhereiia;&pigliairepermo-  LXi, 
iaria, Regina  di  Scoria  :coIqual  mezzo  haucrebbe  hauato  anco  il  Regno 
hilterra,ipogliatache  follccon  l'auroricà Pontificia, Elitabetta  j  allequali 
juei  di  Ghifa  gli  prometteuano  l'autorità  del  Pontefice,!?:  le  forze  del  Rè  di 
ia;aggionto  che,in  luogo  della  Nauarra,  quel  Rè  gli  hauerebbe  dato  m  ri- 
ferirà il  Regno  di  Sardegna.  Lequali  cole  andarono  rapprefentando  con 
la  arte  a  quel  Prencipe  in  diuerfe  forme ,  &  con  quel  mezzo  lo  tennero  ia 
itio  fino  alla  morte. 

lin  Germania, iPrencipi della Confeflìone  Auguftanajtidotti in Naum-  i PrettdplPro 
principalmente  per  la  caufa  del  Conciliojfentendo  vergogna,cheper  la  ^"P'^^"  «>-c<«- 
à  delle  dottrine  folfe  riputata  la  loro  reliaioneuna  confufione,propoicro,  T  '''."""'■- 
:ogni  altra cola,di  conuenire  ni  una,&  di  deiiberare,le  doueuano  ricuiare,  ^^  ;„  \,^/ 
'entir  al  Concilio.Sopra  il  primo  ponto  ,  diceuano  molti,  che  non  vi  era 
nzaelTentialc&che  le  fette  de'  Papifti  erano  molto  più  difFerenti,6<:  in 
alTai  più  foftantiali,fpettanti  a  fondamenti  della  religione:&;pcrò,chefi 
è  hauer per  fondamento  della  dottrinacommune  la  Confeffione  Augu- 
!c  fé  qualche  differenza  folfe  fuori  di  quella,  poco  farebbe  iraportato:ma, 
)ne  di  quella  Confeffione  più  effemplarijliauendo  i  pofteriori  aggionta 
.ecofa,&diuer(ain  diuerri,&  approuando  chi  uno, chi raltro,parue  ad 
che  Ci  doueffe  pigliar  quella  propria ,  che  fu  prefentata  a  Carlo  dei 
XX.  a  che  non  confentiuano  i  Palatini ,  fé  non  fé  gli  faceua  un  prohemio> 
le  fi  diceifcche  anco  l'altra  editione  fi  concorda  con  quella.  Ma  il  Duca 
)nia  diceua,  Nonpoterfi-otturar  gli  occhi,  &  l'orecchie  al  mondo,che 
lelfe  &  udiiTe  le  lor  differenze  :  8c  che ,  volendo  moftrare  unione  doue  vi 
Idio  ,  farebbe  un  farfi  conuincer  di  vanità  &c  mendacio:  3c  dopo  molte 
tioni,fi  reftò  fenza  conuenir  in  quel  capo.  Quanto  al  Concilio,altri  prò-  ^Ifoluono in- 
no di  ricufarlo  alfolutamente, altri  erano  d'openione , che  fi  doueirero  '?*"."" ^^  Con" 
:'Ambafciatori,perofFerirfi  d'andar  ad  un  Concilio  libero,  &  Chriftia- "^"' 
roponerleeccettioni  della  fofpittione  de'  Giudici, dell'  incommodità 
Uc&altrcfpeire  volte  propofte, accio  quello  feruifie  per  moftrare,  che 
f  ;giuano  l'autorità  d'un  Concilio  legitimo,&  che  da  loro  noneraimpe- 
i  lione  della  Chiefa,ma  dall' ambiiione  della  Corte  Romana:cofa  che  gli 
E  bbe  più  fauoreuole  l'animo  de'  Catolici  Germani.  Et  in  quefta  forma  fu 
,  IO  di  fupplicare  l'Imperatore. 

e  °  Nonci) ,  gionti  in  Auftria  infieme ,  trouarono  l'Imperatore  a  Vienna, 
:  furono  confegliati  andar  ambidue  immediate  a  Naumburg  in  Salfonia, 
'roteftanti  erano  congregati  alla  Dieta;&:  trattar  con  loro,modeftamen- 
i  to  folfe  polIìbile,guardandofi  dall'  efafperargli,o  offendergli:  pcrche,an- 
( la ciafcuno  nello ftato  proprio,farebbono dauno rimeflì all'  altrcfcnza 
>  lai  certa  rilpofta:&  che  quando  hauelfero  fatto  quefto  officio,  ambidue 
.1  hauerebbonopotuto  diuiderfi,<5<:  andar  ciafcuno  particolarmente  a  chi 
«andatLGli  raccordò  le  conditioni>conchcgiài  Proteftantieran;^  con- 
'  LU 


45°  CONCILIO    DI  TRENTO         Papa  Pio  n 

cio   iD    difceiìaconfentireal  Conciliojacciojfe  dinuouo  ne  faceflcro  mentionc:( 
LXi.       follerò  premeditati  per  replicar' a  nome  del  Pontefice  »  quello  che  giudica.i 
bcne.ViaggionfeCerarejm  compagnia  de' NoncijjtreluoiAmbafciatorian 
defimo  conuentor&ilRèdi  Boemia  gliracommandòalDucadiSallonia,;  ci 
(tfcoltano  gli    potcìrero  andar  ficuri.Gli  AmbarciatoriImperiali>gionti  alla  Dieta,  hauui'i 
^Tnbafaado-  clienza,eirortarono  i  Prencipi  ad  interuenire  nel  Concilio,  per  metter  finii 
tilmfma  h   ^^^lamitàdiGermania.Da'  Prencipi, dopo  la  dcliberatione,fa  rifpoftojnrc 
tiandoCefarerSs:  quanto  al  Concilio,dicendo>Che  non  lo  ricufareijbQiipjii 
_  vi  fia  giudice  la  Parola  di  Dio,&  a  Vefcoui  fia  rclafciato  il  giuramento  f  r. 

Papa,»?»:  alla  Sede  Romana  :&  con  elTì  hauellero  voto  ancoiTlieolog 
ftanti:ma,vedendo  che  il  Pontefice  non  admctte  nel  fi.io  Concilio,  leno 
coni  giurati,  contra  che  Icmpre  hanno  proteftato,hauer  per  cofa  diihc 
poflìno  accordarli  :  hauer  voluto  rapprcfentar  riuerentemente  quefto 
Ccfarcdift'crcndo  l'intiera  rilpofta,quando  ciò  farà  notificato  anco  a  P 
alfenti-Dopoi  furono  introdotti  i  Noncijdel  Papa;iquali,hauendo  lo.  u 
pietà,  &L  religione  del  Pontefice, ilqualhaucndo  prefo  conleglio  di  rimu 
Concilio  per  eftirpar  le  fettcpoiche  vi  lono  quafi  tante  Religioni ,  6c  Eua  A 
quanti  dottorijhaueua  mandato  per  inuitargli  ad  aiutar  coti  lodeuole  in  d 
promettendo,che  tutto  farà  trattato  con  carità  Chriftiana  ;  8c  che  i  pareri  rai 
rifiutano  ì     nohberijprefentarono  anco  Breui  del  Pontefice >{critti  a  ciafcun  d'elTi.]  ;ic 
Nuncìj  Poti'  no  feguente  gli  furono  rimandati  tutti  i  Breui  Pontificii  cofi  ferrati,  coi  ; 
tipctji  no,&  chiamati  per  riceuer  la  rifpofta,laqual  fu  di  quefto  tenore:  Che  n.: 

nofceuano  alcuna giurifdittione nel  Pontefice  Romano:  che  non  era  b 
d'aprir'  a  lui  qual  folfe  la  lor  mente,o  volontà,nel  fatto  del  Concilio,non 
do  egli  poteftà  alcuna,ne  di  conuocarlo,ne  di  tenerlo:che  hanno  ben  dici  rai 
la  lor  mente,&;  conleglio  all'  Imperatorejor  Signoresche  ad  elfi  Noncij  )b] 
d'una  amicilìlma  Republica,&:  ornati  di  degne  qualità,oifcriuano  ogni 
&  maggiori  cole  farcbbono,quando  non  veniirero  dal  Papa.  Finirono  e 
fto  il  Conuento,intimatone  uno  all'  Aprile,  per  dar  compimento  al  tra:  ;c 
adunarfi  tra  loro. 
comanchefÉ-      n  Concio  Dclfino,ncl  ritornOielpofe  il  fuo  carico  in  diuerfe  città.  Da  cn 
mie  Citta.  ^      todiNorimbeighcbberirpofta,Chenon  eraperpartirfi  dalla  ConfelfiG  k 
mepantf,     g^j;^ana:&  che  non  accetterà  il  Concilio,come  quello  che  non  haucua  :oi 
ditioni  ricercate  da'  Proteftanti.Similiriipofte  gli  fecero  li  Senati  d'Argc  in; 
&  di  Francfort.il  Senato  d'Auguila,(Sc  quello  d'OlmayrifpoferOjChe  ne 
uano  fepararfi  dagli  altri,che  tengono  la  lor  Confellìone.  Il  Comendor. 
el rèdi  Da-    ^^  dallaDicta,andò  a  Lubeca,  &  da  quella  città  mandò  a  dimandar  b.\ 
dotto  a  Federico,Rè  di  Dania,pcr  fargli  l'ambalciata  per  nome  del  Po. 
&|inuitarlo  a  fauorir'il  Concilio.Ilqual  rifpofcChe  ne  il  Padre  fuaChi 


itfat 


ne  egli,haueuahauuto  a  trattar  cofa  alcuna  col  pontefice:  Peperò  non  li 
di  riceuer  da  lui  ambafciata.  Ambiduc  quefti  Noncij  hebbcro  rifpofta 
noie  da'  prelati,prencipi,&  cittàCatholiche,con  offerta  di  diuotione  al  r 
che  ;  quanto  al  Concilio  j  fi  trattalfe  con  l'Imperatore  jcHendoui  biibjoc 

Oli 


A  Pio  mi.  LIBROQ^INTO.  451 

ol.lilcar  inficmc  per  timor  de'  Luchcrani.Girolamo  Martinengo  5  mandato  al-    e  i  o   1 3 

i  j;cTÌna  d'Inghilterraper  la  medefima  cauia  ,  riccuerrc  commandamento  da       l  x i . 

;i!;lcndo  in  Fiandrajdi  nonpalfar  il  mare.Ecquantonqae  iiRcdiSpagna5&  il  e  la  rema  d'in 

»i|ad'Alua,faccircro  efficaci  otficij  che  folfc  admeiro,&  udicccommendaado  Eh'^''^>'^> 
Iliadi  quella Legarionccioèjrunione  di  tutta  la  Chicfa  Chriiliana  in  un 

;<cilioGenei-alc,pcr(euerc)  la  Regina  nella  prima  delibcratione  ,  rifponden- 
Jon  poter  trattar  nifTuna  cola  coi  Vefcoiio  dì  Roma,  la  cui  autorità  ,  col 
cnTo  del  parlamento  ,  era  efclufa  d'Inghilterra.  Il  Canobio,dopo  fatta 

(ì)batciataal  Rè  di  poloniajdouefubenraccolto^non  potè  penetrar  in  Mo(-  , 
a>per  laguerra>che quel  précipe  faceua  colRèimajandato in  pruiTìa^da quel  t,.    ".'^^ 

la  hebberifpoftajChecradcllaConfcirione  Auguftana,»S«:  no  era  pcraccon- 
re  a  Concilio  pontiticio.  I  SuizzcrijridottiinDietaaBadajafcoItaronoil  ^^^  suh-m 
ciodelpontctìce:&,riccuutoiiBreue,  uno  de'  Burgomaftri  di  Ziirich  lo  Emngead: 
ò:  di  che  hauuto  il  papa  auiiosuonfi  potè  contenere  di  non  darne  conto 
nolta  allegrezza  a  tutti  gli  Ambafciatori  refìdenti  appreifo  dife.  Ma^con- 
co  ilncgotiojquantoalConcilio>rilpolcro  iCatolici/che  raandariano}& 
Liangelicbchenoìil'accettariano. 

iblicatoiì  per  Roma  il  negotiato  de'  Noncij  in  Naumburg,fu  rufurrato 
ra  il  ponteficcperche  follerò  mandati  da  lui  Noncij  allaDictade'  prote- 
ndi che  egli  fi  fcusòjche  non  era  di  Tuo  ordincraa  ben  che  gli  haueua  ordi- 
,che  facelFero quanto  l'Imperatore  voleua,&;  egli  haueua  cofi  voluto:di 
on lo biafmauajuon  curando pontiglijmahauendo  folo  animo  di  farbe- 
Imperatore,fatta  veder  da' fuoiTheologi,&  confegliata  la  Bolla  del  Con-  ^'^^P-  >''/?"'«- 
rcriifeal  Ponte{ìce,che,comeFerdinandojegli  voleua totalmente  adherire  jf-^"^^ 

Ì  olontà  di  Sua  Santità,  contentandofi  di  qualonquc  forma  di  Bolla,&  fa-    ^  ''^J^"'^"*^3 
D  ogni  forte  d'officij,accio  tutta  la  Germania  fé  gli  accommodaire^ma,  co- 
,npcratorore,nonpoteua  parlare, fin  che  non  hauelTe  rifpofta  di  quanto 
!;rattato  da' Noncij  Apoftolici,^:  da'  (noi  Ambatciatori,  che  erano  andati 
)ieta,chc  i  Proteftanti riduceuano  in  Naumburg.Era  ben  quafi ficuro,  che, 
'apa  non  hauelfc  dichiarato  la  conuocatione  del  Concilio  non  ellcr  conti- 
fonema  nuoua  indittioneiouerojche  le  materie  già  decife  poteficro  elfcr 
Iute  »?i  ritrattatela  Bolla  farebbe  fiata  accettata.  Il  Rè  diFranciajl'ultimo  HrediFran- 
(rcfcriire  al  fuoAmbafciatorc  aRoma,Che  nellaBolla  vi  erano  alcune  cole  ""  "^""/e /^ 
iormare,prima,cheeglilapoteirericeuere:imperoche,quantonqueportaire  ^°^^^fo^' 
\Ao  /W/^/7<7«/d^,nel  corpo  nondimeno  erano  pofte  certe  parole,  chemoftra-  "^^^'^* 
I  cilcr  fatta  per  leuar  le  f  ofpenfioni  del  Concilio  già  incomminciato,lequali 
Ilo  folpctte  allaGermania,lenza  dubbio  farebbe  da  loro  cercata  la  die  hiara- 
,che  era  un  mandar  il  Concilio  in  iongo:&:  quando  non  fi  volclfc  fodisfar 
i'cratore&  lorojfarebbeunfarnafcer  tante  diuifioni  nella  Chriitianità,  de 
|ditficoltà,chenonl"arebbc,fenonun  Concilio  in  apparenza  lenza  frutto> 
ilità.Che,quanto  a  lui,fì  contenta  del  luogo  di  Trento,ne  mette  difiìcoltà, 
nuoua indittione,o  continuatione,attefo  che  Sua  Santità  è  di  voloi.tà, 
\-  gli  ha  fatto  dire  perii  Nicheto ,  di  confcntiie  che  le  dctcrminationi  fatte 

Lli     ij 


451  CONCILIO    DI  TRENTO     Papa  Pio  n 

podìno  elferdmuouodirputate,& esaminate jilche  ,  come  elfeguendof  or 
fatci,ognuiioreftei"àrodisFatto,co{ì  il  farne  dichiararioneprecedcnte,eirc.ic- 
ceiraricper  leuar le  ombre,  &  afficurar  ognuno  5 procurando  in  ogni  maer; 
che  l'Imperatore  fiafodisfattOjne  fperando  akrimente  buon  fueccilb  del  'an 
cilioiilqualcjquando  gli  manchcrà,ricorrerà  al  rimedio  propolto  da  Tuo  fi  ^. 
iojd'un  Concilio Nacionalcj  che  iolo  può  proueder  alle  ncceflìtà  del  fui^ 
gno.Ordinò  anco  all' Ambafciacore,che  fi  doleireconSuaSantità,che,hà 
il  Rèjfuofratellojprocurato  con  tanta inftanza  l'apertura  del  Concilici.  ,„, 
meno  nella  Bolla  non  fi  facclTe  mentione  alcuna  particolare  honoreuc  d 
luijilche  ognuno  vedeua  elTer  flato  pernon  nominar  il  Rè  di  Francia  jimnif  ir 
dopo  l'Imperatore.  Non  reftò  per  quefti  rifpetti  il  Rè,afìne  di  prò 
il  negotio  della  religione  ,  di  fcriuere  nel  medefimo  tempo  una  iett 
Prelati  del  Regnojche  fi  doueirero  preparare  per  incaminarfi  al  Concilio,,  u 
«aruifi  al  tempo  della  conuocatione:  dellaqual  lettera  mandò  anco  c(  a 
Roma. 
t'I  Papiri-       p^  auifato  il  Pontefice  dal  Tuo  Nocio,che  dagli  officij  del  Cardinale  diL  cn 
pHta  dp  farloi  ^^^^-^^^  ^j  motiuo  del  Rè  contra la  BoUaiperche  moftraua  il  Concilio  douc  i 
unacontinuatione:&  udita  l'efpofitione  dell'  AmbafciatorejrifpofcM  lui 
gliarfijcivs  il  Rè,ilquale  fi  tiene  di  non  riconofcere  fiiperiore,s'airoggettili  ili 
difcretione  d'un'  altro  Prencipe,a  cui  non  tocca  impedirfi  in  tali  affari,  ir  ,- 
portarfi  al  Vicario  di  Chrifto,alquale  appartiene  la  moderatione  di  tutti 
lojche  concerne  la  religione  ;  «Se  che  la  Bolla  fatta  da  lui  era  approuata  d  qii 
gli  altri,&  non  haueua alcun bifogno  di  riformatione ,  de  egli  era  rilolui  :h 
reftairecofifatta,comeera.Che,quanto  al  nominare  nella  Bolla  il  Rèdi  an 
ciasCgli  non  ci  haueua  penfatoiSc  i  Cardinali,a'  quali  egli  haueua  dato  il  i  io 
di  farla,haueuano  creduto  badare ,  che  foife  nominato  l'Imperatore^: 
Rè  in  generaleialtrimentijfarebbe  ftato  bifogno,nominandone  uno,nom 
tutti:che  egli  non  haueua  hauuto  curajfaluo  che  del  foftantiale  della  Boi 
ciando  il  foprapiu  a'  Cardinali.  Qucfta  rifpofta  non  fatisfacendo  a'  Fra;, 
quali  pareua  che  la  loro  preeminenza  no  douelfeetrerpairata  con  termini  ne 
rali,cofi  per  la  lor  grandezzajcome  per  i  meriti  verfo  la  Sede  Apoftolica ,  1  iu 
il  Papa  gli  contentò,dicédo,Che  non  (empre  Ci  può  hauer  l'occhio  a  tutte  :fl 
feimache  per  l'auuenire  farebbe  diligente  in  auuertire  che  non  folfe  fatuo  i  m 
hautndo  paca.  errore:non  facendo  però  gran  capital  di  quel  Regno,  vedendo  che,  fenza  :u, 
fieran-^^Adella  rifpetto  della  autorità  fua,metreua  mano  nelle  cole  proprie  a  lui,nel  dar  ^  de 
Franciat        no  agli  herctici,&:  metter  regole  nelle  cofe  Ecclefiaftiche ,  etiandio  a  lui  ri  Ui 
teiimperoche  ne'Srati,che  habbiamo  detto  elFer  ilari  adunaci  in  Orliens  il  el 
di  Gennaro,eraftatuito,Che  i  Vefcoui  follerò  eletti  dal  Clero,con  interne  d« 
lufdicenti  Regi),  da  dodici  Nobili,  &  dodici  del  popolo:  &  che  non  fc.'« 
^  mandati  più  danari  a  Roma  per  conto  delle  Annate:Che  tutti  i  Vefcoui,^^|i 
pir  arte  leggi  r^^t;i,nfe(^eircro  pcrfonalmente,fotto  pena  di  perdere  i  frutti  de' benefici j:C  il 
tatclu^Ec-  *  *^"^  Cathedrale  fi  riferualTe  una  prebenda  per  un  Lettore -di  Theologia,  6  ;n: 
tfiaftìée:     altra  per  un  precettore  de'  putti  :  Che  tutti  gli  Abbati ,  Abbadeiie  >  P  ^ri 


mat 

<ltfiajì, 


l^- 


IXI. 


.A  Pio  mi.  LIBRO    QUINTO.  453 

.reircfolFero  foggetti a  Vefcoui,non  oftantc  qiialonque  effentione.  Che  cicTTo" 
Tipocede  effiggci-coraalcLinaper  miniftcrio  de'  Sacramenti,  Icpulcurco  al- 
DDtioni  lpincuali:Chc  i  Prelaci  non  poflìno  urarccnfuicfcnon  per  delitti  &c 
dalipiibiicirChe  i  Religiofmonpoirinofarprofcfrionc,  i  malchi prima  di 
icinqneanni,lefemine  prima  di  venti,  &inanzi  quel  tempo  poffinodifpo- 
Ic'  beni  loro  a  Buore  di  chi  gli  parerà,  eccetto  che  del  Monailerio  :  Che  oli 
efiafticinon  pollino  riccucr  Lcftamenti,o  difpofitioni  ài  ultima  volontà, 
;  alcuna  cola  gli  ila  larciata,o  donata.  Et  altre  e  ofe  ancora  furono  ordinare, 
i|mggior  rifornì  a  delle  Chiefe,&  perfone  Ecclcliaftiche,  lequali  ordina- 
jfe  bene  non  furono  publicate  all'  hora  ,  il  Noncio  le  mandò  al  Pon- 
■:&aquei,chercggeuano  la  Francia  baftò  hauer  dato  quella  lodisfdttione 
•ente air  uniucrrale,chcrichiedeuariforma,non  curando  alcuno  di  vedcr- 
guita. 


1  in  Spagna  tute' in  contrario  iTheoIogi  del  Rè  non  lodauano  la  Bolla,  ''"  -^^^'^'^ 


e  non  diccua  apertamente,  che  folle  unacontinuationc  del  Concilio  ^u  ^"'"'"  ^H"^- 
iminciato:anzi,comeauuiencàchiceniura  le  cole  altrui ,  quantoncfue  ^"'''' 
ìaiiilella  l'alfettata  ambiguità ,  parcua  loro  che  la  nuoua  intimatione  ap- 
i  più  chiara:  &  alcuni  dielTi  teneuano  dalle  parole  poter/ì  cauar  chiara- 
r  confegucnza,chc  le  dcterminationi  fatte  già  in  Trento  poteirero  eifer  re- 
I  nate,  il  che diceuanoeirercofapienadi pericolo,  &che  alficurorende- 

Proteftanti  arditi,  anzi  potrebbe  ancocaufar  qualche  diuilìone  nuoua 
^  rtolici.  Il  Re  foprafedette  dal  riceuere,  &  publicar  la  Bolla ,  fotto  colore 
I  n  ali  piacclle  l'ambiguità  delle parole,&  d'hauer  per  necelfario  che  folfc, 
.;  ilìuna  coperta,efpretro  quella  elfer  continuatione  del  Conciho,  &  che  le 

terminate  non  fi  doueuanoriuocare  in  dubbio:  ma  in  realtà,  per  elferre- 
ko  offelb, che , hauendo  ilRè  di Nauarra mandatoli  Vefcouo  di  Co  f^^ ofefaprsZ 
d  offerirgli  obcdienza  fecondo  il  folito,  il  PapaThauelIèriceuuto  nella ^'^'^•''''i''*'. 
'-<  ',ia5&conie  Ambafciatoredi  RèdiNauarra  ,  riputando cofa  pregmdi- 

a  poireffiohe  fua  in  quel  Regno,  fopra  quale  non  ha  altro  titolo ,  o  foll- 
ia odiragione,chela  Scommunicadi  Giulio  fecondo  ;  &  di  piu,perchea- 
-  -■  Monlieur  di  Cars ,  mandatogli  dall'  iftelfo ,  accio  s'adoperalFe  che  gli 
r  :itiiita la Nauarra,o datagli giufta ricompenfa,  6i  promettelfe  di  farne 
i(  rhcacc  coi  Rè.  Mandò  il  Papa  in  Spagna  elpreilo  il  Vefcouo  di  Terraci- 
•e^iuftificare,&  efcufare  le  cole  fatte  in  fauore  del  Rè  di  Nauarra,<Sc  rende-  'J|{''*^^7^S'»- 

<aipcroccafionelaragionedellaBolla.Aqueili,chc,perlacontrarieràd'o-4|l%/o„,^,2 
">!  in  Prencipi  coli  grandi5temeuano,rifpondeua,chc  per  pietà  paterna  ha  Pape  in  <7«e- 
•  tutti,  le  benha  hProteftantiper  perduti,  &:  i  Cattolici  di  Gcrmaniai^^'^'««/«4 
P  ìono  adherir  al  Concilio  fenza  leparaiTi  dagli. litri  ,6c  far nafcer' una 
a  anco  qualch'altro  Prencipe Cattolico  non  vorrà  adherirc ,  procederà 
'iorità,come  fece  Giulio  terzo  lènza  il  Rè  di  Francia.  Nondimeno^co' 
l' ci  fi  fcopriua  il  Pontefice  di  prender  tutte  queftcfluttuarioni  per  indif- 
'■ipoi^he  non  fapendol'cflìto,  poteuacofuemcrchcriufciircroin  male^ 
^!|i:ar  chela  bene.Vedeua  ha  tanto  di  riceuer  qualche'benehcio  da  que- 

Lll     ii] 


454  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  Pi 

e  1 3  i-^     fto  incerto  Concilio ,  ilqual  non  folo  feruiuapcr  freno,  a'  Prencipi,  &:  Pr 

-    Lxi.        non  tentar  cofe  nuouc ,  ma  a  fé  ancora  icruiua  di  colore,  per  negar  con 

mento  le  richicfte  non  di  luogiifidjfculando,  che,  elTendo  aperto  il  Co 

conucniuachc  procedeire  accuratamente,  ^  con  rifpetto,  &:  non  folle p 

in  aratici  conceflìonit&nafcendo  qualche xiiffìcoltàineftricabile, od] 

temed'unam-  lanmcttcua  alConcilio.RcftauafoianKnte  intunorcchela  mala  dilpo 

curftoneini-  de' Protcftanti  verl'o  la  Chicia  Romana  potelTe  caular  qualche  incoriio 

f^^''^>J"  I  ^'^-  t;alia,che  tutta  farebbe  deriuata  fopra  lui ,  &  vedcuafarfene  apcrturapcr  i 

;•  '  !!;  ™     fputa  di  prcccdcijza  tra  i  Duchi  di  Fiorenza,  &  Ferrara  ,  laquale  ufciua  f 

me  ai  prece-       •'..•'.     ...^r         -r-,  i-t--  i  • 

dm'z^i.tta Fio  termmi  ciuui.Coim.cDuca diFiorenza,prctendeuaprecn-ancnza,ccme 
rm\^,eFer-  do  il  luogo  della  Rcpublica  Fiorentina,  che  in  tutti  i  tempi  è  (lata  préf 
rara.  Duchi  di  Ferrara.    Alfonfo,  Duca  di  Ferrara , la  pretendeua  ,per  cllcr  la  e 

Ducale  ni  cafa de' progenitori  iuoi  da  m.oltelucceJnTioni,  doue  Cofir.o  ^ 
hora  primo  Duca  di  Fiorenza  5  alquale  non  poteua  iutfragare  la  ragion 
Rcpublica,chepiu  non  era  in  picdi.Queftoerafauoritod.dlaFranciajCO) 
trino  d'Henrico  fccondo,&  cognato  di  quei  di  Ghifa.  L'altro  fi  fondati; 
una  fententia  di  Carlo  quinto  a  luo  fauorc.  Alfonfo  faceua  inftanza  in  ( 
nia,chc  l'Imperatore  in  una  Dieta  con  gli  Elettori  folFe  giudice  j  che  pa 
Papacofa  pericolofa, quando  la  Dieta  di  Germania  facelFe  fententie  io 
talia,chc  tiraua  in  conicgucnzaeirecutione,&:dubbio  d'armi.Per  rimedi 
ftojfcriilc  unBreue  adambidue  i  DuchitElFerproprio  della  Sede  Apoftc 
del  Vicario  di  Chriftcfententiare  inhfatte  caufe,  commandando  ad  ai 
di  prefcntar'  alui,comeiolo  Icgitimo  giudiccle  lor  ragioni,  &:afpetta) 
effinparaco-  tentia.Et  per  elTer  preparato  ad  ogni  cuento,  deliberò  di  fortificar  il  Cai 
irdUfor^^i     Roma  ,lacittà  Leonina,dctta volgarmente  Borgo,  Miluoghi opportui 
Stato  ilioi&impofe  grauezza  per  alfiìora  di  tre  Giulij  per  rubio  di  grano 
lo  ftato  EccÌeriall:ico.Et,pcrnondargeloiìaa'Prencipi,chiamc)  gli  Amb; 
ri  dell'  Imperatore,Spagna,PortogaÌiOj&  Venetia,a  quali  diede  parte  de 
bcrationcos:  delle  ragioni:commandando  cheauifaiFcro  ilor  Prencipi 
tutto  farebbe  fatto  con  Icggier  granarne  de'  ludditi,cllcndo  la  grauezz 
ordinata  minore  dell'  impofta  da  Paolo  quarto,confar  celebrarla  Cat 
S.Pietro-.pcrche  per  la  fua  il  pouero  non  pagana  più  che  tre  Giulij  in  cut 
no,doiic  per  la  fella  di  Paolo  quarto  ne  perdeua  cinquccol  reflar  di  lauc 
giorno. 

Infiando  il  tempo  prcfilTo  al  principio  del  Concilio,il  Papa,per  no- 
di qucllcche  dal  canto  ilio  li  doueua  farejdcputò  Legati  per  prefederu 
lio,  Gonza"-a,Cardinale  di  Mantouajmolto  contpicuo  per  la  grandezza  ci 

per  il  nome  del  fratello  Ferrando,&:  per  la  virtù  propria ,  hauendo  ade 
mezzo  dell'Imperatore  a  pcrluaderlo,che  accettatFe  il  carico,conhdam 
nel  valore,&  deftrczzafua:Et  GiacoirjO  Puteo,da  Nizza ,  eccellente  G 
fultOjl0no^amenteverfato,prima  nella  Rota,&  poi  nella  fignatura: die 
ucr  intentione  di  fune  tre  altri:chc  le  nel  Collegio  non  ne  trouerà  a  p 
crearànuoui  Cardinali  Theologi,6cLegifti  da  bcne,per  quefto  eifettc  ^'' 


e  deputa  Le- 
gati al  Conci- 


A.  Paolo  mi.         LIBRO    QJ/INTO.  4^^ 

:ongregacioncaiCai-dinali,&  Prelati,pcrclai'oi-ainc  a  tutte  le  cofenecef-  ~J~"^ 
erdai-pi-incipio  in  Trento  al  tempo  ftatuito:  &  opportunamente  hebbe        lx. 
:edal  Rè  _di  FLancia,{ottoi  tre  lVlarzo,&  in  conformità  gli  cCpofc  Monfìeut  accettato  da 
i|goleme,lao  Ambalciatorcchefi  contentaua  del  Concilio  in  qualonque  branda, 
),dclìdcroro  alia  fine  di  vedere  iliccederne  l'cifetto ,  &  frutto  dcfidcrato  da 
la  Chriftianità.Ec  gli  mandò  anco  quel  Rèefprello  Monficur  de  Rambo- 
^afarl'iftellòorliciojrapprcientandol  biiogni  di  Francia,  &  i'inftanzajche 
gli  era  Itaca  fatta  da' Scati  tenuti  in  Orliens:con  lìgnilìcargli,chc,qaando 
;e  3  rimedio  folle  ritardato,farcbbe  Rato  in  neceffità  di  riccuere  la  medicina 
l  opnoRegncconlaCongregationede'  fuoi  Prelati,non  vedendoli  che  vi 
alco  rimedio  per  regolar  le  cole  della  religione,fe  non  un  Concilio  Genera- 
li >Lo;oucro,  in  mancamento  di  quello,  un  Nitipnalc.  Allaqual  ambafciata 
:  il  Papa,Che  niiruno  defidcraua  il  Concilio  più  di  lu!,dalquale  non  vcni- 
;ghezza,&  dilationejma dulie diuerfe  opcnioni  de'Prencipi:pcr  latisfli- 
:  ;aali,haueua  dato  alla  Bolla  della  coiuiocatioiie  quella  forma ,  che  crii 
.  i  pui  propria  per  contentargli  tuttiXacaala,per  laqualc  in  Francia  muta- 
cpcnione,  fu,  perche  ,  vedendo  quel  Regno  in  (lato  peflìmo,riputaro- 
.  ogni  mutatione,fatta  altroue^nonpoteirelenoif  megliorar  laconditio- 

gnaancorarcritreilTerracina>chedalRè  furono  udire  con  approba-  '^"^^f^^ys 
■AC  efporitioni;&  quanto  al  negotio  del  Concilio  ,  dopo  qualche  con-  ^  Po"°S^^^9i 
■  col  confeglio  de' Prelati  fuoi^fierarifoluto  finalmente  d'accettar  la 
-nza  mouerci  (opra  alcuna  difficoltà, &  d'inuiarui  i  Vefcoui  a'  primi 
prommodi  per  viaggiare,  &  infi-me  deputare  honoreuole  ambafciaria 
i  lcrui.Auisò ancora, che  i  Prelati  di  Portogallo  cianopartiti  dalle  cafe 
V  quelRchaueuadcftinato  Ambafciatoi-e,ma  hauer  penetrato,  alcuni  di  con  qualche 

ciati hauerintentione,che nella  Sinodo  folFe  definitala  fuperiorità  del  omh^  delPa^^ 
L  lO  al^ Papa,  (opra  ilqual  punto  ftudiauano  ,  6c  fliceuano  ftudiare  molti  P'^* 
'  :uL'auilofuiì:imatodal  Pontefice,ilqual  ponderaua  quello,chepoteire 
oiiandofolfero  ridotti!  Vefcoui  in  Concilio,  &  trattallcro  curri  infic- 
-  -ie,prima  che partire,concepiiianocofi  alti penficri:  ìk  haueua  qualche 
n  che  il  Rè,  &  il  Ilio  confeglio  jpoteirero  hauerci  dentro  qualche  parte 
li  jeno>  comeprudente, giudicò  che ,  tenendoli  il  Concilio ,  non  quella 
1'  molte  altre  nouicàjpotcuanoellcrpropofhe  ,  &  tentate,  nonfoloafua 
■'  'oiic>ma  ancora  contraaltri.peròcircruianco  ad  ogni  pcfo  il  contra- 
:  delle  coletentatc,&  temutcnon  riufcire  niai  la  parte  millcfima.. 
lattento  a' tcntatiui  de'  Francefi,pereir(r  imminenti, &diperfone  mafìme con- 
Hnte  fi  riloluono,ne  iifano  la  flemma Spagnuola:&  però  ad  ogni  auif b  tra  ÌTra^f; 
:  cafione  di  dar  parte  all'  Ambafciatore  Francefe ,  &c  confiderarali  in 
>hci,chenonpenfa{rero  a' Concili)  Nacionali,Conucnti,o  Colloqui) 
I  di  religione  :  perche  gli  hauercbbc  hauuti  tutti  per  fcifmatici:  che 
^  Rè  di  non  valerfi  di  quei  mezzi,  che  al  certo  hauerebbono  ridotto 
■^a,iion  folo  in  peggiore,  ma  in  pedìmo  flato  :  chcefTcndo  Icuatcle 


'    456  CONCILIO    DI  TRENTO       Papa  Pio  : 

^ci^  13    diiììcoltà  di  Spagna,  s'hauerebbe  ceitamente  celebraw)  il  Concilio :pei 
LXi.       qaa:o  a  quelle  che  continuano  inGen-nania,non  fono  da  hauennconridcua 
nc:cheiPrencipi,&  Vefcoui  Catolici^confenciranno;  &  forleancoil  Due 
Salfoniajcome  ha  dimoftrato  nell'  hauerfi  feparaco  dagli  alcri  congregai 
Naumburg  :  fperaua  che  l'Imperatore  folte  per  preftarci  la  tua  pertonal'  alTil 
za,quando  vi  toirebirogno/icomeeiromcdehmo  Pontefice  promecteuari! 
fo della perfona  Tua  propria,  quando  egli  fteiro  rhauelVe  giudicato  necefl;. 
non  volendo  in  quello  clFcr  foggetto  ad  altri,che  algiudicio  luo  proprio.  , 
pedice  i  Le-     Auicinandofila  Pafca^tempo  dcftinato  per  il  principio  del  Concilio,^  r| 
g^iaTrentot  u^ndofi il  Cardinal  Puteo  grauemente  inFermo,  in  luogo  di  quello  deftij 
Cócilio  Fra  Girolamo,  Cardinal  Seripando,Theologo  di  moltafama:&  Icj 
partir  immediatccon  ordine  di  palfar  per  Mantoua,&  leuar  l'altro  Legat( 
andar  ambidue  al  tempo  deftinato  aTrento:ilche  però  non  fu  clleguito  coi 
ta  la  foUecitudine  commandata,ne  effi  arriuarono  a  Trento,  che  la  terza  fc  | 
Refurrettione,  doue  ritrouarono  noue  Vefcoui ,  gionti  prima  di  loro.  ' 
e  vi  facam,-  dili'^enza,che  i  Vefcoui  d' Italia  fi  mettelFero  in  ponto.ScrilIe  perciò . 

S;^^"    ciLerealVicerèdiNapoli,&alfuoNoiKÌoinquel^ 

far'  offici)  da' fuoi  co' Vefcoui  di  quello  Stato.Ricercò  la  Repubhca  di  Ve 
che  facclle  metter'  in  viaggio  ifuoid'Italia,&  che  commandaOea  quei  d 
matia,Candia,&  Cipro, d'inuiarfi  quanto  prima 5 &  creaireAmbalciatc 
ner  nome  della  Republica  interueniffero.Non  li  moueuano  pero  1  Prelati 
ni  con  molta  facilità,fapendo  certo  che  non  fi  potcua  dar  principio , prir 
venilTc  l'alVenfo  dell'  Imperatorcche  tuttauia  s'allongaua,  alpettandoi 
2nuoli,&Francefi.Haucuanoperfuperfluo  andar'  a  Trento  ,  prima  che 
tolfero  aiontiinltaUa:5^ gran  parte d'elTbicortegi'ani  ma{rime,non  pot 
credere,°che  le  attieni  del  Papa  non  folTerofimulationi.  Ma  la  venta  era. 
Papa,ccrto  di  non  poter  fuggirli  Conc  ilio,  defideraua  vederlo  predo:  e 
Che  era  certo  il  male,quale  patina  per  la  prolongatione  :  &  incerto  quel! 
potelle  incontrare  nelcelcbrarlo:Che  gì'  inimici  fuoi ,  &  di  quella  Sede, 
noccuano  ncU'  afpcttatiua,che  non  haueilero  potuto  nuocergli  nella  e 
tione.Et  come  era  di  natura  rifoluto ,  era  folito  ufar  il  prouerbio  Latine 
meglio  una  voltaprouar'  il  malcche  fempre  temerlo. 
tratmo  ad  Ma,mentre  quefte  dilationi  s'interpongono/i  prepataua  una  Conuei 

VucdlS^-  ,hc  ilDLicadiSauoia  fece  co' Valdeh delle  Valli  del  Moncenis.  Imp< 
noia  co  fuoi  |,^^^e,-^ao  e^li  già  più  d'un'  anno  tentato  di  ridurgh  per  mezzo  de  cali 
ftiddhì  Fai-  ^  ^^^  ffmifcro  in  difefa,come  s'è  detto,  mantenuto  genti  in  armi  ce 
loro ,  perilche  fare  il  Pontefice  più  volte  lo  fouuenne  di  denari  :  &  fé 
l'albrczza  del  paefe  più  tofto  il  procedeUa  con  fcaramuccie ,  che  con  gu« 
mata,fucceire  finalmente  quafi  una  formai  giornata,doue  le  genti  delUu 
b-ro  una  c^ran  rotta,ncllaquale  elfendo  morti  quattordici  foli  de  Valdc. 
td,chc  ei-Sio  da  fettemila  foldati,furono  disfatti:&,quantóq;  il  Ducati 
relUu-citcrcftarono  fempre  i  fuoi  inferiori.  Perilche,  vedendo  che  noi 


PA  Pio  Ilir.  LIBRO     QVrNTO.  4^7 ^__ 

,  fenon  agguerrire  li  Cuoi  ribelli,  confumar  il  Tuo  paefc ,  &  fpendcr  il  de-  e  i  a  i  -a 
, /ìrifolfe  di  riceuergli in gratia,&  fu  fatta  laconucntione  a' cinque  Giù-       i-xi. 
lellaqualcperdonò  le  cofc  commeire,  concedendo  ia  libertà  di  confcien- 
egnati  certi  luoghi  lblamente,doue  pótcìrero  far  le  Congrcgationi,negli 
lon  potellèro  predicare, ma  folo  conlolare  gì'  infermi, &  far  altri  uffici)  di 
one,gli allentati poteirero ritornare, &  i banditi  ricuperalfero  ilorbeni: 
Ducapotefle  mandar  via  i  Pallori,  che  gli  piaceifc  ,  potendo  cfìfi  proue- 
Taltri  :  che  in  ogni  luogo  lì  potelfe  elfercitar  la  religione  Romana  non 
do  però  alcuno  elfer  sforzato  a  quella.  Il  Pontefice  fentìgrandiflìmo  fi^'/^we  «f 
lo  che  un  Prencip e  Italiano,  &  aiutato  da  lui.  Se  non  coli  potente,  che  ^*/'*» 
lon  hauelfe  fempre  bifogno,permetteire  viuer'  heretici  liberamento  nel- 
lo fuorfopra  tutto  glipremenaTelIèmpio,  che  gli  potrebbe  eirer  fempre 
ciato  da'  Prencipi  maggiori,che  volelfcro  permetter  altra  religione.   Ne 
aerela  in  Conciftoro  con  acerbità, facendo  comparationede'Miniftri 
:Cattolico  in  Regno,  con  quel  Duca, 'iquali  in  quei  giorni  mede/irai, 
do  fcoperto  una  malFa  di  Lutherani,  che  in'numero  di  trenti  la  erano  u- 
Colfenza,  3c  ritiratili  al  monte,  per  viuer  fecondo  la  lor  dottrina,  gli 
mo  diftrutti,  con  hauernc  parte  impiccati,  parte  abbrugiaf  i,  &:  altri  po- 
llerà: &c  elTortando  tutti  i  Cardinali  a  confultarne  il  rimedio.    Ma  gran 
izaeraopprimere  un  poco  numero  difarmato,&  lontano  da  ogni  aiu- 
i  Dmbatter  con  gran  numero  di  armati,  in  iìto  per  loro  auantaggiofo ,  & 
Iti  potenti  alle  fpalle.   Mandò  il  Duca  a  giuftificare  la  caufa  ìua;  &  i\  il  Duca  fi 
ce  udite  le  ragioni,&:  non  potendo  ben  rifpondcre,fi  quietò.  gmflifica: 

rancia  ancora,fe  benlaRegina,&  iprelati,de/iderauanofatisfarilPon-  ^JfembUadl 
[mettendo  al  Concilio  le  caufe  della  religione,!!  metteua  però  in  ordine  ■^'■«'/«^f  »» 
ngregatione  di  Prelati:  &  quantonquel'Ambafciatore  alile uralfe  il  po-  -f*"*^"*'/"^ 
:he  non  lì  farebbe  parlato  di  dottrina,  ne  d'altra  cofapregiudiciale  all'  dìforJni  delle 
i  Pontificia;ma  folo,per  trouar  come  pagare  i  debiti  del  Rè,»Scper  prò-  religiorteg, 
qualche  abufo,  &  confultarle  cofe  da  trattar  in  Concilio  Generale: 
i  lisfaceua  alla  llcurezza,anzi  teneua,che  quel  prouederalli  abufìli  riferi- 
ì  (ipedir  gli  emolumenti  della  Corte:^  il  confultare  per  Concilio,inter- 
quello,di  che  haucuahauuto  fentore,cioè,  che  s'intendeirero  con  Spa- 
in  materia  della  fupremapoteftà  del  Concilio,etiandiofopra  il  Pontefì- 
5giongeua,che,per  le  diirenlioni,che  erano  tra  i  grandi  nella  Corte,dif- 
o  nelle  prouincie ,  mentre  ciafcuno  procura  maggior  numero  di  par- 
endo una  libertà  grande  di  parlare ,  i  profelfori  della  nuoua  religione  lì 
ano  apertamente^  erano  protetti  da'  più  principali  apprelfo  il  Rè,con 
s  idignatione  de'  Cattolici:onde  per  tutto'l  Regno  erano  contentioni,& 
M  ie,ufandolì  per  villania  dall'  una  cótra  l'altra  parte  i  nomi  di  Papifti,^;: 
Di  ti;eccitando  li  predicatori  la  plebe  atumulti,&  caminando  tutti  con 
li  :rli.   Vedeua  chiaro,  che  fé  la  parte  Cattolica  non  era  tutta  indrizzata 
Ciò all'iftdfo fine ,  douellè nafcere  qualche  monftruofità :  per  euitarla 
S:  :  a  fine  d'ouuiare,  o  attrauerfare  quei  diifcgni  j  giudicò  elTerui  bifogno 

Mmm 


458  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio  | 

ci3   i3       di miniftroApoftolico d'autorità,  &  non  Francefe,  interefTatopiunel  m 

L  XI.       che  nel  feruitio  della  Sede  Apoftolica:«3c  deliberò  mandaiui  un  Lcgato:&i: 

allaquak  il    tato  Tocchio  fopia  tutti  i  Cardinali/i  fermò  in  Ferrara,  concorrendo  in  ] 

cTd^d  d'/  Cardinale  tutte  le  qualità  requifite  :  una  fingolar  prudenza,  8c  deftrezza ne'i 

Ferrara  per   gouiare,nobiltà  coiigionta con  la  cafa  Regia  di  Francia,  eirendo cognato  1 

Legato:         gran  zia  del  Rè,  Figlia  di  Luigi  duodecimo:  &c  uno  ftretto  parentado  co'  G  ( 

che  haurcbbe  coftretto  per  ragioni  di  fangue  di  fauorirlo  >  hauendo  ilDii  i 

Ghifa  una  nipote  di  quel  Cardinale  in  matrimoni o»A  quello  diede  quattri  ,i 

ticolari  cómiirionitDi  fauorir  la  parte  Cattolica,&  oppugnare  i  Protefta  ■, 

diuertir  ogni  Sinodo  Nationale ,  &  Congrcgatione  di  prelati  :  &  di  fo  i  ' 

l'andata  de' Prelati  al  Concilio:  «Sedi  far  retrattare  le  ordinacioni  fatte  ^ 

terie  Ecclefiaftiche. 

ed  intanto  fi     Ma,  mentre  il  Legato  s'inuia,ruccefre accidente,  che  fece  temer'  i  più  i  ii 

/cwoftre   tn     ^^^  Rè,non  meno  da'  Cattolici,  che  dagli  altri  :hauendo  fcopcrto  peflìm  r 

rancia  un  f^^^^  ^.^^  occaiìone  che  a  quattordici  Luglio,  fu  prefo  appretto  Orliens,/^  ir 

trattato  del     t-.   r  i  -i         i  r        \-        >■       ■  e  r     •  , 

Clero  con  if-  l^eliderio ,  ilquale con  unalupplicas  inuiauain  Spagna,  Icritta  per nor  d( 

fagna:  Clero  di  Francia  ,nellaquale  dimandaua  aiuto  di  quel  Rè  contra  i  Pi otcl  it 

che  non  poteuano  elFer  reprcflì  con  gagliardi  rimedi)  da  un  putto,  &  ui 

na:&  con  altre  inftruttioniin  cifra,  più  fecrete,  da  trattare  con  quella  ' 

Qacfto  impregionatOj&:  interrogato  de'  complici,^  manifeftati  alqua 

li  eracofapericolofa  icoprire,fideliberò,che,quantoa' complici,  non 

palfar  piuinanzi.Fu  condannatoa  far  in  publico  emenda  honoreuole,.^ 

mie  fi  fa  E~  ciarlatupplica,  &  a  pregion  perpetua  nel  Monafterio  de'  Certofini.Ec  ; 

ditto  a  famr  trato  molti  degl'indici)  dal  reo  manifeftati,  il  Confeglio  Rcgiogiudict 

{fc  Blformath  ^^j.-^  j^^.  q^ialche  fodisfattione  all'  altra  parte.  Onde  fece  ilRè  un'  Edicr 

hibendo  li  nomi  d'Vgonotti,&:  Papifti,ordinando,che,rotto  pretefto.dil 

le  Congrcgationi  prohibitepcr  caufadi  religionejniifun  poteile  entrare, 

pochijne  con  molti,in  cafa  d'altri.  Che  i  pregioni per  caufa  di  religioiie 

Hberati,&:  i  fuorufciti  fino  al  tempo  di  Francefco  primo  poteirero  ritorn 

racquiftare  i  fuoi  beni,viuendo  Cattolicamente  :  &  non  volendo  còfi' 

potelfcro  vender  ilorbeni,&:  andar' altroue.    Aquefto  il  Parlamentodi 

s'oppofccon  dirc,G  he  pareuaconcelFa  una  libertà  di  religione:cofa  ini. 

in{olita:che  il  tornar  de' fuorufciti  farebbe  cagione  di  gran  turbe:  &:ch 

eoltàdi  vender'  i  beniy&:  andar'  altroue,  era  contra gL'  mftituti.del  Regn 

non  concedono  portar  fuori  danari  in  quantità. 

ìqMolìf'atcYep      Macon  tutte  quefte  oppoiìnoni,rEditto fumeflbinelTectitionej.YO 

c«»e,  pregioni,&:  tornati  gU  eiruli:onde,creiciuto  in  numero,&  faeendofipiu 

doni,  &  più  numcroic  del  folito ,  per  rimediarui  con  maturo  confeglio 

miniperiti  di  Stato,&:  di  G;iuftitia,ii  Rè,conla  Rcgina,&  i  prencipi,an( 

in  Parlamenro.Propofe  il  Cancellario,che  non  s'haueua  da  parlar  dellar 

ne,  mafolo de'  rimedi)  per  ouuiarca'  quotidiani  tumulti, che  nafceua 

quella  ,.accioche  coli'  ulo  di  tumultuare  fatti  licentiofl,  non  deponellci 

l'olTequio  al  Rè.  Furono  tre  pareri.  Il  primo,che  fi  fofpendeffero  tutee , 

coatta  1  Proteftanti  fìno^lla  decilionc  del  C6cilio.Il  fecondo^che  ù.  prò' 


A  Pio  mi.         LIBRO    QJINTO.  459 

1.1  capitale  centra  di  loro.Il  terzo,  che  Ci  rimettere  il  punirgli  al  foro  Eccle-  ~  ao   ij^' 

co,piohlbendo  le  Congrcgationipublichco  occulte,  &:la  libertà  di pre-        Lxi. 

ie,o  amminiftrarc  i  Sacramenti,ialuo  che  alia  Romana.  Per  rilolutione,  Fu 

)  cemperaméto,&  formato  l'Edittcchc  il  chiamò  di  Luglio:  Che  tatti  s'a- 

flero  dalle ingiuiic&viueirero  in  pace.Chci Predicatori noiiecciralfero  ondef.fal^E- 

iltijinpena  Capitale.  Che  non  fi  predicatfc,  ne  amminiflràilc  Sacramenti,  ^«'^  a''  Lh^ 

»  che  al  rito  Romano.  Che  la  cognitione  dell'  herefìa  appartencifc  ali'  Ec-  &''''^"^°^^'''a' 

iftico;  ma  (e  il  reo  foire  dato  al  braccio  fecolare,nó  gli  folfc  importa  mao--  "^ 

3cna,che  di  bando,&  quefto  fino  ad  altra  detcrminacione  del  ConciliojV- 

■t"de,o  Nationale.Che  folTe  fatta  gratiaatutti  quclli,che,percaa{adi  rcli- 

é,haueIIcro  moifo  tumulti  ;  viucndo  per  l'auneniiC  in  pacc,3<:  Catholica- 

e.Poi,trattandoil  d'accommodar  lecótroucrilcfu  ordinato,che  i  Vcfco- 

aelfero  conuenire  per  i  dieci  Agofto  in  Poii]ì,&  a'  Miniftri  de'  Proteltanti  ^^  ^   ^ 

iato  faluocondotto  per  ritrouaruifì:contradicendoa  ciò  molti  de' Catto-  ^jleSlaa 

quali  pareuacolaftrana,indegna,&pericolo{a,cheli  metteilè  in  compro-  Poip: 

la  dottrina  fino  air  hora  riceuuta,&  in  pericolo  la  religione  de'maggio- 

a  celfero  finalmentcperche  il  Cardinale  di  Lorrenaprometteuaampia- 

;  di  douer  confutar  gli  heretici,  5c  riceucre  fopra  di  fé  ogni  carico  :  aiu- 

lo  anco  a  quefto  la  Regina,  laquale,cono('ciuto  il  defidcrio  del  Cardina- 

lentare  il  fuo  ingegno,haueua  caro  fodisfarlo. 

Papa  andò  nuoua  di  quefti  doi  Editti  iniìeme,doue  trono  che  lodare,  &  tutte  cofeJj>ta-^ 

afmare.Commcndaua  il  Parlamento,che  hauelTe  foftenuto  la  caufa  della  ceaoU  al  l'a. 

)ne:biafmaua,che,  contra  le  Decretali  Pontitìcie,non  fidouclfe  proceder  ^** 

gior  pena,che  dibando.Per  conclufione,diceua,che  quando  i  mali  lupe- 

;  forze  de'  rimedij,altro  non  fi  può  fare,fc  non  alleggerirgli  con  la  tolera- 

lail  pericolo  imminente  della  ridottione  de' Prelati,  &maflìme  inlieme 

)telì:anti,  elfcr'  intolerabile: che  egli  hauerebbe  fatto  ilpoflìbileper  ou- 

?cnongiouando  la'opcra Tua, farebbe fenza colpa.  Adonque  trattoceli 

afciatore  efficaceméte,  &  iw  conformità  fece  per  mezzo  del  fuo  Noncio 

za  al  Rè,  accio,  poiché  nonfipoteua  pretermetter  la  ridottione ,  almeno 

Spettato  l'arriuo  del  Cardinale  di  Ferrara  :  che  all'hora ,  in  prefenza  d'un 

3  Apolì:olico,cópieni{Iìma  autorità,  la  ridottione  farebbe  ftata  legitima. 

ancora  a'  Prelati,che  la  lor  poteftà  non  s'eftcndeua  a  far  decreti  in  mate- 

eligione,nc  meno  nella difciplina  fpettante  a  tutta  la  Chiefaj3c  che  fé  efli 

^ro  trafgreflì  ilortermini,egli,oltre  rannullatione,procederebbe  contra 

•  ogni  feucrità.L'officio  del  Nócio,&deirAmba(ciatore  no  fecero  frutto, 

édofi  no  iolo  i  cótrarij  al  Póteiìccma  il  medefimo  di  Lorena,có  gli  adhe- 

(  )i:&per  nome  Regio  fualNócio  dcttOjchc  il  pót.poteuaftar  ficuro  della 

one,perche  niiruna  cofa  farebbe  rifoluta,feno,n  col  parere  de'  Cardinali, 

Jlaiiano  con  tutto  ciò  precipitando  le  cole  Ecdellaftiche:  &  in  Roma  fu  /     .    /.     --, 
1  ,     i^    ,  „f     .     ^  .  ••    r>'       r       ,v      I  le  CUI  cole  peo* 

nunagrancaduta,chene  Stati cotinuatiinPotoiia,  eliendonata  contro-  moram  in 

li  precedenza  trai  Cardinali,  &iPrencipi  delfangue  Regio,  ilCófcgiio  Francia, 

:  IO  cétra  i  Cardinali:3c  Seiatiglion,&  Armigniaccedettero'.fe  bcnTornó, 

<  a,  de  Ghifaj  fi  partirono  con  idegao  ^  mormoratione  contra  i  Colleghi, 

M  m  m      ij 


409  CONCILIO   DI   TRENTO.  PapaPio  H 

ci3  i3  Et  fu  udito  eonapplaufo  il  Deputato  del  terzo  Stato,  quale  piidòcontta^rd. 
ixi.  dine  Ecclefiaftico,  opponendogli  l'ignoranza,  3c  lulFoi  &c  dimandando,  chcl; 
foirGleuataognigiurifdittione,&  leuatc  le  entrate ,&  fatto  un  Concinor,; 
rionale,  alquale  il  Rè,o  i  Prencipi  del  Sangue  prefedino:&  tra  tanto  fia  conit 
fo  il  poter  radunarfi,&  predicare  a  quelli,che  non  riceuono  le  ceremonie  Ih 
mane:  faccndoui  interuenir  alcun publico  miniftrodelRè,  accioche  chi;^ 
mente  fi  vegga ,  fé  alcuna  cofa  ila  trattata  contra  il  Rè.  Fu  trattato  d'appli  i| 
al  publico  parte  delle  entrate  Ecclefiaftiche ,  oc  molte  altre  cofc  contra  qii! 
Ordinc:aggiongendoii  Tempre  maggior  numero  di  fautori  a*^Proteftanti.  ]  ii 
Clero,  per  libcrarfi,  fu  coftretto  promettere  di  pagar  al  Rè  per  Tei  anni  qua  o 
decime  alFannoick  coli  quieta  li  rumori  eccitati  contra  loro:&:  per  colme  :i 
ìd effo  y  ofefo  precipitiofottoi  quattro AgoftofcriiTe la  Regina  una  longa  lettera  al  Pi, 
d'una  lettera  narrando  i  pericoli  imminenti  per  i  diffidij  della  religione,  eirortandolo  a  i- 
deifa  l{eimj  medio  ;  Diceua  elfer  tanta  la  moltitudine  de'  feparati  dalla  Chiefa  Rom  i, 
che  la  legge,  &  la  forza  non  gli  potè  uà  più  ridurre:che  molti  di  ellìjprinc  li 
del  Regno,col  Tuo  eirempiotirauano  degli  altri:chenon  elTendouinilfuno  le 
neghi  gli  articoli  della  fede,&i  Tei  Concilij,molciconfegliauiano  che  fi  p^  f- 
fero  riceuere  in.  communione»  Ma,  fé  quefto  non piaceua,  &  parelfe  iva  o 
afpettar  l'aiuto  del  Concilio  Generale ,  tra  tanto  ,pa"  la  neceflìtà  urgerne  5t 
per  il  pericolo  nella  tardanza,  elTerncceirarioufar  qualche  particolarrim(  d» 
con  introdur  colloqui)  dall'  una,  6c  l'altra  parte  i  ammonire  di  guardare  1- 
le  ingiurie,&  contentioni,&  dalle  ofFefe  di  parole  d'una  parte  contra  Talti  e- 
uarli  fcrupoli  a  quelli,  che  non  fono  ancora  alienati,  leuando  dal  luogo  11 
adoi^atione  le  imagini  prohìbiteda  Dio,&  dannate  da  S.Gregorio:dal  B.  f- 
mo  lo  fputo,  &  gli  elTorcifmb  &:  le  altre  cofe  non  inftituite  per  la  parola  il* 
iia:  reftif  uir  l'ufo  della  communione  del  Calice,  e  le  preghiere  nella  lingu  O' 
polare:che  ogni  prima  Domenica  del  mefe,o  più  fpeflo,i  Curati  conuoc 
quelli,  che  vogliono  communicarc r &,cantati  i Salmi, in  volgar  lingua, 
medefimafìano  fatte  publiche  preghiere  per  il  prencipe,per  rMagiftrati,) 
falubrità  dell'  aria,&:  frutti  della  terrarpoi,efplicati  i  luoghi  degù  Euang(  Hi 
&S.PaolodeirEucariftia,  fi  venga  alla  Communione.  Che  iìa  leuatala  h 
del  Corpo  del  Signoresche  non  è  iaftitaita,fenon  per  pompai,che,  fé  nell(  e- 
ghierefìvuol'  tifar  la  lingua  Latina,  viflaggiongalavolgarepetutilitàd! 
Che  noni!  leui  niente  della  autorità  Pontificia,  ne  della  dottrina,  non  eli  - 
giufl:o,ie  i  Miniftri  hanno  fallatojeuar'  il  minifterio^  Quefte  cofe  Icrilfc  ■■9^. 
me  fu  opiaione,aperfuafione  di  Giouani  Moaluc,  Vefcouo  di  Valenza  w 
fouerchialibe-rcà  Frane  efe.  CommolTero  molto  il  Pontefice,  attefailr  ' 
pieno  diforpittioni,  mentre  che  fi  parlauadi  Concilio  Narionale,&cr 
maro  il  Colloquio  a  poifli:&:  ben  confultato,rifoluè  di  proceder  con  dillìi 
tione,&  non  dar' altra  rifpolb ,  fenon  che  eflendo  il  Concilio  imminem  < 
quello  s'hauerebbe  potuto  proponer  tutto  quello,  che  foiV:  giudicato  nei  ^ 
rio,con  certa  <peranza,chelà  non  fi  farebbe  rifolurione,fenon fecondo  1'  '?" 
genzadclferaiuo<liDiOi&  della  tranquillità  della  Chiefa.. 


I 


,  Pio  mi.  LIBRO   QJ/INTO.  j^6i  ^ ^ 

qucfte  occLinenze  fi  confermo  il  Papanell'  opinione  coiicettajchefof-    eia   i^ 
sper  re,&  perlaCortcilCócilio;  &  neccilano  il  celebralo  per  difefa  Tua       lxi. 
'.  le  preparacioni ,  che  vedeua  farfi,&;  rufpicana  maggiori  :  de  ài  quefto  ne  "»»"^*  ^«  f» 
ÌQ(y\\o  l'allegrezza  che  moftroil  Ventiquattro  Agoflojhauencio  ricciuito-^"''"?-*  "^' 
:  dall'  Imperatore:  doiie  diceuad'acconientire  in  tutto  &:  per  tutto  al  ^,.^,7^  \  ^^ 
Wioyòc  che  la  dilationcufata  da  lui  a  dichiararli  fino  a  quel  tempojnó  era  jidmxto  dair 
fenon  per  tirar'  i  prencipi  di  Germania  :  hora ,  che  vedeua  non  poter  far  im^eratam 
d'auantaggioj  lo  pregaua  a  continuar  gli  uffici]»  &:  opere  per  accelerar  la 
atione.    Laqual  lettera,  congregati  tutti  gli  Ambafciaton de' Prencipi» 
laggior  parte  de'  Cardinali ,  fi  che  fu  come  un  Coiìcifl:oro>  moftrò  a  tut- 
endo ,  Che  era  degna  d'etTcre  l'crita  in  lettere  d'oro  >  pggioiigcndo ,  Che 
)oncilio  farebbe  Iruttuofiflìmo,  &  che  non  era  da  difttiire  :  che  farebbe 
ofi  uniuerfal  Concilio,  che  la  Città  di  Trento  non  ne  farebbe  ftataca- 
&  che  hauerebbe  bifognato  penfardi  trasferir  lo  altrouc  in  luogo  piit 
odo,per  ampiezza  di  Cittàj&:  fertilità  di  regione.     Fu  confermato  dall' 
iza  il  ragionamento  tenuto  dal  papa  >  fé  ben*  ad  ale  uno  parue  che  folle 
loto  il  nominar  traflationc  nel  principio,  quando  og  li  minima fofpit- 
loteua  apportar  molto  impedimento,oucra almeno  dilationecpenfando 
|^n,che  ciò  non  farebbe  ftato  difcaro  al  Papa>&  che  per  ciò  gettato  ha- 
motto,per  aprir  porta,dcuepotelfe  entrare  la  difficoltà. 

ndo  già  non  folorifolutOjmu  fatto  noto  a  tutti,che  de' Prelati Tedefchi  »  Prdattb^^ 
farebbe  interuenuto al  Concilio>dubitandofi  anco,attefo  il  Colloquio  '^"f"'  cm^»» 
to,  che  Francefihauerebbono  trattata  tra  loro  foli,  6c  che  il  Concilio  V"!*^^- 
:  comporto  di  folo  Italiani ,  &  Spagnuoli ,  di  quefti  non  douendo  elfer    *"  "^^'^ 
il  numero,  jI'  Italiani  ancora  vennero  in  penficro,  che  pochi  di  loro  do- 
eircr*afufticienza;onde  molti  s'adoperauano  apprelToil  pontefice  con  ^^,7  papat 
k  fauori,  per  eirer  degli  eccettuati.    Il  papa,  per  il  contrario , parlaua  gii cofiringe: 
che  era  certificato,  ruttigli  Oltramontani  venir  conpenfieridi  fotto- 
[  pontificatoalConciliorc  he  quefto  era  intercfiècoiTimunecl'Italia,che 
I  e  regioni  era  preferita  per  la  preminenza  del  Pontificatconde  tutti  do- 
tì  andar  per  la  difefa.   Che  egli  non  voJeua  eirentarne  alcuno,  anzi  leuar 
:  fperanze,&  douelfero-certificarfene,  vedendo  quanto  egli  era  diligente  *  '^'  ^pf^^^ 
fllarui Legati:  impefoche,oltraMantoua,  Se  Seripandcvihaueua anco  *""'""'f  ^^ 
>|.dar  Stanillao01io,Cardinale  Varraienle.il  di  dopo  publicata  la  lettera    ^'^'"'*' 
hperatoie  fé  ben  eraDominica,chiamb  Congregationc  generale  di  tut- 
-dinalinrattòdimoltipfarticolari  concernenti  il  principio,  &  progretTo 
-;  Icilio;  in  fpeciale  promife,  che  hauerebbe  fmmenuto-  tutti  i  prelati  pò- 
avoleua  che  vi  andaffero,  &  per  ultimo  termine  non  gliconcedeua  più 
0  giorni.  Moftrò  quanto  il  Concilio  folìè  necelfariOipoicheogn i  gior- 
ligione  era  sbandita,o porta  in  pericola  in  qualche  luogo ,  &  di«  euail 
Himpcrochc  già  in  ScotianelConuentodituttala  Nobiltà  del  Regno 
tjnatoj.che  non  vi  fofle alcun  eifer Cirio  della  religione  Cattolica  Kor 
if) 


4^1  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio  l 

ci3  ìlO  Nel  mefed'Agofto  furono  i  prelati  congregati  in  Poiffijdoue  trattare ) 

Lxi.        Riformar  la  vita  degli  Ecclefiafticiana  il  tutto  fenza  conclufìone  alcuna.  >( 
ridotti  i  miniftri  de'  Proteftàtijche  erano  ftati  chiainati,&  accurati,  in  ri 
ro  di  quattordicijtra  quali  erano  principali,PietroMartire,Fiorecino,and;)( 
Zurich  ;  &  Theodoro  Beza,da  Geneva.    Qnefti porfero  una  fuppiicaal  Rì^^ 
quattro  capi:  Chei  Vefcoul  in  qucli'  attionenonfoirerogiudici.Che  il  P 
Tuoi  Conieglierijviprefedeire.  Che  le  controuerfie  fi decideifero per lapar 
Dio.Che  quelloiche  foife  conuenuto,&  decretatOjfì  fcriueffe  da  Notati, 
da  ambedue  leparti.  La  Regina  voile>  che  uno  de' quattro  Secretarij  Rci 
celTe  l'ui^cio  di  icriuerc>conceire  che  il  Rè  prelededejma  non  che  ciò  fol' 
fto  in  fcricto:allegando,  che  non  era  iipedienteperlorcne  utile  per  le' co 
Rèjattefiiprefenti  tempi.  Il  Cardinal  di  Lorrenadefìderaualaprefenzac 
alpublico  Congreiro,acciofoirepiu  numeroro,&  decoratcperoftentar 
valorcpromettendofi  certo  il  trionfo.  Molti  Theologiperfuadeuano  la 
na,che  li  Re  non  interueniire  al  Colloquio,accio  (diccuano)quelle  tenere 
chie  nò  follerò  auuenenate  di  peftifera  dottrina.  Inanzi  chele  parti  folferc 
inatealCongreiroji  Prelati  fecero  una  Proceflìonc&ficómmunicarono 
eccetto  il  Cardin.Sciatiglione,&:  cinque  Vefcoui.Gli  altri  fi  proteftaronc  in( 
air  altro,chenó  intcndeuano  trattar  de'  dogmi,ne  difputar  delle  cofe  dm 
éfortatiom         A  due  Settembre  fi  diede  principio.Eraprefente  il  Rè  con  la  Regina,iP 
del  ì{è,  pi  del  Sangue,  &  i  Confeglieri  Regij.  Interuennero  fei  Cardinali,  &c  qu; 

Vcfcoui.  Il  Rè,  cofi  infl:rutto,fece  un  alfortatione,  che,eflendo  congreg; 
trouar  modo  di  rimediare  a'  tumulti  del  Regno,  &  corregger  le  cofe  degn 
mendatione,defideraua,  che  non  fi  partiirero,pl:ima  che  foifero  compoft( 
e  del  Cacellie-  |g  differenze. Il  CanccUiero  più  lonzamente  parlò,per  nomeRegio,nella 
re,  et  rmura,^  za  medefima:parTicolar mente  dille.  Ricercar  il  male  vrgente  rimedio  pr( 
Coi  Informati,  vicino:  qurl  che  fi  potrebbe  afpcttar  dal  Concilio  Generale,oltralatard 
nirancodahuomini,che,come  forert:ieri,non  {anno  i  bifogni  di  Francia 
no  tenuti  feguir  li  voler  del  pontefice:  i  prelati  prefcnti,come  periti  de' b: 
del  Regno,&:  congionti  di  fanguceller  più  atti  ad  eifeguir  quefta  buona 
&  le  ben  il  Concilio,intimato  dal  Pontefice,fi  facelTe,  elfer'  anco  altre  voi 
corfo,&  no  elTer  fenza  e{rempio,&:  fo tto  Carlo  magno  elfer'  auuenuto,c 
Concihj  in  un  tempo  fono  ftati  celebrati:  che  molte  volte  l'errord'unC 
Generale  è  flato  corretto  da  unNationale  :  eirernee{rempio,cherAriar 
flabilito  dal  Concilio  Generale  d'Arimini,  fu  dannato  in  Francia  dal  Co 
'^  congregato  daS.Ilario.Eirortc)  tutti  adhauer  i^.inedefimofine,  &  ipiu( 
non  fprczzar  gì'  inferiorijuc  qucfti  inuidiar  a  quelli,  tralafciar  le  difpute< 
fé,  non  hauer  l'animo  tanto  alieno  da'  Proteftanti,  che  fono  fratelli  rigc 
nel  medefimo  BattefiriO,cultoridel  medcfimo  Chrifto.Eirortò  i  Vefcoui: 
tar  con  loro  conpiaceuolczza,cercando  diridurgli,ma  fenza  feuerità,co 
radojchc ad  eflì  Vcfcoui  s'attribuiua  molto,lafciadogli,eirer  giudici  nell:» 
fapropria:ilche  gli  coftringcua  a  trattar  con  fincerità:&  cofi  facendo,  fer  e^ 
bono  la  bocca  agli  Auuerfarij:ma  trafgvedendouificio  di  giudici  giufti ,  ij 

/Si 


Cardinali 
Torno.e  Lor- 


.  Pio  mi.  LIBRO    QV  1  N  T  O.  4^5  — ____ 

)ciiTÌto,&  nullo.  Sileno  il  Cardinale  di Tonione:Sc>  dopo  liauerrin-     ci3  i3 
co  ilRc,laRegina,& i Picacipijdell'  airittcnzajchc  preftaiiano aquel  Co-       li x. 
liircLe cole  pi'opoftc  dal  C-incclliero  elìeu  moko  imporcaiiri,&  da  non  ^^Z^^?" 
L-e ,  ne  Lilpondci-gU  alla  Ipi-oaifta:  Se  però  nchiedcrc ,  che  follerò  melTc  Ì!i  ^"'"^'" 
)  per  deiróerarai'tbpra.Ric alando  il  Cancelliero,&  inftando  anco  il  Cai-  ^  ""^""j  "^"^^ 

r  ir  V        ■     r    •  riT-»-  /'/>  Tana,  Avman— 

i  di  Lorena,che  li  metcciiero  m  Icritto:  accortali  la  Re^na>chc  ciò  h  face-  dam  copia: 

annetter  il  negotioinlongo,ordinò  aBcza,che  parlallc:  ilciiial  ingiaoc-  ra'nonamento 

),&  fatta  oratione,^  recitata  la  profcflionc  della  ina  fede,  Sz  lamentato  fi  delBe^a: 

)fsero  riputati  tLirbiilenti,  »3c  fcditiolì ,  &  perturbatori  della  tranquillità 

:a,noii  liauendo  altro  hne,che  la  gloria  di  Dio,  ne  cercando  libera  facol- 

ongtegarlì ,  fenon  per  feruir  Dio  con  quiete  di  confcienza ,  &  ubedir  a* 

Irati  da  Dio  conftituiti  :  paisò  ad  efplicar  le  cofe  in  che  conuengono  con 

efaRomana,&  in  che  difsétonorparlò  della  fedcdelle  buone  opercdcU' 

mza  debita  a  Magiftrati,&  de'SacraiTienti:(.S:,entrato  nella  materia  dell' 

ridia ,  parlò  con  tanto  calore ,  che  era  di  malafodisfattione  ancoa  fuoi 

j:onde  fu  sforzato  a  fermarfi.   Et,  prefentata  la  Confezione  delle  Chicle 

nandò  che  i  capi  di  quella  forseroefsaminati,&  fece  fine.  Il  Cardinale  di  dalqualeTov 

ne,leuatofi,pieno  di  ldcgno,(I voltò,&  difscGhc  i  Vefcoui,hauendo  fat-  ""w*  mkatQ^ 

,aalle  fucconfcieiize,haueuanoconfentita  d'udir  queinuoui  Euangeli- 

Ucdcndo  che  doueuano  dir  molte  cofe  ingiuriofe  centra  Dio  :  &,  fé  non 

;ro  portato  rilpetto  alla  Macftà  Regia,li  farebbonoleuati,  e  diftuibato  il 

fso.  Però  pregaua  la  Maeftà  fuanon  dar  fede  alle  cofe  dette  da  loro ,  per- 

'Prelati  gh  farebbe moftrato  tutto'lcontrario,{ìche  vedercbbe  la  diffe- 

ra  la  vcrità,&  la  bugia:&:  domandò  un  giorno  di  tempo  a  rifpondere,rc- 

>tuttauia,  che  farebbe  ftatà  giuda  cofa,  che  fi  fofsero  Icuati  tutti  di  là,per 

lir  quelle biafteme.  T>i  quefto  la  Regina,parendo gli  elfer  taccata,rifpo-  èrtperfTo  àaUtì 

i  efserlì  fatto  cofa ,  fenon  deliberata  da'  prencipi ,  dal  Confeglio  Regio,  i{ema: 

Parlamento  di  Parigi:  nonper  mutare,o  innouar  alcuna  cofa  nella  re- 

vma  per  componer  la  diiFcrenza ,  &:  ridurre  al  dritto  camino  li  fuiati  :  il 

anco  ufficio,  della  prudenza  de' Vefcoui  di  procurare  con  ogni  buon, 


ttiato  il  Co fcirojfi  trattò  tra  iVefcoui,&Theologi,quello,che  fi douefse  Hzonsmrl', 
leuano  alcuni  di  loro,che  fifcriuefse  una  formula  della  fcdc,laquale  fé  li  #»«^^'«  ^«e 
anti  non  volefserofottolcriuere,  fofsero,,  fenza  altra  difputa  ,,Gondan-  ^''""^'.«e 
heretici:  ilqual  parere  elsendo  giudicato  troppo  arduo,dopo  molte  di-  ' 

fivcnneaconclufionedirifponder  a  due  capi  foli  de'propoftì  daBcza, 
Ila  Cliiela,^  dell' Eucariftia.   Cógregato  donquedinuouoilConfefso- 
i  del  mele  >  in  prefenza  del  Rè,delia  Regina,  &c  Prencipi,il  Cardinale  di- 
fece unaloga  oratione:difse  prima,che  il  Rè  esa  Mébro,&  nóCapo  della 
che  la  fua  cura  era  ben  didiféderlarmain  quello,che  toccaua  la  dottrina,- 
:  sgotto  a'miniftri  Ecclefiaftici:foggi5fe,chelaChicfanó-  cótencuaifoli 
ak  con  turo  ciò  non  poteua  fallare  :  ma,  quando  alcuna  particolare  fofse 
t' cjconueniua  hauei:  ricorfo  allaRomana^a'  Decreti  de'  Cócilij  Gcneralia. 


4H  CONCILIO  DI  TRENTO     Papa  Pio 

e  1 3  1 3  &  al  confenfo  degli  antichi  Padn,Sc  fopra  tutto  alla  Scrittura  cfpofta  neld 
Lxi.  della Chiefa: per  hauer  di  ciò  mancato,  eifer' incorfi  tutti  gli  herctici  in  e; 
inefl:ricabili>  come  i  moderni  nel  capo  pertinente  all'  Eucariftia,  doue,  peri 
rito  infanabile  di  curiofe  qucftioni,  quello  che  da  Chrifto  era  inftituto  peri 
colo  d'unione  jhaueuano  adoperato  per  fquarciare  la  Chiefa  irreconcilii 
mente.  Et  qui  palio  a  trattar  quella  materia,  concludendo,  che,  fé  i  Protef  j 
non  vorranno  mutar  fentenza  in  quello,  non  vi  era  via  alcuna  di  com  j 
tione. 

Finito  il  parlare,tutti  i  Vefcoui  il  leuarono,  e  diflero  di  voler  viuere,&  n 
tire  in  quella  fede.Pregauano  il  Rè  di  perfeuerar  in  elTajfoggiongendojCb  ì 
Proteftanti  vorranno  fottofcriuere  a  quello  articolo ,  non  ricufanano  di  d  « 
tar  gli  altri:ma  quando  nò,uon  fé  gli  doueua  dar'  altra  audienza,ma  fcacci  i 
di  tuttofi  Regno.    Beza  dimandò  di  refpondere  all'  hora:ma,non  parendo  u 
fio  di  trattar  del  pari  un  miniftro  priuato  ad  un  coli  gran  Prencipe  Cardi  k 
fu  licenciato  il  Congrclfo.    Li  Prelati  haucrebbono  voluto,  che  con  qu(  ì\ 
Colloquio  folTe  finito:raa  il  Vefcouo  di  Valenza  mollrò,che  non  farebbe  d 
con  honore:  perilche  fu  unaaltra  volta  congregato  a' ventiquattro  in  pre  e 
^ìe^dmmwl'i  «^ei^^Regina»^  de'Prencipi.  Parlò  Beza  della  Chiefa,&  delle  conditioni,  n 
Efhenfio  rc'    ^^^^^^  ^^  quella,  de'  Concili) ,  moftrando  che  polfono  fallare,  &  della  di  iti 
l^lka:  della  Scrittura.  Gli  rifpofe  Claudio  Efpenfeo,dicendo,Hauer  fempre  del  ra 

to,che  s'introducelTe  Colloquio  in  materia  della  religione,&:  abhorrito  1 1 
plicij,cheper  queUacaufalì'dauanoamifcri:ma  hauerlìben  marauigliat 
che  autorità,&  da  chi  chiamati  i  Proteftanti  fi  folTer©  introdotti  nel  mini 
Ecclelìafticojda  chi  glifolferoftate  impoftele  mani  per  elfer  fatti  ordinai 
niftri,5(:  fé  pretendcuano  vocatione  eftraordinaria ,  doue  erano  i  miraco. 
fono  neceltari)  a  dimoflrarlo?PalIo  a  trattar  delle  Traditioni.Moftrò,chc 
doni  controuerfìa  del  fenfo  della  Scrittura,fì  debbe  ricorrere  a*  Padri:ch( 
te  cofe  fi  credono  per  folaTraditione,come  la  confuftatialità  del  Figlio,i 
tefmo  de' faneiulli,la  Virginità  della  Madre  di  Dio  dopo  il  parto.  Sogg 
che  nilfun  Concilio  Generalcin  quello  che  appartienealla  dottrina ,  era 
corretto  dall'  altro.  Palfarono  diuerfe  repliche ,  de  difpute  dall'  una ,  & 
parte  tra  iTheologi,che  erano prcfentij&riducendofi  la  cofaa contenne 
Cardinale  di  Lorena,fatto  filcntio,propofe  la  materia  dell'EuchariftiajC 
re,che  erano  refoluti  i  Vefcoui  di  non  andar  più  inanzi,  fenó  fi  accordar' 
arte  del  Lor-  "^^  quell' articolo  :  &  all'hora  dimandò  a' miniftri,  fé  erano  preparatia 
rena,  sfuggita  fcriuer  in  quello  articolo  la  Confeffione  Auguftana.  Alqual  Beza  rifpol 
dal  Be%a.y       mandando  fé  egli  proponeua  ciò  per  nome  comraune  di  tutti?  &  fé  elio 
tri  Prelati,  erano  per  fottofcriuer  agli  altri  capi  di  quella  Gonfeflìonc?r 
%lqnale,contrx  tendofi  hauer  rifpofta  ne  dall'  una,ne  dall'  altra  parte  ,  finalmente  Beza 
£jf>enfe9ije-   q^^q^ìì^oìTc:  dato  in  fcritto,per  deliberar  quello  ,  a  che  fi  proponeua  che 

{itene  la  lua       .    .   ^.^  vr-rr-i^it  •       \     •  r 

'Uteatione       fcriueile.Et  m  rmiello  il  Colloquio  al  giorno  tegnente. 

Nelquale  Beza  comminciando  a  parlare,  irritò  molto  i  Vefcoui:  perei' 
megiuftifìcando  la  vocatione  fua  al  miniftcrio ,  entrò  a  parlar  della  vo 


Pio  mi.  LIBRO     QVINTO.  4^5 

nationc  de'  Vefcouf,  &  narrò  le  mercancie,  che  vi  intcniengono,  ricer-    eia   1 3 
rome  quelle  iìpoflìno  hauer  perlegicime?  Poi^padàro  all' articolo  deli'       lxi. 
tia,&  al  capo  della  Confedìone  Auguftana  propoltoglbdilfc.  Che  folle 
btcoicritto  da  quelli ,  che  lo  propoueuano.    Ne  potendoiì  accordare,  amgtyt  d'un 
lira  Spagnuolo,  che  era  col  Cardinalcdi  Ferrata,  arriuaro  in  quei  me-  ^^^M**  Sfa- 
riorni  che  il  Colloquio  era  in  piedi ,  leuatolì,  Se  dette  molte  villanie  a  ^""°^''' 
uitiiriprefe  la  Regina  che  s'intrometteire  in  cofe,  che  non  s'afpcttaua- 
maal  Papa,a'  Cardinali,  &  a'  Vefcoui.  Laqual  arroganza  fu  impatien- 
fentita  dalla  Regina:  ma,perrii'pctro  delPontefice,&  del  LegatOjladif- 

Finalmente  ,  non  potendofì  concluder  cofa  alcuna  in  quel  modo  di 
fuordinato,chedueVefcoui,e  treTheologiipiumoderati,con  cinque  confere'>a  tì 
i ,  fi  riduceirero  infìeme ,  per  veder  fé  fi  poteua  trouar  modo  di  concor-  rìflretu  fi* 
tentato  da  loro  di  formar' im  articolo  dell'  Eucariftia  con  parole  gene-  (^ucharijìiaj 
.te  da' Padri,  che  potelfero  all'  una  parte,&  all' altra  fatisfarc:  ne  potcn-  *""."^^:.. 
lenirejfu  meflb  fine  al  Colloquio:dclquiale  vifii  molto  che  parlare  :di-  ^J"  ^j,  .* 
cuni,e(rer'  un  cattiuo  etrempio  metter  in  trattationc  gli  errori  una  voi-  auhi 
.nnati:che  non  fi  hanno  da  afcoltar  le  perfone,che  negano  i  fondamen- 
eligione,  maffime  tanto  tempo  durata.  Se  tanto  confermata,  l'pecial- 
iprefenzadiperfone  idiote  :  &, benché  nel  Colloquio  centra  la  vera 
:  alcuna  cofa  non  fiariloluta ,  nondimeno  ha  dato  baldanza  agli  here- 
lattriftato  i buoni.    Dicendo  altri,  che publicoferuitiofarebbe,fpc{^ 
■quelle  controuerfie  ,  perche  cofilc  parti  fi  familiarebbono  infieme» 
)bono gli odij,&  gli  altri  cattiui  affetti.  Se  s'aprirebbono  molte con- 
per  trouar  modo  di  concordia,non  vi  eifendo  altra  via  di  rimediare  al 
:ato:  perchcdiuifa  la  Corte,&;  adoperata  la  religione  per  pretefto,non 
•ile  per  altra  via  rimediare,  chcdepofte  le  oftinationi,tolerando  gli  uni 

leuar  di  mano  agli  inquieti,  Se  turbatori ,  quel  mantello,  con  che 
D  le  male  operationi. 

teficcriceuuto  auifo  che  il  Colloquio  era  dilToluto  fcnza  effetto,fenti  .   -    . 
accre,&:  commendò  il  Cardinale  di  Lorena,  &;  maggiormente  quello  ^/j^"!'Tr" 
n.  Gli  piacque  molto  il  zelo  del  Giefnita,ediceuapoterfi  comparare  e/To 
:hi  Santi,hauendo,fenza  rifpetto  del  Rè ,  Se  Prencipi,foftenuta  la  cau- 
.  &  rinfacciata  la  Regina  in  propria  prefenza  :  per  il  contrario  ripren- 
tenga  del  Cancelliere,come  hereticain  molte  parti,minacciandoan-  e  [oprala  pw 
0  citar  neir  Inquifitione.    La  Corte  ancora,  apprelfo  quale  l'arrenga  /""'*'  *^  '"'- 
ij'cra  diuolgata,  parlaua  molto  male  di  quel  fogetto ,  &  congetturaua,  *'*"S*^^^c«»»~ 
>'l  gouerno  di  quel  Regno  hauelfe  rifteffa  difpofitione  verfo  Roma:  Se  "  '^^'' 
iatore  France(c  haucua  che  fare  a  difenderfi. 

■  da  tralafciare  quello,  che  al  Cardinale  di  Ferrara  auuenne,  come  cofa  „taoàatìone 
nnelfaalla  materiajdichefcriuo.  Quel  Prelato  ne' primi  congrcflì  fu  delc.Ferrarn 
ial  Rè,  Se  dalla  Regina,  con  molto  honore  :  &  ,prefentate  le  lettere  »»  trancia: 
e  di  credenza ,  fu  riconofciuto  pei  Legato  della  Sede  Apoltolica,da!la 
.egia,(!^  da'  Prelati,&  Clero.    Ma  il  Parliunento ,  hauendo  prefentito  > 

N<in 


,466  CONCILIO  Dt^RENTO.  Papa  Pi. 

ci3  1^  '  che  tra  le  commiflloni,clatcgli  dal  Pontefice»  una  era  di  far  inftanza,ch  ( 
i-xi.  ro  riuocati,o  moderati  almanco  i  Capitoli  accordati  ne' Stati d'Orliensr( 
naro precedente, fpettanti alla diftribatione de' Benefici); ma  particolam 
quello,  doue  era  prohibito  di  pagar  le  Annate  a  Roma,  ne  mandar  dana  i 
del  Regno  per  impetrare  benehcij,o  altre  gratie  a  Roma  :  ilchepenet::, 
Parlamcntojche  lino  a  quel  tempo  non  haiieaa  publicato  i  Decreti  fuc  t 
CIO  ilCardmale  nonottenefse  quello,  che  dilcgnauajgHpublicòfotto  e 
ci  Settembre,»?^  fece  anco  rifolutione  di  non  concedere  al  Legato,  che  )i 
ufar  le  facoltà  dategli  dal  Pontefice  :  imperoche  è  coftume  di  quel  Regi , 
un  Legato  non  può  eirercitare  l'utficio ,  fé  le  facoltà  Tue  non  rono-pr4  ì 
fcntate,&  eiraminate  in  Parlainento,&  per  arrefto  di  quello  regolateiàil 
ratCsSc  in  quella  forma  confermate  per  un  Breue  del  Rè:là  onde,  quandi  J 
la  delle  facoltà  della  Legatione  fu  prefentata,afine  d'elTerccome  dicon( .{ 
bàta,  fu  negato  apertamente  dal  Cancelliere,  8c  dal  Parlamento ,  che  1:  d 
uiare ,  allegando  che  già  era  deliberato  di  non  ufar  più  difpenie  e  t 
regole  de'  Padri ,  ne  collationi  de'  bencficij  contra  i  Canoni.  Softc  b 
co^il  Cardinale  un  maggior'  affronto  ,  che  furono  compofte,&  aftifli 
blico  ,  &c  diireminate  per  tutta  la  Corte,  &  la  città  di  Parigi  ,  Pa  r 
fopra  gli  amori  di  Lucretia  Borgia,  fua  madre.  Se  d'AleiPandro  forni  i 
teficciuo  auo  materno,  con  repetitioni  delle  ofcenità  diuolgate  i 
Italia  ne'  tempi  di  quel  Pontificato,  che  pofero  il  Cardinale  in  de  ) 
piebe. 

Laprimaimprefadinegotiojche  il  Cardinale  tentò,  fu  d'impedii  - 
che  de'  Riformati  (datifi,dopoil  Colloquio  a  predicare  piuliberan 
uffici] ,  &:  perfuafioni ,  &  fecrete promefie  a  Miniftri.  Et,  perche  n 
credito  con  loro,per  etTer  parente  de'  Ghifi,  per  laqual  caufa  anco  era 
toappredo  tuttala  parte  contraria  a  quella  cafaiperrenderficonfidei 
caua  anco  co' nobili  della  fattione  Vgonotta,  &  fi  trouaua  a  loro  n 
&c  alcuna  volta  in  habito  di  gentilhuomo  interucnne  alle  pred  iC 
che  portò  nocumento,  {limando  molti,  che,  come  Legato,  lo  J 
volontà  del  Pontefice:&  la  Corte  Romana  lentìmolto  male  le  attieni  ì 
dinaie. 
la   Pagina         La  Regina  di  Francia,  intendendo,  che  ilRè  di  Spagna  fentiua  raaii  :l 
rc^eme.7vS^^loquio, mandò efprctro  GiacomoMomberone  aquelRè:  ilquale,c.  1 
ifatjare  il  Col  raaionamento,  fcusò,  che  il  tutto  era  ftato  fatto  per  neceflìtà ,  de  non  y 
loquio  al  I^   ^^^^  •  p^-oteftanti:&  che  il  Kè,ÒL  la  Regina,fenza  più  parlar  del  Concili  >1 
^muffmlà'  naie ,  erano  ntbluti  di  mandar  c^uanto  prima  i  Vefcoui  a  Trento.    Il    i 
Jupplicij,eri-  fpofe  parole  generali,  &  lo  rimife  al  Duca  d'Aluaj  ilquale,  udita  l'air  1- 
gorl,  rifpole,  dolerfi  il  Rè,  che  in  un  Regno  coli  vicino ,  3c  congionto  lece  i 

ftrettezza  di  parentado ,  la  religione  folTe  cofi  mal  trattata  :  eiTemi  b  'g 
quella  fcuerità,  che  usò  Hcnrico  nella Congregatione  Mercuriale:  d>L  ^ 
Francefco  in  Ambuofa:  pregaua  la  Regina  di  prouederci:  perche,  te  a» 
pericolo  di  Francia  anco  Ìui,haueua  per  confukatione  del  fuo  Coiiitj  o 

J 


[leena 


Pio  mi.         LIBRO    QVINTO.  ^67 

al  di  metcemi  tutto'l  fuo  potere, &  la  vita  medefima,  per  eftinguere  la  com-  TuPTò" 
lipeftc,  alche  era  foUecicaco  da'  grandi,  &:  da' popoli  di  Francia.  L'accor-         lxl 
Spagnuola  dilfègnaiia^con  medicina  della  Francia ,  guarn-  le  infermità  di 
;a, lequali  non  e rano minori,  ienon  per  cllcr  meno  apparenti ,  &  tiimiil-  perfuoi  £ni  in 

Non  hauciia  ancora  il  Rè  di  Spagna  potuto  mai  far  radunare  li  Stati^oer  Fiandra, 
ne.  unacontributionc,  o  donatiiio.  In  quelli  medefìnii  tempi  in  Cam- 
:  Valentia,fì  faceuano  (copertamente  adunanze;&:  inTornai,haucndoaIi 
iftrato  prohibitOj&  elTeguendo  con  Tnicarcerationc  d'alcani,fi  fcoper- 
radittione  armatajcon  grauiffimo  pericolo  dì  ribellione  ;  &  patena  che 
ciped'Oranges  ,&  il  Conte  di  Egmontjiìmoftrairero  apertamente  fau-  o«s  ^'^  ^eli- 
o:&:  mafliiTicdopoche  il  Prencipe  pigliò  in  matrimonio  Anna,  figlia  &""-^ ^fi 
MauriciosDucadiSalFonia, con  molto  difpiaccrc del  Re,  chevedeua  T'^l'*  -! 
jife  per  terminare  un  matrimonio  contratto  da  un  fuo  (uddito  con  Pro-      ^'  ^  ' 
;  di  tanta  adherenza.     Parlauano  nondimeno  i  Spagniioli  in  maniera, 
;  la  Fiandra  fotFe  ftata  fana,«S<:  temefsero  infettione  dailaFrancia,&  vo- 
piugariacon  la  guerra.  Et,oltre  la  rii'poftadata  alla  Regina,  hauendo 
Imbafciatorehauuto  carico  di  trattar  il  negotiodelRèdiNauarra,  crii 
fto,chenonmcritaua,perla  pocacura,che  haueua  della  religione  :  &• 
jelTer  fauonto  nella  dnnanda  fua,douefse prima  muouer  la  guerra  con- 
gonotti  in  Francia. 

anno  la  Regina  fcufarejper  mezzo  dell'  Ambafciatore  Regio  al  ponte-  Urnn^faig 
>.  la  Saatità  ftu  il  medefimo  Colloquio,  facendogli  confidcrare,  che  per  f^'edefime  fcufi 
re  gli  Vgonotti,  quali  diceuano  eiler  perfeguitati  fenza  efser'  uditi ,  Se  "^  ^^Mt 
daie  imotiloro,il  Rè  era  flato  coftrettoaconcederglipublicaaudien- 
)rere;iza  de'  Prencipi,&  Vificiali  del  Regno,-  con  deliberatione ,  che  fé 
teuano  eirerconuÌnticonragione,lìpoteire,hauendo  hauuto  tempo  di 
i  in  ordine  ,  vincergli  con  le  forze.    Fece  di  più  trattar  col  Cardinale 
)  Legato  d'Auignone,  che  cedelfe  quella  Legatione  al  Cardinale  di  Bor-  domanda  U 
romettendogli  ricompenta:  <Sv  hauendo Farnefeconlentito, l'Amba-  ^^g^^cm 
ne  parlò  al  Papa,per  nome  di  lui,&  del  Rè  di  Nauarra,proponendo  che  ^  -^^''inont 
lauerebbc  liberato  SuaSantità  dalla  fpefa,6<:  afficurata  qaeila  città  dagli  ^  ^-^orba- 
ti,qaali  l'hauerebbono  rifpettato,  quando  folFe  nella  protettione  d'un 
•e  del  Sangue  Regio.    Ogniperfonadi  mediocre  giudicio,  non  che, uno 
ne'  maneggi, (ì  farebbe  auueduto,  che  quella  era  una  apertura,  per  leua- 
icilità  da  Roma  il  dominio  di  quella  città ,  &  unirla  alla  Francia.   Però 
negò alIblutamented'acconfentirui,&  riferì  quello  tentntiuoin  Con-  rifiutata d l 
come  che  hauelfe  fotto  coperta  qualche  gran  pregiudicio,  che  no  appa-  Papa,  ilouate 
i  prima  Vida:  &  fece  grand'  indoglienzacontra  la  Regina,  &c  contra  ì\  fi  ^mU  della 
^auarra»,  che ,  hauendogli  ptomeilo  più  fiate ,  che  in  Francia  non  fi  fa-  ■^""«^ 
atto  cofa  di  pregiudicio  all'  autorità  pontificia  ;  nondimeno  fauo- 
l'herclla,  erano  autori  di  Congrcgationi  di  Prelati,    di  Colloqui), 
:  cofe  pregiudiciali:   che  egli,  procedendo  con  manfuetudine,  era 
crifpoflo:  però,  fubitodato  principio  al  Concilio,  voleua  con  quel 

Nnn    ij 


468  CONCILIO   DI   TRENTO.  Papa  Pku 

mezo  hi:  conofcci:  la  riaerciiza ,  che  i  Pceucipi  recol.u-i  debbono  31 
re  alla  Ghicfa.    Fece  l'iftelTa  iiidoglicnza >  &  minaccia  ali' Am'oafciati e, 
qualcdopo  haiier  cfplicauo  che  la  dimanda  della  legatione  era  a  buon  fi;, 
chccutce  le  opere  della  Regina  erano  farce  coi  maciu'it:à>5:giu(li£ia,ro'io 
fe,che  il  Concilio  era  pia  delìdcrato  dal  Rè  >  che  da  Sua  Sanrità  y  con  Ipcmi 
chchauerebbe  pi-ocedutocon  la  medciìma  ccjaicà  ,  &  lilpeuto  verlbitt 
PrencipijienzadUferentiargli.  Quello  diirc,  mottegc;iando  ilpapa,che  ,u( 
pocoinanziconceiroun  giaaiirnno  fiiffidiodaeirer  pagato  dal  Clero  ?[(e 
Spagna,dopo  hauere  a  gran  facica  conceire  le  lemplici  Annate  al  Tuo  R  Vi 
Papa»  inrofpettitoperla  petitione  d'Auignone,  èc  confiderando  che  i 
e  pronede  ad  ài  quella  Città  erano  ratti  Proteftanci ,  temendo  che  la  tetra  non  foffe  e 
^ui^none.    ta  dal  Rè  diNauarrajipedi  immediate FabricioSorbelloiie,con  damila  iti 
alquanti  caualli>percaftodia  della  Citta;  de  ne  diede  il  gouerno  a  Leu 
»  LcncijVeicoao di Fermo,come  Vicelegato. 
»  Prelati  vi-       Dopo  il  Colloqaio,licentiati  i  Protellanti,reftauano  i  Prelati  per  tr:  ir 
mafia  PoifSh  f^flidij  da  dare  al  Rè;dellaqual  dimoragiudicando  la  Regina  che  ilP  1 
uelfe  prender  fofpettionejper  le  frequenti  indoglienze  fatte  ,  aflìcuròa  01, 
che  non  rimaneuanojfe  non  per  trattar  de'  debiti  del  Regno,  con  aggii  gè 
che,finita  la  Congregatione,  ordinerà  a'  Vefcoui,  che  immediate  fi  mei  10 
punto  per  andar'  al  Concilio.    Con  tutto  ciò  fu  trattato  ancora  dell  io: 
trattam   e     j-^^m-^JQj-^edgl  (2alice>proponendoil  Vefcouodi  ValenzajConparticipat  i( 
Cardinale  di  Lorena,  che , quando  quella  fi  concedeire ,  s'interrompe 
corio  cofi  felice  d'aumento  a'  Proteftanti:  attefo  che  gran  parte  di  quell 
adlierifconOiineomminciano  a  credergli  da  quello  capo  :  perilche,  qua 
uellero  la Communione  intiera  dalla  Chiela,  non  gli  porgerebbono  oi  cu 
Et  gì'  intendenti  de'  maneggi  confideraaano ,  che  per  quella  via  larebJ  pi 
dillènfione  tra  i  medefimi  profeiFori  di  riformata  religione.     Alcuni  p  H 
Vefcoui  erano  dipirerc,  che  ciò  folle  llatuito  per  Editto  Regio  ,  &  e 
mmcdiate:dicendo,che  Fintiera  Communione  non  fu  leuatapetde 
cuno  della  Chiela,  ma  per  fola  cont'aetudincme  elFerui  alcun  decreto! 
flico,che  prohibifca  a'  Vefcoui  di  ritornare  Fantico  ufo.  Ma  la  maggia  pa 
nonconfentiche  fifacelTcfenon  perconceiIione,o  almeno  con  buon  ;ffl 
del  papa.  Furono  alcuni  pochi, a' quali  non  piaceua  che  fi  facelfe  non-  - 
furono  collretti  cedere  alla  maggiore  &  più  potente  partcjfacendo  gra 
cij  Lorena:  ilquale,  per  ottener  ilcontenfodel  Papa,giudicando  netell  0 
Mchectnfente  uer' il  fauore  dei  Cardinal  Ferrara  ,  &  per  tirarlo  nelF  opinione  medeiì  h 
anche  il  c.    autore  alla  Regina,che  delFe  orecchie  allcdropofitioni  lue,  &  concedi  do 
FtrrMra,        qualche  cofa  ,  FacquillalFe  per  quella,  &  altre  occahoni.  Haueuail  Ca  iid 
proceduto  con  ciafcunojanco  della  contraria  religione,  con  tanta  dolc  2a 
placidezza,  che  s'era  acquiftara  la  beneuolenza  di  molti,  che  gli  facci  10 
principio  oppofirione  :  onde^eiraminati  i  negoti)5&  col  parer  de' più  in  ni 
Confeglio,  tu  conceifo  per  un  Breuetto  del  Rè,  che  i  Capitoli  d'Orlicu  (f 
tanti  alle  cofe  beneficiali ,  reHaifero  fofpefi,&  il  Legato  poteife  elfercit;  k 


.A  Pio  mi.  LIBRO    QJ/ IN  TO.  4^9  _ 

:à,  haiK'ndo  però  egli  a  partcperfcrictLira  di  fuo  maao,promc(ro ,  eh'  egli  ciO  i3 
i'alciebbc,  t:S:  che  il  papa  haiicrcbbe  piouediuo  a  tutti  gli  aburi>&  difoidi-  LX  i . 
Re'ficommetcono nella coliatioue  eie'  benefici],  $c  ncU'  cfpeditione delle 
[.■;i:iRoma.  Contutto  ciò  ricusò  il  C  ll}cellierodi^ottoicriuel"e,5^:fligd- 
l  Breu;',(l'co)ido  lo  itile  dei  Rcgiioine  cHtiidopoiribile  di  LÌmaod-:iJo  dalla 
dtolacion  óconacnne  che  foife  lottolcricro  della  Regina,  da  Nauarra,&  da' 
icipali  ufficiali  della  Corona  in  iupplcmcnto:5i  reftò  contcnni'iiroo  ù  Lc- 
.  ,piu  nitento  allacoateruatione  dell'  honor  Tuo,  che  al  vero  femicio  di  chi 
a;idò:  &  per  quello  fauore  ottenuto,  fi  Lilciò  condurre  a  lodar  il  confc  glio 
iComir,unione,&  fcriuerneaRoma.Ilchc  però-iececon  tal  tcmptramcn- 
he  ne  il  papa,  ne  la  Corre  potelfero  rollar  di  lui  difguftati.  Il  fine  della 
nanzadiPoiilifuj  che  i  prelati  concelTero  al  Rèdiyalcrfi  de"  ftabili  delle 
^^svendendone  per  centomila  feudi  d'entrata,purchc  n'interuenilfc  il  con- 
del  Papa. 

ommil'eil  Rè  all'Ambafciatore  Tuo  in  Roma  di  farne  inftanza,mofl;ran-  tneè  fma 
neceffiràj&utilitànlcherAmbalciatoreeifcguìapontoil  giorno  inanzj,  domandaci 
laueuail  Pontefice  riccuuto  lettere  del  Cardmale  di  Ferrara,  che  dauano  ^^'*^'** 
D  delle  difficoltà  fuperate ,  haucndo  ottenuto  la  fufpenfione  de'  Capicoii 
liens  centra  la  libertà  Ecclefiaftica,&  licenza  d'ulare  le  facoltà  di  Legato: 
tanto  più  ardue  da  ottenere,quanto  dal  medefimo  Cardinale  di  Lorena,da 
pettaua  fauore ,  gli  fu  da  principio  fatta  oppofitione  :  &c  daua  mtiera  re- 
ne dello  ftato  della  religione  in  Francia„S<:  del  pericolo,  che  fi  edinguelfe  a 
&  de'  rimedi)  per  prcfcruarla:che  doi  folo  erano  :   Vno,  dar  fodisfattione 
diNauarra,&  interellarloalladifera:  l'altro,  concedere  al  popolo  uniuer- 
nte  laCommunioncT^^  utra^uejpeae : 3.!Aeì:md.ndo  certamente,  che  con 
3  guadagnerebbe  dugentomila  anime.  Allapropoftadonq uè  dell'  Amba- 
ire,che  lo  fupplicò,per  nome  del  Rè,  della  Chiefa  Gallicana,  &  de'  Prela- 
folferodifpenfati  di  poter  amminiftrar  al  popolo  il  Sacramento  dell' Eu- 
Ha  l'otto  le  due  lpecie,comcpreparatione  utile,  3c  neceifaria  al  popolo  di 
Ej  legno,  per  difporlo  a  riceuer  prontamente  le  determinationidelConci- 
;nzalaqualepreparatione  fi  poteua  dubitar  alfai ,  che  il  rimedio  douellè 
Fgli  humori  troppo  crudi,&  caufare  qualche  mal  maggiorcjii  papa,fpro-  ... 
iiente,&fenza  hauerneconfegliato,  ne  deliberato,  ma  lecondo  l'inclina-  ^"*/'  ^    ! 
i'a,rilpore,Che  egli  haueuafempre  (limato  la  Gommunione  delle  due  fpe- «rt, 
il  il  marrimoiiio  de'  preti  de  iurepofìtma  :  delle  quali  cofe  non  è  minor  l'au- 
à1  del  papa,  che  quella  della  Chiefa uniueriale, per  dilponerne:  «5«:chc  per 
fili'  ultunn  Condaue  fu  (limato  Lutherano.    Che  l'Imperatore  haueaa 
n:to  riftcifa  richieda  per  il  Rè  di  Bohemia,(uo  figlio,quaie  la  propria  con- 
fi/a  induceua  a  quella  opinione:  &  poi  anco  haueua  fatta  l'ifteifi  dimanda 
enopoli  del  fuo  patrimonio  :  ma  che  i  Cardinali  mai  hanno  voluto  accom- 
Jd:uifi:però  non  voleua  rifoluere  cofa  veruna,  fenza  proporlo  m  Coni  ifto- 
;*ipromife,che nel  proflìmo  ne  haucrebbe  trattato:  ilquale  elfendo  Ultimato  Jt?^'"'"'^*  "'* 
ii^i Decembre,rAmbafciatore,{ècondo il coftume di quelli,per cui inilan -  glcZci/hrl 

Nnn    iij  '^"^ 


470  CONCILIO    DI  TRENTO.  Papa  Pio 

CI  3  j  ;    ZI  lì  Trattano  incgotij,  andò  la  mattina,  mentre  iCardinili fono  congregai 

Lxi.       peccandoli  Papa,per  far  con  loro  uincij.  I  più  difcrcci  di  loro  rilpofcrojC 

dimaiida  era  detona  di  gran  deliberaiionc,  allaquale  nonardmano  rilponi 

lenza  pcnlarci  ben  fopra-.altri  iì  tiubaroiiojcome  a  nuona  non  pia  adita.  Il 

dnialc  della  Cueua  diircj  Che  non  {arebbe  mai  flato  per  dar  il  voto  Tuo  a  fi 

d'una  tal  dimanda:  &  che,  quando  ben  folFe  flato  coli  riloluto  con  l'auton, 

£/o?«/ò>?of^«e  Sua  Santità,  tk  col  conienfo  degli  alcrufarebbe  andato  (opra  i  fcalinidiS.f 

gran  d-fficcl-  i-q^^j  eiclamar  ad  alca  voce,&  gtidarjMiiericordia:  non  rcftando  di  dire,  o 

ifonf'^^"^''  Prelati  di  Francia  erano  infetti  d'herefia.  Il  Cardinal  S.  Angelo  rifpore,;, 

non  darebbe  mai  unCaliccpien  di  iì  gran  veneno,al  popolo  di  Franci?,ia  1;  j 

di  niedecina:5v:  che  eramcglio  lalciarlomorircchevemrarimedijtali.A'  ii 

li  rAmbalciacor  replicò,  Che  i  Prelati  di  Francia  s'erano  molli  con  buoni  ti 

damenti ,  &  ragioni  Theologiche ,  non  meriteuoli  di  cenfura  cofi  cont  i 

liofa:    come  dall'  altra  parcc,  non  era  degno, il  dar  nome  divcneno  ai 

gue  di  Ghrillo  ,  &  trattar  da  venefìci  i  Santi  Apofloli,  &  tutti  i  Padr  e 

la  Chicia  primitiua,  &  della  fcguentcpcr  molte  eentenaia  d'anni,  che  h;  n 

con  fommo  profitto  fpirituale  ,  miniftraco  il  Calice  di  quel  fangue  a  t  ti 

popoli. 

Il  Pontefice, entrato  in  Conciftoro,  per  ragionamenti  hauiiti con qu:! 
Cardinale;  &  per  hauer  meglio  penlato  ,hauerebbe  voluto  poter  riuocar  n 
roladata:  nondimeno, propofe  la  materia ,  riferì  l'inftanza dell' Ambaù  co 
re ,  Se  fece  legger  la  lettera  dei  Legato ,  &  ricercò  il  parere.    Fra  i  Cardine  dt 
pendenti  di  Francia ,  con  diuerfe  forme  di  parole,  lodata  la  buona  inten  m 
del  Rè,  quanto  allarichieftafirimifero  aSuaSantità.  I  Spagnuoli  furon  ut 
ti  contrari),  ufandoanco  grande  ardire,  6c  trattando  i  prelati  di  Frane 
daheretici,  chi  darciimatici,&chida  ignoranti:  non  allegata  altra m 
renon,che  tutto  Chrifto  è  in  ciafcuna  delle  ipecie.  Il  Cardinale Pacceco 
derò  che  ogni  diucrfkà  di  riti  nella  religione,  malìime  nelle  ceremor 
principali,  infine  capita  a  fcifma,  &  anco  ad  inimicitia.    Al  prefente 
gniioli  in  Francia  vanno  alle  ChiefeFranceil ,  i  Franceli  in  Spagna  al) 
gnuole:  quando  communicarannocofidiuerfamente  ,  nonriceucndo: 
la  communioiie  degli  altri,  faranno  coftretti  far  Chiefc  feparate ,  3c  ecco 
diaifìone. 

Fra  Michel,CaidinalAlelIandrino,diirc,non  poterli  in  alcun  modo  et 
dal  Papa  de  plenitudine  potejìatió-,  non  per  difetto  d'autorità  in  lui  fopra 
quello,  che  è  rfV;«rÉ'^(?/^rz«o,nelqual  numero  è  anco  quello:  ma  perinca 
di  chi  dimanda  la  grana:  perche  non  può  il  Papa  dar  facoltà  di  far  malej 
male  hereticale  il  riceuer  il  Calice ,  penfando  chefianecelFario  :  peròi 
non  lo  può  concedere  a  tali  perfone:  (5^  nonpoterfi  dubitare,  che  Zìa  giu< 
ncceffarioda  chi  lo  dimanda  ,  perche  di  ceremonie  indifferenti  nilfun fa 
tale:  o  queftitdiceua)  hanno  il  Calice  per  neceifario,  onò:  fenò,a  chcj 
darcfcandalo  agli  altri  col  faifi differenti?  fé  fi,adonquefono  hereticù 
capaci  digrada.   Il  Cardinale  Rodolfo  Pio  di  Carpi,che  fu  degli  ultimi 


PA   Pio  mi.  LIBRO    QJV^  I  N  T  O.  471 

jclTeadolldAgli inferiori  commiaciatosconfoniiandofi con  gli  altrinclia  cio  lO 
elulione, diircChc non  folo  laprcfcLuacionedidugenromilahuominijma  lxi. 
1  folo  ancora  è  luftìcicnte  caula  di  dilpcriiare  le  leggi  policiue  con  prnden- 
n:  mataricà:  ma  in  quella  propoftaconucniiu  ben  coniìdcrarcchc  credendo 
qaillar  dugeni:omila,noa il  perdeire  dugento  millioni:Eircr  cola  chiara,che 
(la  dimanda  otcenutainon  larà  hne  delle  richielte  de' Franceliin  materia  di 
rione: ma  gradoperproponer'unaakua:  chiederanno  dopoi  il  matrimo- 
de'  Pretijla  lingua  volgare  nel  miniilcriode'Sacramcntiihauerannorirtef- 
Dndamencojche  fono  de  mre poftiucòc  che  conuien  concedergli  per  preier- 
onedimoki.Dal  matrimonio  de' preti  ne  Icguiràjchchauendo  caia,  mo- 
gi figli^non  dependeranno  dal  papa,  madaUuo  rrencipe,  .?cla  carità  della 
[egli  t'ara  condefcender  ad  ognipreCTiudicio  della  Chieia: cercheranno an- 
difar'  i  benefici)  hereditarij ,  &in  breuifiìmo  fpaciolaSede  Apoftolica  lì 
ingerà  a  Roma  :  inanzi  che  folle  inftituito  il  Celibato ,  non  cauaua  frutto 
no  la  Sede  Romana  dalle  altre  Città,(Sc  Regioni  :  per  quello  è  fatta  patrona 
nti  benefici),  de'quali  il  matrimonio  la  priuerebbe  in  brcLie.tcmpo.  Dalla 
.lavolgare  ne  feguirebbe,  che  tutti  lì  ftimerebbonoThcologi,  l'autorità  de' 
Iti  farebbe  vilipefa,vS<:  l'herefia  entrerebbe  in  tutti.  In  fine,quando  la  Com- 
ionc  delCalice  lì  concedelTcin  modo  che  folle  falua  la  fede  in  fé  fteira,po- 
nporterebbe,ma  aprirebbe  porta  a  richiedere  che  folFero  Iellate  tutte  le  iii- 
uttionirchefono  de  Iure  poJ?tmoy  conìe(]a^i  (ole  è  conferuatala  preroga- 
data  da  Chrifto  alla  Chiefa  Romana  :  che  da  quelle  de  Iure  Diurno ,  non 
i  utilitàjfenon  fpiritualeiSc  per  quelle  ragioni  ciTer  fauio  confeglio  oppor- 
a  prima  di  manda,per  non  metterli  in  obligo  di  conceder  la  feconda  «ktut- 
altre. 

Papa  fu  molto  da  quelle  ragioni  principalmente  a  rifoluerlì  alla  negatiua,  ^  p 
r  farla  fentir  meno  graucfece  prima  far'  ufficio  coli' Ambalciatore,che  da  elude  alla.  n&* 
\  ir©  delìlìeire  dall'  inftanza  :  a  che  non  confentendo  egli ,  lo  fece  ricercare,  gatma^ 
Imeno  la  profeguille  lentamente,  perche  era  impoffìbile  concederla  ,  per 
alienarli  tutti  i  Carolici.    Seguì  nondimeno  l'Ambafciatore ,  alquale  il 
rifpofe,prima  interponendo  dilatione>finalmente  rifoluette ,  che , quan- 
ue  egli  potelfe  ,  non  però  doueua  farlo,  poiché  il  Concilio  era  prolfimo»    , 
ome  a  quello  era  Hata  rimeffa  la  petitione  dell'  Imperatore,  coli  rimette-  ^'^^"^"'^^  »^ 
iella  di  Francia  al  medelìmo,  doue  s'hauerebbe  potuto,  per  fodisfar  al  c//;o^. 
trattar  queir  articolo  il  primo,  ilchepocopui  tempo  portauadi  quanto 
lauerebbe  di  bifogno ,  per  conceder  la  gratia  con  maturità.  Ne  delìllendo 
^bafciatore  di  replicare  in  ogniaudienza,il  Papaaggionfe,  Eller  ben  certo 
atti  i  Prelati  non  fanno  tal  petitione,hauendo  la  maggior  parte  nella  Con- 
Ltioneriloluto  di  non  parlarne:  ma  ellèrgli  portato  fotto  nome  de' Prelati 
mcia  il  motiuo  d'alcuni  pochi,&  quelli  anco  incitati  da  altri:  accennando 
gina,  conlaquale  infuofecretoconferuaualo  fdegno,  perla  lettera  de' 
ro  Agoftoda  lei  fcrittagli. 
Bilicata  per  Roma  qucftapetitione  de'  prelati  Fracej(i,nel  tempo  medelìmo 


con-' 


471  CONCILIO  DI  TRENTO      Papa  Pio 

CI  3  1 3  aniuò  nuoua da  Geunania  ,  che  i  medefimi  haueuano  mandato  a  Protefl 
Lxi.  per  eccitargli  di  perfeuerare  nella  lor  dottrina  ,  promettendo  di  fauorirl 
Francefiin  Concilio,&  dì  tirami  dentro  altri  Preiati:  ilqual  auifo  il  diuolgò  anco  ini 
mal  concetta  j.^  ^  ^  meife  i  Francciìm  cattiuo  credito  della  Corte  Romana,&  anco  degl; 
Trmto*Per  *  lì^^J'^hefì  rittouauano  in  Trento,  &  in  ambidoii  luoghi  fi  parlaua  dilorc; 
que^e  doma.-  "^^  d'inquieti,  &  innouatori:  dicendofi  anco,come  Tempre  le  Ibfpettioni  f;i 
dei'  ^ggio"g^^^  qualche  cofa  a  quello  ,  che  è  udito,  che,  attefeiedifpute,  quai 

tempi  palfati  quella  Natione  haueua  hauute  Tempre  con  la  Corte  di  Roi 
articoli alfai  principali,  &  importantij&confiderati gli  accidenti  prefentii 
fi  poteua  credere,  che  andalfero  al  Conciliojfenon  con  animo  di  turbare,!  i 
nouare  molte cofe.     L'Ambafciatore,  pernonlafciarcheil  romor  popa 
C^mbctjc.     f^gpj[]pg  impreflìone  nell'  animo  del  Papa,contralanatione  fila,  volle  hcui  ] 
lend"Jiufii&^  ma  egli  ironicamente  lo  confortò  a  non  faticarfi,perche  non  era  verifimil  i| 
eargliie  fcher-  ne  da  lui  creduta,che  un  fi  poco  num,ero,come  i  Francefi  ionojpotclTe  pc>  j 
mo,  cofi  gran  tencatiui,  a'  quali  quando  hauelTero  mira,  trouerebbono  un  gra  ij 

mero  d'Italiani,  che  Ce  giiopporrebbono  :  ma  ben  difpiacergli ,  che  jelfei  ) 
Concilio  conuocato  per  il  lolo  bilogno  di  Francia,  effilo  facciano  rita  ir 
che  moftrano  la  f  ocabuona  volontà  di  veder  rimediato  quel  male,  di  eh  1 
mentano  :  ma  che  egli  era  rifoluto,  o  con  la  lor  prefenza,©  fenza  elTa ,  a| 
Concilio  ,  Se  continuarlo,  &  ifpedirlo.    Che  già  tanti  mefi  erano  in.  Tr< 
fiioi  Legati,&  un  numero  grande  di  Vefcoui  ftauano  con  incommodo  - 
fa,afpettando,  fenza  niente  operare ,  mentre  tPrelati  di  Francia  contanti 
catezzaprouedonoalloro  beli'  agio. 
ed  il  Papa  In  conformità  di  quefto,tenendo  Conciftoro,recapitulò  le  inftanze,6 

preme  l'apri-  fé,  per  quali  già  un  anno  a  ponto,  conconfegli  loro,haueua  intimato  il  C 
tura  del  Con-  ifo^le  difficoltà  fcontrate,&:  fuperate  in  riduri  Prencipi  contrari)  tra  loro 
'  pinioni  ad  accettar  la  Bolla:la  diligenza  ufata  mandandoui  immediate  i  1 

Se  quelli  Prelati ,  che  con  elTortationi ,  3c  precetti  haueua  potuto  coftrii 
che  già  fette  mefi  tutto  dal  fuo  canto  è  preparato,  &  fi  continua  con  gr; 
fima  fpefa,  fi  che  tra  mercede  degli  ufficiali,  Se  fouuentione  di  Prelati  p 
la  Sede  Apoftolica  fpende  più  di  tremila  feudi  al  mefe ,  Se  Tefperienza  n 
che  il  differir  maggiormente  non  è  i'cnon  dannofo.  I  Tedefchi  ogni  giorn 
no  qualche  nuouo  trattato  tra  loro,  per  machinare  oppofitione  a  quefta  i 
(k  necelfaria  opera:  le  herelìe  in  Francia  fanno  progreifo,&  s'è  veduto  um 
ribellione  d'alcuni  Vefcoui  Francefi,con  le  aflfurde  petitioni  del  Calice  e  | 
ta  violenza,  che  il  maggior  numero,ehe  è  de'  buoni  Catholici ,  ha  conu 
fuccombere.  Già  tutti  i  Prencipi  hanno  deftinato  Ambafciadorijil  nif 
de'  Prelati ,  che  fi  ttoua  in  Trento  non  folò  è  fufficienteper  commincia.' 
nodo,ma  nelle  due  volte,  che  già  è  (lata  tenuta,  mai  il  numero  gionfea  m 
che  e  di  prefentecperòniente  rciì:a,che  nò  Ci  debbia  dar  principio,fenzapiu[ 
tare:&  confcntendo  tutti  iCardinali,anzi  lodando  la  deliberatione»  depil 
evtdepMtMan-  ^^^  •  ^^^  Legati,  due  altri ,  Ludouico  Simoneta,gran  Ganonifta,  &  paffad 
Mfl,  **'   '     gradi  degli  uffici)  della  Corte  j  &  Marco  di  Altemps  ,  nipote  Tuo  di  (ìj 

Al' 


PioIIir.  LIBRO  QVINTO.  475 

no  commadòjche  immediate partiflTcne  in  viaggio  G  fermaflè^  gionto,  e  i  ^  1 3 
fero  le  felice  ceremonie,  5c  u  cantalFela  MeUa  dello  Spirito  Santo pev  xxi. 
)io  delConcilio.Soggionfe  poi  il  Papa,che  non  doueua  perpetuamente 
;inodo  in  piedi,ne  terminare  in  forpeniìoni}  o  traflacioni ,  come  già  s'era 
:on  prcgiudicij,&;  pericoli  notabili  j  ma  metterci  fine.  Feniche  Farcnon 
j  biiogno  moki  mefijpoiwbe  già  le  più  importanti  cofe  fono  ftatcrifolu- 
lelche  rcfta,è  anco  tutto  digeftOi6c  porto  in  ordine  perledirputc,&: 
i  fatti  nel  fine  fotto  Giulio>  quando  le  cofe  erano  appontate  ,lì  che  non 
ilcro>chelapublicatione:  onde  poco  rimanendo  >ii  tuttofata  ifpedico 
pochi  meli. 

meta  Ci  mifein  viaggio  i  &  a*  noue  Dicembre  gionfe  in  Trento,  &c  Ci  vi- 
loentrare  Icuariì  un  gran  fiiogo  dalla  terra,chepafsòfopra  la  città,  co- 
il  vapore  ignito,chc  Stella  cadente  chiamano,  lolo  digerente  in  gran- 
ilche  fece  far  diuerfi  pronoftichiagli  odofi,che  molti  eranojdachi  in 
di  bencjda  chi  di  male,c  he  vanità  farebbe  raccontare.  Trouò  il  Cardi- 
ere  del  Ponteficcjdopo  la  fua  partita  l'critte  ^  che  s'afpettaife  per  aprir'  il 
3  nuoua  commiflìone.  Col  Cardinale  fecero  il  viaggio  in  compagnia 
Vefcoui,  che  alla  partita  fua  di  Roma  erano  alla  Corte,  quali  il  papa 
afeguir  il  Legato,  »Sc  ii  ritrouarono  in  quel  tempo  nouantadue  in  nu- 
le 1  Cardinali, 
rincipio  di  Dicembre  fu  di  ritorno  a  Roma  il  Noncio ,  che  rifedeua  in  ,7  pap^  r^  /„^ 

Iilqualehauendo  riferito  lo  ftato  delle  cole  di  quel  Regno  ,  CctiiVe  iìftm^aa'Fy^^ 
i  al  Legato, che, rapprefentando  alConfeglio  Rcgio,non  elfcrui  altra  «T**  <^^«  w^w- 
ekbrar'  il  Concilicfenon  ilbifognodiFrancia,non hauendonc biio-  ^°'*^CofKÌ' 
dia,ne  Spagna,ricufandolo  Germania , perilehe  a  loro  toccherebbe  il  '"' 
lo,cofa,che,daloro  ncgletta,facendola  il  Pontefice  per  la  pietà  patcr- 
ndo  in  Trento  li  Legati,&  numero  grande  di  Prelati  Itahani ,  oc  i  Spa- 
maggior  parte  gionti,&  il  rimanente  in  viaggio;  anco  da  eflì  immedia- 
andatoAmbarciatore,&  i  Prelati.  Commandò  in  oltre  al  Legato,chc 
li  opera,  accio  le  prediche,  (Sccongregationi  de' Proteftanti  foflera 
,  6c  delfecuorea'Theologi,  gli  communicallè  Lidulgenze,  &  gratic 
&  gli  prometteflè  anco  aiuti  temporali  :  e  che  egli  per  alcun  modo 
ouaife  a  lor  prediche,&  fuggilTc  anco  i  conuiti,doue  alcun  di  loro  in^' 

lo  tempo  ftelTo  gionferoin  Trento  due  Prelati  Polacchi,  iquali  vifi- ^""^  "^'"l*»'* 
Iti  i  &  moftrata  la  diuotione  di  quella  Chiefa  alla  Sede  Apoftolica,  pIiJ^^^^ 
>i  molti  tentatiui  de'Lutherani  per  introdur  la  dottrina  loro  in  quel  lìnonnoiendo 
i  fondamenti  già  in  qualche  parte  gettati;  contra  le  machinationi  de'  «««««r?  di 
E  ueniua  che  i Vefcoui  foffcro lempre  intenti  per  ouuiare  :  che  erano  *,'^i'P'''f"t'**^ 
«fiderofi  d'interuenire  tutti  nel  Concilio,  &  coadiuuare  nella  cauta 'j,"*'""*'''.^* 
l  ::ilche  non  potendo  fare,  per  rifpetto  cofi  importante,  6c  necelfario,  ti  "^  **" 
i  ilo  inteiuenire  con  autorità  per  mezzo  de*  Procuratori,  che  rendelfe- 

Ooo 


474  CONCILIO    DI  TRENTO       PapaPuI 

ro  voto  come  li  Prelati  piefenti.    Et  dimandarono  che  eflìpoteirero  hau 
ti  voti  j  quante  commimoni  hauellero  da'  Vefcouijcheper  legitimacaii 
polTono  venir  dal  Regno.  Da'  Legaci  fu  rifpoftojcon  parole  generali,  riii: 
dofi a  rifoluere  dopo  dcliberationc  matura ;&  della  richiefta  dato  auifoa» 
fìce,dalqualefuinConciftororifcrita:nevi  fu  difficoltà, che  tutti  nonci 
reiTjro  in  la  ncgatiua,eircndo  già  deliberato,che  le  rifolucioni  fi  facelTero  < 
già  anco  s'era  fatto  per  l'inanzijper  pluralità  di  voti,  &  non  per  NationiH 
tanto  più  era  giudicato  necclTario,quanro  la  fama  portaua,  che  i  Francef  s 
Catolicijvenilferocon  quelli  Tuoi  pcnfìeri  Sorbonici>  Se  Parlamentari  t 
riuolti  a  voler  ricono{^:er' il  Papa>folo  tanto,  quanto  loro  piacelfe  :&  g.j 
intcfo  qualche  humor  degli  Spagnuoli  di  voler  fottoporre  il  Pontefice  C 
cilio,&  i  Legaci  da  Trento  haueuano  più  volte  auifato,chc  fi  Icopriuai  a 
che  mali  humori  ambitioiì,dieftendere  l'autorità  Epifcopale,  &  in  par  4 
gli  Spagnuoli  artificiolaméte  proponeuanojelfer  necelfario  reftringerl'; 
Pontihcia,almeno  tanto,che  non  pofll  derogar  a' Decreti  di  quefto  O 
altrimcnte  vana  farebbe  la  fatica,  &  la  fpefa,per  far'  un  Concilio,  che 
poteife  derogare  con  lafacilità,che  quotidianamente,per  Icggieriffime . 
lenza  quelle  anco,  deroga  a  tutti  i  Canoni.  A' quali  tentatiui  conflder 
Cardinali  altro  rimedio  non  vi  ctrere  fenon  opponer  il  numero  grande  < 
ti  Icaliani,quali  ruperaranno,fc  ben  s'unilTero  infieme,  tutti  gli  Olcrar 
Et  quello  rimedio  tederebbe  inelììcaccquando  s'admettelTe  il  voto  de; 
ti.CheiSpagnuoli  (ìfarebbono  mandar  da  tutti  procure;  il  iimile  fai 
Franceri,&  farebbe  tanto,quanto  dat  i  voti,non  per  Capi,ma  per  Natio 
Fu adonqucrefcrittoaTrento di  fare  a  Polacchi  ogni  larghezza  d 
con  concluiìonc,che  quel  Concilio  era  unacontinuatione,  &  tute'  um 
mine  iato  fotto  Paolo  terzo:onde  conueniua  feruare  gli  ordini  all'  hora 
prattica, &continuatamenreferuati  con  buon  frutto, come  s'era  ved 
quali  uno  fu, e  he  i  voci  degli  alTenti  non  folTero  computati:  ilqual  ordii 
poteua  difpenfar  in  loro ,  fenza  eccitar  riftelfapretenfione  in  tutte  le 
con  moka  confiiiìonc:  che  qualonque  cofaToUe  dalla  Polonia  richie 
propria  a  lei,  e  he  non  poteiie  metter  le  altre  regioni  in  moto,  per  i 
firuirano:      ^^^^W^  nobiliffima  Natione  ,  farebbe  conceduta.  Della  rifpofta  mof 
Polacchi  rcfì;arconcenti,&  nondimeno,pochi  giorni  dopo,  l'otto  preti 
..     uer  r.cgorij  a  Venccia,partirono,nc  più  ritornarono; 
•ta^Tomaper       Diede  a  tutta  Roma  grand'  allegrezza  una  lettera  di  mano  propria 
Ufm promejfe  Spagna,fcrittaal  Ponteficccon  auilo  del  negotiato  di  Momberon,mj 
*  dalla  Regina  di  Francia,&rilpofta  datagli,  con  oblatione  alla  Santità 
e  Franc'm  la  ftenzaper  purgar  la  Chriftianicà  dall' herefìa  ,  con  tutte  le  forze  de'  1 
comriflap?r!e  ^rati  fuoi,aiutando  potentemente,  «3<:  prontamente  qualonque  Prenc: 
condame    i    j^g,.j.^j.  |q  Stato  ptoprio  da  quella  contazione.  Ma  in  quefto  fteiFo 
dilla  fua  dot-  c^^^iuo  concetto,  rormato  contra  Franceh  dalla  Corte  ,  s  aggionlen 
trinMt  mento  per  auifo  venuto  da  Parigbche  con  gran  folennità  haueiTe  il  Pa 


Pio  mr.  LIBRO    QJ- IN  TO.  47j 

Jnnato  a  ritrattarfi>&  diCdkChun  cerco  GiouanniTancliereÌlo>BacciIlic'rdi 
8ogia,perche,con  ititelligenza  d'alquanti  Theologi,  propofe  concliifioni 
Ihcche  il  Papa  Vicario  di  Chriftce  Monarchadclla  Chieia,  può  prillar 
{ ;ni ,  Staci ,  Se  degnità,i Rè ,  &  Prencipi  difobedienci  a  precetti  fuoii^^  le 
[1  Se  efTendo  egli  per  tal  caufa  fate  oreo,&  chiamato  ingiudicio,  confeilaco 
;  ,&  temendo  di  qualche  gran  male5fLiggì:&  i  giudici,come  in  una  comc- 
■(  ero  che  dal  Bidello  dell'  Vniueriìcà  folle  rapprefcntata  la  fua  pcrfona ,  &c 
remendaj&  retrattatione  in  publico;&  prohibirono  che  i  Theologi  non 
ropiudifputarfimiliqueftionij  &:  li  fecero  andar'  inanzi  al  Rèadiman- 
iono  d'haucrperme (Teche  materia  coli  importante  folTe  pofla  in  diipu- 
promellad'opporfifempre  a  quella dottrina.Siparlauade'Francefì>comc 
iciperduci,&  che  negauano l'autorità  data  daChrifto  a  S.  PictrOidipaf- 
1  cto'l  fuo  gregge , di  fciogliere  ogni  cora,&  legave>ilche  principa  Imente 
inpunire  i  delitti  di fcandalo}&: danno  alkChiefa  in  commune/enza 
[  iza  di  Prencipe  ,  ne  priuato  :  fi  portauano  gli  elFempi  d'Henrico  quar- 
Liinto  ,  Imperatori  jdi  Federico  primo,  &c  iecondoi  di  Ludouico  Ba- 
di Filippo  Augufto  ,  Se  del  Bello  ,  Rè  di  Francia  :  s'allegauano  i 
detti  de'  CanoniiH  in  quefta  materia  ;  fi  diceua  ,  che  doueua  il 
ce  citar  tutto  quel  Parlamento  a  Roma  ;  che  la  conclufìone  di  quel 
go  doueua  eifer  mandata  a  Trento  »  per  metterla  in  eiFamine  la  pri- 
iche  fi  faceire>&  approuarla  >  dannando  la  contraria.  Il  pontefice  fi 
quello  fucceiTo  moderatamente,  &  pensò  che  folFe  meglio  diiTìmu- 
3iche ,  come  diceua,  il  mal  maggiore  di  Francia  rendeua  quello  infenfi- 

uaper  fenno  la  Cortcche  al  Concilio  non  doueua  trouarfì  ne  Ambaf-  U  Papa,peT 
ne  Vefcoui  Francefì,5c  difcorreua quello  che  hauerebbe  conuenuto  alla  P^^"^"^'»"'» 
i|  Pontificia  fare, per  fottometterdi  per  forza  alle  decerminationi  del  rf!'*^'/'"  . 
■o,quale  il  papaera  deliberato  che  rolie  aperto  onninamente  al  princi- 
1  anno  nuouo.Queftarifolutione communicò  a'  Cardinali,  clFortando- 
:iifìderare,noncirerdegnità  della  Sede  Apoftolica ,  ne  di  quel  Collegio, 
<:er  di  riceuerregole,6>:  riforme  daaltri,&  la  conditione  de'  tempi,  quan- 
:l  gridano  riforma,fenza  intender  che  cofa  fìa,ricercare,che ,  attefa  la  fpe- 
àelnomcnonfìa rifiutata:  ottimo  temperamento,tra  quelle  contrarietà 
i  ii,eirere,preuenendo,il  far  la  riforma  di  fé  medefìmo,ilche  anco  feruirà, 
3)  a  quello  tanto, ma  ancora  ad  acquiftar  lode  conFelFer  elFempio  agli 
3  e  per  quefta  cofa  egli  volcua  riformare  la  penitentiaria.  Se  Dataria,prin- 
lembri della Corte,&  attender  poi  allepartipiu  minute  ancora.  Deputò 
<lo  Cardinali  all' uno,&  all'altro  carico.  Difcorfe  lecaufcperchenonfi  td  infine prt- 
iliffcrir  più  in  longo  l'apertura  del  Conciliorperche ,  fcoprendofi  fempre  fe  s}°^^ 
■li  Oltramontani  cattiui  fini,&  diiTegnijd'abbairarl'airoluta  potcftà,chc  f''^^''""[* 
ilataal  pontefice  Romano,quanto  più  fpacio  fi  dà  loro  di penfarci,tauto   ^     *""  '*' 
'acchinacioni  crefcono ;  Se  elfer pericolo,  che  degl'  Icaliani,col  tempo, 
Ì(iano  guadagnati  :  per  tanto  confìfter  la  faluce  nella  celericà  :  feuza 

Ooo     ij 


47«  CONCIMO   DI  TRENTO  PapaPicH 

ci3   i3    che ,  le  fpefe  ,  che  fa  in  foftentargli.  Cono  immenfc  »  a  quali  fé  non  fi  i^tr 
LXi,      fìne,non  potrà  la  Sede  ApoftolicaiupplircJ)iede  poi  la  Cioce  della  Legair 
al  Cardinale  Altemps,  con  ordincche  fi  metteffe  in  pronto ,  &  partilfe  pe  (Te 
in  Trento  all'  apertura  del  Conciliojfe  folTe  poffibile.  La  caufa,  perche  £<  oc 
l'ordine  dato  allapartitadelCardinalSimoneta>d'aprir' il  Concilio  al  fu(.n, 
uo>fu  rinftanzafattadair  Ambafciatore  Imperiale  inRoma>che  a  quell'  tic 
ne  folTero  afpettati  gli  Ambafciatori  del  Tuo  Prencipe.  Ma,hauendo  poi:  at; 
titaSua  Santità,  che  fifarebbonoritrouati  in  Trento  inanzi  ilmezzoGmi 
rojfece  efficace  inftanza  al  Marchete  di  Pefcara,deftinato  dal  Re  di  Spagn  \r 
bafciatore  al  Concilio,  che  per  quello  ifteflb  tempo  fi  ritronalfe  inTrcr  ai 
apertura ,  per  aflìftcre  egli  ad  efla  :  Se  roUecitò  i  Vcnetiani  a  mandar  la  lor  ag 
bafciaria,ftimando  moltojche  <juclla  ceremonia  paflàfic  con  riputationc. 
nondimeno  a  Legati, che  apiifiero  il  Concilio,immediate  arriuati  gli 
fciatori  dell*  Imperarore,&:  de'Prencipi  fopranominatiima,  quando  a  m 
mefe  non  fuirero  gionti,non  fi  difFeriilèpiikCon  quello  flato  di  cofe  finì  j 


Pro  mi.  LIBRO    SESTO.  477 

Hisr  ORI  A 

DEL 

ONCILIO  TRIDENTINO. 

LIBRO    SESTO. 

Sommario» 

Trentdificominciamgli  t/iftì  Conciliari  :  ed  e  froueduto  alle  precedenXe ,  cm 
u!Ìo  del  Braganz/t.  Si  fk  decrete  per  la  prima  Sejfione  ,  nelt^uale  e  deìlrA- 
'  inferito  >  Che  i  foli  Legati  poffano  proporre  ;  a  che  è  fòrte  contradetto  nel- 
fioncy  ma  indarno  y  per  la  rifoluta  volontà  del  Tapa»  In  Francia  >  per  li 
'vii  di  religione  >  e  fatto  l'Editto  di  Gennaro  ,  fmoreuole  à  "Riarmati.  Si 
in  Congregatione  di  libri  prohihiti  >  e  dannati  j  e  d'nn  perdono  generale  ?  «7^/- 
{ottOi  con granvarietà  dt  pareri.  InUnto  arriuano a  Tretito il  Legato  <i/4l- 
egli  ^mhafciadon  dell'  Imperatore  y  e  dt  TortogoUo.  Si  tiene  lafecon- 
Tione.  Egli  ^mbafciadori  Qefaret  fhnno  infiamma  della  rifirma , dellacjiut' 
fgati  propongono  Articoli,  Arridano  in  Trento  Ambafciadort  di  Spagna» 
ì  renta  >  di  SmTLuri ,  e  del  Clero  d'Ongheria.  Si  tratta  in  Congregati^- 
i  a  %ejìdenzji  >  con  gran  pajjìonr  >  e^  diuerfità  ;  delle  Promotioni  a  titolo  j  della. 
i  éitnel  conferire  i  Benefcif  ;  delle  Prebende^  e  diflributioni^  La  Refiden'la ,  pei 
Ayrnumero de  voih  enfolutu  de  ime ^imno:ma la conclnfìoneye dichiaratwney 
3  Uà  da  Pontificii,  (jiunm  degli  Ambafciadori  Veneti,  Si  tratta  della  diuifioneye 
i  ione  delle Chiefe-ye de'  Curati  ignorantuo  vitiofi^e delle Comende-^e de' Quefloriy 
Vi  lino  giudicati  ajfolutamete  donerfi  abolire.  Tutte  ejuefle  cofepartonfcono  ombrcy 
'i  iedojfeJèaRomayContra  i  Legati fiefìiSi  tiene  la  terza  SeJJìonefopra  iprecedeti 
li  Idarriuanogli  Ambafciadori  Franz^efi,a!U  cui  pungente  arrengay  è  riffofio  dal 
F  0  nella  quarta  SeJfwne.Poi  in  Cogregatione  e  propofio  il  negotio  del  Calice^  e  delltt 
«  ì1(ay  con  gran  tumulto  :  e  gì*  Imperiali  propongono  Articclt  di  R: firma.  Il  Papa 
»  pvr  quefiifucceffiyC  concerta  una  Legageneraley  che  va  a  voto: e  manda  il  Ven- 
^tal  Concilioyper  inmgilar  l' attieni  di  tuttiy  e  de*  Legati  fi  ejfu  L' Ambafciador 
A  fa  una^aue  or at  ione  al  C  oc  ilio,  Varij  difcorfifopra  vari]  capi  di  rifirma:ed  m 
l 'lebra  la  quinta  Se  filone.  E  per  lajègueme  fi  mette  un  ci  di?/ e  al  trattureyViolate- 
^^efìiiti.  La  materia  è  preJàyDel Sacrificio  della  Aiefia  -.fòpra  che, fono  diuerfì 
r\'.  intorno  al  vero  fondamento  d'efifc  Refidenza  dà  nuoui  trauagli ,  per  la  fir- 
'^iegliSpagnmli:  e'I  Papa  l'auuocaafè.  Il  negotto  del  Calice  e  rime  fio  infine  al 
*\'ondtfgufiodiCefareiede'f^oipcpoh\e  fi  tratta  degli  abufi  della  Me jfa.Lafefi  a. 
'^>  e  tenuta /òpra  juefiicaph  con  piacer  delTapa, 

|J  LEGATi,conformeaqLierto,cheilPonreficciilrimamente  comman-  ^ongregatìnn» 
ij*  diro  haiicua»a' quindici  di  Gennaro  fecero  una  Congregationegcncra-  "»^»'"'*''5/'^«- 
\x  ie,aellaquale  il  Cardinale  di  Mantoua,come  prn-no  Legato ,  hcbbe  un  co»S:  "^ 

O  o  o     iij 


478  CONCILIO   DI  TRENTO         Papa  Pio  i 

conueniente  ragionamento  della  neceflìtà,  &  opportunità  d'aprire  il  Conci( 
elForcò  tutti  i  Prelari  ad  aiutar  e  od  Tanta,  &  pia  opera,  con  digiuni,  limofìr,^ 
frequenti  celebrationi  di  Jyielfe.DopOjfu  letta  la  Bolla  della  Legatione,dat:  ji 
ro  il  dieci  Marzo  precedente,laqual  era  in.  termini  generali ,  con  le  folite  eia  u 
le,  ChcgUmandaua,  come  Angeli  di  pace,  per  prefederai  Concilio  conuo(:c 
&:che  doucuahauer  principio  alle fefte di Ritbrrettione.  A  quefta fu  aggi n 
la  lettura  di  tre  altri  Breui.Ilprimo,de'cinqueMarzo,&:era  facoltà  a  Legid 
dar  licenza  a  Prelati,&  Theologi ,  che,  durante  il  Concilio,  poteflero  Icgg  jj 
bri  prohibiti.  Il  fecondo, de'  ventitre  Maggio, che  i  Legati  hauelFero  fa^jt 
d'alloluer  quelli, che  fecretamenteabiuralTero  per  caufa  d'berefia.  Il  terzjr 
dell'  ultimo  Dicembre, doue  il  Pontefice,  perleuar'  ogni  materia  di  coi  o 
uerfia  nata,  o  chepotelfe  nafceretra  i  Prelati  congregati  in  Concilio  foj:  [ 
precedenza  ,  commanda,  chci  Patriarchi  prima, poi  gli  Arciuefcoui,in  z( 
luogo  i  Vefcoui,  precedino  ;  non  attefo  alcun  ordine  della  degnità  della  '  ie 
-  ma  lecondo  la  promotione ,  ne  tenendo  conto  delle  degnità  primatiali,  v 
pretefe  chefiano. 
j'Kr.h>h.  In      Quello  letro,reclamò  acremente  Fra  Bartholomeo  de'  Martiri,  Arciuei  uc 
precedente,      di  Braga  mPortogailo,cne  li  doueileprmcipiar  il  Concilio,  da  pregiudicij  iif 
tra  le  Chiefe  principali  di  Chriftianità:che  la  fua  Sede  hauendo  il  Prim 
Spagnajriceueflfe  una  fententia  di  douer  elfer  fottopofta,non  folo  alle  altre  i 
uefcoualifue  fuddite,maancoadunArciuefcouo  diRofano,cheèfenzaSi  i 
ganeo  alcuno;6r  a  quelli  di  Niffìa,&  Antiuari,che  fono  fenza  refidenza,&  ,; 
fenza  popolo  Chriftianoielfercofa  di  poca  equità  voler  una  legge  per  fcé 
per  gli  altri:  pretendere  di  conferuar  l'autorità  propria,  &  priuar  gli  altri  ; 
loro  legitim.a.Parlò  con  tanta  cfhcacia,che  i  Legati  lì  videro  alfai  ben  impi  tii 
&  con  difficoltà  lo  quietarono,cpn  far  fcriuere  una  dichiaratione ,  dicenc 
u^dkhiara-  "^^nte  del  Papa,&:  loro,eirere,che,per  il  Decreto  letto  non  s'acquifti  m-. 
tione:  facciapregiudicioadalcuno,nefia  offefa  la  ragione  di  qual  fi  voglia,nein| 

prietà,ne  in  poireflloneuna  ogni  Primate  ,  o  vero,  o  pretefo,  dopo  il  Con» 
debba reftar  nello  (lato, che  era  per  inanzi.  Con  quello  modo  .quietato  a 
altro  difparere  TArciuefcoucgli  altri  Spagnuoli  fecero  in(lanza,che  l'apertura  del  Conci! 
per  la  conti-   facelfccome  continuatione  del  già  principiato  fotto  Paolo,&  profeguito  ' 
nmtfom,       Giulio,&  fé  ne  facelTe  efprcira  dichiaratione,fi  che  niifuno  poteiTe  cauilla  he 
folfe  un  nuouo.A  quello  il  Vefcouo  del  Zante,che  era  ftato  Noncio  in  Gè  i> 
nia,&fapeua  quanto  una  tal  attione  farebbe  fiata  calunniata,  &  quanta  d  li- 
centian'hauercbbericeuuto l'Imperatore, replicò, Che,ficome  non  fi  do  u» 
metter  dubio  alcuno  foprale  cofe  decife  già ,  ma  tenerle  per  determinate;c  iil. 
farne  adelfo  dichiaratione  ,  era  fenza  neceflìtà  ,  *5i  haurebbe  tagliata  tui  ■ 
fperanza,che  rimperatorc,&  il  Rè  di  Francia,haueuano  di  poter  far  nafcer  " 
giontura,che  i  Proteflantififottometteirero  al  Concilio,  &  alcun  di  lei 
interueniflc.Li  Legar  i,m  affi  me  Mantoua,&  Varmienfcfauorirono  conni 
cmfotio  per  difcoriì  il  parer  del  Vefcouo,&:  molte  cofe  furono  dette  dall'  una  parte,&  Ym 
i'ifjfetti,  tmi-  ^Qj^  parole  alfai  acerbe  :  dicendo  li  Spagnuoli,di  voler  proteflare,&  torn  J 
"'"^^**'  Spagna.Mafìnalmentc,dopo  molte  confultationi,quefti  conuennero  di  de  t^( 

redia 


^  Pio  mi.  LIBRO    QVINTO.  479 ^ 

laloroinftanza,pernonopporfiair  Imperatore  j  al  Rè  di  Francia,  a  The-  ci^     ci 
ii,&:  Fraiiceri,&  per  non  dar  fomento  alle  querele  de'  Proteftanti ,  purché       xliì, 
bircio  dette  parole,che  fignificairero  nuouo  Conciliojoportafleroprcgiu- 
ailacontinuatione:promcttcnJo  li  Cardinali,a  nome  del  Papa,che  laSan- 
la confermerebbe  tutto  qacllo,  che  era  ftato  fatto  in  Trento  ne'  doi  prece- 
Concilij>ctiandioinca(o,  che  il  prelente  fi  diliolueirc ,  &  non  11  potcllè 
:con  che,h  contentarono:&>dopo  lor.ghidilcorfi ,  fu  conclufo ,  che  fi  do- 
ufar  forma  diparole  fignihcantijche  fi  daua  principio  a  celebrar  il  Conci- 
uata  qualonque  l"ofpcnfioncjlcquali,il'  ben  ambigue,  &  che  potcuano  eifcr 
acontrarij  fenfijnondimenobalhmdo  per  concordar  1  aprelente  diffcren- 
rono  riceuute,  3c  conclufo  d'aprir  il  Concilio  la  Domenica  icguentc  de' 
tto.Propofe  in  fine  il  Cardinalesche,  principiato  il  Concilio,  farà  conde-  ordine  tnmmt 
frequentare  le  publiche  Capelle  ogni  feita ,  con  interuento  de'  Prelati  alla  ««^^  Mej]e,e 
i,&  col  Sermone  Latino,quale  doucndo  eilcr  recitato  alle  volte  da  perfo-  ■P"^'^'^^  ^^^ 
e  non  (anno  intieramente  queilo,che  conuenga  al  tempo,&  al  luogo,&  ai 
;  :o  degli  audienti,(aù  ben  deputar' un  Prelato,  che,  ficome  il  Maertrodel 
Palazzo  a  Roma,  riueda  quello>che  donerà  eifer  detto,  &  fecondo  lafua 
I  .iras'habblada  recitare.Piacquea  tuttilapropofta,&:  fu  deputato  Egidio 
j  raro,Vefcouo  di  Modena,con  carico  diveder  ogni  Sermone ,  Predica,  & 
I  :ofa,c he  donerà  eifer  in  publico  pronunciata, 
zentiata  la  Congregatione,i  Legati,co'  confidenti  loro,fi  diedero  a  formar  „gi  j)ecntò 
:eto,&  lo  concepirono  nella  forma  concordata:^  attendendo  molte  trat-  ptr  laSe/ìlone, 
lipairate  tra  i  Prelati  in  tanto  tempo ,  che  erano  ftati  otiofi  inTrento,di  ^  infetto  ca»-- 
mcrcchi  quella ,  &c  chi  quell'  altra  prouifione  ,  tutte  inuiate  ad  ampliar  *'*'"*»'^'<^"«  » 


ritàEpifcopalc&diftruggerela  Romana,penfarono  ài  rimediar  al  tutto  iyop^Ì'„J?** 
incipio,inanzi  che  il  male  fi  mettelFe  in  moto,  con  decretare  ,  Che  nilTun 
e  propor  materia  in  deliberatione  ,  fenon  i  Legati.  Vedeuano  l'arduità 
3ropofta,&preuedeuano  la  contradittione,&;  però  ilbiiognod'ufar  molta 
Der  farlo  riceuer  dolcemente,  & inauedutamente. Quella  negatiua,chc 
i  proponga ,  parcua  dura  Se  afpra:piacquepiu  l'affermatiua ,  che  i  Legati 
ineirero,non  dandofi  elclufiua  chiara  agli  altn^mafolo  virtuale  :  tutto  co- 
Ojconpretefto  di  feruar  ordine  ,i(9t  dare  la  deliberatione  alla  Sinodo.  Fu 
Ito  il  Decreto,  con  tanta  arte  ,  che  fino  al  prefente  anco  conuien  eiler 
ìattentopcrfcopriril  fenfo,non  che  intenderlo  alla  prima  udita,  &  lo 
ò  in  Italiano  con  chiare  parole:leggalo  in  Latino ,  chi  vorrà  veder  l'arti- 

"ilonque,  conforme  alla  prefa  deliberatione, venuto  il  dì  diciotto^fifccela  P""9«^#V- 

Ojflìonedi  tutto'l  Clero  della  città,  de'Theologi,(5<:  Prelati,  che  oltre  i  Car-  "*' 

1:. , erano  cento  dodici  mitrati,accompagnati  dalle  famiglie  loro,  &  guardati 

n  >lti  paefani  armati,caminando  dalla  Chiefa  di  San  Pietro  alla  Cathcdialej 

"vyl  Cardinale  di  Mantoua  cantò  la  Mefla  dello  Spirito  Santo:.5cGafparo  dal 

jl^.Arciuefcouo  di  Reggio,  fece  l'oratione.  Hebbe  per  foggetto  trattar  dell* 

Ittita  della  Chiefa,  del  Primato  del  Papa,  6c  della  potefta  de'  ConciIij:dUlc 


48o  CONCILIO  DI  TRENTO        Papa  Pio  [ 

e  IO  1^    Vautoiità  della  Chiefa  non  efler  minore  di  quella  della  paiola  di  Dio:  chi 
LXii-      Chiefa  ha  mutato  il  Sabbato,  da  Dio  già  ordinato,nella  Domenica,  &leusj 
Circonciiìone  già  ftietcamente  dalia  Maeftàdiuina  commandata:  che qi 3 
precetti,nonperlapredicacionediChrifto,maper  autorità  della  Chiefa  Ik 
mutati.  Riuoltofi  anco  a  Padri  >  gli  confortò  ad  adoperarli  conftantcm  n 
conerà  iProteftanti,coacertezza,che,ficorae  lo  Spirito  Santo  non  può  ci  ^ 
nelUqudetfi  coi!  eglino  non  polTono  ingannarll.Si  caatò  il  Ve?ji  Creator  Sfiritm.  Il  Sccij 
comrAdtitioTK  tio,che  era  li  Veicouojdi  TiicUjicflc  la  Bolla  della  conuocatione  difopra  pc  a< 
"''^  ^  '"•  A/i  ta:&:rArciuefcouoiopradetto  interrogò  il  Decreto  deli*  aprir'  il  ConciliiJi 
^jul^ti!  *       cendojPadri,  v  i  piace,  che  dal  giorno  d'hoggi  lì  celebri  il  Cócilio  Genera  i 
TrentOsleuataqual  il  voglia  foipenfìone,per  trattar,col  debito  ordine  >  pn  > 
nédo  i  Legati,  éc  Prc  fidenti,  quello,che  parerà  alla  Sinodo  a  propoiìto,per  \  ai 
lecontroueifie  della  religione,  corregger  i  coftumi,5t  conciliar  la  pace  (  ri 
ftiana  della  ChiefaJFurifpoilojP/^r^/.-macontradiirero  quattro  Prelati  a  c]  la 
iDz.n&-rProponemibm Legatis-,  iequali  io  fcriuo  coli  in  Latino  ,  douendonc  iu 
volte  parlare,pcr  le  gran  controaerfie  6i  difpute,  che  feguirono  dopo.  1  co  a» 
ditcori  furono  Pietro  Guerrero,Arciuefcouo  di  Granata;  Francetco  Bla  ai 
Vefcouo  di  GrenfejAndrea  della  Quefta,  Vefcouo  di  Leon;  Antonio  Colo  e» 
ro>Vefcouo  d'Almeria.DiiTerojche  non  poteuano  acconfentire,  per  ellerp,  le 
nuoue,nonufatc  in  altri  Concilij,&  che  riftringeuano  la  libertà  del  prop  « 
8c  dimàdaronojche  i  loro  voti  folfero  regiltrati  negli  Atti  del  Concilio.  Fu  ta 
lafciati  fenza  aicunarifpofta,&  fu  intimata  la  Seflione  per  il  ventifei  di  Fcl 
ro.Il  promotore  del  Conc  ilio  rie hiefe  tutti  li  Nocari,tS4  Protonotari,a  far 
cofe  fopradette  uno  &  più  inftrumenti:&  con  quefto  fini  la  Seflìone. 
ffliM^' «MJ«»pf      I  Legati  auuifarono  il  Pontefice  del  fucceifo  nella  Congregatione,  & 
ne  »i  Pt^ff^»     Seffione,&'  egli  ne  diede  parte  al  Conciftoro.Molti  hebbero  openione,cor 
rate  le  diiìicokà  del  principio,che  il  Concilio  douelfe  far  poco  buon  prog  ^ 
attefa  l'oftinata  contradictione,che  fividene'  VelcouiSpagnuoli,pocopr(  it 
per  componer  difficoltà  di  religione  ;  ie  ben  dall'  altro  canto  li  Legati,  h.  \  i- 
couiItaliani,{ìmoftrarono  molto  deftri,&  uniti  a  temporeggiarle ,  &  vìik  le. 
i  »#/»  "nwlt  II  Papa  lodò  la  prudenza  de*  Legati,che  haueflfero  preuenuto(cofidiceu  it 
éi  r€jiì:         temerità  degl'  innouatori  :  non  lenti  diipiacere  che  quattro  fi  ìblFero  opj 
perche  temeua  d'hauer  maggior  numero  di  contrariiieiFortò  i  Cardinali  ai 
marfupoiche  fi  vedeuancceilìtàdi  trattar  con  perfone  irreipettiue  :  diede 
ne,  che  foircrofoliecitaci  gli  altri  Vefcoui  Italiani  apattire:&  fcrilTc  aTi 
che  tenelTero  il  Decreto  fermo ,  &  lo clfeguiirero  fenza  rallentar' un  pont 
efìl  àt        ^^  ""^  Francia,  hauendo  per  più  mefi  la  Regina  di  Nauarra,  il  Prenci 
^Tlrwtft*  'w  Condè,&  rAmmiraglio,&  la  Ducheifadi  Fcrrara,fatto  inftanza,  che  CiM 
Frmtiit*        deifero  a  quelli  della  nuoua  religione  luoghi  da  cógregarfi  alle  prediche  & 
monie  loro:&;  tutti  cjueftij^  altri  ancora  de' grandijfacendo  prò feflìone, e 
dio  nella  Corte  ftcllajdi  quella  dottrina,gli  altri  Riformati  di  minor  grado 
To  per  ciò  ardire,feparataméte  Ci  cógregauano:  ilche  non  potendo  Ibppon 
popolo  CatolicOiin  moki  luoghi  del  Regno  furono  eccitati  moti  pop 

P 


^  Pio  mi.  LIBRO     SESTO.  4S1  _ 

AofiiTìmiyCon  vcciCioni  ancora  dell*  una  Se  l'altn  parte;  quali  anco  erano     cToTT" 
Itati  da' grandi  Cattolici  j   chcperintcreire  d'an-.bidonc  iionpoteuano       lxii. 
rtarcjche  1  prencipi  &  capi  Vgonottijacquiftandofcguitopopoìarcfoirc-  «"de  najcom 
auanzargli:  &  dauano  fomento allcleditioni.    Furono  due  lumuiti  cau-  '«>«w^«, 
le  prediche ,  uno  iw  Di  g!uno,&  l'altro  in  Parigi ,  notabiiifììmi,  non  folo 
cilìonc  di  molti,  ma  anco  per  la  ribellione  a' Magiftrati,  che  fece  nlol- 
'onfcglio  Regio  di  pigliarci  rimedio  :  ilquale ,  accio  folle  appropriaco  a 
Regno,furono  chiamati  da  tutti  li  Parlamenti  i  Prefìdcntijcv  un  nnmc- 
onleglicri ,  eletti  per  deliberar  con  maturità  quello,  chcfipoteirefare. 
efette  Gennarojfu  ridotto  in S.Germano,doue  congregati  tutti,cfpofe  il  ^ per  chhfau 
ercper  nome  Regio,che  erano  chiamati  per  confultar  de'  rimedi]  a'mo-  ^f -^fembUa 
ati  nel  Rcgno:fece  una  recapitulatione  di  tutte  le  cofeoccorfejfoggion-  '"  ■^•Gema- 
che  quanto  alle  cofe  della  religione ,  fi  doueua  lafciar  la  cognitione  a'     ' 
ma  doue  il  tratta  della  tranquillità  del  Regno ,  &  di  contener  li  iudditi 
:quio  del  Rè,cio  non  poter  pertcnere  agli  Ecclefìaftici,ma  a  Regi)  con- 
che haueuafempre  lodato  Ciceroncfolitodibiafmare  Catone,che» 
in  un  fecolo  corrottifllmo,nelledeliberationi  era  coli  feuero,&  rigido> 
i  Senatore  della  Republica  di  Platone.      Che  le  leggi  il  doueua  cercar 
modarlc  al  tcmpo,&  alle  perfone,  flcome  la  calza  al  piede.Che  fi  met- 
leliberatione  all'  hora  quello  particolare,Se  era  feruitio  del  Rè  pcrmet- 
3hibire  le  congiegationi de'  Proteftanti:nelche  non s'haueua da  difpii- 
religione  foife  migliorcnontrattandofi  di  formar  unareligione:ma  di 
lina  Republicamon  elfer  cola  alforda,  che  molti  llano  buoni  cittadini, 
d  noni  Chriftiani  :  &  che  ripollì  viucr  in  pace  anco  tra  quelli ,  che  non 
)  cofe  facre  communi. 

ti  ido  attorno  la  confulta,  furono  vari)  i  pareri  :  ma  fuperò  quellp ,  che  o„jg  ^Cg  ^^. 
;^idouerflrilafciar  in  parte  l'Editto  di  Luglio,^;  concederà'  Proteftan-  ditto  di  Geti' 
ci  di  predicare.    Fu  formato  un  EdÌLto,  al  che  interuennero  anco  i  Car-  naro  ,vamag- 
é  3orbon,di  Tornon,3c  ài  Sciatiglion:  &  i  Vefcoui  d'Orliens ,  &  di  Va-  g^°fop^^  ''»'  K*- 
e  1  molti  capi.  Che  i  Proteftanti  reftituillèro  le  Chiefe,  poireilloni ,  &  Z'"''"^'-* 
e  Ecclellaftici^occupati.    Che  s'aftenclfero  dall' abbatter  croci,imagi- 
eièjfotto  pena  della  vita.  Che  non  pollino  congregarli  aprediche» 
re,  o  amminiftrar'  i  Sacramenti  in  publico,o  in  fecreto  di  dì,o  di  not- 
:ittà.    Che  11  foprafedi ,  &  reftino  fofpefc le  prohibitioni,&  pencdell* 
Luglio  ,  èc  qwalonque  altre  precedenti.  Che  al  far  le  prediche  fuori 
ànonilano  moleftati,ne  imagiftrati  pollino  inquietargli,o  impedir- 
c  lèbbiano  in  quello  difendergli  da  ogni  ingiuria,  caftigando  i  feditioll 
^i-'altra  religione.  Che  niitiinoprouochi  l'altro  per  caufa  di  religio- 
;  cohtumeliofe  parole  di  fattione.  Che  i  magillrati,&  oulciali,  polTl- 
■efentialleprcdiche,&;  congregationi.    Che  nonpolfino  far  Sinodi,© 
f  fjó  Concillori,fenon,  con  licenza,e  prefente  il  magillrato.  Oiìl-ruino 
uili  delle  ferie,&  de' gradi  prohibiti  ne'  matrimoni].  1  Minillri  ilano 
rar  nelle  mami  degli  Oificiali  ptiblici,di  non  coatrauenir  a  qucU'  Edit- 

Ppp 


4^1  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio  ] 

€10  i3      to,iie  predicar  dottrina  centra  il  Simbolo  NicenO)&:  i libri  del  Nuouo& 
ixii.       chioTeftamento.    Il  Parlamento  di  Parigi  fece  molte  rcpugnanze  nell' a 
tar  l'Edittorperilche  il  Rè  dinuouo  commandò  che  foire  publicato,aggioi 
doci  una  conditione,  che  s'intendelfe  eiTer  per  maniera  di  prouirionejafpc; 
doledeterminationi  del  Concilio  Generale:  onero,  finche  dal  Rè  fofse  i 
mente  ordinato,  non  intendendo  d'approuar  due  religioni  nel  Tuo  Regnc  ; 
quella  fola  della  Santa  Madre  Chiefa ,  ncUaquale  efifo,  &  li  fuoi  preceiror  3 
vilfuti»  Sopra  che  non  reftando  il  Parlamento  ben  d'accordo,  ilRè  con; 
dò, che,  tralafciate  tutte  le  longhezze,  &  difficoltàil'oidinatione  folle  pi;  j 
ta:  onde  a  fei  di  Marzo,  cofi  fu  elfeguitOiCon  quella  claufula,Che  il  Pari  \ 
toverifìcaua  lelettereRegieperobedir' alRè  ,confiderato  lo  (lato  de'  lì 
fcnza  però  approiìar  la  nuoua  religione,  3c  per  modo  di  prouiilone,  fin  ( .( 
Rè  folfe  altramente  ordniato. 
Congfegatlone      Ma,ritornando  a  Trento,  il  dì  ventifette  Gennaro,fi  fece  Congregatic  / 
in  T  renio,  fo^  ^^  ^^»  Legati  furono  fatte  tre  propofitioni:  Laprima,d'eiraminar  li  libr  n 
fratrecapiyde  ^^  jjue^-fj  autori,doponate  leherefie,  inficme  con  le  cenfure  de' Catoli  ;c 
|^^JJ,-^S^!  tra  di  quelli,  a  fine  di  determinar  quello,  che  la  Sinodo  debbia  decret:; 
bibiih'  «fiì:  la  feconda,  che  follerò  citati ,  per  decreto  della  Sinodo ,  tutti  gì'  ìik  i 

in  quella  materia,accio  non  pollino  dolcrfidinonelTcr  (lati  uditi:  la  te 
doueuano  inuitar  a  penitenza,  con  faluocondotto,  &  ampia  conceffi( 
promelfa  di  grande  &  fingolar  clemenza,  i  caduti  in  herefia ,  purché  v< 
pentirfi,  &  riconofcer  la  poteftà  della  Chiefa  Cattolica  :  con  ordine 
Padri,    confiderate  le  propofte ,  nella  Congregationefeguentcdic 
lor  parere,  cofi  fopra  il  modod'cfpedirfi  facilmente  nell'  diàmine  e 
&  cenfiirccome  fopra  il  rimancte.Et  fi  deputarono  prelati  a  riceuerc,& 
nar  i  mandati,^  efcufationi  di  quelli,  che prctendeuano  impedimenti, 
andar  al  Concilio. 
afcorfs  fopra      Quefto  luogo  ricerca,che  dell'  origine  del  prohibir  libri  fi  ragioni , 
"     f origine  di     cheprogreiroiìagiontoalloftat05Ìnchefitrouauainqueftotcmpo,&( 
quefio  ordine'  ^o  ordine  folle  all'  horaprefo.  Nella  Chiefa  de'  Martiri,nó  vi  fu  proh 
Ecclefiaftica  :  benché  alcune  perfone  picfi  faceuano  confcienza  delles 
cattiui,pcr  non  contrauenire  ad  uno  de'  tre  capi  delia  legge  Diuina,di  fi 
contagionedelmale,dinonefporfia'  tentatiui  lenza  neceflìtà «Scurii 
non  occupar  il  tempo  in  cofa  vana.  Quelle  leggi,  come  naturalijiefts 
pre,.  &  obligherebbono  noi  a  guardarci  dal  legger  libri  non  buoni,qua  j 
niifuna  legge  Ecclefiaftica vi  folfe.  Majceifando  quelli  rifpettijfuccedè 
piodiDionifio,Vefcouo  Aleirandrino,  celebre  dottore,  quale,circal' 
Signore  e  e  xL.per  queftecaufe  efiendo  da'  Preti  fuoi  ripreio,  Se  per  gli 
petti  titub?.ndo,hebbe  vifione  che  leggeile  ogni  libro ,  perche  era  capaJ 
cernergli.    Maggior  pericolo  nondimeno  ftimauano  efser  ne' libri  de  j 
che  degli  heretici,  qualipiueranoabhorriti:&tantopiuriprefalalct 
ro,quahto  era  frequentata  da  molti  Dottori  Chri{liani,per  vanitid'itnl 
ioquciiza.Per  quella cauTa  S»Gir clamo,  o  in  vifione,  ©infogno, fu ba 


Pio  IIIL  LIBRO    SESTO.  483 

olo  :  onde  in  quei  mede/imi rcrìipi circa  il  ecce*  un  Concilio  in  Cai- 
victb  a'Vefcoui  di  porer  legger  libri  di  Gentili:  maconcelTe  loro  Icg- 
.elli  degli  hcrctici  :  il  Decreto  delqualc  e  pollo  trai  Canoni  raccolti 
ariano.    Et  qusfta  è  la  prima  prohibitionc,  per  formadi Canone.   Che 
nfegliojaltrc  ve  iie  fono  ne'  Padri,  da  rcgolar,iccondo  la  legge  Diuina,di 
citata.  I  libri  degli  heretici>  di  dortri;ia  da'  Concili]  dannata,  erano  Ipcf- 
caufadi  buon  gouerno,dagli  Imperatori  prohibiti.     Cofì  Conftantino 
)ii  libri  d'Ario:Arcadio,quelli  diEunomiani>(3>:  di  Manichei  :  Tlieodoilo> 
diNefl:orio:&  Martianojglifcritti degli  Eutichiani:  Se  inSpagna,il  Rè 
do,quei  degli  Ariani.  A*  Concili),  Se  Vercoui,baftaiia  moftrare  quali  li- 
no di  dannata>o  di  apocrifa  dottrina.  Coli  fece  Gelafio  del  ccccxciiii. 
più  oltre  pairauanojiafciando  alla  confcienza  di  ciafcuno  il  fchifarglijO 
gli  per  bene.      Dopo  l'anno  d  e  e  e.  i  Romani  Pontcfìci,ficome  affonfe- 
ta  parte  del  gouerno  politico,colì  anco  fecero  abbrugiare,tS<:prohibiro- 
igger  librijgli  autori  de'  quali  dannauano:con  tutto  cio,fino  a  quello  fé- 
troueràpoclìillìmo  numero  di  libri  coli  fattamente  prohibiti.  Il  diuic- 
lerfalejin  pena  di rcommunica,&:  fenza  altra  rentenza,a  chi  leggelFe  libri 
enti  la  dottrina  de  gli  heretici,o  per  fofpittione  d'erefia ,  non  li  coftuma- 
artino  quinto,  nella  fua  Bolla,  fcommunica  tutte  le  fette  d'hcretici,  Vi- 
maflìme,  &  Vlfiti,ne  fa  altra  mentione  di  quelli,che  leggellero  i  libri  lo- 
en  molti  ne  andauano  attorno.  Leone  decimo ,  condannando  Luthero> 
;  prohibì,fotto  pena  di  fcommunica,tutti  i  libri  fuoi.    Gli  altri  pontefi- 
enti,  nella  Bolla,  chiamata  /«  ca«^ ,  dannati,  6c  efcommunicati  tutti  gli 
i,infiemc  efcommunicarono  anco  quelli,che  leggelfcro  i  libri  loro:&  ia 
Dllecontra  heretici  in  generale, folminarono  l'ifteirc  ccnfurc  centra  li 
de'libri.     Quello  partoriua  più  rollo  confufione  :  perche,  non  efsendo 
scici  dannati  nominatamente  ,  conucniua  conofcer  i  libri  più  rollo  dal- 
ità  della  dottrina,che  dal  nome  degli  autori  :  >^  parendo  adiuerlìdiuer- 
e ,  nafceuano  fcrupuli  di  confcienza  innumerabili.    GÌ'  inquilltori  più 
tifi  faceuano  cataloghi  di  quelli,  che  a  loro  notitiaperueniuano  :  iquali 
nfrontando,non  ballauano  a  leuar  la  difficoltà.  Il  Rè  Filippo  di  Spagna 
imo  adar  formapiuconueniente,  facendo  del  m.d.lviii.  una  leg- 
e  il  Catalogo  de'  libri  prohibiti  dall'  Inquifitione  di  Spagna  il  ftam- 

ual  clTcmpio  anco  Paolo  quarto  in  Roma  ordinò ,  che  da  quell'  Officio 

mpofto,&  ftampato un  Indicccome fu  cifeguito  del  m.d.l i x.  nelqua- 

10  fatti  molti  palli  più  inanzi,  che  per  lo  paifato,  &  gettati  fondamenti 

itenere.  Se  aggrandir  l'autorità  della  Corte  Romana,  molto  maggior- 

colpriuargli  huomini  di  quella  cognitione,  che  èneceirariaperdifen- 

lalle  ufurpationi.  Sino  a  quel  tempojfiftaua  tra  i  termini  de'libri  degli 

:  i,  ne  era  libro  vietato, Cenò  di  autore  dànato.Quello  Indice  fu  diuifo  in  tre 

Uprima>contienci  nomi  di  quelli,  l'opere  de' quali  tutte,di  qualóquear- 

i  to  fiauo>cciaudio  profanojCouo  vietatei6i:iii  quello  numero  Ibno  ripofti 

Ppp    i] 


CI3     13 
LXII. 


^v  r 


.  ^84  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio    i 

cl3   i3    non  folo  quelli  >  che  "hanno  profeflato  dottrina  contratia  alla  Romana 
Lxii.       molti  ancora  fempre  viiruti&  morti  nella  communione  di  quella.    Ne.', 
conda  parte  li  contengono  nomi  de'  libri ,  che  particolarmente  fono  dai 
non  ptohibici  gli  altri  degli  ftefTì  autori.    Nella  terza,  alcuni  fcrittifen; 
metolrra  che  con  una  regola  generale  fono  vietati  tutti  quelli ,  che  non  t: 
noilnome  degli  autori,  rcritti';dopo  il  m.d.xix.  &  fono  dannati  molti  a 
Se  libri,  che  per  trecento  ,  dagento,e  cento  anni  erano  (lati  permane  dir 
letterati  della  Romana  Ghiela:  lapendo,  &  non  contradicendo  i  Poe 
Romani,  per  tanto  tempo:»^^  de'  moderni  ancora  furono  prohibiti  di  qiu  ,i 
erano  ftampati  in  Italia,etiandio  in  Rom,a ,  con  appiobationc  dell'  Inqi  ìi 
ne,  &  anco  approbati  dal  papa  medefìmo  per  i  fuoi  Breui  :  come  le  anno  i 
d'Erafmo  fopra  il  Teftamento  nuouo ,  che  da  Leon  decimo,  dopo  hauei!  ci 
furono  approbatecòvnofuoBreuefotto  il  dato  in  Roma  m.d.xviii.  ad  ii 
Sctcébre  Sopra  ruttojcofaconfiderabile  èjchcfotto  colore  di  fede,&  rei  o 
fono  vietati  co  lamedefima  feuerità,&danati,gli  autori  de'  libri,da'  quali 
lità del  Précipe,  Se  Magtftrati  téporali è difefa dalle  ufurpationi  Ecclefi; 
doue  l'autorità  de'  Cócilij,&  de'  Vefcoui  è  difefa  dalle  ufurpationi  dell; 
Romana:doue  le  hipocrifico  tirannidi,con  quali, fottopretefto  di  rehg 
popolo  è  ingannato,  ©violentato,  fono  manifeftate.    In  fomma,  nor 
trouato  il  più  beli'  arcano,  per  adoperar  la  religione  a  far  gli  huomini  ir 
Palsò  anco  quell'  Inquifitione  tvinto  oltra,che  fece  un  Catalogo  di  felli 
.ftampatori,&  prohibì  tutti  i  libri  da  quelli  ftampati  di  qualonque  auto 
o  idioma  folferojconunaaggiontapiu  ponderofa,cioc,Et  li  ftampati 
limili  ftampatori,  che  habbiano  ftampato  libri  di  hereticinn  maniera,i 
reftaua  pia  libro  da  leggere.  Et  per  colmo  di  rigore,  la  prohibitione  di  < 
que  libro  contenuto  ivi  quel  catalogo  era  in  pena  di  fcommunica  Uu/t 
riferu3taalpapa,'priuatione&  ir.habilitàad  oi^cij  &  benefici),  infami 
tua,£\:  altre  pene  arbitrarie.  Di  quella  feuerità  fu  fatto  richiamo  a  que 
piojchc  (ucceire,ilquale  rimife  rindicc5&:  tutta  quefta  materia  al  CoJi( 
me  s'è  detto. 
diuerfìtìdi  Furono  fopra  i  propofti  articoli  varij  pareri.     Ludouico  Beccateli 

farcn  »n«o>-«o  uefcouo  di Riguiìj  &  Fra  Agoftino  Seluaggio,  Aiciuefcouodi  Genoi 
aciondCona-  beroopinioiic,eheni(runbLio.i effetto  può  naiceredal  trattar  in  Conc 

teria  di  libri  :  anzi  che  potelFepia  tofto  nalccr  impedimento  alla  contBa 
di  qucilo,perche  il  Coiicilio  è  congregato  principalmente.  Poiché, -t 
Paolo  quarto,conconfeglio  di  tutti  gì'  Inquifitori,  Se  di  molti  princi 
quali  hcbbeauiGda  tutte  le parti>facco un  catalogo  compitillìmo,nc). 
eifer'  altro  d'aggiongerui,fe  non  qualche  libro  uicito  ne'  due  anni  fcg'u 
fa,che  non  menta  l'opera  dellaSinodo  :  ma,  chi  voleile  conceder  de'  p 
in  quella  raccolra,  farebbe  un  dichiarare,che  in  Romafìa  ftaro  impi 
mente  operato:t^  cofì  leuar  la  riputatione,&  all'  Indice  già  publicaroii 
Decreto,  che  fi  facelTe  :  elfendo  vulgatamadlma ,  che  le  nuoui:  leggi  \ 
ftima  pina  fé  {l:LÌPe,che  alle  vecchie:  lenza  che,diceua  il  Beccateli],  nifli 
gno  vi  è  di  libri>pur  troppo  il  mondo  ne  hajmaflìme  dopo  cxouace  le  fi»' 


,  Pio  mi.  LIBRO    SESTO.  485 

ocjchc  mille  libri  fianoprohibitifenza  demerito,  che  pcrmeflTouno  mc- 
3le  di  piohibinonc.   Ne  anco  larcbbe  iitilcche  la  Sinodo  s'afFaricaife  per 
(rie caule  delle  prohibitioni,  facendo  ccnfure,  o  approbando  !egia£itce 
crfi  luoghi  da'  Garcolici.    Perche  quello  farebbe  un  chiamarfi  conrradit- 
,    E  cola  da  Dottore  render  ragione  del  fuo  detto:  ilLcggifiatore  che  lo 
ninuifcc  l'autoricà  fua:pcrchc  li  luddico  s'attacca  alla  ragione  addotta  >  5c 
i lo  crede  haiierla  rirolaca,penla  d'haiicr  anco  icuato  la  vjriù  al  prcccrto:  ne 
effer  bene  correggere  &  efpurgar  alcun  librcpcr  le  fteife  cirifcdi  no  ecci- 
humori  delle  perfonca  dire,  che  (ìarialafciatacofa  chcniericaire,  o  nzu- 
Liella  che  non  rneritalfe  corretìione.^    Poi  la  Sinodo  conciterebbe  con- 
ila mala  difpofuione  di  ruttigli  atfettionati  a  libri  che  fi  vietalici  o ,  che 
[jurrebbe  a  non  riceuer  gli  altri  decreti  neceirarij  che  li  faranno.    CojicIli- 
,baftaado  l'indice  diPaolo,nonlodaua  l'occupaifì  vanani^ntepci  Tardi- 
)  3  cofa  fatta,  o  per  disfar  cola  ben  fatta.    Ltoke  altre  ragioni  Rirono  alle- 
n  confermatione  di  quefto  parere  da, più  Vcfcoui,  creature  J;  Paolo 
o,&  ammiratori  della  fuaprudenza  nel  maneggio  dcMa  difc  ipl  ina  Tic  e  le- 
a,  li  quali  teneuano>che  folle  neceilario  conferuare ,  aiizi aumentare  ù  zi- 


LXII. 


Il  quali  teneuanojche  folle  neceilario  conferuare ,  aiizi aumentare  - 
a kuiiiftituito,  volendo  conferuar  la  purità  della  religione. 
)uanni  Thomafo  S.Fehcio  fu  d'opinione  al  tutto  contraria ,  che  in  Con- 
dùiieire  trattar  de' libri  tutto  dinuouo,  come  fenon  vi  folle  precedei  ite 
)itionc:perche quella,come  fatta  dall' Inquiiltione di Roma^aLr  il  nome> 
fa  ad  Oltramontani:  &  del  refto  è  anco  tanto  rigida , che  è  inoircruabdei 
ma  cofa  manda  più  facilmente  una  legge  in  defuetudine,  quanto  l'im- 
litàjO  gran  diiiìcoltà  in  oireruarla,&  il^gran  rigore  nel  punir  le  traidgref- 
rflcr  ben  neceilario ,  conferuar  la  riputatione  di  cjueir  Officio,  ma  quefto 
far'aifai  appofitamente,  con  non  farne  mentione:  delrimanente,facen- 
jle  prouifioni  neccirarie ,  8c  con  pene  moderate.  Et  per  tanto  parergli>- 
utto  ftianelconfultarilmodo:  ^diiTe  egli  quello,  che  giudicaua  otti- 
oè,  che  i  libri  fin  all' fiora  non  ccnfuiati  follerò  compartiti  a'  Padri,  8c 
3giprefenti  in  Concilio  A'  anco  agli  allenti  :quali,eHàminatigli,  facellc- 
nfm\a,&  dalla  Sinodo  foife  deputata  una  Congregatione  non  molto  mi- 
ijchefoffe  come  giudice  tra  la  ceniura,  (5:  il  libro;  iJ  che  parimente  folle 
) coni  già cenfurati:  ^2^  quello  fatto,  fi  proponeifeiiiCongrcgationeCTe- 
per  decretare  in  uniucrfalcquellojchcparcfie  beneficio  pLiblico.Quanto* 
re,  o  nò,  gì'  interrelTati,diilc,c  he  due  force  d'autori  erano  :  altri ,  feparati 
hiefa;&altri,incorporati  in  elVa:  de'primi,non  elTv-r  da  tener  conto,  poi- 
niafolaaiienatione dalla  Chiedi hannoefiì mcdLfimi, come S.Paolo di- 
idannato  fé  fteflj,  &  le  opere  proprie:  ù  che  noncbiiogno  più  udir'  r.l- 
ijdegl'  incorporati  conlaChiefa,eirerne  de'  morti,&  dc'viuiiqueCci  clìer 
.rio citare,  de  afcolare  :  ne,  trattandofi  della  lor  fama  &c  honorc, poterli 
le  opere  loro  procedere,  fenon  afcoltate  le  ragioni  loro  :  de' morti,  poi- 
vi  è  i'interelfe  priuato,poterfi  far  quello,che  ricerca  il  piiblico  bencfear- 
colo  d'offender'  alcuno.     A  quella  opinione  fu  aggionto  da  un'  altro- 

Ppp     iij 


4S6  CONCILIO    DI  TRENTO.  PapaPio] 

Vcfcoiio^chc  l'iftciTa  fonnadi  giuftitm  fi  douefTc  ufare  verfo  gli  autori  Cat 
dofonti:  perche  rcftano  li  parenti,  di  difccpolijchc,  come  poderi,  partici 
la  fama,o  inFamiadcl  morto,  &pcrc)  rcftano  intercllati  :  (S2  quando  ben'  : 
tale  non  vi  ibllc,  la  ibia  memoria  del  defonto  non  può  cifer  giudicata,  fé  , 
ditt'ela. 
come  ancheSo-  Fu  anco,  chi  hebbe  opcnionc ,  non  clfer  giuda  cofa  condannar  le  epe 
fra.  il  chiamar  Protcftanti,  {cn?;a  udirgli:  perche,  quantoiique  le  pcrfone  fiano  da  fc  ftclT  i 
gC  interefjati,  jiate,non  il  puo,pcr  Ic  leggi,  far  la  declaratoria  fcnzacitationc,quantoiv( 
fatto  notorio:adonque,ne  meno  il  può  far  contra  il  libro,  fé  ben  notoriai  i 
contenga  herefia.  Fra  Gregorio ,  General  degli  Heremitani,diirc,  Non  pj  i 
nccclTario  oireruare  tante  lottilità:  la  prohibitione  de' libri  eller  precila  :; 
come  la prohibitionc  medicinale  d'un  cibo,  che  nonèunafententiacori 
eiro,ae  contra  chi  l'ha  preparato,  che  però  conuenga  afcoltarlo:  ma  un  j:  e 
to  verfo  di  chi  Tha  da  ufaj;<:^fatto  da  chi  ha  cura  di  regger  la  fanità  di  quel  :| 
rc),nontLattarridcl  pregiudicio  del  viuandiero,ma  del  folo  benefìcio  del  i 
fpofto:  &  con  ottima  ragione  uncibo,febenin  fé  buono  ,  fìviera,perno  i 
utile  airindirpoftoufarlo:coiì  laSinodo,che  è  il  Medico,  debbe  guardai  u 
lo  folo,che  è  utile  a'  fedeli  leggere ,  o  nò:3c  il  dannofo,  &c  pericolofo,  vi  t 
che  non  farà  torto  ad  alcuno,  le  ben  il  libro  in  fé  ftelTo  folfe  buono,  q  ti 
all'infermità  delle  menti  di  quello  fecolo  non  conuenga.  Altre  varie  c(  i 
rationi  pafiarono,chefìrifolucuano  finalmente  in  una  di  quelle. 
,  j^^  Ma,  intorno  al  terzo  articolo  d'inuitar' a  penitentia  ,  conpromelli^  ( 

d»n  perdono  mcntia,  &concefficne  di  faluocondotto,  varie  opinioni  erano,ancorr  I 
generale, e  d'un  gati  mcdefimi.  Il  Mantoua  fentiua  un  perdono  generale ,  dicendo ,  CI  e 
fulmconàotto:  qLiello  s'hauerebbc  guadagnato  gran  numero  di  perlone:  &c  eifer  rimedic  t 
da  tutti  i  Prcncipi,neliefeditioni,oribellioni,  che  non  hanno  forza  di  if 
mere,  conceder  perdono  a  chi  depone  le  armi  :  che  coli  li  meno  colp  )1 
ritirano,6<:  gU^iltrireftano  più  deboli:  i3c  quando  bcnvifoire  fperanzad  qi 
ftarne  pochi,  douerfi  far'  anco  per  untolo:  <k  fé  ben  non  s'acquiftalfe  :■  ii 
però  elicr  gran  guadagno  l'hauer  ufato  ,  &c  moflrato  la  clemenza.  Pei  :! 
parte,il  Legato  Simonetadiceua,  Che  era  un  metter'  in  pericolo  di  roui  i 
gli  altri  :  perche  molti  s'inducono  a  trafcorrcrcdoue  veggono  il  perdei  & 
le:  che  d'altro  canto  il  rigore,  fé  ben' è  duro  a  chi  lo  fente,  tiene  inni  ei 
bili  in  oiiìcio.  Per  moftrar  la  clemenza  jeircr'alTai  ufarla  con  chi  la  ridi:  e: 
trarla  dietro  a  chi  non  la  dimanda ,  Se  a  chi  la  recufa,  rallenta  la  cuftodi  e 
ciafcun  tiene  di  fé  fte!ro:farà  (limato  un  leggio^:  delitto  l'hcreiìa,  quando  v< 
gad'hauernecoli  facilmente  perdono.  In  quelle  due  opinioni  eran(  Pi 
laridiuifì:  Se  da  quelli,  chenon  lodauanoil  (aluocondotto,  eradctt  (■ 
nel  primo  Concilio  non  fu  dato  ad  alcuno ,  Se  farebbe  (lato  Fitto,  quan  k 
fenecelTariojO  conueniente:  che  pur  quel  Concilio  fu  retto  da  un  pa]  pi 
dentidìrao,  &  da  Legati  principali  del  Collegio:  nel  fecondo  per  eie  i^ 
to, perche  fu  richieflo  da  Mauricio,DacadiSaironia,&  da  altri  Proteft;i  i» 
l'Imperatoreraddimandò  per  loro:  però,  con  ragione  fu  concelTo  :addl  jj 


Pio  mi.  LIBRO    SESTO.        '  487 

jraddimanda,  anzi,  che  la  Germania  ad  alta  voce  dice,  &  protefta,  che     ci^   lo 
kiofcequefto  Concilio  pei:  legidmo,  a  che  dargli  ialuocondotro,  fenon        lxii. 
J:  loro  materia  di  qualche  hnidra  inccrpretarionc.      I  Prelati  Spagniioli 
i>nrentiaano  in.  modo  alcuno  ad  un  ialuocondocto  generale ,    per  il  pre- 
lio,  cheli (arcbbe  fvirtoaU'  Inquifitione  di  Spagna: poichejftantc  quello, 
c:bbe  ciafcuno  potuto  dichiararli  perProteftante,  &  metterli  in  punto 
iaaggio,   fenzapoter'eirer  arreftato  dall'  Inquifìtione.    L'iltclloconfi- 
i  .no  i  Legati ,  che  auuenir  potrebbe  all'  inquifìtione  di  Roma ,  & 
aa.     Tutte  le  cofc  con(lderate,pareua, quanto  all'  Indice,  che  baftaiFe 
r  ènte  far  deputati ,  &  con  una  particola  del  decreto  >  far  intender  agi'  in-  1°"^    ""(ii    , 
i  :i,che  iarebbono  afcoltacij^  inuitar'  al  Concilio  tutti:  &  quanto  al  fai-  fi: 
ridotto,  per  le  difficoltà  che  s'attraucrfano ,  rimettere  a  peniarui  me- 
) 

/  tirre  quelle  cofe  il  trartano,a  cinque  di  Fcbbraro  arriiiò  in  Trento  il  Car-  '^  Legato  ^h 
i'^ltemps,NiporedelPapa,quintoLegato,&  ijifieme  knuoua  dell'  Edit-  ^^f^  **""«* 
itanciadifopra  recitato,  che  confufe  molto  ognuno:  poiché,  mentre  jl  *^*"*''^''5 
1  lio  è  in  piede  per  condannar  le  nouità,  qyclle  da'  Prencipi  fìano  permelfe 
iblico  decreto»    Il  dì  fegucnte  ,  fu  riceuuto  in  Congregatione  generale 
(io  Mighcio,Arciuercouo di PragajAmbafciatordeir Imperatore: fu let-  ,  iytmhgT 
:  indatodiSuaMaeftàCefarea.  L'Arciuefcouo  fece  una  breueoratione,.(i;Ce/;crft  *^* 
il  \ìo  il  rimanente  al  Signor  Sigifmondo  Tonn ,  fecondo  Ambafciatore  di 
J  ieilà,che  non  era  ancora  gionto.La  Sinodo  rifpofe,  Che,con  molta  alle- 
5:  .vedeua  gli  Ambafciatori  dell'  Imperatore,  &  che  arametteua  il  man- 
)  nperiale.Tentò  l'Ambafciatore  di  preceder  il  Cardinal  Madruccio,Vef- 
(j  iTtento,allegando  le  ragioni,5c  pretenfioni  di  D.Diego  nel  primo  Con- 
?  ócon  larifpofl:adiquellochefacceire,nondiquellochefu  pretefo,s'ac- 
:  ,&  ledette  difotto. 

/acne  fu  accettato  Ferdinando  Martinez  Mafcarenno,  Ambafciator  di  e  quel  di  Pori 
f,;allo  5  letta  la  lettera  di  credenza  delRè,(S(:il  Mandato..Fu  fatta  una  ora-  tog«Uoi 
wirailóga  da  unDottore,che  con  lui  era,douc  narrò  ilfcutto,che  laChie- 
a .  da'  Concili),  la  necelTìtà  di  quello  prefente ,  gli  attrauerfamenti  che  ha 
e  Ito  ne'  pairatitempi,&  come  la  prudenza  di  Pio  Pontefice  gli  ha  fuperari 
[i  lo  tempo:diire  l'autorità  de'  Concili)  elFer  coli  grandc>che  i  Decreti  loro- 
D  ceuuti  per  oracoli  diuini^    Il  Rèhauer  fperanza,che  da  quel  Concilio,- 
t  ono  decife  le  differenze  nella  religione,  &  indrizzati  i  coftumi  de'  Saccr- 
i  rEuangelicafmcerità:perilche^lipromettcua  ogni  ofsequio,dichepo»- 
i  )  render  teftimonio  i  Vefcouigiàarriuati,&  quelli  che  arriuerannotnar- 
l  età,  religione,  &  imprefa  degli  antichi^  prollìmi  Rè:&diquen:i,lc  faci- 
;  rfottopor  tante  prouincie  dell' Oriente  all'  Imperio  della  Sede  Apofloli- 
l<  equali  heroiche  pietà  debbono  afpettar  iinitatione  in  Sebafliano  RèXo- 
r  ocheparole  lanobiltà,&  virtù  dell'  Ambafciatore,&  in  fine  pregò  i  Padri. 
^Dltarlo,quandofaràbifognoperle  Chiefedelfuo  Regno.  Il  Promotore,. 
|dheparolc,EÌfpofe,La Sinodo  hauer  sétito  piaccre,leggédofìilMadacodel 


^ 488  CONCILIO    DI    TRENTO.  Papa  Pio] 

ci3   i^    Rè,  pudendo  l'ouationej con  nauratiua  della fuapietà^c religione,  cof^i 
LXii.     però  nuoiia,maa  tutti  no  ra:eirendo  conrpicuala  gloria  debita  a  lui,  &  ai 
iTiaggiori,per  hauerconfcruaco  in  quelli  tempi  turbulenti  la  religione  Cs; 
ca  nel  fao  Regiio,&  hauerla  porcata  h\  luoghi  lontanirche  di  ciò  la  Sinod'  ( 
dcgritieaDio,(3^riceueil  mandato  del  Rè,  come  debbc. 
^  uri  altro  ài      Ma,nella  Congregatione  deili  undici,  fi  presentò  l'altro  Arabafciatotc^ 
Ce[a.n:  Imperatore,  ilqual  fulenza  mokacircmonia  riceuuto,  elTendoftato  già  V{ 

mandato:  onde  vi  fu  tempo  di  trattare  delle  cofe  Conciliari:  &,  detto  alqin 
nelle  mededme  materie,fu  data  libertà  a'  Legati,d'clegger  Padri,per  forn: 
na  Congregatione  Topra  l'Indice:  &  altri,  a  formar  il  Decreto  per  la  fatur  It 
fione.    Furono  nominati  da'  Legati,per  attender  al  negotio  de'  libri,cenf  ri 
Indicejl'x^imbarciator d'Ongaria,il  patriarcha di Venetia, quattro  Arciue  ji 
nouc  Ve(coui,un  Abbatc,&  due  Generali.  ' 
domanda  de  U     ^^^^  tredici  gli  Ambafciatori  dell'  Imperatore  comparuero  a  Legati,  <?c  e 
^mb.  Ce/i- ^'^  ^•'^^^^'polì'^io^^-^'*^^'^  ci^'i^'J^^'ichielle,  chelafciarono  anco  inkritto,  e 
rei:  poteiTero  deliberar  (opra  :  Che  fi  fuggiife  il  nome  di  continuatione  del  (  n 

lio,peiche  da  ciò  li  Proteftanti  pigliauano  occafione  di  ricufarlo:  Che  fià  ■: 
fé  la  futura  Seflione ,  o  almeno  ii  trattaiTero  cofe  leggieri  :  Che  non  fi  ei'al  n 
fero  quelli  della  Confeflìone  Auguftana  in  quefto  principio  del  C  ic 
lio,  col  condannare  i  lor  libri:  Che  fi  deife  a' Proteftanti  ampliffin  là 
nocondotto  :  Che ,  quanto  fi  trattalTe  nelle  Congregationi ,  foire  tenute  .t 
to,  perche  il  tutto  fi  publicaua  fino  a'  plebei.  Poi,hauendo  offerto  tutti  i  f  )r 
Se  affìftcnzcper  nome  dell'  Imperatorejfoggionfero,Hauer  ordine  dallaJ  ;11 
fua,etrendo  chiamati  da  Sue  Signorie  Reuerendiflìmc,  di  confegliare  le  e  d 
Concilio,&:  adoperar  l'autorità  Imperiale,per  fauorirle. 
•r  it.j'r  AUi dicefette rifpofcro  i  Lec;ati,che,  clTendo necelfario fodisfar tutti,/  n 
g^ff.  a  loro  iniianza  non  11  noiP-inaria  continuatione;coii,per  non  irritar  li  Spa  u< 

liseraneceiTario  afteneifi  anco  dal  contrario:cheneÌlapro{Iìma  Seflione  lal 
ferebbe  con  cofe  generali, &  lcggieri,&  alle  altre  fi  darla  longo  tempo:cl-  iQ 
fi  erapenlato  di  dannar  per  all'  hora  la  Confeflìone  Auguftana.  Quanto  ;  bi 
de' GonfelTioniftijnon  fi  parlerebbe  all' hora,ma  l'Indice  de'  libri  fifarcl 
fine  del  Concilio:  che  li  daria  faluocondotto  ampliffimo  alla  natione  Gc: 
ca,quando  folfe ben  decifo ,  fé  ii  doueire  darglielo  feparatamente ,  o m. 
coivie  altre  :  che  Ci  prouederebbe  all.i  fecretczza  con  buona  maniera:  <ik: 
qucllo,che  tratteranno,  lo  communicheiàno  con  loro,  elfendo  certi  dell 
navolonràdcir  Imperatore,  &  chegli  Ambalciatorifuoicorrifpondo; 
pietà,&  religione  del  patrone. 
te>X.o  KAmb.       Giorgio  DrafcouiticVefcouo  di  Cinque  Chiefe,  terzo  Ambafciatc 
Cefareo ,  e  la  Iniperatore,che  cragìonto  in  Trento  fino  il  mefe  paflato  ,  ilventiquattr 
fua  arrcnga    bj-^to pi'cientòin  Coi.giegatione generale ilfuo mandato, &"  all'horafci:  •- 
a.    onci,o-      Qvafione.nellaqnnie  fi  elicle  nelle  lodi  dell' Imperatore,  dicendo, Che  Di 'ha 
donato  in  quelli  tempi,  per  folleuamento  di  tante  miferie:  lo  comparò  a  ^"■ 
ftantino  nel  faiiorirlc.  Chiefe:narrò  iimolti  offici)  fatti  per  la  conuocatio 

CoJi  ' 


.aPioIUI  libro    sesto.  ^^9 

>j:ilio,  &  hauendolo  ottenuto,  primo  di  tutti  i  Prencipi  volle  mandar'  Am-  ci^  lO 
fiatorijdoi  per  l'Imperio  ,  Regno  di  Boemia,  &  A'-iflnai&fcfeparamentc,  LXii. 
q  Regno  di  Ongariaiprefentò  il  Mandato ,  &  ringratiò  la  Sinodo,  che  anco 
lidi  veder  il  documento  della  legatione,glideflè  il  luogo  conueniente  al- 
3ilità  d'Ambafciatore.  Fu  letto  ildecretOj  formato  da' Deputati  intermi- 
Jierali.  Ikhc  fu  fatto,  cofi  per  fodisfar' alla richieftadegl' Imperiali,  come 
Je  non  era  ben  digefta  la  materia. 

Ijhe  fatto,  il  Legato  Mantoua  fece  una  modcfta,  &:  graucammonicionea'  il  Legati  Mil- 
lidi  tener  fecrete  le  cofe  che  il  trattauano  nelle  Congregationijcofijaccio  ^5««y«««< 
>j:andoiì,non  folfe  op^ofto  qualche  attrauerfamento  \  come  anco,  pcrcliC  ^f"^"»/»"*: 
libbennonvi  folfcro limili  pericoli,  le  cofe  hanno  riputatione  maggio-  *     '^  "' 
ono  in  maggior  riuerenza  tenute,  quando  non  fono  da  tutti  fapute.  Poi 
1,  perche  non  ufando  molte  volte  ognuno  tutta  lacirconfpettione  con- 
ite,o  non  feruandoildecoro  ,ècon  indegnità  ditutto'l  Confeifo  ,  fé  fi 
a.    Aggionfeanco,non  eireruiCollegio,o  Confeglio,co/ì  Secolare,  co- 
iclcfiaftico,  ne  riftretto,  nenumcrofo,  che  nonhabbia  la  fecretezza }  la- 
1  è  importa  con  legami,o  di  gi  uramenti,o  di  pene.    Ma  quella  Sinodo  cller 
e  onc  cofi  prudenti,che  non  debbono  eifer  legati,faluo  che  dal  proprio  giù- 
Che  elio,  cofi  dicendo,  non  parlaua  più  a  Padri,chc  a'  Colleghi,  &  a  fé 
)rincipalmente ,  eilendo  ognuno  foggetto  d'ammonir  Te  ftelio  ad  ogni 
indecente.    Dopo,pafsc)  a  raccordar  la  difficoltà ,  che  s'era  fcoperta  nel- 
jriadel  faluocondotto  ,  &  però  eflbrtò  ognuno  a  peniaruicon  accura- 
bggiongendo,in  cafoche, inanzi  laSeflìonc,  non  fipotelTe  riioluere,fi 
gerà  al  decreto,  che  il  faluocondotto  fi  podi  conceder  in  Congrcgatio- 
i  leftofu  rifoluto  tra  li  Legati  :  perche,  hauendo  fcoperto  la  difficoltà^ 
E)  Fper  l'Inquifitione  di  Roma ,  6c  di  Spagna,haueuano  fcritto  tutto  quel- 
"  ;raftato  detto,cofifopra  quel  ponto,  come  intorno  l'Indice,  &  afpetta- 
fpoftadaRoma. 

•uè  il  Pontefice  ftaua  con  fdegno  per  l'Editto  di  Francia,  &  con  impa-  llpapahafd^^ 
i  che  in  Concilio  fi  paflaflefcnza  niente  fare.  Diceua,  non  elFer  bene  che  i  gm  comra  i  ' 
i  diano  molto  tempo  fuori  della  refidenza,&:  mallìme  per  trattar  fuper-  ^^ancefi,ed 
Ite  de' dogmi  decifi  in  altri  Concili)  ;  haueua  in  fofpetto  i  Prelati  Spa-  "^^"^  ""  S/'^ 
&  all'  hora  maggiormente,  riputandogli  fatti  più  mal  affetti,  dopo  che    ^"^"^  '" 
conceflb  al  Rè  delle  entrate  Ecclefiaftiche  quattrocentomila  feudi  1' 
i^ler  dieci  anni  fermi:  &  facoltà  di  vender  trentamila  feudi  d'entrata  de' 
tici  dellaChieia:che  pareua  una  diminutione  molto  notabile  della  gran- 
ella Chiefa  in  Spagna. 

alfe  à  Roma  Luigi  S.Gelafio ,  Signor  di  Lanfac ,  mandato  di  Francia  ef-  Lxnfac  4  2(0- 
ler  dar  conto  al  Pontefice  dello  (tato  del  Regno.  Qucfto  prima  dilFe,  mafcuft  Uat' 
dendo  ilRè  la  gran.follecitudine,conchcil  papaprocedeua  nel  fatto  f'^onidel^,c 
iciliojhaueuadilTegnata  Monfignor  di  Candalla,Ambafciator  a  quella  ^JJ.^'  '^^•"' 
M:  fatto  partir  ventiquattro  Vefcoui ,  de'  quali  gli  diede  la  lifta  :  gli  narrò 
mCucccIIo  in  Francia  dopo  la  morte  di  Francefco,  6c  la  necefiltà  di  proce- 


^ 


490  CONCILIO   DI   TRENTO.  Papa  Pio  1;. 

CI  3    1 3     der  contemperamento,cofi)perchele  forze  non  erano  badanti  per  camìnar  in 

LX 1 1.       rigore ,  come  anco,perche  quando  follerò  ftate  tali  jbifognaua  metter  man  il 

iangiie^  de'piunobilijchc  haucrebbe  alienato  tLUto'lRegno5&  ridotto  le  ci;; 

peggiorftatotcheilRènonhaueua  fperanzajfenon  nel  Concilio,  quandott 

le  nationijetiandio  gli  Alemani,  vi  interueniirero.   Perche  ,  fermata  la  rei)  o 

ne  in  Germania,nondubitaLia  di  far  rifteifo  in  Francia^  ma  trattarfi  dell'in]! 

libile  3  che  il  pofli  far  condefcender  ad  accettar  i  Decreti  del  Concilila qi  i 

che  non  farannolfntcruenuti:  che  i  Proteftanti  Franceil  non  potranno  fep;  j 

da'  Thedcrchi.Peròj  fupplicaaaSua  Santità^ che,  quando,  per  fodisfarli,n  1 

trattailc  akro,che  del  luogo,della  ricurezza,&  della  forma  di  procedere,el  k 

elpabarìuol-  celle  condefcender  al  voler  loro,  per  ilgranbenchenefeguirebbe.  Rilpil 

tx  La  colf  a.  fo-  rapa,prima,quantoalConcilio,che  egli  dal  principio  del  Pontificato  fari  1 

fra  l  Francejt  ^q  di  congregarlo}  che  la  difficoltà  è  ftata  interpofta  dal  canto  dell'  Impeti 

^^^^^'  ^  Rè  di  Spagna  5  con  tutto  ciò  ambidue  v'hanno  al  prefente  Ambafciat 

Prelati  ;  che  non  reftano,  fenon  i  Francefi ,  che  più  di  tutti  hanno  bifogi 

Concilioi  che  non  ha  tralafciato  alcuna  cofa,per  inuitar  iThedefchi  Prot 

ti,  etiandio  con  qualche  indegnità  di  quella  Sede  j  che  continuerà, ,  ócfìci 

non  mancherà  lorcquanta.  Se  quale  fapranno  richiedere.  Non  gli  pares 

iiefto  fottoporre  il  Concilio  alla  difcretione  de'  Proteftanti  ;  ma ,  ricufan 

di  venirci,non  douerlì  reftar  di  caminar  inanziimaflìmcelTendo  già  ben 

ti.  Ma,quanto  alle  cofe  fatte  in  Francia,  in  poche  parole  rifpofe  >  Non  j 

lodare,&  pregarDiojchc  perdoni  a  chi  cauta  tanti  inconuenienti. 

fmall  tengono      Et  hauerebbe  il  Pontefice  palFato  quei  termini,  quando  haueiFe  fapiitc 

una  oltraCm  lojche  in  Francia  fi  faceua,mentrc  Laniac  gli  rapprelentaua  le  cofe  fatte  : 

/èye;5L'*,/i,tir«7  l'oche  a' quattordici  di  Febbraro,inS.Germano,laReginadiedeordine,cl 

fatto^  delle I-  ^^q^j  ^j  Valenza,&  di  Scezj&  iTheologi  Butigher,Erpenfeo,&:Picherell 

»iagm-  fultallèro  inficme,che  cofe  Ci  potelFero  fare,  per  principio  di  concordia. 

propofero  gì'  infra  ferirti  capi:  Che  folFc  in  tutto,&:per  tutto  prohibito 

figie  delia  SantaTrinità  ,&  di  perfona  non  nominata  ne' Martirologij  a 

ti  dalla ChiefarChc  alle  imagini non  fianopofte  corone,vefti,ne  votijOi 

blationi,ne  portate  in  procellione,  eccetto^  il  Segno  della  Santa  Croce  , 

ancopareua,che  reftailero  fodisfattiiProteilanti;  fé  ben,  quanto  alfegn 

Santacroce  ,faceuano  qualche  rcpugnanza ,  con  dire, che  Conftanrh 

pruno,  che  lo  propofe  daadorare,contra  l'ufo  della  antica Chiefa.  Me 

l.ò  Magliardo,  Decano  della  Sorbona,  inficme  con  altri  Theologi,fi  opi 

difendendo  l'adoratione  delle  imagini,fe  ben  confeifaua,  che  dentro  vi 

molti  abufi.  L'iiletFo  mefe  NauarrafcriflTe  all' Elettor  Palatino,  Duca  d 

tcmbergo ,  &  Filippo  di  Haflla ,  auifandol,  che ,  quantonque  non  s'hau 

tuto  conuenire  nei  Colloquio  di  Poifsf,ne  in  quefl;'  ultimo,  in  materia 

magmi,  egli  però  era  per  adoperarfifempre  per  la  riforma  della  religi( 

.    ,.^       introducendola  a  poco  a  poco  ,  per  non  turbar  la  publica  quiete  e 
^tGhfìma-  r  r  r  r  n 

ti  Thldefchh       5"  4^^^  tempo  iftelTo ,  il  Duca  di  Ghifa  »  &  il  Cardinale  di  Lokjj 


,  Pio  niL  LIBRO    SÈSTO.  45)1 

Dalle  Taucrne,  Caftello  del  Vefcouo  d'Argentina ,  &  vi  conuennero  ci  a  lo  ' 
oforoiDuca di  VVircemberg,co'Mmil1:nConfefllonifti  :  pertregiorni  ^xii. 
)infieiT!e  ,6c  efplicarono  al  Ducali  fauor  fatto  alla  Confcffione  Aneli- 
ci Colloquio  di  Poirsi,&  larcpugiianza  de'Rifonnati  Francefi  in  accct- 
riccrcando  che  la  Germania  s'unilfe  a  loro  ,  per  impedir  la  dottrina  di 
[io  j  non  per  impedir  la  emendatione  della  religione ,  laquale  dciìdcrano: 
araente,accionó  pigli  radice  unvcnenopefl;itero,n6  folo  in  Francia,ma 
i  Germania  :  il  che  fu  fatto  da  loro,accio,  inftando  la  guerra ,  potcllcro 
facilmente  aiuti ,  o  almeno  quelli  folFero  negati  alla  parte  contraria. 
»  abboccamento  generò  grauiffimi  fofpetti  in  Roma,  in  Trento  ,  &  anco 
:icia.  Il  Cardinale,  &c  gii  adhercnti  fuoi ,  fi  giuftificauano ,  che  folle  "^^'^^ P^"" f^' 
[ncficio  della  Chriftianità,  per  hauer  fauore  anco  de' Proteftanti  di  £^/^^^^^^^^ 
I  nia,contra  gli  Vgonotti  di  Francia.  E  anco  fama,  che  il  Cardinale  de- 
s  b  veramente  qualche  unione  nella  religione  con  Germania  ;  &  che ,  fi- 
nhorriua  dalla  Confelllone  di  Geneua,cofi  inclinalfe  aU'AuguftanajL'^C 
\  life  veder  la  piantata  in  Francia.  E  ben  cofa  certa,  che ,  dopo  finito  il 
\  ioTridentino,eglidiceua  hauer'  altre  volte  fentito  con  quella  Confef- 
ma,dopoladeterminatione  del  Concilio  ,  ellerfi  acquietato  a  quella, 
tendo  ad  ogni  Chriiliano  cofi  fare.  Per  le  prediche,  che  publicamente 
mo  in  Francia,  con  tutto  che  nafcelFcrofeditioni  in  diuerfi  luoghi,  che 
\  lano  l'aumento  de' Riformati;  nondimeno  fi  trouo, che  in  quello  tem- 

0  conftituite  dumila  cencinquanta  radunanze ,  che  eflì  dimandauano 

rento,  venuto  il ventifeiFcbbraro, congregati  nella Chiefa  li  Padri ,  C\  ficomU  feiTio- 
liSefsione.  Cantò  la  MelFa  Antonio  Helio  ,  Patriarca  di  Hicrufalem:  «e. 
L-atione  Antonio  Cocco,  Arciuefcouo  di  Gorfu.  Finita  laMcira,doucn-  (^iJP»ta  di  pre- 
gete i  Mandati  de'  Prencipi,Che,fe  ben  letti  in  Congregatione,era  ftile  "'-^'"^^  f^* 
anco  in  Scflìo  ne,  nacque  difficoltà  tra  gli  Ambafciatori  d'Ongaria,&  ^l^'g"f/f 
(  dio, pretendendo ciafcunod'crsi,che il  {uofolFe letto inanzi,  comedi 
'^  sminente  :  la  precedenza  traleperfone  non  poteuafar  nafcer  difficoltà, 
)  quel  di  Portogallo,come  Secolare,alla  deftra  delTerapioj  3c  l'Ongaro, 
cclefiafticho,allafiniftra.  I  Legati,dopo hauer  con(ultato,publicaro- 
iMandati  fi  leggerebbono  fecondo  l'ordine  che  erano  ftntiprcfentati> 
fecondo  ladcgnità  de'  Prencipi.  Fu  anco  letto  unBrcuc  del  Pontefice, 
ì  ettcuaal  Concilio  la  materia  dell'  Indice.    Ilquaie  fu  in  Romafabrica- 
[icelFendo  già  da  Paolo  quarto,come  è(latonarrato,ftabiiicoun  Indice, 

1  in  quello  hauelFe  il  Concilio  pofto  mano,  s'haucrebbe  potuto  aigome- 
lìienorità:  però  giudicarono,che  dal  Papa  gliene  douelFe  fpontancaìncnte 
(tafacoltà,perpreuenirequelpregiudicio.  Il  Patriarca  celebrante  loile  il  decreto  fopra  ì 
'■  o,la  foftanza  delqualeera:Che  laSinodo,penfandodi  rcfticuir  la  dottri-  Bri dannm: 

e  olicaallafua  purità,&  ridurli  coihirai  a  miglior  forma,  circndoaccrcf- 
-  numero  de' libri pernitiofi,&lofpetti;nehauendogiouatoiì  rimedio  di 
i|:enfure  fatte  in  varieprouincicj  6c  ia  Roma^ha  deliberato,  e  he  akuiu  Pa- 


____  49i  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio 

ci3   13    di-i  deputati  fopra  do  con{ìdermo,&;  a  fiio  tempo  rifcrifcano  alla  Sinodo  ( 
Lxii.       lo,che{ìabirogiiofai:dipiu,afinc  difcparare  ,  &  eftirpare  il  loglio  dalla  b: 
dottrina>leuar  li  fcrupuli  dalle  mcnti>&  togliere  le  caufe  di  querimonie  di; 
titordinandoche  ciò  fiacon  quel  Decreto  publicato  alla  notitia  di  tutti:  3: 
fé  alcun  penfarà  hauer'  intereirc,corinelnegotiode'libri,&cen{"urc,comi; 
gnialtroichefihauerà  da  trattare  in  ConcilicfiacertOsche  farà  udito  ber; 
mente.  Et,  perche  la  Sinodo  di  cuore  dcfidcra  la  pace  della  Chiefa}  e  ch(  i 
conofcanolacommune  Madrcinuita  tutti quelli,che  non communicant 
Icijiila  reconciliatione  &c  concordia,&:  à  venir  alla  Sinodo,  dallaquale  fai  j 
abbracciati  con  ogni  officio  di  carità,ficome  col  medefimofono  inuitatj 
più  ha  decretato  5  che  nella  Congregationc  generale  fi  po(fi  concec  ^ 
uocondotto  del  medeilmo  vigore,  &c  forza,  come  fé  foffe  dato  nellj 
ìnpn-:^a  degli  blicaSefllone.  Finito  di  legger  il  Decreto,  ilquale  portaua  per  titolo  d( 
SfxgnmLi  jo-  nodo,  Santa,Ecumeriica,&  Generale,  nella  Spinto  Santo  legitimamenti 
fra  i  titolo  del  gcGgata:  l'Arciuefcouo  di  Granata  ricercò,  che  vi  fi  aggiongelfe,  rapprcf  ■ 
Concilio:        J.^  [^QV^i^f;;^  uniuerfale, fecondo  che  da'  Concili)  ultimamente  celebrati 
nato  TiftcìrcDopo  lui,ricercò  Antonio  Parrages,  Arciuefcouo  di  Cagli 
furono i'cguiti da quaii  tutti  i  prelatiSpagnuoli, iquali fecero inftanzaj 
loro  richiefta  folfe  notata  negli  Atti:  ne  a  quello  gli  fu  contradetto,o  pui 
fio:  ma  per  fine  fi  ordinò  la  iegucnte  Seflìone  per  il  quattordici  Maggie 
Giudiàj  fopra     II  Decreto  fu  pofto  in  flarapa,non  folo  per  eller  già  coftume,come  per 
dttto  decréto:   f;itroperandaranotitia  di  tutti  :  »?c  fu  generalmente  da  ogni  forte  di  ] 
cenfuiato.  Siriccrcaua,comclaSinodochiamauagr intereirati nelle  C( 
in  Concilio  fi  doueuano  trattare,fe  quelle  non  erano  fapute  :  &c  per  lo 
tutto  s'era  trattato  fuori  dell' efpettatione;chi  voleua  indouinare,chc  e 
fero  i  Legati  per  proporre ,  poiché  ed!  medefìmi  non  le  fapeuano ,  afpt 
le  conMTiiffioni  da  Roma?  Similmente  ,  gì' intereirati  nella confcruat 
qualche  libro, come poteuano  fapcr  che  ii  tractalfccofacontra  di  que 
generalità  della  citatione,  &  la  incertezza  della  caufa,  doueuano  coflri 
gni  perfona  ad  andar'  a  Trento,  non  elTendoui  alcuno  fenza  interelle  in< 
parricelarcdel  quale  era  pofTibilcairai  chele  ne  trattaire.Generalmentet 
clufo ,  che  foiTc  un  chiamar  in  apparenza,^  efcludcre  in  efTiflenza.  Tr; 
cofe  non  lodatctroaauano  da  commendare  la  ingenua  confefsione  dell  i 
do,chc  le  paifate  prohibitioni  haueuano  partorito  fcrupoli  negli  animi, 
caufe  di  querele.   Olerà  quello,  in  Gc  rniania  fu  prefa  in  fofpetto  quelli 
doue  la  Sinodo  iaSjlTioncconcede  a  fc  llcira  in  Congregatione  general 
ritàdi  darfaluocondotto:neera  intelaia  differenza  ,conuenendole  m( 
pcrfone  in  ambidoi  li  congrellìtle  non  foircpcrche  in  Seflìonifofl^ro  co 
tre,in  Congregacioni  con  leberette:  &  per  qual  caufa,leilfaluocondQ 
fi  poteua  Ipedir' all' hora,  non  far  una  Selfionc  efpr  dram  ente  per  quefl' 
pui  auano  in  fomma,che  qui  fotte  folfe  coperto  qualche  gran  mifleriorf 
più  fenfati  teneuano  fermo  la  Sinodo  elFer  ccrta,ciic  niifun  Proteflante» 
gni  forte  di  faluoc  ondotto,farebbe  andato  aTremo»  faiuo  che  con  fo» 


Pio  mi.  LIBRO     SESTO.   ^  45)5 

le  del  M.D. LUI. per larifoluta volontà diCarlojCofa,che non  il  poreua    ci 3   lo"" 
i4ttcr'  in  piatti  e  a.  l  x  i  r. 

crillè  il  Pontefice  all' auifo  de' LegatijC he  non  foireroinuitati  apcnitcn-  rijpnjìa  del 
(  proniiflione  di  perdonagli  heretiei:  imperochc,  ciTendG  llato  ciò  fatto  -^'r^**  ie^«- 
>  Ita  da  GiuHo,&:  l'altra  da  Paolo  quarto  >  non  fé  n  era  veduto  buon  cfllto.  "' 
l-iereticijclieibno  in  luogo  di  libeità^nilUin  l'accetta:  quelli,  che  fono  in 
doue  rinqin'fìtione  ha  vigorclc  temono  poter  eirerefcopcrtijiiccuono 
il ono  fintamente ,  per  alììcurarh del  palfato ,  con  animo  di  f-ai-  peggio  pia 
iiente.     Quanto  al  laluocoadotto,lodaua  che  fi  dclfe  a  tutti  quelli,  che 
no  fotto  Inquifitione:  ma  che  quella  eccettionenon  lì  crprimcire,attefo 
andò  Giulio  conceire  il  ino  perdono,  eccetto  a'  foggetti  all'  Inquifitione 
;na,  &  di  Portogallo,  vi  fu  molto  che  dire,  &:patsòcon  pocariputatio- 
.fiche  il  Papa  non  hauelfe  ugualpoteftà  fopra  quell'  Inquifitione ,  come 
s;altre:mail  modo  d'cfprimerlo,lorimettcua  a  quello,  che  i-ollcpiupia- 
c  Ila  Sinodo.      Quanto  alla  forma,lodaua  quella,  che  fece  il  Concilio  dei 
k  [i.aUaGermania,poiche  era  già  vcduta,5i  l'otto  quella  fede  tanti  Prote- 
t  rano  andati  in  quell'  vanno  a  Trento.     Intorno  all'  Indice,  ordinò  che  fi 
i  [feda' deputati,  opei.andojfinche  fiofferiire  occafione  di  decretare  publi- 
i  Ccfcnza  oppofitione  d'alcun  Prencipe. 
Itala  rifpolhjil due  Marzo,colfeguentegiorno,fu tenuta Congregatio-^e^  laouale  (ì 
rifoluercfe  il  perdono  generale  lidouelTepublicare,&c6cederilfaluo-  tiene  congre- 
:}»&i  fopra  la  forma  dell' uno,&  raltro:&  a'quattro,dopo  longhe  dilpu-  gt»onefer  le 
ìnclufo^hauendoi  Legati,  fcnzaintcrefiar  l'autorità  del  Papa,  fatto  ca-  /^«««f /«^«i- 
ehberatione,doue  egli  miraua.  Fu  tralafciato  d'inuitar'  a  penitenza,per  ""^*'"'* 
I  ni  a  Roma  portate.     Molto  fu  difputato,re  fi  doueua  dar  faluocondot- 
|i  inatamente  aFranccfijInglefi ,  &:"Scozzefi  :  fu  anco  chi  mife  a  campo  i 
I  e  altre  nationi  Orientali.  Di  quefti,preiì:o  (\  vide ,  che  i  poueri  huomi- 
ci,  in  fcruitù,  no  poteuano,fcnza  pericolo;  &  lenza  cfTer  fouuenutidi  da- 
afar'  a  Concili):  &  poi  alcuno  anco  diceuA>che,  eilendo  nata  ladmifio- 
'roteftanti,era  ben  lafciar  dormir  queir  altra,  &c  non  la  nominare,  alle- 
Ipericolodi  muouer  in  un  corpo  gli  humori  cattiui,che  fono  in  quie- 
darfaluocondottoadInglefi,non  lo  richiedendo  ncellì,  ne  altri  perlo- 
on grand' indegnità,  DcgliScozZefi  piaceua,  perche  la  Regina  l'ha- 
dimandatOjma  era  ben  far  piima  venir  la  dimanda. Di  Fiacia.,(iiriettcua 
e  il  confeglio  Regio  douclle  haaerlo  pcrbcnco  nò,  parendo  che  folle  u- 
iarationccheilRèhaueire  ribelli.    D  liaGcrmania,non  fipotcua  du- 
ilTendogli  altre  volte  conce{ro:ma,qua.ado  aqudlla  fola  li  delle,  patena 
aaeffero  gli  altri  per  abandonati.  Ad  una  gran  paite  piaceua,  chcficon- 
aflòlutamepte  a  tutte  le  narioniima gli  Spagnuoli  s'opponeLiano,os:  era- 
lì.cgati  fauoriti,&  d'altri  confcij  delia  volontà  del  Papa,  con  grand' inde- 
i|iediquelli,a'quali  pareua  farfiillationc,che  il  Concilio  non  folTeiupe- 
i' Inquifitione  di  Spagna.    Tutte  le  difficoltà  in  fine  furono  ruper.iccj& 
d)il  Decreta,con  tre  parti.    Nella  primaj  è  dato  faluot  ondotto.alla  Na- 


^ 


45^4  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio  (i 

ci3  i^    tioiie  Germanica  in  quella  forma  a  piiiito  di  parola  in  parola>  che  del  m.dj 
LXii.    Nella  feconda  fi  dice,  che  laSinododà  laluocondotco  nella  medeflma  fa 
&  parolccome  è  dato  a*Thedcfchi,aciafcun  di  quellijche  non  hanno  conii 
nioaedifedeconlei,  di  qiialonque  NationcProuincia,  Cictà,&  luoghi,  « 
fi  predica,infegna>  &  crede  il  contrario  di  quello,  chefente  laChiefaRoi  ^ 
Nella  terza,  che ,  quantonque  non  paiano  comprefe  tutte  le  Nationi  in  c| 
eftenfione,  ilcheper  certiriipettiè  ftato  fatto, però  nons'ha  dapenlare  || 
fi  quelli,  che  da  qualonque  natione  vorranno  pentirfi  ,  &  ritornar  al  gn  b 
deliaChieia:  ilche  la  Sinodo  defidcra eifer fatto  a  tuttinoto:  majpereiki 
fogno  di  dt^libcrare  con  maggior  diligenza,  in  che  forma  fé  gli  debbe  dar 
uocondotto  jgliè  parfodificrircioad  altro  tempo,  per  confiderarcipiu 
ratamente,  hauendo  per hora (limato  ballare, che foifeprouifto  allafici 
diquelli,che  publican:ente  hanno  abandonato  la  dottrina  della  Chiefa. 
Decreto  immediate  ftampatccome  conueniuaacofa,  fatta  perelfer  dedi 
nocitiaditutti:  però  il  Concilio  nonferuòlapromeilàdi  trattare,  opcr 
forma  di  dar  faluocondotto  a  quelli  del  terzo  genereianzi,nello  ftampar 
corpo  del  Concilio  infieme,quefta  terza  parte  fu  tralafciata  fuori;  lafciar 
lafpeculatione  del  mondo,  perche  prometter  di  proueder'  a  quelli  anc( 
farglielo  noto  in  {lampa,  con  defiderio  che  folfe  da  tutti  faputo ,  &  poi  n< 
feguircanzi  procurar  d'afcondere  quel  dilTegnOiChe  all'hora  affettauai 
nifeftare. 
eli  ^mh.         Q\y  Ambafciatori  dell'  Imperatore  foUecitaronoi  Legati  a  far  la  Rifo 
Ctptret  Jole-  ^^^.j^gJ.'  ^'  Pi;oteftanti,ellortandogli  a  venir  al  Concilio ,  come  fu  fatto  al 
SwI  ^  ^    delBafileenle  co'  Boemi.     Rilpofero  i Legati,  che  già  quaranta  anni 
PLcncipi,&  popoli, tempre  hanno  chieilo  Riforma,  ne  mai  s'è  trattato  e 
cuno  di  quella,  cheelTi  medcfimi  non  habbino  attrauerfaco ,  &  oppol 
pedimenri ,  che  hanno  anco  coftretto  abandonar  l'opera:  alprefente. 
derà  alla  Riforma,  per  quello  ,  che  tocca  Funiuerfale  delle  nationji 
(liane:  ma,  per  quello,  che  s'afpetta  al  Clero  di  Germania,  che  ne 
di  tutti  bifogno ,  la  riforma  delquale  anco  l'im.peratore  principalmt 
pepita,  non  vedeuanocome  poterlafare,  poiché  i  prelati Thedeichin 
no  venuti  al  Concilio:  &  che  quanto  allo  fcriuer'^  a'  Proteftanti ,  1 
do  efli  ripoilo  a'  Noncij  del  Papa,  con  indecenza  tanto  eirorbitantc- 
poteaa  afpettar,  fenon  che  riipondcirero  alle  lettere  della  Sinodo  in: 
peggiore. 
dellaqualei         Agli  Undici Marzo,  propofero  i Legati  in  Congregatione generali 
Legati propon- ^[  aiticoli,  per  douer  cifer  ftudiati ,  6c  difcullì  nelle  feguenti  Coi 

""  '■  I.      Che  prouifione  fi  potrebbe  fare,accioche  i  Vefcoui ,  &  altri  Cu  ' 

fcdino  nelle  Chiefe  loro,  ne  il  allentino  da  quelle,  fenon  per  caufe  gioii 
ne(le,neccillirie,&  utili  alla  Chiefa  Catolica. 

1 1.     Se  fiail'pedientc  prouedere,che  nilVuno  fia  ordinato,  fenon  a  e 


'IO   mi.  LIBRO    SESTO.  495 

xim beneficio, eirendofi  (coperti  molti  inganni ,  che  nafcono  dall'  or-    cio   i3 
titolo  del  Patrimonio.  lxiu 

Che  per  l'ordinatione  nonfia  riceimta  alcuna  cofa,ne  dagli  Ordina- 
la' loro  MiniftrijO  Notarij. 

Se  fi  debbe  concedere  a  Prelati,  che  nelle  Ghiefejdouenon  fono  di- 
mi  quotidiane,ouero  per  ialor  tcniiicà  nonfono  (limate,  poffiao  con- 
diftributioni  alcuna  delle  prebende. 

Je le Parocchie grandi,  c'hanno  bi(ognodipiu  Sacerdoti ,  debbino  ha- 
D  più  titoli. 

Sei  benefici)  curati  piccioli,  che  non  hanno  fiifficiente  entrata  per  il  vi- 
>acerdote,(ì  debbiano  riformare,facendo  di  più  uno. 

Che  p  rouifione  s'ha  afare  circa  i  Curati  ignoranti,o  vitiofìrfe  fìa  ifpe- 
argli  Coadiutori,o  Vicari)  idoncj,cona(regnatione  di  parte  delle  cntra- 
eneficio. 
Se  (1  deue  concedere  all'^Ordinario  di  trasferir  nelle  Chiefe Matrici  le 
rouinate,  che  per  pouertà  non  poiTono  riedificare. 
Se  fi  deue  concedere  all'Ordinariojche  vifiti  i  Benefici]  andati  in  com- 
fé  ben  fono  Regolari. 

e  fideuono  irritare  i  matrimoni)  clandeftini,  che  all'  auuenire  faranno 
i. 

Che  conditioni  fi  debbino  alfcgnare,  accio  il  matrimonio  non  fia  clan- 
ma  contratto  in  faccia  della  Chiefa. 

Che  prouifionc  fi  debbe  far  intornoi  grandi  abufi,  che  caufano  gli 
inti. 

elTo  di^quefti,  fu  dato  a' Theologi  Tinfrafcritto  punto  da  ftudiare,  pcL 
difcutere  in  una  Congrcgatione  propria  per  quello, 
ome  Euari(lo,6c  il  Concilio  Lateranenfe,hanno  dichiarato,  che  li  ma- 
j  fatti  in  occ  ulto,non  fiano  reputati  validi  nel  foro,&  quanto  alla  Chie-^ 
il  Concilio  pofsi  dichiarare,chc  airolutamente  fiano  nulli,  in  manie- 
'oceoltatione,&  fecretezza,  fia  polla  tra  gli  altri  impedimenti, che 
y  tio  il  matrimonio.  In  quefl:o  mentre ,  eflendofi  (coperto  in  Germa- 
I  i  Protcftanti  trattauano  una  lega,6c fi  faceuano  qualche  prouifionidi 
'Imperatore  fiirilTe  a  Trento,&  al  Papa  ancora,che  in  Concilio  fi  fopra- 
ìn  tanto  che  appariiVe  a  che  termine  foife  per  arriuare  quel  moto  :  peril- 
nancnte  del  mefe  per  quella  caura,&  per  eifer'  i  giorni  fanti,fiparsò  tut- 
imonie. 

(edici  fu  riceuuto  Francefco  Ferdinando  d'Aualos,  MarchefediPefea-  picottìomdiWi; 
afciatordelRèCatolico,in  Congregationegeneralc:&,letto  il  Man-  ^mb.spaS 
ti  fatta,perfuo  nome,  una  oratione:  con  dire  infoftanza,Che,el'sendo  il  gnmio: 
o  unico  rimedio  peri  mali  della  Chiefa,  con  ottima  ragione  Pio  quarto 
dicato  necelfario  in  quelli  tempiralqualè  Filippo,Rèdi  Spagna,faiebbc 
Imente  interuenuto,per  dar'eilempio  agli  altri  Prencipi  :  ma ,  non  po- 
|i|  ha  mandato  ilMarchefe,  perafliftergli,  ^  fauorirlo  in  tutto  quello?. 


^96  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Pie 

ci3   i=>    che  il  Re  puo-,fapendo,che,rebenla  Chiefa  è  difefadaDiojha  pero  bifogn 
LXii.     voice  di  qualche  aiuto  humano.  Che  l'Ambafciatorc  non  giudica eireruij 
2no  d'elloitac  la  Sinodo  >  conofcendo  l'incredibile,  Squali  diiiinafapie; 
quella:  vede  già  li  fondamenti  ben  geccati,^:  lecofe,che  al  prefente  fi  trai  i 
maneo-criate  con  arte,  che  lenifcc,  nonelfafpera  :  ondcfperando,  che  le  a  j 
auuemre  e orrifponderannojfolo  promette  ogni  ufficio>opera,&  gratiad 
Rifpofeil  Promocore,pernome  del  Concilio  ,chela  venuta  dell'.  Amba!  j 
re  d'un  tanto  Rè  haueua  gionto  animo,  &  fperanza  alla  Sinodo  ,  che  i  r 
per  i  mali  della  Chriftianità  faranno  falutari:  però  abbraccia  la  Maeftà  fu 
tuttot^ l'animo ,  gli  rende  gratiejfi  offerifcecorrifponder'a  meriti  di  lei,  ^ 
tutto "quelloichefia  in  honorefuo,  &riceue,comedcbbe,  il  Mandato. 
e  del  Fiorenti-  Congregatione  de'  diciotto,furiceuuto  rAmbafciatordiCofmo,Duca( 
K03  renza»  &  Sienaj  ilquale,  letto  il  Mandato,  fece  l'oratione ,  nellaqualeiid 

moftrar  la  congiontione  del  fuo  Duca  col  Pontefice;  elfortò  i  Padri  a  pu 
Chiefa,  &  efplicar  la  luce  della  verità  infegnatadajli  Apofl:oli:offerend 
tutti  gli  aiuti  del  fuo  Duca,  ficomeegli  haueua  offerto  al  Pontefice,  pe 
feruatione.dclla  maeftà  della  Sede  Romana.     Rifpofe  il  Promotore,  pei 
della  Sinodojcon rendimento  di  gratie,  fatta  commemoratione  riuen 
Leon  decimo,5c  Clemente  fettimo  :  foggiongendo,  che  per  altro  nonei 
2regata,ne  ad  altro  attendeua,  fenona  leuarognidiifenfione,  fcacciate! 
bre  dell'  ignoranza,^  manifeftata  la  verità, 
re'-      Nella  Congregationc  de' venti,furonoriceuuti  Melchior  Lufì,  Amba 
e  deg      w^  ^^, gi^-^^gj.^ Cattolicijinlieme  con Gioachimo Propofto,  Abbate, pernc 
^^'^''  sii  Abbati ,  &:  altri  Ecclefiaftici,  di  quella  natione.  Pei  nome  de'  quali 

una  oratione  di  quefta  foftanza:Che  i  Confoli  di  fette  Cantoni,per  il  del 
lialverfo  la  Chiefa,  hanno  voluto  mandar  Oratori  peraìTifteralConcil 
promettere ubediéza,&  faratutti  noto,che  non  cedonoad  alcunoind( 
d'aiutare  la  Sede  Romana  ,  come  per  il  palfato  hanno  fatto  ne' tempi  di 
fecondo,  &:  Leon  decimo ,  &:  quando  combatterono  con  i  Cantoni  yi( 
difefa  della  religione ,  uccifo  il  nefandiflfimo  inimico  della  Chiefa  Ziiin 
ricercato  tra  gli  uccifi  il  cadaucro  ài  quello ,  &  abbrugiatolo  :  per  tefti) 
douer  hauer  guerra  irreconciliabile  con  gU  altri  Cantoni,  mentre  farani 
ri  della  Ghiefa,poiche  fono  pofti  a  confini  d'Italia,  come  una  rocca,  pe  : 
dire,  che  il  male  Settentrionale  non  penetri  nelle  vifcere  di  quella  regio 
dalla  Sinodo,per  bocca  del  Promotore,  rifpofto,Che  le  opere  degne,  & 
verfo  la  Sede  Apoftolica  della  gente  Heluetica,fono  molte ,  &:  grandi  : 
fuif  oirequio,&  ufficio  più  opportuno,  quanto  la  legatione  mandata,  &  ■ 
taallaSinodojlaquale  fi  rallegra  della  venuta  degli  l'Ambafciatori ,  hi 
molta  fperanza,okre  laprotettione  dell' Imperatore,Rc,&  Prencipi,ir: 
laudatiffima  Natione. 
s  iì  9«£»  ad  Nella  Congregationc  del  fei  Aprile,furono  riceuuti  Andrea  Dudici 
curo  à'on-  ^^^^^^  diTiniaj'&:  Giouanni  Golofuarino,  di  Canadia,  oratori  del  Glcrti 
^"^"*'  earia.  Fu  dal  primo  fatta  una  Orationci  con  dire.  Che  l'Arciuefcouo  di  I 


[.PioIIlI.  LIBRO    SESTO.  497 

l^eCcouiiSc  il  Clero»  haueuano  Cernito  tre  grandi  allegrezze  j  per  rallòn-  ci^T^"' 

fili  Pio  quarto  al  Pontificato,  perla  coniiocacione  del  Concilio  in  Tren-     lxii, 

<  per  la  dcputatione  de'  Legati  Apoftolici  a  quello.    Narrò  l'oircraanza 

'jlati  verfo  laChiefa  Catolica  ,  &dicio  chiamò  per  tcftimonio  il  Cardi- 

r-mienfc,  che  gli  conofceuaj  &  era  con  loro  conucrfato  :  efplicòla  diuo- 

;  ella  Natione  Ongara,&  il  leruitio  che  prcfta  a  tutta  la  Chriftianità^on 

r  ria  guerra  de'  Turchi;  &  la  particolar  diligenza  de' Vercoui,inoppor/ì 

E  xhinationi  degli  heretici.  Narrò  il  dcfidcrio  commune  di  tutti  efn ,  di 

D  perfonalmente in  quel  Concilio,  quando  non  oftaire  la  neceflìtà  della 

imza  nel  Regno,  per  difender  le  lor  fortezze  da' Turchi,  lequalifono  a' 

f  &  per  inuigilare  contragli  heretici:  onde,  coftretti  di  far  quello  ufficio 

Kzo  d'eflìloro  Oratori,firaccomiTiandauano  alla  protettione  del  Conci- 

i  rendo  di  riceuerc  &  olferuar  quello  che  folTc  decretato.Rifpolè  il  Secre- 

jt  nome  del  Concilio,  che  la  Sinodo  haucua  per  certa  l'allegrezza  con- 

ullaChiefad'Ongariaperla  celebiatione  del  Concilio  Generale',  che 

pregar  Dio  per  il  felice  fine  di  quello:  chehauerebbedefiderato  veder  i 

iperfona:  ma,  poiché  fono  impediti  per  quefte  caufe  prouate  col  te- 

) del  Cardinale  Varmienfe ,  riceue  la  icufa,  fpcrando  che  larcligion 

nariceuerà  utilità  dalla  loro  prefenza  nelle  proprie  Chicfe.    Et  tan- 

lauendo  raccommandato  le  lor  attioni  ad  cflì  Oratori,  ottimi,  & 

simi  Padri  j  perilche  abbraccia  ,  &  loro  ,  &c  i  loro  Mandati  pre- 

Congregationij'che  da'  fette  fino  a'  diciotto, furono  afsiduamcntc  tc-yT  tratta  de" 
ia'  Padri  detto  fopra  i  primi  quattro  articoli ,  ma  molto  diifufamente  ^f»i  ^nica- 
rimo  della Refidcnza.  Di  quelli,  che  nel  primo  Concilio  interuenne- ^'-*'/"'"'« '^e^ 
lo  una  filtra  volta  fé  ne  trattò,  con  qualche  differenza,  anzi  controuer-  ^„^  ,  ^"^*r 
ritrouarono,  fenon  cinque  Vefcoui  in  quello  :  &  nondimeno  alla  ^^i-  fime,lcUwS' 
•da  fi  diuifero  immediate  in  parti,come  le  tra  loro  la  contentione  fof- 1 «, 
itica:  cofa,chein  nilfuna  altra  queftione  accadette,ne  all'hoia,  nefot- 
',ne  al  prefente.    La  caufadi  ciò  alcuni  afcriuono ,  perche  le  altre  trat- 
comcTheologicheeranopocointefe,  &  fpeculatiuamente  dagl' in- 
trattate, fenza  che  affetto  intcrucniire,fenon  di  odio  contra  i  Piote- 
lali  col  metter  a  campo  quelle  materie  erano  caufa  di  trauaglio  :  ma 
le  proprie  perfone  de'  Prelati  toccaua.  Ne'  Cortegiani  preuakua  o 
ne,  o  l'obligo  a  feguir  l'opinione  a'  Padroni  commoda:   gli  altri  era- 
i  alfai  d'inuidia,che  non  hauendo  arte  d'alzarfi ,  doue  quelli  perueniua- 
i  :auano,  non  potendo  uguagliarfi  eleuandofi  efsi,  voleuano  tirargli  ab- 
f  flato  fuo,accio  cofi  foffero  tutti  uguali.    In  quello  articolo  tutti  s'af- 
Do  fecondo  la  fua  pafsione  ,  &:tennero  gran  conto  del  voto  proprio 
li  Congregationi,  Se  di  quel  d'altri,  che  haueffe  qualche  conditione  no- 
■  Di  tanto  numero  trentaquattro  mi  fono  venuti  inmanoformalmen- 
«ìirono  pronunciati:  degli  altri  ho  faputo  la  fola  conclufione:  ma  qui 
l  iportarcfcnon  quellojche  è  notabile. 

Ri-r 


___458  CONCILIO  DI  TRENTO        PapaPioh 

ei3  i3  II  Patriarcali  Gierufalcm  confiderò,  Che  queft'  articolo  era  ftato  trai 
Lxii.  &difcu(ro  nel  primo  Concilio,  Se  conclufo,chelc  prouifioni^per  intro;r 
Refidcnza, erano  due.  L  una,ftatuir  pene  a  non  refidenti:  l'altra ,  Icuar  gì'  n 
dimentiallaRelidenza.  Il  primo  era  compitamente  ordinato  nella  Scflìc;! 
fta,nevi  ripoteuaaggiongerdipiu:attefoche  la  pritiatione  della  metà  del  a 
tratcper  pena  pecuniaria,è  grauinfima:  ne  flpao  imponcr  maggiore,  non  \ci 
do  mandarli  Vcfcoui  mendicando:  altra  pena  maggiore  non  fipuoinucit 
quando  la  contumacia eccelTuia  coi!  meritaiTesfaluo  che  la  priuatione,ijia 
haucndobifognod'un'clìecutore,  ne  potendo  eirer' altri  che  ilPapa,}:c| 
l'antica  ufanza  della  Chieiahariieiuato  a  quella  Sede  la  cognitione  deila 
le  de' Vcfcoui ,  già  in  quella Selsione s'è  rimeiroalla  Sanritàfuadi  troi  r 
medico  per  mezzo  d'una  prouilìoue  nuoua,o  per  altro;  &  ubligato  il  M 
iko.no  ad  auiiarla  dell'  alfcnza  .Alla  feconda  prouifione  fu  dato  princip 
rono  con  più  decreti  in  quella  Sefsione ,  &c  nelle  altrepleuate  molte  el! 
d'impedimento  a'  Vefcoui  d'ellèrcitar  il  lor  carico.  Reda  adonque  al  [  , 
folo  continuarci  leuare  il  rimanente,eleggendo,come  all'  hora  fu  fattO:  n 
mero  di  Padri ,  che  raccolgano  gl'impedimenti, accio  in  Congregatio  p 
lino  ef[c?i:propofti,&proueduti. 

L'Arciuefcouo  di  Granata  loggionfc ,  che  in  quel  Concilio  fu  prone  y 
altro  più  potente,&  efficace  rimediojcioè,  che  l'obligo  di  rifedere  folle]  \t 
gè  Diuina  ,  il  che  fu  trattato,  &  elTaminato  per  dieci  mefi  continui  :  5: 
Concilio  non  foiTc  ftato  interrotto,  farebbe  ftato  decifo,conìe  articolo 
rio,  anzi  principale  della  dottrina  dellaChiefa:  che  non  folo  fa  all' h:  e 
culTo,  ma  furono  anco  pofte  in  ftampa  da  diuerll  le  ragioni  ufate:  li  t 
materia  è  preparata,  8<  digeftame  refta  altro  al  prefente,che  dargli  pe  n 
ne.   Quando  iarà  determinato ,  che  la  Reiìdenza fia  de  iure  Diurno-,  e  R 
no  da  loro  medcfimi  tutti  gì'  impedimenti:  i  Vefcoui,  eonofciuto     ^ 
bito,  penferanno  alla  confcienza  propria;  non  fi  riputaranno  nic 
maPaftori;  &5Conofccndo  il  gregge  elTergli  da  Dio  confignato ,  ^ 
nealuirender  conto,  &  non  potcrfifcularfopra  altri;  &  certificati,  e 
fp»cnfe  non  gli  giocano,  ne  gli  ialuano ,  attenderanno  al  lor  debito,    l 
prouar>co  molte  aucorità  del  NuoucsS-:  del  Vecchio  Teftamento,&  e 
ne  de'  Padri,  che  folle  veritàCatolica.Qucfta  opinione  fu approuata  dai  'Jì 
giorpartc  della  Congrcgatione  jatt'aticandofiidifenfori  di  quella  apoi  ci 
tontà,&  ragioni. 

Furono  altri,  che  la reprobauano, dicendo.  Che  eranuoua>non  i 
tcfa,non  folo  nel}'  antichità,  manemenoinqueftofecolo,  inanzi  ih 
le  Gaetano,  che  promoife  la  queftione,  S:<.  foftcnne  quella  parte ,  laqua 
gli  abandonò:  perche  irr  vecchiezza  riceuette  un  Veicouato  ,  éc  m  "> 
alla  Refidenza  :  che  in  ogni  tempo  la  Chiefa  ha  tenuto,  che  il  papa  polTj  'y 
fare:  elici  non  reficienti  in  tutti  i  fecoH  fono  ftati  o  puniti,  oriprefi,  ci 
grelTori  de' Canoni  folamente,  &non  di  legge  di  Dio:chenelprim 


Uo  fu  difpiuara  j  ma  la  difputa  fu  cefi  pericolofa  j  che  i  Legati»  hi  i" 

1  '■ 


IO  mi.         LIBRO  sesto:  499 

[(fimi  >  con  deftra  maniera  la  fecero  andar  in  /ìlentio  :  ilche  debbe    ci3  io 

0  in  cirempio  :  &:  Ji  libri  j  che  dopo  fono  ft.iti  fcritri,  hanno  dato  al      lxii, 

gran  fcandalo,  sfatto  conofccrc  che  la  difpuca  era  per  fola  parcia- 

L-chc,  quanto  alle  autorità  della  SciittiiraA'  de'  Padri,  quelle  fono  cllbr- 

lla  perfcttione,&,  non  vi  è  di  rodo,fcnon  i  Canoni,  che  fono  leggi  Ec- 

hc. 

li  teneuano  opinione,  che  non  era  ne  luogo,  ne  tempo,ne  opportunità 

:  quella  queftione,&:  che  nilfun  bene  nafcercbbe  dal  dcterininarla,  ma 

rebbe  pericolo  di  molti  mah:  che  quel  Concilio  era  cogrcga^o  pere- 

lerefie,  &:  non  permetter  Icifma  tra'  Cattolici,comc  auuerrcbbe,con- 

0  una  opinione,  feguitajfenon  dalla  maggior  partc,almeno  dalia  metà: 
itori  di  quel  parere  non  l'hanno  inucntato  per  verità,  ma  per  trouac 
(limolo  alla  Rchdenza;  con  poco  fondamento  di  ragione  pcrò^attcfo 
"  vedono huominipiu diligenti  in  guardarli  dalle  trafgreflloni  della 
gge,  che  di  quella  della  Chicfa:che  il  precetto  dellaQuareiìmacme- 
:dito,  che  quei  del  Decalogo  :  che,  fé  il  confcirarfi,&  communicaril 
ijfolfe  precetto  di  Dio,nonlìcommunicherebbonopiu  di  quelli,  che 
Fanno  :  che  il  dir  Mella  con  gli  habiti  è  legge  Ecdelìaftica,  ^rnilfun 
difce:  chi  non  obedifce  a' comandamenti  penali  de' Canoni,  darà 
nente  nella  trafgreflìone,  quando  non  temerà  pene  temporali,  ma  la 
.tiadiuina:  ne  VcfcoHO  alcuno  per  quella  determinatione  n  mouerà, 
iràoccafionedi  machinar  nbelJionidallaSede  Apoftolica,  &:  rcftrit- 

j' autorità  Pontificia,  come  già  fi  fente  fufurrare  tra  alcunij&allade- 

1  della  Corte  Romana:  che  quella  era  il  decoro  dell'  Ordine  Clericale, 
altri  luoghi  era  rifpcttato  per  rifguardo  di  quella:che,qfcìado  folTe  fta- 
i,la  ChieTa  farebbe  meno  ftimata  in  ogni  luogo  :  &  però  no  era  giufto 
a  materia  tale,fenza  communicarla  con  Sua  Santità ,  de  col  Collegio 

!  iali,a' quali  principalmente  quefta cola  toccaua. 
datralafciare  il  parer  di  Paolo  Giouio,Vefcouo  di  Nocera,  che  in  fo- 
òElfcr'  il  Concilio  ridotto  per  medicar  una  piaga  grande  certamente, 
eformatione  della  Chiefa:dellaquale  tutti  fono  perfualì  elferne  caufa 
;lli  Prelati  dalle  fue  Chiefej  ilche  da  tutti  affermato,  da  nilPun'  e  forfè 
confiderato:  ma^non  è  da  fauio  medico  trattar  di  leuar  la  caufa,fenza 
primabenccrtificato,&fenzabenauuertire,fe,leuandola,cauferàal- 
aggiori:fe  l'aflenza  de'  Prelati  folfe  caufa  delle  corrottioni,  ir.eno  dc- 
.efivcderebbe  in  quelle  Chiefe,doue  nel  noftrofecolo  i  propri)  Pre- 
fatto refidenza  :  i  fommi  Pontefici  già  cento  anni  fono  afliduamen- 
inRoma,hanno  ufato  efquiiìta  diligenza  per  tener  il  popolo  inihui- 

ì$  liamo  però  quella  città  meglio  formata.  Legran  Città,Capi  de'  Re- 
lè più  deformate,  ik  a  quelle  non  hanno  i  prelati  loro  mancato  di  ri- 
ir  contrario  ,  alcune  mifere  Città,  che  già  cento  anni  non  hanno 
ouo,fono  le  meno  corrotte:  &  de'vecchi  prelati,cheibno  qui  pre- 
elle  loro  Chiefe  hanno  fatto  continua  refidenza,  che  pur  ve  ne  fono? 

Rrr     ij 


500  GONCILIO    DI  TRENTO.  Papa  Pio 

niirunpotrà  moftcarclafiiaDiocefe  migliore  delle  vicine  ,  che  fonoftatc 
Vefcouo.  Chi  diccche  fiano  giegge  fenza  Paftorejconfiderijche  non  i  Ve 
folijmaipaLOchi  ancorajhannola  cura  delle  anime:  fi  parla  de'  Vefcoui 
mente,tS:  pare,che  non  poflTino  eller  fedeli  Chriftiani,doue  Vefcouo  non  (; 
vi  fono  montagne ,  che  mai  hanno  veduto  Vefcoui ,  &  poifono  elfer  ellen; 
alle  Città  Epiicopali.  Douerfi  lodare,  &c  imitare  il  zelo,  ó<:  l'opera  de' ; 
del  Cócilio  primo,  che  con  le  pene  habbiano  incitato  i  prelati  a  ftar  alle  i 
fc  proprie ,  Se  dato  principio  a  leuar  quegl'  impedimenti ,  che  gli  allont;  3 
no:  ma  non  doucrfi  ingannar  con  la  fperanza,che  quefta  Refidenza  fiala  i 
ma  della  Chiefa:anzi,douer  ftar  con  timore,che,ficome  adciroficercanoi 
dij  perlarefidenzajcofi,lapofterità, hauendovifto  altri  inconuenienri,  n 
quella  nafceranno,  cercherà  rimedi)  della  afTenza.  Non  douerfi  cercar  j 
tanto  fortijche  albifogno  non  fipofsino  fcioglierccome  farebbe  quel/?  ] 
w/w,che  adeifosdopo  mille  quattrocento  anni,fi  vuol  introdurre  :  doue 
fcouo  faràpernitiofo,  come  s'è  veduto  il  Colonienfe,  con  quefta  dottri  ' 
rà  difendcrfi  di  non  ubcdir  al  Papa,fe  lo  citerà  a  dar  conto  delle  fue  atti(  1, 
lo  vorrà  tener  lontano,accio  non  fomenti  il  male.  Aggionfe,  vedere,  chi 
lati  che  fentono  l'articolojhabbiano  buon  zclo,ma  creder  anco,che  ale  li 
trebbono  feruirfene  a  fine  difottrarfi  dall'  ubedienza  del  pontefice,  |i 
quanto  è  più  ftretta ,  tanto  tiene  più  unita  la  Ghiefa  :  ma  a  quefti  voler  :( 
dare,che,quanto  operano  a  quell'  effetto,riufcirà  ancoa  fauorc  de'  paro.  , 
fottrarfi  dalla  ubedienza  de'  Vefcoui.  Perche,  dichiarato  l'articolo ,  e  (ì 
valerannoadire,che  il  Vefcouo  non  gli  può  leuar  dalla  Chiefa,  nercftì'  e: 
l'autorità  con  le  riferuationij&jcome  immediati  paftori,daDio  dati ,  pi  n 
ranno  che  il  gregge  fia  più  loro,che  del  Vefcouo,&:  a  quefto  non  ci  farà  1 10 
Et  ficome  il  gouerno  della  Chiefa  per  la  hierarchia  s' è  conferuatojccli  ri 
una  popularità,&  anarchia, che  lo  diftruggerà. 

