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IN THE CUSTODY Or THE
BOSTON PUBLIC LIBRARY.
SHELF N°
AOAMS
HISTORIA
del
CONCILIO
TRIDENTINO
di
PIETRO SOAVE
Polano.
Seconda E d i ri o n e , rìueduta e corretta daB
AVTORE.
Appre Io PiccK) Alberto
M. DC XXIX,
-wz^
'^'J
^)
J
fDAHisli^r.^r:
TAVOLA
^^ Bhoaamento di Carlo V, edì Cle-
' menu VlLaBologna,s.cav:e 50
de' medefmi a Lucca 1 o 5
^i Cariote di Paolo HI. a Bupto 1 o 7
rfi Paolo llLe Tramefco La Marfilìa 68
di Paolo llLCarlo V. e Yrancefco L a NUzà
88 , -, :,. '
de Ghìfue de' Proteflanti 491
de' Cardinali Lorena, e Ferrara 725
di Pio IV. e del Cardinale di Lorena 7 8 <?
Ahdifi,Patriarca d'Oriente 586^
Acclamationì nel Concilio 8 3 1
Adriano VLeletto Papa 20
yit'oi ^/j(J^^«» intorno a Lutero , <i//e I«^///-
gènz.e , ed altri abuji 21
/4 mjìan^a contra Lutero in Dieta 2 5
Alhigejiy 0 Valdeji 4
Amhafaadori di Cefare alla prima ridottione
di Trento
11(^.158
di Francia alla medefima
ic,i
di Cefare alla feconda
3^5
del ^èdt' Romani
327
di trancia, Amtot
3^7
di Brandeburgo
35^
di Virtemherga
364
d' Ar geminale d'altre città
369
di Saflonia
37i
di Portogallo
584
diCefire alla terza ridottione
487.488
di Portogallo, alla ìnedefma
487
di Spagna, PejUra
495
di l'torenza
45? 6
dtSmzziri
45J^
del Ciao d'Ongìieria
4S^6
diVenetia
5Q9
diBauur4
515
^i Trancia
di Polonia '■
^i Sauoia
di Spagna, Conte di Luna
di Francia, Birago
dtFiorenz.a,Gaddi
di Malta
630
724
751
764
780
Ambafciadoriin Concilio non pojfono trattar
un altri che co' Legati 565
Ambafciata del Rè de' Romani, eia fu a diffi-
colta fopra la conferma d'effo 740
Anabattìfinio interdetto in Germania 48
Anathematiz^tioni tifate ne Conctlij 815
pèrche tralafciate a Trento 81^
Annate pagate per laguerra de Turchi 27
efaminate a Trento •753,758
Amia del Borgo, giù flitiato per caiifa di Reli-
gione • 427
Apologia di Carlo V. contra Papa Clemente
40
Apologia del Terrier, Amb. di Trancia 7 «j 4
Appello al Concilio interdetto da' Tapi 1 2
Appellationeal Concilio.di Lutero ^
de'ColonneJi • 45
di Cefare 40
Appellationi al Papaefaminate 5 45
Arciucfcouo di Colonia riforma la fua Dio-
ceft,ed è citato da Cefare 1 2 8
citato per competenza dal Papa 1 2 9
fcommunicato ,e depojlo dal Papa 16^
rimane in grado con confenfo di Cefare 1 7 o
dtjpodejìato da Cefare 16 j
Arctuefcottt,hoggiài nome vano 981
Argentina riceucla riforma 46
Arti hcnefiepermejfe a' e bierici 502
Articoli,che fi fanno in Conciane, amnj^'e-
lettion del Papa 75
t
TAVOLA.
Articoli giurati in Conclaue àalfuturo F4p<x
Artìcoli di Cefareper la riforma 6Sj
Artìcoli dì Vr ancia per la riforma 66^.666
il Papa non vuole che Jianopropop 688
Autgnone vagheggiato da' Tranceji 4 67
Aufirta richiede liberta di religione 405
JB
B Ando di Carlo V.contralSajfom , el
Landgrauio 106
'BattefMoJlfuoefamim 140
il fm decreto 271
Bartolomeo Caranza, Arciuefcouo diToUe'
do^meffo all' Inquifitione J^i6.y6%
^aruc,ltbrOyeHfuoefamine 157
Baftlea introduce la riforma 4^
Batta^iadiS.Quintino 414
diDreux 66 1
Bauiera richiede riforma,e liberta di Religio-
ne 406
"Be/nariceue la riforma 46
Benejìcij Eccleftajìici , la loro origine , abufiy
pluralità ^57'783
Bemficij dtrefidenza , e ài non rejìdenza
compatibiihed incompatibili 257
unione di Benefcij 258
decreto [opra laplur alita de Bemficij 807
Bini Ecckfiapcì, rhr^xmfideratione 5 5? 2
alienatione i'efi difdetta dal Papa 4'
Irancefi ji<)
fatta per autorità regia 8 1 2
non debbono darfia' parenti 828
ecceffo d'ej^i 840
Brattata d'uw Ambafiiador Cefareo centra
un Legato 208
Breuefegreto dato dal Papa d Legati 1 1 6
Bolla di conuocatione di Paolo Ili, 8 1
Bolla di Lcgat ione 11 e
Bolla di conuocatiom dì Giulio HI, 31^
BoUadiPio IV, 454
CAncelliere di Trancia, fojpetto d'herejia
Candele con denari,offerte a Roma 55 8
Canonifti,elorbeftemmie del Papa icj^
Capìtoli e Vefcoui di Spagna in conte fa %i6
Carafji difpodejiati dallo ^io Paolo IV. 417
giuftittati da Fio IV. 6^t
Carattere ne* Sacramenti efaminato x^6*
606
fuo decreto 171
Cardinali^quando inalzati 601
Cardinali,e lor riforma, efaminata 1 6^ .
742-754
decreto d'effa 805
Cardinali creati non poffono interuenire irt
luogo publico, auantt chabbiano riceuuta
la berretta da Roma
A5
Cardinal di Borbone vuole marttarjt 69^
CardmalCaraffa d'humorguerriero,& ifuoi
configli 40 4
fa rompere la tregua tra Cefare e Trancia
410
depojlo dallo zio 417
Cardinale Contarini , Legato in Ratisbona
97
fofpetto d'herejta 105
Cardinale Gaetano efafpera Lutero ^
vuole che per l'intelligenza della Scrittura
fi vada alle fonti de' Tejtì Ebrei , e Greci
159
autore della Refidenza di ragione diutna
498
Cardinale di Lorenafi vuole far Patriarca in
Erancia
lafua vanità in difpHtare centra gli Vgo-
notti 4(ji
gdofiacontralui 714
giunge in Concìlio 6^k
procede ambiguamente 6^i»C$<).'7oj
lafcia'i penfim ài Cmiliopcr interefii
polititi "' "' ~ (J55
T A V
muta ì fuoì dìffegnì perla morte del fra-
tetto 69^
f^rezzAto in Concìlio 75^
vaaRoma 785
compuone ed intuona le acclamationi del
Concilio 853
tajfato in Francia d'bauere confentito a
cofe pregiudtaait al Rè , ed alla corona
858.841
Cardinal di Mantoua Legato 45 4
muore in Concilio 69^
Cardinal Morone incarcerato da Paolo l V.
Legato aTrento 6c)6
Cardinale Polo Legato nel L Concilio di
Trento 114.123
del [angue regio d'Inghilterra 5 )) 5
legato in Inghilterra 5 p 5
riconcilia il Regno aUa Chiefa Romana
594
fifa Prete.ed Arcmefcouo 405
depoflo dalla Legatione , e citato da Paolo
IV. 41^
muore 419
Cardinal R ojfenfe decapitato 7 6
Cardinale Scimmia , creato da Giulio in.
308
Cardinale di Sciatttglion citato a Romàj o 8
/ manta a dijpetto del Papa 785
è dipojìodaejfo yZ6
Cardinal Seripando ^Legato 4 56
muore 702
Cardinali creati per ricopenfadelCocilio 843
Carlo V. eletto Imperatore 14
coronato a Bologna 53
pretende far t Imperio hereditario,ed è im-
pedito 390
disegni d'effo nel Concilio 81.301
lafciatl gouerno 415
Cafinftruatt 35<»>557
Cateehifmo di Trento 811
Catechifmo di Ferdinando ^ biaJJmato a Ro-
tila ^c)3
Cento Granami di Germania zp
ola:
Cerimonie della Meffadiuerfe in diutrftluO'
ghi ^6i
Cerimoniali^o Rituali, rimef^i al Papa 8 z i
Certe^z,a della Gratia efaminata 1 1 1
fuo decreto 13 o
Chiefa^efua autorità, fondamento della fede
155
Clemente Vll.eletto Papa 5 1
[ale al Papato per Simonia 4 5
Lega d'effo con Francia contra Cefare 3 7
fi riunifce con Cefare 47
s'accofta dinuouo a Francia 68
affediato, prigione , e mal trattato da' Ce-
farei 45
muore 75
Colloquio di Poifi ^6z
Colonnefi fanno guerra a Clemente, efcom-
muiiicati appellano al Concilio 41
Commende di Beneficij, e la loro origine, ed a-
bufi 158.511
Commenda enorme di Clemente 157
Communionefotto ùnafpetie^ ed i fuoi fon-
damenti i53
Communione del Calice yrìchiejla da Francia
468
contradetta in Roma 47 o
richiejìa in Concilio da Francia,da Cefare,
edaBauiera 545-841
dtfputata inTrento ^•24.551.572
abborrtta dal Rè di Spagna 1^6^
commune nell'Antichità, 544
contradetta m Coctlio dagli Spagnmli 572
decreto fopr a effa 549
rimejfaal Papa 589'
Communione de piccioli fanciulli efaminata
557-551 ^
decreto d'effa 549
Concettione immaculata della B . Vergine dt-
fputata tra t Framefcani , e Domenicani
180.185
orìgine dì quefìa opinione 1 8 <f
decreto d'ejfa 15)0
Cedilo di Trento.ed ifuoi effetti in generale 1
intreduttio'i}e,&ufo de ConctUj 5
t 9
G T A V
generali primi 5
generali pofteriori 4
Concilio difideratoper varijriptti 15)
le file vare caufe 590
rifiutato da Papa elminti 3 5
per qual cagione 43*5^
defideratoda Paolo 3-73
intimato a Mantoua 81
|>5i^ Vicenz^a 87
poiaTr'ento 104
prima ridottioneaTrento 106
rom^ - 107
competenzAJra'l Papa e Cefarcper la con-
mcatione 115
feconda ridottioneaTrento Ii4'i33
conuocato per tre cagioni 134
Concilij antichi di due maniere 139
ConciUj nuoui, el autorità del Patta in eft
141
Concilio trasferito a. Bologna 166.17^
riniejp) aJrento 311
fojpefffper la guerra di Mauritio 5 85
infikmio per diecianni 590
/j/c^go ^'fje confider abile per- il Papa 435
j' j;?/e|«) 4 Tj-fKf 0 da Pio IV. 435
Concilio fegr et orni Concilio *■" 67Z
conditioni d'elfo richiejle da' Tedcfchi 6^6
ì^ationale ruìnefio da' Protesami , rifiu-
tato da Ron: a 101.1S8
ì^aticnali riprovati d.il Papa , e tuttauia^
molto utili 5°5
Concilio di Bafilea t affato e diffefo 57 9
CGnclauifit,ebr priuikgij riformati f^66
Conciibinarij.e'l lor decreto 8 o 4
Concubina} ij Chierici 830
Concubine di Preti fottopofle al foro Ecclefìa-
ftico . 85
Concupifcenz.a,efuo efamine 182
Conferenz^a d' Augufia ' 57
di Haganoa troiferita 4 Vormatia ^ 5
rotta ' e, 6
ARdtishona 5)7
aVormatia 41^
OLA. D
Confezione à' Augufia ^^
Confezione dtfedeja giù rarfi dagli Ecclefia-
jiici^e Magifirati 7^0
Confrmatione , facr amento , rfaminata
240.151
fuo decrete 272,
Conferma Papale del Concilio difiutata in
Trento 817
e(/ 4!^ R<? W4,e coMc hiufa 834
Congregationi in Trento, dijìinte delle Sefio-
ni,perche ordinate 141.141
Congregatiom di tre maniere 1 7 1
Congiura per religione in Francia 4 5 o
a Genoua 219
Conferuatori^&iloroahufi
Contado d'Auignone , turbato per religione
MS>
D
D
Ania riforma 87
Decm/ ^^ Dottrina,^ Canoni , ^i/?/«f i^
Df f;'f ri di fedele di riforma, di ferenti in nu-
mero di voti 5 89
DegradationiJ-oro originey&abujì 3 4^
Denaro di S.Pietro inlnghilterra 40 1
DieLi f f/e/^re i» ìsorimbcrga 2 5
Dieta celebre in Ratùbona 5>(>
Differenza tra Zuinglio,e Lutero 45;
dijputata a Marpurgo,fenz,a effetto «a
Diffi. e cita principali in Concilio 705
Difpenfe Papali efiminate z6i
lor confideratione 59 f«737
la lor virtù (^'è6.6$à
contradette (?>'!. 73 4
Dìjpenfea' Fratine lor voti 6c) ^
Duwrtij elloroefamine 684.7^4.775
Dottrina riformata,predicata in Italia 4 ó!
P«r<? d' Alu a rompe la guerra al Papa 415.
Dwfrf c?^ Ghifo-m Italia per il Papa 41 j
D«f^ di Mantoua rifiuta la fua città al Pa^
papel Comilii 84
Duelli, fi lor decreto
contradetto da' fecolari
TAVOLA.
839
EC'kftfiJci , fé fieno capaci dipogcdere
carichi fecoìari 500
ufuarijfolo,e dipnfatori de beni dì Chk-
fa 795-^^5
Ecolimpadio muore 61
Editto di Carolo V. contrai Vroteflantt 5S
Iprez^zato^ed inutile 6 o
Editto del Rè Erancefco contra i medefimi
105
Editto in Erancia a fauor de' Riformati
Editto di luglio 45.9
Editto di Gennaro 481
Editione della Bibbia, vedi Trajlatione.
Edoardo ^rè d'Inghilterra, riforma il fuo re-
gno ZÓj.jO^.
muore 392.
Elettioni Ecckjìapche, col fuffr agio del po-
polo, e de. Secolari 60^
Elettioni de' Vefcovieftminate 720
Elettione de' più degni dìjputata, e decifa
781
Elettor di Saffonia\ Erotejlante , afifte alla,
Mejfa di Cefare 54
Elisabetta, rema d'Inghilterra, 4 1 9
riforma il fuo regno 420
Entrate della Chiefa hanno quattro fonti
Efanune delle materie aErento^e'l fuo ordine
EfemioHL, arcano di flato di Ro??:a 1 7 5
Efentiom d'Abbati , ed altri ,ondeprocedute
Ejpettatiue condannate 783
Estrema emione efaminata 359
il fuo decreto 350
Eucharifiia efaminata 3 3 1
il fuQ decreto 348
FEde,efuoefamine 200
lede priuata, e Catclica 2 1 2
Ferdinando Imperadore contefo da Paolo 4.
Kf//^ fia fnccefione 418
ruonciltato da Pie 4. ^ 2 7
ri^/f f/; rreti,e'l Icr decreto 83 o
Fornicai ione infame del Clero 540
Francefco L muore xj6
Trancefco II. muore 445
Francefile Spagnuolt^m che concordi in Con-
ciìw,in che difiordt 6 ti 3
beffati in Concilio (,ca
fi difgufìano,e partono del Concilio 718.
737
perdono ogni [per anzj. del Condito 718
Frati, fojlegno del Papato 17^
nimici dell' autorità Epifiopale 6iS
non vogliono ejfer fuddttt a' Vefcotii
•779
lor riforma 819.820
loro età g , p
lor procedere, per acquifìar beni 840
impiegati dal Papa in fortif cationi 4 1 ^
C'^Eneuariceue la riforma 4^
J propofia dal rè Erancefco per tenerui
il Concilio ^p
// Papa foUecita la guerra contra'dejft
455
Gefuitt cMtamentcfi efentano 819.820
petulanti t;i Con' ilio ^^(j
vogliono preceder egli altri Ordini 5^5
Gefiuta laincz. viene al Concilio ^66
faucrito da' Legati y ^ g
il fuo ragionamento in fauor del Pa^a
(^24.737
Gefuita SpagrMolo, e lafua tmmtàaPoifì.
t ìH
TAVO
G'mhìkoper la guerra contu ì ?roulìanti
Guihileo [otto Giulio III 509
Giulio 11' Papa^e'lfuo procedere 4
Giulio Ili. eletto Papa 307
fiia natura 308
rimette il Concilio a Trento 3 1 o
muore 398
Giurifdittionc Bpifcopale,fua origineMahu-
fi 339
Giurifdittione EccUfiaHica, tutta attribuita
al Papa 61^.6^1
Giuflificatione efaminata i^j.ioj\.
fuo decreto 150
Gratta di Dio efaminata 1 9 5'i 9 7
certez,z,a della Gratta efuminata 2. 1 1
fuo decreto 230
Gropero rifiuta il Cardinalato 405
fauorifce la riforma di Coloma,epoifimu
ta ii8
Guerra di religione promoffa dal Papa,per di-
uertire il Concilio 119
con promejfa di aiuti 124
accettata da C efare 1 15
dichiarata contrai Protejìanti 18 5?.: 9 3
aperta zo8
Guerra tra Cefare,&Henrico di Prancia,per
Ottante Yarnefe 588
del Duca di Sauoia contra le Valli 43 o
pacificata 45(3
H
H Enrico Vili, rè d'Inghilterra , ferine
contra Lutero 17
ftfeparadalPapa 60
contradice al Concilio intimato da Paolo
Uh 85.87
è da lui fcommunicato 88
ìuantiene la dottrina di Roma nel fuo re-
gno 5)1
muore i6j
Henrìco 11. rè di Francia , perfegue i Prote^
fianti 3o(j
LA.
in rotta con Papa Giulio , per Parma
32-3
diuieta il trajportar denari a Roma 3 3 o
muore 42.4
Hierarchia efaminata 601.60^
in che confifle 604
cenfurata 750
Eojpit alisei lor decreto 825)
Eugonotti , e Papifti , fattioni contrarie in
Ir ancia 457
1Magtni,condannate in Trancia 4^0
lor decreto 825
ImmunitaEfctéfiafiica 787
Imperadore^auuocato della Cbiefa 119.11%
Impofitiom delle mani 607
Imputazione della giuftitia di Chriflo 205
Indice de' libri prohibiti 821.831
lndulgenz>e adoperate da Papa Leone , -fer
hauer denari 6
origine di qtiefto abufo 5
diuerfe opinioni intorno ad ejfe 7
Leone le conferma per una Bolla 9
muouono anche Zumglio i o
dicr etate in Concilio, 820.832
incognite alla Cine fa antica, & a tutte le
Chiefe Orientali 841
Inghilterra fi fepara dal Papa fiotto Henrico
69
riceue la religione riformata fiotto Edoar-
do 2(^7.504
ritorna al Papato fiotto Maria 394
riforma dinuouo fatto Elizabetta 420
imcmione del Mnufiro ne' Sacramenti^efia-
minata 247
fuo decreto 271
Interim, fue cagiom,e contenuto 19 6
rigittato da' Protesianti 30 5
rifiutato per comandamento del Papa.
304 •'
annullato 388
In^iiìfiitioneproduuttimultea N4p*/i^ 179
in
TAV
in Milano 77^
Irlanda eretta tnregno dalfapa , con arte
400
Llga generale centra i Protejiantì , pro-
curata dal Papa^'wdamo 5 1 8
lega del Papa , e di Cefare, centra eft
Legati nelprtmo Conctlto dt Trento 1 1 4
hanno communication fegreta con 'Roma
1^7
Legato, e tJuntij nel Concilio di Giulio 111.
Legati nel Conciliodi Pio l V, 454. 45 ^.
4^1.471
indtfcordia 515
riconciliati 551
legatimoui al Concilio 696
Legato di Per rara in Pr ancia 458
fua negotiatione 4(^5
Leone X. Papa,efuo humort 5
muore 10
le» jow/ della Scrittura, diluiate tra' Prati,
& iVefcoui Kj6.17z.175.175
il lor decreto 190
Lettere, dette P ormate ^06
Libero arbitrio efaminato 1 1 5
ftio decreto 251
Libertà di Religione,data da Carlo V. 6^
dalRè diPrancta 481
dal Duca di Sauoia 457
Liberta nel Concilio raffrenata 1 7 1
impeditaper tre cagioni 698
Libbro di Concordia , fatto in Ratisbona
98
II/'/>ri Canonici,& Apocrifi * 157
il lor decreto i^<^.i66
Libbri prohibiti , c7 difcorfo [opra ciò
481
decreto [opra efi 4 9 if
X/«g«4 r«/2<«r^' mlfemgio iiDÌQytfuoefa-
OLA
Lingua vulgare richiefla da' Prancejl C 6-y
Lutero s'oppuone alle indulgenze 6
all' autorità del Papa 8
ad altri Capi i o
fa ardere la Solla delPapa,e le Decretali
citato a Roma g
appella al Concilio a
comparifce in Dieta 14
è meffo al Bando dell' Imperio 1 5^
muore 1^5
M
398
35? 2
374
39J
419
U
Adeburgo rifuta /'Interim,ftìf èpro-
feruta 305
Marcello 11. Papa
muore
Maria,reina d'Inghilterra
rijlabiltfce la religione Romana
fpofaPilippo di Spagna
muore
Maria , reina d' angheria ,fofpetta al Papn
92
Marttnufio Cardinale, affaj^inato dagli Au-
firiaci 38Ì
Mafmiliamo,rè di Boemia,affettionato alla
riforma 435-435?
(letto rè de' Romani 6^ 5
fa difficultà di rendere ubbidienza al Pa^
t^ 740
Matrimonio efaminato 381.(^77.7(^4
fuo decreto goj
Matrimoni] clandejiini, efaminati 6jc,,
682
il lor decreto 804
impedimenti del Matrimonio efvunat'r,
e corretti 7^^
Matrimonij sforzati interdetti 767
Matrimonio , fé può ejfere annullato dallu
Chiefa 774.
Matrimonio de' Preti efaminato 6c}^
le confeguenze d'effo pericolofe^r T^oma
.^P4-7<^4
N O P T
. fkhiefto al, Papa da Cefare , e dal BauarQ
conche ragioni 845
MatniitoHio mcejluofo trattato in Ifpagna
700
Ucàkì caccutì ài Fiorenza 45
Uelantonc al Colloquio di Vormatia 95
a Uattsbona 98
Mercuriale di Parigi 425
Merito de Congruo efammato 205
Mcffa efaminata 3,6^.^^4.^i^6.^6j
decreto d'ejfa 585
Minifiri della LÌnefa, & i loro dmerfigradi
antichi ." Ili
Ministro fegrcto del Fapaa Trento^ 519
Monbr uno m armi nel Contado d'Auignonc
439
Moz,arah9 5^1
N ■ •
Nlvdi di Papi^mutati,e perche 598
ìiotarijiClorricompenfe ^06
O Pere, eH loro efainine 200.205
il lor decreto ,230.131
Ordine, Sacr amento, efaifiinato '571.599
il fuo decreto 755
P
PAce di Crcjfiiio fra Cefare , e Francia
. Ii2
di religione a Papa 388
. confirwata in Dieta 402.421
di Paolo 4. ce/ -D/'C^ d'Alua 4? 5
, ^' Or/.'^wi co' Rifcrmati 7 1 1
dannofa a loro , e fpìaceiiole al Papa
717
Pacfibap, la nfor^'imme vi faprogrefjo
467
Talatuiato riformato 152. 40^^
Papa non può obiigarfi , ne ejfere obligato
,405
non vuole che fi tratti dell' elettione del
.PapamConuìio 6x7.822
AVOLA P
comevuoleeffer rìcomfciuto in Concilio
669
Parma e Piacenz.a infeudate al figlio natu-
rale del Papa 132
Parentadofpirituale, il fuo efamine,ed ah.ufi
7^5
ti fuo decreto 804.
gradi di parentado nel matrimonio efa-
minati -;66-
Paroccbiejoro origim,e diuifìoni 510
Pafquinate di Roma condannata in Conci*
Ito 165
Patronato,eH fuo decreto 819
contefo in Francia 839
Paulo 3. fatto Papa 75
dtfidera acquifiare'aUa cafa fua Milano
88.107
Cefare gliel difdice i o 9
s'unìfce con Francia 108
ferine afpr amente a Cefare 1 1 o
prende ombra del Concilio, e per che 2 65
muore ^06
Paulo ^. fatto Papa 400
fi.0 h umore 400.403
fa kga con Francia 404
fa guerra con gli Spagnuoli 411
e poi pace 41C
preme Nfercitio dell' inquifiticne 417.
424.425
nmcre 425^
Peccato originale efamtnato 177
fio decreto 189
Peniten z.a efaminata 354
fio decreto 35.^
Pènfioni fopra i Vcfcouati cen furate . 158
Fenjionifopra iBenejlitj confidirate 782
Pcnfìonari] del Papa ni Concilio 5 1 o
Ptìfmitionidc riformati inMcrindola e Ca-
briera ^2.5. ^
P/i> ^.eletto Papa 427 '"
rimette il Concìlio aTrento "445
/t7fic (tefferconitinto di Simonia 642 ^
fanmireiCaraffi ^ ' 64^";
èguumcnu infermo
Pier Luijì, Duca di Piacenza, ucc'tfo 281
Toligamia efaminata 685
Traumatica Sanmne, richiejla in Francia
F rat fiche de' Legati in Concilio 61 e)
de' Pontifici^ 6^\.6j^
Prebende^ loro origine,e ahujt 5 o (j
Frecedenz-a contefa dall' Amb, Cefareo al
Cardinal Madruccio 117.487
dell' ifleffo [opra tutti gli altri, faluo i Le-
gati III
de' Vefcoui Germani Frincipifopraglt al -
tri Prelati izi
di Ferrara,e Fiorenza 454
de' Cardinali, e de' Principi del [angue re-
gio in Francia 459
de' Prdati,fecondole lor promotioni 478
d'Ongheria e Portogallo 4 9 1
de' Gè fuiti, ed altri Ordini 1^66
degli Ambafc, di spagna , e di Francia
649
de Prelati Francefi,e Spagnuoli 677
di Francia,e di Spagna,dijputata conpro-
tefte 7^4-744
contefa a Poma , e vinta da' Franceft
730
dell' Ambafc. di Malta , e de' Vefcoui
780
frecedenzafra Fcclefiajìici deegiudicarft dal
Vefcouo 827
Fredeflinationeefaminata 116
fuo decreto 250
Prediche conte fé fra i Vefcoui, ed i Frati iji.
175.17^
il lor decreto 190
Prelati Gcrnianifauorifcono il Papato,e per-
che Xi)-J
Preparatìoni alla Gratta efaminate 203
Procuratori d'ajfenti,efclufidal voto in Con-
cilio III. 144. 675?. 720
Procuratori dell* Arciuefcouo di Maganza
riceuuticon difficoltà 116
Trocuraton di P^lcnia rìfutatì 473
AVOLA.
821 Proporre in Concilio rìfimato a'' tegdtì
479.480
contefo degli Spagnuoli 48 o . 7 3 (»
foflentito dal Morene 741
improtiato da Spagna 513. 784. 795
accommodato 800
Proteflanti onde detti 49
tutti rifiutano il Concilio del Papa 45 7
Protejìa di Ce fare contra la traflatione del
Concilio a Bologna 288.190
diHenricoIL contrai Concilio diTrento
528
Protejìa conferua il luogo alProteHante , ed
impedifce l'attione 329
Protejìa de' Francefi contra Pio IV. 747
Protejìa dell' Ambafc.di Francia contra la ri-
forma de' Principi
approuata dal Rè
Purgatorio,e fuo efamine
ti fuo decreto
QVeJìori,e'l loro mal procedere
interdetti di predicare
loro origine,ed abufi
aboliti dal Concilio
790
812
818
825
6
191
512
RE di Francia patrone e fondatore della
maggior parte delle Chiefe del fuo
regno 791
Rè di ìslauarrafauorifce i riformati ^^j
per ijperanzefi ritrae da loro 448
è uccifo 61^^
Reina di Nauarra citata dal Papa per herefia
799
protetta dal Rè di Francia 8 1 5
Reina di Scotta friue al Concilio 7 1 9
Regni d' angheria , e Boemia, pretefi feudi
della cine fa 740
Refidenza de' Prelati propolìa 1 9 (S
difcorfofopraejfa 222
tt
TAV
ài ragion e legge dìuhu 215.158
fecondo il Gaetano 498
primo decreto d'ejfa 251
jriali del non ejfere ojferèiata 254.
trattata nel terzo Concilio 497.507
vinta di legge diurna per mimerò di voti
508
tumulto a Roma per ejfa 514
ccnfultataaRoma 5i6'
trattata di nuouo in Concilio (^3 4> d 5 8
rimerà in campo 7 o i
pratiche fere^a (S59
fecondo decreto d^ejfa 75 6
Kejìdenza di ragion duiinaruina delFapato
166
confegiien z^e della Reftdenza di ragion di-
urna 6')9.ji-j
JLeuifionidifermoni in Concilio 479
Riforma del Clero di Germania 5 4
della Corte di Roma da Paolo III. S6
Riforma follecitata da' Cefarei in Concilio
attrauerfata da' Legati 148
congiunta co' dogmi 1^9
aiiuocata dal Papa 160.161
Riforma del Clero fatta da Cefare 300
Rifonna utile al Papato ,perauuifi di Mar-
cello 2.3^9
Riforma dt Paolo IV. 407
dtPiolV. 517
Riforma de Princìpi , e fccolari , arcano di
Paolo IF. \ 410
edt PioIF. ' 517
Riforma prsposfa da Cefare im Concilio
5M
e da' Prancefi 6 6y 66 6
Riforma friuola di Pio IV. 66^
Riforma de' Regolari in Trento 775». 81 9
fuo decreto "óiS
Riforìfia de Principi 787
£ontefa da Cefare ' 7S9
eda'Pranccfi 790
contradetta da tutti gli altri 798
modificata, 831
OLA
due pregtudicij centra la riforma deUa
Chiefa 5Ó
Riforma del Concilio, odio fa in Roma 834
Romafopraprefa da Cclonnefi 4 2
prefa.efacchaggiata da Borbone 44
SAcr amenti, lor virtù , dijputata a Parigi
114
il loro efamine in Concilio 1 5 9
lor numero i:,^
lor virtù 245
lor decreto 271
gratuita ammirn^rationed'efi efamina-
ta 252
Saluocondotto a' Protefianti 3 50
rifiutato da efì 351
contefo & accommodato 373.37^
Saluocondotto ad efi nel terz.o Concilio
48 (J
Santi,eHlor feruigio efaminato 818
decreto d'effo - 8 25
Scrittura facr a efaminata 1 5 4
fenfo ed mttrpretatione d'effa 161
ah; fi intorno ad cffa 1 6^
decreto d'effa t66
Scommunua^efuo decreto 828
Scommunichedi Princtpi/iprouate in Tran-
cia 8 3,9
Scotta riceue la Religione riformata 435.
cacciala Romana 4^1
Secretano del Concilio difieale 6j[^
mutato 741
Sedia Apojìolica, che fia fecondo l'ufo antico-
Seditione a Napcti per l'Inquifitione
67^
Sermone fcandotofo delBitonto in ConciUo
1.3 5
Serueto ber etico, arfo in Geneua 3 c)ó
Seruità del Condito per It comartlamemi di
B>om4 509.ji4.;i5.75p
Sfif:
T A V
Seponì dipnte da Congrigatmì mera cerì^
monta 141.(3 7 (J
Seftone Le fue cerimonie 1 55
feconda 143
terza 151
quarta ^66
quinta 1 S 9
fijìa 129
fettima 170
Sepone prima di Bologna 278
feconda di Bologna 280
5f//o«« /?^/w^ (/e/ i.Comilw di Trento 51 z
feconda 325
fer^ 347
^«<«yr«« 3 65
quinta 378
]£/?*« 38^
Sejhoneprimadel ^.Concilio di Trento 479
feconda, 491
ffy^<« 518
g</«irf4 523
^tti«f<« 549
/^?4 - 585
fittima 755
Of frfW^ 0 O i
«f»«4 824
sigillo del Concilio dijputato 1 45»
Smon Sultacan Painarca d'Oriente viene a
Roma per render ohedienza 59 1
Simcnia dtjputata a Roma ^07
efaminata in Conuiw 505
fuo decreto «i
Sinodi dtoiefane,& prouincìali in Gcrmanfa
304
Sinodo di Riformati in Francia 424
Sottofcriitìonid^Ambafciadert , perche tr,i-
lafciatealrnto 833
Stampatori,eJìampe, e'I lor decreto \g6
Stati d'Orlims " 447
leggi loro Ecdejìafìche 4^7
Suiz^tn multaci al CvntModalPapa 165?,
194.322
rifiutano 555
SupplicijmgundifmQ mmm pemligiom
OLA.
ne'Faeftbaft
in Ijpagna
in Trancia fojpcji
422
425
448
TAncareìlo condannato a Parigi perTh^
centra l'autorità de' Frwcipi 474
Teforo de' meriti della Cbiefa 7
Tefiamenti,fe la Chiefa vi ha potere 507
Titolo dipremotwne, e di patrimonio, efami-
nato 5 o I
Titolo,(he co fa anticamente 5 o i
Titolo dd Cotrcilio , rapprefentante la Chie-
fa vniuirfakjdt^utato 1 4 2 . 49 z
rifoluto ' 145
Toìvafo Cantuarienfe , condannato dopo U
fua morte in Inghilterra 89
Toniafo d'Aquino perche canonicato 1 87
Traditioniefaminate 55
lor decreto \6j
Traditori Spagnuoli e Trancefi in Concilio
Trafiatione Utina della Bibbia digitata 1 5 5
fuo decreto 1 67
Trajlttwm dmcrfe della Bibbia mila Chiefa
amica 161
TrafUtio^'i di S. Gir clamo, e la vecchia Lati-
na congiunte ncll' ufo ddla Chiefa 1 61
Trajlatione vulgare compofa di qu'ejìe due
161
authenticata i^^
corretta i^^
la fua corrmionefojpefa dui Papa 1 7 3
Traslatione vulgare riconofùuta viticfi 1 1 3
Tranfi(jì,mi lattone efuìnìuita 3 3 7
fuo decreto ;^,s
Trento nominato pel Concilio 1 o 4
Tumulto de' Vcfcoui a Trento e; ■ 3
Tumulto de' popoli m Bamerapcr la rdìgiouc
752.
V
Enetiani rifiutano Vicci^apd Gotici-
tt n
T A V
Veneto Amhafàadorefojpetio al Papa 604
Vergn'io 'Nuntio in Germania 75
tratta con Lutero 77
4 Vcrniatia Agente dì arancia s)6
fofpetto d'henfia efptdfo dal Concilio, ab-
braccia UMigionc riformata 1^-8.159
Vefcoiu titolari, ePortatiui ,& i loro abùfi
3^1.504.755
Inptutione de' Vefcoui di legge diurna,
fondamento d'ogni buona riforma 601.
610
ycfcouato , inptutione Pcclefiajiica, fecondo
S.Agoflmo,e S.Girolamo ^04
le ftte due proprie fontioni 606
Vefcouato di ragion dimna,opinioneabhorri-
taaPioma 6i6.6ii.66o
foflenata dagli Spagrmoli ' 617
la loro autorità Imitata dal Papa 660
Vefcotiipr etendono innalzare la loro autori-
tà 175.125.238.775,
contradetti in do da' Pontifìcij 5 45
Vefcou i delegati della Sedia Romana ij6.^ 1 1
Vefcoui,e lor qualità efammate 1 6^
Vefcoui nuouhphiltti ne' Paefi bafi 42 2
O L A.
Vefcoui Italiani in gran numero in Concìlio,
per contrapefare tutte le altre nationi
474.480.5 1(^.594. 598. (542
Vefcoui Prancefi citati a Roma dall' Inquiji-
tiene 708
condannati 79^
protetti dal Rè 814
Vefìimtnti de' Prelati da non mutarjì fuor
delle ceremonie 13 8
Veflimenti degli Ecclefiaflici regolati 3 62.
Vittoria di Carlo V.fopra i Protefìanti 1 75)
Vittoria vana di Francia 66^
Vifite degli Arciuefcoui 781
Vnione de' Benefica 358
Vnioni di Chiefe interdette 355
Voti in Concilio pernationi, interdetti dal
Papa 137.138.474.759
labro origine 141
Vfurpatione ed artificio di Roma 3 5 1
Z
ZVinglio s'oppuone alle Indù Igenze 10
ed al Celibato,& altri abufi 18
muore in battaglia 61
Zurigo riceue la riforma 18
HI sroif^i A
DEL CONCILIO
TRIDENTINO.
Libro Primo.
Sommario.
Lu4 prima occa/ìof2edipe:-jjare alla ceiebratioie t^un Concilio ifegnendo gli efem-
flt amichi) fu, che Papa LeoneX.efauJlo dt Aenari->mtfe mano a bandire ìnàul^
genie icon vituperofe maniere vendute a prezx.o: allec^Ha/t opponendo/i Martin
Lutheroìfrate AuguHinianOiè contradetto da alcuni fkmojì dtfinfon deli' autorità Pon^
ttf2CÌa,adoperataperprmcipalJò[}egno d'ejfe lndulgenz.e: onde Luthero e tratto ad oppu-
gnare anchora e^nella:eper ciò cttutoa Romaypoinmejfo al Cardinal (^aetano^e da lui efa-
cerbatoyla differenza s infuoca: ti Tapaper nna Bolla/ita hauendofofie\tate le Indulgen-
z.eye Luthero dal Papa hauendo appellato al Concilio.Vn moto fimile n^ce m SguiT^eri
per mede/ime cagioni'.onde Luthero prende maggiormente animo , el Papaaltrejiy inna-
JpritOifulmina unaBolla di condannai tonde di fcommunica contra ejfo: contra lai^uale
eglifìripara con t appello al Concilio. Intanto comparifce in Dieta Imperiale m V'orma-
tia.-oucy inprefen^a di Carlo V> Imperaderejoftenta, lejue ragioni intrepidamente : e per
CIÒ e mejfo al bando dell' Imperio: ma egli Ji rinjòrz.4 contra t fuoi auuerfarip fra icjualtit
più tUuJìre è Ayrigo Vili, rè d' Inghilterra: come fu anchora Zuinglio in ZurigO)0/ideJe-
, guc la riforma di detta, cuta. Leone m cjuefit trauagltfi muore^d ha per fucce (fare Adria-
no VLtlquale agitato dt varipenfieri intorno a ejualche riforma della Chtefay manda per
ciounfuo Nunno in (jermania>o?ìde non riportando fenon nuoue offèfcanch'eglipajfiad
altra vita\lafciando le contronerfie nella Religione anùche no mnaff)rite:letjuali Cle-^
mente VI I .fìwjuccefforeìtenta di comporr e, fchiuando ognipropofla di Concilio : ma in-
darne: percioche C efare vi applica l'animo, e tutta la (fermania preme per ottenerlo Na-
tional e. Clemente e Carlo venuti m rotta^Cefare appella anch' effo al Concilio: comefzin-
no anche i Colonne fi, ni fegati dalPapa,onde nafce guerra,e la prefa,e'lfacco di TÌoìna
per Ce far e : e la nucua rifórma della Religione s'allarga m vari luoghi. A4 a la pace
conchmfa,fì rimette fi ilpropofito del Concilio-,alijuale appellano in T>:sta a. Sp:ra molti
Principi, e Città ImpenalhvmtiJòtfvlnomtnHCHe diProtfslanthdtut/ìperofraloro nel-
A
i CONCILIO DI TRENTO PapaGivlioII.
An. ci^io l^ Dottrina Sacramentaria. Clemente rilutta alla propojìa del Concilio-,ed induce C efare
alla forcai ed ali armuilche odorando t Protejkinthprefentano a CefareinDietu in Au-
gusta la loY Co?ìfèJfioneyfopra lacjuale fegue ConferenzAye minacce^ed Editto Imperiale:
fnaJènzAfrutto.Dnnameraicheifra tanti di^arerh e dijfcoltàitl Concilio è bramato pitt
che mah ettandio dalli Re di trancia^ e d'Inghilterra. In Sgui'Xz.enfegue guerra, con
morte di Zuinglio: polpacci l Papa continuando a contra^ktre alla conitocattone del Con-
cilio, Cefar e fin ad effo permette libertà di religione a Protefìanti: onde Clemente sfòrzji-
tarnente confente al Concilio > ma f otto conditioni inique )rifiutate da' Protejhntt : onde
e{fo s aliena dmuouo da Cefare, el Re Arrigo ottano d'Inghilterra da bii,per cagione del
diiiortio con la moglie. Morto Clemente,Paolo terz.os' infinge dt/ìderare il Conci/ io: e per
ciò manda N'unti} a Trinciphe'l Vergerlo inC^ermamaMe^Hale con Lutheroyne co' mag-
giori Protejhi/iti non può finire alcun prò: epero fìrmolgead indurre C efare alla via dell'
armi. Il Papa intanto fa vijh di conuocare il Concilio inAlantouaymaper la refifìenz^a
de' Protefkinth e'I r fiuto del Duca di Afantoua , il Concilio efojpefo : ed in luogo d^effo
Paolo fa procedere ad una rifirma in Ti^maja^uale riefce vana :poi infima il Concilio a
yicenz.a, ma è contradetto da Arrigo,rè d'Inghilterra: contrai quale fulmina lafcorn-
munica, di ninno eletto contra cjuel re, ilquale fcuote il giogo del Papa , ritenendo pero
tutta lafua Dottrina. Vari mezjii fono tentati m diuerfe Diete Impertali,per accjuetar
le turbolente della Religione: ma infine fi ricomfce la necejfita d'un Concilio , difiderato
da' Tedefchi iSfationale : ma il Papa lo vuole ad ogni modo (^enerale,ed ojferifce la città
di Trento,doue mina ifuot Legati,e Cefare ifuoi Ambafciadori. Ma quefla raunanzjL
dileguatafi ne' fuoi primi principipil Papa s'aliena da Cefare, e refla ogni ragionamento-
dt Concilio interrotto.
Dlfsepto dell' ^i^P'^?^"^']?^;^^^ L proponimento mio è di fcriuere l'hiftoria del Conci-
mtore. yf{f%^M i<^^^ Ilo Tridentino: perchcquantunqae molti celebri hifto-
ricidel l'ecol noftro nelli loro ferirti n'habbiano tocca-
to qualche particolar fucceiTo ; Se Giouanni Sleidanojdi-
ligentiffimo autore , habbia con etquiilta diligenza nar-
rate le caufe antecedenti', nondimeno,pofte tutte queftc
cofe infiemcnonfarebbono badanti ad una intiera nar-
^ ^^ ^ ratione.
Io, fubito c'hebbi gufto delle cofe humancfui prefo da gran curiofìtà di iaper-
ne l'intiero: &jdoporhauer letto con diligenza quello che trouaifcritto,&lipu-
blici documenti vfciti in iftampa, o diuulgati apenna,mi diedi a ricercar nelle
reliquie de' fcritti de' Prelati,& altri nel Concilio interuenuti,le memorie da lo-
ro lafciate,&li voti>o pareri detti in publiéo^conferuati dagli autori proprij,o da
altri; & le lettere d'auifi da quella Città icrirtc: non tralafciando fatica,o diligen-
za : onde ho hauuto gratia di vedere lino qualche regiftro intiero di note , &c let-
tere di perfone, c'hebbero gran parte in quei maneggi. Hauendo adunque tante
coferaccoltcche mi poifono lo mminiitrar affai abondante materia per la narra-
tionedelprogrellbjvengo in rifolutione di ordinarla.
Racconterò le caufcje li maneggi d'una conuocatione Ecclefìaftica > nel corfo
diven-
Papa GiVLio IL LIBRÒ PRIMO. 5
divenridue anni, per diiier/I fi ni>& con vari; mezi,da chi procacciata &folIeci- Am. cPi3
tara, da chi impedita 8c differirà: &per altri anni diciotto hora adunata,horadir-
ciolta: Tempre celebrata con varijl BnuSc che ha fortita forma & compimento tut-
to contrario al dilfègno di chi rhaprocurata,&al timore di chi con ogni ftudio
rhadifturbata. Chiaro documento di reiìgnarclipcnfìeriin Dio , & non tidaiTi
della prudenza humana.
Imperoche quello ConciIio,deiìderato,& procurato dagli huominipij,per riu-
nire la Chiera,che comminciauaadiuidedijha coùftabilko lo iciima, &: oftinate
lcparti,chc ha fatto le dircordieirreconciiiabili:& maneggiato da li Prcncipi,p^er
riforma dell' ordine Ecclc/iaftico,ha cauiato la maggior deformatione che ha mai
ftatada che viue il nome Chriftiano:& dalli Vefcoui fperato per racquiftar l'auto-
rità epifcopalcpalFata in gran parte nel iblo Pontefice Romano, l'ha fatta loro
perdere tutta intieramentcriduccndoli à maggior lerui&ii. Nel contrario^tcmuto
de sfuggito dalla Corte di Roma,come eiiicace mezo per moderare l'eiTorbitante
potenza,da piccioli principi] peruenuta con vari) progrcffi ad un cccciro illimita-
tcgliel'ha talmente ftabilita & confermata (opra la parte reftatale foggctta,chG
non fu maitantajue coli ben radicata.
Non farà perciò inconueniente chiamarlo La Iliade del fecol noftro: nella ef-
plicatione della quale feguirò drittamente la verità, non clFendo io poifedutoda
paflìone, che mi polla far deuiare. E chi mi oflcruerà in alcuni tempi abonda-
re, in altri andar riftretto,fi ricordi che non tutti i campi fono di ugual fertilitàf
ne tutti li grani mciritano d'ellèr conferuati: 8c di quelli che il mietitore vorrebbe
' tenerne conto, qualche fpiga anco sfugge la prefa della mano, oil filo della fal-
ce: cofi comportando la conditione d'ogni mietitura, che redi anco parte per ril-
pigolarc.
Ma,inanzi ad ogni altra cora,mi conuien ricordare,eircre ftato antichifiSmo co- ^yj ^' ^^^
{lume nella ChiefaChri{liana,di quietare le controuerile in materia di religione, aV;/ ttn$idH,
& riformiare la dilciplina tiafcorfa in corruttela,col mezo delle conuocationi de'
.Sinodi.Cofijla prima che nacque,viuendo ancora molti delli Santi ApofloIi,Se le
genti conucrtite a Chriflo erano tenute all' olferuanza delle leggi Molàiche, fu
comporta per riduttioneinGierufaiem di quattro Apo(loli,& di tutti li fedcli,chc
in quella Città fi ritrouauano.Al cui eilempio,nelle occorrenze che alla giornata
inciafcunaprouincianacqucro,perdugento & più anni l'eguenti, anco nel femo-
re delle periecutioni,fi congregarono i Vefcoui,&: i più principali delle Chiefeper
fedarle,&:m.etteruihne: eilendo quello l'unico rimedio di riunire le diuifionij&r
accordare le opinioni contràrie.
Ma,dopo che piacque a Dio di dar pace alla fua Chiefa,con eccitar al fiiuor
della religione Conftantinojfi come fupiu facile, che molto più Chiele commu-
nicai]ero,&: trattailcro inilemc; coli ancorale diuifioni li fecero più comuni. Et
doue che auanti non ufciuano d'una Città, onero al più, d'una Prouincia ; per la
libertà della comunicatione fi eftefero in tutto l'Imperio : periicheaiicoTuiaio
rimedio delli Concili] fu necelTario che fi raccogliellc da più ampi luoghi. Onde
cllendo in quel tcmpccongrcgato da quel Principe vn Concilio di tutto l'Impe-
A ij
^ 4 COI^CILIO DI TRENTO Papa Givtioll.
Àn. ci3 i5 riojhcbbc nome ài Santa & grande Sinodo:&: qualche tempo dopo,fu anco chia-
mato Concilio generale, & Ecumenico: fé ben non raccolto da tutta laChiefa,
dellaquale gran parte fi eftendeua fuori dell' Imperio Romano: ma,perche l'ufo di
quel fccolo era di chiamar l'ImperatorcPatronc vniuerfale di tutta la terra habi-
tata: con tutto che fotto l'Imperio non fulFe contenuta la decima parte d'cfla. Ad
clfempio di quefto,in altre occorrenze di dirtìdij di religione ,fimili Concili) fu-
rono congregati dalli fucceifori di Conftantino. Et le ben l'Imperio più volte
fu diuifo in Orientale & Occidentale ; nondimeno, maneggiandofi gli affari fot-
tonome communejcontinuòancoralaconuocationc delle Sinodi dall' Imperio
tutto.
Majdopo che fu diuifo l'Oriente dall'Occidente, non rimanendoui commu-
nione nel Principato:^ dopo che l'Orientale fu in gran parte da' Sarraceni occu-
pato,& l'Occidentale partito in molti Prencipi '-il nome di Concilio uniuerfale &
Ecumenico non dcriuò piudall' unità dell'Imperio Romano:ma apprclfo i Greci,
dal conuento delli cinque Patriarchi:^ nelle regioni noftrcdall' unità 6c commu-
nione di quei Regni e Stati,che nelle cole Ecclefiaftiche rendeuanoobedienzaal
Pontefice Romano. Et di quefti la congregatione fi è continuata , non principal-
mente per iopir le diirenfioni della religione,comegià:ma, oucroper feria guerra
di Terra lanta,© per fopirfcifmi & diuiiloni dellaChief aRomanacoucro anco per
controuerficche fìiircro trali Pontefici,^ li Prencipi Chriftiani.
Prtm ecu- Piincipiando il fecolo decimofefto dopo la Natiuità ài Noftro Signore, non
fionedtl Tii- appariuavr<^ente caufadi celebrar Concilio,ne che per lungo tempo douefl^ènaf^
***** cere.Perchc pareuano a fatto fopite le querele di molte Chicle contra la grandez-
!za della Corte : & tutte le regioni de Chrifliani Occidentali erano in comunio-'
ne &obedienza della ChieiaRomana.Solo in una picciolaparte,cioè,in quel trac*
to de' moti, che congiungonolc Alpi con li Pirenei>vi erano alcune reliquie degli
antichi Valdefi, onero Albigeil. Nelliquali però era tanta femplicità &: ignoran-
za delle buone lettere , che non erano atti a communicar la loro dottrina ad al-
tre perfone. Oltre che erano polli in coli finiftro concetto d'empietà & ofeeni-
' tàappreiro li vicini, che non vi crapcricolcche la contagione poteiTe pafTareiii
In alcuni cantoni ancora di Bohemia, vi erano alcuni pochi della medefima
dottrina,reliquie pur degli flefri,dalli Bohemi chiamatiPicardi: Uqualiper laflef-
fa ragione non era da dubitare che poteireroaumentarfi.
Neir iftcìro Regno di BohciiDia, erano li feguaci di Giouanni Hus,che fi chia-
mauano Califtini,ovcro5«^«/r4f//^:Hquali,fuori che in qucftoparticolarcche
nella fantiffima Communione miniftrauano al popolo il Calice : nelle altre cole
non erano motto differenti dalla dottrina della Chiefa Romana.Ma ne quefti ve-
niuano in confideratione,cofiper il lor picciol numerojcome perche mancauana
di eruditione:ne fi vedeua che defideraiiero communicar la lor dottrina,ne che al-
tri folTerocuriofi d'intenderla.
Vi fuben qualche pericolo difcifma. Perche, hauendo Giuliofecondo attefo
piuallearti della guerra,che al miniftcrio faccrdotale, & amminiftrato il Pontifi-
"^ caro
Papa Lbon X. LIBROPRIMO. 5
catoconecccflluo Imperio verfo liPicncipi & Cardinali, haneuancccfllrato al- A n.
cimi diedi a leparariì da lui J&; congregar unConcilio. Alche aggiungendofi ci3 io
cheLuigi duodecimo, Re di Francia , kommunicato dallo fteiroPontehce,gli
haueua leuato l'obcdienza, & fi era congiunto con li Cardinali ieparaci , pare-
ua che potelfe palTar quello principio a qualche termine importante. Ma, mor-
to opportunamente Giulio, Se emendo creato Leone, con la Tua deftcrità inbre-
uifllmotempo riconciliò li Cardinali, &; il Regno di Francia inficme: fi che fu
con mirabile celerità <Sc facilità eftinto vn fuoco, che parcua douelfe arderla
Chicfa.
Leon decimo, come quello ch'era nobilmente nato 2c educato , portò molte ***^ "»'/'9 'ài
buone arti nel Pontificato : fra lequàli erano vnaeruditione iìngolare nelle buo-^""**°'
^ ne lcttere,humanità,bontà,& dolcezza di trattare marauigliofi,con vnapiaceuo-
lezza più che humana,infieme con fomma liberalità, & inclinatione grande a fa-
uorir i letterati>& virtuofi: che da lungo tempo non s'erano vedute in quella fede,
jic ugualijne prollìme alle fuc.E farebbe ftato vn perfetto Pontefice, fé con qucfte
hauelfe congiunto qualche cognitione delle cofe della religione , & alquanto
più d'inclinationc alla pietà: dell' una & dell'altra dellequali non moftraua ha-
uer gran cura. Et fi come era liberalismo , Se ben intendente dell' arte del dona-
re j cofi in quella dell' acquiftare non era iufficiente da fé , ma fi feruiua deli' o-
pera di Lorenzo Pucci Cardinal di Santi quattro, il qual in- qucfta parte valcua
aifai.
Ritrouandofi adunque Leone in qucfto ftato quieto,eftinto in tutto & per tut-
to il fcifma,fenza alcun auuerfario,fi può dire,(poiche quei pochi Valdefi ,:<c CaIi-^«,^#,
ùini non erano in confideratione) liberale nello fpendere,& donare cofi à parcn-
ti,come à corceggiani, & alli profelfori di lettere, clTaufti gli altri fonti, donde la
corte Romana lucie tirar a le le ricchezze dell' altre regioni,pensò valerfi di quel-
lo delle Indulgenze.
Quello modo di cauar danari fu melfo in vfo dopo il ci3 e. Imperochc,hauédo
PapaVrbano IccondojConcclFi indulgenza plenaria Se rcmiflìone di tutti i peccati
a chi andana nella militia di Terra fanta,per conquillar & liberar il ferolchro di
Chrifto dalle maiii de Mahometani , fu feguitato per pia centinaia d'anni dalli
fuccenòri,haucndo alcuni d'eir],(comefcmprc fi aggiunge alle nuoue inLientioni)
aggiuntoui lomedcfima indulgenza a quelli che manteuanovnfoldato, non po-
tendo edijo non volendo perfonalmente andar? nella militia.E poijcol procrrcHc,
concelfo le medclime indulgenze *S: remilTìouijanco per far la guerra a quel l],chc,
fé ben Chriftiani,non erano obcdienti alla Chiefa Romana.E per lo più erano fat-
te abondantiffimeeifittioni di danari,rorto li prctefti detti di (òpra. Liquah può
erano applicati,© tucti,o la maggior parte ad altri vfi.
Seguendoquvfti efempi, Leone» cofi configliato dal Cardinal Santi quattro*
mandò vna Indulgenza, oc reminone de' peccati , per tutte le regioni de Chri-
ftiani , concedendola a chi contribuilfe danari , & eftendendola anco à moni:
per iquali quando folTe fatta l'elborfatione , voleua che folfcro liberati dal-
le pene del purgatorio: aggiungendo anco facoltà di mangiar uoua Se latticini
A iij
fffr le /««^^
6 CONCILIO DI TRENTO PapaLeonX.
e 1 0 1 0 ne giorni di digiiinojdi eleggerli confeiToce,& altre tali habilità.E Te ben l'eHècU'
XVII. tionc di qaelb impreia di Leone hcbbe qualche particolare poco pio & honcfto,
come fi diràjilquale dicóc fcandalo^e caufa di nouicàjnon e però, che molte delle
coiicclsioniiimili già facce daiii Pontefici per l'inanzijiion hauelfcro caufc meno
hoiicfì:c,& noa i^oilcro circrcitare con maggiore auaritia,&cftor(ìone.Ma moke
voice nalcono occafioni ruiiìcienti per produrre notabili eitetti,& Tuanifcono per
mancamento d'hiiominijche (e ne (appiano valere.E quello che più importajène-
cciLirio che per elìctcuare alcuna cola, venga il rempo,nclqualepiacciaa Dio di
corregger i mancamenti humani. Queftc cole tutte s'incontrarono nel tempo di
Lconcdci quale parliamo.
Imperochchauendo egli del ci3 i3 xvii.publicatalavniuerfale cocefsione delle
induigézejdiilribuì vna parte delie rendite,prima che follerò raccoltene benfemi-
natcdonando a diucriì le rcuenute di diuerfe prouincie,& riierbando anco alcune
per laiua camera. In particolare donò il tratto delle indulgéze dciiaSaironia,& di
quel braccio di Germania, che di la camina lino al mare, a Maddalena fua forella»
moglie di FraceichettoCibò figlio naturvale di Papa Innocentio octauo.Per ragio-
ne deiqual n:;atrimonio Leone era (lato creato Cardinale in età di quattordici an-
ni, che fu li principio delle grandezze Ecclefìaftiche nella cala de* Medici.Etvfò
Leone quella liberalità non tanto per affetto fraterno , quanto per ricompéfa delle
CpcCc farce dalla cala Cibò, in quel tempo,cheftetce retirato in Gcnoua,non po-
tendo dimorar in Roma, mentre Aleirandro fedo era congiunto con li Fiorentini
nemici di cafa Medici,che l'haueuano fcacciata di Fiorenza.Malaforella,acciò il
dono del Pontefice gli rendeire buon frutto,diede la cura di mandar a predicare
l'indulgenze , & dell' ellàttione del danaro,al Vefcouo Arcemboldo,il quale nell'
alFontioac della dignità,& carico Epilcopale^ non li era fpogliato di alcuna delle
xjualità di perfetto mercatante Genouefe.Quello diede la facoltà di publicarle, a
chi offerì di più cauarncfenzarifgaardo alia qualità delle perlone:anzi coli fordr*
damentcche nilFuna pcrfona mediocre potè contrattar coalui,ma folo trouò mi-
niilri limili afe,non con altra mira,che di cauar danari.
Era coftume nella Salfonia, che quando dalli Pontefici fi mandauanol'indul-
genzcerano adoperaci li Frati deli' ordine degli Eremitani per publicarle. A quelli
noa volfero inuiarii li queilori miniftri dell'ArcemboldojCome a quelli,cheIoliti
maneggiare limili merci, poteuano hauer maniera di trarne occultamente frutto
per loro : & da' quali ancccomc viati a quello ufficio,non afpettauano cofailra-
ordinaria,e chelipoteilè fruttare più del (olito: ma s'inuiarono alli frati dell'or-
dine diS.Domenico.Daquefli,nclpublicar l'Indulgenzcfurono dette molte no-
uitàjche diedero fcandaÌo,mentieelsivoleuano amplificare il valore più del foli-
to.Si aggiunfe la cartina vira dclli quellori,i quali nelle tauerne,&: altroucin giuo-
chi ,& altre cofe piada tacere, ipendeuanoquello,che il popolo rifparmiaua dal
fuo viuere necelfariosper acquillar le indulgenze.
c'mrfe da Dalle quali cofe eccitato Martino Luthero,Frate dell' ordine degli Eremitani,
lAtihcrO' fi portò a parlar contra elfi queflori.Prima,riprendendo folamente i nuoui ecct^-
rmiabufr.poijprouocato da loro, incominciò a fin ilare quella maceria, volendo
vede-
Papa Leon X. L I B Pv O P R I M O. 7
vedere i fondamenti, & le radici dell'Indulgenza: li quali eflaminatijpaffando ci3 la
dagli abiifì nuoui alli vecchi,& dalla fabrica alli fondamenti,diede fuora nouan- xvii.
tacinque conclufìoniin quefta maceria: lequali furono projjofte da elTer difpu-
tatein Vitemberga: ne comparendo alcuno centra di lui , fé benvifte,&: lette-,
non furono da alcuno oppugnate m conferenza vocale, ma ben Frate Giouanni diffe dal
Thecel, dell' ordine di S.Domenico,ne propofe altre contrarie a quelle in Forane- Tccel,
fort di Brandeburg.
Quefte due mani di conclufioni, furono come vna conteftatione di lite : per-
che pafsò inanzi Martino Luthero a fciiuerc in difefa delle Cue,&c Giouanni Ec- ^ ^-^^^ £<:^<^io,
chio ad oppugnarle : &c eflendo andare^cofi le conclufioni, come le altre fciittu-
rc,a Roma,fctiflè centra Luthero Frate Silueftro Piierio Dominicano. La qual
contefa di fcritture, sforzò una parte,& l'altra ad vlcir della materia, 6c pallàr in ^ ^"*'
altre di maggiore importanza.
Perche clfendo l'indulgenze cofa non ben elTaminara ne' precedenti fecoli,
ne ancora ben confideratacome fi difende(Ie,& {oftentaire,o come fi oppugnaf-
fèj non erano ben note la loro efrenza,e caufe. Alcuni riputauano le Indulgen-
ze non elTer altro, ch'una afTolutionejC liberatione, fatta per autorità del Piela-
to,dalle penitenze.che negli antichiffimi tempi,per ragion di difciplina,la Chic-
faimponeuaa' penitenti: (queftairapofitionefu ne' feguenti fecolidal iòlo Ve-
icouoaflunta,poi delegata al Prete Penitentiario, de finalmente rimefia all'ar-
bitrio del Confefibre ) ma non iiberafièro di pagar il debito alla diuina giufti-
tia. Il che parendo ad altri che cedelTe più a maleficio^che a beneficio del popolo
Chriftiano , ilquale con l'eflèr liberato dalle pene canoniche , fi rendeua negli-
gente a fodisfar con pene volontarie alla diuina giuftitia.entrarono in opinione,
che fodero liberatione dall' vna de dall' al tra. Ma quefti erano diuifi:volendo al-
cunijche forteto liberatione, fenza che altro folle dato in ricompenfadi quelle:
altri, abhorrendo vn tal arbitrio, diceuano, che ftante la communione in carità
delli membri di Santa Chiefa, le penitenze di vno fi poteuano communicar ali*
altro, & con quella compenfatione liberarlo.Ma perche pareua,che quefto con-
uenifle più agli huomini di (anta 8c auftera vita,che ali' autorità de' Prelati, nac-
que la terza opinione,che le fece in parte affolutione^peril che vi fi ri cerchi l'au-
torità:^ in parte compenfatione. Ma non viuendo li Prelati in maniera, che oo-
tellèro dar molto de'lor meriti ad altri , fi fece vn teforo nella Chiefà, pieno de*
meriti di tutti quelli, che ne hanno abondanza per loro propri). La difpenfa-
tione delquale ècommefiaal Pontefice Romano, ilquale dando l'Indulgenze,
ricompenfa il debito del peccatore , con aflegnare ahretanto valor del Teforo.
Ne qui era il fine delle difficoltà : perche,opponendofi, che efiendo i meriti de*
fanti finiti, delimitati, quefto teforo potrebbe venir meno : volendolo fare in-
deficiente,vi aggianferoi meriti di Chrifto , che fono infiniti : d'onde nacque
k difficoltà, a che folle bifogno di gocciole de' meriti d'altri , quando il haue-
«avn pelago infinito di quelli di Chrifto. Che fu cagione ad alcuni di fare ef-
fere il teforo delli meriti della Maeftà fua folamcnte.
Quefte cofc cofi incerte all' hora ,& che non haiieuano altro fondamento»
_^ 8 CONCILIO DI TRENTO Papa Leon X.
cn 13 che la Bolla di Clemente (èfto, fatta per il Giubileo del M.c-cc.L.nonpateua-
xvm* no bafl:aiiti,per oppugnar la dottrina di Martino Luthero,iiroIuere le Tue ragio-
ni,& conuincerlo : perilcheThecel,Ecchio, &Pnerio,non vcdendofiben forti
nelli luoghi propri) di quefta materia, fi voltarono alli communi :& poferoper
fondamento l'autorità l^ontificia,&: il confenfo delli Dottori Scholaftici : con-
cludendo,che non potendo il Pontefice fallate nelle cofc della fede,& hauendo
egli««ippro natala dottiina de' Scholallici, &c p-ublicando ellb le Indulgenzea
tutti i fedeli, bifognaua ctederie per articolo di fede.
quindi U pò- Queflo diede occaiìone a Martino di paflTar dalle Indulgenze , all' autoriti
dafLldti Poti- J^i Pontefice, laqualelTcndo dagli altri predicata per fuprema nella Chiefà,da
ù^ce offi*- l-jieiafottopofta al Concilio generale legitimamente celebrato , delquale dicc-
^"'"*" uà clTei: bifogno in quella inftante,&vrgentenece(Iìtà: &: continuando il calo-
re della difputa, quanto più la poteftà Papale era dagli altri inalzata, tanto più
da lui era abbalTata : contenendofi però Martino ne' termini di parlar modefta-
mente della pcrfona di Leone, &:ri{èruando alle volte il Tuo giudicio. Et per H-
ftelTa ragione fu anco meda a campo la materia della remillìone de' peccati, &
della Penitenza,^: del Purgatorio, valendoli di tutti quelli luoghi i Romani,
per proua delle Indulgenze.
Più appofitamente Ai tutti fcrifTe contra Martin Luthero, Frate Giacomo O-
goftrato Dominicano Inquifitore , ilqualc, tralafciate quelle ragioni , cflbrtò il
Pontefice a conuincer Martino con ferro,fuoco & fiamme.
Tuttauia fi andana cflacerbando la controuerfia, & Martino pafTauafcmpre
inanzi a qualche nuoua propofitione, (è condo che gli era data occaiìone. Pcril-
Lutimo cc^ cheLeonePonteficenell'AgoftodelM.D.xvm.lofecc citare aRomadaGic-
txto a i{omtiy ronimOjVefcouod'AlcoU, Auditor della Camerat&fcrilTevnbreuc a Federigo
DucadiSafIbnia,cfrortadoloa non ]3roteggerlo.ScrifIè anco a Tornalo de Vio,
Cardinale Gaetano, fuo Legato nella Dieta d'Augnila, che faceflè ogni opera
per farlo prigione, £i mandarlo a Roma. Fu operato col Pontefice per diuerfi
raezi,che fi contentalTc fir elTaminar la fua caufa in Germania : il quale trouò
buonojche fofle veduta dal fuo Legato , al quale fu commelTo quel giudici©,
coninftruttione, chefehauelfe fcoperto alcuna fperanza in Martino di refipif-
cenza,lodoueirericcuere:&; promettergli impunirà delh difetti pa(rati,& anco
honori,&: prcmij,rimettendo alla fua prudenza: ma quando loirouallcincorri-
gibile,facelle opera con Malfimiliano Imperatore , & con gli altri Prencipi di
Germania,chefu{Ic caftigato.
Martino,confaluocondottodi MaiIìmiliano,andòatrouatilLegatoin Au-
gufl;a,doue,dopovnaconueniente conferenza fopra la materia conrrouerfa,fco-
prendo il Cardinale, che con teimini di Theologia Scholaftica, nella profeilìo-
ne dellaquale era eccellentiffimOjnon poteuaeller conuinto Martino,chelì va-
leuafemprc della Scrittura diuina,laqualc da' Scholaftici è pochilfimo adope-
rata,fi dichiarò di non voler difputar con lui,ma l'elTortò alla retrattatione,o al-
meno a fottometteie i fuoi libri ,&:dottrinaal giudicio delPonteficcjmofttan-
dogli il pericolo, iu che fi trouaua,perfiftcndo : & promettendogli dal Papa
Papa Leon X. LIBRO PRIMO. 9
fauod e gratic. Al che non eirendo rifpofto da Martino cofa in contraricpcnsò ^^^ ^^
che non folle bene col molto premere cauar vna negatiua, ma interporre tempo, xviii.
acciò le minaccie , 6c le promelle potelFcro far imprefiìone: per il che lo licenciò
per air hora.Fece anco far.vtì&cio in conformità da Frate Giouanni ScopicicVi-
cario Generale dell' Ordine Eremitano.
Tornato Mattinovi!' altra volta,hebbe il Cardinale con lui colloquio molto «V^fWe ù-
longo (oprai capi della Tua dottrina,piuafcoltandolo,chedifputando,per acqTTi- ^"''^*-
ftarli credito nella propofta dell' accommod-amento: allaquale quando difccfc,
eirortandolo a non lafciar pallate vna occailonc tanto ficura , 3<: vtile , li rifpoic
Luthcro con la folita efficacia. Che non fi potcua far patto alcuno a prcgiudicio
del vero: chenonhaueua oflFefo alcuno,nehaueuabifogno della gratiadi quali!
voglia: che non temeua minacce,&: quando foife tentato cola contra di lui in-
debita, haurebbe appellato al Concilio. Il Cardinale (alquale era andato all' o-
vecchie, che Martino folle afllcurato da alcuni grandi,per tener vn freno in boc-
ca al Pontefice) fofpettando che parlalfe cofi pcrfuaibjfifdegnò, evenne a ri-
prenfìoni acerbe,& villanie^ a conchiudercche i Prencipi hanno le mani lun-
ghe,& fé lo fcacciò dinanzi. Martino,partito dalla prefenza del Legato, & me-
more di Giouanni Hus,fenza altro dire,partìancod'Augufta,di doue allontana-
to,&: penfate meglio le cofe fue,fcriire vna lettera al Cardinale,confeirando d'ef-
ferc ftato troppo acre,&. fcufandofi fopra l'importunità de' queftori,c de' fcrittori ,
fuoi auuerfarij,promettendo di vfar maggior modeftia nell' auuenire,di fodisfar
al Papa,& di non parlar delle Indulgenze piuzcon conditione però,che i fuoi au-
uerfarij anco faceifero l'iftclfo.Ma ne efsi,ne egli poteuano contencrfi in fìlentio,
anzi l'vno prouocauaraltro,onde la controuerlìa s'inafpriua.
Perilche in Roma la Corte parlaua del Cardinale con gran vituperio, attri- U Papn, f,^
buendo tutto il male all'hauer trattato Luthero con feucrità,e con villanic:liat- ^<''«« ^e /«-
aibuiuano a mancamento, che non gli hauelfe fatto promeira di gran richezze, ^**^&"^P^'*'
d'un Vefcouato, & anco d'un Capei rolFo da Cardinale. E Leone, temendo jj "^ • *J
qualche gran nouità in Germania,non tanto contra rindulgenzc,quanto contra
l'autorità ÌLia,fece vna bolla fotto il none Nouéb. m.d.xvi i i .doue dichiarò la va-
lidità delle Indulgenze,& che elfo come fuccelTore di Pietro,!^: Vicario di Chri-
ftojhaueua poteftà di concederlc,periviui,& peri morti:e che quella era la dot-
trina della Chiefa Romana,la quale è Madre,&: Maeftra di tutti li Chrill:iani,chc
doueuaelfer riceuutadaqualonque vuol elfer nelconfortio della Chiela. Quella
bolla mandò al Cardinale Gaetano,il quaheirendo a Linz,in Auftria Superiore,
la publicò,& nefecefarmoltieiremplariautentici,mandandoneacialcuno de'
Velcoui di Germania, con commandamento di publicarli,&; di commandar fe-
ueramente,& lotto grani pene a tutti,di non hauere altra fede.
pot(
piu,r
rifolutione di rifiutarlo. Perilche mandò fuori vn' appellatione:ncllaquale,ha- «V/o.
uendo prima detto di non voler contrapodi all' autorità del Pontefice quando
B
^ IO CONCILIO DI TRENTO Papa Leon X.
G 1 3 1 3 infegni la vcrità,roggÌLinfe,ch' egli non era eiTente dalle communi conditioni di
X I X. poter fallarc,& pcccare:allcgando relfempio di S. Pietro,r iprcfo da S.Paolo gra-
uemcnte.Mabcnera cola facile al Pap,hauendo tante ricchezze,e feguito/enza
rifpetto d'alcuno opprimere chi non lente con lui:aquali non rcfta altro rimedio,
che rifuggire alCócilio,col beneficio dell' appcUationcpoi che per ogni ragione
dee elfcr prcpofto il Concilio al Pontefice. Andò per Germania la Scrittura dell'
appellationc,& fu letta da molti,&: tenuta ragioneuole:perilche la Bolla di Leo-
ne non eftinfe l'incendio eccitato in Germania.
Tcy le medejt- Ma in Roma,hauendo come dato animo alla Corte,nó altrimenti>che fé il fuo-
ToZVmbT ^^ ^^^^^ cftinto,fu mandato F.Sanfon da Milano,dell'ordine di S.Francefco,a prc-
meZiinsth '^^'^^'^^ ^^ medefimc Indulgenze ne' Suizzeri : il quale,doppo hauerle publicate in
^ri^ molti luoghi j& raccolto fino a ceto ventimila fcudi,finalmente capito mZurich,
doue infcgnauaVlricoZuingliojCanonico in quella Chiefajilquale opponédoii
alla dottrina del Frate Queftore,furono tra loro grani diiputcpafsado anco d'una
materia nell' altra,non altrmienti di quello,che era accaduto in Germania.Onde
auuenne,cheZuingliofu da molti afcoltato, &:acquiftòcredito,&potè parlare,
non tanto contra gli abufi dell' Indulgenze,quanto contra l'Indulgenze fteire,&:
anco contra l'autorità del Pontefice>chc le concedeua.
;/ chi innani' Martino Luthero , vedendo la fua dottrina ellère afcokata , & anco palfar ad
^'^(T^^^IàL ^^^^^ regioni, fatto più animofo, fi pofead elfam mare altri articoli : &in mate-
^^iclpf. ' '^ia «Iella confelTione, & della communionejfi partì dall' intelligenza delliSco-
laftici, & della Romana Chiefa, approuando più la communione del Calice
ufata in Boemia, & ponendo per parte principale della penitenza , non la dili-
gente confeflione al Sacerdote , ma più tofto il propoilto di emendar la vita
per raiRienire. Pafsò anco a parlare delli voti , & toccare gli abufi dell' ordi-
ne Monallico; & caminando i fuoi fcritti, arriuarono in Louanio , 8c in Colo-
nia, doue veduti dalle Vniuerfità di que'Theologi , & esaminati , furono da
loro condannati. Ne quefto turbo punto Martino , anzi gli diede caufa dipaf-
fare inanzi,&: dichiarare, & fortificare la fua dottrina, quanto più era oppu-
gnata.
Giudicij M Con queftc,piu tofto contétioni,che rifolute difcufiioni pafsò l'anno m.d.xix.
mondo [opra qu^j^^jo^ multiplic^ando gli auifi a Roma delli mori Germanici , de Eluetici, au-
Sr«/ ***"' ""^e"*^^" ^'^^ molte amplificationi,& aggiunte,come è coftume dellafama>ma{Iì-
me quando fi raccontano cofe lontane, Leone era notato di negligenza, che in
tanti pericoli non delle mano a gagliardi rimedi]. I frati particolarmente biafì-
mauano,che attento allepompcalle cacce,alle delitie, & alla muflca, delle qua-
li fopramodofi dilettanastralafcialfe cofe di fomma importanza. Diceuanoche
nelle cofe della fede non conuiene trafcurare cola minima, ne differire vn punto
laprouifionclaqualcficome è faciliirima,priiTia che il male prenda radicej co/ì,
quando è inuecchiato,riefce tarda. Che Arrio fu vna minima fcintilla, che con
facilità farebbe ftataeftinta, e pure abbruciò tutto il mondo : che haurebbero a
queir bora fatto altrettanto GiouanniHus,&Gieronimo da Piagante dal conci-
lio di Coftanza non fuflero ftati oppreffi nel principio. In contiaiio Leone era
pcn-
Papa Leon X. LIBRO PRIMO. n
p entiro di tutte le attieni fatte da lui in quelle occurenzej& più di tutto>dcl bre- ^^^ ^ ^
uè delle Indulgenze mandato in Germania,pai-endogli,che farebbe (lato meglio x i x.
lafciar difputare i ftati tra dì loro, ìk confemarfì neuirale, &c nuerico da tutte le
partijche col dichiararli per vnajconftringcr l'altra ad alienarli da Ini: che quella
contentione non era tanto gtan cofa,che non bifognaua metterla in riputationc,
e che mentre farla tenuta per ieggicra,pochi ci pen{erebbono,e fc il nomePontitì-
cionon folfe entrato fino all' horadentro,haurebbe fatto il fuo corfo, & farebbe
dileguata.
Con tutto ciò, per le molte inftanze de* Prelati di Germania,delle vniuerfità, condAnrmth-
che intereifate per la condanna,ricercauano l'autorità Pótiticia per foftentamen- "^ <^'^ Lmhf
co ; Se più per le continue importunità de Frati di Roma,vennc in rifolutione di " * ^^'"^
cedere all' opinione commune. Et fece vnacongregatione di Cardinali,Prelati,
Theologi,& Canonifti,allaquale rimeife intieramente il ncgotio. Da quella,con
grandifsima facilità,fuconclufo,che fi douelTe fui minar contra tanta impictà:ma
furonadifcordi i Canonifti dalli Theologi,volendo quefti,che immediatamente
fi venillc alla fulminationere dicendo quelli,che folfe necelfario precedelfe prima
la citatione. Allegauano iTheologi, che la dottrina lì vedeua con euidenzaem-
pia,& i libri erano diuulgati,&le prediche di Luthero notorie.Diceuano gli altri,
che la notorietà non toglicuala difcra,cheè <^f /«r(?^^«wc»,&:naturale,correndo
alli luoghi foliti, (iy4dam vbtes? VbiefiAbelfratertuusìSc nell'occorrenza delle
cinque QinìiDefcendam ^ t//W(f^o.Aggiungeuano,che la citatione dell' Audito-
re dell'anno inanzi,in virtù dellaquale il giudicio fii rimelfo al Gaetano in Augu-
fta,& reftò imperfettajquando altro nonfolfe,la moftraua neceffaria.Dopo mol-
te difpute,nellequali i Theologi attribuiuano a fé foli la deciflone,trattandolì di
cofadi fede5& i giurifconfultiie l'appropriauanojquanto alla forma di giudicio,
fo propofto compo/ltione tra loro, diftinguendo il negotio in tre parti,la dottri-
nasi lÌDri,i5c la perfona.Della dottrina concelfero i Canonifti,che lì condannallc
fenza citatione.Della perfona,pcrlìfteuano in foftenere,che folfe necelfaria:Peró
non potendo vincer gli altri,che infifteuano con maggior acrimonia,e fi copriua-
no col feudo della Religione,trouarono temperamento,che a Martino folfe fatto
vn precetto con termine conueniente,che collfi rifoluerebbe in citatione.Dclii
libri fu più che fare, volendo i Theologi, che infìeme con la dottrina foifero
dannati aifolutamente: &: i Canonifti, che fi ponelfero dal canto della perfona,&:
fi comprendelfero fotto il termine. Non potendoli accordare in quefto,fu fatto
l'uno e l'altro: prima,dannati di prefente,6c poi dato il termine ad abbruciarli.Et
con quella rifolutione fu formata la bolla, fotto il di quindici Giugno m.d.xx.
la quale eifendo come principio, & fondamento del Concilio di Trento,di cui
habbiamo da parlare, è necelfario rapprefentare qui vn breue compendio di
quella.
In elfa adunque il Pontefice, inuiando il principio delle fue parole a Chrifto, per una St*i^
ilquale ha lafciato Pietro,& i fuoifuccelforipcrVicarijdellafuaChiefa,loecci- ^^dizeom
ra ad aiutarla in qucfti bifogni:&: da Chrifto voltatoli àS.Pietro,loprega,per la
cura riceuuta dal SaluatorcjYoler accendere alle necefsità della Chiela Romana,
il CONCILIO DI TRENTO PapaLeonX,
e 1 3 1 3 confecrata col Tuo (angue. Et palfando à S. Paulo, lo prega del medefìmo aiuto,
XX. aggin ngédojche fé bene egli ha giudicato l'herefie neceirarie per proua de' buoni,
è però cofa conuenicnteeftinguerlenelprincipio.Finalmentcriuoltatofìà tutti
i Santi del Cielo,& alla Chi eia vniuerfale, gli prega ad interceder appreiTo Dio,
che la Chiefafìa purgata da tanta contagione.Paifapoi anarrare,come gliilaper-
uenuto a notitia,& habbia veduto con gli occhi proprij,eirere rinouati molti er-
rori già dannati, de' Greci, & Bohemi,&altri,fairi,{candalori,atti ad offender le
pie orecchici ingannar le menti fcmplicijfeminati nella Germania, Tempre
amata da lui , & da Tuoi predccelTori , iquali dopo la tranllatione dell' Imperio
Greco, hanno pigliato Tempre defenTori da quella natione,&: da que'Prencipi
pij Tono emanati molti decreti contra gli heretici,confermati anco dalli Pontefì-
ci:perilcheegli,non volendo più tolerare fìmili errori,ma prouederui,vuol reci-
tare alcuni deTsi:& qui recita quarantadue articoli,che (ono nelle materie del
Peccato originale, della Penitéza,& remiffione de'peccati,della Commumone,
delle Indulgenze, della Scommunica, della Podeftà del Papa, dell* Autorità de*
Concilij,delle Buone opere,del Libero arbitrio,del Purgatorio, e della Mendici-
tà:iqualidice,chereTpettiuamenteTonopeftiferi,pernitioiì>Tcandalofì>conofFeTa
delle pie orecchie,contra la carità,contra la riuerenza douuta alla Romana Chie-
fa,contra robedienza,che è neruo dellaJdiTciplina Eccleiìaftica:per laquale cauTa,
volendo procedere alla condannatione,ne ha fatto diligente elfaminatione con
gli Cardinali , & Generali degli ordini regolari, con altri Theologi,& Dottori
dell' vna & l'altra legge : & per tanto gli condanna,& reproba reTpettiuamentc
come heretici,Tcandaloiì,faliì,in offeia delle pie orecchie,& inganno delle pie
menti , Se contrari) alla verità Catholica: prohibifce,Totto pena di fcommunica,
& d'innumerabili altre pene,che nilfuno ardifca tenerli,defenderli,predicarli>o
fauorirli.Et perche le medefime afifertioni lì ritrouano nelli libri di Martino,però
li danna,commandàdo Torto l'iftelTepencche nilfuno poiraleggerli>otenerli,ma
debbano elfere abbrucciati cofi quelli,che contengono le propofìtioni predette,
come qualunque altri.Quanto alla perTona di elfo Martino,dice,che l'ha ammo-
nito più volte , citato , e chiamato con promelfa di laluo condotto,e viatico,&
che le folfe andato > non haurebbe trouato tanti falli nella corte come diceua,e
che elfo Pontefice gli haurebbe inTcgnato,che mai i Papi,Tuoi predeceifori,han-
no errato nelle conltitutioni loro.Ma,perche egli ha Tollcnute le cenTure per vn
anno,& ha ardito d'appellare al futuro Conciliccofaprohibitada Pio fecondo,
& Giulio fecondo, Ibtto le pene degli herctici,poteua proceder alla condanna-
tione fcnzaaltro.Nondimenojfcordato delle ingiurie, ammonifce elfo Martino,
e quelli che lo difendono,che debbano defifter da quelli errori>ce{far dipredica-
re,&: in termine di fefsanta giorni, fatto le medeilmepene>hauerriuocati tutti
gli errori fudetti,&: bruciati i libri:il che non facendo,gli dichiara notori] & per-
tinaci heretici. Apreifo commanda a ciafc uno, fotto le ftclfe pene,che non tenga
alcun libro de l'iftelfoMartino,fcbennoncontenelIè talierrori.Poiordina,che
tutti debbano fchifare, coli luijcome i fuoifautoriranzi commanda ad ognuno
che debbano prenderli , de prefentarliperfonalmentCjO almeno Tcacciarli dalle
prò-
Fi
Papa Leon X. L I B R O P R I M O. ^
proprie terre , 3c regioni : interdice tutti i luoghi doue andranno : commanda e i » i o
chcfiano publicati per tutto, & che la Tua bolla debba elfcrc letta in ogni luo- X-^'.
gosfcommunicando chi impedirà la publicatione : determina che fi creda alli
tranfunti : & ordina,che la bolla fia publicata in Roma , Brandeburg , Miiha, &c
Mansfeld.
Martino Luthero, hauuto nuoua della dannationc della Tua dottrina,&: libri, comra la^ua-
mandò fuori vn a fc rittura, facendo rcpetitione dell' appcUatione interpofta al le Luthtro ajj-
Concilio, replicandola per le fteirc caufe. Et oltre di ciò , perche il Papa hab- ^f^** ^^ ^''**'
bia proceduto contra vnononchiamato,& nonconuinto, 3c non vditala con-
trouedìa della dottrina, anteponendo le opinioni lue alle facre lettere, de non
lafciando luogo alcuno al Concilio , fi offerì di moftrare tutte quelle cofe,
)regando Cefare,& tutti i Magiftrati, che, per difefa dell'autorità del Conci-
io, ammettefifero quella fua appellatione, non riputando, che il decreto del Pa-
pa oblighi perfona alcuna, fin chela cauia non ha legitimamente difculfa nei
Concilio.
Ma gli huomini fenfatijvedendo laboUa di Leone,reftarono con marauiglia Gìudìcij degli
per più cofe. Prima quanto alla forma, che con claufule di Palazzo,il Pontefice huotmm j<,prit
fulfe venuto à dichiaratione,in vna materia,che bifognaua tratifare con le parole *^"** ^°^**-
della Scrittura diuina,&; mafsime vfando claufule tanto intricate, & cofi longhe
& prolilTe , che a pena erapoflìbiledicauarnefenfo,comefefihauellèafarvna
fentenza in caufa feudale & in particolare era notato,che vna claufulajla quale
dice, Inhibentes omml?Hs,nepri£fatos errores aJfererepr<t/Hmamye coCi aliungata,con
tante ampliationi,*Sc re{lrittioni,che U2itwhibemesyS>c iìprdfumantìyiiono inter-
pofte più di quattrocento parole.
Altri, paliando un poco più inanzi, confiderauano,che Phauer propofto qua-
rantadue propofitioni, &c condannate come heretiche,fcandalofe,falfe,ofFenfiue
delle pie orecchie, & ingannatrici delle menti lemplici,fenzaefplicare,quali di
loro folfero le heretiche, quali le fcandalofe,qualilefalfc,maco vocabulor*?/^
pettmamente , attribuendo à ciaicuna ài elfe vna qualità incerta,veniua a reftare
maggior dubiojche inanzi:il che era non diffinir la caufa,ma renderla più contro-
uerlà,cheprima,& moftrar maggiormente il bifogno,che vi era d'altra autorità}
&c prudenza per finirla.
Alcuni ancora refl:auano pieni d'ammiratione , come foilc detto, che fra le
quarantadue propofitioni , vi foffero errori de' Greci già dannati.Ad altri parcua
cola nuoua,che tante propofitioni,in diuerfe m.aterie di fcde,folIcro fiate decile
in Roma, coi foloconfiglio de' Cortcgiani, fcnza participarne con oli altri Vcl-
coui,Vniucrfità,& perfone letterate d'Europa.
Male Vniucrfitàdi Louanio,&Colonia,liete,chepcr editto Pontificio folle mLouanh.i
dato colore al giudicioloro,bruciaronopublicamente i libri di Luthero, Il che Colonia, fino
fu caufa,ch' egli ancorain Vitemberga, congregata tutta quella fcuola,confoi- '"■^ ^ l'aridi
ma di giudicio publicamente facelfe bruciare , non lolo la bolla di Leone, ^"''''^°*
ma anco infieme le Decretali Pontificie:(3c poi con vn lungo manifcflio, public a- j .,■
to in ifcrittoj rendelTe conto al mondo di quella attione, notando il Papato di nlms^iu ' ^*
B iij
14 CONCILIO DI TRENTO PapaLéonX.
tirannide nella chieià,perLierfione della dottrina Chnfi:iana>5^vrurpacione della
potcftàdc' Icgicimi Miigiftrati.
Majcoìiper l'appcllatione iiitcrpofta da Luthero, come per quelle & altre
il Concilio ì confiierationi, ognuno venne in opinione , che folle necelìàrio vn Icgitimo
dijideratodA Concilio,per opera delquale, non lolo le controuerfle follerò decife , ma anco-
wvUi ra folfe rimediato agli abulì,per lungo tempo introdotti nella Chiefa. E Tempre
tanto pili quella necciTità appariua> quanto le contcntioni crefceuano, ciTendo
continuamente, dall' una parte, & l'altra fcritto. Perche Martino non mancaua
di confermare con diuerii Icricti la dottrina fua, e fecondo che ftudiaua , fcopri-
ua più lume, caminando fcmpre qualche palfo inanzi : & trouando articoli , a'-
qnali nel principio non haueua penfato. Il che egli diceua fare per zelo del-
la Cala di Dio. Ma era anco coftrctco da necelTità: perche i Pontifici), haiTcn-
do fatto opera efficace in Colonia , con l'Elettore di Salfonia, per mezo di Gie-
ronimo Aleandro, che delfe Martino prigione al Papa, o per altra via gli facef-
fe leuar la vita , egli fi vcdeua in obligo di moftrare a quel Prencipe , & a popo-
li di Sallonia , &c adLogni altro , che la ragione era dal canto mo, accio il iuo
Prencipe, o qualche altro potente, non delle luogo agli uffici) Pontifici], centra
la vita fua.
Con quelle cofe, eifendo paiTato l'amio m. d. xx. fi celebrò in Germania la
dieta di \^ormatia del m. d. xxi. doue Luthero fu chiamato con faluo condot-
to di Carlo,eletto due anni inanzi Imperatore,per render conto della fua dottri-
, na. Egli era configliato a non andarui : poiché già era publicata, & affiiTa la fua
farifitlnror- Condanna fatta da Leone : onde poteua elfer certo,di non riportare fé non con-
t»atia,in Die' ferma della condannatione,fe pur non gli folTe auuenuto cola peggiore. Nondi-
ta Imperiale, meno,contra il parere di tutti gl'amici,fcntendo egli in contrario,diceua,Che fé
ben folfe certo,d'hauer contra tanti dianoli, quanti coppi erano nelli tetti delle
cafe di quella cictà,voleuaandarui,come fece. ^
Et in quel luogo a dicefette d'Aprile,in prefenza di Cefare, & di tutto il con-
uento de' Principi, fu interrogato, le egli era l'autore de' libri,che andauano fuo-
lafotto fuo non^jde' quali furono recitati i titoli, &:mo{lratigli gli eflemplari
podi in mezo del confciro : & fé voleua difendere tutte le cofe contenute in
quelli, o ritrattarne alcuna. Rifpofe , quanto alli libri, che li riconofceua per
e nnderagio- f^^^j^ mailrifoluerfidi difendere o no le cofe contenute in quelli , elfere di gran
ne di fii e de ^^q^^^-^^q^ ^ pc^- tanto hauer bifogno di fpatio per deliberare. Gli^ fu conceiro
fuQìfmm j.gj-^pQ qlk\ CTÌorno,per dar rifpofta il feguentc. Il qual venuto, introdotto Mar-
tino nel confcirojfecevna lunga oratiofle: fcufando prima la fuafemplicità,fe,
educato in vitapriuata & femplicc , non haueua parlato , fecondo la dignità di
quel confeiro,e dato aciafcuno i titoli coniienicnti: poi confermò di riconofcer
per fuoi i libri. E quanto al difenderli, dilfe che tutti non erano d'una forte , ma
alcuni conteneuano dottrina della fede,& pietà: altri riprendeuano la dottrina
de' Pontifici): vn terzo genere era delli ferirti contentiofi contra i defenfori della
contraria dottrina. Quanto alli primi diire,che fé li retrattafre,non farebbe cofa
daChriftiano,e da huomo da bene: tanto più, quanto per la medefima bolla di
Leo-
Papa Leon X. LIBRO PRIMO. 15 ^
Leone, le ben tutti erano condannati , non però tutti erano giudicati cattiui. e ^ ^ 1 ^
Quanto alli fecondi,che era cofa pur troppo chiara,che tutte le Prouincie Chri- ^ ^ '•
ftianej e la Germania maffimcerano elpilatej& gemeuano (otto la fcruitù. Epe-
rò il ritrattare le cole dettcnon farebbe ftato altro, che confermare quella tiran-
nide. Ma nelli libri del terzo genere confefsò d'elfer ftato più acre e veniente del
douere;fcufandoiì,chcnon faccua profciPione di fantità,ne voleua difenderei
fuoi coftumi, maben la dottrina: che era apparecchiato di dar conto a qualun-
que perfonalì voltile : offerendoli non ellèr oftinato,ma quando li folfe moftra-
to qualche fuo errore con la Scrittura in mano,craper gettar i fuoi libri nel fuo-
co. Si voltò air Imperatore, & alli Prencipi , dicendo elfcr gran dono di Dio,
quando vien manifeftata laverà dottrinajfi come il ripudiarla è un tirarfì addof-
{o caufa d'eftreme calamità.
Finita lorationcfu per ordine dell' Imperatore ricercato di piana,&:femplice
rifpofta,fe voleua difendere i fuoi fcritti,o nò.Al che rifpofe, di non poter reuo-
car alcuna cofa delle fcritte,oinfegnate, le noneraconuintocon le parole della
Scrittura,o coneuidenti ragioni.
Le quali cofevdite,Cefare fi rifoluctte,feguendo iveftigi de' fuoi maggiori, Ceftrtlo^ù
difender la Chiefa Romana , & vfar ogni rimedio, per eftinguer quell' nicendio: [(rimi
non volendo però (violar la fede data,ma palFare al bando,dopo che Martino fof-
fe ritornato faluo'a cafa.Erano nel confeiFo alcuni, che approuando le cofe fatte
inCoftanza,diceuano,nondouerfiferuar la fede.MaLudouico,Conte Palatino»
Elettore,vifìoppofe,come a cofa , che doueffe cadere a perpetua ignominia del
nomeThedefco , efprimendo con ifdcgno , elTer intolerabile, che per feruigiò
de' Pretijla Germania doueffe tirarli addolfo l'infamia di mancar della publica fe-
de.Erano anco alcuni,iquali diceuano,che non bifognaua correr cofi facilmen-
te alla condanna, per cller cofa di gran momento, oc che poteua apportar gran
confcgucnzc.
Fu ne' giorni feguenti trattato in prefenza d'alcuni de' Prencipi,& in partico- dopovn ìnw
lardtir Arciuefcouo di Treuer!,&; di Gioachino Elettore di Brandeburgj e dette tìk tematìm
molte cofe da Martino indifefi di quella dottrina,e da altri contra,volendo in- ^iridnrlo,
durlo che rimectclle ogni cofa al giudicio di Celare, 3c del confeiro,e della dieta,
fenza alcuna conditione. Ma,diccndoegli>che il profeta prohibiua il coiifidarfl
negli huomini , etiandio ne' Prcncip?., al giudicio de quali niiluna cofa doueiia
eller manco perme(Ià,che la parola di Dio,fu in vltiiDo propofto, che fottomet-
telTe il tutto al giudicio del futuro Concilio,alche egli acconfentì,con condirio-
ne,chefoiTero canati prima da' libri fuoi gli articoli, ch'egli intendeua fotropor-
K)3ì che di quelli non folfe fatta lententia,fe non fecondo le Scritture. Ricerca-
to finalmente, che rimedi) pareua alui,che fi poteifero vfare in qucfta caufa, rif-
pofcquelli foli,che da Gamalielle furono propofti agli Hebrei: e ioè,che le rim-
prefaerahumana,farebbe fuanita: ma,fe da Dio veniua,era impedìbile impedir-
la: e che tanto doueua anco fodisfar al Pontefice Romano, douendo elFcr certi
tutti (come egli ancora era ) che fé il fuo diiTegno non veniua da Dio , in breuc
tempo farebbe andato in niente.Dailequali cofe non potendo eiFer rimolloiC re -
i6 CONCILIO DI TRENTO Papa Leon X.
e IO 1 3 ftaiido fermo nella fua rifolutione, che non accetterebbe alcun giudicio, fé non
XXI. fotto la regola della Scrittura , gli fu dato comiato, e termine ài vent' un giorni
per tornata cafajcon conditione,che nel viaggio non predicaiìejne i'criueilè. Di
che egli liauendo refe gratie,a venti fei d'Aprile il partì.
DopojCarlo Imperatore addì otto Maggio,nel medeilmo confelfo ài Vorma-
er editto fi' tia,pubiicc) vn editto : doue,hauendo prenarrato,clie all' vfficio dell' Imperatore
5»'«j tocca aggrandire la religione>&: eftingucr l'hereilcche incominciallero à nafce-
re,pafsò a raccótarcchc frate Martino Luthero fi sforzaua di macchiare la Ger-
mania di quellapeftcjfi che non ouuiandofeglijtutta quel la natione era per cade-
re in vna deteftabile pernicie : che Papa Leone l'haueua paternamente ammoni-
to,& poi col Configlio diCardinali,&: altri huomini eccellenti,haueua condan-
nato ifuoifcritti,&: dichiarato luiherctico, fé fra certo termine nonriuocaua li
errorij& di quella Bolla della condanna ne haueua mandato copia ad elfo Impe-
ratorejcome protettor della Chiefa,per Girolamo Aleandro, fuo Nuncio>ricer-
candolojche folFc eircguitaneirimperio,Regiii,Dominij,& Prouincie fue. Ma»
che per ciò Martino non fi era corretto,anzi alla giornata moltiplicaua libri pie-
ni nonfolo di nuouehereiìcma ancora di già condannate da' (acri Concili] : &
non folo in lingua LatinajUia ancora in. Thedefca: e>nominati poi in particolare
molti errori fuoi,conclude,nonvi eifer alcuno fcritto> doue non ila qualche pe-
fte,o aculeo mortale.Si che iì può dire,che ogni parola fìa un veneno. Le quali
cofe confiderate da elfo Imperatore, e dalli Configlierifuoidi tutte le nationi
fudditea lui , infìftendo ne' veftigij degl'Imperatori Romani fuoi predecellbrij
hauendo conferito in quel conuento di Vormatia con gli Elettori>&: ordini dell*
Imperiojcol configlio loro,e allcnfo, (fé bene non conueniua afcoltar vn con-
dannato dal fommo Ponteficej& oftinato nella fuaperuerfità,&: notorio hercti-
coinondimenojper leuar ogni materia di cauillare , dicendo molti, ch'era neccf-
fariovdir l'huomo prima , che venire all'cirecutionc del decreto del Pontefice)
haueua rifoluto mandare a leuarlo per vno di Cuoi Araldi,non per conofcere, &
criudicarele cofe della fede,il che s'al'pettaallolo Ponteflce, ma per ridurlo alla
dritta via con buone perfuafioni.Paira poi à raccontare come Martino fu intro-
dotto nel publico confciro,e quello,di che fu interrogato,e ciò che rifpofe:fì co-
me di fopra è ftato narrato,c come fu licentiato,e partì.
Poi fegue concludendo, che per tanto ad honor di Dio, &: riuerenza del Pon-
teficc,&:per debito della dignità Imperiale, con Coniglio *S: atrcnfo degl' Elet-
tori Prencipi, & (lati, elTeguendo lafentenza, 3c condanna del Papa, dichiara»
d'hauer Martino Luthero per notorio heretico , «Se determina, che da tutti fìa
tenuto per tale , prohibendo a tutti di riceuerlo , o difenderlo in qualunque
modo: commandando fotto tutte le pene, a li Prencipi, &, Stati,che debbano»
paiTato il termine delli vcnt'un giorni , prenderlo, & cuftodirlo , & perfeguitar
ancora tutti i complici,adhercnti,&: fautori fuoi,fpogliandoli di tutti i beni mo-
bili, & immobili. Commanda ancora , che nilfuno polfa leggere, o tenere i li-
bri fuoi , non oftante , che vi folfe dentro alcuna cofa buona : ordinando' tan-
to alli Prencipi , quanto agli altri > che amminiftrano giuftitia , che gli abbru-
cino.
Papa Leon X, LIBRO PRIMO. 17
ciaojediftruggano. Etperchc in alcuni luoghi fono compofti, e ftampati libri ci3 i3
cftracti dalle opere di quello } & Ibno diuulgate pitture , & irangini in ver- xxi.
troc^na di molti, &anco del Sommo Pontefice icoramanda,chc nilfuno polTa
ltampanie,dipingerne:o tenerne ; ma dalli Magiftrati llano prefe, & bruciate. Se
puniti i Stampatori,Compratori,& Vcnditorr.aggiungcndovna general legge,
che no polVa eircre ftampato alcuno fcrittojdoue ii tratta cofa della fcdcjben che
minima>fenza volontà dell' Ordinario.
In quefto medciìmo tempo ancora-I' Vniuerlìtà di Parigi, cauate diucrfe con- p^^i„i ^..,^_
elulioni dalli libri di Luthero,lccondannò:parte,come rcnouatc dalla dottrina g^a Intero,
di ViglcfFo,(5<: Hullb:&parte,nuouamentcpronuntiate da lui contra la dottrina
Catholica. Ma quefte oppofitioni tutte non cauiauano altro,re non chcjrifpon-
dendo Luthero,ll moltiplicaua in libri dall' vnaparte,^ dall' altra:&: le conten-
tioni s'inal'priuano , & s'eccitaua la curiofità di molti , che volendo informarfi
dello (lato della controuerikjveniuano ad auucrtire gliabullriprell,&; cofi il a-
licnauano dalla diuotione Pontificia. ?
Tra i più illuftri contradittori,c' hebbe la dottrina di Lutfiero,fu Henrico ot- {pmllmenti
tauo. Re d'Inghilterra : il qual non elfendo nato primogenito Regio,era (lato irrigo, rè
deftinato dal padre per Arciuel'couo di Cantuuberi : & però nella pucritia fatto d'inghUierritf
attendere alle lettere.Ma,morto il primogenito,e dopo quello anco il padre,egli
fuccelfe nel Re^no : de hauendo per grand' honore,adoperaril in vna controuer-
fia di lettere coli illuftre; fcrilfe vn libro de' fette Sacramenti, difendendo anco il
Pontificato Romano,& oppugnando la dottrina di Luthero.Cofa,che al Ponte-
fice fu tanto grata,che,riceuuto il libro del Rè, l'honorò col folito titolo di Di-
fenfore della fecle. MaMartinononfl lafciò fpauentare dal (plendore Regio,
che non rilpondclfe a quella Maeftàjcon altrettanta acrimonia , vehementia, e
poco rilpetto , con quanta haueua riipofto a" piccioli dottori. Quefto titolo
Regio,entratonellacontrouer{la,lafeccpiu CUI iufa:e, come auuiene nelli com-
battimenti,che ifpettatori s'inclinano iempreai più debole , (Scelfaltanopiu le
attioni mediocri di quello jco^ qui, concitò l'inclinatione uniuerfale più verfo
Luthero.
Subito che fupertutropublicatoil bando dell' Imperatore , l'iftelfo mcfe V- ,, „
gOjVefcouo di Coftanza , fotto la diocefe delquale è pofta la Citta di Zurich, Sui'^^eri
fcrilfe al Collegio de' Canonici di quel luogo, nel numicro de' quali era Zuin- comìnuat
glio: &vn' altra lettera al Senato della medeilma Città. In quelle coniidcròil
danno,che le Chicfce leRepublicheancorajpatiuanoperle nouità delle dottri-
ne, con molto detrimento della falute lpirituale,confufione della quicte,e tran-
(juillità publica. Gli elfortò a guardarli dalli nuouidottori:moftrando,che non
lono moi'si,fe non dalla propriaambitione,& inftigatione diabolica. Mandò in-
iìeme il decreto di Lcone,«3c il beando di CefaretciTortando, che il decreto del Pa-
pa folle riceuto,&obedito,e quello dell'Imperatore immitato:e notò particolar-
mente la perrona,e la dottrina diZuinglio,ede'fuoiadhercnti: il che ceiift.ìnfe
Zuinglioa dar conto di tutto quello che inregnaua5a!liCollcghÌ5(S: ioo'isfar il
Senato.Ec fcriire ancora al Vcfcouo,iiiilftendo principalmente 'ìopri qucflo,cl)0 jj'"*'"^''" fi
Cl3 1^
XXI.
18 /CONCILIO DI TRENTO Papa Leon X.
non erano da tolerar pia lungamente i Sacerdoti concubinari], di doue veniua
l'infamia dell' ordine Ecclefialtico > & il cattiuo cilcmpio alli popoli, e la cortot-
rione della vita generalmente in tutti. Cola,che non ti poteua Icuarcfenonjin-
troduccndo/econdola dottrina Apoftolica,il matrimonio. Scrille ancora in
propria difefa a tutti i Cantoni de' Suizzeri, facendo in particolare mentione
d'un editto facto dalli loro maggiori , Che ogni Prete folle tenuto ad hauer la
concubina propria , accio non infìdiaLfe la pudicitia delle donne honefte.
Soggiongendo , che, fé ben parcua decreto ridiculofo > era nondimeno fatto
pernccemtàjcnon doueuaeller mutato: le non, che quanto era conftituitoal
fauor del concubinato , al prefente doueua eifer tramutato in matrimonio le-
gitimo.
Il moto del Vefcouo indulTe i Dominicani a predicar centrala dottrina di
Zuinglio^e lui a difendere. Perilche anch' egli fcriUce publicò (eirantaiette con-
cluiìoni,lequaliconteneuano la fua dottrina, &:toccauano li abufi del Clero, »5c
"IS odi '^^'^^ Prelati. Onde nafcendo molta confurione,& dilfeniìoncil Senato di Zu-
Z»rigo vi ^"i<^b entrò in dcliberatione ài fcdare i rumulti : e conuocò tutti i Predicatori, e
prouede per Doctoti della fua giiirifdittione. Inuitò anco il Veicouo di Coftanza,a mandar
Via de tonfi- qualche pcribna di prudenza, e dottrina, per aflTiftere a quel colloquio : a fine di
Ttn\^, quietare i tumulti, e di ftatuire qucllo,che folfe alla gloria di Dio. Fu mandato
dal Vefcouo Giacomo Fabro,fuo Vicario, che fu poi Vefcouo ài Vienna : & ve-
nuto il giorno ftatuito del congrelfo , raccolta gran moltitudine di perfone,
Zuinglio riprodulle le lue conclufioni,lì offerì difenderle,e rifpondere a qualun-
que hauelfe voluto contradirle. Il Fabro, dopo molte cofe dette da diuerfi Frati
Dominicani, & altri Dottori contra Zuinglio, e da lui rifpofto, dille. Che quel
tempo,e luogo,non erano da trattare limile materia: che lacognitione difimili-
propofiri toccaua al Concilio,il qual predo il doueua celebrare : perche cofi di-
ceria circrconuenuto il Pontefice co'Prcncipi, e maggiori Magittrati , e Prelati
della Chriiì:ianità.Il che tanto più diede materia a Zuinglio di fortiiicariì, dicen-
dojChe quelle erano promellejper nudrir il popolo con vane fperanzc>e tra tan-
to tenerlo fopitonelT ignoranza: chcbenfipoLCLia>a{petcando anco una piuin^
fiera dichiaratione del Concilio delle cofedubie, trattar all' hora le certe, e
chiare nella Scricrtn-a diuina , e nel! vfo dell' antica Chiefa. E tuttauia in->
ftando, che diceilè quello 5 che lìpotcua opporre alle conclufionifue jfìriduP
fé il Fabro a dire, che non volciia trittare con lui in parole , ma che haureb-
sr be rifpoiloallefueconclulìoniinfcrirto. Finalmentc,iì finì il confelFoi hauen-
t de «/orw*. ^^ .j Senato decrctaco , che l'Euangelio folle predicato fecondo la dottrina del
Vecchio,eNuouoTeftamento,non fecondo alcun decrcto,oconftitutione hu-
mana.
It Contino Vedendoli adunque , che le fatiche de' Dottori, e Prelati della Chiefa Roma-
i»(ne difdi' Ila, & il decreto del Pontefice, ch'craveiiuto alla condanna airolutaj& il bando
rato, Imperiale cofi leuero, non folo non potcuano eftinguer la nuoua dottrina : an-
zi,non oftante quella, faccua ogni giorno maggior progrelFo: ognuno entrò in
penficro, che quelli rimcdij non follerò proprij a tal infermità, e che bifognallè
veni-
Papa Leon X. LIBRO PRIMO. i»
venire finalmente a quella forte di medicina, che per il palTato infimilioccafio- ^^^ ^^
ni viata^pareiiahaueirefedato tutti i tumulti: il che era la celebrationedelCon- ^xi.
cilio.Ondcqueftofudefìderatoda ogni forte di perfone>come rimedio falutare,
& unico.
Vcniiia confiderato, che le nouità non haueuano hauuto altra origine, fcnon * <^f»i''''ff-»h
dagli abuiì introdotti dal tcmpo,c dalla negligenza delli Paftori: e però non elici */^f/7,g'f/"'*~
poflìbile rimediare alle confuiìoni nate , Te non rimediando agli abufi, che n'ha-
ueuanodato caufa : ne eilcrci altra via di prouedcr a quelli concordcmente,& u-
niformementc,fenon con una congregacione uniucrf ale. E quello era il difcorfo
delli huomini pij,e ben intentionati: non mancando però diiierli generi di perib-
ne interelfatca quali peri loro fini farebbe ilato utile il Conciiio,macofì rego-
lato,econ tali conditioni,chenon poreife clfcrcfenon afauorloro, e non con-
trario alli loro intereflì. Primieramente quelli,che haueuano abbracciate le opi-
nioni di Lutherojvoleuano il Concilio,conconditione,che in quello tutto folfc
decifo,e regolato con la Scrittura, cfdufe tutte le conftitutioni Pontificie, e le
dottrine Scolaftiche: perche,cofi teneuano certo non folo di difender la loro,ma
anco che ella fola douefse eirereapprouata.MaunConcilio,cheprocedetre,co-
me s'era fatto per ottocento anni inanzi,nó lo voleuano,efi lafciauano intendere
di non rimetterli a quel giudicio. EtMartinoufauadidire,chein Vormatiafu
troppo pufillanime:e che era tanto certo della fuadottrinajche come diuina non
voTeua manco Ipttometterla al giudicio degli Angeli :anzi,che con quella egli
era per giudicare gli huomini,& gli Angeli tutti» I Prencipi,^ altri gouernatori
de' paeh,non curando molto quello, che il Concilio douelTerifolucre intorno
alle dt)ttrine,lo defiderauano tale,che potelfe ridurre i Preti, e Frati al loro prin-
cipio : fperando , che per quel mezo |d efsi doueilèro tornare i regalile le giurif-
dittioni temporali,chc con tanta abondantia,& ampiezza , erano pallate ncil' or-
dine Ecclcfiaftico. Eperòdiceuano,che vano farebbe far un Concilio, doue foli
i Vefcoui,&: altri Prelati hauelTero voto deliberatiuo : perche efsi doucuano elfer
riformati : & era neceifario, che altri ne hauellèro il caricojiquali dal proprio in-
terelfenon foireroingannati,ecoftretti arifoluere contrail ben commune della
Chriftianità. Quelli del popolo ancora, che haueuano qualche cognitionc
delle cofe humane , defiderauano moderata l'autorità Ecclefiaftica,e che non
folfero cofiaggrauati i miferi popoli contante e{rattioni,fottopreteilo di deci-
mc,limofine,e i«dulgenze:ne opprefsi dalli vfficiali de' Vefcoui,{otto pretcfto di
correttioni,c di giudici]. La Corte Romana, parte principaliffimajdcfidcraua il mafmafnmts.
Concilio, inquanto hauelle potuto reftituire al Pontefice l'obedientia, che gli ^eUaComdi
era leuata : & approuaua un Concilio, fecondo le forme nelli proflìmi fecoli u- ^^""*»
fate. Ma che quello hauelfe facultà di riformar il Pontificato,e di leuarc quelle
introduttioni,dallequali la Corte riceueua tanti emoluméti, e per lequali colaua
in Roma gran parte dell' oro della Chriftianità,quefto non piaceua loro. Il Pon- ^^^i PonteH'.
tefice Leone, anguftiato da ambedue le parti, non lapeua che defidcr.irc.Vcdcua «,
che ogni giorno l'obedientia andana diminuendofi,& i popoli intieri fcparan-
dofi da lui,e ne dciideraua il rimedio del Concilio. Uquaie , quando confidcraua
e ij
^ 10 CONCILIO DI TRENTO Papa AdriancVL
e 1 3 1 3 Uouci' effer pcggior del male , portando la riforma in confcgucnza , l'abhorriua.
XXII. Andana penfando via, e modo? come far un Concilio in Romaj o in qualche al-
tro luogo dello (lato EccleliafticQ : come il fuo predeccilbre, & eirojhaueuano
celebrato pochi anni innanzi il Laterancnie con buoniflìmo frutto : hauendo
con quel mezo fedatolofcilmajiidotto. il Regno di Francia, ch'aera feparato;6c
quello,chenonera di minor importanza, abolita la Prammatica fantione,dop-
piamcnte contraria alla Monarchia Romana : fi, perche era un elfcmpio di leuar-
li tutte le coUationi de' benefici] 5 gran fondamento della grandezza Pontificia:
come anco, perche era una conieruatione della memoria del Concilio Bafileen-
fc,epcrconleguente,dellafoggettione del Pontefice al Concilio Generale. Ma
no vedeua pohcome un Concilio di quella forte potelle rimediare al malcilqua-
le non era nelli PreneipisC gran Prelati, appreifo i quali vagliono le prattiche , Sc
ii<^iinletnque^ inrerefll: ma era ne' popoli,c o' quali haurebbebifognato realtà,&: veramutatio-
fie ambigitnà, j-ig. i^ qucftoftato di cofe, nel fine dell' anno cu io xxi. pafsò di queftavitaPa-
Gmwut T ^ - ■ - ■ . ^'
^ pa Leone.
Il fuccedz ^ "^^ pxinc ipio dell'anno feguente^i' noue di Genaro,fii ereato A.driano:la cui
Adriano fé- airontìone al PontificatOielfendo fatta diperfona,che mai era (lata veduta in Ro:-
pi ma,incognita a Cardinali,&: alla CQrte,e che all' bora fi ritrouaua in Spagna : e
del rimanente,era anco opinione del mondo, eh' egli non approuallé i coftumi
ìleptdt ài Romani,& il libero modo di viuere de' Corteggianij riuoltò ipenfieri di tutti a
SfAgna, , dotit ^^^^q-^-^^^^ modo,che le nouità Lutherane non erano più in nilluna eonfideratio-
*^^ "^^ ne. Temeuano alcuni , eh' egli folfe pur troppo inclinato alla riforma: altri, che
chiamaife a le i Cardinali, e portalTe Kiori d'Italia la Sede Romana , come altre
volte era interuenuto : ma predo reftarono quieti di tanto timore. Perche il
nuouo Pontefice,il dì feguente, doppo hauuto f'auifo della fua elettione, (che fu
il ventidue dell' iftelfo mefcnella città di Vittoria in B-ifcaglia) non alpettati i
Legati, che gli erano mandati dal collegio de' Cardinali,.per lignificargliela,^:
hauer il fuoconfenfo : congregati quei pochi Prelati,che potè hauerc, confcutì
'airelettione:& adonto l'habitOjC le infegne>fi dichiarò Pontefice,e non difierìa
palfare ìì\ Barcellona,doue icritfc alCollcgio de'Cardinali la caufajperche haue-
uà aifonro il nome,& il carico di Pontefice^ s'era pollo in viaggio/enza afpct-
tari Legati: commettendo anco lorojche ciò ficcileronoto per tutta Italia. Fu
collrctto alpcttar inBarcellonatempo opportuno , perpalfar il gohodi Lioncj.
aflaipericoiofo : non però differì piu,t!i quanto crancceilario adimbarcarfi pe£
venire in Italia^ & vi arriub in fine d'Agoilo del ciò la xxii..
^vmge in Itx- Ritrouò Adriano tutta Italia in moto , per la guerra tra Cefare , & il Re di
Hamulio tra- Francia : la Sede Apollolica immeria in guerra particolare con li Duchi di Fer-
mgliitta , e j-^j-^^^ Vrbino: Arimini nuouamente occupato da' Malateili: i Cardinali diuilì,
»sir(^(tf<*: ^ diffidenti: raifedio pollo daTurchi all' Ilola di Rod i: tutte le terre della Chic-
fa,efau{lc,«S<: in eftrema,confufione,per otto mefidi Anarchia:nondimeno appli-
f ' • _ co principalmente il penfiero a eomponere le difcordie della religione in Ger-
dlj ad^ nini- mania: e come quello, eh' era dalla fanciullezza nodrito , allenato , & habituato.
ì», nelU Iludi| della S.colafticaTheoÌogia,teneu?i, quelle opinioni, per cefi chiare,&:
cui'
Papa Adriano VI. LtBRO PRIMO. ii
etiidentijche non credcua,poter cadeie il contrario in animo d'alcun huomo ra- e 1 3 I3
gioneuole. Per il che no daua altro titolo alla dottrina di Lutherojfe non d'infì- xxiu
pida,pazzaj»Sc irragioneuole: e giadicaua,chc niifuna pcrionajle nócjualchc po-
chi Iciocchiila crc'deircro: & che il fcgiiito^che Martino haucua,folle di perlone,
che in iliaconlcientia teneirero per indubitate l'opinioni Romane , fingendo al^
trimcntij irritati dalle oppreflìoni. E peròeilerc cola faciliffimaeftinguere quel-
la dottrina , che non era fondata , ialuo che iopra gì' intercflì. Onde penlaua,
che col dare qualche rodisfattione,facilm.entcii rilanerebbe quel corpo, ilqua-
le più tofto faceua i'embiante d'elfere infermojche in verità lo folfc. Et per cilère
egli natiuod'VtrechtsCittà di Germania inferiore, lperaua,che tutta lanatione
dbuclTe facilmente porgere orecchie allepropo{lclue,& intereirarflanco afoile-
iiere l'autorità rua,come d'huomo Germano,e per tanto flncero, che no trattallè
con arti,eper fini occulti. E tenendo per fermojch'importalfe molto l'ufare ce-
leritàjdeliberò far la prima propofitione nella Dieta , che ilpreparaua a Norim-
berga : la quale , accio foifc gratamente udita , 6c le ine promeile folFero ftimate
realhinanzi che trattar cofa alcuna con elfo loro , penfauanecelfario dar faggior
con principio di reforma, leuando li abufi (lati cauià delle dilfenfioni. A qucfto
effetto chiamò a Roma Giouanni Pietro CarafFa,ArciuefcoLio di Chietine Mar- ""*'«"W»
cello Cazele Gaetano>huomini (Innati di bontà,e coftumi irreprenfibili,e mol-^^*^ ""r ^^
to periti delle cofe fpettanti allavera ditciplina Ecclefìaftica '..acciòjcol coniìglio ,„ r^. *
loro,e delli Cardinali più Tuoi confidenti , troualle qualche medicina alle più
importanti corruttele : tra quali prima flrapprefentaua la prodigalità delle in-
dulgenze,per hauereella aperta làviaalcredito acquiftatodk'nuoui predicatori
in Germani-a.
Il Pontefice,come Theologo,che già haueua fcritto in quella materia,prima> epey ma-de^
che mai Luthero penfalFe di trattarla,era in parere, di ilabilire per decreto Apor terminatìom^
ftolico,e comePapa,quelladottrina,che come priuato haueua infegnataje ferir- ^'"'^"''«««^
ta: cioè,che,conceiIà Indulgenza a chi farà una tal pia opera,, è poflìbile,che da ^^* f"*^"^*
alcuno lopera/iaeHeguita in tanta perfettione,che conleguifca l'Indulgenza: fé ^""^'
però l'opera manca di quella eirattezza,roperante non ottiene quella Indulgen-
za tutta;ma folo tanta parte>che a proportionc corrifpondaall'opera impcrfetta-
Riputauaii Pontefice,che in quella maniera,n6 iolo folfe proueduto pcrl'auue-
nire ad ogni Icandalo^ma anco rimediato allipallati :.poichc,potcndo ogni mi-
nima opera eifere cofi ben qualificata di circoftanze ,,che meriti ogni grali pre-
mio,rcibua riloluta l'obiettione fatta da Luthcro , Come , per l'oblatione d'un:
danaro,s'acquifl:a{re un tanto teforo : e poiché, per difetto dell' opera,, chi non.
guadagna tutta rindulgenza,nc ottiene però una parte proportionata>non il riti-
rauano i fedeli dal cercare l'Indulgenze.
Ma Frate Thomafo da Gaeta» Cardinale di S.Siito, Theologo ccHifummato,.^^ ^^^ ^ ^-r
lo diiruadeua,dicendogli,Che ciò era un publicare quella verità, laquale per (^.- jil'/Jalcai^
Iute delle anime era meglio ritenere fecreta apprelfogli huomini dotti : ech'c- di,.al Gatutr
ra più tofto difputabile,che decifa. Perilche anco elio, qual viuamente in con- ^^'
ÙÌQQZ3. la fentiuajnello fcriuereperò l'haucua in tal maniera portata,cJie folo gk
C iij
lì CONCrLIO DI TP.ENTO Papa Adriano VI.
CI 3 13 huominiconfuinmacifirimipotcuano dalle fiieparole cauarla. Laqual dortrina
XXII. <]uan(io foire diuiilgara>& autorizarajvi farebbe pericolo, che grhiiomini,etiaii-
dio lecterati,nonconclude(reiodaqueiia,chelaconce{I]onedel Papa non gioua
niente, ma tutto deue eirere attribuito alla qualità dell' opera : colajche diminui-
rebbe allatto il feiuore in acquiftare l'Indulgenze , e laftima dell' autorità Pon-
tificia. Aggionfc il Cardinale, chcdopo l'hauere, per commandamento di Leo-
ne,fatto eilatto ftudio in quefto foggettcranno medeiimo,che nacquero le con-
tentioni in Germania: cTcrittone un pieno trattato, l'anno feguentejelTendo Le-
gato in Augu{la,hebbe occafione di ventilarlo , 8c trattarne più diligentemente,
parlando conmolti,& eifaminando le difficoltà, e motiui, che turbauano quelle
Prouincie : & in due colloqui) , e' hebbe con Luthero in quella Città , difcullè
pienamente la materia,la quale hauendo ben digerita,non dubitarla, di poter di-
re aireuerantemente, e fenza pericolo di prender errore , ch'altra maniera non
vi era di rimediare a i icandali pairati, prelenti, e futuri,che ritornando le cofe ai
(uo principio. Eircre cola chiara,che,quantunque il Papa podi liberarccol me-
Uquxle gli prò zo delle Indulgenze, i i:edeli,da qual fi voglia forte di pena, leggendo però le Dc-
puone un fm crctali, chiaramente apparifce, l'Indulgenza elfere una airoUitione, e liberatio-
fxnn,din- y^Q^^XÌt pene irapofte nella confefiìone folamente. Perilche, ritornando in of-
^lùenitm- l^i'^anda i Canoni penitentiali, andati in defuetudine ; &: imponendo,fecondo
^tantidìei quelli, le condecenti penitenze, ognuno chiaramente vedrebbe la neceffità , &
utilità delle Indulgenze, e le cercherebbe ftudiofamente , per liberarfi dal gran
pefo delle penitenze : &c ritornerebbe l'aureo fecolo della Chiefa primitiua»
nelquale i Prelati haueuano alfoluto gouerno fopra i fedeli , non per altro » fé
non perche erano tenuti in continuo èifercitio con le penitènze : doue ne' tem-
pi, che corrono, fatti otiofi, vogliono fcuoterfi dalla obedienza. Il popolo
di Germania , che fepolto nell' otio ,prefta orecchie a Martino , che predica
la libertà Chriftiana,fe foife con penitenze tenuto in freno , non penlarebbc
a quella nouità, e la Sede Apoftoiica potrebbe farne gratia a chi le riconofceife
da lei.
gufato de ^- Piaccua al Pontefice quefto parere, come fondato fopra l'autorità: & alquale
ét\«.nQ% non vedeua,che oppofitione poteife eifer fatta. Lo fece proporre in Penitentia-
ria,pertrouarmodo eforma,come metterlo in ufo,prima in Roma, poi in tutta
•r . . la Chriftianità.Furono fatte per ciò diuerfc radunanze dalli deputati fopra la ri-
da' deputati forma,in(icme con li penitenticri,per trattare come pratticarlo:e tante ditticul-
atta Biformfi: tà fi vcdeuano attrauerlarcche finalmente Lorenzo Pucci Fiorentino, Cardina-
le di Santi quattro,che fu Datario di Papa Lcone,e miniftro diligente per ritro-
uar danarijcome già s'è detto,(3<: bora erafommo Penitentiero, col parer uniuer-
fale riferì al Pontefice,ch'era (limata irreufcibile la propofta : e che quando folle
tentata, in luogo di rimediare alli prefenti mali , n'haurebbe fufcitati di molto
mao^c^iori.Che le pene Canoniche erano andate indifufo: pcrchcmancatoilfer-
uoranticojnonfipoteuanopiufopportare. PeròjVolendoritornarlceranecelTa-
rio prima ritornare i'iilciro zelo, e charità nella Chiefa . Che il prefente fecolo
non era fimiicallipairati, ne' quali tutte le deliberationi della Chiefa erano ri-
ceuu-
Tafa Adriano VI. L I B P. O P R I M O. 23
ceuuce Itrnza pcnfarci pia oltre : là doue al prcfente , ognuno vuol farli giudice, e i o 1 3
Se eiraminare le ragioni. Il che le il vede fari! nelle caie, che nulla o poco di ara- xxii.
uezza portano ('eco,quanto maggiormente in una,che iarebbegrauitiìma? Eller
vercchc il rimedio e appropriato al m.alcma iupera le forze del corpo infermo;
& in luogo di guarirlo, iarcbbc per condurlevamorte ; e, penfandodi racquiftar
la Germania , farebbe perdere l'Italia prima, &: alienare quella maggiormente.