Giouanni  Battifta  Bernardo, Vefcouo  di  Aiace,  tra  quelli,che,crc 
f  efidenza  de  iure  diurno ,  ripurauano  ohe  non  folle  ben  parlar  ài  quella  (  :ft 
ne,  ufcìconunafententia]ìngolare,&  dilfe.  Che,  non  hauendo  mira  d  ib 
più  una,  che  l'altra  opinione,  ma folo  obligarallarefidenza,  fiche  h  r  • 
effetto  realmente,  elFer  vano  il  dichiarare  d'onde  venga  l'ubligationc  ■ 
meno  vana  ogni  altra  cofa,faluo  che  il  leuar  la  caufa  dell'  alFcnza.  Qa. 
fer'  altrajfenon,  che  i  Vefcoui  C\  occupano  nelle  Corti  d^'  Prencipi ,  nc; 
de'goaerni  módanij  fono  Giudici,  Cancellieri,Secretarij,C©feglierÌ5 1 
&  poc  hi  carichi  di  ftato  vi  fono,  doue  qualche  Vefcouo  no  fia  infinuar^ 
iifticij  gli  fono  prohibiti  da  S.Paolo  ,  che  hebbe  per  ncceifario  al  ù 
Chicfa,aftenerfi  da  negotij  fecolari:  eiièguifcafi  qaefto,  che  è  precetto  i  1 
prohibiicafi,chenon  poflìno  haucrnecarico>ne  ufficio,ne  grado  orditi  ioi 
ftraordinario  negli  affari  delfecoloj  che,  prohibitogli  quefto,  &  ordii  oc 
non  s'impedifcano  in  negotij  fecolari,non  reftando  a'  Vefcoui  caufa  e' 
lnGorte,anderannoallarefidenzadafefte{Iì,fenzaprecetti,fenza  pene>  • 
là  occafione  alcuno  di  paitirfi.   In  conclufione  inferia  che  folfe  nel  C  ici^ 


I 


J  A  Pio  mi.  LIBRO     SESTO.  So'i  _  ^ 

unadichiarationcche  non  foirelecito  a  Vefcoui,  ne  ad  altri,  che  hanno    ci  3   {o  ' 
Jd animcdieirercitare  alcun  ufficilo  carico fecolare.  lx ii. 

quefto  s'oppofeil  Vefcouo  di  Cinque  ChiefcAmbafciatore  dell'  Impe- 
e>dicendo.  Che,  le  le  parole  di  S.  Paolo  hauelTcro  ilfcnfodacogiijconue- 
:  condannare  tutta  la  Chiefa,  S<c  rutti  i  Prencipi,  dall'  anno  ottoccnco ,  lino 
;fente,  di  quello,  di  che  fono  (opra  tutro  commendati  :  qucfti ,  deli'  haucr 
toi&  quclli,d'hauer accettato  giurifdittioni  temporali ,  Icquali  anco  fo- 
atc  eirercitate  da' Pontefici  Romani,  &  Vcfcouijpofti  nel  Catalogo  de' 
.  Limegliori  Imperatori,  Rè  di  Francia,  Spagna,  Inghilterra,  &  Onga- 
hanno  tenuto  ripieno  il  lor  Confcglio  di  Prelati,  quali  conuerrcbbc lia- 
.itti  per  dannati,  quando  il  diuino  precerco  gli  prohibiife  feruir  in  quei 
hi.  S'inganna,  chi  crede  il  precetto  di  San  Paolo  rifguardar  fololepcr- 
Ecclefiaftichc  ;  quello  è  diretto  a  tutti  i  fedeli  Chriftiani ,  che  fono  fol- 
li Chrifto  :  &  inferifce  San  Paolo  ,che,  ficome  il  foldato  mondano  non 
upa  nelle  arti,  con  che  lavita  iifoftenta,  come  ripugnanti  al  carico  mi- 
:cofì,  il  foldato  di  Chrifto ,  cioè,ogni  Chriftiano,  debbe  afteneriì  dagli  eP 
ij,  che  repugnano  alla  profeflìone  Chriftiana:  quefti  fono  i  foli  pecca- 
ta tutto  quello ,  che  fi  può  elTercitare  fcnza  peccato ,  è  lecito  ad  ognuna., 
fi  polfono  riprender  li  prelati  di  feruir  in  quei  maneggi,  fenzadire  che 
peccati.  La  grandezza  della  Ghiefa,  &laftimache  il  mondo  ne  fa,  vie- 
idal  vederfile  degnitàEcclefiaftiche  collocate  in  perfone  di  Nobiltà,  & 
n  fanguej  &;  li  Prelati  implicati  ne'  carichi  importanti  jiquali  quando 
tiferò  per  incompatibili  con  gli  Ecclefiaftici ,  nilTun  nobile  interuerreb- 
queir  Ordine,  nilFun  Prelato  farebbe  ftimato,  &  la  Chiefa  farebbe  abiet- 
1  foli  Plebei ,  &  plebeamente  viuenti.  Ma,in  contrario  li  buoni  Dottori 
■)  fempre  foftenuto,  che  /ìanocontra la  libertà  Ecclefiaftica  quei  ftatu- 
lali efcludono dalle  publiche  amminiftrationi  gh  Ecclefiaftici,  a'  quali 
dmgonoper  il  loro  nafcimentoj  &leprohibitioni,che  li  carichi  publi- 
'  >n  pofTmo  elTer  dati  a'  Preti.  Fu  quefto  udito,con  applaufo  da  tutti  i  Pre- 
i  etiandio  da  quelli,  che  fentiuano  hìieCidenzzdemredifttm.  Tanto  gli  af- 
follo potenti  negli  huomini ,  che  nonlalciano  difcernerc  lecontradit- 

pra  gli  altri  articoli  fu  leggier  difcuftìpne:  perb,con  qualche  detto  notabi-  efim'ns   de 
er  quel  che  tocca  al  fecondo,  del  prohibir  le  ordia.irioni  a  titolo  del  va- fi<^ondo  ^r- 
nio,certoè,che,dopoconfticuita,  &;  fermata  la  Ghiefa,  &  deputati  i  mi-  ^^'^''^odelepro- 
ijnecelfarijinciafcuna,  ne' buoni  tempi  non  era  ordinata  peri  ona,fcnon  "^/''Ti  V""- 
àdola  ad  alcun  proprio  minifterio:  in  brcue  andò  quefto  fanto  ufo  in  abu-  ^^jo^/q. 
rche  diuerfi,per  hauer  eftentioni,^  per  altri  mondani  ri{pettij&:  li  Vef- 
^Derhauer  molto  Clero,ordinauano  chiunque  richiedeua.Pertato  nel  Có- 
i<  Calcedonenfe  fu  prohibita  quefta  forte d'ordinatione,  quale  all'  hoia  fi 
fciauaalToluta,  o  fciolta,  che  cofi  propriamente  fignifica  la  voce  Green, 
0  mandando  che  nilfun  folle  ordinato,  fenon  a  carico  particolare,  &che  le 

9e;Qidinationifoffero  nulle  ,  &  irrite  jiUhc  fu  poi  confermare  per  molti 
Rtj:     il] 


502.  CONCILIO    DI  TRENTO  Papa  Pio  i 

"ci3  13  Canoni  pofterioihondcreftò  quefta  regola ,  come  maffima,fermata  nella  Ci< 
LXii.  fa,chc  niirunporeireeirer  ordinato  lenza  titolo  ;  &  negli  antichi  &buoniir 
pi,t  itolo s'inrédeuacarico,ominifl:eL-io  da clTercitare.  Introdotte  le  corro!  e 
nijs'incomrainciò  a  intender  per  titolo,  una  entrata,di  doueiì  cauailvittc^ 
quello  che  era  conftituito,  accio  nel  Clero  non  foireperfona  ocioia/itrasn 
mò,acciò  non  folTe  pcrfona  indigcntcche  perciò  foiTe  coftretta  acquiftar ilit 
to  coniua  fatica  :  &,  coperto  il  vero  (enfo  de' Canoni  con  quefta  intellige, a 
Alelfandro  terzo  lo  ftabjlì  nel  fuoLateranenfe,dicendo,cheniirun  folTecli 
nato  fenza  titolo ,  di  onde  riceua  prouifionc  necelfaria  alla  vita  :  &  diede  la  e 
cettione  alla  regola,  fenon  haueila  di  fuojO  di  paterna  heredità.  Laqual'cct 
tione  farebbe  molto  ragioneuole,quando  non  folTe  ricercato  il  titolo,faluo  i 
per  dar  daviuere.  Per  quefta  caufa  molti ,  con  falfeproue,  moftrando  d'h  e 
patrimonio,  lo  alienauano:&  altri,trouato  chi  gli  cedelfe  tto  d'hauere,che  J 
afoftentarlofuificientc,s'ordinaua,&  lorendeuadopo  achiglierhaueuacn 
modato  :  onde  era  un  numero  grande  di  Preti  indigenti ,  per  quali  naicei  k 
molti  inconuenienti,meriteuolidi  prouifione. 

L'articolo,  diche  fi  parla,  fu  alla  Sinodo  popofto.  Nelquale  flironc  a 
rie  opinioni  :  diceuano  alcuni ,  che ,  ftabilita  la  Refidenza  de  ture  dmim,  i  i 
fercitando  ognuno  il  fuo  carico  ,  le  Chicfe  faranno  perfettamente  feruir  l 
non  vi  farà  alcunbifogno  di  Chierici  non  beneficiati,  ne  di  ordinationi  :i 
tolo  di  patrimonio  yO  adaln'o  :  &  tutti  gì'  inconuenienti  faranno  rimec  :i 
non  farà  nel  Clero  pcrfona  otiofa ,  da  che  vengono  innumerabili  mali  ^  &  .t 
tini  elTempij;  non  farà  alcun  mendicante,  ne  conftretto  ad  eifercitij  vii:  ci 
bifogno:  elfer  certo, che  nilfuna  è  buona  riforma,  faluo  quella,  che  riducei  y 
fé  al  Ilio  principio  :  elfer  viifuta  in  pcrfcttione  la  Chiefa  nell'antichità  per  i- 
ti  fecoli,  &  conqueftofolo  poterfi  ritornare  alla  lua  integrità.  Vn  altre  i- 
rere  era,  che  nondoueireeiTer  prohibico  l'ingreilo  agli  Ordini  facri  ad  al  u 
perfona,  che  per  bontà,  ol'oftìcienza,  lo  mentaflc,  perche  fi  troualfcin  pc  i:- 
tài  allegando  che  nella  Chiefa  primitiua  non  erano  i  poueriefclufi:  ne  n  ifl 
la  Chiefa  abhorriua,  cheiChierici,&  Sacerdoti,  s'acquiftallcro  il  vitto  C(  il 
propria  faticajelTcndoui  l'eflempio  di  San  Paolo  Apoftolo,&  ài  Apollo  Ei  i- 
gelilla ,  che  con  l'arte  di  far  padiglioni  tolerauano  la  vita  :  oc  ance,  dopo  1 1\ 
Prencipi  furono  Chriftiani,Coftanzo5figlio  diConftan[ino,nel  fuofeftoC  n* 
folato,  diede  unpriailegioaquei  del  Clero,  che  non  pagaftcro  gabelle  die  !• 
lo,  che  rrafficauano  nelle  botteghe,  &  ne'  laboratori], poiché  lo  participai  io 
co'  poucri.  Cofi  vcniua  ii\  quel  tempo  ofleruato  il  documento  di  San  ]  y 
lo  a  fedeli,  che  s'aftaticairero  in  honefta  opera ,  per  hauer  di  che  fouuenir'  i  )- 
ueri:  doueifi  hauer  per  indecente  al  grado  clericale  il  viuer  vitiofo,»?«:  fcelci  3i 
che  al  popolo  diafcandalo:raailtrauagliare  ,  &  viuer  di  fua  fotica,  elfcr  |3 
honefta,  6c  di  ediftcatione;  &  fé  mai  alcuno  per  infermità  che  foprauei  G 
foifc  coftretto  mendicare  ,  non  clfcr  cofa  vcrgognofa,  poiché  non  e  veo- 
gna  \  Frati ,  che  hanno  anco  a  gloria  chiamarli  Mendicanti.  Non  elfer  <>• 
pofitione  da  Chriftiano ,  che  il  lauorarc ,  il  viuer  di  {Lia  mano  >  il  me  It' 


4 


ì 


aPioIIII.  libro  sesto.  503_ 

1  e afo d'impotenza,  /ìa  indecente  a  Miniftti  di  Chiiilo}  o  che  altra  co-    eia   lO 
"dica  loro  che  il  vitio.  Et  le  alcuno  foire  d'opinione,  che  l'mdigcnza  fol-       lxh. 
ila  di  far  commetter  rapacità,  o  altri  delitti,  penfandoci  bene,titrouerà, 
mili  nuliiono  commelll  pili  da  ricchi,  chedapoueri;  ìk  che  l'aiiaricia 
impotente.  Se  indomita,  che  la  poiiertà  ,  laqualc  cifcndo  ncgotiofa, 
e  occafloni  di  far  male.    Stanno  inlìcmc  buono  ,  &:  poucro:  non  il 
ottano  buono  ,  de  otiolo.   Eifcre  fcritto  ,  &  predicato,  il  gran  bene- 
che  la  Chieia  militante  in  quello  fccolo  ,  &  quella  che  è  nel  Pur- 
io ,  riceue  per  le  Meife,  quali  non  fono  celebrate  da'  Sacerdoti  ricchi, 
poucri:  quando  quelli  folfero  leuati,i  fedeli  viuenti.  Scic  anime  de' 
farebbono  priuate  di  gran  (urfragij  ;  che  meglio  era  fare  flrcttiQìmo 
,  che  le  pcrione  di  bontà,  &  iuftìcienza,  s'ordinaircro  fenza  alcun  ti- 
poiche  alprcfente  celfa  la  cauta,  perche  l'antichità  lo  prohibì,  iaqual 
rche  gì'  intitolati,  adoperandoli  nelle  fontioniEcclcfiallichcerano  die- 
:ione;&:  quegli  altri,come  otiofi,di  icandalojdouc  adellb  gì'  intitolati,pek' 
,non  li  degnano  de'minillcrij  Eccleriallici,&  viuono  in.  delitic.  Se  ipoue- 
10  le  fontioni,6s:  danno  edihcatione. 

n  fu  da  molti  feguito  quello  parere  :  ma  hebbe  grande  applaufo  un  me- 
le rufo  introdotto  folte  feruato,di  non  ordinare  fenza  titolo,  o  di  benefi- 
clefìafticco  di  pacrimonio  fuflìciente  alla  vita,accio  non  il  vedelfero  Sa- 
ri mendicare,con  indegnità  dell' Ordine  :&■,  per  ouuiare  alle  fraudi ,  fof- 
l  Liito,  che  dal  Vefcouo  s'ulàile  diligenza,  che  il  patrimonio,  al  quale  il 
ico  è  ordinato,  non/ìpotelVe  alienare.     A  quello  contradiiTe  Gabriel 
M  leur ,  Vefcouo  d'Eure  ux ,  dicendo,  che  il  patrimonio  de'  Chierici  è  cofa 
i  :e,fopra  quale  l'Ecclellallico  non  può  far  legge  di  forte  alcima.Molte  oc- 
N  ianco  poter  nafcere,  per  quali  la  Icggcouero  ilMagi(lrato,poteirelegi- 
K  ente  commandare  che  folte  alienato:  ma  generalmente  elfer  cofa  chiara, 
i  enipatiimonialide'  Chierici,quanto  alleprefcrittioni,&ad  ogni  forma 
t  :ratto,fono  foggetti  alle  leggi  ciuili.  Però,  eflbr  molto  da  penfare,  prima 
:  umerlì  autorità  d'annullare  un  contratto  ciuile. 

occahone  di  proponeril  terzo  articolo,  fu,  perche  il  precetto  di  Chri-  edeltenoj^, 
)  le  tutte  le  gratie  fpirituali  folfero  liberamente  ,  Se  altolutamente  do-  *^^"'^ /^  P''&^~ 
eilcome  cofidaluifono  riceuute,  era  in  molte  parti  trafgrelfo  nella  col-  efimonìalSìu 
d\  degli  Ordini.    Ne  quello  abufo  era  recente,  anzi  ne'  tempi  palfati  mol-  col/ation  óa 
T^^giore:  imperochceircndone'  principi)  del  Chriftiancfmo  fcruente  h  beaeficij: 
it  U  popolojche da'  minillri  di  Chrillo  riccueua  le  cofe  fpiiituali,  non  fo- 
<-  indo  il  precetto  diuino,  efplicato  da  San  paolo  ,  corriipondcua  contri- 
13  il  vitto  necéirario,ma  anco  abondantementc,  fi  cheauanzaircper  fpc- 
i\  or  li  poueri:  fenza  mira,  nepenfiero  alcuno  >  che  il  temporale  folle  prc^ 
di  fpirituale.    Ma ,  dopo  che  il  temporale,chc  era  in  communc  tenuto ,  S-c 
'  scradiuifo,  &  a' titoli  applicata  l'entratafiia,  chiamato  beneficio,  non 
)  air  bora  diftinta  l'ordinatione  dalla  collatione  del  titolo,  &  per  con- 
^^iadeA  beneficio  annciTo  a  quello  3  ma  dandofi,  Se  riccuendoii  tutt'm- 


5^4  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Pio 

cio  13  /ìenicjper  gli  emolumenti  che  portaua  feco,  agli  ordinatori  pareua di  dare 
Lxii.  tre  lo  rpÌL-icaale,co(a  temporale ancora,perlaquale fi poteiFe  riceuere altra i 
dana  in  r icompenia:&  chi  diifcgnana ottenerla,  era  coftretto  accommoda: 
la  volontà  di  chi  poteua  darla  >  &  fi  fece  finalmente  una  negotiatione  a| 
che  nella  Chiefa  Orientale,  ben  che  don  molti  Canoni,  &  cenfiire,  mai  l 
tuto  elfcr  corretta,  Te  ben  la  virtù  diuina  potente,  hauendogli  leuato 
la  verga  de'  Saraceni ,  gtan  parte  de'  commodi,  l'hafiiiinuita  ailaj  :  &c  nel 
cidentale,  con  gran  npreniìone  de'  buoni  ,  reftò  jdoue  più  ,  doue  m 
fin  tanto  che  intorno  1'  anno  di  noftra  falute  m.  fidiuiie  l'ordination! 
la  coUatione  del  beneficio  :  per  qual  caufa  all'  hora  quella  incommi  : 
palFar  gratuitamente.  Se  in  quefta  il  precio  più  all'  aperta  era  ricerca 
quello  abufij  s'è  Tempre  aumentato  ,  qua^tonque  con  diuerfe  mutatici 
nomi,  d'annate,  minuti  feruitij,  fcrittura,  bollo,  &  altre  tali  coperte,  ♦ 
quali  ancora  camina  nella  Chiela ,  con  pò  ca  fperanza  che  fi  pofsi  mai  li  \ 
fin  che  Chrifto  medefino  in  perfona  una  altra  volta  con  la  sferza  non  riu  ^ 
men(e  de'banchieri,&:  fcacci  loro  dal  Tempio.  Ma  l'ordinatione,  che,f(  Ì 
ta  dalla  coUatione  del  beneficio,hebbe  ventura  d'eiFere  amminiftrata  gra  i 
méte,la godette  poco  tépo:imperoche  i  Vefcoui,hauendola per  cofa  infri  tì 
fàySc  abietta,  oc  attendendo  a  quell'  altra  fola  che  rende,  tralafciarono  pia  n 
no  d'amminiftrar  le  ordinationi:  onde  s'inftituirono  i  Vefcoui  portatili]  e 
feruiuano  a' minifterij  Pontificah  Ecclefiafl:ici,reftandoi  veri  Vefcoui  oc  p 
ti  nel  folo  temporale.  Quelli,  fenza  entrate,  erano  coftretti  cauar  il  vittc  il 
fontioni  amminiftrate:  onde  ehi  da  loro  riceueua  Ordine,  era  coftretto  c<  :t 
buire,prima  con  titolo  di  limofina,o  di  offerta:  poi,per  farlo  più  honoreu  :, 
donatiao,o  prcfente:  &:,  pallando  inanzi, accio,  eifendo  debito,  non  folfe  il 
fciato ,  fu  coperto  con  nome  di  mercede,non  dell'  ordinatore ,  ma  de'  fei  :o 
fuoi,o  del  notario,  o  d'altri  che  lo  feruiria  nell'  ordinatione.  Di  quefto  d(  :]l 
fi  propofe  l'articolo ,  che  dell'  occorrente  nella  coUatione  del  beneficio  m 
poteua  parlare ,  come  d'infermità  non  curabile  con  altro  rimedio  >  che  ii 
morte. 

Sopra  quefto  articolo,  non  fu  parlato  diuerfamente  per  openioni,  &: 
fetti:ma  i  prelati  fi  diuifcro  per  qualità  delle  perrone:li  Vefcoui  ricchi  dai]  u- 
no  il  riceuere  alcuna  cofa,  ne  per  fe,nc  per  ulficiali,o  norarij>comecofa'  lO 
niaca,  &faerilegajportandoreirempiodiGiezi,feruodel  Profeta  Elifeo  :' 
Simon  Mago;  3c  il  feucro  precetto  di  Ghrifto,  Date  gratuitamente,  ficoi 
uete  riceuuto:  »&m-olte  eilaggerationidc'  Padri  contra  quefto  peccato,!  <->' 
do, Che  inomididonatiuolpontaneo,o  dilimofina,fono  colori  vani, a  iaj 
l'effetto  repugna:  poiché  fi  dà  per  haucr  l'Ordine,  che  fenza  quello  no]!  -' 
rebbe:&  fé  è  limofina,perche  non  Ci  fijlenon  per  quell'  occafione?  facciai 
tro  tempo,  diafi  gli  Ordini  lenza  interuento  d'  alcuna  cofa  :  chi  vorrà  f: 
mofina  ,  la  farà  in  altro  tempo  :  ma  il  male  eifcrc,  che,  fé  uno  diceffe  ali 
natore  di  dargli  per  limofina ,  l'hauercbbe  per  ingiuria,ne  in  altro  temp 
ccuerebbe  :  perilche ,  non  douerfi  credere  di  poter  ingannarne  Dio*  ne  i 


a  Pio  mi.  LIBRO    SESTO.  505 

jConcludeuano  quefti ,  doiierfi  fir  decreto  alFoluto  ,  che  non  fi  potelfe  ne     cT3~r>~ 
Seriandio  fpontaneamente,  ancorché  rotto  nome  di  limofina  ;  ne  riccucr       lxii. 
[lente,  non  folo  airordinatorcmane  ad  alcuno  deTtioùnc  meno  al  Nota- 
{jrto  nome  di  knttLira,o  di  fìgillo,ne  di  fatica ,  ne  fotto  qual  fi  voglia  altro 

J  i  Vefcoui  poueri ,  &  iTitolari  incontrario  dicenano,  che  iìcome  il  dar 
jiini per  prezzo  è  federato  facrilegio  j  coiiilleuar  la  limofma  ,  tanto  da 
lijo  commendata,  diftruggc  la  carità,  &  disforma  a  fatto  la  Chiefaclaitef- 
dDne  in  tutto  &  per  tutto  militare  nelle  ordinationi ,  che  nelle  Confefììo- 
]  TimunionijMeire,  Sepolture,&  altre  Ecclefiaftiche  fontioni;  nilfuna  caii- 
Ici,perche  fidebbaprohibir  ildarfpontaneamente,&  il  riceucr  in  quelle» 
i tutte  quelle:  &quello,che fi  allega,che,  elfendo  limofina,fi  faccia  in  al- 
f  pi,corre  anco  in  tutte  le,^lrrc  fontioni  fudette.  La  Ghiefa,da  antichifll- 
{ ipojhauer  coftumato  di  riceuer  oblationi,  &  limofina,  con  quelle  occa- 
i  qualifefileueranno,inconfeguenzai  poueri  Religiofi,  che  di  quelle  vi- 
;  faranno  coftrctti  ad  altro  attendere  :  li  ricchi  non  vorranno  far  gli  uflì- 
[  le  chiaro  appare,  ^^  è  apparfo  da  cinquecento  anni  in  qua ,  onde  l'elFer- 
*  Ila  religione  fi  perderà,  &reflando  il  popolo  fenzaquella,conuerrà,  che 
la  impietà,o  in  diuerfe  perniciofefuperllitioni.Et  non  ufcendo  del  pro- 
li pettante  alle  ordinationi,  fe,fenzariprenfione,per  li  Pallij,che  la  Sede 
i  icadà  a'  Metropolitani,foHO  conferiti  migliata  di  feudi,  come  fi  potrà 

I;runapicciolarecognitione,  che  il  Vefcouo  riceua  dagli  Ordini  infe- 
lal ragione  vorrà, che  fiano con  diuerfe,  anzi  contrarie  leggi  regolate 
leir  iileiTo  genere?  Non  fi  può  chiamar  abufo  quello,  che  nell'  origine 
lito  :  Reda  ancora  nel  Pontificale  ,  che  all'  Offertorio  nelle  ordi- 
ta viene  dagli  ordinati  prefcntato  al  Vefcouo  ordinatore  i  cerei ,  che 
f«o  cofe  temporali  ;  d<  con  la  grandezza  ,  &c  ornamenti  ,  fi  poifono 
i  ran  pretio  :  non  elfer  donque  cofa  cofi  cattiua,  come  viene  depin- 
i^neritare  che  con  infamia  de'miferi  Vefcoui  fi  vogli  acquiftar  laude 
icnatori,  imitando  i  Farifei  nell' olferuare  le  feftuche,  &  colare  i  mo- 
li 

il  ro  anco  alcuni,  che  l'articolo  non  fi  poteua  ftatuire ,  come  contrario  al 
;t  d'Innocentio  terzo  nel  Concilio  Generale,  douenon  folofu  approba- 
i  li  dare  &  riceuer  cofa  temporale  nel  minifterio  de'  Sacramenti ,  ma  fu 
u  ato  a  Vefcoui,che  coftringeficro  ilpopolo,con  cenfure,  5c  pene  Eccle- 
:|,ad  olferuare  la  confuetudine,dando  quello  titolo  dilodeuolia  quelle, 
t.ttauahoradi condannare  comefacrileghe* 

a 'ionifio,  Vefcouo  diMilopotamo  ,fecelonga  digreflìone,  in  moftrare  * '^'"^  dnid:c!~ 
darebbe  l'edificationcchei  fedeli  riccuerebbono,  quando  dagli  Eccìe-Tj!  ^'' 
:i|D{rero  amminiftrati  i  Sacramenti  per  pura  carità  ,  &  non  afpettando 
q:  da  altri,  che  da  Dio:  affermò  elfergli  debito  il  vitto,  &  maggior  fen- 
ice ancora:ma  a  quello  elfcregià  flato  fodisfatto  con  l'alfcgnatione  delle 
«pienamente ,  &c  foprabondantemcnte  ;  poiche,non  elTendo  il  Clero  1;^ 
I  Sff 


SoS  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio 

ci-3  i^  decima  parte  del  popolojriceiiccorigtanportionejfeiiza  gli  altribeni  pò 
Lx  1 1.  tijche  fono  il  doppio  tanti:  però  non  elTer  cofa  giufta  adeifo  pretender  q 
che  già  fi  è  riceuuto  ccntuplicatamente  :  &  fé  vi  fono  Vefcoiii  poueri>noi 
pouera  fialaChiefa,ma  le  ricchezze  mal  diuife  :  con  una  legitimadiftrib 
tutti  farebbono  accommodati  ,  &c  fi  potrebbe  dar  lenza  altro  contrae  i 
quello,  perche  già  fi  è  riceuuto  più  che  la  mercede.Aggionfe,che  non  pc 
fi  leuar  tutt'infieme  U  molti  abufhcommcndauarincoraminciardaqueli 
le  ordinationi ,  non  reftringendolo  però  alla  fola  attione  del  conferir'  il  i 
mento,ma  cftendcndolo  alle  precedenti  ancora.  Perche  grand'  alfordit  i 
be,che  fi  pagalfero  alle  Cancellarie  de'  Vefcouati  alfai  care  le  lettere  din:  i 
li>per  quali  viene  il  Chierico  licentiatoper  andar  aprocurarfi  Ordinate , 
Roma  la  facoltà  di  ordinarfi  fuori  de'  tempi  ftatuiti ,  &c  la  riforma  fofle  j  \ 
pra  i  foli  Vcfcoui  Ordinatori.Quefto parere jquanto  alle  dimilforiali  de  ( 
ui  fu  approuato  da  moltijquanto  alla  facoltà  da  Roma ,  dilfe  il  Cardinal  ij 
neta,che  il  Pontefice  hauerebbe  proueduto,  &  non  era  cofa  da  trattare  ( 
cilio. 

Della  mercede  de'Notarij»  fi  dille  qualche  cofa  :  perche  aitimi  hai  i 
per  ufficio  puro  fccolare,  fentiuano  chenonfi  douelTe  impedire  il  pag  « 
altri  l'haueuano  per  ufficio  Ecclefiaftico.  Antonio  Agoftini>yefcouo  d  e 
oileruatore dell'  antichitàjdilfe,  che  nell'antica Chiefaiminiftrieranc  n 
ti  inprefenza  di  tutto'l  popolo,  onde  non  erabifogno  di  patente,  o  letti  t 
moniale:&  applicati  ad  un  titolo,non  mutauano  Diocefi,  &c  fé  occorri  ,\ 
giare  per  qualche  rifpetto,haueuano  mia  lettera  del  Vefcouo,chiamat  li 
ia.i  Formatn.VuCo  delle  lettere  teftimoniali  e  nato ,  dopo  che  il  popolc  m 
teruiene  alle  ordinationi,&  che  i  Chierici  fono  fatti  vagabondi,  3c  coi  in 
dotto  in  fupplemento  della  prcfenza  del  popolo,piu  tofto  fi  debbe  haiK  «i 
ficio  temporale:  majcome  applicato  a  materia  fpirituale,da  elfereitarlì  ir 
deratione  :  perilche,  il  parere  iuo  erajche  fegli  conccdeife  mcrcedcma  li 
oc  moderata. 
!  ^f^  qwiyto,  Quello  di  che  nel  quarto  capo  fipropofe,non  appartiene,faluo  che  al  C 
Prebende  e  di-  ^^  Collegiate,lequaÌi  hauendo  dalia  fua  inftitutione ,  tra  le  altre  fonti(  >l 
firibimoni,  q«efta,di  congregarfi  nella  Chicfa  per  lodar  Dio  alle  hore  da' Canoni  te 
nelle  cbìtjè  natci&  per  cio  Canoniche  dettchebbero  infieme applicate  rendite,  d  ec 
ColUgktt:  fofic  tratto  il  vitto  de'  Canonici,ilqual  era  loro  aifegnato  in  uno  di  qu  i<j 
tro  modi,ehe  ouero  in  commune  viueuano  con  una  fola  menla  &  Ipt .  e 
i Regolari;  o  pur  erano  compartite  le  entrate,  &  afiegnata  aciafcm  Ij 
portioncpercio  prebenda  dimandata;  ouero,  finitoli  feruitio,  era  d  :ib 
loro  il  tutto,o  in  vettouaglia,o  in  danari.  Quelli,  che  in  commune  \  cu 
|50co  tempo  continuarono  a  quella  difciplina,che  eflì  ancora  vennero  la< 
ÌÌone,oinprebende,o  in diftributioni  a' Prebendati,  etfendo  ifcufati  e  ;li 
ci)  diurni  quelli ,  che ,  per  infermità ,  o  per  alcuna  fpirituale  occupat  if 
poteuano  ritrouarfi.  Fu  facile  ufar  il  pretefto,  ^  introdur  ufanza  d'ii  'W 
re  poche  volte  nella  Ghiefa ,  &  pur  goder  la  prebenda;  :  ma  a  chi  lan  uw 

d) 


A  Pio  Ilir.  LIBRO     SESTO.  ^07 

■haita.  dopo  l'opera,nonpoceua  iTcufar/I:  onde  la  dfrcipliiia,  &  la  frequenza 
i'jficij  duiò  pili  in  quefto  fecondo  genere ,  che  nel  primo  :  per  kquai  caufa  i 
ddonando ,  o legando  diniiouo  alle  Chiefe ,  ordinauano  che  foiTc  pofto  in 
ducioni.Ondeauuennc,checonefpcricnzaapparÌLiano  canto  meglio  uiii- 
ae  Chiefe,  quanto  maggiori  erano  le  diftributioni  :  pareuapeitaato  s'ha- 
dotuto  rimediare  alla  negligenza  di  quelli,  che  non  interueniuano  a  gif 
d.coU'incitargli  per  quello  mezzcpigliado  parte  delle  prcbendcA'  faceu- 

Siiftributioni.    Quefto  partito  era  molto  commendato  da  buon  numero 
lati ,  come  di  onde  doueua  feguir  indubitatamente  aummento  notabile 
:j  to  di Dio,ne  poterli  dubitare,poiche  già  con  efperienza  fi  vedeua  l'eifct- 
Itro  era  detto  per  fondamento  di  quefta  opcnionc. 
in  contrario  era  il  parere  di  Luca  Bifantio,Vefcouo  di  Cataro,pio,&:  po- 
he  più  tofto  folfero  coftretti  li  prebendati  per  cenfurc ,  &  pruiationi  di 
z  frutti  >  &  anco  di  tutti ,  &  delle  prebende  fteife,  ma  non  folle  alterata  la 
n-ima:  perche ,  clTendo  quali  tutte  le  inftitucioniper  reftamenti  dc'fcde- 
i|  i  fidebbonotener  per  inuiolabili,  &  inalterabili  j  ne  fi  debbono  mutar. 
Ito  per  pretefto  di  meglio  j  quanto  ne  anco  per  un  vero  meglio,  noncf- 
iufto  metter  mano  in  quello  d'altrui,  perche  egli  non  lo  amminiftri  in 
rmodo.    Maquello,che  fi  doueua  hauer  per  più  importante,e(rendo  co- 
che è  Simonia  ogni  fontione  fpirituale  eifercitata  per  premio,  volen- 
diaread  un  male,napriua  porta  ad  un  peggiore,  facendo  di  negligenti, 
ici.    Allcquali  ragioni  per  l'altra  parte  firifpondeua,  che  nel  Concilio 
:ftà  di  mutar  le  ultime  volontà,  &  quanto  al  ritrouarfi  agli  uffici;  diuini 
l  lagno  fpeciale,bifogna  diftinguere,che  il  guadagno  non  era  caufa  prin- 
i<  narecondaria,&però  non  vi cadeua peccato, poiché  principalmente  li 
l  cianderanno  agli  uffici)  per  feruir  Dio ,  &c  fecondariamente  per  le  di- 
I  )ni.Ma  Ci  replicaua  dagli  altri,non  faper  vedere,  che  il  Concilio  habbia 
(  poteftà  foprak  robba  de'  morti,che  de*  viui,quale  nilfun'  è  cofi  impcr- 
I  :he  la  pretenda  :poi,che  non  era  cofi  ficuia  dottrina  come  s'affermaua, 
I  uir  Dio  fecondariamente  per  guadagno  fia  cofalecita.  Et  quando  cofi 
iDnpoterfi  in  modo  alcuno  chiamar Tecondaria,  ma  principale  quella 
.  che  muoue  ad  operare ,  &  fenza  quale  non  fi  operarebbe.   Quefto  pa- 
li fu  molto  gratamente  udito  ,  &  nella  Congrcgatione  eccitò  molto 
t^  io:poiche  ognunojconfcioafeftelfo  d'hauer  riceuuto  il  titolo,^:  ca- 
'(  rentrate,&  che  fenza  quelle,non  l'hauerebbe  accettato ,  parcua  che  fi 
I  ondannare.Però  hebbe  grande applaufo  l'articolo,  che  fi  conuertille- 
5  bende  in  diftributioni ,  per  incitare  al  diuin  feruitio  nel  miglior  modo 
10. 

y  di  parlare  fopraquefti  articoli,  fiirono  deputati  Padri,  per  formar  i  f!/?'*we<>'« 
'i  &  fi  propofe,  che  nelle  feguenti  Congregationi  fi  douelle  parlar  fopra  ^^"fJ^J''  1*' 
cj  lafciando  quello  del  matrimonio  clandeftino  per  una  altra  Seflione.  ^(^j^^,* 
:jì  fegucnte  ,  i  Legati  fi  riduifero  infieme,  co'  deputati,percauar  fuftan- 
Mententie  de'  Padri:<Sc  fopra  il  primo  articolo  della  Refidenza,furono  in 
1  Sff    ij 


joS  CONCILIO  DI  TRENTO        PapaPk 

e 1 3  1  j  dirparcre  tra  loro.  Fauoriua  Simoneta  l'opinione ,  che  folfe  de  iure  pofn 
L  X 1 1.  però  diceua  eirere  ftata  (cntenza  della  maggior  parte,  anco  di  quelli,che  I 
uano  de  iure  MumOiche  quella  queftione  fi  tralafcialTe.  Mantouajfenza  ci 
re  quello  ch'egli  fentiire,  diceua,  che  la  maggior  parte  haueua  dimandati 
chiancione  :  degli  altri  Legati,  Altemps  feguiua  Simoneta:  gli  altri  doii 
con  qualcheritguardo,adheriuanoaMantoua,i?cil  difpareretra  loroiiM 

onde  è  urtita  ^^  fcnza  qualche  ienfo  acerbo ,  fé  ben  con  modeflia  efprelfo.    Fecero  p. 

Congregano-  q,^  ^aufa  a  Venti  i  Legati  Corgregatione  generale  ;  nellaquale  fu  letta  1 1 
'  torinilafc  ritta  dimanda  5  cioè ,  Perche  molti  Padri  hanno  detto,  che  fi; 

die  hiaiare  la  Refidcnza  eirer  de  ture  diuino,  de  altri  di  ciò  non  hanno  fate  [ 
la,&  alcuni  fono  flati  di  parere,  che  una  tal  dichiarationc  non  fi  faceirc  \ 
li  deputati  a  formar'  i  Decreti  pollino  formargli  preflo ,  facilmente ,  &:  : 
mente,  dicano  le  Signorie  voftrecolfolo  verbop/^c£'r,fevogliono,or  I 
chiaratione  che  la  Rcfìdenza  fìa  de  mredmtnfi.Veì:  che,  fecondo  il  mags  <\ 
mero  de'  voti,&  pareri,!!  f  criuerà  il  Decreto ,  come  è  ftato  fempre  lolite  i 
quella  Santa  Sinodo  ,attefo  che  non  fi  può  da' voti  detti  cauar  il  vero  n 
per  le  varietà  de'  pareri.Etfìano  contente  di  parlar  cofichiaro,5cdiftint  (2 
uno  ad  uno,  fi  che  il  voto  di  ciafcuno  polli  elfcr  notato. 

eV  nmuera         Andati  i  votiattorno,feirantotto  furono,.che  dilfero  afTolutamentC; 

vince fer  la    t|-entatre  airolutamente  n{^oCeto,I>7o^iplacet.  tredici  diiXeìLO,Piacet,cof7ff 

^^^l^l^Q^San&:ij[mo Domino nofiro.  & dicefette rifpofero  :  TSfonplacetyNtfiprm 
San^tjfimo  Domino  noflro. £ì:a.no  differenti  li  tredici  da'  dicefette',  perche 
noallolutamenteladichiarationcprontianon  volere,  quando  il  pap; 
contraria  opinione:  lidicefette  affolutamentenon  la  voleuano,contei 
però,fe  il  Papa  l'haueire  voluta  egli.  Differenza  ben  fottile  :  ma  douc  e 
riputaua  far  meglio  ilferuitio  del  Patrone.  Il  Cardinale  Madruccion 

tndt  nafcetnr-  rifponder  precifamente  all'  interrogato,  nia  dilfe ,  che  fi  riraetteua  al  vi: 

ìttmtnff        in  Corgiegatione ,  ilquale  era  ftato  a  fauore  del  ìhs  dmmum  :  &  il  Ve: 
Budua,dillè,che  haueua  la  dichiarationc  per  fatta  affermatiua,  &  che  g 
uà  che  folfe  publicata.Raccolti  i  voti,  &;  diuifi,  &  veduto  che  più  della  i 
leuano  la  dichiarationc,&  una  quarta  parte  folamente  non  la  voleua;  l  jì 
trijfcbencon  laconditionc,  erano  co' primi,  nacquero  parole  diquaL  :a 
bità,3>:  il  rimanente  della  Congrcgationepafsò  in  difeorfìfopra  quella  IK 
non  fenza  moka  confufionejlaquale  vedendo  il  Cardinale  dìMantoua  rtf 
lentio,ìN:  elTortati  i  Padri  amodeftia,gli  Hccntiò.. 

tÀìL^pttìfi-      Si  coniultò  trai  Legati  quello,  che  fi  doueirefare;&:  furono  tutti  CO'  ' 
fgm  d  aum/ar  minutamente  dar  conro  al  pontefice  di  tutto'l  iucceiro,&  afpettarne  ii 
*''*'         tra  tanto  prole guir  le  Congregationifopra  gli  articoli  rimanenti.Vole  i" 
to  uà  mandar'  a  qucfto  effetto  Camillo  d'Oliuo  Secretarlo  fuo,  in  pofta  me 
rere  di  credenza  :  &  Simoneta,  che  fi  fcriuelle  il  tutto  in  lettere.    Fu  e  :' 
di  componer  inficine  i  pareri ,  &  fcritta  una  longa  relatione  del 
&  rimclTo  il  iopra  più  al  Secretarlo  ;  quello  il  giorno  medcfimc  a  i 
partì  di  Trento.     Ilche  >  fé  ben  elPeguito  cofl  j^mma  fecretezza  j  -'"« 


1 


uPioIIII.  LIBRO  SE^TO.  509 

ijliraeno  fiibito  a  notitia  degli  Spagnuoli  ,  quali  fecero  grandiflìme  in-     ciò~Tò~ 
ijienze  ,  che  fi  vedelTc  dato  principio  ad  un  infopporcabile  aggrauio,che       lxii. 
r'  tratcatione  s'hauelTe  non  lolo  ad  auiiare  ,  ma  coafukare  ,  &  nfolae-  diche  sj>a- 
\co  a  Roma  :  che  il  Conciho  ,  congregato  in  quella  città  medeCima,  g^f^oUmomo' 
mitre  volte  ,  per  quefta  cauia  non  hebbe  ruccclFo   ,  &  fi  difcioUe  fen-  '"*"''* 

urto  ,  &c  con  icandalo  ancora  j  perche  niente  era  rifoluto  da'  Padri, 
a  utto  in  Roma  j  tanto  che  era  pafiato  in.  bocca  ài  tutti  un  blafphcmo 
{.erbio  ,  che  la  Sinodo  di  Trento  era  guidata  dallo  Spirito  Santo  inuia- 
I  da  Roma  di  volta  in  volta  nelle  valige  :  che  minor  fcandalo  era  ftato 
t  da  quei  Papi  ,  quaU  ricuiarono  il  Concilio  a  fatto  >  che  da  quelli, 
K,  congregatolo,  l'hanno  tenuto,  detengono  in  feruitù.  Ali' hora  il 
[do  rcilaua  in  fperanza,chc,  fé  pur  una  volta  fi  poteua  impetrar  ilCon- 
l ,  s'hauerebbe  villo  rimedio  ad  ogni  male  :  hora  ,  olleruate  le  cofe  già 
[|  te  Cotto  due  Pontefici,  &c  che  hora  s'inuiano  ,  ogni  fperanza  di  bene  fi 
t  eftinta  ,  ne  più  bifogna  afpettar' alcun  bene  dal  Concilio,  fedebbe  elfer 
S  ftro  degl'  intereflì  della  Corte  Romana,  6i  muouerfi,  ofermarfiad  arbi- 
i(  li  quella.  ^^^^ 

l  uefto  diede  occafione,che  nella  Congregatione  feguente,  dato  principio  a  '/iltìa       ' 
\  re  fopra  gli  articolipropofti ,  in  poche  parole  fi  rientrò  nella  Refidenza  :  a 
ì  iterponendofi  il  Cardinale  Varmienfe,con  dire,  che  s'era  parlato  ài  quella. 
1  ria  aifai,  che  s'hauerebbe  formato  il  Decreto  per  rilbluerla,  &  propello 
ji  o,ognuno  hauerebbe  potuto  dir  quello  che  gli  rcftalTejneper  quello  il  po- 
I  [uietareglihumorimoflì.    Onde  l'Arciuekouo di  Praga,  Ambafciatore 
\  ImperatorejelTortc)  i  Padri,quafi  con  una  oratione  perpetua,  a  parlar  quie- 
D  ate,  &con  manco  paflìone,  ammonendogli  a  rifguardare  il  decoro  delle 
C  !rfonc,&  del  luogo.Ma  Giulio  Superchio,Vefcouo  di  Caurle,rifpofc  con 
i  tioncNilfuna  cofacffèr  più  indecente  al  Concilio,quanto  che  venga  po- 
li ;gea'  prelati,  maflìme  da  chi  rapprefentapotcftàfecolare:&  pafsòa  qual- 
l  lordacità  ;  oc  pareua  che  la  Congregatione  fofle  per  diuiderfi  in  parti.  On-  ed  è  paàficat^m 
^  irmienfe  ,  che  era  il  Prefidente  in  quella,  cercato  di  moderar  gli  animi,  dal  Legato 
|l  ti  il  parlare  fopra  quegli  articoli  per  quel  giorno,  Se  propofe  che  fi  prò-  ^irmienfe: 
k  Ce  di  far  liberar'  i  Vefcoui  CattoHci  pregioiai  in  Inghilterra;  accio,  ve- 
li 0  al  Concilio ,  vi  folTe  anco  quella  nobilNatione,  &c  non  parefie  quel 
•j  0  in  tutto  alienato  dalla  Chiefa.     La  propofta  a  tutti  piacque  j  &  fu 
rnune  opinione  ,  che  fi  potellè  più  defidcrare  che  fperare.,    Laconclu- 
ijfu,  che,  hauendo  quella  Regina  rifiutato  ài  riceuere  un  Noncio  efpref- 
j  1  Pontefice  ,  non  ii  poteua  fperare  che  preftaire  orecchie  al  Concilio: 
cjquel  più  che  Ci  poteua  fare,  era  operar  che  i  Prencipi  Cattolici  faceflè-      ' 
m*  ufficio..  Addì ventÌ€Ìnque,giorno di S.Marcojin  Congregatione  gene- 
irono  riceuuti  gli  Ambafciatori  di  Venetia.Letto  il  Mandato  dell' undici  rlcettìme  i^ 
ftclTo  mefe,(k  fatta  una  oratione  daNicolò  da  Ponte,uno  degli  Ambalcia-  «'''>*>»^/<-' 
riurifpofto  informa.  ^*'""' 

ì  quei  pochi  giorni  >  ipiu  prudenti  tra  iPtelati,  confiderato  quanto  fi; 
i  Sic    iij/ 


Sio  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Pio 

CI  3    i3     diminuirebbe  la riputatione  del  Concilio,&  di  ciafcuno d'eflì ,  quando  i 
Lx  II.     fermaircLO  i  moti  eccitati ,  cercauano  d'acquietare  gli  animi  commoili 
moftrarloroj  quando  non'profcguilTero  le  attioni  Conciliari  fenzatuir 
oltra  Io  fcandalo  che  fi  darebbe ,  la  vergogna  che  s'incorrerebbe ,  e  che  pi 
ceffirà  anco  feguiria  la  difTolutione  del  Concilio  fenza  frutto  :  liquali  i 
hebbero  luogo  >  llche  nelle  Congregationi  fi  trattò  quietamente  gli  ali 
efamlmdel^     articolijfopra  quali  non  fu  molto  che  dire.  Perii  quinto  laprouifionefucj 
lo'"delladiuf-  ^^^^ neceirariailopra il modo,qualche difficoltà nacque-.imperoche la diui ; 
fonedeUePa-  delle  Parochie  già  da  principio  da' popoli  fu  cóftituita,  quando  un  nume  i 
rouhis:  habitanti,riceuuta  la  vera  fede,  per  hauer  l'eirercitio  della  religione,  fabi; 

un  tempio,  &  condotto  un  Sacerdote , conftitpiuano  una  Chiefa  ,  ch(j 
adunatione  de'  circonhabitanti  chiamaualì  Parochia  :  & ,  crefcendo  il  nuj 
per  la  lontananza  delle  babitationi,fe  la  Chiefa,&  il  Paroco  non  baftaua,!  j 
tifi  i  lontani, &  fabricatone  una  altra, s'accommodauano  meglio.  AÌU 
cofe  per  buon'  ordine^;  concordiajs'introdufFe  in  progreifo  di  aggiongci 
il  confenfo  Epifc opale.  Ma,  poiché  la  Corte  Romana  ,  con  le  referua 
s'aiTonfc  il  conferir  de'  beneficij,quelli  che  da  Roma  erano  prouifti  delle 
chialijtrattandofi  fminuirgli  il  numero  delle  anime  foggette,&  in  confeg 
ilguadagno,s'opponeuano,col  fauore  del  Ponteficeronde  s'introduire,ch 
za  Roma,non  fi  poteua  con  diuifione  d'una  gran  Parochia  eriggerne  una 
/  ua:&  quando  occorreua  farlo  ,  maffime  di  là  da*  monti, per  gì'  impedi 
d'appellationi,&  altri  litigij,era  cofa  di  fpefa  immenfa.  Per  proueder  a 
inconuenienti  in  Concilio,fu  opinione  de'  Prelati,  che,quando  una  Chi( 
ftaadun  popolo  ,  ma  un  folo  Rcttor  non  è  fufficicntcnon  moltiplica 
titoliiallegando,che,doue  fono  più  Curati  in  una  Chiefa,  fono  anco  difj 
ma,poteilè  il  Vefcouo  coftringere  il  Paroco  a  pigliar'  altri  Sacerdoti  in 
quanti faceirerobii"ogno;ma,doue  l'ampiezza  delle  habitationi  ricercai 
ueifepoteftà  d'eriggete  unanuoua  Parochiale,partendo  il  popolo ,  &  par 
le  encrate,ouero  coftringendo  il  popolo  a  contribuire  per  far  unarendit.'  1 
ciente.Solo  a  quefta  ultima  parte  confiderò  Euftachio  Bellai,Vefcouo  di  I  ig 
pochi  di  inanzi  arriuato,che  quel  Decreto  non  farebbe  ftato  riceuuto  in  a;, 
cia,doue  non  confentono,chc,con  autorità  Ecclefiaftica,poflì  effer  comn  li: 
toa  Laiciln  materia  temporale;&  che  alla  riputatione  del  Concilio  Gc 
non  conueniua  far  decreti,  che  folfero  in  qualche  prouincia  reietti.  A  i 
replicò  Fra.  Thomafo  Cafello ,  Vefcouo  della  Caua ,  che  i  Francefi  non 
quella  poteftàciFer  data  al  Concilio  da  Ghrifto,6<:  da  San  Paolo,  quali  i  ; 
commandatojchc  il  vitto  fia  dal  popolo  fomminiftrato  a  chi  loferue  nel]  o 
fpirituali  ;  &;  che  i  Francefi ,  volendo  elFer  Chriftiani ,  conueniua  ubed  .1 
Replicò  il  Sellai, che  fin  all'  hora  haueuaintefo,  quello  ,  che  Ghrift 
S.Paolcconcedono  a  Miniftri  dell' Euangelio  eirer'uni//f  di  riccuer  il  v 
chi  fpontancamente  lo  daua.  Se  non  di  coftringer  a  darlo:  che  Francia  Ji' 
femprecffer  Chriftiana,però  di  quello  non  volcuapaifar  più  inanzi. 


I 


I  Pio  un.  LIBRO    SESTO.  511 

ffefto  de  ottano  articoli  non  hauercbbono  hauuto  bifogno  di  Decreto»  cio~ic»  ~" 
lo  a  Vefcoui  fofTe  rimafta  la  loro  autorità  ;  anzi ,  quando  folle  timafta  a*     l  x  1 1. 
:hi,&alpopolo.a'quali>comediroprasedetto,giàapparteneaa,  (Scfareb-  e  del  fifio^ 
ifto  che  fempre  apparteneiTero  fìmiii  prouifìoni  :  ma  lanecellìtà  di  trattar  onauo^deW  tt- 
Je materie, nafceua dall'  elfer  tutti  riferuatia  Roma:  i  Prelati  erano  d'un' "'!'?^ '^'^^^ 
•j)  parercche  le  prouifioni  folfero  necciraricalcuni  però  non  conicntiuano    "^'^** 
faceirerojper  non  metter  mano  nell'  autorità  Pontificia,  trattando  fopra 
e  a  quella  Stdc  riferuatcmaflìme  m  tanto  numero.Lconardo ,  Arciucl'co- 
Lanciano,trattò,come termine  di  giuftitia,che,efrendo  tutti  gli  uffici] 

!CancellariaApoftolicavenduti,nonera  cofa  giuftafminuirgli  le  efpcdi- 
folite  a'  farli  in  quella; che  era  un  leuar  parte  degli  emolumenti ,  fenza 
nfo  de'  compratori: però  fi  lafcialTc  quelle  prouihoni  da  farfi  a  Roma, 
farebbe  conilderato  l'intereffe  di  tutti:&:  eia  quello  Vefcouo  per  pallar  pia 
l  i  per  gì'  intere{fi,che  egli,&  altri  fuoi  amici,haueuano  in  quegli  uffici),  te 
l  \rciuefcouodi  Mefllna>SpagnLiolo,chegli  fcdeuaapprelfojnon  folle  ftato 
j  onito  che  niente  ii  farebbe  riloluto  ,  fé  non  eonfultato ,  5i  confentito  a 
i  i.Fu raccordato  quello,chencl  primo  Concilio  s'introdulfe,  nel  dar  au- 
\ .  a  Vefcoui  fopra  le  cofe riferuate  al Pontefice,d*aggiongere ,  che  faceilero 
delegati  della  Sede  Apoftolica  :  qual  confeglio  fu  abbracciato  in  tutti  li 
ti,che  fi  formarono  in  tal  materie.. 

ì:lfettimo,quantonqae  da  ognuno  fofTe  giudicato giufto , che  il  popolo , </e/j(2«,'M,ij;. 
fé  il  debito  leruitio^daperfonefufficiejiti  per  ilminifterio,  &  coftumaterfe'c«m«/- 
:dificatione;nondimeno  cfrer'airai,&  moltOsprouedere  infuturo  ;.perchc5«<»'''w*je  w, 
L'c  fono  odiofe,&  tranfcendenti  le  leggi  >  che  indietro  rifguardandofi ,  dif-  *^*^' 
Dno  anco  de'negotij  pafrari:peEcio  baftare>che  all'  auuenire  fia  proueduto 
L'fone  idonee ,  &c  quelli  che  fi  tremano  in  poireir©  fiano  tolerati.  L'Ar- 
:ouo   di  Granata  dilfe ,  la  deputatione  d'un'  inetto  al  minifterio  di 
Uto  >  non  eifer  dalla  Maeftà  fua  diuina  racificata  ,  &  per  ciò  reftar 
I  j  &  il  prouifto  non  hauer  Icgitima  ragione  ,  &  douerfi  per  debitoj 
f  S)  quello  che  è  inetto  »  proueder  di  fufficiente  :.  ma  non  fu  feguito 
[>■  parere  ,  come  troppo  rigido  ,  &  che  neli'  eirecutione  fi  farebbe 
fciuto  impoffibile  ,  non  elkndoui  una  pontual  mifura  dell'  habilicà 
il  Cada  ;  però  la  via  del  mezzo  fu  abbracciata  ,  di  non  ecceder  la 
i)  )fta  dell'  articolo  i  od  facendo  differenza  dalli  ignoranti,  agli  fcanda.- 
S  con  quelli  >   come  meno  colpeuoli  ,  proceder  con   minor  rigore, 
tiche  ,  per  ogni  ragione  al  Vefcouo  appertencrebbe  prouedere ,  quan- 
*  GoUationi  non  folfero  dal  Pontefice  uicite  ,  gli  folfe  conceiro  anco 
1:  a  i  prouifti  pontifici] ,  come  delegato  della  Sede  Apoftohca ,  porger  il 
nlio. 

i  trattar  della vifita de' benefici] commendatijnelnono  articolo  diede  occa-  ^  1  ,^ 
^\xì\  ottimo  ufo  degenerato  in  peffiraoabufo.Nelleincorfioni  de' Barbari,  /^  ^iiefi'datt 
euuennero  nell'  Imperio  Occidentale Jaenlpeffo  occorreua  ,  che  le  Chicle  ìhCommtTtdta 
i'o  da'  faoi  Pallori  prillate  in  tempo  >  quando  inficine  erano  impediti 


5ri  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio 

ci5  lo  '    per  incorfioni,  aifedij,  o pregionie  dalproueder dirucceirori,queIIi,achi 
LXii'      nicaméce  appaiceneuaj  ondcaccioilpopoionon  reftairelongamétefcnz: 
gimento  fpintualeji  prelati  principali  della  Pr0Liincia,ouero  alcuno  de'v 
raccommandauala  Chiefa  a  qualche  pcrtona  del  Clero,  di  pietà,  &  bontà 
.  fpicua,&;  atta  a  quel  reggimento;  finchcrimoisi  gì' impedimenti  ,poreirc 
eletto  canonicamente  il  pallore  :  l'ifteiro  faceuano  iVefcouijO  parochiv 
quando  occorreua  (ìmil  vacanza  delle  parochiali  ne'  contadi;&,cercandc 
pre  il  Commendante  d'adoperare  perfona  iniìgne,&  il  Commendatario  d  : 
riCponderair  efpettationejriufcìua  con  gran  frutto,  ^fodisfatione:  ma,  i 
Tempre  fottentra  la  corrotione  nelle  cofe  buone,qualche  Commendatarie  i 
faua,  non  folo  al  bene  della  Chicia  commendata,  ma  anco  acauarneqii 
frutto  &  emolumento  per  Te  ;  &  li  prelati  a  commendare  le  Chiefe  anc  ' 
za  nccelTità:  &,  crefcendo  l'abufo  Tempre  più,  conuenne  far  legge  che  ne  { 
teife  una  commenda  durare  più  che  per  Tei  mciì,&:il  Commendatario  ne  | 
telfe  participar  de'  frutti  della  commenda.     I  Pontefici  Romani  però ,  (  i] 
pretenfìone  di  fuperiorità  a  qucfta  leggcnon  folo  commendauano  per  pi  i 
go  tempo,  &  concedcuano  honeftaportione  al  Commendatario;  mapjj 
no  tanto  inanzi,di  commédar  anco  a  vita,&  di  conceder  i  frutti  tutti,  nor  j 
menti  che  al  titolarlo.     Anzi  mutò  la  Corte  incontrario  anco  la  form 
doue  nelle  Bolle,rcndendo  la  caufa,prima  diceua,acciochela  Chiefa  Ila  ti 
to  gouernata,te  la  recommandiamojfi  pafsòa  dircaccio  tupoflifoftent 
maggior  decenza  lo  ftato  tuo,ti  raccommandiamo  la  tal  Chiefa.  Et  di  | 
dinarono  anco  i  Pontefici  Romani, che,morendo  il  Commendatario,il 
ficio  reftaire  affetto  alla  difpofitione  loro;  fi  che  a  chi  la  coUatione  s'afpet 
be  ,  non  potclfe  impedirfene.  Et ,  eifendoi  Commendatari]  dal  papa 
ftituiti,  non  poteuano  li  Vefcoui  intromettcrfi  m  foprintender'  al  goue 
quelle  Chiefcche  dal  papa  crafto  raccommandate  ad  un  altro:&  in  Cor 
cuno  più  volontieri  impetraua  i  benefici)  in  commenda,che  in  titolo,  elU 
dofi  per  quella  via  dalla  foggettione  de'  Prelati  fuperiori:  da  che  nafceua:  .e 
Vefcouo  era  priuato  d'autorità  fopra  la  maggior  parte  delle  Chiefe  dell;  ^ii 
cefi;  8c  i  Commendatari),  non  foggetti  ad  alcuna  foprintendenza;lafciatf  i 
lefabriche:  &:riftrette,o  Icuateafatto  le  altre  fpefe  neceilàrie  ;  non  hauer  a 
tro  fine ,  che,  fecondo  il  proemio  della  Bolla ,  foilenrar  lo  ftato  proprio ,  ai 
dauano  il  tutto  a  defolatione.  A  quefto  difordine  non  oftando  altro,fenc  cfi 
pareua  indecenza,  fé  il  Vefcouo  mettcffe  mano  in  quello,  che  dal  Papa  .8 
un'  altro  raccommandato,  fu  penfato  con  decoro  prouedere,concedendo  V« 
fcoui  autorità  di  vifitare,  Se»  fopra  intendere  ,  ma  come  delegati  del  y- 
teficc. 

La  caufa  della  propofta  duodecima  di  rimediare  agli  abufi  de'  Queftua  )  t 
parimente  l'elfer  degenerata  l'antica  inftitutione  :  imperoche,  ellendo  ir  n 
la  in  qualche  luoghi  per  necefifità  alcuna  opera  pia  d'hofpitalità,  infcr 
educatione  d'orfani ,  5c  altre  tali ,  fenza  altro  fondo  ,  che  delle  limofiiie    J' 
deli,-  le  perfone  pie  pigliauano  carico  d'andar  cercando  lalimofinaall<  ^^ 


^  Pio  rilj.  LIBRO  SESTO.  515^ 

•haiicrflicileingre(ro,<Scfcde,fi  muniuano  con  lettere  teftimoniali  del    ci^  u 
aio.  Altri  j  acciò  dal  Vefcouo  non  potelfero  efier'  impediti,ottencuano       lxii. 
àdal  Papa,Gonlettere,chegliiaccommandairero ,  lequali  facilmente  eia- 
nceire  per  qualche  paite  dell'  emolamento,che  nell'  efpeditione  della  Boi- 
Corte  toc  caua.Qoeftainftitutione  immediate  fi  voltò  in  eccedi  d'abufo: 
oche,  delle  raccolte  limoline  minima  parte  era  quella  che  fi  fpendeire  in. 
quelli  ancora,che  impetrato  haueuano  la  facoltà  di  qucftuare,  fuftitui- 
terloneabiettej&:infami,.Sc  con  loro  diuideuano  il  frutto  delle  limoline; 
dittandogli  anco'laquefturajliQueftuantipoi,  per  cauar  quanto  più  Ci 
i,  mille  artefici)  racrileghij&  empi)  ufauano  >  portando  forma  d'habiti, 
acque ,  campane ,  &  altri  inftromenti  da  ftrepitare ,  che  poteifero  induc 
toj&fuperftitione  nel  volgo  5  narrando  falfi  miracoli ,  predicando  falfe 
enze,richiedendole  limoline  con  imprecationej5c  minacce  di  male,& 
runijachi  non  le  delTcSc  altre  tali  impietà  ufando,che  il  mondo  ne  era 
ifcandali,nefi  poteuaprouederuijattefe  le  conceffioni  Apoftolichc  im- 
Sopra  quella  materia  fi  eftefero  li  Prelati,con  narrare  gli  abufi,&;  difcen- 
e  fudette,&  ad  innumerabili  altre  impietà:con  moftrare  j  che  altre  volte 
f  Iti  tentati  rimedi]  fenza  frutto  ,  «5^  tali  riufcirebbono  tutti  quelli,che  fi 
to:uno  folo  eireruijl'abolir'  il  nome ,  Se  l'ufo  de'  Queftori  :  &  in  quello 
:  muennero  quafi  tutti.  Arriuarono  in  quello  tempo  Ambafciatori  del  giunta  degli 
Bauiera>  quali  ricufarono  prefentarfi  nella  Congregationc ,  fé  non  gli  ■^mb.Batta^ 
precedenza  da  quei  di  Venetianlche  ricufando  efli  di  farcj  i  Legati  inter-  ^n'^.     ""f^" 
ilationcper  afpettar  fopra  quello  rifpolla  da  Roma.  {^^  pmUaf 

itefice,quandohebbeauifode'  voti  nelle  Congregationi  dati,  fopra  la  il  papa,  inta- 
za,&;auuertì  i  SpagnuolielTer  tutti  conformi,fece  cattiuo  pronoftico,  [pettm,  per  le. 
\  ido  che  tal'  unione  non  poteua  elTer  fenza  participatione  del  Rèidiceua  "i*  (^^Tremo^ 
'  molto  tempo,per  grandi  ifperienze,certificato,che  i  Prelati  Oltramon- 
)  nimici  della  grandezza  d'Italia,&:  della  Sede  Apollolica;&; ,  per  la  fof- 
ichedelRèhaueua,rellauamalfodisfatto,comeche  gli  mancalTe  della 
i  fattagli  di  conferuar  la  fua  autorità: in  fine  di  tutti  i  ragionamenti, 
*;ua,che  fé  i  Prencipirabbandoneranno,ricorreraalCielo,chehaueua 
I  on  d'oro,&  fapeua  doue  metter  la  mano  fopra  un'  altro  j  Se  poi  Dio 
X  :ebbe  allafuaChiefa.Tutta  la  Corte  ancora  fentiua,  con  gran  paflione» 
k  .0  di  tutto  lo  llato  fuo ,  vedendofi  bene  che  quelle  nouità  mirauano  a 
ÓPapijO  nilfun  Papa :&  interromper  tutti  gli  emolumenti  agli  oificij 
€  icellaria.  Venne  anco  dal  Noncio  di  Spagna  auifo,che  il  Rè  fentiua  ma- 
^  onentibm  legatióy^zzmzo  nella  prima  Seffione:  &  tanto  più  al  Pontefice 
ili;hefoircllacodecretato,poiche  daldilpiacimento  che  altri  ne  riceue- 
ip;  riuano  li  dilfegni  dipropor  cofa  di  tuo  pregiudicio.  Fece  con  tutto 
i«  ufecolRè,dicendo,ellèr  fatto  fenza  fua  faputaimavederfineceirario,-^-^''-**^"'^*» 
pinete  la  petulanza  degli  inquieti;  che  il  Concilio  farebbe  una  torre  di 
l>c  andò  fenza  freno  ogni  perfona  ambitiofa  hauefie  facoltà  ài  muouer 
't(he  i  Legaci  erano  difcreti,&:  riuerentiaSua  Maeflà,&:hnucrebbono 

Ttt 

I 


__  5H  CONCILIO    DI  TRENTO.  Papa  Pio 

e  1 3   1 3    fempre  propofto  tutto  quello,che  gli  folle  ftato  in  piacei-e,&:  dato  fodisfat 

Lxii.     adognipeiTonapiaj&fauia.MaconrAmbafciatordelRèapprelTo  fé  refu 

e  fi  lamenta     che  gliene  tmttòjprocedctte  con  alquanta  durezza-.piimajquerelandofud 

CSM  l'^mb.   haueife fatto  fopra ciò  Gattini ujficiji&  poi,  commemorando  il  modo  di  j 

rejtieme:        ^^^^  ^^'  prelati Spagnuoli  in  Concilio  ,  quaii  come  feditiofo;  moftròcbl 

creto  era  fanto,&  nece{rario5&;  che  nonfi  faceuapregiudicio  ad  alcuno,  : 

rcjche  i  Legati proponeranno:a  che  replicando  Vargas ,  che  quando  folT' 

mente  detto,i  Legati  proponeranno  vnilTun  fi  doterebbe ,  ma  quell'  ab  ; 

Proponentibpu  Legati^, ^niiam  i  Vefcoui  di  proporre;però  conueniua  mut  1 

in  altra  lociitione.  A  che  il  Papa,non  fenza  fdegnojrirpofe,  Hauer'  altro  (  I 

che  ^c\\(2xcmm generis  (j'cuuiscafm.  Non  mancaua  di  fondamento  il  lo 

del  Pontefice,hauendo  fcopertOjche  quell'  Ambafciator  haueua  ifpeditc  i 

polle  in  Spagna, &  a  Trento  ,  confortando  i  Prelati  Spagnuoli  a  mani 

libercà,&  moftrando  al  Rè,che  il  Concilio  folTe  tenuto  in  loggettione. 

Ma  nella  Corte,hauendo  molti  Prelati  da  Trento  fcrittojcialcunoag  ,i 

^^mdìR^mx  ^^oi,&  variamentcfecondo  i  vari)  affetti,eccitc)  gran  tumult05&: più  to  ,( 

fer  lifuccefd   ftcrnatione  d'animojparendo  di  veder  già  Roma  vota  di  Prelati,  6c  prii]  a 

diXrentO)      gni prerogatiua,&: eminenza: fi  vedeuachiaro,che  i  Cardinali,habitant  i 

majfarebbono  efclufi  dall'  hauer  Vefcouati ,  che  fenza  dubio  la  plui  e, 

benefici)  veniuaprohibita,  che  nilfun  Vefcouo  >  ne  Curato  ,  hauerc  e 

tuto  hauer'  ufficio  in  Roma  ,  che  il  Pontefice  non  hauerebbe  potutod  e 

te  in  alcuna  delle  fijdettecofejche  fono  le  principali  della  fuapoteftà,oi  1 

toritàPontificale  fi  diminuiua  in  gran  parte  ;&raccordauano  queldett  il 

uiosche  la  Maeftà  del  Prencipe  difficilmente  s'abbalfa  dalla  fommitàal  e 

ina  con  facilita  è  precipitata  dall'mczzo  all'  infimo  luogordifcorreuanc  i 

eia ,  che  il  Decreto  hauerebbe  preftato  per  aumentar  la  poteftà  de'  ^  "e 

quali  hauercbbono  tirato  a  loro  la  collatione  de'  benefici], negata  la  31 

Pontificia  per  le  riferuationi  -,  che  i  Vefcoui  Oltramontani,  Se  alcuni  al 

ancora,hanno  fempre  moftrato  il  mal'  animo  verfo  la  Cortcperinuidi  & 

non  hauer  in  quella  cofi  facil  ingrelTo:&  che  da  quefbijche  fingendo  ftai  ^n 

da  Roma  per  confcienza,conuien  guardarfi,che  farebbono  peggio  deg  It 

loro  venilTe  fattotche  quefti  Chietini  hanno  una  ambitione  maggiore  gì 

trijfe  ben  coperta,^:  con  l'altrui  rouina  vogliono  alzarfi:  che  ben  lo  n:  tr 

ffifierì  degli    fatti  Paolo  quarto.Et,perche  li  Spagnuoli  erano  uniti  in  quefto,&  s'er  ;ei 

Spagnmli}     cato,  che  Vargas  gli  clfortaua  a  perfeuerare ,  fufurrauano  molti ,  che  da  le 

niifeil  motiuojilquale  vedendo, che, per  hauer fuflìdij  dal  Clercgli  e  lUi 

fuperar  due  difficoltà:una,in  hauer  il  confenfo  del  Papa  ;  l'altra,  in  rim  'U( 

rclìftcnza,che  fanno  i  Capitoli,&  Coilegi),che  per  eilèr  primi  di  nobilt  :fli 

da'  Vefcoui ,  &  hauer  riceuuto  i  benefici)  la  maggior  parte  per  ce  iti 

Pontificia,non  hanno  rifpetto  d'opporfijpenfalfc  d'alzar' i  Vefcoui  da  ]m 

mente  dependenti  ,  quali  riconoicono  li  Vefcouati  dalla  fua  prefei  ti( 

fottomettendogli  li  Capitoli  &:  Collegi),  &leuandogii  dalia  foggett  ne 

Papa, &:coììcqU oro  mezzo  acquiftar' un  facile  U.  abfoluto  dominic  :>pi 

Ciero^ 


lA  Pio  mr.  LIBRO    SESTO.  515 

Holeaala  Corte  di  tutti  li  Legati  generalmente,  che  liauefìTero  propofto,o    cio  TJ^ 
j.'iro  che  lì  proponcfTe  l'articolorgià  elFerdato  con  (omma  artcftatuito  che       lxii. 
ìteOTcro  proporre>non  ad  altro  fine,  lenon  per  ouuiare  a'tentatiai  de'  mal'  ^«^relacontra 
aRoi'na,&  non  poter'  haucrefcufajpoichc  vi  era  l'cHcrapio  del  difordi-  '  ^^'^^'■ 
e  causò  quella  difputa  nel  primo  Concilio:ropra  tutti  fi  dolenano  dì  Man- 
k:Seripando,di  quello principalmente,che  con  la riputatione,&  credito, 
aouuiareogniinconuenienter&perrimediojdifcorreuano,  che  bifogna- 
ndar'  altri  Legatijperfone  più  inclinate  al  ben  commune5&  non  Prencipi, 
:ijma,incaminatiperi  gradi  della  Corte  :«3v:  la  voceuniuerfale  deftinaua 
nni  Battifta  Cigala,Cardinalc  di S.Clemente,  in  primo  luogo , per  cirerfì 
todifenfor  acerrimo  dell'  autorità  Pontificia,ne'  carichi  di  Referendario, 
uditor  di Camera,con  molta  lode,(Sc  aumento  delle cofe  ài  Roma:ilqua- 
jjc  fuperior  di  Mantoua,  hauerebbe  tenuto  il  primo  luogo,  da  che  anco 
il  uà  fi  farebbe  moiro  a  ritirarfi. 

Ij'ontefice  fece  tener  molte  Congregationi  de'  Cardinali  propofti  alla  ConfultdAl^ù 
~  a  del  Concilio  i  da' quali  elfendo  raccordati  diuerfi  rimedi)  per  ouuiare  ""*• 

)delinale,fi  diede  a  parlar  del  negotioalfai  più  quietamente;  &  corretta- 
li liprimainon  dannaua  l'openionc  di  quelli  del  tw  dmtnu,  anzi  gli  lodaua 
parlatofecondo  la  lorconlcienza,  qualche  volte  aggiongeua  anco,che 
ieir openione era  la  mighore:ma  fi  dolcua  di  quelli, che  a  lui  s'erano 
elTcndo  il  Concilio  congregato  accio  ciafcuno  dica  l'openione  propria, 
per  addolTarc  le  cofe  difticiii  ad  altri,&  futterfuggir  l'odio ,  &  l'inuidia: 
difpiaceuano  le  differenze  nate  trai  Legati  fuoi,  quali  non  doueuano 
idalo  publicarle,ma  tenendole  fecretejO  tra  loro  comporle,o  a  lui  riffe- 

Soficomc  lodaua  il  dir  la  propria  openione  con  libertà,  cofi  biafmauale 
e,&  quellojche  da  alcuni  era  (lato  uiatcper  fouHcrtir  altri  con  inganni, 
I  violenze;&  nonpoteua  reftar  di  non  grauarfi  di  quel, che  Ci  parlaua 
il  1  libertà  del  Concilio,&che  il  confultar  le  cofe  a  Roma,era  un  violarla: 
a  molto  ftrana ,  che  è  il  Capo  del  Concilio  ;  &  i  Cardinali,  che  fono  i 
ffl.l  membri  ;  oc  altri  Prelati ,  che  in  Roma  fono  ,  che  pur  in  Con- 
'Inno  voto  ,  debbino  hauerfi  per  ftranieri  ,  che  non  pollino  ellcr 
:iJi  quello  che  fi  tratta  ,  &  dire  il  parer  loro  ;  &  quei,  che  non 
e  urte  legitima  ,  fi  facciano  lecito  intrometterfi  con  mali  modi: 
i  hiaro  ,  che  tutti  i  Prelati  fono  andati  a  Trento  con  commiflione 
ic  Prencipi ,  che  fecondo  quello  caminano  ;  che  gH  Amb.  fciatori ,  con 
^el  &  uffici)  ,  gli  coftringono  a  feguir  grinterclTi  de'  fuoi  Prencipi  ;  &  , 
ciueftoniirun  dice,come  dir  fi  douerebbe,che  il  Concilio  non  fia  libero: 
dlifaamplificaua  con  moltavehemenza,in  tutti  i  ragionamenti;aggion- 
i:ìc  il  diicll  Concilio  non  è  libercera  un  colore  di  chi  non  voicua  ve- 
•mhne  del  Concilio>perdiiroluerlo,oleuarglilariputatioiie,liquali  egli 
lautti  per occolti  fautori  dell' herefia. 

112  nente,dopo  haucr  di  quello  particolare  conferito  con  tutti  gli  Ambaf- 

Ttc     ij 


^5^^  CONCILIO    DI  TRENTO         PapaPk 

ci3  13     ciatoriapprcflTo  fé  rd'ìdenti,&  molte  volte  confulcatojil  dì  noue  Maggie 

Lxii.       oLcgati  tutti  i  Caidinalij  fece  legger  gli  auili  hauiiti  da  Trento , oc  diici 

ìlraparifio-  {ominadcllc  confultationi  hauiites^:  il  bifogno  di  caminar  in  qucftoni 

e  a  Legath    ^^^^  defterità,&  coftanza,  accennando  che  molti  foifero  congiurati  coi 

Sede  Apoftolicatpoi  fece  legger  la nlpofta  che  diifeonaua  mandar  aTrcn 

quale  infoftanzaconteneuaduepimtirChcil  Concilio,dal  canto  fuo,  er 

fcmpre  lafciato  libero,&:  farebbe  per  l'auuenire  :  l'altro ,  elfer  giuda  cofa 

quello  fia  riconofciuto  per  capo,&  gli  habbia  il  rifpetto  che  iì  dcbbe  ali 

Apoftolica.Dimandò  il  parer  a  tutti  li  Cardinalijquali  concordemente  li 

no  la rilpofta  data.Raccordarono  alcuni>che, attefo  i  difpareri  trai Leg; , 

ben  mandarne  altri ,  5c  anco  de'  ftraordinarij  :  alcuni  aggionfero  l'impci 

del  ncgotio  meritare,chc  la  Santità  fuajSc:  tutto'l  Collegio,  fi  riducede  i\ 

gna,peraccoftarfiaTrento,&  poter  meglio  fouuenir  alle  occorrenze.  /\ 

PaparifpofejcirerprontOjnoniolo  d'andar'  aBologna^ma  a  Trento  ancu 

fognando;&  tutti  i  Cardinali  s'offerirono  a  feguirlo.  Si  confultò  (opra  t 

dar  altri  Legati,.?*:  furifoluto  di  differir  a  parlarne,  per  opinione  che  M  t 

non  dimandalTe  licenza,che  farebbe  ftatodi  gran  pregiudicio  alla  ripu^  i 

del  Concilio,per  l'opinione  che  rimperatore,&  il  Rè  di  Spagna,&  quai  i 

Prencipi,haueuano  della  fua  bontài&  perii  cieditOsche  teneuano  diluì  1 1 

gior  parte  de'  Prelati  di  Trento. 

fi  fortifica  con      Speditele  lettere,fece  ufficio  con  gli  Ambafciatori  di  Venetia  Si  Fi  r 

VetiKÙ*  ,  e   accio  da  quei  Prencipifofferoraccommandate  le  cofc  del  Pontificato  a<  h 

Fionn\a>      bafciatori  loro  inTrentc&commeiro  che  operaifero  co'  Prelati  degli  ft:  o 

di  non  interucnir  in  trattationi  contra  la  Scàt  Apoftolica,<Sc  non  elfi  ir 

e  mando  altri  ardenti  nella  materia  dcllaRcfidcnza.Chiamò  poi  tutti  i  Vefcoui>che  a  ir 

Vefcoui  ni    ritrouauanoallaCorcc&glimoftròiibifogiiOj&ilferuitiojchelaloup  er 

Conaiio,        poteua  in  Trento  prefì:arc;gli  caricò  di  promeife,&  a'poueri  diede  fouuc  o 

,  &glifpedìalConciiio:ilchefece,cofiper  accrefcer  il  numero, quand.  p 

t  so  igat     i^ji^ della Refidenza,comc perche s'aipettauano quaranta Francefi,de'qi  ic 
/(«  ai  t  racia,  .         ,r  ì:  ^ì  ì 

non  pronollicaua  alcun  benc.Lt,per  non  hauer  il  Regno  di  Francia  co.  ar 

gli  Ambafciatorijdelquale  doueuano  in  brcuc  arriuar'  a  Trento ,  fi  rifolt  ni 

aiuto  al  Rè  di  centomila  feudi  in  dono,&  altrettanti  in  prcftitOjfotto  it 

foifciodimercanti,dandoiiRèfuitìcicnte  cautione  del  capitale  ,  Si.  ci 

reilciCon  conditione  che  fi  faccifc  da  douero,  Se  lenza  firaulatione ,  eh 

riuocati  gli  editti, &  la  guerra  fatta  per  la  religione;  che  con  quei  danari 

fero  Suizzeri,&:  Gcrmani,che  fteircro  fotto  il  iuo  Lcgató,&  con  le  inlet 

Chiefajche  non  fi  perdoni  ad  alcun  Vgonotto  fenza  fuo  confenfo  ;  e 

impregionati  il  Cancelliere,Valenza,&alrri,cheegli  dirà;  che  nonfia 

cofa  nel  Concilio  contra  la  fua  autorità,  &  che  non  faccianogli  Air.b: 

mentione  delle  Annatejoffercndofi  però  egli  d'accordar  col  Rè  in  quel 

e  vuole  a^lt     YÌihSc  riformarla  con  fodisfatrione  di  Sua  Maeftà. 

fiejfo  definire     Confultò  poi  il  Pontefice  la  materia  della  refidenza,per  poter  parlar  di  i^- 

ReUtn  a      4^^^^^  occorreile ,  couetcamcnte,iii  maniera  che  ne  fi  pregiudicaife,  <i- 


I 


;.  Pio  mi.  LIBRO     SESTO.  517  _______ 

alo:6<:»bendifcuirele  ragioni  »  fermò  openione  di  voler  approbare  ,&  £tr  ^^^  1^ 
.iirclaRcridéza,(ia  fondata  in  qiial  legge  11  voglialo  Canonicato  Enangeli-  lxii. 
qucfta  forma  rirpofe  all' Ambafciatorc  Franccfe  ,che  gliene  parlòj  fog- 
endo  ,  Che  di  tutti  i  precetti  Euangclici  egli  folo  è  depurato  ctlccutorc; 
'auendo  Chrifto  detto  a  San  PietrcPalli  It  mie  agnelicha  voluto  che  tutti 
dini,dati  dailaMaeftà  fua  diuma,lìano  elTcguici, mediante  Pietro  Iblamen- 
cheegli  ne  voleua  far  una  Bolla, con  pena  de  priuatione  de'  Vetcoaati,che 
be  Hata  più  temuta  e  he  una  dichiaratione,quale  il  Concilio  facelfc  de  Iure 
».Et  infiftendo  l'Ambafciatore  fopra  la  libertà  del  Concilio ,  dilfe ,  Che  fé 
lireconceiraognilibertàjl'eftendcrebbe  a  riformar:,  non  folo  il  Pontefice, 
'rencipifecolariancora3&queftaform.adi  parlare  molto  piaceua  alPapa> 
dire,Niirunacofaeirerpeggiore,cheftarlulapuradifefa  :  che,le  altri, col 
iliojlominacciauanojbilognaua  minacciar  loro  parimente  con  le  arme 
Cime. 

quefto  tempo  ifteffojper  dar  principio  ad  eireguire  quel  che  richiedo,  &  e'pnpmne 
Elfo  haueu3,di  riformar  elio  la  Corte,fenza  che  il  Concilio  fé  ne  intromet-  ?««''f/;e  rìfotì 
ncomminciando  da  un  membro  principaliflìmo,  publicò  la  riforma  della  ""*» 
;ntiaria,dando  famajchcinbreue  hauerebbe  anco  riformata  la  Cancella- 
la Camera:  ognuno  afpetraua  di  veder  regolar  in  quella  le  cofe  apparte- 
illa  falute  delle  anime,che  molto  fono  maneggiate  in  quell'  ufficio:ma,ne 
iitenza,nedi  confcienza,ne  di  altra  cofa  fpirituale,ii  fece  pur  minima 
one  in  quella BoUajfolo  alla  Penitentiarialeuò  le  facoltà,  che  elfercitaua        .  , 
;rfe  caufe  beneficiali ,  &  nelle  fpettanti  alla  difciplina  efteriore  de'  Frati  Iz/Jc-!"^*^ 
ari,  fenza  però  eiprimere ,  fé  quella  prouifione  foUe  fatta ,  per  dar  ad  altri 
H  quelle  facoltàjche  dalla  Penitentiarialeuaua;o  pur,  che  gli  haueife  per 
iidecentij&voiefleefterminarglidiRoma.  Mal'euento  immediate  leuò 
guità:perchei'ifteirc  cofe  s'otteneuano  dalla  Dataria,&  per  altre  vie,fola- 
con  fpefa  maggiore:&  quefto  fu  il  frutto  della  riforma. 
Èi  ,ritornando  a  Trento,detti  li  pareri  de'  Padri,&  da'  deputati  formati  noue  '?  (^ow^g^- 
ì  ijtralatc  iati  gli  articoli  del  Matrimoniojcome  era  già  decilo,&:  delia  Re-  „^  /infian':^ 
a  ajhauendocolìconcordato  i  Legati,&  fatto  ufncio  con alquanti,che do-  della,  i^tden^ 
i  ì  e ontentarfcne, furono  propofti  nella Congregationc  per  ftabiliigli,&  (^«, 
g  gli  nella  SclTione  al  fuo  teir.po  ftatuito.  Si  eccitarono  per  quella  ommif- 
edimande  de'  fautori  della  Reiìdenza:  alche  elfendo  da' Legati  rifpofto, 
icir articolo  non  era  ben  difcuiro,ne  in  quella  SefTione  era  opportuno 
{jrlcma  s'haucrcbbe  fattoi  fuo  tempo ,  s'aumentarono  le  inftanzejacciò 
i'horafìproponeire',&  le  allegationi  de' ragioni,  che  mai  farebbe  oppor- 
maggiorej  con  qualche  mormoratione ,  ancora ,  che  folTe  una  arte ,  per 
)ncludermai.Furono  nondimeno  e oftrctti  a  rallentar  rinftanza,vedendo 
ej  ti  rifoluti  a  non  trattarne  all'  hora:&,perche  quei  della  contraria  openio- 
f^  Tentati  da  Roma,faceuanoinftanza  incontrario  più  ehìcacemenrc;  pert)» 
-J  elido  agli  altriartic oli,  con  poche  akcrationi,diccnoue  capifuronofor- 

1  Ttt     iij 


5i8  CONCILIO    DI  TRENTO         Papa  Pie 

*^iD  i'^  Il  MfircKefe  di  Pcfcara  fece  efficace  inftanza,  per  nome  del  Rè,  accio  in. 
l:: n.  la  Scflìoneii  dichiai-aircche  quel  Concilio  era  con-tinuatione  dell'inconi 
difficoltà  fopra  ci.ito  iotco  Paolo  tcL-zo,>Si;  prolcguico  fotto  Giulio:  &  la  richieda  era  aiuto 
U  Lomlnuam-  ])^q\^x[  Spagnuoli ,  &  alcri,  che  gli  feguiuano  j  &  foftentata,  allegando,  ci 
ne  dd  Conci-  ^^^^qI^^^^q  tarlcper  necelTicà  di  fcdc-,altriméti,  farebbono  riuocate  in  dubl  ] 
determinationi facte,con  notabile  nnpietà.In  contrario  faceuano gagliari i 
ficij  gli  AmbaicÌ2tori'Imperiali,dicendo,Che  larebbono  partiti immedi, j 
proccftato:perche,haucndo  rimperatore  data  la  parola  alla  Germania,che  j 
ìaridottione  s'hauerebbepernLioaaconuocationejnonpoteuafofteneru  ; 
to  aftronto  :  che  per  quello  noninetteuano  in  difficoltà  le  cofe  già  decif(  i 
mentre  vi  era  fpcranza  di  poter  ridurla  Germania,nonvolelìcro  troncarli  j 
tanto  aggrauio  della  Cefarca  Maeftà.  Il  Cardinale  Seripando  altro  non  h;  ; 
in  mira ,  fenon  che  fi  dcterminafTe  continuatione,  &  già  nel  farla  Boll  ; 
conuocatione  s'affaticò  molto  per  quello ,  &  fiora  aiutaua  efficacemente  i 
chiefta  degli  SpagnuolL  Ma  il  Cardinal  di  Mantoua  fece  una  condanr  e 
{lenza ,  per  non  far'  una  tanta  ingiuria  all'  Imperatore ,  fenza  neccffità,  &  ii 
temperamento  di  quietar  gliSpagiiuoli,condire,Che,hauendo  giàtenut  li 
Seflìoni,  fenza  far  di  quefta  propofta  mentione ,  non  farà  alcun  pregiudic  1 
ferir  anco  ad  una  altra.  La  rifolutione  degli  Ambafciatori  Cefarei  di  pare  , 
l'ufficio  del  Cardinale,fecero,che  il  Pefcara  rimellamente  procedeirej  $c  o  o 
tunemente  vennero  lettere  da  Luigi  di  Lanfac  ,  principale  dell'  ambal  r 
mandata  al  Concilio  dal  Rè  di  Francia,  che,  elfendo  in  viaggio  non  mok  i 
tano,fcriire  a'  Legati ,  &  Padri ,  pregando  che  la  Seffione  fiprolongaife  fìi  t 
arriuofuo5&  de'CoUeghijonde  ilMantoua,valendoriancodi  quell'  occ.  )i 
di  metter'  in  confulta  la  prorogatione  ,  nellaquale  ,  chi  per  uno ,  chi  per  u 
quelli  rifpetti ,  &  chi  confìderando  non  eller' ancora  ben  quieti  gli  hi  oi 
della  Refidcnza ,  fé  ne  contentarono  j  &  rifolfcro,  per  fertiar  la  degnità  de  S 
nodo,non  di  prolongar  la  Seffione,  ma  celebrarla ,  fenza  proponete  mate  a 
cuna. 
m%A  Seffione:  Venuto  il  quattordici  Maggio,  con  le  folite  cetemonie  fi  riduifero  nel  3i 
blicaSeffione;doue,cantata  la  ìvlelfa,5«:  fatte  le  altre  preghiere  coftumate:  M 
cretario  IciTc  iMandati  de'Prcncipi  fecondo  l'ordine,che  gli  Ambalciatoi  )r 
s'erano  prefentatiinCongrcgatione.Del  Rè  Catolico,  di  Fiorenza,  di  Sin  :i 
del  Clero  d'Ongaria,&;  de' Venetiani:&  il  Promotore,  in  poche  parole  d  ,k 
tiò  tutti  quei  Prcnc  ipi  d'hauer'  offerto  le  lor  forze  per  ficurtà  &  libertà  del  oi 
cilio.  Dopoijil  Velcouo  celebrante  prononciò  il  Decreto,  in  quefta  fofì  zj 
Che  la  Smodo  ha  deliberato  di  prolongare,  per  alcune  giufte  &  honcfte  *  if( 
la  promolgatione  di  que'  decreti, che  era  ordinata  per  quel  giorno ,  fino  a  lal 
tro  di  Giugnojnelqual  giorno  intima  la  feguente  Seffione ,  ne  altro  in  qui  a 
dunanza  tu  fatto. 
parthd  deW  Celebrata  la  Seffione ,  il  Marchefe  di  Pefcara  parti  daTrento ,  dicend  fll 
^mb.  Spti-  neceffitato  di  ritornar  al  gouerno  fuo  di  Milano  per  nuoui  moti  eccitati  iV 
g«HOie  jotto  Qj-j  j  jj^  Delfinato:ma  fapcndofi,  che  quelle  forze  non  erano  futficien  p« 

pntofTeteiio:    o  .  *  ^  J^, 


Pi  Pio  mi.  LIBRO   SESTO.  jic) 

itj  ci  pacfejtm'l  quale  &  Milano  elfendo  anco  in  mezzo  il  Duca  di  Sauoia»  cT^     ci 
riluco  da  molci,chc  cofi  hauelle  commiirione  dal  Tuo  Rè,  ilqual  dclidci-o(b>       l  x  1 1. 

I Concilio caminaire  inanzi,  furifoluto  di  leuar  l'occafione  d'intctrom- 
l^:on  la  controuerfia  di  precedenza,  che  ncceirariamente  farebbe  icguita,(e 
a iuo  degli  Arabafciatori  Franccfi  vi  fi  foife  ritro.uato  Ambai'ciat^rluo  :  &c 

orni  dopo  la  partita  di  quello,  arriuò  Luigi  S.Gelafìo,  Signor  di  Lanfac, 
(icU'ambafciaria  Francete,  incontrato  da  numero.grande  di  Prelati ,&:  «m«o  de 
t  olarmente da'  Spagnuoli.Amuaronoildìlcguente  Arnoldo  Fcnicr,Prc-  Francefi: 
i|s  di  Parigi;&  Vido  Fabro,Signor  di  Pibracyhuoraini  di  robba  longa ,  col- 
blleirambafciaria. 

I  lUefto  tempo  erano  venuti  auiii  al  Concilio,  di  quello ,  che  il  Pontefice, '"^"V'^'  ^^^ 
ì  inali,&  la  Corte  Romanaparlauano  conerà  i  Padri,  per  le  cofe  della  Re-  ^^'^i^Trm^^ 
fi;  &:  molti  di  loro  haueuanoriccuuto  lettere  da' Cardinali  loro  patroni, 
[;  Itriamicijcon  querele,ripEenfioni,&:  eirortationijlequali  andauano  anco 
(ì  mdo.Dair  altra  parte  era  andatanuoua  a  Roma  delle  cofe  fuccelFe  dopo- 
cteficerinouò,  &:aummentòlordegno  eontra  il  Cardinale  di  Mantoua. 
rjorraente,perche  hauelfetralafciataFoccafìone  di  dichiarare  la  continua:- 
1  :ircndo  gliene  fatta  inftanza  dairAmbafciatore,&  Prelati  Spagnuoli.  Si 
z .  di  vedere  quel  Cardinale  congionto  con  Spagnuoli  nella  Reiidenza ,  Se 
t  rio  a  loro  nella  continuatione,  che  voleua  dire  contrario  a  lui  in  tutte  le 
::  erchenilfunosdingegno  ben'  ottufojfarebbereftato  dipalFar'  a  quella  di- 
irione  :  poiché  ,^  fuccedendobene,  era  fatto  un  gran  pafTo  a  fauor  della. 
ic  Catolica:  non  fuccedendo,fi  dilFolueua  il  Concilio,chenon  era  di  mi- 
l  neficio.Tornò  in  piede  k  confultatione  di  mandar' altri  Legati,  &  parti- 
1  lente  ilCardinal  S. Clemente  j.diifegnando ,  che  in  lui  folle |il  principali, 
e  &  la  inftruttione  :  &  per  non  leuar  il  luogo  primo  a  Mantoua ,  &  dargli 
lu,  )ne  di  partire,  ordinarlo  Vefcouo ,  elFendo  pochi  giorni  inanzi  arriuaras 
ajia  della  morte  di  Francefco  diTornon,  Decano ,  per  laquale  uno  de'  fei 
Q  iati  reftaua  vacante. 

\  l'Imperatore,auifato  della  propofta  di  dichiarare  la  continuatione,com'- 
I!i,fecedire  al  Ponteficcche  quando  fuccedeire,  leuerebbe  gli  Ambafcia- 
;c|  Trento:  &:  a  quelli  commandò,che,fe la deliberatione  di  ciò  fulFe  fatta,, 
4>ettando  lapublicationcfi  partilTero.Entrò  per  tanto  il  Pontefice  in  fpe- 
tj;he  per  quel  mezzo  fi  poteile  metter  fine  al  Concilio,  &  tanto  più  aum- 
itjilfuofdegno  eontra  il  Cardinale  di  Mantoua,  per  caufadi  chi  la  miglior- 
Mmeera  fuanita  :  &  fi  diede  a penfare  indie  maniera  s'hauerebbe  potuto^ 
ì^:rla in  piede.    La  Corte,  cofi  per  imitationcdel  fuoPrencipe  ,  come  per, 

31  degl'  intereffì fuoi,  continuauale querele,.&: mormori)  eontra  i  Prela- 
;oncilio,&  più  di  tutti  eontra  il  medefimo Cardinale  ,  Scontra  Se- 
^>  i  &  Varmienfe  :  fcambieuolmente  i  Prelati  in  Trento  ,  gli  Spar 
Wmaflìme,  ne'congrefl).  priuati  tra  loro  fi  querelauano  del  Pontefice^, 
e'i  Corte  :  di  quello  ,  perche  tenelTe  il  Concilio  in  feruitù  ,  alqiiale 
J^aheiafciare  l'intiera  difpoficione  di  trattare,  6c  determinar  tutte  le  cofe. 


5^»  CONCILIO   DI   TRENTO.  PapaPioI 

ci3  i3  renzaiiigenrfencc&nondimencolrrc  che  niente  fipropone>fenon  quanto 
L  XI I .  ce  a  Legati ,  qual»i  non  fanno  fenon  quello  che  è  comandato  da  Roma ,  ; , 
i-a,quando  alcuna  cofa  è  propofta,&  vi  è  un  numero  di  fettanta  Vcfcoui  co  < 
mijnondimenojfono  impedici  fino  dal  poter  parlare  :  che  il  Concilio  don  : 
be  elfer  libero,  &  eifente  da  ogni  preuentione ,  concorrenza,  &  interccflìcj 
qaalonque  altra poteftàj  &c  nondimeno,gli  vengono  date  le  leggi  di  quelle: 
dcbbe  trattarc,&  alle  cole  trattate,&:  decretate,  vien  fatta  limitatione,&C(  :( 
tione  ;  ilclie  dando ,  non  fi  può  vedere,  come  chiamarlo  veramente  Con  J 
Che  in  quello  erano  più  di  quaranta  ftipendiati  dal  Pontefice,  chi  di  tren, 
chi  fino  di  1  elfanta  feudi  al  mefe:che  altri  erano  intimiditi  per  lettere  de'  C  { 
naìiiSc  altri  Curiali.  Della  Corte  fi  lamentauano,  che,  non  potendo  ella  i 
portare  la  Riforma,fi  facelfe  lecito  di  calunniarci  riprédere,  &  fìndicàre  u 
lo,che  era  fatto  per  feruitio  di  Dio.Che,hauendo  veduto,  come  s'era  proci  i 
contra  una  riforma  neccffaria  ,^  &  leggiera,  non  fìpotcua  afpettar,  fenon'  ii 
mot05&  contraditcione  quando  fi  trattalle  cofa  toccante  più  al  vino:  che  (  i 
rebbc  il  pontefice ,  almeno  raffrenare  le  paròle  de'  paflionati ,  &  moftrar'  i| 
parenza,  poiché  in  fatto  non  voleua  efièr  ligato ,  che  il  Concilio  proced  o 
fmcerità,&  libertà. 

Venne  anco  a  parole  Paolo  Emilio  Verallo  ,  Vefcouo  di  Capoccio ,  ce  ^( 

fcouo  di  Parigi  in.  un  congrelTo  di  molti  Vefcoui:  perche,hauendo  quelle  a 

irato  il  deliberare  per  pluralità  di  voti,  &  haucndo  quello  rifpofto ,  che  t; 

Vefcoui  erano  uguali,  l'interrogò  Parigi  quante  anime  erano  fotto  la  cui  a; 

alche  hauendo  rifpofto  che  cinquecento:foggionfe  quell'altrojchejcomj;  ir 

dofi  le  lor  perfone,cgli  gli  cedeua  :  ma,  rifpetto  a'  rapprefentati  dall'  \ino,l  al 

tro,nonridoueuapareggiare  chiparlaua  per  cinquecento  a  chi  parlauapc  ir 

quecentomila. 

Gli  ^mh.         Effendo  le  cofe  in  qnefti  termini,non  fi  fece  altra  Congregatione,fino  a  a 

Fracefifipre-  tifci,nellaqualegli  Ambafc latori  Franceti,  che  prima  haueuanocommun  ifl 

"c'^'*"e  atiom  ^^  ^^'"^  inftruttione  con  gì'  Imperiali ,  &  s'erano  ben  intefi  infieme,  fecoi  )i 

deuePibrac  comaiidamento  de'  lor  Signori ,  fi  prefentarono  nella  Congregatione  gè  n 

fa  ma  eratio-  le:doue,elìiibito  il  Mandato  della  loro  ambaiciaria ,  &c  letto ,  Vido  Fabro  f  B 

negraiit,evt-  na  longaoratione,nellaqualehauendo  efpofto  il  continuato  defiderio  de  Ci 

f*^  che  folle  conuocato  il  Concilio  in.  luogo  opportuno ,  &  non  fofpetto,&  g  li 

ficijpercio  da  lui  fatti  col  ponfefìce,&:  con  tutti  iPrencipiChrifliani,fog;  »n 

fé  il  frutto ,  che  dalla  apertura  di  quello  fi  doueua  afpettare  ;  de  pafsò  a  dire  ic 

fìcome  fallano  grauiflìmamente  quelli ,  che  vogliano  rinouare  tutti  i  riti  Ili 

Chiefa  ,  cofi  il  volergli  foftcntare  pertinacemente  ttttti,fenza  tener  con  à 

quello,che  ricerca  laconditionede'  tempi  prefenti,&  la publicavtilità,èd  iM 

di  non  minor  liprenfione.    Efplicò  molto  particolarmente  le  tentationi,(  ;ii 

Demonio  farebbe  per  ufare ,  a  fine  di  diuercir'  i  Padri  dal  retto  camino ,  iv  ic- 

ciando  ,  che  fé  efli  gli  prefleianno  orecchie,  faranno  perder'  ogni  autor  i a 

Concili] ,  foggiongcndo ,  che  moki  altri  Concili)  fono  già  ftati  fatti  in  Gc  i* 

nia,&:in  Italiajconniifunojopochiffimo  frutto,de'quali  fidiccjchc  non  e  ne 

ne  3e- 


Pi© mi.  LIBRO    SESTO.  ^ii 


llcri>ne  legitimijperchc  parlauano  a  volontà  d'altri  :  doiieflcro  eflì  cruarda-    e  i  ^   i  j 
iincttere  in  bene  lapotcftà,  &  libertà  da  Dio  concciragli  ;  perche,  cllèndo      Lxii. 
àegna  di  feucro  caitigcnclle  caufe  de' pi:iiiati,gratificar  alcuno  contra  triii- 
i  di  maggior  fupplic io  lonodcgni  i  giudici  nelle  caufc  diuine  ,  fcguendo 
li  popolare,©  vedendofi come khiaui togati  a Prencipi,  a'qualilì  ibao  o- 
g|i:ciraminaire  ciafcunofe  fl:eiVo,&:  che  palTione  lo  porti:  & ,  perche  lidi- 
alcune  pallate  Sinodi  fanno  prcgiudicio  a  quella ,  elfer  conucniente  mo- 
:he  è  palfato  quel  tempo,&  che  ciafcuno  può  difputare,  che  non  fi  difpu- 
ìiogo,  che  non  fi  rompe  la  fede,chc  lo  Spirito  Santo  non  s'ha  da  chiama- 
roue  che  dal  Cielo  :&  quello  non  e  quel  Concilio  principiato  da  Paolo 
K  k  profeguito  da  Giulio  terzcin  turbatiifimi  tempi,&  nel  mezzo  delle  ar- 
:  li  difciolfe  lenza  hauer  latto  cofa  buona  :  ma  vn  nuouo,libcro,pacihco, 
rimo,conuocato  Iccondo  l'antico  coltume ,  alquale  prcftano  confenfo 
U,Pr"encipi,&  Republiche  :  alquale  la  Germania  concorreià,&  condur- 
rli autori  delle nuouc  difputejli  più  graui  &c  eloquenti  huomini  che  hab- 
onclufe,  che  elfi  Ambafciatori  promcttcuano  per  quello  fine  l'aiuto  del 
uè  che  molti  de'  Padri,&  alcuni  de'  Legati  medcfimi ,  non  riccucircro  in 
ielle  parole:allequali,  perche  paiUuiano  i  termini  generali,^:  di  comple- 
,  il  Promotore  non  Ceppe  che  rifpondercondenonfufcruato  ilcoflu- 
conquell'oratione  la  Congrcgatione  fi  finì. 

efcntaronoil  giorno  feguente  gli  Ambalciadorimedefimia'Legati,pcr  ^{ì'°»g'>no  la 
:me congregati:doue  fcularono  i  Prelati  Francefi,che  non  foirero  venu-  '"''  "'«'"#''- 
mcilio ,  per  tumulti ,  promettendo  che,  quelli  acquietati,  ilche  fpcraua-.  "nuoulindk. 
?r  pretto  fiiccedere ,  farebbono  venuti  in  diligenza.    Efpofero  apprelfo,  «W  dd  con- 
ugonotti  hanno  per  Ibfpetta  la  continuatione  del  Concilio,  principia-  «V/oj 
lolo,  &  ne  richiedono  un  nuouo:  che  il  Rè  ha  trattato  per  caula  dique- 
rimperatorcche  infieme  con  lui  ricercaua  il  medefimo ,  ad  inftanza  di 
ella  Confcflìone  Auguftana,&  ne  trattò  già  colPontefice,qualehauen- 
jfto  che  quella  differenza  era  trai  loro  Rè,&  quello  dì  Spagna,che  a  lui 
portaua,  ma  la  rimctteua  al  Concilio  j  per  tanto  dimandauano  che  Ci  ài- 
e,  con  aperte  parole,  l'indittione  del  Concilio  effer  nuoua ,  &  non  con 
iixohjndtcendo  conttmampUi&  conttriHando  indictmus  :  ambiguità  non 
iente  ad  huomini  Chriftiani,^  che  contiene  in  fé  contradittione,&  che 
(  ti  fatti  ^ià  dal  Concilio  non  fono  riccuuti  dalla  Chiefa  Gallicana ,  ne 
:  amedefimo,&  dal  Rè  Henrico  fecondo  gli  fu  protellato  centra:  che  fo- 
I  (lo  articolo  s'inuiauano  a  loro  Legati ,  per  hauer  la  Santità  fuapiu  volte 
^le  quella  contentione  d'indittione,o  continuatione  non  era  fua ,  &  che 
teua  al  Concilio  :   &: ,  oltre  l'haucr  efpreffo  in  voce  la  petitione,  gliela 
no  in  fcritto.    I  Legati  dopo  confultato,rifporero  elfi  ancora  in  fcritto, 
letteuanolafcufade  Vefcouiaffenti,  quanto  s'afpettaua  loro,  ma  che  ^^^^^fàt* 
]  cuano  differire  fino  alla  venuta  d'elfi  a  trattar  quello,  che  fi  doueua  nel    '•^*^'* 
o ,  perche  farebbe  ftato  vn  troppo  grand'  incommodo  de'  Padri,  che  già 

Vuu 


su  CONCILIO    DI   TRENTO  Papa  Pio  ! 

ci'j  id'  vifitrouaiunojche  non  hanno potcftà  di dichiarare'jclie  laindittionedel(] 
LXii.  cilio  rianuoLia,maroìo  di  pierederui  i'econdo  ihenorcdcila Bolla  del  Po  ( 
cc,&  lavoloncà  della  Sinodo.  Si  contentarono  iFranccfi  della  rifpoftap!, 
horajhaiiendo  conllikato  co'  Celarci ,  non  elìci  bene  palTar  più  inaiizi,  m 
nc'Tli  atti  non  fofrefatcamentione  di  continiuifionejattcro,chc  haiiendoii 
gniioli  Fatta  inftai:2a,cnc  alla  prima  Scfllone  lacontinuationc  folle  dichi; 
quando  fi  prcmelTc  molto  nel  contLuio ,  n" haucrebbe  potuto  (eguir  la  di  » 
tionc  del  Concilio.  Malarifpoftadc'Lcgati  ,  che  fuda'Francefi  publj 
in  tpclla  parte  douediccua,  L'autorità  loro  eller  diprefedere  fecondo 
lontà  della  Smodo  ;  diede  aliai  che  dire  agli  Spagnuoli ,  poiché  in  t 
fottometteua  i  Legati  al  Concilio ,  che  in  fattilo  dorainauano  :  3c  diceii  j 
nata  ,  Che  era  ben  un  total  dominio  j  valerfidel  feruo  in  ogni  qualità  !j 
di  Parrone.  jj 

f  rimette  fu  In       Non  proponendo  i  Legati  alcuna  cofa  per  la  SeflTione  feguentci  Prela 
refiden'^a,       tori  della  Refidenza ,  mollerò  ragionamento  (opta  quella  materia  >  8c  ine 
gli  Ambaiciatori  Imiperiali,Francefi,Portoghelì,&  tutti  gli  altri  a  far  inft 
Legati,chefi  dccideire nella  Sen]onereguente,allcgando,  chcdopoeflè 
polla ,  c<  difputata  ,  farebbe  gran  icandalo  lafciarla  indecifa,  &  fi  moftr 
che  folfe  per  qualche  interelfe  particolare  j  poiché  i  piincipaH  prelati  de 
ehrl^omn:    cilio,&ilmaggiornumerodeilderauanoladeterminatione.    I  Francei 
tre  di  ciò  5  fecero  inftanza>  congionti  con  gl'Imperiali»  che  non  iì 
fero  trattare  le  materie  de  dogmi  in  airenzade'Protefl:anti>che  leimpu; 
no ^  prima  chefia  certa  laloro  contumacia,  elFendo  fuperflua  la  difput 
cofe,douc  non  è  chi  le  contradica  j  maflìme  che  vi  è  ben  che  trattare  cofa 
tutto'l  mo'ido  conuicne,cioè  una  buona  riforma  de'  coftumi:  che  l'Ara 
tor  d'Inghilterra  in  Francia  haueua  datointentione ,  che  la  fua  Regina  r 
rcbbe  al  Concilicdal  che  ne  feguirebbe,  che  gli  altri  Proteftantifarebl 
fìmilejiS^:  ne  fuccedcrebbe  una  riunione  generale  della  Chiefa  :  Se  qucft 
rrebbe  tener  per  fermo  di  vederlo  ctìfettuato ,  precedendo  una  buona  ri 
wa*[mfi<*i    A  quefte due  pvopofte  rifpofe  il  Cardinale  Simoneta  ,  Cheilnegotio 
^ftrantente    f^j-jj^^j^na  erailpiuarduo  3  poiché  tutto  confifteua  nella  difpofitionede^ 
*        cijjnellaquale  gli  abufi  veniuano  da' Rèi  &  da' Prencipi:ilche diede  me 
penfare  a  tutti  gli  Ambafciatori  perle  nominationi,&  altre  difpofitioni: 
fere  itanoA',  più  ài  tutti>il  Rè  di  Francia:  ma  la  richieda  della  Refidenz 
maggior  moltftiajnon  quietandofii  Padri  alla  fcufa  altre  volte  ufatajchc 
•  ^**'"''*  "''*"  teria  non  era  alFai  digefta  ;  che  il  tempo  alla  Seffione  non  baftaua  per  me  ri 
S""?"     ^^^^^  '"  chiaro,&  per  altre  confiderationi  j  &  l'ardore  tanto  crebbe,  che  p 
parato  da  moki  Prelati  Oltramontanijconucnuti  infìeme,di  proteftare,  p 
tire  &  quefto  fu  caufa  di  fermare  il  moto ,  perche  gli  Ambafciatori,  te  .'n 
che  il  Concilio  non  s'interrompeire ,  &  fapendo  che  il  Papa  hauercbbe  e  o 
ogni  occafione  fomento ,  celiarono  dalle  inftanze ,  &c  fecero  ufficio  co'  "^  ci 
cheficontentalFero  d'afpettare  :  &  parimente  per  l'ifteiTa  caufa  operar  O' 
Miniftii  di  Spagna,  che  non  faceiTero  più  infiftenza  in  dichiarare  la  coi  «»* 


I 


^A  Pio  Ilir.  LIBRO    SESTO.  515 ^_ 

)j:;liqiiali non folo s'acquetarono,  maproteftarono ancoa'Lcgatijchenon    cio  lo 
JiTiandauanoper  all'horaj  dicendo,  che  ie  alni  cercano  di  mandar' il  Con-      lxii. 
i|a  monte ,  non  e  ragioncuole  che  fi  coprano  coi  mantello  del  Re  di  Spa-  <=°*»^  «"'/'?  /« 
a'U  grata  a  Legati  la  proteftatione,  che  ciano  impegnati  per  parola  data  al  ^«^"««^""«ej 
1  he(e,neiapeuano  come  liberarli  :  ne  mejio  Fu  grata  la  nlolutionc  di  ditfc- 

I  Refidenza;&  accio  nillun  potcfle  pentirlì ,  formarono  una  icrittura ,  qual 
binCongregatione,  accio  folle  approuata,  che  la  reguenxeSeffiouelìia- 
>lpairata,con  differir  le  materie  per  degni  rifpctti  ad  una  altra;  &  parue  lo- 
c  llcrrcaricati  di  due  gran  peli.  Liftando  la  Selfione,da  molti,che  i\  fentiua- 
j  nti  acerbamente  perl'oratione  dell' AmbafciatorFranccre,  furono  ricer- 
i  Legati  di  far'  una  loda  rirpofta,quando  fi  leggellc  il  Mandato  nella  Sefllo- 
^il  Cardinale  Altemps  fu  autore  che  in  ogni  modo  fi  facelle,  dicendo,  che 
dcua  reprimer  l'infolenza  di  quel  Palacifl:a,lolito  trattar  lolo  con  plebei.  Fu 
ai  cura  a  GiouanniBattifta  Cartello ,  Promotore,  con  ordine  di  difendere 
j  idignità  della  Sinodo,ma  non  toccar  alcuno. 

N  ■.  il  Pontefice,dopo  hauer  molto  penfatcvenne  in  rifolutione,che  la  con-  ^^«^/je  coirai 
i  ione  foifc  dichiarataifacelFe  l'Imperatore  qucllo,che  gli  piaceua,che noi.  /"*"'"  '^^^ ^*- 
i  ifucceder  fenon  bene:&  fpedì  Corricro  a  Trento,  con  quefta  commilTio-^'*' 
bualelTendoarriuata  a  due  Giugno,  turbò  alfai  i  Legati,  per  laconfufione 
t  deuanodouernafcerc&per  il  difordine,nelqiiale  fi  metteua  il  Concilio: 
i  luti  tutti  concordemente  d'informar  meglio  il  Pontefìcc,con  fignificar- 

II  eie  cofe  trattate  ,  &:  il  Decreto  già  promolgato;&moftrargli  circr'im- 
i  le  l'eirecutione  del  Tuo  ordine ,  é>c  il  Cardinale  Altemps ,  che  già  haueua 
r  i  d'andar' aRoma per  altre  caufcfirifoluc  di  montar  iulepofte  il  giorno 
i  te,&  far'  in  pcrfona  quell'ufficio.  Ma  lanette  arriuò  un'  altro  corriero> 
ti  do  lettercnellequali  il  Papa  rimetteua  il  tutto  alla  prudenza,  &:  giudicio 
-  ati. 

^  uto  il  dì  quattro  di  Giugno ,  con  le  folite  ceremonic  fi  celebrò  la  Seflìo-  quttrtti  Seffft' 

reno  letti  i  Mandati  dell' Arciuelcouo  diSalzburg,&  di  Francia:&  que  ne^deueèrì- 
c  D,il  Promotore  fece  la  rifpofta  j  dicendo,  Elferui  fperanza  di  prouedere  a  /popò  a  pi^ 
i  ifordini  di  Chriftianità,col  rimedio  riputato  neceflario  dal  Papa ,  che  è  ^^^'^* 
ft  Concilio,  principiato  per  opera  dello  Spirito  Santo  ,  col  confenfo  de* 
H  3Ì,tra'  quali  il  Rè  di  Francia  ha  mandato  huomini  di  confcienza ,  3c  reli- 
iher  offerir  nonfolo  aiuto,maubcdienza  a  quella  Sinodo,  laqualc  non  la 
«meno  dedi altri  Concili),  alliquaHs'èoppofto  falfamente dalli  mal'af- 
<lc  non  follerò  legitimi,neveri:nondimeno,appreirogh  huomini  pijjfono 
i  npre  ftimati  li  Concilij,congregati  da  chi  v'haueua l'autorità ,  con  tutto 
J  folte  da  altri  leuata  calunnia  che  non  folfero  liberi:  contra  qual  i,ficome 
P  intra  la  prefente  Sinodo,  le  infidie  di  Satanalfo,  numerate  daclll  Amba- 
K  copiofamentej&fottilmentcfebengrandi  ,nonpreualeaano  :  &chc 
MjI  ilConcilio  interpretar  in  finiftra  parte  la  loro  diligente,  &  libera  am- 
liJDncdi  non  rifguardar  l'aria  popolare ,  ne  feguire  la  volontà  de'Pucnc'pij 
b(ie>  che,  ficome  l'ha  forrepernonneceilàriaianzi  fupcrflaa,  cofivuoi 
I  V  u  u     ij 


524  CONCILIO   DI   TRENTO.  Papa  Pio  i 

creder  procedei  da  buona  me ntcpet  non  eirerc  sforzata  a  rifpondcre  cofa;: 
nacontrail  ruomanfuetOj&piopropofitOj&urato  coftume:ma  bcnepc!.! 
rar  eflì  Ambafciatori  dal  vano  timore,  che  hanno  dimoftraco  hauere ,  &  e  [ 
cargli  del  ilio  propofito ,  &c  della  verità,  gli  predice»  che  gli  effetti  moftrei  i 
che  il  Concilio  poftporrà  la  cupidità,  volontà ,  &  potenza  di  qual  il  vogli  a 
degnità,  ^  autorità  propria:  Oc  al  Rè  Carlo  promette  tutto  quello  che  i 
falua  la  fcdcòc  purità  della  religioncper  conferuatione  della  ma  degnità, 
indlfgufio  de  [^^Q  Regno  Se  Stato.  Dellaqualrifpoftareftarono  i  Francclì  mal  contente 
Francejr.  f^nza  conofcere  che  fé  l'erano  meritata.  Fu  dopo  letto  il  Decreto  dal  V(  e 
celebrante ,  Che  la  Sinodo,per  varie  difficoltà  nate,  Se  per  ditfinir  iniiem  i 

j      'j'.      gmiconlariforma  ,  ordina  la  Seflìone  a' Tedici  Luglio  ,  per  trattar  quei 

decrett dt prò- f>  ..,  „   ,,  .  •      ,.  v       n        i  n  ■     r        ^l-     •     j-     n. 

hnmiotit:      ^^^^  una  &  l  altra  materia  gli  parera:reltando  pero  mino  arbitrio  di  reltr  5 

Se  prolongar'  il  termine  anco  in  Congregatione  generale  *,&  furono  trei  u 

que  voti,  che  voleuanofoiTe  dichiarato,  che  in  ella  fi  tratterebbe  la  Rei  1 

furono  anco  alquanti,cheproporero,chefidichiaraire  lacontinuatione  1 

fu  interpretato  eifer  fatto  per  eccitar  qualche  tumulto ,  che  folTe  caufa  d  il 

uere  il  Concilio:perche  quelli  erano  de'  più  obligati  alle  cofe  Romane  »  j 

pentiti  d'hauer,  lenza  penfarci,  detto  troppo  liberamente  la  loro  opii  n 

materia  della  Refidenza  abhorrita  dalla  Corte  :  raajtacendo  tutti  gli  akr  i 

fione  fi  finì. 

m  Cortgregd'      Addi  Tei  fi  tenne  la  Congregatione  generale ,  per  dar  ordine  alla  trat  i' 

tiont  fono  fra-  della  fegueiitc  SelTìone  :  &  furono  propofti  gli  articoli,  fpettanti  alla  C  it 

MaCommit-  nione  :  Se  tutti  i  fedeli,  per  ncceflltà,&Diuino  precetto,  fiano  tenuti!  ;t 

Hìone  dd  Ca-  ambedue  le  fpecie  del  Sacramento  :  Se  la  Chiefa>per  giuda  ragione  moli  a 

licettefamim-  trodotto  di  communicari  Laici  con  la  fola  fpecie  del  pane^  ouero  in  e  u 

*«•  ratorSe  tutto  Chrifto>&  tutte  le  gratie,fi  riceuono  fotto  una  fpecie , qua  ) 

to  ambedue  :   Se  le  ragioni  che  hanno  molfo  laChicfa  a  dar  a'  Laic  i 

Communione  della  fpecie  del  pane,  debbono  indurre  adeflb  ancora  ar  ( 

ceder  ad  alcuno  il  Calice:  Se ,  parendo  che  per  qualche  ragioni  honeft  if 

ad  alcuni  concederlo,fotto  qual  condirioni  fi,  pofllfarlo:  Sea'fanciuU  à 

l'ufo  della  ragioncla  Communione  fia  neceffaria.    Et ,  richiefti  li  Padi  Si 

pareua,  che  di  quella  materia  fi  trattalfe  ,  &  fé  agli  articoli  reftaua  al 'd 

gìongere  :&,quantonqucgli  Ambafciatori  Frane cfi ,  &gran.numero  d  Pi 

ti ,  folFero  di  parere ,  che  de'  dogmi  non  fi  trattaiTè ,  finche  non  era  chi  ) 

Proteftanti  doucffero  interuenir'  in  Concilio ,  eflèndo  euidente  cofa,cl  1^ 

do  reilalTero  contumaci,  la  trattatione  farebbe  ftata  vana ,  come  non  n  ^ 

per  i  Cattolici,&  da  quegli  altri  non  accettata  :  con  tutto  ciò  nilFuu  s  »p 

elFendo  ritenuti  tutti  per  gl'efficaci  uffici).,  fatti  dagl'Imperiali,  entrai  n 

ranza  di  poter  ottener  la  Communione  del  Calice  >&  con  quella  dar  p  iCi 

di  fodisfattione  alla  Germania.Fermato  il  ponto,  che  de*  fei  articoli  fi  t  i^ 

&  foggionto ,  che  prima  liTheologi  diceilero  il  lor  parere.  Se  fulTeguei  'M^ 

re  i  Prelati ,  fu  conofciuto  che  farebbe  occupato  tutto'l  tempo  fino  ali  d 

ne  in  quello  foio  »  douendo  udir'  ottantotto  Theologì  >  &  votare  coiì  ^  J» 


,  Pio  un.  LIBRO  SESTO.  515  

^li Prelati -.perìlche  fiida  alcuni detto,che non faceiiabìfogno gran conil-    eia   i^ 

S ione, che  Fu  parlato  pienamente  di  tutta  quella  materia  nella  prcceden-      lxi  i. 
iianza lotto  Giuliojche  quella  è  di(cuira,(5cdigcfta,  che  li  piglino  le  cole 
tje  > &:  le  rifolute  all' hora,  6«:  con  un  breuc.  Se  lodo  eiraminc li  venga  in  de- 
rjiatione  in  pochi  giorni,&;  negli  altri  li  attenda  alla  riforma:  che  vi  è  l'ar-  f  'f  ^^<i»*rfi 
)\  della  Relìdcnza  già  propofto,»Sc  in  parte  eilaminatorgiufta  cola  eifer  mec-  *'*""U*J'*> 
:ina  volta  fine,  (^cfta  opinione  fu  ieguita  da  trenta  Padri ,  con  aperta  di- 
!^,tione;&:appariua,che  numero  molto  maggiore  tacitamente  l'approba- 
J5c  fi  farebbe  venuto  aconclufionc.    Mail  Cardinale  Simoneta>hauendo 
tjo  di  metter  dilatione,con  dire>  che  non  era  degnità  trattar  di  quella  mare- 
fiche  non  follerò  comporti  gli  animi  commofiTi  per  le  diftercnzc  pairace>le- 
i|ionlaicianodifcernetilvero,  aprì  ftrada  a  Giouanni  Battifta  Caftagna, 
;jcfcouodiRofano:&aPompeioZambeccaroj  Vefcouodi  Sulmona i  li-  romortfopr» 
jiparlandoarabidue  con  ardore  ,  Si.  mordacità  contra  i  primi>fu  eccitato  do  ncqHetat» 
tcumore,che  fece  dubio  di  qualche  inconueniente  :  alche  per  riniiediare>  *''*  ^*"'»««> 
ìjdinale  di  Mantoua  pregò  quei  della  Refidenza  ad  acq.uietarlI,prometten- 
c|;  in  una  altra  Seffione,  o  quando  fi  fblFe  trattato  del  Sacramento  dell" 
i  e  >  infieme  fi  farebbe  tratcatodclla  Refidenza.    Con  quello  acquetato  il 
l&moftrato,che  il  ripigliar  le  cofc  trattate  fotto  Giulio,  eracofadi  raag- 

Solidità,  &  diificoltà ,  e  he  l'ellàmmarle  di  nuouo  j  &  auuenirebbe  quello> 
:corre  quando  il  giudice  forma  la  lentenzafopra  il  procello  fatto  da  un 
1^  prefa  deliberatione,  che  prima  folTe  da*  Theologi  parlato ,  tenendofi.lc 
regationidue  volte  ilgiorno,nellequali  interuenilTcro  doi  de'  Legati  >>di- 
I'fi  li  carichi,pcr  metter  più  tofto  fine ,  &  de  Prelati qaelH ,  a  chi  folfe  piar 
che  hauelTero  due  giorni  di  tempo  da  ftudiare ,  &  il  terzo  folFe  dato  prinr 
I  Con  quella  conclufioncIaCongregaticMK  fi.  terfnin^rma,per  la  pro-mef^     .p  ^    ■^ 

!t da  Mantouajfenza  confultatione,<Sc  participatione  de'  Colleghi,reftò  Si-  ^^  simnssas^ 
;aoffefo  ^i?c  in  aperta  difcordia  con  lui,  &  fu  Mantoua  da' Pi  ciati  fauore- 
la  Corte  biafmatoxSc  calunniato  di  mala  difpofitione  d'animo:ma  da'  finr 
\  a  commendato  diprudenza,che  in  una  pericolofa  ncceffitàprcndeflGèpac* 

Souuiare  aproteftationixSc  diuifioniychc  fi  preparauano:&  bialmauano  Si- 
:a,che  reftalTc  ofFefo,perche  Mantoua  tanto  più  eminente  di  lui,  &  confi.- 
Bjpra  il  conferifo  di  Seripando5&  Varmienfcdella  mente  de  quali  eracon- 
Winelfe  ftimato  che  la  riiolutionc  per  neceffità  prela-jd-ouelTe  elfer  da  lui  an- 
si itificata. 

lìlì  feguente,gli  Ambafciatori  Imperiali jpoic he  videro  d'hauer'^ottennto,  gU  .yfmb.du 
BjdefiderauanOjla  propella  del  Calice,per  quale  Un  all'  bora  haueuano  prò-  fiireipropon- 
H)Conrifguardo,  fìprelèntaronoa  Legati^  &,feguendorinftruttione del  i^»»""./"'  «^ 
i|encipe>gliprefentaronoventi  capi  di  riforma.  I.  Che  ilfommo  Pontefice  ^•'"^** 
W:entallè  d'una  giufta  riforma  di  fé  fl:ellb,&  della  Corte  Romana.  II..  G  he  il 
»Ì:o  de*  Cardinali,fenó  fipuo  ridurre  a  dodiei^almenofi  ridueaal  duplicato 
i{  fopranumerarijjfi  che  non  ecccdino  vétifei.III.Che  all'  amienirc  nò  iì  có^ 
il)piu  difpcfe  fcandalofe.  IV.  Che  fiano  riuocate  le  efentioni  cotra  Le  leggi 

Vuu     iij, 


51(5  CONCILIO    DI  TRENTO        PapaPk] 

comunij&fottopofti  tutti  i  monaftcrij  a  Vefcoui.  V.  Che  fia  leuata  la  p]  ; 
de'  bencfìcij,&;  erette  le  Scole  nelle  Chiefe  Cathedrali,&  Collegiate,  &  ^  i 
ci]  Ecclefiaftici  non  fi  pofTino  affittare.  VI.  Che  i  Vercoui  fiano  coftrei 
rciìdenza  >  ne  cirercitino  l'ufficio  per  Vicari)  ;  & ,  le  non  iono  (ufficienti ,  j 
commetti  il  carico  ad  un  Vicario,ma  a  molte  perione ,  facendoli  le  vifitc^ 
Sinodi  Diocefane  ogni  anno.  VII.  Che  ogni  minifterio  Ecclefiaftico  (  | 
tuitamente  eiFercitato ,  6c  alla  Cura  di  tenue  entrata  fìano  incorporati  bc  n 
non  curati  ricchi.  Vili.  Che  fiano  ritornati  in  uio  i  Canoni  contrala  Sii  t 
IX.  Che  le  Conftitutioni  Ecclefiaftiche  fiano  riftrette ,  rilccate  le  lupe  u 
&  non  vguagliate  alle  obligationi  della  legge  diuina.  X.  Che  non  fi  j 
Scommunicajfenon  per  peccato  mortale,  &c  notoria  irregolarità.  XI] 
diuini  uffici)  fiano  in  maniera  celebrati,  che  fiano  intefi  da  chi  gli  dicc,&  a 
l'afirolta.  XII.  Che iBreuiarii,&:MeiIali, fiano  corretti  ,ri(ecate  le  ce 
nella  (aera  Scrittura  non  fi  trouano  ,  &  leuata  la  proliflità.  XIII.  Cli  ;i 
diuini  ufficijjcelebrati  in  Latino,  s'intromettelfero  preghiere  in  volgare,  l 
Che  il  Clero,&:  l'Ordine  Monadico ,  fiano  riformati,  (econdo  l'antica  1 1 
tione,&:  le  ricchezze  cofi  grandi  non  fiano  cofi  mal'  amminiftrate.  XV  ( 
fìaconfideratOjfefia  ifpediente  relaffar  tante  obligationi  di  legge  pofit  i 
mettendo  alquanto  di  rigore  nella  differenza  de'  cibi,&  digiuni,&  conc(  i 
il  matrimonio  de'  Preti  ad  alcune  Nationi.  XVI.  Che, per  leuar  i  di  r 
fìano  leuate  le  diuerfe  poftille  fopra  gli  Euangelij,&;  una  ne  fia  fatta  con  j  )1 
autorità; &  fimilmente una nuoua  agenda,© Rituale ,  che  fia  feguito  d  a 
XVII.  Chefiatrouatounmodo,nondifcacciar  icattiui  Parochi ,  che  e 
non  farebbe  difficile  ,  ma  di  fuftituire  de'  megliori.  XVIII.  Che  nel  ^i 
Prouincie  fiano  eretti  più  Vefcouati ,  conuertcndo  a  quello  ufo  i  Mo  tt 
ricchi.  XIX.  Quanto  a  beni  Ecclefiaftici  già  occupati ,  elTer  forfè  g 
pafTarlo  con  diffimulatione  in  quefto  tempo.In  fine ,  per  dire  anco  cola;  u 
Papa,accioche,vedendolepropofte,&  alterato  ranimo,lopacificaire,ag;  ^n 
XX.  Che  i  Legati  douelfero  operare,  che  non  follerò  propofte  queftio  ir 
tili,da  partorir  fcandalo,come  quella,fe  la  refidenza  è  de  iure  dmwOiO  nh\i  ir 
li:&  almeno  non  permettino,che  i  Padri  trattino  con  colera,^,  fi  facciam  lu 
laaaliauuerfarij.Soprail  XVII.  diedero  anco  alcuni  particolari  race  \ì 
ridur  i  meno  oftinati  tra  iSettarij,con  mandargli  in  alcuna  Academia,p  i) 
gnargli  breuemente,con  ordinar'  a'  Vefcoui  che  non  hanno  Academia  di  'i 
Collegio  nella  più  vicina ,  per  li  giouani  della  fua  Diocefi,  di  ordinar  u  :* 
logode'Dottorijche  s'habbiano  da  leggere  nelle  fcole,fenza  poterne  % 
altri. 
rìmtffda  Le-  Lette  le  propofitioni,reftarono  i  Legati,  &  ritirati  per  confultar  ii  n 
gAtiaduna  ritornati > fecero  rifpofta,  cheperlafeguente  SefTione  non  era  poffibil  It 
ultra  Se  fifone,  pj-oporrchauendoalòroinftanzapermani  la  materia  del  Calice ,  di  tai  " 
portanza,^ difficoltà:che le cofe  propofte  fono  molte,  &  di  materie  dsn 
che  tutte  infieme  non  poifono  eiler  digerite:pcrc),che  hauercbbono ,  fece  k 
©ccafioni»coininuiiicaco  a' Prelati  quelle  che  foifero  a  propofito  delle  a  ^i 


.>^r 


PioIIII.  LIBRO     SESTO.  517  ^ 

.ConobbcEogliArabafciacori,  chequcfto  era  detto,  per  non  publkarii    ci  3  lO 
ritto  ili  Congrcgatioac;(*<c  porràdo  di  tempo  in  tempo  deludere  l'afpetta-       l  xi  i. 
Jeir  Impcratorcrmaperall'hora  altro  non  diifero.  Ridotti  poi  tra  loro.  Se  '""^.  ?"'^* 
Icato^giudicarononcccirario informar  ben  l'Imperatore, cofì  di  qucfto  f"*'-^'*'"'^^'" 
olarccome  generalmente  del  modo  come  in  Concilio  iì  procedeua  :  &c 
cqLieftoal  VelcoLio  di  Praga  monto  il  giorno  tegnente  fu  le  pofhcpcrdo- 
fer  di  ritorno  al  tempo  dcllaSeinonc.  1  LcgJti,vedendo  le  cote  del  Con- 
11  mal  1  termini,per  molti  rirpccci,ma  Ibpra  tutto  per  il  difgufto ,  &iofpec- 
ielPontcficchebberopcrncceiìariointbrmailoapieno  delle  cofe  patfa-  equeflialPa^ 

He  immincnti.Fu  eletto  per  quello  Fra  Leonardo  Marino,  Arciaciiouo  />«  fx^r  ginflì- 
iciano,per  elFer  di  fpiritojt^  grato  al  Pontefice  da  luipromoiro,&  fauori  fi^^^I'-' 
ItOjamico  anco  di  Seripando  ,  alqualc  diedero  inftruttione  d'informar 
nente  il  Pontetice,difculariLcgati,di  pacificarla  Santità  fua.Portòlette- 
imunide'  Legati  per  Tua  credenza:allequaliSimoneta  fece  molta,(5<:  lon- 
ìcolrà  a  fottofcriucre  ,  ne  l'hauerebbe  fatto ,  fenon  clfendo  conuenuto 
euelFe  anco  lettere  particolari  di  ciafcuno.  Simoneta  fcriire,  che  penfaua 
dar  l'Arciiiefcouo  di  Rofano  in  (uà  fpecialità  per  più  compita  informa- 
napoihauendopenfato,  &con{egliato  meglio ,  deliberò  di  non  farne 
nche  non  hauelfe  veduto  che  effetto  facelfe  l'opera  di  Lanciano. 
rcambieuolidifgufti,&detrattioni  de'  Romani  contra  i  Trentini  >&  di  UwaUinteL 
centra  di  quelli  ad  ogni  arriuo  dinuouo  corriero,s'accrefceuano.  In  Ugen^acm  ' 
i,i  fautori  della  refidenza  deplorauano  le  miferie  delia  Chiefa ,  la  feruitù  Trem», 
i)  ticilio,&  la  difperatione  manifefta  di  veder  la  Chiefa  riformata  inRoma. 

8  ari),  fi  lamentauauo  che  al  Concilio  folfe  machinato  un  fcifma ,  anzi 
ia  dalla  Sede  Apoflolicajdiceuano,che  gli  Oltramontani,  per  odio,&in- 
li  Dntra  gritaliani,mirauano,non  tanto  alla  depreffione  quanto  all'  aboli- 
iì  el  Pontificato  ,  quale  effendo  il  fondamento  della  Chiefa,  che  per  tale 
rial'hapoftojbifognauache  nefeguiffe  total  diftruttione  dell'edificio.  Il 
icc,gion2endonuouiauiiigiornalmentc,&  fempre peggiori,  fic om e an-  '  te  dlffìRtn'^ 
igiornoìuccedeuanouità  in  Trento,  oltre  gH  accidenti,che  in  Germa-  ^^^^^P^» 
.nFrancia,occorreuano  contrari)  alle  cofe/ue,fentiua maggiori  difaufti: 
nto  gli  daua  noia  l'opinione  della  refidenza  nella  maggior  parte,  quanto 
icheche erano  fatte, mafUme dagli  Ambafciatori, penetrando etyli,che 
vi  folfe  l'interelfe  de'  Prencipi  contra  la  fua  autorità,vedeua  l'Imperaro- 
)  volto  a  crear  Rè  de'  Romani  il  Figlio,^  parato  a  dar'  ogni  fodisfattione 
i-maniaj&rper  queftohauer  fatto  prefentar  gli  articoli  di  riforma  a'Le- 
chiamatol'Ambafciator'Pragapertrouar  modo  di  proporgli  in  Con- 
:  ftabilirgh.il  Rè  di  Francia  ellaufto,circondato  da  difficoltà  infinite, &: 
:olo  d'eifer  coftretto  ad  accordarli  con  gli  Vgonottijilche  fucceiIb,corri^ 
i  i  Prelati  Francefi  al  Concilio5&  s'accollino  agli  Spagnuolij&:  Ci  faccia- 
,  o  autori  di  altre  propofte  contral'autoritàPótificia.Pensò  di  rimediare  ,,   , 
énpefta,chevedeuaprepararfi,conle  opere,. &  con  le  parole, di  lenar^l^"/^""  *^' 
ttiunila  Suizzeri,&  tremila  caualli  Thedefchi  j  mandò  in  Auignone  Nic o-      " 


5^^  CONCILIO   DI  TRENTO         Papa  Pi, 

*^i  3   if     1q  Gambam ,  con  cinquecento  fanti ,  Scfcento  caualli  leggieri  :  diede  dai 
L  X 1 1.     Duca  di  Sauoia,pcr  fiat  armate^:  opporrufe  Vgonotti  folFero  per  difcen 
ed*  trattare    Icalia:&  per  impegnare  tutti  i  Prencipi>delibcrc)  di  trattar  una  lega  difeni 
una  lega  cotm  ^^^^^  j  Cattolici  contra  le  machinationi  de'  Proteftanti  in  ciafcun  luogojt 
i  Protejidntti  ^^  ^^^  ^^^-^  facile,che  ciafcuno  condcicendeire ,  fenon  per  altra  caula.al 
per  libcrarfi  dalle  fofpettioni  l'uno  dell'  altro.  In  Italia  gli  pareuafaci 
d'indurui  tuttijil  Duca  di  Fiorenza  tutto  fuojSauoia  intereifato  per  i  Tuoi 
&per  il  perìcolo  jVcnctiani  defidcrofì  di  tener  le  genti  Oltramontane 
d'Icaliaji.l  Rè  di  Spagna  nel  bifogno  fteiTojper  Napolij&MilanojFrancia 
Hecef?ìtà,in  che  attualmente  fi  trouaua.  Per  tanto  fece  la  propofta  in  Roi 
Ambafciatore  Imperiale ,  Se  Veneto ,  &  mandò  l'Abbate  di  S.  Saluto  per  ( 
in Francia;&  al  Rè  di  Spagna,  Monfignor  Odefcalco  ,  alquale  anco  dit, 
ftruttione didoleril  colRè,che i Vefcoui Spagnuoli  fofiTcro  uniti  contra, 
autoritàiSc  di  moilrargliiche  le propoftc  dell'  Imperatore  farebbono  atte , 
*'*^'*"^Drencì-  farunfcifma.  Era  facile  dipreucder  l'eflìto  di  quella  propofta  ,  a  chi  j 
wm  »  *  «    -  ^  ancora  che  ruperficialmcncc  )  li  fini  de*  Prencipi.  L'Imperatore  per  nic  i 
'  rebbe  condifcefo  a  cofe  di  fofpetto  a'  Proteftanti.  Il  Rè  di  Francia  tar  ( 

lontano  d'òuuiare  l'entrata  degli  Vgonotti  in  Italia  ,  che  hauerebbe  defi  j 
vedere  una  total  cuacuatione  del  Tuo  Regno.SpagnajpolFedendo  tanto  f  j 
Italia,piu  temeua,&  abhorriua  una  unione  de'  Prencipi  Italiani ,  che  no  i 
derauai'oppofitione  agH  heretici.LiVenetiani,&  il  Duca  di  Fiorenza, n 
teuanoconfentira  cola  ,  che  potefle  turbar  la  quiete  d'Italia.  Etcofi  ft 
che  alla  propofta  di  lega  non  fu  corrifpofto  da  alcuno  de'  Prencipi  j  e  da. 
no  fu  allegata  qualche  caufa  propria;  ma  anco  una  commune,che  farei 
impedirilprogrclfo  del  Concilio:fe  ben  molti  credeuano  ,  che  quaiic 
feguito,non  gli  farebbe  difpiaciutOj&egli  daua  materia  di  coi!  credere, 
dinuouo  propofe  in  Conciftoro  di  far  dichiarar  la  continuatione  3Scdi< 
U  PapApri-  lareirokrefidcnzajlequalicofe  non  eireguì,confìderato  il  voto  del  Ca; 
mane  dtUe     ^^^  Carpi,feguito  dalla  maggior  parte  degli  altri,  che  non  folfe  feruitio  i 
conteft   del    ^^^n^  Sede  Apoftolica,farfì  autore  delle  cofe  odiofcche  poteftero  ali 
Concili»*       Vanimo  d'una  parte  j  ma  meglio  fofle  lafciar  in  libertà  del  Concilio 

j  .      Non  reftaua  pero  di  querelarfì  anco  nel  Conciftoro  degli  Amba( 

^l-^'^tJ'  tutti.De'  Franceridiceua,cheLanfacgli  pareua  un  Ambafciatore  di  Vf 

filaiori  de"    nelle  fue  propofte, ricercando  che  la  Regina  d'Inghilterra, gli  Suizzeri 

Prenàp»       ftanci,Saironia,&  Wirtcmbcrg,fiano  afpettati  al  Concilio }  quali  fono. 

raciinimici,&:  ribelli,&  non  hanno  altro  fine,che  di  corromper  il  Con( 

farlo  Vgonotto:  ma  che  egli  lo  conferuerà  Catolico,&  hauerà  forze  d 

che  elfo  &  i  Colleghi  jdifendeuano  alcimi,  quali  difputauano  l'autoi 

Concilio  foprail  Papa,qual  è  heretica  openione,  &  i  fautori  di  quella h 

minacciando  di  perrcgQÌcargli,&  caft igargli-Pailo  anco  a  dire ,  che  videi 

Vo-onotti,non  faceuano  riuerenza  al  Sacramento  :  che  Lanfac  a  tauola».: 

'     fenza  di  molti  Prelati ,  inuitati ,  haueiFe  detto  che  farebbono  Ycnuii  C^ 


^  Pio  mi.  LIBRO    SESTO.  p^ 

dì  Francia,  &c  Germania,  che  haiierebbonofcacciato  l'Idolo  da  Romaiiì     cio    o 
lana  d'uno  degli  Ambafciatori  Veneti,«Sc  conerà  lui  fece  iiidogliciizacon       lxii. 
lignori.Diccua  de^ Cardinali  Manroua ,  Se  Scripando,  &  Vannienfe,  che  «</«'/««■£€- 
indegni  del  Capelloi&  de'  Prelati  fecondo  cheoccorreua,opeiando  con  i'*^'^^*'<^f^^ 
nei  di  ciai'cuno,che  gli  foife  fcritto.  Il  turco  era  da  lai  facto,  &  detto» 
tonque  non  fofle  tutto  creduto  da  lui)non  per  incontinenza  di  lingua,ma 
te,pcrcoftringcr  ciafcuno  ,  chi  per  timore,  chi  per  vergogna,.?*:  chi  per 

hjfarlafuadifefacon  lui,laquale  egli  con  facilità  grandifljnia  riceueua,&: 
unente  credeua  :  de  per  qucfta  viaincrcdfbil  coiaè,  quanto auanzaifc  le 
ic.Si guadagnò alcuni,& altri  fece  che  procedelfero  più  cautamente, & 
unente:oncle  viuifìcandofìin  lui  il  luo  naturale ,  che  era  d'hauer  molta 

s|za,diceuache  tutti  erano  uniti  centra  lui,  ma  in  fine  gli  hauerebbe  tutti 
afuo  fauore,  perche  tutti  di  lui  hanno  bifogno,  6c  gli  dimandano ,  chi 
li  grafie. 

i  molti  Prelati,che  il  Papa  mandò  ultimamente,comc  s'è  detto,da  Roma  «V*^*  <ià  «« 
cilio,uno  fu, Carlo  Vifconte,Vcfcouo  di  Ventimiglia,  che  era  flato  Se-  fi<^^"°P*pr<i' 
iMilano,&  in  molte  legationi,perfona  di  gran  manegg!0,&  di  giudici©  '"^"^^''^3 
al' hauendo caricato  dipromefle,che  gliattefe  anco  ,  hauendolo  nella 

a>romotione,dopo  il  Concilio,creato  Cardinale ,  volle  hauerlo  in  Tren- 
i  Legati,miniftro  fecreto:  gli,  commifc  di  parlare  a  bocca  con  diuerlì, 
che  non  conueniua  metter' in  carta ,  Se  d'auuertir  ben  i  difpareri  che 
r  rai  Legati, &  auifare particolarmente  le  caufcd'oiTeruare  accurata- 
tJ  lihumoride'Vcfcoui,leopenioni,&prattiche,(S:  fcriuere  minutamen- 
n  le  cofe  di  fuftanzargl'  impofe  d'honorare  il  Cardinale  di  Mantoua  l'opra 
i  altri  Legati  ,  ma  intenderfi  però  col  Cardinale  Simoneta  ,  qual'  era 
CI  della  mente  luajiSc  di  far'  ogni  opera,  perche  la  dichiaratione  della  reii- 
fopiirc  a  fattojd:  quando  quello  non  li  potefle,^!  prolongalTe  fino  al  fine 
ciliojilche  fé  non  fi  potelfe  ottenere,fi  portaflè  al  più  longo  che  poflìbil 
operando  tutti  li  mezzi,  che  conofceife  elfer  ii'pedienti  per  quello  fine. 
le  anco  una  poliza  ,  co'  nomi  di  quelli  che  haucHano  tenuto  la  parte 
i  nella ftefla  materia,con  commilTione  di  ringratiargli,  &  confortargli 
aire,  &  con  promeiTa  di  gratitudine  ,  rimettendo  a  lui  nel  trattar  co* 
jjl'ufar  qualche  forte  di  minacele,  fenza  acrimonia  di  parole,  ma  ga- 
nfoflanza,&  prometter  a  chi  fi  rimetteird'obliuione  delle  cofe  palfa- 
er'  auifato  minutamente  il  Cardinale  Borromeo  di  tutto  quello  che 
ri|ia,come  fece  :  &  il  regiftro  delle  lettere  fcritte  da  lui  con  molto  fale ,  & 
e , m'evenuto  fatto  vedercsdalquale  è  tratta  gran  parte  delle  cofe  che  fi 

IT 

aJauuto  ultimamente  l'atiifo  della  promefià  fatta  da  Mantoua  ,  vide  hfcoppìa  cotrtìl 
okdidiuertirlatrattationedeir  articolo}  &  dalla  dilTcnfione  nata  tra  i  l^g-itoMm" 
i  ;ntrò  in  dubio  di  qualche  catena  di  mali  maggiori,  &  hcbbe  quello  '"""' 
'  r  principaliflìmo,cofi  per  la  elTiftenzajCome  per  la  riputatione.  Perche, 
ìtrebbe  fperare  di  reprimer  i  tcutatiui  de'  miniftri  d'altri  Prencipi, 

Xxx 


Sp  CONCILIO  DI  TRENTO.  PapaPioI 

ciD  i3    quando  non prouedeire  a'  fuoi  propri)? per  tanto  conobbe, che,  aliami, 

LXi.i.     gionta  alle  parti  vitali,  conueniuano  rimedi)  potentiflìmi:  rifoluettedidi 

rar  apertamente  la  mala  fodisfattionejchc  di  Mantoua  luueua,per  cauarn  ' 

teche  egli  mutalfe  modo  d'operare,ouerodimandairelicenza,o  in  altro  ( 

daTrentofi  ritiralfe  ;  &c  quando  bene  ne  feguiife  la  dilTolutione  del  Coi  i 

tanto  meglio:  gli fpaccijche  aTrentos'inuiauano  a  lui,comeprimatrai( 

ti,  ordinò  che  s'inuialfero  a Simoneta  :  leuò  dalla  Congrcgatione  de*  Car  r 

prepofti  alle  confukationi  di  Trento,  il  Cardinal  Gonzaga  ;  de  per  Fé: 

Borromeo  gli  fece  dire ,  che  il  Cardinale ,  ftio  zio^penlaua  alla  rouina  d(  a 

de  Apoftolica,manon  gli  farebbe  fuccello  altro,  cherouinar  fefteffo, , 

fua.  Al  Cardinale  S.Angelo>amÌ€Ì(Iìmo  di  Mantoua  ,.narfò  il  Pontefice  1 5 

cofe  fucceifejcontradi  lui  moftrandofl  alteratifllmo  ,  &  non  meno  con  , 

millo  Olino,  Secretario  del  Cardinale ,  come  quello  >  che  non  hauelfe  (  : 

fecondo  che  gli  promife  quando  fu  mandato  a  Roma  :  ilche  anco  coftò  i 

pouero  huomo  :  imperochc ,  quantonque  feguilfe  la  riconciliationc  e  I 

col  Cardinale,nondimeno,dopo  la  morte  di  quello,tornaro  a  Mantoua  1 

pò  del  patrone,fottodiueriìpretefti,fuimpregionato  dall' Inquifìtione  . 

gamentetrauagliatojilqualedopojceiTarelepcrfecutionijho  conofciut  ) 

fona  di  molta  virtù,&;  non  meriteuole  di  taliinfortunij. 

nuli  rappaci-.      In  queftadifpdìtione  d'animo,arriuò  Lanciano  a  Romatprefentà,  1 

peata  <^/i2-  tre  cofe,alPonteiìce  una  lettera  fottofcritta  da  più  di  trenta  Vefcoui,  d  u 

«t»o,  che  teneuano  laReiìdenzamellaqualefì  doleuanodeldifgufto  diSuaSr  ic 

proteftauano  di  non  intendere  che  la  loro  openione  folle  contra  rautoi  I 

tifìcia,laquale  fi  dichiarauano  voler  difender  contra tutti,  &  mantener]  11 

lata  in  ogni parte:lequalileEtercfecero  una rairabil  difpofitione  nell'ai  ic 

Pontefice  a  riceuer  gratamente  quelle  de' Legati ,  di  Mantoua,  Seripa  0 

Varmienfe5&  afcoltar  larelatione  dell'  Arciuefcouo,ilquale  gli  diede  ir 

conto  di  tutte  le  cofe  pa{rate,&  gli  leuò  gran  parte  della  fofpettione.  Pc  a 

fcufar  i  Cardinali,&  moftrar'al  Pontefice,che>non  potédo  preucdere  d  .1 

fcere inconueniente alcuno,  haueuanolcoperto  l'openione, cheinco  1. 

teneuanoi&:  dopo,natelecontentioni,fenza  lorocolpa,ne  mancamei:  ,1. 

ro  adherenza  a  quel  parere  erariufcita  con  honor  di  Sua  Santità,  Se  del.'  li 

perche  coii  non  fi  poteua  dire,  ne  che  Sua  Santità,  ne  che  tutta  la  Ce  4 

contraria  ad  una  openione  (limata  dal  mondo  pia,  &neceiratia  :  ilche  a 

riufcito,perche  cofi  hanno acquiftato  &c  credito ,  Se  autorirà-apprelfo  ;  re 

&  hanno  potuto  moderar  l'empito  d'alcuni ,  che  altrimenti  farebbe  n;  (\ 

che  gran  diui(ione,con  notabile  danno  della  Chiefa.-  Gli  narrò  li  frec  rt 

efficaci  uffici] ,  fatti  da  loro  per  quietar  i  Prelati  ;  &  gli  affronti  anco  rie  Ul 

chicli  rifpondeua,dinonpo£er  tacere  contra  cofcienza:narròlipericol  Is 

ce{fità,che  conftrinfe  Mantoua  allapromefTà  :  gli  foggionfe>cKe ,  perle  re 

fòfpittione  dell'animo  di  Sua  Santità  ,  la  maggior  parte  de' Prelati  s  '« 

nella  proffima  Seflione ,  dichiararlo  Capo  della  Chiefa  ;  Se  haueuano  e  o\ 

c^rjcp  di  fargliene  ambafciatii  >  che  per  molti  rifpetti  non  giudicauan(  a  < 


L  Pio  un.  LIBRO    SESTO.  531 

jin  fciitto }  5c  gliene  nominò  tanti,  che  fece  maraiifgliai-c  il  Papa ,  Se  dire*  e  1 3  io 
ilelinguc,&  peggioii  penne  gli  haueuano  dipinto  quei  Padri  d'altre  qua"  lxil, 
limoftrò  poi  la  unione,  de  fermezza  de'Miniftri  de' Prencipi  a  mantener' 
ciliOjiSi  la  difpofitione  de'  Prelati  a  fopportar  ogni  cofa  per  continuarfo: 
npoteuanafcer'occafione  di  diflbluerlojche  la  trattatione  della  Refiden- 
:o(ì  inanzi ,  de  i  Padri  intereirat i  per  la  confcienza,  Se  per  rhonore}&  gli 
Sciatori  per  iariputatione,che  non  bifognaua  trattar  di  negargli  che  fide- 
Gli  diede  conto,  &  copia  delle  richicfte  degli  Ambafciatori  Imperiali: 
ftrò,come  tutte  mirauano  a  fottoporre  il  Papa  al  Concilio  :  gli  racconto 
antaprudenza5&  deftrezza,il  Cardinale  di  Mantouahaueua  declinato  il 
le  in  Congregatione.  Conclufcchcnon  elFcndoui  rimedio,  per  fare  che 
palTate  nonfiano,  la  fapienza  di  Sua  Santità ,  potendo  attribuir  molto  ai 
,  ancora  qualche  accidente  folfc  occorfcnon  permalitia,maperpOca  au- 
;  :a  d'alcunojcon  la  benignità  Tua  l'indurrebbe  aperdonare  il  patlato  ,  & 
:  lineper  rauuenirejelTendo  tutti  pronti  a  non  proporre,ne  trattar  e ofajfe 
j  ma  conicgliata,&:  deliberata  da  SuaSantità. 

j  pa ,  penfata,  Se  confcgliata  ben  la  rimoftranza,  rifpedì  rArciuefcouo  in  f^^ì"'*^  "^ì- 
iz ,  e  l'accompagnò  con  lettere  a  Legati .,  &  alcuni  altri  de'  fottofcritti  a  r'  ^  ^'"1"'!'  ' 
he  gli  portò}  &  gli  diede  commiffione  di  dire  per  Tuo  nomea  tutti,che 
(le  il  Concilio  libercche  ognuno  parli  fecondo  la  propria  confcienza, 
:crcti  fecondo  la  vcrità:che  non  s'è  alterato,neèiaprefo  difpiacere ,  per- 
ii fiano  dati  più  ad  un  modo  che  all'  altro  ;  ma,perlcprattichc5&  tenta- 
rruadere,&  violentar  altri.  Se  per  le  contentioni ,  Se  acerbità  nate  tra  lo- 

!.li  cofe  nonfono  degne  d'un  Concilio  Generale:peiò,che  non  s'oppone 
rminatione  della  Refidenza:  ben  eonfeglia  che  lafcino  il  fcruore,  che  li 
quando  gli  animi  faranno  addolciti,ct  mireranno  al  folo  feruitio  Diui- 
neficio  della  Chiefa ,  fi  potrà  trattar  la  materia  con  frutto.  Al  Cardina- 
ntouacGndefcefèa  dire,d'hauer  conofciuto,confommo  piacere,lafua 
I  za,&  atfettione,«5c  che  gliene  moftreràfegno:pregandolo  ad  adoperar- 
I  Concilio  prefto  fi  termini,  poiché  da'  ragionamenti,  con  Lanciano  ha- 
[  omprefojche  al  Settembre  fi  può  metterci  fine:  Se  in  conformità  fcrif- 
!  imune  a  tutti  i  Legati ,  che,  fcguendo  i  veftigij  del  Concilio  fotto  Giu- 
I  filando  le  matcìie da  quellogià digcfte ,  douclfero determinarle  immc- 
{  mettere  iiìn  e. 

ìf.  :{lo  tempo  s'attefe  in  Trento  ad  afcoltar  l'opinione  de'  Theologi  fopra  ^«  Tremo  fi  e* 
K  oli  nelle  Congregationi:&  comminciarono  il  noue,&  finirono  il  ven-  f'^'nfl^^ct' 
S  nefc:  nellequali  le  bene  fcfiìmta  Theologi  parlarono ,  non  fu  detta  cofa  ^""'*"*  ^"^ 
l< )(reiuatione :  attefo  che,  cfìTendo  la  difputa  nuoua,  da'  Scolaftici  non 
iei,.&:nel  Concilio  Conftantienfe  di  primo  falto  definita,^  da'B  emì 
>fi  con  le  arme,&  f0r'za,checonj:agionc,&  diipute,f0ftentat; ,  non   aue- 
alodaftudiare,  che  quanto  dopo  Icriffero  ne'profiìmi  quaranta  anni  al- 
pj^lii,eccitatiperle  piopofte  di  Luthcro.  Imperò  furono  a.tti  concordi,  '^"^«'«^f'w 
dJivifoireneceffitàjnepreccttOjdel  Calice ;perproua  della  ^  oncliiiìont»  ^cejj"/* 

X  X  X     j j 


MI  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio 

ciO  1 J  allegauano  luoghi  del  Niiouo  Teftamcnto,  doue  il  Pluic  folo  è  nominati 
LXii.  me  ]iiS.Giou.'\nni:  Chi  mangia  quefto  Pane  viuerà  perpetuamente  :  dice 
Che  (ino  nel  tempo  degli  Apoftolij  era  infrequente  viola  loia  ipeciedel 
comeinS.Lucaiikgge,chelidirccpoii  in  Emaus  conobbero  Chnfto  ne 
gerilpane^Cs:  dclvn:o  non  ci  èraentione:  &S. Paolo, in marejnautragan 
nedicc  il  panejne  di  vino  li  parla:  in  mola  de'  Canoni  vccchi,h fa  mcntioj 
laCommunione  Laica,difterente da  quella  del  Clero, chcnonpoteua  e 
altro  che  nel  Calice.  A  quelle  aggic)ngcuano  le  figure  del  Teftamcnto  Ve; 
la  Manna,che  figniiica  rEuchanltia,non  ha  beuanda.Gionatajcheguftò  i 
lc,non  b;aette:(^c  altre  tali  congruità.Et  cofa  di  molta  patienza  era  di  fcn 
ti  replicar  le  m^defime  cofe  a  fatietà.Non  debbo  tralafciar  di  narrare  quei 
ticolare ,  che  Giacomo  PaynasPorroghcfcreriameritc  pronunciò,  che  C  i 


con  fuo  precetto ,  &  col  fuo  eilempio ,  haueua  dichiarato  douerfi  la  fpc  { 
Pane  a  tutti ,  <Sc  il  Calice  a  Ioli  Sacerdoti:  imperochc  egli,  confecrato  il  ]  i 
porfe  agli  Apoftoli>che  ancora  erano  Laici,  S<  lapprei'encauano  tutto'l  j  ) 
coramandando,che  tutti  ne  mangiaircro  ;  dopo  quello  ordinò  gli  Apoti  i 
cerdoti,conleparole,Fatequefto  in  mia  memoria,-&  infineconfccròil  li 
3c  lo  porle  loro  già  confecrati  Sacerdoti.    Ma  i  piufenfati  palTanano] 
mente  quefta  forte  d*argumenti,&  lì  reftringeuano  à  doi  :  Tuno  che  la  CI 
daChrillopoteftàdi  mutare  le  cofe  accidejitali  ne'  Sacramenti:  &  che 
cariftia,comeSacrificio,è  necellariaruna,&  l'altra  fpecie:mn,come  Sac 
tojuna  rola:onde  ha  potuto  la  Chiefa  ordinare  di  una  folamente  l'ufo  :  ( 
confermauano ,  perche  la  Chiefa,  quali  nel  prijicipio ,  mutò  una  volta  l 
delBattefmoper  inuocatione  della  Trinità,  infolainuocatione  di  Chi 
poi  ritornò  all'  inftitatione  diuina.L'akra  ragione,  che  la  Chiefa  non  p 
re;ma  ella  ha  lai  ciato  introdur  Tufo  della  fola  fpecie  del  pane;  &  finalmc 
approuato  nel  Concilio  Conftantienie  :  adonque  conuien  dircche  n 
precetto  diuino,o  altra  nccetlìtà  incontrario.  Ma  F. Antonio  Mandolfc  i 
logo  del  Vefcouo  di  Praga,  hauendo  prima  affermato  di  lentir  con  gì  fi 
quellojche  nonvifolfe  precetto  diuino  ,auuertj  che  era  coli  contrario;  i<i 
trina  Catolica  il  dar' a  Laici  il  Calice  per  precetto  :  però  bifognaua  ir  ci 
canto  tutte  quelle  ragioni  che  coli  concludeuano,&:  inlleme  quelle  de' .  C' 
li  in  Emaus,&:  di  S. Paolo  in  nane  3  poiché  da  quelle  li  concluderebbe , 
foffe  facrilegio  il  confccrar  una  fpecie  lenza  l'altra,  che  è  contra  tutti 
&c  ilfenfo  della  Chiefa,&  diftrugge  la  dillintione  portata  dell' Eucarilt 
Sacramento,&:  come  Sacrificio.  Quella  diftintionc  ancora  della  coitj! 
Laica,  &  Clericale,  effer  chiaro  nell'Ordinario  Romano,  che  era  diii 
luoghi  nella  Chiefa,mn  di  Sacramento  riccuuto:oltre  che,quefta  rag; 
cludcrcbbcche  non  i  foli  celebranti,ma  tutto' il  Clero  hauellè  il  Calie 
autorità  della  Chiela,in  mutar  le  cofe  accidentali  de'  Sacramenti,non 
d«bitarc;manon  cratempodimetteradeiroacampo,fc  il  Calice  fiaai 
le,o  foftantiale  :  concludeua,  chequeftoarticolofipoteua  tralafciare,.  • 
decifo  dal  Concilio  Conftaatieule ,,  &  trattar  accuratamente  il  qu  ^ 


^■33^ 


ij  Pio  mi.  LIBROSESTO. 

r):  perche,  coiicedcaclo  il  Calice  atancenationi ,  che  io  ricercano,  tutte  ci^  ~~c^ 

Ipdirputefonorupeiilacanzi  danaofc.  Inqucfta  incdelìma  fentenzapar-       lxii. 

r  o  F.Giouaaiii  Paolo Theologo  delle  Cinque  Chiefe,  &  furono  mal'  vdi- 

uttiitcncndofi  che  parlallcro  contrala  propria  confcienza  :  ma  qucfto 

Unza  del ruopatroiicj&  quello, per commiflione hauuta dal ruo,inanzi la 

a. 

i^rail  fecondo  artìcolo,  li  Thcologi  furono  parimente  uniformi  nell'af-  echeconbuMe 

n  tiua;  &  tutte  le  ragioni  fi  riduceuano  a  tre  capi;  Il  primo,Le  congruità  del  ^'*S,^oni  ti  ne 

nento  Vecchio  ,  quando  il  popolo  ne'  (acohcij  participaua  de' cibi '®^**'* 

[,  ma  niente  mai  de'  libami  :  Il  fecondo,  Il  leuar  al  volgo  l'occafionc 

dere ,  che  altra  cofa  iì  contenga  fotto  la  fpecic  del  pane,  »5^  altra  fotto  la 

del  vino  :  Il  terzo  ,  Il  pericolo  d'irreucrenza.  Et  qui  furono  nomi- 

i  recitati  da  GerfoM  ,  Che  il  fangue  porrebbe  verfarfi  ,  o  in  Chicfaj 

portarlo  ,  mafTimc  per  montagne  l'inuerno  :  Che  s'hauerebbe  at- 

0  alle  barbe  longhc  de'    Laici  ;,   Che  >  conferuandofì  ,  potrebbe 

ire  ;  Che  non  ci  larebbono  vafi  di  capacità  per  dieci  ,   o  ventimila 

le  ;  Che  in  alcuni  luoghi  farebbe  troppo  fpcia  per  la  careftia  del  vi- 

;^he  li  vali  farebbono  tenuti  fporchi  ;  Che  farebbe  d'ugual  degnità  un 

quanto  un  Sacerdote.  Lequali  ragioni  è  necellàrio  dire  ,   che  (ìano 

,  &r  legicime  ;  altrimenti  ,  per  tanti  fecoli  ,  tutti  i  Prelati  ,   3c 

>n  y  haucrebbono  infegaato  la  fal/ìtà  ,  &  la  Chiefa  Romana  ,  &  il 

ilio  di  Coftanza  ,  haucrebbe  fallato.  Di  que'  medefìrai ,  che  qnefte 

llegauano(  eccetto  l'ultima)  inficme  fé  nerideuano  :  perche  con  quei 

,  che  s'era  ouuiato  a'  narrati  pericoli  per  dodici  fecoli  ,  quando  la 

i  era  anco  in  maggior  pouertà  ,  fi  poteua  rimediar'  a  tutti  più  facil- 

ne'noftri  tempi  :  &c  l'ultima  ben  fi  vedeua  non  eifcr  d'alcun  valore ,  a 

fc  har la  ragioneuolezza della  mutatione;mabene,per  mantenerla  dopo 

CI  [  dei  Thcologi  fopranominati  confegliarono  anco  che  quefto  articolo 

f  ralafciato. 

hi  terzo  articolo,  fu  prefo  per  argomento ,  che  tutto  Chrifto  fia  riceiuito  fch  nonv'e- 
una  fola  fpecicper  la  dottrina  de'  Thcologi  della  Concomitanza  :  im-  ra<kmmentOi 
:(|Ke,circndo  fotto  ilpancper  virtù  della  Confeciatione,  il  Corpo,dicendo 
p  ole  di  Chrifto,omnipotenti,&  eftettiue:Qucfto  è  il  corpo  mio:  SzeiVcndo 
e  )0  di  Chrifto  viuo,adonque,con  fangue,&  anima,  &  coji  la  diuinità  con- 
nironde  rcftauafenza  dubio  alcuno, che,  fotto  la  fpecie  del  pane, tutto 
u  :o  folle  riceuuto.Ma  da  quefto  inferiuano  alcuni ,  Adunque  infieme  tutte 
p  ieipoiche  a  chi  ha  tutto  Chrifto,niente  può  mancare ,  tSc  egli  folo  abon- 
II  Tiente  bafta.  Altri  incontrario  diceuano,non  elferillatione  neceiraru ,  ne 
I  probabile,che,riccuendo  tutto  Chrifto,fi rie eui  ogni gratia:  perche  anco 
;zzati fecondo S.  Paolo, fono  tutti  ripieni  di  Chrifto ,  &  noad:mcno  a' 
:ti;2ati  fi  danno  gli  altri  Sacramenti.  Et  perche  alcuni  fuggiuano  la  forza 
ilragione,  con  dire,che  gli  altri  Sacramenti  fono  necefiarij  per  li  peccati 
plilBattefmoyCia  da  altri  replicato^  che  l'antica  Chiefa  communicaua  im* 

Xxx     ijj. 


534  CONCILIO  DI   TRENTO.  Papa  Pio  | 

ciD   i3    mediate  li  battezzati:  onde ,  fìcomc  dall' eirer  ripieno  di  tutto  Chrifto  t 
.Lx  II.     Battefmo,  non  li  poteiia  inferire, che  i'Eucariftia  non  donafTe  altre gratiej; 
per  hauerricquato  tutto  Chriftbjlotto  lalpeciedel  pane 3 non  fi  poteuaii; 
.che  altra  gratianon  s'haucilè  da  riceucre,  mediante  il  Calice i&  meno,  ■ 
jeftrcma  aliorditàjpotcrfi  dire,Che  ilSacerdote,nellaMcira,hauendo  riccuj 
Corpo  del  Signore,  5>:  per  confcguenza  tutto  cifo,nel  beuere  il  Calice  nori 
-uagratiaipercheilbeuerloaltrimenrijfarebbe  una  opera  indifferente, &  1 
Pobcifer  decito  dalla  coramune  dottrina  delle  Scole,  &  della  Chiefa ,  eh  e 
ogni  attiene  Sacramentale  fi  conferifccper  virtù  dell' opera  mcdefima,  cJ< 
4:onOìex  opere  operatoyun  grado  di  gratia.Ma,il  beuer  il  fangue  di  Chriftojii  \ 
può  negare  ellcr'attione  Sacramentalcadonque  ne  meno  potrà  negarfcgli  1 
gratialpeciale.In  quella  controuerfia,il  maggior  numero  de'  Theologi  1 1 
Che,non  parlandofi  della  quantità  di  gratia  rifpondente  alla  difpofitioi  ' 
xecipientejm.a  di  quella,che  gli  Scolaftici  Sacramentale  chiamano,quelL 
vguale  in  chi  riceue  una  Tpecic  rola,&  in  chi  ambedue.  L'altra  opinione,  1 
da  manco  numcro,era  difefa  con  maggior  efficacia.  Sopra  quello  articol( 
To  con  chepenfiero,  o  fincpalsò  molto  inanzi  F.  Amante  Semita ,  Brcfc 
Theologo  del  Vefcouo  di  Sebenicojuno  de' fautori  di  quella  feconda  opir 
ilquale,portando  la  dottrina  di  Thomafo  Gaetano,che  il  fangue  non  Uà 
dell'  huraananatura,ma  primo  aliment03&:,foggiongendo,noapoterfi  dii 
di  necelUtà  un  corpo  tiri  in  concomitanza  l'ahmento  fuo,infcii,  che  non 
namente  folle  l'illeilb  il  contenuto  fotto  ambe  lefpecie;&:aggionfe,chc 
gue  dell'  Eucarillia,fecondo  le  parole  del  Signore,era  fangue  fparfo ,  &pe 
ieguenza  fuori  delle, vene,  llandonellequali  non  può  eller  beuanda  :  ondi 
poteua.cirer  dalla  vena,tirato  in  conc.omitanzaj&  che  TEucariftia  era  inft 
in  memoria  della  morte  di  Chrifto,  chefuperfeparatione,(5ccfifufione  e 
gue  :  allaqt-ial  confideratione  9  fu  cccii^xo  gran  rumore  da'  Thcolog 
ienti.,  &  fatto  ftrepiro  di  banche  :  perilche  egU,  ferinato  il  moto  ,  fi  i 
tò  ,  dicendo ,  Che  il  calore  della  difputa  l'haueua  portato  ad  allegare  le  i 
ni  degli  auuerfarij ,  come  proprie.,  lequali  però  egli  haueua  penfiero  infi 
,rifoluere,iìcome  anco  confumò  tutto'l  refto  del luo  ragionamentcinu 
tione  di  qiiellcjdimandando  in  fine  perdono  dello  fcandaio  dato,non  hau 
parlato  con  tal'  auuertimento ,  che  hauelfe  apertamente  mofti-ato  quelle  fl 
ragioni  captiole,&  contrarie  alla  Tua  featenza:j&  finì,fenza  parlar  fopra  gì  .a 
tre  articoli. 
md  concedtrh}      i^^i ,  fopra  il  quarto  articolo ,  è  marauiglia,  quanto  foirero  uniti  i  The  )g 
^U  ■5>'^»|*''"  Spagnuoli,&  gli  altri  da  Spagna  dependenti,inconfegliare,chenonfipc  et 
ptrmo  m>    ^^^^  ^^  modo  alcuno  l'ufo  dfJ  Calice  olla  Germania,  ne  ad  altri.    Lalo(  iz 
delle  cofe  dette  da  loro  fu-,  Che,,.noa-eirendo  cclFata  alcuna  delle  caule 
molTerola  Chiefa  ne'  tempi  fuperiori  a  Icuar'  il  Calice  al  popolo ,;  anzi  _•, 
do  quelle  tutte  fatte  più  urgenti,  chegià  non  erano .j^elFendonc  aggioi:  al 
tre  più  forti ,  &  etientiali  i  conueniua  perfeucrar  nel  deliberato  dal  C  tC 
Uo  di  Coftanzaj  &  dailaChiefa>primaj  &  dopo.    Et  difcorrcndoiì 


1 


/Jpio  mi.  LIBRO     SESTO.  535  

:icolid'irreuerenza,  che  era  il  primo  genere  di  caufc,  quelli  alprefeiice    cio   lO 
temere  più  che  già  tempo:  perche  air  hora  non  vi  era  alcuno  ,  che  non      i,xii. 
:  fermamente  la  reale  ìk  naturai  prefenza  di  Chrifto  lotto  il  Sacra^ 
,  dopo  la  Coiifccratione,  fino  che  le  fpecie  durauano  ;  &  con  tutto  cio, 
ace  liieuò>  per  non  hauer  gli  huomini  quel  rifguardo  al  fangue  di 
i:  ),  che  era  necelfario.    Ghe  riuerenza  fi  può  (perare  adelfo  ,  quando  al^ 
(ano  la  real  prefenza,  &c  altri  la  vogUono  folo  nell'  ufo?  Ladeuotio- 
Dranc'buoniCatolicieirer diminuita)  &accrefciuta  molto  la  diligen- 
c:cofchumane,&  la  trafcuratezza  nelle  diuine  :  onde  poterli  temercche 
iiggior  negligenza  podi  produrre  maggiore  irreuerenza.    Il  far  diffe- 
Sacerdoti  dagli  altri,  elfcr  più  che  mai  necellario  ,  hora,  che  i  Prote- 
'^i hanno  meilo  in  odio  al  popolo;  &  feminata  dottrina,  che  gli  leua 
itioni ,  gli  foctoponc  a'magillrati  Laici,  5c  dctrahe  dalla  poteftà  d^f- 
da'peccati:&  vuoi' anco, chefianodal popolo  chiamati  al  minifterio». 
;ettiad  eircrdepoftida  quelli  rilchedcbbecoftringer  la  Chiefa  aconfer- 
uratamente  tutti  quei  riti ,  che  polfono  dargK  riputatione.    Il  perico- 
li volgo  non  s'imprima  di  falla  credenza,  &  fia  periliafo  elferui  altra. 
•1  Calice  ,  chefotto  la  fpecie delpane,  al  prefente  è  più  urgente  perle 
opinioni  dillèminate.    DilTero  molti > che  la Chiefa  prohibì  il  Calice» 
lorfi  air  errore  di  Neftorio  ,  quale  non  credcua  tutto  Chrifto  elfer  foc- 
fpecie  y  ilche  dicendo  anco  adellb  alcuni  de'medeilmi  heretici,  con- 
tener la  prohibitione  ferma.    Quello  ,  che  voleilero  in  cio  inferire,  . 
efprimere  meglio ,  non  hauendo  mai  lerto,che  Neftório  parlairein  que- 
eria ,  ne  meno  >  che  i  moderni  trattino  con  quefti  termini.    Ma  il  ter- 
:oio  i  che  l'autorità  della  Chiefa  ila  vilipefa ,  &  s'argomenti ,  che  hab- 
imelfo  errore  in  leuar  il  Calice  ,  fi  può  dire,non  pericolo ,  ma  certo  eue- 
0:  neper  altro  elTerfollec irata  la  richiefta  da' Proteftanti,  fenon  ,  afine 
ludere,che,  hauendo  la  Sinodo  conofciuto  l'error  pallàto ,  i'haemen- 
)n  la  conceflìone  :  publichcranno  immediare,  la  vittoria  >  &  da  quefto 
imo  a  dimandar  mutatione negli  altri  ftatuti della  Chiefa- :ingannar/ì. 
de  iThcdcfchidouerfi  fermare  in  quefto,  «Scdirporfi  a  fottometterfi  a' 
!(  del  Concilio,  anzi  vorranno  leuar' i digiuni,  &  le  diflFerenzede'cibij 
a  ieranno  il  matrimonio  de'  Preti ,  de  l'abolitione  della  giurifdittione  . 
Uaftica  neir  efteriore  :  ilche  è  il  fincdoue'tutti  mirano  :  non  elFer  credibi- 
[ìano  Carolici  quelli,  che  fanno  la  richiefta  del  Calice  :  perche  li  Cato- 
tjcì  credono  che  la  Chiefa  non  può  errare:  che  non  fia  grata  aDio  alcu- 
"  orione ,  fé  da  quella  non  è  approuara  ;  45c  che  l'obedienza  delia  Chiefa  è 
no  della  perfcttione  Chriftiana:hauerfidatcner  per  certo  ,  che  chidi- 
il  Calice,  l'ha  per  neceirario  i  &chi  per  tale  la- tiene,  non  piio  elTer 
:o:  &  nilTun  l'addimanda,credendo.non  poterlo  legitimamente  ulare 
onceflìone  del  Concilio:  ma,  accio  i  lor  PrencipiUon  gli  mettino  im- 
buto ,  iquali  fé  lafciallero  far'  a' popoli  ,  cflì  l'ufurperebbono  fenza  : 
i  jtiiceffione  :  di  ciò  poter  elafe  uno  cercificarfijoireruado  chejnon  i  popoiia . 


3-36  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio  .; 

ci3  lO       mx'i  Ptcncipi  fupplicano ,  non  volendo  noiiirà  lenza,  decreto  Icgitimoi 
XXII.      perche  ipopoli  non  rintroducelfcro  daicmcdelimipiùvoloncieiijcherico 
laalConcilio.Ec  tanta  premura  fuu(atainqiieiì.oargomcnto,cheF.  Fratrl 
ForierjPoitugltcfejurciadiin  concetto  dagli  audicnti  ftimato  non  fole  aji 
lina  petulante  ancora, &  dìlie,Qaefti  Prencipi  vogliono  farli  Lutheianico), 
miflìone  del  Concilio.  LiSpagnuoliedbrtauano  a  coniìderarc  ,  che.coijj 
quéflo  alla Geimania,riftcilb dimanderebbe ritalia,&  la Spagna,&  conu  e 
be  concederlo:  d'onde  anco  quelle  nationi  imparerebbono  a  non  obcd  ,i 
richieder  mutatione  dell' altre  leggi  Ecclenaftiche  :3c  arar  Lutheranau  t 
gioneCattolichiirima,  nilfim  mezzo  è  migliorejche  dargli  il  Calice.  Co  n 
moro Francefco  della  TorrejGiefutajUn  detto  del  Cardinale  S. Angelo,  k  a 
Penitentiariojche  Satanailb,  folito  trasformaiTi  in  Angelo  celellcj&  i  M 1 
Tuoi  in  Miniftri  di  luce,per  ingannar  i  fedeli  ;  adelfo ,  fotto  coperta  del  C  ì 
con  fangue  di  Chrifto,eirorta  a  porger'  al  popolo  un  Calice  di  veneno.    j 
Aggiongeuano  alcuni, che  la  prouidcnza  diuina,  fopraftante  al  go^ 
della  Chiefajinipirb  il  Concilio  di  Coftanza  nel  palTato  fecolo  a  llabilir  j:  j 
creto  la  remotione  del  Calice;non  folo  per  le  ragioni ,  che  in  quel  tempo 
taaanojma  anco,perc he, fc  adelfo  foife  in  ufo  non  vi  farebbe  fegno  alcun( 
riorcper  diftinguer  li  Catolici  dagli  heretici  ;  &  leuata  quella  diftinti 
mifchierebbono  in  una  llelFa  Chiefali  Protellanti  co'  fedeli;&  feguirebbc 
lojcheS.Paolo  dice,che  un  poco  di  lieuito  fermenta  pretlo  una  gran  malfa 
conceder'  il  Calice,altrononfarebbe,chcdar  maggior  commodo  agli  hi 
di  nuocere  alla  Chiefa.  Alcuni  ancora,  non  fapendo ,  che  già  la  petitioat 
fiata  al  Pontefice  prefentata,&  da  lui,per  ifcaricarlì.  Se  portar  in  longcri 
al  Concilio,interpretauano  in  fìniflro,che  in  quel  tempo  folfe  fatta  tal  r 
fta  allaSinodo,&:  non  al  Papa:fofpettando  che  foife  a  fine  d'allargar'  ogni 
celfione,che  fi  facelTe,  con  interpretationi  aliene ,  onde  s'induceile  nuou 
ceflìtà  di  Concilio. 
aUndov-^         Ma  quei,  che  fentiuano  poterfi  condifcender'  alle  richiede  dell'  Imper;  t 
gliono  conci'    &  tanti  altri  Prencipi,&  popoli,confegliauano  a  proceder  con  minor  rigc  .il 
derider  cari-  non  dare  coli  iìniftre  interpretationi  aiiejpie  preghiere  degl'infermi  fratel  n; 
*^'  fcguir  il  precetto  di  S.Paolo,di  trasformarli  ne'  difetti  degl'  imperfetti  pei  la 

<lagnargli,&  non  hauer  mire  mondane  di  riputatione,magouernarfi  con  K 
gole  della  carità,che>caipellando  tutte  le  altre,  etiandio  quelle  della  prud  tt 
&C  fapienza  humana,compatirce,&  cede  ad  ognuno.  Diceuano,non  veder  a 
gioncconlìderabile  detta  dagli  alrri,fenon  che  i  Lutherani  direbbono  ha  Hi 
vinta,che  la  Chiefa  ha  fallato,&  palferebbono  a  più  alte  dimande:ma  ingai  ir 
fì,chi  crede  con  lanegatiua  fargli  tacere: già  hanno  detto,ches'habbia  con  e( 
foerrore,diranncKlopo,  che  fopra  il  fallo  s'aggiongal'ollinatione  ;  &cl  d 
tratta  di  ordinationi  humane  ,  non  elFer  cola  nuoua,ne  meno  indecent  H' 
Chiefa, la mutatione.  Chinonfa,che  lamedefimacofa  non  può  conuei  e; 
tutti itempi:fonoinnumerabih  li  riti  Eccleliafticiintrodotti,&  abolitij&  cm 
è  centra  il  decoro  d'un  Concilii>  i'hauer  creduto  utile  un  rito ,  che  l'euen  hi 

me  :a' 


aPioIIH.  libro    SEStO.  537 

raro  inutile  :  il  pcrfuaderfi,  che  da  quefta  dimanda  fi  debbi  pafTar  ad  altre»  ero  1  a 
cola  da  perfone  Iblpcttoie,  &  troppo  vantaggiofe  :  la  remplicità,&  carica  l  x  1 1. 
ftiana,dice  S.Paolo,non  penfa  malccrede  ogni cofa, fopporta  tutto ,  fpcra  • 

quefti  foli  toc  co  parlare  fopra  il  quinto  articolo,  poiché  quelli  della  ne-  «^'Wr/  pareri 

aalFoluta  non  haueuano  altro  che  dirci  fopra.  Ma  quefti  furono  diuifiin-^  ^^  condith' 

)pinioni  :  runa,&  più  coramunc,  che  fi  conccdcire  con  le  condicioni ,  con  j'  "*'"""- 

1  da  Paolo  terzo  conceflojdellequali  al  fuo  luogo  s'è  detto.  L'altra,d'alcu- 

;hi,cutt'  in  contrario  diceua,  Chc,volcndo  conceder  il  Calice  per  fermare 

Chiefali  titubanti,  conuiene  temperarla  in  maniera ,  che  podi  far  l'elfet- 

idcraro:  quelle  e onditioni  non  poterlo  appoitarcanzidouerfenzadubio 

precipitare  al  Lutheranifmo.Se  ben  è  cofa  certa,  che  il  penitente  debbe  e- 

ogni  male  temporale,  più  tofto  che  peccare;  fu  nondimeno  confeglio 

ietano,che  nonfivenilfeàfpecificatecomparatiue,  condirejd'elfer  tenu- 

legger  più  tofto  d'elfer  tanagliato,&  pofto  in  ruota,  Scc.  perche  farebbe 

tar  fé  fteifo  fenza  neceflìtà ,  6c  cader  dalla  buona  difpofitione ,  prefentan- 

i  fpauenti  fenza  propofito:cofi,neir  occafione  prefente ,  quefti  ambigui, 

3  gli  farà  portata  la  gratia  del  Concilio,  refteranno  contenti,  ringratie- 

Dio ,  &  la  Chiefa,  non  pcnfcranno  più  oltre ,  de  pian  piano  fi  forcifiche- 

E  commandamento  precifo  di  S.Paolo ,  di  riceuer  l'infermo  nella  fede, 

n  dilpute,ne  con  prefcriuergli  opinioni,&:  regole,mafimplicemente,  3c 

ndo  opportunità  per  dargli  più  piena  inftruttione  :  adeftb,  chi  in  Germa- 

poneUc  laconditionc,  che  credinoquefto  &  quello  ,  fi  metteranno  in 

rà,  mentre  che  la  mente  tituba ,  &  penfando  fé  debbiano ,  o  non  debbia- 

erlojcapiteranno  in  qualche  errore ,  alquale  non  hauercbbono  penfato. 

\t  a  ragione  dipiùaggiongeuano,  che,mentre  fifoftiene,  la  Chiefa  hauer 

fte  caufe  leuato  il  Calice,&  poi  fi  concedc,fcnza  alcun  rimedio,  a  quelli, 

e  altre  conditionijfi  viene  a  confellàred'hauerlo  leuato  fenza  caufarperil- 

0  idudeuano, che foife  a  propofitoftatuire  per  condirioni  tutti  i  rimedi/ 

il  onuenicnti,per  quali  il  Calice  già  fu  leuato  ;  cioè  ,  Che  il  Calice  mai  fi 

i:  Dri  della  Chiefa,  &  agi' infermi  bafti  la  fpecie  del  pane  :  Chenonficon- 

;>]  r  leuar  il  pericolo  dell'  acidume  :  Che  fi  ufino  le  fiftule,  come  già  nella 

ii  lomana,per  euitar  l'efFufionc  :  Che,cofi  ordinando,fi  dimoftrerà,chc 

ta  one  fu  già  la  prouifione  fatta,  fi  ecciterà  la  riuerenza.  Ci  fodisfaràalpo- 

'>dPrencipi,nonfi  metteranno  li  deboli  in  tétationi.  Fu  anco  detto  da  uno 

;d)lo,che  non  era  da  creder  cofi  facilméte  a  quello,  che  fi  diceua  d'un  coli 

111 defider io,&  deuotione  de'  Catolici al  Calice;  ma  efier  bene,che  il  Con- 

randalfe  in  Germania  ad  info  rmarfi  chi  fono  quefti, che  lo  dimandano, 

■llFede  loro  nel  rimanente,  &c  delle  caufe  itiotiue  :  chela  Sinodo,  hauuta 

la|:latione,potrà  deliberare  con  qualche  fondamento,*5c  non  alla  cieca  fo- 

"a>le  d'altri. 

fl:oarticolo,noncifucofa  che  dire,tutti  inpoche  parole  fi  efpedirono: '•^'^'^  .*''** 
^dlandojche  l'Eucaiiftianonè  Sacramento  di  neceflìtà;  &  chccommah-  i7EX 
I  Yyy 


J38  CONCILIO   DI  TRENTO  Papa  Pio] 

ci3  13  dando  S.Paolo,a  chi  l'ha  da  riceucrcjd'eilaminaL-feftcìrcfc  nccdcgncchi 
LX 1 1.  nncncc  apparifce,  che  non  può  circr'amminiftrata  a  chi  non  ha  ufo  di  uagioi 
■  .  fc  ncii'  anrichirà  fi  rroua  viato  in  qualche  luogo  il  contrai-io,qucfto  cilcte  ) 
farcojdoucj&quando  la  ve  i  irà  non  cracoH  ben  dichiairatajcomc  al  tempo 
fentc  :  pcrilchc  dal  Concilio  doucua  ciTer  terminaco  che  lllei'uailc  rufo 
fence.  Fu  bcn'auucitico  daalcunijche  deirantichità  conucniua  parlai^ 
ni.aggiorriucrcnzai  &  non  dire,  che  inancaircro  dicognitionc  della  veriìl 
DcnderioùiPal'nniG  ,  Cannelicanojfolofa  di  parere,  che  qucU'ai-cicolc: 
traiarciat05dicciido,Che,noneircndopromoiradirtìcolcàda'Pioteftantid  : 
ftri  cempijnoncrabenccol  trattarlo,  metter  qualche  nouicà  a  campo  :  la  1 1 
ria  poter  rictuere  qualche  probabilità  da  ambe  le  parti  :  &  quado  ulciile  a  ; 
tia ,  che  nel  Concilio  le  ne  folle  trattato,farebbe  per  muouer  la  curiolità d  j 
tiapcniarcifopra, &  darebbe occalìone  d'inciampare:  imperoche  alcur| 
trebbe  indurfi  a  crcdere,che  l'Eucariltia  ila  Sacramento  di  neceffità,  col  e 
come  il  Battefmo  :  perche  il  fondamento  di  quello  è  fopra  le  parole  di  CI  ( 
Chinonrinafceràd'acqua,&  Spirito,non  entrerà  nel  regno  de'cicli.Etdi  i 
lo,Se  non  mangerete  lamiacarne,&:beuerete  il  miofangue,nonhauer.': 
Et  l'cccettione  dc'fanciuUi  non  poterli,  con  total  appareiiza,fondarc  i  , 
precetto  diS.Paolo,d'ell;iminarfi,ilche  nò  può  farunfanciuUoiperchel.  :ì 
turadiuina  medeflmamiente  commanda  che,inanzi  il  Batteimo,preced;i  ><: 
mento  della  dottrina  della  fede:  de  fé  quello  s'hadariftringcre  a  ioi 
non  efcludendo  i  fanciulli  dal  Batrefmo,le  ben  non  poiTono  nnparare;  l  . 
fami ne,preccdenterEucariftia,li  potrà  applicare  agli  adulti ,  lenza  elcii  f 
quella  li  fanciulli.  Concludeua,"ch' egli  approuaua  l'ufo  di  non  commi  e 
gli  ,ma  non  lodanache'l  Concilio  douclfe  trattar  di  quello,  che niiruno  ip 
gnaua. 
ilif^itte  de  Finite  leCongregationi  de'Theologi,inclÌnarono  li  Legati  a  cocche 

preUtifid  \^^^  alla  Germania ,  con  le  conditioni  ài  Paolo  terzo,  &  con  qualche 
formar  i  ^"pi^;  &  ridotti  co'loro  confidenti,  formarono  il  decreto  per  cio  iopra  li 
quarto,&:  quinto,  differiti  gli  altri,  Cm  che  penfalFero  come  euicar  le  di. 
da' Theologimeffeinanziiopra  di  quelli.  Et,chiamataCongregationc 
lati,propokro  ,Sepiaccua  che  fodero  dati  itre  decreti  formati,  per  dii 
nella  prima  Congrcgationc.Granata,chc  penetrato  haueuala  mente  de 
&  era  contrariilTimo  alla  conceifione  del  Calice,contradiire,dicejido5C 
iieniua  feguir  l'ordine  degli  articoli,quale  era  elTentialc,  eifendo  impoll 
nir'  alla  decisone  del  quarto,&  qainto,fenza  hauer  decifo  il  fecondo ,  e 
Thomafo  Stella,  Vefcouo  diCapo  d'Illria,glioppofe  ,  CheinConc. 
conueniuaandar  con  Logiche ,  &  con  artifici)  impedire  le  giufte  delibo 
Replicò  il  Granata,che  il  mcdeììmo  era  da  lui  defiderato,cioè,che  le  coit 
propofte  alla  Sinodo  ordinatamente ,  accio ,  caminando  in  confufione,i 
eiàpalfe:  FufeguitodaMutio  Gallino,  Arciuefcouo  di  Zara:&  al  Capo 
5  aggionfe  infoccorfo  Gio.Thomafo  di  S.Felice^  Vefcouo  della  Caua:p 
ambidiie  a  motti  di  parolcpiu  tolto  deriforic ,  che  cagionò  un  poco  di  t 


mia 


.A  Pio  un.  LIBRO  SESTO.  559 

i  Spagnuoli:&  ne  fcgiu  tra  i  prelati  un  rufiirro ,  clic  fu  cauta  di  Ifccntiar  la 
;ffregatione,dicendo  il  Cardinale  di  Mantoua  agli  Arciuelcoui,  che  legger- 
si confideraflero  le  minute  formatcj  &c  in  una  altra  Congregatione  fi  riibl- 
bbe  dell'  ordine  di  trattare. 

Kiefto  luogo  ricerca ,  perche  Tpeife  volte  occorfc  il  terminare  le  Congrega-  /««««ww  4 
iper  dilgullo  da  qualche  principal  Prelato  riceuuto,chc  l'ordinaria cauia  di  ^'-U^S.^^'- 
uenimento  ila  narrata.  Diibpra  è  flato  raccontatojcome  nel  Concilio  era 
numero  di  Velcouipenlìonati  dal  Pontefice.  Quelli  tutti  riconofceuano, 
pendcuano  daSimoneta,comcque]lo,che  piuparticolarmente  degli  altri 
rcpofto  agl'uiterclli  del  Pontefice  ,  &  haueua  le  inftruttioni  più  arcane, 
eiiendohuomo  d'acuto  giudicio,  lì  valeua  di  loro,  fecondo  la  capacità  di 
uno  ;  &  in  quello  numero  ne  haueua  alcuni  midi  di  ardire,  oc  facetie,de' 
fi  valcua  per  opporre  nelle  Congregationi  a  quelli ,  che  entrauano  in.  cofe 
arie  a'  tuoi  fini.  Quelli  erano  elìcrcitatinclì'  artificio  del  motteggiare  fa- 
ente,per  irritargli  altri,&  mettergli  in  derifione,i'enza  fconciarfi  ponto  cf- 
conlcruajido  il  decoro.Mcrita  il  i"eruicio,che  predarono  alPontefice,&:  al 
inale,  che  nella  fatta  particolar  mentione.  Quefti  furono  i  due  foprano- 
:i,Caua,  &Capo  d'Ktria  :PompeioZambeccari, Bolognefe,VercQUodi 
Dna;  &  Bartolomeo  Sirigo,diCandia,Vercouodi  Caftellanetta:  ciafcuno 
ili,allc  qualità  communi  de'Ua  Tua  patria ,  haueua  aggionto  le  perfettioni  »         -^ 
Ha  Corte  Romana  s'acquill:ano.Quclli  eilacerbarono  anco  i  di(gu[li,na- 
/lantoua  &  Simoneta,de'qualis'è  toccato  diropra,có  l'andar  fparlando,  & 
tendo  a  Mantoua,cofi  in  parole  perTrento,come  con  lettere  a  Roma:  il- 
lattribuito  aSimoneta, dalqualc gli  vedeuano accarezzati  :  dalche  pur- 
fiSimonetacolSecretario  di  Mantoua,  &  colVefcouo  ài  Nola,  dilfe, 
£r  quei  poco  rifpetto  portato  ad  un  tal  Cardinale,  gli  hauerebbefeparati 
uà  amicitia ,  quando  non  folTe  (lato  il  bifogno  ,  che  di  loro  haueua, 
porgli  nelle  Congregationi  alle  impertinenze ,  che  erano  dette  da'  Prc- 


Ji|  «ftino  Paumgartner  ,Ambafciator  di  Bauiera,  elTendo  flato  due  mefi,co-  rkettloneled 

8  aato  inTrento,  per  lapretenflone  di  preceder  li  Venetiani,  finalmente  oratiom  deli' 
rommifHone  dal  Tuo  Prencipe  di  comparir' in  publico  :  &  fu  riceuuto -^'^*^*'^**' 
alongregationede'ventifetteGiugnojefedcttedopo  gliAmbafciacori  Ve-     '^  * 
:  ;  fece  prima  una  proteftatione  ,  dicendo,  Che,  iicome  le  ragioni  del  fuo 
1  jc  fono  Vvilidiflìme,  coli  egli  anco  era  pronto  per  difenderle  in  ogni  altro 
V  na,nel  Concilio,doue  il  tratta  di  religione,nó  vuole  flar  in  quetli  ponti- 
^  er  tanto  fi  contenta  cedere,&  che  ciò  folfe  lenza  pregiudicio  fuo,  &  d'ai- 
I  icipi  Germani  del  fangue  Elettorale  dell'  Imperio.  Ril'pofero  al  protcflo 
u  3afciatori  di  Venetia,con  dire.  Che  il  loro  dominio  haueua  giuflamcntc 
e  dcnza,&  che ,  come  il  Duca  di  Bauiera  gli  cedeuaall'  hora ,  coli  douc- 
-ugli  in  ogni  luogo.  Profeguì  l' Ambalciatore  l'oratione  fua,molto  longa, 
>  ijdoue  narrò  lo  (lato  della  religione  in  Bauiera ,  dicendo  ,  QLiella  eiler 
dilata  da  hcretici  »  quali  hanno  anco  dpntto  penetrato.    EHcrui  parecchi 

Yyy     ij 


^_S-^o  CONCILIO   DI  TRENTO       PapaPio;i 

e  I  -3  I  ■>  Zuingliaiii  >  Latherani ,  Flaciani ,  Anabactifti ,  &c  d'altre  fecce  ;  qual  zizzan 
LX  i  I.  Prci  id  non  hanno  potuto  fradicarejper  elFer  la  concagioncnon  rdo  nell'  ic 
maplebe>m.iaiico  ne'  nobili;  a  che  ha  dato  anfa  la  mala  vita  del  Clero,le  u 
Iccleratezzedelqualeno!!  potrebbe  narrare  lenza  offender  le  cafte  orecchi 
qaclì'  aLiditorio:mabail;auglidire,cheiiruoPrencipc  gli  rapprefcntaicheM 
farebbe,».^  infractiiola  rcmendacione  della  dottrina,  le  prima-  non  erano  ent 
datili  coftami-.aggionfe  5  che  il  Clero  era  infame  perla  libidine:  che  il  Mj 
giurato  politico  non  comporta  alcun  cittadino  concubinario,&  pur  nel  <( 
ro  il  concubinato  è  cofi  frcquéte,  che  di  cento  non  lì  fono  trouati  tre,o  qua  < 
chenonfìano  concubmarijjO  maritati  fecretamente,o  palefementerchein  .•] 
mania  anco  i  Catolici  prepongono  un  callo  matrimonio ,  ad  un  celibato  i 
taminato;che  molti  hanno  abandonatolaChiefaper  la  prohibitione  del(  [i 
ce,dicendo,che  fono  corretti  ad  ufarlo  per  la  parola  di  Dio  ,  &  coftume  11 
primiciuaChiefajilqual  lino  al  prefente  è  oiferuato  nelle  Chiefe  Orienta  t 
vfato  già  nella  Chiefa  Romana:che  Paolo  terzo  lo  concelfe  alla  Germania  ; 
Bauari  fi  lamentano  del  fuo  PrencipCsche  lo  inuidij  a  fudditi  fuoi^protefta  !( 
che  fé  il  Concilio  nonprouedcl'Altezzafua  non  potrà  gouernar  li  popò!  i 
farà  coftretto  ceder  quello, che  non  potrà  prohibire.Propofe^per  rimc(  ; 
fcandali  del  ClerojUna  buona  riforma,  &  che  ne' Vefcouati  s'introducelVc  1 
Scuole,  de  Academie  ,  per  educar  buoni  miniftri  :  dimandò  il  matrimoni  h 
Preti,comecofa,fenzalaquale  folfe  impoflibile  in  quell'  età  riformar  il  C  e 
al legando,il  Celibato  nonelfer^^  inredmmo.  Richiefe  anco  laCommai  a 
fnbittrrafitefpecieAiCQnàoyCAiz  fé  folVe  ftata  permeira ,  molte  prouincie  di  :i 
mania  farebbono  reftaceneU'  obedienza  della  Sede  Apoftolica;  doue  che  ri 
malie  fino  ad  hora,infisme  con  le  altre  nationi,come  untorrentejtenedip  0 
no:che  non  ricerca  ilDacali  tre  fudettirimedijjperfperanza  alcuna  che  vi  A 
ridurre  gli  fuiati,&  i  fettarij  allaGhiefa,ma  folo  per  ritener  gli  non  ancor" 
fi.Rcplicò  eirerneceiracio  principiare  dalla  riforma,altrimenci  tutta  Topc. 
Cócilio  riufciria  vana:majriformato  il  Clerojche  il  luo  Prencip:,  fc  farà  rn  t 
{lo  della  fua  opinione  nella  materia  de'  dogmi,opportunamc:nte  potrà  dii  o 
fa  degna  di  confideratione,  laqaale  nonoccorreua  dire  in  quel  tempo  M 
eiTendo  pertinente  trattar  di  far  guerra  al  nimico,  non  haucndo  ftabiiito  p  ni 
le  forze  propric.in  cafa.Nel  filo  del  parlare  fpelfo  interpole,che  tutto  ciò  c\  U 
fuo  Prencipe  detto,non  per  dar  legge  al  Coacilio,ma  per  infinuarlo  reuer;  :e- 
gUaqudeerì'  mente,&con  quello  concetto  anco  finì.  Rifpofe  la  Sinodo,  per  bocca  del  .o 
^ofiomoéjìx-  motore,Che  già  molto  tempo  hauendo  afpettato  qualche  Prencipe,  o  leg  o- 
nume,  ne  di  Germania,mafopra  tutti  il  Duca  di  Bauiera,  antemurale  della  Sede  »» 

ftolica  in  quella  regione  ,  con  grand' allegrezza  vedeua  il  fuo  Ambalcia  Ki 
, .  quale  riceue,&  s'aflRìLÌcherà,come  anco  haTatto,per  ordinare  tatto  quello  1« 
^rmceT   '  giucli^berà  elfer  di  feruitio  diuino.&  falute  de' fedeli.  I  Francefi,udcndo o  ft.^ 
oratione,fcntÌLia;io  grandidimo  piacere  di  non  elfer  foli  nell'  ammonire  i 
mente  i  Prelati  di  queilo,che  era  necelTario  raccordaigIi:raa,  udendo  la  ri- 1  ^ 
s'eccitò  in  loro  una  eftrema  gclolìa,  che  quella  folle  gratiofa>doue  qu 


Pio  IIII.  LIBRO    SESTO. 


541 


lirilendinento^Ma  non  hcbbcro ragione  di dolcrfirperchcquanroiique    ci^  i^ 
irò  mordeire  più  acutamente  il  Clero  in  generale,  noudimenode'  Padri       lxii. 
incilio  parlò  con  molta  riuercnza:  doue  l'oratione  Francefe  panie  tutta 
:a  à  riprenfìone  di  quelli  che  l'udiuanocfenza  che,  a  loro  fu  fatta  rifpofta 
tata,  ed  al  Bauaro  Iprouifta.  Ma  runa,&  l'altra,fu  ugualmente  trattata>cf- 
(late  ambedue  udite  con  le  fole  orecchie. 

Ambafciatorilmperialijconfìdcratosche  nelle  Congregationidc'  Theo  fcrhto  degl' 
riorni  inanzi,dagii  Spagnuoli,&  maggior  parte  degl'  ltaliani,crano  flato  ^'^P^rian  fKt 
a  )  centrala  conceffione  del  Calice,&  da  molti  detto,  Eifer  heretici  quelli,  ^^^"""/P^^ 
[  limandanojper  rilpondere a qucfta &  altreioro  obiettioni  j  Se  per  coad- 
la  propolìtionedclBauaro,tk  a  fine  dipreuenire  i  Prelati,che  non  delle- 
:impertincntie  da'Thcologiufate  ,  formarono  in  quella  materia  una 
lajche  nella  medefimaCongregatione,  finito  il  ragionamento  di  qucll* 
ciatore,prefentarono  :  lafoftanzadellaquale  fu :Che,per  il  carico  Ilio,, 
giudicato  d'auuertir  li  Padri  d'alcune  cofe,  inanzi  che  diceifero  il  lor  pa- 
he  iTheologi,ne'proflimigiorni,haueuano  ben  parlato,quanto  allera- 
z  paefi  loro  propri)  jma  non  molto  apropofito ,  per  le  altre  prouincic,&: 
Prcgauano  i  Padri  d'accommodar  le  lentenzc  loro,  fi  che  portino  medi- 
in  alle  parti  lane,  che  non  ne  hanno  bifogno,  ma  a' membri  mal' affetti:- 
ranno appofitamente,  fé  conoiceranno  quali fiano  le  parti  inferme  ,  Sc 
to  richiedine.    Et,  incomminciando  dal  Regno  diBoemia,  noneirer 
)  andar  troppo  alto,  ne  far  mentione  delle  cofe  trattate  in  Coftanza ,  ma 
)  iger  folamcnte,che  in  quel  Regno,dopo  quel  Concilicnilfuna  prattica, 
li  torza,oguerra,ha  potuto  leuar' il  Calice.  Chela  Chiefa  benignamente, 
)  rte  conditioni  glielo  concclfejlequali  dopo  noneirendo  fcruatc,Pio  fe- 
'  o  reuocò  :  ma  Paolo,&  Giulio  terzi,per  racquiftar  quel  Regno  ,  manda- 
oncijapermetterglielo:fe  ben'ilnegotio^pcr  impedimenti, non  fi  con- 
KrfcttJonc.  Hora,in  quelli  tempi,hauendo  l'Imperatore  a fue  fpefe  infli- 
hciuefcouato  di  Praga,  ik  ottenuto  ne' Comitij  di  Boemia ,  che  i  Preti 
i  lì  nò  fi  ordinalferoifenó  da  quello,&:  lo  riconofcefiero  per  legitimo  Pre- 
^  ercò  la  Maeftà  fua  dal  lommo  Pontefice,  che  non  fi  lafciaiFe  perder  que- 
ifione  di  racquiflargli;  hauendo  la  Santità  fuarimefib  il  tutto  al  giudicio 
ncilio  ,  in  poteftà  di  quello  refterà  confcruar'ilRegr.o  ,  conceden- 
Calice.    Qiiei  popoli  elfer  differenti  in  poche  cofe  dalla  Chiefa  Ro- 
lonhauer  voluto  mai  Sacerdoti  maritati,  ne  ordinati  da  Vefcouofuo- 
.  communione della  Sede  Apoftolica  :  nelle  preghiere  fanno  mcntio- 
c?ontefice,de'  Cardinali,  &Vefcoui  :  fé  hanno  qualche  differenza  pie- 
ella  dottrina  ,  facilmente  potcrfi  emendare  ,  purché  fé  gli  conceda 
e  :  non  clTer  marauiglia,  cheuna  moltitudine  rozza  habbia  conce- 
fj a  tal' opinione,  poiché  huomini  dotti,  pi),  8c  Catolici  ,  difendono 
I  iggior  gratia  s'ottenga  nella  communione  d'ambe  le  fpecie ,  che  d'u- 
Ammoniuano  i  Padri  d'auuertire,  che  la  loro  troppa  feuerità  non 
BJcaadifperatione,  &gU  faccia  gettar  ia  braccia  de'  Proteftanti.  Aggioii- 

Yn     iij 


H^  CONCILIO    DI   TRENTO  Papa  Pj,] 

e  t^  13     krojeUci:  Cattolici  in  Ongaria ,  Auftria,  Moraiiia,  Silcha,  Carintliia,  Caii 
Lxii.      S:ina,Bauiera,Sueuia,&  aitrepatti  di  Germania,  che  con  gran  zelo  dcfu; 
iiCalice  :  ilchcconoi'ciiito  da  Paolo  terzo,  conceiie  a' Velcoai  di  comi 
cargli  con  qaeilojmaptrrmolti  impedimenti  non  lì  mandò  ad  effetto.  E: 
fti  Vi  e  pericolo ,  le  il  Calice  gli  è  Iciiato ,  che  non  fi  voltino  a  Lutherai 
Thcologijncllc  loro  piìbliche  dilputchaucr  mollo  diibio,  clic  quelli,  (< 
chiedono  il  Calice  (ìano  hcretici:  ma  dalla  MaclH  Imperiale  non  è  proci 
fcnonper  Carolici:  ben  vi  è  Tpcranza,  con  queftaconcellìone,  di  ridurr  i.i 
moki  Protcilanri ,  come  già  alcuni  d'clTiprotcftanojche  fìridurrcbbono  < 
fatij  delle  no  aita,  &  li  conuertirebbono  :  alti  imenti,  il  contrario  doueir?] 
re.  Et  per  risponder  a  chi  richieic  quelli  giorni  pailati ,  Chi  è  quello,  che  e 
manda?ieglidica,Chc  laMacftà  Celarca richiede, che  rÀrciiiefcouQ  di^ 
pofli  ordinar  Sacerdoti  Califtini  :  &  gli  Ambafciatori  del  Clero  di  E  jj 
richiedono  l'ifteiro  per  quel  Regno:  &  (e  non  folle  fiata  la  fperanza  d'oiì 
liO,non  vi  farebbe  pia  reliquie  di  Carolici.  In  Ongaria  coilringono  liSa  i 
ti,con  leuar  i  beni,  &c  minacciargli  fu  lavita,  a  dar  loro  il  Calice  j  Óckij 
l'Arciuefcoiio  di  Strigoniacaftigatopercio  alcuniSacerdoti,  il  popolo 
to  fenza  Preti  Catolici,onde  il  ftà  fcnza  Battelmo,i5c  in  una  profonda  igni 
della  dottrina  Chriiliana,per  dar  facilmente  nelPaganifmo.  In  hnc,  prec 
Padri  ad  hauer  compafiìone,e  trouar  modo  di  conferuar  que'  popoli  nell 
&c  racquiftargli  fuiati. 
efem  tutta        In  fine  della  Congregatione,  li  Legati  diedero  le  minute  formate  iopi 
ìnCmgreg<i-  primi  articoli,  per  non  incontrar  nelf  oppolltionc  delU  Congregatione 
none:  dente.Et  ne'  giorni  feguenti,  li  Padri  trattarono  fopra  ài  quelli  j  &  foprai 

s'allargarono  molto,entrando  a  parlare  della  gratiaSacramentale,fepiu( 
C€ua,communicando  le  due  fpecie:&  chi  difendeua  runa,&  chi  l'altra  p? 
Cardinale  Seripando  diceua ,  Che,  elfendo  fiata  difculFa  la  medefìma  dil 
nel  Concilio  m  tempo  di  Giulio,  fu  deliberato ,  che  non  fé  ne  parlalTe  :  c< 
to  cio,fecero  alcuni  Prelati  inftanza  che  fi  diehiaratrc  j  ma  non  fu  riceuii 
le  contrarietà  delle  opinioni»  &perchc  la  maggior  parte  teneua  che! 
l'altra  opinione  foife  probabile:  ma,  per  eiiitarogni  difficoltà,  fuconc 
alcuni  fefcoHÌ  dire.  Che  fi  riceue  tutto  Chriflo,fonte  di  tutte  legratie.Si  preparauanoa] 
'vogliono  pur-  Q  VtfcouiperpartirdaTrento,  di  queUi,  che,  per  hauer  parlato  conmc 
^'^^  fecto,&;  ardore  della Refidenza,livedeuano  eiroii,«Sc  dubitauano,perfeuci 

di  qualche  graue  incontro:tra  quelli  era  Modena,  altre  volte  nominatcf 
to  di  buone  lettere  ,  &  finceracofcienza  :  quello  di  Viuiers  ;  &GiulioI 
Arciuefcouo  di  Surricnto  ;  6c  Pietro  Paolo  Coflazzaro  ,  Vcfcouo  di  Aq 
aitrijchehaueuano  da' Legati  ottenuto  licenza:  da  Mantoua,  per  vederg 
me  ami:i,che  gli  erano)  liberatisi  dagli  altri,  per  rimuouer  le  occafioni 
mafonofe.r-  ^^^i  Ma  l'Ambafciator  di  Portogallo  diiTioIlrò  a' Legati,  che  quello  fi 
'  ftato  con  detrimento  della  fama  del  Concilio,fapendofidatuttilacaufa»j 

partiuano  :  &  farebbe  flato  detto ,  che  non  vi  folTe  libertà  ;  che  farebbe  rj 
^c  o  con  poco  honore  dpi  Pontefice  :  onde  rifoluettero  di  fargli  kxmm. 


ero 


iJPio  un.  LIBRO     SESTO.  543 

y  ndcndo,che  quando  quelli  FoiTcìo  partiti,  altri  fi  preparauano  per  chic-     e i  o  i  o 
(iiza.  LXii. 

]  prendo  iLcgati  di  propone  gli  altri  arcicoli^pcr  ledifScokà,  chcprcuc- 
,  addì  tre  Luglio ,  gli  Amba! ciatori  Imperiali,  (^  Bauaro ,  fecero  inftan-  . 
■  ioDia  quelli  toilcL-o  detti  i  voti.  A  quello  effetto  tarca  il  dì  fceucnte  '  ^'[^,""7' /*- 
d:'gatione,gli  Anibalciatori  Franccli  prcicntarono  una  icnttura,ellor- (f,-^,„^^^g^ 

Padii  a  conceder  la  Cominunione  del  Calice ,  fondando  la  Tua  ri-  Calice^ 
[5 , con  dircChe  nelle  cofe  deiurepoJitiHo ,  come  qucfì:a,conaeniua condi- 
je  ,  &  non  oftinarfi  tanto  ,  ma  coniìdcrar  la  neceffità  del  tempo  ,  & 
i:  al  mondo  fcandalo,con  moftrariì  tanto  tenaci  in  confcruar  li  pre- 
imani ,  &:  negligenti  ncU'  oilcruanza  de'  diuini  ,  non  volendo  rifor- 
s:  in  fine,  richiefcro  che,qiialonque  detcrminatione  facclFcro,  folle 
nodata  sì, che  non  pregiudicailc  all'  uio  de'  Rè  di  Francia ,  che  nella  Tua 
i  rationericcuono  il  Calice:  !:c  al  coftumc  d'alcuni Monafterij  del  Rc- 
i  e  in  certi  tempi  lo  miniftrano.    Nella  Congregatione  però  altro  di  piii^ 
i  ecc  ,  fenon  che  furono  dati  fuori  tutti  ifei  capi  delia  dottrina ,  per  trat- 
tile legucnti. 
J arono  li  Lesati  attoniti,con(ìderata  refpofitionc  de' Franceri,compren-^  f^"°"*"* 

I  '  1      -    -.-         ^  •   •  1.  r  •   1  •      o      1  •  gelalia  i  Lev* 

IJ  he  {■olicro  uniti  con  gì  Imperiali  ,  &  che  tanto  maggiormente  come-  „•,  ia„ali  per 

1  0  caminar  con  cautione  :  &  ben  ponderando  li  motiui  de'  Francefi  d'ai-  deludono  gli 

i:  precetti  poritiui,auucrtHono,ciie  la  conceflione  del  Calice,  oltra  le  dif-  mieglìdtm: 

i  iLopoiì:c,tiraua  ieco  molte  altre  in  diucrfc  materie.Raccordauanli  lapc- 

:  àc  ì  matrimonio  de'  Preti  fatta  dal  Bauaro  ;  d^  che  due  giorni  inanzi ,  in 

i  >,.i!la  prefenzadi  molti  Prelati  inuitati,Lanfac,eirortandogli  acompia- 

ipcratorc  nella  ^etitione  del  Caliceli  lalciò  intcnderejche  la  Francia  de- 

:  ile  orationijollicij  diuin!,&  MelTcin  lingua  volgare  ;  &  che  foirero  le- 

1  i{;ure de' Santi ,  >?>:  conceiro  a'  Preti  il  potcrfi  maritare  :  «Se  conofccndo- 

)  hcilmentc  fi  fa  oftacolo  a'  principij,che  a'  progreflì,&  con  minor  flirica- 

'  bifcc  ringreiro,che  fi  (caccia  uno  di  caiajuifolfero  che  non  era  tempo  di 

.  lei  Calicc.Opcrarono  coi  Pagnano,  agente  del  Marchefe  di  Pefcara,  che 

t"  j/ilanza,  accio  non  fi  venillc  alla  detcrminatione,  prima,che  il  fuo  Rè 

)  aailatonntcrmifero  le  Congrcgationi  del  Tei  &  del  tettcper  trattar  quei 

lìcon  gP  Imperiali>chefi  contentallero  di  difterir  quella  materia: allcgan- 

i|rfe  ragioni,lapiu  concludente  dellcquali  era  la  breuità  del  tempcper  far 

i^apaci  che  la  conceffione  folle  neceilaria.  Finalmente,dopo  longa  trat- 

)|  «condifcefero  gli Ambafciadori  a  contentarfi  che  Ci  differiife  tutta  lapar-  ■ 

t  mte  a'  dogmi:ne  quello  piacendo  a'  Legati,infine  gli  Ambafciatori  con- 

i  :o,che fi  dilFerilfe  quel  folo  punto,facendo  però  métione  della  diladone 

qctojcon  promiffione  di  determinarne  una  alti'avoira.Reftaua  trattar  co^ 

cjìjdoue  trouaronopiu  facilità  che  non  credettero,dicendo  efTbChe  quel- 

>ina  cofadaloro  propofta,ne»ricercata;mafoloin  quella haueuano fatto 

c/a  agi'  Imperiali.  Superata  quella  diificokà,fi  diedero  a  formar  i  decreti, 

l^cioiipotelTe  co  maggior  preftezzaelTeguirejfeccrointcderechcsVolcdo. 


544  CONCILIO    DI  TRENTO        PapaPi  n 

J.J3    i3    alcuno  raccordare  qualche  cofa,  la  poneire  in  fcritto  ,  accio  non  fi  tarili 

LXii.     compoficionc. 

rìmoftrar.':^e         Nella  Congregatione degli  ottcDaniel  Barbaro, Patriarca  d'Aquile  , 

de  Framefi    f^o  voto  dilIcChceffendo  venuta  nuoua  dell'  accordo  di  Francia,&  douic 

.neglette.'  ^  per  ciò  credere  che  molti  Prelati  venirebbonojlaria bene  alpettar  di  trau 

dogmi  imo  al  loro  arriuorncellcndo  di  ciò  fatta  inftanza  da  altri,men(d3 

flciìì  Ambafciatori  Franc^rfbla  propofta  cadette  da  fc.  Nella  kguente  C  ig 

gationc  ,  Antonio  Agoftino ,  Vcicouo  di  Lerida ,  raccordò, che  folfc  lii 

nientionc  delle  conluetudini  di  Franciajfecondo  l'inllianza  degli  AmbaG  .t( 

poncndoui  parole  che  rileruallero  ipriuilegij  di  quel  Regno, Ibggior,  tu 

Che  ancora,  dopo  la  determinationedel  Concilio  diCoilanza,liGre  n 

fono  (lati  vietati  dal  communicarcol  Calice,  hauendolo  per  priuilegio  ju 

cgliha  veduto:ne  elTendo  feguito  da  altri,  che  da  Bernardo  del  Bene,  Fi  :i 

iWjVefcouo  di  Nimes,anco  quello  raccordo  fu  pollo  a  canto.  Dopo  l;  a 

gregationejl'Ambafciator  Ferrier  richiele  l'Agoftino  con  curiofità ,  del  i  ic 

autore,&  tempo  di  quel  priuilegiojilquale  hauendo  egli  riferito  a  Pa  I 

ma(b,ri(e  l'Ambafciatorcelfendo  cofa  certa,che  nella  Chiefa  Roman  ei 

anni  dopo  Damafojl'aftenerfì  dal  Calice  era  {limato  facrilcgio ,  &c  che  U  d 

Romano  delcriue  la  Comraimione  de'  Laici  iempre  col  Calice  ;  &c  che  1 3, 

M.C  e.  Innocentio  terzo  fa  mentione,  che  le  donne  riccueuano  il  la:  ic 

Chrifto  nella  Communione. 

àtfcorfo  del  ^^^'^  dieci,Leonardo  Aller,Thedci'co,Vcfcouo  titolar  di  Filadelfia,  a  1; 

refcotto  diri-  lafettimanainanzi,diccndoilfuo  votofoprai  decreti,  fece  una  digrefl  e 

ladelfìa,per  a-  guifad'oratione  formata,ricercando  li  Legati, &:  la  Sinodo,  che  s'afpetc.  r 

frettar  i The-  PrclatidiGermania,ufando diuerfe  ragioni  ;  &  frale  akre,tre,  che  furo  r 

dejm:  riceuute  dalla  Congregatione:cioè,  I.  Che  non  s'hauerebbe  potuto  e  n 

quel  Conciho  Generale  ,  doue  folfe  mancata  una  natione  intiera  pru  p 

della  Chriftianità.  II.  Cheilcaminarmanzi,fenzaafpettarla,farebbeui  £ 

pitar  i  negoti  j.  III.  Che  il  Pontefice  doueua  fcriuergli ,  &  chiamargli  p  ii 

larraente.Non  era  coniapeuole  il  buon  Padre  degli  otficij,  che  il  Ponte!  ;l 

ucua  fatto  per  mezzo  delDelfino,.?c  Commendone,rLioiNoncij,due  ann  u 

zi  in  Germania  :  &c  delle  rifpofte  fatte  loro  da'  Proteftanti ,  &  da'  Cato  il 

quelli,negando  volerej^  da  quefli,fcufandoiì  non  poter  trouarfial  Conc  a 

penfier  dimolti,che  dagli  Ambafciatori  Imperiali  folFe  flato  molFo  ;qua  p 

che  fi  differiua  di  rifoluer  la  propofta  del  Caiice,hai3erebbono  voluto  prò  ij 

il  rimanente  ancora. 

t^l  fregila, ^       Nella  feguente  Congregatione  furono  letti  noue  capi  di  riformatior  .| 

fefra  U  ordì-  ftabiliti:&; al  primo  di  far' ordinationi gratuite,  Alberto Duimio,Vefc  e 

nationtffo,'    y^gj j^  ^  ^-j^g ,  come  gionto  una  fettimana  prima ,  non  s'era  rrouato  a  tra  u 

'  quefta  materia,di{Iè,Che  teneua  quel  capo  per  molto  imperfettojfe  infien  n 

fi  ftatuiua,che  parimcte  a  RomajfireftalFe  d'eflìgger  pagamento  per  le  di  : 

di  riccuer  gli  ordini  fuori  de'  tempi,inajizi  l'etàjlenza  licenza  >  &  elTamin  i 

Oi 


LPielW.  LIBRO    SESTO.  ;4)  _____ 

iarIo>  &  fopra  le  frrcgolarirà,  «3c  altri  impedimenti  canonici.  Poiché  in  eia  i3 
:  fi  fanno  icgran  ipdc>chc  a  poucri  Vcjfcouijchc  per  il  più  non  hanno  lxH' 
viuerc,  fi  dà  una  picciola  limoiìnajlaqualc  egli  viuamete  [ci\t<i  che  fi  leui,  . 
ero  dando  al  mondo  quefto  fcandalo  di  decimarla  ruta  ,  8c  rubar  gli  ori, 
irgenti.Conqueftaoccafione  fi  eftefe  a  talfare  i  pagamenti,cheinRoma 
fauano  per  ogni  forte  di  difpenfa:  &  foggionfc ,  che",  quando  difpenfe  gli 
;ateprefcntatejOperordinationi,operaitrojha  coftumato  d'interrogare, 
juelle  haueuano  pagatoj  &  intefo  di  fi,  non  ha  mai  voluto  circguirne ,  ne 
ernc:che  io  diccuapubiicamente,perche  coli  era  debito  d'ogni  Vefcouo 
Alche  elfendo  rifpoftojche  di  quefto  s'era  già  parlato  in  Congregatione, 
uto  di  rimetter  qucfta  riioiutione  al  Papa  ,  ilqual  con  maggior  decoro 
ormar  gli  ufHcij  di  Roma;  replicò  il  Vefcouo  j  che  ne  haueua  parlato  la 
ima  paifata  in  Roma  più  volte  a  chi  poteua  prouederci ,  ma  particolar- 
ina  in  cafa  del  Cardinale  di  Perugia,  in  prefcnza  di  moki  Cardinali ,  & 
di  Gorte,&  detto  IcrtciFe  cofc  ;  da'  quali  fu  rifpofto ,  Che  erano  cofe  da 
e  in  Concilio:hora  intendendo  il  contrario,non  ne  parlerà  piu,poiche  Ci 
n'ouifionc  eifer  lafciara  a  Dio. 

nque  Chicle  al  fecondo  delle  ordinationi  a  titolo,  diilèjElTere  più  ne-  eddclnaut- 
proueder,fecondogli  antichi  inftituti ,  che  nilTuno  fia  ordinato  fenza  chiefe/^p^a  u. 
:ufficio,chefenzaentrata,eirendo  di  fcandalo  ccccdluo ,  che  fi  vedano  «^<^'^tìoniz 
rfiPreti,nonpcr  feruir  aDio>&  alle  Chiefe,  maper goder'  un  ocio  con-       "* 
on molto lullos^ una  buona  entrata: che  a  quefto  la  Sinodo  doucua 
)irito,&trouar  modo  che  nilfuna  perfonaEcdefiafticafolfe  nondedi- 
iialche  minifterio,per  hauer  egli  oireruato  ,  che  in  Roma  ,  in  quefti 
tempi,fonoftatidariVefcouatiad  alcuni ,  folamcnteperpromuouer- 
liin  breuetempo  gli  hanno  refignati,reftando  Vei'coui  titolarifola- 
■rTambitione  della  degnità:laqual  inucntione  l'antichità  hauerebbc 
,comepeftifera.Al  quarto  capo,deldiuidcrlcParochialigrandi,&nu-  ^fopvx  U  di- 
.opo  hauer  lodato  il  Decrcto,aggionfe,  che  era  più  neccifario  diuider  li  ^^P°^^^^^* 
:igrandi  per  potergli  gouernare:allegando,  che  inOngaria  ve  ne  fono  ^^"^  '*' 
co  miglia  di  longhezza,quali  non  poifono  c{Ièryifitati,&'ben  retti  da 
:quali  cofe  non  fiu'ono  ben'  interpretate  da^H  adherenti  Romani ,  pa- 
e  tutti  folfcro  volti  a  rinouar  la  trattatione  della  refidenza, 

ancora  peggio!  fodisfattione  il  Vefcouo  di  Sidonia,  della  mcdefima  tid  sidonia, 
proponcrldojfotto  mctafore,la  riform.a dell'  iftcìro  Pontefice,dicendo,  fi^ra  U  rifor- 
f  Ipoteiianoleuatletcneijre  dalle  ftcllcfe  non  leuatcle  prima  dal  Sole;  ^Mìonc  M 
ili  ir  il  corpo  infermojlafciando  le  indifpofitioni  nel  capo,che  le  influifce  ^*^*' 

JTiembra.Et  fopra  l'ultimo  capo  de'Qucftuarijjdille,  Non  elièrdegnirà 
ilio,ne  utilità  della  Chiefa,incomminciar  la  riforma  dalle  cofc  mini- 
la fi  trattar  prima  delle  cofe  d'importanza,  &:  riformar  prima  gli  ordini 
if ,  &poi  gì'  inferiori: allequali  fentcnze  parcua  che  corrifpondcircro 
J  latiSpagnuoli,&  qualche  Italiani  ancora.Ma,parte,condirc,che  quei 
f^jià^rano  formatijj&chc  il  tempo  fino  alla  Seflìone,che  era  di  tre  gi<if- 

Zzx 


5^6  CONCILIO   DI   TRENTO.  P^paP 

ci:?  1 3  ni»non  comporraua  che  fi  poteirtro  digerire  nuoue  inarcrie;paire,con  fa 
Lxii.  cppohcionijchcripotcuajallecoledctceda  qucfti;(^:con  ailicurarc  che 
tehcchauercbbc  fatto  una  ftrccrifliina riforma  nella  CoiTc,li  rimedij  aj 
deliaqualc  meglio  Iiporeiiano  &dilccrncre  de  applicare  a  Ron-<a,doL5c  i'j 
tà  è  meglio  conotciutajchc  in  Concilio.  E  con  altre  tali  ragioni  furon 
le  proLulìoni  raccordate  da  quefti,(3<:  da  altri  PrelatÌ5&  furono  farti  cont 
noae  articoli  per  air  hora. 

fropofia  dire-       Ma,finita  la  ConG[rccratione,iLciTatij&  altri  Pontifici hrimaftiinfieiii 
le'  '{,;"■''  k  cole  udite,  dilcorlero  ,  Che  crciccuaognidì  l'ardire  de'  Prelati,  a 
nuoue,6rreditiote,(cnzarirpettojche  lì  doueuachiamare,non  libertà,! 
pa  liccnza:&  li  Theologi  ancorajcon  la  longhezza  deMire,  occupauan  ^ 
iltcmpo,contraftandotraloro  di  niente, &  palfando  Ipello  alleimpc;i 
chejfegiiendocoil,noniìvederà  mai  il  finedelConcilio:&oltraciò,cj 
ricolcche  il,dirordines'aumenti,&  produca  qualche  iìnillro  eftetto.C 
BattiftaCaftellcPromotor^,  chchaueua  eiPercitato  riftello  ufficio  r 
cedente  ridottione  fotto  Giulio5raccordc),che  il  Cardinale  Crefcenf 
quando!  Prelati  ufciuano  dalle  materie  propofte,ienza  rifpctto  interrc 
éi.  troncar  anco  il  filo  del  ragionamento,^  a  troppo  proliffi  farglielo  ; 
re,&  alcune  volte  imporgli  anco  filentio:che  una,o  due  volte  coi!  face 
al  prefentejs'abbreuiarebbono  gli  affari  del  Concilio,^  ifleuercbbon 
lìoni  ài  ragionamenti  impertinenti.Al  Cardinale  Varmienfe  non  pia 
ftoraccordo:e  diircChcsfeCrefcentiori  gouernauain  quella  guifa,nc 
uiglia,  fc  la  Maeftà  diuina  non  habbia  dato  buon  progrcifo  a  quel 
Chcniirunacofaè  più  necellaria  ad  una  Sinodo  Chriftiana^chc  lai; 
leggendo  li  Concili)  de'  migliori  tempijfi  vcdpno  ne' principi)  d'effic 
ni,&  difcordicetiandio  inpreienzadcgrimperatori,potentiffimi  in 
pi,lequali,per  opera  dello  Spirito  Santo,infine  tornauano  inconcord 
le;&  quello  era  il  miracolo,che  faceua acquetar  il  modo.  EccclTiuc  eff 
contentioninel  Niccno  Concilio,  &  nell'Efeiìno  eirorbitantiflìme: 
marauiglia,che al prefcnte villano  qualche difpareri  maneggiati  con 
uili:chivorrà,per  mezzi  humani,&;  violenti, ouuiargli,  farà  che  il  ir 
mando  il  Concilio  non  libero,gli  perderà  il  credito:  elfer  bene  rimert 
che  vuol'  elfo  reggere  i  Concili),  &  moderargli  animi  de'  congregai 
fuoJl  Cardinale  di  Mantoua  approuò  il  parer  del  Varmienfe,&  bialm< 
to  di  Crei'ccntio,lbggiongendo,  che  però  non  era  contrario  alla  1 
Concilio  con  Decreti  moderar  gli  abufì,con  prefcriucre  l'ordine  di  p; 
tempo,diftribuendoaciafcunolaparrefua.Quefto  fu  anco  dal  Vaimi 
to»3c  reftaronojchcfatta  la  Seflìoncfi  darebbe  ordine  a  quefto. 

SBcolùfo^r»'     Ma,poiche  gl'Imperiali  furono  fuori  di  fperanza  d'ottener  il  Calie 

ttk Soffiami  lorointereiTi,!!  Francefì,con  alquanti  prelati,  faceuano  ogni  opera 
impedimenti  accio  nella  Seflione  de' fedici,non  fi  facefle  altro  ched 
feguente ,  come  già  due  volte  s'era  fatto.  Et  li  Legati ,  per  euitarla 
s'atfaticauano  con  ogni  fpiritopper  ftabilire  k  cofe>iI  ch<e  pubiicallerc 


Pio  uri.  L  I  B  R  O   S  E  S  T  O.  HT  .__.._ 

.Ila  Coaimiin  ioncj^v:  li  none  di  riforma.  Qucfti  ccrcauaiio  ài  nmuoLicrc,     ci  ^  i  < 
li  d'inccrporix  ogni  difficoltà:  con  quelli  fìm>rcftandofolo  due  giorni  ai-        Lxii. 
onci]  fece  Congregationcla  mattina  de'  quattordicirnell'  ingrcilo  deila- 
Granata  fece  initanza  a'  Legatile  hcjattefa  l'impoiTanza  della  matcria,chc 
L  Lia  da  tratrarcprorogairero  la  Scflìoncj  Se  fece  come  una  orationcin  mo- 
iLiante  difficoltà  rcftauano  ancora  in  piedi,  ncccllarie  da  elTer  decife.  I 
,  rifóluti  incontraiio,non  admifcro  ragione  alcuna.  Se  diedero  principio  efopraldt^ 
ime  della  dottrina,leggcndofi  il  primo  capo  uSrgionto  a  quei  luogo,  do-  <:»'«»• 
cCjNon poterfi  inferu'e  la  communionedeilangue,per  quclleparoledel 
e  inS.Giouanni ,  Se  non  mangiarcre  la  carne  dei  Figlio  dell' huomo,& 
teli  fuo  rangue,<S:c.  entrò Granata,dicendo,  clic quclpairo  non  pariaua 
ramento,ma della  fedcfotto  metafora  òi  nutrimento  ,  allegando  il  con- 
:  portando  refpofìtione  di  molti  Padri,&  di  S. Agoftino  in  particolarc.il 
aie  Seripandofi  diede  ad  efporquel  pairo,come  fé  leggcifc  in  Cathedra, 
Lia  ciie  ognuno  rcftaire  fodisfatto  :  ma, ritornando  Granata  a  replicare 
ggior  vehcmejiza,  &  in  fine  riclnedcndo  che  fé  gli  aggiongelfe  una  am- 

,  dicendo ,  Che  per  quelle  parole  non  fi  potcua  inferir  la  comraunionc 
iccintefe  come  fi  volctrcfccondo  varie  cfpofìtioni  de'  Padri.  Quella  ag- 
id  alcuni  Padri  nonpiaccua,ad  altri  non  importaua,  ma  pareua  ftrano, 
joconclufe  le  cofcYenilfe  uno,con  aggionte  nonnecelTarica  ttubare  ic 
3ilite,&  furono  cinquantafettcche  diilèro  NonplacetMa,  per  venir  ai  fi- 
ggati il  contentarono,  clie  vi  folfe  aggionta  la  claufula,  che  ben  pare  in- 
n  forza,&  nei  Latino  incommincia,  FtcHWi^He  mxta  varias. 
"econdo  capo,chc  trattadell'  autOkrità  deliaChiefa  fopra  li  Sacramenti, 
Dfiad  unpalfo,  che  ella  haueiia  potuto  mutar  l'ufo  dei  Calice  con  i'ef- 
dellamutatione  delia  forma  dei  Battcfmo,  Giacomo  Giberto,  Vefcouo 

fileuò,edi^re,cheerauna  biaftema,  che  la  forma  del  Battefmocra  im- 
.e,che  mai  fu  mutata,  &  che  neii'eilentiai  de' Sacramenti,  che  ciafor- 

!i  materia,non  vi  è  alcuna  autorità.  Sopra  di  che  elTendo  fatte  molte  pa- 
<jrcorJtraÀn  finefirifoiuè  di  ieuar  quella  particola.  Cofa  ionga farebbe 
quante  cole  furono  dette,da  chi  per  metter  impedimenti,da  chi  per  non 
Wsntendo  gii  altri  parlare.E  naturalcquado  una  moltitudine  èinmoto,il 
i  ra  a  chi  più  fifcoira,  ne  mai  fi  raccoglie  un  Collegio  di  ottimati  cofi 
t(  :he  non  fi  diuida  in  perfonaggi,&  plebe.  La  patienza ,  Se  rifoiucione  de* 
it  Liperò  le  ditficoltà  j  fi  che  nella  Congregatione  delia  fera  furono  (labili- 
/idi dottrina,  &  gii  Anathematifmi j  con  tutto,  cheiiCardinaie  Var- 
il  fé  ben  con  buon  zelo,frapofe  elfo  ancora  difficoltà,  a  petitione  d'alcuni 
'  i,quali  rauuertirono,clie  nel  terzo  capo  della  dottrina,  dicendoli ,  Li 


31? 


1  3n  ci 


iTcr  defraudati  d'alcuna  gratianeceifaria  alla  faiute,  riceuendo  una 
li;:ie:fidaua grand'  occafionedidifpute  :  perche,  non elTendo  l'Eucanftia 
li  Mito  necelfario,con  queliaragione  fi  potrebbe  inferire,  che  la  Chiefa  la 
a  cuar  tutta.  Et  molti  Prelati  adherirono  a  quel  raccordo ,  dimandando 
ij-ormalfcpcuhe  la  ragioacallegata  comra,  era  euidentiffima ,  Se  irrcfo- 

zzz  ^ 


548  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio  Hi 

"ci^   1^    lubile5&:  con  tlifhcokà  fi  fecmò  il  moto  dal  Cardinale  Sim onera ,  con  dire  ;h 
1.XII*     per  lafcguenttCongregatione  folle  portato  in  fcritto  inminuta  come  s'iii 
rebbe  donato  riformarlo. 

In  quella  Congregatione  nuoua  occafìone  di  difgufti  portò  il  Cinque  (\i 
fcllqual'  elTcndo  llato  amm.onito,faori  della  Congregatione,  per  le  parol  ie 
te>che  inRoma  ildauano  Vefcouatifoloperpromuouerle  pcrlone,  ritou; 
quel  ragionamentOjfacendolifopra  longo  diicorfo»  come  per  dichiarate  (ì 
intentionejcon  modo  chcpareua  dilcuia,maeraconferraacionedcllecollc 
rccon  fine  del  ragionamento,che  fu  una  eirortatione  a  Padri  a  dire  i  vot  o; 
liberamente5fenza  rifpetto.Reftò  Simoneta  aliai  alteraro,per  li  fucceiri  di  (  el 
Congregatione,laqual  finita ,  al  Varmienfe  dimoftrò  quanto  foife  conte  a 
feruitio  della  Sede  Apoftolica  afcoltar  la  impertinenza  de'  Theologi ,  hu^  y 
lolitifolamenrealibri  di  fpeculatione,  &peril  più,  vanefottilità,  lequ  e 
(limano,  &  pur  fono  chimere:  di  che  ne  può  pjcnderpruoua,  pere  he  no  :o 
cordano  tra  loro:  già  tanti  d'eflì  hauer'approuato  quel  capo  lenza  con  d 
tione,&  hora  venir'  alcuni  con  nuoui  partiti,  quali,  quando  fi  farà  afril  ti 
faranno  da  altri  contradetti:  effer  e  ofa  chiara,  che,  dicafi  qual  parola  fi  k 
dagli  amoreuoli,  farà  difefa,  &  dagli  auuerf^ij  oppugnata  :  poco  più  o  n:  o 
cure,poco  importa  ;  ma  che ,  dopo  hauefintimato  due  Seflìoni ,  &  nieni  )j 
rato,  fi  faccia  riftclTo  in  'quella  terza,quefl:o  efier  quello ,  che  farà  perder'  n 
perabilmente  il  credito  al  Concilio  j  che  a  quello  bifogna  attendere  a  fa  u 
che  cofa-Rello  conuinto  il  Varmienfe,&  rifpofe.  Che  tutto  era  flato  da  f 
to  per  bene,  elTendogliinuiati  quei  Theologi  dagli  Ambaiciatori  dell' li  e: 
tore:s'àccorfe  Simoneta,  che  labontà  di  quel  Prelato  era  abufata  dall' ac(  n 
za  altrui  ;  &  communicò  anco  con  gli  altri  Legati  il  dubio,  che  dagl'  hv  d 
nonglifofie  canato  qualche  cofa,  arcana  di  boccai&  appontò  con  loro  d  u 
tirnelo  con  buona  occafione.. 

L'ultimo  giorno  ancora  hebbe  qualcheincontri,  perche  il  Vefcouo  ì 
mes,cofi  indotto  dagli  Ambafciatori  Francefi,fece  inftanza,chenelpri  )i 
pò  della riforma,doue  fi  concede  al  Notario,  per  le  patenti  degli  Ordini,  i\ 
mento  ,  non  folle  pregiudicato  alla  confuetudine  di  Francia,  chenie; 
vien  dato.  Fu  feguito  in  ciò  da  alcuni  Spa^nuoli,  &  furono  fodisfatti,  a:  ic 
gendo  nel  decreto,che  la  confuetudine  folle  faluata.  Altre  mutationi  d  "Q 
momento  furono  richielìe,  &c  tutte  concellè ,  Se  melTo  il  tutto  in  punto,  r 
ner  la  Sellìone  la  mattina:  li  Legati  fi  leuarono  per  partirfi,  ma  Arias  G  q 
Vefcouo  di  Girone,fattofegli  inanzi,gli  fermò, &  dilFe,  Che  fedelfercSi:  u 
fero.  Si  rifguardarono  l'un  l'altro  ^  ma  il  defiderio  di  far  la  Sefiìonc  1'; 
fegnò  la  patienza.  Sedettero,  con  difgufto  di  molti  Prelati ,  maflìme  d  2 
te  :  &  il  Vefcouo , fatto  leggere  il  capo  delle  dillributioni ,  diife  ,  Parerg  o 
ardua,  che  fi  conceda  al  Vefcouo  di  pigliar  la  terza  parte  delle  preben  > 
conuejrtirle  in  dillributioni:  che  già  tutto  eradillributioni,&:  per  abufo  o 
fatte  le  prcbend€:&  che  il  Vefcouo  da  Dio  ha  l'autorità  di  tornar  li  mal  ii 
'buoni  jinUjchi;nojieirergiufto,che,C9l  dar  il  Concilio  al  Vcfcouolaterz" 


Pio  IIII.  L  I  B  R  O   S  E  S  T  O.  549 

itorità  che  ha,lcaarglienei  due  terzi.  PeròfidichiarafTcchc  hanno  i  Vef-  ci^     ci 
■npla  facoltà  di  coiuiertire  in  diftnbucioni  quanto  a  loro  pare  conuenien-       ixii. 
crollò  quella  lentenza  l'Arciuclcouo  di  Praga,con  altre  ragioni,&  pareua? 
)n  la  faecia,gli  altri  Spngnuolimoftrairero  d'alTcntire.  Ma  il  Cardinale  di 
ouajodata  molto  la  pietà  di  quc'  Vefcoui,  affermato  che  quelfoflè  punto 
) d'elfcr confultato  dalla  Sinodo,promifc,pcr  nome  commune  de' Legati, 
i  one  cofi  conicnfoda  loro,che  (e  ne  farebbe  parlato  la  Sefllone  fegueiite. 
i  line  il  dì  fedicijtSc  con  le  folite  ceremonie  andarono  li  Legati,  Ambafcia-f  «'"''«  ■$"«/?"- 
:  Prelati>allaChicfa.NellaMeiranonèda  tacere,  che  fu  fatto  il  Sermone  ««•-^«/woBe 
:fcouo  di  Thiano ,  ilquale  non  hebbe  rifguardo ,  con  tutto  che  fi  foifc   ^  .T!f^^  . 
fo  di  non  parlare  per  all'  hora  di  conceder  il  Calicca  prender  perfoggetto 
t  materia  fola,&:  difcorrcre  che  l'ufo  del  Calice  fu  comimune,mentre  durò 
trdicarità:maquellodiminuiro,(uccedcndo  inconuenienti  per  la  nec^li- 
d'alcuni,non  fu  l'ufo  di  quello  interdetto,ma  folo  fu  infegnato ,  efìTer  mi- 
ale  l'aftencrfene  a  quelli,che  difficilmente poteuano  fchifare  rirreucren- 
il'eflempio  de' quali  altri  in  progrcflb  ,  per  non  ubligarfi  alla  diligenza, 
ftennero.Lodò  ne' primi  rcllempio  memorabile  dipietà,  biafmò  l'impie- 
nodcrni  nouatori,che,perhauerlo,hanno  cofì  grand'  incendio  eccitato: 
)  h  Padri  alla  pictà,(Sc  ad  eftingucr  l'incendio, &  non  comportare,che  pei* 
slpatutto'l  mondo  abbrugi,condifcendino  alla  imbecillità  de'  figli,  che 
iTiandano  altro  che  il  fanguc  di  Chriftoigli  ammonì  a  non  hauer  laperdi- 
mteprouincicvS:  regni, per  iattura  leggiera  :&  poiché  hora,  con  tanto 
do  èrichicfto  quel  benedetto  fangue ,  non  temino  che  s'habbia  da  ufare 

Ia  negligenza ,  per  quale  fu  tralaiciato  ,  ma  lo  concedino  :  imperoche 
ononglivuolcofitcnactnella  propria  openione,che  mantengano  tra  li 
ianiuna  difcordia  tanto  pernitiofa  per  quel  fangue,checgliba  iparfoper 
utti  in  ftrettiflima  carità. Pafsò  deliramente  ad  una  elTortationeallarc/ì- 
,5c  finì  con  poco  gufto  de'  Legatij&:  altri,  che  defis^rauano  metter  in  lì- 
ti quelle  materie. 

D  pò  finite  le  ccrcmonie,fu  dal  celebrante  letta  la  dottrina  in  quattro  Capi,  ^'<^to  dtil* 
\  lenti  in  foftanzatChe  la  Sinodo,  andando  attorno  molti  en-ori  circa  il  "'"'»«»»o»e 
:t  r.ento  deli'  Eucariftia,ha  deliberato  elpor  quello  che  tocca  alla  Commu-  tf  f '*(|/"iV 
iifnù Htra^uCiSc  dt  fanciulli, prohibendo  a  tutti  li  fedeli  di  credere,  infe-  '  ^   ^ 
ii  0  predicar'  altrimenti.  Per  taiuo,feguendo  il  giudicio,  3c  confuetudinc 
lChiefa,dichiara,che  i  Laici>5<:  Chierici  non  celebranti,non  fono  ubligati 
i:un  diuino  precetto  a  communicareT^^  utra^ue^Sc  non  poterli  dubitar, 
1;  i  fedcche  la  Communionc  d'una  fola  Ipecie  nonbafti:che,feben  Chrifto 
1  ituito,5«:  dato  il  Sacramento  fotto  due  fpecie,da  queftonon  s'ha  da  infc- 
■^  e  tutti  fiano  ubligati  a  riceuerlorue  meno  quello  lì  può  inferire  dal  Scr- 
n  di  Nollro  Signore  narrato  nel  fello  capo  di  S.  Giouannijdoue,febenfono  ■ 
,  che  nominano  ambe  le  fpecie,ve  ne  fonoanco,che  nominano  quella 
l'I  pane.  Dichiara  oltre  ciojclfer  Hata  femore  nella  Chiefapotellàdi  far 
Wofleueila  d;fpenfatione  dc'SacraiTienti,faiuala  foftanza:  ilehepuo  caua'* 

Zz2     iij 


Cl3      1^ 
LXII. 


,So  CONCILIO  DI  TREMITO  Papa  Pio 

re  in  generale  dalle  parole  di  S.Paolo^chei  iTnnirtridiChriftofonocIifpcnG 

ÒQ  linieri)  di  Dio:&  in  Ipccialc  ncU'  Euchariftia ,  l'opra  lacuale  Ci  rilttuò 

ordini  a  bocca. Che  la  Chicfajconolccndo  quella  ina  aiuoricà  jfc  ben  dalf 

cipio  era  Frequente  l'ufo  d'ambe  le  (pcciejnondifneno, mutata  quellaconfu 

dinepcrgiufte  caufchaapprouaco  qucft'  altradi  commanicar  con  una;laq, 

niikin  può  mutare  jfenza  l'autorità  della  m.edelìma  Chiefa.  Dichiara  in  e 

chc/ocuo  ciafcuna  delle  fpecicfiriceue  tutto  Chrifto,&  il  vero  Sacramente 

chi  ne  riccue  una  fola,  nò  è  defraudato  d'alcuna  gratia  necclEuia  alla  falute^ 

quello  che  al  frutto  s'afpetta.  Finalmente  infegna ,  che  i  fanciulli ,  inanzi  il 

della  ragione,non  fono  ubligati  alla  CommunioneSacramentalejnon  pere  j 

in  quella  età  perder  la  gratia:  non  condannando  però  l'antichità  del  conti  i 

coftume  in  qualche  luoghi  feruato > douendofi  lenza  dubio  credere,  che  ] 

egliamths'    habbiano  fatto  cio,pcr  neceflìtà  di  falute,ma  per  altra  caufa  probabile.  In  j 

matifmn         formità  di  qucfta  dottrina  furono  letti  quattro.  Anathcmatifmi:  I.  Cci 

chidirà>che  tutti  i  fedeli  fono  tenuti, per  precetto  diuinco  per  neceflìtàii 

lutea  riceuer  tutte  due  lefpeciedeli'Euchariftia.  II.  Che  la  Chiefa  Cat<  e 

nonhabbiahauuto  giuftecaufe  dicommunicarli  Laici,  &  non  celebranti  >; 

la  fola  fpecic  del  pane  ,  onero  in  ciò  habbia  errato.  III.  Contra  chi  ncg  r 

chcjfotto  lafolafpeciedel  pane,tuttoChrifto,fonte,&  autore  di  tuttelegi  e 

,        ,  fìa  riceuuto.  IIII.  Contra  chi  dirà  ,  la  Comm unione  dell'  Euchariftia  e 

'deUa  riferna   nccclTaria  a'  fanciuUijinanzi  Tufo  della  ragione.  Dopo  qucfto,fu  anco  lctt<  n 

di  int  artìcoli:  altro  decreto,  dicendo ,  Che  la  Sinodo  fi  rifcrua,con  la  prima  occafioncd  à 

minare  ,  &  deffìnir  doi  altri  articoli ,  non  ancora  dilcuflì ,  cioè  ,  Se  1  a 

gioni  ,  per  quali  la  Chiefa  ha  communicato  lotto  una  fpecie  ,  debbon  ;f 

ler  ancora  ritenute  ,  &  non  concelfo  il  Calice  ad  alcuno  :  &  fé  ,  pan  iq 

che  fi  podi  concedere  per  honeftc  ragioni,  con  qual  conditione  ciò  fi  t 

bia  fare. 

dueGtfnìù  Mentre  la  Meifa  fi  canto ,  Alfonfo  Salmerone,  &  Francefco  della  Torre,  e 

tnmuona  dif-  fuiti,feccro  difcorfo,uno  col  Varmienfe,&  l'altro  colMadruccio,ftandogl  ie 

SeK    '  **     ^^^  ^^  fcdie,  che  nel  primo  capo  della  dottrina  s'era  parlato  con  ofcurità  ir  3\ 

teria  dell' inftitutione  del  Sacramento  nell'ultima  Cena fotto  due  fpeciej&  ic 

bifognaua parlar' all'  aperta^dicendo,  Che  Chrifto  l'haueua inftituito  perg  i- 

poft oli,  &  per  i  facrifìcanti  folamente,non  per  tutti  i  fedeli  :  che  qiiefta  dai  la 

era  neceiraria  rimetterla  dentro,per  leuar  a'  Carolici  ogni  dubio ,  &:  agli  he  :i- 

ci  ogni  anfa  d'opporfl,&  calunniare  :  che  e{Iì,coi'ne  Theologi  mandati  dal  ]  n- 

tefice,non  poteuano  reftare  d'auifare  m  cofa  di  tanta  importanza ,  &  fecero  )(\ 

grand' inftanzajmaflìmeSalmeronjchc  con  Varmienfe  trattaua,che,fìnitaL  't- 

tione  del  decreto,quefto  prima,&  Madruccio  feguendolo,  fecero  lapropoi  o- 

nc:laquale  a  molti  piacque,  ma  dalla  maggior  parte  fu  ripudiata,  non  per  1  in 

fe,ma  per  il  modo  di  proporla  alla  fprouifta,fenza  dar  tempo  di  penfarc.  F  la 

fìeilàcaufanon  piacque  agli  altri  Legati:  ma,  per  decoro  del  luogo,  fenzai  g- 

gior  moto,  dilFero,  e  he  s'hauerebbc  riferuato  alla  feguente  Scflìone,  nella  tr  :a- 

tione  de'  4oi  articoli  riiiianenti, 


>|paPioII1I.  libro   sesto.  551^^ 

l-iirono  dopo  letti  li  none  Capi  di  riforma  :Chc,per  la  collationc  degli  Or-    cio    io 
JjijDimillaricj  Teilinioniali, Sigillo, o altro ;il  Vcicouco  Tuoi  minilhi,iion       lxii. 
p  lino  riccucr  cola  alcuna  5  ancorché  ipoiitaneamente  offerta.  I  Notarijjdoiie  decreto  dì  rì- 
Jicconfuetudincdmon  riccucrc  ,  &doacnon  hanno  faiaricpoffinorice--^"™''-' 
d  un  decimo  di  fendo.  Che  niilim  Chierico  fecolarcie  ben'  idoneo,  fiapro- 
d  ifo  ad  Orduie  facrojfe  non  ha  beneficio ,  patrimonio ,  o  pendone  fufHcientc 
rJ  viucre:&  il  beneficio  non  podi  cil'er  rinonciato,  ne  lapenfìone  cftinta,  ne  il 
tJrimonio  alienato,fenza  licenza  del  Vefcouo.  Che,  nelle  Cathedrali,  &  Col- 
|diate,doue  diftributioni  non  vi  iono,o  (ono  teniihpolTi  il  Vefcouo  conuertir' 
ii]aelle  la  terza  parte  de'  frutti  delle  Prebende.  Che  nelle  Parochiali  di  nume- 
opopololiVefcouicoftringano  li  Rettori  a  pigliar' aiuti  d'altri  Sacerdoti; 
quellejchefonograndidil'pacio,fianodiuifc,  ^prouifìe  di  Rettori  nuom,fe 
ibifogno,anco  colhingendo  il popoloacon!^riD|.iirc. Che iVcfconi pollino 
re  perpetuamente  li  benefici)  Curati  3  &:nonCuraci,  perpoucrtà>  de  altre 
tj.fc  giuridiche.  Che  a'Parochi  imperiti  li  Vefcoui  diano  coadiutori,  .Srcafti- 
'  noglifcandalofi.  Cheli  Veicouipofllno ridurre i  beneficij  delle Chiefevec- 
e,  &ruinofe  ad  altre  j&fiirreftaurar  le  parochiali,  coftringendo  anco  ilpo- 
o  alla  fabrica.    Che  pollino  vifitar  tutti  i  beneficij,  che  fono  incommcn- 
Che  ila  Icuato  in  ogni  luogo  il  nome,ufficio,&  ulb  di  Qocflore.  Et  in  fi- 
fu  ordinata  la  Scdìone  pcrlidicefette  del  mefc  di  Settembre,  con  dichiara- 
le ,  che  la  Smodo ,  etiandio  in  Congrcgatione  generale, podi  abbreuiare,»?c 
•ngar  ad  arbitrio,colì  quel  terminccome  ogni  altro ,  che  li  allignerà  alle  fe- 
nti  Sefiioni. 
t  Non  furono  le  attioni  di  qucfto  Concilio  in  tanta  efpettatione  ne' paflàri  ghtdicij  di 

Itpi,quanto  al prefente, clfendo  conuenuti  tutti  i  Prencipi  in  richiederlo,  ma-  ^^f^ftiSeffio- 
2  Ambafciarie, d'ogni  Regione  congregato  numero  di  prelati  grande,  8c"^' 
Ij  druplo  di  quellojche  fu  per  inanzi:&,quello  che  più  era  ftimatcelfendo  fta- 
j  latoprincipiogiàfeimc/ij&quelliconiummati inquotidiane, &  continue 
i  tationuconilpeditione  di  molti  corrieri,  &.prelati, da  Roma  a  Trento,^ 
)  Trento  a  Roma.  Ma ,  quando  vfcì  in  ftampa  la  Scffione,  con  una  lingua  da 
p  :i  era  memorato  il  proucrbio  Latino  del  parto  delle  montagne  :  particolar- 
3  atela  dilationede'due^-ticoli  eranotata:parendo  marauiglia,che,hauendo 
1 1  quattro  Anathematifmi  fatto  quattro  articoli  di  fede ,  non  haueilèpotuto 
I  hiarare  quello  di  conceder  l'ufo  del  QaìicedemreEccie/lafiico.  A  moltipare- 
1  mecche  quello  doueife  elTer  trattato  prima,  poichcquandofoffeftato  con- 
;  Weifauano  tutte  le  difpute.  Il  terzo  capo  della  dottrina  fu  airai  considerato 
li  la  conclufione,  che,riceuendo  il  folo  corpo  di  Chrifto ,  non  è  fraudato  ilfe- 
Ijsdi gratia neceifariaiparendo  una confedione ,  che fiperdi  gratianon necef- 
^a:(5c  qui  fi  dubitaua,fe  vi  fiaautorità  humana ,  che  podi  impedire  la  gratia  di 
!j)fopiabondante,  &;non  neceiraria:&  quando  ben  potcdè ,  fé  la  carità  con- 
:j  e  quelli  impedimenti  al  bene.  Duecofefopra  le  altre  diedero  a  parlar' adài: 
'|ia,robligatione  importa  di  credere  che  l'antichità  non  tenelFe  per  necelFaria 
a  omraunione  de'  putti  j  perche?  doue  fi  tratta  di  verità  d'hiftoria?  è  cofa  di  fat^ 


5)2  CONCILIO    DI  TRENTO.  Papa  P 


.  ^  10 

ci^   IO    rosiS:  dipalTatOjdoiic  non  vale  d'haiicr  autoricàjchenonpuo  alterare  lecoi 
Lxii.     factcj  mac  colìnoto  a  chi  legge  S.Agoftino,  cheinnoue  luoghi,  non  coi 
paiol.i,fna  condi("corro,a(rcLÌlcela  neccflìcà  dell' Euchaiiltia per  li  fanciull 
doi  d'edì  la  uguagliano  allanecefilcà  del  Baccefmo  ;  anzi  più  d'una  volta  ^ 
che  la  mcderima  Chicfa  Romana  l'ha  cenuta5&  definita  per  neceliària  alla 
tede'  fliiiciulii:i!?c  iJlegaperqucfto  Innocenzo  Pontefice,  lacuiEpiftola  i 
ancoi"a,doue  chiaramente  parla.  Etfì  marauJgliauano,come  il  Concilio, { 
neceduà,!!  folle  impedito  in  quello  fenza  effito,^  con  pericolo  che  altri  d: 
fcjOlnnocenzo,o  il  ConciHohauer' errato.  L'altro  era  il  fecondo  Anathi 
tilmo, con  la  dichiaratione,che  lìahcretico  chi  dice  la  Chiefanoneirerfi)^ 
iadagiuftecaurcacoramunicarefenza  il  Calice,  che  è  fondar' un  artico' 
fede  fopra  unfatto  humano  :&  haueuanoper  cofa  molto  mirabile  ,confcH 
che  l'huomo  non  e  tenuto  ad  oiferuar  il  Decreto  ,  fenon  de  iurehumano  j 
creder  che  fia  giufì:o,è  ubligato  de  ture  diurno ,  &  poner  per  articoli  di  fede, 
che  (ì  mutano  alla  giorjiata.  Altri  ancora  aggiongcuano ,  che  fé  vi  erano  qi 
tanto  giufte  caufe,  conueniua  dirle,  &  non  coftringer gli huo mani  con  tei 
a  credcre,ma  conperfuafione  :  che  veramente  quello  era  un  fìgnorcggiare 
deche  San  Paolo  tanto  detefta.SopraiCapi  della  riforma,  generalmente 
ccua,che  nonpoteuano  eiTer  toccati  particolari  più  lcggicri,ne  più  leggieri 
te  :  &  che  era  imitato  quel  medico,  ilqual  \t\.  corpo  tiiìco,  attende  a  cnn 
prurito:  &quel  metter  mano  per  forza  nella  boria  del  popolo,  per  fpefi 
•CuratOjO  pcrrcftaurarChiefcpareua  cofa molto ftrana,  &:  quanto  alla  fo 
za,  *?c  quanto  al  modo  :  quanto  alla  foftanza  ,  per  eifer  fuperfluamente  rie 
..Clero  ,&:  più  tofto  debitore  a'Laiciperdiuerri,&  euidentirifpetti:  quan 
imadcperche ne  Chrifto,  negli  Apoftoli mai pretefero  coftringereaconti 
tioni ,  ma  ben  diedero  facoltà  di  riceuer  le  volontarie  :  &  leggendo  S.Pac 
CorinthiJ^  &  Calati,  fi  vede  il  trattamento  del  Patrone  al  bue  che  trebbi: 
l'ufficio  del  Catecumeno  verfo  il  Catechizante,fenza però,  che  quegli  opc 
d  habbiano  alcuna  artione ,  o  dritto  d'cirattione  ;  ne  vi  fia  nel  mondo  aut« 
pretoria,cke  poflì  fcruirgli. 

Finita  la  Scflìene,H  Legati  fi  diedero  a  metter' ordine  alle  cofe  daelTami 
per  l'altrajcon  dilTegno  d'abbreuiar  il  tempo,  fé  poflibil  fotTe  flato.  Arriaai 
nconcHlatlone  ^'-^  Trento  lettere  da  AlelFandro  Simoneta,al  Cardinale  fuo  fratello }  &  dal  ' 
de  Ledati,  dinal  Gonzaga,alzio,con  efficacifllmeeirortationi,  per  nome  del  Pontefiù 
accommodar  le  diiFerenze ,  ^  all'auuenire  intenderfi ben  infìeme.  Per qii 
la  Domenica  dopo  la  Se(Iìone,Simoneta  redo,  partendo  li  Legati  dalla  Ch 
a  difnarc<}n  Mantoua,&  ne  fegui  perfetta ricoiiciliatione.  Entrò  queftoii 
gionamento  di  quei  Prelati ,  che  pratt'icauano  in  cala  fua ,  &  erano  in  fofp 
a  Mantouaper  uffici)  fatti  contra  lui:ma  egli  lo  fermò  modeftamente ,  dicej 
che  air  auuenire  non  parleranno  coli.  Trattarono  ftrertamente,  come  dare 
pita  fodisfatrione  ai  Papa,&  alia  Cortcin  materia  della  refìdenza,  &  quali 
lati  farebbono  atti  a  maneggiarfì  aperfuader  gli  altri  :  quelli ,  chegià  erano 
perti  per  riftrctci  ncgl'  interefli  Pontifìcij*o  della  Corte,  fé  ben  atti  del  và^\ 


Pio  ini.  L  I  B  R  O     S  E  S  T  O.  553 

larono  non  buoni  per  mancamento  di  credito.  MclFcro  due  di  ftima  per    ci»   lO 
&:  molto  deftii  nelnegotiareji  Veicoui  diModcnaj&diBrelcia.L'iftef-     lxii. 
no  rAuciucfcoLio  di  Lanciano ,  congregati  li  Vefcoui,  che  per  fuo  porto 
uiofcrittoalPapajgli  prefentò  il  Breue  di  rifpofta, pieno  d'amoreuolez- 
nanità,  3c  oiFcrte>  che  gl'indolcì  tutti,  «Sì; portò  gran  momento  per  rila- 
'ardore  della  reiìdenza.  S'aggionfe  pur  il  giorno  mede/imo  un'  altro  acci- 
iiolto  faaoreuole  al  Ponteiicejchc  il  Marchefe  di  Pcfcara  mandò  al  Sccre- 
Dpia  d'una  lettera  fcrittaglidalRèjdoueglidiceua»  Che,haueado  intefo  lettera  del  1^ 
ere  all'Imperatore ,  ^c  a  Francia  ,  ladichiaratione  delia  continuatione;  <i^Spagm,fo~ 
fcendojche  quando  fi  faceife,  potrebbe  cauiarladiirolutioue  del  Con-  ^J.^adJ^l""'! 
commetteua,chenoii  ne  facctrepiu  alcuna  inftanz;i;purc he  non  fi  fac-  rejiden'zà: 
liaratione  di  nuouainditcione ,  &c  che  il  Concilio  icgua^proieguendo 
a  incomminciato:  gli  ordinò  apprelFo  ,  di  farfaper  a' Prelati  Tuoi,  che 
icua  mtefo  la  controucriia ,  ìk  dilpi-ita  iopra  la  Reiidcnza ,  &  l'inftanza 
ijfòttajaccio  fidichiaratre^^  luredimm  :  che  lodauail  loro  zelo  >  &  buona 
)nc  inondimene  gli  pareuajcheperall'horanon  folfe  a  propofito  tal  di-' 
oncrperò  non  douellero  farne  maggior  inltanza.Moftrò  il  Secretano  la 
Prelati  Spagnuoli  :  &  Gianata,conlìdcratalaaccuratamente5diire,Che 
\  daandauabene,  poiché  il  Papa  non  la  volcua.    Il  Rè  non  fapeua  quello 
oitall'e  :  che  era  confegliato  dall'  Arciuefcouo  di  Siuiglia  j  che  mai  rife- 
:  dalVefcouodiConca>che('cnen:auain  Corte:  che  egli  fapeua  molto 
[le  fine  commandaua ,  &  l'ubcdirebbe  in.  non  protcftare  ;  ma  non  refte- 
i.  dimandarla,  fempre  che  folfe  venuta occahone,  fapendo,  che  non  of- 
)be  il  Rè.    Fu  anco  moftrato  il  Capo  della  continuatione  agli  Am- 
ri  Cefarei ,  &  Francefì,  quali  rifpoibro  ,  Che  veramente  non  vi  è  bi- 
quclla  dichiaratione  cipreiramente  in  parole ,  poiché  s'eifcguiua  per 

ongregationcdopojfu  addì  venti:  nellaquale  fu  propofto  ,  che  s'ha-  Cogregathne, 
1] cattato  dclSacrificio della  Mcira,(?y:  delli abufi,  che  in  ciò feguono.  Il  /«*■  ^^ maurìx 
le  ài  Mantoua  fece  una  ammonitione  a'  Prelati  ài  dire  li  voti  nelle  ^^^^<^*^^delU 
cationi  quietamente ,  &  fenza  ftrcpiti,  &C  con  breuità  :  &  diede  conto  ^q^j."" 
;ole>  chehaueuano  pofteinllcme  ,  per  ordinare  le  Congregationi  de' 
;i>afinedileuar  le  contentioni,laconfufìone5&laproliiIìtà  :  lequali 
3no  dalla  Congregatione  approuate.  Dopo,il  Cardinale  Scripando  di- 
modo  d'elFaminar  li  Capi  di  dottrina,  &  gli  Anaihcmatilmi  nelle  Con- 
ni :  &  raccordò,che  già  erano ftati  eflammati,  èc  difenili  nel  medefìmo 
)altrevolte,&ftabiìiti,febennonpublicati:  onde  poteuano  li  Padri 
re  molto  le  confìderationi  loto,t  he  di  nilfuna  cofa  vi  era  bii  ogno  mag-  ' 
ediifpeditione.  Soggionfe  Granata,  che,  elTendo  altra  volta  trattato 
;fla,  &  reflando  longo  tcrnpo  Uno  alla  Sefllone,  fi  poteua  inficine  trat- 
ti -teria  dell'  Ordine:&  l'illcllo  fu  confermato  da  Cinque  Chiefe,ilche  da 
ili  intefoiComc  detto  per  ironia ,  da  altri  a  fine  di  trattar  della  Rciìdenza, 
■atì.ealbpromeiu  fatta  da  Mantoua.  Infine  furono  dati  fuori  gli  articoli> 
'  AAaa 


^554  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio 

ciò   1^    per  trattanicllcCongrcgationide'Thcologi.   Fu  la  foftanza  de' gli  oidi 
ixii.     pr.idctti  compk-da  in  fcuc  regole.  I.  Che  in  cialcuna  maceria  propoli, 
lallcro  quattro  folamcnre  de'Theologi  inandati  dal  Pontcficc,clctci  da'L 
due  Secolari)^  due  Regolari.  II.  Che  dagli  Ambalciatori  de'  Prcncipi 
-     to  eletti  tre  de' ThcoiogiSccolari,mandati  da  quelli.  III.  Chcciafcunoiì 
gati  eleggclPe  uno  de'Theologi  Secolarijloro  famigliari.  IlII.  Cheditu 
altri  Theologi  Secolarijfamiliari  de'  Prelati  quattro  ioli  per  materia  fianc 
ti  aparlarc>incomminciandoda  qaellidipiu  anticapromotionealDott'; 
Y.  Che  nel  numero  de'Regolari  ,  ciafcua  Generale  ne  elegga  tre  del  pn 
Ordine.  VI.  Che  nilPun  de' Theologi,neldirc>  ecceda  lo  fpacio  dimezzai 
&  chi  farà  più  longo  dirà  interrotto  dal  Maeftro  delle  Cerimonie  :  &  e!  | 
piubieue,maggiormente  farà  lodato.  VII.  Che  ciafcuno de'Theologi) 
non  toccherà  luogo  di  parlar'  in  una  materia,  potrà  portar  in  fcritto  a' del 
<|ueUo,che  parerà  nccellario  circa  le  cofe  propoftc.  Conqucftc  regole  j 
conto ,  che  per  all'  hora  hauerebbono  parlato  trentaquattroTheologf,2 1 
lacrebbono  potuto  udire  in  dicci  Congregationi  al  più. Nel  ftabilirqucft 
iie>per farlo publico>nacquc ditficoltàjche infcrittione  dargli:  parendo  a 
ni,  che > col  chiamarlo  ,  Modo  da  feruareper  liTheologi  ;  lì  douelfeir 
ncH'inconuenicnteoppofto  da  quel  Spartano  agli  Athenieli,  cheli  fau' 
fultaflero>&  gli  ignoranti  delibcralTcro:  per  euitar'  ilqualc  la  infcrittione 
concepita,  Modo,chc  per  l'auuenire  lì  donerà  feruar  nelle  materie,  chef: 
ciPaminate  da' Theologi  minori  :  inferendo  che  i  Prelati  foiPcro  poi  Th 
maggiori. 

Gli  articoli  furono  tredici.  I.  Se  la  MciPa  fia  fola  commemorarione 
crificio  della  croce,&  non  vero  Sacrificio.  1 1.  Se  il  Sacrifìcio  delia  M 
roghi  al  Sacrifìcio  della  croce.  III.  Se  Chrifto  ordiaò,che  gli  Apoftoli 
fero  il  fuo  corpo,&:  fangucnella  Meffajcon  quelle  parole ,  cioè.  Fate qi 
mia  commemorarione.  1 1 1 1.  Se  il  Sacrifìcio  duella  MelPa  gioui  folau 
chi  lo  riceue,  &:  non  poflìciPer' offerto  per  altri,cofìviui,come  morti  j  n 
peceari,fatisfatcioni,&  altre  loro  neceffità.  V.  Se  le  MefPe  priuate  >  in 
lolo Sacerdote riceue la Communione,fenza  altri  communicanti,  flanc 
te ,  &  debbiano  eiPer  Icuate.  VI.  Se  è  contrario  all'  inftitutione  dd  Si\ 
mifchiar  l'acqua  col  vino  nella  MeiPa.  VII.  Se  il  Canone  della  MelPa 
ne  errori ,  &  debbia  eiPer  abrogato.  Vili.  Se  è  dannabile  il  rito  della 
Romana,di  prononciare  in  fegreto,&  fotto  voce  le  parole  della  Confecr 
IX.  Scia  MelPa  debbia  elPcr  celebrata  folo  in  lingua  volgare,  laqual  da  i 
intefa.  X.  Se  l'attribuir  determinate  MelPe  a  determinati  Santi,fia  abul 
Se  fi  debbia  leuar  via  le  cerimonie,  veftì,  &  altri  fegni  efterni,  chelaCh 
nel  celebrar  la  MeiPa.  XII.  Se  il  dire,chc  il  Signore  fiamifticamentefa' 
toper  noi  fial'iftelPo,  come  dire,che  egli  ci  fìa  dato  da  mangiare.  XIL 
MefPa  fia  facrifìcio  di  ìodcy&c  di  rendimento  di  gratie ,  ouero  ancora  pi 
toriojper  li  viui,&  per  li  morti.  A  quefti  articoli  era  foggionto,che  i  Ti 
dk€Ìkto,(c  eiano  erronei  >  o  fain^o  heietici  >  &.fe  medcauano  eiPe^dall  >ifl 


I 


^jA  Pio  IIII.  LIBRO    SESTO.  jyy 

(  !)n(iannati>&chc  fé  gì;  dÌLiidclIcro  rraloro,fi  che  gli  Hiccfctte primi  parlaf-    r.  1 3  td 
,  opra  i  rette  articoli  anteriori,^  ^li  altri  fopra  i  ici  icgucnti.  lxi  r. 

y^li  Ambafciatori  Francefì  panie  Icmpre  dimorar  nei  Concilio  con  poca  ri-  *'!/Ì«/^''  «^«' 
■X  loiicrifpctto  agli  altri  :  ma ,  ufcito  il  Decreto  fopradctto,  maggiormente  ^^'^""fi  '*~' 
:iLono  ia  gclofìa  ,  poiché  de'Thcologi  s'haueua  a  farmentionc  ,  quali  di    """  '"* 
ll.j  erano  :  coGachedaTrclatinon  fifaccua,  &pcr  Francia  alcuno  non  c- 
Lii.tcrucnirc.    Dubitauano  anco,  che  con  quello  potclfc  nafccr  qualche 
:,  lei  ciò  alle  prerogatiuc  del  Rcgno:perc)  ali'hora  iniinediatc>(5<:  dopo  anco- 
,  )n  altre  occafioni,  auifaronoin  Francia,  che  la  difputa pallerebbe  tra  (oli 
mi  ,Spagnuoli ,  &  Portnghciì  ;  che  Francia  non  haucrcbbe  parte,  fc  Sua 
:à  non  haucllc  fatto  accelerar  alcun  Prelato,o  Dottore;  &c  mafiìmcdouert- 
{ .attar  materie  coli  importanti ,  come  gli  arricoli  propofti  contencuano. 
anco  fcruircbbc  per  poter  procacciar  d'ottcnere,o  impedir  le  cofcrecon- 
jii  leiìderio  di  Sua  Maeftà,&;  il  contenuto  nella  inftruttion  loro.  Chc,(ino  a 
fe  liora,nonhaucuano  propofto  alcuno  degli  arricoli  di  riforma,  perrifpet- 
Mionhauendovotidaiollencrgli,  non  farebbe  ftaro  tenuto  conto  delle 
poftranzc.  Che  il  Concilio  non  vuol  afcoltarcofa,  che  pregiudichi  ali* 
1  OUL  ro  autoritcà  della  Corte,  trouandolì  il  Papa  Patrone  delie  propofitio- 
li  icndofl  da  principio  il:atuito,&  fucceflluamence  oilcruaco ,  che  non  podi 
r^'.lcuna  cofapropofta  ,  fenoli  da' Legati  :&  non  meno  delle  dcliberationi» 
:i  nolti  Prelati  peniìonarij,&  altri  dilpoftiafuadiuotione:  &  elfendorifo- 
e  he  il  Concilio  non  fi  mefchi  in  riformar  iaCorccmariferuare  a  lui  tutto 
:  cgotio  :  ^  i  Spagnuoli ,  che  moftrauano  gran  zelo  alla  riforma,  elFend» 
ì  !ati,&:ftorditi,perla  correttioncriccuuta  dal  loro  Rè:  ne,  elFcndoui fpe- 
ftando  le  cofe  in  quefto  termine,  d'ottener  altro  che  quello,  che  a  Sua 
i  àpiacerà,poiche  nilFuna  inftanza,fatta  da  tutti  gli  Ambafciatori,&Prcn- 
i  :he  fono  in  Trento  ha  potuto  impetrare ,  clic  fi  tratti  una  buona  riforma 
*  lifciplina  ecclefiaftica:con  tutto  che ,  a'  Legati  fono  (lati  prefentati  gli  ar- 
)|  conforme  non  folo  all'  ufo  della  Prii'nitiuaChicfa,maanco  a' decreti  de* 
imiPonteficLMajin  luogo  di  quella,  mettono  auanti  punti  della  dottri- 
itrouerfi  ai  prefente ,  con  tutto  che  gli  era  ftato  moftrato ,  ciò  elTer  fuper- 
I  tefa  l'allcnza  de'  Prpteftanti  :  &,fe  pur  propongono  qualche  cofa,che  coc- 
\  oftumijè  dipochiffima  importanza,&:  di  nilTun  frutto. 

i  'apa,cheper  gli  auifi  giornalmente  inuiatigii  delle  cofe  che  occorreuano  ""'i^Vi^iid 
nto,con  tanta  varietà,reilaua  molto  perpleifojfe  al  giorno  deftinato  s'ha-  fffj"^* 
se  publicato  alcun  decreto  nella  Seffione  ,  hauuto  nuoua  ,  come  felice- 
: folTe pallàta,ne  fentì  grand'  aliegrezza,laqual  s'accrebbe ,  udita  la  ricon- 
loncde'  Legati,&  la  lettera  fcritta  dal  Rè  di  Spagna  :  ne  potè  contencrfi, 
3n  moftralleilpiaccrejdandone  parte  in  Conciftoro  ,  &  parlandone  con. 
ibafciatorijiSc  pafsò  fino  a  ringratiare  il  Cardinale  d'Aragona ,  fratello  di 
:a,dalqualericonofceuailferuitio:&,tutro  volto,  al  prefto  fine  del  Con- 
lonfcoprendo che  altra  cofa  lo  potelfe  portar'  in  longo,fenon  la  Rcfi- 
»o  la  Commvinione  del  CaliccfcrilFe  a'  l.esati,Che  egli  era  tutto  intento 

AAaa     ij 


55^  CONCILIO    DI  TRENTO        Papa  Pio  11 

ci3   i3    alla  riforma  delia  Corte,&:  di  ciò  aflìcuralTero  cofi  gli  Ambafciatod  ,  ccic 
LXii.     Padri, che  di  ciò  parlairero-,&  cfiì  attendeircro  ad  efpedir  le  materie  :  ilch  ba 
ucrcbbono  potato  fare  in  tre  Scffioni  al  più.  Lodò  ,  che  hauelltro  rifcat 
d'abbreuiarc  il  tempo  prefìiro,eirortandogli  a  valerfi  di  quella  facoltà.  Ag  q^ 
ilqualevuole  fcchejConofcendo  eiler  difficile  far  buona  rifolutione  nel  Concilio  iam<;' 
Ì^Td'ic      dellaReildenzasper  ellcr  molti  Prelati  intereirati  nell'  honorc,hauend| 
cùiofiAno  ri-   '^•■^o^^  ^^^^  detto  la  loro  openioacprocurairerojche  quella  folle  rimctraal  i 
meJJ'e  a  lui,     parimente  fi  liberallero  dalle  inftanzcche  da'  Prencipi  gli  fono  fatte  into:| 
Communione  del  Calice,col  rimettergli  quella  ancora  ;  &c  ic  in  alcuna* 
materie,che  fi  tratteranno,qualche  difficoltà  s'attrauerlèràjnonageuole  din 
dare,propongano,che  gli  fiarimeirajpcrche egli ,  con  maggior  facilità  >  )t 
ogni  cola  decidere  nel  Conciftoro^chiamatijfebiiogncràj  qualche  nur 
Dottorijche  in  Trento  >  douc  i  vari)  intereffi  rendono  le  riiolutioni  hv, 
le,olonghi{Iìmc. 
Cordine  del ^         La  prima  Congregatione  de  Theologi  fu  il  fcguentc  giorno  dopo  me 
*^^"T^,'^"''  nellaquale  fu  cofi  ben  leruato  l'ordine  di  parlare  una  mezza  hora,che  il  G  ai 
Cefuiù,        Salmerone confummò  eifo  folo  tutto'l  tempo , con  molta  petulanza» die  J 
Che  egli  era  mandato  dal  Papa,^  douendo  parlare  di  cofe  importanti  o 
farie  »  non  doueua  hauer  termine  prcfifio  y3c  difcorfe  fopra  i  fette  articu  u 
però  s'udirono  daluijfenon  cofe  communi, lequali  non  meritano  me  i 
particolare.La  mattina  feguente  fu  imitato  dal  Torrenfcfuo  (ocio ,  eh'  "«l 
elfo  ancora  tutta  quella  Congregatione  ,  &  più  tofto  replicò  le  cofe 
giorno  prima,che  ci  aggionfe  di  nuouo.Ma  peggio  fece,  che  in  fincenr 
luogo  diS.GiouannijSe  non  mangeretc,&c.  dillèynon  poterfi  intendere 
della  Goramunionefacramentale:  &  foggionlcjchenel  primo  capo  d*. 


trina,nella  precedente  Seffione  publicato^parcuaeirerne  tatto  dub 


10: 


neceirario  nella  feguente  dichiaravcche  d'altro  in  quelpalfo  non  fi  trait  ^ 

.     ^  ^       del  Sacramento:&  le  alcuno  voleiia  altrimenti  dire,  egli  fé  n'appellaua  a  ! 

giudicati  info-  i^odo.Reftaronooffcfili  Legati  graucmente  perle  cofe  dette,  cofi  per  elTc  o 

"'"•*,  ^  *rZl'  tra  ladeterminatione  del  Conciiio,come  anco ,  perche  introduceuano  n  i 

,;;  ceiiita  della  Communione  del  Calice:ma  molto  maggiormente, perchi  ^ 

Giefuitijcon  tutto  che  folTero  li  primi,  vollero  effer  eccettuati  ambiducij 

ordini  generali,con  tanta petulanza:raccordarono  il  moto ,  che  fu  da  lor<  ; 

tato  nellaSe{fione5&  quello  Torres  era  anco  in  norma  del  Simoneta,pai 

larmente  per  hauer  fcritto  centra  il  Caratino  a  fauor  della  refidenza ,  ch( 

w//-e<^/«/«o,contermini,diceuaquelCardinale,infolenti:perilche,finitaiai 

gregationcdiife  a'Colleghi,che  conueniua  reprimer  l'audaciajper  dar  eflì 

mltefanùne    ^g^i  altri,&  fu  prefo  partito  di  farlo  con  la  primaoccafione.  i 

degli  anicoHiè       Nelle  difcuflìoni  de'  Theologi,furono  uniformi  tutti  in  condannar  d'I  i 

protmoche  la  [q  openioni  de'  Proteftanti  ne'  propofti  articoli  :  &  breuementc.s'ifpedi 

Ateffaefxcn-  jJeglialtri.Longhiflìmifurono  i  difcorfi  diciafcuno  in  ptouare,che  la  ^ 

vrln  '^diimfìtà  fia  Sacrificio,nelqiiale  s'ofFeriuaChrifto  fotto  le  {pecie  Sacramentalidc  ra  É 

difmrìi       principali  da  loro  ufate  erano ,  CKe  Ghtifto  è  Sacerdote  fecondo  il  U 


Pio  mi.  -L  I B  R  O    S  E  S  TO.  557 

liredeclitmaMelchifedcch offerì pane,& vino, adonqiic  il  Saccrdotio  di  ci3   lO 
oconuienechcriacoiifacnficio  dipane,5cvino.  Di  più,  l'AgnelPafcale     lxii. 
0  racnficio,s5<:  quello  è  figura  deli'  Eucariftia,  onde  quella  ancora  conuie- 
^fiaverofacrificio.Appreirojperla  profetia  di  Malachia ,  per  bocca  dei- 
Dio  rifiuta  il  Sacrificio  degli  Hcbrei,dicendo,Eirer' il  nome  fuo  diuino> 
efi:alegenti,&:  in  ogni  luogo  otfcrirfi  al  fuo  nome  oblatione  monda,  che 
>nonlipuoincendcre,che  iìa  offerto  a  Dio  in  ogni  luogo,  &  da  tutte  le 
Diueric  altre congmenze,&  figure  del  Vecchio  Teftamento  furono  alle- 
accndofondamento,chi  l'opra  una,  chi  fopra  una  altra.  Del  Teftamento 
.ocra  addotto  il  luogo  di  S.Giouanni,doueChrifto  alla  Samaritana  infc- 
ifer  venuta  rhora,quando  il  Padre  farà  adorato  iji  fpirito,&  verirà:eirenda 
lorare,nelladiuinaScrittura,fìgnifica  Sacrificare,  come  per  molti  luoghi 
ifcerSc  la  Samaritana  del  Sacrificio  interrogòjche  da' Giudei  non  lì  poteua 
:e,renon  in  Gieruflilem ,  5c  da  Samaritani  era  ftato  offerto  in  Garizim, 
lU'  fiora  Chrifto  era.Ond^.-per  nece{fità>diccuano ,  conuiene  intendere  il 
j  d'una  adorationeefterna,publica,  &:  lolenne,  che  altra  non  crafenon 
i  riftia.Eraancoprouatoperle  parole  da  Ghrifto  dette  ,  Quefto  è  il  mio 
I  ,chepcrvoiè  dato,chepervoièrotto:Queftoè  il  mio  fangucche  per  voi 
'o.Adonqueneir  Eucariftia  vi  è  frattura  di  corpo  ,  8c  cffufionedi  fanguc> 
no  attioni  di  facrificio.' Sopra  tutto  era  fatto  gran  fondamento  foprale 
di  San  Paolo,  che  mette  nel  genere  medefimo  l'Eucariftia  co'  facrificij, 
iebrei,iS>:de'Gentili,dicendo,  Che  per  quello  fi  partecipa  il  corpo.  Se 
:diChrifto;ficome  nell'Hebraifmcchi  mangia  l'hoftie  è  partecipe  dell* 
&  non  fi  può  bere  il  Calice  del  Signore  ,  ne  eirer  partecipe  della  menfa 
bere  il  CaUce  de'  dcmoniJ5&:  partecipar  della  menfa  di  quelli.  Ma  che  gli 
Dlifoflcro  da  Chrifto  ordinati  Sacerdoti,  lo  prouauano  chiarcpcrle  pa- 
tte loro  per  noftro  Signore;  Fate  quefto  in  mia  memoria.  Per  maggior 
erano  addotte  molte  autoritàde'  Padri, che  tutti  nominano  l'Eucariftia 
:io;ouero  con  termini  più  generali  atteftano  che  nella  Chiefa  lì  offeritce 
•io.Vna parte aggiongeL!aapprefIo,eirer  laMcifa  facrificio  anco, perche 
0  nella  Cena  (cù.eiTo  offerì:&quefta  ragione  portaua  per  principale,  & 
u  il  fuo  fondamento  jprima, perche,  dicendo  chiaro  la  Scrittura,  che 
ifedech offerì  pane,&  vino,Chnfto  non  farebbe  ftato  Sacerdote  fecon- 
rordine,fenonl'haueffe  offerto  effo  ancora:  &  perche  Chrifto  diire,Il 
fuo  nell'  Eucariftia  elfer  confermatiuo  del Nuouo Teftamento,  ma  il 
confcrmatiuo  del  Vecchio  fu  nella  fua  inftitutione  offerto  :  perilche 
nconfeguenzaneceiraria,  che  Chrifto  egli  ancora  l'offeriire.Argomen- 
ancora,che,hauendo  detto  ChriftcFate  quefto  in  mia  memoria  :  fé  egli 
uelfe  offerto,noi  non  potreflìmo  offerire:»^  diccuano ,  Li  Lutheraninoii 
i  litro  argomento  perprouar  la  Meffanon  elfer  Saaificio ,  fenon ,  perche 
ìnon  ha  offerto,&  perciò  efferpericolofa  quella  opinione,come  fautri- 
'. dottrina  hereticale.  PìlI  efficacemente  era  ancora  prouata  per  quellis 
li  ^hiefa  canta neir  ufficio  del  Corpo  del  Sign6re,dicendo,Chrifto  Sacer- 

AAaa     iij 


558  CONCILIO   DI  TRENTO        Papa  Pio 

cjD    lO     dotectemosfccondoroi-dinc di Melchifcdech, ha  offerto  pane , de  vino. I 
XXI  r.     Canone  del  MeiraleAmbrollancfidiccChe,  inftituendo  una  forma  di p 
tuo{Iicrificio,egli  prima  ha  offerto  le  ftcifohofLia,  &  primo  ha  infegnai 
offenda.  Si portauano  poi  diiierfe autorità  de' Padri, per  comprobationc 
iftelfo. 

Dall'altra  parte, non  con  minor'  aifeucranza  era  detto, Che  Chrifto 
Cena  haueifc  commandato  i'oblatione  da  far/i  perpetuamente  nella  C. 
dopo  la  morte  liia:ma  lui  nonhaucr'  offerto  eilb  medeiìmo:  perche  la  nati 
quel  facrificio  nonlocomportaua:&  perprouadiqiieftojdiceuanojchefai; 
ftatafuperflua  I'oblatione  della  croccpoiche  per  quella  della  Cena  prece  i 
farebbe  ftato  rifcolfo  il  genere  humano.Che  il  Sacrifìcio  deli' Altare  fu  indi 
daChrifto,perrammiemorationcdi  quello,  che  egli  offerì  in  croce:  ma  k 
può  ram.memorar  altro,che  cofa  pailata:perilchc  ì'Eucariftia  nò  potè  ellèr  I 
fìcio  inanzi  I'oblatione  di  Chrifto  in  croce.     Allegauano  ancora,  che  ; 
Scrittura  ,  ne  il  Canone  della  Mclfa,  ne  CoTicilio  alcuno,  ha  mai  detti  : 
Chrifto  offeriffc  fé  fteifo  nella  Cena:&  i  luoghi,che  gli  altri  allegauano  d  ] 
dri ,  quefti  moftrauano  douerfì  intender  dell'  oblacione  fatta  in  croce.  Ce  tj 
deuano,hauendofi  a  deliberare  la  Mcfìaefler  facrificio,  come  veramente 
poteua  abondantemente  farlo  per  le  efficaciflìme  proue  della  Scrittura ,  i 
dri,fenza  voler' anco  aggiongeruiproue  non  fuififtenti.  Qucfta  differenz 
fu  tra  molti,&:  pochijma  diuifccoll  i  Theologi,come  i  Padri,  in  parti  qua 
de  fu  occafione  di  qualche  contentione.  I  primi  paifarono  a  dire,  che  l'alu 
nione  eraerrore,&  chiedcuano  un  Anathematilmo,  che  gì'  imponelfe  fi!  d 
con  dannar  d'herefla  chi  dicelfe,  Chrifto  non  hauer  le  fteflb  offerto  nella  a 
fottole  ipecieSacramentali:gli  altri  in  contrario  diceuancche  non  era  i  ij 
difondarfifopracofeincerte,&:fopra  nuoueopinioni,non  udite,&noni  ki 
te  dall' antichitàimadouerfiftarfopra  il  chiaro,  &  certo,  &  per  la  Scritti  >! 
per  i  Padri,cioè,che  Chrifto  ha  commandato  I'oblatione. 

Tutto  il  mefe  di  Luglio  fu  confumato  da  dicefette,che  parlarono  I  k 

primi  Articoli.Sopragliultimi  in  pochi  giorni  fi  fpedì  più  tofto  con  ii:  ji 

centra Proteftanti,che  con  ragioni.Non  è  ben  narrare  liparticolarijfenoi  x: 

ni  pochi  notabili. 

Z/ftaìdeim-      Nella  Congregatione  de'  ventiquattro  Luglio,  la  fera  ,  Giorgio  d'^^  ià 

tedtt  Jiafon-  Theologo  del  Rè  di  PortGgallo,fì  diede  a  diftrugger  tutti  li  fondamenti  d' ia 

datofopranu'  triTheolod,fattiper prouareil  Sacrificio  della Melfa  conia  Scrittura 


3c  prima  dilfe,non  poterli  metter  in  dubio,fe  la  Mclfa  fia  facrificio,percl 
i  Padri  l'hanno  con  aperte  parole  detto,  &  replicato  in.  ogni  occafìone 
comrainciò  da' Latini,&  Greci  della  Chiefa  antica  de' Marnri,(S(:  pafsò  e 
pò  in  tempo  fino  a'  nòftri,affcrmando,che  niffun  fcrittor  Chriftiano  vi  i 
non  habbia  chiamato  l'Eucariftia  facrificio:  però  douerfi  concluder  pei 
che,per  traditione  degli  Apoftoli  cofi  fia  infegnato  :  la  forza  dellaquale  > 
danu0ìma»&  e£caciiiliiia>peL'  fai'  Articoli  di  fedc^come  qucfto  Concil  i 


i 


,  Pio  mi.  LIBRO    SESTO.  559 

ipio  inicgnato.Ma  quefto  verc^  ìk  fodo  fondamente  veniua  debilitato  da 
r  faceua  degli  aerei ,  volédo  aoiiar  ncUaScrittura  qucliojche  no  fi  trouaua» 
1 3  occafioncagliauiieiianj  di  calunniare  la  vcntà,mentre  che  la  veggono 
ire  in  arena  coiiinftabilc:&:  cori  dicendo  ,  paisò  ad  cflàminare  a^iunoad 
i  luoghi  del  Vecchio,  :<c  NuouoTeftamento  >  portati  da'  Thcologi ,  mo- 
lo>che  da  niiluno  a  poreaa  cauar  fcnfo  crprefio  di  facrificio.  Al  fatto  di 
hifcdech  rifpolCjChnfto  circr  Sacerdote  di  quel!'  Ordinejquanto  all'eifer 
)  &■  etcrnojlcnza prcceiTorejlenzapadrcfenzamadrcrenza  genealogia:  6C 
(efto  farne  troppo  chiara  fede  l'ipiftoia  agli  Hcbrei ,  doue  parlando  S- 
L  )  allongo  di  quefto  luogo, tratta  retcrnità,&  fingularità  del  Sacerdotio:& 
iìcdc  vino  non  fa  mentione.  Raccordò  la  dottrina  d'Agoftino ,  che  doue  è 
proprio  di  dire  unacoraj^:  non  èdetra  jfì  caua  argomento  dallaautorità 
g  iuo.Dcll'  Agnel  Pafcalc  dille  ,non  douerfì prefupporre  per  cofa cofi  eui- 
a,chcfoircfacrificJo;<3cic  alcun  piglialTe  imprefa  di  prouar  il  nò , forfè 
a  :rrebbc  cedcrgH  la  vittoria  :  3c  ancora  elFer  troppo  dura  metafora  a  farlo 
<J  eir  EucariftiajiSc  non  più  t  ofto  della  croce  :  lodò  quei  Theologi ,  che ,  ha- 
:  )  portato  il  luogo  di  Malachia  3  gli  haueuano  aggiorno  quel  di  S .  Giouan- 
:  -ioiai-e  infpirito,&  verità  :  perche  in  vero  formaliffimamente  l'uno ,&: 
t  dcir  iftelfa  colaparlauano,&  fcambieuolmcnte  fi  dichiaranano^non  do- 
i  ar  difficoltà  fopra  la parola,Adorarc  :  dfendo  cola  certa  che  comprende 
L  l  lacrificio  j&  la  Samaritana  la  prefe  nel  fuo  generico  fignificato:  ma, 
i  oChriftologgionfejchcDio  e  fpirito ,  &  conuiene  adorarlo  in  fpirito, 
1  11  vuol  impropriare  tutte  le  cofe ,  non  dirà  mai  che  un  Sacramento ,  che 
: .  dA  vifibile  &:inuifibile,fiapurorpirituale,maben  compoflo  di  quefto, 
legno  clcmentare:però  che,  volendo  alcuno  interpretare  ambiduequei 
i  della  interna  adoratione,  non  potrà  eiTer  conuinto:&  hauerà  per  fc  la 
iiilitudincellendo  piana  i'applicationej  che  qucfta  è  offerta  in  ogni  luc- 
ia tutte  le  gentis^  che  è  pura  fpirituale,  ficome  Dio  è  puro  fpirito.  Pari- 
fcguìjdiccndojchc  leparole.Qucftoèilmio  corpo,  che  per  voi  è daroi  & 
ucjche  per  voi  è  fparfojhanno  più  piana  intelligenza,  fé  fi  riferifcorio  a# 
^  ,&  fangue,neir  elfer  naturale,che  nell'  eifer  facramentale  :  come  dicendo, 
B  :o  è  la  vite  vera,che  produce  il  vinornon  s'intendda  vite  fignificatiua,ma 
X  e,produce  il  vino:cofi,quefto  è  il  mio  fangue,che  è  fparlb,non  dice,che  il 

S:  facramentale,&  fignifìcante  ,  ma  il  naturale ,  &  fignificato ,  è  fparfo.  Et 
'jche  S.Paolo  dice,del  participar  il  facrifìcio  degli  Hebrei ,  &  della  menfa 
k  "nonijjintef  e  i  riti  da  Dio  per  Moife  inftituiti,&  quei  che  da  Gentili  erano 
tielfacrifìcare,non  daciofi  proua  l'Eucariftia  facrifìcio  :  elfer  chiaro  ap- 
ijMoife,che  ne' facrificij  votiuijla  vittima  era  tutta  prefentata  a  Dio,&  una 
t^refTaabbrugiatat&queftocra  ilfacrificio:del  rimanente,parte  era  del  Sa- 
dl  e,&  il  refto  deirofFeréte,&  cofi  qucflo,come  quello  loraangiaua  co  chi  a 
plcua,ne  quel  fi  chiamauafacrificare,ma  participar  il  facrificato.I  Cetili  i- 
Wino  rifteifotanzi  la  parte,che  no  era  còfiimata  nell'  altare  fi  màdaua  da  al- 
ai vendere  :  &  quefb  e  laiiicnfa>che  noni  altare.Ii  piano  fenfo  di  S.Paole  è. 


_    s6o  CONCILIO    DI  TRENTO         PapaPio 

e  1 3   1 3     iicomc  gli  Hcbreijmangiàndo  la  parte  toccante  all'  oiFerente>che  è  rcliqui 
Lxi  I.      racrificiojparticipanodcir  altare,5<;  li  Gentili  parimente }  cofi noi,  mangia 
r£uchariltia,participiamo  il  facrificio  della  croce  :  &  quello  è  a  punto  qu 
cheChrifto  dilfe,  Fate  quello  in  mia  memori  a:  &  quel  di  S.Paolo,  Sempre 
mangerete  «qucfto  pane ,  &  beuerete  quello  calice, profeilarete il  Signore 
per  voimorto.  Ma,per  quello,  che  fi  dice,  gli  Apoftolieircr  ordinati  Sacci 
per  oiierir  Sacrificio  con  le  parole  del  Signore,  poiché  egli  dice  ,  Fateqii; 
lenza  dubios'intendena  quello  che  haueuano  veduto  lui  fare  :  adonque  1: 
gncrebbe>che  condalfe  prima,che  egli  hauelfe  offerto  ;  ma ,  non  elfendo  qi  | 
certo,&  elicendo  le opcnioni  de'  Theologi  varie ,  de  confeifando  ciaicuiio 
-  l'una  Gl'altra  è  Catolica,  quelli  che  negano  Chriftohauer' offerto,  non  ]i 
concludere  per  quelle  parole  haucr  commandato  roblatione.  Portò  poi  g  i 
gomentide'  Proteftanti,con  quali prouauano,  cherEuchariftianonèinì i 
taper  facrificio,  maperfacramento;&conclufe,  chenonfipoteuadireci 
Melfa  folfe  facrificio,fenon  con  fondamento  di  rraditione:  eifortando  a  fei  | 
fi  in  quella,  &non  render  la  vcJ3tà incerta  per  ftudio  di  voler  troppo  prò 
Difcefcepoi  alla rifolutione d'egli  argomenti  de'  Protellanti,  &  in quell 
tutti  gli  audienti  mal  fodisfatti,  hauendo  recitato  gli  argomenti  con  for; 
apparenza,^  foggiongendo  rifpofte  con  debolezza  j  li  chepiutollogli  CX3 
mauano:ilche  fu  afcritto  da  alcuni  alla  breuità  del  tempo, che  gli  rcllaua,f 
uenendo  lanette  :  da  altri,al  non  faperlì  lui  efprimere  :  Se  da' più  fenfati:  ^ 
quelle  rifolutioni  non  lodisfaccuano  lui  medelìrao:del  che  elfendo  molta 
ed  efoflenmo  ^-^Qj-^QQjie  fra  i Padri,  Giacomo  Paiua,  un'  altro  Theologo  Portughcfe, 
mpamr      Tegnente  Gongrcgatione  replicò  tutti  gli  argomenti  da  quell' altro  fatti: 
rilolfe  con  fodisfattione  degli  audienti  ;&  con  ifcufare  il  Collega,  aftcrm. 
chel'ifteifafula  mente  fua:  &  gli  uffici]  chedagH  Ambalciatori,  &  da'P 
Portughefi,furono  fatti  in  teftiftcar  la  bontà ,  ik.  lana  dottrina  del  Theola 
giorni  feguenti,  refero  le  mentide'  Legati  fìncere  verfo  di  lui,  però  t^U 
giorni  dopo,par ti,  ne  fi  vede  fcritto  ne'  cataloghi  de'  Theologi ,  fcnon  in  e 
Ifae  furono  llampati  va  Brefcia,&  Riua,inanzi  quello  tempo. 
CmlUmeGe-      ^j^^^  ventGtto  Luglio,Giouanni  Cauillone,Giefuita,Theologo  del  D: 
[ma.  lo  fonda  g^^j^f^j  parlò  con  molta  chiarezza  fopra  gli  articoli,  rapprefentando  ili^ 
^,^'*  '^  come  fcnza  diihcokà ,  non  ii\  maniera  d'eifamine,  o  difculTìone,  ma  con-i 

di  muouer  gli  affetti  ài  pietà.  Narrò  molti  miracoli  fucceduti  in  diuerrit 
atìFcrmò,chc  dall'  età  degli  Apolloli  lino  al  tempo  di  Luthcro  ,  mai  nilfur 
bitò;allegò  le  Liturgie  di  S.Giacomo, di  S.Marco,  di  S.Bafìlio,  &  Chrifofl 
e  tropusne  u-  Quanto  alle^oppofitionide'  Proteftaati,  dilfc.  Che  erano  Hate  abaftansK 
nnficil  ma-    Iute  :  ma  anco,  lenza  quello ,  ballaua  per  tenerle  fallaci,  il  venir  da  perfonc  I 
nkra  di  rifiu-  natddalla  Chicfa  :  Se  in  fine  efsorrò  li  Legati  a  non  permettere,  che  in  qui 
tar  Protejian-  ^.^^.-^  ^^  voglia folfero  propofti  argmnéti  d'heretici,feaza  loggiongcrgli  et 
tiflima  rifolutione:  &  chi  non  la  fa  portare , fé  n'ailenga  dal  nferirgliròcs 
do  la  vera  pietà,che  le  ragioni  contrarie  alla.dottrina  della  Chiela  noniia 
ferirei  (enoii  preparando  l'animo  prima  degli  auditori  con  narrare  lap 


w» 


Pio  mi.  LIBRO     SESTO.  551 

e  ignoranza  degli  inuenton,&  che  agli  argomenti  loro  non  vengono  date    ci  3  1 3 
hie,  fenondagenti  di  poco  ceriicllo  :  &poi  narrandog]i,quanto  più  fiic-      lkii, 
;-nente  fi  paoj&  lenza  le  prone  incermedierfbggiongendo  larifpofìapiana) 
l'amplificata:  acquando  pare  che  alcuna  cola  gli  manchi,  portando  la  di- 
in  altra  materia  ,  accio  non 'lì  gèneri  qualche  icrupolc  negli  aninìi  dfgl: 
ti,maflìmc  e(rcndoPrelatf>&  Pallori  della  Chiefa.  Piacque  grandemcn- 
fcorfo  alla  maggior  parte  de'  Prelati,  &  fu  lodato  per  pio,  &  Catolico,5i 
eritaire  un  decreto  della  Sinodo,  che  commandaire  coli  a  tutti  i  Predica- 
.cttori,  &  Scrittori.    Non  però  all'  Ambafciatore  del  Tuo  Prencipe  dicde'^iT*''*  ^'fi- 
Todisfattione ,  ilquale,  dopo  la  Congrcgationc,  in  prcfenza  dcgrim--^^"^'\ '^'"^' 
,  che  faceuano  complemento  col  Theologo  per  la  grata  concioncj  diireij.^j***  '  **'^"' 
eramente  meritaua  d'eifcr; commendato  d'hauer  infegnato  anco  nella 
cita  dclladottrinaChriilianajfapcrlì  valer  della  Sofiftica. 

jli  ultimi Theologi  aparlare,fu  Fra  Antonino  da  Valtellina,Domenica-f««r/«;,  Do 
l  uale  fopra  i  Tei  ultimi  articoli  de'  riti,  diife  ,   ElTcr  cofa  chiara  per  l'hifto-  menkano  in- 
:  ogni  Chiefa  anticamente  haucuail  Tuo  Rituale  particolar  della  Meifa,  "'"'"''''"" 
3tto  più  per  ufo,&  a  giornata,  che  con  deliberationc,& decreto:  che  le  '""'*'^^y/*> 
eChiefe  iìfono  accommodate  alle  Metropolitane,  o  vicine  maggiori. 
Romano,  per  gratificar  a  Pontefici ,  cftato  riceuuto  inalFai  proumcie: 
to  ciò ,  reftano  ancora  molte  Chiefe ,  co'  ruoi,diffcrcntiir]mi  dal  Roma- 
lifccfe  a  parlar  del  Mozarabo ,  doue  interuengono,&  caualli,  &  Tchermi 
)refca ,  che  tutti  hanno  màftcrio  &  lignificato  grande  :  &  qucfto  e  tan- 
rente  dal  Romano  ,  che,  fé  in  Italia  fi  vedelfe,  non  farebbe  {limato 
Che  rella  ancora  iw  Italia  il  Rito  Milanefe,  molto  differente  inpar- 

Sipalilfime  dal  Romano.     Ma  eiTo  Romano  ancora  ha  fatto  mutatio- 
diflìme  ,  lequali  vederà  chiaro ,  chi  leggerà  l'antico  libro ,  che  anco- 
m  fcritto  ,  Ordo  Romanm  :  &  non  folo  ne'  tempi  antichi  ,  ma  anco 
li  fecoli  in  qua.    Affermò,  che  il  vero  Rito  Romano, già  da  trecento 
lon  è  quello  ,  che  adelTo  fi  ferua  da' Preti  in  quella  città  :  ma  quello, 
di' Ordine  di  S.Domenico  è  ritenuto.    Quanto  alle  velli,  vafi,  &  altri 
niti,  cofide'Miniftri,  come  degli  altari , non  folo  dalla  lettura  de' libri* 
le  e  fcultùre,  &:  pitture,  vederfi  li  prefenti  elfer  cofi  trasformati ,  che  fé  ri- 
ai  ro  i  vecchi  al  mondo ,  non  gli  riconofcerebbono.  Perilche  concludeua, 
1  ftdngerfi  adapprouar  li  riti  che  la  Chiefa  Romana  vfa ,  potrebbe  elfcr 
l'  come  ima  condanna  dell'  antichità ,  *?c  degli  ufi  delle  altte  Chiefe  :  & 
-t  e  riceuer'ancopiu  finiftre  interpretationi.     Confegliò  ,  che  s'atten- 
c  '  clfentiale  della  Melfa,  &  che  di  quelle  altre  cofenon  fi  facelfemen- 
:-  Tornò  a  moftrar  la  differenza  notabile, del  Rito  prefente  feruato  in 
1.  a  quello  ,  che  è  defcritto  nell'  Ordo  Romanm  :  &  fece  ,  tra  gli  altri 
e  ari,  grande  infiftenza,  che  in  quello  la  Coramunione  de' Laici  foffe 
i  >c  le  fpecie  :  &  paifò  ad  effortar  a  concederla  anco  al  tempo  prefente,  -  -         , 
^  lo  agU  alianti  difpiacque  :  ma  il  Cinque  Chiefe  pigliò  la  pio^ettio-  ^^^^^^^^j^, 
i condire ,  Che  il  Frate  non  haueua  detto  cofa  fàlfa ,  ne  fi  poteua  im-  G; 

BBbb 


5^z  CONCILIO    DI   TRENTO.  PapaPioì 

cx3  iJ    putai'gU  d'hauer  dato  fcandalo:  perche  non  haueiia  parlato  ne  al  popolo,; 
LXii.     idiotijma  in  una  corona  di  dotti,  done  nilUina  cofa^cra  può  dar  malaedi 
tione:&  chi  volcua  dannar  il  Frate  per  tcandalolojO  temerario,  dannaua  \: 
(e  fteilo,per  incapace  della  verità. 
wfdefime  dif-      L2diiilrcr.2a>ch£  Fu  tra  li  Thcologi,fu  anco  tra  i  Prelati  deputati  a  con 
ficoltàfr.t  i    reladottrina,&  gli  Anathematifmi,  per  proporre  in  Congregatione  :  iirj 
f'Tdati:         che,  nella  dottrina  douendolì  metter  le  prone,  &  efplicationi,  perche  la. i 
fia  lacrihciojtccondo  la  propria  afFettione,  chi  una ,  chi  l'altra  voleua, o  i  j 
baua.     Martino  PereiìojVefcouo  di  Segouia,che  era  interuenuto  allcttali 
ni,  che  in  quefla  materia  il  hebbero  in  Concilio  nel  fine  del  m.d. li.  ers 
rere,  che  fi  pigliairc  quella  ileila  dottrina,  &  Canoni,  che  erano  formati  )j 
blicarfi  il  Gennaro  M.D.L11..&  quelli  follerò  riueduti»     Ma  il  Cardina!, 
pando  non  approuaua,dicendo,Che  in  quello  appariua  unapietà,&zelc| 
ftiano  incomparabile  j  ma  foggetto  molto  alle  calunnie  degli  auuerfari 
non  bifognaua  hauer  per  fine  d'inftruir  li  Carolici  >  come  parcua  che  quc  | 
haueirero  hauuto  5  ma  di  confondergli  heretici.   Pcrilche  conueniuap; 
tutte  le  parti  più  riferuato  ;  &:  non  elicr  giuda  cofa  ir.ettcr  mano,  come 
torijnelleair  hora  ordinate  :  meglio  eifer  fardi  nuouo ,  iSc  non  dar'  occaf 
dire,  che  s'habbia  raccolto  il  feminato  d'altri.  Granata  era  difcordc  da 
non  voleua  che  il  diceire,  che  Chrillo  offerì  nellaCena,  ne  meno  che  ini 
ilfacrificioconquelleparole,Fatequefloin  mia  memoria.  Scripando» 
al  primo,  diceua,non  hauerlo  perneceiTario,*?^  poterfitralafciarcbaftai 
Chrifto  habbiainllituito  l'oblationc  :.  ma  eliir  ben nccclfario  dire  conc 
lolejue  eiTerne  altre  che  le  ludettc.     Ma  Gio.AntonioPantufa  ,  Vefc 
Lettere,  con  molta  paflioq^e  voleua  nel  decreto  le  ragioni,  <Si  di  Melchi 
&  di  Malachia,  &  l'adorat^one  della  Samaritana,  &  lemcnfe  di  SanP; 
l'oblationc  di  Chrido  nella  Ccna,(S«:  ogni  altra  ragione  allegata.  In  fin- 
difputadipiugiorni,conuennerodimetcer'ognicoia  ,  perche  li  Prels 
Congregationi  hauerebbono  d^tto  il  parere„Sc:  il  farebbe  leuato  quello, 
maggior  parte  non  folfe  piaciuto.  Fecero  anco  una  raccolta  d'abuiìjch^ 
rono  giornalmente  nella  celebratione  delle  Meirc,inpo„co  numero» ri, 
quelli,che  del  m.d. li. furono  notati. 
pyocuratoyi  Addì  tre  Agoifo  fu  fatta  Congregatione  generale,  ^pr riceuer  li  Pro( 

def^efcoui  £Ì»de' VefcouidiRatisbonaj  &  Bafilea  ,  afined'honorar  qucfto  fecondo; 
]{atkbona,e    della  città  di  Baiileaj  che  contcndeua  anco  con  lai  per  il  titolo,  volerli 
BaJìUA  >  rice-  ^^^^  ^-  3afilea,ma  di  Porcntruto fi dimandaiTcData  fuoriia  formula ,  1'-, i 
^'uta  Copra  '  ^^ouo  di  Lanciano  fu  di  parere,  che  fi  publicaiFero  gli  Anathematifmi  f(| 
ia  minmttdtl  tralafciairero  a  fatto  li  capi  di  dottrina  :  allegaua  l'eircmpio  degli  altri  C| 
pereto,         ne'qualifivededapochiflìmi  ufata:  &  che  quello  iftelfo  Concilio  Tridj 
nelle  materie  del  Peccato  originale,la  tralal'ciò,  &  in  quella  de'  Sacrami 
delBattefmo:diceua,e{ìèrcofa  da  Dottori  il  render  conto  de'  pareri  f 
ragioni  :  a' giudici  elTer  confeglio  ottimo  il  far  le  fuefententie  aflblu; 
Yefcoui  in  Concilio  eifer  giudici  :  fé  la  fententia  contiene  la  ragion^ 


U  Pio  mi  LIBRO   SESTO.  5^3  _____ 

ì  ignarciionfolo  pei- il  dccrecojinaper  la  ragione  ancorai  che  5  non  allcgan-    ei3   io 
i  alcuna, ognuno  penfcrà,  che  la  Sinodo  lì  ila  molFa  da  pocendfln-ne,&      lxii. 
1  no  crcderàjche  iìa  indotta  da  quelle  ragioni,che  egli  maggiormente  ftime- 
(  e  quando  s'haueirero  ragioni  anco  fopra  euidentifllmejuon  è  /ìcuro  ufarlc, 
t  li  heretici  s'attaccheranno  alle  ragioni ,  che  ne  faranno  poca  ftima  :  &  più 
E  diiàjfi  darà  più  materia  di  contradirc.Aggiongeua  anco,  che  le  conoion- 
■(  icercauano  prefta  efpcditione  del  Concilio:&  accennc),ma  con  parolcche 
•( .0 in tefe da  Legati,  «Sedagli  amoreuoii  del  Pontefice  ,  che  fi  farebbe  per 
Ei  via  fodisfatto  ail'uo  delìderio.Da  Ortauiano  Preconio  ,  Arciuelcouo  di 
li  nojchelo  leguiaa  in  ordine,fu  in  contrario  parlatcche  l'ufo  de'  Concili) 
iipre  di  far' il  proprio  Simbolcalqual  corrilponde  la  dottrina;  &  foggion- 
àAnathematifiniichchauendo  feruato  cofi  il  Concilio  fotto Giulio,  ^ 
i  ^Sinodo  nella  Seffionc  palfatajfi  direbbcchc  non  fi  continuauapcr  difetto 
roni.Soggionfe, chcèuna  viltà  il  voler  fuggirla  difputa  degli  Heretici, 
il  ;ie  la  lor  contradittione  farà  lucere  la  dottrina  del  Concilio: che  non  il 
If  curar  di  finirlo  predo, ma  di  finirlo  bene.  Furono  cofi  longhi  quelli  due 
i  ijcheia  fera  fopragionta  poie  termine  alla  Congrcgatione  ,  dicendofi, 
I  iTer  marauiglia,lc  un GenoucieDomenicano,che era Lanciano,foirc  con- 
ad  un  Siciliano  Franccicano. 
i  no  li  giorni  Icguenti  fatte  prattiche  fopra  qtrcfto,valendofi  delle  ftelFc,&  ' 

Iigioni,gli  intcreilatiia  finire,&  ad  allongare  il  Cócilio.Ma,fatta  la  propo- 
altra  volta  in  Congrcgatione ,  fu  la  maggior  parte  in  voto  che  fi  icguille 
e  incominciato.  Qu e fte  prattiche  fecero  tornar' in  campo  quelle'deila  ^"^^I^^'f»e- 
za,eiFendolimcdefimiii  dcfidcrofuche  ilCoJiciiiofi  fimlfe,  ^  dcllare-  ^^^'^^^''^M»: 
inonfiti-atraiFe.Quefta  apertura  diede  occafione  a  Mant.oua,&;  Seripan- 
l|loperarfi,&moftrar' al  Papacon effetti,  che s'accommodauano  al  voler 

S  ondo  l'mftruttioncche  Lanciano  gli  haueua  a  bocca  portato:  adopera- 
:r  far  gliuificij  con  buon  modo  l'Arciuefcouo  d'Otranto,  li  Vcfcouidi  a  che  s'oppon- 
ì  ;a,  Nola,  &Bre(cia  ,  che  non  erano  Pontifici]  fcoperti ,  maguadagnati:  gom  i  Legati^ 
Q|  iipcraronomoki  Italiani ,  induccndogli ,  non  a  mutar'  opinione,&  con-  pirprmichiy 
>ma  a  non  promuouer  più  quella  materia.  Da  molti  irebbero  promeiFi, 
.'ifando  iSpagnuoli,  efli  Cariano  (tati  quieti:  .I?c  li  quattro  fuderti  Prelati 
P  inheme  vna  nota  de'  pcriuali,  fi  che  fi  trouarono  liauer  guadagnato  moi- 
re'Spaglinoli  non  fupo(Fibile  auanzare,  anzi  quello  fu  caufa,  chelìri- 
'  -  iìcme.  Scriilèro  una  lettera  in  commune  al  Rè,  per  rifpojdadi  quella  tnonpoffono 
■lù.  alMarcheie  di  Pclcara:  dolendofi, prima  del  Pontefice,  che  non  %>ìmere  gii 
:x  lifoluer' il  punto  della  refidenza,,  nclquales'ha  da  fondar  tutta  la  -P'^g'^^oLi,  i- 
:J  iChiefii:  &conbelli{Fima,(Sv:riuerenie  circuitionedi  parole,  con-  ?"^^'/''''"° 
in  Cene  ilio  non-^'ifolFciibcrtàj  che  gli  Italiani  con  la  plurahtàvin-  ^   ^^"^^ 
..  qaelli,chipei  penfioni^hiperpromeiFe,  &.  iimcno  corrotti^per  ti- 
e  idheriuano  alla-volontà  d  ^ua  Santità  :  fidchero  de'  Legati,che,le  ha- 
ll lalciato,comc  eragtufto,c  jncludere  la  materia,  quado  era  il  tempo,pri- 
l  daRomapoteflje  cflcL'elcriutOjtutto  fatebbc  co  fomma  cócordiacócluip 

T3Bbb     ij 


cYiuone 


c64  CONCILIO    DI  TRENTO  I^^apaPioIi 

CI 3   i^     infemitiodiuino-.che  le  due  parti  de'  Prelati  defiderauano  la  definitione;  h 

LX 1  r.      tutti  gliAiTibafciatori  ne  faceuano  inftanza:che  cflfi  furono  a  fauore  dcllaye •• 

procedendo  pero  con  caritàjiS:  modcftiajne  mai  hebbcro  animo  di  protefn 

lupplicauanoSuaMaeftàjchefaceireconfcgliare  daperionepic  qutli'  aruc,( 

eilcndo certi, che, dopo  matura  conliderationccUa  Fauornebbe  la  Temi 

Catolica,&  pia,&:  tanto  necelfaria  per  la  buona  riforma. 

ei'mplcrano         Qucfto  accidente  certificò  li  Legatisi  adlicrenti,che  non  era  poilìbilc  I  ji 

f aiuto dìFrA-  la practicajpoichejnoneircndofi  quietati  iSpagnuoli,ncperla  letteradclPn 

""*  petgli  ufficij  fattiianzi,hauendo  fatto  nuoua  dichiaratione,col  laiuerc  in  )] 

gnajbifognaua  tener  per  ferrao,che  follerò  iniuperabili.Si  ridulfero  liPont  e 

a  confulto  fopra  di  que{lo,&:  fu  deliberato  di  mandar'  in  Francia  al  Cardini  < 

Ferrara  copia  della  lettera  fcritta  dal  Rè  Catolicoal  Pcicara,  per  procurar  ,1 

uerne  una  limile  da  quella  Macftà  agli  Arabafc latori  Francefi  j  coli, per  fc  u 

quelli  dal  far  quotidiani  ufficij  in  contrario  co'  Prelati,  come  faceuano;  (  r 

ancò,accio,venendo  li  Veleoui  Francelì,non  s'uniirero  co'  Spagnuoli ,  i  r 

quefti  haueuano  gran  fperanza,&  ftauano  in  afpettatione.Ecper  Icuar  il  ci  t 

a' Spagnuoli  appreik)  il  Tuo  Rè  ,  deliberarono  far  fapcr  in  Spagna,  e  he  G  1; 

ta,  & Segouia,  capi  loro,che  fanno  li  fcrupulofi ,  haueuano  promello  li  d 

loro  alCinque  Chiefe  nella  materia  dellaCommunione  del  Caii<:e,renza  i  u 

rifpetto  a  Sua  Maeftà,che  tanto  l'abborrifcc. 

ÈPataarma       ^^  ^^  Pontefice  ,  in  quello  tempo,  confiderati  li  pericoli  imm.incnt  Ij 

aiitoritàfua,perledifflcoltà,&  confulìoni  di  Trento,  per  li  moti  di  Fraiu  l 

per  laDieta,che  in  Germania s'apparecchiaua5nellaqualerimpcratore,pc  u 

interelfi,  farebbe  coilretto  condifcendere  alfai  a  voleri  de'  Proteftanti,  pei  < 

fìcurar  lecofefiieperognirifpettoi&già  il  mefe  inanzihaueua  dato  d.i:  i 

dieci  Capitani  per  far  gente, e  fi  riduceiiano  li  foldati  in  Romagna,  &  1, 

Marca,&flreftringeuamoltoco'Minilì:ri,&  Cardmali  confidenti  de'  prc  ij 

Italiani:onde  generò  qualche  fofpetto  a  Spagnuoli, &  Francefì.  L'AmbaG  a 

di  Francia  l'eliortò  a  dcfìfter  dal  raccogliere  armi,accio  queflo  ncv«  tuib  i 

Concilio: a  che  rifpofe  il  Papa, Che, effcndofi  Inghilterra,  &  iProtcfla  1 

Gcrmania,dichiarati  di  aiutar  gli  Vgonotti  di  Francia,  non  era  daftar  fpro  ì 

eheilmondoerapienod'hereticijperilcheeraneceUariojche  fi  prouedcl  pi 

protegger  il  Concilio,noniolo  con  l'autorità,  ma  con  la  forza.  Lo  Spagi  )\ 

non  andò  per  l'ifleira  via:  ma,confirm.ando  che  fi  doueua  hauer  fofpetti  g  n 

damenti  de'  Proteflanti,gli  promelFe  ogni  aiuto ,  3c  a(Iìfi:enza,per  nome  d;.  l 

&quefto,perimpedire  che  non  procuralFe  una  lega  in  Italia,  laquale  in  1  .u 

tempo  hauerebbe  a  Spagna  piaciuto.  Aggradì  òi  accertò  il  Pontefice  l'c  t 

.     ,       del Rèj&cintefa l'unione  de'  fuoi  Legati  in  Concilici  l'ardente  voloni  di 

t  fcntit  a  Le-  j^Qftj-auano,&  l'opere  che  faceuano,reflò  confolato  ;  &  gli  rifpofe ,  che  :  ei 

%  rejiden-za  a  defierojquaiito  fi  poteua,a  iopir  il  ragionamento  di  refidenza  ;  &c  non  por  d' 

fg:  fi  valelTero  del partito:fopra  tutte  cof e attendefTero  alla  prcfta ilpeditionc-  ci 

fi  fìnifTcinanzi  la  venuta  de'  Prelati  Francefì, &  la  ridottione  della  Di  i 

Germania:accio  rLuperatore^per  rimenfo  defiderio  ài  far  eleggei  il  fìgl  B 


! 

Pro  mi.  LIBRO  SESTO.  5^5 ______ 

imanijnoafilafcialle  pertuadci'  a'Proteftanti,a  proponcr'  in  Concilio    Qi^  i^ 
lecofa  maggioriTientcpicgiudicialccheie  propelle  (ino  all' hora.  Lxii. 

i  AmbafciaconFiancelìjdopo  hauer  molte  volte  fatto  modella richiefta,  »  Framefi 
Prelati  loro  fotTcLO  afpttcatijfinalmente  addì  dicci  Agofto^prefentarono  la  '^^^è?,"^'^  ^^' 
ida  in  fcritro;il  ccnor  dcUaquale  crajClie  il  Chiiftianiflìm.o,  cilèndo  deli-  "'"'"** 
d'o(l'eiLiate,ȓk  riiieriie  i  decreti  de'Goncilij>che  rapprefentano  la  Chiefa 
iftlcdefidera  che  i  ftatiiti  di  quel  Concilio  iìano  di  buon  animo  liceiuiti 
auiierfarij  della  Chiefa  Romana:  impcroche  quelli ,  che  dalla  Chiefa  non 
)artiti}non  hanno  bifognodi  definitioni  Conciliari  rpcnfadoiicr  riufcir 
ati  li  decretijchefì Eiranno, le  il  giorno  della  Seffione  il  prolongaire  j fin 
la  moltitudine  numerola  de'  Prelati  Italiani, &  Spagnuoli,  s'aggiongelTe- 
ti  de'Velcoui  Francefijde'  quali  negli  antichi  Concili)  della  Chiefa  è  flato» 
e  tenuto  gran  conto.La  cauta  dell'  alfenza  de'  quali,già  uditaj&  giudicata 
I  aria  da  efli  Legatile  per  ccirarccome  fi  fperajin  breuc:&  quando  anco  non 
:,effi  doucranno  arriuarc  inanzi  il  fine  di  Settembre  ,  hauendo  cofi  com- 
r  uncnto  dal  Rc:&  da  quello  auuenirà  ancojche  li  Protcftanti,per  caufa  de* 
il  ICjncilio  è  intimato,  &chcpredicano  ogni  giorno  di  volerci  interne-- 
meranno  manco  di  che  dolcrfi,con  ricercare  qualche  maturità  in  cofa  co- 
r;c,  accufandoiltroppo  precipitio.  Aggionfero>  che,  accio  da  nifiTun  fia 
il  o  il  Rè  diifegnarc  per  quelli  mezzi  l'otiojouero  la  dilfolutione  del  Con- 
òdimandauano, che, mentre  i  Vefcoui  Francefi  s'afpettauano,fidoueire 
:tl  folamentequcllojche  appartiene  a' co{lumÌ3&  alla difciplina,&  anco  li 
(  n  rimanenti  in  materia  del  Calicc.Et  quella  ultim°a  particola  aggionferoj 
I  n  diguftar  gì'  Imperiali,che  haueuano  fperanza  di  ottener  la  dichiaratio- 

I  acliaSeirionc.Ma  li  Lcgari,dopo  confultato,fecero  larifpollain  fcritto.  difdettaét 
:  Prelati Francefijinanzi l'apertura  del  Concilio, furono afpettaticjuafi lei  Legtti: 

fi  :,cirendo  quello  aperto  principalmente  per  caufa  de'  Francefi ,  s'era  anco 
e  o  Tei  mefi  il  trattar  le  cole  più  grauimellequali ,  poiché  s'ha  dato  princi- 
licrtcrmanojnon  parer  loroconueniente  il  ritirar/ì  dalcaminar  inanzi, 
.  CIO  non  fi  potrebbe  far  fenza  vergogna  del  Concilioj&iTiolte  Oc  grandi 
omoditàdi  tanti  Padri. Ma,quanto all'  allongar  il  giorno  della  SeTlìone, 
1  nonelTer'inpoteftà  d'elTi Legati  concederlo  jfenza  li  Padri:perilche,efli 
:i  ciatori  non  potcuano  afpettar  da  loro  più  determinata  rifpcfta* 
^  -ilo  confiderato,li  Francefi  replicarono,  che  adonq;  gh  folFe  eoncellò  far 
5r|5ofitione  fua  nella  Congregatione  :  ma  i  Legati  rifpofero  >  che  già  altre 
teraftato  dettoaloro>&  agli  altri  Ambafciatori,  chenonpoteuanone- 
,(cnonco'Lcgati>&  che  già  era  (lato  deliberato, &  decretato  in  quel 
imu  Concilio  per  l'addietro,  che  gli  Ambafciatori  non  potelFero  parlar* 
^gregatione public amente,fe non  ilgiorno  che  erano  riceuuti,&  che  jl 

II  l.andato  era  letto-Queflo  diede  caufa  a' Francefi  di  far  graue  indoglienzae<iej(^^»Mo 

V  coui,&  mallìme  co'  Spagnuoli,  con  dire , Elfer  grande  alFordità ,  che  le  S*«n  deglì^tt 
b;  ciarle  fiano  inuiate  alla  Sinodo  ,  cheaquellafianoprefencatili  Manda- 
'Cl.econq^uelianonfipoffitrattareamaco'foiiLegati,  come  cheaquelll 
'  J^Bbb     ili 


^66  CONCILIO  DI  TRENTO  PapaPio] 

ci3   13     tolfero  gli  Ambafc  iato  ri  inaiaci  :&  purciictaaia  li  in  edeflmi  Legati  non  i 
.LXii.      alcrOicheAmbarciatorieflì ancora j  inquanto  che  il  Papa  che  gli  inandajc 
PLencipe:&  inquanto  è  Veicouo,&  il  primo  Vefcouo,  non  (bno  altro,che  ( 
curatori  d'uno  allcnte:&pcr  cali  fono  itati  tenuti,  ti'  riccuuti  ne'  Concilija 
chi.Allcgauano  rellcmpio  del  NiceuOsdcirEfeflnojCalcedonenfe,  di  quei  j 
TruUcòc  dclNicenol'ccondo  ancora:  &  che  la  rottura  tra  il  Concilio  d|j 
■    lìlea^o:  ilPapajdaquefto  folo  venne,  perche  li  Legati  Romani  prctelcro^ 
tar  quello  ancicOj&  lodcuole  infticuto.Che  anco  qucfta  era  una  fpccic  di  fca 
grauiilìma  nel  Conc  ilio,che  non  potelTcro  manco  udire:&  ingiuria  a'  Prcr  | 
che  non  potcìrero  trattare  con  chi  haucua  da  maneggiar  i  ncgocij  deliiftati  \ 
-che quel decretOjcheaircriuano  fatto,non  fi mofl:raua,&  conueniua vederli 
fàper  da  e  hi  era  prouenutó-.perche/c  i  Legati  dall'  hora  lo  fecero,  eftelcio  1',  ( 
rità  con  gtand'  eilorbitanzatfe  fukSinodojeraneceirarioellaminarecoi 
quàdouperche  era  un  incóueniente  intolerabile  anco  quello,che  nel  prinr 
di  qaeft'  ultima  adunatione  è  flato  facto,che  li  Legati,có  quei  pochi  Prelat 
lianijvenuci  daRomajfolamentejhabbiano  fatto  un  Decreto, .!?cprattic 
dopo  rigidamente,che  niente  polla  eiler  propoitojfenon  per  bocca  de'  Ltp 
iTianicra,chca'Prencipi,&  a'  Prelati  tutti,  è  ferrata  la  via  di  poter  propo 
buona  riforma,che  farebbe  feruitio  diurno  trattare  :&  in  luogo  di  qucM< 
trattener  infruttuofamentc  il  mondo  ,  fìa  trattata  la  dottrina  controueri 
Proteflanti  in  loro  ailenza,fenza alcun  benefìcio  de'  Catolici,chenon  nei 
tanoj&con  alienare  tanto  li  Proteflanti,dannandogli  in  allenza.  Et  le  qr 
de'FranceiìfirinouaronOjquandogliandò^auifo  dall' Ifle,Ambafciator de! 
Rè  VA  Roma,che  egli,per  ordine  Regio,  haueua  fatto  l'ifleilk  richiefla ali 
che  foifero  i  Vefcoui  Francefì  afpettati  per  tutto  Settembre,  «Ikila  Santiràfi 
ueuarifpofto,che ciò rimecteua a'  Legati.Diceua Lanf'acChe era  cofa deg 
memoria  eterna ,  Il  Papa  rimetteua  a'  Legati ,  li  Legati  non  poteuano 
za  la  Sinodo,  quella  non  poteua  udire  :&  li  Rè,  (3c  il  mondo  ,rimaneiian 
lufì. 
p&nn  àePn-       Addì  undici  Agoflo,li  Vefcoui  comminciarono  a  dar'  il  voto  foprai  D( 
lati  fn'lfacri-  in  materia  del  Sacrificio  :  &:  quafì  tutti  paffarono  leggiermente  iltutto,& 
fido:  cordeinente  :  fenon,che  alcuni  non  fentiuano,  che  lì  mettefli  l'oblatio 

Noflro  Signore  nella  Cena:&  altri  lodauano,che  fi  ponefie:  &  pcrpiujgio 
numero  d'ambe  le  parti  fu  quafì  pari.Non  debbo  traiafciarccomc  cofa  deg 
enutìta  delGe-  memoria,che  il  quattordici  d'Agoflo  arriub  Giacomo  Lainez,  General  de' 
neral  de  Gè-  fuicÌ5fopra  il  luogo  dclquale,per  eifer  quella  Società  non  mai  più  interueni 
funi,eàiffutA  Concilio, vi  fu  molto, che  trattare, non contentandofì  del  luogo  ultiin 
della jua  pre'  Q^ji^i-ali  de'  Regolarij^  adoperandofì  tre  della  medefìma  Società  pa*  met 
uden'sia.         inanzùper  laqual  caufa  non  fi  vede  noininato  ne'  Cataloghi  degl'  interuem 

Concilio. 
richiefla  d^gli       I  Prelati  Spagnuoli  prcfentarono  a'  Legati  ima  richiefla ,  da  tatti  lon 
Spagnuoli  ci-  tofcritta,doue ,  hauendo  narrato  molti  inconuenicnti  nati  per  le  cirorb 


tra.  i  abujode  ^^^^[^^^  priuilegij  a  Conclauifti  concefTiidimandarono  reuocationco al* 


.^  Pio  mi.  LIBRO  SESTO.  5^7 

:jj:i:ationc.  Vfano  li  Cardinalijcntrando  in  ConclaLic>  doue  hanno  a  ftat  fer- 
crrclettionedclfamio  Pontclìcchaucr' alla  fcruicù  loro  doipcreiafcunO} 
(Come  Capcllano,SciinocomeCamericro,liquali  da  loro  Tono fcieki più 
•ruir  nelle  negoriadoni,che  alle  perlone  de'  padroniiL^  per  ordinario  fono 
rliori  Cortcgiani  di  Roma.  Quclti  bene  Tpcllo  hanno  no  minor  parce  nelle 
:ichejcheipadroni:onde  t-inuecchiatoulojchc  ncli'  ulcirdel  Conclaucil 
IO  Papa  gli  riccuc  cucci  nella  (tia  Simiglia,  dà  loro  priailegi)  conuenienci  al 
0  di  ciaftuno,alrri  a  Preci>6c:  alcri  a' Secolari  :  era  quelli,chc  all'  bora  il  co- 
laua  dar' a  Preci, qucfti  ancora  erano  ,  che  poccilero  relìgnar  in  mano  di 
E  jnquepcriona  Ecclciìafticapiaccile  loroi  benefici)  che  ccneuanoj&  fargli 
;rir  a  chi  nominanano:che  pocetl'ero  permucar  con  qualon  qne  alerò  bene- 
ohbeneficij  loro,elcggendoeiliunaperibna>che  facelfe  lacoUacione  all' 
jÌ5<:  l'alerò.  Da  coh  eilorbicance  facolcà  nafccua  una  apcrca  mercancia  :  &  li 
■  DUÌ>doue  qualche  Conclauifta  era,iì  vedcuano  ad  ogni  beneplacico  di 
i  rancare  li  Canonicaci ,  Parochiaii,  de  alcri  benefici] ,  con  Icandalo.  Di 
ihSpagnuolit-ecero  qucrimonia,perchc  erano  nouamence  in  Cacalogna 
flì grand'  inconuenienci.Mali  Legaci  mo(ì;rarono,che  la  modcracioncdi 
iabafi  non  coccaua  lenonal  Papa  ,  poiché  iì cracca  di  perlone  della  hua  fa- 
.a5&  le  s'era  moke  voice  conclufo  di  latciar  al  Papa  la  rilrorma  della  Coree? 
iormcncc  quella  della  famiglia  inajpromiiero  di  icriuernc  alia  Sua  Sanci- 
initar per laproui{ìone,come anco  fecero:  «3c  il  Poncefice  ,  penlaco  che  li 
:lauifti  di  conco  Hanno  aRoma,&  appreiroli  Cardinali,  ondelàprouilìo- 
:caua  folo  alcuni  pochi,&  di  poco  coneojrieiraci  alle  cale  loro ,  &  che  per.  f '^^^^'f  /" 
e  Tue  era  ucilc  dar  qualche  fodisfactione  a'  Prclaci  del  Concilio,a'Spagnuo-  p^.  *  **     **" 
l3me>deliberò compiacergli,  &nel  mcfe  feguence  fece  la  riuocacione  di 
ipnuilcgij  a  quelli  concclli,c he  però  dal  lucccirore  non  fu  feguica. 
rei  da  Trenco, per  ricornar  in  Francia,il  Fabro,  ccrzo  Ambalciacor  diPran-  Pìbracparte 
^lomminiftiò  maceria  di  folpecci,  congeccurando  li  Poncificij ,  che  folfe  daTumo^ 
to,per  dar  coneo  dello  ilaco  del  Concilio, &  (oliecirar  lavenuca  de'  Vcico- 
mceiì:cenenuofermo,chehauercbbc  farro  uihcij  finiicri,  eifcndofì  già  per 
le  lue lecccrefcrirce al  Cancelliere  }incercccee,veducala  lua  inclinacionc, 
imalafodisficcione,chceiro,&r  Colleghi,  hebbero,non  hauendo  impe- 
la prorogacionc.Lequalicore,riferite  a  Lanlac  da  alcune,  creacure  di  Si~ 
a:ea,per fcoprir  il  vero,cgli  riipofcChe  era  andaco  per  fuoi  ncgorij  parcico 
^ &non  era  marauigholeiVedendofigliaperci  mancamenci,aicunpenla{re 
ouefiero  eiPcr  rifcriei. 

a,ineornoilSacrificiodellaMeira,  nelle Congregacioni  facce  fino  a  di-  ,.    ^  , 
3,cucci  i  voti  lì  rifolueuano  in  concendere  fopra  l'oblacione  di  Chrifto  nel-  panri%pr^'i 
l  ia:>3c  il  Padre  Salmerone  s'era  ficco  ancor  principale  a  perfuader  l'afferma-  jamfióo  di 
a  landaua  a  caia  di  queUi ,  che  fenciuano  alerimence,  &  mallhne  di  quelli,  chrifto  nella 
t  on  haueuano  ancora  dceco  il  voeo,perfuadendogli  almeno  a  cacere,  o  par-  ^*"'''' 
Jnelfamencc  ,  &  lì  valeuadel  nome  del  Cardinale  Varmienfe  priitciual- 
!i  ;  i  ma,ag§ionco  alle  voice  anco  Seripaudoj  ^  accennando  gli  alcri  Legaci^ .. 


^58  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio  (' 

lenza  nomb«.fgli:&  fece  quefliaprattica  con  tanta  impoitmiità,c he  nella  (); 
gicgationede'diciottoAgoftolenedoireroliVercoui  ài  Chioggia,  Sedi 
CTUa,&  quello  fecondo  parlò  per  lancgatiuacon  moka  forza  di  ragione.C  i| 
dcradero  bene:  perche,  offerto  un  facuiftcio  propitiatorio,fe  quello  è  fuffitji 
rcpercipiarcnonfene  otfjnke  altro  >  fenon  forfè  per  rendimento  di  grati  i 
chi  foftenta  nella  Cena  un  facrifìciopropitiatoriojconuiene  che  confelfia  t 
forza ,  che  per  quello  (ìamo  redenti ,  Se  non  per  la  morte  :  cola  contrari.-:  1| 
Scritturasse  dottrina  Chnftiana,  che  a  quella  afcriue  la  redentione.  Et  fe;;i 
no  vorrà  dire,  che  fiatutt'iinoj principiato  nella  Cena,  &  finito  nella  croce  e 
in  un  altro  inconueniente  non  minorciattelojche  è  contradittionc  dire,  e  : 
principio  delfacrificiofiafacrifìcio:poichc,fe,dopo  ilprincipioiceifaircn  r 
dalfe  più  oltrcniffun  direbbe  che  hauelFe  facrificato  :  &  non  lì  dirà^cheslc  (  r 
ilo  non  folfe  ftato  ubediente  al  Padre  fino  alla  morte  della  croce,ma  fole  h  e, 
fc  fatto  oblatione  nella  Cenajuoi  foflìmo  redenti.  Onde,  non  fi  può  direjci  i 
nataloblationellpofiì  chiamar facrificio, per elfer principio  di  quello, 
gionfe  il  Vefcouo  >  che  non  voleua  foftenrar  pertinacemente ,  che  quelle 
ni  follerò  infolubili  ;  ma  ben  diceua ,  non  douer'  il  Concilio  legar  gì'  int.  u 
di  chi  è  perfuafo  d'una  openionc  con  tanta  ragione.  Pafsò  poi  anco  a  dire  k 
iìcome  non  gli  faceua  difticoltà,il  nominar  laMelTa  Sacrificiopropitiatorii  o 
il  non  fi  fodisfaceua,che  in  modo  alcuno  fi  nominaCfe  che  Chrifto  offerire  )i 
che  baftaua  dire ,  che  commandò  l'oblatione  :  perche,diceua  egli ,  fé  la  Si;  ic 
iilTerifce  che  Chrifto  offerto  fu  il  facrificio  propitiarorio,  &  cofi  incorrerà  ,1 
<lif&coltà  fudette  ;  ouerononpropitiatorio,&:cofida  quello  non  fi  potrà  a 
cludere,che  la  MelVa  fia  propitiatorio  :  anzi  incontrario  fi  dirà,che,fe  Tobi  y 
ne  di  Chrifto  nella  Cena  non  fu  propitiatoria,  meno  debbe  efter  quella  de  a 
cerdote  nella  Meffa.  Conclufe ,  che  era  il  più  ficuro  modo ,  dire  folamenn  hi 
Chrifto  commandò  agli  Apoftoli  che  offeriirero  facrificio  propitiatorio  h 
MelTa.  Poi  obliquamente  toccò  il  Salmerone,  dicendo,  Che/c  nelle  cole  ili 
riforma  fi  fa  qualche  prattiche>  fi  puotolerare  ,  verfando  circa  cofehiin  ic 
ma,  doue  fi  tratta  di  fede ,  il  voler  caminar  per  fattione,  non  è  introdu  o 
ne  buona.  Il  parlar  del  Vefcouo  molFe  tanti ,  che  fu  openione  quafi  e  n 
mune  ,  che  di  Sacrificio  propitiatorio  ,  da  Chrifto  offerto  nella  Cena,  n  1 
parlalfernekefto  Topenionefua  fu  >  come  per  inanzi,  abbracciata  da  un.  o 
la  parte. 
«  chejt  ofpuo'  Quello  ifteffo  giorno  >  l'Arciuefcouo  di  Praga,  tornato  dall'  Imperatore  3- 
Kg  indarno  chi  giorni  prima,prefentò  lettere  di  quella  Maeftà  a  Legati  :  8c  arriuarono  ;  :c 
t^né.Cefd-  lettere  jel  Noncio  Delfino ,  refidente  appreifo  la  Maeftà  iftefta,ricercando  e- 
^^  fare,&  per  le  lettere,  &  più  efplicatamente  per  l'ufficio  del  Noncio  ,  che  n  i) 

trattalTe  del  Sacrificio  della  MelTa ,  inanzi  la  Dieta ,  oc  richiedendo  che ,  i  11 
prima  Seffione  s'ifpediffe  l'articolo  della  Communione  del  Calice.Prefentc  n- 
co  l'Arciuefcoucpernome  dell'  Imperatore ,  una  formula  di  riforma.  M  n 
troppo  urgente  il  comraandamento  del  Pontefice,  che  R  venifTe  a  prefta  i(\  li 
Clone  j  che  non  concedeua  j  che  fi  póteiTe  fodisfar  l'Imperatore  nella  prima  ir 

ma];»; 


A  Pio  rm.  L I B  R  O   S  E  S  T  O:  ^69. 

Ia:bencoftnngeiia  fodisfarlo  in  parte  ad  iCpedkk  materia  del  Calice;  &  ci^     ci 
itefìce,alquale  rimperatore  haucua  fatto  le fteirc  inftanzc,  fcrille  il  medefì-      i/X  1 1. 
Trento  :  però,  nella  feguente  Congregatione>  Mantoua  propofe,che,con- 
la  dottrina  del  Sacrificio,!!  parlerebbe  della  Commun ione  del  Calice  :  & 
ndo  li  Prelati  à  dir  li  voti,fu  raccordato,che  la  difficoltà,  fé  Chrifto  il  offe- 

èftata  propoftaa  Theologidadifputarejfebenein  ne  hanno  parlato  ac- 
calmente:però  farebbe  ben  proporla,^  farla  difpiitare  profeiratamente,  o- 
ralafciarla. 

vltimó  a  parlar  in  qucfta  materia  il  Generai  de'  Giefuiti,  &  egli  tutto  lì  e- 
1  quella  materia  dell' oblationc  di  Chrifto,  6i  confumò  una  Congrcga- 
folcdoue  nelle  altre  parlarono  da  fette  lino  adieci  Prelati.  Hauendo  o- 
idetto  il  fuo  voto,con  tutto  che  folTe  poco  differente  il  numero  di  quelli,  ""«^'«/"«e  dti 

'  una  openione  adhcriuano,&:  di  quelli  che  alla  contraria ,  li  Legati  però,  "'°  '^'^^''' 
lanza  efficace  di  Varmienfe,  firifolfero  di  metter  Toblatione;  non  peiò 
!  t  la  parola  di  propitiatorio.In  fine  della  Congregatione,il  Cinque  Chie- 
j  endo  la  propofitione  del  Cardinale  di  Mantoua,  fece  una  oratione ,  nel-  cìnquechilce 
i  ;,commemorati  prima  gli  ufficij,«Sc  fatiche  dell'  Imperatore,fatte  per  fer-  ferlo  CAlkef 
i  dia  Republica  Chriftiana,&  per  reftituir  la  purità  Catolica,non  folo  do- 
j  nto  airimperio,ma  ancora  viuendo  Carlo ,  foggionfe ,  che  la  Maeftà  fu» 
lì  jerienza  haueuaconofciuto  le  più  grani  contentioni,  &  querele  de'po- 
i  fcere  per  la  prohibitione  dell'  ufo  del  Calicerperilche  haueua  de/ìderato 
[  :e  trattaife  in  Concilio:  onde,pcr  commilfione  di  Sua  Maeftà  Ccfarea,ef- 
E  i  altri  Oratori,primicramente  raccordauano  a'  Padri  di  coniìderare ,  che 
il  àChriftianaricercaua,  che,per  trattener  con  la  troppa  fcuerità  l'olfer- 
t;  'unrito,non  fi  lafci  d'impedire  molti  facrilegi],&ucciiìoni,innobili{Ii-     • 

8iincie,&:  di  ridurre  al  grembo  della  Chiefa  Catolica  molte  anime  :  che  è 
il  numero  di  queili>chc,  non  abandonata  la  fede  ortodollà ,  fono  infer- 
ì  )fcienza ,  iqualinonlìpolTono  aiutare,  fenonfoccorrendogli  con  que- 
cj  liflìone:  che  la  Maeftà  Cefarea  è  coftretta  far  continua  guerra  con  Tur- 
ai lal  non  può  foftenere ,  fenon  a  communi  fpefe  della  Germania  ;  laqualc, 
:ci  he  fi  parla  di  contribuire  ,  entra  a  parlare  della  religione ,  di:  dimanda 
ciilmente  l'ufo  del  Calice  jilquale  fé  non  fi  concede,  leuando  con  quefto 
ni  aucrfie ,  bifogna  afpcttare ,  che  non  lolo  l'angaria,  ma  la  Germania  an- 
«f  10  occupate  da'  Barbari,  con  pericolo  anco  delle  prouincie  confinanti:  * 
a| hiefa  ha  fempre  coftumato  d'abbracciare  quei  riti ,  che  fono  contrarij 
ii|ueherefie.Periich*e,è  ben  abbracciar  quefto  partito,  chedimoftralafe- 
illjverità  della fantiflima Eucanftia contra  i  Sacramentari).  NonclFer  bi- 
3^)me  alcuni  richiedeuano,d'un  procuratore  mandato  elprciro,pcr  nome 
'•  che  fanno  la  dimanda,come  fu  nel  Concilio  Bafileenfc:  perche  all'ho- 
-'!  o  folo  un  Regno ,  e  he  richicdcua  la  gratia ,  poteua  mandar  procurato- 
^allelfo  non  è  un  popolo ,  o  una  natione  fola,  ma  un'  infinito  numero  di- 
aidiuerfe  nationi  :  ne  douerfi  marauigliare,che  la  peticionc  fia  prima  fta- 
>fttata,  &  non  impetrata  dai  Pontefice:  perche  il  Papa  prudentemente 
udimclfo  il  tutto  alla Sinodo,pcr  ferrar  laboccaagli  heretici,che  non  vo- 

CCcc 


^70  CONCILIO   DI  TRENTO.  Papa  Pio 

e  1 3  1 3    glioiio  riceuer  le  gratie  da  quella  Sede ,  &c  per  non  parer  di  derogar  all'  aut  \ 
LXii.     del  Concilio  di  Coftanza;  elTendoconueniente,  chel'ulo  del  Calice  jlcuap 
un  Concilio  Generalcfofle  permeifo  per  definitione  d'un  altro:  &ancor|j 
dar  riputationc  alla  Smodo ,  allaquale  era  conueniente  rimetter  qucfta  de^ 
ratione,atta  a  leuar le  dilcordie  della  Chiefatmabenejchc  egli  haueua  letta 
Romaiche  il  Papa  riputaua  la  dimanda  honefta  &  nece(raria,&  pigliauaini 
napartejcheienefaceifeinftanzaal  Concilio.  Poiprcfentò  l'articolo  fo  ; 
Caliccjcome  defìderaua  foire  trattato:  &c  conteneua  in  foftanza ,  Che  folki 
ceduto  a'  Stati  dell'  Imperatore ,  inquanto  comprendono  la  Germania  tati: 
rOngaria:  quale  Icggendofi  in  Congregationcs'eccitò  llrepito  de'  Prelati  i 
vide  in  molti  fegni  manifcfti  di  voler  contradire:furono  acquetati  per  all'  e 
con  dirgli ,  che  hauerebbono  potuto  dir  il  loro  parere ,  quando  foircro  ) 
voti. 
.  |7y^„^j/7  ^g_      Gli  Ambafciatori  Francefì,il  terzo  Settembre  »  fecero  nuoua  inftanza  ] 
tnandanodi-  gati>che>per  dar  maggior  autorità  al  Concilio,  &  afine  di  far  riceuernell  s 
nuouo  dilatio-  loro  più  facilmente  le  dcterminationi  di  quello,  volelFero  prolongare  la  !  il 
««•  ne  un  mefe,o  cinque  fettimane,  trattando  in  quel  mentre  altre  materie  ,  j  : 

blicare  poi  nella  fuirequente  Seffionejcofi  quello,  che  già  è  (lato  difcuflo ,  : 
terminatojcome  ancoquello,chelìtrattaire5&;  determinaire  tra  tanto:  ci  e 
non  fi  perderebbe  tempo,  ne  il  prolongherebbe  il  Concilio  :  &  il  Rè,  &  ti 
Regno,rentirebbegranfodisfattione:oltreche,arpettandoìì  anco  inbrci  l 
lati  di  Poloniajfarebbe  di  molta  edificatione  all'uniuerfaledelChriftiar  r 
il  moftrar  di  tener  conto  di  due  Regnicoli  coiifiderabili:  laqual  inftanzr  11 
vifiuutaptY    (^o  fatta  il  dì  inanzi  ,  che  i  Legati  riceueiFcro  lettere  dal  Cardinale  di  et 
Mujepn.e,      ^^^  ^^^  Lorena,&  i  Prelati  Erancefhdoueuano  in  ogni  modo  venire  ,  eh',  u 
bono  con  loro  venti  Dottori  di  Parigi;  e,  moftrandofì  anco  lettere  ù.  tr 
diueifì  Prelati  da  amici,conrifteiroauiio;conaggiontaanco,che  folfc  1  li: 
loro  di  trattar  il  ponto  della  fuperiorità  del  Papa,  &  Concilio  j  tanto  pin  lu 
caronojchefldoueireroirpedirelecofedifcuire,  accio  non  folfero  attia  r. 
nuoue  difficoltà  :  &  a'  mali  humori,  che  erano  in  Trento ,  aggregando  n 
nuoui  peggiori,»^'  più  arditi,non  folfero  promolTe  tante  difficoltà ,  che  d 
IO  il  Concilio  in  infinito,  o  non  folfe  rilbluta  qualche  cofa  pregiudiciai 
tenendo  li  Legati  quefle  ragioni  in  pettOsriipoferoa'Francefi,  con  he 
'  parole,nella  forma  altra  volta  con  loro  ufaca  ,  Che  il  Concilio  fu  con 
principalmente  per  Francefi,li  Prelati  loro  ciTer  (lati  afpettaci  tanto  rem 
il  trattener  cofi  gran  numero  di  Padri  più  longamenteneiriftefTaarpccta 
rebbe  una  indegnità  del  Concilio  :  &,quando  non  fi  publicafièro  le  cofc 
fe,il  mondo  crederebbe  che  folle  per  qualche  diirenfione  tra  loro,  op^ 
iìcU  Lanfac  ragioni  de' Proteftanti  hauelTero  qualchevalidità.    MaLanfacnonac' 
èfdegmto:      dofidiri(poftaalcuna,&:  premendo  Tempre  maggiormente  ladilationc , 
ua,che  il  Concilio  folfe  aperto  per  li  Franccfi,&  che  non  s'arpertairero; 
haueua  potuto  ottener  da' Legati  cofa  richiefta  ,  che  le  Tue  rimoftranz 
fprezzatej  chcjin  luogo  di  gratificar  il  Tuo  Rè/i  ufaua maggior precipi 


apaPioIIIL  libro    SESTO.  571 

e  egli  non  attribuiua  ciò  a' Legati,  fapendoj  che  non  fanno  cora>fènon  da    do  "ìT 
)ma  com mandata}  che prendeuano  grand' errore  ,hauendo  inlofpetto  lave-       lxii, 
itade'Prelati  Francefi  ;  che,dopo  fatte  tante  proue>per  ottener  quellojche  era 
jfto>&  doueuagli  elfer  conceiro>ancorche  non  dimandato,  conueniua  pcnfa- 
id  altri  rimedij:&  parlaua  in  modcche  faceua  dnbipare  di  douer  fare  qualche 
faftraordinaria.Ilche  fece  palfar  voce  nel  Conciliojche  farebbe  difcioltorco- 
che  dalla  maggior  parte  era  fentita  con  piacere  :  alcuni,per  liberarli  dagli  in- 
mmodi  che  patinano  :  altri,  vedendo  di  ftarui  conniliuno,  oleggieriflìmo 
uitio  di  Dio  :  li  Pontifici]  >  per  timor  di  qualche  tcntatiuo.  Publicamente  (i 
correua,  che  Lorena,  in  ogm-ocxafione,  haueua  moftrato  animo  inclinato  a. 
ainuire  l'autorità  della  Sede  Apoftolica:  che  hauerebbe  voluto  dar  qualche 
balla  Francia  in  materia  del  Pontificato,  quale  non  gli  piaccua  indifpofi- 
ne  dei  Collegio  de' Cardinalijche  era  d'Italiani  :    che  la  Francia  hafempre 
refe  di  limitar  la  poteftà  Pontificia ,  e  di  fottoporla  a  Canoni ,  Se  Concil ij: 
qucfta  opinione  farebbe  aiutata  da'  Spagnuoli,quali  già,con  tutto  che  mol- 
ileruati  nel  parlare ,  s'erano  moftrati  deiideroiì  del  medefìmo  j  de  farebbono 
ofeguiti  da  una  buona  parte  d'Italiani,  che  per  non  poter e,o  faper  preualer- 
e' commodi  della  Corte ,  hanno  inuidia  a  chi  gli  gode  ;  oltre  li  defiderolì  di 
itàjfenza  anco  laper  perche, il  numero  de'quali,  per  molti  indici),  fi  vedeua 
rconfidcrabile. 

■ipubhcò  per  Trento  un  difcorfo,che  andò  per  le  mani  di  tutti,  ♦Scanco  da  Sfcor/òdeHa 
ati fu  mandato  a  Roma,nelquale  lì  moftrauajElfer'  impoflìbile  finir'il  Con-  dur^ita  del 
)in  breue  tempo, vedendoli  tutti  li  Prencipi  volti  all' allongarlo  :  de'Fran-  ^'"*"^'*« 
&  Imperiali,non  poterli  dubitare,per  l'inftanza  di  dilatione,  che  faceuano: 
è  di  Spagna  dimoftrar  riftclTo,  hauendo  deftinato  per  Ambafciator  al  Con- 
»il  Conte  di  Luna>c|uando  folfe  finita  la  Dieta  di  Francfort ,  doùe  era  man- 
'prima.I  Prelati  anco,  con  la  longhezza  del  dire,  doucrportarfempreleco- 
longo.  Poilìdifcorrcuarimpolfibilitàdi  caminar  cofi  per  molto  tempo, 
'  eircndouiprouifìone  di  grano,fenon  per  Settembre,  ne  fapendofi  doueha- 
'  e,per  la  careftiaiuiiuerfale:  Se  la  tardanza  dell'  Imperatorc,&  di  Bauiera,di 
'ifpofta  alla  dimanda  di  vettouaglie  fattagli,moftrar  che  non  potranno  fou- 
•re.Aggionfe,  che  li  Proteftanti  fempre  hauerebbono  tefo  infidie  per  far  ca- 
'i  Padri  a  qualche  rifolutionedishonoreuole:che  hauerebbono  fufcitato 
'itàpcrconftringerli  Prencipi  a  promuouercofeprcCTÌudiciali:che  li  Vefco- 
'vedcuano  afpirare  a  libertà,  &  in  progrelTonon  Ci  larebbono  contenuti  in 
I  ini  cofiriftrctti,&  la  Sinodo  fi  farebbe  fatta  non  folo  libera,ma  anco  licen- 
I  :&con  un  bel  traflato,  era  raflbmigliato  ilprogrelfodcl  Concilio,  come 
I  corpo  humanojche  con  delettatione  contrahe  una  picciola ,  Se  dal  princi- 
\  lon  (limata  infetrione  Francefe ,  che  poi  s'aumenta ,  Se  occupa  tutto'l  fan- 
'?i  tutta  la  virtù.Elfortaua  il  Pontefice  apenfarui,non  pervenire  atraflatio- 
^  rofpenfionejper  non  incontrar  una  contradittione  di  tutti  i  Prencipi  ;  ma, 

Iiperfi  valere  di  quei  rime<Uj,che  Dio  gli  manda. 
1  quefti  moti  li  Legati  araettauano  a  concluder' i  Decreti  perlaSeilìone. 

GCcc     ij 


57i  CONCILIO  DI  TRENTO       Papà  Pio  r 

cjo   i3    Quel  del  Sacrificio  era  a  buon  termine  :  però  fi  parlò  fopra  la  conceflìord 

Lxii.     Calice:nel  che  furono  tre  openioni:unaeftrema,&negatiua,che  in  moca 

dt(parert  fopra  cuno  non  fi  concedcire  :  rakra,afFermatiua,che  fi  douelfe  conceder  in  Com  ii 

la  concezione    con  le  conditioni,&  cautioni,che  alla  Sinodo  foireparfo:3c  quella  era  foli  ii 

dei  Calia:      ^^^^  cinquanta  de' più  raui):&  tra  quefti  alcuni  voleuano,che  fi  mandallerj 

gati nelle  regioni, che  ne  faceuano  inftanza,per prender*  informatione  e 

conueniente  far  la  concefllone,&  con  quali  conditioni:  la  terza  j  media,  u 

rimettetrc  il  ncgotio  al  Papa  :  ma  qucfta  era  diuifain  molti  rami.    Alcuni  )1 

uano  una  rcmillione  alFoluta/enza  dichiarare  che  egli  la concedeile  »  o ne  li 

6c altrijche  foife  con  dichiaratione  j  che  la  concedelfe  fecondo  la  prudem  fi 

Alcuni  voleuano  reftringerla  a  particolari  paefi  :  &  altrijafciargli  libera  a 

tà.  I  Spagnuoli  tutti  aflòlutamente  la  negauano ,  hauendogli  da  Roma  I  il 

i'Ambafciator  Vargasjchecofi  compliua  al  bene  delia  religione,  òcferuit  i 

Rè  j  per  il  danno  imminente  a' Paefi  balfi,  &  anco  allo  Stato  di  Milano,  la 

quando  hauelTero  veduto  li  confinanti  loro  goder  quella  facoltà  ,  l'hai  :e 

Bono  richieda  eflì  ancora  :  &  concedendola,  o  negandola»  in  ogni  d 

s'hauerebbe  aperto  una  gran  porta  all'  herefia.     Li  Prelati  Venetiani,  ii 

ti  da' loro  Arabafciatori,  tenevano  cflì  ancora  ilmedefimoparere,perla  ir 

ftelfa. 

Di  quelle  openioni  reciterò  folo  gli  autori  principali, &  lecofe  fii  t; 
dette  daloro.U  Cardinal  Madruccioj  che  prima  parlò,lenza  alcuna  ecce  o 
approuòjche  il  Calice  fi  doueife  concedere.  I  Patriarchi  tutti  tre,  cheail  it 
mente  fi  doueiìè  negare.Cinque  Arciucfcoui,che  feguirono,  li  rimifero  :  o 
teficc.  Quello  di  Granata,  perche  haucuapromeflo  agl'Imperiali  di  faiu  g 
perhauergliadherenti  nella  materiadcllarefidenza,  che  fopra  modo  g  » 
iTjeua ,  dilFe ,  Che  non  affermaua ,  ne  ncgaua  :  ma  non  fi  poteua  condii  e 
quella  Seffione ,  de  era  neceflario  differire  ad  una  altra,  ne  volfc  rimett(  >( 
cendo  elTer  materia  di  grane  deliberatione,  perche  non  era  cofache  fi  ]  e 
regolare  con  le  Scritture,  o  Traditioni  ;  ma  appartenente  alla  prudenza ,  ^ 
necelfario  proceder  concirconfpettione,pernon  ingannarfi nelle  circe  .n 
del  fattOjche  non  fipolTono  accertar  per  l'peculatione ,  o  difcorfo  ;  che  ri  ^" 
faceua  diificGltà,come  molti  altri,per  il  pericolo  d'effufione ,  moftrando  l{ 
rienza,che  non  auuiene  hora  nel  far  l'ablutione ,  che  il  vino  fi  verfi:  che  1  |i 
fta  concezione  foffe  per  apportar  unione  alla  Chiefa,  non  fi  donerebbe  al  Ji 
rcelTendo  rito,  che  fi  può  mutar  fecondo  l'utilità  de'  fedeli.  Ma  ben  ftau  ]| 
di  fe,perdubio,  che,  dopo  quella  concefllone,  non  folFero  dimandate  alti  C( 
flrauaganti  :  che ,  perdubio  di  iion  errare,  farebbe  bene  ricorrere  prim^  D 
con  Orationi,Proceffìoni  ,Meire,Elcmofine  ,& Digiuni  :poi,per  nomi  n 
delle  diligenze  humane,noR  eirendoui  nel  Concilio  li  Prelati  di  GenJi 
fcriuer  loro,  che  fi  radunaflcro  i  loro  Metropolitani,  &  eiraminalfcro  t»« 
materia;^  fecondo  la  lorcofcieiiza  fopra  di  ciò  fcriuelTero  alla  Sinodo,  o 
clufe,che,non  potendofi  far  tante  cofe  in  breue  fpacio,giudicaua  che  fi  d  le 
foprafedere,(3c  diifcrire  la  delibetatione  in  altro  tempo.  Giouanni  Battili  C 


57; 


i  Pio  mi.  LIBRO    SESTO,  

jli,Arciucfcouo  di  Rofancdiiruadendo  airolutaraente  laconccflìoncpaf-    ci3 
ifcoLTer  conerà  chi  la  dchiedeua,  8c  chi  fauoriiia  larichicfta,  tairandogU       lxii. 
on  buoni  Catolici'.perchcfc  tali  folTero  >  non  ricerchercbbono  cofa  inde- 
;on  fcandalo  degli  altri:&  dille  apertamente ,  e  he  la  richiefta  miraua  ad  in- 

Jir  rhcrcfia>  &  usò  tali  parolcj  che  ognun' intefe ,  che  inferiua  fopra  Mafll- 
.no,Rè  di  Boemia. 

iffe  l'Arciuefcouo  di  Braga)Ouero  Braganza>cirer'informato,che  in  Germa- 
ano  quattro  fpecie  d'htiominirveii  Cat.olici:oftinati ,  Se  aperti  heretici:he- 
dilfimulati:&  infermi  nella  fede.  Che  li  primi  non  dimandauano  la  con- 
ine>anzi  erano  contrarij:li  fecondi  non  fé  ne  curauano:li  terzi  n'erano  defl-^ 
l,per  poter  ftar  coperti  nella  loro  herefia  iperche  in  tutte  le  altre  cofe  potè- 
fingcre,maqueftafolalifcopriua:perc),non  erada  conceder  loro, per  non. 
nncnto  a  loro  erroLÌ:ma  li  deboli  in  fede  non  erano  tali,  fenon per  cartina 
one  della  poteftàEcclcfiaftica,  maflìmc  del  fommo  Pontefice^  non  di- 
lauano  il  Calice  per  diuocionc,laqual  non  fi  vede,fenon  in  perfonc  di  fanta 
[one  efiì  fono  immerfi  nelle  vanità,&  piaceri  del  mondo5&:  mal  volonticri 
ficonfcfTano,  &  fi  communicano  una  volta  all'  anno  :ilche  non  moftra 

ij  feruoredideuotione,  chejper  quella  ricerchino  communicarfi  con  ambe 
:ie.Conclufe,chefidoueIIc  imitarla  diligenza  de' Padri  di  Bafilea,che  fi 
afferò  quattro  ofei  Prelati  del  corpo  del  Concilio,che,  come  Legati  della 
lo,accompagnati  da  Theologi  atti  a  predicarcvifitaifero  le  prouincie  no- 
ie dalla  Macftà  Cefarea>&  doue  trGualfcro  huomini  penitenti,  che  haucf^ 
ogliadel  C.\Uceperdiuotionc,operelIèr  habituati  in  quel  rito,  6i  che  del 
^olcircro  ritornar'  alla  Chiefa,gli  conciliairero,&:  glielo  concedelfero. 

]  itolarFiladclfienle,fc  ben  Thcdefco,di{re,Eirer  pericolo  il  negar  la  gratia, 

ridandolarimperatorej&  il  concederla perniciofo:  ma  che  firifolueuapiù 

Ìdi  difpiacereagh  huomini,  che  parlar  contrala  fua  cofcienza.  Che  era 
Tibile  metter' in  prattica  l'ufo  del  Calice,per  pericolo  dell' cffufione,por- 
ij  Io  attorno  per  luoghi  lontani, &:  difficili,  molte  volte  di  notte  a  tempi  di 
[1  )ioggie,& ghiacci:che gli  hereticifi farebbono  gIoriati,inculcando a'po- 
l  :he  pur'  i  Papifli  comminciano  a  conofcer  la  verità  ;  &  chcfenza  alcun 
b|,quelli,che  fanno  rinftanza,tengono  non  poterfi  fodisfar'in  altro  modo 
3i:ettodiChrifl;o,che,pigHando  lEucariftiafotto  ambe  le  fpecie:  &  pigliò 
■Ti [10  un  Catechifmcfcritto  in  lingua  Thedefca ,  ilqual  leiTe,  interpretando- 
li Latino,&:  dichiarando  qual'  era  la  loro  opinione.  Aggionfe,che  li  Catoli- 
ì|  rcbbono  contriftati;&,in  luogo  di  guadagnar  alcuni  pochi,  s'hauerebbo- 
j  ifi  moltiffimirche  hauerebbono  dubitato  da  qual  parte  folle  la  vera  fede> 
i'doli  Carolici  piegar  nelle  ufanze  de'Proteftanti:chelaconceflìonefatta^ 
1  ermania  hauercbbe  molfo  h  altre  prouincie,&  maffinie  la Francia:che gli 
:c  ci  vogliono  farpruoua  di  penetrar ,  con  quella  conccflìone ,  la  coftanza,. 
;  mnotrouato  ne'  dogmi  della  Chicfa  Catolica.  Conclufe,che  fi  donerebbe 
■<  re  al  meno  fino  al  fine  della  Dieta  ,  acciò  li  Prelati  Germani  potelFer^ 
l  ar'  al  Concilio,approuando  l'opinione  di  Granata  di  differire,  &  quella  di 

CCcc     iij 


574  CONCILIO    DI  TRENTO      PapaPio  i 

Braga,  cKe  quelìì>che  moftrauano defiderar  il  Calice, hauemmo  tutti  rai 
d'hei-efìaz&roggionfejchcgliAmbafciatori  Imperiali  haueiiano  fatto  co[, 
jpaflioiiate  inftanze,  &  tanto  ftrette  prattiche,che,e{rcndo  intereilàti -tanto ,  ; 
conueniuafteireroprefentiinCongtegationcaccio  liberamente  fi  potelFe 
lare.  F.  Thomafo  CairellojVefcouo  della  Caua,dopo  hauer  raccontateci  : 
Cinque  Chiefehaueuaperfuafomokijdicendo,  chcnonconcedendofijfei 
rebbono  tanti  mali,che  meglio  farebbe  non  hauer  mai  fatto  Conciliojfi  eft(  ; 
moftrare  che  non  fi  concedelfe/e  ben  douefìTefcguir  la  perdita  di  molte  anii 
pcrche,concedendolojmaggior  numero  perirebbe. 

Il  Vefcouo  di  Capfembeig ,  in  Stiria,  fece  la  ftelTa  inftanza ,  che  gli  Am  i| 
datori  Imperiali  il  ritira{rero:&;  inuehì  grauemente  contra  le  parole  del  Cii  u 
Chiefcnarrate  dalla  Caua.Moki  Prelati  Spagnuoli,  in  conformità  ,  fcccrc  « 
ftanzaa'Legatijche  i  Cefarei  non  interuenifl'ero  ne'  trattati  de  Padri,  dui  t 
qucftaconfaltatione,bafi:ando,che  infine  intendellèro  la  rifolutione  dell  i 
nodo.Ma,contradicendo  alcuni altri,&  dicendo,  che  più  eflìachitoccaua  i 
glialtrijdoueuano  interuenirej& che lefcluder quelli  di  chifitrattajècoU  e 
na  dall' ufo  delle  Sinodi,liLegati,confiderato  che  già  haueuano  comminc  ti 
adelferprefenti,  .?<:  che  nonfipoteuano  efcludcr  fenza  pericolo  di  rumor  ci 
foluerono  di  non  far'  altra  nouirà. 

Il  Vefcouo  diConimbriafudiparere  che  firimettefie  al  Pontefice  il  co  e 
der  k  gratia,con  cinque  conditioni:Che  quelli  a  chi  s'haueua  da  fare,  abgi  if 
fero  tutte  le  herefie,&  in  particolare  giuralfero  di  credere ,  che  tanto  fi  coiv  ii 
fotto una fpecie,quanto  lotto  ambedue,&  tanta gratia parimente  firiceua:  u 
fcaccino  li  predicatori  heretici:  Che  ne  riceuino,in  lorocambio,de'Cat(  :i 
Che  non  pollino  riferuar' il  Calice,  ne  portarlo  agl'infermi  :  Che  Sua  Sai  :ì 
nondouelfe  commetter  ciò  agli  Ordinari],  ma  mandar  Legati;  &  non  fi  fa  fi 
la  rifolutione  in  Concilio:perche,quando  folfe  fiata  publicata,hauerebbe  1  :c 
infuperbir  gli  heretici,  &  dato^candalo  a  moltifllmi  Catolici:  perche,  fi  tu 
quella difpenfatione  fi  doueua  faìbe,conueniuanon  metterla  negh  occhi  di  i  tt 
le  genti.Il  Vefcouo  di  Modena  fofl:enne ,  che  non  fi  poteua  negare,  perche  n- 
pre,dopo  il  Concilio  di  Cofl:anza,  la  Chiefa,  hauendofi  riferuata  la  facci  éi 
difpenfare,hamoftrato,chefoire  alle  volte  conueniente  farlo  :  che  Paolo  t  ;o 
già  haueua  mandato  Noncij  a  rilafciarla,perche  s'era  auueduto,chc  laproì  »i' 
tione  non  haueua  fatto  firutto  in  tanti  annij  che  mai  s'haueuano  potuto  rie  li 
Boemijche  l'ufo  del  Calice  era  conforme  ali'  infìiitutione  di  Chrifto ,  5c  fer  co 
dalla  Chiefa  per  altri  tempi. 

FraGafparo  di  Cafal,Vefcouodi  Liria"» huomo  d'eiremplarità,&  dott  a» 
difefe  il  medefimo  parere rdifie  in  fomma»Non  marauigliarfi  della  diurtà 
delle  opinioni,perche  quelli,che  negano  la  communione  del  Calicchauei  io 
tiitti  li  moderni  da  feguitare  ,  ficome  quelli,  chelaconcedeuanojfimoueiio 
dall'  elTempio  dell'  antichità,&:  del  Concilio  Bafileenfe,  &  di  Paolo  teizo:n  a- 
qualdiuerfità  di  pareri  egli  adheriua  all' affermatiuo  :  perche  la  cofa  erad:iia 
natura  buonai(Sc>con  le  conditioni  propofte  >  utile  »  &  ifpedientej&  eflènd  "' 

Ito 


V  Pio  mi.  LIBRO   SESTO.  575^ 

pei- mezzo  necelfaiio  a  ridurre  le  anime,  chi  voleua  il  finc>cra  neceflitato    ciò  fd 
ir'ilmezzoilaneceflìtà  del  mezzo  non  douerfi  metter' in  dubio, poiché     ixii. 
1  «cratere  l'affermauajquale  egli  credeua  che  Dio  non  lafciarebbe  ingannare 
t  fa  coli  imporcanteimaflìme  che  Carlo  haueiia  hatìoiteilmedcfimo  giudi- 
)5f  l'iftelfo  comprobaiia  la  dimanda  del  Duca  di  Bauiera,&  l'inftanza  de' 
:eri.Et,re  alcun  dubiralfcche  li  Prencipi  fecolari  non  fotrero  a  pieno  infor- 
di  quella  caufa  come  Ecclefìa{lica,non  doueua  reftar  di  preftar  fede  intiera 
U'couo  di  Cinque  Chierej&  agh  altri  due  Vefcoui  Ongari,che  crarfò  in 
rilio.Etjperche  alcun  haueuadettojdoucifi  ben  imitare  il  Padrcchcrice- 
il  figliuol  prodigojperòjcon  afpettar  prima  che  veniire  a  penitenza,  dille> 
più  torto  comieniua  imitar  il  Paftor  Éuangclico,  che  andò  cercando  per 
li  dcrertÌ5&  afprijcon  grandiffima  follecitudincla  pecora  fmarritaj&jpre- 
dii  colloja  riportò  all'  ouile.  Il  parlar  di  quello  Prelato ,  per  la  £^ma  di  gran 
à,  &  eccellente  dottrina;  &  più  pereirerPortoghefej  che  ognuno  haue- 
epcniatodouer'cirerrigororillimo  in  mantenerli  riti  ufati,  non  folocon- 
3  qucllijche  erano  di  Ilio  parercma  fece  titubar  alfai  molti  de'  contrari). 
VefcoLiod'Orimo,  che  parlò  dopo  luij  difle  ,  Dubito  che  ci  bifogaerà 
■quello  Calice  in  ogni  modo,  ma  faccia  Dio,  chefia  con  buon  liiccciro, 
anni  BattiftaOfio,  Vcfcouo  di  Riete,  foftenne,  che  non  fi  douclTe  conce- 
fe  lefto  ufo,  perche  la  Chiefanonè  ftata  mai  folita  in  alcun  tempo  conce- 
'  inimacofaifecondolepofitioni  degli heretici,  anzifempre  conftituir  ii^ 
arie.  Moftrò  per  quello,  che  era  feguito  ne*  Boemi ,  quali  Tempre  erano 
iù  ribelli ,  che  non  conueniua  prometterli  niente  della  conueriìone  degli 
ici  5  ma  tener  certo  di  douei-'elFer'  ingannati  da  loro  :  che  bifognaua  far 
ei'Impcratorcche  la  dimanda  non  era  utile  perii  fuoiftati.  Fece  anco  in- 
i  a'  Legati ,  che  non  doueifero  far  fondamento  fopra  quelli,  che  da  princi- 
menano  parlato  di  rimetter' al  Papa,  hauendo parlato  confufamente ,  & 
douciK:  far  una  fcielta  de'  votijcome  in  altre  occa(ìoni  s'era  fatto,  con  far 
idcrciafcuno  pcrilsì,operil  nò:&tralaJciarhmodiartihciofi,che  alcu- 
no flati  coftretii  ad  ufare  per  dar  fodisfattionc.Fu  feguito  da  Fra  Giouanni 
[l.uinatones5VcrcouodiSogorne,ilqualdiire  ,  Che  prima  era  flato  d'ope- 
È  !,che  lagratianon  folfe  negata  ;ma,udito  il  VefcouodiRiete,erancceffi- 
l(pcrcaricodicofcienza,dimutai•lì,&  metterli  per  la  parte  ncgatiua:  che  il 
i  ilio  era  in  quella  caufa  giudice,  alquale  conueniua  hauer  gran  rifgaar- 
'3  he  condifcendendo  improuidamentealla  Maeftà  Cefalea,  non  fi  facellè 
f  Lidicio  agli  altri  Prencipi.     F. Marco  Laureo,  Vefcouo  di  Campagna, 
r  Che  l'Imperatore  non  dimandaua  di  cuore  quella  concefllone, ma  che 
fliaaSuaMaeft^  far  quella moftra, per  acquiftar  li  luoipopoli,  de  però  fa- 
>1  (lato  bene  dargli  conto  delle  difficoltà,  accio  Sua  Macilà  poteife  giuftifì- 
fonloro. 

1  :iro  Danefio, Vefcouo  di  Lauaur,non  delìnì>fe  folfejO  non  folle  da  conce- 
LCalice,ma  tutto  fi  confumòcontra  l'opinione  di  rimettere  al  Papa.  Dille 
r^tjuiza,  Ghc  forfè  il  Pontefice  ne  refterebbe  ofFelbj  perche,  elfendo  prima 


57<^  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio  : 

ci3  T^  ftaco  ricercato  lui,3<:  per  non  poterco  no  fapcrco  non  volere  riroluerfiihau 
LXii.  inaiato  le  richiede  al  Concilio,  era  manifefto  indicio,  che  non  gli  piaceri 
vederli  ripolìo  nelle  medefìnieambiguità:(Sc  il  Concilio,  che  è  un  gran  nui: 
di  perfone,poter  pili  facilmente  foftenere  la  carica  delle  importunità,dichi: 
fodisfatto  il  dolcrà  ,  &:  ricercherà  rimedio ,  che  non  il  Pontefice  fola  peri] 
alqualcpcr  conleruatione  della  degnità,conuiene  tener  conto  di  molti  rif^  :i 
Poi  fi  darà  an fa  a' calunniatori,che  diranno  efier  un  giuoco  perdiluderih  n 
do,che  il  Papa  rimette  al  Concilio, &  il  Concilio  al  Papa.  Infine  venne  ] 
ftretto,diccndo,0  fi  vuole  rimettere  ai  Papa,  come  a  fuperiorcocomead  f 
riore:ouero  fé  gli  rimette ,  perche  ,  nonbaftando  l'animo  alConcilio  di  r  >, 
uè  rfi  per  ìc[  dimcokà ,  rimette  a  poteftà  maggiore  :  onero ,  per  liberarii,ii  ;i 
te  ad  un  inferioreme  all'  uno,ne  all'  altro  modo,c  giudo  il  farlo ,  fé  prima  r  i 
decifo  qual  poteftà  fiafiiperiore.Perchcciafcun  di  qua  vorrà  cauar'  argoir  t 
per  l'opinione  fi.ia,&  fi  darà  caufe  alle  difpute ,  Se  alla  diuifione.  Difle  cor  I 
ueranza,che  nilfun  Prelato  fauio  doueua  aifcntir'  a  far  la  remiflìoncfenon  n 
tificato  prima  in  qual  de'  doi  modi  fi  doueua  fare  :  anzi  non  efier  poflìbile  ri 
in  modo,che  le  parole  non  moftrino  o  l'una,©  l'altra.Fu  udito  quello  Prelai  ì 
Pontifici)  con  impatienza. 

Ma  opportunamente  il  Cinque  Chiefe  in  quelle  Congregationi  volfe  f  || 
al  luogo  fuo,  come  Prelato:onde  feguendo  immediate ,  dopo  quefto ,  con  fl 
nuouidifcorfi  fece  finenticar  di  quefti ,  &  con  molta  maniera  fece  Ione  ■ 
greflìone  in  perfuader  che  fi  concedelTe:  poi  rifpofe  appofitamente  capo  p(  j 
pò  a  tutte  le  cole,che  erano  ftate  dette  in  contrario  :  diìfe ,  Non  eifer  biiogn  f 
ponder'  aquelli,che  voleuanoefcluderlo dalle  Gongrcgarioni,poiche  lei  ^ 
ni  loro  tanto  valeuano  contra  la  Maeftà  Cefarea  ,  fé  n  foife  trouata  pici  k 
che  voleua  tralafciar  anco  di  rifpondere  a'  pericoli  dell'  effufioncperc  f 
quefti  foifero  fiati  irremediabili,nonoccorreua  che  il  Concilio  Coiiftant  if 
haueireriferuatala  facoltà  di  difpenlaretche  li  ragionamenti  di  quelli,  eh»  :i 
fuadono  lanegatiua  gli  fono  parfigraui,&  efficaci,  atti  a  tirar  lui  medefir  ii 
quella  parte,quando  non  hauefie  prattica ,  Se  ifperienza  di  quel  negotio,i  la 
ha  maggior  bilogno  di  fimil  cognitione,che  diCckiiza.ySc  ragioni  Ipecul:  ic 
Aquellichediceuanojchedi  fimil  conceflìone  non  s'era  veduto  frutto  f  i 
pairato,rirpore,che  era  tutto  il  contrario,perche,dopo  la  trattatione  di  Ba  :« 
fi  erano  confcruati  molti  Catohci  in Boemia,chetuttauiaviueuano  in pac(jr 
li  Califtini,  <Sc  che  nouamente  haueuano  riceuuto  il  nuouo  Arciuefco;  i 
Praga, dalquale  faceuano  ordinar  li  loro  Preti.  A  quclli,chetemeuanon:  :c: 
nuouipcnficri  nelle  altre  nationijrifpote,  che  quelle  nonfimouerebbon  >tì 
tal'  eflempioiperchcefiendo  fenza  mifturad'heretici ,  Se  defiderofi  di  conf  lai 
la  purità  della religione,rifiutercbbono  il  Calice,  chi  volelfe  darlo  loro.C'li 
Germani  tanto  più  lo  defiderano,  quanto  è  loro  maggiormente  negato:  i(i 
gli  fofie  conceiro,col  tempo  il  diftorrcbbono  da  quell'  ufonl  timore,  che,  te 
DUta  qucfta  oratia^paifairero  ad  altre  dimandceifer  troppo  ruipicace:&,qu.  de 
pur  vipalTailciOjremprefe  glipotrebbono  negarejchc  non  fi  poteua  dima  lai 

ne  cà 


CI3    tt> 


i?A  Pio  IIII.  LIBROSESTO,  577 

]cà,poiche  era  fiata  concefla  dal  Concilio  di  Ba/ìlea ,  &  cfa  Paolo  terzo  ili    ^_ 
ftri  delquale  fé  foiTer o  (lati  più  an  imo/ì,&  per  leggier  fpauento  non  Ci  folFe-      i.  x  n 
irati  da  quella  difpenfationejper  parole  d'alcuni  Frati  impertinenti,che  gli 
cauanocontra,farebbe  (lato  maggior  giouamento:  che  egli  fi  eragrande- 
e  ofFefojper  la  ragione  detta  da  alcuno,che,ficom  e  non  fi  potrebbe  riceuer* 
:on  conditione  che  gli  folfe  permefTa  la  fornicatione  j  cofi,  non  debbono 
riceuuti  quelli  popoii>  che  vogliono  riconciliarfi,  con  patto  dell'  ufo  del 
eieflendo  la  prima  conditione  di  Tua  natura  cattiua  :  che  quella  no  è  mala, 
inquanto  è  prohibita.Al  Vefcouodi  Sogorncrifpofejche  l'Imperatore 
tigaua  con  Prencipc  alcuno,ne  procurauapregiudicij  ad  altri,  &  richie- 
1  Calice  a'  Tuoi  popoli  per  gratia,&  non  per  giuftitia.    Ma ,  verfo  quelli, 
cenano  nondoucrfidar  la  cura  agli  Ordinari]  di  ciò,  ma  mandar  delegati 
l  Sede  Apoftoliea,motteggiò  con  un  poco  d'afprezzajdicendo,  fé  pareua  lo- 
:  a  chi  s'era  fidata  la  cura  delle  anime,  di.  tutto'l  gouerno  fpirituale ,  non  fi 
£  fidar  una  cofa indifferente  ?  o  pur,  fé  penfauano ,  che  queftafoflè  cofa 
rnte  il  gouerno  Epifcopale  ?  che  il  rimetterlo  al  Papa,  non  era,  fenon  ag- 
srglinuoue,&:  continue  molcftie.  AI  Filadelfia  rifpofcche  non  folamen- 
attolici  non  farebbono  turbati ,  ma  confolati ,  potendo  viuer'  uniti  con 
da  chi  loftengono  molti  trauagli  bora.  A  chi  voleua  procuratori  efpreffi,  ^ 
Non  clfer  marauiglia,  fé  nifiuno  viene  a  dimandar  quefiia  gratia,  perche 
ratore  ha  prefo  a  dimandarla  per  loro  ;  ilqual  pptrebbe  farne  venir' innu- 
ili,fe  i  Padri  cofi  vorranno.Majficome  il  Concilio  haueua  hauuto  rifpet- 
on  far  il  Saluocondotto  troppo  largo,  accio  non  veniife  tanta  moltitudi- 
roteftanti,chc  gli  mettelTc paura}  cofi  doucrannohauer  maggior  rifpet- 
:ercar  che  venilfero  a  tal  finc;attefo  che  più  vcnirebbono  per  impetrar 
:onceflìone.    Conclufe,  che  fi  hauefie  compalfione  alle  lor  Chicle,  &  Gl 
i  conto  della  dimanda  di  tanto  Prencipe ,  che,  per  dcfiderio  dell'  unione 
I  hiefa,non  parla  mai  di  quello  negotio  fenza  lagrime.In  fine,fi  granò  del- 
i  3ne  di  molti  Prelati,  che ,  per  vano  timore  diveder  mutatione  nelle  re- 
)ro,voglÌGno  veder  la  perdita  dell'  altre.In  particolare  fi  querelò  del  Vc- 
w  i  Rieti,che  tcneiTe  l'Imperator  per  Prencipe  ignaro  di  gouerno ,  che  non 
É  quello  che  folfe  utile  peri  Stati  fuoi ,  fé  Sua  Signoria  Reuercndiflìma» 
ai  in  feruir  alle  menfe  de'  Cardinali  in  Roma,non  gl'infegnaua.  Finalmen- 
1]  che  moire  altre  cofe  gli  reftauano  da  rifpondere,  che  erano  Aiate  dette  da 
li  arlo  quafi  a  duello,  ma  gli  pareua  meglio  tolerarle ,  &  palfarle  patiente- 
t  Eleplicò  quello,  che  altre  volte  haueua  detto,cioèjche,non  concedendo 
ulCaliccfariaftato  meglio  che  il  Concilio  nonfifoife  mai  fatto: lequali 
il  lichiarò,foggiongendo ,  Che  molti  popoli  erano  reftati  ncU'  ubedienza 
^  tefice  ,  con  Tperanza,  che  nel  Concilio  gli  folfe  concelfa  quella  gra- 
1  uali  fi  farebbono  alienati  a  fatto  ,  vedendofi  fraudati  di  quella  Ipe- 

*J  rea  di  Cuefta,Vefcouo  di  Lione,in  Spagna,  dilfc.  Che  non  fipoteuadii- 
odeir  ottimamente  di  Celare  ,  de  del  Duca  di  Bauiera ,  ne  difpucar  Ce  la 

DDdd 


578  CONCILIO   DI  TRENTO        Papa  Pio  :i 

ci3  1^    Chiefapoteuafattal  permiflìone,ma  folo  confiderar  quello  che  fofle  ifpe^i 

LXii.     te.    Il  parer  Tuo  elTere,  che  fi  imitaflero  li  Padri  antichijiSc  l'ufo  continuo  j 

Chiefa,di  non  condifcendere  alle  petitioni  d'heretici.Si  vede,per  la  prattic  e 

Concilio  Nicenojchcfeben'andaua  il  mondo  fotcofopra,  non  volfcro  ce  e 

'  der  loro  un  folo  iota  :  &  li  dottori  fi  i'ono  aftenuti  dalle  parole  ufate  da  heri 

fc  ben  haueflero  buon  fenfo  :  che  non  fi  farebbono  contentati  di  quefta  ce  a 

{ione: che  li  Cattolici l'hauerebbonofentita  male:  chcper  incerta  fpcraij 

ridurre  alcuni  pochi  heretici,  s'hauercbbono  perduti  molti  Cattolici  :1 

grand' argomento,  e  he  i  Vefcoui  di  Germania  non  faceuano  la  dimanda:  '( 

petitione  non  era  per  diuotionc ,  elTendo  da  gente ,  che  non  dà  niilun  fej  d 

Ipiritualità  :  che  egli  non  fapeua  intendere,  come  follerò  penitenti ,  &  voi  1 

.  tornar'  alla  Chiefaj&  creder  che  folfe  retta  dallo  Spirito  Santo>  con  oftin:  e 

però  >  di  non  voler  tornare  fenza  quefta  gratia  :  che  qucfta  oftinatione  n  1 

che  non  hanno  la  ragione  formale  della  fede:  che  fé  il  Concilio  Bafileenll 

volte  concelfe  ciò  a  Boemi,  fu,  perche  fi  rimelTero  afiblutamente  alla  (  j 

qualpoi  per  benignità  lo  conceire:chenon  fi  debbe  dir  vero  rimedio  e  l 

che  non  è  necefìfario  per  natura  della  cofa,  ma  per  malitia  degli  huomini  > 

Sinodo  non  debbe  nutrirla,&  fomentarla  :  che  s'imita  aliai  l'etrcmpio  ò  \ 

fio  in  cercar  le  pecore  fmarrite,  quando  fi  chiamano,inuitano,  &  pregan  : 

(e  quefta  gratia  s'ha  da  concedere ,  è  meglio  che  fi  conceda  dal  Papa  ,  qua  z 

rcuocarla,fe le conditioni  non  faranno  adempite :chejConcedendola il'  n 

lio,fe  il  Papa  vorrà  annullarla,  pretenderannojche  non  lopoffifarc^  ci  ': 

torità  fùanon  fia  fopra  il  Concilio:  che  gli  heretici  fempre  procedono  e  i 

fità,  &  con  inganni. 

Antonio  Gorrionero,Vefcouod'Almeria,diire5  Che  fi  confermaua  n(  .i 
gatiuaperle  ragioni  ufate  da'defenfori  nell'affermatiua:  che,  fé  ben  '  ) 
molti  aiuti  agi'  impenitenti,come  predicationi,  miracoli,  3c  buone  inf^  t 
ni,non  però  mai  dilpenfa  loro  li  Sacramenti>ma  a'  foli  penitenti  :  che,  ve  k 
fi  muouer  dalla  carità,  primafi  debba  attender  a  conferuar  li  Cattolici,  e 
dur  gli  heretici:  che  fi  debbe  imitar  il  Concilio  Conftantienfe,che,per  n 
ner  li  buoni  figliuoli  della  Cbiefa,prohibì  la  Communione  del  Calice,it  «i 
ta  da  GiouaniHus:cofi  fi  debbe  far  hora  co'Lutherani:chc  quefta  conc  ic 
aprirebbe  la  porta  ad  infiniti  mali:che  hauerebbono  dimandato  il  Matri  )r 
de'  Pretijl'abrogatione  dell'  nnagini ,  de'  digiuni,  &c  altri  fanti  inftituti,  ij 
proponendo  le  lor  dimande ,  come  mezzi  unichi ,  &  neceirarij  a  riunirfi  'H 
Chiefa  :  che  ogni  minima  mutatione  di  legge  partorifce  gran  danno}  &  lai 
mccirendo  a  fauore  degli  heretici:  che  non  conleglierebbe  manco  che  1(  K 
feilPonteficCjfeben  facendolo  lui,farebbe  manco  male:  cheli  popoli s  ^^ 
derebbono  manco,  che  fé  la  conceflTionefoire  fatta  dal  Concilio  :  ilqua  p 
chehabbia  maggior  autorità  nelle  fue  definitioni  apprelFo  li  popoli>li  d 
deue  confeftare ,  che  la  fuprema  autorità  fia  nel  Pontefice  :  chcquando  x^ 
CQncedcirejnon  fidouerebbe  commetter  a' Vefcoui,  quantonque  con  zi 


ÌaPioiiii.  libro  sesto.  17^ 

Jii  per  qualche  tcmpcperche  poflbno  diuenrar  cartina  &:  di  penierCa  fcdcj    ci3  lo 
cìdipriuaci  intereflì.  Lxn. 

ancefco  del  GadojVefcouo  di  Lugo,  in  Spagna»  fece  una  cirortatione  lon- 
Padri,che  non  volelfercpcr  fuggir  difficoltà ,  o  per  fodisfatcione  a'  Prenci- 
popoli  j  derogare  all'  autorità.  Oc  degnità  de  Concili)  Generali ,  l'autorità 
lali  elTcndo  fempre  ftata  ftiniata  nella  Chiefa ,  quanto  ognun  fa  ,  &  liauen- 
aella  mantenuto  la  fedcnon  è  da  lafciarla  adeifo  vilipendere,per  rifpetti,&: 
D  sflì.  Allegò  più  luoghi  di  S.  Agoftinosdell'  autorità  de'  Concili;  Generaii,&: 

SI  le  cole  fatte  da' palfat",  de  inalzò  ioiTimamente  l'autorità  Conciliare:  Sct 
tonquenon  defcendclle  mai  alla  comparatiua  con  la  Pontificia,  ognuno 
i  ntendeua,che  la  Conciliare  era  da  lui  pofta  per  fuperiore.    Et  Girolamo 
^  ini,Vefcouo  d'Imola,ufando  concetti,^  parole  poco  diflìmiU,  inalzò  an- 
utorità  de'  Concili)  Prouinciali,per  confermar  ì'openrone'llia,  di  non  co- 
il  Calice:con  dire,checonueniua  hauer  l'autorità  diiquelli  per  obligato- 
ìn  tanto  che  da  un  Concilio  Generale  non  folfc  determinato  incontrario: 
ndo  in  ciò  S.Agoftino  :  Se  nelfcruor  del  ducufcì  in  qu  eli:  e  parole.  Che  il 
i  ilio  Generale  nonhaueua  alcun  fuperiore:ma,auuedutoiìpoi,che  gli  altri 
r  fici)  (perche  di  quel  numero  elfo  ancora  era)  rcftarono  ofFelì,cercò  di  mo- 
,con  replicar  le  ftcilc  cofc&aggiongeruireccettione  dell' autorità  Pon- 
:  con  qual  modo  di  trattare  noa  lodisfece  ne  all'  una,ne  all'altra  parte.Fu 
:ufato  dal  maggior  numero  de'ilioi,  &  attribuito  il  fatto  ad  inconfidera- 
poiche  egli  in  diuerfe  occalìonijnelleCongrcgationiinanzijhaueua  re- 
to quelli,  che  allegauano  il  Concilio  Bafìlecnfc.    Il  Cardinale  Simo- 
fi  ero ,  con  tutto  che  di  lui  fi  valclle  a  far  fmiili  oppoiìtioni,  non  reftò  d'in- 
ar  in  fìniftro,&  attribuirgli,  che  era  trafcorfo  portato  dall'  affetto  ,  per 
fergli  ftate fpedite  le  BoUe  del  fuo  Yefcouato  gratuitamente,  come  pre- 
a. 
i  Itima  Congregationeibpra  quella  materia  fu  il  cinque  Settembre,  &  fra 
i  ijche  in  quella  parlarono,  dilfe  Ricardo  da  Vercelli ,  Abbate  Prcuaicnfe 
i(Oua,Cvinonico  Regolare, foftentando  lapartenegatiua  i  ChenelCon- 
fileenfe  quella  materia  fudifputata  per  più  giorni ,  reftando  ancora  la 
raccolta  per  F.  GiouannidiRaguiì,  Procurator  de' Domenicani  ;  &  fi- 
nte fu  definita,»Sc  negato  a' Boemi  alfolutamente  il  Calice  :  onde  non  il 
i  ggi  venir'  ad  altra  dcliberatione,fenza  far'  apparirai  mondo,  che  all'  ho- 
<  uela  fallalTe  in  un  Concilio  Generalc.Dal  Vdcouo  d'Imola,per  medicar 
0  io  cccelfcfu  riprefo  didarautoritàa  quelConcilio  fcifm^tico  :  Oc  no- 
i  grand' ardire,  che,  eifendo  tante  volte  llati  riprefi  quelli ,  chefcmplice- 
c  allegarono  il  Bafilecnfe ,  egli  all'hora  non  lolo  l'adducelfc ,  ma  gli  deffe 
>  uroiità  di  Concilio  Generale.  Replicò  il  Padre,  che  fcmprc  s'era  m;u:a- 
■  ì,  Lv  all'hora maggiormente,di  chi  parlaua  cofi  di  quel  Conolicìrtefo, 
liiapiolTimapairataSeflìoneliquattio  capi,  decretati  nella  materia  dei 
e  erano  di  pelo  pigliati  da  quel  Concilio:  non  fapere  inchen;odofipo{n  . 
B  rmente  approuare  un  decreto ,  quanto  rinouarlo ,  non  tanto  nel  feiifo, 

DDdd     ij 


j8o  CONCILIO   DI  TRENTO  PapaPio  t 

e  1 3  1 3     ma  nelle  parole  ancora  :  &  con  quefto  rifcaldatoll  >  pafs©  a  dire,  che,  attefo  ^  i 

ixii.      creto  di  quel  Concilio,lapetitione  del  Calice  fapeiia  herefia ,  &  peccato  o 

tale.Di  che  leuatofi  fururro,&  volendo  egli  feguir  pitiokre>il  Cardinale  di  hi 

tona  lo  fece  tacere:  &egli>fermaco,chiefeperdono,<3<:  dette  alcune  altre  pi 

parole,finì. 

Per  non  parlar  più  di  quello  Padre,aggiongerò  quijche  egli  era  in  noto 
eflcrfi  fcopertojche  addi  Tedici  Agofto  tolTe  ftato per  tempo  alla  cafa  degli  i 
bafciatori  Francefi,adiniandare,Se  ilor  Vefcoui  larebbono  venuti:&:  ad  efl  t 
che  fi  foUecitairero  a  venir  prefto  :  &  nelle  Congregationi ,  che  fi  fecero  fo  i 
Sacrificio»  pofe  in  dubio,fe  l'autorità  del  Pontefice  fofie  fuperiore  al  Com  ii 
foggiongendo,  che>qUando  fi  fofie  venuto  a  trattar  di  quefto  >  egli  hauer  lì 
detto  il  voto  fiioliberamente.Lequali  cole,  pofte  tutte  infieme,&:  da'  La 
opportunamente  ponderate ,  fu  giudicato  non  eirer  bene  che  un  tal'  hum  e 
trouatre  alla  venuta  de'  Francefi}&  penfarono  di  fare ,  che  il  General  Tuo  lo  li 
maflTeper  negotij  della  Congregatione,-Sc  con  qucftahoneftà  leuarlo  da  Ti  o 
manonfubirogno,percheilpoucroPadre,perafflittione  d'anima , pochi  i 
pò  s'infermò,&:  a'  ventifei  Nouembre  paisò  di  quefta  vita.In  quella  Gong  ;; 
tioneF.GiouanniBattiftad'Afti, General  de' Serui ,  foftentando  eiTo  anc  i 
negatiua,abbattuti  li  fondamenti  de'  contrari), fi  eAelfe  fopra  il  Conci 
Coftanza,che  prima  ha  fatto  decreto  in  quella  materia;  Se ,  commendand(  ii 
torità  di  quello,  l'elTaltòTopra  gli  altri  Concili)  Generali,  con  dire, che  h  ri 
depofto  tre  Papiicofajche  piacque  poco,ma  fu  pallata,  per  non  urtar  tante  )! 
.  infìeme. 

ì  Legan  fi  n-      binili  i  voti ,  &  volendo  li  Legati  dar  fodisfattione  all'  Imperatotene  ), 
"*"*"  Une-  rendo  comefipotelTc  far  nel  Concilio  ,  preualendo  la  parte  della  negati  ,r 

*gotCd  Papaj  foluerono  d'operar  che  fi  rimettclTe  al  Papa,fperando  che,col  mezzo  d'ot  j: 
poteflferocondur  parte  di  quei  della  negatiua  in  quefta  fententia,  corner  ii 
di  diedero  carico  a  Giacomo  Lomelino ,  Vefcouo  di  Mazzara  i  5c  a  que  < 
Ventimiglia,che  fi  adoperairerojcon  deftrezzaj&circonfpettione-.&em  i  d 
fimi  Legati  parlarono  per  la  parte  remiffìua  a'  tre  Patriarchi,quali  anco  pi  ì: 
rero,&:  per  loro  mezzo  reftarono  acquiftati  tutti  quei  del  domino  Venct  ii 
mero  molto  confiderabile.Racquiftato  il  numero,  che  parue  baftantccic  :t 
IO  hauer  fuperato  le  diificoltà.RidulTero  il  negotio  a  quefto  punto ,  di  k  e 
una  lettera  al  Papa  nella  forma  ordinaria,  mandando  nota  di  tutti  li  ve  ii 
mentre  penfano  alla  formajCinque  Chiere,riraputolo,  fi  dichiarò  non  co  .1 
tarfi,renon  appariua  qualche  decreto  nella  Seflìone  ,  allegando ,  che ,  eiTc  io 
nella  precedente  riferuato  di  trattar  li  due  articoli,hoia,  eiiendofi  trattati ,  t 
folutijè  necefTario  far' apparire  negli  Atti  della  Seflìonela  rifolutione.IlC  d 
nal  Varmienfe  gli  moftrò  quanto  era  ditficile,&  pericolofo ,  proponer  dee  ce 
&  che  pervenirsi  fine ,  lo  confegliaua  contentarfi  della  lettera  :  alche  ne  a( 
quetandofi,  infine  rifolfero  far'  un  decreto  da  legger  nella  Seflìone.  In  e  H 
egli  voleuafofTe  detto ,  Che,  hauendo  la  Sinodo  conofciuto  elfer  ifpec  ni 
conceder  l'ufo  dei  Calice  »  rimetteua  al  fommo  Pontefici)  a  chi,  &  co  ri 

u4 


|,^PioIIII.  LIBRO  SESTO.  581 

licioni  concederlo.  Da'  Legati  gli  fu  moftrato  >  che  molti  della  parte  re- 
iaa erano  di  quell'opinione ,  per  non  elfer  certi  fefofle  ifpedientc  >  liquali 
:i  Tarebbono  flati  contrari]  al  Decreto  ,  &  che  non  fi  poteua  fpontare 
copalfodifar  dichiarar  laconcefllone  per  ifpcdiente  :  anzi  anco  >  tenendo 
t.o ,  era  ben  lafciarc ,  con  l'interpofìtione  d'una  fettimana ,  intepidir  tanto 
i»re.  Il  Cinque  Chiefe  s'acquetò  ,  &  fu  propofto  ,  differito  il  capo  del 
i  :c ,  attendere  a  ftabilire  il  decreto  delSacrificio,  per  infìnuarfi  con  quello  ^tf«*o dtlS»'^ 
itrodurre  la propofla  della  Communione.  S'attrauersò  Varmienfe,  ^^^^^^^fV^jt,- 
tafo  da'  Giefuiti  Lainez,Salmcron,&  Torresjproponeua  (ma  altra  forma  ,g/  '" 

Il  creto  del  Sacrifìcio)  in  materia  dell'  oblatione  di  Chrifto  nella  Cena,  & 
I  ifa  difficile  farlo  deriftere.Finalment^^jdopo  elFer  flati  quafì  fuori  difpe- 
1  id'efTcr'  in  ordine  per  far  la  Seffione  al  tempo  deflinato  j  nella  Congrega- 
li de' fette  fu  flabilito  il  Decreto  del  Sacrifìciorfendo  flato  riceuuto  dalla 
1  ior  parte  :  fé  ben  Granata  fece  ogni  opera  per  interporre  impedimenti, 
^ongamenti. 

J|)po  queflo ,  furono  dati  dieci  articoli  per  riformationc  degli  abufì  occor-  arùsplì  di  ri- 
tìnella  Metra,&  altri  undici  in  diuerfe  materie  di  riforme ,  liquali  furono  a  forma,  fre^a* 
i  )  eletti  di  cofe  facili  »  &  non  foggette  a  contraditionc»  &  fauoreuoli  all'  •^'» 

ita  Epilcopale  :  accio  non  venillè  qualche  ritardamenroper  l'oppofìtione 
1  ;no  :  &  queflo  era  molto  ben  noto  agli  Ambafciatori ,  3c  Prelati ,  che  fé 

leuano  ancora.  Sopra  quefli  s'incomminciò  a  parlar  addinone  Settem- 
ij  :  in  breui  parole  li  Prelati  fi  ipedirono ,  parlando  fino  quaranta  per  Con- 
soione.  Non  vi  fu  di  fìngolare  oppofìtione  alcuna, ma  ben  il  Filadelfia 
t{  La  Germania  elFer'  in  efpettatione ,  che  nel  Concilio  fi  tratraife  di  cofe  ^  ^^  ^ 
ini  &  d'importanza  :  nominò  diuerfe,&  fra  le  altreja  creatione  de'  Cardina-  thìeJHdi  ptìi 
'i\  la  pluralità  de'  Benefici).  Giouanni  Xuares  ,  Vefcouo  di  Conimhhzy  gramM m^ 
fiche  non  lodauail  trafcar.ir  le  cofe  minimcma  ben  parer' a  lui,  che  ìz^ortanù» 
d:à  della  Sinodo  ricerchi ,  che  fìafeguito  qualche  ordine  fpcciale ,  &  che 
i  per  qual  caufa  fìano  propofli  più  quelli ,  che  altri  particolari  :  che  la  rifor- 
itmerebbe  incomminciar  dal  Capo  ,  da  quello  pallàr  ne' Cardinali ,  da* 
inaline'  Vefcoui ,  &  da  quefli  negli  altri  gradi:  altrimenti  temeua,  chc> 
Hidofì  riforma  nel  modo  incominciato,  s'hauercbbemofTo  lo  flomaco  a' 
lUcijiSc  a'Proteflantile  rila.Parigi  difTe,  eller  ccncinquanta  anni  ,  che  il 
>i1o  dimanda  riforma  nel  Capo,5c  ne' membri ,  &  fin  hora  è  flato  dcfrauda- 
1  ebbe  hormai  tempo  di  moftrargli  che  fi  opera  da  donerò ,  Se  non  fìmula- 
.1  te  :  che  defìderaua  folfero  uditi  anco  li  Francefì  ,per  i  bifogni  di  quel 
g):che  in  Francia  s'era  fatta  una  riforma  afìfai  più  utile  ,che  la  propofta 
ira  in  Concilio.  Il  Vefcouo  di  Segouia  dille ,  Che  fi  faceuaaguiCa  del  me- 
Onperito ,  che  ne'  mali  mortali  dà  un  lenitiuo ,  onero  onge  d'oglio.  Il  Vef^ 
Jtli  Create  diife.  Che  Sua  Santità  non •doueuaconce<lcr  tanta  facoltà  alla 
1  ua ,  &  alla  fabrica  di  S.Pietro,in  virtù  dellequali  ognuno  in  Spagna  vuol 
•1  in  cafai&  non  moderando  quella,  le  prouifioni  della  Sinodo  faranno 
Meflèr  neccfTario  fare  una  dichiaratione ,  che  U  Decreti  del  Concilio  Gene- 

DDdd     iij 


5Si  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio  | 

ci3  i3     rale  obligano  anco  il  Capo  :  a  che  efrcndo/ì  leuato  fiifurro ,  egli ,  fahofeg] 

Lxii.     fìlcntio  ,  leggio iife, quanto  alla  virtù  direttiua  ,  non  coattiua  :  6c  fegt 

cciidojche  era  ncceilario  anco  trouar  via, che  non  vi  follerò  liti ,  o  ahii 

non  toiTero  tante  ,  &  coli  longhe  nelle  caufe  beneficiali:  che  ciò  riufci. 

gran  dilpendio  >  mancamento  del  culto  di  Dio>  &  fcandalo  del  popol 

CmqueChicfe parlò  foprail  capo  di  conferirli  Veicouafijcfponcndo  Ip 

roleda  lui  dette > che  lì  promoueuano  perfone  vili , oc  indegne, dichiara 

che  l'abufoprocedcua  da'  Prencipi,che  gli  raccommandauano  con  inft;2 

(Se  anco  con  importunità ,  al  Papa  j  de  che  meglio  farebbono  collocati  ne'  ,| 

frcnieri  di  Sua  Santità:  &:iìdolle,che  le  fue  parole  follerò  riniftramente  k 

pretate. 

a^rauio  àtW      L'Agente  Spngnuolo, per  nome  del  Rè,  fi  graub  di  tanta  autorità,  e 

agente  5"/'*-  Yefcoui  h  concedeua,  nel  capo  ottauojfopra  gli  Hofpitali ,  Monti  di  ]| 

gnmlo,accom-  Luoghi  pij  ,&c.  particolarmente ,  per  il  Regno  di  Sicilia,  contrailpriuij^ 

*"*  "  '  cheqaclRegaohadellaMonarchiaanticamente:alqualeperrodisfarcjd; . 

gati  fu  aggionta  al  Capitolo  la  claufula ,  che  riferua  li  luoghi ,  che  fo 
difficoltà fopra  ^^^"^^  fottolaprotettionede' Rè.  Quelle  cofe  finite  ,  erano  anguftiatil 
U  tenuta  dsUa  ti,  non  rcftando  piu  chetre  giorni  alla  SelTione  ,  &;hauendo  ancoratami  )\ 
Stfionei  irrefolute ,  &c  maflìme  quella  che  più  importaua ,  &  doue  ognuno  trattau  o 
vehemente  affetto  ,  cioè,  la  materia  del  Calice  ,  quando  un  accidenci  :c 
quali  rifoluere  d'allongar'  il  tempo  della  SelTione.  Quello  fu ,  che,  haii  i 
l'Ambafciator  di  Francia  in  Roma  fatto  inllanza  efficace, a  nome  del  P  e 
Pontefice  ,  che  facelTe  differir  fino  all'  arriuo  de'  fuoi  Prelati  5  il  pont  ;< 
quantonquenonudiirecofapiudifpiaceuole,che  parlar  di  prolongatioi  le 
Concilio,cofipcrpropriainclinatione,comeper  communede'  Cardinai  i 
ài  tutta  la  Corte,  che  era  in  fperanza,  &  intenfò  defiderio ,  di  vederlo  fi  e 
&  dilToluto  per  tutto  Dicembre  ;  hauendo  iK)ndiraeno  rifpofto  ,per  non  1  li 
fcftar  i  fuoi  timori ,  chea  lui  niente  importaua  ,  ma  tutto  doueua  depi  ic 
dalla  libertà  de'  padri, liquali non  era  marauiglia  fé  abhorriuano  la  dilat  i( 
rifguardandolalonga,&  incommoda dimora  ,  atrauagli  de'  quali  erac  l 
portar  rifpetto ,  &c  che  egli  non  poteua,  ne  doueua  conftringetli ,  onero  in  ìi 


no  1!  .1 

1  ■  l 


gli  leggccontra  l'ufo  accoftumato:  chehauerebbe  fcrittoa'  Legati  l'i; 
fattagli,  &dichiaratofi,  quanto  afe,dicontentarfidelladilatione:  che  q  b 
tanto  fi  doueua  da  lui  richedere  ,  &  doueua  fodisfar  il  Rè  ,  in  q  b 
follanzafcriirc,aggiongendo,chevfairero quella  permiffione,come  parel  m 
ragioneuolea'Padri.Laquallettera,aggionto  l'eiler  li  decreti  mal'  in  ordì  iS 
quelchcfufcrittodalDolfinOjNoncio  apprelTo  l'Imperatore, ^l'inflan^  le 
gì'  Imperiali ,  che  non  fi  publicalTe  il  Decreto  della  MelTa  ;  fece  inclinar  ^ 
'uintu  ad  Si-  de'  Legati  a  differire.  MaSimoneta ,  che  intefe  la  ir.ente  del  Papa,più  coi 
wsnetA:  nelcapodi  qucilojche  comenella  lettera cfpreiro,tenne  tanto  fermo,  che  ■ 
foluè  il  contrario  :&  aRomaauisò  quanto  foffe  pericolofo  metter' in  ci  'K 
gli  ordini  affoluti  già  dati  di  venire  all'  efpeditione,con  li  conditionati,  p^  1* 
fodisfattioae  diparolcpreiìando  fomento  a'  mal'  intentionaci  d'attraueif:  "l' 

bm 


Pio  mi.  LIBRO     SESTO.  585 

:rirolutioni,&  mettendo  fopradi  loro  carica,  che  gli  rendeuaodiofi>  gli     ci3  i3 
Bapcidci"nputatione,&  rimaner  inetti  a  far' il femitio  diSua  Santità.  Fu       Lxii. 
Simonetafauorito  dal  buon  euento  »  perche,  non  cirendoiii  oppofitione 
jitnentOjfu  ftabilito  il  Capitolo  degli  abufì  della  Meflajcon  gli  undici  della 
f  ima  ;  &  il  Decreto  della  Communione  hebbe  minor  difficoltà,  che  non  Ci 
(tte.Alla  prima  propofta  non  parsò,perchediceua,cheil  Papa,etiandio  per  decreto  del  ri' 
:  Si  approbatione  del  Concilio ,  facelTe  quello  che  giudicare  utile  :  &  que-  *""*"'  *^  f  *** 
impugnato  infìeme  da  quelli,  che  tencuano  la  negatiua ,  &  da  quelli  della  delCaÌc"pA- 
[fiua:  cofa ,  cheindulFe  li  Legati  a  rifolutione  di  cralafciar'  a  farro  quella  bilito: 
j:ia,&  cofideliberati,ne  fecero  fcufa  con  gì'  Imperiali  jpoiche,ne  dal  Pon- 
ine daloro,veniua  il  mancam.ento.  Ricercarono  gli  Ambafciatori,chefl 
Dneifclenata  la  claufula  del  voto,&  approbatione  :  ma  li  Legati,  tenendo 
rmo,che  quefta  proporta  haucrcbbe  potuto  caufardilatione  nella  Seflìo- 
1  :endeuano  difficili  per  ciò.     Gli  Ambafciatori  proteftarono,  che,veden- 
er  fatta  così  poca  (lima  dell' Imperai:ore,non  erano  per  interuenirpÌLi,ne 
ngregatione,  ne  in  Seffione,  fin  che  Sua  Maeftà,  aaifata,hauellc  dato  que- 
Jini ,  che  conueniuano  alla  degnità  Imperiale  :  onde  li  Legati,  non  folo  fi 
tarono  di  proporla  dinuouo,  leuata  laclaufiila,mapromitcro  anco  di  far' 
3,  &  adoperar*  altri  ancora.    Et  il  di  dopo,  che  fu  precedente  immediate 
)  della  Sefiìone,  la  propofta  corretta  paisò  per  la  maggior  parte,  fé  ben 
antradittionedi  tutti  quelli  della  negatiua,  con  grand' allegrezza  de'Le- 
&  Pontifici);  cofi,  perche  la  Seflìone  non  fi  prolongaua,  di  cheteme- 
grandementc  j  come  anco  ,  perche  pareua  loro  elfer  maggior  degnità 
ipa,  che  la  gratia  ,  a  chi  defideraua  il  Calice  ,  dependelle  totalmente  cll^mbafèi 
autorità  iua.     Ma  gì'  Imperiali,  fé  ben  in  quefco  particolare  afiai  ben  fa-  de'  Prendpi 
i  »  vedendo  che  la  Seflione  farebbe  ftata  all'  ordine,  &  non  fi  poteuapiù  tengono  rau- 
tólir  la  publicatione  delle  cofedel  Sacrificio  della  Meifa,  diche  haueuano  "'*"'\'' P^^  fir" 
I  tto  inftanza  per  nome  dell'Imperatore  ,  unitifi  prima  co'  Francefi  mal T^^T'-^* * 

l       .  t      1.   ^'    •     r  •     n  ]   1  n  •     r  ,-r     •        n      .       X-    ^nuder  feria 

%  nti,perchc  i  utticio  tatto  in  Roma ,  per  nome  dei  Re ,  tolie  rimafto  ineffi-  riformai: 
t  il  medefimo  giorno ,  dopo  il  Mezzodì,  congregarono  tutti  gli  Ambafcia- 
tellacafa  degl'Imperiali,  dicendo,  voler  confultare  cofa  a  tutti  i  Preiicipi 
e  LHte.  Li  Venetiani,&;  il  Fiorentino,chiamati  ,fi  fcufarono  non  poter  inter- 
n.!Ì,fenzacommi(Iìoneefpreira  de' lor  Signori.  In  quella  Coiigregationeil 
r  lIc  Chiefe,  con  longo  difcorfo, narrò,che  fino  all' hora nei  Concilio  non 
n  rattata  cofa  fruttuofa,che  s'era  difputito  vanamente  de'  dogmi,non  por- 
li alcuna  utilità  agli  heretici,  che  oftinati  fono  rifoluti  di  nonrautar  o- 
nlnejne  a' Carolici,  che  non  ne  hanno  bifogno  :  &  di  riforma  non  fo- 
•  opofte  ,  fenon  alcune  cofe  leggieridìme,  &:  di  nilFun  momento,  de' 
)!:ij,de'  Queftori,  t!?c  altre  fimiglianti  :  vederfi  chiaramente ,  che  li  Legati 
r  odi  far' anco  la  Sefilonefeguente  col  medefimo ftile  ,  &  dopo  di  quella 
Jl  ^airctirando  inanzi  il  tempo  con  difpute,con  dottrine,&  canoni  dcll'Or- 
i(  )  del  Matrimonico  qualche  altra  cola  leggiera,per  fuggire,  fecondo  il  fo- 
cofe  fuftantiali  di  rifornia.Et  con  quefte ,  &  altre  ragioni,  ben  amplifica- 


584  CONCILIO   DI  TRENTO.  Papa  Pio  ] 

gj3  ja"  ccperfuafegli  Ambafciatoriad  unirfiinfieme,  &  andar'  a*  Legati,  &  far'  inf 
L  X 1 1.  za>che  per  quella  Seflìone  fi  cralafciaire  di  parlare  de'  Sacramenti,'&  di  far  li 
crinco  Canonijperche  hormai  era  tempo  d'attendere  ad  una  buona  riformi, 
uar  tanti  abufi ,  &  corregger  li  mali  coftumi  ;  &  operar  sì ,  che  il  Concilio  ; 
fia  infruttuofo.il  Secretario  di  Spagna  non  volle  alFentire  ;  perche,  hauendc 
tentioneil  fuoRè,  che  nel  fine  del  Concilio  almeno  fofle  dichiarata  la  ce: 
nuatione,temeuapregiudicarfi  quando  folfe  mutato  il  modo  di  procedete  1 
all'horaufatojdi  trattar'  infieme  la  dottrina  »&  la  riforma:  poiché  quella  m; 
rione  s'hauerebbe  potuto  adoperar  per  argomento ,  che  il  nuouo  modo  di  < 
ceder  arguiife  nuouo  Concilio.L'Ambafciator  di  Portogallo,con  longa  cii  i 
tione  di  parole  inconcludenti,moftrando  defiderar  riforma,  ma  volérla  ott  i 
con  modi  più  piaceuoli,  fi  ritirò  dalla  compagnia.  Il  Suizzero  ancora,  ve  1 
do  l'elfcmpio  di  quei  doi,5<:  confiderato  cheli  Venetiani  non  erano  interu  i 
ti.  Eemendo  di  commetter*  errore,dìire,Che  meglio  farebbe  (lato  hauerci  r 
fiderationefopradinuouo,primachefar  rifolutione:  gli  altri  tutti  rifoluei  :i 
di  andare. 

Parlò  per  tutti,cofid'accotdo,Lanfac  '.dicendo.  Che  da'loroPrencipie  v 
mandati  per  aflìftere,  $c  fauorire  il  Concilio,  &  procurare  che  Ci  procedere  ;i 
tinentementcnon  con  difpute  della  dottrina ,  dcilaquale ,  elfendo  tutti  Ca  i 
cijmflun  dubitai  &:  èfuperflua,  inaifenza  di  quelli,  che  l'impugnano  :m  e 
procurare  una  buona,  fanta,  &  intiera  riformatione  de'  coftumi.    Ma.po  e 
non  ottanti  tante  loro  rimoftranze,vedeuano  che  s'haueua  voluto  dctenr  u 
li  principali  ponti  della  Dottrina  controuerfi ,  fenza  toccare,  fenon  leggier  i) 
tdi  Legati  de-  ^q  la  riforma,  pregauano  che  la  feguente  Seflìone  foife  impiegata  folamen  il 
firmtte  sfUg-  quella,3^fo{reropropoftiarticolipiùimportanti,&neceIlari)che  quelli,d  m 
^'"^*  s'era  parlato  fin'  all'hora.I  Legati  rifpofero  nella  forma  che  altre  volte.  Il  lì 

derio  del  Papa,&  loro,eirer  di  far  il  feruitio  di  Dio,  &  bene  della  Chiefa,&  il' 
fare ,  &  gratificar  tutti  i  Prencipi:  ma  non  eiTer  conueniente  romper  l'o)  i( 
Tempre  tenuto  nel  Concilio,di  trattar  infieme  la  dottrina,  &  la  riforma  :  e  1( 
cofcfino  all'hora  fatte,erano  folo  un  principio  :  che  haueuano  buona  inte:  » 
ne  di  far  meglio:  che  riceuerebbonoprontimmamente  gli  Articoli,che  eflì  n- 
bafciatorigYipropone(rero:marauigliarfi,che  di  Francia  non  folfero  ftati  1  i' 
dati  gli  Articoli  deliberati  a  Poifli  al  Pontefice,ilquale  gli  hauerebbe  apprc  ti 
Alche  replicò  Lanfac,  Che,hauendo  il  Pontefice  rimetro  tutte  le  cofe  cor  t- 
nenti  la  religione  al  Concilio  ,  i  PrelatiFrancefi  quando  folfero  gionti,  Ke- 
rebbono  propofto  quelli,^;  molte  altre  cofe.  Rifpofero  li  Legati ,  che  fare  o- 
no  li  molto  ben  venuti,&  più  volentieri  afcoltati  :  ma  non  per  quefto  coni  d- 
ua  differir  la  Seflìone  ordinata  ,  perche  in  quella  non  era  per  trattarfi  cofa  Cr 
giudiciaie  alle  propofte  loro.  Che  fi  Padri  in  gran  numero  erano  rifolutiffii  <li 
voler  la  Seflìone  :  che  il  difguflargli  erapericolo  :  &;fecon  tanto  loro  ine  or 
modo  afpettauano  in  Trento  quelli,  che  a  loro  agio  differiuano  l'andata  ^ 
numt  *}P^^^  melfa ,  non  era  giufto  aggiongergli  anco  quefto  difgufto  maggiore  di  voi  ;li 
^/g.  far'  afpettare  otiofamente.  A  quefto  ufficio  deftro  non  opponendofi  con  r  g- 

0£ 


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Pio  mi.  L I B  R  O  S  E  S  T  a.  585 


efficacia  gli  Ambafciatori/i  andò  a  tener  ruldmaCongregationej  per  for-    ci^  lo 
li  decreti  :  quali  ftabilitijquando  fi  fu  per  ftatuire  il  tempo,&  la  materia  per     lxh» 
guenteSeffione  ,  Granata  confegliaua  che  s'allongalte  il  tempo ,  accio  i 
ceri,6c  Polacchijhaueirero  commodo  non  folo  di  venire,maanco,arriuati, 
brmarli,&:  che  non  fi  veniire  a  precifa  dichiaratione  di  quello,che  fi  doueua 
are;  nia,ficome  altre  volte  s'era  fatto>ftarruiruniuerrale,  &  pigliar  partito, 
ido  le  occorrenze:  perche,  douendo  venir  tante  perfone  dinuouoj  nonfi 
aareftar  di  credere,  che  non  portalfero  con  loro  emergenti,  per  quali  folle 
liirio  venir' a  nuouedcliberationi.Et  a  quello  parere  liSpagnuoli,&  molti 
adheriuano  :  &  farebbe  ftato  approuato  dall'  uniuerfale.Ma  una  voce  fpar- 
le  folfe  arriuato  commandamento  dal  Pontefice  alFoluto,  che  non  fi  diffe- 
>iu  di  due  mefi,e  Ci  trattalFe  de'  Sacramenti  dell'  Ordine,  Se  Matrimonio  in- 
,  indulfe  li  Pontificij  a  far'  inftanza  che  il  tempo  non  folle  prolongato  ,  8c 
ituttidue  li  Sacramenti  fi  trattalfe.  Et  i  Legati  moftrarono  eiler  coftretti 
aefto,a  far  il  decreto  in  conformità.  Ma  qucfto  maneggio  hebbe  due  altre 
:aufe:runa,lapreftacfpeditionedelConcilio:chc,coiifacendo,penfauano 
'  ifpedire  con  quell'  unica  Sefllone.L'altra,accioa'  Spagnuoli,  8c  altri  fau- 
dlariformajmolto  occupati  in  quella  materia  di  fede,  non  reftafie  tempo 
tarcofe  importanti:  Se  particolarmente  reftafièro  impediti  di  promuo- 
»  almeno  d'infifterefopra  la  refidcnza.  Quello  punto  fl:abilito,leggendofi 
{Decreti  infieme,  dinuouo  fi  eccitarono  le  contraditrioni,&  le  contcn- 
blite,che  con  difficoltà  li  Legati  poteuano  fermar  con  buone  parole.Du- 
longregatione  fino  a  due  hore  di  notte,con  poca  fodisfattione  delle  parti, 
ifcandalo  de'buoni:tuttoinfinc  firifoluèj  ma,  perla  maggior  parte  de* 
Tendo  poco  minore  quella,che  contradiceua. 

luto  ildicefettedelmefeSettembre,giornodeflinatoalla  Seffioneiznda.- fifi*  Stfjtonii 
le  folite  ceremonie  alla  Chiefa  li  Legati,&  Ambafciatori ,  con  centottan- 
ati,dopo  le  ufate  preci  nel  celebrar  la  Melfajil  Sermone  fu  dal  Vefcouo  di 
nigliarecitato,nelquaIe,con  granita Epifcopaie,  &  Senatoria,  valendofi  oj^^fonemef- 
ifatacomparatione de' corpi  ciuilia'naturali,dimoftrc)  quanto  unaSino-'J^- ^.  .    "*' 
Vefcoui  farebbe  moftruofa  lenza  capo.  Narrò  l'ufficio  di  quello  nel  in- 
utù  in  tutte  le  membra,&  la  recognitione,&  debito  di  quelle  in  hauer  più 
1  jllaconferuationedel  Capo,chedi  feftcffi,  efponendofianco  alladifcfa 
jL.lo.     Dille  ilprincipal  difetto  dell' heretico  fecondo  S.Paolo,eirere,ehe 
i  molTe  un  capo,  dalquale  depende  laconneflìone  ditutto'l  corpo.      Con 
it  3  parole  foggionfe,  che  Chrifto  era  il  Capo  della  Chiefa  inuifibile  ;  ma, 
13  Dltcche  il  Papa  era  il  vifibile.     Commendò  l'accurata  diligenza  di  Sua 
it  i  in  proueder  alla  Sinodo ,  &  raccordò  a  ciafcuno  il  debito  di  conferuar 
e  lità  del  fuo  Capo.     Lodò  in  fine  la  pietà,&  modeftia  de'  Padri  :  pregò  la 
■e:  i  diuina,di  dar  progrelTc^  fine  gloriofo  a  quel  Concilio,ficome  era  (lato  ^^^^.^  ^^^  p^. 
'•i^lpio.  marca  d'yff- 

ft  ita  la  Mefla,  furono  lette  lettere  del  Cardinal  Amulio,  quale,come  Pro-  _/?„>, 
!  EEce 


,586  CONCILIO    DI  TRENTO       PapaPio  Ul 

ci3  i3  rettore  delle  nationi  Orientali  Chriftiane,diede  conto  alla  Sinodo  effct  and  a 
LX 1 1.  a  Roma  Abdiffi,Patriarca  di  MuzalcncU'  Aflìria  di  là  dall'  Eufrate:  ilquale,  v  - 
tateleChiefediRomajhaueuarefo  ubedienza  al  Pontefice,  &riceuutG  laCi- 
ferma,&  il  Pallio  da  Sua  Santità.  Narrò,  li  popoli  foggerei  a  quello  hauer  ci> 
uuto  la  fede  da'  Santi  Apoftoli  Thomafo,  &:  Thadeo  j  6c  da  uno  loro  difcep(  >, 
nominato  Marco  j  in  tutto  fnnile  alla  Romana ,  con  li  ftcfll  Sacramenti ,  &  :  ii 
6c  che  di  qucfti  haueuano  i  libri  ferirti  lino  al  tempo  degli  Apoftoli.  Soggic« 
al  finejl'ampiezzadel  paefe,fottopofto  alla  cura  di  quel  Prelato ,  che  s'cftend  1 
no  air  India  intcriore,con  innumerabili  popoli,foggetti  parte  al  Tu  lc  o,part  i 
Sophi  di  Perfìa,&  parte  al  Rè  di  Portogallo.  Laqual  letta ,  l'Ambafciatoi  j 
Portogallo  fece  un  protefto,che  liVefcouiOrientalijfortopoftialfiioRcjn 
conolceuano  alcun  Patriarca  in  fuperiore,&  che  per  l'admiirione  di  qucftc  t 
triarca non  folfe  fatto  a  loro,o  al  fuo  Rè,alcun  pregiudicio.  Fu  letta  dop  L 
profeflione  della  fede,da  quel  Patriarca  fatta  in  Roma ,  fotto  i  fette  Marzos  :1 
laquale  giuraua  di  tener  la  fede  della  Santa  Chiefa  Romana,&:  prometteua  <  j» 
prouare,&  dannar  qucUojche  ella  approua,  <?c  danna  j  &  di  douer'infegr  i 
medefìmoa'  Metropolitani,^  Vefcoui  Diocefani, alni  foggetti. DopOjfu  « 
lette  fue  lettere  direttine  alla  Sinodo,  in  quali  fìfcufauadinon  poter' and  a 
Concilio ,  per  la  longhezza  della  ftrada ,  &  pregaua  che,finito ,  gli  foifcro  1 1 
dati  i  Decreti  di  quello,che  prometteua  fargli olferuare  intieramente.  Q  l 
ftefle  cofe  erano  ftate  lette  nella  Gongregatione  prima  ,  ma  non  vi  fu  :c 
fopra  riflelTo.  LaProteftatione  del  Portoghefe  iuegliò  gli  animi  a  cor  e 
rare  diuerfc  aflbrditàjche  erano  in  quella  nari.atione,&  fu  eccitato  qualcb  i- 
rurro,& li  Prelati  Portoghefì  fi  moueuano  perparlare.  Ma  dal  Promotore  ei 
ordine  de' Legatijfudettojche  fopra  quefto  s'hauerebbe  parlato  in  Gong  a- 

,    ^^j^^^   rione. 

^f'Ifls  *  ^^  '  procedendofi  inanzi  agli  atti  Conciliari  ril  Vefcouo  celebrante  le  1: 

dottrina  del  Sacrificio  della  MclTa  in  none  capi  diuifa  :  quale  in  loftanza  e  e 
neua.  I.  Che, per  l'imperfettione  del  Sacerdotio  Lenitico, fu  neceifan  ui 
altro  Sacerdote, lecondo il  rito  di  Melchifedech.  Quefto  fu  Ghrifto,  N  k 
Signore:  ilqual  fé  ben  offerì  fé  fteir©  unafola  volta  nella  Croce  :  per  lafciai  11 
Chiefa  un  iacrificio  vifibilcrapprefentatiuo  di  quello  della  Crocce  ap;  a 
tiuo  della  virtù  delmedefimo;dichiarandofiSaCerdote,fecondo  il  rito  d'    ' 
chifedech  ;  offerì  a  Dio  Padre  il  fuo  corpo  y  di.  fangue ,  fotto  le  fpecie  de  I 
&  del  vino  ;&gh  diede  agli  Apoftoli  perriccuerle  :  &  a  loro,  &  a  fucc 
comraandò,  cheleofferilfcyro  :  Se  quefta  è  quella  offerta  monda,  da  Mal  . 
predetta,qualcS.Paolochiama,Men("adelSignorc:&  fu  figurata  da' vari)  L  iti 
cij  dell' età  della  Natura,  &  della  Legge.  IL  Et,  perche  il  medefimoCht» 
nella  MelTa ,  è  facrificato  fenza fangue ,  ilqual  nella  Croce  fu  con  fangae 
to,  quefto  facrificio  è propitiatprio  j&  Dio,  placato  per  quella  offerta,  e  - 
de  il  dono  delia  penitenza,  riii:iettetuttilipeccati,efrcndolamedefìmaoft  <S> 
l'iftelfo  offerente  ,  per  mezzo  de' Sacerdoti,  che  già  offerì  fé  ftellb  in  C  ce 
con  fola  diuerfità  del  modo  :  là  onde ,  per  quefta  della  Metìa ,  non  Ci  dt  f 


i^.APioirri.     "  LIBRO    5ESTO.  587. 

platione  c!ellaCroce»an2Ì/ìnceuonoperleiIi  frutti  di  quella:  chefiofFeril" 
I  :ri peccati > pene  ,&  bifogni  de'  fedeli»  &  anco  per  i defonti  non  intcra- 
X  te  purgati.  111.  Et ,  fé  ben  il  celebrano  alcune Mefle  in  memoria  de'  Santi, 
t;.crificio  non  fi  offerifcealoro  ,  ma  a  foloDio.  IIII.  Er,per  offerirlo  con 
B  .enza ,  la  C  hiefa  già  molti  fecoli  ha  inftituito  il  Canone,netto  d'ogni  erro- 
':  ompofto  da  Ile  parole  del  Signore ,  traditione  degli  Apoftoli ,  &  inftituti 
B tifici).  V.   E<  per  edificatione de' fedeli, la  Chiefa  ha inflituito certi  riti, 
ononciare  nella  Melfa  alcune  cofe  con  balfa ,  altre  con  alta  voce,aggionto- 
nedittioni ,  lumi,  od  ori ,  vefti,per  traditione  Apoflolica.  VI.  La  Sinodo 
condanna,  come  p rinate,  &  illecite, anzi  approua  quelle  Melfcdoue  il 
Sacerdote  communica,eirendo  quelle  communi ,  perche  il  popolo  com- 
ijica  fpiritualmcn^ ,  perche  fono  celebrate  da  publico  miniftro ,  &  per  tutti 
fieli.  VII.  Che  la  Chiefa  ha  commandato  d'adacquar  il  vino  nel  Calice, 
ne  cefi  Chrijto  ha  fatto,  &  dal  fuo  lato  ufcì  acqua  infiemecol  fangue  ,  & 
z  apprefentata  l'unionedel  popolo,{ìgnificato  per  racqua,conChriftofuo 
\  ).  Vili.  Et  benché  nella  Mcifa  fi  contenga  una  grande  eruditione  per  il 
ij  Icnondimeno  li  Padri  non  hanno  giudicato  ifpediente  che  ila  celebrata 
\  !gaic:per0,ritenendo  l'ufo  della  Chiefa  Romana,  accio  il  popolo  non  fla 
LI  àto ,  debbono  h  Parochi ,  nel  celebrar  la  Melfa ,  efponer  qualche  cofa  di 
(o,  che  fi  legge  in  eira,ma{lime  IcFeftc.  IX.  Et  per  condannar  gli  errori 
l  ninati  contrj,  qucfta  dottrina,foggionge  i  none  Canoni  :  anatliematizan- 
.  Chi  dirà,  che  nella  Mclfa  non  fi  offcrifca  verone  proprio  facri{icioaDio.*«^'^«w/rw/l 
j  hidirà,che,con  le  parole  di  Chrifto,Fate  ciò  in  memoria  miai  egli  non*"'"f^*"^'^^fi- 
Ibbia  inftituito  Sacerdoti,  &  ordinato  a  loro  d'offerire.  IH.  Et  chi  dirà, '"''"''''^*"''* 
;'  Mctrafìafacrifìcio  di  fola  lode,  oringratiamento,o  nuda  commemora- 
1  del  Sacrifìcio  della  croce,5<:  non  propitiatorio  ;ouero,giouifoloachilo 
Q-,&:  non  fi  debba  offerire  per  li  vini ,  per  i  morti ,  per  li  peccati ,  pene ,  fa- 
r";  ioni,&:altribifogni.  IIII.  Et  chi  dirà  ,che,per  il  Sacrifìcio  delia  Melfa, 
tìtghi  aquello  della  Croce.  V.  Etchidirà,  che  fìa  inganno  celebrar  MelTe 
biorde'Santi.  VI.  Et  chi  dirà,  contencrfi  errori  nel  Canone  della  Mcllà. 

I  Chi  dirà ,  che  le  ceremonie,  veil:i ,  &  fegni  efterni ,  ufati  nella  Meifa  ,fìa- 

I I  tofto  ine  itamenti  ad  impietà ,  che  oftìci}  di  pietà.  VIII.  Chi  dirà ,  che  le 
rf  ,  in  quali  il  folo  Sacerdote  communica,  fìano  illecite.  IX.  Chi  dannerà 
il  della  Chiefa  Romana,  di  dir  lotto  voce  parte  del  Canone  ,  &  le  parole 
1  Confecratione  :  onero  dirà ,  che  la  Melfa  lì  debbe  celebrar'  in  volgai'c ,  o 
t  )n  fi  debbia  mifehiar  acqua  nel  vino. 

/  Decreto  recitato  fu  da'  Padri  airentito, eccetto  che  al  particolare,checow*»'«^/«/e«e 
IO  oftcrì  fé  medefimo  ,  ventitre  Vefcoui  contradiifero  :  &  alcuni  al  tri '''''''^^"'' 
Ojchcquantonque  l'haueifcro  per  vero  ,  nondimeno  ripurauano,  che 
•  ile  luogo  ne  tempo  di  decretarlo  :  &c  li  voti  fiirono  detti  con  qualche 
i^lìoncper  i  molti ,  che  ad  un  tratto  pailauano.  Diede  principio  a  dilfentire 
tLiefcouo  di  Granata  ,ilqualc  non  hauendo  prcftato  il  iuo  l'frnfo  nelle 
rcegationi,pcrnonhauer'occafioncdifar'il  medciìmorellaSe(rionj,ha- 

E  E  e  e     i  j 


588  CONCILIO  DI  TRENTO       Papa  Pioli. 

ci3  1^      ueua  deliberato  non  intcruenimi.  Ma  li  Legati,  non  vedendolo  allaMetra,> 

L  X 1 1 .      mandarono  a  chiamare  più  d'una  volta  j  &:  lo  conftrinfero  ad  andare ,  &  gli  ec  ■**' 

taronoconcio  maggiormente  la  volontà  di  contradirc.  Immediate  dopo,  -l 

decreto  fopra   medcfìnio  celebrante  fu  letto  un  altro  decreto ,  per  inllruttione  a  Velcoui  •, 

^n  abufi  nella  gli  abufì  da  correggere  nella  celebrationc  delle  MeiTe.  Et  in  ibftanza  contenc  t^ 

Ai^jJ'i'  Cheli  Vefcoui debbino  prohibire  tutte  le  cofe introdotte  per  auaritia, perii ■- 

uerenza ,  o  per  fuperftitione  :  condifcele  a  nominar  particolatmcnte ,  per  dif  ;i 

d'auaritia  ,  li  parti  di  mercede,  quello  che  fi  dà  per  Melfc  nuoue  sfelfattii 

importune  d'elemoline.  Per  irreuerenza  ,  l'ammetter  a  dir  Melle  i  SacercSi 

vagabondi ,  &  incogniti ,  Se  peccatori  publici ,  &  notorij  ;  il  celebrar'  in  1 1 

priuate,&  in  ogni  altro  luogo  fuori  di  Chiefa  ,  &  Oratori)  ;  Se  Te  gliinte  > 

nienti  non  fono  in  habito  honefto  ;  l'ufo  delle  mufiche  nelle  Chieie  con  nv.  i- 

ra  di  canto ,  o  fuono  lafciuo  ,  tutte  le  attionifecolari ,  Colloqui)  profani ,  1  > 

piti,gridori.  Per  quel  che  tocca  la  fuperftitione,  il  celebrar  fuori  delle  hoic  > 

bite ,  con  altre  ceremonie  ,&  preci ,  oltre  le  approuate  dalla  Chiefa ,  &  ricci  :c 

dall'  ufo ,  un  determinato  numero  di  alcune  Melfe ,  o  di  tante  candele.  Ore  h 

anco ,  che  foife  ammonito  il  popolo  d'andar  alle  parochic ,  almeno  le  De 

nichel  maggiori Fefte,  dichiarando,  che  le  fudette  cofe  fono  a'  Prelati 

pofte  ,  accioche  prohibifcano  ,  Se  correggano, etiandio  come  delegati  e 

Sede  Apoftolica ,  non  folo  quelle ,  ma  anco  tutte  le  fnnili. 

écretoàn-       H  Decreto  della  nfonisacomprendeua  undici  capi.  I.  Che  tutti  lidecret  s 

J"*"'"*-  Pontefici  5  de  Concili] ,  fpettanti  alla  vita ,  &  honeftà  de'  Chierici  per  fa  .'" 

nirefianoofTeruatijfotto  le  medcfime  ,  &c  ancora  maggiori  pene,adaib  o 

^eir  Ordinario  ;  &  (lano  reftituiti  in  ufo  quelli ,  che  in  deiuetudine  fono  n  v 

4ati.  IL  Che  non  fìa  prouifto  a'  Vefcouati,  fenon  perfona,  che  oltre  le  qii  i 

requifìte da' facri Canoni, fiafeimefnnanzi in  Ordine  facto  ;  &  le  di  turèi 

qualità  debite  non  vi  farà  notitia  in  Corte,  fi  pigli  informatione  da'  No  j; 

dall'  Ordinario  ,  onero  da' Ordinari)  vicini.  CheiìaMaeftro ,  Dottore)  e  i- 

centiato  in  Theoiogia ,  o  in  Legge  Canonica ,  onero  dichiarato  idoneo  ao  i- 

fegnarperpublicoteftimonio  d'una  Acadeir.ia:  &z  li  Regolari  habbiano  1  i. 

fede  da' fuperiori  della  Religionfua, oc  li  procciTi ,  o  teftificationi  ,  fiano  i 

tuitamente  prcftate.  III.  Cheli  Vefcoui  poirmoconuertii  la  terza,  parte  e  li 

entrate  nelle  ChiefeCathedrali,&  Collegiate,  in  diftributioni  quotidiane  e 

quali  però  non  iìano  perdute  da  quelle  degnità>che  non  hauendo  giurildi:  j 

ne,  o  altro  ufficio  ,  faranno  reiìdenza  in  Chiefa  parochiale  unita  ,  eflift  0 

fuori  della  citta.  IIII.  Che  niilun'habbia  voi  o  in  Capitolo,  fenon  fìa  ordii  :( 

Subdiacono  :  3c  per  l'auuenire ,  chi  otterrà,  beneficio ,  alqual  fìa  anneifo  q  1 

che  carico ,  fra  un  anno  fìa  ubligato  riccuer  l'Ordine ,  per  poterlo  elf-rcii  e 

V.  Chelecommiffioni  delle difpenfe non  habbianoeftctto,flnche  da' VcK  i 

come  delegati,  fiaconofciuto,  che  tono  ben' impetrate.  VI.  Che  le  conui- 

tationi  dc'Teftamenti  non  fiano  eifeguite  ,  finche  i  Vefcoui  ,  come  dclcj-l 

non  haueiàno  conofciuto  che  fìano  impetrate  con  c-iprcflìone  della  ve  rirà.   I 

Che i giudici  fuperiori  ,neir  ammetter  le  appeliationi ,  &  conceder'  inhi 

ti(  i 


Pio  mi.  LIBRO    SESTO.  5S9 

ireruino  laconftitutìone  d'Innocenzo  quarto  nel  capOyRomam.  Vili* 
efcoui ,  come  delegati ,  fiano  elfecuton  delle  difpofitioni  pie ,  coi!  tefta- 
ie  1  come  de' viiientii  pollino  vietargli  Horpitalij&,  Collegi],  &  Con- 
ica de'  Laici  >  etiandio  quelle,  che  iono  chiamate  Scole ,  o  con  qual  lì  vo- 
ronome  ;  eccettuate  quelle,  che  fono  Torto  immediata  protettionede' 
(lino  vifitar  l'elemofnie  de'  Monti  di  pietà ,  &  tutti  li  luoghi  pij  ,  fé  ben 
icuiade'LaicÌ3&.habbianolacognitione,à:eirecutione  di  tuico  quel- 
appartiene  al  culto  di  Dio ,  alla  falute  delle  anime  ,  de  alla  foitentanon 
ieri.  IX.  Che  gli  amminiftratori  della  flibrica  di  qual  ii  voglia  ChicTa> 
ale ,  Confraternità ,  Limofìna  di  Monte  di  pietà ,  Oc  d'ogni  altro  luogo 
no  tenuti  render  conto  al  Vefcouo  ogni  anno  ;  &;  fé  hanno  obligo  di  dar 
idaltri ,  vi  fia  aggionto  anco  a  quelli  il  Vefcouo ,  altrimenti  non  fatisfae- 
X.  Che  li  Vclcoui  pollino  eifaminar  i  notarij ,  &  prohibirgli  l'ufo  dell' 
in  negotij ,  &  caufc  Ipirituali.  XI.  Che  qualonque  ufurpcrà  beni,  ra- 
D  emolumenti  delle  Chicfc,  Benefici] ,  Monti  di  pietà  ,  8c  luoghi  pi]  ,0 
co,o  Laico  che  fia,quantonqueRè,  o  Imperatore,  ha  fcommuuicato 
.'intera  rcrtitutionedcl  tutto, 3i  alfolutione dal  Papa  :  oc  fé  faràPatro- 
mcopriuato  del  //^^^^rri?^^/^^^:^' il  Chierico  confentiente  iiafoggetto 
delima  pena ,  priuato  d'ogni  beneficio ,  &:  inhabile  ad  ottenerne, 
•oi  letto  il  Decreto  (opra  la  conceflione  del  Calice,  di  quello  tenore:  ^l^^^^J*     ' 
auendoiilaSinodorireruatoreiramine,&  definitiohi  de'  due  Articoli  ceffiom dJc*''' 
communione  del  Calice  ,  nella  precedente  SciIione,hora   ha  deter-  HcealPapa 
di  riferir  tutto'l  negotio  al  Sommo  Pontefice  ,  ilqual  faccia  ,  perfua 
:  prudenza  ,  quello,  che  giudicherà  utile  per  la  Rcpublica  Chridiana, 
ifero  a  chi  lo  dimanda.  Ilqual  decreto  ficome  nelle  Gongregationi  fu 
atofolamenteperla  maggior  parte, coli  auuenne  nella  Sclìioncdoue, 
lelli, che contraditrero,elfendo d'opinione  che  il  Calice  nonfidouelle 
'aalcuriaconcedcre,vifuanco  un  numero, che  dimandò  che  lamateria 
•ferita ,  Se  reclìaminata  una  altra  volta  :  a  che  fu  rifpofto  dal  Promotore: 
nede'Lcgati,ches'haaerebbe  hauuto  confideratione  :  &:  finahricntefa 
a  la  fcguente  Seliionc  per  gli  dodici  Nouembre ,  per  determinar  circa  li 
enti  dell'  Ordine ,  Se  del  Ivlatrimonio.  Et  fu  la  Sinodo ,  col  modo  Iolico> 
lÉa,  continuando  fra  li  Padri  gran  difcorli  fopra  quella  materia  del  Cali- 
alaquale  alcuno  farà  forfè  curiofo  di  fapere ,  perche  caufa  il  decreto  re- 
lòn  ila  pollo  dopo  quello  della  MelTa,  come  pare  che  la  materia  ricer- 
lain luogo, doae  non  ha  alcuna  conceflione  ,  ne  fimilitudine  con  gli 
i  anteriori.  Quello  donerà  fapere, che  unamaflima  andana  attorno  in 
Dncilio  ,  che,  per  ftabilire  un  decreto  di  riforma, baftalFc  la  maggior 
"'voti  ;  ma  un  decreto  di  fede  non  poteile  elfer  fermato ,  contradicendo 
te  notabile  :  perilche  U  Legati ,  già  certi ,  che  quello  delCalice  con  dilli- 
itiérebbe  fuperato  la  metà,  deliberarono  ponerlo  per  capo<iirifonria,& 
)  tra  quelli,  per  ben  dichiarare  di  tenerlo  in  quel  numero.Furoiioanco, 
oraj  &;per  qualche  giorni  dopo»  tenuti  ragionamenti  per  il  punto  de-- 

EEee     iij 


^c,o  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio 

cio   IO     cifojchc  Chrifto  ofFerilTe  fé  fteifo  nella  Cena,  dicendo  alcuni,  che,per  ilm' 
LXii.      ài  ventitré  contiadittori,  non eralegitimamente  decifo  :  8c  nfpondendc 
chevn'ottauononripoteuadirpartenotabilc.Eianoancoalcuni,chefor 
rono  la  maffima  hàuer  luogo  folo  negli  anatheraatifmi ,  &  nella  foftanzsi 
dottrina,non  in  ogni  claufala,che  fia  polla  per  maggior  eipreflìone }  coni  ] 
fta ,  dellaquale  ne'  Canoni  non  fi  parla. 
di  che  ft  con-       Q[[  Ambafciatori  Imperiali  furono  molto  allegri  per  il  decreto  del  C' 
tentano  gU  ^    [^j-^endo  per  fermo,  che  l'Imperator  l'otterrebbe  dal  Pontefice  con  maggi  : 
^m  .  ejx     j-jjjj^^2.^Q^pi(^fauoreuoli  conditionijche  non  fi  farebbe  impetrato  in  () 
lio,doue,  per  la  varietà  delle  opinioni,&  interefli,  è  difficile  ridur  tanti  in  !' 
rere,fe  ben  buono,&  neceflario  :  la  maggior  parte  vince  la  megliore ,  &  cH! 
p|fone  ha  fempre  maggior  vantaggio,che  chi  promuoue:  5c  tato  più  fper;| 
fM  no  Cefare,  quanto  il  Papa  haueua  fatto  ufficio  fauoreuole  alla  loro  petitione.Mal'L  | 
tore  non  hebbe  l'iftefib  fcnfcnon  mirando  egli  ad  ottener  la  coramunic  Ì 
Calice  afTolutamenre ,  ma  a  quietare  li  popoli  de'  ftati  proprij,(3c  di  Gerì  Ì 
che  mal'  inclinati  verfo  l'autorità  Pontificia  per  le  cofe  paUate,erano  pr 
-^        patianonriceuereinbencofa,  che  di  làvenille;doue  che,  hauendo  la  e 
fìone  dal  Concilio ,  con  quella  fodisfattione,&  con  la  fperanza  d'otten 
richiefte ,  da  loro  (limate  giufte ,  fermato  il  moto  in  quale  erano ,  &  licei 
Miniftri  infetti,  fperaua  di  tenergli  nella  Communione  Cattolica.  Hau 
per  ifperienza  veduto ,  che  la  conccflìone  di  Paolo  terzo  non  furiceuuta 
ne,&:  fece  più  danno,  che  beneficio:  8c  per  quella  caufa ,  non  profeguì  l'ii 
fua  più  oltre  col  Pontefice  ;  &  fé  ne  dichiarò  :  perche,  quando  riceuette  la 
del  decreto  Conciliare ,  voltatofi  ad  alquanti  Prelati ,  che  prefenti  fi  ritr 
-  no  dille.  Io  ho  fatto  tutto  quello  ,  che  poteua  per  faluar  i  miei  popol 
habbiatene  cura  voi,  a  chi  più  tocca. 
tttifKOipopo-       Ma  quei  popoli,che  defiderauano,&afpettauano  la  gratia,o  com*  ef 
Hi  uano  ,  la  reftitutione  di  quello ,  che  gli  era  debito ,  reflarono  tutti  con  i 

che ,  efiendofi  prima  trattato  per  fei  mefi  fopra  unarichiefta  giuda ,  prc 
con  interceflìoni  di  tanti,  &  cofi  gran  Prencipi  ;  &  dopo ,  per  farci  m 
ciramine ,  differita  doi  altri  mefi,  &  dirputata,&  difcufia  dinuouo  coi  il 
contentione  ,  infine  fi  rimettelTe  al  Paparcofa,  che  fi  poteua,  fenza  rd 
tanto  tempo  ,  tanti  ufficij,&  fatiche,  rimettere  al  bel  principio.  Elfer 
ditione  de'  Chriftiani  fecondo  la  profctia  d'Ifaia,  Manda, rimanda  , 
riafpetta  :  poiché  il  Papa ,  richiefto  prima,  rimelfe  al  Concilio  quello  ,r.^ 
hora  il  Concilio  rim.etteua  a  lui  :^bcfFandofi  ambidoi ,  &c  de  Prencipi  ' 
popoli.  Alcuni  più  fodamentedifcorrcuano  ,  che  la  Smodo  haueua  i 
doi  articoli  a  definire  :  Se  le  caule ,  che  già  mofiero  a  leuar'  il  Calice ,  fin 
che  conuenga  perfeuerare  in  quella  prohibitione  :  &  fé  non,  con  che  c< 
ni  fi  debbia  concedere:  il  primo  de' quali  elfendo,  non  di  fatto,  ma  ind: 
'  ir.ente  di  fede ,  per  neceiraria  confcguenza ,  rimettendo  al  Papa  la  conc 

era  coftretto  il  Concilio  confcifare  d'hauer  conofciuro  le  caufe  per 
cicnt  j  ;  &  per  rifpetti  mondani  non  hauerne  voluto  far  dichiaratione  :  : 


:é. 


I 


iPio  mi.  LIBRO   S  E  S  TO.  591  ^^^ 

jle hauelfe giudicate fufficitnti , conucniua  perfeuerare nella  prohibitio-    ci3  i^  ^ 

if  maneua  dubio  >  doueua  profeguire  l'ellàminc  r  folo  poteua  rimettere>       lxii. 

jiutarinlufficienza.  Che  fé  pur  hauelfe  fatto  la  dichiaratione  negatiua> 

,  ;caufenon  elfci- tali, che conucnga  perfeueiar  nella  prohibitione,  &  ri- 

Gal  Papa  quello, che  rcftaua  farci  di  fatto  ,  prendendo  le  informationi 

fi  rie ,  fi  poteua  fcufarc.  Ne  poterfi  dire ,  che  ,  col  rimetter  al  Papa ,  la  di' 

I  ione  ha  prefuppofta  5  poiché  ,  hauendo  nel  decreto  di  quella  Sefllone, 

i(  to  li  doi  articoli ,  rifoluè  che  il  negotio  tutto  intiero  fia  al  Papa  rimefTo: 

E  jcfenza  prefuppofta  alcuna. 

[  crcto  del  Sacrificio  non  ritiouo  nelle  memorie ,  che  porgelfe  materia  a'  gmdk'^'  fopm 

Dimenti:&  forfè  caufa  ne  fu  ,  perche  la  lettione  delle  parole  non  rappre-  ì^ffit  Ss^ìq- 

jofi  facilmente  il  fenfo,eirendo  lacongiontura  piena  di  molti ,  ócincul-  "*■ 

iperbati ,  quali ,  fé  attentamente  non  fono  feparati  dalle  parti  proprie 

atione>diilrahonorun  dopo  l'altro  la  mente  del  lettore  a  diuerfe  con- 
■.i  oni ,  che  quando  è  ridotto  al  fine  ,  non  fa  che  cofa  habbia  letto.  Dclla 
j  jhibitione  della  lingua  volgare  nella  MelFa,  da'  Proteftanti  era  detta 
l^ecofa.Etparcua  loro  contradittione,  dall' un  canto  dire,  che  la  Mella 
qie  molta  eruditionc  del  popolo  fedele,  «Se  lodare  che  una  parte  ila  detta 
3  3cc ,  &  prohibir  in  tutto  la  lingua  volgare  :  ma  poi  commandar  a'  Pafto- 

:hiarare  qualche  cofa  al  popolo.  A  che  altri  ben  rifpondeuano,  nella 
l;  iftr  alcune  cofe  recondite  >  che  debbono  fempre  reftar  coperte  al  popola 
j.ejpercaufadclquale  fono  fommellamente  dette,  &  tenute  in  lingua. 
i::akre,  dibuona  edificatione,&:  erudkione  ,  che  è  commandato  didi- 
me al  popolo. Ma  a  quefto  vcniua  replicato  ,  con  due  oppofitioni  :  l'una, 
amque  qucfta  (ce onda  forte  conucniua  metterla  in  volgare  :  l'altra ,  che 

I  lua  di(ì:inguere  quali  fono  ,  &  quefte  ,  &  quelle  :  perche,  coli' hauer 

II  ilfo  a'  Paftori,  che  fpciro  dichiarino  qualche  cofa  di  quello  che  fi  legge, 
i  diftinto  che,  fopraftà  pencolo,  che,  per  difetto  di  fapere  ,  alcuno  de*^ 
|i  dichiari  quello  ,  che  dtbbeelferconleruato  in  arcano,  &tralafci  quel- 
I  merita  dichiaratione.     I  ftudiofi dell'  antichità  fi  rideuano  ditali  dif^ 
I  difendo  cofa  notiflTmia ,  che  ogni  lingua  litterale ,  &  al  prcfente  ridotta 
n ,  fu  al  fuo  tempo ,  nel  proprio  paefe ,  volgare  :  &  che  la  Latina ,  quando- 
i  la,  in  Italia  tutta  ,'&  nelle  Colonie  Romane,  in  diuerfe  prouincie  fuin- 
k  anellaChiefa,piùcentenarad'anni  anco  dopo,  fu  in  quei  luoghi  la  lin-- 
8  volgo.Et  che  refta  ancora  nel  Pontificale  Romano  la  forma  deli'  ordina- 
le'Lettori  nella  Chiefa,doue  fi  dice,  che  ftudiinoa  legger  diftinta  Se 
i  nente,accio  il  popolo  poifa  intendere.  Ma ,  per  faper  in  che  lingua  deb- 
i(  ifer  trattate  le  cole  facre,nó  ellèr  degno  di  gran  dilcorfi  :  baftar  folamente 
JE  il  cap.  XI  V.di  S.Paolo  nella  prima  a'Corinthi:  che,n6  oftate  ogni  preoc- 
M  ^nc  cetraria  della  métcqual  ii  voglia  perfona  refterà  bé  informata:  &  chi 
à  per  qual  folle  già  il  fenfo  della  Chiefa  Romanaj&  quando ,  &  perche  la 
C^nutalfe  penfiero  ,  potrà  olTeruare  ,  che  Giouanni  Vili.   Papa,  dopo 
•ij)er  l'inanzi  fatto  una  feueriffima  riprenfione  a*  Moraui ,  del  celebrar 

i  in  lingua  Slaua  ,  con  precetto  d'aftenerfene  j  nondimeno^  meolio 


,91  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  Pk 

ciò   i3    infoimatOjdcl  DcccLXxx.  fedire  a Sfenco-pulcroJorPrencipejoucroC 
L  X 1 1.     una  longa  lettera  ;  doiicnon  per  conceffionejma  per  dichiaratione,afFerrr 
non  è  contralio  alla fede,&  lana  dottrina,il  dire  la  Meira,&  le  altre  hor?  i 
glia  Slaiia,  perche  chi  ha  fatto  la  lingua  Hebrea,  Greca,  &  Latina  ha  fatte 
le  altie,a  fua  gloria  :  allegando  per  quefto  diueriì  palli  della  Scritturaj&  in 
colar  l'ammonitione  diS.Paoìoa'Corinthi.  Solo  commandò  quel  Papa 
per  maggior  decoro  ,  in  tutta  Chiefa,  l'Euangelio  fi  leggelVe  in  LatinO}& 
Slauojcome  in  alcune  già  era  introdotto  :  concedendo  però  al  Conte,  &  ; 
giudicijdi  fentir  la  Melfa  Latinajfe  piacerà  più  quella.  Allequali  cofe  ben 
derate  ,  douerà  eifer'  aggionto  quello  chcdugento  anni  a  ponto  dopo  : 
Gregorio  V IL  aBredi{laodiBoemia>che  non  poteua permettergli  lacci 
tionede'diuini  uffici)  in  lingua  Slauaj&  che  non  era  buona  fcufa  allegar; 
per  ilpalfato  non fiaftatoprohibito, perche  laprimitiuaChiefahadiflìi 
to  molte  cofejche  fé  ben  longamente  toierate,  fermata  poi  la  Chriftianitìj 
ftate  per  elLamine  fottile  corrette>commandandQ  a  quel  Prencipe>che  coi 
lefue  forze  s'opponga  alla  volontà  del  popolo  :  lequali  cofe  chi  ben  offe 
vedeià  chiaro,quali  foffjro  le  antiche  inditutioni  incorrotte  j  Se  come  j  " 
ancora  quelle,  è  ftato  aperto  l'adito  per  rifpetti  mondani  alle  corrottele 
quali  intereflì  parimentcindebolito  il  buon  ufo  J'abufo  ha  prefo  piedi, 
l'ordine ,  &c  pollo  il  cielo  fotto  terrajle  buone  inftitutioni  Ibno  public; 
corrottele,*?^  dall' antichità  folotoleratej  Se  gli  abufi  introdotti  dopo  fo 
nonizati  per  correttioni  perfette. 

Ma, tornando  a' decreti  Conciliari,  quello  della  riforma  molTe  ftoi 
molti,quali  confiderauanojche  ne'  paifati  tempi  il  dominio  de'  beni  Eccl 
ci  era  della  Chiefa  tutta,cioèjdi  tutti  i  Chrifl:iani,che  conueniuano  ad  un 
uocathjne-.l'amminiftratione  de'qualiera  commelTa  a  Diaconi,Suddiac 
altri  Economi ,  con  la  fopra  intendenza  de'  Vefcoui ,  &  Preti,  per  diftrib 
nel  vitto  de'  miniftri,delle  vedoue,infermi,&;  altri  poueri^ineducatione 
ciulli  &  giouani  ;  in  hofpitalità ,  rifcatto  de'  pregioni ,  &c  altre  opere  pie: 
tutto  ciò ,  il  Clero  prima  >  fé  ben  indebitamente,  nondimeno  tolerabik 
volfe  feparare,  &  conofc€i-elapar.tefua,&ufarla  fecondo  la  propria  ve 
Ma,dopo,pairatofi  al  colmo  dell' abufcè  ftato  efclufo  in  tutto  Se  per  tutt 
folo  il  popolo  dal  dominio  de'  beni,&  li  Chierici  di  amminiftratori  dici: 
fi  padroni  ;  ma  conuertito  in  ufo  proprio  tutto  quello,che  era  deftinato  ] 
uer  i,per  hofpitalità ,  per  fcole,  3c  per  altre  pie  opere  :  di  che  per  molti  fec 
uendofiilmondo  femprc  doluto ,  &  dimandato  rimedio  vanamente,  li 
per  pietàjin  alcuni  luoghi  hanno  eretto  altri  Hofpitali,  altre  Scole,altril 
per  fomminiftrar  alle  pie  opere,con  Laici  amminiftratori.  Hora,che  in 
fecolo  il  mondo  ha  dimandato  con  maggior'  inftanza  il  rimedio,che  gli  '. 
tali ,  &  le  Scole  antiche ,  &  ufurpate  da  Preti  in  particolare ,  fiano  reftiti 
Concilio,in  luogo  d'elTaudire  cofigiuftadimanda,corne  s'afpettaua,&  r< 
re  i  Collegij,Scole,  Hofpitali,  &:  altri  luoghi  pij,ha  aperto  la  porta  ne*  e 
ottauo,enono,adufiu-par  anco  quelli,che  dopo  fono  inftituiti,conintr  àc 

hi  " 


À 


S.A  Pio  mr.  LIBRO   SESTO.  5^3 

;,  praintendenza  Je'  Vefcoui  :  laqual  chi  vuol  dubitare ,  che ,  ficome  è  fiata  il    e  i  ^   i  ^ 

azojconche  fono  ftati  occupati  i  beni  digià dedicati  alle  fteire  opere  >  &  ap-       LXii. 

l  iriati  ad  altri  non  pij  ufi,coli  non  fla  per  partorire  l'iftelTo  effetto  in  breuif- 

li  tempo  ?  I  Parlamenti  di  Francia ,  tra  gli  altri ,  hebbero  molto  l'occhio  a 

ab  particolare:  t5^  apertamente  diceuanoj  che  il  Concilio  haueua  ecceflb 

I  oritàfua,  mettendo  mano  in  beni  de' Secolari ,  eirendocofachiarajcheil 

:  0  d'opera  pia  non  dà  ragione  alcuna  al  Prete  :  che  ogni  Chriftiano,a  fuo  ar- 

:o ,  può  applicar  la  robba  fua  a  quella  pia  opera, che  ^li  piace,  fenza  che 

:  le  iiallico  gii  poflTi  impor  legge  alcuna  :  altrimenti  farebbe  ben'  una  eftrema 

:  :li  del  pouero  Laico,  l'en^onpoteirefarc  ,  fenon  quel  bene, che  al  Prete 

.r  Dannauano  anco  alcuni, per  quello  racdcfnno  rifpetto  ,  il  capo  ,  doue 

).juamente  è  attribuita  al  Clero  la  commutatione  delle  ultime  volontà» 

>i)re{criuere,  come,  &  quando  (ìpolTmo  commutare.Diceuano ,  effer  abu- 

)  .olcrabile ,  elfendo  chiaro ,  che  i  teftamcnui  hanno  il  lor  vigore  dalla  legge 

LI  ? ,  &  da  quella  fola  po0bno  effer  mutati  :  &  fé  alcun  diceilc ,  che  il  vigore 

I  [e  dalla  legge  naturale,  tanto  meno  li  Preti  polTono  hauerci  fopra  autorità: 
r  le  di  quella  legge  ancora ,  doue  è  difpenfabile ,  non  può  clfcr  dilpenfatorcj 

I I  e  hi  tiene  Macftà  nella  Republica ,  ouero  li  miniftri  di  quella  :  mali  Mini- 
1  Chrifto  douerfi  raccordare,  e  he  S.  Paolo  non  gli  ha  dato  amminiftratio- 

enon  de'  mifteri)  di  Dio.      Et  fé  qualche  Republica  badato  la  cura  de* 

ì  lenti  a' fuoi  Prelati,  in  quello  fono  giudici  non  fpirituali,ma  temporali, 

(  3bono  riccuer  le  leggi  da  gouernarh  in  ciò ,  non  da'  Concili) ,  ma  dalla 

ai  i  che  regge  laRepublica  :  non  operando  qui  come  miniflri  di  Chrifto,ma 

t  flati,  membra  ,  o  braccia  della  Republica  mondana,  fecondo  che  con 

ì  nomi  fono  chiamati ,  &  interuengono  ne'  publici  goucrni.Ma  ,  non  era 

notato  il  quinto  capo, in  materia  delle  difpenfe  :  iraperoche  ,  elfendo 

erta  ,  che  ne'  vecchi  tempi  ogni  difpenfa  era  amminiftrata  da'  Pallori 

proprie  Chiefe,&  poi  in fuccelfo  li  Pontefici  Romani  hanno  riferuatoa 

il  nedefimi  alcune  cofe  più  principali  j potrebbe  alcun  dire,  con  buon  fon- 

I  Ito ,  accio  le  cofe  importantinon  follerò  maneggiate  da  qualche pcrfona 

a  j  fé  ben  veramente  è  molto  forte  la  ragione  in  contrario  dal  Vefcouodi 
le  Chiefe  detta  difopra;  nondimeno, poiché  il  Concilio  decreta  che  le 
fife  fìano  commelle  agli  Ordinari),  a' quali  apparten.ebbono,ceirando 
i  ueiachepuoferuireilriftringerela  facoltà  ad  uno, per  commetterla  al 
s  imo?  Apparir  ben  chiaro,  che  a  Roma,  con  le  rilerue  delle  difpcnfe,non 
p' altro,  fenon  che  le  fuc  Bolle  fiano  Iellate  ;  poiché,  quello  fatto,  giudi- 
u  Ifcr  il  meglio,  che  l'opera  fìa  ,  più  rodo  che  da  altri  ,eircguitadachipo- 
■5  clfeguirla,  fenon  folle  vietato.  Diuerfc  altre  oppofitioni  erano  fatte  da 
- 1  :hc  volontieri  giudicano  le  attieni  altrui,  tanto  più  prontamente,quaiìCo 
lino  da  piùemiiientiperfone:lequalipernon  elTerdi  granmomento,non 
'U'gncd'hiiloria.  .. 

l?ontcfice,riceuuto  auifo  della  Seflìone  tenuta  ,  &  delle  cofe  fucceflè-,  LoSl  jeA 
tìjillc^rezzajcome  liberato  da  gran  molcftiache  nceueua  ,  temendo  QÌUiJiom, 

FFff 


55)4  CONCILIO   DI  TRENTO.  Papa  Pio  : 

ci3  13    nella  contentior.e  del  Calice,  non  foffe  tifata  in  difputa  la  Tua  autorità:  .Se  < 
LXii.     che  era  aperta  via  di  quietai- le  differenze,  con  rimetter  a  lui  le  cofe  coment) 
entrò iniperanza, che  rifteiro  potelTe  farfi  nell'articolo  della  Refìdenza, . 
qualonque  altro,  che  venilTe  controuerfo;  &  metter  predo  fine  al  Concilio  ^ 
prouede  agli    due  cauie  preucdeua ,  che  poteuano  attraucriar  il  luo  dillegno  :  l'una ,  la  vcu 
incontri  per     j^^  Cardinale  di  Lorena ,  co'  Prelati  Francefi ,  laqual  molto  gli  premcua:  i,.| 
amemre»     ^^^^  ^  ^^^  |^  concetti  valli  di  quel  Cardinale ,  molto  contrari)  alle  cole  del  Po  i 
cato,cofi  incarnati,che  non  haueua  potuto  nafcondergli: alche  non  yr. 
rimedio  alcuno,  renon,facendo  che  gì'  Italiani  fuperairero  di  tanto  granir 
gli  Oltramontani ,  che  ne'  voti  gli  facclTero  paiTar  per  numero  non  confidc  J 
le.  Per  qual  effetto,  foUccitaua  continuamente  tutti  1  Vefcoui,  fé  ben  tito  ij 
chchaucuanorinonciatOjchedoueifero  andar'  a  Trento  ,  fomminiftranj| 
fperc,&  caricandogli  di  fperanze.Pensò  anco, di  mandar  numero  d'Abba  l 
me  in  qualche  Concilio  s'era  fatto  :  ma,  ben  confultato ,  giudicò  elfer  m  ] 
non  moftrar  tanta  affettione,^:  prouocar  gli  altri  a  far  Tiilcifo.  L'altro  t 
uerfamento  tcmeua,  per  i  penfìen ,  che  Icorgeua  in  tutti  i  Prencipi ,  di  1 1( 
aperto  il  Concilio  fenza  far  niente  :  l'Imperatorcper  gratificar'  i  Thcdefc. 
hauergli  fauoreuoli  ad  elegger'  il  figlio ,  Rè  de'  Romani  :  il  Rè  di  Francia 
far  il  fatto  fuo  co'  medcfimi ,  &  co'  fuoi  Vgonotti.  Ponderauaanco  molte 
trodotiione  di  far  Congregatione  d'  Ambafciatori:  glipareuaun  Conci 
Secolari  nel  mezzo  di  quello  de'  Vefcoui:  confidcraua,che  le  Congrega 
de'  Prelati  f'arebbono  pericolofe  ,fe  l'interuento  ,  S^c  prefìdenza  de'  Legai 
gli  tenefie  in  ufficio:  gli  Ambafciatori  ,  congrcgandofi  tra  loro, poteri 
cofc  molto  piegiudiciali  :  elfer  in  pericolo  ,  che  ,  pafTando  inanzi ,  int 
ceffero  dentro  anco  qualche  Prelato  ,  eifendone  maffimetra  lorod'Eccle 
ci,  &:  s'introduceffe  una  licenza,  fotto  nome  di  libertà.  In  quella  perpl 
era  foftentato  da  buona  fperanza,  dal  vedere  ,  che  la  maggior  parte 
Am.bafciatori  folfe  (lata  contraria  a'  tcntatiui  propelli,  non  vedcndogH  ui 
non  li  Cefarci ,  &  i  Francefijiquali  clfendo  (enza  Prelati  propri) ,  poco  pò 
no  operare  :  eifcr  nondimeno  neccifario ,  follccitar' il  fine  del  Concilio ,  & 
t^tìene  oUU  fcruar  la  poca  intelligenza  ,  che  s'era  veduta  tra  gli  Ambafciatori.  Pei 
J'*".^'^'-^'^"  fcrifiè immediate, che s'attendclfc a follecitar le  Congregationi , «!?c  a  dig 
oT       ^  ordinare  le  materie  :  3c ,  condderando  che  il  ringratiamento  mette  in  o , 
di  perfeueranza  ,  diede  ordine  ,  che  per  parte  iua  folfcro  lodati,  &^  ""g^l 
affettuofamente  ,  il  Portoghefe  ,  lo  Suizzero,  &  il  Sccietario  del  March 
Pefcara ,  d'hauer  ricufato  di  confentire  con  gli  altri  all'  impertinente  pro] 
A' Veneti,  &  al  Fiorentino,  fece  render  gratie  della  buona  iutentione  moi.fi 
ricufando  d'interuenire  in  Congregatione ,  facendogli  anco  pregare,  che,!  ili 
auuenire  folfero  richiefti,  non  ìicufaifero:  poiché  poreua  tener  certo, e  1 
lor  prefenza  farebbe  fempre  per  giouar  alle  cofe  della  Sede  Apoflolica  >&  i  fi 
dir  li  mali  dilfegni  d'ahri.Ne  s'ingannò  il  Pontefice  del  tuo  penfiero:impcr  h 
da  rutti  tiròparola ,  che  haueuano  in  quella  mariiei'a  operato ,  conofccnd.  Il 
in  quei  tempi  il  feruitioDiuino  vuole  che  fladiffefa  l'autorità  Pontificia,  « 

tajfo 


i  Pio  Ilir.  LIBRO   SESTO.  y^l 

blutionehauerebbonoperfeuerato  :  &  teftificamno  di  fentirfi  maggior-  cio  lO 
tJ:ubIigaii,  perii  cortei!  ringratiamenti  di  SuaSanticà,  di  quello^  che  per  i-^li' 
ìli  haueuano  operato. 


HI  Sr  ORI  A 

DEL 

DNCILIO  TRIDENTINO 

LIBRO    SETTIMO. 

Sommario. 

Z.  vreheVrancefhrichieggono  rifirma  in  Concilio. E  fono  rifìiitati  da  Legati:onde 
À  mogram  tìjHerele-.conJoffetn  de  Potnifici]  ,per  la  venuta,  del  Cardinale  di  Lo- 
fendo propojki  U  materia  del  Sacramento  dell'  Ordine,per  lajeguente  Sejfione, 
[tu  occaftone  glt  Spagnuoli/ì  sfirzano  di  rac^mjhrei  e  rtjkibilire  la  podefià  S- 
'Citoltu  loro  da  Roma  :  e  per  ciò  frnmjkr  la  propofla ,  delt  Inflitmtone  de  Ve- 
ragione  e  legge  dtmna  :  ilche  e  dibattuto  agramente  a  dtuerjè  fiate ,  conperpe- 
tradittione  di  Romane  de  Tontificij  tn  Trento.-doue  i  Legati  fanno  fofientzir  la 
't  Roma  dal  Ge/ìnta  Lame'X^nde  s'eccttnno  maggiori  romoru  Arrtua  tAmba- 
Polacco:poi  il  Cardinal  di  Lorena ,  ilquald  col fm  proceder  e ,  e  ragionamentiy 
tifce  il  Papa,ed  i  Legati:e  t  Arnhafciador  terrieri  gli  punge  al  viuo  con  unfuo 
igionamento.In  Franciatil  re  di  Nauarra  è  morto  :  ed  tn  Germania ,  Majfimi- 
coronato  %e  de  Romani  :  nejtpojjono  condurre  i  Protejkinti  afottometterfì  al 
o.La  cjuejìione  della  Rejidenz.a  ritorna  a  campo  :  e' l Papa  vuol  definire  egli  l'u- 
tro  capOidelt  Jnflitutione  deVefcoui^e  della  RefidenzA  :  ma  pare  irnpojjibile  a 
di  efeguir  lejìie  commifiìoni.  In  Trancia  fegue  la  battaglia  di  Dreux ,  di  dub' 
ttoria:ma  dellacjHale  m  Trento  fi  concepifce  vana  aìlegrel^.  1  Francefì  pr<H 
certi  loro  Articoli  dirifirma  ,  ributtati  ^  e  grauernente  ceìijlirati  dal  Tapa. 
resi  tn  Trento  fono  rifiutati  tfuoi  Canonuda'  FrancefiiC  Spagnucli.  Onde  tut- 
cilio  effendo  in  romore-,e  fcompiglio-,s  interrompono  le  Congregationidecjualipe-' 

a  e^o fi  ripigliano  ,per  la  venuta  dell'  Ambafciadore  di  Sauoia.  Il  Cardinal  di 
va  a  trouar  Qefare  ,  dal^uale fono  firmatile  prodotti  molti  grani  Articoli  di 
iyde'fnalt  UT  ap  a  s'offende  oltre  modoSono  dati  a  trattar  per  la  profiima  Sef 
h  chora  arti  col  idei  Matrimonio  ifopraiijualifi  diffuta  delle  Dijfenfe  Papali, 
^  'to  ti  Lorena  da  Cefare-tS  accrcfcono  le  difìdenz-de  li  dijguflifcarnbieuolt.  In- 
cardinale di  piantona  fi  muore ,  ed  ti  Papa  mproufo  crea  due  altri  Ledati. 
'Mia  e  morto  il  Duca  di  (jhifhf-atello  del  (fard,  naU  di  Loenay  onde  effojiral- 

FFff     i) 

il  '         .. 


55><^  CONCILIO   DI  TRENTO  Papa  Pio  l 

e  1 3  1 3  lenta  affai, e  muta ,  nelle  cofe  del  Condito.  ^JMuore  etiandio  a  Trento  il  Legato  j 
t  X 1 1  •  panda.  CefareijFrancefìye  Spagnuolt,  tutti  ad  una  rtchteggono  che  fi  vachi  dada  < 
alla  rijòrmaimafono  delufi  dal Tapa.Varie  difficoltà  tn  Concilio.  Il  Tapa  fa  vro  t 
re  tlnt^uijttione  cantra  certo  numera  di  Prelati  France/ì.Il  Cardinal  ttJl'f orane, j  j 
tcarriua  a  Tremore  l  Conte  di  Luna,Ambafciadore  di  Spagna.  IliJMoroìie  va  ^ 
Jare,per  piegarla  alle  volontà  del  Papa,JìtlJhtto  del  lajciare  finire  il  Concilio,  ilck  \ 
gli  auuenimenti  apparue  kauer  ejjo  adempiuto.  Il  Lorena^  andato  a  f^'^enetia ,  i 
ria  con  l'anuifo  della  pace  d'Orliens^mal  intefa  dal  Tapa,edaSpagna\magmfn 
tadal  "Kè^diFrancta.I  Francefifijhncanodel  Concilio  j  i  hr  dottori  fi  pdrtono,e  -j 
re  anch' Cjfo  vi  fi  rallenta  grandemente. 

mtortfilcor-  W^^  CosTVMEdi  chi  fcriueliiftoria»  nel  principio,  proponer  il  mc:| 
dine  deifuo  1  ^M  '^'^^^^  trattatione.Nondimeno  Jo  ho  {limato  bene  differirlo  a  queft  3 
Sk^  tbjfacendolo  ritratto  delle  cofe  narratce  ditrcgno  di  quelle  che  io  j 
raccontare.Hauendo  deliberato,alle  memorie  dame  raccoltejdar  qualcl  "e 
maj  che  nonTuperalTe  la  facoltàmiaj&folTe  piùaccommodata  alla  m  r 
hebbiconfìderatione  j  che,  fra  tutti  i  maneggi  in  quefto  fecolo  tra' Chi  k 
occorfi,&  forfè  anco  in  quelli ,  che  negli  anni  rimanenti  occorreranno ,  : 
tiene  il  primo  luogo5&  che  delle  cofe  riputate,il  più  degli  huomini  fento  t 
nefìcio,.3^piacere,d'intenderne  leminutiejpercio  giudicai  conuenirgli  ft 
ma  di  Diario. A  que...o  mio  parere  s'attrauerfarono  due  oppofìtioni  rTu  e 
con  quella  forma  non  conueniua  narrare  li  fucceflì  di  ventinone  anni,ch  :( 
fero  per  preparar  ilnafcimcnto  aquefto  Concilio:  ne  meno  quelli,diahr  1 
tordici,cheindue  volte  pafsòdorraendo,con  incertezza,  fé  foife  vinoso  ;  n 
L'altra,che  non  haueua,nepoteuahauere  tutta  la  materia,  che  ricercali 
jTieride  continuata  :  accommodando ,  come  la  natura  fa,  la  forma  alla  n  :. 
non,comele  fc ole  vorrebbono  ,  la  materia  alla  forma ,  non  hebbipcr  :  n 
fcriuere,amodod'Annali,li  tempi  preparatori),  »S«:  interconciliari  j  &,]  \i. 
della  celebratione,fcriuer  per  giorni  quel  folo,  di  che  ho  hauuto  notitia  :  ffl 
dando  che  de'  trapaifati,  per  noH  hauer  potuto  venirne  a  cognitione  ,  fé  ;  Ul 
leggerà  quefta  fatturajmi  difenderà  :  poichc,fc,delle  cofe,  che  gl'interelf  6 
no  ogni  opera  per  conferuarne  la  intiera  memoria,  prefto  fé  ne  perdcpa  1 
labile  ;  qùàto  maggiormente  di  quefta,doue,con  ogni  diligenza,da  gran  ffl 
rodi  pcrfone  peri'picaci{Iìme,èftata  ufata  ogni  fatica  per  alconder  il  tutt  N 
ritano  certo  le  cole  grandi  elfer  tenute  in  mifterio ,  mentre  il  coli  fare  è  d  01 
munegiouamento:  ma,quando  il  non  faperiì  l'intiero,  ad  unapartefia  gì 
danno,ad  altri  d'utilità  j  non  è  marauiglia,fe  a  fini  repugnanti  per  conti;  e^ 
fi  camina.Ha  ben  luogo  la  commune,&  famofa  fentenza.  Che  con  mag<  *i 
gione  fi  tratta  d'euitar  danno  ,  che  d'àcquiftar  guadagno.  Efoggettaque  .a 
compofitione,per  le  caufe  dette,a  qualche  inegualità  di  narratione,  &  il  ^ 
trebbe  trouar  altrettanta  in  qualche  famofo  fcrittore.  Non  farà  per  ciò  tj 
mia  difefa  :  ma,  che  non  è  fiata  ufata,da  chi  non  ha  fcritco  hiftoria  dei  Ce  ;i' 
JiideatiiiOaO  altra  non  differente  da  quella^ 


I 


55>7 


PjPioIIII.        LIBRO    SETTIMO. 

C^iAmbafc latori  di  Franciajufciti  della  Seflìone ,  hcbbero  uno  fpacciodal    c.!^  i-^ 
rqlèjcheglicommecteuadifar*  inftanzajperchelaSefllone  foirediffeiitardi     lxii. 
leircndo  il  tempo  pairato,  nondimeno  corapamcro  inanzi  i  Legati ,  a'  quali  S''  >*''"^'*/f' 
(CIO  lanuoua  commiflìone  hauuta  dal  Rè ,  di  far'  inftanza  che  s'attendelTe  ^''^""fi'^^; 
a .iFoima,&  che  i  Tuoi  Prelati  foirero  afpettati.  Soggionfero,  che,quando  fi  ^^/"^cfce 
c<  eio  difputare  da  Thcologi,  &  trattare  da'  Prelati,  le  materie  propofte  dell'  s'a(pettmo  i 
me,&c  del  Matrimonio,  immediate,  niente  refterebbe  più  della  dottrina  :  &c  lor  PreUtH 
Flncefiin vano venirebbono: però, il contentafTcro di ditFeru-lc  fino  al  fine 
CJiobbre,attendédo  tra  tanto  allariforma:ouero  fi  parlalfe  alter natiuamente 
Kjdi  fopra  la  dottrina,  &  uno  foprak  riformatione:  non  differendo,  come 
:ij  pairato,  tutta  la  riforma  fino  a' giorni  ultimi  proffimi  alla  Scffione,  fiche 
»  erta  tempo  badante  pur  per  veder  gli  articoli ,  non  che  per  dclibcrarui  fo- 
•a|lebberorirpofta,che le  propofte  meritauano  d'elfer  ponderate,  che  vi  ha- 
■nbonoconiiderationcperfodisfargli  intutto'lpofìTibile  :  chiefero  copia 
:1  inlhuttione,mandata  dal  Rè  per  poter  meglio  deliberare.   Gli  Ambafcia- 
11  licdcro  una  (crittura,il  tenore  dellaquale  era  :   Che,hauendo  il  Rè  vifto  i 
;(  :ci  de'  (edici  Luglio  della  CommunioneT^^  Htrai^ue,Si.  di  differire  due  arti- 
M^i  quella  medefima  materia  ,  &  infieme  quelli  che  erano  propofti  nelle 
e  grcgationi  fopra  il  iacrifìcio  della  M ella;  febenlodatuttoquelIo,che  èfat- 
cpura  non  poter  tacer  quello ,  che  viene  uniuerfalmente  detto ,  cioè,  che  fi 
fcia,  o  leggiermente  fi  tratta  qucll0,che  tocca  i  coftumi,  o  la  difciplina  3  3c 
cipitaladetcrminatione  de' dogmi  della  religione  controuerfi,  in  quali 
'\i  h  Padri  fono  d'accordo  :  Icquali  cofe  fé  ben  egli  reputa falfe,  nondimeno 
p  ca  che  le  propofte  de'  luoi  Ambafciatori  fiano  interpretate,come  necclfarie  ' 
r  roueder  atutto'l  Chriftianifmo,&  alle  calamità  del  fuo  Regno:  &  haucn- 
pcrimentato,nonhauergiouato  ne  lafeuerità,  ne  la  mediocrità  delle  pene, 
ir  ritornar  li  departiti  dalla  Chicfa,  ha  ftimato  bene  ricorrere  al  ConciHo 
rralcimpetrandolo  dal  Sommo  Pontefice  :difpiacergli,di  non  hauerpotu- 
:r  i  tumulti  di  Francia,mandar  più  prcfto  li  luoi  Prelati:ma  ben  vedere  che> 
/eiiir  alla pace,&  unità  della  Chicia,lacoftanza,6cricTÌdczza  nel  continua- 
formula  già  principiata  da'  Lcgati,&  Vef'coui ,  non  eller'  apropofito  :  però, 
lerare,che  nel  principio  del  Concilio  non  fi  faccia  cofa,  che  alieni  gliani- 
egliauuerfarij ,  ma  fiano  inuitati  •■>  &c  venendo ,  riceuuti  come  fìgliuoli,con 
humanità;  con  fperanza,chc,cofifacendo,filafcicranno  infegnare,(Sj  ridur 
embo  della  Chiefa.Et,perche  tutti  quelli,che  fono  ridotti  in  Tréto,profef- 
l'ifteffa  religione ,  Se  nonpolfono ,  ne  vogliono  dubitare  d'alcuna  parte  di 
la,parcr' a  Sua  Maeftà,che  quella  difputa,  &  cenfura  delle  cofe  della  religio- 
on  folofiafouerchia,ma  impertinente  a' Gatolicij&caula  che  gliauuerfa- 
feparino maggiormente    :    &  chi  credeche debbino riceuer li  decretidct 
cilicnelquale non  fono  intcruenuti, non  gli  conolce  bene  :  &  s'inganna 
ionpenfa,che  con  tal  maniera  non  fi  fa  altro,  che  apparecchiar  argomenti 
riuer  libri.  Perilche,il  Rèftima  meglio  il  tralafciar  quefta  difputa  di  reli- 
iiCjfinchefia  ftatuito  tutto  quello,  che  s'afpetta  all' emenda  della  difciphna* 

Ffff    iii, 


^  5c>8  CONCILIO   DI  TRENTO        Papa  Pioli 

^ci3  i3    Eircr  quefto  lo  fcopo,doueconuien  che  ognun nfguardi,accio  il  Concilio, u 

Lx  1 1.     è  numeroib,&:  maggiore  farà  con  l'arriuo  de'  France(i,po{ri  fai'  frutto.  Dim  i- 

da  appreifo  il  Rèjche ,  per  l'aifenza  de'  iuoi  Vefcouijla  ptofTu-na  SeiTionefia  t  >. 

longara  fino  in  fined*Octobbre,o  differitala  publicatione de' decreti,  o  aljf 

tato  nuouo  ordine  dal  Papa,  alquale  ha  fcritto  :  &  tra  tanto  s'attendi  ali, i^ 

forma.      Et,  perche  s'intende,  che  qualche  cofa  è  mutata  dell'  antica  lilr, 

tà  de' Concili),  ne' quali  fu  Tempre  lecito  a'Rè,  &  Prencipi,&a'  loro  Air  i- 

fciatori ,  efponere  ibifogni  de  loro  Regni ,  dimanda  la  Maeftà  Tua,  che  fia  1- 

uà  quefta  autorità  de'  Rè,&  Prencipi  5  Se  fìa  riuocato  quello ,  che  incontrar  é 

fatto. 

ÌCeftreìchieg       L'iftclfo giorno , li Cefarei  comparuero  a' Legati, richiedendo, che  fofo 

goHolofieJjOy  pj^opofti  gli  articoli  mandati  dall'  Imperatore  ,  Seda  loro  già  prefentati:»?  i- 

cercarono  con  infl:anza,che  fi  diiferiire  di  trattar  de' dogmi  fino  alla  venuta:' 

Francefi  :  Se  accioche  la  trattatione  della  riforma  foirejnonfolo  per  fera  3 

generale  di  tutta  la  Chiefa ,  ma  particolare  anco  d'ogni  Regno }  folTero  depi  • 

ti  doi  per  Natione  ,  iquali  hauelTero  a  raccordare  quello ,  che  raeritalfe  e  i 

ma  fono  am-   pj-Qpofto ,  i?C  difcufTo  nel  Concilio.Et  li  Legati ,  cofi  a  quelli,  come  a  quell  li 

d'^Le      "^*  Francia  5  fecero  una  communerilpofta.  Che  la  Sinodo  non  può  5  fenzagrau  - 

rao  pregiudicio ,  alterare  l'ordine  inftituito ,  di  trattare  li  dogmi  infieme  co  a 

riforma :&, quando  volelfe  ben  farlo, altri  Prencipi s'opponerebbonorm  1 

grafia  loro  s'ordincrebbe,che  i  Theologi,  Se  Prelati,  eiraminaiPero  la  mat  a 

dell' Ordine  fola, &  apprelfofi  tratcalfero  alcuni  capi  di  riforma ,  olTerua  a 

tuttauia  il  modo  confueto,  che  ognuno,  di  che  conditione  fi  voglia,  può  - 

cordare  ad  eflì  Legati  quello ,  che  giudica  ncceilàrio ,  vtile ,  o  conuenienteu  1 

di  maggior  l'.bertà,  che  il  deputare  doi  per  natione.  Dopoi  s'attenderebt  1 

Matrimonio.Diche  non  reftando  gli  Ambalciatori  ponto  contenti, li  Le  :i 

mandarono  al  Pontefice  tutte  le  fudette  dimande. 

^  \  Francefi      Ma  li  Francefi ,  mal  fodisfatti ,  fi  doleuano  appreifo  tutti ,  cofi  di  tanta  - 

fi  dolgono  di    rezza;  come,  perche  nuouamente  il  Papahaueua  commandato  ad  altri  Prc  i 

ciò ,  e  del  ntt-  d'andar'  al  Concilio  :  ilche  chiaramente  appariua  farfiper  clFer  fuperiore  di  h 

mero  de'  ^c-    j^^j.^ .  ^^^^  ^  ^-j^^.  j^'  Pontifici)  medefiminon  era  lodata ,  che  Ci  facelFe  cefi  l'; 

IaJ^'^^T*'  aperta  ;6c  nel  tempo,  che  correuano  le  nuoue  della  venuta  de'  Francefi;;  - 

Concilio,        cendogli  però ,  che  il  numero  crefcelPe  per  afficurarfi  ;  ma  con  tal  deftrezza ,  z 

non  fi  potelfe  dir  elFer  fatto  per  tal  caufa.  Ma  il  Pontefice  non  operaua  coli  2 

peropporfial  fcoperca per  imprudenza, anzi  abello  ftudio  ;  accio  il  Cardinale  di  Lorena  '^ 

C-di  Lorena.  notcelTejche  liiue  tentatiui  non  farebbono  riufciti ,  Se  fi  rifolueife  di  non  :• 

nire  :  ouero  li  Francefi  pigliaiTcro  qualche  occafione  di  far  diifolucre  il  Coi  - 

lio.NcilPapafolo  eradiquefto  penficro,  ma  la  Corte  tutta,  temendo  qual  e 

pregiudicio,  per  li  dilFegniche  portaua  quel  Cardinale:  liquali,  quando  a.  y 

non  follerò  riufciti ,  cofa  non  cofi  facile  da  fperare,  la  venuta  fua  nondimi  J 

r^T  15 '    d  -  ^^^^^^^  '^^  grand'  impedimento ,  allongatione ,  Se  difturbo  al  Concilio.Ct  J 

i  Concìli»:  è  ,  che  il  Cardinale  di  Ferrara  fece  ufficio  col  Cardinale  di  Lorena,  come  i- 

rence ,  dicendo ,  Che  la  iua  andata  farebbe  di  niifun  momento  j  Se  con  poca  a 


A  Pio  mi.  LIBRO   SETTIMO.  55,5)    _ 

ationc: poiché  arriuercbbe  >  dopo  fpedite  tutte  le  dcterminationi  :  &  il    ciò   lO 
cheto, familiariirimo  del C:ii-dinaleArmignaco,  &  anco  di  credito  con     lxii. 
na,  fcriire  l'iftelfo  ad  ambidue  :  Se  dal  Secretano  del  Seripando  ,  come 
o  del  Prendente  Ferricr ,  fu  fatto  l'ifteiro  ufficio  con  effo  lui.  Liquali  uffi- 
loftrauano  il  fine  cofì  fcopcrtamente  ,  che  appariuano  ,  feiion  fatti  per 
millìonedel  Pontefice,  al  meno  conformi  alla  Tua  volontà. 

on  s'intcrmife  però  la  foUecirudine  circa  le  attieni  Conciliari.Si  diedero  artìcoli  àcìC 
ediate  gli  articoli  fopra  il  Sacramento  dell' Ordinejperdifputareda'Theo-  Ordine prop^ 
de  furono  fcielri  quelli ,  che  doueuano  parlare  nella  materia ,  &  diftinti  in     ' 
rrocla{li,douendo  ciafcuna  d'elPe  difcutcre  due  articoli  folamcatc.  Gli 
oli  erano  otto.    I.  Se  l'Ordine  e  vero  ,  de  propriamente  Sacramento ,  in- 
toda  Chriftojofintionchumana  ,  o  rito  d'elegger  li  Mmiftri  della  paro- 
Dio,  &  de' Sacramenti.   II.  Se  l'Ordine  è  un  Telo  Sacramento,  tendendo 
^li altri, come mezzij&  gradi, al facerdocio.  III.  Se, nella ChielaCatoli- 
è  la  Hicrarchia,  che  conila  de'  Vefcouì ,  Preti,  .Se  altri  Ordini  :  de  Ce  tutti  li 
liani  fono  facerdoti ,  &  fé  fìa  necelfaria  lavocationc,&  confcnio  della 
,  o  del  Magiftrato  fecolarc  :  «Se  ,  fé  chi  è  facerdotcpuo  diuentar  laico. 
[  SenclTeftamento  Nuouo  vi  e  facerdotio  vifibile,  «Se  cllerno  ;  >§epoteftà  di 
crare,  3e  oftcrir'  il  corpo  de  fangue  di  Chrifto ,  de  di  rimetter  li  peccati  :  o  il 
udominiitcrio  di  predicar  l'Euangelio,  fi  che  quelli  che  non  predicano, 
)no(acerdoti.  V.  ScncU'  ordinatione  fi  dà  «Scriceue  lo  Spirito  Santo,  & 
ime  caiattcre.  VI.  Se  l'ontionc  >  &  altre  ceremonie ,  nel  conferir  l'Ordi- 
no neceiruie,o  pur  fupcrflue  ,  onero  anco  pernitiofe.  VII.  Sei  Velcoui 
Liperiori  a'  Preti ,  de  hanno  potelH  propria  di  confermare ,  de  oxdina.K:dc 
IH,  che  renzai'ordinatione  canonica  ,  in  qualonque  modo  fono  intro- 
. (ìano  veri minilbi della  Parola,  &  de' Sacramenti.  Vili.  SeliVefcoui, 
latij  &  ordinati  per  autorità  del  Pontefice  Romano  ,  iono  legitimi:5:fe 
efcoui  fiano  quelli ,  che  per  altra  via  vengono ,  fenza  inftitutionc  Cano- 
.  ventine  del  mefe  fi  diede  principio  alle  Congregationi  de'  Theologi 
•Ite  al  giorno  :  de  il  due  Octobbre  fu  pollo  fine  alla  dilcuffione.  Seguendo 
inftituto  ,  non  narrerò  i  pareri, fenon  notabili,  per  la  iìngularità,o 
rietàtra  loro. 

Ha  primS^Congregatione parlarono  quattro  Theologi  Pontifici] ,  iquali  tf^mnatlda 
'ti  1  primo  articolo  furono  conformi  a  prouare  l'Ordine  eirerSacranierito>^^.  .2'^""' 
I|)ghi  dellaScnttura ,  fpccialmente  quello  di  San  Paolo ,  Le  cofe  ,  che  da  J"^  ch"l'Ordh 
^i^ngono,  iono  ordmate.  Poi,  per  la  traditione  degli  Apoftoli  ,  per  li  „e  è  Sacra- 
^'  e'  i'adri ,  per  vniforme  parere  d«'Theologi  3  de  fopta  tutto ,  per  il  Conci-  *»emo> 
1 -icntino  :  agaiongendo  anco  la  ragione  ,  che  la  Chiela  farebbe  una 
'Onc,  quando  non  vi  è  chi  regge  ,  «Se  chiubedifce.  Ma  nel  iecondo  arti-  dtuerjnantl 
ra  PietroSoto  s'eflefe  con  molteparolea  moftrare,chc  erano  fcrcc  Ordi--^!'^"  j*  f^."' 
icunod'efTipropriamentcSacramento,  &  tutti  da  Chrifto  inftituiti  :  de  j^^^^^ 
p :he folfe  neceffario  farne  fopra  dichiaratione  ;  perche  alcuni  Canonifti, 
ijlo  i  termini  della  profefTion  loro,  ne  hanno  aggiorni  doi  altri ,  la  Primar 


(^00  CONCILIO  DI  TRENTO      Papa  Pio] 

^iD~~[3  '  tonfura,&  irVefcouaco  :  l'openione de'quali  potrebbe iiidur  raoki  altri  .| 
LXii.  più  importanti. Similmente  Ci  cftefe  a  dimoftrarcche  Chrifto  haueuaeire  i 
renella  vita  mortalcquefti  ordini  graduatamente;&:  in  fìnc,il  lacerdotio: 
rultimo.Etfìcome  tutta  la  vita  di  Chrifto  fu  inuiata  a  quell'ultimo  facri; 
coiìjeiTer  chiaro,che  tutti  gli  Ordini  non  fona  per  altro,  ienon  per  far  fcalj 
falitadelfonnnogradojchcèiiracerdotio.  ] 

'Ma  Fra  Girolamo  Brano,  eflb  ancora  Domenicano,  hauendoprotcft:) 
tener  fermamente  ,  che  gli  Ordini  follerò  fette ,  Se  ciafcuno  d'eih  vero  Si. 
iTiento,&:  che  fi  doueua  fcruar  l'ufo  della  Chiefa,che  per  mezzo  degli  ordì  : 
fcriori  pafla  a  fuperiori,&;  al  Saccrdotio,foggionfe, Non  parergli,che  fi d(  t 
difcendere  acofi  minuta  dichiaratione,  attefa  la  varietà,  che  è  tra'Thcolc^ 
quali  con  difficoltà  fi  trouerà  che  doi  conuengano  ;  onde  il  Gaetano,in  fu  i 
chiczza,attefo  queftclafciò  fcritto,  che  chi  raccoglie  le  cofe  infegnate  da  i 
tori,&  fcritte  ne'Ponteficaliantichi,&  moderni,  vederà  la  materia  moke  ] 
fufa  m  tutti  gli  altri  Ordini,  fuorché  nel  Prefbiterato.  Il  Maeftro  tenne  ;  n 
Minori,&  Sottodiaconato,fiano  inftituiti  dalla  Chiefa.  Il  Diaconato  inft  i 
nella  Scrittura  p^re  un  minifterio  delle  menfe.  Se  non  come  il  noftro  dell  li 
re.  La  varietà  circa  gli  Ordini  minori,  che  fi  vede  ne' vecchi  Ponteficali  3 
quellojche  è  nell'uno  è  tutt' altra  cofa  che  nell'altro ,  moftrano,  chefia  S 
cramentalhnon  Sacramenti:&  la  ragione  ancora  a  ciò  ci  guida  :  perche  1  :i 
nijche  fa  lordinatOjle  può  far'  anco  un  non  ordinato,&  fono  ugualment  a 
de,&  hanno rifteiroeffetto,&perfettione.  Che  S.Bonauentura  ancora,  a 
tonque  fenta  che  tutti  fette  fono  Sacramenti ,  reputò  ancora  perprobab  Ji 
altre openioni: runa,che il folo  Sacerdotio  fia Sacramento,  mali minou;  \ 
altri  doi  ancora,verfando  circa  cofe  corporali,come  aprir  porte,  leggei  .1 
ni,accenderlumi,  non  fi  vede  come  configurino  a  Dio  ;&  però  fìano  fole  p 
fitioni  al  Sacerdotio  :  l'altra,  che  li  tre  facri  fiano  Sacramenti  :  &  per  quel  ci 
tocca  il  detto  commune  ,  che  gl'inferiori  fiano  gradi  a  fuperiori ,  affci  .t 
Thomafo  ,  che  nella  Chiefa  primkiua  molti  erano  ordinati  Preti  immi  at 
fenzapalfarper  gli  Ordini  inferiori;  &  che  la  Chiefa  dopo  ordinò  quefto  \  a 
gio  al  Sacerdotio  per  tutti  li  gradi,a  fine  d'humiliar  le  perfone.Si  vede  bei  11 
ro  negli  Atti  degli  Apoftoli,cheS.Matthia  fu  ordinato  immediate  Apoft  )>. 
i  lette  Diaconi  nonpairarono  per  Ordini  minori,&Subdiaconato.  S.Pc  iii 
di  fé  ftelTo  narra,  che,  difegnando  d'applicarfì  al  feruitio  Diuino  nel  CU  f 
humihationevolcuacaminarper  tutti  li  gradi  Ecclefiaftici  ,incommin(  ni 
dall' Oftiario:ma,mentrepenfaua  quando  far  principio,  eifendo  ancora  ic 
allafprouifta,  il  dì  del  Natale,  in  Barcellona  fu  prefoper  forza  dalla  mo 
ne,&  portato  inanzi  il  Vefcouo ,  de  ordinato  Prete  di  fako  :  ilche  non  ; 
flato  fatto,fe  in  quel  tempo  non  folfe  ftato  ufitato.  Per  lequali  cofe,  cor 
Braucnon  effcr  bene  che  la  Sinodo  palfaife  oltre  le  cofe,  che  tra  tutti  li  ^ 
ciconuengono:<S«raggionfe,  meglio  eirer  incomminciare  quefta  mat 
Sacramento  dell'Ordine  ,  dal  Sacerdotio  ,  ilche  anco  farà  un  dar  e  m 
iìone  a^ueflaSeflìone  con  lapalfata  ?  che  fu  del  Sacrifìcio  ;&  dal  Sa  i<l' 


PAPioIin.  LIBRO   SETTIMO.  ^r^ 

pailàr' air  Ordine  unfuerrale  >  Tenza  diTcendere  a  maggior  particola-    ci 3 

Ipinitala  Congregatione,&  partendo  li  Prelati,  che  s'erano  trouati  prefenti,  ^•^rnba.fct- 
II©  il  Cinque  Chiefe  co*  Tuoi  Ongari ,  &  alcuni  Polacchi  ,  &  alquanti  Spa-  •^*^*"  "!^* 
|iioli,a'quali  tutti  egli  fece  unragionamento,con  dirCi  Che>e(rendo  l'Impera-  ^^     '^'•'*"'' 
i  e  fuori  d'ogni  fofpetto  di  guerra  per  la  tregua  feguita  tra  lui,&  il  Turco,non 
iieua  cofa  più  a  cuore,che  la  riforma  della  Chiefa ,  laquale  fi  farebbe  porta  ad 
tto,quando  nel  Concilio  qualche  parte  de'  Prelati  hauelTe  coadiuuato:  però 
eflbrcaua ,  &  prcgaua ,  per  la  riuerenza  diuina,  &  per  la  carità ,  che  ciafcun© 
ridiano  debbe  alla  Chiefa  portare,che  non  abàdonino  una  caufa  cofi  hone- 
TÌufta  oc  proficua  :  che  ciafcuno  douefTe  metter  in  fcritto  quello,  che  giudi- 
apoterficonftituirpcrferuitioDiuino,  fenza  metter  penfiero  aqualfivo- 
rifpctto  human©,non  mirando  a  regolare  una  parte ,  matutto'l  corpo  della 
efa ,  per  riformarla  nel  capo,&;  nelle  membra.  Granata  fecondò  il  ragiona-  ficotidato  in:. 
ito,e  moftrò  la  neceffità,&  opportunità  di  riformare  :  ringratiò  il  Cinque  ^i  s^agnuoUf 
efc  dell'  ammonitione,&:  dill'cChe  tra  loro  fi  farebbe  ragionato.  A  quefto 
to  fi  ridulferoli  Spagnuoli  infieme  ;  & ,  dopo  hauer  difcorfo  fra  loro  lane- 
:à  del  riformare  ;  &,fermata  la  fperanza  di  vederne  flutto  per  Tinclinationc 
Impcratore,dallaqualeilRèloro,pernaturainclinatiflìmoapietàjnonha- 
3bediirentito:&,percheli  Prelati  Francefi,che  in  breue  s'afpettauano ,  ha- 
sbono  promofTo,  &  aiutato  l'opera  con  affetto,  &  diligenza  ;  pallàrono  a 
\  mtare  diuerfi  abufi ,  moftrando  l'origine  di  tutti  venire  dalla  Corte  Roma- 
\  iquale ,  non  folo^  corrotta  in  fé  medcfima ,  ma  è  ancora  caufa  della  defor- 
DnedituttcleGhiefe  :  &, narrata l'ufurpatione dell' autoricà  Epifcopale 
eriferue,laqual  fé  non  folTe  rcftituita,&  leuato  alla  Corte  quello,  chef'ha 
to  a'  Vefcoui  fpettante,mai  gli  abufi  fi  leuercbbono.  Conlìderò  Granata, 
(Tendo  neceflario  prima  gettar  li  fondamenti,  per  far'  una  cofi  nobil  fabri-  ^/^''"«f* 
lampo  airhora  eller'aperto,chefiparlaua  del  Sacramento  deli' Ordine,fe  torìtàEpìfiZ 
eterminato  che  la  autorità  Epifcopale  fia  da  Chrifto  inftituitajchc  da  que-  pAU, 
irerà  in  confcguenza,che  non  può  elfer  diminuita-.^  fi  renderà  a'  Vefcoui  «  reprimere  It 
ié  Ojche,  datogli  da  Chrifto ,  per  ambiticnc,&:  auaritia  d'altri ,  Se  negligenza  g^''"d^V\* 
Mgli  è  ftato  uiurpato.     Aggionfe  Braganza ,  Che  tanto  più  era  necellaiio,  ^^^'*"'^^^*^' 
taoTautorità  Epifcopale  è  ridotta  a  niente,  &  fatto  un' Ordine  fiiperiore  a* 
:u  uijincognito  nel  palfato  alla  Chicfa,cioè, quello  de'  Cardinali,iquali  ne* 
:i  tempi  erano  ftimatinel  numero  degli  altri  Preti,&  Diaconi;  8c  folo  dopo 
e  mo  fecolo  s'inalzarono  oltre  il  debito  grado:  ma  non  tantOjche  ardilFero 
.1:  liarfi  a'  Vefcoui,  de'quali  furono  riputati  inferiori  anco  fino  al  m.c  e.  Ma 
li  s'hanno  non  folo  pareggiato,ma  elfaltati  fopra,fi  che  al  prefeute  tengo  no 
ouipcr  fcruitori nelle  lorcafe:  ne  mai  laChiefafaràriformata,finche  i 
ciii,&.  C?rdinali,nonfiano  ridotti  al  luogo  debito  a  ciafcuno. 