Soggionfe il Cardinale, Mi par d'udir uno che dica, come S.Pietro, Perche ten-
tar Dio, imponendo ibpra lelpallcde' diicepoli quello, che ne noi, nei Padri
noilri habbiamo potuto ibppoi carc?Si ricordailè Sua Santità di quel celebre luo-
go della gloia,allegata da lei nel iuo Quarto delle Sentenze, Che intorno al va-
lore delle Indulgenze, la querela è vecchia,^ ancor dubia.Confideraire le quat-
tro opinioni tutte Catholiche,e tanto diucrfe,che quella glofa riferifce. Da che
appare chiaro,che la materia ricerca in quefti tempi più tofto Tilentio, che altra
diicuflione.
Penetrarono quelle ragioni nell' animo d' Adriano,e lo refero incerto di quel- ^dmnoper^
lo,chc doucife fare: e tanto più perplcllb , quanto non trouaua minor difficoltà plejfo,
jielle altre cofcc he s'era propofto in animo di riformare. Nella materia delle
diipcnfe matrimonialijilleuar molte delle prohibitioni,di contrattare matrimo-
nio tra certo genere di perfone, che pareuano fuperflue, e difficili da oilèruare, a
che egli molto inclinaua,e farebbe ftato gran foUeuamento al popolo -, era biaiì-
mato da molti, come cofa, che rallentallè il neruo della difciplina: il continuar-
le preftaua materia allj Lutherani di dire, ch'erano per trar danari II reftriniret
le difpéfe,ad alcune qualità di perfone,era un dare nuoua materia di querimonie
alli pretendenti. Che nelle cole fpirituali,«Si in quello che al minifterio di Chri-
ftoappartiencnon vi iìadifferentia alcuna di perfone. Il leuare lefpefe pecunia-
rie per quelle cofe , non il potcua fare fcnza ricomprare gli uffici) venduti da
Leone,li compratori de' quali traheuano emolumenti da qucfto.Il che anco im-
pediuada leuaieiregrefll,acceiri,coadiutorie,& altri modi ufati nelle collatio-
nide' bencficijjchehaueuano apparenza (fcpiu varamente non il deuc dir elTen-
za) di Simonia. Il ricomprare gli uffici] era cofa impofiìbile : artefe le o-ran
fpefe , ch'era conuenuto fare , e tuttauia continuare. E quel che più di tut-
to gli confondeua l'animo , era , che quando haucua deliberato di leuare qual-
che abufo, non mancaua , chi , con qualche colorata apparenza , pi^liaua a
foftenere , che folfe cofa buona, oneceifaria. In quelle ambiguità atilitle il
Pontefice l'animo fuo fino al Nouembre , deflderolo pure di forc qualche no-
tabile prouifione , che poteire dar al mondo faggio dell' animo fuo , rifolu-
to a porgere rimedio a tutti gli abufi, prima che inconuninciare a trattar in Ger-
mania.
In fine lo fermò , e fece venir a rifolutione Francefco Sederino , Cardinale * ^'^f"''^'""-
Preneftino, chiamato di Volterra, all' hora fuo confidcntiffimo : fc bene dopo ^cltì"^""^^^^
entrò coli inanzi nella difgratia fua, che lo fece anco imprigionare. Quc fio Car- "
dinaie, verfatilfimo nelli maneggi ciuili,& adoperato neiii Pontitìc.uid'Alcf-
fandrojGiulioae Leoncpieni di vari|>&: importanti accidenti , in ogni ragiona-
14 CONCILIO DI TRENTO Papa Adriano VI,
e 1 3 13 mento col Pontefice andana gettando parole , che poteflèro inftruirlo: li com-
XXI L incndaLia labontà,& ingenuità dia, e l'animo inclinato alla riforma della Chiefa,
& air eftirpatione deli' hcreiìe: aggiongendo peiòjche non poteua hauere laude
della ibla buona intcntionesinfurticicntc da fc ftelFaper far il benejfe non vi s'ag-
giongeife una ciTatta eléttione de' mezzi opportuni,&unaeirecutione maneggia
ra con iomma circonfpettione. Ma, quando lo vide coftretto dall' anguftia del
tempo a rifolueriì,li dille,Non eiferui fperanza di cofonderc&eftirparc i Luthe-
rani con la correttione de' coftumi della Corte : anzi , quefto elTer un mezo d'au-
mentare a loro molto piti il credito.Imperoche laplebe,che Tempre giudica dalli
euenti , quando,pcr l'emenda feguita,rellarà certificata,che con ragione il gouer-
no Pontificio erariprefo in qualche parte,fi perfuaderà fimilraente, ch'anco Tal-
ere nouità piopofte habbiano buoni fondamenti : e gli herefiarchi,vedendo d'ha-
uerla vinta in una partcnon cefTeranno di riprendere l'altre.In tutte le cofehu-
V - mane auucnire,che il riceuere fodisfattione in alcune richieile, dà pretenfìone di
procacciarne altre, e di (limare chefiano douute.Che,leggendoiepairatehifto-
rie, da' tempi, che fono fiate eccitate herefie contra l'autorità della Chiefa Ro-
mana, fi vedrà tutte hauerprefopretefto dallicoflumi corrotti della Corte.Con
tutto ciò mai niiluno Pontefice riputò utile mezo,il riformali: ma fi bencdoppo
ufate le ammonitioni, 3c inllruttioni,indurre i Prencipi a proteggere la Chiefa.
Quello,che per il paifato è riufcito,douerfi tenerc,& oileruar fempre.Niiruna co-
fa lar perire; un gouernomaggiormente,che il mutar i modi di reggerlo: l'aprire
vienuoue,enó ufate,eirere un efporfi a grauipericoli:eficurifsimacofaeirere ca-
minare per i veftigij de' lauti Pontefici, che fempre hanno hauuto efsito felice
ilquide confi- ^q\\^ \q^q imprefe. Niifuno hauer maieftintol'herefieconleriformcmaconle
VeUa fo "^a e Ci^ociate , e con eccitare i Prencipi,e popoli all' eftirpationediquelle.Siricor-
rkort: ' dalle, eh' Innocenzo terzo con tale mezo opprelFe felicemente gli Albigcfi di
Linguadoca:& i Pontefici ieguenti,noncon altri modi, eftinfero in altri luoghi
i Valdcfi,PiccardÌ5poucri di Lione,Arnaldifti, Speroni{li,e Patarini:fi che al pre-
lènte refla il folo nome. Non circre per mancare Prencipi in Germania, iquali
( concedendo loro la Sede Apoftolica d'occupare lo Stato de' fautori de' Lutera-
ni: sfacendo lorofeguiio de'popoU con le Indulgenze, & remiflìoni , a chi
andrà aquel foccorfo:)dcbbano auidamente riceuere la conditione. Li confiderò
anco il Cardinalcche non era da pcnfare alli moti di religione in Germania, co-
mefc non vifoflTc altro pericolo imminente aiiaSedc Apoftolica: perche fopra-
ftaua la guerra d'Italia,coia di maggior pericolo: allaqualceranecellàrio appli-
care principalmente l'animo: nel maneggio dellaqualcfefi ritrouairefenzancr-
uOiChe è il danarcpotrebbc riceuere qualche notabil incontro: e niiruna riforma
potcrfi fare, laquale non diminuifca notabilmente l'entrate Ecclcfiaftiche: le-
quali hauendo quattro fonti, uno temporalc,Le rendire .delio Ilato Ecclefiaftico:
gli altri fpirituali,L'lndulgenze, Le difpenice LacoUdtarione de' bcneficij:non
"^d'-tMo mo ji ^^^ otturar alcuno di quefli,chele entrate non reftino troncate in un quarto.
firA dijp.
lactre
Il Papa,conferendo quefti dii'corfi con Gulielmo £nc\>?'ort,che poi creò Car-
A' fiediftì- Al ji iipa.,<_uiiici.ciiuL»>jucinuin.uiiiLUiivjiiiicim5J Clic w uiLjtiic poi ticu \^iu-
mlt^t dinaie > e Theodorico Hczio , fuoi familiari, e confidentifsimÌ3afFermaua,EiIc5j?
miièra
Papa Adriano VI. LIBRO PRIMO. zj
miferà la conditionc de' Pontefici: poiché vedeua chiaroj che noit poteuano far e x 3 1 3
BeiieVne anco volendce foticandofene : e conclufcche non era polribiicinanzi '^^"*
rel]">edinonc,che doLicua fau in Germania,mandar ad effetto aicun capo di l'ifoi:-
mare chebifognaua,chefì contentailcro di credere allefue promeirclcquaHcra
rifoiuto di niantenerejqiiando anco hauelle domito ridur/ì lenza alcun dominio
tcmporalcj& anco alla vita Apoftolica. Diede però flretta commiilìone ad ani-
biducjuno de' quali eraDatarioje l'altro Secretario, che nella conccflìone delle
InduJgenzcjnelle Diipenfejne' Regreflì>e Coadmtorie>il ufalfe parcità:iln taatoj
cheiì troiiaife come regolar le cole con legge e perpetua conllicutione. Le quali
cofe hauendo io letto difiufamente narrate in un diario dciVefcouo di Fabriano>
<loue tenne memoria delle cofe notabili da lui vedute, 5c udite, ho voluto ripor-
tarle qui fommariamentc, douendo ieruir molto ali' intelligenza delie cofe, che
il diranno.
Nel primo conciftorio di Nouembre , col parere de' Cardinali, deftinòFran- e manda il
cefcoChiericatOjConofciuto daini inSpagna, e Vcfcouodi Fabriano, (ilquale ^ff-otto di
iionominatopocofa) per Noncio alla Dieta di Norimberga, che il celebraua ^'-^^^^J^ '»
fenzalaprelenza di Celare,ilquale alcuni mxiìinanzi era ftato sforzato paifar in j^orimhtroA
Spagna,per quietar i tumulti,e leditioni nate in quei Regni. Arriuò il Noncio a
Norimberga nei fine dell' anno, eprefentòle lettere del Pontefice agli Elettori>
Prencipi,&: Oratori delle Città,fcritte incommunefotto il venticinque di No-
uembre: nellequali fi doleua prima. Che, eifendo ftato Martino Luthero con-
dannato per fentenza di Leone, e la fentenza elfeguita per un editto Imperiale in
Vormatia,publicato per tutta Germania: nondimeno egli perfeucralfe nellimc-
dciimi errori, publicando continuamente libri pieni d'hcreiìe:c folle fauorito,
non folo da' plebei, ma anco da' nobili: foggiongendo , che fé ben predilfc l'A-
poftolo,Chele lierefie erano necclfarie per elfcrcitio de' buonij quella necellìtà
però era tolerabile nelle opportunità de' tempi : non in quelli, ne' quali trouan-
doil la Chriftianità opprelfa dall' arme de' Turchi , fi doueua mettere ogni ftudio
per purgare il mal interno : che il danno,& il pericolo,qual da fé ftelfo porta,im-
pedifce anco l'adojDerarfì contraun tanto inimico.Effortapoi i Prencipi,& ipo- ptrloquaUtf.
polÌ,a non moftrarfi di confentire a tanta fceleratezza,coltolerarla longam.ente. oru U Car-
Gli rapprefenta,eirere coiavergognofì(Iìma,chefilafcino condurre da un frati- '''"""''«
tcllo fuora della via de' loro maggiori,quafì,che folo Luth'^èro intenda,e fappia.
Gli auuertifce , che fé i legnaci di Luthero hanno leuato l'oLedienza alle leggi
Ecclefìaftiche, molto maggiormente vilipenderanno le fecolari: e, fé hanno ii-
furpatoi beni della Chiefa, meno fi afteneranno da quei de' Laici: &haucndo
ardito di mettere mano nelli ficerdori di Dio, non perdoneranno alle cafc, mo-
gli,e figliuoli loro. Gli eirorta,che fé non potranno,con le dolcezze,ridurMar-
tino,& i fuoi feguaci, nella dritta via ; venghino a i rimedi) afpri, e di fuoco, per
rifecarc dal corpo i membri morti: come fu fatto ne' tempi antichi a Dacan,& ^^'^perftcu-
Abiron : ad Anania, e Saffira : a Giouiniano,&: Vigilantio: e finalmente, come i '^°,^! ""^^*
maggiori fecero contraGiouanni Hus,e Gieronimo da Praga, nel Concilio di JrimtdùviQ-
Collanza: l'eifempio de' qualijquaiido nonpoflliio far altramentcuebboiio im- limi.
D
±6 CONCILIO DI TRENTO Papa Adriano VL
e 1 3 1 3 mitaie.In fine fi rimettccofi in <juel particolare, come in altri negotij , alla rela-
XXII. rione diFrancefco Chiericato,{uo Noncio. Scrilfe anco lettere, quafì a tutti i
Prcncipi con ^r ifteffi concetti. All' Elettore di Salfonia in particolare , fcriire>
frmctpalmetij q^^ ^^^^ confidcralfe > qual macchia farebbe ftata alla fua pofterità, hauendo fa-
te ti Duca di . ri e r ■ .i ^ i • • •
Sajlma. uonto. un trenetico, che metteua contulione in tutto 1 mondo ,con inuentioni
cmpie,e pazze,riuoltando la dottrina (labilità col fangue de* Martiri, vigilie de
Santi Dottori,^ armi di tanti Prencipi fortillìmircaminallc per i veftigij de' fuoi
maggiori,non lafciandofi abbagliare gli ocelli dalla rabbia d'un homicciulo,a
feguirc gli errori dannati da tanti Conchlij.
t^HJie Non- Piefentò il Noncio alla Dieta,noii folo il Breue del Papa,ma ancora la fua iii-
mofrefenuU ftrutcìone, nellaqualeglieracommellòjdielTortar i Prencipi adopporfi alla pe-
fitainfirmio- ^^ Lutherana,con fette ragioni. PEÌma,perche a ciò li doueua mouerc il culto di
^'nd f7** Diojelacharitàverfoilprolfimo. II. La infamia della loro natione. III. Il
dtfimifiniy loro honor proprio, moftrandofi non degenerare dalli loro progenitori, che in-
tcruennero alla cojidannatione di Giouanni Hus in Coftanza > e delli altri here-
tici, conduccndone alcuni d'eflì con le proprie mani al fuoga : e non volellèro
mancare della propria parolaie coftanza,hauendo la maggior parte d'eflì appro»-
uato l'Editto. Imperiale contra Luthero. IV. Gli doueua muouere l'ingiuria
fatta da Luthero ai loro progenitori >pubUcando vna altra fede ,. che la creduta
daeflì.:e concludendo per confeguenza, che tuttifìano all' inferno. V. Sideb^
bano mouere dal fine, che i Lutherani prerendono > che e voler fneruare la po-
teftàfecolarc, doppo che haueranno anichilata l'Ecclefìaftica , coii falfo prc-
Eefto>che flaufurpata conerà l'Euangelio : fé ben aftutamente moftrano di fal-
uar la fecolare > per ingannarli. V I. Confìderino le diiren/ìoni , e turbulen-
zc , che qiiella fetta eccita in Germania. Finalmente annettano , che Luthero
ufa la mcdefmiaviaufata già da Mahometo , permettendo , che fìano fatia-
te l'inclinationi carnali : le ben moftra di farlo con maggior modeftia ,. per
più efEcacemente ingannarli. E fé alcuno diceire, Luthero eirereftato con-
dannato non udito, e non difefo , e però, che jfìa conueniente udirlo , deb-
bia refponderc *, Eller giudo udirlo in quello , che tocca al fatto : cioè , Se
ha predicato , fcritto , o no : ma, fopra. k cofe della fede , e la materia de' Sa-
cramenti, ciò non eiler conueniente :;percioche non s'ha da metter in dubbio
taaferì fatto quello , che una volta è ftato approuato da' Concili) generali,e da tutta la Chie-
fromjfa di [^^ poi gli dà commiflìone il Pontefice di confellài: ingenuamente, che quefta
i^alcht nfor- ^-Qj-j^^^fione foffe nata perii peccati degli huomini >,mafsime de' Sacerdoti,e Pre-
**' lati : confelfando iche in quella fanta Sede,già, alcunianni,fono fiate fatte mol^'
te cofe abomineuoli,molti abuiì nelle cofe Ipirituali, molti eccefsi ne' precetti,.
e finalmente tutte le cofe mutate in male : in maniera >che fi polfa dire,che l'in-
fermità fia pallata dal capo alle membra,da fQi3imiPontefici,agli inferiori Pre-
lati , fi che non vi fia flato chi faccia bencs ne pur uno. Alla correttione delqual
male , egli per propria inclinatione , & debito,è deliberato adoperarfi con
tutto lo fpirito,.^ ufar ogni operaraccioche innanzi ogni altra cofa la Corte Ro-
sDana> donde forfè tanto male è proceduto jii reformi. IL che tanto più farà»
quanr
Papa Adriano VI. LIBRO PRIMO. ^1
quanto vede, che turto'l mondo auidamente lo defidcra.Niuno pero doucrme-
rauigiiariìjfenó vedrà cofi iiibito emendaci cucci gli abufi. Perche, cllendo il male
inuecchiaco , e facco mol:iplice,bi(bgna apaifo a palfo procedere nella cura:e co- ^ ^.,, ^^,.^5,^ j
minciar dalle cole più graui, per non curbar ogni cola,col voler fare cucco infie- (^"^rordaii ai-
me. Gli commilc ancora, che promcctcìre per ilio nomcche egli gli oilcraarcb- iaGerma.iU:
be i concordaci.e che s'informarebbe de' proccfsiauuocaci dalla roca,pcrrinicc-
cerli ad partesykconào la giufticia.Et in fincche foUecitaire i Prcncipi,c Scaci,pcr td In fine fx
nomefuo,a rifpondere alle leccere, 5c informarlo de' mezi,per liqaalifìpotcìrc f <^' ^^-^ cmrrf
ouuiar più commodamencea i Luthcrani. Oltre l'hauerprelencato il fircue del \ p^'^"^^''^ j,^
Papa,e ['mformacioncpropofeancoil Noncio, che in Germania fivedcuaquaiì ritornano d
per cucco i Religioll ulcir de' Monafteri, e ricornar al fecoloj&i Preci maricarfi/cco/o.
con gran (prezzo , e vilipendio della Religione: e la maggior parce di loro com-
mecceranco mokieccclsi,&: enormicàrperilchcera neccilàrio,chefolfe pigliata
prouifione , per la quale quelli facrilcghi macrimonij folfero feparacijgh aucori
leueramence punici,e gli Apoftaci rimcisi lylla poccftà de' loro fupcriori.
Fece la Diecarifpolla al Noncio in ilcri'ccojdicédojD'hauer lecco con rcueren- '^ O»"-* rlf^^
za il Breue del Pontefice, e l'irtructutit/ne prefcntata nel ncgotio della fattione^""*" ** '■^^*
Luchcrana:e render gracie a Dio della alloncione di fua Beacicudinc alPoncifica- ^^^ j^omo:
co:pregandole dalla Maeftà diuina ogni felicità. E,dopohauer detto qucllo,che
occorreua circa la concordia tra' Prencipi ChriiHanije la guerra contra Turchi:
quanto alla domanda d'elfeguire la fentenza promulgata cótta Luthcrcc l'editto
di Vormes, rirpofercEirereparatifsimi ad impiegar ogni loro potere per eftirpa-
re gli errori:mahauertralafc iato d'clfeguir la fentenzaje l'editto, per grandiffimc>
Se urgentiflìme caufclmperoche la maggior parte del popolo era perlualada' li-
bri di Luthero,che la Corte Romana hauellè inferici moki granami alla nationc
Germanica : onde , fé il foirefattaalcunacofapcrreifecutionedcllafentenzajla
moltitudine farebbe entrata infofpetto,chellfaceireper foftentarc,e mantenere
gli abufi,c rimpictà:e ne farebbononati tumulti popolari, co pericolo di guerre.
Per tanto,eircr di bifogno in limili difficoltà di rimedi) più opportuni:particolar-
mente confellàndo elio Noncio per nome del Pontefice,che quelli mali veniua-
no per li peccati degli huomini , e promettendo la riforma della Corte Romana:
-gli abufi dellaquale le non folfero emendati,e kuati i grauami,e riformati alcuni
articoli, che i Prencipi fecolari darebbono in ifcritto,non era poflibile metter
pace tragliEcclefiafticie fecolari,neeftirpar i prefenti tumulti.E,perche la Ger-
mania hauea confentito al p.igamento delle Annatccon conditione che s'irapie-
gallerò nella guerra contra i Turchi : e ch'clfendo (late tanti anni pagatene mai
conucrtite in quel ufo, pregauano il Pontefice,che per l'auucnire non haucllè la
Corte Romana cura d'effiggcrle, ma folfero lafciate al fifco dell' Imperio per le
fpefe ài quclla^uerra.Et a quello,chc lua Sancicà ricercaua cófcglio de' mezi,con
iquali il pocelie ouuiar' a tati inconucnienti,rilpofero,Che,doucndofi trattar,no
di Luthero folo , ma tutt' iniìeme d'ellirpar molti errori,e viti) radicati per inuec-
chiata confuetudine,con diuerfirifpetti,dachiper ignoràza,dachimalitiofamc-
tc difcfijniirun akro i-imcdio gividicaiiaao più coiiunodo, elEcaccSc opportuno,
D ij
tt CONCILIO DI TRENTO Papa Adriano VI.
ci3 13 che fc la Santità faa, con confenlo della Maeftà Cefarea, conuocaircuiiConcj-
xxiir. liopio,libcro,c Chriftiano,quanto pia prefto tolte pofsibilcin un luogo contie-
ry.t'\ niente in Gcrmaniaxiojè in Avgentina,in Mogonza>in Colonia,o vero in Mets>
non differendo la conuocatione più d'un' anno:e,che in quel Concilio à ciafche-
dunojcod EcclcfiafticOjCoine lecolare, folle concelfo di poter parlarejeconfe-
gliarc a gloria di DiOjcfalute dell' animcnonoftante qualunque giuramento,é
obligatioae.il che tenendo douereeircreireguico dafuaSantirà con prontezza, e
-celerità; ne volendo reftar di farai prefente quelle megliori prouifioni,che polli-
bili lìano per il tempo intermedio>haueano deliberato di procurar con l'Elettore
diSalfonia^che i Lutherani non icriuetrero,neftampairero altro: &: che per tutta
Germania i Prcdicatorijtaciute le cofe,che poteuano muouer tumulto popolare»
douslfero predicar iìnceramente , & puramente il fantoEuangelio,kcondo la
dottrina approuata dalla Chiefa,nonmouendo difpute , mariteruandoilno alla
determinatione del Concilio tutte le controuerfìe. Che i Vefcoui deputalfero
huomini pij,e letterati,per fopraintender a'Predicatori,informarli,e correggerlii
ma in maniera , che non fi poteifj fofpetcarc , che foife per impedire la verità.
Eu.ingclicarchc per l'auuenirc non fi (lampi cofanuona^le nonvcduta,&rico-
nofciuta da huomini di probità,e dottrina. Sperando con quefti mezi d'ouuiare
a' tumultijfe la Santità fua farà la debita prouifione a' grauami: 6c ordinarà un li-
bero, e Chriftiano Concilio -.rpcrano che coi! i tumulti fi quietarebbono, & la
maggior parte fi ridurrebbe a tràquillità.Pcrche gli huomini da bene afpettareb-
bonoJinza dubbio la deliberatione dclConciliojquandovedeirerOjchefifoire
per celebrare prefto.Qoanto a'Prcti che fi maritauano,e Religi ofi che ritornaua-
no al fecolo , perche nelle leggi ciuili non vi era pena jpenfauano che baftalTcfe
follerò puniti dalli Ordinari] con le pene Canoniche. Ma fé commetteranno al-
cuna fcelcratezza,ilPrencipe,o vero Podeftà, nel territorio de'quali fallaranno>
lor dourà dare il debiro caftigo.
sonpoco Qufio ^^ NonciQ non reilò fodisfatto ài quella rifpofta,& venne in rifolutione di
d'elfo yil^Haie replicarcEt prima^qiiantoalla cauia,pcrche non ii lolfe elleguita lafentcnzadcl
refliu: Papa, e l'editto dell' Imperatore contraLuthero, diile,Nonfodisfare la ragione
allegatasChe fi folte refrato, perfaggir i icandaliinó conuenendo tolerar ilmale>.
acciò ne venga il bene: e douendo tener più conto della falute dell' animcche
della tranquillità mondana. Aggionfe , chenonli doucuano fcufar i feguacidi
Luthero,collircandali>e grauami della Corte Roraana.Perchc,fe ben follerò ve-
. i:i,non però li doueano partire dall' unità Catholica,ma più tofto fopportar pa-
tientilsimamenre ogni male. Onde li pregauaper l'cirecutione della ientenza,<Sc
dell' edicrojinanzi chelaPietafifinillc:3:fe la Germania era in alcun conto gra-
uata dallaCorte Romana,la Sede Apoftolica farebbe pronta di folleuarla.Et ie vi
fólTero difcordie tra gli Ecclefiaftici,Sc i Prencipi fecolari,il Pontefice le compo-
ncrebbe,.^ cftinguerebbe. Quanto alle Annate,altro no diceuaper alf hora,poi-
che opportunamente fua Santità hauerebbe dato rifpofta. Ma quanto alla do-
manda del Concilio, replicò , Che fperauanon douer difpiacer afua Santità,ie
rhauelfero domandato con parole più conuenienti:43cpeiò nccrcaua>che folfero
ieuate
Papa Adriano VI. L I B R O P R 1 M O. i5?
leuatc turte quellejchc potelTero dar qualche ombra alla Beatitudine (lia.Come e i ^ io
quelle parole , Che il Concilio tolTe conaocato col contento della Maeità Ce- xxiii.
{area: e quelle akue,Che il Concilio folle celebrato più in una Città, che in una
altra. Perchejfc non fi leuauano,pareua che volcifero legar le mani alla Santità
fuaxofa che non hauerebbc fatto buon eifetto. Quanto a Predicatori,riccrcò,
chefioirerLiatle il decreto del Pontciice, cheper l'auuenire nilTuno potette prc-
dicarcfe la dottrina fua non foifc ellaminata dal Vetcouo. Qoa-nto agli S ran' -
patorije diuulgatori de' libri, replicò , Che in nitran modo gli piaceua la ril'po-
fta:che doueliero elTcguirlafcntenzadclPapaje dell' Imperatore, chei libri fi
abbrugialleroj^ follerò puniti i diuulgatori d'elTi: inftando, & auuertendo,che
in. quello ftaua il tutto.E quanto a' libri da ftamparfi,!! douctlc leruare il moder-
no Concilio Lateranenfe.Ma quanto a' Preti maritati,la rifpofla non gli lareb-
be difpiaciuta, s'ella non haueirehauuto un aculeo allacoda,mentreiì diceua.
Che fé commetteranno qualche fccleratczza , faranno puniti da' Prencipi j o
poteftà. Perche quello larebbe contra la libertà Ecclehaftica , e fi mettereb-
be la falce nel campo d'altri : e fitoccarebbono quelli, che fono riferitati a
Chrifto. Conciofia cofa che non doueuano i Prencipi prcfumer di crede-
re , che per l'apofrafia fi diuolueirero alla loro giurifdittione : ne potelTero ef-
fer catligati da loro degli altri delitti : imperoche ,reftando in loro il Carat-
tere, & l'Ordine, fono femprefotto la poteftà della Chieia : ncpolTono far
altro i Prencipi, che denonciarli a' loro Vefcoui , e fupcriori , che li caftighi-
no. Concludendo in fine , ricercarli ad hauer fopra le fudette cofe più matu-
ra deliberatione, & dar rifpofta megliore , più chiara , più fana, & meglio con-
fultata.
NellaDicta non fu gratamente vedutala replica del Noncio, Sz commune- ton oftfa del-
mente tra quei Prencipi fi diceua,Il Noncio haucre una mifura del bene, c?n: del ^« Dieta:
inale,per fola rciatione all' utilità della Corte, & non alla neceflità della Ger-
maniadaconfcruatione dell' unità Catholicadouer maggiormente muouere a
faril bencfacile daeirequirejchea fopportaril male,dirticile a tolerarc. Et non-
dimeno il Noncio ricercaua, chela Germania fopportalTc patienriffimamente
le oppreilioni inferitegli dalla Corte Romana>non volendo cirapicgaifi pur un
poco al bencanzi più rollo a defifter dal inale^fe non colle iole promeile. Et ha-
urcbbe morrrato troppo vino fcnfo, quando folle reftara otlefa dalla domanda
del Concilio tanto modefta,&ncceiraria.Et dopoionga difcuiTioncfurifoluto
di commuii parere,di non far' altra rifpoilaima afpettar quello, che il Pontefice
rilblucllc fopra la già data.
I Prencipi fecolari poi a parte fecero una longa quercia di ciò, che pretende- ncUat^Hde i
nano contra laCorce Romana,e contra tutto l'ordine-Ecclefiaflico, riduccndo- ì^rinapifcio-
la a cento capi,.f he per ciò chiamarono,^;7/7/?»^^r4;/<«»f«.'2. 1 quali perche il Nò- {■^' h^^^n»
ciò, colquale erano fiati conferiti, fi partì prima chefolferodiilefi, mandarono '," ^"''"^ ^^
alPontetìce,conunaproteftadi non volere, ne potere tolerarli più, & di cilcrc mZZuaieTj-
dalla neceflìtà , 6<: iniquità loro coftrettiacerca-r di liberarfcne con ogni inda- «/..vzo al Pa-
ftria,^ per le più commode vie>che poteirero. f*;
D ià\
CI3 13
jo CONCILIO DI TRENTO Papa Adriano VL
Longo farebbe efprimer il contenuto: ma in fommafi querelauano del pa-
XXIII. gamento per le difpenfe, & alToliitioni : de' danari, che Ci cauauano per l'Indul-
genze : delle liti,che lì tirauano in Roma: delle riferuationi de' benefici], & al-
tri abufi di Commende^: Annate : dell' eirentione degli Ecclefiaftici ne' delit-
ti: delle Scommuniche,&: interdetti ingiafti : delle catife laiche, condiuerii
jjretefti tirate air Ecclefiaftico: delle gran (pcfe nelle confecrationi delle Chic-
le, ^cimiteri: delle penitenze pecuniarie: delle fpefe , per hauer'i Sacramen-
ti, e la fepoltura. I cjuali tutti riduceuano a tre principali capi : al metter in fer-
uitù ipopoli, fpogliarli de' danari, & appropriarli la giurifdittione del Magt-
ftrato Secolare.
eia Dieta Jì A Tei di Marzo fu fatto il recelfo coni precetti cotenuti nella rifpofta al Non*
dijfolmiefono ciò: & fu poco dopo Ogni cofa ftam pata,con il Breue del Papa,come anco l'in-
^"^^'■/'/^* ftruttione del Noncio:ie nfpoftc, & repliche con li Cento grauami,furono di-
" ^yy*- uolgati per Germania,&: di la pallarono ad altri luoghi,(3c anco a Roma.Doue
la aperta confefllone dei Pontefice, Che della Corte Romana,& ordine Eccle-
vari giudica fiaftico veniife l'origine d'ogni male,non piacque : e generalmente non fu grata
dei procedere ^' Prelati: parendo,chc folle con troppo ignominia,òc che doueife renderli più
d yimmo: q jj^f^ ^\ lecolo,&; potelfe elfer caufa anco di farli fprezzare da' popoli: anzi do-
ueifc far i Lutherani più audaci,& petulanti. Et fopra tutto premeua il vedere
aperta una portajdoue per necelfità farebbe introdotta,o la tanto abhorritamo-
deratione de' commodi loro , o vero conuinta la incorrigibilità. E quelli che
fcufauano più il Pontefice,attribuiuano ciò alla poca cognitione fua dell' arti»
con lequali lì mantiene la potenza Pontificia,^ l'autorità della Corte,fondate
fopra lariputatione.Lodauano Papa Leone digiudicio,& prudenza,che Teppe
attribuir la mala opinione , che la Germania haueua de' collumi Curiali, alla
poca cognitione che di elFa haueuano. E però nella Bolla contraMartino Lu-
thercdilfc. Che fé egliielfendo citatcfolfe andato a Roma , non haurebbe tro-
uato nella Corte gli abu{ì,chc lì crcdeua.
Ma in Germania,! mal aifetti alla Corte Romana intcrpretauano quella can-
didezza in lìniftro,dicendo. Che era una folitaarte di confelfar il male, e pro-
metterne il rimediojfenza alcun penlìero di effettuare cofa alcuna: per addor-
mentar gli incautijgoder il beneficio del tempo, e fra tanta col mezo delle prat-
tiche co' Prcncipi,giaftificarlì in modo, che potelfero meglio alfoggetiir i po-
poli,&leuarli il poterli opponer a' lor voleri, ècài parlare de'lor mancamen-
ti. Et perche diceua il Pontefice , che bilognaua nel rimediare 'non tentar di
proueder a tutto inlìcme, per il pericolo di caalar mal maggiore, ma far le cole
apalfo a pairo,fe nerideuano: foggiungendcche bcnapalfo apaifo : ma in
maniera, che tra un pàifo, e l'altro, vi fi fraponelfe la diftanza d'un fecolo. Ma,
attefa la buona vita tenuta da Adriano inanzi il Pótiticato, coli dopo alTonto al
Vefcouato,&; al Cardinalatccomeanco per inanzi:e la buona intentione,chc
lì fcopriiia in tutte le fue attioni,gli huomini pij interpretanano iltutto inbuon
fcnfo, credendo veramente , eh' egli confeifalfe gli errori per ingenuità, & che
folle anco per porgcrui rimedio più prefto di quello che prometteua.Ne l'euen-
to
Papa Clemintb VII. LIBRO PRIMO. 51 _^
to lafciò giudicar il contrario.Perchcnon eirendo la Corte degna d'un tal Pon- eia i a
tefice> piacque à Dio, che pairalle all' altra vita quafi lubito dopo riceuuta la re- xxiii.
lationc dal luoNoncio di Norimberga. Perche a tredici Scptembri fini ilcorfo
de fuoi anni. " ''?"*'« '" ?»«'
Ma in Germania,quando fii publicato il decreto delrecelTo di Norimberga, ^^ '^J^'i^»»
con liprecetti fopra le prediche,e ftampe;dalla maggior parte non ne fu tenuto [ dalUDUt»
conto alcuno: ma gli intereirati,cofI quelli, che Icguiuano la Chiela Romana, nm ritfu d-
come i Lutherani, l'intefero a lor fauore. Perche diecndofi,che (ì taccilcro le c«n ^Mto di
cofejche potclferomuoner tumulti popolari, intendeaano iCatholiciyChefi P^'^tofiabUi"
douelfero tacer le cofe introdotte da Luther© nella dottrina,e la riprcnfionc de- """*'''
gli abufi dell* ordine Ecclefiaftic». Et i Lutherani diceuanojetTerftata mente
della Dieta, Che fi douelfero tacer le difefe degli abufi,, per liqualiil popolo fi-
moueua contra i Predicatori , quando udiua rapprefcntar coil le cole cattine,
come le buone r&: quella parte deldecreto,che comandauadi predicar l'Euan-
gelio feconda la dottrina de' Scrittori approuati dalla Chiefa,i Catholici in-
tendeuano, fecondo la dottrina de' Scoìaftici,c degli ultimi poftillatori delle
Scritture. Ma i Lutherani diceuano,che s'intendeua de' Santi Padri,Ilario,Am-
brofio, Agoftino,Gieronimo,& altri tali : interpretando- anco,chG foife loro le-
citcpervirtù dell' Editto del ReceiToy continuar infegnando-la loto dottrinar
fino al Concilio: Ci come i Catholici intendeuano,che la mente della Dieta foP
fc ftata,che fi doucife continuar nella dottrina della Chiefa Romana. Onde pa-
reua,chcl'Editto,in luogo d'eftinguer ilfuogo delle controuerfie, l'accendcllc
maggiormcnte.Ereftaua nelle pie menti il delìderiadel Concilio libero,alqua^
le parcua cheambe leparrififottometeirero,fperandofi> che per quelio<louelle
feguir la liberationc da tanti mali.
Dopo la morte di Adnano,fa creato fucccirore Giulio de'Medici,cugino di clemente ftt
PapaLeone:efuchiamatO'Clemente fettimorilquale difubito applicò l'ani- timo , e/ff^"
mo alle cofc di Germania: e come quello, eh' era molto vcrfato nella cognitio- ^*P* > frmdt
ne de' maneggi, vedeua chiaramente, che Papa Adriano,contralaftile lempre "J"* '''«^''i*
ufato da' faui Pontefici, era ftato troppo facile , cofi in confelfar i difetti della ^J"'^'* '^
Corte, come in prometter la riformaticwie re troppo abietto in ha^icr doman- "*"'^
dato alli Germani configlio, come fipotelTe prouedcr alle contentioni òi quel
Regno. Perche con quello egli fi haueua tirato addofiò la domanda del Conci-
lio,che molto importaua:maffìrae,có la códitione di celebrarlo inGermania,&
haueua dato tropo animo a' Prencipijonde haueuanohauuto ardire, n© folo di
madarlijiTia di mettere ancoin ftopa i Ceto grauami^lcrittura ignominiofa per
l'ordine Ecclefiaftico di Germania, ma molto piupcr la Corte Romana. E ben
péfate tutte le cofe,véne in rifolutione,che foife necelfario dar qualche fodisfat-
rione alla Germania:in maniera tale pcrc),che nò folle pofta in pericolo l'autori-
tà fua,ne leuati i comodi ariaCorte.Cófidcrc)>c he nelli Ceto grauami,fe bé mol
ti rifguardauano la Correla maggior parte però toccauano a' VefeouijOihciali,
Curati,^ altri Preti di Germania. Perilche véne in fpcraza, che fé li éczii folfcTO-
£Ìformati,iTedefchi facilmete s'haurebonalafciato indur a tacere per aU' honi>
5i
CONCILIO DI TRENTO Papa Clemente VII.
c^ 3 IO per quello che toccaua a Roma : e con quefta medefima riforma haurebbc di-
XXIV. ucLtito la trattatione del Concilio. Per tanto giudica bene ipedir fubitoun Le-
cT;iro di prLidenza,& aiitoritàjalla Dieta, chefi doueua celebrar di la a tre meli in
Norimbcrga,con inftriittione di caminar per le ("opradette vie :&c ibpra tutte le
cofcdillìmuiardi iapere le propofitioni fatte da Adriano, &; le rifpofte dateli,
per non rie cuernc qualche pregiudic io nelle trattationi Tue , e per poter proce-
dere come re integra,
e ^edìfit il li Legato fu,Lorenzo Carapeggio,Cardinal di Santa Anaftaila: ilquale giun-
Cardinal Co.- ^^ nella Dieta,dopo hauer trattato diuerfe cofccon alcuni particolari , per dif-
^I'^' DV "at poi^^^' i^ 1^0 negotiato,parlò anco in publico : doue dilfe. Sentir molta maraui-
ViZlmbTg" glia,che tanti Prencipijecofipmdentijpoteirero lbpportare,che folle eftinta,&:
pir rimediare abolita lareligione,iriti,«Scceremonie,nellequali efli erano natij&educatij&i
a difordini • Jgro Padri,e maggiori morti i fenza coniìderarcche tal nouità tendelTe alla ri-
bellione del pooolo contra i Magiftiati-Che il Pontefìce,non mirando ad alcun
intereirefuojma paternamente compatendo allaGermania, incorfa infpiritua-
li,e temporali infermità, ^foggetta a maggiori pericoli imminenti, l'haueua
mandato per trouar modo di ianar il male. Non ellèr intentione della Santità
fua,dipreicriuer loro cofaalcuna,ne menodivoler,cheà lui foife prefcritta: ma
ben di confegliar infieme i rimedi) opportuni:concludendo,che fé folfe rifiutata
da loro la diligenza della Santità fua,non farebbe poi ragioneuole riuoltar col-
pa alcuna fopra di quella.
e da ejfa gli e Gli fu rifpofto da' Prencipi, ( perche Cefare era in Spagna,come fi è detto di
rijjiofto , che fopra)dopohauer ringratiato ilPontefice della beneuolenza:Chebenfapeuano
firfenera nel- il pericolo imminente per la mutatione della dottrina nella religione : che per-
le condttftwi ^ -^ nellaDieta dell' anno inanzi haueuano moftrato al Noncio del Pontefice A-
mtecUnte* driano il raodo,6c via di componer i diflìdij: e gli haueuano anco dato in ifcrit-
to tutto quellcche dcllderauano,& riccrcauano da Roma: laqual fcrittura cre-
deuano che folle ftata da Adriano riccuuta, hauédo il Noiicio promeifo di con-
fe^narlaillcome anco teneuano,che a tutti folFero noti igrauami,che la Ger-
mania riceueua dall' ordine Ecclefiaftico, eirendo publicati in ilampa j & fino à
quel iftante erano ftati afpettando, che i lor giudi deilderij folFero eirauditi,co-
mc tutta via afpettauano. Perilche s'egli all' hòra haueua qualche ordine, o in-
ftruttionc dal Pontefice,lo pregauano d'efporlo,accio fi poteife infieme con lui
coiifcgliare il tutto.
d Cardinale A quefto il Legato,feguendo la commilTione datagli,replicc),Non fapere,chc
Sfugge cm folfe Hata portata al Papa,ne a' Cardinali , alcuna inliruttione del modo, & via
di^irnHlatio- dicomponer il dilTidio dellareligione: bengli accertaua dell'ottima volontà
ni, efromejj'e, j^| Pontefice,dalquale egli haueua pieniffimo potere di far tutto quello,che ha-
ucircferuito a tal fine: ma che toccaUa a loro di metter' inanzi lavia:iquali fa-
peuano la conditione delle perfonc, & i coftumi della regione. Eirerli molto
ben notOjcheCefare nellaDieta di Vormatia,di loro conienfo,haueua publica-
to un' editto contra i Lutheram,alquale alcuni haueuano obedito,& alcuni nò:
dellaqualc diaerfità,3c varietà egli non ne fapeua la ragione : ma ben lipareua
che
Papa Clemente VIL LIBRO PRIMO. $i
che inanzi ogni altra cofa fi douefle deliberar del modo d'elTeguiiIo. Che Ce ben e i ^ i »
non haiieua ancora inrefo che i Cento granami fodero flati publicati,per pre- xxiv.
fentart^li al Pontefice j fapcua però efferne flati portati tre ciremplari a Roma ad
alcuni priuati: ch'cglinhaueua veduto uno,& erano flati veduti anco dal Pon-
tefice, & da' Cardinali , iquali non fi poteuano perfuaderejche foifero raccolti
per ordine de' Prencipi: ma ben penlauanojche da qualche maleuolo,per odio
della Corte Romana, foircro mandati fuori. Che fé ben egli non haucua nilfuu
ordine, o inflruttione dal Pontefice,in quella materia,non douelTero però pcn-
farc che non haucfTc autorità di trattarne fecondo l'efpediente. Ben diceua,chc
in quelle domande n'erano molte,che derogauano alla podeflà del Pontelice,&r
fentiuano d'herefia: ch'egli non poteuatrattarne:ma fi offeriuadi conofcere,&;
parlar di queUe,che non erano contro al Pontefice ,& haueuano fondamento
<f equità:che poi fé reflafTe qualche cofa da trattarfi col Pontefice,lapotrcbbono
proporre,ma con modi più moderati.Che non poteua reflar di biaf imare,che fi
follerò ftampati , e publicati:parendogli quello troppoanapcròefTer certo,chc
per amor della Germania, il Pontefice faria ogni cofa,elIendo egli Paflore uni-
uerfale : ma fé la voce del Paflore non foireudita,ilPonteficc,& egli non po-
trebbono faraltro,che portarlo in patienza,& rimetter ogni cofa à Dio.
La Dieta , fé ben non hebbe per verifìmile,che il Cardinale^ il Pontefice, il che laDkia
non fofìeroconfcij delle cofe trattate con Adriano:e giudi calfcche nelle rifpo- ^'^°^'^ > 'f*
Ile del Legato vi poteirero elTere degU artifici] }nondimeno,defìderando,che fi ^T'*"'*^""*-'*-
prendeire buona deliberatione al fine della quiete di Germania, deputarono al-
cuni Prencipi, per negotiare col Cardinale: iquali non poterono hauerdalui
altro, fé non ch'egli haurebbe fatto una buona riforma per il Clero di Germa-
nia: ma quanto agliabufì della Corte, non fu poffibile farlo condefcendere ad
alcuna cofa:perche,quando fé n'introduceua ragionamento, o diceua,che il ri-
prenderli,fofre hcrefia:o,che fc ne rimetteua al Ponteficce che con lui bifognaf-
fc trattarne.
Fece il Cardinale la riforma della Germania,laquale,non toccando fé non il fienale centri
clero minuto,e giudicàdofì,che doueffe non folo fomentar il male,come fanno '^ ^'P^'^g^-rl^s
fempre i remedi lep;5ieri,ma che feruifTe ad accrefcere maggiormente il domi- "^^ ^''"f ^S'
nio della Corte,& de Prelati maggiori,aprcgiudicio dell autorità temporaic;c ri^rouaudaU
delfe adito a maggiori eflorfioni di denari; non fu ricevuta}tenendofi,chc folle U Dina, és
una mafcherata,per deludere l'afpettatione della Germania,^' per ridurla lotto richiede Cm^
maggior tirannide : con tutto che il Legato faceife accurati, & efficaci uffici, "^^"^
accio folTe accettata.Ondcne egli confentì ad alcuna delle propofitioni fatte-
gli da i deputati della Dieta. Vcdendofi perciò che folfe impollibile ài conclu-
dere alcuna cofa con elfo, public arono il rcceiro addì diciotroAprilccon de-
créto. Che dal Ponteficccol confenfo di Cefare,fofse intimato quaco prima un
Concilio libero in Germania,in luogo conueniente:e che li Stati deli' imperio
fi congregaffero a Spira , per gli undici Nouembrc; per determinar,che cofa iì
douefse feguire, tra tanto che fofse dato principio al Concilio.Chc cia'.cun
Prmcipenel fuollatocongregafsehuomini pij,c<, dottijiquaiiiaccoglicisetole
ili
H CONCILIO DI TRENTO Papa ClementbVII.
ci3 13 cofedadifpiitarenclConcilio.CheliMagiftratihaueirei-o curajche folTe predi-
XXIV. caco rEuangelio,fecondo la dotCLiiia de' Scrittori approuati dalla Chiefaiefof-
fero prohibice tutte le pitcurce libri coiitiimeliofijcoutra la Corte Romana.
elLcqatole ^^ Legato, liauendo rifpofto a tutti i capi del decreto,emoiì:rato,Che non
ne conwìdit f^^^' ufHcio dc'i'ecoiari deliberar' alcuna cofa intorno alla fede,e dottrina,o pre-
dicatione di quella jpromife, quanto al Concilio folamente, che n'haurebbe
dato conto al Pontefice,
e fa. ratificar Partendoiì i Prencipi dalla Dieta y fece il Legato ufficio con quellijche più
iafua riforma erano adhcrenti alle cofc Romane di ridurli infieme>per far publicar la riforma
daalcuniPrin non riceuuta nella DKta:e lì riduifero in Ratisbona,con lui,Ferdinandcbfratel-
é/heKefcom, j^ ^^jp Imperatore, il Cardinale, ArciuefcouodiSalzburgjdue delli Duchi di
Bauiera^iVefcoui diTréto,e Ratisbonajegli Agenti di noaeVefcouitdoue fece-
ro prima un Decreto lotto il lei di Luglio,Chc,eirendoftato ordinato nel con-
uento di Norimberga, che l'Editto di Vormatia contra Luthero folFe elfeguito
quanto lì poteua ; per tanto e{Il,ad inftantia del Cardinale Campeggio,Legato,
commandauano,che folfe oiferuato in tutti i loro Dominij,e Stati: Che foirero
cafti^Tati gl'innouatori, fecondo la forma dell' Editto: Che non fi mutalfe cofa
alcuna nella cclebratione della Mellaje de' Sacramenti: Si caftigalTero iMona-
chi,eMonache apoftatije' Preti,che fi maritauano:e quelli che riceueuano l'Eu-
chariftia fenza confeilàrfiiO mangiauauo cibi prohibiti:E che tutti i loro fuddi-
ti,iquali erano nell' Academia di Vitcmberg, fra tre mell,partiirero, tornando a
cafa,overo andando in altro luogo. Il giorno leguente delli fette publicò il
Cardinale le fue conftitutioni della riforma,lequali furono approuate da tutti i
fopranominati Prencipije commandato,che perii loro Statile Dominij,foirera
promolgatc,riceuute,6<:o[reruate. •
Nel Proemio d'elle Conftitutioni diceua il Cardinale,Che,e{lèndo di molto
momento, per eftirpar l'hereiìa Lutherana, riformar la vita, & icoftumidel
Clerojcol confeglio de'Prencipi,e Prelati feco ridotti,l-Kiueuaftatuito quei De-
creti , iqnali commandaua , che follerò riccuuti per tutta Germania dalli Arci-
uercoui,Vefcoui,& altri Prelati,Preti,e Regolari^»?: publicati in tutte le Città,e
Chiefe.Contenenauo trentafette capi, circa il vcftire,& conuerfare dell' ordine
clericalccirca il miniftrar gratis i Sacramenti,cSc altre fontionìEcclefiaftiche,
fopra i conulti , fopra le fabriche delle Chiefcfopra quelli che s'haucuanaa ri-
ceuere alli ordini, (opra la cclebratione delle fefte,fopra i digiuni,contra i Preti
che li inaritauano , contra quelli che non fi confctrauano,& communicauano,
Gontraibiaftematori,fortilegi,diumatori5& altre cofetali.Infine,era comman-
data la celcbratione de' Concili) Diocciani ogni anno, per olferuantia di quei
ftatucr.dandoa Vefcouipoteftà d'inuocare il braccio fecolare contra i tranf-
greirori.
ài chegH altri ' Diuulgato l'editto di riforma, i Prencipi 8c Vefcoui,che nella Dietanon ha-
feqiurelanoj ^eLK^iiQ confcntito alla dimanda del Cardinale, rcftarono ofFerucofi di lui,co-
me di tutti quelli, che erano conuenuti con elfo in Ratisbona:parendoloro
reftar ingiuriati dai Legatcche hauelle voluto far un' ordine generale per tutta
laGer--
Papa Clemente VII. L I B R O P R I M O. 55- ^— ,
la Germania,conintcmento d'alcuni pochi folamente: e tanto piibdopo che
alicraftato dimoftratojche non foirepcr nafciriie alcun bene. Si riputarono
anco ingiuriati da que' pochi Prcncipi, «3<:Vc(coui, che foli s'haucireroallonLO
d'interucnirc ad obiigartuttalaGcrmaniajContrail parere degli altri. S'oppo-
ncua anco a quella riiormationcpriraa, Chccralal'ciate le cole importanti, co-
me fé in quelle non vi folle alcun difordine,fi prouedclfe alle cole di leggicrilll-
mo rilcuo : perche poco male patiua la Germania per gli abufi del Clero minu-
to: ma grani, per le ufurpationi de' Veicoui ^ Prelati : ci grauiiTimijpcr quelli
della Corte Romana. Et nondimeno, come le qucfti follerò tlati più ordin.ati,
che nella primitiuaChiefi,non fé ne faceuamentione. Po i,pcr quanto i'afpet-
taua anco al minuto Clero, non lì tratcaua delli principali abufi 5 madi quelli,
che meno importauano,che era quafi im' approuargli altri : & quelli anco,chc
firiprendeuauo,cranolafciati lenza i veri rimedi), colfolo notarli, non appli-
candoui la medicina necelfariajper (anar'il male.
Ma,al Legato,& alli fopradetti Prcncipi con lui conuenuti,poco importaua y?„^; ch'ette-
quello,che folfe detto in Germania; (k meno quello,chc folte per icguire della gato mfacàx
publicatione dell' editto.Perche il loro fine non era altro,che dar fodisfattione '^^f»"" <^onto,no
alPontefìcc'.ncil fine del Pontefice altro,chemoftrard'hauerproueduto,n che ^"i^ll^r^" ^l
non vi folfe bifogno del Concilio.Perche Clemente,molto verfato ne' maneg- nfchiuar' ìL
gidiftato,etiandioviuendo Adriano, fempre haueua tenuto difelo, che nelle concilio:
occorrenze di que'tempi,fulle conligliopernitioio valerli del mezo de' Conci-
li) :& era folito dire. Che il Concilio folle utile, fempre che fitrattalte tutt'al-
trojche dell' autorità del Papa : ma,venendo quella in coiitentione,nillLina cofa
folfe più pernitiofa. Perche,ficome per li tempi palTati l'arma de' Pontefici fu il
ricorrere alli Concilij,cofi nel prelente la ficurezza del Pontificato confiftein
declinarli, & fuggirli : tanto più , e' hauendo già Leone condannata la dottrina
di Luthero,non ii poteua trattare lamedellma materia in un Concilio,ne met-
terla in eirame,fenza metter indubbio anco l'autorità dellaSedc Apoftolica.
Cefare, riceuuto il Decreto di Norimberga, fi commoirealfai, parendoli, ijafma Cefi'
Che il trattare, e dar ri fpofta cofirifoluta,fenza fua faputa,a Prcncipe forc- reUDìetaj
ftiero, in cola di tanta importanza,foire dipocariputatione allaMacftà fua Im-
periale. Ne meno li piacque il rigore del decreto, preuedendo il difpiacere del
Pontefice, quale defideraua teneiTi grato, e ben affetto, per la guerra, che lì fa-
ceuaaU'horada' luoi capitani co' Francefi. Perilche refcrille in Germania a'
Prencipi, lamentando fi, che,hauendoegli condannato tutti i libri diLuthero,
la Dieta fi folle riftretta a i foli contumeliofi. Ma più grauemente li riprcfe,
e' hauelfero fatto decreto di celebrar il Concilio in Gcrmania5& haucfsero ri-
cercato il Legato di trattarne col Pontefice : quafi che quello non appcrtencfse
più ad efso Pontefice, e afe, che aloro,iqualiiecredeuano che fofse tanto uti-
le alla Germania la congregatione d'unConcilio,doueuano hauer ricorfo a lui,
che r impetrafsc dal Pontefice. Con tutto cio,conofcendo co;li ancorn,chc ciò ,% ^
larebbe Itato utile per la Germania,era riloluto che 11 celeoralsejm tempo, e rio- ^^ clndlio-
go peuc),qiundoj& doue egli potcfsc ritrouarfi in perfona.Ma toccando l'iuuer
E ij
^6 CONCILIO DI TRENTO Papa Clemente VIL
ci3 13 ordinato unanuoua reduttionc in Spira,pei- regolami le cofe della religione fi-
XXV. no alConciliojdiire di nonvoler in modo alcuno concederlo:anzi li coraman-
dauajch' attendeitero ad obcdire all' Editto di Vormatia,&: non trattaiìèro co-
fa alcuna di Rcligioncfin tanto,che non fi congregalTc un Concilio per ordine
del Ponceficc,&: luo.Le lettere Imperiali più impcriofe di quellojche la Germa-
nia era folita riceucre dalli predecellori, raoiTero humori alfai pcricololl negli
animi di nìolti Prencipi,che fluttuando haurebbono facilmente fortito qual-
che faftidiofo termine.
U cHÌ propopto Ma il moto prefto reftò fedato, & rimafc T anno Tegnente dO io xxv. fenza
t i'ojpefo perii niiruna ncgotiationein quella materia. Perche in Germania fi eccitò ribcUio-
m-oumntii ^^ jj,' Yi[}p j-,i contra i Prencipi, e magiflraci : e la guerra degli Anabattifti, che
tenne ognuno occupato: & in Italia (ucccife nel principio dell' anno la giorna-
ta di Pania, & la prigionia del RèFranccfco di Francia. Laquale inalzò coi! l'a-
nimo di Ceiarejchc li pareua hauer tutto '1 mondo in fuo arbitrio ; ma, poi lo
tenne tutto occupato,per le leghe di molti Prencipi , che ritrattarono contra di
lui,5^ per lanegotiatione della libcratione del Rè. Il Pontefice ancora>per elTer
reftata l'Italia lenza dife{a,in arbitrio de' miniftri Cefarei , penfaua a fé ftelfo, e
come congiongeriì con altri , che lo potelfero difender dall' Imperatore, dal-
qualeflera alienato,vedutolo fatto cofipotcnte>cheilPonteficato li reftaua a
difcretione.
foirimeJfofH Nell'anno ciDi^xxvi. fi tornò alle medefime trattationi in Germania,& in
irt Dieta a Italia. In Germaniajclfendo ridotti tutti gli Ordini dell' Imperio alla Dieta in
'^pf*i Spira,nel fine di Giugno, fu pofto in deliberatione,per ordine fpeciale di Cefa-
re,In che modo fi potelfeconferuar la Religione ChriftianaTSc gli antichi co-
fiumi della Chiefa,e caftigar i violatori. Et cirendo i pareri cofi diuerfi,che non
era poffibile concluder cola alcuna, i Rapprelentanti Cefarei fecero leggere le
lettere Imperiali : doue Carlo diceua , hauer deliberato di palfar in Italia, & a
Roma, per la Corona, Sz per trattar col Pontefice di celebrar il Concilio : per
tanto commandaua,che nella Dieta non fi ftatuiire alcuna cofa contra le leggi,
ceremonie,<&: vecchi ufi della Chiela: ma foire oircruata la formula dell'editto
diVormatia, & fi contentafiero di portar in patienza quella poca dimora, fin
che eglihauelfe trattato col Pontefice la celebratione del Concilio, il che fa-
rebbe in brcue. Perche>col trattar le cofe della religione in unaDieta,piu tofta
ne nafce male,che bene.
LeCitcà,per la maggiorparte,rifpofero,E{rer loro defidqrio di gratificare,&:
ubedir Cefare : ma non veder il modo ài far quello , che e^li nelle lettere com-
mandaua,per ciler accrefciute, & crefcer continuamente le controuerfie:parti-
colarmente l'oprale cerenx)nic,e riti : & , fé per lo palfato non s'haueua potu-
to olTeruar l'Editto di Vormaria,per tema di feditioni;la difficoltà eifer molta
maggiore alprefente:come s'era dimoftrato al Legato del Pontefice. Si che,fe
dijptrato V- Celare firitrouaffe prefente,e foife informato dello flato delle cofe,non ne la-
nimrfalti rebbe altro giudicio. Quanto alla promelfa di fua Maeflà per la celebratione
del Conciliojdiccua ciafcuiio,che eglipoteua efFettuarlanel tempo>che fcriflè
le
Papa Clemente VII. LIBRO PRIMO. 37
le Icrtcrc: perche all' bora era in buona concordia col Pontefice : maj dopo ef- ^ ^ ^ ^^
fendo naci tra loro dirgufti , & hauendod armato il Pontefice contra lai 5 non ^^vi.
fi vedcua come in quello itato di cofe fi potclfe congregar Concilio. Per que-
ftirifpctti alcuni proponeuano j che pcrrimediar' a pericoli imminenti, Folfe ^f^^-r'-^^**
ricercato Celare di conceder un Concilio Nationale in Germania. Il che le ^^/^y,;^
non <^li piaceire;al meno>per ouuiarealle grauiflìme i'editioni, fi contcntairc
di difterirc l'eirecutionc dell' Editto di Vormatiafino al Concilio generale. Ma
iVefcouijche nonhaueuano altra mira > cheaconferuarla loro autorità, di-
ceuano , Nella caufa della religione non douerfi venir ad alcuna trattationcj
duranti le difi:ordietraCerare, 6c il Pontefice: ma tutto foire differito a me-
glior tempo.
Le opniioni erano cofi diuerfe, efieccitò tanta difcordia tra gHEcclefiafti- con granane
ci,&: gì' inclinati alla dottrina Lutherana, che le cofe fi videro in manifeftope- tefanellaDie-,
ricolo di guerra ciuilc : e molti de' Prcncipi fi metteuano in ordine per partire, f*»
Ma Fcrdinando,e gli altri miniftri di Cefare, vedendo chiaramente quanto ma-
le farebbe nato,fe con tal dilfcnfionc d'animi fi folfe dilfoluta la Dieta,&: Ci fof-
fero partiti i Prencipi fenza alcun Decreto , (perche fecondo i vari] intereflì di-
uerfamente haurebbono operato>con pericolo didiuidere irreconciliabilmen-
te la Germania) fi diedero a placar gli animi de' principali , cofi dell' una, come
dell' altraparte: e finalmente fi venne alla rifolutione di far un Decreto : ilqual
fé ben in eflìftenza non concludeua fecondo la mente di Cefare , nondimeno
moftraua apparenza di concordia fra li Stati,5c obedienza vcrfo l'Imperatore.Il iaanaU /? /?,
contenuto (uo fu,Che,eirendo neceifario per dar' ordine,&forma alle cofe del- para ctj^cef.
laReligione,eper mantenimento della libertà, celebrarmi legitimo Concilio f' mito gem-
ili Germania;ouero ununiuerfale di tuttala Chriftiànità,ilquales'incommin- ^^^*'
ci inanzi che paflì un annojfi debbano mandar Ambafciatori a Cefarca pregar-
lo di voltar l'occhio al mifero, cS: tumultuofo ftato dell' Imperio , e ritornar in
Germania quanto prima a procurarlo.Che fra tanto che fi ottenga o run,o l'al-
tro de' Concili) necelfarij; nella caula della religione, e dell'editto di Vormatia,
tutti li Prencipi, e Stati debbiano nelle lor Prouincie, &c giurifdittioni, «rouer-
narfiin maniera,chepoflinorender buon conto delle loro attieni alla Maeftà
diuina,&: all' Imperatore.
Ma in Italia, Clemente,chehaueua palTato tutto l'anno inanzi in perplcdì- cUmemt r
tà,e timori sparendogli di veder Carlo, bora, armato in Roma, per occupar lo gdufito clnJa
Stato Ecclenafticoj&racquiftarla poiTeflìone dell' Imperio Romano,òcciipa- Ce/W,
to coir artide'fuoipredeceirori:hora,di vederlo in un Concilio a moderar l'au-
torità Pontificia nella Chiefa, fenza di che ben vedeua eifer impofTibile dimi-
nuire la temporale : e fopra tutte le cofe , hauendo concetto un mal prcfnogio,
che tutti i miniftri mandati in Francia,per trattar con la madre del Rc,& col e^o-
uerno, foifero nel viaggio periti: finalmente nel vfcir di Marzo di qucft'anno
refpirò alquanto,intendendo,che il Rè,liberato,era tornato in Francia. Mandò ^'^ ^^^ "[ ^
in diligenza a congratular/ì con lui, & a concluder la confederatione centra ' ^^ ''*"'■■''*'
l'Imperatore: la qual polche fu ftabilitain Cugnac il ventidue Maggio tra fé, nJ'ctfkrlT^
£ iij
_^ _^S CONCILIO DI TRENTO Papa Clemente VIL
CI 3 13 cjLielRcj&iPrencipi Italiani,con nome di lega Santiffima, & airolto il Rè dal
XXVI. giuramento, predato in Spagna per olleruatione delle cofe conuenute : libera-
to dal tiraore,affctto che lo dommaiia molto, parendoli d'ellèr in libertà; & ir-
ritato iomraamentc , perche non iolo in Spagna,& in Napoli,erano publicate
ordinationi in prcgiudicio della Corte Romana: ma,qLiel chcpiugliprcmeua,
in quei giorni un Notaro Spagnolo hcbbe ardire di comparir in Rota publica-
mente,&: far commandamento per nome di Celare a due Napolitani, che de/I-
fteirerodi litigar in quel Auditorio: venne in rifolutione di farpaiefe l'animo
alqaale ferine iuo,per dar cuore a' Collegati:^ fcriiTe a Carlojfotto il ventitre Giugno un Bre-
unBraa ri- ^^Q ^[Wi longo in foimad'inuettiua,doue,commemorati i bcnehcij fattigli dafe,
J,:nmo, ^^^^ eirendo Cardinale,come doppo,nel Pontificato; à: i partiti grandi,che ha-
ueua ricufato da altri Prencipi,per ftar nella iua amicitia: vedendo d'eiler mal ri-
meritatoje non cllèrgli corrirpofto,ne inbeneuolenza, ne meno inolFeruatio-
ne delle promeiTe: anzi in contrario eifergli data molta materia di iofpettionce
fatte molte ofFefejCon eccitamento di nuoue guerre in Italia,Lk: altroue:lequali
tutte commemorò particolarmente,imputando all' Imperatore la colpa di tut-
ti i mali,& moftrando che in tutto la dignità Pontificale foife lefa : & palfando
anco ad un altro genere di oiFenfioni fattegli,con hauer publicato leggi in Spa-
o-na,vSc prammatiche in Napoli contra la libertà Ecclefìaftica, Scia dignità del-
, la Sede Apoftolica:concluie finalmentcnonfecondo il coniueto de' Pontefici»
con minacele di pene fpirituali : ma,proteftandogli,che fé non vorrà ridurfi al'
le cofe del giudo, celiando dall' occupatione d'Italia,& da perturbar le altre
parti della Chriftiaaità:egli non farà per mancar alla giu{litia,& libertà d'Italia,
nellaquale fta la tutela di quella fantaSede: mamouerà le arme fue giufte, &
fante,contra di lui,non per oiienderlo,maper defender la commune falute,& la
propria dignità,
e poi un altro Ifpcdito il difpaccio in Spagna,il dì feguente fcri(rc,& efpedì all' Imperato-
fiàmodemo, re un'altroBreue,fenza farmentioiie delprimo:doue in foftanza diceua,Che e-
crli era ftato cofì:retto,per mantenere la libertà d'Italia, Se foccorrere a' pericoli
della Sede Apoftolicajvenir' alle deliberationi, che non fipoteuano tralafciare,
fcnza mancar' all' ufficio dibuonPontefice,3cdi giuifo Prencipe:allequalifela
Maeftà fua voiràporgcrc il rimedio a lei facile,utile,&: gloriolo,la Chriftianità
farà liberata da gran pcricolo:di che gli darà più ampio conto il fuo Noncioap-
pieiroluirelìdente:chela prcgaua,pcr la mii'ericordia di Dio, d'afcoÌtarlo,&
proucderallafalutepublica,d<: contener trai termini del giufto le voglie sfre-
nate^ ino-iurioi'e de' iuoi:accio gli altri poflino reftar ilcuri de' beni , & della
vita propria. Sotto quelle ultime parole, comprendcua il Pontefice principal-
mente Pompeio Cardinale CoÌOiina,VefpafianOj& Afcanio,con altri di quel-
la famiglia,Ieguaci delle parti Impcriali,3c aiutati dal Viceré di Napoli:da' qua-
li riceueua quotidianamente varie oppoiìtionia' fuoi pcnlicri. Et quello, che
neir animo tuo faceua impresone magiJÌore,temeua anco che non gli mettef-
fero in dimcoltà il Pontificato. Imperoche il Cardinal ludetto,huomo ardito,
<Si faftuofo,noa lì conteneua di parlar piiblicamcce di lui^come di afcefo al Pon-
tifi-
Papa Clemente VII. LIBRO PRIMO. 35)
tiiìcaco per vie illegitime: SCiinagnificando le cofe operate dalla cafa Colonna eia 1 3
contraakn Pontefici (come egli diceaa) intrLiiì,& illegitimi^aCTeiongeiia eifer xxvi.
fatale a quella famiglia V odio de' Ponteiìci tiraimi,& ad cfli l'eller riprelTi dalla
virtù di quella : & minacciaua di Concilio > tacendo uiHcio con tutti i ininiftri
Imperialijper indur Y Imperatore a congregnrlo.Di chenon iolo irritato il Pon-
tefice,ma ancora per preucnirc, publicò un leuero Monitorio contra quel Car-
dinale,citandolo a Romajibtto grauilTime pene (5«: cenlurc:nelqual anco tocca-
ua manifeftamente il Viceré di Napoli,^ obliquamente l'Imperatore.
Ma,non palfando prolperamentc la molla d'arme in Lombardia, 3^difFe- 'P^^for-^dà
rendo a comparir l'elfercito del Rè di Francia : & infìcmc elfendo fuccclfa in ^""^^"^ "JTf^
Ongaria la (confitta dell' eirercitoChriftiano,& la morte del RèLudouico: & concili», *
moltiplicando tuttauia in Germania il numero di quelli,che{eguiuano la dot-
trina di Luthero,&. richiedendo rutti un Concilio, che conciliaile una pace u-
niuerfale tra' Chriftiani,& metteife tìne a tanti dilbrdini: il Papa,hauendo pri-
ma compofte le cofe co' Colonneli, &c abolito il Monitorio publicato contra'l
Cardinale : congregato ilConilftorio il dì tredici Settcmbre,con longhifllmo
difcorib commiierò le miierie della Chnftianità > deplorò la morte del Rè
d'Ongaria , & attribuì ogni infortunio all' ira diuina eccitata per i pecca-
ti , confelTando che tutti haueuano origine dalla deformationc dell' ordi-
ne Ec e lefiaftico : moftrò come era necelfario , per placarla, incommin-
cTare (cofi dilfe ) dalla cafa àii Dio : al che voler dar lui elfempio nella pro-
pria perfona : fcusò la moifa dell'armi, èc il proceilo contra i Colonna : ef-
fortò i Cardinali all' emendationede'coftumi : dilfe , che voleua andar' in
perfona a tutti i Prencipi, per maneggiar una pace uniuerfale, rifoluto più
tofto dilakiarlavita , che celfar da quella imprefa,iìn chenon l'hauelle con-
dotta ad cftetto : hauendo nondimeno ferma Iperanza nell' aiuto di Dio , di
vederne la conclufione : laqual ottenuta , era rifoluto di celebrar il Con-
cilio generale, per eftinguer anco ladiuifìone nella Chiefa > & fopir l'here-
fìe. Elfortò i Cardinali, a pcnfar ciafcuno , & proporgli tuti quei ir.ezi , che
giudicaifero poter feruire a quelli due fcopi , d' introdur la pace , & fradicar
l'here/ìe. Si publicò per Roma, & anco per Italia, il ragionamento del Pa- j-r
pa, &: ne fu mandata copia per mano di molti: & quantunque da'fuoi folle rlJvfxl^
molto aiutato conia commendatione , hcbbe però fede allineerò apcrciìo mmte","^"
pochi.
Ma, in Spagna elfendo (late prefentate le due lettere dalNoncio Pontificio ^""^'i g'udìc'^
all' Imperatore , l'unaun di doppo l'altra, eccitò molto pcnficro nel coriic^'^lio '" ^JP^'i"'* ^"-
di quel Prcncipe. Credeuano alcuni d'eli!, che Clcmente,pciitiro dell' acerbità ^'"'j^''!] '^"'^'^
della primajhauelfefcritta la feconda per iTiedicina. Perilcheconfcali;uiar;o, '^'' '' ^"^'^^
che non conuenilfe moftrarnc rii'entimento. Et quella opinione era fomentata
daunadilfeminationelparfadal Noncio , che con la iècoi-ida haueffchauuro
ordinc,{e la prima non era prefentata,di non darla: ma,confegnando folola ic-
conda, rimandarla. I più ienfati ben vedeuanoiche non vi elfendo difrlrcr.za
maggiorcchc d'un giorno j fé folfe flato pentimento^haurebbe il Papaporutoy
^^___ 40 CONCILIO DI TRENTO Papa Clemente VIL
ciò 13 facendo accelerar il Corriere fecondojpreueair il primo: poi non elfer verifimi-
,\xvi. le , che un Prcncipe prudente come quello, lenza gran coniulta folFe venuto a
dcliberatione di u:riuer con tanta acerbità. Però riputauano,chc foire flato un'
artitìcio di proteftare,&: non voler rii'pofta. Et furiroluto>che dall' Imperato-
re foire imitato, rifpondendo parimente alla prima,con i termini conuenienti
alla l'euerità: & un giorno doppo,alla rcconda,correfpondendo alla maniera te-
nuta in quella.
ti cui Ctfare Et colì fu efreguito:& fotto il dicefétte Settembre fcritta dall' Imperatore u-
rijpoHdeinco j^^ lettera Apologetica,che nel Tuo originale conteneua ventidue fogli in car-
formnà, con tabombacina: laqual Mercurio da Gattinara cofi aperta prefentò al Noncìo,
^^Zipul2h- & gliela lc{re,& in fuaprefenzalarigillòj&confegnòiaccio la faceire capitar al
ni, Papa.Ncir ingrelfo della lettera moikò Celar e,il modo tenuto dal Pótefice eifer
difconucniente all' ufficio d'un vero pallore , & non corrifpondente alla filial
oiTeruanzajufatadafe verfo la Sede Apoftolica,& la Santità fua,laqualelodaua
tanto le proprie attieni , & condannaua con titoli di arabitione, &auaritia,
quellediluijchelocoftringeuadimoftrarlafuainnocentiac&incomminciata
la narratione da quello>che pafsò in tempo di Leone,poi in tempo di Adriano>
& finalmente nel Tuo Pontificato, andò moftrando in tutte le fue attioni haucr
hauuto ottima intentione,&; neceflltà d'operare,come haueua fatto : riuoltan-
do la colpa nel Pontefice. Commemorò ancora molti benefici] fattigli,& per il
contrario molte trattationi di efTo Pontefice contra di lui in diuerfe occalioni:
èc finalmentcconclufcche niiruna cofa più defideraua, che la publica quiete,
&;lapaceuniuerrale,&: la giufta libertà d'Italia. Lequali fé anco erano defìdc-
rate dalla Santità fiia,ella doueua metter giù l'arme, riponendo la fpada di Pie-
tro nella vagina: per che,fatto quello fondamento,era facile edificami foprala
pace,(Sc attendere a corregger gli errori de' Lutherani , (S<: altri heretici : in che
haurebbe trouato lui oilequente figliuolo. Ma Te la Santità Tua facelTe altri-
menti , proteftaua inanzi a Dio, & agli huomini, che non fi poteua afcriuer a
colpa fila nilTuna delle finiftre cofe , che farebbono auuenute alla religione
Chriftiana. Promettendo,che fé Sua Santità ammetterà le file giufl:ificatio-
ni, come vere, &c legitime , egli non fi ricorderà delle ingiurie riceuutc. Ma,
fé continuerà contra di lui con l'arme , poi che ciò non farà far' officio di Pa-
dre, ma di parte : ne di pallore, ma di aiValitore : non farà conueniente , che fia
giudice In quelle caufe , ne elfendoui altro a chi hauer ricorfo contro di lui,
per propria giuftificatione, rimetterà tutto allarecognitione &:guidicio d'un
Concilio Generale di tutta la Chriftianità , elfortando nel Signore la Santità
fua,chcdouefse intimarlo in luogo ficuro oc congruo, prefiggendoui termi-
ne conueniente. Perche,vedendo lo flato della C hiefai & religione Chriftiana,
tutto turbarfi,per proueder alla falute propria,& della Republica,ricorre ad ef-
t da elfo ap- ^o l'^cro & uniuerfal Concilio,^ a quello appella di tutte le minacce,& futuri
j>e//Art/ Con- granami.
cilio: La rifpofta alla feconda fu fotto il diciotto:& in quella diceua, Efierh ralle-
grato , vedendo nelle feconde lettere la Santità fua trattar più benignamente,
&di
Papa Clemente VII. LIBRO PRIMO. 41 ^
& di mcglior animo defidcrar la pacc.Laqual fé folle coil inpoteftàdiluidifta- ci3 lO
bilirccome in mano d'altri il muoueu la gueiTa;vcdrebbe qual folFe l'animo luo. xxvi.
Se ben rienejche la Santità fua parli fpintada altri, & non d'animo ipontaneo:&:
fpcra in Dio, che ella debbia piutofto procurar lafalutepublica,chcfccondar
ali aifctti d'altri. Perilche la prega a rifgiiardar le calamità del popolo Chriftia-
no.Imperoche egli chiama Dio in teftimonio,che fempre è per far,che ognuno
conofcajlui non hauer altro fine,che la gloria di DÌ05& la falute del fuo popolo:
come neir altre lettere ha fcritto più diliufamente.
Senile ancora l'Imperatore, lotto il fei Ottobre, al Collegio de' Cardinali, econfemale
Sentir grandifsimodolore,che il Papa,fcordato della dignitàPontilicia,cercaire_/?<'/e cc/ii/cr
turbarlatranquillitàpublica:&,mentreeglipenlaua,perraccordofattocolRè lettere ai Cal-
di Francia, hauer ridotto tutto'l mondo in paccgli foifero ibprauenute lettere ^^ * ^•*''"
<lal Pontefice /quali mai haurebbe creduto douer uìcir da un Padre communc,
èc Vicario di Chrifto:lequali ancora ha creduto eiferftate deliberate non fenza
lor confeglio , penfando che il Pontefice non tratti cofe di tanto raomentoj
fenzacommunicargliele.Penlchefì è molto turbato,vedendo,che da un Ponte-
fice , & da Padri di tanta religioncprocedeirero gucrre,minaccie,&: perniciofì
confegli contra un Imperatore protettore della Chiefa , &c tanto benemerito: il
quaLper compiacer loro,in Vormatia otturò le orecchie alle preghiere portegli
da tutta la Germania, comra le opprefsioni,& grauami,che patina dalla Corte
Roniana:non tenendo conto delle honefte dimande fattegli,che folfe conuoca-
to un Concilio, per ouuiare alle fudettc opprefsioni,che farebbe ouuiare infie-
me all' herefia Lutherana. Che,pcr feruigio della Sede Romana,ha prohibito il
ConuentOjchc la Germania haueua intimato in Spira,preuedcndo,che farebbe
ftato un principio di feparar la Germania dall' obedienza Romana,& ha diuerti-
to i penfieri di quei Prencipi,col promettergli il Concilio.Di chehauendo fcrit-
to al Pon tefice,& datogli e onto,la Santità lua lo ringratiò,che hauelfe vietate il
Conuento di Spira , 8c lo pregò a differir di parlar di Concilio a tempo più op-
portuno. Et egli,per compiacer alla Santità fua, tenne più conto di lodisfarlo,
che delle preci della Germania tanto neceirarie:& con tutto cio,il Papa gli fcri-
ueua hora lettere, piene di querele &imputationi, dimandandogli anco cofe
che non potcua con giuftitia, & con ficurtà fua concedere: dellequali lettere
manda loro la copia, hauendo voluto fìgnificargli il tutto,acciochefouuenga-
no alla Chriftianità cadente,& fi adoprino a diuertir il Pontefice da cofi perni-
ciofa delibcratione , nellaquale fé perfeuererà immobile, lo effortino alla con- reiterando U
uocatione del Concilio,a che quando non voglia condefcendere,fecondo l'or- ^owaw^irf d'm
dine della leggcricerca loro Paternità Reuerendifsimc,&: il facro Collegio,che ^°"" '"'
negando,o dirterendo il Pontefice la conuocatione, debbiano conuocarlo elle»
fcruatb il debito ordinc.Perche,fe effe negheranno di concedergli queftagiufta
dimanda,o differiranno più di quello chefiaconuenientejegliprouedera con
l'autorità Imperiale,ufando i rimedi] giufti & opportuni. Fu prefentata quella
lettera a dodici di Dicembre nel Conciftorio : & infieme anco nel mcdciìmo
luogo fu prefentato al Pontefice un duplicato della lettera,che fu confegnataal
None io in Granata,
F
41 CONCILIO DI TRENTO Papa Clemente VII,
Furono immediate (lampare in diiicifì liiogi ài Germania, Spagna, 3c Italia^
tutte qucftc lettere , &c n'andarono per mano degli huomini molti eilemplari.
Lcperlone,che , fé ben olTeruano li accidenti del mondo, non fono però di
Jopra^ molta capacità,& fogliono viuere,&: regolarfì dagli eifempi) d'altri,&: maflime
^ ' delli grandi: & che,per le dimoflrationi fatte da Carlo contra i Lutherani,cofì
in Vormatia,come in altre occafionia fauorc del Pontificato,teneuano che per
religione,& confcientia, Carlo fauoriife la parte del Papajvedutala mutatione
dcir Imperatore, reftarono pieni di fcandolo ; maffime per quel che diceua,ha-
iiere otturato l'orecchie alle honefte preghiere di Germania, per far piacere al
Pontefice. Et ibcn intendenti hebbero opcnione,che quella Macftà non foilè
ftata ben confegliata a diuulgar un tanto arcano, & dar' occafìone al mondo di
credere,che la riuerenza,dimoftrata verfo il Papa,era un arte di gouerno,coper-
ta di manto della religione. Et oltre ciò , afpettauano>che per quelle lettere fi
douelfe veder qualche gran rifentimento dei Pontefice , hauendo l'Imperatore
toccati due grandi arcani del Pontificato : l'uno, appellando dal Papa al futuro
Concilio, contra le conftitutioni di Pio , &: Giulio fecondi : l'altro , hauen-
do inuitato i Cardinali a conuocar Concilio,incafo della negatiiiadata,o dilar
rione interpofta dal Pontefice : 5c era neceirario, che quello principio tiralTe fe-
ce gran confeguentie.
Squali mn Ma, ficome i femi,quantunque fertiliffìmi, gettati in terra fuori di flagione,
froducono ef- non produconojcofi i gran tentatiu infuori dell' opportunità,riefcono vani. Et
jtm» tanto auuenne in quella occafìone. Perchcmentre il Pontefice trattaua con le
arme fue,(5c di tanti Prencipi,rifentirfi,per douer poi adoperar i rimedi) fpiritua-
li, doppo fatto qualche fondamento temporale ; i Colonnefl , o non fidandoli
„ delle promclFe del Pontefice,o per altra caufa,armati gli huoixiini delle lor ter-
^ne d7"cokn- ^^'*^ ^^^^^ feguacidi quella fattÌGne,s'accaftarono a Roma dalla parte del Bor~
B</^> go,ildì venti di Scttembre:il che melTe gran fpaucto nella famiglmPorificia: (Si
il Papasfopraprcfo alla fproui{la>&; tutto confufo>non fapendo che rifolutione
preadere,dimandauaglihabiti Pontificali folenni>dicendo,voler cofi veftito»
ad imitatione di Bonifacio ottauo, fedendo nella Sede Pontificale, afpettare ài
vedcrfe ardiirerodi aggiunger allaprima una teconda violationedelladignità
■ Apoftolica>nellapropriaperibnadelPontcfice. Ma ceife facilmente al confi*
giio de' tuoi, che lo perfuafero a ialuar laperfonafuaper il corridore nel Ca--
llcllo,& non dar' occafione d'cirer notato d'imprudenza.
tatudl entrano Entrarono! Colonnefl in Roma ,>& faccheggiarono tutta la iupellettile del
i» armi in Palazzo Pontificio ,,&: la Chiefii diS.Pietro. Si ellefcro ancora alle prime cafc.
U^mti, ^q\ Borgo.Ma>facendo refiftenza gli habitanti,& (opraucnendo gli Orfini,con-
trariafattioncyinfoccorfo, furono coftretti ritirarli nell' alloggiamento,ficuro»
che haueuano prefo vicino, portadanondimcno la preda del Vaticano can im-
meniodifpiaccre del Papa; &:in quel luogo ingroirandofiognigiorno più con
aiuni,che giungeuano da Napoli : il Papa,temendo qualche maggior incontro^
V o T'Tj"*! vinto dalla necelUtà chiamò inCaftello D.V^o di Moncada, miniftro Imperia-
U rapa ad H' . , , -O , . . , /^ t /-
m trc^iMt I^>£ conclule con mi tregua per q^uattro melijC'oa condiaone, che i Colonnefi,.
Papa Clemente vii. L I B R O P R I M O. 45
3c i Napoleranijfl ncimirero daRoi-na;& il Papa ritiraire le Tue genti ài Lombar- *^ ^ ^ ^ ^
dracifchecircguendoambiduele pam. Clemente fece ritornar le genti Tue a
Roma/ottopretefto d'olfcrLiare i capitoli della tregua:^ con quelle anTicurato,
XXVII.
fulminò centra tutti i Colonncfi,dichiarandoli herctici,& rcirmaticÌ5(S<: icom- _^^^'" ' f^^'
municando qualunque gli preftaife aiuto,conicglio,o fauore, onero gli delfe ri- „ica„dJ7ctii
certo: &priuò ancora il Cardinale della dignità Cardinalitiarilquale ritrouan- Colon>:efi,
dofìin Napoli , non {limate le ccnfure del Papa j publicò un appcUatione al
Concilio; proponendo non folo ringiuftitia,& nullità de' Monitonjjcenfure, iquali per do
de fcntenze : ma ancoraja neceflìtà della Chiefa uniuerfale , laquale ridotta in ^PP'^{'JP° "^
manifefto efl:erminio,non poteua eller per alcun mezo (olleuata,ie non per la """ "*
conuocatione d'un legitimoConciliojchelariformaifenel Capo,&: ne' mem-
bri: infinccitando Clemente al Conciliojche l'Imperatore haurcbbe conuoca-
to in Spira.
Di quella appellatione,ocitationc jO purmanifcllo,da'partegianide'Co-
ionnefi ne fu aftiiro m Roma di notte fopra le porte delle Chiefc prmcipalij& in ^^^ ^^^^^
diuerfi altri luoghi l'eifemplare > & dilfeminato per Italia: il che a Clemente /7,^«e„,(, , g
causò granperturbationcjilquale abhorriua fommamente il nome di Concilio: turbamento
non tanto temendo la modcratione dell'autorità Pontificia, & de' commodi ^' Clemente^
della Corte, quanto per i rifpetti fuoi propri). Impcroche,quantunq; Leone, -^^'^/'*'" '"***'"
fuo cuginojvolendolo crearCardinalcfaceile prouare,Che tra la madre fua,&il '
Padre Giulianojfolfe promelfa di matnmonio:nondimeno la fallita delle prone
cranotoria:«3<:,febennonviè legge,che prohibifca agli illcgitimi d'afcender al
Pontificato -, nondimeno, l'opinione vulgare é perfua{a,che con tal qualità non
podi dar la degnità Papale.Lo faceua dubitar alfaijche ad un tal pretcflo,fe ben
vano,non folle dato vigore da' fuoi nemici , foftentati dalla potenza dell' Impe-
ratore.Ma,piu ancora temeua,perche, confcio a fc flciro con che arti foffe al'cefo
al Pontificato,& come il Cardinale Colonna hauelfe maniera di prouarlejatte-
falafeueraBolla di Giulio fecondo,chc annulla l'elettionc Simoniaca, & vieta
che polTi edcr conuahdatapcr confenfo luUèguentc ; haueua gran dubitationc,
che non auueniireafe quello,cheaBaltairarCoira,dettoGiouannixxiii.Ma,
che negotiatione folfe di Concilio di Spira, non ho potuto venir in ma(y(TÌor
cognitione,non hauendone trouato mentione,fe non nelManifefto fopradctto,
& appreifo Paulo Giouio,nella vita del fopranominato Cardinale. Nel colmo
di quelli tumulti venne il fine dell' anno, con publicaafpcttationc,& timore>
doue folle per cadere tanta tempcfla.
Pcrilchenelfeguenteannoci3 iDxxvii. andarono iniìlentiolenegotiatio- qu^tmnx-
ni di Concilio, lecondo l'uto delle cole humane,chene' tempi della guerra le "« fiofpiano
prouifioni delle leggi non hanno luogo.Succclfero nondimeno notabili acci- '"S"^'"'''* *-
denti, iquali è neccilario narrare per l'intelligentia delle cofc,chefucedertero -^"^f \"'-^^^''
doppo nella materia, che noi trattiamo. Imperoche,pretendendo il Viceré di Tafliiho T^
Napoli,che il Pótefice,col procedere córra i Colónefbhaueire violata le rrccrua; Cefariani
&c incitato dal Cardinale,!^ altri di quella famiglia,ritornò a reinuiar le t^ccifue
vcrfo Roma.Ec dall' altro camo jiacora, Carlo di Borbone, capo dell' clfercito
F ij
_44 CONCILIO DI TRENTO Papa ClemekteVII.
e 1 3 13 Imperiale in Lombardia , non hauendo da pagar l'eirercito , &c tem.endo che {I
xxvii. ammucinairejO almeno dileguailc,volendolo in ogni maniera conferuare, Tin-
uiòvcrfo loScacoEcclefìaftico'.alcheancoeraincicaco eificaccracnte daGior-
gio Froniperg,Capicano Tliedeico: ilqual haueua condotto in Italia un nume-
ro di tredici in quatordici mila foldati diGcrmaniajquafi tutti adhcrenti alle o-
penioni di Luthcro> non con altra paga, che eoa haucrgli dato uno feudo per
uno del Tuo proprio. Se promelTo di condurli a Roma , mollrandogli la grand'
occafione di predare , & farilricchi in una Città , doue cola l'oro di tutta Eu-
ropa.
^l{omaipre~ Nel fine diGennaro, Borbone pafsò il Po, con tutta queftagentej&s'inuiò
fa.eficcheg- ycrfo la Romagna : dallaqual moifa , Clemente hebbe molta perturbationc»
giata, confìderando la qualità dellagente, & le continue minaccie di Fronfperg, che
apprelTo all'infegnafaccuaportar unlaccio,dicendo,con quello voler' impic-
car il Papa, per inanimir i iuoi a ftar uniti , & fopportar di caulinare, ancorché
non pagati. Lequali cofe tutte induiTero il Pontefice a dar orecchie a Ccfare
FieramofcaNapolitano, ilqual di nuouo venuto di Spagna, gli haueua porta-
to una lunga lettera di Cefare, piena d'offerte ; 6c fattogli fede, che l'Imperato-
re haueua i^entito male l'ingreilb de' Colonnefì in Roma, & che era dehderofa
dipace: indulfe ilPontefice a preftare orecchie adunatrattatione ditregua,la-
qual lì farebbe maneggiata tra lui> 8c il Viceré di Napoli. Et fé ben nel Marzo
foprauenne un accidente d'apopleflìa al Capitano Georgi© Fronlperg, che la
conduife quafi a morte; nondimeno , perche l'elTercito era già entrato nello
ftatoEcclefiaftico,& tuttavia caminaua , in fine del mefe fi rifolfe il Papa di
venir all'accordo, quantunque lo vedeuadouer' elTer con grand' indignità. Se
anco con dar fofpettione a' Collegati, de forfè alienargli dalla fuadifela. Fu a-
donqucitabilita la fofpcnfione d'arme per otto mefi, pagando il Pontefice fcf-
fantamila feudi , 5^ concedendo airolutione dalle cenfure a' Colonnefì , 3c
la reftiti-itione della dignitàalCardinale:al che condeicefecon eftlcmadirE-
eolrà.
Ma, la tregua, fé ben conclufa col Viceré, & fcguita la efborfatiane de' da-
nari,& larcditutione de'Colonnefbuon fu accettata dal Duca di Borbone: il-
qualfcguitando il camino, addì cinque Maggio alloggiò appreifo Roma , &c il
giorno icguente diede l'allilto dalla parte del Vaticano. Doue quantunque i
foldati del Papa, Se la giouentù Romana, maflìmc della fattione Guelfa s.s'op-
poncile nel principio arditamente , de Borbone reftaire morto d'archibugiatas..
nondimeno l'etlerciro entròjfuggendo i defenfori nel Borgo. Il Pontefice, co-
me ne' cafi repentini, pieno di tim.ore,con alcuni Cardinali fi faluònelCaftel-
lo: & quatunque folfe confegliato non fermaruifi, ma pallar' immediate in Ro-
ma,& di làl'aluarfi in qualche luogo ficurojnondimeno, ripudiato il buon con-
feglia,forfe per difpofitione di caufa fuperiore, riloluè di fermaruifi. La Città
ritrouandofi fenza Capo,reftò piena di confufione; in maniera,ch€ nilfun ven-
ne al rimedio>chc farebbe fì:ato proprio in quel tempo, di rompere i ponti, che
fopra il Teucre pairano dal Borgo iiiRQma>ócmet.te£fi.alladifefa:.ilche,fc fof-
fc
Papa Clemente VII. LIBRO PRIMO. 45 _
fé ftato fattojhaurcbbcro i Romani almeno haiuito tempo di retirar Icpcrfone
di cont05& le robe prcciolcjin luogo iicuro : ma,non ctfendo quefto fatco,pai-
faronoi lokbci nella Cittàjlpogliarono non iblo le cale? ma le Chicle ancora,
di tutti gli ornamenti: gittate in terra,& concultate le reliquie, &: altre cofefa-
crc non di valore: fecero prigioni i CardmalijcSvi altri Prelati, facendo anco de-
rilione delle pcri'one loro , con menarli (opra le beftie vili in habico , & con
l'inicgne Pontificali. Certo è, che i Cardinali di Siena,deila Minerua,(3v: Pon-
ceta , furono bene battuti , Se menati viliflìniamente in proceffione : & che i
Cardinali Spagnoli, & Thedcfchi, con tutto che lì fidailero ,pcr elìèr l'eircrci-
to compolto de' ibldati delle nationi loro, non furono meno mal trattati dcUi
altri.
Fu alTediatoil Papa, rctiratonel Caftel S. Angelo :& fu coftrettoadaccor- H Papa ajjl^
darfi,cedendo il Caftello iniiemc a' Capitani Imperiali, Se confegnando la per- duto,e frigia^
fona fua prigione in quello : nel quale anco fu tenuto da loro alfai ftretto : douc "*' .^
eflcndo per le cofe iliccelfe in grandiffima afflittione, (e glien'aggionfe una, fé- '
condala fua ftima molto maggiore. Che il Cardinale di Cortona, ilqual era al
gouerno di Fiorenza per fuo nome,immcdiate udita la nuoua,fi retirò dallaCit- eFìonn-r* ri-
tà,&la lafciòlibcra:laquale,fubito fcacciati iMedici,&; vendicatafì in libertà, bellata»Me-
riordinò il fuo gouerno,& la maggior parte de' cittadini dimoftrò tanta acerbi- «^w-
<à verfo il Papa3& la cafafua,che Icancellò tutte l'infegnc di quelli,etiandio ne'
luoghi loro priuati:^: disformò con molte ferite l'imagini di Leone, &diCle-
mentcche erano nella ChiefadellaNonciata.
Ma rimperatore,riceuuto auifo delfaccodi Roma,»?^ della prigionia del Pa- Cefare finga
pa,diede molti fegni di grandiflìmo dolore,&ne fece dimoftratione col far' im- do/ore,
mediate celiar dalle folenni fefte,che fi faceuano in Vagliadolid,per elfergli na-
to il figliuolo addì ventuno di quel medefimomefe: con lequali apparenze ha-
urebbe fatto fede al mòdo di pietà,& religione,fe infieme co quelle hauelFe im-
mediate commandato almeno laiiberatione della perfona del Papa.Ma il mon-
do,che vide reftar prigione il Pontefice ancora fei mefi, s'accorte quanta ditfe-
rentia fia dalla verità all' apparenza.
Fu dato immediate principio a trattar dell' accommodamento , & liberarlo- * ^^^t^* accor-^
;^^^^_ ^0 col Pome^
na;
ne del Pontefice: «3»: voleua l'Imperatore, che folFe condotto in Spag..c.. -.11^.1- r
cando, come veramente farebbe ftato/ua gran riputationcfe d'Italia in due an- "*
ni follerò ftati condotti in Spagna due coli gran prigioni 5 un Rè di Francia, &c
un Pontefice Romano. Ma,perche tuttaSpagna,& ipecialmente i Prelati,dete-
ftauanodi veder con gli occhi una tanta ignominia della Chrifì:ianità,che fof-
fe menato là prigione,chi rapprefentaua la perfona di Chriftoj cefsò da qucfta
pretenfione,hauendo anco confideratione di non concitarli troppo grand' in-
ùtdia iSc irritar l'animo del Rè d'Inghilterra , delqualc temcua molto , quando^
l'hauelTe conftretto a congiungerfi più ftrettamente , di quel che era con^ion-
to,per la pace publicata nell' Agofto,col Rè di Francia, ilqual haueua cria man-
dato un potente elFercito in Italia, & ottenuto diuerfe vittorie in Lonjbardia.
ConceUe per tanto in fine dell' anno l'Imperatore, Che il Pontefice folFe libc-
^6 CONCILIO DI TRENTO Papa ClementeVIL
^^^ I ^ ratojcon quefta conditionejChe non gli foire contrario nelle cofe diMilanoj&:
XXVIII. Napoli,& perficurtà di cicglimcctellè in mano Oftia, CiLiirà Vccchta,Ciuirà
Calì;tllana,& la Rocca di Forli:&: Stacichi,Hippolito,<5cAlellIindro,riioi nepb-
',- ti.Gii concedellc la Cruciata in Spagna,&: una decima delle entrate Eccleiìafti-
■- - .. chcdi tutti i iuoi Regni.Conciula la liberatione,& riceuuta facoltà di partir di
Caftcllo il dì noue DicemBre,iió lì fidò d'aipettar quel tempo:ma ne ufcì lanot-
tcdegli otto, con pocalcorta j inhabito di mercante, & li ritirò immediate a
Monte Fialcone:& poco fermatolì,dilà pafsò ad Oruieto.
in quefii tur- Mentre i Prencipi tutti ftauano occupati nella guerra, le cole della religione
bamen'.iU re' andauano alterandoli in diucril luoghi : doue per publico decreto de'Magiftra-
ligiones altera n,^ doue per feditione popolare. Imperoche Bcrnajfattounfolenne conuen-
*Uio ^ìiScM '•"''^ ^^' '^^^^ Dottori,& de' forcftieri:& udita una difputa di più giorni, riceuè
* la dottrina contorme a Zurich.EtinBaiilea,perreditione popolarcfurono rui-
nate,&: abbruciate tutte le imagini , & priuato il Magiftrato : <5c, in luogo di
quello,creati altri,<Sc (labilità la nuoua religione. Et dall' altro cantcfi congre-
garono ottoCantonijiquali nelle terre loro ftabilirono la dottrina dellaChiefa
Romana, & fcrillcro una longa eirortatione a' Bernciì , confortandogli a non
farmutatione direligionccomecofachenon può afpertarad un popolo, o ad
una rcgione,ma al lolo Concilio di tutto'l mondo.Ma,con rutto ciOifeifempio
di Bernafu feguitato a Gcneua,Coftanza,& altri luoghi conuicini:& in Argen-
tina,fatta una publica difputa,per publico decreto fu prohibita la Meira,fin tan-
to che i defeniori di quefta dimoftralfercche foife culto grato a Dio,non oftan-
te che dallaCameradiSpiraglifoirefattauna grande,& longarimoftranza,che
non folo ad una Città, mane anco a tutti gli Ordini dell' Imperio, folfe lecito
farinnouationediriti,&: dottrinajelfendo ciò proprio d'un Concilio Generale,
o Nationale.
m'ì} in Ital'u Ii^ Italia ancora,clTendo quefti due anni fenza Papa, e fenza Corte Romana;
M^' &,parcndo che le calamità di quelli foilcro elfecutione d'una fententia diuina
contraquclgoucrno , molte peilones'accoftarono alla riforma: & nelle cafe
priuateindiucrfe città, maffimeinFaenzajtcrra delPapa,fipredicauacontrala
ChicfaRomana,5c crcfccua ogni giorno il numero di quelli,che gli altri dice-
uano Lutherani,&: efli fi chiamauano Euangelici.
j^pmaèllbe- L'anno fegucnte ciò io xxviu. l'cilcrcito Francefe fece gran progrelFo nei
tatadaH'eJir- Regno diNapoli,occupatolo quali tutto: il che coftrinle i Capitani Imperiali
cifo Cefareo, ^ condur l'eifcrcito fuori di Roma molto diminuito:parte per quelli, che,cari-
chi di preda,la vollero códurre in lìcuro; Se parte per la pefte,che causò in loro
gran mortalità. I Collegati faceuano grand' inftantiaal Pontefice, ChcelFendo
Romalibcrataperneceirità,& non per volontà dell' Imperatorcnonhauendo
più bifogno di temporeggiar con lui,in quell' occafionc lì dichiaralfe congion-
r'^ ^^t^èrì% '■^ ^°'^ loro,& proccdelle contra lui con le arme fpirituali,Ck lo priuaife del Re-
é-p^ìnaplL gi'^o di Napoli,& dell' Imperio.Mail Papa,colìpcreirerftanco da' trauagli,co-
inetc per rku- mc anco,pcrche,reftando i Collegati fuperiori, haurcbbono mantenuto la li-
perar Fioren- berta di Fiorenza, il gouerno dellaquale egli pia defideraua di ricuperare, che
=i?* di
Papa Clemente VII. LIBRO PRIMO. 47
di veiidicarfi delle ingiurie riceimte de Carlo 5 fece rifoliita dclibcratione, di cio i3
non eifer contrario,anzi di congiongeriì con lui,alla prima occafìoncper ricu- xxix.
perar Fiorenza. Laquale certo era,chc fé il Rè di Francia>& i Vcneciani,foirero
reftati fapcriori in Italia,haurebbero voluto manten,er in libertà.Tenendo non-
dimeno qucfto per all' hora nel petto fuo, fi fcusò, che per la pouertà , & impo-
tenza fua,farebbe flato di grauezzaA^ non di giouamento a Collegati : &c che
la priuatione dell' Imperatore folleuarebbe la Germania per geloiìa, che non
pretendeire di applicar a fc l'autorità di crear l'Imperatore. Lnqual rifpofta ac-
corgendofi che da' Collegati era penetrato doue miraua, come era eccellente
in coprir' i fuoi diifcgni , faceua ogni dimonftratione d'hauer deporto tutti i
pcnfìeri delle cofe temporali: fece per molti mczi intendere a' Fiorentini, ef-
ler' alieniffìmo dal pcnfiero d'intrometterflnel lor gouerno: {blamente deiìdc-
rare che lo riconofceirero come Pontefice >& non più di quanto faceuanogli
altri Prencipi Chriftiani: che non perfeguitalfcro i ilioi nelle cofe loro priua-
te : fi contentairero che nelle fabriche de' fuoi maggiori vi folFcro l'infegne lo-
ro: d'altro non parlauajche della riforma della Chief a,& di ridurre i Lutherani:
che era rifoluto andar' in Germania in perfona , ik dar tal efrempio>che tutti fi
farebbono conuertiti.Et con tal termini fempre parlò tutto quello annorin mo-
dojche molti credeuano certo,che le velTationi mandategli daDio per emenda-
tione,haueirero prodotto il debito frutto.Ma le cofe/eguite gli anni doppo,fe-
cero credere alle perfone pie, che fo (fero fiata femenza gettata fopra la pietra»
ouero apprelfo la flradaj&a'piuaimedutijchefoireroefcaper addormentarci
Fiorentini.
Nel fegucnte anno cio i^xxix. maneggiandofi la pace tra Imperatorc,& il entra m trat^
Rè di Francia , rimelTo l'ardore della guerra,fl ritornò alle trattationi di Conci- '«^0 "^ Cejk*
lio. Imperoche,hauendo Francefco Quignones , Cardinale di Santa Croce, "*
venuto di Spagna , portato da Cefare al Papa la rilairatione di Oflia , & Ci-
uità vecchia, & altre terre della Chiefa, confegnate a' Miniflri Imperia-
li per fìcurezza delle promelTe Pontifìcie ; infleme con ampie offerte pcrpar-
te dell' Imperatore j Clemente, attefalatrattationc di pace col Rè di Francia,
che fi maneggiaua ; &, confiderando quanto gli interefli fuoi ricercaircro,
che il congiongeire flrettamente con Carlo , gli mandò Girolamo , Vefco- condufo h
uodi Val'oiie , fuo Macflro dicala, in Barcellona >per trattar gli articoli del- ^^rcdlonois'
la conucntione : alla conclufìone de' quali ficilmente fi venne, prometten-
do il Papa l'inuefllFùra di Napoli > con cenfo foiod'un canal bianco, il iut-
pafronato delle ventiquattro Chiefe, pair© alle lue genti , & k corona Im-
periale. Dall' altro canto > l'Imperatore promettendo di rimettere in Fioren-
za il nipote del Papa, figliodi Lorenzo, & dargli Margarita, fua figlia natura-
le per moglie , & aiutarlo alla ricuperatione di Cernia , Rauenna , Modena,,
& Reggio , occupategli da' Venetiani, & dal Duca di Ferrara, Conucnne-
ro anco di riceuerfi infìeme alla coronatione con le ceremonie confuete. Sa-
lo un articolo fu lungamente difputato, proponendo i Pontifici], che Carlo,,
^ Ferdinando , fi obligairero a coilringer con le armei Luthcrani a ritornare
48 CONCILIO DI TRENTO Papa Clemente VII.
ci3 13 all'ubedienza della Cliiefà Romana , Se richiedendo gli Imperiali , che, per
XXIX. ridiirglijil Papa conuocaire il Concilio generale : fopra che, doppo longa dif-
cen dar in- cLillìoiic , elTcndo nel rcflo conueniiti , per non troncare tanti altri impor-
tentione di j..^,-jj.j tjjifcgni , lopra iquali erano in buon appuntamento , fu deliberato in.
Conci lOf quello articolo ftar ne' termini generali: & concluib,Che,per ridurre i Luthc-
rani all' unione della Chiela , il Pontefice s'haurebbe adoperato con i me-
zi fpirituaii: 3c Carlo ,& Ferdinando, con i temporali: iqualifarebbono an-
co venuti alle armi , quando quelli foifcro ftati pertinaci : & il Pontefice in
quel calo farebbe obligato ad operare, che gli altri Prencipi Chriftiani gli por-
gclfcro aiuto.
In quello tenore fu conclufa la confederatione con molta allegrezza di Cle-
mente,& marauiglia del mondo : com.e, hauendo perduto tutto lo flato, & la
riputatione, incolìbreuetcmpofoire ritornato nella medefima grandezza: il
che in Italia,laqual vide un' accidente coli pieno di varietà , anzi contrarietà,da
ciafcuno era attribuito a miracolo diuino:& dalli amatori della Corte,afcritto
adimoflratione difauoredi Dioverfo lafuaChiefa.
diche il Pap* Ma in Germania, effendo intimato un conuento in Spira , alqual fu da-
dà. pane ad»- to principio li quindici Maizo, vi mandò ilPapa,GiouanniThomafo dalla
na Dieta, in MirandoLì, per eilortare alla guerra contra il Turco, promettendo di contri-
Spir^i |-m^j. Q^Q ancora quanto gli concedeirero le fue forze, eifaufte per le calamità
patite negli annipaffati : & ad aflicurare di adoperarfi con ogni fpirito per ac-
cordar le diflerenze tra l' Imperatore, & il Rèdi Francia : accio , quietate tut-
te le cofe, & leuati tutti gli impedimenti , fi poteife attender quanto prima al-
la conuocatione , & celebratione del Concilio, per riftabilire la religione in
Germania.
.. , . Nel Conuento fi trattò prima della religione : &; i Catholici penfarono di
battolici prò- niettcr dilfenfione tra li auuerfarij,diuifiin due openionijfeguitando alcuni la
cucciano met- dottrina di Luthero,& altri quella diZuinglio, fé il Lantgrauiodi Haflìa, per-
der dijfenjìoney fona prudente,& auucduta,non hauelle ouuiato al pericolo : inoltrando, che la
« diffiden'^a cliffereiitia non era di momento, & dando fperanza, che s'haurebbe facilmente
neUapaneM- concordato: & moftrando il danno, che farebbe nato dalla diuifione, e'iuan-
^'^^^' taggiojche haurebbono hauuto gli auuerfarij.Doppo longa difputa nella Die-
ta, per trouar qualche forma di compofitione , finalmente fi fece il decreto,
^°dccommo- ^^^ ' elTendo (lato con finiftre interpretationi ftorto il decreto dell' anterior
iamente, Conuento di Spira a defender ogni abfurdità d'openioni ; de per tanto eifendo
necelfario bora dichiararlo,ordinauano,che chi haueua olFeruato l'Editto Ce-
fareodiVormatia,doueiIè continuare nell'oileruatione, coftringendo anco a
ciò il popolo fino al Conciliojilquale Celare daua certa fperanza che douellè
elTer prello conuocato : 5c chi haueua mutato dottrina , & non poteua retirarfi
fenza pericolo di teditione, iìfermaiFc in quello,che era fatto, noninnouando
altro di più, fino al tempo del Concilio: che la Melfa non folfe leuata,ne meno
poftole impedimento in niiUm luogo, doue folTe introdotta la nuoua dottri-
na: che l'Anabattefmo folfe interdetto fotto pena capitale, fecondo l'Editto
publi-
Papa Clemente Vir. LIBRO PRIMO. 4;^^
publicaro dall' Imperarorcilqual ratificauano: & che circa le prc«{khe,6cfl:am- eia la
pe,foirero iemad i decreti delle due ultime Diete di Norimberg,a:eioè, che i xxix.
predicatori iìano circonipettijfi guardino dall' oifcnder alcuno con parole, non
diano occalione al popolo di ibilcuariì contra il Magiftratojuon propongano
dosami nuoui,oucro poco fondati nelle l'acre lettcrc:maprcdichino l'Euangeiio
fecondo l'interpretationc approuata dalla Chiefaifenza toccar altre coicchc
fono indirputajaipettando la determinatione del Conciliojdoue farà il tutto le-
gitimamcnte deciib.
A quello decreto s oppofero l'Elettor diSaironia,&: cinque altri Prencipij cnmradcmd*
dicendo, Che non conueniua partirfi dal decreto flitto neli' anterior Dieta, '"''" P'jnci-
nellaquale fu concclFo a ciafcuno la propria reliaione,lìno alConcilio:ilqual ^'' "!"'''■' pre~
decreto eilendo tatto di commun conienio di tutti, non li potcua,lc non con condlìot
commun confenfo, mutare. Che nella Dieta di Norimberga fu molto chiara-
mente veduta l'origine , S>l caufa delle dilIènfioni:,Sc il medefimo Pontefice la
confefsò, al quale furono mandate le dimandc,<S: efplicati i Cento grauairii:nc
per quello lì era veduta alcuna emendatione. Che in tutte le deliberationi Tem-
pre era (lato conclufoinoneller viapiu efpediente per leuar le controueriìcche
il Concilio.Quale mentre s'afpettajl'accet tar il decreto fatto da lorojfarebbe un
negar la parola di Dio pura,(5«: mondaxSc il conceder la Meira,e rinouar gli dif-
ordini. Che lodauano ben quella particola. Di predicar l'Euangeiio fecondo
l'interpretationi approuatedallaChiefauna però reflaua indubbio,qual folTe là
vera Chiefa.Che il ftabilir un dee reto coli olcuro, era aprir la ftrada a molte tur-
be , & controuerfie: & che però in nillun modo voleuano afsentir al decreto:&:
del fuo parer n'haurcbbono dato conto a tutti , & a Celare ancora.Et mentre
che fi darà principio ad unConcilio Generale di tutta laChriftianità,ouero Na-
tionale ài Germania, non faranno cofa, che con ragione pofllcirere repro-
bata.
A quella dichiaratione fi congionfero quattordici Città principali di Ger- injlms con
vn^mr.èc da quello venne il nome de' Protellanti,col quale fono chiamati quel- "»o^*e "ttÀ,
li,che feguitano la religione rinouata di Luthero.Imperoche quelli Prencipi,&: ""'^' ^*'"'" .
Città,diedero fuora laloro protefta,&: appellatione da quel decreto a Cerare,& pTmT"^''
al futuro Concilio Generale, ouero Nationale di Germania,&; a tutti i giudici
non fofpetti.
Etjperchefiè fatta mentione della differentia d'opinione nella materia dell' orlggime ielU
Euchariftia,traLuthero,&Zuinglio:è ben narrar qui,come eifcndo principia- diferen-^^sn'
ta la rinouatione della dottrina in dueluoghi,&; da due perfone independcnti cramemarie
Tuna dall' altra:cioè,da LutherOjinSailònia 5 &:da Zuinglio,inZurich,efsi fu- *''J ^"^^f****»
tono concordi in tutti i capi della dottrina,lìno al m.d. xxv. $^ all'hora nell' ef- * "'"^ '"'
plìcar ilmiftcrio del Sanrifllmo Sacramento dell' Euchari{lia,fe ben s'accorda-
rono ' ambidoi con dire , che il Corpo , & il Sangue di Nollro Signore Giefu
Clifift'ó fono nel Sacramento folamentein ufo, & fonoriceuuti col cuorc,&
co'rlla fede; Nondimeno infegnauaLuthcro,chele parolcdettedaNoftroSi-
gnorcQuelloèilmio corpo,debbiano elfer riceuutc in fenfonudo,& fempli-,
G
yo CONCILIO DI TRENTO Papa Clemente VII.
CI 3 13 ce : & in contrario,infegnauaZuinglio,che erano parole figurate^ fpiritualmen-
XXIX. te, & facramentalmence,non carnalmente intefe : & la contentioiie s'accrebl>e
Tempre >& feceiì ogni giorno pia acerba > mafliìme dal canto di Martino ; il-
quale la trattaua con maniera alfai afpra verfo la contraria parte. Et quefto
diede materiaa' Catholici nella Dietadi Spira>tcnuta quefto anno > di valer-
fene ( come s'è detto) a metter in diffidentia> ócdifguftouna parte con l'altra.
Ma il Lantgrauio d'Affia, che, fcoperto l'artifìcio delli auucriarij , haueua te^
miti i Tuoi in concordia, con {peranza di conciliare le contrarie opinioni, co-
fi per mantener la Tua promella , come per ouuiare a' pericoli futuri ;, procurò,
cheiIveni(reacolloquio,rollecitc>iSuizzeri>che doueifero mandare i iuoi;&
airegnò luogo per la conferentia la Città di Marpurg > per tutto l'Otrobbre
dell' iftefto anno m. d. xxix. Là lì ridulfero, di SalFonia > Luthero con doi
difcepoli , & di Suizzeri Zuinglio , & Ecoiampadio. Difputarono Luthero>
& Zuinglio, (blamente ; & la difputa continuò più giorni : con tutto ciò non
fu mai poflìbile, che conuenilfero : o foife quefto, perche, elfendo palfatala
^ controuerfia tanto inanzi ,pareuache fi trattale dell' honore delli autori : o-
"uero perche,comeauuienein tutte lequeftioni verbali, la tenuità della diffe-
renza è fomento dell' oftinatione : o per quello, che Martino , doppo qualche
tempo/criire ad un amico, che,Y:edendo molto moto eccitato, non volfccon
ia forma di dire Zuingliana,ropra modo abhorrita da' Romanifti,rendere i fuoi
Prencipi più eftblì , & efporgli a pericolo maggiore. Ma, folle qual fi voglia
di quelle lacaufajuna più uniuerlale è ben vera, che piacque allaMaeftàdiui-
na fcruirfì di quella difterentia d'opinioni, per diuerfì effetti feguiti doppo. Fu
aecelTario metter fine al colloquia lenza conclufìone,Xe non che conuenneroj
per opera del Lantgraaio,in quefto, che>cirendo d'accordonelli altri capi, do-
uelTero per l'auuenire aftenerfì dalle acerbità in quefto particolare : pregan-
do Dio,che moftraife qualche lume di concordia. Laqual conclufìone,quan-
tunque deliberata con prudenza ; &. , come eflì diceuano , con carità , non fc-
guitada fuccelfori, ritardò affai il progrefTo della rinouata dottrina. Perche,
nelle caufe di religione,ogni fabdiuifìone è potente arma in mano, della contra-
ria parte.
il Papaie Ce- ^^^ elTendo, come fi è detto, conclufa la lega trai Papa, &c l'Imperatore i e
[art fi trouano fermato l'ordine per la coronai ione, fu deputata per quefto effetto la città di
infierite in Bo- Bologna : non parendo al Papa conueniente , che quelk folennità fi faceile in
Lagna, Roma,con l'interuento di quelli,che doi anni prima l'haueuano faccheggiata:
cofa che fu anco grata a Carlccome quella>che faceua le ceremonie di più bre-
ue ifpeditione : il che era defìderato da lui>per pafTar in Germania quanto pri-
ma. Arriuò perciò in. Bologna prima il Pontefice , come maggiore : & poi
rimpcratore,addì cinque di Nouembre :,doue fi fermò per quattro mefl, llabi-
tando in un ifteifo palazzo col Papa. Molte cofe furono trattate da quefti due
Prencipi, parte per quiete uniuerfale della Chriftianità ,& parte per interellè
dell' uno,& dell' altro.Le principali furono,la pace generale d'Italia, & l'eftin-
tione de' Proteftantiin Germania. Dellaprimaanoii appartiene alfoggetto
che
Papa Clemente VII. L I B R O P R I M O. ff
che il aatca,parlare:maper qiiello,che tocca a' Pioteftanti,da alcuni confcglien e 1 3 id
di Cefare era propofto,che,confidcraca la natura de'Tedefchijtenaci della liber- xxix.
tà , foife meglio con mczi roaui>&: dolci rapprerentationi,& diilìmulando raoi- «^ "« rimefpt
te cofe, operare che i Prencipi all'obedicncia Pontifìcia ritornalfero. Perche, y^ f'^''f''>^f^
ellèndo ieuata quella protettione a' nuoui Dotton,al rimanente farebbe facil- "" """ '"*
mente rimediato. Et per far quefto,ilvero,& proprio rimedio effer il Concilio:
cofì>pcrchedaloroerarichiefto5comeanco,perchea quel nome auguft;oj&: ve-
nerandojOgnuno s'inclinerebbe.
■ MailPontefìce,chedinifrunacorapÌLitemeua,chediunConcilio:&mafsi- difuaCo dal
me > quando foife celebrato di là da' monti, libero>& con interuento di quelli, i^'^p^p^rmoL-
che già apertamente haueuano fcoiro il giogo dell' obedienzaivedeua benifll- '* *'*^'<""»
mo > quanto foiFe facil cofa > che da quelli follerò perfuall anco gli altri.Oltre di
■ ciò conlìderaua,che,re ben la caufa lua era commune con tutti li Vefcouijiquali
le nnouate opinioni cercauano di piiuare delle ricchezze poifedute; nondime-
no anco tra loro , Se la Corte Roraana.reftaua qualche materia di dilguftijprc-
tendendo eflì,che folle ufurpatalorolacollationede'benefìcij>conlerererua-
tioni,&:preuentioni;& ancora Ieuata gran parte dell' amminiftrationc,& tirata
a Roma con euocatione di caufe , rileruationi di dilpenfe i 8c afiblutionii
& altre tal facoltà, che già communi a tutti i Vefcoui, s'haucuano i Pontefici
Romani appropriate. Onde fi figuraua , che la celebratione del Concilio
douelTe eifer' una totale diminutione dell' autorità Pontifìcalc.Perilche voltò
tutti i fuoi penfied a perfuader l'Imperatorcche il Concilio non era utile per
quietare i moti di Germania: anzi pernitiofo per l'autorità Imperiale in quelle
Prouincie.Gli conflderaua due forti di perloneinfette5lamoltitudine,& i Pren-
cipi , & Grandi:eirer verifimile,che la moltitudme fia ingannata:ma il ibdisfarla
nella dimanda del Concilio,non eirer mez o per illuminarla,anzi per introdur la
licentia populare. Se fi concedeilè di metter in dubio,o ricercar maggior chia-
rezza della religione,haurebbe immediate pretefo di dar anco legge ai goucrno>
& con decreti reftringer l'autorità de' Prencipi:&,quandohauefrero ottenuto
dieiraminare,&; difcutere l'autorità Ecclefiaftica,impararebbono a metter diiH-
còltà anco nella temporale. Gli moftrò elfer più facile opporfi alle prime
dimande della moltitudine , che doppo hauerla compiaciuta in. parte , vo-
lergli metter termine. Quanto a' Prencipi, de Grandi, poteua tener per cer-
to , eflì non hauer fine di pietà , ma d'impadronirfi de' beni Ecclchaftici,
& diuentar airoluti , riconofcendo niente , o poco l'Imperatore : Se mol-
ti di loro conferuarfi intatti da quella contagione,per non hauer ancora fco-
perto l'arcano : ilqual fatto manifefto,tutti s'addrizzeranno allo ftcfTo fcopo.
Non clfer dubio , che il Pontificato , perduta la Germania , perderebbe af-
fai: maggior però farebbe la perdita Imperiale, & della cala d'Auftria. A che
volendo prouedere , non haucua altro mezo , che feueramente adoperare
l'autorità , & l'imperio , mentre la maggior parte l'ubidiua : nel che era
nccelfana la celerità ; inanzi che il numero crefca maggiormente , & ila
fcoperto dall' uniuerfak il ammodo > che vilia> fegucndo quelle opinioni.
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^__5i CONCILIO DI TRENTO Papa ClementeVII.
ci 3 1 3 AWa^é-czìtì canto neceiTariajnicnte elTer pia contranojche trattar di Concilio:
XXX. peixhcjqiiantLinqiie ognano v'inclinaire,& non vi foire pofto impedimento al-
cuno^nó (1 porrà però congrcgare>re non con longhezza d'anni,ne trattar le co-
icjlc non con proliffità: ilchc folo voleua coniìdcrarc : perchc,parlare dclli im-
pedimenti, cheileccitercbbonopcr diucriì interelTi di perfone, che con vari
precedili opponerebbonoj interponendo dilatione per il meno, a fine di venir-
fingendo non ^e a niente,tarebbe cola infimita-ElIer fparfa fama,che i Pontefici non vogliono
, Concilio,per timorcchc l'autoricà loro lia riftretta: ragione, che in lai non fa
impreilione alcuna,e[rendo l'autorità faa data da Chrifto immediate: conpro-
meifa, che manco le porte dell' inferno non potranno preaalcre contra quella:
&i hauendorcfperienzade' tempi pattati moftrato,che,per niifun Concilio cc-
lebratOjè (lata diminuita l'autorità Pontificale:anzi,che/eguendo le parole del
Signore,i Padri l'hanno fempre confeirataallolata, 3c illimitata, come è vera-
mente. Et,quando i Pontetici,per humilcà, o per altro rilpetto,lilono aflenuti
d'ufarla intieramente, i Padri fono (lati autori di fargliela metter tutta in ellè-
cutione.Et quello può veder chiaro>chi leggerà le cote palfate : perche fempre i
Pontefici fi ibno valuti di quedo mezo contra le nuoue opinioni di heretici. Se
in ogni altra neceflità,con aumento dell' autorità loro.Et,quando fi volelfe an-
co tralafciar lapromeifa di Chrifto,che è il vero,&: unico fondamento; & con-
fìderar le cofe in termini humani, il Concilio confta di Vefcoui:&; a' Vefcoui ìx
grandezza Pontificia èutile>perche da quella fono protetti contrai Prencipi>
&c popoli. I Rè,& altri foprani ancora , che hanno intelo , &c intederanno ben
le regole di gouerno, fempre fauoriranno l'autorità Apoftolica ; non hauendo
altro mezo di reprimcre,&: tener in ufficio iloroPreiati,quando hanno fpirito
di trapallare il grado proprio. Conclufe il Papajclfer nell' animo fuo tanto cer-
to deil'edltOjchepoteaa parlarne come Profeta:&afFermare,che facendo Con-
ciliojfcguircbbono maggiori difordini in Germania. Perche chi lo richiede,
mette inanzi per preteftcdi continuare fino all' hora nelle cote attentate: qaà-
do da quello le openioni loro faranno codannate, che altro non puoiuccedcre;
piglicranno altra coperta per detrahcr al Concilio:&; per fine l'autorità Cefarea
in Gcrmaniarcfteràannichilata,&in altri luoghi concutfa : la Pontificia in
quella regione li diminuirà, & nel rello del mondo s'amplificherà maggiormé-
tc. Ec però tanto pia doucua Cefarc creder' al parer fuo,quanto non era mollo
da proprio interelicma da deliderio di veder la Germania riunita alla Chiefa,&
r^^j l'Imperatore ubedito.Che era irreufcibiie,fe non li foife trasferito m Germania
, ^w.ijortanao r .. r \> ■ ^ ■ ■ ir i
Cefare i ali" qi-^anto prnr.a,(3i: nnmediate utata l autonta,con mtnnare, che lenza alcuna re-
ufo delt au- plica folfeeireguita lafententiadi Lcone,*S: l'editto di Vormatia,non afcoltan-
toricàj&alla Jq qualunque cofa i Proteftanti iiano per dire,dimandando o Concilio,© mag-
pr'^ai gj^j. inftruttione: o allegando la loro appellatione , 3c protetta ; o altra ifcufa-
tione: che tutti non poliono clfer fé non prctefti d'impiecà: ma>al primo incon-
tro di dilubedientia, pattando alla forza, laquale gli t'arebbe ftata facile ufare
contra pochi,hauendo tutti iPrencipiEcclelìaftici,& la maggior parte de' Se-
colari,che s'haurebbono armato coniai a quefto effetto : che colij & non altri-
mcn-
tttnt
Papa Clemente VII. LIBRO PRIMO. y, _^ ^
mcntijconuicne all' Ufficio dell' ImperaroiT , Aaiiocaro della ChiefaRonian.ij e i ^ 1 3
& al CTÌuramenca £itto nclLi coronacioiie d'Aquilgrana, ^ eh? donerà fare nel xxx.
riceuer h corona , per mano (uà. Finaimencc , cllcr cola chiaraj che la tenuta
del Concilio, & qualunque alerà trattatione,o negociacione,che (ì intiodiicd-
fe inquefta occalionejneceilariamente tciiriinerebbe iniinaguciLa. Elfcv' a-
donque meglio tentar di componer quei dilordini col vigor dell' imperio >5v:
alfoUito commando:cola>chc lì può reputar doiicrriutciriacilracnre : &, quan-
do ciò non lì potelTe ben crfectuare, vcnu' più toRo alla forzasi: arme5chc rilai-
ciar il freno alia licentia popolare , alla ambitionc de' grandi , iv alla peruerUtà
degli hcrelìarchi.