-lono  qucfte  propofte  udite  con  applaulò,  &  giudicati  ortimi  li  diCcoifi:  diche  fono  fon 
dt  cnncro  in  rifolutione ,  d'elegger  lei  di  loro,  che  adunalfero  in  fcritto  le  ^ati  ^rtic 
lekeirarie,^  opportuncjcofi  in  generale  per  la  riforma,  come  in  particola-  '*•» 

CGgg 


I 


^iJoi  CONCILIO  DI  TRENTO         PapaPioI] 

e  IO   i3    le  per  quello  capo  dell'  inftitutione  de'  Vefcoui ,  d'onde  dilTegnauano  incorri 

LXii.     ciare.Fiu-ono  nominatielTo  Granata  jGafpar  Ceruante,  Arciuefcouo  di  M(i 

na  3  il  Vefcouo  di  Se^ouia  5  Marcino  di  Cordona ,  Vefcono  di  Tortofa  ;  ilqiia- 

caufa  che  non  fi  paflafle  più  oltre.Pcrche ,  intendendofi  egli  in  fecrcto  co'  P 1 

tifici) ,  fi  fcusò  d'accettar'  il  carico  >  allegando  >  prima  la  propria  infiifficienz  ! 

il  tempo,  che  a  lui  non  pareua  intieramente  opportuno,  foggiongendo>c] 

Cinque  Chiefe  non  era  molFo  da  pietà,  &  non  haueuaakrofine,che  diva: 

diloropercoftringer  il  Papa  ,  con  quello  mezzo'  di  riforma,  a  conceder  ì 

fo  del  Calice  5  alquale  elfi  erano  flati  contrarij   :  6c,vedendofi  fatta  quali 

difpofitioned'audienza,  fece  tanto,  tSc:  tanto perfiiafe  ,  chenon  fipafsòii 

oltre  ,  mas'interpofe  dilatione.  Non  però  fi  differì  longamente  :  perche  ìi 

gucnte giorno, Granata, Braganza, Meffiiià, &:  Segouia, chiefla audienzli 

Legati,  fecero  inflanza, che  fi  trattairero  gli  articoli  già  pcopofli  dal  Cardi  1 

Crelcentio  in  quello  medefimo  Concilio  :  doue  fu  anco  concluro,re  ben  i| 

publicato.  Cheli  Vefcoui  fono  inftituiti  da  Chnù,Oy  Sede  iure  dimmi  w 

fliperiori a'  Preti.  I  Legati ,  dopo  hauer  conferito  infieme ,  rifpofero ,  Che  a 

uendo  li  Lutherani  aderito  effer  l'ifleiro  il  Vefcouo ,  &:  il  Prete  ,  era  giufta  (■ 

efopra  tuttii  dichiarare  ,  che  il  Vefcouo  è  fuperiore  :  ma  non  efTcrbifogno  dichiarar  ^«0  < 

del  refcouato  j^^  j^  ^J^j  il  Vefcouofia  inflituito  :  poiché  non  vi  è  fopra  ciò  controuerll  ij 

.  '''*S"'»«  '^'-  replicando  Granata ,  Che ,  anzi  in  quello  è  la  controuerfia  ,  &c  che  facendc  i 

fiato'da  Le-  putare  li  Theologi ,  fi  farebbe  conofciuto  la  neceflità  di  decider  quello  pi  e 

gatti  ne  volendo  per  modo  alcuno  li  Legati  acconfentirui  ,dopo  qualche  mo  e 

w/tglìspa-     parole  rifentiti  d'ambe  le  parti,  li  Spagnuoli  fi  partirono ,  lenza  alcuna  col  )t 

gnmltlo  fan-  ^^^q^q  j  rellando  pero  eflì  in  rifolutione  di  far'  ufficio  con  qualche  Thcc  ji 

^°'^^1°'iqI    che  nelle  difcuflìoni  introducelTero  quello  particolare  ;  6c  di  farne  mentic  a 

tempo  del  dire  li  voti  in  Congregatione.Ilche  eirendo  peruenuto  alle  ore;  li 

de' Pontifici]  > fecero  palTar voce  trai  Theologi,  che  folle  flato  da'  Legati  ^  :a 

to  il  parlar  fopra  quella  quellionc. 

tVamlntdtl  Ma, tornando  alla  Congregatione , quando  parlò  la  ClalFe feconda,]  ft; 

nr':^^  artico-  di  Theologi,&:Canonifli,TomasDaffio,  Canonico  di  Valenza ,  dilFcC  ;i 

iotdeUaHie-  metter dubio  fopra  laHierarchiaEcclefiaflica,nafceua  da cralfaignoranz:  "li 

najcfew Ecclf  antichità ,  effendo  cofa  notiflìma , che,  nella  Chiefa ,  il  popolo  è  fempre  t( 

/"*■/  "^»         gouernato  dal  Clero  ,  &  nel  Clero  gì'  inferiori  da'  fuperiori ,  fino  che  ti  il 

gradi  fono  ridotti  ad  un  foloRettor  uniucrfale  »cheèil  Romano  Pontcfii  £1 

hauendo  con  longa  narratone  moftrato  la  propella ,  foggionfe,  Glien  ? 

era  bifogno ,  faluo  che  far'  apparir  quella  verità ,  con  leuar  gli  errori  coni  :ij 

iiquali  a  lui  pareua  effer  flati  introdotti  da'  Scolallici ,  mentre  col  fotti!  'A 

troppo  ,  alle  volte  ofcurano  le  cofe  chiare  ,  opponendofi  a'  Canonifti  h< 

mettono  tra  gli  Ordini  la  Prima  Tonfura ,  6c  l'Epifcopato.  Di  quello ,  par  5I1 

cofa  molto  flranascomc  confeflìno,che  fia  proprio  di  quello  la  Confermar  le 

l'Ordinatione  ,  &  tante  altre  Confecrationi ,  quali  altri ,  che  tentaife  1  ^i' 

ftrarle,  non  farebbe  niente  ;  &  neghino ,  che  non  fia  Ordine:facendo  poi  (  li? 

ne  l'Oftiariato ,  per  ferrar  le  porteci  che  ugualmente  faranno  ben  ferrate  e  un 

Leo 


P A  Pio  mi.  LIBRO  SETTIMO.  ^03 

o.  Ec  quanto  alla  Prima  tonfurajhaiier  fcHipre  fentito  dir  a  Tlieologi ,  che  ci-3  lO 
amento  è  un  fcgno  citeriore ,  che  lìgninca  una  gratia  fpiritualc.  Nella  Pri-  L x 1 1. 
onfura  elFerci  il  fcgno ,  &  la  cofa  iìgnificara  >  la  deputatione  alle  cofe  diui- 
&  però  reftar  pieno  d'ammiratione  perche  veglino  Icuargli  relTer  Sacra- 
to :  gionto ,  che  per  quello  s'entra  nel  Clero ,  e  h  participa  le  elFentioni  Ec-? 
iftiche  :  che  ,  fé  quella  non  foire  da  Chrifto  inftituita  ,  non  fi  potrebbe 
che  ne  il  Chiericato,  ne  la  elfentione di  quello  folFe  de  turedtuim-.dXti 
a  cofa,  che  laHicrarchia  confifte  negli  Ordini  Ecclefiaftici:  ne  altra  cofa 
dircHierarchia,fenonfacro  Ordine  di  iuperiori ,  «Se  inferiori:  &  quello 
)otrà  mai  bene  ftabilirfì,  chi  non  mette  tra  gli  Ordini,  come  li  Canonifti 
o  con  ragione  porto ,  l'infimo ,  che  è  la  Tonlura  j  &  il  fommo,  che  è  il  Vef- 
0  :  Se  querto  fatto,  la  Hicrarchia  è  tutta  ftabilita  ,feguendonecel^aria- 
]  e  li  mezzi ,  dato  il  primo ,  oc  l'ultimo  j  ÒL  rcftando  quelli  fenza  fuflìftenza, 
3  io  non  fiano  porti  quefti. 

I  i,fopra  l'altra  parte  dell'  articolo  dilfc  ,  dalla  Icttionc  de'  facri  C^nom  e deWinterue^ 

ofa  molto  chiara,  che  nell'clettione  de'  Vefeoui ,  6c  nella  deputatione  de'  *^  '^^'  Secolari 

&  Diaconi ,  il  popolo ,  &  la  plebe ,  era  prefente ,  &  rendcua  il  fuo  voto,  "^^^f^^""°*" 

preftaua  l'alfenfo  :  ma  querto  era  per  conceffione  del  Papa  tacita ,  o  ef-  '' 

:  perche  nonpuo  alcun  Laico  nelle  cofe  Ecdefìaftiche  hauer  alcuna  au- 

,fenonperpriuilegio  Pontificio:  &  querto  fu  concelfo  all'  hora,  perche 

dIo,  &  i  grandi  ancora  erano  deuoti  :  &  con  querto  fi  tratteneuano  nelle 

irituali,  &  portauano  per  ciò  maggior'  otfequio  Se  riuercnza  al  clero,& fi 

lano  pronti  ad  aumentarlo  con  oblationi.  Se  donationi:  d'onde  iì  vede 

a  Chiefa venuta  nello ftato  che  fi  troua.  Ma, dopo  che  la  dcuotione  è 

.,  li  Secolari  non  hanno  altra  mira,  che  ufurpar  quello  della  Chiefa,  & 

che  fiano  porte  nel  Clero  perfoneadherenti  alla  lor  volontà  :  Se  però  fu 

lìente  leuargli  il  priuilegio  datogli ,  Se  efcluderli  affatto  dalle  elettioni> 

nationi.Etli  moderni  hcretici  hauer  trouato  una  Diabolica  inuentione, 

re.  Che  folfe  debito  ,  quello  che  per  gratia  fu  conceduto:  Se  querta  è 

'iiì  pertifere,  herefie  ,  che  mai  foifero  inuentate  :  poiché  diltrugge  la 

>&  fenza  quella,  nonpuo  rtar  la  fede.  Allegò  molte  ragioni  ,  Se  con- 

ie,  per  quali  l'ordinatione  debbe  clTer  in  fola  poterti  dell' Ordinatore^ 

Ile  confermò  con  Decretali  de'  Pontefici  :  Se  infine  conclufe,  che ,  non 

itiuache  l'articolo  douelle  elfer  condannato  per  heretico;ma  ancora, 

^i^èndofi  Icuato  via  con  giurte  Se  ncceirarie  ragioni  il  voto,&  confenfo 

ajebe  nelle  ordinationi,  iì  corrcggclfe  anco  il  Pontificale ,  Se  fi  leuairero 

i  j  oghi ,  che  ne  fanno  mentione  :  perche ,  reftando ,  tempre  gli  heretici 

ealeranno,  per  prouare  ,  che  i'interuento  del  popolo  fia  necelfario.  Li 

;l  clfcr  molti  ;  ma ,  per  recitarne  uno ,  nell'  ordinatione  de'  Preti ,  il  Vefco- 

>  matoredice,  Che,  non  fenza  caufa,  fu  ftatuito  da'  Padri, che  ncll'ordi- 

dc'  Rettori  dell'  altare  ,  interuenga  il  voto  del  popolo ,  accio  fia  ubc- 

ili'  ordinato  ,  poiché  hauerà  prcitato  il  conlenlo  Ilio  ad  ordinarlo.  Se 

^  <Sc  altri  tali  ritirertcraiino  jfcmpre  gli  heretici  detraheranno  ailaChicfa 

GGgg     ij 


^04  CONCILIO   DI  TRENTO      Papa  Pio  li 

Catolica  i  e  diranno  chele  ordinationi  al  prefence  fono  moftre  ,  &  apparen 
come  empiamente  ditti:  Liuhero. 

Fra  Francefco  Forncr>Domcnicano  PortoghefcdiircjNon  potcrfi  meteci 
dubiola  Hierarchia della  Chieda  Catolica, haiiendoiì  pcttiaditioncApoftc 
ca,  de  per  teftimonio  di  tutta  l'antichità,  ò^pcrcoIUimedilla  Chiciaino 
tempo.  Et,quantonque  il  vocabolo  non  Ila  da  tutti  ufato  ;nondimeno,la  ( 
^gnificata  eilerftatalempre  inulo.  DionifioAreopagitahauerne  fiuto  un  f 
pno  trattato  ,&  il  Concilio  Niceno  hauerla  approbata,  &  nominatala  Ce 
meantico:&,qucl  che  da  Padri  nel  principio  del  quarto  iecolo  è  chiamato 
tico,  nillun  potrà  negargli  l'origine  al  tempo  degli  Apoftoli.  Solo  a  lui  par 
che  non  foife luogo  di  trattarne  infìeme  col  Sacramento  dell'  Ordme  ,  fé 
molti  de'  Scolaftici  ne  trattano  in  quel  luogo,  ponendo  la  Hierarchia  negl: 
dini  ruperiori,&  inferiori  :cofa  che  non  fulì]fte,ellcndo  certo,  che  il  Ponte' i 
il  Sommo  hicrarcha:fcguono  i  Cardinali,Patriarchi,Primati ,  Arciuelcou  I 
fcoui  ;  &  dopo  ancora ,  Arcipreti,Arcidiaconi ,  &  gli  altri  de'  Prelati  fubal  : 
fotto  un  capo  il  Papa.Ettralafciataladifputa,feilVefcouatofl7.0rdine,ah( 
ècofacertajche  rArciuefcouato,Patriarcato,&  Papato,non  lono  Ordini, 
pra il  Vefcouato  non  dicono  fenon  fuperiorità,^  giurifdittione.  Adonqu^ 
la  giitrifdittione  confifte  la Hicrarchia,&  il  Concilio  Niceno  in  quella  lai 
quando  parla  del  Pontefice  Romano,&:  dell'  AlelFandrinOiSc  Antiochene 
peròjtrattando  deirOrdine,non  eiFcr  opportuno  trattar  della  Hierarchia,r 
che  non  villa  luogo  alla  calunnia. 

Molta diuerlìtà fu  nella  difcuflìone  di  quefii  articoli,  ritornando  queft: 
feconda  clalFe  agli  anteriori ,  &;  difputando  alcuni ,  che  il  Vefcouato  folfe 
ne  ;  $c  altri,che  fopra  il  Presbiterato  non  aggiongclle  altro  che  giurifdit 
alcuni  allegando  S.Thomafo,&S.Bonauentura:  &  altri  apportauanoun 
dia  opinionejCÌoè,chefìa  una  degnila  eminente,ouero^ifticio  neli'Ordi  1 
ben'  anco  allegato  il  celebre  luogo  di  S.Girolamo,  &  l'autorità  di  Sant'^A  A 
noinconfermationediquefto  ,  liquali  vogliono  il  Veicouatocllèr  ben  it: 
chiflimo,maperò  Eccleliafticainftitutionc.Maaquefti  Michel  di  Medi  o{ 
poneua.  Che  la  Chiefa  Catolica,  come  S.Epifanioteftifica,  condannò  ^  b" 
retico  Aerio,  per  hauer  detto,  che  il  Vefcouato  none  maggior  del  Presbj:  if* 
nellaqual  hereila  non  è  marauiglia,fe  Girolamo,  Agoftino,  &  qualche  al 
Padri  è  incorfo,pcrchelacoranon  era  ben  chiara  per  tutto.    Fu,  con  noi 
fcandalo,  udita  l'audacia  del  dire,  che  Girolamo ,  &  Agoilino  fentilTero  1 
ma  quel  Dottore  tanto  più  infìftcua,foftcntando  la  fua  openionc ,  &  fi  d 
li  Dottori  in  pari  numero  in  due  pareri  intorno  la  Hierarchia:  altri  la  poi 
negli  Ordini  lbli,allegancb  Dionifìo ,  che,  nei  nominargli  Hierarchi, 
mentione,  Icnon  de'  Diaconi,  Preti,«Jk  Vefcoui.   Altri  feguirono  il  Foni 
foiTe  nella  giuritdittione  j  Cin  tanto  che  ufcì  fuori  una  terza  openione,  eh 
iìftelFe nella miftioned'ambedue,laquale  dopopiù  uniuerfalmentc  (a  ap' 
ta:pcrche,poncndola neli'Ordi ne,non  appariiia  come  vi  entraffcro  Arci 
iUiPatnarchij&,quello  che  più  imporca,  ilPapai  elTendatucti  d'accordi 


f 

.JpiolIII.         LIBRO     SETTIMO.  éoj 

flgradi  non  fiano  Ordini  fopia  il  Vefcouato:  fé  ben  alcuni  incontrario  al-     e  1 3  i  a 
;^^no  la  comraune  {entcnza.  Che  l'Ordine  Epifcopale  è  quadripartito ,  in       lxii. 
ijai,ArciuefcoLii,Patiiaichi,&:  Papa:&;  ponendola  nella  giurifdittionejnii- 
1 1:'  Sacri  Ordini  vi  entiaua. 

Uà  gran  difpuca  fu  tra  lorcqual  fo!fe  la  forma  della  Hicrarchia  :  alcuni  di- 
Ji  la  carica  :  altri, la  tcdt  informe  :  alcriil'unicà,  fecondo  Topenionc  del  Car- 
d^Turrecremata.Maa  quefto  craoppoftojcherunitàèunapaflìonegeneri- 
iiiitto  quellojchc  e  uno:&  è  effetto  della  forma,  che  laproduce.  Quelli,chc 
lano  la  carità>porcauano  innunierabili  luoghi  de'  Padri,  che  a  quella  at- 
fcono  l'unità  della  Chiefa.Magli  altri  opponcuanojchefolTc  l'hercfiaele 
f  :  perche ,  fé  coli  folle,  il  Prelato,  perdendo  la  carità,  farebbe  fuori  della 
rchia,&  perderebbe  l'autorità.Però,  nel  porre  la  fede  informe  non  fuggi- 
la difficoltà ,  actefo,che  potrebbe  eifcr*  un  Prelato  in  fuo  fecreto  infedele, 
e  fingedè  in  efterncilquale  quando  non  appartenelTe  alla  Hierarchia, il  po- 
1  GhnlHanonon  faprebbechiubedire  ,  potendofi  dubitare  di  tutti,  &ha- 
n  )  caufa  di  farlo  alcune  volte.E,come  fogliono  li  Theologi ,  mafìTime  Frati> 
e  ibcri  nell'  elTcmplificare ,  portauano  anco  in  tauola  il  Pontefice  Romano: 
:cdo,  Che  quando  fulTe  incrcdulo,perirebbe  tutta  la  Hierarchia,per  difetto 
1.  :co(ì  ponendo  per  forma  la  fedccome  la  carità.Et  elfi  metteuano  il  Battef- 
1  Via  le  medelìmc  difficoltà  nafceuano,pcr  l'incertezza  di  quello,ricercado(ì 
e  ialmentcfecondoladeterminarionedel  Concilio,rintentionc  delMini- 
c  into  e  più  occolta,quanto  qucU'  altre  duerper  laqual  caufa  non  fi  puo[d'al- 
r  ftcrmar.c,che  fia  battezzato.  ... 

(iardcolijSe  vi  èSacerdotiovifibile,  Se  tutti  iChriftiani  fono  Sacerdoti, ''^?""-^'*,'' 
i  il  Sacerdote  può  diuentar  Laico,&  Se  il  fuo  officio  è  laprcdicatione  :  non  f^mmariame - 
:(  o trattati  con  difcuiTìone,ma  condeclamatione  contrai  Lutherani,  che  te.conaumr- 
il  no  la  Chicfa  del  commercio  con  Dio,&  del  modo  di  placarlo  5  che  la  fau-  timtmi  de* 
(1  iifafione  fenza  gouerno ,  &  che  la  priua  di  tutta  la  fua  bellezza.  Se  decoro.  •^'""'• 
^  imantio  Fiorentino,  Thcologo  del  Cardinal  Madruccio,in  quella  Clalfe, 
u  ti  d'hauer' udito  perii  più  da  quei,  che  inanzihaueuano  parlato,  lolo  ra- 
;^  probabili,&  conuenienze,cheinfimilipropofiti,doae  lì  trattano  articoli 
(  c,non  folo  non  coftringono  gli  auucriarij,  ma  gli  fanno  confermare  mag- 
p  nente  nelle  openioni  loro  :  Oc  produlfe  in  confermatione  di  quefto  un  luo- 

SS.Agoftino  molto  efprefio.Aggionfe  anco,che  il  parlar  in  Concilio  vor- 
:  clFcr  differente  da  quello  delle  Scole  :  imperoche  in  quelle,quanto  più  le 
Dfono  fminucciate,  ik  concuriofità  elTafniinate,  tanto  meglio  è  :  ma  non  è 
^  :o  in  Concilio  eflaminarefenon  quello,chefi  può  dilucidare ,  &  metter  in 
|i  o:che  tante  queflioni  erano  ventilate,  dellequali  non  fi  può  in  quella  vita^ 
f  Dio  non  vuole  che  tutto  fiafaputo,  venir  in  cognitione.  Baftar  alFai  per 
ioarticolo  ,  che  laChiefa  fiaHierarchica,&  chelaHierarchia  conftade' 
e  ti,&Miniftri,chequefti  fono  ordinati  da  Vefcoui,  che  l'Ordine  e  Sacra- 
:  o ,  che  li  Secolari  non  hanno  in  quefto  parte  alcuna.  F.  Pietro  Ramirij, 
W:cfcano>feguendola  dottrina  di  Giouanni  Scoto  ^auuertì  che  non  fi  do- 

GGgg     iij 


6o6  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio    n 

'  ci3   IO    "cire  dire,rOrcline  eircrSacramento,pere{rci-corainuiribilc,&; permanente o 

Lxii.     acche  li  Sacramenti  tutti  conuien  cheviribiliiiano:&:,  fuorcherEucharia 

confiftano  in  attiene.  Et  però,  a  fine  di  fuggire  tutte  le  difficoltà,  lì  debbia  ce 

che  non  rOrdinejmal'ordinationc  è  Sacramento.    Queftohebbe  gran  cor  a 

dittionc  :  perche  tutti  li  Theologi  dicono  l'Ordine  Sacramento ,  &c  quello  k 

non  meno  importa,  anco  il  Concilio  Fiorentino  :  &  farebbe  grand*  audaci:  t( 

far  d'improprietà  tutti  li  Dottori,  un  general  Concilio,  bruttala  Chiefa  » 

cofi  palla. 

quinto  ^rù"      La  terza  ClalTe  nel  quinto  Articolo,non  hebbe  minor  varietà:&:,  fé  ben  1 1 

colo  ejfamìn*-  conuemiero,  che  lo  Spirito  Santo  era  dato,  ócricenutonell'ordinationc^  1 1 

tojntorno  al-  ^\^^i  diceuano,che  era  dato  in  propria  perfona  ;  altri,nei  dono  della  gratia  >. 

'o  ^&'^lc~  ?^^^^^^^^^  difputato  aifai.  Ma  più  da  quei,che  la  gratiaaireriuano.  Era  cont  >, 

mteret         le  era  data  la  gratia  della  giuftificatione^  o  un  dono,  per  poter' eifercitar  T  i- 

ciò '.quelli  fi  fondauano,  perche  tutti  li  Sacramenti  danno  gratia  della  gin  i 

catione  rquefti,  perche  un  impenitente  nonpuoriceuerla,&  pur  riccueFO  i- 

ne.  Ma  del  Carattcre,(ìcome  tutti  furono  concordi  che  nel  Sacerdoti©  fia  i- 

prelTo  5  cofì,nel  rimanentcfurono  di  varie  openioni:dicendo  alcuni,  che  in  :• 

ti  li  facri  folamente,altri  in  tutti  fette:  lequali  openioni  da  S.Bonauentura  1  e 

ftimate  tutte  probabili  :  ad  alcuni  piaceua  la  diftintione  di  Durando,  che,in  i- 

dendo  per  Carattere  una  poteftà  di  far'  alcun  effetto  fpiritualcjilfolo  Sacc  i- 

tio  l'hajche  iolo può  far'  opera  fpirituale,di  confecrarej^"  rimetter  ipeccan  li 

altri  non  l'hanno ,  poiché  le  operationi  loro  fono  corporali ,  &c  coli  ben  (  o 

fatte  da'  laici,come  dagli  ordinati  5  etiandio  fenza  minimoipeccato  veniale,  i, 

fé  per  Carattere  s'intede  una  deputatione  ad  un  fpeciale  uincio,cofì  tutti  gì  ;■ 

dini  hanno  il  Carattere  proprio.  A  quelli  eraoppofl:o,chefoireopenionc  i- 

therana,contenutanel  primo  Articolo:  St'però  era  necelTario  affermar  ini  :i 

un  Carattere  proprio,&  indelebile.Non  mancò,chi  voleua  trouarlo  anco  1  a 

Prima  tonfura.  L'argomento  di  quelli  fu,  perche  non  fi  reiterano  manco  ne  :■ 

gradato,come  bifognerebbe  far'  in  quelli,che  non  lafciano  Carattere  impi\  )i 

&  perche  con  quella  l'huomo  eraafcritto  al  Chiericato  ,  »S^  partecipe  dell  - 

fentioni,&:  immunità  Ecclefia{liche:ne  farebbe polTibile  foflentarcche  il  C  > 

ricato ,  &  l'immunità  fiano  de  iure  diurno ,  fenon,  dicendo,  che  la  Prima  ton  a 

fìa  diuinainftitutione.DelVefcouato  maggior  fulacontrouerlìa,&iIrino!  a 

queftione,  fé  è  uno  degli  Ordini  :  perche ,  hauendo  due  proprie  operationi  lì 

infigni,Confermare,&Ordinarejc  necelfaria  la  poteftà  fpirituale,che  è  il  Ca  - 

tere,fenza  laqualc  l'ordinationco  confermatione ,  i-^on  haurebbono  il  fuo  ci  - 

to.     I  Prelati ,  che  ftauano  ad  udire  erano  pieni  di  tedio ,  fentendo  tante  d  - 

colta  j&:preftauano  l'orecchia  grata  a  quelli,  che  diceuano  douerfìtralafci  :> 

&  parlar' in  termini  uniucrfali,  non  fenza  mormoratione  de' Frati,  che  fi  - 

macaiono  udendo,  &  vedendo  in  loro  difpofìtioneper  definire  articoli  >  C 

«^ '^y*^"' '""  nrononciar  Anathemi ,  fenza  intender  le  materie  ,  abhorrendo  chi  elici - 
tomoall  On-  K  1  •  ^J^ 

«Sowr  *"     Nel  fefto  Articolo  tutti  con  una  voce  dannarono  li  Lutherani  j  d'hauer  ,*? 

tr:o 


/i  Pio  IIII.  L  I  B  R  O    S  E  T  T  I  M  O.  ^07 

>  alle  ontioni,&:  ceremonie  nel  conferir  gli  Ordini.  Voleiiano  alcuni,che 
odiftintele  neceirarie,  che  appartengono  alla  foftanza  del  Sacramento> 
nel  Concilio  Fiorentino  fu  fatto,&  fi  dichiaralTe  heretico,  chi,fenza  di 
e,aireriiia  potcrfi  dare,o  riceiicr  l'Ordine.  Et  quanto  alle  altrejcon  uniucr- 
irolefolfe  condannato  chi  le  chiamaffe  perniciofc.Per  quello  molta  con- 
ine nacque  >  quali  foifero  le  neceffarie ,  8c  quali  le  aggionteper  maggior 
0,0  diuotione.     Paruejchc  molto  al  propohto  parlalle  Melchior  Corne- 
)rtughefe,ilqual  confidcrc),Eirer  cofa  certa,  che  gli  Apoftoli  nell'  ordinare 
noleimpofitionidelle  mani:  fi  che  mai  nella  Diuina  Scrittura  fi  legge  al- 
ordinatione,fenza  quella  ceremonia,quale  ne'  tempi  Tegnenti  anco  tanto 
lata  elTentialcjche  l'ordinatione  veniua  con  quel  nome  chiamata.     Con 
io,Gregorio  nono  la  dice  rito  introdotto  dagli  Apoflolici:&  mòltiTheo- 
i  on  l'hanno  per  necelTaria,  fé  ben  altri  fono  di  contraria  openionc.  L'On^ 
]  incora  fi  vede  dalla  Decretale  d'Innocenzo  terzo  in  quella  materia»  che 
le  Chiefenoneraufata  ;  «Scli  celebri  Canoniili,Ho{lienfe,Giouanni 
È  ■a,rAbbate,&  altri  afFermano,che  il  Papa  puoordinar*  un  Prete  con  la  fo- 
)  ila>dicendo,Sij  Sacerdote  :  &,  quel  che  più  importa,Innocenzo,Padre  di 
Canonifti ,  dice  uniuerfalmente ,  che  fé  non  foiFero  le  forme  ritrouate, 
:bbeche  l'Ordinatore  dicelle ,  Sij  Sacerdote,  o  altre  parole  equiualcnti: 
le  formcchefiolTcruanojlaChiefalehaordinate  dopo  r  &  per  quelle 
;  ,  il  Cornelio  confegliò  ,  che  non  fi  parlaife  di  ceremonie  necelTarie» 
Limentc  foifero  condannati  quelli ,  che  le  hanno  per  fuperflue  ,  oper- 

mtonquc  le  Congregationi  de' Theologi  occupalTero  quafi  tutt©'l  tem-  pmferì  de 
idimenojli  Prelati  più  mettcMano  ranimo,&  tra  loro  parlauano  della  ri-  ^f^^*"  «^'«e»*- 
chipromoucndola,&  chi  declinandola,  che  delle  materie  da'Theologi  ^^T°^^ 
::onde  i  frequenti,&  publici  ragionamenti,che  per  tutto  Trento  s'udiua- 
I  icntati  dagli  Ambafciatori  Celarci,&  Francefijindulfero  li  Legati  a  ripu- 
clFario  il  non  moftrarfene  alieni  ;  maflime,attcfo  che  haueuano  promef- 
g.'lmbafciatorijdi  proporla  dopo  trattato  dell'  Ordine  :  &  intendeuano 
I  :euuro  con  grand' applaufo  un  difcorfo  dell'  Ambafciator  Lanfacfatto 
;é  i  adunanza  di  molti  Ambafciatori,&  Prelati,  doueconclufe,  che,fe  la  ri- 
V^  )ropo{la  >  &  richieda  dall'  Imperatore  era  tanto  temuta ,  (5^  abhorrita,al- 
» .  doueua  trouar  modo  ,  fenza  far  nuoue  ordinationi ,  di  metter'  in  olfer- 
«1  e  cofe  dagli  antichi  Concilij  ftabilite,  leuando  gl'impedimenti ,  che  fo- 
it  lano  gli  abufi.Fecero  li  Legati  metter'  infieme  le  propelle  da'  Cefarei,&:  diche  ì  Legfiti 
e  inftanze,  che  fino  a  quel  giorno  gli  erano  (late  fatte  in  materia  di  rifor-  /crimno  d 
^i  rifpofte  da  loro  date,infieme  con  un  eftratto  delle  cofe  ftatuite  nell' Af-  ^"i"** 
)!  i  di  Francia,  &  delle  richiede  de'  Prelati  Spagnuoli ,  lequali  mandarono 
-)iefice,condirgli,Chenon  pareualoropoflìbile  il  rrattenerpiù  in  parole> 
ctì  qualche  effetto  moflrarc  al  mondo  d'hauer'  animo  di  trattar  quella  ma- 
'  ;  ;  venendo  a  rifolutione ,  di  fatisfare  in  qualche  parte  agli  Ambafciatori 
i  icipi  ,  maflìme  m  quello  ?  che  ricercano  per  incerciTe  del  loro  pac- 


(joS  CONCILrO  Di  TRENTO.  Papa  Pio 

'^i3  lo     Ce  :  hauendo  però  confidcràtione  alla  qualità  delle  cofe  ,  che  non  pò 
LXii.     ro  piegiudicio  alla  poteftà  Pontificia  ,  5c  alle  preiogatiue  della  Chic) 
mana. 
Uéiuale  rifiuta      H  pontefice,veduta  l'inftruttione  del  Rè  di  Francia,  non  potendo  feni  ' 
«  Francefila  più  ingrata  ,  cHc  di  allongarfi  il  Concilio,  hauendo  egh  concetto  dou 
difatione  della  [^(^auQnte  Seflìone  de' dodici  Nouerabre  definir  tutto  quello  j  che  rirri 
Stfuone,         ^^  trattare;  Se  fé  qualche  cofa  folTe  reftata,  al  più  longo  douerfi  finire,  Tof]  ' 
i"e,o  difloluere  nel  fine  di  quell'  anno  :  ali'  Ambafciator  refidente  apprefl»  ; 
che  gli  faceua  inftanza  di  differir  la  trattationc  de' dogmi  alla  venutaci  | 
Prelati,&:  tra  tanto  trattare  di  riforma,rirpore ,  Quanto  all'  afpettar  \iì 
elìer' auifato  ,  che  il  Cardinale  di  Lorena  haueua  rifolutod'afpettar  laj 
Burges,&  poi  accompagnar  il  Rè  ad  Orliens:cofe,che  ben  dimoftrauano. 
fua  partita  di  Francia  farebbe  (lata  molto  tarda,  &c  forfè  anco  mai  farebbi 
tuita.  Che  non  era  giufto ,  fopràdiiTcgni  cofi  lontani,  trattener  tanti  Pn  j 
Trento.Che  Icrichieftedi  dilatione  fono  parole,  per  tenerlo  eir0,&i  Pk  |I 
fpefe ,  non  per  volontà  che  i  Francefi  habbino  d'andar  al  Concilio:  &  fé  j 
dilationi  lo  coftringeranno  continuare  a  confumar  il  danaro  ,  protetta 
non  hauerebbc  potuto  feguitare  in  dar'  aiuti  al  Rè  :  fece  gran  rifleiro,nai 
che  per  diciotto  mefi  i  Francefi  fono  flati  afpettati  in  Trento,  trattenei 
con  varie  &friuole  fcufe.Si  dolfe  ancora  dellafuaconditione,che,fe  il < 
Ho  ufa  qualche  rifpetto  vcrfo  lui,ehelo  fa  ben  in  poche  cofe, gli  Ambaft 
che  fono  là,fi  lamentano  che  il  Concilio  non  è  libero  :  &  con  tutto  cio,i 
defimi  lo  ricercano  di  ordinare  dilatione,chc  è  la  cofa  piùingiu(la,&:  più 
fita  da'  Padri  di  ogni  altra.Conclufe,chc,quando  hauelfe  certezza,  o  ver 
tudine  della  loro  andata,farebbe  opera  che  foffero  afpettati.  Aggionfe,  < 
dato  ordine  d'elfer'  auifato  per  corrier  efprcfTo ,  quando  partirà  il  Cardir 
all'hora  farà  opera  che  fia  afpettato  ;  tra  tanto  non  gli  pare  giuflo ,  fare  ci 
dri  fliano  otiofi.  Et  quanto  alla  riforma,efrer  più  neceffario  afpcttarlo,  ( 
le  materie  de'  dogmi,lequali  non  toccano  a  lui,che  è  buon  Catolico:  &  ( 
che  non  può  diifentire  dagU  altri  :  ma  ben  nella  riforma  è  giuflo  afcoltar 
le  crii  appartiene,efiendo  un  fecondo  Papa  con  molti  beneficij ,  &  trecen 
feudi  d'entrata  de'  beni  di  Chiefa ,  doue  elfo  Pontefice  non  haueua  più  d 
neficio  foio,delqual  fi  contentaua :  che  haueua  con  tutto  ciò  riformatof 
&  tutte  le  parti  della  fua  Corte ,  con  danno,  &  perdita  di  molti  officiali  < 
ia:&  farebbe  ancora  di  più,fe  non  vcdelfe  chiaro,che,  diminuendo  le  fu' 
te,egli  faceua  il  fatto  degli  auuerfarij  fuoi,indebolédo  le  forze  proprie,  8 
uidelfuo  flato, &:  efponendolo,infieme  con  tutti  i  Catolici  che  fono  n< 
protettioncalle  ingiurie  de' fuoi  nemici.  Etper  quello,ches'afpettaalI<  • 
ninonfoggettea  lui  in  temporale  ,  la  deflruttione  della  difciplina  nal^  i» 
loro  medefimi,8c  da'  Rè,&  Prencipi ,  che  con  inflanze  indebite ,  &  imp 
io  coftringono  a  prouifìo^i  ,&  dif^cnCc  ofliraordinarie.  ElFer  mifera  la  i 
ditione,che,fe  nega  le  nrliicile  inconuenientifattegli,ognuno  di  luifi  '^ 
li  tiene  qffefo  ,&  ingiuriato;  fé  le  concede,  a  lui  viene  atcritto  tutto'!  n 


I 


i  Pio  im.         LIBRO    SETTI  Ma  ^09  

tifa  loro  Tegue,  &  fi  parla  di  riforma:  come  gli  Ambarciatori  del  Rè  hanno     eia  io' 
in  Trento ,  con  termini  generali ,  fenza  che  fi  poflì  incender  quello,  che       lxii. 
bbono. Vengano,  difie, una  volta  ali*  indiuiduo,  &  dicano  quello  che 
ano  nel  Regno  riformare  ,  che  in  quattro  giorni  fé  gli  fodisfarà  :  che  li 
:i  in  Poifll  hanno  regolato  molte  cofc:  che  egli  confermerà  quegli  ordini, 
irichiefto:  ma  il  voler  ftar  fopra  gli  uniucriali,&  riprender  tutto  quello 
fa,  non  proponendo  alcuna  cofajdimoftra  poco  buona  volontà, 
ftaua  la  quarta  Clalfe  de'  Theologi ,  liquali  doueuano  trattare  della  Cupe- f»^  fi^tfftto 
^de'Vefcouia  Preti.  Da'primi  fu leguica  la  dottrina  di  San Thomafo,  Se  •^«'«^"^«"'f'^- 
lentura,  che  dicono,  due  potcftà  elfer  nel  Prete  gl'una,  nel  confecrar  il  ^*  ^^'"T"'^ 
,&fangue  di  Chrifto  ,•  l'altra,  nel  rimetter  li  peccati.  Nella  prima,  il  Frettai  fon» 
lote  elfer  fupcriore ,  ne  il  Vefcouo  hauer  maggiore  autorità ,  che  il  fcmpli-  grx  di(Piirtm 
:e:ma  nella  feconda,  ricercandofi  non  folo  la  potcftà  dell'  Ordine,  ma 
ella  Giurifdittione ,  rifpetto  a  quefta,  il  Vefcouo  eifer  fupcriore.  Altri  do- 
ipnfero ,  chepiu  eccellente  attiene  e  il  dar'  autorità  di  confecrare,  cheil 
rare:  &  però  anco  in  quefta  eflere  fuperiore  il  Vefcouo  ,  che  non  folo 
o  farlo ,  ma  ordinare  li  Preti ,  &  dar  loro  autorità.Ma ,  elfcndo  difputato 
to  alfai ,  &c  con  l'occafione  tornato  a  trattar  gli  articoli  della  Hierarchiaj 
in  ifteflb  con qucfto della fuperiorità:  &c  parimente  difputato,  fé  con- 
11' Ordine  ,  nella  Giurifdittione  ,  o  in  ambedue,  F.  Antonio  da  Mont* 
ìFrancefcano,diire,  che  l'articolo  non  fi  doueqa  intender  d'una  iuperior 
iginaria  ,  &  confiftentc  in  preeminenza,  o  perfettione  d'attione  :  ma 
periorità  di  gouerno,  fi  che  pofll  far  leggi,  &:  precetti  ;  &  giudicar  caule, 
i  foro  della  cofcicnza ,  come  nell'  cfteriore.  Che  quefta  fiiperiorirà  è  ne- 
E  Lutherani ,  &  di  quefta  s'ha  da  trattare.  Dilfe ,  che  nella  Chiefa  uniucr- 
ueniuachecifofteunatal  autorità  per  reggerla ,  &  altrimenti  nonha- 
potuto  conferuarfi  in  vnità.Lo  prouò  con  gli  elTempi  tratti  dalle  api,6c 
ie:& in ciafcuna Chiefa  particolare  elfer  parimente necelfaria  unaau- 
:ciale  per  reggerla,  &  quefta  efter  ne' Vefcoui ,  che  hanno  parte  della 
totalità  dellaquale  è  nel  Papa ,  Capo  della  Chiefa  :  che  quefta ,  elTendo 
li  giudicare  ,far  procefll,Ì<:  leggi ,  è  poteftà  di  giurifdittione.  Che, 
ir  Ordine;  il  Vefcouo  è  di  più  alto  grado  che  il  Prete,hauendo  tuttala 
i  quello ,  &  due  altre  di  più  :  ma  non  fi  dice  però  fuperiore  :  ficome  il 
ij(Dno  è  quattro  gradi  più  alto  dell'  Oftiario  ^  non  però  è  fupcriore.Prouò 

0  parere  per  l'ufo  uniuerfale  di  tutta  la  Chiefa ,  &  di  tutte  lenationi 
ne  :  portò  diuerfe  autorità  de' Padri  per  confermarlo  ,  Se  finalmente  fi 

a  Scrittura  diuina  ;  moftrando ,  che  quefta  forte  d'autorità  è  chiamata 
I.  :  5  adducendo  molti  luoghi  de'  Profeti ,  &  che  quella  uniuerfale  fu  da- 
'  10 ,  quando  Chrifto  dille ,  Pafci  le  mie  agnelle  :  Se  la  particolare  fu  da-  di  che  gli  sp*- 
'1  LO  a'  Vefcoui ,  quando  diflc  loro,  Pafcete  il  gregge ,  che  haucte  in  cu-  gr>»oli preten- 
C  cfta  fcntcnza  hebbe  grand'  applaufo.  ^""o  '^"^'^fi 

.  'ima  chefinilfero  di  parlar  quei  della  quarta  ClaO'cli  Prelati  Spagnuo  ^/aJofkhde' 
**il:i4'introdurrelati?attioncchei  Vefcoui  fiano  da  Chrifto  inftituiri,  f^e/io^-. 

1  HHhh 


éio  CONCILIO   DI  TRENTO  Papa  Pio 

ci3  13  hauendo  inficine  conrukato>conclurero,eirermeglio,che  il  primo  moto I 
LXii.  fatto  nelle  Congregationi  de*  Theologi»  accio  in  quelle  de'  Padri  la  ma 
foife  preparata,  &:  poteircro  elTi  con  maggior  apparenza  di  ragione  > ripigli; 
le  cofe  dette  ,  difcorrerui  fopra  ,  $c  coftringer  gli  altri  a  parlarne  :  per  C; 
nella  Congregatione  del  primo  OttobbrejMichiele  Oroncurpe,Thcolog 
Vefcouo  di  Pampalonajal  lettimo  arcicolcdiiTcChejdifputando  di  qualifi 
o  códannare  una propolltioneiche riceue  molti  fenfi,è neceilàrio  diftingui 
^poiadunoadunoconfiderargli:  3c  tale  gli  pareua  elTer  la  propoftadi< 
articolo  i  fé  i  Vefcoui  fono  fuperiori  a  Preti  :  imperoche  s'ha  da  diftinguc 
fono  Ca^cnon de fii5io ,  o de mr^: che ^^^ififornon fi poteua dubitare, vede 
di  prefente  j  &  leggendofi  nelle  hiftone  di  molti  fecoli ,  che  i  Vefcoui  b 
elTercitaro  fuperioritài  3c  i  Preti  obedicnza  :  però  >  che  in  qucfto  fenfo  l'a  j 
lo  non  poteua  venir  in  controuerfia:  adonque  reftaua  dilcuterlo  de  iur\ 
anco  qui  cadeua  una  altra  ambiguità  j^-^o/^y^,  potendofi  intendere  ture'À 
fiao  y  o  ture  dmino  :  quando  s'intenda  al  primo  modo ,  efier  cofa  chiariflìm  ! 
iono  fuperiorijritrouandofi  tante  Decretali ,  che  efpreifamente  lo  dicon  | 
con  tutto  che  ciò  fia  vero,  &  certo  j  nonfarebbono  da  condannar  H  Luti  ( 
per  quefto  rifpetto,  come  heretici  :  non  potendofi  hauer  per  articolo  d  \ 
quello  ,  che  non  ha  altro  fondamento,  che  in  legge  humana  :  meritan  J| 
eircr  condannati ,  negando  la  fuperiorità  de'  Vefcoui  a'  Preti ,  quando  qu  t 
demrediHÌno.Sogg\on(QiC\iZt^ìcìo  haueua  per  chiaro ,  &  poteua  cui  i 
mente  prouarlo ,  &  rifoluer  ogni  cofa  in  contrario  :  ma  non  doueua  pai  i 
oltre ,  elTendo  prohibito  ilpaiTarne.  Et  qui  pafsò  a  moftrare ,  cflcr  proj 
Vefcoui  il  minifterio  della  Confermatione,  &  dell'  Ordinationc.  Etpari 
pra  l'ottano  capo  in  conformità  degli  altri ,  finì  il  fuo  difcorfo. 

Seguitò  dopo  lui  aparlare  Gióuanni  Fonfeca,Theologodi  Granata 

•  entrò  nella  materia  gagliardamente,  &c.  diire,Chenon  era,  ne  poteua  ed 

hibito  il  parlarne  :  poiché  ,  elTendo  propofto  l'articolo  per  difcutere 
heretico ,  è  ben  necclTario  che  fi  tratti  fé  è  contra  la  fede  :  ne  contra  qac 
intenderfi  cofa,  che  non  repugni  al  uts  dminumi  che  egli  nonfapeua  on^ 
deriuaralavoccchenonhpoteflè  parlarne  ,  poiché  anziconlapropo! 
articolo  era  commandato  chefofie  difculfo-Et  qui  pafsò  a  trattare, H' 
della  fuperiorità ,  ma  dell*  inftitutione  ancora  ,  afierendo  che  li  Vefcoi 
da  Chrifto  inftituiti,&  per  otdinatione  fua  diuina  fupcriori  a'  Preti.AlIe 
che,fe  il  Ponteficeè  inftituito  da  Chrifto,  perche  egli  habbia  detto  a 
Ti  darò  le  chiaui  delRegnoj  &,  Pafci  le  mie  agnelle  :  parimente  li  Vcfc 
no  da  lui  inftituiti ,  perche  ha  detto  a  tutti  gli  Apoftoli,  Sarà  legato  ir 
quello  che  legarcte  in  terra  ;  S>c  faranno  rimeìlì  li  peccati ,  a  chi  rimette 
appreflo  di  ciò  gli  diflTe,  Andate  nel  mondo  uniuerfo  ,  predicate  l'Euang 
quel  che  più  di  tutto  importa ,  difle  loro ,  Si  come  il  Padre  ha  mandatoli 
io  mando  voi.  Et  fé  il  Pontefice  è  fucccilor  ài  S.  Pietro,  li  Vefcoui  (o 
cefTori  degli  Apoftoli.  Etallegò  un  gran  numero  d'autorità  de' Padri  >ch 
noi  li  Vekoui  cirer  degli  Apoftoli  fucccffori.  Et  recitò  particolarim 


^aPioIIII.  libro   settimo.  éu 

)  o  difcorfo  di  S.  Bernardo  in  qiicfta  maceria  nel  fecondo  libro  ad  Eugenio    eia   io 
ij .  Addulfe  ancora  il  luogo  degli  Atti  Apoftolici,doue  S.Paolo  dilFe  agli  Efe-     l  x  1 1. 
e  :  erano  pofti  dallo  Spirito  Santo  Vefcoui  a  regger  la  Chiefa  di  Dio.    Sog- 

0  fcc  he  l'elfer  confermati,©  creati  dal  Papa,  non  valeua  per  concludere  che 
MÌinllo  nonfofTero  infl:ituiti,&daluinoH  haueirero  autorità:  ficome  il  Papa 
:nto  da' Cardinali,&  ha  l'autorità  da  Chrifto  :&  li  Preti  fono  creati  dalVe- 
aD  ordinatore,  ma  l'autorità  la  riceuono  da  Dio.  Co/Ili  Vefcoui  dal  Papa  ri- 
Ie  no  la  Dioccfi,ma  da  Chrifto  l'autorità.  La  fuperiorità  a  Preti  de  iure  dtmno 
fi  )uò  con  autorità  di  molti  Padri,che  dicono,liVefcoui  fuccedcre  agli  Apo- 
|j  &  i  Preti  a  fectantadue  difc epoli.  Diife  poi  fopra  le  altre  particelle  dell'  ar- 
&  0  le  fteife  cofc  dagh  altri  dette.    Il  Cardinale  Simoncta  afcoltò  con  impa- 

a,&  con  frequente  riuolrarfi  a'  Collcghi,&  ftaua per  interromper  il  difcor- 
uperelfer  introdotto  con  canta  ragioneuokzza  3  6c  udito  con  tanta  atten- 
da' Prelati  prefcnti,non  fé  ne  feppe  rifolucrc. 

Dpo  quefto  feguì  F.Antonio  daGrollotto,Domenicano,ilquale,dopo  ha- 

ccuemente  detto  fopra  gli  altri  articolali  fermò  in  quello.  Fece  grand' infi- 

i  fopra  le  parole  di  S.Paolo,  dette  agli  Efcil  inMileco,  cllortandogli  alla 

lei  gi'cgge,per  clFcr  dallo  Spirito  Santo  prepoft i  a  reggerlo,  SiC  fopra  quello 

lù  olFcruationi.  DilFc  primo,clFer  molto  necelTario  dichiarare,  che  li  Ve- 

non  hanno  commiflìone  del  loro  ofticio  dagli  huomini:  che,quando  que- 

OTejfarebbono  mercenari), a'  quali  leagnellenon  appartengono  5  &,fodif- 

.'huomo,che  gli  ha  dato  la  cura,non  hauerebbono  altro  che  penfarc.  Ma 

lodimoftrò  l'obligo  di  regger  il  popolo  Chriftiano  elFcrdiUino,  Sedato 

Spirita  Santo ,  per  concludere,  che  non  fi  potcuano  fcufare  fopra  alcuna 

ifatiotle  humana.  Allegò  il  celebre  palFo  di  Cipriano,chc  ogni  Vefcouo  è 

D  render  conto  a  folo  Chrifto.    Aggionfe  poi,che  i  Vefcoui  di  Efcfo  non 

degl'  inftituiti  da  Chrifto  Noftro  Signore  ,  mentre  era  in  carne  mortalet 

il medcfimo  San  Paolo,o  altro  Apoftolo,o  difccpolo:  &  pur ruttauia  non 

lentione  alcuna  dell'  Ordinatore,  ma  il  tutto  allo  Spirito  Santo  s'attribuì- 

he  non  folo  habbiadato  l'autorità  di  reggere,  ma  anco  diuifa  la  pai  te  del 

q  Ccoufegnatagli  da  pafcerc.Et  con  quefto  fece  inuettiua  contra  quelli,che 

ij  ili  inanzi detto  haueuano,  cheilPapadiftribuifceil  gregge,  inculcando» 

onera  ben  detto,&:  era  un  ricornar  in  ufo  quello,che  San  Paolo  de  teftò.  Io 

Paolo,05(:  io  di  Apollo  :  Che  il  Papa  è  capo  minifteriale  della  Chiefa,  per 

iChiiftcprincipal  capo,opera,  *3c  a  cui  l'opera  C\  deue  afcriucrc,  dicendo» 

lirme  a  S.Paolo ,  Che  lo  Spirico  Sanco  dà  il  gregge  da  reggere  :  Che  mai  l'o- 

r  l'afcriue  all'  inftiomenco ,  o  al  miniftro  ;  ma  lempre  ali'  agcnce  principale: 

e  agli  antichi  è  ftaca  ufaca  fempre  qucfta  forma  di  parlare,CheDio,,ScChri- 

ÉTOueggono  alle  Chiefe  digouernacoritlaqualè  prefadaSaiiPaolcchea' 

i  fimi  Efcu  fcrilfe.  Che  Chrillo,afcefo  al  Ciclo,ha  prouifto  alla  Chicia  d'A- 

1  li,  Euangclifti,  Paftori ,  &c  Maeftri  :  moftrando  chiaro,  che,dopo afccfo  in. 
IprouededrPaftodi&nonaltrimente,  a  Chrifto  folodebbe  elFer  aicritta 
J catione  de'  Paftori,&  Maeflri,fra'  quali  fono  1  Vcfcoui,che  degli  Apofto- 

HHhh     i) 


<?ii  CONCILIO   DI  TRENTO        Papa  Pio  H, 

"ci3  i3  li,&Euangeliftimederimi.SiauuideilTheologo,cheda'Legati,&  daaltriv 
LXi  I.  coi'a,non  era  gratamente  udito  :  Se  temendo  qualche  incontro  >  come  in  i  n 
occarionieraauuenuto/oggionfejClie  era  palmato  a  quel  difcorfo  impremi 
tato,&  portato  dalla  conleguenza  delle  parolc>  &c  dal  feruor  del  ragionarne  « 
non  raccordandofi  che  folle  prohibito  il  parlar  di  quel  punto  :  &  rientrata! 
elTaminar  gli  oHicij  propri)  de'  Vefcoui ,  8c  contradetto  a*  Lutherani,  cheg;c 

f aitano  fuperflui,&  moftrato  che  fono  ufitati  da  antichiflìmi  tempi  nella  C  \i 
lySc  vengono  dalla  tradicione  Apoftolica,finì.  S'auuidero  li  Legati,che  q  A 
freparam  op-  ^^^  ^^^^  ^j.^^  ^^^  Granata,&;  altri  Spagnuolijper  dar  campo  a  Prelati  di  aliar  e 
pofitmt'        ^j^  quefta  materia:però  fu  operatOjche  la  contraria  fentenza  folle  difefa  d 


no  di  quelli ,  che  quattro  iblamente ,  per  finir  tutto'l  numero ,  rimaneu:  ) 
giorno  feguente  :  ficome  furono  anco  preparati  per  contradire  a  Velcou  x 
gnuolijli  Pontifici)  (oliti farlojfe nelle Congregationi  haiKlTcro  introdo  )i 
materia. 

Il  feguente  giorno  addì  due  Ottobbrc,  due  Theologi  furono  a  prouare  i 
fìcome  la  fupcriorità  de'  Vefcoui  era  certa,coiì  il  cercar  <^uo  iure ,  era  cola  d  e 
Icadecidere-.&quandofoire  ftata  decifajdi  nilfun  frutto,  &  però  da  tralal  i 
due  altri  (odcnnezOicheÀe  ture  Potitificio.EtV.Simon  Fiorentino,  TheoK  m 
Seripando ,  portò  il  difcorfo  conforme  all'  openione  di  Gaetano,  &  del  C  i 
no,in  quefta  forma,Chc  il  Vefcouato  è  de  iure  Dmmo  inftituito  da  Chriil  y 
regger  la  Chiefaxhe  la  Maeftàfuaha  inftituito  Vefcoui  tutti  gli  Apoftoli,  i 
do  glihadettojlo  vi  mandojficomefono  io  ftatodal  Padre  madato  :ma  »  1 
iiiftitutione  fu  perfonalej&:  con  ciafcuno  di  loro  fi doueua  fin:re:&,  uno  n  ) 
fti'tuì,  che  perpetuamente  doueffe  durare  nella  Chiefa,  che  fu  Pietro,  qi  a 
diircnon  a  lui  folo,ma  a  tuttala  fuafucce{Iìone,Pafci  lemieagnclle:&C(  ii 
tefe  Sant'Agoftinojquandodiircche  Pietro  rapprefentaua  tuttala  Ghie  la  :i 
dinilTunodegli  ApoflolifuiTwii  detto.  Anzi,  San  Cipriano  difle,  che  S.!  t 
nonfolo  è  tipo,e  figura  dell'  unitàsi-na  cheTunità  incommincia  da  lui.  In  <  :l 
pot^ftà,afolo  Pietro,5c  fuoi  fucceirori  data,  fi  contiene  la  cura  di  icggcn  e 
laChiefa,&  di  ordinar  altri  Rettori,  &  Paftori,  non  però  come  delegaci,ii  : 
me  ordinarijjdiuidendo  particolari  Prouincie,Città,Chiefe.  Perilche,' cji  a 
fi dimanda,Se alcuno  è  Vcfcouo/5/<fi«r<f«s?/«?«o,s'hadadii'eche  fi,uno  foioi  u 
celTor  di  Pietro  :  delrefto  il  Vefcouato  è  htn.de  iuredimno ,  fi  che  manco  il  U 
può  fare,chenon  vi  fiano  Vefcoui  nella  Chiefaj  ma  ciafcuno  d'elfi  Vefco  | 
no  de  mreTontificio  :  d'onde  viene,  che  egli  può  creargli ,  trasferirgli,reftt  (j 
gli>5c  ampliargli  la  Diocefi,dargli  maggior  o  minore  auEorirà,folpender|  1 
co,Si  priuargli,;che  non  può  in  quello,che  è  de  ture  Dmino  :  perche  al  Sac  i| 
te  non  può  leuar  l'autorità  di  confecrareshauendola  da  Chrifto  :  &:  al  Vel  i 
può  leuar  ogni  giurifdittione,non  per  alrro,fenon  perche  l'ha  da  lui  :  &  a  e  i 
modo  douerfi  intendere  il  celebre  detto  di  Cipriano,Il  Vefcouato  è  uno,^  i 
fcuno  Vefcouo  ne  tiene  una  parte  in  folido  :  altrimenti  dicendo,  non  fi  pi  (^ 
fender  che  il  gouerno  della  Chiefa  fia  il  più  perfetto  di  tutri,cióè,Monarc  P 
&  per  neceffità  fi  darebbe  un  goacrno  Oligarchico  imperfettiifimo,ASc  dai  ^ 


L  Pio  mi.  LIBRO   SETTIMO.  615 

Idqaellbchede'goiiemifcLiaono.Conclarcche^ao /«r^Ii  Vefcouifono    ci^   i3 
licijper  il  mcdefimo  fono  a'  Preti  ruperiori  :  de  quando  s'habbiada  difcen-       LXI  i. 
ladichiaiacioncche  cofi  bifogneià  dichiarare.  Allegò  San  Thomafo,qual 
ti  molti  luoghi,  che  ogni  poteilà  fpirituale  depende  da  quella  del  Papa ,  & 
Vci'couo  dcbbe  dire,Io  ho  riccuuco  parte  di  quella  pienezza  :    ne  douerfi 
lar  gli  altri  Scolaftici  vecchi:petche  nilfuno  ha  trattato  quefta  materia:  ma 
iernijchejdopo  nata  l'herciia  de'  Valde(ì,hauendo  ftudiato  la  Scritturasi 
rijhanno  ftabilito  quefta  verità.  L'ultimo  Theologo  s'affaticò  in  contra- 
quefto ,  per  quello  chediirc,Gli  Apoftoli  eircrdaChrifto  ordinati  Vefeo- 
i  endo,che,quando  mandò  gli  Apoftoli,/ìcome  egli  fu  dal  Padre  mandato^ 
I  uidò  aprediearej5c  battezzare,  che  non  è  cofa  da  Vefcouo,  ma  da  Pretc>& 
:  (lo  Pietro  fu  da  Chrifto  ordinato  Vefcouo^  &c  egli,dopo  l'Afccnfìoncordi- 
^  fcoui  gli  altri  Apoftoli:,i<<:  allegò  il  Cardinale  Turrccremata,  Se  diueriì  al- 
5  pra  le  altre  particole  dell'  articolo ,  Se  del  l'egucnte ,  furono  tutti  concor-  l'ultmo  ^r- 
B  fentire  chefolfero  dannati  :  ^cofifupofto  fine  alle  Gon^rceationi  de*  titolo  non  ha 
logi.  \^  */*-• 

pò lcquali,liLegati,ritrouandofi in  obligo di proponer la  riforma, finite  jxjj^f,'^,^. 
1  tutcconfiderato  che  particolari  fi  potelfero proporre ,  non  pregiudiciali,  //e//», 
3disfattione,fi  trouarono  molto  impediti  :  poiché  tutto  quello ,  che  folle 
agli  Ambafciatorijfarebbe  ftatOjO  dannofo  alla  Corteo  di  difgufto  a'  Ve- 
ne fi  poreua  metter  mano  a  cofa  grata  a'  Vefcoui ,  che  non  fofie ,  o  di  pre- 
io  a  Roma ,  o  a'  Prencipi.    Fu  ia  lor  rifolutione  di  fpedir  un  corriero  al  fcrìmm iltut' 
karpettarrifpofta,&  fra  tanto  portar  in  iongo,col  far  parlari  Prelati  nel-  toalPaf^: 
stia  dell' Oidine.In  particolare  alla  Santità  Tua  diedero  conto  della  con- 
ne,cheprcuedeuano  l'opra  l'articolo  della fuperiorità  de'  Vefcoui,  attcfa 
:ione  de'  Prelati  Spagnuoli,&  l'ingrelfo  latto  da'  loro  Theologi;&  ,le  ben 
penano  prcuedcrc  doue  volelfcrocapitarejnondimeno,o{reruando  lave- 
iza  dell'  inftanza,  5c  lapcndo  quanto  i  Spagnuoli  tengano  le  mire  da  lon- 
onpotcuano,rcnoaforpctcare.Gliraccordarono,eirer  il  tempo  che  s'era 
fio  di  parlar  della  refidenza ,  Se  che  già  fé  n'era  fentito  qualche  motiuo, 
ciuefcouo  di  Mefllna  haucua  ricercato  quellLdi  Cipro,  &  Zara, per  in- 
qual  farebbe  ftata  la  loro  intentioncquando  foife  ftata  propoftaj^l  mol- 
li !  fiche  fi  fubodorauano/e  ben  non  fi  poteua  penetrar  il  fondo  :  che  elfi  ha- 
)già  ordinato  ad  Otranto ,  Se  a  Ventimiglia ,  di  fcoprir  con  deftrczza  co-  dopo  hautr 
ratinano  li  Prelati,  quado  fi  folfe  propofto  di  rimettere  a  Sua  Santit:à:che^;fe /or />•«- 
:curatofcandaglio,  trouarono  chefarebbono  fiati  felfanta  rigidamente  f^'^^'"  '"  Con- 
rijjconpocafperanzachcconofiicij  fc ne potelferiraouer alcuno  :  &fe  *'''"•" 
loro  infi:anza,il  Secretarlo  delMarchefehaueua  fatto  olficij  efficaci  co' 
l|  ioli ,  non  haucua  riportato,  fenon  che  non  erano  per  opporfi  con  acer- 
'  ma  dir*  il  voto  loro  piaceuolmente  1  &  fenza  ftrepito  :  che  fapt.uano> 
wdgior  parte,  per  depender  da  Roma  >eifcr  di  contraria  opinione  j  ma  do- 
*»«•  almeno  fgrauare  la  cofcienzaloro;  chebenfapeuanonon  eifer  quefta 
itilioa  Sua  Santità  ,  della  cui  ottimaj&fantiffimamenteeranq^erti,raa 

HHhh     i4 


(j,4  CONCILIO    DI  TRENTO.  Papa  Pio  I 

'\^i)    lù    bena  Vefcoui,  e  hegli  ftanno  appieiro.Aggionfero  anco,chelimedefimi5; 
L  X 1 1.      gnuoli ,  hauendo'prcfentico  trattairi  di  rimettcì:  a  Sua  Santità ,  diceuano ,  eli , 
fatto  il  medefimò  dell'  ufo  del  Calice  ,  &c  elfer  vano  fai:  Concilio  per  trai 
quello  ,  che  niente  importa,  &  quello  che  merita  prouifionerimetterlo.Aui 
rono  della  promclTa  fatta  agli  Ambafc latori ,  diproponer  la  riforma,  &  T  i 
poffìbilitàchevi  era  di  portar  {>iù  in  longo:&:  hauendofi  qualche  auifod: 
venuta  di  Lorena ,  &  de'  Francefi ,  &  infieme  intendendofi  che  verranno  p  i 
di  concetti ,  &c  diriegni  di  nouicà ,  concludeuano ,  poterfi  tener  per  fermo  ci  J 
uniranno  co*  mal  todisfatti,che  troueranno  in  Trento.  Perilchc  in  tante  i 
b Ignita  di  coniegli ,  non  fapendo  pigliar  partito  ,haueuano  deliberato  alpe  \ 
li  commandamenti  di  Sua  Santità. 
ilpapaadom-       In  quello  mcdefimo  tempo,  il  Pontcfice,d*altroiie  auifato  de'  penfieri  di  i 
br^to  perii    i-ena,  &  in  particolare  di  voler  riferma  dell' elcttione  del  Pontificato,  afine  | 
diJfegm^^Lo-^  chenetoccairclaTua  parte  anco  agli  Oltramontani ,  de  elfendone  certific 
7<^o' Principi  gli  penetrò  altamente  nell'  animo  ;  &  rifoluto  di  non  afpcttar  il  colpo ,  ma 
ItalMni»        uenire, diede  conto  di  quello  a  tutti  li  Prencipi  Italiani ,  moflrando  qu; 
diminutione  della  Natione  farebbe  ,  quando  ciò  fuccedelTc  :  che  per  fé 
parlaua,poiche  a  lui  non  poteuatoccare ,  mar  per  li  rifpetti  publici ,  &per  a , 
è  col  l^  di     re  della  patria  communc  :  8c  fapendo ,  che  al  Rè  di  Spagna  non  haucrebbc 
S^agriA,        potuto  eifer  grato  un  Papa  Spagnuolo ,  per  li  penfieri  naturali,che  ilClei 
quella  natione  ha  di  iiberarfi  dalle  cllattioni  Regie:  meno  gh  farebbe  piac 
un  Francefe ,  per  la  inimicitia  tra  le  nationi  :  ma  nell'  Italia  haueua  grandifl 
parte  de*  confidenti  j  fcrilTe  al  Noncio  fuo  j-^he  gli  communicailè  il  dilli 
de*  Francefi ,  inuiato  a  voler  un  Papa ,  per  poter  con  quel  mezzo  occupar  N 
li ,  Se  Milano ,  da  loro  pretenduti.  Et  per  non  mancar  dal  canto  fuo ,  acci< 
folle leuata  parte  de  fondamenti,  fopra  quali  quel  Cardinale  poteua  edifi 
una  Boi-  ^^^  ^^^^^  8^^  ^^^^^  P^*"'  ^^  '^^'^^P^  paliati  di  proflìmo  occotfi ,  fece  una  Boi 
UJi**iifomà:  queftamateria,laquale,  fc  bene  nonconteneua  dipiù  che  le  prouifioni  ^ 
volte  fatte  da  diuerfi  Pontefici ,  quali  fono  inuecchiate  fcnza  effetto  }s'h 
rebbe  nondimeno  potuto  dire, non  elTerui  bifogno  d*altra  riforma  in  q 
parte,  poiché  la  Bolla  rimediaua  a  tutti  gì'  inconuenienti  occorfi,&  air 
glileuaua  la  forza,  fiche  non  fi  poteua  pretender  che  foflfero  in  vigore  :& 
volcile  pronoilicargli ,  che  farebbe  poco  olleruata ,  come  altre  precedenti ,  ^ 
uerebbe  rifpollo ,  che  chi  mal  fa ,  mal  penfa  :  de  elTer'  officio  della  carità( 
{liana,  afpcttar  il  bene  da  ciafcuno.Fu  data  quella  Bolla  addì  noue  d'Otto 
M.D.LXii.Dopo  quello, gligionfeauifo,  che  in  Spagna  s'erano  tenute  n 
congregationi  fopra  la  riforma  uniuerfalcpcr  dar  commilTioneaU'  Ambi 
ma  non  e  fa-   core ,  che  fi  manderebbe  a  Trento  ,  afine  che  li  Prelati  Spagnuoli  foirero  \ 
disfatto  di  Sfa  ^  opcralTero  tutti  ad  uno  fcopo.Non  gli  fu  grata  la  nuoua ,  &  meno  piace 
g»am  anche  i  j^^^^^  j  ^  ^he  il  Rè  mandafic  altro  Ambafciacore  :  perche  il  Marchefc  di  Pc 
fuoi  Legati  m  Q^^.^^a  gioito  conforme  alla  mente  del  Papa  :  &c  liminiftri,  che  egliado 
Twjt»»         ^^  .^^  Trento,  erano  Milancfi ,  affcttionati  alla  perfona  di  Sua  Santità,  l 
fuoi  patentij  &  al  Cardinale  Simoneta,  che  diioio  s'era  valuto  a  feruiti  àc 
^  Poeti 


aaPioIIII.  libro     SETTIMO.  615 

dteficc  in  ogni  occorrcnza.Ma  il  Conte  di  Luna,  che  fi  diiTegnaua  manda- 
Sato  con  rimpciatore ,  &  Re  de'  Romani ,  &  molto  grato  a  loro  >  era  impref- 
1 1' concetti  di  quei  Prencipi ,  &:  tanto  più  ,  quanto  era  fama  (  Se  è  vero  che 
)  fu  dchberato ,  quantonque  non  s'cfFettuaire )  che  doueua  venire,in  nome 
iibaiciatore  dell'  Imperatore  ,  per  euitar  la  difterenza  di  precedenza  con 
ticia;  ma  in  fatti  Ambafciator  del  Rè:&  al  PoiitcHce  era  fofpetta  la  con- 
htione  di  quei  Prencipi,  per  molti  riipetti ,  Se  maffìmeperilRèdiBoemia, 
S  in  molte  cofe  s'era  molhato  alieno  da  lui  :  ne  meno  fofpetta  gli  era  la  dedi- 
lane  del  Conte  di  Luna  ,  ilquale  non  poteua  ritrouaruifi  ,  fenon  finita  la 
JadiFrancfortj  laqualeperchealmeno  farebbe  durata  fino  in  fine  dell' an- 
fc  porgeua  congettura  che  il  Rè  hauelfe  animo  di  mandar  il  Concilio  molto  „g  ^/^^^^  . 
Dngo.     Ma,  riceuuto  l'ultimo  auifo  da'  Legati ,  rcftò  più  perplelFo,  ve-  longattomdtl 
lo  anco  li  Prelati,  etiandio  li  fuoi  medefimi,  come  congiurati  a prolon-CowWo, 
)per  gl'intempeftiui  offici) ,  quantonque  i  loro  intcreffiricercairero  l'ifpe- 
ne.Propofc  le  lettere  in  Congregatioae  de'  Cardinali ,  ordinando  che  fi 
alfe  al  modo,piùd'ouuiare  ad  una  infinità  d'imminenti  difficoltà,  che  co- 
ruarfilanoia  prefente  :  poiché  quanto  il  Concilio  piùprocedeua  inanzi, 
)  era  più  difficile  da  maneggiare  :  ne  fi  poteua  da  Roma ,  per  la  lontananza, 
3rdine,che  ,  gionto  là  ,  non  folTe  intcmpefliuo  :  cola,  che  andando  alla 
a,  hauercbbe  caufato  qualche  gran  male.  Si  dolfe  ,  che  tra  gli  Oltramonta- 
Tero  vniti  a  prolongarlo  per  proprij  intercffi.L'Imperatore ,  per  gratificar  li 
lefchi ,  a  fine  di  far'  elegger  il  figlio  Rè  de'  Romani  :  Francia ,  per  poter  va- 
ie in  cafo  d'accordo  con  Vgonotti  :  Spagna  ,  per  li  fuoi  rifpetti  di  tenere 
•ranza  i  Paefi  bafll.   Raccontò  tutte  le  difficoltà ,  che  nafceuano  da  li  vari) 
;fn  de' Prelati  in  Concilio,  li  fini  cheiì  fcoprìuano  ne' Spagnuoli,&  quel- 
2 s'intendeua  de'  dilfegni  de'  Francefi ,  che  s'afpcttauano. 

quelli  medefimi  giorni  mandò  il  Rè  di  Francia  l'Abbate  di  Manta  efprefio  l^^hbutt 
•na ,  per  dar  conto  al  Pontefice  dellarifolutione  fua  d'accettar  li  decreti  del  '^^««*^>è>»^- 
:ilio,&  dell'andata  del  Cardinale  di  Lorena,  accompagnato  da  numero  ^'<"^f^^«'^ 
fcoui,  al  Concilio, per  proponer  li  modi  di  riunire  la  religione  nel  fuo  papa*pet 
o  j  hauendo  giudicato  il  Re ,  &  il  fuo  Confeglio ,  che  nilFunìroire  più  fuffi-  dArglì  conto 
e  a  quel  carico  che  lui ,  cofi  per  dottrina ,  come  per  ifperienza.  Il  Papa ,  con  «'«^««  -vmutx 
lampiczza  di  parole,  moftrò  d'aggradir  larifoiutione,  cofi  dei  mandar  il  ^f^o^^p^^ti 
inale ,  come  di  dar'  intiera  elfecutione  a  decreti  del  Concilio:  promife,che  ^*''*^'"''* 
;ati ,  &  Padri ,  riceuerebbono  li  Prelati  Francefi  con  honori ,  &  fauori,  af- 
fi ade  da  loro  aiuto  nelle  cofe  della  religione ,  nellaquale  fono  tanto  interef- 
i  naflime  il  Cardinale ,  che  è  la  feconda  pcrfona  Ecclefiaftica  >poco  minore 
t  bmmo  Pontefice.pifie ,  che  li  Vefcoui  haueuano  con  prudenza  trattato  la 
kna  nella  adunanza  di  Poiifi,offerendofi  elTodi  far  approuar  la  maggior 
ì  dal  Concilio.    Soggionfe  ,  che  era  coftretto  d'accelerarne  il  fine  quan- 
\  ima,  per  la  gran  fpefa ,  che  fofteneua,laquale  fc«  fofle  durata,  non  po- 
^  e  continuar  li  foccorfi,  che  al  Rè  daiia  per  la.»ucrra  i  onde  fperaua,  che 


6i6  CONCILIO  DI  TRENTO      Papa  Pio  I 

Qi3  iT  il  Rè  aiuterebbe  a  concluderlo.  Per  fine  del  fuo  ragionamento, diircche  egl 
L  X 1 1.  Concilio  nò  haueua  altra  autorità,ienon  di  approuarco  rcprouar  le  deterrai 
tioni  di  quellojienza  ilche  non  farebbono  d'alcun  valore:  &c  che  diireguau. 
nito  il  Co.iciiictrouarfi a  Bologna,  &farui  radunar  tutti  li  Padri  per  co 
fccugli,.ingiatiargli>  èc  far  l'approbatione.  Diede  anco  al  Pontefice  il  meflb 
liuto  da  Francia  lettere  del  Cardinale  di  Lorena ,  del  tenor  medefimo ,  con 
gionia  d  olTertc  d'ogni  opera,  &  ofììcio,per  conferuar  l'autorità  della  Santa 
de.-  Interrogò  il  Pontefice  in  particolare  quello,  che  il  Cardinale  diflegn 
proponere  :  ne  hauendo  rifpofta ,  fenon  generale ,  cioè ,  li  rimedi)  neceflai 
Regno  di  Francia  5  perdar*  al  Cardinale  un  auuertimento,rirpore,  Che  1 
to  farebbe  ben  maturato ,  decidendoli  in  ConciHo  ogni  cofa  per  pluralità  | 
le  voci.  I 

rifitltt  ttelU        Nella  Congregationc  de' Cardinali  fu  deliberato  di  rifpondere  a  Le«l 
Congrtgarìone  Che  facelTero  ogni  opera  di  dar  lifolutione  all'articolo  della  refidenza  in;i 
di  tiomatfo-  l'arj-ÌQo  de'  Francefi,operando  che  folFe  rimeffo  al  Pontefice,  fenza  alcun  de  i 
^illr  enM:'^^'^^^°^^^P°^^^^^^  :  quando  nò,almeno  con  decreto.    Ilche  quando  non  fi  i 
telfe  ottenerejfolPe  dichiarata  con  premiJ5&pene,fenza  toccar  il  ponto,  fé  I  j 
o  nOidc  iure  dmmo.Chc  l'articolo  dell'  Inftitutione  de'  Velcoui  pareua  ardii  [ 
di  gran  confeguenza  j  però ,  procuralTero  anco ,  che  quello  foflè  rimelfo  fi  | 
mente  :  ma,quando  non  fi  potelFe,  quello  oircruallcro  inuiolabilmente,  di  ) 
lafciar  determinar  che  folFe  de  iure  diurno.     Quanto  alla  riforma,  che  la  Sai  ì 
fuaerarifolutajper  quello  che  toccauaal  Pontificato,  &  alla  Corte,  di  nor  | 
ler  che  altri  fé  n'intrometteifero ;  che  già  haueua  fatto  tante  riforme,  ccj  i 
tutto'l  mondo  era  noto,che  regolaua  ogni  dilordine  :  de  fé  alcuna  cofa  rima 
fe,rhauerebbe  aggionta  :  del  reltoidicelfero  apertamente  a  tutti,che  SuaSar 
rimetteua  la  riforma  liberamente  al  Concilio  ,  &  elfi  proponelTero  delle 
fé  raccordate  dagli  Imperiali ,  &  decretate  da'  Francefi  in  Poilfi,quelle] 
più  giudicauano  ifpedienti  »  non  venendo  però  a  rifolutione  fenza  ai 
prima. 

La  propofta,di  finir' il  Concilio,fu  ftimata  dalla  Congregationc  di  mag  i 
momento  :  non,  perche  non  hauelFcro  per  cuidente  la  neceflìtà  di  farlo  5  ma  1 
non  veder'  il  modo  ;  attefo  che,reftando  tante  materie  da  trattatene  poter  1 
indur  li  Prelati  allabreuità  delparlare,&  alla  concordia  del  rrattare(cofe  m  ' 
farle  per  una  preda  efpeditione)  era  impoflìbile  penfar  di  chiuderlo,  fenc 
longo  tempo.Il  fofpenderlo,fenza  conlenfo  de'  Prencipi,pareua  cofa  peric'  i 
fa,&  fcandalofa,attcfo  maflime  l'auifogià  alcuni  giorni  hauuto  da' Legati  1 
gli  Ambafc latori Ferrier  >  &c  Cinque  Chiefe,haueuano detto,  che, quan  ili 
Concilio  fi  fufpendeire,nonpartirebbono  da  Trento,  nelafcerebbonopar  li 
Prelati  adhercnti,fenza  hauer  prima  commiflìone  da  loro  Prencipi.   Il  ricei  ^ 
la,portar  molto  tempoiperche  indubitatamente  hauerebbono  voluto  ciak  io 
d'eflì,primache  rifpondercfaperlamentedeH'alrro'.per  tanto,  in  quello  pi  fo 
non  feppero  altro  rifoluere,  fenon  che  fi  follecitaircro  li  Legati  all'  efpedir  \t 
delle  materie.La  venuta  di  Lorena  daua  maggior  penfiero  >  eiPendoci  auifi  d  li- 


I 


.paPioiii!.       libro  settimo.  ^17 

Hi  luoghi) che, oltre  ilnegotiocfelKelcrdonedel  Papajvcniua  conpenfiero 
i)roponcr  molte  nouità  fopraiacoliarione  de'  Vefcoiiati ,  e  fopra  la  pliira- 
idc'benefìcij:  ^quello,  che  non  meno  importaiia,  della  Communione  del 
liccdel  Maciimonio  de'  Preti,&  della  MelTa  in  hngua  volgare.  Et prefappo- 
iidojche  egli  nonpartilfe  di  Francia  primaschchauer  rifpofta  dall' Abbate  di 
>nta,ifpedito  dalRèj&dalaijConfegliaronochefi  richiamale  il  Cardinale 
'errara,^  fi  otìPcrific  a  Lorena  la  Legatione  di  quel  Regno:  cofajche  fi  poteua 
3:are  chedouclTc  fcrmarlccomedeiìderoro  di  commandarà  quelClcro,tan- 
t:he,per  li  tempi  pa(tati,non  s'era  potuto  contenere  di  machinar  per  farfi  Pa- 
rca in  Francia  :    ma ,  quando  veniife,  doucrfi  mandar  ancora  altri  Prelati  a 
ntOj&  qualche  Cardinali,  per  contraporfi  a  lui.    Furono  anco  nominati  il 
dinaie  della  Bordificra,òcNauagicro:ma  qucfìo  fu  dilFcrito  di  rifoluercdu- 
lido  che  doueife  porger'  a  Lorena  occafione  di  {"degno,  &  fargli  concepir  a- 
o  di  far  pcgCTÌo:&  per  non  clFer  tanto  noto,cheil  valor  ài  quelli  baftalle  per 

Ì  tanta  oppohtionc  ;  &  anco  per  hauer  prima  il  parer  di  quelli,  che  erano  in 
itcaccio  nonreftaircrodifguftati.  Si  hcbbe  anco  confideratione  alla fpefa, 
ì'accrelcerebbe  :  cofa,da  non  fare  lenza  grand'  utilità.  Fu  però  rifoluto  ii 
ere  a'  Legati  ,  che  non  perincttcìrero  in  modo  alcuno  che  s'introduceflè 
mo  ragionamento  dell'  clettione  del  Pontefice  :  &  quando  non  vi  po- 
ro ouuiarc,  non  vi  prcllaiìèro  manco  la  permiffione  ,  ma  più  tofto  fé  ne 
iflero  a  Roma ,  per  non  pregiudicar  al  Collegio  de'  Cardinali  ,  &:  all' 
i. 

a,inTrento4i  deputati  a  formar  gli  Anathematifmi,&  la  dottrina,  confi-  upnpoftadei 
elefentenze de' Theologi, fecero  unaminuta,in  quale  fupofto,cheli  Ve-  Vefcouato  di 
fono  fuperiori/A;rf^i//f//^o: perche l'Arciuefcouo di  Zara,&  il  Vefcouodi  ragion diuina, 
mbria ,  principali  traili  deputati,  furono  di  quel  parere.    Ma  i  Legati  non  ^^"/^^'^^"a 
ifero,dicendo,Che  non  era  giudo  interporui  concetto  non  contenuto  ne-   **  ^^^''"•1''' 
ricoli:  che  fé  poi  li  Padri  nelle  Congregationi  haueficro  richiedo,  fi  fareb-   *    """-/*^ 
dfatotilche  gli  Spagnuoli  imm.ediate  ii  rifolucrorio  di  richiedere ,  &:  li  Lc- 
intefolo ,  conlulìati ,  deliberarono  di  far  intendere  a'  Prelati  fuoi,  foliti  a 
adire,chefc  quella  materia  era  propofta,  taceiferoj&non  lametteflcro  in 
:a,per  non  dar  occafione  a'  Spagnuoli  di  replichc,con  lequali  Ci  t iralTcro  in 
le  Congregationi,vS(:  fi  ecc  icallerodegl'  inconuenienri  nati  nel  propofito 
refidenza  :  ma  te  da  Granata,  oda  altri,  fofie  fatta  l'inftanza^il  Cardinale 
iènfe  interrompeircrupondendo ,  Non  elFer  capo  da  trattare  in  Concilio, 
)n  elFer  controuerfo  co' Protedanti. 

dì  tredici  Ottobbre  m.d.lxii.  non  hauendofi  fatto  Congregationi  dopo 
:  de'Theolo^i,nella  prima  de'  Prelati,  chefu  quedo  giorno,  hauendo  con 
;parole  li  Patriarchi,  &  alcuni  Arciuefcoui,inanzi  approuato  gli  Anathe- 
m»  come  erano  formati,  l'Arciuefcouo  di  Granata,  hauendo  elFo  ancora,  ed  èfifientaag 
oche  parole , detto  il  tuo  voto  circa  ifei  primi  Canoni,  nel  fetcimo  fece  da  GnnM.t^ 
zachefidiceile,  i  Vefcouijinftituiti^^zwrf  <j//W;7ì?,  eller  fuperioria'  Preti: 
Il  llii 


_(^i$  CONCILIO    DI  TRENTO       Papa Pfo  III 

e  1 3  1 3    che  quello  egli  lo  poteua,&  doueua  di  ragione  chiedere ,  perche  in  quefta  fc 
LXi  I.     ma  fupropofto  in  Concilio  dal  Cardinale  Crcfcentio,  in  tcinpo  di  Giulio  te 
zOi&approbato  dalla  Sinodo.     Adòuireper  teftimonijil  VefcouodiScgou 
che  interiiennejcoi-nc  Prciaro  j  in  quel  ConciUo  ;  &  F.Óttauiar.o  Preconio , 
Mcffinaj  Arciuefcouo  di  Palcrmo,chc,non  ancora  Prelato ,  all'  hora  v 'lutcrue 
ne  come  Theologo.SoggionCcj  che  non  fiporcua  mancar  di  dichiarare  l'uno 
i'alcrojde'doi  ponci>cioè>li  Vcfcouieila:  iniìiaùzi  ture  dmiNO:,^^  ciVenc  ture  di 
no  fiipctiori  a'  Preci  j  per  ciTcr  negato  dagli  hcrecici  :  &  fi  cftcfc  con  molti ar< 
mennjrtigioni,& autorità,a comprobare  il  (uo parerc.Allegò  Dioniiìo,che e ■ 
fcrOrdinede'  Diaconi  riferirli  in  quello  de'  Preti,  quello  de'  Preti  in  quello  : 
Vefconij^ quello de'Vefcoui in Chriilo,Vercouo de'  Vcfcoui.  AggionfcEli 
therio,Ponrefìce  Romano>che  inunaepiftolaa'  Velcoui  di  Francia  (criircij 
Chrifto  haueuacommeiro  alorolaChicravniucrfalc.Aggionic  Ambrofìo>(  j 
neir  epiftolaa'  Corinthij  diircChe  il  Vefcouo  tiene  la  pcribna  di  Chrifto, (| 
Vicario  del  Signore.  Aggionfe  ancora l'cpiftola  di  Cipriano  a  P^ogatiar^o  ,d<  i 
più  volte  rephca>Che,iicomcli  Diaconi  tono  creati  da'  Vercoiii,  coli  i  Vcfc 
tono  fatti  da  Dio.    Et  aggionfe  quel  celebre  luogo  del  medcinno  Santo,  CI 
Vefcouato  è  uno,&:  ciafcuno  de'  Yefcoui  tiene  una  parte  di  quello.  Diifcclì 
Papa  era  Vefcouo,  come  gli  altri ,  eiTendo  egli,  &  loro,fratclli,figliuoli  d'un 
drcDio  ;  d'una  Madre,  la  Chiefa  :  pcrilche  anco  il  Pontefice  gh  chiama  frat 
ondsLjfe  il  Papa  era  inftiruito  daChriftojdal  medelìmo  erano  parimente  inftì 
ti  li  Vefcoui.Nc  lì  può  dire,che  il  Papa  gli  chiama  fratelli  per  termine  dì  ciu: 
o  d'humiltà  :  perche  li  Vefcoui  ancora  ne'  fecoh  incorrotti  hanno  chiamate 
fratello.  Ellcrui  l'epiftole  di  Cipriano  a  Fabiano,  Cornelio,  Lucio ,  &  Stcfj 
doue  egli  gli  dà  titolo  di  fratelli:eircrui  epiftole  in  Agoftmo5&  per  nome  fu' 
per  nome  d'altri  Velcoui  d'Africa ,  doue  parimente  Innocentio ,  &  Bonifa 
Pontciìci,fono  chiamati  fratelli.  Ma  quello,che  più  di  tutto  è  chiaro,  noni 
nelle  Epiftole  di  quelli  doifanti,ma  dimoiti  altri  ancora,il  Pontefice  è  chia 
\o  Collega.  ElFer  contra  la  natura  del  Collegio,  che  conili  di  pcrlbne  di  di 
fo  genere.  Quando  tanta  differenza  folle,  che  il  Papa  foife  inftiruito  da  Chr 
«Si  \\  Velcoui  dal  Papa,  nonpotrebbono  elFcr'  in  un  Collegio.    Comporta 
la  natura,che  nel  Collegio  villa  un  Capo,&:  coiiauuiene  dell'  Epilcopale, 
quale  è  il  Papa  Capo  5 però  in  fola  cdificationej&,come  lì  dice  in  Latino,  tr, 
nsfìcam  caufam.  Nel  m.odo,  che  S.Gregorio  dice  nell'  epiftolaaGiouanni  S 
cufano,Che,quando  alcun  Vefcouo  è  in  colpa,  egli  è  ioggetto  alla  Sede  Ai 
ftolica  :  ma  dei  rimanente ,  quando  non  vi  è  colpa,  tutti,per  ragione  d'hutr  I 
fono  uguali:(Sc  quefta  è  l'humiltà  Chriftiana,non  mai  feparata  dalla  v  erità.^  T 
gò  S.Gieronimo  ad  Euagrio ,  chcdouunquc  farà  Vefcouo ,  o  m  Roma,  o  ir 
gobbio,o  in  Conftantinopoli,o  in  Reggio ,  tutti  iono  dell' iftelFo  merito,  &j 
itiedelìmo  Sacerdotio,  de  tutti  fuccellbri  degli  Apoftoli.     Inuehi  contra 
Theologi ,  che  diirero  S.Pietro  hauei'  ordinato  gì  i  altri  A^'oftoli  Vefcoui  n\ 
ammonì  a  ftudiar  le  Scrirture,&  guardare,  chea  tutti  fu  darà  ugualmente  lai 
teftà  d'infegnar  per  tutto'l  mondojdi  miniftrar  li  Sacramenci>  di  rimetter*  ij| 


La  Pi o  IIIL  L  I  B  R  O  S  E  T  T  1  M  0.  619 

ih  di  legare,  de  fcioglieie,  di goiiernar  la  Chiefà  ;  & finalmente>  mandati  nel   e i  ^  1 3 
r|nclo,ficome  il  Padre  ha  mandato  il  Figliuolo  :  &  però ,  ficorrte  gli  Apoftoli      L  x  11. 
(  bero  rautorirà,non  da  Pietrcma  da  Chrifto;co/I  i  fucceirori  degli  Apoftoli 
(1  hanno  poteftà  dal  fuccefTor  di  Pietro,  ma  dal  medefimo  Chrifto.  AddulFea 
<fto  proposto  l'eirempio  dell'  arbore,  in  quale  fono  molti  rami  >  ma  un  folo 
•  ico.Si  die  poi  di  quegli  altri  Theologi,  che  haueuano  detto  tutti  gli  Apo- 
lli cilcr  da  Chrift5  inftituiti,  &  pari  in  autorità,  ma  che  in  loro  era  pcrfonaict 
non  doueua  palFar  ne' fucceirori, fenon  quella  di  Pietro,  interrogandogli,co- 
ll  n  prelenza,  con  che  fondamento,  con  che  autorità ,  con  che  ragione  fi  la- 
fi  fero  indurre  ad  una  coi!  audace  afì"ermatione,inuentata  da  cinquanta  anni 
i  mente,  efprciramentc  contraria  alla  Scrittura  :  ncllaquale  hauendo  detto 
I  irto  a  tutti  gli  Apoftoli,  che  farà  con  loro  imo  alla  fine  del  mondo,  ilchc 
intendendofi  delle  lor  proprie  pcrfone ,  conuien  ben  per  neceflìtà  intender 
i  fucceflìone  di  tutti:  &  cofi  ellere  ftato  intefo  da  tutti  li  Padri ,  Se  da  tutti  i 
aftici,  a'quali  quella  nuouaopenione  per  diametro  repugna.    Argomentò 
ira,che,  fé  li  Sacramenti  fono  inftiruiti  da  Chrifto,  per  confeguenzaanco  e- 
inftituiti  li  Miniftri  de'  Sacramenti  :  &  chi  vuol  dire ,  che  la  Hierarchia  (ìa 
rediHmOi&ciì  fommo  Hierarcainftituito  daSuaMaeftà  ,  gli  conuien  dire» 
[nco  gli  altri  Hierarchi  habbiano  l'iftcfta  inftitutionc.Eirer  dottrina  perpe- 
ella  ChicfaCaroHca,chc  gli  Ordini  fi  danno  per  mano  de' miniftri,  ma  la 
ftà  è  conferita  da  Dio.  Conclufcchcclfendo  tutte  quefte  cofe  vere,&  cer- 
negate  dagli  heretici  in  più  luoghi,  che  il  Vcfcouodi  Segouia  haueua  rac- 
infiemc,  craneccirariochc  follerò  dichiarate,  .Si  definite  dalla  Sinodo,  6c 
ati  gli  errori  contrari). 

:efedaquefto  il  Cardinale  Varraienfeoccafione  d'interromperlo,  che  pur*  non  ofianti  la 
Rifeguiua,(Sc  diiTejfecondo  il  concerto,Che  di  quefto  non  era  alcuna  con-  «/«^«w^* 
Tfiacongliheretici,anzi  chcnellaConfelfione  Auguftanateneuano  ilme-^^^  K^rmìefef 
loipetò  era  fouerchio,^:  inutile  metterlo  in  dubio:  &  che  \i  Padri  non  do- 
iioentrar'  in  difputadi  cofa,  nellaquale  conueniifero  infiemeCatolici,& 
ici.Perilche,Granata,leuatofi  in  piedi,rcplicò  che  la  Confezione  Augufta- 
m  confermaua  quefto,anzi  contradiceua ,  &  non  poneua  diftintione  alcu- 
liLVefcouc&il  Prete,  fenonperconftitutione  humana  j&  alferiua  chela 
iorità  de'  Vefcoui  fu  prima  per  coftume ,  &  poi  per  conftitutione  Eccle- 
:a:&  tornò  a  ricercar  che  nella  Sinodo  folle  fatta  qucfta  dcfinitionc,oucro, 
rifpondcirc  alle  ragionisi:  autorità  da  lui  allegateli  Cardinale  tornò  a  re- 
te, che  gli  heretici  nonnegauano  le  cofe  dette,  mafolamentemoltiplica- 
ringurie,&  maledittioni,&  inuettiue  contra  li  coftumi  prefenti  :  &  paifa- 
loro  altre  rcpliche,Granata,tutto  fdegnato,&  infocato,diirc,Chefirimet- 
ille  Nationi. 

ppo  di  quefto  fatto,&  quietato  qualche  tumulro,dcgh  altri  parlarono,  ri- 
ido  le  cofe  come  erano  propoftcienza  l'aggionta;  chi  fondati  fopra  il  det- 
Varmienfe  ;  Se  chi,  tenendo  che  folo  il  Papa  iìa  inftituito  de  mredmtnch  fin 
3CCÒ  air  Arciuefcoub  diZarajilqualdiireeifer  neceifario  aggiongerlcpa-  tditlZttrfl 

Ilii     ij 


.. ^óio  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio  m 

ci«5   i^    xoìCideiuredÌMÌnOi^eì:  dannar  quello,  che  gli  heretici  dicono  in  contrario  nel 
^xi  I.      Confeffìone  Auguftana-.doue  ritornando  Varraienfe  a  dire,che  in  detta  Confc 
fione  non  vi  era  cofaalcnnajdoue  gli  heretici  diirentiifcro  in  qLicfto,&  allega 
do  Zara  il  luogo,&  le  parole,la  contentione  s'allongò  tanto,  che  per  quelgic 
nofinìlaCongregatione.  ,   i 

e  dd  Sugati'      jj^  quelle  de'  fcgLientijfurono  parimente  varie  le  openioni.  Di  (Ingoiar  vi  1  ^ 
^^*  cherArciuefcouo  di  Braga  fece  inftanza  per  la  medcfu-na  aggionta  ,  dicencl 

Che  non  fìpoLcua  tralaCciare  :  &  fi  allargò  a  prouar  l'inftitutione  de' Vefcoiii  I 
/«r^<^/«^«o,portandoragioni,&:  argomenti  poco  differenti  da  Granata:  &  pa  il. 
a  dire,  che  il  Papa  non  può  leuar  a  Vefcoui  l'autorità  datagli  nella  lor  Confec  ■: 
tionejlaqual  contiene  in  fcjnonfolo  la  poteftà dell'  Ordmc,  ma  della giuiilc  • 
rione  ancora:perche  in  quella  gli  e  alTcgnata  la  plebe  da  pafccrc ,  &  reggere  j  : 
fenza  quella  «on  èvalidal'ordinationeidichen'è  manifeftoindicio,chea''  ■ 
rcouititoIarixSc  portatiai/iailegnatuttauia  una  città  ;  che,  quando  poteiTc;  : 
l'Ordine  Epifcopale  lenza  giurildittioncnon  farebbe  neceifario.  Oltre  di  e  > 
nel  dargli  il  Paftoralcfi  ufa  la  forma  didire,CheèiTnfegno  della  poteftà,cli  ; 
gli  dà  di  corregger  li  vitij.Quel  che  più  importa,feg^li  dà  raaello,dicendo,  C  : 
con  quello  fpoia  la  Chiefa  :  ìk  nel  dar  lUibro  dell'  Euangelio ,  con  che  s'ini]  - 
me  il  Carattere  Epifcopale,fi  dice,Chevadi  a  predicar  al  popolo  commello  : 
&c  in  fine  della  confecrat  ione,fi  dice  quell'  oratione ,  Depih  07nmun7Jìdelium  • 
fioTiC^  reBor:  che  poi  e  (lata  ne' Melfali  appropriata  al  Pontefice  Romano;  i 
voltarfì  a  DÌO5&  dire,che  egli  ha  voIuto,che  quel  Vefcouo  prefcdclfe  alla  C  • 
fa.  Gionto,  che  Innocenzo  terzo  dilfe,ElIcr  il  matrimonio  Ipirimalc  del  Ve  - 
uo  con  la  fua  Chiefa,  un  legame  inflituito  da  Dio,  &  infolubilc  per  poteftà  - 
mana  ;  Se  che  il  Pontefice  Romano  non  può  trasferii'un  Vefcouojfciion  per  : 
ha  fpecial  autorità  da  Dio  di  farlo:  lequali  cofe  tutte  farcbbono  molto  a(fo  » 
fé  l'inditutione  de' Vefcoui  non  folle  ^É'/z^r^^/ii^wo.  L'Arciuefcotio  diCi  ) 
dilfe,Che  fi  doucua  dichiararcjli  Vefcoui  eller fuperiori  a'  Preti  mre dminoi  v.  - 
uando  però  l'autorità  nel  Papa.  Ma  il  Vefcouo  ài  Segouia,hauendo  adhcnr  1 
tutto  &  per  tutto  alle  conclufioni,&  ragioni  di  Granata,  fece  unalongarci  . 
tione  de'  luoghi  degli  heretici,doue  negano  la  fuperiorità  de'  Vefcoui,  .Se  l'i;  - 
tutioneelferS^  mre diumo.DìiVeiClie  iicomeilPapac  fucccifor  diPietrcc  i 
Vefcoui  fono  fuccelfori  degli  Apoftoli:  diife ,  Apparir  chiaro  dalla  lettione  ^  T 
HifloriaEcclefiaftica,  &  dalle  Èpiflole  de' Padri,  che  tutti  h  Vefcoui  fi  dau  > 
conto  l'uno  ali' altro  delle  cofcjchefuccedeuano  nelle  loro  Chiefe,5<:  nerici  .- 
uano  i'approbatione  dagli  altri  :  Se  ilmcdefimo  faceua  il  Pontefice  di  quc  1, 
che  a  Roma  occorrerla.  Aggionfe ,  che  li  Patriarchi  principali,  quando  ci  0 
creati,mandauano  agli  altri  una  EpifloiaGirculare,  dando  conto  della  loro  :- 
dinatione,&  della  lor  fede  :  &  queflo  fi  vede  oiferuato  ugualmente  da'  Ponr  - 
ci  con  gli  altri,come  dagli  altri  conloro:che,debilitandofilapotefl:à  de'Vci  - 
ui,fi  viene  anco  a  debilitar  quella  del  Papa  :  che  la  poteflà  dell' Ordine,  &d  a 
giurifdittione,c  data  a'  Vefcoui  da  Dìo}Sc  dal  Pontefice  non  \kne ,  fenon  la  - 
uifione delle dioceiìj& l'applic^tione  dellaperfoua.  Dilfc,che il Vefcouato i  1 


aPigIIII.  libro    settimo.  6n  

Guato  fcnza  giuiifclittionc.  Allegò  una  autorità  d'AnacÌeto,che  rautori-    eia   lO 

iropalcfidàneirOrdinacionc,  con  l'Ontione  del  facto  Ctifma  :  che  il       LXH. 

<|ato  è  cofl  ben'  Ordine  >  da  Chrifto  inftituito ,  come  il  prefbiterato  :  che 

,l?ontctici,fino  Silucftro,  o  profelTatamente,  o  incidentemente ,  hanno 

he  il  Vefcouato  è  Ordincjche  viene  da  Dio  immcdiatc:che  le  parole,det-  . 

A.poftoli>  Quello  che  legarcte  lopra  la  terra  &c.  danno  poteftà  di  giurif- 

(  claqual'  èncceirariamente  conferita  a'  fucceirori  :  che  Chrifto  inftituì 

)ftoli  con  giurifdittione,&  dagh  Apoftoli  in  qua  la  Chiefa  perpetuameu- 

icon  giurifdittione  inftituiti:adonquequcfto  s'hada  haucrper  traditio- 

k  ftolica:.?<:  eircndo  defiaito,che  li  dogmi  della  fede  s'hanno  per  la  Scrittu- 

.•rleTraditioni,  non  il  può  negare,  che  quefto, dell'  inftitutioneEpiico- 

mfia dogma  di fede:3c  tanto  più,quanto  S.Epifanio,  &  S.Agoftino,pon- 

.erio  tragli  hcrcticijper  haucr  detto,  Che  li  preti  foifero  uguali  a'  Vefco- 

lon  potrebbe  ellere,  le  non  follerò  danre  dmino. 

quantanoue  Padri  furono  di  quefta  opinione ,  &  iarebbe  forfè  il  numero  e  da  grtin  ««-' 

Maggiore,  quando  molti  non  lì  follerò  trouati  indilpoiti  in  quel  tempo,  tnerodiPre- 

i!  inriuenza,  che  generalmente  regnaua  all'horadi  catarri  i&:  alcuni  altri  ^""^ 

1  .lelfcro  tìnto  il  medefìmo  impedimento ,  per  non  ritrouariì  in  quella  me- 

1  '<  non  oifendcr' alcuno  in  cofa  trattata  con  tanto  aifetto  :  &  maffime 

1  che  ,  per  haucr  parlato  della  rehdenza,come  ientiuano,(ì  trouauano 

ma  indcgnatione  de' lor  patroni :&  ancora, fé  il  Cardinale  Simoneta, 

ì  <  gli  parue  che  le  cofe  pallailero  troppo  inanzi ,  non  hauelfc  frtto  diuerlì 

1  icioperando  a  quefto  Giouanni  Antonio  Facchinetto,  Vefcouo  di  Ni- 

i  de  Sebaftiano  Vantio ,  Vefcouo  di  Oruieto  ;  liquali ,  con  molta  deftrez-   ^"'^■'^f'^^'f- 

r  ^       ì  ■         ì   >n  1  c       j   r  r   I   11       1      j-         tterjatt  per  le 

:;  ia[cro,che  il  centatiuo  de  Spagauoliera  a  hne  di  lottrarli  dalia  iibedien-  prattkhe  di 

:  apa ,  &  che  iarebbe  ftato  unaapoftaha  dalla  Sede  Apoftolica  >con  gran  Simoneta, 

e  la,  ^Sc  danno  dell'  Italia >laquai  non  ha  altro  honorc  ,  tra  le  Nationi 

;i  Olitane,  fcnon  quello  che  riceue  dal  Pontificato.  Il  Cinque  Chiefc  diife,  «  ^fl  cinque 

e  i  gialla  cofa ,  che  di  tutti  gli  Ordini,  c^  gradi  della  Chiefa  Ci  dichiaralTe,  '^^'^fi> 

h  foifero  infLituiti ,  &  da  chi  riceuelfero  Tautoricà.  Alqual  adherirono  al- 

1  lidi ,  5c  in  particolare  Pompeio  Picolomini,  Vefcouo  di  Tropeia,  ilqual  edalTropeìa 

n  )  la  medeiìma  inilanza,  foggionfe ,  che ,  quando  fi  trattalle  di  tutti  li  gra- 

■i  Cb.iefa ,  dal  maggior  al  minore ,  &  h  dichiaraife  c^uomre  foirero  ,  egli  ài- 

Kifcnrenzaanco  nella  materia  del  Vefcouato  ,fe  folfe  concellà  licenza 

j  ari.  Di  quefto  numero  furono  alquanti,  che cou  breui  parole  adheriro- 

lilcnccnza  d'alcuni  di  quelli ,  che  prima  haueuano  parlato,  &:  altriii  difFu- 

iHmplificare,2criuoltareindiucrfe  forme  le  medeijme  ragioni,  che  lon- 

M^be  far  narratione  di  tutti  quelli  voti,  che  mi  fono  venuti  in  mano. 

1  ita  bene  d'eifer  commemorato  quello  di  F.Giorgio  Zifcouit,Francefca-  ^daSeina- 

Mcouo  di  Segna  :  ilquale ,  dopo  hauer  adherito  al  voto  di  Granata,  fog- 

dGhenonhauerebbemai  creduto  douer  fentire  metter  in  difficoltà,  le 

fcui  fono  inftituiti ,  &c  fé  hanno  l'autorità  da  Chrifto:  perche,  quando  non 

)l|ano  dalla  Maeftà  fua  diuina  j  meno  il  Concilio  »  che  è  un  integrato  de' 

'  Ilii     Hi 


6it  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pioi 

ci3  13  Vefcouiriuda  quella.  Elfer neceirario , che  una  Congregatioiic, quanto^ 
L  X 1 1.  namcrofiirima  >  habbia  l'autorità  da  chi  l'hanno  le  fingulari  perlbnc  :  Ch  :< 
Vefcoui non  fono  da  ChrJfto>ma  dagli  huoiTiini,rautoricàdi  tutti  infiin 
humana  :  &l  chi  ode  dite ,  Li  Vcfcoui  non  fono  inftituiti  da  Cht ifto ,  non  \\ 
rcftar  di  penfaie> che  quefta Sinodo  fìauna  Congtegationc  d'huominiprcH 
ncUaqualc  non  piefeda  Chiifto,  ma  unapoteftà  ptecaiia,dagli  huomini  ri  u 
ta:  Stanti  Padri  vanamente  farcbbono,con  tanto  fpefa,&  incommod, 
Trento ,  potendo  con  maggiot  autorità  trattar  le  ftelfe  cofe  quello ,  che  h:  a 
lapoteftàa  Vefcoui,&al  Conciiioidi  trattarle  :  &  farebbe  fiata  una  gè  r, 
iliufìonc  di  tutta  la  Chriftianità ,  il  proporlo ,  come  mezzo ,  non  folo  mcg  « 
maunico»4Si:  nccelfario  per  decidere  le  prefenti  controuerfie.  AggionIi:| 
celi  era  ftato  cinque  mei!  in  Trento  con  quefta  pcrfuafìone,  che  mai  ni  r 
douelTc  metter'  in  difficoltà ,  fé  il  Concilio  ha  l'autorità  da  Dio ,  &  fé  pu'  i 
quellojche  il  primo  ConcihoGerofolimitanodiire,  E  parfo  allo  Spirito  S  t 
&.  a  noi.Che  mai  farebbe  venuto  al  Concilio ,  quando  non  haueilè  creduti  :| 
Chriflo  doueirecirer  nel  mezzo  d'eifo:  ne  potere  alcun  dire  j  che  >doue  Ci  (I 
afTifle,  l'autorità  da  lui  non  fìa:  &  >  quando  alcun  Vefcouo  credelle  in  ce  r 
rio  y  Se  riputalfe  l'autorità  fua  humana ,  nelle  difficoltà palfatchauerebbe  ii 
grand' ardire  a  dire,  Anathema;&  non  più  tofto  inuiare  il  tutto  a  quelle  ì 
ha  autorità  maggiore  :  8c  quando  l'autorità  del  Concilio  non  folfe  ce  , 
giufto  volcua,che  la  prima  cofa  ,  quando  del  m.  d.xlv.  fu  quefto  Coi  1: 
congregato,  fi  foffe  ventilata  quefta  materia,  5c  dccifo  qual  folle  l'autoi  à 
Concilio  5  come  ne'  fori  fi  coftuma ,  che  nel  primo  ingrellb  della  caufa  U  ì 
ta  iSc  fi  decreta, fé  il  giudice  è  competente  ,  accio  non fìaoppofto in  fìi  1 
fua  fentcntia  nullità,  per  difetto  della  poteftà.  I  Proteftanti,  che  ogni  occ.  n 
pigliano  per  detrahere ,  &  ingiuriare  quefta  Santa  Sinodo, non  potrani  i 
uer  la  più  appofìta,  quanto  che  ella  non  fìa  certa  della  propria  autorità,  ii 
clufe,  che  guardalfero  ben  li  Padri  quello , che  rifolueuanoinun  punto  h 
rifoluto  per  la  verità ,  ftabilifce  tutte  le  attioni  del  Concilio ,  &  per  il  con  r 
fouuerte  ogni  cofa. 
ma  iLtgati  Finirono  ruttili  Padri  di  parlar  in  quefta  materia  il  giorno  dicenoue  3 
ef^ngono  la-  [obbre ,  eccetto il  Padre Lainez, Generale  de'Gefuiti ,  ilquale  douendc  lì 
ra  t  ejMita  p^^j.  jj^^Q  ^  £i^  ordinato  ftudiofamente ,  che  quel  giorno  non  il  ritrouafTe  in  )i 
gregatione  ,  per  dargli  comiiiodo  di  poterne  occupar  una  egli  folo  rdelcì  p 
far'  intender  la  caufa ,  conuiene  ritornar  alquanto  in  dietro ,  Se  raccontare  li 
quando  ola  j^rincipio  fa  meifo  in  campo  la  queftione ,  penfaronoli  Legar  :} 
folamenteh  mirafTe  ad  aggrandire  l'autorità  de  Vefcoui ,  con  dargli  ma  i( 
riputationerma  non  fu  finita  la  feconda  Congregatione ,  che  da'  voti  dei  ,< 
dalle  ragioni  ufate ,  s'auuidero  ben  tardi  di  quanta  importanza  ,&  confc,  ei 
za  fofTe  )  poiché  s'inferiua ,  che  le  chiaui  non  fofTero  a  folo  Pietro  date ,  (■  :i 
il  Concilio  folle  fopra  il  Papa ,  &  fi  faceuanoli  Vefcoui  uguali  al  Pontefic  i 
qual  non  lafciauano ,  fenon  preeminenza  fopra  gli  altri  :  che  la  degnila  4 
dinalitia»  fuperiore  a'  Vefcoui  ?  era  affatto  leuata,&  reftauano  puriPrci^ 

Dia)! 


iPioIIIL  LIBRO    S  ET  TIMO.  61^   ^^ 

ìkù :  chcda  quellii  dctcrminarionc ,  iì  p^ilFiua  ,  per  necelTaria  coiireguen-    e I3   1 D 
,],ai-clK{enza,&s'iiiiinchiLìaa  la  Corre  :  chcfi  leLiauanolepreuencioni,&      ixii. 
s anioni, &: la  collarionc  de'  benefici)  (ì  tirauaa'Vcfcoui.  Eranocato  j  che 
ì  giorni  inanzi ,  il  Vclcoi.10  di  Scgoiiia  hancna  ricufacodi  riceuer'  ad  un 
Il  ciò  della  (uà  Diocefi ,  un  proiidlo  daRoma:  Icqnali  cofe  Tempre  piuma- 
unente  fi  vedeuaiio ,  c]ua:ico  alla  giornata s'aggiongcnano  nuoiii  voti ,  &; 
:  ragioni.  Et  per  quede  caufe  ,  li  Legati  adoperarono  gli  ulHcij  diiopra 
Ili,  accio  maggior  parte  d'Italiani  non  s'aggiongclTea'  Spagnuoli:  &  con 
6:Ì0jleben  molto  fi  fece,  non  però  tanto  liporc,clie  quali  la  metà  non 
È  ntrata  nell'opinione  :&:i  Legati  ne  folicneuauo  riprenlìonc  apprelfo  gli 
"antiftcij,chc  gli  incolpauanojdinon  premeditar  le  cofe  ,  che  polTono 
rete, fcnon quando  (oprauengonoligranpregiudicij  :  che  operauano  a 
lon  admetteuano  li  conicgli,òV  auuertimcnti  de'  prudenti;  che  da  princi- 
lito  il  voto  di  Granata,  raccordarono  che  lì  mettelTe  mano  efficace  agli 
ilchepoi  è  conuenuto  fare,ma  poco  a  tempo:  che  per  loro  inauucrtenza 
ilcuninonèilara  malitia)   fono  porte  in  trattatione  materie  ài  conic- 
ile  più  nnpor tanti ,  che  poteilcro  occorrere  in  Concilio  :  &  s'aggionlej 
.mbalciator  Lanlaccon  molti negotiamenti,  fatti  con  diucrfi  Prelati,s'e- 
■erto  fautore, &  pia  tofto  promotore  di  quel!'  o|>enionc:  Se  il  conlìderaua» 
>  aumento  hautrcbbe  riceuuto  alla  venuta  de' Francelì,  che  s'afpettaua- 
:fene  parlaua  in  modo,  che  qnalcheparolegiongeuanoanco  alle  orec- 
•'Lcgati  medcfimi,iiquali,vednco  il  non  preucduto  pericolo,  oltre  gli  uf- 
tijconicgliaronojchejper  ellcr  la  cofa  tanto  inanzi,  &  fcoperto  coli  gran 
0,  non  era  più  da  pcnlar  di  diucutir  la  queftionc ,  ma  di  trouar  tcmipcra- 
per  dar  qualche  ibdisfattionc  a  Spagnuoli  :&  ,dopo  mokaconiùka, 
3no  di  formar  il  Canone  con  quelle  parole  3  cioè  >  Che  li  Vcfcoui  hanno 
ftà  dell'  Ordine  da  Dio ,  o:  in  quella  fono  luperiori  a  Preti ,  non  nomf- 
lagÌLirifditt!onc,pernon  dar' ombra:  poiche,con  Uiia tal  forma  di paro- 
criua  poi,  che  la  giurifdirtione  redi  tutta  al  Papa,rcnza  dirlo, 
iquefta  forma,  mandarono  il  Padre  Soro  a  trattar  co'  Prelati  Spagnuoli,  „(,„  hatunda 
ìtcconlperanza  di rimuouer  alcuno  di  loro>  quanto  per  penetrare  c^iìgÌ-  potuto 
2  fipotellero  ridurre.Da  Granata  non  hebbe  altro,chc  audienza,fenza  al-  "'■M'^con  la 
ofta.Si  trauagliò  anco  con  gli  altri^ne  acquiftò ,  fenon  concetto  di  buon  f'*"*"*- 
ianodiRoma,  in  luogo  di  cpello,  in  che  era  prima  ài  buono  religiofo. 
anoappreifo  liPontiiicij,per  acquiftar  alcuni  de'  titubanti,^  di  quelli 
autamente  erano  pallatinell'  cpenione,ma  nel  rimanente  diuoti  al  Poii- 
lifar  con  loro  ultìcij,che,cono(ciuta  la  difficoltà ,  diceiìero ,  di  rimettere 
efice,ouero  al  meno  parlaffero  più  ritenutamenté':&  per  far  qucfto,a'  doi 
Dmmati  aggionfero  i'Arciuefcouo  di  Rorano,&:  il  Vefcouo  di  Ventiiini- 

Siccioquellijche  riconofcellèrojhaueirero  colore  di  ritirarli  con  honorc, 
roncchc  il  Lainez  faceile  una  piena  lettione  di  quella  niiteria  ;  laquak 
dCTc  attentamente  uditaj&poteiTe  far'imprcffione,volfero,comes'c  det- 
hieffendo  eglirultimcuon  parlaflèdopo  gli  altri  infine  diCongrcgatio- 


auaTXV 


éi4  CONCILIO    DI  TRENTO  Papa  PkI; 

ciD   IO     ne  y  ma  ne  hauefle  una  tutta  intietapcr  lui  :  &  fu  il  roto  fuo  confultatotiti 
Lx  1 1.      quattro  elli  GictuitijadoperandoUlopra  gli  altri  il  Cauiglionc:&,pcr  non-j 
fciare  vn  buon  rimedio  di  diuerllone,occuparc  li  Prelati  in  altra  materia,  o 
ritornando  alle  cofe  occorfe  in  quella  Congregatione  ,  dcllequali ,  do[  e 
hebbe  votato  per  ultimo  il  General  de'  Scrui,  ^c  conformatofi  co'  fenfidc  l] 
«rnuoli,  il  Cardinale  di  Mantoua  fece  una  ammonitione  a  Padri  deputati  j 
l'Indice  ,  moftrando  quanto  importante  negotio  haueuanoperinancpc 
'   tutte  le  (buuerfìoni  naicono,&  le  herefic  il  dilfeininano  col  mezzo  de'  lib  ; 
elTortò  ad  ufar  diligcnza,&;  far  veder  alla  Sinodo  il  fine  dell'  opera  prefto  i 
ben  certo ,  che  è  di  molta  fattura,  &  longhezzaj  maconfiderare  ancorché  t 
padri  contribuiranno  fatica  per  aiuto  de'  deputati:  che  Ci  coniumano  le  o 
o-regationi  in  trattar  queftioni  di  nilTuna  utilità,  &  li  va  procraftinando  in  x 
cofi  neceiraria.ElTortò  in  fine  a  far'  opera,che  queflio  particolar  dell'Indici  p 
telfe  definire  nella  Scffione  feguente. 
oratUitte  del         jyia  la  mattina  venuta,  il  Lainez  parlò  più  di  due  hore  iTiolto  accomir.i  ii 
Laiw'^  ,  che  ,pcnte,con  gran  vehemenza,  &  magiftralmente.-  L'argomento  del  dikorl  .e 
*fìl'èdclPapa  be  due  parti-.la prima coniumò  in  prouarc  .  La  poteftà della  giurifdittior  i 
(^^irercoul  '  data  tutta  intieramente  al  Pontefice  Romano;  ^niillin'  altro  nella  Chi  [ 
ChAtmo  daini:  uerne  rcintilla,renon  da  lui.  La  (conda  paisò  in  rifbkuione  di  tutti  gli  aiv;'  e 
ti ,  addotti  nelle  precedenti  Congregationi  incontrario.    La  foftanza  ki  lì 
gran  diifercnza,anzi  contrarietà,tra  la  Chiela  di  Chrifto,&  le  commariu  ìi 
li  :  imperoche,queftc  prima  hanno  l'ellere,  &  poi  li  formano  il  fuo  gouci  : 
per  ciò  fono  libere,(Sc  in  loro  è  originalmente,  &fontalmentc  ogni  gì 
tionclaqualecommunicanoa'Magiftratijienza  priuarfene.  Mala  Ch; 
li  fece  fé  ftelTa ,  ne  fi  formò  il  fuo  gouerno ,  anzi  Chrifto,  Prencipe,  &  M 
prima ftatui  le  leggi, come  doueite  elTer  rctta,poi  la  congregò,  »?^  come  la 
Scrittura  dicejl'edìficò-.onde  nacque  feruajfenz^  alcuna  forte  di  libertà,  pc 
o  o-iurifdittione:ma  in  tutto  &  per  tutto  loggetta.    Per  pruoua  di  quello 
luoghi  della  Scrittura,  doue  l'adunatione  della  Chiefa  è  comparata  ad  ur 
nato,ad  una  tratta  di  rete,ad  un'  edificio  :  aggionto  quello ,  doue  fi  dic( 
Chrifto  è  venuto  nel  mondo,per  adunare  i  fedeli  iuoi ,  per  congregar  le  i 
corelle,per  inftruirle,  &  con  dottrina,&  con  elTempio  :  poi  foggionfe,il  p 
&:principal  fondamento,  fopra  quale  Chrifto  edificò  la Chiefa,fu  Pietro 
fucceffione  fuajfccondo  le  parole,  che  a  lui  dilFe ,  Tu  (qì  Pietro  ,  &  fopra  < 
Pietra  fabrichciò  la  mia  Chieta.  Laqual  Pictrajfe  ben  alcuni  de'  Padri  han 
tefo  Chrifto  fteiro,&  altri  la  fede  in  lui,ouero  la  confeflione  della  fede,  è  n 
menoelpofitionepiùCatolica ,  che  s'intenda l'iftclTo  Pietro,  che  inHeb 
SiriacOjèdectOjCiphajcioèjPietra.Erfeguendoildifcorlo,  diire,-Che,n 
Chrifto  vitPc  in  carne  mortale,gouernò  la  Chiela,  con  aiPoluto,  &  monai 
gouemo.'&douendo  diquefto  l'ecolo partire ,lalciò  l'iftelfa forma,  conft 
do  fuo  Vicario  San  Pietro ,  &  li  fuccelfori ,  per  amminiftrarlo,  comeerk 
ftato  eirercitato,dandoglipiena,&  totalpoteftà,6^  giuriidittione,  &  f( 
candogli  la  Chiefajneli^odQ  che  è  foggetta  a  lui  :  iichc  prouò  di  Pietrojf  j 


JAPioIIir.         LIBRO     SETTIMO.  61^ 

Jblo  furono  date  le  chiaui  del  Regno  de'  cieli ,  &  per  confcguenza  poteft^   cio   i  j 

1 0durre,&  efcludere,  che  è  la  giurifdittione  :  &  a  lui  folo  fu  detto  ,  Pafci»     t  xi  i. 

(  reggi  le  mie  pecorelle,  animale,che  nonhaparte,nc  arbitrio  alcuno  nella 

I  ia  condotta:lequali  cofe,cioè,d'eirer  Clauigero ,  &  PaftorejeiTendo  perpe- 

i  icij  jconuiene  che  fiano  conferiti  in  perpetua  perfonajcioèjnon  nel  primo 

jiente,ma  in  tuttala  fucceiTione.Onde  il  Romano  Pontefìce,incommcian- 

D  S.Pietro  >  fino  alla  fine  del  fecolo ,  è  vero.  Se  alfoluto  Monarca,  con  piena 

ulpoteftàj&giurilclittionc}  &  laChiefaè  aluifoggettajcomefua  Chri- 

;  e  ficome,  quando  la  Maefta  Tua  la  reggeua,  non  Ci  poteua  dire,  che  alcuno 

i Icli  hauefie  pur  minima  poteftà,o  giurifdittione ,  ma  mera,  pura ,  5c  total 

j  rtione;  il  mcdefimo  s'ha  da  dire  in  tutta  la  perpetuità  del  tempo  j  &  cofi 

i  intendercche  laChiefa  è  un'Ouilcche  è  unRegno;&  quello  che  S.Ci- 

)  dice  ,  Che  il  Vefcouato  è  uno,&  da  ciafcun  Vefcouo  ne  tenuta  unapar- 

)  è,  che  in  un  folo  Paftorc  è  collocata  tutta  lapoteftàindiuifa,ilquale  la 

t  ipa ,  &  communicaa'  comminiftri  fecondo  l'eflìggenza  :  &  a  quello  rif- 

nido  S.Cipriano,fece  la  Sede  Apoftolicafimile  alla  radice,al  capo,al  fon- 

)le:con  queftc  comparationi  moftrando,che  in  quella  fola  è  eirentialmcn- 

iurifdictione,  &  nelle  altre  per  deriuatione,oparticipatione  :  Se  quello  è 

)  delle  parole  ulìtatilfime  dall'antichità,  che  Pietro,  &  il  Ponteficchan- 

ienezza  della  potefì:à,&  gli  altri  fono  a  parte  della  cura.     Et  che  quefto 

),&  unico  pallore ,  Ci  prona  chiaramente  per  le  parole  di  Chrifto,  quando 

Ihc  egli  ha  altre  pecorellcquali  adunerà,^  fi  farà  un'  ouile ,  &  un  pallore. 

aftorcdi  che  in  quel  luogo  parla,non  può  elfer  elfo  Chrifto,  perche  non 

enei  tempo  futuro,cho  fi  farà  un  paftorceirendo  egli  già  il  pallore  :  adon- 

nuiene  intendcrfi  d'un'  altro  unico  paftore,  che, dopo  di  lui,doueuacirer 

uito,che  non  può  eircre,fcnon  Pictro,con  la  fucceflione  fua.Et  qui  notò, 

irecetto,di  palcere  il  greggcnon  fi  troua,fenon  due  volte  nella  Scrittura; 

fingolare,detto  da  Chrifto  a  Pietro,  pafci  le  mie  pecorelle:  l'altra  in  plu- 

.  Pietro  agli  alcri,pafcete  il  gregge  alfegnatoui.  Et  fé  li  Vefcoui  da  Chrifto 

fero  qualche  giurifdittione,quella  farebbe  in  tutti  uguale,&  Ci  leuerebbc 

renzade'  patriarchi ,  Arciuefcoui ,  Velcoui  :  S>c  in  quell'autorità  il  papa 

itrebbc  metter  mano,minuendola,o  leuandola  tutta,come  non  può  met- 

ellapoteftà  dell*  Ordine,che  è  da  Dio:  però  guardinfi,che,mcntre  voglio- 

i'inftitutione  de'  Vefcoui  de  ture  diurno ,  che  non  leuino  la  Hierarchia  ,  8c 

ce  Lichino  una  Oligarchia,  o  più  tofto  una  Anarchia.    Aggionfe  anco,  che, 

iMetrobenrcggelfela  Chieia,fi  che  le  porte  dell' inferno  non  preualelfero 

ir  di  quella,Chrift0,vicino  alla  morte,  pre^ò  efficacemente,  che  la  fua  fede 

1  ancaire,6f  gh  ordinò,  che  confermalFci  fratelli;  cioè, gli  diede  priuilcgio 

iHibilità  nel  giudicio  della  fede.de'  coftumi,&  di  tutta  la  religione,  obli- 

d  la  Chicfa tutta  ad  afcoltarlo,& ftar  confermata  in  quello,che  fofie  deter- 

1: 3  da  lui.  Conclufe,che  quefto  era  il  fondamento  della  dottrina  Chriftia- 

3«.i  pietra,fopra  quale  la  Chiefa  era  edificata  :  Scpafsò  acenfurare  quelli, 

^t'ieuanoelTef' alcuna  poteftà  ne' Vefcoui;  riceuuca da  Chrifto  :  perche  fa- 

KKkk 


6i6  CONCILIO   DI  TRENTO  Papa  Pio  T 

ci3  ii3  L- ebbe  un  leuarilpnuilegio  della  Chiefa  Romana,che  il  Pontefice  fiacapc 
LX II.  la  ChiefajSc  Vicario  di  Chrifto.Et  fi  fa  molto  ben  qiiello,che  dall'  antico  d , 
neìOrmes,JÌHeTatrtarch£  é'c.é  ftatuico ,  cioè,  chi  lena  ragioni  delle  altre  Q 
fe,commette  ingiuftitia  j  &  chi  lena  li  priiiilegij  della  Chieia  Romana,  è  he  ; 
co.Aggionfe  efler  una  mcracontradittienejvolcre  che  il  Pontefice  fiacapo; 
laChiefajVolere  che  il  gouerno  fia  Monarchicoj&poi  dire,che  vi  fiapote . 
Giurifdittione,non  deriuata  da  luijticcuuta  da  altri. 

Nel  rifoluer  le  ragioni,incontrario  dette,di{corfe,  Che,recondo  l'ordini 
Chrifto  inftituito,  gli  Apoftoli  doueuano  efler'  ordinati  Vefcoui ,  non  da  (  i 
ftomada  Pietro,  riceuendo  da  lui  fololagiurifdittione:  S>l  cofi  molti  Do: 
Catolici  anco  tengono  che  fofle  fatto  :  laqual  opcnione  è  molto  probabil  ] 
altri  però  che  dicono,  gli  Apoftoli  elfer  (tati  ordinati  Vefcoui  daChriftcì 
giongono ,  che  ciò  facendo  ,  la  Maeftàfuapreuenne  l'ufficio  di  Pietro,  fac  e 
per  qiiellavoha  quello,  che  a  lui  toccaua,  dando  agli  Apoftoli  elfo  quel  ) 
teftà ,  che  doueuano  hauer  da  Pietro  :  a  punto  come  Dio  pigliò  dello  fpir  i 
MofciSc  lo  comparti  a'  fettanta  giudici:  onde  tanto  fu,come  fé  da  Pietro  f  :i 
flati  ordinati,&:  da  lui  haueirero  riceuuta  tutta  l'autorità  :  &  però  reftaron  3 
getti  a  Pietro ,  quanto  a  luoghi,&  modi  d'eirercitarla:&;  fenon  fi  legge,ch  '1 
tro  gli  correggeire,cio  non  eher  ftato  per  difetto  di  poteftà,  ma,perche  elle  t 
rono  rettamente  il  loro  carico.  Et  chi  leggerà  il  celebrato  &  famofo  Ca  n 
/^7)owfw«:ficertificherà,checoridebbetenerogni  huomoCatoIico,  t  e 
li  Vefcoui,  che  fono  fucceflbri  degli  Apoftoli,  la  riceuono  tutta  dalfuccc  i 
Pietro.  Et  auucrtì  anco,  che  li  Vefcoui  non  fi  dicono  fuccelfori  degli  Api  3 
fenon,  perche  in  luogo  loro  fono,al  modo  cheunVcfcouo  fuccedea'fuc  r 
celTori  ;  non  che  da  loro  fiano  ftati  ordinati.  Rifpofe  poi  a  quelli,che  hau>  .r 
inferito,che  adonque  il  Papa  potrebbe  lafciar  di  far  Vefcoui,  &  voler  edc  fc 
unicOjEfler'  ordinatione  diuina,  che  nella  Chiefa  vi  fia  moltitudine  di  Ve  )ii 
coadiutori  del  Pontefice  ;  &  peròeifer  il  Pontefice  ubligato  a  conleruare  n 
efler  gran  differenza  a  dire,alcuna  cofa  de  iure  dimm ,  ovei:3.mcnte,  ordm  ic 
Dio.  Le  cofe^<?  «KrÉ'2)z//woinftituite,fonoperpetue,&  daluifolodepeiì  m 
&  in  uniuerfale,&  in  particolare  in  ogni  tempo.  Coiide  ture  Diurno  è  ilP  e' 
mo,&  tutti  gli  altri  Sacramenti ,  ne'quali  Dio  opera  fìngolarmente  in  ogi  'a 
ticolare:  cofì  è  da  Dio  il  Romano  Pontefice.  Perche,  quando  uno  jnu  ji 
chiaui  non  reftano  alla  Chiefa,  perche  a  lei  non  fono  date  j  ^  creato  il  n  ue 
Dio  immediatamente  gliele  da.  Ma  altrimenti  auuiene  nelle  cofe  di  ordii  ic 
ne  Diuina,  doue  da  lui  folamente  vien  l'uniuerfale,  &  li  particolari  ione  ^i 
guiti  dagli  huomini.Cofi  dice  San  Paolo ,  Che  li  Prencipi,  &  Poteftà  teini  ra! 
fono  ordinati  da  Dio,  cioè,  da  lui  folamente  viene  l'uniserfale  precetto,  e*^ 
fìano  i Prencipi,ma  però  ipaiticolari fono  fattiperleggiciuili.Aqueflo  '^1 
fimo  modo  li  Vefcoui  fono  per  ordinatione  Diuina  :  Se  San  Paolo  dilfe ,  > 
no  pofti  dallo  Spirito  Santo  al  reggimento  della  Chiefa,  manoa  de  iure 
<&  però  il  Papa  non  può  leuar  l'ordine  uniuerfale  delfar  Veicoui  nella  C  eli 
percheè  da  Dio»  maciafcunparcicplare  ^ikiii^deture  Cammeo, ^exzu  rii 

or. 


>  PA  Pio  mi.  LIBROSETTIMO.  Ctj 

'*itificia,puocircrleuato.     Ecall'oppofitionefatta,che  liVercouifarebbono  ci3  i» 
^  gati,  &  non  ordinadj,  nTpofe ,  che  conueniua  diftingucre  lagiurifdittionc     L  x  1 1. 
j  •ndanientale,&:  deriuata:&  la  deriuata,in delegata,& ordinaiià-.nelle  Repu- 
ljtieciuiIi,lafondamencaleè  nel  Principe,  in  tuctiliMagiftratièladeriuata: 
fi  ordinari)  fono  differenti  da'  delegaci>perchericeuino  l'autorità  da  diuerfi, 

I  dalla  medefima  fopranità  deriuano  ugualmente  tutti;  ma  la  differentiaftàì 
«begli  ordinari]  fono  per  legge  perpetuasi  con  fucceflìone;  gli  altri  hanno 

II  lìidi  lìngolare,o  in  perfonajo  anco  in  cafo.  Però  fono  li  Vefcoui  ordinarij, 
1  [fer  inftituiti  j  per  legge  Pontifìcia ,  degnità  ài  perpetua  fucceflìone  nella 
h  fa.  Soggionfe,  che  quei  luoghi,  doue  pare  che  daChriftofia  data  autorità 
\  ^hiefa,come  qucllo,doue  dice,  che  è  colonna  &  bafe  della  verità  ;  &  quell* 
É  ,Chi  non  udirà  la  Chiefa  ,  fìa  tenuto  per  Etnico ,  »Sc  publicano ,  tutti  s'in- 
Umo  per  ragion  del  Capo  fuo,  che  è  il  papa  ,  &  perciò  non  paio  fallar  la 
\  fa,perche  non  può  fallar'  il  Capo  5  &  coiì  è  feparato  dalla  Chiefa  chi  è  fe- 
^  o  dal  papa,capo  di  quella.Et  per  quello,chc  fu  detto,che  ne  meno  il  Con- 
^  liauerebbe  autorità  da  Chrifto,fe  niifun  de'  Vefcoui  l'hauelTe ,  rifpofe,  che 
\  Dn  era  inconueniente ,  ma  confeguenza  molto  chiara,&:  necelfaria  :  anzi> 
\  cunode' Vefcoui  in  Concilio  può  fallare,  non  lì poteua  negare,  che  non 
\  ero  fallar'  anco  tutti  inlìcme:^  fé  l'autorità  del  Concilio  vcnilfe  dall'  au- 
\  de' Vefcoui,  mai  fi  potrebbe  chiamar  Generale  un  Concilio,  doue  il  nu- 
li de'prefenti  è  incomparabilmente  minore,  che  degli  affenti.  Raccordò, 
%  .quel  Concilio  medefimofotto  Paolo  terzo  furono  definiti  principaliflì- 

8'  icoli,  de' libri  Canonici,  dell' autorità  dell'  interpretationi,  della  parità 
Fraditioni  alla  Scrittura  in  un  numero  di  cinquanta  &  meno  :  che ,  fé  la 
"  .Udine  delfe  autorità,  tutto  caderebbe.  Ma,ficome  un  numero  di  Prelati» 
ntefice  congregati  per  far  Concilio  Generale,  lìa  quanto  picciolo  (\  vuo- 
d'altronde  ha  il  nome,&  l'efficacia  d'efler  Generale,  fenon,perche  il  papa 
là,cofi  anco  non  ha  d'altroue  l'autorità  :  &però,fe  ftatuifce  precetti,  o  A- 
ni,  quelli  non  operano  niente,  fenon  in  virtù  della  futura  confermatione 
ntefice:  ne  il  Concilio  può  aftringere  con  gli  Anatheraifuoi,  fenon  qua- 
eranno  forza  dalla  confermatione.Etjquando  la  Sinodo  dice,d'eirercon- 
a  in  Spirito  Santo,altro  non  vuol  dire,  fenon  che  li  padri  fiano  congrega- 
:(jndo  l'intimatione  del  pontefice ,  per  trattar  quello ,  che,venendo  appro- 
ojil  Pontefice,farà  decretato  dallo  Spirito  Santo.     Altrimenti,  come  fi  po- 
)1  dircche  un  decreto  foffe  fatto  dallo  Spirito Santo,&  potelFcper  autori- 
citificia,eircr'  inualidato,o  haucire  bifogno  di  maggior  confermatone  ?tS^ 
3e'Coneilij,quantofivoglianumerofi,quandoilpapa  èprefente,eglifo- 
lc.cta,neil  Concilio  vi  mette  del  fuo,fenon  che  approua,cioè  riceue:  ^ìn 
1  tempi  s'è  detto  folamentcS^cro  approdante  Concilw.znzi  chcndìe  defer- 
ii oni  difupremopefojcomc  fu  ladepofitione  dell'  Imperatore  Federico 
>'  lo ,  nel  Concilio  Generale  di  Lione ,  Innocenzo  quarto  ,  fapientiflìmo 
itìcc,ricUiòrapprobatione  della  Sinodo,  accio  non  parelFe  ad  alcuno  che 
cIscelTariaj^  gli  ballò  dìiejSacropr^fente  Cenahomev^i  quello  fi  dcbbe  dir 

KKkk     ij 


^ (5z8  CONCIUO  DI  TRENTO        Papa  Pio  I]| 

"ci3  i3    Cuperfluo  ilConcilio,perche  fi  congrega  per  maggior  inquifitione,  per  più  f 

LXii.    le  perfuafione ,  8c  anco  per  dargufto  alle  perfone  :  de  quando  giudica,  lo  jj 

virtù  dell'  autorità  pontificia,deriuata  dalla  Diuina,datagli  dal  papa.  Et  per  i 

fte  ragioni  i buoni  dottori  hanno  lottopofto  l'autorità  del  Concilio  all'ai 

ritàdel  pontefice,come  tutta  dependente  da  queftajfenza  kqualenon  ha,r« 

fìftenza  dello  Spirito  Santo,  ne  infallibilità,  ne  poteftàd'obligat  la  Ghiefj 

non  inquanto  gli  è  conceifa  da  quel  folo,achiChriftoha  detto,pafcilemJi 

corellc.  ' 

dlnerfi  gutdi-      Jv^q^  fu  in  quefto  Concilio  difcorfo  più  lodato ,  &  biafmato,  fecondo  i 

cjftil  detto    ^^j.^^  affetto  degli  audienti.Da'pontifìcij  era  predicato  per  il  più  dotto,rifo  l 

«^Jcorjot         ^  fondatojdagli  altri,notato  per  adulatorio ,  &  da  altri  anco  per  beretico  , 

molti  fi  lafciauano  intendere  d'effer'  offefi  per  l'afpra  cenfura  da  lui  ufata>i  \ 

uer'  animo  nelle  feguenti  Congregationi  con  ogni  occafione  d'arguirlo ,  t  k 

graumme     ^^^-^^  d'ignoranza,&  temerità.  Et  il  Vefcouo  di  Parigi,che  era  indifpofto  :  : 

Vefcmodi     ^^'"^l  tempo  che  farebbe  toccato  a  lui  di  votare.diceua  ad  ognuno,che,  qi  t 

^'^rigii         fi  foi^c  f^"^  Congregationcjvoleua  dir  il  parer  fuo  centra  quella  dottrina;  i 

rifpettojlaquale  inaudita  ne'  pattati  fecoli,  era  ftata  inuentata  già  cinquan  \ 

ni  dal  Gaetano,pcr  guadagnar*  un  capello  :  che  dalla  Sorbona  fu  in  quei  1 1 

cenfurata  :  che  in  luogo  del  Regno  celefte,che  cofì  è  chiamata  la  Chiefajf  ( 

«n  Regno,ma  una  tirannide  temporale,che  lena  alla  Chiefa  il  titolo  di  Sp 

Chrifto,&  la  faferuaproftitutaad  un  huomo.  Vuole  un  folo  Vefcouo  j  in  i 

to  da  Chrifto,&:  gli  altri  Vefcoui  non  hauer  poteftà,  fcnon  dependente  cl;i  it 

■^o  :  che  tanto  è,quanto  dire,che  un  folo  ila  Vefcouo,  &  gli  altri  fuoi  Vici  , 

mouibili  abeneplacito.Che egli  voleua eccitare  tutto'l Concilio  apenfa  :> 

me  l'autorità  Epifcopalcjtanto  abbafrata,fi  podi  tener  viua,che  non  vadi.  t 

in  niente-.perche  ogni  nuoua  Congregatione  di  Regolari  che  nafce,  gli  dà  12 

che  notabil  crollo.  I  Vefcoui  hauer  tenuto  l'autorità  fua  intiera  fino  al  u  a 

hora ,  per  opera  delle  Congregationi  Cluniacenfe ,  &  Ciftercienfe  ,  &  a  : 

quel  fecolo  natcelTer  flato  dato  un  notabil  colpo,efrendo  per  opera  di  qn  i: 

dotte  inRoma  molte  fontioni  propric,&  effcntiali  a' Vefcoui.Ma  dopo  il  e 

nati  li  Mendicanti,  effer  flato  leuato  quafi  tutto  reffcrcitio  della  autorit  if 

fcopale,&  dato  a  loro  per  priuilegio  :  hora,queffca  nuoua  Congregatione  le 

dì  nata,che  non  è  ben  ne  Secolare,ne  Regolare ,  come  otta  anni  prima  1' V  « 

iità  di  Parigi  haueua  molto  ben' auuertiro,  &  conofciutolapericolofa  ne  a 

fé  della  fede,  perturbatrice  della  pace  della  Chiefa,  &  deftruttiua  del  Mon  Jt 

per  fuperarlifuoi  precefTorijtentadi  leuar' affatto  la  giurifdittione  Epifc  al 

col  negarla  data  da  Dio ,  «S^  voler  che  fiariconofciutaprecaria  dagli  huc  in 

■Il     It  ne     Qi^^^<^o^^i^  <^^^^^^iàaìYeCcouore^Uc^zCimoiVeiomo\tiakna.pen(cin\d 

mtoue  molti   pi^iiTia  non  vi  attendeuano.  Ma  fra  quelli,che  qualche  guflo  dell'  hiftoria  nt 

centru'lGt'-    uano,n6menofiparlauadi quQÌÌ'offenuztione, Sacro pr<e/èf7t€Concilio,[ac 

(mof  pariua  in  tutti  i  tcfli  Canonicijma,per  no  effer  fiata  auuertita  era  a  tutti  i  • 

&  chi  approuaua  l'interpretatione  del  Giefuita:  chi  l'interpretaua  in  iibnfi  ei 

Uario  a  lui^che  quel  Concilio  haueire  ricufato  d'approuare  quella  kntézi  k 


;.i.  l?*io  mi.         L I B  R  O  S  E  T  T  I M  O.  C19 

■t^HUerfa via  procedendojdifcorreuanojchctrattandofi in quell* occafìone di    ci3   i»^ 
r>(]:émporale,&  cótentioni  modancpuo  eirercche  il  negotio  paflalfe  in  uiio>       lx  n,. 
intn*  altro  modo  :  ma  non  bifognaua  da  quefto  tirare  confeguenza,  che  con- 
arjre  l'ifteffo  fare,trattando  materia  di  fede,  o  di  riti  Ecclefiaftici  :  ma(fime,o(^ 
:[Ìto,che  nel  primo  Concilio  degli  Apoftoli ,  che  donerebbe  eflcr  norma  >  & 
ifciplare,il  decreto  non  fu  fatto,ne  da  Pietro  inprefenza  del  Concilio,  ne  da 
on  approbatione  ;  ma  fu  intitolata  l'Epiftola  co'  nomi  di  tre  gradi,  interue- 
:i  in  quella  Gongregatione,  Apoftoli,  Vecchi,&  Fratelli  :  &  Pietro  reftò  in- 
iu  >  in  quel  primo,lenza  prerogatiua.ElTempiojchcper  rantichità,&  autorità 
na,  dcbbe  leuar'  il  credito  a  tutti  quelli,che  da'  tempi  feguenti ,  etiandio  da 
infieme,poirono  efifcr  dedutti.  Et  per  qualche  giorno  in  tutto  Trento  quel 
)namentodelGieruita,peri  fbDradctti,&  altri  pontijfomminiftrò  materia 
'Iti  difcorfi,&  per  ogni  luogo  d  altro  non  fi  parlaua. 

Legati  fentiuano  diipiacere,che  quel  rimedio,applicatQda  loro  per  medici-  é»  t  Legni 
artorilfe  effetto  contrario;  vedendo  che  doueuaeirercaufa  di  far  allongar'iy^w^s»»  di/pl^ 


mal 


ielle Congrcgationi, ne fapcuano  cóme impedirgh:pcrche,hauendo quel  "''«^''^1 
a'  e  parlato  due  hore ,  &  più,  non  Ci  vedeua  come  interrompere,  chi  gli  volelFe  'S'"'f°Pp'^^ 

0  radire ,  &  maflTime  a  propria  difefa:&  intendendo,che  egli  diftendeua  il  fuo  '*         * 
il  irlo  per  darlo  fuori ,  lo  chiamarono  >&  gli  prohibirono  >  che  non  lo  com- 

11  icaflTe  con  alcuno,  per  non  dar  occafione  ad  altri  di  fcriuere  incontrariorha- 
c  lo  inanzi  gli  occhi  il  male,chc  fegu),  per  hauer  il  Catarino  dato  fuori  il  voto 
it  iella  rcfidenza,  di  doueriufcìtutto'l  male  ,che  ancora  continuaua  più  in- 
a|  iardito.Ma  egli  non  fi  potè  contenere  di  darne  copia  ad  alcuni ,  cofi  ftiman^ 
(j'honorare,&  obligareli  Pontifici)  alla  Società  fuanafcentc,  comcanco,per 
rieraie  in  fcrittura  alcuni  particolari  detti  troppo  petulantemente  in  voce. 

1  e  i  iì  accinfero  per  fcriucr  in  contrario ,  &  durò  quefto  moto, fin  tanto  che  la 
:  \ix  de'  Francefi  fece  andar'  in  obliuione  quefta  differenza  ,con  introdurne  di 

!  onfidcrabili ,  &  importanti. Si  fiequentauano  tuttauia  li  confcgli  de'  Pon-  prattlche  de 
ì  i j  contra i  Spagnuoli ,  &c  le  prattiche  apprelTo  i  Prelati  che  ftimauano poter  Pontifìcij: 
L  lagnate  :|  &  opportunamente  s'offerì  a  Legati  un  Dottore  Spagnuolo ,  co- 
r  minato  Zanel,che  gli  propofe  modi  di  metter  li  Prelati  di  quella  Natione  in 
1  fa,  &  dargli  altro  che  penl'are  :  &  gli  prefcntò  tredici  capidi  riforma ,  che  gli 
]|:auano  molto  al  viuornonpcròfene  potè  cauaril  frutto  afpettato, perche 

Ìile  riforme  riccrcauano  altre  parimente  toccanti  la  Corte ,  quali  fecero  de- 
rdal  profeguir' inanzi ,  per  non  far  fecondo  il  prouerbiojdi  perder  doi  occhi 
priuar  d'uno  l'auuerfario.  Le  prattiche  furono  tanto  fcoperte  ,  che  in  un 
juito  di  molti  Prelati,  in  cafa  degli  Ambafciaton  Francefi ,  elFendo  introdot- 
jigionamento  della  confuetudine  de'  Concili)  vecchi ,  non  feruata  in  qucftpp. 
ili  Prefidenti  del  Concilio ,  Se  gli  Ambafciatori  de'  Prencipi  diceuano  il  vo- 
sero ,  rifpofe  Lanfactutto  ad  ajta  voce ,  Cheli  Legati  diceuano  vota attricH" 
il, &  fubeniflSmo  intefo  da  tutti , che  infcriua deHeprattichc 

In  qucfti  giorni  ,  che  le  Congregationi  fi  teneuano,  prefcntò  il  Cinque  /^^^^y^^;  ^^ 
lefc  lettele  dell'  Imperatore  a'  Legati ,  doue  fcriueua ,  Che,  hauendo  cififartaLmii 
\  KKkk    iij 


^^^  6;^o  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio    i 

cio   10  '  fodisfatco  l'animo  loro  in  publicai'i  Canoni  del  Sacrificio  della  MeiTa,  fi  ^ 
^xii.      teneirerodicaminarinanzi  incorno  i  Sacramenti  dell' O  rdincj&  del  Matri  e 
nioj&in  tanto  trattalfcro  della  riforma,  rimettendo  alla  prudenza  loro  ir  « 
no  le  cofe  propofte  per  fuo  nome  >  di  trattar  quella  parte ,  che  più  loro  piac  (j 
td  anenga  del  &  jn  conformità  della  lettera ,  parlò  il  Cinque  Chiefe  ,  facendo  la  medelìm  i 
fii9  ^mb:ri-  (-hi^fta ,  inftando  >  che ,  eifendo  la  materia  dell'  Ordine  tanto  oltre ,  fi  douell  i| 
^hrmf&l  "~    i^'ieno  trattener  quella  del  Matrimonioj  accioche  tra  tanto  nella  Dieta  l'In  e 
tatore  poteife  dilporre  li  Germani  ad  andare ,  &  lottometterfi  al  Concilio  ;  q 
peroche, quando Thedefchij&Francefijreftino  nella rifolutione  loro, di  » 
voler andarui, ne riconofcaio,  vanamente  li  Padri  fi  trattengono  con  tti 
fpefa, Scontanti incommodi  :  8c quando  Sua  Maeftà  vedeià  di  nonpot(  j 
perfuadercprocureràche  il  Concilio  fi  fofpendi ,  giudicando  douer  eireiii 
feruitio  di  Dio ,  &  beneficio  della  Chiefajil  lafciar  le  cofe  indecil'e,&  nello  { < 
che  fono,  afpettado  tepo  più  opportuno  per  la  conucrfione  di  quelli  chefi  i ,( 
feparati,  che  col  precipitare,  come  fino  a  quell'hora  s'era  fatto,la  dccifione  1 
le  cofe  controuerfe ,  in  afienza  di  chi  le  ha  meilè  in  diiputa  ;  Se  fenza  alcun  b  e 
fìcio  de' Catolici, render  li Proteftanti  irreconciliabili  :  ma  in  quello  raez  i 
trattaife  della  riforma.Che  li  beni  Ecclefiaftici  fiano  diftribuitiaperfonen  i 
teuoli;&  fatta  la  parte  fua  a  tutti}  &c  le  entrate  fiano  ben  difpénfate,&  lapart  e 
poueri  non  fia  ufurpata  da  alcuno  :  &  altre  tali  cofe.Infine ,  ricercò ,  fé  anda  e 
il  Conte  di  Luna  con  titolo  d'Ambafciator  deli'  Imperatore,  cederà  la  d  ;• 
renza  di  precedenzatraSpagna,&  Francia.  I  Legati  a  quell'ultimo  rifpo)  3 
diPàm  de      C^^  "°^^  credeuano , che  reilerebbe  alcun  pretefto  a  Francefi  di  contenden  k 
legati:  quanto  alle  altre  parti ,  diifero ,  Che  non  fi-puo  lafciar  di  trattar  de'  dogmi  a 

che  ben  infieme  h  tratterà  della  riforma  gagliardamente,  feguitandol'inftii  a 
del  Concilio.Lodaronorintentione  dell' Imperatore  >  di  ricercar  che  li  Pr  .- 
ftanti  fi  fottomettino ,  non  reftando  però  d'aggiongere ,  che ,  con  quella  :• 
ranza,  non  fi  debbe  mandar  il  Concilio  in  lungo  :  perche  anco  Carlo  Imper  )■ 
re  nel  Pontificato  di  Giulio  terzo,procurò  il  medefimo,&;  l'ottenne  anco,n  b 
da'Thedefchi caminato fintamente ,  condanno  &c  della  Chiefa ,  &  dell'  In  ;■ 
ratore  medefimo.Però,nonera  giufto  che  il  Concilio  fi  moueifc  di  paffcfe  i- 
ma  l'Imperatore  non  folte  ben  certificato  dell'  animo  de'  Prencipi,  Se  pof  h 
cofi  Catolici,come  Protcftanti:&  della  qualità  dell'  obedienza ,  che  follerò  l 
prcftare  a'  decreti  ftabiliti,&  daftabilirfi m  quello  Concilio,  &  ne'pairati,ri  - 
cando  l'oiTeruanza  del  Concilio  con  mandati  authenticì  delle  terre,&  de'  P  i- 
cipi,&:  riceuendo  obligationeda  loro  dell'  efiecutione  de'  decreti,accio  le  ft  'i 
&  le  fatichcnon  folfero  vane,&  derife:&;  in  conformità  di  quello  rifpofero  :- 
co  alla  Maeftà  Cefarea. 

Il  venticinque  Ottobbre  fu  fatta  Congregatione,per  riceuer  Valentino  - 
ricettìom dell*  buto,Vefcouo  Premifienfe,Ambafciator  di  Polonia,  ilquale  feceunbreut  l- 
^mb.  Polo-  giovamento  della  deuotione  del  Rè,de' tumulti  del  Regno  per  caufa  della  r  .- 
"^'  gioncjdel  bifogno  che  vi  era  d'una  buona  riforma>3c  di  ufare  qualche  remii  )• 

nc,c  l" 


y A  Pio  un.      libro  settimo.  ^31 

jibndifcendendo  alle  richiede  de'  popoli,  nelle  cofe,  che  fono  de  iure pofitim. 
Ike  fu  rifpofto  dal  Promotoie,pcr  nome  della  Sinodo,  ringraciando  il  Rè,  & 
Ìibarciatore,&  offerendofi  in  tutti  li  feruitij  del  Regno.  Ne  permifeto  li  Le- 
II  che  in  quella  Congregatione  folFe  di  altro  tL-attato,per  la  caufa  che  difotto 

a  Corte  in  Roma,&;  li  Pontifici)  in  Trcnto,non erano  menotrauagliati  per /«''/'^^^«*'  dt 
ioleftia,che  riccueuano  da'Spagnuoli,&  adherenti  in  Concilio  ,  che  per  ^°^^2I-^ 
ijettatione  della  venuta  di  Lorena,  &  de'Francefi,  dellaquale  non  furono  concilio  del 
ir3c6moIfi,quado  vi  erafperàza  di  qualche  intoppo,che  glifermairej  come,  Lorena, 
B  )  che  andò  certa  nuoua,(?hc  egli  doueua  far'  il  giorno  di  tutti  i  Sari  col  Du- 
Sauoia.  Alla  Corte  di  Francia,prima  che  parti{re,&;  nel  viaggio  -n  diaerfi 
i(,hi,il  Cardinale,o  per  vanità,o  adilTcgno,  con  moki  s'era  lafciato  iii  rendere 
)lcr  trattar  alFai ,  &  diuerfe  cole  in  diminutione  dell'  autorità  Poniifìcale> 
)ntrarie  a  commodi  della  Corte  :lequali  rapportate  per  diuerfe  vie  a  Rq- 
\Ì5c  a  Trento ,  fecero  impresone  nell'  uno,&  l'altro  luogo  ;  che  in  gen.  rale 
[i.Tito  de'  FrancefìToire  di  poetar  in  longo  il  Coneilio:&  fecondo  le  occalìo- 
ij  dar' fcoprendo,&:  tentando  li  particolari  di Ifegnit&lhaueuano  già  conget- 
upct  credere  che  non  folte  fenza  intelligenza  dell' Imperatore^  altri  Pren- 
i|  Óc  Signori  di  Gcrraania.Et  fé  ben  fi  teneuaper  certcche  ilRè  Catolico  non 
a  Ife  intiera  intelligenza  con  qucfti,nondimeno  potenti  indici)  induccuano 
ddere,che  elfo  ancora  diffegnalTe  mandar'  in  longo  il  Concilio,  o  almeno  ^i^ualipn' 
0! io  lafciar  chiudere.Et  per  contraporfi ,  fi  penfaua  di  metter'  inanzi  gli  abufì  parano  'ga- 
:.  .cgno  di  Francia ,  &  far  paifar  alle  orecchie  degli  Ambafciatori,  che  vifla  gliardi  intof^ 
Il  ^iiio  Ai  prouederci:  imperochc  tutti  li  Prencipi,che  fanno  inftanza  òi  rifor-  P» 
Y.  la  Chiefa ,  non  vorrebbono  fentir  toccar  li  loro  abufi  :  la  onde ,  cenando  Ci 
u  cife  mano  in  cola  importante,che  a  loro  poteife  portar  pregiudicio,dcfìfte- 
:lono,&  farebbonodefiftereli  lor  Prelati  dalle  cofe  pregiudiciali  alla  Sede 
.Pcrò^palfate  qualche  mani  di  lettere  tra  Roma  &  Trento  ,  ellèndo 
buono  il  rimedio ,  furono  polli  infiemc  gli  abufi ,  che  fi  pretendeua 
rancia  principalmente  ,  &  inparte  negli  altri  dominij  :  &  di  qui  hebbe 
n  zipio  la  riforma  de'  Prencipi ,  che  nella  narratione  delle  cofe  feguenti  ci  da- 
i  anmateria.  '^ 

Ila ,  oltre  di  quefl:o,fu  giudicato  m  Roma  buon  rimedio,che  li  Legati  tron-  'J.£^°^l''\ 
y  ro  il  tanto  ardire  de' Prelati,  vfando  l'autorità,  &  fuperiorità,  più  di  quello ^.^^°Jj^^^p^{ 
h'3er  il  palfato  haueuano  fatto.Et  in  Trento  era  ftimato  buon  rimedio  ,  che  f,/,-,,, 
Jllro tenuti  uniti, ben'  edificati, &  fodisfatn  li  Prelati  amoreuoli: perche, fé 
eizrcfccHèro  i  voti  della  parte  contraria,effi  fcmpre  auanzerebbono  di  nume- 
y.:  fariano  patroni  delle  rifolutioni:&  fenza rjlpctto  fi  caminalfe  inanzi  all' 
i^dirioncper finir  il  Concilio,  o  per  foipendcrlo,o  per  trasferirlo.  Scrilfero 
'i",&  fecero  fcriuer  da  molti  de'  Prelati  Pontifici]  agli  amici,  &  patroni  loro, 
l 'orna  ,  che  miglior  nfolutione,  o  prouifione  non  fi  porrebbe  fare ,  quanto 
o'er  qualche  occafione ,  laquale  ageuolmente  fi  potrebbe  trouare,  che  la  fo-  ^ 

wfioncfoITe  ricercata  da  qualche  Psencipc  ,  non  lafciandopalfar  la  prima 


ica. 
:o 

ì-r,i 


67,1  CONCILIO  DI  TRENTO     Papa  Pio  IH 

e  I  «5  1 3    che  fi  prefentafle  ;  5^  per  quefto  effetto  dimandauano  da  Roma  diueifi  Breui 

ixii*     materia  di  tranilatione,rolpenfione,5c  altri  raodijpervalerfcne  fecondo  l'occ 

fione.  Confegliaronoanco  il  ponteficeiCheritransferiireperfonalmenteaB 

logua  :  imperoche ,  oltre  ilriceuer  più  frequenti  &  frefchi  aiiifi,  &  poter*  ini 

momento  far  le  prouifioni  occorrenti,  &  neceflàrie ,  hauerebbe  colorata  rag! 

ne,con  ogni  minima  occafionejdi  trasferir'  il  Concilio  m  quella  città,ouero 

fofpenderlo  i  auuertendo,  chcficoraeeflìdi  quefto  noncommunicauanocc' 

alcuna  col  Cardinale Madruccio ,  cofi  inRoma  non  fi  lafcialfe  penetrar  all'  ' 

recchie  del  Cardinale  di  Trento,fuo  ziojliquali,per  molti  rifpetti,  &  particol 

ri  intereflìjfi  poteua  ellèr  certo  douer  far'  ogni  ufhcio  »  accioche  non  fi  leualfe  '■ 

Trento. 

t,penfanàofer      Et,per  fermar  il  bollor  concitato  nella  controuerfia  dell'  inftitutionede'  \ 

mitre  U  bollo-  fcouijanzi  >accio  non  crefceflè  per  tanti  preparati  acontradireal  Lainez,fern 

re,  lo  eccitano  ^^^^  per  molti  giorni  di  farCongregationetmal'otio  fomentaua  le  opcnio: 

mggtomtn-  ^^  j'^Ij-j-q  fi  fentiua  parlar  in  ogni  canto  j  &c  li  Spagnuoli  fi  trouauano  fpelfo  i 

fieme  j  con  loro  adhercnti ,  fopra  quefta  trattatione ,  &  quafi  ogni  giorno  tr 

quattro  di  loro  andauano  a  ritrouar  alcuno  de'  Legati,  per  rinouar  i'mftanza. 

un  giorno ,  hauendo  il  Vefcouo  di  Guadix,con  altri  quattro,dopo  la  jpropol 

aggionto,  chcficome  confeifanano  che  la  giurifdittione  appartenelle  al  Pa 

coli  fi  cpntentauano,  che  fi  aggiongelTe  nel  Canone  :  credettero  li  Legati,  di 

Spagnuoli,riconolciuti,volcnero  confeirare  tutta  la  giurifdittione  elfer  nel) 

pa,oc  da  lui  deriuare  :ma,quando  furono  a  voler  maggior  dichiaratione,  di 

quel  Vefcouo,C he,  ficome  un  Prencipe  inftituifce  nella  città  il  giudice  di  prii 

inftanza,&  il  giudice  d'appellatione  j  ilquale,fe  ben'  è  fuperiore ,  non  può  pt 

leuar  l'autorità  dell'  altro,ne  occupargli  li  cafi  a  lui  fpettanti  ;  cofi  Chrifto,  n 

la  Chiefa ,  haueua  inftituito  tutti  li  Vefcoui,  &  il  Pontefice  fuperiore,  nelc^ 

era  la  fuprema  giurifdittione  Ecclefiaftica,  ma  non  fi,  che  gli  altrinon  haueil( 

lapropria  dependente  da  folo  Chrifto.  Il  Cinque  Chiefe  fi  doleua  con  ciafi 

no ,  che  fi  perdefte  tanto  tempo  fcnza  far  Congregatione ,  ilquale  s'haueret 

potuto  fpender  vtilmcnte,  fc  li  Legati  a  ftudio,tecondo  il  loro  folito,  non  lo 

IcialTero  perdere,perdarli  capi  della  riforma  folo  l'ultimo  giorno,  a  fine  din 

lafciar  fpacio  che  fi  polTa  far  confidcratione,ne  meno  parlargli  fopra.  Mali  1 

gatinonftauano  in  otio  eflì ,  penfando  tuttauia  di  trouar  qualche  forma  a  qi 

Canone,  chepoteireefterriceuuta,  &  mutandole  anco  più  d'una  volta  al  gi' 

no  :  lequali  formule  andando  attorno,  &  moftrando  la  titubationede'Lcg; 

non  folo  li  Spagnuoli  prendeuano  animo  di  perfeuerar  nella  loro  opcnione, 

di  parlar'  anco  con  maggior  libertà  ;  tanto  che  in  congrelfo  di  gran  numero 

PrelatijSegouianonhebberifpettodidire  ,  Che  una  parola  voleua  elTerca  i 

della  ruina  della  Chiefa. 

Erano  paflati  fette  giorni  fenza  alcuna  Congregatione ,  quando  il  dì  tre  i 

tfifannorair  OttobbrceffendoliLegati  in  confultatione,come  negli  altri  giorni  inanzi,t  • 

M^Mk'^    ti  li  Spagnuoli,infieme  con  alcuni  altri,ricercarono  audienza,  &  fecero  di  m  ' 

uo  inftania  che  fi  definilTe  i'inftitutione ,  ^  fuperiorità  de'  Vcfcoui de  ture  d,  - 


,»A  PioIIir.  LIBRO   SETTIMO.  G^  

;  giongcndcchcfe non  fi  faceirc/ì  mancherebbe  di  quello,  che  e giufto,&  ci3  u 
diano  in  quefti  tempi,pcrdilucidacione  della  verità  Gatoiica,&  proteftàdo  lxii. 
I  a  inceruenire più,ne  in  Congregadone,ne  in  Seflìone.  Ilche  udito  da  moi- 
.^  lati  Italianijconcertati  infìeme  in  cafa  del  Cardinale  Simoneta,  nella  Ca- 
r  òi^i  Giulio  Simoneta, Vefcouo  di  Pefcara,  la  mattina feguente  fi  prefentaro- 
;  Legati  tre  Patriarchi,reiArciuercoui,&  undici  Vefcoui,  con  richieda,  che 
l  aiione  non  foCTe  pofto  la  fuperiorità  elFer  de  ture  amino ,  elTendo  cofa  am- 
ila, indecente  che  ellì  medefimi  facelfero  fentenza  in  propria  caura,&:per- 
E  i  maggior  parte  non  la  vokuano:&  che  l'inftitutione  non  folfe  dichiarata 
ne  diurno  t  per  non  daroccafione  di  parlar  della  poteftà  del  pontefice ,  la- 
i/oleuano  ,  &:  doueuano  confermare.  Ilche  publicato  per  Trento ,  diede 
e  :ia  di  parlare,  che  li  medefimi  Legati  hauclfcro  procurata  qucfta  inftanza: 
d  dopo  il  Vcfprosfe  ne  ridulfe  maggior  numero  in  Sacriftia  a  fauore  dell'  o- 
1  ncSpagnuola,  &  altri  in  cafa  del  Vefcouo  di  Modena  per  la  medefimaj& 
1  A.rciueIiouo  d'Otranto,&  con  quelli  di  Taranto,^  di  Rofano ,  oc  col  Ve- 
i  di  Parma,  fifecero  quattro  altre  ridottioni  di  Pontifici)  ;  &  il  tumulto 
s  canto  inanzi ,  che  li  Legati  hcbbero  dubbio  di  qualche  fcandalo  j  &  giù- 
a)no  neceffatiojnonpcnfareapoter  far  laSeflìone  al  tempo  dilfcgnatoimaj 
ri  che  venir  alla  rifoiutionedi  queirArticolc»,cheeracaulàdi.tantomot05 
j:  lai-  fopra  li  capi  della  dottrina,&  proponer  qualche  cofadi  riforma  :  la- 
1  ndofi  fpeifo  Simoneta,cheerapGco  aiutato  da  Mantoua,&:  da  Seripando: 
■j  bcnfaceuano  qualche  opera,  non  poteuano  però  a  fatto  occultarli  loro 
[  fccojcheinclinaua  agli  auuerfarij. 

\  mero IctterecredentialidelMarchefediPefcaraa' principali  Prelati Spa- ,;/  Pgflxrit  hf 
1  i,concommi{lìone  al  fuoSecretario,  di  far  gagliardi  uftìcij  con  loro  y  aii-  damo  tema 
t  idogli  di  non  toccar  cofa  di  pregiudicio  alla  Santa  Sede  ,  conacceitargli,  di  dìjfuadtre 
:  Rcnefentirebbegrandifpiacerc&ncfeguirebbono  etiandio  pregiudici  S^'-^-f^'S"»**''*» 
I  ia'  luoi  Regni:&  che  non  fi  poteua  afpettar  dalla  prudenza  loto,  che  fa- 
.(  )  iilolatione  in  alcun  patticolarc,  non  fapendo  prima  la  volontà  di  Sua 
e  à:dandogli  anco  ordine  d'auifarlojfe  alcuno  de' Prelati  facelfepocaftima 
r  jucrtimentojo  fofie  renitente neircireguirloiefièndo  mente  del  Rc|,che 
V.  uniti  in  deuotione  diSuaSantità:&:  occorrendo, gli  (pedifca  corrierief- 
(;  Guanatajuno  di  q.uelli,rafpale  ,  Non  hauer  hauuto  mai  intentione  di  dir 
a  Dutra  il  Pontefice,&  hauer  giudicatcche  quanto  diceua  per  l'autorità  de* 
kuijfoire  a  beneficio  di  Sua  Santità,  tenendo  per  certo  ,  chcdiminuendofi 
lirica  loro,fi  doueile  diminuir  l'ubedienza  alla  Santa  Sede  :  benché  cgli,pcr 
u  vecchiezza,  fappia  non  douerfi  trouar  a  quel  tempo:  che  l'opinione  lua 
(.colica,per  quale  hauerebbe  fofferto  di  morire :che,vedcndo  tanta  con- 
D  :à,ftaua  mal  volontieri  in  Trento,afpettando  poco  frutto  :  Se  che  per  ciò 
i(  a  dimandato  licenza  a  Sua  Santità,^:  aSua  Maeftà,  defidcrando  molto  di 
)i  arfcne:che  nel  fuo  partir  di  Spagna  non  haueua  riceuuto  altro  comman- 
n ICO  dalRè,&  da' fuoi  Miniftri,  fenon  d'hauer  mira  al  ieruitio  diuino, & 
i  liete  5c  riforma  della  Chiefaiaichc  anco  femprc  haueua  mirato:  che  cicdc- 

LLll 


^34  CONCILIO   DI  TRENTO       Papa  Pio  IH] 

ciò   lO    uajnonhaiicriontrauenuto  alla  volontà  del  Rèjfe  beniion  faceua  profeflìon 
ixii.      dipenecrarlacmabenfapeuajche  li  Prencipùquando fono  ricercati, & maflìiT 
daMiniftrijfacilmente  compiacciono  di  parole  generali.  Segouia  anco  rifpof; 
l'animo  Tuo  mai  eifere  ftato  di  dir  cofa  alcuna  in  dilTeruitio  di  Sua  Santità  ,  n 
che  non  poteua  più  ridirfijtenendo  d'hauer  detto  verità  Catolica  j  ne  poteua  d 
più  di  quello  che  haueua  detto^non  hauendo  dopo,ne  più  vifto,ne  ftudiato  alt 
cofa  intorno  tal  materia.Si  ritirarono  poi  tutti  infieme ,  &  fpedirono  alla  Cor 
un  dottore  famigliare  di  Segouia,con  inftruttione  d'informar  Sua  Maeftà  >  ci  ; 
nonpoteuano  elfer  riprefi,  ne  eflì,  ne  altri  Prelati ,  fenon  fapeuano  (ccondar 
peniieridi  Roma; perche  non  potcuanoproponer  cofa  alcuna, ma  folo  dir 
parer  proprio  fopra  le  cofc  propofte  da'  Legati,come  ben  era  noto  a  Sua  Maef 
che  fai-cbbe  cofa  troppo  ardua ,  volergli  interrogare ,  &  obligargli  a  rifponci 
contra  quello,chein  cofcienzafentonorelTerfìcuri,  che  ofFenderebbonoD  , 
5c  Sua  Maeftà,  quando  altrimenti  facelTero  :  non  poter  eifcr  riprefi  del  parlai 
tempeftiuojnonefTendopropoftajmarifpofta:  quando  in  alcuna  cofahabbia 
commclfo  errore,eiIèr  pronti  a  correggerloifecondo  il  commandamento  di  S , 
Maeftà:  ma  hauerparlato  fecondo  la  dottrina  Catolica,in  termini  tanto  chi: , 
che  fono  certi  tutto  douer  elfer  approbato  da  lei,fupplicandola  degnarfi  d'afe 
targli,prima  che  far  di  loro  alcun  flniftro  concetto. 

Nons'ingannauano  que'  Prelati ,  credendo  che  procedeife  più  da'Minif . 
che  dal  Rè.Imperoche  il  Cardinale  Simoneta  fece  ufficio  in  quefto  tempo  i  • 
defìmo  con  un'  altro  Spagnuolo,Secretario  del  Conte  di  Luna ,  perfuadendc  » 
che,douendo  eftb  Conte  interuenir' al  Concilio, era neceifario  che  vi  and;  : 
preparato  a  tener  que' Prelati  in  ufficio  :  altrimenti  ne  feguirebbe,  non  folo  j  ■ 
giudicio  alla  Chiefa  di  Dio,ma  anco  a  Regni  di  Sua  Maeftà,  elTendo  il  princi  l 
loro  intento  d'aifumerfi  ogni  autorità,  &  hauer  nelle  loro  Chiefe  libera  am:  • 
niftratione:&  perfuafe  anco  ilSecretario  del  Pefcara  d'andar  incontro  al  Lu  i 
&  informarlo  de'  dilTegnij^  audacia  de'  Prelati  medefimiiSt  perfuaderlo ,  ci:  l 
reprimergli  folte  feruitio  del  Rè.  Et  il  Cardinale  Varmienfe  fcriife  una  loi  i 
lettera  al  P.  Canifìo  alla  Corte  Cefarea  in  conformità,accio  facelfe  l'ifteffo  i  • 
ciò  col  medefìmo  Conte. 
firimmfu  la  j)^^ ^  f^QJ.j  j^  dottrina,tratta  da'  pareri  detti  nelle  Congregationi  inanzi ,  • 
^"^  '  nuouo  Ci  comminciarono  a  dire  i  voti  fopra  di  quella  addì  tre  del  mefe  di  T-  • 
uembre:ma  inanzi,  il  Cardinale  Simoneta  ammonì  lifuoi  a  parlar  riferua  ■ 
mente,&:  non  fcorrere  in  parole  irritatine ,  poiché  quel  tempo  ricercaua  i 
tofto  che  gli  animi  fi  addolcilTero.Ma,  hauendofì  per  tre  giorni  parlato  di  qi  - 
la,  Se  per  la  conneflìone  delle  materie  ritornandoiì  fpello  nella  controuer  » 
penfarono  li  Legati  efter  necelTario  proponer  anco  alcuna  cofa  di  rifori  ; 
maflSmcpercheauuicinandofìliFranceiìjil  Vefcouodi  Parigi  andauapubli  ■ 
mente  dicendo  ,  che  farebbe  tempo  di  dargli  principio,  con  fodisfattione  de  t 
nation  Francefe  ,  &  delle  altre ,  deputando  Prelati  di  ciafcuna ,  che  haueflei  i 
confiderar  i  bifogni  di  quei  paefi ,  non  potendo  gì'  Italiani ,  ne  in  Trento ,  ne  i 
Roma»  fapergli  :  che  fino  all'  hora,non  s'era facta  riformatione  akuna^tenenc  - 


piPAPioIIir.         LIBRO    SETTIMO.  %___ 

^er  nullo  quello  che  già  era  ftatuico:ma  i  Legati,doucndo  propone!*  rif0i-ma>    ciò   io~ 
gidicaiononeccilàrio,  per  non  dar  occafioneà  molti  inconuenienti,  incoiti-      lxii, 
rr'iciar  dalla  Relìdenza. 

Già  è  ftato  narrato  quello,  che  il  Pontefice  fcriire  in  queftamateria,dopo  il-  eJttramgUaé 
:l  1  Legati,&  gli  adherenti,furono  in  continuato  penfìero  di  formar  un  decre-  •^'""*  *'*f''«**' 
:(  :hc  poteife  fatisfar  al  Pontefice,  hau^ndo  anco  rifguardo  alla  promefla  fatta 
X  rclati  dal  Cardinal  di  Mantoua.  Perche  il  proponer  alla  prnna  di  rimetter'  al 
P  )a,pareua  contrario  a  quella  promi{none,&:  vi  era  gran  diiEcoltà  che  decreto 
o:  porre  ;  alqual  fé  folTe  ftato  pofto  difficoltà ,  fipotelle  voltar' al  negotio  diri- 
r  :tcrlo.Fecero  fcandaglio  di  quelli ,  che  s'hanerebbono  potuto  tirar  nella  re- 
;t  rione,&  de'  totalmente  contrari):  &  trouarono  il  Concilio  in  tre  parti  quafi 
?,  i  diuifo  :  in  quefte  due,  &"  in  una  terza,  che  hauerebbe  voluto  la  difinitione 
;r  Concilio,  lenza  ofFefa  di  Sua  Santità,  de'  quali  vi  era  fperanza  far  guadagno 
il  a  maggior  parte,&:  fuperar  gli  auuerfarij.  Fecero  il  ripartimento ,  de  furono 
r]  affici  j  cofi  efficaci,che,  oltra  gli  altri,guadagnarono  fette  Spagnuoli,tra'qua- 
1  irono  Aftorga ,  Salamanca  ,Tortofa,  Pati,  6c  Elna,adoperandofi  gagliarda- 
1  lite  in  quefto  il  Vefcouo  di  Macera. 

C^attro  partiti  furono  propofti  per  venir  all'  elFec utione  ;  l'uno,  un  decreto 

:i  i  Ioli  premij,&  penerl'alrrojche  molti  Prelati  facefiero  inftanza  a  Legati,chc 

hgotio  folle  rimelTo  al  Papa,&  quefta  richiefta  folFe  letta  in  Congregatione, 

andò  che,  per  le  prattiche,  tanti  vi  fi  doueifero  accoftare,che  il  numero  paf- 

:la  metà  :  il  terzo,che  li  Legati  proponeiTero  la  remilTione  in  Congregatio- 

il  quarto,che,fenza  altro  dire,il  Pontefice  faceireuna  gagliarda  prouifione9 

lale immediate  fiftampaife,  6^:publicaireperogni  parte  inanzi  laSefllone: 

cofi  i  contrarij,preuenuti,farebbono  coftretti  contentarfi.    Al  primo  s'op- 

leua ,  che  farebbono  ftati  contrari)  tutti  quelli ,  che  hanno  dimandato  la  di- 

aratione  de  ture  dmincdc  ftimeranno  li  premi),  &c  pene,  non  poter  far'  effetto 

co  efficacc,quanto  la  dichiaratione  ;  maflìme ,  efTendoui  già  decreti  de'  Con- 

j,&  de'  Pontcfici,non  mai  ftati  ftimati.  Vi  farebbe  anco  differenza ,  nel  fta- 

:  le  pene,&  i  premi).    I  Prelati  faranno  dimande  impertinenti  ;  vorranno  la 

latione  de'  Beneficij,aImeno  Gurati:dimanderanno  l'abolitione  de'Priuilegij 

Regolari,t5c  altre  cofe  efibrbitanti  :  &  fi  ftarà  fcmpre  in  pericolo  di ;nutatio- 

,  dopo  la  propofta,  fin  che  fia  pafiata  in  Seflìone:  &c  malTime,  venendo  li  Fran- 

ijche  potriano  dimandar  di  ritrattarlo.      Al  fecondo  era  oppofto ,  che  non 

merebbe  potuto  eireguirfenza  ftrepito ,  nel  ridur  li  Prelati  infieme  afar'  in- 

iza  :  che  quelli,che  non  follerò  chiamati,fi  fdegnerebbono ,  &c  piegherebbo- 

alla  parte  contraria:  che  li  contrari)  farebbono  anco  eflì  unioni.  Oc  ftrepito, 

fi  lamenterebbono  delle  prattiche.  Al  terzo  s'opponeua,chc  gli  auuerfarij 

ebbono,non  efter  ftato  aifentito  volontariamente ,  ma,per  non  moftrarfi  dif- 

enti  di  Sua  Beatitudine  >  &  per  non  eircrci  libertà  di  parlare  :  8c  fé  non  foife 

afentitOjfarebbe  un  hauer  pofto  in  dubio  l'autorità  Pontificia:fenza  che,anco 

(irebbe,  che  queftaremiflìone  folfe  ftata  bramata  da  Sua  Santità.    Al  quarto 

pponeua,che,  non  leggendo  in  Concilio  la  Bolla  del  Pontefice,  fi  daua  occa- 

LLll     i] 


^3^  CONCILIO   DI  TRENTO  PapaPioUI 

ci3  i3  iìone  a  Padri  di  dimandar  tuttauia  la  defìnitione;  &lcggendola,anco  fi  potei 
jLXii..  temere ,  cke  alcuni  poteirero  dimandar  proiiifione  maggiore ,  &c  il  tutto  riu{  • 
rebbe  con  poca  dcgnità.Ma,vedendo  tante  difficoltà ,andauanoj)ortando  il  i  • 
gotioinanziyfebenconpocafbdisfattioncimiuerraleyeiTendoagiàpublicat 
che  fé  ne  doueua  parlare.Finalmente  ,.coftretti  diEifoluerfìjil  g.iorno  de'  fei  K . 
uembre,abbracciato  ilpartito  di  proponer  un  decreto  con  premio ,  &c  pene,  e . 
pò  hauer  parlato  alquanti  Padri  fopra  la  materia  corrente ,  il  Cardinal  di  M:  • 
touascoii  deftrej&  accommodate parole,  lopropofejdicendo  in  foftanza,  C  : 
era  cofa  neceCariajricercata  da  tutti  li  Prencipi>  &  llmpeKatore  ne  haueila  m  - 
te  voke  fatto  inftanza ,  Se  dolutoli  che  non  folFe  efpedito  quella  capo  ima  . 
diare,&  die  coli'  hauerfi  occupato  in  vane  queItioni>,chc  nonàmportano  al  . 
fojs'habbia  differita  la  conclusone  principale  :  che  quefta  none  materia,  e  : 
habbia bifogno di difputa,  ma folo ditrouarmodo  comecifeguir  quello>c ^ 
ciatcuno  giudica  necdfario.-che  il  RèCatolico,»5i  il  Chriftianilfimojhaueua  > 
fatto  inftanza  del  medermo,&;  che  tutto'l popolo Chriftiano^eUderaua ve  t 
la.  prouifìone  :  che  in  tempo  di  Paolo.  terzo.(lparlò>in  quefta  materia,  &  pò  > 
pertinentemente  da  alcuni  fupaftatoin  fuperflue  queftioni  ,lequali  prude;  • 
mente  furono  melFe  in  filencio  ali^iora  :  per  le  medeiìmeragioni£  vede  non  • 
fer  bifogno  di  trattar  adelTo  altro,  che  quello  che  nel  Decreto  è  propofto  :  &  t 
le  alax  cofe  diire,  che  H. erano  confermati  col  parlar  dell' Ambafciatore  Lanl , 
ilquale,  con  buone  ragioni  :.molte.  volte  haueuadimoftratQjnondouerfi  al  i 
ricercare  >  fenon  che  la  refidenzaiIfaccia>non  importando  di  fapcr  di  onde  j  • 
bligo  venga.  Nel  Decreto,  trale  altre  particole, vi  cra,,che  li  Veicoui  refide  i 
non  follerò  tenuti  a  pagar  decimc,fuflìdij,o  qualonq^Lie  altro  granarne,,  impo  > 
con  quali!  voglia  aiito,rità,etiandioadinftanzade'Rè,&  Prencipi.  Quefto  p  • 
ricolare  molle  grandemente  tutti  gli  Ambafciatori.  Ma  Lanfac,  diflìmulan. , 
lì  dolfe  col  Cardinale  diMantoua,  che  l'hauellè  nominato  fenza  hauerglic  ; 
fatto  motto  primar  concedendo  d'hauer  parlato  con  elFolui  in  quel  tenore  ;  i  , 
come  amico  particolare,  &  non  come  Ambafciatore  :  &c  per  far  la  fua  quei  , 
più  grane, vi  aggionfe  dolerli  ancorché  hauelTe  nominato  il.Catolico  inanz  > 
Chriftianiflìmo.  Delle  decime  non  dilTe  altro,  fperando  col  motto  da  luifat  . 
èc  con  qualche  oppoiltione,che  hauerebbono, fatto  li  fautori  àdIpudmnH,\ 
ter  impedir  quella  forma  Ai  decreto,.  Il  Cinque  Chiefe  ancora  non  pafsò 
inanzìjfenon  che  difte  ,  Non  creder  che  la  mente  dell'Imperatore  folfe 
Cardinale  propofe.  Ma  il  Secretarlo  del  Marchefe  di  Pefcara  ricercò  aperta 
te,che  le  parole  s'accommodairero  in  modo,che  non  pregiudicalleroalla  g 
fatta  dal  Ponteiice  aSuaMaeftàCatolica  per  il  fuUìdio  delle  Galere.  Crederi 
ro  li  Legati  con  quefto  hauer  guadagnato  l'animo  de'  Prelati  :  ma  quelli ,  do] 
intefa  l'eccetiione  per  Spagna,  incominciarono  tra  loro  dire>cheleglivolei 
far  gratia  di  quello,che  non  fé  gli  poteua  concedere  :  perche  in  Spagna  ,  & 
Francia,&  fotto  qualonque altro  Prencipe,farebbonoftaticaftretti  pagare  : 
s^nconello  ftato  delia  Chiefa^con  uno  Non  Objkntibmi  la  gratia  gU  farebbe  re 
vana,. 


1 

comi 
mt 


Pio  IIIL  L  I  B  R  O  S  E  T  T  I  M  O.  l^-j 

;iorno feguentcdalla  Refidenzafi  pafsò  nell'Ordine  Epifcopale.  Ec  ha     cio  i3 
) Segouia replicatojche  rinffitutione  de'  Vefcoui àe  ture dmino  fu  a'atcata>      l x i r. 
)luca  nel  medefìmo  Concilio  nel  tempo  di  Giulio  terzo ,  con  approbatio-  P  "^ìene  aW 
:ucti>  &  che  egli  ne  haueua detto  laiuafentenza ,  &  fpecificò  il  giorno,&  ^"pi^tiont 
i,quando  ciò  fu  :  il  Cardinale  di  Mantoua  fece  pigliar  gli  Atti  di  quel  tem-  '^\y^f^°^*  »  * 
legger  dal  Secretario  quello ,  che  fu  definito  all'hora  per  puWicare ,  dan- 1^}, ^^^'^  "^ 
cfpohtione ,  per  laquale  concludeua ,  che  non  fu  ne  decifo^ne  eiIàininato>. 
5pofto,nel  modojche  da  Segouia  era  ftato  detto.    Alche  replicando  quel 
lUO,  fé  ben  con  parole  in  apparenza  riuerenti  >  l'uccelfero  tante  replichej. 
muenne  finir  la  Congregatione.  Et,  perche  defiderarà  forfè  alcuno  d'in- 
:e,qual  di  loroparlaua  con  fondamcntOj  l'ara  a  propofito  portar  qui  quel- 
:  all'hora  fudecifo  nelle  Congregationij  fé  ben  non  publicato  in  Seflione 
repentina  dilFolutionc  del  Concilio,a  fuo  luogo>narrata.  Furono  all'hora 
Dfti  tre  capi  della  dottrina  :  iltet;zo  dc'qualicrainfcritto,  Della  Hierar- 
c  della  difterenzade'  Vefcoui  &  Preti:&  hauendo  della  Hieurchia  ionga- 
padatojdice  poi  cofi  di  parola  inparola,tradotto  di  Lziino  Jnjègfia  okra^ 
'>mtaStmdoimn  douer  ejfer  afcoltnti  ^uelliiche  dicono i  Vefcoui  non  effer  inHi- 
re  Diuino:  conjbindo  mamfÈjhme.nte  dalle  lettere  Euangeltcheiche  ChrifioiSi^  \ 

ìiro ,  e(fo  mede/imo  ha  chiamato  gli  (tApofioH  ,  (^  promojjigli  ai  grado  dell* 
olatOy  in  luogo  de  cjualtfonojìihrogati  li  Vefcoui  :  ne  cidehbevenirm  penjtero». 
'[io-,coJi  necejfarioiij;' eminente  gradoijia  (iato  introdotta'  nella  Chiefaper  huma- 
tutione  :  perche  farebbe  un  detrahere  ò^  vilipender  la  prouidenz.a  dinina ,  ch& 
fé  nelle  cofe  più  nobili. Q^^t  erano  le  parole  del  capo  della  dottrina.  Furo- 
:o  notati  otto  Canoni  jl'ottaiio  de'quali  diceua>  Chidiràj^he  i  VeIcoui> 
■.no  inftituiti  iure  dmino»  o  non  fiano  fuperiori  a'  Preti ,  o  non  habbiano- 
ridiordinare  j.aquellacorapetifcaancoa!  Pretijiìa  Anathema..  Ognuna 
upato  d'una  opcnione>laxitrouain  tutto  quello  chclegge,^  non  è  ma- 
a  >  fé  quelli  doi  Prelati  ciafcuno  trouaua  la  fua nelle  mcdefime  parole»: 
;h  pontifici]  intendeuanoeffer  dette  della  fola  poteftà  dell' Ordine:  &  lì, 
jolijdi  tuttajche  comprende  l'Ordine,  OC  la  Giurifdittione  :  quantonquc 
de' Pontifici]  crcdelfcro che  MantoUvi>  ftudiofamente  fingendo  difcntic 
ialcrijfaceire  legger  la  delibcratione  vecchia,  non  per  CGuifermarc  la  prò- 
itenza,nialaSpagnuola,cheegli  fentiua  in  fecreto. 

ndo  il  Cardinale  di  Lorena  entrato  in  Italia,  il  pontefice  non  potè  negar  Lorena  ^^ 
:e£di  fare  che  foireafpcttato,&  fcrilFe  a  Trento  che  iaSeflìone  folle  mo-f^tfoir^Trtmot 
i;  non  però  tanto,che  ufcilTe  fuori  il  mefe  Noucmbre  :  8c  hauendo  li  Le- 
ifojche  ilCardinale  htroiiaua  fui  Lago  di  Garda ,  nella  Congrrgatione 
e  Nouembre,propofe  il  Cardinal  di  Mantoua  di  ditìfcrir  la  Seflìone  fino 
fcidel  medefimo  mefe.  Ilche  non  fapendo  Lorena,  mandò  inanzi  Carl#. 
(fi,  Vefcouo  di  Montefiafcone  ,&  (criirc  anco  lettere  a' Legati,Ghe,  pia-^ 
oroafjpettarlo  ,  farebbe  in  pochi  giorni  in  Trento:  6c  cffirifolfero  di. 
più  Congregationcfino  alla  venuta  fua,  per  dargli  maggior  fodisfartio- 
liiiil  Yefcouo  fudettOache  quello  Catdmak  in  tutti  li  fuoi  ragionamenti; 
^  LLli     iij. 


638  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio 

ci3  iD    mofti'aiia  andar  con  buona  intencio  ne  ,  volendo  anco  mandar  a  Sua  Sant 
LXi  I.     voti  fuoùaccio  gli  potelfe  vedere.  Che  li  Prelati  di  (uà  compagnia  andauan^ 
feruitio  di  Dioj&:  con  buon  animo  verfo  la  Sede  Apoftolica  ;  &c  fperauala  j 
ta  de'  Francefi  douer  caufare  concordia  nel  Concilio  ,  &  douer  elTcr  cau 
far'  attender  fruttuolamente  allarifoi,'ma,renza  hauer  rilpetto  alcuno  agi'  ii 
cfTì  propri  :  &  altre  tali  cofc,  icquali,  fé  ben  teftificate  dal  Graffi',  &  conferì 
dall' AmbafciatorFerrier  ,  però  da' Pontifici)  erano  credute  per  folocon 
mento  j  ma  non  ad  eftetto  di  tralafciar  d'ufare  tutti  li  rimedij  dilTegnati , 
Trento,&  in  Roma. 
•vi  giunge  in        Entrò  il  Cardinale  in  Trento ,  incontrato  un  miglio  difcofto  dal  Card 
^»  Madruccio  con  molti  Prelati ,  Se  alla  porta  della  Città  da  tutti  li  Legati,  d 

quale  fino  alla  cafa  del  Tuo  alloggiamento,fu  accompagnato.  Caualcò  inm 
de'  Cardinali  di  Mantoua,&  Scripando:  ilquale  honore  credettero  eller  ne( 
rio  fargli,poiclie  il  medefimo  gli  fu  fatto  da  Montc,&  Santa  Crocejall'hoi; 
gati  in  Bologna ,  nel  tempo  che  il  Concilio  era  in  quella  città,&  egli  and 
tratta  co  Le-  j^^^^^  ^  pigliar'  il  Capello.  Egli  la  fera  andò  à  vifitar  il  Cardinale  di  Manto 
**"*  il  giorno  feguente  alla  audienza  de'  Legati,  infieme  con  gli  Ambafciatori  ' 

fac,&:  Ferrier.  Prefenrò  le  lettere  del  Rè,dirette  al  Concilio ,  &:  vi  fece  fop  j 
longo  ragionamento ,  moftrandofi  inclinato  al  feruitio  della  Sede  Apoft( 
promettendo  diparticipar  tutti  li  diifegnifuói  col  Pontefice,^  con  effiL 
ne  voler  ricercar  cofaalcuna,fcnon  con  buona  fatisfattionediSuaSantit. 
ftrò  di  non  voler  elfer  curiofo  in  queftioni  inutili,foggiongendo,che  le  du( 
trouerfie  dell'  Inftitutione  de' Vefcoui ,  oc  Refidenza  ,  dcllequali  fi  ragi(  li 
in  ogni  parte,  ficome  haueuano  diminuito  dell'  autorità  del  Concilio ,  c( 
ueuano  anco  leuato  alfai  della  buona  opinione  ,  che  ne  haueua  il  moni 
quanto  a  fcdilfe  eiTcr  più  inclinato  all'  opinione ,  che  le  afferma  de  iureL 
nondimeno,quando  ancofoflerocertiflìme,  non  vedeuaneceffità,  neopj 
nità,di  venirne  alladichiarationej  che  il  fine  del  Concilio  doueua  elfer  di 
alla  Chiefa  quelli,che  fi  erano  feparati  i  che  egli  era  flato  a  parlamento  ce 
teftanti,&:  non  gli  haueua  trouati  tanto  differenti,  che  non  fipoteflero  a( 
modare,quando  fi  leuaffero  gli  abufi  :  $c  nilfun  tempo  elfer  più  opportune 
quiftargli  di  quello,  fapcndofi  certo ,  che  non  furono  mai  tanto  uniti  all'] 
ratore  quanto  all'hora.     Che  molti  d'eflì ,  &  fpecificatamente  il  Duca  di 
tembcrg,  erano  di  volontà  d'interuenir'  al  Concilio:  ma  era  necelfario 
fodisfattione  con  un  principio  di  riforma  :  nelche  il  feruitio  di  Diorice 
che  Sue  Signorie  Illuftriflime  s'occupaffero.     Narrò  il  defiderio  del  Rè: 
prouedeife  albifogno  de'fuoi  popoli  con  opportuni  rimedij  ;poiche,  fic< 
prefcnte  s'haueua  guerra  con  gli  Vgonotti ,  quando  non  fi  rimediaffe  agli  '» 
s'4iauerebbc  hauuto  che  fare  maggiormente  co'  Catolici ,  l'ubedienza  de  U£ 
fi  farebbe  perduta.     Che  quelle  erano  lecaufe,  perche  laMaeflà  fua  l'I 
mandato  al  Concilio.    Si  dolfe,  che  di  tutta  la  fomma  del  danaro,  prome  , 
impreftito  dal  Pontefice  al  Rè,non  s'era  potuto  valer  più  che  di  venticinc  .'ff 
la  Icudij  fborfati  dal  Catjiinale  di  Ferrara, per  leconditionipoftene'm^^^' 


A  Pio  1111.  LIBRO     SETTIMO.  ^35) 

lonfipoceirero  efllggercfenonfotto  certe  conditioni,cli  leuar le Pragmati- 
àli  tutti  li  Pailamcnti  del  Regno  ;  cofa  di  tanta  difficoltà ,  che  leuaua  la  fpe- 
[  idipotcrfipreualere  pur  d'un  denaro.In  fine  difeche  haueua  portato  nuo- 
iftruttioniagli  Ambalciatorij&peròi  quando  hauelFe  parlato  alla  Sinodo 
}.  prima  Congregatione  pernomedclRè,  all'  inanzinonhauerebbe  attefo 
ricche  a  direi  luoi  voti  liberamente,  come  Arciuefcouo,  non  volendoli 
e  mettere  nelle  cofe  delRegncmalafciarne  la  cura  a  loro, 
i  nfpofto  da'  Legati,{enza  altra  confultatione  tra  loro ,  fecondo  che  a  ciaf-  '" W'  i^'f*- 
I  meglio  paruejodando  la  Tua  pictà,»3«:deuotioneverro  la  Sede  Apoftolica,  ^""^"^^  '" 
(crendohelli  ancora  di  communicar  con  lui  tutti  inegoti|.Gli  narrarono  la  y^/,- 
ailiflìmapatienzajdaloro  ufatajin  tolerar  la  libertà,anzi  licenza  del  dire  de' 
t  .ti,che  erano  andati  vagando  con  muouere  nuouc  queftioni.Imperòj  elFen- 
I  )ra  Sua  Signoria  lUuftriflìma  unita  con  loro,non  dubitauano  col  Tuo  auifo 
|i  :  leuar  quella  tanta  licenza3&  componer  anco,col  fuo  aiuto,  &  mezzo,  le 
enze  nate,&  nel  proceder  all'  auuenire ,  caminar  con  tanto  decoro,chc  il 
io  nefoireperriceuer'  altretantaedificatione, quanto  di  non  buona opi- 
:  haueua  concetto.Che  de'  Proteilanti  era  troppo  nota  la  mala  volontà ,  & 
dofimoftranonon  alieni  dalla  coiicordia,air  horaapuntos'hadadubita- 
:  machinino  nuoue  occafioni  di  maggior  difcordia.   Eller  cofa  certa  ,  che 
D  dimandato  Concilio,  penfando  che  gli  douefle  eifer  negato,&  nel  mede- 
tempo  che  lorichiedeuano ,  con  ognilbllecitudine  vi  metteuano  impedi- 
i:&  al  prefente  quelli,che  fono  ridotti  in  Francfort,fanno  ogni  opera,che 
recedi  ii1anzi,&  ii  faticano  apprcifo  l'Imperatorcper  interporgli  qualche 
Hlimento.Che  odiano  il  nome  del  Concilio,  non  meno  che  del  Pontefice^ 
:  il  palfato  fé  ne  fono  valuti,  fenon  a  fine  di  coprire,&  fcufare  laloroapo- 
dalla  Sede  Apollolica:  però  non  conueniua  hauer'  alcuna  buona  fperanza 
or  conuerfione,ma  attender  folo  a  conferuar  li  buoni  Catolici  nella  fede, 
bendarono  la  pietà,  &labuonaintentionedelRè,&:  narrarono  il  defi- 
del  Pontefice^per  la  riformatione  della  Chiefa,&  quanto  egli  haueua  ope- 
erriformatione  della  Corte,  fenza hauer  rifguardo  che  fi  diminuillero  le 
ie  entrate:  &  che  al  Concilio  ha  fempre  fcrittcinftando  per  la  riformai 
lale  eflì  Legati  ancora  erano  grandemente  inclinati ,  &c  difpofti ,  ma  veni- 
impeditiperle  contentioni  de'  Prelati ,  che  confumauano  quafi  tutto'l 
).  Che, fé  in  Francia  vi  era  pericolo  di  perder  l'ubedienza  de'  Catohci, 
lera  materia  da  trattare  con  Sua  Santità.  Quanto  all' impreftito,diirero 
ofi  grande  la  paterna  charità  del  Pontefice  verfo  il  Rè ,  &:  il  Regno,  che 
:niua  tener  per  certo  le  conditioni  da  lui  pofte  ncU'  impreftito  efierui  fra- 
perpura  nece{rità:&  elfendo  palfati  tra  loro  vari)  complementi,conclufc- 
nl  Lunedi  farebbe  andato  nella  Congregatione  generale,  per  efpor  a'  Pa- 
:agione  della  fua  venuta,&  per  legger  a  loro  anco  le  lettere  del  Rè. 
:gati  reftarono  con  gran penfiero  per  le  parole  dette  dal  Cardinale,  di  con  e  fréftdoM^ 
fcìmpedirfi  nelle  cofe  del  Regno,malafciar  la  cura  agli  Ambafciarori,non  it*ifoS>tU9: 
ìQandole  conformi  a  quello?  che  haueuano  moftrato  pochi  giorni  inanzi 


(540  CONCILIO   DI  TRENTO        Pap"aPioI, 

^j3  j3    LanlacA  FerL-ieiM-allegrandofi  della  venuta  del  Cardinale ,  come  fé hauefl( 
L X 1 1.      ^^  ^^^^^'  ^^^^^^  d'ogni  peibj&  carico ,  doucndo  ripofar  il  tutto  (  diceuano  effi) , 
pia  Sua  Signoria  lUuftriffima-.dallequali  conclulcrojche  conueniua  hauer  iri- 
to  l'occhio  a  quelle  diflìmulationijmaffime  aggiongendouifi  cerco  auifcic 
hcbbc  il  Cardinale  Simoneta  da Milano,chegliAbbatiFrance{ì,alloggiatiiiK 
Ambrofiojhcbbcro  adire,che  farebbonoftari  vniti  conSpagnuoli,  Thedefci, 
&  alcri  Oltramontani  j  Se  che  andauano  per  trattar  cofe ,  che  non  farebbe  3 
piaciuteallaCortc:&giontoappreiro  che  in  tutti  li  ragionamenti  de' Frane , 
il  fentiua  proporre,  che  non  era  da  perder  in  queftioni  il  tempo»  che  fi  dou  a 
difpenfar  in  parlar  della  riforma:che  fi  doueua  incomminciar  dal  leuar  la  pli  p 
lità  de'  Benetìcij,»S^  che  il  Cardinale  voleuaelfer  il  primo  a  lafciargli:che  le  I  ". 
penfe  s'habbiano  a  dar  gratuitamente:che  fi  leuaflero  le  Annate,  Preuention  e 
Date  picciole:(3i  fi  facelte  una  fola  prouifione  per  BeneficiorelTaggerando  ai  1, 
che  il  Pontefice  haueuaunabelliflìmaoccafione  d'acquiftarfi  immortai  glo  1, 
col  fare  le  fudette  prouifionij&:  fodisfar'  a'  popoli  Chriftiani,per  unirgli^  - 
cificargli ,  prouedendo  agli  abufi, (Se  inconuenicnti,6<:  che  in  ricompenb  i- 
gherebbono  a  Sua  Santità  meza  decima.Che  cflì  erano  venuti  là,rifoluti  di;  q 
partirfijprima  d'hauer  tentato  tutte  quefte  prouifionijquantonque  bifogr  « 
ftarui  longamente:&:  che  quando  vedelfero  fegni,che  non  Ci  folfe  per  proucd  r, 
eflì  non  fono  per  far  ftrepito  alcuno  ,  ma  per  ritornarfene  in  Francia ,  &  f  e 
prouifioni  efli  in.  cafa  loro.Haucuano  anco  li  Legati  qualche  certezza  di  fti  a 
intelligenza  del  Cardinale  coir  Imperatorej&:  quello,  che  piuftimauano  il 
Rè  di  Boemia,manifcftamente  inclinati  a  dar  qualche  fodisfattionea'Pren  i 
di  Germania,liquali  era  chiara  cofa  che  odiauano  il  Concilio,5c  haueuano  *  0 
chenonprocedeireinanzi,mafidiiroluclIc,  in  qualche  maniera  però  van  ;- 
giofa  per  loro,&  dishonoreuole  alla  Sede  ApoftoÌica,&:  per  la  Sinodo.Hebl:  0 
ancofofpettionedelRèCatolico,perunauifo,andato  al  Secretarlo  del  C(  e 
di  LunajchcelTendo  già  fatta  in  Spagna  l'inftruttione  per  quel  Conte,per  di  [• 
lìauififopragiontijs'erarifolutodi  mandar  Martino  Gazdellun,già  Secret  0 
dell'  Imperatore  Carlo  quinto,per  portargli  inftruttione  abocca,  che  non  v 
ueuano  voluto  commetter  alla  Icritturaiilche  confrontando  con  certo  a  0 
hauuto  di  Francia,che  il  Cardinale  di  Lorena,priiTia  che  partire,  haueua  pn  :- 
cipato  con  Sua  Maeftà  Catolica  le  petitioni,che  dilfegnaua  trattar  in  Conc  )» 
6<:fapendo  certo  che  era  fiata  ricercata  anco  di  Germania  a  far'  inftanzap( 
riforma,dubitauano  che  la  venuta  di  quel  Cardinale  non  folle  per  partorir  < 
nouità,&  non  gli  piaceua  ponto  il  motto,  ch'egli  haueua  detto  nell'  audie. 
del  venir  Thedefchi  al  Conriliojmaffimc  considerando  il  colloquio,cheh; 
uà  hauuto  già  colDuca  di"Wutemberg:(5c  in  fomma ,  non  potendo  fenon 
fupporre,che  una  perfona  di  tanta  autorità ,  &c  prudenza  ,  non  farebbe  an 
fenza  fondamento  ficuro,per  fabricar  li  fuoi  dilfegni^penfarono  di  fpedire 
mediate  al  Pontefice  con  tutte  quefte  confiderationi  :  &hauendo  offerii 
che  fempre,quandogiongeuano  in  Trento,o  pattinano  eftraordinarij,lÌ  Pi 
tii'iceueuaao  occafionediparlarejd'inueftigiire  lacaufa,^  di  bifbigliare*  < 


^PA  Pio  mi  LIBRO   S  E  T  T I  M  O.  (J41 ^ 

iiièrepiro,&  di  machinare  anco  j  ilche,  dopo  la  venuta  del  Cardinale,  haue-  ^l^  i^ 
•e  potuto  produrre  effetti  piùpericoloriifpedirono  co  fecretezza»  &  rcriftè*^     LXii; 
he  a  Roma  folfe  dato  ordine  a  Corrieri»  che  ali'  ultima  pofta  appreffo  Tren- 
fciairero  la  guida,&  ogni  altro  impedimento  j  &  entralfero  nella  città  pian 
ocoirolofpaccio. 

fon  andò  il  Cardinale  in  Congregatione,  fecondo  lordine  dato ,  perche  il  Congre^atU*-^ 
IO  feguente,  fopragiontagli la febbre,fc  ben  leggiera,  Io  fece  differire  :mo-  »edifedmee 
londimeno  defiderarc ,  che  Ci  andalfe  lentamente,  per  poter  interuenir'  elfo  <^*''""*'«'e^ 
ra  inanzi  la  rifolutione.I  Legati  rifolfero  di  compiacerlo ,  facendo  ridar  la 
^regatione  molto  più  tardi  del  folito  :  nellaqualeeffendointeruenutili 
)ui ,  &  Abbati  Francefì ,  Ci  fece  prima  una  general  rifegna ,  confegnando  a 
ino  il  fuo  luogo ,  <Sc  il  numero  de'  Prelati  in  quella  Ti  trouò  di  dugendi- 
y.3c  il  feguente  giornd,per  elfer  nata  qualche  difficoltà  di  precedcnza,fu  di 
0  la  rifegna  fatta,  facendo  entrarli  Prelati  ad  uno  ad  uno  in  Congregatio- 
conduccndo  ciafcuno  al  fuo  luogo.  In  quelle  Congregationi  però  nilfun 
àncefì parlò,  o  perche  volelfero  aipettar  l'interuento  del  Cardinale} o,per 
prima  bene  il  modo ,  che  teneuano  gli  altri.    L'Arciuefcouo  d'Otranto  comltodìpr^ 
ò  per  la  fera  de'  dicenoue  Nouembre,  un  banchetto  a  molti  Prelati  ;  &  tica  contrai 
)che  hebbc  il  carico  jgl'inuitò,  dicendo.  Che  non douelfero  per  feruitio  Frmceji, 
Jede  Apoftohca  mancare  :  perilche  immediate  fi  publicò  per  Trento,che  i 
Icij  fi  radunauano ,  per  concertar  unione  contra  li  Francefì.    Laqual  cofa 
)ro  di  molto  difgufto  ;  tanto  più,  quanto,dopo  il  conuito,  furono  certifi- 
he  a  quella  menia  s'erano  tenuti  tali  ragionamenti:  &  vedendo  anco,chew 
a  loro  venuta,  quafì  ogni  giorno  arriuaua  qualche  Prelato  dinuouo,  pa- 
»ro  d'effer  ftimati  diffidenti,&  contrari).    1  Legati  però ,  a  fine  di  moftrar 
onfidenza,  &rifpettod'honoreal  Cardinale, nelle  vifìte che  ciafcuno  di 
ccdurante  il  tempo  dell'  indifpofltione ,  lo  perfuafero  a  pigliar  cofi  bella 
Dne,in  fopire,  con  l'autorità  fua,  le  controuerfleper  le  queftioni  introdot- 
.,che  a  lui  farebbe  ageuole  ,  &di  gran  riputatione,  non  hauendo  potuto 
:i  effettuarlo  :  a  che  il  Cardinale  fi  difpofe  affai  bene ,  &  s'offerì  di  ado- 

ontefìce,che  in  quei  giorni  era  {latoinqualche{)ericolo  per  un  graue,&r  '^o  YT^ 
JÌfoaccidente,ricuperatalafanità,hebbe  gliauifì  da'  Lcgati:,iS«:  da  molti  jj„.,j 
)  per  doue  li  Francefì  erano  palfati ,  che  tutti  in  conformità  eranopieni 
ègniloro  :  &  a  quello  s'aggionfe ,  che,  mentre  fu  indifpofto,  Monfignor 
é  andò  facendo  prattichc ,  che  il  Papa  fi  faceffe  a  Trento  per  nationi,  fc 
orto,&;  fi  teneife  la  Sede  vacante,  fin  che  la  riforma  foife  fatta.  Che  cofì 
cilio  farebbe  flato  libero  ,  &il  Papa  creato  non  hauerebbe  fentitogra- 
d'accettar  la  riform^a  ftabilita  prima  :  ilche  più  d'ogni  altra  cofa  lo  com- 
:ofì,per l'affetto  deldifpiacere  ,  che  ogni huomo,  6ci  Prencipi mallìme, 
o,quando  fi  dilTègna  dopo  la  vita  loro;  come  anco,  perche  nilfuna  cofa  lo 
àpiù  certo  dell'animo  de' Francefì,  rifolutoallariforma  della  Corte,  & 
Fliitificato  :  5ca  quelle  cofe  aggiongendoanco  le  differènze,  che  erano  in 

MMram 


6^1  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  Pio  III 

ei3  i3    Ti-entoperrinftitutione  de'  Vefcoui,  &  per  laRefidcnza,  fece  ridurquocidiai 
ixii.     Congrcgationi  :  &  non  (iteneua  ,che  non  diceire  ad  ogni  forte  diperfonajc: 
non  hauciianegodopiù  importantc&piùpericolofo  a  le,  che  il  Concilio  :  : 
nel  dar  conto  in  Conciftoro  delle  differenze  per  caufa  dell'  Inftitutione ,  &  dei 
nuoiia  propofta  della  Refidenzasulcì  ad  efclamare ,  Che  tutti  li  Vefcoui  ben  • 
ciati  da  luijgli  erano  contrari),  &  che  nodriua  in  Trento  un*  eilercitodi  nim  L 
Era  anco  openionc ,  che  in  fuo  fecreto  hauelTe  caro  qualche  progrelfo  degli  '• 
gonotti  in  Francia ,  o  qualche  vantaggio  de*  Protcftanti  nella  Dieta  di  Gerì  i- 
niajatìne  che  il  Concilio  fi  dilTolueffe  fenza  fua  opera:  nondimeno,  tutto  int  - 
tdllPapttil  toa'rimedij,ordinb  che  i  Vefcouinon  ancora  partiti  da  Romajfipartiflèro  t 
rifarà:  mediate;  &  volle  che  anco  Marco  Antonio  Boba,  Vefcouo  d'  Aofta,Amba(  n 

tor  del  Duca  di  Sauoiaapprelfo  di  fcviandalfe.Dair  altra  parte,prohibU*an 
uiall'ArciuefcouoTurritano,  &:al  Vefcouo  di  Cefena  :  a  quello  ,  perche 
Concilio  fotto  Paolo>nella  materia  della  Refidenza,  con  più  coftanza>  che; 
comportaua  il  tempo,  diffefe  che  foiX^  de  iure  dmmo  :  al  Vefcouo  di  Cefena, 
che  era  molto  intrinfeco  del  Cardinal  di  Napoli ,  delquale  dubitaua  alTaijp 
carnificina  de'  due  zi]  di  quello ,  &  per  le  eirecutioni  fatte  contra  la  fua  perf 
&  temcua,perche  in  mano  del  Conte  di  Montebello,padie  del  Cardinale,! 
ceuaeller  unapolizadimano  d'eflb  Papa,  elTendo  Cardinale  in  Conclauc 
quale  prometceua  certa  fomma  di  danari  al  Napoli  per  il  fuo  fauore.    Ma 
tutto  che  la  maggior  diffidenza  folTe  fopra  Frane efi  ,  nondimeno  giudicò 
glio  difiìmularla.Mandò  in  Francia  quarantamila  feudi  per  refto  de' cento 
promeflì  :  &  aTrento  mandò  Sebaft  iano  Guakero, Vefcouo  di  Viterbo,  iiiii 
con  Ludouico  Antinori  ,  liquali  eifendo  ftati  in  Francia ,  haueuano  qua 
conuerfatione  con  alcuni  di  quei  Prelati,^^  feruitù  col  Cardinale  j  fotto  ce 
d'honorarlo  :  &  Ccnffc  a  lui,  &  a  Lanfac,  lettere  piene  di  compimenti ,  &  e 
denza.  Da  loro  però  fu  (limato ,  che  folfero  mandati  per  fcoprir  l'intention 
Cardinale  ,  5^  olTeruar  li  fuoi  andamenti  :  &  maffimceifendo  ftati  da 
.  ma  auifati  ,    che  quel  Vefcouo  haueua  confortato  il  Pontefice  a  nont( 
tanto  ,  perche  il  Cardinale  hauerebbe  trouato  delle  difficoltà  ,  &l  ini] 
menti  più  che  non  credeuaj  &  s'era  anco  offerto  elfo  di  farne  nafcer  d'au 
raggio. 
Zorrna  cocer-      Il  ventidue  del  mefe  di  Nouembre ,  fìi  rifoluto  il  Cardinale  d'entrar  il  e 
ta iajuatn-    gaente  in  Gongregatione.Si  conceitòjche  fifarebbono  lette  le  lettere  de 
trata  in  Con-  ^  ^.j-jg  gg]j  hauercBbe  fatto  un  ragionamento.  Ma,oltre  qucfìo,propofeil 
grtgamne,     ^jj^ale ,  che  un'  altro  farebbe  fatto  anco  dall'  Ambafciator  Ferricro.    A  qi  \ 
non  acconfentiuano  li  Legati  :lacaufa  vera  era,  perche,quando  una  volta  I 
permelTojhauerebbono  voluto,(Ik  e{ri,&;  tutti  gli  Ambafciatori, parlare,  .Se  o 
ponere,con  pericolo  di  metter  maggior  confufione  :  ma ,  tacendo  quefto, 
ro ,  che  in  quel  Concilio  >  ne  in  quel  tempo,  ne  fotto  Paolo,  &  Giulio,  s'ei 
permciTo ,  che  Ambafciatori  parlafTero  in  Congregatione  >  fenon  il  giornc  « 
erano  riceuuti.  Però,  fenza  il  confenfo  del  Pontefice ,  non  erano  per  ac  n- 
fentiie  a  tal  nouicà.    Ma  Lorena  rifpofcj  Cheaelleiido  jiuoua  lettera  del  F  & 

ni. 


1 


VAPioIin.  LIBRO    SETTIMO.  645 

i  aa  inftrutcioncjfi  può  dirnuoua  Ambafciana:  &  quella  farà  eflà  ancora  co-  ci3  i» 
i(  in  piimo  ingreiro  :&>  dopo  molte  rifpoftej&replichchauendo  Lorena  da-     lxii, 
,t;  parola,  che  non  ricercherebbono  più  di  parlare  oltra  quella  fiata}  per  dar- 
li )disfattione,&  accio  non  prendeife  occaflone  di  moftrar'  aperto  diÌgufto,fi 
0  :entarono. 
lonque  il  dì  feguente,  adunata  la  Congregatione  j  fu  letta  la  lettera  del  Rè,  neUaquaUtn^ 


z\  ha  aperto  ad  elVo  gli  occhi ,  fi  che ,  quantonque  giouane ,  ha  conofciuto  la 
LÌ;ipaloccafionedc'malieirer  iadiueriìtàdelle  opcnioni  nel  fatto  della  reli- 
i(  e  :  per  laqual  diuina  illuminatione  dal  principio  del  Tuo  Regno  fece  inftan- 
1  T  la  cclebratione  del  Concilio,  nelquale  eflì  all'  hora  erano  congregati ,  fa- 
:  lo  che  in  quelli  gli  antichi  Padrihanno  trouato  li  più  propri)  rimedi)  afi- 
1)  infermità  ;  «Sceirerglidifpiaciuto  ,  che,  ficome  è  flato  il  primo  aprocurarc 
D  mona  opcra,nonhabbia  potuto  inuiare  li  flioi  Prelati  tra  li  primi  :  delche 
1  do  le  caufe  notorie,  ftimauad'eirerne  a  baftanzaifcufato:  &  maggiormen- 
;  rdciado  arriuato  nella  lor  compagnia  il  Cardinale  di  Lorena,  accompagna- 
)  altri  Prelati.  Che  due  caufe  principali  l'hanno  perfuafo  a  mandar  il  detto 
a  male:Laprima,lagrandej&  frequente  inftanza,da  lui  fatta  d'haucr  licenza, 
Mitisfar  al  Tuo  debito,  per  il  luogo  che  tiene  nella  Chiefa  :  La  feconda,  che, 
{(  do  egli  del  Confeglio  Regio  fecreto,&  dallagiouentù  nudrito  negi'impor- 
I  aftliri  di  flato  del  Regnojla  meglio  d'ogni  altro  le  ncceffità  di  quello,»Sc  do- 
:  ino  nate  le  occalìoni  :  onde  potrà  ancora  farne  a  loro  la  rilatione  conforme 
(  ico.cheglièftato  dat05&:  richicderne,per  nome  Regio,  H  rimedi),  ches'a- 
c  ano  dalla  lorprudenza,&  amor  paterno,  cofi  per  tranquillità  del  Regno, 
)  ;  per  falute  uniuerfale  ài  tutta  Chriftianità  :  Ibggionfc ,  che  gli  lupplitaua 
)i  :  metter  mano  a  quefto,  con  la  folita  lìncerità,accio  fi  venga  ad  una  Tanta  ri- 
«I  a,  &  che  fi  vegga  rilucere  l'antico  fplendore  della  Chiefa  Catolica , con  u- 
i  e  di  tutto'l  Chiiftianefmo  in  una  rcHgione:che  farà  opera  degna  òi  loro,de- 
laca  da  tutto'l  mondo,che  ne  haueranno  ricompenfada  Dio,&  lode  da  tutti 
ncipi.Conclufe,che,rimcttendofiegli,quantoa'particolari,alvalor<S«:pru- 
adel  Cardinale ,  gli  pregaua dargli  fede  in  quello ,  che  hauerebbe  detto  da 
)arte. 

•opo  quefto  parlò  il  Cardinale.  Nel  principio,  narrò  le  miferie  del  Regno: 
orò  le  gueire,le  demolitioni  delle  Chiefe,le  uccifioni  de'  Religiofi ,  la  con- 
ijatione  de'  Sacramcntijl'incendio  delle  Librarie ,  delle  Imagini ,  delle  Reli- 
de'Santijladeuaftatione delle  fepolture  de'Rè,Prcncipi,&  Vefcouijl'ef- 
lone  de' veri  Paftori:&:,palIando  alle  cofc  ciuili,  narrò  lo  fprezzo  della  Mae- 
.egia,rufurpatione  delle  entrate  Regali,la  violatione  delle  leggi,  le  fcditio- 
;eitate  nel  popolo:  6c  di  tutti  quefti  mali  attribuì  lacaufaalìa  corrottione 
;oftumi  ,alladifciplina  Ecclefiaftica  rouinata,alla  negligenza uiata  nel  re- 
ierrhercfi3,&  tifar  li  remedi  j  inftituiti  daDio.  Voltato  agli  Ambaiciatori 

M  M  m  m     ij 


^44  CONCILIO  DI  TRENTO      Papa  Pio  ir. 

de'  Prencipbgli  L'accoidò,che  quellojche  otiofi  vedono  hora  in  Frane ia,penti 
tai'diloefpenmenterannoacara  loro, (e  la  Francia, eadendo  con  la  Tua  irò, 
darà  ne' luoghi  vicini:con  cucco  ciò,diirercftarei  ancora  rimedi)  :  la  virtù&i- 
dolc  del  Rè,  li  confegli  delia  Regina,|  &  del  Rè  di  Nauarra,&:  degli  akn  Pren  • 
pi,quali  non  perdonano  alla  vica,&  all'  hauerctma  il  principale  ciFere  alpecca. 
da  quella  Sinodo,d'onde  debbe  venir  la  pace  di  Dio ,  cccedence  ogni  ienlb:  ( . 
che  eiTendo  certo  il  Rè  Chriftianiflìmo,morso  dalla  oiTeruanza  vertb  quella  • 
nodo,&;  per  la  molcftia  che  lente  per  i  dilpareri  della  religione,  due  colè  dalc . 
ricercaua:La prima,che  fi  fuggilTero  le  nuoue  difcordicle  nuoue  &  infruttm  : 
qucfì:ioni,&:  lìprocuralle  fofpeniìone  d'arme  tra  tutti  li  Prencipi ,  &  Stati;  e  : 
nonfidelTe  fcandaloa  Proteftanti,con  dargli  occafione  di  credere,  che  la  Sii  • 
do  attenda  più  rofto  ad  incitati  Prencipi  alle  armi,  a  trattar  confederationi.; 
leghcche  a  feruar  l'unità  dellapace.ChcilRèHenrico  l'ha  primieramente!  • 
bilita,&  poi  il  Rè  Francefco  fecondo  continuata,&:  il  prefente  Rè  pupillo,  e  i 
la  Madre,rhanno  Tempre  defìderaca:ilche  Te  ben  è  infelicemente  fucceifo,  ce  ■ 
uienperò  temere,comepiùinfelici,gli  auuenimenti  della  guerra  :'pcrchc,e(r  • 
do  polli  tutti  li  flati  del  Regno  in  pericolo  di  naufragio,  uno  non  può  l'ai»: 
aiutare.Onde  de(ìdcra,che  il  tenga  qualche  conto  degli  fuiati  dalla  C  hiefa,ci  * 
donandogli  quanto  iì  può  lenza  otfeia  di  Dio  ,  &  hauendogli  per  amici  p 
quanto  fìpuo,&fìnoagH  Altari.Lafecondarichiefta,  communeal  Rè  coU'i  ^, 
peratore,&  gli  altri  Kè,5c  Prencipi,era,che  fi  trattalFe  della  riforma  de'  coftu  i: 
&  della  difciplina  Ecclefiaftica,mettendoci(Vriamente  la  mano,alche  il  Rè  j, 
ammoniua,&  fcongiuraua  perii  Signor  Noftro  Chrifto,  che  verrà  al  giudic  i 
che,vplendo  redintegrar  l'autorità  della  Chiefa ,  6c  ritener  quel  Regno  di  Fi  i' 
-  cia,non  voglino  mifurar  gì'  incommodi  de'  Francefi  co' propri)  loro:  rallegr  i: 
che  Italia  ila  tutta  in  pacc,&  che  la  Spagna  ne  tenga  il  timone.  La  Francia  e  j 
caduta,&  apena  tenerlo  con  un  dito.  Soggionfe  che  ,iè  dimanderanno  a  d  |L 
debbia  afcriuer  la  caufa  della  tempe{ì:a,&  fortuna  eccitata,egli  non  poteuaal  | 
rifpondercfaluo  che,dieendo,Per  noi  è  (lata  quella  fortuna,  buttateci  in  m;  | 
Perilche  elTer  bifogno  d'ardire ,  &c  di  cuore,5«:  d'attender  a  fé  medefimi ,  &  a  1 1 
to'l2regge.Inhne,cìiire,hauer  finita  la  fua  Legatione,  &  che  gli  Ambafciai  ( 
direbbono  il  rimanente  :  ma  egli,&  li  Prelati  feco  venuti,  protellauano  dive  | 
c{rerfoggetti,dopo  Iddio,  al  Beatiflimo  Pontefice  Pio,  riconofcendo  li  fuo]| 
mato  in  terra  l'opra  tutte  le  Chicfe,  li  cemmandamenti  delquale  mai  ricufer  $ 
no.Che  hanno  in  veneratione  li  decreti  della  Chiefa  Catolica,&  della Sincl 
Generale: che  honorauano,&  riueriuano  li  Legati ,  otìferiuano  concordia)! 
vnione  a'  Vefcoui,&fi  rallegrauano  che  gli  Ambafciatori  douelFero  eilèrtc.  i 
moni)  de'  pareri  loro:tucto  ad  honor  della  Maeflà  diurna. 
rtfl>ofÌo  da  Finito  di parlare,il  Cardinal  di Mantoua,con poche  parole, lo  lodò  della  '' 

MAntou»:  fica  prefa  per  feruitio  diDio,atteftò  che  della  venuta lua  tutta  la  Sinodo s'ì 
rallegrata :fec e  anco  honoratamentione  de' fratelli  fuoijcommendandogli,cj 
nella  profeflSone  loro  non  moftrafiero  minor  prontezza  nel  feruitio  di  DioJ 
del  Regnoj^c  fi  rimife  alla  rifpofta;chcj  per  nome  della  Sinodo*  hauercbbe  d.  n 


aPioIIII.  libro   settimo.  645 

iuefcouo  di  Zara  a  ciò  depurato.  Ilquale  dilfe ,  Ghc  la  Sinodo ,  con  fommo 

icere  haueua  iempre  udito  le  ft-ditioni ,  &c  tumulti  di  religione  in  Francia, 

quale  la  quieteaSc  tranquillità  gli  era  (lata  iemprc  a  cuore  :  Se  tanto  più  ne 

Lia  difpiacereairhora,qaanto,conla  narrationc  di  Tua  Signoria  llluftriflì- 

li  erano  flati  porti  Cottogli  occhi:ma  fperauajche  in  brcue  il  Re  potrà,  imi- 

lavirtùde'  ilioi  maggiori,  reprimergli.  Che  la  Sinodo  s'adopererà  con 

ranimosperfarconorcerilveroctikodiDicemendarlicoftumi ,  &:  ren- 

tranquillicà  allaChiera:alche  ("perauapoter  più  facilmente  peruenire,aiu- 

lair  opera  di  Sua  Signoria  Illufl:ri{Ilma,(Si:  da' Prelati  con  lei  venuti.Sicftefe 

amente  nelle  laudi  dfcl  Cardinale ,  &  conclufc  ,  che  la  Sinodo  ringratiaua 

per  la  venuta  fua,&  fi  congratulaua  con  lui,  &  s'ofTeriua  d'afcolcar  quello, 

fuoluogo,&  tempo,  dagli  Ambafciatori  folle  dcrtomon  dubitando  che 

ia  elfer  a  gloria  di  Dio,  vtilità  della  Chiefa  >  Se  fomma  dcgnità  della  Sede 

tolica. 

opoquefto,parlòL'Ambarciator  Ferrier,  incomminciando  a  commendar  ^ff/"^^P*r 
no  del  Rè ,  inclinato  alla  religione  :  ilthe  fi  rendeua  piùmanifeftoperla  terrier  Ubi- 
\  il  ragionamento  del  Cardinale,dalqualcappariua,  quanro  la  Francia  roie^mgmtii 
in  il  bene  della  Chiefa  Catolica,potendo  ognuno  conolcere,  che  poten- 
le  caufe  l'habbiano  indotto  a  mandarlo  ,  poiché  s'era  fempre  valuto  del 
glio  fuo  ,  ne' gran  ncgotij  del  Regno  :  che  potrebbe  il  Rè  in  tre  giorni 
ar  tutte  le  feditioni ,  Oc  ritener  nella  naturai  obedicnza  gli  animi  di  tutti  i 
udditi,quando  haueife  folo  mira  alle  cofe  fuctSc  non  alla  Chiei'a  Catolica, 
tener  la  dcgnità  S>l  autorità  del  Pontefice  in  Francia ,  per  quali  iolamente 
ic apericolo  il  RejTno,la  vita,&:rhauerdi  tutti  i  Grandi  &  Nobili:  &,dif- 
•ndo  alle  richiefte  ,ibggionfe ,  che  in  quelle  non  farcbbono  fiiflidiofi  ,  & 
ili: che  non  domandauancfenon  quello, che  tutto'l  mondo  Chriiiiano 
tida.Che  ilRè  Chriftianiffimo  richiede  qucllo,che  dimandò  il  graiì  Con- 
no a'  Padri  del  Concilio  Niceno:che  tutte  le  richiefte  regie  fi  contengono 
facre  lettere, ne'  vecchi  Concili)  della  Chiefa  Catoìica,  nelle  antiche 
Ututioni,Decreti,&  Canoni  de' Pontefici,  &  Padri.  Che  il  Chriftianilli- 
imandaua  la  reflitutione  della  Chiefa  Catolica  in  integro, da  effi  Padri 
ituiti  giudici  Pretorij  da  Chrifto;  ma  non  per  un  decreto  di  daufulagc- 
canzi,  fecondo  la  forma  delle  efpreffe  parole  di  quell'Editto  perpetuo,  &: 
Ojcontra ilquale  nonpuohauer  luogo  ufurpatione,oprefcrittionealcu- 
che  ritornino  finalmente,  come  dalla  captiuità,  nella  fanta città  ài  Dio> 
a  luce  degli  huomimi,quei  buoni  ordini,che  il  Demonio  ha  per  forza  rub- 
k  per  longo  tempo  afcofti.Diede  l'eilèmpio  di  Dario,che  quietò  li  tumul- 
jiudea,non co  arme,ma  con elFeguir  l'antico  editto  di  Ciro.  Di Giofìa,che 
nòlareligionejconfar  leggere  &  oiTeruafe  il  libro  della  legge,  occultato 
alitia  degli  huomini.Pafsò  poi  ad  un'  acuto  motto,dicédo,Che,fe  li  Padri 
ieràno,pcrchelaFracia  nonfìa  in  pace,nó  fi  potrà  rifpondere  altro,fenoi5 
o,che  Gieùdiffea  Giorà,Come  puoeiTerpaccreftàdo  ancora.Et  tacque  le 
iparolc:raa  foggiófe,Voi  fapece  ilrefto.Aggiogédo  poi,  che,fe  no  li  atteu- 

MMmm    iij 


C^G  CONCILIO   DI  TRENTO  Papa  Pro  Ilf, 

e  I J  1 3   derà  a  qiiefta  liformacione,  farano  vani  gli  aiuti  del  Rè  di  Spagna,del  poiìtefì:, 
LXii.     &  degli  altri  Prencipij&iirangucdi  quelli  che  periranojfe  ben  meritamente  te 
li  propri]  pcccatijfarà  richiedo  dalle  mani  d'elfi  Padri.  Conclufe}  chejprimac; 
dilccndece  a'  particolari  >  che  debbono  dimandare ,  richiedeuano  che  finiflci, 
predo  le  cofe,che  haueuano  cominciato  a  trattare  ,  accio  potelTero  attemc 
quanto  prima  alle  altre  molto  più  graui,  &  necelTarie  in  quel  tempo.    Non  .' 
fpiacque  meno  la  pungente  libertà  di  quello  Ambafciatore  ,  che  la  ufata  ài: 
bracluo  collega,alla  lor  venuta  in  Trento  :  nondimeno  il  timore,  che  s'hauci 
de'  Francelljfece  metter'  u\  lìlentio  le  ofFefc  di  parole. 
^rlttmx  ììiUz      II  feguente  giorno^fì  continuarono  le  Congregationi,&  la  prima  fu  tutta  <  • 
Congregxtìoni ^y^^^^^  iolo  da  F.Gafpatodi  Cafal,  Vefcouodi  Liria : ilquale ,  per  informai,! 
*  Ìy-"r  "*•"  Cardinal  di  Lorena  di  tutte  le  ragioni  de'  Spagnuoli  »  recapitulò  con  magni  r 
'  quentia  le  cofe  da  altri  dette  in  quella  materia:vi  aggionfe  di  piùjche  nifllina  i . 
fa  era  più  a  fauor  de'  Lutherani,  quanto  il  far  l'inftitutione  de'  Vefcoui  di  lee  • 
humana:  che  colìs'approuala  nouità  da  loro  fatta>  d'haucr  porto  predicato!  i 
predicanti,  o  miniftri,  al  goucrno  della  Chiefa,  \\\  luogo  de'  Vefcoui  da  Chn  \ 
inftituiti.  Aggionfe  a  queftojche,leggendo  le  Epiflole  di  S.Gregorio,a  Giosia)  i 
Conftantinopolitano  j  &  ad  altri  fcrittccontrail  medefìmo,  percheJleliiar  • 
uà  Vefcouo  uniuerfale,vederfi  chiaramcnte,che  non  fi  può  dire>che  l'inftitiu  • 
ne  del  Pontefice  Romano  vengadaChriftojfcnonfìdice  anco,  che  dal  raed 
mo  venga  quella  de'  Vefcoui. 
E,wma.  offen-      H  Cardinal  di  Lorena  fece  in  cafa  propria  congregatione  de' Prelati 
de  can  le  fue  xheologi  Francefì ,  con  lui  venuti ,  per  intender  la  loro  openione  fopta  il  pa 
^TifU^'^      coh^e  della  giurifdittione  de'  Vefcoui,  &  fu  tra  loro  concordemente  rifolu 
che  la  riceueuano  da  Dio,&  folfe  de  mre  dmmo.Et  quella  angolarità  di  cógre; 
rione  fu  ufata  dal  Cardinale  dopoi,in  tutte  le  altre  materie  occorrenti,con  ir 
to  difpiacere  de' Pontifici),  a'quaUpareua  che  voleiTe  far*  un  Concilio  a  p 
te  y  de  temeuano,  che  Spagnuoli ,  con  l'eflempio ,  non  ne  introducelTero  una 
tra,lequali  poipoteiTcro  portar'  un  fcifma  manifefto,  come  auuenne  nel  C' 
cilio  Efefino  primo,per  le  Congregationi,che  faceuano  feparamente  gHEgit , 
waaSpagmo  &  liSuriani.  Haueuano  però  i  Pontifici]  tra  i  Spagnuoli,Bai:tolomco  Seball , 
/»,eF»-««cc/tjè  ni,  Vefcouo  di  Pati,  che,  febenSpagnuolodiNatione,  per  hauer  Vefcouatc 
fatufiiaj      Sicilia,haueuagrad'  intelligenza  con  Roma,dal  quale  gli  veniua  fcopcrto  tu 
le  prattiche,&;  confegli  loro.     Tra  i  Francefi ,  fino  al  tempo,quando  il  Car 
naie  di  Lorena  fi  mett cua  in  ordine  per  il  viaggio ,  il  Noncio  di  Francia  gua , 
gnò  F.Giacomo  VgoniojFrancefcanojTheologoSorbonifta,  eletto  dal  Cai 
naie  di  Lorena  per  fua  compagnia:  colquale  hcbbe  qualche  ingrelfo  per  e: 
egliconfticuito  Procurator  al  Concilio  da  Giouanni  Vrfino,  Vefcouo  di  L 
drighet:  «Se  diede  conto  a  Roma,  &  l'inuiò,  percorrifpondenza  in  Trento,( 
fue  Ictterca  Lattahtio  Rouereiia, Vefcouo  d'Afe  oli.     Ma  al  Cardinale  Sir 
nera  non  piacque  confidar  tanto  di  quel  Vefcouo ,  ne  volfe  lafciargli  faper) 
tclligenza»  che  ii  doucua  tener  col  Theologo.     Però ,  auuicinandofi  Lorer 
Trento,  fece  che  il  Vefcouo  di  Ventimiglia  mandò  incontra  un'altro  FraD^ 

S.F1I! 


p   Pio  un.        LIBRO    SETTIMO.  C\i 

[jicefcojchiamato  il  Pergola>air  Vgonio ,  a  dirgli  per  fua  paitcchc  era  aui-  ci3  i» 
alNonciodi  Francia  della  lettera>chcportaua  a  Monfignor  d'Alcoli,  dai-  txii. 
«Concio  gli  erafcritto,chc  douelfc  parlar  con  lui  prima  chela  conlegnaf- 
3al  Pergola  fu  fatto  deliramente  l'ofHcio ,  fi  che  il  Theologo  diede  inten- 
di cofi  fare:&,  conforme  all'  ordine ,  pochi  giorni  dopo  che  fo  in  Trento, 
atrouar  il  Ventimiglia>  &  dopo  fatta  la  ricognirione,  <&  dati  li  contrale* 
.  trattar'  infieme ,  il  Frate  gli  fece  relatione  dello  ftato  delle  cofe,  &  gli  diir 
le  altre,  la  maggior  parte  della  rouina  del  Regno  deriuar  dalla  Regina ,  la- 
fauoriua  gli  hcretici>&  egli  l'haueua  chiaramente  conofciuto  nelle  difpu- 
e  in  prcfenza  di  lei  gli  era  occorfo  più  volte  far  con  loro.  Degli  Ambalcia- 
che  erano  in  Trento,  gli  dille,  che  elfi  ancora  erano  corrotti.  Quanto  al 
inalc,che  lo  teneua  per  buon  Catolico ,  ma  inclinato  alle  riforme  imperti- 
de'  riti  Ecclefiarticijdeli'  ufo  del  Calice,  è\  Icuar  le  Imagini ,  d'introdur  la 
a  volgare ,  &  altre  tali  cofcalche  era  perluafo  dal  Duca  ài  Ghifa ,  fuo  fra- 
,  &  da  altri  fuoi  parenti  :  che  la  Regina  al  fuo  partire  gliene  fece  efficace 
afione,&  gli  diede  ventimila  feudi.  DilTc ,  che  nel  numero  de'  Vefcoui  ve 
10  tre  della  medeiìma  fattionc  :  ma  fopra  tutti ,  quello  ò\  Valenza  s'inten- 
:on  la  Regina,  &r  era  mandato  da  lei  efprelfo,  come  principale,alqualha- 
be  conuenuto  che  il  Cardinale  portallc  rifpetto.  Mifero  in  fine  ordine 
ro>cometrouarfì,&  trattare  infìcme.  Gli  diede  il  Ventimiglia  cinquanta 
d'oro ,  che  cofi  haueuano  commelFo  li  Legati ,  quali  i\\  principio  egli  fece 

!;nza  d'accettare:  mail  Vintimiglia,con buone  &;accommodateparole,lo 
ontentarc:  non  però  elfo  gli  pigliC),ma,chiamato  un  fuo  feruitore,che  feco 
:dinò  che  gli  piglialfejanome  della  lua  religione. 

ho  narrato  bene  fpelFo ,  &  tuttauia  continuo  narrando  alle  volte  qualche 
:olari,che  fon  certo  douer  da  moki  eifer  (limati  non  degni  àX  mentione ,  fi- 
li io  parimente  tali  gli  ho  rilutati  :  ma ,  ritrouandogli  conferuati ,  &  notati 
memorie  di  quelli ,  che  fi  lono  crouati  nelle  attieni ,  mi  fon  perfuafo,  che 
he  rifpetto  a  me  incognito  vi  folTe,  per  quale  gUhabbiano  giudicati  mc- 
•lidicommemoratione  :  &  ho  voluto, fecondo  il giudicio  di  quelli,  più 
:condo  il  mio,riferirgli.Qualche  ingegno  acuto  forfè  potrà  fcoprirui  den- 
'fa  degna  d'oireruatione,da  me  non  penetrata  j  &quelli,che  non  gli  Jilime- 
),  nel  legger  però  haueranno  fatto  perdita  di  poco  tempo. 

/entifeiNouembre,cheera  deftinato  perla  Seflìone,il Cardinale  Seripan-  J'«/?/o«e  rfi^- 
opofe  in  Congregatione,  che  qu»  Ila  fi  difFcrilTc,  poiché  non  erano ftabiliti  "*'*• 
retidapublicarfi  :  &  ammonì  li  Prelati  ò\  tanta  loro  longhczza  nel  dire, 

Ì2nafccua,che  non  fi  poteua  deliberar' alcun  giorno  certo  per  la  Seflìone: 
heeranecelfario  rimetterla  a  beneplacito:  aggiongendo,  che  molti  di  Io- 
li euano  parlar  degli  abufi,feiiza  accorgerfi,  che  il  continuar  tanto  tempo  vcv 
Ì:ationi,vanamentc,fenza  alcun  frutto,  era  un'  abufo  grandiflìmo ,  necella- 
leuare,volendo  veder  fine  del  Concilio  conedificatione.  Lorena confer- 
medefimo,&  clTortò  li  Padri  a  lafciar  le  queilio.ii ,  che  in  quel  tempo  non 
tìinpropofito  j  6c  elTerbreui,  ^  folleciti  nell'  efpedir  le  cofe  già  propo- 


64S  CONCÌLIO   DI  TRENTO         Papa  Pro n 

ci3   i3    ftcper  venire  alle  più  importanti,  &neceirane.      Vnbuon  numero  de' Pm 
LXii.      ti  non  confentl  che  fi  rniiettelFe  la  Seflìone  a  beneplacito  ;  &  ricercat(( 
tempo  determinato  :  alche  replicandoli,  che  non  erapoflìbiie  prefiarrer  e- 
ta  giornata  ,  per  non  faperfi  quanto  fofTe  necelTario  ,  per  ufcir  dalla  mati  j 
tanto  controucrfa  tra  loro  ,  fu  conclufo,  che  dopo  otto  giorni  lì  ftabililFe  ili 
detcrminato. 
prattiche co'         Gionfe  il  medeluTio giorno  il  Senator  Molines,  mandato  dal  March^f( li 
S^nuolh     Pefcarajperrinouare,  &:  dar  maggior  efficacia  agli  offici), a  fauor  del  Pontcf  5 
co'  Prelati  Spagnuoli,  che  già  fatti  dal  Secretarlo  refidente,non  haueuano  j  \ 
torito  effetto:  portò  nuoue  lettere  di  credenza  del  Marchefeatutti  ioro,&s? 
faticò  il  Senatore  con  gran  foUecìtudinc  :  ilqual  officio  fece  contrario  effe:  i; 
perche  li  Prelati  interpretarono  tanta  foUecitudine  elfer  pratticadcl  Cardir  s 
d*Aragona,fratello  del  Marchefejfènzacommiflìoneefpreira  della  Corre.    ì ,, 
vedendoti  tuttauia ,  che,  quanto  più  Ci  caminaua  inanzi ,  tanto  più  nafceii:  3 
inffm^  àt     difficoltà ,  per  quefto  capo  dell'  Inftitutione,gli  Ambafciatori  di  Francia  le  :- 
Francèft       citauano,  che  fi  troualFe  temperamento  di  fpedirfi  da  quelle  fuperfluità ,  &  - 
nir'alnegotio  della  riforma,  defiderofi  di  chi  arirfi  di  quello,chepoteuano  - 
uer  dal  Concilio,     Et  il  Vcfcouo  di  Nmics  fi  lafciò  intendere,  dicendo  il  ) 
voto,  che,  fé  a'  Padri  era  tanto  a  cuore  il  decider' una  curiofità,che  finalmc  z 
non  erafenon parole,  norivòlelFero  trattener  gli  altri ,  ma  difFerirla  ad  a!  > 
cmtefa.  de  Le*  tempo,&  metter  mano  adelFo  a  qiiellojche  fa  di  bilogno.Et  Diego  Couarmu  , 
S^MMof/     Vefcouo  di  Città  di  Rodrigo,dopo  di  qucllo,ifcufando  li  Padri,  che  Ci  tratte  - 
'     fero  in  quella  quèftione,  dilFe,  ChcelFendo  ella  (lata  propofta  da' Signori  - 
gati,  non  poteuano  reftar  li  Prelati  di  dir'  il  parer  proprio.     Da  che  commc  > 
il  Cardinal  Simoneta,negò  che  da  loro  fofle  fatta  la  propella  :  &  feguì  Serip  ■ 
do  più  gagliardemente,dicendo,Che  ad  e(fi,per  la  troppa  licenza  aflbntafì,  1 
folo non baftaua ragionar  della fuperiorità de' Vefcoui,  che  eraftatapropo 
ma  haueuano  anco  melFo  in  campo  l'altra  dell' Inftitutione  ,  &:  aggiontc 
ambedue  ih'w  ^/«/>z/fw:&.  non  contenti  della  toleranza,  &patienza,  ufata 
lafciargli  dire  ciò  che  voleuano,entrauano  ancora  in  dar  la  colpa  a'  Legati.* 
préfe  acremente  la  troppa  libertà  d'entrar  in  quelle  queftioni,&  l'ardimenn 
trattar  della  poteftàdel  Papa,tutto  vanamente,  &  fouerchiaraente,  con  rep 
tioni  delle  medefime  cofe,  dieci  &  più  volte  dette ,  &  da  alcuni  anco  con  rag 
ni  friuole,  &  con  mòdi  inetti,  indegni' di  quel  ConfeiFo:  &  nclprogreflb 
fuoparlare,accortofi  d'hauer'ufato  troppa  acrimonia,  pafsò  a  dar  una  formi 
come  un  Prelato  doueiFe  dire  il  parer  tuo  in  Concilio  :  Sparlò  efFo  fopr 
propofte  queftioni,  con  moftrare,  che  le  openioni  oppofite  folFero  arabo 
probabili  :  &  quando  anco  quella ,  che  tiene  de  iure  diurno ,  hauelFe  probabi 
rriaggiorc ,  non  elFer  pero  cofa  da  decider  in  Concilio.    Nonper  quello  qui 
gli  animi  di  molti  commoffi,  ne  al  Cardinale  di  Lorena  piacque  intieramei 
ilquale  non  mancaua  di  far'  ogni  dimoflrationc,  per  acquiftar  buona opirtic 
andana  cercando  di  conofcergUhumori,  &  afficurarfi  di  quello  chefipòt 
fare  per  non  metterfiadimprefa,fenon  conofciutariuftibile:  &  affettauataii 


Uà  Pio  mi.  L  I  B  R  O  S  ETT  IM  O.  ^49 

per  quello,checoncordafre  le  differenzc&fofle  arbitro  della  queftfonc.  Fu   ci3   lO 
)pofto ,  per  efpedidone  di  quella  maceria,  depurare  alcuni  Prelati  per  ciafcu-      l  x  n, 
nationejquafi  compromettendo  in  loro  la  rilblutione.  Ma ,  non  fi  potè  efFct- 
re:perche  Francefi,&  Spagnnoli,voleuano  un  numero  pari  di  ciafcuna5&  gì* 
lianijficome  erano  maggior  numero  degli  altri,  cofi  voleuano  maggior  nu- 
lo di  deputati.  Il  Cardinale  Simoneta  fu  il  principale  in  opporli  a  quefta 
pofta,per  non  introdur  la  confuetudine  del  Concilio  Bafileenfe. 
5i  preparaua  in  quello  tempo  nuoua  materia  di  contcntioncrperche  il  Conte  prtncl fio  di 
.una  fece  incendere  a'  Legati,che  doueua andar'  a  Trencojcome  Ambafciator  "«"^  difire^ 
Re  diSpagna,&  non  dclÌ'Iiriperacorc:i-na  inanzi  andarui,voleua  fapereche  "'^'"^f  ^'*'* 
go  gli  iarebbe  daco.  l  Legaci ,  chiamaci  gli  Ambafciacori  Francefi, gliene  spaZa-  '  * 
kro  conco,dicédo  cllcrc  in  gran  trauaglio  per  le  difputc  di  precedenza,&  gli 
gauano  di  trouar  qualche  modo  per  accordarle  :  &  dicendo  loro ,  Non  cllcu 
iidati,per  componcr  dilfcrenze,ma  per  tener  il  luogo  debito,  &  Tempre  con- 
uto  al  loro  Rèxhc  non  intendeuano  pregiudicar  in  cofa  alcuna  apparrenen- 

RèdiSpagna,ma  fargli  ognihonorc,&  ieruitio  conucnicnte  al  parentado, 
.Tiicitia,che  tiene  coi  loro  Rè  :  &  che  haueuano  carico,quando  il  luogo  gli 
:  negato  ,protcftare  della  nullità  degli  atti  del  Conciho ,  &  partirfi  con  tutti 
ciati  Francefi.Il  Cardinale  di  Mantoua  propofe  di  farfeder  l'Ambafciator 
^nuolojfeparato  dagli  altri,  dirimpetto  a'  Legati,ouero  dilotto  agli  Amba{^ 
)ri  Ecclciìaftici ,  o  pur  difetto  di  tutti  gli  Ambafciatori  Secolari.  Ma  di 
:nparcicofi  concencaronoli  Francefi,  volendo  che  in  ogni  modo  hauclFc  il 
o  dopo  di  loro,&  non  altrouc. 

[ella  Congregacionc  del  primo  Dicembre,  Melchior  Auofmediano,Vefco-w«o«^  rlft 
i  Guadiccparlando  fopra  quella  parcc  dell'  ulcimo  Canone ,  doue  fi  decer-  ^'''  Pomificij 
iua,che  i  Vefcoui,chiamaci  dal  Papa,  fono  veri  &  legitimi,  dilfe ,  Che  non  ""i^l^^P*- 
iaceua  il  modo  d'cfprimcre,pcrcioche  vi  erano  anco  de'  Vefcoui,non  chia-  ^""''  '' 

dal  Pontefice,nc  meno  confermati  da  lui,che  erano  però  veri,&  legitimi. 
alFc  per  eflempio  quaccro  SufFraganei,electi  -Scordinati  dairArciuelc^ouo  di 
3urg,che  non  pigliano  alcuna  confcrmatiòne  dal  Papa.Il  Cardinale  Simo- 
non  lo  lafciò  pailar  più  oltre,dicendo,chc  quanto  il  Vefcouo  di  Salzburo-,e 
.cri  Primati faccuano,  tutto eracó  autorità  del  Potefice.SileuòF.Thomalb 
dio, Vefcouo  della  Caua,!?*:  il  Patriarca  di  Venecia,rucci  in  un  crarto  diccn- 
)he  Ci  douelfe  mandar  fuori,come  fciiìnatico.Ec  Egidio  Falceta, Vefcouo  di 
:le,gridò,Fuori  ilfcilmatico':  &  feguì  gràdiffimo  romoretra  li  Prelaci,cofi 
'urri,come  di  piedi,  parte  in  oirefa  del  Vefcouo  voCanCe,&  parte  in  difcl'a, 
liede  mala  fodisfactionc  a  Prelati  Oltramontani.  Il  Cardinale  di  Loreiia,fc 
le  fentì diipiacere,non  fece  dimoftratione  alcuna:&  li  Legati  con  difficoltà 
:arono  il  romorcfaccndo  profeguir  agli  altri,che  doueuano  parlar  in  qucl- 
)ngregatione:laqualfinita,il  Cardinale  di  Lorena,inprcfenza  di  mola  Pie- 
*ontihcij,hebbcadire,chc  l'intolenza  era  ftata  grandcche  il  Vcfcouodi 
lice  non  haucua  parlato  male,&  le  folFe  ftaco  Francefe ,  egli  haucrcbbe  ap- 
to  ad  un  Concilio  più  libero  :  &:  quando  non  fi  proucda  che  cucci  pollino 

NNnn 


6^0  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio   IlV 

CI  3   IO    Parlar  Uberamentcnon  s'hauerebbono  tenuti  li  Francefbchc  non  foflero  part: 
LXii.      per  far  un  Concilio  Nationaic  in  Fi  ancia.  Et  veramente  fu  cono(ciuto,che 
Vcfcouo non haucLia mal  parlaco,&  fu  corretto  il  Canone,  che ficomediceii 
I  Vcfcouijchiamatidal  Pontefice  Romano  j  coli  dicelTeJ  Vckoui,aironti  p 
autorità  del  Pontefice  Romano. 
ppgnathm         i\  ^i  (egucnte,circndo  venuto  il  tempo  di  dichiarar'  il  giorno  della  Seffìone 
della  Jeguente  (;;;^^^jj-j^j  di  Mantoua propofe,  chc  iì  prorogalle  lino  a  dicefctte  :  &  fé  in  qt 
•^      *         mentre  non  s'ìiaueirero  potuto  hauer'in  ordine  li  decreti  della riformajfpettar 
alla  matcria,cheritrattaL!a,quefta  fi  difcriHeallafeguente  Seflìone.  IlCardir 
di  Lorena  concorfe  nel  medelìmo  parere,quanto  al  giornojma  con  conditici 
che  non  fi  ommctteirc  di  trattar  tutto  quello»  chcpertencua  allamateria^nec 
fa  alcuna  iìrimettcìrc  allafcguente,neliaqual  era  neceiFario  dar  principio  a 
riforma  uniucrlale.  L'Arciuefcouo  di  Praga ,  il  Cinque  Chitfc5&:  l'Oratoi 
Poloniajconcordarono  nel  medelìmo  parcre:&,  dopo  molta  contentione  d' 
cunijche  voleuanojfecondoil  voto  del  Vefcouodi  Niraes,  che  fi  rimetteflJ 
le  qucftioni  ad  altro  tempo  j^d'altri,che  voleuano  deciderle ,  fi  deliberò 
ftabilire  la  Seflìone  per  il  Indetto  giorno  ,  con  ordine,  che  per  ilpedire  tutti 
materia,ri facelFero  due  Congregationi  al  giorno:&  fc  all'  hora non  foiFe  dee 
ÌìpublicalFcrolidecreti,chelìtroualFeroin  quel  tempo  ftabiliti,rimcttendo 
indecilì  ad  altro  tempo:  «Se  nella  feguentc  Seflìone  iì  trattalFc  della  rifon 
cenfura  di      inanzi  che  entrar  ne'  ponti  della  dottrina.  Riprefe  ancora  il  Cardinale  di  M 
Mantoua  a     j-q^-j  \q  ft^epito  de'  piedi, &  di  parole,  del  giorno  precedente,  concludcndcc 
Prelati:         ^^  ^^^  Finanzi  non  hauelFcro  parlato  con  rirpetro,(3c  riuerenza  conueniente 
clcgnitàpropria,iSi  alla  prelenza  d'eflj  Legati, che  rapprefentano  Sua  Beatiti 
nei&  de'  CardinalÌ5&  Ambalciatori,che  rapprefentano  i  Prencipijeflì  fareb 
nouleiti  di  Congregatione,per  non  comportar  tanti  difordini:ik  il  Cardii 
di  Lorena  commendò  Fammonitione  facta,foggiongendo,  chclìcomenon 
conueniente,  che  per  qual  lì  voglia  occalìone  li  Legati  douellero  partili 
Congrcgatione,colì  eragiuftiflìmacofa,chelì  punilFeroli  perturbatori. Il 'N 
#ouo della Caua,  non  folo  non  volfe  fcufarfi  di  quello, che  detto  haueua 
meno  con  lìlentio  riccuer  Fammonitione,fe  ben  generalc,ma  diiFe,Che  li  de 
uanoieuar  lecaufe,che  gli  effetti  celFerebbonorche  fé  le  paiole  del  Vefcou 
Guaaice  hauelFcro  offeio  la  peribna  fua,  egli  le  hauercbbc  iopportatc  per  ca 
Chri{liana,laqual  lìcome  ricerca  fotFeréza  nelle  ingiuri;;  propriccolì  vuoL' 
rifentimento  delle  ingiurie  fatte  a  Chrillo ,  la  Maeftà  diuina  delquale  è  ofl 
quando  è  toccata  l'autorità  del  fuo  Vicariorche  egli  haueua  bene  &  ottiman 
te  detto,&  confermaua  il  medefimo  con  altre  parole  delF  iftelFo  fenfo,ffhei 
uerfalmente  furono  ftimate  petulanti. 
f  rimetti  jt*  Giacomo  Gilberto  de  Nogueras,  Vefcouo  d'Alitfe,  nel  fuo  voto  ditR>E 

eamfo  iinji-  jnftitutionede'Vefcoui  non  poterli  parlar  6on  megliorfondamento,che>c 
VeCiohh         iìderando,&  ben  intendendo  le  parole  di  S.Paolo  agli  Efelì.Imperoche,lìc< 
era  molto  vero ,  che  Chrillo  reggeua  con  alToluto  gouerno  la  Chiefa,  viue 

io 


apaPioIIII.         libro    SETTIMO.  ^51, 

ì  carne  mortale  >  come  da  akri  in  Congiegacione  era  ftato  giiidicioramente 
irto  ;  cofi  eia  una  gran  faUìtà  quello>clie  fu  aggionco>cioè ,  chejafcefb  in  cielo, 
1  abbandonato  il  mcdelìmogouerno,anzipiu  che  mai  Teirercita:  &c  quello  e 
i  elio ,  che  diife  agli  Apoftoli  nel  partiremo  fono  con  elfo  voi  lino  alla  fine  del 
1 3ndo:  aggiontoui  anco  l'opera  dello  Spirito  Santo  :  lì  che  da  Chrillojcome  da 
(ipo>al  preiente  ancora>nonl'olo  viene  l'influirò  interiore  delle  gratie,ma  anco 
t  '  clicrior'  aflìftenzajben' inuifibile a  noi,ma però>che  fomminiftra  le  occafio- 
r  per  la  falute  de'  fedelij&  propulfa  le  tentationi  del  mondorcon  tutto  cio,oltrc 
t  te  c]tiefte  cofe ,  ha  inftituito  anco  alcuni  membri  della  Chiefa  per  Apoftoli, 
tìtlori,  &c.  A  finedi  difendeteli  fedeli  dagli  errori j&  indrizzargli  all'  unità 
i  la  fedc^  cognitione  di  Dio:&:  a  quefti  ha  dato  il  dono  necefiariojper  elferci- 
qucfto  fanto  officiojilqual'  è  la  poteftà,chiamata  di  giurirdittione>laquale  in 
ti  non  è  vguale  :  ma  tanca»  quantainciafcunoèj  glie  data  immediate  da 
rifto.  Niente  eiferpiu  contrario  a  San  Paolo,  quanto  ildire,che  ad  uno  fole 
data,chelacommunichicome  gli piacc.Veroèjche  non  in  tutti  è  ugualcsma 
ondoladiuinadiftributione,laqualc,acciolì  conferuaife  l'unità  della  Chie- 
ome S.Cipriano  dilTesordinò  che  folfc  in  Pietro,  Se  ne'  fucccifori  fuoi,la fu- 
ma: non  che  ila  airoluta3&  fecondo  il  prouerbiojdoue  la  volontà  fìa  per  ra- 
ne j  ma ,  come  San  Paolo  dice,in  edificatione  folamente  della  Chiefa,non  in 
ruttioneionde  non  fi  eftendc  a  Icuar  leggi, &  canoni  ftaruiti  dalla  Chiefa  per 
damento  del  fuo  gouerno.Et  qui  diede  principio  ad  allegare  li  Canoni  citati 
jratiano,doue  li  vecchi  Pontefici  Romani  fi  confeilàno  foggetti  a  decreti 
?adri,vSc  alle  confliitutioni  de'  predeccffori. 

via  il  Cardinale  Varmienfe  non  lo  lafciò  caminar  inanzi, e  l'interruppe,  di-  '"'«>"''<'«'<  d4 
dojchc  s'haucua  da  parlar  della  fuperiorità  de'  Vefcoui ,  a  che  non  era  a  prò-  ^^^^'^"fif 
to  il  difcorfo  fuo.A  che  egli  rifpofe,che,trattandofi  dell'  autorità  de'  Vefco- 
ecelTariamente  bifognaua  ragionare  di  quella  del  Papa  :  5i  l'Arciuefcouo  di 
nata  fi  lcuò,&  dilfcche  gli  altri  n'haueuano  parlato ,  &c  fupeifluamente,per 
,  dir  perniciofamente,&  pei  ò,che  anco  Alifre  ne  poteua  ragionare ,  accen- 
do le  cofe  dette  dal  Lainez.  Il  Vefcouo  della  Caua,fopranominato,fi  alzò, 
ifcche  gli  altri  ne  haueuano  parlato,ma  non  in  quel  modo:&:  cominciando 
fcer  tra  li  Prelati  bisbigli,Simoneta  fece  legno  alla  Caua  che  tacclfc,  &  con 
nonir'Aliffecheparlaileal  cafo ,  fece  quietarli  mormorio.  Et ,  feguitando 
neir  allegationc de'  Canoni  incomminciata, Varmienfe  dinuouo  l'inter- 
i|)e,non  parlando  a  lui,  ma  facendo  un  ragionamento  formato  V  Padri  fopia 

Sateria:dicendo,cne gli  herctici  pretendono  diprouare,cheliVefcoui,elctti 
?apa,non  fono  veri  Se  legitimi  Ve(coui,&  che  quella  opinione  è  quclla,che 
^  bbc  condannare  :  ma  fé  li  veri  Vefcoui  fiano  inUizmzi  de  iure  dtumo,  o  no, 
ima  differenza  vi  è  tra  gli  heritici ,  &  li  Carolici  ;  &  però  la  queftione  non 
1  encrc  alla  Sinodo,  che  e  congregata  folo  per  dannar  le  hercfic.  Raccordò  a' 
fi,che  s'aftencifero  dal  dir  cofe,  che  potelfero  dar'  occafione  di  fcanc^alo  ,  3c  • 
(Torto  a  lafciar  quelle  queftioni.  Alle  paiole  del  Cardinale ,  il  Vefcouo  d'A- 
i  volle  repHcarcana  Simoneca,  con  l'aiuto  d'alcuni  altri  Prelati,  lo  quietòjfe 
f  '  NNnn     ij 


(?5i  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio  llll, 

CI  ^   i  -5    ben  con  qualche  difficokà.Et  parlò  dopo  lui  Antonio  Maria  Salbiati ,  Vefcou( 
Lx  1 1.      di  S.Paulo,ilquale,con  difcorrere,  che  tutti  erano  cogregati  per  feruitio  di  Die 
&  caminauano  con  buona  intcntione ,  fé  ben  alcuni  per  un  verfo  ,  &c  altri  pc 
l'altro:  &:  con  andar  dicendo  diueifecofe,  che  feruiuano  in  parte  per  accordar  li 
openioaijma  più  principalmente  per  conciliar  gli  animi,  fu  caula  che  la  Coi 
gregationc  fi  ftnì  quietamente  ;  5c  che  tra  il  Cardinale,  oc  il  Vcfcouojpairaircr 
parole  d'humanità,5c  riuerenza. 
foflentata.  am-      jj  quarto  giorno  del  mcfe  di  Dicembre ,  diife  il  parer  fuo  fopra  la  medcfin 
^d^T^'ena      ^^^^^^^  ^^  Cardinale  di  Lorena  ;  &  parlò  a  longo ,  che  la  giurifdittione  fol 
**     '^""^     data  da  Dio  immediate  alla  Chiefa  :  allegò  li  luoghi  di  S.Agoftino  ,  Che 
chiaui  fono  date  a  Pietro,  non  ad  una  perfona,  ma  all'  unità:  &:che  Pietr 
quando  Chrifto  gli  promifc  le  chiaui ,  rapprefentaua  tutta  laChiefa,chc  Te 
crìi  non  folle  ftato  Sacramento  ,  cioè  ,  rapprefentante  la  Chiefa  ,  non  ; 
hauerebbedato  Chrifto  le  chiaui:  moftrando  molta  memoria  inrecitarli  h 
malmente.    Pafsò  poi  a  dire,  che  quella  parte  della  giurifdixtionc,  che  è  ce  ■ 
nefla  con  l'ordine  Epifcopale,  li  Veicoui  la  riceueuano  immediate  da  Dio:  : 
dichiarando  in  che  confifteirejfpecihcò,  tra  l'altre  cofe ,  in  quella  contcn^  i 
la  facoltà  di  fcommimicare  j  eftendendofi  molto  nell'  efpofitione  di  quel  1  • 
r^o  di  S.  Matheo ,  doue  da  Chrifto  è  prefcritto  il  modo  della  correttion  frat  ■ 
na,&:giudiciale  della  Chiefa,  con  autorità  del  fepararedal  fuo  corpo  gl'i  • 
bedienti.     Poi  lì  diede  ad  argomentar  ancocontra  quefta  openione,  con  • 
uerfe  ragioni  canate  dalle  parole  di  Chrifto,  dette  a  S.Pietro ,  &  dall'  intc  - 
genza,  che. gli  dà  in.  molti  luoghi  S.  Leone  Papa.     Addulfe  molti  ellèmpi 
Vefcouijche  tutta  la  giurifdittione  haueuanoriconofciuto  dalla  Sede  Apo  - 
lica,  &  parlò  con  tanta  eloquenza ,  i?i  in  modo  tale,  che  non  fi  poteua  far  ci  - 
ro  giudicio  dell'  animo  fuo.     DilTe  dopoi ,  che  i  Concili)  haueuano  l'aur  - 
tà  immediate  da  Dio:  allegò  per  quefto  le  parole  di  Chrifto,  che  dille,  Doiu  - 
ranno  doi  o  tre  congregati  nel  mio  Nome,io  farò  nel  mezzo  tra  loro.Et  il  C  .• 
cilio  degli  Apoftoli ,  che  afcrilfe  la  rifolutione  propria  allo  Spirito  Santo.  A  - 
gò  lo  ftile  de'  Concili) ,  di  chiamarfì  congregati  nello  Spirito  Santo  :  &  l 
Conftantienfe,  che  apertamente  dilfe  ,   Haucr  l'autorità  immediate  da  C  - 
fto.    Però,  foggionfe, che, parlando  de'  Concili),  intendeua  che  vi  folfe  e  - 
gionto  il  capo  :  &  cheniilUna  cofaera  di  maggior  feruitio  per  l'unione  d  i 
Chiefa  ,  che  il  fermar  bene  l'autorità  Pontificia:  che  egli  non  hauerebbe  i 
confentito  di  terminar  cofa>  che  la  potefle  dmiinuirc:<^  del  medefimopa  2 
erano  tutti  li  Prelati ,  &  Clero  di  Francia.     Et ,  tornando  all'  inftitati  e 
de'  Vcfcoui ,  &  parlandone  tuttauia  con  la  medefima  ambiguità ,  finalir,  - 
te  conclufe,  che  era  una  queftione  interminata.  Effortò  poi  la  Congregar 
ne  atralafciarla,  &  diede  elfo  una  forma  del  Canone ,  doue  erano  oinmelln 
favole  y  iure  dtmm.Et  in  luogo  di  quelle  fìdiceua,  Inftituiti  daChrifto» 
é  àaPreUil        I  Prelati Francefi ,  che  parlarono  dopo  Lorena  in  quel  medefimo  àì»Si{ 
jrr4»ej?,/w  feguenti  ancora,  non  trattarono  ne  con  l'iftelFa  ambiguità  ,  necolif 
nfolntAmmsis  dciìmo  rifpetto  all'  autorità  Pontificia  ;  ma  difefero  apertamente  >  che  I 

'      CQ 


..Pio  un.  LIBRO     SETTIMO.  65J 

à\ìe  Vefcoui  fofle  de  iure  dtuino  ,  portando  le  ragioni  dette  dal  Cardi- 
e/^&:  efplicandole  :  &:,  fé  ben  egli,  mentre  che  parlauano ,  ftaua  conia 
ni  Tetto  la  guancia  ,  in  modo  che  pareua  che  moftralTe  fentir  difpiacere 
ilo  che  diceuano>tuttauia  però  era  afcritto  ad  ambitione,  come  fé  haucfle 
(hfamente  procurato ,  che  il  voto  Tuo  fofle  commentato.  Et  fé  ben  da'  Fran- 
fc  apertamente  difefa  la  fentenza  de'  Spagnuoli ,  quefli  però  non  rcftaro- 
.( disfatti  j  cofi,  perche  il  Cardinale  haueua  parlato  con  ambiguità  i  co- 
ti co  >  perche  eflo  >  &  li  Prelati,  s'erano  dichiarati  di  non  hauer  per  necef- 
j(  li  terminar  in  Concilio  l'inftitutione ,  &c  luperiorità  de'  Velcoui,  ef- 
:^,  ture  dittino  ,  anzi  douerfi  tralafciare  :  &  maggiormente  per  la  foimu- 
Cardinale  propofta  ,  doue  era  tralafciato  >  le  ben  per  loro  fodisfat- 
,  più  che  per  altro  rifpetto  ,  erano  polle  le  parole ,  che  fono  inftituiti 
rifto. 

il'iftelTo  il  fine  de'  Francefi,come  de'Spagnuoli,diprouedere  ali*  ambitio-  <^''%7ò  det 
aaaritia  della Cortcche  adaibitrio  dominaua  con  precetti  inutili.  Se  di  '^'U^SP'*»  ^'i^^ 
ijfrutto  ;  &  cauaua  quantità  grande  Ài  danari  con  le  collationi  de'  benefi-  p^^^^n  '/  * 
difpenfe,dalle regioni  Chriftiane.Mali  Spagnuoli  g!udicauano,che,per  quefiof^ttot 
otione,che  il  popolo  de'  Regni  loro  portaua  all'  autorità  PontiEcia,&  per 
10  del  KèySc  del  fuo  Confcgìio ,  abhorrenti  dalle  nouità,  le  quefto  fi  folfe 
alladiritta5&  airaperta,ne  farebbe  nato  fcandalo,  &  non  s'hauerebbepo- 
rfFettuare  j  &  che  il  Pontefice  facilmente  hauerebbe  potuto  interponer 
diflìcoltà  apprelFo  li  Prencipi,che  non  s'hauerebbe  manco  potuto  venir- 
adichiararione  j  ma  che  conuenilFe,  fecondo  l'ufo  di  quella natione ,  pi- 
ia  mira  lontana,& col  dichiarare  che  la  giurifdittione  de'  Vefcoui,  &  la  rc- 
zaera  daChrifto,  &  de mredmino ,  metter  in riputatione  quell'ordine ap- 
}  il  popolo,impcdir  le  violenze ,  che  la  Corre  Romana  porellè  vfar  contra 
•fone  loro:&  cofi  dargli  commodo,  che  in  progreflo  potcìrero  riformarle 
fe,con  feruitio  ò.i  Dio,  &  con  tranquillità  de'  popoli,  reftituendo  la  libertà 
pata  da' Romani. 

a  li  Francefi,il  naturai  de'quali  è  proceder  all'  aperta,  &  con  impeto,haue- 
quefte  arti  per  vane  :  diceuano,che  non  hauerebbono  mancato  a  Roma  ri- 
j  per  renderle  inutili  ;  &  che ,  per  venir  ai  fine,  haueuano  bifogno  di  tanta 
io,che  non  fipoteua  hauer  nillunabuona  fpcranza:  ma  che  il  vero  modo,e- 
iza  niirunaartc,alladiritta,&airaperta,urtargh  abufi  pur  troppo  chiari,& 
ifefti  :  &  che  non  era  maggior  la  diificoltà  in  ottener  quefto,  che  era  il  fine 
:ipale ,  di  quello,  che  folle  l'ottener  il  prctefto,  che  ottenuto,  farebbe  ftato 
iente.  Ma  in  un'  altro  particolare  ancora  non  erano  meno  differenti  li  lor 
egli.  Conueniuano  tutti  in  giudicar  neceflariojchereirecutione  de' decreti 
liari  fofle  Ci  ferma  &  ftabile,che  non  fi  poteflè  alterare  :  vi  era  nondimeno 
che  differenza  tra  eflì  Franccfi ,  &c  Spagnuoli ,  nel  fermar  il  modo  ,  come 
creti  di  quel  Concilio  non  potefTero  elTere,ne  derogati,ne  alterati  dal  Pon- 
e,con  pretefti  di  difpéfe,non  oftantie,&  altre  tali  claufuleRomane.Et  per 
liiTegnauano  li  Francefi  >  che  fi  difiuiire  lafuperiorità  del  Concilio  al  Papa:; 

NNnn    ii) 


6s4  CONCILIO    DI  TRENTO         Papa  Pio  i 

ci3  i3     oLicro  fiftatuiffe,  che  li  Decreti  del  Conciiio  non  pofllno  cfTer  dal  Pomefi;i 
LXii.      derogacene  difpenfadiche  farebbe  ftato  un  intiero  rin:edio.  LiSpngnuoIlj 
ucuano  per  punto  difficile  da  ruperare,&:  da  non  tentarfì  j  perche  il  Fon  5i 
hauerebbc  Tempre  hauuco  fauore  da'  Prencipijquando  fi  folTc  doluto,  che  f  q 
taife  diminutione  della fua  poteftà,  &:  farebbe  fauorito  dalia  maggior  pan  (j 
Prelati  Italiani ,  per  degnità  della  patria ,  6c  per  molti  propri]  intereffi:  &  t  )i 
pareua  baftaiTe  ,  che  il  Concilio  facefTe  li  decreti,  dilfegnando  che  poi  i 
otceneire  in  Spagna  dal  Rè  la  Pragmatica  fopra  :  &  per  quefta  via  foikr 
biliti,iì,che  nonhaueireroingrclfo  in  Spagna  le  contrarie  difpenfatioiu  . 
titìcie. 
i  Legati  ofen-      Li  Legati  efpedirono  un  Corriere  efpreiro,  con  la  copia  propoftadal  C 
dano Lorena,  ^^^^  j^  Lorena ,  &  con  le  confiderationi  d'alcuni  Canonifti ,  fatteui  fopra 
dt  che  egli  fi    ^^^^oftrarcche  l'autorità  Pontificia  foife  intaccata  :  ricercando  che  gli  fofl 
"'         to  ordine  di  quello,che  hauelTero  a  fare  :  ilche  dal  Cardinale ,  quando  lo  f 
fu  riceuuio  con  molto  fenfo:«S»:  fece  indoglienza,perche,hauendogli  egli  d; 
copia,  inanzi  che  la  proponete  in  Congregatione  ;  &hauendo  eflì  moftr 
cópiacerfenejhaueìTero  poi  operato  con  tanta  diffidenza.  DilTc  parergli  ft. 
che  di  tutte  le  cofe  fue,&  de'  fuoi  Prelati,fi  piglialfe  ombrarli  dol(e,che  dag 
liani  folFe  ingiuriata  la  Natione  fua,afFermando,  hauer  con  le  proprie  ore. 
udito  alcuni  Prelati  a  dire  deriforiamente  ilprouerbio  fcurrilc:,  che  già  era 
vulgato  per  tutto  Trento,  cioè.  Dalla  scabbia  Spagnvola  si. 
cADVTi  NEL  MAL  FRANCESE  :  delclieanco  {ì  lamentauano  conogni< 
fione,&  gli  altri  Francefj5&  etiandio  li  Spagnuoli  j  le  indoglienzc  de'qual 
me  è  coftume,incitauano  maggiormente  li  curiofì ,  &  s'accrefceuano  tra  ] 
tioni  li  fofpetti,&  le  diffidenzccon  grauiiTimo  pericolo  :  ne  li  Legati,3c  i  Pi 
piùpruientijche  con  l'autorità,  &  con  gli  offici]  s'oppoHeuano ,  erano  bai 
di  fermar' il  moto. 
td  l  PreUti        Et  li  Francefi  irritati,rifoluerono  di  far  proua  della  loro  libertà ,  &  conuc 
Frtmceft  in    ro,che  nella  Congregatione  de'  fette  il  Cardinale  di  Lorena  non  interue 
Ctngregatìom  ma  li  lor  Prelaci,a'quali  toccaua  parlarcdicelfero  con  libertà;  &  fé  erano  ri; 
f orlano  con    ^\[  Ambafciacori  proteftalTero  :  &c  Lanfac ,  per  farlo  fapere,  accio  li  Ponrif 
ipema  O^r-^^  guardalTerojin  prefenza  di  molti  di  lorojdilfc  ad  Antonio  le  Girier,  Vefi 
d'Auranches,uno  di  quelli,che  doueffe  dir  liberamente,  &fenza timore ,  e 
protettione  del  Rè  era  ballante  a  foftencarlo  :  ilche,rapportato  a'  Legati,  fu 
fa  che  folTcro  uditi  con  molta  patienza,  fé  ben  non  folo  dilTero,  che  i'inftici 
ne  de'  Vefcoui,&;  la  giurifdittioncfolfe de  mreDtnwo,  come  quella  del  Pap 
che  non  vi  è  differenza ,  fenon  dì  grado  di  fuperiorità  ;  &  che  l'autorità  Poi 
eia  è  rifiretta  tra  li  limiti  de' Canoni:  narrando,  &  commendando  lo  fti. 
Parlamenti  di  Francia  ,  che ,  quando  alcuna  Bolla  Pontificia  è  prefentata 
contenga  cofa  contraria  a'  Canoni  riceuuci  in  Francia ,  dichiarano,  che  è  ' 
riua,&  prohibifrono  l'tirecutione.Qaefta  libertà  fu  caufa,che  li  Pontifici)' 
ronoiDaggiorrirpfe^tco  nel  par  lare,  fc  ben  la  bellezza  del  motto  prou«rbia  ir 
ciràua  qualche  volta  alcuni  de'  Prelati  allegri  a  non  aftenerfene. 


JlPioIIII.  libro    settimo.  ^55 ^ 

i'ailprccefto,  per  quale  il  Cardinale  di  Lorena  fi  trattenne  in  cafajfurauiro    ci  3  i» 
l  morte  dei  Rè  di  Nauarra,  che  quel  giorno  arriuò.   Quel  Prencipe ,  ferito       l  x  1 1. 
a  xchibugiata  fotto  Roano,  fino  al  Settembre,  nonellendoben'curatQ,in  «««'/ò  della 
h  i  riduite  in  ftato  di  morte  :  nclqual  pofto ,  per  opera  di  Vicenzo  Lauro  me-  ^."'"'^  '^^^  ^ 
cficommiinicò  alla  Catolica:  poi  vacillò  verfo  la  dottrina  de' Proteftanti,   *     '"*'*>^'** 
(ialmente  a  dieci  di  Nouembrc  morì.  Et  qucfto  accidente  portò  anco  alle 
ik\  Concilio  gran  murationc:perche,hauutoncauii05Lorena alterò  ^^^^^^^  fa  mutar  pen- 
Gìenficri.Hebbcqael  Rè  principaliiTmiapartc  nelle  commiffioni, che  furo- yj-e^j^Xoren.*.* 
I  Ite  al  Cardinale  nel  Tuo  partire,  onde  egli  era  incerto,  fé,  dopolamorte  di 
u  o,la  Regina,&  gli  altri  farebbono  continuati  in  quel  feruorc.  Oltre  di  ciò, 
launa  aperta  mutatione  in  tutto!  gouerao.Deiidcraua  d'elTcr'  in  Francia» 
3terui  apportar' elio  ancora  la  parte  fua:perche,cllèndo  il  Prencipe  di  Con- 
apcrta  dilfenfioncpoco  confidente  della  Regina,  &:  di  quelli  che  pc)teua- 
prcllo  lei  i  il  Cardinale  di  Borbon  poco  capace ,  quel  di  Montpeniier  ili 
credito  i  il  Contefì:abilevccchio,&:  con  molti  emuli  potentijhaueua  gran 
£tto,  erdufi  quefti,  che  Tuo  fratello  doueilc  eircr'  arbitro  delle  armi ,  &  egli 
onfeglio:&quelle  cofe  machinaua  nell'animo  fucpoco  penfando  al  Con- 
,&  a  Trento ,  doue  fi  ritrouaua.  Gli  altri  Franccfi  apertamente  diceuano> 
cfiringratiar  Dio  della  morte  di  quel  Rè,  perche  incomminciauaa  tituba- 
i  congiongere  ftrettamente  gli  intcrclTi  iuoi  con  quelli  del  fratello,.!?^  degli 
ugonotti. 

eguentcgiornojche  fu  gli  otto  Dicembre,  fu  tutto  confumato  inceremo-  cmmonk  per 
per  l'eleccione  iuccelTa  della  pcrlona  diMaffimiliano ,  Rè  de'  Romani:  ^''f'^'^^f'^ 
uefto  celebrò  la  MclTa  dello  Spirito  Santo,  con  interuento  di  tutto'l  Con-  2.   ^  ^'""''" 
,  l'Arciuelcouo  di  Praga.Fcceun  Sermone  in  lode  di  quel  Prencipe  ,  il 
)Uo  di  Tamia:  Et  li  Cardinali,  &  Ambafciatori  furono  dal  Praga  coii- 

3mc  prima  la  Dieta  Ci  congregò  in  Francfort  >  il  Prencipe  di  Condè  man-  trattato  dt/ 
on  lolo  a  ricercar'  aiuto  da'  Prencipi  Proteftanti  ;  ma  anco ,  per  trattar  u-  Condè  co  rhe 
;  degli  Vgonorti  con  quelli  della  ConfcflloneAuguftana:  &  in  particola-  '^^i^^** 
:r  giongerfì  infieme,a  richieder  un  Concilio  libero,  &  nuouo  jdoueiolfe- 
rartatc  ru:te  le  cole  rifolute  in  Trento  :  dando  fperanzache  anco  i  Francesi 
Vecchia  Religione  Catolica ,  farebbono  a  queftoconuenuti,  poiché  era 
promciroairAmbarciatordiFranciajche  fupoi  creato  Cardinale, &  chia-  .    ^j.^.^ 
. della  Bordiflìera,che  coli  Ci  farebbe  fatto.  Ma  li  Thedefchi  Proteftanti  e-  J^^^  cÓwilhi 
alieniflTimi  dal  Concilio,  mentre  che  poteflercfenza  quello,  hauer  pace  in 
aania  :  &  però  fu  all'horaftamparo  in  Francfort  un  libro  molto  pieno  delle 
ationi,&  ragioni  loro,perche  non  erano  intcruenuti,ne  voleuano  interue- 
aTrentOjCon  proteftatione  della  nullità  di  tutto'lfatto,&:  che  fi  farebbe  in 
luogo. 

Rè  fu  prima  onto,&:  coronato  Rè  di  Boemia,  in  Praga,inprefenza  dell'  hemhe,dopla 
aratore  fuo  Padre ,  da  quell'  Arciuefcouo ,  che  da  Trento  era  andato  in  Boe-  '^'T^!^ 
ad  effetto  di  quella  ceremoniajaccio  il  Rè  haueflè  voto  in  Dieta  Imperiale.  ^^^^^^^    - 


6s6  CONCILIO    DI  TRENTO      Papa  Pio  II 

Viy  i^    Ecandati  a  Francfoicfu neceflario  afpettare,  che  li  Canonici  di  Cologna  va 

LXii.     gelfcro  rArciuercoLio,eirendo  quella  Sede  vacante:  onde  li  Preneipi,adiur 

hebbcro  gran  tempo  di  trattar  diuerfe  materieseifendo  rettati  fempre  congrcit 

in  Franciortjpcr  afpcttai-  che  s'cmpielfe  il  numero  fettenario ,  con  la  corona cy 

ne  inBoemia,&  elcttione  in  Cologna.  Quelle  cofe  diedero  gran  peniìeiir 

Roma,&  fi  temeua  che  da  quella  Dieta  non  folTe  mandato  aTrento  a  prot  ^ 

re,&:  che  non  folfe  ufata  qualche  nuoua  forma  nella  coronatione ,  abolii  h 

vecchia,che  moftralTe  iiiclinatione  di  partirli  dagli  antichi  riti,o  dal  nuoiic  Le 

folle  fatta  qualche  promeiVa  pregiudiciale  alla  potcftà  Pontihcia.L'Impcr  )i 

nondimeno,&  il  Rè,viarono  fomma  deftrezza  a  diuertircche  non  li  trattai  o 

cofe  della  religione  in  piena  Dieta  inanzi  l'Elettione ,  laqual  fuc^lfe  il  ve  i- 

quattro  Noaembre,&  ildìvltimoja  Coronatione:  nellaqualc  gli  Elcttorit^  1- 

tri  PrencipiProccftantijftettero  alla Meifaifin  che  fu  detto  l'Euangelio,  &:  )j 

vfcirono.  Quello  tanto  vi  fu  di  nuouo  ,  che  del  rimanente  fu  dato  illuoo^l 

Noncio  Pontifìcio  fopra*gli  Elettori,  &  agli  altri  Ambafciatori  fottodi  ì 

impero,fatta  l'incoronatione ,  incomminciò  Cefare  a  pratticare  con  alcun  e 

Protcftantijcheadheriireroal  Concilio  di  Trento:  liquali,  per  non  elferpr  i- 

nutijcongregati  infiemcprefentarono  ali'  Imperatore  la  rifpofta  promcir  ') 

ftam ad  ejfo     venti  meli  ,fa ,  all'  Ambafciaria di  Sua  Maeftà  nel  conuento  di  Naumbur  s; 

ferfuafi  dx      differita  fino  all'  hora:nellaquale,erpofte  le  caufcperche  in  molte  Diete  Ir  ;• 

Ctftre,  j.^.^jj  palfate  haueuano  appellato, &  appellauano  dinuouo  ad  un  Concilio  1  ;- 

rojfoggionfcro  le  conditionijche  teneuanonecellarie  :  con  lequali s'offerii;  o 

maefìtrKhìe-  di  conientire  adinteruenirad  un  futuro  Concilio  Generale.  Quelle  erano  t  :] 

dono  condirlo-  E  Che  lìa  celebrato  in  Germania.  IL  Che  non  fìa  intimato  dal  Papa.  III.    e 

niimccethihi'  eglinonvi  prefeda,ma  fìa  parte  del  Concilio,  &  foggetto  alle  determinar  li 

li:  di  quello.  IIII.  Cheli  Vefcoui,  &  altri  Prelati  fìano  liberati  dal  giurair.(  o 

prellatoal  Pontefìce,accio  pollino  liberamente, &fenzaimpedimentOjcli  il 

loro  parere.  V.  Che  la  Scrittura  Diuina  fìa  giudice  nel  Concilio,  eiclufa  e  li 

autorità  humana.  VI.  Che  liTheologi  de' Stati  della  ConfeflìoneAuguf!  a 

al  Concilio  dellinati,habbiano,non  folo  voce  confultatiua^ma  deliberatiu  <. 

fìa  loro  dato  faluocondotto,  non  folo  quanto  alle  perlone,  ma  ancora  qiu  o 

air  eifercitio  della  religione.  VII.  Chele  decifìoni  nel  Concilio  non  fi  fac  i- 

nojcome  nelle  caufefecolarijperpluraUtà  delle  voci,  ma  fìano  preferite  le  i  - 

gliori  fentenzccioè  ,  le  regolare  dalla  parola  di  Dio.  Vii.  Che  gli  Arti  :1 

f  Concilio  Tridentino  s'habbiano  per  caflà,&:  irriti,eircndo  quello  flato  pan:  ^> 

da  una  fola  delle  parti  celebrato,^  non  ordinato  come  fupromelfo.  IX.  C -» 

fenelConciho  non  ft-guirà  concordia  della  religione  ,  leconditioni  di  Po  a 

reilinò  inuiolate,infiemecon  la  pace  di  religione  fatta  m  Augnila,  dell' a  o 

M.D.LV.  qualrefti  valida,&efficace,&tuttifìano  tenuti  olferuarla.  XI  Co 

fopra  tutti  gli  articoli  predetti, fìa  loro  datacautione  idonea,  5c  fufficic  °- 

L'Imperatore,riceuuta  la  fcrittura,promife  d'adoprarfìper  la  concordia,&:  <  "' 

rare  in  maniera,chefia  celebrato  Concilio^doue  efìì  con  ragione  non  potei  0 

licufare  d'interuenire? purché  dal  canto  loro  deponeifcro  gli  odi) ,  &  gli'  ^i 

afl":i 


;,  A  Pio  mr.  LIBRO    SETTIMO.  (J57 ^ 

^li  Scontrar  ij  alla  pace  Chriftiana  :  &  s'offerì  anco,  per  qiieflojd'andar'  in  per-    e  1 3   1 3 
ijpropriaaTrentOjrifoluco  di  trasferir/i  inlfprucjfiniiralaDiecaidoueeflren-       Lxii. 
vi  titano  quattro  piccioie  giornate  dal  Concilio,  hauerebbe  potuto,  con  brc- 
^  li  tempo,  operare  quanto  folle  ftato  di  bifogno. 

i  a  nel  Concilio ,  finito  di  dirfi  i  voti  fopra  la  materia  dell*  Inftitutione  tan-  ^'^"<''<'  ^«^* 
ìitilata , non  Ci  fece  alcuna rifolutione,  afpettando li Legati,chc da  Roma  ^"icaT'^X 
Te.Ma  diedero  fuorail  capo  della  Refidenza,  participato  prima  col  Cardi-  quale  Lormx 
li Lorena,ilqual  era,corae se difopra dctto,renza la dichiaratione , fé folfe  difcone ambi* 
e  difiinOiO  nò;maconpreraij,&pene.  Et  Lorena,dicendo  prima  di  tutti  S««w»««rt.'- 
o,  viaggionfe,checraneceflàrio  concedere  a  Vefcoui  il  poter  aifoluere 
iriferuati  iw  C<»«^2>tfwr««ilcheprotefl:auadi  non  dire,per  diminuire  l'au- 
di  Sua  Santità  5  ma,  perche  hauendo  vifto  m  Francia,che  niffun  tranfgref- 
quella  fi  curaua  andare  ,  o  mandar  a  Roma  per  l'aifolutione  ,  gli  pareua 
o,<S«:perleanimcde'popoli,sSi;perla  dcgnità  della  Sede  Apoftolica,  il  la- 
li  in  quelle  cenfure.    Aggionfc  anco ,  che  non  gli  pareua  bene  aflringer 
:oui alla  refìdenza ,  in  maniera,  che  non potelfero  alfentarfi per  giufte  ca- 
lequali  s'haueuano  da  rimettere  al  giudicio  <ii  Sua  Santità.    Diife  ài  più, 
:ano  da  eccettuare  gli  occupati  ne' publici  negotij  de'  Regni,  &  Republi- 
:rche  quelli  ancoras'hanno  da  riputare  non  alieni  dal  carico  Epifc opale, 
ae  ne'Rcgnijdoue  l'Ordine  Ecclefìaflico  è  un  membro  dello  Stato,comc 
ancia,&:  ne'  Regni  di  Spagna  ancora.Fu  il  Cardinale  molto  prolilfo ,  &  fé 
plicaua  fpeiro,che  la  refìdenza  era  neceiraria,&  cònueniuaprouedere  che 
ilfcnondimeno  andaua  interponendo  tante  eccettioni,&  ircufationi,chc 
nitfunfeppe  giudicare  s'egli  approualfe  ,  ononapproualfe,  che  decreto 
)  della  refìdenza  folfe  ftatuito. 

mmunicarono  anco  li  Legati  agli  Ambafciatori ,  fecondo  la  promcftà,  i  artìcoli  di 
3Hdellariforma,per  la  futura  SeffioncprimachefìproponefferoinCon-  ^ifomapro^ 
ione.  Li  quali  tutti  erano  per  rimedi]  degli  abufi  fpettanti  al  Sacramento  ^"Z^'* 
kdine.  Et  perciò  fì  radunarono  gli  Ambafciatori,&;  Vefcoui  Francefì,  in 
Lorcna,perparlarfopra  di  quelli:  &  deputarono  quattro  Vefcoui  tra  lo- 
gli confìderairero,penfando,fe  vi  era  cofa  pregiudiciale  a'  priuilegij  della 
LGallicana,&;  fé  fcglipoteuaaggionger  alcuna  cofa  per  feruitio  delpac- 
ì  :&  infìemc  diedero  carico  all'Ambifciator  Ferrier,che  in  Congregationc 
I  defimi  Vefcoui  fì  raccoglielfero  tutte  le  riforme  propoflegià  in  Trento 
i  \iq1o,  &:  Giulio ,  «Se  nel  prcfcnte  ancora,&  nella  Congregationc  di  Poiflì, 
q:neuaeftratto  :  &aggiontoui  il  contenuto  nelle  inllruttioni  Regie,  & 

ai  più  che  loro  parcife ,  ne  formalfero  articoli  per  tutta  la  Chriflianità,  8c 
palmcnte  per  la  Francia. 

liCcTarei ,  veduto  che  non  fì  proponeua  alcuna  delle  riforme  da  loro  poco  gratini 
•date,congregarono  tutti  gli  Ambafciatori.  Praga  parlò  aloro,raccordan-  d^' Cefaref:;, 
3ngo  tempojconfumato  in  Concilio  in  far  nientcile  promclfc  tante  volte 
la' Legati,che  s'hauerebbe  trattato  della  riformai  Sccon  tutto  ciò,  erano 
lutijcon  fpeculationijO  con  prouifioni  d'abufi leggieri.  Che  era  tempo  di 

OOoo 


^ 65S  CONCILIO  DI  TRENTO      Papa  Pio  ir 

e  1 3  1 3    far'  inftanza  efficace>che  s'attendelTe  alle  cofe  impoi-ranti,&  urgenti:  che,fe  ti t 
LXii.    folTero  compaifi  uniti  a  richieder  refTecutione  di  tante  promeire  fatte  dal  Psa 
&  da'  Legati,j(ì  poteua  fperare  d'ottenere.    Tutti  confentirono  :  ma,  quanc  J 
venne  a'  particolari,fi  trouarono  tanto  differentijche  non  poterono  conuer  « 
fenon  nel  generale  d'addimàdar  riforma:  onde  fi  rifoluè,  die  Praga^nel  dir  il  k 
votojla richiedelTe per  nomadi  tutti:& cofi  fece. 
^arìjfareri         £,t  in  materia  della Refidcnza,  con  poche  parolejdiffe.  Che  baftaua  leu;  j 
fopra  la  ref-   pj-^lati  li  trattenimenti ,  che  godono  in  Corte  di  Roma ,  &  in  quelle  degli ,  :j 
«"»^*i  Ptencipi  :  &  ogni  decreto  faràbaftante.  Il  parere  dell'  Arciuefcouo  d'Otre  n 

fu>chebaftaire  il  decreto  dell' ifteilo  Concilio  fatto  fotto  Paolo  terzo,  agg  u 
gendouifolo  la  Bolla  del  Pontefice,data  del  M.D.LX.a  quattro  Settembre,  i^r, 
appreiroaquellaBollajricercaronoanco>chefoire  fatta  efpreflìone  delle  e  { 
dell'  alTentiayche  la  Sinodo  haper  legitimejellèndo  quello  il  punto/opra  il  a 
può  nafcer  maggior  difficoltà.     La  l'oftanza  della  BoUajnominata  da  Ocra  e 
conteneua un  precetto  dellaRefidenzaperfonale  ,  fotto  le  medefime  pcn  a 
Concilio  dichiaratej&:  quattro  gratie  a'  refidenti  :     Cioè,che  non  poffino  è 
citati  alla  Cortejfenon per  commiflìonefegnata  dal  Papa  :  Chefianoeffei  d 
ogni  impofitione  ordinaria ,  Se  eftraordinariaj  etiandio  a  petitione  de'  Prc  !  p 
impofta:  Che  poffino  eflercitar  giurifdittione  contra  ogni  Chierico  fecola  :l 
fente5&  Regolare,habitante  fuori  del  Clauftro  :  Che  non  fi  poflì  appellai  il 
lor  fentenzcfcnon  dalla  definitiua.  Altri  fi  contentauano  del  decreto  pioj  \< 
da'  Legati ,  ma  con  qualche  alterationi  >  tutte  accommodate  a'proprij  ri(|  t. 
che  erano  tanti,quante  le  perfone.  Altri  ancora  fecero  inftanza,  che  fulfe  di  b 
rata  de  ture  diurno:  Se  una  quarta  opcnione  fu  anco»  chejquantonquefia^  w 
diumoinon  èifpediente  farne  dichiaratione. 
fo^tttada         Congregò  il  Cardinal  di  Lorena  li  Theologi  Francefi,  per  difputare  >ì: 
Franceji  dt    q^^^^Q  punto:liquali  tutti  uniformi  concluferojche  folfe  de  iure  dmtm.Et  ì  ' 
V  gon  tw    ,  ^|,Q^Q  d'Angiers  fu  il  primo,tra  hFraneefi,a  dir'  il  parer  Tuo  in  quella  fenten 
cofi  fu  feguito  dagli  altri.Ma  nelle  Congregationi  generali  della  Sinodo,u 
no  li  Prelati  indicibile  longhezza:di  che  lì  dolcua  il  Cardinale  di  Lorena  C( 
gati,moftrando  defiderar  che  quelle  materie  fi  fpedilfero,  per  venir  alla  rifc 
replicando  le  tante  volte  ufate  parole  >  che  fé  non  haueranno  fodisfattic 
Trento,  la  faranno  ii\  cafa  loro. 
'ddV^tl  F.Alberto  Duimio ,  Vefcouo  di  Veglia,  allegando,  che  la  materia  della 

'^  '**  denza  fu  difculTa  nel  Concilio  fotto  Paolo  terzo ,  Se  rimelTa  ad  altro  tem , 
decifione  j  aggionfe ,  che  però  farebbe  neccirario  veder  le  ragioni  all'hora 
da'  Prelati.Al  prefente  haueuano  detto  il  fuo  parere,fenza  allegar  ragioni:  i 
glinongiudicauadoucrfar  l'ifteiro,  come  pretendendo  vincer  perautori 
numero  d'opinioni,&  non  per  ragione.  Et  poi  fi  diede  a  ree  itar  tutte  le  rag 
per  proua,che  fia  de  iure  dmmoiSc  a  rifoluer  le  contrarie.  Fece  gran  riflelfo  i 
il  detto  di  ChtiftojChe  il  buon  paftore  va  inanzi  il  gregge,  chiama  ogni  pec 
la  per  nome,fcorre  per  il  deferto  a  cercarne  una  perduta ,  Se  mette  la  vita  p< 
IO.  Moftrò,  che  quefto  s'intendeua  di  tutti  quelli,  che  Chrifto  ha  inftiruit 


PpaPioIIÌL  libro    SEtTIMO.  <?5^ 

fi::i,che  fono  tutti  quclli,che  hanno  cura  d'anime,  li  Vefcoui  maflìraccome  S.    e  i  -3  1 3 

pjjo  dille  ,  &  fcrilIèagliECefì.    Che  chiunque  non  il  riputaua,  per  decreto  di     Lxii. 

£  riftojobli  gato  a  quefti  ufTicij,©  era  più  utile  per  li  negotijde'  Regnij&  Repu- 

1  :he>lafciafle  il  carico  di  paftorc&attendelfe  a  quei  negotij  foli  :  cheèbcn 

fc  Ito  far  bene  un  carie  ojmadoi  contrari]  è  rmpoflibilc.  Non  piacque  a'Cardi- 

!,pcr  la  longhezza,per  elfer  ftato  il  primo  a  diiputare  quella  materia  con  ra- 

ne,&  però  parlò  con  vehemenzaDalmatinajCon  alfai  de'  modi  di  San  Giero- 

!0j  3c  parole  tolte  da  quello  di  pefo.  SimònetaThauerebbe  volontieri  inter- 

o,ma  reftò,per  l'occorrenza  del  Vefcouo  di  Guadice  :  nondimeno  lo  chia- 

^inprefenza di  molti Prelatij&loriprefeacrementcchehaueua parlato  con- 

8]  Papa.ll  Vefcouo  Ci  difcfe  humilmente,&  con  ragioni:  &  pochi  dì  dopo,al-  ^fp^efoper  tU, 
ndo  indifpofìtione,chiefe  licentia,&  l'hebbcac  fi  partì  il  ventun  del  mele,  yj^^'^f*^ 
a  controueriia  della  refìdenza,dopo  quello  tempo,mutò  ftatO)  &c  quelli>che^,,^„j^^g^ 
lorriuano  j  non  s'afFaticauano  più  a  moftrar  con  ragioni,  onero  con  autori-  qmfio punto: 
)ine  fin  airhora,s'era  fatto,che  foife  di  legge  humanaj  ma  fi  diedero  a  fpaue- 
uelli  della  contraria  openionccon  dire,che  l'attribuirla  alla  Diuina,era  un 
inuire  l'autorità  del  Papa  :  perche  ne  feguirebbe ,  che  non  potelFe  più  accre- 
1,0  diminuire;diuidere,ouerounire;murar,o  trasferir  le  Sedi  Epifcopaliine 
arie  vacanti ,  o  darle  in  amminiftratione ,  o  commenda  :  che  non  potrebbe 
ingere,ne  meno  leuar  l'autorità  d'aflolucre :  che,  con  quella  determinatio- 
veniua  a  dannare  in  un  tratto  tutte  le  difpenfe  concelTe  da'  Pontefici,  Se  le- 
a  facoltà  di  concederle  all'auuepire.L'altra  parte,che  ben  vedeua  fcguirper 
flìtà  quelle  confeguenze,non  però  elfer  inconueniente  quello,che  ne  fegui- 
izi  elter  l'ifteilà  verità,&  ufo  legitimo  della  Chiefa  vecchia,^  che  non  per 
fiproponeualadichiarationcfenon  per  leuar  quelli  inconuenientiieflìan- 
.  tralafciato  d'ufar  ragioni,&  autorità  per  prouarla  de  iure àminoy  fi  diedero 
ilrarejche,  reftituendo  con  quella  dichiaratione  la  refidenza,tornerebbe  in 
\  *nto  della poteftàPontificia,s'accrefcerebbe  la  riuercnza  verfo  il  Clero,& 
;iormente  verfo  il  fommo  Pontefice ,  ilqualehaperfo  in  tante  prouincie 
3rità,  perche  li  Vefcoui  non  refidendo ,  &gouernando  per  vicari)  inetti» 
IO  lafeiato  aperta  la  ftrada  alla  diireminatione  delle  nuoue  dottrine  ,  che 
anto  detrimento  alla  autorità  Pontificia  hanno  prefo  piedi  :  fé  li  Vefcoui 
eranno,per  tutto  farà  predicata  l'autorità  del  Papa,&  confermata  doue  an- 
èriconofciata,&:reftituita  douehariceuuto  qualche  crollo.  Nonpote- 
'  però,ne  runa,ne  l'altra  paite,parlar  in  quefti  termini,che  la  contraria  non 
lorgefie  della  diffimulatione ,  &  che  l'interno  occoltatonon  reflaiTepur 
)o  aperto:erano  tutti  in  mafchera>&  tutti  però  conofciuti.Ma,ridotti  a'  fe- 
Dicembrciie  elTendo  per  ancora  detti  li  voti  dalla  metà  de'  Prelati,  propo- 
Zardinale  Seripando  la  prorogatione  della  Seflìone  ;  ne  potendo  preueder 
do  foficro  per  ifpedirfi,  fu  deliberato  che  fra  quindici  giorni  s'hauercbbe 
fo  il  termine  ;  &"  ammonì  il  Cardinale  li  Prelati  della  fouerchia  longhezza 
irli  voti  jlaquale  non  miraua,fenonadoftentatione,leuaualarcputatÌGnc 
-oncilio ,  6c  era  per  mandarlo  in  longo,con  grande  incomodo  di  tutti  loro» 

OOoo     ij 


to  (Concilio  di  Trento      PapaPioh 

ciD  i3        II  Pontefice)  che  era  reftato  molto  afflitto  per  la  morte  fuccclTa»  in  fine  lei 

LXii.      mcfe  inanzijdi  Federico  Borromeo,  fno  nipote, alqualepenfaiia di  voltar  t  ta 

il  Papa  afflit-  la  grandezza  della  cafa ,  hauendolo  maritato  in  una  figlia  del  Duca  d'Vrb  o, 

toperUmorte  fattolo  Gouernator  generale  della  Chiefa,coii  trattato  didarglianco  il  Du  to 

del  ntjiotej     j  •  (;;;amerinoi&  oppreiFo  dalla  grauezza  del  dolore  era  incorfo  in  una  indifj  fi. 

tionepericolofa alla fua  età;  recreato  alquanto , applicò  l'animo  alle  coklcj 

.  -.         Concilio.Tenne  diuerfe  Congregationi ,  per  trouar  temperamento  fopra  1  oi 

Comlto         Canonideirinftitutionc,&  della Rcfidenza,  giudicati  da  tutta  laCortema 

pericolofì  air  autorità  Pontificia:  &  a  ritrouar  modo,  come  proucder  alla  ^o 

lifliìtà  de'  Prelati  nel  dire  le  opinioni,  come  quella  cheportaua  ilConcil  » 

longoilafciando  unaporta  aperta  a  tutti  quelli,che  volclfero  entrar'  ad  attcì  x 

«domhratode  contra la  fua  dcgnità.  Sopra  tutto,  gli  daua  molefl:ia  quello>che  da'  France  :r 

frt^icejt,       difTegnatoimaflimcche  non  riceueua  mai  lettere  da  Trento ,  nellequali  n  I 

diceile,  che,  o  il  Cardinale  di  Lorena,  ©alcuno  degli  Ambafciatori,  fai  u 

no  inftanza  di  riforma, con  aggionta,chc,fe  non  haueilcro  potuto  ripoi  :! 

prouifionichericercauano,lefarebbonoincafaloro:3cche  ben  fpcifo  fa^  u 

ilo  mentionedivolerprouifioni  fopra  le  Annate,&Preuentioni ,  8c  altic  )l 

proprie  fpettanti  al  Pontefice  Romanojdeliberò  di  venir  all'  aperta  co'  Fiai  ;j 

&  ditte  a  quelli,  che  erano  in  Roma,  che,hauendofi  egli  tante  volte  offe;  < 

trattar  colRè,di  quello,che  toccaua  li  fuoi  propri]  diritti,&venire  ad  amie  i 

compofitionej& ,  vedendo  che  i  miniftri  del  Rè  in  Concilio  fempre  face  n 

mentione  di  volerne  trattar  nella  Sinodcera  rifoluto  di  veder  fé  voleua  ro  i 

con  lui  a  fi  aperta  dilFenfione.Diede  ordincper  corrier  elprelfojin  Francia);  i 

Nonciojdiparlarne.A  Lorena fcriifcche  non  fi  poteuano  proponer  inC^  : 

lio  quelle  materie,fcnza  contrauenir  alle  promelìe  efprelTe  fatte  dal  Rè^pei  ; 

zo  di  Monfignor  d'Auxerre,  Si  querelò  in  Conciftoro  della  impertincn^  : 

Vefcoui  in  Trento, nell'  allongar  le  materie  per  vanità.  Effortò  li  Cardii 

fcriuer  agli  amiciloro:&  a  Legati  fcrilTcche  adoperaifero  le  minaccici  1'  : 

'^efìmfce  fdwcr  ita,  poiché  le  perfuafioninon  giouauano.  Sopra  gU  articoli  dell' Inftirut 

capi  delT  In-  fcrillejchc  il  dire  aifolutamente  i'Inftitutione  de'  Vefcoui  eifer  de  iuredim 

MaRcàln-  °P^"^°"^  ^^^^^"^  erronearperche  la  fola  poteftà  dell'  Ordine  era  da  Chriftc 

e  a  iisjt  en-  j^  Giurifdittione  era  dal  Romano  Pontefice  :  &  in  tanto  fi  può  dire  da  Ch 

perche  la  autorità  Pontificia  è  dalla  Maeftà  fua  :  8i  tutto  quello  che  il  Papa 

ta  Chrifto,  mediante  lui.  Et  fcrilfejper  rifolutione,che  onero  fi  tralafcis 

affblutamente  le  parole ^^/^y^^;«/«<7,ouero  fi  proponete  nella  forma,  che. 

mandaua,nellaqualefidiccua,Chrifto  hauerinftituito  li  Vefcoui  daelfcrcl 

dal  Romano  Pontefice,  con  diftributione  di  quale ,  &  quanta  autorità  par  j 

lui,per  beneficio  della  Chiefa,darglij&  con  aifoluta  poteftà  di  reftringer 

amplificare  la  data,fecondo  che  da  lui  è  giudicato.ScrifTe  appreffo,  che  nel 

ticolarc  della  RefidenzajelFendo  cofachiara,che  il  Pontefice  ha  autor itàd 

pénfare ,  foffc  per  ogni  buona  cautela  riferuata  l'autorità  fua  nel  decreto  : 

quale  non  fipoteua metter W^  ture  dmtmxcome  haucua  ben  prguato  il  Catai 


aPioIIIL  libro    settimo.  éCi 

arer  delquale,come  Catolico,non  fi  douefTero  partire.Et>qiianto  al  tener  la  ci3~iò^ 
'one>rcriire  confuramente>che  non  fofTe  differita oltie  li  quindici  giorni}&:     Lxii, 
non  fi  celebralTe  fenza  hauer  le  materie  in  ordine,  accio  non  foife  prefa  oc- 
ine  da'  maligni  di  cauiliare. 

cr  Trento  parsòunat'olenne  Ambafciaria  del  Duca  di  Bauiera  ,  inuiata  a  ^mhafcdd 
na  >  per  ottener  dal  Papa  la  communione  del  Calice.  Hebbe  audienza  da' •**'**'''5  "'*■ 
ati,&  trattò  in  fecreto  col  Cardinale  di  Lorena.Fu  caufa  di  rinouar  la  con-  *^u°T  '^  ^'"^' 
ierfia,giàfopita>in  quella  materia,  eirendo  li  Spa^nuoli,&  molti  degli  Ita- 
i  (  fé  ben  per  voti  della  maggior  parte  s'era  rimeila  la  caufa  al  Papa  )  di  parc- 
he foife  pregiudicio  al  Concilio,fe,durante  cfib,queir  ufo  s'introduceire.  Si 
;ro  anco  tutti  li  Padri  in  moto,  per  cfler  da  Roma  gionte  lettere  a diuerfi 
ati,chc  s'hauercbbe  fofpefo  il  Concilioilaqualfama  Fu  anco  confermata  da 
iiouanni  Manriques,cheper  Trento  pafsò  da  Germania  a  Roma.  Ma  li  Le-  /^  Mnh'ml 
riceuute  le  lettere  del  Pontefice,giudicarono  impofllbile  eiFeguir  gli  ordini /«(ie^c  dd  Pa 
.orna  venuti,  &  che  foire  di  bifogno  dar'  al  Pontefice  informatione  più  mi-  ftimfoffibìli 
delle  cofeoccorrenti,diquclla,chc  fi  poteua  dar  per  lettere;&  far  capace  {{^'^^H^i^fi: 
a,che  non  fi  può  gouernar' il  Concilio,  come  a  Roma  fi  penfaj  &  hauer  in- 
tione  da  Sua  Santità  più  chiara  di  quanto  doueuano  operare.  Et  eifendo  bi- 
10  ài  perfona  di  buono  giudicio,ben'  informata,^  a  chi  doueua  il  Papa  ha- 
:redito,non  trouarono  migliore  del  Vefcouo  di  Vintimiglia,  ilqual  delibe- 
no  difpedire  in diligenza.Le  fefte  del  Natale  inftante  furono  di  opportuna 
imoditàjperfarprimacaminar  lentamente,  poiper  intermetter  le  Congre- 
oni,  &  con  agio  attendere  a  quell'elpeditioncchefuilventifcidelmefedi 
embre. 

iaa'ventotto  arriuò  nuoua  della  battaglia  in  Francia  fuccelfa  il  dicefette,'w*«'yò  àeU* 
prigionia  del  Prencipe  di  Condè.  Tutto  Tanno  fu  molto  turbulento  jn^""''^'"*.^* 
l Regno  ,  perle  differenze  della  religione,  che  diedero  principio,  prima  a  fjancia&le 
3,5i  dopoi  a  gagliarda  guerra.Nel principio  dell'annojelFendo  crefciuto  in  occajìoni' d'ef- 
giil  numero  degli  Vgonotti,  con  malafodisfattione  del  popolo  Catolico,yà; 
lerofilTimo  in  quella  città, &  facendo  quelli  gran  feguito  al  Prencipej  il 
iteftabilc,co'figlmoli,&la  cafa  di  Ghifa tutta infieme, con  alcuni  altii,per 
•cdir  la  grandezza,allaquale  quel  Prencipe  caminaua  ,  fecero  lega  infiem e, 
dificgno  di  farfi  capi  del  popolo  Parifino  ,•  Se  ,  con  l'adhcrenza  di  quello, 
ciar  il  Prencipe  co'fiioi  feguaci  da  Paiigi>&  dalla  Corte:&,partitifi  ciafcunO 
e  terre  loro,per  inuiarfi  verfo  quella  principale  Città,  &  nel  viaggio  uccifi, 
lifperfi  gli  Vgonotti,che  trouarono  in  diuerfi  luoghi  adunati,  entrarono  in 
'gi,&  tirato  dal  canto  loro  il  Rè  di  Nauarra,&  fatta  armar  la  Città  a  lor  fauo- 
ila  Regina  coftretta  ad  accordarfi  con  e(fi  :  onde ,  ufcito  Condè  di  Parigi,& 
atofiin  Orliens,conlifuoiadherenti,pailarono  Manifefti,&r  fcritturedall* 
par  e,&:  dall'  altra,proteftando  ciafcuno  d'operarcin  tutto  quello  che  face- 
)erlibertà,&  feruitio  del  Rè.  Ma,facendofi  ogni  giorno  più  forte  il  partito 
Conteftabile,&:  di  Ghifa,neir  Aprilcil  Prencipe  di  Condè  fcrilFe  a  tutte  le 
.cfc  riformate  di  Frajicia,dimandandofoldati ,  &  danari,  &  dichiarandola 

pQoo     iij 


66^  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  Pio  t 

Gi3  i3  guerra  concia  li  defenfori  della  parte  Catolica,  chiamandogli  turbatori  1 
LXii.  quiete  publica,violatori  dell' Editto  Regio,publicato  afauor  de'Rcformatl 
lettere  del  Principe  furono  accompagnate  con  altre  de'  Miniftri  d'Orliens,  e 
diuerfc  altre  città,  che  furono  cauia  di  metter  le  arme  in.  mano  a'feguacd 
quella  religione:&:  fuccelTe  accidcntcche  gì' incitò  maggiormente.Impcrdi 
nel  medefimo  tempo  fu  publicato  dinuouo  in  Parigi  l'Editto  di  Gennaro  :| 
quale  s'è  fatta  mentione,con  una  aggionta,che  ne' borghi  di  quella  citr;  8 
una  lega  vicino  ,non  fi  poteiTero  far  Congregationi  di  religione,©  ammini  a 
Sacramenti/enonncl  modoantico.Et  m  fine  di  Maggio,il  Rè  di  Nauaria  o 
ufcir  di  Parigi  tutti  quanti  di  loro  erano,  fé  ben  in  quefto  procedette  con  e 
detatione,  che  non  lafciò  che  alcun  di  loro  foife  offefo. 

Si  ruppe  la  guerra  quafi  per  tutte  le  prouincie  di  Franciatrarunapan  S 
l'altra  ,  &  in  quella ftate  furono  fino  quattordici  elferciti  formaci, tutti u  i 
cempOjin  diuerfe  parti  del  Regno.  Combatteuano  anco  figliuoli  contra  p.  [ 
fratelli  contra  fratelli,&:  fino  femine  dall'  una  parte,&  l'altraiprefero  le  aim  : 
mantener  la  lor  religione.Quafi  nifiìma  parte  delle  prouincie ,  Delfinato ,  ]  \- 
guadoca,5c  Guarcogna,riraale,  che  non  futfe  più  volte  fcolfa  ;  in  alcuni  liu  i 
reftando  vincitori  li  Catolici,in  altri  i  Riformati,con  tanta  varietà  d'euenir  i 
ti,  che  cofalonga  farebbe  raccontargli ,  &  fuori  delnofliroproponimenr*  l- 
quale  non  ricerca,  che  fiano  narrate  le  cofe  fuori  di  Trento,  fenon  hanno  e  i- 
nelfione conle  Co^ciliari,come fono  lefcguenti.Che, doue gli Vgonotti r  i- 
rono  vincitori, erano  abbattute  le  Imagini ,  diftrutti  gli  Altari,  &  efpila  e 
Chiefe,&  gli  ornamenti  d'orca  argento  fufi,per  batter  moneta ,  con  che  p  u 
foldati.LiCatolici,douevinceuano,abbrugiauanole  Bibie  volgari,ribattt  i 
uano  li  fanciulli,  coftringeuano  a  rifar  dinuouo  li  matrimoni  fatti  feconc  \t 
ceremonie  riformace:&  più  di  cucci  era  miferabile  laconditione  de'  ChierK  k 
de' Miniftri  riformati ,  de*  quali  quando  capitauano  in  mano  degli  auucrl  j, 
era  fatto  ftratio  crudele,&  inhumano:&  in  termini  di  giuftitia  anco  fi  facei  o 
cirecutionigrandi,maflìme  dalla  parte  Catolica.  Nel  Luglio  ilParlament  li 
Parigi  fece  un' Arrefto,chefoire  lecito  vccidere  tutti  gli  Vgonotti  :  ilquale  -i 
publicoordiKC  fi  leggeua  ogni  Domenica  inciafcuna  Parochia.Aggionferc  )i 
un'altro,dichiarandoribelli,nimicipublici,notati  d'infamia ,  con  tutta  h  n 
pofterità,&confircatilibenidi  tutti  quelli,  che  haueuano  prefo  le  armi  in  :- 
liens,eccettuando  Condè,  forco  pretefto  che  folTe  cenuco  da  loro  per  forz:  r, 
con  rutto  che  molte  trattationi  pairafiero  tra  runaparce,&  l'alerà, elTen  (I 
cciandio  abboccaci  infieme  la  Regina,  Madre  del  Rè ,  &  il  Prencipe  de  Coi .') 
l'ambitione  de*  grandi  impedì  ogni  componimento,  fiche  non  fu  poflìbile  i- 
u^  modo  come  acquecaie  il  moco. 

Ma,eirendoniorco  il  Rè  di  Nauarra,  che  forfè  hauerebbe  impedirò  il  ve  e 
all'  aperca  guerra,  la  Regina,  volendo  far  sforzo  di  ricuperar  l'ubedienza  ce  ic 
armijdimandò  a  cucci  li  Prencipi  roccorro:&:  perche  per  i  mouimenci  di  Fra;  a 
li  popoli  de'  Paefi  baffi  imparauano  ad  elTer  fempre  più  concumaci,&  dui  ^ 
ogni  giorno  fi  diminwiua  l'autorità  del  Kè,non  potendo  li  Gouernatori  rip  i' 

r<'e 


.A  Pio  mi.         LIBRO    SETTIMO.  66^    

»:ie  volendo  il  Rè  fegiiir  il  parer  del  Cardinale  Granvela, principale  in  que^  ci^  io 
cerno,ilqualeloconregliauaatrasfeririiifi,pcr  opponcrla  Maefià  Regia  alla  LXii. 
1  a  dirpolitionc  de'  popoli,&:  diiregno  de'  Grandijconolcendo  quel  fauio  Rè, 
[intofoiTe  piùpericolofa  cola  efler  difprezzato  in prefenza-.&jdubitando  di 
,<  acquiftarper  ciò  la  Fiandra,  ma  confermarla  nella  contumacia  maggior- 
Q1CC5&  tra  tanto  perder'  anco  la  Spagna:giudicò  quel  Prencipe,  che,con  fot* 
aiettere  li  Francefi  foUcuati  al  fuo  Rè>  potelfe  prouedere  intieramente  alla 
itumacia  de' fudditi  propri]:  de  però  offerì  alla  Regina  potentiflìmi  aiuti  di 

|cej&:  fufficienti  per  fottomettergli  turto'l  Regno.  Ma  la  Regina  ricufaua 
idigentc,  &dimandaua  danari  :  ben  conofccndo>che,colriccuer  le  genti, 
uerebbe  melTo  in  neceflltà  di  regger  la  Francia,  non  fecondo  li  rifpetti  pro- 
ma  delRèdiSpagna:onde,coaaenendo  in  un  partito  medio,  riceuette  aiu- 
ifeimilaperfone,conlequali,&  con  le  forze  proprie,maneggiate  dal  Con- 
ibile,&  dal  Duca  di  Ghifaiil  giorno  fopradetto  de  dicefettefufattala  gior- 
L,  doue  morirono  degli  Vgonotti  tremila ,  Se  cinquemila  de'  Catolici  :  da 
»c  le  parti  reftarono  li  Capitani  generali  prigioni,Condè,&  il  Conteftabilc: 
mo  degli  elFerciti  reftò  rotto  per  il  valore  de'  Luogotenenti,  dell' uno  & 
'  altro,che  erancGhifa  per  li  Catolici,&  Colignì  per  gli  Vgonotti:&  la  Re- 
i  immediate  confermò  il  Capitanato  a  Ghifa.  Ne  per  quello  Colignì  reftò  di 
itencrrelTercito  in  arme,diconferuar  le  terre  che  haueHa,&  far'  anco  quaj- 
progiciro. 

)i  quefta  vittoria,  che  per  tale  fu  dipinta,  fé  ben  non  molto  meritaua  il  no-  rendmentodi 
(1  refe  gratie  a  Dio  in  Trento  da  tutti  li  Padri  congrcgati,facendouna  Pro-  S****"^* ,  *"^*" 
one,  8c  cantando  una  Meira,nellaquale  Francelco  Belcaro ,  Vefcouo  di  ^^^. 
Zjfece  una  oratione,  narrando  tutta  Thiftoria  delle  confafioni  di  Francia, 
i  morte  di  Franccfco  fecondo,  &  raccontando  il  fuccelTo  dell'  ultima  guer- 
Dnferì  tutta  la  lode  del  ben'  operato  nel  folo  Duca  di  Ghifa  :  pafsò  a  dire ,  la. 
a  di  quelle  confui^oni  eifer  (tato  Martino  Luthero  ,  che ,  fé  ben  picciola 
:illa,ai:cc(e  gran  fuogo,occupando prima  la  Germania, &  poi  le  altre  pro- 
:ieChriftianc,faor  che  ritalia,&Spagna.Interpellò  i  Padri  a  fouutnir  alla 
ublicaChriftiana,poiche  foli  poteuanoeftinguer  queir  incendio.DiiTejche 
'annovcntcfimo  iefto,dopo  che  Paolo  terzo  diede  principio  a  medicar' il 
e,intimandoquiui  il  Concilio,ilqualfudiiFerito,poidiflìmulato,&  final- 
ite  in  quello  con  varie  fattioniiì  contefe,finche  fu  trasferito  a  Bologna:doue 
ruennerovariedilationi,maggioricontentioni,  &  fattioni  più  acerbe.  Fu 
richiamato  in  Trento,  &,per  le  guerrcdiifoluto  Horajcfferfì  gionto  all'  ul- 
o:noneircruipiùluogodidi{Iìmulatione:quel  Concilio,  onero  elferpcr  ri- 
ciliarrutto'l  mondo,©  per  precipitarlo  in  una  certa  ruina.Peròconueniua,  , 

i  Padri  non  rifguardaifero  agi' intereflìpriuati ,  nonportanerodilfcgnijne 
afferò  in  gratia  d'altri,  trattandoli  la  caufa  della  religione.  Se  haueranno 
chio  adaltta  cofa,la  religione  farà  fpedita:&  le  fudette  cofe,  dette  con  libcr- 
imperò  conadulatione,primaa'  Padri,poiverfo  ilPontefice,rimperatore,il 
ic'  Romani,  6c  quello  di  Polonia.  Pafsò  alle  lodi  della  ReginaMadte  di 


^ ^  CGà,  CONCILIO    DI  TRENTO  Papa  Pio  III 

ci3   i3    Francia,  Se  delRè  di  Portogallo }  &  in  fine  eirorcb  alla  riforma  della  difcjplii 
LXii.      Ecclefiaftica. 

Il  Cardinale  di  Lorena ,  riceuuta  la  nuoua  della pregionia  del  Prencipe,tei  » 
molto  allcgro>particolacmente  per  l'honore  del  fratello  :  &  tanto  più  entrò  i 
dcfiderio  di  ritornar  predo  in  Francia ,  per  poter'  aiutare  dando  in  Corte*  &  1 1 
Regio  conleglio ,  le  cofe  di  quello ,  &  auanzarfi  elfo  ancora  qualche  grado  1 1 
alto:poiche  era  leuato  &  Nauarra,&:  il  Conteftabile  >  a'  quali  era  necelfario  e  : 
cedelrc. 
/oj^em  àti  II  Pontefice,in  quei  giorni,pieno  di  fofpetto  per  l'andata  in  IfpruG,  c'hauc, 

rafx  emiro.    ^y;^\^^2XO  l'Imperatore,  giudicando ,  che  non  fi  moueffe  fenza  gran  dilFegni  : 
Ce/«ret  fenza  certezza  d'effettuargli:  &  peròjcredendo  che  hauelFe  fecreta  intellige;  i 

con  Francia,&  Spagna,dellaquale  niente  penetrando,  non  poteua  far  giudic , 
,«  .  fenon  che  folle  machinationecontra  lui  }  andana  penfando  di  trasferirli  e 

diwew.-         ancoraaBologna,&  di  mandar  otto  o  dieci  Cardinali  aXrento,  e  di  riftringi  ' 
mac^cTiormcnre  co' Prencipiltaliani,&  di  confermarbene  li  Prelati  Tuoi  amo  • 
uoli  in  Concilio,mentre  trouaua  qualche  occafione,chefidiirolueire,o  folp  • 
deife-,  &  per  impedir  la  trattatione  in  Trento  di  riformarla  fua  Corte,inq  i 
<TÌorni  s'adoperò  aitai  in  quefto.     Riformò  la  Rota,  publicandounBreue,d  i 
lòtto  ilventifetteDicembre,con  ordinationccheniirun  Auditore  polli  vci  ' 
alla  definitiua ,  fé  ben  in  eaufa  chiara ,  non  fatta  la  propofitione  a  tutto'l  Co  ■ 
t^io,  eccetto,  fé  interueniire  il  confenfo  delle  parti  :  che  lefententiepronuni  • 
te,  «/•?«7?W«/<«,fiano  prodotte  tra  quindici  giorni  :  chele  caufe  degli  audit(  , 
oloroconfanguinei,  sparenti  fino  al  fecondogrado,  o  famigliari,  non  fi:  i 
conofciute  in  Rota:che  non  coftringano  le  parti  a  Hceuer  auuocato  :  che  no  i 
faccia  decifione  contra  le  ftampatcfenon  con  due  terzi  de'  voti:che  fiano  te 
a  rimetter  qualonque  caufa  ,doue  fi  fcuopra  fofpettione  di  delitto.    Fece  j. 
medefima  Bolla  una  tafia  della  moderatione  delle  fportule.    Riformò  ance 
con  altre  Bolle  publicate  il  primo  di  Gennaro  feguente,  la  fegnatura  di  giù 
tia,  li  tribunali  di  Roma,  l'ufficio  del  Auuocato  filcale,  ordinando  lefporci 
che  doueffero  hauerc.  Ma  tanto  fu  lontano,che  per  quefte  prouifioni  cellalu 
le  confuete  cftorfioni,  che  anzi  dalle  tranfgreffioni  di  quelli  nuoui  ordini,  si 
parò  a  violar  anco  li  vecchi,che  erano  in  qualche  ufo. 
vxnAtLUtgm;:      I  Cortegiani Romani,  riputandoche  i  Catolici  '\\\ Francia hauelTero haiu 
n^in  Trento   intiera  vittoria  ,  &:  cheli  Proteftanti  folFcro  a  fatto  annichilati,  erano  allc£ 
ferlafudetta  credendo  chcelfendofi  Ottenuto  conlc  armi  quello,  ches'afpettauadal  Con 
wttma:        j^  ^  quanto  alla  Francia  ;  non  douendo  hauer  più  rifguardo  alla  Germania,  e 
gli  haueua  proteftato  contra,  celFatrero  totalmente  le  caule  di  far  Concilio,  ò 
potetVe  fofpenderlojO  differirlo,6i:  liberar  loro  dal  ti-auaglio,  che  ogni  fcttim^ 
fentiuano  crefcercper  le  nouità,che  da  Trento  veniu^no.     Il  Pontefice  noi 
fece  gran  capitale  fopra:  perche  ben*  auifato,che  le  forze  de'  Catolici  non  era 
accrefciutejne  quelle  degli  Vgonotti  diminuite,  &  che  quella  giornata  dar 
be  occafione  ad  ambe  le  parti  di  trattar  di  pace ,  che  non  poteua  efifer  fenza  p 
giudicio  fuojSc  fenza  dar  materia  in  Trento  a  maggior  nouità  ireftauacon  ni 


apaPioIIIL  libro    SETTIMO.  ^^5 

iitimorej  &  molcftia,  che  prima.    Con  qiiefto  (lato  di  cofc  fini  l'anno  m.d-    e^i  o   i  S' 
iijil.hauenclofi  in  Trento  tenuta  Congregadoncaddi  trenta  del  mefcdoue  fu     lxiii, 
il  ibcraco  di  prolongare  a  ftatuir  il  giorno  della  Seflìone  per  altri  quindici 
j-rni. 
I  L'anno  M.D.LXiii.hebbe  principio  in  Concilio>con  l'atto  della prefentatio-  artlco/idl  ri- 

S'  che  gli  Ambafciatori  Francefi  fecero  de'  Capitoli  della  riforma,che  a'  Legata  f*'"'"'*  <^«* 
itutti  li  Pontifici)  paruero  molto  ardui  :  ne' particolari  maffimcdoue  li  trat-  ^^**^"fii 
U  d'alterar  li  riti  della  ChielaRomana>  &;doue  erano  toccatigli  emolumcn- 
l  :  dritti>che  la  Sede  Apoftolica  riceuc  dalle  altre  Chieie.Et  gli  Ambafciatori, 
I  prefentatione,  aggioniero  la folita appendice,  per  non  chiamarla  protefta> 
I  >  fé  quelle  piopofle  non  foifcro  abbracciate,  hauerebbonoprouedutoa'lor 
Igni  in  Francia.Furono  certi  li  Legati,che  dal  Pontefice  farebbono  (lati  vifti  >„^„(f^^/^j 
alterationcactefa  laprome(rafatt3gli,che  non  fi  iarcbbe,  intorno  le  Anna-  paùa: 
e  altre  ragioni  pecuniarie,trattato  in  Concilio  »  ma  amicabilmente  con  lui. 
•bero  per  necellario  mandar' un  Prelato  a  portargli ,  &  informar  la  Santità 
inclinarono  a  mandarilVefcouo  di  Viterbo  ,  come  ben' informato  delle 
di  Francia,  pcrelferui  dimorato  molti  anni  Noncio  ,  de  confapeuole  de* 
ieri  del  Cardinalc,&  Prelati  Francefi  del  Concilio ,  con  quali  haueuacon- 
ito  dopo  il  loro  arriuo,  llche  intefo  dal  Cardinal  di  Lorena ,  gli  confortò  a 
fare  5  &c  elfo  ancora  gli  diede  inltruttione  per  parlar  al  Pontefice.  Quel  Ve- 
o  fu  cofi  defi:ro,che,quantonque  folfe  dal  Cardinale  tenuto  elìèrgli  manda- 
:r  efploratore,&:  oirciuatorc  ,  nondimeno  feppe  cofi  ben  maneggiarfi,  che 
iftò  la  confidenzadel  Cardinale,  &  degli  Ambafciatori  ,  fenza  diminuir 
la,che  il  Pontefice^:  i  Legati,  haueuano  in  lui.Andò  queilo  Prelato,có  in- 
;ione  di  douer  rappreientar  al  Papa  tutte  le  difficoltà,  che  li  Legati  fentiua- 
k di  riportarne  rifolutione  ;  8c  ordine ,  come  in  ciafcun  particolare  douef- 
^ouernarfi.     Da  Lorena  hebbe  inftruttione  di  fupplicare  il  Pontefice ,  a 
ler' in buo naparte,c he folfedal  Rè  ricercato  quello,che  era  necellario  per 
)  Regno  ;  Scdaloro,  cheeffeguiuano  li  commandamenti  Rcgij}&  d'of- 
aSua  Santità  l'opera  fua,  per  accommodare  le  differenze  dell' Inftitutio- 
:'  Vefcoui  ,  &:  Refidenza,  che  teneuano  il  Concilio  impedito  in  cofe 
eri. 

Ccfarei,veduta  la  riforma  de' Francefi,&confiderato  il  proemio,  parue  lo-  ì^'ptreldo-'^ 
ìlfer  notati  j  come  di  poca  autorità.  Sì  dolfero  co'  Legati,chc  gli  articoli  di  '""«^'«Mf  f ^«^  » 
ma,raccordati  dall'  Imperatore ,  o  da  loro,non  Folfero  ftati propofti,qtian  llnj?'^'' 
uè  ne  haueifero  dato  fuori  copie  ,  mandate  a  Roma ,  &  dilleminatc  per 
to;  &:  ricercarono  che  fi  ponetfcro  infieme  con  quei  de'  Francefi.  Si  fcula- 
i  Legati,  per  la  facoltà  data  loro  dall'Imperatore  con  lettere  ,  &  datili 
•afciatori  a  bocca,  che  proponelVero  &  tralafciallero  quello ,  che  a  ìoropa- 
foggiongendo,  che  afpetrauano  tempo  opportuno  ,  &  che  veramente  li 
:efi  non  haueuano  trouato  buona  congiontura ,  mentre  che  viue  la  ài^o- 
de'doi  Canoni,che  dà  moltamoleftiaaSua  Santità.  Non reftaioiio  iodil- 
,liAmbafciatori,dicendOieircr  differenza  daltialafciaril  tutto,ad  una  fola 

PPpp 


_^ 666  CONCILIO    DI  TRENTO         Papa  Pio  II, 

CI  3  i3    partc;&  dal  differite»  tenendo  tra  tanto  le  cofe  col  debito  lifpetto,  al  propala; 
LXiii.    emetterle  in  derifione.  Et  replicando  Simoneta,che  era  troppo  difficile  difc 
nere  quei  da  proporre  >  doiie  erano  manifefti  quei  da  tralafciare  ;  in  ftne  lì  ce- 
tentarono  liGerareijchcs'afpettalTe  quello, che  il  Papa hauelTe  detto  alle  p» 
»  PreUtìFrA  ■  pofte  Francerij&  poi  fi  follerò  date  fuori  le  loro.  I  Prelati  Francefi  haueuano  : 
cefi  non  appro-  cQiifentitOjCon  parole  generalità'  capitoli  (pettantia'ririj&  altri  digrauann 
^^rtmlh  *    Vcfcoui,  che  in  iecreto  loro  non  approuauano,credendo  che  nella  ventilati*'! 
d'eflìdoueirero  hauerli  Spagnuoli,  di  buona  parte  degl'Italiani  contrari):  j 
vedendo  che  fi  mandauano  a  Roma ,  hebbero  timorcche,  opponendofi  il  P  ; 
a  quelli ,  che  toccauano  le  Tue  entrate,  folle  condeiccfo  agli  altri,&  per  com  i 
fìtione  contentatofi  de'  pregiudiciali  a  loro,per  ftiggit  quei  di  luo  intcrcfle.  5 
qucftacaufa,  fi  diedero  a  far  qualche  fecreteprattichc  con  altri  Prelati,  perl| 
dendo  la  moderatione  :  ilche  facendo  alla  Francefcfenza  intiera  caution(| 
e  ne  fono  cen-  noto  agli  Ambafciatori.Perilche  Lanfac  gli  congrek,ò  turci,&  ripreleacren 
furati  dai^n  te,che  ardiilero  opponeriì  alla  Volontà  Regia,  delia  Regina ,  del  Confeglio 
f't'^-  to,&  del  Regno  :  gli  etlortòjnon  folo  a  non  contra  operarcma  a  promuom 

Regia  deliberatione  :  &  l'ammonitione  fu  in  forma,che  fi  conolceua  nonf( 
rigore. 

tenori  cCefr.  Ma,prima  che  narrare  la  negotiatione  di  Roma,  è  ben  portar  qui  la  (oh 
della  propofta  Francefc,  laqual  fu  immediate  flampatainRipa,  &  aPadoi 
conteneua,ChegliAmbafciatori,già  molto  tempo ,  haueuano  deliberato» 
guendo  il  commandamento  del  Rè,  di  proponer  al  Concilio  le  cofe  contei 
in  quello  fcritto  :  ma,  hauendo  l'Imperatore  fatto  proporre  quali  le  ftelfe 
non  importunar  li  Padri,  haueuano  afpettato  diveder  la  rifolutione  Topi 
propelle  ài  Sua  Maeftà  Cefarea.  Ma,riceuutonuouocommandament( 
Kh&z  vedendo  i'iftanza  dell'  Imperatore  portata  più  in  longo  che  non  fi  | 
faua,haueuano  deliberato  non  differir  pià,non  volendo  effi  cofa  fingolare,l 
rata  dal  rimanente  della  Chriftianità  :  &  chc,il  Rè,deiìderando  che  fi  tenga 
to  delle  cofe  da  lui  propoflcrimette  nondimeno  il  giudicio ,  &  la  cognitioi 
tutte  a' Padri.  Erano  li  capi  trentaquattro.  I.  Che  non  fìano  ordinati  Sace 
tijlenon  vecchijcon  buona teftimonianza del  popolo,  efperinientati per  bi 
vita  pairata:(Sc  fìano  punite  le  carnalitàj&trafgrcflioni  loro,  fecondo  li  Can 
II.  Che  gli  Ordini  facri  non  fìano  conferiti  in  un'  ifteifo  giorno,o  tempo 
chi  ha  da  afcender  a' maggiori,  fiaprouato  ne'  minori.  III.  Che  non  fia  < 
nato  Pretcalqual  infieme  non  fìa dato  Bcnefìcio,o  Miniflerio , fecondo  il C 
cilio  Calcedonenfe,quando  non  era  conofciuto  il  titolo  prefbiterale  fenza 
ciò.  IV.  Che  fìa  reflituita la  debita fontionea'Diaconi,  (Scaltri Ordin' 
crijaccio  non  appaiano  nudi  nomi,  &  infoia  ceremonia.  V.  Che  liPret! 
altri  MiniftriEcclefìaftici ,  attendino  alla  lor  vocatione;  ne  s'iiuromettin 
altro  urficiojchenel  Diuinominifterio.  VL  Che  non  lì  faccia  Vefcouo, fé 
d'età legitima,dicoftumi,&:dottrina,c he poflì  iiircgaare,&  dar'eircmpio  a 
poli.  Vii.  Che  non  fìa  fatto  Piouano,  fi-no  11  di  boiitàprouata,  che  poflì  1 
gnar'  al  popolojben  celebrar  il  Sacrifìcio,w^  amminiftrar  li  Sacramenti ,  &  J 


, 


.PA  Pio  mi.         LIBRO    SETTIMO.  (,(,j 

ar  riiro,&  effetto  di  quelli  a'recipienti.  VIII.  Che  non/la  creato  Abbate,o~ci3   id 
or  Conuentualcfenon  ha  infegnato  lettere  Tacre in  una  celebre Vniueriìtà,&     lxiii, 
enuto  il  MagiftcìiojO  altro  grado.    I  X.  Che  il  Vcfcouo,  per  fé  ftelfo,  o  per 
zzo  d'altri  predicatorijin  tanto  numero  chebafti/econdo  la  grandezza  della 
ocefi,ogmDomenicaj&  Feftaj&  nella  Quadragefima  i  giorni  di  digiuno  j5c 
rAuuento,3c  lempre  che  farà  opportano,debbia  predicare.  X.  Che  l'iftelfo 
:ia  il  Piouano,quàdo  vi  fono  audienti.XI.Che  rAbbate,&  Prior  Cóuentua- 
egga  la  Sacra  fcrittura,  &  inftituifca  Hofpitale  j  fi  che  fiano  reftituite  a'  Mo- 
rcnj  le  antiche  Scole,&  hofpitalità.  XII.  Che  i  Vefcoui,Piouani,Abbati,& 
iEcdefiaftici,  inetti  a  far' il  loro  ufficio,  riceuino  per  quello  coadiutori,  o 
ino  a' Benefici).  XIII.  Che,per  conto  del  Catechifmo,&  inftruttione  fom- 
ia della  dottrina  Chriftiana,  fiaordinato  quello,  che  la Cefarea  Maeftàha 
3ofto  al  Concilio.  XIV.  Che  un  folo  Beneficio  fia  conferito  ad  uno  Jena- 
a  la  difterenza  della  qualità  diperfonc,  &  di  beneficij  Compatibili,  &  Inco- 
3Ìli:diuifione  nuoua,incognita  agli  antichi  decreti,caufa  di  gran  turbe  nella 
sfa  Catolica;  &  liBeneficijRegolarifianodatia  Regolari,  &  li  Secolari  a' 
•lari.XV.Che,chi  al  prcfente  ne  ha  doi,o  piu^ritenga  quel  fol0,che  eleggerà 
reue  tempo  ;  altrimenti,incorra  la  pena  degli  antichi  Canoni.  XVI.  Che, 
mar  ogni  nota  d'auaritia  dall'  ordmeSacerdotale,fotto  qual  fi  voglia  pre- 
,  non  fia  richicfta  alcuna  cofa  per  l'amminiftratione  delle  cofe  facre  j  ma  fia 
ifto,che  li  Curatijcon  doi,o  più  Chierici,habbiano  di  che  viuere,&  eiferci- 
liofpitalits  j  dando  ordine  il  Vcfcouo,con  unione  di  Benefici),  o  affignatio- 
decimc  ;  onero,  doue  ciò  non  fi  potrà,  prouedendo  il  Preneipe  per  fubuen- 
,&  collette impoftefopra  le parochie.  XVII.  Che  nelle  Meireparochiali 
Joftol'Euangclio  chiaramente,  fecondo  la  capacità  del  popolo;  &  le  pre- 
e ,  che  il  Paroco  fa,infieme  col  popolo,  fiano  in  lingua  volgare  3  &  finito  il 
ficio  ì\\  Latinojfacciano  publiche  crationi  in  lingua  volgare  parimente,& 
fi  m  quel  tempo,&  nell'  altre  hore,cantar  nella  medefima  lingua,canti  fpi- 
.i,o Salmi  diDauid,  approuati  dal  Vefcouo.  XVIII.  Che  l'antico  decreto 
Communione,  fotto  ambedue  le  fpecie,di  Leone,&  Gelafio,fia  rinouato. 
\.  Chcinanzi  l'amminiftratione  di  ciafcun  Sacramento , preceda  ìw  lingua 
.re  una  efpofitione ,  fi,  che  gl'ignoranti  intendino  rufo,&  l'efficacia.  X  X. 
fecondo  gh  antichi  Canonici  Beneficij  non  fiano  conferiti  da'  Vicari),  ma 
edefimi  Vefcoui,fratermine  di  fei  mefi  :  altrimenti  la  collatione  fi  deuolua 
flìmofuperiore,&  gradatamente  al  Papa.  XXI.  Cheli  mandati  di  proue- 
e  e(pettatiue,li  rigre(Tì,lercfignationi  in  confidenza,  &  le  commende, fia- 
tocate,&  bandite  dalla  Chiefa,come  contrarie  a'  decreti.  XXII.  Che  le  re- 
ioni in  fauore  fiano  in  tutto  efterminate  dalla  Corte  Romana ,  elTendo  un 
srfijO  dimandar  il  fuccelTorercofa  prohibita  da' Canoni.  XX  III.  Cheli 
Iti  femplici,a'quali,contra  la  fondacione,èftataleuata  la  cura  delle  anime, 
gnata  ad  unVicario  perpetuo,con  una  picciola  portione  di decima,o  d'al- 
crata,alla  prima  vacanza ,  fiano  reftituiti  nello  ftato  di  prima.  XXIV.  Che 
cficij,a*quali  non  è  congionto  alcun  ufficio  di  predicare ,  amminiftrar  Sa- 

PPpp     ij 


66%  CONCILIO    DI  TRENTO       PapaPio  in 

ci3   i^    cramentijO  altro  carico  EccleiìafticojdalVefcouo, col  Confeglio  del  Capitol 

LXiii.     fia  importa  qualche  curafpintualco  fi  ano  unite  alle  parochialivicinej  non  d 

uendojue  potendo  elTer'  alcun  Beneficio  fenza  uftìcio.XXV.Che  non  fianoii 

porte  pendoni  l'opta  Benefici),  &  le  impofte  fiano  abolite  :  accioche  le  entri 

Ecclefiaftichefianofpefcnelviuerde'Paftori  ,  de'poueti,  Maitre  opere {, 

XXVl.Che  a  Vefcoui  fia rcrtituita intieiamente  la  giurifdittione  Ecclefiafti , 

in  tutta  la  Diocefijleuate  tutte  le  eflentioni,  eccetto  a  Capi  degli  Ordini:^ 

Monafterij,che  fo  no  foggccti  a  loro,&: a  quelli,  che  fanno  Capitoli  generaU^ 

quali  le  eilentioni  fono  con  titolo  legicimo  conceirejprouedendo  peròjche  r  j 

mno  elTenti  dalla  coirettione.XXVILChc  il  Vel'couo  non  ufi  la giurifdittic^ 

ne  tratti  negotij  grauidellaDiocefijfcnonconconfegliodel  Capitolo-.&li  i 

nonicirefedino  continuamente  nella  Cathedrale  ,   fiano  di  buoni  coftumii 

fcienza ,  &c  almeno  di  venticinque  anni  :  perche,inanzi  quella  età,non  haue:  \ 

per  le  leggi  libera  poterti  fi^pra  li  fi.ioi  beni,  non  debbono  ciTer  dati  per  co 

glieri  a  Vefcoui.  XXVIII.  Che  li  gradi  di  confanguinità,iffinità,  de  parer 

lpirituale,fiano  olTeruatijOuero  dinuouo  riformati:  ma  non  fia  lecito  difpe 

inquelli,eccettotra  liRc,&  Prencipi,perbenpublico.XXIX.Che,eifendo 

molte  perturbationi,per  caufa delle  imagini,  proueda  la  Sinodo,  che  il  poj 

fia  infegnato ,  che  co&:debbia  creder  di  quelle,  &  che  fiano  leuati  gli  abufi, 

fuperftitioni,  fé  alcune  fono  introdotte  nel  culto  d'elle.    Il  medefimofifa 

delle  Indulgenze,Peregrinaggi,Reliquie  de'  Santi,&:  delle  Compagnie,  o  C 

fraternità.  XXX.  Che  fia reilituita,  nella  ChiefaCatolica,lapublica,»Siai 

penitenza  per  i  peccati  graui,&;  publici,&:  porta  in  vfo:&:  ancora,per  placai 

di  Diojfiarertituito  l'ufo  de' digiuni,^  altri  eifercitij  luttuofi,  &  preghier 

bliche.XXXI.  Che  la  Scommunicanon  fia  decretata  per  ogni  forte  di  deU 

contumaciajma,folo  per  i grauiflimi,&:  nc'quali  il  reo  perfeueri,dopo  le  ar 

nitioni.  XXXII.Che,pcr  abbreuiare,o  leuar  in  tutto  le  HtiBeneficiali,da 

tutto  l'Ordine  Ecclefiaftico  è  contaminato,fia  tolta  via  la  diftintione  di  pc 

rio>&:poireiIbrio,nuouaraente  trouata  in  quelle  caufc:  fiano  abolite  le  nor 

tioni  delle  Vniuerfitàrfia  commandato  a'  Vefcoui,  di  dar  li  Bciaefi<:ij  >  non 

gli  ricerca,ma  a  chi  gli  fugge,&  è  meriteuole  :  8c  il  merito  fi  potrà  conofce: 

<{opo  il  grado  riceuuto  nell'  Vniuerfità,s'hauerà adoperato  qualche  temp( 

voler  del  Vefcouo,&  approbatione  del  popolo,nelle  prediche.  XXXIII. 

nafcendo  lite  beneficialcfia  creato  un  Economo,&  li  litiganti  eleggano 

tri:ilche,fe  non  faranno,  il  Vefcouo  gli  dia ,  &c  quei  fra  fei  raefi  terminino. 

inappellabilmente.    XXXIV.  Che  le  Sinodi  Vefcouali  fi  faccino  almen* 

volta  all'  anno;&  le  Prouinciali  ogni  tre  annirSc  le  Generali,quando  non  " 

ràimpedimentOjOgni  decimo. 

Ftntìmìgli*         Ma  in  Roma  arriuò,il  primo  di  Gennaro>  il  Vintimiglia ,  fatto  il  viagj 

giunge  a  I{o-  fette  giorni.  Prefentòal  Pontefice  le  lettere,  &  efpofe  la  fua  credenza>& 

^^*  conto  de'  penfieri,&  vari]  fini,che  erano  in.  Concilio,&  degli  humori  diue 

del  modo,come  parcua  a'  Legati,&  agli  altri  buoni  feruitori;di  Sua  Santit 

doueflero  pigliarci  maneggiare  le  cliificoltà.Tenne  il  Pontefice  Congrej 


.p  Pio  mi.  LIBRO     SETTIMO.  66c) 

ilrrzo giomio,e  diede  conto  della  lelatione  di  Ventimiglia;mofl:rò  fodisfar     ci3   i:> 
,i  della  diligenza,&  prudenti  attionide'Legati,&  lodò  la  buona  volontà  di  ■    lxiii. 
,1  ia:&  ordinòjche  fi  confultaire  (opra  il  capo  dell' Inftitutione  de'Vefcoui,  doneilPa^A 
e  dngeuaaU'hoia  principalmente.il  giorno  fcfto ,  anniuerfario  della  coro-  '*"**  ^""f* 
e  ne  {ua>tenne  una  altra  Congregatione ,  nellaquale  publicò  Cardniali  Fer-  ^*^^*"^f' 
i;idode'Medici,&  Federico  Gonzaga:qucllo,perconfolar  il  padre  della  mi- 
ni morte  d'un  altro  figliuolo  Cardinale:  Se  quello, per  gratificar  il  Legato 
a  ;oua,  &  gli  altri  della  cafajftrettamcnte  feco  congionti,  per  il  matrimonio  \ 

j  lipotc  del  Legato,  &  della  forella  del  Cardinale  Borromeo  :  non  intermet- 
n  3  però  il  Pontefice  d'interuenir  alle  confulte  delle  cofe  Conciliari  >  nelle- 
1.  dopolonga  difcuffioncfurifoluto  di  fcriuer  a'Legatijcheil  Canone  dell' 
il  iirionc  de'  Veicoui  folfe  formato,con  dire  ,  Che  li  Velcoui  tengono  nella 
h  (a  luogo  principale,dcpcndente  dal  Romano  Pontefice,6<:  che  da  lui  fono 
u  ti  in partemfoUicitudtnis.  Et  nel  Canone,  che  della  poccftà  del  Papa  era  in-  J"'"'^**'^.^*- 

0  )[co,ri  diceirc,Che  egli  ha  autorità  di  parceie,5c  regger  la  Chiefa  uniuerfa-  ^flUmiom  dT 
,1  luogo  di  Chrifto,  dalquale  gli  è  (lata  communicata  tutta  l'autorità,  come  Vefcoule  del^ 
i(  fio  generalc:ma  nel  decreto  della  dottrina ,  eftendelFero  le  parole  del  Con-  '*  podefta  dH 
i  Fiorentino,lequali  fono,Che  la  Santa  Sede  Apoftolica,&  il  Romano  Pon-  ■''''/"*' 

±  r,ha  il  primato  in  tutto'l  mondo,&  è  fuccelFore  di  S.Pietro,  Prencipe  degli 
p  Ioli,  &vero  Vicario  di  Chrifto,  Capo  di  tutte  le  Chiefe,Padre,&  Maeftro 
.  I  ri  li  Chriftiani,alquale,in  S.Pietro,  da  Chrifto  Noftro  Signore,è  ftata  data 
le  i  poteftà  di  pafcere,reggere,&:  gouernare  la  Chiefa  uniuerfaletfoggiongen- 
D  ic  non  fi  dipartiifero  da  quella  torma,  quale  teueua  certo  che  farebbe  rice- 
j  :pcrche,eflendo  tolta  di  pefo  d'un  Concilio  Generale,  chi  vorrà  opporfi,  fi 
i(  Lcià  Scifmatico,&  incorrerà  nelle  cenfure  :  Icquali,  per  diuina  prouidenza> 

1  do  fempre  ftate  punite  ne'  contumaci  con  maggior  eftaltatione  della  Sede 
I  lloli  ca ,  confidaua ,  che  dalla  Maeftà  fua  Diuina ,  &  da'  buoni  Catolic i ,  la 
1  1  della  Chiefa  non  farebbe  abbandonata:  &  fra  tanto  farebbe  ritornato  il 
1  iniigiia,che  in  breueiiauercbbefpedito  con  più  ampie  inftruttioni.Delibe- 
I  trasfcrirfi  a  Bologna,per  ellèr  vicino,&:  poter  abbracciar  le  occafioni  di  fi- 
[).o  trasferirli  Concilio,lequali,primache  gliauifigiongeifero  a  Roma,fua- 
i  no.  Fece  formar'  una  Bolla,che,occorrendo  la  morte  fua,mentre  folFe  alfcii- 
:  -Icttionefi  faceffe  in  Roma  dal  Collegio  de'  Cardinali. 

'■  on  cofi  tofto  fu  il  Corriere  fpedito  per  Trento,con  quefte  lettercche  arriuò  yUeyho  port* 

Ìrbo ,  conia  riforma  de'  Francefi,  Se  fece  rincrudir  la  piaga  della  moleftia.  al  Papa  gli 
ìilPapalegger quellariformala prima volta,con  eftremaimpatienza  ;  &  <j»-«co//  de' ^ 
uppeadire,cheil  fine  di  quella  era  per  leuar  la  Dataria,la  Rota,  le  Scgnatu-  ^^'^"f^fi'^^* 
:finalmente  tutta  l'autorità  Apoftolica:poi,rairerenato  alquantoper  l'efpo-  S*^^^    * 
ne  del  Vefcouo ,  che  gli  daua  fperanza ,  che  Sua  Santità  haucrebbe  potuto 
che  cofa  diuertire,&  qualche  altra  moderare ,  concedendone  alcune  ;  gli  e- 
èl'infttuttione  diLorena:laqual  era,che  li  Prencipi  dimandano  molte  coCe, 
attener  quelle  che  premonojlequali  non  fono  le  importanti  a'  rifpetti  della 
:  Apoftoiicajcomc  laCommunione  del  Calice,!' Vlo  della  lingua  volgarcil 

PPpp     iij 


^ (J70  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio  ij 

e  ■<    1  >    Matrimonio  de'  Preti.Se  di  cjuelle  Sua  Santità  li  contentafTe  fodisfaiglijtrtc. 
LX III.     rcbbe  DieuctSd  ifpedita  viad'haucr  honor  del  Cócilio^&venir  al  fine  dcfideiio 
exij  froutàz     Gli  natio  molti  di  quegli  articoli  no  elTer  ben  lentiti  dagli  fteffi  VcfcouiFraf^ 
pn  ncgniiati»-  ^[.^r.  fj  prcparauano  di  metterai  impediméti.Qn^cfte  coievdite,ordinò  il  Papa  ^ 
ne  artijicioja:  g,  •  j^^.j-j^qH  follerò  difculTi  in  Cógregatione,  nclìaquale  introduire,&  il  Vite  O; 
&il  Vintimiglia,accioinftruiircroapicno  delle  occorrenze, Nella  Congm. 
tionefudeliberatOjcherifacelTercriuerdaTheologb&Canonifti/opracjLle 
propofte,&:  ognuno  mettefle  in  carta  il  fuo  parere  :  3:  per  far  qualche  diuerfi  k 
dalia  parte  di  Francia,ordinò  il  Papa  al  Cardinale  di  Fcrrara,che  rilafcialfe  a  i 
li  quarantamila  fcudi,lenza altra  conditione.Che  gli  efponeirejeircr  leprop  u 
degli  Ambafciatori  luoi  in  Trento  in  molte  parti  utili,per  riforma  della  Ch  i, 
lequali  defideraua  vedere,non  folo  decretate  3  ma  mandate  anco  in  efTecun'  e 
però,non le approuaua tutte,  elfendone  alcune  con  diminutione  dell'aure  à 
Rcgia,che  refterà  priuata  del  conferir  le  Abbatie,  ilcheal  Rè  è  un  grand'a  0 
per  premiarli  buoni  feruitori:cheliRèantichi,hauendo  Vefcoui  troppo  k 
tenti  per  la  grand' autorità,<3i  contumaci  alla  poteftàRegia,iicercarono  iil  [■ 
telici  Romani  di  moderarla; Se  hora,pcrquelIe propofitioni gli  Ambafcia  i 
fuoireftituiuano  a  Vefcoui  la  licenza,che  da' preceiiori  di  Sua  Maeftà  prue  - 
tillìmamente  fu  procurato  di  metter  fotto  maggior  regola.Quanto  alla  ante  ì 
Pontificia,che  non  fi  poteua  leuargli  quella,che  da  Chrifto  gli  era  data,dal>  1 
S.Pietro,&  i  fucceirorijfurono  fatti  Paftori  della  Chiefauniuerfalc&amni  - 
ftratoridi  tutti  libeniEccle{iaftici:che,lcuando  lepen(ìoni,reglileualafaCi  ì 
di  far  limofìne,che  è  uno  de'  carichi  principali,che  il  Papa  ha  per  tuttol  mor  : 
che,pcr  gratia,eracommunicata  a' Vefcoui,comeordinarij,facoltà  di  confe  : 
alcuni Beneficijjlaqual  non  era  giufto  eftenderfi  tanto, che  Ci  pregiudicaflc  ,' 
uniuerfaleordinaria,che  il  Papahapertutto:che,fìcome  le  decime  fono  del  ? 
alla  Chiefa^É-^^j^^D^^^wojCofì  la  decima  delle  decime  il  debbe  da  tutte  le  Ch  : 
al  fommoSacerdote:che,per  maggior  coramodità ,  quella  è  ftata  commui  i 
in  Annaterche  fé  quelle  portano  incommodo  al  Regno  di  Francia,non  riciil  ; 
ditrouarui  temperamento,purche  alla  Sede  Apoftolica  folfe ,  in  modo  con  • 
nientcferuato  il  fuo  dritto:ma,come più  volte  haueua  fatto  intendere,  qu: 
non  fi  poteua  trattar  con  altro,  che  con  lui,  ne  il  Concilio  poteua  mette 
mano.  Commife  in  fine  al  Cardinale,  chcpofte  tutte  quelle  cofe  in  conlìd. 
tione  al  Rèjrefibrtafie  adar  nuoui  ordini  agli  Ambafciatori  fuoi. 
tmsndalece-      Mandò ancoilPapaaTrentoleCenfurcfopra  queicapitoli,  fatte  da  din 
[uve  d'effi  a    CardinalijPrelari,Theologi,&  Canonifti  di  Roma,ordinando  che  fi  differii' 
Trento»         parlar  di  quella  materia  quanto  più  fi  poteua:che  l'articolo  della  Refidenza 
gli  abufi  fpettanti  al  Sacramento  dell'Ordine,  haueriano  dato  trattenimci 
per  molti  giorni  :  &c ,  quando  vi  folfe  ftata  neceflìtà  di  proponer  quegli  articc 
incomminciairero  da' menopregiudiciali,che  appartengono  a' coftumi,&d 
trina,difterendo  parlar  de'ritÌ5&  della  materia  Bcneficiale;&  pur  coftretri .: 
larropradiqueftiancora,communicateleobiettionico'  Prelati  amorcuoli 
metteflèro  in  difcuflìonciSc  controucrfia:&  fra  quefto  tempo  egli  gli  hauercb 

ordii  ■ 


i  Pio  mi.  LIBRO  SETTIMO.  ^71 

,v|ito  quel  di  pm,che  haueire  deliberato.Taiito  fcriire  a'  Legati.  e  1 3   1 3 

Ri, in  fine  del  mefe,  in  Conciftoio  erpoie>comc  li  maggionPrencipidel       lxii. 
Uanermodimandauano  riforma,  che  non  poceuacirernegaca>ne  con  vere  epropmnem' 
n,ne  con  prettftnperò  era  riroluto,per  dar  buon  c{rcmpio,&:  non  mancar  "/?»*« <^»  rifar- 
odebicojincomminciardailMnedciimojprouedendo  agli  abufi  della  Da- '"'*' 
.Icuando  le  Coadiutorie  ,  li  Regrelfì,  ÒcleRenoncie  a  fauorc:&;chedo- 
o  li  Cardinalijnon  folo  con  loro  voto  acconfentirui,ma  anco  farlo  noto  a 
Da  molti  fu  commédata  allo  Ultamente  la  buona  intcntione  di  SuaSantìtà:  ^.^^^  ^^  .. 
d  fu  confiderato,che  quegli  uli  erano  introdotti  per  Icuar  abufi  maggiori y^^^^^^oj-j^/^^ 
nifefte  Simonie,^  patti  illccici:&:  ciie  conueniua  hauer  prima  buon  au-  dkij^i^ma: 
nentOj che, Icuando  quefti  tolerabili  ,  quali  finalmente  non  fono  fenoli 
alcggihumane,nonfi  aprilfe  la  porca  al  ritorno  di  quelli,  che  fono  contra 
ri  duiine.Il  Cardinal  di  Trento  particolarmente  dilicChe  farebbe  ftato  di 
jrcgiudicio  leuar  le  Coadiutorie  in  Germania:  perche,  eflendo  congionti 
v^'elcouati  con  li  Principati ,  quando  nonhauciìero  potuto  ottener  Coad- 
e  di  tutti  doiinfieme,haacrebbono  introdotto  il  farlo  nel  Principato  lo- 
ite,&cofi  s'hauerebbediuifo  il  temporale  dallo  fpiritualccon  total  clkr- 
»  della  Chicla.ll  Cardinale  Nauagiero  contradilPe  al  far  differente  la  Ger- 
i,dicendo,Che  iThcdcl"chi,eircnclo  datili  primi  adimandar  riforma, do- 
lo eflcrui  comprefi. Narrò  poi  li  Pontefice  quanti  tétatiui  erano  propofti 
incilio  contra  li  priuilegij  della  Chiei'aRomanajparlò  delle  Annate,  delle 
iationi,&  delle  Preuentioni.  Diire,cheerano  fuffidij  neceilarij  per  mantc- 
kto  del  Papa,&  del  Collegio  de'  CardinaH  ,de'qujli  ficome  elTi  parcicipa- 
cofi  era  giuftcches'adoperairero  in  mantenergliele  che  voleua mandar' 
mero  di  loro  a  Trento  per  difendergli. 

a  in  TrentOjil  dì  dopo  l'arriuo  dei  corriere ,  che  portò  da  Roma  li  Canoni  ^"^""f"  * 
iftitutione.che  fu  il  quindici  Génaro,CTiorno  determinato  per  rifoluer  il  p  "°1'  % 
o  tempo  della  Se{lione,l:u  tatta  Congregatione  Se  deliberato  di  dilterire  a  yìceuuti  da 
:lo  fino  a  quattro  Fcbbraro,&  fu  data  copiade'  decreti  dell'  Inftitutione,  spagnuoli,  ne 
rdine  di  ncommmciare  le  Congregationi ,  per  parlar  fopra  quelli.  Et  fu  da  Frameji^ 
ura  a'  Cardinali  di  Lorena,&Madruccio,di  riformar  il  decreto  delia  Rcll- 
>infieme  con  quei  Padri,che  a  loro  foife  parfo  allumere  in  compagiìia.  Et 
>rni  i'eguentijcontinuandofi  le  Congregationi ,  furono  approuate  le  for- 
/enurc  da  Roma,con  fac ilità  da' Patriai-chi,»3c  da' più  antichi  Arciucfcoui. 
;nuto  a  Spagnuoli,furono  pofte  dii1ìcoltà5&  poi  da'  Francefi,molro  mag- 
Fuoppofto  alpairo,chediceua,Li  Vefcoui  tener  kiogo  principalcdepcn- 
dal  Pontefice  Romano;con  dircChc  era  forma  dì  parlar'  ambigua,  C>c  che 
niua parlar  chiaro:&  dopo  longadifcutTloncfi  contentauano  d'admccte- 
fidicclle  principale  fotto  il  Rumano  Pontefice ,  ma  non  dependente.  Al- 
nco  rcpug.iaroao  a  quelle  parole,Che  li  Vefcoui  fiano  aironti  dal  i^apa  in 
iella  curarma  voleuano  dire,C  le  erano  dati  da  Chnfto  m  parte  di  quella» 
lido  il  luogo  di  S.Gipriano:Il  Vefcouatoèuno  ,  deiquale  ciafcuno  tiene 
«te  tnjòlid(tm.hi  nel  capo  dell'  autorità  di  pafcere  >  ik  reggere  ia  Chiefa 


(,TL  CONCILIO  DI  TRENTO      Papa  Pio  n 

e  1-3  i^  uniiieifale  ;  allegando  in  contrario ,  che  quella  era  il  primo  tribunale  fottf  J 
LXiii.  Chrifto ,  alquale  ognuno  doueua  elFer  (oggetto  :  &  che  Pietro  ilteilo  fu  ina  :( 
alla  Chieiajcome  a  giudice,con  le  parole  di  Chrifto>Va,dillo  alla  Chiefa:&i; 
non  vdirà  la  Chiefajhabbilo  per  Etnico,^:  Publicàno:&;  fi  contcntauancci  (i 
diccircjl  Pontefice  hauer  autorità  di  pafcere^  regger  tutte  le  Chiefcmair 
la  Chiefa  uniuerfale  :  che  in  Latino  faceuapoca  diiterenza  di  parole,  dal  e? 
Vnitierfdem  EccleJiamyA  dire  Vnmerfas  Ecclejìai?cX  diceua  Granata ,  Io  fon  ^  f 
couo  di  Granata5&  il  Papa  è  Arciuefcouo  della  medcfmia  città:inferendo,cl  il 
Papa  habbia  la  fopraintendenza  delle  Chiefe  particolari,comerArciucfc(fl 
di  quelle  de'  Suffraganei.Et  allegandofi  per  l'altra  parte ,  che  nel  Concilio  1  ». 
tà  eccitano gra  tentino  era ufata  quefta  parola,La  Chiefa  uniuerlalejfi  diceua  incótrariccl  il 
ui  thrbameth'  Concilio  di  Coftan2a,&.  Martino  quinto  nella  condannatione  degli  artico!  li 
Giouanni  Viglefjdannal'articolo  centra  il  primato  della  Sede  Apoftolica,!  o 
inquanto  vogli  dire,che  non  fìa  prepofta  a  tutte  le  Chiefe  particolari.  Et  qii  ii 
introdotta  anco  difputa  tra  France(i5&  Italianijdicendo quefti,Che  il  Conc  a 
"Fiorentino  fu  generale,  8c  il  Concilio  di  Coftanza  in  parte  approbato,^  n 
parte  reprobato5<3c  quello  di  BafileaScil'matico.Per  il  contrario  foftentanddi 
altri,chc  il  Cofraiitienfc&Bafileenfe, follerò  Concili)  Generali  :  &  che  (  ;l 
nome  non  poteua  competere  al  Fiorentino,doueinteruennerofolo  alcuni  i- 
chiltaliani,&  quattro  Greci.Nonconcedeuanomanco,cheilPapahaueire  :- 
ta  l'autorità  di  Chrifto,etiandio  con  le  reftrittioni,6<:  limitationi,come  huo  ij 
8c  nel  tempo  della  mortalità  fua  :  ma  fi  contentauano,che  li  diceffe ,  hauer  i- 
toritàpari  a  quella  di  S.Pietro;  ilqual  modo  era  molto  in  fofpetto  a'  Pontit  ji 
che  vcdeuano  volerli  far  la  vita,à  attionidiS.Pietrojellemplare  del  Ponte  ò 
che  farebbe,comeidiceuano,ridurre  la  Sede  Apoftolica  a  niente ,  laqual  dice  - 
nojhauer'unapoteftà  illimitata,  per  poter  dar  regola  a  tutti  gli  emergenti  :• 
condo  che  i  tempi  richiedono,etiandio  incontrano  dell'  operato  da  tutti  li  :• 
ceirori,&.  da  S.Pietro  fteflb.Et  le  contentioni  farebbono  pallate  molto  più  ii  - 
zi:ma  li  Lcgati,per  dar  qualche  intermiffione,a  fine  di  mandar  alPonteficcj  * 
me  fecerojla  correttione  degli  Oltramontani ,  &  riceuer  commandamento  - 
me  gouernarfij&:  tra  tanto  per  metter  a  campo  materia,  che  facelTe  fcordar  e  - 
fta,  tornarono  nella  refidenza,  fopra  laqualc  hauendo  Lorena ,  &  Madruc  'i 
compofto  una  formula,  5<: prefentatala  qualche  giorni inanzi  a'  Legati,  i 
fenza  penfar  più  inanzi,rapprouarono:ma,hauendola  poi  cpnfultata  co'  Ca  - 
nifti,non  fu  da  quelli  lodata  una  particola  doue  fi  diceua,CheiVefcoui  ione  • 
nuti  per Diuino precetto  attenderci  vegliare  foprajl  gregge  pcrfonalmc  : 
perilche,dubitando,che  aRoma  non  haucirero  il  medelimo  fenfo,  mutare  ) 
quelle  parole;&cofiriformata,lapropofcro  in  Congrcgatione.  Di  quefta  i  • 
tatione,rcfl;arono  Lorena,&  MadrucciOjoffefi  grauemcntcparendo  loro  d't  - 
re  fprezzatijiSc  Lorena  diccua,che  per  l'auuenirc  non  voleua  pigliare  altro  p  * 
fiero ,  ne  più  voleua  trattar  con  Prelati,ma  attendere  a  dir  il  luo  voto  con  nx  :* 
ftia,fcruendo  però  amoreuolmente  li  Legati,fe  hauelfe  potuto  in  qualche  o[  a 
honefta.EtMadructioaonreftauadi  dircChevi  era  un  Concilio  più  fecio 

dell  h 


tPAPioIIII.  LIBRO    SETTIMO.  675  _ 


itr0  il  Concilio,  die  (lattribuiua  maggior  autorità.  Mali  Legati,  vedendo     e  io  i3 
:  ogni  rimedio  tornaua  in  malclafdaronodi  far  Congregationi:  ne  quello       i-xii. 
a  baftanza,  perche  i  Prelati  faceuano  priuate  Congregationi  tra  loro,&:  li  Congreg^tìoiti 
rati  continue  conlulte.Et  rArciaefccuo  d'Otranto ,  &  altri  afpiranti  al  Car-  '"^^'''»#jC 
alatosdoue  teneuano  certo  arriuarcfe  il  Concilio  fi  reparaua,erano  accorda-  pgf,Jficu 
opporfiadognicofasperiar  nafcer  tumulto, tSdappamonatamente  andaua- 
ittorno,etiandio  lanotte,facendoprattiche,  &  facendo  fottofcriuer  polize; 
ial  cofa,  fé  ben,  quanto  all'  effetto,  piaceua  a' Legatijquanto  al  modo  però 
maggiorpartcdiloro  difpiaceua,comedi  cattiuo  efrempio,&  che  poteua 
orirgrauiilìm.ofcandalo.Et  anco  nella  parte  contraria  non  mancaua  chi  dc- 
raua  la  diirolutionc  :ma  ciafcuna  parte  afpettaua  l'occafioncche  la  colpa 
;  attribuita  all'  altra:onde  li  folpctti  dell'  una  »^  l'altraparte  crefceuano. 
l Cardinale  di  Lorena  fi  doleua  con  tutti,  che  fi  cercalfedilcioglicrelaSi-  ondenafcom 
Oiik  ne  fece  querele  con  tutti  gli  Ambal'ciatoride'  Prencipi,  pregandogli  e;  &"'"'  'ì^^rde.s 
ler  a'  loro  Pacronii«3c  operarcchcfaccirero  ufficio  col  Ponteficcche  il  Con-  ^^"^'^"> 
)  prolcguillcche  le  prattiche  follerò  modcrate,&  li  Padri  lal'ciatiin  libertà: 
menti, m  Francia  lì  iarcbbc  fatto  accordo,che  ognuno  vini  a  modo{uo,(ino 
n Concilio  libcro-.chequcfto  non  è  tale,nonpotendofi  ne  tiattare,ne  nfol- 
jlcnon  qucllojche  a'  Legati  piacere  li  Legati  non  fanno  fenon  quello,che  il 
i  vuolc:chc  egli  hauerebbecon  paticnza  lopportato  fino  alla  futura  Seflio- 
:nonvedcndo  le  cofe  andar  meglio,farcbbe  liluoiprotefti,  &:  congliAin- 
iatori,&.Prelati,tornerebbc  iw  Francia,per  far  ur  Concilio  Nationalcdoue 
la  Germania  concorrcrebbc:cofa,che  a  luifarcbbe  di  gran  dirpiacere,ptr  il 
:olo,chela  Sede  Apoftolica  non  lolle  poi  riconofciuta.  Andarono  in  quei 
li  da  Trento  aRoma,&  da  Roma  a  Trento  frequenti  CoiTicrijauifando  li 
Iti  le  frequenti  contradictioni  che  pioueuano5&  lollecitando  il  Pontefice  la 
ofta  de'  Canoni  mandati.Et  li  FranceiiinRoir.a  tecerocol  Papa  lamedcfi- 
querela  ,  che  faceua  Lorena  in  Trento,con  le  ftcife  minacciciii  Concilio 
onale ,  &  d'intcruento  d'Alcmanni.Ma  il  Papa,folif o  fentirne  fpcficdiire,  fchemìte dat 
nonfi  fgomentauadi  parole  ,  non  temeua  Concili]  Nationali  jfapeiia  fi  Fa^ai 
oui  di  Francia  eifcr  Catolici,  &  che  la  Germania  non  fi  fottometterebbe  a' 
^oncilij.Diceuasche  il  Concilio  non  folo  era  libero,  ma  Ci  poteua  dir  quafi 
itiofo:clieleprattiche,fatte  dagl'Italianiin  Trento,nó  erano  con  fuaparti- 
:ione,ma  naiceuano,perche  li  Oltramontani  voleuano  cóculcar  l'autorità 
icia:Che  egli  haueuahauuto  tre  buone  occafionidi  difcioglieril  Cócilio, 
oleua  che  ii  continualfc^  fperauache  Dio  non  abandonercbbe  la  Tua 
fa;&  ogni  tentatiuccontra  quella  promoiro,  tornerebbe  in  capo  degl'  in- 
itoriJn  quefte  confulioni,eirendo  partito  il  Cinque  Chitfcpei  andar'  alla  fo/petto  àète^ 
èCeiai-ca,per  dar  conto  a  quella  Maeftà  delle  cole  del  Concilio,  òcfirgh  gatip^rim- 
ionc  dell'  unione  de'  Prelati  Italiani;&  ellendofi  fcoperto,che  Granata,Òv:  li  ^^^'g^f-v  d'~^ 
adherentijgli  haueuano  dato  carico  d'operare  con  rimperarore,  che  feri  ^'*  ^'p^ig^'uoli 
"al  Rè  Catolico  fopra  la  riforma ,  ik  refidenza , acciochc  cfli  potelfcro  in  ""    '''^'^^' 
lej&  nelle  altre  QcgaUoiiijdu-  Uberamente  qugiloj  chedcrtaiie  loro  la  con-' 


(igqc, 


^74  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio   111!. 

CI3  1 3  fcienza,  credettero  li  Legati,  che  folTe  confcglio  di  Lorena:&  per  dar  qualche 
LXiii.  tipiego  j pochi  giorni  dopojelTi  ancora  fpedirono  all'  imperatore  il  Vefcouc 
Coramendone,conpreteftod'ifcurarc, prender  le  caule, perche  non  s'cranc 
per  ancora  potute  proporre  le  dimande  diSLiaMaeiì:à;«3c  gli  diedero  commiffio 
ne  d'eirorcar  Celare  a  contentarli  di  ricercar  dal  PontcHce,&  non  dal  Concilio 
quei  capi  concernentirautorità  Pontificia,  pofti  nelle  lue  petitioni  jconalti; 
auuertimentij&  inftruttioni,che  loro  paruero  opportune.  [, 

e  per  l'amba-       Majeffcndogionto  a  Trento  Martino  Cramero ,  Vcfcono  di  Varmia,Ambd 
■^'"^T  /r"/'*'^"  ^^^^^^^'^  del  Rè  di  Polonia  airimperatorejin  apparenza,per  viiìcare  il  Cardin 
^JJ°-      Vannienfe ,  antico  3c  intrinfeco  fuo  amico  •  hebbero  gran  roipittioncche  fol 
mandato  da  Cefare ,  per  informarli,  &  veder  oculatamente  le  cofedel  Conc 
lio;5critferirglicle.Qacfti  tanti  moti  poferodubio  negli  animi  de' Legati,  che 
Concilio  non  Ci  diiroiueirc  in  qualche  modo,che  il  Papa  &  efll  ne  reftaircro  ce 
dishonorcoireruandochecio  eradamoltidefiderarojetiandiodaalcuni  Pon 
lìcij  :  &  da  altri  a  ftudio  fi  procurauano  difordmi  per  giuftiiic ar {ì,in  caio  che  e 
hiedom  pare-  ^  fi-iccedellc.    Mandarono  a  tutti  gli  Ambafciatori  una  lcrirtura,contenentc 
re  agii^m-  diifi.cokà,chc  vcrteuano,&  gli  pregarono  dar  loro  confcglio. Ma  gli  Ambal: 
bafc.in  ^M£/?e  toriFrancefi,con  quella  occarione,diedero  perriipofta  quello,che  dclidcrai 
confujìoni:     no  giàpiu  giorni  dire,Chcjficomeil  Concilio  era congregato,per  rimediare  a  . 
abuil;  coli  alcuni  volenanoferuirll  d'elToper  accrefcerglirchcinan^i  ogni  al , 
cofajconueniuaouuiare  alle  prattiche  coli  manif:fte:  cheeraintolcrablle  v  • 
gogna:  che,  quelle  leuare ,  apollo  ogni  huom^o  in  libertà  di  dire  il  lento  li . 
s'hauerebbe  facilmente  in  buona  concordia  co.iuenuto.    Che  il  Papa  era  e.  i 
della  Chiefa,ma  nonperò  Ibpra  quella:  che  era  per  reggere  &  mdrizzar  gli  ;  i 
membri, nonper  dominare  il  corpo:  ^ che  il  rimedio  alle  diifcrenzc  crai 
li  decreti  del  Concilio  di  Co{lanza,che,hauendotrouato  la  Chieia  disfo., 
tiflìmajapuntopercaufa  di  limili  openionijl'haueua  ridotta  a  termini  comi  - 
tabili.Poiaggionferojunadellecauledidilcordiaellercche  dai  Secretario i  i 
erano  fcritti  fedelmente  li  voti:onde  lapartcche  era  maggiore,parcua  negli .  • 
ti  la  minore,&  non  lì  poteua  hauerper  riioluco  qucllo,che  era  di  parer  coi 
ne  :  &  però  era  ncceilario  aggionger'  un'  altro,lì  che  doi  (criueir.ro-  GÌ'  Im 
riali  li  diedero  il  confcglio  loroj  quali  l'ilteiro  che  i  Franceli ,  facendo  migg 
inftanzaper  un'aggionto  al  Secrecario.    Gii  altri  Ambilciarori  lìiettero  lo 
termini  generali  >  confegliando  la  continuatione  del  Concilio ,  &  la  unione 
glianiiTii. 
jirmùmì-        In  quello  ftato  di  cofe  arriuò  in  Trento  il  ventinole  di  Gennaro  il  Vcntii 
glia  ritorna    glia,riipedito  dal  Pontefice  :  ilquale  fece  relatione  della  Tua  crede  iza  a'  Leg 
dAP^mai       6cpoi,col  parer  lorojiì  diede  alenar  due  opcnioaifparfc  perii  Concilio:  Tu 
che  il  Pontefice  folle  in  irato  di  poter  poco  viuere  ;  l'altra ,  che  delìd^nlfe  la 
folutionedcl  ConciUo.Teftificòildelìderio  diSuaS;mi:itàd'intendere,chc5 
sperejjoil      polle  le contentioni,  s'arcendclfe  alfjruitiodiDio  ,  &  a  rajtcer  predo  iìn 
labmeuom-  Concilio.  Egli portò Bolle d'Viiìci),v3c Benefici), conferiti  dal  Pontefice  a'f 
C5<i/»C5n«^wipinquid'alciiniPiekti  i  &  unRcferendariacoai  Secretario  deli' Anibafcia| 

Poi 


APA  Pio  ini.         LIBRO    SETTIMO.  ^75 

3itiigh  cCcSi  unapen/ìoneairai  grolFa  al  figlio  del  Secretano  SpagnuoIo,i?c  ad 
kn  varie  promeire,  fecondo  le  pretenfioni.  Fece,per  nome  del  Pontefice,  col 
Cardinale  di  Lorena  gran  complementi  >  moftrando  che  in  lui  folo  haueua  la 
I)nfidanza  d'un  prefto  &  buon  fine  del  Concilio. 

Nacque  opportuna  occafione  di  realTumer  le  Congregationi ,  dalla  venuta  '^'"^  <ii^^' 
.iVcfcouod'AftijAmbafciatordelDucadiSauoia  ,  ncllaquale  disegnando,  «"'^^ ''''««- 
epe  hauerlo  riceuuco  ,rinouarlapropofitionede'  Canoni,  mandarono  il  Ve-  !^jg^^,-*„,-  *"*" 
i)UO  di  Sinigaglia  al  Cardinale  di  Lorena,  per  pregarlo  di  trouar  qualche  ma- 
j  :ra,comc  i  Francefi  potcflero  riceueribdisFattionc.  Gli  dimoftrò  il  Vefcouo,  Loremprat- 
te  quel  termine ,  di  reggere  la  Ghieia  Vniuerfale  era  ufato  da  molti  Concili):  tkato,  rìfpon- 
i  e  queir  altro,d'eircr  allenti  in  parte  della  Ibllecitudine,  era  ufato  da  San  Ber-  ^^  vkUmmc, 
1  idojfcrittore  tanto  lodato  da  Sua  Signoria  Illuftrifllma.  A  che  rirpofe  il  Cai- 
<  lalcChe  cutto'l  mondo  era  fpettatore  delle  attioni  del  Concilio  :  che  fi  fape- 
1 10  le  openioni,<3<:  voti  di  ciafcuno  :  che  bifognaua  ben'  auuertire  quello,chc 
i  iccua:che  di  Francia  erano  (late  mandate  fentture  contra  le  opcnioni,che  in 
T;nto  fi  tengono  nelle  qucftioni  trattate:  che  molti  s'erano  doluti  di  lui,che 
f  )ccc{i  con  troppo  rilpetto:ói  fpecialmente  in  quella  materia,  &  della  refiden- 
z  non  habbia  fatto  la  debita  inftanza,accio  fiano  dichiarate  de  ture Muinoiche* 
j:  valcrfi  d'un  termineufato  daqualchefcrittore,  non  fi  dcbbeconcludere  di 
p  lar  fecondo  il  fcnfo  di  quello,importando  molto  doue  il  Termine  fi  ponga,& 
:  congiontione  habbia  con  le  parole  antecedenti,  &  confeguenti,  da  quali 
p  reno  anco  nafccre  openioni  contrarie:  che  a  lui  non  danno  faftidio  li  termì- 
1  -na  i  fcnfi  che  fi  dilFcgna  canonizare:  che  ildire,Il  Pontefice  hauer  autorità  di 
-.(  Jcr  la  Chieia  Vniucrlalcnon  poteua  cifer  ammeflb  da' Francefi  in  modo  al- 
:  io:^-,fepeil'auueniicfoircftatopropofto,gliAmbafciatorinonhaueriano 
)  uto  mancar  di  proteftare  in  nome  del  Rè,  &  di  centouenti  Prelati  Francefi, 
1  uali  hauercbbono  hauuto  fempre  il  mandato  di  farlo:che  quello  farebbe  un 
)•  giudicare  all' openione,che  fi  tiene  da  tutti  in  Francia,  CheilConcilio  fia 
e  a  il  Papa.    Lequalicofe,  riferite  da  Sinigaglia  a'  Legati,inprefenza  di  molti 
'  lati  Italiani,  congregati  làper confultare  quefta mcdefimair.ateria,gli  fece 
:  lar  in  dubio  che  folle  impolTibile  ridurli  Francefi. 

)ccorfe  anco  nel  mcdefimo tempo,  cofa,  che  diede  grand' animo  a  Spa-  e„iie^       5 
[:  oli,cioè,la  venuta  di  Martin  Gazdellun,  delqualedifopra  s'è  parlato.    Egli,  Ufi  XcmrL 
t  endo  vedutogli  andamenti  di  qualche  giorno  ,  fi  lafciò  intender  d'hauer  no; 
!iran:ientecoraprcfo,cheil  Concilio  non  era  libero  :lodaua  molto  il  Grana- 

S ?c  diceua,il  Rè  hauerlo  ili  buona  openione  :  5i  che ,  fc  vacalTe  il  Vei'couado 
foledojgliene  faria  mercedc.Ncgotiate  quefte  cofcvcnne  la  Domenica  dell' 
\  mo  Gennaro,  quando  era  intimata  la  Congregatione  generale  per  riccuer 
I  nbafciator  di  Sauoia  fopranominato.  Egli  fece  un  breue  ragionamento,mo-  ""^^"'/""yf^ 
|ndolipericolÌ5ÌnqualieraloftatodelfuoPrincipeper  la  vicinità  degh  he-  „p/^  '"^*" 
Èei,&  le  fpefe  grandi  che  faceua:  eifortòafinirprcflo  ilConcilio,&apenrar 
'  iodi,come  far  riceuer  li  decreti  a  contumaci,  &  offerì  tutte  le  forze  dclfuo 
l!:ane.Glifu  rifpoilojlodando  la pictà,&  prudenza  di  quel  Duca,&  rallegrali- 

Q^kiq      ij 


(Jyfi  CONCILIO    DI  TRENTO         PapaPioIH 

cio   13     dofi  della  venuta  dell' Ambafciatorc.Continuando  le  Congiegationi,le  diflc- 

Lxiii.    fioaicLxrceuanc&molci  dimandaiiancchefoire  propofto il  decreto  dellai. 

dilpareri  caH-  fidenza  formato  da'  due  Cardinali.LiLegatijVedendo  tanti  difparerijdopo  le- 

fano dilationei  gheconfulte  traloro,6c  confeglipred  co' Prelati amorcuoli,  deliberarono, cr 

non  foife  tempo  di  far  decifione  alcuna,ma  ncceifario  d'interponerui  tanta  i - 

latione,che  gli  humori  da  fc  mcdclìmi  deponelFero  tanto  femore ,  onero  fi  ni  - 

ualfe  qualche  ifpediente  per  accordar  le  differenze,  con  prolongar  il  tempo  d  • 

la Seffione  :  &,per  farlo  d'accordo,andarono  tutti  a  cafadi  Lorena,per  confei. 

aUnqmle  con-  gli  il  lorpenliero,&  dimandargli  conreglio,&  aiuto.  Egli  fi  dolie  delle  conuc- 

iemt  Lorena,  fj^-Q^^  ^  ^  ^he  con  modi  cofi  illeciti  fi  pretendeiTe  dar'  al  Papa  quello,  che  n  i 

fon  ogHn\C)  gijyej-^ÌLmj  ^  togliere  a  Vefcoui quello  , che  da  Chrifto  era  ftato  dato  lo  ; 

moflrò  che  gli dilpiacelFe  il  differir  la  Seffione  tanto  tempo  :  nondimeno,  j: 

compiacerejfe  ne  contentaua,mabcngli  pregò,  poiché  quello  era  a  fine  di  n  ■ 

-     derar  gli  animi,di  far'  ufiìcij  efficaci,  che  gl'inquieti,  de  ambitiofi,  folFero  rati  • 


nati. 


Nella  Congregationede'treFebbraro  ,  propofe  il  Cardinale  di  Manto 


aci  ; 
on:  • 


in  Congrega-  che  ,  cUendoprolhmo  il  prmcipio  Quadragelimaie  >douendo  poilucced 

ttoMCie centra-  giorni  fanti.  Se  le  fede  di  Pafca,  Ci  difteriile  la  SeflSone  fino  dopo  quella  ,  t\ 

sfc'W*  quel  mentre  fitrattalfe  nelle  Congregationi  la  riforma,  pertinente  all'Ord 

Sacro,  &  la  materia  del  Sacramento  del  Matrimonio.  Lapropofla  hebbc  gì 
contradittione.I  Francefi,5^  Spagnuoli>quafi  tutti,fecero  inftanza,che  Ci  deli 
iairc  una  breueprorogationc&foire  definita  la  materia  dell'Ordine,  infic 
con  la  fua  riforma,prima,che  trattare  del  Matrimonio:  allaqual  openione  ad 
riuano  anco  alquanti  Italiani.  Aggionfero  anco  alcuni,chelaSe(lionefi  fi 
con  le  cofe  decire,&  in  particolare  fi  fì:abiliire  il  decreto  della  refidenza ,  fi 
to  da'  Cardinali:  &  da  alcuni  fu  accennato ,  che  era  grand'  indegnità  del  Ce 
cilio ,  l'hauer  prolongato  tante  volte  di  termine  in  termine,  &  che  fi  moftr; 
di  voler  violentar'  i  Padri,  con  la  ftanchezza,  ad  acconfentire  alle  openioni^c 
non  fcntiuaHo  in  confcienza:  però  che  fi  douel^e  far  laSeflìone,  &  rifolaci 
materie  fecondo  il  numero  maggiore.  Non  fu  anco  taciuto,  che  quella  dil> 
rione  diSefl[lone,&  Congrcgationegenerale,non  erareale:&  interuenendo, 
fi  in  quella,  come  in  quella,le  medelime  perfone ,  &  l'ifteiro  numero  intiero 
, ,  ^,.     doueirehauerperdecifo  quello,che  folfe  deliberato  nella  Gongregarione  gei 

pur  e  ccw.u-  j.^i^y)q^q  ^^^^  contentione,fu  rifoluto  per  il  numero  del  più,la  dilatione  lì 
a' ventidue  Aprile,nonrimouendofi  l'altra  parte  dalla  contradittione.  IlC 
dinaie  di  Lorena,fe  ben  moilrò  confentire  a  compiacenza ,  hebbe  però  caro,} 
proprio  intere(re,la  dilatione  per  quattro  caufe.  Perche  fra  tanto  hauerebbe  ^ 
dutoquellojchefuccedefie  della  falute  del  Papa:  hauerebbe  haiiuto  commO( 
tà  di  trattar  con  rimperatorei&  intender  la  mente  del  Rè  Catolico:&  hauei  e 

ftamaUarJ'  ^^  ^^^°  ^^  fucceflb  delle  cofe  in  Francia,  onde  potclFe  poi  deliberar  con  fonc 

/m/,  e^'no  mento 'maggiore. 

pbmati:  Il  dì  feguente  gli  Ambafciatori  Francefi  fecero  grande  e  longa  inftanza  a'  I 


jaPioIIII.  libro   settimo.  (>-]1 

,che  fi  crattalTe  la  ritorma,&:  foireio  propoftc  le  lor  petitioni,  prima  che  s 'in-    eia   l'^T 
iminciairc  atrattat  la  materia  del  Matrimonio.    I  Legati  rilpofero ,  che  il     LXiii. 
Icilio  nondoueuariceuer  leggi  da  altri  :  &  fé  da'  Prencipi  ibno  propofte 
rconuenicnti>  è  il  doueiehauerLii  iopra  confideratione  in  quelle  opportu- 
,  che  giudicalfero  li  Prelidenti  :  che  le  nelle  petitioni  loro  vi  laranno  cofe 
incnti  alla  materia  deli'  Ordincproponeranno  quelle  inricmc,&  fucceffiua- 
te  le  altre  a  Tuo  tempo.  Quella  rifpoila  non  contentando  gli  Ambafciatori, 
icarono  rinftanza,aggiongendo  che ,  le  non  voleuano  far  la  propolìtione, 
ntentaircro  che  da  loro  medefimi  folle  fatta  j  onero  gli  delfero  aperta  nega- 
:  foggiangendo,quari  in  forma  di  protefto,cheil  continuare  con  rifpofte 
igue,l'arebbe  da  loro  tenuto  per  equiualente  ad  una  ncgatiua  deriforia.  Pre- 
li  Legati  termine  di  tre  giorni,  a  dargli  rilpoftapiù  precifa  >  &  in  quello 
so  fecero  opera  con  Lorenajchegliacquietaire,  facendogli  contentard'af- 
ircfìncheveniiredaRoma  rilpoitafopra  gli  articoli  loro  mandati, 
feguente  giorno  furono  dati  fuori  gli  articoli  dclMatrimonio^perelTerdi-  -^^^^^°^^^ 
itilalettimanafeguentedaTheologi:  nel  che  immediate  nacque  difputa  ^^o  J^^^^X 
cedenza  tra'  Franceri,&  Spagnuoli  :  allaquale  non  lì  potè  trouar  altro  mo-  tt^a  difrew 
ic  fodisfacelFe  ad  ambe  le  parti,fenon ,  con  mutar  l'ordine  già  dato,  &  elFe-  den':i;4tcompo- 
fino  airhora;&  date  li  luoghi  anteriori,  fecondo  l'ordine  della  promotio-  ^''' 
iDottorato.    Ma  a  quello  li  opponeuano  li  Thcologi  Pontificij,dicendo, 
c,per  Francelì,&  Spa^nuoli,nalce  la  difficoltà,  lì  facelFe  la  prouifione  per 
oli  ,  Se  non  s'altcrailè  il  luogo  a'  Theologi  del  Ponteficcche  era  il  primo 
>itato.I  Legati,dando  loro  ragioncconcludeuano, che  laprima clallcnel- 
le  liPontificijerano,parlaire  lecondo  il  confueto,le  altre  tre  fecondo  l'or- 
dellapromotione.     I  Franccfi  non  lì  contcntauano,  fé  nella  prima  dalle 
ra pollo  vno  de'  loro,  &  il  Secretarlo  Spagnuolo  fece  inftanza,che  fi  facef- 
lico  inllrumento  del  Decreto,  accio  iempre  lì  poteirevedere,che,fequal- 
cancele  parlatfe  inanzi  li  Spagnuoli ,  non  era  per  ragion  di  precedenza  del 
0.    In  conclulìonc,  perdar  fodisfattione  a  tutti,  fu  fatto  i'illromento,&: 
iaciuto  a  Francclì,  che,dopo  il  Salmerone,primo  de'  Pontificij,parlaire  il 
10  di  Parigi,&  feguendo,gli  altri  della  prima  clailè,il  rimanente  procedcf- 
Midola  promotione. 

mogli  articoli  otto,fopra  quali  lì  doueuadifputarcfe erano  hereticali,&:  "«»»*o<^'«^' 
iFero  dannare.  I.  Che  il  Matrimonio  non  lìa  Sacramento,  inllituito 
Dj  ma  introdottione  humana  nella  Chiefa  ;  3c  che  non  habbiapromeilà 
1  di  gratia.  1 1.  Che  li  progenitori  polFono  irritar  li  Matrimoni)  fecreti: 
leflèr  veri  Matrimoni  i  contratti  in  quellamaniera  :  anzi  elTer  ifpediente. 
Ila  Chiefa  per  l'auuenire  lìano  irritati.  III.  Che  lìa  lecito ,  eltendo  te- 
la la  moglicper  caufa  di  fornicatione,contraher  matrimonio  con  una  al- 
uente  la  prima  i  &  elFer'  errore  far  diuortio  per  altra  caufa,  che  di  fornica- 
I V.  Che  lìa  lecito  a'  Chrilliani  hauer  più  mogli:&  leprohibitioni  del- 
Eqin  certi  tempi  dell' anno,  elFer  fuperllition  tirannica»  nata  dalla  luper- 
cde'  Gentili.  V.  Che  il  Matrimonio  noa  fi  debbia  pofporre,  ma  ante- 

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6ji  CONCILIO   I>I  TRENTO  Papa  Pio  j 

ci^'io  porre  alla  caftità  :  &  che  Dio  dà  maggior  gratia a* maritati,  che  agli  altri. 
Lxiii.  Che  i  Sacerdoti  Occidentali  potlono  lecitamente  contrahcr  matrimonio  jii 
oftante  il  voto ,  o  la  legge  Ecclefiaftica  :  &  che  il  dire  il  contrario ,  altro nom 
fenon  condannar  li  matrimoni  :  ma  tutti  quelli,  che  fi  Tento  no  non  hauer'  ili 
no  della  caftità,debbonocontraher  matrimonio.  VII.  Che  debbino  eirergi 
dati  li  gradi  di  conranguinità,&:  affinità  deferirti  a'diciotto  del  Lcuitico,&  i 
più,ne  meno.  Vili.  Che  Tinhabilità  alla  congiontion  carnale,^:  Tigno  i 
zainteruenutanel  cótrattare,fìano  fole  caufedi  difcioglieril  matrimonio  ci 
tratto  :  &c  che  le  caufe  del  matrimonio  s'afpettino  a  Prencipi  fecolari.  S<i 
quali  articoli  accio  folle  con  breuità  parlato ,  furono  in  quattro  claflì  diui , 
dueperciafcuna.  ij 

j{enes  giunge  Arriuò  in  Trento  il  Vefcouo  di  Renes,Ambafciator  di  Francia  all' Imf 
0  Trento, per  jorc,  ilquale hauendo  trattato  con  Lorena, quel  Cardinale  andò  a'Legat 
mmr  ^°^^"f  diede  loro  conto,che,  fino  al  fao  partir  di  Fràcia,  haueuariceuuto  commiff 
rtafconMet'  dal  Rè  d'andar'  alla Maeftà Cefarea,ilche  dilTegnana  far  tra  pochi  dì,  douci 
tit  elfer  Cefare  in  Ifpruc,8«:  eilendo  venuto  Renes  a  leuarlo.  Diede  anco  conte 

medefimo  viaggio  al  Papa,con  fue  lcttere,nellequali  toccò  il  modo  di  proc 
re  AecrV  Italiani  nel  Concilio:aggiongendo  un  motto,  che,continuandofi  i 
guifa,preghcrà  Dio,che  Tinfpiri  a  far  cola  di,fuo  fanto  (cruitio.Di  quefta  ar 
s'era  ragionato  quale  he  mefeprimaj&peròjquando  fi  publicò,non  furono 
brandi  li  fofpetti,come  i'e  fprouifta  folfe  ftata.Si  teneua  per  fermo  da  tutti 
foife  per  concertar  delle  cofe  del  Concilio}^  particolarmente,  per  trattare 
introdurre  l'ufo  del  Calice  ;  3c  quefto,  perche  il  Cardinale  in  più  occafior 
con  diuerfi  Prelati,detto  haueua,che  l'ImperatorcliRède'  Romani,&  dil 
cia,fin  tanto  che  non  ottengano  l'ufo  del  Calice ,  daranno  iempre  nuouc 
tìoni  di  riforma,quantonque  fi  douelfe  ftar  doi  anni  in  Concilio  :  ma  ,  c( 
dendo  loro  quefta  grafia ,  fi|quieterebbono  facilmente  :  &  che  il  fodisfar 
Prencipi  era  un*  ottimo  rimedio,per  ritener  quei  Regni  in  ubedienza  :  che 
era  poflìbile  ottener  quella  gratia  dal  Ponteficcper  la  contrarietà,  che  haUi 
be  da'  Cardinali,abhorrentida  quefta  conceftìonerche  non  s'era  ottenutai 
Concilio,  perche  non  fu  ben  maneggiato  il  negotio:vi  eraperò  fperanza 
portadofi  co'debiti  modi,s'otterrebbe.Ma  quelli,che  più  attentamente  oli 
uanoli  progreffi  del  Cardinale,auuertiuano  una  gran  varietà  di  parlare:pc  Ih 
bora  diceua,chc  non  firifoluendo  le  cofe,farà  coftretto  a  partire  la  Pafca ,  <  ' 
Pentecofteihorajchefiftarà  in  Trento  due  anni:&hora  ,  proponendo  m 
finir  prefto  il  Concilio;hora,proponendo  partiti  da  eternarlo-.indicij  mar. 
che  egli  non  haueua  ancora  icopertolaluaintentione.Etprendeuanoioi 
"^    del  cauto  procedere,ilqual  argomenta  animo  di  voler  con  arte  giuftificar 
ragioni,&  honcftar  lafuacau(a:ondeconfiderando,cheinIfprucdoueuai. 
teruenire  ancora  il  Rè  de'  Romani,  il  Duca  di  Bauicra,  l'Arciuefcouo  di 
burg,&:  l'Arciduca Ferdinandojfi teneua  che  quell'abboccamento  non  pc] 
apportar  fenon  nouità,attefa  ia  pocafodisf^ttioae  >  moftrata  dall'  Imper.' 


^i  Pio  mi.  LIBRO    SETTIMO.  ^7P 

fi  U'horadel  Concilioj&  l'unioncche  in  tutte  le  cole  s'era  veduta  tra  lui,  5c 
liajpotendofi  peni  are  che  il  Rè  di  Spagna  adherilcaanco  a  quella  parte> 
l  do  tanto  congionto  con  loro  di  fangacunaflìme ,  eirendofi  diuulgato ,  che 
|i  Rèpcr  lettere  fue  degli  otcoGennaro  al  Conte  di  Luna,gli  haucua  comircl- 
jintendcrfi  con  rimperarore  ,  &  con  Francia, nelle  cole  della  riforma,  &: 
ji  libertà  del  Conciiio.InqucftigiorniF.  Fcliciano  Ninguarda,Procurator  ti  Pro(34ratort 
ì  Arciuefcouo  di  Sakburg,prereris:c)  lettere  di  quel  Prencipe5&  fece  inftanza,  f^  ^"'"^^^i 
I  i  Procuratori  dc'Vcfcoui  di  Gcnnaniapotellcro  dar  voto  in  Cógrcgationi:  :^"^fg    v"^"*" 
p  Tiandojcbe  fo  coli  Ci  faccfle,altri  VcTcoui  di  Germania  manderebbono  pro- 
Ìj:ori:raa,negadolo,&  eiToj^  glialtri,pcrnonftarlà  ociofìspartirebbono.Fu 
fto,  che  s'haucrcbbc  hauuto  coniìderatione5&  deliberato  conforme  al  Ucofanmtjfk 
o:&  di  tanto  fu  dato  conto  a  Roma,per  non  rifolucr  manco  qucfto  partico-  a  i{oma,ejo~ 
'cnzaauii'odilà.  Majperl'occupacionineir  uno  &  l'altro  luo'JOjin  cofe  ?''■*• 
JÌori,non  fé  ne  parlò  più. 

ddì  nouc  di  Febbraro  fu  la  prima  ConercCTatione  de'  Theolod  fopra  il  Ma-  ^i^'^'"'/^i,j* 
jnio.  Parlo  il  iiahncronccon  molta  magniloquenza,  &  (opra  jl  pruno  jy^atyì-nctào: 
alodiirelccolefolitcde'  Scolallici'.foprail  fecondo,  portò  la  determina-  Sa'/ntnne 
;delConcilioFiorcntino,chcilAlatrimonioriceue  lapcrfcttionecolfo-  "vuoiecht  i 
nfenfo  de'  Contrahcntinie  il  Padrc,o  altri,  vi  ha  fopra  autorità  :  foftenne,  clafnleftim  Jìer 
.doueuanodannar,pcrhcrctici,quclli  ,  che  attribuifconopoteiràa'  Padri  "' '•"'^^'''*'**» 
illaigli.Aggioufe>che  l'autorità  della  Chiefa  era  grandifluna  fopra  lama- 
de'Sacrauienti:chepotcua  alterare  tutto  quello, che  non  appartiene  ali* 
ria:chc,c(rcndo  la  coiiditio.ie  del  publicctSc  fecreto,accidentaie,la  Chiefa 
Lieuafoprapotellà.  Narrò  li  grandi  inconuenienti,che  da' Matrimoni  fe- 
nafcono,  &  inumerabili  adulteri), che feguono:«Sc  conciufccilcre  iinedié- 
e  vi  fìa  pollo  rimedio  coli'  irritargii:fcce  infìllenza  grande ,  fopra  quel  cafo 
;icabile,Sealcuno,dopo  hauer  contratto  ,&  coniummatoil  Matrimonio 
:reto,contrahc  poi  in  publico  con  una  alrra,dallaquak  volendo  partirete 
lar  alia  prima,&  legitima ,  ila  corretto  con  cenfui  e  di  rimanere  nel  publi- 
)ntrarto;douc  rcda  il  mitero  da  ambe  le  parti  inuiluppato>oucro  in  adulte- 
erpetuo,oacro  in  cenfure  con  fcandalo  del  prodìmo? 

altro  giorno  feguì  il  Decano  di  Parigi,chc  dell'  iuftitutione  del  MatrimiO-  il  Decano  di 
kdellagratiajche  in  quello  Ci  riccue>&  del  dannare  chi  lo  alTerifceinuen-  Parigi  foftk^ 
;hnmana,parlò  abondantemente,condottrinaScolaftica.Ma,fopra l'arti-  "^ ii '^'^^rario: 
de' Clandcftini,hauendodifputaro,  che  erano  veri  Matrimoni ,  «Se  Sacra- 
;i,pofe  diificolràjfe  la  Chiefa  hauelfe  poreftà  d'irrirargIi,contradi{re  a  quclP 
ione,chenclla  Chiefa  vi  fia  autorità  fopra  la  materia  de'  Satramenti:dif- 
,che  uilfun  Sacramento,  al  prefente  lcgitimo,può  la  Chiefa  fare  che  all' 
nirenon  lìa  valido  :  eiremplificò  della  Coni'ecratione  deli'  Eucanftia,& 
»  per  tutti  li  Sacramentirdiircnoneirer  tale  la  poteftàEcclcfiaftica,  che  ai- 
'  debbi  prefupporfi  di  poter  impedir  tutti  li  peccati:  che  la  Chiefa  Chriftia- 
iftata  M.D.anjiiloggctraaqnellccheadeiró  vien  defcritto  perintolcrabi- 
5Uel>chenoninenoiidebbeftimare,dàl principio  del  moiwJoliMatrnuo'» 


68o  CONCILIO    DI  TRENTO       PapaPio  i 

ci3   10    nifecrctifono  ftativalidi,8c  niirun'  hapenfato  di  volergli  annullare;  cont  t 
LXiii.     che  ,  frequentemente fiaoccorfo  il  calo  d'unpubiico  contratto  dopo  un  !; 
trimonio  legreto:che  pare  fij  un'  iniblubile,ilqual  da  ogni  canto  porti  incoiK 
nientiiche  il  primo  Matrimonio,tra  Adam,&:  Eua,  eireraplarc  di  tutti  gli  si 
non  hcbbe  tcltimonij.Non  rcftc),(enza  edere  ilimato  il  parer  di  queftoDott:< 
ma  fu  molto  grato  a' Prelati  Italianijche,  occorrendogli  una  volta  nomin  i 
Papa,aggioxUe  formalmente  quello cpiteto,con  la leguente  efpoiltione,dii] 
do  Rcttorc,(ìk  Moderator  della  Chiefa  Romana,cioè ,  dell'  uniuerfale  j  con  i 
diede  anco  materia  a  moltiragionamenti-.perchciValendofene  li  Pontifici  e 
concludercche  piamente  nel  Canone  dell'  Inftitutione  fi  poteua  diteci  i 
Papahapotcftà  di  reggerla  Chiefa  uniuerfale ,  rifpondcuano  li  Franccfi,  e 
gran  ditterenzadire  allolutamentcla  Chiefa uniuerfale,che  s'intende  rimi  r 
lìtàde'fcdclijdaldircla  Chiefa  Romana,  cioè,  uniuerfale  :doue  quel  Roir  a 
dichiara  l'uniucrfale,  inferendo  che  è  Capo  deli' Vniuerfale,  Scche  tutti  i  a 
ghi  ,  doue  li  dà  autorità  al  Papa  fopra  tutta  la  Chiefa,  s'intendono  difgioni  a 
mente,  non  congiontiuamente,  cioè,(opra  ciaicunapartc  della Chiefli,  no:  o 
pra  tutte  infieme. 
Uttetfidel  /^        Addì  undici  Febbraro,in  Congregationcprefentarono  li  Francefi  una  1  « 
dtFrancUiche  j-^  ^^i  ^^  \q^q  (\q'  diciotto  Génaro,nellaquale  diceua.  Che  fé  ben  era  ceiro  ,c 
dnederifir-    j-eftata  data  parte  alla  Sinodo  dal  Cardinal  di  Lorena  della  felice  vittoria  n 
'^^  tJ^^gl'  inimici  della  religioncair  audacia  de'quali  egli  ha  fempie  fatto,&[;  1 

giornata  oppolìtione,fenzarifpetto  di  difficoltàjO pencoli,  efponendo  an  1 
vita  fua  propria,  come  conuiene  ad  un  figlio  primogenito  della  Chiefa, &  (  ri 
ftianillìmo  ;  con  tutto  ciò ,  voleua  anco  egli  mcdefimo  dar  loro  parte  della  l! 
allegrezza:3c  fapendo  che  li  rimedi)  Salutari  per  i  mali,che  aflfliggono  le  pi 
eie  Chridiane,  fono  fempre  ftatirichieftida'  Concili}  ;  gli  pregaua,per  an 
Chnfto,d'una  eraendatione,&  riformatione  conueniente  all'  efpettatioj  i 
il  mondo  ha  concetto  di  loro:  8c  ficome  egli,&:  tanti  huomini fingolari  co 
hanno  confecrato  la  vita,  &  fangue,a  Dio  in  quelle  guerre  ;  cofi ,  eflì,  peni  ri 
co  lorojvogliano  con  finccrità  di  cofcienza  attendere  al  negotio ,  per  ilqua  o 
fequha  dtt  m  no  congregati.Lequali  lettere  lettejl'Ambafciator  Ferrier  parlò  a'  Padti  u 
ragionamento  fl:a  foftanza,Che,hauendo  eflì  intefo  dalle  lettere  del  Rè,&  per  Finanzi,  d 
dti  Ferrierj    ratione  del  Cardinale  di  Lorena,  &  VefcouodiMttz,  ladefolationediFr 
&*alcune  vittorie  del  Rè,non  voleua  replicarle,  ma  gli  baftaua  dire,chc  Fu 
vittoria,attefe  le  forze  deU'  ii}imico,fuiBÌracolofa,  Oc  di  ciò  eiFerne  inditi' 
Finimico  vinto  viue ,  8c  trafcorre  danneggiando  per  le  vifcere  di  Francia, 
voleua  voltar  il  parlar  aloro,unico  rifugio  delle  miferie,  fcnza  quali  laFn 
non  poteua  conferuarie  rauole  del  naufragio.  Diede  FefFempio  dell' eife 
Ifraeliticcche  non  baftò  vincere  Amalech ,  fé  le  mani  da  Moife  a  Dio  elc^ 
&  foftentate  da  Aaron,  &  Vr,non  haueiFero  aiutato  li  combattenti.  Chea 
di  Francia  non  mancano  forze,  un  magnanimo  capitano,  ilDucadiGhil 
Regina  madre,per  maneggiar  il  negotio  della  guen  a,&:  pace  :  ma  non  vi  è 
Aron>6c  Vr>  che  eflì  Padri  pei  foftentar  lcmanidelRèGhnftianiflìino,cc' 


APA  Pio  mi.  LIBRO     SETTIMO.  ^Si  ^ 

eti  Sinodali  ,  fenza  quali  gl'inimici  non  fi  nconcilieranno,  ne  li  Catolici  fi    eia   li" 
(  nfcmeranno  ncllafedc  :  non  ellèr  riuimore  de'  Chriftiani  quello  ,  chegià     LXlii. 
ì  mzi  cinquanta  anni  fu:  hora  tutti  li  Catolici  elFer  come  i  Samaritanische-non 
;  dettero  ali  a  donna  le  cofcche  di  Chrifto  narrò,  fenonjhauendone  fatto  in- 
[ifitionej&  intefo perpropriacognitione:chebuonaparte  delChriftianefmo 
(dia  le  Scritture  :  chcja  quello  guardando  il  Rè  Chriftiani{Iìmo,non  haueua 
i  oagli  Ambafciatori  fuoi altre  inftruttioni  >  fenon  conformi  a  quelle  5  &:  efli 
I  ibalciatori  le  hanno  prcicntate  a'  Legati,  liquali  predo  le  proponcranno  ad 
Padri,  come  hanno  promelFo  ,a'quali  il  Chriftianiflìmopimcipalmentele 
nda,arpettandone  il  lorgiudicio.Chela  Francia  non  dimanda  cofafingok- 
ma  commune  con  la  Chicfa  Catolica:  che  fé  alcuno  fi  marauigiierà  nelle 
pofte  loro  clicr  ftate  tralafciate  le  cole  più  neceffarictenga  per  fermo,  che  s'è 
omminciato  dalle  più  lcggieri,perproponer  le  più  graui  a  fuo  tempo,  &  alle 
jieri  dar  facile  ellecutione:  laquale  fé  elfi  Padri  non  incommmcieranno 
iziil  partire  di  Trentojgridcranno  li  Catolici ,  rideranno  gli  auuerfarij ,  di- 
io  non  mancar  Icienza  a  Padri  Tridentini,ma  volontà  d'operare  :  hauer  fta- 
D  buone  leggi,fenza  toccarle  pur  con  un  dito,ma  lafciandone  l'ollcruanza  a' 
eri.Et  fé  alcuno  nelle  dimande  eifibite  repura  che  vi  fia  cofa  conforme  a'ii- 
Icgli  auuerfarij,gli  giudica  indegni  di  rifpolla  :  6c  aquelli,che  le  tengono 
mmoderate,altro  non  vuol  dire,fenon  quello  diCiceronc,cficr'unairordi- 
rfiderar  temperanza  di  mediocrità  in  cofa  ottima  ,  tanto  migliore,  quanto 
giore:&  che  lo  Spirito  Santo  ditfe  a'  tepidi  moderatori ,  di  douergli  rigettar 
idei  coipo.Confiderairero  liPadriilgiouamento  ,  c'hebbelaChiel"a,pei: 
endatione  moderata  del  Concilio  di  Coftanza  ,  &c  delfepuente  ,  che  non 
Lia  nominar  per  non  offender  le  orecchie  d'alcuno:&  parimcntedc'  Conci- 
Ferrara,Fiorenza,Laterano,&  Tridentino  primo  :&  quanti  generi  d'huo- 
,  quante  Prouincie, Regni, &  nationi,dopo  quelli, fi  fono  partiti  dalla 
jfa.Voltò  il  parlar  a  Padri  Italiani  >  3c  Spagnuoli,  dicendo  ,che  una  feria 
ida  della  difciplina  Ecdefiaftica  era  di  loro  maggior  intcrelfe  ,  che  del 
QUO  di  RomajPontcficeMaffimojiommo  Vicario  di  Chi'iilo,fuccciTor  di 
cchehafuprema  potcftà nella Chiefa  di  Dio.Trattarfi hora  delia  vita,& 
honor  loro:perilche  non  voleua  eftenderfi  più  longamente. 

1  contenuto  delle  lettere  del  Rèj&airforationedeirAinbafciatorcfarif  '*^'"  ^"Ipofìa 
hcon  lode  di  quella  Maeftà  per  le  cofe  piamente  &  generofamcnte  operate,  ^  *^ 
nunaelfortationecomefelofiTe  prcfente,ad  imitarci  fuoi  maggiori, voi- 
3 tutti  lifuoipenfieri  alla  difefa  della  Sede  Apoftolica,<S>:  conferuatione 
fede  antica;  &  predar  orrecchie  a  quelli  che  predicano  la  fermezza  del 
iodiDio,&nona  chi  mette  inanzi  l'utilità  prefente,&  una  imaginaria 
jUÌllità>&pace,chenonfaràverapace:aggiongendo,c.  e  il  Rè  cofi  farà  con 
o  duiino,&  perlabontà  della  fua  natura,  &:per  i  Conlegli  della  Regina 
■e>&  della  nobiltà  Frawcefc.  Ma  la  Sinodo  mctteià  ogniftudio,  per  definir 
reaeceffaricalla  cmendatione  della  Chiefa  uniuerfale,  3c  ancora  quelle, 
oceano  li  coiiuiiodii^iacacflìdeiiaparticolare  del  Regno  di  Fraacia.  la 

RRrr 


WM  l  Intimo  e 
fieno  d'agro 


éS>  CONCILIO   DI  TRENTO        Papa  Pio  Ilf. 

fine  della  Congrcgatione,propofe  il  Cardinal  di  Mantoua,  che ,  perbrcue  iCj. 
ditionejle  Congregationi  de'  Thcologi  fi  teneireio  due  volte  al  giorno,  &  fo  :- 
ro deputaci Prelad>per proporla  corrcttione degli abuiì  nella  materia  dell' (;. 
dine:&  cofi  fu  decretato. 

Penetrò  nell'  animo  de' Pontificij  il  parlar  dell'  Ambafciatorccomepu- 
gente, ma  in  particolare  in  quelloche  dille,  gli  articoli  elTcr  inaiati  princii 
rifentimento.  j^^j-^j-g  ^j^ ^  Sinodo:come  parole  contrarie  al  decreto,che  li  ioli  Legati  potei"  •( 
proporre: ilqualcftimauano  principal  arcano,perconleruar  rauroiicàPonfl 
cia.Ma  più  fi  moifercper  quello  che  diire,d'hauer  differito  la  propofitione  e  Ji 
cofe  più  importanti  in  altro  tempo:  perche  da  quefto  fi  cauauano  gran  co  e 
guenze,&:  maflìme  quello ,  di  che  haueuano  Tempre  tqwiuto ,  cioè ,  che  Fra)  -i 
nonhaueirero  ancora  fcoperto  li  lor  dilfegni ,  &  machinairero  qualche  gì  e 
impreia.L'hauer  anco  interpellato  li  Padri  Italiani,  &  Spagnuoli,  come  ?.•{ 
mente  interelTati  che  il  Papa,  eraftimato  modo  di  trattar  fcditiofo.  L'Am  { 
ciatorFerrier  diede  fuori  copia  dell'  oratione  da  lui  fatta,  &;  per  quelle  pa  k 
doue,nominandoilPapa,diluidiire,Ilqualehafuprema  poteftà  nella  Chic  d 
Dìojnotarono alcuni  Prelati  Pontificij,chenel  recitarla  hauelTe  detteli  .1 
ha  pienapotettà  nella  Chiefa  uniuerfale  :  tirando  a  fauor  della  loro  opin  1 
quelle  parole,&  difputandojtanto  elTere  hauer  piena  poteftà  nella  Chiefa  i 
uerfalcquanto  regger  la  Chiefa  uniuerfale  ;  che  li  Francefì  abhorriuano  1 1^ 
nel  decreto  dell'  Inititutione:  ma  eiTo,^^  li  Francefi,afFermauano  lui  hauer  0 
nonciatoscome  nella  fcritta  fi  contcneua. 

Partì  Lorena  il  dì  feguente  per  Ifpruc,  per  vifitar  l'Imperatore,  &:  il  f  li 
Romanijcon  none  Prelati,&:  quattro  Theologi,tenuti  li  più  dotti.  Hebbe  [  n 
promeiTa  da'  Legati,che5mentre  ftaua  aflcntejnon  s'hauercbbe  trattato  l'ar  e 
lo  del  Matrimonio  de'  Preti,ilche  egli  cercò  inftantemente,acciò  non  folK  \ 
berata,o  preconcepita  qualche  cofa  contraria  alla  commifiìone,clie  egli  h:  ti 
dal  Rè,d'ottener  dal  Concilio  difpéfa  che  il  Cardinale  diBorbone  potelTc .'  r: 
tarfi.Partì  ancora  per  Roma  il  Cardinale  Alremps,richiamato  dal  Pontcfìc  «e 
^  valerli  di  lui  in  maneggiar  una  condotta  di  foldati ,  che  diilègnaua  fare  pt  u 
iìc  nrezza:perchc,haucndo  intcfofarfi  genti  in  Germania  da' Duchi  di  Sali  ìj 
6<:'Wirtembei'g,<ScdalLanrgrauiod'Ha{Iìa,quantonque  folle  tenuto  da  tt 
che  folVe  per  foccorrer  gli  Vgonotti  di  Francia;  nondimeno ,  conirderaton  i 
Conte  di  Luna  hautua  icrittcefler  gran  defìderio  ne'  Thedefchi  d'inuadc:  0 
iT!a,&:  che  fi  raccordauano  del  facco  di  già  trenrafei  anni ,  giudicaua  che  3i 
folfe  prudenza  il  lafciarfi  fopraprendere  Iprouiftamcnte:  anzi,per  quefta  nn  (i 
ma  caufa,fece  rinouar  con  tutti  li  Prencipi  Italiani  il  negotio  di  collegarfi  j  ic 
d^mdcrj-  iTie,alladifefa  della  religione. 

wo^'^rttcolo      Profeguendofi  le  Congregationi,nella  prima  claiTe  furono  li  Theologf  V. 
del  Matrlmo-  concordbin  condannar  il  primo  articolo,&  tutte  le  parti  fue,  come  heret 
nìo:  ^  &  nel  fecondo  parimentcin  dire,Li  matrimonij  fecreci  ellèr  veri  matrimor 

diutrjtpann  f^  ^^^^  ]^  ditferéza  difopra  narrata  tra  il  Salmerone,  &  il  Decano  Parigino 
r^jT."         ChiefahaueHè  facoltà  di  fargli  irriti.  Quelii,che  cai  poteftà  negauano,  fi  va! 

co  di 


Zorenxvaa 

Cifare! 


paPioIIIL  libro   SETTIMO-  (?S^    .. 

di  quel  fondamento,che  in  ogni Sacrameco  fono  efTcntialijla materia,la for-    ci^  i» 

,il miniftiOj&  ilrccipienteunchejComecofeinftituitedaDiojnonviè  alcu-    l:(.hu 

ìoteftà  EccleiIaftica.Diceiiano,che,hauendo  dichiarato  il  Concilio  Fioren- 

),il  folo  confenfo  de'  contrahenti  e(Ièr  neceflario  al  matrimonio  >  chi  vi  ag- 

igeiTe  l'elfer  publicojper  conditioneneceiTariajinferirebbcche  il  folo  con- 

b  non  baftailc,&  che  il  Concilio  Fiorentino  hauclfe  mancato  d'una  dichia- 

ane  neceflària.  Che  Chrifto  generalmente  haueua  detto  del  matrimonio* 

1  poter  l'huomo  fcparar  quello,che  da  Dio  è  congionto  :  comprendendo,&: 

iblica,&  la  fecreta  congiontione.    Che  ne'  Sacramenti  non  il  debbe  alTerir* 

na  cofa/enza  autorità  della  ScritturajO  della  Traditione.  Maj  ne  per  l'una» 

;r  l'altra ,  s'ha,  che  la  Chiefa  habbia  qucfta  autorità  :  anzi>  incontrario ,  per 

litione  s'ha,che  ella  non  rhabbia>poiche  le  Chiefe  in  ogni  natione ,  &  pei: 

)'l  mondo  fono  ftate  uniformi  in  non  pretendcrui  poteftà.    Incontrario  fi 

la  ,  ElTev  cofa  chiara,  che  la  Chiefa  ha  autorità  d'inhabilitar  le  perfone  a 

raher  matrimonio  :  perche  molti  gradi  di  confanguinità ,  t3<:  affinità,  fono 

dimenti  podi  per  legge  Ecdeiiaftica  :  &  parimente  l'impedimento  di  voto 

ne  ,  è  introdotto  per  legge  Pontificia  :  adonque  anco  la  feeretezza  il  può 

)ngere  apprelfo  quelli  altri  impedimenti  con  la  mcdefima  autorità.  Per 

parte  era  rifpofto  ,  chelaprohibitione,  perragion  di  parentela,  è  ^tf  iure 

»,iicome  S.Gregorio,  Se  molti  altri  Pontefici  i'ucceirori,  hanno  terminato, 

onpuo  eiler  contratto  matrimonio  tra  doi  ,  fintantoché  fi  conofcono 

onti  in  parentado  in  qualonque  grado.  Et  fé  altri  Pontefici  dopo ,  hanno 

ta  qucfta  uniucrfalità  al  fettimo  grado ,  &  dopo  anco  al  quarto ,  quefta  è 

madifpenfageneralcficorae  fu  una  difpenfa  generale  il  ripudio  alpopo- 

breo:  ìk  cheilvotofolenneimpedifce-^^  /«r^<^/«wo,  &  non  per  autorità 

ficia. 

iFra  Camillo  Campeggio ,  Domenicano ,  conuenendo  con  gli  altri,  che 
a  poteftà  humana  s'eftende  a' Sacramenti,  foggionfe  però,  che  chiunque 
iftruggere  l'eller  della  materia  ,  può  far  che  quella  fia  incapace  del  Sacra- 
cniliun  poter  fare,che,qualonque  acqua  non  iìa  materia  del  Battefmo}& 
tique  pane  frumentaceo, dell'  Euc^riftia  :  ma  chi  diftruggerà  l'acqua,  con- 
idola  m  aria,  o  chi  abbrugcrà  il  pane ,  conuertendolo  in  cenere,  farà  che 
materie  non  fìano  capaci  delia  forma  de'  Sacramenti.  Cofi  nel  matrimo- 
contrattociuilenuzziale,  è  la  materia  del  Sacramento  matrimoniale  per 
done  diuina.  Chi  diftruggerà  un  contratto  nuzziale,  &c  lo  farà  inualido, 
»trà  più  eifer  materia  del  Sacramento  :  perilche ,  non  s'ha  da  dire ,  che  la 
ipofli  annullare  il  matrimonio  iecreto,  che  farebbe  un  dargli  autorità  fo- 
ìacramentf^  ma  è  ben  vero,che  la  Chiefa  può  annullar'  un  contratto  nuz- 
ecrcto,ilqual,come  nullcnon  potrà  riceuer  la  forma  del  Sacraméto.Que- 
trina  piacque  molto  all'  uniucrfale  de'  Padri,parendo  piana,facile,&  che 
iffe  tutte  le  difficoltà  :  con  tutto  che  da  Antonio  Solilio,  che  parlò  dopo 
folTe  contradettOidiccndo,  Elfcr  molto  vera  quella  fpeculatione,  ma  non 

RRrr     ij 


.684  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  Pio  I 

e  i3  1 3     potevfi  applicar  al  propofito  :  impcioche,la  ragione  detta  del  Battefmo,  &  <] 
Lxi  n.     Eucari{lia,che  ciiiunque  può  diftrugger  racqua,pLio  fare,  che  quella  materi  [ 
incapace  di  forma  di  Battefmojnon  argomenta  una  poreilà  Ecckliafticajmat 
poteftà  naturale ,  fiche  qualonque  ha  virtù  di  diftrugger  l'acqua,  può  in  qi  1 
modo  impedire  il  Sacramento:onde  feguire'obcchejchiunque  può  annulla  ; 
contratto  nuzzial  cinilcpotelfe ,  per  confeguenza^impedir  il  matrimonio  :i 
l'annuUatione  di  limili  contratti  fpettare  alle  leggi,^»:  magiftrati  fecolaii  :  (H 
era  molto  bene  da  guardare,  che,  mentre  fi  voleua  dar  autorità  alla  Chiefacij 
nullar  li  matrimoni  fecreti,  quella  non  fi  deite  piùtofto  alla  poteftà  fecolatl 
Ma  tra  quelli,che  afleriuano  tal  poteftà  alla  Chiera,trattando  fc  folTe  ifp 
te  ufarlaairhora,  erano  due  openioni.Vna ,  d'annullar  tutti  li  fecreti  :  Se  q 
non  adduceuano  altro,che  gl'inconuenientijche  ne  feguiuano.  L'altra  ope 
ne  era,che  lì  annullairero  anco  li  publici,fatf  i  da'  figliuoli  di  famiglia,fenza 
fenfo  de'  progenitori:^:  quefti  allegauano  due  forti  ragioni  :  l'una  era,  ci 
quefti  non  feguiuano  inconuenienti  minori,  per  le  rouine,che  auueniuanc 
famiglie  da'  matrimoni  imprudentemente  contratti  da'  giouani  :  l'altra  ,  e 
legge  di  Dio,commandando  d'obedir'  a' progenitori,  include  anco  qiiefto 
come  principale,d'obedirgli  nel  maritarli.  Che  la  legge  diuinadà  quefta; 
rità  particolare  al  padre,di  maritar  la  figlia:come  in  S.Paolo,&  nell'Eirodo: 
de  chiaramente.     Che  vi  fono  gli  eirempij  de'  fanti  Patriarchi  delTeftatr 
Vecchio,tutti  maritati  da' padri-.che  anco  le  leggi  ciuilihumane  hanno  ha 
per  nulli  li  matrimoni/enza  ilpadre  contratti.Che,ficome  fi  giudicaua  ali 
laifpedicnte  d'irritar  li  matrimoni  fecrcti,vedendo  chenonbafta  laprohil 
ne  Pontificia,che  gli  ha  vietato,chi  non  vi  aggionge  la  nullità  j  maggior  n 
conuince,che,non  volédo  la  malitia  humana  obedir'  alla  legge  diDio,  che 
hibifce  il  maritarfi  fenzai  progenitori,  debbiala  Sinodo aggiongcruiar 
iiullità:non,perche  habbiano  li  padri  autorità  d'annullar  li  matrimoni  de' 
uoli  :  che  l'alferir  quefto,farebbe  herefia  :  ma,  perche  la  Chiefa  ha  autorità 
nullar,&  quefti,&  altri  contratti,prohibiti  dalle  leggi  diuinc,o  humane.Q  lil 
parere,come  honefto,  pio,  &  tanto  ben  fondato  quanto  l'altro ,  piacque  a 
parte  de'  Padri:onde  ne  fu  anco  formato  il  decreto ,  fé  ben  poi  fi  tralafciòd 
blicarl0,per  li  rifpetti,che  a  fuo  luogo  fi  diranno. 
^ffutafrapo-       Nonfireftauaperò  di  trattar  tra  li  Prelati  fopra  le  cofe  controuerfedel 
ftadiW  auto-  torità del Papa,&  ìnftitutione de'  Vefcoui:  &,perfeuerando li  Francefia  no 
nu  e  Fafa:  j-j^gj-ter  iaparola,Chiefa  Vniuerfale,  per  non  pregiudicar  all'openione  te' 
in  Francia  della  fuperiorità  del  Concilio;  Se  dicendo  che,  le  folle  ftata 
pofta,hauerebbono  proteftato  de  nuUtmte ,  &  farebbono  partiti  ;  fcrilFe  il  I  ' 
che  la  proponeirero,fegua  quello  che  vuole.    Ma  i  Legati ,  temendo  che  I 
molto  importuno  qual  fi  voglia  moto,con  la  nuoua  vicinanza  dell'Impera  T 
refcri{rero,che  era  ben  differir  fino  finitala  materia  del  matrimonio. 
•farmnt  del  Nella  feconda  dalle  addì  dicefette  Febbraro,  il  primo,  che  parlc),fu  il  r| 

ur'^p./irtico-  SotOjilquale  fopra  l'articolo  deldiuortio ,  diftinfe  prima  la  congiontionrrl 
fe,rf«  dwQrt^:  mouiale  ifttre  parti?  q^uanro  al  legame,  quanto  all'  habitar  infieme  >  &f 


XpaPioIIII.         libro    SETTIMO.  6%^ ^ 

f  :l  che  tocca  la  copula  carnalerinferendo  cireu  parimente  altretaiite  feparatio-    eia   i^ 
1   S' cftcie  in  moftiare ,  che  nel  Prelato  Ecclefiaftico  era  autorità  di  feparar  li     ixiii. 

I  .LÌcati,o  di  conceder  loro  diuortio,quanto  all'  habitat'  infieme,  &  quanto  alla 
<pala  carnale,  per  tutte  quelle  caufe^chc  da  loro  folTero  giudicate  conuenica- 
1 5»:  ragioneuoli:  reftando  però  Tempre  fermo  il  legame  matrimoniale,fi  che  ne 
;'vì:o,ne  all' altro,follc  facoltà  di  palfar  ad  altre  nozze  :  allegando,  che  quefto 
e  quello,  ch<;daDioeraligato,nepoteuaeirerdaalcun'  altro  difciolto.  Si  tra- 
inilo longamcntepcr  leparole  di  S.Paolo,  ilqual  concede  al  marito  fedele,  fé 
Inoglie  infedele  non  vuol' habitat  con lui,di  reftar  feparato.  Non  fi  conten- 
tdcil'efpofitionecommunejcheil  matrimonio  tra  gì' infedeli  non  fia  infolu- 
[  e,  allegando  che  l' infolubiUtà  fia  dalla  legge  naturale ,  per  le  parole  d'Adam, 
colle  da  NoftroSignore,(S^  per  l'ufo  della  Chicfa,nellaqualci  maritati  infe- 
ci b::[tezzati,non  contrahoho  dinuouo  matrimonio ,  &  pur  il  loro  non  è  dif- 
{ eiuc  da  quello  degli  altri  fedeli.  Et  Ci  riiolfe  di  dire ,  efier  migliore  l' intelli- 
c  iza  del  Gaetano,  che  anco  quella  feparatione  di  S.Paolo  del  fedele  dall'  infc- 
e  c,;ion  s'intende  quanto  al  legame  matrimoniale;  6c  che  eracofa,chc  doueua 
e  ;r  J-il  l'anto  Concilio  ben  confiderata.  Quanto  alla  fornicatione,  diire,  che 
e  ella  parimente  non  doueua  elfcr  caufadellaicparatione  del  legame,  madella 
e  mia ,  3c  dell'  habitare  folamente.  Si  trono  però  implicato ,  per  haucr  detto 
\  m.bche  ildiuortio  poteuaeirerconceffo  per  piCirifpetti,  per  molte  caiife:  do- 

chcl'Euangclio  non  admcttendo  fenon  la  caufa  della  fornicatione ,  è  necef- 
io  che  parli  in  altro  fcnfo,&  di  altro  ripudio  ;'&  che  quefto  Euangelico  fi  deb- 
intendcre  quanto  al  legame:  poiché  quanto  agli  altri  doì,vi  erano  molte 
ife  didiuortio.  Diede  diuerie  efpofitioni  a  quel  luogo  dell'  Euangelio:  Sc 
zaapprouarne,  ne  reprouarnealcuna,conclufe,  chel'  articolo  doueua  eiret 
mato,attefo  che,pcrtraditione  Apoftolica,il  contrario  s'hadifede;che,rir- 
irdando  alle  parole  dell' Euangelio,  non  fono  cofi  chiare,  che  baftiùoper 
luincere  i  Lutherani. 

Sopra  il  quarto  articolo,  quanto  alla  Poligamia ,  dilTc  eilèr  contra  la  legge  ^  ^^f-quano^ 
urale,  ne  poterfi  permcttercctiandio  agi'  infedeli,che  fiano  fudditi  de'  Chri-  .*  f^^'Z'^^ 
.ni.  Diire,chei  Padriantichihebbero molte mogliperdifpenfa,  3c  gli  altri, 
Mlon  furono  da  Dio  difpenfati^viirei-o  in  perpetuo  peccato.  Della  prohibi- 
ne  delle  nozze  a  certi  tempi,breuemente  allego  l'autorità  della  Chiefa,&la 
conuenienza  delle  nozze  con  alctmi  tempi:  ^  con  quefta  occafione  pafsò  à 
e,che  nilfun  con  ragione  fi  può  grauarcpoiche  in  quefto  può  difpéfar' il  Vcf- 
no:  Se  ritornò  iu  le  caufe  de'  diuortij,&  conclufe,che  il  mondo  non  fi  dorreb- 
d' alcuna  ài  quefte  cofe,quando  i  Prelati  ufatfero  con  prudenza  &  carità  l' att- 
rita loro  :  ma  1'  occafione  di  tutti  li  mali  elPere ,  perche  elfi  non  rifedono ,  & 
idoli  goLiernoad  un  Vicario,  bene  fpclTofcnza  conueniente  prouifionc,  vie- 
mal' amminiftrata  la  giuftitia,  <?^  maldiftribuitelegratie.  Et  qui  s'eftcfe  a 
:lar  della  refidenza5allegando,che,l"enza  dichiararla  de  ture  dmino,e):a  impolH- 
elcuare  &  quelli,  6«:  gli  altri  abufi,  Schiuder  la  bocca  agli  heretici,  liquali,. 

II  guardando  che  il  male  viene  dall'  drecutioneabufiua,loattribuifcono  alle 

RRrr     iij 


S%  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio  H] 

Conftitutioni  Pontificie  :  &  però  mail' autorità  PontifìciafaràbendifefaJ: 
iioii con  la refidenza ben  fermata:  ne  quefca  mai  farà  ftabil]ta,fenza  la  dichi; 
x^Ltionc de ìfire^dtmm.  Eflèr  prefo  notabil  error  da  quelli,che  dimandauano  pn 
giudiciale  all'  autorità  del  Papa>  quello,che  era  unico  fondamento  da  foftenta 
la,&  conferuarla.  Conclufe ,  che  il  Concilio  era  tenuto  a  determinare  quel 
verità  :  &  parlò  con  efficacia ,  de  fu^udito  con  gufto  degli  OÌtramontanij&  co 
difgufto  de'  Pontificijj'a'  quali  parue  tempo  molto  impertinente  di  toccar  quc 
la  materia;  &  diede  occafione:  che  dall' una  oc  l'altrifiarte  fblTero  rinouate 
prattiche. 

F.Giouanni  RamirezjFrancefcanOjncllaCongregatione  de'  venti  Febbran 
fopra  limcdefimi  articoli,  dopo  hauer  parlato  fecondo  la  communeopinioi 
de'Theologi  della  indilTolubilità  del  matrimonicdilTe, Le  m.ede/ìme  ragion 
che  fono  tra  marito  5c  mogliceifer  anco  tra  il  Vefcouo,&  la  Chiefa  fuajche  r 
laChiefapuo  ripudiar' il  Vefcouo,ne  il  Vefcouo  la  Chiefa:  Se  fìcomeilmarit 
non  debbe  partire  dalla  moglie»  coli  il  Vefcouo  non  debbe  partir  dalla  Chici 
fua:  Se  che  quello  legame  fpiritualenon  era  di  minor  forza,che  quell'alcroco 
porale.  Al  legò  Innocenzo  terzo,  ilqual  decretò,  che  un  Vefcouo  non  potei 
eirer  trasferito,  fenonper  autorità  diuina:  perche  il  legame  m'atrimoniale,chL 
minore  (dice  il  Pontefice)  non  può  elfer  fciolto  per  alcuna  autorità  humana  :  i 
longamente  s' eftefe  a  moftrar  che  non  per  quello  fi  fminuina ,  anzi  s'  accrefc( 
uà  F  autorità  del  Papa,  ilquaUcoine  Vicario  uniuerfalc,  poteua  feruirfide'  Vt 
coui  in  altro  luogo ,  doue  folle  maggior  bifogno  :  ficome  il  Prencipe  della  Ri 
publicajper  li  publicibifogni,puo  feruirfi  de'  maritati,mandandogli  in  altri  liu 
ghi,reftando  fermo  il  vincolo  matrimoniale:  Se  fi  diede  a  dilFoluer  le  ragioni  i 
contrario  con  molta  proliffìtà. 

Ma ,  nella  Congregatione  della  fera  dello  ftelTo  giorno ,  il  Dottor  Cornili 
<liire,AmbidGÌgliarticoli,terzo  &  quarto,  cfTer'heretici, perche  erano  danna 
in  più  Decretali  Pontificie:  8c  con  alTai parole elfaltò  F  autorità  Papale,dicen 
do.  Che  tutti  gli  antichi  Concili],  nelle  determinationi  della  fede,  feguiuan 
perpetuamente  F  autorità ,  &c  la  volontà  del  Pontefice.  Addufle  per  eiìempic 
il  Concilio  Gonftantinopolitano  di  Trullo ,  che  fegul  Finftruttione  mandar 
da  Agatho  Pontefice  :  &  il  Concilio  Calccdonenfe,  ilquale  nonfolo  feguì ,  m 
venerò,  &  adorò  la  fentenza  di  S.Leone  Papa,chiamandolo  anco  Ecumenicc 
&  Paftor  della  Chiefa  uniuerfale  :  &,dopo  hauer  portato  diuerfe  autorità,  &  rn 
gioni,  per  moftrare,  che  le  parole  di  Chrifto,  dette  a  Pietro,  Pafc  ile  mie  peco 
\elle,fignifichino  altretanto ,  quanto  fé  haueife  detto,  Reggi  &  gouerna  la  mi 
Chiefa  Vniuerfale,  s' eftefe  in  amplificar  F  autorità  Pontificia ,  &  nel  difpenfa 
re,&  nelle  altre  cofe  ancora.  Portò  le  autorità  de'  Canonifti,Che  il  Papa  pui 
difpenfare  contra  li  Canoni,c6tra  gli  Apoftoli,&;  in  tutto'  1  it^  dimnum,eccetu 

f'}i  articoli  della  fede.  In  finc,a]legò  il  Cap.StPapaicheciafcuno  debbe  ricono 
cere,che  la  propria  falute,  dopo  Dio,  depende  dalla  faniràdelPapa:[amplificà 
dole  affai',  per  clFer  parole  d'  un  S  ante»  &  Martire,  ilqual  niifun  può  dire,  chi 
habbia  parlatojfenon  pc£  verità. 

Ritoriic 


A  Pio  mi.  Libro  SETTIMO.  >S87 

jLicornò  in  quello  tempo  il  Comendone  dall' Imperatore,  la  iicgotiatione    ed   i-^ 
[ualcMonhebbe  il  fincche  li  Legaci  defìderaiianorimperocheCelarcudite     lxiii. 
:opQlìtionirue,nfporejCheviera  bifogno  di  tempo,  per  penfar  fopra  le  co-  Comendone  n- 
copofte  per  la  loro  importanza,  &  ci  haucrebbe  hauutoconfidcracione,  &  tornadaCeft' 
)  la  rifpolla  al  Concilio  per  un  Tuo  Ambafciatore ,  di  che  egli  ne  diede  con-  ^^'J*"'V3j'^'' 
er  lettere  immediate  :  aggiongendo ,  che  haueua  trouato  T  Imperatore  ad- 
irato ,  &  marimpreifo  delle  attioni  Conciliari.  Ma  all'  hora,  ritornato,  ag- 
(ife  di  più,che  dalle  parole  di  quella  Maeftà,  &  da  quello,  che  haueua  intefo 
Tuoi  Conreglieri,&.  olferuato  da'  loro  andamcti,gli  era  parfo  conofcercche 
Maeftà  era  cofì  fern>a  in  quella  finiftra  imprcfllonc ,  che  dtìbitaua  non  fe- 

I  qualche  dilordine.  Che  da  quanto  poteua  comprendere,  li  penlieri  di  Sua 
;ftà  erano  indrizzati  à  line  d' ottenere  che  fi  facellc  una  gran  riforma,  co  tal 
iiifione,chefihaueire  daolTeruare:&  che  poteua  affermar  certo, non  eilèrdi 
:er  dell'  Imperatore ,  che  fi  finifca  il  Concilio.  Hauer'  intefo ,  che,  efiendo 
corfoil  Noncio  Delfino  refidence  a  nominar  fofpenfioncjo  trallatione,rim- 
itoremoftrò  difpiacere.  Riferi  apprelTo,  Eller  opinione  della  corte  Cefa- 
he  il  Catolico  s'intendelle  con  l' Imperatore ,  in  quello  che  tocca  al  Con- 
.  Il  che  da  lui  era  creduto,pcr  eirerii  certificato,  che  da'  Prelati  Spagnuoli 
io  ftatelcrittc  lettere  all'  Imperatore,  con  querele  del  proceder  degli  Italia- 
Sc  con  molti  capi  di  riforma  :  non  elfendo  verifimile ,  che  efiì  haueficro  ar-  ""^ 

di  trattar  con  l'Imperatore,  fenon  iapefiero  la  mente  del  loroRè.Diirean- 
,  che  il  Conte  di  Luna ,  quando  da'  miniftri  del  Pontefice  !gli  è  ftato  detso 
a  troppa  licenza,  prefa  da'  Prelati  Spagnuoli  in  parlar  liberamente ,  egli  nC- 
deiLe,  mterrogando.  Che  cofa  s'hauerebbc potuto  fare,  fé  quei  Prelati  ha- 
;ro  detto  che  coiì  fentiuano  in  loro  confcienza?  Difie  di  più  il  Comendo- 
he  nell'abboccamento,  che  farà  col  Cardinale  di  Lorena,  era  d'opinione> 
Foirero  per  concludere  di  far  proponer  dagli  Ambafciatori  le  lor  pctitionì: 
contòancora,  che  quella  Maeftà  faceua  confu-ltardaThcologile  fuepeti- 
i,  &  altre  cofe  fpettanti  al  Concilio  :  che  le  ben'  egli,&  il  Noncio  Delfino, 
:uano  ufata  moka  diligenza,  nonhaueiiano  però  potute  penetrar  li  parti- 
ri. 

Jon  pafsò  pelò  molto  tempo^che  quelle  ancora  vennero  a  notitia.Impero- £^;7e?«><^^ 
fcrillè  il  GiefuitaCanifio  al  General  Lainez,  che  l'Imperatore  eYs.ma\a.ni-fire,intornoal 
a  verfole  cofe  del  Concilio ,  &  che  faceua  confultar  molti  ponti,per  cifer  ^'«""^'«J**- 
iuto  come  procedere,  quando  il  Papa  pcrfeuerim  non  voler  che  fi  propon-  ^*'** 
iforma,  ouero  in  dar  parole  fole  contrarie  a'  fatti.    Fra'  quali  uno  era,  C^al 
autorità  Imperiale  nei  Concilio.  Che  della  cófulta  era  principale  Federico 
ilo,  ConfciFor  della  Regina  di  Boemia.RicercòCanifio,chegh  folFe  man- 
uno  della  Società,  che  Thauerebbe  introdotto  in  quella  confulfa  ,  3ccon 
mezzo  s'hauerebbe  fcoperto  ogni  trattatione  :  onde  diicorfo  col  Cardina- 
imoneta,  rifoluerono  di  mandar' il  Padre  Natale,  dalquale  furono  le  cofe 
ramente  fcoperte.  Et  erano  gli  articoli,  pofti  in  confulta,  dicefette;&  fu-  if^'i^J-H" 
I  quefti.     L  Se  il  Concilio  Generale  >legitimaraente  congregato,  col  fa-  niifmh 


688  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio    lip 

""^o    iD  uor  de'  Prcncipij  nel  progrelTo  poffi  mutar  l'ordine ,  che  il  Papa  ha  determi:.- 
Lxiii.      to>  che  fi  oireriii  nel  trattarle  materie,  onero  introdurne  altro  modo.     IL  e 
lìa  utile  allaChiefa,che  il  Concilio  debbia  trattare,  &  determinarle  cofcrn- 
me  è  indri.zzato  dal  Papa,o  dalla  Corte  di  Roma,- fi  che  non  polfisue  debbia  f 
altrimenti.      III.  Se>raorendo  il  Papa,in  tempo  che  il  Concilio  fia  aperto,  - 
lettione  fpctti  a  Padri  del  Concilio.     I II I.      Qual  fia  lapoteftà  di  Celare, . 
cante  la  Sede  Romana,&  aperto  il  Concilio.    V.  Sctrattandofi  delle  cofefp. 
tanti  alla  pacc,&  tranquillità  della  Republica  Chriftiana,  doueiferogli  Amt- 
fciatori  de'Prencipi  hauer  voto  decilìuo  :  fé  ben  non  l'hanno  jtrattandofi  > 
dog,mi  della  fede.      VI.  Se  li  Prcncipipolfono  riuocare  li  Tuoi  Oratori,  &  P: 
htì dal  Concilio,  fenzaparticipatione de' Legati.     VII.  Seil  Papa  poiTid 
ciogliere,  o  fofpendere  il  Concilio,  lenza  la  participatione  de'  Prencipi  Ci- 
ftiani,&  maGTime  della  Maeftà  Celarea.    Vili.  Se  fia  opportuno,  che  li  Pn . 
cipi  s'intromettelTero  ,  per  operare  ,  che  nel  Concilio  fiano  trattate  le  cole  i 
nece(rarie5&:  ifpedienti.    IX.    Se  gli  Oratori  de'  Prencipi  poffino,  per  lorr- 
defimi,crponer  a  Padri  quelle  cofcche  li  lor  Prencipi  commettono  che  fia  i 
ei'poftc.    X.    Se  fi  può  trouar  modo,  che  li  Padri,  cofi  m.andati  dal  papa ,  co  : 
da'  rrencipijfiano  liberi  nel  dire  li  lor  voti  in  Concilio.    XI.   Che  cofafi  p  i 
fare,accio  il  Papa,  &  la  Corte  Romana,non  s'intromettino ,  ordinando  quel, 
che  s'ha  da  trattare  inConcilio,acciochelalibertàde' padri  non  fia  impcd 
XII.  Se  fi  può  trouar  modo ,  che  non  fia  fatta  fraude  ,  o  violenza,  o  eftornc 
nelprononciarle  fisntenzc  de' padri.     XIII.    Se  fi  può  trattar  cofa  alcuna, 
dogma,ocofafpettante  alla  riforma  della  Chiefa,  che  non  fia  prima  difculla 
periti.    XIV.    Che  rimedio  fi  potrebbe  trouare,  quando  li  prelati  Itali  i 
continuaifero  nell'oftinatione  di  non  lafciarrifoluerelecore.    XV.    Che  ■ 
medio  fi  potrà  trouarcaccio  liprclati  Italiani  non  facciano  confpiratione  ir.  ■ 
mejoccorrendo  parlar  dell' autorità  del  papa.    XVI.    Comefipoflìno  rimi  • 
uer  leprattiche,per  venir  ad  una  determinatione  dell' articolo  della  rcfideij . 
XVII.    Se  è  cofa  condecente  ,  che  la  Maeftà  Cefarea  interuenga  perfom 
mente  in  Concilio. 
n    a  dk  or-      ^^  ^^  Roma  fi  ^ecc  longa,&:  feria  confulta,fe  doueuano  ammettere,che  le 
dine  che  gli   titionide'  Francefi  follerò  propofte  ;  &  non  tanto  era  in  confideratione  qiie 
Hrticoli  de      che  importalTero  in  loro  medefime ,  quanto  le  confeguenzc  :  imperochc  coi 
Francefi  wo»  derando]quello,chedalFerrier  eraftato  detto  nello  oratione,cioè,che  le  pe 
fieno projiofii  j-jqj-^j  effibite  erano  le  più  leggieri,(S^gli  rcftauano  a  dimandar  cofe  più  graui; 
mConti  IO.    q^gQ.Q  faceuano  giudicio,  che,  non  hauendo  li  Francefi  fatto  quelle  diman 
perche  defideralfero  ottenerlcmiralfero  aqucfto  fine,  d'entrar  per  quella fti'c 
in  polfelTo  di  proporre  l'altre,  che  haueuano  in  animo;  &  che  ,  aperta  la  pò 
per  quelle,  che  chiamauano  leggieri,  non  gli  potélTe  elfcr  negato  ogni  altro r 
tatiuo.    Per  quefti,&  altri  rifpetti,fu  ril'oluto  di  Icriuere  a'  Legati,  che  aiTolu , 
mente  non  fi  propóneirero,ne  folfc  data  negatiua  libera,  ma  interponeirero  di^ 
rione  a  proporle ,  &  furono  anco  ferirti  li  modi,  che  doueuano  ufare.  Et  m 
ifteifo  tempo  iifcì  da  Roma  una  fcrittura  d' incerto  autore  >  in  rifpofta  fopra 


AP A  Pio  mi.  LIBRO    SETTIMO.  ^8p -^~-^_ 

.  cJk"  prop'ode , laqual  fu  immediate difTeiTiinata in TrcntoA'  alJaCoite  dell*    cio   id 
iipcracore.   Con  qucfte  prouilìoni  fu  creduto  in  Roma  d'hauer  dato  buon  ri-     lxiji. 
pgo  alle  inftanze  de'Franceiì.  Ma,  era  maggiormente  ftimata  dal  Pontefice  "j^A  ^^iPx- 
I  lOLiitàjinltituita  alla  Corte  dell'Imperatore,  di  confultar  cole  a  lui  tanto  pre-^"""^''*  ^^ 
;iduiali,rapendo  molto bene,che  la degnitàPontifìcia  li  conferua  con  la riue-      ' 
:  '.za,&  certa  periuafione  de'  Chriftiani.che  non  polli  effer  polla  in  dubioima, 
:]ap.Jo  ilmondo  incommincialfe  adelfaminarle  cole,  non  mancherebbono 
:,  io  ili  apparenti,pcr  turbare  li  buoni  ordini.  Otreruaua,  che  in  limili  occalìo- 
ila  llioiprcccirori  erano  flati  adoperati  rimedi)  gagliardi,  &  cheinoccaiioni 
;,  5  doLie  il  tratta  il  fondamento  delia  fede,  ha  luogo  quel  precetto ,  d'opporfi 
l  ^liarJamentc  a'  principij:&  che,come  nelle  rotte  de'  fìumi,non  ouuiando  al- 
ciiaime  rotturedcgli  argini,fìnonlìpuo  tencrlapiena;cofì,quando  lì  fami- 
la  apertura  coatta  la  potcìlàfuprema,  fono  portate  con  facilità  all'  eflremo 
:ipitio.  Era  confcgliatodi  fcriuer  all' Imperatore  un  rifentitoBreue,  come 
:  Paolo  terzo  all' Imperatore  Carlo,  per  caufa  de'  Colloqui]  di  Spira  ;  6car- 
.-Ccfarcche  in  quegli  articoli  volclfe  metter  in  dubio  lecofe  chiarifllme:^: 
vn'  altro  Breue  riprender  liconfeglieri,  che  l'haueirero  a  ciò'  perfuafo,  dc 
nonir'iTheologijche  vifonointeruenuti,  a  farli  aifol nere  dalle  cenfure. 
ben  penfato,  confiderò cller differente  lo  flato  delle  e ofe, da  quello  chefu 

0  Paolo  :  prima,  perche  all'  hora  la  di(putafupublica,che  queftaerafecreta, 
rattata  quali  in  oceolto,&  con  cura  che  non  lì  fapcirc,  onde  egli  poteua  aii- 
illìmular  lanotitia,  &  le  l'hauelfe  publicata,  &  fofTe  continuata  dopo  la 
riprcnflone,fì  metteua  a  maggior  pericolo  :  che  Carlo  conueniua  flar'  unito 
Papa,per  nò  fottometterfì  a  Prencipi  Thedcfchi,ma  quello  Imperatore  era 
quali  {oggetto  :  Se  finalmente,  che  poteua  differir'  il  rimedio  arduo  ,  ttrendo 
prea  tempo  di  farlo,  &^  fra  tanto,  difiimulando,  veder  d'impedire  obliqua- 
itela  rifokuione  delle  confuke  che  fi  faceuano,  con  mandare  a  quella  ^Iae- 

1  Cardinal  di  Mantoua. 

Della  fcrittura,  che  andò  intorno  centra  le  petitioniFrancefi,  nonfolo  ne  ipr^celt,  ei 
irono difgCifto  efli,&  l'hebbero  per  afl:ioato,maair  Imperatore  medefimo  ìLegitì  dif- 
iacque aliai.  EtliLegati,riceuuta  lacommiffionedaRoma^fopradi  quelle ,  g»fiati    del 
irono  pocofodisfatci,parendo  loro  che  quello  nonfolfe  modo  di  darcom  fro^dere  di} 
ione  a' Pi-elidenti  d'un  Concilio,  ma  più  torto  auuertenze  a'  Miniflri,  da  ^^'^* 
irlene  in  trattar  per  via  di  negotiationc.  Rifcriirero  folamentc,  richiedendo 
ilo, che  douelTerofare,  (eli  Celarci  facellcro  inflanza  per  la  propella  delle 
>,&  fecero  che  Gabriel  Palcotto,  Auditor  diRota,fcriueireuna  piena  infor- 
ione  delle  difiicoltà,qual  mandarono.  Il  Cardinal  di  Mantoua  non  giudi- 
he,hauendo  l'Imperatore  detto  a  Comendonc,che  hauercbbe  mandato  rif- 
aalConcilio  pcrunfuo  Ambafciatore,foireco(aconaeniente  che  egli  vi 
lire, prima  che  intendere  quella rifolutione  :  oltre  che  l'eifer  già  Lorena  alla 
te  Irapcriale,&  non  faperli  ancora  l'effetto  della  fua  negotiatione,rendeua 
'ito  il  modo,  che  doucife  dfer  da  lui  tenuto.  Conquefle  ragio  li  fi  Ccuab  col 

SSff 


^ ,^épo  CONCILIO    DI  TRENTO  PapaPioIII 

e  1 3  1 3    Póteficejal  quale,oltre  di  ciOifcrilTe  di  propria  mano,che  no  haueua  più  faccia . 
Lxiii.     cóparir  in  Cógregacioncper  dar  folainenteparole,coiTie  haueua  fatto  due  ani 
e  mfcYìm  alla  continui.Che  tucti  li  miniftri  de'  Prencipi  diccuano>che,re  ben  Sua  Santità  pie 
libera  al  Pa-  j^^^^q  cofc atVai delia riformasnonvcdendofcnccirccutione alcuna, non  cucd 
*"^'  no  che  ella  vi  habbia  l'animo  veramente  inclinato  i  ilqualc  fé  corrifpondcl 

alle  promeire  ,  non  haueriano  potuto  i  Legati  mancare  di  corrifponder  alle  i 
ilanze  di  tanti  Prencipi.  Ne  alcun  dcbbe  marauigliaifi ,  che  quello  Cardiiui 
Prencipe  verfato  per  co(ì  longhi  anni  in  molti  grandi  afFari,^»:  compitiffimo  n 
la  conuerfationc,  faceire  quello  pairaggio  >  elTeiido  cofa  naturale  degli  huomi 
vicini  alla  mortcper  certa  intrinlccacaula,&  incognita  anco  a  loromedefim;; 
dirguftarfi  delle  cofe  humane,  Se  pofporre  le  pure  cerimonie  :  alqual  fegno  ( 
molto  proiTn-no,non  gli  rimanendo  delia  vita,dal  dì  della  data  di  quella,  fé  n  . 
fei  giorni. 
Contrarietà.  Ma  nelle  Congregationijl'ultimo  che  parlò  nella  feconda  claire  fu  F.Adi  ■ 

nellt  SJpenfe  no  Domenicano,ilqualc,toccata  leggieriflìmamente  la  materia,tutto  s'ellc 
Pafalij         parlar  delle  difpenfe,&difendcre5Con  forme,  &:terminiThcologici5le  col. 
Dottor  Corniho  toccate,dellequalifiparlaua  con  qualche  fcandalo.DilIc;. 
l'autorità  di  difpenfar  nelle  leggi  humane  era  nel  Papa  airoluta,&  iilimitara  ■ 
fendo  egli  fuperior  a  tutte:  &però,  quando  ben,fenzacaufa  alcuna  difpenia  . 
conueniua  tener  la  difpenfa  per  valida:  ma  che  nelle  leggi  diuine  haueua  p  • 
mente  l'autorità  di  dii'penlarcconcaufa  legitima però:  Allegò  S'-PaolojC he  ■ 
fé  li  miniilri  di  Chrillocflerdifpenfatori  de' mifterii  di  Dio:&  che  ad  elfo  Ai  • 
ftolo  era  fiata  commella  la  difpenfa  dell' Euangclio.Soggionfc,che,fe  ben  la  • 
fpenfa del  Pontefice fopra  la  legge  diuinafenzacaufa  è  inualida;  nondimc 
quando  il  Papa,per  qual  fi  voglia  caufa  difpenfa,ognuno  dcbbe  cattiuar  la  r 
te  fua,  (Si  creder  che  quella  caufa  fìa  legitiraa;  &che  il  metterlo  in  dubu  . 
una  temerità.     Difcorfe  poi  delle  caufe  della  difpenfa, lequatiriduire  alla 
blica  utilità  ,  &  alia  carità  vcrfo  li  priuati.     Fu  quello  ragionamento  occa 
ne  a  Francefì  di  parlar  della  mcdelima  matcria,con  malàfodisfattione  de*  P 
tifici]. 

Finirà  la  feconda  claiFcper  fcruar  la  promelFa  fatta  a  Lorena,di  non  trattai 
fuaafsenza  del  matrimonio  de' Preti,  mutato  l'ordine  ,  fi  parlò  fopra  la  qua 
Giouanni  Verdun  sbrattando  l'articolo  fetrimo  de' gradi  d'aiìinità  Òi  confano  ^ 
nità,  pafsò  elTo  ancora  immediate  alle  diipeiife  ;  oc  paruc  che  non  hauefle  ; 
mira,  che  di  contradire  a  F.Adriano  :  attefe  a  debilitar  la  poccftà del  Ponte!  | 
Prima  ,  dichiarò  li  luoghi  di  S.Paolo ,  Che  li  miniftri  di  Chrifto  fono  difpei 
tori  de'mifterij  di  Dio,&:  dell' Euangelio,  dicendo, Che  era glofa, contrari, 
feftojl'iiìtrodurre  in  quel  luogo  diipenfa,  cioè  difobligatione  dell'  ollerua 
legge:m.a  che  altro  nonfignificaua,fenonun'annonciare,publicare,  o  dichii^ 
i  mifterij  diaini,&  la  parola  di  Diojche  è  perpetua,&:reftainuiolabile  in  eter: 
ConcelFe,  che  nelle  leggi  humane  cadeua  la  difpenfa  per  i'imperfettione  ^ 
leggiflatorf,  ilqual  non  può  preueder  tutti  li  cafi,è>:  facendo  la  legge  uniuerf 
per  ieoccorrenzcj  che  portano  le  eccettionij  ha  bifog^no  di  riicmarca  chi; 

uè 


KpaPioIIIL  libro  settimo.  6pi 

Jna  la  Republica  una  autorità  di proiicdere  a'ca/I  particolari.  Ma,doue Dio  ci3  lO 
^iggillatorcalquale  nifTuna  cofa  è  occoIta>&  nilHin  accidente  può  auuenire  lxi 1 1. 
mpieiìeduto  ,  la  legge  non  può  hauer'  eccettioncjperò  la  legge  Diu ina  natu- 

-  nonil  ha  da  diftinguere  in  legge  fcrirtaj  e  nonfcrittailaquale  per  il  rigore 
n  kuni  cali  debbia  elFer  interpretata,  &  indolcita,  ma  elFa  mede/ima  è  la  equi- 
a  Nelle  leggi  humane,doue  alcuni  cali  per  li  particolari  accidenti,  fé  fofsero 

-  ;  prcueduti  dal  Icggiflatore  non  farebbono  comprefll  nella  legge,  nafce  la 
ti  enfa-.noncheildiipenfatore  podi  in  cafo  alcuno  liberar  quello,  e  he  è  obli- 
Di:  ne  meno  fé  alcun  merita  la  dirpenfastSc  egli  la  neghi,  colui  però  reftafotto 
e  ligo  :  efser'  una  opinione  {Jcruerfa,  perfuafaal  mondo,  che  il  dirpenfarefla 
liana  gratia:  la  dirpenraèco/Ibengiufì:itia,come  qualonque  altra  diftribu- 
[i  :  che  pecca  il  Prelato ,  che  non  la  dà  a  chi  iìdcbbe  :  &c  in  fomma  difse, 
)t  ndo  una  difpenfa  è  richieda ,  o  fiamo  in  cafo ,  che  fé  fi  fofse  flato  preuifto, 
indo  la  legge  fi  fece,  farebbe  ftato  eccettuato,  &quivièobligo  didilpenfa- 
•,  iandio  non  volendo  :  o  fiamo  in  cafo,che  preueduto,  farebbe  ftato  compre- 
)•:  qui  non  fi  cftendepoteftàdifpenfatoria.  Soggionfcl'adulatione,  l'ambi- 
c:,&  i'auaritia,hauerperfuafo,cheil  difpenfare  iìa  far  gratia,  come  farebbe 
1  atrone  a'  ferui,oucro  uno,che  doni  il  fuo.  Il  Papa  non  è  un  patrone,  3c  la 

I:  ia  (erua,  ma  egli  è  fcruo  di  quello,  che  è  Spofo  della  Chiefa,  2c  prepofto  da 
1  piala  famiglia  Chriftiana,  per  dare,  come  dice  l'Euangclio,  aciafcunola 
e  da  mifura,cioè  quello,che  gli  è  debito.  Et  replicò  finalmente ,  non  elfer* 
lì  la  difpenfajche  uu.l  dichiaratione,  o  interpretatione  della  legge  :  3c  il  Pon- 
fi  jccl  fuo  difpenfare,non poter difobligar' alcun  obligato:  ma  dichiarar  fo- 
li lite  al  non  obligato,che  egli  è  elfente  dalla  legge. 

tornò  il  Cardinal  diLorena  a  Trento  il  penultimo  di  Febbraro,dopo  efier-  ^ff°^^  ^^  -to- 
:c  nato  cinque  giorni  inlfpruc,  ne' quali  fu  in  continua  ncgotiatione  con  *'*^**  «'' ^*/<*1 
:  :c,col  Re  de'  Romani,  &  co'  Miniftri  Imperiali  &c  arriuato,  trouò  lettere 

I  ipa,doue  gli  diceua, Voler  la  riforma,  de  che  non  fidifferilfe  più:&per;at-  g  foretti  det 
a  re  i,fi  douefsero  leuar  via  le  parole  de'  decreti  dell'  Ordine,che  erano  in  dif-  fm  nt^otiatui 
e  à:  Icquali  lettere  il  Cardinale  publicò  aftudio  per  Trento,  doue  era  no- 

:  prcfso  tutti,  che  li  Legati  haueuano  commiffione  contraria.  Immediate 
l'  )nrificij  in  Trento  fuufata  ogni  diligenza,  per  inueftigar  da'  Prelati,  &  al- 
iizhc  furono  in  fua  compagnia  ilnegotio  del  Cardinale:  &c  in  particolare, 
cirauano  d'intender  qualche  rifolutioneprefafopra  li  dicefette  articoli,ha- 
110  il  Comte  Federico  Maifci,venuto  dalfpruc  il  giorno  inanzi,  riferito,  che 
^Cardinale  eraftatoogni  giorno  retirato  a  parlamento  con  l'Imperatore  &: 
r.de  Romani,foli  almeno  due  hore  intiere.  Ma  li  Francefi,quanto  agli  ar- 
:ii,u  moftrarono nuoui,  &di  non  faperne niente:  difsero  che  nifsuno  de* 
li  )logi  Germani  haueua  trattato  col  Cardinale,  fenon  ilStalfilo,cheglipre- 

II  un  libro  fatto  da  lui,  in  materia  di  refidenza:5<:  il  Canifio,  quando  andò 
\"  er  il  Collegio  de'  Giefuiti  :  che  li  Theologi  non  haueuano  parlato  all'  Im- 
:i  :ore,lenon  che,andati  a  veder  la  Bibliotheca,fopragionfero  infieme  Gcfare, 
^Xèjfuo  fìglioi&  l'Imperatore  dimando  loro  quello  chp  fehtifsero  circa  la 

SSff    ij 


(J9i  CONCILIO  DI  TRENTO.  Pa;?a  Pio  III] 

"^^iD  iD    conceffione  del  Calice:  a  cui  rifpofe  l'Abbate  di  Chiaraual' primo  di  loro,cb 
LXiii.     non  fentiua  poterfi  concedere  :  &  l'iniperatore,  voltato  al  Rè  de*  Romani  di 
fé  in  Latino  quel  verfo  del  Salmo  :Qiiarant'  anni  ho  trattato  con  queftagener 
tione,&:gli  ho  Tempre  troiiatiftar'  in  errore  per  volontà. 

Ma  Lorenajnel  viritarULegatiinondiifealtro/aluo  chemoftròrimperat( 
re  hauer  buona  racnte,&:  caldo  zelo  vcrfo  le  cofe  del  Coucilio,&  defìderare  d 
fe(7ua  qualche  frutto  :  &  che,  bifognando,v'  interueniria  in  perfona,&:  andere  ■ 
bc  anco  a  Roma,  a  pregar'  il  Papa  che  hauelfe  compaffìone  alla  Chriftianità, 
fi  contentalle  della  riforma/enza  diraiiuutione  della  fua  autorità}  allaqualepc 
taua  fomma  riuerentia,non  volendo  che  lì  parlalfe  cofa  alcuna  toccante  laSa' 
tità  fua,&:  la  Corte  Romana.  Ma  priuatamentc  ad  altri  parlando,  il  Lorena  a; 
giongeua,  che  quando  il  Concilio  folte  ftato  gouernato  con  quella  prudcn 
che  conueniua,  hauerebbe  hauutoprefto  &c  felice  fuccelfo;  che  l'Imperato) 
era  d'animo,  che  onninamente  fi  faceire  unabuona,&  galiardariforma,Ìaqua 
fé  il  Papa  feguiràd'attrauerfare,  come  fin  all' hora  era  aunenutcriufciràqu:' 
che  grauiiTimo  fcandalo:  che  Sua  Maellà  haueua  penfiero,  fé  il  Pontefice  fo  • 
andato  a  Bologna ,  d'andar' a  trouarlo ,  con  diiTegno  di  riceuer  la  corona  de 
Imperio,&  altre  cofe  tali. 
rafprefenuto  \     Non  è  da  metter  in  dubio,che  il  Cardinal  parlale  delle  cofe  del  Concilio, 
ulveroi         informalTe  Cefare  de'  difordini ,  che  palTauano ,  &  dicelfe  il  parer  fuo  interne 
rimedi) ,  per  opporre  alla  Corte  di  Roma,  &  a'  Prelati  Italiani  di  Trento,  pere  ■ 
tener' in  Concilio  la  Communione  del  Calice,  il  Matrimonio  de'  Preti,  TV 
della  lingua  volgare  nelle  cofe  facre ,  &  relatratione  d'altri  precetti  de  iure  f 
tiHOy  &c  la  riforma  nel  capo,&:  ne'membri ,  &  il  modo  di  fare  che  li  Decreti  : 
Concilio  foiferoindifpenfabili:  &:in  qualmaniera,non  potendola  ortcnen 
potelfe pio^liar  colorata occafione di  giuftificare  le  artioni  loro,  de  preteiK 
caufadiprouederda  fé  medefimia  biiogni  de'  fuoi  popoli,  con  fir  quale 
Concilio Nationale,  tentando  anco  d'unir  li  Germani,  &  Francefi  nelle  c( 
della  religione.  Ma ,  non  fu  quefta  fola  la  negotiatione  fua  :  egli  trattò  anco 
matrimonio  tra  la  Regina  di  Scotia ,  Se  l'Arciduca  Ferdinando  figUo  dell'I) 
peratore;  &  quello  d'una  figliuola  di  Sua  Maeftà  col  Duca  di  Ferrara,  3c  di  ri 
uarmododicomponer  le  diffcnze  di  precedenza  di  Francia,  &  di  Spagna?  ci 
come  cofe  domeltiche,  toccano  li  Prencipi  piij  intrinfecamente,  che  le  [ 
blichc. 
r    '   j  71  Ma,dopo  il  ritorno  di  Lorena,fe^uendofi  le  Congregationi ,  Giacomo  A 

dtff,Me  deUe  HO, Theologo  Francefe,  entro pamneiite  nella  materia  delle  Diipenfe.  Edii 
Vijfenfe:  che  l' autorità  di  difpenfare  era  data  alla  Chic  fa  immediate  da  Chrifto,  &  e 
dalla  Ghiefaeradiftribuita  a' Prelati,  come  faceua bifogno, fecondo  li  teni] 
luoghi,&  occafioni.  Inalzò  in  fommo  l' autorità  del  Concilio  Generale ,  e 
morte  di  ,  rapprefenta  la  Chiefa,&  fminui  quella  del  Pontefice,aggiongendo,che  al  Co 
Mantoua^ed  cilio  Generale  partiene  allargarla,o riftringerla. 

»/om  jj  fecondo  di  Marzo  il  Cardinal  di  Mantoua  ,  dopo  eiFer  ftato  pochi  gioì 

ej  ;«  m  Le-  ammalato  ,pafsòad  altra  vita,  che  fu  caufa  di  molte  mutati&ni  nel  Conci) 

^  •  -  I  Lcg, 


PpaPioIIII.  libro    SETTIMO.  (J^5 

I  cgati  efpedii'ono  immediate  aLufoalPonteficejalquale  Senpando,cherefta-      ^3~7o' 

upiimo  LegatOjokra  la  lettera  commune,(criire  in  particolarcche  hauerebbe      j^xiii 

e  Ojche  Sua  Santità  mandalfe  un  Legato  fuo  fuperiore ,  che  hauelTe  cura  del 

(tnciliOjO veramente  loleuaire  lui:&  pure, quando  lo  volcife  lafciar  primo 

Igato  5  giudicaua  neceifario  che  il  tìdatle  che  egli  hauerebbe  operato  fecondo 

e  j  il  Signor  Iddio  lo  inrpiratre:altrimenti, meglio  farebbe  airolutamente  leuar- 

l.Vaimienfeancorafcriireaparte>chelaChieTafua  haueuagran  bilogno  della 

f 'fenza  del  Pallore  ,  Se  vi  lì  introduceua  la  communione  del  Calice  ,6c  altri 

r.  tabili  abufijrichiedendo  licenza  d'andar  per  prouederui,c^  che  vi  era  bifogno 

Liicialmente  in.  tutta  Polonia' di  perfona,  che  contenelTe  il  rimanente  di  quei 

fpoli  in  obedienza:cheegh  porterebbe  maggior  fcruitio  alla  Sede  Apoftolica 

i  quelle bandccheftando  inConcilio.Ma  Simoneta^deiiderofo  che  lafomma 

e  guidare  il  Concilio  reftalfe  a  lui,*^  hauendo  fperanza  di  condurlo  bene,  con 

{lisfattionedelPontelìcc&honor  propriojconiìderando  che  Seripando  era. 

{ iato  di  quel  negotio,&  poco  inclinato  a  volerlo  guidarci  che  Varmienfe 

e  feuipliceperfonajdifpofta  a  lafciarfi  reggere  jmife  in  confiderationeal  Pon- 

ticcjche,ritrouandofile  cofe  del  Concilio  in  poco  buon  ftato,ogninouità  gli 

ì  icicbbe  dato  maggior  crollo,  <S<r  però  giudicaua,  che  h  douclVe  ieguire,fenza 

I  .ndar  altri  Legati,piomettendo  buona  riuTcira. 

In  quei  giorni  gionfeauifo  daRoma,che,  do uendofi proporre  in  Rota  una  roMoreìnTre- 
e  iladel  VefcouodiSegouiajfuricufato  di  riceuerla,&  da  uno  degli  Auditori  toper  mafi^ 
i  detto  al  Procurator  del  Vefcouo  che  il  fuo  principale  era  fofpetto  d'hcrefia:  uerchkrU  di 
'  ile  mife  gran  moto,nonfolo  ne'  Spagnuoli ,  ma  in  tutti  gli  Oltramontani,  ^'"^•' 
-relandolì  efri,che  in  Roma  fi  leuailero  calunnici:  note  fmiftre  contra  quel-  . 
;he  non  adheriuano  in  tutto  &  per  tutto  alle  loro  voglie. 

Addì  quattro  Marzo  fi  diede  principiojdi'parlar  fopra  la  terza  claflTe ,  Se  quan-  efamlneyc  con-, 
al  quinto  articolo,tutti  furono  conformi  che  folTe  herctico,&  dannabile:  del  ''*?"*  '^^^ 
:o  parimente  non  vi  fu  differenza:  tutti  conuennero,che  foiVe  herefia.Vi  fu  ly^ln^   Ti 
parere,pcrche  una  parte  diceuachcquantonquetra  la  Chiefi  Orientale ,  &:  Celibato\chl 
cidentale,vi  folTe  ditferenza,perche  quella  non  arametteua  al  Sacerdotio,ne  rimette  fu  le 
.i  Ordini  facri,fenonperfonecontinenti,&  quella  anco  ammetteua  li  marita- ■^'!/?'«"y«' 
londimcnojnilluna  Chiefa  mai  concelfcche  i Sacerdoti  fi  poteirero  marita- 
le che  quello  s'ha  per  traditione  Apoftolica,  Se  non  per  ragion  del  voto ,  ne 
.alcuna conftitutioneEcGlefiaftica:&  però,che  conueniua  dannar  per  here- 
ialfolutamente  tutti  quellijche  diceuanojelfer  lecito  a'Sacerdoti  maritarfi> 
.za  riftringerfiagli  Occidentali^^:  lenza  far  mentione,ne  di  votene  di  legge 
llaChiefa.Et  queftinon  concedeuano  che  fi  poteife  per  caufa  alcuna  difpen- 
e  li  Sacerdoti  al  matrimonio.  Altri,dicendo  che  il  matrimonio  era  vietato  a 
efortidiprrfone,&perduediuerfecaufe:  a' Chierici  Secolari,  per  l'Ordine 
ro,per  legge Ecclefiaftica:&  a'Regolari,per  il  voto  folenne.  Che  laprohibi- 
•nedelmatrimonio,per  conftitution  della  Chiefa,puo  elTer  dal  Pontefice  le- 
ca:&,reftando  ancora  quella  in  piedi,il  Pontefice  può  difpenfarla.Allegaua- 
glieirempijde'  difpenlati,6c  Tufo  dell' antichità»  che  le  un  Sacerdote  fi  ma- 

SSff    iij 


694  CONCILIO    DI   TRENTO         PapaPioIIL 

CI 3   i3    ricaua>nonfeparauano  ilmatnmonior  ma  folo  lo  rimoiieuanodal  minifterii 
Lxiii-     ilchc  fu  continuamente  oiremato  Imo  al  tempo  d'Innocenzo  fecondo  ,  quaj 
primo  di  tutti  li  Pontefici  oidinòjche  quel  matrimonio  s'haueiFe  per  nullo.  M 
per  quel  che  tocca  gli  obligati  alla  continenza  per  voto  folenne,  eifendo  queft  , 
de  iure  (aiz«wo,diceuano  non  poter  il  Pontefice  difpeniarui.Allegauano  in  ciò  ì^ 
luogo  d'Innocenzo  terzo ,  ilquale  affermò ,  che  l'oireruatione  della cailitàjé  ] 
rabdicatione  della  proprietà  ,  fono  cofiadherenti  agli  oflì  de' Monachi ,  eh  ; 
manco  il  fommo  Pontefice  può  dilìjenfarci.Soggiongendo  apprelTojropenion  ; 
diS.Thomafo  ,&  d'altri  Dottori,  liqualiaircrifcono,  cheiivoto  folenne  è  un  a 
confecratione  dell'  huomo  a  Dio,&  non  potendo  alcun  fare,che  la  cofa  confc-tl 
crata  poflì  ritornare  agli  ufi  humani,non  può  parimente  fare  ,  che  ilMonaoi^ 
polli  ritornar  all'  ufo  del  matrimonio,  &  che  tutti  li  Scrittori  Catolici  condan 
nano  d'herefia  Luthero ,  &  li  feguaci,  per  hauer  detto  che  il  monacato  è  inuen 
tione  humanaj&  alferifcono  che  fia  di  Traditione  Apoftolica,ache  diametra 
mente  ripugna  il  dire  che  il  Pontefice  poflì  difpenfare. 

Altri  difendeuanojche  anco  conqueftipoteua  il  Pontefice  difpenfarcj  & 
marauigliauano  di  quelli,che,  concedendo  la  difpenfa  de' voci  femplici,neg; 
uano  quella  de  folenni,quafi,  che  non  folfe  chiariilìm.o,  per  la  determination 
di  Bonifacio  ottano ,  che  ogni  folennità  è  de  iiirepofitmoi  valendofi  a  punto  de 
flaedefimoeirempio  delle  cole  confecratc  perprouar  laiorfentenza:  perche,! 
come  non  fi  può  fare,che  una  cofa  confccrata,rimanendo  confecrata,fia  adopc 
rata  ad  ufi  fiumani  ;  ma  ben  fi  può  leuar  la  confecrationc,&  farla  profana ,  ond 
lecitam.ente  torni  ad  ogni  ufo  promifcuojcofil'huomojconfecrato  a  Dio  per 
monacatOiteflando  confecrato,non  può  applicarfi  al  matrimonio,  ma  leuatog 
ilmonacato,&  la  confecratione,che  nafce  dalla  folennità  del  voto,  laqual  è^ 
iure po/ltiuojniQnte  ofta  che  non  pofll  ufar  la  vita  commune  degli  huomini.  Ac 
duceuano  luoghi  di  S.Agoftino,daquali  manifeftamente  appare,  che  nel  fu 
tempo  qualche  Monaco  fimaritaua.  Et  febeneerailimato,che  facendolo  pei 
caire,nondimeno  il  matrimonio  era Icgitimo  ,  &  S.Agoftino  riprende  quell 
che  lo  feparauano. 

Si  trafcorfe  a  parlare ,  fé  foifebenein  quefti  tempi  difpenfare,  ouero  leuar; 
precetto  della  continenza  a  Sacerdoti  :  &  quello,  perche  ilDucadiBauier: 
hauendo  mandato  a  Roma  per  ricercar  dal  Pontefice ,  la  communione  del  C>i 
lice ,  haueua  infieme  richieilo  che  folfe  conceiro  a'  maritati  di  poter  predicar( 
fotto  ilqual  nome  s'intendeua  tutto  il  minifterio  Ecclefiaftico ,  eiTerc irato  d. 
Parochi  nella  cura  d'anime.  Furono  dette  mojte  ragioni  a  perfuadercche  foli 
conceiro,lequali  fi  rifolueuano  in  due  ;  nel  fcandalo ,  che  dauaao  li  Saccrdoi 
incontinenti  5  &c  nella  penuria  di  perfone  continenti,  atte  ad  elTercitar  il  mini 
fterio  :  Se  era  in  bocca  di  molti ,  quel  celebre  detto  di  Papa  Pio  fecondo ,  che  j 
matrimonio  per  buona  ragione,fi.i  leuato  dalla  Chiefa  Occidentale  a'  Preti,  ni 
per  ragione  più  potente  conueniua  renderglielo.  Da  quelli  di  contrario  parer 
5  diceua,Che  non  è  da  fauio  medico  guarir'  un  male,con  caufarne  un  peggiore 
^  li  Sacerdoti  fono  incontinentijSt  ignoranti ,  non  per  quello  s'ha  da  profl: 


paPioIIII.  libro   settimo.  695 

ilSacerdotio  ne'  maritati.Et  qui  erano  allegati  canti  luoghi  de  Pontefici ,  li- 
ili  però  non  lo  permifcro  ,  chcdiceuanoeller  impoffibile  attender'  alla  car- 
&  allo  fpiritOjcirendo  il  matrimonio  un  flato  carnale.  Che  il  vero  rimedio 
conreducationejConladiligenza,co'premijj&  con  le  pcne>proueder  conti- 
iti>&  littcrati  per  quello  minillerio  :  ma  tra  tantoj  per  rimedio  d'incontinen- 
iion  ordinare  ,  Tenon  pcrionc  prouatc  di  buona  vita  :  de  per  la  dottrina  far 
npar  liomiliarij ,  Se  catechirmi,  in  lingua  GermanicasSc  Francefejformati  da 
Dminidottij^creligiofijliqualis'haueirero  da  legger  al  popolo  coli  «a/É^rn/^ro, 
:ol  libro  inmano,da'  Sacerdoti  impcritijcolqual  modo  li  Parochi,fe  ben  in- 
icienti,potrebbono  l'atisfar  al  popolo. 

Furono  biafmati  li  Legati ,  d'haucr  lafciato  difputar  quello  articolo ,  come 

icolofo  ,  eifendo  cofa  chiara,  che  con  l'introdottionc  del  matrimonio  de' 

ti,  fi  farebbe,  che  tutti  voltaircro  Taftctto ,  Se  amor  loro  alle  mogli,  a'  figli,5c 

confcguenza  alla  cafa,  &  alla  po-vtria,  onde  celìerebbe  la  depcndenzallìetta, 

rOrdme  Clericale  haconlaScdeApoflolica, acanto  farebbe  conceder  il 

[limonio  a  Preti,  quanto dillrugger la  HierarchiaEccldìaftica,  &  riduril 

itefice  che  non  folle  più  che  Vefcouo  di  Roma.     Ma  li  Legati  li  lcurauan<?> 

, per  compiacer  il  Vefcouo  di  Cinque  Chiefejilqualhaueua  richiedo  que- 

non  folo  per  nome  del  Duca ,  ma  dell'  Imperatore  ancora ,  &  per  render  li 

arei  più  facili  a  non  far  grand'  iniiflcjiza  fopra  la  riforma ,  che  più  importa- 

rano  (lati  codrctti  compiacerlo. 

Franceli,veduto  cheropenionepiùcommuneerajcheunPrete  potefreef-  ì Francejì va- 
lifpenlaco  al  matrimonio,ficongvcgarono  infiemeperconfultarcre  eiaop-  ^-T^  f^'^^^*"., 
tuno  dimandar  la  difpenfa  per  il  Cardinale  di  Borboneicome  Lorena ,  <3c  gii  JJìIj  J"\.  ' 
balciatorihaueuanoin  commiilione  ;  &  Lorena iu  di  parerai  no  ■■,  con d\- „c^a vi s'op- 
he,  fenza  dubio>ncl  Concilio  vi  farebbe  diiìicoìtà,nel  perfuader  che  I3  cau-  fmneLmnn: 
(Te  rngioneuol'ò&  urgente:poiche,per  hauer  poilcrità,nonera  neceffario, 
ndo  li  Rè  gkìuane  con  doi  fratelli ,  &  altri  Prencipi  del  iangue,  Carolici  :  &> 
haucr  goucrno,mentreiI  Re  peruenilFe  alla  maggiorità  Jo  poteua  far  reftan- 
lel  Clero.    Chcperleditfcrenzejcheronotra'Francclì,  &Ita]iani,colì  per 
fa  dellariforma,come  per  l'autorità  delPapa,6<:  de' Vofcouij  quelli  che  tene- 
oopenioni  contrarie  alle  loro',  ftudiofamentefifarebbono  oppofti  anco  a 
fta  dimanda  :  che  meglio  era  voltarli  al  Papa ,  onero  afpcttar  meglior  occa- 
e  :  &  elFer  alTai  per  quel  tempo  l'operare ,  che  non  fia  {labilità  dottrina,che 
ì  prcgiudicare.Fu  dimato  da  alcuni,che  Lorena  nel  Ilio  interno  non  haue0e 
) ,  che  Borbone  li maritalFe, perche poteirc  ciò fuccedcr  con emulatione,& 
linutione  di  cala  fua.  Maadaltrinonpareuaverifimile  :  prima,percheper 
fta  via  lileuaua  ogni  Iperanza  a  Condc,delquale  egli  molto  più  ii  diffidaua: 
iche,  il  padar  Borbone  allo  dato  fecolarefoirefommariamente  de/iderato 
iTo  Lorena  ,  ilquale,  leuato  il  Borbone  dal  Clero ,  farebbe  redato  11  prima 
ato  di  Francia,  &c  in  occalione  ^\  Patriarca,  che  egli  ir.olto  ambiua,  farebbe 
indubitatamente  toccato:doue  chceireiadoBorbon  Prete  non  eiapoffibile 
far  di  farlo  pofporre. 


_65)5  CONCILIO    DI  TRENTO       Papa  Pio  II. 

ci3    IO         Ma  ìlPonteficcnceLiutorauifo  della  morte  diMantouajhaucndo  frafert" 
LXiii.     [o,5c  con  pochi  de*  più  intimi,  pcnfato  chefoireneceirario  mandar' altri  Lcc- 
il  Papa  crea    ti,licjuali  nuoui,&  iion  intcreirati  in  promelfccSc  in  trattacionijpotefTero  feg  i 
imfrouro  due  piL\  faci!  mente  la  (uà  inftrattione,la  mattina  de' (ette  Marzo  Domenica  fece- 
atri    e^j-T  ,    cl^  di  Qaadrageilmajlcnza  intimj^CongrcgationejComeèfempre  folito  difa, 
m.a  coiigrcgati  li  Cardinali  nella  Camera  de'  Paramenti,per  andar  alla  Cape), 
fecondo  il  (olito ,  fi  fermò ,  &  cfclud  li  Cortegiani ,  &  fatte  ferrar  le  porteci) 
Legatici  Cardinali  Giouanni  Morone,  &  Bernardo  Nauagiero  :  accioche,ji: 
uitìcij  diPrcncipij  o  Cardinali,  nonfoiFecoftre.tto  nominar  perfone  di  non  i- 
fiero  dio  gufto.Credeua  il  Pontefice  fir  qucU' attiene  fecretamente  da  tuttijii 
nondimeno  non  potè  tanto  fare,  che  non  periieniirealle  orecchie  de' Francq 
a  cheafheraua  ^  il  Cardinale  della  Bordiflìera  tanto  s'atFaticò ,  che  volle  parlar'  al  Pontefi.j 
Lorem-         inanzi  che  difcende(re  dalla  Camera ,  &  gli  confiderò ,  con  molte  ragioni  >cl 
volendo  crear  nuoui  Legati,non  poteua  dar  quel  carico  a  perfona  più  deg 
che  al  Cardinale  di  Lorena  :  ma  il  Papa,riroluto,&  che  fentì  con  difpiaceren 
hauer  potuto  ottener  la  fecretezza  che  deilderaua,gliri(pofe  liberamente  }  C 
il  Cardinale  di  Lorena  era  andato  al  Concilio,  come  capo  d'una  delle  parti  p 
tendenti, &  che  egli  voleua  diputarperlone  ncutrali,&  lenza  intereflì.A  che  < 
ponendo(ì,pernlponderilCardinale,il  Pontefice  afl'rertò  ilpa(ro,&  difcefe^  ' 
fi  prefto,che  non  vi  fu  tempo  da  dar  riipofta.    Finita  la  Congregatione,  il  P; 
lalciò  andar  li  Cardinali  alla  Capella,&  elfo  ritornò  alla  fua  camera,  per  non 
ftar  in  cerimonia  in  tempo  ,  quando  era  alterato  grauemente  per  le  parole 
quel  Cardinale. 
U  cwf-auUo'      Ma  ni  Trento  addì  none  Marzo  arriuò  auifG,che  il  Duca  ài  Ghifa, fratello 
e  Htójo  in     Cardinale  di  Lorena,  nel  ritornar  dalla  trincea  (otto  Orliens,  fu  ferito  d'una 
Francia:       chibugiata  da  Giouanni  Poltroto ,  gentilhuomo  priuato  della  religione  rif 
mata,dellaqual  archibugiatafei  giorni  dopo  era  morto,  co  difpiacere  di  tutte 
Corte  :  &  che,  dopo  k  ferita ,  haueua  elfortato  la  Regina  a  far  la  pace,&  de 
apertamentcElfer'  inimico  del  Regno  quello,che  non  la  voleua.    L'homici 
interrogato  de'  complici,nominò  l'Armiraglio  Colignì,  &  Theodoro  Bcza  : 
dopo  fcolpò  Bezajperfeuerando  nell'  incolpar  l'altro.  Variò  poi  ancora  in  n 
niera,che  lafciò  incerto  quello,che  fi  doueUe  credere.  Ma  il  Cardinale,riceui 
la  nuoua,fìprouidedi  maggiore  guardia  attorno,di  quella  che  foleua  tenere,' 
comporto  l'animo  dal  dolore  della  morte  d'un  fratello  cofi  congionto  con  1 
prima  d'ogni  altra  cofa  cride  una  lettera  confolatoria  alla  madre  commune,  e 
,  VX  j,f      era  Antonietta  di  Borbon,pienad'ifquifiti  concetti,  da  comparare  ,&,com 

'vanita  aei         ^.,.  ,  ^  -ir  -rini  ■        r      iM 

Cardinale  fuoi  diceuano,da  antepore,aqueidi  beneca:  mhne  dcUaqualeaggionle  el' 
deliberato  andarfene  alla  fua  Chiefa  a  Reins ,  &  il  rim.anente  di  vita  che  gli 
ftaua,confumarlo  in  predicar  la  parola  di  Dio,inftruir  il  fuo  popolo,&  educa 
figliuoh  del  fratello  in  pietà  Chriftiana  ,  ne  da  quelli  uffici)  celfar  mai,  fen 
quando  il  Regno  per  le  cofe  publiche  haueffe  bifogno  deli'  opera  fua:  &  lalet 
ra  non  fu  cofi  prcfìo  da  Trento  partita,che  quella  città  fu  piena  di  copie  di  qu 
^aj  che  erano  più  tofto  imporcunamence  offerte  da' famigliari  del  Cardinal 


Upa  Pio  IIII.         LIBRO    SETTIMO.  g^-j 

,iafcuna  perfona,che  n'chÌGfle:  tanto  è  difficile  ,  che  TaiFetto  della  iilautia  ftia 

liiietojfe  ben  i\\  occafioiic  di  gran  dolori.    Dopo  quello  il  Cardinale,  poftofì  a 

enfar  allo  (lato  delle  cofe  ,  per  quella  variationcfucceira  mutò  tutti  i  dilFco^ni 

tei.     Che  fu  anco  caufa  Ai  far  mutar  il  filo ,  doue  pareuano  inuiate  le  cole  del  mutamne  m 

oncilioiperchcelTendo  egli  il  mezzo^per  ilquale  l'Imperatore,  &  la  Regina  di  ^°"'^  nelle  cs- 

cancia,haueuano  {\n  all'hora  operato,furono  coftretri  quelli  ancora^mancan-  -^  ^'^^^of^^^ 

d'un  miniftro  coli  atto,  ad  andar  più  rimelfi  ne' dillcgni  loro  j  &  a  proceder 
ùrallentamente.Ma  ne'  negotij  humani  auuiene  quello,  che  nelle  fortune  del 
are,douc,celFiti  li  venti,  le  onde  ancora  tumultuano  per  qualche  hore.  Co/ì» 
gran  mole  de'  negotij  del  Concilio  non  potè  facilmente  ridurli  a  tranquillità 
r  l'impeto  prefo.  M?odella  quicte,che  fuccelfe  qualche  mefe  dopo,certa  cofa 
he  la  morte  di  quel  Duca  ne  fu  un  gran  piencipio  j  malfime ,  dopo  che  s'ag- 
jnfe  la  morte  dell'  altro  fratello,  che  era  il  gran  Priore  ài  Francia  ,  &  pochi 
)rni  dopo  la  nuoua  della  pace  fatta  con  gli  Vgonottij  &  finalmente  le  iw- 
nze  della  Regina  al  Cardinale,  che  douelFe  renderli  beneuolo  il  Papa,  & 
ornar' in  Francia:  dellequali  a  Tuo  luogo  lì  dirà.Perlequali  cofe,  ilCardi- 
levide>(:he  lincgotij  inuiati  non  farebbono  frati  utili  ne  per  fe,ne  per  gli  ami- 
uoi. 

Tanto  in  Trento,  quanto  in  Roma,  fu  fentita  con  difpiacere  la  morte  di 
Ta,ripurandoognuno,che  egli  folFc  l'unico  foftentamento  della  parte  Ca- 
ic^ncl  Regno  di  Francia,ne  vedendoli  qual'  altra  perfonapotclTè  fuccedergli 
bpportar  quel  pefo:mafllmc,elFendo ognuno  fpnuentato  perl'elFempio  della 
moric.Et  li  Prelati  Francefi  in  Concilio  fi  trouauano  in  anfietà,intcndendo, 
fi  trattaual'accordocon  Vgonotti,quali,tra  le  altre  cofe,pretendeuano,chc 
erza  parte  delle  rendite  Eccleliaftiche  folFe  per  mantenimento  de  Miniflri 
)rniati. 

li  quelle  varietà  di  negoti  j,&  perpleflità  d'animi,rirornc)  il  Vefcouo  di  Cin-  ^«««''^  ài  Cs~ 
Chiefc  a  Trento  :  e  con  gli  Ambafciatori  Cefarei  andò  all'  audienza  de'  ^"J'  "  Legati^ 
ati,&:  prefentò  una  lettera  dell'  Imperatore  da  lui  portata ,  con  la  copia  d'u-  ^^^^    "^'''^ 
itra  di  quella  Maellà,lcrittaal  Pontefice.Fecero  tutti  uitìcio,  che  folle  prò-  a^  e  emenda- 
:alariforma,ma  con  parole  gencrali,&  alFai  rimellè.  La  lettera  dell'  Impera-  tìonedelcm- 
a'  Legati,lignificaua  loro  il  deliderio,che  haueua  di  veder  qualche  progref-  ^'^'O' 
uttuoiò  del  Conciliojper  ottenere  ilquale  era  necelFario  che  folFero  leuati 
ini  impedimentijde' quali  hauendofcritttoal  Pontefice,haueua  voluto  prc- 
;lieflì  ancora  ad  adoperarìi,&  con  l'opera  propria  in  Concilio,&  apprclFo  il 
t€ficeconlepreghiere,accioiicamina(Feinanziperferuitio  di  Dio,&  bene- 
dei  Chriiliaaefmo,  Conteneua  la  lettera  dell'  Imperatore  al  Papa,  che, 
jeAuuocato  della  Chiefa,dopo  ifpeditigrauiflimi  negotij  con  gli  Elettori, 
Itri  Prcncipi ,  &c  Stati  di  Genrjania,  nilFun'  altro  penliero  gli  fu  più  a  cuore, 
di  promuouer  le  co(c  del  Concilio  :  per  laqual  caufa  anco  s'era  ridotto  in 
ac,douc,con  ilio  dolore,haueua  intefo  le  cole  non  caminare  come  fperaua, 
.publica  tranquillità  ricerca:»?»:  temeua,che,fe  non  fé  gli  rimediaua,il  Con- 
folFe per haucr  fine  con fcandaio  del mon^Oj&rifo  di  quelli,  che  hanno 

TTtt 


6c,S  CONCILIO   DI  TRENTO         Papa  Pio  1111 

ci'^  1^  lafciatorobedienza  della  ChiefaRomanajSc  incitamento  a  ritener  Icloroopi 
LXi  II.  nioni  con  maggior  oftinationc:che già  molto  tempo  non  s'era  celebrata  Sedie 
nejchcmentre li Prencipi s'affaticano  d'unirgli  auuerfarij  differenti  inopinic 
ni, li  Padri  fono  palTati  a  contefe  indegne  di  loro  :  che  andana  anco  attorr 
fama,che  Sua  Santità  trattaife  di  di  fciogliere,  o  fofpendere  il  Concilio,  mol 
forfè  dall'  intricato  ftato  di  quello  che  fi  vede:ma  il  giudicio  fuo  eifer'  in  co 
trario.Perche,meglio  farebbe  non  foife  mai  (tato  cominciato,  che  elfer  lafcia 
imperfetto, con  icandalo  del  mondo  ,  vilipendio  di  Sua  Santità, &  di  tut 
l'Ordine  Ecclefìaftico,&  pregiudicio  a  quefto,&:  a  futuri  Concili)  Generalijc*  t 
giattura  delle  poche  reliquie  del  popolo  Catolico,  Se  conlafciar'  opinione  r\ 
mondo,che  il  fine  della  difìTolutionejO  fofpenfionejfolfcimpedir  la  riformare  i 
neir  intimarlo, la  Santità  fuaha,ueua  richiefto  ilconfenfo  dilui,5«:  degli  ali 
KètSc  Prencipijilche  da  lei  era  ftato  fattoad  imitatione  de'  Pontefici  precelfo . 
liquali  l'hanno  giudicato  necelTario  per  diuerfì  rifpetti  :  la  raedefima  ragio  : 
concludere,  che  nonpoflì  elfer  difciolto,  ne  fofpefo,fenza  ilmedeiìmoconh  • 
fo:eirortandola,a  non  dar'  orecchie  a  quel  confeglio,come  vcrgognofo,  &  d;  • 
nofo  ilqual  fenza  dubio  tirerebbe  in  confeguenza  Concili]  Nationah ,  km  : 
abhoiriti  dalla  Santità  fua,come  contrari)  all'  unità  della  Chiefa:liquali,/ìco  : 
fono  ftati  impediti  da'  Prencipi,per  conferuar  l'autorità  Ponteficia  :  cofi,  no  ì 
potranno  negare ,  ne  differir  più  longamente.  Et  l'eifortaua  ad  elfcr  conte  i 
d'aiutar  la  libertà  del  Concilio,laqualveniua  impedita,  principalmente  pei  i 
cauferL'una,  perche  ogni  cofa  fìconfultaua  primaaRoma:raltra,perchei  i 
era  libero  il  proporre,haaendo  li  Legati  foli  allontofi  quefta  libertà,che  don  i 
elfer  commune:Latcrza,per  le  prattiche,chefaccuano  alcuni  Prelati,interel  i 
nella  grandezza  della  Corte  Romana.Che,elfendo  neceffaria  una  riformatic  z 
della  Chiefa,  5c  eifendo  comune  opinione,  che  gli  abufi  habbiano  origine  : 
fomento  inRoma,  era  neceffario , per  fatisfattion  comune, che  la  riform  i 
facelTe  in  Conciiio,&  non  in  quella  città.Che però  Sua  Santità  fi  contenta  , 
chefolferopropoftele  dimandeeflìbiteda'  fuoi  Ambafciatori,  &c  quelle  de  i 
altri  Prencipi.In  fine,cfponeua  l'animo  fuo  d'interuenir'  al  Concilio,&  elfo  - 
uà  la  Santità  fua  a  voleffi  ritrouar  ella  ancora. 
diche  il  Pap4  f  "-^  quefta  lettera  fpedita  fotto  li  tre  Marzo,dellaquale  il  Pontefice  reftò  n  - 
nfia  offefo:  to  offelo>parendogli  che  l'Imperatore  voleife  abbracciare  molto  più,  che  qu  - 
to  s'eftendeua  l'autorità  fua  palfando  anco  li  termini  degli  altri  Imperatori,  * 
teceffori  fuoi,&  più  potenti  di  lui.  Più  reftò  ancora  ofì^eib,per  eifer' auifato  i 
fuo  Noncicche  s'era  mandato  copia  della  medefima  lettera  a'  Prencipi ,  &  l 
Cardinale  di  Lorena  ancora:  laqual  cofa  ad  altro  fine  non  poteua  eifer  fatta  - 
non  per  commuouer  loro ,  &  giuftificar  le  attioni  proprie.  S'aggionfe  appre  , 
che  il  Dottore  Schcld,gran  Cancelliere  dell'  Imperatore, haueua perfual  l 
Delfino  ,  Noncio  Pontificio  a  quella  Gorte,ad  operare  che  Ci  leualfero  qui  ; 
parole,r»»'«^^y^/^»z£fc/^^w?;pernon  fomentar  l'opinione  della  fupeiiorità  L 
Papa  al  Concilioicon  dire^che  quefti  non  erano  tempi  da  trattar  tal  cofa,  &( 
*  la  Maeftà  CefareaA  cifoi  ancora/apeuanojche  Carlo  quintOidi  felice  mcmoj 


PapaPioIIII.  libro    settimo.  ^P5> 

n  qucfto  articolo  tenciia  contraria  opinione  ,  Se  che  fi  doueua fuggir'  il  dar'  cio  la 
xcafione  aSuaMaefl;à,&  agli  altri  Prencipi,di  dichiarar  l'opinione,  che  tcn-  lxiii. 
rono  in  quello  punto. Leqiiali  cofe  congiongendo  con  quello,che  Lorena  me- 
lehmogUhaueuafcrittGjcioèjche  non  erahora,netempo,di  trattar  Ir.  difficoltà 
Ielle  parole  ,  Vmuerfalem  Ecdejjam,f^c.  6c  con  rauilc  venuto  da  Trentcche 
juel  Cardiiiale  diceua,non  potere,  ne  eifcne  i  Prelati  Franccfijcomportark.per 
1011  canonizare  una  opinione  contraria  a  tutta  la  Franc]a;&  che  sii  gannauano 
luclli,qualificredcuano,che,quando  fi  folFe  venuto  al  parlar  chiaro^^i  dnnan- 
ar  dichiaratione  che  il  Papanonfiafoprail  Concilio, qucii'  opinione  (aria 
:ata  fauorita,^;  aiutata  più  di  quello  che  al  tri  fi  penfauaclequalicoiemoftraua- 
o,chcdi  quello  fu  trattato  ftrettamente  alla  Corte  Imperiale.  Quc.ftc  cofe  at- 
^fcvennc  il  Pontefice  in  parere  difar'unarifpofta,^  di  mandarla  effo  ancora 
ttorno  perpropria'giufticatione. 