Quelle ragioni , fé ben difdiccuoli in bocca <^iì Frate Giulio de' Medici , Ca- '^f^^ Ccfureji
ualier di Malta (che cofi fi chiamaua il Pontefice , inanzi lulfe creato Cardina- f""^^*
le) non che di Clemente Papa fettimo, valfero nondimeno apprelTo Carlo,aiu-
tate dalle perfualioni di Mercurio da Gattinara , Cancellicr Imperiale, & Car-
dinale : alqual fece il Papa molte promelle, & particolarmente d'hauer rifguar-
do a' fuoi parenti, & dependenti 5 nella prima promotione de' Cardinali > che
preparauafare:& anco dalla propria inclinatione di Ce(are,d'hauer' inGerma-
jiia imperio più alFoluto di quello, che fu conceiro al luo Auo, &c all' Auo del
Padre.
Si fecero in Bologna tutti gli atti, & folite cercmonie della coronatione, epercloìnù'
allaquale fu dato compimento addì ventiquattro Febbraro:&: Cefare rifolu- '"'^ «»« D/e-
todipalfar perfonalmente in Germania, per metter fine a quei difordini ,in- *a '"-^^S""
timo la Dieta Imperiale in Augufta per li otto Aprile, & nel Marzo fi pofc in
viaggio. '
Partì l'Imperatore da Bologna con quefta ferm.arifolutione,di operare nel- alUquaU tgU
la Dieta con l'autorità, & con l'imperio ; fu che i Prencipi fcparati ritornaile- arrida colca-
ro air obedicnza della Chieia Romana; & prohibir le prediche, & libri del--^W'^^^'*"^
larinouata dottrina: &c il Pontefice glidiede in compagnia il Cardinal Cam-
peggio, come Legato, che lo feguiile nella Dieta. Mandò ancora Pietro Pau-
lo Vergerlo , Noncio al Rè Ferdinando , dandogli inUruttione di operare con
liti, chcnella Dieta non fi difputallè , ne fi denberaiFe coia alcuna delia religio-
ne ; ne meno Ci rifoluefie di far Concilio in Germania a quello effetto : &,per
hauer quello Prencipe fauoreuole,ilqualc, come fratello di Ceiarc,&; chec-
ra flato tanti anni in Germania, penfaua che doueife poter molto, gli concelTè
di poter cauar una contributione dal Clero di Germania,per la guerra contra i
Tiirchi;& di poterfi aìico valere delli ori,& argenti,deputati ad priiaiiienro del-
le Chiefc.
Alla Dieta arriuarono quafi tutti i Prencipi inanzi Cefare, ilqual vi gionfc ihjuji/e um^
addì tredici di Giugno, vigilia della Feda del Corpus Domini : (Jk intcruenne dt impegnar
allaprocedìone ilgiorno feguente,nonhauendo però potuto ottenere, che i il-^4foncmW
Prencipi Proteftanti ficontentalfero d'elTer prefentiilaqualcofaelfendo feriti- ^^^'^^"V ^
ta con diremo difpiaceredal Lcgato,per il pregiudicio fatto al Pontefice con ^1^]^^" '^^'^
quella (diceua egk)contumacia,per fuperar quello paflo,(Sc flir interuenire alle ?«9jh«,
G iij
54 CONCILIO DI TRENTO Papa ClementeVII.
e 1 3 13 ceiremonie della Chiefa Romana i Proteftanti» fu autore, che Ccfare, otto gior-
XXX. ni doppojdouendofi darpnncipio alla radunanza, ordinò all' Elettore di Sallb-
nia, che portalfe la ipada inaiizi, fecondo il fuo ufficio nelf andarej *S^ (lare alla
MclLi. Air Elettore pareua di contrauenir alla profeffione fua, fé condefcende-
ua3 & di perder la dignità fua,riculando:hauendo prefentito,che,fopra lafuarc?
pugtianza, Cefare era per dar l'honore ad un altro. Ma fu confegliato da' fuoi
Theologijdifcepoli diLuthero , che, fenza alcuna ofFefa della fua confcientia>
poteua farlojinteruenendo come ad unaceremonia ciuilc, non come areligio-
la: con l'eirempio del Profeta Elifeo, ilquai non hebbe per inconueniente, che
il Capitano della militia di Soria,conuertito alla vera religioncs'inclinaflè nel
tempio dell' Idolo,quando s'inclinaua il Rè, appoggiato fopra il fuo braccio.
Schtvarijfo- Confegliojche da altri non era approuato,potendolì da quello conciudere,chc
tioigitidkij: ad ognuno folle lecito interuenire a tutti i riti d'altra religione , come a cere-
monie ciuili : non mancando a qual il voglia perfona ragione di nccelfità, ouc-
ro utilitàjche l'inducaall' interuento.Ma altri a^prouando il confeglio,& lade-
liberatione dell' Elcttote,concludeuano appreilo,che fc i nuoui Dottori hauef-
fcro ufato per ilpalfato, oc ufalFero all'auuenire quella ragione,in moke occa-
(ìoni non farebbe aperta la porta a diuerfi inconuenienti : douendo, con quell*
eirempio,eirer lecito a ciafcuno,per confcruar la dignità propria, o io ftato fuo»
o la gratia del fuoSignore,o d'altra perfona eminente,non ricufar di predare af-
(Iftenza a qualunque attione;allaquale,fe ben gli altri interuenilTero come ad at-
to religioio,eiro vi afliftellè come a cofa ciuile.
ieon^glifeirt' In quella Meira,inanzi rOfFertorio,fece una oratione Latina Vicenzo Pim-
tidcl Papa, e pinello , Arciucfcouo di Rofano , Noncio Apollolico : ncllaquale non parlò
dt Cejarcjco' ^qj^^q jj cofa alcuna fpirituale,oreligiofa: ma folo,rimprouerò alla Germania
i-'"' me dtl ^'^^^^^ fopportato tanti mali da' Turchi fenza vendicarli: &c con molti eifempi
Nontio, ^^' Capitani antichi della Republica Romana,gli elfortò alla guerra contrà lo-
ro. Il difauantaggio della Germania dille cirere,perche i Turchi ubediuano a un
folo Prencipe:doae in Germania molti non rendeuano obedientia: che i Tur-
chi viuono in una religione, & i Germani ogni giorno ne fabricano di nuoue»
& lì ridono della veccliia,come rancida : gli riprefc,che,volcndo far mutationc
di fede,n6 ne hauelTero cercato almeno una più fanta,& più prudéte.Chcimi-
tando Scipion Nafica,Catone,il popolo Romano, Se i loro maggiori, haureb-
bono oiferuato la Catholica religione:gli eirortò finalmente a lalciar quelle no-
uita, (Se attendere alla CTuerra.
t più chUrx- Nel primo confello della Dieta, il Cardinal Campeggio,Legato,prefcntò le
mente peri o- \^^x.l<z^Q della fua legatione, &c fece una oratione Latina nel conucnto, in prefen-
ramne e e .^. q^^ j foftanza dellaquale fu , Che , delle tante fette, lequali in quel
^■g^ tempo regnauauo, la cauta era la canta &Deneiiolentiaeihnta: chelamuta-
tione della dottrina, & de' riti,haueua non folo lacerata la Chiefa,ma horribil-
mente deftrutto ogni politia. Alqual male per rimediarci Pontefici palTati ha-
uendo mandato legationi alle Diete, & non eilcndofi fatto fiaitto , Clemente
haueiia inaiato luipereirortare,cófegliare>& operar quel tuttojche haueire po-
tuto
Papa Clemente VII. LIBRO PRIMO. S5 .
tuto per reftituir la religione : Se lodato l'Imperatore , eifortò tutti ad ubedire
qiiello,cheordinerà,& nfolueràjaelle caule della religione, 6i intorno gli arti-
coli della fede.Eirortò alla guerra contra Turchi,proi-ncttcndo,cke il Papa non
perdonerà alla Ipefa per aiutargli. Gli pregò, per amordi Chrifto,per la lalute
della patria,3c loropropria,che,dcpofti gli errori, attendellero a liberar la Ger-
i«ania,& tutto'l Chriftianelmo.Chccolì faccndo,il Papa,rucceiror di S.Pietro,
gli daua la benedittione.
All' oratione del Legato, di ordine dell' Imperatore, »?: della Dieta, rifpo- aUaqmle è
fé il Mogontino : Che Celare , per debito di lupremo auuocaco della Ghie- ri^ojìa dalla
fa, tenterà tutti i mezi per componete le difcordie ; impiegherà tutte le Tue •^/"'* 'nter-^
forze nella guerra contra Turchi ; 6c tutti i Prencipifigiongeranno conlui,o- *"'"' g^n»aUy
perando fi fattamente , che le loro attioni faranno approuatc da Dio,& dal Pa-
pa. Vdite,doppo quefto, altre legationi, l'Elettor di SalIbnia,con gli altri ^-p n-^
Prencipi,& Città Proteftanti, congiontc feccprefentò all' Imperatore la Con- „• -vipreltma-
feflìone della loro fede, fcritta in Latino, &:Thedefco, facendo inftantia,che mUlorCon-r
folle letta : ne volendo l'Imperatorcche fi leggeife in quel publico confelfo, fu fifsione,
rimcrtb quefto al giorno feguente, quando il Legato , per non riceuer qualche
pregiudicio,non volle interuenire : ma,congregatiiPrencipi inanzi all'Impe-
ratorcin una fala capace di circa dugento perfone,fu ad alta voce letta:&: leCit-
tà, chefeguiuano la dottrina di Zuinglio l'eparatamente prefentarono la con-
feflìone della loro fede > non differente dalla fudetta> fé non nell' articolo dell*
Euchariftia.
La Confedìone de' Prencipi>che poi da quefto Comitio doue fu letta, fi nomnata da
chiamò Auguftana>conteneuadueparti.Nellaprima, erano efpofti gli artico- '^'*'^ t^mpst
li della loro fede in numero di ventuno : dell' VnitàDiuina, del Peccato ori- -^"^"J^'*"^»
ginale, dell' Incarnatione, della Giuftificatione, del Minifterio Euangelico,
della Chicfa , del Minifterio de' Sacramenti , del Battefimo , dell' Euchariftia,
della Confefllone , della Penitentia, dell' Vfo de' Sacramenti , dell' Ordine Ec-
clefiaftico, de' Riti della Chicfa, della Republica ciuile, del Giudicio finalcdei
Libero arbitrio , della Cauta del peccato,, della Fede, & Buone opere, del Cul-
to de'Santi.^ Nella feconda,eranoefphcati i dogmi differenti della Chiefa Ro-
mana, Se gli abufi, che i Confeflìonifti reprobauaao : 6c quefti erano cfpli-
cati in articoli fette aifai longamente diftefi : della Santa communione, del
Matrimonio de'Prcti,dellaMeira, della ConfciTionc, della Diftintione de' ci-
bi, de"VotiMonachali> ideila Giurifdittione Ecclefiaftica. Si oi^eriuano in
fine,bifo^nando,di prefentar ancóra informatione più ampia. Ma nel proc- "J^*"'!/^"»» «»
mio di ella efpofero , hauer meftb in fcritto la fua Confcilìonc, per obedii alla ^'^^^'"'^^^^ ^
f ropoftadi fuaMaeftà , che tutti doueileraprefentargli la loro openione : i<c '^^^'^^^^""^» ■
però, fé anco li altri Prencipi daranno in fcritto le loro , fono apparecchiati
di conferir amicabilmente , per venir ad una concordia : alhquale quando
non fi pofsi pcruenire, hauendo la fua Maeftà in tutte le precedenti Diete fat-
to intendere, di non poter determinare, & concludere alcuna cola in materia
di religione, per diueifi rifpetti all' hora allegati 3. ma ben elscr per operare
5<5 CONCILIO DI TRENTO Papa Clemente VII.
e 13 13 col Pontefice Romano, che ila congregato un Concilio Generale : & final-
xx.v'. mcriCCj hauendo fatco dir nel conncnco di Spira , che clfendo vicino a com-
ponc'iiìlcditterentiecra iuaMacftàj & riilellb Pontefice , non fipoteua più
«ndconàlio: ciLi'oiuue, che il Papa non folFe per acconfenrir al Concilio j fi oii-eriiiano ài
comparire, & di render ragione, & difender la loro catiia in un tal Genera-
Iclibcro, &c Chriftiano coniellb , dclquale fi è Tempre trattato nelle Diete ce-
lebrate gli anni del ino Imperio. Alqual Concilio anco, &:a tua Maeftà in-
fieme,hanno in debita forma di ragione appellato : allaqual appellatione an-
-cora adherifcono: non intendendo, ne per quello trattato, ne per alcun altro,
abandonarlaife la difl-ercntia non farà prima in carità ridotta a concordia Chri-
ftiana.
(tìiulfo del Le- ^^^ 4^^*^^ giomo non fi pafsb ad altro atto. Mariraperatore, prima che far ri-
gitofopradn folutionc alcuna,volle haucr rauuifo del Legato: ilquale,letta,& cófiderata co
ta Confifìlo- iTheologi d'Italia condotti,la Confeflioncfeben ilgiudicio loro fu,che fi do-
"*' uelfe oppugnarci publicare fotto nome di lui una cenfura : con tutto ciò, e-
gli, preucdendo,che haurebbedato occafione di maggiori tumulti : & dicendo
chiaramente, che quanto alla dottrina in buona parte ladifFercntiaglipareua
verbale,& poco importaua il dir più ad un modo che adun altro:& nò eifer ra-
gioneuole,che la Sede Apoftolica entri in parte nelle difpute delle Scuole^non
conienti, che il Tuo nome foirepofto nelle contentioni. Et all' Imperatore fece
rifpofta , che non faceua bifogno per all' hora entrar in ftretto ellàmine della
dottrina: ma,confiderare relfempiojche s'haurebbe dato a tutti li fpiriti inquie-
ti,& fottili,a quali nonhaurebbono mancato infinite altre nouitàda propor-
re,con non minore vcrifimilitudinc:lequali auidamentefarebbono ftate udite,
per ilprurito d'orccchie,che eccitano nel mondo le nouità.Et quanto agliab-
.. . ufi notati , il correggerli cauierebbe maggiori inconuenienti di quelli, che fi
' "d'\'^uditó- P^"^*^ rimediare. Ilùio parere eirercche, eifendo letta la dottrina de' Luthera-
'rid'fffa: ni, per leuare il pregiuditio, fofie letta una confutatione parimente , laquale
non fi publicalTe in copie, per non aprir ftrada alle difpute : & s'attendefle col
mezo del ncgotio ad operare,che i Proteftanti ancora s'afteneifero dal caminar
piuiflanzi,proponendofauori,*3^ minacce.Ma,laConfe(rione letta negli animi
de' Catholici, che l'udirono, fece diuerfi eifetti : alcuni hebbero i Proteftanti
per più empi di quello,che fi erano perfuafo, prima che follerò informati delle
lor particolari opinioni:altri in contrariojrimefiero molto del cattiuo cócetto»
in che gli haueuano, riputando i loro fenfi non tanto alfurdi, quanto haueuano
ftimato:anzi,quanto a gran parte degli abufi,confeirauano,che con ragione era-
no riprefi. Non è da traiafciare,che'l Cardinal Mattheo Langi,Arciuefcouo di
Salzburg,a tutti diceua, ElTer honcfta la riforma della Meifa, &c conueniente la
libertà ne' cibi, &giufta la dimanda d'elfere fgrauati di tanti precetti humani:
ma che un mifero monaco riformi tutti,non elfer cofa dalopportare.Et Corne-
lio Scopero,Secretario dell' Imperatorcdilfe , Che fé i predicatori Proteftanti
hauetrero danari, facilmente comprerebbono dagli Italiani qual religionepiu
gli piaceire: ma,fenza oro,non poteuano fperarc che laloro potelTe rilucere nel
mondo.
C efare
Papa Clemente VII. LIBRO PRIMO. 57
Cefarcconforme al confeglio del Legato,approuato da* confeglieri piopiij e i » 1 3
ancora> defiderofo di componer il ructoconlanegociationcccrcòpriinadilè- J^^^'
parar gli Ai-nbalciarori delle Città dalla congiontione coii i Prencipr.il che non ^f^l'J'^'^^
eirendoriufcito/ece far una confutatione della Scrittura de' Protcilanti,&una i^^^ato, fa
altra a parte di quclla,cheproduircro leCittà:&,conuocata tuttala Dieta,diirc rifriìnr detti
a' Proteftanti dliauer coniìderato la confclTionc prefcntatagli,& dato ordine ad Confeftimt:
alcuni pij,&: cruditi,didouernefaril lorogiudicio: & quikce leggere una có-
futationc d'eiramella quale tallatc molte delle opinioni lorojnel fine fi confelTa-
uà j nella Chiefa Romana elfer' alcune cofe , che mcritauano cmendationc:
allequaliCefarepromietteuajche farebbe proueduto:&: però douelFcro i Prote-
ftanti rimetterli a liai,& ritornar alla Chiefa:certificandoli,cheottenerebbono
ogni loro giufta dimandarma altrimenti facendo,egli non mancarebbedimo-
ftrarfi protettore^ defenfore di quella.
I Prencipi Proteftanti s'offerirono pronti per far tutto quello,che fi poteuaj ^**.^r'^'
falua la coni cienza:& fc con la Scrittura diuina in mano gli folfe moftrato,e(rer i^^J^" ^ **" *
qualche errore nella loro dottrina, di correggerlo:o,fe vi folfe bifogno di mag-
gior dichiaratione» dichiararla. Et,perche de' capi propofti da loro,alcuni nella
confutatione gli erano conce(Iì,altri rifiutatile delle confutationi gli foife data
Copia,fi efplicarebbono più chiaramente.
Dopo molte trattationi, finalmente furono eletti fette de' Catholici,&: fette cefwtconfot'
de* ProteftantijiqualiconferilTero infieme,per trouarmodo dicompofitioneme te ad umiliti
potendo conuenire,il numero fu riftretto a treper parte:& fé ben furono accor- /e»*e«^«»
dati alcuni pochi ponti di dottrina meno importanti,& altre cofe leggieri ap-
partenenti ad alcuni riti; finalmente fi vide, che la conferenza non poteua in
modo alcuno terminar a concordia. Perche nilTuna delle parti? fi diiponeua a
conceder le cofe importanti all' altra. Confumati molti giorni in quefta tratta-
tione j fu letta la confìitatione della confeflìoneprefentata dalle Città:la qual
udita, gli Ambafciatori di quelle rifpofero. Che erano recitati molti articoli
della loro Scrittura altrimenti» che da loro erano ftatifcritti:& tuate a cattino
fenfo molte altre delle cofe da loro ipropofte, per rendergli odiofi.Allequali
obiettioni tutte haurebbono rifpoftojfe gli folte data copia della confutatione.
Fra tanto pregare,che non fi vogliacredere calonniajmaafpettarc d'udire la lor
difefa.Fu negato di dargli copia,con dire,Che Cefare non vuole permettere,che
le cofe della religione fianopofte in difputa.
Tentò l'Imperatore jper via della prattica,diperfuadere i Prencipi>mafsime poi tepta U
con dire,Che efli erano pochi, & la loro dottrma nuoua:che eraftata fufficien- t''* felle f rat-
temente confutata in quefta Dieta : efTer grande l'ardire loro di voler dannar "^^^^
d'errore,(5c herefia,& falfa religione,rimperial Maeftà,tanti Prencipi,&Stati di
Germania, co' quali comparati effi, non fanno numero:&; quello che è peggio,
hauer anco per heretici i lor propri) padri,&;maggiori:6s: dimandar Concilio,
ma nondimeno, tra tanto,volendo caminar inanzi negli errori.Le quali porfua-
fioni non giouando,poiche negauano la loro dottrina efler nuoua,&: i riti della
Romana Chiefa eirereantichiiCefare mettendo in opera gli altri rimedij,con-
H
5S CONCILIO DI TRENTO Papa ClbmenteVII.
e 1 3 1 3 icgliati dal Legato Campeggio, fece ti-attar con ciafcimo a parte, proponendo
XXX. qualche fodisfattione nelle cole di loro interelTcmolto deridcrate:& anco met-
tendo loro inanzi diuerfe qppofìtionÌ5& attrauerfamenti, che egli hanrebbe
eccitati alle cofc loro,mentre pcrfìfteirero fermi nella rifolutione di nonriunirlì
alla Chiefa.MajO perche quei Prencipipenfaircro di far ben i fatti loro,perreue-
randojo pur,perche anteponcllero ad ogni altro intereirc il confcruar la religio-
ne apprcla;gli ufficijjie ben potenti,non partorirono effetto.Nc meno potè otte-
ner Celare da loro,che fi contentaircro di conceder nelle lor terre reifcrcitio
della religione Romana,fìno al Concilio,cheegliprometteiiadouerfì intimare
fra fei meli : hauendo i Proteftanti penetrato, ciò eifer' inuentione del Legato
Pontificio , ilqual non potendo ottener di prelentc il Ilio intei-ito,giudicaLia far
aifai, fé con ftabiHr in ogni luogo Tuto della dottrina Romana,metteire confu-
iione ne' popoli già alienati,onde reftalfe la via aperta alli accidcnti,ch.e poteirc-
ro dar occalìonc d'eftirpar la nuoua. Perche, quanto alla promellà d'intimar it
Concilio fra (ei mefi, iapeuaben, che molti impedimenti s haurebbono potuto
alla giornata pretendere , per metter dilationc> 6c finalmente per deluder ogni
afpettatione.
ede(iedo quel- Non haucndofi potuto concludere alcuna cofa, partirono i Proteftanti in
ievam.adun fine d'OttobbreiSc Cefarc fece un'Editto,perftabiliméto degl'antichi riti della
Editto rigoro' religione Càtholica Romana : ilquaìc in fomma conteneua,Che non il mutallè
*^* cofa alcmia nella MeiTa, nel Sacramento della Confirmatione5&: dell' Eftrema
ontione: che le imagini non foifcro leuate d'alcun luogo,& le leuate foflero ri-
poftc : che non folle lecito negar il libero arbitrio,ne meno tener opinioncche
la fola fedegiuftifica:chefi conferuairero i Sacramenti , le ceremonie, i ritiV
l'eirequie de' morti nel iriedefiir.omodoiche i benefici) fi delTero a perfone ido-
nee 5 ^ che i Preti maritati o lafcino le mogli,o fiano foggetti al bando:tutte le
védite de' beni della Chiefa5& altre ufurpationi,fiano irritateaiell' infegnare,«Sd:
predicarc,aó lì polli ufcir di quelli terminitmafi ellorti il popolo ad udir laMelr
ra,inuocar la Vergine Mariar& gli altri Santi,oireruarleFefte,&digiuni:doue i
monafterij , & altri facri edifici) fono flati deftruttijllano reedificati:^ fia ricer-
cato il Pontefice di far il Concilio:&: inanzi fei nKÌì?intimarlo in luogo idoneo;
de doppo fra un anno,alpiulongo,dargliprincipio:che tutte quefte colefiano
ferme , & (labili : & niifuna appcllatione:>o eccettioncche fé gli faccia contrae
habbia luogo:»3i: che, per conieruar quefto decreto, ognuno debbia metter tut-
te le lue forze, «S: facoltà, 6c la vita ancora, & il fangiic:&: la Camera proceda
centra chi s'opponerà.
il Papa >mal 11 Pontefice , hauuta notitia delle cofe nella Dieta fuccelTcper auifo del fuo.
foddisfatio di Legato,futoccato d'un interno difpiaccre d'animo,fcoprendo,che,fe ben Car-
c, ars , tmra j^ h^ucua riceuuto il fuo confeglio,ufando l'imperio, & minacciando la forzaj,
'"iT^y^/t perònonhaueua proceduto, come Auuocato della Chiefa Romana, alquale
gnu,ejojfe. h ^^^^^ appartiene prender cognitione della caufa,ma circr mero eifecutore de' de-
creti del Pontefic.e:a che era affatto contrario rhauerriceuuto,& fatto leggerle
confeflìoni,&:rhauerinftituito colloquio per accordar le differenze. Si doleua
fo-
Papa Clemente VII. LIBRO PRIMO. 59 ^
fopra modo, che alcuni ponti follerò accordati : 8c maggiormente , che haiicf- ci 3 1 3
fé acconfencitoi'abolitione d'alcuni riti: parendogli, che l'autorità Pontificia xxxi.
foire violata, quando cofedi tanto momento fono trattate lenza pcrticipatio-
ne Tua : Te almeno l'autorità del Ilio Legato folle interuenuta , s'haurcbbc potu-
to colerare. Confìderaua apprello , che l'haucr a ciò conientito i Prciari , era
con fommofuo pregiudicio: & fopra tutto glipremeualapromeila del Con-
cilio, tanto abhorrito da lui : nellaquale, fé ben parcua fatta honorcuolc m.en-
rione dell' autorità fua,pcrò l'hauer prefcritto il tempo di lei mcfi a conuocar-
lo, &;d'un' anno a principiarlo, era metter mano in quello , che è proprio del
PonteHce,&: far l'Imperatore principale,& il Papa miniftro. OHcruando quelH
principi], condufe, che poco buona fperanzapotcua haucr nelle cofedi Ger-
mania, ma che conueniuapenfaread undcfcnfiuo , accio limale non palfaf-
fe air altre parti del corpo della Chiefa. Et , poiché non fi poteua rifar altri- mxpnriper U
menti il palfato,era prudenza non moftrar che folfe contra fuo volere , ma ""^^^'l^^^y^f'
farfeneclFo autore, douendo in tal modo riceuer minor percolfa nella riputa- "''^ 'y^rw/-
tione. Ho, e m ferine
Pertanto diede conto delle cofepallìitea tutti i Rè,& Prcncipi:fpedcndo a Prenàpi:
file Fettere lotto il primo Dicembre , tutte dell' iftelfo tenore , Che fpcraua po-
terfi eftinguer l'herefia Lutherana con la prefentia di Cefare: 3c che per tal cau-
fa principalmente era andato a Bologna per fargliene inftanza, te ben lo conof-
ceua in ciò da fé fteifo alfai animato : ma,hauendo auifi dell' Impcratore,& del
Campeggio,fuo Legato,che iProteftanti fi fono fatti più oftinatijelfo, haucn-
do communicato il tutto con i Cardinali, & infieme con loro hauendo chiara-
mente veduto,che non vi refta altro rimedio,fe non l'ufato da' maggiori, cioè,
un General Concilio:per tanto gli elforta ad aiutar con la prelentia loro,o vera-
mente, per mezo di Ambafciatòri nel Concilio , che fi conuocherà , una caufa
cbfifanta,cheegli quanto prima fi potrà , ha deliberato metter' in effetto, inti-
mando un Generale,^ libero Concilio in qualche luogo commodo in Italia.
Le lettere del Pontefice furono a tutto'l mondo note , facendo opera i miniftri ,«^ /^ f;,^ ^_
Pontifici) in ogniluogo,che palIalferoanotitiaditutti:nonperche,ne il Papa, mulatione,
ne la Cortc,defiderallcro,o V oleifero applicar l'animo al Concilio, dalquale e-
rano alieniflimi : ma,per trattener gli huomini , accio , con faipettatione , che
gli abufi,&inconuenientifarebbono predo rimediati , reftairero fermi neii' u-
bedientia. Però, pochi reftarono ingannati : non elfendo ditficile icoprircche ty.„„^ ^.^'^
l'inftanza fatta a Prencipi di mandare Ambafciatòri ad un Concilio , delqualc mondo poca
non era determinato ne tempo,neluogo,nemodo,era troppo afi:ettatapreuen-/f<^«-"
tione.
Ma iProteftanti da quelle lettere prefero effi ancora occafione difcriucrc ediProtefian-
medefimamenteà i Rè,& Prencipi : & l'anno feguentcnel mefc diFebbraro, t' frimm an-
per nome commune di tutti,formarono una lettera a cialcuno, di quefto teno- , ''f"j^tter<:
re : Elfere nota alle Maeftà loro la vecchia querimonia fatta dalli huomini pij j>y.^nl!piLr
contrai viti) Ecclefiaftici, notati da Giouanni Gerfone , Nicolò Ckmangis,,5v: lordifioipa,
altri in Francia : ^ da Giovanili GoUeto , in Inghilterra j <Sc da altri altroue:
rì ij
__6o CONCILIO DI TRENTO Papa Clemente VII.
e 1 3 1 3 ilche anco era auuenuto in qucfti proffimi anni in Germania : nata occafione
XXXI. per il dereftabilc, & infame guadagno,che alcuni monaci faceuano, publican-
do Indulgenze. Et da queftojpalfando a narrar tutte le cole doppo fucceflè , fi-
no air ultima Dietajfeguirono dicendcChc iloroauuerfarij erano intenti ad
eccitar Cefare , & altri Rè,contra loro , ulando varie calunnie: legnali fi come
hanno ributtate nella Germania , cofipiu facilmente le confuterebbono in un
richiedono Concilio generale di tuttol mondo : alquale fi rimetteranno, purché fia ta-
daddouero il le , che in lui non habbiano luogo i pregiudicij , &i affetti. Che tra le calon-
c oiìciuo ,pey j^ j^ j^j.^ loro,quefta e la principale,Che dannino i Magiftrati j te fminuifcano
fioL'"appo ^^ dignità delle leggi : il che non folo non è vero : ma, fi come hanno moftra-
Cefars: to nella Dieta d'Augufta, la lor dottrina honora i Magiftrati , defende il valor
delle leggi più che fiaftato mai fatto nelle altre età, infegnando a Magiftra-
ti, che lo ftato loro, 8c quel genere di vita è gratiftìmo a Dio : & predican-
do a' popoli, che fono tenuti a preftar honore, de obcdienza al Magiftrato, per
eommandamento di Dio , ilquale non lafcerà fenza punitione i difiibedien-
ti : poiché il Magiftrato ha il gouerno per ordinatione diuina. Che hanno
voluto fcriuerquefte cofe ad elliRè,(3<: Prencipi di tanta autorità , per fcol-
parfi apprefib loro , pregandogli a non dar fede alle calonnie , 3c feruar il lo-
ro giudicio intiero, fino che gli imputati habbiano luogo di fcolparfipubli-
camcnte. Et per ciò vogliano pregar Cefare, che per utilità della Chiciacon'
greghi quanto prima un Concilio pio , libero, in Germania: & non voglia pro-
cedere con la forza, fino chela cofa non fia difputata> & definita legitima-
mentc.
«cfee è comf- Rifpofe il Rè di Francia, con lettere molto ufficiofe,in foftanza rendendo
pojìo dathl^è gr^^tic della communicationed'un'aftare di tanto momento: moftrò eircrgli
i/^n'"*^ ftato molto grato intenderla lor difcolpatione ; approuar rinftanza>che i vitij
' fiano emendati,nel che troueranno congionta anco la volontà fua con la loro»
La richiefta delConcilio efier giufta,&fanta,anzi neceiraria,non folo per i bifo-
gni di Gcrmania,ma per rutta la Chiefa : non elTcr cofalhonefta venir'alle armi>
doue fi può con la trattatione metter fine alle controuerfie. Del medefimo te-
nore furono anco le lettere del Re d'Inghilterra , oltre che in particolare fi di-
chiarò defiderare elfo ancorai! Concilio» & volerfi interporre con Carlo per
trouar modo di concordia.
* di Cefare Andata per tutta Germania la notitia del decreto Imperiale, immediate fa
Pjf», che vide dato principio ad accufar nella Camera cfiSpiraquelli,chefeguiuanolanuoua
il [ho Editto i-eligione,da chi per zelo:& daaltri,per vendetta di proprie immicitie:& da al-
inutile 3 e dif- ^^^^^ ancora,per occupar i beni òAìi auuerfarij: furono fette molte fentéze,mol-
frcTi^tot ^^ dichiarationi,& molte confifcationi contra Prencipi,Città,&:priuati:& nif-
funahebbeluogcfenon qualcuna contra quelli priuati,ibeni de'quali erana
nel dominio de' Catholici. Dalli altri le fentenze erano fprezzate con gran di-
minutioncnon folo dellariputatione della Camera, ma anco di queftadi Ce-
fare : ilqudc fi auuide prefto, che la medicina non era appropriata al male»
che quotidianamente andana facendofi maggiore. Perche i Prencipi, &c Cit-
tà
Papa CiiMENTE VII. LIBRO PRIMO. Ci
tàPiotcftanti , oltre il tener poco conto de giudici] Camerali , fi erano riftrct-
ti tra loro, &:preparatialladifera,&:forti(ìcariri anco con le intelligenze fo-
reftiere: fichejcaminando le cofcinanzi, ilvcdcuanafcerc una guerra pcrico-
lofa per ambe le parti : & in qualunque modo l'efiìto lliccedefTe, pcrnitiofa al-
la Germania. Perilchc concetH", che alcuni Prencipi fi interponcirero, & tro- ^"^'fr'mna
uaiTero modo ài concordia. Per quello effetto anco fi ncgotiarono molti * *^"'t'-^''-
capij Se conditioni di conuentione per tutto qucito anno, del m. d. xxxi.Et ^ affemata
per dargli qualche eondufioncfu ordinata una Dieta in Ratilbona per Tanno Dieta /w»^
kguente. t'ubona:
Tra tanto le cofe reftauano piene di fofpcttioni , onde le diffidentic tra l'u-
na parte & l'altra più tofto crclceuano.Etoccorlc queft' anno anco ne' Suizze-
ri un notabile euento,il quale fu caufa ài componer le cofe tra loro.Imperoche,
quantunque la controucrfia , nata per caufa della religione tra quei di Zurich, ;„ ^.^^ ^^.
Berna, & Bafilea da una parte,contra i Cantoni Pontifici) , folfe ftata più volte crc/ao«J} «'y.
per intcrpofitione di diuerfi fopita per all' hora; gli animi però reftauano efful- burnenti,
cerati : &, nafcendo quotidianamente qualche nuoua occafione di difgufti,
/pelfo le controuerfie fi rinouauano. Quefto anno furono grandiflìmchauen-
do tentato quei diZurichxScdiBerna, d'impedir le vettouaglic a' cinque Can- ' "^^f*" «//
toni : perilche l'una parte &. l'altra s'armarono. Nel campo de' Zuricani ufcì '"^''"'
con loro Zuinglio, fé ben da molti amici elfortato a rimaner* a cala , &c lafciar
ch'un altro andalfe a quel carico : il che egli non volfe a nilfiin modo,per non
parere, che folo nella Chiefa delfe animo al popolo>&: gli mancalfe in occafio-
nepericolofa. Vennero a giornata alli undici Otcobbre, nellaqualeque' di Zu-
rich hebbero il peggio, & reftò anco Zuinglio morto, di che hebbero più alle- ^ ' .> .
grezza iCatholici, che della vittoria: anzi, per quefto fecero diuerfi infulri,& mTnoinba
ignominie a quel cadauero:& quella morte fu potiflìma caufa,che per intcrpo- taglia :
fitionc d'altri di nuouo s'accommodarono infieme,ritenendo tutte due le parti
la propria religione: tenendo per fermo i cinque Cantoni Catholici, che, leua- »"» pure u
to di mczo quello , che ftimauano con le fue prediche elfer ftato autore della -^f ^* ' "J^*- '
mutationedi religione nel paefe, tutti dcuellero ritornar alla vecchia : nella- ^'^"'''•
qual fperanza fi confermarono tanto piu,perchc EcolampadicMiniftro in Ba-
filea,unanime con Zuinglio, morì pochi giorni doppo, per afflittionc d'animo
contratta per la perdita dell' amico:attribuédo i Catholici l'una,^ l'altra mcr-
te,alla diuina prouideza,che compaftìonando lanatione Hcluetica,haucire pu-
niti>Si leuati i rainiftri della difcordia. Et certamente è pio,& rcligiolo penfie-
ro,rattribuir alla diuina prouidenza ladii'pofitione d'ogni euenimento. ^la, il
determinar a che fine fiano da quella fommafapienza gli euenti inuiati,èpoco
lontano dalla prefontione. Gli huomini tanto ftrettamente>& reiigiofaircnte
fpofano l'opinioni p.roprie,chc C\ perfiiadono, quelle elfer altretanto amate,oc
fauoritedaDiojCome da loro. Ma le cofe, fuc cedute nc'fcgucntitempi,hanno
moftrato,chedoppola morte di quefti due, li Cantoni, chiamati Euangclici>
hanno fatto maggior progreftb nella dottrina da loro riceuuta. Argomento ma-
j»fefto,che da più alta caufa yeiinejche dall' opera di Zuinglio.
^ ^2 CONCILIO DI TRENTO Papa Clemente VII.
e 1 3 1 3 In Germania fi negotiò la concordia de' Proteftanti con gli altri, dalli Elet-
XXXII. tori di Mogonza, & Palatino : &mokc fcricture furono ivitre, & mutate,per-
eà in Gerrna- ^[^^ ^-^q.-^ dauano intiera iodifattionc, ne all'una, ne all'altra parte. Il che fece
maogm com- ^^^^^^ Celare ia reiblutione, che'l Concilio fuife fommamente neceirario : de»
^at-i7ndaT- conferita la fua deliberatione col Rè di Francia , mandò huomo in pofta a Ro-
no, ma, per trattarne col PontcficccN: col Collegio de' Cardinali. Non faccual'Im-
peratore capitale di luogo prelcritto, nedialtra conditionelpeciale: purché la
Ceftre comf- Germania reftalfc fodisratta, fi che i Proteftanti vi interueniifcro, & fottomet-
ce la mcejHtà. teifcro-.laqual iodisfatcìone il Re ancora diceua cifer giufta,& s'otìferiuaper co-
J^^''^J"!'"^"''^adiuuare.Fuc(poita l'ambafciata al Pontefice inquefti termini,Che,hauendo
Clemente, tentato l'Imperatore ogni altra via per riunire i Proteftanti alla Ghieia,hauen-
do adoperato l'imperio Je minacce,gli uflìcij) & il mezo della giuftitia ancora:
non reltando piu,ie non o la guerra,o il Concilio: ne potendo venir' alle arme,
poiché le prcparationi,chefaceuailTurcocontralui,loprohibiuano, era ne-
celTitato ricorrere all' altro partito : &però, pregar Sua Santità, che, imitando
i fuoiprcdecellorijfi contentaife di conceder un Concilio, alquale i Protdftan-
ti non faceilcTO dirtìcokadi fottometterfijhauendoloro più volte offerto di ftar
alla determinatione d'uno libero, nelquale debbiano effer giudici perfone non
ilqualevl fra- intereifate. Il Papa, che in modo alcuno non voleuaConcilio,udita la richie-
puone fegreti fta,non potendo darui aperta negatiua,acconfentì,ma in raodo,che fapeua che
ed obliqui im- non farebbe accettato. Propofe per luogo una delle città dello ftato Ecclefìa-
pedimml, fticcnominando Bologna, Parma,ouero Piacenza : città capaci di riceuer una
moltitudine,3c opulenti per nodrirla, & d'aria falubre,& con territorio ampio
circoftante:doue i Proteftanti nondoueuano far difficoltà d'andare,per douer*
elTer uditi: a' quali egli haurebbc dato pieno,& ampio faluocondotto: & Sfa-
rebbe trouato ancora m perfona, accio le cofe fulfero trattate con pace Chri-
ftiana,& non fuifc fatto torto ad alcuno. Non poter in alcun modo confentirc
di celebrarlo in Germania: perche l'Italia non comportarebbcd'eflèrpofpofta:
6c la Spagna, (Se Frane ia,che,nelk cole ecclefiaftichc, cedono all' Italia per la
preroCTatiua del Pontifìcato,che è proprio di quella,non vorrebbono ceder' alla
Germania: de farebbe poco ftimata l'autorità di quel Concilio, doue vi fuirero
foli Tedcfchi,& pochi d'altra natione: perche indubitatamente Italiani,Fran-
ce{ì,<S: Spagnuoli,non s'indurrebbono ad andarui.La medicina nò fi mette nel-
la potcftà dell' infermo,ma del medico. Perilche la Germania, corrotta per la
moltiplicità, & varietà delle nuoue opinioni, non potrebbe dare in quefta ma-
teriabuon criudiciojcome ritalia,Francia,& Spagna,che fono ancora incorrot-
té,&; perfeucrano tutte intiere nella foggettione della Sede Apoftolica,laquale
èmadre,&macftra di tutti iChriftiani. Quanto al modo di definire le cofc in
Concilio,diceuailPonteficc,noneifernecellàrio trattar' altro,non potendo in
quefto nafcere difHcoltà,fe non fi voleua far una nuoua forma di Concilio,non
più nella Chiefaul'ata:eirer coia chiara, che nel Concilio non hanno voto, fc
noniVefcoui,perdrittodei Canone; & gli Abbati, per confuetudine; & alcu-
ni altri,per priujlegio Pontificio : gli altri > che pretendono elfer' uditi, debbo-
Papa Clemente VII. L I B R O P R I M O. 6^
no fottometccifi alla detemiinatione di quefti-.facendofi ogni decreto per nome eia i ^
dellaSinodo,rcilPapanonintcruicneinpcrrona:checilcndouilaruaprclcnza, xxxii.
ofyni decreto fi ipcdilce lotto Ilio nomccon la fola approbatione de' Padri della
Sinodo. I Cardinali ancora parlauanoneiriftcìrotenorejicmpre però interpo- "«^e anchti
nendo qualche ragione , a moilrarc > chel Concilio non era necellàricftantc la ^<^^^^naUy
determinatione di Leoncj laqual ellequcndctucto farebbe rimediato:& chiri-
cufa di rimetterli alla determinatione delPapa,mafsimcreguitacol confcglio
de' Cardinali^maggiormente fprezzarà ogni decreto Conciliare. Vederli chiaroj
che i Proteftanti non chiamano Concilio , le non per interpor tempo airctlc-
Ciitione dell' Editto òX Vormatia:pcrchc fanno benc^che il Concilio non potrà
far' altroj che approuare quello , che Leone hadcterminato,lc non vorrà elFer
Conciliabolo:comc tutti quellijche fi fono fcoftati dalla dottrinasi ubedientia.
Pontificia.
L'AmbalciatorCefareo>per trouar temperamento, hebbc motti congrefll à quali raq^o-
col Pontefìce,&: con due Cardinali,da quello fopra ciò deputati.Conilderòjche na t^mbaf-
non l'Italia sire la Franciaj ne la Spagna, haucuano-bifogno di Concilio, ne lo "('(^'■r c\fareo
i:ichiedeuano:perc) non era in propolito metter' in conto i loro riipetti:cheper Z"'^**"^^'»*'"-
medicar i mali di Germania,erancercato:a' quali douendoeirerproportionato,
conueniua elegger luogo, doue tutta quella nationc potelfe interuenire : che
quanto alle altre , baftauano i (oggetti principali,poÌGhe di quelle non lì tratta-
uà : che le città propofte erano dotate di ottime qualità,ma lontane da Germa.-
nia:& quantunque la fede di Sua Santità douelfe afsicurar agnunotperò i Prote-
ftanti elrer' infòlpettiti per diucrfe ragioni,& vecchie,& nuoue:tra quali riputa-
uano la minima,che Leone decimo fuo cugino,già gli haueua condannati,(3c di-
chiarati heritici.Et,fe ben tutte le ragionili rifoluono con quello folcchc fopra
la fede del Pontefice ognuno debbe acquetariìjnondiraeno la Santità fua,per la
m.oltaprudenza,& maneggio delle cofe,poteuaconofcere ellcr necclFario con-
defcendere ali' imperfettione degli altri, & compalTionando accommodarll a
quello,che,quantunque fecondo il rigore non è dcbito,pcrò,fecondo l'equitàjè
conuenientc.Et quanto a votideliberatiui del Concilio, difcorreua,che,eiren-
do introdotti per confuetudine,e parte per priuilcgio,s'apriua un gran campo a
lui d'elfcrcitar laluabenignità,introducendo altra confuctudinc più propria a'
prefenti tempi. Perche , le già gli Abbatijper confuetudine,farono admel]],pcr
eifere più dotti Se intendenti della religione,la ragione vuole,che alprefcnte Ci
faccia riftelfo con perfone d'uguale , o maggior dottrinasfe ben lenza titolo
Abbatiaie.Mailpriuilegiodar materia di fodisfiirognuno:perche,conccdendo
limile priuilegio a- qualonque perlbna, che polTi far il fcruigio di Dio in quella
congregationejli faràapponto un Concilio pio,& Chriftiano,come il mondo
dclìdera.
A quelle ragioni effendo rifpollo con i motiui detti difopra.nonpotè Cefarc nftLdo /fll
ottener' altro dal Pontefice: onde rellò pcrall'horail negotio imperfetto, ^^v moCefare tS-
attefe l'Imperatore a follecitar il trattato di concordia iiKomminciatonlquale '^''^'^ i^b^nàA.
ridotto a buon termine jinftando la CTucrraTurchefcajfupubiicata finalmente '^,'"''"/'-^'' J'«^
_^ _é4 CONCILIO DI TRENTO Papa ClementeVIL
CI 3 13 la compofitione alli ventitre di Luglio, che folfe pace commune3& piiblica tra
3^X11, la Cefarea Mac(là,&: tutti li Stati dell' Imperio di Germania, cofi Ecdcfiaitici,
comelecolarijfmo ad un Gcneralc,libero,& Chriftiano Concilio :& fra tanto
nitruno.per caufa di religione,pofli mouer guerra ali' altro,iie prcnderlo,o Ipo'
^liarlojo a(rediarlo.Ma,tra tutti lìa veraamicitia,& unità Chriftiana. Che Ce-
' lare debbia procurare,che'l Concilio fia intimato fra Tei mefii^; fra un anno in-
comminciato.il che fé non li poteifefarejtutti li Stati dell' Imperio fiano chia-
mati,& adunati per deliberare quello, cheli douerà fare, cofl nella materia del
Concilio,comc nelle altre cofeneceirarie.C he Cefare debbia fufpendere tutti i
procelTi giudiciali in caufa di religione fatti dal fuo Fifcalco da altri,contra TE-
lettore diSaironia,&: i fuoi congiontijfino al futuro Concilio, ouero alla deli-
berarione fudetta dcUi Stati.
Dall' altra parte l'Elettor di Saironia, Se gli altri Prencipi, & Città promet-
telTero, di leruare qucfta publica pace con buona fede , &c render a Cefare la de-
bita vbedienza, 8c conueniente aiuto contra il Turco : la qual pace Cefare con
fuc lettere date alli due d' Agofto, ratificò Se confermòifofpefe anco tutti li pr.o-
cefll, promettendo di dar' opera per la conuocatione del Concilio fra lei meli.
Se perii principio fra un anno. Diede anco conto a Prencipi Catholici della
legatione mandata a Roma per lacelebratione del Concilio,foggiongcndo che
per ancora non fi erano potute accordar alcune difficoltà molto grandi circa il
modo,5(: luogo. Però continuerebbe operando,che lì rifoluelTeroje che il Pon-
tefice veniife alla conuocatione,fperando che non farebbe per mancar al bifo-
crno della Republica,flt al fuo ufficio: ma, quando ciò non riufciire,intimereb-
be una altra Dieta,per trouarui rimedio.
ixr'^ gtudicij Fu quefta la prima libertà di religione, che gli adherenti alla Confeflìone di
intorno alfat - Luthero,chiamata Auguftana, ottennero con publico decreto : delquale waiis.-
(9diCefare: niente fiparlauaper il mondo. ARoma erariprefol'Imperatorcd'hauermeiro
(diceuano) la falce nel feminato d'altri, eifendoogni Prencipe obligato, con
ftrettiflìmi legami di cenfure, all' eftirpatione de' condannati dal Pontefice Ro-
mano: in che debbono ponete l'hauere,lo ftato,& la vita: & tanto più gì' Impe-
ratori,che fanno di ciò giuramenti tanto (blenni. A i quali hauendo contraue-
nuto Carlo, con inaudito eifempio , douerfi temere di vederne prcfto la celefte
vendetta. Ma altri commendauano la pietà,&: la prudenza dell' Imperatore ; il-
qual hauelTe antepoftoil pericolo imminente al nome Chriftiano per le arme
de' Turchi,che di diretto oppugnano la religione: a' quali non haurebbe potu-
to refiftere fenza aflìcurar iProceftanti,Chriltiani elfi ancora, fé ben differenti
dalli altri in qualche riti particolari: diiferentia tolerabile. La maffima, tanto
decantata in Roma,che conuenga più perfeguitar gli hereticischegl' infideli,
eircre ben accommodata al dominio Pontificio , non però al beneficio della
Chriftianità. Alcuni anco,fenza conllderare a Turchi, diceuano, li Regni, Se
Prencipati,non douerfi gouernare con le leggi, Se interefll de' Preti, più d'ogni
altro intereflfati nella propria grandezza,& commodi : ma, fecondo l'eilìgenza
del publico bene,quale alle volte ricerca la toleranza di qualche difetco.Etfer' il
debi-
Papa Clemente VII. LIBRO PRIMO. <fy __^
debito d ogni PrencipeChriftiano l'operare ugualmentcche i fogetti fuoi ten- eia i3
CTano la vera fede, come anco che oiFeruino tutti i Commandamenti diuini>& xxxii,
non più quello, che quello: con tutto ciò, quando un vitio non fi può eftirpare
fenza mina dello (lato, eiler grato alla Maeftàdiuina,chefiaperineiro: ne eifer
maggior l'obligo di punir gli heretici,che i fornicatori : iquali fefipcrmct.ono
pcrpublica quiete,non elfer maggiore inconueniéte,fe fi permetteranno quelli,
che non tengono tutte le noftre opinioni.Et,quantunque non fia facile allegare
elfempio de' Prencipi , che habbiano ciò fatto da ottocento anni in qua;chi rif-
guarderà però i tempi inanzi,lo vedrà fatto da tutti,& lodeuolmcntcquando la
neceflìtà ha coftretto.Se Carlo,doppo hauer tentato per undici anni di rimedia-
re alle diflenfioni della religione,conognimezo,nonhaj30tuto ottencrlo:chi
potrà riprenderlo,che,per efperimentare anco quellojcheil può far col Conci-
liojhabbiatra tanto (labilità la pace in Germania,per non vederla andar'in roui-
na? Non fapergouernar un prencipato altri,che il proprio Prencipe:ilqual lolo
vede tutte le neceflità.Diftruggerà Tempre lo ftato luo,qualonque lo gouernerà
rifguardando gli intereflì d'altri. Tanto riufcirebbe il gouernar Germania
fecondo che i Romani defiderano , come gouernar Roma a gufto de' Tedef-
chi.
A nilfuno , che leggerà quello fuccelfo , douerà eifer marauiglia, fé quefti,&
molti altri difcorfbpalfauano per mente delli huomini:etlèndocofa,cheacutti
tocca neir interno: poiché fi tratta,fe ciafcuna delle regioni Chriftianc debbiar
no elfcr gouernate, come il lor biibgno, & utilità ricercano : o fé fianoferue
d'una fola città; per mantener le e ommodità dellaquale,dcbbiano le altre fpenf
dere fé fteire,& anco defolarfi.I tempi feguenti hanno dato,& daranno in perpe-
tuo,documenti,che larifolutione dell' Imperatore fu conforme a tutte le leggi,
diuine , & humane. Il Pontefice , che di quello ne fu più di tutti turbatojcomc * S^'^^* ofef<t
quello , che di gouerno di ftato era intendentifsirao , vide bene, di non hauere ' ^ «'"«'*«•■
ragione diqucrelarfi:mainfieme anco conclufe, che gì' intereflì fuoi nonpote-
uano conuenire con quei dell' Imperatore: ik però nell'animo s'alienò total-
mente da lui.
Scacciato il Turco dall' Auftria,Cefare pafsò in Italia,&; in Bologna venne in ceJàre,elPa-
colloquio col Pontefice:doue trattarono di tutte le cofe communi:&,fe ben tra pa s'abboccano
loro fu rinouata la confederatione,dal canto però del Pontefice non vi era in- ^.inuomaBo'
riera fodisfattionc;(S<: per la libertà di religione conceifa in Germania, come fi è •^"'*. jA!^-
detto ; & , perche non erano concordi nella materia delConcilio.Perfeueraua ^j/^pV"
l'Imperatorcconforme allapropofitione dell' Ambafciatore fuo l'anno inanzi,
richiedendo Concilio tale,che poteifc medicar' i mali di Germania: il che non
poteua eifercfe i Protettati non vi haueuano dentro partc.Il Pontefice infifteua
nella dcliberatione dall' hora, che non haurebbe voluto Concilio di forte alcu-
na: ma pure, quando vi folTe ftato neceffìtà di farlo, che non fi celebralfc fuori
d'Italia , (Se che non vi hauelfcro voto deliberatiuo, le non quelli,che le leggi
Pontificie determinauano.Alla volontà del PonteficcCefare li farebbe accom-
modato > quando fi folfe tiouato via di operarcjche i Proteftanti fi folfcro con-
I
(yé CONCILIO DI TRENTO Papa ClemejiteVII.
ci3 13 tentati : Se: per certificar di ciò il PonteficejpropofcChe mandalTe in Germania
XXXIII. un Noncio,& egli un Ambafciatore,per trouat forma, & temperamento a que-
fte difficoltà: promettendcche l'Ambafciator Tuo fi reggerebbe fecondo la vo-
lontà del Noncio. Il Pontefice riceuette il partito,non però pienamente Sodis-
fatto dell' Imperatore: tenendo per fermo , che, quando l'ufficio di ambedue i
miniftri non haueirefortito elmetto, Carlo haurebbc cercato, che la Germania
hauelte fodisfattione : a: dall' hora rifoluè Clemente di reftringerficolRè di
Francia, per poter con quel mezo metter Tempre impedimento a quello, che
l'Imperatore proponelle.
ynxnàmo di In eirecutione del partito propofto, &c accettato , doppo la Pafca dell' anno
toncorduani' j^, d.xxxiii. mandò il Pontefice VgoRangone,Vercouo di Reggio: ilqual'an-
bafcerìti in ^j^^Q^con un Ambafciatore di Cefare,a Giouanni Federico, Elettor di Salfonia,
ZTp^poL che pochi mefi inanzi era fuccello al morto padre , come principale de' Prote-
"nJrmadtf. ftanti,efpofelafuacommi{fìone; Che Clemente,dal principio delluo Pontifìr
p>, catOjfempre haueua fopra le altre cofe defiderato, che le differenze di religione>
nate in Gcrmaniajficomponellèro: & perciò vi haueua mandato molte pcrfo-
ne eruditiirimc:&;,fe bene la fatica loro non era riufcita,hebbe il Pontefice non-
dimeno fperanza,che all' andata di Cefare,doppo la fuacoronatione, il tuttofi
perfettionaire: ne hauendo fortito il fine defiderato, Cefare,ritornato in Italia>
gli haueua dimoflrato, che non vi era rimedio più commodo, che per un Con-
cilio Generalejdefiderato ancora da' Prencipi di Germania. Laqual cofa efTen-
do piaciuta al Ponteficccofi per bene publico,come per far cofa grata à Cefare,
haueua mandato lui per pigliar appuntamento del modo del futuro Concilici
& del tcmpo,& del luogo.Et che quanto al modo^Sc oidincproponeua il Pon-
tefice alcune conditioni neceiraric.
La prima,Che douelfe eifer libero,& generale , fi come per il palfato i Padri
fono ftati (oliti di celebrare. Poi,che quelli, da chi è ricercato il Concilio,pro-
mettino,&: afficurinodi douer riceuere i decreti,che faranno fatti. Imperoche,
altrimente la fatica farebbe prefa in vano,non giouando far leggi,che non fi vo-
gliano oiferuare. Poi ancora, che chi non potrà eiter prefente , vi mandi Am-
bafciatori, per far la promelTas^ dar la cautione. Apprelfo di queflo,cirer ne-
celfariojche tra tanto tutte le cofe reflino nello flato , che fi ritrouano^&: non
f\ faccia nitluna nouità inanzi il Concilio^ Aggionfe il Noncio, che quanto al
luogo, il Pontefice haueua haiuita longa , frequente, & grande canfideratione,
Imperoche bilbgnauaprouederlo fertile,che poreiTc fuppHre di vettouaglie ad
Mn tanto celebre concorlo:& di aria falutiferoancorajaccioche dalle infirmità
nonfia impedito il progreiro. Et finalmente,gli pareua molto commodo Pia-
cenza,Bologna,ouero Mantoua : lafciando che la Germania eleggere qual luo-
go più k piaceua ài quelli. Ma aggiungendo,che,s'alcun Prencipe non venirà,
o non manderà Legati al Concilio ; & recuferà d'ubedire a' decreti, farà giuflo,
che tutti gli altri defendano la Chiefa. In fine,conclufe>che,fe dalla Germania
farà rifpoflo a quefte propofle conuenientemente , il Pontefice immediate trat-
terà con gli altri Rè, & era fei mefi intimarà il Concilio > da principiarfi un' an-
no
Papa Clemente Vrr. LIBRO PRIMO. (>i
no dopcacciochc fi polFa far proiii/Ione òx vectouaglie : & tutti, maffime i più e 1 3 i a
loiitani^iipofiTano preparai: al viaggio. xxxiii.
Diede il Noncio la Tua pro^olìtione anco in fcrittura , & rAmbafciatore
dell' Imperatore fece l'iftello ufficio coli' Elettore. Ilquale,hauenclo richicfta
fpaciopcrrifponderc. Tenti il Noncio di ciopiacere ineftimabilc, non defide-
rando egli altro, che dilatione: & hebbc la rilpofla per prefagio , che il Tuo ne-
gotio doucife fortir riufcita felice : & non fi potè contenere di non lodarlo,chc
interponelfe fpacioin unadeliberatione,chelo mcritaua. Rilpofe nondimeno,
dopo pochi giorni,rElettore, Hauer fentito molta allcgrezza,chc Cc(are,& il
Ponteficcfiano venuti in deliberatione di far il Concilio: doucfecondo lapro-
melfa fatta più volte alla Germania, fi trattino legitimamente lecontrouerfie
con la regola della Parola diuina. Che cgli,quanto a fcvolontieri rifpondereb-
be all' hora allecofepropofte: ma,perche fono molti Prencipi,& Città,che nel-
la Dieta d'Augufta hanno riceuuta la medcfima Confeflionc che lui, non elfcr
conuenientc ch'egli rifponda fenza loro , ne meno utile alla caufa : ma, cifendo
intimato un Conuento per li ventiquattro di Giugno, fi contenti di concedere
queftapoca dilationcper hauer conclufione più commune,&: rifoluta. Tanto
maggiore fu il piacere, Scia fperanza del Noncio, ilqualhaurcbbc dcfiderato,
che la dilatione folfe più tofto d'anni, che di mefi. Ma i Proteftanti, ridotti in ,
Smalcalda,al fudetto tempo fecero rifpofta,ringratiando Cefarcche per la glo- -^"^ l'^^/;
ria di Dio,& falute della republica,habbia prefo quella fatica di far celebrar' un ^^^J^id^
Concilio : laqual fatica vana riufcirebbe, quando folfe celebrato fenza le con-
ditioninecelTaricperrifanare imali di Germania: laquale defidcra,che in eifa
le cofe controuerfe fiano definite col debito ordine: & Ipera d'ottenerlo,hauen-
do anco Celare in molte Diete imperiali promeirone un talcquale con matura
deliberatione de'Prencipi,^ Statijèftatorifoluto, che ficclebrafie in Germa-
nia : attefo che,e{lèndocon occafione delle Indulgenze predicate, fcopertofi
molti errori,il Pontefice Leone condannò la dottrina, & i dottori, che manife-
ftarono gli abufi : nondimeno , quella condanna fu oppugnata coni teflimonij
de' Profeti,& delli Apoftoli. Onde è nata la controuerfia,laqualc non può eifcr
tcrminata,fenon4n un Concilio, doue lafentenza del Pontefice, & la potenza
di qual fi fia,non polla pregiudicar alla caufa : & doue il giudicio fi faccia, non
fecondo le leggi delli Pontefici, o le opinioni delle Scolc : ma fecondo la Sa-
cra Scrittura.il che quando non fi faceire,vanamente farebbe prefa una tanta fa-
tica: come fi può veder per gli eifempi) di qualche altri Concili) celebrati per
inanzi.
Borale propofitioni del Pontefice eifer contrarie a quello fine, alle richie-
de delle Diete,&: alle promelTe dell' Imperatore. Perche , quantunque il Papa
proponga un libero Concilio in parolcin fatti però lo vuole ligato : ii che non
pollano cifer rìprefii viti j, ne gli errori: Scegli poiTa defender lafiia potenza.
. Jvion elTer domanda ragioneuole , che alcuno fi oblighi a fcruar i decreci,pri-
ma che fifappia, che ordine , & che modo, & forma, il debbia tenere in fargli.
Se il Papafia per voler, che la fuprema autorità fia apprelTo di lui, &c de' fuoi:
6S CONCILIO DI TRENTO Papa Clemente VII.
ci3 13 revorrà5chelccótL-ouerfìerianodifculTc Tecondolc Sacre Lettcrejouerofccon-
XXXIII. (io lelcggij&craditionihumane.ParergU anco cauillora qLicUaclau(ula,Che il
Concilio debbia eirer fatto lecondo il coftnme vecchio: perchcjintendcndofì
diqacli'antico,qaadolideterminaua coafonnc alle Sacre Lctcercnon loricu-
farcbbono: mai Concili] dell' età fuperiorc elTer molto differenti da quei pili
vccchi-.doLic troppo è ftato attribuito a' decreti humani,&: Pontifici) . Elfer Ipe-
ciofa la propoi1:a,ma leuar' aH:atto la libertà dimandata,^ neccilaria alla cauta.
Pregar Cefarcche voglia operar lische il tutto paffi Icgitimamente. Tutti ipo-
poli elTer' attenti, & ftar in fperanza del Concilio, & domandarlo con voti, &c
preghiere ; che llvokerebbono in gran meftitia,&: crucio di mente, quando
quella afpettatione folle delura,con dar Concilio luma non quale è defìderato,
& promello. Non eifer da dubitare, che tutti gli Ordini del Imperio, &c gli al-
tri Rè, & Prencipi ancora, non lìano del medefimo parere, di rifiutare quei lac-
ci , 3c legami , con che il Pontefice penfa di ftringerli in un nuouo Concilio:
air arbitrio delqualcfe farà permeilo maneggiar le cole, rimetteranno il tut-
to a Dio , Si penfaranno a quello , che doneranno fare. Et con tutto ciò , fé
foifero citati con fìcurezza certa, & legitima, quando vedeifcro di poter' o-
perare alcuna cofa in feruigio diuino , non tralafciarebbono di comparire:
conconditionepcrò,dinonconfentirc alle dimande del Pontefice, ne a Con-
cilio non conforme a' decreti delle Diete Imperiali. In fine , pregauano Cefà-
re, di non riceuere la loro rifolutione in finiftra parte : & operare , che non fìà
confermata la potenza di quelli, che già molti anni incrudelifcono contra gli
innocenti.
iquatt ptiUì- Deliberarono i Proteftanti , non folo di mandare la rifpofta al Papa , & a
canolaiorrif Cefare ,madi ftaraparla ancora ,infieme con lapropofitione del Noncio: la-
pofia: quale dal medefimo Pontefice fu giudicata imprudente , & troppo fcoper-
ta. Pcrilche,fotto colore, che folTe vecchio, &: impotente afoftener' il ca-
rico, lo richiamò, «Se fcrilTe al Vergcrio, Noncio al Rè Ferdmando, che do-
ucire riceuerqucl carico con la medefìma inftruttione : annettendo ben d'ha--
uer Icmpre a mente , di non fi partire in conto alcuno dalla fua volontà , ne
afcoltar alcuno temperamento , ancoraché il Rè lo ricercaire : accioche im-
prudentemente non lo gettalfe in qualche angullia , 3c in neccflità di venir*
air atto di Concilio , ilqual non era utile per la Chiefa, ne per la Sede Apofto-
lica.
<3 Mentre che quelle cofe lì trattauano, il Pontefice, che preuedeua la rifpofta*.
* 7 rnJf^H che farebbe venuta di Germania, & che già in BoIo2;na haueua concerta poca.
gnato contri r ^■ \ •> i 1 1 > ■ ■ • r i ii "*
Cefare , per confiaanza con Ceiare,Ii alieno totanncntedall amicitialua:perche nella cau-
<^wc/?j >«/^j»- fa di Modcna,& Reggio,vcrtente tra Sua Santità, Oc il Duca di Ferrara,rimel]&i
V '^^^ ^°""' dalle parti algiudicio dell' Imperatore, egli prononciò per il Duca. Per tutte
he ,fico^^g;* Icquali caufe, il Papa negotic) confederatione col Rè di Francia: laquai fi con-
to/re d» Fra- ,^,' o <! 1 n 1 • • 1-TT • '' J • ■ O U ^'
^^. clnle,& ilabili anco col matrimonio di Henrico lecondogenito regio,& di Ca-
tarina de' Medici, pronepote diSuaSantità.Et,per dar perfetto compimento al ^
tutto, Clemence andò perfonalmente a Marfilia,per abboccarli col Rè. Ilqual
via^-
Papa Clemente VII. LIBRO PftlMO. 6^
viao-gio incendendo elTer dall' uniuei-fale riprcib , come non indrizzato ad al- e 1 3 io
din rifpctco publico, ma alla (bla grandezza della cafa, egli giufì;ificaua,dicen- xxxiv.
do > Eller intrapre(o,aftnedi perdiadcr il Piò a faiiorir' il Concilio , per aboli-
re riicrella Lucherana. Ec e vero, clic in quel luogo , oltre le altre rrattationi»
fece ufficio con la Maellà ChiiilrianiHìma, accioche fi adoperale con i Prote-
ftanti, & maflime col Lantgrauio d'AHìa, che doucua andar a trouarlo in Fran-
cia» per fargli defiftcre dal domandare Concilio : proponendo loro, che rro-
uadero ogni altra via per accommodarc le diPrcrenzc : & promccccndo , che
elio ancora haurebbe coadiuùato con buona fede , 6c opere efficaci al l\io
tempo.
Fu l'ufficio fatto dal Rcj ne però potè ottenere: allegando il Lantgrauio, ilqude.f^faiv
che nilfun' altro modo era perouuiare alladclolationedi Germania jcv tanto <io far fenfìgh
era non parlar di Concilio , quanto dar fpontaneamente nella guerra ciuile. ^^P^P^i
Trattò in fecondo luogo il Rèjcheficontentairerodel Concilio in Italia.Nea
qucfto fu acconfentitoj dicendo iThedelc hi. Che quefto partito era peggiore
del primo,ilqual folamentc gli mctteua in guerra:ma quefto inmanifcfta (erui-
tù corporale^ fpirituale:a quale non fi poteua ouuiarc, fé non col Concilio,&
luogo libero : ondccondefcendendojin gratia di fua Maeftà,a tutto quello che
fipotcuajhaurebbono celiato d'infiftere nella dimanda, che fi celebraiPe in Ger-
mania,purche fi deputalPe altro luogo fuori d'Italia,& libcrcetiandio che folTe
air Italia vicino.
Diede il Rè nel principio dell' anno m.d.xxxiv. conto al Pontefice di quel- noni grattai
lo che haucua operat05& s'offerì di fare,chefi cótentairero i Proteftanti del luo-
go di Geneua.Il Pontehccriccuuto l'auuifojfu incerto fé il Rè,quatunque con-
federato,& parentchaucffe caro di vederlo in trauagli : o pur,fe in quefto parti-
colare mancaife dellaprudenza,che ufaua in tutti ^li afFari:ben cóclufcche non
era utile adoperarlo in quefta materia :.& gli fcrille, ringratiandolo dell'opera
fatta,fenza rifpódergli al particolare di Geneua : & a molti della Corte,che per-
ciò erano entrati infollecitudine>fece buon'animo,accertandoli,che per nien-
te (diccua egli) era per confentir' a tal pazzia.
Ma in quefto anno, in luogo di racquiftarla Germania , perdette il Pon- ^'' Inghilterra
teficci'ubedienza d'Inghilterra: per haiier in una cauta proceduto più con co- fi fiP'"''^ dd-
lera , & con affetto , che con la prudenza necelfaria a' gran maneggi. Ful'ac- ^'* ^^'^f^i^o-
cidcnte di grand' importanza , & di maggiore confcguenza : quale per nar- ^o"'' j'T J*~
rare diftintamente,bifognacomminciare dalle prime caufc, d'onde hcbbe o- uortiodii-ìì,
ngine. rko ottano-
Era maritata al Rè Henrico ottauo d'Inghiltcrra,Cathariaa, Infante di Spa-
gna,forella della madre di Carlo Imperatore. Quefta era ftata, in primo matri-
monio,moglie di Arturo,Prenc̣e di Galcs,fratello maggiore di Henrico:dop-
po la morte delqualccon difpenia di Papa Giulio fecondo, il padre loro la die-
de in matrimonio ad Henrico ottauo,rimafto fuc e e ifore. Quefta Regina molte
volte era ftata grauida,& fempre haueiia partorito,ouero aborto, onero creatu-
ra di breue vita>ie non una fola figliuola. BenricOiO per ira conceputa contra
1 iij
70 CONCILIO DI TRENTO Papa Clemente VII.
e 1 3 13 l'Imperatore , o per defìdcrio di figliuoli , o per qual caufa /ì fia , fi lanciò entrar
XXXIV. nella mente fcrapiilo , clic il matrimonio non folfc valido : &, conferito que-
llo con i ilioi VelcoLii , fi feparò da le ftcìro dal coiigrellb della moglie. I Vef-
coni fecero ufficio con la Regina, che ficontentalle didiuortio,dicendo,Clic.
la difpcnia Pontificia non era valida, ne vera. La Regina non volfe dar' orec-
chie , anzi di quello hcbbe ricorlo al Papa : alquale il Rè ancora mandò a ri*
chiedere il repudio. Il Papa , che fi ritrouaua ancora ritirato in Oruieto , &
fpcraua buone conditioniperlecofefucfe da Francia, »S: Inghilterra , folfe-
ro continuati i fluori, che tuttavia gh preftauano , col molellar l'Imperato-
re nel Regno di Napoli ; mandò in Inghilterra il Cardinal Campeggio , de-
legando alni. Se al Cardinal Eboracenfe infieme , la caufa. Da quelli , & da
Roma, fu data fperanza al Rè , che infine farebbe Hata giudicata a fuo fauo-
re : anzi , che per focilitar la rifolutione , accio lefolennità del giudicio non
portalfcro la caufa in lungo , fu ancora formato il Breue, nel quale fi dichia-
rana libero da quel matrimonio, con claufule le più ampie, che folfcro mai
polle in alcuna Bolla Pontificia, & mandato in Inghilterra al Cardinale; con
ordine di prefentailo , quando foifero fatte alcune poche prone, che certo e-
ra douerfi facilmente fare : &c quello fu l'anno m . d . x x v i ii . Ma, poi che Cle-
mente giudicò più a propofito,per effettuare idiiregni fuoi fopra Fiorenza,co-
me al fuo luogo fi è narrato , di congiongerfi coli' Imperatore , che perfeuera-
re nella amicitia di Francia, 5c Inghilterra, del m. d. x x i x. mandò Francefco
Campana al Campeggio, con ordine, che abbrucialfe il Breue, Se procedelfe ri-
tenutamente nella caufa. Campeggio incomminciò prima a portar' il negotio
in luno-o, Se poi a metter difficoltà nell' eirccutione delle promelfe fatte al Rè:
onde egli, tenendo per fermo la collufione del giudice con gli auuerfarij liioi»
mandò a confultar la caufa fua nelle Vniuerfità d'Italia , Germania , & Fran-
cia : douetrouò Theologi parte contrari), parte fauorcuoli alla pretenfion
fua. La maggior parte de' Parifini furono da quella parte , Se fu anco credu-
to da alcuni, che ciohaueircro fatto, perfuafi più da' doni del Rè, che dalla ra-
gione.
Ma il Pontefice, o per gratificar Cefare, o perche temeile, che in Inghilterra»
per opera del Cardinale Eboracenfe, poteife nafcer qualche atto non fecondo
la mente fua; Se per dar anco occafione al Campeggio di partirfi, auuocò la cau-
fa a le. Il Rè, impatiente della longhezza,o conolciute le arti, o per qual altra
caufa fi folfe > dichiarato il diuortio con la moghe , fi maritò in Anna Bolena»
chefuncU'anno m. d. xxxiii. però continuaua la caufa inanzi al Pontefice:
ncUaqualeegli era rifoluto di proceder lentamente ,per dar fodisfattione all'
Impcratore,&: non offender' il Rè. Perilche fi tratt auano più rodo articoli,che
il merico della cau(a. Et fi fermò la difputa nell' articolo degli attentati : nel-
quale fentcntiò il Pontefice contra il Rè : prononciando , che non eli folfe iEla-
to lecito, di propria autorità, lenza il giudice Ecclefiallico , fepararfi dal com-
mercio congiugalc della moglie. Laqual cofa udita dal Rè , nel principio di
òueil'anno M. d. xxxiy. IcuòTubedienza al Ponteficejcommandando a tutti i
fuoij
XXX1.V.
Papa Clemente VII. LIBRO PRIMO. 71
fuoi,dinonportardananaRoma,.?^dinon pagaril folito danaro di S.Pictro. ci3 i3
Quefto turbò grandiirimamente la Coree Romana, cS: quotidianamente iìpen-
faua di porgergli qualche rimedio. Penlauano di proceder contra il Rè con cen-
fure>&;con interdire a tutte le nationi Chriftiane il commercio con Inghilter-
ra. Ma piacque più il confeglio moderato di andar temporeggiando col Rè, &
per mczodelRèdi Francia Ku' ufficio di qualche componimento. Il RèFran-
cefco accettò il carico,& mandò a Roma il Vcfcouo di Parigi , per negotiar col
Pontefice la copofitione.NondimenOjtuttauia inRoma fi procedeua nella ^au-
fa,lenraméteperò,&conrilolutione,dinon venir'acenlure, le Celare nonpro^
cedeua prima,o iniìeme, con le armi. Haueuano diuilo la cauia in ventitre arti-
coli,&: trattauano all' hora,Se il Prencipe Arturo haueua hauuto congiontione
carnale con la Regina Catharina: & in quefto fi confumò fino pallata lameza
Quadragefìma, quàdo alli dicenoue di Marzo andò nuoua,che in Inghilterra e -
ra flatopublicato un libello famofo cótra il Pontefice» & tutta la Corte Roma.-
Ila : & era ancora ftata fatta una comedia,in prefentia del Rc,& di tutta la Cor-
te,in grandiffimo vituperio, & opprobrio contra il Papa , òl rutti 1 Cardinali in
particolare. Perilche,accefa labile in tutti >fi precipitò alla fentenzaslaquale fu
pronociata in Conciftorio li ventiquattro dello fteiromefe>Chc il matrimonio
tra Henrico , & la Regina Catharina , era valido , & egli era tenuto hauerla per
moglie,& che non lo facendojfolfe f communicato.
Fu il Pontefice prefto mal contento della precipitationc ufata. Perche > Tei
giorni dopo>arriuarono lettere del Rè di Fracia, che quello d'Inghilterra fi con-
tentaua d'accettarla fentenza fopra gli attentati >& render l'ubedienza: con
queftojche i Cardinali fofpctti a lui non s'intrometteircro nella caura,& fi man-
dalle i\\ Cambrai perfone non fofpette per pigliar l'informatione:& già haueua
inuiato il Re i procuratori fuoi per interuenire nella caufa in RomaPer queftoj
il Pontefice andana penfando qualche preteflo, conquale poteifc fofpendere la
fentenza precipitata,& ritornar' in piedi la caufa.
Ma Henrico , fubito , veduta la fentenza, dille. Importar poco : perche il
Papa farebbe Vefcouo di Roma,& egli unicopadrone del fuo Reg.no ; che l'ha-
urebbe fatta al modo antico della Chiefa Orientale, non reftandod'elFer buon
Chriftianojiie lafciando introdurre nel Ilio Regno l'hcrefia Lutherana,o al-
tra: & cofiefTeguì. Publicò un editto, doue fi dichiarò Capo della»Chiefa An-
glicana: pofepenacapitale a chi diceiFejChe il Pontefice Romano haueire al-
cuna autorità in Inghilterra: fcacciò il Collettore del danaro di S. Pietro, tSc
fece approuare tutte quelle cofedal Parlamento : doue anco fu determinato»
che tutti i Vefcouati d'Inghilterra folfero conferiti dall' ArciuefcouoCantua-
rienfe , fenza trattar niente con Roma : &: che dal Clero folle pagato al Rè
«encinquanta mila lire fteilinghe all' anno, per defenfionedel Regno contra
qualunque.
Quella attione del Rè fu variamente fentita. Altri la riputauano priKfentej
ehefifoife liberato dalla foggettione Romana, lenza nilfuna nouità nelle cofe
di religione j5c fenza metter' in pericolo di feditione i fuoi popoli» & fènzx
73- CONCILIO DI TRENTO Papa Clemente VII.
ciò 13 rimctteiil al Concilio: cofajche fi vedeiia difficile da poter efFcttuare,& perico-
XXXIV. lo[a anco a lui : non fapendofl vedcrcjcomc un Conciliojcompofto di perfonc
Ecclcfiaftichcjnon folle Tempre per foftétarla potenza Pontifìcia,e(rendo quel-
la il foftentamento dell' Ordnie loro : poiché quello col Pontificato è foprapo-
fto ad ogni Rc,&: Impcratorcjchejfenza quello,birogna che rcfti foggetto :non
cirendoui altro Ecclciìafticoj che habbia principato con fuperiorità , fenon il
Pontefice Romano. Ma la Corte Romana defendeua> che nonfipoteua dire.
Non eifer fatta mittatione nella religione , eifendo mutato il primo , 6>: princi-
pale articolo Romano , che è la fuperiorità del Pontifice : Se douer nafcere le
mcdeilme fedirioni per quefto folo, che per tutti gli altri. Il che anco l'euento
comprobò,eireadoftato necefiìtato il Rè,pereonferuatione dell' Editto fuojdi
proceder ad eirec utioniicuere centra perlòne del iuoRegno,amate,&ftimate
dalui.Non fi può efpticar il difpiacerl'entito in Roma,& da tutto l'Ordine Ec*-
clefiafticojperl'alienatione d'un tanto Regno dalla foggettione Pontificia: &
diede materia per far conoicer la imbecillità delle cole fiumane j nellequali il
più delle volte s'incorre mcftremidetrimentijdonde furono prima riceuuti fu»
premi benefici). Imperoche,per le difpenfe matrimoniali, & per le fentenze di
diuortiojcofi conceirccome negate,il Pontificato Romano in tempi pailati ha
molto acquiftatojfacendo ombra col nome di Vicario di Chrifto a' Prencipi,a*
quahmettcua conto co qualche matrimonio incefto, o col difcioglier uno per
contraherne un altrojunir' al fuo qualche altro Prencipato,o fopire ragioni di
diuerfi pretendenti: reftringendofi per ciò con loro,&: interellàndo lalor pote-
ftà a defender quell' autorità,fenza laquale le attioni loro farebbono ftate dan-
nate,& impedite : anzi,intereirando non que' Prencipi foli,ma tutta lapofterità
loro per foftentamento della legitimità de' fuoi natah:fe ben forfi rinfortunio>
nato quella volta/i potrebbe alcriuer alla precipitatione di Clemente, che non
feppe maneggiar' in quefto cafo la fua autorità : &c che fé a Dio folle piaciuto
lafciarli in quefto fatto l'ufo della fohtaprudenza,poteua far grand' ac quitto»
doue fece molta perdita.
Cefarejìque- Ma, tornando in Germania, Cefare, quando hebbe auifo dei negotiato dal
rela col Papj Noncio Rangonc in Germania, nella materia del Concilio, fcrilfe a Roma,do-
del fuo obliquo |endoiì,Che,hauendo egli promeilo ilConciho alla Germania, 6i trattato col
fatto ddc"on- Pontefice in Bologna, del modo, che conueniua tenere con i Prencipi di Ger-
cirK, ^ mania in quefto propofito ; nondimeno dalli Noncij di Sua Santità non folle
ftato negotiato nella maniera conuenuta: ma s'hauelte trattato in. modo, che i
Proteftanti riputauano ellèr ftati delufi : pregando in fine di voler trouar qual-
che modo,per dar fodisfattione alla Germania.Furono lette in Conciftorio ad-
dì otto Giugno le lettere dell' Imperatore : &,perche poco inanzi era venuto a-
uifccheil Lantgrauio d' Aflla haueua con le armi leuato il Ducato di Virtem-
bera alRèFerdinando,&reftituitoloalDucaVlrico,legitimo patrone , peril-
che anco Ferdinando era ftato sforzato a far pace con loro: per quefta caufa ■
molti de' Cardinali dilfero. Che, hauendo i Lutherani hauuta una tal vittoria,
era necelfario dargli qualche fodisfattione > 6; non proceder più con arti : ma,
venen-
Papa Paolo III. LIBRO PRIMO. 73
venendo air circcucione/aic qualche dimoftratione d'effetti: marsii'ne>che,ha- ^^^ ^-^ '
ucndo CefaLc promciro il Concilicfinalmentc biiognauajche la promeflà folle xxxiv.
ì«:cera:& Te daiPontciìce non folFc trouato ilmodoj erapericoiojcheCcrare
non folle coftictto condcfcendere a qualche altro di maggior pregiudicio, &c
danno della C hiefa.Ma il Pontefice^ la maggiorparte de' Cardn.aihvcdcndo, ^^'TJ!"**
che non era poflibile far condcfcendere i Lutherani ad accettar' il Concilio ^rmmTmam
nella maniera, che era feruitio della Corre Romana:& rifolutidinon voler ien-yij-^a'„„«g_
tir parlar di farlo altrimenti, vennero indcliberationcdirifpondereaCefare, jneme a lora
Che molto ben conofccuano l'importanza de' tcmpi,&: quanto bilogno vi era f»ierefi:
d'un Concilio uniuerfale: quale erano prontiflìmid'intimarcpurche lì poteire
celebrare in modo,cheproduceire i buoni efFetti,com,e il bilognoricerca.Ma,
vedendofi nafcer nuoue difcordie tra lui^^ il Rè di Francia^ &c varie dilfcnfioni
aperte tra altri Prencipi Chriftianij era neceirario, che quelle ceifairerojiSc gli
animi fi riconciliailcro prima, che il Concilio fi conuocaire.Perchcduranti le
difcordie , non farebbe nilFun buon' efFetto:& meno in qucfto tempo prefcntc,
ellèndo i Lutherani in arme,& infuperbiti per la vittoria di Virtembcrg.
Ma fu neceirario mettere in filentio li ragionaméti del Concilio col Pontefi- clementi
ce:perchc egli cadette in una infermità longa,& mortale,dellaquale anco in fine morto,
di Settembre pafsò ad altra vita, con allegrezza non mediocre della Corte.La-
quale,fe ben ammiraua le virtù di quello, che erano ima grauità naturai e,&:
eiremplare parfimonia,& diffimulatione; odiauaperò maggiormente l'auaritia»
durezza , & crudeltà , accrefciute ? o manifeftate più del (olitojdoppo che reflò
dall' infermità oppreifo.
Nelle vacanze della Sede,è coftume de' Cardinali,compQrre una modula di è fatto CapU
Capitoli, per riforma del gouerno Pontifìcio, laquale tutti giurano feruare,fe fa- ^«^o '» CocUz
ranno aflbnti al Pontificatorquantunque per tutti gli eilèmpij palliti fi e veduto, "^ '""''"'
che ciafcuno giura,con animo di nonleruargli,fe farà Papa3&,lubito creato,di- Jo^eXTolj-
ce,Non hauer potuto obligarfi:& con l'acquifto del Pontificato efTerne fciolto. dlìt,
Morto Clemente , fecondo il coftume, furono ordinati gli capitoli, fra'quali
uno fujChe il futuro Papa folfe tenuto in termine d'un'anno conuocare il Con-
cilio.Ma i Capitoli nò poterono elfere ftabiliti,&giurati:perche quel medefimo
giorno del dodici Ottoobrcnelquale fu ferrato ilConclaue,fprouiftamente fu
creato Pontefice il Cardinal Farnefe,chiamato prima nella creatione Honorio ìlqnale Paola
quinto,&: poi nella coronatione Paulo terzo: Prelato ornato di buone qualità, 3- creato fuc-
&c che tra tutte le fue virtù,di nilfuna faceua maggior ftima, che della diffimula- c^/Ì3>'«#";^»"
tione. EglijCardinalcirercitatoinfei Pontificati,Decano del Collegio,&mol- t°ZlfemZ
to verfato nelle negotiationi , non moftraua di temere il Concilio, come Cle-
mente : anzi,era d'opinione,che folfe utile per le cofe del Pontificato moftrare
di defiderarlo, & volerlo onninamente : eltendo certo , che non potcuaelfere
sforzato di farlo con modo, & in luogo,doue non vi folfc fuo auuantaggio:tSCj
che quando hauelfe bifognato impedirlo, era aliai baftante lacontradittione,
che gli haurebbe fatta la Corte, & tutto l'Ordine Ecclefiaftico.Giudicaua,che
quefto anco gli haueife douuto feniirc per tener la pace in Italia,laquale gli pa-
K
74 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo III.
ci 3 13 j-e^x^ molto neceitaria , per poter gouernarc con quietc.Vcdeuabenifsimo,che
XXXIV. qucflo colore di Concilio gli poteiiaiertiire a coprire molte cofc^ arcufarfi
dal far quclle,chenon follerò ftatc diCua volontà.Perilcheiubito e reato, fi la f-
cib intendere 5 che,qLiantLincjue i Capitoli non loiferogiuratiscgli nondimeno
crarirolato di voler' ollcraare quello della conuocatione del Concilioxonof-
cendola neceilaria per la gloria di Dio,;^ beneficio della Chieia.Et a' Tedici del-
lo ilelfo mele fece coagregitione vnmerlale de' Cardinali) che non il chiama
Conciftoriojiió eifendo ancora coronato il Papa,doue propofe quella materia.
e ne ffuga le Moiirò, coii eiiìcaci ragioai,chc la intimatioae noniìpoteua dilferirerelfendo
ragionij altrimente impolfibilcche fra'Prencipi Chriftiani potelfe leguire buona amici-
tia, & che le herelle potelfero eirereilirpatc: opperò, che i Cardinali tutti do-
Uconfi'htrle i-^'-'l^cro penfare maturamente fopra d modo di celebrarlo. Deputò anco tre
tmoniian-^e^ Cardinali , che confideraircro lopra il tempo^iSd luogo,& altri particolari:con
ordinejchcfatta la coronatione, nel primo Cóciftorio doueirero andare col lor
parere. Et per incomminciare a far naicere le contradittioni» dellequali poLeirc
efm'macM- leruirfi alle occafionijloggionfcChe ficome nel Concilio s'haurebbe riforma-
tammte le fQ l'Ordine Eccle/ìaftico 5 coli non era conueniente , che vi foife bifogno, di
':^-:^tnie delia, j-jfoj-n^ar' i Cardinali : anzi era necelTario » che efsi comminciaireroall'horaa
'^°e'7erun* tifoi'marfi,per eirere Tua deliberata volontà di cauar frutto dal Concilio : i pre-
fpàtiedi rifar- cctti dclquale farebbono di poco vigorejfe ne' Cardinali non fi vedelfero prima
fna a B^mat gli effetti.
e pel rifiuto Secondo il coftume,che ne*primi giorni> i Cardinali^maffimegrandijOtteii-
deUammìnet- gono dal nuouo Pontefice facilmente gratiejil Cardinal ài Lorena, & altri
tìomde bene- Francefì, per nome ancora del Rèjglidomandaronojcheconcedeire al Duca di
ff^ ^^ ^"['^ Lorena la nominatione de' Vercouatij& Abbatie del fuo dominio :laqual cofa
orrena. ^' {■^-^^^r^^Q^i^ anco,che era per domandar la Republica di Venetia de' fuoirRilpo-
fe il Pontefice,Che nel Concilio^qual' in breue doueua celebrare, era ncceilario
leuare tal facoltà di nominatione a quei Prencipi,che Thauenanomon fenza no-
ta de' Pontefici prcceilbrifuoi, chele hanno concefle.Perilche non era coiara-
gioaeuolcaccrefcer il cumulo deUi errori, & conceder all'hora cofa,cheera.
certo douer elfcr riuocata frapoco tempo,con poco honore.
Nel primo Conciftorio,che fu allidodiciNouembrc>t ornò a ragionare del
Concilìo,&: diiresEiTer neceirario,inanzi adogni altra cofa,ottenere una unione
de'Prencipi Chriiliani:oueramente,una ficiirezza,che per il tempo che durerà il
Concilio , non 11 moueranno le arme. Et però voleua mandar Nuncij a tutti i
Prencipi,per negotiar quello capo,& altri particolari,che i Cardinali hauelTero
raccordato. Chiamò anco il Vergerlo di Germania,per intendere bene lo (lato
delle coic- in quelle prouincie:& deputò tre Cardinali,uno per ciafcun Ordine,
per coafultar le cofe dellariforma. Iquali furono il Cardinal di Siena,diS.Se-
iierino , & Cefib-.ne mai celebraua Conciftorio, che non intralfe , (:<cparlaire
longamente di qu-fta materia :&: rpeilb replicaua,eirere neceitirio perciò,clie
prima li riformalfe la Corte , & mafsime i Cardinali : ilche da alcuni ve-
niua interpretato eiler detto con buon zelo > 6c defiderio dell' effetto : da
altri.
Papa Paolo m. L I B R O P R I M O. 75
altd 5 accio la Corte» 5iiCai.clinali>trouailero modi, per non venir' alla rifor- cio i3
ma> di mettere impedimenti al Concilio : & ne prcndeiiano argomento, per- xxxv.
chchaiiendo deputato i tre Cardinali , non hauciia eletto ne i più zelan-
ti, ne i pili eirecutiui : ma ipiutardi, & quieti» che foifcio nel Collegio. Ma
il Tet^uente mcfc di Dicembre diede più ampia materia a' diicorii. Perche »?«'''« ^«^^ è
creò Cardinali, Alclfandro Farnefe, nepote hio di Pietro Aloifìo, figliuolo ^'^''*'^'!/'"'^^^
fuo naturale ; & Guido Afcanio Sforza, nipote per Coftanza, (uà figliuola: ^^'^^'^'^-^^'^'^^^
quello di quattordici, &que{lo di Tedici anni : rilpondcndo a chi confiderà- cardinalato:
uà la loro tenera età 5 che egli fuppliuacon la Tua decrepita. L'openionccon-
ceputa , che fi douelTc veder ritorma de' Cardinali , &c il rimore d'alcuni
d'efli, iiiaiiì immediate : non parendo , che d'altroue poteile elfere incom-
minciata, che dall' età, & naicimentodi quelli, che fi doueuano creare. CcP-
so anco il Pontefice di piuparlarne , hauendo fatto una opera, che l'impcdiua
ilmafcherarela mente propria: reilaua peròm piedi la propofitionc di fare il
Concilio.
Et nelConciftoriodelfcdici Gennaro ci3 i3 xxxv. fece una lunghiflìma, fgH mndme-
^refficaciffimaoratione, eccitando i Cardinali di venire aril'olutioncdiqucl- "° pe'fnera.
la materia : perche , procedendoli cofi lentamente, fi daua ad intendere al ^^/^ew/lo'*
mondo, che in verità il Concilio non Ci volelfe , ma follerò parole , ì^ pa-
rto dato. Et parlò con cofi grani fententie , che coirimoire tutti. Fu delibe-
rato in quel Conciftorio di Ipedire Noncij a Celare, al Chriftianiflimo , & ad
altri Prencipi Chriftiani ; con commiffione d'efporre , Che il Pontefice , & fpeSfce per do
il Collegio, haueuano determinato aifolutamente, per beneficio della Ch ri- j».oj Adorni/*'
tìianità, di celebrarlo : con effortargli a fauorirlo , & anco ad alficurar la Principi,
quiete , & tranquillità,mentre fi celebrarà : ma , quanto al tempo, 8c luogo , di
dire , Che Sua Santità non era ancora rifoluta. Etporrauaanco la inftrattio-
ne loro più fegrera, che vedefifero deliramente, di loitrarre, qual fofie la men-
te de' Prencipi quanto al luogo: a fine di poter, iaputigl' iiiccreflì,& fini di
tutti , opporre l'uno all' altro , per impedirgli , & metter ad effetto il fuo.
Commifeanco a' Noncij di querelarfi delle attioni del Re d'Inghilterra : 6:,
quando vedeilero apertura , incitarli contra lui , Se oiterirgli anco quel Re-
gno in preda. Tra quefti Noncij fu uno, il Vergc^rio , rimandato con più . ^ . ,
{pecialiconimiflioniin Germania, per penetrar la mente de' Prottllanti,cir- ^ ''^^^'^"1
^ ì r 11 li-' •!• i-r r ■ -n rr ,r •• Prot(jiantt,c9
cala torma del trattar nel Concilio , per potergli rar lopra i nrlelii neceiiarij. mandati di
Gli commile anco fpecialmente, di trattare con Luthero , &: con gli altri prin- manichei
cipali predicatori della rinouata dottrina, ulando ogni forte di promeire,&
partiti, da ridurgli a qualche compofitione. Riprendeuail Pontefice in ogni
occalione la durezza del Cardinal Gaetano , che nella Dieta d'Augnlta del
M.- D. xviii. rifiutalTe il partito propofto da Lurhero , che , impofto filentio
agli auuerfariifuoi,ficontentaua anco elfo di tacere : & dannaua l'accibitàdi
quel Cardinale,che,con voler oftinatamence la ritrattatione,haueile precipita- ^
to queir huomo in difpcratione,laqual diccua elfer coftata,& douer coftar cofi
cara alla ChicfaRomaiia,quanco lanietà della autorità fua:chc egli non voleiia
K ij
7<? CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloIII.
""ciò 1 3 iinimre Leone in quefto , che credette, i Frati elTer buoni inftromenti da op-
XXXV. primere i predicatori di Germania. Il che la ragione, & l'eiientOjhaueua mo-
ftrato quanto foiTe vano penfiero. Non eireriii le non due mezi : la forza, &z le
prattiche : quali egli era per adoperare, eiTendo pronro a concordare con ogni
condicionc, laqualc riferui intiera l'autorità Pontificia: pcrilche anco, dicen-
do d'hauer bifogno d'huomini di valorc,& di ncgotio,crec) addì ventuno Mag-
e fi fortifica gio ici Cardinali 5 dc pochi giorni doppo,il fettimo : tutti pcrlbne di molta ih-
di numero dì ma nella Corte.Fra quali tu GiouanniFiicherio,VefcouoRoftcnfe,chc all' ho-
Cardmaii di j.^ {| tiouaua prigione in Inghilterra,per haucr ricufato d'adhcrir' al decreto del
•va ore» ^^^ ^^^^ Icuar l'autorità Pontificia. Il Papa, nell' elegger la Tua perfona , heb-
be confìderatione, che honoraua la promotione Tua, mettendo in quel nume-
ro un huomo letterato , & benemerito perla perfecutione che ibfteneua ; Se
che, hauendolo accrefciuto di dignità, il farebbe il Rè indotto a portargli rif-
petto , Se apprelFo il popolo farebbe entrato in credito maggiore. Ma quel
Cardinalato nongiouò in altro a quel Prelato, fé non ad accelerargli la m or-
tV, che gli fu data quarantatre giorni dopo , con la troncatione del capo in pu-
blico.
e promde un Ma,con tutto che il Papa facelFe cofi aperte dimoftrationi ài volere il Con-
rìpetro ftcuro cilio,in maniera,che douelle dar fodisfattione, & ridur la Germania i nondime-
controalCon- ^olaCorte tutta,& imedefìmi intimi delPonteficc,& che trattaiiano quefte
* cofe intrinfecamente con lui,diceuano , Che non poteua elFer celebrato altro-
ue,che in Italia : perche altroue non farebbe flato libero , Se che in Italia non fi
- poteua elegger altro luogo, che Mantoua.
Il Ver erk ^^ Vergerio,ritornato in Germania, fece l'Arabafciata del Pontefice a Perdi-
trattato Pro- nando prima: & poi,a qualunque de Proteflanti, che andana atrouarquelRè,
tefianth p^r gli occorrenti negotij:& finalmente, fece un viaggio per trattare anco con
gli altri. Da niifuno d'eili hcbbe altra rifpofla,faluo che,haurebbono confulta*
ro infiemenel conuento, che doucuano ridurre nel fine dell' anno. Se di com-
mun confenfo deliberatala rifpofta. Lapropofitione del Noncioconteneua>
Che quell'era il tempo del Concilio tanto defidcrato , hauendo il Pontefice
trattato con Cefare , Se con tutti i Rè,pcr ridurlo feriamente , Se non come al-
tre volte, in apparenza: Se acciò non fi difFcrifca più, haueua rifoluto d'eleg-
ger per luogo Mantoua, conforme a quello, che già due anni era flato rifolu-
to con l'Imperatore. Laqual città ellendo diun Feudatario Imperiale, & vici-
na a confini di Cefare , Se de' Venetiani , poteuano tenerla per fìcura : fenza
che,il Pontefice, Se Cefare, haiu'ebbono data o^ni maggior cautione. Non
elfer bifogno rifoluere , ne parlare del modo, sforma di trattare nel Conci-
lio : poiché molto meglio ciò fi farà in effo, quando farà congregato. Non po-
terfì celebrare in Germania, abondando quella di Anabattifti,Sacramentarii,
& altre fette,per la maggior parte pazzi >&;furioft. Perilche alle altre natio"
ni non farebbe fìcuro andare doue quella moltitudine è potente , Se condan-
nare lafua dottrina : che al Pontefice non farebbe differcntia di farlo in qua-
lunque altra regione : ma non vuol apparire che Ha sforzato > Se gli fia leuata
quel-
Papa Paolo III. LIBRO PRIMO. 77
quella autorità, che ha hauuto per tanti fccoli, di prefHcriuere il luogo de' Con- e 1 3 i a
cilij generali. ^ xxxv.
la quefto viaggici! Vcrgerio trouò Luthcro a Vitrcmbcrg, & trattò con lui e con Lutero
molto hunrcinrinìentccon qacfti concetti , eilcndendogli , & amplificandogli fi^lfo > per -via
alTai.Et prima accerrandolo,che era ingrandifTimaeltimationeappreiro il Fon- ^' j^fi^ghe ^-e
teficc. Se tLiCiol Collegio de' Cardinali, iquali lentiuano diipiaccrc eftremo, '""'*^"*
che folle perduto un foggetto, che implicatofi ne' (eruitij di Dio, & della Sede
Apoftolica,che {onocongionti,haurebbe potuto portare frutto nieftimabile:
che farebbono ogni poffibilepcr ractiuiftario.Gli tcflificòjchc iiPontcfice bia-
iìmaua la durezza del Gaetano,laquale non era meno riprefa da' Cardinali:che
da quella Tanta Sede poteua afpcLtar ogni fauorc: che a tutti difpiaceua il rigore,
colquale Leone procedette,per inftigatione d'altri, &c non per propria difpoiì-
tione: gli foggionfe anco, che egli non era per difputarc con elfo lui delle cofe
controuerfcnon profelfando Theologia : ma poteua ben con ragioni commu-
ni moftrargli,quanto iarebbe bene riunirfi col Capo della Chicfa. Pcrchccon-
fìderando,che (blogià diciotto anni la dottrina iua era venuta in luce,&: publi-
candofì haueua eccitato innumerabili (ettcche l'una deteftaraltra:&tàte fedi-
tioni popularijCÓ morte,& efterminio d'innumcrabiliperfoneionde no iipote-
ua concluderccheveniireda Diotbenfi poteua tener per certo, che era perni-
ciofa al mondo,riurcendo da quella tanto male.Diceua il Vergerio:E un grand*
amore di le fteiro,& una ftima molto grande dell' opinione propria,quando un
huomo voglia turbare tutto'l mondo per leminarla. Se hauete (diceua il Vcr-
gerio) innouato nella fede,in quale erauate nato,&: educato trentacinque anniV
per voftra confcientia,&. falutcjbaftaua, che la tenefte in voi. Se la carità del
proffimo vi moueua,àche turbare tutto'l mondo per cofa,di che non vi era bi-
fogno,poiche fenza quella li viueua,& feruiua a Dio in tranquillità. La confu-
sione (foggiongeua) è paillita tanto oltre, che non fi può differir più il rimedio»
Il Pontefice e riioluto applicarlo con celebrare il Concilio, doueconuenendo
tutti gli huomini dotti d'Europa, la verità farà meira in chiaro, a confufione
delli {piriti inquieti : & ha deftinato per ciò la città di Mantoua. Et fé ben
nella diuina bontà conuiene hauer la principale fperanza , mettendo anco in
conto l'opere humane, inpoteftà di Luthero è,fare, che il rimedio riefca faci-
le, fé vorrà ritrouarfi prefente , trattar con carità, ^obligarfi anco il Pontefi-
ce, Prencipemuniticentiflìmo,^ che riconofce le perfone meriteuoli.Gli rac-
cordò l'eflempio d'Enea Siluio; che, feguendo le proprie openioni, con mol-
ta feruitù, sfatica , non fi portò più oltre, che ad un Canonicato di Trento:
ma, mutato in meglio,fu Vefcouo,Cardinale,& finalmente Papa Pio fecondo.
Gli raccordò Baffarione Niceno, che, d'un mifero Caloicro da Trabifonda, di-
uentò cofì grande > & riputato Cardinale, &c non molto lontano dal fucccder
Papa.
Le rifpofte di Luthcro flirono,fecondo il naturale coftume fuo^ vehementf, fradaefTn "
& concitate,con dire, Che non faceua nilTuna ftima del conto , in che foile ap- poyu rijC^
prello la Corte Romana>dellaqualenontemeuarodio5necuraualabeneuolcn- mc'!/«:
K ili
_78 CONCILIÒ DI TRENTO Papa Paolo III.
e I "3 IO 2a : che ne' feiiiitij diiiini s'implicaua quanto poteiia , fé ben con riafcita di fer-
XXXV. uo inutile : che non vcdcua, come follerò congionti a quei dei Pontificato , fé
non,coi-ne le tenebre alla kice : nilfuna cofaneUa vita fua ellergli ftatapiu utile,
phe il rigore di Leone, & la durezza del Gaetano: quali non può imputare a lo-
ro, ma gli afcriac alla prouidcnza Diuina. Perche in quei tempi, non eifendo
ancora illuminato di tutte le verità della fede Chriftiana,ma hauendo folo fco"
perto
iiabulì nella mater
;ria delle Indulgéze,era pronto di tener iìlentio,quan-
do da' Tuoi auuerfari) folle {lato feruato r.iftello. Ma le fcritture del Maeilro
del (acro Palazzo, la (uperchiaria del Gaetano , & la rigidezza di Leone,rhaue-
uano coffcrctto a (Indiare, 5c (coprire molti altri abuiì, & errori del Papato, me-
no tolerabili,iquali non poteua conbuona conicientiadiffimulare, Predar di
moilrare al mondo. Hauere il Noncio,per fua ingenuità,confeirato di non in-
tender Tlicologii: il che apparirla anco chiaro,per le ragioni propofte da lui:
poiché non (1 poteua chiamare la dottrina fua nuoua,(e non da clii credelfcche
Chrifto,gli Apolì;oli,& i Santi Padri haucireroviuuto,come nelprefente l'eco-
lojil Papa, i Cardinali,& i Vcfcoui : ne (ì può far' argomento contra la dottrina
medefima dalle feditioni, occorfe in Germania, fé non,da chi non ha lettole
Scritture,& non sà,que(ì:a elFere la proprietà della parola di Dio,& dell' Euan-
geliojche, doueèpredicato,eccitaturbe, & tumulti, fino alfepararilpadredal
figliuolo. Quella cifer la fua virtù,che a chi l'afcoltajdona la vita; a chi lo ripu-
dia,è caufadi maggiore dannatione. AggionfcChe quello era il più uniuerfalc
difetto de' Romani, volere ftabilir la Chiefa con gouerni,tratti da ragionihu-
mane,come (e foife uno (lato temporale. Che queda era quella forte di fapien-
za,che S. paolo dice, elfer riputata pazzia appreifo Dio : (ìcome il non (limare
quelle ragioni politichcconcheRomagoucrna, mafidarfì nelle promeife di-
uine,(3<: rimettere alla Maeftà fua la condotta degli alRiri della Chieia, è quella
pazzia humana,che è fapiézadiuina.ìl far riufcir in bene,& profitto della Chie-
ia,il Cócilio,non eirere inpoteftà di Martino; ma di chi lo può lafciar libero,
acciochc lo Spirito di Dio vi prefeda,& lo guidi;& la Scrittura diuina (ìa rego-
la delle deliberationi : celiando di portami interelTi, u(urpationi,&: artificij hu-
mani: il che quando auueniircegli ancora vi apportarebbe ogni (ìncerità,& ca-
rità Chnltiana: non per obligarii il poi\tehce,ne altri ; ma,per (eruitio di Chri-
(lo,pace,.S>: libertà della Chieia. Non poter però hauere lperanza,di vedere un
tanto bcne,mentre nò apparilccche lo (degno di Dìo lìapacificato,pcr una fe-
ria conuerfione dell' hipocrilia : ne poterfi far fondamento (opra la radunanza
dihuom!;iidotti,& L [iterati: poiche,eirendo accefa l'ira dcDio,non vi è errore
cofi airutdo,& irragioneuolcche Satan non pcrfuada,&: più a quedi granlaui,
che (ì tengono fapcrciquali la Maeftà diuina vuol confondere. Che da Roma
nonpuoriceuere cofa alcuna compatibile col minifterio dell' Euangelio. Ne
muouerloglicirempij diEneaSiluio,odiBeiru-ione : perche non (lima quei
fplendori tcnebrofi: &,quaado volelFc anco eiraltare fé (lelTo , potrebbe con ve-
rità rephcare,quello,che daErafmo fu detto facetamente,Che Luthero pouero,
& abiettcarricchifccSc inalza molti: elTer molto ben noto ad elfo Noncio,per
Ron
Papa Paolo III. LIBRO PRIMO. 7P
non andar lontano, che al Maggio profllmo, egli ha haimto gmn parte nella
crcationc del Roifenfe:^- è italo caula totale di quella di Scomberg. Che Te poi
al primo è fiata leuata la vita coli toiì;o,c|uefto è da alcriuerc alladiiiina proui-
dcnza.Non potè il Vergerlo indurre Luthero a rimetter niente della iua fcrmez-
zaiilquale contantacoitanzateneualaluadotcrinajcome fefoire veduta con gli
occhi,e diceua,Che più fiicilmentc ilNonci05&: anco il Papa,haurebbe abbrac-
ciatala fede {lia,che egli abbandonatala.
Tentò ancora il Vergerlo altri Predicatori in Vittcmberg, fecondo lacom- invano tema
milTione del Pontefice : 6c alerone nel viaggio:ne trouòinclinationejcome ha- gli aitn dottO'
urebbe penfato: ma rigidità in tutti quelli che erano di conto:& quelli che fi la- »»
rebbono refugli trouò di poco valore, & di molta pretcnlìone: fi chenonface-
uano al calo Tuo.
Mai Protcftantijintcfalapropofìtionedcl Vergerlo , eifendo congregati in eUonuentod
Smalcalda quindici Prencipi,òc trenta città, rilpoierojHauer dichiarato quale Prnteftantiri^
foife la lor volontà,^: intentionc circa il Concilio in moke Diete ; »!?*: ultima- fi^a tutti i
mente già due anni fono ,al Nonciodi Papa Clemente , & all' Ambaiciacore P'^>'"ttdilp<f^
dell' Imperatore : & che tuttauia defiderauano un legitimo Concilio j come e- ^'^^
rano certijche era defiderato da tutti gli huomini pij : & alquai erano anco per
andare, fi come più volte era flato determinato nelle Diete Imperiali.Ma,quan-
toaquellojche il Pontefice haueua deftinato inMantoua,fperauano,che Ce-
fare non foife per dipartirfi da' decreti delle Diete, & dalle promelfe tante volte
fattegli,Che il Concilio il douelfe celebrare inGermania: doue che vi polli ef-
fer pericolo,non faperlo vedere : poiché tutti i Prencipi, & città ubedifcono a
Celare,& fono cofi ben ordinatcche i foreftieri vi fono riccuuti,& trattati con
ogni humanità.Ma,che il Pontefice fia per prouedere dia ficurezza di quelli,ch'
andranno al Concilio, non fapeuano intender come : maflimerifguardando le
cofc occorle nell' età precedente.Che la Republica Chrilliana ha bifo-^no d'un,
pio, & libero Concilici che ad un tale effi hanno appellato. Che poi non fi
debbia trattare prima del modo,&foriT!a, altro non lignifica, fé non, che non
vi debbia elfer libertà, & che tutto fi debbia riferire alla poteftà del Pontefi-
ce, ilquale hauendo già dannata la lor Religione tante voite, fé egli donerà ef-
fergiudice, il Concilio non farà libero. Cheil Coicilio none un tribunale
del lolo Pontefice, ne de' foli Preti, ma di tutti gli Ordini della Chiefa,etian-
dio de' fecolari. Che il voler preponer la potefta del Pontefice , all' autoriti
di tutta la Chiefa, è openione iniqua, & piena di tirannide : che,defendendo il
Pontefice l'openione de' fuoi,anco con editti crudeli,fofl;enenQO egli una parte
della lite , il giufto vuole, che da' Prencipi fia detcrminato il modo, 6c forma
dell' attio ne. '^s.
Al medefimo couento di Smalcalda mandarono Ambafciarori i-Re di Fran-
cia,&; d'Inghilterra. Q^ldi Fraciajilqualeeifendo morto Fràcefco Sforza,Du- laTdIuT"*
ca di Milano,diiregnaua fare la guerra in Italia, gli ricercò di nò accettare luogo de FranàaX
perlacelebrationedel Conc!lio,fc non con coufeglio fuo , & del Re d'Lighil- d'inghUterrit^
terrai proraeccendojche effi ancora nonne acccccerebbono niiruiiofenza loro.
So CONCIi-IO DI TRENTO Papa Paolo HI.
e 1 3 1 3 II Rè d'Inghilterra , olcre di ciò, gli fece intendere , cke fteflcro bene auiiertipi»
XXXVI, che non fi facelfe un Concilio , doue, in luogo di moderar gli abiiiì,/! ftabilif-
fc tanto più la domiiiatione delPontehce:& gli ricercò, che approuallèro il
filo diaortio.Dair altro canto,cflì propolero,che ilRcriceueire la Confezione
Aiiguftana: lequalicofe trattate in di iierfi conuenti,nonhebbero conckiiìone
alcuna.
Il Vergerlo ;^^a il Vcrgerio,nel principio dell' anno m. d.xxxvi. tornò al Pontefice, per
zìferifce alFa-^ riferire la fua legationc. Riportò in fomma,chc i Proteftanti non erano per ri-
^altrT-viAche ^^'^"cre alcun Concilicfe non libero,in luogo opportuno,tra i confini dell' Im-
/e armii ,, perio : fondando fi fopra la promeira di Celare : & che di Luchero,& degli altri
fuoi complici,non vi era fperanza alcuna, ne fipoteua penfar'ad altro,che op-
primergli con laguerra.Hebbe il Vergerlo per Ino premio il Vefcouato di Ca-
po d'Iftria,iua patria: iSc dal Pontefice fu mandato a Napoli, per far la medefì-
ei è inandato marelatione all' Imperatorejilqual' ottenuta la vittoria in Africa,era pailàto in.
^er^erjuadere qQ^^ Regno , per ordinare le cole di quello. Et udita la rclatione del Noncio,
ad ej]e Ceja- p^f^^ Ccfare a Roma. Fu a ftretti colloqui) col Pontefice fopra le cofe d'Italia,
^'abbocca Vt ^ ^^^ modo di pacificare la Germania: ilqual modoperfuadendo il Pontefice,
papa fu que- fecondo il confeglio anco del Vergerio, che non poteua elfere altro, faluo che
jiofuggeKOy la guerra;Cefare,che non vedeua il tempo maturo,per cauare da quella il buon
frutto,che altri pcrfuadeuai&: vedendoli anco implicato in Italia, da che non
poteua fuilupparfi, fé non cedendo lo ftato diMilano,quale haueua deliberato
onninamente d'appropriarli , Se qua tendeua lo fcopo principale di tutte le fue
attionij allegaua,per ragione di differire , elfer più neceUario in quel tempo di-
fendere Milano da' Francefi.Dall' altro canto,ilPapa,il penlìcro delquale tutto
era volto a far cadere quello ftato in un' Italiano,& per ciò proponeua la guerra
di Gcrmania,non folo per oppreflione de' Lutheiani(come publicamente dice-
uà) ma anco per diucrtir Cefare dall' occupare Milano, che era il fine fuo prin-
cipale,fe ben fegreto; replicaua,che più facilmente egli,co"Venetiani,ufando le
arme,&:lepratticheinficme,haurebbe fatto defiftere il Re, quando fua Maeftà
Cefarea non fi fulFe intromeifa.
llamle Cefa- Ma l'Imperatore, penetrato l'interno del Papa , con altretanta diflìmulatio-
re finge ap- ne fi moftrò perfuafo, &c inclinato alla guerra di Germania, dicendo però, che,
pronare : ma pei; non hauertutto'lmondocontra,conueniuagiuftificarebenkcaufaj &:con
imprima n- l' jj-^j-j.-nar il Concilio,moftrare,chehaueire tentato prima Ogni altro mezo. Il
e je e ena- p^j^j.^^^^ j-^qj^ haueua difcaro,che,douendo finalmente intimarlo,cio fi facelfe
' nel tempo,quando,per hauer il Rè di Francia occupata già la Sauoia, & il Pie-
monte , l'Italia tutta era per ardere di guerra : onde fé gli daua apparcntiflìmo
prctefto,per circondare il Concilio di arme,fotto colore di cuftodia, &;protet-
tione.Si moftrò contento,purche folfero ftatuite conditioni,che non dcrogaf-
fero all' autorità,& riputatione della Sede Apoftolica. L'Imperatore,che perla
. vittoria ottenuta in Africa, haueua l'animo molto eleuato, & pieno di vafti pé-
^^Vu* * ^^^^ » riputaua di douer in due anni almeno vincer la guerra di Lombardia, Se
ferrato il Rè di Francia di là da' monti, attendere alle cofe di Germania, fenza
altro
<vtinta^Kì3
I
Papa Paolo IH. LIBROPRIMO. 8i
altro impedimento. Voleua che il Concilio gli lemillè a due cofe: prima, du- ciò i3
rante la guerra d'Italia,per raffrenar il Papa; fctecondo il coftume de Pontefici, xxxvi.
haueife penfato metterli dalla parte di Francia, quando quella fuirc reftata infe-
nore,per contrapefar il vincitore: poi,per ridiir la Germania all' obcdienza Tua,
a che cali miraua:perchc,quanto alla Pontificia,rhaueuapercora accidentale.
Gli piaceua il luogo di Mantoua: quanto ai rimanente, non curaua qual con-
ditione il Papa vi apponelle , poiché quando folle ftato ridotto, egli haurcbbe
potuto mutare qucllo,chcnon gli folle piaciuto. Per tantojconclufcche men-
tre il faceife il Concilio, fi contcntaua d'ogni conditione,allegando,che fpcra-
uadiperluadercfe non a tutta la Gcrmania,poco meno,a confentirui finalmen-
te.Fuadonque {labilità la deliberatione dal Pontefice, con tutto'l Collegio de'
Cardinali.
Perilche l'Imperatore, interuenendo nel Conciftorio publico a' ventotto enerkhkdela
d' Aprile, ringratiò il Pontefice, & il Collegio, che hauelfero prontamente, d<: ^"^^"^
efpediramente deliberata la conuocatione del Concilio Generale : & gli ricer-
cò apprelfojche la. Bolla foife fpedita inanzi la fua partita da Roma , accio egli
potellè dar' ordine al rimanente. Non fi potè ordinare cofiprcfto : eifendo pur
necellària qualche confideratione,per metterui parole appofite,che dellero
quanto più buona Iperanza di libertà era poffibile : &infieme non portalfcro
alcun pregiudicio all' autorità Pontificia. Furono deputati a quello fei Car-
dinali, &:treVefcoui: & finalmente la Bolla fu fpedita fotto i dodici diGiu-
gno,publicata in Conciftorio, & fottofcritta da tutti i Cardinali. Il tenor di
quella era;
Che dal principio del fuo Pontificato, nilfuna cofa haueuapiu defiderato, /;«Z//c<«m »n^
che purgare dalle herefie, 6c errori, la Chiefa, raccommandata da Dio alla cura f»«>
fua: & di reftituire nel prillino ftato la difciplina: al che non hauendo trouato
via più commoda, che la fcmpremai ufata in fimili occorrenze,cioè, il Conci-
lio Generale,di quello hauere fcritto più volte a Cefare,& agli altri Rè,con Ipe-
ranza, non folamentc d'ottener quello finc:maancora,che,fedateledifcordie
tra' Prencipi Chriftiani,fi mouelfe la guerra agli infideli,per liberare i Chriftiani
da quella mifera feruitù , 5c ridurre anco gì' infideh alla fede.Perilche, per la pie-
nezza di poteftà,che egli ha da Dio,col confenfo de' luoi fratelli Cardinali, inti-
ma un Concilio Generale di tutta la Chnftianità per i ventifettc Maggio dell'
anno fcguente m.d.xxxvi i. in Mantoua,luogo abondante,& opportuno,per la
celebratione d'un Concilio: & per tanto commanda a' Vefcoui,& altri Prelati gj„ l'intima-
di qualunque luogo fi fiano,per l'obligo del giuramento preftato da loro,& ùoneaMan-
Ibtto le pene ftatuite da' fanti Canoni, &decreti,che vi fi debbiano trouarcal toua:
giorno prefilfo.Prega Cefare,LX: il Rè di Francia,& tutti gli altri Rè,& Prencipi,
per amor di Chrifto,& per falute della Republica Chriftiana , che vogliano tro-
uavuifi in perfona:»^: non potcndo,rnandino honoreuoli,&: ampie Ambafciaric,
ficome eflo Celare,& il medefimo Rè di Francia,& gli altri Prencipi Chriftiani,
hanno proir.elTo più volte, & a Clementc,«3^ a lui.Et ficciano anco,che i Pre-
lati de'luoiRegni debbiano audaruii&ftarui fino al fincper determinare quello,
L
Si CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo 111.
ci3 13 che farà opportano per riforma della Chiefa, eftirpatione delle hereiìe,&: per
xxxvii. inuoLier la guerra agl'infideli.
conma altra Pnblicò anco il Papa una altra Bolla,peremendare( fi come diccua)la Città
di riforma di di Roma, Capo di tutta la Chriftianità, maeftra della dottrina,de'coftumij&
ì^ma: della difciplina; di tutti i vitij,& mancamenti:accioche,purgata la cafapropria)
potcilè più facilmente purgare le altre:al che non potendo attendere folo piena-
mentcdeputò lopra ciò i Cardinali OftienfejS. Seuerino,Ginutio,& Simoneta:
commandando , fotto grauilTìme penerà tutti di preftar loro intiera obedienza.
Qucfti Cardinaliiinricme con alcuni Prelati , pur dal Papa deputati,/! diedero
imm.cdiate a trattar la riformatione della Penitentiaria,della Dataria, Se de' co-
ftumi de' Cortigianirperò non fu pofta cofa alcuna in effetto. Ma l'intimatione
del Concilio parue ad ogni mediocre ingegno molto poco opportuna,in tem-
po , quando tra l'Imperatore , & il Rè di Francia,erano in piedi le guerre in Pi-
cardia,in Prouenzaj& in Piemonte.
ma t Prote- j Proteftanti , veduta la Bolla,fcriirero a Cerare,che,non vcdendofi qual do-
m contentano ^^^^^ ^^^^''^ ^^ forma, & il modo del Concilio,chedaloro era ftato Tempre do-
* mandato pio, libero, & m Germania^ &: tale Tempre promeiro,iìconfidauano>
che Cefare haurebbe proueduto,fì,che le loro dimandefoirerofodisfatte,& la
fua promeila adempita.
Itncheconfor- Ma,nel principio dell' altro anno M.D.xxxvii.mandc)CefareMatthiaEldo>
tati da Cefa- fuoVicecancellario a' Proteftanti,adeirortargliariceueril Concilio,ilqual con
*'*' tanta fua fatica era ftato conuocato,& alquale egli dillegnaua trouarhin per-
fona,fe non interueniile qualche grand' impedimento di guerra,che lo conftrin-
gefle elfere altroue : ricordò loro d'hauere appellato alConcilioj&perònon
eCer conuenicnte, che hora, mutato proponto,non voleireroconuenire con
tutte le altre nationi,che hanno pollo in quello tutta la fperanza della riforma
della Chiefa. Quanto al Pontefice,di(Te Cefarcnon dubitarcche non fi gouerni»
come iiconuienp al principal Capo dell' Ordine Ecclcfiafticoxhefehauranno
qualche querela centra ài lui, la potranno profeguire nel Concilio modella-
iTiente.Quanto al modo,& forma,non ellcr conueniente>che effi vogliano pref^
criuerlaa tutte le natioriirpenialferosche non i foli Theologi loro fiano infpirati
daDio,& intendenti delle cofe facrerma che anco altroue ve ne fiano,a chi non
manchi dottrina ^ & fantità di vita.Quanto al luogo,fe bene efiì hanno diman-
dato uno in Germania, però debbono anco penlarequello,chefia commodo
all' altre nationi.Mantoua è vicina alla Germania,abondante,& falubre,& fud-
dita dell' Imperio , & il Duca di quella feudatario Cefarco: in maniera,che il
Pontefice non vi ha alcuna poteilà:&: fé vorranno maggiore cautione,Cefare
eirerpreparatodargliela.Parlòanco con l'Elettore diSaitonia apartceifortan-
dolo a mandare i fuoi Ambafciatorialconcilio,lenzaufareeccettioni,ofcufe,
indarno ìfer lequalinonpolfono partorirejfe non inconuenienti. I Proteftanti riipofero a
molte ragionii cj^gfta parte del Concilio,Che,hauendo letto le lettere del Papa,vedeuano non
da Im alle- ^^^^,.^ |,^^^^^^ ^^^^^^^ j^j Pontefice, & della Matftà fua Cefarea : &> repente le
***** cole trattate coivAdriano > Clemente j & Paoio>conclufero>che fi vedeuaelTer
l'ifteflò
PapaPaoloIII. libro primo. 85
l'iftcìro fine di tutti.PafTarono ad aiiegare le cofcper lequali non conueniua,che e 1 3 i s
il Pontefice folfe giudice nel concilio: ne meno quelli, che gli fono obligati xxxvir.'
con giuramento.Ec quanto al luogo deftinato, oltreché è contrai decreti delie
Diete Imperiali , con nilUma fìcurczzapotrcbbono andarci Tenza pericolo.Im-
peroche,hauendo il Pontefice adherenti per tutta Italia, che portano acerbo
odio alla dottrina de' Proteftanti, gran pericolo vi è dmfidic,& occulti con-
fegli: okra che,douendo andare in perlbna molti Dottori, &Minifl:ri, non
ellendo conueniente trattare cofa di tanta importanza per procuratori > fareb-
be un lafciare le Chiefe defolate. Et come poifono conlcntire nel giudicio
del Papa, che non ha altro fine, fé non d'eftirpare la dottrina loro, che egli
chiama hcrelìa , & non lì può contenere di dirlo in tutte le Bolle fue,etian-
dio in quella, doue intima il Concilio: & nella Bolla, che fece, emulando
di volere riformare la Corte Romana , efpreflamente ha detto d'hauer con-
uocato il Concilio, per eftirpare l'herefia Lutherana : 8c ne fa dimoftrationc
con effetto, incrudelendo con tormenti, &fupplicij contra i miferi innocen-
ti, che per loroconfcienza feguono quella religione ? Et come potranno ac-
cufare il Pontefice , & i fuoi adherenti , quando egli voglia eirere giudice ? Se
lapprouar il fuo Breue non elfere altro, che conlentire nel fuo giudicio. Et
pcrc),haucr domandato fempre un Concilio libero, &Chriftiano: non tanto,
perche ognuno polTa parlare liberamente , & ne fiano efclufi i Turchi , Se infi-
deli: ma,perche quelli che fono collegati inlleme con giuramenti, & altri pat-
ti, non fieno giudici : & perche la parola di Dio fìa prelìdente , & definifca
tutte le controuerfie. Che fanno beniffìmo elfer degli huomini dotti , & pi]
nelle altre nationi: ma fono anco certi infìcme, che fé la immoderata poten-
za del Pontefice farà regolata, non folo i loro Theologi,ma molti altri, che
al prefente , effendo oppreflì, ftanno nafcofti , s'affaticheranno per la riforma
della Chiefa. Che non vogliono difputare delfìto ,& opportunità della cit-
tà di Mantoua: mabendire, che, elfendo la guerra in Italia, non poffono ef-
fer fenza fofpetto. Del Duca di quella città ballar dire, che egli ha un fratel-
lo Cardinale, de' primi della Corte. Che in Germania fono molte città, non
meno commode, che Mantoua, doue fiorifce l'equità , Oc la giuftitia : Se in
Germania non fono noti, & ufìtati quegli occulti confegli, & clandeftini mo-
di di leuaregli huomini di vita , come in alcuni altri luoghi. Nelli antichi
concili) effcre (lata fempre cercata principalmente la flcurtà del luogo : la-
qual però , quantunque Cefare folle in perfona al concilio , non farà fuffi-
ciente : fapendofi , che i Pontefici gli concedono ben luogo nelle confulta-
tioni , ma la poteftà del determinare la riferuano a fé foli. Eller noto quello,
che auuennea Sigilmondo Cefare, nel concilio di Coftanza , il faluocon-
dotto dclquale fu violato dal concilio , &egli coftretto a riceuercun tanto
affronto. Perilche pregauano Cefare a confìderare, quanto quelle ragioni im-
portalfero.