Rcfcrilfe  adonque  il  Pontefice  all'Imperatore,  Che  haueua  conuocato  il  ^rìlponde  rU 
]oncilio,conpartipationrua,&  di  altri  Re  ,  &  Prencipi;  non,  perche  la  Sede  ^"'*'''*'"*''"* 
pollolicahaueire  bifogno  nel  gouerno  della  Chiefa  d'afpettar  ilconfenfodi 
ual  Ci  voglia  autorità;hauendone  piena  poteflà  da  Chrifto:che  tutti  gli  antichi 
ioncilij  fono  (lati  congregati  per  autorità  del  Pontefice  Romano,ne  mai  alcun 
rcncipe  fi  è  interpofto  in  quello ,  fenon  per  puro  eifecutore  :  che  egli  non  ha 
luuto  mai  penfiero  ne  di  fofpendercne  ài  difcioglier  il  Concilio }  ma  ha  fem- 
c  giudicato ,  che,per  fcruitio  dijDio ,  fi  debbia  metterci  compito  finerche  non 
a  impedita,ma  aiutata  la  libertà  del  Conciho  con  le  confulte,che  in  Roma  fi 
cenano  nelle  materie  medefimerche  mai  fi  è  celebrato  Concilio  lenza  laprc- 
ntiadcl  Pontefice,edoue  dalla  Sede  Apoftolica  non  fia  mandata  inftruttione, 
:  feguitata  anco  da'  Padri  :  che  reftano  ancora  le  inftrwttioni  ,  lequali  Papa 
eleftino  mandò  al  Concilio  Efefino,Papa  Leone  al  Calcedonenfe,Papa  Aga- 
io al Trullano,Papa  Adriano  primo  al  Niceno  fecondo, «Sì:  Adriano  fecondo 
r  ottano  generale  Conflantipolitano:che,quantoal  proponer*  in  Concilio, 
iiando  il  Romano  Pontefice  è  (lato  prcfente  ne' Concili),  egli  folo  ha  iempre 
ropofto  le  materie  ,  anzi  egli  folo  le  ha  rifolute,non  hauendoui  il  Concilio 
Dfto  altro  che  l'approbatione:  in  alTenza  del  Pontefice,hauer  propofto  li  Lega* 
jGucrodal  medefìmo  eifere  (lati  deputati  proponenti;  &  cofi  il  Concilio  in, 
rento  haaer  deliberato  che  li  Legati proponefierorilcheè.necefiariojper  fer- 
ir qualche  ordine:che  farebbe  una  gran  confufione,  quando  tumultuariamen- 
,&  quando  uno  contra  l'altro  poteifero  mettere  a  campo  cofe  feditiofe  ,&  in- 
)nuenienti:non  però  elfere  flato  negato  mai  di  proponer  tutte  le  cofe  utili.Chre 
\  fentito  con  difpiacere  le  prattiche  fatte  da  diuerfi  contra  l'autorità  data  da 
hrifto  alla  Sede  Apoftohcareirer  pieni  tutti  li  libri  de'Padri,&  Concihj,cheil 
óteficejSuccelTor  di  Pietro,.^.:  Vicario  di  Chrifto^è  Paflor  della  Chiefa  uniuer- 
Xf.òc  co  tutto  ciojcótra  quella  verita,s'erano  fatte  in  Tréto  molte  cóuéticole» 
:  prattiche  ,  &  tutta  via  la  Chiefa  ha  fépreufato  quella  forma  di  parlaiccome 
uà  Maeftà  potrebbe  veder  ne'  luoghi,che  gli  madaua  citati  ncll'  inclu;  o  foglio: 

foggi6fe,Tuttiiimaliprefenti  eifer  naci,perche  lifuoi  Lcgati,a  fine  d'ouuiarc 

TTtt     ij 


_7oo  CONCILIO  DI  TRENTO      Papa  Pio  UH 

ci3  1^  chele  cattine  lingue  no  parlalfero  cotta  la  libertà  del  Concilio,conurar  conni 
LXiii.  uézajhaueuano  laiciatovilipéder  la  loro  autorità,ondcil  Concilio  fi  por<;ua  d: 
piùtoftoliGétiofcche  libero.  Ghe,qaato  alla  riforma,  egli  la  dcfldcra  rigida,  t 
intieiaj&ha  cótinuaméte  follccitato  liLegati  a  riiolucrla.Che,per  quel  che  tO( 
ca alla  (uà  Cortejcrano  note  al  modo  le  molte  prouifionijche  haucuafatto,co 
diminutioneanco  delle  entrate  Tue  ;  Se  fé  alcuna  co'arcftaua  afarc  non  era  pi 
tralafciarla:  majnonfi  poceua  far  in  Trento  che  ileife  bene  :  perche,  non  ellei 
do  quei  Prelati  inforraati,in  luogo  di  riformarla,  la  disformerebbono  maggio 
mente  :  che  defìderaua  tra  tauro  veder  qualche  riforma  anco  nelle  altre  Cort 
che  non  haueuano  minor  bifogno,dellccofe  della  Chiefa  tuttauia folamen 
parlando:  &  che  forfè  dagli  abufi  di  quelle,  nafce  il  male  principalmente.  Chj 
quanto  alle  petitioni  propoftedagU  Ambafciatori  di  Sua  Maeftà,&  dagli  alti 
egli  ha  fempre  fcritto,che  foiTero  eiraminatcSc  difcuile,  ciafcuna  al  tempo  co: 
ueniente  :  perche,  elTendo  già  inftituito,&:  incaminato  l'ordine  di  terminar' 
Concilio  infieme  le  materie  di  fede,  5c  riformargli  abufi  concernenti  quel] 
nonfipotrebbe,fcnza confufione,5cindegnità,alterarlo:  che  hauédoSuaMa 
ftà  toccato  diuerfidifordini  del  Concilio  ,  haueuatralafciato  il  principale, 
fonte  degli  altri,cioè,che  quelli,che  debbono  pigliar  legge  da' Concilij,voglj 
no  dargliela:che,fe  folfe  imitata  la  pietà  di  Coftantino ,  i^Z  de'  doi  Theodoiij, 
feguiti  li  loro  ellempi,il  Concilio  farebbe  fenzadiuifione  tra  li  Padri,&  inioi 
ma riputatione  appreffo  ilmondo.Che  nifTunacofadefiderauapiùjche  intcru 
nireperfonahr^ente  in  Concilio,  per  rimediare  al  poco  ordine,  che  fi  ferua;r 
pei'lafuaetàjd:  per  gli  altri  negotij,non  meno  importanti ,  elfergH  impoffib: 
l'andar' a  Trento>&  di  trasferirlo  doiiepotelTe  andare,  non  parlerebbe,  pernc 
dar  fofpetto. 
«  penfadl  ri-  Dubitò  il  Pontefice  che  gl'inrerefll  dell'Imperatore ,  8c  di  Francia,  in  mot 
pringerjì  con  alcuno  non  potelfero  unirfi  co'  fuoi  ;  &  però  di  loro  poco  fi  poteua  promettei 
Spagna  ptrlo  &  meno  fperare:poiche  effinonpenfauano  al  Concilio  ,fenon  quantoglipr 
eonaho:  meua  per  propri]  intercffi  de'  loro  {lati;&  però  dal  Concilio  eflì  altro  non  voi 
rcfenon  quello  che  pofli  dar  fodisfattione,&  contentar  i  lor  popoli,  &  non  p^ 
tendo  ottenerlcimpedir'ilfine  del  Concilio,per  mantenergli  in  fperanza.Qn 
ftiintereffinon  poter  muouer  il  Rè  di  Spagna,  che  ha  li  popoli  Carolici  :  ou'. 
puo  conformarfi  col  voler  di  elio  Ponteficcsfenza  prcgiudicio  de'  fuoi  ftati^i; 
"zi  gli  è  utile,  d'eiTer  tutto  unito  con  lui  per  ottener  delle  gratie  :  &  peròjeficr  n 
cellario  follecitarlo  con  continui  offici),  &  dargli  fperanza  d'ogni  lodisfartii 
ne.  Et  opportunamente  arriuò  a  Roma  Luigi  d'Auila ,  mandato  efpreffo  dal 
Maeftà  Catolica,ilqaal  il  Papa  hanorò  fopra  modo,lo  alloggiò  nel  luo  palaz2 
nelle  ftanze,doue  loleua  habitar  il  Conte  Federico  Borromeo  fuo  nipote;  &  i 
so  feco  ogni  effetto  di  cortcfia>Le  caufcpcrche  fu  mandato,  furono ,  Per  otti 
ner  dal  Pontefice  prorogatione  per  altri  cinque  anni  del  fuffidio  del  Clero  coi 
ceirogli,&gracia  di  veder  véticinq;  feudi  d'intrata  de'ValFallatichi  delle  Chicf 
Haueua  anco  in  commiflìone,  di  procurare  difpenfa  di  matrimonio  tra  la  Pren 
cipeiPa  i  forella  del  Rè  »  de  Carlo  j  Tuo  figliuolo,  laquale  in  Spagna  fi  tcneua  pt 

facih 


APA  Pio  mi.  LIBRO  SETTIMO.  701 

Cile  ;  poiché  moki,  etiando  tra'  priuari ,  erano  dilpenfiiti  di  co-ntraher  macri-  '  e  ^  1    ■,  7~ 

ionio  con  la  figlia  del  fratello,  o  della  forellajche  fono  pali  in  grado  a  quello      lxiii. 

ipigliarlaforeiladeipa!dre  :  okrache,  d'un  matrimonio dr quella  forte  nac- 

LKio  Mofe,&  Aaron.  Allcquai;,  propofìtionij  quanto  al  matrimonio  il  Papa 

oflc  lì  a  tutto  quellojdoucs'eucndeaal'autoritàJliajdiceadojC  he  farebbe  con- 

ilraic  :  ma  la  trattationc  non  caminaua  inanzi,  per  l'infermità,  che  fuccelTe  al- 

.Prcncipelfa  ,  che  leuò  ogni  ipcranza  di  matrimonio.     Et  quanto  al  fuflìdio, 

:  all'  alicnatione,  moftrò  il  Pontefice  annuo  pronto,  ma  diihcoltà  di  metterlo 

ictictto,  mentre  li  Prelati  ftanano  in  i[-efc  nel  Concilio  :  promettendo,  che,fe 

Re  l'auitairca  finirlo,&:libcrarfenc,cgÌilogratifichercbbc.Qaanto  alle  cofe^ 

;1  Concilio,  nelle  prime  audi.^nze.  Don  Luigi  non  pafsò  molto  inanzi:  folo 

fen  di  procurare  la  conferuarione  dell' autorità  Pontificia, .5<:  tifortò  il  Ponte- 

;e  a  non  trattar  di  far  lega  de' Cattolici ,  accioche  gli  hcretici  non  la  facci- 

ro  tra  loro,  oc  che  Francia  non  fi  precipirairc  ad  ogniaccordocon^fi  Vgo- 

Dtti. 

In  quello  mentre,  in  Trento  n  faceuano  diuerfc  adunanze;  gli  Ambarciacoii  '  .^f.^>"  "yo- 
efarei  adunarono  i  Prelati  Spagnuoli  in  cafa  dell'  Aiciuefcouo  di  Granata,  ^^''J^°^  -^ t^" 
indurgli  aconfentire,  che  nel  Concilio  fi  concedeiPe  l'ufo  dei  Calice,  con  e  foni  ìomrZ 
(Pegno  di  propcr  dinuouo  quella  materia  :  ma  gli  trouarono  tanto  alieni ,  che  detti  dagli 
cono  coftrctti  metterla  in  filcjitio.     Il  Cardinale  di  Lorena  fece  molte  Con-  ^pagnmli: 
egationico'fuoi  Prelati,&  Theologi,pcr  elPaminare  li  luoghi  mandati  dal  ^"'"f"^»  €>• 
>ntefice  all' Imperatore ,  nel  foglio  difopra  riferito  ,  ardali'  Imperatore  a  lui  S^/^lrTo" 
pra  le  parole  ,  Vmuerfalem  Ecclefiam  ;  facendo;  vedere ,  fé  quei  palli  erano  ci-  [cnttTdd  Pn" 
:i  direttamente,  &  le  gli  eradato  il  vero  fentimento,  per  formare,  come  poif<«: 
;ero  ,  una  altra  fcrittura  in  confutatione  di  quella.    Quelli  fnedefimi  luoghi 
dillo  l'Impcrarorcche follerò  communicatia'  Spagnuoli, per fentirii parer 
i"o:  il  che  hauendo  fatto  il  Cinque  Chiefe,  doue  tutti  li  Prelati  Spagnuoli 
ino  congregati  a  quello  effetto,  rifpofe  Granata,  Non  eifer  bifogno,  che  Sua 
aeftà  faccilè quell'opera  con  loro,  che  riceueuano  il  Concilio  Fiorentino; 
1  co'Francefi,  che  riceueuano  il  Bafiicenfc.   Molli  da  quello  accidente  al- 
ni di  loro,  dopo  la  partita  del  Cinque  Chiefe,  trattarono  che  fi  fcriuelPeuna 
tera  al  Papa ,  per  leuar  quella  finiflra  openione ,  che  haueife  concetto  òx  lo- 
ca che  ripugnò  Granata,dicendo,  Che  baftaua  al  Papa  conofcer  da' voti  loroj, 
e  in  quello  non  erano  contrarijv  ma  pero  non  efifer  giu{lo,che  fecondalPero  le 
ulationi  degP  Italiani  ;  &:  foggionfe  le  formali  parole,  Reflituifca  a  noi  il  no- 
o,  che  noi  lafciamo  a  lui  più,  che  il  fuo  :  &  non  è  giudo  ,  che  di  Vefcoui  di- 
tiriamo  fuoi  Vicari).    Et  un'  altro  giorno,  li  medefimi  Cefarei  s'adunarono  ' 
ngli  Ambafciatori  Franccfi,  permetter  ordine  di  far  inftanza  tutti  infiemc, 
e  folPc  propofto  il  Decreto  della  refidenza,  formato  dal  Cardinale  à\  Lorena; 
he  non  poterò  ne  eflì,  ne  Lorena,  impetrare  da  Varmienfcj  (^Simoncta  j  che 
tipando  per  infermità  non  interueniua. 

Occorfe,  che  nella Congregj^tione  de'dicefette  Marzo,  uno  de'  Thcologi  refìden^T^x rh 
incefi>trouata  opportunità  di  degredire  dalla  continenza  de' Sacerdoti,  .alia  ^»'lì'^i»  '^/«' 

TTtt      iij 


701  CONCILIO    DI   TRENTO.  P^paPioII. 

ci3~T^  i-cfidenza,  s'cflcfc/confiimando  tutto'l  ragionamento  fopra  di  quella.  Addila 
icàjsSceirempijapcrruaderchcfolTede  iureàmmo\  6c  rifponderc  aquei 


LXIII. 


natoncàjsxellempijapcriuaaercncroiieae  lureammo^  oc  lupuuucic  iiquct 
obicrcione,  che  fi  tiouano  tanti  Canoni,&  Decreti,  che  la  comandano,  ile: 
non  (ai-cbbcle  fotTe  commandata  da  Dio.  Vsò  quefto  concetto,che  il  Ita  Mi- 
no e  tbiidamcnto,  o  vero  colonna  della  refidenza  :  &  che  il  /w  Cammeo  è  l'ed:  • 
cio,ouero  ilvolto:&  iìcome,leuato  il  fondamento,carca  l'edificio}  &,leuata, 
colonna,  cade  il  volto,  cofi  è  impoflìbileconferuar  la  refidenza  col  folo  ItaC- 
nomco,&c'(]adìh  che  la  vogliono  a  quel  folo  afcriuere ,  altra  mira  non  hanno,  ■ 
nondidiftrucyo-erla.  Adduife  gli  eifempij  de'  tempi  pairati,oireruando,  che  in - 


ina' 


zittirti  li  Canoni  &  decreti  humani,larefidenza  fu  efquifitamente  da  tutti  v 
feruata:pej;che ciafcuno  fi teneua obligato daDio.  Ma, dòpo  che alcunifi foi 
perfuafi ,  non  hiiaer'  altro  obligo ,  che,  deriuato  da  leggi  l^umancquantonq 
quelle  fìano  ilare  fpelfo  rinouate ,  &c  fortificate  con  pene ,  nondimeno  il  tutte 
fempre  riufcito  in  peggio. 
mrte  delle-      In  quei medcfìmo giorno,  con  uniuerfal  difpiacerc  di  tutti  li  Prelati,  & 
gttto  Serlpan-  tutto  Trento,morì  il  Cardinal  Seripando,hauendo  la  mattina  pigliato  ihSani 
(^0'  Cimo  Sacramento  dell'  Euchariftia ,  qual  volfe  pigliar  fuori  del  letto  inginc 

chiato:&,dopo  tornato  in  letto,allaprefentia di  cinque  Prelati,  de' Secretati] 
Venetia,  &  Fiorenza ,  Se  di  tutta  la  fua  famiglia  ;  fece  una  oratione  Latina  tan 
longa,quanto  gli  durò  lo  fpirito,  confefsò  lafua  fede  conforme  in  tutto  alla  C 
tolica  della  Chiefa  Romana ,  parlò  dell'  opere  del  Chriftiano,  della  rifurretti 
ne  de'  morti,delle  cofe  del  Concilio:  raccommandòa'Legati,6<:  al  Cardinale 
Lorena,  il  progrelfo  d'elio  :&  volendo  anco  raccordar'  il  modo ,  nonhauen 
più  fpirito^dil^c,Che  il  Signor  lidio  gli  haueuaprohibito  l'andar  più  oltre;  i 
che  la  Sua  Diuina  Maeftà  parlcria  ella  a  tempo,&  luogo:  S>c  cofi  palsò  fenza  i 
più  parola. 

.        Il  Conte  di  Luna,  dalla  Coree  Cefarea  fcrilTe al Secretario Martino G 
sT'a  „Ì'rt"delvvn,&  mandò  copia  d'una  lettera  fcrittagli  dal  Rè,doLie  Sua  Maeftà  auilai 
preUufu9Ì    che  il  Pontefice  s'era  doluto  feco  de'  Prelati  Spagnuoli  :  &  fé  ben'  ella  penfa 
^trfauerirt    cioelTer'  auuenutcpcr  non  eifer  Sua  Santità  ben' informata,  tenendo  elfo,  e 
ilFa^*:        li  fudetti  Prelati  fimoftrinodeuoti  verfolaSedeApoftolica,nondimeno,oi'( 
nana  al  Contc,che,gionto  a  Trento,  volelfe  tenergli  la  mano  fopra,  accio  fan 
riffcro  le  cofe  del  Papa,falua  però  lalor  cofcienza  j  &  far'  in  modo,che  Sua  Sa 
titànon  haueiredadolctfìdilui.Etinqueftafoftanzailmedefìmo  Conte  ferii 
a  GranatajSegouia,^  Leon. 
ì  Franceft  fi    Addì  diciotto  MarzOiche  per  l'elTequie  di  Seripando  non  fi  tenne  Congreg 
dolg^oÀ Le-  rione, gli  Ambafciatori  Francefi fecero  una  folenne  comparita,  inanzi  a'.d 
gwy  --  chiedo _  Legati  :  e  fecero  indoglienza ,  che  in  undici  meli,  dopo  l'arriuo  loro  in  Trcnt 
no  riforma,    ^^j  primo  giorno  fino  all'  hora  haueifcro  fatto  intéder  le  defolationi  di  Francij 
&  lipericoh  della  Chriftianitàper  le  differenze  della  religione:3c  efpofto,che 
più  necclfario,  &  principal  rimedio  era  una  buona  &  intiera  riforma  de' coft' 
mi,&  qualche  moderatione  delle  leggi  pofitiue:&  fempre  gli  fia fiata  databu 
na  fperanza,&:  gratiofe  patole,fenza  che  mai  ne  habbiano  veduto  alcun  effetti 

■ 


I.paPioIIII.         libro    SETTIMO.  705 

(12  fi  fuggec|uantoripuo,lanforma;  che  la  più  parte  de'  Padri  &  Theologi,  'ciò   id 
fjjio  più  chcmai  duri,  «Se  Icueri  a  non  condonar  cofa  alcuna  alla  neccflìtà  del     ixiir. 
,|-npo:  coneludendo,  che  gli  pregauano  a  confiderar  quanti  huomini  da  bene 
[juoiono ,  prima  di  poter  far  qualche  buona  opera  per  il  publico  icruitio  :  di 
e  ne  danno  cifempio  li  Carduiah  di  Mantoua,  &  Seripando  :però,  volcirero 
jìfar  qualche  cofa ,  mentre  hanno  tempo  per  discarico  delle  lor  confcienze. 
'  fpofero  li  Legati ,  Difpiacer  loro  l'andar  delle  cofe  in  longo  :  ma  di  quefto  i  Legati  fi 
èrnecaufa gli  accidenti  fopraucnuti  della  morte  di  Mantoua,  &  Seripando. /^W^""'  «"'- 
le  effi  foli  non  polfono  portar  tanto  pcfo  :  che  gli  pregauano  d'afpettar  Mo-  '""^'""'.  *' 
iie,&  Nauagiero ,  che  prefto arriueranno.  Allaqual  rifpofta  s'acquietarono,       ^"^'"" 
rche  anco  gli  Ambafciatori  Imperiali  fecero  inftanza ,  che  lì  andalfe  lenta- 1^  nrr^  ^-r^ 
mte,afpettando  lancgotiatione  degli  Ambafciatori  G  efarei  m  Roma,  con-  ma.  èlkhufta 
Dnti  con  Luigi  d'Auila,liquali  tutti  infieme  haueuano  fatto  inftanza  al  Pon-  al  Papa  d* 
ìce,cKe  in  Concilio,&  non  a  Roma ,  fi  facelfe  una  uniuerfal  riforma  di  tutta  C'fA»-^»' ,  e 
Chiefa>nel  Capo,&  nelle  membra  j&; per  la  riuocatione  del  decreto,  che  li  ■^/"'i'"*"^'* 
li  Legati  potefferoproponer' in  Concilio,  come  contrario  alla  libertà  degli 
nbafciatori,&  de' Preiati,  di  poter  ricercar  quello,  che  giudicalfero  utile, 
eftiper  lefue  Chiefe,&  quelli  per  li  fuoi  Stati. Laqual'  inftanza  l'Imperatore 
idico  megho,che  folse  prima  fatta  al  papa,  &c  poi  in  C©ncilio. 

Non  però  quefti  Prencipi  erano  in  tutto  concordi  :  imperoche ,  fé  ben  Don  ^„  qualche 
id  a  parte  fece  le  medcfiraedimande  ,  nondimeno  apprcifo  di  ciò,,  ricer-  diuerfità,  ft- 
il  Pontefice  ,  che  perfuadelTe  l'Imperatore  a  rimuouerfi  dalla  dimanda  «^òj 
.  Calice  ,  &  Matrimonio  de' Preti  j  dicendo  che'l  Rè  haueua  dato  com- 
ffìoiie  al  fuo  Ambafciatore  ,  che  anderebbc  a  Trento ,  ài  ftir'  ufficio  che 
n  fene  parlaffe ,  &z  che  parlandone  i  Prelati  Spagnuoli  vi  fi  opponeirero. 
orto  il  Pontefice  a  procurar  d'acquiftar  gli  Heretici  con  dolcezza,  non 
mdando  Noncij  ,  ma  ufando  il  mezo  dell'  Imperatore  ,  &  d'altri  Preno- 
ti d'autorità  5  &c  ad  accettar  le  dimande  de'  Francefi,  &  lafciar  libero  il 
)ncilio,  fi  che  tutti  pollino  proporre,  &:  che  nel  rifoluer  non  Ci  faciano 
Ittiche.    La  rifpofta  del  Pontefice  agli  Ambafciatori ,  fii,  che  il  decreto  del 
<>ponentibiis  Legatis  ,  farebbe  interpretato  in  maniera  >  che  ognuno  pò-  ^^P^pfd^ 
proponer  quello  che  vorrà  ,  &  che  egli  a'  Legati ,  ultimamente  partiti ,  f'^^'^^'^»  ww- 
Lieua  lafciato  libertà  di  rifoluere  tutte  le  cofe,  che  occorreirero^in  Conci-  *"'*"''* 
,  fenza  fcriuer  cofa  alcuna.  Che  la  riforma  era  defiderata  dàini,  &  nehaue- 
fpeifo  fatto  inftanza,  &  fé  il  mondo  la  volefie  da  Roma ,  già  farebbe  fat- 
.  &  ancoefleguita:  ma, poiché  la  voleuanoda  Trento,  fenon  fi  efFetrua- 
jla  caufa  nonfidoueua  afcriuer'  ad  altri,  fenon  alle  difficoltà,  che  fi  ritro- 
jano  tra  i  Padri.    Che  egli  defideraua  il  fine  del  Concilio ,  &  lo  procuraua. 
follecitaua,nedi  fofpenderlo haueua  penfierKD  alcuno..    Er  che  inconfor.- 
tàdi  quefto  ,  hauerebbe  fcritto  a' Legati  :.tSi  fcrifseancccon  dire,  che  il  de- 
:to ,  Troponenttbm  Legatis ,  era  fatto,  per  leuar  la  confufione,  ma  però  efser 
lontà  fua ,  che  non  impedilTero  alcuno  de'  prelati  a  proponer  quello,  che  gli  ; 
&  garfo}  6c  che  cfifi  douelTero  efpedir  le  niateiie  (econdoli  voti  de'  P.adrjj^ 


704  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio    III 

""  cHT^    ^cnza  afpettai  altro  odine  da  Roma.    Ma  qaefta  lettera  fu  per  dar  fodisfattici 
Lxiii.     ne>&  non  per  produrre  effetti:perche  il  Cardinal  Morene,  che  era  Capo  de  Le, . 
gati,  haiieua  leinftruttioniapartcper  dar  regola  anco  agli  ordini,  che  foflcr 
andati  da  Roma. 
in  particolare      A  Don  Luigi  rifpofe  in  particolare  il  Pontifìce,Che  haueiia  aperto  il  Cono  : 
sinftnnA  a     lio/ottolapromeira  fattagli  da  Sua  Maeftà,  che  n'hauerebbehauuto  la  protei,: 
Scagnai        t;ione,&:  che  farebbe  conferuata  l'autorità  della  Sede  Apoftolica  :  &  fi  trouau 
ingannato  :  perche  da'  prelati  fuoi  riceueua  maggiori  incontri,  che  da  tutti  g 
altri  ;  liquali,perlaconceflìonedeliufl[ìdiofegli  erano  inimicati  jinlìeme  co 
tuttol'  Clero  di  Spagna.    Che  della  buona  volontà  ài  Sua  Maeftà  non  dubit. 
uaj  matucto'l  male  nafceuajperchcjne  in  Roma  ,ne  al  Concilio,  hu-ueua  mail 
dato  Ambafciatori  conhdentirchè  era  giufto  lafciar  il  Concilio  in  libertà,&:  eg  ■ , 
più  di  tutti  cofì  dc{ìdcraua,non  piacendogli  però  la  licentia,  ne  meno  che fo»^ 
le  inferuicùdi  quei  Prencipi,chepredicauano  la  libertà,  volendo  elTi  commar  " 
dare.    Che  da  ognuno  gli  era  fatta  inftanza  di  libertà  nel  Concilio ,  &egHno 
fapeua,fe  tutti  quefti  hauelfero  benpenfato,  che  importanza  farebbe,  quando 
Prelati  folle  lafcita  la  briglia  fopra  il  collo.  Che,  quantonque  in  quelnumer 
vi  folfero  alcune  perfone  eccellenti  in  bontà,&in  prudenza,vi  erano  nondim 
no  anco  dìquellijchemancauanojo  dell' una,o  dell' altra,o  d'ambedue  inficm  § 
liquali  tutti  erano  pericolofì,  quando  non  follerò  tenuti  in  regola.  Che  a  III 
imporraua  forfè  manco  di  tutti  ilpenfarci:  perche,  hauendo  il  fondament 
dell'  autorità  fua  fopralepromeiTediDiojin  quelle  confidaua:ma  maggiorb 
fogno  haueuano  li Prencipi d'auuertici, per  li  pregiudicij, che  nepotrebboii 
fcguire,<3c  che  quando  li  prelati  fodero  polli  m  quella  fouerchia  libertà,  ne  rii 
crocerebbe  forfè  molto  a  Sua  Macftà  Cattolica.  Che,quanto  alla  riforma,  e 
impedimenti  non  vcniuano  da  lui, che  egli  larcbbe  andato  differendo  le  dimai 
de  de' principi  (opralacommunionedei  Calice  ,  Scaltre  talnouità,  comeSi 
Maeftà  defiderauaj  Ma,che  ella  confiderairejchcHcome  la  m.ente  di  SuaMacf 
non  è  conforme  a  quella  degli  altri,  .ne'  particolari  del  Calice ,  &  Matrimoni 
de' preti}  co'fi,  in  ognialtraviè  chi  fa  inftanza,  &  chi  s'oppone  a  quelli  dile 
Conclufeinfincche  ftaua  aSua  Maeftà  veder' un  fruttuoib,  &  prefto  nned' 
Concilio,dalqaale  quando  egli  foirc  ftato  libero,  ella  (ìpoteua prometter  ogi 
fauorc. 
pf,-plcQh.ì  de       Ii^  Concilio  addi  venti  Marzo,  finirono  di  parlar  li  Theologi  fopratuttia: 
jfLegati  in  Co-  ticoli  del  Matrimonio.    Siriftrinicro  li  Lcgari,per  deliberare^lcdouenanonc 
e^o;  le  Congregationi  de' Padri,  proponete  la  dottrina,  &  Canoni  del  Matriraoni( 

Ma,confiderando3che  Francefi,& Spagnuoli,ii larebbono  oppofti,  8c  che  fi  p(| 
trebbono  eccitar  m^aggiori  controucriìe  diqaelle,  che  fmo  all' bora  erano,  ^| 
quando haueifcro  voluto proponcr gli  abuhiolamentcveniuano  apuntoa 
occafione  agf  Imperiali,^  Francefì,d'cnrar  nella  materia  di  riforma,erano  pVj 
piedi.  Sarebbe  ftato  utile  il  tentare  d'accommodar  alcuna  delle  diificoltà:& 
quoiloinclinanaVarmienfe;  Ma  incontrario  Simoncta  dubitaua.  Che  peri 
«^c-)ca  fermezza  del Goll'^ga,  non  folFe  faccefTo  qualche grauc  pregiudicio:&al 

tribuend 


paPioUII.  libro  settimo.  70$ 

uendo  la  colpa  di  furti  li  difordini  occor/ì  in  Concilio  a'  doi  Legati  morti^ 
,con  hauer  proceduto  nella  materia  della  Re/ìdenza,più  fecondo  il  proprio 
b>clie  fecondo  gli  bif^gni  della  Chiefa,per  troppa  bontà  haueuano  caufato 
ornale,  &  che  non  era  da  metterli  in  pericolo  di  vederne  di  maggiore  j  & 
(  non  confcntiua,  che  d'alcuna  d'elle  fi  parlalTe.  Onde  finalmente  conclu- 
.d'inter mettere  tutte  le  trattationi  fino  alla  venuta  degli  altri  Legati.  Do- 
iqual  rifolutione ,  Lorena  deliberò  d'andar  in  quel  mentre  fino  a  Venetia, 
iceuer  nel  viaggio  qualche  relallàtione  d'animo ,  per  il  dolore  conceputo 
amorte  dclgran  Priore/uo  fratello,  che  glihaueua  anco  rinouato  la  piaga 
ifpiacere  per  la  morte  dell'  altro. 

:  difficoltàjdallequali  fi  è  parlato,erano  feicl'una,  fopra  il  decreto  già  fatto,  Ipeclfcatcì 
foli  Legati  proponeficro:  la  feconda,fopralaRcfidenza,fe  folFe*^^  iure  di- 
si terza>  fopra  l'Inftitutione  de'  Velcoui ,  fé  hano  la  loro  autorità  immedia- 
Chrifto:la  quarta,fopra  l'autorità  del  Papa:  la  quinta,  d'accrefcer  il  nume- 
Secretarij,  ^tener  conto  minuto,&fidatode' votirlafeftaj&piùimpor- 
idella  r  iforma  generale.  Lequali  io  ho  voluto  recapitular  in  quello  luo- 
uneperanacefaleofidi  quello,(oprache  fin' hora  s'era  trauagliato,&  proe- 
le'trauaglijche  feguitano  danarrarfi. 

àn  fu  nuouo  in  Trento  l'auifo,  che  andò  dell'  inftanza  fatta  in  Roma  al  ie  ìnHttn%e 
:  perche  già  gH  Ambafciatori  Cefarei ,  &  Francefi,  haueuano  publicato  ''^S^*  <**'«- 
Dhfidoueuafare,  pervoltarfipoial  Concilio  unitamentca  far  le  richiefte  ^/^  .<J  2'*^°- 
fime.  Et  il  Cardinale  di  Lorena,  folito  a  parlar  variamente,diceua,C he,  „j^ 
iPrencipiriceueifero  fatisfattione ,  chelelorpetitioni  di  riforma  folfero 
ifte,  &  la  riforma  (labilità  fenzadiminutione  della  autorità  Pontificia,fa- 
no  ceirar  immediate  quelle  inftanze  :  &  aggiongeuaappreiro,Che  al  papa 
)e  facile  riufcire  della  riforma,  &  venire  all'  efpeditionc  del  Concilio> 
lofi  lafciaire  intender  chiaramente,  quali  folfero  [i  capi ,  che  non  voleirc 
trattalTero ,  accioche  fi  potelfe  attender'  all'  efpeditione  degli  altri  :  &  che 
ueftofi  leuariano  le  contefe,  che  fono  caufa  delle  dilationi:  percioche, 
^ponendo  alcuni, che  vogliono  moflrarfiaffcttionatia  Sua  Santità,  che 
irte  di  quelle  petitioni  fia  pregiudiciale  alla  Sede  Apoftolica,s'oppongo- 
utte  :  (Scaltri,  negando  che  alcuna  pregiudichi,  fono  caufa  di  portar  il  ne- 
in  longorche  quando  Sua  Santità  folle  dichiarata,le  difficoltà  cefferebbo- 
ali  Ambafciatori  Cefarei  diedero  copia  in  Trento  a  moki  della  lettera 
mperatorcfcritta  al  Papa:  per  laqual  caufa  li  Legati  vennero  in  opinione 
'  andar  attorno  ellì  ancora  la  copia  della  fcritta  da  loro,  in  rifpofta  a  quella 
à,quandogli  mandò  quella,che  al  Papa  haueua  fcritto  :  laqual  rifpofta  ef- 
ifatta  fecondo  l'inftruttione  fcritta  da  Roma,  conteneua  li  medefimi  con- 
;he  la  lettera  del  Papa. 

Pontefice,  confrontate  le  propofte  fattegli  da  tutti  gli  Ambafciatori ,  con  ftnnorifoiue^ 
)  che  era  auifato  elfer  detto  dal  Cardinale  di  Lorena,tanto  più  fermò  nell'  ^f ''^  ^^f'^  * 
).fuo,di  non  doucr  confentire  alle  propofitioni  di  riforma  date  da'  France-  7^^*^^'^^' 
cramcntejnon  folo  una  perfona  di  gran  fpirito>&  molto  verfato  ne'  nego-  Pranctff' 

VVuu 


7o6  CONCILIO   DI  TRENTO  Papa  Pio  U: 

tijjcome  ilJPonteiìceecaimaogni  mediocre  ingegno  hauerebbe  fcopeitor; 
tifìcio  ordito  per  tirarlo,  quadofoireftato  incauto,neUarete.  Confidcraua,n 
altro  fignificar' il  dire  ,  Che  fi  dichiari  quali  delle  petitioniiion  gli  piaccioi 
lafciando  deliberarle  altre»  fenonlafciar  aprir  la  ftrada>  con  qucile,per  int 
durre dopoi le  altre,  che  foiTero  in  fuo  pregiudicio.  Et  chi  poteua  dubit; 
che  l'ottenerle  prime  folTe,  non  fine,ma  grado ,  per  palfardoue  iìmiraua?^ 
rilafciar  li  precetti  Ecclefiaftici  fpettanti  a'  riti,come  la  Comraunione  del  C 
ce,il  Celibato  de'  Pretijl' Vfo  della  lingua  Latina,parer'  in  primo  afpetto  che  ; 
pollino  derogar  all'  autorità  Pontificia  :  nondimeno ,  qualonque  di  quelli  j 
alterato,caurerebbe  immediate  la  total  diftruttionc  de'  fondamenti  della  CI  'i 
fa  Romana.Eircr'  alcune  cofe,  che,  nel  primo  afpetto,  paiono^poterfiadmei 
fenzadiminucione  dell' autorità;  ma  l'huomo prudente  doucr'auuertire,  i 
"e  p'tr  «0  _/?  rantoli  principi],  quanto  li  termini  delle  cofe.     Per  quelle  cagioni ,  rifo! 
penfa  guada-  di  non  caminar  per  la  via  di  cederà  queftipninipaflì,  &  datofi  a  peniare , 
gnxrjì,  oltre    ^^^^-^  j-fi^iedij  vi  foifero ,  ritornò  ne'  primi  penfieri,  che  il  Rè  di  Spagna  non 
{'•*EP^3         ueua  ne  interctre,ne  affetto  proprio,per  profeguir  le  inftanze  fatte:  che  l' Ir 
latore,  &iFrancefi,  vimetteuano  penuero  grande,  fperando  con  quei  ir 
fatisfir a  lor  popoli,&  quietar  le  difcordie  ciuili  :  &  quando  quelli  Foifer< 
pacijche  gli  heretici  inculcano  la  riforma  ,  per  pretefto  di  mantenerfi  fep 
dalla  Chiefa,  ma  non  Ci  ridurrebbono  però,  quando  anco  folfe  perfetta  :  a 
derò,  che,  fatti  i  Prencipi  capaci  di  quello,  hauerebbono  celiato  dall' infta 
&lafciato  finir  quietamente  il  Concilio.  Si  voltò  tutto  a  tentar  di  fupera 
quella  (Iradale  difficoltà,&  ben  confiderati  tutti  lirifpetti,gliparuepiùf 
.   ^  r  -  psifLiader  l'Imperatorccome  quello,che  folo  poteua  deliberarci  era  dip 
Cf^g^  cile ,  Se  buona  natura ,  lontano  dagli  artifici) ,  &c  non  collretto  da  nccell 

guerra  :  doue  che  in  Francia ,  eifendo  il  Rè  un  putto ,  li  partecipi  del  gol 
moltÌ5&:  di  natura  artificiofa,  &  con  varij  interefii,  era  dimoile  porer  farfr 
Onde,  tutto  riuoltato  a  quello,  deliberò  che  il  Cardinale  Moroncinanz 
dar  principio  alle  cofe  ConGÌliari,andalfe  all'  Imperatore  per  quello  elfett 
^itche  protende  raccordandofi quello, che  il  Cardinale  di  Lorena  haueua detto aTrentO: 
adoperar  Lo-  andar  l'Imperatore  a  Bologna  per  riceuer  la  corona,  deliberò  di  tentar  l'ai 
w»*j  di  quel  Cardinale,fe  fi potelfe indurre  ad  elFer  mediatore  in  quellcSc  cofi 

ferir'  anco  il  Concilio  in  quella  città.  Ordinò  al  Vcfcouo  di  Vintimiglia; 
infinuatofi  con  lui,vedeire  d'indurlo  a  concentarfi  d'adoperarfi  in  quella  in 
fa:&,per  dargli  occafione  d'introdurfi,fece  che  Borromeo  gli  diede  il  cari 
condolerfi  con  lui  della  morte  del  gran  Priorcfuo  fiatello. 
«  lo  fa  firattì'  Ma,c(fcndo  quello  ordine  andato,che  già  il  Cardinale  erapartito  per  Và^ 
urti  ilVefcouo,  communicato  ilnegotio  coi  Cardinale  Simoneta,  conclufi 

l'importanza  della  cofanon  comportaua  indugio  di  tempo,  ne  meno  di  j 
tiarlaaltrimenti,che  a  bocca  :  e  rilbluè  di  feguitar  Lorena,  lotto  pretella.( 
der,in  Padoua,  un  fuo  nipote  grauemente  infermo:  doue  gionto^  &  vi 
il  Cardinale,  (Scprefeiitategli  le  lettere  di  Borromeo,  &  fatto  l'ufficio  di 
^oglienza,  non mofttando  d'hauer  tanto  ne^otioconluij  entrati  in  rag 

»< 


IpaPioIIII.  libro   settimo.  707 

;,nto,  dimandò  il  Cardinale,  che  cofa  eradinuouo  in  Trento,  dopo  la  fiu   ci^  i' 
p  tiu;  (k  fé  era  vero,  cheil  Cardinale  Morone  folle  per  andar  all'  Imperato-     Lxm. 
a  come  lì  diceua.    Dopo  molti  diicorfi  dell'  uno,  &  dell'  altro, il  Vefco- 
joaisò  a  raccordargli,  che  Sua  Signoria  iUuftriflìma  in  Trento  gii  haueuaal' 
•r  voice  detto  ,  che,  le  il  Pontefice  hauefTe  voluto  trasferirri  a  Bologna,  l'Im^ 
■e  tOLC  vi  farebbe  andato,&  farebbe  ftato  occaiìone  d'incoronarlo,  il  che  ha- 
u.-bbe  meiTo  niolco  conio  a  Sua  Santità,  per  mantenerfì  nel  poileiTo  della 
cjnanone  ,  la  quale  la  Germania  oppugnaua:  il  che  eflendo  di  nuouodal 
Z  dmaie  attermato ,  foggionle  il  Vercouo,  Che  egli  all'  hora  nehaueua  da- 
oLiilo  a  Roma ,  &  alprefentene  haueua  tal  rifpofta, dalla  quale  condude- 
K  che  lì  prefentaua  unabeUilTima  occafione  a  Sua  Signoria  llluibiffima,di 
)(  ar  un  gran  frutto  alla  Chiefa  di  Dio  ,  adoperandoli  per  mandar'  ad  efFet- 
D  Mi  util  diifegno  :  imperoche,quand<>  ella  difpondfe  Sua  Maeftà  ad  an- 
a  a  Bologna  ,  chiamando  anco  là  il  Concilio,  fi  poteua  tener  per  certo,  che 
u Santità  s'haucrebbe  rifolutaad  andarci:  &  con  l'affiftenza  del  Papa,  & 
e    Imperatore,  le  cofe  del  Concilio  hauerebbono  prefoprefto,  &  felice 
[iiiVo.     Et, m.oftrando  il  Cardinale  defiderio  di  veder  quello,  che  gli  era 
r  o,  il  Vefcouo  5  facendo  dimoftratione  di  proceder  con  lui  liberamente,gli 
e  rò  le  lettere  del  Cardinal  Borromeojóc  unapoliza  di  Tolomeo  Gallo,  Se- 
fi  rio  del  Pontefice. 
Cardinale, letto  il  tuttcrifpofejChcquando  folfe  tornato  aTrento,haue-  ^'*  »«"  "^ 
'.  hauuto  maggior  lume  deir  animo  dell' Imperatore,  Se  di  quello,  che  {\Py^  F^^*^ 
ificehaueiferirpofto  a  Sua  Maeftà,  onde  potrebbe  poi  pigliar  partito  ,&       «<'"f'»w 
lancherebbe  d'adoperarfi/e  folTe  bifogno.    A  che  replicando  il  Vefcouo, 
.mente  del  Pontefice  lapotcua  chiaramente  intendere  per  le  lettere  mo- 
gli,ne  occorreua  afpcttarne  chiarezza  maggiore  j  il  Cardinale  entrò  in  al- 
iionamcnti,ne  mai  il  Vefcouo,col  ritornar  nel  medefimo,potècauar' altro 
tanza,che  l'ifteila  rifpofta  :  ben  gli  di{re,cheegli  haueua  parlato  dell'  anda- 
ologna,per  l'intentione,  che  il  Papa  daua  all'  Imperatore  della  riforma:ma 
i,che  in  tanto  tempo  s'era  viftcchc  fé  ben  Sua  Santità  promette  cofealfai, 
idi  quello  che  fi  ricerca,in  Concilio  però  niente  s'cfieguifce";  l'Imperato- 
gli altri  Prencipi,  credono ,  che  Sua  Santità  veramente  non  habbia  hauu- 
imo  di  riforma  i  laqual  fé  haucfte  hauuto  ,non  hauerianoi  Legati  manca- 
fleguir  la  volontària.  Dillcche  i'Imperatornon  era  fodisfatto,  perche, 
ido  Sua  Santità  moftrato  animo  al  Génaro  di  voler  andar'  a  Bologna,  s'era 
fubito  raffreddato  :  &  che  quando  Sua  Maeftà  ha\detto  di  voler' interue- 
iConcilio,  Sua  Santità  ha  fatto  ogni  operaper  ritirarlo  da  tal  penfiero:& 
o  delle  fue  lolite  varietà  di  parlare,  dille  anco ,  Che  l'Imperatore  non  fi  ri- 
fiad'andar'a  Bologna,per  non  difpiacere  a'  Prencipi i  quali potrianodu- 
ìy  che,  quando  folTe  là.  Sua  Santità  volelfe  gouernar  le  cofe  a  modo  fuo;  Se 
nar'  il  Concilio  come  gli  piacclTe,  fenza  far  la  riforma.  Narrò  d'hauer 
toauifo  dell'  inftanza  fatta  da  D. Luigi  d'Auila  ,  a  nome  del  Re  Catolico, 
:ando  piacer  di  quell'  auifoj^c  eftcndeudofi  a  particolari,aggionfe  efser  nc- 

yVuu     ij 


yo^  CONCILIO  DI  TRENTO  PapaPio    Uj 

ciD   i3    ceirariojchefìfaceire dall' Alfajfino  all'Omega:  &  che fariabcncche  fi  kua/> 

ixiii.     rodi  Concilio  fino  a  cinquanta  Vcfcoui ,  che  fi  oppongono  fempreatuttc  e 

buone  rifolutioni.Diire  ancora,che,per  il  patlatosegìi  penfaua  elfer  più  abul  n 

Francia>che  inakri  luoghi:ma  hauer  conofciuco  dopoi ,  ch'anco  in  Italia  v  :a 

da  far'  affai.  Percioche,  fi  vedono  le  Chiefe  in  mano  de'  Caidinali,che,non  i« 

uendo  altra  mirajfenon  di  tirar  entratele  lafcianoabandonate,  dandone  la  h 

ra  ad  un  pouero  Prete  :  d'onde  nafcono  le  rolline  delle  ChiefcrSimonie,  &  i  à 

infiniti  disordini  :  al  rimedi©  de'quali  li  PrencipÌ5&  lorQjuiniftri,  erano  an  ti 

ritenutijfperando  che  pur  una  volta  flfaceire  la  defiderata  riforma.  Che  elfo  v 

Cora  era  proceduto  con  rifpettoi  ma,  vedendo  horamai  elTer  tempo  d'opera  ir 

beramcnte  per  leruitio  di  Dio ,  non  voleua  aggrauar  più  la:  fua  cofcienza  :  3^ 

nel  primo  voto  che  dicelTe,  era  rifolulodi  parlar  diqueftorche  la  cafa  fua,p'  || 

conferuatione  delia  religione, &  feruitio  di  Dio,  haueua  tanto  patito,, qua  q 

ognun  fa,  con  la  perdita  di  due  fratelli  :.cheegli.era  per  perderfì.  nella  mede!  11 

~  opera,fe  hennon,comeloro,ne.lle  armi:che  Sua  Santità  non  dotieuadar  0  :• 

chie  a  chi  cercaua  dirimuouerla  dalla  Giafanta  intétione;  marifolucrd  d'aci  i- 

ftar  quello  merito  apprelfo  Dio,  con  leuar  gH  abiifi  della  Chie/a.  DilPe  anc  i, 

Che,venendo  li  nuoui  Legati  ben  informati  della  mente  del  Pontefice,  di  e  f: 

CQnofcerà  l'animo  fuo  intorno  la  riforma,.&.  eflìnon  haudrannopiùfcul  li 

ritardarla.  Et,  con  tutto  che  il  Vefcouo  più  volte  lo  volelTe  rimettere  in  p£  11 

dell'andata  a  Bologna,voltòfempre  il  ragionamento  altroue.Del  tutto  il  ^  i- 

timigliaauisòa  Roma, dandone  anco  il  (uogiudiciofopra;che,quantonq  ii 

Cardinale  altre  volte  faceife  mentione  di  quefta  andata  a  Bologna,nondini  e 

ne  haueffe  l'animo  contrario,^:  lo  dicefTe  con  arte ,  per  fcoprir  l'intentici  ji 

SuaSantità,&:  della  Corte;  &  che  all'  hora  era  ben  haiierlo  fcoperto:  perch  « 

haueifc  detto  di  volerfiadopcrarejhaueria  potuto  portar  il  negotio  in  long'  ii 

far' occorrere  diuerfiinconuenienti  pregiùdiciali. 

face  coB^orj       ARoma  andò  aiiifojche  il  Rè  dfFrancia  haueua  fatto  pace  con  gli  Vgoi  :• 

ntati  mFra-  ti^non fapeiidofi,  pero  ancoraleparticolariconditioniilaqualcofaftimàdo  e 

«tf  ,j»c«a>     £^^^  proceduta  per  opera  d'alquanti  Prelati,che,quantonque  non  dichiara  i' 

dercotraPre  pcrtamente  Proteftantbleguiuano  pero  quella  parte  jdehbero  11  Pontehc  e!  - 

lati  rr<znce^piirgli,folito  adire.  Che  maggior  danno  riceueua  dagli  heretici  mafchei  i> 

fér  tinqulfi-  che  da'  manifefti:onde  inConciftorode'trentun  Marzo»  hauendo  prima  £  > 

mnt:  legger  la  lettera  fcrittagli  dall'  Imperatore,&  larifpoftadalui  datajpafsòa  j  • 

rare  le  confufioiii  di  Erancia,  foggiongendo.  Che  il  Cardinal  Sciatiglion  ?  - 

uendo  deporto  il  nome  di  Vefcouo  di  Beauuais,  &  fattofi  chiamar,  Conr  i 

Beauuais,s'haueuaprononciato  efìfo  medeiunopriuo  del  Gappello,attribLici  > 

tuttilidifordini  alui,  all'  Arciuefcouod'Aix,al  Vefcouo  di  Valenza,  &alc  i 

altri  :  lequali  cofe,  con  tutto  che  folTero  notorie ,  Scnon  hauelferobi fogno  i 

maggior  chiarezza,per  venirne  alladichiaratione;nQndimenoordinaua,ch(  t 

Cardinali  prepofti  all'  Inquifitione  procedeiTero  contra  di  loro.Alche haiic  ■ 

do  rifpofto  il  Cardinal  di  Pifa,  che  vi  fofie  bifognodi  propria,&fpecialaurc  ■ 

tàiordinò  ilPciteficejche  fìfaceiTe  una  jauoua  Boliaala  qualfu  data  a'  fette  Apri 

'  &C0 


i'APA  Pio  mi.         LIBRO     SETTIMO. 


70^ 


52eonteneua,  Cherufficio  del  Pontefice  Romano,  Vicario  di  Chriftcalqnal     ci3  i3 

•gli  ha  raccomandato  le  Tue  pecorelle  da  pafccrejcirendo  d'inuigilare  per  ridar     l  x  1 1 1. 

i  fuiati,  &c  raftrenar  con  pene  temporali, di  quelli ,  che  non  fi  polFono  acqui- 

br  con  le  ammonitioni  j  egli,  dal  principio  della  Tua  alfontionc,  non  ha  trala- 

ciato  d'eireguir  quello  carico  :  con  tutto  ciò ,  alcuni  Veicoui ,  non  folo  fono 

aduti  in  errori  hercticali,raa  fauorifcono  ancora  gli  altri  hercticoppugnando 

afede.  Alche  per  prouedcre ,  commanda  agl'Inquillcori  generali  di  Roma,  a* 

juali  altre  volte  ha  commcifo  l'ifteirojche  procedino  centra  quelli  tali,  ctian- 

lio  Vefcoui,  8c  Cardinali,  habitanti  ne'  luoghiVdouelafettaLutheranaèpo- 

ente  ,  con  facoltà  di  potergli  citar  per  editto  ijiRoma,o  veramente  a'  confini 

Ielle  terre  della  Chieia ,  a  comparcr  perfonalmente  j  5c  non  comparcndo,pro- 

cder  inanzi  fino  alla  fentenzajlaqual  egli  prononcierà  in  Concifloro  fecrero. 

i  Cardinali,  elfeguendo  il  commandamentjo  del  Pontefice,  citarono  per  cdit- 

0  a  comparer  perlonalmente  in  Roma,  per  efpurgarfi  dall'  imputatione  d'hc- 

:fia,6c  di  fautori  d'heretici,Odetto  Colignì,  Cardinal  di  Sciatiglion  ;  San  Ro- 

iano-,Arciuercouod'Aix;GioLianniMonluc,Veicouo  di  Valenza  iGiouanni 

kUtonio Caracciolo,  Vcfcouo  diTroia>GiouanniBarbanton,Vctcoiiodi  Pa- 

liersjCarlo  GilarjVcfcouo  di  Sciatres. 

Ma  in  Trento  >rairenza  di  Lorena,  tScrrefpettatione  della  venuta  de'nuoui 
egati,con  opinione  cheli  douclFe  mutar  forma  di  proceder  in  Concilio ,  &  li 
iox-ni  della  Paflìone,&  della  Pafc  a,  in  danti,  diedero  unpoco  di  quiete  dalle 
egotiationi.il  Venerdifanto>ritornò  il  Cardinale Madruccio,  perhonorar'  il  ig„f^j  i^^ 
egatoMorone,che  s'afpettaua,ilquale  ilSabato  fantojfu'l tardi,  fece  l'entrata  Moroneìn 
ontificalmente,fotto  il  baldacchino,  incontrato  da' Legati,  Ambalciatori,&  Tremo,. 
adri  del  Concilio,^  daLClero  della,  città,  3c  condotto  alla  Chiefa  Cathedra- 
jdoue  iìfecero  le  folitc  cerimonie  nel  riceuer  li  Legati.  Et  il  giorno  feguente,, 
icfula  Pafca  ,  cantò  MelTafolenne  nella  Capella:  nclqual  giorno  arriuò  il 
uOnte  diLuna,incontrato  da  molti  Prelati,(S«:  da  gli  Ambafciatoii.Entrò  nella  e  del  Conte  dì 
ttà,in  mezzo  di  quelli  dell'  Imperatore,  &  del  Franccfc,  con  molte  dimollra-  ^.""'*'  -^f»^'- 
oni  d'amicitia.Da'Francell  ancora  fu  vifitato,6<:  dettogli  d'haucrcommidio-   *  ^P^SP'*' 
;dal  Rè,&  Regina,  di  communicar  con  lui  tutti  gliaftari ,  &  offertili  ad  ador 
rarfi  con  lui  in  tutti  i  feruitij  del  Rè  Catolic.Ojluo  Patrone,  A  che  egli  riiporc> 
'haueril  mede/Imo  ordine  di  communicar  con  loro  :  ik  ui'ercbbe  ogni  buona. 
«rifpondenza.Egli  vifltòli  Legati ,  &  con  loro  usò  parole  molto  amoreuolij 
.offerte  generali.. 
Addì  tredici  Aprile  fu  Congregarione,per  riceuer  il  Cardinal  Jvloroncdo  riceulone  dei- 
cgli,letto  chefuilBreue  della  fua  Icgationcfeceunaoratione  a',  comodala,  ^'^^^<^"e,  e fito 
iilaquale  diifejChe  le  guerre,feditioni,&  altre  calamità  prerenti,&  immincn-  f'*3'<'»-?»«»w.' 
perii  noflripeccati,ceirercbbono,  quando  fi  trouaffe  rimedio  di  placar  Dio,., 
reftituir  l'antica  purità  rperilche  il  Papa,con  ottimo  conkglio,haueua  con- 
legato il  Concilio,nelquale  fono  due  Cardinali,Prencipi  infigni,pcr  nobiltà. 
:virtùj  Oratori  di  Cefare,&:  di  tanti  granRè,Città  libcre,Prcncipii(ScNatio- 
4  &  Prelati  d'eccellente  dottrina  >  &  bontà  j6c  Thcologi  pcntillimi  :  ma  nei- 

VVuu-    iij^ 


7T0  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  Pio  IIII 

ei2   13  'corfojeirendo  morto  Mantoua,&;  Seripando,  il  PapahaucuaroftituitoIui,ag 
txiii.     gioatoglìNauagiero»  ilcheeglihaiieuariciiiaco,  conofcendolagrauezzadel 
pcfo>&  la  debolezza  delle  fuetorze.Ma la  necefficà  dell' obedienza  haueua  vin- 
to il  cimoic:eragionto>colìcoinmandato,per  andar  alla  Maefl:àCerarea,&  tor- 
nar' in  breiie  per  trattar  in  compagnia  degli  altri  Legati ,  co'  Padri ,  quello,  che 
tocca  la  falutcde'  popolilo  fplendore  della  Chiefaj&i  la  gloria  di  Chrifto  :  che 
portaiiafeco  due  coiejl'unajrottima  volontà  del  Pontefice,per  render  fìcura  la 
dottrina  della  fede ,  emendar  li  coftumi ,  proueder  a  bifbgni  delle  proLiincie,& 
fìabilir  la  pace  >  Se  unione  ,  etiandio  con  gli  auiierfarij,  inquanto  fi  puo/aluala 
pictà,&degnicàdeii.iScde  Apoftolica  ;  l'altra  >  la  prontezza  Tua  propria  a  fai 
queilojchc  SUaSanricà  gli  ha  commandato.    Pregaua  li  Padri,  chclafciate  le 
conteationi,  de  lediicordie  ,  che  grandemente  offendono  il  Chriftianefino, 
&;  le  queftioni  inutilijtrattaflTero  feriamente  delle  cofe  neceiraric. 
aviifidoft  àì~        i\  Concedi  Luna  andò  facendo  uffici)  contuttiliPrelati,va(rallidelfuoRè: , 
corfidelLuna  5pjg,-moli,  &  Italiani,  o  beneficiati  ne' Stati fuoij  con elTortarglijin nome  d 
nfn  cSo":  ^"^  Maeftà,  ad  cller  uniti  nel  feruitio  di  Dio,  &  riuerenti  verfo  la  Sede  Apofto- 
lica ;&  anoningiiiriarfi;  dicendogli,  Ghetiencomraiffioned'auifarpartico 
larmente  il  proceder  di  ciafcuno,  Se  che  Sua  Maeftà  tenera  particolar  conto  d 
quelli,che  lì  porteranno  fecondo  il  fuo  defìderio  ;  ilqual  non  è  però ,  che  dichi 
no  cofa  alcuna  conerà  laloroconfcienza.  Et  parlaua  in  tal  maniera,  che  inten- 
deua  ognuno,quefte  vltirae  parole  ciler  dette  ieriamentej  ma  le  prime , per  cere 
monia. 
Moyoneva  a      Hauerebbe  voluto  il  Cardinal  Morene,  inanzi  la  partita fua  per  andar  ali 
Cefin,per     Imperatore,veder  Lorena;  Se  quello  ditferiua  ilfuo  ricorno  5  per  non  hauer'oc- 
fìegarlo  a  le    cafionc  d'abboccarfi.Imperochc,hauendo  egli  parlato  in  Venetia  col  Cardina 
'voghe del Pa-  ^i^^^„i^..q  •  ^  penetrato  buona  parte  delle  inftruttioni  date  dal  Pontefice,vo 

pa.  nel  fatto      ,         P      .    \,     ^    r  1      -»  r  •  1  •  1 

dei  Concilio:  l^Lia  Kiggn"  1  occafione ,  che  Morene ,  con  communicargli ,  o  tutto ,  o  parte  d. 
quello,  che  haueua  a  trattar  con  l'Imperatore,  lo  metteile  in  qualche  obligo 
Onde  il  di  fedeci  d'Aprile,Morone  fi  partì.  Egli  di  ceua  d'eller  mandato,folo  pei 
giuftiftcar  la  buona  intentione  del  Pontefice  ,  perche  il  Concilio  faceife  prò- 
greiro,&  fi  venitrc  ad  una  intiera  riformatione  della  Chiefajfenza  alcuna  eccet- 
tione.Ma  fi''fapeuano  però  le  altre  commi{lìoni,chetendeuano  a  fine  di  Icuar 
il  peniìcro  a  quella  Maeftà  d'andar  aTrent05&  renderla  capa  ce,  chelafuaanda- 
ta  porterebbe  moki  impedimenti  alla  riforma  ;  &  fcufar'  il  Pontefice,  che  noi 
potclFe  andar  perfonalmente  al  Concilio,  Se  per  pregarla  ad  accelerarne  il  fine: 
proponendogli  la  trailatione a  Bologna, doue  potrebbe  SuaMaeftà.co'Pon- 
tefice,interucnire:  che  farebbe  il  modo  unico:  Se  in  un  congrelfo  tanto  cele- 
bre riceucr  la  corona  deli'  Imperio  :  fauore ,  che  non  è  memoria  elfere  ftato  fat- 
to ad  altri  Imperatori.  Haueua  anco  carico  di  pregarlo  a  confcruar  l'autorità 
della  Sede  Apoftolica  conerà  tante  macchinationi,  che  fifaceuano  pcrdimi- 
nuirlajanzi  per  annichilarla  ',  &  che  la  riforma  della  Corte  Romana  non  fi  fà- 
cclle  inTrento,ma  dal  Pontefice  medefimoxhe  non  fi  trattalfc  di  riuederpiùle 
cofe  determinate  lotto  Paolo ,  Si.  Giulio,  nel  medefimo  Concilio  :  SuaMaeftàl 

fi  con- il 


: 


apaPioIIIL  libro  SETTIMO.  7ii 

Icontencaircche  li  decreti  del  Concilio  fi  faceflero  a  fola  propoiuionc  de'  Le-  ~^i  o  j  o" 
^atijhauendoperò  efli  dato  prima  paLtc&haiiutoconrenfo  dagli  Amb?/cia-  lxiii. 
ordiSua  Maeftà,i3<:  degli  akriPrencipi.  Haueua  ancora  il  Cardinale  carico, 
i  dar  fperanza  allaMaellà  tua ,  che  glihauerebbe  conceifo  a  parte  tutto  quel- 
Qjche haueire  dmiandato  per iluoipopoli,  tSi  di Icuargli d'animo l'inteìli'-en- 
a  col  Rè  di  Francia  in  quella  materia  del  Concilio  j  moilrandoglijclie,iìc'ome 
lon  era  il  medefimo  ftato  di  cofe  nel  Regno  di  Frane  ia,&  in  Germania  3  cofìj  li 
iiiidiSuaMarftà,&  diquclRèdoueuanocircr  dinerfii  &li  e onfegli  differenti. 
Legatijche  rimafero  con  facilità  dauano  liccnzadi  partire  a'  Prelati:  &parti- 
olarmentea  quellijche  ceneuano  rinftitiitionede'  Vefcoiiijola  Rcfidenza^e 
me  diurno. 

Addì  venti  Aprile,  ritornò  il  Cardinale  di  Lorena,incontrato  dagli  Amba-  J^orem  ritira 
ciutori  dell' Impciatore,diPolonia,&  diSauoia;&  quel  medefimo  giorno  ar-  ^''"^ '^  ^'■^«"> 
iuò  nu0ua  della  paccfatta  dal  Rc,di  Francia  con  gli  Vgonotti  ,  iaqual  fu  pia  J'oy/l^Cwt/- 
olio  vantaggiofaperlapartcCatolica:imperoche,dopo  lagiornataidicacfi  lacuale  fino 
parlato  diioprajlecofe  tra  le  fattioni  reftaronocontrapcfatc  lino  alia  morte  ^-^j'-r^tte  k 
i  Ghifa.QuellarucceiTajColignì  airaltòji^cprefelaroccadi  Caen,con  tanta  n-  "**/^/<^»  «ir. 
iiratione  rua,&  diminutione  delle  genti  Catoliche,che  fu  deliberato  nel  Con-  ^      * 
:glio  del  Rè  metter  fine  alla  trattationedipacc,  che,  dopo  la  giornata  fu  e on- 
inuamente  maneggiata.  Addi  l'ette  Marzo  lì  fece  per  quello  un  conuento,  do- 
e  furono  anco  condotti  li  pregioni  Condè,  &  Contellabiie  :  &c  dopo  qualche 
LMUtatione,  rilafciati  lotto  la  fede,  per  concludere  le  conditioni  icttantadue, 
liniilri  degli  Vgonotti  fi  ridulFero  infieme,  &  deliberarono  di  none  onfentic 
ir  accordo ,  fcnon  faluo  l'Editto  di  Gennaro,  lenza  alcuna  eccettione,  o  con- 
itionej&conaggionta,chelalor  religione  per  l'auucnire  nonfoile  chiama- 
1  luioua  :  che  li  tigli  da  loro  battezzati  noiifoirero  ribattezzati:  che  li  haueife- 
opcr  legitirni  li  loro  matrimoni,  &  li  figliuoli  nati  di  quelli:  dalkquali  condi-r 
ioni  non  volendo  dipartirli  li  miniftri  in  alcun  conto ,  Condè ,  oc  la  nobiltà» 
tanchi  della guerrajfenza  chiamarpiùminiftrij  conuennero.  Et  li  capiroli,per 
[Liei  ches'afpctta  allarel!gione,furono  r  Che,doue  li  Nobili  Vgonotti  hanna 
Ita  giullitia,  pollino  viuer  nelle  loro  cafe  in  libertà  di  confcienza,  &  eiFercitio 
Iella  religione  riformata,con  le  loro  famiglie,  &:fudditi.  Chegli altri  gcntil- 
luomini feudatari), non habitanti  fotto  altri iignori d'alta  giullitia  Catolicis 
na  fotto'il  Rè  immediate,  pollino  hauer'  il  iiiedefimo  nelle  loro  cafe  per  loro,^ 
k:  le  famiglie,folamcnre.Che in  ogni  Baliaggio  ila  deputata  una  Cafa,  ne'  Bor- 
,hi,nellaqualepoflìcirerreirercitio  della  religione  Riformata  per  tutti  quelli 
Iella  giurifdittione.Che  in  cafa  propria  ciafcunpolfiviuer  liberamente,  lenza 
iTcr  ricercato,©  moleftato  per  il  fatto  dellaconlcienza.    Che  in  tutte  le  città, 
bue  quella  Religione  fu  elfercitata fino  a  fette  Marzo,fia  continuatain  uno,o 
lue  luoghi  nella  città,non  potendo  però  pigliar  Chicle  Catoliche ,  anzi  in  tur- 
e  le  occupate,  gli  Eccleflaftici  debbiano  eiler  rellituiti ,  lenza  poter  pretendere 
ilcuna  cola  perle  demolitioni  fatte.    Che  nella  città,  Se  Prepolltiira  di  Parigi, 
lonvipoflìeirei  cirercitio  di  quella  religionej  ma  ben  gli  huomini,che  hanno^ 


Cl3 
LXIII- 


7ii  CONCILIO    DI  TRENTO         Papa  Pio  Ilir. 

Id"  cafco  eiitratcpoirmoricomamij&goder  il  fuclenza  eifei:  moleftati,  ne  ricer- 
cati del  pallatOjiie  per  rauuenirejdelle  lor  cófcienze.Che  tutti  ritornino  ne'lor 
beni ,  honoii ,  Se  uffici]  ;  non  oftanti  le  fentenze  incontrario ,  Se  elFecutioni  di 
quellcdopola  morte  del  Rè  Hennco  fecondo  fmo  all'hora.  Che  ilPrencipcdi 
Condè,i^  tutti  quelli  che  l'hanno  feguitatOjs'intendino  d'hauer  operato  a  buon 
fine,&  intentione,&:  per  feruitio  del  Rè.  Che  tutti  li  pregioni  di  guerra  >  o  di 
giuftitia,per  il  fatto  della  Religione,  lìano  medi  in  libertà,  fenza niente  pagare. 
Che  lia  publicata  obliuione  di  tutte  le  cofe  palTatcprohibito  ringiuriarfì,&. 
prouocarfi  l'un  raltro,difpucarc,o  cócraftare  infieme,per  caufa  della  Religione;, 
ma  viucr  come  fLatclli,amici,&cócittadini.Quefto  accordo  fu  ftabilito  a  dodi-; 
ci  Marzo,non  fc  ne  contentàdo  Colignì,ilqual  diceua,Che  le  cofe  loro  non  era- 
no in  ftato  di  conucnir  con  conditioni  cofi  difauantaggiofe.Che  già  nel  princi- 
pio della  guerra  gli  fu  propofto  di  far  la  pace  con  l'Editto  di  Gennaro  ,  &  all', 
hora,che  bifogaaua  ottener  maggior  auantaggio,  fi  diminuiua.  Il  dire  ,  che  in, . 
ogni  Baliago-io  (ìa  un  folo  luogo  per  edercitio  della  religione,  nonefleraltroj.; 
che  leuar  il  tatto  a  Dio,&  dargli  una portione.  Mala  communeinclinationedij 
tuttalanobiltà,loconftrinfeadacquietarfi.Etfoprale  conditioni  furono  fpe- 
dite  lettere  Regie  addi  dicenoue  dell' ifteifo  mcfe,nellequalidiceua  il  Rè,Chei| 
hauendo  piaciuto  a  Dio,da  qualche  anno  in  qua  ,  permetter  che  il  Regno  foflc  j 
afflitto  per  le  feditioni,^  tumulti  eccitati  per  caufa  di  religione,  &fcrupoU  di  j 
confcienza,perilche  s'era  venuto  alle  arme  con  infinite  uccifioni ,  faccheggia- 
menti  di  città,  rouine  di  Chiefe  ;  Se  continuando  il  male ,  hauendo  efperimen- 
tato,che  la  guerra  non  è  il  rimedio  proprio  a  quella  malattiajha  penfato  di  riu- 
nir li  fuoifudditi  in  buona  pace  ifperandcche  il  tempo.  Se  il  frutto  d'un  fan- 
to  ,  libero,  Generale  o  National  Concilio,  fiano  per  portar  qualche  {labili- 
mento  :  &qui  erano  foggienti  gli  articoli  fpettanti  alle  cofe  della  religione- ^ 
oltra  Mi  altri  in  materia  di  flato,  lequali  lettere  furono  publicate,  &regiflrat£, 
nella  Corte  di  Parlamento,  &  proclamate  publicamentc  in  Parigi  il  ventifcttc. 
dell'  ifteiTo  mefe.  ^  , 

Quefto  fuccefTojin  Concilio  dalla  maggior  parte  de'  Padri,era  biafmato:Ii- , 
quali  diceuanojChc  era  un'  anteponer  le  cofe  mondane  a  quelle  di  Dio:  anzi  ur . 
rouinare,5^  quelle  Se  quelle  infieme:perche,leuato  il  fondamento  della  religio- , 
ne  in  uno  Stato,è  necetrario  anco,che  il  téporale  vada  in  delolatione.  Che  lene| 
era  veduto  l'cllempio  per  l'Editto  fatto  inanzi,ilqual  non  fi  tirò  dietro  quiete,&  | 
tranquillità,come  fi fperaua,ma  una  guerra  peggiore,  che  per  l'inanzi.  Et  erano  | 
anco  tra  li  Prelati  di  quelli,che  diceuano,  llRè,&:  tutto'lConfegliojeifer'in-j 
corfinellc  Scoramunicheditante  Decretali,  &  Bolle,  per  hauer  dato  pace  agli  ^ 
heretici:&:che,perqucflo,nonfidoueua  fperare,  che  le  cofe  di  quel  Regno  po'|' 
teffero  profperare,doue  era  una  manifefta  difubedienza  alla  Sede  Apoftolicajfin 
canto  che  il  Rc?&  il  Confeglicnonfi  faceffero  alfoluere  dalle  Cenrure,&  perfe- 
euitafTero  gli  herctici  con  tutte  le  forze:&,fe  ben  da  alcuni  de'  Franccfi  eradife- 
lo ,  con  dite ,  che  le  tribulationijcontinuamente  fopportatc  da  tutta  la  Francia» 
&  il  pericolo  notorio  della  rouina  del  Regnojlegiuftifìcauano  affai  centra  Top-, 

poli- 


APAPjoIIir.  LIBRO    SETTIMO.  71^ 

o{Irionediquellijchenonrifguarclano>rcnon  a'  loro  intcL"e{Iì,&  non  confide-  eia  io 
nolaneceflìtà,nellaquale  ilRèfìtrouaua  ridottojaqualfupera  tutte  le  leggi;  Lxiir. 
legando  quella  di  Romolo, e he,la  falute  del  popolo  è  la  pnncipalc5&  fupremA 
iturtc.Quefte  ragioni  erano  poco  ftimate,  Gl'Editto  del  Rè  biafmato  (opra 
icto:perc  he  nel  proemio  diceuajEflcruifperanzajchc  il  ten-)po,&  il  frutto  d'un 
.)erojiantOj  Generale  ,  o  National  Concilio  ,portcrebbono  loftabilimcnto 
,  Ila  tranquillità:laqual  cofa riputauano  una  ingiuria  al  Concilio  Gcneralcper 
i^r  porto  in  alternatiua  con  un  Nationale:&;  che  f^lTero  nominati  il  Cardinale 
I  Borbon,&:  il  Cardinale  di  Ghiia  ,  tra  gli  autori  del  Configlio  di  far  la  pace, 
icendojChe  quello  era  con  grand'  ingiuria  della  Sede  Apoftolica. 

Hebbe  anco  principio  un  moro  intrinfeco  nel  Concilio,  Te  ben  percaufa  ^^ir'ghlaTre' 
i  Tgiera ,  che  diede  aliai  che  parlare.  F.  Pietro  Soto,che  morì  in  quei  giorni,tre  ^°'P^^J*"*  "*'. 
I  inanzi  la  morte,dettò,&:  fottofcritre  una  lettera,  a  fine  che  fi  mandalle  al  Fon-  alPapif 
t  ice ,  nellaquale ,  in  forma  di  confellìoncdichiarana  la  mente  fua  fopra  li  capi 
(  ntrouerfinel  Concilio:&  particolarmente  elfo rraua  il  Pontefice  aconfencire 
i:  e  la  Rcfidenza,&.  l'Inftitutione  de'  Vefcoui,  follerò  dichiarate  de  iure  dmim. 
I  lettera  fu  mandataal  Pontefice,  ma  ritenutane  copia,  da  un  Frate  Lodouico 
i  to,che  ftaua  in  compagnia  del  Soto,  ilqual,  credendo  d'iionorar  la  memoria 
«!ramico,incomminciòa  dilFcminarla  :  onde  erano  diucrfi  li  ragionamenti» 
r  lucndofi  alcuni  per  Tattione  d'un  Dottore  d'ottima  vita, in  tempo  che  era 
f  (ffimo  alla  morte:diceuano  altri.  Che  non  era  fatto  per  moto  proprio  del  Pa- 
d  ,ma  ad  inftigationc  dell'  Arciuefcouo  di  Braganza.  Fu  fatta  opera  dal  Cardi- 
1  e  Simoneta,di  raccogliere  le  copie  che  andauano  attorno  :  ma  quello  accreb- 
3  [a  curiofità,  &  le  fece  tanto  più  publicare,fi  che  andarono  per  mano  di  tutti. 
Z  :to  è,che,per  quefto  fuccelFojli  defenfori  di  quelle  opinioni  pigliarono  mol- 
:<>iùcuore.EtliSpagnuolifiriduceuanofpeiroincafadel  Conte  di  Luna,  do- 
1  franata  informandolo  delle  cofe  occorrenti,^:  occorfe  in  ConciliojelTendo 
D  )ortunamente  partiti  li  Vefcoui  di  Leria ,  &  di  Pati ,  dilTe ,  Quelli  fono  de* 
pdaci,  liqualiaguifad'annnali,filafciano  caricarla  foma,&  guidar  dall'al- 
ti i  volonrà,&parere,non  per  altro  buoni,chepernumero:foggiongendo,che> 
[(.ellerifolutioni  delle  cole  s'haueua  d'attender  il  numero  de'  voti,come  C\n 
1  hora  s'era  fatto ,  fi.pioteua  fperar  poco  di  bene  :  &  però  era  di  meftiero,che  i 
n;orij  fitrattalFero  perviadiNationi.  A  cheilContedilTcChea  quella,»Sc  a 
[1  he  altre  cofe,  era  necellario prouederc, principiando  dalla  riuocatione  del 

3  reto  ,  che  \i  foli  Legati  propongano,  &  dal  ftabilir  la  libertà  del  Concilio: 
lequahcofe  haueua  commiflìone  fpeciale  dalRè.Perche,fermate  quelle,al 
Ìianente  con  facilità  farebbe  proueduto.A'Legati,&:  a  gli  altri  Pontifici),  dif-  . 
eeua  vedere,  che  li  Prelati  Spagnuoli,loro  contrarij,non  abandonalFero  mai  »,'*<'"  W 
.onte;&,comeauuiene  di  chiunque  entra  nuouo  doueionotattioni  centra-  jj^^„^. 
l ,  che  ognuno  fpera  di  guadagnarlo;  procurarono  ellì  ancora  dimettergh  a 
lito  de'  Prelati  ludditi  del  Rèjma  chcpcrbenintenderfi  conloro,chiamaua- 
amoreuoli,per  far  buon'ufficio;  6c  come  diceuano,  difingannarlo ,  &c  fargli 
iiofcer  la  verità.  Adoperarono  anco,per  queftoal'Ambafciatore  di  Portogal- 

XXxx 


101  » 


^ 714  CONCILIO    DI  TRENTO       PapaPioII;. 

CI3  i3     lojilquarhauendo  molta  opportunità  di  parlar  fpefTo  conluijperelTcrgl'inf. 
LXiii.    rcflTidiqueiRèjnellecofeEcclefiaftiche,  quafili  mcdefimijpcrgli  oblighi,c: 
col  Pontefice  haueua,deftriffii-namente  metteua  inanzi  le  cofcchc  gli  erano  i' 
Miniftri  Pontifici]  ibggeriteja  feruitio  delia  Corte  Romana. 
dilatione della      Inftando  il  ventidue  del  mele  d'Aprile  >-dcftinato  per  la  Scflìonc ,  nel  pre  « 
Sef^ione  con-   ^cj-jte  [{  f^ce  Congregatìone  >  per  deliberar  di  prolongarlaj  &  li  doi  Legati  p; . 
tradetta^  dal    p^f^j-Q  \^  prolongatione  fino  a'  tre  di  Giugno.Lorena  fu  di  contrario  parere ..  ; 
l,mna:         difficile  era  im  grande  fcandaloatuttala  Chrifl;ianità,rhauer  tante  volte  pi. 
loo-ato  quella  SeSìoncfenza  mai  elTer  tenutaàlquale  crefc  crebbe  maggior  mi  « 
te  5  quando  dinuouo  foffe  alPegnata  in  un  giorno,  &  poi  differita  ancoratpc , 
vedendo,che  alcuna  cofa  non  è  rifoluraancorajditante  già propoftc&trattr; 
cofi,  (oprala  Refidenza,  come  in  materia  delSacrairiento  dell' Ordine,  &  l 
Matrimonio,  non  era  ben  ftabilire  giorno  prefiiro;  ma  jafpettar' a  delibera  \ 
oiornodellaSeflìonefinoa' venti diMaggio;cheairivora  fi  potrebbono  ve  i 
meglio  li  progreffì  di  tutte  le  c:ofe,&:  affegnar'un  giorno  certo  r&  tra  tanto,  e 
non  perder  tempo,dar  livori  fiapra  gli  articoli  degli  abufi  del  Sacramento  d  * 
Ordine  jnelqual  tempo  potrebbe  elfer  di  ritorno  dall'  Imperatore  il  Caidir  : 
Morone,con ampia nlolutione, con  laquale  fi  potrebbono  componer  le  e  i 
controuerfej&ufar  diligenza  di  finir  il  Concilio  tra  doi,otremefi.  Seguì  qn  ' 
opinione  il  Cardinal  Madruccioj  &  cofi  gran  numero  de' Padri,che  lahial  - 
tenza  preualfe-.fi  che  fu  decretato,che  a  venti  Maggio  farebbe  prefiflbil  gioì 
da  celebrare  poi  la  futura  Seflìone. 
vaticinio  im      Finita  la  Congregatìone ,  Antonio  Ciurelia ,  Vefcouo  ài  Budua ,  foliro 
Vefcom  /ò/r*  l'adietrosnel  dire  il  fuo  voto,  trattener  li  Padri  con  qualche  facetia,  &  fp 
CefitoddCon-  yolte  ac^giongerci  qualche  profetia  »  che  tutta  via  tenelfe  del  ridicolo,lequa 
*'^"'*  mandauano  anco  fuori  in  diuerfe  parti}  all'hora  ne  diede  fuora  una,  fopi, 

città  di  Trento,imitando  quelle  molte  d'Ifaia,doue  fono  predetti  i  granami 
calamità  di  diuerfe  città.  Diceuain  foftanza,che  Trento  era  (lata  fauoritn 
eletta  per  la  città,doue  fi  douefie  ftabilir  una  general  concordia  del  Chriftiai 
mo:ma,perlafuainhofpitalità,refa  indegna  di  quell'  honorcdoueua  inbr; 
incorrer  l'odio  uniuerfale,come  feminario  di  maggiori  difcordie.  Era  ben  p 
liato  il  fenfo,con  coperta  di  diuerfi  enigmi,in  forma  Pro^tica  poetica }  mai] 
talmcnte,che  non  folle  con  fiicilità  intefa»  •* 

geUfÌA  di  Po-  L'hauer  Lorena  con  tanta  riputatione  ottemito  l'uniuerfal  confenfo ,  dii 
iij^ój  cantra  ^^.^^^  gelofia  a'  Pontificij:liquali,attefo  l'honorcche  gli  fu  fatto  il  giorno  in; 
LDfenay  ^.^  da  quelli  che  l'incontrarono  ;  6c  Teirer  riceuutala  fua  openione  da  t, 
ti  ,  riputauano  la  cofa  non  folo  con  indegnità  de'  Legati  >  ma  anco  e 
foffe  fatta  una  apertura  centra  il  Decreto  ,  clie  li  foli  Legati  proponga) 
&  andauano  parlando  quafi  publicamente,che  ben' il  Pontefice  diceua,qi 
Cardinale  eifer  capo  di  parte,&  che  prolongaua  l'efpcditione  del  Concilio , 
che  impediua  la  traflatione  à  Bologna.  Ma  ilGardinale ,  non  fi  curando  m< 
to  diquello  che  fi  dicelTc  in  Trenroi  era  attento  allàMnegotiatione  con  l'Ii 
peratorc  :  e  gli  fpedi  un  gemilhiiomo,  aiandandogli  il  parere  de  De 


AP A  Pio  mi.  LIBRO  SETTIMO.  715^^ 

ori  fuoi/opL-agli  articoli  ch'erano  pofti  da  quella  Maeftà  in  confulta  ;  &•  fa-  cìo  i^ 
?n(Jogli  cCporrC)  che  per  il  buon  progrclFo  dei  Concilio  era  necelFario ,  che.  Lxii  i. 
arlaiìeviuamente  al  Cardinale  Morone  ,  &  moHralìeilgran  deiìdcrio  Tuo 
i  veder  buone  rilblutioni  a  gloria  di  DiocfaceiTe  intender*  a  Sua  Macftà  il  defi- 
erio  di  tutti  li  buoni  Padri,prcgandola  anco>chc  non  fi  flontanalle  dal  Conci- 
o,per  il  buon  frutto, che  fperauano  liPadri  douer  far  la  vicinanza  Tua,  con  ri- 
ner  ciafcuno  in  ufficio,&  impedir  li  tcntatiui  di  quelli,che  diiregnano  di  traf- 
:rirlo  in  un  altro  luogo/iconie  ci  era  auifojche  ve  ne  folle  macchinatione;  de 
lie,  inanzi  la  fua  partita  d'Ifpruc,  Sua  Macftà  fi  Gertificalfe,  chela  libertà  del 
!onciliojdelquale  eglièprotettorcfolTe  conferuata.Gli  mandò  copia  dell' E- 
irto  di  pacifìcatione  del  Rè  di  Francia,  &  d'una  lettera  della  Regina  di  Scoria, 
Due  daua  conto  d'eirer  liberata  d'una  gran  congiura  ;  Se  che  continuaua  nella 
;liberatione  di  viuere  ^  morir  nella  religione  Catolica.  In  fine,  prcgaua  il 
ardinale  Sua  Maeftà,  di rrouar qualche  forma  d'accommodamento ,  che  non 
•ile  difputato  nel  Concilio  tra  Francia,^:  Spagna,  della  precedenza ,  per  non 
iccrrompere  il  buon  pfogreiTo. 

Idei  Legati ,  tra  tanto  che  afpettauano  il  ritorno  di  Morone,  per  far'  alcuna  propo/ìa  de 
ì[cL,i\  ventiquattro  Aprile  communicarono agli  Ambafciatori  i decreti  for-  decreti  degli 
ati  fopra  gli  abuiì  dell'  Ordine,accio  poteiTero  confiderargli;  di  il  ventinone  '^j'ffi dell' or- 
i  diedero  a  Prelati:&  per  il  primo  di  quelli,  ilqual  trattaua dell'  elettione  de'  pj^^*^** 
I  ercoui,ricercando  in  loro  le  qualità ,  conformi  a'  Canoni  antichi ,  gli  Amba-  fckmii 
iatori  de'  Rè  non  fé  ne  contentarono,parendogli,che  rirtringclFe  troppo  l'au- 
Li trita  de'lor  Prencipi ncUaprefentationconominatione  di  quelli j  sfecero 
rni  opera  in  tutti  quei  giorni ,  il  Conte  di  Luna  maflìmc,  accio  folFe  accom- 
odato,oucro  più  torto  affatto  tralafciato,  dicendo.  Che  non  conofceua  a  che 
lel  Capitolo  faceffebifogno  :  cofa,  che  farebbe  anco  molto  piaciuta  a  Lega- 
:  &  gl'Impeiialianco  vimetteuano  diitìcoltà,per  il  diiregno,chehaueua- 
jdi  farnafcereoccafionc  di  trattar  dell' elettione  de' Cardinali,  &  del  Papa 
i  confeguenza. 

Quel  medefimo  giorno  di  notte  il  Cardinale  Nauagiero,hauendo  dato  voce  amua  ìlLe^ 
entm-'  il  giorno  fegucnte,per  fuggir  gl'incontri,  &  cerimonie,  arriuòaTren-  gatoNaun- 
t:  ilqual  portò,  che  al  loro  parcir  da  Roma  ,  il  Pontefice  haueua  detto  loro,  &'^^°^  che  prò- 
le  facelTero  unabuona,&r  rigorofariforma,conferuando  l'autorità  della  Sede  »««'»"'/'"''»*j 
poftolica,laqual  è  ilcapopmnecelTariojperteaerla  Ghiefa,  ben  formata,& 
■golata. 

Ma  li  Pontefice,con  rutto  quefto^ne'  ragionamenti,che  haueua  con  gli  Am-  ma  il  Papa 
ifciatori  refidenti  appreflfo  fcjgli  ricercaua  di  far'  intender  a  lui  la  riforma,che  Caumca  afij 
fiderauano  li  lor  Prencipi.  Il  vero  fine  del  Papaera,che,date  le  dimande  a  lui, 
aftcnelfero  di  darle  al  Concilio  ,  &  egli  haueireoccafionccolmoftrardiifi- 
Dlrà  infuperabile  in  ogni  particolare  ,  fedar  l'humor  fluttuante  di  riforma, 
mirando  a  queftofcopoiftelTo  ,  con  gli  Ambafciatori  diceua  ancofpelFe 
olte,  che  i  Prencipi  s'ingannauano,  credendo,  che  la  riforma  bafti per  far  tor- 
ar  gli  heretici  :  che  cflì  hanno  prima  apoftatacg  ,  de  poi  prefo  gli  abufi ,  &- 

XXxx     ij 


ài 


liG  CONCILIO    DI  TRENTO  Papa  Pio  UH. 

ci-3  J3    deformationi^pcr  preccfto.Clic  le  vere  caufe  ,  quali  hanno  mollo  gli  hcrecicia 
12^11 1.     ieguitar  ii  falfi  macftri ,  non  fono  gli  difordini  degli  Eccleria(lici,n:!a  quelli  de' 
gouerni  ciuilit&pcrò  ,  quando  li  difetti  degli  Eccklìafticifoirero  ben  inciera- 
mente  cor:ctci>£firinon ritomercbbono,  ma mucntcrcbbono  alta colori,pci- re- 
ftar  nella  lor  pcrtinacia.Che  quefti  abufinon erano  nella  primiciua  Chielà,&  al 
tempo  degli  Apoftoli ,  &:  nondnneno  in  quei  tempi  ancoravi  erano  heretici,& 
tanti  quanti  adcilbja  proportione  del  numero  de'  buoni  fcdeli.Che  egli,in  fince- 
ni:àdicolcienza,delìdercrcbbclaChie{aemédata,&gliaburilcuatijmavedebé, 
chiai'0,chequclli>che  la  procurano ,  non  hanno  la  mira  volta  a  quello  buon 
fcopo ,  ma  a'  ilioi  profitti  particolari  j  liquali  quando  ottenelfero ,  farebbono  ; 
con  introdottione  di  abufi  maggiori,  &  lenza  leuar  li  prefenti.Chedaluinon  ti 
viene  l'impedimento  della  riforma, ma  da' Prencipi,&  Prelati  del  Concilip,^ 
Che  egli  la  farebbe,&  ben  rigorofatma,  come  fi  venilfe  all'  effetto ,  le  difienfioni  1: 
tra  i  Prencipi,che  ano  la  vorrebbe  in  un  modo ,  &  l'altro  al  contrario ,  &  quelle 
de' Prelati,non  meno  repugnanti  tra  loro,  impcdirebbono  ogni  cofa.  Che  egli 
lopreuede,&  conofce molto  bene  efler'  indecoro  tentar  quello,che  fi: oprireb- 
be  più  li  defetti,&:  mancamenti  communi.  Et  quelli,  che  ricercano  riforma 
moiTi da zelo,loadoperano,come dice S.Paolojfenza prudenza  Chrifì:iana:& 
altro  non  fi  farebbe,  volendo  riformare, fenon  che,ficome  ^\  conofi:euano  lii 
mancamenti  nella  Chiefa,  fi  conofi:erebbe  di  più, che  ronoimmedicabili;& 
quel  che  è  peggio,ne  feguirebbe  un'  altro  maggior  male,  che  s'incommincercb- 
»  beadifendergli,&giuftificargli,comeufi  legitimi. 
« ti;c9. diguA"      Afpettaua, con  impatienza,la  conclufione  del  negotiato  di  Morone,dalqua- 
dagnarfiLore-  [q  haueuaauifi^jche  dall'  Imperatore  eraftato  prefo  tempo  a  rirpondergli,&  che 
"*•  tuttauia  fi  continuaua  in  confiiltarfopra  gli  articoli  :  nelche  dubitaua  ailaiiche 

Lorena  hauelTe  gran  parte,  &  teneua  anche  per  fermo,che  tutti  gli  ordini,&  ri- 
f  olutioni ,  che  veniuano  di  Francia  a  Roma ,  &  al  Concilio ,  dcpendcuano  dal 
parere,  &  dal  confeglio  di  lui  :   &  per  tentar  ogni  mezzo  d'acquifì:ar  quel  Car- 
dinalcdouendo  efier  di  corto  il  Cardinale  di  Ferrara  in  Italia,  colquale  Lorena 
eraper  abboccarfiper molte  cofe  concernenti  li  nipoti  communi  ,gli  fizriflc  di 
far'  ufHciojchc  fi  contentalTe  della  trallatione  del  Concilio  a  Bologna:t*<:  accio- 
che  egli  foiTe  ben  inftrutto  delle  cofe ,  che  in  elfo  Concilro  palfauano,  ordinò 
che  il  Vintimiglia  l'andafie  ad  incontrar  prima,che  l'abboccamento  fuccedeire, 
con  inftruttione  de'  Lcgati,oltra  quello  che  egli  medefimo  fiipeua. 
ItìuredelJ^        Principiò  il  mefc  di  Maggio,con  nuoui  ragionamenti  della  pace  di  Francia» 
dt  Franaa,    cllendo  arriuato  a  Lorena ,  &  agli  Ambafciatori  Francefi , lettere  del  Rè,  che 
ififfie,  '"'^'^'"'  S^^^^^^  dauanopartccon  commiffione  di  far'  intender  il  tutto  a'  Padri  del  Con- 
cilio,© in  generale,©  in  particolare,come  gli  pareua  più  a  propofito.L'elpeditio- 
ne  era  de'  quindici  del  pairato,&  principalm.éte  verfaua  in  dimoftrare,  che,nelk 
pace,n6  hebbe  intetione  di  fauorir  rintrodottione,&  lo  ftabiliméto  d'una  nuor  i 
uà  Religione  in  quel  Regno:  anzi,perpoter,con  manco  contradittione,&  diifi-j 
coltà,ridurtuttilipopoliinunamedefimareligione,ranta,&Catolica,ceiratele^ 
armi,&  le  calairiità,&  eftinte  le  dilFenfioni  ciuili.Ma  foggiógeuajche  più  di  tut- 
to,poteua  aiutarlo  a  quella  opera,ttnafanta,&  feria  rifoimatione ,  sépre  fperata 

da 


oc 


A  A  Pio  mi.         LIBRO    SETTIMO.  7,7 

1,1  Concilio generalciSc  libero:  però,haiici!a deliberato  mandar' il Pieridcii-    ed  73^ 
Irago  a  Trento  per  follccicarla.    Mastra  tanto,  non  volcuarcftar  di  com-     lxiii. 
,c  er  ad  elfi  Ambaiciarori  >  che  già  erano  in  Trento ,  di  far  con  ogni  buona 
:■  {ìoneraperea'PadiijchcrifcnrenJo  egli  ancorale  rouinc,&  aifl:ittioni,che 
(lenità  delle  openioni  della  Religione  ha  furcitatoncÌf!.ioRcgno,conap- 
iinte  rouina,&  maggior  pericolo  dello  Srata,pià  tofto  che  tornar  più  a  qucl- 

hemità,haueLiadelibcrato,reil  Concilio  Generale  non  fa  il  fuo  debito,  & 
ilo  che  (ifpera  da  lai  per  una  Tanta  &z  neceilaria  riforma,  di  fame  un  Na- 
c ale, dopo  hauerfatisfatto  a  Dio,  «Scagli  huominicon  tanti  continuati  uf- 
:  co'  Padri,i3t  col  Papa,  per  ottener  dai  Concilio  Generale  rimedio  al  com- 
iimalei&chcperottqner  più  facilmente  il  dillderatofìncliaiieua  ifpediLO  il 
ij  ore  d'Oifel,  al  Rè  Cattolico  j,5«:  il  Signore  d'Allegri  al  Pontefice;  &  cern- 
ii dato  al  Birago ,  chcdopo  hauer  fatisfatto  al  (uo  carico  co'  Padri  del  Con- 
1  ,pairaire  all'  Imperatore,  per  tentare,  fé,  per  mezzo  di  quelli  Prencipi,!!  po- 
à  cruenire  a  coli  gran  bene.  «^ 

creo  è,che  il  papa  fenti  con  molto  difgurio  la  pace  fatta;cofi,per  il  pregia-  mal  [muta 
dell'autorità  fuajcome  anco,  perche folfeconclula  feuzaparticipatione  '^•^^P^pa^tdA 
cheglihaueua  cótribiùto  tanti  danari:&  che,con  maggiore  difpiaccrc  fii  ^P^$P^* 
r  ca  dal  Re  di  Spagna,  alqualpareuad'hauer  perfo  ropcra,&  il  denaro;  poi- 
1  cUcndoftato  con  la  lua  gente  a  parte  della  guerra,  &  vittoria,  oc  hauciido 
t  '  tanta  fpefa,  non  gli  pareua  giufto ,  che  fi  douellè  concludere  accordo  fen- 
,  lLii,a  prcgiudicio  della  Religione,  quale  haueua  prefa  a  difendere ,  &:  man- 
r  cimaflìme,  che  vi  haueua  tanto  intereire,pcr  il  danno,  che  riceiieua  nel  gc- 
:  o  dc'Paefibaflìjeirendocofa  chiara,chc  ogniprofperità  degli  Vgonotti di 
.-  eia,  hauerebbeaccrefciuto  l'animo  a*  popoli  della  Fiandra  di  perfeuerqftej 
ifortiftcariì  maggiormente  nella  contumacia:con  lequali  ragioni,  l'Amoa- 
i  Dre  Cattolico  in  Francia  faceua  querela  con  molto  romore,  &  per  quello 
]:ipalmente  furono  deftinate  l'Ambalciarie  ellraordinarie  aRoma ,  &  in 
);na,per  far  noto,  che  non  propria  volontà  haueua  indotto  il  Rè,  «?c  Regio  onde  fino  loro 
e  ieglio,airaccordo;  ma  mera  necersità,&  timore,  che  di  Germania  non  iof-  mandato  am- 
r  mandati  groflì,&  nuoui  aiuti  in  fauore  degli  Vgonotti,  come  Ci  udiuache  ^■«/cw'-/^  ftr^i' 
i  "tre  nano  in  ordine  intorno  Argentina,  &  in  altri  luoghi:perchc5CÌrendo  ri-  '"■*^'"'''>'^> 
:atì  acafa  quei  Thedefchi,  che  in  Francia  haueuano  militato  carichi  di 
I  ajijiuitauanogli  altri  ad  andarci  arricchir/!.    Ne  ftauano  fenza  timore, 
1  con  queir  occafione,  iPrencipi dell'Imperio  non  tentalferodirecupcrar 
L  ZjTul,  Verdun,&  altre  terre  di  ragion  Imperiale  ;  ,3c  che  la  Regina  dlnghi  l- 
i  non  aiutalfe  più  potentemente,  che  per  il  paiTato,  gii  Vgonotti,  pcroccu- 
i  |ual  che  altro  luogo,comc  haueua  già  occupato,  Aure  digratia.    Ma,  oltre 
1  io  fine  principale  di  ambe  le  Ambaiciarie,quella  di  Oiiel  portaaa  apprello 
(  olltione  di  leuar  di  Trento  il  Concilio,  &  congregarlo  in  Con:anza,Vor-,„-^„<i;o  ptr 
:a,Augufta,o  altro  luogo  di  Germania,  concaricadirapprefentarc  alRè,  fmx/?>-»v  il 
i.louendofi  celebrare  per  liThedefchi,Ingleiì,Scozzefi,&parteQe'  Franco-  Concìlio  ^  in 
Ultie  Nacioni>  quali  erano  rifolute  di  non  adherire,  ne  accettar  mai  quel  di  ^"■"«'»'»> 

XXxx      iij 


7iS  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio  II. 

"ci3    1 3  TrentOjVanamencc  reftaua  in  quél  luogo.Di  qiiefta  negotiatione  era  ftato  aii  - 

LXiii.     re  Condc,  llqualelpciraiia  pcrqueftaviajquandoriulciire,  d'aggrandir  molte l 

Tuo  parncojunendolo  con  gì'  intercfll  di  tanti  Regni,&Prencipi,&  almeno  . 

dcbolir  la  parte  Cattolica,  con  promuouer  difficoltà  al  Tridentino.  Mani 

a  c/jeKaxWsriufcìjpcrchcilRèdi  Spagna,  uditala  propofta  (il che  dico  anticipatamci; 

atttncùreSpa-  per  non  far  più  ritorno  a  quello  negotio)  s'auidedouemiraua,&:  fece  una  j:- 

-^"^'  na  rifpofta.  Che  il  Concilio  era  radunato  ia  Trento,con  tutte  le  folennità,  e , 

confenfo  di  tutti  li  Rè,&  Prencipi,&:  ad  inftanza  di  Francefco ,  Rè  di  Frane  : 

che  l'Imperatore  haUcua  la  fuperiorità  in  quella  città,  come  nelle  altre nor< 

nate,per'darpienaricurezzaa  tutti,quandola  già  data  non  parelfe  badante.  I| 

rt),noa  fi  poteua  far'  altrojche  proreguirlo,&  hauer  per  buono  tutto  quello,c;c 

fi  determinali''.  Et  auisò  il  Papa  di  tutto  ,  con  certificarlo,  Che  egli  noni; 

pcrdipartirfi  arai  da  quella  rilblutione. 

r  .        1  Francefi  in  Trento  hebbero  per  luperfluo  far'  inftanza  a  Padri ,  confor , 

Cefare  trame-    .  .  _,..  --i-  j-t,.  ,r     j         r 

ne  MoromySo  al  comaiidamcnto  Regio,  manzi  il  ritorno  diMoroneieilendocoia  appoi:^; 

di[j>iacere  del  ca  con  tutti,che  le  attioni  Conciliari  fi  difFerilIcro  fin  all'  hora.  Ma  l'Impera  f 

pn^a:  renonhaueua  ancora  fpedito  quelCardinale  janzi  pur  inquelmedelìmoKlj 

pò  fece  intendere  a  Lorena,che,per  diucrfi  accidenti,^:  per  elfer  le  materie  p  « 

pofteditalpe(o,(3c importanza, che meritauaiio matura  deliberatione,&c- i 

lukatione ,  non  haueua  ancora  potuto  dargli  rifpofta  ritoluta  :  ma  ben  iper;  | 

di  farla  tale,in  tempo,&  luogOjche  ognuno  potefie  conofcer  le  fue  attioni  e  | 

nfpondere  al  defideriofuo  diveder  ridrizzatigli  affari  del  Concilio  acomn 

beneficio:perilche  anccnon  oftanti  le  occupationi,ilk  urgenti  bilogni  delle 

trefueprouincie,  diiFegnanadi  fermarfiin  Ilpruc,  perfauorircon  la  prefe. 

filala  libertà  del  Concilio,fin  tanto  che  hauerà  fperanza  di  veder  qualche  bi 

profitto.  A  Morone  non  era  grata  cofilonga  dimora  ,  &  che  l'Imperatore 

mettelFeiCome  faceua,  tutte  le  negotiationi  fiie  a  Theologi ,  &c  Confeglieri 

dubitaua,cofi  egli  ,comeilPontefìce,chc  fiditFerillè  il  ritoluerlo,  fin  tanto  ( 

hauelTe  udito  Birago,delquale  già  haueuano  intefojche  era  per  proponer  tra 

tione  del  Concilio  in  Germania,per  dar  fodisfattione  agli  Vgonotti:  cofa,a 

quale  il  Pontefice  era  tifo  luto  di  non  alFentirejCofi  per  propria  inclinatione, 

me  perche  glien'era  fatta  inftanza  da  tutto!  Collegio  de' Cardinali,  &  dati: 

la  Corte.    Et  fi  marauegliaua  dell'  humor  de'  Francefi,che,da  una  parte  diir 

dauano  iiforma,  &  dall' altra  parte  trafiatione  del  Concilio:  &,  da  unapà 

trattauano  d'hauer  louuentionc  dalle  Chieicpereftintione  de' debiti  Regi) 

dall'  altro  canto,fi  moftrauano  tanto  fautori  di  quelle. 

.  p  ^^^r  r       Mala  verità  era,che  liFrancefi,certifìcati  in  (e  raedefimi  di  non  poter'  ot 

ftraccano  del  ncr  dal  Concilio,  mentre  che  gF  Italiani  faceuano  laparte  maggiore,  cofajCi 

Concilio  ~&  ì  folle  per  loro  fcruitio,  incomminciauano  a  non  fperar  più,  ne  tener  conto  , 

lor  dottorifi    ^^uno  del Concilio,mentre ftclFe  inTrento:  leuarono  la  prouifione a'Theol< 

nm-am:        i-^andati  dal  Rè5&  conceffero  licenza  di  partire  a  chi  voleua:  lafciandogli  p( 

in  libertà  di  reftare.Pcrilchc,runo  dopo  l'altrojpartirono  qaafi  tutti.  Reftai 

PO  fino  infine  li  doi  Benedittini ,  a'  quali  erano  fomminiftrare  le  prouifioni 

Mo 


PpaPioIIII.  libro    settimo.  -io 

^  .naftcrij  loro:  &rVgonio,per  il  commodo,  che  gli  eia  dato  da' Pontifacij  di  ci3  io 
:r  tcnciTijalquale fecero  liaiier  liiogo,&  fpefe  nel  Monafterio,  oltre  laproui-  lxi  1 1. 
lìic  di  cinquanta  fcudijche  gli  haueuanoailcgnato  ogni  tre  meli. 

U  Cardinal  di  Lorena  jhauendoe{raminacoj&  fatto  eiraminarle»allegationi 
n  ndate  dal  Papa  all'  Imperatorc,3<:  fattaci  fopra  una  ce/ifuraja  mandò  a  qacl- 
l;vhcftàe  Egli  credette  d'hauer  fatto  il  tutto  fecretaaknte  :  ma  dal  fudetto 
I  cologcnon  folo  fu  fcopcrtOj  ma  ancora  fattane  copia  a'  Legati ,  liquali  af- 
pcandodibreueil  Moronc,  Icriircro  a' Vefcoui,  partiti  daTrcnto,  di  ordine 
ci  PapajchedouelTero  ritornar  per  ripigliar  le  attieni  Conciliari.  Tra  tanto  il 
dei  Maggio  Rifatta  Cógregatione,  per  leggere  le  lettere  della  Regina  di  Sco- , 
ri  prcfentate  dal  Cardinal  di  Lorena ,  nellequali  ella  dichiaraua  j  che  fi  fotto-  Reina  di  s^ 
a  ttcua  al  Concilio:  &,commemorata  lafucceflìonefuajch'afpettauanelRe-  tU  al  Conà- 
)  d'Inghilterra,promctteua  che,come  fulTc  feguicajhaiierebberottomeiro  Tv-  ^'«.• 
.Se  l'altro  di  quei  Regni  all' obedienza  della  Sede  Apoftolica.Doppo  lette  le 
:creril  Cardinale,conuna  elegante  orationcfcusò  quella  Regina,  fenonpo- 
amandare  ne  Prelati,ne  Anìbafciatori  al  Concilio,  per  etlerc  tutti herctici: 
5romeire  ch'ella  mai  ballerebbe  deuiato  dalla  vera  religione.  Gli  furifpofto, 
nome  del  Sinodojcon  rmgratiamento.    Ridendo  però  alcuni,che  ruificio 
juella  Regina  fulfe  di  perronapriiiata>&  non  di  Prencipe,  poiché  non  ilri- 
uauapiir'  un  fuddito  Cattolico  da  mandare.    Ma  li  più  intelligenti  giudi- 
ono,che quell'ufficio  fullè  flato  mendicatO)&  eftorto  :perche  bene  lo  pò- 
a  ella  fare  da  Prencipe  >  hauendo  fempre  hauuto  appreirodife  non  podii 
ctolici. 

ira  tornato  da  Roma  il  Secretario  di  Lorena,  mandato  daini  perfcolparfì  mom  offtC 
le  imputationijche  gU  eranodate  di  far' il  capo  di  parte  :  ilqual  era  flato  rac-  deljLonnti:. 
to  dal  Pontefice  condimoflratione  d'amoreuolezza,&moflrato  di  credere 
iaerporitione,&-  rifpofto  al  Cardinale  con  una  lettera,doue  gli  diceua,Con- 
tarfì,  chefitralarciaifero  lecofe  contentiofe,non  ilparlalle  de'  dogmi  dell' 
iine,ne  della Refìdenzajma  s'attendeire  alla  riforma.Laqual  lettera  hauendo- 
cena  communicato  con  Simoneta,per  pigliar  ordine  di  dar  qualche  princir 
.quello  fi  rimife  al  ritorno  di  Morone:di  che  fcntendo  difguflo  Lorena,co^ 
che  dal  Pontefice  foileburlatoj  &  congiongcndoqueflocon  un'auifo  ve- 
ogli,che  Morone,parlando  con  rimperatoie  della  libertà  del  Concilio,di- 
fcChe  egli,&  gli  Ambafciatori  Francefì,  folfero  caufa d'impedirla  più  degli 
■hjfìquerelauacon  ogni  occafìone  appretto  tutti,con  chi  gli  occorreuapar- 
;,  che'l  Concilio  non  haueffe  libertà  alcuna,  &chenonl"oloda  Romas'a- 
ttalTerifolutione  d'ogni  minimo  particolare,  maancoranon  fìriputairero 
;ni  liPadri,  nemeno  il  Cardinal  Madruccio,  &  lui,  di  faper  che  codi  da 
ma  fulTe  commandata,  accio  potelTèro  almeno  conformarfi  con  la  vo- 
ta di  Sua  Santità  j  6c  che  gran  cofa  era  il  veder  che  fi  fpedillèro  da' Legati  a: 
:nto  cofl  frequentemente  corrieri  a  Roma ,  etiandio  Ipelfe  volte  lopra 
nedeflma  materia,  &  per  ogni  minima  occorrenza  ;  &  nondimeno  mai  fi 
eire  che  rifolutione»  o  che  rifpofla  folFc  venuta  di  là,  ne  meno  folTe  pur 
co  quefl*  luiiuerfale  >  Che  larifpQfla  folle  venuta  :  Icquali  cofe  da'  Pontiticij , 


^2.0  CONCILIO   DI   TRENTO.  Papa  Pio  II 

"^13   i3    euano  fcntite  con  molto  rolTorcpeL-eircr  cefi  apparenti,&:publiche,che  noi 
LXiii.     poreuano  nenegare,  ne  fcuiare.  Pieno  Lorena  di  quelle  male  fodisfattioni 
dìfc^Licnce,  ellendo  chiamacoa  confultapei:  tratcacdmcomminciarleCc 
«n-coatioiiijp^iche  Morone  haueua  fcritco  douer'  eifer  dintorno  fra  otto  gic 
ni^  ilcntero  ambe  le  parti  buona  pezza  di  tempo  fenza  dir  parola  ;  de  poi  enti  | 
ne'  complementi,  iniìne  iì  partirono  d'infieme,  fenza  hauer  parlato  della  n. 
te ria. 
DìffìcolM  fo-      Ellèndo  gionti  in  Trento  li  Procuratori  de'  Prelati  Francefi,  rimafti  nel  F . 
fra  i procura-  „j^q^  ricercarono  «^li  Ambafciatorijche  foifero  arameflì  in  Congregatione  :  ; 
tonde  PreU-  j^^^i^j^Jq  il  Cardinal Simoncta  ricufatOiLanfac  replicò,Che  ciò  haueua dim  . 
ùdi  Franaci.  ^^^^  per  riuerenzajnon  perchè  volelFe  riconofccr  li  Legati  per  giudici,ma  ci  ■ 
rifoluco  che  la  difficoltà  fofse  propofta  in  Concilio.     Quella  occafione  f(  : 
mutar  la  rifolutione  de' tre  Legati  d'arpettar  Morone,  &  ordinarono  una  Ce  ■ 
grecratione  a  quattordici  Maggio,  per  trattare  fopra  gli  abufì  dell'  Ordine  :  e  ■ 
cangr^g^ttìonc,  ue  Lorena,  nel  voto  fuo  fopra  il  primo  capo  dell'  eletcionc  de'  Vefcoui ,  ch(  i 
dotte  Lormu  poi  leuato  via,per  le  occalioni  che  fi  diranno,s'ellefe  aparlar  degli  abufi,  che  ■ 
difcorrt  degli  te^^^niuano  in  quella  materia:  &,  per  poter  liberamente  inueh^r  contra  li  i  ' 
iibufi  diW     oj.jij^i(iiRoma,  incomminciò  dalla  Francia,<3<:  non  laperdonò al  Rè:dari 
Otamci         liberamente  il  Concordato:  dille,  Che  tra  Papa  Leone, &  il  Rè  Francefco,fl  . 
uifero  la  difttibutione  de' Benefici)  del  regno,  laqualdoueua  efser de' Capir  ; 
&c  poco  mancò  che  non  dicelfe  come  li  cacciatori  diuidono  la  preda.  Dar  » 
cheliRèj&Prencipi,haueirero  nominatione  delle  Prelature }  che  li  Cardii  ' 
haueirero  Vefcouati.  Riprcfe  ancora  l'accordo  fattodalRèultunamentec 
eli  Vgonotti:&poi,vfcito  di  parlar  di  Francia,diire,Che  la  Corte  Romana 
il  fonte ,  donde  deriuaua  l'acqua  d'ogni  abufo  :  che  nilFun  Cardinale  era  fei 
Vefcouatojanzijfenzapiù  Vefcouati;  &  nondimeno  quei  carichi  eiTer' inco 
patibili. Che  le  inuentioni  delle  Commendcdellc  Vnionià  vita,delle  ammi 
{lrationi,medianti  qualijcontra  ogni  iegge,[erano  dati  più  Benefici)  ad  unap 
fona  fola  in  fatti,con  apparenza  che  ne  haueiTe  ibruno,era  un  riderli  della  M 
ftàDiuina.    Allegò  fpeffe  volte  quel  luogo  diS.Paolo,douedice,GuardaD 
dagli  errori,  pere  he  Dio  non  fi  può  burlare:  ne  l'huomo  raccoglierà  altro, 
non  quello,  che  haueràfcminato.   S'eftefe  contra  le  difpenfe,come  quelle  e 
leuauano  il  vigore  a  tutte  le  leggi.    Et  parlò  con  tanta  eloquenza,&;  fopra  t; 
c^  dìfgufto     ti  abufi,  che  occupò  tutta  la  Congregatione.  Non  fij  ben  interpretato  il  p 
d^  Pontific'^:  lar  del  Cardinale  da'  Pontifici)  :anziSimoneta  pratticòapertamétediuerfiF 
lati,accioches'opponeircro  al  voto  fuo,  61:  andana  dicendo,  che  egliparl:' 
come  liLuthetani:&:piaceireàDio  che  non  fentille  ancora  con  loro:cofa,(' 
offefe  molto  Lorena,  ilquale  fenedolfe  anco  col  Pontefice.  Nelle  Congre' 
rioni  fecruenti  non  fu  detta  cofa,  fenon ordinaria,  ne  degna  di  memoria:*' 
non  volelfe  riferire  le  adulationi ,  che  obliquamente  erano  inferite  ne'  voti,  ' 
quellijche  haucuano  prefo  carico  di  giuflificare  le  ufanze,da  Lorena  riprefe. 
^^7^  Ci'      In  quello  mentre,il  Cardinale  Morone  hebbe  dall' Imperatore  lafuaefpe 
njt  A    ejA'  j.-Q^g  ji-^c^j-i^j-o,  con  parole  aifai  generali,che  egli  defenderebbe  l'autorità  <| 


liPAPioiriI.         LIBRO    SETTIMO.  7^1 

],pa  conerà  gli  hereticij  in  cafo  che  vi  foifebifogno.    Che /ì  iorcbbe  fcrniaco    ci'J   l'y^ 
1  irprac,{cnzapairarpiùinanzi.  Chela  ti-ailacione  del  Concilio  a  Bologna     lxiii. 
r  n  era  da  farfìjfenza  confenfo  de'  Re  di  Francia»  &c  di  Spagna.  Che,  quanto 
a.i  cotonatione  Tua,  non  era  cola  darifoliiere ,  fé  prima  non  fi  proponeiia  in 
I?ca  :  perche,  cofi  alla  fprouiftajhauerebbe  dato  molco  che  dire  alla  Gerraa- 
tj.    Che,  quanto  al  procedere  in  Concilio,  egli  farebbe  reftato  ibdisfa!:torfc/^«/?/e  /« 
cqueftedue  conditioni,  Che  la  riforma  fi  faccia  in  Trento,  &  Che  ognuno/^'»'*  ^"efojj^ 
nlì  proponere,&che  fi  cominci  a  trattar  fopragliarticolieffìbiti  da  lui  ,  &c'p^''"^  f  J'*-. 
d  Francia.    Di  quefto  negotiato  del  Cardinale,  &  della  rifpofta  riceuuta  , ho;"^^^'~^ 
n  rato  quello,  che  ne'  publici  documenti  ho  veduto.  Non  debbo  però  trala- 
kìreunafama,  che  fu  diuulgata  all' bora  in  Trento,  &tenuta  per  certa  da* 
)  feiifati.  Che  il  Cardinale  hauelFe  trattato  con  i'ImperatorciS:  col  figliojRè 
il  Roinanijcofe  più  fecretejtk  moftrato  brocche,  per  li  diuerfi  fini  de'  Prenci- 
3  &  de'  Prelati,  8c  per  li  vari)  &  importanti  loro  interefli ,  contrari]  8c  repii- 
rintijfofTe  impoflìbilc  farfortir'  al  Concilio  quel  fìne,che  alcuno  d'effi  defì- 
Itiua.    Gli  fece  conofcercche,  nella  materia  del  Calice,  del  Matrimonio  de 
^:  ti,  della  Lingua  volgare,  cofedcfiderate  tanto  da  Sua  Maeftà,  &  dal  Rè  di 
■:iicÌ3,maiilRèdiSpagna,  ne  alcun  Prcncipe  d'Italia,  condifcenderebbea 
(  ccntarfene.  Che,  in  materia  di  riforma,  ogni  ordine  di  per  fona  vuole  con- 
b  arfi  nello  flato  prefentc ,  &  riformar  gli  altri  :  onde  viene ,  che  ognuno  di- 
ida  riforma,  &  a  qualonque  articolo  propofloper  quella  caufa,  maggior 
lerofc  gli  oppone,  che  lofauorifca.    Checiafcunpenfaafefolamente,& 
attende  li  rifperi  altrui.  Ma  il  Papa,doue  ognuno  fa  capo,ognuno  lo  vor- 
)e  miniftro  de'  dilfegni  propri] ,  fcnza  penfare  Te  alcun'  altro  fia  per  reftar' 
fo.   Alquale  però  non  è,  ne  honcfto ,  ne  utile,  fauorir'  uno ,  con  difreruitio 
altro.    Che  ognuno  vuol  la  gloria  di  procurar  riforma ,  &  pur  perfeuerar 
liabufi,con  carico  del  folo  Papa.     Difcorie  anco  il  Cardinale,  che,doue  fi 
:a  di  riformar'  ilPapa  ,  non  voleua  dire  qual  folFe  l'animo  di  Sua  Santità: 
n  quello,che  a  lui  ne  tocca ,  ne  può  toccare ,  con  che  ragione  fi  può  alcuno 
iiadere  che  egli  non  condifcendefse,  quando  nonconofcefTe  quello,  che 
ltrinonènoto,pcrche  folo  a  lui  fon  ri  feriti  li  rifpetti  di  tutti?  Efpofe  anco- 
;piti,per  ifperienza  elFer  flato  veduto  nello  fpacio  di  quindici  mefi  dopo  l'a- 
ura del  Concilio,  che  fono  moltiplicate  le  pretenfioni ,  &  aumentati  li  di- 
eri  ,  Se  caminano  tutta  via  al  colmo:  che,  quando  continui  longamente,per 
:(fitàfeguirà  qualche  notabile  fcandalo  -.gli  confiderò  la  gelofia,  cheoccu- 
liPrencipidiGermania,  (Si:gliVgonotti  di  Francia  :  &conclufe.  Che,  ve- 
Jofichiaroil  Concilio  non ^oter far  frutto,  era  ifpediente  finirlo  al  me- 
ir  modo  poflìbile.    Diceuafì,  che  quei  Prencipi  reftarono  pertuafidi  non 
£r'  ottenere,per  mezzo  del  Cócilio,cola  buona  ;  &  che  conobbero  effer  me- 
fepelirlo  con  honore,(S<:  che  diedero  parola  al  Cardinale,  di  pafFar  per  l'au- 
ire  conconniuenza,  &c  non  riccucr  in  male,  fé  il  Concilio    farà  rermi- 
D.  Chi  attenderà  il  fine,  che  hcbbe  il  Concilio,  fcnza  che  quei  Pren- 
hauelFero  fodisfattione  alcuna  delle  lor  dimande,  facilmente  inclinerà 
imo  a  crederi  j  che  la  fama  porcairc  il  vero  :ma,oireruando,che,anco  dopo 

YYyy 


711  CONCILIO    DI  TRENTO.  Papa  Pio  II. 

queftalegationcjnonfono  celTatcleinftanze  de'  Miniftrì  Imperiali ,  ftimenl 
remore  vano.  Ma.caminando  pervia,  che  fcanii ambedue  le  allordità,  fifo 
credcrcche  in  quefto  tempo  deponelTero  queiPrencipi  la  fperanzaj&  dclibeif- 
fero  di  non  ripugnar'  al  lìnenion  giudicando  però  honorc  il  fare  una  fubita  r  - 
rata>  ma  più  tofto  per  gradi  andar  rimettendo  Le  inftanze  >  per  non  public  e 
mancamento  di  giudici©  nell'  hauer  concepito  per  quefto  mezzo  fperanzili 
bene,  8c  non  hauer  creduto  all' ollcruatione  di  S.Gregorio  Naztanzeno,  e 
dalle ridottioni  Epifcopaliteftifica hauer  Tempre  veduto  inerudire  le  conti- 
rioni.  Quel,  che  Ila  di  verità  in  quefto  particolare ,  lo  ripongo  nel  numerc  li 
quelle  colcdoue  la  cognitione  mia  non  è  arriuata  :  ma  ben  certo  è,  che  dei  i  .- 
neggio  del  Concilio,qual non  moftraua poter fortir'  eflìto  quieto,  la cataftì 
in  quefto  tempo  hebbe  principio.. 


RISTO  RI  yi 

DEL 

CONCILIO  TRIDENTIN 

LIBRO    OTTAVO. 

Som  mari  o.. 

IL  legato  MoYone giunge  in  Concilio^  ed  ti  Conte  di  Luna^  Ambajciador  di  Spa 
■iella  CUI  ncetttone  nafce  difficolta  di  prece denzA  tra  Francia,  e  Spagna.  Il  Ca,  ^ 
4ale  di  Lorenaichcperl'addietrohaueiiaJòJientatalahmnacaHjam  Concilio,! 
ne  fi  rallenta  per Juoi  mterefit ,  e  per  non  vedere  dipotercanarne  frutto  per  laFì 
cia,dalla<^uale  il  Tapa.rtceuevffeje:e  pure  a  Roma  fi  giudica  la  precedenza  afkuc 
Francia,  con  protefh  di  Spagna.  B  ir  ago  porta  lettere  del  Redi  Francia  al  Concil 
vi  ragiona  a  nomed'effo,  richiedenda  Rifórma.  In  Bauiera  nafce  tumulto  per  lo  C 
ce ,  e  pel  matrimonio  de  Treti.  Edm  Congregationi  fi  tratta  delle  Annate^ 
Or dinationi  fatte  a  Roma,  de  Vefcoui  Tttolari^delle  Difpenfe,e  dell'  Injiitutiont 
Vefcom,  e  dellarifèrrnadé'  Cardinali.  L' Ambajciador  e  di  Spagna  fa  molte  e 
ti  tnjh?jze,per  rimcar  ti  decreto  fatto, del  proporr  e  ifoli  Legati  m  Cocilio,  tutte  de 
a  Romane  d  a  Trento,  C  efare  parte  d'Inffrukj  difperando  d  alcun  buon  frutto  del  C 
ctlio.  Gara  diprecedenzji  tra  Francia  e  Spagna  rinafce  tn  Seffioncel  temperam 
te  di  ugualitàitrouato  dal  Papa,non  può  nufcire.  Per  le  molte  contefe  in  ConciUo , 
rifiuto  di  rimettere  al  PapamoltiCapi.Ed  infine  formati  i  1)ecreti,confodisfiài^ 
ne, (ì  celebra  lafemmaSeffione ,  intorno  al  Sacramento  dell'  Ordine,  e  lafua  Rifòlf 
Poi  appreffo:fer  ordine,  del  Papa^caminaprecipiUttamemeafinireilConctlmQon  ^ 

pofiti. 


S.PA  Pio  mi.  LIBRO     OTTAVO.  713^ 

ìt  ione  pero  di  Spagnaye  di  pareri  in  Trento.  Ed  m  Congregatione  fi  tratta  del  Ma-""  ciò   la' 
nonio.  Ed  t  Legati  propongono  Articoli,  di  Ri  firma  generale ,  e  gli  comunica  no     l  x  1 1 1 . 
t  Ambafciadorht^uali  tutti  vifhnnofopra  le  loro  ojferuationiyed  oppofittom.  Moto 
Trento  per  tent attuo  dì  introdurvi  t  Inquifitione  Spagnuola  in  Milano.  In  Trento  fi 
ca  didarjòddisfkttione  a  V cfcoui  ^  in  tre  loro  principali  domande.  Giunge  t  Arti- 
hadore  dt  Malta,  Molti  Articoli  di  rifitrma  difcujjì.  Lorena  e  attratto  dal  Papa 
omaÀoue  concertano  mfieme  il  modo  di  finire  il  Concilio.  La  ri  firma  de'  Principi, 
tfofia  da'  Legati  ,fii  protejhre  i  E  r ance  fi  incontro ,  con  grande  acrimonia ,  ed  offeje 
mbiemli  a  Roma ,  ed  in  Trento  :  egli  Ambafciadori  Francefi  con  cjuefia  occafione 
4rtono  dal  Concilio.   Il  Papa  procede  afentenzA  contra  alcuni  Vefcout  di  Eran- 
\ed a  citatione  cantra  la  Reina  di  K^anarra)  tlche  pero  ecofiretto  riuocare.  Lore- 
orna  a  Trento ,  0  fii  ogni  opera  per  dififoluerpreflo  ti  Concilio  :  onde  fittene  tottaua. 
ione  del  Matrimonio,e  dellafua  Rifirma-,allacjuale  è  aggiunta  una  General e:fi  tra- 
tta viepiù  alenare  ogni  impedimento  alla  profilma  chiujura  del  Concilio:  efifir- 
todecretimoltofornmartj  del  Purgatorio ,  delle  Induigenz^e,  Imagmi^e  Santi.  EJl 
9  dell'  Indice  de  libri  prohibitiide  M.eJfalhBreHÌan],Catechifmti  è  rtmefifi  al  Pa- 
ter maggiore  tspedittone.  La  nuoua  della  cut  mortale  infirmiti  fa  viepiù  accelera- 
%fine-,alla<^uale fi  giunge  con  l'ultima  SejfwneAelle  materie  fopradette.  Poi  fi  fanno 
clamationube^iedmionidetture-,  ^fòttofcrittione.    E'I  Papa  confirma  ti  Conci- 
'enfurato  inEranciaiC  ripudiato  dalla  (fermania.Ericompenfai  Prelattìbeneme- 
nel  ConciltO)del grado  del  Cardinalato. 

RrivÒ  in  Trento  il  Cardinal  Morone  dalla  Icgatione  fua  d'IfpraC)  il  il  Card.  Ma» 
2^  diccfette Maggio,  Óciramediates'incomminciòa  trattare  trali  Legati  rom arr'mti a 

del  giorno  della  ScffioncclTendo  vicino  il  venti,  quando  fi  doueua  de-  "Trento,  ed  in 
ninare:Ìc  non  haiiendo  ancora,ne  Tapendo  quando  fi  potelfcro  hauer  le  ma-  ^''"S,*'^S,''"''»e 
ein  ordine,  addì  dicenouc  nella  Congregatione  fu  prorogato  il  termine,  fi-  (X^^""  ■^-^" 
ì  dieci  Giugno,  per  determinare  all'  bora  il  giorno  prefiflo.  In  quella  Con- 
^atione  duecofe  notabili  ruccelfero.  L'una,lacontentione,  Te  apparteneua 
.cgarijouero  al  Concilio  il  deliberarcfe  li  Procuratori  de'  Vefcoui  doucuano 
r'  admeilì  in  Co  ìgicgatione,come  detto  habbiamo,chc  da  Lanfac  fu  ricer- 
5.  Li  Prelati  Francefi  difendeuano  ,  che  li  Legati  non  hauefiero  altra  pre- 
atiua,rc  nond'efler  primi,òc  feparatamente  da'  Padri  del  Concilio  non  s'iii- 
delfero  bauer' autorità  alcuna.  Allegauano  il  Concilio  Bafilcenfe,&  altri 
umenti  dell'  antichità.  Per  l'altra  parte  fi  diceua  ,  che  non  può  clfer  legiti- 
Concilio,renon  congregato  dal  Papa;  &:chea  lui folo appartiene  il  defer- 
iate chi  d.bbiainterucnire,  (Sechi  debbia  hauer  voto  in  quello.  Che  il  dar 
fta  facoltà  al  Concilio,  farebbe  nudargli  autorità  di  generar  fé  fteilo.Da- 
qualche  contentione,  la  materia  reftòindeciia.  Et  venendofi  a  dar  li  voti  fo- 
la corrente  degli  abufi  dell' Ordine,  fuccelfe  l'altra  ,CiicilVefcouodiFila- 
fia fece  una  longa  &  grande  efdamationcche  li  Caidinali  vogliono  li  Vef- 
aati ,  &  poi  non  vi  mantengono  manco  un  SufFraganeo  :  laqual  cofifuda 
ona  parte  derifajcome  chcquel  Vefcouojcirendo  Titolarcparlaifeper  inter- 
fuojSc  de'fuoifimili. 

YYyy     ij 


^14  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio    UH 

"ci^'i^       Nella  Congicgatione  del  venran Maggio  fu  riccuuto  il  Contedi  Luna, il, 
LXiii.     quale  differì  quatantagiomi>doporariiuo  Tuospcr  le  diftìcoltà  dc41a  prccedenzji 
»/  Conte  dì    ^ongli  Anibafciatoii  Francefi:  tua  tanto  vi  furono  diuerfcconfulte  come  ac' 
tmx>  ^mh.  ^.onimodarla,nc  mai  fu  poflibile,  che  Franccil  voleifero  contcntauiìjchc  haueàì^ 
rlctlufo^'dlfo  ^l^i-'o  li-ìogo,  fenon  di  fotto  ,  &  apprelTo  di  loro  ;  onde  pensò  di  fcrmarfi  in  picd' 
gran  centralo  nel  mezzo  delluogo  tra  gli  Ai-nbalciatoriimpeiiali  >  che  haucuano  ordine  da' 
per  La  prece-  loro  patrone  d'accompagnarlo,&.ftarfene  appreilo  di  loro,  fm  tanto,chc  fi  fa 
dwTia  con      ^^i^^  l'orationc,  èc  fubito  tìnita,tornarlene  a  cafa.    Ma  parue,che  folle  con  pc 
Francia:        ^^  degnità  del  Rè  :  però,  fi  diede  a  far'  opera ,  che  li  Francefi  fi  contentairGi'o  e 
non  andar' in  Congregatione  quel  giorno»  che  doueua  elTer  riceuuto  meac 
confentendo  effijpenfò  di  coftringcrgli  a  quello,  con  fare  che  da  qualche  Pre- 
lato Spagnuolo  folfe  dimandato ,  che  gli  Ambafciatori  fecolari  non  intcru(i- 
nitlèro  nelle  Congregationi ,  poiché  negli  antichi  Concili)  non  erano  admefl  ;•• 
Ma,parendo  che  quello  offendeife  tutti  i  Prencipi  infieme ,  reftò  in  delibcratic  '^^ 
ne  difar'opera,  che  qualche  Pielati'proponellero  di  trattar  cofe,a  quali  noi 
foireragioneuolcche  gli  Ambafciatori  Francefi  interuenilFero:  come  farebh 
de'  prcgiudicij.che  poifono  auuenire  alla  Chriftianità,  per  la  CapitolatiorC' 
fatta  congli  Vgonotti,o  altra  tal'  cofa.  Ilche  fatto  andare  alle  orecchie  del  Ca  *:' 
dinaie  di  Lorena, gli  mife  il  ceruello  apartitoj&,confultato  co'  fuoi,riioluer( 
no  di  non  contraftarpiù,  fé  gli  foife  dato  un  luogo  a  parte,fuori  dell' ordine  d 
gh  Ambafciatori.    Perilche  il  fudetto  giorno  de'  ventuno ,  il  Conte  di  Lun  tf 
entrato  in  Congregatione ,  &  andato  al  luogo  alfegnatogli ,  che  era  nel  mei:  | 
del  ConfefTo  dirimpetto  a  Legati,prefencò  il  Mandato  del  fuo  Rè  :  ilqual  leti  f 
dal Secretario,egli immediate proteftò,che,quantonque  in  quelConfeiro,&  ¥- 
qualonque  altro,  douelfe  feguirprimo  dopo  gli  Ambafciatori  dell' Imperatoi  ' 
nondimeno,  perche  quel  luogo,la  cauia.di  che  fi  trattaua,&  il  teiTipo,non  cor 
portauano,  che  percontcntionihumane  folle  impedito  il  corfo.dellecofec 
iiine,&dcllapublicafalute,riceueuailluogo,cheglieradato:protcftandono 
dimeno,  che  lafuamodeftia,  &ilrifpettoche  haueua  di  non  impedir  lipri 
grefsi  del  Concilio,non  podi  far'  alcun  pregjudicio  alla  degnità  Se  ragione  di 
fuoPrcncipe,Filippo,Rè  Cattolico,& de' pofterijma quelle reftino,  illefe^fi  ci' 
fempre  fé  ne  poffino  valere  ,  come  fé  in  quel  Confelfo  gli  foife  flato  dato  ijld  ! 
bito  luogo  :  inftando  che  la  proteftatione  foife  fcritta  negli  Atti ,  quali  non  i 
potelTcro  dar  fuorafeparati  da  quella,  3c  a  lui  gliene  foife  data  copia.    Dopo  | 
che  gli  Ambafciatori  Francefi,  elfi  ancora  picteftarono,  che,fe  elfi  fedelfero 
altro  luogo,che  primi  dopo  flmperatore,  &inanzi  agli  Oratori  degli  altri  Ri 
doue  erano  feduti  li  maggiori  loro  fempre  ,  &:uldmamente  nel  Concilio  i 
Coftanza,  &  Lateranente  :&fc  il  nuouo  luogo,  nelqual  fedeua  l'Ambafciatd 
della Maeflà Cattolica,  fuori  dell'  ordine  degli  Ambafciatori,  poteiTe  poj;iiJ 
qualche  pregiudìcio  a  loro,  o  agli  altri  Oratori,  li  Padri  del  Concilio,  rappl'i 
fentanti  la  Chiefa  uniuerfale ,  per  debito  dell'  ufficio  loro,  gli  ridurrcbbonoal  ] 
ordine  antico,  onero  gli  farebbono  l'ammonitione  Euangelica.    Ma ,  tacerli 
€flìPadri,ne  die endo  altro.  gH  Oratori  della  Maellà  Cefareaj  che  hanno  l'intd 


.  Pio  mi.  LIBRO  OTTAVO.  7.5 

.  .ommanc  con  efli  di  Franciasfedeiuio  vicini  a  loro,  (5i»:oaicruando  l'anci-  "ciò   id^ 
e  )o:r:frione  al  loro  Rè,&  confiditi  nella  fede,  «^caffinirà>  e  he  li  RèCaCtolico      lxiii. 
tiiccolChriftianiffimojnon  dininudaiiano  altra  cola,  Tenon,  che  li  Padri  del 
(•nciliodoLieirerodichiararc,  che  il  fatto  del  Conte  non poncfse far' alcun 
pgiaJicio  air  antichi{rnTiaprerogatiua,&  perpetua  polIelTione  di  Sua  Macftà 
(iiiilianiffima:&  tutto  qucftorcgiftrarlo  negli  Atti. 

Fu  fatta  rOrationcper  nome  del  ContcdalTheoiogo  Pietro  Fontidonio:il-  crathne  d'ejfo 
cale  infoftanzadilTcChcinftando  iltincdel  Coificiiio  ,laMacftà  Cattolica  "''  Concilio,  41 
hicua  mandato  quell'  Ambafciatore,  perofreritfì  apparccchiatoafar  per  il-^'"'"*'   rigore 
(  me  ilio  c[ucllo,che  fece  Martiano  Imperatore  nel  Calcedonenfcicioèjlofte-  "'"'^*.|  ^'"'^ 
rL'c,&difcnderlaveritàdichiaratadallaSinodo,&rafFrenarlitumulti,&  con-     '"'''' 
e  r  a  felice  fine  quel  Concilio,che  Cado  quinto  Imperatore,fuo  Padre,ha  pro- 
t  to  nella  fua|nafcenza,&;  nel  fuo  progrefso:e  per  caufa  delquale  ha  fatto  guer- 
r  .litiìciliflrm-ie,&  pericolofiffime,  Se  ilquale  anco  Ferdinando  Imperatore ,  fuo 
2),!oftenta.    Che  il  fuo  Re  non  ha  tralafc  iato  alcun  officio  di  Prencipe  Cat- 
tiico,acciò  il  riducefsc,&  celebrafsedia  mandato  li  Prelati  di  Spagna,  «Se  oltre 
OjDoctoripreftantiffimi.  Checgli  ha  conferuato  la  religione  inSpagna:che 
ì  impedito  l'ingrefso  dell'  herefìa  m  quella  da  tutte  le  foci  de'  Pirenei  :  ha  im- 
dico,  che  non  habbia  nauigato  alle  ìndie,  doue  con  ogni  ftudio  ha  tentato  di 
netrare,per  infettar  le  radici  della  ChriiT:ianità,nafcenti  in  quel  niiouo  mon- 
.  Che,per  opera  di  quel  Rè,fiorifce  la  fcde,&  la  purità  della  dottrina,in  Spa- 
a,  fi  che  la  fanta  Madre  Chiefa,  quando  vede  altre  prouincie  piene  d'errori, 
Slide  confolatione,  vedendo  la  Spagna  efser  la  facra  ancora ,  per  rifugio  delle 
q^calamità.   Soggionfe,Dio  volefse,che  gli  altri  Prencipi  Cattolici,^  Repu- 
icjheChriftiane,  hauelTero  imitato  la  feuerità  di  quel  Rè  in  raffrenar  gliHe- 
:ici,c  he  la  Chiefa  farebbe  liberata  da  tante  calamità,  &  li  padri  di  Trento  dal-. 
foUecitudine  di  far  Concilio.Che  il  fuo  Rè  fi  maritò  con  Maria,Regina  d'In- 
iilterra,non  ad  altro  fine,  che  per  ridur  quell'  Ifola  alla  Religione.    Comme- 
orò  gli  aiuti  recenti,mandati  al  Rè  di  Francia ,  aggiongendo ,  che  per  la  virtù 
Tuoi  foldatijfe  ben  erano  pochi,  mandati  per  difcfa  della  religione,  la  vitto- 
i  inclinò  alle  parti  Cattoliche.     Pafsòadire,  chedefiderauailRè  dal  Couci- 
),lo  ftabilimento  della  dottrina  della  religione,  &  lariformationede'  coilii- 
.  Lodò  li  Padri,  di  non  hauer  mai  voluto  leparar  li  tractatione  d'una  di  que- 
parti  dall'  altra,quantonque  grande  inftanza  folFe  ftata  facta,per  fargli  trala- 
iar  la  dottrina,  &  attender  folamente  a' coftumi.     Aggionfcdefidcrar  il  Rè, 
le  efsaminalFero  benlapetitionepiùpia,  che  circonlpetta,.di  quelli, che di- 
andano  che  Zìa  concelfa  alcuna  cofa  agl'inimici  della  religione,  per  fargli  ri- 
mar alla  Chiefa.  Fece  una  inuettiua  centra  quelli,chediccuano,doueiiìcon- 
der  qualche  cofa  a'  Proteftanti,accio,vinti  dalla  benignità,tornairero  al  grem- 
della  Chiefa  :  dicendo ,  che  fi  ha  da  far  con  pcrfone ,  che  non  pofsono  efscr 
.egate  ne  da  beneficio,  ne  da  mifericordia.  Efsortò  li  Padri,  per  parte  del  Rè,. 
ì  operare  in  tal  maniera,che  moftrino  d'hauer  maggior  cura  della  Macftà  dcl- 
vChiefaiChe  degli  appetiti  de' fuiati:  hauendo  la  Chiefa  femprc  ufato  qutfta 

YYyy     iij 


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726  CONCILIO   DI    TRENTO.  Papa  Pro  Illi 

^^f^i   jj    grauità,&  coftanza,per  rcprimei-  l'audacia  de  nimicijdi  non  concedergli  man- 
LXiii.     CO  quellojchehoneftamente  fi  potrebbe.  Defiderare  ancora  il  Rè,che  cralafci 
noie  faperfiue  queftioni.    Conclufe,  che,  eifendo  congregati  i  Padri  per  fa 
cofi  buona  opera,  come  è  il  rimediar  a  tanti  mali,  che  trauagliano  la  Chriftià 
nità,  quando  quello  eftetto  non  fucceda ,  la  pofterità  non  ne  darà  la  colpa  ad  al 
tri  che  a  lorc&i  fi  marauiglierà,che  potendo,  non  habbiano  voluto  applicar' i 
rimedio.    Lodò  le  virtik  dell'  Ambaiciatore ,  Se  la  gloria  della  cafa  fila  :  &  cor 
quello  finì. 
a  cui  è  rijpo-      Gli  fu  rifpoftojper  nome  della  Sinodo,che,nel  dolorcqual  fentiuaper  le  mi 
^0  ftuonml-  ferie  communi, haueuariceuuto  confolarionejfentendo  commemorarla  picei 
mente:  j^j  ^^  Cattolico  :  Se»  fopra  tutto ,  efsergli  (lata  grata  la  promelfa  di  defender  1: 

decreti  del  Concilio:  ilcheelfendo  per  tar'  anco  l'Imperatore, &  gli  altri  Rè,& 
PrencipiChriftiani,  la  Sinodo  veniua  eccitata  a  fare,  che  Icattionifue  corrif 
pondellero  al  defiderio  di  tanti Prencipi:,  ilcheanco  già,  &  perla  propria  vo 
tonta,  &c  per  eCortatione  del  Pontefice  ,  faceua,  occupandofi  fempre  neir 
mendationede'coft:umi,&  efplicatione  della  dottrina  Cattolica.  Chc^rendeuj 
molte  gratie  al  Rè,  cofi  del  fingolar  affetto  verfi3  la  religione ,  &  buona  volont; 
verfo  la  Sinodojcome  dell' hauer  mandato  un  tal  Oratorcdalquale  fperaua  ho- 
norem aiuto. 
ma  gli  dm      L'oratione  fopradettadifpiacque  a  tutti  gli  AmbafciatoriselTendo  una  aperti 
^mbafc-ne   j-ipj-enfione  di  tutti  li  Prencipi,  per  non  hauer  cfsi  imitatola  diligenza  del  R< 
rsiuno  opju  (^^^j-q^jj-q.^  fej^e  dolfero  col  Conte  :ilqualriipofe,Che  quelle  parole  non  ha 
ueuano  meno  difpiaciuto  a  lui  ;  anzi,  che  ordinò  al  Dottore ,  che  le  leuallè,  & 
'  F  ^  efi  bla-  "^'"^  ^^  diceffe  per  modo  alcuno,  &  che  fi  rifentirebbe  di  non  elfere  (lato  obedi- 
Gmano  Lore-  to.    I  Francefi,  che  erano  in  Romajbiafmarono  molto  quei  di  Trento,per  ha- 
na  della  fm  uer'alTentito  al  luogo  dato  all'  Ambafciator  Spagnuolo:diceuano,che  Lorei») 
iomi»en':^i    per  i  Tuoi  intercfiì,  &  per  gratificar  il  Rè  Cattolico  ,  haueua  fatto  un  tanto  pre- 
giudicio  alla  corona  di  Francia:  &c ,  perche  egli  anco  confegliaua  il  Papa  a  noe 
conceder  al  Rè  l'alienatione  de' beni  Ecclefialliciper  centomila  feudi  d'entra- 
ta,che  dimandaua  jaggiongeuano,  che  in  tutte  le  cofe  non  haueua  altra  mirai 
chea  fé  proprio  :  &  pertanto  ,  dopo  che  il  maneggio  de' danari  era  fuori  delle 
mam4laeA^  del  fratello ,  non  hauerebbe  voluto,  che  il  Rè  ne  potelFe  da  luogo' 
alcuno  hauerc.  Maria  ditìferenza  della  precedenza  non  era  ancora  ben  finita^ 
perche,fe  ben  s'era  trouato  luogo  all'  Ambafciatore  Spagnuolo  nelle  Congre- 
cationi,  quel  medcfimo  non  fé  gli  poteuadarc  nelle  Seflloni.  Onde  li  Legaci 
tcriireroal  Pontefice,per  hauer  da  lui  ordine  come  gouernarfi. 
ed^lfos'ahhì-      Doporiceuuto  rAmbafciatorSpagnuolo,il  Cardinale  di  Lorena  parti,  per' 
cacol  Card,  di  abboccarfi  con  quello  di  Fcrrara,ilqualgionto  in Piemonte,nontroùò  le  cofedi, 
Ferrarajo-   q^ci|;1  legione  in  megliore  ftato  che  in  Fràcia;  poiché  tiouò,chc  in  diuerfi  luo- 1 
pral  Coc;  to,  ^j^.  ^^^  Matchefato  di  Saluzzo,erano  flati  leacciari  tutti  li  Preti,&:  che  in  Chie- 
m'Brd  ferino,  ihdc  in  Cuni,luoghi  del  Duca  di  Sauoia,(Sc  in  molte  altre  terre  vicine  a  quelle,vi  ' 
erano  molti  delle  medefime  opinioni  degli  Vgonotti ,  ^nelUftelTa  Corte  del 

Duca 


apaPioIIII.  libro    OTTAVO.  727 

Alca  molti  le  profelfaiiano ,  &  ogni  giorno  fé  ne fcopniianopiùi&jrc  ben  un  ci^  io 
icfc  inanzi  quel  Duca  mandò  bandcche  in  teumine  di  otto  giorni  ciuci  li  le-  Lxni, 
iiaci  di  quelle  opinioni  douelTero  partir  del  paefe ,  &  alcuni  anco  fi  follerò  Ic- 
aciinondimenojdopo  il  Duca  commandò,  che  nò  fi  procedelFe  più  conerà  lo- 
D,anzi  a  molti  condannati  dalla  Inquificione,haueua  fatto  graciadelle  pcnc,&; 
imullati  li  procellì  conerà loro,&;  conerà  altri  inquificijnon  ancora  condanna- 
;:&  conceito  anco  licenza  di  tornare  ad  alcuni  de'  partiti. Ma  il  Cardinalcjha- 
endo  conofciute  le  ragioni,da  quali  quel  Duca  fu  molfojlu  coftretto  giudica- 
i  quel  mcdefimo.che  andana  dicendo  delle  cofe di FranciaiCÌoè,checornairc 
1  leruitio  de'  Carolici  far  cofi. 

Hebbe  quel  Cardinale  nel  mcdefimo  luoga  inftriictione  dal.  Vefcouo  di. 
'intimiglia,che  era  andato  efprellb  per  informarlo,  come  difopra  fi  èdecto/o- 
ra  lo  ftaco  delle  cofe  del  Concilio,Ck:  come  trattare  con  Lorena:  fi  trouarono 
mbidoi  li  Cardinali  in  Oftia,nclVeroncfejil  veciquattroMaggio.il  Cardina- 
:  di  Ferrara,  narrato  al  Lorena  lo  ftato  delle  cole  diFràcia,&  della  cafa  fua,do" 

0  la  morte  del  Duca  di  Ghi{a,&  del  PrioreJ'eirortò  al  preftoritorno  inFracia, 
ioli;  randogli  la  necellìcà>che  haueua  la  cafa  della  fua  prefenzargli  difcorfc  an- 
Ojchcdopolapace  fatta  con  gli  Vgonocti,  la  riforma  non  era  per  partorir  più 

1  Francia  quei  buoni  eitetti,che  il  credeua.  Malo  trouò,che  nonhauerebbe 
ceduto ,  molto  imprelfo,  che  l'honor  fuo  ricercalFe  di  non  abandonar  quella 
egotiationc.Sidolfe  Lorena,che  Morone,ritornato  dall'  Imperacore,  non  gli 
auelFe  parcccipato  cofa  alcuna  del  fuo  negotiato,dicendo  però,Che  da  quella 
iacftà  era  ftato  auifato  del  tutto.  Gli  dille,che  il  Rè  Catolicocrabcn'  unito- 
on  riraperatore,&:  che,tra  il  Conte  di  Luna  &  lui ,  vi  era  buona  intelligenza. 
kìÌ3.  maceria  della  Refidenza,  dilFe ,  che  era  necellario  dichiararla,che  cofi  era, 
lence  dell'  Imperacore,&:  che  quafi  tutti  li  Prelati  erano  di  quel  parere,eccetto 
Icuni  Italiani  ;&  chequefta  dichiaratione  firicercaaa,afine  che  il  Papa  non 
otelFe  difpenfare.  Onde  l'opera  del  Cardinal  di  Ferrara  fece  poco  frutto.Et  il 
Cardinal  di  Lorena,  tornato  a  Trento,  publicòpertuttOjche  Ferrara  haueua 
itco  fece  officio,  per  nome  del  Papa,6<:  de' Legaci ,  che  laRefidenza  ficermi- 
.alfc  con  un  decreto  penale,fenzadichiarare,c he  l.ìa.demredmmo ,  ma  che  egli 
;on  era  per  alFencire. 

Ma  il  Cardinale  Morone,per  addolcir  Lorena,  prima  che  fi  venilTe  alle  prat-  w^  ^raddolcì" 
iche  ftrette  delle  cofc  Conciliari, conofcendo  ,  come  bifognaua  moftrardi  ^"^''^  Mwa-^ 
eferir  ogni  cofa  a  lui,andò  a  vificarloponcificalmence  con  la  croce  inanzi,  &  "*° 
ccompagnato  da  molti  Prelati:&  dopo  licomplementi,gIi  difFcche  defidcra- 
la  chelconfeglialTe,  commandaire,6:  operafTe,  nonaltrimenti,che  fé  folfe  uno 
le'  Lcgati.Che  il  Pontefice  voleua  la  riforma,&:  haueua  mandato  quarantadue 
api  di  molto  fcueEa:&  fcritco,che  fi  proponelfero  anco  quelli,che  furono  rac- 
ordati  dagli  Ambafciacori  Cefarei ,  &  Francefi,  leuati  gli  apparcenenci  alla 
2orce  Romana,  laquale  Sua  Sancita  voleua  riformar  efra,petmaRCcnimenCG 
leir  autorità  dellaSedeApoftolica.Ma Lorena, fofpicando  ,  che  Morene  ha- 
lelle  penfiero  di  fcaricar  alcuna  cofa  fopra  di  lui>o  di  metterlo  in  qualche  diiH- 


7i8  CONCILIO  DI  TRENTO      Papa  Pio  III 

'  ^,j3   jo  "  dcnza  co'  SpagnuoÌi,uirpofe,Clie  il  pefo  di  Legato  fiiperaua  le  lue  forzclequa 
Lxiii.     non  poteuano  fai- maggior  cofajche  dir' il  voto  fu o  come  Arciuefcouo:chel( 
dalia  il  zelo;  di  Sua  Santità  nella  riforma  delle  altre  Chiefe-.majche  lì  potei 
ben  contentare ,  che  iVefcoui  ancora  deireroakrettàti  capi  per  li  Cardinali,! 
per  il  rimanente  della  Cortc:che  la  Sede  Apoftolica  era  degna  d'ogni  riuereiiz',, 
&  rifpettojmacon  quelmantonon  poterli  coprir' abufi.  Larifpoftadiquefll 
Cardinale  fece  rifoluerli  Legaci  d'andar  ritenuti,  fino  che  le  cole  folfero lu j 
©■iio  domefticate:raa  tra  tanto  fi  kcc  ftrettaprattica  co'  Prelati  Italiani ,  acci^ 
noiifoirericeuuto  il  decreto  di  dichiarar  la  Rcfidenza. 
turbamento        Succelle  un'  accidcntcche  fu  per  confondcre,&  diuider  tra  loro  li  Pontific  i 
fraiPontijìc'jj  ^i-idò  a  Trento  auiiojches'hauercbbono  fatti  Cardinali  aTcguentiTempor 
<tTremoi       ^^^^  anco  mandata  lapolizadiquelli>cheeranoinRoraa:ondelipretendeni 
che  moki  erano,  reftarono  pieni  di  maliiTiraa  fatisfattione  :  Se ,  come  auuier 
aCTliappalTionatijnon  fi  conteneuano  tra  li  termini ,  fiche  nonufcifiè  qualcl 
parola,che  dimoftraire  rafFctto,&;  l'animo  parato  al  rifentimento.Inparticol 
re  erano  notati  Marc'  Antonio  Colonna,  Arciuefcouo  di  Taranto  ;  Se  Aleflài 
dro  Sforza, Vefcouo  diParma:(quali,per  la  potenza  grande  delle  famiglie  lei  l 
nella  Corte,erano  più  degli  altri  inanzi)che  haueffero  detto  di  voler'  intende! 
con  Lorena  :  ilche  dal  Cardinal  Simoneta  creduto  ,  fu  anco  auifato  a  Rom 
dallaqualcofaambidoi  fi  tennero  ofFefi,  &  parlauano  con  gran  rifentimént 
I  difgufti  continuarono  qualche  giorni:ma,poiche  non  fu  fatta  prò motione 
Cardinali,&  che  a  quelli  Vefcoui  fu  data  fodisfattione,fìnalraentele  cofes'a 
commodarono. 
/.    .       Ma,dopo  quello  tempo,il  Cardinale  di  Lorena  incomminciò  a  rallentar 
lenta  per  certi  l'igore:  perche  in  Francia,eflendo  refi  chiari,per  l'oireruatione  delle  cofe  fin  a 
^M  rijpem:    hora  iucceire,che  da  Trento  non  era  poflìbile  ottener  cofa,che  folfe  di  feruit! 
di  quel  Regno;&,  veduto  anco ,  che  le  cofe  della  pace  fi  andauano  elTeguend 
con  CTtan  facilità,  onde  fipoteuafperar  di  reftituirl'obedienza  al  Re  intiera 
mente,lenza  hauer  altri  penfierialle  cofe  della  religione:  &  forfe,hauutacon 
municarione  dall'  Imperatore  del  trattato  con  Morone:gionti anco  gHoHìci 
che  il  Papa  fece  con  la  Regina  per  mezzo  del  Tuo  Nonciojpenfaronodinotr: 
uagliarpiù  nelle  cofe  del  Concilio  con  tanto  affettoi  ma  più  follo  acquili^ 
'     l'animo  del  Pontefice  :  &  le  da  Trento  folle  venuta  cola  vtile,riceuerla,roh 
mente  attendendo  ad  operare,che  non  iùccedeire  cofadipregiudicio.Et  ferii] 
per  ciò  la  Regina  a  Roma,offerendofi  al  Pontefice,di  cooperare,per  finir  preft 
il  Goncilio,di  metter  freno  a  Lorena,&  a'  Prelati  Fiancefi,che  non  impagnin 
l'autorità  del  Papa,&  di  far  partire  d'Auignonc,&  dal  Contado ,  tutte  Irgeni' 
Vgonotte^criirc  medefimamente  al  Cardinale  di  Lorena,auirando,che  le  col  ' 
della  pace  in  Francia  s'incaminauano  molto  bene  j  &  aperfettionarla,  altr' 
mezzo  non  mancauasche  la  prcfenza  luain  Fraucia,doue  potendo  far  maggio 
bene,che  in  Trentojnelqual  luogo  haueuaefperimétato  di  non  poter  far  buoii 
puofictOjdouelTe  procurar  di  Ipedirfi  per  ritornarui  quanto  primajcercar  eli  dai 
ogpi  fodtsfattioiie  al  PonteficejSc  renderfelo  beneuoloi&  non  peufar'  alle  cof  ! 

de 


apaPioIIII.  libro   ottavo.  715» 

1  Conciliopiu  di qiielloiche  lo  conflringeire  la  propria  confcieiiza,  &c  ho- 
i.rc  :  gli  aggionfcchehaucrebbehauutonel  Regno  lamedefiraaaucoritàjche 
Tima:peròaccclerairc  il  ritorno. 
Gionfcro  le  ludetce  lettere  della  Regina  a  Roma,  &c  a  Trento ,  nel  fine  di  ^y?'''*«''«'^^ , 
J  ig^io ,  leqiiali ,  iìcome  furono  al  Pa^a  molto  gratc,&  gli  diedero  Tpcranza  di  ptinclT^^  ' 
ptcL  veder  buon  fine  del  Concilio;  coli  gli  difpiacque  fommamente  un  altro 
a :ideatc,cioè>clie,penfandofìin  Francia  come  leuar  di  debito  la  corona» fu 
p  editto  Regio,  &  per  arrefto  del Parlamento,verificato  il  decreto  dell' alie- 
ir  li  (labili Ecclcfiafticipercétomila feudi  d'intrata,dalche  fi  fufcitò  gran  tu- 
n  Irò  de'  Prcti,chediceuanoeirer  violati  li  loro  priuilegij,&;immunità:che  le 
:e  (acre  non  fipoteuano  alienare  per  qual  fi  voglia  caufa,fenza  autorità  & 
i  reto  del  Papa. Per  quietar  li  ftrepiti,  fu  fatto  dall'  Ambafciatore  inllanza  al 
"  itcfice,che  volelle  preftar'  il  fuo  confenfo,aliegando,Che  il  RèjelTaufto  dal- 
uerrepaflatesdiflegnando  di  metter  buon' ordine  alle  cofe  fue,pe'r  poter  dar 
IO  a  quello,  che  fempre  era  (lata  fuaintentione,dopo  fattala  pace,cioè,dì 
lirtutto'l  Regno  nella  religion  Catolica,per  poter  sforzare  chi  fé  gli  folle 
ofto,haueuapenfato  dimetter'  una  fouuentione,  &  hauer'  anco  dal  Clero 
arte  fuaralche  la  Chiefa  era  tanto  più  degli  al^ii  tenuta ,  quanto  più  il  tratta^ 
legl'  interefll  di  quella:che  tutte  le  cofe  penfatcnilfuna  fi  trouaua  più  facile, 
nto,  con  l'alienatione  d'alquanto  delle  entrate  Ecclefiaftiche,  fupplir'a 
Ila  necefl[ìtà,del  che  defideraua  il  confenfo  della  Santità  fua.  Ma  il  Papa,di- 
i,che  la  dimanda  era  ben  colorata  di  bel  pretefto  di  difenderla  Chiefa  j  ma 
:ro,nó  erafenon  per  ruinarla:onde,a  fine  d'euitar  quel  dano,eIIer  ficuro  par- 
,il  non  acconfcntirui.Etjfe  ben  alcun  potefTe  pcnfare ,  che  Francefì  venille- 
ir  eirecutione  fenza  il  confenfo,  nondimeno  egli  penfaua,  che  non  fi  fa- 
le  dimandata  la  licenza ,  quando  fi  tronaife  compratore  fenza  di  quellarte- 
)  che  nilfuno  ofercbbe  auenturare  li  fuoi  danari,temendo  chccome  le  cofe 
nondo  fono inftabili,non fuccedelTe  tempo  tale,  che  gli  Ecclcfiaftici  ripi- 
fero  le  loro  entratcfenza  rifonder  il  precio  :  però ,  hauendo  propofto  ilne- 
o  in  Conciflorccon  deliberatione  de'  Cardmali,  rifoluè  di  non  acconfen- 
ma,con varie efcufationi,moftrare,che non  hauerebbono  potuto  ottener 
li  quella  dimanda.Il  Lorena,portando  odio  irreconciliabile  agli  Vgonotti,  Lorena  vìe 
tanto^per  rifpetto  della  religione,quanto  della  fattione,  con  quale  egli,  &  fj"  fi  raffird", 
fua  cafa,era  (tato  fempre  in  controuerfiajeirendo  anco  ficuro ,  che  non  era  //^     v- , 
[bile  riconciliare  con  loro  amicit»a,fentì  molto  difpiacere,intendendo  che 
>fe  della  pace  s'incaminalTero:  &,  quanto  al  ritorno  fuo  in  Francia,fu  ben 
utojche  conueniua  penfarci  molto  bene,quando,&  come  douelFe  ritorna- 
.laben  per  le  cofe  fue  giudicò  necefiariojintenderfi  ben  colPontefice,& 
la  Corte  Romana,&  co'  Miniftri  di  Spagna  ancora,più  di  quello,che  per  il 
pò  palFato  haucua  fatto:&  però  da  quel  giorno  incomminciò  a  rallentar  la 
ritàjin  procurar  riforma;&:  diede  principio  a  moftrar  maggior  riuercnza  al 
!,&:  buona  intelligenza  co' tuoi  Legati. 

4a>oltra  la  mole{lia,per  la  richiefta  dell'  alicnatione,  ne  hebbe  il  Pontefice 

ZZzz 


'       730  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  Pio  ini 

e  I  >3  X ^    una  akrajdi  non  minor  momento.Impeioche,trouandoli  d'hauer  promcffo  piì 
Lxi  II.      volte  air  Ambafciatoie  di  Francia,.di  dargli  il  Tuo  luogo  nella  fcftiuità  dell 
freccden^*  in  Pentecofte><Sc  volendolo  etTeguiiej  congregò  alquanti  Cardinali ,  per  troua, 
j{om*vmt(t  ^  qualche maniera,per dar' ancofatisfattione  all' Ambafciatore  Spagnuolo. Fu, 
^r  »  Fr^rKf  ^^^^  propoftidoi  partiti'.l'unojdi  dargli  luogo  fotto  il  flniftro  Diacono-.l'alcrc 
fopra unlcabello al capodella banca  de' Diaconidiqualiperò-non leuauanoj 
diificolcà'.perchereftaua  ancora  materia  diconcorrenza  al  portar  della  coda. 
Sua  Santità^  Se  dargli  l'acqua  alle  mani,quando  celebraua  y&c  nel  riceuer  l'Ir 
cenfojSclaPaceXa  difficoltà  della  coda,&  dell'  acqua>  non  premeua  all' hot; ; 
non  douendoil Papa  celebrare , &:  eflendoui  l'Ambafciator dell*  Imperator • 
Quanto  air  Incenloj&;  la  Paccfitroub  temperamento,  che  foirero  datiatut!j 
quelli  della  parte  deftra,etiandioaquelLo^iE'iorenza,cheera'l'ultimoj&p(,', 
alla  parte  fmiftra.  I>i  ciò  il  Fcancefe  non  ficontentò,dicendo>Che  ilPapaj 
haueua  promellò  il  fuo  luogo;&  che  quel  di  Spagna>o  non  anderebbe,o  ftarc  l 
be  focto  di  luij&  cofi  voleua  che  fi  eireguilTeialtramentefi  farebbe  partito.N(  [ 
piacque  manco  all'  Ambalciatore  Spagnuolo  :  onde  il.  Papa  fi  rifoluè  di  ma  | 
dargli  a  dircche  era  rifoluto  di  dar'il  luogo  aU! Arabafciatore  Francefe.Rifpc  j; 
il  SpagnuolojChcfe  il  Papa  era  rifolutovfargli.queir  aggrauio,yoleua  legger]  ì 
una  fcrittura..lCardinali,chetrattauano  con  lui  per  parte  del  Papa,gli  molli  I 
i:ono>che  non  era  ben  farlo/e  la  fcrittura  non  era  prima  veduta  da  Sua  Santi  k 
accioche  alla  fproueduta  non  nafcellè  qualche  inconucniente.  Si  refe  l'A  ^ 
bafciatore  difficile  a  darla,ma  in  fine  Te  He  contentò.Il  Papa,lcggendola,rial  i 
xo  per  la  forma  delle  parole,come  egli  diceua,  impertinenti.  Finalmente  fui  i 
trodotto  nella  CameradclPapa  con  quattro  teftimonij,doue  poftc^in  ginc 
chiajlelfe  la  Tua  protefla»laqual  conteneuaaChe  il  Rè  di  Spagna  dcbbe  prece* 
quello  di  Francia  petl'ancicliitàjpotenzajSc  grandezza  di  Spagna^per  la  mol 
tudine  d'altri  Regni,pcr  liquali  è  il  maggiore,&più  potenteRè  del  mondorp 
che  ne'luoi  Stati  è  ftata  difefa,&  cóferuata  la  fede  Catolica,&  la  Chiefa  Ron 
naiperò  Te  Sua  Santità  vuol  dichiarare ,  o  ha  dichiarato  in  fcritto ,  in  fauor 
Fràcia,fa  notorio  aggrauioj&  ingiuftitia.Perilche,egli,in  nome  delfuo  Rè,  e 
cradicead  ogni  dichiaratione  di precedenzajO  ugualitàjin fauor  di  Francia,» 
eendo,EfIèr  nulla>&  inualida  contra  il  notorio  dritto  di  Sua  Maeflà  Catolù  i 
&  fé  è  fiata  fatta,eflernulla,come,fenzacognitione  di  caufa,&  fenza  citatio|jj 
!^  di  parte  :  &  che  Sua  Santità ,  facendo  ciò,  farà  caufa  di  grani  incoiiuenienti^  i. 

tutta  Chriftianità.  Rifpofe  il  Pontefice  >admettendo  la  proteflationej//,c$r  ] 
<^itantHm'.Si  fcufandofì  della  citatione  omelfa ,  perche  a'  Francefì  niente  dai  I, 
maconferuauailluogOjdDUc  gli  haueua  femprc  veduti  apprefTo  gli  Ambafc , 
tori  dell'  Imperatore,  offi^rendofì  però  di  commetter  la.  caufa  al  Collegio  e .  ^i 
Cardinali,©  a  tutta  la  Rota:foggiongendo,che  amaua  il  Rc,&  che  gli  farcbl  |j  j 
fempre  tutti  li  piaceri. Ache  replicò  l'Ambafciatore ,  che  SuaSantità  s'haucUj  i 
priuato  della  libertà  di  far  piacere  al  Rè,facendogli  tanto  aggrauio.  Replicò  j- 
Fàpa,Non  per  caufa  noftra,ma  vofl:ra:&  li  benefìcijjfatti  dan^i  al  Rè,  nonio 
dtano  quefte  parole  nella  proccftìifactaci*. 


F 

.paPioIIII.  libro    OTTAVO.  751 . 

fn  quel  medefimo  tempo,arriuò  in  Trento  il  Piefìdente  Birag<5,delquale  di-    e  3  1  ^ 
ra  è  (lato  dettcelTcre  (lato  inuiato  dal  Rè  di  Francia  al  Concilio,  &r  ali'  Im-      lxi  i  r. 
arore>  ilquale  addì  due  Giugno  fu  riceuuto  nella  Gongregatione  ;  doue  non  Sfr^g°  S'««5* 
ruennero  gli  Ambafciatori  inferiori  a'  Francefi,  per  non  dargli  luogo ,  poi-  *  ''^""^V^."^^ 
nelle  lettere  regie  nonfe  gli  daua  titolo  d'Ambafciatore»  Prefentò  le  lette-  ^ip/fjc\ttj 
ci  Rè,de'  quindici  Aprile:doue  diceua  in  fuftanza  »  Elfer  benifllmo  note  le 
jationi,  &  guerre  inteftine,  fufcitate  nel  Tuo  Regno,  per  caufa  della  religio- 
se l'opera  fatta  da  lui,etiandio  con  gli  aiuti,  ^  foccorfi  de'  Prencipi ,  &  Po- 
tati, luoiaiTiici,perrimediarui  con  le  armi  :  &  tuttauia  efler'  anco  piaciuto 
io ,  per  giudicij  luoi  incomprehenfibili ,  che  da  quei  rimedi)  d'armi  non  ne 
{fero  fenon  uccifioni ,  crudeltà,  facchi  di  città,ruina  di  Chiefe  ,  perdita  Ai 
ncipi.  Signori,  &  Cauallieri,  &  altre  calamità,&  defolationi:  fiche  e  facile 
onofcere ,  che  il  rimedio  delle  arme  non  è  quello ,  che  fi  debbe  ricercar  per 
tir  una  infermità  dilpiriti,  che  non  filafcianofuperarcfenon  per  ragione, 
erfuafione:ilchehaueua  coftrettolui  ad  accordare  una pacificatione  ,  co- 
ìcontcneua  nelle  fue  lettere  fopra  ciocfpedite;  nonafìne  di  permetter  Io 
ilimento  d'una  nuoua  religione  in  detto  Regno  ;  ma,  accio,ceirate  le  armi, 
potelTccon  manco  contradittioncperuenire  ad  una  unione  di  tutti  li  fud- 
fuoi  neir  iftelfa  fanta,&  Catolica  religione  ;  beneficio ,  che  egli  afpettaua 
a  mifericordiadi  Dio,&:daunabuona,&feriariformatione,chefi  promet- 
ida quella fantaSinodo.  Etperchemolte cofehaueuaarapprefentargli,& 
rcar  da  loro,  s'era  rifoluto  d'inuiargli  Macftro  Renato  Birago,  che  gli  fa- 
)e  intender'  il  tutto  in  viua  voccpregando  loro  riceuerlo,  &  afcoltarlo  be- 
lamente, 

.ettelelettercparlòilPrefidente  ,  narrando  molto  particolarmente  le  di- ^'^^*^*« 
die,leguerre,&:  le  calamità  di  Francia,lo  ftat©,&laneceflìtà,nellaquale  il  d^^^l^^k- 
&  il  Regno ,  erano  ridotti  ;  la  pregionia  del  Conteftabile ,  &  la  morte  del  dmdo  n^fw^ 
;a  di  Ghira,che  lo  rendeuano  fenza  braccia.     Si  diffufe  alTai  in  giuftifica-  ma: 
he  l'accordo  folte  fatto  per  pura  &  mera  neceflìtà  :  che  in  quello  maggior 
'auuantaggio  della  parte  Catolica,  che  della  contraria.     Che  l'intentio- 
lel  Kèy^  del  fuo  Confeglio ,  non  era  lafciar  introdurre  o  ftabilir*  una  nuo- 
elic^ione  :  ma ,  al  contrario ,  ceffate  le  arme,tSc  le  difobedienze,  con  manco 
cradittioni ,  &  per  le  vie  ofleruatc  da'  fuoi  maggiori ,  ridurre  all'  obedienza 
a  Chiefalifuiati ,  &  riunire  tutti  in  una  fanta  Catolica  Religione ,  fapen- 
molto  bene,  che  due  eirercitij  diuerfi  nella  religione  non  polfono  lon- 
lente  fuflìftere  ,  &  continuare  in  un  Regno.     Da  quello  pafsò  a  dire^ 
il  Rè  fperaua  prcfto  riunir  ruttili  popoli  in  una  mcdefima  opinione  per 
olar  grafia  diuina  ,  &  per  il  mezzo  del  Concilio  ,  rimedio  Tempre  u- 
dagli  Antichi' contrafimili  mali  ,  come  quelli ,  che  affliggeuano  all' 
a  la^Chriftianità.      Pregò  li  Padri  aiutar  la  buona  intentione  del  Rè  con 
feria  riforma  ,&:  con  ridur  li  coftumi  all'  integrità,  &  purità  della  Ghie- 
ccchia  ;  &  accordando  le  differenze  della  religione  :  &  promife ,  che  il  Rè 
bbe  flato  fempre  Catolico  ,  &  dcuoto  della  Chiefa  Romana ,  fecondo 

ZZzz    ij 


73^  CONCILIO.DI  TRENTO.  Papa  Pio  Jl^rJ 

"ci3    i3~  l'clTeiripiodc'fuoimr.ggiovi.    FimsdicendojcheilRc  confidaiianellabontìu&l 
XXIII.    prudenza  de'  Padri  »  che  hauercbbono  compatito  a  mali  di  Francia ,  ^  fi  fai  - 
rebbono  adoperati  per  li  remedij.    Haucua  il  Prcfidcnte  in.  commiffioned'ad 
dimandare,  clie  il  Concilio folFe  trasferito  doueiProtertantihaucircro libere > 
accelTo:  imperoclie,c«n  tutta  laficurezzadatadal  Pontefice,  &  dal  Concilici'- 
haucuano  il  luogo  per  fofpettOjiSclovolcuano, doue l'Imperatore potefTeafl-ii' 
curargli  :  ma  quefto  capo  non  lo  toccò ,  cofi  conlegliato  dal  Cardinale  di  Lordi' 
na  >  Se  dagli  Ambafciatori  del  Tao  Re  j  che  non  giudicarono  opportuno  fart'* 
mentione , (Se  l'haueuùno per  riuocato  dopo,atte{e  le  lettere  fcricte  al  Papa,  < 
ad  elfo  Lorcna,dellcquali  è  fatta  mentione. 
a  cmtarlfpo-     Etagià  ftatodato  ordine,perconfultationede'  Legati,  chefolTedal  Promdi 
^ai  differita:  tore,per  nome  della  Sinodo,  rifpofto  al  Birago,  con  dolciTi  degl'infortunij,  ,t«i 
auuerfità  del  Regno  di  Francia;  ^eifortar' il  RèjchcelTendoftato  neceflìtatfrii 
farla  pace,  &  conceder  qualche  cofa  agli  Vgonotti,  a  fine  direftituir'  intieri 
mente  la  rciigione,dopoi,p0flo  ilRegno  in  tranquillità,  volciFe,  per  feruitio  if 
Dio,adoperarfi,fenza  alcuna  dilationcper  ottenere  quefto  ottimo  fine:3^,do  ui 
la  MclFa,  prima  che  entrare  in  Congregatione,  la  irioftraronoal  Cardinale  wi 
Lorena,  qualrifpofe,  non  parergli  bene ,  che  la  Sinodo  approbalFe  il  fatto  (ìk 
Rè ,  delquale  più  tofto  patena  che  doueflèro  dokrfene ,  come  fatto  a  pregiu  iìi 
ciò  della  fede,che  lodarlo  :  però  meglio  era  pigHar  tempo  arifpondere,  coiti  ^ 
fa  nelle  cofe  d'importanza.     Perilche ,  mutato  confcglio,ordinarono  chef  rO 
fé  rifpofto  al  Birago  in  foftanza,Chc,per  elFer  le  cofe  narrate,  5c  propofte  da  :i 
grauiflìmciSi  chehaueuanobifogno  di  molta  confideratione,  la  Sinodo  hai  : 
rebbeprefo  tempo  opportuno ,  perrifpondergli..   Agli  Ambafciatori  Frane  jj 
difpiacque  grandemente  il  fatto  del  Cardinal  di  Lorena,parendo  loro,che>f' 
Legati  non  folFeioftatidifpofti  a  commendare  le  attionidel  Rè,  egli  hau< 
douuto  incitargli,anzi  coftringergli,per  quanto  poteife  :  doue  che  incontrar 
hauendoeflì  giudicato  conuenire,  come  era  anco  giufto,  &c  r?.gioneuole,t  f 
commendattone  delfatto,egli  gli  haueuadiiruafi.Ma,confultatotraloro,ri{ 
uerono  che  non  folTe  bene  fcriuerne  in  Francia,  per  molti  rifpetti  :  poiché  L 
faccheprcftodoLieuaeiFer  di  ritorno,poteuaavoce  far  quella  relatione>< 
fofse  (lata  necefsaria. 
mto  m  Sa-       H  niefe  inanzi era  fuccefso  in  Bauiera un  gran  tumulto ,  &  folleuatione j 
Mera,pel  Ca-  polare,perche  non  era  ftato  conccfso  loro  l'ufo  del  CaliceA'  che  li  maritati] 
lice,epel  Ala-  telfero  predicarcrilqual  difordine  procedette  tanto  innanzi,che,per  acquiti 
mmomo  de    gli,ilDuc  a  pronìife  nella  Dieta,  che,  quando  per  tuttaC4ugno,in  Trento,oi  » 
rodai  Pontefice,  non  fofse  ftataprefarifolutionedidarloro  fodisfatrioncfl 
haueiebbcconcefso  &c  l'uno,  &  l'altro.  Il  che  udito  nel  Concilio,  li  LegI 
fpedirono  indiligenza  Nicolò  Ormanctro,a  perfuader  quel  Prencipedin  ! 
deuenireatalconceflTione,  promettendogli  che  il  Concilio  non  manchereb,; 
afuoibifogni.  AlqualcilDucarifpofe,Che,pcrmoftrarrobedienza,&  dei 
rione  fuaverfo  laSede  Apoftolica,hauerebbe  fatto  ogni  epera,  per  trattene» 
popoli  fuoi  più  che  fofse  ftato  pofsibile,  afpettandojofperando,cheilCon 

li 


A.PA  Pio  ini.  LIBRO    OTTAVO.  733 

0  folfc  per  L-ifoliiere  quellcche  fi  vcdeua  eiTer  neceirancnonoltante  la  tkrer-       cio  1  o 
linat ione  fatta piima.  l x 1 1 1 . 

Ma,  fcyiiendoiìle  Congregationi,  per  trattar  le  materie  Conciliari,  in  una  '»  Congrega- 
'ciré  il  Velcouo  di  Nimes,parlando  iopra  li  capi  degli  abuiì  dell'  Ordincpafsò  j'"'  i*  "'^'*'» 

trattar  delle  Annate.  Diirc,  Chete  ben  non  negaua,  che  tutte  leChiefedo-  J^*  ^f"»"- 
elfero  contribuir'  al  Ponreiice,  per  mantener  le  fpcfe  della  Corcej  nondimeno, 
[lon  poteua  lodare  quel  pag amentccofì  per  il  modo,come  per  la  quantità  :  per 
[Uefta,  poiché  farebbe  ben  aliai  (e  folte  pagata  la  ventesima,  che  colpagamen- 
o  dell'  Annata ,  fi  paga  forfè  più  d'una  decima  :  &  per  il  modo,  che  almeno  non 
louerebbono  elTer'  aigretti  a  pagarle ,  fcnon  dopo  l'anno  :  & ,  poiché  la  Corte 
Romana  s'ha  da  mantenere  per  le  contributioni  di  tutte  le  Chiele,farebbc  anco 
;iufto,che  da  quella  ne  riceueitcro  qualche  utilitàjdoue,percaufadegliufficiali  ^.n^  ordina- 
\i  quclla,nafcono  raolti,&  quali  tutti  gli  abufi  nel  Chriftianefmo.  Che  di  que-  tiontf^tu  a 
io  donerebbe  la  Sinodo  aucrtirneSua  Santità,  che  vi  prouetiefle.    Difcefe  in  ^m», 
jarticolare  a  ragionare  delle  ordinationi  de'  Preti ,  che  fi  fanno  in  Roma;  dilfe, 
:he  in  quelle  non  fono  oireruati  ne  Canoni,ne  Decreti:&  che  farebbe  neceifa- 
:io  dccretare,chc,quando  li  Prcti,ordinati  in  Roma,non  follerò  idonei, potelfc- 
ro  li  Vefcoui,non  oftante  quell'  ordinatione,fofpendergli,iTe  potcìrero  li  fofpe- 
[ì,p"er  via  d'appellatione,o  d'altro-ricorfojimpedirla  deliberatione.dcl  Prelato. 
L'ultimcche  parlò  nella  medefima  Congregatione ,  fuil  Vefcouod'Ofìmcil- 
qualediire,  che,  flcome s'erano  raccoltigli  abufl_ dell'  Ordine, cofì  fariaanco 
bene  trattar  delle  penitenze,  che  s'ingiongono ,  &:  delle  Indulgenze  ancora  in- 
fieme,  per  efTer  tutte  tre  quelle  materie  congionte  >  &L  che  fi  danno  mano  l'una 
all'altra.  .     ^    ,  , 

In  una  altra  Congregatione ,  il  Vefcouo  di  Guadice  longhiflìmamente  par-  ^'  y*fioiiiTit 
K):&,tra  le  altre  cofe,  fece  quafiunainuettiu^contral'ordinatione  de'Vefcoui  *"""' 
Titolari,con  occaflone  di  parlarfopraunca|)o  degli  abufì,chc  era  dato  il  quar- 
to in  ordine  :  nelquale  fi  diceua,  che ,  per  riniediar  a'  grandi  fcandali,  che  conti- 
nuamente nafcono ,  per  caufa  di  quella  forte  di  Vefcoui ,  non  fi  crealfero  più, 
fenza  urgente  nece(rità;&  in  quel  cafcprima  che  folfero  ordinati,  gli  folle  prò- 
uifto  dal  Pontefice  da  viuere,c  oforrae  alla  degnità  Epifcopale:ma  quel  Vefcouo 
dilfcChe  alla  degnità  Epifcopale  era  annellb  l'hauerluogo,  &  diocefì,  come 
cofaefrentiale;&:  che  Vefcouo,  &  Chiefa,  fono  relatiui,  come  marito,  &  mo- 
glie :  che  uno  non  può  eifer  fenza  l'altro:  onde  la  contradittione  non  compor- 
tauajchefidiccireeircr' alcuna  caufa  legitimadifar  Vefcoui  Titolari:  &c  aifcr- 
mò ,  l'ordinatione  loro  eirei"  una  inuentione  di  Corte  :  anzi  usò  qucfta  parola, 
pgmerjtaktmarja.  Che, nell'antichità  non  fenevcdeYeftigio:&rche,feun  Vef- 
couo «^ià  era  priuat  0,0  rinonciaua,s'intendeua  non  efTer  più  Vefcouo,  fìcome' 
qutilo,a  chi  manca  la  moglie  non  è  più  marito.  Per  cicleggerfìapprciso  li  più 
vecchi  Dottori  Canonifti,  che  fonoinualide  le  ordinationi,  tenute  da  chi  ha 
rinonciato  il  Vefcouato.  Che  le  Simonie,  &  le  indecenze,  che  nafcono  per 
caufa  diquefliVefcoui,&  le  altre  corrottele  della  difciplina,fono  niente,  rif- 
letto a  queft'  abufo  di  dar  nome  di  Vefcoui  a  quelli ,  che  non  fono ,  &  alterar.         ^. 

ZZzz    iij, 


734  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio    Hit 

ci3  13    Iniftitutione  di  Chrifto ,&  degli  Apoftoli. 

Lxiii.  Simon  de'  Negn>Vefcouo  di Saizana,nelfuovotOjentrato nella  medefima' 

i-natcL-ia,diire,Che  nel  Vefcoùo  s'ha  da  confìderare  l'Ordine,  Se  la  Giudfdittio- 
ne  :  chcquanto  all'  Ordine>  non  ha  altro ,  fenon  che  è  miniftro  de'  Sacramenti 
della  ConfermatÌQne,&  dell' Ordine,-  &[perconftitutione  Ecclefiaftica  ha  au- 
torità di  molte  confecrationi,  &benedittioni,  che  fono  vietate  a'  femplici  Pre- 
ti. Ma,  quanfo  alla  Giurifdittione,  ha  l'autorità  nel  gouerno  della  Chicfa:  che 
li  VelcouiTitolarf,non  hanno  Tenon  la poteftà  dell'  Ordincfenza  la  Giurifdit- 
tionc,&pcrbnoncneceirario,che>habbiano  Chiefa.  Et,  fé  anticamente  non  fi 
confecraua  Vefcouo  fenza  dargli  Chiefa^quetto  era,  perche  non  fi  confecraua- 
no  manco  Diaconi,o  Pretijfenza  tìtolo.  Dopo,hauendofi veduto efier  maggior 
feruitio  di  Dio,&  grandezza  della  Chiefa,  l'efièrui  Preti  fenza  titolo ,  riftefTo  fi 
doueua  anco  concludere  de' Vefcoui:  però  che,  per  proueder  agli  abufi,era ben  . 
conueniente  non  ordinargli  fenza  dargli  da  viucre,acciò  non  fiano  coftretti  al- 
le indegnità:  ma,delrefto,èneceirario  che;fiano creati, per fupplire  a'Vefcoui 
impotenti ,  o  che  hanno  legitima  caufa  d'eirer'aficnti  dalle  lor  Chiefe  j  o  anco 
de'  Prelati  grandi,occupati  in  maggiori  negotij  :  Se  però  egli  approuaua  il  capi- 
tolo,cofi,come  era  diftefo. 
ieUtDìf^m-  Et  il  Vefcouo  di  Lugo  ragionò  delle  difpenfationi ,  dicendo ,  Che  vi  erano 
/è»J  molte  materie ,  fopra  iequali  farebbe  gran  feruitio  di  Dio ,  &  beneficio  della 

Chiefa,  che  la  Sinodo  formalfc  decreti,dichiaran4oleindifpenfabili.Ilchc  non 
diceua,perche  la  Sinodo  hauetre  a  dar  legge  a  Sua  Santità:mafolo,per  elferco- 
fe,  che  non  patifcono  difpenfationi  de'  Pontefici  :  Se  quando  bene ,  in  qualche 
cafo,  di  rariirima  contingenza  ,  potelfe  in  unfecolo  occorrere  una  volta  caufa 
ra<yioncuoleper  difpenfarglij  nondimeno,manco  in  <|uel  cafo  la  difpenfa  fareb- 
be giufta-    Imperoche  è  conueniente ,  che  una  prillata  perfona  fopporti  qual- 
che grauczza,  quando  vi  fia  un  gran  beneficio  publico ,  Se  anco  doue  poifono 
occorrer  frequenti  cafimeriteuolididifpenfatione,  per  leuar  le  occafioni  d'ot- 
tener fuppliche,&  gratie  forrettitie ,  che  tornano  in  pregiudic io  delle  anime>è  j 
meglio  cifer' auaro  che  liberale. 
tUUa.  rijpofU        Cefsò  per  fc  medefimauna  delle  diHìcoItà^che  verteuano,per  caufa  del  Vef- 
4il  Bìrago ,   couo  Tilefio  Secretatio,  per  rifpetto  delquale  era  fatta  frequente  inftanza ,  che 
format*  da    crii  Atti  follerò  fcritti  da  doi:  perche  egli,  non  potendo  più  fopportar  il  dolorc» 
vn  nuoHo  St-  ^^^  ^^-  (-^Qf^ua  lapictra,fcce  rifolutione  di  farfi  tagliare.  Fu,  dopo  la  fua  rctira^ 
mtam,        ^^^  ^^^^  .^  carico  al  Vefcouo  di  Campagna ,  dalquale  la  prima  attione  fatta  ftt 
nella  Congregatione  del  di  fette  Giugno,con  legger  la  rifpofta,che  li  Legar  iha- 
ueuano  fabiicata  per  dar' al  Prefidente  Birago.   Quella,  elfendo  longa  ,&  prò- 
pofta  alla  fprouifta,&non  aiutata  in  voce  da  alcuno  de' Legati,  eflendo  anco 
atfai  ambigua,  con  tali  parole,  che  fi  poteuano  tirar  incommendatione,&  itt 
bi.ifmo  dell' accordo  fatto  dal  Rè,  non  fudatuttiintefa  nelmedcfimo  fenfo»,  | 
onde  ne  riufcirono  diuerfe  opinioni  de'  Prelati.    Il  Cardinale  di  Lorena  pri-   } 
mo  parlò  fopra  d'elTa  al  longo,fenzalaf£Ìarfi  intendere,  fé  gli  piacefTe,  o  no.  Fi*  j 
nito  che  hebbe  di  dircil  Cardinale  Varmicnfe,  fpinto  a  ciò  da  Morene ,  lo  iiì^  \ 

terpellòi 


apaPioIIII.         libro   ottavo.  73$ 

rpellòjche  dichiarale  apertamente  quello  che  fentiua:^  egli  tifpofcchcnon  eia  i3 
i  piaceua:con  gran  difgufto  di  Moroncilquale  gliela  haueua  fatto  vedere  pri-  l  x  1 1 1, 
la:  Se  Lorena  haueua  moftrato  di  rcftarne  contento.  Madruccio,che{*eguì,lI 
milca  Padri:  degli  altri,  chi  l'apprcuò,  &  chi  dille  non  piacergli.  I  Prelati- 
rancefifìdoircrojche,  cótra^li  ordini  feruati nella  Sinodo  in  fimiltoccafioni, 
i  rifpofta  folle  dirferita,5c  diiputata.il  Vefcouo  d' Aofta,  Ambafciator  del  Duca 
i  Sauoia,quado  fu  fuo  luogo  di  parlare,difse,Che  il  negotio  era  da  rimetcrfi  af- 
olutamente  a  Legati,^:  a  doi  Cardinali.  Finiti  di  dire  tutti  li  voti,fi  leuò  l'Ar- 
iuefcouo  di  Lanciano,  Se  dilfe.  Che,  le  ben  haueua  nel  voto  fuo  akraraentc 
onckiib,nondimcno,dopo  hauer  udito  rAmbalciatore,  era  entrato  nel  parere 
i  quello.Onde,a  voce  quafi  di  tutti  infieme,fu  appTouato  il  medefimo. 

Addì  undici  Giugno,fì  tenne  una  confulta  de'  Legati,  Cardinali,  Se  veti  Pre-  rifa  trai  Xo-- 
iti,pertrouar  modo  di  ftabilir  la  dottrina  dell'  Inlliiutione  de'  Vefcoui  Jl  Car-  •^«"«j^^Ofr*- 
linale  di  Lorena,dicendo  il  fuo  parere,  pafsò  a  toccar  l'opinione  de*  Francefi^  "' 
he  il  Concilio  fia  fopra  ilPapa,allegando  anc0,che  cofi  folle  definito-dal  Con- 
ilio  diCofl:anza,&:diBarilea.  Conclufcchs  non  ricercaua  una  altra  dichiara- 
ione  da  quel  Conciliojnia  ben  diceua ,  chcvolendo  elTcr  d'accordo  con  Gran- 
efheirer  bifogno>che ne'  Decreti,che fiibirero fatti,non  vi fofsero parole,  che 
)otcfsero  pregiudicar*  a  quella  loro  opinione.  Venendoli  luogo  di  dire  all' 
Vrciuefcouo  d*Otranto>s'eftefe,  con. molte  parol2,a  ridarguir  quel  Cardinale* 
ipigliandov5c  rifutando  tuttp  quello,  che  haueua  detto  a  fauore  della,  fuperio- 
ità  delConcilio  :  poi  foggionfejelfer  alcuni,  che  teneuano  quel!'  opinione  delr 
a  fuperioritàdel  Conciliopercod:  vera,  come  Ver  bum  caro frBum  eJì.Soggxon- 
-^endojche  non  fapeua  come  potcìreroaflìcurarfene  in  loro  cofcienza.  Nel  che 
iccennò  Lorena, delqualc era- fparfo per  tutto, che  hauefse ufato  tal  compara- 
ione  i  Se  difcendcndo  poi  a  ragionare  della  inftitutione  de'  Vefcoui,  accennò, 
;henon  farebbe  ftatacontrouerfìa  alcuna  in  quella  raateria,fe  laformula,pro-' 
pofta  dal  Cardinale  di  Lorena,  non  hauelTe  dato  occafione.  Il  Cardina- 
le rifpofcche ,  quando  gionfe  a  Trento ,  trouò  già  mofle  quelle  difficoltà  :  che 
fabricò  quella  formula,eirendo  (lato  richiedo,  con  intentione  di  metter  pace,  e 
concordia,  &  rimediar  alle  differenze  :  ilche,  non  elTendogli  fuccellb,  come  de- 
Gderaua,  fi  farebbe  rallegrato  con  l'Arciuefcouojquand©  egli  hauelTe otte- 
nuto in  quello  l'honore  ,che  elfo  non  haueua  potuto  riportare  :  ringratiando^ 
b  in  oltreché,  come  MaeftrojgliraccordaiTcquandomancaua  in  alcuna  cofa. 
Et,  quanto  alla  qucftione  della  fuperiorità  del  Concilio,  àH^e^  Che,  per  el!èr  e- 
gli  nato  in  Francia,  doueeracommunc  queiropinione,nonpoteua,neetro,n& 
gli  altri  Franeefi,  lafciarla:  &  che,  per  tenerla,  non  credeuadoueilèroefier  co^ 
ftretti  a  far'  una  abiuratione  Canonica.  Replicò  l'Arciuefcouo,  Che  riprende- 
ua  la  formula,per  elTet  imperfetta, dalche  le  difficoltàerano  nate:  ma,  del  rima'- 
nentccKe  quello  noncraluogodarifpondcrgli,&cheftimauapoco  l'ingiurie 
fatte  a  fé  :  ma  ben  iì  doleua  d'alcuni,  che  profeflàuano  d'accufar  le  attioni 
de'  Legati ,  nelche  non  moftrauano  buona  mente.  Tacque  il  Cardinale^ 
Émza  moftrar'  in  apparenza  di  rcftar'  oifefo-    Di  qucfto  fatto  >  il  Conte  di 


75^  CONCILIO    DI  TRENTO       PapaPioIHi 

CI 3  i3  ^Lana^o  per  pr0prio  motOjO  ad inftanza de'  FLancefi,nprefe  rArciuefcouojdi- 
LXfii.  ccndogli,Che>  andando  alle  orecchie  di  SuaMaeftàCactoticajnonrariaifenon 
perdilpiaccrgli.  Et  un  Prelato  Francefco  per  ordine  datogli  da  Lorena,  o 
pur  tpontancamente,auuertì  il  Cardinale  Morone,che  quell'  Arciuefcouo  paf^ 
iaua  molto  li  termini  :  che  vsò  anco  cattiue  maniere .contra  il  Cardinale, giàj 
trattandoli  della  Refidenza.  Et  che  il  Cardinale  era  auifato,  comeincafadi 
quello  continuamente  era  lacerato,^  il  più  honorato  titolo  datogli,  era,chia- 
mandolojHuomo  pieno  di  veneno:  onde,  efsendo  anco  fuccelTo  quell'ultimo 
accidente  ,  farebbe  ftato  bene,non  chiamargli  ambidoi  infieme  a  confulta:  per* 
che  il  Cardinale  non  farebbe  reftato  fodisfatto.  A  che  rifpofe  precifamentc 
e'i  Leixtù  il  Cardinal  Morone ,  che  teneua  ordine  da  Roma  òi  chiamar  quell'  ArciuefcO' 
MorQitef  uo  in  tutte  le  confulte,  dc  che  conueniua  far  ftima  ài  lui,perche  haueua  da  qua-  ; 
ranta  voti ,  che  lo  feguiuano.  Quefto,  referto  a  Lorena,  lo  alterò  grauementé  : 
contra  il  Cardinal  Morone,  aggionto,che,  pochi  dì  inanzi,  confultandoiì  tra  | 
loro  Legati,  &  Cardinali,  la  rifpofta  da  dar'  aBiragOrrimeiragli  dalla  Congrc- 
gatione,Moronc  lo  rimprouerò,che  fi  foife  contentato  della  rifpofta  prima  for- 
i-nata,^ poi  in  Congregatione  generale  hauelfe  detto  il  contrario:&  pensò  af- 
fai Lorena,come  rifentirlì  della  poca  ftima,  che  vedeua  far/1  di  lui  ;  maffime,  ef* 
fendo  anco  auifato,  che  da  Roma  il  Papa  l'accufaua  per  fcandalofo ,  &  che  di- 
moftrafse  defiderare  di  unire  li  Cattolici  con  Proteftanti:  nondimeno,  confidc 
randogliintereflìproprijjche  lomoueuano  anon  flfepararmaggiormente,an- 
zi  cercar  di  riunirfi  conRoma,la  ragion  di  utile  preualfe  allo  fdegnoj&perfeue«i  t 
rò  nella  rifolutione,di  continuare  in  aiutar'  il  fine  del  Concilio,  de  dar  fodisfa:t- 
rione  al  Pontefice, 
g.  ^^  ^  Ma,il  Prcfidente  Birago,  hauendo  afpettato  la  rifpofta  quanto  gli  parue  de- 
Cefm:  gnità;il  tredici  partì  di Trento,per  andar' in  Ifpruca  ilegotiar  l'altro  capo  dell' 

inftruttionefuacon  llmpcratore:  ilqLialera,per  congratularfi  perl'elettione 
del  Rè  de'  Romani  :  e  dargli  cento  delle  caufe,  perche  era  fatta  la  pace  con  gli 
Vgonotti ,  &:  rifpondergli  fopra  la  reftitutione  di  Metz ,  &  delle  altre  terre  Im- 
periali. Portaua  anco  l'inftruttione  fua  ordine,  ài  trattar  con  l'Imperatorcche» 
giontamentecol  Rè  diSpagna,ilfaceirero  da  tutti  uffici)  perla  tranflatione  del 
Concilio  in  Germania.    Communicò  quefto  particolare  col  Cardinale  di  Lo» 
rena,  per  riceuer  da  lui  auifo  de'  modi  più  propri),  per  quella  trattatione,  o  per" 
tralafciarla,  come  s'era  £ìtto  inTrento:  mail  Cardinale,per  le  ragioni  medefì- 
mcrifoluèjchenefacefte  efpofitione all'Imperatore,  comedicofapiùtofto  d* 
defìderare,che  da  fperare,ne  tentare. 
diffegno,  ad        II  Conte  di  Luna  hebbe  nell'  inftruttione  fua  unCapitolo ,  con  efpreifo  or- 
viuocaril  De-  (ìine,difar'inftanza,che  folfe retrattato  il  Decretato,  Troponeutiòtu  Legatió.'^'- 
ere.'o  d^L  pò-  ^Qp^gjonto,  in  quei  giorni  gHfoprauenne  una  nuoua  lettera  del  Rè  ,  doue  a-* 
^lì\lop^nj    uiiaua,Eirere  ftato  ricercato  dalla  Regina  di  Francia,  che  il  Concilio  fi  trasfe- 
fjjes'  rilfe  in  Germania,  accio  fofse  in  luogo  libero,  &  che  egli  haueua  rifpofto,che 

non  gli  pareua  neceirario,  efsendoui  modo  di  operare  fi,  che  haueife  ogni  liber- 
tà,rimanendo  in  Trentotperò  gli  commette  uà  d'adoperarli  a  quefto  fìncche  vi 

foife 


Papa  Pio  mi.  LIBRO  OTTAVO.  7^7  _. 

fcife piena  iibcrtà,  incomminciando  dalla  reuocatione  del  fudctto  Decreto:    ci3  i^ 
perche,  ftando  quello,  non  fi  poceua  in  modo  alcuno  chiamar  libero.  Perilchc,     Lxiii. 
non  parendo  air  Ambafciacore  dipoter  differir  più»  diede  conto  a' Legati  del- 
la coramilIìone,conforme  allaquale  fece  cHìcace  inftanza,pef  nome  del  Rè,che 
Folfc  o  leuato  ,  o  dichiarato:  dicendo  ,  Edèr  ciò  conueniente , per  elfec  rcfìari li 
Gei  mani  di  venir'  al  Concilio,tra  le  altre  caure,per  quella;^:  perche  anco  l'Im- 
pciacoie  giudicaua,  che  ciò  folfc  necelfario,  per  potergli  indurre  a  riccuer  il 
Concilio.  A  che  rifpofero  li  Legati,  che  quel  Decreto  era  palfato  di  commun 
:onrenfo  di  tutti  li  Padri:  con  tutto  ciò,  hauerebbonòhauuto  fopra  confide- 
.atione,  per  rifoluerc  quello ,  che  farebbe  ftato  giudo ,  quando  elio  gli  hauellè 
prcfcntatal'inftanza  inlcritto.  L'Ambafciatorladiede,  &  fu  da'  Legati  man- 
lata  al  Pontefice:lebenMorone  diccua,che era  fuperfluo,&  che  fi  douclfcfeiv 
:i  dar  altra  moleftia  a  Sua  Santità  >  portar  la  rifpofta  in  longo.    Ne'  negociati 
le'  Prencipi,malfime  che  non  toccano  il  iuftantiale  del  loro  ftato,auuiene,ches 
e  ben  e(Tì,perlemutationi  delle  cofe,mutano  opinionejnondimenopergli  uf- 
icij,da  loro  fatti  inanzi  la  mutatione,  fucccdonocofe  contrarie  alla  nuouavo' 
onta.     Cofi  auuenne,  che  gli  ulficij,fatti  dalla  Regina  col  Rè  di  Spagna,  pri- 
lla cherifolueifedi  fodisfar  al  Pontefice  totalmejite  nel  fatto  del  Concilio, 
lodufse  l'effetto  della  lettera  di  quel  Rè.  Però  Moroncche  penetraua  il  fon- 
o>non  ne  tenne  quel  conto,che  altri  ftimaua. 

Nella  Congrcgatione  de'  quindici  Giugno,propofe  il  Cardinal  Molone,che  «'7^^''"'^  P' 
jfsc  ftatuito  il  giorno  determinato  per  laSellìone  a'  quindici  Luglio.  Sego-  ^^^^  SehonK 
iajcon  alcuni  altri  pochi,difse,che  non  vcdeua,come  fi potcfsero  in  cofi  brcue 
)acio  di  tempo  rifoluere  le  difKcoltà,che  fi  haueuano  per  le  mani,della  Hierat" 
hia,  dell'  Ordincdelf  Inftitutione  de'  Vefcoui,  della  Preeminenza  del  PapajC 
ella  Refidenza:&che  meglio  era,prima  deciderle  difficoltà:  che  poi  femprc 
potcuaftatuire  un  breue  termine  al  giorno  della  Scfllone  ,chc  prononciarlo> 
cr  douer  poiallongarlo,con  indegnità.    Ma,ersendo pochi quelli,che contra- 
ifsciojlapropoftafu  (labilità  quafifenzadiificoltà.     Ma  il  dì  feguente,il  Lai-  dìfiorfi  del 
ez,  Generai  de'Giefuiti,  nel  voto  fuo,  s'indrizzòa  rifpondereatutte  le  cofe.  General  Lw-l 
he  dagli  altri  erano  ftatc  dette,nonben  e  onfor  impila  dottrina  della  Corte,con  "f^  «/wo» 
fette  cofigrande,  come  fé  fi  fofse  trattato  della  probria  falute.  Nella  materia  '  ^°'"** 
elle  Dirpenrationi,fi  allargò  afsai  :  difsC)  irragioneuplmentc  elfere  ftato  detto, 
on  elferui  altra  poteftà  di  difpenfare,  faluo  che  interpretatiua,  &  dichiaratiua: 
ciche  aqueftomodo  maggiorerà  l'autorità  d'un  buon  Dottore,che  d'un  gran 
lan  Prelato  :  &,  che  il  dire ,  che  con  la  Difpenfa ,  il  Papa  non  podi  difobligar 
nello,  cheapprefsoDioèobligato,nonèaltro,  che infegnar agli  huomini,il 
referir  la  propria  cofeienzaall'  autorità  Eccefiaftica  :  laqual  cofeienza ,  poiché 
LIO  cfser'  erronea,  &:  per  ilpiù  anco  è,  il  rimetterfi  a  quella,  non  efser'  altro,che 
rofondarogni  Chriftiano  inabifso  di  pericoli.   Che,  ficome  non  fi  può  ne- 
arcche  inChriftonon  fia  l'autorità  di  difpenfare  in  ogni  legge,ne  cheilPon- 
:ficefia  Vicario  di Chrifto,e(fendo il medcfimo tribunale, &  ilmedefimoCó- 
i(loro,del  Principale^  del  Viccgercnte,douerfi  confefsare,che  il  Papa  habbia 

AAAaa 


758  CONCILIO   DI   TRENTO.  PapaPioIIH. 

lamedefimaaiuorità.  Che  queftoera  priuilegio  della  Chiefa Romana,  &  do- 
uerfi  ognun  giiardacc,  che  è  herefia  il  Icuar  li  priuilegij  di  quella  ChicCajnon  ef- 
fendo  alcro>  l'cnon  negare  l'autorità,  che  Chrifto  gli  ha  dato..  Pafsò  anco  a  par- 
lare, della  riforma  della  Corte ,  &  dille.  Che  chi  crafaperior'  a  tutte  le  Chiefci 
particolari ,  era  ancor  fuperiore  a  molte  radunate  inficme  :  8c  fé  alla  Corte  Ro- 
mana appartiene  riformare  ciafcuna  delle  Chielcche  ha  Vefcouain  CócilÌ0)& 
iiilfuiia  di  quelle  puoriformar  la  Romana,  parche  non  vie  ditcepolo  foprail 
Maeftro,nc  feruo  fopra  il  Tuo  Padronejne  refta,per  neceiraria  confeguenza,  chci 
il  Concilianon  habbia  autorità  di  metter  mano  in  quell'  opera.Che  molti  par- 
lauano,attribuendoad  abufo,cofe,che  quando  Ci  eiraminairero  bene,&:  fi  pcne-| 
tralTe  al  fondo,  fi  ritrouerebbonoeircre,onece{^rie,  onero  almeno  udii.  Chd 
alcuni  pretendono  dÌvolerlaridurre,co-me  nel  tempo,  degli- Apoftoli,  o  com( 
nella  primitiua  Chiefa:  ma  quefti  nan  fanno  diftinguer  li  tempi,  &  che  cofa  co 
uenga  a  quefti,&  che  conuenific  a  quelli.  Eller  cofa  chiar-a^chcper  diitina  prò 
uidenza,&  bontà,  la  Chiefa  è  fatta  ricca  :  nilFuna  cofa  efser  più  impertinente  d: 
dire,quanto,che  Dio  habbia  donatole  richezze,&  nonrufo.Delle  Annatcdil 
le,  eller  de  iure  diurno ,  che  da'  popolifiano  pagate  le  l>ecime,.&  le  Primitie  al 
Ordine  EeclefialT:ico,ficomedalpopoloHebreoaLeuiti:&;parimente)ficom 
li  Leniti  pagauano  la  Decime  alfomnK)  Sacerdote;  cofi,  hauerl'ifteiro  obligi 
tucto  l'Ordine  Ecclefiaftico  verfo'lPapa;  l'entrate  de'  Benefici)  eficr  le  Deci 
me  :  l'Annate  elFer  le  Decime  delle  Decime.  Ildifcorfodifpiacquea  molti,  6 
dèi  naie  i  particolarmente  a  Francefi  :  Se  ci  furono  Prelati,che  da  quello  notarono<liuet 
Frlncefirefta-  ^e  cofe  ,  con  qualche  penfiero^i  palarne,  fé  fofie  nata  occafione,^ quando  fofl 
no  offeji:         toccato  loro  a  dire. 

ISpagnuali,&  Franccfi,tennero  openione,  che  quel  Padre  hauelTe  cofi  trat 

tato  per  ordine,  o  almeno  confenfode'  Legati,  allegando  per  argomento,] 

molti  fauori,  che  da  loro  gli  veniuano  in  ogni  occafione  fatti  :  &  fpecialmcnte 

perche  doue  era  folito,che  gU  altri  Generali,  nel  dir  il  lor  parere  ftelferoin  pie  i 

de,&aloroluogo,il  Lainez  era  chiamato  in  mezzo,  &  fatto  federe,  tSc  che  pin 

volte  s'era  fatta  Congregationeper  lui  folo,  per  dargli  commodità  di  parkn 

quanto  voIe«a:&  con  tutto  che  nilfun  folte  mai  gionto  alla  metà  della  praliflì 

rà  fuà,egli  era  lodatoj  &  quelli,  contrachi  elio  parlò,non  fuixjno  mai  tantobrc 

ui,chenon  follerò  riprefidi  longhez2a.MailLainez,faputarolFefachepreten 

deuano  hauer'  hauuto  li  Frane eiumandò  il  Torr^,&  il  CaLiillon,fuoi  focijja  far 

nefcufacon  Lorena,  coadire,  cheleridargntionifuenon  furono inuiate a SiM 

Signoria  llluftrilTima,  ne  ad  alcuno  de'  Prelati  Francefi}  ma  fil>enecontra  l 

Theologi  della  Sorbona,le  openioni  de'quali  fono  poco  conformi  alla  dottrini) 

ìqnalllo un-    ^^"^^^ Chiefa.  Ilche  elTendo  riferito  al  Cardinale,ip  Congregatione  de' FrancefJ! 

furano  in  um  tenuta  in  fuacafajl'ifcufa  fu  da' Ptelatifcntita  con  difgulto,&  da  alcuni  di  loroi 

lor  Congrega-  riputata petulante,da altri  anco  deriloria,&coil  maggior  fentiméto fu  riceuutai 

tiofK-'  daxiuei  pochi  Theologi  rimafti:  di  modojche  fino  rVgonio,  che  era  comprato»! 

lari^utaua  incomportabile.  Al  Verdunjpareuad'elfer  toccato  fingolarmentes&i 

efTer'in  obligodireplicare>&:  pregò  il  Cardinale,  che  gliene  deife  licenza  >&i 

occafione 


AFA  Pio  mi.  LIBRO    OTTAVO.  73^. 

:cn(ìone:prometceiia  di  parlare  con  modeftia,&:  moftrafcche  la  dottrina  della 
Dibona  era  Orrodollà ,  ìk  quella  del  Gicfuita  nuoua  Se  inaudita,  che  mai  per 
nanzi  nella  Chiefa  era  flato  intefojdaChrifto  eiferdata  datalaChiaucd'aii- 
irirà,  fenzachiaucdi  fcienza.'chelo  Spirito  Santo,  donato  per  il  rcacrfnicnto 
fllaChicfajdalladinina  Scrittura  è  chiamato  Spiritodiveritàr&  la  (uà  opera- 
rne ne'gouernatori  d'cllà,&;  Miniftri  di  Chrifto,  efser  condurgli  in  oo^ni  veri- 
.Chepercio,Chriilo  ha  partecipato  a'Miniftri  l'autorità  rua,perche  infierae 
ihacommunicatoillume  della  dottrina,  ChcSanPaolo  aTimothcojfcri- 
•ndo  d'cilcr  conftituito  Apoftolo,iì  dichiara,  cioè.  Dottor  delle  genti  :  che  in 
I  à  luoghi,prcrcriuendo  le  conditioni  del  Vefcouo,  dice,che  ila  Dottore.  Che, 
'  lardando  l'ufo  della  Chiefa  Primiriua,ii  troucrà,che  per  tanto  li  fedeli  ricor- 
uano  perledifpcnfe,  &  dichiarationi  a' Vclcoui,  perche  erano  afibntiaquel 
aico  h più  inftrutti nella  dottrina  Chriftiana,  che  llritrouaircro.Chelipote- 
1  anco  tralafciarl'antichitàiimperocheliScolafticijt^c  la  maggior  parte  de'Ca- 
:  tniftijhanno  coftantemente  detto,eircr  valide  le  difpenfe  de'  Prclati,C/^«e;;o« 
.^arncySc  nonaltriracnti.L'Vgonio  ancorali  oiferìtrattare  fopra quella afser- 
Dnejchel'ifteirofìail  tribual  di  Chrifto,  &  dclPapa,come  propoiìtioneem- 
i,&  fcandolofa,che  uguagli  l'immortale  al  iTiortalej&  ilgiudicio  corrottibi- 
al  Diuino:&:  che  nafceua  da  ignoranzajclfendo  il  Papa  quel  feruo,prepofto  fo- 
1  a  la  famiglia  di  Chrifto,non  per  far  l'ufficio  di  Padre  di  famiglia,ma  foloper 
(  Iriburre  a  ciafcuno,nonarbitrariamente,raa  quello  che  dalmedefìmo  Padre 
(  )rdinato.  Che  reftaua  pieno  diftupore,che  orecchie  Chriftiane  potellcro  u- 
(  e,  che  tutta  lapoteftà  di  Chrifto  ila  communicata  ad  altra  perfona.    Tutti 
I  daroncchi  cenfurando  una,chi  una  altra  delle  aifertioni  del  Gefuita.    Ma  il 
i  ordinale  gli  confiderò,  che  noniì  farebbe  fatto  pocojOttenendo  che  ne'  decre- 
1  publici  del  Concilio  non  fofse  aperto  adito  a  quella  dottrina,&  a  quefto  ta- 
conueniua  che  tutti  miralfero:  alqual  fine  più  facilmente  farebbonoperue- 
tijpairando  le  cofe  con  fìlentio ,  &c  coli  lafciandole  andar'  in  obliuione  :  che 
ntradicendolchauerebbono  fatto  qualche  pregiiidicio  alla verità.Si  quieta- 
no,manon  fi,  che  ne'priuati  congrcflinonicparlaire  affai. 

Ma  i  Legati  accommodaronolidoi capi  deli'  Inftitutione  de  Vefcoui ,  &  ''"•  Decreti, 
llaRefidenza  con  parole  cofì  generali,  che  dauano  fodisfattionead  ambe  le  '^^^"■^^M"- 
rti,&  in  manicrasche piacquero  ancGaLorena.Ma,hauendogli  dopo  confili- J/,),^,^^^  ^"' 
i  co'Theologi  Pontiiìcii,òi  alquanti  Prelati  Cononifti,quefti  fecero  oppofi-rc/^w«,  fir^ 
)ne,che  patinano  interprctationepregiudiciale  all'  autorità  della  Sede  Apo-  "'^"e  contri- 
lica,  &  agli  ufi  della  Corte.    II.  Vefcouo  di  Nicaftro,che  molte  volte  haueua  '^'^"'^»  Trito, 
ntcfo  di  quella  materia  a  fauore  delle  cofe  Romane  nelle  Congrecrationi,di- 
ua  apertamente  ,  Che  con  quella  forma  di  dire ,  s'infcriua  che  tutta  la  criiu-jf- 
crione  de"  Vefcoui  non  proueniuadal  Papa,  ma  una  parte  d'elfada  Chrifto 
imediate^laqual  cofanoneradatolerare  in  modo  alcuno.     Il  mcdefimo  fo- 
:ìieuano  gli  altri  Pontifici)  ,  interpretando  in  finiftro  ogni  parola,  le  aperta- 
lentenonfidiceua,  Li  Vefcoui  hauer tutta  lagiurifdittione  dal  Papa.    Perii- ej^^^ 
kIì  Legati  mandarono  li  capitoli,  cofì  riformaci,  al  Pontefice,  non  tanto» 

AAAaa     i] 


740  CONCILIO  DI  TP.ENTO      Papa  Pio  im„ 

ciò    lO  accioche  a  Roma  follerò ciTaminacij  quantoanco  , pei  non proporicin mate- 

Lxiri.     ria  di  tanta  importanza,cola  non  fapucadal  Pontcficc:lK|ualivcduri,  6c  cisami- 

nati  da' Cardinali  prepofti  aqueftinegotij,  giudicatonochc  quella  formaba 

ftalTe  per  far  tutti  li  Vefcoui  nella  propria  Dioccfi  uguali  al  PapatiSc  il  Pontcfio 

ripreudcua  li  Legati ,  che  glierhauelfcro  mandata  :  poiché  lapcua  molto  bei 

lamaggior  parte  nel  Concilio  cirer  buoni  CattolKÌ,&  dinoti  dcUaChiefaRc 

i-nana:&;di  quefti confidando, (ìcontentaua,  che  le  propofitionij^crifolutior 

foirero  deliberate  in  Trento  >  fcnza  fua  (aputa:  ma  nondoucua  però  ellbcot 

fentire  ad  alcuna  cofa  pregiudiciale,per  non  dar  cattiao  elfempio  a  loro,  &  e 

ler  caufa,  che  efll  ancora  vi  airentillero  contra  la  loro  coicienza. 

difficoltà  «ti^o-       Hebbe  il  Pontefiice  in  quello  tempo  una  altra  negotiatione  aliai  dur a  :  pe 

mafopraUm-  che,douendo  il  Rè  de'  Romani  mandar' Àmbafciatori,  per  dar  conto  dell' 

Mrinlil     ie^f  ioiie  fua,non  volle  far  come  gli  altri  Imperatori,  &  Rè>quali  non  ellcndo: 

rede'F*o^ì,  alcuna  difficoltà,  promifero,  &  giurarono  tutto  cjuello,  che  a' Pontefici  pia 

ni  Pa^it.        que  :  ma  egli ,  hauendo  rifpetto  di  non  offender  li  Prencipi ,  3c  altri  Protelbn 

di  Gcrmaniajvolfe  prima,  che  fi  dichiarallè,  che  parole  haueffe  da  ufare.    Poi 

la  cola  in  confultatione  de' Cardinali,  quelli  deliberarono,  che  douelle  e 

niandar  la  conferma  dell'  Elettione,  &  giurar'  ubedienza, fecondo  reifei 

pio  di  tutti  gli  altri  Imperatori.    Alche  egli  rifpofe ,  Che  quelli  furono  inga 

nati,  &  egli  non  eraperacconfentir'acofa,che  doueifeeirerpoiprefaapregi 

dicio  de'  luoi  fucceflori ,  come  le  attioni  de'fuoi  precelPori  fi  adoperauaiic  : 

pregiudicio  fuo:  &  che  era  un  dichiararfi  vairalLo  :  &  propofe  ,  che  l'Amb 

fciatore  fuo  ulalfe  quelle  parole.  Chela  Maeftà.fua  prederà  ogniriuerenz3,( 

uotione ,  &  ofsequio  alla  Santità  fua ,  &c  alla  Sede  Apoftolica ,  con  promcf 

non  folo  di  confcruarc,  ma  di  ampliar,  quanto  potrà ,  la  (anta  Fede  Gattoli< 

Non  potendo  concordare,durò  il  negotiato  tutto  quell'anno  ,  &  credctterc 

F.omad'hauerli finalmente trouato 'buon  temperamento,  proponendo,  e 

giurafse  ubedienza,  non  come  Imperatore,  ma,  come  Rè  d'Ongaria,  &:di  Bc 

mia:  poiché  diceuano ,  non poterfi  negare,  che  il  Rè  Stefano,  l'anno  de 

la  noftra  falute    m.  non  donafse  il  Regno  alla  Sede  Apoftolica,  riconofce 

dolo  poi  da  lei  col  titolo  Regio ,  &;  facendofi  valfallo  :  Se  che  Vladifla 

Duca  di  Boemia,  non  riceuefse  da  Alefsandio  fecondo  la  facoltà  di  portar 

Mitra,  obligandofidi  pagar  cento  marche  d'argento  ogni  anno.  Lcqaalici 

fcconfcgliate  in  Germania,  &,  veduto  non  eircrcene  altri  documenti,  che  1'; 

fermatiua  di  Papa  Gregorio  fettimo ,  furono derife ,  &c  rifpoftogli.  Che  il  d 

fidcrauano  efsempij  più  recenti,  &  più  certi,  &  titoli  più  Icgitimi..  Andaror 

inanzi  &  indietro  medi,  con  varie  propoftc,  rifpofte,  ^repliche,  dellequa 

per  non  parlar  più ,  farà  ben  rifferir'  al  prefcnte  l'eilito ,  ilqual  fu,che  venti  im 

ù  dopo,  arriuò  in  Roma  il  Conte  d'Elfeftain  ,    Ambafciatore  di  quel  R 

colquale  lì  rinouarono  le  medeiìme  trattationi  di  dimandar  la  conferm: 

&  giurar  l'obedienza.    Ma,  dicendo  egli  d'haucr  in  fcritto  l'oratione ,  eh 

haueua  da  recitar  pontualmentc,  con  eomraiffione  di  non  alterarne  un  io 

ta  >  il  Papa ,  fatta  Congregacione  generale  ,  propofe  il  negotio  a'  Car 

dinal) 


pi'omeiia;  clìc     lxiiIo 


apaPioIIII.         libro    ottavo.  741 

anali:  liquali,  dopo  longa  coiifiikarione ,  vennero  a  coiicliiiione,  che, 
''.:  ben  l.i  conferma  non  farebbe  addimandaca,  nerobedicnzapromeflai  che 
jiondimeno,  nella  rifpofta  all'  Ambalciatore  li  doueiredircchelaSaiiticàfua 
onfermauarelcttionejfiipplcndo  tutti  li  difetti  de faSio  dr  de  jurcinicinenuzi 
iiqucUajcCchericeueua  Tobcdicnza  del  Rè:fenza  dire  chefoiredimandatajO 
ondimandata,proinellL\,o  non  promclT-^.Etrialcì  quella  cercmoniaocon  poco 
ulto  del  Poncefice,&  minor  del  Collegio  de'  Cardmali. 

Ma»  ritornando  a'  tempi  de' quali  icnuo>teftauaal  Papa proueder' alle  fic-»^^«jf*  vuol 
Tuenti  inftanze,fatte  dagli  Ambafciatori  apprclTo  di  le,  ó^  dal  Conte  di, Luna  in  '^'^^^^"'■^^^J^ 
rrento>cherileuaireil  decreto  di  ProponcunbHó  Ze^^/k- onde ,  fatiato  di  ^^^'^^■^ p^olTniLt- 
[ioleftia,fcriire  a  Legati',  che  fi  proponeifc  in  Congregatione  di  fofpcnderlo.  gaù, 
la  il  Cardinal  Moroncagli  Amba(ciatori>che  dell'  ordine,veniito  dal  Pontefi-  ma  il  Aitrmt 
e,c»liene  fecero  inftanza,rilpofe,che  non  era  per  adentirui  mai,&  più  tofto  che  *■#*» 
ondifcender'a  taldichiarationejdefiderauacbe  Sua  Santità  lo  Icualfe.  Qucfta 
ifpofta,  data  fenza  partecipar  con  gli  altri  Legati ,  aggionta  ad  altre  coicche 
lUcl  Cardinale  haueuariioluto  lolo,gli  poterò  in  gelolia>come  che  s'inalzaile 
:oppo  fopra  gli  altrijparendo  loro,che,fe  ben  haucua  inftrurtione  a  parte,  non 
Guelfe  però  elFeguirla/enza  auifargli  prima ,  &  commiinicargli  inricrampnte 
.ittc  le  cofcalmenoneiredccutione. 

Nella  Congregatione  de'  ventuno  Giugno ,  fu  letta  la  rifpofta  da  far'  al  r'ij'popa  alBi^_ 
relìdent*  Birago ,  formata  da'  Legati,&  dal  Cardinal  di  Lorena^laqual  pafsò  '''^5'' ^f'^*- 
nza  nilfuna  difcrepanza;6c poiché  noneraprefentejchepotelTeeltergli  infi- 
lata i\\  voce,fe  gli  mandò  dietro  in  fcrittura.Et  fu  deputato  Adamo  Fumana, 
er  Sccretario,aggionto  al  Tilefio ,  ilqual  continuaua  nella  Tua  indifpofitionc.  tarlo  delVon- 
la,durando  tuttauia,anzi  più  tofto  accrcfcendofi  le  differenze  fopra  li  capitoli  cìUo: 
eir  Liftitutione  de'  Ve.lcoui,&  dell'  autorità  del  Papa:&:  vedendofijche  il  par-  difficoltàfef>ra 
irne  in  Congregatione,non  era  altro  che  un'  accrefcer  le  dilficolcà,  quafi  d'u-  l^{"ft"»»o»i 
a  commiine  concordia  fi  pofero  li  Prelati  a  trattarne  particolarmente,  &  a      ^^^««5 
roporpartiti,pertrouar  qualche  temperamento  alle  diiterenze.Alcunijdefide- 
ofi  di  fopirlecontrouerfie,&difar  qualche  progreflbjvedendo  che  non  vi  era 
lodo  alcuno  di  concordia, confcgliauano,  chei'una  &c  l'altra  materiafìdo- 
effc  totalmente  oir.ettere  :  ^ ,  fé  ben  quefto  parere  in  fine  fu  riceuuto^nondi" 
ìcno,nel  principio,hcbbe  diucrfe  contradittioni.S'opponeuano  li  Spagnuoli, 
iquali  onninamente  voleuanodefinircche  la  giurifdittioneEpifcopalevenil- 
;  da  Chrifto:&  il  Cardinale  di  Lorena  palTaua  ancora  più  inanzi,  volendo  de- 
tnii-  che  la  lor  vocationCiSi  l'attributionc  del  luogo,foire  immediate  da  Dio.. 
,r  li  Francefhche  voleuano  dichiarata  l'autoritàdel  Pontefice,in  maniera,che 
lon  poteflene  contrauenire,  ne  difpcnlare  li  decreti  del  Concilio  Generale.. 
Utndiceuano,chc  quefto  partito  non  fcruiua,fenon  a  differire,  fenza  certezza; 
he  la  dilatione  potelfe  eircrdigiouamento:pcrche,volendofìpoi  venir  al  fine 
el  Concilio,faria  necelTario  riattar  di  definire  tutte  le  materie  elfaminate^on- 
e  tornerebbono  le  difficoltàjtSc  cafojche  li  FrancefipartifTero prima, come 
intendeua  checrano rifoliui di  farc,era  cofa pericolofa  di  fc ifma,  dopo  la  1  oro 

AAAaa    iij 


741  CONCILIO    DI  TRENTO         Papa  Pio  UH 

cio  13  pardtajtiattatalciinacofacontioLìerfa coltre  chcperrintelligenza  dìLorcui 
L  X 1 1 1.  con  rimpcratore,da  chi  non  fapeua  li  niioui  penficii  dell'  un  oc  dell'  altro.fite- 
ncaa, che, partendo effi>  quella  Maeftà  douelTe  richiamare  gli  Ambafciatorr 
fuoiniclqaal  cafo  il  continuar  il  Concilio  sfarebbe  flato  con  pocariputatione:i 
ik  il  determinar  cofa  alcuna  ,  farebbe  riputata  da  molti  coia  fatta  fenzaau-i 
tonta.  .  I 

tfopral\Ut-        Vna  altra  difficoltà  non  minore,  era  nel  capo  dell' Elettionc  de'Vefcoui:! 

tmte  Loroy  pecche  gran  parte  de'  Padri, voleuano,che  fi  diceircjElTerui  obligo  d'elegger  li 
più  degni  :  &  in  confermatione  di  queflo ,  portauano  numero  grande  di  Cano-: 
ni,&;  d'autorità  de' Santi  Dottori. Alqual parere  s'opponeuano  li  Pontifici),  al- 
lec^andojche  era  unrifLringererautoritàdelPapa,in maniera, che  non  potefTe 
mai  gratificar'  alcuno  ;  &  che  l'ufo  prarticato  nella  Corte,'<ia  tempo  immemo- 
fabilcerajchebaftafle  elegger perlona  degna.  Gli  Ambafciatori  ancora  Fran 
cefi,&  Sp.!gnuolo,non  acconièntiuano:  cheera  un  riilringer  troppo  lapotc- 
ftà  de'  Rè  nelle  noininationi,quando  foifero  flati  in  obligo  d'andar  cercando  il 
pÌLide<yno.Pai'ccchi  Prelati  andauano  facendo  prattiche,  accio  quel  capo  noi 
fofrericeuuto,etiandiofenzai'aggionra, dell'  eleggerli  più  degni  ;  &fpecial 
mente  il  Vefcouo  di  Bertinoro,^Sc  ilGeneralLainez,Gieluita,diflribuendo  al 
cune  annotationi,  &auuertimenti fatti  da  loro ,  andauano moflrando  chefa 
lebbono  feguiti  grand'  inconuenienti  da  quel  Decreto  :  imperochc  ì\\  quello  f 
conteneua,Che,vacante  una  Cathedralcil  Metropolitano  fcriueffe  al  Capito 
lo  il  nome  del  promouendo,ilqual  poi  folle  publicato  in  pulpito  in  tutte  le  pa 
rochiali  della  città,in  giorno  di  Domenica,&:  affilfo  anco  alle  porte  della  Chic 
fa:  &  poi  il  Metropolitano  andato  alla  città  vacante  doueffe  elfaminar  tefli 
monij  fopra  le  qualità  della  pcrfona,  &  lette  in  prefenza  del  Capitolo  tutte  1( 
fue  patenti,  &  teflìfìcationi ,  folfe  anco  afcolrato  ognuno,chc  volelfe  oppone! 
cofa  alcuna  allaperfonadiquelio,&di  tutto  ciò  folfe  fatto  iftromento,&man 
dato  al  Papa,per  elTcr  letto  in  Concifloro.Qoefta  conflitutione  andauano  di- 
fcorrendo,che  farebbe  fiata  caufadi  feditioni,(S«:  ài  calunnie,  t!k  che  con  qucftc 
fi  daua  certa  autorità  al  popolo,  con  laquale  haucrebbc  ufurpata  l'elettione  de 
Vefcoui,fìcome  altre  volte  lafoleuahauerc:dalche  altri  eccitati,  faccuanolc 
medcfime  oppofitioni,  al  capo,  doue  fi  tratta  di  quellijche  s'hano  a  promuouci  i 
acrli  Ordini  maggiori:nclqualefi  diceua ,  Che  li  nomi  loro  douelfero  eller  pu-l 
blicati  al  popolo  per  tre  Domeniche^:  aftìfll  alle  porte  della  C  hiefa  ;  &  le  let-l 
terc  teflimoniali  douelfero  elTer  fotcofcritcc  da  quattro  Preti,.3^  da  quattro  Lai- 
ci della  parochia,allegando,che  non  erada  dar' alcuna  autorità  a' Laici  in  que- 
lli affari,che  fono  puriEcclefiaftici.InqucflcpeiplcfIìtà,li  Legati  altro  non  fa-I 
penano  che  fare  ,  fcnon  goder  il  benehcio  del  tempo,  ^  alpettarchefìfaceflèl 
qualche  apertura  per  venir  al  fine,  alqualcnon  fi  vedeua  come  poter  gion- 
gere- 

€;'»  ìa  rtfemn      Vna  altra  nuoua  trattatione  fu  incomminciata  intorno  la  riforma  de'Car-  i 

de  Ctudindi:  dinali  :  impero'che  il  Pontefice,  intendendo ,  che  per  tutte  le  Corti  di  queflo  fi  ' 
parlauaj  &  che  in  Trento  gli  Ambafciatori  di  Francia,  Spagna,  6c  Portogallo,  • 

erano 


Kpa  Pio  IIII.  LIBRO  OTTAVO.  74;. 

,ino  concercati  di  dimandarlo  al  Concilio,  fcrilTc  a' Legati>cliinanclaiido  con-    ccf    i-^ 

jTliojfc  eraben  trattarla  a  Roma,o  in  Trento  :  &  quello  mcdedmo  lo  propolc     lx  ni. 

.;  Conciftorojordinando  anco  una  Congregationc  lopra  di  quello;  <k.  partico- 

rmentcper  trouar  modo,comc  ouaiare  che  i  Prencipi  non  s'incromctteircro 

)l  Conciane  nell'Elettione  del  Papa  :&,per  proceder  con  ogni  auncrtimento 

:  ncgotio  di  tanto  momento,niandò  a  Trento  molti  capi  di  riforma,caiiati  da' 

lonciiijjcon  ordine  a'  Legati  di  commanicargli  co'  Prelati  principali ,  Se  fcri- 

ir'il  parer  loro.I  Cardinali  di  Lorena,&:  Madraccio,ril'porero,  di  non  voler 

re  il  proprio  parere  fenza  Caper  prima  la  mente  del  Pontefice,  dopoilchc  fa- 

bbcanco  ftato  bifogno  pcnlarui  moltabene:&  in  particalare  quel  di  Lorena 

ircjElferui  molte  cole  (limate  degne  di  correttione,  che  egli  però  non  riputa- 

i  poterli  riprendere  :&altrc,che  in  parte  ii  poteuano  bialmare,  manonallb- 

.  caracnccDifcefealparticolar  d'haiicr  Vefcouati ,  dicendo ,  Non  eiTere  alcun 

;  coniiemcntejche  un  Cardinale  Prete  tenelle  un- Vefcouato  :  ma  che  non  gli 

rena  bene>chc  foiPc  Vefcouo  un  Cardinale  Diacono-  :  &  per  qucita  caufa,  egli 

lucaa  conCegliato il  Cardinalcfuo  fratello,a  lalciar  l'Arciueiconato-di Scns.. 

a  quella materia,di  riforma  de'  Cardinali, predo  il  mifc  in  filcntio  :  perche, 

chinando  tutti  quelli,chc  erano  in  Trento,più  rollo  che  folfe  trattata  dal  Pa- 

,&dalCollegio;(5cquelli,che  pretendeuano  il  Capello, dubitando  che  non 

IccfTcro  molti  impedimenti  a'  loro  defiderij^fu  caufa,cke  con  facilità  fi  ceiraf- 

di  parlarne.Hebbé  ancora  il  Pontefice  penfiero  di  far'  una  co{litutione,Che  i 

zfcoui  non  poteflero^auer  in  Roma^òì  nello  ftato  Ecclefiaftico,ulficij  di  ma- 

;  ggio  temporale.Ma,dal  Legato  Simoneta,&  da  altri  Tuoi  prelati,fu  auuerti- 

I  ,  che  farebbe  con  gran  pregiudicio  degli  Ecclefiaftici  in  Plancia ,  Polonia,^ 

:ri  Rcgnijdoue  fono  Gonfeglieri  de'  Rè*  &  hannoaltri  uificij  principali  :  po^ 

lido  auuenirefacihnentCjche  ne  foireropriuati,  valendofi  li  Prenc ipi dell' ef- 

npio  di  Sua  Santità,&  eccitandoli  k  nobiltà  Secolare  ,per  li  propri)  interelfi 

Hocurarlo.perilchejlepurvoleuadar'eirecutionealladeliberationefuajlofa" 

ife  con  effetti ,  &  fenza  fcrittura  s^per  non  portar  tantadaiino  all'  Ondine  Ec- 

rfiaftico  negli  altri  Regni. 

Addì  venticinque  di  Giugno,  l'Imperatore ,  eflcndolì  dall' efperienza  delle  Ceptre  parti- 
ifc  certificato,o  in  quello  terapcouerodue  mefì  prima,  quando  fu  con  lui  il  d'ij^rnc,di- 
^orone,che  la  fua  vicinità  al  Concilio,non  folo  non  faccua  quel  buon  frutto,  !^'^^"j_^  <^^- 
eeglihaueiiaftimato,mapiù  tofto  contrari)  effctti,perche  li  prelati  Pontifi-    """  *** 
I ,  entrati  in  (ofpetti  che  Sua  Màeftà  hauelTe  dilfegni  contra  l'autorità  della 
orceRomanajprendeuano  ombra  d'ogni  colajonde  lediftìcoltà,  &  fofpitrio- 
erano  per  aummentarlì  in  acerbità ,  ìk  crefcer'  anco  in  numero  ;  &,h2uendo 
tri  negotijjdoue  più  utilmente  implicarfìjfe  ne  parrr.hauendo  fcricto  al  Cardi- 
li di  Lorena,che,  elTendofi  toccata  con  mano  rimpofllbilità  di  far  cofa  buona 
:1  Concilio,teneua  elfer'  ufficio  di  Prencipe  Chri(liano,&  pradente,più  tofto 
)ntéf  arfi  di  ibpportar'  il  mal  preséte,chc  per  rimediarlo,caufarne  di  maggiore. 
:  al  Cote  diLuna,che  tre  giorni  prima  era  andato  a  trouarlo  in  pofta,ordinò  di 
riuere  al.Rè  Catolico>fo£ra  il  V^Qi^lo/IIropomtihm  X^^^/^>eirortàdo  quella. 


744  CONCILIO   DI  TRENTO         PapaPioII. 

ci3    13  Ma,eftà,miioraefuo,acótcntarridinoceicarnuocatioiie,ncclichiaratione} 

Lxi  1 1.    pur  reftatTe  dubie  a  Sua  Maeftà>che>  non  dichiarandofi,  poteflc  appoitar  pr 

giudici)  à*  fkmii  Concili),  il  potcuajquandofoirebifognojin  fine  di  quellcf 

Lidichìaiacione. Et, etrendogli  andatanocitia,cheaRoma,& in Trenrojfitii 

caua  di  procedei-  contra  la  Regina  d'Ingnilterra.lcrilTe  al  Ponccfice,&  a*  Lega 

che>  non  potendoli  hauec  quel  frutto  cheildefidcrauadal  Concilio,dived{ 

una  buona  vnione  in^iutti  li  Carolici  a  riformar  la  Chiera,almeno,nonfìdd 

occafione  agli  heretici  d'uairfì  tra  loro  maggiormente  >  che  fé  gli  preftaua  o 

trattar  dì  proceder  contra  la  Regina  d'Inghilterra:  perche  da  quello^nzad 

bio  ,  ne  farebbe  nata  una  lega  generale  di  tutti  contra  li  Carolici,  laqualh 

uerebbe  partorito  grand'  inconuenienti:  &c  fu  coli  efficace  l'ammonitione  de 

Imperatore,che  il  Papa  fecedefiftere  in  Roma,  &reuocòlacommiflìoncda 

il  Patn  ik      a  Legati  in  TrentG.Dopo  che  il  Papa  difguftò  li  Spagnuoli,non  haueiido  dai 

w«em  di  di-  luogo  all'Ambafciacore  inRomajper  acquetarli,afcoltò  la  richiefta  di  Vargs 

f^ntx  diprece-  che,per  più  giorni  alfiduamente  l'haueua  moleftato,con  inftantia,  chcficor 

dm-^x   tra     ^y^^^  rrouato  modo,come  il  Conte,Ambafciator  del  fuo  Rè  in  Trento,  potei 

Franetihe  ^  jj^ce^ud-iite  nelle  Congrcgationi,cofi,appro{lìmandori  il  tempo  di  celebrare 

lio/  Sefl[ìone,la Santità  fuatroualTeviajCome  poteireinterucnirui:  fopralaqualc 

fa,hauendo  molto  penfatOiS:  confultato  co'  Cardinali,finalmente  venne  in 

folutione,che  anco  nella  Seflìonc  foife  dato  al  Conte  di  Luna  luogo  fepara 

daglialtriAmbafciatori:&,per  rimediar  alla  competcnza,che  farebbe  ftatar 

dar  l'incéfo,  8c  la  Paccfi  vfalTero  doi  Turibuli,5<:  folTcro  incenfati  li  Francefi, 

lo  Spagnuolo  tutti  in  una  volta:&  parimente:foirero  portare  due  Paci  a  bafci  \ 

a  que{ìi,&:  a  quello,tutt'  in  uno  inllante:&  coli  fcrifle  a'  Legati,che  effeguif  ji 

ro  -y  ordinando  loro ,  che  il  tutto  tcneifero  fecretiflìmcfino  al  tempo  dell' ei',  ■ 

cutione;accio,rifaputo,non  fodero  preparare  qualche  inconuenienze. 

Il  Cardinale  Morone,fcguendo  il  commandamento  del  Pap3,tenne  fecre  1 
l'ordine,  che  li  Franccfì  mai  lo  penetrarono.  Addì  ventinone  Giugno,  giori  i 
diS.Pietro,congregati  nella  Cappella  del  Domo  i  Cardinali,Ambafciarori, 
Padri,&  incoraminciata  la  Melfajqual  celebrò  il  Vefcouo  d'Auòfta,Ambafci 
tor  del  Duca  diSauoia,  allafprouifta  vfcidifagreftia  una  iedia  divclutom 
rello ,  di  fu  pofta  tra  l'ultimo  Cardinale,  &  il  primo  de'  Patriarchi,^  quali  ir 
mediate  comparue  il  Conte  di  Luna,  Ambafciator  Spagnuolo,  &fedette] 
quella  fedia.  S'eccitò  per  quefto  gran  mormoratione  di  ciafcuno  de'  Padri  e 
vicini.Il  Cardinale  di  Lorena  fi  lamentò  co'  Legati  dell'  atto  improuifo,  &  e 
lato  a  lui  :  gli  Ambafciatori  Francefi  mandarono  il  Maeftro  delle  ccremonic; 
far  riftclFc  mdoglienze,mcttendo  in  confideratioae  le  ceremonie  dell'  Incenf 
&c  della  Pace.  A  che  ,'rifpondendo  li  Legati,  e  he  ii  farebbe  rimediato,cond 
Turibuli,»^:  due  Paci,li  Francefi  non  h  contentarono,  ma  apertamente  dilfer 
Voler  elFcr  conferuatinon  in  parità,ma  in  precedenza:^  che  d'ogni  nouitàh; 
ucriano  protc(ì:ato,&  partitili  dal  Concilio.Si  continuò  in  quelle  andate,5<:  r 
torni,liao  al  fine  dell'  Euangelio,in  maniera,che,per  ligrandi  fufurrijl'Epiftol 
3c  l'Eaangeliojnon  furono  udici.Andato  il  Theologo  in  pulpitcper  far  ilSe 

mon 


Papa  Pio  mi.  LIBRO    OTTAVO.  745 

.monejfiritiiarono  II  Ledati  co'  Cardinali,  Ambafciatori  dell'*  Imperatore  j  & 
col  Fcrricre,iino  de'  Francefi  in  Sagreftia,doLie  fi  trattò  quella  materia,&  il  Ser- 
mone fim,prima  che  cofa  alcuna  fu  conclufa.  Nel  cantar  del  Credo,  nel  mezzo 
a  quello  fu  inditto  filentio  :  &  il  Cardinale  Madruccio,  col  Cinque  Chiefe,  Se 
fAmbafciatordiPoloniajufcirono  a  parlar  col  Conte  di  Luna,>?c  pregarlo,  per 
nome  de'  Legati,che  fi  contentafie,  che  per  all'hora  non  folfe  datone  Inccnfo, 
ile  Pace,  ad  alcuno ,  a  fine  d'impedire  il  iprouifto  tumulto,  che  potrebbe  caufar 
qualche  gran  male  ;  promettendogli ,  che  ad  ogni  altra  fua  richieda  elTeguireb- 
bono  l'ordine  di  Sua  Santità  de'  doi  Turibuli ,  de  due  Paci,  in  un  tempo  :  ilche 
iFacendofi  alla  penfata  ,  &egli,  &loro,&  tutti  hauerebbono  potuto  rifoluere 
:ome  gouernarfi  con  prudenza.  Finalmente,  dopo  longo  ragionamcnto,tor- 
larono  dentro  con  la  rifolutione  Jaqual  fu,che  il  Conte  le  ne  contcntaua.  Con 
^ueftadeliberationcufcirono  tutti  diSagreftia,&  tornarono  al  proprio  luogo; 
k  laMelFa  fegubcome  fi  è  detto,fenza  Inccfo,&:  fenza  Pace:&  fubito  detto ,  Ite, 
nijpi  e/l,iì  Conte  di  Luna,ilqual  nelle  Congregationi  era  folito  ufcire  l'ultimo 
lietro  a  tutti ,  all'hora  partì  inanzi  la  Croce ,  leguitato  da  gran  parte  de'  Prelati 
)pagnuoli,&  Italiani,fudditi  del  filo  Rè.  Partirono  dopo,li  Legati,  Ambafi:ia- 
orijiSc  i  Prelati,rimanenti  al  modo  confueto. 

I  Legati, per liberarfi  dall' imputatione,che gli  era data,d'hauer proceduto, 
n  cofa  di  tanto  momento,  clandeftinaraente,&  quafi  con  fraude,  furono  ne- 
x'flltatipublicar  gli  ordini  efpreflì,  riceuuti  da  Roma  di  douercofi  operare  in 
juel  tempojin  quel  modo,in  quel  luogO,&  fenza  communicare.  Il  Ferrier pu- 
)licamentediceua,Che,fenonfo(reftato  ilrifpetto  al  culto  Diuino,hauerebbe 
"atro  la  proteftatione,che  teneua  in  commiffìone  dal  fuo  Rè , laqual  per  l'auue- 
lire  farebbe,quando  non  fi  reftituifièro  le  folite  ceremonie  d'Incenlo,&  Pace» 
:  landò  loro  in  quelle  il  debito  luogo-Scrilfe  anco  il  Cardinale  di  Lorena  al  Pon- 
efice  una  lettera  afiai  rifentita ,  efponendo  il  torto ,  che  fi  trattaua  di  far  al  fuo 
^è)$c  modeftamente  dolendofi ,  che  Sua  Santità  gli  hauelfe  fatto  dire  di  confi- 
dar tanto  in  lui,  chcvoleua  gli  foflerocommunicate  tutte  le  cofe  delConci- 
,io,delche,feben  non  vedeua  l'efFettcnon  Cene  doleua  ;  ma  ben  gli  premeua» 
:he  haueiFe  commandato  a  Legati  di  non  communicargli  le  cofe  fue  proprie» 
5c  quellojche  meglio  d'ogni  altro  poteua  adoperar  in  bene  :  aggiongendo,norì 
dìcr  feguito  tutto'l  male,che  farebbe  feguito ,  fé  eilo  non  fi  fofie  mellb  in  mez- 
zo :  foggiongendo,  che  del  tutto  la  colpa  era  attribuita  alla  Santità  Sua,  Se  pre- 
gandolo a  non  voler'  elfer*  autore,&  caufa  di  tanti  mali.  Et  gli  mandò  anco  in 
polla  il  Mufotto,per  efplicargli  più  particolarmente  larifolutione  degli  Am- 
balciatori  Franceh,&  il  pericolo  imminente.     Il  Conte  di  Luna  fi  lamentaua 
della  durezza  de'  Francefi ,  &  magnificaua  la  molta  patienza ,  Se  modeftia  ufata 
;dafe,&  fece  inftanza  co' Legati,che  la  Domenica  feguente  folfeadmeiroaluo- 
lgo,&  ceremonie  uguali ,  fecondo  l'ordine  del  Papa.   Non  mancaua  anco ,  chi 
idicelFe  ,  che  il  tutto  era  unftratflgemadelPontefice,per  dilFoluer' il  Concilio; 
I  &  li  Pontifici] ,  chiamati  amoreuoli ,  diceuano.  Che  fé  pur  s'hauefie  hauuto  a 
venir'a  dilTolutione  >  hauerebbono  defiderato,  che  più  tofto  folFe  occorfa  per  la 

BBBbb 


^  746  CONCILIO   DI  TRENTO        PapaPioIIIL 

ci3    i3  controucifia  j  che  era  fopra  le  parole  del  Concilio  Fiorentino ,  Che  il  Papié 
LXiii.     retcor  della Chicfauniuerfalejftimando  che  farebbe  ftato  più  facile  guiftificat- 
ne  Sua  Sancità>&:  darne  tutta  la  colpa  a'  Franceli^ 

La  niattinafeguente>vltimo  del  mefe  diGiugno^ilConte,congregatii  Pr^ 
lati  Spagnuolij^  molti Italianisdilfe  loro,Che  il  giorno  inanzi  non  era  andato 
in  Cappclla,per  dar'  occafione  alcuna  di  difì:urbo,.ma  per  conferuar  le  ragioni 
del'  fuo  Rè  >  &c  valerfi  dell'  ardine  data  dal  Pontefice  i hauer  intefo  dopo, chci 
quando  egli  faife  tornato  in  Cappella»  i  Francefi  voleuano  proteftare  ,alqiial 
atto  fé  folTero.  venuti ,  egli  non  haueria potuto  mancar  di  rifponder  loro,,  col 
modo  >&c  termini,  che  efllufalTerojcoiì,  per  la  parte  diSuaSantità;quanto,pei 
quello,che  tocca  aUaMaeftà  del  fuo  Rè.Quei  Prelati  rifpofero>Che,venendoii 
a  queftojciafcuno  di  loro  farebbe  ftato  pronto  nel  feruitio  di  Sua  Santità,  & 
hauerebbono  mancato  ancora  di  tener  conto  di  Sua  MaeftàCatolica,inquel 
lojche  a  loro  (i  conuenilfè.Gli  ps-ega  il  Conte  dinuouo  a  ftaE*  auuertiti  a  tutte 
quello,che  poteilc  occorrer'  intalcafo,dicendo,Che  egli  ancoraci  vertiapte 
parato-.fapendo  che  i  Francefi  non  poteuanO'P'igliare,fenoiitremezzi,o  còcro  I 
Legati,  o  contro  il  Rè>o  contro  eCTo  medefìmo  Ambafciatore,.a'  quali  tutt 
preparerebbe  conueniente  rifpofta.  Gli  Ambafciatori  degli  altri  Prencipi  tutt 
iecero  ufficio  co'  Legati,chc  douelTerQ  trouar  temperamentOjaccionon  feguil 
fé  più  tal  difordine:quali,hauendaril'pofto>che  non  poteuana  reftar  d'elleguii 
il  comandamento  delPapa,eirendoprecifo,  8c  fenzaalcimariferuationc;&  ha 
uendo  anco  pfomelfo  alConte,di  volerlo  far'  ad  ogni  fua  richieftajil  Cardinal- 
di  Lorena  proteftò  a'  Legati,che,quando  volellèro  farlo,  eflb  anderia  m  perg© 
lo ,  Se  moftreria  di  quanta  importanza  folTe  quefta  cofa,&  q^anta  rouina  fofT' 
per  apportare  alla  Chriftianità  tutta,  &  che,  col  Crocifiiro  in  mancgrideria 
Mifericordiarperfuadendo  a'  Padri,  &  al  popolo,  di  partir  di  Chiefa,pernor 
veder'  un  fcifma  cofì  tremcndo:&  che,gridando,Chi  defiderala  falute  della  Re 
publica  Chriftiana,mi  fegua,pai:tiria  di  Chiefa ,  con  fperanza  d'eiìèr  fegiiito  di 
cadauno.  Dalche  raoffi  li  Legati,  deliberarono  di  far'  ufficiacol  Conte,che  f: 
contentalTcsche  la  feguenteDomenica  non  fi  teneilè  Cappellajne  fifaceife  Prck- 
ceflìonejfecondoil  folito:&  di  tutto  diedero  auifoalPapa^ 

Si  faceuano  continue  Gongregationi  in  cafa  degli  Ambafciatori  Franccft 
Se  del  Spagnuolo  :  ilquale>hora  daua{J5eranza  di  contentariì;hora,faceuain- 
ftanzache  fi  doueffe  andar'  in  Chiefapereireguir  l'ordine  del.  Pontefice  dell! 
Incenfo,&  Pace,Et  gli  Ambafciatori  Francefi  eranorifoluti  difar  la.proteft3,&  ' 
partire:  &  dieeuano  apertamente,  che  non  protefterebbono  contro  li  Legati, 
per  eifermerieirecutorijne  contro  il  Ri  di  Spagnaio  il  Conte,  fuo  Ambalcia- 
torejpercheprofeguiuanolacaufa  lorojne  contro  la  Sede  Apoftolica,,laquale» 
erano  fempre  per  honorare, Seguendo  li  veftigij de' lormaggiorijma contro  la' 
perfona  del  Pontefice,daLqual.  veniua  il  pregiudicio>&  l'innouationccomc  ^ 
quello  che  s'era  fatto  patte ,  &  daua  caufa  di  fcifma5&  per  altra  caufa  ancora» 
con  appellationeal  futuro  Pontefice,legitimamente  eletto,  &  ad  un  Concilia 
ìfexoA  legitimoaBiinacciando  dipartùesiSc  di  celebrar  un  ConcilioNationale. 

I  Prelati. 


>APAPioIIir.  LIBRO    OTTAVO.  747 

;  Pi:elati,&  altri  Francefi,a parte  diceuano  communemente  ad  ognuno,che  gli    e i a  i a 
Imbafciatori  haueuanoprotefte  centra  la  perfonadel  Pontefice  che  fi  portaua     L  xi  ii. 
•er  Papa,aon  elfendo  lcgitimo,per  caiifa  d'clettione  inualida  &  nulla,pcr  vizio 
;iiSimonia,accennando  particolarmente  la  poliza ,  quale  il  Cardinale  Caraffa 
kebbedal  Duca  di  Fiorenza,conpromifllone  di  certa  fomma  di  danari,  &  la- 
uale  quel  Cardinale  mandò  poi  al  Rè  Catolico,pretendendo  che  non  poteua 
(lèr  fartajfenon  dell'  confenio  del  Pontefice  inanzi  la  fua  airontione}&  a  qucU* 
Itra  poliza,fatta  di  mano  del  Papa,air  hora  Cardinale  in  Conclaue,al  Cardi  - 
ale  di  Napoli ,  dellaquale  difopra  s'è  detto.  Et  ilPrefìdente  Ferriere  preparò  ^^ìFranceJ! 
na  orationc  alTai  pungente  in  lingua  Latina, con  la  proteftatione,laqualc fé  Z'**/'^»"'*"'»  «- 
en  non  fu  fatta,è  però  andata  in  flampa,&  da'  Francefi  è  moftrata,  3i  tuttauia  "*,    ^"\ 
moftra  in  ftampa,come  fé  recitata  folfcdellaquale  i\  portar  la  foftanza  non  è  edolfuim^' 
lori  del  propofito  ^refente,accio  il  vcgga,non  quel  che  dilfero ,  ma  che  fcnfo 
ortarono  li  Francefi  al  Concilio. 

Diceua  in  foftanza  ,  Che,  elfcndo  congregato  quel  Concilio,pcr  opera  di 
ranccfco,&  Carlo,fratelli,Rè  di  Francia,  lenciuano  con  moleftia  effi  Oratori 
rkcfìRegijjelfercoftretti,  oapartirlijoaconfentiralladiminutione  della  de- 
lira del  Rè: che  era  noto  a  chi  haueua  letto  il/«j-Ponteficio,&:leHiftoric 
:lla  Chiefa  Romana,la  prerogatiua  del  Rè  di  Francia}  Se  a  quelli,che  haueua- 
3  letto  li  volumi  de'  Concilij,qual  luogo  hauelfero  tenuto  in  quelli  :  Che  gli 
mbafc latori  del  Catolico ,  ne' palfati  Concili)  Generali, haueuano  feguito 
ic Hi  del  Chriftianiffimo:Che  in  quel  tempo  s'era  fatta  mutatione,  non  da  effi 
idiijche  fé  follerò  in  libertà,non  mouerebbono  alcun  Prencipe  dal  fuo  pof- 
ifojne  la  mutatione  elfer  fatta  dal  Rè  Catolico,congionti{nmo  in  amieitia,& 
ircntela  col  loro  Rè  3  ma  dal  Padre  di  tutti  li  Chriftiani ,  che,  per  pane,ha  dato 
figlio  primogenito  unapietra  ;&:,perpcfce,  un  ferpentej per  ferir  con  una 
)ncura  infìeme  il  Rè,  &  la  Chiefa  Gallicana:  Che  Pio  quarto  fparge  feme  di 
fcordia,perfturbarlapacetrali  Rè  concordi,mutando  per  forza,  &  ingiufti- 
ijl'ordine  del  icdcr  gli  Ambafciatori,fempre  ufato,  8c  ultimamente  ne'  Con- 
li)  diCoftanza,&Lateranenfc;permoftrar  d'effcrfuperiore  a' Concili).  Che 
?  egli  potrà  fturbarl'amicitia  de'  Rè,  ne  leuar  la  dottrinadelle  Sinodi  di  Co- 
mza,&  Bafilea,che  il  Concilio  fìa  fopra  il  Papa:Che  San  Pietro  haueua  impa- 
lo d'aftenerfì  da*  giudici)  delle  cofe  mondane,doue  quel  fuo  fuccefrore,&  non 
nitatore  ,  prctendeua  dare  Se  leuar  gli  honori  de'  Rè:Che,per  legge  diuina> 
.'Ile  Genti,&:  Ciuile,fu  tenuto  conto  del  primogenito5&  viucndo,e<«:  morto  il 
idre  :  ma  Pio  ricufa  preferire  il  Rè  primogenito  agli  altri  nati  molto  tempo 
3po  quello:CheDio,per  rifpettodi  Dauid,  non  volfe  fminuire  la  degniti  di 
ilomoncrSc  Pio  quartcfenza  rifpetto  de'  meriti  di  Pipino,Carlo,  Ludouico, 
:  altri  Rè  di  Francia,  con  fuo  decreto,  pretende  leuar  le  prerogatiue  del  fuc- 
.'ifor  di  quelli  Rè:Che  contra  le  leggi  diuine,&  humane ,  fcnza alcuna  cogni- 
onc  ha  condannato  il  Rè ,  l'ha  leuato  dell'  antichillìma  fua  polfcffionc, 
:  ha  prononciato  contra  la  caufa  d'un  pupillo ,  &  vedoua  :  Che  gli  antichi 
ontefici ,  quando  la  Sinodo  Generale  era  in  piedi, mai  hanno  fotto  cofa, 

BBBbb     ij 


74B  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  Pio  IIU. 

ci^  1^  fcnzarapprobationcdi  quella5(Jk:  Pio  ha  voluto,  fenza  quel  Concilio,  che  rap-  , 
LXiii.  prerentalaChisrauniuei-ralcleuaidi  poireiTogli  Omcona  un  Rè  pupillo,  uoà 
e  iiato,quali  non  a  lui,ma  alla  Sinodo  lono  mandaci  :  Che, accio  non  vi  fofTe 
piouifionc,  haufato  diligenza,  accio  il  Tuo  Decreto  non  folfe  lapuco,  coman- 
dando a'Legati,inpcna  di  fcommunica,di  tenerlo  Iccreto  :  Che  conllderalfero 
li  Padrijfe  quelli  fono  fatti  di  Pietro,  &  d'altri  Pontefici,  e  fé  eflì  Ambafciatori 
fianocoftretti  partire  , di  doue  Pio  non  ha  lafciato  luogo  alle  leggi,  ne  veftigio 
della  libertà  del  Concilio  :  poiché  niltuna  cofa  è  propolla  a  Padri,  o  publicaca,i 
fcnon  prima  mandata  da  Roma:Che,contro  quel  Pio  quarto  folamente  protc-' 
ilauano,venerando  la  Sede  Apoftolica,&:  il  fommo  Pontefice,&  la  Santa  Ghie-  : 
fa  Romana,ricufando  folo  d'ubedir'  a  quello,&  hauerloper  Vicario  diChrifto:: 
Che,quanto  a'  Padri,iui  congregati,gli  haueranno  fempre  in  gran  veneratione:' 
ma,poiche  tutto  quello  che  lifa,è  fatto,nó  inTréto>main  Roma;  &  li  decreti:  ; 
chepublicanOjfonopiùtoflodiPio  quarco,chedel  Concilio  TridentiiM),non! 
gli  riccueranno  per  decreti  di  Sinodo  Generale.  In  fine,  comandaua  per  nome 
del  Rè  a  Prelati,  iScTheologi,chefipartiircro,perritCH:nare  quando  Dio  ha 
uelfe  reilituito  la  debita  forma,  &  libertà  a'  Concili]  Generali,  de  ilRàhauell 
riceuuto  il  debito  luogo, 
fifaqualche  Non  vi  fuoccafione  di  far  la  protetta ,  attefo  che,  confiderando  finalment 

comp»fitione:  j\  Conte,che,quantonquc  la  parte  di  Spagna  folle  maggiore  di  numerO'  di  Pre 
lati,che  la  Francefe  ;  nondimeno ,  li  dependenti  dal  Pontefice ,  liqaali  farebbo 
noftatiafuo  fauore,nella  prima  occorrenza,conofcendo  ilvoler  diSua  Santi 
tà,pairata  la  prima  occafione  ',  &c,  fapendoche  fi  era  già  fpedito  a  Roma  pe 
quella  caufa,farebbe  ftata  di  parere  che  fi  foprafedelTe  fino  alla  ri(poila,&  a  nuo 
uo  ordine;onde,gionti  co' Francefila  parte  fua  farebbe  reilata  più  debole;  pie 
gando  a  contentarfi  di  qualche  compofitione  ,  interponendofi  tutti  gli  altr 
Ambafciatori,6c il  Cardinale  Madruccio,  dopo  molte  difficoltà,  conuenncro 
che  nelle  ceremoniepubÌiche,non  folFe  dato  più  ne  Incenfo  ne  Pace,  fino  ali; 
rifpofta  del  Rè  di Spagna.Ilqual  accordo  difpiacque  a  molti, parte  dependenc 
dal  Pontefice ,  &  che  haueuano  cara  quell'  occafione ,  per  interromper  il  prò 
greifo  del  Conc ilio,  &  parte  anco,che  fati)  di  ftar' in  Trento,  ne  fapendo  veder 
in  che  maniera  il  Concilio  potefie  hauerne  progrefibriie  fine,defiderauano,pe! 
manco  male,che  folTe  interrotto ,  accio  le  dilcordie  non  fi  facelfero  maggiori 
Certo  è,che  il  medefimo  Pontefice,  hauuto  Tauifo  deli'  accordo  tra  gli  Amba- 
fciatori, lofentìmalcperil  medefimo  timore,che  le  dilcordie  non  fifacciferc 
maggiori ,  &  non  fuccedefie  qualche  male  :  &  li  Miniftri  Spagnuoli  che  erano 
in  Italia,tutÈÌ  biaimauanoil  Contcd'hauer  lafciato  fuggir'  una  occafione  tan- 
per  rimediare  ^^  fauoreuoie  in  feruirio  del  Rè.  ; 

«He  contefe  in  Sedata  quella  controuerfia,i  Legati,  intenti  a  celebrar  la.Seffìone ,  inftandoi 
Concilio  è  ri-  {{ tempo,  confultarono  quello ,  che  fi  poteife  far  per  rimuouer  le  differenze.  Fu  i 
foluto  di  tra-  propoflo  dal  Cardinale  di  Lorena  un  partito,d'ommetter  il  trattar  dell' Inflitur 
àe"retÌ€omT-  t^one  de' Vcfcoui,&  dell'autorità  del  Pontefice,  come  cole,  nellequali  leparti] 
^rfii  erano  troppo appaflìonate  :  &^ef  quelche  eoo^ a'  Vefcoui j  non.parlar  altro>.l 

fenoB» 


],PA  Pio  IIII.  LIBRO     OTTAVO.  745)_ 

iionjquantos'afpetta  allapoccftà  dell' Ordiiie:ilclie  ad  alcuni  de  Pontihcijpa-  cic>  i3~~ 
jia  buon  rimedio,  aldi  di  loro  non  l'approuauano:  dicendo,  che  ciolarcbbt  lxiii. 
j.to  attribuico  alJPontefice^alqLialc  non  foire  piaciuta  la  formula  iikimameure 
(izzaca,  &liPrencipihauercbbonoporuco  pigliar' ammirationc,  perche  la: 
if.ncicàluanon fia  reftata contenta, elfendogli  attribuitala  mcdefìmapotcftà» 
I  e'haueua  S.Pictro,ilche  haucrebbc  anco  dato  materia  agli  heretici  di  dirc.ol- 
i>che,gli  Spagnuoli,iS«:  Franceli,prendcrebbono  occafione,di  fperarpocojche 
jl'auucnirc  lì  poteile  concordar'  inficme  in  cola  alcunaj^talchenafccriano  in- 
Jiite  difficoltà  ancora  nelle  altre  materie  :  oltre  che,reftauadubio,  fc  il  partito 
ntersefortir' effetto, potendo  da  buon  numero  de'  Padri  effer  ricercato ,  che 
lei  capi  non  follerò  ommeflì,ma  foffero  dichiarati.il  Cardinale  di  Lorena  of- 
Q,  cheda'  Francelì  non  farebbe  altro  ricercato  ,  &  d'operar  fi  co' Spagnuoli, 
iiccfli  ancora  cofifi  contentaffero:  foggiongendo,  che,  quando  li  Legati  ba- 
llerò fatto  il  mcdefimo  con  gì'  Italiani,  che  troppo  affettatamente  s'oppone- 
;no  agli  altri,il  tutto  fi  farebbe  comporto. 

Et  opportunamente  andò  ordine  dall'Imperatore  a  gli  Ambafciatorillioi, 

letaceffero  ogni  ufficio,  accio  nel  Concilio,  non  iìparlailè  dell'autorità  del 

ipa:il  che  da  quella  Maeftà  fu  farto,vedendo,che  la  dilpofitione  della  maggior 

ite  era  per  ampliarlajiSctemendo  che  non  foffe  determinata  qualche  cofa,la- 

■  lai  faceffe  più  difficile  la  concordiade'  Proteftanti.  Ilqual  ufficiojelìendo  far- 

;  dagli  Ambafciatori  co'  Legati,  Se  col  Cardinale  di  Lorena ,  &c  con  altri  Pre- 

.  :i  principali,  fu  caufa,  che  fi  rifolueffed'om mettere  S>c  quel  capo,  &  quello 

I  ir  Inftitutione  de'  Vefeoui.  Dopo  che,  per  quello  furono  fatte  molte  con- 

!  Itationijintroducendo  a  quelle  li  Prelati  più  principali,  Se  di  maggior  fegui- 

,hora  in  maggiore,hora  in  minor  numero,  per  difponer  le  cofc,  in  modo  che 

tti  reflailero  fodisfatci,  furono  dati  a  Padri  lideaetidi  prouifione  degli  a- 

liì:  dintorno  al  primo  capo,cheera  dell' elettione  de' Vefeoui,  quanto  al 

articolare  che  li  Metropolitani  haueireródafar'effame  delle  perfone  da  pro- 

uoucr  a'  Vefcouati ,  di  che  s'è  parlato  di  fopra ,  s'oppofero  l'Ambafciator  di 

)agna,  &  quel  di  Portogallo  acremente,dicendo,Che  era  un  fottoponer  li  Rè 

Prelati  loro  fudditi  j  poiché  indirettamente  le  gli  daua  autorità  di  reprobare 

nominationi Regie.     Gli  Ambafciatori  Francelì,  di quefto  ricercati  ,  mo- 

caroncnon  curaiTi,ne  che  fi  decretaire,ne  che  fi  ommettelfeionde  i  Pontifici),, 

legiudicauanocofa  in  diminutione  dell'  autorità  del  papa  ,diceuano,che 

tto  quel  capo  Ci  poteua  ommettercmalTìme  che  nella  Seflìone  quinta,  pare- 

i,ch e  foffeproueduto  a  quella  materia  a  baftanza.  Ma>  a  quefto  opponendoli 

tri  con  gran  femore,  fu  conclufo  finalmente  di  commun  confenfo ,  che  quei 

pò  fi  differiffe  alla  feguente  Seflìone ,  per  hauer  tempo  d'accommodarlo ,  in 

aniera,  cheatuttipiaccffe,  accio  non  foffe  attrauerfata  per  quefto  lapublica- 

one  delle  cofeconuenutc.  e  di  rimettere^ 

La  medefima  difficoltà  nacque  fopra  l'ultimo  capo  de'propofti,  doucera  "^  ^'^Pf,  'ì^'^ 

efcritta  una  formula  di  profeflione  di  fede,  laqual  doueffe  effer  giurata  da'  dil-   ^^ .^"^*^'"T 

:'gnau  a'  Vefcouati}Abbatie3&  altri  benefici)  di  cura  d'anime,inanzi  che  ù  ve-  ^i^javiJhaT 

BBBbb    iij  ^ 


750  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio    IH] 

"^ci^  i3  niire  air  cfsame  lóro,  efsendo  connefsa  con  quella  dell'  elettionc ,  fi  che  non  i 
Lxiii.  poccfsero  feparaLe.  Fu  deliberato,  di  differir  quel  capo  ancora.  Ma,perchef( 
tanto  differito,  che  nonfi  vennea  rifolutione  di  decretarlo ,  &  finalmente  tu 
multuariamente  fu  rimelfo  al  Pontefice,  come  a  fuo  luogo  fi  dirà,  non  è  alieni' 
dal  prefcnte  propofìto  recitarne  qui  la  roftanzailaqual'era,  Che  foffejnó  folo  ri 
cercata  da  ditfegnati  a  Vefcouati ,  &c  altre  cure  d'anime  ;  ma  ancora  coil  un; 
ammonitione ,  &  precetto  in  virtù  d'obedienza  ordinato  a  tutti  li  Prencipi  d' 
qualonquemacftà,&  eccellentia,di  nonadmetter  ad  alcuna  degnità,  magifti'a 
to,o  ufficio  perfona,renza  kauer  prima  fatto  inquifìtione  della  fede ,  &c  religio' 
ne  di  quellaj  &,fenzachehabbia  prima  volontieri,&  rpontaneamenteconfej 
fati,&  giurati  li  capi  contenuti  in  quella  formula,laquale  a  queflo  effetto  com, 
mandaua  ancorché  folfe  tradotta  inuolgare,  Pietra  pub^icamente  ogni  Domi' 
nica  in  tutte  le  Chiefe ,  acciò  potefle  efser'intefa  da  tutti.  I  xzapi  erado  :  D^ke 
uerle  Scritture  dell'uno,  5c  l'altro  Tcftamento,lequali  la  Chiefa  ha  per  (tane 
nichcfomc  infpiratedaDiorDiriconofcereunaSanta,  Catolica,  &  Apofloli 
ca  Chiefa,{otto  un  Pontefice  RomancVicario  di  Chrifto,tenendo  coftantilTi 
mameiite  la  fede,&;  dottrina  diquella;  attefo  che,come  indrizzata  dallo  Spiriti 
Santo,  non  può  fallare  :  D'hauer  in  venerarione,come  certa,&  indubitata,raii 
torità  de'  Concili]  Gencrali,&  non  riuocar'  in  dubio  le  cofe,da  quelli  una  volt 
ordinate:  Di  creder,  con  fede  coftante,le  TraditioniEcclefìaflichcriccuuted 
mano  in  mano  :  Di  feguir  il  confenfo ,  Se  fenfo  de'  Padri  Ortodoffi  :  D'ubedi 
intieramente  alle  Collitutioni,  Se  precetti  della  fama  Madre  Chiefa  :  Di  crede 
re,&  confclfar  li  fette  Sacramenti,&  il  loro  ufo,virtti,&:  frutto,fecondo  chefir 
all'  bora  la  Chiefa  ha  infegnato:ma,fopra  tutto,che  nel  Sacramento  dell'Aitar 
vi  fia  il  vero  Corpo,&  Sangue  di  Chrillo  realmente ,  &  foftantialmente ,  fott( 
le  fpccie  di  Pane,&  Vino,per  la  virtti,&;  potenza  dellaparola  Diuina,proferiti 
dal  Sacerdote,  folo  miniftro  ordinato  a  quello  effetto,  fecondo  l'inftitutione  d 
Chrifto  :  confeifando  anco,  che  fia  offerto  nella  Mcffa  a  Dio,per  li  vini,  &  pe 
li  morti.in  rem iffion  de' peccati.  Et  di  riccuer  finalmcnte,i3«:  ritener  fermifTima , 
mente,  tutte  le  cofe  oireruatepia,fanta,&religiofamenteda'  maggiori,  fmoj 
quel  tempo ,  ne  lafciaifì  muouer  in  alcun  conto  da  quelle  ;  ma  fuggir  ogni  no- 
uità  di  dogmijcoraeperniciofìflimo  veneno, fuggendo  ogni  fcifma,deteftandc 
oc^ni  hereiia,&  promettendo  d'affìfter  pronta,6<:  fedelmente  alla  Chiefa  contri 
ruttigli  heretici. 

Rifoluto  di  lafciar  da  canto  anco  quello  capo,  come  s'è  detto ,  s'attefe  ad  ac- 
*  ^]*7u^^  comraodarc  il  capo  della  Refìdenza,lcuato  via  tutto  quello,  che  poteffe  difpia- 
Veltdenx*  ^^^^  a  chi  la  teneua  de  iure  dimno,  oc  a  chi  de  po/ìtmo.ll  Cardinale  di  Lorena  s'a- 
dopcrc),con  grandiffniìa  diligenza,^:  efficacia,a  concordar  le  parti,rifoluto  che  ì 
onninamente  la  SeflionefìfacefsealtempG  determinato:  perche,  hauendo  in, 
quei  giorni  hauuto  dal  Pontefice  amoreuolifsime  lettere,  che  l'inuitauanoai 
andar' a  Roma,  &  abboccarli  con  lui,  &:  hauendo  già  deliberato  di  dar' ogni 
iodisfattione  alla  Santità  fua,  era  rifoluto  di  dargli  quella  molto  defideratapec  ^ 
caparra,cioè  di  metter  fine  alle  difcordie,  Se  componcr  le  differeze  tra  li  Prelati. 


IipaPioIIII.  libro   ottavo.  751 

?,i>qiunto  air  andar*  a  Roma,  rifpofe  paiole  ambigue,  vo-leiiclo  arpettar  prhna    ci3   io 
ipofta  diFrancia.Vn  altro  impedimento,  fé  bcndicaufanon  molto  irapor-     lxiii. 
tite,allongauail  progretfo.      Quello  crailcractar  delle  fontioni  degli  Ordi- 
I  di  che  era  propofto  un  grande,  (Sclongo  capitolo,  doues'eiplicauanotuttey 
iiomminciando  dal  Diaconato,  lino  all'  Oftiariato.    Qiiefto  fu  al  principio,.  <  ^^^  /«««s- 
<e  fi  formarono  li  dccreti,da'  depurati  compofto,come  necctnirio,per  oppor-  "!  ^egi'Ordiy 
f.'Proteftantijliquali  dicono  quelli  Ordini  non  elTer  flati  inftituiti  da  Chri-/^  ^cc'tfiaJH- 
{',ma>perintrodottioncEccleliaftica^&  per  cfs.cr' offici]  di  buono,&  ordinato 
j  uerno,  vi  ila  commodo,  Se  bifogno  di  lorc!^}  ma  non  fiaiìo  Sacramenti,  Era  il 
<jo  del  Decreto  ,  tratto  dal  pontificale,  prefcriuendo  Le  fontioni  di  ciafcuno> 
<c  lo  ngo  farebbe  riferii:e>&fuperfruo,patèndofileggere  nel  libro  medeflmof 
<  dichiaraua>oltrecio,il  Decreto,  che  quelle  non  polìbno  elfer'  elfercitatejfe- 
1  nda€hi,eirendopromofrodal  Vefcouo,  hariceuuto  da  Dio  la  guatia,(Siim- 
{:iro  ilCarattere,per  pocerlaell^rcitare.  Ma,  quando  fi  fu  per  ftabilirlojflin-' 
(  ntrò  gran  difficoltà,pet  rifakiere  una  vecchia,.^  volgata  oppofìtione,  che  bi- 
{ ;no  vi  fofse  d'tcarattcre,&  poteftà  fpirituale,per  eirercitare  arti  corporali, co- 
1  ,lcggere,accender  candele,fonar  campancquali  non  folo  poffono  elfer  cofl 
ì  1  fatte,  ma  anco  meglio  da'  non  ordiiiati,  che  dagli  ordinati:&  maffimcdo- 
j;  che  era  andato  in  difufo  chcordinatijeirercitafTero  quelle  fontioni.Si  confi- 
e  aua,che  fi  veniuaa.condannar la  Chiefa;.quale,dopo  tanti  anni  ,haueua.in- 
t  raclfo l'ufo.  Era  anco  difficoltà,  volendo^  rimettere  in  piedi ,  come  venire 
2 1  pi.-attica:.perche  conucniua  ordinare  agli  Ordini  minori,non  putti,mahuO'- , 
B  iii,per  ferrar  la  Chiefa,  fonar  le  campane,fcongiurar infpiritati  :  ilche  facen- 
ti s'opponcuaa  quell'  altro  decrcto,che  li  Minori  Ordini,  foflèragradinecef- 
t  ij  a  Maggiori.  Del  Diaconato  ancora  non  il  vedeua  modo,come  reftituirgli. 
|ce  offi£Ìj,miniilrar  air  Altare,battezzaTe,&prcdicare.Similmente,  dell'  Or- 
p  e  degli  Eirorcifli,come  quell'  ufficio  potelTe  elfer  da  loro  efTercitatOxeirendo:- 
erufo  introdotto',  che  da'foliSacerdotifiano  li  fpiritati  fcongiuiiati.Anto- 
»  Agoftino, Vefcouo  di  Lerida,era  di  parere,  che  fi  laCcialTe  in  tutto  &  per  tut- 
quella  trattatione,dÌGendo,Che/icome  certa  cofa  era,che  quelli  fofsero  Or- 
.i,&  Sacramenti,tuttauia  difficilmente  s'hauercbbejperfuafo,che  nelle  Chic- 
>rimitiue  ^quandopochiffimi  erano  Chrifliani,fofIero>  introdotti:  che  n^n. 
degnitàdeUa  Sinodo  difcendcr  a  tanti  particolari:chc  baftaua  dire,gli  OrcH- 
ninoricfser  quatcro5&  non  difcender' a  maggior  fpecialità  di dottrina,&  in 
ttica^noii  far'  alcuna  nouità.  A  quello  s'opponeua.  Che  la  dottrina  de' Pro- 
:anti ,  qtì.ali  chiamano  quelle  ordinationi  >-  Ceremonie  ociofe  ,  non  farebbe 
idannata^     Ma  ilCardinale  di  Lorena  fu  autore  d'una  via^  di  mezzo,  che 
tmmetefse  quel  capo»  oc  che  baflauano  quattro  parole,  rimetrendo la ef- 
utione  a  Vefcoui,  ehc  procurafTero  di.  farle  ofTeruar  quanto  loro  foirepof- 
ile. 

.'Stabilita  quefte  cofe,fU  rifolutodi  leggere  il  tutto  nella  cofulta  di  quei  prin-  ««Wm  dt" 
Cali,  accioche  nella  Coneregatione  generale  le  cofe  palfafsero  con  iimci:afr!nd^^i,ac-^ 
f.ctc.  Si  contentarono  ambe  kpatti,eccetto>cheper  il  fcftoanathcmatifmoj  «"«*  dtmfi:. 


txiir. 


yvi  CONCILIO    DI  TRENTO       Papa  Pio  IH; 

doiic  fi  dice,  LaHieraL-chia  cCsQt  inftituita  per  oL-dinatione  DiuinairArciuefcc 
:Uo  d'Oruanto,  &c  altri  Prelati  Pontificijjs'infofpettirono,  che  le  parolcefprefs 
in  termini  cofi  generali ,  fignificando  che  tutti  gli  Ordini  iacri ,  fenza  far  diffc 
renzatua  Tuno,^  raltro/ianopcrordinationediChriftajpotefse  inferire,Ch 
li  Vefcoui  iìano  uguali  al  fommo  Ponteficc.Ma  li  Theologi,&  Canonifti  Por 
tifici),  gli  esortarono  a  non  metter  difficoltà ,  efsendo  cofa  chiara  da'Canor 
antecedcnti,<Si  feguenti,  che  non  fi  trattauajfenon  di  cofa  pertinente  all' Ordi 
ne,nel  che  il  Pontefice  non  eccede  gli  altri  Vefcoui;  &  della  Giurifdittione  no 
fi  faceuamentione  alcuna.  I  medcfimi ancora,  hebbero in fofpetto  le  paro] 
del  proemio  del  capitolo  della  Refidenzajdoue  fi  diceua.  Che,  per  precetto  D  ' 
uino,  tutti  quelli  che  hanno  cura  d'anime,  fono  obligati  conofcer  le  pecorcll 
fue,&:c.inferendo,che  quello  fofse  un  modo  di  dichiarare,  che  la  Refidenzaf' 
di  precetto  Diuino.  Ma,  la  maggior  parte  de'  medefimi  Pontifici)  fentiuan 
incontrariojdicendo,  Che  tutti  quei  particolari,che  fi  dicono  efser  commandi 
ti  da  Dio, a  chi  ha  cura  d'anime,  fi  pofibno  anco  olTeruare  in  afienza  ;  quanto;  ' 
que ,  con  laprefenza,  s'adempino  più  intieramente;  &  mailìme,  che  le  paro 
che  feguono ,  proueggono  in  maniera,  che  nonpuoeller'  alcun  pregiudicio 
Sua  Beatitudine.  Aggiongendo  anco,  chcelTendo  ftato  accommodato  in  quc 
laformadalCardinaldiMantoua,era  ftato  più,&:più  volte  porto  in  confali 
tione,  ne  mai  era  ftato  fatto  quel  dubio  fopra.  Se  che  aRomamedefmamen 
non  l'haueuano  giudicato  pregiudiciale.  Non  per  quefto ,  fu  poffibile  rimu 
uer  dalla  openionefuaOtranto,&  altri,  che  lo  feguiuano. 

Alcuni  de'  Spagnuoli  fecero  diligente  inftanza  della  dichiarationepcr  l'I 
ftitutione  de'  Vefcoui,  &  per  la  Refidenza  de  inre  Diuim :  ma  furono  coftrettj 
defifterceifendo  perfuafi  la  maggior  parte  de'  loro  Colleghi  dal  Cardinal  di  L  ' 
rena;ilquar  ufo  con  loro  termini  di  cofcienza,  dicendo,  Che  non  foife  ce 
Hcura,  ik  grata  a  D  io,vedendo  di  non  poter  f*ar'  il  bene  che  fi  defideraua,volei 
con  una  fuperflua,&  vana  inftanza ,  caufar  qualche  male  :  che  affai  era  l'hau  ' 
impedito  il  pregiudicio,  che  altri  peniauano  far  alla  verità,  con  ftabilir  conti 
lie  openioni,&  fé  non  Ci  poteua  otteneètutto  quello  che  fi  defideraua,fi  potei' 
peròfpcrar  qualche  cofa  nel  tempo  futiiro  con  l'aiuto  diuino.Con  tutto  qu 
fto ,  Granata,  &  Segouia,con alcuni  altti  di  loro,non  poterono  efser  rimoflìj 
come  ne  manco  fu  poflìbile  fuperar  dall'  altro  canto  il  Patriarca  di  Gierufalei  ! 
&  l'Arciuefcouo  d'Otranto,  con  altri  adherenti,quali  erano  conuenutidi  co  ' 
tradire  a  tutto  quello  che  fi  proponelTe,  come  a  cofe  che  non  feruiuano  a  leu  ' 
le  differenze,  ma  folo  ad  airopirle;con  certezza,  che,  caminando  inanzi ,  farei 
bono  date  fuori  con  maggiori  forza,&  impeto  ;<S:che,quandos'hauelIèhaui 
to  a  rompere,mcglio  era  farlo  inàzi  celebrar  la  Seflìone,chedopo:nefupo(lìt^ 
le  che  li  Legati  potelfero  perfuaderli.Con  tutto  cio,non  oftanti  queftc  due  co  ' 
iò»g)tgatìone  traditioni,ftabilice  cofi  le  cofccon  gli  altri  principali ,  addì  none  Luglio  sii  ' 
[opra,  detti  comminfciarono le  Congregationi  generali:  doue  efiendo prima  letto  qucil»' 
feriti)  cheappartiene  alla  dottrina,&  Canoni  dell' Ordine,  il  Cardinal  dìLorenadi'' 

de  effempio,  parlando  breuemente ,  5c  non  mettendo  alcuna  difficoltà.   Fu  f  ' 

guii 


apaPioIIII.  libro   ottavo.  7^5  

lieo  dagli  altnjfitio  al  luogo  di  Granata,  ilqual  dilTe,  Eirercoraindegna>haiier    ci3   i3 
ì nto  tempo  deriio  li  Padi:i,trattando  del  fondamento  dell'  Inftitutione  de'  Ve-     l x 1 1 1. 
l3Lii,6>:poi  ade(rojtralarciandola:5c  ne  ricercò  la  dichiarationede  turedmmoy 
(CcndojMaraucgliarfìj  perche  non  fi  dichiaraiTe  un  tal  punto  veriffimo,  &in- 
i  libile.    Aggionie,chefidoueuanoprohibircy<:ome  hcretici,  tutti  quei  libri, 
«  e  diceuano il  contrario.     Alqual  parer  adherì  Segouia,  affermando,  che  era 
orclfa  veritàjchenilfunopoteua  negarla, &  fi doucua  dichiarare, per  dannare 
Ipsnionedcgli  hcretici, che  teneuano  ilcontrario.  SeguiuanojancoGuadi- 
(,Aliife,t^  Monte  Marano,con  gli  altri  Prelati  Spagniiolijde'quali  alcuni dif- 
i  o,La  loro  openione  elTer  cofi  vcra,come  li  precetti  del  Decalogo.Il  Vefco- 
i  diCoimbriafilamentòpublicamente,che,con  aftutia  fi  pregiudicairealla 
\  :ità,  concedendo,  chepotcìrero  eifer' ordinati  Vefcoui Titolari:  perche  que- 
i  era  dichiarare ,  chela  giurifdittione  non  foise  eirentiale  al  Vefcouato ,  ne  Ci 
r  cucfse  immediate  da  Chrifto:  &  fece  inftanza,che  il  contrario  fofie  dichiara- 
l  Lcuiieando  il  concetto  più  volte  dcttOjElfer  cofi  eirentiale  al  Vefcouohaucr 
Ciicfa,  oc  Ridditi  fedeli,comc  al  marito  hauer  moglie.    Dopo,^ropofl;o  il  de- 
:  to  della  Refidenzajil  Cardinal  di  Lorena  l'approuò  con  lafteHabrcuitàrfolo 
:  cordòjche  al  palfojdouefiraccontano  le  caule  dell' aifenza,ponendo,  tra  le 
i  :e,rcuidente  utilità  dellaChiefa,fiaggiongefse  quella  parola,&  della Repii- 
3  :a  :&  quello ,  per  rimuouer  ogni  impedimento,  che  quel  decreto  potelle 
i  »ortare  all'  eiferammeiri  li  Prelati  agli  uffici),  <S:confegli  publici:di  che  heb- 
3  l'applaufouniuerfale.    Seguìil  Cardinal  Madruccio,  parlando  nel  medefi- 
I  tenore.  Il  Patriarca  di  Gieruralem,l'Arciuefcouo  Verallo,&Otranto,non 
^  fero  dir'il  parer  loro  fopra  quel  Decreto  :  di  che  l'Arciucfcouo  di  Braga, 
indo  fu  il  luogo  del  voto  fuo,  fi  voltò  a'  Legati ,  quafi  i,n  forma  di  riprenfio- 
condire,Ghedoueireroufarlaloro  autorità,  &  aftrii^ger  li  Prelati  a  dir* 
or  parere  ,  &c  che  era  una  cartina  introdottione  in  Concilio ,  quafij 
,  o  fodero  coftretti  a  tacere, o  hauefsero  ambitione  di  non  parlare ,  lajitìo 
con  feguito:  onde  altri,che  haueuano  deliberato  imitargli,  mutato  propo- 
,acconlentirono  al  Decreto.   Seguirono ,  approuando  concordemente  gli 
i  Decreti,fecondo  che  letti  erano,  fenon  che  Granata  fece  inftanza ,  che  fof- 
ichiarata  la  Refidenza  de  iure  diurno  con  parole  aperte,poiche  (diceua  egli) 
•arole  ambigue  del  proemio  erano  indegne  d'un  Concilio,  ilqual  fia  congre- 
operleuare,  nonperaccrefcer  le  difficoltà j& che folTcroprohibiti  li  libri 
me  parlauano  in  contrario,^  che  nel  Decreto  foireroefprciramente,&  no- 
latamente  comprcfi  li  Cardinali.   Qiiefta  ultima  inftanza ,  toccante  li  Car- 
ali,fivedeua,cheamokiaggradiua:  onde  dal  Cardinal  Morone  fu  rifpofto, 
e  s'hauerebbe  hauuto  confideratione  fopra ,  per  parlarne  una  altra  volta:  dei 
lanente  Ci  palsò  inanzi ,  &c  infine  il  Patriarca, &  li  doi  Arciuefcoui,af- 
tirono  elTì  ancora  al  Decreto:  èc  quefto  fu  il  principio,  che  fece  hauere 
ranza  ,  che  ìi  potelfe  celebrar  la  Seflione  al  fuo  tempo  ,  cofa  ftimata  per 
nzi  impolfibile,  ma  per  defterità  del  Cardinal  di  Lorena  ridotta  a  buon 
cto. 

CCCcc 


754  CONCILIO   DI   TRENTO.  Papa  Pio  IIII. 

ci3   i^         Ne' giorni  reguentifidiederolivotifopraglialtri  capi diriformayda' Padri, 

LXiii.     da'qiiali  non  fu  propella  altra  variacione  di  momento,  fenon  che,  pcf  granct 

inftanza  di  Pompeio  Zambeccari,  Vefcouo  di  Sulmona,  fu  leuata  dal  capo  del 

la  Prima  tonfura,  una  particola,  doue  fi  diceaa,  Che ,  fé  li  promoffi  commette 

ranno  delitto  frafei  mefi  dopo  l'ordinatione,  fi  prefumino  ordinati  in  fraude 

&  non  godino  il  priuilegio  del  foro  :  &  doue  fi  decreta,  che  nilFun  fia  ordinati 

fenza  elFer'  afcritto  a  Chiefa particolare ,  era aggionta l'innouatione  de'  Decrc 

ti  del  Concilio  Lateranenfe,  che  anco  gliordniatiacicolodiPatrimonio,do 

ueflero  eirer'  applicati  al  feruitio  di  qualche  Chiefa ,  nelquale  attualmente  s'è 

fercitaffero;  altrimenti,  non  poteffero  eircr  partecipi  de'  priuilegij,  laqual  par 

mente  fu  leuata  :  Se  nel  rimanente  con  leggier  variacione  di  parole,  poco  i'pc 

tanti  alla  foftanza,  fu  data  fodisfattione  a  tutti  li  Padri.. 

.  ,  ..I  Spagnuolijche  non  haueuanopotuto  ottenere  in  Congregatione  la  dichi 

fona  perfulft  *  J^^^^ior^e  defideratajdell'  Inftitutione  de'  Vefcoui,  Ci  congregarono  lafera  de'  tr 

dal  loro  ^m-  dici  i\\  cafadel  Conte  di  Lunaj  doue  Granata,  con  gli  adherenti,  lo  perfuaferc  ' 

bafciatore  a    far'  una  protefta  a'  Legati ,  quando  fi  fofse  tralafciato  di  determinar  quel  cap 

smfimirc      Sc  diflìradendo  alcuni  altri ,  come  cofa  che potefie  elTer  caufa  di  gran  motoj 

confumò  laCongregatione  tutta  in  difpute,&  fi  finì  in  contentione,  con  difì 

ri^-  la  refolutione  alla  mattina  feguente  ;  quando  il  Coiitcuditi  dinuouo  Ite 

ueì:(ìpareri,&  confiderato  che  farebbe  ftato  gran  difpiacere  al  Pontcfice,atu 

fili  Vefcoui Itahani,&  a  tutti iFrancefiaiicora,che s'erano accommodati,pr 

gò  Granata ,  &  gli  adherenri,di  voler  effer  dell'  opinione  degli  altri,  poiché  q 

non  fimetteuadicofcienza,  mentre  non  fitrattaua  di  definire  più  in  un  m 

do,  che  in  un  altro  ;  ma  folo  di  definire,  o  tralafciare;  ne  volendo  Granata  a 

commodarfi,madicendo,che,per  cofcienzafentiuaeirerneceffaria  la  dcrem 

narione  ;  lo  ricercò ,  che  dicelfe  la  fua  opinione  quietamente,  &  liberament 

contencandofi  però,fe  dagli  altri  non  era  abbracciata  ;  &  aftenendofi  dalle  co. 

tentioni:&  cofi  promife  egli,&  gli  altri  ancora  di  fare. , 

uttlìtM  Con-        5  j  fg^-g  ^l  ^i  jfeguente ,  che  fu  precedente  alla  Sefllone,  Congregatione  gen 

fon''* ditate-  J^alc»'^ell'^c[uale  propofe  il  Cardinale  Morone ,  fé  piaceua  a'  Padri  che  nel  ca| 

re  per  li  Car-  ^^^^^  Refidenza ,  &  in  quello  che  tratta  dell'  età  degli  ordinandi,fi  facelTe  mei 

dimli:  rione  de'  Cardinali,&  in  particolare  dell'  età:  furono  pochi,  che  confentiirer 

difcorrendo  la  maggior  parte,  che  non  nafce  occorenza  difar  Cardinali  gì 

uanijfcnon  Prencipi,in  quali  nons'ha  d'attender  all'  età,  perche,  in  qualonqi  | 

modo,honorano  l'Ordine  Ecclefiaftico:5c  però,che  era  fuor  di  propofito,  d(  | 

uc  non  era  abufo,  far  Decreto.     Ma ,  nel  particolare  della  Refidenza,  la  raaj 

giorparte  fu  di  parere,  che  fi  nominalTero,  contradicendo  però.alcuni,con  d| 

re,  chequefto  farebbe  un  approdare,  che  li  Cardinali  hauellèro  Vefcouati,^ 

per  confeguenza approuar  le  Commende,  ilche  non  era giufto  di  fare , ma  pi 

rofto  lafciare  che  la  loro  cofcienza  riconofcelle  di  non  eller'  efsente  dal  precet 

togeneralej  che, con  nominargli,  approuaredoi  abufi infieme, la  pluralità d< 

Benefici),  &  le  Commende.   Tr^tattipoialcunialtri  particolari  dipoco  rilet 

no,  8i  ccnclufi,  fu  letto  dinuouò  tutto  quello  ,  che  fi  douefse nella  Seflloj 

ne  publi 


>APA  Pio  mi.  LIBRO    OTTAVO.  75)\., 

'e  publicaire,  dicendo  il  parer  loro^ii  Padri  con  la  fola  parob,'P/;^f^^  Alcuni  ci3  u 
pagnuoli>  8c  alquanti  Italiani>rirporero,  Che  non  gli  piaccua  :&  in.  tutto  fu-  LXi  ii. 
Dno  al  numero  di  ventotto,  gli  altri  tutti  in  numero  cennonantaducj  confen- 
rono,  &  in  fine  conclufe  Moroncchell  farebbe  fatta  la  Seflìonc.  Ringra- 
òli  Padri  >  che  haueuano  accettato  li  Decreti,  8c  elfortògl'  altri  ad  unirfl 
on  loro,&pregò  il  Conte  di  Luna  a  far  buon  ufficio  co'  fuoi  Prelàtbaccio,  vc- 
=ndo  l'uniuerfal  concorfo  di  tutto'l  Concilio  in  un  parere ,  non  volei- 
ro  dillentire:  di  che  parlando  più  fpecifìcamente  con  lui  dopolaCongre- 
itione  ,  gli  promife,  che  ogni  volta  che  it  fofse  dichiarata  la  poteftà  del  Papa, 
condolaformadelGoncilio  Fiorentino,  fi  dichiarerebbe  anco  l'Inftitutio- 
:  de'  Vefcoui  efser  de  iure  dtmno.  I  Prelati  Spagnaoli ,  efsendofi  il  mcdcfimo 
orno  la  fera  congregati  in  cafadel  Contcdopo  molti  difcorfi,fondandofi  fo- 
alapromeira,chedai  Cardinale  era  fatta  al  Conte,  conchifero  d'accettar'  o- 
li  cofa. 

VenutoadonqueilquindiciLugliojla  mattina  per  tempo,  col  folito  ordine,  Se(ìione  fettì^ 
.darono  tutti  nella  Chiefa.  Si  fecero  le  confuete  ceremonie.  Celebrò  la  Mei-  ^'«j"«^'*  qua- 
il  Vefcouo  di  Parigi,  fece  l'oratione  il  Vefcouo  d'Aliffe,  nellaquale  ofFefc  li  J^^^^'"^ 
anccfi,  con  hauer  nominato  il  Rè  di  Spagna  prima ,  che  il  Rè  loro  j  &  li  Po- 
:chi,  nominando  quello  di  Portogallo,  inanzi  Polonia,  &  li  Venetiani,  col 
:  prima  mentionedelDucadiSauoia,&:poi  della  lorRepublica.  DilTeanco 
role,per  léqualimoftraua,che  quella celebratione  di  Concilio  era  una  conri- 
ationc  co*  precedenti  di  Paolo,&  Giulio  :  di  che  hebbero  mala  fodisfattio- 
gl'  Imperiali,&  li  Frac efi  infieme.Entrò  anco  a  parlar  della  fede,&  de'  coftumi 
5IÌ  heretici,&  Catolici:&:  diife,che,  ficome  la  fede  de'  Cattolici  era  megliore, 
fi  li  coftumi  degli  heretici  erano  molto  megliori,che  quelli  de'  Cattolicirnel- 
ediedemoltodifguftojmafTmie  a  quelli,che  firaccordauano  del  detto  di  Chri 
,&  ài  San  Giacomo,Che  la  fede  no  fi  dimoftra,fenó  per  le  opere.Non  fu  però 
:ta  cofa  alcuna  in  quell'  inftantc ,  hauendo  ciafcuno  riifpetto  a  non  turbar  le 
:emoniepubliche.Maildiifeguente,gli  Ambafciatori  Francefi,  Pollacco,&: 
netijfecero  inftanza  a  Lcgati,che  non  lafcialferoftampar  l'oratione,ne  met- 
laf  negli  Atti  del  Concilio.Finita  la  Meira,&  le  altre  preci,furo no  letti  li  Bre- 
della  legatione  de'  Cardinali  Morone,&  Nauagierojli  Mandaci  del  Rè  di  Po- 
iia,&:  del  Duca  di  Sauoiajla  lettera  della  Regina  di  Scotia,&  il  Mandato  del 
Cattolico.  Poi  furono  letti  li  decreti  fpettanti  alla  dottrina  della  fede,  douc 
n  vi  fu  contradittione,fenon  dalla  maggior  parte  de'  Spagnuoli  fu  detto,  che 
entiuano  con  quefto,chc  s'oireriiairc  da' Signori  Legati  la  prò mellà  fatta  all' 
nbafciatoredellor  Rè. 

Conteneuaildeci^eto  della  fede  in  foftanza  :  L  II  Sacrificio,  ^SacerdotiCf^w^to  diftdt 
Il  in  ogni  lecrgc  congiunti:  impcrò,eirendo  nel  nuouo  Teftamento  un  fieri-  dd  Sacramita 
io  vifibile,cioè,rEuchariftia,eirer'anconece(rario confelfar'un  vifibilc&e-  dell'Ordititi 
ino  Sacerdotio,nelquale,pcrdiuinainftitutione,  fia  data  poteftà,  di  confc- 
ire,otferire,&  miniftrar  rEucariftia5&  dirimettere,^  ritenere  i  peccati.  Il.Ii- 
.al  Sacerdotio  eilendocofa  diuina,couenirehabbiamolti  ordini  di  miniftri 

CCGcc     ij 


756  CONCILIO  DI  TRElsPTO.  Papa  Pio  llll. 

che  gli  feminojiquali  afcendino  da'  minori  a  maggiori  minifterij,poiche  le  fa: 

ere  lettere  fanno  mentione  del  nome  de'  Diaconi,  5c  dal  principio  delia  Chiefis 

furono  pofti  in  ufo  li  minifterij  de  Subdiaconi>Acoliti,Erorcifti,Leccori,  &  Ò- 

ftiarij,ponendoperòil  Subdiaconato  tra  gli  maggiori.    I II.  Et,  perche  ncll; 

{aera  ordinatione,è  conferita  la  gratia ,  l'Ordine  eller  vero,&  propriamente  u 

no  de' fette  Sacramenti  della  Chiefa.    IV.   Nelquale  imprimendoiì  Carattc 

re,  che  non  fi  può  cancellare  ,  la  Sinodo  condanna  quelli ,  che  affermano  ] 

Sacerdoti  hauer  la  poteftà  Sacerdotale,  a  tempo;  fiche  gli  ordinati  poffi 

no  ritornar  laici ,  non  elfercitando  il  mipifterio  della  parola  diDio.Et  cofi  p: 

rimente  condanna  quelli,  che  dicono  tutti  li  Chriftianiefser  Sacerdoti,  ouer 

hauer'  ugual  poteftà  fpirituale:  ilche  altro  non  è,  fenon  confonder  la  Hiciai 

chiaEcclefìaftice,che  èordinata,comeun'  eflfercitodifoldati.     Alqual  ordir 

Hierarchico  principalmente  appartengono  li  Vefcoui,  che  fono  fuperiori 

Prcti,a' quali  appartiene  miniftrar  il  Sacramento  della  Confermatione ,  ordini 

li  miniftri,&  far'  altre  fontioni.   Infegna  anco  la  Sinodo,  che  nell'  ordinatioi 

de' Vefcoui, Sacerdoti, Scaltri  gradi,nonènecefrarioilconfenfo,vocatione, 

autorità  del  Magiftrato,  o  d'altra  poteftà  fecolare  ;  anzi  quelli ,  che  folamen 

chiamatijoinftituti  dal  popolojofecolar  poteftà;  onero  Magiftrato;  operpr 

pria  temerità  afcendono  a' minifterij  Ecclelìaftici,efser 3  non  miniftri,mal 

I  gli  >tm'  j^.Q,^j^ 

thmutpjn».  ^  quefta  dottrina  feguono  otto  Anathematifmi.  I.  Cojitra  chi  dirà,che  n 

Nuouo  Teftamento  non  vi  fia  Sacerdotio  vifibile,  o  non  vi  fìa  poteftà  di  coni 
crare,  &  offerire»  &c  rimetterli  peccati;  ma  folamente  un  officio,  o  nudo  mir 
fterio,di predicar  rEuangelio:&quelli,che  non  predicano  non  efser  Sacerdo 
1 1.  Che,oltre  il  Sacerdotio,non  vi  fiano  altri  ordini  maggiori,  &  minori, p 
quali,  come  per  gradi,  fi  va  al  Sacerdotio.  III.  Che  lafacraordinatione  ne 
fìa  propriamente  Sacramentojouero  efser' inuentione  humana;o  folamente,i 
cerco  ritto  d'elegger  li  miniftri  della  parola  di  Dio,&;  de'  Sacramenti.  I  V.Ch 
per  la  facra  ordinationenon  fìa  datolo  Spinto  Santo,  o  non  fìa  imprefso  e 
ratcere,  o  che  il  Sacerdote  polli  diuentar  Laico.  V.  Che  la  facra  Ontione,i 
le  altre  ccremonie ,  che  la  Chiefa  ufa,non  fìano  requifìte  ,  ma  poterfitralàfci 
re,&  eifer  perniciofe.  VI.  Che  nella  Chiefa  Cattolica  non  vi  fiala  Hierarch 
inftituita  per  ordinatione  Diuina,laqual  conftade' Vefcoui  ,Preti,&  Miniftì 
VII.  I  Vefcoui  non  eifer  fuperiori  a'  Preti,  o  non  hauer  poteftà  di  conferm; 
rc,&  ordinare  :  oaero,che  quellapoteftà  l'habbiano  anco  li  Preti,o  che  ^liO 
dini  conferiti,fenza  il  confenfo,o  vocatione  del  popolo,  o  della  poteftà  fecol  ' 
re,iìano  nulli:  o  pure,  che  fìano  Icgitimi  miniftri  della  parola  di  Dio,  &c  de  Si 
cramenti,  quelli ,  che  non  fono  legicimamentd  ordinati  dalla  poteftà  Ecclefìì 
ftica.  VIII.  Cheli  Vefcouiialfonti  per  autorità  delRomano  Pontefìce,na, 
ttltro  decreto  fono  legitimi,&  veri;ma  inuentione  humana. 

.  "M»'^»  Fli  poi  letto  il  Decreto  della  riforma ,  ilqual  conteneua  diciotto  capi.  Il  pri 
Ordme  e  la,  mo,fpettante  alla  tanto  dibattutamateriadellaRefìdenza,douefì  diceua,Ch£ 
Rtfuim-:^:     per  precetto  Diuinoj  ognuno  s  a  cui  è  data  cura  d'anime  j  debbe  cojiofcer  le  fu 

pcco 


>apaPioII1I.         libro     ottavo.  757 

ìecorellcofferir  per  loro  facrifìcicpafcerle  con  lapredkationcSacrairjentix^c  "TTIT 
nion  eircmpiojhaiicr  curade'poucn,^:  accender'  ad  altrioltìcij  paftorali  ■■,  le-  lxiii. 
|uali  cofe  non  potendo  elfere  adempicc  da  chi  non  iniiigiIa,&a{]lftcairuo 
Ti-cggcb^medogliammonifce  apalcerc,  &  reggerejcon  giudicio ,  &  verità. 
Ma,  accioche  male  interpretando  le  cofe  ftacuite  lotto  Paolo  terzo  in  quelìia 
maceria^niiruno  intenda  ellagli  lecita  un' alfcnza  di  cinque  melbdichiarajChe 
chiunque  ha  Vefcouatijlbttoqual  rivoglia  titolo,  ctiandio  li  Cardinali ,  fono 
obligatiarefederperfonalmcntcnon  potendo reliar' allenti,  ienon  quando  lo 
ricerchila  carità  Chriftiana,rurgcntenecc{rità,la debita obedienza,  Gl'utilità 
della Chiefa,o della  Republica:  vuole, che  talicaufe  dell' ailcnzafiano  appro- 
uatc  per  legitime  dal  Pontefìce,o  dal  Metropolitano  5  eccetto,  quando  faranno 
notorie,orepentine,douendo  nondimeno  il  Concilio  Prouincialc  conofcere, 
&:  giudicare  le  licenze  concelTe,  accio  non  vi  interuenga  abufo  ;  prouedendo 
tuttauiàli  Prelati  alfentijche  il  popolo,perrairenza,nonpatifca  danno  alcuno. 
Et,percheunabreuca{renzanonè  degna  di  quello  nome,ctiandio  fenza  alcu- 
na delle  fudcttecaufe,  dichiara,  che  quella  tale  non  podi  eccedere  il  fpaciodi 
due  meii,odi  tre  alpiù,ofìacontinuo>o  in diucrfi  tempi  j  purché  vi  fìa  qualche 
ragione  d'cquità,&  fenza danno  delgreggc:ilchcfiarimeiroallcconfcienzedc' 
Prelati,  ammonendo  ciafcuno  a  non  reltar' alfente  le  Domeniche  dell'  Aduen- 
to,&  Quarefimajle  Fefte  della  Natiuità,Rifurrettione ,  Pentecoftc,  o  Corpo  ài 
Chrifto.  Alqual  decreto,chi  contraueniià,oltra  le  pene  impoile  contra  li  non 
f  elìdenti  fotto  Paolo  terzo ,  &  il  peccato  mortale  ,  non  polli ,  coii  buona  co- 
fcienza,goder  lifrutti  per  la  rata  del  tempo:decretando  le  medcfimc  cofe  di  tut- 
ti gli  altri,  che  hanno  cura  d'anime,  liquali,  quando  con  licenza  del  Vefcouo 
s'alFenteranno,  debbino  foftituire  un  Vicario  idoneo ,  approuaro  dal  Vefcouo» 
con  la  debita  mercede^Sc:  che  quelDecreto,inlieme  con  l'altro  fotto  Paolo  tCK- 
2o,fiano  publicati ne' Concili)  ProuincialixSc  Diocefani. 

Degli  altri  capi ,  fpctranti  agli  Ordini ,  che  il  decreto  conteneua  ;  il  fecondo 
era,  Che  qualonque  tiene  Vefcouato,  fotto  qual  Ti  voglia  titolo,  etiandioCar- 
<linali,non  riceuendo  la  confecratione  fra  tre  mefi,perdino  li  frutti,&:  differen- 
do oltre  tre  altri,(ìanopriuatidclBeneficio,iS<:chelaConfecratione,quando  fi 
faràfuori  della  Corte  Romana  ,  lì  celebri  nella  propria  Chiefa,o  veramente 
nellaprouincia,quando  vi  fìa  il  commodo.  III.  Cheli  Vefcoui  celebri- 
no le  ordinationi  in  propria  perfona  :  6<:,  quando  fìano  impediti  d'infermità, 
non  mandino  li  fudditi  per  elfer'  ordinati  da  altri  Vefcoui,  fenonciraminati,  &c 
approuati  da  loro.  I V.  Che  la  Prima  tonfura  non  lì  dia,  fenon  a  chi  e  con- 
fcrmato,&.  habbia imparato  i principi)  della fede,fappia leggerci  fcriueic:&: 
elegga  la  vito  Clericale  per  feruitio  di  Dio,  non  per  fuggir  il  giudicio  fecolarc. 
V.  AgliOrdini  rainorichi  donerà eirerpromoiro,habbiateftimonio  dal  Pa- 
roco  >  &  dalMaeftro  di  fcola  :  &  dal  Vefcouo  fiacommeiro  che  li  loro  nomi 
^ano  propoftipubhcamenteinChiefa,  &iìa  fatta  inquifitione  del  nafcimen- 
to,ctà,coftumi,&' vita  loro.  VI.  Che  nilfun  podi hauer beneficio  Ecclc- 
iìaftico  inanzi  quattordici  anni?  ne  goder  relTentione  del  foro,  fenon  habbia 

CCCcc     iij 


^75^  CONCILIO   DI  TRENTO        Papa  Pio  Ilir 

e  1 3  I  =>  beneficio  Ecclefiaftico  j  o  portando  ThabitOj  &  Tonfata ,  non  Cerni  a  qualche 
Lxiii.  Chiefa,per  commiflìonedel  VefcouojO  habici  nel  Seminano,  o  in  Scola,  oue- 
ro  Vniuerfitàjcon  licenza  del  Vefcouo.  Et  intorno  a'  Chierici  maritati  s'ofTer- 
ui  la  conftitutione  di  Bonifacio  ottano ,  con  conditione,  che  quel  li  parimente 
feruino  alla  Chiefa  in  habito  &  Tonfura,per  deputatione  del  Vefcouo.  VII, 
Che ,  quando  il  tenera  ordinatione,tutti  fiano  chiamati  il  Mercordi  inanzi  al- 
la città,*5^  ila  fatta  diligente  inquifitionej&effaminediloro  dal  Vefcouo»  con 
affiftenza  di  chi  gli  parerà.  Vili.  Leordinationinonfiano  tenute ,  fenon 
ne'  tempi  llatuici  dalla  legge, nella  Ghicfa  Cathedrale  ,  prefenti  li  Canonici: 
&,  quando  fi  tenera  in  altro  luogo  della  Dioceil  il  faccia  nella  Chiefa  più  de- 
gna,&  prcfcnte  il  Clerp:ognuno  ila  ordinato  dal  proprio  Vefcouo,&  a  niifuno 
lìa  conceifo  ordinarfi  da  altro,fenon  con  lettere  teftimoniali  del  proprio.  IX. 
Che  il  Vefcouo  non  poiTa  ordinar  un  fuo  famigliare  non  fuddito ,  fé  non  haue^ 
rà  habitato  con  lui  tre  anni,&  conferendogli  immediate  Beneficio.  X.  Nilfun 
Abbatco  akio  PrelatOjpoflTi  conferir  la  PrimaTonfura,o  gli  Ordini  minori,fe- 
non  a  iudditi  loro  Regolari  :  ne  quefti,o  altri  Prelati,  Collegi),  onero  Capitoli» 
pedino  conceder  lettere  dimilforie  a'  Chierici  fecolari,  per  riceuergli  Ordini. 
X  l.  Che  gli  Ordini  minori  fìano  conferiti  a  chi  intende  la  lingua  Latina ,  & 
con  interpofitione  di  tempi  tra  l'uno  de  l'altro  :  &  eifendo  quelli,  gradi  agli  al- 
tri,niirunlìa  ordinato,  fenon  vi  fiafperanzachepoflìdiuentar  degno  degli  Or- 
dini facri>&  dall' ultimo  d'eilì  minori  s'interponga  un'anno  al  Subdiaconato; 
fé  dal  Vefcouojper  utilità  della  Chiefa,non  farà  giudicato  altriircnti.  Xll.  Nii- 
funo fia  ordinato  al  Subdiaconato  inanzi  anni  ventidue  dell' età,  ne  al  E>iaco- 
nato  inanzi  anni  ventitré,  ne  al  Prcfbiterato  innanzi  anni  ventifei:  ne  da  que- 
llo fiano  elfenti  gli  Regolari.  X 1 1 1.  Che  i  Subdiaconi,&  Diaconi,fiano  pri- 
ma efperimentati  negli  Ordini  minori ,  6>c  fperino  di  poter  viuer'  in  concinen- 
2:a,fei  nino  alla  Chiefa,allaquale  fono  applicati  i  Se  riputino  molto  conuenien- 
te  il riceuer  la  Communione  la  Domenica,&:  i  giorni  folenni,  quado  miniftra- 
no  all'  Altare.  I  Subdiaconi  non  pallino  a  grado  più  alto  ,  fenon  eifercita- 
ti  per  un  anno  nel  proprio  ;  ma,  per  virtù  di  qual  fi  voglia  priuilegio  ,  non 
fìano  dati  doi  Ordini  l'acri  in  un  giorno.  XIV.  Al  Prcfbiterato  non  ila 
ordinato  ,  ienon  farà  Diacono,  elfercitato  nel  miniftcrio  ,  almeno  per  un' 
anno  ,  &  trouaro  idoneo  ad  infegnar'  il  popolo  ,  £>z  amminiflrar  li  Sacra- 
menti :  &  habbia  cura  il  Vefcouo ,  che  quelli  tali  celebrino  almeno  la  Do- 
menica Se  felle  folenni  :  &,hauendo  cura  d'anime,  che  fatisfacciano  al  lo- 
ro carico  :  5c  fc  alcuno  farà  ordinato  agli  Ordini  fuperiori,  inanzi  gli  infe- 
riori ,  il  Vefcouo  poifi  difpenfarejfe  vi  farà  caufa  Icgitima.  XV.  Che  fé  ben 
li  Prcti,neirordinationc,riceuonopote{làd'airolucr  da' peccati  :  però  niifuno 
può  udir  le  Confeflìoni,  fenon  ha  beneficio  Parochiale,o  fia  dal  Vefcouo  ap- 
prouato.XVLChe  niifuno  fia  ordinatOjfenza  elfer'  afcritto  a  qualche  Chiefa,o 
iuogo  pio,pcr  eflcrcitar  il  miniilerio  di  quell'  Ordine:  &  fé  abadonerà  il  luogo» 
séza  cóieglio delVefcouo,gli  fia prohibito  il  minifterio:&  nilfun  chierico  fore- 
fìiero  fenza  lettere  del  fuo  Ordinario/ia  ammeifo  all'  cifercitio  del  minifterio. 

XVIL 


APA  Pio  mi.  LIBRO  OTTAVO.  759 

^  VII.  Per  ritornar  in  ufo  le  foncioni  degli  Ordini  dal  Diaconato  >  fino  al 
[Iftiariatorche  ufate  dal  tempo  degli  Apoltoli, in  molti  luoghi  (bno  incermeirc. 
ccio  non  fiano  derilejcome.otiofe  dagli Heretici; quei miniftedj  aonilano 
irercitati,renon  dachihaucràriceuuto  quegli  Ordini,  &  li  Prelati  rcllimirca- 
o  quelle  fontioni:  ficaie  per  gli  ellcrciti)  degli  Ordini  minori  non  haueranno 
Chierici  continenti,ne  riceuino  de'  maritati;purche  non  fianobigamij&ncl  ri- 
manente llano  atti  a  queir  elfcrcitio. 

L'ultimo  capo  fu  >  per  l'inftitucione  de' Seminari).  In  quello  e  ftatuitojche 
gniChiefaEpifcopale  habbiaun  certo  numero  di  putti,  che  fiano  educati  in 
;n  Collegio  appreltb  la  GhiefajO  in  un  altro  luogo  conuenientc:fiano  almeno 
l'anni  dodici,&  di  legitimo  matrimonio,fiano  dalVefcouo  diftribuiti  in  claflì> 
ècondo  il  numero,età,«5i  progreifo  nella  difciplina  Ecclefiafl:ica:portino  l'ha- 
>ito,&:laTonfiiraiattendino  alla  Grammatica,  Canto,  Computo  Ecclefiafti- 
o,alla  Sacra  fi:rictura,a  leggerle  homilie  de'  Padri,iraparar  li  riti  &  ceremonie 
ie'Sacramenti,&  ropratutto,quello  che  appartiene  ad  udir  le  Confeflloai.  Et 
)cr  far  quefte  fpefejdouc  vi  è  entrata  deputata  per  educar  putti,  fia  applicata  a 
jLicfto  Seminario:  &;,per  quello  di  più, che  faccia  di  bi{ogno,il  Vefcouo  con 
juattro  del  Clero  debbino  dctraher  una  portione  da  tutti  li  Benefici)  della^ 
>iocefi.,&  applicarci  Benefici)  fem^\ici>èc  cofbcingec  quelli,che  hanno  Sco- 
afterie,o  altro  carico  di  leggere,od  infegnarnelkScole  del  Seminario,  o  per  le 
ncdefimi,o  per  fuftituti idonei:  &  per  l'auuenire  le  Scolafteric  non  fiano  datcr 
'enona  Dottori,©  Maeftri in  Theologia,o  in Canoniea.Etjfe  in  qualche pro- 
linciajleChiefe  fofiero  tanto  pouere,che  non  fipotefle  errigger'  in  quelle  Semi- 
iario,fe  ne  ftatuifca  uno,o  più  nella  Prouincia:  ^  nelle  Chiefe  di  gran  Diocefi,. 
poflì  il  Vefcouo,giudicandoopportuno,oltre  il  Seminario  della  città,  crigger- 
[ic  uno,o  più  di  ellà,che  dependa  però  da  quello  della  città. 

In  fincr  fu  letto  il  Decreto  intimandola  futura  Seflìone  per  il  fedici  di]  Set- 
tembrejcon  eipreflìone  di  douer'  all'  hora  trattar  del  Sacramento  del  Matrimo- 
aio,&  delle  altre  cofe  pertinenti  alla  dottrina  della  fede,delle  prouifioni  de'  Ve- 
rcouati,degnità,&:  altri  Beneficij:5:  diuerfi  altri  articoli  di  riforma.Durò  la  Sef- 
(lone  dalle  none  fino  alle  Tedici  hore  con  gran  piacere  de'  Legati ,  &  de'  Prelati 
Pontifici],  che  le  cofe  folfero  paifate  quietamente,&  con  uniuerfal  confenfo,6£ 
lodauano  fopra  tutti  il  Cardinale  di  Lorcna,confeiIàndo,  che  di  qucfto  bene  e- 
gli  era  flato  principaliflìma  caufa. 

Non  fu  veduto  dal  mondo  Atto  alcuno  di  quello  Concilio ,  più  defidcrato,  giudlcij  foj>ra 
quanto  quello  della  prefcnte  Seflìone,  quando  ufcì  in  luce,  per  la  curiofità  che  ^"^•''^*  -^#0- 
ciafcuno  haueua,  di  veder' una  volta  ckccofa  era  quella,  che  haucua  tenuto  in  "^' 
contentione  dieci  mefi  cofi  gran  numero  di  Prelati  inTrento  ,  Se  in  negotio,. 
tinte  le  Corti  de'  Prencipi  Chriftiani  :ma,  fecondo  il  prouerbio  sriufcì  ftimaro 
un  parto  di  monti ,  &  natiuità  d'un  topo.   Non  fu  chi  fapeile  trouarci  dentro 
cofa  ,  che  mcritafie  non  folo  opera  di  tanto  tempo,  ma  nemeno  brcue  oc- 
cupatione  di  tanti  perfonaggi  :  &  hebbero  gli  huomini,  alquanto  vcrfati, 
celie  cofe  Tbeologiche,  adefiderare^  die  una  volta  folTe  dichiarato  ?  che 


700  CONCILIO  DI  TRENTO      PapaPioIIIL 

^  i  ^  1 J  cofa  intendeiia  il  Concilio  perla  poteftà  ài  ritener  li  peccaciifecondo  illcnfo 
Lx  III.  ilio  :  bqual  era  fatta  una  parte  dell'  autorità  iacerdotale,  hauendo  dichiarato 
come  intcndclle  l'altra:  cioè,rimetter  li  pcccati.Fu  da  altri  ancora  letta  con  ad- 
mirationeladichiaratione  fatta,chegli  Ordini  inferiori  non  foirerojfaluo  che 
gradi  a'  lliperiorijóc  tutti  al  Saccrdotio  ;  apparendo  chiaro ,  per  la  lettione  dell* 
antica  hiftoria  Ecclefiafticajche  gli  ordinati  ad  un  carico,  o  minifterio  >  erano, 
per  ordinario>perpetuamente  trattenuti  in  quelloi  Se  era  cofa  accidentale^  di 
raracontingenza,&  ufurpatapcr  fola  ragion  di  neceflìtà,o  grande  utilità/miil 
trà{lationc,&  afccfa  a  grado  più  alto.  De'  lette  Diaconi,inftituiti  dagli  Apofto- 
hViilfuno  elìcr  patfato  ad  altro gradoj&  nella  medcfima Ghiefa Romana, nell' 
antichità  li  Diaconi  attendendo  alle  Confefllonide' Martiri,  non  fi  vede  che 
pairaiTeroa  titoli  Presbiterali.  Eller  defcrittal'ordinatione  ii  S.  Ambroiìo  in 
Vefcouo  :  di  San  Gieronimo ,  &:  di  Sant'  Agoftino,«Si  di  San  Paolino  in  Preti}& 
di  S.  Gregorio  magno  in  Diacono,  fenzache  folfero  paflati  per  altri  gradi:  non 
eifer  da  biatìnar  il  modo  ne'  tempi  pofteriori  introdotto,ma parer  marauiglia  il 
portarlo  come  cofafempre  ufatajcoftando  manifeftamente  il  contrario. 

Era  giudicato  molto  Ipeciofo  il  Decreto,  che  li  minifterij  degli  Ordini,dal  > 
Diaconato  fino  all'  Oftiariato ,  non  folfero  e(rercitati,fenon  da' promoflì  all'; 
Ordine  proprio  di  quelli:ma,pareua  cofa  aliai  difticile  da  oireruarcche  in.  nilfii- 
na  ChiefapotelTero  eiler  fonate  le  campane,  o  ferrate  &  aperte  le  porte ,  fenon 
da  Oftiarij  ordinari]  ;  ne  meno,  accefe  le  lampade,^  candele,fenon  da  Acoliti, 
liquali  eirercitaifero  quei  carichi  manuali,afìne  di  pcruenire  al  Sacerdoti©  :& 
pareua  un  poco  di  contradittioncl'hauer'alTolutamente  determinato>che  quei 
minifterij  non  follerò  clTercitatijfenon  da  pcrfone  ordinate5&  poi  commanda- 
to a' Prelati,c  he  li  reftituiirero,inquanto  fi  poteife  farlo  concommodità,poi- 
che,feruando  il  decreto  alTolutOjè  ben  neccirario,che,doue  non  fi  poUìnohauer 
perfone  ordinate  per  eirercitio  delle  fontioni ,  fi  reftì  lenza  cirercitargli:  &;  fé 
polfono  cirer'  elTercitatc  fenza  Ordini,  mancando  il  commodo,fìpoteuacon 
più  decoro  tralafciar  la  definitione  ailoluta.  Nel  decreto  dell'  ordinationede* 
Preti, fu  giudicato  molto  conueniente  l'hauerciprefcritto quella conditione, 
che  foifero  atti  ad  infcgnar'  il  popolo:  ma  ciò  non  parerà  molto  coherente, 
con  queir  altra  dottrina,&  ufo,chc  al  Sacerdoti©  non  fia  ellèntiale  l'hauer  cura 
d'anime  ;  onde  liPreti,che  fi  ordinano,conpenfiero  di  non  riceuerla  mai,  non 
è  neceilario  che  fiano  atti  ad  infcgnar'  il  popolo.Etrairegnar,per  conditione, 
necelFaria  negli  Ordini  minori,il  laper  la  lingua  Latina,  diceuano  alcuni,  che 
era  un  dichiararli  di  non  cifer  Concilio  Generale  di  tutte  le  nationi  Chriftiane: 
nequefto  decreto  poter'  eiler'  uniuerfale,&  obligarle  nationi  d'Africa,&  d'A- 
flaj&  di  gran  parte  d'Europa,doue  la  lingua  Latina  non  ha  mai  hauuto  luogo. 

In  Germania  fu  affai  notato  il  fefto  Anathematifmo ,  che  fa  un'  articolo  di 
fede  della  Hierarchia,  voce,  &fignifìcationealiena,per  non  dir  contraria  alle 
Scritture  diuine,&  all'  ufo  dell'  antica  Chiefa;&:  voce  inucntata  da  uno,feben 
di  qualche  antichità>che  però  non  fi  fa  bene  chi  fia:&  quando  foile,c he  delri- 
manente  è  fcrittor  hiperbolico,  non  imitato  nell' ufo  di  quel  vocabolo,ne  de- 
gli 


Papa  Pio  ini.  LIBROOTTAVO.  761 

-  gli  alcri  di  Tua  itiuentioneda  alcuno  deli'ancichkài&jchcfeguendolo  ftile di  ci:>  lò 
p3iiarc,&:  di  operarcdi  Chnfto  Noftro  Signore  j  &  de'  Santi  Apoftoli,  &  dell'  Lxiir. 
antica  Chiela,conaeniua  ftaruii-c  non  una  Hierarchia,  ma  una  Hicrodiaconin.» 
o  Hicrodulia: &  Pietro  Paolo  Vergcrio,  nella  Valtelina,faceualoggctto delle 
:  fue  prediche  quefte,&  altre  obiettioni,contra  la  dottrina  del  Conciliojuarran- 
do  anco  le  contentioni,  che  erano  tra  li  Vefcoui ,  de  dcrrahendo  a  tutto  quello 
che  potcua,  non  folo  con  parole,ma  anco  con  lettere,  agli  altri  Miniftri  Prote- 
ftanti,&:  Euangelici,lequali  erano  anco  lette  a' popoli  nelle  lor  Chiefe.Et  quan- 
tonquc  il  Vefcouo  di  Como>per  ordine  del  Pontefice ,  &  del  Cardinale  More- 
ne ,  facellè  ogni  opera ,  etiandio  con  qualche  modi  aflaiftraordinarij,per  farlo 
partir  da  quella  regione,non  potè  mai  ottenerlo. 

Ma,intorno  al  Decreto  della  Reiidcnza,>dellaqual  materia,  ognuno  ragio- 
naua5&  afpettaua  qualche  bella  riiolutioncpoiche  già  tanto  fé  n'era  parlato. 
Se  tanto  fcritto,parendo  in  quei  tcmpi,che  nilfuna  cofa  folfe  più  in  voce  di  tut- 
ti; infine  fi  folle  per  decifione  di  controuerfia,  prononciato  quello,  che  atutti 
sra chiaro,cioè,eircr peccato  non refcder  fenza caufa legitima,quafi chenon  fia 
per  legge  naturale  chiaro,&euidenteatutti,peccar'  ognunojche  fi  aifenta  dai 
filo  carico,fia  di  che  genere  fi  voglia,fcnzalegitima  caufa. 

Il  fuccelfo  di  quella  Seflione  leuò  la  buona  intelligenza  ,  che  fin  all'  hora  spagmalìmal 
sra  ftata  trai  Cardinale  ài  Lorena,  &liSpagnuoli  ;  liquali  i\  doleuanod'ef  coutenti diLo- 
fcr  ftati  abandonati  nella  materia  dell'  Inftitutione  de' Vefcoui  ,  &c  della ''f""'" ^<"'<^^'- 
Rcfidenza,  nellequali  egli  haueua  innumerabili  volte  atteftato  ,  che  Tenti-  '*"' 
la  con  loro  ,  Se  promelfo  d'operare  efficacemente  per  far  decretare  quell' 
opinione  ,  fenza  rimetterfi  per  caufa  alcuna.    Aggiongeuano  ,  d'eller  fenza 
peranza  di  vederlo  coftante  in  altre  cofepromeire  da  lui ,  &  che  era  (lato  gua- 
dagnato dal  Pontefice,con  la promelTa  della  legatione  di  Francia,  &:  altre  cofe 
ìi  poco  fuo  honore.    Et  egli ,  dall'  altro  canto.  Ci  giuftificaua,  dicendo ,  quelP 
Dblatione  eilergli  ftata  fatta  ,  per  metterlo  in  diffidenza  con  gli  amici  fuoi, 
illaquale  egli  haueua  rifpofto  ,  di  non  voler  dar  orecchie  >  fé  prima  non 
*ra  fatta  la  riforma  in  Concilio.     Ma ,  con  tutto  quefto  ,  non  era  cre- 
duto ,  che  egli  doueife  perfeuerar  nei  medefimo  parere  meno   in  quefta 
nateria. 

Mali  Legati  ,defiderofi  di  venir  prefto  ai  fine  dei  Concilio,  noncofi  tofto  {£e^atì  prttU 
ìnica  iaSeffione ,  propofero  di  facihtar'  il  rimanente,  che,  quanto  alla  materia ^j/<t»o  k  ma- 
Iella  fede,era,le  Indulgentid'Inuocatione  de'  Santi,&:  iil'urgatorio.Et  a  que-  ferie  in  Con* 
\o  effetto  eieirero  dieci Theoiogi,doi  Generali  de'  Frati ,  &  doi  per  ciafcun  "^"* 
?rej.icipe;cioè,doi  delPapa,doi  ài  Francia,chepocopiùrimaneuanoaitrettan- 
i  di  Spagna,  «Se  di  Portogallo  ;  dandogli  carico  di  confiderare,  in  che  modo  fi 
x)te(rebi:cuemcnte  confutare  l'opinione  de' Proteftanti  in  tal  materia.Et  chc> 
:i(oluti  eflìjfi  proponcficro  in  Congregatione  generale  li  pareri  loro,fopra  qua- 
li fi  formalFcro  fi  Canoni  nel  medefimo  tempcche  fi  tratterebbe  dei  Matrimo- 
nio ,per  venir  prefto  a  capo  delie  materie ,  lenza  udir  iedifputede'  Thcologi,  . 
Jome  s'era  fatto  per  il  tempo  addietro. 

DDDdd 


7<5z  CONCILIO  DI  TRENTO      Papa  Pio  1111, 

Iti  materia  delle  riforiTia>trattaroiio  col  Cardinale  di  Lorena,con  gli  Ambal- 
ciatori  Imperiali>&  di  Spagna,  fé  fi  contentauano  che  iiproponelTe  anco  della 
riformade'  Prencipi,daqaalihaULico  parola,  che  era  cofagiuftaleuar  gli  abufi 
douLinqiie  foircro ,  fecero  metter' infieme  tutti  li  capi,  con  penfiero  di  decider 
e  t^mbxfc  tutto  quello,che  reftaua  in  una  fola  Sellìone.  Ma,all'  Ambafciator  Spagnuolo, 
SfAgnuolo  vt  pgj.  j-  ^-ifpgdt-j  delfuoRè  ,  queir  acceleratione  non  piaceua,&:comminciòad 
jtojìpmmi      atrrauerfarui  molte  diffìcolcà.Primieramente  propotcche  era  ne  celiar  io,inan- 
zi  il  fine  del  Concilio,far'  opera,che  li  Proteftanti  vi  interueniirerojallegando, 
che  vana  farebbe  la  fatica  fatta,  quando  che  li  Decreti  non  foirero  da  loro  ac- 
cettaci:ne,eirendoci  fperanza,che,renza  interuenir  in  Concilio ,  gli  accettalfe- 
ro.Alchehauendorifpofto  li  Legati,  che  il  Pontefice  haueua  dal  canto  luo  in 
ciò  fatto  tutto  quello,che  fé  gli  conueniua,hauendo  fcricto  Ietterete  mandato 
anco  Noncij  efprellì  a  tutti,che  niente  di  più  fi  poteua  fare>per  render  chiara  la 
loro  contumaciajreplicò  il  Conte,di  non  richieder  che  ciò  fi  facclfe  a  nome  di 
SuaSantità,eirendo  chiara  cofa,che  hauerebbe  feruito  non  a  fargli  venire;  anzi 
ad  allontanargli  maggiormente;ma,che  foifero  ricercati  a  nome  del  Concilio, 
con  quelle  promeire,che  foifero  fiate  conuenienti,  adoperando  l'interceflìonc 
dell'  Imperatore. A  che  hauendo  per  conclufione  dettoli  Legati ,  d'hauerci  fo- 
pra  confiderationcne  diedero  conto  al  Ponteficcaccio  potelfe  operare  in  Spa* 
gna,cofi,per  diuertire  fimiliragionamenti,come,per  perfuader'il  fine  del  Con- 
cilio.RicercòancoilConte,cheliTheologiparlaireropublicamente,fecondG 
il  folitojfoprali  particolari  delle  IndulgenzcSc  altre  materie,&  fece  ufficio  co 
Prelati,che  non  fi  mutalfe  modo  di  procedo:,  &  non  Ci  leualTe  la  riputatione  ai 
Concilio,  con  tralafciard'eiraminar  quelle  cofe,che  più  delle  altre  ne  haucua? 
no  bifogno. 
^cfce  »7  Papa      DcUequali  cofe  tutte  il  Pontefice  auifato,fi perturbò  affai,  hauendo  hauuto 
maalil^- ?^^^^^  ^^^-  Luigi  d'Auila,&dal  Vargas,AmbafciatoridelRè  apprelFo fe,ch€ 
bafc.di  spA-    ^Liella  Maeflà  (i  contentaua  che  fi  venilfe  afine  del  Concilio.  Et,  lattigli  chia- 
^a,  mar'  a  fe,fece  grauiflìma  indoglienza  per  la  propofitione  del  Conte.  Et  prima9 

per  conto  d'inuitar  li  Protcflanti,  dilfe ,  Che  nilluno  più  defideiaua  ài  ridurgli 
alla  Chiefa  che  lui:eirerne  indicio  quello,  che  da' Preceilbrifuoi  era  flato  per 
quaranta  anni  operato,&  da  lui,con  mandar  Noncij  efprefTamente  a  tutti  loroi 
non  rifguardando  le  indegnità,a  che  fottoponeua  fe,&  la  Sqòq  Apoflblica  :  che 
haucua>adoperato  l'interpofitione  dell' Imperatore^  gli  offici)  di  tucti  li  Pré- 
cipi  Carolici  :  eifer  certificato ,  che  l'induratione loro  è  volontaria, delibe- 
rata» oc  oflinata:  &perc)douerfipenfar  ,  non piùcome  ridurgli  ,  elfendo 
impoflìbilc  5  macomeconferuargli  obedienti.  Mentre  che  vi  fufcintilladi 
fperanzadiracquiflarli  perduti ,  ricercaua  il  tempo  che  fifaceire  ogni  opera 
per  raddolcirgh  3  eflinta  tutta  la  fperanza  ,  era  neceiFario ,  per  conferuarli 
buoni  5  fermar  bene  la  diuifione ,  &  render  le  parti  irreconciliabili  l'unaa 
l'altra:  che  cofi  comporcauanolirifpettidelloro  Rè,  chefitrartaire  :  ilqual 
fi  farrebbe  tardi  accorto ,  che  cofi  è  necefTario  fare,  quando  haueire  temporeg- 
giato nella  Fiandra ,  &  hauefTe  uiaco  termini  ài  mediocrità.  RifguardafTe  il 

Re, 


Papa  Pio  mi.         LIBRO    OTTAVO.  7<5? 

Rc,che  buoni  effetti  erano  nati  dalle  fcuere  ciTecutioni  fatte  nel  fiio  ingrelTo  in 
Spagna, doiie  Tehauelfe  lentamente procedutoj&pcnfato  adacquiftarlagra- 
tiade'  Pioteftanti,pcr  acquiftar  la  loro  bencuoienza  col  dolce  procedere,  fen- 
tirebbe  di  quegli  accidenti ,  che  fi  vedono  in  Francia.  Pafsò  adolerfi,che  il 
Conte  ancovcTlcflrGprercriuere  il  modo  d'elTaminar  le  materie  di  Theologia, 
&  determinar  effcquando  follerò  ben  digefte.  Infine  ii  querelò,  che  da  loro  gli 
folfe  ftato  promelfcche  il  Rè  fi  contentauache  il  Concilio  fi  finilTe,  &  pur  gli 
uffici)  del  Conte  tendeuano  al  contrario.Et  hauendo  gli  Ambafeiatori  Icufato 
il  Conte ,  Se  foegiontogli ,  Elfcr  veriflìmo  quanto  detto  gli  haueuano  della  vo- 
lontà del  Rè  circa  il  fine  del  Concilio  ,moftrc)  reftar  fodisfatto ,  quando  eflì  fi 
contentallero  che  lo  dicclTe  doue  giudicalTe  di  bifogno.  Alche  confentendo  ef- 
{i,ilPapaordinòalNoncio  Tuo  in  Spagna  di  farindoglienzacolRè,  &  ^iigl^' t"' {^^^^^^^^ 
che  non  fapeua  penetrar  la  caufa,pcrche  gli  Ambafeiatori  di  Sua  Maeftà  m  Ro-  ^^  ^^«0»/?»/? 
ma,&  aTrentOjparlalfero  diuerfamente  :  .S^,  quello  che  più  importa,  facendo  e- 
gli  tutto'l  poflTibilc  per  compiacerglijdall'  altro  canto  folfe  contra  operatojper- 
chcelfendo  il  Concilio  in  piedi,egli  veniua  impedito  di  far  molti  fauori  «S^  gia- 
de a  Sua  Maeftàjchcfe  per  le  cofe  lue  di  Fiandra,  ouero  per  gl'interefli  dell' im- 
peratore in  Germania,defideraua  dal  Concilio  alcuna  cofa ,  poteuabcn  dall'  e- 
fperienza  elfer  certo  ,  quanta  difficoltà  vi  folfe  di  ridurre  alcuna  cofa  a  fine  in 
Trento:  che  da  lui  fi  poteua  promettere  ogni  cofa^Sc  chegià  ha  deliberato,  fi- 
nito chefia  il  Concilio  ,  di  mandar  in  tutte  le  Prouincie  per  ^roueder  a  bi- 
fogni  particolari  di  ciafcuna  ,  doue  che  in  Trento  non  fi  pollòno  far  fenon 
prouilìoni  generali ,  che  haniip  infinite  difficoltà  per  accommodarfi  a  ciafcuii 

luogo.  ,     j.  •/. 

Ma  gli  uffici) ,  che  il  Conte  faceua  co'  Prelati  in  Trento,  partorirono  di  dimfiom  m 
uifione  ,  defiderando  alcuni  ,  che  quelle  materie  foCero  difputate  elfatta-  ^JT  ;f°f  *• 
mente  ,  maffime  che  da'  fcrittori  Scholaflici  di  quelle  era  ftato  parlato  o  l^^pmifiu^ 
poco  ,  o  niente  :  &  che  delle  altre  cofe  ,  trattate  nella  Sinodo  ,  vi  erano  ,8; 
decifioni  ,  o  d'altri  Concili)  ,  o  de  Pontefici  ,  o  concorde  parer  de' Dot- 
tori :   ma  ,  in  quefte  materie,  le  cofe  erano  ancora  tutte  in  obfcuro  ,  &:  fe- 
non folfero  ftate  ben  pofte  in  chiaro  ,  s'hauertbbc  detto  il  Concilio  hauer 
mancato  nelle  cole  più  neceflarie.     Altri  diccuano  ,  che  ,  fé  nelle  cole  già 
decife  s'erano  attrauerfate  tante  difficoltà  ,  &  contentioni ,  quanto  mag- 
giormente fi   potcua  temere  ,'  che  in  quefte  ,  piene  d'obtcurità  ,  doue  non 
vi  è  lume  a  baftanza  ,  moftrato  da'  Dottori ,  fi  potefle  andar'  in  infinito, 
hauendo  quelle  materie  larghiflTimo  campo  ,  per  molti  abufi  ,  entrati ,  afi- 
ne di  cauar  danari  per  quei  mezzi  ;  &  per  le  difficoltà ,  che  nalcercbbono 
nell'intcrpretatione  delle  Bolle  ;  8c  maflìme  ,  per  le  parole  ,  che  in  alcune 
s'ufano  ,  di  pena  ,  &  di  colpa  :  &  del  modo  ,  colquale  polfono  le  Indul- 
genze elfer  pigliate  per  li  morti  :  però  ,  che  di  quelle  ,  &  della  veneratio- 
ne  de'  Santi  frpoteua  trattar  folamente  dell'ufo  ,  tralalciando  il  rinjanen- 
te:  Se  del  Purgatorio, con  dannare  l'opinione  degli  heretici:  altrimenti, era 
un  non  voler  mai  veder'  il  fine  ,  ne  yenit'  a  rifolutione  di  qucfta  diffitohà. 

PDDdd     ij 


e  1-3     I 

LXIII 


èfammeàe 
Canoni  dd 
Matrimonio: 


7Ó4  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  Pio  Illl. 

Mentre  quedi  vari)  parcàandauano  attorno  fopra  quelle  materie  riferuate  per  , 
ultime ,  delibeiatono  li  Legati  d'cipedir  quella  dei  Matrimonio ,  con  diircgno 
d'abbrcniar  il  tempo  della  Seflìonc ,  «3^:  tenerla  al  più  longo  a'  diccnouc  d'Ago- 
fto:ilche  anco  piaccua  molto  al  Cardinale  di  Lorena,  ilqualc,  hauendo  hauuto 
nfpoftadi  Francia,che  douelfe  fatisfar'  al  Pontefice  con  l'andar  a  Roma,  hauc- 
uarifoluto  di  farlo  in  fine  del  mefejqiiandoperò  la  Seffione  folfe  celebrata.  E--.Ì 
gliperilverojeracoftrettoareftringerfi  colPontefice,&;co'  Tuoi,  non folo  pei: 
gli  ordinijda  Francia  riceuuti,ma  ancora  perche  grimperiali,&:  Spagnuoli,era- 
no  entrati  in  qualche  diffidenza  di  lui>per  le  cofe  fucccire  nel  trattar  la  materia 
della  precedente  Sefiìone. 

Addi  ventidue  Luglio  furono  dati  fuori  gli  Anathematifmi ,  poco  differenti 
dal  modo,colquale  in  fine  reftarono  poi  ftabrliti  :  la  maggior  varietà  fu ,  che  fi- 
no all' hora  non  fi  erapenfato  aquello,cheè  quinto  in  numeroxSc  danna  lidi- 
uortij  conceffi  nel  Codice  Giuftiniano  :  ilqual  Anathematifmo  fu  aggionto  ad 
inftanza  dei  Cardinale  di  Lorena ,  per  opponer  a'  Caluinifti ,  &  dannar  la  loro 
opmione:fuperò  facilmente  riceuuto,  perciTer  conforme  alla  dottrina  Scola- 
ftica,<3s:  Decreti  Pontificii-  Ma  in  quello,doue  fi  tratta  del  diuortio,per  caufa 
d'adulterio  s'haucuano  aftenuti  li  formatori  de'  Canonia  d'ufar  la  voce  d'Anvi- 
themajhauendorifpetto  di  dannar  quell'opinionclaqual  Rt  di  Sant'Ambrofio», 
&  ài  molti  Padri  della  Chicfa  Grecaicon  tutto  cio>hauendo  altri  opinione  che 
quello  foiTe  articolo  di  fedc,&:  a  qucfto  confentendo  quafi  tutti  i  voti  de'  Padri» 
fu  riformato  il  Canone,  con  l'aggionta  dell'  Anathema,  dannando  chi  diceilè» 
che,per  l'adulterio^fi  dilfolua  il  vincolo ,  &  che  l'un  congiugato ,  viuendo  l'al- 
trojpoffi  contraher  un  altro  matrimonio  :  ilqual  Canone  riceuette  poi  una  al- 
tra mutatione,come  a  fuo  luogo  fi  dirà. 

Nelle  Con^regationi  feguenti  fi  fpedirono  facilmente  quanto  alle  cofepro- 
pofte,ma  quafi  tutti  li  Prelati  trapalPauano  da  quelle  a  parlar  de' Clandeftinijfe 
ben  non  era  ancora  ne  il  luogo, ne  il  tempo  :  &c  già  incomminciaua  a  fcoprirfi 
la  dilterenza  d'opinioni  in  quel  la  nrateria.Neila  Congregatione  de'  ventiquat- 
tro la  mattina  ,  furiceuuro  il  Velcouodi  Cortona ,  Ambafciator  del  Duca  di 
ricettlom  d'un  Fiorenza.  Egli  feceunbreue  ragionamento  della  deuotione  del  fuoPrencipc 
TFiorm"f-'  vcrfolaSedf  Apoftolica,&  offerì  obedienza,.^  x^auorealla  Sinodo  :  &  gli  fu  ri- 
richiefta^'    ^P^^o»  conrendimentcdigratie.    Nella  Congregatione  della  fera  gli  Amba^ 
Francefifcr    fciatori  Francefi  fecero  legger'  una  richieftaa  nome  dà  loro  Rè,  che  da'  figli  di 
i'annuUatione  famiglia ,  fenzaccnfenfo  de' Genitori ,  non  poffiefier  contratto  matrimonio» 
dcmAirimjmj  ofponrali:laquaicofa,re  da' figli  folfe  tentatasrcflalfe  inpoteftàde'raaggioriir- ; 
e/  "»'••      ritarcouero  conualidar'  il  conrrattcfccoudo  che  a  loro  folle  piaciuto:Ó:queir 
ifteiTo  giornojfurono  auifati  \i  Padri  di  dar' in  nota  a' deputati  gli  abufi  oiferua- 
ti  da  loro  in  quella  materia  del  Matrimcmio. 

Finiti  li  voti  fopra  gli  Anathematifmi,  furono  propofti  doi  articoli  :  vno,  fé 
eraifpedientc  promuouerpcrfone  maritate  agli  Ordini  facri:i'akro,la  irritatio- 
ne  de'  Matrimoni)  clandeilini.  Fu  dato  il  voto  breuemente  da  tutti  li  Padri  fo- 
pra il  primo  articolo  >  concordemente  alla  negatiua  j  fejiza  metterci  alcuna  - 

difficol- 


tonfenfo  mi 
Celibato  de 
Chierici: 


APA  Pio  im.  LIBRO     OTTAVO.  7Ó5 

/ificokà  :  &  rArciuefcouo  di  Praga,&  il  Vefcouo  di  Ciiiquc  Chicfe:,  che  pio  e  j  3     10 
ArM3.no  il  parlarne  più  penfatamente,  a  pena  furono  uditi.  Noncofìpafiòla     lxiii. 
lareria  de'Clandcftini,  ma  furono  cenrrentaiei  che  approuarono  l'annulla-  dijfenjkne  ne 
lonccinquantafette  chccontradiiltro,  5:  dieci  che  non  volfero  dichiarare.  ''"^**''>»o»p 
ccondo  l'opinione  della  maggior  parte  ,  fu  formato  il  decreto,  che,  fé  ben  li '^''""^"■^'"'^ 
latLimouiclandcftini  fonoilativeri  matrimoni,  mencrelaChiefa  non  gli  ha 
.•rit.iti,(Si  però  la  Sinodo  condanna  di  Anathemachi  fcnte  incontrarioinondi- 
lenojla  Chiefagli  hafemprcdeteftati.    Horajvedendo  gl'inconuenientijdc- 
nminajche  tutte  le  perfone,  che  per  l'aiiucnirecontraranno  matrimonio,  o 
confali,  fenza  la  prefenza  di  tre  tcftimoni  almeno,  fiano  inhabili  à  contrahcr- 
li,&perc)  l'attione,  fattada  loro,  iìa  irrita,  &nulla:&  dopo  quello,  fcguiua un' 
Itro  dccreto,doue  erano  comandate  le  denonciccon  condulìone,  che,  eiTcn- 

0  nccefsità  di  tralafciarlcil  matrimonio  fi  potefse  fare,  ma  in  prefenza  del  Pa- 
oco,  &  di  cinque  tcftimoni  almeno,  publicandoledenoncie  dopoi,  con  pena 
ifcommunica  achicontrahe{re  altrimenti.  Ma  quel  gran  numero,  che  vo- 
ciLia  annullar  li  Clandeftini ,  era  diuifo  in  due  parti ,  fcgucndo  l'una  l'opinione 
.1  quei  Theologi,  che  concedono  alla  Chieia  potcftàd'inhabilitarleperfone: 
k  raltra,quelli  dell'  irritar  il  contratto.    Ne'  medefimi  Legati  vi  era  dirfcrenza 

1  opniione.  Morone  fi  contentaua  d'ogni  deliberationc  ,  purché  fi  elpedilfe. 
/'armienfeerad'opinioncche  la  Chieia  nonhaueirepoteftàalcimafopra  que- 
to,&  chefidoucllèro  hauer  tutti  li  matrimoni, col  confenfo  de'contrahenti  in 
|ualonque  modo  celebrati,per  validi.  Simoncta  diceua,  che,  quel  diftmgaert 
1  contratto  del  matrimonio  ,  «Se  darpoteftàalla  Ghiefafopra  quello,  uonfo- 
n-a  qucfto,gli  pareuadiftintionfofiftica,&  fabricachimericai  oc  inclmauaaf- 
"aialnonfarnouità. 

Sopra  gli  abufi  del  Matrimonicda  molti  Prelatifumeifoinconfideratio-  entgCmptdt- 
ie,che  le  caule  d'impedir  li  matrimoni,&hauergli  per  nulli,  etiandiocontrat-  >»"'"dd  m»- 
i,erano  tante,&  cofi  fpeilo  occorrenti,che  rari  matrimoni  erano  non  foggetti  ^""""*"'-> 
id  alcuno  di  quefti  difetti:  &  qucllo,chc  più  importaua,  le  perfone,  ignerante- 
nentco  non  fapendo  la  prohibitionco  ignari  del  fatto,  o  per  obliuionc ,  con- 
•raheuano;ne'  quaUdopo,rifaputalavcrità,naiceuano  innumerabili  perturba- 
ioni,&:  fcrupoli,6c  anco  liti,^'  contentiom fopra lalegitimità  della  prole,&:  le ^^^ ^^ compra-- 
loti  ancora.Era  allegato  particolarmente  l'impedimento  delia  cognatione,chc  tUhiy 
lel  Battefmo  fi  contrahcper  abufo  grandiffimojpoiche  in  alcuni  luoghi  erano 
inuitati  venti  &  trenta  huomini  per  compadri,  &  altrettante  donne  per  com- 
madri, tra  quali  tutti,  per  la  conftitutione  Ecclefiaftica,nafce  fpirituaicognc.- 
àone,    .Si^ben  fpclfo  non  conofcendofi  tra  loro,  occorreuapoichefi  congion- 
gelTcro  in  matrimonio.  Molti  erano  di  parere,che  quefto  impedimento  onni- 
namente fileuaife,  non,  perche  da  principio  non  folfeftato  con  buone  ragioni 
inftituito  :  ma,  perche  efsendo celiato  in  tutto  &;  pertutto  lacaufa  dcli'infti- 
tutioneyioueua  per  ottima  ragione  cefiar  l'effetto.  Confiderauancchc  ali' bo- 
ra, quando  quelli  che  prefentauano  i  fanciulli  al  Battefmo ,  &  gli  leuauano  dal 
fonte,  erano  fideiulToriappreiro  alla  Chiefa  delia lorfede  futura  ,  (Scperò  obU- 

DDDdd    iij 


7^0  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio    un 

gatiadinftmkgli,  conueniiiacheper  catechizzargli,  fecondo  deueniuanoca 
paciiconueilallèio  frequenremenre,&  familiannence  con  la  cieatiirabattezata 
co'  genitori  di  lei>&  tra  loro  fideiulTori  ancorala  onde  nafceua  tra  loro  certa  te 
lacionclaqualc  eragiufta  caufaichefoirehauutainriiierenza,  &  prohibiirel: 
congiontione  congiugale,come  tutte  le  altre.a  quali  fi  debbe  riuerenza  portate 
Ma ,  ne'  feguenti  tempi  >  quando  totalmente  l'ufo  haueua  abolito  tutto  quello 
che  era  di  reale,  &  il  Padrino  non  vedeua  mai  la  creatura  fua,  ne  teneua  minina;' 
cura  dell'  inftitutione  diquellajceflatalaeaufa  della  riuerenza,la  relatione  noi' 
doueua  hauer  luogo. 
per  li  gr^idi  Similmente  l'impedimento  d'affinità ,  per  caufa  di  foinicatione ,  annullati ' 
dafpmiatro^-  j^j^  matrimoni  fino  al  quarto  grado,  elfendo  che  in  fecreto  nafce,  era  cau£j 
fo  remoth  ti'illaquear  moki,quali,dopo  il  contratto ,  auifati  da  chi  era  (lato  in  caufa,  s'eih- 
piuanodi  perturbationi.  Alla  parentela  ancora,  coi!  di  confanguinità,  come 
d'aflSnità,  era  oppofto,che  non  tenendone  le  perfone  conto,  come  altre  volte  i 
foleua  ,  ed  al  prefente  a  pena  nelle  perfone  grandi  fi  ha  m.emoria  del  quarte 
grado,qucllo  il  poteua  tralafciare.  Sopra  di  che  furono  alfai  difpute,  eUendt 
opinione  d'alcuni,  che-,  ficomeper  tanti  centenara  d'anni  quelli  impediment 
erano  (lati  olferuati  fino  al  fettimo grado,&  Innocenzo  terzo  ne  leuò  tre  in  uns 
volta,reftringendo  impedimento  al  quarto,  allegando  due  ragioni  afsai  com- 
muni,che  quattro  fono  gli  elementi,&  quattro  gli  humoii  del  corpo  humano 
cofi,  adefib  vedendofi ,  che  li  quattro  non  fi  pollbno  otìeruare ,  fenza  molti  in- 
conuenienti,  per  più  giufta  ragione  fi  poteuano  reftringer  al  terzo:a  che  contra- 
diceuano  altri,  condire,  che  da  quello  fi  farebbe  facilmente pafiàto  amaggioi 
reftrittione,&.  finalmente  venuto  a  quella  del  Lenitico,  che  farebbe  flato  un  fo- 
mentar l'opinione  de'  Lutherani,concludendo,cherinnouarefofrepericolofo: 
&  quello  parere  dopo  molto  efsamine,  prcualfe.  Erano  alcuni  di  parere  che 
l'impedimento  per  fomicatione,eirendo  fecreto,  fotfe  leuato  totalmente,  & 
quella  ancora  non  potè  preualere,vedendofi  l'inconuenientcperche  molte  co- 
le,prima  fecrete,fi  palefano  dopo. 

Moki  fentiuano,  che  in  quelle  prohibitioni  non  fi  facefse  nouità  alcuna,ma 
benché  folfe  concciTa  a'  Vefcouila  facoltà  di  difpenfare;  &  difendeuano  che 
quella  llaua  meglio  commelTaàlorojche  alla  Corte,  poiché  elfi  fopra  il  fatto 
hauendo  più  chiara  cognitione  de' men!:i,&  deild  caule ,poteuano  eifercitar più 
giufta  diftributiua:  che  la  Corte  di  Roma  dà  le  difpenfe  a  perfone  non  ceno- 
fciute,&  che  fpelfo  anco  le  impetrano  con  inganno,  3c  non  vi  può  metter  di- 
lio-cnza  per  la  lontananza  de'  paefij  fenza  che  riceuendo  il  mondo  fcandalo  per 
^  l'opinione  che  nonliano  date,(enon  a  chi  ha  danari,  farebbe  leuata  quell'  infa- 

mia. I  Spagnuoli,  Se  i  Francefi,  s'aftaticauano  con  grand' efficacia  per  quefto» 
ma  ctI' Italiani  diceuano,che  da  loro  era  ciò  procurato,  per  volerfi  far  tutti  Papi, 
gc  per  non  voler  riconofccr  la  Sede  Apoflolica,  Se  che  era  utile  la  difficoltà  di 
mandar  aRoma ,  &  negotiar  Tefpeditione  con  qualche  fatica ,  &  fpefa,  per- 
che a  quePco  modo  pochi  matrimoni  erano  contratti  in  gradi  prohibiti. 
Ma>  quando  colconcedei:  la  poteflà  a'  Yefcoui,  fi  folle  facilitato ,  in  bre- 

uifTimo 


^paPioIIII.  libro    ottavo.  -Ci 

{lìmo  tempo  le  prohibicioni  farebbono  andate  in  niente»  &  i  Lutherani  Iia- 
■rebbono  guadagnato  la  loro  opinione  :  anzi,  per  qiicfta  caufa,  fu  incli- 
itione  qiialì  commune,  di  decretare  che  nilTun  foflTe  dil'penfato  dalle  pro- 
ibicioni  1  fenon  per  urgentiflìma  caiifa  ;  nelquale  parere  entrarono  an- 
)  quelli  ,  che  non  haueuano  ottenuto  facoltà  per  li  Vefcoui:  parendogli 
Ter  più  decoro  Epifcopale  ,  fc  quello,  che  a  loro  era  vietato,  non  folfe  ad 
tri  concelfo.  Infine  di  molti  dii'corfi,  nellcCongregationifu  rilolutodi 
ftringcr  la  parentela  fpirituale  ,  l'affinità  per  li  iponfali,  &;  per  la  fornica- 
one ,  &  regolare  anco  le  difpenfe  tra  li  termini  che  lì  dirà ,  recitando  li  De- 
ceti. 

Hebbeunpoco  dicontraftoilnonocapo  ,  doueèprohibito  a  fupcriori  di  eperhcofìret- 
jftringerliludditicon  minaccie,&:pene,acontrahermatrimoni:ilqualcom- *^'^'''.-/?*^*''^" 
rendeua  fpecificatamente  l'Imperatore, &  li  Re.  Fu  oppofto  da  Gulielmo^"  "'"'  ■ 
lalTador,  Vefcouo  di  Barcellona  ,  che  non  era  da  preluporre  ne'  Prencipi 
tandi,  che  s'intromettelTero  in  matrimoni ,  fenon  per  grauiffimecaufe  ,  Se 
er  ben  publico.  Che  le  minaccie,  &  pene,  all'  bora  fono  cattine,  quan- 
0  s'adoperano  contra  l'ordine  della  legge:  ma  li  precetti  penali  alla  legge 
Dnformi,  ellèr giudi, &  non poteriì riprendere.  Se  cafo  alcuno  vi  è  (diccua 
gli)  nelquale  il  fuperior  poflì  commandar  un  matrimonio  giuftamente  ,puo 
lieo  coftringere  con  mandato  penale  à  celebrarlo  :  elfercola  decifa  anco  da' 
'heologi,  che  il  timor giufto non  caufa  attione  inuolontaria.  Voleua  egli, 
he  le  caufclcgitime  follerò  eccettuate,  &  che  il  Decreto  folfe  formato,  iì  che 
omprendeifc  folamente  quelli ,  che  coftringono  contra  il  giufta.  Se  contra 
ordine  della  legge:  poter' occorrer  molti caii,in  quali  la  neccflìtà  del  ben  pu- 
lico  ricerchijche  un  matrimonio  fìa  contratto,  in  quali  farebbe  contra  le  leg- 
idiuine,&  humanc,  dire,cheil  Prencipenon  potelle&:  commandarlo,  &  co-^ 
;ringer  à  contraherlo.  A  quella  ragione  aggionfe  per  elTempio  ,  che  del 
i.  D.  LVi.  a  due  Gennaro ,  Paolo  quarto  fece  intimar  un  monitorio  à  D. 
«iouanna  d'Arragona ,  moglie  d'Afcanio  Colonna  ,  che  non  maritallè  al- 
ane delle  figlie,  fenza  licenza  fuai  Se  fé  altrimenti  facelFe,  il  matrimOT 
io  folfe  nullo,  fé  ben  folfe  anco  dopo  confummato.  Che  da  quel  Pa- 
a  intelligentilTìmo ,  &  di  prouata  bontà,  non  larebbe  ftato  fatto,  quando 
Prencipi  non  haueirero  facoltà,  per  rilpetto  di  ben  publico ,  di  maritar  li 
additi. 

Nel  ponto,  del  non  far  mentione  de  Prencipi,  fu  fcguito  da  molti,  &  lìleuc>- 
[  nomed'Imperatore,Rè,.5c  Prcncipe:ma  del  rimanente  hebbegrandiffima  re- 
•uganza.con  quella  fola  ragione,  che  il  matrimonio  è  cofafacra,  &chela  pò-- 
ella  fe.colare  non  può  hauerui  fopra  autorità;  Si  che  quando  pur  vi  lìa  caufa  le- 
;itima,  per  quale  alcunopoffi  elfer  coftretto  à  matrimonio,  quello  non  può. 
iTer  fatto,  fenon  con  lapoteftà  Ecclefiaftica.  Ma  la  narratione  del  Monito- 
io  di  Paolo  eccitò  gran  fufurro  nella  Congrcgatione ,  Se  dopo  diede  mate- 
ia  adifcorlì  varij.  Altri  diceuano,che  ciò  fu  fatto  dal  Papa  ,  non  come 
'rcncipe,  ma  come  Papa,  &  chchaueiia  ragione  di  farlo  jcirendo  Afcanio 


7ÓS  CONCILIO    DI  TRENTO       PapaPioIII] 

~~c  i  3  i^  Colonna  Tao  ribrUc;^^  non  volendojche  co'  matrimoni)  delle  figlie  acqiùftal 
Lxii^.     Te  nuoae  adhcrcnze,  colfaiiordcllcquali  fi  confeimade nella  contumacia.  Al 
tri  diccaanojcheil  papa,comc  Vicario  diChrifto,nó  ha  ribelli  per  caufe  tcm 
porali,&  che  non  farebbe  ben  fondata  opinione  di  chi  penfalFe,  che  il  Papa,pe: 
autorità  Apoftolica,  pofTì  annullar  matrniionij,  altrimenti  che  per  via  dileggi 
o  Canoni  miiuerfali  j  ma  non  fopra  petfone  particolari,  che  di  ciò  non  fi  addur 
rà  mai  ragionane  fé  ne  trouercbbe  altro  eifempio.      Erano  anco  di  quelli ,  ch< 
negauanopoterfifiir  fondamento  fopra fimili  attionide'Papi,  lequali  più  to'" 
fto  moftranojfm  doucfi  può  giongerecon  l'abufo  della poteftà,  che  doues'e'' 
ftenda  l'ufo  Icgitimo  di  quella. 
e  domeflici  Non  minor  diflicoltà  fu  > perche  quel  Decreto s'eftendeua  ancora  a  padri! 

madri,&  altri  fuperiori  domefticijche  codringeifero  li  figli ,  &  altri  loro  creati  "  ' 
&feminemaffime,acontraher  matrimonio  :  &;era  conlìderato, che  il  venirci 
fcommunica^in  cafi  di  quella  forte,cracofa  molto  ardua:&tuttauia  non  mah 
cauano  d'infifterin  contrario  quelli,  cheperl'inanzihauenano  difefo ,  li  figli- 
uoli efser'  obligati  a  feguir  il  voler  de'  Padri  in  quefto  particolare.Fu  propoftc 
temperamento,  che ,  dopo  l'haaer  commandato  fotto  fcommunica  a' fuperio' 
ri  Politici,  s'aggiongelTe  ,che  i  Domeftici  follerò  ammoniti  ànonconftringe: 
li  hgli,&  figlie,  contra  il  lor  volere:  ma,  ripugnando  tutta  via  li  medefimi,ch( 
diceuano  non  elfer  giufto  Icuar'  a  Padri  la  poteftà,che  Dio  gli  ha  dato;  in  finef 
deliberò  di  leuar  quella  parte  a  fatta»non  reftando  il  Vefcouo  di  Barcellona,3< 
alcuni  pochi  della  medefima  opinione,  di  dire,  che,  ficomes'haueua  per  chia- 
ro,o  almeno,non  fi  metteua  in  dubio  l'autorità  paterna,  &  de' fuperiori  dome- 
ilici  fopra  li  matrimoni,  perilche  erano  venuti  in  parere  di  non  parlarne;  f 
doueffe  hauer  la  medefima  confidcratione  alla  autorità  de'  Superiori  Poli- 
tici. 

Finite  le  Congregationi  fopra  ciò ,  che  l'ultima  fu  il  trentun  Luglio ,  s'in- 
comminciò  a  parlar  piiuatamente  del  Clandeftino:&:pcrfeuerando  nella  pro- 
pria opinione  l'una  e  l'altra  partcufcirono  alcuni  con  un  nuouo  parercdicendo 
che  quella  diftìcoltàprefuppone  dogma  di  fede  ,  &  però  non  fi  poteua  determi- 
nare, efsendo  contradetto  da  numero  notabile:laqualiopinionepartoriua  gran 
trauaglio  in  quelli,  che  defidcrauanorirritatione,  parendo  che fofse  ferratati»' 
talmente  la  porta  a  poterla  ottenere. 

Nacque  in  qucfti  giorni  vnadifticoltàsfe  ben  priuata,afraicontentiofa,pe*^ 

diffico/tà  par-  ^^^  haucndo  li  Padri  deputati  fopra  l'indice ,  dato  da  veder  l'opera  di  Bartolo- 

*UbroleW^r  '""^^^  Caranza,  Arciuefcouo  di  Toledo,  ad  alcuni  Theologi;  &  queUi  haucnd(y 

ciuefcouo   di  referro,  che  nel  libro  non  fi  trouaua  cofa  alcuna  degna  di  ccnfura ,  la  Con^re- 

Tekdo,         gatione  rapproaòj&  a  petitione  delf  Agente  di  queii'  Arciuefcouo ,  ne  fece  u- 

napnblicafcde.    Ma,  perche  quel  libro,  &  l'autore,  erano  fotto  la  cenfura  dell' 

Inquificione  di  Spag!ia,ilSecretarioGazdellun  diede  auifo  ,  &  fece  querela  col 

Conte  di  Luna,  ilqual  ii  dolfc  co'  Padri  di  quella  Congregatione ,  &  ne  ricerca 

ritrattatione:ne,inclinancìo  eOia  riuocar'  il  Decreto  fotto,  hauendolo  per  giU' 

fto ,  il  Vefcouo  di  Lerida ,  o  inolVo  dal  Conte ,  o  per  altra  caufa,  fi  diede  a  parlar 

.  contra 


UpaPioIIII.  libro  ottavo.  fG^ 

;onci-a  quel  Decreto  j&biafmarlo,  portando  luoghi  del  libro,  chcjconfiniftia    cio   la 
nccipretacione  j  pareuano  degni  di  cenfura  :  &  quello  che  più  importaua,  toc-     l x n  r. 
:ando  ancoilgiudicioj&Iacofcienza  diquei  Vetcoui.  L'Aiciucfcouo  diPra- 
;a,  come  primo  di  quella  Gongregationcpcr  diferaproprias^  de'  Colleghi,fc-   , 
e  querela  co' Legati  jricercando  che  faceirerodimoftrationc;  &  proccllando 
linon  intcruenire  '\w  ateo  publico,  fin  che  la  Congregatione  non  hauefse  la  de- 
ità fodisfattionc.     Il  Cardinale  Morones'interpokj  &  conciliò  concordia, 
on  quelle  conditionijche  della  fede  fatta  non  fé  ne  defse  altra  copia:  che  Leri- 
a  dclfe  fodisfattionc  di  parole  alla  Congregatione>&;  in  particolare  a  Pragaj&: 
he  fi  mettelTc  da  ambe  ^e  parti  il  fatto  in  liientio.  Et  il  Conte  di  Luna,con  pre- 
hiercallequali  non  fi  pOtcua  repugnarc ,  hebbe  in  mano  dall'  Agente  di  Tolc- 
D  la  fede,  &:  in  quella  maniera  fu  fedato  il  romore. 

Diedero  li  Legati  fuori  agli  Ambafc  latori  li  capi  di  riforma,!  quali  erano  in  ì  Legm  ^fi- 
lmerò trentotto  (che  furono  poi  diuifijuna  parte  nella  Sefllone  immediate  ic-^ongmo  Agli 
iente,&  il  rimanente  nell'  altra,  per  le  ragioni  che  fi  diranno)  acciò  mettelTe-  -^^nhajc.^t 
m  confiderationc  quello,  che  pareua  loro,  prima  che  folfero  dati  a'  Padri  per  *'"^'/^]£" 
rlarne  fopra.      Il  Conte  di  Luna  andò  pratticando  gli  altri  Am.bafciatori  a  ^^r'^  "galeri 
mandare,  che  follerò  eletti  deputati  per  ciafcuna  natione,  liquali  confideraf- «e//'  efminttf 
o  foprache  s'hauefsea  riformare:  imperoche la  modula  data.'da'Legati,co-g'».- 
sfatta  fecondo  gì'  intereflì  Romani,  non  fi  potcua  accommodar'  agli  altri 
efi:in  che  il  Cardinal  di  Lorena,  gli  Ambafciatori  Francefi,&:  quel  di  Por- 
yallo,  contradilfero,  allegando,  che  poteuaciafcunodiril  parer  fuofoprali 
n  propofti,&  proporne  altri,occorrendo  :  onde  non  faceua  bifogno  dar  que- 

difgufto  al  Pontefice  &:  a  Legati,  che  non  poteuano  fentir  parlar  di  Natio- 
in  Concilio:  alqual  parere  accoftandofi  anco  gl'Imperiali,  il  Conte  fi 
rò , dicendo  però,  che  fopra  le  propofte  haueua  da  far  diuerfe  confidera- 
ni. 

IlCardinaldi  Lorena  confegliò  li  Legati  a  facilitar  quel  negotio,  &  leuar 

tutti  quei  capi,  che  fi  vedefse  non  poter paflar fcnza  molta  contrarietà; 
;iongendo,che,  quanto  meno  cofe  fofsero  trattate,  tanto  meglio  era  :  del 
:moftrandodire{lar  con  ammiratione  il  Cardinale  Vartnienfe;  il  Lorena^ 
;ortofi  di  quello  che  era,lo  interpellò,fe  fi  marauigliauaipcrchc  non  vedeua 
ui  quel  calore,  &defiderio  di  riforma,  che  haueua  moftrato  altre  volte:  Sc 
gionfe ,  nondimeno  il  defiderio  efler'  il  medcfimo ,  &c  l'iftefsa  difpofitione 
l'animo  ad  operarfi  con  ogni  vigore:  ma  l'efperienza  hauergli  infegnato,  ■ 
;  non  folo  non  fi  può  f^ar'  in  Concilio  cofa  ne  perfetta,  ne  mediocre,  ma 
:  anco  ogni  tentatiuo  in  quella  materia  fia  per  tornar'  in  male.  S'adope- 
mco  il  Cardinale  col  Conte  di  Luna,  accio  non  cercafie  di  differir  la  rifor- 
totalmente  :  ma ,  elfendoui  cofa  di  non  intiera  fua  fodisfattione ,  fi  lafcialPe 
mder  del  particolare,  che  egli  s'hauercbbe  adoperato  per  far  che  fofiè  coir- 
ciuto*  ìCeJÀrtlàtifh 

Gli  Ambafciatori  Impellali ,  primi  di  tutti,  il  trenti|no  Luglio ,  diedero  in  ""  ^«^<»-hw<^ 
itto  la  rifpofta  lor,o,ncUaquale  primieiamcnte  dillero,  che,  defidcrando  uni-  L  "-SS"*"*?    _ 


770  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio  HR 

"  eiD  iD  uerfal iriformajnel capo,3c  ne'  mcmbii,&  hauendo  letto  gli  articoli  effibiti,har- 
LXiii.  ueuano alcune cofe aggionre >& alcune  notate,  &  faceuano  inftanza,  che,  fc- 
concio  quelle  folTero corretti,  &propofti alla  difcuGTione de'  Padri.  Et  perche 
C  efare,  con  gli  Ambafciatori  di  molti  Prencipi  di  Germania,  rencua  Dieta  ir 
Vienna,  per  trattar  anco  molte  cofefpettanti al  Concilio,  fofscro  contenti d; 
riceuer  inbencfchauuto  nuouo  Mandato  da  Sua  Maeftà,  all'  auuenire  gli  pre- 
fentairero  ancora  altre  confideratioai-.che  per  all'  bora  agli  articoli  da  loro  prò- 
polline  aggiongeuano  otto:  Che  ila  fatta  riforma  del  Conclaue  in  Concilio 
{eEÌa,&  durabile..  Sia  prò  bibita  l'alienatione  de'  beni  Ecclefiaftici,fenza  libc* 
tOiSc  fermo  confenf»  del  Capitolo:  &  quello  principalmente  nella  ChiefaRo 
mana.  Che  fìanoleuate  le  Commende-,  iSc.Coadiutorie  coti  futura  fucceffionc 
Che  lìano  riformate  le  Scole,&  Vniuerfità.  Che  ila  ordinato  a'  Concili)  prò  ■ 
uinciali  di  emendarli  ftatuti  di  tutti  li  Capitoli  j  &  parimente  gli  fia  data  auto,' 
rità  di  riformar  li  MelTalijBrcuiarij,  Agende,  &  Graduali,  defiderando- riformi 
non  folo  de'^Romani ,  madi  quelli  di  tutte  le  Chiefe.  Che  li  Laici  non  fian» 
citati  a  Roma  in  prima  inftanza..  Che  le  caufe  non  fianoauuocate  dal  foro  f( 
colare  all' Ecclefiaftico ,  fottop^tefto  di  denegata  giuftitia  ,  fcnza.  informar 
prima  della  verità  della  fupplica.Che  nelle  caufe  profane  non  fianodati  Coni 
feruatorL  I 

Et  fopra  li  capitoli  da'  Legati  effibiti,  notarono  molte  cofe  ^  parte  dellequj 
li  efsendo  di  poco  momento,è  ben  tralafciare.  Le  importanti  furono ,  Che 
Cardinali  foflero  fciclti  di  tutte  le  regioni ,  acciò  il  Pontefice  uniuerfale  veng 
creato  da  elettori  di  tutte  le  nationi.  Che  le  prouifìoni  fopra  le  Penfloni,R 
fouationi,&  Rigreflì,abbraccino,  non  folo  le  future,  ma  s'eftendino  anco  ali 
paiTate,  Che  il  bacio  dell'  Euangelio  nella  Mefsa  non  fia  kuato  all'  Imperate 
re,&  Rè,  che  debbono  defenderlo.  Che  fia  dichiarato ,  quali  fiano  li  negotij  f( 
colati  prohibiti  agli  Ecclefìaftici,  per  non  contriidire  a  quello,  che  già  è  deli 
berato  nel  decreto  della  Refidenza.  Che  al  capò  >  ài  non  aggrauar  gli  Eccic 
iiaft  ici  il  eccettui  la  caufa  del  fuflìdio  contra  li  Turchi ,  di  altri  infedeli.  Noi 
fu  tanto  malefla  a' Legati  quella  propo/ìtione,  quantonque  contenefse  co 
fé  di  dura  digeftione  ,  quanto  il  dubio  pollo  a  campo  ,  che  dalla  Dieta  d 
Vienna  gli  douelTe  efler  fatta  qualche  ftraordinark  dimanda  intorno  la  muta 
tione  de'  riti  riceuuti  dalla  Chiefa  Romana ,  &c  relafifatione  de'  Precetti  de  tur  \ 
pcjitmo. 

ed  i  Franctfi       Addì  tre  Agofl^  diedero  li  Francefile  loroofTeruationi,  dellequali  le  ef- 1 

umilmente:  fentiali  furono  :  Che  il  numero  de'  Cardinali  non  ecceda  ventiquattro,&  nor  j 
ne  fiano  creati  de'  ndoui,finche  il  prefente  numero  non  è  ridotto-aquella  pauci- 
tà.  Siano  aiTonti di  tuttili Regni, Se  prouincie.  Non  poflìno  elFer  doi  d'u-l 
namedefima  Diocefi^ie  più  d'otto  d'una  Natione.  Non  flano^minoii  di  tren-j 
taanni.  Non  poflì  eflTeraironto  fratello, o  nipote  del  Pontefice  o  d'alcun^ Cai^f 
dinaie  viuente.    Nonpoflìno  hauer  Vefcouati,  accio  aflìflino fempre  al  Pon-i 

y  tefice  :  3c  ei^ndo  la  degnità  di  tutti  uguale ,  habbiano  anco  una  ugual'  entrai. 

'  Quantoalla  |)luralitàde'beiieficij,nilUinpoflì,hauerne  più  d'uno,  leu^ta  la  dif- 

ferena 


Cl5    I^ 


Papa  Pio  mi.         LIBRO    OTTAVO.  IIK 

fcrenza  incognita  a' buoni fccoli  ,de'Scmplici,  adirati.  Compatibili;  &  In- 
compatibili: bL  chi  al  prcfente  ne  tiene  molti,  ne  elegga  un  folo  tra  bieue  tepo.     LXiii. 
Che  lìaleuataa  fatto  la  Refignatione  in  fauore.    Che  non  fi  debbi  piohibir  \\ 
conferir  Benefici)  a  foli  quelli,  che  non  hanno  la  lingua,perche  le  leggi  di  Fran- 
cia,(cnza  alcuna  tccettione  prohibifcono  ad  ogni  forte  d'efteri  haucr'  ufhcij,ne 
Beneiicij  nel  Regno.  Le  Caule  criminali  de'  Velcoui  nonpoffino  eiler'  in  alcun 
-nodo  giudicate  fuori  del  Regno,eirendoantichiflimopriuilegio  della  Francia, 
:hc  niiruno,nc  voi: taricne  sforzato,puo  eHcr  guidicato  fuori  del  Rcgno.Che 
i*  Vefcoui  fia  rcftituita  la  facoltà  d'adblucr  da  tutti  i  cafì,fenza  alcuna  cccettio- 
ae.  Chcperleuarlehti  beneficialijfianoleuate  le  Preuentioni,  Rcfignationim 
•auore,Mandati,Efpettatiue,&  altri  modi  illegitimi  d'ottener  Benefici]  .La  prò- 
iibitione,che  li  Chierici  non  s'intromettimo  inncgotij  fecolarhfiaefpiicata  ^fi- 
:he  debbino  aftenerfi  fempre  da  tutte  le  fontioni,che  non  fono  facre,  onero  Ec- 
:lefiaftiche,&  proprie  al  loro  Ordine.Quanto  alle  Penfioni,  fiano  leuate,&  ab- 
•ocrate  le  già  impofte.  Che,  nelle  caufe  del  JuifatronatHi  in  Francia ,  non  fi  parti 
lafr  antico  inftituto,di  giudicar  in  pofrelforio  per  quellcche  è  in  ultima  poiref- 
Ì0nej&  nel  Petitorio  per  quellcche  ha  legitimotitolo,o  polfeflìone  longa.In- 
ornoatuttele  caufe  Ecclefiaftiche  non  fia  pregiudicato  alle  leggi  di  Francia, 
;hc  il  Poireiforio  fia  giudicato  da'  giudici  Regij,&  il  Petitorio  dagli  Ecclefiafti- 
i,ma  non  fuori  del  Regno.  Qiianto  a  Canonici  delle  Cathedrali,che  niuno  fia 
ironto  inanzi  trclitacinque  anni.Che,quanto  al  capo  continente  la  riforma  de' 
>rencipi,  prima  fia  riformato  in  queftaSelTione  intieramente  l'Ordine  Eccle- 
iaftico;&  quello  che  appartiene  alla  degnità»&  autorità  de'  Rè,  oc  Prencipi,  ha 
imeifo  ad  una  altra  Seflionefulfeguente  ,  &  che  all'  bora  circa  ciò  niifunacofa 
ia  decretata  fenza  haucr  prima  udito  eflì  Ambafciatori,che  già  nano  dato  con* 
o  al  Rè  di  queile,&  di  altre  cofe,che  haucuano  da  proponere.     Ma,  con  tutto 
Lmetteikro  acampocofe  cofi  ardue,  diccuano  nondimeno  indifferente- 
nente  a  tutti,  &:  affettatamente,  accio  fi publicairc,  che elTi  non hauerebbono 
atto  molta  inftanza,  eccetto  a  quello  che  tocca  le  ragioni,  oc  materia  fecolare 
lei  loro  Re-Tiio-GliAmbafciatoriVenetipropofero,  che iìc^ipo del lujpatrom-  t  qutl  dlye2 
w,fofseaccommodato  in  maniera,  che  nondeife  occafione  di  nouitàintor  nma^F.onn- 
.0  a  quelli,che  fono  di  ragione  della  loro  Republica,&:  Prencipe.Gli  Ambafcia-  '^^'^  ^''**'>'^» 
6n  ancora  di  Sauoia,^:  di  Thofcana,fecero  le  medefime  inftanze. 

In  quefti  giorni  gli  Ambafciatori  Imperiali  hebberocommifTione  dal  fuo 
>rencipe  di  far'  ufficio,  come  fecero ,  co'  Legati,che  nella  reuifione  dell'  Indice 
le' libri  nonfifacelTcmentionc  de' RccenTi  delle  Diete  di  Germania,  chefuro- 
lo  già  prohibiti  da  Paolo  quarto.  Se  l'ordine  dell'Imperatore  era  con  qualche 
.crimonia,  che,  in  luogo  di  trattar  cofe  Ecclefiaftiche,  fi  volelfc  dar  forma  alla 
>olitia  di  Germania,^  prcftar'  occafione  a  quei  popoli,  che  con  tali  leggi  fi  go- 
iernano,d'alienarfi  contrailloco  volercdaltaChiefaRomana.AU'  ufficio  fatto 
lagliAmbafciatorifurifpofto,  checlfo  VefcouodiPraga,uaodilorQ,  cheera 
-  >  della  Congregatione,  poteua  fapere,  fé  fé  n'era  parlato,  il  che  fcnon  era,la 
Vlaeltà  dell'  Imperatore  poteua  ripoiare  fopra  l'Ambafciatorc  fuo ,  ilqual  anco 
,n  tutte  le  cofccoiicementilirifpctti  di  fila  Maeftà,farebbe  faaorito,&  daioro, 
5:  dal  Pontefice.  EEEce    ij 


771  CONCILIO   DI   TRENTO.  Papa  Pio  IIIL 

ci3     10         A<ldìfctte,rAmbafciatoreSpagnuolo',prefentòlariiaTcrittura:  nèllaqualc 

txiii.  diceuajreftarfodisfatciiTimodituttilicapij&non  elFer  per  dimandar  cofa  alca-  : 
•  lo  SpagmO"  na,mafolo  raccordar  lamutationc  di  qualche  parole,  o  accioche  fiano  meglia  : 
*?•■  dichiarate>o  perche  gli  paiono  ruperfliiej&  non  neceirarie.Ec  toccò  quafi  cut-  n 

te  le  corc>che  accrefceuano  l'aucoricà  a  Vcfcoui:moderando  le  parole  in  manie-  ; 
raj  chepareualamiitadone  noncirerfuftantialejmacheinfatti  piùrtoftolare-  Ji 
ftringeire  che  aumentairc  :  fece  anco  inftanza,  che  il  tratcafse  del  Conciane,  di-  li 
cendo.  Che  il  Rè  Cattolico  lo  defideraua  alFai.    Ricercò  ancora ,  che  foire  dif-  i 
ferita  ad  una  altra  Seflìone  quella  parte,che  toccali  Prencipi  Secolari  :&,  dopo  t 
cffibitalafcrittura,  ricercò,  che,  finito  chefolfedi  dir'i  voti  fopra  i  capi  prò-  C 
pofti  da'  Legati,  volefTero  deputar  per  natione  Padri,  che  raccoglielTero  quello  f 
che  parefle  loro  neceiTario  per  la  riforma  delle  lor  regioni,  accio  poteffe  effcr  ( 
terminato  con  uniuerfal  fodi&fattionc.     Rifpofe  Morone,  per  nome  di  tutti,  j 
che  non  poteuano  confentir  di  procedere  in  altra  maniera,che  come  fin  all'  ho-  ( 
ra  nelle  altre  materie  s'era  fatto  :  fopra  di  che  eflendo  dall'  una ,  &  l'altra  parte  i 
molte  cofe  dette-;  dal  Conte ,  accennando  che  il  Concilio  foife  in  feruitù;  &  i 
dal  Cardinale,  indimoftrarla  libertà:  foggionfe  Morone,  Chenilfuno  potè-  \\ 
uadolerfidilorojche  glifoife  (lata  impedita  la  libertà  del  dire:&  l'altro  repli- j 
co  »  che  non  poteua  credere  elTerftata  da  loro  fatta  nillunacofa  indegna:  mane  | 
meno  poteua  lafciar  di  dirgli ,  che  nel  Concilio  s'era  mormorato  alfai  delle 
Congregationi particolari,  fatte  li  giorni  inanzi ,& s'era  prefuppofto  che  fof- 
fero  fatte  per  cattar  li  voti  :  dal  che  diffendédofi  eflì,  con  dircefler  loro  officio,  1 
nelle  diuerfìtà  d'openioni ,  intender  la  verità ,  3c  accommodar  le^'difFerenzc, 
accio  le  materie  trattate  fiftatuifcano  con  unione ,  foggionfe  il  Conte,  Che 
molto  bene:  ma  efifer  flati  chiamati  tutti  Italiani,  fuorché  doi ,  o  tre  Spagnuo^ 
li,  &c  altrettanti  Francefì,  che  non  fentiuano  con  gli  altri  delle  lor  natio»  I 
ni  :  fi  difefero  li  Legati ,  che  erano  chiamati  a  proportione  i  perche  erano  in  ; 
Concilio  cencinquanta  Italiani,  &  tra  tutte  le  altre  nationi  non  più  che  fefTan- 
ta:di  che  moflrò  reftar  fodisfatto  il  Conte,&;  partitOjdilfe  a'fuoi  Prelati,  Che  i 
Legati,  hauendo  principiato  ragionamento ,  per  moftrar  che  non  fi  doueua  te- 
ner conto  di  nationejl'haueuano  conclufo,  moftrando  d'hauerne  tenuto  fem- 
pre  conto. 
cohfvlta  fofrx.      l\  dì  feguente  fu  confujra tra  li  Legati  &  i  due  Cardinali ,  per  confrtlerar  gli 
i  dftti  Jinì'  auuertimentidegliAmbalciatori,&  per  acconciare  li  capi  di  riforma  in  quel 
c'^'.'i  niodo,che  s'haueuano  da  dar'u  Padri:&  il  modo,che  fi  doueua  tener  nel  parlar- 

ui  fopra.  Nel  che  il  Cardinal  di  Lorena,  hauendo  hauuto  nuoue lettere  di 
Plancia,  con  ordine,  che  cgli,&  li  Prelati  Francefìjfauorilfero  le  cofe  del  Papa,, 
tutto  intento  a  fodisfar  li  Legati,  fu  autore  che  fi  rifolueffe  di  non  lafciar  votar 
fopra  tanti  capi  in  un  tratto,ma  ripartirgli  in  più  volte,  fecondo  le  materie  j  &» 
finita vnapartcdir fopra  raltra,&  accelerarla SelIìone,lafciandodaparte  le  co- 
fe,che  fi  trouairero  hauer  qualche  difficoltà,  &  Concludendo  quelle  fole ,  in  che 
tutti,  ©gran  parte,conuenifsero;  &  in  particolare,lafciardiproponerjiel  prin-^ 
cipio  quelle>doue  gli  Ambafciatori  non  conucniuano. 


apaPioIIIL  ^    libro   OTTAV  O.  -  745      _  

Addì  undici  fi  comminciarono  le  Congregationi,p6r  ftabilir^li  Anathc-       cio    lO 
natirmi>&  Decreti  del  Mardraonio.FLuractacoropralapropoftadc'Fianccri,     lxiii. 
li  dichiarai- irriti  li  matrimoni  contratti  da' figli  di  famiglia  lenza  il  confenfo  Congregattone 
le' maggioriti  tra  li  primi  voti,vi  fu  differenza  d'opcnioni.  Il  Cardinal  di  Lo- ^'^^'Jv^^  '^; 
•cna  approuaua,allegando  li  luoghi  della  Scrittura,  iqiiali  attribuifcono  a  Pa-  „,;!trimonij 
imi  maritar  li  figli>dando  glielkmpijdc'  matrimoni  de' Patriarchi,  IfascÒc  cUnicHini; 
Iacob:aggiongendoui  le  leggi  Imperiali  dell' Inftituta5&  delCodice,fartepur 
da'  Prencipi  Chriftiani,&  di  laudatifiìma  memoria:adducendo  anco  un  Cano- 
ne, fotto  nome  d'Euarifto  ;  &  un  altro  del  Concilio  Cartaginenfe:  portati  da 
Giatiano.  Fece  narratione  d'inconuenienti,che  per  quella caufa nafcono  :& 
l'Arciucfcouo  d'Otranto,  per  l'altra  parte, tenne  parer  contrario  j  opponendo, 
che  era  dar' autorità  a  Laici  fopra  li  Sacramenti  ;&  far  creder  loro,  che  quelP 
autorità  d'irritare,  fia dependente  dallapatcrna,  &  non  dall'  Ecclefiaftica  :  oltre 
che,  farebbe  un  decreto  direttamente  contrario  alla  Scrittura  diuina)laquale 
cfpreifamente  diccChe  l'huomo  lafciarà  il  padre ,  &:  la  madre,pcr  congionger- 
fi  con  la  moglie  fua:  &  quanto  agi' inconuenienti,farnenalcer  di  molto  mag- 
giori, rimettettendo  i  figliuoli,  in  quello  che  tocca  alla  cofcienza,  all'arbi- 
trio de' padri: ^cie  un  padre  mai  non  acconfentilFe  al  matrimonio  del  figliuolo, 
^  che elTo  non hauellè  dono  di  continenza,  fi  trouerebbe  in  grandiflìma  per- 
plelTìtà.Parlarono  ventinoue  in  quella  Congregatione,  aventi  furono  di  pa- 
rere che  fi  tralafciafie  di  trattar  quella  materia:deglialtri,alcuni  approuarono 
il  Decreto  cofiuniuerfalmente  ;  altri,  reftringendolo,quanto  a  figli,  all'  età  di 
venti  anni}&:  quanto  alle  figliuole,all' età  di  diciotto. 

In  fine  della Congregatione  gli  Ambafciatori  Vcnetiani  fecero  legger  una  ^J"^"^^  «^ 
loro  dimanda  fopra  l'Anathematifmo  de' Diuortij  ;  laquale  in  foftanza  conte-  toTmddUm' 
neua;Che,hauendolalor  Republicali  Regni  di  Cipro,Candia,Corfu,Zante,  m  de  Greci 
Cefaloniashabitati  da  Greci ,  liquali  da  antichiflìmo  tempo  coftumano  di  ri-  per^ulteriò: 
pudiar  la  moglie  fornicaria,&  pigliarne  una  altraidelqualrito,a  tutta  la  Chiefa 
notiffimo,non  furono  mai  dannati,ne  riprefi  da  alcun  Conciliojnon  era  giufta 
cofa  condannargli  in  airenza,&  non  ellendo  (lati  chiamati  a  quello  Concilio. 
Però,  volelfero  li  Padri  accommodar  il  Canone,  che  di  quella  materia  parla,  in 
modo,  che  non  facelfe  a  loro  pregiudiciodaqual  hauendo  li  Legati  riceuuto,  la 
fecero  proporre,  fenza  efiaminarla  più  minutamente  :pcr  laqualcaufa  fi  leuò 
qualche  fufurro  tra  li  Padri:&  nella  Cógregationefeguente,  alcuni  d'efli  toc- 
carono ilmedefimo  ponto ,  replicando  l'iftelfo ,  Che  non  era  giufto  dannar  li 
Greci^non  uditi,&  non  citati.Contra  che  fi  leuò  l'Arciucfccuo  di  Praga,dicen- 
do,  che  quello  non  fi  doueuadire,.3^chccon  lacitationc  generale  di  tutti  li 
Chriftiani  s'intendeuano^ffi  ancora  chiamati  dal  Pontefice.  A  quello  aggionfe 
il  Cardinal  Varmienfe,  che  il  Pontefice  haueua  ancora  mandato  fpecialmcnte 
alDuca  diMofcouia,iiiuitandolo:  ócleben  nonfapeua,chehaueirc  chiamato 
altri  Greci  in  particolarej  nondimeno  fi  doueua  prefupporre  chefofleinuitata  ,, 
tutta  laNationcetiandio  con  fpecial  inuito:  oltre  che  ballaiia,come  l'Arciue- 
fcouo  haueua  dettoji'inciraaiiojie  generale  :  onde  li  Legati  ordinarono  al  Se^ 

EÈEec     iij 


774  CONCILIO   DI  TRENTO         Papa  Pio  Ila, 

cietaiiojche  dalla petitione de'fudetti  Ambafciatori fi leiiafle  quel paiticolarciè 
cioè  >  che  li  Greci  non  fono  ftanchiaman:ma,cofi  per  refpoficionelorojcomcfi 
perche  tornarono  in  campo  quelli ,  che  hauendo  rifguardo  all'  opinione  di?ji 
Sant'  Ambroficnon  voleuano  ufat  la  parola  d'Anachema,  fu  trouaco  tempera- 1 
mento  di  non  dannar  quelli ,  che  dicono  poterfi  fciogliere  il  matrimonio  petj 
l'adulterio ,  &  contraherne  un'altro,come$ant' Ambrofioj&  altri  Padri  Greci  l 
diirero>&  gli  Orientali  coftumano  :  ma  anathematizar  quelli,  che  dicono,  la  ji 
Chiefa  fallare  ,  infegnando  che  per  l'adulterio  il  legame  matrimoniale  non  è 
fciolto,ne  è  lecito  contraherne  un'  altro,come  dicono  li  Luthcrani.Et  fu  la  fot- 
mula  approuata  concordemente,  lodandola  molti,  con  dire,  che  il  Concilip 
non  era  congregato,  fenon  per  dannar  le  opinioni  de'  Proteftanti,  &  non  pa 
trattar  quelle  delle  altre  Nationi:reftando  però  alcuni  in  dubio,comefipoteiIè 
dannar  chi  diccLa  Chiefa  fallare,infcgaando  un'articolo,fenza  dannar  il  con- 
trario di  qucUo.Peròjvedendo  che  da  tanti  era  intefo,fe  n'acquetarono. 
dìj^ata.  del  Et  perche  la  propofta  de'  figli  di  famiglia  introduceua  il  quefito  in  generale, 

fotirddla,       fé  la  Chiefa  poteua  irritar  li  matrimoni, fi  voltarono  tutti  li  voti  a  parlar  di 
chiefiinan-  quefto  nouamentcquantonque  fé  n'IiauelTe parlato, &  i  voti fofTero ftati  rac- 
mUare  tNMr-  colti,6c  fu  letto  il  Decreto  formato  di  quelli,come  difopra  s'è  detto.  Il  Cardi- 
ttmona.        ^^^^  Madruccio,nel  voto  fuo^tenne  che  non  fi  poteflero  irritare.  Portò  molte 
ragioni,  &  argomenti, per  difendere  ilparerfuo,lafciandofiintendere,chefi 
farebbe  oppofto  anco  nella  Seffione,ilche  era  anco  detto  dal  Varmienfe,&  Si- 
moneta :&;  maggior  confufionc  generò,  che  il  Lainez  General  de'  Giefuiti, 
mandò  attorno  unafcrittura,reprobando  l'irritationejlaqual  diede  occafionc 
a  molti  di  ferraaifi  più  animofamente  in  queir  opinione:^  nelle  Congregatio- 
ni  s'incomminc  io  a  rii'pondere  alle  ragioni  l'uno  deli' altro,con  tanta  longhez- 
za^jche  li  Legati  furono  quafi  ài  opinione  di  tralafciar  quel  capo,per  non  impe- 
dir iaSeffioncmallìme  perche  ilVeicouo  di  Sulmona,primo  di  tutti,  introduf^ 
fc  a  trattar  in  publica  Congtegatione ,  fé  quella  materia  dell'  irritatione  era 
fpettante  a  dogma ,  o  a  riforma.  Et  il  Veicouo  di  Segouia,dopo  lui,feceloH- 
ghiflìmo  difcotfojin  moftrare,che  non  fi  poteua  ridur  a  dogma:&  però,hauen- 
do  la  maggior  parte  approuato  rirricatione,fi  poteua  hauer  per  ftabilito  il  De- 
creto. Il  Velcouo  di  Modena  feguì  il  medefimo  parere,  aggiongendo  ,che  il 
trattar  quella  materia  pervia  di  dogma,non  farebbe  altro,fenon  chiuderla  via 
al  far  qual  fi  voglia  riforma:percioche  in  tutti  gli  articoli  s'haueria potuto  fuf- 
citare  la  medefima  diHìcoltà,fe  la  Chiefa  ha,o  non  ha,  autorità  fopra  quel  par- 
ticolare,di  che  fi  trartaireilche  farebbe  un  poi  le  armi  in  mano  agliHeritici,&' 
leuar'  alla  Chiefa  l'autorità  tutta ,  non  eflcndo  giuftp  metter  mano  in  quellos 
che  è  dubio  fé  la  poteftà  propria  vi  Ci  eftenda.Si  dolfe,che  folfc  meffa  in  campo 
quella  queftione  da  chi  doueua  hauerla  per  chiara ,  &  decifa.Piacgue  quello 
parere  a  molti,  che  diceuano,non  douerfi  mai  metter  in  dilputa,  fé  la  Chiefa 
può,  o  nonpuo,alcuna  cofa:niahauerperdecifo,che,ficomea  Chriftoèdat» 
o^mi  poteftàin  cielo,.^  in  terta}cofi,altrettatane  ha  il  PóteficeRomano,fuoVi-! 
cado^laqual  autoriii  cifendo  comunicaca  da  lui  al  Cócilio  Generale,cóuien  te- 
ner 


Papa  Pio  mi.         LIBRO     OTTAVO.^  775 

;,ierpeifcrmo>chenoinachipoteftàdifartu:toquello,cheèutiie>reiizamcttci-'  e  a  i3 
in  difpiitajfe  prefiippoga  dogma,o  nò.Piacq;  ancora  a  quellijchcdcfiderauano  lxiii. 
refpedicione  del  CoikìHo,  vedendo  che  la  difficoltà  promolfa  ponaua  grand' 
impedimento  al  fine  di  quello  ,  &  caiifaua  i'candalo  :  onde  da'  Legati ,  &  da' 
principali  Italianijfu  fatto  ufficio  a  parte,  che  non  fé  ne  parlalTc,  non  occorren- 
do trattarnejne  con  Franceibne  conSpagnuoli ,  per  effer  tutti  efli  in  opinione 
cheli  matrimoni  clandcftini  fi  douelfero  irritare:  &  furono  fatte  molte  adu- 
nanze di  Prelati ,  &  tra  loro ,  5i  co'  Legati,  a  qucft'  effetto ,  &  deliberato ,  che 
nonlolo  nonfolfe  pofto  il  Decreto  inlìcmc  con  la  dottrina,  acciochc  nonpa- 
relfe  dogma;  ma  ancora,  che  non  folTc  feparatamcnte  pofta  inuncapo  pro- 
prio>  (1  che  potelTc  venir  mai  in  difficoltà ,  fé  per  tale  foffe  tenuto  :  m.a  Ci  met- 
telTe  infertoconli  capi  di  riforma  :  de  per  ri^muouer  maggiormente  ogni  diffi- 
coltàjfu  anco  deliberato  di  formar  il  Decreto,in  maniera,  che  non  parelle  trat- 
tari! profelTatamente  di  queir  irritatione,ma  mefchiandolo  infieme  col  primo 
capo  degli  abufi,  ilqual  era  una prouifionc  di  reftituire  le  denonciationi  ordi- 
nate da  Innocenzo  terzo,che  erano  intcrmelTe  :  &  nel  decretarc,cofi  qucftcco- 
me  tutte  le  altre  conditioni  appropriate  per  dar'  al  matrimonio  publica  forma? 
s'aggiongelTc,  conduefole  parole,quafi incidentemente  che  s'annuliauano  li 
contratti  fatti  altramente^"  palFarla  fenza  maggior  longhezza.  Et  a  quello  [en- 
(o  fu  il  capo  formato,  Se  riformato  più  volte,  &  i'emprc  malto  intricatamente>- 
&  con  maggior  difficoltà  pofteriormente ,  che  per  l'inanzi.  In  quelle  riforme, 
tra  le  altre  alterationi,fu  mutato  il  punto  particolare  già  ftabilitchcome  s'è  det- 
to,che  la  prefenzaditreteftimonij  folfe  fufficiente  per  intiera  validità;&:,in  ve- 
ce d'tmteftimonio,fufuftituito  ,  Che, fenza  la  prefenza  del  Prete,ogni  matri- 
monio folfe  nullo  :  cofadi  fomma  eiraltatione  dell'  Ordine  Eccleiìaftico  ;  poi- 
ché una  attione  tanto  principale  nell'  amminiftratione  politica ,  8>c  Economi- 
ca,che  fino  a  quel  tempoera  ftata  in  fola  mano  di  chi  toccaua ,  veniua  tutta  fot- 
topofta  al  Clero  ,  non  rimanendo  via ,  ne  modo  come  far  matrimonio,  fé  doi 
Preti,cioc,ilParoco,&  il  Vefcouo,per  qualche  rifpetti  interelfati,  ricuferanno 
di  predar  la  prefenza.  Non  ho  trouato  nelle  memorie,chi  folTe  autore  di  tanto- 
auuantaggio,  comeancomoki  altri  importanti  particolari  mi  fono  reftatina- 
fcoftijche  ne  farei  mentione.  Sicome  non  debbo  fraudare  del  debito  honore 
Francefco  Belcaro,  Vefcouo diMetz,  alqual  parendo  impoffibile ridurre  in 
fbrma,chefodisfaceire,penfieri  tanto varii,&  rapprefentargliconlerifcrue,&- 
rifguardi  cofi  fottili,diede  la  forma  che  fi  vede  ;  laquale  ficomc  pare  foggetta  a 
diuerfeinterpretationijcofis'accommoda a diuerfe opinioni.  Et  propoftain 
Congregationchebbe  voti  in  fauore  cinquantatre,S<:  cinquantaf  eijche  la  con- 
iradiirero  cfpreiramcnte. 

Di  tutto  quello  li  Legati  diedero  conto  al  Pònteficej  dimandando  ordine  di  '  ^*5*"  <*"»'"• 
quello  che  fi  doueua  fare ,  &  fé  con  contradittionecofinumerofa,quando  non  *'"'"'    "^"^ 
s'hauefle  potuto  con  gli  uffici)  vincerla,doueirero,o  no  douelfero  ftabilir  il  D^- 
creto.Occorfe  un  poco  di  rimore  tra  li  Padri  per  una  voce  leuata,chc  in  Ifpruc  yamoredl  pe^ 
yifoirelajpefte,^:  già  moki  fi  preparauano.per  la  partenza.  Ce  iìC^nAMoioncrf  e  uTrmt»:^ 


-j-jG  CONCILIO  DI  TREIvITO  Papa  Pio  Ilir 

'"^3   IO    ilqualrcnendod*haLier  le  coic  in  buon  termine  per  finir'ilConcilio,nonhauef- 
Lx  III.     i'c  fatto  venir  certezza,  laquàl  era,  che  in  Sborri ,  luogo  vicino  a  Ilpruc  venti 
miglia, erano  morti  dimalcontagiotomoltidiqueipoueriliuominilauoranti 
alle  miiicrcpcrinfettione  contrattane  luoghi fotterraneijefsendo però  da  quei 
d'ifpruc  £ute  colllìcureprouifioni,  che  non  vi  era  pericolo  che  penetrairel|, 
anzi  che  nella  terradi  Sborri  il  male  andaua  rallentandofì. 
moto'nTrento         Qccorfcanco  un  moto  gr.tndene'  Prelati  Italiani ,  &: particolarmente  del 
f>er  L'introdHt-  Regno  di  Napoli,«Sc  Stato  di  Milano  :  imperoche,  hauendo  fino  il  mefe  inanzi 
tiom  de//:  In-  pj-opoilo  il  Rè  Cattolico  al  Pontefice  di  metter  uello  Stato  di  Mikiiorinquifi- 
mlluT^Mi'-  fione  ad  nfanza  di  Spagna;  &  per  capo,  un  Prelato  Spagnuolo,allegando  che 
Sii;  "  '"     '  era  necefsar io,per  la  vicinanza  de'  luoghi  infetti,una  ilquifita  diligenza,per  fer- 
uitiodiDio,&  mantenimento  delia religione-,&:  hauutonotitia,cheil  Papane 
haueile  fatto  propofitione  in  Conciftoro,allaquale  quantóque  fofse (lato  con- 
tradetto da  alcuni  Cardinali,il  Papa  vi  moftraua  inclinatione,  pcrfuafo  dal  Car- 
dinale di  Carpi,ilqual  rapprefentanaloperaper  utile  a  tener  la  Città  di  Milano 
in  deuotione  vcrfo  la  Sede  Apoftolica-.oificio, che  egli  fece  per  occolta  fperan- 
za,  fomentata  dairAmbafciatorSpagnuolo,  che  per  quel leruitiodouelFe  ac- 
quiftar  il  fauor  del  Rè  di  Spagna  al  Papato.     Le  Città  di  quello  Stato  manda- 
rono al  PonteficejSforzaMorone;&  al  Rè  Cattolico,CerareTauerna,&:  Princi- 
fuale  Birofto;&  al  Concilio,  Sforza  Briuio.    Quello,  a  pregar  tutti  li  Prelati,&: 
Cardinali  di  quello  Stato,a  compatirla  patria  comune,  laqual  ridotta  in  mi- 
feria  per  leecceflìuegrauezze,  fi  diiroluerebbeafatto  con  quella,  che  fuperaua 
tutte,preparandofi  già  molti  Cittadini  per  abbandonar' il  paefe,rapendo  molto 
bene,  che  qucU' ufticio  in  Spagna  nonfcmpre  haueua  proceduto  per  medicar 
la  cofcienza,  ma  bene  fpeffo  anco  per  votar  la  borfa ,  &  per  altri  fini  mondani: 
&  fé  làjfotto  gli  occhi  del  Rè,quelli  che  fono  prepoftì  a  tal  officio,  cofi  rigida- 
mente dominano  li  propri)  patriotti  \  quanto  maggiormente  lo  farebbono  iti 
Milano,  lontani  da  rimedici  verfo  perfone  meno  amate  da loro?Efpofe  il  Bri- 
uio in  Trento,  il  trauaglio,6(:pena,chefentiuano  li  Cittadini  generalmente  pec 
fi  mala  nuoua,richiedend0  li  Prelati  difauore.  Maquell'  efpofitione  maggior 
difpiacere  caufauain  cfiì  Prelati,  che  netemeuano  più  che  li  Secolari:  &l  quei 
del  Regno  dubitauano,che,imponendofi  il  giogo  alio  Stato  di  Milano,non  po- 
telTero  ricufarlo  efsi,come  haueuano  fatto  alcuni  anni  inanzi.    Sì  congregaro- 
no inficine  li  Prelati  Lombardi,^:  deliberarono  fcriuere  al  Pontefice^:  al  Car- 
dinale Borromeo,lettere  da  tutti  efsifottofcritteta  quen:o,con  dire,cheerapre- 
giudiciofuo,alqualtoccaua',  come  Arciuefcouo  jcfier'il  principale  in quell* 
Officio:&  al  Papa,con  moftrargli,  che  non  vi  erano  ,ne  quelle  caufe,  ne  quei  ri- 
-    fpetti,  che  fono  nelle  parti  di  Spagna,da  pomi  fi  rigorofa  Inquifitione,  laquale 
oltre  laciiidente  rouina,che  apporteria  a  quello  ftato,  farla  di  gran  piegiudicio 
alla  Santa  Sede,  laqual  non  potria  negare  che  non  fi  mettcìre  ancora  a  Napoli: 
^  fi  darebbe  oc  cafionc  agli  altri  Prencipi  Italiani,  a  ricercar  di  farilmedefimo 
anco  loro:&:,hauendo  quell'  Inquifitione  autorità  fopra  i  Prelati,  la  Santa  Scàc 
hauerebbe  da  loro  poca  obedicnza  :  perche  farebbono  co/lretti  a  cercar  di  ftar 

bene 


Papa  Pio  mi.  LIBRO    OTTAVO.  777  _ 


bene  co' PrencipifecolaiU  quali  per  quella  viafìtrouerebbonoroggettiriàon-    ci3  id 
4c>iiPapajin  occafioiiedi  niiouo  Concilio  haueiia  pochi  Prelati  da  fìdarfìj&a     lxiii, 
chi  poteirc  liberamente  commandarcine  douerlì  creder'  a  quello,che  Spagnuo- 
lipotrcbbono  dire,  che  l'inquifitione  di  Milano  iarebbe  fogge  rea  a  quella  di 
Roi-na;vedcndofi,per  elTempio, come  operano  nella  caufadeirArciueicouo  di 
Toledo,  &c  che  Tempre  hanno  ricufato  di  mandar  li  proceflì,  che  da  Roma  gii 
fono  ftati  richiefti:iiche  fanno  anco  gl'Inquiiìtori  del  Regno  di  Sicilia,  depen- 
denti da  Spagna.   Er,non  contenti  li  Prelati  di  quello  ufficio ,  Se  d'altri  fatti  da 
loro,ciafcuno  apprelTo  li  Cardinali,&  altri  di  Roma ,  con  quali  poteuancpro- 
poneuano  che  fi  aggiongelfe  ne' decreti  del  Concilio  qualche  parola  infauor 
de'Vefcoui,cheglieirentaire,oaflìcura(rc:eche  fidecretaire  il  modo  di  fare  li 
procelTi  in  quella  materia:ilche,feben  non  poteffe  riufcir  nella  prima  Seffìone, 
fi  deliberaire  per  la  fulfeguente.    Et  il  Cardinal  Morone  diede  Iperanza  di  dar 
loro  fodisfattione.  Et  quello  accidente  tenne  cofi  occupato  il  Concilio  per  il 
numero  dcgl'intereifati  ;  che,fenon  fofle  pochi  dì  dopo  arriuata  nuoua,che  il 
Duca  di  Seira,haucndofentito  il  difguftouniuerfale,  &  dubitando  per  fentori 
andatiteli  alle  orecchie,che  il  Ducato  di  Milano  non  piglialfe  eifempio  da' Fia- 
minghi,chc  a  punto  erano  diuenutiGueufij(cofi  chiamano  in  quei  paefi  quel- 
li della  religione  Riformata)  per  iltentatiuo  fatto  di  mettergli  l'Inquifitione, 
non  haueffè  conofciuto  l'intempeftiuità  di  trattar  quel  negotio,&  fatto  fermar 
gli  Ambafciatori  deftinati  al  Rè,promettendo,che  egli  hauerebbe  fatto  ufficio, 
(i,  che  lo  ftato  hauerebbe  hauuto  fodisfattione ,  era  per  riufcir  cofa  di  qualche 
gran  moment  J. 

Il  Pontefice, vedute  le  rifpofte  dagli  Ambafciatori  date  a  Capitoli  da  Lega-  ,7  p^p^  j^n^^ 
d  propofti,tanto  più  fi  confermò,che  bifognaua  metter  fine  al  Concilio  :  altri-  cita  il  fine  dd 
jnentcqualche  gran  fcandalo  farebbe  feguito:  &  haueua  per  leggieri  gl'incon-  Comilio^ 
aenienti  preueduti,6cdubitaua  di  qualche  maggior  impreueduto:ma,vedendo 
la  difficoltà  di  metter  fine,fcnza  terminar  le  cole  perche  il  Conciho  era  congre- 
gatOjfe  i  Prencipi  non  fé  ne  contentauano,  deliberò  di  far'  ufficio  di  quello  eoa 
cutti-ScrilTc  di  ciò  a'  Noncij  fuoi  in  Germania,Francia,&Spagna:ne  parlò  con 
tutti  gli  Ambafciatori  refidenti  appreifo  di  fe,&:  anco  con  quei  de'  Prencipi  d'I- 
talia,&  ufaua  quello  concetto ,  Che  a  chi  l'hauelfe  aiutato  a  finir'  il  Concilio> 
farebbe  più  obligato,  che  le  hauefiero  fatto  affiftenza  con  le  armi  in  qualche 
gran  biiogno.    Alli  Legati  rifpofe ,  Che  voltalFero  la  mira  principale  a  finir'  il 
Concilio,&  a  quello  fine  concedeirero  tutto  quello,  che  non  fi  poteua  negare, 
per  ottener  quella  intcntioneis'admetteficro  manco  cofe  pregiudiciali  che  pof* 
fibile  folle;  che  alla  prudenza  &  fedeloro,che  erano  nel  fattcrimetteua  il  tut- 
tojpurche  al  Concilio  fofle  pofto,quanto  più  preftojfine. 

Ma  li  Lettati,  dopo  haiierconfiderato  infieme  con  alquanti  Prelati,  le  prò-  a  che  cooperfi^ 
polle  degli  Ambafciatori  foprala  riforma ,  &  a  loro  inllanza  tralafciati  fei  de'  ne  iLeg4tifi 
Capipropolli,&  ridottigli  a  trentadue  il  di  ventimo  Agollo  gli  diedero  a'  Pre-  ''O^^'-^i 
lati',pet  parlarne  fopra.Il  Cardinal  di  Lorena  fece  Congrcgationi  particolari  de 
Francefipereiraminareli,  ilche  era  con  fodisfattione  de'  Legati;  nonfolo,per- 

FFFff 


778  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  Pio  UH, 

ci3    i3  che  erano  certijcheeglicaminaaaconlamederimaintentionediloLOimaanr    ? 
LXiii.     cojefsedo  defìderofi  d'accordargli  a  comun  rodisfattione,  prima  che  le  nepat-    ^ 
laffe  in  Congregatione  Generale  :  &c  diedero  cura  agU  Arciuefcoui  d'OtrantOv    , 
&  di TarantoiSc  al  Vefcouo  di  Parma,che  ciafcuno  di  eflì  feparatamente,nelle 
proprie  cafe  ,  congrc^-i  li  loro  adherenti ,  gli  elTaminairero ,  &c  intendelfero 
ntafono  attm-  quellojche  farebbe  di  Ibdisfattione  commune  :  &jContinuandofì  in  qucfto  più 
nerfatida       aiorni ,  tra  i  Spa^nuoli ,  Se  altri  Italiani  >  non  chiainaci>fu  mormorato  ailài,& 

Prelati  mal      ?  ^  .  ^  ^  ^ 

contenti  e     ratto  ammacmamento  per  opporli. 

dttW^mbafc,  SuccefTeancoj  che,  andato  ì'Arciuefcouo  d'Otranto  in  cafa  dell' Ambafcia- 
Sfagmtolo,  toreCatolicOjfu  da  lui  di  quefto  ammonito,c6  dirgli,Che  no  hauerebbe  volute^ 
hauer'  occafione  di  far'  ufncij  apprelFo  il  Rè,  che  non  gli  piacelfero  :  che  quelle 
particolari  Congregationi  erano  tanto  mal'  intefe  da'  buoni  Prelati ,  che  non 
poteua  reftar  di  darne  contoaSuaMaeftà.Egliiìfcusò,  che  tutto  era  per  buon  ! 
fine,per  facilitarla  materia  ,&  per  proueder  alle  difficoltà,  inanzi  la  Congre- 
gatione Generale:  &  elfendo  fopragionto  a  ponto  all'hora  il  Vefcouo  d'Ifchiai 
per  parlar  al  Contea  nome  del  Cardinal  Moroncegli  nel  medefimo  propofito 
gli  moftròchegli  difpiaceuano  lepriuate  Congregationi,&Ghcteneuaope- 
nione,che  noniifacelferoadaltrofincfenon  per  metter  difficoltà, &  tralafciar 
parte  de'  Capi,a  fine  di  far  più  prefto  la  Seffione.  Con  tutto  cio- ,  li  Legati ,  più 
mirando  a  fodisfar  li  Prelati,  che  l'Ambafciatore  ^vedutele  cofe  auuertite  in 
quelle  Congregar  ioni,le  riceuettero  per  buoni  auuertimenti,  &  accommoda- 
rono  li  decreti  ?  mutando  diuerfì  luoghi  ,  6i  in  altri  inferendo  fecondo 
quelli. 
tpwunumù'  Ma,  mentre  che  erano  per  dargli  fuori  cofi emendati , arriub  un Corriero 
HA  infìAn':^  dall'  Imperatore, per  inftruttione  portata  dalquale ,  Ì'Arciuefcouo  di  Praga  ri*' , 
di  cefare:  cercò  inftantemente  li  Legati ,  a  non  proporre  la  riforma  de'  Prencipi  fecolarù. 
Cm  che  elfi  hauelTero  rifpofta  da  Sua  Maeftà  Cefarea:  laqiial  inftanxa  fece  anco»- 
dopo  loro,il  Conce  di  Luna.Per  queftoli  Legati  erano  molto  perplelfi ,  poiché 
giàFrancia,&:horarimperatorc,&Spagna,nonfìmoftrau'ano  fodisfatti  :  8c 
dall'  altra  parte,era  comraun  defiderio  di  tutti  li  Padri ,  che  la  riforma  fi  faceflc 
tutt'  infieme  :  onde,  congregati  in  cafa  di  Nauagiero  indifpofto ,  vedendo  eflcf; 
necelfario  dar  fodisfattione  agli  Ambafciatori,  propofero,  fé  fi  doueua  difFerit 
tua  U  tutto  è  tutta  la  Riforma,  o  il  Capo  folo  de' Prencipi.  Lorena  era. di  parere,  che  qucftof 
fnfemoj  folo  fi  difFeriire,&  fi  proponete  tutto'l  rimanente:  ilche  farebbe  piaciuto^quan* 
do  non  fofie  reftato  dubio  di  dar  ombra  a' Prelati ,  che  la  riforma  fecolare 
s'hauelTe  daommettereintutroj&daqueftopigliafTeroocGafione  ài  reclama- 
rci priuatamente,&  nelle  public  he  Congregationi:  onde  fu  rifolutojdi  dar 
fodisfattioneagUAmbafciatorijdifferendo  la  riforma  de' Prencipi:  ina,  accio- 
che  li  Prelati  non  interpretalfero  male ,  differire  al  meno  la  metà  degli  altri  ca- 
pi ,  &  li  più  importanti,  dando  fuori  il  rimanente ,  come  gli  haueuano  corretti», 
per  far  dir  li  voti,&  celebrar  la  Se{Iìone:fe  ben  la  difficoltà,che  fi  vedeua  nel  de- 
creto de' Clandcflinijgii  faceua  dubitare.  Et  addì  fei  Settembre ,  furono  dati 
faora  ventuno  capi  di  riformajcon  ordine  di  comminciar  il  di  fcguente  le  Con- 


i|Papa  Pio  IIIL  L  IB  R  O   OTTAVO.  775) ^ 

•'gregationi.Nellaformationc  di  quefti,adopcrc)  tutta  l'arte^ ingegno, il  Car-  ci3  lO 
diual  Simoncta,con  gli  altri  fuoijpcr  caminar  con  teinperaméto:  ibche la  Cor-  lxi  11. 
te  Romana  riceueirepoco  pregiudicio,  6c  fofle  data  fodisfattione  al  inondo,  «S'''-^"'^"/* 
che  diraandaua riforma,  &  agli  Ambafciatori,  chelarollecifauano:&,qiiclIo-^°""-^!^""f" 
eh  e  più  di  tutto  iraportauajreftalTero  li  Vefcoiiicontcnti;poiche,voiendo  finir' ^/j^^;^'^^^^^^ 
)  il  Concilio,era  ncccflTariojche  efli  vi  concorreflTero  con  buona  volontà.  Vefcoul.iqux- 

'     La  mira  de' Vefcoui  era  una  fola,d'hauer' il  gouerno  più  libero.Qiicfto  crede-/»  rìchkdeua- 
tiano  douer'  ottencre,quando  treprouiiioni  folFcro  fatte  :  l'una,  che  li  Parochi  "»  trefmtk 
follerò  da  loro  dependenti,  ilche  farebbe  fucccllb,  quando  a  loro  foifedata  la 
:ollatione  de'  Benefici)  Curati:&  qucfl:o,oltre  le  altre  difficoltà,mettcu  a  mano 
ielle  riferuationi,  &  regole  della  Cancellaria,che  era  far' una  grande  apertura 
legli  arcani  della  Corte  Romanajvedendofii  chiaramente,che  farebbe  aperta  la 
Dorta  a  leuargli  intieramente  tutte  le  collationijche  era  torgli  ogni  poteftà,& 
'iftclfa  vita.Peròjfi  venne  a  temperamento,di  tener  ferme  le  riferuationi:ma  far 
xirroni  li  Vefcoui  di  dar  le  Cure  a  chi  loro  piaccllccolpretefto  d'eiramine:&  a 
.]uefl;o  fine  fu  formato  ilcapo  XVIII.  conl'ifquifitoartificio  che  ognuno  ve- 
ieiilquale,confpeciofamaniera,fa  il  Vcfcouo  arbitro  di  dar'  il  Beneficio  a  chi 
;lipiace5&:  non  leua  niente  delguadagno  alla  Corte.  L'altro  capo  era  delle  Ef- 
cntioni,nellaqual  maceria  molte  fodisfattionihaueuanoriceiuico  li  Vefcoui 
'er  il  palTato  ,  &  nondimeno  fu  anco  aggionto  il  capo  xi.  per  total  comple- 
ncnto.  Reftauanole  eirentioni degli  OrdiniRegolari,  &  erano  venuti  li  Ve- 
:oai  in  fperanza,di  poterle  afattoleuare,  o  almeno  moderar' in  tal  maniera, 
he  gli  reftaifero  in  gran  parte  foggctti. 

Già  fino  nel  principio  dell'  anno,  fu  eretta  una  Congregatione  fopra  lari- 
orma  de'  Regolari,laquale,  con  l'intcruento  de'  Generali ,  &:  confeglio  d'altre 
ierfone  religiofceffiftenti in  Concilio,  haueua  fatto  gran progrelfo ,  &fta- 
lilito  buoni  decreti/enza  nilfuna  contradittione  :  perche  quanto  aldifuori,  <5c 
He  cofeapparentijlimedefimiRegolarinonrabhorriuano  ,  maladefideraua- 
;o.Quanto  aldidentro5&  che  occorre  ne'  Monailerij ,  erano  molto  ben  certi, 
he  Thauerebbono  interprctato,&  pratticato  come  a  loro  folfe  piaciuto  ;  anzi 
lancuano  per  cofa  utile ,  d'haucr'  m  fcritto  riforma  ftrettiflìma:  come  tutte  le 
or  regole  fono  altro  in  fcritto,diquello,che  in  oiferuatione.  Ma,quando  s'in- 
omminciò  a  parlar  di  moderar  le  eirentioni,&  fottoporgli  almeno  in  parte  a* 
''ercoui,s'ammutinaronotutt'infieme,  li  Generali  co' Theologi  degli  Ordini, 
k:  fecero  capo  con  gli  Ambafciatori  de' Prencipi  ,  moftrando  loro  di  quanto 
eruicio  follerò  a'Popoli,alIeCirtà,&  alpublico  gouerno,offerendofi,  fé  in  lo- 
o  vi  era  abufo  di  qual  fi  voglia  forte,che  fi  rimcdiaire,  che  fi contentauano  d'o- 
gni riforma  ;  Se  che ,  ritornati  a'  lor  gouerni ,  eranoper  clfeguirla  più  feuera  ài 
[ucllo  che  folfe  ordinato:ma  che  fottoporre  li Monafterij  agli  Ordinarij,era  un 
isformargli:porchc  qaelli,non  intelligenti  della^ita  regolatele  della  fcuerità 
ella  difciplina  con  che  Ci  manticne,hauerebbonodifordinato  ogni  cofa.  Dice- 
lano  liVelcoui,Che  ilpriuihgio  è  fempre  con  detrimento,  ^difordinatione 
Iella  leggc:chelanuocationeè  unacofafauoreuole,ritornandoli  negotij  nella 

FFFff    i) 


nZo  CONCILIO    DI   TRENTO         PapaPioIIII. 

ci3  i3  loro  natura:cheii  IcLiarglinoncra  far  noaità,marcftiruii-lollatoanricodcUc 
ixiii.  cofe.  Si  rifpondeua  dall'  altro  canto,  Chelacircntionede'  Rcgolari>perlafua 
antichità» era  cofi  benprefcrittajchcnonpoteuachiamarfipiii  priuilegicma 
legge  comnume  :  Che,quando  li  Monaftenj  erano  ioggetii  a  Vekouij  la  dilci-. 
plina  Ecclcfìaftica  in  e(fi,&  ne' loro  CanonicÌ5eracolìicgolata,&fcLiera,che 
meritaua  di  fopraintendereatiitti  :  che,volendoreftkuirrantichità,cóaeniiia 
farlo  m  tutte  le  parti  :  che ,  quando  li  Vefcoui  follerò  ritornati  come  in  quei 
tempijfi  poteuafottoporgli  liMonafterij  come  all'  horauna  non  eragiufl:o,che  ' 
dimandaifero  d'hauer  fopraintendenza  a'  Monafteri  j ,  prima  che  fi  formairero 
tali  >  quali  è  necelfario  che  ila  il  Rcttor  d'u<ia  vita  Regolare.Erano  fauoritili  : 
Regolari  dagli  Ambaiciatori,&  da' Legati>p6r  interelle  della Corte,laqual  ha-» 
uerebbe  pcrfo  un  grand'  inftrumentojquando  non  folFero  ftati  dependenti  da 
lei  folaj  6c  non  gli  mancaua  fauore  da  qualche  Prelati,che  coiifcllauano  le  Ice 
ragioni  efler  buone.  Durò  quello  moto  per  qualche  giorni ,  rimettendoli  perà  ' 
pian  pianoiperche  ogni  giorno  li  Vefcouijche  l'haueuano  eccitato ,  vi  fcopri- 
iiano  dentro  maggior  diiHcoltà. 

Il  terzo  Capo  era  per  gl'impedimenti  »  che  riceueuano  li  Vefcoui  da' Magi-  ; 
ftrati  fecolari,qualÌ5perconferuatioHe dell' autoritàtemporale,non  lafciauano« 
trafcorre  li  Vefcoui  ad  elTercitar  quell' aflbluto  imperio,  che  hauerebbono  vo-  { 
luto,nonfolofopra  il  Clero,ma  ancora  fopra  il  popolo  :  a  quello  effetto  era  fat-  [ 
to  il  capo  della  Riforma  de'  Prencipijdelquale  s'è  fatta  mentione,&  al  iuo  luo-  ' 
go  lìparleràpienamcnte.  Quella  parte  era  Hata,  inlicme  con  altre  anncfle  a  lei> 
ditferita  per  una  altra  SelTione ,  hauendola  per  cofa  difficile ,  &  che  hauercbbe 
potuto  molto  prolongare  :  ma  li  Vefcoui  interpretarono  quella  dilationejche  ' 
FolTeafìne  di  mandarla  in  niente.  Si  lamentauanojchctrattandofi  di  riformar 
tutta  la  G hiefa,lì  riformalfe  foloil  Clero.  I  Legati  faceuano  ogni  diligenzaper 
quietargli,  mollrando,  che  non  era  differita  quella  fola,ma  altri  capi  ancora» 
che  era  pur  neceilàrio  trattare,promettendo,che  la  dilatione  non  era,fenon  per  ; 
far  le  cole  con  maggior  maturità:ma,che  lì  farebbono  fatte  certo  :'che  era  ne-  :| 
cellario  facilitar  l'elpeditione  di  quella  Sellione,  laqual  farebbe  (lata  prepara*  li 
toria air  altra,doue  il  farebbe  trattato  fenza  meno  il  rimanente. Erano  tuttiin-  \ 
tentili  Legati,  per  tener  la  Seflìone  al  tempo  dcterminato,giudicando  ciò  ne* 
ceirario,per  iipedir  il  Concilio  pre{lo:3«:  perche  il  Papa,per  ogni  corriere  ordi- 
nario lenza  alcun  fallo,&ben  fpelTo  con  qualche llraordinario,faceua  loro  in- 
ftanza  per  refpeditione,&  che  lo  liberallero  dal  Concilio. 
•Ainbafctator    Nella  Cógrcoatione  de'  (ette  Settébre  fu  riccuuco  F.Martino  RoiaSjAmbafc- 


pricipali,accio  nò  gli  folle  dato  luogo  fuperiorc;dicédo,nó  elfer  giufto>c] 
religione  di  Frati  douelVe  preceder  tutto'l  corpo  di  tari  Prelari:ma,fìnalmente 
s'acómodarono,(5(:  fu  nella  Congregatione  publicato,che  fé  gli  daua  luogo  tra 
gli  ahri  Ambafciatori , fehza  pregiudicio  de'Prelati,che  pretédono  precedéza^ 
i^ecc  una  oratione  l'Aiiibafciatorejfc  ufando  il  luo  gran  Maeftro  d'hauer  tanto» 

ditfc- 


yAPA  Pio  mi.  LIBRO     OTTAVO.  78.,    _^ 

itfeiito  di  mandar  a  Trento  per  li  romori  dell' armata  de'  Turchi,cperle  incó"  ci  3^  lo 
aoditàchericeueiianoper  Draglie Coifaioi-ffoitò li  Padri  a  porgcnimedio.!^  Lxni. 
naliprefcntijliquali non  toccauano anco  pocoii  Frati  della  ina  ichgioncclic 
lon  erano  membri  otiofi  della  Rcpublica  Chriftiana.  BAonb  air  clarpatione 
Ielle  herefie  ,  offerendo,  che  ilgranMaeftro,&  lafociccalorojhaacrebbono 
>refo  il  patrocinio,  ^k  ditfeta,  fpendendo  non  fole  le  facoltà,  mala  vita,  &  il 
aaaue.  Narrò  l'origine  della  religione  Tua, principiata  quaranta  anni  inanzi, 
:heGotfi-edopairaireall'acqiiefto  dcUaTerra  lantaile  opere hcroiche,fatte da 
or  maggiori,  allequali  non  potcuanocorrifpondcre  al  prcfenFc  ,  pereflerefta- 
•i  fpogìiati  di  gran  parte  delle  loro  terre ,  &  poilcflìoni  ;  che  el^i  iono  l'antemu- 
■ale  di  Sicilia,^  dell'  ltalia,contra  li  Barbari:  penkhe  prcgaua  li  Padri,  di  rac- 
lordarfi  dell'  antichirà^nobiltà,  meriti,  &  pericoli  di  quella  ibcietà ,  &c  operare 
che  "li  Fodero  reftitaite ,  le  poflcffioni,  &  Commende  ufurpatcgli  ;  &  che  dal 
Con^ciUo  fi  decretalfe  che  all'  aunenire  non  foircro  conferite  ad  altri,  che  a 
EjuellidelorOrdine,confermando l'immunità,  «Se  priuilcgijdi  quello.  Gli  fu 
nipoPco.dal  Promotore,per  nome  della  Sinodo,riceuendo  rerculatione,&  pro- 
mettendo d'hauer  quella  confideratione  che  meritaua  la  dimanda  fua  intorno 
al  conferuare  le  Commende^  priuilegij  di  quella  Religione.  Ma,quantonque 
ne' 'giorni  leguenti  apprelìb  li  Legati  facelle  li  medefimainftanzapm  vokc,& 
efsilie  facelfiro  relatione  al  Pontetìce ,  egli  altro  mai  rilpofc,  fenon,  Che,  a  lui 
toccaua  Far  laprouifione,&  l'hauerebbc  fatta  al fuo  tempo. 

Inquella,&  nelle  feguentiCongregationi,  furono  dati  i  voti  lopra  li  venti  rìmofiran^^e 
capi  di  riforma  propofti,ne'quali,re  ben  non  vi  fu  cofadi  granmomento,non-  crnettioni  dt^ 
dimeno ,  perirne  dell'  hiftoria,&  dichiaratione  di  molte  cofc  ,  che  occorfcro  J.'  -f/""^^* 
dopo,è  ben  far  mentione  delle  principali.     Nel  primo  capo,che  era  dell'  Elet-  deirehZrt  i 
tionede'  Vefcoui,dicendofi,  che  vi  folfe  obligo  di  proueder  delpiùdegno,tor-^i^  ^.^^^ 
nò  la  diiHcoltàuna  altra  volta  trattata.  Che  era  un  legar  le  mani  m.oko  ftretta- 
me  Ite,  cofi  al  Pontefice  nelle  collationi,  come  a  Rè,  oc  Prencipi,nelle  nomina- 
tionijFe  doueireroeiferriftretti  a  nominar  una  fola  perfona:&  la  maggior  parte 
voleua,  che,  leuato  quel  comparatiuo,fi dieelfe  folaraente,Eirer  tenuti  aproue- 
der  di  perfona  degna.    Ma  dall'  altro  canto  confiderauano  altri,  che  da'  Padri 
era  ftato  fempre  ufato  il  modo  di  dire,  che  il  più  degno  folfe  preferito  :  &  addii- 
ceuano  la  ragione,  perche  non  può  elferfenza  colpa  chi  antepone  il  manco  dc- 
gncfeben  idoneo,  al  più  meriteuole.  Vi  fu  aliai  che  difputaren-na  li  trouò  mo- 
do d'accommodarla,lafciandoin  apparenza  la  voce,più  degno,  &  parlando  pri- 
ma co'termini  pofitiui,&:  poipaffando  a  comparatiui,in  maniera,  che  s'inten- 
dclfe  la  prouifione  libera  :  de  cofi  fu  ufata  la  forma  di  dire,  che  lì  vede  Hampatai 
cioè,  che  vie  obligo  di  proueder  di  buoni ,  &  idonei  Pallori,  3c  che  mortal- 
mente pecca  chi  noii  antepone  li  più  degni,&;  più  utili  ailaChiefa.  Reftando  a 
qucfte  parole  la  naturai  efpofitione ,  che  molti  fono  li  più  degni ,  &  più  utili,  ri- 
fpetto  a  molti  ahri,che  fono  meno  :  nellaqual  amplitudine  ha  gran  campo  far-  j^,,^  ^.j^^^  ^ 
bitriodichihadaprouedere.  g'i^niMjt^^ 

Nel  capo  teraofuQualchedilficoltàjintouiola  vifitatione  degli  Arciucfco  »<;> 

FFFff  il] 


78i  CONCILIO   DI  TRENTO.  Papa  Pio  IIU.' 

cio   w    Lii.  Qiicfti,al  legando  li  Canonij&confuetudini  antiche,  che  li  SufFraganei  giù- 
LXi  11^      rauano  obedicnzaa'Metropolicani,&  erano  pienamente  foggetti  alla  vifitatio- 
ncj  coriettioncj  8c  gouemo  di  quelli,  non  acconfentiuano  che  foire  fatto  pre- 
giudicio  a  queir  autorità,^  tra  quelli  grandemente  fi  rifcaldaua  ilPatriarcha  di 
Venetia.  I  Vefcoui,  particolarmente  quelli  del  Regno  di  Napoli,peril  contra- 
rio s'afFaticauano  aconferuar  laconfuetudine  introdotta, per  quale  non  fono 
differenti  d'autorità,  ma  di  folo  nome:  ma  l'eirer'il  numero  de' Vefcoui  gran- 
dc,&  degli  Arciuefcoui,  picciolo }  Se  il  fauore,  che  li  Legati ,  Se  Pontifici) ,  fa- 
ceuanGaquelli,acciogÌiArciuelcoui,  conia  foggcttione  de' Suffraganci,  non 
acquiftalTcro  autorità,  &  riputationc ,  dellequalipoteifero  valerli  per  non  ftat 
tanto  foggetti  alla  Corte ,  quanto  fono,fu  caufa  che  non  poterono  ottenere  fe- 
non  una  fola  parola  di  fodisfattionc,  che  gli  fu  data,  no  prohibendogli  di  vifìta- 
re,quando  folle  con  caufa  approuata  dal  Concilio  Prouinciale:di  che  fi  doleua- 
no,con  dire,Che  era  a  fatto  un  nienteiperche,  elfendo  nel  Concilio  Prouinciale 
un'  Arciuefcouo  con  molti  Vefcoui, fi  poteuahaaer  per  chiaro,  che  l'occafione 
non  farebbe  mai  nata. 
dtW  effennont      ^^  ^^^^  capo  era  fopra  le  elTentioni  de'  Capitoli  delle  Cathedrali dall'  auto- 
re Capitolij    rità  EpifcGpale,nelquale  hauendo  grand'  interelTe  li  Vefcoui  Spagnuoli,&  a  lo- 
ro contemplatione  il  Conte  di  Luna,furono  fatte  molte  reiirittioni,  &  amplia- 
tioni ,  ma  non  però  tali ,  che  quei  Prelati  reftairero  contenti ,  fé  ben  più  vol- 
te fu  mutato,  de  infine  anco  tralafciato, ^portato  all'  altra  Seilìone  ,  come 
fi  dirà. 
delie  penfioni,      Il  decimoterzo  capo,  in  quello  che  tocca  le  penfioni,parlaua  generalmente. 
Che  niirun  Beneficio  potelTc  eiler  granato  di  maggior  penfioni ,  che  della  terza 
parte  de'  frutti,  o  loro  valore,  conforme  a  quello  che  Ri  di  coftume ,  quando  le 
penfioni  s'introdulTero:  ilche  al  Cardinal  di  Lorena  non  pareua  conueniente, 
poiché  vi  fono  Benefici)  molto  ricchijchcjquando  anco  pagafsero  due  terzi,no 
lì  potrebbono  intender  grauaci:&  altri  cofipoueri,  che  non  poifono  foftentar 
>        penfione:  però,  che  non  era  giufta  diftnbutione  quella:  ma, meglio  era  probi-  • 
bire,che  li  Vefcoaati  dimille  feudi,  &  leParochialidi  cento,  non  potefseroef- 
fergrauate:  &, quanto  al  rimanente,  fermarfi:  laqual  opinione  preualie,cori 
grandiffimo  piacere  de'  Legati,&  de'  Pontifici) ,  per  la  libertà  alfoluta,  che  fi  la- 
fciaua  al  Pontefice  ne' buoni  Benefici.    Furono  molti,(5ilonghi  lidifcorfi  di 
quellijche  dimandauano  moderatione  fopra  le  penfioni,  &c  riferuationi  de'  frut- 
ti già  impofte,  &  fopra  gli  Acceflì,  &  Regueffi  :  ma  la  difficoltà  conftrinfe  ognu- 
no a  metter  il  tutto  in  filentio,per  la  confufionc,&:  diiordini  che  fi  preuedeuano 
poter  feguire:  perche  tutti  s'hauerebbono  doluto,coh  ifcufa>chc  non  hauercb- 
Dono  rifcgnato  li  Benefici fenza quelle  conditioni  ;  «Se  maggiormente  quelli, 
che,per  ottener  tali  gratie,  haueuano  pagato  compofitione  con  la  Camera ,  ha- 
uerebbono  occafione  di  dolcrfi,che  fi  leuairero  le  gratie,fenza  refticuir  li  danari, 
liqualireftituirefitrattaua  dell'  impofllbile.      Finalmente,  ad  ognuno  parue 
dd  pagamo  ^-j^r)\zo,cl\e  fi  prouedelFe  all' auuenire,fenza  penfar  al  pallato. 
Ìenéc''f^^  *      ^^  decimoquarto  capo,che deteftauajiSc  prohibiua  ognipagamento  di  parte 
'  de'  frutti 


f 

IapaPioIIII.  libro    ottavo.  785 

Sfrutti  per  la  collationc,prouirione,opo(rciro,piaceua  molto  a  Francefi:  di-    ci3   lO 
mano ,  che  per  quelle  parole  era  Iellato  il  pagamento  delle  Annate:  &  vera-     lxiii. 
lente  chi  le  confidera,&  eiramina,non  potrà  dargli  altra  intelligenzajcon  tut- 
i)CÌo,reuentohamoftrato,chcinRomanon  è  lliatointerocori.     Nel  decimo 
:ttimo,doueèprohibitala  pluralità  de' BeneÌki),&conccira  la  dualità,incafo- 
iie  uno  nonbafti  ;  fu  ricercato  daalcuni  aggionta,chc  quei  doi  BeneEcij  non  dcUaplurdUk 
afscrodiftanti  più  che  per  il  viaggio  d'un  giorno,  accioche  potctreilprouifto^'  -ffew^, 
ir  parte  di  Refidenza  in  ciatcunodiloro.    Ma  non  poterono  ottenerlo,negli 
utori  s'affaticarono  molto  spreucdendo  che  quel  Decreto,  come  ancotutto'l 
:apitolo, non  hauerebbc  hauuto  cficcutione,ienon  contra  qualche  poueri.  Il  ^j^. ^r^j^^ 
iciottefimo,  fé  ben  piacque,  in  quanto  reftituiua  in  fattila  prouifione  de'Be-  ^^^Cìtmi, 
leficij.  Curati  a  Velcoui,  li  Francefi  però  contradilTero  alla  forma  dell' clfa- 
niiie,perche  pareualoro  che  legale  troppo  ftrettcle  mani  al  Vefcouo  in  appa- 
enza.  Vfauano,  per  ragione,il  dire,  che  quel  concorfo  era  un  dar  luogo  troppo 
perto ,  &c  publico  all'  ambitione:  che  l'antichità  haueua  profeirato  di  dar  le 
^hiefe  achi  lericufaua,&:  che  con  quella  nuoua  maniera  s'introdu;cua,uonio- 
o  il  procurarle  apertamente,ma  il  profellàrfene  degno,&  procacciarle. 

Sopra  ildecimonono  capo,il  Vefcouo  di  Coimbria  s'eftefe  a  parlar  contra  le  delle  efptttmi 
Lfpettatiue,  come  quelle  che  faceuano  defidcrare,  &  forfè  procurar  la  morte  al-  "^' 
rui:  &  delle  Riferuationi  mentah  pafsò  a  dire,che  erano  fraudi,  &  puri  latroci- 
iì)3.8c  che  in  fine  meglio  era  lafciare  al  Pontefice  l'intiera  collationedituttili 
ìeneficij,che  ufar  artifici)  cori.indegni,comc  era  ilv-olerdar  virtù  ad  un  peiiflc- 
o  non  conferito,nonpuWicatOr5c  kfciandofufpittionechepoteire  eirernon 
apito  nell'  animo,.ma  inuentato  dopo  il  fatto.  Mail  Cardinale  Simoncta  gli 
xtrauersò  il  ragionamento,con  dire ,  Che  il  riprender  gli  abufi,  quando  la  pro- 
limone  non  è  .ancora  deliberata  ,èeofa  ragionévole,  a  fine  di  procurarla  :  ma, 
'edendofi  commune  difpofitione  al  rimedio,  &  già  formato  il  Decreto,baftaua 
tabihrlo  con  alTentirui,  &;  non  moltiplicar  per  ambitione  in  parole  di  ripren- 
ìone,douenon  fabiiogno- 

Addì  undici  Settembre  riceuettero  gli  Ambafciatori  Francefi  lettere  del  Re  lettere  detn^ 
le  ventotto  Agofto  :  nellcquali  fignificaua ,  hauer riceuuto  gli  Articoli ,  com-  di  f '■'*""f^« 
eunicatia  loro  da' Ledati,  &  veder  le  cofe  molto  lontane  dalla  fperanza  con- -^^'^^^J^^y* 
epita:  poiché  lo  ftabilir  quelli  era  un  tagliar  le^inghie  a  Rè,  &  crefcerlc  Ec-  opporfìaUaYi-- 
lefiaftiche  :  ikhe non  volendo  egh  fupportare ,  gli  coramandaua di  rappreien-  forma  dtPrin^ 
àrea  Padri,con  prudenza, deilerità,&viuacità, che,  llcome  ogniPrencipe,c/;;\- 
:aminando  il  Concilio  come  donerebbe,  è  in  obligo  di  fauorirlo  con  ogni  ze- 
o,&  feruore;  cofi,l'occoltar  la  piaga»  che  caufali  mali  prefenti>&  farne  una 
)iù  grande  conpregiudicio  de'Rè,-)è  molto  lontano  da  quello  ch'e-s'afpettar 
la.  Che  egh  haueua  veduto,  come  leggiermente  palFano  nel  riformar  le  perlo- 
ieEcclefiaftiche,che  hanno  caufato  li  Icandali  a  quelli,;che  fifono  feparati  dal- 
,aChiefaRomana,&:  come  s'alTumono  autoritàdileuar  le  ragioni,  &  preroga- 
àue a  Rè,  calTar  le  ordinationi  Reali ,  le  confuetudini  prefcritte ,  &  immemo- 
BJbili  i ,  anathematizare ,  ac  efcommiinicar  li  Rè ,  Se  Prencipi  ;  tutte  cofe ,  che.: 


784  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio    IIII. 

ci3  13  tendono  a femiiwrdirubedieiiza,  feditione ,  o  ribellione  deViudditi  verfo  li 
Lxiii.  Prcncipi  loto  :  eflcndo  chiaro  atatto'lmondo  >  che  la  poteftàde'  Padri ,  &  dei  5 
Concilio,  nons'eftendejfenon  alla  riformatione  dell' Ordine  Clericale,  fenza 
toccar  cofc  diftato,potell:à,o  giuriCdittione  fecolare,cheè  intutto  diftinta  dall' 
Eccle(iaftica:&  che  Tempre  ,  quando  li  Padri,  &  Concili] , s'hanno  affonto  di' 
trattar  tal  cot'e ,  li  Rè  ^  Prencipi  ,  hanno  fatto  rcfiftenza  :  da  che  fono  proce- 
dute molte  ieditioni,  &gucne  danno fìflìme  alla  Chriftianitàtgliconfortaire- 
ro,attendendo  a  quello,che  era  di  loro  carico,^:  necellario  a  bifogni  prefenti, 
tralaiciau  quei  tentatiai,  che  non  hauendo  mai  fatto  buon' effetto,  erano  per 
partorirlo  molto  più  cattiuo  in  quei  tempi.Soggionze  il  Rèjchcfe  li  Padri  con 
quelle  perluafioni  non  fi  ritireranno ,  effi  Ambafciatori  debbino  oppcnerfi  vi- 
rilmente; &, fatta loppofìtionc  , fenza  afpettar  il  lor  giudicio,o  rimetterfi alla  ; 
lor  diferetioncdoue itero  partirli,&  ritirarfi  a  Venetia,  facendo  intendere  a'  Pic- 
lati  Franceibche  debbino  continuare  nel  Concilio ,  adoperando/i  al  feruitio  di 
Dio^eifendo  certo,che,doue  vederannoeflerpofto  in  deliberatione,  alcuna  co- 
fa  contra  le  ragioni,prerogatiue,&  priuilegij  del  Rè,  &  della  Chiefa  Gallicana, 
non  mancheranno  d'aiTentarfi,  come  Sua  Maeftà  vuole ,  &c  intende  che  faccia- 
no. Scrilfe  anco  al  Cardinale  di  Lorena  nel  medefimo  tcnorccome  ordinaua 
fi  parlalFe  agli  altri  Prelati ,  cioè.  Che  con  lafua  prefenza  non  douelTe  appro- j 
uar' alcuna  cofa  trattata  in  Concilio  contra  le  ragioni  Regie:  ma,airentarfi,fé 
vederà  che  li  Padri  cfcano  fuori  delle  cofe  appartenenti  alloro  carico ,  rimet- 
tendofi  nel  fopra  più  all'  inftruttione,che  mandaua  agli  Ambafciatori. 

Li  France{ì,ric€uute  queiie  lettere,&  commimicato  il  tutto  col  Cardinale  di 
cmmunicate,  -^^^^^^^^^^1  confcgli^  fuo,nediedero  anco  parte  a'  Legati,&  fecero  pairarne  vo- 
ce per  il  Concilio,accioche,intefo  quello ,  defifteifero  li  Vefcoui  dal  dimandar 
Riforma  de'Ptcncipi,  &  edl  non  haueflero  occafione  di  farroppofìtione,  8C 
venir'  a  protetti.     Mala  cofa  partorì  contrario  effetto  :  perche  li  Vefcoui,  i- 
quali  ftauano  alquanto  quieti  con  l'elpettationcche  fatta  la  Seffione,fi  farebbe 
tmtam  »  r<-  pfopoft^la  Riforma  de'  Prencipi ,  intendendo  quello  dinuouo,  &  vedendo  che 
jcouw  ^,  miraua  a  metterla  in  filentio ,  fi  diedero  a  trattar  tra  loro  di  non  voler  palTar 

più  inanzi  negli  Atti  Conciliari,  fenon  era  dato  fuori ,  &c  melTo  in  deliberatio- 
ne,in{ìeme  con  gli  altri,  anco  quel  Capo  che  de'  Précipi  trattaua.  Et  le  prattiche 
carainarono  coli  finanzi,  che  cento  di  loro  fi  diedero  la  parola  infìeme  di  ftar 
collanti  in  quelle  deliberationij6<:  formatane  una  fcrittura,  fottofcrittadima* 
nodi  tutti,  andarono  a'  Legati,  richicd-.-nio  che  gli  Articoli  della  Riforma 
de' Pencipi  folTero  propofli,&  dati  a  Padri  :  dichiarando,  quafì  in  forma  di  pro- 
ceda, che  noncontinuarebbono  in  parlare,  ne  concluderebbono  niente  fopra 
eli  altri,  fenon  iniìeme  con  quelli.      Vlaronoli  Legati  buone  parole,  con  dif- 
Cytmbafc.     ie2no,&  fperanza  didiuertiLl'humoie.     L:i  quello  moto  il  Conte  Luna  com- 
SpAgnmLo      parue  dinuouo,con  la  folita  in(lanz.ì>che  il  Decreto,  Prcponenttbtis Legatisi^o^c 
projegue  l'itti  i:iuocaro,accio ogiii  Prel.-to  potè       ropor  le  cofe, che  giudicaiTemerireuoli 
fìan-^a^  della^  j •  ^-iforma,  &  dimaiidò  che  folTe .^     ommodato  a guflo  de'  Prelati  Spagnuoli il 
ubenctUQti-  ^-g^Q^apo,  leuandoafatto  ieer.aaonia'Capitoh  de' Canonici  delle  Chiefe, 
*'*'  Cache- 


PapaPioIIII.  librò  ottavo.  j^s 

Cathedralb&fottoponendogUal  Vefcouo:  &  elfcndocomparfo  in  Trento  un  ci3     ii~ 

procuiacoipcrnome  di  quei  Capitoli,  che  faccua  ufficio  incontrano, gli  coiti-     lxiii. 

mandò  che  non  douellc  parlarne. 

EflTendo  le  cole  in  quelli  termini ,  ^^ofaaano  li  Legati  farla  Seflìone  con  la   USeftione  è 

fola  materia  del  Matrimonio;  ma  a-quefto  5'opponeua  il  non  efser'  ancora  ben  t^o^o'^S'^-*» 
maturate  tutte  le  difficoltà  del  Clandeftino:  &  anco  il  foipetto,  che  gli  Amba- 
fciatori  haueuano,che,re  fi  fofle  fatta  una  Se(Iìone,fen2a  parlar  di  Riforma,era 
perduta  la  {peranza,che  fi  douefle  trattarne  mai  ^iiiiòc  ellendo  anco  ben'  euideti- 
,  Se  chiaro ,  che  nilfuna  Iperanza  reftaua  di  poter  per  il  tempo  determinato 
alla  Seflìone  hauer'  in  ordine  cofa  alcuna  di  Riforma,li  Legati,fatta  Congrega- 
rione  generale  il  dì  quindici  del  mefcpropofero  di  prolongarla  fino  agli  undi- 
ci di  Noucmbre:&  cefi  fu  deliberato.    La  caufa  di  cofi  longa  dilatione  fu , per- 
che il  Pontefice ,  vedendo  le  difficoltà  di  finir  il  Concilio ,  parte  nafcenti  per  le  "^  "^"^f**  ^^^ 
controuerfic  tra  li  Prelati,  &  parte  per  le  oppofitioni  dell' Ambafciator  di.Spa-  ^''f^'^ì'*^^ 
^na  ,pofe  ogni  fperanza  di  fuperar  le  difficoltà  nel  Cardinale  di  Lorena:  onde  aRom:  °^''** 
.ciìiVc  a.'  Legati,  che ,  quando  la  Seflìone  non  s'hauelfe  potuto  far  al  determina- 
:o  tempo,  fi  prolongafle  per  due  mefi:  &  quello  fece»  accioche  ,  potendo  il 
Cardinale  trasferirfi a  Roma,  hauelfe  commodo  di  diuifar  con  lui  quello  che 
lonera  poflìbile  far  per  lettere,neper  meflì:&  accioche  foife  preparata  ogni  di- 
jjofitionepervenirairelfecutione.  Sino  a  quel  tempo  non  hebbe  il  Papaaltra 
ifolutione^che  di  terminar  il  Concilio:ma  all'  bora  deliberò  fermamente,che, 
e  quello  non  fi  potcua,  trouandofi  per  mera  neceflìtà  coftretto  a  liberarfene  in 
[ualonquemodofifoife,  voleua  onninamente  dilfoluerlo.  Mandò  facoltà  a* 
xgatidifar  fofpenfione,o  traflatione, fecondo  che  giudicaflero  meglio , col 
onfcglio  de'  Padri,  fcriuendogli,che  voleua  liberarfene  in  ogni  modo ,  o  con 
aetterci  fine,fe  folfe  poflìbilcil  che  più  di  tutto  defideraua.-quando  nò,ufar'  un' 
Itro  de'  doi  rimedi)  :  però ,  faceflero  opera  efsi  di  far  nafcer  occafione  d'elferne 
ichie{li,per  non  moftrare  che  egli  foife  autore;  Se  follecitafsero  ilviaggiodi 
-orena.  Perilche  egli,fatta  la  determinatione  di  prolongar  la  S^onc,  il  dì  fe- 
ucnte  fi  partì.  / 

Erano  nel  Pontefice  ceifati  tutti  li  difgufti  di  Plancia  per  ciufa  del  Conci-  ««19»»  dijgHjti 
io,ne però  era fenzariceuer  continue moleftie da  quel  Regno.v^li  daua molta  deipara  da 
oia  la  quotidiana  inftanza,che  gli  era  fatta  di  confentir  all'  alienatione  di  cen-  ^^*^-'*' 
ornila  feudi  d'intrata  di  beni  Ecclefia(lici:&;  le  continue  detrattioni,che  inten- 
eua  ufarfi  dagli  Vgonotti  contra  lui,&  la  Sede  Apoftolica.  Gli  fu  fpecialmen- 
:  moleftojche  il  Cardinale  Sciatiglion,ilquaÌe,come  s'è  detto,haueua  deporto 
jgnihabito  clericale,  &fifecechiamar  il  ContediBeauuais,  dopo  che  intcfe 
al  Pontefice  elfer  ftato  dichiarato  priuato ,  fotto  il  dì  ultimo  Maggio ,  del  Ca- 
'clló  in  Conciftoro,reaironfe  l'habito  di  Cardinale,  Se  con  quell' habito  fi  ma- 
itò:&;  nella  gran  folennità,che  fi  fece  in  Roano  addi  tredici  Agofto,  quando  il 
le  fi  dichiarò  maggiore  in  Parlamento,  in  prefenza  di  tutta  la  Nobiltà  France- 
c,  egli  comparue  alla  folennità  nel  medelìmo  habito  :  che  fu  da  tutti  giudicato 
in  grande  fprezzo  della  degnità  Pontificia:  di  che  il  Papa  commolfojin  quello 

GGGgg 


7^^  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio  lUL 

ei3  1^     tempo  fece  mettere  in  {lampa  la  Tua  pnuatione}&  ne  fece  feminar  moke  copie 
IX  III.     per  la  Francia. 
abhocamento         All' aiTÌuo  del  Cardinale  di  Lorena  in  Roma,  era  pochi  giorni  prima  arriua- 
di  dmerfi       ^^  -j  Js^q^cìo  del  Pontefice  refidente  in  Francia  >  fpedito  dalla  Regina ,  per  prò-  ' 
pillo  proSòi  po'^e*-'  ^^  Papa  un  abboccamento  tra  Sua  Santità,rimperatore,Rè  diSpagna,& 
*  il  Rè  fuo  figlio ,  nella  comitiua  delquale  ella  ancora  fi  farebbe  ritrouata.    Dal 
Pontefice  fu  giudicata  reiTecutioneimpoffibiletlapropofitione  non  gli  difpiac- 
que,  comequella,che  molto  poteuaferuir  a  finir' il  Goncilio:&  pero  diede  pa- 
rola di  mandar  Noncij  all'  Imperatore,&  al  Rè  di  Spagna,per  quefto }  &  ò^^H- 
nòilVefcouodiVincimigliaperSpagna,ilqual  per  ciò  chiamò  da  Trento  j  & 
quello  d'Iichia,air  Lnperatore. 
Confìcli'ztt  del      Al  Cardinale  di  Lorena  fece  ecceflìue  dimoftrationi  d'hon ore , l'alloggiò  in 
papa,colLo'  palazzo:&:,co{ainfolita,andòpublicamente  a  vifitarlo  alle  ftanze  fue.^  Iragio- 
'^*"'**  namenti  tra  loro  furono  in  parte  fopra  l'abboccamento-.fe  ben  il  Cardinale  efTo 

ancoranonloteneuaper  fattibile.  Sitrattòdella  vendita  per  centomila  feudi» 
nelche  non  è  chiaro  >  fé  gli  uflSci  j  folTero  fatti  dal  Cardinale  per  promouere ,  o 
per  tirar  indietro  l'eirecutioneianzi  chejhauendo  in  quei  giorni  il  Pontefice  j  ad 
una  nuoua  inftanza  dell'  Ambafciatore  in  quella  materia,rifpofto,che  la  rimet- 
teua  al  Conciliojfu  giudicato  damolti  effer  ifcufatione  ritrouatarda  Lorena.Ma 
il  principal  negotio  fu  fopra  il  finir  del  Conciliccofa  (limata  dal  Papa  per  im- 
portantiflìmaj&conofciutaperdiificiliflimaj  nelche  fu  fomma  confidenza  tri 
iorojhauendogli  fcoperto  il  Cardinale  gì'  interelli  fuoi  voltati  al  medeiìmo:32 
come,  dopo  la  morte  de'  fratelli,  vedeua  chiaro,  non  eiferui  altro  mezzo  di  fo- 
ftentar  in  Francia  la  religione.  Se  la  cafa  fua,che  la  congiontione  con  la  Sede  A* 
poftolica.  Il  Papa  gli  promife  di  far  Cardinali  a  fua  inftanza ,  &  gli  diede  tali 
parole,  che  moftrauano  intentione  di  farfelo  fucceder  nel  Pontificato  ;  lequali 
accio  hauefsero  maggior  credenza ,  moftraua  che  la  grandezza  di  quel  Cardi- 
nale fode  utile  per  li  fini  che  haueuadi  qualche  mira  a  cofadi  gran  momento;, 
perche  la  conclufione  de' ragionamenti  fui  con  ogni  perfona  era,  Biibgna  (er- 
rar il  Concilio,&  proueder  danari,^  poi  (ara  quello  che  a  Dio  piacerà. 
il  mie  conR'  ^^  Po4itefice  conferì  al  Cardinale,che  ad  ogni  nuoua  qual  gli  capitauaa  noti- 
Jia  di  chiude-  ^^^  «^^Hc  difcordiej&  degli  allongamenti  che  altri  machinauano,veniua  in  cour 
n  il  Concìlio:  fultatione  di  fofpender'il  Concilio  :  ma  era  ritirato  dalla  confideratione  dei 
fcandalo  chen'hauerebbericeuuto  il  mondo,alquale  la  verità  eri  incognita:  & 
dall' un  canto  quellaglipareua  il  maggior  male  che  poteirc  occorrere,  &c  dall' 
altro  canto  lo  giudicaua  inferiore-ai  pericolo,ch«  portaua  l'autorità  fua,laquaL 
eralofcopodoue»?^  Prencipi,  &  Vefcoui,5c  ogni  ìorte  di  perfona  faettauarm* 
che  finalmente  era  necellàrio  deponer  fitti  lirilpetti,  &:veniraqueftariloliir 
tionc.  Il  Cardinale  lo  leuòdi  quefta  deliberatione,  con  moftrargli,  che  quelk. 
n&n  era  una  medicina  da  guarire  il  male,  ma  da  digerirlo  con  maggior  pericolo: 
perche  fra  poco  tempo  hauerebbe  nuoue  dimande  di  reftituirlo ,  &  machina- 
tioni  di  qualonque  nonfolfe  ben  fodisfatto  di  lui  :  &c che  il  fofpenderlo  anco 
erapiù  difficilejche  finirlo:  perche  di  quefto  non  faceua.bifognoaddur  caufe> 

baftauik 


Papa  Pio  Ilir.  LIBRO    OTTAVO.  787^ 

b  afta  uà  metter  ben  le  cofe  a  fegno,Sc  intenderfì,&  elTcguirc  :  che  la  fofpenfione 
riccrcauaallcgatione  di  caufa/opralaquale  ognuno  hauerebbc  detto  la  fua:  che 
era  ancopiù  honoi:euolcfinire,che  rofpendere:&  altre  ragioni  usò,che  fece  co- 
nofcereal  Papa  il  confcglio  elfer  buono ,  oc  fedele:  &c  apprelTolo  confcgliò  a 
parlar  apertamente  col  Rè  di  Spagna.  _ 

Pcrilche  ,  chiamati  a  fé  gli  Ambafciatori  di  quel  Re,  fi  querelò  con  parole  J^^<^««'  '^P'^p* 
grauiaìme,dicendo,Hauer  congregato  il  Concilicfotto  Iperanza,  &  promelfa  ItfìH^sZ' 
del  Rè,  chele  cofe  del  Pontificato  farebbonofauoritedaSuaMaefià;  allaqua-  g^^^       ^  ■ 
le  anco  haueua  dato  tutte  le  fodisfattioni  imaginabili,&  era  per  dargli  delle  al- 
trcfeconde  le  Tue  richicftcquando  foirero  leuati  gli  impedimenti,  che  portaua 
l'eirer'  aperto  il  Concilio:  che  egli  non  haueua  dimandata  altra  gratia  a  Sua 
Maeftà,&  a  Miniftri,  fenonilfine  di  quello  jperferuitiodiDio,  &bencom- 
mune ,  &:  iw  ciò  era  trattato  molto  makjlenza  che  vi  foife  alcun  bcneficio,anzi 
molto  danno  del  Rè.  Peiò  era  coftretto  tener  conto  di  chi  faceuaftimadilui,& 
aettarfi  nelle  braccia  di  chi  voleu.i  aiutarlo.  Spedì  anco  al  Rè  un  Corriere,  con  «  »«  A'«e  tt 
kttera  di  Tua  mano,  facendo  quercia  degli  uiiìcij,  che  faceuano  l'Ambafciatore,  ?"^  ^^• 
&  altri  fuoija  Trentojcontrarij  a  Mmiftri  Regij  di  Roma:dicendo  Tuna  &  l'al- 
tra parte  farlacommilTionedi  SuaMacftà:  gli  moftro,checompliuaper  ferui- 
tio  diDio,dellaSedeApoftolica,&  della  Maeftà  fuajche  quel  Concilio  fi  finif- 
fe:Si  infine  lo  ricercò  d'aperta  dickiarationc,  fé  in  qucfto  era  per  coadiuuarlo,  o 
nò.    Lo  confcgliò.  anco  il  Cardinale,  a  non  fi  moftrar'  alieno  di  concedere  all' 
L-nperatore  il  Calice,&  Matrimonio  de'  Preti,  che  cofi  acquifterebbe  l'Impera- 
torc,&:  il  Rè  de' Romani,  non  tanto  confenticnti  a  finire  ilConciho,ma  an- 
cora fauoreuoli,&  promotori.Parimente  gli  confiderò,che  era  nccelTario  trala- 
fciar  Riforma  de' Prcncipi,  come  cofa,  che  più  d'ogni  altra  potcua  mandar  la 
negotiationc  inlongo.  ,.  , 

Ma  in  Trento  ,  dopo  la  partita  di  Lorena  ,  partirono  ancora  none  Vefcoui  pl"„J''.  /^*__ 
Francefi,per  tornarfeneacafa:ondenon  ve  nercftarono  al  Concilio  più  che  ot-  J^^  ^àSrun-^ 
to,  oltre  lei  che  erano  andati  a  Roma  col  Cardinale.     La  partita  diqueUifece  fg.. 
pafsarvoce,  che  folfcroftati  richiamati  di  Francia,  &che  ci  foiTeancointen- 
tione  di  richiamar  gli  altri,per  ufficio  fatto  dagli  Vgonotti,accio,inftando  il  fi- 
ne del  Concilio,  quando  farebbono  ftati  anathematizati ,  non  vi  folFero  Fran- 
ccfi  prefcnti.  I  Legati ,  per  ageuolar  le  difficoltà  del  Glandeftino  ,  fecero  far  dìj^cohk  fopri 
da' Theologiuna  publicadifputa  in  contradittione,condefenfori,&  oppugna-  imammmìj 
tori.    Cofa ,  che  in  nilfuna  occorrenza  era  più  ftata  fatta  in  Concilio  :  ma  ,  ne  "''«««^'"'• 
meno  qucUapartorì  alcun  buon  eiferto  ;  anzi,  tutti  fi  pattinano  più  confermati 
nella  propria  openione.     Et  dopo  quefto,  per  rcailumer  le  Congregatio ni ,  & 
trattar  della  Riforma,  diedero  fuori  il  rimanente  degh  Articoli,  de  quali  l'ulti- 
mo era  per  Riforma  de'Prencipi,vedendolicoftrettiacio  fare,  per  l'ammuti- 
namento de' Prelati,  cpolo  delld 

Dclqual  capo,  toccante  li  Prencipi,  hauendo  fatto  tante  volte  mentione,  JJJj"^^*  ' 
poiché  fiamo  venuti  ad  un  luogo,che,per  intelligenza  delle  cofe  fcguenti,  è  ne- 1^  ìmmunìth 
ceirariorecitarlo,conuicnfapcie,chc quello  coteneuaun proemio, con  tredici  Ecdeftafikhei 

GGGgg     ij 


ySS  CONCILIO   DI   TRENTO.  Papa  Pio  IIIL 

Decreti-.^:  un  molto  picij^naie  Epiiogo,la  foftanza  de'quali  e?a:  Che  Li  Sinodo, 
oltra le  corcftatuite  Copra  le  perloncEcclcriaftichcjhagiudiciuo  doucr  emen- 
dar altri  abufi  da'  Secolari,introdotti  contraTimmunirà  della  Chiefajconfìdan- 
do  che  i  Prcncipi  Cene  contenteranno,&  faranno  render  la  debita  obedicnza  al 
Clero  :  Se  però  gli  ammonifce ,  inanzi  le  altre  cole,  che  facciano  render  da'  iora'- 
Magiilrati,Officiali,&;  altri  Signori  temporali,quelFobedienza,  che  eisi  mede- 
funi  Prencipi  fono  tenuti  predare  al  Sommo  Pontefice,  3c  alle  conftitbtioni. 
Conciliari:  ilcheperfacilitare,rinouando,ftatuifce  alcune  delle  cofe  decretate 
da'  Sacri  Canoni,^  dalle  Leggi  Imperiali,afauor  dell' immunitàEcdefiaftica* 
lequali  debbono  elVer'  oireruate  da  tutti>  fotto  pena  d'anathema  :  I.  Che  le  per- 
fonc  Ecclciìaftiche  nonpoffino  cirer  giudicate  al  foro  Secolare»  ancoraché  vi 
folle  dubio  del  titolo  del  Chiericato:  i<^>quantone[ue  eiTi  medefimi  confentiiTe- 
ro,  ouerohauefserorenonciato alle  cofe  impetrate,  o  per  qual  fi  voglia  altra 
caufa,etiandio  fotto  pretefto  di publicautilità>o  diferuitiodelRc:  ne  polsino 
proceder  nelle  caufe  d'afiaflìnio,fenon  farà  vera,  6c  propriamente  allàflìnio,  & 
che  notoriamente  confti:  &  negli  altri  cafi  dalla  lege  permefiì,  non  lo  poilìna 
fare,fenon,  precedendo  prima  ladichiaratione  dell'  Ordinario.  1 1.  Che  nelle 
caufe  fpirituali,  matrimoniali,d'herefia,decime,iufpatronatus,beneficiali,ciui-  ' 
li,criminali,&  mifte,pertinenti  in  qual  fi  voglia  modo  al  foro  Ecclcfiafticojco- 
iifopraleperfone,come  iopra  li beni,decin*fe,quarte,o^ altre  portioniipectanti 
alla  Chiela;& fopra li  benefici) patrimoniali, feudi  Ecclefiaftici,giuri{clittione 
temporale  di  Chiefe;  non  poOìno  li  giudici  temporali  intrometterfi,  ne  in  peti-  ; 
torio,ne  in  poireirorioùeuata  qualonque  appellatione,  o  per  pretefto  di  denega- 
ta giuftitia,o  come  d'abufo,o  perche  fiarenonciato  alle  cofe  impetrate:  S<.  qucl- 
lijche  nelle  fudette  caufe  ricorreranno  al  fe(iolare,  fiano  efcommunicati,  Se  pri- 
uati  delle  ragionijche  in  quelle  gli  competeuano.   Et  ciò  fia  oireruatOjetiandio- 
nelle  caufe  pendenti  in  qualoque  inftanza.  III.  No  pofsino  li  fecolari,etiandio- 
pcrautorirà  Apoftolica,oconfuetudine  immemorabile,  conftituire  giudici  in 
caule  Eccleriaftiche:&  li  Chierici,chericeueranno  tali  offici)  da'  Laici,etiandio> 
per  vigor  di  qual  fi  voglia  priailegio,  fiano  fofpefi  dagli  Ordini ,  priuati  de'  be- 
neficiJ5&  ofhcijj&inhabili  a  quelli.    IV.    Che  il  Secolare  non  polla  coman- 
dar al  giudice  Ecclefiaftico,di  non  icommunicarfenzalicéza:o  dircuocar,oue- 
uofofpender  la  fcommunica  fulminata  :ne.po{Iiprohibirgli,che  non  elTamini^ 
citi,&:condanni,5i  chenonhabbiabirraria,.?^  clfecutori propri).  V.Che  Im- 
peratore, Rè,  o  qual  fi  voglia  Prencipi,  non  pofsino  far' editti,  oordinationi  in 
qualfi  vogha  modo,  pertinenti  a  caufe,  o  perfoncEcclefiaftiche;  ne  intromet- 
terli nelle  perfone,caufe,giurifdittioni,ne  tribunali,etiandio  nell'  Inquifitioner 
mafianoobligatipreftar'  il  braccio  a' giudici  Ecclefiaftici.  VI. Chela  tempe- 
rai giurifdittione  degli  Ecclefiaftici,ctiandio  con  mero  ,&mifta  imperio,  non 
fia turbata,  ne  meno  li  ludditi  loro  nelle  caufe  temporali  fiano  tirati  a' tribu- 
nali fecolari.     VI.   Nilfiin  Prcncipe,.oMagiftrato>prometti,per;breuetto,  o 
altra  fcrittura,  o  diafperanza  d'hauer  Beneficio  alcuno,  pofto  nel  dominio  lo- 
lOjQcglipofllprocurar  da'  Prelati»©  Capitoli  di  Regolari:  &  chi  per  quella  via 

ne  otte- 


4j?APA  Pio  mi.  LIBKO  OTTAVO.  78^^^ _^ 

fÌieotteiicràj(ìapnuato,(S<:inhabilc.  Vili.  Che  non  pollino  metter  mano  ne'  ci  3  10 
nfructi de' Bcnefrcij  vacantijiorco picrcfto di  cuftodia  , o  iuipacrcnaco,  o dipio-  ixìiu 
cetcioncncafincdoiuiiaieadikordieincmccrervi  Economi, o Vicari)  :  ^{i 
Secolarijche  accetteranno  tali  oFacij ,  &  cultodie  j  fianofcommiinicati,  &  li 
Chierici (olpefi dagli  Ordini,  &priuati  de' benefici).  IX.  Che  ali  Eccleiìa- 
ftici  non  fiano  aftrctti  a  pagar  taircgabclle,  decime ,  pafiì,  ftiffidi),  etiandio  con 
nome  di  dono,o  impreftito  ,  cofi  per  li  beni  della  Chiefa,  come  per  i  patrimo- 
niali,eccettuate  quelle  prouincie,donc,  per  antichiflìma  conriietudincgii  Ec- 
ciefiaftici  raedefimi  ne'  publici  comiy)  intcruengono  ad  imponer  {aflìdi) ,  coCi 
2l  Laicijcome  Eccleiiaftici,contra  grinfcdeli,  o  per  altre  urgentiiììme  ficceflìtà. 
X.  Non  pollino  metter  mano  ne'  beni  Ecclefiailici,  mobili,  6:  immobiii,vai'- 
falli,decime,&:  altre  ragioni:  ne  meno  ne*  beni  delle  communità,a  de' prillati, 
fopra  quali  la  Chiefa  ha  qualche  ragione:  ne  affittar  pafc oli,  oherbaggi ,  che 
naicono  ne*  terreni ,  &  poileflìoni  della  Chiefa.  X I.  Che  le  lettere ,  fentcn- 
tie ,  &  citationi  de'giudici  Ecclefiaftici,  fpcciaimcnte  della  Corte  di  Roma,fu- 
bitoeffibite,fenzaeccettioncfianointimate,publicatc,vSc  elTcgaite  :  ne  cefi  di 
quello,  come  del  pigliar  polll-tìo  de' Benefici  jjs'habbia  da  ricercar  confcnfo^o 
licenza,chefi  chiama^Ex<?^«rf^«/-iO  veramentejp/4Cf/-,o  con  quai  lì  voglia  altro 
nome ,  etiandio  fotto  pretefto  d'ouuiare  alla  fallirà  ,  &  violenze,  eccetto  nelle 
fortezze,&:inqueiBenefici),doueli  Prencipi  fono  riconofcuici  per  ragion  del 
temporale.  X I.  Et  fé  vi  farà  dubio ,  o  della  fallirà  delle letterco  di  qualche 
gran  fcandalo,&.  tumulto,polli  il  Vefcouo,come  delegato  Apoftolico ,  ftatuir 
quello  che  farà  dibifogno.  XI L  NonpolTmo  liPrincipi,iSc  Magiftraci,  allog- 
giar li  fuoi officiali,  famigUari, foIdati,caualli, cani, nelle cafcoMonalleri) 
d'Eccleliafticijne  cauardaloroalcunacofaperil  vitto,©  per  il  tranlìto.  Xlli^ 
EtfealcuttRegno  ,f)rouincia  ,  o  luogo,  pretenderà  non  elier  tenuto  ad  alcuna 
delle  fudette  cofc ,  in  virtù  di  priuilcgi)  della  Sede  Apoftolica ,  che  lìano  in  at- 
tuai'olferuanza,  lipriuilegi)  debbino  elTer  eflibiti  al  Pontefice  fra  un'  anno  do- 
po il  fine  del  Concilio,  quaUfianoda  lai  confermati,  lecondo  il  merito  de' Re- 
gni,  o  prouincie  :  Oc  finito  l'annojte  non  faranno  eflibiti ,  s'intendino  di  nillun 
vigorc.Et  per  epilogo  era  una  ammonitione  a  tutti  li  Prencipi  d'hauer'  in  vene- 
ratione  le  cofcche  fono  di  ragione  Ecclefiaftica,come  peculiari  di  0io,&  non 
le  lafciar  offender  dagli  altri:innouai.ido  tutte  le  Conftitutioni  de'  Sommi  Pon- 
tefici, &facri  Canonijin  fauor  dell'  immunità  Eccleiiaftica:  commandando,, 
fotto  pena  d'anathema,  che,  ne  direttamente,  ne  indirettamentcfotro  qualon- 
que pretefto,  fiafVatuito,  oelTeguiio alcuna cofacontra le peffone,&  beniEc- 
clefiaftici  5  onero ,  contra  la  lor  libertà,  non  oftanti  qual  li  voglia  priuilegi),  & 
elTcntionijCtiandio  immemorabili. 

Et  quello  è  quello>  che  prima  agh  Ambafciatori  era  flato  communicato,  &:  "^^-''T^''^  ^'o/»' 
li  daloromandatociafcunoalfuoPrencipc  j&percaufadelquale,  il  RèdiFran-  ^y^'f^R^di*^ 
j  eia  diede  l'ordine  agh  Ambafciatori  fuoi,del  quale  difopra  s'è  parlato:  (Scrim-  ^ftatvu;  ' 
j  peratorejVeduti^hjfcrilPe  al  Cardinal  Morone,che,ne  come  Imperatore,  ne  co- 
mcArciduca,a(IentirebbemaijchcfiparliiaCojnciliodi  riformar  giutifJitCio- 

GGGgg     li) 


790  CONCILIO    DI  TRENTO         PapaPioIIII., 

77^     r3~"ne  di  Prcncipi,nc  clilcuarglirautoricàd'hauer'aiuti,&contributioniclalCle-  ! 
Lxiii.     ro  :  confidetandogli  che  tuttili  mali  pairati  erano  nati  per  oppre(fioni  tentate  ! 
da'^liEcclefiaftici  centra  li  popoli,&:  liPrcncipi.Cheauuertiirero,dinonirri-    ■ 
tcii-^li  ma^^'normente,6c  far  naicer  inconuenicnti  maggiori. 
iculmir.ijìrl        Gli  Ambafciatori  Francefijdopo  la  partita  di  Lorena>  pofero  in  ordine  la 
inTrento  fre-  proteftatione  loro  >per  valerfene/c  foife  flato bifogno.Làondejnella  Congre- 
farmo  cantra  ^^^^^^^^  de' ventidue  Settembre, dopo  che  uno  de' Padri,  con ionga  oratione 
Tfia^Tf^Z'o  hcbbe  diicorfc,  chela  caufa  d'ogni difformationeprocedeua da' Prencipi,che 
una  oratione   quelli  haiicLiano  maggior  bifogno  di  rifo!;ma,che  già  erano  ordinati  li  Capito- 
veher»emej     jj ,  che  era  tempo  di  proporgli,&  non  perfuaderiì  di  mandargli  in  niente  con  le 
dilationi  ;  r  Ambafciatore  Ferrier  fece  una  molto  longa,  &  querula  oratione,o 
come  i  Francefi.  dicono ,  complaime:  il  contenuto  deliaquale  fu  ne' ponti  prin-- 
cipali  i  Che  effipoteuano  dire  a' Padri  quello,  che  li  Legati  de' Giudei  dilfero 
a  SacerdothDoueremo  noi  ancora  pcrfeuerar  digiunando,&  piangendo?  Sono 
cencinqaaatii&:  più  anni,  che  li  Rè  Chriflianiflìmi  hanno  dimandato  a'  Papi 
riforma  della  difciplina  Ecdefiaftica  5  per  cio,&  non  per  altro ,  hanno  mandato 
Ambafciatori  alle  Sinodi  di  Collanza,di  Bafilea,di  Lateranos  alla  prima  diTré- 
to ,  &  finalmente  s'è  gionto  a  quella  feconda  :  quali  follerò  le  dimande  loro  lo 
teftifica  Giouanni  Gerfon  Ambafciatore  iiel  Conftantienfe  y  le  orationi  di  Pie- 
tro Dancfio,  Ambafciatore  nel  primo  Concilio  di  Trento  j  di  Guido  Fabro,  &; 
del  Cardinal  di  Lorena,in  quello  fecondo  j  nelle  quali  non  s'è  dimandato  altro' 
che  la  riformatione  de'  coftumi  de'  Miniftri  della  Chicfa,  &  con  tutto  ciò  tut- 
tauia  conueniua  digiunare  y&c  piangere ,  non  fettanta  anni,  ma  dugento  conti- 
nuii&Diovo'^liajchenonlìano  trecento  &  molto  più.Et  fé  alcun  diceife,  elFer 
Hata  data  fodisfattione  con  decrcti,^^  anachemi,efh  però  non  riputauano  che 
folfe  fodisfare,dar  una  cofa  per  una  altra  in  pagamento.  Che  fé  fi  dirà ,  douerfi 
fodisfar  con  gran  fafcio  di  riforma  propello  il  mefe  inanzi,e((ì  fopra  quello  ha- 
ueuano  detto  il  loro  parerci»:  mandatolo  al  Rè  :ilquale  haueua  rifpo(lo,di  ve- 
derui  dentro  poche  Cofe  conuenientiaìiadifciplina  antica,  anzi  molte  contra- 
rie.Noneifer  quello  l'empiaftro  d'ifaiaper  fanare,ma  quella  coperta  d'Ezechic- 
le,perfaH  incrudirpmle  feritcquantonqae  fanate.  Ma  quelle  aggionte,di  fco- 
municar ,  &  anathematizar  li  Prencipi ,  eifer  fenza  eiferapio  della  Chiefa  vec- 
chiaia aprire  una  gran  porta  alla  ribellione  :&  tutto  quel  capo,che  parla  dalla' 
riforma  dc'Rè5&:  Prencipi,non  hauer*  altra  mira,che  Icuar  la  libertà  della  Chie- 
fa GallicanA,&  oftender  la  Maeftà,&  autorità  de'  Rè  Chriilianiffimi,  liquali,ad 
clTempio  di  Conftantino  ,Giuftiniano,  oc  altri  Imperatori,  hanno  fatte  molte 
IcCTCTÌ Ecclefia(liche,che  non  folo  non  hanno  difpiaciuto  a  Papi,  ma  eflì  ancora 
ne'hanno  infette  alcune  ne  loro  Decreti,  ^^^  giudicato  degnidi  nome  di  Santi, 
Carlo  Matmo,&Ludouico  nono,principali  autori  di  quelle.  Soggionfc,chelÌ 
Vefcoui  hanno  gouernato  la  Chieia  diPiancia  con  quella,  noniolo,  dopo  li 
tempi  della  Pragmatica,o  del  Concordato,ma  quattrocento  &  pÌLianni,inanzi 
il  libro  de' Decretali:  &  che  quelle  leggi  fono  Hate  difefe,&  reilituiteda'Rè 
poftcriori,dopo  che  ne'  tempi  icguenti  gli  fu  derogato,con  foftituir  le  Decreta- 
li in  luoc^o  d'cffi.  Che  il  Rè  dopo  fatto  maggiore,Yolcua  ridurre  in  oiferuanria 
^  quelle 


.|?apaPioIIII.         libro    OTTAVO.  79i 

fij|uelle  lcggi,«Sc  la  libertà  della  Chiefa  Gallicana  :impei-oclie  in  quellonon  vie  ^^13  j^ 
jcofa  contraria  a' dogmi  della  Ghiela  Gatolica,  agli  antichi  decreti  de'  Pontefì-  lxiii. 
ici>&:  a'Concilijdella  Chielauniuerfale.  Falsò  poi  a  dire  j  che  quelle  leggi  non 
prohibifconoa' Vefcouiil  reieder  tutto  l'anno  »&  predicar  ogni  giorno  j  non 
jche  none  mefì,  &c  nelle  felle  >  come  era  ftato  decretato  ncU'  ultima  Seflìone  :  ne. 
imcno  vietano  a'  Vefcoui  di  viucr  con  fobrietà,&  pietà;  &,hauendofolo  l'ufo, 
■  Se  non  l'ufofrutto  delle  entrate ,  diilribuirlc ,  o  più  tofto  renderle  a'pouerijche 
i  ne  fono  patroni.  Et  coli  feguì  nominando  le  altre  colcftatuite  nel  Concilio, 
conilmil  forma  d'ironiajche  pareuale  bcffairc.  Poiloggionfcche  lapotcftà  da- 
ta da  Dio  al  Rè  ,  &  le  antichidìme  leggi  di  Francia ,  &  la  libertà  della  Chiefa 
Gallicana,haueuano  fempre  prohibito  le  pendoni,  le  renoncie  in  fauorc,  o  con 
regrelfojla  pluralità  de'  Benefici], le  Annatc,le  Preuentioni,  il  litigar  del  poiref- 
forio  inanzi  altri  che  li  giudici  Regij  ;  3^  della  proprietà,  o  altra  caufa  ciuilco 
criminale,  fuor  di  Francia  ;& prohibito  anco  l'unpedirle  appellationicome 
d'abufojoucro  impedire,che  il  Rc,fondatore,  &  patrone  di  quali  tutte  le  Chifi- 
fe di Francia,non  pofTì liberamente valeriì de' beni, &  entrate,  etiandioEcclc- 
fiaftiche,de'"iuoi fudditi,per  indantcS:  urgente  necedltà  della  Republica-Dilfe 
appreirojchedidue  coie(ìmarauigliauailRc,che  effi  Padri ,  ornati  di  gran  po- 
teftàEcclefiafticancl  minifterio  di  Dio,  congregati  lolo  per  reftituir  la  diici- 
plinaEcclefia(lica,non  attendendo  a  queftoifi  follerò  riaoltati  a  nlxxmar  quel- 
lijche  eonuiene  obedircfe  ben  follerò difcoli,&  pregar  per  loro  :.6c  che  fìpofll- 
no5&:  debbino,  fenza  ammonitione,efcommunicare,Ìc  anathcmatizar  li  Re, 
Prencipi,qualifoao  da  Dio  dati  agli  hiiomini,ilche  non  il  donerebbe  fare  man- 
co in  un  huomo  plebeo  perfeuerante  in  un  grauiffimo  delitto.  Che  l'Arcangelo 
Michael  non  ardì  maladire  il  Diauolo^ne  Michea,o  DanicUli  Re  impiiflìmi:  5-: 
par'  elll  Padri  verfaiuno  tu-tte  le  makdittioni  contraliRè,&Prencipi;&  con- 
trailChriftianifmccontrailquale  lemaladittionifonomachinate,  lèdifende- 
rà  le  leggi  de'  (noi  maggiori,&:  la  libertà  della  Chiefa  Gallicana.  Conclufe,che. 
il  Rè  gli  riccrcaua  di  non  decretare  alcuna  cofa  contra  di  quelle  ;  &  fé  altrimen- 
ti faceifero ,  commandaua  a'  loro  Ambafciatori  d'opporfi  a'  decreti,lìcome  all' 
hora  s'opponeuano.  Ma,  fé voIeirero,tralafciati  li  Prencipi,attender  feriamen- 
te  a  quello ,  che  tutto'!  mondo  afpettaua,farebbe  gratillìmo  al  Rè,ilquale  com- 
mandaua ad  ellì  Ambafciatori  d'aiutare  quell'imprela.  Sin  qui  parlò  per  no- 
me del  Rè.  Poi  inuocò  il  ciclo,  &  la  terra,  &  cili  Padri,a  confiderarcjlc  la  di- 
manda Regia  era  giuda  ,  fé  farebbe  honefto  dar  li  medcfimi  ordini  in  rutto'l. 
mondo;  fé  in  quefto  tempo  conueniua  compatire  ,  non  alla  Chiefa  ,  ne  alla 
Francia,  ma  alla  degnitàd'cffi  Padri ,  &  riputatione,  8c  alle  loro  entrate ,  che 
nonpolFono  elTer  conferuate  con  altre  arti,  che  come  furono  da  principio  ac- 
quiftate  :che  in  tante  confufìoni ,  conueniua  rauuederiì  ,  8c  quando  Chrifto 
viene,non  gridarcMandaci^el  gtegge  de'  porci.  Che  fé  voleuano  rimetter  la 
Chiefa  nella  riputatione  antica,coftringer  gli  auuerfarij  apenicéza,Ó^riformar 
li  Prenci^ijfeguilTero  reileinpio  d'Ezechia,  che  non  imitò  il  padre  empio ,  ne 
il  prinioj'ecódojterzoje  quarto  aui  imperfetlixma  andò  più  in  fu  all'  imitatione 


791  CONCILIO  DI  TRENTO      Papa  Pio  Ilir. 

ciD  IO     de'  perfetti  maggionjcoiì  air  hora  non  bifognatia  attendere  a'  proffiiTiiprecer-  i 
1  X 1 1  r.     fori ,  fc  ben  dottiffìmi ,  ma  afeendere  (ino  ad  Arabrofio,  Agoftinoa^:  Chrifofto'  1 
mojiquali  vinferogli  heretici,non  armando  li  Prencipialiaguena,&  tratanto 
attcjidcndo  a  mondarfì  le  unghie;ma,con  l'orationeibuona  vita ,  &c  predicatio- 
tionc  pura:pcrche  effi,hauendo  prima  formato  fefteflì  in  Ambrofio,  Agoftino» 
&  Chrifoftomo,&  purgato  la  Chiefajfaranno  diuentar  anco  liPrencipi  Theo-  ( 
dofìj .Honori), Arcadi)  jValentinianij  &  Gratianirilche  fperando»  pregauano  ' 
la^uilc  inh*  Dio  che  da  loro  folTe  fatto, Et  qui  linì.Ma  l'oratione  nel  medefimo  tempo>che  ; 
i  Prelati,       f^^  pronunciata  irritò  fom^mamcntcnon  tanto  li  Pontifìcijiquanto  anco  gli  al'  ! 
tri  Prelati,&  li  Franccfi  ancora:&  finita,per  il  gran  fufurro  che  era,fui  neceirario 
finir' anco  laCongrcgatione.Alcuni  la  taiTauanod'hereiia.AItridiceuanojchc 
almeno  era  molto  iofpetta.Et  altri,che  erad'offefa  alle  orecchie  pie:  Che  aftu- 
dio  haueua  prefo  occafione  difarlainaiTenzadel  Cardinal  di  Lorena,che  non 
hancrebbe  comportato  quei  termini,5c  che  il  fine  non  era  alcro/cnon  rompere 
il  Concilio:Che  attribuiuaa  Rè  quello»  che  non  gli  appartiene  :  Che  inferiua 
l'autorità  del  Papa  non  elfcr  necelVaria,  per  valerfi  de' beni  Ecclefiaftici  :  Che 
faceuailRèdi  Francia  ,  come  il  Rè  d'Inghilterra.     Sopra  tutto>  nilfana  co- 
fa  ofFefe  maggiormente,  quanto  l'hauer  intefo  che  dicelfe  »  l'autorità  de'  Rè 
di  Francia  fopra  le  pcrfone  ,  &  beni  Ecclefiaftici  >  non  eller  fondata  fopra 
la  Prag  miatica.  Concordati,  Se  priuilegij  del  Papa  ;  ma,fopra  la  medefima legge 
naturale,fopra  la  Scrittura  diuina,gli  antichi  Concilij,&  leggi  degl'Imperatori 
Chriftiani. 

Erano  anco  gli  Ambafciatori  Francefiriprefi,con  dire,Chedoueuano  pren- 
dere eiFempio  da'  Cefarci,&  Spagnuoli,liquali,quantonque  haue  fièro  gl'iftef- 
»M  efìifì  m-  ^  intereflì,non  haueuano  fatto  motto,  conofcendo  di  non  haiier  ragione.  Si 
fiificanoj  difcndeua  il  Fcrrier  con  dire ,  che  al  Cardinal  di  Lorena  era  ftato  promefib  da* 
Legaci  di  non  parlar  piùdiquelcapojfcnoncontalmoderationcchenon  toc- 
caUclccofediFranciajmapoi  era  fiato  altramente  operato.  Che  al  Cardinale 
era  fiata  communicata  l'inftrutcione  Regia:onde,  fé  folFe  ftato  prefente ,  hauc- 
rebbcnon  folo  acconfentito  ,  ma  conlegliato  la  protefta.  Che  erano  gran- 
di ignoranti  quelli  ,  che  ,  non  haucndo  veduto  altro  >  che  le  Decreta- 
li,  leggi  di  quattrocento  anni  >  penfauano, che  inanzi  quelle,  non  vi  fia- 
no  fiate  altre  leggi  Ecclefiaftiche.  Et  chi  vorrà  riformar  il  RèperleDc- 
cretali  ,  egli  vorrà  riformar  loro  per  il  Decreto  ,  &  condurli  anco  a  tem- 
pi più  vecchi  ,  non  folo  di  Sant'  Agoftino  ,  ma  degli  Apoftoli  ancora. 
Che  non  faccua  il  Rè  di  Francia,  come  il  Rè  d'Inghilterra  5  ma  ben  s'opponeua 
a  quellijche  da  longo  tempo  hanno  comminciato  a  crefcer  la  loro  degnità,con 
diminuir  quella  de'  Rè.  Che  le  quegli  Articoli  portafiero  tanto  danno  all'  Im- 
peratore ,  o  al  Rè  Catolico ,  come  alla  Francia,non  farebbono  fiati  propofii,ne 
il  debbe  pigliar'  elTempio  da  chi  non  ha  uguali  intercfij.Sopra  tutti,l'Arciuefco- 
uo  dì  ScnSiSc  l'Abbate  di  CJiiaraualle,fùrono  li  più  dilguftati ,  &  andauano  di- 
l,  cendojche  gli  Ambafciatori  haueuano  fatto  male  proteftando,&:  che  il  loro  fi- 

li? era  ftato  per  metter  confuhone  3  &  dar' occafione  che  in  Francia  fifacelfe  il 

Conci- 


P^paPioIIII.  libro    OTTAVO.  7^5 

Concilio  Nationale:  chenoii erano  huomini  di  buona  volontà >&  che  erano     ciò   la 
creature  del  Rè  di  Nauarra,mandati  al  Concilio  da  lui  per  Tuoi  dillcgniiS»:  ha-      Lxiir. 
ueuanoproccftatofenzacommiflìonedelRè,  &  chcconueniua  coftiingcrgli 
a  moftrar  le  loro  inftmttioni.  Se  formar  inquifitione  centra  di  loro,come  che 
fentiirero  male  della  fede:  di  che,  tra  gli  Ambafciacon,&  loro,nacquero  gran 
difparcri.  Gli  Ambafciatori  il  dì  feguente  diedero  conto  al  Rè  delle  caufc^pcr-  ejC-/-/«oi;o  «/ 
che  haueuano  differito  lino  all'  hora  ,  &  perche  in  quel  tempo  erano  flati  co-  ^^^«*"«- 
ftrctti  a  pafFar'  alla  protefta:  foggiongendo ,  Che  hauerebbono  differito  a  farla 
regiftrare  negli  atti  del  Concilio,  fin  tanto,chc  da  Sua  Maeftà  folle  veduta,&: 
coramandato  loro  qual  folFe  la  fua  intentione. 

I  Lettati ,  non  hauendo  copia  dell'  oratione,ne  fecero  fare  una  raccolta  dalla  comefeperU 
memoria  di  quelli,  che  erano  ftatipiùattenti,permandarlaalPonLcfice:del- ■^*^^"'*<"'<«'''"^ 
qual  lemmario  hauendone  hauuto  Ferricr  copiajfi lamentauajche  molte  cofe 
fodero  ftate  efprcfTe  contra  la  fua  inrentione:&  in  particolare,chejdoue  egli  ha- 
ueua  nominatole  leggi  Ecclefiaftichejera  ftato  ripofto leggi fpirituali:& che 
diceua,che  li  Rè  pollone  prender  li  beni  della  Chiefa  a  beneplacito ,  doue  egli 
haueua  detto  folo  per  caufa  neceiraria.  Per  quefloegli  fi  videcoflrettodidai- 
fuori  l'orationc^:  ne  mandò  una  copia  a  Roma  al  Cardinal  di  Lorena,  fcufan- 
dofbfe  non  haueua  ufato  parole  di  tanta  acrimonia,  come  gli  era  commàndato 
nelle  ultime  inflruttioni ,  &  nelle  prime,  che  fono  riconfermate  in  quelle: 
aggiongendo  anco,che  non  poteua  tralafciar  d'ubedire  al  Rè ,  ne  meno  Ibtto- 
giacer  alle  riprenfìoni ,  che  egli  hauerebbe  conuenuto  foffrireda'  Confeglieri 
del  Parlamento,quando  in  un  Concilio  Generale,in  fua  prefenza,fi  fofTero  de- 
terminate cofe  di  tanta  importantia,  contra  quello  che  da'  Parlamenti  è  ftato 
foftenuto  con  tanta  accuratezza  :fenza  che,  elFendo  l'autorità  Regia, che  egli 
defendeua  ,  foftenuta  continuaj=nente  per  quattrocento  anni  dal  Regno  di 
Francia,contra  la  guerra  fattagli  dalla  Corte  di  Roma,non  era  giufto ,  che  i  Pa- 
dri del  Concilio ,  la  maggior  parte  CortegianiRomani,doueilero  cllcr  giudici 
ielle  vecchie  differenze,  che  il  Regno  ha  con  quella  Corte.Diede  anco  copia 
leir  Oratione  agl'i  Ambafciatori,&  a  qualonque  ne  dimandaua,dellaqualegli 
dtri  diceuano,che  altramente  la  {>rononciò,di  quello  che  poi  ha  melfo  in  fcrit- 
:o.  A  che  egli  replicaua,che  non  farebbe  detto  coli  da  chi  haueife  mediocre  in- 
:elHgenzadi  Latino:^  con  tutto  che  foffemedeiìma  la prononciata,  &  la  ferir- 
la, fé  elfi  l 'haueuano  per  diuerle,doueuano  raccordarfì,lo  ftile  della  Sinodo  ef- 
ere,non  dar  mai  giudicio  fopra  le  cofe,come  erano  dette  in  voce,ma  come  era- 
io  efhbite  in  fcritto:&  però  a  quello  attendeffero,fenzamuouercontrouerfia 
U  cofa,doue  era  piùgiufto  credere  a  lui,che  ad  alcun'  altro. 

Vfcita  l'orationein  publiccgli  fu  fatta  rifpofta  da  uno  innominato,  fotto 
lome  della  Sinodo,dicendo,Che  con  buona  ragione  gli  Ambafciatori  Francc- 
ì  s'erano  comparati  agli  Ambafciatori Hebrei,hauendo  coli  eflì,  come  quelli, 
"atto  querimonia  indebita  contra  Dio:  6i  che  lorogli  veniualarifpofta,che  il 
?rofeta,per  nome  diuino,diede  a  quel  pòpolo,Che,fe  per  tanti  anni  haueuano 
ligiunato  ,&  piant0a&  mangiato,  &  beuutctiuto  era  ftato  per  loro  propri) 
^  HHHhh 


^75)4  CONCILIO    DI  TRENTO         Papa  Pio  IlIL 

ciD  lO  inceredì.  Che  li  Rè  di  Francia  erano  ftaticaufa  di  tutti  gli  abufi  di  quel  Re- 
LXlii.  gnojcon nominar  a'  VefGouatiperroneilliterate,  ignare  della  difciplinaEccle- 
lÌaftica,&  piùinclinatea  vitalafciuajchereligiofa.  CheiFranceiìnon  volcua- 
no  rifolutione  de' dogmi  controucrfi ,  acciochela  dottrina ChriftianarertalTe 
Tempre  incetta,  &C  folFe  dato  luogo  a'  nuoui  maeftri  ,  che  potelTero  grattar  il 
prurito  delle  orecchie  di  quella  natiope  pocoinclinata  alla  quiete.Che  in  tem- 
pi tanto  turbiilenti  nonhaucuanorifguardo  adire  jche  toccalFe  al  Rè  >  ancora 
giouanetto,  difponer  di  tutto'l  gouerno  della  Chiefa.  Che  haueuano  detto 
aireuerantemcnte  li  beneficiati  eirerrolaraente  ufuarij  delle  entrate  >  Se  pur  in 
Francia  da  immemorabile  tempo  fi  lono  Tempre  portati  per  iirufruttuari  j ,  fa- 
cendo anco  tellamento  j  &  eireado  liereditati  da'  propinqui ,  quando  muoro- 
no  inteftati.  Che  il  dire  s  delle  entrate  li  poueri  ellbr  patroni ,  era  molto  con- 
trario ad  un'altro  detto  nella  medefima  oratione,  che  il  Rè  era  patrone  di  tutti 
li  beni  Ecdefiaftici ,  &  poteua  difponer  a  beneplacito.  ElFer  una  grand'aiTordi- 
tà,  il  non  volere  che  il  Rè  pofllelFer  daun  Concilio  Generale  riprefo^.  poiché 
DauidRè  furiprefo  da  Natan  Profeta,  &  admife  la  reprimenda.  Che  lentitu 
alquanto  il  fetore  d^refia  il  talFar  li  Vefcoui  de'  proflìmi  tempi ,  &c  de'  prece- 
denti,quafi  che  non  fiano  flati  veri  Vefcoui.  Infine  fi  diffondeua  la  fcrittura  lon- 
gamentecontra  il  detto  dell' Ambafciatore  ,  cheli  Prencipi  fono  dati  da  Dio,. 
confutandola,come  heretica  &c  dannata  dall'  Eftrauagante  di  Bonifacia  Vili. 
VnamJanókimjCQnon  fi  diftingueuacondire>ChefonodaDio,  ma,  mediante  il 
fuo  Vicario. 

Da  quella  fcrittura  molFo  l'Ambafc latore,  melTe  fuori  una  Apologia  in  Ùt 
^ofta,  come  fé  foiTe  alla  Sinodo  fatta,  dicendo.  Che  li  Padri  non  poteuanorir 
fpondergli,come  il  Profeta  a'  Giudei  :  imperoche  elfi  dimandauano  k  riforma 
dell'  Ordine  Ecclefiaftico,principalmente  in  Francia, e onofccndo  in  quello  il 
mancamento  ;  &  non  come  li  Giudei ,  a'quali  y.  perche  ignorauano  li  propri) 
defetti,  fu  imputata  la  caufa  del  digiuno,  Spianto.  Che  li  Padri,  afcriuendo 
a'  loro  Rè  la  caufa  della  disformatione  Ecclefiaftica ,  Ci  guardalFero  di  non  far. 
come  Adamo,  quando  riuoltò  la  colpa  fopra  la  donna  datagli  daDioincom" 
pagnia  :  perche  effi  confeflauano  elTer  grane  peccato  a  i  Rè  prefentar  Vefcoui, 
indegni  ;  ma  maggiore  quello  de'  Pojitefici  d'admettergli.  Che  haueuano  ri- 
cercata la  riforma  inanzi  li  dogmi,  non  per  lafciargli  incerti  ;  ma,  perche  con- 
uenendo  in  quelli  tutti  li  Catolici,riputauano  necellario  incomminciar  da'  co- 
fiumi  corrotti  ;fonte,&  originedi  tutte  le  hercfie.  Che  non  fi  pentiuad'hauer 
dettOjElFer  negli  Articoli  propofte  molte  cofe  repugnanti  agli  antichi  decreti}. 
anzi,voleuaaggiongerci,chederogauanoanco  alle  conftitutioni  de' Pontefici, 
de'  proffimi  tempi.  Che  haueua  detto,  Carlo  Magno,&  Ludouico  IX.  hauer* 
ordinato  le  leggi  ecclefia{liche,con  quali  era  fiata  gouernata  Francia ,  non  che  • 
il.  Rè  all'hora  intcndelTe  farne  di  nuoue:  Se  quando  anco  haueifecofi  detto, 
hauerebbeparlatoconformealleSacre  lettere,  alle  leggi  ciuili  Romane,  Se  a 
quello  che  fcriuono  gli  autori  Ecdefiaftici,  Greci,  (?c  Latini ,  inanzi  il  libro  de* 
DecrecùDeiriuttei  dettQ,Li  benefieiaci  hauer'  illolo  ufo  delle  cntrate,dimaa'! 

daua. 


Papa  Pio  IIII.  LIBRO  OTTAVO.  79S   . 

dauaperdono,perchedoueuaclire,che erano foiamétcaiTiminifti"arori:«5^  quel-  t;i^  i^ 
lijche  vogliono  hauer  per  male  quello  che  ha  detto,  fi  lamentino  di  Gieroni-  lxiii, 
mo>  Agortino,  &  altri  Padrijchenon  folo  dilFerosli  beni  Ecclefiaftici  elFcr  de* 
poueri,ma  cheliChiericija  guifa  di  lerui,acquifl:auano  tutto  alla  Chiefa.  Che 
mai  haueua  detto,  Il  Rè  hauer  libera  potcftà  (opra  li  beni  Ecdefiaftici;  mabe- 
jre,che  tutto  era  del  Prencipe,in  tempo  d'infl;ante,«3t  urgente  necellìtà  publica: 
&  chi  fapeua  la  forza  di  quelle  parole,ben  conolceua,  in  quel  tempo  non  hauer 
luogo,nerichiefta,ne  autorità  del  Papa.Che  haueua  riprelo  l'anathemacontra 
li  Rèjnel  modojche  negli  Articoli  era  (critto,  &  che  concedeua>poterfi  ripren- 
der li  Prcncipi,&  magiftrati  ,  al  modo  che  Nathan  fece ,  ma  non  prouocargli 
coningiurie,&maledittioni.  Chchaucndojconl'eirempio  d'Ezechia, prouo- 
catoailariformatione  degli  antichi  tempi,  non  fi  poteua  inferire  che  non  ha- 
ucfTe  per  veri  li  Vefcoui  degli  ultimi,rapendo  molto  bene,cheliFarirei,&  Pon- 
teficijfedeuano  fopra  la  Cathedradi  MoifcChe  nell'  hauer  detto,  la  poteftà  de' 
Rè  venir  da  Dio,ha parlato  airolutamente,  &c  fempliceméte,  comeDaniel  Pro- 
feta,^ Paolo  Apoftolo,hanno  rcritto,non  elfendogli  venuto  in  mente  la  diftin- 
rione  di  mediate^  immediato,nelaConftitutionedi  Bonifacio:  alche  quan- 
do hauellepenfatojetlendo  Francefe,hauerebbe  riferito  anco  quello,che  le  hi- 
ftoiie  dicono  della  caufa,&  origine  di  quella  Strauagante. 

Non  fece  l'apologia  dnninuir  la  mala  openione , concepita  contragli  Am- 
barciatori,anzi  l'accrebbe, per  elfer  (cofifidiccua)nonunairculatione  d'error 
commelTcmapiù  tofto  una  pertinacia  in  mantenerlo  :  &  varij  erano  li  ragio- 
namenti,non  tanto  contra  gli  Ambafciatori,quanto  contra  il  Regno.  Diceua- 
no,conofcerfi  chiaramente,  qual  foflc  l'animo  di  quelli,  chemaneggiauano  le 
cofe  in  Francia.  Notauano  la  Regina  MadrcclieKaneire  molto  credito  a'Scia- 
tiglioni,ma{Iìme  al  già  Cardinale  :  che  poteuano  appreflb  lei  troppo  il  Cancel- 
[iere,&  il  Vefcouo  di  Valenza ,  all'  infbanza  de'quali  era  ftato  fatto  quel  finiftro 
rebuffo  al  Parlamento  di  Parigi  con  detrimento  della  religione.Chc  teneuaiii- 
crinfeca  familiarità  conCruirol,&:conlamoglie,quali,per  caufa  della religio- 
ncnonhauercbbedouuto  lafciare  andare  al  Ilio  confpetto.  Che  la  Corte  Re- 
gia era  piena  d'Vgonotti  fauoricilfimi.  Che  tuttauia  mandauaa  foUecitardi 
poter  vender  li  beni  Ecdefiaftici ,  con  tanto  pregiiidicio  della  Chiefa  :  &  altre 
cofc  di  quefta  natura. 

Ma ,  mentre  il  Concilio  era  tutto  in  moto  per  q^uefti  difparerì,  il  Conte  di  l'^mhafc.  di 
Luna,(econ<lo  il  Tuo  folito,d'aggionger  Tempre  dithcoltaa  quelle,  che  iaaltri  Sfagnatimio' 
erano  propofte,fece  iuftanza  che  fi  leualfe  il  'Troponemtbm  Legatis.  Cofa  molto  "J^  ^  "'■r'?'*«^4 
molefta  a  loro,  che  non  fapeuano ,  come  contentarlo  ,  fenza  pregiudicio  alle  r^ii^J^^^l-;   * 
Seflìoni  palTate.     Petche,  non  folo  la  reuocatione,  ma  ogni  modificatione,o 
fufpenfioncpareuaunadichiarationcche  le  cofe  pallate  non  folfero  luce  elle 
legitimamente.     Mi  l'Ainbafciatore,  non  vedendo  efpeditione  Top r a  la  di- 
manda tante  volte  fatta  ,  diceua  ,  Che  fino  all'hora  haueua  ncgotiato  mo- 
deftamerite  ,    &.  farebbe  coftretto  mutar  modo  :  &  tanto  più  parlaua  ar- 
ditamente ,  quanto  fapeua  ,  che  il  Poiltcfi<;e  ?  per  le  fue  inftanze  paifate, 

HHHhh     ij 


1 


75?(S  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  Pio  IIII. 

~^3    i3  haucua  fcntto  chcfifacclTe  quello  che  era  conueniencc'.nekhe  la  Santicàfua 
LXiii.     fi  rimcttcua  in  tutto  &:  per  CIUCO.  Mi  li  Legati,  per  libcraiTi  dalle  inllanze  dell' 
Ambafciatorejrifpofero  j  Chelafciauano  in  libertà  del  Concilio  di  far  la  di- 
chiarationcjquando  gli  folle  parfo  :  de  cofi  feruiua  il  nome  di  libertà  nel  Con- 
cilio,a  coprir  quello  che  daaltriprocedeua-.iraperoche  li  Legati  >  mentre  cofì 
diccuanojfaceuano  infieme  (Irctte  prattiche  co'  Prelati  più  congionti,accio  gli 
,     folle  interpolladilatione  ;  coiì,perportar  quello  particolare  in  fine  del  Conci- 
lio jcome,  per  goder  il  beneficio  delcempo  ,ilqualfaceire  apertura  a  qualche 
modo  meno  prcgiudiciale.      Ma  il  Conte ,  fcopcrtc  le  prattiche,  preparò  una 
proteftatione,&  ricercò  gli  Ambafciatori  ImperialijFranceIì,&  di  Portogallo, 
di  fottoicriucrla,  liquali  l'eirortarono  a  non  far  tanta  mftanza  per  all'horaipoi- 
che  hauendo  il  Cardinale  Moroneconuenuto  con  l'Imperatore,  che  li  farebbe 
proueduto  inanzi  il  fine  del  Concilio , fin  che  non  fi  tratcaua  di  quefto ,  non  fa- 
penano  come  poter  protcflare  di  quell'  altro.Et  il  Cardinale  Moroncper  quie- 
tar il  Conte,mandò  più  volte  il  Paleoco  a  ncgotiar  con  lui  il  modo,come  venir 
all' eirecutione  della  Tua  inftanza-.ilqualenon  era  ben'  intefo  manco  da  lui  mc- 
dcfìmorimpcroche  necglihauerebbe  volutOjchefoife  fattopregiudicioa'  de- 
creti paflraci,^:  con  quefta  condicione  era  difficil  cofa  crouarci  cemperamenco. 
Finalmente  ,  diedero  parola  li  Leggati  al  Conte,  che  nella  proffìma  Scflìone  fi 
farebbe  la  dichiaratione  ,  purché  fi  troaaire  modo,  che  dcil^  fodisfattione  a' 
Padri. 
mto  In  l{ma      Andato  a  Roma  l'auifo  della  procella  dell'  Ambafciator  Franiccfe,  commof- 
per  foratiene   fé  marauigliofamente  ilPonCefice,  &  cucca  la  Corte  ,  quali  credettero ,  cheflu- 
de'FranceJi  in  diofamence  foffe  facca per  crouare  occafione  di  diiroluer  il  Concilio ,  de  impu- 
Trtmo,         j.^j.j!q  ^  loro.Ma,fopra  cucco,fì  doleua  il  Ponceficè ,  che,  mentre  il  Rè  glidiman- 
dauagratia ,  &c  conceffìone  de'centomila  feudi  d'entrata  del  Clero  in  Francia, 
li  fuoi  Ambafciatori,in  faccia  di  tutto'l  Concilio  ,  dicelfeio ,  che  poteuapi-  , 
gliargh  fcnza  lui.      Et  maggior  moleftia  diede  al  Cardinale  di  Lorena,ilquale 
rhebbeperungran  accrauerlamenco  alla  negotiacione  che  craccauacol  Ponte- 
fice.S'aftaticòjCon  grand'  efficacia,  a  moftrarcchc  era  accidente  fuccelfo  contra 
,.  .  fuo  volere,ilqual  indubitatamente  farebbe  flato  dioertito  da  lui ,  fé  fi  foife  tro- 

fipurqa,  '■^^f  o  in  Trento'.che  quella  inftruttione,mandata  agli  Ambafciatori,era  reliquia 
de'  confcgliprefìjviuendo  ancora  il  Rè  di  Nauatra ,  &  relTecucione  procurata 
da'  dependenti  di  quella  fattione,  tra' quali  il  Piefìdcnte  Fcrnero  era  uno  :  che 
quella  fattione,  quantonqne  profciralTe  la  religione  Catolica  in  efletno ,  hauc- 
ua però  flretta  intelligenza  con  gli  Vgonotti,  liquali  vorrebbono  qualche  dif- 
folutione  del  Concilio,fenza  fine  quieto,  accioche  non  il  venille  ad  anathema- 
tizarglimon  però  elFer  fenza  colpa  ancora  quelli,  che  guidano  li  negot  i  j  in  Trér 
to -.attefo  chcsinanzi  lapartita  fua  da  quella  città,le  cofe  intorno  quella  materia;,, 
erano  accommodate  in  buon  termine,hauendo  li  Legati  piomeilò  due  cofccè. 
che  gli  Ambafciacori  erano  reftati  quieri:runa,che  no  fi  farebbe  parlaco  de'  Rè». 
&Prencipi  fupremi,mafolamente  di  certi  Signorotti,  liquali  non  concedono, 
a'  Yefcoui  niirun  eirercicio  delia  giurifdittione  E  ce  lefiaflica.L'akrajche  farcb-- 1 

bona 


f 

l'APA  Pio  mi.  LIBRO     OTTAVO.  7V7    „  __ 

tono  eccettuate  tutte  le  cofedepédéci  da gratie  fatte  dal  Papa,coineInduki,pii-     cu   io 
iilcgij,6c  cóceflìoni  di  quella  (anta  Sedete  con  tutto  ciò,  dopolarua  parcitro     lxui. 
uucuanodatoa'  Padri  la  ptima  formula  con  lemedefime.cofcche  haueuano 
Diomeiro  di  leuare:  certincaua  però,  che  tutto  ciò  non  oftante,  non  farebbe  im-  <  prcmèm  fo- 
i)edito  il  quieto  fine  del  Concilio  :6(:promirc,  che  hauercbbe  fcritto  alRè,v3c  '^'V««'o»e, 
dolutofi  delle  cofe  fatte ,  &  procurato  che  gli  Ambafciatori  tornalfero  aTren- 
tOjilche  fperaua  d'ottenere. 