Eracomparfo nella mcdefimaDietail Vefcouo d'Ais, mandato dal Ponte- i^adunK^-
ficcper iiiuitargli al concilio : ma non fece frutto, Se alcuni anco de' Prencipi th Pomifidv,
L ij
84 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo IH.
e I o 13 L-icLirarono d'afcoltarlo : &:5pcr far note al mondo le loro ragioni , publicarono>
XXXVII. Sz mandarono vma fcrittura in ftampa,doue principalmente fi sforzauano di
rifpondere a quella obicttioncchc eflì non volellero fottometterilaniirun giu-
dicejche fprezzairero le altre nationi, che fuggilìèro ilfupremo tribunal della
Chiefajche hauelfero rinouate Therefie altre volte condannate , che habbiano
caro le difcordie ciuili > che le cole da loro riprefe ne' coftumi della Corte Ro-
mana fieno leggieri,&: tolerabili : allegarono le caufe, perche non conueniua,
che il Pontefice folojne meno inficme con i fuoijfuire giudiceiportarono eirem-
pii di molti Concili) ricufati da diueriìde'SantiPadri:imploraronoin fine a lo-
ro difcfa tutti i Prencipijotferendoiìjche fé in alcun tempo fi congregherà un
Concilio lcgitimo5difi;ndcranno in quello la fua caufa» &c daranno conto delle
il rè de Frati' proprie attioni. Mandarono anco un Ambafciatore erprelfo al Rè dLFrancia>
eia conferite co per dargli conto particolare delle medeiìme cofe:ilqual anco rifpofe,che>quan-
loro nel fatto jq alConciliojeradelmedefimo parere di loro> di non approuarloj fé nonlegi-
dd Concaio: j].^o^^ ìj-^ hiogo ficurojofferendo anco in quello l'ifteiUi volontà del Rè di Sco-
tia/uo genero.
il Duca di ^^ l^iica di Mantoua concelfe la fua città per fare il Concilio,in gratificatio-
Aiantouapro- ne del Ponteficcfenza penfar più oltre:giudicado confoLTne all' opinione com-
fuone coditio- mune,che non fi potrebbe effettuare > eifendo la guerra in piedi tra Cefare , & il
m,pr accetta- R^ Ji Francia;& repugnante la Germania,per laquale il Concilio fi faccua. Ma,
re ^Concilio ye^m-apintimationccomminciòapenfare, come afficurarebbe la città, & mar
mlMjuncitta, jv^^ proponere al Papajchesdouendofi introdurre uno fi gran numero di perfo-
ncquali farebbono conuenute al Conciho,era neceitariaunagroffa guarnigior
nejlaqual egli non voleua dependente da altrij& non haueua da mantenerla del
fuo : pcrilche era necelfaricche» volendo Su,a Santità celebrare il Concilio io
quella città» gli fomminiftraife danari per il pagamento de' ioldati. Al che rifr
pofe il Pontefice,Chela m.oltitudine doueuaelfere,.nondiperfone armate, ne
profeifori di militia,ma di Ecclefia{ì:icÌ5& letterati, quali con un folo Magiftra-
tojche egUhaurcbbe depurato per render giuftitia, conunapicciok Corte» &
guardia,farebbe flato baflante per contenergli in uflicio : che una guarnigione
di ioldati armati farebbe Hata di fofpetto a tutti, & poco condecente al luogo
d'unConciliojchedebbeellère tutto in apparentia,LS: effetti dipacc:&chepur
re,quando vi foifc flato bifogno di arme per guardia, non effere di ragione, che
follerò in mano d'altri,che del CanciHomedefimo, cioè, del Papa, che ne è il
Capo. Il Duca, confiderando,chelagiurifdittionc fi tira fempre dietro l'impe-
rio,replicc) , Non volere in modo alcuno, che nella fua città fiaamminiftrata la
guiftitia da altrijclie daUiufficialifuoi.il Papa, prudentifììma perfona,acuipo^
che volte occorreua diudirrilpoflanon preaeduta,re(lò pieno di fluporc,&: rifr
pofe all' huomo del DucasChe non haurebbe creduto dal fuo patrone, Prenci-
pe Italiano,la cafa delquale haueua riceuuti tanti benefici), dalla Sede Apofloli-
ca,che haueua un fratello Cardinale, douergli elfer negato quello , che mai più
da niifuno gli fu meffo in controuerfia ; e quello, che ogni leg^e diuina, & hu-
mana gli dona,che ne anco i Lutherani gli fanno negar e,cioè,l eifere giudice fu-
pre-
Papa Paolo III. LIBRO PRIMO. 85
premo degli Ecclefiaftici -, 3c quello, che il Duca non contrafta al Tuo Vercouo, dora
che giudica le caufe de' Preti in Manroaa. Nel concilio non douerc interucni- xxxvii.
re,fenonpcr(one Ecclelìaftiche,lequalirono elicmi dal rccolare,cori elTccome
le lue Fami^'lic -.il che è cofichiarojche concordemente dalli dottori è afterma-
to>etiandiQ le concubine de'Pretieiicr del foro Ecclefuftico: &c egli vuol ne-
o^fó-Ii d'haucr un Magiftrato , che rendi giuftitia a quelli, durante il concilio?
Non oftante quello , il Duca Rette fermo, coli in riculare di concedere al Pa-
pa giufdicenti in Mantoua, come anco in domandar ioidi per pagar iolda-
ti: lequali conditioni parendo al Pontefice dure, &: (come diceua) centra- lequalillpir
ne alli antichi coftumi,& aliene dalla dignità della Sede , & alla libertà Ec- /"*";^«w,
clefiaftica, ricusò di condefccnderui : & deliberò di non voler più conciUo a
Mantouajraccordandofi molto benediquello,cheauuenne aGiouannivente-
fìmocerzo, hauendo celebrato concilio,doue altri era più potente : deliberò di
fotpcndere il concilio. Si fcusò,con una fua Bolla publica,dicendo in ioftanza,
che, fé ben con fuo dolore era sforzato deputar altro luogo per il concilio,
nondimeno lo fopportaua,perchc era per colpa d'altri , & non fua propria : & , . . ^
che, non potendo coli fprouiftamentc rifolucrfi d'un altro luogo opportuno, ^/ !^ °" '*
fofpcndeua la celebratione del concilio fino ad primo di Nouembre del mede- „^ ^^^^^
fimo anno.
Pubhcò in quefto tempo il Rè d'Inghilterra un manifefto, per nome fuo, & cantra Uguale
della Nobiltà,contra la coniiocatione fatta dal Ponteficccome da perfona, che ' ^^ inghd-
non habbia poteftà,& in tempo Ai guerra ardente in Italia , & in luogo non fi- ^^J^ianifeftT-
curo,foggiungendo,che bendefideraun concilioChriftiano,.maal Pontificio
non è per andarcne permandaruiambafciata,non hauendo che fare col Vef-
couo Romano, ne con i fuoi editti piu,che con quelli di qualunque altro Vef-
couo: che già i concili) faleuano eiiere congregati per autorità de' Kè:5c que-
fto coltume maggiormente debbe eilèr rinouato adeilo , quando che fi tratta
d'accufare i difetti di quella Corte : non cirer cofa infolita a' Pontefici di man-
car di fede: il che douea confiderare più lui,che è acerbifllmamente odiato , per
hauer dal fuo Regno leuata quella dominatione, de il cenfo, che gli era pagato.
Che il dar la colpa al Prencipe di Mantoua, perche non voglia lenza prefidia
admettertantagente nella lua città,èunburlarfi del mondo : ficomeanco il
prorogar il conciho fino a Nouembre , 3c non dire in che luogo fi habbia da
celebrare ipoiche, le il Papa alcun luogo eleggerà, fenza dubio, o piglieràuno
di quelli dello ftato.proprio,ouero di qualche Prencipe obligatogli. Pcrilcne,
nonpotendo alcun huomo di giudicio fperar d'haucre un vero concilioj il me-
glio di tutto è, che ciafcuno Prencipe emendi la religione a cafa fua: conclu- 'j ^"P^^l^'^o-
dendo in fine,chc,le da alcuno gli foUè mofbata meeliore via, celi non La ricu- Z° "* ""*"
r \_ì ^ ° o fromn^rftor-
larebbe. „^ ^^, „yj^_
In Italia anco vi era una gran difpofitione ad interpretare in finiftro le attio- »»<« della fu»
ni del Pontefice: &c fi parlaua liberamente, che quantunque verfalTe la e olpafo- ^'^^*e,eneio^
prailDucadi Mantoua,da lui però nafceua, che il conciUo non fi facelfe: &: "'^"^ ^^ ""^
eireriie mauifefto indicio 3 perche nel meckfiino tempo haucua publicata la l^^^ ^^"^
L iij.
U CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloIII.
e 1 3 13 Bolla della riforma della Corte,& dato il carico a quattro Caidinali,ne a ciò ef-
XXXVII. fcrui oppofitione del Diica,ne di altri,che non folfe in fuapoteftà:& pur di quel-
la più non Ci parlaua: fi come anco era fiata in (ìlentio tre anni doppo che la
propofesimmediate alfonto al Pontificato. Per ouuiare a quefte diffamationi,
deliberò il Papa di nuouo ripigliare quel negotio, riformando prima fé, i Car-
dinali,& la Corte, per poter leuare ad ognuno l'obiettione. Se lafmiftra inter-
pretatione di tutte le attioni fue:& elelle quattro Cardinali,& cinque altri Pre-
lati, tanto da lui (limati, che quattro di efllnelli anni feguenti creò poi Cardi-
nali : imponendo a tutti nouc di raccogliere gli abufi, che mcritauano rifor-
ma: iSc infieme aggiongcrui i rimedi), co' quali fi poteifc preftamente , & facil-
mente leuarglÌ5& ridurre il tutto ad una buona riformationc. Fecero quei Pre-
lati la raccolta, fecondo il commandamento del Pontefice, 5^ la riduirero in-
fc ritto.
iqualt ne (or- Propofero nel principio, per fonte &origine di tutti gli abufi, la prontezza
mano un con- de' Pontefici a dar' orecchie alii adulatori, & la facilità in derogare le leggi,con
««"> la inolTcruanza del commandamento di Chrifto , di non cauar guadagno delle
cofe fpirituali : &:,dilccndendo a particolari,notarono ventiquattro abufi nell*
amminiftratione delle cofe Ecclefiafliche , &: quattro nel gouerno (peciale ài
Roma: toccarono l'ordmatione de' Clerici , la collatione de' benefici], lepen-
fionijle permutationijli rigrefliì,le referuationi,la pluralità de'beneficij,le com-
mende,la refidenza,le eirentioni,la dcformatione dell'Ordine regolare,la igno-
ranza de' Predicatori , & Confeirori; la libertà di {lampare libri pernicioh, le
lettioni,la tolcranza degli Apoftati, i queftuarij : ScpaiTando alle difpenfationi,
toccarono prima,quella di maritar gli ordinati , facilità di difpenfar matrimo-
ni) ne' gradi prohibitijladifpenfa a' Simoniaci, la facilità nel conceder confef-
fìonali,6cIndulgenze,ladifpenfatione de' voti,la licenza di teftaré'de' beni del-
la Chiefa,lacommutatione delle ultime volontà, la toleranza delle meretrici»
la negligenza del gouerno delHHofpcdali: Se altre cofe di quello genere,trat-
tate minutamente,c0n efporrc la natura d;egli abufi,le caufe, & origine loro,le
confeguenze de' malijche portano fcco,i modi di rimediarui,& conferuar il cor-
po della Corte per l'auuenire in vita Chtilliana. Opera degna d'elfer letta,chc,
le la fua lunghezza non haueire impedito, meritauacircrregiftrata di parola in
parola.
tuntUato In II Pontefice,riceuuta la relatione di quelli Prelati,la fece confiderare a molti
Concijìorio, Cardinali,^ propofe poi in Conciftorio la matcria,per prenderne deliberatio-
ne.Frate Nicolò Scombergjdell' Ordine Dominicano, Cardinal diS.Sifto,con
altro nome chiamato. Di Capua, con lunghiflìmo difcorfo moflrò , che quel
tempo all' hora prefente non comportaua, che fi riformafle alcuna cofa. Pri-
mieramente,conlidcrò la malitia humana,che fempre quando li è impedito un
corfo al male,nerittoua un peggiore : Se che è manco male toleraril difordine
conofciuto,&: che per eifere in uio,non dà tanta marauiglia, che per rimediar a
quello,dare in uno,che, come nuoucreftarà più apparente, & farà anco più ri-
prefo. Aggionfe,chc farebbe dare occafione a' Lutherani,di vantarfijche hauef-
fero
>APA Paolo III. LIBRO PRIMO. 87^
ero sforzato il Pontefice a far quella rifonna: 3c fopra tutte le cofe conlìdcra- e i o i o
.lajche farebbe ftato principio,non di Icuar gli abufi Ioli, ma ancora inlicnic i xxxviii.
buoni nihSc mettere in maggior pericolo tutte le cofe della religione : perche,
a lariformajficonfcirercbbe, che le cofe prouedute, meritamente erano ri-
prcle da Luthcrani: il che non larcbbe altro , che dar fomento a tutta la lor
dottrina. In contrario Giouanni Pietro Caraffa, Cardinale Teatino, moftrò,
che la riforma era necciraria,& grande offefadiDio cirereil tralafciarla: & rif-
pofejeirer regola delle attieni Chriftianc , che, fìcomencn s'ha da fare alcun
lTiale,acdj3 ncùiccedab.enc: coli non lì debbe tralafciare alcun bene di obliga-
tioììcper timore che ne venga il male. Varie furono le opinioni: ck: hnalmen- ^'"fìnedif.
te,dopo detti diueriì parerijfuconclufojchefidilTeriica di parlarne ad altro té- ^'l?^ \ ""^
po^,^L£ommandt) ilPontcfìce,che folfe tenuta fegrcta la rimoilranza fattagli
da' PrclatirMarilCàtdinal Scomberg ne mandò ima copia in Germania : ilche
da alcuni Ricreduto non ellèr fatto fcnza faputadel Pontefice, accio fulTe vc-
duto,che in Roma vi era qualche diiregno,&: qualche opera ancora di riforma-
tione. La copia mandata fu fubito ffcampata, ik publicata per tutta Gcrmaniai
& fu anco fcritto contra di quella da diuerfi, in lingua Thedefca , & Latina. Et
pur tuttauia nella medefima regione crefceua il numero de' Proteftanti, elfcn-
do entrati nella loro lega il Rè di Dania, &c alcuni Prencipi della cafa di Bran-
denburg.
Auuicinandofi il mefe di Noiiembre> il Pontefice publicò una Bolla di con- iiPapamtì-
uocatione del Concilio a Vicenza : 8c catifando, che per la vicinità dell' inuer- ^^'^ Concilia
no,vi erabifogno di prorogare il tempo, l'intimò per il primo di Maggio dell' '" ^*'^«"^'»»
annofeguente m. d.xxxviii. &deftinò Legati aquel luogo tre Cardinali, Lo-
renzo Campcggio,già Legato di Clemente fettimo in Germaniai Giacomo Si-
moneta,& Gieronimo Aleandro;da lui creati Cardinali.
Vfcira la Bolla in luce,in Inghilterra fu publicato un' altro Manifefto del Rè e dì moHo
contra quefta nuoua conuocatione,inuiato a Cefare, & a i Rc,(S<: popoli Chri- irrigo 8. v?
ftiani, dato fotto gli otto Aprile dell' iftelTo anno m.d.xxxvih. Che,hauendo ■^Vf'*»'»;
già manifcftato al mondolc molte,& abondanti caufe , per quali haucuaricufa-
to il Concilio, che il Papa fingeua voler celebrare in Mantoua, prorogato poi
fenza alTignatione di certo luogo;nonglipareuaconueniente,ognivoltacheil
Pontefice haueire efcogitato qualche nuoua via, douere elfo pigliar fatica òi
proreftare,oricufare quel Concilio,che egli moflralfe di voler cclebrarc.Peril-
che quel libello difende la caufafua,&: del Tuo Regno,da tutti i tentatiui,che/ì
poteirero fare o daPaolo,o vero da qualunque altro ronteficc Romano: &: però
l'ha voluto confermar con quella epiftola,chc facilmente lo donerà ifcufarc:
perche non fia più per andar a Vicenza,di quello,che non era per andare a Man-
toua:quantunque non vifia chi pi\ì defideri unapublica conuocatione dc'Chri-
ftiani, purché Ha Concilio Gcnerale,libero,& pio,quale ha figurato nella pro-
teda contra il Concilio di Mantoua.Et,ficome nilfuna cofa è più lanta, che una
generale conuocatione de' Chriftianiicofi,nilTlmo può apportare maggiorpre-
giudicio,6cpernicieallaReligxone,che un Concilio abiiiato per guadagaijpcr
8S CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo Ili.
ci3 13 ucilicàjO per confermar errori. Co ncilio Generale chiamarfi, perche tutti i
XXXVIII. Clu'ifliani pollano dire il l'uo parere: ne poterli dire Generale,doue/lano uditi
folamente quelli, che haucranno determinato di tener Tempre in tutte le cofe le
parti del Pontefìcc:«Sc doue l'ifleiìi lìano Attori,Rei,Auuocati,& Giudici.Potcr-
il replicare fopra Vicenza tutte le medcllme cole,che fi fono dette nell' altro fuo
libello di Mantoua.Et>replicato con breuità unCuccinto contenuto di quello,
fegui 5 diccndo,ScFcdcrico,Duca di Mantoua,non ha deferito all'autorità dei
Pontefice j in concedergli la Tua città, in quel modo che egli la voleuajche ra-
gione vi è 5 che noi debbiamo tanto (limarla in andar doue gli piace? Se ha il
Pontefice potcftà da Dio, di chiamar i Prencipi doue vuole,perchc non l'ha di
eleggere qual luogo gli piace , 5c farfi ubedire?Se il Duca di Mantoua puo,con
ragioncncgare il luogo eletto dal Pontefice,perche non potranno anco gli altri
Rè„?c Prencipi, non andar a quello?Et fé tutti i Prencipi gli negallero le lor cit-
tà j doue farebbe la fua poteftà? Che farebbe auuenuto,fe tutti fi fuitero meffì in
viao-^io, & gionti làjs'hauelfero trouatiefclufì dal Duca di Mantoua?Quello,
che di Mantoua e accaduto,puo accader di Vicenza.
el Papa, mW Andarono i Legati a Vicenza,al tempo determinato.Et in quefto medefìmo.
abboccamento il Pontefice andò a Nizza di Prouenza,per interuenire al colloquio dell' Impe-.
di Cefare col j-^tore , & del Rè di Francia, procurato da lui:dandofuori,chefoirefolamente,
re di Francia, ^^^ i-^-ie^tcr quei due gra Prenc ipi in paccrfe bene il fine più principale era,di tirar
*lÌ^taTfam- ^^^ ^^^'^ ^^^^ ^^ Ducato diMikiio.In quelluogo il Pontefice,tralealtre cofe fece
Hr il Conci- uiììcio con ambidue, che mandairero gli Ambafciatori loro al Concilio, $>c che
Ho: vi facelTero anco andare i Prelati, che erano nelle loro compagniei&deirero
ordine a quclli,che fi ritrouauano ne' loro Regni,di metterfi in viaggio.Quanto
ti)l trouaiìP- ^i j^j- l'ordincl'uno Se l'altro fi fcusc),cheeraneccirario prima informarfi con i
»"/'/"'• prelati de' bifogni delle loro Chiei'e:& quanto al mandare quei,che erano quiui
prefenti,che farebbe (laro diiHcile perfuadergli ad andare foli,fenza hauer com-
i municato conlcglio con altri. Rellò tanto facilmente il papa iodisfatto della
rifpo(la,che lafciò dubio,fe più defideraire ratfermatiua,che la negatiua.Riufci-
to adonque infruttuofo quedo ufficio , come gli altri trattati dal papa in quei
Conuentojcgli lene parcì,& clfendodi ritorno inGenòua,hebbe lettere da Vi-
cenza da' Legati,che fi ritrouauano ancora là foli,(enza prelato alcuno:perilchc
oli richiamò, &fotto iiventottoLuglioper una (ha Bolla allongò il termine
del Concilio,fino al giorno dellaprodima pafca.
U Papi fui- i'^ quefto anno il pontefice ruppe la prudente patienza.ouero diflìmulatio-
mna lafcom- nc,nfata per quattro anni continui verfo Inghilterra, & fulminò contraquel
municacutrai |^;. unatembil BoHa,con modo non più ufato da' fuoi preceifori, ne dafuccef-
re d'inghil- ^^^i^qj-j imitato : dcUaquale fulminacione, pereir^rr originata da manifefti pu-
**'''*''' . blicati centra il Concilio, intimato in Mantoua,& in Vicenza,ricercailmio
propofitcchc ne faccia mentione:oltre che,per intelligenza di molti accidenti, .
che difotto fi narreranno,è neceiTario recitare quefto faccelfo con i fuoi parti-,
colari.
Hauendo il Rè d'Inghilterra leuatal'ubediehza allaChiefa Romana & di-
chiara-
Papa Paolo m. LIBRO PRIMO. 89 ^_
chiaraco/ì Capo dell' Anglicana l'anno M. d.xxxiv. come al Tuo luogo se det- ci3 io
tojPapa Paolojimmcdiatc dopo la Tua allbntioncdall' Imperatore per i propri) xxxviii.
intcreffi » & dall' inftanze della CortCjlaquale con quel inezo credcua diracqui-
ftare, onero abbruciare l'Inghilterra j fu continuamente {limolato a fulminar
Gontra quel Rè: ilche cgli,come huomo verfato nella cognitionc delle coic,giu-
dicaua poco a propofito:conlìdcrando,fe i fulmini de' fuoi precelfori non haue-
uano ibrtito mai buon' effetto in que' tempi, quado erano crcduti,& riueriti da
tuttijminore fperanza elferciichcsdopo publicata,^ riceuuta da molti una dot-
trina, che gli Iprezzaua, potelfero farlo. Teneua per opera di prudenza il conte-
nere nel fodrojUn' arma,che non ha altro taglio,fe non neli' opinione di coloro
contrachi fìcombatte.Madel M.D.xxxv.iuccedutaladecapitatione del Cardi-
nal Roffcnfe , gli altri Cardinali gli furono intorno a rimoftrargli,quanta folfc
rignominia,*^^ quanto grande il pericolo di qucll' Ordine, che era ftimato fa-
crofanto,& inuiolabile,fe forte lafciato prender piede a quell' clIempio:impero-
che i Cardinali defendono il Pontificato con ardire apprclfo tutti i Prencipi,
per la fic urrezza della propria vita;laquale quando folfe leuata,& moftrato a' Se-
colarijche i Cardinali polfono eifer giufl:itiati,larebbono coftretti operare con
troppo timore. Il Pontefice però non partì dalla rifolutione fuarma trono un
temperamento non più uiato da Papa alcuno,di alzare la mano col fulminea
minacciar di tirarlo, ritenendolo però,fenzalanciarlo:& con quello modofo-
disfare a' Cardinali , 8c alla Corte , &c altri, &c non mettere in prona lapoteftà
Pontificale.Formò per tanto il Papa un proceiro,& fentenza feuerifsima contra
quel Rè,fotto il dì trenta Agofto m.d.xxxv. &c tutto iniìeme fofpefe la publica-
tione a (uo beneplacitOjlafciata però andare la copia occultamente in mano di
chi fapeua gliel'haurebbe fatta capitare : 3c facendo caminare il rumo-
re della Bolla formata, & della fofpcnfione d'cira,con fama,che prefto prefto,
leuata la fofpenfione,fi verrebbe alla publicatione:& con dilfegno di non venir-
ci mai.
Etjfe ben non era fenza fperanza, che il Rè,o per timore del fulmine fabricato,
o pcrl'indinationedelfuo popolo, operfatietà de' lupplicij contra gli inube-
dicti al fuo decreto,s'mduceiÌciO per interpoiìtione deli' Imperatore,o del Rè di
Francia(quando per le occorenze del mondo folle coftretto unirli con alcuno di
loro ) folle indotto a cedererprincipalmente però il molFe per la caufafudcttr,
accio egli medefimo non moftralfe ladebolezzadelle arme {lie,&: fcrmallc il Rè
maggiormente nella feparatione.Nondimeno,in capo di tre anni,fi moiXe a mu-
tare propofito per gli irritamenti,che gli patena elfere ufati da quel Rè vcrfo lui
fenza occafione , in mandare fempre manifefti contra lefue conuocationi del
Concilio,& oppugnare le lue attioni,fe ben non indrizzatc ad ofifefa particolare
di lui : Se nuouamente con hauer procelfato , citato, &c condannato per ribelle
del Regnojcon confilcationc de' beni, S.Thomafo Cantuarienfcprima canoni-
zato da Alcllandro terzo,per eiferc ftato vecifo in difela della liberrà,& potcftà
Ecclefiaftica fino dell' anno m.c.lxxi. delquale fi fa annualmente foléne fcfta
nella ChiefaRomanaiconelTecutionc della condannajeuàdo dalla fcpoltura le
M
90 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo III.
e IO 13 olia>che furono abbmciate in publico per mano del miniftro di giuftitia,&
XXXIX. fparfe le ceneri nel fiume : pofta la mano ne' theforij ornamenti, & entrate delle
Chici'c dedicate a lui:ilche era l'hauer toccato im' arcano del Pontificato molto
più importante 5 che la materia del Concilio. Allequali coic gionta qualche
Speranza conccputa nel colloquio col Rè di Franciajche folfc per fomminiftrare
aiuti a' malcontenti d'Inghiltcrra,come folle libero dalle guerre con l'Impera-
tore; (otto il dicefette Dicembre vibrò il fulmine lauorato già treanni,apertala
manojche per tanto tempo era ftata in atto di fulminare.Le caufe allegate furo-
no in fofl:anza,quella del diuortitr, &perrubedienzaleuata>per l'uccifionedi
RofFcnfcjpcr la dichiarationc contra S.Thomafo.Le pene farono,priuatione del
Regno; & pJliadhercnti fuoi di tutto quello che poiredeuano: comandando a*
fuddit j,di leuargli l'ubedicnza : & a' foreftieri^di non hauer commercio in quel
Regno;& a tutti,che fi doueilero leuare con arme contra-lui,^; 1 {LidrFedeIi:(Sc
pcrlegLiitarglijConcedendo in preda li ftatij6c le robbc,& in ter uitù le perfone di
tutti loro.
llnza effetto ^^ ì^"^ quanto conto folTe tenuto il Breue del Papa,& quanto follerò olTerua-
fero: ti i commandamenti fuoi, lo dimoftrano le leghejConfederationi,paci,tratta-
tionijchc doppo furono fatte con quel Rèjdal'ImperatorcjRè di Francia,&altri
Prcncipi Catholici.
in Germanh ^^^ principio del anno M.D.xxxix.eircndo eccitate nuoiie controiierfie in
è fropofto in Germania per le caufe della religione>&: forfè anco da perfone mal' intentiona-
VktaxFrac- te > chc le adoperauanoperpreteftojfu tenuto Un Conuento in Francfortjdoue
fort un modo (fedire mandò un Commiilario:&là,dopolongadifputa,fottoildìdicenoue
diamichemU d'Aprile,col confcnfodiquello,fLiconcluio di far' un colloquio al primo d' A- ,
^ "^ golto m Nornuberga > per trattare qmetamentcj & amoreuolmente delia reli-
gione,doue haueifcro da interuraire da una partc^ dall' alcrajoltre i Dottori»
altre perfone prudenti, mandate da Cefare,dalRè Ferdinando,&' da' Prcncipi»
per fopramtendere al colloquio,& intrometterli tra le parti:&quelÌo,chefoire
di communeconfenfodererminato,fuirefignificatoatutti gli Ordini dell' Im-
perio, & nella prima Dieta confermato daCetare. Voleuano i Catholici>che
foife ricercato il Pontefice,di mandar' elfo ancora perlona a quel colloquio:m3
i Proteilanti riputarono quello clfer cola contraria allalorproteftatione: per
jlche non fu cikguiro.Andara a Roma nuoua di quella coniientioacil Pontefi-
ce oifcfojcoii perche fidoueire far'inGermaniatrattationedellareligione;co-
Jiie, perche folle coii gran prcgiudicio alla riputatione del Concilio intimato
da luijfebencpocofi curaua che folle celebracoivS: più particolarmente perche
fi haucHe trattato di admetterci uno mandato.dai Pontefice,& foife poi total-
mente efclufa la lua autoritàjfpcdì iiibito il Vefcouo di Montepulciano in Spa-
ittraàttto dal gna,principalmenteaccio faceiPc opera,chc Celare non confermallcanzi anni-
papa , con chilalPe i decreti di quelk Dieta.
graui^ acciife Hcbbc il Noncio grande,& longa inflruttionerprima-di dolcrfi gvauemente
(omfdCom- d/ poiTamcnti del CommilPario fuo,che eraGiouanai Veza, Arciuefcouodi
*r\T'^ ^^' Londoii j ilqualejfmenticatofi del giuramento preftato a quella Sedej<Sc d'infi-
•'''"''' Ulti ,
Papa Paolo Iir. LIBRO PRIMO. 91
niti benefici) riceuuti dal Pontefice, & dell' inftruttionc datagli dall' Imperato- e i o i a
rejhauefie conientito alle domande de' Lutherani , con pregiiidicio della Scàc: xxxix.
Apolì:olica,ó^: dishonore ài fua Maeftà Cerarea:che il Lódon era ftaco corrotto
condoni,&:promiflloni,hauédogli la città d'Augufta donato venticinquemila
fiorini d'oro5& il Re diDania promelfo quattromila fiorini all'ànoifopra i frut-
ti deliuoArciuercouato di London occupatogli. Che peniaua di pigliar mo-
CTlie,& laiciar le cole di Chieiajnon haucndo mai voluto riccuere gliÒrdini fa-
cri. Hebbeanco il Noncioordine,di moflrareali'Impcratorcchciecofe con-
ceiredai Londonjquando folfero confermate da lui, moftrarianojchenon fof-
fc vero figliuolo della Sede Apoftolica: & che tutti i Prencipi Catholici di Ger-
mania ne faceuano querela, &teneuauo, che SuaMaeftànonle confermareb-
be: & di proporli altri ilioi intereflì toccanti il Ducato di Gheidria, & l'elettio-
ne del Rè de' Romani , permuouerlo maggiormente : raccordandogli ancora»
che , per tolerare i Lutherani ne' loro errori , non potrà però dirpon-cre la Gcr- ^ <^'^»*^rAtuiù i
mania,come London,&: altriglidepingno:percheccofahormai nota,chenon ^^'^^^'*>^'*
fi può fidare di conferuare gli imperij,doue fi perde la religione,© doue due re-
ligioni fono comportate. Che ciò è accaduto agli Imperatori Orientali,iquali>
abandonata l'ubedienza all' uniuerfale Pontefice di Roma, perfero le forze,&: i
Regni.Elfer manifefte le fraudi de' Lutherani,chc hanno proceduto tempre ma-
lignamente con Sua Maeftà, de che,fotto pretefto di raifettarle cofe della reli-
gione,vanno procurando altro che religione. ElTerne eirempiolaDietadiSpi-
radel m.d.xxvi. di Norimberga del m. d.xxxii. ócdiCaldaudelM. d.xxxiv.
quando il Duca di Virtemberg ripigliò il Ducato : il che moftrò, che i moti del
Lantgrauio,& Lutherani,non furono per caufadi religione,maper leuare quel-
lo ftato al Rè de' Romani. Metteife in confideratione,che,quando conueniile
co' Lutherani, i Prencipi Catholici non potrebbono tolerar' untai difordinej
che Sua Maeftà potelTc più fopra loro,che (opra i ProteftantiriSc penfarebbono
a nuouirimedij.Che vi iono molte altre lecite,&honcftevie,con Icquali le co-
fe di Germaniafi poifono ridurre,eirendo preparato il Papa,fecondo la qualità
delle file forze,di non mancargli mai di tutti gli aiuti polfibili. Et quando Sua
Maeftà vi metterà penfiero , trouerànonpoterfiapprouarequefti capitoli, che
tutta Germania non fi faccia Lutherana : ile he farebbe un leuare a lei tutta l'au-
torità: perche la lor fetta efclude ogni fuperiorità,predicando,fopra ogni altra
cofa,la libertà,anzilicenza.MetteireinconfiderationeaCefared'accrcfcerela
lega Catholica,& leuar a' Lutherani gli adherenti,il più che fi potelfcimandan-
do quella maggior quantità di danari in Germania,che folfe poflìbile, per pro-
metterncSc darne anco con effetto a chi feguifte la lega Catholica. Che fareb-
be anco bene,totto titolo di cofe Turchefche,mandare qualche numero S gen-
te Spagnuola,o Italiana,in quelle parti, trattenendola nelle terre del Rè de' Ro-
mani. Che il Pontefice rifolueua di mandare qualche perlona a' Prencipi Ca-
tholici, con danari, per promiCttere, & per gratificare quelli, che faranno apro-
pofitoperle cofefue. ConfortalTe Celare a far un' editto fimile a qucllo,chc il
Rè d'Inghilterra haueua fatto nel fuo Regno 3 facendo feminareanco dcftra-
M ij
5i CONCILIO DI TRENTO Papa paolo Hi:
e 1 0 1 3 mentejche Sua Maeftà haueCTe maneggio col detto Rè , pei: farlo ridurre all' u-
XXXIX. bedienza Pontificia. Diede anco il Pontefice commiflìonc allo fteifo Mon.-
r^T^**?*' ^^P^^'^^'^'-'O ' ^^ dolerfi con Cefare, Che la Regina Maria , Gouernatrice de*
fare* ' *' ^^^^^ ^^^^ ' '^"^ forella , fegretamente predalle fauoré alla parte Lutherana, che
gli mandalTe huomini a pofta : che>quando fi era per ftabilire la lega Catho-
lica , ella fcriirc all' Elettor di Treueri , che non v'entralfe > & cofi fu impedi-
ta quella lauta Opera : che impedì Monllgaore di Lauaur , Oratore del Rè di
Francia, dall' andar in Germania per confultare col Rè de' Romani , &c col Le-
gato di Sua Beatitudincfopra le cote della religione. Che crcdeua bene il Pon-
tefice, quello non venir da mala volontà di lei , ma per confeglio di cattiui mi*
niftri.
\/fr.ylgo 8. ^^ > perche fi è fatta mentione d'un Editto del Rè d'Inghilterra, in matc-
m*ntìme la ria della religione j non farà fuor di propofito raccontar qui > come in quell*
dottrina ì{p- ifteilo tempo della Dieta ài Francfort, Henrico ottano, o perche credeiTe fare il
wana nel fm feruitio di Dio, nonpermettendo rinouatione di religione nel fuo Rcgnoj o per
4^eg««. inoltrar coftanza in quello>che haueua fcritto nel libro contra Luthero j ouero
per fmentire il Papa,che nella Tua Bolla gli imputaua d'hauer publicaco dottri-
na heretica nel fuo Regno ; fece publicare un Editto ,doue commandaua, Che
per tutta Inghilterra folTe creduta la real prefenza del vero & naturai Corpo,&:
Sangue di Chrifto Noftro Signore, fotto le fpecie del pane, &C del vino, non ri-
mancndoui la foftanza di quegli elementi : che, fotto l'una, & l'altra delle fpe-
cie , a conteneua Chrifto tutto intieramente : che la communione del calice
non era necelfaria : che a' Sacerdoti non era lecito contrahere matrimoniorche
iReligiofi,dopo laprofe{fionc,&; voti di caftità, erano perpetuamente ubligati
aferuarla, &viuerene' Monafterij : che laconfedìoneiecieta, & auriculare»
era , non folamente utile , ma ancora necelfaria : che la celebratione delle Mei^
fé, etiandio priuate , era cofa fanta i Se che commandaua fuife continuata
fiel fuo Regno. Prohibì a tutti l'operare , o infegnare contra alcuno di que-
fti articoli, fotto tutte le pene ordinate dalle leggi cantra gli heretici. E ben
marauiglia come il papa, che pochi giorni prima haueua fulminato contra.
quel Rè, Folfecoftretto lodare l'attioni di lui, »3c proporlo all' Imperatore per
elfcmpio da imitare. Cofi il proprio interelTe fa lodare, & biafimar l'ifteila.
periona. •...>..•..• .
U Papa per- M-i il Papa, dopo fpedito il Montepulciano , hauendo veduto,che col con-
flejfo nel ne- uocar il Concilio5& poi differire il termine airegnatojfe bene andana trattenen-
goaadelCQn- do le perfone, nondimeno perdeua affai della riputatione> giudicò necelTaric^
' lafci.ir quel procedere ambiguo ; ilqualc,febenper lo paifato haueua trattenu-
to il mondo,in progrelFo però potcua partorire qualche imiftro effetto: & fece
rilolutione in fé medefimo, di volerfi dichiarare» &ufcire delle ambiguità: &
in ConciftoriOinarrata la ferie delle cofe fuccelfe ; &propofto , che era necellà-
tio fare unaftabilc, &C ferma rifolutione > o in un modo , a in un' altro , pofe la
materia inconfultatione. Alcuni de' Cardinali,per liberariìdal timore,che o-
gni altro giorno gli metteua in fpaueto,non approuauano il termine di fofpen-
fioncs
PapaPaoloIII. libro PRIMO. 93
fioncma haurebbono voluto una efpreira dichiaratione, Che il Concilio non eia 1 3
fi faiebbe,pcr non vederli come fuperaie gli impedimenti,pnma che folTe con- xl.
ciliata pace tra i Prcncipi:mczo neceiraiio » fcnza ilqualenoniì poteuarpcra-
re di celebrarlo.Ma i più prudenti erano bilanciati tra quefto> & un altro timo-
re, che non fi pairalTe a Concili) nationali, o ad altri rimedi) piunociui a loro,
che il Concilio Generale :<3c perciò, la maggior parte patsò nella medefima o-
pinionc, del Iblpcndere abeneplacito: pen('ando,chc quando non folfc parfo u-
tile per loro il venire all' ciTctto,con la pretenfione della difcordia de' Prencipi,
o con altra,s'haueire continuara la rorpenfione:& fé fi folle attrauerfato perico-
lo di Concilio Nationalco di colloqui), o d'altrojcon mettere inanzi il Conci-
lio Generale,& airegnargli luogo,^' tempo,fi rimcdialfe a pericoli : per far poi,
circa il celebrarlo, o nò, quello, che le opportunità hauellero confcgliato. Fu /^ ca^^^^ ^
il partito abbracciato. Se fu formata una Bolla fotto il tredici Giugno, per la- bmefuàto:
quale il Concilio intimato veniua fofpefo a beneplacito del Papa,& della Sede
Àpoftolica.
Ma il Noncio Montepulciano,andato in Spagna, efieguì le commiflìoni fue il isrunmnm
con Cefare:ilquale,per le caule allegate dal Noncio,o per altri fuoi iifpetti,non ^t^^ndo ope-
il dichiarò,fe airentilfejO diircntiire al colloquio deftinato da farfi all' Agofto in *'**^ '"*^^'' '"^
Norimberga. Poi,fuccedendo la morte della mo2lie> & dopo quella,ancora la '^^
foUeuatione di Gant,& di parte de' Paefi balTì;hebi)e occafione,pretendendo af-
fari di maggiore importanza, lafciare la cola forpefa>&: cofi pai^ò tutto l' anno
M. D. XXXIX.
Io, quando mi fon pofto a fcriuere quella hiftoria, confiderando i molti col-
loqui),che fono ftati, parte folamente intimati, & parte anco tenuti > per com-
poncre le differenze della religione , fono ftato indubio, fé conuenilte fare di
tutti mentioncoccorrendomi ragioni concludenti perl'unapartc&per l'altra.
In fine, confideratod'haucrpropofto narrare tutte le caufedel Concilio Tri-
dentino,^: oilèruando,niirun colloquio clfcre ftato intimato, o tenutOjfe non
per impedire, per diuertirc, per ritardare j per incitare, o per accelerare il Con-
cilio: ho rifoluto meco ftelfo ài far mentione d'ognuno ; maflnne per il frut-
to , che fi può cauare dalla cognitione de' notabili particolari in ciafcuno oc-
corfi;come in quello, che fu inftituito l'anno kguente m. d. xl. il quale cofi
hebbe origine.
Cefarcpalfando per Francia, andò a paefi balli, per accommodare quelle effo cenfmta
fedirioni: & Ferdinando andò a ritrouailo : douc uno de' principali ncc^otiu di pacificar Ig
conferiti da ambedue , fu il trouar componimento alle cole della reli--:one '^"['^ àelle reiU
in Germania. Del che elFendofi trattato nel configlio di Cefarccon moka ac- f'"'' P^ "'"'
curatezza ,pareua che tutti inclinairero ad inftituire un colloquio fopra qucfta ' '^"''''^"^'^^
materia.
Effendo ciò penetrato alle orecchie del Farncfe, che fi trouaua ìm Legato, ma m i dir
& haueua accompagnato Celare per il viaggio: ilqualCardinalc,{cben^io- Mò dai lZ
uenedi fotto gli venti anni , haueua però in compagnia molte perfonc di ma- g-'^o^'^rnifet.
neggio,& tra gli altri Marcello CeruincVefcouo di Nicaftro^jiqualc dopo fat-
M ii)
5,4 CONCILIO DI TRENTO Papa PaoloIU.
ciò lO toPapa,fa chiamato Marcello fecondo} il oppofeaquefta deliberatioue, trat«
XL. tando con Cefare,& con Ferdinando,& con tutti quelli del confeglio, metten-
do in confideracione, che molte volte era (tato trattato co' Prorefcanti di con-
-cordia, incomminciando già dieci anni fa nella Dieta d'Augufta ; ne mais'ha-
iieua potuto concludere cola alcuna : 3c quando ben foife fiata trouata> &:con-
clufa qualche concordia* farebbe riufcita vana. Se fenza frutto : perche i Prote-
ftanti mutano alla giornata opinione, non ieguendo una dottrina certa,hauen-
do fino contrauenuto alla lor propria confeflìoneAuguftana: che fono lubu-
chi quanto le anguille : fi mofcrauano prima deiideroli, che gU abu/ì, Se i viti],
foifero leuati, hora non vogliono più il Pontificato emendato, ma eftinto. Se
eftirpatala Sede Apoftohca, & abolita ogni giurifdittione Ecclefiaftica. Et fé
mai furono petulaiiti,(aL-ebbono all' hoi:a,quando non era ben fermata la pace
con Franciaj&i il Turco ioprailaua l'Ongaria: non poterli peniate di rimuouer-
li, per eifer le controucrfic (opra innumerabili dogmi. Et anco per eiler ir.olte
le lette traloro^eifere impodibilc il concordare con tutti : fenza che,lamaggiot %
parte di loro iioii hanno altro ^ndie non d'occupare quel d'altri,& rendere Ce-
lare fenza aucorità.Eifer vero che la guerra de' Turchi infrante confeglia a con-
cordare nella religione : ma quello non era da fari! in Diete particolari, o Na-
ilquaU aura- tionali : ma in unConciho Generale, ilqual fi potrebbe intimare immediate:
tterfailp-ropo- perche,toccando la religione, non è da farli mutationefenza comraun confen-
fìto del Cociho ^'^^ ^^^^ doucrfi hauer rifpetto alla fola Germania , ma alla Francia , Spagna>
CemnUe, ^ Itaìia , & agli altri popoli , fenza confeglio de' quali fé la Germania farà
mutatione, ne nafcerà una diuifione pericolofa di quella Prouincia dalle al-
tre. Elfer anticliiiTimo coftuine, fino dagli Apoftoli, che col folo Concilio
fono (late terminate le controuerfie : Se tutti i Re, Prencipi, Se huomini pij>
defiderarlo hora. Potcrfi con facilità concludere hora la pace tra Cefare , Se
ed eforta ai {[ Rè di Francia ; Se immediate fare il Concilio , Se fra tanto attendere a cref-
unx Lega cer numero, &: potentia alla Lega Catholica di Germania: il che farà, che i
conma Pro- pj-oteftanti, intimiditi per ciò , fi fotcoràetteranno al Concilio, onero faran-
fy <*»"» ^Q sforzati da' Catholici : Se quando farà ncceifario reiìftere al Turco , ellen-
do laLegaCathohca potente, fi potranno ridurre anco iProtcftanti in necef-
fità di contribuire : il che, fé non voleifero fare, eifer neceifario di doi mali e-
lecTo-crc il minore : elfcndo mal maggiore, oflrendere Iddio, abandonata lacau-
fa della religione , che mancar dell' aiuto d'una parte d'una Prouincia. Jl^afli-
me che, non è facile da determinare, chi fiano più contrari) a Chrifto,i Pro-
tcdanti , o i Turchi. Poiché, quelli mirano a metter in fcruitù i corpi. Se quel-
li i corpi. Se le anime infiemc. Tutti i difcorfi. Se i ragionamenti del Cardi-
nale, haueuano per conclufione,checonueniua chiamare il Concilio, «Scprin-
Wds nondims- cipiarlo quell' iftelfo anno,& non trattar della religione nelle Diete di Germa-
no o/rtrc/cv- ^^^^ ^^^ attendere ad accrefcerela Lega Catholica, & far la pace col Rè di
fjìe nd enfi- " . <=> ^
frJmauna Cefarcdopo molta deliberatione, conclufe di voler tentar la via della con-
Di<M> cordia : Se ordinò di far' una Dieta in Germania in quel luogo , doue Ferdi-
nan-
Papa P^^oLoIlI. LIBRO PRIMO. 5>5
nando haueile giudicato bene : inuitanHo i Prencipi Proteftanti a trouaruiTi eia la
iiipcrroiias&promcctendoriciu-cz'zapubiica a tutti. Et il Cardinale Farneiev ^^^
intcfa quella conclufìone fatta fenza lua laputa , fi partì immediate , & pall^i-
toper Parigi, ottenne dal Rè un Icucro Editto contra gli heretici, & Luthera-
ni, che-pubiicato m quella Città,s'eifeguì poi per tutta la Francia con molto ri-
gore.
In Germania fu da Ferdinando la Dieta congregata in Aganoa:donc co'Dot- in Hnghi-
tori Catholiciintcruennero molti de' Prcdicatori,& Miniltri Luthcrani:&: fu- n<^ii^doue, do-^
lono deputati per mediatori tra le parti, l'Elettore diTreueri,& Palatilo, col ^V""^'" ^""'
Duca Ludouico di Bauiera,6c Vilcimo Velcouo d'Argentina. I Protelì;anri,ri- ^^^'
cercati,che prefcntaircro i capi della dottrina coutrouerfajrilpoferojche già die-
ci anni fa in Augufta haueuano prefentata la loro Confe(rione>&: una Apologia
indifefa-.cheperfeuerauanoin quella dottrina, apparecchiati di rendere conto
a tutti: &non fapendo,che cola folferiprefa dagli auuerfarij, non haueuano
chcdire altro di quello,ma afpettauano d'intendere dalorojcio che riputaifero
etlcr contrario alla verità: che coli la cofa venirà a colloquio,& effinon man-
cheranno d'hauer inanzi gli occhi la concordia. I Catholicifubito prefero il
ponto:& alFentendo aquello,cheglialtri proponeuano,infcriiiano,che conue-
niua hauere per approuate tutte le cofe in quella Dieta pa{Tate,& hauer per fer-
iTJO,&: ftabilito il Decreto nelreceifo promuIgato,& portare inanzi la forma di
riconciliatione in quella Dieta incomminciata. I Proteftanti, conofcendo il
difauantaggio loro, profeguendo in quella forma: & il pregiudicioj che gli ha-
urcbbe inferito quel decreto , inftauano per una nuoua forma, rimofli tutti i
pregiudicij. Dall' altro canto,iCatholicì,douendofìrimuouere ogni pregiudi-
cio,domandauano,che foiFcroanco da' Proteftanti purgati gli attentatij&fof-
fero rcftituiti i beni delle Chiefe occupati. Replicarono i Proteftanti, I beni
non elFere ftati occupati, ma con la rinouatione della buona dottrina riappli-
cati a quegli ufi legitimi, & honefti, a' quali ftirono deftinati nella prima infti-
tutione, dallaquale haueuano gli Ecclefiaftici degenerato: & però elfcr necef-
fario prima decidere i ponti della dottrina , che parlar de' beni : & crcfcendole
contentioni, Ferdinando conclufcches'inftituilìè una nuoua formajiionpre-
giudicialeadalcuno,& trattalfero i Dottori d'ambe le parti in numero pari, & ^ condufo th
folte lecito al Pontefice mandami fuoiNoncij, & il colloquio foirerimelfo ufi f^^-^ confe-
principiarfi inVormatiailventotto d'Ottobbreiegaente , fiotto il beneplacito ^^'^'^ '"^or-
dì Cefare. Accettarono il decreto i Proteftanti,dichiarando,che,quanto all' in- '
teruenire Noncijjuon repugnauano:ma ben non intendcuano^che folle per ciò
attribuito alcuno primato al Papa,ne autorità a loro.
Cefare confermò ildecreto,& ordinò la riduttione,deftinandofuoCoinmir- con afmfi df
farlo a quel colloquio il Granuela: ilqualeandatouijinficmecol Vefcouo d'Ar- ^«fire;
ras,fuofigliuolo,che fu poi Cardinale ;& tre Theologi Spagnoli, diede princi-
piojfacendo un ragionaméto molto pio, & molto appofico a componete le d ii-
ferentie. Pochi giorni dopo arriuòThomaloCampeggiojVefcouo di Fcltre,&;
Noncio del Ponteficc.Perche il Papajquamunque Yedelfe>che ogni tratcatione ^{^'""f"^^^-
_9^ CONCILIO DI TRENTO Papa paolo IH.
CI 3 13 di religione in Germania era pemiciofa per le coferucj 6<:per ciò hauelfc fatto
XL. ogni diligenzaper interrompere quel Colloquio , nondimeno riputaua minor
male racconfentiruijche il lafciarlo fare fenza Tuo volere. Il Noncio/eguendo
rinftrucrione del Pontefice,nel Tuo ingrelfo kce un ragionaméto,dicendo,Che
la qiiietedelLiGermaniaeraftatapcocarata Tempre da' Pontefi.ci,&: maflìme da
Paulo III. ilquaiepcrciohaueua inrimato il Concilio Generale in Vicenza, fc
ben era ftato sforzato differirlo in altro tempo, per non vidler andato alcuno:
ik al prefente era deliberato di nuouo intimarlo m luogo più opportuno : Scac-
cio là folFcro trattate con frutto le colè della religione, haucua conceifo a Ce-
farccheilpoteiFe tenere un colloquio inGermania,che foife come un preludio
per difponere allarifolutione del Concilio, & haucua mandato lui per interue- '
niiiii,à coadiunare. Però,pregaua tutti d'inuiare ogni cofa alla concordia : pro-
mettcndojche il Pontefice iarcbbe per fare tutto quello, che fi poteircfalua la
pietà. Vi arriuò anco il Velcouo di Capo d'Iftria,di fopra fpeiTo nominatoiilqua-
*" icfe ben mandato dai Ponteficccome molto veri'ato nell' intendere gli humori
di Germania, interuenne però come mandato da Francia,per meglio fare il fer-
• uitio del Papa fotto nome alieno. Egli fece {lampare una orationcche portaua
per foggetto l'unità , & pace nella Chiefadaqual haueuaper fcopo di moftrare»
che , per ottenere quello fine , non folFebuon mezo il Concilio Nationale:&
quella ladiftribuì a quanto più perfone potè, ad effetto d'interromper quel
Colloquio,che ne haueuafembianza.Siconfumò gran tempo nel dar forma alla
conferenzajcofi quanto alla rccretezza,come quanto al numero de'Dottori,che
doueilero parlare:^: non mancauano quelli,che fludiofamente protraheuano il
tempo, cofi peri diligenti uffici] fiitti dal NoncioCampeggio,comeper i ma-
neggi fegreti dei Vergerlo. Finalmente fu ordinato, che parlaiFero per la parte
de' CatholiciiGiouanni Ecchio,6(: per i Proteftanti Filippo Melantonej&la
td manto la i-nateriafolFc del Peccato originale. Mentre che quelle cole caminauano in Vot-
firom^ereper j^^^j^^j^ Noncio Pontificio, refidente appreiFo CefarcnonceiFauadiperfuader
elfoCefare, ^^ Maeftà fua , che quel Colloquio era per partorir qualche gran fcifma,per far
dmentare tutta la Germania Lutherana: &c non folo leuare Fubedienza al Ponte-
fice,ma anco indebolire la fua:replicaua que' medefimi concetti,ii(ati dal Mon-
tepulciano , per impedire il Colloquio determinato nella Dieta di Francforr,&
(y\i ulati dalCardinale Farnefe per impedire quello d'Aganoa.Finalméte Cefare»
confiderate quelle ragioni , S: gli auifi datigli dal Granuela>delle difficoltà che ,
incontraua5& peniando di far meglio Fopera elfo in propria per|onajrifoluè,che
il Colloquio non procedelFe più inanzi. Pcfikfie , hauendo parlato tre giorni
Ecchioj&Mclantoncfu interrotto il Colloquio, elFendo venute lettere da Ce-
fare , che richiamauano il Granucla, & rimettcuano il rimanente alla Dieta in
Ratifhona. i
itqmle imi' Quella h comminciò a congregare nel Marzo de m.d.xli. e vi firirouòCe-
ma Dieta in fg^re in perfona,con fperanzagrandifsima di douer terminare tutte le difcordie>
j^tubona, e ^ ^niie la Germania in una religione. Per qual effetto haueua anco pregato il
^. fi trotta, m Pqj^j^^^^ che voleiFe mandare un Legato,pcrfona dottaj& difcretaaconam-
f''^'"'^ ^ pliffima
Papa Paolo III. LIBRO PRIMO. ^7___._^
pliffiraa autorità/i che non foiVe-iìato bifogno mandar a Roma per cofa alcuna, e 1 3 i d
ma s'hauelfe potuto determinare là immediate tutto quello , che dalla Dieta,& xli.
dal LegatOjfoile ftato giudicato conueniente:diccndo,chcper ciò haiicua clau-
d ite l'efììcaci inihnze fattegli dal Noncio reiìdente apprcilo fcpcr interromper
il Colloquio di Vormatia.
Mandò il Pontefice Legato GafparcCardinalc Contarini, huomo ftim.ato di e ì Papa -vi
eccellente bontà, & dottrina: l'accompagnò anco con perfone benintìruttedi w-tW-w/ Car-
tuttigrintcrcllì della Cortejcon notarij,che doueilcro fare inftromcnto di tutte ^^^^^ Coma-
le cole 3 che lòirero trattate, &c dette:gli diede in commiffionCichefc prefcniille "'*
trattarli di far cofa in diminutione della autorità Pontifìcia, intcrrompeirccon
proporre iì Concilio Generale, unico & vero rimedio:&,quando l'Imperatore
foife sforzato a condefcendere a' Proreftanti in qualche coia pregiudicialc,cgii
doueffe, con l'autorità Apofl;olica,prohibirla;& fé fo(refatta,condv'innarla,&:
dichiararla irrita: Se partn-fi dalluogo della Dicta,manon dalla compagnia di
Celare.
Giunto il Legato il Ratifbona, la prima cofa , che hebbe a fare con ìlmpe-
ratore,fu,fcufar il Pontefìce,che non gli haueilc data quella amplillìma autori-
tà,& airoluta poteftà,che Sua Maeftà deiìdcraua. Prima, perche,è coi! anneflà.
all' olfa del Pontificato,chenon può elFer concelTaad altra per(òna:poianco-^
ra, perche non fi trouano parole , ne claufule , con quali fi polfa communicare
dal Pontefice l'autorità di determinar le cofecontrouerfe della fede: elfendo il
prinilegio di nonpoter fallare donato allafola perfona del Pontefice,in quelle
fa.r:oìe)Ego rogampro tCiPetre. Maben,cheSuaSantitàglihaueuadata ognipo-
teftà di concordare co' Proteftanti,purche clTi ammettiho i principi) : che fono
il Primato della Sede Apoftolica, inftituito daChrifl:o;& i Sacramenti, ficome
fono infegnati nella Chiefa Romana: & le altre cofe determinate nella Bolla di
Leone: offerendofi nelle altre cofe,di dar'ogni fodisfattione alla Germania-Ma,
pregando Sua Maeftà , che non volefife afcoltar propofta di cofa , laquale non
folle conuenientc concedere,fenza faputa delle altre nationi: accio non C\ faccf-
fe nella Chriftianità qualche diuifionepericolofa.Delle cofe,che in quella Die-
ta pairarono,èneceirario far particolare mentione : perche quella fu caufaprin-
cipale,che indullè il Pontefice, non folo a confentire, come prima 5 ma anco a
mettere ognifpirito, accio il Concilio fi congregaire: & i Proreftanti a certifi-
carfi,che neinConcilio,nedoueinterueniireminiftro del Papa,poteuano fpe-
rarc d'ottenere cofa alcuna.
Sicomminciòlaprima attiene a'cinqued'Aprile,douefu propofto, perno- in Dleta,Ce-
medi Cefare,Corae, vedendo la Maeftà fua il Turco penetrato nelle vifcere di fare propume
Germania,dicheneera caufaladiuifionedelli Stati dell' Imperio,per il dillidio ''* Confatn-
dellareligione,haueuafemprc cercato via di pacificarla: (Sceirendogli parla co- '^'
modiflìma quella del Concilio Generalc,era andato a pofta iw Italia per trattar-
ne con Clemente : & dopo,non hauendo potuto condurlo ad eifetto,cra torna-
to,& andato in perfona a Roma,per trattarne con Paolo:ilquale anco il era mo-
ftrato pronto: nia,non hauendofi potuto effettuare per vari) impedimenti dcila^
N
98 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo III.
ci3 i3 guerra 5 finalmente haueua conuocata quella Dieta,&: ricercato il Pontefice di
XLi. mandaixi un Legato. Horajnon defiderarc altro, fcnonsche qualche compofi-
tionc il mandi ad eflfetto,& che da ambe le parti fia eletto qualche picciol nume-
ro d'huomini piJ5& dottivejconferito amicahilmcnte fopra le cofe controuerfe,
fenzapregiudicio d'alcuna delle parti, propongano in Dieta i modi della con-
cordia, accio, deliberato il tutto col LegatOjiiDoira venire alla deiìderatacon-
clulìone.Ncl modo d'eleggere quelli trattatoti hi Cubito controuerfia tra i Ca-
dslUqttaU e- tholici>&: i Proteftanti. Perilcbé CedirCideriderofochequalcheben fifacellci
gli jìejfo r.3- domandò , Se ottenne dall' una parte,5i dall' akra,che concedeiTera a lui di no"
*""^'*/ ^°^^''- minare le perlone,&: lì confidallero,che non farebbcfe non cofa di beneficio
mtorh eómuncElcireper i Catholici Giouàni Ecchio,GiulioFlugich6«: Giouanni Gro-
pero:& per i Proteftanti>FilippoMelàtone,MartinoBucero,&: Giouanni Pifto-
rio : iquali chiamò a le>& congrauifsimcparole gli ammonì a darbando agli
affetti,^ hauer mira alla gloria di Dio.Prepofe al colloquio Federico,Prencipe
Palatino, & ilGraniiela^aggiontoui alcuni altri per interuenirui:accio il tutto
sfaprejentar palfaife con maggior degnità. Congregato ilColloquio,Granuelameirefuora
per fugg^tto^ un libro,dicendo elfere ftato dato a Cefare da alcuni huomini pij,& dotti,comé
un libro di J^uono per la futura concordia: & efler volontà di Cefarcche lo leggeirero,&
oncor A, e^lTaminairerojdouendogli feruir come d'argomento, & di materia di quello^
che doiieuano trattatelo»: che quello,che piacellè a tuttijfolTe conf? rmatojquel-
io che difpiaeeirc , corretto : &: doue non conueniirero,fì procuraire di ridurli 3
concordia.Conteneua il libro ventidue articoli;dellaCreationedeirhuomo,&:
Integrità della.natura:del Libero arbitrio: della Caufa del peccato originale:
"della Giuftificatione, della Chiera,& luoiiegni:della Parola di Dio:della Peni-
tentia dopo il peccato: dell' Autorità della Chiefa: dell' Interpretatione della-
Scrittura:de' Sacramenti:dcl Sacramento dell' Ordine:delBatte(mo:della Con--
fernìatione:deir Eucharin:ia:della Penitentia:dcl Matrimoniordell' Eftrcma on- '
tione: della Carità: dellaHierarchia Ecclefìaltica : delli Articoli determinati
dalia Chiefa : dell' Vfo , & amminiftratione, & cercmonie de' Sacramenti:delU
Difciplina Ecclcfiaftica: della Difciplina delpopolo.Fu letto,& e{ràminatò,&-
delqude alcu- alcune cole furono approuate, & altre per cornmunconfenfocorrette,in altre
w; articoli j^^j^ poterono conuenire.Et queile furono,ncl nono,delk poteftà della Chiefa^-
TliìJllrhe- "^^ decimo quartojdel Sacramento della penitentia^nel diciotte/imojdclla Hie-
fianocontefi: rarchia",neldic.enouellmo,dclli Articoli determinati dalla Chiefajnelventunc-»
fnnojdcl Celibato : doue reftarono diiferenti, l'una & l'altra parte fcrillc il fuo'
parere.
nella Vietavi II c^e fatto>nel confeiTo di tutti i Prencipi Cefare portò le cofe conuenutc»
e dijjmfione ^ j pareri differenti de' collocutori,ricercandoil parere di tutti,& iniìeme prò-
mtornoaqut.' poj-j£n(;{Q ['gj-nendatione dello ftato della Republica,coiiCiuile,come Eccleiia-
^ °^ llica. I Vefcoui rifiutarono affatto il libro della concordia,^ tutta l'attione dei
Colloquio: a' quali non confentendo gli altri Elettori, & Prencipi Catholicij
defiderofi della pace,fuconclufo,che Cefarccomeauuocato della Chiefa,col
Legato Apoftolico j eilàminaffe le cofe concordater&fe alcuna cofa folfe ofcu-
ra^Ia
CI3 IJ
Papa Paolo III. LIBRO PRIMO. 5)5>
m,lafacellè erplicare,& tratraflèpoi co'Proteftanri, che nelle cofccontroucife
confentiirei-Q a qualche Chriftiana forma di concordia. Celare coirmunicò il ^li.
mtto col Lcgazo,Sc fece inftantia,che fi douelle riformare lo flato Ecclcfiaftico.
Il Legacojconiìderace tuCLe le cofe,diede una rifpoila in fcritro,n.on meno chia- , .^
ra degli antichi oracoli>in quefta forma; Che, hauendo vifto il libro prclcntaro ^,^,j,fi°^'*Tl"*
all'Imperatore, &le cofe Icricte dalli deputati del Colloquio, cofi concorde- uino /rLet"
mente con le apoftiUe dell' una,& dell' altra parte; comeancolcecccttionide' taalPapa,
Proteftantijgli pareua,che,clIèndo li Proceftanti dilfcrenci in alcuni articoli dal
commun confcnfo della Chiefa, ne' quali però non dilperaua, che, con l'aiuto
ài Dicnon folfero per con(entirc;non fi douclfe ordinare altro circa il rimanen-
te:ma rimettere al lommo Pontefice^: alla Sede Apoftolica:ilquale,o nel Con-
cilio Gcnerale,che preftofifarà; o in altro nìodo, le bifogncrà, potrà deHìnirle
fecódo la verità Catholica,& determinare,hauuto rilguardo a' tempi,&: a quel-
lo che folfeefpediente perla Republica ChriftianajvSc per la Germania.
Ma, quanto alla riforma dello ftato Ecclcfiaftico, fi offerì prontiffimo, & a e fa orribraiHi
quefto fine congregò in cafafua tutti iVe{coui,& fece loro una lunghiflìmaef- """ y?'ff'e di
fortatione. Prima,quantoalmodo delviuerc, chefiguardaifcro daogniican- "Z"''"''* *^^^
daloj&apparentia di luiro,auaritia,oueroambitione. Quanto alla famiglia lo- '*'
ro, fapellero , che da quella il popolo fa congiettura de' coftumidcl Vcfcouo.
Che,per cuftodir il lor greggcdimoraifero ne' luoghi più habitati della Dioce-
fe;&: nelli altri luoghi hauelTero fedeli efploratori, vilìtalfero le Diocefi,confe- '
liirero ibenefìcij a huomini da bene,& idonei : difpenlalfcro le rendite Epifco-
pali ne'bifogni de' poueri,fuggendo non folo il luifojmail (buerchiofplendo-
re:prouedelVero di Predicatori pij,& dotti,& difcreti,& non contentio/ì:procu-
rafferojche la giouétù folle bene inftituita;vedendofi,che i Protellanti per que-
flo tirano a le tutta la Nobiltà. Riduifein fcritto queftaoratione,& ladiedea
Cefarca Vefcoui,& a' Prencipi : il che fu occafione a Proteftanti di talfare in- ^f^^e 'dalma.
fieme la rifpofta data a Celarci l'eirortatione fatta a Prelati:allegando,per cau- parte, ne dalC
fa del motiuoloro,che,eircndopublicatoil fcritto, parrebbe, difl]mulando,che ^^^^^ì:
rapproualfero. Non piacque manco a' Catholici la rifpofta data a Celare, pa-
rendojche approualfe le cofe concordate nel Colloquio.
Ma l'Imperatore diede parte in publica Dieta di tutto quello, che fino all' ^ r
hora era fatto,& communicò le fcritture del Legato : & conclufe, che, hauen- pume 11°}
do ufito tutte le diligentie polTibili, non vcdcua,che altra cofa fi potclFe firdi rheusm ^/*
piujfuor che deliberare, fé faluo ilrecello della Dieta d'Augufta, fi doueua/ice- -^'ticolì con-
uer gli Articoli concordati in queftaconfercnza,comeChriftiani,ne m.etfegli "''^'*^''
più in difputa,almeno fino al Concilio Geherale,che prefto fi tenera: come pa-
reuaanco elfer l'opinione del Legato : ouero non facendofiilConcilio,fino ad ^" "^ ^''"""
una Dictajdoue però fiano eirattamcnte trattate tutte le controuerfie della reli- '
gione.
Dalli Elettori Cattolici fu rifpofto, approuandoindubitatair.entcpcrbuo- • p • . . r
no,& utilcche gli Articoli accordatine! Colloquio, fiano riceuuti da tutti fino L JwcTw'm-
al tepo del 'Cócili03iielqualc fi potranno dinuouo ciEminare : oucrcin difetto tom^
N il
i©c CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo HI:
e 1 3 1 3 di quellojiii un Concilio Nationale>o in una Dieta : doucndo qucfto feruire ad
XLi. introdurre una più perfettanconciliatione negli altri articoli non concordati.
Ma ancora pregar Sua Maeftà a voler pailar più inàzi, (e vi folTe Cperanza di con-
cordar'altro di più in quella Dieta : Se (e l'opportunità no'lpcrmetteuaj loda-
uano molto il trattar col Pontefice, & operare, che quanto prima fi cógregaife
in Germania un Concilio Generalcouero Nationalccon dia buona gratia j per
ftabilir totalmente l'unione. L'iftelfa rifpofta fecero i Proteftantijiolo dichia-
randoli > che. Si come deddcrauano un libero , 8c Chrifhiano Concilio in Ger-
maniaj coli non poteuano conlentirc in uno, doue il Papa,& i fuoijhaueifero la
iyefcoHìrku- potcftà di conorcere,& giudicare le caule della religionc.Ma i Vei'couijiniieme
^"''' con alcuni pochi Prcncipi Catholici,altramente ritpoicro: prima,confe(rando>
Che in Germania, Oc nelle altre nationi erano molti abufi, fette, oc herefle, che
non poteuano eirereftirpatc fenza un Concilio Generale : aggiongendo, che
non poteuano acconfentire ad alcuna mutatione di religione, ceremonie,& rir
ti>poiche il Legato Pontificio ofFerifce il Cócilio tra breuc tempo: & Sua Mae-
ftà è per trattarne con Tua Santità : ma, quando il Concilio noniìpoteire cele-
brarcpregauanojche il Pontefice,&: Ceiare,voleircro ordinare un Concilio na-
tionale iì\ Germania: il che fé non piacelfe loro, dinuouo il douelTe congregar*
uniDietaper eftirpargli errori 3 elTendo eilì determinati d'adherir alla vecchia
religionclecondo che è contenuta nella Scrittura,Concilij, dottrina de' Padri,
& anco ne' recedi Iraperialij&mallìme in quello d'Augufta.Che nonconfen-
tiranno mai, che fiano riceuuti gì' articoli concordati nel colloquio, per eflfer
alcuni d'eflTi fuperfluijcome i quattroprimi.Bt perche vi fono forme di parlar' in
quelli non conformi alla contuetudine della Chiefa: oltre anco alcuni dogmi»
parte dannabili,parte da eller temperati : &: ancora,perche gli articoli accordati
fono ài minor momento,& gli importanti rcftano in difcordia: &c perche i Ca-
tholici del Colloquio haucuano conceiro troppo a' Proteftanti , donde veniua
Icia la riputatione del Sommo Pontefice, & delli Stati Catholici: econclude-
uano eller meglio>che gli atti del Colloquio follerò lafciati al fuoluogo,& tut-
to il pertinente alla religione differito al Concilio Generale,o Nationale, o al^
la Dieta. A qacfiarilpofta de'Catholici,diedeoccalìonenonfoloilparer'alo-
ro,che la propoita di Celare folle molto auuantaggioiaper i Protcftanti:ma an-
cora, perche i tre Dottori Catholici del Colloquio erano entrati in differenza
tra loro.
ti Lti*to Mail Legato,intefo,comeCerarerhaucua nominato per confentiente allo
thiarìfceilfuo ftabilimcnto delle cofe concordate^ cofijper proprio timore5Coine,rpinco dalle
ftntimntt: ijiftcìnzc degli Ecclefìaftici della Dieta; andò a Ceiare,& fi querclò,che folle fia-
ta mal' interpretatala fua rifpofta, & che foifc incolpato d'hauer confcntito»
che le cofe concordate fi tolcraifero lino al Concilio : che la mente fua era ftata»
che non fi rifoluclfe cofa alcuna , ma ogni cola li mandaife al Papa : ilqual pro-
metteua,in fede di buon pa{lore,&: uniuerfalc Ponteficcdi fare,che il tutto fof-
fe determinato per un Concilio Generale ,0 per altra via equiualente, con fin-
cerità , Se fenza niilun affetto humano : non con precipitio , ma maturamentei
hauendo fcmpre mira al feruitio di Dio : fic ome la Santità fua^el principio del
Pon-
Papa PaoloIII. L I B R O P R I M O. tor
Ponàfacato,pcr qucfto mcdclìmo fine hciiiciia madatc lettcre5& Noncij a Picn- ciò 13
cipi,per celebrar' il Concilio : Ck poi incimacolo,& mandato al luogo iilioi Le- xli.
eati: & che le haiieiia lopporcato, che in Gcrnumia tante volte s'hauelle parlato
delle cote della rehgione , con poca riuerentia dell' autorità (uà , allaqualc (bla
arpettatrattarlejl'haueua fatto, perelicrgli dalla Maeftà Tua data intentionciSc
promelfojchecio li focena per bene: cllcr cofa contra ogni ragione, volere la
G.crmania,con ingiuria della Sede Apoftolica,allumcrlì quello,chc è di tiutc le
natioaii Chriftiane.Pcrilche non è d'abular più la clementiadel Pontchce:coii-
cludcndo in una Dieta Imperiale quello, che tocca al Papa,tSc alla Chicla uni-
. ueiiale: majmandare il libro5& tutta l'attionc del Coiloquio,in/icme co' pareri
d'una partc>& d'altra aRoma,& alpettar dalla Santità Inala deliberatione. Et»
nonfodisfatco diqucfto,publicòuna terza (crittura,laqualccontcncua,che ei-
fendo Hata data varia interpretationc alla fcrittura lua,data alla Maeftà ina Ce-
farea,ropra il trattato del Colloquio, interpretandola alcuni , comcic egli ha-
uelfè confcntito , che /ìdouelTcro olferuarc fino al concilio Generale quegli
articoli concordati: & intendendo molti altri , che egli haueife rimclib al
Pontefice, così quelli , come tutte le altre cofe : accio in qucfta parte non re-
ftalle alcuna dubitatione,dichiara,nonhauer*hauutointentione,con la ferittu-
ra,decidere alcuna cola in quello negotio,ne che alcun' articolo folle liccuutoj
o tolerato,fino al futuro Concilio : & che meno all' hora lo decideua,o diffini-
ua: ma che ha rimeiro al Sommo Pontefice tutro'l trattato > & tutti gli articoli
S qucUojficome ancora gli rimetteua : il che hauendo dichiarato alia Cefarea
Maeftà in voce, voleua anco dichiararlo, & confermarlo atutto'l mondo con
fcrittura.
Et,non contento di quefto ; ma confiderando, che il voto di tutti i Prencipi ^^'^^^^''^'ceaà
Catholici,etiandio delli Ecclefiaftici, concordaua in domandar Concilio Na- j^j ,-f T'?''
tionalc,& che nell' inftruttione fua haucua hauuta ftrettiffima commilTione dal /er'^rl^lX'/^'
Pontefice ài opponerfi,quando di ciofi trattaircfe ben lo volefìTero fare con au- to^
toritàPontificia,& con prefenza de' Legati Apoftolicij &c che moftraire,quan-
to farebbe in pernicie delle anime,&; con ingiuria dell' autorità Pontificia,alIa-
quale venirebbe leuata la potcftà,che Dio gli ha daf a,pcr concederla ad una Na-
tione:che raccordale all' I'mperatore,quanto egli medehmohauelfedcteftato il
Concilio Nationalcelfendo in Bologna,conoicendolopcrnicioro all' autorità
Imperiale:poiche i iudditijprefo animo dal vederfi concclTà potcftà di mutare le
cole della religione, penfarebbono anco a mutare loftato,& che Sua Maeftà,
dopo il M. D. xxxii. non volle mai più celebrar in fua prefenza Dieta Imperiale,
pernondaroccafionedi domandar Concilio Nationalc.Fcce il Cardinale diii-
gentiflìmamcnte i'uftìcio con Cefare,& con ciafcuno de' Prencipi:&: oltre cio:^
publicòuna altra fcrittura, indrizzata a' Catholici, in quella dicendo, Hauer
confiderato diligentemente di quanto pregiudicio foire,fe le controucr/ìc della
fede fi rimettel&o al Concilio d'una Natione:& hauer giudicato eilcr ufficio
fuo di ammonirgli, che onninamente douelfero Icuar via quella e laufulascfFen-
do cofa manifcftidlma, che nel Concilio Nationalc non fi ponnodctermnnare
le controiieifie della fede>c onc emendo q^Liefto Iellato uniuerfale della Chicfai
N ii|
^^ 102 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo m.
ci3 i3 ^ c^ alcuna cofa folle detcrminata in qiieilo,rarebbenuiIa}irnca,&vana:!lcIie
^^^' fé cfìì haucilcro leuaco , come egli fi periuadeuajficome farebbe gratiffimo alla
Santità del Pontciicc,cheèCapo delia Chiefa,& di tutti i Concilijjcofinon
lo ficendojgli farebbe moleftiffinio:e{Iendo cofa chiara,che in qu-efto modo fa-
Lcbbono per nalcer maggiori fedidoni nelle controuerlìe della religione,coil
nelle altre Nationi,come in quella nobilinimaprouincia: che non haueua volu-
to tralafciar quello uliìcio,per obedire alfinflruttione di Sua Santità,«S<:per non
mancare al carico della Lcgatienc impoftagli.
aìqiiaUlPrin- A quefta fcrittura del LcgatOjrilpofero i Principi>Ch'era in poteftà d'elfo di
cip ri(j>ondo' rimediare, & preucnire tutti gli inconuenienti,chepoteiferonafcere,operando
**"' con SuaSantitàjcheil concilio uniuerfalefoireintimatOj&celebratOjfenzapiu
ionga procraftinatione : che coiì>lì leuarebbe ogni occafìone di Concilio Na-
. tionaicjilchc tutti li Stati dell' Imperio deiìderano>& pregano. Ma,fe il Cocilio
GeneralcjLante volte promelloiii anco finalmente da lui, non iìriduceiread
effetto, la manifcfta neceffità della Germania ricercaua , che le controuerfie
foifero detcrminate in uno Concilio Nationale,o in una Dieta Impcriale,coii
come anchora l'affiitenza d'un Legato Apoilolico.I Theologi Proteftanti,con una Ionga fcnt-
*r^"^^^f"t' tura,rifpofero efiì ancora,dicendo,Che non poteuano nafcer ne maggiori fedi-
llitlide'con- tioi^iji^c feditione alcuna,quando le controuerfie della religione faranno com-
cilij Naùo' polle fecondo la parola di Dio:& che i manifefti viti) faranno corretti fecondo
mli: la dottrina della Scrittura, & gli indubitati canoni della Chiefaxhe ne' tempi
paffati mai'è ftato negato a' Concili) Nationali il determinare della fede,hauen-
do hauuto promelfa da Chrifto della iua aflìftenza,quando fuffero due, o tre Ioli
congregati nel nome fuo.Eiferui numero grande di Concilij,noniolo Nationa-
li, ma anco di pochiffimi Vefcoui , che hanno determinato le controuerfie,«Sc
fatto inftitutioni de' coilumi della Chiefa, in Soria,Grecia,Africa,Italia,Fran-
cia,& Spagnatcontia gli errori di Samofateno,Arrio, Donatifti,Pelagio,&: altri
heretici : le determinationi de' quali non fi poffono dire nullc,irrite,Ò(: vanclen-
za impietà-Effer bene ftato concello alla Sedia Romanr.,che folle la prima:»3i: al
Vefcouo di Roma, che folle tra i Patriarchi di prerogatiuà autorifà:ma,chefia
{lato chiamato Capo della Chieia5& de' Concilij,non trouarfi apprelfo alcun
Padre. Chrifto folo è capo della Chiefa: Paulo,Apollo,6c Ccffa,lono miniftri
d'ella.ChcqualcofapolTmo afpettar da Roma,ladifciplma che vi fi ollèruagià
tanti fecolii& la tergiucrfacione al celebrare un legicimo Concilio, lo mo-
ftrano.
e b efare fa il Ma Cefare,dopo Ionga difcufllonca vétotto di Luglio fece il ricelTo della Die-
j^affo inmc- ra , rimettendo ogni attione del Colloquio al concilio Generale, o alla Sinodo
defmaftnnn- Nationale di Germania, onero adunaDieta dcirimpcrio.Promife dandarein
':^a,lajaado le i^^\[^^^ di trattar col Pontefice del concilio: ilquale non potendo ottcnere,iie
£n' a" Conci- Generale, ne Nationale, tra diciotto mcfi intimerebbe una Dieta dell' Imperio,
^j5, per atfcttar le cofc della religione,operando che il Pontefice vi mandi un Lega-
to.Commandò a' Proteftanti,di non riceudrc nuoui dogmi,fe non i concordati:
& a Vefcouijche riformaffero le lor Chiefe. Commàdòjche non foifero deftrut-
tiii
o
XLII.
Papa Paolo HI. LIBRO PRIMO.
tilimonaftci-ij>ne occupati libcni delle Chicfe, ne foUicitato alcuno a nuitarc cT3
religionc.Et per dar ir aggior lodisFiiccione a' Protc{lanci,aggion(c,Che quamto
a dcrnijiion ancora accordaci,non gli prcicnucua cola alcuna: quanto a'Mo-
naftenj de' Monachi,chc non fi douciiano dcftriiggerejmaben ridarli ad una e-
mendationcpia,&Chrifì:iana: che i beni Ecclciìailici non fi doactlcro occupa-
re, ma follerò lafciati a Miniftri, lenza haucr riiguardo di diucrlìcà di religio-
ne: che nonlìpoira follccirar alcuno a mutar religione, ma ben poteilcro ei-
fere riccuuti quelli, che Ipontaneamcnre vorranno mutarla. Sofpetc ancora
ilRecelfo d'Augufl:a,quanto s'afpctta alla religione , &allc cole, che da quel-
lo deriuano , fino che nel Concilio , o in Dieta, le controucrfiel-oilero detcr-
minate.
Finita la Dieta, Celare pafsò in Italia,& in Lucca, hebbe ragionamento col ^ abbocatofi
Pontefice fopra il concilio , & Ibpra la guerra de' Turchi : & rciliarono in con- col Papatcon-
clulìoncche la Santità Tua per ciò mandaire unNoncio inGermania,pcr pren- t*en$pno dite^
dererifoliitioneneir una>& nell'altra mate!ria,nella Dieta, che doueuaeirere "^''^"' p«""
in Spira, nel principio dell' anno fcguente : & che il concilio lì facelfe in Vi- ""* "^"^
cenza, (Icome giàfuappontato.Signitìcò il Papaia conclullone al Senato Ve-
neto, alquale non parcuapiu p.erdiuerlìrirpetti elferea propofitOjche concor-
reirein quella città tanta moltitudine, & che fi trattalle della guerra de' Tur-
chi: come s'haurebbe al lìcuro fatto , o con fine di farla in effetto, oper bella
apparenza folamente. Là onde rifpofer che,per l'accordo fatto da loro nuo- rifiutata <fo
uamente col Turco, variati irifpetti, non poteuano reftare nella ftella delibc- ^«»«'*w>.*
ratione: perche fi farebbe generato nella mente di Solimano fofpettcche pro-
curalfero di far congiurar i PrencipiChriftiani contralui. Ondeconuenne ai
Papa far' altro dilfegno. Ma il Cardinale Contarini patì molte calonnie nella ^^ ^
Corte Romana: oue era nata opinione,che egli haueffe qualche affetto alle co- hìafimato a
fé Lutherane : & quelli,che meno male parlauano ài lui,diceuano, che non fi e- J^oma^
raoppoftojquantocouueniua: & che haueuameffa in pericolo l'autorità Pon-
tificia. Il Papa non i\ tenne feruiro di luirfe ben era difelo con tutti li fpiriti
dal Cardinale Fregofo. Ma,ritoinato al Pontefice-che fi ritrouaua in Luccajaf-
pettando quiui l'Imperatore ,& refo conto della lcgatione,gli diede fi3disfat-/'"^'^'V« ^
rione pienidìma. ^^f''-
In quello flato di cofe finii l'anno m.d^xli. &: nel fegaente mandali Ponte- ., ^
6ce a Spira(doue in prelcntia di Ferdinando b Dieta fi teneua)Giouanni Moro- \i^eiicr
ne, Velcouo di Modena» ilquale, feguendo lacomraiflìone datagli,quantoal w Dieta. *
concilio, efpofe la mente del Pontefice ellere la medefima,che per il pallarO: Spira,,
cioc,che il concilio pur una volta C\ faceiic : che l'haucua [olpe^o con volontà
di Cefare, per aprire inanzi qualche adito di concordia in Germania : 4aq«sie
vedendo effcreftata vanamente tentata, egli ritornaua alla deliberation'e di pri-
ma, di non differir la celebratione. Ma , quanto al congregarlo in Germania^
non fi peteua compiacergli , perche e»li voleua interueniruiperfonalmcn-
te: & la età fua , & la lunghezza della ftrada , & la mutatione tanto diueifa
deli' ^ia,.oftauaal trasfcriifi in quella regione , laquale non parcua manco;
104 CONCILIO DI TRENTO Papa PaoloIIL
ci3 13 commodaaUcaltreNationiifenzachevic-ragL-an probabilità di temere,cke in
XL II. Germania non il potcileio tractare le cofc (enza turbuleiicia: perilche gli pareiu
pili a puopofìto Fei-i:aia> o Bologna, o Piacenza ; cicca cucce grandi>5<: opporcu-
mdìnie i quali, quando non piacelFcro a loro 5 il concencaua , di farlo in Tremo»
. r^rew/o- ^^-'■^ ^' confini di Germania. Che haurebbe voluto darci p'rincipio allaPeUt©»
coftc:ma,perÌ'anguf1:ii deltempo,rhaueuaallongato a' credici d'Agofto.Prega-
ua cucci di voler conuenire in quello : &, depofì:igliodij,cratcarla caufa di Dio
conilnccricà.Fcrdinando,&iPrencipiCacholici,ringraciaronoilPonce{ìce,di-
ccndo , Che, non potendo octenere un luogo arco in Germania , come farebbe
Racifbona,o Colonia,il concencauano di Trenco. Ma i Protcftanti negarono di
e. «»« oftanie confeutirejne che il Concilio folle incimaco dal Ponceficcne che il luogo fulTe
iUontrafio de Trenco. Il che fu cau{li,che in quella Dieca, quanto al Conciliojnonfi fece alerà
PmefUnti, aecerminacione. ^ , . . '
, ,. , Con tutto ciò, il Pontefice mandò fuorala Bolla dell' intimatione fotto li
s/ua "^ ventidue Maggio di quefto anno : nellaquale,commcmorato il defiderio fuo di
"■ prouedere a'mali della Chri{ì:ianità,diceua,hauere continuamente penfato a*
rimedij:nc,trouandofene più opporcuno,che la celebratione del Concilio,veii-
ne in ferma rifolutione di congregarlo : &, fatta mentione della conuocatione
Mantouana,poi della fofpenfione ; & pafìàto alla conuocatione Vicentina, &
ali' altra fofpcnfione fatta in Genoua,& finalmente di quella a beneplacitcpaf-
sò a narrare le ragioni, che l'haueuano perfuafo a continuar la fteira iofpenflo-
ne fino all' hora. Lequali furono5la guerra di Ferdinando in Ongaria , la ribel-
lione di Fiandria centra Cefare,& le cofe feguite per la Dieta di Ratifbo»a : af-
petcando,che folfe il tempo dcftinato da Dio per quella opera. Ma finalmente,
confiderandojche ogni tempo è grato a Dio,quando fi tratta di cole fantejera
rifoluto di non afpettar più altro confenfo de' Prencipi : &: non potendo hauer
più Vicenza, ma deilderando dare fodisfattione, quanto al luogo, alla Germa^
nia,inrendédo che eiTi defiderauano Trento, quantunque a lui parelTe maggior-
mente comiT^odo un luogo più dentro Italia; nondimeno , per paterna carità
inchinò la propria volontà alle lor domande, & elelPeTrentOsper celebrami il
concilio Ecumenico>al primo di Nouembreprofilmo-.incerponendo quel tem-
po,accioche il fuo decreto poteire eifere pubhcato,& i Prelati haueifero fpado
d'arriuare al luogo.Pcrilche,per l'autorità del Padre,Figliuolo,& Spirito fanto:
& degli Apoftoli Pietro,& Paolo,laqual elio etrercita in tcrrajcol confeglio, &
confenfo de' Cardinali alenata qualunque fofpcnfione^intima ilSacro,Ecume-
nico,&: Generale concilio in quella città,luogo commodo,& libero,& oppor-
tuno a tutte le Nationi,daeirerc principiato al primo di quel mefe,profeguito,
& terminato: chiamando ruttili Patriarchi, Arciuefcoui,Vefcoui, Abbati, 6c
tutti quelli,che,per legge,opriuilegio,hannovotonc' concili] generali; »3c có-
mandandogli,in virtù del giuramento preftato alui,&alla Sede Apoftolica;&
per fanta ubedientia;3(: fotto le pene della legge,&: confiaetudine contra gli ino-
bedienti,che debbiano ritrouaruifi;& fé faranno impediti, fare fede dell' impe-
dimentojo mandare procuratori: pregando rimperatore,il Rè Chriftianiflìmo»
&gli
'papa Paolo III. LIBRO PRIMO. io| .-^
èc gli altri Rè , Duchi , &c Prcncipi,d'interucnirLiijo>e(!èndo impediti, mandar' c^^ '^^
Ambafciatori , huomini di granita, Se autorità:^ far venire da'fuoi Regni,& xlh.
Prouincici Vc(coui,& Prelatirdefiderando quefto più da' Prelati,& Prencfpi di
Germania,per caufade' quali il concilio è intimato nella cittàdefidcrata dalo-
ro : accioche fi poifan trattare le cole ipettanti alla verità della rcligioneChri-
ftiana, alla correttion de' coftumij 8c allapace,& concordia de' popoli,^: Pren-
cipi Chriftiani;&: all' oppreflìone de' Barbari,^»: infideli.
Fu mandata da Roma immediate la Bolla a tutti i Prencipijlaquaiepoco InmUe.ptr U
opportunamente ufcì.Perchejncl mefe di Luglio,il Rè Franceico di Francia,de- congiuntura.
nonciata la guerra a Ccfare,con parole atrocii&publicata ancora con un libro '^^^^'^ g^irra^
mandato fuora,lamoire tutto in un tempo inBrabantia,LucemburgOjRonci- '.J^^ip^J 1
glione,Piemonte,&: Artois. àa,
Celare, riccuuta la Bolla del concilio, rifpofe al Papa,Non elFere fodisfatto
del tenore di quella. Imperoche , non hauendo egli mai ricufato alcuna fatica,
ne pericolo,ouero fpefa,accio il concilio fifaceirerper il contrario,hauendofiii contrai qtutU
Rè di Francia adoperato fcmpre per impedirlo , gli pareua cofaflrana, che in Cefarefiquo
quella Bolla gli foife comparato,&uguagliato:&,narrate tutte le ingiurie,che ''^^*'
pretendeua hauer riceuute dal Rè, viaggionfeanco,cheneir ultima Dieta di
Spira s'haueua adoperato,per mezo de' Tuoi Ambafciatori,per nutrir le difcordie
della religioncpromettendo feparatamente all' unaparte,«Sc all'altrajamicitia»
Se fauore.In fìne,rimeire allaSantità Tua ilpenfare,feleattioni diquelRèferui-
nano per rimediare a' mali della Republica Chriftiana , Si per principiare il
concilio,ilquale egli Tempre haueua attrauerfato per fua utilità priuata:&haue-
ua coftretto eiro,che fé n'era auuediito,atrouar'altraftrada per reconciliarle
cofe della religione.Douere per tanto la Santità fua imputare a quel Rè,&non
à lui, fé il concilio non fi celebrala: & volendo aiutare il publico bene,dichia-
rarfeli nemico , elfendo quefto mezo unico,per venir a fine di fare il concilio,
ftabilire le cofe della religione^ ricuperar la pace.
Il RèiCome prelago delle imputationi che gli fiirebbono date,d'hauer moifo ed ejfoprlpx-
una guerra con detrimento della religione,& impedimento del diuino feruitio, ra con editti
chelipoteuaafpcttardal conciliojhaueuapreuenuto conlapublicationed'un' ^j'"''''*.» ■^«*.
editto contra i Luthcrani,commandando a' Parlamenti l'inuiolabileeirecutio- ^^^^'*^*
ncconfeueri precetti,che foifero denonciati quei,che hauelTero libri aheni dal-
la Chiefa Romana,che fi cogregaifero in fecreti conuenticoliji tranfgrcirori de*
commandamenti della Chiefa}& fpecialmente,che non olferuaircro la dottrina
de' cibi, onero ufallero oratione in altra lingua, che Latina:commandando a'
Sorbonifti d'elfer^ contra tutti quefti diligentiffimiefploratori.Poi,fattocon:
fcio dell' arteficio di Cefare, che per ciò tentaua incitargli contra il Pontefice,
per rimedio foUecitaua che con effetti fi procedellè contra i Luterani : & com-
mandò,che in Parigi s'iiiftituiife una formula di fcoprirli,& accufarli, propofto
anco pene a chi non gli manifeftaire,&: premi) a' denonciatori. Hauuto poi p
na notitia di quanto Cefare haueua fcritto al Pontefice,gli fcrilFe anc
:ora una
e con ncrimi--
nat'ìoni atroci
ionga lettera apologetica per iej&muetnua contra Celare: primieramente tontraCcian,
O
jo6 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo IIL
rinfacciandogli la prefasSc facco di Romaj& la derifione aggionta al dannccol
fare proceflìoni in Spagna per la liberatìone del Papa,cheeglitcneua prigione:
dircorfeper tutte le caule d'ofFcfetra (d&c Cefarejimputandoaluiognicofa.
Conclu{e,non poterli afcriuere a lui,che il Concilio di Trento folTe impedito>o
litardatojeifcndo cofa da che non gliene veniua alcuna utilità:&era molto lon-
tana dagli elfempii de' fuoi maggiori, iquali imitando,metteua ogni fuo fpirita
a conferuar la religione ; come ben dimoftrauano gli editti,& cllecutioni ulti-
mamente fatte in Francia. Perilche , j^regaua la Santità fuajdi non dar fede alle
calonmc;&; rendcrfi cerco,dihauerlo lempre prontoin tutte le cauCefuc^i del-*
la Chiefa Romana,
il Papa tenu II Ponteficcper non pregiudicare all' ufficio dì padre coramune,da'preceiro-
di pacificargli, ri fuoi fcjìipre oftentato, deftinò ad ambedue iPrencLpi,Legati,per introdurre
trattato di pacificatione:il Cardinale Contarini,a Cefare;&: il Sadoleto,al Rè di
Francia : a pregarli di rimetter l'ingiurie priuate per rifpetto della caufa publicaj
& pacificarli infieme : accioche le lor difcordie non impediifero la concordia
delia religione:&: eilèndo quali immediate palfato ad altra vita il Contarini j vi
foftituì il Cardinale Vifeoj con marauiglia della CortcìperchequelCar dinaie
ed inula ifmi non haueua la grafia di Cefare,a cui era mandato.EtjCon tutto che la guerra ar-
i,egan a Tre- ^^^ff^ ìj-j f ^nti luoghijil Pontefice,riputando che fé non profeguiua il negotiodel
^* conciliojintereilaua molto-la fua riputatione/otto li ventifei Agofto di quello
anno m.d.xl ii. mandò a Trento>per Legati fuoi allaSinodo intimata, i Cardi-
Bali Pietro Paolo Parifio,GiouanniMorone5& Reginaldo Poloni primo,come
dotto & prattico Canonifta:il fecondosintendente de' maneggi:il terzo,a fine di
iiìoftrareschejfe ben il Rè d'Inghilterra era alienato dalla foggettione Romana»
ilRegno però haueua gran parte in concilio.A quefti fpedì il mandato della Le-
gatione:& commelfejcheliritrouairero; & trattcneirero iPrelatij&gli Ambaf-
ciatori 5 che vi folfero andati > non facendo però attione alcuna public a, lino
che non haueilero riceuuta l'inftruttionejche egli.glihaurebbe inuiato a tempo,
opportuno.
tme anche L'Imperatore ancora,intefa la dèputatione de'"Legati,non con fperanza,che
Ctfart ifmi j^ qucl ftato di cofe poteffe riufcirc alcun benejmajaccio dal Pontefice non folfe i
^mbaftia- ^p^j-^t-o alcuna cola in fuo pregiudicio; vi mandò AmbafciatorijDon Diego
**"' Mcndozza,Refidenteper lui in Venctia3& Nicolo Granuekvinlìeme co Anto-
nio, Vefcouo d'ArraSjfuo figliuoloj& alcuni pochi Vefcoui del Regno di Napo-
li, Et il Pontefice, oltre iLegati,inuiò anco alcuni Vefcoui de' più fedeli: ordi-
nando però, che lentamente vi llincaminairero. Arriuarono,coiì i Pontificij>
come gli Imperiali, a tempo determinato. Et quefti prefentarono. a' Legatili
mandato Imperiale: fecero inftanza,che il Concilio li apriirc,& folfe dato prin*
cipio alle attioni.Interpofero i Legati dilatione,con dircChenon era degnità,
incomminciare un Concilio con lì poco, numero : malTuncdoucndo trattare
articoli di tanta importanza, come quelli, che da'Lutherani erano riuocati in
dubio. I Celarci replicauano. Che fi poteuaben trattare la materia di riforma,
che era più neceilaria , ne foggetta a tante difficoltà:^, gli altri allegando, che
con-
Papa Paolo III. LIBRO PRIMO. 107
coniieniiia applicar quella all' ufo di diiiciCe regioni , onde era più neccirario ciò io
in eira l'interuento di tutti. In fine palFarono a protcftci allequali non rifpon- xliii.
dendo i Leaati,ma rimettendo larifpoftaalPapajnon il focena conclufioneal-
m ei
denc
cuna
Approflìmandofi il fine dell' anno, ordinò l'Imperatore al Granuela d'anda- per preuaUrJi
re alla Dieta, che nel prmcipio del fcgucntc iìdoueua tenere in Norimberga, dpueflonome
con ordine à Don Diego di reftare in Iremo ; & operare, che al concilio folle ^,f;;f^^«
dato principio; onero almeno,che i congregati non li diiunillerojpervalerri „-^^,^^^.
di queir ombra di Concilio nella Dieta.Il Granuela in Norimberga propofela
guerra contra i Turchi,iSc di dare aiuti a Celare contra il Re di Francia. 1 Prore-
ftanti replicarono, domandando, che fi componcilcro le differenze della reli-
oione,& fi IcualTeroleoppreflioni, che i Giudici Camerali ufauano contra di
foro-jlotto altri prctefti , le ben in verità per quella caula. A che rifpondendo
Granuela,Checiononiìpoteua,nedoueua fare in quelluogo^ tempojeircn-
do già congregato per ciò il concilio in Trento ; riufciua relcufatione vana, ^'^a l Prote^
non approdando i Proteftanti il concilio ; & dicendo chiaro, di non volere ^^^"J^^ ""» fi
interuenirui. La Dieta hebbe fine fenza C0nclufione,& Don Diego tornò all' -f^y"""-»
Ambafciaria Tua a Venetia, quantunque i Legati facelfero inftantia,che per
darriputatione al negotio,fitrattenelIe,fino che dal Pontefice hauelfero rif-
pofta.
Partito rAmbafciator Cefareo, Teguirono iVefcoui Imperiali: <Sc,lice»tiati el conuemo
gli altri fotto diuerfi colori,finalmentc i Lcgati,dopo eilèrui (lati fette mefi con- Tridentino j?
£inui,fenza alcuna cofa fare,furono dal Pontefice richiamati.Et fu quello il fine '^'^^&"'''
Ai quella còngregationc Douendo elfere Cefare di breue in Italia, partito di
Spagna per mare, a fine d'andar in Germania , dilTegnaua il Pontefice d'abboc-
caifi con lui in qualche luogo: & defideraua,che ciò folle in Bologna : & a que-
llo effetto mandò Pietro Aloificluo figliuolo, a Genoua,ad inuitarlo.Ma,non
volendo l'Imperatore vfc ir di ftrada,ne perdere tempo in viaggio , mandò il
Cardinale Farnelcad incontrarlo, & pregarlo di fiir la via di Parma, doue il
Pontefice hauelfe potuto afpettarlo. Ma poi,eirendo diftìcoltà,come l'Impera- U Papa sab-
torepotelfe intrare in quella città,ilvcntun Giugno delM.D.XLiii. fi ritroua- ^occa conCe-
rono ambedue in Bulfetto,Caftcllo de' Palauicini, pollo fopra la riua del Taro, ^'^'^ ^ ^'#^-
tra Parma,& Piacenza. I fini dell' uno,& dell' altro,non comportarono,che il '°'
negotio del coricilio,&: della religione,folfe il principale trattato tra loro. Ma
l'Imperatore elfendo tutto volto a penfieri contra il Rè di Francia,procuraua di
concitargli il Papa contra,& haucr da lui danari per la guerra. Il Pontefice,va- ^^^ ^^. .
Icndofi dell' occafione,era tutto intento ad ottener Milano per i Nepoti luoi,à j^atiy
che eraperproprio interelfe aiutato da Margarita, figliuola naturale di Celare,
maritata in OtcauioFarnefcnepote del Papa, & per ciò fatta Duchelfi di Ca-
merino. Prometteua il Pontefice a Cefare di collegarfi con lui contra il Rè di
Francia, far molti Cardinali afuanominatione, pagargli per alcuni anni ccn-
cinquanta mila feudi , lafciandogli anco in mano i Caftelli di Milano , & ^
di Cremona. Ma, rickiedendo gli Imperiali im luiliione di ducati di prefente,
O 1)
CIO 13
io8 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo 111.
de un altro, in termini non molto longhi ; non potendofi concludere all' hora,
XLUi. ne potendofi Cefare trattener più longamentc j fu rimciTo di continuar la trat-
che riefcono catione per mezo de' miniftri Pontifici) , che icguirebbono l'Imperatore. Del
■^""'^ concilio, Cefare fi moftròfodisfatto, che cóla miffionc de' Legati, & con l'an-
tfannofmar- data di quei pochi Prelati, iCatholici di Germania al meno hauelfcro conof-
rhe Ufropoft- cii-^to la pronta volontà : & perche gli impedimenti fi potcuano imputare al Rè
to del Conci- ài Francia,conclufc,che non era da penfarcche rimedio uiarc,fino che foifeve-
lio» duro Tincaminamento di quella guerra. Si partirono con gran dimoftrationidi
fcambicuolc ibdisfattioncreftando però il Pontefice in fé mcdefimodubiofo>
fé l'Imperatore era per dargli fodisfattione : onde incomminciò a voltar l'ani-
mo al Rè di Francia.
ti dUmno il Ma,mentre ftà in quelle ambiguità , fi public© la lega tra l'Imperatore, & il
PapA dxCe- Rè d'Inghilterra, contra Francia : laquale neceflltò ilPapaadalienarfì affatto
fare» ilqualefi dall' Imperatore : impcroche , vide quanto offendeiìc quella le^a l'autorità Tua,
'Sr ^*'"^"" ^^^^^^^° contratta con uno fcommunicato , anathematizato da lui, & maledet-
* ' '^ ' tOjdeflinato alla eterna dannatione,^ fcifmatico,priuato d'ogni Regno,& do-
minio; con annuUatione d'ogni confederatione , conqualfi voglia contratta:
contra ilqualc anco, per fuo commandamento, tutti iPrencipi Chriftiani era-
no obligatimouer le arme: &quello,che più di tutto importa,che reftàdofem-
prcpiu contumace^ fprezzadoetiandio conapertcparole l'autorità fua: che
quello moftrauaeuidenteraente al mondo , l'Imperatore non hauere a lui rif-
pettoalcuno,nefpirituale3netemporale,cxdauaeirempio ad ogni altro,dinon
tener conto alcuno dell' autorità ina: & tanto maggiore gli pareua l'aiFronto,
quanto per gli intereflTi dell' Imperatore , & per farli piacere. Clemente, che ha-
urebbe potuto con gran facilità temporeggiare in quella caufa , haueua proce-
duto contra quel Rè,del rimanente bcn'aftctto,& benemerito della Sede Apo-
tt Papa con flolica. A quefte ofFefeponeua il Papa nell' altra bilancia , che il Rè di Francia
Francia: haueua fatto tante leggi, & editti diiopra narrati per conleruar la religione, &
la fua autorità : a'quali s'aggiongeua,che al primo d'AgoftoiTheologi Pariiì-
^ ni, a fuon di tromba, congregato il popolo, publicarono i capi della dottrina
Chriftiana venticinque in numero, proponendo leconclufioni, &determina-
tioninudcfcnza aggiongcrli ragioni, perfuafioni, o fondamenti: ma folo,pre-
fcriuendo,come per imperio,quello,che voleuano che fulfe creduto: iquali fu-
rono ftampati, & mandati per tutta la Francia, confermati con lettere del Rè»
fotto grauiifime pene a chi altramente parlaircoucroinlcgnaire ; con un'altro
nuouo decreto d'inquirire contrai Lutherani. Cofe,lequali più piaceuano al
Papa:perche{apeuae{ler fatte dal Rè, non foloper la caufa detta di fopra, cioè
di giuftificariì col mondo > che la guerra con Cefare non era prefa da lui per fa-
uorir la dottrina de' Lutherani , ne per impedir la loro cflirpatione : ma anco-
rasi più principalmentcper compiacere a lui,&; per riuerenzaverfo la Sede A- ;
poftolica.
Cefare fi gitt- Ma rimperatore,alla cui notitia erano andate le querele del papa^rifpontk-
JIijSm; uà j Che,hauendo il Rè di Francia fatta confederatione co-I Turco a danno de*
Chri^
'Papa Paolo m. LIBRO PRIMO. 105}
I Chriftiani,comebene mofliraua ralledio pofto a Nizza di Prouenza dall'ai ma- ciò id~~
I ra OEtomana,gLiidaradal Polino, Ambakiatore del Rè; & le prede fatte nelle xliy»
j litiiei-e del Regno ; a Ini era ftaro lecito^ per dirfefajvaierlì del Rè d'Inghilterra
Chriftianojlc bennonriconofce il Papaificon-ie anccconbuona gratiadel me-
defuno Pontciìcccgli & Ferdinando lì valcuano degli aiuti de' Proteftantij pili
alieni dalla Sede Apolì:olica,clie quel Rè: che haurebbe douutoil rapa, inrcfa
quella collcgationc di Francia col Turco>proccdere centra lui-.majVedL'rfibene
la ditfcrenza uiata : perche l'armara de' Turchi, che tanti danni haucua portato
a tutti i Chri(liani,pcr tutto doue tranlltaco h:iueua,cra paiuiua amichcuolmen-
te per le riuicre del papa:anzi che, cllcndo andata ad Oilia a far' acqua, la notte
di S.pietro,&r elFendo pofta rutta Roma in confuiìoncil Cardinal di Carpi,che,
per nome del rapa airentccommandaua, fece fermar tutti, iìcuro per l'intelli-
genza,che haueua co' Turchi.
La guerra , 3c quelle querele pofero in lilcntio per quello anno le trat-
taiioni di concilio : Icquali però ritornarono in campo il fcguentc m. d. '
XLiv. fatto principio nella Dieta di Spira: doue Cefare hauendo commemora-
to le fatiche altre volte fatte da lui per porger rimedio alle difcordie della reli- ritornano m
gione : &finalmente,la follccitudine, & diligenza ufatain Ratifbona, raccor- campo i pra^
dò,come,non hauendoiì potuto all' bora componere le controuerfIe,6inalmen- P°fi" del Co-
te la cofa fu rimelFa ad un concilio Generale, o Nationale , ouero ad una Dieta: "''"'>/'» ^àm
aggiungendojche dopo, il ponteiìcca fua inftanza , haueua intimato il conci- " ^^^^^*
lio: alqual egli medciimo haucua determinato di ritrouarfì in perfona: Se l'ha-
iirebbe fatto,fe non folle flato impedito dallaguerra di Francia. Hora,re{lando
l'iftelFa difcordia nella religione,& portando le mede/ime incommodità, non
eifer più tempo di differire il rimedio :alquale ordinaua,che pcnfairero,&pro-
poncllcro a lui quella via, che giudicalTcro migliore. Furono fopi'a il nc^otio
della religione hauute m.olte confìderationi : ma, perche le occupationi della
guerra molto più inftauano,fu rimeifo quello alla Dieta,'che fi doueua celebra-
re al Dicembre: & tra tanto fu fatto decreto. Che Cefare deiTe la cura ad alcuni
huomini di bontà, & dottrina,difcriuere una formula di riforma:^ Tifteiro do-
uellèro fare tutti i prencipi: accioche,nella futura Dieta, conferite tutte le cofe ed inumo è
jnlleme, fi poteire determinar di confenfo commune, quelloache s'hauefTc da fi'^^o decreu»
oileruarejfino al futuro Generale concilio,da celebrarli in Germaniajouerojfì- ^'M^*
no al Nationale. Tra tanto, rutti fleirero in pace, ne lì irjouefTc alcun tumulto
per la religione: & le Chiefe dell' una, & dell' altra religione, godeifcro i fuoi
beni. Cucilo recelTo non piacque a^ Catholici generalmente: ma,perche alcu-
ni d'elTi s'erano accodati a' proteflanti , gli altri approuarono quella via di me-
zo. Quelli» che non le ne eontentauano>veduto eìfer pochi, lì rifolfero di fop-
portarlo.
Ma,feguitando tutta viala guerra,il pontefice, aggiunto allo fdegnoconce-
putoper la confederatione con Inghilterra , che l'Imperatore non haueua mai
alfentito ad alcuno de' molti, & ampli partiti ofFcrdgli dal Cardinal Y'.\xnekyiUheirrkatà^
mandato Legato con lui inGermaniaj intornoal concedere a' FarneriilDuca-/'«'^/'^/a,
tMCCet
Ilo CONCILIO DI TRENTO Papa paolo III.
to di Milano ; 8c che finalmente doiicndo interucnire nella Dieta di Spira,
non haueua concelFo , che il Cardinal Legato lo feguiilè a quella , per non
oiifcndere i Proteftanti. Et finalmente , coniìderato il decreto iùtto nella Die-
ta, tanto a le 5 & alla Sede Apoftolica pregiiidiciale ; reftò maggiormente
oflfeloj vedendole Iperanze perdute ,& tanto diminuita l'autorità, & riputa-
tione Tua : ìk giudicaua necellario rifentirfi. Et Ce bene , dall' altro can-
to , confiderato , che la parte Tua in Germania era indebolitasi folle da' fuoi
più intimi confegliaco diffimulare ; nondimeno finalmente, eirendo certo,
che dichiarato apertamente contrario a Cefare , obligaua più {^rettamente il
Rè di Francia a loftentar la fua riputatione j fi rifoìie incomminciare dalle
parole, per pigliare occafione di pallàre a' fatti, che le congionture haueircro
portato.
ìlquaUnefcri- £t; a venticinque d'Agofto fcrilTe una grande,& longa lettera all' Imperatore^
uè letterari- j^ tenor della quale in i'oftanza fu, Chc,hauendo inteio,che decreti erano ftati
jentitd a - ^^^^^ ^^^ Spirajpcr rufHcio,& carità paterna,non poteua reftar di dirgli il fuo fen-
jare , con mi' . i . a . ! > -r • i t t i ■ n i • i tn •
wuLcce, lo, per non imitare 1 eiicmpio diHcii Sacerdote , grauemente punito da Dio»
per l'indulgenza ufataverfo i figliuoli. I dccreti,fatti in Spira,eiler con pericolo
dell' anima di effo Cefare, & cftrcir.aperturbatione della Chiel'a:nondouer lui
partili! dalli ordini Chriftiani;iquali,quando fi tratta della religione,comman-
dano che tutto debbia eifere riferito alla Chiefa Romana:& con tutto cicfenza
tener conto del Pontefice,ilqual (blo,per legge diuina,& humana,ha autorità di
congregare Concilij,&: decretar fopra le cofe facre,habbia voluto penfare di far
Concilio GeneralcjO Nationale. Aggionto a quello, che habbia concelToad'
idioti,& hereticijgiudicare della religione:che habbia fatto decreti fopra i^beni
facri,& reftituitoaglihonoriiribellidcllaChiela,condannatiancoper propri) .
editti. Voler crcdcre,che quefte^cofe non lono nate da fpontanea volontà di elfo
Cefare,ma da pernicioio confeglio de' maleuoli alla-Chiefa Romana;& di que-
llo dolerfijche habbia condifcefo a loro:circr piena la Scrittura d'cHempij dell'i-
ra di Dio conrragli ufurpatori dell' ufficio dei Sommo facerdote,di Oza,diDa-
tan, Abiron,&: Corejdel Rè Ozia,3c d'altri. Ne efier luftìciente fcuia,dire,Che i
decreti fianotemporarij,fino al concilio folamente.Perchcfe bene la cola fatta
folle piajper ragione della perfona,cherhafatta,non gli toccando,è empia.Dio
hauer fempre clfaitato i Prencipi dinoti della Sede Romana, capo di tutte le
chielcConllantinoji Theodofij,& Carlo Magno:per il contrario hauer punito
quelli, che non l'hanno rifpettata. Nefonoeirempij Anaftafio, Mauritio,Co-
ftante fecondo,Filippo, Leone,& altri:& Henrico quarto per quello fu calliga-
to dal proprio figliuolo:ficome fu anco Federico fecondo dal iuo.Etnonfolo i
Prencipi,ma le nationi intiercfono per ciò Hate punite: i Giudei,per hauer ucci-
fo Chri{lo,Figliuolo d; Dio:i Greci,per hauer fprezzaro in più modi il fuo Vi-
cario:lequalicofe egli dcbbe temer piu:perche ha origine da quellilmperatori,
iquali hanno riceuuto più honore dalla Chiefa Romana,che non hanno dato a
lei.Lodarlo,che defideril'emendatione della Chiefarma auuertirlo anco,di laf-
ciar quello carico a chi Dio n'ha dato la Qura : l'Imperatore eirere ben miniftro.
Papa Paolo III. LIBRO PRIMO. in
ma non Rettore^: Capo. Aggionfcfe elfer defiderofo della riforma, Se hauedo e 1 3 io
dichiaraco con l'inrimatione dclConcilio fatta più voltc;& femprc che è appar- xl iv.
fa fcintilla di fpcranza, che Ci poteilc congregate : &, quantunque fino all' hora
fenza effetto,n6diraeno non haueua mancato del fuo debito : defiderando mol-
tojcofiperruniucrfalc beneficio del Chriilianefmo^comefpeciale della Ger-
maniajche ne ha maggior bifogno,ilconcilio,unico rimedio daproueder a tut-
to. Eller già intimato: fé bcncper cauia delle guerre>diiferito a più commodo
tempo.Peròad elfo Imperatore tocca aprir la ftrada>che poflì celebrarfi,col far
lapace, o differir la guerra, mentre fi trattano le cofe della religione in conci-
lio. Vbedifcadanque a' commandamentipaterni,efcluda dalle Diete Imperia-
li tutte le difpute della religione, & le rimetta al Pontefice, non facciaordina-
tione de' beni Ecclefiaftici,reuochi le cofe concelfe a' ribelli della Sede Roma-
na : altrimenti egli, per non mancar all' ufficio fuo, farà sforzato ufar maggior
fcuerità con lui, che non vorrebbe.
H I ST O RI A
GONCILIO TRIDENTINO^
LIBRO SECONDO,
Som. marig^.
LApacefia^ilita tra Cejàre, el Re dt Francia , dà cagione d'i rimettere incam&o
ti negotio del Concilio : ilt^nahilPapa intimate vi deputa ifmi Legatile C efarei
fmi Ambafct adori. Ma i Protejìanti\ rifiutando tal Condito^ Cefare e incitata
dal Cardinal FarnefcLegatOiall' armi contra ejji. Si cominciano alcune attioni Con-
ciliari preparatone. Cefare procede contra l' Elettor di Colonia,chepretendeua rifir-
mar la fùa Diocefì: el Papa tira la caufa afe. E:^on oftante il rifiuto de' ProteFìantix
fa aprire il Cancilioycon molto vayitaggto della fua autor ita, e con vane diuotioniyc ceri-
monte: e fkjfi ilDecreto della prima Sejfione.E <jui e difcorfo delle vane maniere diCon-
cilij,e deldmerfo modo di trattar m ejfi. Le Congregatiomfonoflahilite m Trento,a~
uantt leSejfiom : Ci diJpututofidelTitolo del Concilio ,i Legati lo fiinnoreHarea lor
concio.La feconda Sejjlone e celehrata)jpettantef>lo cofe preparatorie. E nella feguen-
teCongregattone,i Legati prendono firma, e legge da Roma: e contendendofìfejiha-
iujfe prima a trattar dogmi, o riforma, e conchiufo dt trattare amen due congiunta-
mente: cnonpotendoficomrnodamentepajfarpiu innanzji,ffa la terza Seffione,colfit-
refolo recitare il Simbolo ApoHolico. In (jerrnania la nuoua dottrina s'allargale Lu-
éerommre. Il Papacomandajfhe in Concilio sentriin materia.: e per primo capo e
lU CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo III,
e 1 3 13 proposloiU Scritturafanta , e ie Traditiom : f , dopo lunga dtff>Hta intorno al Canone,
XL I V. alla Verjìone Latinatcd all' ! nterpretattone,ed alle Traditioni,/lfii la i^narta SeJJlone,
col Decreto intorno a a^ueUe materie. E nella feguente Congregationeyper ordine del
Pnpdye proporlo il dogma del Peccato Originale a trattare: auanti ilqualefì ventilano
alcuni capi di riforma , intorno alle Lettionh e Prediche de' Frati ^foflenuti dal Papa,
cantra iVefco:4!,Poi s entra nella fndett a materia del Peccato originaleimolto prolif-
famentc di ffuìUfUi principalmente fra i Dcmimcanii e Fr ance/cani, ac<^uetati infine
per autorità Pontificia. E poi fi tiene la quinta Sejfione, colfuo Decreto intorno a cjuel
fiiggetto. In quefio meuLO arriua in Trento t Ambafciador di Francia : e Cejare^e'l
Pontefice fanno Lega cantra i Protefìanti. In Trento eflabilito m Congregatione, di
trattar della Gratta di DiOyC d'altri capi di dottrina ad ejfa appartenenti: e per capo
di Rifòrmay della RefidenTa de' Vejconue mentre l'uno e t altro capo fi difputa a Tren-
to,e quel della Refidenz,a conpajjione veemente de' Vefcoui » maffime Spagnuoli , per
racqmjrar l'autorità perduta: e confirterefifìenzji de' Cortegianhe Pontificij\laguer-'
ra de' Proteflanti s'accende in (fermania: e'I Papa fit tenere la fella Seffione intorno
a quelle materie.Et appreffoyin Congregatione fi mette in campo la materiade' Sacra-
menti in generale : e delS-BattefimOìC della Confèrmatione in parttcolare;per capoM
dottrina: e per materia di rifòrmayalcum Capi intorno alla Refiden'Xaytralafciati nel-
la precedente SeJfione',e deUapluralità de' beneficij.Eyfopra molte diffìcaltà,nate in Con-
dì io»tn diifiHor del Papayeffofì rijolue di trasfirire il Concilia in Bologna. Jlche, dopo
la tenuta della fetttmaSeffione-i efiofapublicarcy ed efeguireda'fuoiLegatiynonofian'
te le prof efiat ioni degf Imperiali. Il Re Arrigo Vili, d'inghtlterray e poi Francejco /.
dt Francia muoiono.
tA pace fatta ^Hl??i ^ guerra tra l'Imperatore, & il Rè di Francia, non durò longamente:
tra Cefare,el ^ R'^O perclic Cefare conobbe chiaro, che , rcftando egli in quella implica-
re diFraticia, g< B^^ toySc il fratello in quella centra i Turchijla Germania s'auanzaua tan- <
to nella libertà, che in breue manco il nome Imperiale farebbe ftato
riconofciuto : 2c che egli, facendo guerra in Francia, imitaua il cane d'Efopo,
chcfeguendo rombra,perdette & quella, 8c il corpo : onde diede orecchie alle i
propolte de' Franceil per far la pace,con dilTegno, non f olo di liberarli da quel- |
lo impcdimento;ma anco,col mezo del Rè, accommodar le cofe co' Turchi,&-^ j
attendere alla Germania. Perilche a ventiquattro di Setrembre,in Crefpino fu ;
conclufa fra loro la pace: nellaqualc, tra le altre cofejl'uno, & l'altro Prencipc
capitolarono di defendere l'antica religione , d'adoperarli per l'unione della
Chiefa,& per la riforma della Corte Romana, d'onde deriuauano tutte le dif-
dà occaftom ^enfioni : & che a quello effetto folfe unitamente richiedo il Papa a congre-
dirhornare a gar' il Concilio: & dal Rè di Francia folfe mandato alla Dieta di Germania a far
trattar del ufficio con i Proteftanti, che l'accettalfero. Il Pontefice non fi fpauentò per il
CvkUìo, capitolo del concilio, & di riformar la Corte: tenendo per fermo,che,quando
haueifero pofta mano a quella imprefa, nonhaurebbono potuto longamente
reftar concordi,peridiuerfì,& contrari) intereflì loro:& nondubitaua,che,do-
uendofìeiregun-eil dilFegno per mezo del concilio jeglinonhauelTe fatto ca-
dere
Papa PaoloIII. LIBRO SECONDO. "3__ _,
derc ocTiii rratcarione in modo» che l'autonrà Tua il folle amplificata rmaben ciò io
eiiidicò > che , quando hauetFc conuocato il Concilio alla richiefta lorojfarebbe xliv.
llato riputato » che rhauelfe fatto coftretto:ilche farebbe ftato con molta dimi-
luitione della fua riputationej&; d'accrefcim.ento d'animo a chi dilfegnaua mo-
deratione dell' autorità Pontificia. Perilche,non afpettando d'elTer da alcuno di ;w/c ,7 p^^
loro preuenuto;5c,diffimulatc le fofpitionicontra l'Imperatore concepute,&: le /7rf intima fu-
piu importanti, che gli rendeua la pace fatta ienzaiuo interuentojcon capitoli i'ftamenie,
pregiudiciali alla fua autorità: mandò fuori una Bollajnellaqualcinuitando
tutta la Chicfaarallcgrarfidellapacejcome perlaquale era leuaco l'unico imipe-
dimento al Concilio Jo ftabilì dinuouo in TrentOjordinando il principio per il
quindici Marzo.
Vcdcuailtermineangufto,&infufficiente a mandar la notitia per tuttcnon
che a lafciarc fpacio a' Prelati di metterli in ordine,& far'ilviaggio:ripatònon-
dimenojche folfe vantaggio fuo,che,feperò s'haueua da celebrarcs'incommin-
ciaire con pochi »& quelli Italiani, Corteggiane, & fuoi dcpendenti:iqualifa-
rebbono flati i primi,cofi foUecitati da lui,douendofi nel principio trattar del
modojcome proceder nel Concilicche è ilprincipaIe,anziiltutto,pcrconfcr-
CiafTautorità Pontificia: alla determinatione de' quali farebbono coftretti (lare
quelli , che alla giornata folfcro fopragionti:ne elfer marauiglia,che un Conci-
lio Generale s'incomminci con pochi: perche nel Pifano,& Coftantienfe,cofì
3CCorfe,ìqualihebbero però felice progrelfo-Ethauendo penetrata laverà caufa
Iella paccfcrilìe all' Imperatore,Che,in feruitio fuo haueua preuenuto,& ufato
:elerità nell' intimatione del Concilio.Imperoche,fapendo,come SuaMaeftà,
)er la neceflìtà della guerra Francefcera ftata coftretta permettere,& promette-
:e molte cofe a Proteftantijcon l'intimatione del Concilio,gli haueua dato
nodo d'efcufarfì nella Dieta,che fi doueua fare al Settembre,fe,mftante il Con-
:ilio , non etfettuaua quello, che haueua promeifo concedere,fino alla celebra-
ione di quello.
Ma la preftezza del Pontefice non piacque all' Imperatore , ne la ragione refa con difgufto dì
.0 fodisfece.Haurebbe egli voluto per fua riputationcper far'accettare più facil- Cefan,
.nente il Concilio alla Germania, &permoltialtririipetti,eirercaufaprincipa-
[e.Nondimeno,non potendo altro farcusò però tutti quei termini,che lo potef-
fero moftrare lui autore , & il Papa adherente. Mandò Ambafciatori a tutti i
Prencipi,a lignificar rintimatione,& pregargli mandare Ambafciatori, per ho-
norar quel confeifo , &: confermare i decreti,che vi i\ farebbono. Et attendeua
a far feria preparatione,come fé l'imprefafolfe ftata fua.Diedediucrfi ordini a' %«<«/« p»re
Prelati diSpagna,& de' Paefi baffi:& ordinò,trale altre cofcche i Theologi di (^^"^^"7"/
Louanio fi congregaifero infieme,per conlìderare i dogmi,che fi doueuano prò- "' '^° "^''
porre, iquali riduflcro a trentadue capi,fenza però confermargli con alcun luo-
go delle Sacre lettcre:ma,efplicando magiftralmentela (ola conclufione:iquali
capi furono dopo confermati con editto di Cefare, & diuulgati, con precetto,
che da tutti foifero tenuti , >3i feguiti. Et non occultò l'Imperatore ildifgr.llo
conccputo contra il Pontefice in parole al Noncio dette,cofi ìx\ quella occalìo-
P
114 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo lU.
e 1 3 13 ne j come in altre audienzc. Anzi> hauendo al Decembre il Papa creati tredici
xLiv. Cardinalijtra quali tre Spagnolijgliprohibì l'accettar le inregne,&; ufare il no-
me,&rhabito. ■>— ~
tome anche fa i[ Rè di Francia ancora fece conuenire i Theologi Parigini a Melunjper con-
il re di Frati- (qI^^j- ^q' dogmi necellarij alla fede Chriltiana , che fìdoueuano proponerein
""' Concilio : doue vi fu moka contentione, volendo alcuni, che li proponeire la
confcrmatione delle cofc ftatuite in Coftanza,&: in Ba(llca> & il reftabilimento
della Pragmatica : 8c altri dubitando,che per ciò il Re doiicire rcftar ofFefojper
la deftruttione che ne feguiua del Concordato fatto da lui con Leone^confe-
gliauano di non metter' a campo quella difputa. Et appreifoj perche in quella
Scuola fono varie opinioni anco nella materia de' Sacramenti,a' quali alcuni
danno virtù efFettiuaminifteriale,& altri nò:&:deiìderando ognuno,chelafua
folle articolo di fedcnon fi potè concludere altrove non che fi reftalTe ne' venti-
cinque capi publicati due anni inanzi.
Ma il Pontefice/ignifìcato al Rè di Francia il poco buon animo dell' Impe-
ratore verfo luijlo richiefe, chcper foftentamento della Sede Apoftolica , man-
daife quanto prima i fuoiAmbafciatorial Concilior&alNonciofuoappreilo
rimperatorejcommifejche,ftando attento a tutte le occafioni,quandoda'Pro-
teftanti gli fuffe dato qualche difgufto,gli ofFeriire ogni aflìftenza dal Pontefice>
per ricuperar l'autorità Cefarea con aiuti fpiritualij& temporaliidi che hauen-
do ilNoncio pur troppo fpelfo hauuto occafìone,operò ibche Cefare,compren-
dendo di potere hauere bifognodel Papa nell' uno & nell'altro modojrimifela
durezza5& ne diede fegno,concedendo a' nuoui Cardinali di alFumere il nome>
& rinregne,& al Noncio daua audienze più grate>6c con lui conferi uà delle co-
fe di Germania più del folito.
'il papi à' Fu grande la fretta del Ponteficcnon folo a conuocare il Concilicma anco
futa tre Le- adifpedire i Legati,iquali non volle,iIcome alcun confegliauajche per degnità
g4ti^ ejjo, i-nandalTero prima qualche foftituto a riceuere i primi Prelati,per fare poi effi
entrata con inconti-isSc ceremonìeima che foircro i primis^ giongelTero inanzi
il tempo. Deputo perLegati,Giouanni Maria di Monte,VcKouo>Cardinale di
Palcftrina : Marcello CeruinojPretCjdi Santa Croce:& Reginaldo PolojDiaco-
nojdi Santa Maria in Cofmedin: inquefto elelle lanobiltadel fangue,& l'opi-
nione di pietà,che communemente lì haueua di luis^: reifcre Ingleiera fine di j
moftrarcche non tutta Inghilterra folFe ribelle:in Marcello,la coftanza, & per-
.feueranza immobilej&:intrepida,infìeme conifquifitacognitioneaiel Monte»
la realità,5c mente aperta, congionta contai fideltà a' patroni , che non póteua
pofporre gli intercfli di quelli alla propria cofcicnza. Qucftilpedìconun Bre-
uè della Legatione, & non diede loro,come fi coftumaaXegati,la Bolla della |
facoltà : ne meno fcritta inftruttione : non ben certo ancora , che com-
miflìoni dargli : penfando di gouernarfi fecondo che i fucceflì, &: gli anda-
menti dell' Imperatore 5 confegliaiTero. Ma con quel folo Breue gli fece par-
tire.
• manditto U Ma» oltre il penfiero>che il Papa metteija all' hora alle cofe di TrentOiverfa-
ua lìQÌY
Papa Paolo III. LIBRO SECONDO. 115
uà neir animo Tuo un' altro di non minor momento intorno la Dieta, che fi do- cio io
ueua tenere inVormatiajalIaquale fi credeua,che l'Imperatore non interuerreb- xliv.
bc: temendo il Papa,che Cefarcirritato dalla lettera rcrittagli,non faccire lotto Cardinal
mano fare qualche decreto di maggior pregiudicio alle cofc Iucche i palKiti: o- ■?''*';»'!/« «
uero almeno non lo pcrmetteife: per quello guidicaua nccellario liauere un mi- ^"''"'*'
niftro d'aLitorità,& riputatione,con titolo di Legatcin quel luogo. Ma era in
grandubiodinonriceuereper quella via aftronto,quando dalla Dieta non fof-
l€ riceuuto con honore debito. Trouò temperamento di mandare il Cardinale
Farnefe, Tuo nepote, all' Imperatore, & farlo paiTare per Vormatia , & quiiii dar
gli ordini a' Catholici: sfattigli ufficij opportuni, pairareinanzivcrfo l'Im-
peratore :&: fra tanto mandare Fabio MignancUo ,da Siena, Vcfcouo diGrof-
fetOjperNonciorefidente apprclTo il Rè de' Roraani,con ordine di icguirlo al-
ia Dieta.
Poi, applicando l'animo a Trento , fece dar principio a confultareil tenor /« formar ia
delle facoltà, che fi douenano dare a' Legati. Il che hebbe un poco di diflìcoltà, ^o/U^ della
per non hauere eifempij da feguire. Imperoche, al Latcranenle precedente, era P^^^f^"^ de u-
interuenuto il Pontefice in pcrfona-Inauzi quello, al Fiorentino parimente in- ^*"'
terucnne Eugenio quarto. Il Coftantienic,doue fuleuato il icitma,hebbe il filo
principio con la prefenza di Giouanni ventefimoterzo, uno de' tre Papi dimet-
fi,& il fine con la preienza di Martino quinto. Inanzi di quello,il Pifimo fu pri-
ma cógregato da' Cardinali,& finito da Alelfandro quinto. In tempi ancorapia
inanzi,al Viennenfe fu prelenteClemcte quinto.A'doi concili) di Lionclnno-
centio quarto,& Gregorio decimo: & manzi quefl;i,al Laterancnle,Innocentio
tcrzo.Solo il concilio Bafileenfcjin quel ttmpo,cheftettefi)ttol'obediéza d'Eu-
genio quarto, fu celebrato co prefenza de* Lcgati.Ma imitare qualfiuoglia delle
cofeinquello oireruatceracofa di troppo cattino prcfagio. Si venne inrifolu-
tione di formar laBoUa con quefta claulula. Che gli mandaua, come Angeli di
pace,al concilio intimato per Finanzi da lui in Trento : & elfo gli daua piena,(3c
libera autorità; acciochcper mancamento di quella, la celebrationc, Ck conti-
nuatione no potcfic clFer ritardata : con facoltà di prerederui,& ordinar qualun-
que decrcti,& ftatuti,6v: publicarli nelle Sefiìonijfecondo il coftume : proponc-
re,concludere,&: eficguire tutto quello, che folle nccelTario per condannarci
eftirpare da tutte le Prouincie, & Regni,gli errori : conofi:ere,udire,deciderc,&;
determinare nelle caule d'herefia,& qualunque altre cócernenti la fede Catho-
hca: riformar lo fiato della Tanta Chiefa in tutti, i fuoi membri , cofi Ecclefiafti-
ci,comerecolari : & metter pace trai PrencipiChriftiani: & determinare ogni
altra cofa, che fiaad honore di Dio ,& aumento della fede Chrift;iana:con au-
torità di raftrenarccon CenfiircSc pene Ecclefiaftichcqualunque contraditto-
ri,& rebcUijd'ogni ftaco,(Scpremincnza,ancora ornati di dignità Pontificale, o-
uero Regale : & di fare ogni altra cofa neceiraria,& opportuna, per Feftirpatio-
ne de l'hcrcfic,& errori,riduttione de' popoli alienati dalF ubedienza della Sede
Apoftolicasconferuatione, & redintegratione della libertà Ecdefiaftica : con
quello peròjche intatte le cofeprocedeirero colconrcnfo del concilio.
Pi,
^ \iG CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo HI.
e 1 3 1 3 Erjconfiderando il Papa non meno ad inaiare il concilio, che a modi di dif-
XLV. folucrio quando folfc incomminciato , fé il Tuo feruicio haueire cofi ricercarci
tmfa. una al- ^^^ ppacdcrri a biion' hora,(cguendo l'eirempio di Marnino quinto,ilquale,te-
mumtiont^ médo di quegli inconCLÌ,che auuennero aGiouanni vencellmo terzo in Coftan-
zajinandando i Noncij al concilio di Pania, gli diede un parcicolarBrcue, con
autorità di prológarlo,diliblacrlo,trasfenrlo douunque folle loro piaciuto. Ar-
cano,per attraueriarc ogni deliberatione contraria a' rifpccci di Roma.Pochi di
dopo Fece unaaltL-aBolla,dando facoltà a Legati di trasferire il concilio.Q^
ftafudarafocto il ventiducFebbraro dell' ifteiroanno: dcllaquale douendo di
forco pariarcquando fi dirà della tranllatione a Bologna, fi differirà fina ali' ho-
ra quel tutco,che fopia ciò fi ha da dire.
ì dm Le?aù Nelf anno M. D. XL V. addì tredici Marzo giunfcro in Trento il Cardinal del
gittngono'in Montc,S< il Cardinal Santa Croce, raccolti dal Cardinal di Trento: fecero cn-
Trmo: trata publica in quel gioino , & conceirero tre anni , & altrettante quarantene
d'Indulgenza a quelli , che il ritrouarono preicnti , fé ben non haueuano quefta
autorità dal Papa: ma con fperanza,che egli ratificarcbbe il fatto. Non trouaro-
no Prelaro alcuno venuto,lc bene il Pontefice haueua fatto partire daRoma al-
cuni,accio il rkrouairero là al tempo prefiifo.
e fanno emen- La prima cofa, che i Legaci fecero, fu confiderare la continenza della Bolla
dar la Bolla delle facoltà dategli : & deliberarono tenerla occulta, de auuiiaronoa Roma,
deUalorpode- che la conditione di procedere col confenfodel concilio eli ceneua croppoli-
fia trofeo ri- g^tj,^ glij-endeua pari ad Ogni minimo Prelacoj &haurebbedifficolcaco gran-
demente il gouerno,quando hauelTe bifognato communicare ogni particolare
a' rutti. Aggiungendo anco, che era un dare troppa libertà, anzi licenza, alla
moltitudine. Fuconofciuto in Roma,che le ragioni erano buone,&: la Bolla fu
corretta fecondo l'aunifcconccdendo l'autorità alfoluta. MaiLegari,mencre
afpectauano lifpofta, diircgnarono nella ChiefaCachedrale il luogo della Sz^"
llonccapace di quattrocento perione.
gwm anco Dieci giorni dopo li Legati^gionie a Trenco Don Diego di Mendozza, Ara*
C^mbafcìa- bafciacoreCeiireò appreiro laRcpiiblica di Venetia, per incerucnire al conci-
dor Cefareo, Jiojcon ampiilTiiTio mandato datogli il dì veliti Febbraro da Bruireiles:& fìi ri-
ceuuto da' Legati con l'affiftenza del Cardinale Madruccio > 8c di tre Vefcouij
che tanti fino all' bora erano arriuati : iquali, per elfere ftati i primi,èbene non
rralafciarc i nomi loro: 3: furono Thoinaib Cai'npeggio,Vefcouo di Felrrcne-
potè del Cardinale:Thomalb di San Fclicio,Vcfcoao delia Caua:Fra Cornelia
Muiro,Francefcano,Vefcouodi Bitonto; il più eloquente prcdicarore di quei
fa la fnapro- Cempi. Quattro giorni dopo fece Don Diego la ina propofta in fcritto,che con-
fofla, teneua la buona difpolltione della Màeftà Ceiarca circa la cclebracione del
concilio, ck; l'ordine dato a' Preiati di Spagna per ritrouaruiil: quali penfaua
che bora mai foifero in camino : fece iculadi noneifere venuto prima per le
indifpodtioni: ricercò che s'incomminciairero le attioni Conciliari, & la ri-
erkemU rìf- forma de' coftumi , come due anni prima in quel luogo medefimo era ftaco
foBa: propofto da Monilgnore Granuela , & da lui. I Legaci in fcricto gli rifpo-
feroa
APA Paolo lil. L 1 B R O S E C V N D O. 117
ero i lo^iando rimpcracorc, uicciieiido la icufa della Tua perfuìu , ^c lìioitran- e 1 e io
io il defidcrio della vcauta de' Prelati. Ec la propofta , & la L-ilpofra furo- xlv.
110 dalla parte à chi appartencua riceuute ne' capi non pregiudiciali alle ra-
eioni del luoPreacipc relpctriuamcnce. Caaucia , che rende inditio manife-
ilo, con qual carità , Se confidenza, fi tratraaa in propofta, ,3c rirpofta^doiie
nonerano parole, che di puro complemcnro: Fuori che nella nàcntioae di ri-
forma.
1 Legati, nicerti ancora qual douciie clier' il modo di trattarcfliceuano dime- ,- xce^/f ù
ftratione di doucregiunramcnce procedere con rAn-!ba(ciatorc,& Prclati,£<: di luggom d ji-
communicare loro l'intiero de' peniìeri: onde all' arriuo delle lettere da Roma, g^eto della lor
odi Gerniania,conuocauano tutti per leggerle. Ma,auuedcndoh,che DoaDie- ^^^'''^^"h
ero ilpareggiaaa à loro,& i Velcoui li prelumeuano pia del coiuimaco a Roma:
& temendojchcaccrerciuto il numero, non natcelle qualche inconuenientca-
uifaronoaRoma,coniegliando,ehcognilpaccio gli fofTc (critco una lettera da
poter mofl:rare,& le cofeiecrctea parte : perche delle lettercfino a quel tempo
riceuute,gli era conuenuto feruiril con ingegno. Dimandarono anco una cifra,
peupocer comniunicare le cofc di maggior momeato.Le quali particolarità,iii-
lìeme con molte altre che fi diranno , hauendolc tratte dal regillro delle lettere
del Cardinale del Monte,& leruendo molto per penetrare l'intimo delie tratta-
tioni,non ho voluto tacerle.
ElPendo già palfato il mefe diMarzo,& fpirato di tanti giorni il termine pre-
fiironellaBolla del Papa>per dar principio al Concilio :iLegati,confegliandofì
tra loro fopra l'aprirloirifolfero d'afpettar auifo da Fabio Mignanello, Noncio
apprelPo Ferdinando>di quello, che in Vormatia fitrattaua : & anco ordine da
Roma, dopo che il Papa haueiPe incefo la venuta, &: efpofìtione di Don Diego:
maflime, che gli pareiia vergogna dar un tanto principio con tre Vefcoui fola-
mente.
Alli otto d'Aprile giunfero Am.bafciatori del Rè de' Romani: per riceue- glunaom ai'
re i quali fu fotta folenae Congregatione. In quella Don Diego voleua pre- •^mbafciado-:
cedere il Cardinal di Trento, & ledere appreiPo i Legati: dicendo. Che, rap- " ddrìde^
prefentando l'Imperatore, doueua federe, doue haurebbcfedutoSua Maeftà. *"^"^>
Ma, per non impedire le attieni , fu trouato modo di ilare, che non appari-
ua quale di loro precedelPe. Gli Ambafciatori del Rè prefentarono folo una
letceradeliuo Prencipe: aboccaefplicarono l'olPeruanza Regia verfo la Sede
Apoftolica,& il Pontefice} l'animo pronto afauorireil Concilio,^ ampie of-
ferte : foggioafero, che mandarebbe il mandato in forma, S>c pcrfone più in-
ftrutte.
Dopo quefto,arriuo a Trento,^: a Roma,rafpettato auifo della propofta fot-
ta in Dieta il di ventiquattro Marzo dal Rè Ferdinando , che vi prefedeua oer
nome dell' Imperatore^ della negotiatione fopra di quella feguica:<:<y: fu la pro-
pofta del Rè,Che l'Imperatore haueua fatta la pace coi Rè di Fraiicia,uer arten- ''9'*-^'e>nDk^
dere a comporre i diflidij della religione , & profe2;uire la guerra conrra i Tur- ?• A''"^'"««
Comil/o;
ili
chi: dalquale haueua hauuto promelfa d'aiuti, &c dell' approbatione del Conci- del''^'^"°"'
ii8 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo IH.
e 1 0 13 lio di Trcnto>con rifolutione d'inceriTeniruijO in perfonajO per ftaoi Ambafcia-
^LV. ton.Pcr qucdofldro finejhaueua operato colPontefìce,cherintimaile dinuo-
uo 5 ciicndo Icaro per inanzi prorogato;& follecicatolo anco a contribuire aiuti
coiKLa i Turchi. Che dalla Santità Tua haueua ottenuto l'intimatione, & già
cilerc ni Trento gì' Ambafciatori inandati dall' Imperatore, & da lui.Che era
noto ad ognuno , quanta fatica haueffe ulato Cefare per far celebrare il Conci-
lio iprima^con Clemente in Bologna : poi, con Paolo in Roma, in Genoua,in
Niz2a,in Lucca,>l- in Buircto.Che,recondo il decreto di Spira,haucua dato ordi-
ne ad huomini dotti, & di buona confcienza,checompone(rero una riforma;
laqual anco era ftata ordmata. Ma , elTendo cola di molta deliberatione,^ il
tempo breucfopraftando la guerra Turchefca, haucre Cefare delibcrato,che,
tralatciaco di parlare più oltre di queftcs'afpettaire di veder prima qual folle per
elfer ilprogrciro del Conciiio,& che colali poteua da quello iperarcdouendofi
coraminciare prc fto:che quando non apparilfe frutto alcuno,ll potrebbe inanzi
il fine di quella Dieta intimare un altra, per trattare tutto'lnegotio della teli-
gione,attcndcndo adeiTo a quello,che più importa,cioè,alÌa guerra de' Turchi.
iProteJìanti Di quefta propofta prefero i Proteftanti gran ioipetto: perche, douendo
s'adombrano, durare la pace della religione fino al Concilio,dubitarono,che,fncruati di dana-
ro perle contributioni contra il Turco,non folTero alfaliti, con prctefto,che il
decreto delia pace per l'apertura del Concilio in Trento folfe finito.Però diman-
darono, che fi continualfe la trattationc incomminciata,allegando elTere aifai
longo il tempo a chi ha timor di Dio:ouero almeno fi ftabililTe di nuouo lapace
rìjìutam U ^iio ad un Icgitimo Concilio tante volte promeircquale il Tridentino non era.
Codilo Tren- per le ragioni tante volte dette:& dichiararono di non poter contribuire,fe non
tlnoi haueuano ficurezza d'ogni pace,non ligata a Concilio Pontificio, quale haue-
uano ripudiato,fempre che ìz n'era parlato: & fé ben gli Ecclefiafticiairoluta-
mente acconfentiuano , che lacaufa della religione fi rimetteire totalmente al
Concilioifu nondimeno rifoluto d'afpcttar la rifpofta di Cefare inanzi la con-
elulione.
il Papa/con- Di quefta attione, al Pontefice^ a' Legati,che erano in Trento,rre partico- '
tetodeHaDie- lari difpiacquero. L'uno, che l'Imperatore attribuiire a fé d'hauer indotto il Pa- •
ta, pa alla cclcbratione del Concilio : ilche pareua moftrare poca cura delle cofe :
della religione nel Pontefice. Il fecondo , d'hauere indotto il Rè di Francia ad I
acconfentirui: ilche non era con honore delia Santità fua,a cui toccaua far
qucfto.Il terzo,che voleile tenergli ancora il freno in bocca,di una Dieta futura^
acciochcnon andando inanzi il Concilichaueirerofempre daftarc intimore>
che non fi trattalle in Dieta delie cofe della religione.Scntiua il Papa molefttì;
perpetua, non meno per le ingiurie, che riceueua quotidianamente da' Prote-
ftanti , che per le attionì dell' Imperatore:lequaliegh lolcua dire,che,quantun-
quehauc fièro apparéza di fauoreuoli, erano maggiormente pernitiofe alla reli-
gione , & autorità fua, quali non poffono eircre luna dall' altra feparatc.Senza
che gli pareua fempre clfcr' in pericolo, che l'Imperatore nons'accordaireco*
Thedcfchi in fuo pregiudicio:6c,penfando a rimedi] non fapeùa trouarne alcu-'
no/e
^apaPaoloIII. libro secondo. 119
lo/c non mettete in piedi una guerra di rcligioncjpoiche con quella ugualm cn- ^ i ^ io
:erefterebbono,&iProrcrcantirattrenaui,& l'Ii-npcratorc implicato m ditHciic ^ ^'J^^-
iinprcra>& il metterebbe iniìlentio ogni ragionamento di riforma,& concilio. ''T*^^'* ^'■f^f-
Erain gran tpcraia,che gli potelfc riulcu-e,per quello che il ilio Noncio gli ieri- "a^iTerJom:
ucuajdi ritrouare Celare iempre più ['degnato co' Proteftanti , «^' che afcoltaua
le propoftc del foggiogarli con le forze. Per quello riipcttOjoitrc il narrato di
foprajd'impedire , che in Dieta non folle fatta cola prcgiudicialc, &: far aiiin Oj
&aggiongcr forze a' iuoi,s'aggiongcua una altra cauia più urgente, come qacl-
Ia,che era d'intereife priuato, che hauendo deliberato di dar Parma , & Piaccur
zajal figliuolo, non gli pareua poterlo fare lenza grauilllmo pericolo , non ac-
confentendo rimperatore,chc haurebbe potuto trouar pretefti ; o perche quel-
le città altre volte furono del Ducato di Milano i o perche , come auuocato
della Chiefa ,poteua pretendere d'ouuiarc, che non folfe lefa. Per quefìi ne-
^otij mandò il Cardinal Farnefe Legato in Germania, con le neccirarie inftruc-
cioni.
Ma i Legati in Trento,haucndo hauuto commiflìone dal Papa,che in cuen- ì Ugm'mTr'è'
:o,che intcndellcro trattari! della religione nella Dieta > douelIero,lenza a^et- to chiedono
:ar maggior numero de' Prelati aprire il concilio con quei tanti che vi follerò; (^tnùfo ai Pa-^
Ila non douendofì trattarne , lìgouernairero come gli altri rifpetti confcgliaf- ^'^ '."'"r"!
!èro ; videro, dalla propofta della Dieta nonelfere aftretti:maben,dair altra „7,(, *
3arte, ilpoco numero de' Prelati ( che fino all' hora non erano più di quattro)
jerfuadergli la dilatione : reftauanoperòindubio , che il pericolo delle arme
Furchefche non conftringelfe Ferdinando a fare il recelFo; &, fecondo lapro-
■nelTa, intimare una altra Dieta , doue li trattalFe della religione : ributtando la
;olpa in loro , con dire , d'hauergli fatto notificare la propofìtione , accioche
"apendo quello, che era promelFo con buona intentione,el]i aprenda il con-
;ilio , dellero occalìone , che non s'elFeguilfe. Per laqual caufa, mandarono al
Pontefice in diligenza per riceuere ordine da lui, di quello che douellèro fare
m tal anguftia di deliberatione : vedendoli, dall' un canto neceflìtati da un po-
:ente rifpetto d'accelerare ; & dall' altro , coftretti a foprafedercper clfere qua-
li come foli in Trento. Mifero inanzi al Pontefice hauer molte congetture, &
grandi indici)', che l'Lnperatore non curalfe molto la celebratione del conci-
lio: cheDonDiego, dopo la prima comparitione, non haueua mai detto pur
una parola, & che moftraua quali in fronte hauer piacere ài quell' ocio,& tra{^
corfo di tempo: badandogli folo la fua comparitione per ftolpar il fuo patro-
ne, & giuftificarlo , che, hauendo per fé ftelfo > & per Óiatori , continuamente
chicfto,c lollecitato il concilio, &: hauendo condotto il negotio al termine,
& non vedendo progrelFo conueniente,poteiFe, & doucllè intimare l'altra Die-
ta, & terminare la caufa della religione, come ragioncuolmente deuoluta a Sua
Maeftà, per la diligenza lua,& negligenza del Pontefice. Propaneuano di pi-
gliare un partito medio > di cantare una MelFa dello Spirito Santo, prima che
l'Imperatore giunga in Dieta. Laqual fìa per principio del concilio:& co/ì pre-
uenire tutto quellojche l'Imperatore poteiFe fare nel recelFocÒc dall' altro cantoj
Ilo CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloIII
e 1 3 iD Jciiir l'occafionejche il potellc dire, cirerll cominciato a trattar le cofe del con
XLV. ciìiocon quattro pcrfone : rcftando in libertà di godere il beneficio dei tempo
LNi potere, o procedere più okrcjO fopraicderco trasferirei o ferrare il concilio
fecondo che gli accidenti coniìglialìero. Gli conlldcrarono ancora, che fé i
concilio folle aperto , dopo che il Cardinale Farneie hauelTe parlato a Cefarc:
alcuno haurebbe potuto credere , che quel Cardinale folfc mandato per impe-
rrarc>che non ii faceirej& non haueiTe potuto ottenerlo. Oltra che, crefcendo
la fama delle arme dciTurco,iì direbbe,che folle aperto in tempo,quando bifo-
gnaua attendere ad akro,& li fapeiianonpoteriì fare.Il Cardinale Santa Croce
haueua gran defiderio, che fi moilrallero legni di deuotionc, & fi facelTe con le
folite cercmonie della Chiefa concorrere il popolo : &c però fuaLitore,che feri-
uellèro tutti al Papa,dimandando un Breuccon l'autorità di dar*Indulgenze,il-
qual hauelfe la data dalia loro partita , accio l'Indulgenza già concelTa da lorc
neli' entrata folle valida. Haueua fcrupolo quel Cardinale,che il popolo,troua
toli prefente a queii' ingreirojnon folle defraudato di que' tre anni,& quarante-
ne,che concelTerojtk. con quello voleuafupphre:fcnzaconfìderare,che difficol-
tà nafce,fe chi ha autorità di dar Indulgenze, può conualidare k concelTe da al-
tri lenza poteirà.
rifìu- ^^ Cardinale,VefcoUo,& Patrone di Trento, confiderando, che quella città.
la preftdio al in feUeiTapicciola, & vuota d'habitatori , fé il Concilio foife caminato inan-
Cardmd di zi,reftaua iì\ difcretione di foreftieri ; con pericolo di feditionij fece fapere
Tnntot al Papa,che eranecelTario un prcfìdio almeno di cencinquanta fanti,maflìme le
veniirero i Lutherani : qual fpefa elfo no poteua farcelfendo eiraiifto per i mol-
ti debiti,lafciatigli dal fuo precelfore. A quello rifpofe il Pontefice, Che il met-
tere prefidio nella città farebbe flato un preteflo a Lutherani di publicare, che
il concilio non folfe libero: che mentre foli Italiani erano in Trento, vano fa-
rebbe hauer dubioj &c che egli non haueua minor cura della quiete della città:
che elio medefimo Cardinalejimportando più al Pontefice laficurezzadel con-
ciliojche al Vefcouo della città : però lafciairc la cura a lui, &; teneffe per certo,
che flarà vigilante , & prouedcrà a pericoli per fuo inrcreUcjnc lo aggrauerà di
far alcuna fpeia. Et, hauendo ben pefate tutte le ragioni,che perfuadeuano, «Si
firlfolueafar diìkiadcuano il dare principio al concilio^ per la dilfuafione non vedeua ragio-
ajprin il Con- ^-^g ^jj momcnto,fe non che, quando folfe aperto, egli folle ricercato di lafciarlo
dlio: cofì,fino che celfalfcro gli impedimenti della guerra de'Turchi,i3c altriùl che e-
ramettcrgli un freno in bocca per aggirarlo doue foirepiaciuto a chi ne tenelfe
le redine ; fommo pericolo alle cofe lue. Quello lo fece riioluere flabilmente in
iefteiro,che per niente fi doueua lafciarlo flare ociofimente aperto , ne partirli
da quella difgiontiua,che,ouero il Concilio fi celebri,potendo; o non potendo,
fi ferri,o fi ioipenda,fino che da lui folfe publicato il giorno, nelquale fi hauelfe
da rialTumcrcEt fermato quello pontojcrilfe a Legati,che l'aprillero per il dì
di Santa Croce. Qual ordine efli pubHcarono all' Ambafciatore Cefareo , & a
tutti gli alLri,fenza venire al p.irticolare del giorno. Et poco dopo,giófe ilCar-
dinal Farnefc in Trento, per traniìtare di là in Vormatia, &c portò rifleifa com-
miffione:
'APA Paolo III. L IB R O S £ C VN D O. ni
liirioner&jconfultato il tutto tra lui,&c i Legari/u ria Ìoro detcrminato di
oncinuarc, notificando a tutti la cominiflìone d'aprire il Concilio in genere^
na,non delìendcndo al giorno particolarcjfc non,quando egli, gionto in Vor-
nesjhaueire parlato ali' impcratorc:hauendo conceputa molto buona (pcranzj.
>cr hauere mtcfo , che rimpcratorcuditareipedition della Icgationc.cra lima-
to molto fodisfatto del PapaxSclakiaforimtendcrc di voler procedere unita-
nente con lui: ilche per non fturbarcnon voleuanojlenzanotitia delia Maeftà
ila > procedere a niifuna nuoua attiene : maffime che^coii Don Dicgo,comc il
Cardinal di Trentcconfegliauano i'ifteilb.
Rinouò Don Diego la fua prctenfione di precedere tutti,cccctto i Legati, prcterftom di
[legando, chcficcme quando il Papa, «Sì: Ceiarc,foireroinlìeme,ni{runo lede- prtadii^adiU;
:bbc in mezo, riftelTo ii douelTe ollcruare ne' repprcrentanti l'uno & raltro;& "f^^H""^'
icendo d'hauer in ciò il parere,,?^ confeglio di pcrfone dotte.Da' Legati non fu j-^rp^f^^'
ipofto,re non con termini gcneraiijc he erano preparati di dar'aciafcuno il Tuo
loo-o , arpettando d'hauere ordine da Romaniche anco piaceua aDon Delego,
'crando che la nclli archiui pubiici lì trouerebbonodeciiioni,&eirempij di
ojmoftrandolì pronto,fuori del Concilio,di cedere ad ogni minimo Prcte:ma
ggiongendojchencl ConciliojnilTuno ha maggior autorità,dopo il Papa,chc
iuo Prencipe. Ad alcuno,nel leggere quella rclatione, potrebbe parcrcche»
lendo di cofcS,: ragioni leggierctenclfe del fuperfluormalo fcrittore dell' hi-
Dria , con fenfo contrario, ha (limato neceflario far fapere da' quali minimi
1 ioli fia caufato un gran lago, che occupa Europa: &; chi nel rcgiftrovedeirc
t lante lettere andarono, & venirono,prima , che quell' apertura folfe conclu-
1 , ftupirebbe della ftima che fé ne faceua , &r dclli foipetti che andauano at-
I mo.
In Italia,poiche fi videro incaminate le cofe del concilio, con fpcranza che U Fkerè ^
• .efta volta fi douelfe pur celebrare, li Vefcouipenfauano al viaggio. Il Viceré Napoli ordì- ^
< Napoli entrò in penhero,che non andalFero tutti i fuoi: voleua madare quat- "* ^ f^^fiout
VD nominati da lui, col mandato degli altri del Regno,che paifano cento. Fé- „o.^f„a"g
>• perciò il Capellan maggior del Regno una congregatione de' Prelati in caia quattro pro^
a:& gli intimò, che facelfero la procura : a che molti s'oppofero, dicendo, curatori , in
] 3Ìcr' andar' in perfona : che cofi lianno giurato,& fono tenuti : »?c, non potcn- "°"'^. "»^«-
! i », elfer di ragione, clie ciafcuno fecondo la propria confcieatia, faccia procu- ^^^j^ cl^^n
■itore, &non un (blo per tutti. S'aiterò il Viceré, & di nuono ordinò al Ca- ^om contrafi^
;;:llan maggiore, che giichiamaire,&: glicommandaire,che facelfero la procu- di refioui,
i: : & fimi! ordine mandò a tutti i gouerni del Regno.Quefto diede penficro af- & anfietà del
; i al Papa,&: a' Legati,non fapendo fé venilfe dalla fantafia propria del Viceré, ^ff^' ,
ii'moftrarfifufHciente: o per poca intelligenza; o pur,fe altri glielo faccirefa- Jl^%"l^^^^
: ,&veniire da più alta radice. Et per Icoprire l'origine di quello motiuo,il Pa- Bolla gemm-
i fece unaBoilafeuera, che nilfuno alTolutamente potcìre comparire per prò- Ut che dinieta
1 iratore: quale i Legati ritennero apprelTo loro lecreta,& non publicarono,co- ^« proatratìo-
e troppo feuera,per eifere uniuerlale a tutti i Prelati di Chriftianità, etiandio "' '""^T'^JV
|lontaiiiflìmi,6c impediti,a' quali era cofa impoflìbile da olferuare : & ancora xJT«/,
^m CONCILIO DI TRENTO Papa paolo III
e 1 3^ 1 3 per efièr rigidajftatiiendojche incorrano tpfofa^o in pena di fofpeniione k Diui
XLV. " ni^y&c amminiftratione delle Chiere'.temendcchc potelTe caufare molte irregu
lantà,nullità d'attij&indebiccpercettioni di frutti: «ik: che per ciò fi potelfe fiic
gliaie qualche natione mal contenta ad interporre una appellatione , & incom
minciarc a contender di guirildittione. Pcrilche ancofcriirerojdinon douerl
pubiicare fenza nuoua commiffione , ftimando anco , che bafti il (olo romor
d'eilère fatta laBolla/enza chcfimoftd.Di quella Bolla fi dirà a Tuo luogo il fin
chehebbe.
fqualì chiedo- Vn' altro ncgotiojfe ben di niinor momentOinon perbmanco noiofojrcflau
HO al Papa I Legati,che fino a quel giorno haueuano hauuto leggieri fuffidij per far le fpe
fulUdio di da-- occorrenti j &: eifcndo anco aflai poueri per fupplire col luo,come in qualcl
*"*"•' particolare gli era conuenuto fare -, continuando in tal guifa,non haurebboi-
potuto mantenerfi : onde communicato con Farnefe>Icriirero al Pontefice,cl
non era riputatione Tua far un Concilio fenza ornamenti,&: apparati necelTIir
& confueti j con quel fplendore, che tanto confeifo ricerca,a che era neceilai
perfona con carico proprio:&: però farebbe ftatobene ordinare undepofitari
con qualche fomma di denari,per prouedere alle ipefe occorrenti,e per fouuer
re a qualche Prelato bifognoio, & accarezzare qualche huomo di contorce
molto necelTaria per fare hauere buon eflìto al Concilio..
RtUnt Csn- ^^^^ ^^^ Maggio, eifendo già arriuati dieci Veicoui,feceio Congregatior
gregathneyper per ftabilire le cole preambule: nellaquale intimarono publicamente la coi
cofe prepara- miflìone del P»nteficejd'aprire ilConcilio,aggiongendo,che afpettauano a e
nrìs: terminare il giornojquando ne foire data parte all' Imperatore. Sipafsò la Co
gregatione per la gran parte in cofe ceremoniali:che i Legati,fe bend'ordi
diuerfoielfcndo runVekouOjl'altro Pretc^: il tcrzoDiacono, douelfero none
meno hauere i paramenti conformijportando tutti tre ugualmente piuialijfi e
me 1 ufficio,&; autorità loro era uguale in una legatione, & una prendenza. C •
il luogo delle Seflìoni douelTe cirere addobbato di panni arazzi;accio no pare •
un confeirodi mecanici.Propofero/e fi doucuano rare fedie per il.Pontefice,
per l'Imperatore , lequali doueilèro elfere ornate^ reftar vacue : fi trattò,f(
Don Diego fi hauelleadare un luogopiuhonorato degli altriOratori.Si co
fiderò,che i Vefcoui di Germaniajiquali fono anco Prencipid'Imperio,prerc
dono douer precedere tutti gli altri Prelati , anco Arciuelcoui: allegandole
nelle Diete non folocofi fi ollerua^ma ancojche i VefcouinonPrencipiftam '
con la berretta in mano inanzi loro. Si hebbe in confideratione, che l'ani »•
inanzi,in quella ftcìra città, fudifparere fopra cio,ritrouandofi infieme ad u u
MelTa , il Vefcouo Heicftatenfe , & gli Arciuefcoui di Corfu , & Otranto, i-
allegò anco da alcuni , che nella Capella Pontificia, i Vefcoui , che foj>.
Oratori de' Duchi,& altri Prencipi,precedono gli Arciuefcoui-.onde maggi( •
mente le perfonemedefime de' Prencipi debbono precedergli. Et fopra quefl..
fii conclufo, di non rifoluer cofa alcuna, fino cheilConcilio nonfolfe f l.
fi:equente,pcr veder' anco come l'intendono quei di Francia, 5c quei di Spagi i.
Fu ordinato di rinouare il decreto di Bafilea^.^ di Giulio fecondo nel.Latcj *
iieni
'apaPaolo III. LIBRO SECONDO. U3
.enR'>che a niiruno pregiudichi federe fuori di luogo fuo. Fu commendata la ci3 i3
ifolutionc d'afpetrargli aliifidel Farnefe a determinare il giorno dell' apertura, xlv.
OH molta facisfattione di Don Diego.Moftrarono quei pochi Vcfcoui molta
l.iuotionej&ubedienzaalPontefìce,(icome fece anco dopo,il Vcfcouo di Ver- .
•elli cheeionfe il dì medefìmojfinita la Coji(iregatione,inlìemc col Cardinal S.'"*^"^ nPolo
t> co /e?'^o legato,
^o\o terzo Legato.
Mentre che fi fa Congregatione in Trento, per conuinccrel'herefia col ;^f}-y^c««Ww
IlonciliojinFranciariftciTo s'operò con le arme contra certe poche reliquie de' Prouen^:
^alde/ì 5 habitanti nelle AlpidiProuenza5che(comediiopras'èdctco)s'crano
onferuati dall' ubedienza della Sede Romana feparati, con altra dottrinante
iriiaifaipcrò imperfetti,& rozzijliqualijdopo lerenouationi diZuinglio,haue-
ano, con quella dottrma , fatto aggionta alla propria, & ridotti iriti loro a
'.laiche forma,air hora, quando Gcncua abbracciò la riforma. Contra qucfti,
ià alcuni anni dal parlamento d'Ais era ftata prononciata fententia, laquale
on haueua riceuuto ellècutione. Commandò in quello tempo il Rè, che la
luitentias'eficguiire.ll Prefidentccongrcgati i foldati, che potè raccorre dalli
'ioghi vicini, & dallo Stato Pontificio d'Auignone, andò armato contra quei
I liferi , iquali ne haueuano arme,ne penfauano a defenderfì,fe non con la fuga,
.lei che lo potcuano fare. Non fi trattò ne d'infegnarli , ne di iriinacciargli
I lafciar le loro opinioni , &c riti: ma,empito prima tutto'l paefe di ftupri,furo-
'3 mandati a fi! di fpada tutti quei,che non haueuano potuto fuggirej&fta-
imo efpofti alla fola mifericordia , nonlafciando vini vecchi, ne putti , ne
i qualonque conditione , 6c età. Diftrulfero , anzi fpianarono le terre di Ca-
riera,in Prouenza5&: di Merindolo,nel Contado di Vineflm, ipettante al Pa-
li, infieme con tutti i luoghi di quei diftretti. Et è cofa certa, che furono
iciCc più di quattro mila perfone, che,fenza fare alcuna<lifefa,chiedeuano
I tmpafllone.
i Ma in Germania addì fedici di Maggio,gionfe in Vormatia l'Imperato re;&: <^efare giunge
I giorno feguente vi arriuò il Cardinal Farnefe:ilqual trattò con lui,&;colRè de' '" ^'""^^ «'^
omani a parte : efpofele fue commiffioni,particolarmente nel fatto del Con- ^"^"'f'^ ^^g«-
lio : facendo fapere, che il Pontefice haueua dato facoltà a' Legati d'aprirlo: me Tco^i'
;he afpettauano di fare , dopo che hauellero intefo da dTq lo (lato delle cofe comra le op-
:llaDieta.Con(ìderò all' Imperatore,che non bifognauahauere alcun rifpetco ffi^onide
le oppofitioni fitte da' Proteftanti:poiche l'impedimento, da loro pofto,non ^^'"^^^<^»^'
Ìanuouo,& non anteueduto dal giorno,che fi commmciò a parlare di Conci-
p : douerfi tener per certo, che , hauendo cfll fcolTo il giogo dell' obedienza,
jndaracnto principale della religione Chrifl:iana,&: proceduto intanto cm-
je, & federate innouationi, contro il rito olferuato per centenarad'anni,con
Upprobatione di tanti celeberrimi Concilij;conlamedchma aniinolìtàrical-
I trarebbono contra il Concilio,che s'incomminciaua , quantonque lecricimo,
|Mierale,& ChriftianOjelfendo certi di douer eilere condannati da quello. Però,
jtro non rimaneua , fé nonchelaMaeftàfua, o con l'autorità gli induceife,o
\m le forze gli coiifti-ingelfe ad ubedire.Il che quando non fi hzQ&y&c per loro
^124 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo IIL
ciò i^ tifpetto lì dcfifteiTe da procedere inanzi alla eondannatione loro ; oue-
XLV. l'o , dopo condr.nnati, non folTcro coftretti a deporre i loro crrori>iì moftraria
a tutto! mondo, che gli hcretici con';mandano,&: il Papa con l'Imperatore
vbcdilcono.Chcjfìcomc la Sua Santità lodauajufare prima la via della dolcezza;
colhipuraua neccllàriojmol1:rare coneìfctti,che,dopo quella/arebbe feguitala
forza armata.Gli ofFcrì per qucfto effetto concclTione di valerd di parte didlc cn-
trate Ecclciìaftiche di Spagna,&: vendere valFallaggi di quelle Chieiadi fouue-
• nirlo di danari propri] jo: di mandargli d'Italia in aiuto dodici mila fanti,&
cinquecento cau-iliipagati:&' fAr'opera>che dagli altri Prencipi d'Italia foiFerc
parimente mandati altri aiuti: de mentre facellc quella guerra, procedere coi
arme l"piricuali,& temporali, contra qualunq; tentallc raolcftare i Stati fuoi.Ei
f querela dei pofe anco Farnefe all' Imperatore il tentatiuo del Viceré di Napoli, di vole
fatto del F ice- ^-^-^^^^^^^r^ quattio Procuratori per nome di tutti i VefcouidelRegnojcon me
apo h i^j.,^ j j ^■^^ quello non era ne ra2:ioneuole,nc le^itimo modo:ne farebbe ftat
con repuratione del Concilio: che (e Velcoui tanto vicini,in numero congrar
de , h:^ucirero potuto Icufarfi con la miflìone di quattro, molto più l'haurebb
fatto la Francia,& laSpagna:& s'haurebbe fatto un Concilio Generale con ver
ti Vele oui.Et pregò l'Imperatore a non tolerare un tentatiuo coli contrario al
autorità del Papa,& alla dignità del Concilio,delquale e protettore:pregandol
edeUap'omef- a darci rimedio opportuno.Trattò anco il Cardinale fopra la promeira fatta pi
fafaitjtdima- nome diSuaMaeftàiUellapropofta mandata alla Dieta: cioè,che,per termina
uà Dieta: ]^ difcordie della religione,ca(o,che il Concilio non facelFc progrelTojfl farebl
una altra Dieta: iSc gli pofe in conrideratione,che,non reftando dalla Santità fu
ne da' fuoi Legati, & miniftri,nc dalla Corte Romana,che il Concilio non
celebri,& non faccia progreirojnon potcua in alcun modo nel rccelfo intima
altra Dieta fotto quefto colore: &: inculcò grandifllmamente quello ponto,pc
che ne haueua ftrertifllma commillìonc da Roma:& perche il Cardinale d
Montc,huom.o molto libero,noni'olo gliene vece inftanzaabocca,maancoi
fcriiIèpernomeproprio,&de'Colleghi,dopo che partì da Trento,con aperti!
me parolcjche quefto era un capo importanti(lnrio,ìlqualc do.ueua (empre ter i
fìiLi la mira, Sl non fé ne fcordare in tutta la fua ncgotiatioae:auuerrendo bene :
non ammettere coperta alcuna, perche quefto folo partorirebbe ogni alti
buon'appontamento. Et che quanto a lui,raccordarebbe aSuaBeatitadincc
elcggcile più prcfto d'abandonare la Sedd & rendere à S.Pietro le chiaui,c
compoL'traejckeia potcftà fecolare arrogallc a le l'aarorità di terminare le ca?
della religione ; con pretefto,&; colore, che rEcclcfiaftico haueire mancato < .
debito fuo,nel celebrar Concilìo,o in altro.
,. Intorno al tentatiuo del Vicerè,diire l'ImperatorcChe il motiuo non veni .
a^' b'iie «^'iilfi^ondcche da proprio & fpontanco motor& che quando non haueffe hai •
ff^l e an. ti}ih ^^ m.g(,i;j^g ragionc,fi farebbe rimoilo-Sopra l'aprire dei Concilio, non gli die
rrfoluta rifpofta : ir.a , parlando variamente, hora dilfcche farebbe ftato bc i
incomminciarlo in luogo più opportuno;hora,che era neceirario,inanzii'ap ■
tura,farc diuerfe prouihoni:onde il Cardinale chiaramente vedeua^che mirr i
?APA Paolo III. LIBRO PRIMO. u^
la tener la cola cefi in rorpefo,& non fav'akrcpcrjouctnarfi Toc ondo i ilice cffi, cio io
j o aprendolco dillblucndolo. Al non nitii-nare altra Dicta,per trattare della r :U- xl v.
CTÌone > diede rifpolla generale»!^ inconcludente , Che haiircbbe icmprc fatto,
quanto Foirepollìbilcla (lima debita deiraLitoiitàPonrificia.Ma alla propofta "««"^^ '^cbtt^
i di far la guerra a Luthcrani,rirpo(cjEircrc octimoilconic-gliodcl Ponteiìce:^: •^^'"' ^'/'*''
la via da lui propofta unicadacjuale era rilolutodabbracciarc,proccJcndo pero •^T^^^-^^*'*"
i con la debita cautionejconcludcndo prima la tregua co'Turchijche col niczo
I ad Rè di Francia lolÌecitamc!ite5(J<c lecrctiUìmanicnte tiatìaua; *:<c conauuer-
renza, che, etlendo il numero,<!?c il poter de' Proteftanìi grande,c>- infupcrabile,
Tcnon iì diuiderannotra loro,o non faranno iprouiftamente fopraprclUa guer-
ra farebbe riufcita molto ambigua,& pericolofa.Chc il difegnoera da tencrfi fe-
cretiffimojlìn che l'opportunità apparilFc , laquale fcopreadofi,egli haurebbe
mandato a trattar col Pontehcc:tra tanto accettauale oblationi fattegli.
Oltra quefti negotij publici, hebbe il Cardinale un altro priuato di cafa Tua. parmfe trau
Il Ponteficcparendogli poco,hauer dato a' fuoi il Ducato ài Camcrino3<ScNepi, ta et lui del£
pensò dargli le città di Parma, & Piaccnzajlcquali elfendo poco tempo inanzi infcodamm
ftate pollcdute da' Duchi di Milano, defidcraua che vi interuenilPe il confenfo ^\i''^rma,B
di Cefare, perftabilirne meglio la difporitione:& di quefto trattò il Cardinale ^'^"P'^ f'^
con l'Imperatore , moftrando che farebbe tornato a maggior feruitiodi Sua '
Maeftàjfe quelle città, tanto proffime al Ducato di Milano^folfero fiate in ma-
no d'ima cala tanto deuota» «Se (iongionta : più toftojche in poter della Chiefa>
nellaquale fuccedendo qualche Pontefice mal' affetto, diuerflinconuenienti
poteuanonafcerc'.che quella non farebbe fiata alienatione del patrimonio del-
la Chiefa,poiche erano peruenute primieramente folo in mano di Giulio fecon-
do:nc ben confìrmato il poirclTojfc non fotto Leone : che farebbe ftata con eui-
dente utilità della Chiefa:perche,in cambio di quelle,il Pontefice gli dauaCa-
meriiio:&;,detrattelcfpefe,cheflfaceuano nella guardia di quelle due città, &
gioliti ottomila feudi, che haurebbe il nuouo Duca pagato,s'haurcbbe canata
piurntrata di Camerino, che di quelle. A queftc efpofìtioni aggionfe anco il
Cardinale lettere della figliuola, che per proprio intereffe ne pregaua efficace-
mente l'imperatore :ilquale non haueua la coiadifcara, cofi per l'amore della
figliuola , &: de'nepoti,come perche farebbe ftato più facile di ricuperarla da un Untale nm
Duca,chc dalla Chiefa.Con tutto ciò non negò, ne acconfentìidille iblamente, fiuopre U -vo*
Che non haurebbe fatto oppofìtionc. ''"«^'ì-
Ttvittò il Legato co'Catholici>&:Eccli,Tiafl:icimallime,confortandogliaIla j p. , n ,
<Ìifefa della religione vem|, promettendogl i dal Papa ogtii B.uore.Della negotia- odorino ^"%
rione della gueiTa,fe ben trattata fecrctamente,ne prefero fo fpetto i Proteilanti: traitatf:
perche un Frate Francifcano,in prefenza di Carlo,&: diFerdinando,<S<:del Lega-
to,predicando,dopo una grand' inuettiua contra i Lucheranijvoltato ali' Impe-
ratore, dilTe, Il fuo ufficio elTer di difendere con le arme la Chiefa: e he haueua
mancato fino all' bora di quello, che già bifognauahauer del tutto effettuato;
che Dio gli haueua fatto tanti benefici;,meriteuoli che ne moftrallc ricognitio-
ne contra quella pcfte d'hiiaminiiclie non deouenaaio più viucrcne doucua
_u5 CONCÌLIO DI TRENTO Papa Paolo III.
ci3 13 differiilo pia oltiV, perdeiidofì ogni giorno molti per qucfto, de' quali
XLV-. Dio domandarà conto da lui , fé non vi porgelle prefto rimedio. Quefta.
predica, non folo generò fofpetto, ma eccitò anco ragionamenti, che dal
Legato foife fiata commandata : & dalle cifortationi publiche , condu-
deuano , quali doueuano eilere le priuate : alqual romore per rimediare , il
Cardinale partì di notte fecretamentc , 3c ritornò con celerità in Italia.
Ma la rofpectionc de' Proteftanti s'accrebbe per gli auifl andati da Roma, che il
Papa nel licentiare alcuni Capitani , hauelle loro data fpcranza d'adoperargli
l'anno futuro.
ipi-oc:traton Ma in Trento addì diciotto Maggio,gionfe il Vefcouo Sidonienfc, con un
del Mogonti- FrateThcologo?&: unfecolardottorccome procuratori dell'Elettor Cardinale
m. giunti m Arciuefcouo Mogontino.il Vefcouo fece una meza oratione dell' olTcquio deli*
rento, Elettore vcrfo il Papa,& la Sede Apoftolica, lodando molto la celebratione del
Concilio , come folo rimedio necellario a quelle fluttuationi della fede,& reli-^ ■
gione Catholica. Da' Legati fu nfpofto,commendando la pietà & diuotione di
'-emnoun ^'•^^^ Prencipe :&, quanto all' admiflìone del mandato,diilcro,Che era neceilà-
poco di dìff.- l'io pnma vederlo , per elfere fatta di nuouo una prouifìone da Sua Santità, che
colta. , perU nitlunopoflidarvotoperprocuracorexhereftauano indubbio fé comprédcua
jSoUadel Fa- q^ Cardinale, & Prencipc: che fapeuano molto ben la prerogatiua,che merita-
pa. contro, e QaSua Signoria llluftri{Iìma,allaquale erano prontifTimi di fare tutti gli honori,^
^^ ' Se hauere ogni rifpetto. Simifcro in confusone queftitre,fentendofi fare diffi-
coltàj&conlegliauano di partire. I Legati furono pentiti della rifpofta,conof-
cendo di quanta importanza farebbe (tato, fé il primo Prencipc,tSi Prelato di
Germania,in dignità,& ricchezzcfì folTe alienato da quel Concilio: &c operaro-
nojper via d'uflicij fatti deliramente dal Cardinal di Trento,dalli Ambakiatori,
& altri, che lì fermaircro, dicendo,Che la Bolla parlaua folo de' Vefcoui Italia-
ni,e che da' Legati era llatoprefoerrore:iquali Legatili contentarono riccuere
queftacarica,per ouuiare a tanto dilordinc.
UanaU t le- Scrilfero però a Roma,dando conto del fucceifoj&richiedendoife doueuano
gatl richiedo- riceuerglijftante la Bolla:aggiongendo,parerglidurodarripulfa a' procuratori
mejfer mede- d'un tanto perfonaggio,chc fi moftraferuentc&fauoreuole alla parte de' Ca-
9-atas tholici , quale perciò lì potrebbe intepidire,inilando d'hauerne rifpoftarperche
la delibcratione,che iifaceire in quella cau{a,teruirebbe per eirempio,poiche
potrebbono foric mandare procuratori anco gli altri Vefcoui grandi di Germa-
nia : iquali non farebbe manco bene,che andaifcro in perfona aTrcntorperche,
folici a caualcar con gran comitiue,non potrebbono capire tutti in quella cit-
zk&c fcrilfercche fopra tutto,non bifognauafdegnar i Thedefchi,naturalméte
foipettofì, & che facilmente fi riioluono:tanto piu,quando il tratta diperfone
amoreuoli,&: benemerite: come il Coclco,che è già in viaggio per nome dei
Vefcouo Hcicfletenfe,ilqualc ha fcritto tante cofe contra gli heretici,che fi
vergognerebbono di dire, che non poteiTe haucr voto in Concilio.Il Pontefice
^^^^acconfen- l'ion giudicò ben rifpondcreprecifamentefopra di cio,attefe le difHcoltà di Na-
se (osìfithito. poli:perchc continuando il Viceré nella fua rifolutioxie> fu fatto il mandato alli
quartro
Papa PaoloIII. L I B R O S E C OND O. 117 ^
quattro, che per nome di tutti interucniircrouquali pofti in punto,paIIarono da e 1 3 i a
Roma, tacendo d'eircrc elettipiocuratori degli altii,& dicendo andare perno- xlv.
me proprio ,3c che gli altri haurcbbono ieguico.Ma fcrilfe a Legati,che trartc-
nellero i pi:ocuratori,dando buone parolejlin che egli delle altra rifolutionc. I
Napolitani nell' iftelfo tenore parlarono anco al loro arriuo in Trento, diilimu-
lando,coliilPapa,come i Legati,peralpcttare a farne motto,quando folle rilb-
luto iltempo dell'aprire il Cancilio;
Nel fine di Maggio erano gionti m Trento venti Vefcouijcinquc Generali, & ' Prelati h»
un'Auditor di Rota, tutti già molto llanchi dall' afpettarcnqualilodauano gli ^^mta/anr
altri , che non cirendoli curati d'elfcr liettololi,afpettauano di vedere occafione ° '*"''''
più ragioneuolc di partir da cafa:ricome con qualche loro dilgufto erano chia-
mati corriui da quelli, chjs non s'erano molli coli facilmente. Dimandauano-
però a Legati habiiitatione di potere andare quindici o venti giorni a Venetia,a.
Milano,o altroue,per fuggir le incommodita di Trento:pretendendo,o indilpo^
fitione,o>necelIìtàdi veftiriì,o altri rilpetti. Ma i Legaci,conofcendo quanto cio'
importalfe alla reputatione del Concilio, gli trattcneuanojparte,con dire che
non haueuano facoltà di. conceder lalicenzaj&partccondarfperanzajchcfra:
pochi giorni s'haurebbc dato principio. L'Ambafciator Cefareo ritornò all'
Ambakiaria fua a: Venetia , fotto pretefto d'indifpofìtionejhauendo lafciato i
Legati dubij/e folle con commiflìone di Cefare con qualche arrificio,o pur pec
ftanchezza di ftar'in ociocon incommodità:promellcpEeftoritorno,aggion-
gelido vche fra tanto reftauano gli Ambalciatori del Rè de' Romani^per aiutare
il feruitio'diuino : & nondimeno che defideraua non fi venillè all' apertura del.
Concilio,fino al Ilio ritorno^
Ma in fine dell' altro mefe,la maggiore parte de' Vefcoui , fpintiychi dalla pò- efm^sfìv^
uertà,chi dall' incommodo,fccero querele grandillìmc;&: eccitata tra loro quafi
una reditione,minacciaLLano di par.tirfi,ricorrendo a Francefco Caftelalto , Go-
uernator di Trento , qual Ferdinando haueua deputato per tenere il luogo fuo
iafieme con Antonio della Queta. Egli fi prelentò a' Lcgati,& fece loro inftazai
per nome del fuo Rè, che hormai i\ delle principiojvedendofi quanto bene fia
per feguire dalla celebrationc,& quanto male dal temporeggiare cofi.Di quello;
i Legati fi riputarono olfefi, parendogli che era un voler moftrare al mondo il
contrario del vero , & attribuir' a loro quella dimora,che nafceua dall' Impera-
tore:& quantonque haueficro tra loro rifoluto di diflimulare,& rilpondere con
parole generali,nondimeno il Cardinale del Monte non potè raftrcnar la Tua li-
ncrtà,che nel farlarifpoftanonconcludeircinfincconfortandoload afpettar
Don Diego, ilquale haueua più particolari comrainìoni di lui. Grande era la
difticoltà in trattenere , & confolare i Prelati , che lopporrauano malamente tfono acq»»^
quella ociofa dimora, &: malTime i poueri,a' quali bifognauano danari,^ non t^ieida Ugatì^,
parole : per il che H rifolfero di dare a Ipele del Pontefice quaranta du-
cati per uno a Vefcoui di Aidi,di Bcrtinoro, & di Chioza , che più dclli.
altri fi querelauano : & temendo , che quella munificenza non ^ì^ìXq
fi'etenfione per rauuenire,.fi dichiararono? che era perunfuflìdioj&nonpeE.
u8 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo III.
ci~i3 prouifione. Scrilfero al Pontefice , dandogli conto di tatto l'operato, & mo-
XL V. llrandogli la ncceffità di (ouuenirgli con qualche maggiore aiuto : ma inlìemc,
coniìderandogli , che non folle utile dar cola alcuna l'otto nome di prouilìone
fcrmajicciochc i Padri nonpareilero ftipendianj di Sua Santità ; &c reftaire fo-
mentata la fcufa de' Protcftanti,di non lottoinetterll al concilio> per eiler com-
pofto de' foli dependentij&: obligati al Papa.
Cefare cita In quello nicdelìmo tempo in Vormatia l'Imperatore citò l'Arciuefcouo di
l'Elettor di Coioniajche in termine di trenta giorni comparilfe inanzi a Ce, o mandaFITun^
Colma, Procutatorcper rifpondere alle accufe , de imputationi dategli : commandando
anco,che tra tanto non doueirc innuouare cofa alcuna in materia di religione»
& riti; anzi ritornare nello flato di prima le cofeinnouate. Già fino del m. d.
XXXVI. Hcrmanno , Arciuefcouo di Colonia, volendo riformar la fuaChiefa,
fece un concilio de' Vckoui fuoi fuffraganei , doue molti decreti furono fatti,
&c fé ne flampò un libro , compoflo da Giouanni Gropero, Canonilla ; chc,per
fcruitij fatti alla Chicla Romana,fu creato poi Cardinale da Papa Paolo quarto.
MajO non fi fatisfaccndo l'Arciuefcouo, ne il Gropero medclimo, di quella ri-
formalo hauendo mutato opinione,del m. d. xliii. congregò il Clero,»?^ laNo-
biltà,& i principali del fuo Stato, & (labili una altra forte di riformatione : la^et |
qualejle ben da molti approuata , non piacque a tutto'l Clero , anzi la maggior 3
parte le gli oppofe,& fé ne fece capo Gropero,ilqual prima l'haueua confeglia-
ra,&: promollà. Fecero ufficio con l'Arciuefcouo, che volelTe derifl:ere,& afpet-
tare il concilio Gen€rale,o almeno la Dieta Imperiale. Il che non potendo ot-
tencrcdel M.D.XLiiii.appellarono al Pontefìce,&aCefare,comefupremoAu-
uocato , &c Protettor della Chiefa di Dio. L'Arciuefcouo publicò,con una fua
fcrittura , che l'appellatione era friuola, & che non poteua defifterc da quello,
che appatteneua alla gloria di Dio, & emendatione della Chiefa:che eghnon
haueuada tare ne con Lutherani,ne conaltri,mache^uardaua la dottrina con-
fentiente alla Sacra Scrittura.Profeguendo l'Arciuekouo nella fua riforma,&
inilando il Clero di Colonia in contrario, Cefare riceuette il Clero nella fua
llchtèhiajtma protettioncióc citò l'ArciuefcouojCome s'è detto.
» in Trento, y)ì quello clTcndo andato auifo in Trento,diede materia di palfare l'ocical-
meno con ragionamenti.Si commoirero ir^olto i Legati:^ tra i Prelati,che fi ri-
trouauancquci di qualche lenfo,bialimauano l'Imperatore, che fi faceife giudi-
ce in caufa di fede,&; di riforma:& la più dolce parola che diceuano,era,Il pro-
cedere Cefareo ellere molto fcandalofo-.comminciarono a conofcere di non
elfcre ilimati;& chelollareinocioerainficmc un llar in vilipendio del mondo.
Perciò difcorrcuano,cirere collretti a dichiararli d'clfer Concilio legitimam en-
te congregato,^: a dare principio all' opera di Dio,incomminciando le prime
attioni dal procedere contra l'Arciuekouo fudettOiContia l'Elettor di Salionia,,!
contra il Lantgrauio d'AlIia,&: anco contra il Rè d'Inghilterra. Haueuano con- !f?1
certo fpiriti gradi, fi che non pareuano più quei,che pochi giorni prima fi ripa- 1|
tauano confinati inprigione.Raffrenauano quefto ardore i miniflri delMagon- k
tino,confìdcrando la grandezza di queiPrencipijóc radherenzaj&: il pericolo di §
fargli *
Papa Paolo III. L I B R O S E C O N D O. i^S» ^_
fai^^li rcftrinrerc col Rè d'Inghilterra, &c metter un fuoco maggiore in Gcnna- ci3 i3
niaT& il Cardinale di Trento non parlaiia in altra forma. Ma i Yefcoui italiani, xl v.
riputandoli da molto , fé mietrelfero mano in {oggetti cmincnti,diccuano,E}rcr
vcrcchc tutto'l mondo farebbe ftato attento ad un tal prcceiro: nondimeno,
che tutta l'importanza era principiarlo^ fondarlo bcne.S'mcitauano l'un l'al-
tro, dicendo. Che bifognaua refarcire parte della tardità paifata con la celerità.
Cheildouellc domandare al Papa qualche huomodi valore,che fliccllc lapero-
ratione conrra i rei, come fece Melchior EaldalTmo centra la Pragmatica nel
Concilio Lateranenfc: perfuafhche il prillare i Prencipi dcUi (lati lorcnon ha-
iieifc altra difHcoltà, che di ben ufare le formule de' procelfi.Ma i Lcgati,cofi
per quella, come per altra occorrenza,conobbero eller necellariohaucr'un lai
Dottorc,& fcriircro à Roma,che folle prouediito d'alcuno. , .
Il Pontefice, intefa l'attione dell' Imperatore , redo attonito, & dubiofo,fe "^'f^^f^r^
doueire querelariì,o tacere.Il querelarfi,non douendo da ciò fucccdcre cfrettclo J^ aitrecha-
-friudicaua non folo vano,maanco unapublicationedel poco poterc5&: quello ^;^^^e dimnc^
lo moucuagrandcmente.Ma,dair altra parte,bcnpcniato,quanto importaire, (e afe.
egli haueirc^paflato confilentio una cola di tanto momcnto,deliberò di non fa-
re parole , come a Trento,ma venire a fatti,per rifpondcre poi all' imperatore,
s'egli haueire parlato. Et pcròjfotto il diciotto Luglio,feceunaaltracitatione
conerà l'ifteiro Arciucfcouo,che in termine di felfanta giorni doueifc comparire
perfonalmeiite inanzi a lui. Citò ancora il Decano di Colonia,^ cinque altri
Canonici de' principali: lafciando in difputaalle perfone,inchemodorArci-
iiefcouo poteite comparire inanzi a doi,che lo citauano per la mcdelìma caufa,
in diuerfi luoghi , nel medefimo tempo , Se in che appartenere all' honore di
Chrifto una difputa di competenza di foro.Ma di quello, quello che (uccedeilc,
& che termine hauelle la caufa,lì dirà al luo luogo. cT
Tornando a quello>che tocca più proflìmo il Concilio,furono dall' Impera- ^^■'. Jl^^'r
tore farti diucrfi tentatiui nella Dieta, accio i ProteftanticondefcendeUcro ad cendereiPro-
accordare gli aiuti contraiTurchi,fenza far mentione della caufa della religio- tejìanti a fit-
ne : alche perfeuerauano,rifpondendo,Non potere far rifolutioncfenon gh era umcmrfid
data ficurezza,che lapace il douellè conferuare,^^ che per la conuocatione fatta Concilio^ i ma
inTrcnto,fotto nome di Concilio,nons'intendeire venuto il cafo della pace fi- '" '^'^'*'
nita, fecondo il Decreto della Dieta fuperiore: ma foiredichiarato,che lapace
non potcìre eifere interrotta^ne elTi sforzati per qualonque decreti fi faceifcro in
Trento:perche a quel Concilio non polfono fottometterfbdoue il Papa,che gli
ha già condannati , ha intiero arbitrio. L'Imperatore diceua,Non potergli dar
pace,che gli eilenti dal Concilio,air autorità dclquale tutti fono fottopolli:cKc
non haurebbe modo di fcufarfi apprcllb agli altri Rè, & Preneipi,quandoalla
loia Germania lì concedeire non ubedire al Concilio, congregato principal-
mente per rifpetto di lei.Ma,fe effi pretendeuano haucr caufa,come diccuano,di
n-on fottomctterfi,andairero al Concilio,rendeilcro le ragioni perche l'hanno i u
lofpetto:che farebbono afcoltati:& le all' hora gli folte parlo eilergli fitto torto,
haurcbbono potuto ricufarlo, non elfcndo pertineiKc ilpreucnire,&inioipec-
R
150 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo HI.
■^ci^ 13 tiifi di quello, che non appare, & pretendere granarne dicofefnturcfaccndo
XL V. giudic io di quellojche ancora non fi vede. A che rcplicauano,Non parlare di co-
le future , ma pallate, elfendo la loro religione ftata già dannata,& perfeguitata
dal Pontefice,6<: da tutti i fuoiadhercnti.Onde,nonhaueuano daalpettarc giii-
dicio futuro,eirendoui già il pairato.Perilche eilcr giufta cola^che nel Conciho,
il Papa,con gli aderenti Tuoi di Germania, .Se d'ogni altra regione , faceileio uiia
partc,(Sc eflriraltra:&: della difficultà circa il modo de ordinerdiproccderesfoiTero
giudici riraperatore>& i Rè,& Prencipi:i-na>quanto al meritadellaca-ufa^laiola
Parola di Dio. i i» a i r •
Ne poterono cirer mai rimoflTi da quefta rifolutione, anchorche 1 Ambalcia-
tore di Francia, e he era ini prclcntejfaceire inftanza grandi{fima,che acconfen-
tiiìero al Concilio > con parole, che teneuano del minaccieuole>dettate a quell'
Ambafciatore , quando di Francia partbda miniftri di quel Rè>fautori del Pon-
tefice.Fu raelfoin campo da Cefarei di trasferire il Concilia in G.ermania,rotto
promeifa dell' Imperatore di far eificace opcra>che il Pontefice vi condefcendef-
ie:laqual propofta fu dagli altri accettata, lotto conditione^chc folle ftabilita h
pace , fin tanto che foife quiui congregato.Ma Carlo,certo che il Pontefice mai
haurebbe aceonfentito,vide,che quefto era un dargli pace perpetua,5e però me-
glio era lafciarle cofein forpefojconcedendolafolofin ad una altra Dieta,ve
dendofi coftretto,per non hauere ancora conclufo la tregua co'Turchi,& flt
mando più quella guerra,& penfando che per occafioni d'un coUoquio/i fareb
bono offerti altri mezi ragianeuoli all' auuenire, per e oftr ingerii dinuouócht
acconfentilTero al Concilio di Trento:& recufandojhauergliper contumaci,^
fargli la guerra.Perilche finalmente a quattro d'Agofto mife fine allaDieta,or
dinando^icunaper ilmefe di Gennaro feguente in Ratisbona,doue i Prencip
interucnilìèro in perfona,& inftituendo un colloquio fopra.le e aufe della reli-
gione, di quattro dottori, & due giudici, perparterilquals'incommincialTe a
Dicembre,accio la materia folFc digcfta inanzi la Dieta.Confermando, & rmo=
uando i paffati editti di pace, & ordinando il modo di pagar le contubution.
per la guerra.Come il colloquio procedelfcnel luo luogo ii dirà.
^ eCff pub'ì. Vànki i Protellianti da Vormatia , diedero fuori un libro,doue diceuano ii:
M»o/f/orw-romma,ChenonhaueuanoilTridentinoperConciliooComenoncongregatc
SmV' in Germania,recondo le promclle di Adriano,& dell' Imperatoreialclie hauen-
do moftrato di fodisfare con elegger Trento,cra un fàrfi beffe di tutto'l mondo
nonpotendofi dire Trento in Germania; (enon.perchc il Vefcoiioè Prencip<
dell' Imperio : maperquello,chetoccaallaficurtàocirer coli ben in Italia,^ \t
poter del Pontefice,come Romamedefiraa:& maggiormente, non hauerlo pei
legitimo,perchc Papa Paolo voleua preiedcre iaqucllo,& proponere per i Le-
gatirperche i giudici alni erana obligati con giuramento:chc,ellendo contrai
tn-Rsma.&ii Papa la lite inftituita,nondoueua egli eireregiudice-.chebifognaua trattar pri-
Trento fono ^^^ ^^^ì?, forma del Concilio,^: delle autdrità/opra quali li doueua fare fonda
condannate le
mmi éct' jyia ugualmente inTrento,cQmeaRQma,difpiacq.ue fopra modo la rifolu-
Papa Paolo III. LIBRO SECONDO. 131 ^
ti one dcirimperacoreicofijperche un Prcnci{)c fccolare s'intrometteiTc in caufc d 3 i ^
di i-ch^ionejcome perche gii pareua ellcrecflànt borato iiCócilicpoicheeircn- xlv.
do quello imminéce/idaua ordine di trattare altroue le caule della religione. I
Prelati,chc in Trero li ritrouauano^quafi co una fola bocca biafimauano il De- f »? prendono
crctojdicédo cifcrc peggio che quello di Spira;.?,: marauigliandofi,comc il^ Fon- J^^"'J^« ' P^^-
tificcche cotra quello li era moilrato coi! viuojhaueilc tolcratc&tolerallc quc- ^i^ntìto!"''
liojdopo che era inditto,& già congregato il Cócilio.Cauauano da qucfto ma-
nifefto inditiojche lo ftar loro in Trento era coGi vana, & dishonoreuole. S'in-
geguauano i Legati,quato poteuano,di có{blarglij& perfuadergli che tutto era
ftato permetro da Sua Satità abuó finc.Ma efli replicauarxO,che a,qualonque fine
fia pcrmeirojScqualonque cola ne feguajuó fi torrà mai la nota fatta,non iblo al
Ponteficc&Sede Apoftoliea;maal Concilio,v^ a tutta laChicla: ncpoteuano i
Leo-ati refiftcre alle loro querele,lequali poi terminauano tutte in domandar li-
céza di partire:alcuni allcgado neceirarij,& importanti loro altari; altri,pcr riti-
rarfi m alcune delle città vicine per infermità,o indifpofitione.Etjlc bene iLcga-
ùnò cócedeuano licéza a nillunOjalcuni alla giornata Te i'andauanoprendédo»
ficheinanziil fine del mefc di Settembre reftarono pochiflim.i.Ma in Romanie
ben per la ncgotiatione del Cardinal Farnereirprcuedeua^^hecolidoucfle cllb-
rc, nondimeno dopo fuccedutojfl comminciò a penfarci con maggior accura-
tczza.Siconfiderauano i fini dell' Imperatore,molto differenti da quello,che era
l'intentione del P0ntefice.PercheCetarejCol renere le cofecofi i\\ fofpeicface-
Lia molto bene il fatto fuo con la Germania, dando fperanza a' Proteftanti, che,
fé foflccompiaciutojnonhaurebbe lafciato aprire il Concilio: & mettendogli
anco in timore , che>noncompiaciuto,l'haurebbe aperto,^ lafciato procedere
contrai ài loro.Pcrilche faceua nafcere tempre nuoui emergenti,che teneilèro le
:ofc in forpero,trarportando dolcemente il tempo fotto diuerfi colori:& alle
*rolte proponendo anco,che foife meglio trasferirlo altrouetdando anco fperan-
zcdicontentadijche fi transferilfe ìw Italia,^ anco a Roma accioche più facil-
mente il Papaj& 1 Prelati Italiani,porgcirero orecchie alla propoftaj&tiralfero
il Concilio in longo.
Il Pontefice era molto anguftiatoralle voltefieccitauainluiildefiderioanti- ^7 papaftrì'
:o de' fuoi preceirori,che il Concilio non fi celcbralfe ; & condannaua fé fteifo folta xUx tra-
i'hauer caminaro quella volta tanto inanzi : vedeua pcròjdi non potcr/enza/Z'tf'owe,
grande fcandalo,&: pericolo, moftrar apertamente di non volerlo,con dilfolue-
lC quella poca congregationcche era in Trento: vedeuachiaramente,che per
rftinguer rhercfie,non era utile rimedio:perche per quello,ches'alpettaua all'
ltalia,era più ifpedicnte con la forza,& con l'ufficio dell' Inquifitioncprouede-
;Le:doue che l'afpertationedcl Concilio impediuaqueftccheeral'unicorime-
dic.Quanto alla Gcrmania,appariua ben chiaramente,che il Concilio piutollo
iifficoltaua,che facilitaua quelle cofe:nel rimanente ancora,cclebrandofi,haue-
Lia gfàn dubio fé douelfc concedere all' Imperatore i mczi frutti,'^ Vafl-xilatici
de' Monafterij di Spagna;perchc non facendolo,Sua Maeftà nefarebbc recata
.degnatai& facendolojdabitaua che nel Concilio fcopriifero i Prelati Spagiuio-
R ij
15^ CONCILIO DI TRENTO TapaPaolo 111.
ci3 13 li alicncitionc d'animo da luiyS: dalla Sede Apo(lolica,cbe ad akridonauaquel-
^^^'- lo 3 che a loro appartcncaa.Vcdcua anco una nxùa fodisfact ione ne' Prelati del
Rognosa' quali haurebbc parGo inrolcrabilc il p^igar le decime, >5: infieme ftcìre fu
le ipcte nel Concilio:giudicaua,che quelli di Francia fi iarebbono accoftaci eoa
I0105& fomcntatigli,non per cai:ità,ma per impedire i commodi dell' Imperano-
re.Perilche,commincib a volrar l'animo alla rrani]atione,purchc non fi trattaire
di poicarlo più dentro in Germania, come eraftato trattato in Vormesjal che
non voleua acconfentire mai,( diceua egli ) (e ben s'hauelTe hauuto cento ortag-
gi j Se cento pegni : maffime che,col trasferirlo più dentro in Itaha,in luogo pm
tcrtilc,commodo,i5c ficiuo, gli patena fuggir rmconuenicntedi continuare iil
quello [l-ato,&tenere ilCóciiio ("oprale anchorc^ tirarlo di ftagione in ftagio-
ne: che eia la peggiore dcliberatione , che iì potelTe fare,per infiniti, & perpetui
prcgiudicijjchepotrebbono faccedere.Oltrechccoltempojchclatranilatione
portaua , era rnnediato al male prefentejche era haucre un Concilio in concor-
renza d'un ColÌoquioj&" d'una Dieta inftituitaper caula di religionernon fapen-
do che Fine ne l'uno ne l'altro potellero hauerercofa dislionoreuole,& pericolo-
ùy3c di mal eifempio-.^i fi lodisfaccua a' Prelati col partire da Trento.Cofì deli-
berato^per ellcr prouiilo a far' opportunamente l'eirecutioncmandc) a Legati la
Bolla di racolcà per trasferirlo, data fotto il ventidue di Febbraro, dellaquale di
fopra s'.è detto.
td in quejìo Non occupauano quefti penfleri ne tutto >ne la principal parte dell' animo
vm-:^ dà l'in- del Pontifice , iì che non penfalfe molto più all' infeodatione di Parma,& Pia-
uefiitura à cdiza v nella pcrfona del fìgliuolo,quale haueua a Cefare communicata , & la
Parma.ePia- mandò ad effetto nel fine d'Agoftoyfenzarifpctto dell' uniiierfale mormorio, •
£"^'*^JJ^y^_ che, mentre fi tractaua dì riformar' il Clero,il Capo donalFe principati ad un
l^g. figliuolo di congiontione daiìnata. Et qnantonque tutto'! Collegio lo icnriiu;
male, fé ben folo GiouanDominico de Cupis,Cardinale di Trani,con l'adhc-
renza d'akiì ni po-chijii opponcilerSc G ionan VcgajAnibafciator Imperiale,ricu'
falle interuenirui : &c Margarita d'Aaftiia > Tua pronuora,che haurebbe volute
l'inacilitura in pcrlonadel marito, pere he perdona il titolo di Duchelfa di Ca-
merino , Se non ne acquiftaua altro, fé nen-oiuatrercontenta.Dipoi,voltarc
tutto ad ufcire delle difficoltà, &pcricoli;chc portaua il ConciÌio,fiando col
ne aperto , ne chiulcma (ì bene in termine di poter (eruire all' Imperatore con-
tdiWiM un ^^ j.j.,^ ^^^ 1^^-^ delibero di mandare il Vefcouodi Caferta,per trattare con Sua Ma-
f ^odd Con- eftà,prc'ponendo,chc fi apriircSc fé gli delle principio : onero lì facelfe una ioi
'iUio,a Cefarey penjìone per qualche tempo:&:,quando quello non folle piaciuto,la tranflatio-
neinltaliajpcrdartempo honeftamcn.te aquello che fi fuife trattato nel Collo-
quio^&Dietajo qualche altro partico,ehe non folle coli dishonoreuole,& pcri-
colofo per la Chiefa,conoeeraloftar il Concilio in pendentccon i Legati,^
Prelati ociofi.
iiqiialeper' Quefta negotiatione s'incaminò con varie difficoltà: perche l'Imperatore
ptejfo .pende ^j.^ ^-ifoluto di non confentire , ne a fufpenfione, ne a tranflatione : ne,parcndo-
fti umlTal §^^ '■'^^^'^ ^' ■^"'■^^^ ^^*^ l'apertura i non negarla airolutamcnte alcuna delle propo-
|,>APA Paolo IH. LIBROSECONDO. 15^
!lc • ne haucndo alerò partito, noa fapciia che altro fare, le non interporre diHi- ^ i ^ io
coltàallctre propofte. Finalmente, nel mezoOctobbre trono teniperainento, xlv.
che ilConcilio ii apnife , & trattalle^ìellariformatione , foprafedendo dalla
tnlfationc delie hcrerie,& de'dogmi,pernon irritar' i Proteftanti.il Pontefice,
aiutato per lettere delNonciojfn toccato nell' intimo del cuore:vedeaa chiaro,
che quello era dare ia vittoria in mano a Luchcrani , de ipogiiare lui di tutta
l'autoritàjfaccndolo dependere da' Colloqui , & Diete Imperiali, con orduiù-
re in quelle tratrationi di religione, & vietarle al Concilio; & indebolirlo,coii
alienarceli i Tuoi per via di riforma; & fortiiicare i Luchcrani , col looportare , o
non condannare rherehc loro. Et certitìcaco in ic ftellbjche grincerellì iaoi,(3c
quei di Cclarcper la contrarietà, non poteuano unirli; deliberò tenergli iiuoi
fini occokijCk operare come metteua conto alle cole Tua: però , lenza moftrar
alcuna difplicenza dcllarilpoila, replicò immediate al Caletta, chcpercom- H quale perciò
piacere aSuaMaeftà , deliberaua d'aprir' il Concilio lenza interpofitione di -^ ?'°^^*^ '^'*'
tempo , commandando,chc fi delle principio agli atti Conciliari ; procedendo ''JJJ^^ ' ""''
tutti con piena libertà, &c con debito modo,& ordine. Ilchc dille il Pontefice,
coli con parole generali,per non elprimcriì, quali cole doucirero cirere prima,o
dopo propoftcÀ: trattate, olalciate in tutto : eifcndo rifoluto,chc le cofe della
religione > & de' dogmi, folfero principalmente trattatcfenza addurre altra ra-
gione,quandofoirecoftretto dirne alcuna. Te non che il trattare della riforma
loia, era una cofa mai più ufata, contraria alla riputatione Tua, & del Concilio.
Perilche l'ultimo d'Ottobbrchauendo commumcato il tutto co' Cardinali, di
lor confeglio,&; parere, ftabilì, & fcriile anco a Trento, che il Concilio douelTe
ctlèrc aperto per la futura Domenica , (jauiete dell' AiuientOj la qiial doucua
clfer a' tredici Dicembre.
A^riuata lanuoua, i Prelati moftrarono grandiffima allegrezza , vedendo
d'elfcr liberati dalpcricolo,che gli pareua Ibpraftare di rimanere in Trento lori-
gamentc,&: lenza onerar cofaaìcuna; Ma, poco dopo, tornarono in campo le
ambiguità: perche arriuarono lettere d.il Rè di Francia a' fuoi Prelati,che erano
tre>didoacr partire. A' Legati cioparue coniimportantiffimaselfendo come u- dom i Proiatì
na dichiaratione , che la Francia, <k il Rè,non approuallero il Concilio. Tenta- Francefì fono
rono ogiii prattica,per impedir quella partita.Diceuano a tre Prelati,chc qucll' f'J^n»»>
ordine era dato dal Rè m vn' altro (lato di cole , & che bifognaua alpetraiiie vn
altro nuouo da Sua Maeftà, poiché hiiiieircintefo il preiente , raccordandt) lo
fcandalo, che ne farebbe fucceiro altrimcute ficendo; &^oll■ela,chchaareb-
bonoriceuuro le altre nationi. Il Cardinal di Trento ancora,^ i Prelati Spa-
gauoli,& Italiani, protcftauancche non foircro lafciati p'artire : perilche, final-
mente prcfero temperamento , che lolo Monfignore di Reaes partiffe^pcr dare
conto al Rè,&:^li altri doirimaneirero:ilche quando fu fapato dalRè,fu anco
lodato.
L'ultimo diNoucmbrejanicinandofiil tempo prefiiroairapcrturaifcriilcro "fi f" ^'-ip-'siiz
i Legati a Roma,che per conferiiarraurorità della Sede Apoflolica,conueniua, ^'^f^^^**"'
Jieir apritlo,leggerc,& regifttare vna Bolla , che lo commandalTe : & fpcd-irono p,,^^ ^'* *
R iij
1^ CONCILia DI TRENTO Papa Paolo IH
indiligenza,accio potcìre venir' atcmpcArriuò larirpoftacon la Bolla alli un-
dici Dicembre: perilchcil giorno fcgucntc, i Legati commandarono un digiu-
no,& proceflìoiie per quel dì,3«: fecero una Congregacione di rutti i Prelati,do-
uc prnna fu letta la ibpranominata Bolla , Se poi trattato di tutto quello > che fi
haueua da fare il dì fcguente nella Seffione. Il Vefcouo di Aftorga, con dolcilTi-
ma maniera, propofe, che folfe ncceifario leggere inCongregationeilBreue
della Legacione>&pi"efidenza ; accio folfevno profeflìone dell' obedienza,&'
fbggettione di tutti loro alla Sede Apoftolica.Laquale richieda fu approdata da
quali tutta laCongrcgatione, anco con inftanza particolare di ciafcuno. Ma il
Legato Santa Croce, conlìderandodouepotcua la dimanda capitare , &cheii
pubiicar l'autorità della prefìdenza, farebbe ftàto con pericolo che foifc limita-
ta,riputaadomeglio,coa tenerla fecreta,poterlaufare come gh accidenti com- )
portaiFcrojrifpofc prontamente , Che nel Concilio tutti erano uno folo corpo.
Se che tanto farebbe ftatoneccllario leggere le Bolle di ciafcun Vefcouo» per
inoftrarc, che egli era tale, & inftituito dalla Sede Apoftolica : che farebbe cofa
longaj& per quelli, che veniranno alla giornata, occuperebbe tutte le Congre-
gationi:& con quello,mife fine all' inftanza,3c ritenne la dcgnità della Legacio- ,
ne,che confifteua in elfere illimitata.
c«n Indulgen- Venne finalmente il tredici di Dicembre , quando in Roma il Papa publicò '
^y&altrede- una Bolla di Giubileo, douenarraua,Hauer' intimato il Concilio, per fanarlc
uotiom, a \o- piaghe caufate nella Chiefa dagli empi heretici. Perilche eifortaua ognuno ad
*T* nt aiutare i Padri congregati in etìò con le lor preghiere appreiro Dio: ilche per far
più efficacemente, ^ fruttuofamente, douelfcro confeilarfi, Se digiunare tre dì,
& ne' medeiimi interuenire alle proceffioni , Se poi riceuere il Santiflimo Sacra-
mentojconcedendo perdono di tutti i peccati a chi coli faceife. Et riftelfo gior-
no in Trento i Legati,con tutti i Preiati,che erano in numero di vinticinque,
in habito Pontificale, accompagnati da' Theologi, dal Clero, Se dal popolo fo-
refl:iero,(Sc: della città, fecero vnafolenneproccflione dalla Chiefa della Trini-
tà alla Cathedrale : doue gionti , il Monte, primo Legato , cantò la Melfa dello
Spirito Santo, nellaquale fu fatto un longo Sermone dal Vefcouo di Bitonto,
, con molta eloquenza:^ quella finita,fecero leggere i Legati un' ammonitione
nhienegram de /cripto moìto longa: la fommadellaquale era ,Eirendo carico loro, nel corfo
de LegAti, del Concilio , ammonire i Prelati in ogni occorrenza, era giufto dar principio
in quella prima Sc(Iione:intendendo però di far tanto quell' ammonitioncqua-
to tutte le altre,afe ftcfli ancora, come dell' ifteifa condicionc con loro. Cheil^
Concilio era congregato per tre cau(e,per eftirpatione dell' herciìa,reftitutione
della difciplina Eccleiiaftica, Se rccupcratione della pace. Per eircguire le quali
, cofe,prima conueniua hauer' un vero Se intimo icnCo d clfere flati cauià di tutte
tre quelle calamità.Deir here{ie,non,per hauerle fufciratc:nàa,non hauendo fat-
to il debito in feminare buona dottrina,^ {radicare la zizania. De' corrotti co-
ftumi,non elTer bifogno far mentione , elfendo manifefta cofa, che il Clero, 6c i
Paftori foli erano,&: i corrotti. Se i corruttori. Per lequali caufe anco Iddio ha-
ilcua mandato h terza piagajche era laguerra,cofi efterna de' Turchi, come ci-
uile
PapaPaomjIII. li BPvO secondo. 155
Lille tta i Chriftiani.Che fcnza quella intema,&: vera uccognitionc, in vano cn-
traiiauo in Concilio, in vano haiuebbono inuocato lo Santo Spirito. Etrcr gia-
llo il (riudicio di Dio » che gli caftigaua li fattamente, però con pena minor del
merito. Feniche clFortanano ognuno a conofccre i Tuoi filili, a mitigar l'ira di
Dio; replicando, che non l'arebbc venuto lo Spirito Santo da loro inuocato , (e
ricuiailcro udire i propri} peccati-^& ad clltmpio di Ei'dra,Nchcmia,(!<<:Daniclc,
confeilàrgliiiSc aggiongeiido , ellergran benctìcio diuino roccafìonc di princi-
piareil Concilio,per reftaurare ogni cola. Et le ben non mancheranno oppu-
gnatori, nondimeno elìci' loro carico operare con coftanza, & come giudici
iTuardarfi dagli aftcttiy&attcndcrc alla fola gloria diuina,doucndo far quc fto uf-
ficio inanziÌ>io, gli AnsclÌ5& tutta la Chicla. Ammonirono infine iVelcoui
mandati da' Prencipi aiar' il Icruitio de' lor Signori, con fede,^>: diligenza ; pre-
ponendo però la riuerenzadiuina ad ogni altra cofa.Dopo que{la,fu letta laBol- ^ ^«"«''« ^^^'f
la del intiraationc del Concilio del m.d.xlii. (Se un Breue della iìraplice depu- ^
catione de' Legati,con la Bolla dell' apertura del Concilio letta in Congrcgatio-
iie.Et immediate fi fece inanzi Alfonlo ZorillarSecretario di Don Diego , & ri-
produlFe il mandato dell' Imperatore,già prelentato a' Legati,aggiongendo una
lettera di Don Diego>nellaqualc fcufaua ralTentialua per indirpolitionc.Da'Le-
gati fu rifpofto,quanto all' eicufatione,Che era ben degna d'ellere admelEarqua-
to al mandato, dilfero , Che,fe ben poteuano infifterc nella rifpofta fatta al fo-
pradetto tempo , nondimeno gli piaceua, per maggior riuerenza, riceuerlo di
miouo,&: elPaminarlojdouendo poi darne rifpofta.
Lequali cote fatte fecondo il rito del ceremoniale Romano >.s'inginocchia- e /'«^^«j»*^,^
rono tutti a far l'oratione con voce fommeira,accoftumata in tutte leS€{Iìonij&. cmmonies
poi h.^v^\icZiAdfurnHi Domine Sanale S^iritmx&c,c\\t il Prefìdente dice ad al-
ta voce i\\ nome di tutti:&:,cantate leLetanie,dal Diacono fu letto l'Euangelio»
Stpeccauertt tn tefrater tiM-i.-Sc finalmente cantato ì'HinnorFem creator Spiri tfu,.
ik fentati tutti a' propri luoghi,il Cardinal del Monte,con la propria voce,pro- lettura deln^
nuntiò il Dccretcbper parole interrogatiuc,leggendo,Se piaceua a' Padri,a lau- ^y^to della pri-
de di Dio , eftirpatione dell' herclìe, riformatione del Clero, & popolojdepref- ^'* Seffio»^^
fione degli inimici del nome ChriftianoydeteEminare,& dichiarare,che il iacro^ ^"^orm ali *-
Tridcntino,&; general Concilio incommiciairc,& folle incomminciato : al che coJcWo;.
tutti rilpofero5prima 1 Lcgati,poi i Velcoui,& altri Padri,per la parola , Tlacet..
Soggionle poi , Se, attefi gli impedimenti,che doueuano portar le fede dell' an-
no vecchio, & nuouo,glipiaceua,chela fcguentc Scinone lì faceife a' fette di
Gcnnaro:& rifpofero parime.ntcche gli piaceua .Il che fatcojHcrcolc Seucrolo,,
Promoter del concilio ,, fece inftanza a notarij, che del tutto facclfero inftro-
mento.Si Q3inx.oXV\innOiTeDewn laudarnw.Sc i Padri, Spogliati glrhabiti Pon-
tificalijtScveftitii communi, accompagnarono i Legati, precedendo inanzi lo-
ro la croce. Lequaliceremonieeirendoftateulatc nelle leguenti Seflloniiìmil-
mcntcnonfireplicaranno più.
Stauano la Germania, 3c Italia,in gran curiofità d'intendere le prime attioni'
di quefto cófeflbjcon tante difficoltà principiato: & i Prelati, ^ ilor famigliarij,.
Sitonto
1
^136 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo HI,
ci3 13 che fu-icroiuiiano iiiTrcntOsincaLicat! dagli amici d'auifanicgli. Perilchciiri-
XLV. mcciiatc dopo la SclTionejfu mandato per cucco copia dell' air.monicioncde'Le-
cracij^ dell' ouacionc del Bicoiitodcqiiali fticonoanco prcfto pofte in (lampa.
Dellequali pcinaiTaccio >chc folle dectocommiincmcnce , è neccirario prima
ScKìmarlo dd u'wuMc 111 fommario il coiiceiiuco dell' oracionc. Quella hebbe principio dal
Sarmom del i-noUrarc la necelficà del Concilio,per cller pallati cenco anni > dopo la celebra-
rioncdelFioiciitino: &c perche le cofe ardue, &c difficili, alla Chiefa rpectanti,
non fi poilono ben traccare,rc non in quello. Perche ne' Concili) lono itati facci
i Simboli , dannate l'herclìe , emendati i coftumijvnitelenationi Chriftiane,
mandato i^cnre air acquifto di terra Santa,depo{liRcs& Imperatori,oc eftirpaci
fcifmi. Ec che perciò 1 Poeti introducono i Concili) de' Dei. Ec|Moiieicriue
che lìirono voci conciliari,il Decreto di far rhuorao,& di confondere le lingue
de' Gio-anti. Che la religione ha tre capi. Dottrina ,Sacramcnti,& Carità:che
tuùti tre chiamano Concilio: Narrò le corruttele entrate in tutti quefti tre: per
reilituire iquali,il Papa,colfauorc dell' lmperatorc,de'RèdiFrancia,dc'Ronm-
ni, & di Portogallo ,& di tutti i Principi Chriftiani, ha ridotta la Sinodo, &
mandato i Legati.Fece digreffionc longhifiima in lode del Papa : una altrapoco
più brcue,in commendatione dell' Imperatore: lodò poi i tre Legati» traendo le
commendationidal nome, & cognome di ciafcuno d'eflì : foggionfcchcelTen--
do il Concilio congregato,tutti doueuano adunarli a quello , come al Canal di
Troia.Inuitò 1 bofchi di Trento a rillionar per tutto'l mondo,che tutti il fotto-
mettinoaquelConcilio:il che fcnon faranno,!! dirà con ragione. Che la luce
del Papa è venuta al mondo,&:gli huomini hanno amato più le tenebre, che la
luce.Si doire,che l'Imperatore nófoileprefentco almeno D.Diego,chc lo rap-
prefentaua.Sicongratulò col Cardinal iviadruccio,che nella Tua città il Papa
haueire congregato i Padri dirpcrlì,&; erranti. Si voltò a' Prelati , & diifc. Che,
aprire le porte del Concilio , è aprire quelle del Paradifo , di donde debbia di-
~ fcendere l'acqua viua per empire la terra della fcienza del SignorcElforcò i Pa-
dri ad emendarli,& aprire il cuore come terra arida per riceuerla. Soggiongcn-
dojche fcnon lo faranno, lo Spirito Tanto nondimeno aprirà loro labocca, co-
me quella di Caiphas, «Sedi Balaam ; accio fallando il Concilio, non falli la
Chiela l'anta ; reftando però le menti loro ripiene di Ipirito cattiuo. Gli cflbr-
tòadeponcrc tutti gli aifetti,per poter degnamente dire , E parfo allo Spirito
Santo, & a noi. Inulto la Grecia, Francia,Spagna, & Italiaj & tutte le nationi
Chnftiane,alle nozze. Infine ii voltò a Chrifto, pregandolo,per rinterceffione
di S.Vis7ÌHo,Tutelar della valle di Trento,adalTiftere a quel Concilio.
. . y ■■ L'ammonitionc de' Legati fu-iHmatapiajChriilianaj&modcfta,^ degna de'
f/ mondo fo- Cardinali : mail Serir.one del Velcouo fu giudicato molto ditferente: la vanità,
predetta am- Sc oftentationc d'elocjuentia era notata da cacti : ma le pcrfone intelligenti
tnoniiione , e comparauano,come icntentiaianta ad una empia, quelle ingenue (Scvmlli me
fermsrti' parole de' Leo;ati,che,fenza una buona recognitione intcma,inuano s'inuoca-
rebbe lo Spirito Santo ; col detto del Veicouo tutto contrario , che,fenza di
quella,anco farebbe dalloSpirito Santo aperta la bocca>reftando il cuore pieno
di
Papa Paolo m. LIBRO SECONDO. 137
I di Cpinto cattino. Era /limata arrogantial' affiimaie, che, cri-an<io qucipociiz ci3 la
' Prelati,la Chiefa tutta douefle fallare:quafì che altri Concili) di fetteccnto Vef- xl v.
! coni non habbiano errato , ricufando la Chiefa di riceuere la loro dottrina.
A<7giongeuano altrijQnefto non elfer conforme alla dottrina de' Pontifici j,chc
non concedono infallibilità , fé non al Papa^&i al Concilio per virtù della con-
ferma Papale.Ma Thauerc comparato il Concilio al canal di Troia , che fu ma-
china in/idiofa,era notato d'imprudenza,& riprefo d'irreuerenza.L'haucr ritor-
to le parole della Scrittura,CheChrifto,e la dottrina fuajuce del Padrè,è venu-
to al mondo, & gli huomini hanno preferito le tenebre alla luccjfacendo che il
Conciho,o fua dottrina,fìa luce del Papa apparfa al mondo-,che fé non folferi-
ceuuta, fi douelfe ditegli huomini hanno amato piuletenebre,chelalucc3era
ftimataunabiaftema,& fi defideraua al mcno,non foifero prefe le parole formali
della diuina Scrittura,pcr non moftrare cofi apertamente di vilipenderla.
Ma in TrentOjfatta l'apertura, non fapeuano ancora,ne i Prelati,ne i Legati * Legati cfiU-
medefimi , che cofa fi douefiè trattatene che modo Ci doueife feruare.Perilche, ^°»o auttifoda
dando conto delle cofe fatte inanzi,& in qaella,fcriirero i Legati a Roma una ^"'"^ '"^V^^
lettera degna d'elfer rapportata in tutte le fue parti. Prima,diceuano hauere fta- * ""* " '^"^''^
tuitola feguenteSeflìonc al giorno dopo l'Epifania; come termine da no poter
clfere talTatcne difouerchiaprolongatione, ne di troppa breuità:accioche fra
tanto poteflero eifere auifati come doneranno gouernarfi nelle altre Seflìoni:
foprachc defiderano hauer lume :&, perche potrebbono eflère interpellati ad
ogni hora di diuerfe cofe,lequali non haueffero fpacio d'auifare , & afpettare rif-
pofta,ricercauano,che fé gli mandalfe una inftruttione più particolare che folle
poflìbile:che fopra tutto defiderauano eifere auuertiti,quanto al modo,& forma
di procedere , Se di proporre, &c rifoluere,& quanto alle materie da trattare:di-
mandarono {pccialmente,fe le caufe dell' herefie hauranno da eflere le prime; 3c
fé fi hauranno da trattare generalmente , o in particolare!, dannando la falfa
dottrina;o le perfone degli heretici famofiprincipali;o l'unOiSc l'altro infieme:
fé , proponendofi da' Prelati qualche articolo di riforma , allaquale pare che
ognuno mirijfi douerà trattarne infieme con l'Articolo della religione,o prima»
0 dopo: fé il Concilio ha da intimare apopoli,&nationi,il fuoprincipio,inui-
tando i Prelati , 5c Prencipi,& elfortando i fedeli a predar Dio per il buon pro-
grelfo ;o fé Sua Santità vorrà farlo eifa. Se occorrerà Icriuere qualche lettera
mifiìua , o refponfiua, che forma s'haurà da ufare,& che figillo:fimilmente,chc
forma s'haurà da ufare nella eftcnfione de' Decreti:fe doneranno moftrare di fa-
pere,o diflìmulare il Colloquio,^ Dieta,che fi faranno in Germania: fé nel pro-
cedere doneranno andare tardi, oprefto,cofi nel determinare le Seflìoni,corae
nel proponere le materie, Auifarono eifer penfiero d'alcuni Prelati,che fi proce-
da per Natione;ilqnal modo efll tcneuano per feditiofo,che haurebbe fatto am-
mutinare infieme quelli di ciafcnna; 3c che il maggior numero degl'Italiani,
che fono i più fedeli alla ScdeApoftolica,non haurebbe 'giouato,quando il voto
di tutti inheme folfe ftato d'ugual valore a quello di pochi Fracefi,o Spagnnoli,
0 Thedefchi. Auifarono anccche fi penctraua,altri hauer dilfegnato di dii'puta-
Vi.^ S
138 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo III.
ci3 13 re della poteftà del Concilio,& del Papa: cofapericolofaperfarnafcereunfcif-
XLV. marra iCacholici mede/imi :& che nella Congrcgatione de' dodici {lvide,che
tutti i Prelati vnitamente petilftcuano in volere veder il mandato della lor fa-
coltà: ilche con molta arte gli era bifognato fuggire di moftrare,non fapendo
ancorajcomc li doueua intendere la lor preiìdenza,ik quanto la Santità fua diflfe-
gnalTe di farla valere. Dimandauano ancora > che follerò ordinate lecaualcatc
per tutta la via,accioche poteflero ogni giorno , Se ogni bora > fecondo le
occorrenze, màdarc,& riceuere auifuricercauano qualche ordine circa la prece-'
dentia degli Oratori de'Prcncipij&prouifionedi danari:poiche damila feudi'
mandatigli qualche giorno inanzi, erano {pefi nelle prouifioni-de' Vefcoui
poueri.
td Intanto Inftauano i Prelati,che fi delfe principio all' opcra:pcrilche i Legati,per dar-*
trAttengono i gli qualche fodisfattione , de per moftrar di non ftar in ocio,a' diciotto fecero
VrtUtim coje ^^y■^^ Congregationejdoue però non fu propofto altro,che il modo del viuere» &
^ii^^^h conuerfare , Se di tener le famiglie in ufficio:& molte cofe furono dette contra
l'ufo introdottojmaflìme in Roma,di portare l'habito di Prelato nella ceremo-
nia folamente, & del rimanete veftire da fecolare:riprefe ugualmétc le vefti fon-
tuofccome le abiette, .?c fordide:deir età ancora della feruitù fu detto moltoe
ma il tutto rimellb ad effere rifoluto in unaaltra Congregatione,laqual fi tenne
a'ventidue:&:fi confumò tutta in ragionamenti di fimili ceremonie>con conclu- ;
iìone,ChecraneceiIària principalmente una buona riformatione nell' animo:
perche, hauendo per mira il decoro al grado conueniente,5i l'edificatione del
popolo,ciafcuno vedrà che rimediare in le,& nella famiglia fua.
eH Papa ri- Ma il Papa,riceuuto l'auifo dell' apertura del ConcilÌG,deputò una Cogrega-
(pondtlm» tione di Cardinali>&: Curiali,per fopraintendere>& confegliare le cofe di Tren-
to. Con quelli confultando, rifolfe le cofe non elfere ancora in ftato>che lì po-
teirevederchiaro,che materie trattare,&; con che ordine:fece rifponderea' Le-
gati,che non conueniua alla Sinodo inuitare ne Prencipi,ne Prelati:meno inui-
tare alcuno ad aiutargli con le orationi:perche quefto era fatto da lui fufficien-
temente con la Bolla del Giubileo,&: quello con le lettere della conuocatione:
che parimente non era da penfare,che la Sinodo fcriueife ad alcuno>potendo '
fupplire eflì Legati con lettere proprie loro, fcritte per nome commune. Per
quello che tocca la eftenfione de' decreti , doueifero intitolare>La Sacrofanta
Ecumenica,(S<: General Sinodo Tridentina>pf efedendo i- Legati Apoftolici.Ma» i
quanto alla forma del dar' i voti>eirere ottime le ragioni loro,di non introdurre
di farlo per nationi:&: tanto piu,quanto quel modo non fu mai ufato dall' anti-
chità; ma introdotto dal Conftantienfe, Se feguito dal Bafìleenfcche non Ci de-
uouo imitare:ma,e{rendo il modo ufato nell' ultimo Lateranenfe ottimOiS*: de-
centifTimojfeguiirero quello:potendoanco,con queireirempiorecente,& ben
riufcitojferrar la bocca a chi ne proponelfe altro^Et per quello che tocca la con-
dannadegli heretici>& le materie da trattarci dell' altre cofe da loro richieftei
che opportunamente gli farebbe dato ordine:tra tanto>fecondo il coftume de-
gli altri Concili) » Ci tractenelfero nelle cofe preambule> che lapreiìdenza loro
folfc
Papa Paolo III. LIBRO SECONDO. 135»
foire mantenuta con quel decoro,che connicnc a.' Legati deiia Sede Apoftoiica: e 1 3 1 3
procurandojinilcme col decoro>dar anco fodisfattionc a tutti:ma fopra ogni co- xl v.
la ufando diligcnza,che i Prelati non ufciirero de' termini della honcfta libcrtàr
&riuerenzaverlo la Sede Apoftolica.Era cofapiu urgente l'aiutare i Prclati,che
poreirero fare le Tpcfeiper quello mandò un Breue^nclquale eilentaua dalle deci-
me tutti i Prelati del Concilio, & gli concedeua la participatione di tutti i
frutti, & emolumenti in aifcntia, tanto,quanto fé follerò ftati picfcntinnandò
i ancora dumìla feudi per fouuenirc i Vefcoui indigentii ordinando, che (i fa-
ccllè fenza haucr rifpetto che ciò folfe publicato ; poiché , rifaputofì an-
cora, non poteua elTere interpretato, fé non ufficio amoreuole d'un Capo del
Concilio.
Quello luogo ricerca, per le cofe dette, & che fi diranno in varie occafioni Dlfcorfo delie
circa il modo di dire i pareri in Concilio,chiamato,Dire li votijche lì dica come diunfcmama-
anticamente lì faceua, &l come s'è peruenuto all'ufato in quelli tempi.L'adu- ^^ ' ^ "^f' '■''
nanza di tutta una Chiela,per trattare in nome di Dio le occorrenze , perla dot- ^^g ,•„ ^./j^.-
trina , &r difciplina,è cola utiliirima,ulatada' Santi Apolloli ncU' clcttione di
Matthia, & degli fette Diaconi:& a quello fono aitai fimili i Concili) Diocefa-
ni:ma del conuenire perfone Chrillianc da più luoghi,&:lontani,per trattare
infiemcvi è il celebre eitèmpio degli Atti Apollolici,quando Paolo,&:Barna-
ba,con altri di Soria,conuennero inGierufalem con gli Apolloli, oc altri difce-
poli, che quiuifiritrouaronOifopralaquellione dell' olferuantia della legge:&
le ben fi potrebbe dircche folte ftato un ricorfo delle Chiefe de'Gentilinuoue,
ad una vecchia matrice,di onde la fede era a loro deriuata:ilche per logo tempo
fu ufato in quei primi fecoli , &c da Ireneo, &: daTertulliano,fpeiro li comme-
mora } & la lettera fia fcritta da' foli Apolloli,Vecchi,& Fratelli Gierofolimita-
ni: nondimeno, hauendo parlato non folo ellì,ma ancora Paolo,& Barnabajlì
può con ragione chiamar Concilio, con elfempio delquale i Vcfcoui,che fuc-
celtero dopo,tenendo che tutte le Chiefe Chrilliane follerò una,&: che i Vcfco-
uati tutti folfero parimente un folo, coli formato, delquale ciafcun ne tcncllè
una parte,non come propria,aia lì che tutti doueitero reggere tutto;occupando-
lìperò ciafcuno più in quella,che gli erafpecialmentc raccommandata,come S.
Cipriano nell' aureo libretto dell' unità della Chiefa piamente dimollra:occor-
rendo bifogno di qual lì voglia particolar Chiefa,con tutto, che alcune volte le
perfecutioni ardelìero , lì congregauano inlìcme quelli,che poteuancper ordi-
nare in commune la prouilìonemellequali adunanze prefedendo Chrifto,& lo
Spirito fanto,ne hauendo luogo gli affetti huniani,ma la carità,fenza cercmo-
nie,ne formule prefcrittc,confegliauano,&; rifolueuano quanto occorreua.Ma,
dopo qualche progreilo di tempo, con la carità mefchiatilì gli affetti humani,
elfcndo necclfario regolargli con qualche ordine,il principale tra i cógrcgaci in
Concilio,operdottrina,o per grandezza della Città,o della Chicfa,o per qual-
che altro rilpetto d'eminenza,pigliaua carico di proponere,& guidare l'attionc,
oc raccogliere i pareri. Ma , dopo che piacque a Dio dar pace a' fedeli, C<c che i
Prencipi Ronfani riceuectero la fanta fede» occorrendo più fpelfo diiiìcokà
S ij
CI3 I3
140 CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloIII.
nella clottrinaj&: difci^linajlcquali a-nccpei: l'ambitionco altri affetti cattiui di
SLYi. quei , che haueuanolcguito,&crcdito,turbauano la (Quiete publicajhebbc ori-
gine una altra forte di adunanze Epifc opali congregate da Prencipi, o Prefetti
lorojpcr trouar rimedio alle turbe.In queftcl'attione era guidata da quei Prenci-
pi , o Magiftrati, cheglicongrcgauaiio,interuenendo cTìi nelle attioni,propo-
ncndo , guidando la trattatione , &c decretando per interlocutorie le differenze
occorrenti, rcftando al commun parere del Conlelfo la delìnitione del capa
principale > perche era congregata l'adunanza. Quefta forma apparifce nelli
Concilij,dc' quali gli atti reftano. Si può portar per elfempio il Colloquio de*
Catholici, Se Donatifti,inanzi Marcellino,& altri molti.Ma,per parlar lolo de*
Concili] Generali, quefto fi vede nel Concilio Ephelmoprimo,inanziCandi-
diano Conte, mandato per prefedere dall' Imperatorc:& più chiaramente nel
Calcedonéfe Generale inanzi Martiano,& i giudici da lui deputatitnel Cóftan-
tinopolitano diTrullo>inanzi Conftantino PogonatOjdoue ilPrencipe,e ma-
giftrato , prefedendo commanda, che cofa fi debbia trattare,che ordine tenere>
chi debbiaparlare,chi tacere:»Sc nafcendo differenza in quefte cofe,le decide,&:
accommoda:&; ne^li altri Generali,de* quali gli atti non reftano, come del pri-
mo Niceno,& del fecondo Conflantinopolitano,atteftano gli hiftorici di quei
tempijche l'iflcifo fecero Conftantino,&; Theodofio.ln queiti fteflì tempi non
s'intermifero però quelli altri , quando li fteffi Vefc oui da loro medefimi s'adu-
nauano , de l'attionc era guidata,comc s'è detto,da uno di loro,&; la rifolutione
prefa fecondo il commun parereXa materia trattata alle volte eradibreuerifo-
Ìutione,fi che in un confeiio Ci efpediua:alle volte,per ladifficoltà,o moltiplicir
tà , haueua bifogno di reiterarfi,onde vendono le molte Selfioni nel medefimo
Cocilio. Nilfuna era di ceremonia,ncper k)lopublicar cofe digefte già altroucr
ma per intendere il parere di ciafcuno. Erano chiamati atti del Concilio i col-
loqui) 5 le difcuflioni , le difpute, & tutto quello che Ci faceua,o diceua.Enuoua
openione,& pratticatapoche voltc>le ben in. Trento è ftabilita,che i foli decre-
ti fiano atti del Concilio, &c foli debbiano effcr dati in luce: che negli antichi
tutto fi daua a tutti. Interueniuano Notarij,p?r raccogliere i voti ; iquali quan-
do un Vefc ouo parlaua non contradicendo alcuno, non fcriucuano il nome
proprio di quello, ma ufauano fcriuere cofi,La fanta Sinodo dilfe.Et quando
moki diceuano rifteifo,fi fcriueua,! Vefcoui efclamaroncbouero affermarono*
Et le cofe cofi dette erano prefe per definitioni.Sc parlauano in contrario fenfo>
erano notate le contrarie openioni,& i nomi degli autori:&: i giudici, o prefi-
denti, de cideuano. Auueniuafenzadubio qualche impertinenza alle volte>per
l'imperfettione d'alcuno : malacarità, che ifcufa i difetti del fratello,la ricopri-
ua.Interueniuanumero maggiore della prouincia,doiie il Concilio Ci teneua,&
delle vicine: ma fenza emulatione, defiderando ognuno più d'ubedire>che di
prefcriuere legge ad altri.Separato l'Occidentale dall' Orientale Impericreftò
nondimeno qualche vcftigio anco in Occidente di quei Concilij,chc daprinci-
pio erano congrcgati:& fé ne vedono molti fotta la pofterità di CarloMagno in
Fxancia>& Germania:^ fattoi Rè Gotthi in Spagna non poco numero.In fìne>
efclu-
APA Paolo III. L I B R O S E C O ND O. 141
fclufi affatto i Prencipi d'intromcttcrfi nelle cofe Ecclcfiaftichcdi quefta forte e i o io
i Concilio fi perfe Tulo , &l reftò quella fola , che da mcdefimi Ecclelìaftici è xl vi»
onuocatailaquale anco fu quali che tirata tutta nel folo Pontefice Romano,col
nandar fuoi Legati a prefedcrc>douunque intendeua chef! trattalTedi far Con-
;ilio : & dopo qualche tempo attribuì anco a fé quella facoltà>chc da' Prencipi
domani fu ufata di conuocar Concilio di tutto rimj3erio,&prefederui,ciren-
io prefente j &, non eirendo,mandarui chi per nome ilio prefedetre,& guidaife
ì. artione.Ma ne' Prelati ridottijiella Sinodo,leuato il timore del Prencipe mon-
iano , che gli conteneua in ufficio, fi come i rifpetti mondanijcaufe di tutti gli
nconuenienti>crefceuanoinimmenfo,ilchemoltiplicaualeindecenze:fìdiede
jrincipio a digerircSc ordinare le materie in lecreto &c priuato,per poter ferua-
e nel publico confelfo il decoro : poi quefto fu prefo per fonna: & nacquero
lelli Concilijjoltre le SeiTioniJe Congregarioni d'alcuni deputati ad ordinar le
naterie,lequali daprincipio,quando erano moltiplicijfì ripartiuanoj alfegnan-
io aciafcuna la propria Congregatione:ne baftando ancora queftoja rimouere
urte le indecenze > perche gli altri, non interuenuti,hauendo gì' intereilìdiffe-
enti, moueuano difficoltà inpublico5oItrelaCongregationeparticolare,s'in-
rodulfe la generale inanzi la Seilìonejdoue tutti interueniirerojaqual chi rif-
juarda il rito antico yclfa veramente èl'attioneConciliarejpercheiaSeflìone»,
indando a cofa fatta > refta pura ceremonia., Poco più d'un fecolo è pa{^ato^
)OÌche gli intereflì fecero nafcere tra i Vefcoui di diuerfe nationi qualche
rompetenza : onde le lontane,che di poco numero erano>non volendo loppor-
ar d'eifere iuperate dalle vicine numerofe,per pareggiarle tra loro,fu necelmria
:he ciafcunafì congregafTe da (e,Sc per numero de' voti faceirekfua delibera^
ione;&; l'uniuerfale definitioncfolTe ftabilita,non per voti de'fingolarisma per
pluralità de' voti delle nationi. Coi! fu feruatone' Concili) di CoftanzajiSc Ba-
ilea ; ilche come è ufo molto proprio doue Ci gouerna in libertà >quale era.
ìiriìora, quando il mondo era lenza Papaj e olì poco farebbe ftato appropriato^
in Trento, doue 11 ricercaua Concilio loggetto al Pontefice.Et quefta fu larar
^ioncperche i'Legati inTrento,& la Corte a Roma,faceuano cofi gran capitale
della formadi procedere,& della qualità,(5c autorità della prelldenza.
Imperò gionta la rifpofta da Roma,chiamarono la Congregatione ii'cinque ^Pirtlattàei
Gennaro ivi.D.xLVi.nellaquale,dopahauer'il Monte falutati,&benedetti tutti ^"""^foefem
da parte del Pontefice,fece leggere il Brcue ludetto dell' eirentione delle dee ime. "J^^f v^f *
I Legati tutti tre fecero coinè tre encomi] , l'uno dopo l'altro ,moftrando la cattfj tilfhJn^
buona volontà del Pontefice verfo le perlone de' Padri. Ma alcuni Spagnuoli ri;,€ geiojìt:
dillèro , Che quefta era una gratia fatta dal Papa di maggior danno,che bencfi-
cio,e(rendoraccettarla unaconfellione che il Papa può imponeregrauczze alle
altre Chiefe,&: che il Concilio non ha autorità ne di prohibirlo , ne di cirentai-,
quelli , che giuftamente non douerebbono elTcre compreli : ilche n^on folodil
piacque a' Legati,ma fii anco ributtato da loro con qualche parole mordaci. Air
tri de' Prelati diiTiandarono,Che la gratia folTe eftefaanco a' loro famigliari,& a
tutte le perfoncehe li ritrouarebboiio in Concilio. I Generali degli Ordini,
S iij
141 CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloHI
CI 3 13 parimente dimandauano l'ifteiFa eflentione,alle^ando le fpefe che conueniua
XLVi. no fare i lor monafteiij per i Frati condotti da efli alConcilio. Catalano Trini-
tio , Velcouo di Piacenza,arriuato due giorni prima > narrò publicamente,che;
paiTindopoco lontano dalla Mirandola,cra flato fiialigiatoióc dimandò, che in
Concilio fifaceireiin' ordinationecontraquelli,cheimpediuano,o moleftaua-
no i Prclatij& altre perionc che andaifero alConcilio. I Legati,mettendo iniìe-
me qacfta propofta con la pretenfione d'eifentione detta di Ibprajconfiderarono
quanto porcile importare, che il Concilio metteire mano in fimile materia,fa-
cendo editti per propria eirakatione:& chequefto era un tentar gli arcani della
Hierarchia Eccleiìafticajc diuertirono con molta deftrezza,allegado,che fareb-
be parfo al mondo una nouitàj&un troppo rilIentimento:& offerendoli di
operar col Pontefice che prouedelTe alla ficurezza delle perfone,&; haueilè con-
fideratione alli famigliari de' Prelati , & a Frati. Et co/ì acquetarono
tutti.
U Concine di EtpalTando alle attioni Conciliari,!! Cardinale del Monte narrò il modo tc-
l^teranopro- nuto nel Concilio Lateranenfe ultimo,nelquale egli interuenne Arciuefcouo
fojìo ad imi- Sipontino, Dilfejche, trattandofi all' hora della Prammatica di Francia,del fcif-
tareaTrento: ^^ introdotto contra Giulio fecondo, & della guerra tra Prencipi Chriftiani:
furono fatte tre deputationi de' Prelati fopra quelle materie:accioche ciafcuna
Congregatione, occupata ia una fola,poteire meglio digerirla: che,formati i
Decreti,^ faceua Congregatione generale ,doue ciafcuno diceuailvotofuo,>?c
fecondo quelli, erano meglio riformate le rifolutioni,in modo che nella Seflìo-
ne le cofe palfanano con fomma concordia, &;decoro:che più moltiplice era
quello , che da loro doueua eifere trattato , hauendo i Lutherani molfoogni .
pietra per fouuercir l'edificio della fede:però,che farà neceilàrio diuider lema-
terie,& in ciafcuna ordinare Congregationi particolari,perdifputarle:far depu-
tati a formare i decreti da eirerpropoiti in Congregatione generalcjdoue ognu-
no dirà il parer fuojquale acciò iìa intieramente liberceflì Legati haueuano de-
liberato di far folamente ufficio di proponenti,& non dire il fuo voto,ma quello
fare nelle Seffioni folamente.Che tutti penfalfero le cofe neccirarie da trattare,
pcrdouer dare qualche principio,fatta la Sclìlone che inftaua.
Che air hora proponeuano , Se piaceua loro,che fi publicalTè nella Seflìone
un decreto formato circa il modo di viuere Chrillianamente in Trento,duran-
cùntefifom'l te il Cócilio.Ilqual lettccol titolcZ,^ Sacrqpi;nay&cc.Cicome fu daRomaman-
Thoìoi dato , fecero inftanza i Francefi,che iì douellè aggiongcreirapprejentn/ite la^'hie-
fa vmuerfale.'hquzì opinione fu feguita da gran parte de' Vcfcoui,con uniuerfa-
le'alTenlo. Ma i Legaci, coi iliderai.do,che quello era titolo ufato dal Conftan- ■
tienfe,& Baiìleenfe folamente, & l'imitargli eraunrinouar la lormemoriajSi •
dargli qualche autorirà,& aprir porta airingrelTodelledilhcokàjchelaChiefa
Romana hebbe in quei rempij& quello chepiu imporraua,auucrtcndo, che do-
po haucr detto, 7^/?/^/r/?'?('zi.-?r^ /^ C^?'^ z^;zi/ifiy^/f,haurcbbe potuto venir pea4.
iiero ad alcuni d'aggiongere anco le feguenti parole,cioè,che tiene poteilàim-;. •
mediat-c daChnfto: aliaqUaleciafcunojetiandio di degiiitàPapaJe,è tenuto di
ub edire}
ArA Paolo III. LIBROSECONDO. 145
bcdke is'oppofero gagliai-damcnte, & ( come cflì fcnlTero a Roma con parole
ormali) s'appontarono contra,'.nó cfplicanclo però a' Padri le vere caufeima fo- e 1 3 i e
!o cori dircche erano parole ampullolc,&: inuidiofe , Se che gli Herecici gli ha- ^lvi.
inebbono dato iiniftra interpretatione:& s'adoperarono cialcuno a rellftere,sé-
!sa Tcoprir il fecreto,prima con arcc,&poi con laiciarfi intendere liberamente di
lon volerlo permettere : fi che fecero acquetare il moto uniucrfale: le beni
Franceiì>& alcuni altri pochi,reftarono fermi nella lorpropofta.
Et a' Legati preftò grand' aiuto Giouanni diSalazar,Ve{couodiLanciano>
jpjignuolo dinatione-.ilqualc, hauendo commendato in m.oltc parole i pri-
ni Concilij della Chiefa, per l'antichità, ^fantità degli interuenicnti, lodò,
:he foifero immitati nel titolo ufato da loro molto femplice , lenza efpreffione
li rapprefentatione , o di quale , o quanta autorità la Sinodo habbia.Non piac-
que però quello, che continuò dicendo,che ad eirempio di quelli,fidoueua tra-
afciare anco knominatione de' Prefidcnti , che non lì vede mai ufata in niilun
Concilio vecchio, folo incomminciata dalCoftantienfe>chepercaufadel(cif-
na mutò più volte Prefidentiifoggiongendo, che le l'elfempio di quello folfe da
cguire,bi(bgnarebbe anco nominare rAmbafciatoredeirimperatoreiperche
11' hora fu nominato il Rè de' Romani , 8c anco i Prencipi, che erano con lui» .
►la quella faftofitàeirere aliena Hall' humikà Chriftiana : &c fece ripetitione del
ifcorfo fatto dal Cardinal Santa Croce addì dodici Dicembre,inherendo al-
[uale , concludeua che fi douelVe tralafciare anco il far mentione di Prefìdenza.
)iede a' Legati queftapropofta maggior penfierojche la precedenteinondime-
10 il Cardinale del Monte prefentaneamente rifpofe, I Concili] hauer parlato
liuerfamente fecondo le occorrenze,che i tempiportanorper i tempi paifati il
*apaeirere ftato fempre riconofciuto come Capo nella Chiefa^ne mai da aleu-
to elfere ftato dimandato Concilio con quefta conditione,che folFe indepen-
lente dal Papa,come iThedefchi adelfo arditamenteiallaqual heretica temerità
onueniua Tempre in ogni attione repugnare,moftrandofi d'elFer congionti col
ZapOjcheè il Pontefice Romano,facendo mentione de' fuoi Lcgati.Parlò lon-
zamente in quefta materia, laqual fapendo che con la diueriìone era più facile
oftentare,che perfuaderejprocurò che fi pairalTe ad altro. La contenenza del De-
:reto fu approuata da tuttitmajelTendoui in elfo una particola, doue ognuno era
iftbrtato a pregar Dio per ilPapa,perrimperatore>&: per i Rè^fecero inftanza i
'relati Francefi, che li facelfe nominatamente mentione di quel di Francia:
Iche lodando il Cardinale SantaCroce,ma foggiongendosche haurcbbe con-
lenuto far fimile (pecificatione di tutti al luogo loro,che era cofa longa, & pie-
ìa di pericoloper la precedenzajreplicarono i Franccfi,Che il Papa,nella Bolla
Iella Conuocatione , haueua fatta mentione del folo Imperatore , & Rè di
rrancia5&: però conueniuajfeguendo l'eiFempio,© nominar ambedue* o niiruna
i'eflì.Si riferirono i Legati a penfarci,dando intcntione,che ognuno reftereb.be
lodisfatto.
Il di fette di Gennaro adonque,tuti i Prelati, veftiti in habitocommune,/!-'^'^''"*'*-^*^
?ongregarono in cafa delprimo Legatc.di doue partendoli > con la Croce inaii-
XLI.
144 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo IH
"^13 13 zijs'inuiat'ono alla ChiefaCathedrale.Dal Contado di Trento furono congic-
aari nella città, trecento fanti armati,parte di picche,parte di archibugi,con al-
quanti Caualii,iqiiali fi mifcro in fila da ambedue le parti della ftrada dalla cafa
fino alla Chieia:&: entrati in Chiefa i Legati,&: iPrclati,ridotta tutta la folda-
tercainpiazza,firparòra?rcliibufaria,& la loldatefca reftò nella Piazza a far la
guardia a quella Scflìone. Oltre i Legztiy&c il Cardinal di Trento/i ritrouarono
x^uattro Arciuefcouijventotto Vefcouijtre Abbati della Congregratione Cajfi-
nenfe,& quattroGenerali,iquali ftauano ledendo nel luogo della Seffìone.Qi^-
ftc quarantatre perfone conlUtuiuano il Concilio generale.Degli Arciuefcoui:
doi erano portatiui > mai veduti dalle Chiefe > dellequali haueuano il titolo,
folo per cauia d'honore datogli dal Pontefice : uno cra,Olao Magnojcon nome
d'Arciueicouo Vpfalenfe in. Gotia;& l'altrojRobcrto Venantio Scozzefe,Arci-
uefcouo d'Armacano in Hibernia: ilquale huomo di breuifliina vifta eracom
mendato di quefta virtù,di correr alla pofta meglio d'huomo del mondo.Queftj
doijfoftentatiin Roma qualche anni per limoiìna del Papa,furono mandati a
Trento per crefcere il numeroj& dependere da' Legati.In piedi erano circa \en-
ti Theologì. Vi interuenne l'Ambafciator del Rè de' Romani,& il Procurato!
del Cardinal d'Auguftajche fedettero nella banca degli Oratorii&appreflb lo
ro fu la ftelTa banca fedeuano dieci Gentilhuomini de' circonuicini , eletti da
Cardinal diTrento. Fu cantata laMelfa da Giouanni Fonfeca,Vefcouo diCa [
ftelamare-.fece il Sermone nella MeiraCoriolanoMartirano, VefcouodiSar ;
Marco.