Scriireper,tanto  fecódo  quello  appontamentoinFrancia,&:agli  Ambafcia- 
tori. A  quelli  con  dire,  che  Tattioneloro  haueua  queftafcufa,  che  ella  era  fat-  ^  "*-/^"««  * 
ta  :  per  tanto  che  continuairero  per  TaQuènire  a  fare  il  debito  loro,  6c  a  non  in-  j^^'^"'  *^ 
jnouare  cola  alcuna  di  più.  Al  Rè  fcriife ,  Che  1  oppoiìtioae  fatta  dagli  Amba- 
fciatori gli  era  parfa  molto  ftranaj&  maggiormente,che rhaueirerofatta,fenza 
!  communicar  con  lui,  8c  non  vi  era  ne  ragione,  nie  occalione  di  farla:  che  la  fua 
I  alfenza  da  Trento  era  ftata  la  caula  di  quel  male  j^erche  gli  Ambafciatori  poco 
opportunamente  haueuano  applicato  un  afpro  rimedio  ad  un  leggier  male: 
che  al  fuo  ritorno  al  Concilio  egli  hauerebbe  proueduto  con  molta  facilità:  ma 
chcnon  potendoli  tornar  indietro  le  cole  fatte  >prcgraua  Sua  Macità  a  fcriuer 
agli  Ambafciatori  di  cf>ntinuar  a  fare  il  debito  loro,  &c  afteneriì  da  confcgli 
violenti.  Soggionfe,  (^i'hauer  trouato  il  Pontefice  inclinato,^  ben  difpofto  ad 
ima  fanta,  &  feria  riferma  della  Chiefa:  che  la  Chriftiaiiità  è  hcn  felice  d'haucr 
un  fi  degno  pallore  ,  ilqual  rimandaua  lui  a  Trento  cofi  ben  inftrutt o  di  tutte  le 
fue  fante  intentioni,  per  metter  fine,  &c  conclufione  al  Concilio;  in  modo ,  che 
fi  poteuafperar' un  felice  lucceiro  :  &c  perche  nel  fine  del  Concilio  li  decreti 
doneranno  elfer  fottofcritti  da'  Padri,  &  dagli  Ambafciatori,c he  hanno  prefta- 
torafl^ftenza  per  nome  de'fuoi  Prencipi,pregrauaSua;Maeflàa  far  ricornar  gli 
Ambafciatori,accio  foireroprefenti,&compliireroaquello,cheera  il  compli- 
mento di  tutti  li  fauori  fatti,&  protettione  tenuta  di.quel  Concilio  dalla  Mae-^ 
(là  fua,dal  Fratello,dal  Padre,&  dall'  Auo. 

Hebbe  il  Cardinale  a  difenderfi,nonfolo  col  Pontefice,  ma  anco  col  Colle-  querimonie  m 
gio  de'  Cardinali  in  Concifl:oro,  liquali  diceuano,  Che  li  Prencipi  voleuano  la  ^2'^'^  <:^ntra  i 
ìiberrà  del  Concilio,  non  però  in  cola  ale  una,  benché  minima,  &  giuftiflìma,  ^""^'i"' 
qual  à  loro  toccallè,  ma  folo  à  diftrurtione  degli  Ecclefiallici.  Il  Pontefice  or- 
dinò, che  folle  penfato  meglio  quello  che  fi  douelle  fcriuere  a  Trento ,  in  mate- 
ria di  quella  P^iforma,  dicendo,  Che  nonio  faceaa,  per  metter  mano  nelle  cole 
del  Concilio, perche  voleualafciar  fare  a'Padri,mafoloadinftruttionede'  Le- 
gati, perviadi  confegiio.     Ma, fra  tanto,  rifpofe  a  Legati,che,feliFranccfi //P^;,^^/^^^^ 
voleuano  partire,  partiifero,  ma  che  elfi  non  gliene  delfero  occafionc,&  atten-  teil  fme  dcL 
deirerofoilecitamenteafar  la  Seflìone  al  tempo  deliberato ,  nelquale  Lorena  ^-'*""^''•■ 
farcbbeftato  di  ritorno,&  a  finir  il  Concilio  con  un' altra  Seflìone,facendola  in 
termiiie  di  due  o  tre  fettimane,tenendo  però  fecreto  queft'  ordine,&  non  com- 
municandolo,fenona  Lorena  :  &feda'  Cefareiglifolfe  parlato,rifpondcirero, 
Chcgionto  quel  Cardinale,  hauerebbono  rifoluto  che  fare:  &  gli  fece  animo,, 
auifandoglijche  haueua  condotto  la  Germania,  6c  la  Francia,  al  fuo  dilfegno,  Se 

HHHhh     iii 


y^S  CONCILIO    DI  TRENTO.  Papa  Pio  Ilir. 

non  vi  reftaua  fenon  Spagna ,  ilqual  haucua  ripofto,  non  efser  ben  finirlo ,  poi' 
che  rcftauano  moke  cole ,  de  le  più  principali  a  trattare  :  con  tutto  ciò,  haucua 
anco  Ipcranza  di  ridurlo,&:  mettervi  fine,con  fodisfattione  commune.  Et  vera- 
mentcdi  Fiancia,&  Germaniajcra  ficuro:  imperoche,  oltra  la  trattationc  hauu- 
ta  ibpra  quello  con  Lorena,chc  l'aflìcuraua abondantemente  di  Fracia,in  quelli 
raedefimi tempi  ancohaueua  hauuto  rilolutione  dall'Imperatore,  cheli  con-- 
tejitaua,&haucrebbecoadiuuatoalfine:  &  febenilNoncioauifauajche  quel- 
la Maeftà  era  Hata  dubiofa  a  rifoluerlì ,  &  che  vi  erapericolo,  che  non  fi  mutaf- 
fe:  nondimeno,  intendendo  che  il  Rè  de'  Romani  erallato  autore  di  farlo  de- 
liberare, dicendo,  Ciie  eia  ben  fìnirlo,perche  non  faceua,ne  vi  reftaua  ponto  dì 
fperanza  che  facelie  alcun  buon  frutto: reftaua  certo  che  quel  Rè  da  fé  ftelTo,  & 
da  buona  ragione  moiro,hauercbbe  perfeuerato  inpropolìto ,  5c  per  cófcgucn- 
za  mantenuto  il  Padre  in  opinione. 
do»e  noKcom-      MainTrento,gli  AmbafciatoriFrancefi,  dopo  l'oratione ,  non  comparaero 
parlfiono  piti  più  in  publìco:  fecero  intendere  a  quei  pochi  Prelati,che  reftauanoj'intentio- 
gli  ^mhitjc.  iiedelRècflere,  che  s'opponelTero  al  quinto  capo,  &  al  fecondo}  inquanto  le 
Francef:        perfone,&:  caufe  di  Fràcia,  per  virtù  di  quellijpotelTeroeirer  tirate  a  litigar  fuori 
delRegno:&:  aldecimonono»inquanto  le preuentioni veniuano canonizate,«Sc 
priuati  li  Parlamenii  delle  lorprerogatiue  nelle  cofe  beneficiali 
emù  <il'i  altri       ^  Legati,nniuo  che  fu  di  dire  il  parer  di  tutti  Ibpra  i  ventuncapitoli ,  propo- 
s  oppongono     ferodi  parlar  Ibpra  gli  altri:  a  che  tutti  gli  Ambafciatori  s'oppofero,  per  il  capo 
alU  Bj,forma  de'  Prencìpi.     Si  doletiano  li  Padri,che  t rat tandofi  di  riformare,  come  fempre 
de  Principi:   ftidettctuttalaChiefa,  nelCapo,&ne'  membri,  in  fine  li  Prencipi  non  vokP 
fero  alcuna  Riforma,  fenon  per  l'Ordine  Clericale:  ilqual  anco  non  poteuaef- 
fer  Riformato ,  fé  li  Prelati  erano  impediti  nel  far  li  carichi  loro ,  &  fc  non  era 
conferuara  la  libertà  Ecclciìaftica:-&  purtuttauia  li  Prencipi ,  chemoftrauano 
defiderar  Riforma ,  s'opponeuano  a  quel  decreto ,  che  reftituiaa  loro  la  libertà, 
Se  la  giurifdiCLionencccHaria  per  riformare.  Li  Legati  fi  fcufauano,  che  non 
poteuano  mancar  di  dar  qualche  fodisfattione  a'  Prelati;  che  gli  Ambafciatori 
haueuano  hauuto  tempo  d'allegarli  lorgrauami,  &c  di  trattar  lacaufa  con  ra- 
gione: ma  che  era  troppa  violenza,  l'opponerfi  [ohmePitc de fatfo.  Se  moftrar 
che  il  Concilio  fiafolamenteper  l'Ordine  Ecclefiaftico,  &  non  per  riforma  di 
tuttala  Chiefa. 

In  queimedefimi  giorni arriuò iiuoua, che l'Imperaroreragrauamente  am- 
malato;&  gli  Ambafciatori  Ceiarejauuertirono,  che,fefofse  morto,il  Conci- 
lio non  farebbe  ftatoficuro,  perche  il  faluocondotto  farebbe  fiaito:di  che  li  Le- 
gati fpedirono  in  diligenza  alPapa,dimandando  ordine  di  quello,che  douelFe- 
ro  fare,  &  per  quello  anco  li  Prelati  fi  difpofero  al  peiifar  più  al  partir  di  Tren- 
to, che  al  riformar  li  Prencipi.  Perilcheaddì  fette  Ottobre  fu  tenuta  una  Con- 
,  aregationc,  per  rifoluer  quello,  che  fi  douelfe  fare  degli  altri  capi  di  riforma,  ol- 
ende  qmlit  e  ^^^'|-  ^gj^j-m-^Q^  ^  mafliiTie  di  quello  toccante  li  Prencipi  :  nellaquale,dopo  lon- 
diprita.        ^^  difcuflìone ,  fu  condufo ,  che  Ci  cclebralfe  la  Seilìone  con  la  materia  del  Ma- 
trimoniojcon  li  ventun  capi  di  riforir^a,^  fi  differiife  quella  de'  Prcncipi:&:  il  dì 


Papa  Pio  mi.  LIBRO  OTTAVO.  7^9 

feguentegli  Ambafciatori  Francefi  partirono  da  Trento  per  Venetia>  fecondo  cio     i6~ 
l'ordine riceiiuto  dal  Rè.  lxiii. 

Il  Pontefice,  fé  ben  fodisfatto  del  Cardinale  di  Lorena,  &  dc'Francefide-  u  Papa  prò- 
pendenti  da  lui  ;  nondimeno,  irri  tato  contia  qv^cTla  fattione,d'ondc  teneua  che  nmcìa.  fenun- 
folFe  venuto  il  motiuo  della  pretella  fatta  in  Goncil]o,ripiolib  la  deliberationc,  "^  ""*'''«  "«' 
fatta  fino  al  tempo  dell'  editto  dipacificatione  con  gli  Vgonotti,  che  a  Trento  ^"^   ^efcmn 
fi  procedefsc  contra  la  Regma  di  Nauarra,  laqual  haiieua  tralafciata ,  preued cn-     ''"""•''• 
do  che  dagli  Ambafciatori  Cefarci  farebbe  fatta  oppoiìtione,  come  fecero,qua- 
do  fi  trattaua  di  proceder  contra  la  Regina  d'Inghilterra  :  &  rifoluè  ài  dar'  eifc- 
cutione  al  fuopenficro  in  Roma,&  a  tredici  dei  mefe  fece  publicar  la  fentenza 
contra  li  cinque  Vefcoui  Francelì  già  citati,  come  s'è  detto ,  &  fece  affigger  alle 
porte  di  S.Pictro,  &  in  altri  luoghi  publici,  una  citatione  contra  Giouanna,  Re-  «"«^«^«»<« 
gina  di  Nauarra,relitta  di  Antonio,  che  in  termine  di  (qì  mefi  douelTe  comparir    '  ^^"^*''^^' 
adefenderfi,&.  render  le  ragioni,  perche  non^  douelTeeirer  dichiarata  priuata  di 
tutte  Indegnità ,  &c  ftati ,  &  domini) ,  &  nullo  il  matrimonio  contratto  tra  il  già 
Antonio  di  Vandomo,  &;lei,  &:  la  prole  illegitima,  &incorfa  in  altre  pene  di- 
chiarate da' Canoni  contragliHeretici.     Il  Cardinale  di  Lorena,  inanzicheil 
PapavenilFe  a  quelle  fententie  ,&  procelFo,  fece  con  lui  uffici) ,  raccordando 
che  lemaflìme  ,  tenute  in  Francia,  erano  molto  differenti  da  quelle  di  Roma. 
Perilcheinquel  Regnofarebbe  flato  fentito  male,  chefofTero  giudicate  caule 
de'  Vefcoui  in  prima  inflanza:&  chela  citatione  contra  la  Regina,  e  ofì,  perla 
medefìma  caufa,come,perche  era  con  pene  temporali,  hauerebbe  dato  che  dire, 
&  mala  fodisfattionea  molti.      Ma  quelli  uffici),  elTendointefìdal  papa,  fìco' 
me  eranofatti,  non  partorirono  altro  frutto,fenon  quello,che  il  raedcfimo  Car- 
dinale in  fuofecretodefìderaua»-  Nel  negotio  dell'abboccamento  tanto  de/i-  abboccamenta 
derato  dalla  Regina,  che  con  ogni  corriero  ne  £iceuanuouo  ufficio  apprelFo  il  ^^  Prìncipi 
Pontefice,  quantonque  folFe  venuto  auifo  dalla  Corte  Imperiale,  che  Celare -^f*.  ^^ 
iionvoleua  darci  orecchie  :  8c  di  Spagna,  fé  ben  parole  molto  compite  didefì-  ^^y'^"^'"^'' 
dej?io,  chc.il  Rè  haueua  d'effettuarlo  ;  nondimeno,con  rifolutione,che  li  tempi, 
&  le  congiunture  non  lo  compoxtauano }  fu  però  di  parere  il  Cardinale  ,che, 
quantonque  non  vi  foifealcunafperanza,  il  papa  nondimeno  non  douelfe  re- 
ftar  di  mandarci  li  Noncij  efprefTì dcftniati  per  queflo,come  ufficio,  dalqual  ha- 
uellcro  a  depender  molte  altre  negotiationi  in  feruitio  della  Sede  Apoflolica:&; 
in  particolare,  per  leuar  gli  iaipediraenti  alla  conclufione  del  Concilio,  fé  alcu- 
ni foifero  nati  :  onde  furono  efpediti  il  Viconte,  in  Spagnaj  Se  il  Santa  Croce ,  in 
Germaniajin  apparenza,con  carico  di  trattar  l'abbocamentoj  in  efsiflenza ,  con 
altre  inflruttioni  particolari. 

InTrento^afpettandoil  tempo  della  Seflìone,  &.  tra  tanto  non  volendo  dar  ìnTremofano^ 
Qccafìone  ad  alcuna  difficoltà ,  li  Legati  propofero  da  trattar  delle  Indulgen-  propofìe  d* 
ze,Purgatorio,Veneratione  de' Santi,  &  Immagini:  ma, per  publicar  li  decreti,  *'"'*'"'■'  "'*-. 
non  nella  Scllìone immediata,  ma nell'  altra  iuircguence,aggiongendoilmo-  '*^'*^*  rn^ttìnci 
do  che  fidoueuatenerda  Theologi  nell'  effaminar  quelle  materie,  cioè, che 
<JelIièro  il  lorgaret.in  fcjricto  fopra  l'ufo,  folamente  di  quelle»  non  s'eften- 


8oo  CONCFLIO  DI  TRENTO  Papa  Pio    IIIL 

J-J3   i3     dcndo  aparlai'Topra  gli  altri  capi;  &  ton  ordine  a' Padri,  di  douer  dare  il  voto 
LX^ii-      loro  breiiemente  l'opra  l'ifteiroicon  protcftatione,  che  farebbe  flato  interrotto 
^ualonque  hauelFe  voluto  allogarli  f^uovi  della  propofta.Cò  tutto  cio,da'TlieO' 
logi  .i:Lu:ono  fatte  fcritture  longhiffime,  ik  tanto  Varie  tra  loro ,  che  li  Padri  non 
fapeaano  rifolueril  che  dire  in  quella  dottrina. 
'ifncoltJ.  de  li    ^^^^^  materia  della  Riforma,  le  ben  li  venti  capi  erano  conclufi.  Se  del  ventu- 
'sflgr.uoii  fa-  no  fi  trattauacol  Conte  di  Luna ,  li  Prelati  Spagnuoli fecero  indoglienza,  che 
pra  alcufii      il  capo  dell'  elfcntione  de'  Capitoli,^  l'ultimo  delle  prime  inftanze ,  &  appcl- 
yirtkoily       lationi,  folTero  flati  alterati  da  quello  che  li  Prelati  haueuano  notato.  Diche 
fdegnati  li  Legati,  Se  li  deputati  lopra  i  Decreti,rifpofero,Che,o  giuflificalTero 
-quello  che  diceuano ,  o  tacefsero.    Et  elFendo pallate  qualche  parole  di  difgu- 
ftoìil  Conte  diLunacomparueinlor  fauore,dnnandando, che  folferomeire in 
confideratione  le  oppoficioni,  che  a  quei  duecapifaceuanolifuoi  Prelati.  Ri- 
cercò apprelTcche  nel  quinto  capcdoue  erano  riferuate  al  Papa  le  caufe  crimi- 
nali de'  Vefcoui,  folle  fatta  dichiaratione ,  che  non  iì  faceiTe  pregiudicio  all' 
Inquifitione  di  Spagna:  laquat  richiella  haueua  fatta  prima  l'Ambafciator  di 
Portogallo,  per  il  fuo  Regno.    Et ,  rifpondendo  i  Legati ,  Quelle  materie  efler 
giàdecife,  replicò  il  Conte,  Che,  fé  lì  proponeranno  in  quel  modo, egli  non 
anderkin  Seflìone,  nclafcerà  interuenirvi  alcuno  de'  fuoi  Prelati.  AchedilTe 
il  Cardinale  Morone,Che,  fé  non  anderanno  in  Seflìone ,  fi  farà  fenza  loro.    Il 
Conte,  afcriuendo  quella  durezza,  che  gli  pareuahauertrouatone'  Legati,  ad 
uffici)  fatti  dal  procurator  de'  Capitoli  di  Spagna,gli  commandò  che  fipartillè 
immediate  daTrcntorilche  a'  Legati  difpiacque.   Et  tuttauia,  accio  nilFuno  im- 
accoiumd4te,  pedimento  folfe  al  far  la  Seflìone,  il  cui  tempo  era  proflìmo,  per  compiacere 
rAmbalciatore,nel  capo  delle  caufe  de'Velcoui,  fecero  eccettuar  H  Regni,do- 
ue  era  Inquifitione:  quanto  a  quello  delle  prime  inllanze,percheyoleuano  le- 
uar  totalmente  l'autorità  al  Pontifìce  ài  poterne  commetter'  a  Roma,  pareua 
cofa  troppo  ardua  a'  Legati .  Il  fello  ancora  molto  importaua,  perche  li  Capito- 
li diSpagnafono  un  membro  molto  principale,  &  più  dependenti  dalla  Sede 
Apollolica  che  li  Velcoui  :  perche  quelli  fono  tutti  a  nominatione  del  Re,  ma 
de'  Canonicati  più  della  metà  fono  di  pura coUatione  del  Papa -.però  ,  rifolue- 
ronopiù  tollojche  far  pregiudicio  a' Canonici,  differir  quel  capo  alla  feguente 
5ciIìone;&  adoperarono  gli  Ambafciatori  Cefarei,  a  fare  che  di  tanto  il  Conte 
fi  contentaffe.Et  cofi  anco  quella  difficoltà  fu  fopita. 

Reftaua  hdichi^TLmonQ  del Propofjentih^Leffatis.  Allaquale  non  trouando 
temperamentojdilfero  al  Conte,  che  elio  douelieproponer  una  formula,  come 
defideraua  che  fi  faceflè:  di  che  fcufandofi  egli,  deputarono  tre  Canonilli  a  trat- 
tarcon  lui ,  &  trouar  modo  che  gli  piacelfe ,  purché  non  folVe  con  alteratione 
*  del  modo  dato  dalPapa.Ma  opportunamente  in  quella  occafioneera  arriua- 
am*Trtm9:  ^^  il  Cardinal  di  Lorena ,  ilquale  ellèndo  partito  da  Re  ma  con  inllruttionCiSc 
conclufione  di  tutte  le  cofe,  3c  pafsato  da  Venetia  per  trattar  con  gli  Ambafcia- 
tori ,  che  ritornalTcro  inanzi  il  fine  del  Concilicgionto  a  Trento,  con  la  fua  de- 
(Irezza  fece  riceuere  ai  Conte  con  fodisfattione  quel  modo:  con  che  fu  polla 

fine 


f 

PapaPioIIII.         libro   ottavo.  Soi 

fine  a  queftacajito  agitata  difficoltà,  con  fodisfattionc  di  tutti,  &  fupofto  per 
ventuncapo  della  riforma,  ilqual  fu  propofto  in  Congregatione  tenutaaddì 
none  Nouembreaquefto  efFetco,&  approuatccon  poca  repugnanzai dopo  che 
fuleuatoilfeftoiondcftabilito  qucfto,furono  riletti  tutti  li  capi,  c^  detti bre-       .  ,.  ,  , 
uementei  voti ,  ne' quali  il  Cardinale  di  Lorena ,  per  faluar  l'honorfuo ,  ^i^^,  ^^'««'^^^^^^^^ 
,  Clie,quantonque  delìderalfe  maggior  riforma,  nondimeno,  fapendo  che  non  fi  ,^^.^^^„  J5^^^ 
può  nel  principio  venir' agl'eftremi  rimedi] ,  a(lentiua  a  decreti,  non  gmdiczn- del  Lorena, 
do^li  badanti  ;  ma,  fperando ,  che  il  Pontefice ,  o  con  rimetter  in  ufo  i  Canoni 
vecchi,o  con  celebrar  altri  Concili)  GeneLali,li  darebbe  compimento. 

Et  è  cofa  degna  di  memoria,che  in  quella  Congregatione  fece  una  longa  di-- 
ereflìone ,  in  forma  d'encomio  della  buona  volontà  del  Papa ,  del  defiderio  di 
veder  la  Chiefa  riformata,  &  il  grado Epifcopalcreftituito  alla fua antica de- 
cmtà,&  il  Concilio  finito  con  frutto  di  tutta  la  Chriftianità.  L'Arciuefcouo  di 
Granata,quando  toccò  alni  a  parlarceiTo  ancopafsò  nelle  laudi  del  Papa,  &  gì' 
attribuì  altrettanta  buona  volontà,quanto  il  Cardinale haueua fatto:  mafog- 
gionfe,che  o  veramente  il  Papa  giudica  di  non  poter'  ordinare  come  fente,o  ve- 
ro non  ha  autorità  di  far  che  li  fuoi  miniftri,&  dependenti  eireguifcano. 

Qui  mi  conuien  fare  una  gran  mutatione  di  ftile  j  &,  doue  nelle  narrationi  e  quenU  c& 
pallate  ho  ferapre  ufato  quello,che  è  proprio  per  defcriuer  varietà  d'animi,,3c  di  ^'''p^t^l 
pareri,attrauerramenti  a'  dilfegni  l'uno  dell'  altro,&  dilationi  interpofte  alle  ri-  W«^»  del 
folutioni  ;  fermandomi,  per  efplicar  ìi  confegli  di  diucrfi ,  fpefso  tra  loro  repu-  „^^  ^^ 

gnanti  :  da  qui  inanzi  ho  da  narrare  una  mira  unica,  &  concordi  ope  rationi ,  le- 
quali  pareranno  volare  più  tofto,che  correre  ad  un  folo  fine  :  dellequali  una  fol 
caufahodarendere,per  non  replicarla  in  tutti  li  luoghi,  cioè,  la  concfòrderifo- 
lutione  a  precipitare  il  Concilio. 

Perilche,femplicemente  narrando,mi  refta  dire ,  che  vennero  a  Lega1:i  lette-  comndtiMM 
re  del  Pontefice,  conrifolutione  che  il  Concilio  fi  finiiTcquantonque  il  Rè  diPa^a, 
Spacrnane  riceueire  difgufto:  perche  egh  haueua  maniera  d'accommodarfi  con 
lui  Tchedabiliirero  il  decreto  del  Clandeftino  con  maggior' unione  che  foflc 
poffibile,non  reftando  però  di  farlo ,  quantonque  continuaire  la  medefima  op- 
pofitione  :  che,  quanto  alla  rifórma  de'  Prcncipi ,  &:  reftitutione  della  giurifdit- 
tione:  &  libertà  Ecclcriaftica,non  fi  difcendeifead  alcun  particolare,(olo  fi  ri- 
nouairero  li  Canoni  antichi,  &  fenza  anathemi.  Et ,  fé  fopra  altri  articoli  naf- 
celTe  difticoltà,fi  riferuafsero  a  lui,che  hauerebbe  prouifto ,  rimettendofi  a  quel 
di più,che gli hauerebbe  detto  il  Cardinale  di  Lorena,  informatifsimo  d'ogni 
fua  volontl,alquale  douelfero  credere.  Gli  mandò  apprelFo  un  formulario  di  fi- 
nir' il  Concilio,  ilqual  conteneua,  che  doueflero  eiler  confermate  tutte  le  cofe 
fatte  fotto  Paolo ,  &  Giulio ,  dichiarato  che  foflero  tutte  un  medefimo  Conci- 
lio con  quello:  &  che  in  tutto  fiafalua  l'autorità  della  Sede  Apoftolica:  che  di 
C'^ni  cofa  decretata  foife  dimandata  la  conferma  al  Pontefice  :  che  fottofcriuef- 
fe?o  tutti  lipadri,&:  dopoquelli,ad  elTempio  degli  antichi  Imperatori,  vi  foffe 
la  fottofcrittione  degli  Ambafciatori,acciocheliPrencipifoirero  obligatiaU* 
«ireruanza  de'  decieti,&  a  perfeguitar  con  k  armi  <juelli  di  contraria  religione, 

Illii 


^ 8oi  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio  im. 

ci3   1^    lafcianclo  pero  in  potcftà  d'eflTi  Legati,  che  j  infieme  con  Lorcna,aggion- 
ixiii.    gelfero  ,  frainuilfero  ,  alteralfero  ,  fecondo  l'opporcunità  :  lequali  cole  tut- 
te furono  tenute  fecretiffirae ,  fino  dopo  la  Seflione  >per  maneggiarle ,  come  (ì 
dirà. 

Arriuò  Tundici  di  Nouembre ,  nelqual  (a  tenuta  la  Seflìone  con  le  folite  ce- 
remonie.  In  quella  douendofi  dir  li  voti  nella  materia  del  Matrimonio  Clan- 
deftinojil  Cardinale  Vannienfe,  che  la  teneua  materia  difede>  Se  nonfentiua 
chela  Ghiefavi  haueirefopraautorità>non  volfe  mteruenirejifcuiandofbche, 
quando  fi  trattaire  di  cofa de  iure  pojitiuo ,  non  hauerebbe  giudicato  inconue- 
niente  dir' il  fuo  voto  con  libertà,quantonque  douefle  efler  decretato  in  con- 
trario: ma  che  in  quello  farebbe  ftatocoftretto  dire,  per  fatisfar  alla /uà  co- 
fcienza,che  laSniodo  non  poteua  far  quel  decreto,  il  che  hauerebbe  potuto  ì 
caufar  qualche  difgufti,  da  che  egli  era  molto  alieno.  Fece  illermone  Fran-  j 
cefco  Ricardoto  Vefcouo  d'Arras,  doue  ammonì  il  Concilio>ehe,eirendo  bo- 
ra mai  due  anni,  che  quella  Santiflìma  Sinodo  ftaua  per  partorire  ^&ftando  o- 
gnuno  in  afpettatione ,  qual  debbia  riufcire  il  fuo  parto  ,  nonconueniuachc 
mandalTein  luce  un  parto  troncato,  o  mutilato:  che  il  mondo  afpetta-una  pro- 
le foda,&  un  parto  integrorilche  per  mandar  ad  effetto,  conueniua  che  rifguar- 
dino  gli  Apoll:oli,8cMartyri,&  l'antica  Chi€fa,&  farla  elTemplare  di  onde  pi- 
gliar li  lineamenti  dellaprole  ,  che  è perpartorire  :  che  quelle  fono  la  dottrinai 
la  religione ,  ladifciplina  ;  quali  tutte,  eflendo  degenerate  in.  quelli  tempi,  con- 
uien  reftituire  all'  antichità:  &  quello  eflcr  quello ,  che  tanto  tempo  fi  è  afpet- 
tato,  &  tuttauia  s'afpctta.  Finite  le  ceremonic ,  furono  lette  le  lettere  di  Mar 
dama,Reggente  di  Fiandra,  della  miflìone  di  tre  Prelati  al  Concilio,il  Manda- 
to del  Duca  di  Fiorenza,  &  quello  del  gran  Maeftro  di  Malta:  dopoi  dal  Ve- 
fcouo celebrante  fu  letta  la  dottrina,  «Scgli  anathematifmi del  Matrimonio> 
Utturadella  ^'  4^^^^  ^^"^  acconfentirono.  Lettili  capi  della  Riforma  del  Matrimonio» 
dottrinx^e  dti-  al  primo  dell'  annuUatione  del  Clandeftino ,  il  Cardinale  Morone  dilFe ,  Che 
h  riforma,  gli  piaceua,  fé  folTe  piaciuto  al  Papa.  Simoneta  diire,ChenongIi  piaceua,ma 
fi  rimetteua  al  Papa:degli  altri,cinquantafei  voti  furono,che  aifolutamente  dif- 
ferojNon  piacerali,gli  altri  l'approuarono. 

Furono  dopo  letti  li  decreti  di  |liforma  :  &c  gionto  al  quinto-delie  caufe  cri- 
fopra  /'*?^^^^«  minali  de' Vefcoui,  fentendofi  eccettuati  liRegni  douefìtrouaInquifìtione> 
ftaiioni  edop-  s'eccicò  moto  graudiflimo  tra  li  Padri,  dicendo  confufamente  li  Lombardi ,  &. , 
fojitior'i.        Napolitani,  chequell'eccettionenon  fu  mai  propofta  in  Congregationc,  Sz 
che  lì  leualTe  via  :  in  modo  che  fu  necelFario  leuarla  all'  hora  :  &c  dopo,  il  Cardi-  . 
naie  di  Lorena  fopra  il  medefimo  capo  dille ,  che  approuaua  il  Decreto  con  la- 
coditione.  Che  nò  faccia pregiudicioaicuno a' priuilegij, ragioni,  &conftitu-', 
tieni  de'  Rè  di  Fiacia,  lì  come  era  ftatoconclufo  nella  Cógregatione  del  giorno 
inàzijdichiaràdojche  nófaceuanopregiudicio  all'  autorità  di  Prencipe  alcuno. 
&  in  fine  de'  Decreti,per  nome  fuo,&  degli  altri  Vefcoui  Francefi,fece  una.pro- 
tefta  in  tutto  conforme  alla  fatta  doi  giorni  inanzi  nella  Congregationc  j  cioè>. 
chelalor  nacione  riccueuaqiieidecietianon>  come  perfetta  Riforma,  ma  come 

prepa- 


PAfAPioiiii.         Libro  OTTAVO.  8oj 

preparatione ad  una  intiera/octofperanza  che  il  Papafupplirà  col  tempo>  &  f^io  jo 
occaiìone,li  mancamenti  :  ritornando  in  ufo  gli  antichi  Canoni,  ouero  cele-  £xiii. 
brando  altri  Concili)  Generali,  per  dar  complemento  alle  cole  incommincia- 
te  :  &c  ricercò,per  nome  di  tutti  li  Vefcoui  Francefì,che  quello  fofTe  inferro  ne- 
gli atti  del  Concilio,&  ne  folTe  fatto  publicoinftrumento.  Furono  diuerfe  al- 
tre cofe  da  altri  aggionte,&  fatte  alcune  oppofitioni,  non  di  gran  momento  ad 
alcuni  altri  de' capi,fopra  lequali  nafcendo  qualche  differenze,  perellèr  l'hora 
tarda,  che  già  erano  le  due  di  notte ,  fu  detto  che  s'accommoderebbe  in  Con- 
gregatione  Generale.Et  per  fine  della  Seffioncfu  letto  il  decreto  d'intimatio- 
ne  della  feguente  per  li  none  Dicembre  ,  con  poteftà  d'abbreuiarla,  efplican- 
do  ,  che  s'hauerebbe  trattato  del  fcfto  capo  ,  differito  per  all'hora  ,  &  de- 
gli altri  capi  di  Riforma  effìbiti ,  &  d'altre  cofe  pertinenti  a  quella  ;  ag- 
giongendo ,  che,  fé  parerà  opportuno  ,  &  iltcmoo  lo  comporterà,  fi  potrà 
trattar  d'alcuni  dogmi,  come  faranno  propofli  aliuo  tempo  nelle  Congrega- 
tioni. 

La  dottrina  del  Sacramento  del  Matrimonio  conteneiia,  Che  Adamo  prò- ^^^^^.^^  ^^ 
nonciò  il  legame  del  matrimonio  elfer  perpetuo,  (S«:che  due  fole  perfonepof-  j^ammonioi 
fono  elfercongionte  con  quello:  cofa,che  fu  dichiarata  più  apertamente  da 
Chriflojilqual'anco, con  la  fuapaflione,ha meritatala  gratiaperconfermarlo> 
&  fantificar  quelli,chc  fi  congiongono.Ilche  e  accennato  da  S.Paolo ,  quando 
dilTe,  Queir clTer gran Sacramento,inChrifto,&:  nella  Chiefa  :  laonde,  ecce- 
dendo il  matrimonio ,  nella  legge  Euangelica ,  li  vecchi  maritaggi  in  quello  di 
piùjche  è  la  gratia ,  meritamente  è  numerato  per  uno  de'  Sacramenti  della  nuo- 
ua  legge.  OndelaSinodo,condannando  le  herefìe  in  quella  materia,  ftatuifce 
glianathematifmi  :  I.  Contra  chi  dirà,  che  il  matrimonio  non  fìa  uno  de  fet- 
te Sacramenti  inftituitodaChriflo,&  nonconferifca  la  gratia.  1 1.  Chefia  le- 
cito a'  Chriftiani  d'hauer  più  mogli  infìeme ,  &  quello  non  ellèr  prohibitoda 
alcuna  legge  Diuina.  IH.  Che  li  foli  gradi  di  confanguinità,  &  affinità,  eC- 
preffi  nel  LeuiticojpolTono  annullar'  il  matrimonio  ;  Se  che  la  Chiefa  non  poffi 
.aggiongernealtri,nedifpenfarin  alcuni  di  quelli.  IV.  Che  la  Chiefa  non 
polli flatuir  impedimenti,©  hauer fallato  nel  flatuirne.  V.  Cheuno  de'con- 
iugati  podi  fcioglier  il  matrimonio  per  herefìa,  per  molefla  conuerfatione,  o 
volontaria  alFenza  dell*  altro.  VI.  Che  non  fi  fciolga  il  legitimo  matrmionio> 
non  confummato,per  lafolenneprofeflìonereligiofa.  VII.  Chela  Chiefa 
habbia  fallato,infegnando,  che , per  l'adulterio,  non  può  effer  difciolto  il  lega- 
me matrimoniale,  VlII.Che  la  Chiefa  commetti  errore,  feparando  li  maritati 
a  tempo  terminato,o  indeterminato,quanto  alla  congiontione  carnale,  o  qtia- 
to  all'habitat  infieme.IX.Che li  Chierici  di  Ordine  facro,o  li  profeffi  Regolari, 
poffino  contraher  matrimonio:  &  che  tutti,che  non  fentono  il  dono  della  ca- 
flità,poffmo  maritarfijeirendo  che  Dio  non  nega  il  dono,a  chi  glielo  dimanda. 
X.Chi  anteponerà  lo  (lato  cógiugale  a  quello  della  virginità,o  caftità.  XI.  Che 
la  prohibitione  delie  folcnità  nuttiali  in  certi  tempi  dell'anno  fia  fuperftitione: 

Illiì     i] 


^ 804  CONCILIO   DI   TRENTO.  Papa  Pio  IIU, 

*ci3  I?     o  dannerà  lebenedicnoni,&  altre  ceremonie.    XII.  Che  le  caufc  matrimonia- 

Lxiii.     li  nonpertenghino  a  giudici Ecciefiaftici. 
yì/om-t  àtlU      LiDecietidellariformadelmg^trimonio  conteneuano:  I.  Che>  quanton^ 
medefimamx-  quella  cofa certa,  che  li  matrimoni  fecrcd  fono  (lati  veri,&  legicimi,mentre  U 
teria,de  ma-^  GhicfanongU  ha  annullati,  oc  che  laSinodo  anathematiza  chinongHha  pet. 
defiim  ^^^^'^  inficme  con  quellijche  aircritcono,  li  matrimoni  contratti  da'  figliuoli  di 

famiglia,fenza  ilconfenfo  de'  padrijeiler  nulli,  &z  che  li  padri  polfono  appro- 
uargli.  Se  reprouargli  :  nondimeno,  la  Chiefa  Tanta  gli  ha  Tempre  prohibiti ,  & 
deteftati  :  &:  perche  le  prohibitioni  non  giouano,  la  Sinodo  commanda,  che  il 
matrimonio  inanzi  fia  contratto ,  fìa  denonciato  nella  Chiefa  tre  giorni  di  fe- 
lla :&:,nonrcopertofi  alcun  impcdimento,£Lcelcbri  in  facciadellaChiefajdoue 
il  paroco,interrogati  rhuomo,^  la  donna,udito  il  lor  confenfo,dica,/o  vi  con-* 
giongo  in  matrimonio  in  nome  del  Padre,Ftglwy(^  dello  Spirito  Santo'.oMQx:o  uiì  altre 
parole  confuete  in  quella  prouincia.    Rimife  però  la  Sinodo  all'  arbitrio  del 
Vefcoaoiltralafciarle  denuntiationitma  dichiarò  inhabili  a  concraher  matri- 
monio quelli,  che  tentairero  di  contraherlo  lenza  la  prefenza  del  Paroco,o  al- 
tro Prete  di  tal'  autorità^  &  doi,  o  tre  teftimoni)  :  irritando ,  &c  annullando  tali 
contratti  conpena'a  contrafacienti.    Dopoeltorta  licongiugati  a  non  habi- 
tat infieme  inanzi  labenedittione,  &  commanda  al  Paroco  d'hauer  un  libro» 
doue  li  matrimoni  co(ì contratti  iianofcritti.  Elforta  i  congiugati  a  confelTar- 
iì,&:  communicariìjinanzi  il  contrarto, o  laconfummationedel  matrimonio:: 
referuale  confuetudini,  &  ceremoniediciafcunaprouincia,  volendo  cheil  de- 
creto habbia  vigore  trenta  dì,dopo  che  iaràpublicato  in  ciafcuna  parochia.  IK 
.  intorno  gtim^edimenti  matrimoniali,  afferma  laSinodo,  che  la  moltitudine: 
àegli ^  iwpedi-  de'diuieticaulaua  gran  peccati,  &fcandali, però reftrinfe  quello  della cogna- 
memt  per  px^  tione  fpiritualc  a  quefta,che  è  tra  il  battezzato,  ik  padre,  &  madre  di  quello  con; 
UMleeperal-  ^^  padrini;&il numerodiqueftiad un  huomo,&; Una donnafolamente.  lime- 
tre  eaujèj       defimo  ordinando ,  quanto  alla  òarentela,  che  nafce  per  il  Sacramento  della, 
confcrmatione.  III.  L'impedimento  dell' honeftà,  che  ha  origine  da' fpon- 
falij  lo  reftrinfe  al  folo  primo  grado.   I  1 1  L  Quello  dell'  affinità  fornicaria  al 
primo,&  fecondo.     V.  Soprale  difpenfe  del  già  contratto  matrimonio,  le- 
àelle  dijpenfevò  la  fperanza  di  quelle  a' contrahcnti  fcientcmente  in  gradi  prohibiti;  &a 
tie  gradi  prò-  quelli ,  che  anco  ignorantemente  haue^cro  contratto  fenzale  folennità,  in  ca- 
"^^"'i  fo  di  probabile  ignoranza,  fLpoffi  conceder  difpcnfa  gratuitamente.    Ma,  per 

4a  att  ri       contraherlo  in  gradiprohibiti ,  onero  non  fi  dia  mai  difpenfa ,  onero  rare  vol- 
te, con  caufi,  6c  fenza  fpefà  :  ne  meno  nel  fecondo  grado ,  fenon  tra  gran  Prcn- 
cipiiptr  caufa  publica.     V  I.  Che  non  pofficffer  contratto  matrimonio  con 
una  donna  rapita ,  mcntl'e  farà  in  poteftà  di  chi  la  rapì  :  dichiara ,  gli  raptori ,  &. 
chi  gliaflifte  di  conleglio,aiuto,ofauore,lcommunicati,  infami,  incapaci  d'o-.'.. 
gni  degnità:3c  chi  haueià  rapito  donnaso  pigliandola,o  non  pigliandola  in  mo»' 
de-vagabondlì  glie,na  tenuto  dotarlaad  arbitrio  del  Giudice.  VII.  Ordinò ,  che  li  vagabondi 
non  fiano  admellì  a'  matrimoni,fenon,fatta diligente  inquifìtione,  &  cólicen- 
de  concHbina-  za  dell' Ordinaricbeifortando  li  magiftratifecolari  a  punirgli  feucraméte.  VIÙ. 
vii»  Centra  li  concubinari)  ordinò ,  che  ammoniti  tre  volte  dall'  Ordinario ,  non 

fifepar 


r 

Papa  Pio  mi.         LIBRO     OTTAVO.  805 

fi  fepatando,  debbiano  elTere  rcommunicati:  &  peri'eucrando  anco  un  anjio    cio  i^ 
dopo  la  cenfurajrOrdinario  procedi  contialoro  feiieramentci^  le  concubine,     ixi  1 1. 
dopo  tre  ammonitionijfiano  punite;  (Se  parendo  cofi  al  Vekouojfcacciare  dalle  «^Jmncft/Jwi, 
terre ,  anco  con  l'aiuto  del  braccio  lecolare.IX.Coinmandò,  in  pena  di  fcom-  i^*''^  «  '**>*'* 
i-nunica,a  qualonque Signore  temporale >  &  magiftrato,  di  non  coitringer  li  ^^J^'     .  .^ 
fudditi,oqual/l  voglia  altrijdirettainentcoindiretramentCjaniaritarfi.X.  Re-  ,,,  !!^T^' 
ftrinfe  le  prohibitioni  antiche, delle  iolcnnità  delle  nozze  dall' Aducnto  ali'  * 
Epifania,  6c  dalle  Ceneri  all'  Ottaua  di  Pafca. 

Li  decreti  di  riforn:ia,non  nel  modo  che  furono  letti  in  Seflìone,ma  come  decreti  Sri- 
corretti  il  giorno  legucnte  la  Scffione  nella  Congregatione,come  s'appontò  di  forma  generA- 
douerfare,  conteneuanorl.  Che,  vacante  la Chiela,fiano fatte pubiichcpre-  '*• 
ghiere:che  quelli  che  hano  alcuna  ragione  ài  metter  bocca  nella  promotione, 
iìano  ammoniti  di  peccato  mortalcle  non  uicrano  ogni  diligenza,  accio  iìano 
promolTiquelh  che  giudicano  più  degni,  &  utili  alla  Chich,natidi  Icgitimo 
matrimonio  ,  ^  ornati  di  vita,ctà,dottrina  ,  &  altre  qualità  requifite  da'iacri 
Canoni,  de  da'  decreti  di  quel  Cócilio.Che  in  ciafcuna  Sinodo  Prouincialccó 
approbatione  del  Ponteficejlìa  prcfc  ritta  una  propria  forma  dell' cilaminccon- 
ueniente  a  ciafcun  luogo,da  ufarfKòc  fecondo  qucU'  eflamine  fatto,  lìa  manda- 
to al  Papa  per  efTer  difculfo  da'  Cardinali,&  propofto  in  Conciftorio  :  de  che 
lutti  li  requifiti,  per  decreto  della  Sinodo,  di  vita,età,dottrina,&:  altre  qualità 
nella  promotione  de'  Vefcouijfiano  richiedi  nella  crcatione  de'  Cardinaii,an- 
corche  Diaconijliquali  il  Pontefice,per  quanto  potrà  commodamcnte  allume- 
rà di  tutte  le  nationi,&;  idonei.  In  fine,  aggionfcchcmolfa  la  Sinodo  dagra- 
uiflìmi  incommodi  della  Chiefa,  non  può  ratteneriì  di  ricordare,  quanto  Zìa 
jìecelTario  che  il  Pontefice,  per  fuo  debito,  s'adoperi  ad  aifumer  Cardinali 
eccellentiflìmij&prouederalle  Chiefe  d'idonei Paftori:taiito più, perche,fe le 
pecorelle,  per  negligenza  de'  Pallori,  periranno,Ghrifto  ne  dimanderà  conto 
allaSanticàfua.  II.  Che  il  Concilio  Prouincialefia  congregato  dal  Metropo- 
iitano,o  dal  Suffraganeo  più  vecchio,al  più  longo  fra  un  anno  dal  fine  di  qucfto 
Concilio,&  dopo  almeno  ogni  biennio.Che  li  Vefcoui  non  iìano  coftretti  all' 
auuenire  andar  allaChicfaMetropolitana.Cheli  nonfottopofti  adalcunAr- 
ciuefcono,ne  eleggano  uno  nella  Sinodo  prouinciale,nellaquale  debbia  inter- 
iienirc,&  liccuer  le  ordinationi  di  quella:  del  refto  rimanendo  lalue  leeiren- 
tioni,&  priuilegij  loro.Et  le  SinodiDiocefane  CiXnO  ce4ebratc  ogni  anno,intcr- 
uenendoui  ctiandio  gli clTenti:  eccettuati quelli,che fono foggetti  a' Capitoli 
generali ,  liquaH  però,haucndoChiefc  itcolariannelTcperraggion  di  quelle, 
debbiano interuenirui.  III.I  Vefcoui iìanotenutivifitar in  propria perfona,© 
per  mezzo  divifiratori,laDiocefi  ogni anno>tutta,porendo;&:jqi  andò  fia  mol- 
to ampia, almeno  in  doi  anni.  I  Metropolitani  non  pollino  vifitarlaDiocefi- 
de'  Suffraganei,fenon  per  caulà  approbata  nel  Concilio  Prouinciale.  Gli  Arci- 
diaconi,^i  altri  inferiori,dcbbianovifitar  in  perfona,i?c  con  norario,aironto  di 
confenfo  del  Yekouoiik  li  Vifitatoii Capitolari  fiano  dal  Vefcouo approuati.. 
ìitU  Viiitatorivadin»  coiimodeftacaualcata  »&  feruitù,  ifpedendo  la  viiitai 

Iliii     iij; 


80(5  CONCILIO  DI  TRENTO     Papa  Pio  IIII.; 

CI3  IO    <5uanro  primasnepoflìnoriceueicofa  alcuna,  eccetto  il  viuer  frugale,  &  mode- 
Lxiir.     rACo,ilqLul  però  gli  pofficflèr  dato,o  in  robba,o  in  danari,  douendofi  ollèruarc , 
il  coftume  ,  douc  è  confueto  di  non  riceuer  manco  quelli.     Che  li  Patroni 
non  s'intrometcino  in  quello,  che  tocca  l'amminiftratione  de  Sacramenti,  o  ìw 
vifica  degli  ornamenti  della  Chiela  ,  beni  (labili ,  onero  entrate  difabriche ,  fé 
per  fondatione  non  gli  conuenirà.    I V.  Che  li  Vefcoui ,  in  propria  perfona» 
lìano  tenuti  predicare  ;  &,hauendo  legitimo  impedimento,per  minifterio  d'al- 
tri.  Il  Paroco  ancora,nella  propria  Chiera,e(rendo  impedito,  per  un  deputato 
dal  Vefcouoja  fpefe  di  chi  è  tenuto,o  fuole  condurlo.     Et  quello  almeno  ogni 
Domenica,&:  Feftafolenne,  &rAduento,&;Quadragelìma,ognigiorno,o  tre 
alla  fettimana.  Che  il  Vefcouo  ammonifca  ognuno  d'andar  alla  propria  Paro- 
chiaad  udir  la  Predica,  Cheni(runpredichi,contradicendoil  Vefcouo,  ilqual 
habbia  anco  cura,che  fia  infegnata  la  dottrina  Chriftiana  in  tutte  le  Parochie. 
V.    Che  le  caufe  criminali  grani  centra  li  Vefcoui  fiano  giudicate  dal  Papa, 
&  fé  faràbifogno  commetterle  fuori  di  Corte,  non  fiano  commeffe  fcnon  ai 
Metropolitano,  o  a' Vefcoui  eletti  dal  Papa}  ne  meno  con  maggior  autorità» 
che  di  pigliar  mformatione,riferuata  al  Papa  la  definitiua  :  ma  le  caufe  più  leg- 
gieri ,  nano  giudicate  in  Concilio  Prouinciale ,  o  per  deputati  da  quello.  V  I. 
Che  il  Vefcouo  poflTi  difpenfar  nel  foro  della  Cofcienza  li  fuoi  fudditi  in  tutte 
le  irregolarità,&:  fofpenfìoni  per  delitto  occolto  :  eccetto  che  per  homicidio 
volontario  j  &c  aflbluer  da  tutti  li  cafi  riferuati  alla  Sede  Apoftolica,o  inperfona 
propria,o  per  un  Vicario  j  &  ancora  dall'  ecceflb  d'herefia  :  ma  quefto  non  polli 
elVer  coinmeifo  a'  Vicarij.  VII.  Che  il  Vefcouo  habbia  cura,  che,  inanzi  lam- 
miniftratione  de'Sacramenti,fiaefplicatoalpopololalorforza,&  ufo,  in  lin- 
gua volgare,  fecondo  larifoima  d'un  Catcchifmo,  che  la  Sinodo  componerà» 
ilqual  il  Vefcouo  farà  tradurre  fedelmente  in  volgare;  &  che  da'  Parochi  Ila  di- 
chiarato al  popolo.  Vili.  Che  a'  publici  peccatori  (ìa  data  pubHca  penitenza» 
potendo  il  Vefcouo  commutarla  in  altra  lecrcta.In  ogni  Chiefa  Cathcdraleiia 
conftituito  dal  Vefcouo  unPcnitentiero,  Maeftro,  Dottore,  o  Licentiato  in 
Theologia,o  Canonico  ,  d'età  di  quaranta  anni.  IX.  Che  li  Decreti  del  Con- 
cilio fotto  Paolo  terzo  &  Pio  quarto  circa  ilvifitar  li  Benefici)  eirenti  ,  iiano 
olTeruati  nelle  Ghiefe  ,  che  non  fono  d'alcuna  Diocefe,    quali  fiano  vi/ìtate 
dal  Vefcouo  più  vicino  ,  comcdelegato  dalla  Sede  Apoftolica.  X.  Che,  do- 
uc  lì  tratta  di  vifita,o  correttionede'  collumi,niirunaeflentione,oappellatione 
interpofta,  ctiandio  alla  Sede  Apoftolica ,  impcdifca,o  fofpenda  relfecutione 
del  decretato,©  giudicato.  XI.Che,per  li  titoli  d'honorcche  lì  danno  a'  Proto- 
notarij,ContiPalatini,Capellani  Regij,oueroDeferucnti  amihtie ,  Monafte- 
ri))Hofpitali,non  fìano  ellenti  quelle  perfone  dall' autorità  de'  Vefcoui,  come 
delegati <lalla  Sede  Apoftolica  :  eccetto,  fé  quefti  rifederanno  nelle  cafe,o  fotto 
l'obedienza  :  &iCapellani  Regi),  fecondo  la  conftitutioned'Innocentio,ter- 
zo.      Et  le  cffentioai  concefle  a'  famigliari  de'  Cardinali  non  s'eftendino  in 
quello,  che  tocca  alHBeneficij.  XII.    Che  alle  degnità,che  hanno  cura  d'ani- 
me, non  Ila  promolfa  perfona  minore  di  venticinque  anni,  &  gli  Arcidiaco- 
ni? douefipuojfìanoMaeftùinThcologiai  ouero  Dottorij  o  Licentiati  in. 

iftre 


Papa  Pio  mi.  LIBRO  OTTAVO.  807 

iure  (^anonicotAXz  altre  degnità,che  non  hanno  cuua>non  fiano  promofll  minori  e  1 3  i  d 
di  ventidue  anni.  Ipiouifti  de' Benefici]  curati,fi.adoimcfi,fiano  tenuti  far  la  lxiii. 
profefllone  della  fedc:&  il  medefimo>li  Canonici  :&  nilfuno  fìa  riccuuto  a  de- 
gnità, Canonicato',  o  portione  ,  fenon  farà  ordniato  dell' Ordine  Sacro,  che 
quella  ricerca,ouero  in  tali  età  che  podi  riceuerlo.Che  nelle  Chiefe  Cathedra- 
li,  tutti  li  Canonicati,&  portionarij/iano  Prefbiterati,Diacònati,o  Suddiaco- 
nati;&  il  Vefcouojcol  Capitolo^diftribuifca  quanti  debbino  effer  per  ciafcuno 
ordine  ima  in  maniera,  che  la  metà  almeno  fiano  Prefbiterati.Eliorta  anco  la 
Sinodo,che  tutte  le  degnità,&  la  metà  de' Canonicati,  nelle  Chiefe  Cathedra- 
li,&  Collegiate infìgni, debbino eircr  conferiti  a  Dottori  in  Theologia,o  in 
Canonico,  &c  nilfuno  di  efllpolfe  flar  alTcnte  più  di  tre  mefi  all'  anno.  Che  le 
diftributioni  quotidiaricfotto  qualonque  pretefto,non  fiano  date  a  chi  non 
interuenirà  negli  Offici) ,  &  ognuno  fia  obligatofar'il  fuo  officio  in  perfona 
propria,non  per  fuftituti.  XIII.  ElFendo  molte  Chiefe  Cathedrali  ponere ,  nel 
Concilio  Prouinciale  fìdeliberi  il  timcdio»&  fi mandialPapa,il quale  proueg- 
ga  fecondo  la fua  prudenza.  Alle  pouere  Chiefe  PUrochiali  ancora  il  Vefcouo 
hauerà  cura  di  proucdere ,  o  con  l'unione  di  qualche  Beneficio  non  regolarcjo 
con  affignatione  di  primitico  di  decime; o  per  contributioni,&: collette  de* 
Parochiani.  Non  fi  poffino  unire  Chiefe  Parochiali  a'Monafterij,Canonicati, 
Beneficiifemplici,&  Militie;&  gli  uniti  fiano  riuifti  dagli  Ordinarij,&  per  l'au- 
uenirele  Cathedrali  che  ducati  millej&le  Parochiali ^che  ducati  cento  non 
1]  eccedono,non  fianograuatedi  penfioni,o  riferuationi  di  frutti.  Doue  le  Paro- 
chiali non  hanno  certi  confini,ma  li  Sacramenti  fono  amminiflrati  indifFcren- 
ii  temente  a  chi  gli  dimanda,il  Vefcouo  faccia  che  fiano  confinate^  habbiano 
I  il  prctptio  Pa'roco:«Sc  nelle  città,doue  non  vi  fono  Parochie,fiano  erette  quanto 
j  prima.^XfllI.  Detefla  la  Sinodo,&  prohibifce  tutte  le  inftitutioni,o  confuetu- 
I  dini  di  pagar  alcuna  cofa  per  l'acquiflo  ài  titoli,apoire(fioni,  eccetto  fé  s  ha  da 

Ìconuertir  in  qualche  ufi  pij,dichiarando  per  Simoniaci  quelli,che  le  ufurpcran- 
no.  XV.  Nelle  Cathedrali,&  Collegiate,doue  leprebendc,&  diflributioni,fo- 
no  troppo  tenui»  poffi  il  Vefcouo  unirui  benefici)  femplici,oridurgH  a  minor 
numero.  XVI.  Vacante  la  Sede  Epifcopale,il  Capitolo  elegga  uno,o  più  Eco- 
nomi, o  un  Vicario  fra  termine  di  otto  giorni;altrimenti,quefta  autorità  fi  de- 
uolui  al  Metropolitan o:&  il  Vefcouo,quando  farà  crear o,a  faccia  da  loro  ren- 
1  dercontodeiramminifl:ratione,&  podi  punirgli,  fé  haueranno  commeiTo  fal- 
lo. XVII.  Chenilfiina  perfona Ecclefiaftica,ancorche  Cardinale, poflìhauer 
più  d'un  Beneficio,ilquale,  fé  non  bafta  per  viuer  honeftamente,  fé  gli  poffi  ag- 
giongcre  un' altro  Beneficio  femplice  :  purché  tutti  doi  non  ricerchino  refi- 
dcnzaperfonaletilche  s'intenda  dituttiliBeneficij,  cofi  Secolari,comeRego:- 
I  lari,diqual  titolo,o  qualitàfivogliavetiandio  Commendati :&:  chi  di  prei?n- 
te  ha  più  Benefici)  Gurati,fiaobiigato  fra  fei  mcfi  ,  ritenutone  un  folo ,  la- 
nciar gli  altri  :  altrimenti,  tutti  s'intendino  vacanti.  Dcfidera  però  la  Sino- 
do, che  fia  prouifto  a'bifogni  de' refignanti  in  qualche  modo  commodo,  co- 
me meglio  parerà  al  Pontefice.  XVIIl.Succedendo  la  vacanza  di  qual  fi  veglia; 


ZoS  CONCILIO   DI  TRENTO        Papa  Pio  IIII. 

—^"73""  CliieraParochialeitiqualoiiqucmodojfiano  defcritti  tutti  quelli,  che  faranno 
propofti  j  o  che  puoponeranno  fc  fteflS ;  &  tutti  fiano  eiraminati  dai  VefcGuo, 
con  eie  ciraminacori  al  manco  :  de  di  tutti  quelli,  che  da  loro  faranno  giudicati 
idonei,  il  Vefcouo  elegga  il  più  fuflìciente,  alquaie  (ìa  fattala  coliatione  della 
Chiel'a  :  &  ne'  lufpatronati  Eccleiiaftici ,  il  patrone  prefenti  al  Vefcouo  il  più 
detrno.  Ma  ne'  lufpatronati  Laici,il  prefentato  da'  Patroni  lìa  elfaminato  da* 
medefuili elfaminatori,  &c  non  admeiro,fe  non  trouato  idoneo.  Gli  clTaminato- 
ri  ilano  propofti  fei  ogni  anno,nella  Sinodo  Diocefana,  de'  quali  il  Vefcouo  ne 
elegga  tre ,  de  quelli  fiano  Maeftri,  o  Dottori,  Secolari,©  Regolari  :  giurino  di 
far  bene  il  loro  oiHcio,non  poflìno  liceuer  cofa  alcuna ,  ne  inanzi,ne  dopo  l'ef- 
famine.  Che  le  gratie  efpettatiue  a  Benefici) ,  per  l'auuenire  non  poflìno  elTér , 
conceffejnequalonque  altre  gratie,ches'eftendino  a  Benefici)  che  vacheranno 
&c infiemc  fiano  prohibite  le  Referuationi  mentali.  XIX.  Che  le  caufe  Ec- 
clefiaftiche ,  etiandio  beneficiali,  in  prima  inftanza  fiano  giudicate  dall'  Ordi- 
nario,&:  al  più  longo,terminate  fra  due  anni.  Che  non  s'admctti  l'appellatione, 
fenon  dalla fentenza dcfinitiua,  o  che  habbia forza  di  quella  :  eccettuando" 
quelle,  che  il  fommo  Pontefice  giudicherà,  pervrgentc&ragioneuolecaufa, 
auocare  a  fe.Che  le  caufe  matrimoniali,&  criminali,  fiano  riferuate  al  folo  Ve- 
fcouo. Che  nelle  matrimoniali,quelli  che  proueranno  d'elTer  poueri,non  fiano 
coftretti  litigar  fuori  della  Prouincia,  ne  in  feconda,  ne  in  teizainfl;anza,fela 
parte  auuerfa  non  gli  fomminillrerà  gli  alimenti ,  &  le  fpcfe  della  lite.  Che  li 
Legati,Nonci),&  GouernatoriEcclefiaftici,non  impedifcano  li  Vefcoui  nelle 
lorcaufe,neprocedinocontraleperfoneEcclefiaftiche  ,  fenon  in  cafodine-i»- 
gligenza  del  Vefcouo.  Che  l'appellante  fia  tenuto  a  fue  fpefe  portar*  al  giudice 
deli' appellatione  gli  atti  fatti  inanzi  al  Vefcouo  ,  quali  il  Notarlo  fia  tenuto  ' 
dar',alpiùlongo,fraun  mcfcperconuenientepagamento.  XX.  Chenellepà- 
rolepoiìe  nel  Decreto  della  Seflìone  prima  fotto  Pio  quarto  prefente  Pontifi- 
ce,  cioè ,  Troponentibi4s  Legam,  non  fu  mente  della  Sniodcdi  mutare  in  parte 
•  alcuna  il  folito  modo  di  trattar  li  negoti)  ne'  Concili)  Generali,  ne  aggiongértf 
a  qual (\  voglia,o  detraher  cofa  alcuna  dinuouo,oltre  quello ,  che  da'  iacri  Ca-  ■ 
noni,  &  dalla  forma  delle  Sinodi  Generali,  fin  all' hora  era  ftatuito.  Infine  fa 
intimata  la  Scdìone  per  il  none  Dicembre,  con  poteftàd'abbreuiar' il  tempo, 
per  trattar  del  fefto  capo,6c  degli  altri  dati  fuori,&  differitij  &  fecondo  l'oppor- 
tunità di  qualche  dogmi  ancora  ,  fecondo  che  nelle  Congregationi farà  pio- 
pofto. 
èi*àicyj  [opra  Non  fu  afpettato  l'efllto  di  quella  Seflìone  con  l'auidità  ,  che  quello  della 
quefta  i'e/?w- precedente:  fi, percheairhoi'amempitalacuriofitàuniuerfale,come,pei-che la 
WS-  materia  del  Matrimonio  non  pareua  che  potelfe  portar  feco  cofe  di  grade  oifer-» 

uatione:più  ftaua  il  mondo  attento  a  vedere,che  edito  douelfe  hauer  la  protefta 
degl  i  Ambafciatori  Francefi,laqual  fu  letta  con  vari)  affetti  :  da'  poco  bencuolì 
alla  Coite  Romana  fu  commendara,come  vera,&  neceifaria  :  ma  dagl'interef- 
fati  in  quella,  ftimata  da  abhorrire altrettanto , quanto  le  proteftationiperli 
tempi  palfati  da  Luthcro  fatte.  • 

^  Nel 


Papa   Pro  mi.         LIBRO    OTTAVO.  ^^^ 

NelfeftoAnathemadfmoclelMarnmonio  ,  recarono  ammiratiui  molti,  ci>3  \z) 
chefolfcpofto, peramcolodi  fede, laditiblurionedcimatdiiionionon  con-  lxiii. 
fummato  per  la  profeiTione  folenne:  poiché ,  eflfendo  la  cbngiontionc  matri- 
moniale, le  ben  non  confummata  col  congiongimeiito  carnale,  vincolo  pct 
lecTcrcDiuina  infticuiroj  poiché  la Scritcuradmina  afferma ellcrc  ftaco  vccorna- 
truiionio  tra  Maria  Se  Giofcfo  ;  &  la  folennità  della  profeffione  eilendo  ^le  mre 
pofmuo  ,  come  Bonifacio  ottano  hadecretaco,  pareiiacoiamarauigliofajnon 
tanto  che  mi  legame  humano  rciogliclTe  mi  diuino,  quanto  che  fi  debbia  tener 
per  heretico  chtnon  fcntiràiche  una  inucntione  humana,  nata  molte  centinaia 
d  armi  dopo  gli  Apoftoli,  preuaghaallaDiuina,inftituita  fmo  dalla  crcatione 
del  Mondo. 

Ma  nel  fettimo  ^i\  giudicato  un  parlar  captiofo  ,il  condannar  per  heretico 
chidirà,La  Chiefa  hauer  fallatojinfegnando ,  che  per  l'adulterio  non  fi  fciolga 
il  matrimonio:  perche  dall'  uncantOjle  alcun  dicelfe  alTolutamente,  che  il  ma- 
trimonio per  quella  caulafi  diiroluelTe,  lenza  dire,  ne penfare  che  alcun  hab- 
bia,onohabbiaerrato,inregnando  il  contrario, parrebbe  che quefto  nonfolTe 
comprefo:  ma  dall' altro  canto,  non  appare,come  alcun  polla  cofifentiresfen- 
za  haucr  il  contrario  per  errore  :  Era  creduto  che  bifognaile  parlar  chiaro,&: 
dir'  artblutamentejchcper  radultcrio,non  fi  dilToluejOUero  che  ambedue  le  o- 
pinioni  fono  probabili  i  &  non  far'  un'  articolo ,  con  verbo  de  verbo.  Ma  quc^ 
fìi  forfè  non  hauerebbonopromoflb  la  difficoltà ,  quando  hauelfero  faputo  le 
caule  narrate  difopra,perche  fi  parlò  in  quella  maniera. 

Il  nono  Canone  diede  da  dire,  con  ciuell'aftermatiua.  Che  Dio  non  nega  il 
donodellacaftità  a  chi  drittamente  lo  dimanda:  parendo  contrario  all'Euan- 
gelio,che  l'afFerma  non  dato  a  tutti  :  Oc  a  S.Paolo,  che  non  elTorcò  a  dimandar- 
iojilche  erapiùfacilcche  maritarfi. 

Li  Politici  rcftarono  molto  fofpettipcr  ilduodecimo  Anathematilmo,  che 
fia  herefia  tenere,che  le  caufe  matrimoniali  non  appartengono  a'  giudici  Eccle- 
fiafl:ici:eireiido  certo,  che  le  leggi  de'  matrimoni)  tutpé  furono  fatte  dagl'Impe- 
ratori ,  &  li  giudici)  in  quelle  caule  ammiuiftrati  da'  Magiftrati  fecolarijfin  tan- 
to che  le  leggi  Romane  hebbero  vigore:  ilche  la  fola  lettura  de' Codici ,  Theo- 
dofiano,&Giuainiano,vSc  delle  Nouelle,lodimoftraeuidcntemente  :  &  nelle 
formule  di  Caflìodoro  rcftano  memorie  de'  termini  ufati  da'  Rè  Gothi ,  nelle 
difpenfede'  gradi  prohibiti,che  all'hora  erano  riputate  appartener  algouerno 
Ciuile,&  non  cofa  ài  religione:^  a  chi  ha  cognitione  dell'  hiftoria ,  è  cofa  no- 
ti(fima,che  gliEcclefiaflici  fono  entrati  a  giudicar  caufe  di  quella  natura,  parte 
per  commi(fione,&  parte  per  negligenza  de'  Prencipi,&  Magiftrati. 

Ma,nel  primo  ingreflbdel  Decreto  della  riforma  del  Matrimonio,molti  rc- 
ftarono fofpcfi,intendendo  definire,  come  articolo  di  fede  ,  che  li  matrimoni 
clandeftini  erano  veri  Sacramenti,  &  che  la  Chiefa  gli  hafempre  deteftati,ef= 
fendo  cofa  molto  contradittoria,hauer  Sacramenti  dcteftabili.Etl'hauer  com- 
mandato, che  il Paroco  interroghi  li congiugati  ,  &  intcioil  lor  confenfo, 
dica,Ioviconeion2oinmatriinonio,inNome  del  Padre,Figlio,Spirito  Santo, 
^     ^  KKKkk 


Sio  CONCILIO  DI  TRENTO         Papa  Pio  IIIU 

era  derifo  da  Ci'itici,con  direjO  fenza  quefte  parole  fono  congionti,  o  nòtfc  nò, 
adonque  non  e  vero  qaello>chc  il  Concilio  Fiorentino  ha  determinatojll  Ma- 
trimonio riceuer  la  perfectione  dal  confenro.Sciìjchecongiontionc  è  quella, 
che  il  Paroco  fa  di pcrfone  già  congionte?  Et  fc  iUCongiongo,  f olTc  inccrprcta- 
tojdichiaro  congiontijd  venirebbe  ad  aprir'  una  porta,  per  concludere ,  che  an- 
co le  parole  dell' airolutionefiano  declaratorie.  Comunque  quello  foircdice- 
uanojil  decreto  non  ellerfattoper  altro,  fenon  per  far  flapoco  tempo  un'arti- 
colo di  tede ,  che  quelle  parole  dal  Paroco  prononciatejfiano  la  forma  del  Sa- 
cramento. 

Della  irritatione  de'  Clandeftini  non  fu  meno  che  dire,di  quello  che  era  (la- 
to nel  mcdelìmo  Conciiiojlodando  altri  il  Decreto  lino  in.  Cielo ,  &  dicendo 
altri,chc  fé  quella  forte  di  matrimoni  erano  Sacramenti,&  per  conlcgucnza  in- 
flicuiti  daChrifiojSc  la  Chieia  hi  ogni  tempo  gh  ha  detefl:atÌ5&  finalmente  gli 
haannullati,non  fi  fapeua  vedere  come  quello  folfe  fenza  notare,  o  d'inconue- 
nienza,o  almeno  di  negligenza,  quelli,che  da  principio  non  vi  prouidero.Et, 
quando  vfcì  fama  della  diftii?tione,{bpra  quale  fu  il  Decreto  fondato,che  lì  an- 
nuUaua  il  contratto, che  è  la  materia  del  Sacramento, fu  cola  difficile  per  molto 
tempo  far  capire,che  il  contratto  matrimoniale  habbianiiìlina  diflintione  dal 
matrimonio ,  &  il  matrimonio  dalSacramento:  &  mafTimeichc  il-matrim.onio 
prima  fu  indilTolubile  che  Sacramento:poiche  Chrifto,Nollro  Signoicnon  lo 
pronunciò  infolubile,  come  inflituito  da  lui,  ma  come  inflituitoda  Dio  nel 
terreflre  Paradifoj&pureadmettendofì  che  il  contratto  matrimoniale  fìa  lina 
cofa  humana,«&:  ciuilcfeparata  dalSacramenroJaquale  fìa  annullata,diceuano 
altri, che  TannuUatione  non  toccherebbe  all'  Ecclelìaftico,maal  Secolare,a 
cui  tocca  rordinarione,&  cognitione  di  tutti  li  ciuili  contratti. 

Laragione,allegataper  moderar  gì'  impedimenti  matrimoniali,  era  molto 
lodata  per  ragioneuoleuTia  infieme  oiferuatOsche  concludcua  necelTariamente 
molto  maggiori  rcftiittioni  delle  decretatcnon  feguendominor'inconuenien- 
ti  per  gi' impedimenti  confermati,chepcrgli  aboHti.Il  (ine  del  capo  delle  dif- 
penfe  matrimoniali  molle  ne'curiofì  una  vana  queflione,Se  il  Pontefice  Ro- 
mano, coni'hauerfi  afTontodi  concederle  egli  folo,haueuariceuuto  maggiot 
frutto  ,  o  danno  nell'autorità  fua.  A  fiuor  del  frutto  s'allcgaua  la. quantità, 
grande  d'oro, che  perquefco  canale  era  colato  in  Corte,&leobligationidi 
tanti  Prencipia.cquiftate  con  quel  mezzo^colì,perreflar  efll  fodisfarti  ne'  loro 
appetitijointereffijcome  anco,perefrer  tenuti  a  difender  l'autorità  Pontifìcia, 
Copra  quale  iblarefla  fondata lalegitimità  de' figli.  Ma,  dall' altro  canrcper  il 
danno,rimetteua  la  perdita  dell'  entrate  d'Inghilterra,.^'  obedienzadi  quella. 
corona,checontrapelaua  ogni  guadagno,»?^  ogni  amicitia,per  le  difpenfe  gua- 
dagnata. 

Li  Francefi riprendeuano  il  Decreto,che  chi  rubba  donna,(ìa  tenuto  dotarla 
ad  arbitrio  del  giudice,dicendo,Che  la  legge  fopra  le  doti  non  può  edere  fatta 
per  autoritàEceleiìa(lica,&  che  era  un  artificiofo  modo  di  leuar  la  cognitione 
di  quel  dciitco  alSecolare:perche3  fc  tocca  all' Ecclefìallico  far  la  legge,  tocca, 

anco  il 


1     Papa  Pio  mi.  LIBRO    OTTAVO.  Su 

,)   anco  il  giudicar  lacaufa  i&feben  /ìdiccuaafiTolutaraentc  ad  arbitrio  dei  giu- 

•    diccnoncIIèrdadLibitarcchedichiarandchaucrebbonointeio  del  fole  giii- 

>   diceEcclciìartico:&  ripucauanoufurpationcdsir  autorità temporale>  il  punir 

I  li  iccolari  d'infainia,^  d'incapacità  alle  dcgnità.  Parimcntejuon  approuarono 

Tordinatione  centra  li  concubinari)  perfeucranti  in  Scommunica  un  am:o, 

che iìano  punici  dall' Ecclefìaftico:perchercftremajulciir,a3(5(:mailìni.idcllepc- 

ne  Ecclefiaftiche ,  e  la  Scommunica/econdo  la  dottrina  di  tutti  li  Padri:  onde, 

il  voler  paflar  oltre  quella,  eirere  entrar  nella  poteftà  temporale  j  &  tanto  più, 

quanto  leglidà  facoltà  di  {cacciar  le  concubine  dalle  terre,  deridendola  po- 

Éeftà  rccolarc,  con  implorar  il  braccio,fe  farà  bifogno,  che  e  un'  affermare,  che, 

per  ordinariojfipofli  venire  ad  eirecutione  di  quefta  eifulatione  dal  medefmio 

Ecclefiaftico, 

Il  Decreto  della  riforma,  nel  primo  capcera  notatcodi  mancamento,  o  ài 
prefontione  :  attefo  che,feraurGrità  della  Sinodo  s'cftende  in  dar  legge  alPa- 
pa,  mafiìmein  cofe  tanto  debite  ,  non  eragiufto  farlo  in  forma  di  nairatiua,(S;: 
con  obliquità  di  pnrolc.Se  anco  la  Sinodo  ha  da  riceuer  le  leggi  dal  Pontehcc, 
non  fi  potcuafcufarcdinon  hauerpaifato  li  fuoi  termini  ;poiche,  fé  ben' obli- 
quamente,tuttauiapcrò acremtntcriprende  lepalFate  attioni  di  quello,&  d'al- 
tri Pontefici.Diceuano  li  periti  dell' HiftoriaEcclcriaftica,il  tirar  a  Roma  tutte 
Iccaufede'Vefcoui  elPereuna  nuouapolicia,per  aggrandir  fempre  più  la  Cor- 
te: poiché  tutti  gli  efiempij  dell' antichità  ,  &  li  Canoni  de'  Concili]  di  quei 
tempi,moftrano,che  Iccaufede' Vefcoui,etiandio  di dcpofitioni, fi  trattauano 
rielle  regioni  di  e  iafcuno.    Quelli,  che  afpettauano  qualche  prouiiìone  fopra 
l'introdotto  abufo  delle  penfioni,  veduto  quello>chenefu  decretato  neldeci- 
inoterzo  capo,giudicarono,che  la  materia douelTe  pafTare  a  maggiorcorrettio- 
ne,come  l'euento  anco  ha  dimoftrato.    Il  decimoquarto  capo  era  da  ognuno 
k>dato,parendo  che  haueflc  Icuato  le  Annate,  &  il  pagamento  delle  Bolle ,  che 
(ìfpediicono  aRomapcrlacollationede'Beneficij:  ma  ,  inprogreilodi  tem- 
>o,eirendoiì  veduto  che  quelli  reftarono  in  piedi,ne  mai  fi  pensò ,  ne  a  leuaigli, 
le  a  moderargli ,  s'accorfero  che  fi  leuauano  folo  li  piccioli  abufì  delle  altre 
Chiefe,re{ì:andoverificato,che  dagli  occhi  fi  Icuano  le  fole  feftuche,ncn  mai  le 
craui.Dclio  ftatuto  dell'  unità>o  al  più  della  dualità  de'  Benefìcij,da  ogni  perfo- 
la  fauia  fu  giudicato ,  che  quello  leccio  non  ne  era  degno ,  &c  che  non  farebbe 
cruato  fenon  in  qualche  milcf  i.  Similmente,  l'clTame  in  concorfo  nella  colla- 
ione  delle  Parochiali ,  ognuno  pronofticaua ,  che  douelTe  con  qualche  fmiftra 
nterpretatione  clTer  delufo,&:  laprofetia  fi  verificò  ben  molto  prcfto  :  perche 
iion  fi  flette  troppo  in  Roma  a  dichiarare,che  non  s'haueua  da  oiPeruare  cócor- 
b ,  in  cafo  di  rcfignationcma  elfaminar  il  folo  refìgnatario  ;  che  fu  un  abolir  il 
)ecreco  per  la  maggior  parte  :  poiché  conlarifegna  i  migliori  fono  eCduChSc 
leferico  qucllcchc  più  piace  al  refignatcj&nó  vacano  liBenefìci)  per  altra  cau 
isfeno  cafualméte.U  decreto  della  cogiiitione  delle  caufc  in  prima  inllaza ,  con 
eccettione  foggiótajcioèjeccetto  quelle,  che  il  Papa  vorrà  cómettere,  o  auuo- 
arejefTer' a  fatto  diilcutto:  perche  uò  furono  mai  kuatc  le  caufea'legitimicri- 

KKKkk     ij 


Sii  concilio   DI  TRENTO         Papa  Pio  IlII. 

"'^ó"io  bunalijfeno per coiiimiQlonÌ3&:auocationi Pontifìcie  :  &liora,conreriiando 

LX I  li.      la  caufa del  malejfimedicaua  il  (incorna  folamentc  :  &  fé  ben  quell'  aggiontio- 

ncpcr  caaraui-gcnre>&ragioneuole,pareua  che  regolaircpcrò  gl'intendenti  fa- 

pciuno  molto  bene,  che  tanto  quelle  patole  fignificano  ,  quanto  fc  diccircro. 

Pei*  qualunque  arbittatia  caufa. 

Ma,dell'  ultimo  capojche  già  tanti  mcfi  eraftato  fotto  l'efpettatione  ,  toc- 
cando neireilentialclalibcrtà  del  Concilio  ,  vedcndofi  dichiarato  non  elFer 
ftaca  la  mente  della  Sinodo  di  mutar'  il  modo  di  trattare  >  ne  aggiongerc  o  fmi* 
nuircofa  alcuna  dinuouo  alle  vecchie  ordinationi;  tu  dalle  perfonc  iauiedeo- 
to,Chc,per  quanto  a  quefto  Concilio  tocca,era  una  dichiaratione  contraria  al 
fartoj  &publicata  quando  piùnongiouaua,nepiùfipoteuarerairicne,come 
medicina  applicata  ai  corpo  morto.Et  akrijridendojaggiongcuano,  che  era  un 
confolare  ilbuon'huomo,  lacui  moglie  haueirc  fatto  figli  con  altri  ^dicendo. 
Non  fu  per  fargli  torto.  Ma  per  l'circmpio  dato  a'  poftetb  infcgnaua,  come  ne' 
Concili]  fipoteire  da  principio  a  fine  ufar'ogni  YÌolenza,&  elTorbitanzaj&jConi 
una  tal  dichiarationcifcufarcanzi  giuftificarc  ogni  inconuenienza  fa:ca,(Sc  fo- 
ftenerla  per  Icgitima. 
illudi Fnn-  In  quefti  tcmpi,oltre Tauifo della  SefTione tennta,erano arriuate  in  Francia 
cJ«  tre  nuoue,  riceuute  con  difgufto  :  prima,  la  rifpofta  del  Papa  iopra  gli  centomi- 

la feudi  d'entrata:  poi,quella  della  protefta  fatta  in  Concilio,&  dell' akeratior 
nericeuutaper  quellaaTrento,5c  aRoma:  &  finalmente, la fentenzacontr;t 
liVeicouijConlacitationedella  Regina  diNauarra.  Sopra  lequali  e ofe  fecero 
li  Francefi  gran  riflelTo,  e  rifoluerono  di  non  parlar  più  col  Pontefice,per  hauer 
beni  Ecdefi-   g'''^^^^ ^^  qucll'  alienacione,ma mandar'  in  cifecutione  l'Editto  Regio  verifica- 
Hid/fm-^xU  rodai  Parlamento,  fenza  altro  confenfo  del  Papa  :  ilchceirendoelleguito  con. 
/2^<rj  grandidima  celerità  j  cofì  perche  gli  huomininon  fi  rifoluono  facilmente  a 

(pender  il  danaro  con  preftczza,corae  per  Uiftcij  che  gli  Ecclefiaftici  ficeuano,. 
mettendo  in  ccnfìderatione,  che  li  contratti  ne' tempi  feguenti  non  farebho- 
no  [limaci  validi  mancando  la  conferma  del  Papa ,  pochi  compratori  fi  troua- 
rono  :  ilchc  però  non  ceircne  a  beneficio  del  Rè,  ne  a  fauor  del  C  lero ,  ma  folo^ 
fcgubchc  la  védita  fu  fatta  aprecio  bairo,nc  fi  cauò  più  di  due  millioni  &  mez~ 
zo  di  franchi:  fom.ma molto  picciola  all' importanza  delle  cole  alienate ,  poi- 
ché la  vendica  fu  a  dodici  per  cento,che  farebbe  anco  {tato aprecio  vile,  quan- 
do fi  foife  vcndutaaquatcro.Etècofadcgaa,che  ne  fia  fatta  memoria  qui,cher 
fralibenialienati>unofulagÌLU'ifdittione,che]'Arciuefcouo  ài  Lione haueua' 
fm  airhora  tenuto  fopra  quella  cictà,kqual  fu  venduta  all'  incanco,&  applicar-; 
ta  al  Rè  per  trentamila  lire  di  Franchi,re  ben  per  l'indoglicnze  che  il  Vclcouo.! 
fece,gli  fu  poi  aggiorno  per  fiipplenienco  del  precio  ima  entratadi  quattrocen- 
to feudi. 
appronti  la  Intorno  allaproteftatione  fatta  in  Concilio  fcriiTe  il  Rè  agli  Ambafciatori: 

f  ronfia  de  ruoi,con  lettere  de' noue  Noucmbre,  che,  hauendo  veduto  quello,  che  ilCar* 
fucì  MinlHrì  dinaldi  Lorena  gli  haueua  fcritto  contea  lalor  protefta,&  larelationedcl  Ve- 
*  rreww,      {<:q]xq  d'Oiliens  di  tutte  le  cole  fatte  inTretOjagpradiua  la  protelta,&la  retirata 

loro. 


procede  all'  A- 
lìcnatione  de 


! 

IPapa  Pio  mi.         LIBRO    OTTAVO.  S13 

'}loro  aVcnetiatecommandaua,  cheFerrici-nonfìpaitidcdilàjfinoanuouoor-  ciò  lO 
idine  fuojilqualfarebbcqLiando  hauctre  auilbjche  gli  Articoli  ioiìero  nformatij  Lxin, 
jin  maniera,  che  non  follerò  pofte  in  controucriìa  le  fue  ragioni  Regie,  &  della 
]  Chiefa  Gallicana.  Et  ai  Cardinal  di  Lorena,  fcriirc ,  Che  cglhcol  ilio  Confc-  ^«  Mhteal 
glio,  haiieuano  conorciacolifiioi  Ambafciatori  hruier  fatuo  la  prctclUtione, '^^"** 
con  grande.  Se  giuftaoccafionc:  perche,  hcomc  egli  voleiia  pcrrcuerarc  ncU'  u- 
nione,  Sì.  obedienza  della  Chicia ,  coli voleua inlìeme  iiiùiolabilmente  coiiicr- 
iiar  le  ragioni  della  ina  Coroaa,tcnzapcrraeccerechefoircro  riuocateindubio 
ne  in  dilpuca,ne  fotcometcer  le  a  nioftrarlc.  Che  non  il  penlalfe  di  rodisfarg,li 
j  con  dire  in  fine ,  Salue  ,  5c  riferuace  le  ragioni:  volendo , lotto  quello  colore,  o- 
bligarlo  a  farne  conftare,  perche  a  queftoGopponerà.  Che  quando  elfo  Cardi- 
nale hauerà  veduto  gli  Articoli>come  furono  propofti,  giudicherà  che  gli  Am- 
bafciatori non poteuano altramente  fare, che  formar  roppoiìtione:chehauc- 
rebbe  ben  defìderato,  che  gli  Ambafciatori  glie  rhaucireromoftrataprima:ma 
elTere  rcufabiliiperroccafione  repentinamente  nata,  &  perlecirconftanzc,  che 
laprodull'eroj  &peri(o(pctti,  chccoftringeuano  a  dubitare  di  qualche  arcih- 
ciopcr  precipitarla  decilìone  :«?<:reilPapanonhaueua  intentionc  che  follerò 
tOGcate,iSc  melFe  indifputa  le  ragioni  dell'  Imperatore,  oc  Rè,  Cornell  Cardinal 
gUfa  intendere,conuiene  che  Sua  Santità  drizzi  il  fu©  difpiaccre  contra  li  Le- 
gati ,  che  hanno  propoilo  gli  Articoli ,  con  nominar  Rc,Imperatore,&Repa- 
blichctSc  non  contragli  Ambalciatori  :  che  ilimalaprotefta  douere  elTer  giufti- 
fìcataapprelTo tuttala Chriftianità  ,,quandogli  Articoli  contra  rintenrioncdi 
SuaSantità,non cdarimetterripiù alla  lor di-lcretionc ,  ne  fir  tornargli  Amba- 
fciatori,lìn  che  non  s'habbia  intiera  lìcurezza ,  che  di  quelli  non  s'habbia  a  par- 
lar più  :  che  all'  hora  egli  commanderà  a  gli  Ambafciatori  di  ritornar  al  Con- 
cilio. 

Sopra  la  cirationc,&  fentenza,  diede  ordine  il  Rè  a  Henrico  Clutin,  Signor  yi  riuocar  la 
d'Oifehdi  parlar'  al  Pontefice ,  &  dirgli ,  Che  la  Maeftà  fua  haueua  intefo ,  con  cimione  dell* 
gran  diipiacere,  quello  ,che  non  credette  perlafamafparfa,  mafoiodopopcr  K^"»^  dìNa- 
hauervido  copia  de' Monitori)  alfiffi  in  Roma,  che  fi  hauellè  proceduto  contra  "'«'"'■'*'«' ^-«y^»" 
unaRcginain  quella  maniera,  che  egli  era  obhgato  adifenderla  -.prima, per-  1^^^  ""'^^  ' 
che  la  caufa,&  il  pericolo  di  quella,  eia  commune  a  tutti  li  Rè,  per  ciò  tenuti 
ad  aiutarla,come  incaufa  appartenente  a  tutti:ma  tanto piij,pereirervedoua,iSc 
l'obligp  d'elfo  Rèdi  Francia elfer  maggiore  per  il  ftrecto  parentado  che  ha  con 
lei,  per  ambedue  le  linee,  &  perla  agnazione  col  marito,ilquaIe  poco  tempo  i~ 
nanzi  era  morto  in  guerra  contra  li  Proreftantidafciati  li  figliuoli  pupilli  :  peril- 
che,nonpoteuaabbandonai  la  cau!a  di  quella,  feguendogli  elTempij  de' fuoi 
maggiorijcx  maffime,che  non  debbe  comportare,  che  alcunof\ccia  gueria  lot- 
to prctefto  di  religione  a'  Tuoi  vicini ,  aggiongendo.  Che  non  era  cola  pia  met- 
tere in  pericolo  dicrudeliflimaguerrapcr  quella caufa,  li  Regni  diSpagna,  de. 
ài  Francia  ,  co.igionti  nuouamente  in  amicitia.     Aggionle  ancora,  che,ha- 
iicndo  quella  Regina  molti  feudi  in  Francia,  perle  ragioni,^  priuilcgij  di  quel 
RcgnojjionpoteuaelTercoftrettaa  comparerà  ne  in  perfona,  ne  perprocurar 

KKK.kk     iij 


àelthirationl 
dìTrento  dì 
terminar  ti 
Concilio    con 


§14  CONCILIO    DÌTRENTO.  Papa  Pio  Illf. 

torcfuori  :  foggionfc  moki  clTcmpij  di  Prencipi,  &  Pontcfìci,che hanno  proce- 
da co  con  la  dcbit:a}&:  legicima  moderationcToccò  la  forma  della  citacione  pec 
cdircoj  còme  cofa  inaudita  all' antichità,  &  inuentatada  Bonifacio  ottano >  Se 
come  tiorpodara  ,  &  ingiufta,  moderata  da  Clemente  quinto  nel  Concilio 
Vicnnenfe  :  foggiongendo  anco ,  che  in  ogni  eucnto  non  polfono  tali  citationi 
hauer  luogOjlenbn  contra  gli  habitanti,  doue  non  è  ficuro  acceffo  :  Se  habitan- 
do  la  Regina  inFrancia,era  grand'  ingiuria  fatta  a  lui,&  al  RegnoJ'ufar  tal  mo- 
do :  ficome  anco,  con  gran  ina  ingiuria,  elfer  che  fiano  efpofti  in  preda,  &  con-* 
ceffi  agli  occupatori  li  feudi  che  ella  teneua  in  Francia,  il  dritto  de'quali  appar- 
tiene alui:con  maraueglia  d'ognunojche  la  Santità  Tua,  laqualfauorìcofiafFct- 
tiiofamente  la  caufa  d'Antonio  Rèjquando  viueuajapprelTo  i  1  Rè  di  Spagna,ho- 
ra  vogli  opprimer  laprole,&  la  vedoua  di  quello.  Ma,fopra  tutto,  fi  lamentò  il 
P.è,che,haacndori  partito  dalla  Chiefa  Romana  da  quaranta  anni  fino  all' hora, 
tanti  RèjPrencipijSv  Città,  non  fi  fia  proceduto  coficon  alcun  akroj  il  che  ben 
moftra  ,  che  non  fiaftato  fatto  per  lafalutc  dell'anima  della  Regina,  ma  per 
altri  fini.  Si  raccordaife  il  Pontifice ,  che  gli  era  conceila  poteftà  per  faluce 
delle  anime ,  &  non  per  priuar  li  Prencipi  degli  ftati,  ne  per  ordinar'  altra  cofa 
nelle  poircfiìoni  terrene  :  laqual  cofa,  tentata  da  loro  altre  volte  in  Germania,  è 
fucceira  con  gran  danno  della  quiete  publica.  Pregò  il  Pontcficccheriuocaf- 
fe  ali  Atti  intentati  con.tra  la  Regina,  palTando  alle  protelfe ,  Che  altramente  fi 
valeràde'rimedij  ufaci  da' fuoi  maggiori.  Si  doUe  ancora  della  caufa  de' Vefco- 
ui,  &  commandò  all'  Ambafciatorcchcefplicati gli eirempijvecchi,6<: narrate 
le  libertà,  &  immunità  della  Chiefa  Gallicana,  &  l'autorità  de'  Rè  nelle  caufe 
EcclefiaiHche ,  pregalTe  il  Pontificc  di  non  voler  al  prefente  far  tante  nouità. 
Monfi^nor  d'Oifel  fece  ruilìcio  con  vehcmenza ,  &:  dopo  molte  trattationi  coi 
Pontefice,  otccnncchc  nonilparlòpiu  ne  della  Regina  di  Nauarra,  nede'  Vef- 
coui. 

Ma  in  TrentOjfinicala  Sefllonc>&  ben  concertate  le  cofe  fra  li  Lcgati,&  Lo- 
rena, communicato  anco  il  negotio  co' Principali  ,&  Capi  de'  Pontifici), che 
erano  Otranto,Taranto,&:  Parmaj  &  con  gli  AmbalciatoriCcfareii  Lorena  in- 


r,    e-  r  commincio  a  {parler  (emi  del  dilFegno  prcio,  Che  con  unaSeflione  ancorali' 
unxJoU  Sei'  \^         .,•     r,-    w-r      i-  1  i-  -r     •     -r-  xt       !        1 

Gone:  Concilio  li  hnilie  :  diceiia,  che  egli  nonpoteua  clier  in  Trento  per  Natale:  che 

era  coftrettOi&i  lui,6«:  tutti  li  Vcicoui  Francefi,apartirc  inanzi  quel  teir^po  :  che 
defideraua beri  veder  il  Concilio  hnito,&  gli  farebbe  diipiaciuto  lafciar  coli  ho- 
norata  adunanza  :  ma  non  poteua  far' altro ,  haucndo  hauuto  commandamento  ' 
dicofifare.  Gì' Ambafciatori  Cciarei  ancora  publicarono  per  tutto'l  Conci- 
lioiche  rimperatore  follecitauarcfpeditione,&  che  il  Rè  de' Romani  fcriueua, 
che  ì\  finiife  per  Sant  Andrea  ;  onero,  al  più  longo ,  onninamente  nelprincipio 
delmefefegucnte.  Et  veramente  quel  Re,  non  per  fcr  piacere  al  Pontefice,  ma 
perche  cofi  icnciua,  follccitaua  l'efpeditione,  perche,  douendofi  far'  una  Dieta, 
non  voleuachc  vifoifero  Ambafciatori  del  Padre  al  Concilio:  &'diccua,che, 
quando  quello  foifc  chiufojle  cofe  delia  religione  in  Germania  farebbono  anda- 
te aifai  meglio. 

Lequali 


?APA  Pio  mi.  LIBRO     OTTAVO.  8i. 

Lcquali  cole  eircndo  intefc  dalla  maggioc  parte  de  Padui  con  molto  piacere, 
iddi  quindici  Nouembre  ,  il  Cardinal  Morone  fece  unaCongregatione  in  caia 
Ifua,  chiamati  li  Legati,  ^  li  dei  Cardinali ,  ^Sc  venticinque  Vetcoui,  leciti  li  piti 
principali  delle  Nationi:  epropofc,  che  cllcndoftato  congregato  il  Concilio 
Iperlibirogai  di  Germaniasik  Francia;  iScfacendoall'horainlLuizarimperato- 
i:e>5c  ilRède'Romani;  &:ilCardinal  di  Lorena,  Staccili  Prencipi,  che  vi  fi 
ponelle  tìncdicelfero  il  parer  loro  circa  il  tinirlo,^:  circa  il  modo.  Il  Cardinal 
di  Lorena  dille  ,  Che  il  finirlo  era  necellario,  per  non  teneri  più  fofpela  la  Chri- 
;ftianità,&  chiarir  li  Catohci  di  quello  che  doueiiano  credere  :  ^nc  per  Iciiar  17«- 
i^fr^'w di  Germania, ilqualeilcndo  Inabilito  a  douer durare  fino  aitine  delCon- 
cilio,non  lì  può  in  altra  maniera  leuarc,  Se  il  continuarlo  più  longamente  cller 
detrimento  della  Chieia  Catolica.  Che  bifognaua  anco  finire^  il  Concilio,pcr 
ouuiarcche  inFrancianonl'c  nefacciaun  Nationale.  Qu^toalmodo,  dilìc,  >; 
che  lì  potrebbe  finir  con  una  Sellìone,  trattando  in  quella  il  rimanente  della 
Riforma, &  dando efpeditione  al  Catechilmoj  &  all'Indice  de' libri  prohibi- 
'  ti, che  già  erano  u\  ordine,Si  rimettendo  al  Papa  le  altre  cofc  che  rimancilcro, 
fenza  difputar  gli  Articoli  delle  Indulgentic ,  &z  Imagini  ;  e  non  fi  faccilcro  A- 
nathemicontra  particolari  hereticijin*  fi  palTailecon  termini  generali.  Del  fi- 
nir il  Concilio, in  qualche  modo>tutti  aiFentirono,  faluo  che  rArciuelcouo  di 
Granata,ilqual  dillcChefi  rimetceua  all'  Ambaiciatore  del  ilio  Re.  Fa  propo- 
fto  da  alcuno,  che  non  li  potcua dargli  fine  al'soluto  ,  poiché reftauaao  tante 
materie  da  trattare  :  mache  fipotelFe  farlo  con  intimar  un'  altro  dopo  dicci  an- 
ni, ilche  haucrebbe  fcruito  per  impedire  che  le  proLiin0e  non  faccilcro  Conci- 
li) Nationali,  &  per  rimetter'  a  quel  tempo  la  detc^p^l'ininatione  delle  cole  che 
,  rcilaflcrojvSc  anco  l'-hanathcmatizare.  Il  Vcfcouo  di  Brefcia  propofe,  che  fi  tro- 
iiafse  un  modo  mediojtra  il  mettergli  compito  fine,&  la  fofpenfione  :  perche  il 
finirlojfarebbe  flato  diipcrare  gli  hcretici:i<^  il  rofpenderlo,non  fatisfar  li  Cato- 
lici.  Ma  quelli  pareri  non  hebbero  fcguito,  adherendo  gli  altri  a  quello,  che  il 
Cardinale  deito  haueua. 

Del  modo  ,rArciuelcouo  d'Otranto  diife»  Che  ranathematizarglihcreticie^,/^^g  ^ 
era  cofa  necclìaria,(Sc  ufata  da  tutti  li  Concilij:anzi  che  in  quello  ftà  ropera,che  efigrtirjo, 
dalle  Sinodi  fi  ricercarperchc  molti  non  fono  capaci  d'intender  la  verità,  ofal-i?-^«^''  '"«  ter* 
l'irà  delle  openioni,  con  proprio  gindicio  ;  quali  f'olamentc  le  ieguono ,  o  le  ab-"""'  5'"e><z/ò. 
horrifcono,  per  il  creditOjodifcredito  degli  authori:  che  il  CoiiCilioCalcedo- 
nenfcpieno d'huomini  dotti,per  chiarirfì  feTheoderetOjVefcouo di  Ciio,che 
era  dottifTimo,  era  Cattohco,  o  nò,  volendo  egli  render  conto  della  fede  >  non 
volle  alcoltar' altro,  ma  folamente  ricercò  che  dicclFe  chiaramente  Anathema' 
aNeftorio.Che  fé  in  quel  Co.ncilio  non  anathematizalTero  Luthero,  &  Zuin- 
glio,&  altri  capi  giài-norti,&  de' viuenti  quelli,  che  fi^guono  lalordottrina,fi.- 
.  potrebbe  dire  il  Concilio  hauer'opcrato  in  vano.Replicò  il  Cardinale,  che  altri, 
tempi  ricercano  altri  confegliiall'hora  le  differenze  della  religione  erano  tra  li. 
Yefcoui,&:  li  Pretidi  Popoli  veniuano  per  acceirorio;&  liGradi,o  nò  fé  ne  inrro- 
jxietteuano  yo  quado  pur'  adheriuano  a  qualche  kercfia  ,nó  f  e  ne  faceuano  capi.. 


Si(S  CONCILIO     DI   TRENTO       Papa  Pio  IIII. 

^j.-,   j3    Adelfo ,  elTer  tutto  in  contrailo,  li  minifìri  &  predicanti  d'hcrctici  non  poterfì 
LXiii.     dir'capidi  Ictta^mapiùtoftoi  Prcncipi  ,agliintcrefli  de'quali  li  Predicatori,  & 
Macftriloro,  s'accomiTiodano.    Chi  vorrà  no  minar  li  veri  capi  d'herctici, 
coucaà  nommar  la  Fuegina  d'Ir:  ghiltcrrra,la  Regina  diNauarra,il  Prencipedi 
&Condc,rElettor  Palatino  dei  Reno.l'ElettGr  diSaflbnia,  &  molti  altri  Du- 
chijPrencipi  di  Gcrmania.QLicfto  (ara  caufa  di  fargli  unire  infieme,  &  rifentir- 
fl  :  ilche  non  potrà  cfTere  jfenza  quale  he  fcandalo:  &  chi  proponelfe  anco  la 
dannationede'  foHLuthero,  &:Zuinglio,orin2tercbbe talmente  ,chenafce- 
rcbbe  qualche  gran  confufione.    Peròjaccommcdandofì,  nona  quello,  che 
fi  vorrebbe,  ir.a  a  quello  chefìpuojcflermegiior  tifolutione  quella,  cheufciii 
manco  fuori  deli'  uniuerfale. 
,  ,-^^y       Morone  mandò  a  chiamar  gli  Ambafciatori  Ecclefiaftici ,  a'  quali  comma- 
vi^^ìfentZol  nicata  lapropofta,  6^  il  parer  de'  congregati,  eflì  ancora  acconfentirono  al  fi- 
ne >&  al  riiodo,  fecondo  il  voto  di  Lorena.  Fu,  col  parere  di  tutti,  mandato  a 
communicare  la  rifolutione  agli  Ambafciatori  Secolari,da'  quali  tutti  fu  afifeii- 
faluo  le  SpX'  rito ,  eccetto  che  dallo  Spagnuolo,  ilqual  rifpofe,  di  non  hauer  l'efpreira  vo- 
gnuoloymanit-  j^^^j.^  ^^I  ^^  ^  ma  ben  ricercare  che  s'interponga  tempo,  tanto,  che  polli  hauerla. 
XólhlmtLi  Q^fto  non  oftanre ,  li  Legati ,  f  ifoluti  di  metter  in  elfecutione  la  deliberatione 
gtim^tàimitr  fatta,diedero  fuora  il  capo  de'  Prencipi,tralafciati  gli  Anathemi,  &  tutti  gli  Ar- 
tii  ■     ticoli  particolari  :  rinouando  folo  li  vecchi  Canoni ,  della  libertà  &  giurifdit- 

tione  Ecclelìaftica:&:  parlando  de'  Prencipi  con  molta  riucrenza,  con  folo  ef- 
fortargli  a  far'  opera  che  li  loro  miniftri  non  le  violalfero.  Qucli'  iftefso  gior- 
no fu  fatta  Congregationc  la  fera ,  per  dar  principio  a  parlar  della  Riforma  ;  & 
prefo  ordincche  fifarebbono  due Congregationi al giorno,(ìn tanto  cheivo- 
ti  folTcro  detti. 

Nelle  Congregationijli  voti  fi  diceuano  con  grandiflìma  breuità ,  &  rifolu- 
tioncfaluo  che  da  una  poca  parte  degli  Spagnuoli,liquali  defiderauano  mettei' 
impediméro,  doucgli  altri  ruttili  storzauanocon  kbreuitàdi  promuouer  l'è- 
fpeditione.  La  maggior  diftìcoltà  fu  fopra  il  capo  fello  della  foggettio  ne  de 
Capitoli  a*  Vefcoui,  per  il  grand' interellc,  nonlolamente  de'medefimi  Vefco- 
ui,ma  anco  del  Rè,in  diminuir  l'autorità  Capitolare,accionon  potelTero  met- 
ter diiiìcoltà  a'iufiidij,  che  in  Spagna  vengono  fpeiroimpofti:&  dall' altro  can- 
to,perli  fauori,che  da  Legati  erano  predati  a  Capitoli,pcrli«;juali,  &  per  le  ra- 
gioni che  lì  adduceuano,  molti  de  gì'  Italiani ,  che  prima  pareuano  a  fauor  de* 
Vefcoui,  fi  erano  mutati  a  fauor  de' Capitoli.  Mandò  per  quello  il  Conte 
di  Luna  un  Corriero  in  diligenza  a  Roma,  per  auifo  delquale  l'Ambafciatore 
Varc^as  fece  ufficio  col  Pontefice  per  la  caufa  de'  Vefcoui  :  &  rimettendoiì  \\  Pa- 
pa, fecondo  il  fuocoftume,  al  Concilio,  lì  dolfeTAm-bafciatorc,  che  li  Prelati 
Italiani  erano  (lati  pratticati  a  mutar  voto  in  quella  matcria:a  che  il  Papa  pron- 
tamente dilTe,  Eller  mutati ,  perche  fono  liberi.  Ma  che  l'Agente  de' Capitoli 
non  nera  partito  dal  Concilio  ,  con  libertà,  elfendo  flato  fcacciato:  &iìdol- 
fe  con  queir  occahone,che  il  Conte  di  Luna  faceile  uffici)  in  Trento,  accio  non 
il  mctteire  fine  al  Concilio.  Scriirc  con  tutto  ciò  il  Pontefice  fecondo  la  ri- 
chieda 


Papa  Pio  Ilir.  LIBRO    OTTAVO.  Bij 

ciliegia  dell*  Ambafciatoretma  però  con  termini,  che  non  disfauoriuano  lepre-  cio  id 
tenlìoni  de'  Capitoli:3i  fu  finalraence  formato  il  Decreto,  con  qualche  aumen-  l-  x  i  ir, 
lo  d'autorità  Epifcopale  in  Spagnajfeben  non  quanto  deiìderauano. 

Gli  Ambafciatori  Veneti  fecero  inftanza,  che  nel  Capitolo  de' lufpatrona-  - 
ti,  elfendo  eccettuati  quelli  dell' Imperatore,  &  RèjfofTero  anco  eccettuati 
quellidcllaRepublicaloro.  Haueuano  defiderioli  Legati  di  compiacergli, 
ma  fu  difficile  trouar  modo  :  perche  l'eccettuare  tutte  le  Republiche  ,  era  una 
troppo  grand'  ampiczza:&  il  nominarla  fpecificatamentejpareua  materia  di  ge- 
losa.   Trouarono  temperamento,di  coxnprenderla  nel  numero  de'  Rè,con  di- 


hiarare,  che  fra  quelli  fono  comprefì  li  poireirori  di  Regni ,  fé  ben  non  hanno 
il  nome. 

Nella  Conc^regatione  de'  venti,fu  propofto  di  dimandar  la  conferma  al  Papa 
di  tutti  li  decreti  del  Concilio,tanto  fatti  (otto  Paolo  Se  Giulio,quanro  fotto  la 
Santità  fua.  L'Arciuefcouo  di  Granata  promeife  difficoltà,con  dire,  Che  nella 
decimafefta  Seffìone;  laqual  fu  l'ultima  lotto  Giulio,  quando  il  Concilio  fu  fo- 
fpefojfu  inriemcordinato,che  follerò  olferuati  tutti  li  Decreti  fma  all'horafta- 
tuiti  dalla  Sinodo,  lenza  hauer  detto,che  vi  hiVe  qualche  bifogno  di  conferma: 
onde  il  dimandar  di  quelli,  conferma  dal  Som.mo  Pontefice,  non  elfer'  altro 
che  condannar  quei  Padri,  quali  all'  hora  giudicaroncchcfenza  conferma  al- 
cuna, poteiVero  elTer  meffi  in  effecutione.  Soggiongen^o,  che  da  lui  non  era 
detto,perche  non  approualTe  il  richieder  la  conferma }  ma,accioche,  confidera- 
ta  l'oppofitioné,  fi  trouafle  modo  d'ufar  parole  non  pregiudicanti.  L'Arciuef- 
couo d'Otranto  rifpofe ,  Che  il  Decreto ,  nominato  da  Granata ,  non  folo  non 
fauoriua  l'oppofitioné  che  egli  ne  cauaua,che  anzi  la riiolueua,  moftrado  chia- 
ramente ;  che  nonhaueua  le  ordinationi fatte  per  obligatorie,  poiché  no  com- 
mandauajmafemplicemente  eirortauache  follerò  riceimtc,6<:  olTeruatetdi  che 
non  fi  poteua  allegar  altra  caufa,che  il  mancamento  della  conferma.  Si  quiet  ò 
il  Granata,  &  fu  deliberato  di  dimandar  la  conferma,  come  era  propofto  di  con- 
(enfo  communc-.ma  nel  modo  fu  qualche  ditFerenza.Ad  una  gran  parte  non  pia- 
ceua,  che  il  Concilio  dimandalfe  la  conferma,&  fenza  afpettar  rifpofta fi  dilfol- 
iicire  :  allegando  che  non  farebbe  con  dcgnità,  ne  della  Sede  Apoftolica,  ne  del 
Concilio,  &  che  parrebbe  un  accordo  fatto  tra  quefto,  &  quella  :  perche  al- 
trimenti, quando  alcuna  cofa  non  folfe  confermata ,  conuenirebbe;purc  che  la 
prouifione  folle  fatta  dal  medefimo  Concilio.  A  quali,  che  molti  erano,per  fa- 
tisfare,  il  Cardinale  Moione  hauerebbc  voluto  che  nella  Seflione  de' none,  la- 
quale  per  la  moltiplicità  delle  materie,  ftimauano  che  douelFe  durar  tre  gior- 
ni ,  nel  primo  giorno  fi  fpedilfe  Corriere  per  dimandar  la  conferma,  al  ritorno 
delquale  fi  facelle  una  altra  Seflìone ,  fenza  altra  attione ,  che  di  licentiar  la  Si- 
nodo. Ma  quefto  parere  haueua anco  alTai  contrarietà.  Perche,fe  fi  voleua  che 
il  Papa  immediate  ,  lenza  vedere  &.eiraminar  li  Decreti,  vcnilfe  alla  conferma, 
tornaua  la  difficoltà  medefima;  fé  con  cflaminargli,  fi  ricercaua  tempo  di  mefì.  ^   , 

Finalmente ,  il  Cardinal  di  Lorena  confiderò  a'  Padri,  che  quelle  difficoltà  ^ra-"™^^^^'^ 
no  per  allongar  il  Concilio:  che  egli,ac  li  Franc^fi,erano  coftretti  ritornarfene,  „„  J"    '     " 

i-i  JL  i_ii  1 


Si8  CONCILIO    DI  TRENTO       'PapaPio  Illl. 

e  1 3    1 3     o  finito,  o  non  finito,  il  Concilio  ;  che  cofi  haueuano  ordine  dal  Rè,  &  partiti 
LXiii.     tattieflì,il  Concilio  non  fi  potrebbe  chiamar  Generale,  mancando  una  Natio- 
ne:onde  farebbe  diminuito  didegnità,&  d'honorej  &  potrebbe  eccitar  Concili) 
Nationali,&  altre  difficoltà.  Quefta  mezza  protcfta ,  aggionti  gli  ufticij  de  Ce- 
larci per  rcfpeditione  più  voltciì  rifoluè  di  dimandar  la  conferma, &  licentiar  la 
^     Sinodo  nella  medefunaSeflìonc. 
'  ^"'pwo  rlr        ^^  Cardinal  di  Lorena  fcrilfe  in  Venetia  in  diligenza  all'  Ambafciatore  Fcr- 
retornjre       rier,che,  efiendo  accoramodato  il  Capo  de'  Prencipi,doueire  tornare  a  Trento. 
V^mbafc.     Ilqual  rifpole,  di  non  poterlo  fare,  fé  non  haueua  particolar  commiflìane  di 
Trancefi  a    Francia:  poiche  perle  lettere  de' nouc,  il  Rè  hàueua  (critto  alui,&  ancoadelfo 
Tremo:         Cardinalc,che,cjuando  il  Decreto  folle  (lato  acconcio,  &c  egli  auifato,  hauercb- 
1         be  rimandato  rAmbafciatorejperilchc  aluieranecelfarioalpettarordinediSiia 
Macftà.  Ma  tutcauiafcrifle  al  Rè,  che  non  haueua  (limato  bene  per  il  fuoferui- 
tio  tornarci, perche  le  ragioni  Regie,  &.  libertà  della  Chiefa  Gallicana,  erana 
violate  ancora  in  altri  decreti  pubiicati  in  quella  Scffione^ 
deputati  a  for-      Ridotta  la  Riforma  a  buon  termine,fa  data  cura  al  Cardinal  Varmienfccoiil 
mare  decreti  Otto  Prelati,di  formar  il  Decreto  delPurgatorio,Inuocatione>Veneratione,  Re-  ' 
del  Purgato-  liquie,  &  Imagini  de' Santi  :  &  quantonque  hauellero  tutti  quefti  fine  di  non 
rioj    ^    .      metter  in  campo  cofe  di  difficoltà,  non  erano  concordi.  Voleuanoalcimi  d'ef- 
f^a  m,conce-  ^  ^^^  mentione  del  luogo ,  &  del  fuoco,  come  nel  Concilio  Fiorentino.  Altri 
rkmme:       diceuano,che,  nonellcndoquefto  fenza difficoltà, ne  eiPendo  eafariufcibileil 
trouar  parole  da  efprimerlo,che  diano  fodisfattione  a  tutti,  meglio  era  non  dir* 
altro ,  fenon  che  le  buone  opere  de'  fedeli  giouanoa'morti  per  rimeffione  delle 
pene.  L'Arciuefcouo  di  Lanciano  raccordò,  che,  trattandofì  della  Meifa,  s'era 
fatta  mentione,  che  quel  Sacrificio  è  offerito  per  li  defonti  in  Chriftcnon  intie- 
ramente  purgati  :  per  lequali  parole  la  dottrina  del  Purgatorio  era  alfai  definita: 
onde  non  occorreua  altro  fare,fenon  ordinare  a'  Vefcoui,  che  la  faceifero  predi- 
carci: leuare  gli  abuli,hauendo  anco  cura  che  non  fi  manchi  de'  fuffragij  debiti 
per  li  defunti.Etin  quefta  fententia  Riformato  il  Decreto. 

Nella  materia  de' Santi  furono  facilmente  concordi  nel  condannar  partico" 
larmente,&  fpecificamente  tutte  le  opinioni  contrarie  agli  ufi  della  Chiefa  Ro- 
mana. Delle  Imagini  vi  fu  un  poco  di  differenza.  Perche  l'Arciuefcouo  non  vo-- 
leua  che  altro  honore  glifoife  debito  ,  fenon  per  relatione  allacofafignificata.. 
Mail  General  Lainez,  che  era  un'altro  deformatori :  aggiongeua,che^oltra^ 
queir  honore,quando  fono  dedicate,^:  pofte  in  luogo  d'adoratione ,  gli  conuie-  - 
ne  una  altra  veneratione  propria  a  loro,oltre  l'adoratione,  che  fi  prefta  al  fanto- 
venerato  in  quelle ,  chiamando  quefta  adoratione  relatiua ,  6c  quella  obiettiua., 
Prouauailfuo  pàrere,perche  livafi,  6c  vefttfacrate,fono  degne  d'una  riuerenza. 
pur  propria  a  loro,  per  ragione  della  confecratione,  fé  ben  non  rapprefentano 
Santo  alcuno:  &cofiairimagine dedicata, oltra la  raggion  della rapprefenta- 
tionc,è  debita  una  adorationcper  ragion  della  dedicatione.  Il  Cardinale  Var- 
mienlcper  fodisfattione  d'ambi lipareii,conclufe,che  quel  dell'  Arciuefcouo'fì: 

doueife 


Papa  Pio  Ilir.  LIBRO    OTTAVO.  Sio 

douefreerprimerecomefacilei&:  chiarojfenzaperò  metter  parole  che  potefTcro    <^^^   i^ 
piegiudicar  all'altro.  lxiii. 

Furono  ancora  clcputati,perriiiecler  la  Rifoimade'  Frati,& Monache, alqua-  ^  P^^Jf  ^'fi^: 
ti  Prelatijolcra  quellijcherhaucuanocópoftaj&inficraealoro  aggiontili  Gè-*"**  *  ^^""'^ 
rierali:  neilaqual  Congrcgationcaltro  non  fu  murato,  fcnon,  che,  eiicndo  gene- 
ralmétecóceiro  nel  terzo  a  tutti  li  Monaftcrij  de'  Regolari  Mendicàti,di  poiFe- 
der  beni  immobili,rc  ben  l'inilitutionelocoè  contraria^FraFrancefco  Zamorra, 
General  de' Minori  OlFeiuantijfecc  inftaza  che  l'Ordine  fuo  foiFe  eccettuato,  al- 
legando che  intendeua  di  viuer  fecondo  la  Regola  di  S.Francefco,dallaquale 
non  era  ^riufto  ellentar  quelli,  che  nonlodimandauano:  &  gli  fu  data  fodisfat- 
tione,eccettuando  il  Ilio  Ordine.  Et  li  Capuccini  ancora,  facendone  inftanza 
Fra  Thomafo di  Ca{lello,loro  Generale.  Anco  il  General  Lainezfeceinftajiza, 
che  fulTe  eccettuatala  Compagnia  di  GichbdiccndcChejquantoquc  li  Colle- 
o-i),elFendo  deputati  per  tratt  enimenro  degli  Scolari ,  non  ancora  farti  Rcligio- 
fh  poflìno  goder  beni  inabili ,  però  le  cafe  profcilc  ,nellcqualieircntialn-; ente  la 
Società  conlìfte,non polFono  viuercfenon  di  mendicicà.  Oc  fcnza  polFefllone  di 
qual  fi  voglia  (labile.      Fu  facilmente  compiaciuto:  mail  giorno  feguenre  ri- 
tornò,&  ricercò,che  folle  leuata  queir  ecceccione,dicciido,  chclaSocicràfuae- 
raperconferuaifi  perpetuamente  nella  pura  mendicirancilc  cafeprofcise:  ma 
non  (Icuiauad'hauerne  quello  honoreapprelFo  ilnìondo,  baftargii  il  merito 
appreiroDio,ilquale  farà  ranto  maggiore,  quanto,  potendofi  valer  dell'  habili- 
tà  fatta  dal  Concilio  ,  nonrciie  valerannomai.    Quella  delibcrarione  fu  pre- 
fa  per  coramune  rilolutione  di  tucti  quattro  li  Gicluiti ,  che  erano  in  Conci- 
liojpropolla  dalPadre  Torres,  ilqualdilFe,  Che cofi facendo  ,larebbono  {lati 
in  libertà  di  valerli,  o  non  valerfi  della  concellione  del  Concilio,  fecondo  l'op- 
portunità. 

Nel  decimoquinto  capo  era  {latuito,che  la  profelTìone  non  fi  facelFe  inanzi  di- 
ciotto anni  finiri,&  il  Nouitiato  durairc,almeno,ducanni,inqualonqueetà  il 
Nouizzio  folFc  entrato:  achetutrili  Generali  s'oppoltro,  dicendo.  Che  non 
era  giudo  impedir  ringL-eiFo della religioneanilsuno  capace  di conofccr quel- 
lo cheli  voti  Regolari  importano:che  quella  capacità  era  Hata  della  Chiefa  giu- 
dicata a  fedicianni,in  tempocheilmondo  non  era  tanto  fuegliato  ,  che  hora 
più  tofto  conueniuaabbalFaiejche  inalzar  Fetà:la  qual  ragione  anco  adopetaua- 
no  contrail  biennio  del  Noi'.iriato.Infine,poiches'attendeua  adar  lodisFattio- 
ne  a  tutti,  deliberarono  di  fodisfar  anco  li  Generali,  &  noninnouar  niente  in 
quella  parte. 

Oltre  li  vemidue  capi,  un  altro  vi  era,nelquale  ficoncedeuaa'Prouinciali, 
Generali,  &  Capi  degli  Oidini,  di  poter  Icacciat  fuori  delF  Ordine,  <k  priuar 
dell' habiro,  gì' incoirigibili:  contra  ilquale  Giouanni  Antonio  Facchinttto, 
VefcouodiNicallro,s'oppofc  acremente,  con  dire,  Che  la  profclFione,  Gl'arto 
d'admetter  a  quella,  fono  uncontiatrofcambieuole,  &  comeusimatrimonio, 
per  quale  il  Monallerio  è  obligato  al  profefso  ,  &  il  profclFo  al  Monafte- 
rio  :  &  ficomc  quello  non  potcua  partire,  cofi  quello  non  poteua  fcacciarlo: 


Sto  CONCILIO   DI   TRENTO.  Papa  Pio  IIII. 

^j3  j3  ^  che  i  con  queldecrero  s'haiierebbe  fatto  fi ,  che  tutte  le  città  farcbbono  pie- 
Lxiii.  1"^^ "^^ Frati  elpulfu con fcandalo grane deU'ccolo.Incontrario  l'Arciuefconodi. 
Roflino  diceua ,  Non  effere  la  rclatione ,  che  tra  il  marito,  &c  moglie,  ma  quella 
che  tra  padre,  &  figlio  :&  al  figlio  non  ellcr  mai  lecito  rifturar  il  padrcma  il  pa- 
dre poter  emancipar  il  figlio ,  raaffime  difobcdicntc ,  &:  eifcr  minor  male  veder 
nelle  città  Frati  elpulfi ,  che  ne'  Monafteri  incorrigibili.  I  Generali  non  erano 
tutti  d'un  parere:  li  perpetui  fentiuano  refpulfione  :  li  temporali  >  voleuano  che 
folFe  prohibita.  Ma,recondo  il  coftume  della  multitudinc, quando  delibera,in- 
clinò  la  maggior  parte  a  lafciar  le  cofe  nello  ftatoche  erano,  &non  decretare 
ne  per  l'una,  ne  per  l'altra  parte.  Ma  in  quella  confulta,  fu  TpclTe  volte,  &  da 
molti,replicato,che  il  popolo  riceueua  gran  fcandalo,vedendo  uno  portar  l'ha- 
bito  da  Religiofo  più  anni,&;  poi  farfi  Secolare.Qiiefto  mife  in  campo  la  profef- 
fìone  tacita,  «Se  fece'entrar  intrattationejle  fi  doaeiTe  dichiararla valid-ìjìcome 
fina  queir  hora  era  ftatajO  pur  dichiarare  che  nilFunaprofelIìoneartringa ,  fe- 
non  refpreira.  Hebbe  anco  quello  le  Tue  difficoltà:per  temperamento  dellequa- 
li,  fu  trouata  quella  rifolutione,che  il  Prelato  Religiofo ,  finito  Fanno  della  pro- 
batione, folte  tenuto,olicentiar  il  Nouizzio,oadmetterlo  alla  profeflìone.  Et 
quello  fu  aggionto  nel  capo  feftccome  in  luogo  conueniente. 

Il  General  Lainez  commendò  fommamente  ilDecreto,come  necelFariorma 
ricercòschelaiuaSocietànefoireeccettuatatallegandojeirerdiuerfalaconditio-  - 
ne  di  quella,&;  d'altri  Ordini  Regolari:  in  quelli,per  antichiflìma  coniuetudmc, 
ì^c  approbatione  della  Sede  Apoftolica,  hauer  luogo  la  profeilìone  tacita,  che 
nella  loro -Società  è  prohibita  :  ceiFar  la  caufa  dello  icandalo,  che  può  haaereil 
popolo  degli  altri ,  vedendogli  in  habito  Secolare ,  dopo  hauer  portato  il  Reli- 
giofo longamente,per  non  eflerFliabito  de'  Giefuitidiftinto  dal  Secolare.  Ha- 
uer'anco  la  Società  fua  confermatione  dalla  Sede  Apoftolica ,  cheilfuperiore 
polli  admetter  alla  profeflìone  dopo  longo  tempo  ;  cola  che  nilFun  Regolare  ha 
maihauuto.  Tutti  inclinarono  a  fauorirlo,con  far  l'eccettione,neldiftenderla- 
quale,il  Padre  contefcche  le  regole  del  parlar  Latino  voleuano,che  s'efprimcf- 
fe  per  plurale,  dicendo.  Che  per  quelle  cole  la  Sinodo  non  intende  alterar  l'in- 
tlitutode'  Giefuiti,&:c.  &c  nonfuconfiderato  ,  che  quel  modo  di  parlare  po- 
lena riferirficofi  a  queftoadmettere,  oliccntiari  Nouizziin  capo  Panno,  co- 
me anco  a' tutto'l  contenuto  nel  capo  decimofefto:  &  anco  fi  potelFe  riferire  a 
ruttelecofe  contenute  ne' fedici  capi.  Mailpadre  fifcppe  valer  deilapocaau- 
uertenza  degli  altri ,  gettando  un  fondamento ,  fopra  quale  li  Giciuiti  iegucnti 
poteilero  fabricar  la  fingolarità,che  fi  vede  nella  Società  loro. 
tongHgatìom  LaCongregatione  de'  ventidue  versò  fopra  le  Indiilgentie  :  la  difficoltà  ,  8c 
foprr*  le  In-  longhezza  della  materia  induceua  la  maggior  parte  in  parercchc  nonfenepar- 
dvlg'n^e»  lalFcche  già  era  perfuafa  a  tutti  Fopmionc,che  bifognalFe  euitar  le  difficoltà.  E- 
rano  nodimeno  alcunijche  voleuano  trattarne,  dicendo.  Che  il  fare  altrimenti» 
farebbe  dar'  occafione  agli  heretici,di  dire,che  s'el-a  fuggito  trattarne,petnó  ha- 
uer ragione  difoftentarla.  Ad  altri  pareua^chebaftalFe  trattar  dell' ufo  folamen- 
te  d'elle  j  leuando  gli  abufi  j  che  la  corrottione  de' tempi  ha  introdottOc  Diceua 

FAiu- 


Papa  Pio  mi.  LIBRO   OTTAVO.  8ii 

l'Ambafciatordi  Portogallo,  difpiacerglij  che  non  (rfuccire;  prouifionc  alle  ci3"'iT* 
Cruciate  :  mivolcrtaccrcjacciochedaalcuno  non  foireprcfaoccafìonc con  lxiii. 
quello  d'allongar  il  Concilio.  Li  mcdGlimi  Ambalciaton  dell' Impeiarore/e 
bentattiunitiarollecicarl'erped!tione>peL-  lacommiflionc  haaiita  da' loto  Si- 
gnori,aon  etano  concoidi  in  quello.  Praga  voleua,  che  fi  tralalciaife il  parlar 
de* dogmi.  Cinque Cliicrediccua,chc,aontrati:dndorcncj6<: non proiiedendo 
agli  abufì  delle  ReÌiquie,5cdelkTmagini,  ^Scdel  PargatoricreHaiia  la  Sinodo 
in  vergogna. 

Il  Vefcoiio  di  Modena  confiderò  a'  Padri,che)quando  s'hauelTe  voluto  trat-  f'  ^'fi'-'"'''  ài 
tar  delle  Indulgenzcal  modo  che  della  Giullifìcatione  s'era  fatto',  coniìderaii-  ^^'""'^''^  ^'"«- 
do  tutte  le  caal'e,&  rifoluendo  tuccc  le  qucftioni,  era  cofa  jmoko  longaj&  diftì-  "^""^"^^* 
cile,&  che  hauerebbe  portato  gran  tempo,  non  elfendo  polfibile  metter  quella 
materia  in  chiarojfenon  rifoluendo  prima,fefono  alTolutioni,  opurcompcn- 
fationi,&futFragij}  &  fé  rimettono  le  pene  impofte  dalConfeiforfolamcntco 
pur  tutte  le  debite  :  parimente,  fc  il  teforo,  che  fi  mette  per  fondamento  loro, 
conft  ide'foli  meritidiChrifto^opurvièbifogno  di  quei  de'  Santi  ancora  ;  fc 
lì  polfono  dare ,  fenza  che  chi  le  riceue,  prefti  opera  alcuna  :  fc  s'eilendono  a' 
inortiancoraj&  altre  cofe  di  non  minor  difficoltà.  Ma,per  determinare  che  la 
Chiefahapotcftàdi  concederle, &  che  in  ruttili  tempi  Ichaconcelfe,  &:  che 
fono  molto  utili  al  popolo  fcdele/e  degnamente  le  riceue ,  non  vi  erabifogno 
ài  tanta difputa.L'autorità  di  concederle  haueriì  nella  Diuina  fcrittura,  il  con- 
tinuato ufo  pcrTraditione  Apoftolica,&  per  autorità  de'  Concili)  :  <!k  la  chia- 
rezza di  tuttala  màteria,perla  concorde  dottrina  de'Theologi  Scolatici:  che 
fopra  quefto  li  poceuaformar  un Decreto,che  farebbefenzadifiicolta.il pare- 
re hebbe  affai  feguito  ,  Se  fu  deputato  lui  con  altri  Vefcoui  Frati ,  per  formar  il 
Decreto  fecondo  quel  fenfo,aggiontoui  laprouiiìone  agli  abufi. 

Nelle  fcgucnti  Congregationi  fi  trattò  dell' Indice  de' libri»  delCatechif  wo/wa/mci^- 
mcBreuiariOjMilIaleiAgende:  &furono  lette  le  cofe  deliberate  nelle  Congvc- fi  rime (^ì  al 
garioni  particolari  de'  Prelati  deputati  a  quelle  materie,fmo  dalprincipio  della  P^P'^f'r  bre-;- 
Sinodo  :  &  farebbono  eccitati  difpareri,parendo  ad  alcunijche  contra  ragione  ""''' 
foifero  ccnfurati  certi  aiitori,.?^  libri  ;  ad  altri  parendojche  folfero  tralafciati  di 
quelli  che  maggiormente  meritauano  cenfura.    Et  delCatechifino  non  vi  fu 
minor  diificoltà ,  parendo  ad  alcuni ,  che  l'opera  preparata  non  folle  una  cate- 
chefi da  metter  percommune  a  tutta  la Chiefa,  nellaquale  la  maggior  parte  è* 
de'  femplici;  &  altri  defiderandoui  dentro  maggiori  cofe.  De'  libri  Rituali  an- 
cora non  vi  fu  minor  diflìcoltàjelfendo  moki, che  dcfiderauano  unaunifòrmi- 
tà  in  tutta  la  Chiefa:  &akri,chedifendeaanoli.riti  delle  proprie  loro  :  &,  ve- 
duto che  quelle  erano  materie  dunon  finir  di  decider  in  un'anno>fu  propofto 
da'  Legati,che  il  Ritto  folTe  rimclfo  'A  Pontchce.Alcuni  pochi  Prelati  non  con- 
lèntirono,&  nominatamente  il  VcfcouodiLeridafece  unalongaoratione,  a 
dimoftrare,  che  fé  nilfuna  cofa  era  propria  d'un  Concilio ,  era  quella  dei  Cate- 
chifmojefiendo  un  libro,che  debbe  tener  il  primo  luogcdopo  il  Simbolo  nel- 
la Chiefa  ;  e  de'libri  Rituali,che  debbono  tener  il  fecondoineU' emendar  liciuar 

LLLll     uj 


8ii  CONCILIO    DI  TRENTO         PapaPioIIII; 

e  1 3  1 3    li  elfemi  bifogno  d'una  efquifica  cogiiitione  dell'  antichità  j  Se  de'  coftumi  di 
LXi  1 1.      tacce  le  Regioni,  laquale  non  11  crociera  nella  Corte  Romana  :  doue  ,  qnanton- 
qiic  lìano  haomini  d'eccellente  ingegno ,  &  varia  eruditione  j  non  però  atten- 
dono a  quella  forte  di  lettere,  che  e  necelfariaper  farcofache  meriti  elTer  com- 
mendata, ma  quello  elfer  più  proprio  d'unConcilio.     Mal^rifolutione  di  fi- 
nire,&  il  defiderio  di  partire  di  Trento,  gli  fece  preitar  poca  audienza  dall'  uni- 
uerfale. 
nuoui  inflan-      Addì  venticinque  del  mefc  il  Conte  di  Luna  il  prefentò  a'  Legati,  con  l'in- 
^^  ^e^^'  -^«1-  ilmza  in  fcrittura ,  e  fi  dolfe ,  che  fi  tralafciaffero  le  materie  più  principali ,  per 
l  dd^prnpor-  ^i^^^ì  ^^  Concilio  era  Congregato  :  che  quelle  jjocheche  fitrattauanofi  preci- 
yg/^g^jfj^^i-picalìero;  che  fivoleUehnir'ilGonciliofcnzalcientiadelfuo  Rè  :  concluden- 
fitttminTre-  do,  chefiafcoltalFeroiipareride'  Theologi  l'oprale  materie  de' dogmi:  de  che 
(0,  del  fine  del  Concilio  s'afpettaire  rifpofta  diSpagna.Rifpofero  li  Legati,  Le  cofe 

effer  tanto  inanzi ,  che  non  vi  era  tempo  d'afpettarc ,  ne  farebbe  ftaco  pofilbile 
ritener  tanti  Vefcoui,che  già  erano  in  ordine  per  partire.  Replico  il  Conte,che> 
fé  il  Concilio  fi  finirà  fenza  participatione  deliuo  Rè,farebbe,oltra  quella  in- 
ftanza,quello  di  più  che  folle  conueniente.  Sopra  di  qucfto  li  Legati  fpedirono 
in  diligenza  al  Pontefice,  &c  il  Conte  ne  fcrilFe  all'  Ambafciator  Vargas  ,  accio 
s'adoperaffe  col  Papa:  ma  egli  hebbe  per  fuperfluo  farne  alcuna  inftanza;  co- 
fi  ,  perche  all'  arriuo  del  Corriere  il  Papa  era  caduto  in  grauiflima  indilpofitio- 
eiìnutllea  ne;  come,  perche  hauendo  fatta  la  medefima  inftanza  qualche  giorno  inanzi, 
j{^mi:  il  Papa,  per  conclufione,  glirifpoie,chefirimetteuaal  Concilio,  alqualenon 

voleua  leuar  la  libertà  tanto  ricercata  anco  dal  iuo  Rè.  Certa  co{aè,che,dicen- 
do  queir  Ambafciatore,che  bifognaua  tener'  aperto  il  Concilio,  perche  tutto'l 
mondo  lo  riccrcaua,rirpQfe  il  Pontefice,  Chi  era  quefto  mondo,che  lo  voleua? 
foseionfc  l'Ambafciatore,  Spagina  lo  vuolctutto'l  mondo  lo  vuole  :  Et  il  Papa 
replicò ,  Scriuece  in  Spagna ,  che  comprino  un  Tolomeo,  &  ftadino,che  troue- 
ranno  Spagna  non  eiter  tutto'!'  mondo.  Fecero  li  Legati  molti  uffici)  col  Con- 
te di  Luaa,&:  s'adoperarono  anco  etficacemente  con  lui  il  Cardinal  di  Lorena, 
6(rgli  Ambafciatori Cefarei  ;  ne  potendolo  indurre,  efiì  faceuano inftanza  in- 
contrario di  lui  ;  liCciarei  per  nome  dell' Imperatore^  dclRède'Romani,& 
di  tutta  la  Germania.  Lorena,per  nome  del  Rè,&:  Regno  di  Francia.    ILegati, 
rifoluti  di  venir' al  fine  del  Concilio,  fcguendo  Fordinc  del  Pontefice  di  farlo, 
etiandio  repugnando  FAmbafciatoreSpagnuolo,  attendeuano  foUecicamente 
air  efpeditione  delle  materie. 
uadella         Mentre  quefte  cofe  fifannoaddìprimoDiccmbre,al tardi, aiTÌuò,congran 
pericoloft  in-  diligenza  in  Trento,  un  Corriero  da  Roma,  con  aailb,che  il  Pontefice  fopra- 
fermiù  del     gioncoda  grauiillmi  accidenti,era  caduto  in  pericolofainfcrmicà.Porcòleccere 
papa  fa  vie    ^el  Cardinal  Borromeo  a  Legati,  &  al  Cardinal  di  Lorena  ,  che  acccleralFero 

pm  accelerare  p^fp^tifriane  del  Concilio  quanto  folle  polFibilc,&  vi  mcttcilero  fincfenza  ha- 
ilfinedeieo-        ^.^  ,    ,  ^    .  ,,  .  ^  ...  ,  , 

^l'g.  uerriIpectoaialcuno,perouuiare  agi  mconuenienci, che pocrebbono  occor- 

rere (opra  Felettione  del  Papa,fe  il  Concilio  folfe  in  elFerc  in  tempo  di  vacanza 
della  Sedc.Nelle  lettere  vi  erano  poche  parole  di  mano  del  Ponteficcche  com- 
k  mette  Lia 


PapaPioIIII.         libro     OTTAVO.  815 

'mecteua rifteiro airolutamentCj&: a Louena diccua,Raccoidarri della pi-omeila.  ci^i:> 
Ecoraccrta(pei-dirqui,rebcnfLioi-idiliiogo,que(loparticolare)chcilPapaei-a  ^xiii. 
irifolurcfenon  fi  dhaueiia  prcfto,di  ci-carocto  Cardinalij  &  metter' ordine  che 
Ineir  cletcione  del  tlicceirorc  non  nafceile  confiilìonc.  I  LegatijÓc  Lorenasiifo- 
ìluti  d'antecipar  il  tempo  della  Sefiione>(5c  finir  il  Concilio,  o  con  lepropoile, 
o  fenzajfra  due  giorni,  accio  prima  non  lì  poieiFe  haucr  nuoua  della  morte  dei 
Papa,mandaronoacommLinicarrauirohaLmtOj(.^  lalorrilbliitionc  agli  Am- 
balciatorij  &  negotiarono  co'  Prelati  principali.  Tutti  aiìentirono,  eccetto 
rAmbaiciatore  Spagnuolo,qual  diirchaucr'  ordine  dal  luo  Re,  che  vacando  la 
Sede,non  lakiaife  far  Papa  in  Concilio,ma  l'cttione  folfe  de'  Cardinali  j  &:  pe- 
rò, non  faceua  bifogno  precipitare.  Ma  il  Cardinal  Morone,  per  il  contrario 
dilFcche  lapeua  certOjrAmbafciator  di  Francia,che  era  ancora  in  Vcnetia ,  ha- 
uer  commiflìone  di  proteftarcche  quel  Regno  non  obedirebbe  ad  altro  Papa> 
che  air  Eletto  per  ilConciho:ondebifognaua  onninamente  finirlo,  per  fuggir 
ogni  pericolo.Il  Conte  di  Luna  fece  una  Congregatione  de'  Prelati  Spagnuoli 
incafarua,&  diede  fama  d'hauerrifoluto  di  prote(ì:arc,&:  opponerli. 

Con  tutto  ciojla  mattina  fcgucnte  li  Legati  fecero  la  Congregatione,  nella-  Con^-egathnt 
quale  furono  letti  li  decreti  dei  Purgatorio,&  de'Santi,comc  erano  flati  forma-  *««««  '  de- 
li dal  Cardinal  Varmienfe,&  altri  deputati.  Dopo  letta  la  riforma  de'  Frati,il  "■«"P»"''"*^,» 
, .  ,-P        ,        ^.  V    1  •         .  „  1/1-  j  ■     Cr  acconcia  i 

tutto  approuato  congrandi{iimabreuitadivoti,(i?N:  conpochillima  contradit-  cotcfipvf  ilie^ 

tione.Poi  letti  li  Capi  di  Riforma.Ncl  primo,che  de'  coftumi  de'  Vefcoui  trac-  direi 
ta,ai  pairo,doue  fi diccjche, delle  entrate  della  Chtefa,nGnarrÌGhifcanolipa- 
renti,ofamigliari,fidiceua,che  delle  entrate  della  Chiefa,dellequalie(lì  fono 
coftituiti  fedeli  difpenfatori  peripouerij&c.Alqual  ponto  il  Veicouo  di  Sul- 
mona s'oppofe,condirejChe,eircndo  diuife,per  antico  Caiione,le  portioni  de' 
Poueri,della  Fabrica,&  della  Menfa  Epifcopaie,non era  da  dire,che  li  Vefcouiy. 
&  altri  Beneficiati  foifero  difpenfatori.Ma,che  come  di  parte  loro  propria,era- 
no  Patroni  :  non  che  fpendendola  male  non  incorreireropeccato,&indegna- 
tionediuina,ficome  anco  ogni  altra  peiTonajche  fjjendemaleil  fuoproprioi 
male  folFero  difpenfatori  per  li  poueri,farebbono  obligatiallareftitutione,co- 
fa  che  non  s'ha  da  dire.Vi  furono  difcorfi  aiIài,tenendo  la  maggiore  parte ,  che. 
li  Beneficiati  folfero  Patroni  de' fratti,  oucro  ufufruttuarij  :  altri  diceuano,co- 
me  già rAmbafciatoreFrancefenell'orationcche  fono  ufuarij.  Alcuni  difen- 
deuanole  parole  del  Decreto, che  erano  difpenfatori ,  allegando  il  luogo  dell' 
Euangelio  del  feruo  fedele,  &  la  dottrina  di  tutti  li  Santi  Padri.Ma  il  douer  ve- 
nir al  fine  del  Concilio,fece,che  fi  tralafcialTcro  quelle  parole,cioè,  dellequali. 
elfi  fono  e oftituiti  fedeli  difpenfatori  verfo  li poiieri,  &  coi filentio  fi  troncaf-- 
fé  tutte  le  difficoltà. 

Nel  capo  de'  Iufpatronati,gli  Ambafciatori  di  Sauoia,&  di  Fiorenza,fecero^ 
inftanzajchefolFero  eccettuati  quelli  de'  lorPrencipi,oueio,  che  non  foircro. 
eccettuati  altri  che  l'Imperatore ,  &  i  Re.  Glifu  data  fodisfattione,  con  eccet- 
tuarcoltra  l'Imperatore ,  Rè,  ouero  pofieirori  di  Regno,  gli  altri  grandi,  de  fu- 
premiPrencipi,  che  ne  loro  domini]  hanno  potcftàd'imperio.  Nel  rimanen- 


8i4  CONCILIO   DI  TREN^rO      Papa  Pid*llir. 

cT^^  Tà^tcfu  propofto  di  leggere  in  SeflTioiie  tutti  li  Decreti  fatti  fotto  Paolo,&  Giulio, 
LXiu.  per  approuargli:alclie  fu  ripugnato  dal  Vefcouo  di  Modena,  dicendo.  Che 
qucfto  farebbe  (lato  un  derogar  l'autorità  del  Concilio  di  quei  tempi,quando 
le  cole  ali'hora  fatte  hauelfcro  bifogno  di  nuoua  conferma  de'  Padri:&  erarao- 
ftrarcchequefto  con  quello  non  folfe  tutto  uno  ;  perche  niifun  mai  conferma 
le  cole  proprie:  dicendo  altri, che  foirenecelfario  farlo  a  punto  per  quello,  ac- 
cio non  folle  leuata  a  quelli  rautorità,condire,che  non  fono  dell' ifteifo  Con- 
cilio :  &:  li  medefimi  Francefbquali  altre  volte  con  tanta  inllanza  haueuano  ri- 
chieftojchefì  dichiaralTc  il  Concilio  eirernuouo,&:  non  continuato  col  prece- 
dente di  Paolo,  &  Giulio ,  più  degli  altri  s'affaticauano,  accio  folfeieuataogni 
tachione  di  dubitare,  che  ruttigli  Atti  dal  m.d.xlv.  fino  al  fine  ,  non  follerò 
d'una  mcdefima  Sinodo,Cofi  auuienc ,  non  folo  nelle  cofe  humane,  ma  anco 
in  quelle  della religioncche,  mutati  gl'interelTbfi  muta  la  credulità.  Mirando 
adonque  tutti  adun'illcllb  fcopo ,  fu  determinato  femplicemente  di  leggergli, 
Scaltro  non  dire  :perchecon  quello  fi  dichiarauaapertiffimamentc  l'unità  del 
Concilio  ,  &fileuaualadifficoltà,  che hauerebbe  potuto portarcl'ular parola 
di  conferma  :  lafciando  a  ciafcuno  intendere,  come  più  gli  piacelfe,  fé  l'hauer- 
gh  letti portalle  in confcguenzahauergli confermati, o  pur  dichiarati  validij 
o  pur  inferire,  che  tutta  è  una  Sinodo  quella,  che  gli  fece,  con  quella  che  gli 
ha  letti. 

Fu  Finalmente  propofto  d'antecipar  la  Se0ìone ,  Se  celebrarla  il  di  leguente: 
&:  quando  in  quella  non  fipoteileroefpedir  tutte  le  attioni  ,  continuarla  il 
aiornodopo,cometutt'  una,&liccntiariiPadri,'&ii  giorno  della  Domenica 
S)ttofcriuere  tutti  gli  Atti  del  Concilio.  A  quello  s'oppofero  quattordici  Ve-  ' 
fcoui  Spagnuoli,dicendo ,  Che  non  era  neccflltà  d'abbreuiar  il  tempo.  Con 
tutto  cio,il  Cardinal  MoronediflTcChe  la  Scflìone  fi  farebbe  fatta.Et  il  Cardi- 
nal di  Lorena ,  con  gli  Ambafciatori  Cefarci,  rinouarono  gli  uffici)  con  l'Am- 
bafciatoreSpaCTiiuoiOicbe fi  contentairedi  quello,  che  con  tanta  concordia  e- 
ra  deliberato  :  quale  in  fine ,  dopo  molte  cofc  dette,  &  repficate,  fi  contentò, 
con  due  conditioni  d'una,  che  fi  decretafie  che  il  Papa  prouedercbbe  alle  cofe 
che  reftauano  :  l'akrajche  nella  trattatione  delle  Indulgenze  non  fi  ponefie  che 
folTero  date gratis:,nc  alcuna  altra  cofaj  laqual  potelje  far  prcgiudicio  alle  Cru- 
ciate di  Spagna. 
mm  Sefjìom:  Venuto  adonque  quel  giorno  Venere  de'  tre  Dicembre ,  andati  alla  Chicfa 
fermane  in  ef-  ^q^-i  [g  ceremoniefolite,fi  cantò  la  Mcfia:  ncllaqualefece  iUermone  Girolamo 
fa  del  refiatt9  j^g^azzoncVefcouo  di  Nazianzo.  Chiamò  tutto'l  mondo  ad  ammirar  quel 
it^rf^^ow.  -^^Q  felicifiSmcnelquale  il  Tempio  di  Dio  fi  riftoraua ,  &  la  Nane  fi  riduce- 
ua  m  porto,dopo  grandiffìmi  turbini,^  onde  :  che  più  farebbe  da  rallegrarfijfe 
li  Proteftanti  haueifero  voluto  elTere  a  parte  :  ma  qucfta  non  elfer  la  colpa  de' 
Padri.DilTcche  per  il  ConciUo  haueuano  eletto  quella  città  nellefiuci  di  Ger- 
mania,nel  liminare  della lor  cafa,  fenza  alcuna guardia,pcr non  dar  lofpetto  di 
poca  libertà:  Che  i  Proteftanti  erano  (lati  inuitati,confede  publica,arpetrati,(S«: 
preo-ati:  Che,  per  falute  delleioro  anim?,s'era  efplicata  la  fede  Catolica,&  re- 

ftituita 


Papa  Pro  IIIL  L  I  B  R  O  O  T  T  A  V  O.  8,^ 

ftiruira  la  Difciplina  Ecclefiaftica.  Ricapitulò  CLitce  [e  cofe  trattate  dal  Conci- 
lio,m  materia  di  fedcNarrò  gli  abu/ileuatine'ririracri.DilTcchcquandonoii 
vi  foircftara  altra  caufadiconiiocar' il  Concilio,  era  ncceirario  farlo  per  la  loia 
prohibitioaedc'MatrimonijClandeftini.Etpallaro  alle  cofcilatuite  per  rifor- 
ma ,  mollrò  di  palfo  in  palfo  il  Icruitio  publico ,  che  per  quei  decreti  la  Chiefa 
riceiicrebbe.Aggionfc,che  ne'pallati  Concih'j  s'era  trattata  rcfplicatione  della 
fedccon  la  nformatione  de'  coftumi  :  ma  in  niiriino  più  diligentemente.  DilFe, 
che  gli  argoraenti,&:  ragioni  degli  herctici  erano  (lati  trattati,&  più  volte  óif~ 
cuffij&  rpclfocon  grandillìmacontentione:  non,  perche  tra  eilì  Padri  vi  folle 
difcordia  ,laqiialnon  puoeirerinqueUichefonodelparermedefimoima  per 
trattar  con  fincerità ,  &  illuminar  la  verità  in  tal  maniera,che,fc  ben  gli  hereti- 
ci  foiio  Itati  allèntijtanto  è  fatto,come  fé  prclcnti  follerò  ftati.Eilbrtò  tutti,che, 
tornati  alle  diocefì,mettelìèro  li  Decreti  in  eirecutione.  ElFortò  anco  tutti  a 
ringratiar  Dio,&  poi  il  Pontefice,  narrando  le  opere  da  lui  fatte,  per  fauorir  il 
Conciho,  mandando  Noncij  alle  Regioni  Proceilanti,  Legati  a  Trento,  ec- 
citando li  Prencipi  a  mandami  Ambafciatori  ,  non  perdonando  a  fpcfeper 
mantener  il  Concilio  in  libcrtà.LodòliLegati,per  eilere  flati  guida,  &  mode- 
ratori,&  in  particolare  il  Cardinal  Morone:  &:  finalmente  conclufe  nella  lode 
de' Padri. 

Finite  le  ccremonie,furono  letti  li  decreti.    Nella  dottrina  del  Purgatorio  decreti  cteffat 
fidiceua  ,  Che  la  Chiefa  Catolica  dalle  Sacre  lettere,  dalla Traditione,  &  in  '^'J  P>*Wto- 
quella  medefiraaSinodo,ha  infegnato,  elferui  il  Purgatorio }  8c  le  anime  ritc-  ""* 
nute  in  qucllo,eirer'  aiutate  eia'  fuffragij  de'  fedeli,  i3<:  dal  Sacrificio  della  Mella. 
Però,  commanda  a'  Vefcoui,  che  infegnino,  &  facciano  predicar  fana  dottrina 
in  quella  materia,fenzatrattjir  inanzi  la  plebe  femplicequeftioni  fottili,  nela- 
fciando  diuulgarcofeincerte,&  inuerihmili,prohibendolecuriofità,fuperfti- 
tioni,i3c  inhoneili  guadagni,procurando  che  fìano  piamente  elfeguiti  quei  fuf- 
fragij ,  che  da'  viuflogliono  cifcr  fatti  per  li  morti,  &  fiano  elTeguite  accurata- 
mente le  cofe  ordinate  ne'  ten:amenti,o  in  qualonque  altro  modo. 

In  materia  de'  Santi,commanda  a'  Vefcoui,&  a  tutti  gli  altri ,  che  hanno  ca-  de  Santi, 
ricod'infcgnare,d'inftruir  il  popolo  dell' interccfllonc,  Scinuocatione  de' San- 
ti ,  dell'  honor  delle  Reliquie,  del  legitimo  ufo  delle  Imagini  fecondo  l'antica 
dottrina  della  Chiefa,conlenfo  de' Padri ,  &  decreti  de' Concili)  :  infcgnando 
che  i  Santi  pregano  per  gli  huomini,  che  è  utile  inuocargli,&  ricorrere  alle  ora- 
tioni,5c  aiuto  loro.  Poi  tutto  in  un  periodo  condannò  otto  alfertioni  di  quella 
materia:  Che  li  Santi  del  Cielo  non  fi  debbono  inuocare:  Che  non  preghino 
per  gli  huomini:Che  fia  Idolatria  l'inuocargli ,  accio  preghino  per  noi,  ctian- 
diofingolarmente:  Che  l'epugni  alla  parola  diDio,  fiacontrario  all'honordi 
Chriftojfia pazzia  livpplicar loro  con  la  voce,o  col  cuore:  Cheli  corpi  dc'San- 
ti,per  quali  Iddio  preda  molti  benefici), non  debbiano  elfer  veneratirChe  le  re- 
iiquic,&  le  lepulture  loro,non  debbono  eirer'honorate  :  Et  che  in  vano  fi  fre- 
quentaiTio  le  loro  memorie  per  impetrar'  aiuto. 

Quanto  alle  Imagini ,  Che  quelle  di  Ghi-iftoj  della  Vergine ,  &  de'  Santi ,  fi  Melmagtt^; 

MMMmm 


8i6  CONCILIO  DI  TRENTO         PapaPioIIII 

ci  3   1^    debbono  tener  ne'  Tempi,6c  rendergli  il  debito  honore  ■■,  non^petclie  in  loro  fia 
Lxiii.     diainitàjO  virtù  alcuna  i  ma,  perche  i'honor  ridonda  nella  cofa  rapprefentata-j 
fi  che,  per  mezzo  delle  imagini  fia  adorato  Chrifto ,  &  li  Santi ,  la  lìmilitudine 
de'quali  portano ,  come  fu  definito  da'  Concilij ,  (pecialmcnte  dal  Niceno  fe- 
condo.Che  per  rhiftorie,li  mifcerij  della  religione  efpredì  in  pitture  al  popolo» 
fono  inregnati,&;  raccordati  gli  articoli  della  fede  :  èi.  non  folo  gli  fono  fogge- 
riti  libeneficijdiChrirfco,maancorapofti  innanzi  agli  occhi  li  miracoli,  &ef- 
fempi)  de' Santi, per  ringratiarneDio,  &:  per  imitargli  :  anathcmatizando  chi 
infegneràjO  crederà  il  contrario  di  quei  Decreti. 
'wàlnl còntr.t        Soggioafepoi,che,de(ìderandoleuargliabari, iScleoccafioni  di  perniciod 
gliabitft:        errori,  ordina,  che,per  le  pitture  hiftoriali  della  Scrittura  facra,  occorrendo  fi- 
gurar la  Diuinità,s'infegni  al  popolo,che  ciò  non  fi  fa ,  perche  quella  podi eifer 
Vida  con  gli  occhi  del  corpo.  Soggionfc,che  fia  leuata  ogni  fuperftitioaencU' 
inuocatione  de'  Santi,vcneratione  delle  Reliquie ,  &c  ufo  delle  Imagini  :   ogni  ■ 
guadagno  inhonefto  fia  abolito,euitato  ogni  lullo  ;  non  depinte,  ne  ornate  le 
imagini  lafciuamente  :  nelle  felle  de'  Santi,&  vificatione  delle  Reliquie ,  non  fi 
faccianobanchetti:Che  in  ni(runaChiela,o  in  altro  luogo,  fia  pofta  imagine 
infolita ,  fenon  approuata dal  Vefcouo ,  ne  admeffi  nuoui  miracoli,  o  riceuutc 
nuoue  reliquie  :  Soccorrendo  qualche dubio,  oabufo  diificileda  errirpare,Q 
difficoltà  graucil  Vefcouo  afpetti  il  parer  del  Concilio  Prouinc  iale ,  ne  ila  de- 
cretata cola  alcuna  nuoua>o  infolita  nella  Chiefa,fenza  il  parer  del  Papa. 
àecTfto   della      Ventiduc  capi  conteneua  il  Decreto  della  riforma  de'  Regolari ,  con  quefti 
rifyy^ide'     particolari  precetti  in  fomma  :  I.  Che  tutti  oircruino  la  regola  della  profeUìo- 
Frati-'  i^e  •  ^  fpecialmente  quello,  che  appartiene  alla  perfettione,  che  fono  li  voti,& 

precetti  cirentiali  j  &  alla  communità  del  viuere,&  veftire.  IL  Niirim  podi  pof- 
fedcr  beni  ftabili,ne  mobili,come  proprijtne  li  Superiori  pofTmo  concedere  fta- 
bili,ci:i:indioad  ufo,gouerno,o  commenda:  tScnell'  ufo  de'  mobiliiionvifiane 
fuperfliiitàjne  mancamento.!  Il.Concede  la  Sinodo  a  tutti  li  Monafterij,etian- 
dio  Mcndicanti,eccettuati  li  Capuccini,^»:  li  Minori  Olferuanti^di  polfeder  be- 
ni ftabili ,  con  precetto  che  ne'  Monafterij  fia  ftabilito  il  numero  de'Religiofi, 
quanti  pofTono  elfer  foftenratijO  dalle  rendire,o  dalle  limofine  confuetemepeE 
i'auucnirfianofabricatitaii  luoghi  fenza  licenza  de'Vefcoui.  IV.  Che  nilfun 
Rcligiofo/enza  licenza  del  Superior  fucpofii  andar  al  feruitio  di  qual  fi  voglia 
luogOjoperfonajne  partirli  dal  iuo  Conucnto,fenon  commandato  dalfuo  Su- 
periore. V.  Cheli  Vefcoui  habbiano  cura  di  reftituire,&  conferuare  la  daufura 
delle  MonachceiTortando  li  Prencipi,  .Se  commandando  a' Magiftrati,  in  pena 
di  Scommunica,a  predargli  ai<uto.Che  le  Monache  non  pollino  ufcir  di  mona^ 
fteriojS  in  pena  di  ScommunicanilTun  vi  poifa  entrarclenzaeccettionc  di  cor 
ditione,feiro,o  età>fenon  con  licenza.  Che  li  Monafterij  delle  Monache,  fuori 
delle  mura  delle  città,&  caftelli,fiano  ridotti  dentro.  VI.  Che  le  eletrioni  fi  fac- 
ciano per  voti  fecreti ,  ne  fiano  creati  Titolari  a  quefto  effetto  ,  o  fupplita  la 
voce  de  gli  alfenti, altramente  l'elettione  fia  nulla.  V I  I.Che  ne'  Monafterij  di 
Monache  la  Superiore  fia  almeno  di  quaranta  anni  a  Sedi  otto  di  profeflìone 
r  &da- 


1 


Papa  PioIIII.         LIBRO    OTTAVO.  827 

&  doiiequefto  non  lì poffijalmeno/ìafopra  trenta  anni  d'età  ex:  cinque  di  prò-  ci-3  id 
feffionc.  Nilfuna  poffi  hauer  fuperiontà  in  due  Monafl:crij,&  quello  che  farà  lxiii. 
foprallance  all'  electione  ftia  fuori  delle  grade.  Vili.  Li  Monafterij",  che  fono 
immediate  lotto  la  Sede  Apoftoiica/i  riducano  in  Congregationc,&  diano  or- 
dine al  loro  gouerno,&:  li  loro  Superiori  habbiano  quell'autorità  >  che  gli  altri 
.  de'giàridotti  in  Congrcgatione.IX.Li  monafterij  di  Monachejfoggetti  mi  me- 
diate alla  Sede  Apoftolica/iano  gouernati  da' Vefcoui,come  delegati.  X.  Che 
le  Monache  (ì  confeffino ,  Se  communichino  ,  almeno  ogni  mele  ;  .!i'^:  oltra  il 
ConfelTor  ordinario,gli  ila  dato  uno  eftraordinario,  due  o  tre  volte  l'anno  ;  &c 
non  pollino  tener  il  Sacramento  dentro  in  Monafter io.  XI.  Che  ne'  Mona- 
fterij ,  che  hanno  cura  d'anime  iecolari ,  quelli  che  l'ellercitano ,  fiano  Toggetti 
al  Vefcoiio  in  quello  che  tocca  il  miniilerio  de' Sacramenti,  eccetto  il  Mona- 
fteriadi  Giugni, odouerifedono  Abbati  Gcnerah,  oCapi  degli  Ordini,  odo- 
ue  gli  Abbati  hanno  giurifdittione  Epifc opale,  o  temporale.  XII.  Che  li 
Regolari  pubiichino  ,  &  feruinole  Cenfure,  &  Interdetti  Papali,  &  Epifco- 
pali  :  &  parimente  le  fcft«  ,  che  il  Vefcouo  commanderà.  XII I.  Che  il 
Vefcouo  inappellabilmente  fia  Giudice  di  tutte  le  controuer/ìe  di  precedenza 
traleperfoncEcclefiaftiche,  li  Secolari, come  Regolari  :  &  tutti  fiano  obli- 
gati  andar' alle  publiche  proceiTioni  ;  eccetto  quelli  ,  che  viuono  in  ftret- 
ta  claufura.  XiV.  Regolare  ,  che  rifiede  nel  Chioftro  ,  &  commet- 
te eccciro  fuori  ,  con  fcandalo  del  popolo  ,  ila  punito  dal  Superiore  nel 
tempo  che  il  Vefcouo  ftatuiià,  Se  della  pena  fia  fatto  il  Vefcouo  certo:  al- 
trimenti il  delinquente  poffi  cffcr  da  lui  punito.  XV.  Che  la  profeflìo- 
ne  fatta  inanzi  fedici  anni  iìniti  ,  &  un'  anno  intiero  di  probatione  ,  fìa  ' 

nulla.  XVI.  Che  nilfuna  rinoncia  ,  o  obligatione,  vaglia,  fenon  fatta  tra 
il  termine  di  due  mefi  inanzi  la  profcOTione,  8c  con  licenza  dell'  Ordinario: 
definitoli  tempo  della  probationc  ,  li  Superiori  admettino  li  Nouizzi  alla 
profcflìone,  o  gli  mandino  fuori  del  Monafterio  ,  non  intendendo  però  di 
comprender  li  Giefuiti.  Che  il  Monafterio  non  poffi  riceucr'  alcuna  co- 
fa  dalNouizzio  inanzi  la  profcflìone  j  eccetto  il  vitto,  (Se  veftito  :  Spar- 
tendo ,  gli  fia  reftituito  tutto'l  fuo.  XVII.  Che  nilìhna  Vergine  riceiia 
l'habito  ,  ne  faccia  profeffione  ,  fenza  elTcr  prima  eftaminata  dal  Vefcouo, 
&  ben'  intefa  la  volontàdi  lei ,  Se  che  habbia  le  conditioni  requifite  fecon- 
do la 'regola  di  quel  Monafterio.  XVIII.  Che  fiano  anathematizati  tutti, 
di  quallì  voglia conditione  ,  quelli,  che  sforzeranno  alcuna  donna  ,  fuor- 
che  nc'cafi  legitimi ,  ad  entrar  in  Monafterio  ,  riccuer  l'habito  ,  o  far  pro- 
fcflìone :  &  ìimilmcnte  quelli,  che  impediranno,  fenza  giuftacaufa  quelle, 
che  fpontancamente  vorranno  entrare  :  eccettuate  lepenitenti,  o  conuertitc. 
XIX.  Chi  pretenderà  nullità  della  profcflìone  ,  non  lìa  afcoltato  ,  fenon 
tra  cinque  anni  dai  giorno  d'ella ,  producendo  la  caufa  inanzi  al  Tuo  Superiore, 
&  Ordinario  ,  prima  che  deponga  l'habito  :^&niirunopoftapairar' a  Religione 
più  larga,  ne  fia  data  licenza  di  portar  l'habito  occolto.  X  X.  Gli  Abbati, 
capi  degli  Ordini ,  vifitino  li  Monafterij  foggerei ,  quantonque  Coinmcnda- 

MMMmra     ij 


8i8  CONCILIO   DI  TRENTO         Papa  Pio  IIIL 

ci3    lO  ti j &■  li  Commeiidataiij  liano remiti  eireuuii:  le  ordir. ationi,6>:  in  quelii  (ìano 
Lxiii.     tenuti  eileguit  le  oi:àinacioni,&  in  quelli  iiano  creaci  li  PriorijO  Superiori  j  che 
hanno  il  gouerno  rpiricuale,da  Capito!?,  o  Vifiracori  degli  Ordmj.  XXI.  Giie 
la  Sinodo  defiderercbbcrcibtair  la  difciplina  in  tutti  li  Moiiafterij;iTia,perla 
durezza5&  diificokà  del  fccolojnon  eilendo  poiribile>pcr  non  traìalciar  di  ope- 
rar Tbc  he  ale  una  volta  fi  poiraprouederiii,confìda3cheiipapa,per  quanto  vedrà 
poter  comportar' il  tempo  ,prouederà  che  a' Commendati  Ila  prcpoflo  ingo- 
uernatore  perfona  Regolare profeifa:  &  quelli,  che  vacheranno  all'  aaucnire> 
non  iìanoconFeriti/cnon  a' Rcgolari:&;  quelli ,  che  hanno  in  commenda  Mo- 
nafterijjcae  fono  capi  degli  Ordinijfenon  gli  e  proueduto  di  fucceifor Regola- 
re fra  Tei  mefì,dcbbino  far  la  profefllonejO  cedere:  altrimenti  le  Commende  va- 
chino.Et  nelle prouilloni  de' Monafterij  ila  nominatamente  eipreila  la  qualità 
di  ciafcunojulthmenti  la prouifione  s'habbiaper  ibrrettitia.  XXII.  Che  a  quei 
decreti  s'intendano  tutti  li  Regolari  foggetti ,  non  oftante  qualonquepiiuile- 
gio  ,  etiandio  di  fondatione,commandando  a'  Veicoui,  &  Abbati  di  mandarli 
in ellecutione immediate:&  prcgando>&  commandando  a  Prencipi,  $:  Magi- 
ftrati  d'afiìftergli  fempre  che  iaranno  ricercati. 
Canoni  della        Continuò  immediate  la  lettura  della  riforir^a  generale  >nellaqua!ej  dopo 
iiforma  gene-  clFortati  li  Vcfcoui  alla  vita  eiremplare,&  alla  modeftia  negH  apparaii>menra,&: 
^''  ''  vitto  frugale,  I.  viene  prohibito,che  delie  rendite  della  Chicf  a  non  poflino  far 

parte  a'  parenti,3>:  famigliari:eccetto,re  fono  poucriieftendendo  quello,che  de' 
Vefcoui  è  detto  a  tutti  li  Beneficiati  fecolarij&  Regolari,  &  ancora  a'  Cardina- 
li. II.  Che  li  Vcfcoui,nelprimo  Concilio  Prouincialcriceuino  li  decreti  d'ella 
Sinodo  Tridentina,promettino  obedicnza  al  Papa,  anathematizzino  le  herefie 
condannate^  l'ifteiK)  faccia  ciafcun  Vefcouo,che  per  l'auuenire  iarà  promof- 
fo,nella  prima  Sinodo:»^  tutti  li  Beneficiati,che  debbono  conuenir  in  Sinodo 
Diocefana ,  in  quella  Miccino  il  medelimo.  Et  quelli,che  hanno  cura  deli'  Vni- 
uerfìtà,&Studi)  GeneraIi,operino,che  da  quelli  iìano  riceuuti  li  medeiìirii  de- 
cretila li  Dottori  infegninojconforme  a  quelli,  la  fede  Catolica:&  di  ciò  ne 
facciano  giuramento  iolenncin  principio  di  ciafcun  anno:&:  quelle,  che  fona 
foggcttcim.mediate  al  Pontefice,  Sua  Santità  hauerà  cura  che  lìano  riformate 
da'  luoi  Delegati  in  quella  maniera,o  come  meglio  gli  parerà.  III.  Chele  ben  la 
fpada  della  Scommunica  e  il  ncruo  della  difciplina  Ecclefiaftica,  molto  f  aiuti- 
fero  per  contenergli  huomini  in  uffi.cio,s'ha  da  ufar  con  iobrictà,&  circonfpct- 
tionchauendo  imparato  per  efperienzajclTcr  più  fprezzatOjche  temuto,  quan- 
do li  fulmina  temerariamente  per  caufa  icggicra:pcrò,da  altri,che  dal  Vcfcouo, 
non  podi  cirerfolminata  per  cole  pcrfc5&  rubarejiiqaale  non  fi  laici  indurre  a. 
concederla  dall' autorità  di  qual  fi  voglia  fecolarcetiandio  Magiftrato.  Et  nelle 
caufegiudiciali,doue  fi  può  far  l'eiìccurione  reale  ,o  perfon ale,  s'allenga  da 
cenfure  :  Se  nelle  ciuili,fpettantiin  qualonq;modo  al  fcroEcclefiaftico,poi1i- 
no  ufar  pene  pecuniarie,etiandio  contra  li  laici,  o  proceder  per  prefa  dipegmV 
ouero  delle  perfone  mcdefimccon  eflecutori  fuoi,o  aitri:&  non  potendoli elPe- 
guir  realmente;  off  rfonalmente  ?  ma  eireiidoci  contumacia  >  ii  polli  proceder 

alla. 


Papa  Pio  IIII.  LIBRO     OTTAVO.  '619. 

tilla Sconimunica:oC  il mcdcfimcnelle  caiife  criminali.  Ne  il  MagillL-aro  icco- 
larc polli prohibir  all'  Ecclcfiatlrico  ài  fcommLinicare, onero  liuocàr  JAScom- 
munica,  lotto  prencIl:o>  che  le  cole  del  Dccicto  nonfìanoilatcodtmatc.    il 
icommunicato,le  non  lì  rauedei?o'.iou  iolo  non  iìa  riccuato  a  partecipar  co'  fe- 
deli, ma  fc  perreucrcrà  nelle  cenlLuejfi  polii  proceder  conerà  kiijcome  fofpecto 
d'herciìa.    I V.  Dà  lùcokà  a'  Veicoubche  nella  Sinodo  Dioecfanai  (^c  a'  Capi 
degli  Ordinijne'  liioi  G.ipicoli  genv'ralijpolbno  ordinar  nelle  loro  Ghiefe  quei- 
lo,che  fiaadhonor  di  DiojsScuriKrà  di  quelle,  quando  vi  Ila  obligo  di  celebrar 
coli  gran  numero  di  Mclle  per  legati  tertanientanj,  che  non  lì  pollino  iatisfarcj 
onero  l'elemolìna  iìa  tanto  tenue  3  che  non  (1  troni  chi  vogli  riceiier  il  carico: 
con  conditioneperòjcheiempre  lì  faccia  memoria  di  quei  dcirontijche  hanno 
lafciati  li  legati.    V.  Che  nella  collationcjo  qualonque  altra  dirpolltione  de' 
Benclicij,  non  Iìa  derogato  alle  qualità  »  conditioni,(?v:  carichi  ricercati,  onero 
impofti  nella crcttiones  ofondatione,  opcr  qualonquc  altra  conftitutioncr  al- 
trimeni,  laprouilionclìaftimata  lonetitia.     V  I.     Che  , quando  il  Veicoi'o 
procede  fuori  di  vilìta  centra  li  Canonicij  il  Capitolo  ,  nel  principio  di  cialcun 
anno,  elegga  doijColConfegiio,  &  conienfode'qualijhabbia  da  proceder  in 
tutti  gli  Atti,-&:  iìa  uno  il  voto  d'ambidoijoc  fé  faranno  tutti  doi  difcordi  dal  Vc- 
fcouo.  Ila  eletto  da  loro  un  terzojche  determini  la  controucrfia  :  &  nonaccoi- 
dandolì,ha  eletto  il  terzo  dal  Vefcouopiùv!CÌno:ma,nelle  caufe  di  cojicubjna.- 
t0)0  più  atroci,  polli  il  Iolo  Vefcouoriceuer  rinformationc,»l>:  procedere  alla, 
retentioncdel  rcfto  fcruando  quanto  è  ordinato.    Che  il  Vcicouo  in  Coro,  3c 
in  Capitolo,  &  negli  altri  Arri  publici,habbialaprimaScde:&;  il  luogo,  che 
eleggerà.  Che  il  Vefcouo  piefcdaalCapitolo,fenon  quando  lì  tratta  del  com- 
modo  ino,&  de'fuoi:  ne  quella  autorità  polli  cllercommunicata  al  Vicario:  & 
quelli,  che  non  fono  di  Capitolo,  nelle  caufe  Eccleiiafticheiìano  intuttofog- 
gerti  al  Vefcouo ,  &  doue  li  Velcoui  hanno  maggior  iurifdittione  della  predet- 
ta,il  Decreto  non  habbia  luogo.      VII.    Per  iauuenire  non  iìa  più  conceilb 
regreffo,  o  accclTo  ad  alcun  Beneficio  Eccleiìaftico,  ne  li  già  conceffi  iìa::'o  cilc- 
fi,o  trasferiti  :  &  in  quello  iìano  comprellanco  li  Cardinali.    Non  fiano  fatti 
Coadiutorijcon  futura  fucccffionedn  qual  lì  voglia  Benefici)  Eccleiìartici  :  &c  le 
nelle  CathedralijO  Monafterij , farà neccirario,o utile ilfarlo,  la  caufaiìaprima 
conolciutadalPontefice,.5c  viconcarranno  le  debite  qualità.  VI  1 1.  Che  tutti 
!i Beneficiati  eirercitino  rhofpitalità,quantGrentratagliconccdc;&quc]li,che 
hanno  Hofpitali  ingouerno,lotto  qualonque  titolo,  comnianda  che  i'ellciciti- 
no  lecondo  che  fono  tenuti,  delle  entrate  a  ciò  deputate:  &  le  nel  luogo  non  lì 
trouino  perfone  di  quella  forte ,  che  l'inllitutionc  ricerca ,  le  entrate  iìano  con- 
uertite  inufopio,piùprofsimoa  quello,  come  parerà  al  Vefcouo  con  doi  del 
Capitolo:  &  quelli,  che  non  fatisfaranno  al  carico  dell'  hofpitaIuà,fetà,  fé 
ben folfero Laici,  pollino  ellèr  coftretti  per  cenfure, (Scaltri rimedi] ai lor debi- 
to}^*: fiano  tenuti  alla  reftitutione  de' frutti  nel  foro  della  Confcienza,  &pcr 
l'auuenire  limili  gouerni  non  iìano  dati  ad  uno  per  più  di  tre  anni.    I  X.  Che 
iltitolo  del  lufpatronatofi  moilri authentico,  per fondarione, o  donatione,,©» 

MMMmm     iij, 


830  CONCILIO    DI  TRENTO.  Papa  Pio  IIU. 

ci3  i^  per  prefcntationimolciplicate  da  tempo  immemorabile»  o  in  alerà  maniera  le- 
LXiii.  c^icima.  Ma  nelle  perlone,  ^communità,  che  fi  [bgliono prcfumer  hauerlo 
iiruipatojaprouafìapitt  elUuta, Gl'immemorabile  non bafti >  fenon lì  moftri- 
no  auchcncicamencc  prcfentacioni  di  cinquanta  anni  almeno,che  tutte  habbia- 
no  havuto  clfetto:le  altre  forti  de'  Patronati  s'intendino  abrogati,  eccetto  quel- 
li dell*  Imperatore  ,  Rè,  onero  poifcirori  di  Regni  &  altri  PrencipifopraniiSc 
de'Stadij generali.  Poffi  il  Vclcouo non  admecter  li prefentati  da  Patroni,  fé 
non  faranno  idonei  :  li  Patroni  non  fi  pofllno  inttometter  ne'  frutti  >  ne  il  luf- 
patronato  podi cifer trasferito  in  altri, contrade ordinationi  Canoniche  ,&lc 
unioni  de' Benencij  liberi  a  quei  de  lufpatronati  5  fé  non  hanno  fortito  effetto, 
cefTino  ?  fatto,  5c  li  benefici)  fiano  ridotti  a  libertà ,  &  le  fatte  da  quaranta  anni 
ingiùjqnantonqueflano  perfcctionate  ,  fìriuedinoda' Vefcoui,  «Se  trouatoui 
qualche  difetto,lìano  annullate;  &  parimente  liano  reuilli  tutti  U  Patronati  da 
quaranta  anni  in  giìbper  aummento  di  dote,o  per  nuoua  cólhurtione:&fe  non 
fi  troueranno  in  cuidentc  utilità  del  Beneficio ,  fìano  riuocati ,  rcftituito  a'  pa- 
troni quello  che  da  loro  è  dato.  X.  Che  ne'  Concili)  Prouinciali ,  o  Diocefa- 
nijfiano  elette  quattro  perCone  almeno,con  le  debite  qualitàja  quali  fìano  com- 
melfele  caufeEcclcfiaftiche,  che  s'haueranno  a  delegare  da'  Legati,  Nonci),  o 
dalia  Sede  Apolì:olica;&  le  delegationi  ad  altri  fatte  s'intendino  forrettitie.  XI. 
Che  li  beni  Ecclefiaftici  non  poifino  eirerc  afHttati  con  antecipato  pagamento, 
in  prcgiudicio  de  fuccclfori;  ne  fi  pofsino  affittar  le  giurifdittioni  Ecclefiafti- 
chc,ne  gliaitìttualipodinocircrcicarle:  &lelocationi  di  ccfcEcclefiaftiche,e- 
tiandio  confermiate  dalla  Sede  Apoftolica,  fatte  da  trenta  anni  ingÌLi,per  tera- 
polongojcioèja  ventinouc  più  anni,  fi  debbino  giudicar  dalla  Sinodo  Prouin- 
ciale  fatte  in  danno  della  Chiefa.  XII.  Che  li  tenuti  a  pagar  decime,  pei' 
l'anacnirc  le  paghino  acni  loìioobligati  incicuamente,&  chi  le  tiene  debbia 
efser  efcommunicato,  ne  polii  cìIcì:  aSlòito,  fcnon  fcguica  larc-litutione.  Et  ef- 
fortatutciafar  parte  de' beni  donatigli  da  Dio  a'  Vefcoui,&Parochi,che  han- 
no le  Chicfcpoucre.  XIII.  Doue  la  quarta  de' funerali  era  folita  pagarli  alla 
Chiefa  Epifcopalc ,  o  parochiale  da  quaranta  anni  in  fu ,  &  poi  è  fiata  concellà 
ad  altri  luoghi  pijjfia  a  quelle  ritornata.  XIV.  Prohibifce  a  tuttiliChieri- 
cijditener  in  cafa,o  fuori  concubine,©  altre  donne  fofpctte,  dal  che  fé,  ammo- 
niti, non  s'aftcncranno,  liano  priuati  della  terza  parte  dell' entrate  Ecclefiafli- 
fliche5&  dopolafeconda  ammonitioncpiiuati  di  tutti  ,&fofpefi  dall' amm:- 
niftratione  :  3c  perfeuerando  ,  fìano  priuati  d'ogni  Beneficio ,  &inhabiliadha  - 
uerncjfino'che  non  faranno  difpeniati:  6c  le  dopohaucrleIafciatc,ritorneran- 
no,liano  anco  fcommunicati,&  lacognitionediaucflccaufe  appattengaa' fo- 
li Vefcoui  fommariamente.  Mali  Clerici  non  Beneficiati' fiano  da  loro  pu- 
niti di  carccre,fofpenlionc,oinhabilità.  Edi  Vefcoui mcdelimi, fé caderanno 
in  fimil  errore,  non  emendandofi  ,;  dòpo  elfer' ammoniti  dalla  Sinodo  Piouin- 
cialc, liano fofpcfl;  &  perfeuerando,fianodenonciatialPapac  XV. Cheli  figli 
di  Chieric2,non  nati  di  legitimo  matrimonio,non  pollino  hauer  beneficio ,  ne 
miniilerio  nelle  Chiefcdouc  li  loro  Padri  hanno,o  hanno  hauuto  beneficio  al- 
cuno: 


Papa  Pio  IIII.  L  I  B  R  O  O  T  T  A  V  O.  831 

cimo: ne poflìiiohauer pendoni  fopi'a li  Benefici j,che  il  Padre  li.i>  o ha  haiuico:    ci3   io 
&c(q  in  quel  tempo  padrcSc  figlinolo  hanno  Beneficio  nella  medefìma  Chic-     lxiii. 
fa>il  figliuolo  fia  tenuto  rcfignailo  fra  ere  meli:  prohibédo  anco  le  rciìgnationi, 
che  il  padre  faràadun'alrrojaccioqucUorefigaiiiruoal  figliuolo.  XVI.Chcli 
BcnchcijCurati,non  pollino  eirerconuertiri  m  fempliciv^^:  negiàconucrticijfe 
il  Vicario  perpetuo  non  ha  entrata  conucnicnte^gli  lìa  allignata  ad  arbitrio  del 
Vcfcouo.    XVII.  Contrali  Vefcoiiijche  lì  portano  bailàmcnte  co' miniftri 
de'  Rè  co'  Titolati,(Sc  Baroniscolì  nella  Chicia,  come  fLiori,&  con  troppa  inde- 
gnità >  non  lolo  gli  danno  luogo ,  ma  ancoragli  leruono  in  pcrfona,  la  Sinodo, 
deteftando  quefto,  &  rinouando  li  Canoni  fpcttanti  al  decoro  della  dcgnità  E- 
pifcopale  ,  commanda  a'  Vefcoui,  che  fé  n'al1:engano,&:  habbiano  rifguardo  al 
proprio  gradojcoil  in  ChiefajCome  fuorijraccordàdofi  d'elfer  Paftori:&  coman- 
da anco  a  PrencipÌ5&  a  tutti  gli  alcri,che  gli  portino  honore,,Sc  riuerenza  debi- 
ta a  Padri.  X  V 1 1 1.  Che  li  Canoni  lìano  oilcruati  da  tutti  indiftintamentc,  Se 
non  fiano  dilpenfati,  (enon per  caufaconofciuta con  maturità,  &  lenza  ipcfa. 
XIX.  Che  l'Imperatore,  Rè,3c  ogni  altro  Prcncipcche  coricedcranno  luogo 
per  duello  tra  Chriftiani,  frano  efcommunicati,-S«:  priuati  del  domiaiio  del  luo- 
gOjdoue  il  duello  farà  comeiro,fe  lo  riconofcono  dalla  Chiefa:  ^  li  Combatcc- 
ZhSc Padrinijfiano efcommunicati,confifcati  libeni,5v:  perpetuamente  infami; 
&c  morendo  nel  duello ,  non  fiano  fcpolti  in  facro  ;  &  quelli,  che  lo  confeglic- 
ranno,o  in  iure,o  in  fatto,©  perfuaderanno  al  duello,  &  li  (pertatori,  fiano  icó- 
municati.  XX.  In  fine  fu  letto  il  tanto  elFaminato  capitolo  della  libertà  Eccle- 
{ìa{lica,ouero  riforma  de'  Prencipi.  In  qucllo,La  Sinodo  ammonilce  li  Prencipi 
Secolari,c6fidando  che  cócederanno  la  reilitutione  delle  ragioni  lue  alla  Chie- 
fa,^ ridurranno  li  iudditi  alla  riuerenza  vcrfo  il  Clero,  &:non  permetteranno 
che  gli  ufficiali>&:  inferiori  magiftrati,violino  l'immunità  della  Chiefa,  &  per- 
fone  Ecclcfiafl;ichc:ma,infLeme  con  eflì  Prencipi,faranno  obedienti alle  confti- 
t?utioni del  Sommo Ponteficc,&  Concili], determinando,che  tutte  leconftitu- 
tionide'  C6cili)Generali,&  Apoftoliche,a  fauor delle  perfoneEcclefiaftiche, 
&  dell'  Ecclefiaftica  libertà,fiano  oireruate  da  tutti  :  ammonendo  l'Impei-atore, 
Rè,  Republiche,&  Prencipi,  &tutti,a  venerar  Iccofe,  che  fono  di  ragione  Ec- 
:  clefiaftica;  ^-c  non  permetter  che  da'  Signori  inferiori, o  da'  magiftrati,  o  mini- 
1  ftrifuoijfiano  violatc,accio  li  Chierici  pollino  ftar  alla  fuarefidenza,&  elTerci- 
tarfi  negli  Offici),  fenza  impedimento,  con  edificationcdel  popolo.  Dopo  que- 
fto,fu  letto  un  decreto,  delquale  inniiruna  Congregatione  s'era  prima  parlato, 
perilquale  laSinodo  dichiaraua, che  in  tutti  iDccretidiRiforma,  fatti  fotto 
Paolo,Giu Ho,  &  Pio,  in  quel  Concilio  >,conqual  fi.  voglia  parole,  &:  claufulc, 
s'intendifemprefalua  l'autorità  della  Sede  Apoftolica. 
i       Non  potendofi  efpedircper  elfer  rhoratarda,il  rimanente  in  quella  Sefllonc,  fc^^ito  deUa 
ì  fecondo  la  deliberatione,prefa  nella  Congregatione  Generale,  il  rimanente  fu  medvjìma.  Stf^ 
!  differito  al  giorno  feguente:nelquale,  quantonque  folfe  già  venuta  nuoua,che  il  7»""-? 
I  Papa  era  megliorato,  ^m  tutto  poftoin  licuro  della  vita,  fi  fece  la  Congre- 
gatione inanzi  giornQ:  fmoiio  letti  li  Decreti  delle  mdulgcnze  ,  di  finir  il 


1 

851  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio  UH. 

"TiTTà"    Concilio,6:  di  dimandarla  conferma:  &  approuati  da  tutti.  Dopo  il  difnai-e,  (ì 
I  XML     feccia  Scflioncnellaquale  fu  letto  il  Decixto  delle  Indalgenze,  che  in  foftau- 
d'crr^o  delle    za  contiencChtifto  haiies:  dato  autorità  di  concederle  alla  Chiefa,  &:.  lei  haucr- 
indn!gm\i,    Li  alata  da  ancichiffimo  tempo.     Et  per  tanto  la  Sinodo  inregna,&  comman- 
da, che  ruTo  (ìi  quelle  Ila  continuato  ,  come  falutifcro  al  popolo  Chriftianoj& 
approuatoda  Concili):  &  anathcmatiza>  chidirà>  che iìano inutili, o  chela 
Chicia  nonhabbiapoteftà  di  concederle:  &,  per  feruar  l'antica  confuetudine, 
&:proacder  agliabuihcommanda,  che  fiano  abolite  tutte  le  queftuationi  cat- 
tine: 3c  quanto  a-^li  altri  abulì,  commanda  a  Vefcoui ,  che  ciafcun  raccolga 
tutti  quelli  della  propria  Ghiefa,  t-c  gli  proponga  nella  Sinodo  Prouinciale, 
per  riferirgli  alPapa,cheviproacgga.  Intorno  li  digiuni,  &  differenze  de' ci- 
di'digiunliàb'h  bi,  $c  oireruationedifefte,eirorca  li  Vefcoui  ad  oilcruar  li  comm.andamenti 
effìo:  ^^n^  Chiefa  Romana  :  &  intorno  l'Indice ,  fc  ben  quello  era  finito ,  non  po- 

tendo la  Sinodo  darne  giudicio,ordina  che  tutto  iìa  portato  al  Papa,  &;rimeiro 
j.  ,.   altTiudiciofuoirifteirofacendofi  del  Catechifmo,Meirale,&  Breuiario.   Pa- 
bri"mhiiitC  blfcò ancora  un'altro  decreto,  che  per  li  luoghi  alfegnati  agli  Oratori  non 
rtpro)     i  ^.-j^j.^^^^- pj.^gf.^jjj^-,^PQ  ^(^  alcuno.     In  fine  pregò  li  Prencipi,  ad  adoperarli 
che  li  decreti'^del  Concilio  non  fiano  violati  dagli  Hercrici,  ma  riceuuti  &:  of- 
feruati  da  eiTi,  &:  da  tutti  :  nclche  fé  nafcerà  diflìcoltà,  o  bifogno  di  dichiaratio- 
Mefa.U,Bre-  „-,  il  Paca,  chiamati  quelli,  che  giudicherà  a  propofito,  da  i  luoghi  doue  la  dif- 
uUrioi&cri-  j[^(.Q|t^  nafceire,oucro  congregando  Concili)  Generali,ocon  altro  modo,  pro- 
melfo  alPapa,  ^^^^^j.^_     Furono  dopo  ,  recitati  tutti  li  Decreti,fatti  fotto  Paolo,  &  Giulio,  in 
quel  Concilio  :coh  in  materia  di  fede,come  di  riforma.  Per  ultima  cofa,  il  Se- 
cretario,  andato  in  mezzo,  interrogò ,  Se  piaceua  a'  Padri,  che  folfe  pofto  fine  a 
dm  A  fmZ.  quella  Sinodo  ;  Se  per  nome  di  lei ,  da'  Legati ,  &  Prefidente ,  dimandata  al 
pregiudicio:     fommo  Pontefice  Pio  qu  irto  ,  conferma  di  tutte  le  cóCe  decretate  fotto  Paolo, 
Se  Giulio,  Se  forto  la  Santità  fua.    Et  fu  rifpofto ,  non  ad  uno  ad  uno  per  voti, 
madatuttiinfieme  invnavoce.  Placet.     Il  Cardinal  Morone,  comeprimo 
efortatlonex     Ptefidente  ,conceirc  aciafcuno ,  che  s'era  rirrouato  in  Concilio,  Se  a  tutti  li 
guardare  ide-  pj-^fcnti  alla  Sefl[ìone,indulgenza  plenaria,  &  benediirc  il  Concilio,  (Sclicentiò 
^'"^'*'  tutti,che  dopo  hauer  refo  gratie  a  Dio,anda{rero  in  pace. 

Fu  antico  coilume  delle  Chiefe  Oi  ientali,  di  trattar  le  cofe  de'  Concili]  nell' 
.    •    adunanza  publica  di  tutti:  divenendo  occafioncbenfpeirooccorreuano  delle 
.  Qg„(ilio:     acclamationi  popolari ,  &  alcune  volte  tumultuole ,  lequali  pero  hnuiano  in 
•    concordia:  Se  nel  fine  li  Vefcoui, trafportati  per  l'allegrezza  caufata  dalle  con- 
cordi deliberationi ,  patTanano  ad  acclamationi  in  lode  degl'  Imperatori ,  che 
haueuano  congregato  il  Concilio,  Se  fauorito  :  in  commendatione  della  dot- 
trina dal  Concilio  dichiarata,  in  preghiere  a  Dio,  perla  continua diuina  afli- 
ftenza  alla  Santa  Chiefa ,  per  la  falute  degli  Imperatori,  &  per  la  fanità,&  pro- 
fpcrità  de'  Vefcoui,  lequali  non  erano  mcditate;ma,fecondo  che  lo  Spirito  ec- 
citauàalcunVefcouopiùzelante  aprorompere  in  qualche  d'uno  di  quei  con- 
cetti opportunamente ,  cofi  il  commun  concorfogli  acclamaua.  Quefto  fa 
anco  imitato  in  Tr^ntcnoa  però  dando  luogo  a  ipiritoprefentaneo  d'alcuno, 

ma 


Papa  Pio  mi.         LIBRO   OTTAVO.  833 

ma  con  hauer  prima  meditato  quello,  chedoueua  efTer  propofto>&rirpofì:o,&    ci  3   i» 
recitandolo  de  Icripco.Il  Cardinal  diLorcna  iìpreic  curajnon  folo  d'cilcrprinci-     Lxiir. 
pale  a  componerleacclamationijinaanco  d'intonarleiilche  uniuerfalmente  fu 
ìntefo  perunaieggierezza,  &  vanità,  &poco  condecentcad  un  tal  Prelato,  Se 
Prencipe,  farTofticio,  chepiùtofto  conucniuaa'Diaconi  del  Concilio,  non 
cheadiin  Arciuercoiio,&  Caidinale,tanto  principale.  In  qiielle,intonando  il 
Cardinale,  Se  rifpondendo  li  Padri ,  fu  pregato  longa  vita  al  Papa ,  Se  eterna  fe- 
Jicitàa  Paolo  ,&  Giulio  :  «Scfimilmente  eterna  memoria  a  Carlo  quinto.  Se  a 
Rè,  protettori  del  Concilio:  &  longa  vita  all'Imperatore  Ferdinando,d:  a' Re, 
Prencipi,&:  Republiche:longa  vita,&:  molte  giatie,a'  Legati,&  Cardinali:  vita. 
Se  felice  ritorno  a'  Vcfcoui  :  commendata  la  fede  della  Santa  General  Tridenti- 
na Sinodo,come  fede  di  San  Pietro, de'  Padri,&  degli  Ortodo{Iì:in  una  fola  pa- 
rola detto  Anathema  a  tutti  gli  heretici  in  generale,  fenzalpecificare  ne  anti- 
chi,ne  moderni.  Fu  commandato,  fotto  pena  di  Scommunica ,  a  tutti  li  Padri,  fottofcmùont 
che  fottofcriueirero  di  mano  propria  a'  Decreti.  Il  giorno  feguente ,  che  fu  la  ^^'  <^«crefl: 
Domenica,fu  confumato  iw  quello:  Se  per  farlo  ordinatamentcfi  fece  quafi  una 
Cógregatione,&  le  fottofcrittioni  furono  di  Legati  quattro,Cardinali  due.  Pa- 
triarchi tre,  Arciuefcoui venticinque, Vefcoui  diigenfeiTantottOjAbbati fette. 
Procuratori  d'allenti  trentanoue.  Generali  d'Ordini  Regolari  fettc.Et  fé  ben  già 
era  ftato  deliberato,che  gli  Ambafciatori  fottofcriueflero  dopo  li  Padri,fu  prefa 
cotraria  rifolutione  all'  hora  per  più  rifpetti:runo  fu,perche  il  non  elferui  Am-  ^^  ^^'  f"»»  «A 
bafciatore  Francefe,  quando  folTcro  vedute  le  fottofcrittioni  degli  altri,  &  non  ^'"J^.^j'^^'"»' 
quella,farebbe  ftato  unadichiaratione  ,  che  FrancefinonriceuelFero  il  Conci-  "''* 

lio:raltro,perche  il  Conte  di  Luna  fi  lafciaua  intendere,di  non  fottofcriuere  af- 
folutamente ,  ma  con  riferua,  per  non  hauer  il  Rè  acconfentito  al  fine  del  Con- 
cilio. Etpublicarono  li  Lcgati,che,non  elFendo  coftume  di  fottofcriuer  li  De- 
creti,fenon  da  chi  ha  voce  deliberatiua ,  farebbe  ftata  cola  infolita ,  che  Amba- 
fciatori fottofcriuelfero. 

In  Roma,quando  fticcelFe  l'infermità  del  Pontefice,temendo  tutti  della  vita  tema,  e  turbx^ 
fua,fu  molta  confufione  nella  Corte:perche,nonhauendofi  ancora  vifto  morte  mento  di  i{orM 
diPonteficcelFendoil  Concilio  aperto,fi  temeua  grandemente  quello  che  pò-  '^«^^'9  '"»  «^- 
teirefuccedere:  haueuano l'elTempio  delConcilioConftantienfe,ilqualenell'  ^^''^Yf^^^* 
Elettione,aggionfe  altri  Prelati  a  Cardinali:  Se  temeuano  che  qualche  cofafi-  ^/o."  ^     ^"^ 
mile,  o  peggiore,  non  auuenilTe  :  Se  fé  ben  l' Ambafciatore  di  Spagna  alFermaua 
l'Ambalciatore  in  Trento,  &  li  Prelati  Spagnuoli,  hauer  commiflìone,  che  l'e- 
lettione  foiFe  de'  Cardinalijcon  tutto  cio,attefo  il  poco  numero  di  quefti,Ie  pa- 
role non  dauano  piena  confidanza.Fu  grand'  allegrezza,quando  s'intefe  il  Papa 
riftorato, parendo  d'elFereufcitidi  gran  pericolo, laquals'aumenròfopra  mo- 
do,quando  s'intefe  il  fine  del  Concilio.  Il  Pontefice  ordinò  per  quefto  una  fo- 
lenncproceflìoncperringratiarDio  di  tanto  beneficio.  InConciftoromoftrò 
il  gran  contento  che  n'haueua  :  dilFe  di  volerlo  confermare>&  anco  aggionger- 
gli  altre  riforme:  di  voler  mandar  tre  Legati,  in  Germania,  Francia  ,&  Spagna, 
per  elFortaradelFeguir  li  decreti  >  per  conceder  k  cofehonefte.  Se  dar  fuffragio 
nelle  cofe  d€  mrepofaim, 

NNNnn 


^ ^834  CONCILIO  DI  TRENTO.  Papa  Pio  IIIL 

ci3  J3  Inanzi  il  Natale  j  arriuarono  in  Roma  li  Legati  Morone ,  Se  Siinonetaj  da' 
LXiii.  quali  il  Papa  volle  incender  in  molte  audienze  minutamente  le  cole  i\icccire:& 
t  Legati  arri-  pigliò  in  notali  nomi  de' Prelati>clic  s'erano  affaticati  per  ilConciliojahnedi 
nano  al{oma,  £^^.g|j^  Cardinali.  LaCortejinrendendola  rjfolutione  del  Papa  alla  conferma, 
4  Papa-"^^"'^  mutò  l'allegrezza  in  querimoniajfacendo  ruttigli  Officiali  indoglienza,per  il 
*  danno ,  che  hauerebbono  riceuuto  negli  Offici]  loro ,  fé  quella  riforma  s'efTe- 

laCorte  e  we-  guiua  :  &  confìderauano  dipiù,  che,circndo  quei  decreti  concepiti  in  termini 
fiaperU  J{i-  generali»  »?cfenza  claufule  di  fottil'  efplicatione,  fcrapre  che  difficoltà  foife 
fama:  ^^^^^  ^  -j  ^-j^ondo ,  già  alfuefatto  a  latrare  conerà  quella  Corte ,  hauerebbe  fatto 

contraria  interpretatione  a  loro  intcre{ri;&:  farebbe  fiata  abbracciata,come  co- 
fa  fpeciofa»  &  coperta  con  titolo  di  Riforma.     Erano  date  fuppliche,  &  me- 
moriali al  Pontefice,  da  quelli  ,  chehauendo  compratogli  Omcij,  &  preuc- 
dendo  queflo  danno  5  dimandauano  riftoto  :  cofà»  che  dalla  Santità  fua.  era 
molto  flimata,  &  riputata  degna  di  buon  rimedio  >  accio  non  folfe  caufa  del- 
la defolatione  di  Roma.    Alche  hauendo  diligentemente  penfato,  deputò 
■     , ...     CardinalÌ5aconfultarfopralaconfermacione5&  a  penfare  il  rimedio  che/ipo- 
r*  ^e  dee  dare  ^^^^^  porgere  alle  querimonie  della  Corte.     Erano  alcuni  Cardinali,  che  con- 
U  conferma  a  fegliauano  a  Confermar  immediate  li  decreti  fpettanti  alla  fede  :  ma  proceder 
dicreti  diTre-  con  mvituritàintorno  agli  altri:  imperoche  alcuni  erano  degni  di  moka  confi- 
«j  deratione,per  la  poca  utilità ,  3c  gran  confufione  che  portercbbono:  altri,  per 

l'impofTibilicà,  o  gran  difficoltà,  farebbe  flato  neceifario  fpelTo  dif  penfargli  :  il- 
che  no  fai'ebbe  fuccetfo,  fenza  indecoro,  &  fenza  dar  materia  a  ragionamenti  : 
elfendo  anco  neceifario  hauer  molta cofidcrationc  fopra  il  modo  d'effeguirgli) 
in  maniera,  che  non  porcaffero  danno,ne  pregiudicio  ad  alcuno;  non  effendo 
degna  di  nome  di  Riforma  quella  prouifìone ,  quale  è  con  detrimento  d'altri: 
che  ditferendo,s'hauerebbe  conofciuto,intendendo  il  parer  d'altri  molti,quel- 
lo  che  fi  poteua  far  con  fodisfattione  commune,  fenza  laquale  tutte  le  riforma- 
rioni  tornauano  indisformationi.  Il  Papa,per  queflo  clcffe  otto  Cardinali,  che 
gliriuedelferojliquali  dopolonga  difcufsionejperlamaggioreparte  furono  di 
parere  che  conueniua  moderargli  tutti,  prima  che  confermargli  ;  &  ben  confi- 
derare,  che,douendo  patir  alcuna  oppofitione,  meglio  era  farla  nel  principio, 
clie,dandogli  riputatione  con  la  conferma,voler  poi  moderargli.  EfTer  cofa  cer- 
ta ,  che  a' chi  ha  procurato  il  Concilio,  altro  fcopononèftato  inmira,fenon 
d'abbalfar  l'autorità  della  Sede  Apoflolica ,  &  mentre  il  Concilio  è  durato ,  da 
Tutti  elTere  flato  parlato,  come  fé  quello  hauetfe  hauuto  poteflà  di  dar  legge  al 
Pontefice  :  &;  però,  douerfl  moftrar  adedo,  con  l'annullare,  o  moderare  alcuno 
di  quei  decreti,  che  il  Pontefice  non  ha  da  riceuere,  ma  da  dar  le  leggi  a  Con- 
cili), 
e  ph  pomù  11  Pontefice,  da  fé  inclinato  alla  conferma,  &indottoui  anco  perle  perfua- 
perfmjìom  vi  fionidiMorone,  &c  Simoneta,  perpletfo  nondimeno  per  le  querunonie  della 
frifolwj  Corte,  &  per  l'uniuerfale  openione  de'  CardinaH,  volendo  venir  a  rifolutione, 
chiamò  oltra  li  fudetti,  li  Cardinali  della  Burdiillera ,  8c  Amulio  ,&:  i  princi- 
pali Officiali  di  Camera,Cancellana3  &  Rota:  douepropofla  la  deliberatione, 

li  quat- 


.   Papa  Pio  IIII.  L  I  B  R  O     O  T  T  A  V  O.  8j; 

li  quattro  Cardinali  concordi  confegiiarono  che  il  Concilio  fi  confermaile    cu  lò 
alloluramentc.  Il  Cardinal  Amulio,nelle  memorie  delqualc  ho  veduto  qucfto    lxiu, 
negotiato ,  dilTe,  Che  Sua  Santitàjcon  la  patienza  >  prudenza.  Se  virtù,  con  im- 
raeni'al'pefa  Tuaifatica,  &  diipendio  di  tanti  Prelati,haueua  veduto  il  fine  d'una 
grande,«3c  difficile  imprefa  del  congregare,  indrizzare,  sferrar  il  Concilio:  gli 
reftauaunamaggiorcma  fenza  diliicoltà,cioè,preleruar  fé,  &c  la  Sede  Apofloli- 
ca,&  tutto  l'Ordine  Ecclefìaftico,di  rientrare  nella  fl;eira,diiììcoltà,pcricoli,dif- 
agi,&  fpefe  r^clFcr  quaranta  anni,che  il  mondo  non  parlauache  di  Concilio, 
ne  hauer  potuto  li  Pontefici,  con  ogni  opera,diucrtirlo ,  per  la  perfuafione  im- 
beuuta  dal  mondo  del  bifogno  di  quello,  &  che  fofse  per  apportar  frutto:  fé, Cu- 
bito finito,!!  tratta  d'emendarlo,o  moderarlojouercnon  confermandolo,  fi  la- 
fcia  in  fofpefo,farà  fatta  una  dichiaratione,  che  non  è  ftato  proueduto  in  Tren- 
to a  quello  che  era  necelìario ,  &  s'afpettaua  :  8c  Ilibito  fi  metterà  a  campo  una 
altraprouifione,o  per  mezzo  di  Concili)  Nationali,o  per  un'altro  Generale:  8c 
eccole  mcdefmeangufticdallequalicon  tanta  difficoltà  s'è  liberata  laChiefa 
di  Dio.     Ma,  approuando  li  Decreti]del  Concilio,  come  una  perfetta  riforma, 
&  dandogli  riputatione,  3c  eireciitione  in  quello  che  farà  poflìbile,  una  gran 
parte  refterà  perfua(a  che  niente  vi  manchi:&  non  eifer  cofa  più  utile  per  li  tem- 
pi correnti,  che  fpargerfama,&:  nutrirla,  che  il  Concilio  habbia  fatto  una  fan- 
tajneceiraria,&  perfetta  riforma:non  lafciando  fapere,  che  da  Cardinale  alcuno 
vi  fia  ftato  poftodubio,  che  in  quel  Concilio  non  s'habbiaefTcguito  quello, 
perche  fu  conuocato:che,cofi  facendo,rhumore  del  mondo  a  poco  a  poco  s'ac- 
quieterà, &  con  le  difpcnfe  potrà  la  Santità  fua  prouedere  a'  fuoiminiftri.  Se 
feruitori ,  fenza  violatione  de  decreti  del  Concilio  :  poiché  in  quei  medefimi 
è  rileruata  l'autorità  Apoftolica  :  liquali  gli  feruiranno  per  feudo  a  negare  le  di- 
mande  importune  di  quelli,  che  non  giudicherà  meriteuoli  di  gratie:&  col 
tempo  pian  piano  le  cofe,infenfibilmente,  (Se  fenza  che  il  mondo  fé  n'accorga, 
torneranno  ncll' ifteiTo  ftato  :  che  altre  volte  anco  per  qucftavias'è  caminato, 
quando  la  neccflltà  ha  coftretto  cedere  a  quefti  humori,  loliti  nafcere  ne'  fuddi- 
ti  contra  quei  che  gligoucrnano:  che,  quando  altri  facefle  oppofitionc  a  quei 
decreti,  per  riputatione  di  tante  fue  creature,  de'  fuoi  Legati,  &  di  Sua  Santità 
medefima,conueniua  che  egli  glifoftenctTe:  non  che,  tacendo  tutti,  efia  mcde- 
fìma  debbia  giugulargli  totalmente  :  poiché  ogni  minima  moderatione,emen- 
datione,ouero  anco  dilarione  a  confermargli,c  un  colpo  mortale  a  tutti  :  oltra 
che,il  volgo,  qual  fempre  intende  le  cofe  in  finiftro,  altro  nonfaprà  dire,fenon 
che  la  Corte  di  Roma,&  il  Pontefice,non  vuole  riforma. 

Gli  Officiali  di  Corte,  quali  tutti, parlarono  incontrario,  rapprefentando  li 
danni  &c  pregiudicij  loro,&:  moftrando,come  tutto  ritornerebbe  in  lefione  del- 
ia Santità  tua,  &  della  Sede  Apoftolica ,  8c  in  diminutione  delle  entrate  di  quel- 
la. Solo  Vgo Buoncompagno,  Vefcouo  diBeftice,chefupoi  Cardinale, perfo^ 
na  vcrfata  molto  ne'  negotij  della  CortcdiifcChe  non  poteua  reftar  di  maraue- 
gliarfi  di  tato  timore,che  vedeua  nafcere  fenza  ragione:  che  per  la  conferma  del 
Co  cilio  nò  fé  gli  daua  maggior  autorità  di  quella  che  gli  altri  Conc  ili]  Generali 

NNNnn     ij 


83Ó  CONCILIO  DI  TRENTO  Papa  Pio    IIII, 

ci3  i^  haaeuano,  che  fi  daua  al  Decreto,  &  a  Decretali ,  dal  gran  numero  de'  quali ,  S>c 
j,x  1 1 1.  dall'  aperto  parlare  centra  li  coftumi  prefenn>Ì4inumerabilmentepiù  prcgiudi- 
ciji^lcfioniiì  riceuercbbe>  che  da  quei  pochi  decreti  Tridentini>molco  rifer- 
uati  nella  forma  del  parlare  :  che  nilluna  legge  ftà  ndle  parole,  ma  iiell'intelli' 
genza,»3<:  noninquella,che  il  volgo»  &  li  Grammatici  danno,  ma  in  quella,  che 
l'ufo  &c  l'autorità  conferma:  le  leggi  non  hanno  altro  vigore ,  che  quanto  gli 
preda  chi  goiierna,i?c  ha  la  cura  d'elleguirle  :  quello  conladichiaratione  gU  dà. 
lenfojopiù  ampio,  o  più  riftretto,  &  anco  contrario  a  quello,  che  le  parole  fo- 
nercbbono,  &  tanto  {arcbbereftringcre,  o  moderar  al  prefente  li  decreti  de 
Trento,  quanto  confermarli  adelfo  alfolutamentc.  Se  lafciarglireftrifìgerdair 
ufo:  ouerofarlo,condichiaratione  a  tempi  opportuni. Conclul'e,che  nonfape- 
ua  veder  caufa,  perche  fi  doueite  porre  difficoltà  alcuna  alla  conferma»  Ma  bea 
raccordaua,  che  s'ouuiatTeal  prcfente  agl'inconuenientischepotrcbbonona- 
fcere  per  la  temerità  de' Dottori,  chejquanto  più  ignari  del  gouerno  ,  de  de'bi- 
fogni  publicijtantopiù  s'arrogano  il  dar'  interpretatione  alle  leggi,c he  confon- 
de il  gouerno:  vedcrfiper  il'perienza,  chele  leggi  non  fanno  alcun  male,  non 
caufano  alcuna  lite  ,  fenon  per  li  vari)  fenfi  datigli  :  che  per  la  conftitutione  di 
Nicolò  terzo  fopra  la  redola  di  S.Francefco,  materia  da  fé  piena  d'ambiguità, 
mai  però  nafce  alcun  diiordine,  per  laprohibitione  da  lui  fatta  a'  Glofatori,  & 
commentatori  d'interpretarla.  Se  farà  cofi  proueduro  a'  decreti  di  Trento ,  fé 
farà  vietato  lo  fcriuere  fopra  quelli,  farà  ouuiato  a  gran  parte  dì  quello  che  fi  te- 
me. Ma,  fé  anco  la  Santità  fua  prohibirà  ogni  interpretatione,  anco  a'  giudici» 
&  ordinerà,  che  in  qualonque  dubitatione  fi  ricorri  alla  Sede  Apoftolica  per 
l'interpretatione ,  nilTuno  potrà  valerfi  del  Concilio  a  pregiudicio  della  Corre,. 
&  fi  potràjcon  l'ufo,  &conledichiarationia  accommodarloa  quello  che  farà 
beneficio  della  Chiefa:  &  potrà  la  Santità  fua  >  ficomehauna  Congregatione» 
che  con  gran  frutto  attende  alle  cofe  dell'  Inquifitione  ,  cofi  inftituirne  una  al- 
tra fopra  di  quello  particolare,d'interpretar  il  Concilio  :  allaquale  fiano  riferiti 
lidubij  da  tutte  le  parti  del  mondo  :Sc  cofi  facendo,  diceua,  io  preueggo,chc 
non  folo  per  li  decreti  del  Concilio  non  l'ara  diminuita  l'autorità  della  Sede 
Apofl:olica,&  le  ragioni,  &prerogatiue  della  Chiefa  Romana,  ma  faranno  ac- 
crefciutej^  ampliate  molto,fapendofi  valer  di  quefti  mezzi.  Furono  molli  dì 
aitanti  da  quefte  ragioni ,  &  il  Papafentì  la  ncceiruà  di  venir  alia  conferma  afio- 
lata,fenza  altra  modificatione:&,perfuafo  che  folle  per  fucceder  come  il  Vcfco- 
uo  rapprefentaua,  fu  rifoluto  di  non  attendere  altro  incontrario  :  ma,  pieno  di 
jfoeranzaéisr accoglier  buoni  frutti  dalle  litiche  fatte  per  finir  il  Concilio,  ri- 
foluette di  confermarlo,  de  di  rifcruarafe  rintcrprcrationc,  &  d'inftituire  la. 
Congregatione,couformc  al  raccordo  del  Vefcouo  di  BvlT:icc:&,conferiroque- 
,  fto co' Cardinali  aparte,rifoluè  di  venirne  all'effetto. 
è  lo  fa  di  va'  Pcrilche  addì  ventifei  Gennaro,MDrone,&  Simonetajin  Conciftorcnarra- 
£*Mr'  to  il  tenore  del  decreto  fatto  nell' ultima  Sefiìone,  che  da  loro  folle  richieita  la 
cófcrma,dimadarono  che  Sua  Satira  il  degnalfe  cófcrmar  tutto  quello,  che,  fot*- 
to  Paolo,  GiuUo,(3claSàcicàfuaaerallatoin  quelCócilio  decietato,&  definito^ 

11  Pon- 


Papa  Pio  mi.  LIBRO    OTTAVO.  857   

Il  Pontefice,fatto  legger  prima  il  ropradettodecreto,mandòatf  omo  li  votidc'  cio  iD 
Cardinali.FuiQiio  conformijche  il  Concilio  folFc  confermato,  eccetto  li  Cai-  ixiiii. 
dinali  S.Clemente,&  Aleirandrinoj  liqiiali  dilfero  in  quel  Concilio  eireie  ftata 
data  troppa  autorità  a'  Vefcoui ,  oi.  ellcr  necelfario  raoderaila  j  ìk  all'hora  far' 
eccettionc  di  quei  capi,  che  rallatgauano  troppo  ,  liquali  già  erano  notati.  Il 
Papaconclufe  in fincelTer bene  confermargli  tutti,fcnza  eccctfione,&coli  fe- 
ce in  parole  nel  Conciftoro,confermandogli ,  de  commandando  che  da  tutti  li 
fedehfoireroriceuuti,&  inuiolabilmenteoileruati  :  ì<cpublicò  quelmedefur-o 
giorno  una  Bolla,rottofcritta  da'Cardinali  tutti,nellaqualc,narrate  le  caufc  del- 
la c6uocatione,&:  il  piogreiVojCon  gl'impcdimentbòc  diificohàjdi  tepo  in  tépo 
attrauerfati ,  Se  la  diligenza  Tua  in  fauorir  la  libertà  di  qucllo,co:icedendot^li 
anco  arbitrio  libero  fopra  le  cole  riieruate  alla  Sede  Apoftoiica,iingratiòDio> 
che  con  intiero  confenfofcghfoire  impoftofine:pmlche,iiccrcato  della  con- 
fcrma,pcr  nome  della  Sinodojconofcendo  li  decreti  eiTer  tutti  Catolici,&  utili 
al  popolo  Chriftiano,gli  ha  confermati  in  Concirtoro,^  gli  conferma  in  quel- 
la (crittura ,  commandando  a  tutti  li  Prelati  di  fargli  ollviuarejt^c  cfTortando 
rimpcratore,Rè,Republichc5&  Prencipi  ad alTiftere,per  ©(feruanza  di  quei  de- 
cretijdi  fauore  a  Prclati:non permettere,  ma  onninamente  prohibire  a' popoli 
loro,il  riceuer  le  opinioni  contrarie  alla  dottrina  di  quel  Coneilio:&,per  fuo^^ir 
laconfufìoncprohibìad  ogniconditionedi  perione,coli  Chiericijcome  Laici, 
il  fargli  fopra  commentari}, glofe,  annotationi,o  fcolij,ne  interpretatione  di 
qual  h  voglia  iorceine  meno  far  ftatutodi  forte  alcuna, ancora  lotto  prctefto  di 
maggior  cGrroboratione>o  eiTecutione  de'  Dccrcti:ma,eirendoui  bifogno  d'in- 
terpretatione  d'alcun  luogo  o(curo,o  di  qualche  decifionc,  andatfero  alla  Sede 
Apoftolica:percheegli  firiferuauail  dichiaratele  diificoltà,o controueriìe,co- 
Hie  ancola  Sinodo  haueua  già  decretato. 

Andò  in  ftampajinfieme  co' Decreti  delConcilio,rAttoConcilì:orialedel-  &'"'^^  f^pre 
la  conferma,&  la  BoUailequali  cofe  diedero  da  parlare,  apparendo  dal  tenor  di  Vfp  "^[^ 
quelle,che  li  Decreti  non  haueifero  vigore,come  ftatuiti  dal  Concilio,  ma  folo 
perla  confermationeronde  lì  diceua,che  uno  haueua  veduto  la  caufa,  Se  l'altro 
fatto  la  (entenza:  ne  poter/tdircehe  il  Pontefice  hauellè  prima  veduto  li  decre- 
ti che  confermatigli,poiche  dall' atto  ConciftoFÌaleappariua,nonhauer  vedu- 
to feuon  il  Decreto  di  chieder  la  conferma:  che  almeno  in  Trento  s'erano  fatti 
legger  li  decreti  fatti  fotto  Paolo5&:  Giulio,che  più  conueniua  che  fclfero  con- 
fermati da  chi  gli  haueua  uditi,  che  da  chi  non  haueua  intefo.  Alche  da  altri 
veniua  rifpofto,none(rcrui  ftato  bifogno  che  il  Pontefice  gli  vcdelfe  ,  non 
dfcndo  ftata  fatta  in  Trentocofa,fenoa  deliberata  pruna  da  lui. Per  molti  Con- 
ciftorifeguenti  parlò  il  Pontefice,perol!èiuatione  de' Decreti  del  Concilio:dif- 
fe,che  cglifteirovoleuacireruargli,fc  ben  non  era  obIigato:diede parola  di  non 
derogarne mai,renon per  euidente  &  urgente  caufa;  &  con  confcnfo  de'Cardi- 
Dali.Dicde  la  cura  a  Morone^Sc  SiiTioneta,di  ftar'  attentile  in  Conciftoro  folfe 
propoftojO  trattato  cofa  alcuna  contraria,tScauuertirnelo:  rimedio  moholic- 
lie,per  ouuiare  l^tranlgreflìoniiperche  delie  conccifioni,che  fi  fanno  in  Roma» 

NNNnn     vì\ 


838  CONCILIO   DI  TRENTO      Papa  Pio  IIIi; 

e  13   i>5    una  centefima  parte  non  fi  fpedifcein  Conciftoro.Mandòli  VefcouiallaRefi- 
LXiv.     denza3&  ordinò  di  valerli,  nel  gouerno  della  città  di  Roma,  &  delio  flato  Ec- 
clcdafticojdeir  opera  de'  Protonotarij,&  Refercndarij.Majfe  bene  il  Pontefice, 
per  il  iìue  del  Concilio  fulibcrato  dalla  gran  moleftia  che  fentiua ,  reftarono 
però  reliquie  in  tutti  li  Regni,che  portauano  nuoue  difficoltà. 
d'ifgnfli  di  Di  Spagna  s'hebbe  auifojche  il  Rè  haucua  ientito  con  diipiacere,  6c  rifenti- 

Sf^agnaper  li  niento,il  fine  del  Concilio}&  che  haucua  deliberato  dicongregar  inanziafeli 
dicnth  Vefcoui,&:  Agenti  del  CJero  ài  SpagH2,pcr  trouar  modo  come  fi  doueii^  efTe- 

guire.  Et  non  fu  l'auifo  falfojperche  non  folamente  tutto  quello  che  fi  fece  ili 
Spagna  nelriceuerc&eireguir  li  Decreti  del  Concilio  in  queir  anno>partela 
primauera,  &  parte  l'autunnojfu  per  ordine,  &  deliberatione  prela  nel  Regio 
Confegliojma  alle  Sinodi,chefi  fecero,inandò  anco  il  Rè  fuoi  Prefidenti ,  fa- 
cendo propone!  quello  che  a  lui  piacque,&:  checompliuaper  le  cofe  lue;  con 
molto  difgufto  del  Pontefìcejalquale  difpiaceuajche  il  Rè  s'aflumeire  tanto  fo- 
pra  le  cofe  Ecclefiafticherdel  che  però  non  fece  alcuna  dimoilratione  co'mini- 
flrl  di  queFlo ,  per  il  diilègno  che  haueua  di  valerfi  di  ciò  in  altra  opportunità 
dami  diiregnatajdellaquale al  fuo  luogo  fi  dirà. 
ti  in  Franàa  In  Francia,hauendo  il Prefidente  Ferricr,mentre  flette  in  Venetia ,  fatto  of- 
vkmaggion:  ferua&ioni  fopra  i  Decreti  delle  due  ultime  Seflioni,celebrate  dopo  il  partir  fuo, 
Se  mandatole  alla  Corte,  il  Cardinal  di  Lorena  al  fuo  arriuo  hebbe  molti  alPai- 
tij&riprenfioni,come  quello ,  che  haueua  aifentito  a  cofepi'egiudicialial  Re- 
gno. Diceuano,che  con  le  parole  del  primo  capo  di  riforma  della  penultima 
Seilione ,  dicendofi  che  il  Papa  ha  la  cura  della  Chiefa  uniuerfale,  in  Latino. 
SoUt^itndinem  VniuerfA  £rc/r^'/*,haueua  ceduto  il  ponto,  che  egli,  &  tutti  li  Ve- 
fcoui  Francefi,haueuano  tanto  tempo  combattuto,&;  f  uperato  j  accio  non  fof- 
fé  pregiudicato  all'  openione  di  Francia  della  iuperiorità  del  Concilio  al  Papa, 
Che  egli  hauercbbe  potutccon  una  minima  parola,rimediar'  a  quefto,  con  far 
dire,comc  San  Paolo  dilfc ,  follicitudine  di  tutte  le  Chiefe  :  che  nilfuno  hauc- 
rebbe  negato  quel  modo  di  parlare,che  San  Paolo  ufòroltra  che,  s'era  fatto  pre- 
giudicioallamedcfima  openione  della  fuperiorità  del  Concilio  col  ventuno 
capo  dell'ultima  Sc(Iione,faluandoin  tutti  li  Decreti  l'autorità  della  Sede  A- 
poflolica  \  5c  con  l'ultimo  DecretOsdi  dimandar  la  conferma  al  Papa.  Se  gli  op- 
poneuaancojche,  hauendo  contraftato  il  Rè,  de  tutta  la  Chiefa  Gallicana, ac- 
cio quello  foife  indittione  d'un  nuouo  Concilio ,  «!k:  non  continuatione  5  non- 
dimeno s'era  dichiarata  continuatione,  >!<c  tutt'  un  Concilio  con  quello  di  Pao- 
lo, &  Giulio,  nel  fudetto  capo  ventuno,  <Sc  nel  Decreto  di  rilegger  le  cofeila- 
tuite  fotto  quei  Ponteficiicon  che  s'era  ceduto  vilmente  a  tutto  quello  che  dai 
Rè  era  flato  f'oftenuto  due  anni.  Di  più  diceuano,che  l'haucr  approuato  le  co- 
fe fatte  fotto  Giulio,era  con  dishonore,&  pregiudicio  della  protcflatione  fatta 
in  quel  tempo  dòti  Rè  Henrico  fecondo.  Ma,fopra  tutro,riprendeuanojche,ef- 
fendofi  fatta  fotto  Paolo  ,  &  Giulio,  tempre  honorata  mentione  fpeciale  del 
Rè  Francefco primo  ,&:delRè  Henrico fecondo,inficme  con  Carlo  quinto,il 
Cardinale  non  haueffe  operato  che  de'medefimifi  faccirc  memoria  nelle  ac- 
clama- 


PapaPioIIII.  libro   ottavo.  859 _ 

clamationi ,  quando  fi  fece  dell' iftcìro  Carlo,  &  nominando  l'Imperatore  vi-  ci 3  >  i3 
iience/econdo  quegli  eirempijjnonhauelle fatto  nominar  il  Redi  Francia.  Le  LXiv. 
altre  cole  il  Cardinale  fcufaua ,  con  dire  >  di  non  hauer  potuto,  con  Tei  Prelati, 
che  erano  in  compagnia  Tua  (olamente ,  impedir  il  confenfo  di  più  di  dugento. 
Ma  di  quella  ultHTia  oppofitionc  non  ilpoteua  tcufare,  febendiccua^checra 
perconfcruarlapace  tra  li  due  Regni,  ellendogli  replicato,  chepoteuaben  la- 
fciar'  il  carico  di  far  l'intonationc  ad  altri, &:  non  eller  egli  l'autore  di  quel  pre- 
giudicio  ;  8c  coli  fi  vede,chc  fpedc  volte  gli  huomini  vani,doue  credono  acqui- 
llar  riputatione  a  minuto,la  perdono  in  grollo. 

Ma  li  Confeglicri  di  Parlamento  ritrouarono  ben  molte  altre  cofe ,  che  op- 
poncr  a' capi  di  riforma  in  quelle  due  SclTioni  publicati,doue  l'autorità  Ecclc- 
lìaftica  diceuano  elfere  ftata  allargata  fuori  de'  termini,con  intacco,&:  diminu- 
tione  della  temporale,  condara'Velcouiporeftà  di  procedere  a  pene  pecunia- 
ric,&  a  prefedi  corpo  centrali  Laici.  PcrchedaChrifto  a' Miniftrifuoi  niifu- 
na  autorità  era  ftata  data,  fenonpura  tScmerafpirituale:  che  dopo,  elTendo  il 
clero  fatto  membro,  &  parte  della  politia,  liPrencipi  concefièro  pergratiaa' 
Vcfcoui  di  punir  con'pcne  temporali  li  Cliierici  inferiori ,  accio  folle  olferua- 
ta  traloro  la  difciplina:  ma  di  poter' ufar  tal  forte  dipene  contra  i  Laici,  non 
l'haueuano  ne  per  legge  diuiiiijne  humana,anzi  per  fola  ufurpatione.  Et  che 
nel  capo  del  duello  fi  pretende  di  proceder  contra  Imperatore,Rè,&  altri  fopra- 
ni,che  lo  concedono  nelle  lor  terre  j  &queftofottopenadiScommunicaj  te- 
nendo effi,  che  in  alcuni  cafiilpermettcr  duello  non  fia  male  :ficome  anco  il 
permettere  il  meretricio,  &  altri  dclitti,che,  fé  ben  mali,  per  publica  utilità,  a 
fine  d'euitarne  maggiori ,  non  è  male  permettergli  :  Se  quefta  poteftà ,  che  è  na- 
turale,&data  da  Dio  a' Prencipi,non  può,  per  alcuna  poteftà  humana,eirer  Ie- 
llata, o  riftretta.  Lo  fcommunicar'  anco  Rè,&:  Prencipi  fupremi,lo  ftimauano 
intolerabile,hauendo  eiH  per  maffimaconftante  in  Francia,  che  il  Re  nonpofli 
efijbr  fcommunicato,nc  gli  ufHciali  Regijjper  quel  che  tocca  all'  elFecutione  del 
lor  carico.  Aggiotìgeuano  apprelTojcheilpriuarli  Prencipi  deghftati,&  gli  al- 
tri Signori  de'  feudi ,  &  a'  priuati  confifcare  beni ,  erano  tutte  ufurpationi  dell' 
autorità  temporale,noneftendendofi  l'autorità  j  data  da  Chrifto  alla  Chiefa  j^ 
cofe  di  quefta  natura. 

In  quello  che  a'  lulpatronati  appartiene, diccuano,gran  torto  efier  ftatcrfat- 
to  a'  fecolari,in  difficoltargli  le  prouei  &  tutto  quel  capo  clferfaadató  fopra  u- 
na  falfa  i^afiìma,  che  tutcì  li  Benefici]  fiano  liberi,  fcnon  fi  proua  il  patronato. 
Perche  è  certo  incontrario,chc  le  Ghiefe  non  hanno  beni  temporali,  fenon  da- 
ti da'  lecolari ,  liquali  non  fi  debbe  prefupponere  che  gli  habbiano  voluti  con- 
cedere, fi ,  che  potelTero  cficr  maneggiati,  &  diffipati  ad  arbitrio  degli  Ecclefia- 
ftici  5  onde,  dal  (uo  principio  ogni  Beneficio  era  paQ-onato  ,  Se  fi  donerebbe 
prefupponer  tale  ;  eccetto, doue  fi potelFe  moftrardonationeairoluta,concel- 
fione  totale  della  patronia  :  &  ficome  la  communità ,  ouero  il  Prencipe ,  fucce- 
dono  a  chi  non  ha  altro  herede  j  cofistutti  li  Beneficij,che  non  fono  de  iure  Ta,~ 
tronatm  d'alcunoj  douerebbono  eifer  fotte  la  patronia  publica.   Alcuni  anco. 


840  CONCILIO   DI  TRENTO        PapaPioIIIL 

ci^  i^  d'elfi  fi  rideuaiio  di  quella  forma  di  pai:lare,che  li  Benefici)  patronati/olfero  in 
Lxiin.  reruicù,  &  gli  altri  liberi:  quafiche,nonfia  chiara  feruitù  TelTer  fotto  la  difpofi- 
rione  della  Coree  Romana,laquale  gli  maneggia  contra  l'inflitutione ,  &  fon- 
datione;&:  nonfottolapatroniade'  Secolari,chegliconferuano.  Olerà  lacen- 
fiua  d'alcuni  decreciperla  fudetta  caufa,aggiongeuano ,  che  altri  erano  contra 
le  confiietudini,&  immunità  della  Chiefa  GaUicanajla  riferuatione  delle  caufe 
criminali' grauijContraliVefcouijalla  cognitionedelfolo  Pontefice,diceuano 
leuar  la  facoltà  a'  Concili)  Prouinciali,&  Nationali,che  Tempre  in  ogni  cafo  le 
hauenano  giudicatore  con  grauar'  eflì  Vefcoui,  tirandogli  a  litigar  fuori  del 
RegnoiContra,non  folo  il  coftume  di  Francia ,  ma  anco  gli  antichi  Canoni  de* 
Concili)  >  che  hanno  voluto  Tempre  eirergiudicate,&:  terminate  le  caufe  nelle 
proprie  regioni.AggiongeuanOjcirer  contra  la giuftitia,  &  l'ufo  di  Francia,chc 
liBeneficij  potclTero  elfer  granati  di  penfioni,o  riferuationi  di  frutti,come  obli- 
quamente era  ftato  detcrminato.Parimente,non  elfer  tolerabile,che  le  caufe  di 
prima  inft:anza,dal  Papa  potelferoeirerleuate  fuori  del  Regno:  perche  ciò  lena 
un  antichifiTmìo  ufo ,  confermato  con  molte  conftitutioni  Regie:  ne  poterfi 
giuftificare  per  l'eccettione  d'urgente  & ragioneuol  caufa ,  hauendo  moftrato 
l'etperienza  di  tutti  li  tempijche  con  quel  pretefto  fi  leuano  le  caufe  tutte:&  chi 
vuole  difputarcfela  caufa  fia  urgente  o  ragioncuole,entra  in  doppia  fpefa,ac 
difficoltà,  conuenendcgli  litigar  in  Roma,non  folo  la  caufa principale,ma  an- 
co queir  articolo.  Non  approuauano  in  modo  alcuno  »  che  fofie  concefib  a* 
Mendicanti  il  poflederbeni  {l:abili,&  diceuano ,  che, efiendo flati riceuuti  in 
Francia  con  quell'  inftitutioncnon  era  giufto  che  follerò  mantenuti,  fenon  in 
quel  medefimo  ftato  :  chequefto  è  un  perpetuo  artificio  della  Corte  Ro- 
mana, di  leuar  di  manolibenia  Secolari,  &  tirargli  nel  Clero  $  &  poi  anco 
a  Roma, facendo  prima  ,  che  ,  col  pretefto  di  voto  di ponertà  ,  li  Monachi 
acquiftino  credito,  come  che  non  mirino  a  nilfuna  cola  teinporale ,  ma  tut- 
to facciano  per  carità,aferuitio  del  popolo  :dopoi,acquiftato  il  credito,  la 
Corte  gli  dilpenfa  dal  voto,onde  facilmente arricchifcono}&:,fatti ben  opu- 
lenti li  Monafteri),  fi  mandano  in  Commenda,  &  finalmente  tutto  cola  nella 
Corte.  A  quefto  era  aggiontal'eflbrtatione ,  che  nel  duodecimo  capo  è  fatta  a 
tutti  li  fedelijdi  voler  largamente  fouuenire  a  Vefcoui ,  &c  Parochi,  de'  propri) 
beni:  buona  eflbrtatione,  quando  feruilTcro  al  popolo  in  quello  che  douereb- 
bono,&  ne  haueirero  bifogno  :  cofi  eifer  l'elFortatione  di  S. Paolo  ,  Che  chi  è 
inftrutto  nelle  cofe  della  fede ,  faccia  partede'benifuoia  chil'inftruifce  :  ma, 
quando  chi  pòrta  il  nome  di  Paftore,  attende  ad  ogni  altra  cofa,  che  ad  inftrui- 
re  il  popolo  ,  l'eifortatione  non  elfer  opportuiia  ;  &c  tanto  più,  quanto  che,  pei 
li  tempi  pattati,  i  beni  Ecclefiaftici  etano  per  alimento  de'  poueri,&  perrifcuo- 
ter  fchiaui  ;  perilche,non  folo  fi  vendeuano  libeni  ftabili,ma  gli  ornamenti  an- 
co della  Chiefa,  &:livafi  facri  :  ma  in  quegli  ultimi  tempi  hauerfiprohibito  il 
poterlo  più  fare,fenza  il  PapaJlche  ha  arricchito  il  Clero  in  immenfo.  Già  nel- 
la legge  Mofaica  Iddio  a'  Leuiti,che  erano  la  decimaterza parrc  del  popolo,ha- 
uer  conceiro  la  decima  »  con  prohibitione  però  di  poter' acquiftar'  altro  di  più, 

Mail 


S^9^ 


CI3    13 


Papa  Pio  mi.  LIBRO    OTTAVO. 

Ma  il  Clerojche  no  è  la  cinquancefìraa  paitchauer'  Iioramai  acquiflaccnon  una  de- 
cimajiiia  una  quatta  parte  j  &tuttauia  andar' acquilì:aclo,c6  ufarcanco  perciò  moki  lxihi. 
arrificij.GiàMoifchauendo  inuitato  il  popolo  ad  offerir  per  la  fabrica  del  Taberna- 
colo,quando  fu  offerto  tanto  che  ballaua,  hauer  daparte  di  Dio  prohibito  che  non  fi 
offerilie  più  :  ma  qui  non  tuouarii  terminejlcnon  quando  haucrano  acquiftato  tutto, 
fc  gli  huomini  cótinuerano  nei  letargo.Elfcr  vcro,chc  vi  fono  de'  Preci ,  c\:  Reli<Jio/i 
pouerimia'quefto  auuenire,perche  vene  fono  di eccedìuamcntc  ricchi:  un  compar- 
cimento  uguale  gli  farebbe  abondantemente  ricchi  tutti.  Et  pur  finalmente,  lafciate 
tutte  queftc  co(ì  cuidenti  colldcrationijquado  il  Concilio  ellbrtalìe  il  popolo  a  fou- 
uenirliVefcoui>&  Parochipoueri,nellclor  necellìtà,hauercbbedel  tolerabileuna  il 
dire>difouuenirgli,accio  poflino  loftener  ladcgnitàjche  nóvuolediralcrojcheilfa- 
fto,&  il  lujfojnon  cifer'  ahro,chc  un'  hauer  perfo  a  fatto  la  vergogna.  Vero  e,  che  in 
cambio  s'è  fatto  un  decreto  nel  decimo  ottano  capo,a  fauor  del  popolo,che le  difpé- 
fefianodate  gratuitamentc:ma,poichecirendo  commandato  da  Chrifto,non  fé  n'e- 
ra potuto  veder  l'olferuationcnó  vi  era  fpcranza  che  quello  decreto  doueife  far  mao-- 
gior  frutto. 

LcqualicofeefTendooppoftc  al  Cardinale  di  Lorena,  imputadogli  chele  hauelTe  Loremèln'*^ 
autorizate  conia  fuaprelenza,contra  l'efprclfo  commandamento  fattogli  dal  Rè  per  c»^i"fti>t 
letterede'vétottoAgofto,dcllequalidifopra  il  è  parlatogli  Cardinale  Ci  defendeua  co 
una  loia  parola,dicendo,Che  nella  Congregatione  de' dieci  Nouembre,leggédofili 
Decreti,  per  publicare  nella  Icffione  degli  undici  erano  ftateriferuate  le  ragioni,  & 
autorità  del  Rè  di  Fracia,(S>:  li  priuilcgij  della  Chieia  Gallicana.  Alche  replicaua  Mo- 
fignor  Paure  Pibracche  da  lui,  ik  dal  Collega,  era  (lata  ulata  ogni  diligenza  per  ha- 
uc-r  copia  di  quelDccreto,ne  mail'haueuanopotuto  hauere:&  che  tanto  era  ne'  ne- 
gotij  humani,nonapparire,quantononeirere:  olerà  che,quellononferuirebbe  nie- 
teallecofepublicace  nell'  ultnnaScflìone.  Ma  qucllo,cheridiccuanc'conIeglidel  ^.j(*^"i^ '^  C""- 
Rè,&  del  Parlamento ,  in  materia  del  Concilio,ii  può  du-  che  niente  toifcrifpetto  a      * 
quello,che,có  libertà Francelc>liVelcoui,&Theologi^  ancohfeiuidoriloro,nar- 
lauano  a  ciafcuno,có  ognioccafionc,  con  forme  dcriloric5&  contétioni  fra  li  Padri, 
le  prattiche5&  gl'interellbcon  che  le  cofc  della  riformatione furono  trattate  :  &  più 
parlauano  li  più  famigliari  del  Cardinale  di  Lorena:  &pafsò  per  maniera  di  prouer- 
DÌo  in  Francia,che  il  Concilio  moderno  era  di  maggiore  autorità  ,  che  il  celebrato 
dagli  Apoftoli  ;  eifendo  ballato  a  quello ,  per  fondamento  de'  Decreti,che  coli  foife 
parfo  a  loro,fenzachc  vi  haueifeparte  lo  Spirito  Santo- 
Ma  in  Germania,li  Decreti dniforma non  veniuano  inconfiderationcalcuna,nc  edlnGa-ma-: 
apprcifo  a  Proteftanti,ne  appreifo  a'  Catolici.Da'  Proteftanti,la  materia  di  fede  Cola,  ma  cj^rc:^^ 
era  ciTaminata.DiceuanOjC  he  l'hauer  detto  già  una  fola  parola,incidentemcnte  par-  totcìnfuratOf 
landò  della  Meira,che  ella  giouaua  a'  morti,laqual  può  anco  riceuer  vari)  fenfi,5c  nel 
Decreto  del  Purgatorio  portarla  come  una  dehnitione  d'Articolo  formato,  non  era 
cofa  folita  vfarfi  ne'Concilij,&  maflìme  in  quefl:o,doue  le  materie  erano  Iminuccia- 
te,&:  fatti  Articoli  di  fede  d'ogni  qucftione,che  fi  può  promouer  in  qual  fi  voglia  ma- 
teria. Majil  commandar  a'  Vefcoui,di  far'  infegnar  la  dottrina  fina  del  Purgatorio, 
fenza  dichiarare  qual  fiaquellaomoftrar  bene,  cheli  Padri  haueaanograa  hctcti  dì 
partir  da  Trento  ;  CJc  hauer  moftrato  maggior  fletta  nella  materia  de  Santi,  hauendo 

OOOoo 


840  CONCILIO   DI  TRENTO  Papa  Pio  IIIL 

""ci^"!^  codannato  imdiciArticoli  tuct'in  un  fiaco5&  in  un  pcriodcfenza  dichiai'arc  che  for- 
txili.  te  di  danatione,o  comedi  hcreiìa>oper  quai'  altra  qualità:  &,dopo  un  longo  dilcor- 
io  delle  Imaginijhauer'  anathematizato  chi  parla  in  contrario  di  quei  Decreti,  fenza 
lafciarfi intendere, quali  compréda (otto  qucirAnathema,ogrinimcdiate  precedé- 
tijchc  delie  Imagmi parlano,©  pur  gli  altri  (oprafcritti.  Majdelle  Indulgentie,piii di 
tutte  le  altre  cofcera  ragionato,che  quelle  diedero  occalione  allaprefente  diuiiìone 
traChriftiani  ?  e  per  quelle  principalmente  era  ftato  congregato  il  Concilio,  &  in 
quella  materia  non  vi  è  parte  alcuna,che  non  fra  controueria,&  incerta,anco  appref 
[o  li  Scolatici  :  3c  tuttauia  la  Sinodo  habbia  pairato,renza  dirne  parola ,  Se  fenza  di- 
chiarar' alcuna  delle  cole  dubie,&:  cótrouerle.Et  per  quello,che  tocca  al  rimedio  de- 
gli abufi,  haucr  parlato  in  termini  ambigui,  che  non  iafciano  intéder  quello ,  che  ila 
neapprouato,nereprouato;mentre  diccdefiderareunamoderationclecòdolavec.^ 
chia  cófuetudine  approuata  nella  Chiefa  :  imperoche,  è  cofa  certa,  &  che  non  (ì  puo^ 
nafconderejchc  nella Chiefa Orientale  di qualonque natione  Chriiliana,neper  Ji 
tépi  p.Tirati,ne  per  li  poReriori,vi  fu  alcuno  ufo  di  Indulgétie  di  forte  vertma:  &c  nell' 
Occidentalcfe  per  vecchia  cóiuetudine  s'ha  da  intendere  quella,che  fi  olleruò  inazi 
Vrbanofecondo,fmoal  M.xcv-non  fi  fapràdire,ne  portar  fede  alcuna  d'Indulgeze 
ufate.Etjfe  da  quel  rempo,(ìno  all' anno  m.ccc.  fi  vedrà  l'ufo  molto  parco,  &  fola- 
mente  per  la  liberatione  delle  pene  impofte  dal  Confcllore.  Dopo  ilqual  tépo  fi  vede 
dal  Concilio  Viennenfe  gli  abufi  che  s'introduceuano,  liquali  lino  a  Leone  decima 
crebbero  in  immenfo:ondc,defiderado  la  Sinodo  veder  reftituita  la  vecchia  confue- 
tudine ,  approuata  nella  Chiefa,era  necelTario  dichiarare  in  qual  Chiefa,  &  in  qual 
tépo.Ma,quelle  parolc,che,con  la  troppa  facilità  nella  conceflione  delle  Indulgéze, 
è  fneruata  la  difciplina  Ecclciiailica,diceuano>eirer'  una  efpreiTa  cófeflìone,  che  non 
pertengano  allaconfcicnza,ne  liberano  da  cofa  alcuna  apprelfo  Dio,  ma  toccano  il 
folo  efternojche  è  la  difciplina  Ecclcfiaftica.  Della  diiferenza  de'  cibi,  de  de'  digiuni,^ 
diceuano,cheilcommendargli  era  cola  buona,  ma  non  era  deciib  quello,  di  che  il 
mondo  s'eratanto iamcntato,cioè,che  fi  pretendclTe obligo di confcienza.I Prenci- 
cipi  però  di  Germania  Proteftanti,di  quefto  Concilio  no  tennero  conto  alcunorfola 
alcuni  Miniftri  della  Confe{IìoneAugu{l:ana,pochi  anco  in  numero,  mandarono  in 
pablico  una  proteftationc ,  dcUaquale  fu  fatta  poca  ftima.  iCatoHci,  a'  dogmi  del 
Pur'7atorioj6c  delle  Indulgenze ,  non  pcnfauano  :  iolo  erano  intenti  ad  impetrare  la 
Gommunione  del  Caliccil  Matrimonio  de'  Preti,&  la  relaifatione  della  moltiplici- 
tà  de'  Precetti <^^  ture poflttnOiìnionio  a  digiuni,felì:e,&  altre  tali  cofc. 
Ceftini  «  ^^-  A'qualiper  dar  iodis£utione,l'Imperatore,&  ilDucadi  Bauiera,  fecero  inftanza 
ukra  doman-  appreiloil  Pontefice.  Scriife  l'Imperatore  lettere  alia  Santità  fua,  fotto  il  quattor- 
iano  il  Calice,  ^j  j^-j  Febbraro,con  dire,Ghe,durante  il  Concilio,s'era  atfaticato  per  ottenere  la  Con- 
tlmatrìmmo  ^.^[([q^-^q  ^q\  Calice,non  per  iiitereflì  priuati,ne  per  fcropoli  di  cofcienza  che  egli  ha- 
^  ^*'"'*  uefTe  :  ma,  perche  credette ,  &  tuttauia  credeua ,  che  folfe  necelTaria  per  ridurre  alla 
Chiefa  li  iiiiati.  Che  tolerò  all'hora  gl'impedimenti  frapofti,  per  trattarne  co' 
Principali  Prelati ,  &  Prencipi  dell'  Imperio  3  co'  quali  hauendo  conferito  ,  fé 
fofle  ifpediente  far'  altra  inftanza  per  la  medefìma  richiefta  ,  eflì  lodarono  che 
ne  trattafle  di  nuouo  con  fua  Santità.  Perilche  ,  raccordandoli  quello  ,  che  i 
Cru;diiiali.  Morone  6c  Lorena,  gli  havieuano.  fatto  dire,  <3c  gli  era  confermato  dal 

Vefcouo- 


Papa  Pio  IIII.  LIBRO    OTTAVO.  €41 

Vefcouodi  Licfina  Noncicpcrnome  di  SuaS^ntitàjnon  voleaa  differir  più  a  dima- 
dargli  la  gracia>rcnza  replicar  più  le  graiiiriime  canfcche  lo  confcringeuano ,  inftan- 
do  che  vogli  aiucar  la  Natione  Germanica ,  allaqiiale  ratti  li  Cattolici  prudenti  giu- 
dicano che  la  concefljoue  farà  di  gran  beneiicio:aggiongendo,che,  per  conferuar  le 
reliquie  della  religione  nell' Imperio,  &  per  eftirpar  le  hcrefìe,  apporterà  gran  mo- 
mento il concedere,che  qvieiSacerdoti,che,per  marirarfisfono {eparati,po(lìno  clFer 
riconciliaci,  ritenute  le  mogli:  &  che  all'  auuenire,  doue  non  vi  fono  Preti  a  (uifi- 
cienzajfuno  ammeffi  al (acerdotio  maritati  dibuona vita,&  fama:di  che  lo  pregaua 
per  nome  proprio,&  del  Duca  di  Bauiera,ruogenero:acccrtandolojche  farebbe  cofa 
degnadella  pietà  lua,&  aluigratiflìma. 

Le  lettere  del  Duca  di  Bauicracontcneuano,Che,haiiendo  più  volte  mandato  alia 
Santità  dia,  eiponendoil  milerabil  (lato  della  Germania  nelle  cofe  della  Religionej  S 

fperauadinon  haucreade/ìderar  longaméte  la  medie ina,laquale  nonvedédo  porta  ^ 

fino  all'  hora ,  egli,iniìeme  con  la  Maeftà  Cefarea,&  gli  Elettori  Ecclefiaftici,  lapre- 
gaua  di  concedere  all'  Arciuefcouo  di  Salzburg,  di  poter  difpeniar  li  Preti  Cattolici} 
a  miniftraril  Calice  a' confe(ri,&  contriti,«ScchecredonoglialtriArticolidellaRe- 
ligione  :  laqual  conceflìone  fatisfarebbe  a  fudditi  Tuoi  ,^habitanti nello  ftato,&  anco 
a  quelli ,  che  efcono  fuori  del  fuo  dominio ,  per  cercar  chi  glielo  miniftri  :  che  egli 
(empre  fi  contenterà  d'una  fpecie,ne  mai  sforzerà  all'  ufo  del  Calice  quelli,  che  fi  cò- 
tenteranno,comelui,della  fola  ipecie  del  pane  :  per  liquali  non  dimanda  niente,  ma 
ben  gli'parcche  non  Ila  inconucniente  al  Vicario  di  Chrifto,hauer  mifericordia  an- 
co degli  altri.  Pregò  ancora  Sua  Santità,che,almeno  per  qualche  tempo,  concedef- 
fé  che  fi  potelTero  riconciliar  alla  Chiefa  li  Sacerdoti  maritati ,  ritenendo  le  lor  mo- 
gliì&c  ordinar  anco  de'  maritati. 

A  quelle  lettere  era  aggionta  vna  rcmoftraza,o  collderationccompofta  da'  Theo-  <«  c^e  ea^mn^ 
iogiCatolici di Germania,nellaquale  il  diceua,Elfer cofa chiara,Ghe  la  Scrittura dcH'^""'^ ''""''- 
Nuouo,&:VecchioTeftamento,permettelemodia'  Sacerdoti:perche  eli  Apoftoii,-^'''?^^  ^"Ì 

eccettuatitorlepochi,mronomaritati:nelitroua,cheChrifto,dopolavocatione,glip(;uo; 
habbia  fatto  feparar  dalle  mogli.  Che  nella  Chiefa  Primitiua,cofl  Orientale,  come 
Occidctalcli  Matrimoni)  de'Sacerdoti  furono  liberi,&lcciti,fìno  a  PapaCaliiloxhe 
le  leggi  ciuili  no  condànano  ilmatrimonio  deChierici.  {E(fer'  anco  certo,che  il  Celi- 
bato nel  Clero  e  migliorc&r  più  defidcrabile:ma  per  la  fragihtà  della  natura,&  perla 
difficoltà  del  feruar  la  continenza,  pochi  il  trouano  che  nò  fentino  li  (limoli  carnali 
Però  narra  Eufebiojche  Dionifio  di  Corintho  ammonì  Quinto,  Vefcouojche  tenedè 
cóto  della  debolezza  della  maggior  parte ,  &  no  poiieife  il  pefo  del  Celibato  iopra  li 
frateUi.EtPafnutio,nelCócilio  Niceno,dicendo,che l'ufo  della  propria  mogHe  era 
caftit.ijpcrfuafe  il  Cócilio  a  no  imporre  legge  ài  Celibato.Et  la  feda  Sinodo  C  óilan- 
tinopolitana  no  prohibì  l'ufo  delle  mogli,  fenon  nel  tempo  che  haucuano  ad  offerir' 
facrificio.  Che  Te  mai  vi  fu  caufa  dipermetter  a'  Chierici  il  matrimonio,  era  in  quel; 
fecolo.Che  di  cinquata  Sacerdoti  Catolici,a  pena  fé  ne  rroua  unojche  no  lia  notorio- 
fornicario.Che  non  folo  li  Sacerdoti  defìderano  il  matrimoMÌo,ma  li  Secolari  anco^ 
ra,per  no  veder  quella  bruttezza  di  vita:&  li  Patroni,  delle  Chiefe  nò  vogliono  dar  li 
Beneficijjfenó  a' maritati.Chc  vi  è  gra  macamento  di  Miniftrijper  la  fola  prohibitio" 
ne  del matrimonio.Che  la  Chiefa,altre  volte,per  quella  fteifa  caufa,  ha rilafciato  Li- 
feuerità-de'  Canoni.Che  il  Pòcefice  cófeimò.  un  Vekouo  in  Saragozza^cò  mo^ic;.&- 


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842  CONCILIO    DI  TRENTO  Papa  Pio  IIII. 

~i3   13       tìgliuoli:5c  un  Diacono  bigamo;  &cómircilSaci-amécodcllaC6fermatione  afem- 
LXiiii.       pd;ciPiT.n,inmancameco  di  Vefcouotpeiilcheja moiri Catolici>S<:giàj(3c  air horajpa- 
i-sLia  meglio dirpélar  laleggc dellacócinenza,che,colncenerla,apnr  la  fineftra  ad  un 
ii-nmoiidiilìmoCclibatOjlarciàdo  in  libertà  il  maaimonio:  maflìmcche  il  Cardinal 
Panormitano  tiene  che  il  Celibato  non  fia  di  fuilaza  dell'  Ordine,  ne  de  ture  Dmno> 
èc  che  farebbe  per  la  faUite  delle  anime  co  cedere  il  matrimoniojiSc  elTeruene  eflempii 
della  Chiela  Vecchia  nel  Cócilio  Ancirano,&di  Adam,&  Eiipfìchio  CelariércPrc- 
ti.Eirei-coraccrta,chc  il  Papapuodirpenrar,quanco  a  Sacerdoti  Secolaririlchealcu- 
lai  anco  ellédonoa'Regolari.Cheparegràd'  airordÌLà>:jò  admetter  Chierici  airimo- 
gliati,<3c  tolerar  li  foraicarij:  &c  il  voler  rimuover  ambi  doi,clTer  un  voler  reftarfenza 
Miniftrit&TjVolendo  aftcingergli  al  voto  di  caftitàjnonbifognerebbe  ordinare  fenon 
vecchi.Nó  eifer  buona ragione>ritener  co' denti  il  Celibato,per  conferuarlibeniEc- 
cleiìallicirnon  eifendo  giultojper  beniteporali,far  tata  iattura  delle  anime. Oltre  che, 
vi  fi  potrebbe  prouedere  per  altra  maniera:  che  (e  quello  G.  faccire,  farebbe  efpullb 
dalla  Chiefa  il  concubinato,&:  leuato  lo  fcandalo,che  orTende  molti. 
fopra  Uqmle     Attefe  queftc  rimoftraze,ilPótcilce  eradi  parere  dicogregar  inRonuhuominipij, 
U  Parafa  con-  ^  letteraci,di  tuttc  le  nationi  per  trattar  qucfto  punto  con  macurità,&  già  ne  haueua 
fultare  a  J{o-  pillato  con  gli  Ambafciatori  appreifo  fé  relidentL    Ma  dal  Cardinal  Simoneta  fu 
^*'  dilìaafo:  ilqual  raccordò,che  quella  farebbe  vnafpecie  di  Concilio:  defedi  Francia, 

Spagna,»^  Germania,5>:  d'altroucfollero  venuti,hauerebbono  portato  intelligenze, 
&  inftcuttioni  di  PrencipiiSc  per  li  rifpetti  di  quelli  fi  farebbono  gouernati,&  hauc- 
rebbono  parlato:  3c  quando  la  Santità  fua  haucife  voluto  disfariì  di  loro,  &  licétiar- 
gli,nonhauercbbe  potuto  farlo  a  faò  beneplacito:  che  fé  non  haueife  feguito  il  parer 
loro/arcbbe  ftato  con  difgudo  de'  Prencipi.  Raccordalfellle  moleftie,foftenute  per 
caufadel  Concilio9&  non  h  raettctre  in  iìmili  pericoli.  Approuò  il  Papa  quello  con- 
feglioper  lincerò,  futile:  apollo  da  canto  ilpenfierodi  ridur  per  quello  pcrfone 
d'altroue,  deputò  fopra  ciò  dicenoue  Cardinali,  a'  quah  ordinò  che  diligentemente  . 
eilaminairero  la  fcnttura  venuta  di  Germania. 
aerea  Càrdi-       Addi  dodici  Marzo  fece  il  Pontehce  promotione  di  dicenoue  Cardinali,  per  fine 
fittlifmì  bene-  principale  di  rimeritar  quelli,che  in  Cócilio  s'erano  adoperati  virtuofamcte,&  maf- 
tMrinPttUth  jjj^j,  jj^  feruitio  delia  Sede  Apoftolica,  nellaquale  fu  rifoluto  di  no  cóprendere  alcu- 
iio  di  quelli,che  tennero  la  Refidéza,o  l'Infricutione  de'  Vefcoui,eircr  de  iure  DmmOi 
co  tuttoché  del  rimanente  hauelfero  le  qualità,che,fcc6doilcoftume,lo  meritaua- 
no:6c  non  li  guardò  di  fcoprir  quella  fua  meteco  ogni  forte  di  pcrfona,  in  qualóquc 
occaiìone.Creò  Marco  Antonio  Coloaa,Arciuefcouo  di Tarato:Aluife  Pifani,  Vef- 
couo  di  Padoa:Marco  Antonio  Boba,Vefcouo  di  Aofta:  Vgo  Buoncompagno,Vef' 
£ouo  di  Be{lice:Alefsadro  Sforza, Vefcouo  ài  Parma:SimonPafqua,Vefcouodi  Ser- 
zana:Carlo  Vifconcc,Vefcouo  di  Vintimiglia:Francefco  Abodio, Vefcouo  di  Bobio: 
Guido  Ferrici-, Vefcouo  di  Vercelli:Giouanni  Francefco  Commendone  Vefcouo  dej 
Zante:  Gabriel  Paleoto,  Auditor  di  Rota:che  tutti  s'erano  affaticati  nel  Concilio  in 
feruitio  fedele  di  Sua  Santità.  A  quelli  aggióle  Zacaria  Delfino,  Velcouo  ài  Liefena; 
che,  Noncioall  Imperatore,  non  s'affaticò  manco,  per  metter  6ne  al  Concilio  j  di 
quello  che  gli  altri  haueuano  fatto  in  Trento. 

IL    FINE. 


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