Finita laMelFa,i Prelati fi veftirono pontificalmente,&: furono fatte le Leta '
nie,&orationi,come nella Seflìone prima.Quali finitcSc feduti tutti,ilVefcouc
celebrante 5 montato nel pulpito j leife la Bolla di fopra mentionatajChe noi '
foifero ammeflì i Procuratori degli aitenti a dar voto: & non fi fece mentiont
iecreio à'ejfa: d'unaaltra^nellaquale erano eccettuati que' di Germania. DopoilelTc il Deere-
to>nelquale la Sinodo eifortaua tuti i fedcli,congregati in Trento,a viuer nel ti
mor di Dioj & pregare ogni giorno per la pace de' Prencipi,& unità della Chic
fa j & le perfone del Concilio a dir Meira,almeno laDominica,& pregarper 1
Papa,Imperatore,Rè,&Prencipi:&;tutti,a digiunarci far limofincelfer fobrii;
inftruire i lor famigliari. Eifortana anco tutti,maflìme i letterati,a péfar accura
tamente le vie,&: modi di propulfar le hererie,& ne' confeflì ufar modeftia ne]
parlare. Et di più ordinò , che fé alcuno non fedelfe al luogo fuo,o delfe votOj
ouero interueniife nelle congregationi , a nilfuno foife fatto pregiudicio,ne ac-
quiftata nuoua ragione.U qual letto,interrogati i Padri,rifpofero,P/^c^r. Ma i
Franceiì ag^ioniero,chenon approuauano il titolo cofi imperfetto, & vi ricer-
cauano Vzggionzzi rniuerfàlem Ecclefiam repr^fentans. In fine fu ordinata la
n^ Congre- futura Seffionejper il dì quattro Febbraro,&: licentiati iPadri,iquali,depoftigli
gatiomfegHen- habiti Pontificali, ne' communi accompagnaiono i Legati in cafacolmedefi-
tufi tram ài ^^Q ordine, che erano alla Chiefa venuti: ilquale fu in tute le feguentiSeffioni
^7»°f^^'-oireruato.
toiodei c OH- j^^ j^ Sefllonejnon fu tenutaCongregatione fino a tredici Gennaro:perche
^'^' '^ Pietro
I
Papa Paolo III. LIBRO SECONDO. H5
Pietro Pacceco, Vcfcoiio di Iahen,ci-eato Cardinale nuouamente, che afpetcaua ciò i^
da Roma la bcnecta,fenza quale la ccremonia non gliconcedauatrouar/ì in xlvi.
luot^hi publici j haueiia deriderio d'incemeniie,douendofì iti quella mettere
ordhie jchc nella Selfione non auuenilFero più inconuenienti.Ridotta la Con-
rregatione , i Legati fi dolicro di quelli,clii haueuano fatto oppolìtione al tito-
fo nel giorno della Seffione:moftrarono,clie non era decoro in quel iaoj^o pu-
blic© fare apparire diuerfitàd'opinioniilc Congregationi farfi accioche ognu-
no podi dire il Ilio parere in luogo retirato,perdouer'eircr tutti conformi in
quello , che s'ha da publicare i nillìma cofa douere più sbigottire gU herctici, ^
dar coftanza a Catholici, quanto la fama dell' unione. Difccfcro alla materia
del titolo, confiderandoschenilfuno era più conueniente di quellojche gli daua
il Pontefice nella conuocatione,&: in tante altre BoUcdoue era nominatOjEcu-
aienico,& Vniuerfaleialche fuperfluamente s'aggiongerebberapprefentatione»
difendo pieni i libri di quello,chelìa,orappreienti un tal Concilio legitima-
mente inditto , & comminciato : che altrimente facendo , lì moihaua di
lubitar della Tua autorità, 5c airomigliarlo a qualche altro Concilio > che
5er ciò s'haueuadato quel titolo:perche,conofcendo mancar d'autorità legiti-
Tia,voleua fupplire con le parole: accennando il Baiìleenfc&Conftantienfe:
>erò , a fine di fare (labile riiblutione , ognuno doueiFedire fopracioilvoto
uo.
Il Cardinal Pacceco entrò a dire,Il Concilio elTer' ornato di molti, & molti
itoli , iquali tutti fé foirero da ufare in tutte le occafioni,refpreflìone di quelli
arebbe tempre maggiore,che il corpo del Decreto.Ma,fIcome un grand' Impe-
atore , polteffore di molti Regni, & Stati,per ordinario nelli editti non ufa,{c
lon il titolojdalquale l'editto riceua forza;&:, ben fpelfo fenza alcun titolo pre-
)one il nome fuo propriojcofi quello Concilio,fecondo le materie,che fi tratte-
anno , donerà valerfi di diuerh titoli per efplicar l'autorità fua:adeiro,che Ci ftà
le preparatorij,non e ncceffìtà d'ufarne alcuno. Il Vefcouo di Feltre confiderò,
!3he iProteftanti haueuano richiedo un Concilio, doue con votodecifiuoin-
eruenilfcro elfi ancora: & fé fi mettelTe per titolo del Concilio, che egli rap-
>refenti la Chiefa vniuerfale,caueranno di qui argomento, Adonque debbono
nteruenirui di tutti gli ordini della Chiefa uniueri'alcjiquali elFendo doi, Cleri-
:ale , & Laicale , non può eilèr intieramente rapprefentata,fe l'ordine Laicale è
:fclufo. Ma del rimanente , anco quei , che nella Sefllone alfentirono al titolo
femplice, furono d'openione, che foife fupplito. Il Vefcouo di San Marco
iilTcChe improprijflìmamente i Laici ripoifono dir Chiefa : perche,come i
Canoni determinano , non hanno alcuna autorità di commandarcma folo ne-
ceflìtà d'ubedire:& quella elTere una delle cofe,lequali doueua quello Concilio
decretare. Che i fecolari debbino humilmente riceuere quella dottrina della
fcdcche gli è data dalla Chiefai& non ne difputare,ne meno penfarci più oltre.
Et però apunto conuiene ufare il titolo,che la Sinodo rapprelenta la Chiefa vni-
uerfale , per fargli fapere,che eflì non fono la Chiefa,ma debbono afcoltare,^
ubedire alla Chiefa.Molte cofcfuronodettej&fipafsòinanzi,fenzapiu ferma
T
146 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo III.
"*^i 3 1 3 conclufione, con ftabilire folamentc>chc per k fegucnte Seflìone fi urafle ilcito-
XLVi. lo Cci-nplicejcome nella pallata.
\nfimef[on' Qaefto finito , perche haueiiano fatto inftanza certi Prelati,chehonTiai fi
fi*comcva- joLieiVe venire alle cofe ibfl:antiali>per fodisfarglijfu propofto da' Legati,che fi
ghmo i Lega ^^^^^i^^ fopra i tre capi contenuti nelle Bolle del Pontence,cioè,reftirpatione
alU»'aterie,fi delle herciie,riformatione della dirciplina,& ftabiiimento della pacetin che
domanda im- modo s'haueua da entrare in quelle trattationi>che via s'haueiTe da tenere,^ co-
primaH parer ^le s'haueifc da procedere :& pregalfero Dio cheilluminalTetuttij&ciafcunG
di lioma. dicelfe il Tuo parere nella prima Congregatione.In fine furono prefentati alcu-
ni mandati da Vefcoui a(lenti,& furono deputati l'Arciuefcouo d'Ais , il Vef-
cono di Feltre,^ quello d'Aftorga,a vedere il punto dell' ercuiatione,«3c riferin
in Congregatione.
I Legati il giorno feguente rcrilfero a Roma,che fi vedeua quella amplifica
tione del citolo>con aggionta deURapprefentare laCliiefa uniuerfalc , eilèr col
tanto popolare j& piacere cofi a tutti,che facilmente poteua ritornar in tratta
tione:& però defiderauano faper la volontà di Sua Santitàjfe doucuano perfifte
re in negarlo, ouero compiacergli imaflìme in occafioncjche fi hauelle da far
qualche decreto importantejcome in condannare rherefi.c,& fìmilicofe.Auifa i
tono ancora d'hauer fatta la propofta per la feguente Congregatione cofi i)
genere j per fecondare il defiderio de' Prelati,che era d'entrar nelle cofe eirentia
li,&: mettere nondimeno tempo inmezojfin che vejiilfe da Sua Santità l'inftxut
tione richieda. Aggionfero appreffo, il Cardinale Pacceco eilèr' auifato, eh
l'Imperatore haucua dato ordine a molti Vefcoui Spagnuoli,perfone d'elfem
plarirà,& di dottrina^che andaiTero al Concilio:perilche giudicauano cifere ne
ceirario>che Sua Santità mandaife dieci o dodici Prelatiide' quali Ci potelfe fid<
rcjiS^ foifcro ancora perle altre qualità a comparire:acciò,crefcendo il numen :
degli Oltramontanis maflìme huomini rarij&: d'eiremplaritàj&dottrinajtro j
Malfero rifcontro in qualche parte : perche di quelli j che fino all' hora fi trouai :
uano in Trento, i ben intentionati erano di poche lettere,& minor prudenza :
quelli di qualche fapere,fi fcopriuano huomini di difiègnoi^: difficili a mane^ i
giare.
ed in Concìlio Nella feguente Congregatione ridotta a* diciotto Gennaro, per fentire lipa ;
t Cejam ^0- r^j.-^- j.^j.j.- {opj.^ lepropofte della precedente, le fentenze furono quattro.G] 5
V°ma ^AltrAf I™penali dillero , Che il capo de' dogmi non Ci poteua toccare con Iperanza e ì
tato della i{f- fLUCto,e{rcndodibifognoprima,conuna buonariforma leuar le tranfgreflìon:
fermat d'onde fono nate l'hcrefie: allargandofi alTai in quefto campo,&: concludendo \
che fin a tanto,che non cella lo fcandalo,che piglia il mondo per la deformatio
ne dell' Ordine Ecclefiaftico , non farà mai creduta cofa,che predicheranno,c
affermeranno nella dottrina: effendo tutti perfuafi,che fi debbia guardar li fatti
non le parole:ne douerfi pigliar eiTempio dalli Cocilij vecchiiperche in quei,<
non vi era corrottela di coftumi , o quella non era caufa dell' herefia:& in firn
il mettere dilatione al trattare della riforma,eirere unmoftrarfiincorrigibili.
Khrhtì demi. Alcuni altri pochi gjudicauano d'incomrainciare da' dogmi,ac fuccefllua
inentt
Papa Paolo III. LIBROSECONDO. 147 __
mente palVar' alla ni-orma:allegando,chc la fede è il fondamenroj& la bafe del ~cT3~id
viiieiChriftiano-.che non fi commincia mai ad edificare dal cetto,ma da' fonda- xlvi.
menti-.che maggioi'peccato era errare nella fede,che nelle altre artioni hnmane:
&che il capo dell' ellirpare l'herefie era pollo per primo nelle Bolle Ponteficie.
Vna terza opinione fu, che malamente li poteuano difgiongere idoicapi,della altri , nd a'
Riformatione , & della Fcdcjnoneirendoui dogma,che non habbia aggionto il >«««^»« '"y^«-
fuo abufo;nc abulo che non tiri appreifo la mala interprctatione , & il mal fenfo '"^*
ài qualche dogma: onde eranecelfario di trattargli in un medelìmo tempo:ag-
lyiongendo > che,hauendo tutto'l mondo gli occhia quello Concilio,«S<:afpet-
:ando il rimedio non meno alle cofe della icdejche a quelle de' coIlumi,{ì fatif-
"aria meglio col trattarli ambidoi infiemcche l'uno dopo l'altro^mafllme che,
econdo lapropofta del Cardinal del Montcfi farebbono diacrfc deputationi,
rattando una parte quella materia,& l'altra quell' altra : ilche lì doueua accele-
are di fare : confiderandojil prefente tempo, quando la Chriftianità è in pace,
irerepreciofoj&danonpcrderejnonlapendojche impedimenti poteifc appor-
arilfuturo:douendolìancoftudiareadabbreuiare il Concilio quanto iìpote-
ia>accioche le Chiefe reftalfero manco tempo priuate de' lor Pallori; &per
nolti altri rifpettiiaccennandoquellojchepoteuanafcere alongoandarejcon
oco gufto del Pontefice,& della Corte Romana.
Alcuni altri ancora,tra'quali Rirono i Francefi,dimandauanojChe fi mettellè
er principale il capo della pace: che fi fcriueire all'ImperatorejalRcChriftia-
iflìmo j & agli altri Prencipij rendendo gratie per la conuocatione del Conci-
o,per continuare ilquale,volcirero ftabilire la pace,6<: coadiuuare l'opera, con
laudare loro Oratoti, & Prelati :& parimente fifcriueife amicabilmente alli
,utherani,inuitandogli con carità a venire al Concilio, &l congiongerficolri-
lanente della Chriftianità. I Legati,uditi i pareri di tutti, oc lodata la lor pru-
mtiaydilTero, Che, per ellèr l'hora tarda, & ladeliberationegraui{Iìma,&:le ^^g'^f'fop/f
ntentic varie , haurebbono penfato fopra quanto era ftato raccordato da ciaf- J^^''"°-
inOidc nella prima Congregatione haurebbono propofto i ponti per determi-
irc.
Fu prefo ordine , che le Congregationi Ci facefiero due volte la fettimana, il
une,& il Venere, fenza intimarle:& in fine rArciucfcouod'Ais,hauendo ri-
punto lettere dal Rè Chriftianiflimo,falutc),perfuo noirie,la Sinodo,&: promi-
,che Sua Maeftà predo mandarla un' Ambafciatore,<S^ molti Prelati del fuo
.egno:& qui la Congregatione fini.
I Legati auilarono del tutto Roma,fcriuendo, Che haueuano portato inanzi fcrluom x i(p-
1- rifolutione delle cofe trattate fotto li preteftinarrati,ma in verità per metter '
:mpo di più in mezo,afpettando,chepoteirero venir le inftruttioni,^ ordini
Dmcreggerfi:fupplicandoSua Santità dinuouo di fir intendere la Tua volontà,
onderaudo fopra tutte le altre confiderationi,che l'allongare il ConcilicSc
merlo aperto , potendo abbreuiarlo,non fa per la Sede Aportolica:aggiongcn-
Ojefierc ftati neceflicati a ftabilire due Congregationi alla fettimana, per tcnci"
r jPi-elati in eirercitio,& leuargli l'occafione di farne da loro ftefll.Majche qucfto
i : T \]
ma,
^ 348 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo Illi:
cn IO faràcomminciarelecoreaftnngerfii&; però farà necelTancche inRomafìpigli
XL Yi. maniera di rifoluere le propofte prefto, 8c non tardare a rifponderglijcome fin
air hora fi era fatto : ma tenergli auifati di quanto doneranno fare di mano in
mano, con preuedcr anco li cafi quanto farà poffibile-.^ poiché per m.olte lette-
re haueuano fcritto^eirerui molti poueri Vefcoui andati al Concilio fottola
fperanza,& le buone promcire diSuaSantità,&del Cardinal Farneie 5 lo repli-
carono anco all' hora, aggiongendo, Che nonfipenfairc di trattargli cofi alla
domefticain Trento, come inRoma,doue,nonhauendo alcuna autorità,ftan-
no humili &c foggctti : perche , quando fono al Concilio,pare loro douer elfcrf
tutti ftimati,& mantenuti:ilche quando non fi penfi di fare , farà meglio penfai
di non haucrgli in quel luogo,che haucrgli mal fodisfatti,& diiguftatixonclu-
dendo,che quella imprefa non fi poteua condurre a buon fine knza diligentia
&fenzarpenderc.
e la rljpofta è Parrebbe marauiglia ad ognuno , che il Pontefice,perfonaprudentiflima,(S
differita ad yerfata ne' maneggi in tanto tempo, a tante inftanze de' fuoiminiftri>non ha
*'''*' uellè dato rifpofta a doi particolari cofi importanti,& necefiarij. Ma la Santit
fua fi fondaua poco fopra il Concilio:tutti i llioi penfieri erano volti alla guerre
che il Cardinal Farnele haueua trattato coli' Imperatore l'anno inanzi:& non
poteua contenere , che non ne facelTe dimoftratione.Ne l'Imperatore richiedi
uà progrelfo di Concilio , per li fini delquale all' hora baftaua che rettali
aperto. ,
fi llamadil- Ma i Prelati,che voleuano incomminciare dalla riforma» & lafciar addieti
Urifoma ' i dogmi, aiutati da' Miniftri Imperiali,atterero a tirar nel voto fuo gli altrirco:
crejcendoj che fu alfai facile, per elTer la riforma uniuerfalmente defiderata,& poco credi .
ta:&; moltiplicarono tanto innumcro,che i Legatifi trovarono confufi.Ond
ifchifatacaM- per loro fte(Iì,& per mezo degli adherenti,fecero diuerfi uffici) priuati,& fina
tamme da -^^^^^^^^ ^^^^ congregatione de ventidue tutti trcl' uno dopo l'altro, fi poferc
^^^'"''' sbattere i fondamenti,che fi allegauano in fauor della riforma. Fece grand' ir
preflìone una ragione tratta dalla propoila diCefare nella Dieta di VormeS; >
Magt^io pairato,quandodiire,che fi fteife a vedercche progreiTo faceua il Coi
cilio^nelle dehnitioni de' dogmi , & nella riforma:che non ne facendo alcun
intimeria una altra Dieta,doue le differenze nella religione fi accommodafièr
& gli abufi fi correggelTeroiarguendo di qua,che fé non fi trattaffe de' dogmi ;
canonizeria il Colloquio, & la Dieta futura: &nonfipotrebbe,conbuonar
gione,impedire che in Germania non fi trattaite della religione,quello,che fi:
cufaua di trattar in Concilio.
FunellaConaregatione un gran Prelato>&ricco,ilqual,con oratione medit
taaactefe a moftrare,che non bifognaua mirare fé non alla riforma, effaggeram
molto ladeformatione commune d'ogni parte del Cleroj^; inculcando,che 1
che i vafinoftri non fi mondaffero , lo Spirito Santo non poteua habitarui; ;
per confeguente , non fi poteua fperare alcun retto giudici© nelle cofe de 1
Ma il Cardinal Santa Grece, prefo di qua il parlareadiire, che era mólto b 1
ragie ;
f
' A,PA Paolo III. LIBRO SECONDO. i45> ^
Igiene non differir niente la riforraatione d'i quei medefimi , che hancuano a e i o i o
laneggiar ilConcilio:machequellaerabenfacile,& iipedita,&iìpoteLia mct- xlvi,
er fubito in eirecutionejfenza ricardar' il capo de' dogmi per fcftelio intricato,
k: di lontra digeftione. Lodò molto quel Prelato d'hauer raccordato cofa cofì
anta j &: di buon clTempio : perche, incomminciando da fé ftefl[ì,fì poteua rifor-
nar tutto'l redo del mondo con fiiciUtà : cifortando cutti,con efficaci parole a
venirne allaprattica.Queftafentenza fu ben da tutti lodata, ma non fu Icguita,
.-licendo molf ijChe la riforma doiicua ciferc uniuerfalc,& non fldoueua perdere
rempo in quella particolare :pcrilchc fu conclufo datutti,eccettuatidoiroli>
;hegli articoli dcllareligione,&; della riformatione follerò trattati di pari,fico-
-rie di pari fono delìderati da tatto'l mondo >& giudicati neceirarij& inficine * ^'fi^i^to^dì
Dropofti nelle Bolle di SuaSantità.Reftarono contenti i Legati di quefta rifo- J^f T '
iUtione,i'e ben haurebbono delìderato più tofto trattar della fola fedctralafciata
la riformajma tanto era il timore, che haueuano d'eirercoftretti a trattar della
dformatione fola, che riputauano total vittoria il mandarle ambidue infieme:
penfando ancO)Che finalmente la loro opinione di tralafciar la riforma era pcri-
colofajvolcndorefiftercatutti i Prelati,&atutti li Stati della Chrilì:ianità,che
la dimandauano ; & non potendofi fare fenza molto fcandalo>& infain:(a.Ilqual
partito prefo da loro, coftretti da mera neceflità,quando a Roma non folFe pia-
ciuto , nonhaurebbono potuto lamentarfi d'altri, che di loro fteffi tante volte
foUecitati a rifpondere alle lettere,& mandar le infliruttioni neceflarie.
Fu poi deliberato di fcriuere al Pontefice,ringratiandolo della conuocatione, * <^'A;««w «2
& apertura del Concilio,fupplicandolo a mantenerlo,^ fauorirlo,&; ad inter- p^^'^yf
porfiapprclPo a' Prencipi Chriftiani per il mantenimento della pace tra loro,& '
eccitargli a mandar Ambafciatori al Concilio.Ordinarono anco di fcriuere air
Imperatore, al Rè di Francia, de'Romani,di Portogallo,&: altri Rè Catholici,
per laconferuatione dellapace,per la miflìone degli Ambafciatori, per rafficu.-
ratione delle llrade,& perche eccitalfero i lor Prelati a comparir pcrfonalmen-
te nel Concilio:&: la cura di fcriuere quelle lettere fu data al Vefcouo di S.Mar-
€0,per eifer lette,&: fermate nella futura Congregatione.
Diedero fuori li Legati doiponti,fopra quali douelfero i Padri haucrconfi-
deratione, & dir il voto loro: il primojSe nella Seflìoneproifima fi doueua pro-
nunciare il dccreto,che fempre folfero trattati infieme i capi dellaFede , & quelli
della riforma corrifpondenti: ilfecondo,In che modo fi ha da procedere in eleg-
gere i doi capi,& in trattargli , 8c elfaminargli. Penfarono i Legati con quelle
propofitioni hauerfi fcaricato dell' importuna richiefta d'alcuni, di ftabilire in
ogni Congregatione qualche cofa di fu{lantiale,& infieme d'hauer moftrato di
tener conto de' Prelati»
La Congregatione feguente fi confumò nel leggere le molte lettere formate, fi t^-^i^a Jel^
& nel difputar del figillccon che ferrarle:proponendoalcuni,che follerò figil-S?^'^''^*^ ^*'»'
late in piombo con bolla propria della Sinodo,*iella quale,chi voleua che da "^*°^
una parte folTe imprefla l'imagine dello Spirito fanto in forma di colomba,
<iall' altra il nome della Sinodo:(Sc chi raccordaua altre forme, che tutte teneua.-
T iij
150 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo II
e I D 1 3 no del Tpeciofo-Ma i Lcgati,che haueiiaiio alrroordine da Romajafciaco di
XLV. piìtare i Padri fopra qaefto,dÌLiertÌLono lapropofta,con dircCiiehaueua delfì
floro,& che protraheua il teinpojpoichchauL'ebbeconuenLito mandare a Ve
nccia per fame la formajnon eifendo in Trento artefice fufficienceper una opcr;
tale : toggiongendo j che s'haurcbbe penfato meglio dopoj&r che era neceflaric
fpedir le lettere all' hora:ilche fi potcìia fare col noracj&; figlilo del primo Lega-
teli rimanente fu rimcifo allafeguente Congregatione.
Nellaquale parlandofi fopra i doi ponti già propofti,per ilprimo elFendo dm
openioni : una , che il decreto foife formato & publicatoil'altrajche non era bei:
lobligarfì con decretOjma confcruarfì in libertà.per poter deliberate fecondo.l^
opportunità j il prefe la via di mezo, di far mentionefolamente,Che la Sinodo
era congregatajprincipalmente per quelle due caufe,(enza palfar più inanzi:ma i
quanto al,lecondo ponto, kntiualamaggiorpartcjche cHèndo congregati per
dannar l'herefìa Luthcrana, conueniuafeguir lordine della lor Confedìoneial- 1
e dell' ordine qual parere fu da alti i contradctto:perche farebbe un feguire li Colloqui) tenuti
de dogmi a fj^ Germania , che era un abballare la dignità del Concilio. Et,perche ellendo li
trattare, pLÙmi doi capi della ConfeflìoneAuguftanajluno della Trinitàjl'altro dell' In-
carnationejne'quali vi era concordia in foftanza;m_a efpreffi con nuouo modo,
de inufitato nelle fcuole; quando folfero approuati quelli,fe gli farebbe dato ti-
putatione,Òi fatto pregiudicio al condannar li feguenti:e,quando s'hauefTe vo-
luto, non approuandogli,ne dannandogli,parlarne,non con i termini di quella
CofeflìonejmaconifcolafticijO con altri,portaua pericolo d'introdurre nuoue
.^ . difpute,& nuoui fcifmi. A' Legati,che non mirauano,fe non di portar il tempo
d^kmi'^per inauzijpiaceua fentir le diHìcolL-à,& ftudiofamentele nodriuanojdando deftra-
pottr affettar mente fomento bora air.uno,hora all' altro.
dti ^oma. la. Auuicinandofì il tempo prefiiro per la Sefllonej& non hauendoriceuuto da
rij^ofÌA , la- Roma inftruttione,firicrouarono i Legati in molta perplcfTità.Ilpairar quella
quale non ca- ^^ff^^y^Q jj-^ ceremoniccome la precedente,pareua un perder tutta la riputatio-
*"'*' ne:il dar mano ad alcuna matcria,era giudicato colapericolofa,non hauendo
ancora prelìiro il fcopo doue mirare.Quclio,che pareua portare manco riichio,
era formare un decreto fopra la rifolutione prefa nellaCongregationc>di trattar*
infleme la materia della fede con quella della riforma: a che fi opponeua,Che
era un obligarfì, &; anco un determinar cofa quafì indecii'a dal Pontefice nella
conuocatione.In quefla ambiguità era propoflo , che fi pailàire con un decreto
dilatorio, lotto prcteflo,che molti Prelati erano in viaggio,5i: s'afpettauano di
Sypsr conjtglio corto.ll Cardinal Polo meire in confìderatione, Che,ellendofi in tutti gli anti-
itlPolo, ^i^j Concili] publicato un Simbolo di fede, fidouelfein quella Sellìone fare
riftelfojpublicando quello della ChiefaRomana.Fu in fine deliberato di formar
il decreto con titolo femplice,&r in quello fare mentione di douer trattare della
religione, &; della riforma : ma tanto in generale, che fi poteireaccommodare
ad oc^niopportunitài& recitar il Simbolo: &pairarfela,facendo un' decreto di
riir:etrer le materie all' altra 5eflione; allegando per caufal'eirer molti Prelati in
prociiito,6i alcuni in viaggioi&pernon efTer ridotti più in tale anguflie,alloii-
gare
APA Paolo III. LIBRO SECONDO. ip
are il termine della fegucntc il più inanzr che fi poteua>nondifFerenclokpeiò ci^ i^
opoPafca. ^ xLvii,
Quello formato ? fu communicato a Prelati più confidcntirfra iquali il Vci-
:ouo di Bitonco confiderò, CheilfareunaScflioncpcrrccitar' il Simbologia
-niile duecento anni ftabilito , de continuamente credato,& al preferite da tutti
iccettato intieramente; potrà ctler riccuuto dagli emuli con irrifioncj&: dagli
litri con finiftra interpretatione:che non fi può diredi feguire in ciò rcifcmpio
le' Padri antichi : perche effi, onero hanno compofto Simboli contrarhcre-
ìe > che condannauano;ouero,replicati gli anteriori contra hcrefic già condan-
late , per dargli autorità maggiore; aggiontaui qualche cola per dichiarationej
)uero,per ritornarlo in m.emoria,& ailicurarlo contra l'obliuionemia all' hora
lon fi componeuaSimbolo nuouo, non vi s'aggiongeua dichiarationcul dargli
naggior autorità non eHercofadalorcnedaqucllecolo-.ilrammemorarlcrc-
itandofi almeno ogni fettimana in tutte le Chiefe , de eifendo in memoria
ecented ogni huomo,ellercofafuperflua,& affettata. Che col Simbolo foircro
:onuinti gli hereticijcilèr vero di quelli, che errauano contra elfo: pcrò,non
joterfi far cofi contra i Lutherani>chelocredono,come i Cattolici. Se,dopo
'hauer fatto quello apparato, mai farà ufato il Simbolo a quello effetto , s'in-
erpreterà l'attionccome fatta non per altro,che per trattenere, & dar pafto,non
lauendo ardire di toccar i dogmi, ne volendo dare mano alla riforma.Confe-
,lic),che foife meglio metter dilatione , attefa l'afpettatione de' Prelati,& con
[uella pafiar la Seflìone.
Il Vefcouo di Chiozaviaggionfe,Che,anzi le ragioni,ad'dbtte nel decreto».
>otrebbono elfere dagli heretici adoperate a proprio fàuoi-e,CQn dire , Che fé il
►imbolo può feruire a conuertir gli infidcli,efpugnajie heretici,confermar fede-
ijnon fi debbecoftringergli a crederealtracofaftioridi quelle. Quelle ragioni
lon furono giudicate da' Legati cofi effica<:i,come la contraria,CheilnonfaE
lecreto folte con perdita della riputatione:perilche,rifoluti a quella parre:>&
.ccommodate meglio alcime parole,fecondo gli auuertim enti de' Prelati, pro-
)ofero il decreto nella Congregatione del primo di Febbraro:fopra ilquale furo-
lo dette varie cofe,&:,fe ben fu approuato dalla maggior parte, nondimeno con
Ipoco gufto nel partire della Co«gregatioiie:alcuni de' Prelati ragionando l'uii
Idi' altro hebbero a dire>Si dirà,checonnegotiodiventiannifihaconclufodi
'.idurfijper udire a recitar il Credo.
Venuto adonque il dì quattro Febbraro,giorno dcllinato alla Seflìone , con f f* Sefjìont.
ta mcdefima ccremonia, de compagnia s'andò allaChicfamellaquale camola "/ *"<"w //
MelTa , Pietro Tagliauia,Arciuefcouo di Palermo: e fece il Sermone Frate Am- ^"^'"'^'''
orofio Catarino , Senefe,DominicanG;& l'Arciuefcouo di Torre leiTe il Dccre-
tojla foftanza del quale fu , Che la Sinodo , confidcrando l'importanza de* doi
tapi , che haueua da trattare j dell' eftirpatioiie delle herefie,& riforraatione de'
coftumijeflortatutti a confidar in Dio, & vellirfi delle arme fpirituali:& accio-
'che la fua diligenza habbia prinGÌpio,& piogrellb-dalla diuina gratia,determina
dicomminciare dalla Confeflìone della fede,feguitando gli elkmpij de' Padri,
152, CONCILIO DI TRENTO PAPAPAOLoIir
clic ne* principali Concili) nel principio delle actioni hanno oppofto quelle
Icndo contLalehere(ìc,&; con quel folo alcune volte hanno conuertito gli infe
dcli,& vintigli heretici'.nclquale concordano rutti i profeiibri del nome Chri-
ftiano : &; qui fu recitato tutto diparola in j^arolafenzafoggiongere altra con
cluiìone:& interrogò rArciuekouo i Padrijlegli piaceua il Decrero.Furifpoftc
da tutti affermatiuamente: ma d'alcuni, con conditionij & additioni,nond
gran momento > con difpiicentia del Cardinale del Monte:alquale non poteu;
piacere, che in Seffioni Ci difcendeife a' particolari, temendo che quando s'ha
ucilè trattato cofa di rileuo, poteife nafcere qualche inconuenientc.Fu letto do
pojl'altro DccretOjintimando la Seffione per li otto d'Aprilcallegando per cau
la della dilatione, che molti Prelati erano in pronto per il viaggio,& alcuni ii
viaj &: che le deliberationi della Sinodo potranno apparer di maggior ftima
quando faranno corroborate con confeglio & prefentia di più Padrisnon diffc
rendo però l'eflamine , Se difculTione di quelle cofe , che alla Sinodo pai
ranno.
La Corte di Roma, che al nome di riforma era tutta in ifpauento,fentì coi
piacere , che il Concilio il trattenelfe in prcambuli,fperando che il tempo hau
rebbe portato rimedio : 8c i Cortegiani,intemperanti di lingua edere itarono 1
dicacità,dandofuori,ficome il coftumaua all' hora in ruttigli auuenimenti,d:
uerfepafquinate molto mordacijchi con lodare i Prelati congregati in Trent
d'hauer fatto un nobiliflìmo decrcto,& degno d'un Concilio Generale i de eh
confortandoli a conofcere la propria bontà,&: fcientia.
ér i Legati I Legati , nel dar conto al Papa della Seflìone tenuta , auifarono anco elfer
fermano di cofa dimcile per l'auuenire opponerri,& vincer quelli , che voleuano finir il t
nuouoaKo- tolo con la rapprefentatione della Chiefa uniuerfale : nondimeno farebbon
"**' sforzati di fuperar le dii£coltà.Ma,che di trattenere più i Prelati fenza operai
cofa di momento,^: venir'all' elfentialcnon era porfibile:& che però afpettaUc
no l'ordine , Se l'inftruttione tante volte richieftaiche alerò farebbe ben parf
trattar della Sacra fcrittura quelle cofe,che fono controuerfeco' Lutheranijó
gli abufì introdotti nella Chiefa in quella materiaxofe, con quali il poteua dd
molta fodisfattione al mondo,fenza offender niiruno;& di ciò haurebbono a
pettata la rifpofta,eirendoui tempo affai luogo per poter eflaminare quell i
materie , Se molte occahoni di portar tempo lino al principio di Quadra
g- lima.
f« Gemtmia Majin quello tempo,ben che il C oncilio folTc aperto,& tuttauia Ci celebrallc
s'allarga la ri non mutarono ftato in Germania le cofe. Nel principio dell' anno l'Eletto
forma meitaf Palatino introdulTc la Communione del calicela lingua popolare nellepubli
che preghiere,il matrimonio de' Preti,& altre cofe riformate già in altri luogh: ,.
Et li deftinati da Cefare ad interuenire nel congrelTopcrtrouarmododicor
cordia nelle differenze della religione , fi ridulTero in Ratisbona alColloquic
delquale Cefare deputò Prefidente il Vefcouo di Eicftat,&: il Conte di Furftein
bergjdoue non riufci alcun buon frutto perlefofpittioni, che ciafcuna dell
parti concepì centra raltra:&: perche i Catholici incontrauano ogni occafion'
di dai:
Papa Paolo III. L I B R O S E C O N D O. 155
\i dar' all' altra parte maggiori Cofpetthòc fìngerli dal canto proprio : iquali fece
.0 finalmente diiroluere li conuento. ^'^ ^^
Morì anco a' diciotto di Fcbbraro Martino Luthero : lequali cofcauifate in xi. vi.
rrent05& a Romajnon fu fcntito tanto difpiacere della mutatione della religio- ^Z"'*^^' ^"'
ne nel PalatinatOjQuanto allegrezza,pcrche il Colloquio non haucirc iucceiloj
Bc tenddVe alla. di(ic)lutionej& folfe morto Luthcro.IlColloquio pareua un'ai-
re ConciliO)& daua gran geloria:perchc>fe qualche cola folfe ftata concordata,
lon/i vedeua,come potcilèpoi dal Concilio eilerrigettata:& fé folfe accettata,
laurebbe parlo che il Concilio riceueife le leggi d'altronde :(Sd in ogni modo
(Uel Colloquio in piedi, con interuenientiMiniftri di Cefarcera con poca ri-
utatione del Concilio,& del Papa.Concepirono i Padri in Trento,& la Corte
1 Roma,granfperanza,vedendo morto un' inftromento molto potente acon-
•aftare la dottrina,^ riti della Chiefa Romana:caufa principale, & quali totale
elle diuifionij<S^ nouità introdotte : &: l'hebberoper un prefagiodiprofpero
iccelfo del Concilio: & maggiormente, per eircrndiuulgata quella morte per
Italia, come fucceilà con molte circonftanzcportentofe,& fauolofe,lcquali
afcriueuano a miracoIo,&: vendetta diuina:fe ben non vi intcruenncro,fc non
i queiftefll euenimenti foliti accadere ordinariamente nelle morti degli huo-
i dni ài feirantatre anni:che in tanta età Martino pafsò di quella vita.Ma,le cofe
iccedute dopo fin all' età noftra,hanno dichiarato,che Martino fu folo uno de'
iezij&: che le caufe furono altre,piupotenti,& recondite. r t ' ' js
Cefarejgionto in Ratisbona, fi lamentò grauemente, che il Colloquio folle ^r "'"^-^
iroluto:&: di ciò ne fcriile per tutta Germania lettere , lequali furono con rifo ^J '
rdutceifendo pur troppo noto,che la fcparatione era proceduta dall' opera de'
3agnuoli,&r Frati,&: dal Vefcouo di Eicftat,da lui mandato. Et non è difficile,
; landò fono faputi gli operatori,immediate conofcere d'onde venga il princi-
! odelmoto.Ma ilfauio ImperatorejdeH'iflciracofavoleuavalerfipcrfodisfarc
I Papa,(S<: al Concilioj& per cercar' occafione contra i Proteftanti:ilche l'euen-
! I comprobò,quando replicate le ftelfe querimonie nella Dieta5& ricercato dal-
! congregati nuoui modi di concordia, i miniftri di Magonza,& Treueri, fepa-
; ti da quei degli altri Elettori,& congionti con gli altri Vefcoui , approuarono
|Concilio,& fecero inftanza a Cefare che lo protegeire,& operalle che i Pro-
Illativi interueniirero,& feglifottomettelferorrepugnando e(Iì,&rimoftrando
i contrario, che quel Concilio non era con le qualità,6iconditioni promcire
iintevoltej& inflando, che lapacefoireferuata,&: le cofe della religione foife-
j) concordate in un Concilio di Germania legitimo , onero in un Con-
ato Imperiale. Ma le mafchcre furono in fine tutte leuate , quando le
icouifioni della guerra non poterono più cilere occultate: di che a luo luogo
dirà.
Sopra la lettera da Trento fcritta , hebbe il Pontefice molta confideratione, '( ^'*/"'/^'''|^
,air un canto, ponderando gli inconuenienti,che farebbono feguiri,renendo, t^l^^^l'l'lt
3mediceua,il Concilio fu le anchore,con mala fodisfattione di quei Vefcoui, tri in^materia,
jlie iui erano:& il male che poteua nafcere ? quando s'incomminciafle riforma.
V
^ 154 CONCILIO DI TRENTO PapapaoloU!
ci3 13 In fine, vedendobene che era neceflàrio rimettere qualche cofa alla ventura,;
XLVi. che la prudentia non confegliaua Te non euitar il male maggiore , rifoluè di ri
criucrc a Trento,Che,fecondo il raccordo loro,incaminailero Tattionejauue
tendo di non metter in campo nuoue difficoltà in materia di fedejne determ
nando cofa alcuna delle controuerfe tra Catholici: &c nella riforma procedei
ed è prefo il do pian ^iano. I Lcgati,che fm'air hora fi erano trattenuti nelle Congregàti(
fig§;:tto deHa. ni in cole generali,hauendo riceuuto facoltà d'incaminarfi,nella Congregati(
SacraSciittu- ^q j^' ventiduc Febbrarojpropofero , Che, fermato il primo fondamento del
'"*'' fedcjlaconfeguenza portaua che fi trattafTe un altro più amplo,che è la Scritt
ra diuina:materia,nellaquale vi fono punti fpettanti a dogmi controuerfi co' L
cherani;& altri per riforma degli abufi^Sc lipiu principali,^: neceitarij da eme
dare 5 8c in tanto numero, che forfl non bafterà il tempo fmo allaSclTioncp
trouar rimedio a tutti.Si difcorfe delle cofe controuerfe co' Lutherani in quef
foggetto ; &; degli abufi, &c fu da diuerfi Prelati parlato largamente fopra
quefto.
Sino air hora i Theologi,che erano al numero di trenta,& per il piu,Frati, 1
non haueuano feruito m Concilio adaltro,che a far qualche predica i gioì
feftiuijin eilaltatione delConcilio,o del Papa,*S^ per pugna ombratile con L
theranijhora,che fi doueua decidere dogma controuerfo,& rimediare agli ab
più tofto de' letterati, che d'altri,comm-inciò ad apparire in che valerfcne.Et
prefo ordincche nelle materie da trattarfi,per decider punti di dottrina,foire
eflratti gli articoli da' libri de' Lutherani,contrarij alla fede Qrtodoira,& dat
ftudiare,& cenfurare a' Theologij:accioche>dicendo ciafcuno d'eflì ropinio
fua , folle preparata la materia per formare i decreti, iqualipropofti in Cong
gatione,& eflaminati da' Padri,intefo il voto di ciafcunojfolfe flabihto quel
che in SefTione s'haurebbe a publicare. Et in quello, che appartiejieagh abi ,
ognuno raccordaire quello,che gli pareua degno di correttione,col rimec
appropriato.
di che fono e- ^^^ articoli,formati per la parte fpettante alla dottrinajtratti da' libri di I
^m« «meo/» thero,furono,
da l'ibride i. Che la dottrina necefìària della fede chrifliana,fì contiene tutta intii
frotefimm nelle diuine Scritture : & che è una fintione d'huomini aggiongerui tradicic
non fcrittccome lafciate da Chrifto,& dagli Apoftoli allaSanta Chiefa^arrii ■
te a noi per il m.czo della continua fucceifione de' Vefcoui'.&ellèrfacrilc;.
il tenerle d'ugual autorità con le Scritture del Nuouo ,.&del Vecchio;Tei
mento.
II. Che tra i libri del Vecchio Teftamento non fi debbono numerare,fal »
che i riceuutì dagli Hebrei:& nel Teflamento nuouo le fei Epiflolc, cioè, foi •
nome di S. Paolo, agli Hebrei,diS. Giacomo, feconda di S^Pietro, feconda :
terza di S.Giouanni,& una di S.Iudaj.^ l'Àpocaliire.
III. Che,per hauerriQtelligenzavera della Scrittura diuina,o per allegarlep •
prie parole , è neceirario hauer ricorfo a' tefti della lingua originarià,nelLiqu; ;
è fcritta,& riprouar la tradottioncche da' Latini è ufata,come piena d'errori^
iiii. C '
Papa Paolo III. LIBRO SECONDO- 155
mi. Jpii&ia Sa'ittura diuiiia è faciliflìma , &c chiarifTima: 8c per intenderla e 1 3 io
non è ne£eilàna ne gloìaj'ne commenti j ma haiiere fpiriro di pecorella di xlyi.
Dlirifto.
w". Se centra tutti quelli articoli fi debbono fonnar Canoni conAna-
thcmi.
Sópra i dueprimi articoli fu difcorfo da' Thcologi in quattro Congrcgationi: tutti conror-
&nelprimo>tatti furono concordi,che la fede Chriftiana fi ha parte nellaScrit- damafoflcmr
:ura diiiina, & parte nelle Traditioni:& ficonfumò molto tempo in allegar per ^^ Tradnioni:
juefto luoghi di Tertulliano,che ipellb ne parla,& molte ne numera; d'Ireneo,
JiprianojBafiliojAgoftino,& altriianzijdicendo di più alcunijche tutta la dot-
rina Cattolica habbia per vnico fondamiento la Traditionc:perche alla medefi-
l'a Scrittura non fi crede, fc non perche fi ha per traditionc. Ma vi fu qualche
itFerenza,comxe folfe ifpediente trattar quefta materia.
FtaVicenzo Luncllo,Francefcano,fu d'opinione, Che,douendofiftabilii: la, 7 £2<«(,//o y/^
crittura diuina , & le Traditioni , per fondamenti della fede ; fi doueife inanzi chkde che fi
:artar della Chie{'a,che è fondamento più principale:perchelaScritcurariceue ^'"•*"' delia,
X quella l'autoritàjfecondo il celebre detto di Sant' Agoftino,ZV^p;^ crederei all' ^"^J'**
■vangétio ife t autorità della Qoiefa non mi confiringeJ[e:Ìi perche delle traditioni
on a può hauer' ufo alcuno , fé non fondandolo fopra la medefima autorità:
Diche, venendo controuerfia,fe alcuna cofafia per traditione,farà necelfario
;ciderla,oper teftimonio,o per determinatione della Chiefa. Ma,ftabilito
lefto fondamento > che ogni Chriftiano èobligato credere alla Chiefa,fopra
lello [i fabricarà ficuramente. Aggiongeua, douerfi pigliar eifempio da tutti
lelli che fino all'hotahaucuanofcritto confodezzacontra iLuthcrani,come
ate Silueftro,&: Ecchio,che fi fono valuti più dell' autorità della Chiefa,che ài
lalonque altro argomento: ne con altro poterfi mai conuincere i Lutherani.
lèr cofa molto aliena dal fine propofto,cioc,diponere tutti i fondamenti della
)ttrina Chriftiana,lafciare il principale, & forfè l'unicojma al certo,quello,
[ Qza ilquale gli altri non fuflìftono.Non hebbe quefta opinione feguaci. Alcu-
! gli opponeuano,che era foggetta alle ftefTe difficoltà, che faceua agli altri: '"1^ *'.'"* ^^'
I rche,anco le finagoghe d'heretici s'arrogarebbono d'effer la vera Chiefa,a chi '^'^'''''
jnta autorità era data. Altn,hauendo per cofa notiflima,&:mdubitabile,che
r la Chiefa fi debbe intendere l'Ordine clericalcSc più propriamente il Con-
jlio,& il Papa,come Capo;diceuano,Che l'autorità di quella s'ha da tener per
1 à deci(a,& che il trattarne al prefente,farebbe un moftrare che folfe in difhcol-
I , o almeno cofa chiarita dinuouo,& non antichifTimajfempre creduta dopo
i|tc ci è Chiefa Chriftiana.
j Ma Fra Antonio Marinaro,Carmelitano,era di parerc,che Ci afteneifc di par- // Mitrlnaro
|C delle traditioni:& diceua,Che in quefta materia,per dccifione del primo ar- ""« è dipare-
;olo , conueniua prima determinare,fe la queftione (oiVc faBhvel ?«m:cioè, fé ^^ cÌKJifacciA
i dottrina Chriftiana ha due paiti,una,che per diuina volontà foife fcritta; i'al- xfJdhh^^^
il, che per laftelfa foife prohibito fcriuere, ma fol infegnarc in voce:ouero,fe '
tutto'l corpo della dottrina,per accidente è auuenutOiChcjeifendo ftata tutta
1 V ij
^6 CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloIU.
infegnata j qualche patte non fia ft^ta pofta in fcL-icto.Soggionfceirei cofa chia-
ra , che la Macftà diuinajordinando la legge del Vecchio Tc{lamento,ftatuì che
foirc nccellàrio haueda in lcritto:pcrò col proprio ditoTcrille il Decalogo in
piccra,commandando>che foife ripofto nello rcrigno;,perciò chiamaco^Dcl pat-
IO yche (ì dice ^yirca feeder is. Che commandò più volte a Moifejdifcriuere li pre-
•cctci in un libro,&:che un clTcmplare ù.dXc apprelTo lo fcrigno:e che il Rè ne ha-
uelTe uno per leggere continuamente. Non fu l'iftclfo nella legge Euangelica
laqual dal Figlio di Dio fufcrittane'cuorijallaqualenonèneceirariohaacrta-
uole ,ne fcrigno » ne libro. Anzi fu laChiefaperfettiflimajinanziche alcuni de
Santi Apoftoli fcriueircro : 8c,(e ben niente folfe ilato fcritto, non però ali:
Chiefa di Chrillo farebbe mancata alcuna perfettione. Ma, fi come fond<
Chrifto la dottrina del Nuouo Tcftamento ne' cuorijcolì non vietò,che non de
ueirceirerefcrittajcomc in alcune falle religioniidoue i mifterij erano tenuti i
occoltojne era lecito mettergli ia fcrittOjtóa folamentc inl'egnarli in voce:& p(
tanto eller cofa indubitatajche quellojche hanno fcritto gli Apoftoli,& queil
che hanno infegnato a bocca,è di pari autoritàjhauendo efli fcrittOj& parlar
per i'inflinto dello Spirito Santo:ilqualperÒ5(ìcome,a{Hftendoloro,gli ha dri
zati a fcriuerej&: predicare il verojcoil non fi può dirc>che habbia loro prohibii
fcriuere alcuna cofa per tenerla in miftcriorondenonfì poteuadiflinguered
generi d'articoli della fede talcunijpublicati con fcrittura,altricommandari
communicare folo in voccDiffe anco>Che fé alcuno folfe di contraria opini
ne,haurebbe due gran difficoltà da fuperareil'unajin dire in che confifte la difì
rcnzarl'altrajcome i fucceifori degli Apoftoli habbiano potuto mettere in fcr
to^quelloiche da Diofu prohibitoifoggiongendojeirere altretanto dura,5^ dii ,
cile da foftcncr l'altrajcioèjper accidente elfere occorfo, che alcuni particol;
non lìano flati fcritti : poiché derogherebbe molto alla diuinaprouidenza ne
indrizzare i Santi Apoftoli nella compofìtione delle Scritture del Nuo
Teftamento. Per tanto concludeuajche l'entrar in quefla trattationc, folfe
nauignr traScilla;r?c Cariddi;& elfer meglio immitar li Padri> iquali fi fono fé
prc valuti di quello luogo folo ne' bilogni, non venendo però mai in parere
tbrmarnc un' articolo di competenza contralaDiuina Scrittura. Aggionfcc
non era neceirario paiFar' all' hora a far nuoua determinationcj poiché
Luthcrani j fc ben hanno detto di non voler elTere conuintijlaluo che con
Scrittura, non è però ftata formata controuerfìa in quello articolo:& elTert .
attendere alle iole controueriìc , che efli hanno promolIc,& non mettern( i
campo di nuoue, efponendofì apericolo di far maggior diuifìoni nel Chrifl •
nefmo.
V ./. A pochi piacque l'openione del fratc:anzi,dal Cardinal Polo fu riprefcc i
tD e rìprefoi dìiQ > Che quel parere era più degno d un Colloquio di Gerinania,che con< •
cenre ad un Concilio Vniueri'ale della Chiefa: che in queflo conuiene hai •'
mira alla verità fincera, non come là , 'doue non ii tratta fé non d'accorda 3
etiandioconpregiudicio della verità:, per conferuar la Chiefa ellernecefrar»
o che i Lutherani riceuiuo tutta la dottrina Romana >o che iiano fcop< i
quai
•ArA?AOLoin. LIBRO SECONDO. 157
manti più enori di loro Ci pao ritronareiper moftrarc al mondo tanto piujclic ciò i3
non fi può conuenir con loro. Però , (e e0i non hanno formato la concroucrlia xlv j.
fopra le tradicioni,bi(ognaformarla,(3: condannarle opcnioniloro,&m.o(ì:ra-
re,che quella doctrinanon lolo e dilfcrencc dalla vera,in quello doue profelfaLa-
mentc «li contradice, ma in tutte le akrcparriidoucrfì attendere a condannare
più alfordirà che lì potran cauare da' ferirti loro:& elTcr vano il timore di urtar ni
Scilla,o Cariddijper quella cauillofa ragionerà quale chi attendellè, conclude-
rebbcjche non ci foifc traditione alcuna.
Nel fecondo articolosle openioni furono conformi in queftojChclccondo dìuerfe opimo-
gli antichi eirempijjiì facclfe catalogo de' libri Canonici ; nelquale folfcro regi- ni [opra l^ Ca^
flrati tutti quellijche lì leggono nella ChieiaIlomana,etiandio quelli del Vec- """! ^''"'^"^J'»'
chio Tcftamento , che dagli Hebrei non fono nceuuti:5c' per proua di ciò fu da •^'*^"'
tutti allegato il Concilio Laodiceno, Innocentio primo , Pontefice , il terzo
Concilio Cartaginenfe,& Gelaiìo Papa. Ma furono quattro openioni. Alcuni
voleuanojche doi ordini foifero fatti :nel primo, lì poneirero quei folijche da
tutti fono fempre ftati riceuuti fenza cótuadittionc : nell' altro,quelh,quali altra
volta fono ftati reietti,o di loro dubitato:«S<: il diceua,che fé ben ciò non il vede
fatto precedentemente da'nillun Concilio, o Pontefice > nondimeno era fem-
pre cofi ftato intefo:perchc Sant' Agoftino fa una tal diftintione:&: l'autorità fua
è ftata canonizata nel e. in Canonicis\òi. San Gregorio , che fu pofteriore anco a
GelafiOjfopra Iob,dice de' libri de' Machabei,che fono fcritti per edifieationcjfe-
ben non fono Canonici.
Fra Aloiiìo di Catanea>Dominicano,diceua,Che quefta diftintione era fatta
da San Gierolamo , riceuuto come regola,& norma,dalla Chiefa,pcr conftituir'
il Canone delle Scritturerà allegaua il CardinalGaetano,ilquale elfo ancora-
gli haueua diftinti, leguendo San Gierolamo, come regola infallibile dataci
dalla Chiefa:& cofi fcrilTe a Papa Clemente fettimo,mandandogli l'efpofitione
fua fopra i libri hiftoriali del Vecchio Teftamento.Altrieranodiparere,chetre
ordini foireroftabiliti.il primordi quellhche iempre furono tenutiper diuini.Il
fecondo, di quelli, che altre volte hanno riceuuto dubio,ma per ufo ottenuto
autorità canomca:nelqual numero fono le lei Epiftole^^Js: rApocahìTcdelNuo-
uo Teftament05& alcuneparticoledegliEuangelifti.il terzo è\ quelli,chemai
fono ftati certificati,quali fono i fette del VecchioTeftaméto, & alcuni Capi di
Daniele , & diHefter. Altri ripiitaLTanoracglio,non far alcuna diftintionc,ma
immitare il Concilio Cartaginenfe,6c gliakri^ponendoilCatalogcfenzadir
più parole. Vn' altro parere fujChe fi dichiaralfero tutti in tutte le parti, come C\
ritrouano nella BibiaLatina,eirerdidiuina,& ugual' autorità.Maggiorpenfie-
10 diede il libro di Barucilquale non è pofto in numero ne da' Laodiceni,ne da'
Cartagineiì,ne da' Pontefici Romani: & fi farebbe tralafc iato , cofi per quefta
«:aufa,come perche non fi fapeuatrouar il principio di quel libro : maoftaua che
nella Chiefa fé ne legge lettione:ragione Itimata cofi potente , che fece rifolucre
la Congregatione, condire. Che dagli antichi fiiliim.ito parte ài lercmia , &
«omprefo coniai.
V iij.
ijS CONCILIO DI TRENTO PafaPaoloIH
ci^ 13 Nella Congregatione del Venere :, a cinque di Marzoi eifendo andato aui-
XL Y I. fcclic i pcnfìonauij dei Vefcouo di Biconto dimandauano in Roma d'eifer pa-
accidente, cir- gaci, & per qucfto l'haiicuano facto ciure inanziTALiditorcj facendo inftanza
ca le p'.nfioui, ^.j^^ r^j|^ coilrctto con fcomuniche5& altre cenfurc/econdo io fcil delia Corte,
i^fi'cmi-^ a fare il pagamcntoiegli li lamentaua,dicendojGhe i fnoi peniionarij ìiaueuano
ragioncima ne egli haueiia il tortojpcrchcrftando in. Conciliojnon poteua (pen-
dere manco di ieicenco feudi ali' anno; & detratte le penfìoni^non ne reftaua a
lui più che quattrocéto : onde era neceirario,ciie foife fgrauatco fouuenuto de-
gli altri ducento.I Prelati poueri,come in caufa comraune,s'adoperauano in fuo
reruitio:& alcuni d'effi paflarono m qualclie parole alce, dicendo,Che quello
folle una infamia del Concilio, quando ad un' ofHciale delia Corte di Roma
folle pcrmelfo ufar cenfarc contra un Prelato effiifence inConcilioieller' una i
moftruoficà, cliehaurcbbc dato da dire ai miOndo,Clieil Concilio non folfeii-
beroiche i'honor di quel Confeifo ricercaua,che folle citato a Trento i'Audito-
i'e,ouero ufato verfo di lui qualche rifentimenco,che conferuairc la dcgnità de la
Sinodo illefa. Alcuni anco palfauano a dannar i'impolìtione delie penlìoni,di-
cendo, eifere ben coiagiulla,& ulata dall' antichità,che le Chiefe ricche fou-
ueniifero le pouere : non però coftrette , ma per carità, ne ieuando a fé fteire le
cofeneccifariexofìanco hauer'infegnato San Paolo: ma che i poueri Preiati,
di queilo,clie era necelfario per la follentatione propria, foirerocoftretti con
, ceniure a rifondere a' ricchijeifer cofa intoierabiie, &: quello effer' un capo di-
' riforma,da tratcar' in Concilio,riducendo la cofa ail'antico,& veramente Chri-
ftiano ufo. Mai Legati, e onfiderando quanto follerò giufte le quereie,&doue
poceuano capicare, quietarono ogni cola, con promettere, che haurebbono
Icritco a Roma,&: facto onninamence deliftere dal proceilb giudÌGÌaie;& opera-
to , che in qualche modo folle prouéduco al Vefcouo,(i che pocelle mantenerli
in Concilio.
Con^/egattone Hauendo tutti i Theologi finito di parlare addi otto Marzo , fu intimata
ftruordinariai Congregatione per illeguente, fé ben non era giorno ordinariouion tanto per
dom fono v~ venir', a fine di ftabilire decreto fopra gli articoli difputaci,quantoper decoro
^^}'^^f ^J*"* del Conciliojche in quel giorno, dedica.to a fella profana delCarnouale,i Padri
Scrhmm: ^ occupairero nelle cofe Conciliari : & all' hora fu da tutti approuato. Che le
Tradirioni foifero riccuutccome di ugual autorità alla Scrittura: ma no cócór-
darono nella forma di teifere il Catalogo de' libri diuini : & etfendo tre openio-
nijl'unajdinó difcenderc a particolari iibri:raltra,di dillinguereil Catalogo in
tre parti: lacerza, di farne un folo, ponendo tutti i libri d'ugual autorità: ne
eifendo ben tutti rifoluti, furono fatte tre minute, con ordincche fi penfallè
accuratamentcper dir ciafcuno,quaie riceueircneiia feguente Congregationcj
anhiit Fran- che addì dodici non fi tenne , perl'arriuo di D.Francelco di Toledo, mandato
cefco di Tele- Jalf Imperatore Ambafciatore per ailìilereai Concilio, come Collega di D.
do , fi^"»'^^ Dicao : ilqualfu incontrato dalla mao;aior parte de' Vefcoui,&: dalle famidie
^Tv-t- ae'Cardinii. ■
a^ari/erèr- Arriuò in Trento in quello tempo il Vergerio,di fopra più volte nominato:
andatoj
Papa Paolo III. LIBROSECONDO. 159
andato,non per volontà d'intcruenir al Coiacilio,ma,fiiggendo l'ira delfuopo- eia lO
polo concitato contra lai,come cauta dcjla llerilità della terra > da F. Haiinibal x l v i.
Grifonejnqairitore : ne fapeua doucpotcire Ilare con degnìtàa&haucrcommo- gmo in Cen~
do maeaiorcdi riuftificarll dalle imputationi del Frate, che lopublicaua per f'^^f"'^'"-
LutheSio , non folo ncU' Iftria,raa apprclTo il Noncio di Venctia,& il Papax^^.^^|^; ^^*
dellequalicofe elTendo anco i Legati dei Concilio auiratijreiclufcro d'interne- c^J;7e: ^*
nire nec^Ii atripublici,comc Prelatoyie prima non fi folle giuftificato appi-eiFo il
Ponteficcdouc lo eUbrtarono eflìcaccmente andarc:&,re non haueiFcro temuto
di far parlare contra la libertà del Concilio, (arebbono ufciti dalle elFortationi.
Ma ecrli , vedendo di ftar in Trento con maggiore indegnità, pochi di dopo fi
parti, con animo di tornar' al Ve(couato,reputandolaleditionepopulaie circi-
acquetata. Ma , gionto a Vcnetia, gli fu prohibito d'andaici dal Noncio,quale
haueua riceuuto ordine da Roma di formar procello contra di lui:di che fde-
o-nato , o intimorito>aper qualche altra caiiia.che folle^non molti mefi dopo ui^
ci d'Italia,
foftentc
gationi,parlarono 1 iheologiiopra gii altri articoii,òc molta ciitreienza tu nei ^^^^^^ ^^n^'
terzofopralaTranflatione Latina della Scrittura,tra alcuni pochi,che haueua- Trajlatìom
no buona cognitione di Latino,& gufto di Grcco5& altri nudi di cognitione di LatinA'
lingue.Fra Aloilioda Catanea diiFe,che,perrirolutionedi quell' articolo,nonil
poteua portar cofa più a propoijfOjdkaccommodataa'preldititcmpij&occa^
fioni^ che il giudicio del Cardinale Gaetano,verfati{fimo nella Theologia,ha-
uendo (Indiato fino dallafanciullezza,& per la felicità dell' ingegno,& laboricv-
fa diligenza, riufcito ilprim.o Theologo di quello,&: moki altri fecoli:alquale
non era Prelato, ne altro foggetto in Concilio,chenoncedellein dottrina,&
non teneirc d'elFere in (lato d'imparare da lui.Quedo Cardinale,andato in Ger"
mania Legato del m.d.xxiii. accuratamente inucdigando come fìpotelTero
ridurre alla Chiefa lifuiati,&: conuincere gli here(ìarchi,trouò il vero riracdioj
l'intelligenza letterale del tedo della Sacra Scrittura,nella fua lingua originale,
laellaquale è rcritto:&: tutto'l rimanente di fua vita,che ondici anni furono,(ì
diede folo allo (ludio della Scrittura,efponendo,non la tranilatione Latinajraa
i fonti Hebreo nel Vecchio,& Greco nel Nuouo Teftamentotdellcquali lingue
non hauendo egli alcuna cognitione,adoperòperfone intcndenri,chedi parola
in parola glifaceflèro codruttione del tedo, come le opere fue icritteibpra i
facri libri modrano.Era folito dire quel buon CardinalcChe l'intendere il tedo
Latino , non era l'intenderla parola di Dio infallibilcma quella del trailatorc,
foggetto & fuccombente agli errori: che ben dilFe Gieronimo,Il profetarc5&
fcriuere facri libri prouenire dallo Spirito Santolina il rranflatargli in alrra lin-
gua, eirer' opera della peritia humana:& dolendoddiceuajPiaceircaDiojchei
Dottori de'fecoli inanzi hauelFero cod fatto, che le hercfie Lutherane non
haurebbono trouato luogo. Soggionfe,non poterd approuare trandationc air
cunajfeiionrejprouandoilCarionejp^f Veterum d.^,ùiQ commanda d'haueril.
i6o CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo III
'qio lO teftoHebrccpereiraminai- la realtà de' libri del Vecchio Teftamento, &: il Gre-
mivi, co per nonna di quei del Nuoiio. L'approuare una interpfetationeper autenci-
ca,e{leL' condannare S.Gicronimo,«S(: tutti quelli,che hanno tradotto:('e alcuna
€ autentica , a che potrcbbono feruir le altre non autentiphe? Vna gran vanità
farebbe, produrre copie incerte, hauendone in forma probante;douerfi tener,
con S. Gieronimo , & col Gaetano , che ogni interprete habbia potuto fallare,
con tutto che habbia ui'ato ogni arte per non fcoftarfì dall' originale: coli certa
cofa ellcre , che , fé il Santo Concilio clf^-n inaile, &: cifiendaile al tefto vero una
interpretatione , lo Spirito Santo,<iiie aflìfte alle Sinodi nelle cofe della fede,gli
fopraftarebbe che non faceife errore: & una tal tradottione,cofìeiraminata,&
approuatajfi potrebbe dire autcntica.Mafe,fenza tal eilàmincfipoflì approuar-
ne una, & prometterfi, che lo Spirito Santo afIìfta,non ardiua dirlo,fe dallaS.
Sinodo non foife coli determinato,vedendo che nel Concilio de' Santi Apofto-
li preceife una grand' inquilitione.Ma,eirendo una tal' opera di decene d'anni,
ne potendofì incraprendercpareua meglio laiciar le cofccome erano ftate milk
cinquecento anni, che le tradottioni Latine fiiirero verificate co'tefti origi-
nali.
In contrario,dalla maggior parte de' Theologi era dettOjEifer ncceflàrioha-
uere per diuina , & autentica, in tutte lepartifue,quellarradottione,cheper li
tempi palfati è ftata letta nelle Chiefe,&: ufata nelle Scuole: altrimenti farebbe
dar la caufa vinta a' Lut«herani, Se aprir' una porta per introdurre all' auuenire
innumerabili herefìe,& turbar continuamente la quiete della Chriftianità. La .
dottrina della Santa Madre Chiefa Romana,Madre, Se Maeftra di tutte le altre, ■.
cfler fondata in gran parte,da' Pontefici Romani,&; da' Theologi Scolaftici,fo-
pra qualche paifo della Scrittura, che dando libertà a ciafcunod'eifaminare,fe
lìabentradotta,ricorrendo ad altre tradottioni,o cercando come dica in Greco»
o in Hebreo,quefti nuoui Grammatici confonderanno ogni cofa. Se farà fergli
o-iudici,&;arbitridellafede;& in luogo diThcologi, & Canonifti, conuerrà te-
ner il primo conto, nell'aifumere a' Vefcouati>éc C^rdinalati,de' Pedanti.Gli
Inquilitori non potranno più procedere centra i Lutherani, fé non fapranno
Hebreo,«Sc Greco,chc fubito farà rifpofto da' rei,che il tefto non dice cofi,&, che
la tradottione non è fedele:&: ogni nouità,& capriccio,che verrà in tefta a qiia-
lonque Grammatico, o per malitia,o per poca perirla delle cofe Theologiche,
purché polli con qualche apice grammaticale di quelle lingue confermarlo,
trouerà fondamento,che mai lì vcnirà al fine. Vederli adeiro,dopo che Luthero
ha dato principio a far' una tradottione della Scrittura,quante diuerfe Se con-
trarie traloro,fono ufcite in luccchemeritaiianoelfere in perpetue tenebre oc-
cultate: quante volte elfo Martino ha mutato quella, che haueua primain un
modo tradotto: che maifì è riftampata la tradottione fenza qualche notabile
mutatione , non d'un palfo o doi,raa di ceiitenara in una fiata:dando quella
libertà a tutti, prefto fi ridurrebbe la Chriftianità , che non fi faprà che cre-
dere.
A quefte ragioni,fentite con applaufo della maggior parte,altri aggiongeua-
no
Papa Paolo III. LIBRO SECONDO. 161^
ao anco > che fekdiuina prouidenzahadato una Scrittura autentica alla Sina- cio ij
yocra,dcmi autentico Teftamentonuouo a' Gi-cci;non fi poteua/enza derogar- xlyi.
jI;,djrc,Clie la Chiefa Romana,piu diletta j folle ftata laiciata lenza canto bene-
hc!o:&:però,che quello fteiro Spirito Santo,qual dettò i libri (acrijiabbia anco
dettata quella trailatione , che dalla Chieia Romana doucuaelfcre accettata.
A.d alcuni pareua ardita cola far Profeta, onero Apoftolcuno, (blamente per
ladurre unlibro:però>moderauano raifcrtionccon dire. Che non hebbc Spni-
:oprofetico,o Apoilolico : ma ben uno a quefto molto vicino. Et Te alcuno fi
cndede diiiìcile a dar l'affiftenza dello Spirito di Dio all' Interprete; non la
lotrà negare al Concilio : ^ quando larà approuata la Volgata editione}&
tilminaro l'anathemacontra chi non lariceue ; quella larà fenza £rrori,non per
pirito di chi la fcriiTcma della Sinodojche per tale l'ha riceuuta. ^
D. Ifidoro Claro,Bre(ciano, Abbate Benedittinos molto verfato in quefto
udiojcon la narratione hiflorica cercò di rimuouere quefta opinione, dicendo
1 follanzajChe del Vecchio Teflamento molte tranllationi Greche furono
ellaprimitiuaChiefatquali Origene raccoUe inunvolumcconfrontandoiein
■i colonne: di quelle la principale fi chiama de' Settanta:dellaquale ne furono
ico tratte diuerfe in Latino,ficome varie anco ne furono cauate dalle Scritture
^1 Nuouo Tellamento Greche; una dellequali,la più fcguita ,& letta nella
hiefa,fi chiamaua Itala» da Sant' Agollino tenuta per megliore delle alrre;iii
anieraperòjche fé gli douelfero preferire fenza nillundubio i telli Greehi.Ma
inGieronimo,perito,come ognuno fa,nellacognitione delle lingucvedendo
iella del Vecchio Tellamento deuiare dalla verità Hebraica;parte , per difetto
■li' interprete Greco5partedclLatino;ne traile una dall' Hebreoimmediate:5c
nendò quella del Nuouo Tellamento alla verità del Greco tello.Per il credito,
Iquale Gieronimo era,latradottione lua fu da molti riceuutaj& ripudiata da
:ri,piu tenaci degli errori dell' antichità,(S<:abhorrenti dalle nouità;o come
li il duole,pcr eraulationeimajdopo qualche anniscelfata rinuidia,fu riceuuta
iella di Sm Gieronimo da tutti i Latini,& furono ambedue in ufo-,chiaman-
A\ la Vecchia,& la Nuoua.Tellifica San Gregorio,fcriuendo a Leandro fopra
b , Che la Sede Apoilolica le ufaua ambedue, &z che egli nell' efpolicione di
lei libro eleggcua di feguirlaNuoua, come conforme all' Hebreo:però nelle
egationi fi farebbe valuto» hora dell' una ,hora dell' altra,fecondo che foife
rnato meglio a fuo propofito. I tempi feguenti,con l'ufo di quelle duc,ne
.nno compollo una, pigliando parte dalla Nuckia, & parte dalla Vecchia,fe-
•ndo che gli accidenti hanno portato:& a quella cofi compolla fu dato nome
Edirione Volgata.l Salmi elFcr tutti della Vecchia, perche continuandoli di
ntargli quotidianamente nelle Chiefe, non Ci poterono mutarci Profeti
inori tutti della Nuoua; i Maggiori , milli d'ambeduc.Qucllo elfer ben certo,
letutto ciò è per diuinadifpodtioneauuenutOjfenzalaquale nófuccedecofa
cuna.Ma no fi può dir però,che vi ila interuenuto perirla maggiorcche huma-
L.S.Gieronimo afferma apertaméte,chenillun interprete ha parlato perSpirito
to, L'editioncjche habDÌamo,è,per la maggior parte fua:farebbe gran co 'a,at-
X
iCi CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloIU.
~^o i^ tnbuirediuinaaffiflézaa chi ha conorci*uto,& affermato di no hauerla.Là onde
XLVi. ir.ai iì potrà iiguaghare tradottione alcuna al facro tcfto dc41a lingua originale..
Per tanto ciicrc di parcre>che l'Editione Volgata foilc antcpoila a tLittc,6cappro-
uata j corretta però al tedo originale: Se ioiic vietato ad ognuno di far' altra
traflarione : ma folo il emcndalfe quella, & le altre fi cftingueirero:*^: coii cct?è-
rcbbono ruttigli inconucnienti^caufati dalle nuoue intcrprecatióìii,checoii
molto giudicio fono ftati notati,"&: riprefì nelle Congrcgationi.
Fra Andrea di Vcga,Franci(cano>caminando quali come mediatore tra quelle
opinioni, approLib il parere di San Gierolam.o,Chc le qualità dell' interprete
non fono Spirito profeticojO altro diuino (pecialejchegli dia infallibilità: & 1;
fentenzadeimedehmo SantOj&diSant'Agoftinojd'emcndarletradottionicc
te9à della lingua originale :i'oggiongendo però,che a quello non ripugnauai
dire infiemcChe la Ch^efa Latina habbia per autentica l'Editione Volgata
perche quello fi debbe ii^tenderejche non vi ila errore alcuno in quello, eh
appartiene alla fede,&: a co(lumi:irja non in ogni apice,&: ogni efprellìoneprc
pria delle voci: elfendoimpoffibilesche tutte le voci d'una lingua fìanotraipoi
tate in una altra,fenzache vi interuéga reftrittione,&liatione di iìgnifìcat
o metaphora , o altra figura. Già la Volgata editione elfereftata elfaminatac
tutta la Chiefaper corfodi più di mille anni;& conofciuto, che in quella no vi
fallo alcuno nella fede, ocoftumi:& in tal conto è (lata dagli antichi Conci]
ufata,&: tenuta:& però,comc tale fi debbe tenere,& approuare:&;fi potrà dichi
rare l'Editione Volgata autentica: cioèj.che fi può leggercfenzapericolojnc
impedendo i più diligenti di ricorrere a' fonti Hebrei, ik Greci:maben,proh
bendo tan.to numero di tranfbj,tioni intiere,che generano confuiìone.
e delfenfo, ed Intorno l'articolo del fenfo'della Scrittura diuina, diede occaiìone diparl
inurpretatk- diucrfamente la dottnna del già Cardinale Gaetano, che infegnò,& pratti(
tie della Scrh- egli ancora,cioc5dÌ5non rifiutare i fenfìnuoui,quando quadrino altefto.-,&nc
****■*• fono alieni dagli altri luoghi della Scrittura,& dalla dottrina della fede:fe ben
Torrente de' Dottori correlfe ad un altro : non hauendo la diuina Maeftà legai
il fenfo dclIaScriìtura a Dottori vccchi:altrimcnte,non refterebbe, ne aprefe
ti,ne a' pofteri altra facoltà,che di Icriuere di libro in quaderno , ilche da alcu
de' Theologi,& Padri,era approuato,& da altri oppugnato.
A'primipareua,Che folle come una tirannide ipirituale il vietare che,feco
do le gratie da Dio donatcnon poteifero i fedeli eifercitare il proprio ingcgn
& che quefto foife apunto prohibir la mercantia fpirituale de' talenti da D
donati : doQcril con ogni allettamento inuitar gli huominialla lettione de
Sacre letterejdailequali fempre che lì lena quel piacere chela iiouitàporrft,tu
fempre le abhorriranno,& una zqÌ ftrcttezzafarà applicarli ftudioiì alle alt
forti dilettere,& abandonar le facre : &c per conieguenza ogni fludio3&: cura
pietà:quen:a varietà de' doni fpirituali appartenere alla perfettione della Chie
& vederi! nella lettura degliantichi Padri,ne' fcrittide' quali èdiueriltàgranc ,
^cfpelfo contrarietà,congionta però con ftrettiffiraa carità: per qualcaufa n<.
douer' elTere concclfo a quefto lecolo quella libei;tà> che con frutto fpiritur :
ham
i
*APA Paolo III. LIBRO SECONDO. i6;
anno goduto gii altri ? Li Scolafticijnella dottrina di Theologia, fé ben non e 1 3 1 5
lànno tra loro difpute fopra rinteiligenza delle lettere facre > hauer però non XLvr.
ninor differenze ne' ponti della religione,& quelle non meno pericolofeimc-
lio clFer l'imitare-rantichità , che non hariftrerta i'erpofìcionc della Scrittura,
ila laiciata libera.
La contraria opinione portaua, che , cffendo la licenza popolare difordine
;:n!TfTÌore della tirannide, in quelli tempi conucniua imbrigliare gii ingegni
Tenari : aitrimente, non il poteuafperar di veder fine dclleprefenti conccntior
i:^cr\i antichi tempi ellereftatoconceiro di (criucre fopra i libri diuiniipcrche
fendoui poche efpofìtioni,ve ne erabifogno : & gli huomini di quei tempi e-
mo di vita fama, & ingegno compofto, che da loro non fi poteua temere di
)nfu{ìoni,comealprelente.Et per tanto iScolafticiTheologi,hauendovedu-
>,che non vi era più bifogno nella Chiefa d'altre efpoiltioni,& che la Scrittu-
eranonfoloabaflanza, ma anco abondantcm.ente dichiarata^n-efcro altro
odo di trattare le cofe facre : &, vedendo gli huomini inclinati alle difputc,
udicarono, che folfc ben' occupargli più rollo in eifam ine di ragioni , 8c detti
Ariftotele;& confcruar la Scrittura diuina in riucrenza,allaquale molto fi de-
ga,quandolìa maneggiata comrnuneméte,& ila materia degli ftudij, de clfcr-
:ij de' curiofi.Et tanto fi palfaua innanzi con quella fententia , che Fra Ricar-
' diManSjFrancifcano, dilTe,! dogmi della fede eifere tanto diluc ìdati al pre-
ite dagli Scholaftici,che nonfi doueua imparargli più dalla Scritturala qua!
'ero,che altra volta fi leggeua in Chiefa per inflruttione de' popoli ,&:flflu-
uiaperriftelfa caufa:doue al prefente il legge in Chiefa folo per dir'oratio-
,8c per quello folo donerebbe anco feruire a ciafcuno, & non per lludiare:5i:
ella farebbe la riuerenza,& veneratione debita da ognuno alla parola di Dio.
lalmeno donerebbe elferprohibito il leggerla per ragion dilludio,a chinon
rima confermato nella ThcologiaScholaflica:ne con altri fanno progreifo i
theranijfe non con quelli,che {Indiano laScrittura.Ilqual parere non fu fcn-
adherenti. -.^..— s.. —
Tra quelle opinionijve necaminarono due medie: una. Che non folfe bene
tringere l'intelligenza della Scrittura a' foli Padrijattefo che per il più i loro
ili fono allegorici,!^: rare volte litterali : & quclli,che feguono la lertera,s'ac-
mmodanoal lor tempo: fi che, l'efpofìtione non riefce apropofitoper l'età
(Ira.ElTere (lato dottamente detto dal Cardinale Gufano di eccellente dottri-
■.&bontà>Che l'intelligenza delle Scritture fi debbc accommodaral tempo,
?efporlafecondoilrito corrente i & non hauer per marauiglia, fé la prattica
! la Chiefa in un tempo interpreta in un modo,in un altro all' altro.Et non al-
^'mentel'intefe il Concilio Lateranenfe vltirao , quando llatui , Che laScrit-
;':a folfe efpofta fecondo i Dottori dellaChicfa,o come il longo vfo ha appro-
do. Concludeua quella opinione, che le nuoue efpofitioninon folfero victa-
jfe non quando difcordano dal fenfo corrente.
iMa,FraDominicoSoto,Dominicanojdiflinfe la materia di fede,5cdi collu-
ijdair altrcjdicendoj In quella fola elfer giufto cener'cjgni ingegno tra' termini
X ij
1^4 CONCILIO DI TRENTO Papa Pao 1,0 111
e 1 3 1 3 già pofti : ina nelle akrcnon cffer' iiiconuenicnte lafciarcche ogniino,falLU h
XLVi. pictàj&: cai'"ià,abondinelpropi:io fenfotnon eUcre ftata mente de' Padri, ch(
toircro rcguiti di necelTitàjlaluo che nelle cofe necelTarie da credere, 8< operare
neiPontiiìci Roni^an:» quando hanno eipofto nelle Decretali loro alcun palli
della Scrittura in un fenlojhauerinteio di canonizare quello; fi che non foli
lecito altriiTsente intenderlo , pur che con ragione. Et coli Tintefe San Paole
quando dilfeiChe fi doueircuiarelaprofetiajcioèjrintcrpretation della Scritti
ra,recondo la ragion della feJe;cioè,riferendola agli articoli di quella:&fe qu(
Ha difìiintione non fi facellèjfi darebbe in notabili inconuenienti>per le contn
rietàjche fi ritrouano in diuerfe cfpofitioni date dagli antichi Padrijche repi
guano l'una all' altra.
l'EdìtìonVol- Le ditRcoltà promollè non furono di tanta efficac iajche nella Congrcgatic |
gataapprma- ^icde' Padri non foiÌc,con confenfo quafiuniuerfalcapprouatal'Edicioneyp
ta mCongre- ^^^^ ^ hauendo fatto potente impreffione nell'animo de' Prelati quel difcorll
^ ' * Che i Macftri di Grammatica fi arroghercbbono d'infegnar a' Vefcoui,
Theologi.Etjquantonque alcuni pochi i'oftentaircr0>che folle ifpedientejatte
le ragioni da'Theologi confideratejtralafciar quel Capoper all'horajnondim
ncpoichefu rifoluto altrimentcpofero in confiderationejcheapprouando]
, - . conueniua anco commandare che fia ftampata,&: emendata: &c douendo quel
Ytm: ^^^^' ^^^ necefiario formar Teiremplare > alquale fi douelTe formar l'impreflion
Onde,di commune concordia,furono deputati feijche attédeirero a quella c,(
rettione con accuratezza; accio fipotelPe pubHcare inanzi il fine del Concili
riferuandofi d'accreiccrc il numero.quando tra quei^che di nuouo giongeirei
vi folfc perfona di buona attitudine per quell' opera.
t ftnf della ^ Ivla nel rendere i voti fopra il quarto articolo,dopo hauer detto il Cardini
Scrittura n- Pacceco,Che la Scrittura era ftata efpofta da tanti,& cofi eccellenti in bontà: i
■?""! *7;»'^*" dottrinajche nonfipoteuaÌperard'a2;criongere cofabuonadipiuj&chelenu
dn^&aU off- ì r ■ T r j ■ ì^ e ■ ^ i
penien com- ^^^ herehc erano tutte nate per nuoui lenh dati alla Scrittura ; pei'Ojche era n
mune della cefTario imbrigliare la petulanza dcgH ingegni moderni,& farla ftar contenta \
Chiejk: lafciarfi reggere dagli antichi s & dalla Chiefa : & a chi nafccire qualche fpiri I
fincrolarejfìacoftrctto tenerlo in ÌQì$c non confondere il mondo col publicii
lotconcorfero quafi rutti nella medefima opinione.
difficoltà, nel La Congrcgatione de' ventinoue tutta fu confumata fopra il quinto artic
formAr il De- |q . perche, hauendo parlato iTheologi con poca rifolutionej&: col rimetter \
"'""' voler della Sinodojallaquale appartiene fare i ftatutiji Padri ancora erano am
gui.Il tralafciare a fatto l'Anathema, era vn non £ire Decreto di fede ; & nel l :
principio romper l'ordine prefo di trattar i due capi infieme. Il condannar an '
perherctico ognuno, chenonaccettalTc l'Editione Volgata in qualche luo '
particolare , & forfè non importante: & parimente , che publicalfe qualche! t
inuentione fopra la Scritturaperleggierezza di mente jpareua cofa troppa •
dua. Dopo longa difcuflìone, fi trouò temperamento , di formar il primo I •
creto,&: comprendere in effo quel folo,che tocca il Catalogo de' libri facri '
leTraditionijdc quello concludere con Anathcma.Nel facondo poijcheapp •
?APA Paolo III. LIBRO SECONDO. 165
iene alla rifonn^xSc' doue l'Anachema non ha luogo, comprendere qutlIo,clie ci-' io
. reiifo della Scritcara : come che il Dccreio
canee interprccationi , 3c efpolìtioni imporri-
l^liv- aliti i-ii^"- '- _ _
.tpecca alla Tradortione , & feiifo della Scritcara : come che il Dccreio xlvi.
ìa un rimedio all' abulo di t
Refcaaaoarlare degli altri abu/ì,dc' quali ciafcuno Iiaueua raccolto imme- fi tf'^tta degli
o irrandc, <:k; in quello adunati innumerabili modi : come la debolezza , de ili- '^'^"■^ ** "/"'■-
Dcàicione humana fi vale delle cole (acrcnon iblo oltrcma anco coiirra quel- *"T\ '"tomo
io perche lono mkituite.O jlic iiKantationi, per trouar de- thciori, & citetcua-
re laiciu i diifcgni ,• o ottenere cofc illecite, tu aliai parlaco,& propoPa molti ri-
nedij , per ellirparle. Tra le incantationi ancora fu pollo da alcuni, il portar
idollb Euangclij, nomi di Dio,pcr prcucnir' inrcrmità , o guarire d'elle : onero,
3cr cirerc guardato da mali , 3c infortuni) ; o per hauer proipcrità : il leggergli
nedefimamenre,pergrirce(fi cffetti,&lo fcriuergliconollcruationede' tempi.
Furono nominate in qucfto catalogo le Melle,che in alcune regioni fi dicono
opra il ferro infocato jfopra le acque bollenti, o fredde, o altre matericpcr le
3urgationi volgari : il recitare Euangclij iopra le arme, accio habbiano virtù
;ontra gli inimici. In quella ferie erano polle le congiurationide' cani che non
iiordano,delle ferpi che non oflendano:dellebeftie nociuealle campagne, del-
.e tempefte, &■ altre caufe di flerilità della terra : ricercando,che tutte quefte of-
eruàtioni,come abufhfolfcro condannate,prohibite, 8c punite. Ma,.in diuerfi
particolari palfarono alle contradittioni , & difpute , difendendo alcuni , come
;ofe deuote,5c religiofe, o almeno permeire,& non dannabili, quelle,.che da al-
:ri erano condannate per empie,& iliperftitiofe-.ilche auuenne parimente par-
lando della parola di Dio per fortilcgij,o diuinationi , o eftrahendo polize con ^
v'erfi della Scrittura,ouero olEeruando gli occorrenti aprendo il libro. Il valerfi
delle parole l'acre in libelli famofi,& altre detrattioni, fu uniuerfalmentedan-
nato,&parlato aliai dei modo,come leuar le Pafquinatc dì Roma : nel che mo-
ftròil Cardinal del Monte gran pafllone neldefiderare rimedio; pereirer'efrli,^
attefala libertà, & giocondità delfuo naturale, prefo molto fpelfo da' Corte-
giani per materia della lordicacità.Tutti concordauano,chela Parola di Dio-
non può mai clTer tenuta in tanta riuerentia, che fi fodisfaccia al debito :& che
il valerfi di quella anco per lodargli huomini,etiandio Prencipi,& Prelati,noii
è condccente:& generalmente ogni ufo d'elfa m cofa vana era peccato:maperò,.
non doueua il Concilio occuparli in ciojnoneifendo congregati per far proui-
fione a tutti iraancamentimedouerfiprohibire airolutamcnte,chenonfiano ti-
rate le parole della Scrittura alle cole humane:perche Santo Antonino nell' hi-
ftoria ma non condannò gli Ambafciatori Siciliani,che domandando perdona
a Martino quarto in publicoconciftorio,efpofero Tambafciata, non con altre
parole,fe non dicendo tre volte , (iyignus Det-tqtu tallii peccata munàt:,miferere no-
bls.ì^c la rifpofta del Papa,che dilEe parimente tre volte. Aue Rex hidAoruìn, cir
dabant lUi alapas. Però,eilère ftata vna malignità de' Lutherani il reprendere il
Vefcouo di Bitonto,che nel Sermone fatto nella Seirtonepublkajdicelfe , A
cfu non accetterà il Concilio poterfi dire ìfPapJi lux venit m mmàum^ é" diUxe-
■■''"" '■ ' ' ^ X ili " "■ ■■■
i6è CONCILIO DI TRENTO Papa paolo II]
tio iD mntho?ninffsmag/s tenebrai (^uàmlHcem.Tanze Congìicgditionifmono con(iimt
XLVi. te in quefto , & canto crefceua il numero , &z appariua la debolezza de' rimed
propofti , che la coinmiine openione inclinò a non far menrioneparticolar
d'alcuno deflì,ne difcendera rimedi] appropriati>ne a pene particolari; ma fo
lo prohibirgli ("otto i capi generalij&: rimetter le pene all' arbitrio de' Vefcoui
Degli abufi delle ftampe il parlò,ne vi fu molto che dircfentendo tutti,che fof
fé pollo freno alli ftarapacori,«S<: folle loro vietato ftampare cofa facra> che non
folle approuata: ma che perciò baftaife qucllo,che dall' vltimo Concilio Late-
ranenfe fu ftatuito.
contefe intur- Ma5Ìntorno le Icttioni, 8c predicationi , s'eccitarono grauiffime controuer-
no alle lettio- fìe.I Frati regolarijgià mpolfetro di quelle fontioni, coli perpriuilegij Pontift-
tuy e prediche cij,come per hauerleeifercitate foli per trecento anni;con tutte le forze opera-
^ '''**'* uano per conferuarle: &c i PrcÌati,allegando che erano proprie loro,& ufurparc;
preteiideuano la reftitutione : & perche non fi contendeua qui d'openÌQni,mì
d'utilitàjoltre le ragioni erano da ambedue le parti adoperati gli affetti : 8c que- 1
fte differenze erano per caufaucche al tempo della Sefllone,nicnte folle decifo:
perilche i Legati rifolfero di differir quelli doi punti ad un' altra Seflìone. Furo-
no,fecondo le rifolutioni prefe, formati i doi decreti,&; nell' ultima Congrega-
It tione letti,&: approuati con qualche eccettioni nel capo dell' Editione Volga-
ta:in fine dellaquale il Cardinal del Monte, dopo hauer lodato ladottrina,&
prudenza di tutti, gli ammonì del decoro, che conueniua ufare nella publica
Scflìone, moftrando uncuore,& una anima ifteifai poiché nelle Congregatio-
ni le materie erano eifaminate fufficientemente : 8c il Cardinal Santa Cro-
ce, finita la Congregatione , radunò quelli,che haueuano oppofto al capo del-
la Volgata, 3c mollrò loro, che non poteuano dolerli, perche non eravieta-
to,anzi rellaua libero il poter emendarla , &c l'haucr ricorfo a' Tefli originali:
ma folo vietato il dire , Che vi folfcro errori in fede , per quali doueileeifere
reietta.
Sefiio' MavcnutoilgiornodcgliottoAprilc,deftinaroallaSeflìone,fucelebratala
m/l%o De- Melili dello Spirito Santo da Saluator Alepo,Arciuefcouo di Torre in Sarde-
V creto , intomo gna:& fatto il Sermone da Frate Agofcino Aretino,Generale de' Serui : &;,prcfi i
^ «//e fudette param.enti Pontificali , & fatte le lolite Ictanie , & preci , furono letti i Decreti
WAterii: ^^||^ Arciuefco-uo celebrante. Il primo de' quali in loflanza contiene;Che laSi»
nodo , mirando a conferuar la purità dell' Euangelio , promelfo da'Profeti,pii[-
blicaco da Chrifto,& predicato dagli Apoftoli,come fonte d'ogni verità, &c di-
fciplina de' coftumijlequali verità, ^difciplinasconofcendo contenerfi ne'I]^
bri,& traditioni non fcritte , riceuute dagli Apofloli dalla bocca di Chrillo , &
dettategli dallo Spirito Santo,& di mano in mano venuta ; ad ellempio de' Pa-
dri riceue con ugual riuerenza tutti i libri del Vecchio, & Nuouo Teflamento:
&le traditioni fpettanti alla fede, & a' coHumi, come venute dalla bocca di
Chrifto , onero dallo Spirito Santo dettate , Se conferuate nella Chiefa Ca-
tholica. Et pollo il Catalogo de' libri, conclude , Che , fé alcuno non gli rice-
uerà per facri , &c Canonici tutti intieri , con le fue parti tutte j come, fo-
no
.PA Paolo III. LIBRO SECONDO. . ,^7 ^
) lecci nella Chiefa Cac elica 5 & fi conrengono iiell' Editione Volgarajoncro e io ^d
ientcmentc j & deiibcraramenìc i\n-czzcra le TraHitioni,fia Anatliema:accio xlvi.
-fnunornppia5chefondai-nennlaSinocloèpci- uiare in confermar' i dogiT,i,6i
^titLiii: i coftumi nella Chiefa. La foRanza del iecondo decreto c,Chc ia Vol-
ata editione iia cernirà per auclienrica nelle publiche Icccioni, ditpuccjoc predi-
lle, 6ì: erpoiltioni : &c nillun' ardiica iiiiurarla. Che la ScritCLua (aera non polli
LÌcr einoita contra il lenfo tciniìo dalla S:inta Madre Chicia,ne conerà il can-
ordc confenfo de Padri , fé ben con nitcnrionc di tener quelle eipontioni oc-
ulte:&ìcontrauenicnciiiaao dagli Oidinanj puniti. Che l'Edicioiic Volgata
a ftanipata eraendacifiima. Clic n.on fi po< fino (lampare, ne vendcre,ne tener
bri di cofe lacre,fcnza nome dell' autorc>(e non opprouatijfaccndo apparire
ipprouatione nel fronrirpicio dei librojlotto pena di rcommunica,& pecunia-
a>ftatuica dall' nltimo Concilio LateranenfcChc niirun'ardilcauiarle parole
ella Scrittura Diiiina in rcnrrilità,fauolc,vanitàjadiilarioni,detrattioni,(upci:-
itioni ,incantationi, diuinadoni,rorti,libellifamofì:&:icraigrel]oririanopLi-
iti ad arbitrio de' Vcfcoui-Et fudercrminato>chelaScflìoneregucnte fi tencile
diccictte Giugno.
Dopo , fu letto dal Secretario del Concilio il Mandato d^li Oratori di torator Ce-
lefare, Diego di Mendozza, &FrancefcodiToledoi quello a{kntcj& quello y««o/rf%e»-e
refente:ilquale,cóbreui parole falutati i Padri per nome dell'Imperatorcdiilè *^ fi*omanda-
i foftanza , Eirer manifefto a tutto! mondo , che Ccfare non repura cofa più *^°'^^ g^'*J",^
Tiperatoria,quanto nonfolo il defendere il gregge di Chrifto dagli nimicijma /^ ^ _^^_
berarlo da'tumultij& fediCÌoni:perilchc, con giocondità dell' animo ha vedu- bafcUta^
) quel giorno, quando è (lato aperto il Concilio dvil Papa publicatodaqual
ccafione volendo fauorire con la poteftà , & autorità Tua, (libito vi mandò il
Icndozza ^ alquale , impedito hora per indifpofitione,vi ha aggionto lui:onde
on rcftaua,lenon pregare concordemente Dio^chefauorilca l'imprefa del
'oncilio: 6c quello, che è il principale, conferui in concordia il Pontefice,^:
Imperatorcper fermar la verità Eaangeiica,re{l:ituire la (ha purità alla Chiefa,
L eftirpar il loglio dal campo del Signore.Furifpofto,per nome del Concilio, -S^' ^ rìffofiQ
'die la venuta di Sua Signoria era gratiilìnia alla Sinodo , per roiferuanza verfo ^°'^"im
Imperatore, & per iUauore y che dalla MaeftàiLialìpromettcìipcrandoanco
:iolto nella virtù, & religione di Sua Signoria rperilehcl'abbraccia contatto
animo, e^ admette quanto debbe di ragione i mandati di Cefare. Si duole
icU'indiipo/ìtione del Collega: &, della concordia tra'l Papa, e l'Imperatorcj
ende gratie a Dio , qual pregherà, che fuioriica i dclidcrij d'ambidoi pe» aiir
ncnto della Chriftianareligione,& pace della Ghicfa.Qacile coie fatte,conle
olite ceremonie , fu finita la Scllione: i Decreti deliaquale furono mandati a
^oma da' Legati,&: poco dopo (larapati.
Ma,veduti,&; maflime inGermaniajfomminiftrarono gran materia diragio- gtndlàj ìntar-
lamcti.Era riputata da alcuni ardua cofa,che cinque Cardinali,& quarani orto "" ^'^'^ <^ff<i
/cfcoui,haueirero coli facilmente definito principali(Iìmi,& impcitantidlmi •^''
Capidireligioaejfino all' hoxaindecifijdando autorità Canonica a libri tenuti
'iione.
i68 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo II]
"^ci3 i3 per incerti, «3: apocrifi j facendo authcntica una Tiaflatione difcordante da
XLYi. Lcrto originale } prcfcnucndo , d'C rellringendo il modo d'intendere la Parolad
Dio; ne rra quei Prelati rroiiarfi alcuno riguardeuole per dottrina; ellèrne alcun
Lcegiftijdocci forfè in quella profcHioncmanon intendenti delia rcligione,po
chiTlirai Theologi > ma di fuiiicienza fotto l'ordinariaril maggior numero Gen
tilhuominijO Corfegiani:& quanto alle dignitàjcileruene alquanti portatiuijtS,
la maggior parte Veicoui ài Città cofi picciole , che rapprefentando ciafcuno i
popolo fucnon lì poteua dircjche rapprefentailèro un millcfìmjo della Chriftia
nità- Ma, fpecialn"ìente,di Germania non elferui pur un VcfcouojpurunThec
logo.Poflìuilcche in tanto numero non s'haueile potuto m.andarneuno?Per
che l'imperatore non far' andarne alcuno di quelli, che erano nitcrucnutinei
Colloquio,& informati delle diifcrenze?Tra i Prelati di Germania il folo Cari
dinaie d'Augufta hauer mandato Procuratore,& quello un Sauoiardo:pcrche
Procuratori del Cardinale,& Elettor Magontino,intefalam.orte dellorpatc
ncerano partiti doi mcfì prima.
Altri diceuanOjChe le cofe decife nonerano di tanto momento,quanto pare
uà : perche il Capo delle Traditioni, che più importante pareua,nonrileuau.'
punto:primajperche niente eraftatuire che fi riceueifero le Traditionijfenz;
dire quali foifcro : 5c fenza dare modo di conofcerle-.poiche manco vi era pre
certo di riceuerlcma folo lì prohibiua lo fprezzarle fcientem ente,& deliberata
mentetonde non contraueniua chi con parole riuerenti le regettalfe tuttermaffi
me, cirendoui l'elìempio di tutti gli adherenti della Corte Romana, che noi
riceuon© l'ordinacione delle Diaconeire, non concedono l'elettionede'mini
ftri al popolo,che certo è elferc inftitutione Apoftolica continuata per più d
otto fecoli:6^ quello che più importa,laCommunionedelCaiice,daChrifl(
inftituita , dagh Apoftoli predicata , olfcruata da tutta la Cl'.iefa fino inan2
dugento anni , «Sbanco alprcfentedatuttele NationiChriiliane,fuorche dall
Latina:che fé quefta non e rraditionc,non vi è modo di moftrar che altra vi fia '
Et quanto ali' Editione Volgata, dichiarata aurhentica, niente eilerfatto,noi'
Capendofi per la varietà degli eiremjplari,quale ella fia.Ma,quefta ultima oppofi
rione nafceua da non fapcre,chc già in Concilio era fatta la deputationc di eh
doucire ftabilire un eilemplare emendato per la vera Editione Volgata:ilchepe
qual caufa non folTe eftettuato,al fuo luogo fidirà.
U Papapren- Ma, veduti in Roma i Decreti della Stflione, & coniìderata l'importanz;
de a cuore il delle cofe trattatcpensò il Ponte(ìcc,che il negotio del Concilio era da tener ii'
Concìlio , ed maggior CO nfideratione' di quello, che fino all' hora fi era farto,& accrebbe ì\
aiiucmfcemol ^^^^^^^^^^^ j.j|^ Congregatione de' Cardinali, & Prelati,a' quali haueua datai: ^
^joje a e- ^^^^ ^ . ^j^.^|- j^j-^j. y ^.^^^ occorrenti , fpetcanti al Concilio , 3c riferirle.Er pei
confeglio di quelli, la prima volta congregati, ammonì i Legati di tre cofe
L'una,dinonpublicareinSelfioncali'auuenire decreto alcuno,fenza hauerlc
prima communicato inRoma:&fuggir bene la fouuerchia tardità nel caminai
inanzi:maguardarfi bene ancora maggiormente della celerità,comequella,chc'
poteua fargli rifoluere qualche materia indigeftaj6c leuargli tempo di poter ri-
ceuen
!pAPAP>iOLoIir. LIBRO SECONDO. 169
!:eaei-egli ordini da Romadi quello,che fi cloue{rcpi-oponerc,delibcrarcj&: con- ci3 i^~
Miidere. Laieconda,di non confumare il tempo in materie, che non fono in xlvi, .
tontroueriTa : come pareiia che haueircro confumato nelle trattate per la prodi-
■na-Sefli'oncnellequaii tutti fono d'accordo,& che fono principi) indubitati.La
erza , d'auuertircche non fi venga mai^pcr qual caufa fi fìa,alla difputa dell' au-
orufà del Papa.
Acheeflìrirpoferoconprontczzajd'ubedireaquanto Sua Santità comman- renali gli prs-
laua : parendo però lorcche nelle cofe definite vi ila non pocadif crepanza tra '««/s«o olfc-
:arholici,<Sc Hcretici:& che alcune delle Scritture del TcftamentoVecchio,& ^[^"■^^efedel'
J'aouo, riceuutedal terzo Concilio Caithaginefcda Innocentio primo3& da
lelaflo,&; nella fefla Sinp4o di Trulloj& dal Concilio Fiorentino, fono riuo-
ite in dubio dagli Heretici:& quello che è peggio,da alcuni Catholici,6<: Car-
nali: & ancora,che U Traditioninonfcrittc erano impugnate da' Lutheranij
uali aniflima cofapiu attendcuano, che ad annichilarle, condar' ad intendere
le ogni cofaneceflaria allaraluteflafcritta:(5>: peròjf'e ben quelli doi capi fono
incipijjfono ancora conclufloni delle più controuerfc^ delle più importan-
che fi haueflèro a decidere nel Concilio. Aggionfero,che fino all' bora non era
nutanilluna occaflone di parlar dell' autorità del Papa, ne del Conciliojfe
>n nella trattatione del Titolo , quando fu ricercato , che vi fi aggiongeife la
jpreientatione della Chiefauniuerfale.La qual cofa ancora molti defiderano,
nondimeno efTì la declineranno, quanto farà pofTibile. Ma, quando follerò
ftretti divenir' a quefto,faranno inflanza(ftimando che non gli potrà etlèrne-
:o)d'efprimere il modo,come la rapprefenta,cioè,mediàte il f uo Capo,& non
izaronde più tofto vi farà guadagno,che perdita.Del rimanente,parendogli di
ier fegno , che la maggior parte fla fempre per portar a Sua Santità ogni riue-
iza,trouandofl lei come Capo unito col corpo del Concilio,ilchefarà fem-
•jche fi concordi nella riformationcpotrà Ilare con animo quieto,che l'auto-
ifua non farà polla in difficoltà.
Mandò,dopo quelle cofe,il Pontefice Noncio ne' Suizzeri,Gieronimo Fran- ;/ Papa inulu
dandogli lettere a Vefcoui di Sion,& di Coirajall' Abbate di S.Gallo,& altri .^/^-^z^^m" al
batidiquellenationija' quali fcrifTcChchauendo chiamato tutti i Prelati <^o""V/o:
Dhriflianità al Concilio Generale a Trentojera cola conueniente,che cflì an-
■a,cherapprefentanolaChiefa Eluetica,v'interueniirero;eirendo quella Na-
ne molto a lui diletta, come fpeciali figli della Sede Apoftohca,cVdefenfori
l| la libertà Eccleflaflica.Che già erano arriuati a Trento Prelati d'Italia , Fran-
ge Spagna,&: il numero quotidianamente s'aumentaua-.però , non eifer con-
l|:ente,che efll vicini flano preuenuti da' più lontani:il fuo paefe elFere in o-ran
>!_te contaminato dalle herefle,& però hauer bifogno tanto più del Concilio,
ànc gli commanda per ubedienza,&; per il vincolo del giuramento,^: fotto le
>ie prefcritte dalle leggi, che debbino andarci quanto prima,rimettendofl a
1 ;1 di piujche il fuo Noncio gli haurebbe detto. fcmmmlca
Etper le molte inftanze fatte dal Clero,& dall' Academia di Colonia,aiuta:i ^'^^''^•''^'
Ij Vefcoui di Licge , &: Vtrecht j & anco dall' Academia di Louanio,contia dìp^Zl ' ''
170 CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloIIL
e 13 13 l'ArciuefcouOj&Elettoi: di Coloniaivenne alla Sentenza definitiuaj dichiarati-
XL V I. dolo fcommunicato>priuandolo dell' Arciuercouato,&: di tutti gli altri benefi;
cijj&priuilegijEccleiìaftici, airoluendo i popoli dalgiuramento della fedeltà
promeira36(: commandandogli di non iibedu-lo:&; quello per eirer'incorfo nell(
Cenfure della Bolla di Leone decimo publicara conerà Luthero,& fuoi feguaci
haucndo tcnuta^^; difera,&: publicata quella dottrina contra le regole Ecclefia
ftiche,le traditioni degli Apoftoli,^: i e onfueti riti della Chriftiana religione:!
Sentenza fu dopo ftampata in Roma. Fece anco una altra Bollajcommettend
che folfe ubedito AdolphojConte diScauemburg,già aifonto dall' Arciuercou
per Tuo Coadiutore.
ma Cefare no £[ j^qqq efficace ufficio con l'Imperatorejche la Sentenza folle ellèguita-llqu;
feconda quefia y ^^^^^ j^^j^ giudicò apropofico perle cofe Tue quella nouità: perche erauni^
jenten-^t ^^[^q l'Arciuefcouo alli altri collegati,ilquale fino all' bora fi teneua interama
te fotto la tua ubcdienza:& l'hebbeper Arciuefcouo , Se trattò con lui ne* tem
feguentij&glilcriire come a talerfenzarifpetto della Sentenza Pontificia. Ilei
penetraua nell' intimo al Papa: manonvedendouirimedio,&: giudicando iti
prudenza il lamentarfi vanamente jaggionfe quella offefa alle altre, che riputai
riceuere dall' Imperatore. Fece quella Sentenza un' altro cattino effetto,ch(
td i Proteftati Proteftanti prefero occafione di confermar la loro opinione rche ilConcil
ne filmano: non foife per altro intiraato,che per trapelargli. Imperochcfe la dottrina de!
fedecontroiierfadoueuaeilère eilarainatanelConcilìojComepoteua il Poni
fice,inanzi la definitioncjvaiire afentenza > & per quella condannar l'Arciu
cono d'herefia? Apparir per tanto,che vanamente anderebbono a quelCon
liojdoue domina il Papajilquale non può dtffimulare , fé ben volendojd'haue
per condannati. Ma vederli ancora , che quel Concilio era in nilfuna ftii
apprellb il medefimo Papa: poiché ^eifendo quello già principiato , fenza j:
dargli parte alcuna, il lolo Pontefice metteua mano definitiuamcnte in quel
che al Concilio apparteneua.Lcquali cofe il Duca di Saironiafeceper fuoi A
bafciatori fignificareall' Imperatore,con dirgli appreiro,Che,vedendofichi;
la mente del Pontefice , farebbe tempo di prouedere alla Gennania con
Concilio NationalejO con trattar fcriamente le cofe della religione in Dieta.
Ma,tornando alle cofe Conciliari,erano reftatijcome s'è decto,per reliq
nella Congre- ^jg^o (-of^ trattate inanzi l'ultima Seffione, i doi capi,di prouedere alle lettic
^a Ma mate- della Sacra Scrittura,^ alla predication del Verbo Diuino. Pere he nella pri
ria dilla fi- Congregationc fi trattò di quello : & anco,per darprincipio alla materia d(
guanti Sefifio- fede , il propofc di trattare infieme del Peccato originale: alche s'oppofei
^3 Prelati Spagnuoli,con dire,Che vi reilaua ben materia affai da trattareper 1 1
Sefllone, prouedendo ben' agliabufi,che erano nella predicatione,&lettic ■
Laqual opinione fu anco feguita da' Prelati Italiani Imperiali:&.parue a' Le^ i
difcoprircche queflo era ufficio fatto da'miniftri Cefarei,iquali ftrettame *
a;punto haueuano trattato con quei Prelati.Pcrilchene diedero auifo a Rei :
didouegli furifpoflojche vedeirero d'andar ritenuti,fin tanto che s'haueirej -
mito darloro dfolutioncPerilche effiufarojio artificio/a diligejaza j.ttatten -
>APA Paolo Iir. LIBRO SECONDO. 171 ^
ofi con la paite degli abufi, fenza venir' a concliifioned'eflìj&renza far dimo- eia io
ratione ,che volelFero o nonvoleircroincaminarfì nella materia del Peccato xlvi.
rio-inalc.Cori lì continuò fino a Pafca.
Laqual palfata, il Pontefice fcriilè. Che Ci proced^lfe inanzi, & folfe quella ^'IP^M ordì-
latcria propella. La lettera capitata a due di Maggicperuennc a notitia di Don "/^ f ^^'''''"
rancefccilquale andato alla vifita de'Lcgati,usò molti artificij,hora moftran- orkitialo'^^"*
3 di confegliarejhora di proponcre parere in materia del profcguire la riforma:
ilamente, a fine d'intendere la mente loro , & perfuadcrgli obliquamente a
lelloj che dilfcgnaua : ma , vedendo di non far frutto, pafsò inanzi,dicendo
nto apertamente,quanto baftaua,haucr lettere dalla Maeftà Cefarca,per quali
i commetteua di procurarcche per air bora non fi entri ne' dogmi, ma fi tratti
riforma folamente.A cherifpofero i Lcgati,cona(Tài ragioni incontrario: &;
i lealfre,condire,Chenonpoteuano farlo fcnza contraucnirc alle Bolle del
.pa,che proponeuano quelle due materie iniìemej& a queIlo,che fi era ftabili-
in Concilio di mandarle del pari:aggiongendod'hauerefcritto a Sua Santità,
e otto giorni dopo Pafca haurebbono incominciato.Furono da ambedue le
rti farti diuerfl difcorlì,& repliche : & dicendo finahnente i Legati , d'hauer
mmandamento dal Papa, & non poter mancare del loro ufhcio,diire D.
mcefco,L'ufficio de' buoni miniilri elfere il matener l'amicitia tra' Prencipi,
afpettar qualche volta la feconda commifIìone:ilchc,fl come da' Legati non
n€gato,colìrifpofero,Chenon fi doueua voler da loro più di quello, chepo-
fero fare con loro honore. Di tutto ciò diedero al Pontefice conto , aggion-
idojhauergli detto il Cardinale diTrento, che fé fi proponelfe l'articolo del
ccato originalcnonpaiTarcbbefenza mala contentezza dell'Imperatore: &
e però defiderando eilèr da una parte miniftri di pace,&concordia;& dall'
ca ubedienti a commandamenti di Sua Santità, gli era parfo fpedire quello
fo in diligenza,pregandola a non lafciargli errare :foggiongendo, che non
lendo altro auifo,fcguiterebbono il fuo ultimo commandamento , sforzan-
(i a perfuadere a D.Francefco,&: al Cardinal di TrentOjche l'articolo del Pcc-
:o originale in Gerinania non fia più per controuerfo,ma per accordarci
parendo ciò per l'ultimo colloquio di Ratifbona,doue Sua Maeftà perilpri-
) articolo da concordare ha fatto pigliare quello della Giuftificatione: ma,
e dar più longo tempo,che farà poflibilc, fi tratteneranno tutti i giorni che
tranno honeftamentccon l'efpeditione del refiduo della SelTionepairata.
Si fece una Congregatione per quefto folo,di dar meglior forma,coine fi una Congre-
ueffe procedere più ordinatamente , che per lo pa(rato,cofi nel trattare hg^tìom'etenu-
[j trrina dellafede,come la materia della riforma:^; furono difcinte due forti di 'f A'^f fermar
{|)ngregationi j una , di Theologi,per difcorrere fopra la materia di fedcchc fi ^ """t"^ ^ ■^*"'"
)ioponcirc;&; le loro opinioni follerò fcrittc da uno de' Notati del Conciiioiòc ''
)l rlandoli delia riformajfoirero olerai Theologi,introdotti anco i Canoniili:6^
«ielle Congregationi fi teneirero in prcfenza de' Legati: ma vi pocelfcro però
iceruenire que' Padri a chi piaceiTcper udire. Vnaaltra forte di Congregatione
|nftaire de' Prelati a formar i Capi,o di dotcriiia,o diriforma:iquali esaminati,
1 Y ij
172 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo 111.
ci 3 13 5^ fecondo il parere più commimeordinati,foircropropofti nella Congregatio
XLVi. ne aeneralc per fcntir' il voto di ciafcuno : & fecondo la dcliberatione dell'
maggior p'artcftabilire i Decreti da publicare in ScfTione.
è rJmejfo a Se(?ucndo c]uc(lo ordine , fu rractaco delle lettionijóc prediche,formando 6-
campo il prò- j-jforniando vane minute di Decretinic mai fi crouò modo,che ^iaceire a tutti
^unioni, e V^'^ ^'^^^''^ intereirati molto i Prelati,a volere che rutto dependelle dalla autorit
Pndkhì: Epifcopale;& che non vi folle nilluna ellentionei^ dall' altro canto,volendo
Leccati mantenere i priuiiegi) dati dal Pontefìce,maflìme a' Mendicanti, & ali
Vniuerfità-Et dopo molte difpntejelTendo la materia aliai dibbattuta^credetteri
che nella Congregatione de' dieci Maggio,doueirero eiler tutti d'accordo. M,
riufcì incontrario:perchefeben durò fino alanotte,non fi potè prendere cor
clufionc in alcuni capi, per la diuerfità de' pareri tra' Prelati medefimirin alcr
perche i Legati non voleuanocondefcender all' opinione uniuerfalcdileuan
o almeno moderare i priuilegij.'Opponeuano a' Vefcoui,che fimouelFero pi
per intereffe proprio, che per ragione:che nonteneiTero conto del pregiudici
de' Regolari:che troppo arditamente volelPero correggere i Concili] palfati,^
metter mano ne' priuiiegi j conceflì dal Papa.Ne poterono conuenire , non fo]
per la varietà delle opinioni,& per l'intereire de Vefcouijma ancora, perche g
Imperiali procurauano ciò per metter tépo,a fine che non fi veniffe alla prop.
fitione de' dogmi.Ne a Legati era ingrato, che fi temporeggialTceirendo rifol
ti, fé non gli veniua vietato nella rifpofta,che afpettauano da Roma,pairar' al
propofitionede'dogmij^ccome diceuano i fuoiconfidenti,chiarirfidiqLiell
che ne habbia a riufcire.
nreCcow ài Ma,per metter qualche fine alle cofe trattate , fecero leggere un fommar
F»VM [tue- delle opinioni de' Theologi, & Canonifti,dette in diuei-fe Congregationi pi
r<2we»tej-//'>-e- cedenti:dicédo,che,percirerei voti aliai longhi,haueuanofcieltoquello,chej
fo per fua ^ pareua elfcr dibuonafuftanza,acciofieiramina(re,& fidicei^efoprailparere.^
mipa liberta: Braccio Martello,Vclcouo di Fiefole,udito leggere l'cftrattOjs'oppofcconpc
petuàovatione dicendo,Efferneceirario,che la Congregatione generale inte
delfc i voti,& le ragioni di tutti,& che non gli folTero lette raccolte , &: fornir
rij:& fi eftcfe in mankra,amplificando l'autorità del Concilio, & la neceffità
beninformarlo3<Sc lapocaconuenienza,che era,che alcuni foli follerò arbii
delle dcliberationiiouerolc rifolutioni veniifero d'altroue ;che i Legati refi i
rono aflai ofFcfi,& riprefero il Vefcouo, bene con affettata modeftia , ma pc j
aliai pungcntemente^Et la Congregatione fu licentiata.
Il giorno feguente mandarono i Legati a dimandar' al Vefcouo copia e
£''"^'^^ ragionamente Fatto da lui , de la mandarono a Roma , talfando il ragion
mento come irreuerente,& feditiofo:aggiongendo,che gli haueuano fatto u;
modella & feucra nprenfioner&farebbonoancopa(ratipiuinanzi,perchec(
il Vefcouo meritaua,fe nonfolTe flato il dubio d'attaccar qualche difputaar
matica,laqualpoteiregenerarefciirura:però,chenonèdalafciarloimpunito,p
non accrelcergli l'ardire di far' in ogni Congregatione il medefimo, & peggi
sapprefentando aSuaSantità^che ad ogni modo farà bene farlo partir da Tre
^^ tOjO p
>apaPaoloIII. libro SEC ondo. 175
o,opetimavia>operrakra;& operare,che non ritorni pia il Vcfcoiio di Chio- ci 3 la^
:a5pocodiffimilccii laijlebcn per Hiacrloandra-e. Era partirò qucftc Veicouo, xlvi.
j-nmcdiate dopo la Seirioncjloctopreicfìod'indiipolicionejmn in verità, per pa-
ole palVate tra laij& il Cardinal Polo, in Congregationcnella materia delle
raditioni : haucndo il Veicouo parlato in diteGi di Fra Antonio Marinaro,&
:)crcio conrefo col Cardinale : ilche haucn.do dato occadone a lai di far qaeri-
'nonia^chc non vi Folle libertà nel Concilio, lì vcdeaa non eirer in buona gnitia
Je' LetTari,&: Ilare (oggetto a qualche pericolo. Non contenti i Legati deli' odc-
.-atcper mortificar il Veicouo di Ficiolc, & mantener la cola iiicegra lino all'
uiifo di Roma,pcr poterla o cacciare inanzi,o dilTimulare, tccondo che gli folle
iinaro ^ nella ieguente Congregatione gli ^cce il Monte una ripallita adolFo,
:oncludendo,chc !i latciaua per all' hora d'attender a' cali fuoi , ciiendo necellà-
io occuparli in cole di maggior'importanza.
Hebbcro rifpofta da Roma quanto a' due Vefcoui, che opportunamente fi d'onde vUnt
laurebbc rimediato:ma,quanto alle cofe da trattare,che quando il attendciEe all' °^'^'"^l ^^ "o>
ippetito de' Prencipijfarebbc far' il Concilio più tumultuoio, & le rifolutioni ^ '^'^
iu longhe , &c difficili: cercando ognuno,d'attrauerfar quella parte,che non gli '^^^*
ìiacelEe:© con mettere difficoltà in una cola intrattener l'altra-Peròsfenza altro
fguardojdclEero mano al Peccato originale : ma, auuertendo di non valerli in
nodo alcuno di quella icufa,che dilEcgnauano ufare con D. Francefcoicioèjche
articolo del Peccato originale non lìa controuerfo in Germania: Scufaircro
)iu tofto termini gcnerali,& con ogni forte di riucrenza verfo l'Imperatore.
Gli commandò oltra di cioftreitamente,che intorno l'emendatione dell'
ìditione-VolgatasnonfidoueiTepairarpiu inanzi,fìnche la Congregatione de'
leputati fopra il Concilio in Roma non hauelTe deliberato il modo , che fi dcue
cnere.Ineiìècutione di quegli ordini,riioluti i Legati di palfar inanzi alla pro-
)OÌitione del Peccato originale,fecero Congregatione doi giorni continuata-
ilente,pcr rifolucrc i doi capi del leggere,>3i:predicare,inanzi che publicalfero
\\ voler trattare materia di fcde:accio,reftando quei capi indcciiì, non porgelfe-
o occadone agli Imperiali ^i diuertire da quefta:& da' deputati fopra i'Editione
/^olgata lì fecero pojTar tutto l'operato in quella materia , commettendo loro,
:he non vi mettclLeropiu mano lino ad altro nuouo ordine.Talc era la libertà
lei Concilio dependente dal Pontehce>nel tralafciare le cofe incominciate , &c
nettere mano alle nuoLie.
Nel trattar di LettionÌ5& Prediche>era generale quercia dt' Vefconi^5(: malli- ,.
me SpagnuolischeeiFendo precetto di Chrifto,che lìainlcgnatalafua dottrina, y-fdui ''t^ ^
ilche s'cilcguifce con la predica nella Chiefa , & conlaletcionea' più capaci, Frati , per u
aci;iò iìano atti ad infegnareal popolo,di tutto ciò la cura di iopramtcndcrc a iftf'om^, sU
qualonque altro eilercita quei miniftcrijydebbeeiFerc propria del Vcfcouo : coli t^^dìchi
hauere inftituito gli Apoftoli, coiìeirere ftato elTcguito da' Santi Padr3:alpre-
fente elfer leuato a' Vefcoui alfolutamente tutto quello ufficio,co' piiuilcgij.fl
che nongliene refta reliquia;&: quella elEer la caufa,che tutto è anelato in uiibr-
dincper eirer mutato l'ordine da Chriflo inftituitoXe Vniuerfità,c on ellentio-
Y iij
174 CONCILIO DI TRENTO PAPAPAOLoìir,
CI 3 13 nhil fono fottrattcche il Vcfcouo non può fapci- quellcche infcgninorle pre-
XLVi. dichcfopo per priailegio date a' Fraci,iqLiali non riconoicono in conto alcuno
il VcrcoU':>>ue gli concedono rintLomcttcrienennmodojchea'Vefcouireftale-
iiaco affatto ruiiicio di Pai1;ore.Etper il contrario qucliijche neirantichitàjion
erano infticuitijic non per piangere i peccatila' quali l'infegnarc &c predicare era
prohibito efpreiramente , Se feueramente , fé l'hanno alTonto; onero gli è ftato
dato per ufficio proprio:&il gregge fé ne ftà lenza e paftorce mercenario:perche
qucfti predicatori ambulatori jjche hoggi fono in una Cittàjdimani in una altra,
non fanno ne il bitognoinc la capacità del popolojne meno le occafioni di inie-
o^narlo,(Sc edifìcarlccome il Pallore proprio, che fempre viue col gregge, de co-
nofce i bifogni,& le infermità di quello. Oltra chcil fine di que' Predicatori,
non è l'edificarioncma il trar limoiìnco per fé proprij,o per i conuenti loro:il-
che per meglio ottenercnon mirano all' utilità deli' animajina procurano di di-
lettarci adulare,& fecondargli appetiti,perpoter trarne maggior frutto:&: il
popolo,in luogo d'imparar la dottrina di Chrifto,apprendc o nouità,o almeno
vanicà.Luthero è ftato uno di quefti,qual fé foife ftato nella cella lua a piangere,
la Chiefa di Chrifto non farebbe in queftitermini.Piu manifefto effer ancora
l'abufo de' Queftori, che vanno predicando Indulgentie,da' quali non poterli
narrar fenza lagrime i fcandali dati negli anni precedenti: quello elfer cofa eui-
dente,chenon cirortano ad altro,che al contribuire danaro. A' quali difordini
unico rimedio è Icuar tutti i priuilegij,& reftituire a Vefcoui la cura loro d'in-
fegnare,&: predicare,& eleggerli per cooperatori quelli, che conofceranno ellèr
degni di quel minifterio,&: difpofti ad elfercitarlo per carità.
Incontrario di quefto,i Generali de' Regolari,(5c glialtri,diceuano,Che,ha-
uendo i Vefcoui , & altri curati, abbandonato affatto l'ufficio di paftore , fiche
per più centenara d'anni era ftato il popolo fenza prediche nella Chiefa,&: fenza
doctrinadiTheologia neileScolciDiohaueua eccitato gli Ordini Mendicanti,
per fupplire a qutftì minifterij neceilarijine' quali però non lì erano intrufi da fé,
ma per concellìone del fuprcmo Paftore ; alqual toccando principalmente il
pafcere tutto'l gregge di Chrifto,non fi poteua dircche i deputati da lui per fup-
plire a' mancamenti di chi era tenuto alla cura del gregge,& l'haueua abbando-
nata,habbiano occupato l'ufficio d'altri: anziconuien dire,che,fe nonhaueire-
ro ufato c]uella carità, non vi farebbe al prefenteveftigio di Chriftianità.Hora,
hauendo per trecento & più anni vacato a queftafantaopera,col frutto chene
aDpariua,j:on titolo legicimo dato dal Pontefice Romano,fommoPaftore,ha-
uer prefcritto quefti minifterij, & elTer fatti propri) loro, ne hauerci dentro i
Vefcoui alcuna legitima ragioncne poter allegar l'uio dell' antichità, pet ripe-
tere queir ufficio,dalquale per tante centenara d'anni fi fono dipartiti.L'afFettO'
d'acquiftarp';r fe,o per i Monafterij , eller mera calpnnia: poiché dalle limofine,
non cauano per ic(e non il necelTario vitto,& veftito:che il rimanente,fpefo nel
culto di Dio,in Meire,cdificij,& ornamenti di Chiele,cedc in beneficio,& edifi-
cationedelpopoloj&non in propria loro vtilità:che i feruitij,preftati dagli
Ordini loro alla Santa Chiefaj&; alla dottrina della Theologia,che non fi ritro-
ua fuori
APA Paolo III. L I BR O SE C O N D O. 175
i fuori cle'claufl;ri,mei-itano che gli fia continuato quel carico,che alcii non [o- e iò~'^
o cofi lurtìcienti ad eirei-citare. xlvi.
I Legati , importunati da due parti , col confeglio de' più riftretti con loro, » Legati per-
foluerono dar conto a Roma,& afpettar rifpofta.Il Pontefice rimeiFe allaCon- /'^#' A>'«o«<>
rcgationeidoue imjp.ediatc fu veduto achetendeirelapretenrione de' Vcicoui: j*""''^'"»*»
^oè^afarfi cialcuno d'efll tanti Papi nelle dioceii loro : pcrchc,quando folle yj^oV^wjwt
euatoirpriailegio,& l'ellentione Pontificia5& ognuno dependeife da loro , &
liiruno dal Papa,immediate ceilcreb'oe ogni ragione d'andare a Roma.Coniìde-
auanojdatcmjjoantichiffimohaucr i Pontifici Romani hauuto per principale
rcano di conferuar' il primato datogli daChriftojd'effimere i Veicoui dagli
irciuefcoui ; gli Abbati , da' Ve(coui:& coiìyliauerperfone obligate a defender- - '
3.ElIèr cola chiara , che dopo l'anno dc. ilprnnato della Sede Apoftolica è
:ato foftenuto da' Monachi Bencdittinieirenti:&: poi dalie Congregationi di.
luni >&: Ciftercio , & altre Monacali: fmo che Dio eccitò gli Ordini Mendi-
anti , da' quali è flato foftenuto fino a quell' hora:onde,torvia i priailec^ij di
uelli.efTer direttamente oppugnar il Pontefìcato,& non quegli Ordininl Icuar
cirentionij eirere una manifelladeprcflione della Corte Romana:perche non
aurebbe mezi di tener tra' termini un Vefcouojche s'inalzallè troppo: però
(Fere ilPapaj,& la.Corte5dameranecefIìtàcoftrettiafoftentar lacaufade' Frati-
ia,per fare le cofe con fuauitàjconfìderarono anco,elFer necelFario tener quefta
agione in fecieto: & fu deliberato di rifppndere a Legati, che onninamente
onferualFero lo flato d^' Regolari ,& procuralFero; di fermare i Vefcouijcol
iietterinanzi il numero ecceflìuo de' Frati,& il credito, che apprelFo la plebe
lanno: &: confegliargli a prender tempcramento,& non caufare un fcifÌTia col
coppo volere. Eller ben giufto , che riceuino qualche fodisfattione : ma fi
ontentaflcro anco di darla: & quando fi verrà alriftretto,concedeiIèroo<»ni
ofa quanto a'Queftori:maquantoa'Frati,nilFunacofa fi faceìrcfenza partici-
■aria a' Generali : & a' Veicoui folFe data fodisfattione , che in efiìftenza
.on léui i priuilegij. L'iftefFo facelFero delle Vniuerfità : eflèndo neceflà-
io^ hauer quefte , & quelli , per dependenti dal Papa , 6c non da' Velco-
i.
Gionte le lettere in Trento, con tre ^ini diuerfì fi caminaua nei Concilio: '^'^. '" "«/ò?-
letilchepocoveniuanoin conflderatione gli altri particolari,propoftiinque- '""^fi'^°'*^
te due materie da quelli,che non erano interelFati ne a fauore,ne contra le ell^n- ^l?rem7nel'
ioni.Fu propofto,intorno alle Lettioni, da alcuni di quefti, di rcftituire l'ufo fanoddieLtK
aitico> quando i Monafterij, & le Canonie he,non erano altro,che Collegi) 3^ tionli
icuolcdi che reftano reliquie in molte Cathedrali,doue è la degnità dello Sco-
^aftico,Capo de' lettori,con prebenda: quali adclFo non elFcrcitano il Garico,&-
ono conferite a perfone inette perelFercitarlo:6ia tutti parue honetl:a,& vtil
:ofa reintrodurre lalettione dellecofe facre,& nelle Cathedrali,&ne'Monafte-
-ij. Alle Cathedrali pareua facile il prouedere , dando cura dell' elFccu^
ione a Vefcoui , ma a' Monafterij difficile. Al dare fopraintendcza a"
^^efcouianco in quefto , fi opponeuano i Legati, fé ben de' foli monachi,.
1-6 CONCILIO DI TRENTO PapapaoloIII
~ci3 i3 3c non de' Mendicanti fi^rattaua^per nonlafciar aprire la porta dimetter ma
XLVi. no ne' priuilcgij concedi dal Papa.Ma a qucfto,Sebaftiano Pighino, Auditor di
Rota,rroL!C) temperamento,con proporrcChe la fopraintendenza folFedataa'
Vclcoiii , come delegati dalla Sede Apoftohca. Piacque l'inuentionc : perche fi
faceua a fauor de' Vefcoui il medefimo effetto, fenzadcLX)gatione del priuile-
gio: poiché il VefcoiiOjnon come Vcicouo, ma come deputato dal Papa, doue-
ua topraintendere : il qual modo diede eirempio d'accommodare altre difficol-
tà: l'una, nel dar autorità a Metropolitani fopra le parocchie vnite a Mona-
fterij,non (oggetti a Diocefi alcuna:raltra,nel dar poteftà a Veicoui fopra i Pre-
dicatori elfenti , che fallano : Scanco fcruì molto ne' decreti delle Scdìoni fé
guenti.
Proponcuano anco iCanonifti,che ne' tempi prefenti poco conucniua la
fottilità Scolaftica di metter' ogni cofain dilputa,& verfarpiutofto in cole na-
turali,& filolofiche. Che quelle niiouelettionidouelferoeiferc introdottcpei
trattare de' facramenti,& dell' autorità,&: poteftà Ecclefìaftica: come,ccmmo[
to frutto jhaucua fatto il Turre-cremata,&Agoftino Trionfo 5 Se dopo loro.
Sant' Antonino;3c altri.Ma,per la contradittione de' Fratijche opponeuano ef
fer tanto neceifaria quefta,quanto quella dottrina,fì trouò temperamento d'or
dinare,che le lettioni folfero per efpofitione della Scrittura:poiche,fecondo l'ef
jQggenze del tefto,che foife letto,&: della capacità degli audienti,s'haurcbbe ap-
plicata la materia. ■ .
e delle Predi- Delle Prediche , dopo molti difcorii fatti in più Congregationi , fi venne a!
«?«• ftabilire il decreto : &per fuperar le difficoltà con ufficij,fecero,permezo de
Prelatijloro confidenti , pratticar i Vefcoui Italiani,mettendo in confìderatio'
ne , quanto , per honor della Natione , folfero tenuti di foftentar la degnità de.
Pontificato,dcir autorità delqualc fi trattaua, mettendo mano ne'priuilegij ; &
quanto potclferofpcrar dal Pontefice, & da' Legati, accommodandofi anco i
quello,che è giufto;& non volendo priuarc i Frati di quello , che hanno per tan-
to tempo goduto. Eller coui pericolofa difprczzare tanti (oggetti litteratiir
quefti tempi, che l'herefietrauagliano la Chiclà : che all' hora fi farebbe accre-
fciuta l'autorità Epifcopale,con concedergli d'approuare oreprouare i Predi-
catorijquando fuor della Chiefa del loro Ordine predicano : &:,quando in quel-
Iccon fargli riconofcere il Prelato,dimaiidando prima la benedittione. Chei
Vefcoui potclfero punire i Predicatori per caufa d'herefia,& prohibirgli la pre-
dica peroccafione di fcandalo.Diqueftofi contentaifero,che alla giornata fa-
rcbbono acrgionte altre cofc.Con quefti ufficij acquiftarono tanto numero, che
furono ficuridi ftabilire il decreto con quelle conditioni.Ma reftaua un' altra
difficoltà,percheiGencrali,&: iFrati,nonficontentauano:& il difguftarglinon
parcuaficuro , Se era dal Papa efprelf^mente prohibito . Si diedero a moftrar lo-
ro 5 che quanto era a Ve fcoui "conceifo,era giufto &c neceifario : a che eflì haue-
nano dato occafione con eftendere troppo i priuilegij,& palfir' i termini dell*
honefto. Finalmente , con una particola monitoria a Velcoui di procedere in
maniera,che i Frati non hauelfero occafione di lamentarfi,anco i Generali s'ac-
quietarono. Quan-
ATA Paolo III. L I B R O S E C O N D O. 177
Quando fcoprirono la nfolutionc di condannar nella medefima Seflìone le ci3 i3
pinioni Luthcrane del Peccato originale,allcgarono , Che,per fcruau l'ordine xlvi.
Il mandare infieme arabe le materiejcra neceirario trattar qualche cofa di fede, ^Lenaù, vo^
le poterli altro uè incomminciare:& propofero gli articoli eftratti dalla dottri- Jf"5'^.''''^''JJ
la de' Proteftanti in quella materia, per eifer da'Theologi incile Congregatio-^g^^^^^'"J.f_
li c(Iàminati,<5i dircufll^lc per heretici doueuano elTere condannati. Il Cardi- mle^forto c«Z
lalePacceco dilTcChe il Concilio non per altro ha da trattare gli articoUdifc- tradmi da
[e/e non per ridurre la Germania:& chi vorrà far quefto fuor di tempo,non fo- ^"^fi^^j
o non confcguirà il line,ma farà peggiorar le coie.Quando l'opportunità fia di
irlojiion poterli lapere in Trento:ma da chi lede al timone di Germania; &>ve-
endo tutti i particolarijconofce anco quando ila tempo di dargli quella me-
icina. Per tanto confegliaua, che lì ricercaife con lettere il parer de' principali
'relati di quella Natione,inanzi che pallàr ad altro 3 ouero che il Noncio Apo-
:oliconeparlallc conl'lmperatore.Alqual parere adhcrirono i Prelati Impe-
ialijpratticati dall' Ambaiciatore.Ma i Legati,lodato il giudicio di (\^^c^^h<k tua 'mdarm
romeiro di fcriuere al Nonci©>foggionrero>che con tutto ciò gli articoli potc-
1110 eirer da'Theologi difputati per auanzar tempora che adheri anco il Cardi-
ale,&: gli altri/perando che molte dillicoltà li poteiTero attrauerfare , per far
ifFerire:& contentandoli l' Ambafciatore Toledojpurche palTalle la eftate, (cn-
achefivenilfe adefìnitione.
Gli articoli propofti furono.
I. Che Adamo,per la tranfgreflìone delprecetto,ha perduto la giuftitia,& e formano g&
icorfo l'ira di Dio,5clamortaUtà,&deterioratoneiranima,&nel corpordalui -^rti<:oUde'
ero non è trasferito nella pofterità peccato alcuno , ma folo le pene corporali. ^"^^^^*^^ 'jf
I I. Che il peccato d'Adamo fi chiama originale, perche da lui deriua nella '■'•''*'"'"*"'■'''
ofterità,non per tranfmiflione, ma per imitatione.
III. Che il Peccato originale fia ignoranza, o fprezzo di Dio, ouero l'ellèr
nizatimorejfenza confidenza inSuaMaeftà,&fenza amor diuino : & con la
oncupifcenza , &c cattiui defiderij: & uniuerfalmente vna corrottione di tutto
huomo nella volontà,neir anima,& nel corpo.
1 1 1 1. Che ne' putti fia vna inclinatione al male della natura corrotta:fi che
enendo l'ufo della ragione,produca vn abhorrimento delle cofe diuine,^ vna
mmcrfione nelle mondane:& quefto fia il Peccato originale.
V. Che i putti,almeno i nati da genitori fedeli,fe ben fono battezzati in re-
niflìone de' peccati i non portano, per la dcfcendenza loro d'Adamo,peccato
ilcuno.
VI. Che il Peccato originale nel Battefmo non è fcanccllato,ma non impu-
ato : ouero ralo fi, che incominci in quefta vita a fminuirfi , & nella futura fia
radicato totalmente.
^ V I I.Che quel peccato rimanente nel battezzato lo ritarda dall' ingrefib del
Glielo.
Vili. Che la concupifcenza,chiamataanco fomitclaqiial dopo il Battef-
no rimane,è veramente peccato.
Z
^_ 178 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo III.
ci3 i^ IX. <^hc la pena principale debita al peccato originale, è il fuoco dell' In-
ìlvi. fernojokrc la morte corporale^ le altre imp'erfcttioni,allcquali in qiicfta vita
l'huonio e (oggetto.
ÌThologipre- j Theologi nella Congregatione tutti furono conformi in direjChe era ne-
«w .oro <-e[Tfaj-ir;,per difcuflTione deo;li articoli, non proceder con queir ordine : ma elfa-
minar metodicamente tutta la materia , & veder qualru il peccato d Adamo:
e che cofajda lui deriuata nella pofterità , ila peccato in tutti gli huominij
che il chiama originale: il modo, come quello lìtrafmette : & in che maniera
è rime ab.
tonuengon9 Nelprimo punto,conuennero pariracnte,che,priuato Adamo della giuftitia
mi frimo ca- gli affccti lì rciero ribelli alla ragione : ilche la Scrittura fuole erprimcre , dicen-
pò, do,Che la carne ribella allo Spirito:& con un folo nome chiama quello difet-
to,Concupitcenza:incorre l'ira diuina,&: la mortalità corporale, mmacciatagl
da Dio , inlìeme con la ipirituale dell' anima : & nondimeno , niillino di quell
difetti può chiamarfì peccato, eirendo pene confeguite da quello: ma formai
mcntejilpeccato eirerlatrafgreflìone del precetto diuino. Et qui molti s'aHar
garono a ricercare il genere di quel fallo, difendendo alcuni, che fu peccato d
lupcrbia:aitri,di gola:parte foftennero,che fu d'inhdeltà: più fodamente fu dee
tOjche fi poteua tirar in tutti quei generi, & in altri ancora : ma,fondandoiì fo
pra la parola di S.Paolo,non fi poteua mettere, fé non nel genere della pura ir
't/Ar'Mm nel obedienza.Macercando,che cofa,deriuata da Adamo in noi ila il peccato, fu
ficgndo, rono più diuerfi i pareri : perche , S.Agoftino , che primo di tutti il diede a cei
car l'efìTenza di quello , feguendo S. Paolo , diiVe , che è la Concupircenza : &
S.Anfelmo, molte centenara d'anni dopo lui, tenendo , che ne' battezzatij
peccato è fcancellato , & pur la concupifcenza rimane , tenne che è la pri
Hatione della giuftitia originale , laqual nel Batrefmo è raiduta in un'equi
ualente , che è la gratia. Ma S. Thomafo , Se S. Bonauentura , volendo con
gionger ambedue leopinioni,& concordarlcconfiderarono. Che nella noftr
natura corrotta fono due ribellioni : una,deila mente a Dio ; l'altra, del fenfo al
la mente: chequcftaèla concupifcenza, & quella l'ingiuftitia: & però ambe
dueinfiemefonoil peccato. Et S.Bonauentura diede il primo luogo alla cgfi ;
cupifcenza : dicendo , che è il pofìtiuo : doue la priuatione della giuftitia è : i
ne?atiuo. EtS. Thomafcperil contrario , fece la concupifcenza parte mate ;
riale ; la priuatione della giuftitia, il formale : ondequefto peccato in noi diiì
eiTcr la concupifcenza deftituita della giuftitia originale. Il parer di Sant' Agc
ftino fu fcguito dal Maeftro delle Sentenze,e dalli Scolaftici vecchi: & in Cor
cilio fu difefo da due Frati Heremitani. Ma perche Giouanni Scoto foftenne 1
fentenzad'Anfelmo, fuo conterraneo, i Frati di San Francefco la difeferoii
Concilio, 3c la maggior parte de' Dominicani quella di San Thomafo. Coi
fu dichiarato qual fofle'ilpeccato d'Adamo,&: qual iìa originale negli altri huc
mini.
fono peYpkfjt Ma , come fiadalui ne'pofteri , Se dicceffiuamente di padre in figlio traf
ttil ttr^oj melTo j con maggior fatica fu difcoifo. Imperoche Sane' Agoftinojche aprì h
_ „ ■' jftraH;
!
PapaPaoloIII. libro secondo. r/^^
5:r idaa2lÌ_altriilie.ttQ- dalla obiercione di Giuliano Pelagiano,che io dcercaua ci3 i^
del raodccoine lì potcìrctuarmetcere il peccato originalcqiiàdo l'iiuomoè c5- xlvi.
:cVto, poiché è lauto il matrimonio, & l'ufo di quellouion peccandone Dio
primo autorcne i genitori,neiI gcneratOjpcrqLialfiirura adonquc entra il pec-
:"ato?altro nonrifpoic Sant' Agoflino/e nonjchcnonerada cercar fiirurcdotic
1 vedeua una patentiffimaportajdicendorApoftoiojche per Adamo il peccato
rènVrato nel mondo:5^ in più luoghi^doue di ciò occorfc parlare, fempre Sane*
4l crollino fìmoftrò dubbiolbjeirendo anco !rreroluto,re,(ìcoi-ne il corpo delfì-
'ifo deriaa dal corpo dd padre, coli dall' anima anco l'anima deriualfe: onde,
ilcndo infetto ilfonte,perneceflìcàreftaireanco il riuo contaminato. Lamo-
leftia di quel Santo non fulminata da' Scolaftici;iquali,hauendo accettato per \
ndubitato ,che ciafcuna anima iìa creata immediate da Dio,diircro,Cherin-
ettione era principalmente nella[carne,laquale da' primi genitori nel paradifo
errcftre fu contratta,o dalla qualità venenata del frutteto dal fiato venefico del
erpe3laqualcontaminationederiuajnella carne dellaprole,cheèparte di quella
(e'genitori5& dall' anima è contratta ncll' infufione:hcome un liquore centra-
le la mala qualità del vafo infetto:& l'infettione eifer caufata nella carne per la
ibidine paterna &c materna,nella generatione.Ma la varietà delle openioni norì
aufaua differenza nella cenfura degli articoli:perche ciafcuno,inherendo nella
iropria,da quella moftraua reftar decifojeirerc heretico il primo articolo,iiqual
^nza dubio fu anco per tale dannato nel Concilio di Paleftina,& in molti
africani centra PeLigio.Et rceiraminato aTrento,non come ritrouato ne' fcrit-
i di Luthero,o fuoi l^guacijma,come aiferito da Zuinglio:ilqual però ad alcuni
e' Theologi,che difculfero ben le fue parole, pareua più tofto che fentilFcnon
iler nella pofterità d'Adamo peccato del genere di attiene : ma corruttione,
e trasformatione della natura , che egli diceua peccato nel genere della fo-
;anza.
L'Articolo fecondo fu ftimato da tutti heretico.Fu già inuentato dall' iù.e((6 cmdamiano ti
'eTagió:iIquale,per non efleF condannato nel Concilio di Paleftina,pcr hauer J\'^°"^^ ■^''-
letto. Che Adamo non haueua nociuto alla pofterità;firetrattò,confeilando il ^^^^ opropofi»,
ontrario:&: dopo con i ilioi fi dichiarò,che Adamo haueua dannificato ipofte-
i,non trasferendo in loro peccar o,ma dando cattino eirempio,che nuoce a chi
'imita:& era notato Erafmo dell' hauer rinouatol'iftclTaairertionejinterpretan-
lo il luogo di S. Paolo , Che il peccato foflfe entrato nel mondo per Adamo,&
latrato in tutti ; inquanto gli altri hanno iraitato,& imitano la trafgrellìone di
quello.
Il terzo articolo,quanto alla prima partcfu cenfurato in Trento,come anco e U prìmn
.n Germania in molti Colloquij,con dire,Che quelle attieni non polfono eircrc pam del ter-
il peccato originale:peiche non fono ne' putti,ne meno negli adulti in ogni a?» '^Ifo'-ifi^-
cempo.Onde ildire,che altro peccate non vi foircfaluo quelio,era un negarlo ''""^^*
a fatto:& nonfodisfare l'ifcufatione allegata da loro in Gerraania,che,fotto no-
me delle attieni , intendono una inclinatiene della natura alle cattiue,& una
inhabilità alle buone: perche,fe coli intendeuanojconueniua dirle,& nonpar-
Z i]
i8o CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloIII
e 1 3 1 3 lar malcvolendo che altri intendeirc benc.Et,quantonque Sant' Agoftino hah
XLVi. bla parlato in rimili-naniera,quandod.iire,Chc la giuftitia originale era ubedir
aDic&nóhaucr cócupifcenzaife egli folfc in quelli tépi,non parlerebbe coli
perche è ben lecito nominar la caufa per l'cifetto, & quello per quella,quand(
iono proprij,& adequatiMnajnon è coli in quello cafoiimperoche l'originai pec
caro non è caufa di quelle attioni cattiucfe non aggiongendoll la mala volontà
'J.^.fi'^""^^ come principale.Majquanto alla feconda parte dell' articolo,diceuano,Che,fc
fané d «//o, Proteftanti intendeirero una corrottione priuatiua,ropenione il poteua tolerr
con retiKtio-
^g re: ma intendono una foftanza corrotta-.lìche la propria natura humanafia tra.
mutata in altra forma, che quella, in che fu creata: & riprendono i Catolic |
quando chiamano il peccato, Priuatione della giullitia, come un fonte fenz
acqua : ma dicono elfi un fonte, doue fcaturifcono acque corrotte,che fono g
atti dell' incredulità, dilHdcnza, odio,contumacia,& amor inordinato di fe,i
il quarto af~ delle cofe mondane:^ però conueniua dannare alfolutamente l'articolo. Etpc
/oimamente: l'ifteilà ragione ancora il quarto era cenfurato > con dire , quella inclination
clfer pena del peccato , Se non formalmente peccato:onde,non ponendo altr
che quella,fi negaua il peccato airolutamente.
Vomlnkaniy e Non è da tralafciar di raccontarcche in quella conlìderatione i Francefcar
Francefcanh non fi poteuano contener d'eflfentar da quella legge la Vergine,madre di Di(
s'afferrano fu p^: priuilegio fpeciale : tentando d'allargarli nella queftionc, & prouarlo:&
la Concetthm £)ominicani,in comprenderla fotto lalegge comraune nominatamente : quar
^ìneff^^^~' tonque it Cardinal del Monte con ogni, occafìonefaceircintendere,che quel
freffi. " controuerfia foife tralafciata:che erano congregati per condannar l'herefìcno
le openioni de' Catholici.
Il catarino Alla dannatione degli arricoli,non era chi repugnaflfe. Ma Fra Ambrofio C:
propuor» una tarino notò tutte le ragioni per infufficienti:che non dichiarallèro la vera nati
fua openìom ^.^ j- quello peccato,lo mollrò con longodifcorfo.La foftanza delquale fu,Eiì(
del^ peccato o- j^^^^^i^j-^q diftinguere il peccato dallapenad'eiro:malaconcupifcenza,(S^lapr
wg»«(» c> ya^f ioiie della giullitia , elTcr pena del peccato:e(rere adonque neccifarioiche
peccato ila altro. Aggionfe,quello,che non fu peccato in Adaino, è impoflibili
che ila peccato in noi:ma in Adamo nelFuna delle due fu peccato , no elfendojn
la priuatione della giuftitia,ne la concupifcenza,attioni d'Adamo: adonque n
meno in noi : & le in lui furono efFettidelpeccato,bifognaben che negli alti
fìano effctti.Perlaqual ragione non il può meno dircche il peccato fìainimic:
tia di Dio contra il peccatorcne quella di lui verfo Diorpoiche fono cofe conft
euenti il peccato,& venute dopo quello. Oppugiiò ancora quella trafmiflìoa
del peccato per mezo del feme,& dellageneratione:dicendo, Che,ficome quar
do Adam non haueife peccato, la giullitia farebbe ftata trasfufa,nonpervirt
della c^eneratione,ma per fola volontà di Dio:cofì,conueniua trouar' altro niD
do di a-asfondere il peccato. Et efplicò la fua fentenza in quefta forma: Che
iìcome Dio ftatuì, & fermò patto con Abrahamo,&: con tutta la fua polleria
quando lo conftituì Padre de' credenti:cofì,quando diede lagiuilitia originai
ad Adam,6c a tutta rhumanirà,pattu) con lui, ianome di tutti, una obhgation
di con
|APA Paolo III. LIBRO SECONDO. i8i
li conferuarla per fc5& per lorcoireruando il precetto : ilqiiiile hauendo traf- ci3 id
reditoja perdette tanto per gli altri,quanto per fé ftcìrc&incoife le pene anco xlvi.
crloro;lcqaali,Iicome ionoderiuatcinciaicuno, cofi ella trafgrciùonc d'A-
iamo è anco di ciarcuno:dilui,comc dicaLila:dcgli altri,pcr virtù dclpattotlìcbc
attiene d'Adamcpeccato attuale in lui,inipatataagli altri,, è il peccato origi-
lalerpcrche, peccando lui , peccò tutto'l genere humano. Si fondò principal-
ncnte il Catarino, perche non può eifer vero,& proprio peccato, te non atto
^olontario-.ne altro potere ellcr volontario,che latralgrclfione crAdamo,in-.pu-
ataa tutti: òódicendoS.Paolojchc tutti hanno peccato in Adamo,non lì juo
ntendere , le non che hanno commcllò l'iftcilo peccato con lui. Allegò pei:
lÌèmpio,che S.Paolo agli Hcbrci afferma. Lem hauer pagato la decima a Md-
Tfilcdcch, quando La pagò Abrahamo fao biiaao:collaqual ragione lldcbbe
iire,Che i poftcri violarono il precetto diuino,quando lo tralgredìAdamo:&;
he follerò peccatori in luijficomc in lui riceucttero la giuftitia: &"cofìnonfa
nfocrho ricorrere a libidine, che infetta la carne,dallaqualc l'anima riccua in-
ettione-.cofainintelligibilccomeuno fpiritopoira riceuer paflìone corporale:
he le il peccato è macchia fpiritualeneiranima,nonpoteiiaeirer prima nella.
:arnc:& fé è corporale nella carne,non può nello fpirito fare effetto alcuno.Che
)oi ima anima, per congiongerfl a corpo infetto, riceui infettionc Ipiritualcj
(Tere una trafcendenzaimpercettibile.il patto di Dio con Adamo loprouaua
)er un luogo del Profeta Ofea,per un altro dell' Ecclefmftico, & per diuerfi
uoghi di S.Ageftino.Il peccato di ciafcunoeirere il folo atto della trafgreffione
l'AdamOjlo prouauaper S.Paolo,quando dice,Che,per l'inobedienza d'un buo-
no molti fono fatti peccatori:& perche non fi è mai intefo nella Chiefa,peccato
:{rer' altrcche l'attione volontariacontra la legge: ma altra attione volontaria
ionfu,fe non quella d'Adamo:& perche S.Paolo dice, per il peccato originale
^Ifer entrata la mortclaqual non è entrata per altro,chc per l'attuale trafgrelTio-
a€:&,per proua principalifrmia,portò,che quantonque Eua mangiaire il pomo
prima d'Adamo,però non fi conobbe nud.i,neincorfa nellapena,ma folo dopo
:lic Adamo hebbe peccato, Adonque ilpeccatod'AdamOiflcome fu non folo
proprio,ma anco d'Eua,cori fu di tutta la pofterità.
Ma Fra Dominico Sotcper difefa dell' opinione di S.Thomafo,& dcCTlf altri "f^^^itta
Theologi,dallcobiettionidelCatarino,portò-unanuouadichiaratione,dicen- ^'*^^"^-
do,Che Adam peccò attualmente, mangiando il frutto vietato:madoporeftò
peccatore per una qualità habitualcche daH' attione fucaufata:comcpcrocrni
attione cattiuaTi produce nell' anima dell' operante unataldifpolltioncper
quale,anco palfato ratto,refta,& vien chiamato peccatorc:che l'attione dA-
damo futranfìtoria,ne hebbe eirere,fe non mentre egli operò:che la qualitàha-
bituale rimanente in lui pafsò nella pofterità>& in ciafcuno fi trasfonde propria:.
che l'attione d'Adamo none il peccatto originalcma quell' habitualcconfe-
guente , & quella chiamano i Theologi,Priuatione della giuflitia:ilche fi può.
cfplicare jconfìderando , che l'huomo fi chiama peccatore,non folo mentre at-
tiulmente tranfgredifcc? ma ancora dopojfìntantOjche il peccato noncfcaii.-
Z iij
^i8i CONCILIO DI TRENTO Papa paolo I]
e 1 3 1 3 celiaco: 3c queftojnon per rifpetto delle pene,o alcre confegiienze del peccàt
XLVi. ma,pciL-irpccco della trafgrcfiionc mcdciiina precedente: fi come quello, che
rhuomocuruojfìn tanto che no«nriridriZ2a : &c lìdicetalcnonper i'attionea
tuale,ma per quello cttctto refcato dopo quella pnlFaca: atlomigliando il Pece;
to originale alla cumicà^come veramente è una obliquità fpiritualejcirendo tu
ta la natura humana in Adamcquando egli pèrla trafgrcffioric dei precetto
incuruòjtutta lanaturahum.ana j & per conleguente ognilìngolarperfonajri
ftò incuruatajHonperla curuitàdi luijmaper una propria a ciakuno:perlaqu
le è veramente curuoA' peccatore, fin tanto, che, per la gratia diuina,non fi r
ddaza.i^uefte due opinioni furono acremente dilputate, pretendendo ciafci,
nojche la iua doueiFe eiler riceuata dalla Sinodo.
ti quarto capi Ma,nella confi<leratione,in che iraaniera il Peccato originale fìa rimelTojfi
de' Thtologi, i^q^q concordi in dire,Che per il Bartermo viene rcancellat05& refa l'anima ce
concorrente co ^^ niondajcomc nello (lato deli' innocenza: quantonque le pene confesucnir
Jejio artico- r \ • r ^ n ■ i~r ■ ■ r ^r,
lo, è dichiara- pcccato non iiano leuate,accio lerua?no a gmiti per eilercitio. Et quello tut
to,e ionico- lo dichiarauano, con dire, Che la perfettione d'Adamo confìfteua in vna qual
lo condannato: tà infufajlaqiiale rendcua l'anima ornata,perfetta,& grata a Dio, & il corpo e
fence della mortalità :&: per il merito di Chnfto,Dio donaaqueili,cheper
Battefmo rinafconojuna altra quaiità,chiamata,Gratia giuftificantc : che fcar
celiando ogni macchia nell' animajla rende cofì pura, come quella d'Adam(
anzi, in alcuni particolari fa effetti maggiori che lagiuftitia originale : folo,ch
non ridonda nel corpo : onde la mortalità, & gli altri naturali difetti non fon
emendati.Erano allegati molti luoghi di San Paolo, & degli altri Apoftoli: de
uè dicono. Che il Battefmo lana Tanimajchela monda, clie rilluiriina,chel
puriiìca,che non vi refta alcuna dannatione,macola,ne ruga. Fu con molta ac
curatczza trattato, come, le i battezzati fono lenza peccato,quello polli palFa
ne' figli. A che Agoftino con foli elFempij rifpofe : come dal circoncifo padr.
nafce il figho incirconcifo, & dall' huomo cieco ne nafce un'oculato, & da
errano mondo nafce il vellito di paglia. Il Catarino rifpondeua , Che con fol(
Adamo fullatuito il patto, ik ciafcuno huomo ha il peccato per imputationi
della trafgrelFione d'Adamo, onde gli intermedi) genitori non hanno che fare
ce le il frutto vietar o,non daAdamo,madaalcun Ilio figlio,folFe flato mangia
to,la pollerità di quello però non haurebbe contratto peccato : 6^: fé Adamo ha
uelFe peccato , dopo generati figli 5 ad effi,quantonque nati inanzi,larebbe fiate
imputatoli peccato d'Adamo.Contra dicheSotodifputò, Che,fe Adamo ha-
uetie peccato dopo nati figli,quelii non farebbono flati foggetti:ma fi bene i ne
poti nati di loro.
come anche il Fu commune voce che il fedo articolo è heretico : perche ne' battezzati ajlè^
fettimo,el'cf fifce rimaner cofa clcgnadidannationc:&:il fettimo,pcrlafciar nel battezzare
tam, reliquie dipeccato.Etpiuchiarameterottauo,mentreponelaci5cupifc£nzanE
"imofrTn^ ' battezzati elFer peccato, Solo Frate Antonio Marinaro, Carmelitano, non di-
dT^arìiiaro fcordando dagli altri,in affermar che il peccato èfcancellato per il Battcfmoj
de che la concupifcenza è peccato inanziiconfìdcrò nondimenojquanto al dan-
nare
pIpaPì^oloIII. libro secondo. 183
il contrario cl'hcrcrm,chc Sant' Agoftino già vecchio, fcriucndo di qiicfta ci~7o'~
ilitcriaa Bonifacicdiik; chiaramcntcChelaconcupilccnzanonera pcccc.ro, xl Vi-
I caiiraj5<' effetto J'eiIo:& centra Gialianojco:: parole non meno chiare .ui]irc>
(he erapcccatoicaula di peccato, «5: cffsiito ancora: .5: pur nelle Retrattario!;!,
Mifeceincntionc ne dell' Lina , ne deli' altra di qucRepropofitioni contraiic,
cTumcntO) che ripataire ciò noiiperrcncrc alia fede >& potertene parlare in
ibidiie li modijedcndo la diMorcnza pia rodo vcrbalcclie altro. Impcrochc,
.-racola e ricercare , Se una cola da in le peccato : onero , ie iìa peccato ad una.
trfona ile arataxoir.Cjfe alcuno, andando allacaccia neccilaria al ino viLìere,
alando uccidere una fiera, per ignoranza inuincibilc uccidcliè un'huon-:o,
iiurifconfukidiconojche l'attione è homicidio, S-: delitto j ma il cacciator è
( ifato,lìche non è peccato a lui,pcr la circoftanza dell' ignoranza; coiì,lacoii-
pifcenzajeiVcndo la medefima inanzi , &c dopo il Battermo , in Te Hello e pec-
:o:ò<:San Paolo dice, Che anco ne' renati repugna alla legge di Dio: & tutto
elio , che s'oppone alla leggeDiuina, è peccato : ma ilbattczatoè ifculato
icirer vcftito diChrifto: lì che in un modo e vero l'articolojneir j.ltro,Fairo:
nonègiullo condannare unapropolìtione,che habbiaun buon lento, lenza
ma diftinguerla.llqual parere fu da tutti reprouato : con dire,che Sarit' Ago-
lopofe due forti di concupifcenza: quella, che è inanzi il Battefmojlaquale
^na repugnanza della volontà alla legge di Dio, laquale egli hcbbe pc; pec-
:o5&nelBatcefmofcancellariì:&: vnaaltra,chc è repugnanza del fenfo alla
jioncclierefta anco dopo il Battefmo, laqual Agoftino dilfe effetto, &: caii-
ma non mai peccato :6<: quando pare che il contrario dica, conuiene tenere
: fermo la mente d' Agoftino effere , Che la concupifcenza Ha peccato,che
1 Battefmoreftid'effer tale, &diuenga effcrcirio di virtù, & buoneoperc. Il
ite,attefi quefta fua opinionceffendogli aggiontc le cofe dette ne' Sermoni, fojpempr m
ti da lui nella Mella della quarta Domenica dell' Aduento precedente 3 &in ^i' ^uteranefi^
Ila della Quarefima,eirortando a metter la total fiducia in Dio> & dannando '""•
ai confidenza nell'opere : &: affermando , che gli atti heroici degli anti-
i, tanto lodati dagli huomini, erano veri peccati : della differenza ancora
ila Legge , & dell' Euangelio , parlando , non come di doi tempi ; ma co-
che lempre vi fia ftato Euangelio ^ & fempre vi debbia effcr Legge : Se
ila certezza della gratiaancora,leben con qualche claulule ambigue, & ar-
iciofe : fi che non s'haiirebbe potuto riprenderlo, che non iifolFe difefo:
rro in fofpetto d'alcuni,che non foife affatto alieno dalla dottrina de' Prote-
nti.
Come fi venne all' articolo della pena,feben S.AgoftinOjfondatofifopra S. fi^'^ nom.^>i%.
.olojprofeffatamcnte tenne conuenirgli lapena del fuogo infenialcetiandio "l^^^" "^'h""^'
' faciuUi:& da nilfuno de' Santi Padri hi detto in contrario : con tutto cio, il ^ "^ '^^''^^''''y
aeftro , co' Scolafticij che feguono più le ragioni Filoloftc he , diftinfero due
ti di penc_€terne:Vna,la fola priuatione della beatitudnie celeftei & l'altrani
ffigo.Et la prima fola diedero al peccato originale. Dall' uniucrfal parer de*
olaftki fi partì fole Gregorio d'Ariminoj ehc per ciò dulie Scole s'acquiftèt
i84 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo II
e 1 3 13 titolo di Tormento de' putti. Ma,ne ciTojne S. Agoftino furono difefi da Theo
XLVi. gi nelle Congrcgationi. Vna altra diuiflone però futraloro: yolendo^^Domi
nicanijche i fanciulli morti fenzaBattcimo» inanzi l'ufo di ragioneadouelléro
dopo larefurrcttioncjrcftar nellit'nboj&: tenebre,in fotterraneo luogo ; mafen
za fuogo : i Franccfcani, che (opra terra, & alla luce : alcuni anco aftermauanc
chefolfero per tìlofofare, &occuparfi nella cognitioiie delle cofenaturalTTs
non fenza quel gran piacere , che fegue quan-do con inuentione fi empieTra
riofìtà. Il Catarinoaggiongeua dipiujche faranno da' Santi Angeli, &:3agl
Beati v'iiltati , 8c confolati. Et tante vanità volontarie furono in queilo^^etn
clic poccuano dare gran materia di trattenimento. Ma per la riuerenza di;^
gollmo ■■, (3: accio non folfe dannato Gregorio d'Arimjino, fecero gli Agoftini;
ni grand' inftanza,che l'articolo, quantonque falfo , come teneuano , non de
ucllè eifer condannato per heretico: fé ben' il Catarino s'adoperò con ogi
fpirito,accio folfe fatta dichiaratione , a fine (diceua egli) di reprimer l'audaci
éc l'ignoranza di qualche predicatori, che con grandefcandalo del popolo pri
dicano quella dottrina : Se affermando, cheS.Agoftino haueua parlato co:
per calor della difputa contra i Pelagiani , non che haueffe quell' opini(
ne per certa -.onde , dopo che dal commun confenfo delle Scole era certifìc
ta la verità in contrario,& che i Lutherani hanno eccitato l'iftelfo errore, '(
i Catholici medeilmi vi incorrono, effer necelfaria la dichiaratione della 5
nodo.
iPadrlydopo Finita la cenfura de' Theologi,&: trattandofi le materie trai Padri, per rifc
qiiejlccmfun, uei; la forma del Decreto; i Velcoui,pochi(fimi de' quali haueuano.cogniti
jr<t««g/'^«o rt ^^^ ^^1^^^ Theologia, ma erano o Iurifconfulti,o Letterati della Corte ; fi trou
;Lgjg, rono confufi per il modo fcolaitico di trattar le materie,pieno di fpine : &: n(
lediueriìtà d'opinioni,non poteuano formar giudicio per conto dejl'elfenza e
peccato originale.Piu di tutte era intcla quella del Catarino , per eifere efpre
col concetto politico di patto fatto danno per la fua pofterità : ilquale tr
grclfosfenzaniifun dubiol'obliga tutta : & molti de' Padri la fauoriuano : n
vedendo la contraditione degli altri Theologi, non ardirono riceuerla. Qiian
alla rcmilBone del peccato,queftofolo teneuano per chiaro, che inanzi II B;
'tefmo ognuno ha il peccato originale,&: da quello per il Batteimo è monda
pcrfettamente:però,concludeuano,che quello tanto il douelleftabilirperfec
& il contrario dannar per hercfìa:infìcme con tutte quelle opinioni , che neg
no in qual flvoglia modo il peccato originale : ma che cofa quello fìa , eifem
tante differentie fra i Theologi , non cller ppfiìbile definirlo con tanta circo
fpcttione,che fìdiafodisfattione atutti,&: non fi condanni l'opinione di qii
cuno,con pericolo ài caufar qualche fcidtia.
A queftauniuerfalinclinatione erano contrari] Marco Viguerio , Vefco
di Sinigaglia;&; F.Gieronimo,General di S.Agoftino;& F.Andrea Vega,Fr^
cefcanoTheologo. Quefto,piu di tutti, moftraua non eifer conueniente,
mai ufato da alcun Concilio condannare una opinioneper heretica , fenza ai •
rir prima quallìa laCatolica: nilTunanegatiuaverah^uerein fé lacaufa de>
il
>APA Paolo UT. LIBRO SECONDO. 185
uà verità,ma eircr tale per la verità d'una afFermatiua: ne mai alcuna pi'opofitio-
iie cflèr falfajfe non perche una altra è vera:ne potcrfi laper la fallita di quella,
la chi non fa la verità di quefta.Ii"nperò,non poterli condannar per hcreiìaro-
ìenione de' Lutherani,chi non allcrifce quella della Chieia. Chi olllracràil
nodo di procedere di tutti i Concilijjche hanno trattato materia di fcde,vcdrà,
[uelli hauer fatto prima il fondamento ortodoiro , & con quello dannate le
terc/Ic. Coli eiFcr neceifario flu'e al prelente:perche,quando fi lcggcrà>che la Si-
edo Tridentina ha dannato l'alTercione Lutherana , che dice L'originai pecca-
^clfer rignoranza,& rprezzo,dii^denza. Se odio delle cofcdiuincj & unacor-
5ttione di tutto Thuomo nella volontà, nell' anima , & nel corpo:chi farà quel-
),chenonricerchcrà fubitcche cofaadonque ila, & che non dica in le ftello,
)ual èadonque la fcntentia Catolica, fé quella e hcretica?Et,vedendo dannata
opcnione di Zuinglio,chc i putti figli de' Hdelilono battezzati in remiffionde'
eccati,non però è trafmeifo cofa alcuna da Adamo,ie non le pene5& la corrot-
one della natura 5 non ricerchi lubito, che altra cofa adonquec trafmeira?In
)mma,coiiicludeua,Eirere il Concilio congregato principalmente,pcrinfegnar
i verità Catolica,5«: non folo per condannar l'herelìe,Diccua il Velcouo , Che,
lèndofi di quelli articoli tante volte difputato nelle Diete di Germania,daÌ
lonciho ognuno haurebbe afpettato ima dottrina lucida,& chiara,&ritoluta
i tutte le difficoltà. Il General ancora, fé ben era in qualche fofpetto,che par-
tire per fubornatione dell' AmbafciatorToledcaggiongeua , Che la dottrina
era, & Catolica del Peccato originale è ne' fcritti di S.Agoflino:che Egidio di
.ornane haueuafcritto un libro proprioxhe quando i Padri hauelTero voluto
rendere un poco di leggier' fatica, haurebbonocomprefala verità,& potuto
arnegiildicio:nondouerlìlafciareufcirfama,chein Trento in quattro giorni
habbiariloluto quello,che in Germania èftato coli lonzamente fcaza concia-
one difcullo.
Non erano quelli auucrtimenti uditiipcrche i Prelati non haueuano fpcran-
a di poter con ftudio informarli delle fpinolità fcolaftiche : negli daua l'animo
i metterfene alla proua:& perche i Legati,hauendo da Roma riceuuto ailoluto
ommandamento di definire quella materia nella Seffione proffima,crano co-
;rettiadeuitarledilficoltà:&malIlme,che il Cardinale del Monte era riloluto
i far quel paifo onninamente:& però chiamati a le i Generali degli Ordini, oc i
rheoloJi,Catarino,(S: Vega,che più degli altri parlauano,impole loro, che do-
ieirero,fcanfate le dirficoltà,aiutar l'efpeditione.
I Prelati,dcputati a formare il Decreto,con l'aiuto de'Thcologi,diuifero la «^ in fine lo
natcria in cinque anathematifmi:Il LDel perfonal peccatod'Adamo:il lI.Deila fi'"'!''^"'^- ^°P^
:ransfufione nella pofterità:il IH. Del rimedio per il Battefmo : il IIII. del Bat- Z\in^T!S'
celmo de putti : il V. Della concupiicenza rimanente.Dopo quello erano dan- pf,,,;, jt-yan-
nate le openioni de' Zuingliani ne' quattro primi, &nelquinto,queHa.d'iXu- cefcanl^e Do-
thero.Furono quaficontutti eonferiti,& leuato,& aggionto fecondo griauncr- mouc.mi, per
pimenti con molta concordia:fenon,che iVefcoui , ik Frati dell' Ordiate di San; '^- ]^7'^"'^'"y^
ri'auccfcojnonapproLiaconojchetiniiierfalmcntelidicelìe, lIpcccaXgLdjQaiS? Jine
_ i8(5 CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloIII.
ci ci3 cirerpaffato in tutto! genere hiimano : perche veniua comprefa la Beata Ver-
XLVi. crincMadre diNoftro Signorc,re fpecialmente non era eccettuata :^&Tn{làui*
no per recccttionc. In contrario diceuano i DoiTìenicani,Che lapropollcione
colìuniueriale,& fcnzacccettionceradiSan Paolo, & di rutti i Sancì Do^torìT
pcròjnon coaucniua con cccettione alterarla : &c rilcaldandolì la contradirtrò-
ncricadcróno nella qucftione,chei Legati più volte haueuano diuertita. Que-
fci diceuano, che, quanronque la Chieiahabbia tolcrato l'openione della con-
cettioncnondimeno, chi ben eiraminalle la materia , trouerebbc, che ne meno
la Beata Vergine fu eilente dalla communeinfettione: &gliahriopponeuano,
chellirebbe ìlatovn condannarla Chieia,che celebra la concctcionecome im-
macuiata:& una ingracitudine,derogandoairhonordouuto aquella,per ilcui
mezo palTano tutte le gratie di Chrifto a noi. Pailarono le difpute a ipecie di
contentione,&: tanto oltreché TAmbatciator Cefarco venne in fperanza d'ot-
tenere il Tuo dillegno , che la materia non fi poteife proporre nella ieguentc
Sedìone.
, . . Mi, perche molte cofe furono in quell' occafione propofte,i?c fecero venire
pJ! r7llfZt al Dccieto,che fi diràjilqual perche diede da parlare, per intiera intelligenza del
UquTdot- ' tutto,è necellario dal Tuo principio narrar l'origine di quella controuerfia. Do-
mnaèdifcor- pò che l'empietà di Nedoriodiaife Chriftcfacendodoi figlia denegando, che
fi' il (renerato dalla Beata Vergine foile Diorla Chiefa per inculcar nella mente de
fedeh la vericàCatolica,introduire di replicarla frequentiflìmamét-e nelle Chie-
di rccofid'Orientccome d'Occidente, con quella breue forma di parole, in Gre-
co zJ^lana Theotocos , in Latino Maria mater Bei : ilche, inftituito in honor ài
"Chrifto folamente,pian pianoficommunicò anco alla Madre,& finalmente fu
ridotto alci (bla : &■ perlafteiracaufa, quando furono frequentate l'imagini,/!
depinle Chrifto fanciullo in braccio della Vergine, perrammemorarlavene-
rationealui douutaancoin qucU'etàipaitb nondimeno in progreftb in venera-
tione della Madre fenza il Figlio, rcftandoegU nella pittura come appendice..
I fcrittori,&: prcdicatori,matlirac contcmplatiui, tratti dal torrente dei Volgo,
che molto può inqueftematerictralafciato di parlar di Chrifto, a concorrenza.
inuentarononuouelodi,&cpittcti,&reruicijreligio(Ì5tanto che circa il M.L.fii
anco inftituito un officio quotidiano diftinto per fette hore Canoniche alla B.
VertTÌnc,nellafori-na,che da antichiftluìo tempo era ferapre confueto celebrar-
^in honor della Maeftàdiuina ,& ne' cento anni feguenti s'aumentò tanto la
venerationcchelì riduife al colmo,& fino alF attribuirgli quello» che le Scrit- i
ture dicono della diurna Sapienza. Et tra le nouicà, inuentate fu una quefta,U
total ciTcntione dal peccato originale. Quella però reftaua folamente nelle opi-
nioni d'alcuni pochi priuati, fenza hauer luogo nelle ceremonie Ecclefiaftiche»
ne apprellbgUhuomini dotti. CircailM.c.xxxvi. i Canonici di Lione ardi-
rono d'intro^durla negli offici) Ecclefiaftici.S.Bernardo,che in quei tempi viue- j
uà, ftimato il più dotto , & pio di quel fecolo , & nelle lodi della B.Vergine fre^ !
quentiiTimOifìno a dargli titolo di collo della Chiefa,per quale palfa dal c.apxLOr [
oni cri-atia,& os^n influlfoiinuehìCeiieramente contrai Canonici j e fciilfe loro i
^ "^ "^ ripicn;
Papa Paolo III. LIBRO SECONDO. 1S7
ripircndédogli d'hauere mtrodotto nouità pericolofa fenza ragione, e fcnza ef- eia Td"
fempiodclf antichità: che non mancano luoghi da lodar la Vergincalìaquale xlyi.
'non può piacere una nouità prefontnofa, madre della temerità , forella delia fu-
jpcrftitioncfiglia della Icggierczza. Il Tccolo icgucnte hebbe i dottori fcolaftici
'd'ambiduegh Ordini Fràceicano, &Domcnicanojchc ne'lorofcritti rifiutarb-
Ino quefta opinioneslìno intorno il m. e e e. quando Giouanni ScotOjFrancefca-
lno,poll:a la materia in di(puta,& eiraminate le ragioni, ricorfe alla diuina potc-
iftàjdicendojDiohauer potuto farcche mai folFe in peccato, o che vi folle folo
^per un' inftate: Se anco,che gli fottogiacelFeper un tempo: che Dio (olo (a qual
di quelli tre fia auucnuto: clFer cofa probabile nondim.eno,attribuire a Maria il
iprimo/e però non repugna alla autorità della Chiera,& della Scrittura.Ladoc-
jrina di quello TheologOjue' Tuoi tempi celebre, fu comunemente feguita dall'
l3rdineFrancefcano:ma nel particolare della coacetf ione, vedendo la via apcr-
a dal fuo autorcatfermò aifolutamcnteper vero quello, che da lui fu propofto
l>erpo(fibile,&probabile,fotto conditione dubitatiuajSc non repugna alla fe-
lle Ortodolfa. I Dominicani conftantemente repugnauano,perreguirS.Tho-
j nafo del loro Ordine,celebre per dottrina , & per 1 approbatione di Papa Gio-
i Ianni XXII. ilqual Papa ahne di deprimer l'Ordine Fracefcano,che ingran par-
ie adhcriua a LudouicoBauaro Imperatore fcommunicato da luijcelebraua, 8c
j anonizaua quel Dottore,^ la dottrina fua.L'apparenza della pietà,& deuotio-
I le fece,che alF uniuerfale Ri più accetta Fopinionc Francefcana, 8c riceuuta te-
'' lacemente dall' uniuerfità di Parigi , che era in credito di dottrina molto emi-
|iente:&poi,4al Concilio di Bafilea,dopolongaventilatione,&difcufllone,ap-
I )rouata, & prohibito il predicare, «Se inlegnare la contraria : ilche hebbe luogo
n quelle regioni,che riceuettero quel Concilio.Finalmente Papa Sifto I V.Frà-
elcanojin quefta materia fece due Bolle, una, del M.cccc.Lxxvi.approuan-
io un nuouo officio comporto da Leonardo Nogarola Protonotario, con in-
lulgcnze achilo celebraua,&aflìfteua:l'altra,delM.cccc.Lxxxiii. dannan-
lo per falfa,<Sc erronea ra(rertione,che fia herefìa tener la concettione,o pecca-
o il celcbrailai(Sr fcommunicando i predicatori,&; altri,che notaflcro d'herefia
juella opinione, ola contraria, per non elFcre ancora decifo dalla Chiefa Ro-
nana,&: Sede Apoftolica.Qucfto però non fopì le contentioni,lequali tra quefti
lue Ordini de' Frati s'inafpriuano fempre maggiormente: &c ogni anno al De-
lembre fi rinouauano:tanto che Papa Leone X.pensò di rimediar con diflìnire
acontrouerfia:&:fecefcriuere adiuerfi. Mahebbepoi penfieri piuimportanti
)er le nouità diGermaiiia:lequali anco operarono in quefte contentioni quello,
:he auuiene nelli ftatijchcalFediata la Città,le fattioni ceiraao,&rurti s'unifco-
10 centra il commun ncmico.Fondauanfi i Dominicani fopra la Scrittura,& la
lottrina de' Padri , 6<. de' Scolaftici più vecchi ; doue per gli altri non fi rrouaua
>ur' un punto in fauore:ma per fé allegauano miracoli,&; il confenfo de' popoli.
3iceuaF.Giouannida Vdine,Dominicano,o voi volete,che S.Paolo,& i Padri,
labbiano creduto quefta voftra elFentione della Vergine, fuori della commune
:onditione,ono.Se l'hanno creduta,3cpur' hanno parlato uniuerfalmétcfenza
A a ij
,88 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo ITI.
ciD 13 inai far mentione diquefta eccettioncimitategli anco adeiro. Ma/ceflì hanno
XLVi. contraricla voftra è una notóltà. F. Giiolamo Lombardello , Francefcancdice-
ua , Non minor elfere l'autorità della Chiefaprefentcche della primitiua:fe il
confenfo di quella ne' tempi fuoi indulfe aparlar fcnzaeccettionejil conlenfo
di quella, che fi vede nel celebrar la Fefta per tuttojdebbe indurre aiiontralaf-
ciarla.
i Legati feri- 1 Legati rcriifero a Roma la mirabil concordia di tutti centra la dottrina Lu-
j{onoaJ{omay theranas&ila deliberatione prefa di condannarla :& mandarono copia dellt
donde hanno ^^ anathematirmiformati,aui(ando infieme la contentione eccitata per la Con-
ITsacqlTar cettione. A che da Roma fu ritpoilo ,.che per nilKuia caufa fi metteire mano a
le difl>m de quellamateria,chc potcuacauiare un fcifma tra Carolici: ma cercairero di met- ;
JFratf, ter pace tra le parti,& dar fodisfattionc ad ambeductSc fopra tutto conferuare in
vicrore ilBreue diSifto quarto. I LegatÌ5riceuuto l'ordinei^ effi medefìmi,&per
mezo de' Prelati più prudentÌ5perruai*ero ambe le parti a deporre le contentioni,
& attédere vnitamente cótta Lutherani : qualifì contétarono di metter tutto in
filentio^mentre che non folte fatto pregiudicio all'openione fua.Maji Frane ef-
canidicédo, che il Canone era cótta di loro,fe la Vergine no era eccettuata:& i
Domenicanijche fé era eccettuata,e{lì erano condannatijfi vide neceflltà di tro-
uar modojcome fi dichiaraife non comprefà^ne atfermatiuamente eccettuata:
chcfujdicendojNonhauer hauuto intentione dicomprenderla,ne meno d'ec-
cettuarla. Poi, per la grand' inftanzade' Francefcani, li contentarono anco gli
altrijche fi diceire folamente,non hauer' hauuto intentione di comprenderla5&:
per ubedire alPapas'aggionfejchefi feruaffero le conftitutioni di Siilo quarto.
5» ìyìetefìte- Mentre che quelle cofe fi trattano a Trento,eirendo ridotta la Dieta in Ratis-
ncndl compor- bona j Cefare moilrò gran difpiacere , che il Colloquio fi foife difciolto fenza
re le dìfferen- fratto : $c ricercò>che ciafcuno proponelfe quello,che fìpotelfe fare per quietai
^ , mn'mior- |^ Germania. I Proteftanti fecero inftanza che folfe comipofla la differenza dell?
**"' reli^ioncfecondo il rcceiro di Spira,per un Concilio Nationale : dicendo , Che i
era più a propofitojche rVniuer{ale:poiche,per la gran differenza nelle opinion:
tra la Gcrmania5& l'altre nationi,era imponìbile che in un Concilio Generale
non nafcelFe contentione maggiore : & chi volclle coflringere la Germania a
mutar parere per forza>conuenirebbe trucidare infinite migliata d'huominijchc
farebbe con danno di Cefarej& allegrezza de' Turchi.Rifpondeuano i miniflni
dell' Imperatore, Non clTcr mancato dalla Maeftà fua,chenon s'elleguilFe ili
Decreto di Spira: &: elTer molto ben noto a tutti, che per hauer la pace tantoj
neceiraria col Rè di Francia, era ftata ncceffitata acondefcendere al volere dell
Papa, nelle cofe che toccano alla religione: che il Decreto era accommodatci
alle ncceffità di quel tempo ; lequali mutate , era anco neccifario mutar parere;
che ne' Concili) Nationali fi è alcune volte fatta craendatione de' coflumi: ma
della fede,& della religione mai nò fi è trattato:che,venendo a' Colloquij,(ì ha
da fare conThcologijcheper il più fono difficili &: o{linaEÌ:onde non fìpuo coni
loro venire a confegli moderati,come firebbe di bilogno : che niffuno amaua
più la religione , che Cefare^ne era perpartiiTi dal giulloj&honeftoiun punto,;
pei
• A Paolo III. LIBRO SECONDO. 189
far piacere al Pontefice:ma bcnfapeua, die in un Concilio Nationalc non cio TÒT""
jULebbe potuto ne accordar le parti,ne trouar chi fare giudice. Gli Amba- xl vi. -
'tori di Magonza,&diTreucri, lì diaifero dagli altri quattro 5 &,vniticon
i i Catolichapprouarono il Concilio Tridentino ; &c fupplicarono Celare a
iitccTCTcrlo 3&apcrluadeic a Prottllanti d'andaruisiSciortomctteriì a quello,
hc^dicendo eflìin contrario , InTrcnto non eilcr Concilio libero, come fa
lnandaro,& promeilo nelle Diete dell' Imperio; di nuouo fecero inllanza,
! Cefarevoleile tener ferma la pacc5&ordinare,che le cofe della religione fi
iiiliircro in un Concilio legitimo di Germania, o veramente in una Dic-
cir Imperio ; onero in un Colloquio di perfone dotte delT una Gl'altra
e.
-laueua l'Imperatore in quello mentre fatto fecrctiflìme prouifìoni perla « -vengono n*.
era : lequali non potendo più ftar' occulte , vennero a notitia de' Protcftanti ^"" ' ^'/^S»*'
>ieta:& perche era fatta la pace col RèdiFrancia, & tregua per qucll' anno ^è'*^^^^^ ^
Turco j ognuno facilmente vedeua la caufa : mallìmc, che ii era (parfa la fa-
che anco il Pontefice,& Ferdinandojs'armauano: onde ogni cola il voltò in
fufione : (5^, vedendo Cefare, elfcre (coperto a none di Giugno fpedì perle
e il Cardinal di Trento a Roma, per dimandare al Pontefice gli aiuti pro-
ri:& mandò anco in Italia, & in Fiandra, Capitani con danari per far genti:
illecito i Prcncipi, de Capitani Germani Proteftanti, non collegati con li
lcaldici,afeguir le fue infcgne,affermando,& promettendo di nò volere far
raper caufa della religionc.ma per reprimere larebellione d'alcuni; i quali>
3 quel pretefto non vogliono conofcer le leggi,ne la Maeftà del Prencipc.
ilaqualpromeirafece anco ftar quiete molte delle Città, che già haueuano
.lutala rinouatione ne' riti della Chiefa, promettendo ogni beneuolenza a-
tbedienti,.(3c aflicurandogli della religione.
/la in Concilio,non reftando più difterenza alcuna tra i Padri,fopra le cofe ed ìnTrentofl
.\iVe,Sc elfendo formati i Decreti della Fede,& della Riforma, ne potendo fa la quinta
.'Ambafciator Cefarcorefifterc alla ri Iblutione de' Legati, venuto il dice- ■^«/^'««e 5 del
:Giugno,giorno della Seliionccantò la MeiFa AleiIindroPiccolomini,Ve- ^^'^'^'**° "^^^'^
•o di Pienza,e fece il Sermone Frate Marco Laureo,Dominicano: &,fatte le ^^XJ ^
e ceremonie,fu letto il Decreto di Fede co' cinque Anathematii mi. I.Con-
;hi non confclFa Adamo,per la trafgrcflìone hauerperfo la fantità. Se giufti-
ncorfojieir ira di Dio,morte, & pregionia del Diauolo, &c peggiorato nell'
na,& nel corpo: IL Chi aUèrifccAdamo peccando haucr nociuto a fé fo-
hauerderiuato nella pofterità la fola morte del corpo ;(3c non il peccato,
•te dell'anima. III. Chi afferma il peccato,che è vnoin origine , & proprio
afcuno , trapaffato per generatione , non per imitatione, potere elFcre
:licellato con altro rimedio, che per il merito di Chrifto : onero nega che
1 lerìto di Chrifto ila applicato tanto a' fanciulli, quanto agli adulti per il
tiramento del Battefmo , miniftrato nella forma , & rito della Chiela^
I|I. Chi nega, che debbiano eller battezzati i fanciulli nafcenti, ic ben
g di Chuiftiani: 0 dice, che fono battezzati perla remiflìone de' peccatij>
A a iij
icfo CONCILIO DI TRENTO Papa paolo r.
'ci3 1^ ina non perche habbiaiio contratto alcun peccato originale da Adamo. '.
XLVi. Chi ne(^a, che, per lagratia del Battcfmo fia rimelTo il reato del peccato ori-
nale, 6^ non Ila leuato tutto quello , che ha vera, & propria ragione dip-
caro : ma che ila rato. Oc non imputato, rcftando però ne' battezzati i
concupifccnza per elTercitio , che non può nuocere a chi non gli confer :
la quai chiamata dall' Apoftolo peccato , la Sinodo dichiara noneflHjfo
& proprio peccato : ma etFer coli detta , perche è nata da peccato , & -
dina a quello. Che la Sinodo non ha intentione di comprendere netl-
creto laB.Vercrinc : ma doucrlì oiferuar le conftitutioni di Sifto IlII.leqti
rinuoua.
tfter Ul{lfor- i\ Decreto della Riform.atione contiene due parti : vna,in materia delle I ■
pixy delle Let- tjo^i.paljrajdcUc Prediche. Quanto alle Lettioni,fuftatuito, che nelle Chi ,
p "j 'fo'^'^^ doue è ailcgnato ftipendio per legger Theologia, il Vefcouo operi che dallo •
"^ '' pendiato medcfui-io , ciTendo idoneo , fia letta la diuina Scrittura : & non eli -
do,queilo carico Ila eirercitato da un fuftitutcdeputato dal Vefcouo ftello. ì ,
per l'auuenire, il benefìcio non fi dia, (e nonaperfonafuftìciente aquelcpj ,
Che nelle Cathedrali di città populata ; & nelle Collegiate di caftello inlic ,
doue non è allignato alcunftipendio per tal' effetto ; fia applicata la prn-na
benda vacante , o qualche femplice benefìcio, o una contributione di tutti j ■
netìciati per inftituir lalettione. Nelle Chiefepouere fia almeno un Mac
che iniegni la Grammatica, & goda i frutti di qualche benefìcio fimplic )
gli fia alTer nata qualche mercede della menfa Capitulare , o Epifc opale ; e il
Vefcouo ila trouato qualche altro modo 5 fi che ciò lia effettuato. Ne'] »•
nafterij de' Monaci, doue fi potrà, vi fra lettione della Scrittura: nel chef li
Abbati faranno negligenti , fiano coftrettidal Vefcouo, come delegato l \-
tifìcio. Ne' conuenti degli altri Regolari , fiano deputati maeftri degi 3
quefto effetto. Ne' ftudij publici , doue non è inftituita lettione della S
tura , s'inftituifca dalla pietà, & carità de' Prencipi,&: Republiche: &di
è inftituita , èc negletta , fi reftituifca. Nilfun pofTì eilercitat quefto 1
ciò di Lettore, o in public©, o in priuato,fenon è approuatodal Vefcc
come idoneo di vita , coftumi , & fcienza : eccetto quelli che leggono
Chioftri de' Monaci. A' Lettori publici della Scrittura, oc a' Scolari,fiano (
feruati i priuilegij concelTi dalla legge , di godere i frutti de' benefìci) lor ?
alTenza. _, . . ^
Quanto alle predicationi,conticneil Decreto , Che 1 V ekoui,& Prelat: a'
no tenuti,non elTendo impediti,predicar l'Euangeliocon la bocca propri: 5i
impcditi,(ìano ubligati fuftituire perfone idonee. Che i Curati inferiorii b-
bino infegnar le cole necelfarie alla falute, o di propria bocca, o per o; ra
d'altri : almeno le Dominiche , & Fefte folenni : alche fare fiano coftretti la
Vefcoui , non oftante qualonque eirentione. Et allo fteito fiano coftrett la
Metropolitani, come delegati dal Papa, i Curati delle Parochiali fogget a'
Monafterij, che non fono inDiocefe alcuna 5 fé il Prelato regolare fava ne !i-
aente a farlo. Che i Regolari nonpredichino fenzal'approbatione della ra»
° coftnJ'
paPaoloUI. LIBR O secondo. J91
lumi , & icienza , da fupcnori iouo j ^c nelle Chiefc del loro Ordinc.Inanzi e i ^ i^
z principiai: hi predicacioncdcbbino dimandarpcrlonalincnte la bcnedirtio- XLVi.
al VefcOLioima nelle akre,non predichino lenza la licenza Epiicopalc, !;• qual
conceltliii-nza pagamento.Se il Prcdicator ieminerà crrorijO icandali, il Vai-
no ^ìi prohibilca il predicare : & fé predicherà hcrciìe, proceda contra luì
me la Ic'^'^^e ordiiu,5<: fecondo la cojìlucnidine.Et le il Prcdicarore folle priui-
iatojlo ùccia come delegatojhaucndo pero curajchc i Predicatori iion iìano
ìleftaci per falfe imputaciorii,& calonnic,&non habbianogiufta occailone
dolerli di loro. Non pcrmectinojche forco preteiio dipriuikgi],ne Regolari,
viuino fuor del Chioftro;ne Prccilecolarijenonconolciutijck approiiaci
oro i predichino 5 fin che non lia di ciò dato conto al Pontefice. 1 QLU-llori
i pollino predicare elTbne far predicare'.^; contraficendojuon oftanti 1 priui-
j,(ìanocoftrettidalVefcouoad ubcdirc.Iniìnefu ailegnato il termine delLi
lente Seflìonealdìvencinoue Luglio.
^rononciati i Decreti dal Velcouo celebrante,il Secretario del Concilio Icife Uutre del né
tteredel Rè diFrancia:in quali deputaua Ambafciatore al Concilio Pietro diFmnmaitA
leiìo.Et egli fece unalonga5& faconda oratione a' Padri juellacjuale dilfc in oratione del
uizajChe il Regno di FraiiciajdaClodoueo,primoRèChriftianiffiniOjha-^f-f^"*^**
^cruato la religione Chriftiana Icmpre fìnceriilìma. Che San Gregorio pri- "^"*^ '"^**
liede titolo di Catholico a Childeberto,in teftimonio dell' incorrotta reli-
i le.Ché i Rè mai hanno permeilo in niffuna parte di Francia fetta alcunajne
t| che Catolici:anzi hanno procurato la conucrfione degli efterij& Idolatri>
eretici i & con pie arme coftrettigli a profeiTar la vera, &: fana religione..
\ :ò,come Childebcrto con guerra coftrinfe i Vifigotti Ariani a congiongerfi;
> [a Chiefa Catholica:& Carlo Magno fece trenta anni di guerra co' Saflonir
1^ idurgli alla religion Chriftiana. Pafsò poi a dire i fauori fatti alla Chiefa
cj lana.Raccontò Piraprefe di Pipino,& Carlo Magno contra Longobardi,&
tì ; a quefto da Adriano nella Sinodo deVcfcoui fu conceilo di creare il Papa>
1 approuar i Veicoui del luo Dominio^^ inueftirglijdopo riceuuto da loro
2ì lamento di fidekà.SoggiongendojChe fé ben LudoiHco Pio,fuo figliuoloj.
I a queir autorità di creare il Papa ; rifcruò nondimeno che gli folfeta
a iatiLegatiperconleruarramicitiajlaqual tempre continuò coltiùatacoh
i.bicuoliufficij.Perlaqual confidenza 1 Romani Ponrihci, ne' tempi dilHci-
,c|:acciati dalla loro Sedevo temendo fedicione,il fono ritirati in quel Recano,
'e poterfi narrar quanti pericoli i Franceii hanno corfo;& le ccccflìue pro-
li nidi danari,&:fanguejper dilatare i confini deir Imperio ChriftianojO per
r^ierar le cofe occupate da' Barbarico per reftituire i Pontcfici,o liberarcrh da'
jijoli.Soggionfejche da quefti hauendo origine Francefco Rè,con lamedc/ì-
, allieta j nel principio del fuo Regno , dopo la vittoria di Lombardia^andò a
3 ir Leon X. a Bologna,per formar con lui concordia:laquale ha continua-
«l>n Adriano > Clemente > & con Paolo: & in quefti ventifei anni^clFendo le
'fjlella fede ridotte in grand' ambiguità in diuerfe regioni,con moka accura-
8^haoperato,chenon s'innoualle cofa alcuna nell' \i£o commune Ecclcfia-
ci-^ 1:3
15,1 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo I.
fticcma tutto folfe rifcniato a' giudici) publici della Chiefa.Et quantonqiiei
XLvi. di natuia clcmenncjpiaccuolcj&, abhorrentc da{'angue;hau(ata feucntà,&pi.
polli graui cditti:ha operato con la (uà diligenza , & vigilanza de' Tuoi Giudi,
che in tanta tcmpefta,che ha fonucrtito molte città, & nationi intiere, fo:
conferuato alla Chiefa quel nobiliffimo Regno quieto,nelquale reftano ladi-
trina, riti, cercmonic, & coftumi vecchi. Laondepoteua il Concilio ordii;
quello, che giudicaua vero, & utile alla Republica Chriftiana. Dille di p,
haucr' il Rè conofciuto quanto fia proficuo alla Chriftianità haucr per Capei
Vcicouo Romano : onde, ancorché tentato,^: inuitato conutiliflìmi partii,
fcguitar l'circmpio d'un altro;non ha voluto partirli dal Tuo parere:& perciò;
pcidutoramicitia de' luoi confinanti con qualche danno. Che fubitointefi
conuocatione dei Conciiio,inuic> alcuni de' Tuoi Vercouij&r dopo che vide fi
dadouero,& ellcre inabilita l'autorità con più Seffioni , ha voluto mandar' 1 1
Oratorcper a(lìiì:ergli,pro curando daloro,che ftatuifcano una volta, & pu'-
camcnte propongano la dottrina, che tutti i Chriftiani debbino profellàr
ognilaogo;& che indrizzino la dilciplinaEccleliaftica alla norma de' (acri '
noni:promettcndo,cheilChriftiani{lìmo Rè farà oileruare il tutto nel Tuo
perio",&: haurà patrocinio,& difefade' Decreti del Concilio, Aggionfepoi,(i
elFendo coli grandi i meriti de' Rè di Francia , gli lìanoconferuari i priuilj
conceflì dagli antichi Padri,3i da' Sommi Pontefici, dequali fu in poireflì
LudouicoPio,& tutti gli altri Rè di Francia leguentij& chefiano confern e
alle Chiefe di Francia,dcllequali egli è tutore,le fue ragioni,priuilegij,& im
nità-.ilche fé il Concilio farà,tutti i Francclì lo ringratiaranno,&: i Padri n*
pentiranno d'haucrlo fatto. ,
a cui e rljpofio Fu , per nome della Sinodo , rifpollo da Hercole Seuerolo , Procurato! ci
per nome dd Concilio, con brcui parole,Ringratiando ilRè,moftrando che laprefenza ' '
Conàltc: Ambafciatore gli fotte gratiirima,pro mettendo d'attender con ogni ftudio
ftabihmento delia fede, vS^ alla riforma de' colì;umÌ5& offerendo ogni fauo ì
Regno,& alla Chieia Gallicana.
. ,. .. f Ma li Decreti della Scdioncufciti in fl:ampa,& andati in Germania,die(
^quinta. Sef- materia di pariare.Diceuali,che iuperfluaraente fi era trattato dell' impietà I
^om: . o-iana,già più di mille anni dannata da tanti Concilij,& dal commune coni
della Chicfa:v5c pur quando l'antica dottrina folfe confermata, poterli tolc
hauern ben,conforme a quella, propofta la verauniuerialc,dicendo,Ilpec t
d'Adamo ellcr paffato in tutta la poftcrità: ma poi quella deilrutta, con l'ci ;t-
rione: ne giouareil dire,chereccectionenon lìaairertiua,maambigua:pencj
ficome una parcicolare rende falla l'uniueriale contradittoriajcoli la partici ir^:
ambigua rende incerta runiuerfalc:& chi non vede,che,ftante quella ecce io-
ncetiandio con ambiguicà^ognuno può concludere, Adonque non è certe he
ilpeccato riapaffatom tutta la pofterità,pe.vche non è ccrto,che ila pallate H'i
Vergine:&: mairime,chelaragionc,conquaiefi perluade quella eccettioncuo
perfuaderne iTiolte altrc.Ben cffere ftato conclufo da San Bernardo, Che la 'M.
ragioncjche induce a celebrar la Conccttione della Vcrgincconckiderà/Ci'*
- ■ 'c.é-
Papa Paolo IH. LIBUOSECONDO. 15)5 __
celebrata quella del padre, &c madre di ciucila , & degli aui, &: proaui,&: di tntra_ eia 13
la 2enealogia,& cefi andar' in infinito:dice Bernardo. Ma, non vi ìTaifdi'eHBe, xl vi,
peich'e, o-ionti ad Abrahamo , vi farcbblfgrairragTòìie d'ellentarlo Iblo dal pec-
cato originale. Egli e c[iiello,a cui è fatta la promella del Redentore : Chriito è
detto femprc Seme d' Abrahamo : egli chiamato padre di Chrifì:o,& di tutti i
credenti,eiremplar de' fedeli : tutte degnità molto maggiorijche il portar Chri-
fto nel ventre. Secondo la diuinarifpofta. Che la Vergine fu più beata, perha-
uer udita la parola di Dio,che per hauer lattato,^: partorito.Et chi per prcroga-
tiuanon fi lafcerà confcgliare ad eccettuare Abrahamo,& haurà per foda l'anti-
ca ragione,Che Chrifto è fenza peccato per eirernato di Spirito Santo, lenza fe-
me virile j dirà,che era meglio feguire il coni'egliodelSauio,& contenerfi tra i
termini pofti da' Padri. Aggiongeuano, che grand' obligo doueua il mondo
portare al Concilio , che fiiia contentato dire, che confeira,& fentereftarne'
battezzati la concupifcenza ; che altrimente iarcbbonocoftrettiglihuomini
a negare di fentire in loro quello, che fentono. Nel Decreto della riforma
s'afpettaua,c4ie foife proueduto alli Scolaftici, & a Canonifti. A quelli , che
danno le diuine proprietà al Papa, fino a chiamarlo Dio , dandogli infallibi-
lità , & facendo l'iftefib tribunale d'ambidue : con dir' anco , che fia più cle-
mcnt(pdi Chrifto. Alli Scolaftici,che hanno fatto fondamento della dottrina
ChriHiaria lafilofofia d'Ariftotele , tralafciata la Scrittura, de poll:o tutto in dii-
)io , fino al metter queftioncSe ci fia Dio, & difputarlo da ambe le parti. Pa-
:eua cofa ftrana, che fi foffe ftato fino a quel tempo a fapere, che l'uflìcio de'
^efcouiera predicare, che non s'hauelfe trattato di leuar l'abufo di predicar
/anità , &c ogni altra cofa , faluo che Chrifto : che non folfe proueduto ali' a-
jerta mercantia de' Predicatori , fottonome di lemofina. Alla corte dell'
mperatore , andata notitia de' decreti fatti , fu riceuuto molto in male che
'.ella Riforma fi fofie trattato cofe leggiere , anzi non richiefte dalla Gcr-
Liania : &:in materia di fede foifero le controuerfie per il decreto rifuegha-
I ?. Imperoche, eifendo già ne' colloqui] quafi concordata la controuerfia del
l 'eccato originalejdal Concilio,doue s'afpettaua compoiìtione , era prouenuto
ecreto contra le cofe concordate : 3c per nome dell'Imperatore fufcrittoa*
loi in Trento,che faceirero ogniopera,accio s'attendelfe alla Riformatione5&:
j; cofe di fede controuerfefi difFerilfero all'andata de'Proteftanti, che Cefare e-
i ficuro d'indurui : onero alm.eno, fin che folTero gionti i Prelati di Germania,
he,fattalaDieta,fifarebbono incaminati. Madi quefte cofe Conciliari poco
?mpo fiparlò,perche altri accidenti auuennero,che voltarono a fé gli occhi,&:
1 mente d'ognuno.
' Imperoche in Roma ilCaidinale di Trento conclufe a' ventifei Giugno la codttjìone él-
cgatra il Pontefice & Cefarccontra i Proteftanti di Germania: allaquale era ^aUgadlCe-
tatoHato principio dal Cai:dinalFarnefe l'anno inanzi in Vormes, come è fta- -''**'''^^ delp^'-
,0 detto,& dipoi s'era molte volte per mezo d'altri miniftri trattata. Le caule al- ^,w"^lj^/.
:'gate,& le conditioni,furono,Perche la Germania, da molto tempo,perfeuera-
anell' herefierper prouedere a che? s'era congregato il Concilio di Trento, &
. Bb
15J4 CONCILIO DI TRENTO PAPAPAOLoin.
ciò i3 già principiato: alqaale ricufando i Proteftantidi fottometterfi, il Pontefice,&
XLV I. Celarejper gloria di Dio>& fallite della Germaniajconuengonojche Cefare fi ar-
mi contra quelli, chelorecLifano, &: gli reduca all' obedienza della fantaScde^
Ghc per qucfto il Pontefice metti in depofito in Venetia centomila fcudijoltre
li centomila giàdepofitatijchenonfiano fpefi in altro : & oltre ciò , mandi a
proprie fpcfe alla guerra dodicimila fanti Italiani , & cinquecento Caualli leg-
gieri per fei mefi : conceda a Cefare per l'anno prefente la metà delle rendite
delle Chiefe di Spagna j& che podi alienare dell'entrate de Monafterij di quei
Regnijal valore di cinquecentomila (cudi : che, duranti li fei mefi, l'Imperatore
non polVa accordarco' Proteftanti fenza il Pontefice :& di qualonque gua-
dagni,& acquilì:i,il Papa hauetfe certa portione:&: finito queltempo,fe la guer-
ra foire per continuare , fi trattalTero di nuouo le conuentioni, che parelTeraad
ambe le parti più opportune:&: che foireferiiato luogo ad altri di potere entra-
re in quella lega , participando alle fpcfe , &c agl'acquifti. Fu anco un capitolo a
parte,qual fi tenne più fecreto,toccando il Re di Francia ; che,fe durante quella
guerra alcun Prencipe Chriftiano hauelFe molfo arme contra l'Imperatore j il
Papa foireebligatoperfeguitarlo con le arme fpirituali>& temporali.
ieUaquak U Pochi di dopo , fcrilTe il Pontefice a Suizzeri , inuitandogli ad aiutarlo , ha
^apa. dà. au»:- y^^j^f^Q prima con ampiezza di parole moftrata la beneuolenza fua verfo loro , 5
i°*.^^'J^J.*» il dolore che fcntiua, perche alcuni d'eflì s'exano alienati dalla fua obedicnza
Z' Conditi ^ ringratiato Dio di quelli, che perfeuerauano :6c lodati tutti, che in queft
differenza di religio nejftelFero tra loro in pace , elfendo per quella caufa altrou
vari) tumulti ; foggionfe, che, per rimediare a quelli, haueua ordinato il Con
cilioin Trento,{perando che nilfuno doueffe ricufar di fottometterfcglida or
de teneua per certo , che quelli di loro , che fino a quell' hora perfeucrauan
neir ubedienza Apoftolicajobediranno al Concilio, éc gli altri non lo fprezzc
ranno:gli inuitaua anco a venire i,dolendofi che in Germania molti,chefichi;
mano Prencipi , fuperbamente fprezzaflero, &: vituperalTero il Concilio, la ci
autorità è più diuina,chchumana:ilche haueua pofto lui innecefiìtà dipenfai
alla forza,&: arme: & eirendo occorfo, che Cefare ha fatto riftelfa rifolutione
ftato ncceflìtato di congiongerfi con lui, & aiutarlo col fuo potere, Sedei'
Chiefa Romana , a reftituire la religione con le arme. Ilqual fuo confeglio 5 < ]
mente, haueua voluto loro fignificare,. accio congiongeirero feco i lor voi
&rendeirero alla Chiefa Romana il priftino honore 5 Ck; gli fomminiftralTej
aiuti in una cauta tanto pia.
Cefare di(ii- Ma Cefare moftraua di pigliar la guerra,non per caufa di religione, anzi p
ni»U la ctMpt rifpctti di fì:ato,(!k: perche alcuni glinegauano robedienza,machinauano cont
di detta gutr- ^^ j^^ conforeftierij &ricufando ubedire alle leggi , ufurpauano le poirellìo
'**» d'aitri,ma(nme Ecclefiaftiche,procurando di fare hereditarij i V€fcouati,& A
batie:chc,hauendo prouato egli diuerfe viedipiaceuolezzaperridurglijs'craJ
„^ fempre fatti più infoienti,
ri/ \cuopro^' ^ Proteftanti,dair altro canto,procurauano far manifefto al mondo, che ti
jio;'* "^ to nafceua dall' inftigationi dcI.Ponteficej & del Concilio Tridentino : racco
dauai
i
Papa Paolo III. LIBRO SE C O N D O. 1^5 „
dauanoa Ceiare i capitoli giurati da lui in Francfoit,quando fu creato Impe- eia i^
' ratore i Se proteftauano dell' ingiuria. Ma molti de' mcdeiimi Protcftanti fi Xlvi.
teueuano dalla parte di Cefarcnon potendo crcdcrejche vi folfero altri rifpct-
\ ti che di Stato:' <3c l'Arciuefcouodi Colonia, delqualeiì cdctto di fopra ; che, fc
|benrententiato,& priuato dal Papa, nondimeno continuauancl fuogouerno,
:&haueuai'ubcdienza de' popoli iicguiua la parte di Celare , ilquale lo ricono-
fccua anco per Elettore,& Arciuelcouo ; Se gli {crillejricercandolo che nclTuno
de Tuoi fuddiri militaife contra lui: nel che anco l'Arciuefcouo s'adoperò lin-
ceramente. Il che vedendo TElettor di Saifonia , Se il Lantgrauicfecero im
publico manifefto fotto i quindici di Luglio , moftrando , Che quella guerra
era prefa per caufa della religione , <Si che Cefarc copriua la Tua mente con
pretefto di vindicar la ribellione d'alcuni pochi , per (epararc i confederati
l'uno d'air altro , & opprimergli tutti a poco a poco : allcgauano,che Ferdi-
nando, Se il Granuela, Se altri miniftri di Cefare , haueuano attribuita quc-
fta guerra all' eifere fprezzato il Concilio : rammemorauano la fententiadel
Pontefice contra l'Elettor di Colonia: aggiongeuano , che i Prelati di Spagna
non contribuirebbono tanti danari delle proprie entrate per altra caufa: mon-
ftrauano,che del rimanente non poteua Cefarc pretendere alcuna cofa contra
di loro.
Ma tra tantcche il Pontefice Se l'Imperatore , preparauano contra Luthera-
ni altro che anathemi,il dì feguente laSeflìone,che fu a' diciotto Giugno fi fe-
ce Congregationc , doue , dopo la folita oratione , & inuocafione dello Spirito /« congrtgu-
Santo , leife il Secretario una fcrittura per nome de' Legati form.ata col parere tione è propo^
de' principali Theologi:nellaqiiale fi proponeua,Che, hauendo,perinfpiracio--^'y>* nmen*
ne diuina, dannato l'herefic concernenti il peccato originald'ordine delle ma- ^.^J^ ^'^"^
tericricercaua,che folle eflaminata la dottrina de' moderni nel capo della Ora-
ria diuina, laquale è la medicina dclpeccato : Se tanto più conueniua fcguir
queir ordinejquantol'ifteiro è feguito dalla ConfeffioneAuguftana , quale era
fcopo del Concilio condannar tutta. Et erano pregati i Padri,&iThcologi,di ,
ricorrere all' aiuto diuino con le orationi , & eller nelli ftudij aflìdui , Se eifatti;
rifokicndofi in quel capo tutti gli errori di Martino : imperochc egli dal princi-
pio,hauendo prelo ad oppugnare le Indulgenze,vide di non potere ottener l'in-
tento fuojfenza diftrugger le opere di penitenza ; in difetto dellequali le Indul-
genze fuccedono:& gli parue buon mezo,per farqueftcquellafua non raaipiii
udita giuftificatione per la fola fede : dallaquale poi hacauato nonfolo, che le
buone opere non fono nccellarie, ma anco una dilfoluta libertà dell' oiTeruacio-
ne della legge di Dio,& della Chiefa : ha negato l'efficienza ne' Sacrameriti,(S:
l'autorità de' Sacerdoti,il Purgatorio, il Sacrificio della Meifa j Se tutti gli altri
rimedi) perlarimeflìoncde'peccati:onde,per laviaconuerfa, volendo ftabilire
il corpo della dottrina Catholica , conueniua diftrugger quefta herefia della
giuftitiaperlafola fede , condannar lebiafteme di quell' mimico delle buone
opere.
Letta la fciittura, li Prelati Imperiali dilTero , Quanto più era principale, *o,^/cSL
Bb ij ^ '
]^6 CONCILIO Di TRENTO Papa paolo III.
ci 3 13 &iinpoi"tantc il capo propoftctantodoiiereirere con maturità, & opportuna-
XLVi. mente tnttato:che la miflione del Cardinale Madruccio al Pontefice, moftraua
che folTe gran ncgociarionc in piedi, qua! conueniua aunertire di non ftarbare:
ma in quefto mentre trattare alcuna cola della riforma. I Pontifici) dall' altra
parte iaculcauano,che non era dcgnità interromper l'ordine incomminciato,di
trattare infieme in ogniScfiione i dogm.i,&; la riforma: & non poterfi,dopo il
ma vmcmo ì Peccato originale, trattare altra materia, che la propofta. I Legati,uditi tutti i
rompcij. vori>conclufero,che il difcutcre materie,^: prepararle, non era definirle : mabe-
ncicnsalapreuiapreparatione, non poterfi venire a detcrminationc :che non.
crafc non ben auanzar' il tempo, &mctterfi in ordine per elTeguire poi quello:
chcfoife a Roma trai Pontefice , & il Cardinale , per nome deli' Imperatore}
rifoluto-.chc il digerire quella miateria non impediua il trattarla riforma,poiche
in quella fi occuperebbono i Theologi,in quefta i Padri,&; Canoiiifti. Con que-
fta rirokitione,fuconcluio,che fo fiero fcclti da' libri diMartino,da' CoUoquijj
dalle Apologie,&: altri ferirti de' Lutherani,& altri,gli articoli per proporre in
dircuGione,& cenfura:&: furono deputati tre Padri,& altretanti Theologi,pei
mettere infieme quello,che folle raccordato, & ordinare gli articoli.
altra Comre- La Congregatione feguente fu tenutaper dar' ordine alle materie di riformai
gatlone per doue dilTe il Cardinale del Monte,EiIer molti anni,che il mondo fi duole dell'
m.iterie diri- alfenza de' Prelati, & Pallori, dimandando quotidianamente refidenza:chedi
formx , /'w-t:ut;QÌQ^alidellaChiefacaufaerarairenzade'Prelati,& altri Curati,dalle Chic-
/«owe^^ a i{eji- ^^ Jqj-q.^^ poterfi comparare la Cliiefa ad una naue , la fommerfione dellaqualc
s'attribuifce al nocchiero aifente, ilquale la gouernerebbe,quando folle prefen-
te.Confidcrò,chcle herefie, l'ignoranza , d<. la diirolutione nelpopolo , i mah
cofi;umi,& viti] nel Clcro,rcgnano,perche ellendo i Pallori allenti dal greggCj
niilun ha cura d'inflituire quelli,^^ corregger queflio-Dall'alséza de Prelati ellèr
nato, che fono fiati aifonri miniilri ignoranti, &: indegni :»Sc: finalmente , da
quello anco ciìcre introdotto l'abulo di promuouere al Vefcouato pcrfone atte
più ad ogni altro caricoiperchcnon douendolo amminillrare in peiiona , vana-
mentefincerca,cbchabbia attitudine per quello. Onde concludeua>cheilfta-
bilire la refidenza , era un rimedio policrello per tutti i mali della Chiefa^altre
volte adoperato anco da' Concilij,^ Pontefici. Ma, o perche all' hora le traf-
greliioni foirero poche,o per altra caura,non applicato con legature cofi ferme»,
& ftrerte,come è neceirario far' hora,che il male è gionto al colmo,con precetto-
più feucro , con penepiu grani, 3c più tcmutejoc con più fitciii modi d'elle-
giiire.
^ Quello fu approuato da' primui voti de' Prelati.Ma,quaiido toccò a parlare a
0/ Krt.o» i- Qi^^Q^^Q Cortefi , Rombano, Vefcouo di Varon,eeli,lodatoquello,chedacrli
prhàlecìj del ^kri era detto,aggionle,che,iicome credeua la prelenza de Prelati, & Curati,per
Papa rendati» i tempi vecchi elFere fiata caufa di mantener la purità della fede nel popolo,^
la refukn^A difcipiina nel Clero ; cofi poteua moftrar chiaramente,che la loro aifenza ne"
*"^"-^* * '^*"" proflìmaraente palfatijnon era caufa della fouuerfione contraria,& ellere ftato
' introdotto il coftume di non refidcrcperche il refidere era totalmente inutile.
Che
>aPaoioIII. libro SECONDO. 15^7
e ne' nroffimi tenipi nicnre poceuano far li Vefcoui,per confcruar la dottrina e 1 3 1 3
a nclpopolojquando iFL-arij& 1 qiicftori lianno autorità dipicdicar coiuia il xlyi.
er loro-.lapcrfhche le innouationi di Germania erano nate perle prediche di
douanni TeceLóc di F. Martino Lathero.inSuizzerijil male haucrc haiiuto
7Ìne perle prediche di F. Santone da Milano:^ niente haurebbe potuto fare
Veicouo relldcntc contra armati di priuilcgij^lc non combattere j & perderei
1 potere un Veicouo procurare vita iionefta nel Clero: poiché , oltre i'eilen-
ne «venerale di tutti i Regolari j ogni Capittolo hai'eircntion iua: c^ pochi
:i prillati ibno lenza queilia arma. Che Iiano ulFonti miniftri atti al carico,
ilopuo il Veicouo 5 per le licenze de prcmouendo y de '^c-Ac uKoìxky che han-
': Vefcoui titolarijda quali non gli è ftato lalciato manco iF miiìiftcrio delle
itetìcaH. Et fi può in una parola dire, Che i Veicoui nonrefidono,perche
ihannochefare:anzidipiu,per non far nafcere maggiori incùnuenienti»
le nati i'arcbbono per la concorrcnzaj^ contcntionc co' priuilcgiati. Con«
c,clic,ficomc fi giudica necellaria la reilitutione della refidcnzajcoh il trat-
• di reftituir l'autorità Epifcopale. Da' Vefcouuche feguirono quelto Preia-
'èTparlarcfu anco feguita Fifteira opinione:che folFe necelFario commandar
fidenzaj & leuarle eirentioni,chelaimpediuana: & furono coftretti iLe-
confentire> che d'ambedue folfe deliberato} e che ciafcuno confideraiIè>
celTc il parere fuo} & deputati Padrljche formallero ilDecretOjper elEere
I ninato.
: deputati a raccogliere gli articoli della Giuftificatione , hauendo riceuuto àljpmrl ìip.
^tratti delle propofitioni notate da ciafcuno per cenfurarcnon erano intie- ^"f"" c-^^'^jfkz
.■lite concordi. Vna parte di loro voleuajche fi fceglielFero quattro o fei ar- ^"^ .^f'^
: i fondamentali della nuoùa dottrina5& quelli fi condaimallero, come s'era ^ '^
:■ nella materia dei Peccato originale : adducendo , che conueniua feguire il
i ;ipiatollilc,& l'elFempio degli antichi Concili) ; che, dichiarato Farticolo
i.:ipale,6c condannata Fherefia, non dilcefero mai alle particolari propofi-
) :ma,dannando i libri degli heretici, con quelF uniuerfale comprendeuano
t ladottrinaperniciola :& coli ricercare il decoro del Concilio. Ma l'altra
;ii : haueua mira a metter lotto ceniura tutte le propofitioni, che poteuano ri-
•c : finiftro (enfo,con fine di condannare quelle, chcpcr ragione mciitaudno;
,:;ido,chequeftoè Futìficioder pallore, difcernere intieram.ente le herbe fa-
)Z dalle nociue,& prohibire totalmente quelle al lor gregge: poiché una mi-
.ritrafcurata,& riceuuta per iana,elIendomorbora,puo infettar tutto'! 'tlcu--
, /e fi vuol feguirl'cirempio de' Vecchi Concili), douerfi imitare l'Hfcfinoj.
jKoprala dottrina di Neftorio fecei tanti, & cofi celebrati anathematifmij
ijV comprendono tutto quellojche dalF hercticofu detto:& i Concili] d'Airi-
'ntraiPelagianischedefcendono alla condanna di tutte le propofitioni di
,ida fetta.
; a prima opinione fenza ctubbio proponeua modo più facile, & haurebbe
.a, uto a chi defideraua prefto fine del Concilio:^ lafciaua aperta qualche fif-
.ft|;Uacoiicoidiajcheiltempo futuro poteireportareilafeconda nondimeno.
Bb iij
ip8 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo];
~ci3 i3 fLiabbracciata,condire,Cheei:abeneeiraminartuttelepropofìcioni dellad
xLvi. trina Liitheiana,per cenrurare,& dannar quello,che,dopo matura difcuffio •
tdin fine fono foife parfo ncceifario, & condecente: & furono formati venticinque Articc,
formati ^^r- j L^ fede (olaiefclufe tutte l'altre opcre,bafta alla falutc,& fola giuftifica. ;.
ucoUdc^ Pro- j^^ i^^acchcgiuftificajè la fiducia, per laquale fi credei peccati eHèrrimeflìi
teìann- (3hrifto:& igiuftificati fono tenuti a creder certamente, che gli fiano rime! j
peccati. III. Per la fola fede poffiamo comparire inanzi a Dio,ilqual ne .-
i-a,ne habifogno d'opere: la fola fede fa puri, & degni di riceuer l'Eucharif ,,
credendo di douere in quella riceuere la gratia. 11 IL Gli huomini, chef-
no cofe honefte fenza lo Spirito Santo,peccano : perche le fanno con cuore (.-
pio i «;?c è 'peccato l'olTeruare i precetti di Dio fenza fede. V. L'ottima p^ •
tcnzaò la vita nuoaa,ne è neceltaria la penitenza della vitapaflTata : & la pi .
tenza de' peccati attuali non difpuone a riceuer la gratia. V I. Niifuna dij i-
fitionc è necclTaria alla giuftilìcaLÌone:ne la fede giuftifica,pcrche difponga: 3
perche è il mezo,o l'iftromento , con che s'apprende , & fi riceue la promeif
la trratia diuina. VII. Il timor dell' Inferno non gioua , pd.- acquiltar la
fticia 5 anzi nuoce , & è peccato , & fa i peccatori peggiori. Vili. La co
tione,che nafce dalla difcuflìone, rammemoratione,& deteftatione de' pec .^
ponderando la granita, moltitudine, & bruttezza di quelli ; ouero lapejQ
della beatitudine eterna, Scfacquifto della perpetua dannatione ; fa l'hu M
hipocrita,& maggiormente peccatore. I X. I terrori, con iquali fono fpa i-
tati i peccatori internamente daDio,oefl:ernamcnte da' predicatori, fono e
cati,(ìntanto,che ilanofuperati dalla fede. X. La dottrina delle difpofìi n
diftrucTcre quella della fede, & lena la coniolatione alle confcienze. X I. 1 :o
la fede è neceifaiia, le altre cofe non fono ne commandate, neprohibite, r /i
altro peccato , fc non l'incredulità. XII. Chi ha la fede, e libero da' pre j
della le^^ej^ non ha bifogno d'opercper elfer faluo : perche la fede dona t
abondantemente,&; fola adempie tutti i precetti : &c nilfuna opera delfij
e tanto cattiua,che poiTi accularlo , o condannarlo. XIII. Ilbattea
nonpuo perder lafua faluteperqual fi voglia peccato; faluo che,quandc
voc^lia credere , & niffun peccato fepara dalla gratia di Dio, fé non l'iiifj
tà.^ X 1 1 1 1- La fede, & le opere , fono tra loro contrarie, & non fi poiror [
fe'Tiiar le opere fenza iattura della fede. XV. Le opere cfterne della feci
tauola fono hipocrifia. X V I. I giuftifìcati fono liberi da ogni colpa, & !
& non è neceilaria fatisfattione in quefta vita,ne dopo la morte : & però n ivi
èPurc^atoriojnefatisfittioncchefiaparte di penitenza. XVII. Igiuftiati»
ancor che habbiano la gratia di Dio, non polìono adempir la legge, ne fc uà:
i peccatijiie manco i foli mortali. XVIII. L'obedicnza alla legge ne' e iftt*
ficati e tenue,& immonda per ic ftelTainon grata a Dio, ma accettata per 1, eoe
della perfonariconciliata, quale crede che lereliquie de'peccaiTglifonc on-
donate. XIX. In ogni opera buona il giufto pecca, & niifuna opera ch^
non Ila peccato veniale. XX. Tutte le opere degli huomini,etiandio (a i'
niijfono peccati : le opere buone del giufto,per la miferic ordia di Dio/o.
X^K
aPaoloIII. libro secondo. 1559
..: ma fecondo il rigore del dÌLiinogÌLidicio, fono mottali. XXI. Sebenil ci3 i3
iJtoTe'bbeduKitarcclie le opere fac iìano peccati^ debbe infieme elTer certo, xl vi.
binò fono imputati. XX II. Lagraria,&lagiiiftitia,altronófono,cheladi-
iii volontà; nei giuftifìcati hanno alcuna giuftitiainherente in loro,& ipcc-
nongli fono fcanccllati,ma folamente rimeflì,^ non imputati. XXIll. La
litia noftra non è altrojche la imputationc della giuftitia di ChriftoA' i giu-
annobifogno d'una contniuagiuftificatione, Òcimpatationc dellagiufti-
■M Chrifto. XXI I II. Tutti i giuftificati fono riceuuti ad ugual gratia de
[•ia:& tutti iChriftiani,nellagiuftitia,fono ugualmente grandijcome laM.a-
f iiDio,& ugualmente lantijcomc lei. X X V. Le opere del giuftificatojnon
) meriti della beatitudincne il può porre alcima fiducia inloroima folo nel-
ifericordiadiDio.
)ati fuori gli articoli > non fu coli facile ordinare il modo di trattar nelle f'on^ene'mte-
igregationi,come mentre Ci difputò del Peccato originale: perche, in quella ^f ^*'' ^<'*'"»-
eria trouarono gli articoli già trattati da' fcrittori Scolaftici : ma l'opinione **"^*
uthero della Fede giuftificantcche fìa fiducia,& certa perfuafione della pro-
fa diuina;con le confeguenzcche da quella ieguono,dclla diftintione tra la
gè , & l'Euangelio ; &; della qualità delle opere dependenti dall' una, & dall'
i; non fu da alcun fcrittore Scolaftico immaginata : per il che ne meno con-
ta,© difputata,ond^ iTheologi haueuano da trauagliare alFai : prima,per in-
er' il fenfo delle pro^ofitioni LuiheranciSc la differenza loro dalle determi-
■ nelle fcole:6<: poi le i^agionijcon che diftinguerle. Certo è, che nel princi-
alcuni di loro,& i Padri,per la maggior parte,credeuano che negando i Pro-
mti il libero arbitrio, teneffero opcnione, che l'huomo nelle attioni efterne
: come una pietra;& quando attribuifcono la giuftitia alla fede fola , negan-
oncorrerui le opere , teneifcro per giudo l'huomo , il qual crede folamente
loria dell' Euangclio, del refto operando quanto il voglia peruerfamenterSc
!; tal abfurdità,quanto aliene dal fenfo commune,tanto piudiificili da con-
te i come auuiene a tutte le openioni contrarie alla manifeila apparenza,&;
perfuafione riceuuta dall' uniucrfale..
ra iTheologi, che iìn' air bora erano crefciuti al numero di quarantacin-
, la maggior parte era molto tenace nelle openioni, riceuute generalmente
e fcole : &:,doue i Scolailici erano concordi, unpatienti di fentire parlar in
trario:doue le fette Scolaftiche non conuengono,iì formalizzauano aflai in
fa della propria5& più degli altri i Domenicani,foliti a gloriariì, cheper tre-
to anni la Chiefa per loro opera haucua fuperate le hereiìe.Non mancauano
1 tutto ciò alcuni d'ingegno deib:o,atti a fufpenderc ilgiudicio, iìn che le ra-
ni folfcto pefate. In queilo numero era Fra Ambrofio Catarino, Senefe,Do-
nicano,che poi fu creato Vefcouo di Minorijun Fràccfcano SpagnuolojAn-
adeVega ; un CarmelitanOjAntonio Marinari. GliEremitani, per elferdi
-11 Ordincd'onde Martino Luthero ufcì,affettauano di moftraril pui contra-
i lui di tutti gli akri,& principalmente ilGencrale Girolamo Seripando. ff"' ^**Ì
•^cU'eiTaminargliarticoUai primi de'Theologi,per facilitar l'intelligenza ■^Llwe'^"*^
200 CONCILIO DI TRENTO PapaPaolo[I,
'~'ci ci3 de' tic primieri diedero aricercai: quale quella fecle,chcgiiiftifica,&qualioirc
XL VI. eie iudajdiftingucndolc in tre forrijprecedéci la diuinagratia, dellequali parto
i ("cete icgueiitijìno al decimo:concoiTenci nel momento fteilo con l'infufiie
di quclla:& fuircguenti.dopo lagiatia nceuuta j dellequali fono li altri une j.
Che la fede giuftitichi,cQnuenne prefupporlo per indubitato, come da Sani),
lo detto,&: replicato.Per ritoluere qual loiTe quella fede,& in che modorencfe
l'huomo giufto , furono le openioni nel bel principio differenti :impero(;,
attribuendo la Scrittura molte virtù alle fede,che alcuni non fapeuano appi»,
re ad unafola,hcbbcro la voccperequiuoca , 3c la diftinfero in molte figni i. ;
rioni: dicendo, che hora è prefa per la ubligatione a mantener le promeflcii
qual fenfo San Paolo dice. Che l'incredulità degli Kebrei nonrefevanalae
de Dio. Alle volccper la virtù di far miracoli,come quando diife , Se haurò t; i
fede,chc podi trafportare mionti. Ancora è prefa per la confcicnza : nelqual f( j
diire,L'opera,che alla fede non il conforma,è peccato. Altre volte,per unaf i
cia,&: confidenza in Dio, che laMaeftà fua mantenerà le prom.eire: cofi S.(
corno volle , che l'oratione fìa fatta in fede, fenza dubitare. Finalmente i
unaperfuaflone , & alfenfo fermo , non però euidente,alle cofeda Dio riué i
Alcuni ago;ionseuano altre lìguifìcationi, chi al numero dinouc, chifua
OD O O
quindici.
oppenione del Ma,Fra Domenico Soto,opponendofì a tutti diceua? che ciò è un lacera j
Soto intorno fede,&: dare vittoria a Lutherani : & che non vi erano fenon due /ìgnifìcati i;
adejja: p^j^^^ j^ veritàsSi realtà di chi afferifce,© promette: raltrajl'airenfo in chi l'ai •
ta:^ la prima eifere in Dio,la feconda efler fola la noftra : & di quefta inten li
tutti i luoghi della Scrittura,che della fede noflra parlano : de il pigliar la ' :(
fede,per una fìducia,5<: confìdenzascifer modo non folo improprio,ma abu: ]|
nemairiceuuto da S.Paolo:eirer la fiducia niente,o poco differente dalla e
ranza:& però douerilhauer per indubitato errore, anzi herefia, quella di i
thero,Lafede giuftificantc eiier una fiducia, & certezza nella mente delC iJ
ftianojchegli fìano rimbellì i peccati per Chrilìo. AggiongeuailSoto,5ier °-'
guito dalla maggior parte,che quella tal fiducia non poteuagiuftificare ,p(
ter' una temerità,^ peccato:non potendo l'huomo,fenza prelontionctenej
mmdctta fermo d'clfcre in gratia ; ma douendofi fempre dubitare. Per l'altra parte tei
M Catarinoi il Catarino, con affai buon feguito, che la giuflificatione da quella fiducia
proucniua:cheil giuflo nondimeno poteua,anzidoueua, tener per fede d'i
mdif.cata dal jj-j gratia. Vna terza openione portò in campo Andrea Vega, Che non foU^ :-
^^^'^' merita, ne meno fede certa: ma fipoteua haucr' una perfuafìone congiettn le
fenza peccato.Et quefla controuerfia non fi poteuatralafciare: perche fopn o
verfaua il ponto di cenfurare l'articolo fecondo : perilche prima leggierm te
difculTa, poi rifcaldatefi le parti,diuife & tenne in difputa tutto'l Concilio] i-
U Concilio^ m gamentcper le ragioni & caufe,che fi narreranno. Majeflcndo tutti conce li»
^^^rereJuU ^j^^^^ f^^^ giuflihcantcèl'affenfo atuttele cofe daDioriuelatc,odallaC e-
* '' fa determinate per effer credute; laquale,hora elfendo infieme con la carità; y
^a^'imanendo fenza ki i la diflinfero in due forti : unajche H ritroua ne' pe^ a-
xh
Papa Paolo in. LIBRO SECONDO. lor
tori>laqual chiamano le Scole Fede informe,folitana,ociora,oueromorta:ra^- ci3 i3
trajcheèneTolibuonijOperantepcrcaritàj&per ciò chiamata Formata, effica- xlvi.
ce>&viua.Er qui una altra controuerfia fu, volendo alcuni,che la fede a cheaf-
criuono le Scritture le falutcla giuftitia, «Sila fantifìcationejfollc la fola viua,
come anco fu tenuto da' Catolici di Germania ne'Colloquij,&: includciìl- inic
la cognitione delle cofe riuelate,le preparationi della volontà,lacarità;nella-
qual s'include tutto' l'adempimento della legge : &c in quefto renro,nonpoterfi
dire,che la fola fede giufl:ifìca,perche non è fola,poichc e informata dalla carità.
Tra quefti,il Marinaro non lodauaildire,Lafcde è informata dalla carirà,per-
:he da SanTaolo non è ufato tal modo di dire, ma folo. La fede opera per la
arità.
Altri intendeuanojche la fede giuftifìcàtc folfe la fede in genere,fenza defcen-
!cr a viuaemortarpercheTunai?^ l'altra giuftihca in diucrlì modi , ocompita-
nente,& queftacla viua:ouero,come principio,& fondamento ; Se quella èia
;dehiftorica,& di quella parlar fempreS.Paolo,quando gli artribuifce la gui-
:itia:nonaltrimenti,che,comefì dice, che nell'alfabeto è tutta filo(ofia:cioè,
ome in una bafcche è quali niente,reftando il moltojcioc, riporui fopralafta-
aa.Erafoflenuta quella feconda openioneda'Domenicanij&Francefcaniiniìc-
le : l'altra , era difefa dal Marinari , con altri adherenti. Non però fu toccato il - ,
-into , doue verfa il cardine della difficoltà: cioè,fe l'huomo prima è giuilo,&:
3i operale cofe giuftc:ouero,òpcrandole diuiengiuilo.In un parere erano tutti coftcordla in
incordi ; cioè , il dire , La fede fola giuflificajeller propofitione di molti fcnli, f*^f^^ ''f
Itti airurdi:imperoche Dio anco giu{lifica,& i Sacramenti giu{lifìcano,nel feJiafoiTfl-
nicre di caufa a fé conueniente : onde la propofitione patifce quella , 6c altre de»
xettioni.Cofi la preparatione dell' animaa riceuer la gratia,è eifa ancora caufa
A fuo genere,onde la fede non può efcludere quella forte di opere.Però,quanto
ilpetta agli articoli,che parlano delle opere precedenti la gratia , che Luthero diferen^ fg^
inno tutte di peccato,i Theologi,piu in forma d'inuettiua,che in altra manie- ^^"^ ^yf^^'''
,gli cenfurarono per heretici tuttijdannando parimente d'herefia la fententia q^IJ^^* *
:efa in generale,che tutte le opere humane fenza la fede fono peccati: hauendo
;r cofa chiara,cirerui molte attioni humane indifferenti,ne buone ne cattiue,&
fendo anco altre,quantonque non fiano grate a Dio , fono però moralmente
Jone:& quelle fono le opere honefte degl' infedeli,^ Chrifliani peccatorijle-
aali è repugnanza grandiflìma chiamar infieme honefte, & peccati : maflime,
le in quefto numero fono inclufe le opere heroiche tanto lodate dall' anti-
hità.
Ma il Catarino foftenne , che fenza aiuto fpeciale di Dio,l'huomo non può
.r' alcuna opera,quale fi polli chiamar veramente buona;etiandio moralmente;
lafolo peccato.Perilche tutte le opere degl' infedeli,che da Dio non fono ceci-
ati a venir'alla fede,-&: tutte quelle de' fedeli peccatori,inanzi che Dio gli ecciti
Ila conuerfione,fe ben parelfero agli huomini honefte,anzi heroiche,lono veri
eccati;& chi le loda,le confiderà in genere , & nell' efterna apparenza: ma chi
lumineràlecirconftantiediciafcuna,vitroueràlaperuerfitài&: quanto a que-
Ce
201 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo III.
CI 3 13 ftcnon era da condannar Luthero'.ma fi ben douciiano cirercenfiu-atigliartico-
XLVi. Ihin quanto parlano delle opere leguenti la gratia preueniente, che fono prepa*
r idone alla giuftiftcationcqnalc iono l'abominatione del pcccatOjil timor dell'
infcino,& gli altri terrori della e ofcienza.Pcr confermar la lententiarua,porta-
ua la dottrina di San Thomaro,che per far' una opera buonajè neceifario il con-
corfo di tutte le circonftanze:& per farla cattiuajbafta il mancamento d una fo-
la'.ondcfebcnjconiiderateleoperein gencrcalcunelonoindiffcrentijinindiui"
duo però non è mezzo trarhauer,tutte le circoftanzcjO mancar di alcunarpcril-
che ciafcuna particolar attione onerò è buona,ouerò è cattiua)ne la indifferente
fi ritroua:& perche tra le circonilanze una è il fine , tutte le opere » riferite a fine
cattino stellano infetteimagl' infedeli riferifcono tutto quello chefannojiiel
fine delia loro retta,che è cattiuotperilchcfe ben paiono heroiche a chi non ve-
de rintentione/ono nondimeno peecatitne ellerui ditFerenzajche larelationea!
fine cattino fiaattuale,o habituale:poiche anco ilgiufto merita/e ben non rife
rifce l'opera fua attualmente aDio^mafolo habitualmente.Diceua di più, por
;^ tando l'autorità di S. Agoftino,che è peccato non folamente riferir' al mal fine
ma anco il folo non riferir'albuonojdoue fi douerebbe:&: perche difendeua,cht
{enza rpecial'aiuto di Dio prcueniente, l' huomo non può riferir' in Dio cofa al
cuna,concludeua,che non vipotelfe elTer'opera buona morale inanzi. Allegau;
per ciò molti luoghi di S. Agoftino^moftrandojche fu di quella opinione. Alle
gaua ancora luoghi di S.Ambrofio,di S.Profpero,di S.Anfelmoj &c d'altri Padr.
adduceua Gregorio d'Arimini & il Cardinal Roflfenfcche nel libro fuo contr
Luthero fentì apertamente l'ifteiro. Diceuaeircr meglio feguir' i Padri, che
Scolaftici , contrari) l'un all' altro , &: che conueniua caminar colfondamenr
delle Scritturcdallequali s'ha la vera Theologiaj&: non per le argutie della filo
fofia,per quale le Scole hanno caminatotche elFo ancora era ftato di quella opc
iiione:ma,ftudiateleScritture5& i Padrijhaueuatrouatolaverità:efìvaleuadc
palTo dell' EuangeliojL'arbore cattino nonpyio far frutti buonixon l'amplifica
tioncche foggionfe Nofl;roSignore,dicendo, Ouero fate l'arbore buonoj&
frutti buonijO l'arbore cattino, & i fi^utti cattiui.Sivaleuafopra gli altri argu
menti con grand' efficacia del luogo di San PaolojChe agi' infedeli. niirun
cofa può eiler mondajperche è macchiata la mentej& la cofcienza loro.
Quella openione era impugnata dal Sotojcon molta acrimonia,pa{Iàndo an
co air fgridarla per heretica:perche infcriua^che l'huomo non foife in libertà e
far bene3& che non poteire confeguir'il fuo fine naturale:che era negar ilLiber
arbitriojco' Lutherani.Softeneua egli poter rhuoraoj con le forze della natur:
oireruare ogni precetto della leggcjquanto allafuflanza dell' operàsre'Hen no
quanto al fine: S>: quello tanto eller' a baflanza per euitar il peccato : dicenadÒTc
tre forti d'opere humane:una la tralgreffione della leggCjcheèpeccato:raltn
l'ofTeruatione d'cila,per fine di carità:&; quefta eller meritoria , &c a Dio grata: 1
terza intcrmedia,quando la legge è ubeditajquanto alla foftanza del precetto:(?
quefta è opera buona iriOralej&: nelfno genere perfetta:^ che cofe complifcel
ieggej6c fa ogni opera moralmente buoiia^ coiì fch^uando ogni peccato. Mode
PàpaPaoloIII. libro secondo. 203
L-auaperò quella tanta perfcrcionc della noftra naruraxon aggiongcrcjcheakro e i o Td"
folle, giiaidarfi da qualonque pcccatcche da tutti i peccati inficme dicendo, xlvi.
Chcptio rhiiomo da qualonque guardarlì,ma noji da tuctitcon rcircmpicdi clù
liauelìè un vafo con tre forami,che, hauendo due mani folo non può oituraro-Ii
[utti:ma ben qualonque d'cffi vonà,rcftandonc per ncceflìtà uno aperto. Quclta
iottrina ad alcuni de' Padri non iodisfaccua: perche, quantonquc dimollralFe
:hiaro,che tutte le opere non fono pcccati,non faluaua però intieramente il li-
)croarbitrio,reguendo pcrconfeguenzanece(Iaria,che non farà libero al ichi-
:are tutti ipcccati.Ma , dando titolo di buone a quelle opere il Soro,/lvedeua
nguftiato adeterminarc fé erano preparatorie alla giuftifìcationc.Gli pareua il
,confidcrando la bontà d'eire:gli pareua di nc),attendcndo la dottrina d'Agofti-
capprouatada San Thomalo,&: da' buoni Theologi , che il primo principio
Ah faluteè dalla vocatione diuina.Da quefte angullic sfuggì con una dillin-
oncjChc erano preparatorie di lontaniffimo,non di vicino : quali chcdando
lapreparatione di lontano alle forze della natura,non il Icui il primo princi-
o alla grafia di Dio.
IFrancefcani,non folo tal forte d'opere voleuano che foirero buone,& che
eparallcro alla giuftitìcatione veramente , & propriamente ; ma ancora che
Ifero in modo proprio meritorie apprelfo la Maeftàdiuina : perche Scoto, au-
re della lor dottrina inuentò una forte di merito, che attribuì alle opere fatte
r forza della fola natura:dicendo,Che de congruo meritano la gratia per certa
;ge,5c infallibilmente,&: che per fola virtù naturale l'huomo può hauere un
lor del peccatOjche fia difpoiìtione,& merito de congnio per fcancellarlo : ap-
Duandoun volgato detto de' tempi fuoi, Che Dio non manca mai a chi fa
ello,douelc ftie forze s'eftendono.Et alcuni di quell' Ordincpalfando quelli
mini,aggiongeuano,che,fe Dio non delfe la gratia a chi fa qucllo,che può fe-
ndo le fueforze,farebbeingiufto,iniquo,partiale, & accettator di pcrfone.
)n molto llomaco,&indignatione,efclam.auano. Che farebbe grand' affo rdi-
ieDio non facellè differenza da uno,chc viue naturalmente con hone{là,ad
o immerio i\\ ogni vitio:& non vi farebbe ragione, perche delle la gratia più
uno che all'altro. Adduceuano,che S.Thomaib anco folle flato di quella ope-
)ne,& che altrimente diccndo,fì metteua l'huomo in difperatione , & fi face-
negligente a ben' operare, & iidaua a'peruerfì mode? ài fcul'ar le loro male
ere,& attribuirle al mancamento deli' aiuto diuino.
Ma i Domenicani confellauano,che S.Thomafo,giouane,hebbe quell' ope-
3ne,& vecchio la ritrattò, la riprendeuancperchenelConcilio di Oranges, '
tto Araufìcanojè determinatOjche nilllma forte di merito preceda la gratia,&:
eaDiofìdebbe dar' il principio: che per quel merito congruo i Lutherani
.nno fatto tante efclamationi contra la Chiefa , & era necellàrio abolirlo
talmentcfi come non era mai flato udito negli antichi tempi della Chiefa,ia
lite controucrfie co' Peiagiani: che la Scrittura diuina attribuifce lanoilra
1, nuerfione a Dio j dalla forma del parlar dellaquale non conueniua di-
|,.rtirfì.
Ce ij
C.IO 13
XLVI.
t9rno alle pre-
fArAtioni,
intorno alla
Gradai
Ì04 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo III
Intorno le preparationi , nella Toftanza della dottrina, non vi fu difFcrenz;
tutti tcneuano,che,dopo l'eccitamento diuino/orge il timore, & le altre conf
derationi della malignità,che è nel peccato : ccnfurarono per heretica l'opinic
■ ncjche folle cofa cattiua, perche Dio cirorta il peccatore, anzi lo muoue a quc
fte conridcrationi,& non li debbe dire,che Dio muoua a peccato:& di più Tuff
ciò del predicatore non è altro, fé non conqucfti mezi atterrir l'animo delpe(
catore: & perche tutti paiTano per quefti mezi dallo ftato del peccato, a quel)
della gratia , pareuagran marauiglia,che nonfipoteuapatrar dal peccato al
giuftitia,re non per il m.ezo d'un' altro peccato: con tuttocio,non poteuanol
berarlì dalla diftìcoltà in contrario:perche tutte le opere buone poilòno ftar ce
la gratia : quel timore, & le altre preparationi non polFono reftarcon quella,
donquefono cattiue.Fra Antonio Marinaro era di parere,che la differenza foi
verbale : & diceua. Che, fi come palfando da un gran freddo al caldo, il paffa p
un grado di freddo minore , ilqual non è ne caldo , ne freddo nuouo, ma l'iftel
diminuito : cofi , dal peccato alla giuftitiajfi palla per i terrori,^: attritioni,c!
non lono ne opere buoncne nuouipeccati:maipeccativecchieftenuati:ma
quello hauendo tutti gli altri contrarij,fu coftretto ritrattarli. Delle opere fai
in gratia non fu tra loro difficoltà , tutti affermando, che fono perfette, 6c me:
torie della vita etcrna,& che l'opinione di Luthero, chefiano tutte peccate
empia,& facrilcgaihauendo per biaftemma,che la B. Vergine habbia comme;
un minimo peccato veniale,comme poi potrebbono l'orecchie foftener d'u*
re,cheinogniattionepeccaire:chedouerebbeLaterra>&rinferno,aprirfiatai
biaftemme.
Nel capo dell' ellèntia della diuina gratia >per cenfura degli articoli ven
due,& ventitrcfu commune confiderationcche la vocegratia,in prima figa
catione, s'intenda una beneuolenza,o buona volontà,laquale quando è in(
habbia potere, partorifce di neeelTità anco un buon' effetto , che è il dono , o I
neficio , quale elfo ancora è chiamato gratia': i Proteftanti hauer penfato ne
Maeftà Diuina, come che non potendo di più, ci faccia folo parte della fual
neuolenza: mala Omnipotenza diuina ricercaua,che fi aggiongeffe il bea
I
ciò in effctto:& perche alcuno haurebbe potuto dire,che lalola volontà diuij » j
cDiomcdclìmo,nonpuohauer cofa maggiore^ che^ancol'hauerci C'I
che
&; che San Giouanni>volen
mtorno alta
■vece Gmft'fi-
eatti
fiato il Tuo Figliuolo era un fummo beneficio
moftrar il erand' amore di Dio verfo il mondo,non allegò altro,che hauer d^
il Figlio unigenito; foggiongeuano,ch8 quefti fono beneficij communi a tut ,
e che co»ueniua,che fi tacelle un prefente proprio a cialcuno. Et però i Th( •
logi hanno aggionta una gratia habituale,donata a ciafcun giufto la fua: laqi li
è una qualità Ipiritualccreata da Dio,&infufa nelF anima,per laqualevienf •
ta grata,& accetta alla diuina Maeftà :dellaquale febennonfitrouaefpreffa] »
fola ne' Padri , & meno nella Scrittura , nondimeno fi deduce chiaramente < l
verbo,Giuftificare:ilqual effendo effettiuo, per neceflìtà fignifica far giufto c< i
iinpreflione di reale giuftitia:laqual realtà nonpotendo eller foftanzajiionp ►
cikr' altrojche qualità,& habico.
^TA Paolo 111. LIBRO SECONDO. 205 ^
Et in qucfta oc catione fu trattato longamentecontra li Liuheranij che non ci3 i3
)aHono il verbo Giaftificare elTer' cffettiuo, ma giiidiciale,& declaratiuojfon- xlvi.
LiidofiropralavoceHebreap^ivn, 6c fopia la Greca Sinsuf^y :, chefignitìcano
onanciargiafto: & per molti luoghi della Scrittura del Nuouo,& Vecchio
eftamento'jche anco nella traduttione Latina è ufata in tal figaihcatioiie:»?,: fé
; allccraua fino a quindici. Ma il Sotoeicludeua tutti quelli di San Paolo, che
irlano della noftra giuftiftcatione: & in quelli diceua,non poterli intendere, fé
311 in iì<ynificatione eifettiua : di che nacque gran difputa tra lui , & il Mnrina-
, alqual nonpiaceuajchelìfondaireincolacofi leggierauiiadiceuaj'arcicolo
Ila'n-atiahabituale, non poter riceuer dubbio, come decifo nel Concilio di
l'enna, 5c fententia commune di tutti i Theologi : & quello eiler' un far (odi
ndamenti,chenonpoironoeirerdeftrutti : & non voler dire, cheS.Paoloa'
3mani, quando dice che Dio giuftifica, non intenda in fenfo declaratiuo, con-
ni tefto manifeilo,che mette un procedo giudiciale,dicendo,Che nillunpo-
i accufarjne condannar gli Eletti da Dioteilendo Dio, che gli giuftifica : doue
erbi giudiciali,accufare,& condannare,moftrano,cheil giuftitìcarfìa voce di
:o parimente.
Ma i Franecfcani prouauano la gratia habituale,perche la carità elfa è un' ha-
0 : de qui fu difputato acremente tra loro , & i Domenicani,Se l'habito della
itia era l'iftelTo con quello della carità , come Soto vuole , o pur diftinto, co-
; piacque a San Thomafo : 6c non cedendo alcuna delle parti, fi pafsò a cerca-
Se oltre quefta gratia, o giuftitia inherente,vieneanco al giuftificato imputa-
ta giuftitia di Chriftojcome fé folte propria fua: & quefto,per l'opinion d'Ai- ("^o^" f^*
:to Pighiojilqual confeirando la mherentcaggionfe. Che in quella non con- ""^"'^^"'"f
;ne confidarli , ma nella giuftitia di Chrifto imputata, come Te noftra folle. J^ ch'in"
iFun metteua dubio,fe Chrifto hauelTe meritato per noi:ma alcuni biafmaua- ^
il vocabolcimputare : &: voleuano , che foife abolito^non trouandoii ufato
Padri , iquali fi fono contentati de' nomi,coramunicatione>participatione>
fufìone,deriuatione,applicatione, computatione, congiontione. Altri diiìe-
che , conftando della cofa, non era da far forza fopra una voce,che oo-nuno-
le fignificar precifamente rifteiro,che le altre: laquale,fe ben non datutti,«Sir
n frequenza,fu però alle volte ufata: fi portaua l'Epiftola e i x. di S.Bernardoj,
: quefto:8<:il Vegadefendcua,cheveramente,quantonque il vocabolo non fi
mi nelle Scritture,nondimeno è propriiftìmo, & latiniflimo il dire , Che la
iftitia di Chrifto è imputata al genere humano,in rodisfattione,& merito:&:
e continuatamente è anco imputata a tutti quelli,chc fono giuftificati,& fa-
fanno periproprij peccati: ma non volcua,cheii potclTedircCheè imputa-
,comc le folle noftra JV che elFendo oppofto,che San Thomafo ufa di dire,chc
battezzato è communicata la paflione di Chrifto in remiffionc,come fé ella
laueflè foftenuta,& folFe morto:fopraleparole di San Thomafo vifu lon<ya,&
an contentione. Il General Heremitano tenne openione^che nel Sacramenta
■1 Battefmcla giuftitia di Chrifto fia imputata, per elTcr' in tutto,»St per tutto
immunicata} iiianonnellapenitenza,doiie cibifognano anco le noftrefodif-
Cc iij
ma'
io6 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo r.
CI 3 13 faccioni. Ma il Soro dilfe, Che la parola irapiitatione era popLilaiii]ìma,& I.
XLVi. ueiia molto del plauiibile : percheiaprimo aipeccoalcro non lignifica, fé n.i
che rutto fi ciebbericonolcerdaChrido: ma che egli l'hauena lempre hau;j
per rorpetta>atte[c le cattine cófeguenzcchc da quella i Lucherani cauano:ci,
che quella fola fia rui]icicnte,& non faccia bifognod'inherence : che i Sac-
menti non donano gratia, che inlìemecon la colpa fi (cancella ogni penajC;
non refta luogo alla lodisFatcione , che tutti iono uguali ingracia jgiuilicia:
gloria: d'onde deducono anco quella abomineuole biaftema, che ogni giu)
è uguale alla Beata Vergine.Quello auuertimento mife canco fofpctco negli
dienti, che lì vide manifcfta una inclinacionc a dannar quella voce, come he
tica,quantonqueFoirero replicate efficacemente le ragioni in contrario. .
contentioni tra'Theologi nafceuano per certo dall' atfetco immodcrato v
fo la propria fetta : ma vi fi aggiongeua anco fomento da diuerfi per
ri) fini. Dagli Imperiali , per coftringer ad abandonar' la giuftihcatio
da' Cortegiani Romani , per crouar modo di feparare il Concilio, &fi
gir la riforma imminente : & da altri, per liberarfi da' difagi, che temguano m
gioii per lacarcftia, o perla guerra immincnte,gionta la poca iperanza di
frutto.
ChtbtUo m j^^ mentre in Trento fi fanno quefté difputcjil Pontefice in Roma a quir
^ma,:>ptt a ^j^^j L^^gi^Qp^^b^j-^m-^Qjni^il^^OjColquale leuò la fatica a' PrencipidiGerr
%ToteJìanth nia d'inueftigare,o perfuader ad altri la vera caufa della guerra: perche in qu(
Bolla hauendodiffufamenteefplicato il fuo affetto, &c follecitudine paftoi
per la fallite degli huomini enarrata la perditione delle anime, che contini
mente feguiua per l'accrefcimento delle herefie,cheper eftirparle era il Con
lio già comminciatojfi dolcua (opra modo delia pertinacia degli heretici,ch( i.
fprezzauano, cc ricufauano ubedirlo, & fottoporfi alla definitione di quello 1
che per rimediare,eglihaueuacóclufo lega con Celare,per ridur con forza d "
megli heretici all' ubedienza della Chiel'a:& per tanto ognuno ricorreffeal
con preghiere,&:digiuni,confeHìoni,& communioni: accio laMaeftà fuadi
na concedere buon' edito a quella ;guerra,prefa a gloria fLiaicfialtatiGne de
Chiefa,& per eftirpar l'hcrefie.
bando di Ce- Cefarcfeguendoladeliberationed'afconderlacaufadeliareligioncpubl
fare cantra il fotto i venti dello ftello mefe,un bando contra ilSalIone,& ilLantgrauiojimi
Sajfone , e'I j^j-^Jq loro d'hauer' impedito fempre i fuoi dilfegni, non hauerlo mai ubedi
Lundgramo: ^^^^^ £^j ^q congiure contra luismofib la guerra ad altri Prencipi dell' Imper
hauer occupato Vefcouati,& altre prefetturcpriuato molti delle lor facoltà :
tutte qucftecofe coperte con ipeciolo,&: dolce nome della religione, della]
ce, & della libertà; hauendo però ogni altro fine. Pertanto , come perii i
ribelli , feditiofi, rei di lefaMaefta, perturbatori della tranquillità publica
profcriue : commanda , che niifiin gli dia aiuto , & li congionga con lo: ;
alTolue la Nobiltà, S^ popolo de' domini) loro dal giuramento della fedel:
includendo. nel medefimo bando tutti quelli» che perfeuereranno nella k •
ubedienza.
A Paolo III. LIBRO SECONDO. 207
l Pontefice fa molto molcftalacauradcllaguerrajche Cefareallcgana:,.^.: a ciò io
.re incito moietta l'allegata' iJal Pontefice: perche ciafcuno dilorovcniua ■ xlvi.
noedir'^li fini dell' altro. ImpcrochcquantoiacLie il Papa prctendellcd'ha-^f" diuerji
Jr o„ -r n ■ r,i- ti 1 - j: ._'i,-i n- r _ :... d amendue iti
qucfto manifcfto,accio folle dal popolo di tutto'! Chriftiauermo im- J /
'aiuto diuino,per faiionr le arme dell' Imperatore : egli noiidimenojdc
fattoci ri j n'r I- j o ^**^P^ guerra:
ato Tallito diuino,pcr hiiionr le arme dell Imperatore : egli noiiiimeno^dc
i periona di giudicio, molto bene coiiobberojqucfto eiler tactcpcr notift-
atiirto'l mondo^&: allaGermania,che quella era guerra di religione : il che
ico daf^li imprudenti conoiciuco poco dopo : perche fu publicata la lettera
lifcritcaa' Suizzeri,della quale fi è di fopra parlato, mandando copia de' ca-
li medcfimi del cótrattato col Madrnccio.il fine del Pontefice in publicar'
ntrario di qaello,che l'Imperatore faceua, erajperche ben voleua la depref-
: de' Protcllanti^ma non con aumento delle cole di Ccfare : anzi per impli-
icó equilibriojpenfaua di neceflltare tutti i profelTori della nuouareligio-
l unirfi conrra lui.Certo èjche l'actione del Papa fu di qualche impcdimen-
dilPcgnidi Ccfare :imperoche,hauendo egli ricercato i medcfìmi Suizzcri
itinuarlalegajchehaueuanocon lacafa d'Auftria, &L Borgogna , & non
re i fuoi ribelli : gli Euangelici rifpofcro , Voler efltr prima certi, che la
a non fofle per caufa di religionc:cofì anuenne^che non ancora era princi-
la guerraA' già erano gettati in campo femi di difcordia tra quei Prencipi
amente collegati,
stentati d'Italia reftarono fl:upefatti,&: defiderauano nel Papalafolita Tua
nza di tener la guerra lontana d'Italia,»Sc i Prencipi oltramontani in equi-
idi forze,ilquarinunpuntofteirohaueua operato cofa contraria ad am-
quefti fini.Imperoche,fe l'Imperatore hauelPe foggiogata laGermania,re-
l'Italia a fua difcretione,fenza che la Francia ballalFe ad opporli a tanta
izarfe anco l'Imperatore foccombeuajera manifefto l'ardore de' Thedefchi
larfene in Italia.Et forfè quefte ragionijpailandoper mente al Papa» lo per-
Ojcóclufa la lega,ada(Iicurariì,cótrapelando la Germania co l'Imperatore,
i Cefarcjoltre il difgufto riceuuto per il Giubileo , entrò anco in folpetto, Cefare vuole-
PapajOttenuto il fine fucdi muouer guerra a' Proteftantijnonprocuralfe ^^^fififty^
blutione del Concilio/otto prctefto di differirlo dopo la guerra finita:& """ '"*
colore di pericoli;per le armcche i Proteftanti preparauano in Sueuia.Sa-
lijueftaeirerlamira di tutta la corte, negotiataconluiper venticinque «Se
'ini:fapeua la volontà de' Vefcouiscongregati in Trento,etiandio de' llioij
' inclinata air ifteirojperi patimenti, 6cdilagi:tcmeua,che le la feparatione
cgLiita,i Lutherani fé ne folfero valli^con dire, che folfe ftato cógregato a
! i trouar predio di far loro laguerra:& che i Catholici diGermania péfalTe-
'Cjdepofti gli interefll della religione, & della riforma , eglimiraire folo a
;'ogar la Germania. Dubitò anco , che , feguendoll a trattar le mate-
introuerfe , come già s'era fatto del peccato originale ; & era auifa-
le fi diuifaua fare della giuftificatione , glipoteire eilcre impedita qual-
;bmpofitione,che s'haueiPe potuto fare,dando Iperanza alle città, chefii-
ij»no.udite le lor ragioni ? per fcparargli da' Prencipi della lega. Vede uà.
2o8 CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloI.
ci e 1 3 chiarojeirer neceiraricche il Concilio l'eftaiTe aperto, &: attendeire allariforij
XL VI. folamentcma difficile ad ottenerlo 5 Te non hauendo il Papa congionto in qi-
ftcPcrò (pedi in diligenza a certificarlo , che haurebbe pofto tutto lo fpirito :
le forze, principalmente a far che Trento foile ilcuro: che nondubita(le,qu;-
tonque andalTc famad'eiTcrcitiProteftanti in Sueuia : che era ben neceflà)
mantenere ilConcilio,peroiiuiare alle detrattioni,ecalonnie,checontraain-
doi farebbono diireminate,rc ridiirolueire: lo pregaua efficacemente ad opec
fìjchc redalfe aperto,& le cofe controuerfe non foiFero trattate : eifendo fua j ■
ma intentionedi coftringer ifuoi adherenti Proteftanti con l'autorità; &g ■
nimici conle arme ad interuenirui,&: fottoporiì. Ma,tra tanto, non bifogna.
mettere impedimento a quello ottimo dilfegno, ferrando loro la porta con] •
crcti contrari] fatti in alfenza-.che quello nonpoteua andar longo; e fperaua •
dernc il fine quefta Hate: però,fì contentaife operare , che fi trattaffe della ri •
ma per all' hora:o pur,fc lì trattalfe della religione,!! toccairero folo cofe leg
n:,&c che,definitc,non ofFendelfero li Proteftanti. Ordinò anco che l'ifteifo 1 ■
ciò folfe fatto dall' Ambafciatore fuo in Trento co' Legati : & perche era in)
mato,che Santa Croce era inclinato alla diifolutione in qualonque modo,C(
mife all' Ambafciatore,che con lui facclTe pairata,a dirgli, Che,fe lui haueil
perato alcuna cofa centrala mente diSuaMaeftà m quefto,rhaurebbe fatto
tar neir Adicc. Ilche fu anco fatto publico a tutti, & fcritto dagli hiftori(
quefto tempo.
,, n uà non II Pontefice,fe ben haurebbe voluto vederfi libero dal Concilio , & da t
potendo oppor- la Carte foife defiderato l'ifteiTo; giudicò neceirario compiacer Cefare iute
fi,ord'ina. che fi lo aperto,&: non trattar le controuerfic : ma l'attender alla fola riforma noi t
pafìiferiTiAftir potè piacere ne a lui,ne' a cortegiani. Però, fcriife a Legati, che non lafciai
^^'^' diilòluerc Tadunanzaje che non faceffero Seffione, fm che da lui non foife e
nato : ma trattenelTero i Prelati , & i Theologi con far Congregationi; &
quelle occupationi , & eirercitij, che meglio foife loro parfo. Ma in T
to a' venticinque fu folennemcnte publicato il Giubileo, in prefenza de'
eati, &; di tutto'l Concilio: accioche lìpotcìrc attendere a' digiuni, & :
opere di penitenza, fecondo il prefcritto della Bolla: e fu differita laSeflì
fino al tempo, che folTe intimata, &: le Congregati oni intermeife per quin
giorni.
1 rr £ . In quefto tempo medefimo s'accoftò l'eirercito de' Proteftanti al Tirolc
mi turba il occupare palfi alle genti, che d'Italia doueuano palfare all' aiuto dell' Imp x-
CmcUk' tore:& da Sebaftiano Schertellino fu prefa la Chiufa. Per il che quel Coni lo
fi pofe tutto in armcper impedirgli ilprogrefio : & Francefco Caftelalto, le
eraa^uardiadel Concilio andò elfo ancora in Ifpruc ;&", munita quella e àj
pcrpreuenire l'occupationede'paflìjfi pofe con la fua gente fette miglia d o-
pra:il che fece dubitare,che la fede della guerra non douelferidurfi in quel e-
fe,& difturbar intieramente il Concilio. I Prelati,che defiderauano pretefì ^i
poter di là ritrarfi,magnificauano i pericoli,& i difagi: al che non opponen )ii
i Legati nelprincipio,diederofofpetto,che la mente del Pontefice foilè a] i"
lo
APA Paolo III. LIBRO SECONDO. ,105^.
il profeguire il Concilio.Partiiono alquanti Prelati de* piutim jdi,& che non ci3 io
^londeiiftaiiano inTrento:&: maggior numero farebbe partito/c il Cardinal xlvi.
Trento, tornato di frefco da Roma 5 non haueife atteftato , che il Papa ne ha-
fcbbcfcntito dilpiacerc ; & i timidi non follerò (lati confortati da lui,& dalP
mbafciatorc Ceiareo,con ficurargli>attefo il numero graudcche d'Italia veni-
i,qual haiirebbe cofl;retto i Protcftanti a partir/ì : & anco la lettera fcritta dal
ipa a'Legati jfopraggionta in quelli morijnon gli haucJTe fatto congiongere
iirorità loro5&: del Papajagli uffici) degl'altri.
Ma,fcben riufcj vano il tentatiuo de' Proteftanti, Scie cofe delTirolo refta-
10 in ficurojchc da quel canto non rimaneire dubbio ; Trento andò in confu-
'le per il numero grande de' foldati, che continuamente d'Italia in Germania
raua;quale,fecondolc<onuentioni della lega, era in tutto al numero di do-
imila Fanti,& cinquecento Caualli : oltra dugcnto del Duca di Thoicana,t?<:
Ito del Duca di Ferrara. Erano condotti da tutti i famoh Capitani d'Italia,
:o Ottauio Farnefc, General Capitano5& Alelfandro Farnefe, Cardinal Lc-
3, fratelli, ambiai Pontefice nepoti di figlio: 6c feimilaSpagnuoli foldati
prij di Cefare , tratti di Napoli , & Lombardia. Et mentre durò il pailàg-
de' foldati, che fufinoamezo Agoftojtb-bcn nofi s'intermeircro allatto le
liche attioni Conciliari ; fi fecero però meno frequenti, 6c meno numeroic.
accioche i Vefcoui,&: Theologi,haiie{rero tratteniraentOjil Cardinal Santa
ce teneua in cafa propria ridottione de' letterati , doue fi parlaua delle cofe
,efime,ma in modo famigliare, & fenza ceremonie.
-iblicarono in quello tempo iProtellanti,collegaticontraCefare,unafcrit- r^^nìf-Jlo de'
inuiataa lorfudditi , piena dimaledicenzeicontra il Pontefice Romano, ^''''^^^Jl^^tt
mandolo Antichrifto, illromento di Sathan : imputandolojche per i tempi ""^'^'^ **-^*'
Iti hauelFe mandato attaccar fuoco in diuerfi luoghi di SalFonia : che hora
autore , & inftigatore della guerra , che hauelFe mandato in Germania,pei'
nenare i pozzistSc acque ftagnanti:auuertendo tutti a dar diligenti per pren-
& punir quei vencfici.La qual cofaperò pochiflìmi riputauano verifimilc,
a (limata una calonnia.
rriuata la gente del Papa nel campo , che fi ritrouaua inLandshut, il dì ^""|* * ^^*
idici AgoftojCefare diede il coUar del Tofone ad Ottauio , fuo genero,che ^^fp/^J^''
aueua donato nella celeb'ratione dell' Airemblea di quell' Ordine, che ten- '' '
di di S.Andrea: & vide la moftra delle genti del Pontefice con molta ap-
iatione,& contento fuo,d'hauere il fiore della militia Italiana: & nondime-
I i fini del Pontefice,^ Imperatore, diuerfi^produceuano occafioni di difgu-
! oleua il Cardinal Farnefe portar la Croce inanzi,come Legato dell' efierci-
Ircofihaueua ordine dal Ponteficedi fare : publicando anco Indulgenze,
inodoper i tempi paiFati folito farfi nelle Cruciate:dichiarando, che quella
i^uerradellaChicfaCatholica. Nilfuna dellequali cofe potè ottener dall'
cratere : ilqual haueua per fine nlofì:rar tutto il contrario , per dar trat-
unento a' Prencipi Lutherani , che feco erano : & accio le città non
^inaflcro centra lui per quella caufa. Il Cardiiivale, vedendo non potere
! Dd
110 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo II
e 1 3 1 3 ftar nel campo in altra qualità, con degnità del Papa , &c fua , fermatoiì in Rati •
XL V I . bona,fingendoil ammalatojafpettaua rirpofta dall' Ano, quale haueua del tutt
auiiato.
Pofte da tutte due le parti le genti,& le arme in pontcquantonque ambidi
haucircro grolfo elTercito , Se li coftringcirero l'un ralcrOiprefentandolì anco
battaglia , ciaicuno quando vedeua il vantaggio proprio» »S: occorrelfcroa
uno o air altro molte buone occailonid'acquiitar qualche notabil vittoriauio
dinicno^dal canto de'Protcftanti non furono abbracciate,per eiler le genti cor
mandate dall' Elettore, 6c dal Lantgrauio, con pari autorità ; gouerno neg .
eiferciti ferapre di pcfl]mariurcita;&; Cefare^cio conofcendo^per reftar lupeti i
re fenza rangue,&; per non dar a'nemici occafione di regolar meglio le cole lor i
afpettaua che il tempo gli metteile in mano la certa vittoria in luogo di quell
che poteua fperare con altretanto dubiojefponendofl alla fortuna d'ima gioir
ta:ondc non fu fatto fattione di momentOj& confeguenza.
in Trento p I Legati in Trento, liberati dalla fodatefca , regolarono, fecondo lo ftile
pajfa il tempo prima>lc Congregationi,ritornandole a' giorni ordinari) ,&; penfando tralp]
in dìjputey come andar portando il tempo inanzi,fecondo l'intentione del Papa : e nont:
uarono altro modo,fe non con mofbrarcche l'importanza della materia ricer
uà eifatta difcuffione, & con allongar le difpute de' TheoÌogi,dandoaditQ
aggregando nuoue materie:del che non era da temer mancamento d'occaiìo
attcfo che,o per la connefllonco per intemperanza d'ingegno,fempre i Dott
patfano facilmente d'un ad altro loggetto.Confegliarono anco di fomentai
differenze &: varietà d'opinioni-.cofa di facilriuicitarcofbper la naturale incli
. rione dell' huomo di vincerenelledifpute:come,perche nelle Scole, maflime
Fratijlafouerchia fermezza nell' opinione della propria fetta è molto accoi
mata.Il Monte,come di natura ingenua,teneua il negotio per difficile, ne fìp
metteiiadipoterferuarcoftazaincofllonga di{fimulatione,dellaquale fi ved
bifogno.Ma Santa Crocidi natura melancolica & occolta,fi offerì di piglia
fé il carico di guidare il negotio.
Adonque nella Congregatione de' venti Agoflo , parendo, che fopra i ver
cinque articoli folle tanto parlato , che baftaile per formare gli anathematif
fìpropofe di deputare Padri a comporgli:& furono nominati tre Vefcoui, &
Generali:& primo ài tutti il Santa Croce:& fatta una modula di Canoni,&f
polla per dilcuterc nelle Congregationifeguentijritornarono le medelime ^
pure della certezza della gratia,delle opere morali degl' infedeli,^ peccato
del merito de (^ongruo,dc\l' imputatione , della diftintion della gratia,e carità .
molto paflo- fi parlò con maggior efficacia dalli intercirati nelle opinioni, aiiuando il Ca -
fi^h naie gli aifetri,con moftrarcche le materie erano inìportanti,che era necelfa >
ben difcuterle; &, che fenza la rilolutionediquclle,era impoiribilefarbii(.i
deliberationc. La fola controuerlìa della certezza della gratia elfercitò m i
giorni i difputantij& oftinò, &c diuile in due parti, non folo i Theologi: 3
anco i Preiati.Non però fu refa la queftionc chiara per le difpute, anzi più o) i-
rata.
i
APA Paolo III. LIBRO SECONDO. in ^
Nel principio, come al fiio luogo detto habbiamojiinapartediceiin^chela ci3 i3
:rtezza d'haiier la gratia è pi-e(bntione:i'altrajche lì può haucrla iTicriroriamen- x l v i .
■,I fondamenti de' primi eranojcheSan ThomafcSaii Bonauentura,& il com- raafjtrm, In
lune de'ScoIafticijCofi hanno feiititoicaufaspcrche la maggiorpartcdc'Dome- I'*^M'^t'> ^el-
icaniera nell' ideila openionc. Oltre l'autorità de' Doctoibaggiongcuanóper '^. ""■^"*
igioni,nonhauer Dio voluto che folfe l'huomo certo, accio non li leuatlc in '
iperbia,»S>: eftimatione di fé medelimo:accio nonflpreferiire agli altri,comefa-
bbe a' manifedi peccatori, chi fi conofceire giufto: ancora fi renderebbe il
hriftianofonnolente,& trafcurato, & negiigentead operar bene.Pcr quelli
petti , diceuano , l'incertezza elfcr utile , oltre che meritoria : perche è una
ilìone d'animo,che lo affligge,laqualfopportata, cede a merito.Adduceuaiìo
co luoghi della Su rittura,di Salomoniche l'huonio non fa le fiadcgrjo d'o-
D,o d'aniore.Della Sapicnza,che comanda non clfcr fenza timore del peccato
[donato. Di San Pietro, che s'attendi alla ialutecoa timore,^ treir.ore.Di
11 Paolcche dilfe di fé medefimo,Qnantonque la mia cofcienza non m'accu-
non però mi tengo giuftificato. Qucfte ragioni, & tcilimonijjinfiemecon
•Iti luoghi de' Padn,erano portati,Ck ampliftcati, mallìme dal Seripando,dal
ga,&dalSoto.
Ma il Catarino,col Marinaro, haueiiano altri luoghi de' medefimi Padri in.
itrario : ilche ben moftraaa, che m quello particolare hauelfcro parlato per
idétccome le occafioni faceuano più a propofito,hora per folleuar' i fcrupo-
jhora per reprimer gli audacirperòjfireftringeuano all' autorità della Scrittu-
)iceuano,che a quanti fi legge neir Euangclio Chrifto haucrrimcllo i pec-
i,a tutti diire,C6hdati,che i peccati ti fono perdonati:C<-:farebbe airordita,ehe
rifto hauelfe voluto porger' occafionc di temerità,& fuperbia: 6c fé folfc uti-
imerito,che eglihaueire voluto priuar tutti di quello. Che la Scrittura ci
iga a render' a Dio gratie della noilragiuftificatione, lequali non fi pollono
dere,fenon fappiamo d'hauerla ottenuta:& farebbe inettiffim.o,(S%: udito co-
impertinentcchi ringratialle di quello,che non la fé gli fia donato,o no.Che
Paolo apertamente alferifce la certezza,quando raccorda a' Corinthi di fen-
, che Chrifto è in loro, fé non fono reprobile^: quando dice,che habbiamo
uuto da Dio lo Spirito,per laper quello,che da fua Diuina Maeftà ci è fiato
.ato:& più chiaramente, che lo Spirito Santo rende teftimonianza allo fpi-
noftro,che fiamo figli di Dio.Et e gran coia,d'acculp.r di temerità quelii,che
lono allo Spirico Santo,che parla con loro:dicendo Sant'Ambrofio, che lo
rito Santo mai parla a noi,che non ci faccia inficine lupere, che egli e d'elio
i' parla. Apprelfo quefto,aggionfe le parole di Chrifto in San Giouanni,Che
'tondo nonpuoriccuer lo Spinto Santo,perchewon lo vcddwc conofce: ma
1| i difcepoli lo conofceranno;,pcrche habitarà in loro , & iw loro farà.Si for-
i.auailCatarino alla gagliarda,condire,E(rere una attione dafognatoreil dc-
-dere,che la gratia fia riceuuta voloncariamente,non fapendo d'hauerla: quafi
I' ariceucrunacofavolótariaméte,nófianecelIario che il riceiiitor fpoLanco
y^iachc gli è datajchc realmente lariceue36c dopo riceuuta,che lapoiledc.
! Dd ij
111 CONCILIO DI TRENTO P/paPaolo111
ci3 i3 Laforzadiqucfte ragioni fece prima ritirar alquanto quclli,che la cenfur;
XLVi. nano di temerità , 8c condifcendere a concedere , che lì poteire hauer qualcl-
congetturajlebennon certezza per ordinario-.coiidcfcendciido anco a dar ce:
tezza ne' Martiri , ne' nuoiiamente battezzati , & a cerei per Ipccial rmctation
8c da congettura, fi lafciarono anco condurre a chiamarla,Fede morale:& iTY
gajche nel principio admcttcua fola probabilitàjvinto dalle ragioni, & Ciitrat
poi a fauorirlacertezza,pcr non parere che alla fententia Lutiieranalìconfc
maircdiceuajEirerui tanta certezza,clie c'elude ogni dubio , & non può inga
nare: quella però non elFer fede Chriicianajma bumana5&: elperimentale : &
comcchi ha caldo è certo d'hauerlo , & lenza ienlo farebbe quando ne dubir
fe;coiic,chi ha la gratia in fcla Tenrej^ non può dubitarne, per il [cuCq dell' a
mamonperriuelationediuina. Ma gli altri, defenfori della certezza, collie
dagli auuerfarij a parlar chiaro,feCeneuano cherhuomopoteire hauerla, op
anco le foife a ciò tenuto:&; le era fede diuina,o pur' humana j lì ridullero a d:
chceirendounafedepreftataalteftimonio dello Spirito Santo , non lìpoù
dire,che foife in libertà,eirendo tenuto ciafcuno a credere alle riuelationidi
iie,ne li potcua chiamar fedele non diuina.
Et anguftiati dall' obiettione,che,re quella è fede non uguale alla Cathol ,
non efclude ogni dubbiotle ugualcadonque tato debbe il giufto credere de
giuft:ificato,quantogli articoli della fede. Rifpondeiui il Catarino,Che qu
era fede diuina, di ugual certezza, ócefcludente ogni dubbioi coli ben com ,
Catholica,manoneirer Catholicaelfataireriuaeirerfede diuina,»^ efcluden -
gni dubitatione quella,che ciafcuno prefta alle diurne riuelationi,fattea fé j •
prio : ma,quand0 quelle fono dalla Chiefa riceuutcall'hora e fatta fede unii
Tale, cioè,Catholica : & che fola quella rifguarda gli articoli della fede , laqi
però nella certezza, 8c nella efcluiìonc del dubio,non e fuperiore alla priu
ma la eccede roloncU'uniuerfaìità.Cofi tutti i Profeti,delle cofedaDio riu
teglijiauer prima hauuta fede priuata,dellequalimedeiìme,doporiceuute
laChieta,haano hauuto fede Catholica.Qiiclta (cntentia,alla prima udita,;
uè ardua: &imcdciìmi adhcrenti aiCatarino, che erano tutti iCarmelit
perche Giouanni Bacon, lor Dottore, fu di queìl' openione : Si. i Vefcoui d
nigaglia,Vorccilre,&:Salpii al principio malvolontieripallàuano tanto ina :
mapoispenfata, & diicuira la ragione, è marauiglia come da parte notabili ;'
Prelati tu riceuatajlgridando il Soro,che folle troppo a fauor de'Lutheran '<
def^dcndc gli alrrbche non farebb- da cenflu-ar Luthero, fé hauelle detto,i .')
dopo kg!uftihcatione,regue quella fede:ma ben,perche dice, che quella è 1 '.-
de chcgiuftiiìca.
Alle ragioni dell' altra parte rifpo ndeuaao,C he non fi debbi attendere li ' )•
laftici,quali hanno parlato fondati fopra la ragione filofofica , che non può ir
giudicio de' moti diuini: che l'autorità di Salomone non era in quel propol 3'
poiché dicendOiNilfun potere lapere fé è degno d'amore,o d'odiojapplicaui h
qui,concluderebbc,che il fcelcratiHìmo peccatore con perferua.xzajuonfa -'l-
fereindifgratiadiDio : che il detto della Sapienza meno fi può applicare, 1
?At>AotoIII. LIBRO SECONDO. ii%
dottione rende inganno jpeuchc la voce Greca, //^/T/jo.fj non figniiìca pecca- ci3 io
perdonato , come e (lata tradotta , ma cfpiatione , o perdono : Oc le paiole del xlvi.
Ilio fono un admonitionc al peccatore di non aggiongere peccato lopra pcc-
tojper troppo confidenza del perdono faturo,noii del pailato : che non biio-
iaua>lopva un'errore dell' interprete, fondare mi articolo della fede : (coli in.
lel tempo li medefimijche haucuano fatto autentica l'cditione VoIgata,parla-
,110 di queila,ilchc anco potrà ogp.mio oiferuar da' libri Itampati da qiu iìi,che
ceruenncro al decreto dell' appro'oarione: ) diceuano che l'operare con timo-
,& tremore, è frafcHebieajche non fìgnifica ambiguità, mariuerenza: pcr-
c timore,& tremorculano i fcrui vcrfo i patroni ; etiandio, quando da efiì io-
commendati, sfanno eircre in gratia loro: che il luogo di San Paolo face-
a fauore , quando hauelle parlato della giuftiBcatione : perche, dicendo
n fono confcio di mancamento , ne per ciò fon giuftificato , inferirebbe,
a fon giuftilìcato per altro: 6c coli proucrebbe la certezza : nondimeno il
rofenibcirere, che San Paolo parla del mancamento nell' ufiicio del predi-
:e, & dice. Lamia coi'cienza non m'accufa d'hauerc in cofa alcuna mancato:
n però ardilco dire d'haucre intieramciK-e fodisfatto>ma tutto rileruo al diui- '
giudicio.
Chi non hauelTc veduto le memorie fciitte da quei , che hebbero parte in
eftedifpnte, & quello che mandarono alla (lampa, non crederebbe quanto
le fopra quefto articolo difputato , & con quanto ardore , non folo da Theo-
5Ì,ma anco da' Vefcoui,parendo a tutti intenderla,& haucr perle la verità: in
)do, che Santacroce fi vide hauer piubilognodifreno,che difproni:& col
quente procurare di palTar' ad alrro,&: diuertire quella controuerlla,defìdera-
metterci fine. Due volte fupropofto in Congregatione de' Prelati,di trala-
ar quella quefcionccomc ambigua,longa,cmolefta: con tutto ciò vi torna-
no , attratti dall' affetto. Pur finalmente,il Cardinale,col moftrarcjche fi era
.lato aliai, & che conueniua ripenfar le cofe dette, per rifoluerfene più matii-
nentc:ottenne,che fi parlalfe delle opere preparatorie,& della oiFeruanza del-
Legge:con qual occafionefu introdotta da molti la materia del Libero arbi- ^<*}^^q»aU0
o : & dal Cardinale non fu trafcurata : ma propofe,le pareua ben trattare ^'^"^1 .^
leme anco quel particolare : poiché tanto connelio apparma , che non li
iena come trattarlo feparatamente. Adonque furono deputati Prelati, &
icologi,a raccogliere gli articoli dalle opere de Lutherani, per fottopor li alla
nfura.
Gli Articoli furono. L Dio è total caufa delle opere noftre,cofi buone,co- e fono fornati
e cattine : & è cofipropria opera di Dio la vocatione diPaólo^cómeTaH^ùrte- gli ^rtkoli^
odiDauid,& la crudeltà diManho, &il tradimento di Giuda. IL. Nilfano
ipotcftàdi penfar male,obene j ma tutto auuiene di necelììtà alloluta, & in
3i non è Libero arbitrio j ma l'ailtrirlo è vna mera fiatione. III. Il Libero
bicriojdopo il peccato d'Adamojè perdutoti: è cofa di folo titolo: (Se mcncre
qucUojchc è in fuapot ella,pecca mortalmente : anzi è cofa finta,& licolo icn-
. cofa foggetta. 1 1 1 1. Il Libero arbitrio è folamcnte nel far' il male, ma non.
Dd iij
^ 214 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo L
ci3 13 hapoteftàdifai'ilbcne. V. Il Libero arbicrio,moiro da Dio,non coopera in(.
XLVi, din contc&fcgLie come un iftromentoinanimacoiouero un'animale irratio,
le. VI. Che Dio conucrre quei foli che gli piace,ancorchec{fi non vogUnci
recalcitrino.
i dneprimifì- Sopra i doi articoli primi fiparlò più in. forma rragica,che Theologica>(c
no cmdmnuu J^ dottrina Lutherajia era unafapienza frenetica.Che la volótà humana^con»
iMammU) ■^'^'■"'■'^'^ta da loro,larebbe una molhuoiìtà. Che quelle parole, cofa di folo rito ,
e titolo fenza foggcttojfono portétofe.Che l'openione è empia, & blasfema -
traDio.ChelaChiefarha condannata contra i Manichei,Prifcillianifti,&'
timamente contra Abailardo , oc Vigleffo : e che era una pazzia contra il fé )
commune,efperimentando ogni huomo la propria libertà,che non merita e ,-
futationc,ma,come Alinotele dice,o caftigo,o prouaefperimentale. Che i 1 ■
defimi difcepoli di Luthcro s'erano accorti dellapazzia:&:,moderando ralfoi ■
tà , diifero poi, cfierui libertà neli' huomo in quello,che tocca le attioni efte ;
politiche, & economiche : & quanto ad ogni giufìiitia ciuiledcquali è fcio )
chi non conofce venir dal confcglio oc electione,refl;ringendofi a negar la li!
rà quanto alla fola giultitia diuina.
dagli alm.con i\ Marinaro diifcChe C\ come il dircnilFuna attione humana elFere in no
V mnom, poteftà,c cofa fciocca;cofi,non è minor pazzia il dire , che ognuna vi ila:efp
mentando ognuno,di non hauer tutti gli affetti in propria poteftà: & l'iftt
cifer' il fenfo delle Scole,chediifero,ne' primi moti non fiamo liberi : laqua
' berta hauendo i Beatijpercheeilì hanno dominio anco fopra i primi moti:c 1
cofa certa che qualche libertà èinloro,chenon è in noi. Il Caratino, feguei }
l'openione fua,che fenza fpecial aiuto di Dio,non poteua l'huomo operar b
moralc,diceua,Ghe in queitofi poteua dire non eiìcr libertà, & però il qun .
_ articolo non era da dannarli coli facilmente. Il Vega,dopo hauer parlato ( 11
tanta ambiguità , che eiro ftelTo non s'intendeua,concluie,Che tra la fentei a
de Theologi,& de'Protcfì:anti,non vi era più differenza veruna:perche,con( .-
dendo alprefentcquefti una libertà alla giuftitiafìlofofica,& non alla fopra -
naturale:& alle opere efterne della legge, non alle interne &c fpirituali j tan
prccifamente è,come dire con laChiela,che noniì può ciTeguire le opere fp ■
tuali,fpettanti alla religioncfenza l'aiuto di Dio.Se ben egli diceua,che fi del °
mettere ogniftudio perlaconcordiajnonperòera gratamente fentito,parcr d
incerto modo pregiudicio,che alcuna delle differenze fi poteire riconciliare i
coftumauano di dire ,chequcfl:a,cracofadaColloquij:voceabominata,co z
che per quella folle ufurpata da' laici l'autorità che è propria de' Concili).
Nacque tra loro una gran difputa, fé il crederci non credere,fia in pot(ì
humana. I Francefcani lo negauàno,feguendo Scoto cqual vuole, che, fico e
dalle dimoftrationi per neceflìtà nafcc la icienza,cofi dalle perfuafioni nafca | r
neceflità la fede:,S^ che clfa è nell' intelletto , ilquale è agente naturale^: me 3
naturalmente dall' oggetto. AUegauano rilperienza,cheniiruno può crcd e
quello,chevuole,ma quello,che gli par vero:ioggiongédo,chenilfuno mail -
tirebbe il difpiacere,fe poteffe creder di non haucrlo. I Domenicani diceuai '>
(C
.PA Paolo III. L I B R O S E C O N D O. 115 _
Miienceèpia in poteftà della volontà,che il crcdcre:&,per fola determiiiatio- eia io
^&; drolutione della Yolontà,rhaomo può credere, che il numero delle ftcUe XLvr.
pari/e coli vorrà.
Sopra il terzo articolcSe per il peccato,il Libero arbitrio fi perdette: eiren- J^''J';"°?
, addotte molte,& molte autorità di Saiit' Agoftino , che efprcllamente lo di- fjjjj^l'^^
no,ne potendoli in altra maniera sfuggire , il Soto inucntò il modo,con dire, tamcm?i
he la vera libertà è equiuoca>potendodoriuare,ouero dal nome libero; oucro
1 verbo liberare : che,nel primo fenfo , s' oppuonc alla neceflìtà : & nel iccoa-
,s 'oppuone allareruitù:& che,quando dille Sant' Agoftino , che il Libero ar-
rio èperdutojuon altro volle inferire, le no.n^che è fatto leruo del peccaLO,&
I Diauolo:difterenza,che non fu penetrata : perche anzi per ciò il icruo non è
ero,perche non può far la volontà rua,ma è coftretto di icguire quella del pa-
)ne:& fecondo quel fuo parercnoniipoteuabiafmare Luthero d'hauer inti-
ato un libro,D^j^r/<o arbitrio.
II quarto articolo a molti parile fciocco, quali diceuano, che libertà s'intcn- '"^ quarto à
unapoteftà ad ambidoi i contrarijrperò non iì poteua dire che vi lìa la libertà ■'"'*^"'*°>
nale,ienó è anco al bene.Ma quelli furono fatti riconofcere,conauuertirgli,
n Santi \\\ Cielo,& gli Angeli beati>iono liberi alla parte folodel benerperò
.1 era inconueniete, che altri potellèro cifer liberi alla loia parte del far male-
Neil' eiraminar il quinto e fello articolo, del confenlo,chc il Libero arbitrio ,7 -^;„jg - ^^
fta air infpiratione diuina , onero gratia preueniente; i frati Francefcani,^^/?^^^/^^^
Domcnicani,furono d'openione diuerfa , contendendo quelli , che potendo battuti^
olontà da fé medefima prepararlì,tanto più è in fua libertà d'accettvireo ri-
:ar la diuina preuentione,quando Dio gli porge aiuto, inanzi che ufi le forze
la natura: & negando i Domenicani, chele opere precedenti la vocatione-
10 veramente preparatorie,& dando per ciò fempre il primo luogo a Dio. Fit
idimeno tra elli Domenicani contraftojdeflendédo il Soto,che,fe ben rhuo-
' non puoacquillar la gratia fcnza l'aiuto di Diofpeciale preuenientejnon-
leno incerto modo la volontà fempre può contraftaruij&ricufarloj Squa-
lo riceucè perche prefta il fuo airenlo,& cofi vuole: fé non vi fi voleire il no-
)airenfo,non vifarebbecaufa perche tutti nonfoifero conuertiti :perche,fe-
ido l'Apocaliplì, Dio ftà fempre alla porta,& batte : & è detto de' Padri,fatto
:ovolgare,cheDio dà la gratia ad ognuno che la vuole; &, perche la Scrittu-
■liuina fempre ricerca da noi quello confenfo:che il dir' altrimentc, è leuar la
ertàdelLi volontà;6c dire,che Dio ufi violenza.
In contrario dicendo Fra Aloifio Catanea,che due folti di gratia preuenien-
fecondo la dottrina di SanThomalo,Dio operaua ncU' animo : l'una , fuffi-
nte j l'altra efficace: alla prima può la volontà & confeiatire & repugnarer.
i alla feconda non già: che lacontradittioncnon comporta, che alla cflìca^
i fiarcpugnato. Allegaua,per pruoua, luoghi di San Giouanni,& di San Pao-
-«^efpofitioni di Sant' Agoftino moltachiare : rifpondeua, che apponxo di
,anafce,chctutti non fono conuertiti, perche tutti non fono efficacemente
l'uenuti: che.il rimordi offendere il Libero arbitrio è flato diS.Thomafole-
l^oiilqual dilTejChe fono le cofe moire violcntemécc, quàdo da caufa cóQ-aria^
2.i(i CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo ]r.
e 1 3 1 3 ma dalla caiifa Tua nifruna è molfa per violenza : Se elfendo Dio caufa della > ,
XLVi. loncàjtaatoc chefìamoiradaDiojquancoda refteira:& condannaua,anziii ,
upodcl modo di parlar de' Lutheranijche la volontà fegue>come un' inanima ,
o irracionale : perche cilcndo rationalc di natura^moila dalla dia caufa, eh';
Dio, e moua come rationale,6»: come rationalc fegue: &iìmilmente,cheE»
conuertci'e ben non vogliano, o ricalcitrino : perche è concradittione, che i'
cifctto ricalcitri aliatila caufa. Poter auuenire benccheDìoeftìcacemehtecc-
ucrcaunojche altre volte prima alla preuentione fufficienre,habbiaricalciti.
ro:ma5nonche ricalcitri all' hora:eircndo confeguente alla efficacia dellair.
rione diuina una fuauità nella volontà molla.
Diccua Soto, ogni diuinainfpiratione, per fé fola, non eiler niente più e
fuitìciente:& quclla,a cui il Libtro arbitrio ha confentito, da quel confenfo 2
quiftare l'cfincacia ; non prcftando conlcnfo , reftar' inefficace ; non per difFc
fuojuia per diffctto dell' huomo. Laqual' opinione egli difele con gran timi i
tà, perche l'altro gli opponeua, che la diffcintione degli eletti alli reprobi ve
rebbc dal canto dell' haomo,contra il perpetuo fenfo Catholico , Che, pei ;
gratia fono didinti i vali della mifericordia,da quelli dell' ira : che l'elettione
uina farebbe per le opere preuedute, &c non per il diuino beneplacito : che
dottrina de' Padri,& de' Concili) Africani, & Franccil, contra i Pelagiani,fe
pre ha predicato, cheDio cifavolerecil chetantovuol dire, quanto Dio
confentire:perilche,mcttendo in noi confenfo , conuiene attribuirlo all' effì
ciadiuina:chenon farebbe più obligato a Dio quello, cheilfalua,che que
cherefta dannato,fe da Dio folFero ftati ugualmente trattati. Ma,con tutte q
fleragioni,la contraria opinione Irebbe però l'applaufouniuerfalejfeben mi
ti confeifauancche le ragioni del Cataneo non gli pareuano rifolute: & difp
ceualorojcheilSoto noaparlaireliberamente,&diceire,Che la volontà C(
fcnte in certo modo , e che può in certo modo repugnare : quafi che, tra l'aff
mationc&la negationc,vilia un certo modo intermedio : gli turbaua ance
parlar franco del Cataneo, Se d'altri Domenicani , che non fapeuanodift
CTuer quella opinione,che attribuiice la giuflihcatione al confenlb, dalla Pe
dumo foretto aiana-.vik. che s'auuertiircdi non faltar oltra il legno per troppa volontà dic<
d'entrar nella, ^^^j-^j-^^j- LuthcrotfopratuttOjeilendo (limato quell'argomento, che la diuina
Tndepnam- ^^^j-j^j^^^q Predeftinatione , farebbe per opere preuedutcche niirun Theolo
admettcuadaqual' anco tirò a parlare della Predeftinatione.
àellaqmle fo- La onde fu deliberatcper la conne(lione,cauar anco gli articoli della don
no ejìratti na de' Protcftanti in quefta materia. Neil' opere di Luthero,nella Confeflìc
articoli da Auguftana , &" nelle Apologie^: Colloqui], non fu trouata cofa da ceniiira i
libri de Zmn- ^^^^\y^^.^ molte ne' fcritti de' Zuingliani,da' quali furono tratti i feguenti artid*
ghanh I -^ ^ Nella Predeftinatione,*^ Reprobatione, non vi è alcuna cofa dal car >
dell' huomo, ma la loia diuina volontà. ILI predeftinati nony.poifono d: •
narfbne i reprobi faluarfì. II I. I foli eietti,& predeftinati>veramente fi gi« -
fìcano. un. I giuftitìcati fono tenuti ^er fede a credere d'efler nel numero :'
predeftinati. Yé Igiuftificati non poilono perder lagratia» VI. Quelli,(2
f0 3
APA Paolo III. LIBRO SECONDO. 117^
)no chiamaci » &c non fono del numero dc'predeftinati , mai non riccuono la e ^^ i ^
i:àtia."V 1 1. Il giuftificaco e tenuto a credere per fede di douer perfeucrarc fino xl v i.
iffnenellagiufticia. Vili. Ilgiuftificatoètcnuto a creder per fermo,chc,ca-
endo daIlagratia,ritornerà ariceucrla.
Nell'eiramine degli articolijncl primo apponto furono diuerfc le openioni. '^P^tmo è di-
piu ftiinati tra i Theologi tennero l'articolo elfer Catholico, anzi il contrario. {'^Kf^-^ '" '^
;rerico:perclie i buoni Scrittori Scolaftici , S.Thomafo,Scoto, &c la commu-
^,co/ì fentonoscioè. Che Dio,inanzi la fabrica del mondojda tutta la maifa del
•nere humanojper fola & mera fua mifericordia, ha eletto foli alcuni alla glo-
i,a' quali ha preparato efficacemente i mezi per ottenerla: ilche il chiama pre- , ^ ;
ftinarc : che il numero ài quelli e certo,&: determinato, ne fipuò aggiongerui ^ '-^
:uno: gli altri, che non ha predeftinato,nonpoifono dolerli: poiché a quelli
cora Dio ha preparato un aiuto fufficiente per quellojfe ben' m fatti,altri che
eletti,non veniranno all' effetto della fai ute. Per principaliffima ragione al-
;auano,che San Paolo a' Romani , hauendo fatto eilèmplare lacob de'prede-
latijElau de' reprobati , produce di ciò il decreto diuino , pronunciato inanzi
* nafceiferojnópcrle opere,ma per puro beneplacito. A quello loggiógeuano
[èmpiodelmedeiìmoApoflolo,che,fìcomeilvafellaiodiuna fleila maifa di
0 fa un vafo ad ufo honoreuole , &: l'altro ad infame : cofì Dio, della medcfi-
malfa degl'luiomini, elegge chi gli piacce,tralafciati gli alcri:& che S.Paolo,^
proua di quefto,porcò il luogo,doue Dio dille a Mofe, Vferò inifcricordia a
haurò fatto mifericordia;& vferò pietà a chi haurò hauuto pietà. Et con-
te elfo Apoftolo , che perciò non è di chi vuole , ne di chi corre, ma di chi
D ha compa{rione:foggiongendo dopo,che Dio ha mifericordia di chi vuolct
ndurachi vuole. Diceuano inoltre, che per quello rifpetto il confeglio del-
Ituina predeftinatione,& reprobatione,è chiamato dal medefimo Apollo-
altezza, & profondità di fapienza, impenetrabile, & incomprchenfibile.
yiongeuano luoghi delle altre epiftole,doue dice , Che niente habbiamo,
lon riceuuto da Dio : che non fiamoda noi fufficienti manco a penfar' il
le : «Sidone, rendendo la caufa,perche alcuni li riuoltano dalla fede, rcflan-
altri fermi , quella diife eifere , Perche Ila fermo il fondamento di Dio,
ile ha quello figlilo, cioè. Il Signore conofce i fuoi. Aggiongeuano diuerfi
fidell'EuangeliodiSan Giouanni, & autorità di S.Agoftino innumeiabili:
che quel Santo , in fua vecchiezza , non fcriirc altro , che a fauor di quella
:trina.
Ma alcuni altri,feben meno ftimati , a quella openione s'opponeuano,inti-
andola dura , crudele, inhumana , horribile, & empia; come quella,chc mo-
ilfe partialità inDioife,fenza alcuna caufaraotiua,eleggeire l'uno, ripudiane
l'altro: «3c ingiulla,fe deilinalfe alla dannatione gli huomini per propria vo-
uà,non per lor colpe : & haucirc creato una tanta moltitudine per dannarla:
:cuano, che diftrugge il libero arbitrio , poiché gli eletti non pocrcbbono fi-
ilmente far male,ne i reprobi bene:che mette gli huomini nell' abilfo della di-
jratione,coldubio,chepoiroiiocirerreprobati:chedàanfa a'pcrucrfi iX\ ope-
1 Ee
___2i8 CONCILIO DI TRENTO PapaPaoioIII
e 1 3 1 3 rare fempre male>non curando di penitentia; col penfare chcfc fono degli elet
xLVi. tÌ5nonperiranno:(ede'reprobij€vanodifarbene5chenon gli gioueràtconfcffi
uanojche non folo le opere non iono caufa della diuinaelettione, perche quc
hjcome eterna, e inanzi loro: ma che ne anco le opere preiiedute poironomc
uerDioapredeftinareuTja che per tua infinita mifericordia vuole che tutti fi fa
uino5(Sc a tutti prepara fufficienti aiuti a quefto fine , iquali ciafcuno huom(
cllendo di libero arbitrio>o riceue,o rifiuta/econdo che più gli piace : & Di
nella Tua eternità, preuede quelli,che riceueranno gli aiuti ,& Tene valerani
in b€ne,& quei che gli riculeramio : &c quelli rcproba,quellL elegge,^ predef
na. Aggiongcuaiio,che altrimenti>non fi può veder la cauia, perche Dio fi d
glia nella Scrittura de' peccatori, ne perche elTorti tuitialla penitenza, & ce
uerfionejfe non gli dà efficaci mezzi per acquiftarla:che queir aiuto fiifficien
dagli altri inuentato,è infiifficicnterpoiche non ha mai hauutOjfecondo loro;
e per hauer' effetto, alcuno.
La prima openione,fi come ha del mi{lerio,& arcano, tenendo la mente 1
mile,& rartìgnata in Dio,renza alcuna confidenza in Te fleilà, conofcente la
formità del peccato,&. l'eccellenza della gratia Diuina ; cofi,quefta feconda
plaufibile , e popolare, a fomento deDaprefontionehumana,&accommoci
all' apparenza:onde aggradiua a' Frati, profelfori dell' arte di predicare , più
fto che di fcientiadiTheologia : & a Cortegianipareua probabile, come e
fentiente alle ragioni politiche:erafoftentata dal Vefcouo di Bitonto, Se qu( ì
diSalpifene fece molto partiale :i defenfori di quefta ufando le ragioni hui
ne,preualeuano gli altri;ma,venendo a' teftimonij della ScricturaafoqcQjEGbÉ
no manifeftamente.
Il Catarino, tenendoli parer medefìmo , per rifoluere i luoghi: della5cri
ra,che metteuano tutti in trauaglio,inuentò una media openiohe'rChe DiO;
fila bontà,haeletro> alcuni pochiffimifuordegiì al tri, quali vuole 5nninan' i
te fàliiarcóc a' quali hapreparato.mezzi potentiffimi,efficaciflSmi,&infall
Ii:glialtritutti,quancoafe,vuoleche iìanofalui^& a quello effetto ha, appa :-
chiato a tutti mezzi fufficienti,re{lando in loro libertà raccettargli,,&ialu; ì;
ouero,rifiutandogli,dannarrr. & di quelli elfer alcuni,che gli riceuono, & fi 1-
uanojfc ben non fono degli eletti;& di quelli il numero è aifai grande :. gli a ij
che ricufano cooperare aDio, quale gli vuole (alui, reflano dannati : la e: a
della prcdeftinatione de'primijelferla fola Diuina volontà: degli altri ,rac t-
catione>& buon' afo,& cooperatione al Diuino aiuto,preuedLita da Dio:& Ir
la rcprobationc degli ultimi-,caufa eifer la preuifionc della lor peruerfa volo àj
in rifiutarlojO abularlo.Che S.Giouanni,&; S.Paoloj& tutti i luoghi della S it
cura,allegati per l'altra parte,doue tutto è dato a Dio, & moftrano infallibi ;
s'intendono folamente de' primi, &fingolarmente priuilegiati: & quanto ;li
altri , a chi è apparecchiata la via commune , fi verificano le ammonition: &
c(rortationi,& generali aiuti,quali chiunque vuol' udire,& feguire > fifalua &
ehi non vuole,per colpa propria perifce:diqueipochi,oltreil commune p: li-
fcgiatii.ellèr'ilnumero detcuiiinatOj&. certo apprelTo Dio: di quegli altri le
APAPAoioin. LIBRO SECONDO. if^
er via communcfiraluanoj come dependente dalla libertà huinana» non elFcr ciò la
a DiodeterminatOjfenonatteralaprcui/ionedcilcoperediciafcuno. Diceua xlvi.
Catanno*marauigliarfi molto della ftupidità di quelli,che dicono cllèi* certo,
: detcrminato il numero;& nondimeno aggiongonojche gli altri polFonoial-
irfì>che tanto e dire jEfler un numero determinato, il qua! però può crcfcere:
parìinenrcdi quelli che dicono, i reprobati hauer' un' aiuto fufticientcpcr la
I lutcellèndo però necellàrio a chi fi faina haucrne un maggiore i che e dire, un
ibciente infuiHciente.
1 Aggiongcua,che l'openionedi Sant'Agoftinofia inaudita inanzi a lui: che
o medehmoconfeira, che non fi trouerà nelle opere d'alcuno, che habbia
irto inanzi i tempi fiioi : che egli fteifo non Tempre l'hebbe per vera, anzi af-
ilfe la caufa della Diuina volontà a' meritijdicendo, Diocompaffiona chi gli
ice,& indura chi egli vuole: ma quella volontà di Dio non può cirer' ingiu-
:impcroche viene da occoltifllmi meriti: &c che ne' peccatori vi è diuerfità,&;
ne fonodiquelli,chc,quantonquenongiuftificati,tono degni della giuftifi-
;ione:fe ben dopo, il calore del difputar centra i Pelagiani lo tralportò a par-
2»Sc fentire il contrario : ma però in quei tempi ftcfiì , quando fu udita la fua
tentia, tutti i Catholici reftaronofcandalizati, come San Profpcroglifcrif-
ìtGennadio Maflìlienfe cinquanta anni dopo,nelgiudicio chefadellifcrit-
i illuftri,dice eflèrgli auuenuro fecondo il detto di Salomone, Che nel trop^-
parlarcnon fi può fuggir' il peccato : & che,per il fallo fuQ,cllaggerato dagli
mici,non era ancora nata queftione,che partoriife herefia: quafi accennando
lì buon Padre il fuo timore di quello,che bora Ci vedejcioè, cheper quell' o-
lione forga qualche fetta,& diuifione.
Lacenfura del fecondo Articolo fu varia , & confeguentc alle tre openioni e'j feconda p4i
I rate.Il Catarino haueua la primaparte per vera,attela l'efficacia della diuina "'«'^"'*'
onta verfo ifingularmentc fauoriti:ma la feconda, falfa, attefalafufficienza
l'aiuto Diuino a tutti , & la libertà humana in cooperami. Gli altri, che a-
ueuafiola caufa dellapredeftinatione in tutti al confenfo humano,condan-
! lano l'Articolo tutto intiero,& quanto ad ambedue le parti:ma gli adheren-
! illa fententia di Sant' Agoftino,&: commune de' Theolo2Ì,la diftingueuano,
e in fenfo compofito foife vera,& in fenfo diuifo dannabile. Sottilità, che
ifondcua la mente a' Prelati;& da chi la diceua, fé ben eficmpliiìcato con di-
Ghi fi muoue non può ftar fermo,' in fenfo compofito è vero, perche s'inten-
mentre che fi muouei ma in fenfo diuifo è falfa,cioè,in un' altro tempo : non
ibenintefa: perche,applicando al propofito,non fi può dire ilpredeftinato fi
0 dannare in un tempo che non fia predcftinato: poiché è fempre tale : & ge-
calmcnte il fenfo diuifo non ha luogo, doue l'accidente e infeparabile dal
^getto:pcr tanto,credeuano altri dichiarare meglio, dicendo. Che Dio regge,
muoue ciafcunacofa fecondo la natura propria,laqual nelle cofe contingen-
: libera, & tale, che infieme con l'atto ftà la poteftà all' oppofito:ondc infic-
!ocon l'atto di predeftinatione,ftà la poteftà alla reprobacionc&dannatione.
' a quello era meno intefo,che il primo.
Ée ij
120 CONCILIO DITRENTO Papa paolo II
CI 3 i3 Gli altri Articoli furono cenfurati con mirabile concordia. Per il terzo
XLVi. fcftojairerendoeirereftata perpetua opinione nella Chiefa, che molti riceuon.
glìtdmcenjH- ^confcruano la grafia diuinaper qualche tempo^iquali poi la perdono, & in
rxti duonc9r~ ^-jg fK^annano.En allegato l'cllempiodi Sauljdi SaloiTìOne,& di Giuda , uno
dodicijcafo più di tutti euidente,per le parole diChriftoalPadre,Ho cuftodi
in tuo nome quelli, che mi hai dato,de' quali non è peritOjfe non il figlio del p
dimcnto.Aggiongeuano a quefti,Nicolò, uno de' {'ette Diaconi , & altri ne.
Scrittura prima commendati , & poi biafìmati : & per complemento dog
ragione,il caio di Luthero.Contra il fefto particolarmente confiderauano,C
quella vocatione farebbe una derilione empia:quando chiamati, & niente mi>
cando dalcantoloro,nonfoireroadmeffi: che i Sacramenti per loronon fan
bono eflìcacitcofe tutte piene d'altordità. Ma,per cenfura del quinto fi porte
l'autorità delProfeta,appunto contraria in termini, dicendo Dio, Se il gin
abandonerà la giuftitia,&: commetterà iniquità,nó mi raccorderò de' fuoi be
fatti. S'aggiongeua relTcmpio di Dauid,che commife l'horaicidiojvSi adultei ,
di Maddalena5& di San Pietro, che negò Chriftorfi rideuano delle inettie
Zuingliani,che diceirero infieme il giuftificato non poter perder la gratia, & i
ógni opera peccare. I doi ultimi furono dannati di temerità concordemer ,
con eccettione di quelli,achi Dio ha fatto fpecial riuelatione,come aMoife
a'difcepoli,a' quali Ri riuelato come erano ferirti nel libro del cielo.
fé ne formano Finito l'elfamine de'Theologi fopra il Libero arbitrio,&:Predeftination€
gli^nathe- formati anco gli Anathematifmi in quelle materie , furono aggregati a q
natifmit con ^^^W^ giuftificatione a' luoghi opportuni: a' quali era oppofto,da chi in i
àij^arm» parte,da chi in una altra,doue pareua che vi folle qualche parola , che pregii
calfe all' openione propria. Ma Giacomo Cocco, Arciuefcouo di Corfu,co.
da"ò,che da'Theologi erano cenfurati gli articoli con molte limitationi,& ;
pliarioni,lequali conucniua inferire negli Anathematifmi jaccio non fi dann;
airolutamcnte propofitione , laquale potelFe riceuere buon fenfo : maflìi
ftante il debito dell' humanità, di riceuer fempre l'intcrpretatione più benij
& quello della carità,di non penfar male. Fu da diuerfi contradetto : prima;
l'ufo degli antichi Concili] , iquali hanno dannato le propofitioni hereti
fenzalimitatione,& nude,comefono dagli heietici airerite:&: mafTìme,cht
materia ài fede,per condannar'un articolo,bafta habbia un fenfo falfo, che p i
indurre in errore gì' incauti.P^reuano ambedue le openioni ragioneuoli.La] -
ma,perche era giufto che fi fapelFcche fenfo era dannatola leconda,perche r .1
era degnità del Concilio limitare le propofitioni degli heretici. S'aggiongei a
quellojche tutti 1 Canoni erano compofti, recitando Topenione dannabile C
- foggiongendo per caufa della condanna i luoghi della Scrittura, ola dottr a
della Chicfa,allaquales'oppone:pigliata la forma dnl ConciHo d'Oranges,^»
, « ^ fimilitudine ài quei del Peccato originale, nella SelFione precedente. Ma, ri -
*Lm ricordo: cendo nella maggior parte lalettione longa,&tediofai& la miftura di veià
con fnlfitàinfieme,&: delle cofe reprobate con le approbate,non facilmente i-
telligibiiejraccordb opportunamente il Sinigaglia rimedio ad ambidoi gì' i-
^<-
noft
,PA Paolo III. LIBRO SECONDO. ut ^
nuenientijcheera molcomeglioleparar la dottrina CaLholicajdàna, contra- <^i^ i^
i,&fardiieDcctxti:inuno,riucocontiniu\tamen'tc"dicììiararc,&confciniu'irc xlvi.
fcnfo dclbChiefa: ncll' akco, condannare, ik anatheraatizare il contrario,
acque atacti il raccordo , & coli fu deliberato : &: prima, formatigli Anathc-
arilmi rcpai:aramcnte,&: poi data opera a formar l'altro Decreto : & chiama-
no quelto il Decreto della dottrina,^: quello i Canoni: ilquale ftile fu poi fc-
liro anco nella feconda & terza ridottionc del Concilio.
S'affaticò fopra ogni credenza il Santa Croce, per formar quei Dccreti,con ^^"1^^'"/^^
itare quanto fu polfibile d'inferirui alcuna delle cole controucrfe tra i Scoi^- ^^^^^^'A j*^
ri:.:^ quelle che non potè tralafciare, toccandole in tal maniera,che ognuno dannar i Lw
taife contento. In ogni Congregationc, che il faceua,auuertiuatuto quello, theram,e
z da alcuno non era approuato,òv loleuaua,oueroracconciaua,recondora- '^(^^^^dmU
o'.&c nò lolo nclleCÓCTre2ationi,macon ciafcuno,con chi in particolare par- '-^"'f. ^
a,mtendeua i dubijdi tutti,&: i pareri ricercaua:vario,condiuerii ordini, la
tcria;inutò hora unapartchora una altrarin tanto che gli riduife nella forma
laqualcfonojche a tutti piacque,&: da tutti fu approuata. Certo Cjche fopra
;{le materie fiirono tenute Congregationi,parte de' Theologi,parte de' Pre-
,al numero di cento}& che dal principio del Settembre , fino al fine diNo-
abre , non pafsò giorno, che il Cardinale non metteflemanoin quellcche
na era fcritto,5c non facellè qualche mutatione: & hebbe auuertenza anco a
2 minime. Refta la memoria delle mutationi,dellequali ne raccontarò qui
,come per faggio delle molte, che farebbe noiofo rammemorare. Nel primo
3 0 della dottrina,con alTenfo commune,fu prima fcritto. Che ne i Gentili,per
i ù della naturarne i Giudei,per la legge di Moife,poteuano liberarfi dal pecca-
] •,t,perche teneuano molti,che la circócifionc rimetteire i peccati,prefero fo-
t tojche quelle parole potelTero pregiudicare all'openione loro,quatonque in
il d'un luogo S.Paolo in termini formali habbia detto l'iftelTo.Per fodisfarglf,
ì ardinale,in luogcche diceua,?^^ tp/àm etiamU^emM0y/i;minò,3c dillc,7'^r
Ì<netiam Itteram legis Moyfi : 2c ogni mediocre intendente della Theologia
3 da fé giudicare,quanto bene quella vocef itteram J conuenga in quel luogo,
el principio dell'ottauo capo,non fi contentarono quei della certezza della
^ ia,chefidice(re , I peccati non elfer rimellì airhuomo perla certezza della
di{rione,& perche fi confidi in quella.Et il Cardinale gli fodisfece , cfcludcn-
:ci a certezza rcale,&: coftituendo in luogo di quella,la iattantia,& la confider-
ai quella fola.Et in fine del capo può ognuno chiaramente vedere,chc la cau-
a Dueua eifer refa,con dire,Perche «ilTun può faper certamente d'hauere acqui^
"ti la gratia di Dio:ma,perfodisfattione adunapartc,conuenneacTgion(Tere>
^lezzadifede-.ne badando quello a'Domenicani>infì:arono,ches'aga!oncrclIe>
- hoUca.Ma,gli adher-enti al Catarino non contentandofi , in luocro di cucile
>'!3le,FedeCatholica;fidiire,Fede,laqual non può fottogiacereafixifità. llqual
lido contentò ambe le parti;perchegliuniinferiuano, Adonque quella ccr-
eiadifede,chefipuohauerincio,puo elfer fal{;ì,& per tanto incerta i^yh altri
nitiuano,che tal certezza non puohaucrdubio di falfitàperqucltempo,chefi
Ksima per la mutatione,che può auucniie,pairando da flato di gratia a quello
E e ii)
___iii CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo I.
ciò lO di peccato può diuentar falfa : fìcome tutte le verità di preferite continger,
XLVr. ancorché cmi(Iìmc,& indubitatiffimcconlamutatione delle cofe foggette -
ucntano fal^:ina la fede Catholica non folo ccertajmaancoimniutabilcjt
haucr foggelte cofe necclIarie,o palTatcche non riceuono mutationc.
Et vcianiente , confiderando quefti particolari, conuien non defraudard
Cardinale della lode meritata>che lapelTe dar fodisfattione anco a' pertinaci»
contrarie openioni:&. quei che vorranno rcnderfi di ci^o maggiorméte certifi .
ti,doueranno rapere,che,imincdiate dopo la SeflioncF. Dominico SotOjpriri«
pale tua' Domenicanijfi diede a fcriuere tre libri,che intitolò, 'Z)tf natura, &Gx
tìay^cr commentari] di quella dottrinaj&. con le Tue efpofitioni vi trouò deni
tutte le opcnioni fue.Et ufcita quella opera,F. Andrea Vega,piu ftimato tra'FrJ
cefcanisdicdc in luce elfo anco quindici gran libri per commentari] fopra gli*
-■ dici capi di quel Decreto,^ lo interpretò fecondo l'openione propria tutto:
quali due openioni,non folo hanno tra loro gran diuerfità quali in tutti gli a
coli,raa in molti efprciIìi,(S<: euidente contrarietà.Et ambedue quefte opere (
dero (lampare l'anno m. d.xlviii. $c chile leggeràjolTeruando che molto fp
danno alle parole del Concilio fenfi akernatiui, &c dubiofi , fi marauiglierà :
me quefti doi foggetti, i primi indottrina,&ftima,chc più degli altri hebb
parte inquellojnon foiTcro confci] dell' unico fenfo,& verofcopo dellaSinc
delquale hauendo anco parlato diuerfamente quei pochi degli intereirati >
dopo hanno fcritto,non ho mai potuto penetrare,fe quell' adunanza conuei
in un fenfojO pur vi foife fola unità di parole.Ma,tornando al Cardinale,coii
Decreto fu approuato da tutti in Trento,io mandò al Pontefice , che lo die
confultare a' Frati,& altri letterati di Roma:& da tutti fu approuato,perla
defima ragiohe,che ognuno lo potè intendere fecondo il proprio fenfo.
in waterìttS Ho narrato tutto infieme quello, che fu maneggiato ih materia di fede
j{iforma va- non diuider le cofe congionte:ma,tra tanto qualche giorni anco fu trattato
namite fi prò- lai-iforma:&. in quelle Congregationi fu propoftodi ftatuir le qualità requ
^■*°T d 1i^' "ellapromotione de' Prelati maggiori, & altri miniftri della Chiefa. Et fur 41
quaìita dt dette grauilTimefeiitenticcon grand' apparatouna il modo d'introdurne l'o r-i
FreUt'h uanza nonlìtrouò:pcrchc,doue i Rèhannolaprefentatione,noniì vedeua >n!
che legam.i aftringergli: doue l'elettione ha ancora luogo, i Capitoli for di
perfonc grandi,^; potcnti.Quanto al rimanente,tutte le Prelature fono di c< a*
rione del Papa,^ gli altri benefici],per più di due terzi,referuati alla Sede J ò-
ftolicajallaquale non è conuenientedarlegge:onde,dopomolti,&lungh:il-'
la nfìderi'^ corfi,fi conclufe , Meglio eifere il tralafciarc quefta confideratione.
ritnejfa in m- Non furono manco in numero, ne più breui i ragionamenti in materia( ii
fo , eccita con- refidenza : iqual i,fe ben non terminarono in quella rifolutione,che era nec &"
*^fi' ria,& dcfidetata da molti,nondimeno hebbero in quefto tempo qualche ce ru-
fione,i?<: prepararono materia ad altri.Per intelligenza dellequali cofe è nec fa-
„, rio ripigliare quefta materiadalfuo principio.
dìfcorfodt jr j gj-^di Ecclefìaftici non furono nell' origine loro inftituiti,comcdigcàj
ttawatemt PL"eeiiiinenze,premi,ouero honorij iìcome hoggidi,6cda molte centinata d in»
•• « ve-
• aPaoioIII. LIBROSECONDO. 225
vediamo: ma come miniftcrij , carichi» detti con un'altro nome da San
)lo » opere} & da Chrifto Noftro Signore ncll' Euangclio,opci\nij:pciò non
euaair bora entrar' in penfìero ad alcuno d'alTentarli dall' circguirgii in pcr-
a propria :& fc pur'uno (ilche rare volte occorrcua) dall' opera li ritiraua>
ivicraragionejchetitolo>o emolumento alcuno gli rcftairc. Et c|uant&nque
"ero i miniftcrij di due i'ortijalcuni^che anticamente chiam.auano del Vcrbo>
li prefentc lì dice,di cura d'anime : & altri,dclle cole temponili,pcr il vitto ^
litio de' poueri>& mfermijcome erano le diaconie,& altre rubakerncopersy
almentc tutti iitencuano ubligati a quel icruitio in propria pcrfonajne mai
ino'haurcbbepenfatodileruirper foftituto jialuo che in breuiilìino tempo
urgenti impedimentimcracnO'haurebbeprero un'altro carico , che foifc
ipedimento a quello. Aumentata la Chiefa, doue il popolo Chriltiano
mmero(o5& libero dalle perfecutioni , altra forte di miniftri fu inftitui-
er feruir nelle adunanze Ecclefiaftichc , cofi nel legger leDiuine Scrittu-
:ome in altre fontioni,a fine d'eccitar la diuotione. Furono anco inftitui-
oilegij de' miniftri , che in commune attendclfero ad alcun carico , 6c altri-
le Semiinarij , donde cauar miniftri già inftrutti. Quefti de' Collegi), norL
mdo carico perfonale, poiché la Congregatione tanto amminiftrauacofl
più 5 come conunmeno^allevolte,opercaufadi ftudiorO dimaggior in-
rione» o per altrajteftauano alfenti dalla Chiefa, chiper breue, chi per lon-
d| empo :non però tenendo titolo , ne carico alcuno,ne meno riceuendo al-
l emolumento :cofi San Gieronimo, Prete Antiocheno, ma fenza cura par-
tì 'tare ; & Ruffino d'Aquileia, al modo ftelfo^^; San Paolim) > ordinato Prete
I ircellona,poco rifedettero. Crefciuto poi il numero di quefti, degenere in;
r'oì&c gli fu dato nome diClerici vagabondi : perche erano fatti con quel^
< o di viuere odioiì : de' quali fpeffo iì parla nelle Leggi , & Nouelle di Giu-
y ino: non però mai fu penfato di tener' il titolo d'un' officio,& goderne gli'
ijlumenti , non feruendo j fé non dopo il d 11. nella Chiefa Occidentalej
|ido i minifterij Eccleiìaftici mutarono ftato, 8c furono fatti gradi di de-
\i,&c honori}& anco premi per feruitijpreftati:&,ri come già nelle promo-
ciEcclefìaftichcconfideratoilbifognodellaChiefasfiprouedeuadiperfona
t' i quel minifterio; coi! dopo,confìderate le qualità della perfona , fi prouider
. I ado,degnità,o emolumento,che gli conueuiardal che è nato l'clfercitar l'o-
%^ ilminifterio perfoftituto. Quefto abufo introdotto ha tiratoperconfe-
■Ji iza un aluo fec0:cioè,riputarfi difubligato,non folo di miniftrare,ma anco-
'i ■■ ire prefcnte>& aflìftere a quello che operain fuoluogo : & veramente,doue
3 è elcttal'induftria della perfona per l'opera, ma e prouiftò di luogo,& gra-
c^ Ha perfona ; non è ragione , che fìaaftretta ad operar per fé ftella,ne aiTiftcre
ll|>perantc. Il difordine era tanto inanzi paifatojche haurebbe diftrutto l'Or-
f : Cleticale,fe i Pontefici Romani non hauelfcro in parte ouuiato,comman-
a'iojche iPi-elati,&: altri Curati,quantonque per fottitutreirercitaifero il ca-
<: 3 folfero nondimeno tenuti all' adìftenza del luogo, che chiamarono Rell-
CJ ;a:al che anco volfero ubligare i Canonici,n6 conftringédo a quefto «ylialr-
224 CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloI.
ci3 13 tii chieirici bcneficiatijiie di loro parlando } ma lafciandogli alla confuetudii,
XLVi. anziabufointrodottoidalqual filentio nacqiie,che il riputarono difubligati:
a Pontefici difpiacque quel volontario ingannoiben vedendo,che tcrminere
bc in grandezza della lor Corte: &;diqLiivennelapernitiofa>& non mai a b
ftanzadetcftanda diftintione de' benefici) di refìdenza>&r non r^decsKij taqì
ice feguita cominella dottrina, come nell' operajfenza niifun rolFore dell' affi
dita , che feco apertamente porta : cioè,che ila dato titolo,& falario, fenza ofc
gatione : &per palliarla, anzi più tofto farla apparire piuvergognofashauen.
i Canonifti una malllma , che conuince l'airordità , cioè , Ogni beneficio è d:
per l'ufficio ; l'hanno efpofta , intendendo per ufficio, le preci orarie del Brcii
rio'.fi che iìa data una entrata di mille, di dieci millc,,& più feudi, per quello ■
lo,accio(I pigli in mano unBreuiaiio,5dfilegga con quanta velocitàpuolal-
guainfommeiTavocc, fenza attendere anco ad altro, che alla prononcia de
parole. Ma la diftintione de' Dottori, &c laprouifione de' Pontifici Romani, •
mentarono inpoco tempo l'abufo : imperoche, fenza di quelle,alcuno pur
beneficiati femplici fi farebbe fatto conlcientia : là doue con quelle ognune i
giuftificato l'abufo per cofa lecita. Et quanto a' curati , introduife la difpc ',
Pontificia , non mai negata a chi la ricerca, in quel modo , che fa impetrar e
cofa a Roma : onde i foli poueri,&: quelli,che ne riceuono commodo, rifed*
no:& l'abufo , prima in minima parte per leggi Pontificie rimediato, perle
fpenfe non folo fall al colmcma iìfparfeanco fuori,infettando la terra. D
i moti della Germania nella religione,che diedero occafione di parlare, 8c e
derar riforma,afcriuendo ognuno il male alla negligenza , Se poca cura de'
lati,&: defiderando vedergli al gouerno delle Chiefe,deteftando le difpenfe,
fé dell' aifenzai furono introdotti difcorfi dell' ubligatione loro : & alcuni 1
minipij, fra' quali Frate Thomafo Gaetano Cardinale, affermarono, l'ob
della refidcnzaeirer di legge diuina: Se auucnne, come in tutte le cofe occ<
che la pafllone precedente pertuadè l'openione più rigida, d>c l'ubligatiom
ftretta,&; ladifubligationepiu difficile : queftQera,dandogli vigor di legge
ulna. 1 Prclati,vedendo il male,ma delìderando,che folfe ilcufabile , & di e
leggiera , fi diedero all' opinione, che non da Dio, ma dal Pontefice,erano i ^
gati:imperochecofi la ditpenfa,o la taciturnità del Papa,gli faluaua. Con
ite preuic diipoiitioni di dottrina,fu nel Concilio propoftala materia, coir i
detto: laquale, perche partorì controuerfia nel principio non molto grau' >
in progreifo iP.aggiore,&nelfine,chefunegl'annÌM.D.Lxii.& LXiii.gra
fima; non è ftato fuori <lipropofito quella recapitolatione i ne farà,il raccc
qualche particolari occorfi. i
Adonque, fé ben gli articoli primieramente propofti,non furono fé n» <li i
ftringer maggiormente i precetti,aggiongerci pene,& leuar gli impedimer i& i
facilitar l'eilecutione: 8c tutti concordauano,allcgando perluafioni cauat( al- :
la Scrittura del Nuouo, &'VecchioTeftamento,&: da' Canoni de' Conci »& .
dottrina de' Padri:& anco dagli inconuenienti,che dal non refedere erano «i: ■
«nondimeno la maggior parte de' Theologi, &de' Domenicani maffime , \ '
APA Paolo III. LIBRO SECONDO. 21;
i,noadetenninarc,cherubligacione foilèperleggcDiuina. Frate Bartholo- eia i3
co Cairanza,& Frate Domiiiico Soto,Spagnuolis erano autori più principali: xl vi.
i rao-ionipiu fondate che adduceuano,furonojPcrchc il Vefcouato era inftitai- ntlUquaU fi
'»daChrin;OjComcminiftcrioj& opera: adonc|uc ricerca attioneperronale,che'''y^^"'' Z^^^'
i)n può far ra(rcnte:che Chrifto, defcriuendo le qualità del buon Paftorc, dice, ''T" '^•"""''
,"r , , ., L' I- ri 11 „ . 0 Canonica,
he metta la Vita penlgreggccnegh conolce le pecorelle per nome, «Se cami-
. inanzi loro. Dall' altra parte,i Canonifti,& i Prelati Italiani,difputauanO}
el'obligo folFe per legge Ecclefiaftica: allegando, che mai fi trouerà dagli an-
hi alcuno non refidente riprefojcome tranfgreiror della D iuina legge, ma io^
de'Canoni.Che TimotheojCcben Vefcouo Efefino,piu tempo fu in viaggio,
f .ordine di S.Paoio; che a S.Pietro è detto , Che palcaleagnellecilcheslu-
C:dcditutte,^'pur nonpuoelFcr pertuttopI■e^ente,cofipuoilVeicouoadcm-
p e il precetto di pafcer lenza refederc. Rilpondeuano anco alle ragioni cori-
:: L'ie , dicendo , Chele conditioni del Pallore, da Chriftopropoftc, non con-
j igono ad altro,che a lui proprio.
Fra Ambrofio C atarincfe ben Domenicano, era contrario agli altri : e dice-
Chc il Vefc ouato, quale è inftitutione di Chrifto, e un folo, quello che ha il
)a:degli ahri i'inftitutione è del Pontefice ; ilquale,fi come egli parte la quan-
,& il numero delle pecorelle dapafcerccofi egli prefcriueanco ilmodo,*S«:
ualità. Perilche al Papa ftà ordinare a ciafcun Vefcouo, che per feileifo, o
foftituto, attenda al gregge, fi come glielo può aircgnare,& molto,& p^co,
•riuarlo ante della poteftà del pafcere. Thomafo Campeggio , Vefcouo di
re, rifpondeua in un altro modo i Che il VefcouccomeSanGìeronimote-
cajè inftitutione di Chrifto:ma la diuifione de' Vefcouati fii inftituita dopo
aChiefa:cheChriftoa tutti gli Apoftoli diede cura di pafcere, ma non gli
) ad un luogo : come anco le attioni Apoftoliche , &c de' difcepoli loro mo-
loil'hauer' aifegnato quefta portione del gregge ad uno,& quella ad altro,fu
itutioneEccleiiafticaper meglio gouernare.
^fte cofe furono trattate con aliai paflìone tra iVefcoui. GliSpagnuoli, contnoltapaf-
i folo adheriuano,ma anco fomentauano , & incitauano i Theologi de iure I''^"^' "J^ffifte
nOi hauendo un' arcano, che tra loro foli communicauano, d'aggrandire ^^^'^ ^^f ^
toritàEpifcopale:imperoche,(e una volta folFedecifo che da Chrifto hauef- j"^y]n It~
la cura di reggere la lorChiefa,refterebbe anco decifo, che da lui hanno retauu.riti
dcorità perciò neceiraria,ne il Papapotrebbe reftringerla. Qucfti dilfegni era- £[>ifcopale,per
i iibodorati dagli adherenti alla corte:però,attefa l'importanza della cola,eJn[i ^"^ refidm'^,
i orafaceuano animo a' defenfori della contraria. I Legati giudicauano me-
! >ouuiare al pericolo,moftrando di non accorgerfi,^: a quello fine mirando,
'! air hora diiferOiChe la materia era difficile , ik haueua bifogno di maco-ior
limc:peiche doue le cofe fono controucrfe tra li fteflì Catolici,nonèdavcni-
< decifione,che danni vna parte,per non far fcifma : & a fine di non feminare
itentioni,pcr poter' unitamente attendere a condannare i Lutherani. Però
Uiia altra Selfione era meglio differire la dichiaratione,^«o ture fia debita. Ad
limipareua che baftalTe rinouare i Canoni» de Decretali vecchi in quella ma-
Ff
trane:
difcorfo dell
antico generilo
ii6 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo ]f.
ci3 i3 termi eììccndojChe fono aliai fcucrijhauendo la pena di priuatione:&: anco -
XLVi. gioneuoiijadmettendo ie legicime (cuie. Reftaua trona; . ;;; , che non foilìy
<:onceirc dirpenfc,& tanto era ballanrc.Altrilcntiuano, che eiMnecelTarioec-
t-iiio con nuoae pen.Cj& attendere a leuar gi' impedimenti , che più importa;
poicKc.qiiellileuati/arebbclarelidenzareguita : «Se poco riieuaua donde Tol-
go ve n iilc , purché foife cileguito : che, fatto qutfto, s'haurebbe potuto difcur
aìlaqualele iriCoiiolamatcna.Allamaggiorpaite^piacquc che (ìfaceireruno&raltro:ac;
d:lpmje di E^- coniciitirono i Legacijcon qucfto , che delle dilpenfe non iì pariaife : ma, per j
^reichiu cm- iì>che non foilcro richiede, fi lenaifero gì' impedimenti, onde prouengón^e
cirentioniaiclche non vi fu meno che dire,& che contendere tra quelli, cHca
ncuanoogiii cilcntione peraburoj^ quelli, che l'haueuano per nccettarie w^
Chiefajrcprobandoiolamentegliccceflì. /
Teftifica San Gicroiiimojche ne' primi principi] dei Chriftianefimojle Ci
fé crano,comie in Ariilocratia, rette per il commune confeglio del Presbite i
cbleja.e &ahne d'ouuiare alledinifioni , che s'introduceuano,fu inftituito ilgoueij
d'jW introdut' iVIonarchicOjdando tutta la fopraintendenza al Vefcouo , alquale tutti gli
tion Me di- j||,; j,,||^ Chiefa ubcdiuanojfenza che veniffe ad alcuno più penfìero di loti
(P"ye« f^ j^ ^^^1^1 o ouerno. I Vefcoui vicini , le Chiefe de' quali , per cilèr fotto Tifi
prouìncia,haueuanoinfìemecommercio,effiancoraper Sinodi flreggeuan
commune : & per facilitar più il gcuerno, attribuendo molto a quello della
tàprincipalcglideferiuano, come a capo di quel corpo : &per la comma
ne più ampia, che tutte le prouincie d'una prefettura teneuano infieme, il ,
fcouo della città, douc il Prefetto rifedeua>acquiftò certa fuperierità, per ci
fuetudinc. Quefte Prefetture elfendo. La citfàlmperialediRoma, conle<f
fuburbicarie : .^ la Prefettura d'Aleifandria , che reggeua l'Egitto, la Libi '
Pentapoli:d'Antiochia,perlaSoria,& altre prouincie d'Oriente.Et in altre
noriPrefetcn'e,in Greco chiamate, Eparchie,rifteiro era feruato. Queftc
uernojiutiouoctoj&approuato dalla fola coniuetudine, che lo trouòutil
ftabuito dal primo Concilio Niccno, fotto Conftantino, & per Canone (Ih?
natOiChc fi continuaiFe : & tanto era lontano ciaicuno dall' eflmierfi fuori il'
ordine, che , hauendo il Vefcouo di Gierufalem molte honoreuoli preemi n-
zej forfè per elfcr luogo , doue Chrifto Noftro Signore conuersò in carne i n-
talc5& fu origine della religione j il Concilio Niceno ordinò che quelle h( >
reuoiezze haueiiero luogo ; ma in maniera , che non foife niente detratto < la
ilipcrioritàdcl Metrcpolitano,cheerail Veicouo di Cefarea. QueftogoueiO>
che nelle Chicie Orienrali fempre è iì:ato ieruato , nella Latina prefe altcn o-
ne,con occailone,chc,cirendo fabricati numerolì, & gran Monallerij , ret da
Abbati di gran fama,& vaiorc,che p-i le virtù loro confpicuefaceuano oi'ia
a' Vcicouij nacque qualche gara tra quefti, & quelli : & gli Abbati, per libc rfi
da quegli incomm.odijo reali, o fìnti, per coprir l'ambitione del fottrarHi 11^
foggertione debita jirapetrauano da' Pontefici Romani d'elferriccuuti fot la
protettion di S.Pietro,& immediate lettola foggettione Pontificia : ilcKèì?*
nandoinól'co a conto alla Corte Romana? poiché chi ottiene priuilegijj !?f
co et:
'ATA Paolo Iir. LIBROSECONDO. 217
jnCeruarfeglhi iibligato di foftentar l'auiorità del concedente, preftoprcfto
'ittiTMonafterij farono eirentati. I Capitoli ancora delle Cathedi-a'i,elÌèndo
èrramaggiorparteregolarijco' medesimi precedi impetrarono eirenrionc. Fi-
ilmenteJe Congrcgationi Cluniaccnl'c , & Ciiìercienfe > tutte intierc,(ì eifen-
irono, con grand' aumento dell' autorità Pontificia ;laqual veniuaad liauer
'idditi propri) in ciai'cun luogo, diffell,&: protetti dal Papato j &: (cambicuol-
licnte cIefenfori,«S«: protettori d'eifo.Da San Bcrnardo,che fu in quel tcmpo,&:
I, Congregatione Ciftercienfe, non fu lodata l'inuentione: anzi ammoni di ciò
iligenio terzo Pontefice,a con(iderare,che tutti erano abufi,ne il doueua hauer
roencfe un'Abbate ricufaua foggiacer'al Vefcouo » & il Veicouo al Metro-
litano:chelaChiefa militante debbe pigliar eirempio dalla trionfante,douc
li niirun' Angelo dilfcNon voglio elFcr lotto l'Arcangelo : ma più haurebbe
:to,quando folTe vilfutone' tempi pofteriori. Imperoche dopo, gli Ordini de'
indicanti palfarono più oltre , hauendo non folo ottenuto clfentioneonni-
)da dall' autorità Epifcopalcgencral mente douunq; folTeron-na anco,facoltà
'abricarChiefeinqualonque luogo,& in quelle anco miniftrar i Sacramen-
ta in quefti ultimi fecoli,s'era tanto inanzi proceduto, che ogni Prete priua-
:on poca fpefa,s'impetraua una efTentione dalla fupcriorità del fuo Veicouo:
ifolo nelle caufe di correttioncma anco per poter' elfer' ordinato da chi gli
ceuajtSi in forama di non riconofcere il Veicouo in alcun conto. - , . .
' ^efto effendo lo flato delle cofe,&: richiedendoci Vefcoui riraedicalcuni di ^\^'^l-'°"^ ^
ì ■) più vehementi ritornauaao alle cofe dette nelle Congregationiprccedenti ^""f^^^g^i^J^"^
i raSeflìonecontrareirentionede' Frati:ma,i più prudenti, hauendo ciò per efonofol mo-
^ xiìio imponìbile da ottenere,ftante il numeroj&gradezza degli Ordini rego- derate in quah
al ,& il fauor della Cortejfì contentarono di leuar quelle de' Capitoli,i3«: perfo- «^« /"*»"«•
ij tarticularii& dimandarono che folFero riuocate tutte.Ma i Legati,con uificij
li :icolari,confiderandogli,che non tutta la riforma fi poteua per quella Seffio-
Ì)rdinare; che conueniua dar principio , &c lafciar'anco la parte fua attempi
ienti;gli fecero ftar cótenti,di leuar reirentione,folo nelle cofe criminali , a'
:i particolari,& Frati habitanti fuori di Chioftroi& a' Capitolijcome quelle,
b ide vengono inconuenienti maggiori}& le facoltà di dargli Ordini Clerica-
1 chi non refiede nella propria Diocefe: con promillìone,che fifegliirèbbe a
ikìcdcr gli altri neir altra Seflìone.
ivientre inTrento quelle cofe fi trattano,ilPapa,riceuuto auifo dal Cardinal il Papa,fdt>-
'iaefe,& confiderato con quanto poca fua riputatione un Legato Apoftolico l^^l'^ '^""J^f
t la in Ratifbona,mentre le fue genti erano in Campo,lo richiamòicon lui par- ^^'^V^'"*^'"''
iJinbuon numero de' gentilhuomini Italiani della gente Pontifìcia. Al mezt^^'^^erior
i >ttobbre i doi elTerciti fi ritrouarono a Sontheim,tato vicini,che folo un pic-
ei (iume era in mezo tra loro:& cofi ftando , Ottauio Farnefe,mandato da Ce-
(■'i con le genti Italiane , Se con altri Thedefchi aggiontigli, prefe Donavert,
t]afi fu gh occhi dell' elTercito nimico ; ilquale non hauendo fatto alcuna im-
Pilajmentre s'era trattenuto in Sueuia,fe non tener l'Imperatore impcdito,al
^ uembrefiicoftietto d'abandonar quel paefcpei- una gran diuerfionc fatta da'
Ff ij
, 228 CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloIII
ci3 13 Bohemij& altri della fattione Imperiale contia la Saironia,& Affia, luoghi d
XLVi. due Capi Proteftantijchefi ritirarono alla difefa delle cofepropriejlafciando
Cefarefa frre Germania fupcriore adifcretjone diCefare:ilche fu caufajche alcuniPrencim,,
una^ mrjtont ^^^^^.^ ^^^jj^ ^. jj-j.^ coUegatc, inclinarono ad accommodarii con lui,hauendo ti.
Protesami, e "^^^ cautione,di tener la lor religione:ma egli non voile,che infcrittaCcJiCii.
fi rende padro- celfc mentione,afine che non pareiFe iaguerra fatta per quella caufajche fareb'
tie della Ger- ftato Un offender quelli de'fuoijchelofeguiuanojdiificoltarladeditio'fe'de!:
mania fitpe-. ^[^^j^i^^ infofpettire anco gli Eccleiìaftici di Germania , che fperauano vec
Tndo«e?^'o l'eftituito il rito Romano in ogni luogo.l miniftrifuoinódimeno dauanopai'
dtlU religio- 1^ a tiittijche non farebbono raoleftati nell' ufo della religione , fcufando il •
m» drone,fe per molti rifpetti non poteuafodisfargli di farne capitulationcj&et
operaua in maniera>che appariua ben chiara la deliberatione liia di contentai i
conia conniuenza. In quefte deditioni acquiftò Cefare numeiofa quami
d'artegliaria j 6c cauò dalle città > per ragione di condanna , molti dannati ; i
fomma d'alFai centinara di migliara;&jquel che più di tutto importa, rcftò a ^
luto patrone della Germania fuperiore.
9nde il Papa Quella felicità diede molta gelofìa al Pontefice>& gli fece metter penfìero e
rkhiamailfito cofe propricprima che tutta Germania foife pofta in obedienza. Le genti i
altronepote,e focto il Nipote Ottauio,eranomolto diminuite innumero,per i già partitili
juegen », (Cardinal Farnefe5& per altri sfuggiti alla sfilata per i difagi.Quel rimaneni il
mezodiDicembrcritrGuandofireiTercito Imperiale alloggiato vicino alla -
ladiSotheim,parti tutto per ordine del Pontefice, dalquale hebbe il Ni] e
Ottauio commandamento di ritornare in Italia,&: dire al fuocero, Che,eflè o
finiti i feimefì,il Papa non poteua più foftencr tanta fpefa:che era finito il i
pò dell' obligatione,& ridotto ad effetto quello , perchelalegafiicontr
cioè,ridotta la Germania in obedienza:con gran querela dell' Imperatore
di che Cefare folfe abandonato apponto nella opportunità di far bene,& quando più l'a
fi querela, „\^ bil'ognaua:perche niente era fatto,quando non folTero oppreflì i capi, ic
nonfipoteuanodirvinri;,per eifer ritirati alla difefa delli ftati propri) : di...
quando folTero liberati,era da temere,che ritornaifero con maggiori forze,5 Jt-i
dine,che prima.Ma il Papa giuftificaua la ragione iua,di non continuar nel ìM
, - ga,& la partita de' iuoi , con dire , Che non era fatto partecipe degli acc di J
*'HfMc ' ^^^^^ ^°^ ^^ città, & Prencipijchenon fi poteuano ftabilire fenzalui;&: mafl le»
* che anco erano conclufi in molto pregiudicio della fede Catolica, toler; io
rherefia,che fi poteua efterminare:che .egli non haueua,fccondo i capitoli Ha .
confederatione,participato degli utili della guerra,nede' danari tratti dalle tre |
accordate; che l'Imperatore fi doleua dilui,quando egli eiarofFefo, & vili: f*"
con danno anco della religione. Ne contento di qacfto,negòanco all'Im i
tore,che potelFe continuar a valerfide' danari delle Chiefe di Spagna» olt|; It^
mefi:&:,quantonqueiminiftri di Cefare facelfero con lui replicati &poani
uffici), moftrandojche la continuatione della caufa perche furono concef ri-i
cercaire anco che (\ continuaffe la conceflìone,& che l'opera rcflerebbe vai • & I
fenza frutto,quando non fi conduceflè al fine la guerrajuon poterono moiflo«
dalla rifolutione prefa. ^^:
^rAPAoioIlI. LIBRO SECONDO. ^"^^ .^.....____.
iSucceire anco,che cireneo nata una congiura pcricolofa in Genoua,che quafi ciò 1 3
t'bbe effettcdalla famiglia Fiefca contta la Doria,chc feguiua le parti Imperia- xl vi.
l|;iebbe l'Imperatore per certcche ilDacadiPiacenza,figlio del Papajne folle 'iordlgHJii
i|roraiitore;& crcdctce,che dal Papa venilfe, & non fi aftenne di aggiongcre '^^'y'^^"^"»
cfta querela allcaltre.il Papa teneua per fermo, che l'Imperatore fircbbc oc-
patoin Germania per longo tempo,& fenza poterlo offendere con forze cem,-
.rali:matemeua,cbc,col far andai' i Protcftanti al Conciliospotelle eccitargli ..
laiche rrauaglio.Il rimedio di feparare il Concilio gli pareua troppo violento, uede a/^ozni
fcandalofo , maflìme circndo (lato fette mcfijin trattatione non pQblicata:j?my?roacc/-
^ ine in parere di far publicarc le cole già digeritc:poiche per quella dichiara- dente del Con-
ine i o i Proteftanti haurebbono ricufato andarui ; o andando i'arebbono "-'"j
ftrctti accettarlamcllaquale voltandoli il cardine di tutte le controuerfie,la
toria farebbe ftata la fua:&^,quando non vi folfe altra ragione di farlo , quella
alo confeglia,che,defiderando l'Imperatorcche s'afteneife da deciderle con-
'Uerfie,queflo baftaua,per concludere elfer' utile a lui il farlo , douendo eircr
irrarij i confeglidichiha contrari) fìni:vcdeua bene che l'Imperatore l'hau-
'be riceuutopcrofFefagraue:magià a difgufti poco fipoteuaaggiongere : &c
il Papa folito , quando nelle deliberationi fi trouaua ferrato tra le i-agioni>
r lo confortauano,&: diiruadeuano : ad ufar il motto Fiorentino , Cola fatta , ,. ,
0 ha:& dar mano alla eirccutione della parte neceiraria.Però,alle fefte di Na- jr^oa*» dtumr
'. y fcrifTe a Legati , che faceirero la Seflìone>& publicaftèro i Decreti già for- UfeBa StJJìaz
ti. llqual commandamento riceuuto,fecero Congregatione il tre di Genna- »fj
lellaqualedopo hauer deliberato,che s'intimalle la Sellìone per il tredici,
1 parere,& piacere concorde di tutti,eirendo ad ognuno venuto a noia lo ftar
to tempo fenza rifolucr niente ; propofero i Legati di publicare i Decreti
F<| mati.Quanto a quelli della fede, i Prelati Imperiali s opponeuaiio, con dire>
C| e non era ancora opportunità,& baflaua publicar la riforma:ma i Pontifici)
y .aliano in contrario:allegando,eirer già noto a tutto il mondo, che perfette
H fi s'iiaueua alTiduamente ventilata la materia della Gratia,&Giufì:ifìcationc,
fiera anco il Decreto flabilito:che farebbe con detrimento della fede,quando
il londovedclfc il Concilio temer di publicar quella verità,che era decila.Er,
f\ ■ elfer quefli in numero molto maggiorcl'openione loro,aiutata dall' autori-
fcj de' Legati,fLiperò.Le due feguenti Congregationi furono confumate in ri-
li gere i Decreti cofidi fede , come di riforma: iquali,accommodate qualche
l|giericofuccie,fecondo l'auuertimentodi quelli,che non erano interuenuti
Il ma,piacquero a tutti.Con le folite ceremonie,andati alla Chiefa i Legati co*
Idatiil Gioue^i tredici Gennaro,giorno dcffcinato per il publico confciro,fi
ti ine la SefTioneidoue cantò la mefTa Andrea Cornaro Arciuefcouo di Spalato;
«; fece il Sermone Thomafo Stella, Vefcouo di Salpi;& furono letti i Decreti Decreti di
<i Ha fede,& della riforma. ^»eiia h-orm
Iprimoconteneua ledici capi con loro proemi), &: trentatre Anathematifmi. ^^^* t^'-»)?')?-
X foftanza , dopo d'hauer prohibito credere , o predicare , o infegnare altra- ^''''"'' ' '"*'
intc di quanto era itatuito>& elplicatoxn quel Decreto, dichiaraua, I. Che,w,
'"^"^'" Ff ii)
130 CONCILIO DI TILENro Papa Paolo I.
ciD i3 ne Gentilijper mezi naturali; ne Giudei,pei: la lettera di Moirchanno potuto .
XLVi. berarfi dal peccato. 1 1. Onde Dio mandò il Figliuolo,per rifcuotere glimii/:
gli altri. III. Il qualffe ben' è morto per tutti,nondimenogodono il benefic,
quei ioli, a chi il merito di luiècommunicato. IIII. Chela giuftificatio:
dell' empio non è altro, fé non una tranilatione dello ftatodi figlio di Adati
nello ftato di figlio adottiuo di Dio per Giefu Chrifto ; laquale , dopo la pub .
catione dell' Euangelio,non Ci fa lenza il Battefmo, o fenza il voto di quello. ,
Che il principio della giuftificationc negU adulti viene dalla gratia preueni(.
te, che gì' inuita a difporlì , con acconlentirgli liberamente , o cooperargli .
che l'huomo fa di fua volontà fpontanea,potendola anco rifiutare. V I. Il n •
I do della preparatione è, credendo prima volontariamente le reuelationi , :
■ promelTc diuine ; & conofcendofì jjcccatore, dal timor della diuina giuftii,
voltandofi alla mifericordia, con Iperare il perdono da Dio : & perciò co
minciare ad amarlo,&: odiar' il peccato : &c finalmentcproponendo di riceu
il Battefmo jincomminciare vita nuoua,&feruare i commandamenti Diu
ì VII. Che a quella preparatione feguita la giuftificatione; quale non è fola
; meflìone de' peccati, ma tantificatione ancora, &hacmque caule: la final
ì gloria Diuina,& vita eterna:refficiente,Dio:lameritoria,Chrifto:riftromer
' le,il Sacramento : i^ la formale, la giuftitia donata da Dip , riceuuta fecond
beneplacito dello Spirito Santo,&: fecondo la difpoiìtione del recipiente;r
uendo infieme con la rimeffione de' peccati , la fede,fperanza,& carità. V 1
Che,quando San Paolo dice , L'huomo efler giuftificato perla fede , &grai
tamentc;cio lì debbe intendere, perche la fede è principio , & le cofe preced( .
la giuftificatione non fono meritorie della gratia. IX. Che i peccati non f( 3J
perdonati a chi fi vaiita,&: fi ripofa nella fola fiducia, 3c certezza della remif -j-
ne : ne fi debbe dire, che quella fola fede giuftifichi ; anzi ognuno , fi come i
debbe dubitar della mifericordia di Dio , meriti di Chrifto , & efficacia de'
cramenti ; cofi, rifguardando la propria indifpofitione , può dubitare , non
/ tendojcon certezza di fede infallibile,faper d'haucr' ottenuto la gratia. X. (
i giufti,con l'olferuanza de' commandamenti di Dio,&; della Chiefa,fono n
giormentegiuftificati. XI. Che non fi può dire,I precetti dininieifereim]
( ubili al giufto ; ilqual fé bea<;ade ne' peccati veniali , non refta però d'ellèr t
che niflun debbe fermarfi nella fola fede , ne dire che il giufto in ogni buon
pera faccia peccato,ouero pecchijfe opera per fine di mercede. XII. Che
fun deue prefumere d'eifer predeftinato, con credere, che il giuftificato i ;i
: podi più peccare; o peccando, debbia prometteifi la refipifcenza. XIII. i" i
l rimente , che nilTun può prometterfi alfoluta certezza di perfeuerar fino al f 'i ;
ma metter lafperanza nell'aiuto Diuino , ilquale continuerà, non mancai o i
^ l'huomo. X 1 1 1 1. Che li caduti in peccato potranno rihauer la gratia,prc f ;
'. rando , coli' eccitamento diuino, di ricuperarla per mezzo delia penitentia ir ;
■ quale è differente dallaBattefmale; contenendo non folo la contritione, n:la
facramental confellìone , & aflolutione facerdotalc , almeno in voto ; &: o » ■
cio,la fatisfattione per la pena temporale,laqual non fi rimette fempretuttM- 1
fieC)
AVA Paolo 111. LIBROSECONDO. 231
mie, come nel Bartcfmo. XV. ChelagratiaDiuinaiìperdejnon foloper ci3 lO
infeclelcà>ma peL-qualonqucalcro peccato moitalejquantonquclafede non lia xlvi»
;i- quello perduta. X V I. Propuone anco a' giuftificati reifercitio delle buone
pere , per quale s'acquifca la vita eterna, come giatiapromeila dalla milcricor-
iadiDÌ0)<^< mercede debita alle buone opere perladiuina promeira. Etcon-
udcche quella dottrinanonftabilifcc unagiuftitiaproprianoftra, repudiata
, giuftitia di Dio: ma la medeiìma fi dice noftra, per cifer' in noi: &diDio,ef-
ndo da lui infula, per il merito di Chrifto. In fine, che, per far lapere ad ognu-
: ), non folo ladottrina da fcguircma anco quella, che dcbbe fuggire,roggion-
j i Canoni contra chi dice, L Chel'huomo può cirergiuftificato lenza la gra- f*""»'" ^el
ii,per le forze della natura humana, & per la dottrina della Legge. II. Chela ^"^^fi^io fug^
jatialia data,per viuerbene con maggior facilità, ik meritarla vitaecerna>pc>-^^^^**
i ido riftelTo il Libero arbitrio , m.a con difficoltà. III. Che l'huomo podi
e .'dercamarejfperare, o pentirri,come conuicne, fenza lapreuentione, & laiu-
: dello Spirito Santo. II II. Che il Libero arbitrio, eccitato da Dio, non
: Dperi per dirporfi alla gratia, ne polli diifentire volendo. V. Che dopo il
D caco d'Adamo , il Libero arbitrio lÌa perduto. V I. Che non fìa in poteftà
I r huomo il far male, ma cofi le cattiue,come le buone opere,auuengano,non
\ 3 per diuina permiflìone,ma per fua operatione propria. VII. Che tutte le
> :re,fatte inanzi la giuftificatione,fiano peccati^ & tanto più l'huGmo pecchi*
jmto più h sforza per di fponeril alla gratia. Vili. Cheil timore dell'Infer-
i dieci faaftenerdalpeccare,o ricorrere alla mifericordia di Dio,fìa peccato,
: . Che l'empio fia giuftifìcato per fede fola,fenza preparatione, che venga dal
rito della fua volontà. X. Che l'huomo fiagiuftifìcatofenza la giuftitia me-
li ta da C hriftcouero fia giufìro per quella formalmente. XI. Che fia giuft ifì-
^ ) per fola imputatione della giuflitia di Chrifto,o per fola rimeffione de'pec-
■\ lenza la gratia, & carità inherente:ouero,che la gratia della giuflifìcatione
oloilfauordiuino. XII. Che la fede chegiuftifica,nonfIaaltro,chclacon-
nza della diuina mifericordia,che rimette! peccati per Chrifto. XIIL Chc>
la rimeffione de'peccatijfia necelTario il credere che/ianorimeffi, fcnzadu-
r della propia indirpoficione. XIIIL Che l'huomo è airoluto,& giuftifica-
lerche lo crede fermamente. XV. Chefia tenuto per fede a credere d'eilere
i amente nel numero de' predeftinati. XVI. Chi dirà elTer certo d'hauer*
i I Mio della perfeueranza , fenza fpecial riuelatione. X V IL Che li foli pre-
binati ottengono la gratia. XV IH. Cheiprecetti di Dio lìano impoflibi-
ii l giuftifìcato. XIX. Che non fia altro precetto Euangelico , che della fe-
l^ XX. Che il giufto,& perfetto, non fiaobligato ad oiferuare icomman-
li lenti di Dio,& della Chiefa : ouero,che l'Euangelio fia unapromelfa , fenza
Mditione dell' oflcruantia de' commandamenti. XXI. Che Chrifto è data-
'1 Redentore , non per Leggiflatore< XXII. Che il giuftifìcato polfi perfc-
i^ir fenza il fpecial aiuto di Dio,o non polli con quello. XXIII. Che il aiu-
[(iionpoflipeccare,ouero polii euitare tutti i peccati veniali , fé non perpriui-
P( o fpeciale j come la Chiefa tiene della Vergine. X X 1 1 1 1. Che la giuftir
_25i CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloI.
e 1 3 I ^ tia non fi confemi , & accrefca per le buone opere , ma fiano frutti , o feg,,
XLVi. XXV. Che il giudo in ogni opera pecca mortalmente,o venialmente. XXV
Che il giudo non dcbbe fperar mercede per le buone opere. XXVII. Non i.
ferui altro peccato mortaicche rmfcdeità. XXVIII. Che,perduta la grat,
fi perda la tede:ouero,la fede rimanentcuon eiFcr vcra,ne di Chriftiano.XXI
Che , peccando dopo il battefmo » non polli l'huomo rileuarlì con la gratia i
D lojoucro polli ricuperarla con la fola fede, fenza il Sacramento della peniti,
tia. XXX. Che ad ogni penitente vienrimelfa la colpa & la pena intieramc
te ; iion reftando pena temporale da pagare in quefta vita> o inPurgatòr
XXXI. Che ilgiufto pecca> fé opera bene rifguardando la mercede eter
XXXIL Che le opere buone del giudo fono donidiDiofolamcnte,& n
^ iniknne meriti delgiuftificato. XX XI il. Che per quella dottrina fìadero
to alla gloria di Dio, ìk meriti di Chrifto , & non più tofto lUuftratala glo
loro.
Dopoi c'hebbi tclTuta quefta abbreuiatanarratione del Decreto, mi cac
in penlìcro, che folfecofafuperflua, poiché tutti li Decreti di quefto Conci
fono in un volume ftampati , »5^ nelle mani di tutti , Se che poteffì anco ni .
compolìtione delle attioni feguenti rimettermi a quel libro : &c fui per cani •
lar quefto foglio.Poi conÌÌderai,che ad alcuno folFe più piacere in un folo li' i
leggere tutto continuato: & chi hauràpiu caro veder i'origginalc , potrà tr; 1
fciar quefta mia abbreuiatione ; ho deliberato non mutare , & anco nelle m; j
rie feguenti feguir lo ftelfo ftile.Et tanto piu,confìderando il difpiacere,che i
to, quando veggo in Senofonte, o Tacito , tralafciata lanarratione d'ai
na cofa a' loro tempi notiflìma ; che, non hauendo modo di rifapere al i
fente, mi refta incognita :&: mi perfuade a tener' una mallìma, che mai ui
bro non donerebbe nfcrirfi ad un altro. Però, vengo alla fomma del Deo
'"l
della riforma.
, . ■ Il qual infoftanza conteiieua. I. Che volendo la Sinodo emendar
eMmxit. ^ prauati coftumi del Clero,&; popoloj ftimaua douer' incomminciare da' Pre
ti delle Chiefe maggiori : però , confidando in Dio , & nel fuo Vicario in te
che quel carico farà dato aperfone degne , & eifercitate dalla pueritia nel
fciplina Ecclcfiaftica, gliammonifce a far' il loroofticio, qual non fi può
<Tuire,fe non fopraftando alla cuftodia d'eiromondimeno molti,lafciata la ir -
dra,& la cura delle agnellcvagano per le corti,& attendono a negotij fece i.
Pertanto j la Sinodo rinuoua tutti i Canoni antichi contra i nonreiidenti !f
oltra cio,ftatuifce,che qualonque prefetto a Chicfa Cathcdrale, con qualon te
titolo fi voglia,& di qualonque prceminenza egli fia,che,ienza giufta, & rai )-
. neuole caufa,ftarà fuori della fua Dioceie lei meli continui, perda la quartap '^e
delle entrate : &,fe p.rfeuerarà,ftando aliente per altri lei meli ne perdi una s :a
quarta : & crcfcendo la contumacia , il Metropolitan o,fotto pena di non per'
; entrar' in Chicfa fra tre mefi,debbe denonciarlo al Pontefice: ilqualeperlaia
foprema aurorità,potrà dar maggior caftigo , o proucder' alla Chiefa di pa 31
più utile. Et fé il Metropolitano incorrerà in iìmilfallo,ilSuf&aganeo più e-
chio fia tenuto denonciarlo II. ^*
APA Paolo in. LIBRO SECONDO- z;;^
II. Maglialcriiiifciiona"Vercoui,teiuiciareredcrc,opcrIeggc,opercon- cX3 id
]\ andine yihno a ciocoftrctti da' VcrcoLii , annullando ogni pnaiicgio,che xlvii.
Icnri in perpetuo dalla refìdcntia.Rtftando in vigore le dilpcnfe conccilè per
mpccon caufa ragioneuole,& vera,proaata inanzi l'Ordinano : doucndopc-
I il Vefcouo,comc Delegato della Sede Apoftolica,hauci- carico, che fìaattcfo
:[acuradellcanimeda Vicario idoneojcon portione conucniente delie cncca-
.nonoftanre qualonque priuilegio,o eircncionc. '
ili. In okrajche nilFun chierico,per priuilegio perfonatco rcgokre liabi-
Ite fuori del monafl;erio,per priuilegio deli* Ordine ino; fiaeircntc, fiche non
j(fi circr puniro,fallando:o viricato,& corretto dall' Ordinario.
mi. Similirentcchc i Capitoli delle Cathcdrali>&: altre Collegiatcin vir-
l'cifentionco confucrudinijO giuramcnti,3<: patti,non pollino liberarli dalla
ita de' Tuoi Vefcoui,& altri Prelati maggiori, (einpreche faràbilogno.
V. In fine, ordinaua, che nillun Vefcouo con pretcftodi priuilegio,pofll
;rcitar'atti Pontificali nella Diocefc d'un' altroife non,con licentia di quello;
opra i luoi (oggetti Iblamente.Et fu deputato il giorno della Seflionc fegucn-
' tre di Marzo.
:n Roma,il Decreto della fede non diede materia alcuna di parlare,non riuf- giudkij fopra.
do nuouojcofbperche era (lato veduto,&ciraminatopubIicamentejCome(ì ^uefiiDecrttH
:tto;&poi,chegiàatuttiera noto che s'haueuano a dannare tutte le openio-
fhedekhcera ftato prima veduto,3<:approuato. Ma i Vefcouijdimoranri iti
Ltcche erano ftati molto tempo forpefi per l'articolo della refidenza , che II
taua,reftaronocontenti,tcnendo fermo, che il Decreto del Concilio non
effe far maggior' effetto di quello, che le Decretali de' Pontefici faceuano
ij na.Ben' i cortegiani minuti furono ripieni di mal contentezza , vedendo ri-
i Io al Vefcouo di potergli coftringere:fidoleuano della miferia propria, chcj
i acquiftar da viuere , gli conuenifle feruire tutta la fua vita;&: dopo tanta fati-
i dceuer per premio d'cifer confinati in una villa,ouero con un vii canonicato
\ opofti ad una altra feruitù de' Vefcoui maggiore,& più abietta : iquali, non
i ) gli reneranno ligati,come ad un palo , ma con le vifìte , Se col preteflo di
(jrettioni,glicondurranno,oueroadunafoggettionemirera, ogli teneranno
j erpctue veirationi,& fpefe.
isiaaltroue,& per la Germania maflìme, quando i Decreti furono villi , più
\k da dire quello della fede,qual conueniualeggere,& rileggere molto atteii-
aiente , & fpecolarci anco fopra^nonpotcndofl intender lenza unaperfetta
'i;nitione de' moti interiori dell' animo,é<:fenza faper in quali egli fìa attiuo,
>in quali palTiuo-.cofe fottilifIìme,& per la diucrfa apparenza che fanno,flimati
«upre difputabili,verf andò tutta la dottrina del Concilio fopra quello cardine:
-il primo oggetto della volontà operi in lei,o ella inlui,opur ambidoi fìano
J iui& pafTiui.Fù da alcuni faceti detto,Che fcgli Aflrologi,nó (apédo le vere
.ife de' moti celefli,per faluar le apparcnze,hanno dato in eccentrici, ^ cpici-
'■non era marauiglia,fe,volendo faluar le apparenze de'moti f opracelcfli,/! ua-
Jiin eccentricità d'openioni.I Grammatici non cellauano d'ammirare, òcri-
I Gs
234 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo ];.
e 1 0 1 3 dcL" raitificio di quella propofitionejche è nel quinto capo, ti eque homo ipjeml
XLVii. omninoagat: quale diccuanonon cirer' incclligibile5& nonhaucr elTempio.Ce
fcvoleua la Sinodo fignifìcare ^ Ettam homo tpfe ali^utd agat 'Ao poteua puree
chiai'am.cnce>come conaienc in materia di fcdcjdoue la miglior elpieillonc a
più remplice:& (e pure voleuano ufare una elegantia,poceuano àviZìEtiam hto
tpfe mnnihilagat. Majintcrponendofì la voce [omnmo ) quella oratione eircri-
congrua,(Sc fenza renfojcome fono tutte le orationi di due negationi» che ncj
pollòno riioluere in una atfcrmatiua -.perche, volendo rifoluerquellajconi-
rcbbe àÌKjEtiarn homo ipfe ai tquidommnoagaL: che è incoiigruajelfendo inin ,-
ligibilc qucllo,che polli Cigni'àca.rcyAhqHid om/nno,m quelto propolito: poi e
dircbbe,che l'huomo habbia attione in un certo modo, laqual negli altri m li
non ha attione.
Erano difefi i Padri, con dire,che non conueniua elfamiiiar la forma del ?.
lare al rigido,chenonè altroché cauillare. A che replicauano,chela beni a
intcrpretatione è debita alle forme diparlar'ufate:ma di chi,tralatciate le eh ;,
& ulate , ne inuenta'd'incongrue , & che coprono in fé la contradittione^
cauiilarciStsdiucciokre da ambeleparti,è publicautilitàjchel'artehciofia >
petto.
Cr intendenti di Theologia,diceuanOiChc la dotrina di poter l'huomo ' ^•
pre rifiutar le diuine infpirationi,era molto contraria allapublica, & antica
tione della Chiefa,^'^ ad te nafiras etiam rebeìles compelle propittw volnntates
qual non conuien dire,che fiaiin defiderio vano,& fruftratorio:ma ila fatta .
«^^jcome San Giacomo dice;& fia da Dio verfo i iuoi eletti eiraudita. Aggio
nano, che non fi poteua più dire con San Paolo,Che non venga dall' hu<
quello,che fepara i vafi dell' ira,da' quei della mitericordia diuinaielfendo
parante quell' hnmdinOtNonnihil ommno. Molte forti diperfone con/iderai
quel luogo del fettimo capo,doue fi dice,La giuftitia eiler donata a milutc
condo il beneplacito diuino,&: la difpofitione del recipientenion potendo
bedue quelle cofe vcrificarii:perchc,fe piacelTe aDio darne più al manco d)
fto,non farebbe a mifura della difpofìtione : & (e ii dà alla mifura di quella
fempre il motiuo,per quale Dio opera, & non ufa mai il beneplacito. Si n
uigliauano , come haueifero dannato,chi die elle non elfer pofTibile feru
precetti diuini : poiché il raedefìmo Concilio , nel Decreto della fec( m
S€{rione,eirortc) i fedcli,congrcgati inTrcnro,che,pentiti,confeirati,& corr u-
catijoireruailcro i precetti diuini quatumqut/^^pGterit.hzqiiàì modiRcztioi) ir
rebbe empia,fe il giuftificato poteireleraarghairolutamente:& notauano e 'r-
uila medciìma voce Pr£ceptay^ez leuare ogni forza a' cauilli.
cr intendenti dell' Ecclefìaftica hilloria diccuano,chc in tutti iConcjli '£i'
nuli nella Chiefa dal tempo degli Apo{1:oli,hno a quell' hora,pofti tutti inH- ■
mai erano ftati deciti tanti arricoli,quanti in quella fola Seffione:in che hai -
una gran parte Ariftotele,coil' hatier diftinto eifattamente tutti i generi JjU-ì ^'
a che ,fe egli non li folTe adoperato, noi mancaiianio di molti artico di
fede. ""^
IllI'
:.PA Paolo III. LIBRO SECONDO. 235
,Ipolùici ancora, fé ben non debbono eiraminar le cofecìella rcligione>ma ^^^ ^^
■(ruirlefempliccmcnrcti-ouai-ono che dire in qucfto decreto. Vedendo nei ca- xlvi i.
■jdecin-iOpoftai'obligationc d'obedir'a'precerti di Dio,<Sc della Chieu,ck
icirorcplicato nel Canone ventc/inìOjrellanano con fcandalo, perche non
•jlcro ancopoile i'obligationi a' puccetri de' Prencipi , & magifti-ati : cilcr pia
:|iara aliai nella Scnccura diuinal'obedienza debica a qacfhida Legge Vecchia
; :rnepicna:nelTcftamcntoNaoao ciler dottrina chiara^da Chnfto proprio5&
|j5.PicrroA' da S.Paolo,cipreira,(5c trattata al longo. Che quanto allaChieia,
■oua obiigo efpreiro di udirlajma di ubcdirla,non e cofi chiaro. Si obcdifcc
commanda di iuo,lì ode chipromolga l'alieno. Ne il Codisfaceuano qucrte
i d'hiiomini d'una (cu(a,chc era allcgata,cioc,i precetti de' Prencipi elier'in-
1 in quelli di Diojchepeiciofì debbealoro obedienzajper haucrDiocom-
idato che fiano obediti; perche rcplicauanojpcr tal ragione maggiormente
criìtralarciar la Chiela : ma che quella era efprciraj & quelli trapalfati con
itio5per l'antico (copo degli Eccitiìafticid'incrodur nel popolo quella per-
Dfaopcnioncche a loro li lia tenuto obedirepcrcoicienza ; ma a' Prencipi,
iagiftrati,loIopcreuitare le pene temporali : & del rimancntcpotcril lenza
jrifpetto trafgredire li loro commandamenti: &pcr quefta via metter in
),rappreiaitare^ci;^tirannico,&rouucrtir'ogni gouerno: & dipingendo la
ettionc a' Preti per via unica, & principale, d'acquiftar'il cielo; tirar in "»
:ima tutta la giurifdittionc , de finalmente in confeguenza tutto l'Ini-
el Decreto della riformajfidiccua, eilère unapura, & mera illufionc : per-
ii confidar in Dio,&: nel Papa, che (arcbbc prouifto di perfone degne al go-
:| o delle Chiefe , è opera più rollo di chi faceire oratione, che di riFormatio-
ij .'innouargli antichi Canoni,con una parola fola, (?<: cofi generalcera con-
ti argli nella introdotta dciuctudine maggiormente : che, volendo rellituir-
k adouero, biiognaua leuar le cole , che gli hanno polli in obliuionc. Se
Ai vigore con pene , & dcputatione d'cilècutori , Se altre maniere , che
l| )dacono , Se conferuano le leggi. Infine , non haueriì altro operato , [q
Ìftabilito, che, col perder la metà delle entrateli poffì ilaraifcnte tutto
io : anzi infegnato aflaruiper undici mcfi, (5; più , ienzapenaalcuna, in-
]>nendo quei trenta, o meno giorni, nel niezo dell' altro tempo dell' anno:
filrutto anco atfatto il decreto , con l'ecccttione delle giufte,&ragionc-
y caule: quali, chi iarà cofi fempiice, che non fiippia far nafizere, doucndo
i;:r per giudici, perione, a chi mette conto , che la rcfidenza non fi ponga
.'(0.
I^fto luogo ricerca , che G faccia mentione d'un particolare fucceiro, il dijcorfodelfo-
^jC incomminciato in quello tempo , ic ben nonhebbe fine le non dopo '^'^J "J'"J° >^
,;.^ r ■ ì^ r f- n" „ ^ ^r nloLiìUomxhe
utio radi, appartiene tutto alia preicnte Scliione ; Si a penetrare, clic cola g^.^ ,„ cor.cì-
>|- all'hora il Concilio di Trento ,& che openione hauelfero di lui quclL Ue, himatcrk
i,lcfime perione , che vi interueniuano. Per intelligenza delqualc , non re- di djgmi:
»l>dircplicare,che Fra Domenico Soto,tantc volte diiopra nominato, quale
! Gg ij
25^ CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo ir
ci3 13 hcbbc gran partcjcomc s'è detto, nella formationc de' Decreti del Peccato or
XLVii. ainalc,& della Giuftiiìcaiior.c; &c che hauendo notato tatti i parcrij & le ragie
nijchc furono iiiitc in quelle difcuflioni , pensò di comnìunicarlc al n-iondo,i!
tirarle parole del Decreto al luo proprio ienfojmandò in llampa una opera coi
tincnie il tutto intieramente: intitulandola : De uatnra ^:^ gratia-.dc quella ded
cò,con UiiacpiuolaallaSuiodo,pcreirer (cofi egli nella dedicatoria ("criire) t
comnicntario de' doi Decreti Indetti. In qucftojveneiido all' articolo della ce
rezza della grafia 5 dille ii:i lo:igo dilcorlo j La Sinodo hauerdichiaratOjd
l'huorno non può faper d'haucr la gratia con tanta certezza, quanta è que
della fede, fiche ogni dabitatione Ila elclufa. Il Cacarino, fatto nuouamer
Vcfcouo di Minorijchc haucua dikio il contrario, & tuttauia pcrfeueraua m -
opinion iiia, ftampò un libretto,con dedicatoria alla medelìma Sinodo,lo iV
pò delquale era dire,&: defendere, Che il Concilio non inteie di condannar!
penioncdi chi alfcriua il giufto poter credere d'haucr la gratia tanto certara
tcquanto ha percertigli articoli della fede: anzi il Concilio hauerdecil'o,(
e tenuto a crederlo, quando nel canone ventcilmofefto, ha dannato chi d
Che il giufto non debbc rperare,&: afpettar la mercede : elfendo ben nccelf^
che chi debbc fperarc,come giufto, fappia d'elfere tale. In quefta contrari
f d'openioni,non folo ambidoiaffermatiuamentcfcriuendo al Concilio difi
cialcuno , che la fua fententia era quella dellaSinodo ; ma dopofcrillèro ai
& ftamparono apologie, & antapologie , querelando l'un l'altro alla Sinc
che gli imponellè quello, che ella nonhaueua detto ; 3<. induccndo diuerf
Padri teftimonij ,per comprobar la propria openione : quali ancoteftific
no,chiperuno,chiperraltro j fi che i Padri erano diuifi in due parti, ecc
alcunibuoni Prelati: chc,corae ncutrali,diccuano,non hauerben intefala
fercnza,ma preftato il confenfo al Decreto nella forma promulgata,perche
be le parti erano conucnutc. Il Legato Santa Croce teftificaua per il Catai
Il Monte diccuacirereftatodcl terzo partito. Qucftoeuenimento parccìì^
ad ognuno la ipcranza di faper la mente del Concilio,poiche in quel temp
iftefiiintcrucnienti,.5>:i principali, non concordauano. Fa anco nafcer dilli
tàjchi era quella Si;iodo,che deliberò l'articolo, allaquale icriirero, & prou
rono,ilSoro, &:il Cataiino, ftimandola ambidoiadherentcafe:ondene
nofccila era necellario, che o uno di loro,o ambidoi s'ingannalTero. Et ch<
degliakLÌ,poicheaquefticofìauuenncr' Si potrebbe dircchcfolTe laggre
di tutti iniiemcalquale lo Spirito Santo aiTift'eiidojfaceire determinarélajf' l
etiandio non intcfadachiladeterminanaicomc Caifasprofctò pereirer_ n-
tcfìccfcnza intender laprofetia: coìtìc il Vcfcouo di Bitonto diirenel fuc a-
mone. Quando quefta iifpofta non haucirc due oppoiìtioni : runa,che a' n ro-
bi & infedeli , Dio fa profetar fenza intelligenza : ma a' fedeli, con l'illur lai
Pintclletto : raltra,che iThcoIogi concordemente dicono,I Concili) non -'li-
berar delia fcdcpcr infpiratione diuina,ma,pcr inueftigatione,& difquifi >ne
humana, allaquale lo Spirito aflìfte per guardargli dadi errori : tanto, chton
polTono determinar fenza intender la materia. Darebbe forfè nel vero, d ^
l*PA Paolo III. LIBRO SECONDO.
cJfcchcdibattenciori le opcnioni conrraiic nel formar' ilDccicto
pjtcìifiutallc le parole di icnio contrario alla Tua, onde tutti fi fcn-nairero in
qtlle,chc ciafcuno pcni'aua porcriì accomn^odarc al lenfo ilso:ondc rclprcnìo-
ndaCcii'C. capace di coiicrane crpolìtionKfc ben quefto non fcruirebbcarilbl-
uj:c la diibiranoue pi-opoil:a,& a cioaarc quale foric il Concilio:poiche farebbe
digli unità di paroie,Ò<: contrarietà d'animi. Ma queilojche è narrato in quello
r.tlcolare,(I<: auuenne forie in irjokc matcricnon occorreua r.el dannar le ooe-
)ni Lui:herane,douc tutti conueniuano con una unirà ilquifita.
vjon è da tralaiciarc in quc fio prouoiito una auuerteiiza dell' illclTo Cararino
irta alla Sinodo nel medefìmolibrcmeritando l'autore di non cHerdcfrauda-
dcir inucntione fua.Egli coniìderò,elIer rcpugnanre il dire , che l'hiiomori-
.ic volontariamente la gratia,Sc che non è eerto d'haiierla:pcrche niifun può
lontariamentc riccuer cofajche non fa ellergli data , & fenza clFer certo di n-
uerla.
Majtornando alle cofe Conciliari, il dì (cguentcla Scflìone fìriduire la Con- Congrtgttlo-
■gatione generale , per deliberare, & ordinar la materia da digerire per la "^'f^^'J^''^'^*'
lionc futura:&,quanto alla parte Ipettante al^a fede,eirendo già deliberato di /^T'^lile
iiir l'ordine della Confeffione i\.uguftana,(ì £iceua inanzi il capo del Minifte- Sefsione,
Ecclefiaftico;ilquaIeiLutherani dicono circr'autoritàd'annonciarrEuanore-
,& miniftrare i Sacramenti:*?^ attendendo alcuni la prima parte,proponeua-
,che fi trattaife della poteftàEcdefìaftica, dichiarando tutte quelle fontioni
ritualij& temporali,che Dio gli ha concelFo lopra i fedeliilequali da' Luthe-
li erano negate:& quefto piaccua all' uniuerfale de' Prclati:perche era materia
facil' intelligenza,{enza rpinofitàScolafticaj& douc haurebbono potuto ha-
r la parte loro. A' Theologi non era grato,non elTendo quelle materie trattate
j ' Scolaftici:onde non haurebbono hauuto che difputarej& farebbe conuenu-
rimctterfenc per il più a' Canonifti.Diceuano,che gli Auguftani non trattano
tutta l'autorità Ecclefiafticaj ma di fola quella di predicare, dcllaquale nella
scedente Seffione fi era decretato quanto baftaua: ma nella feconda parte , era
n materia conneira,& confeguente la giufl:i{icatione;cioè , i Sacramcnti,che
no i mezzi per cller giufl:ificati,oc che quelli era più cóucniente far foo-aecto
•Ila feguente Seflìonc.A qucfti adheriuano i Legati, tS: i dependenti loro, in
iparenza,per le medefime ragioni:ma,in loro fcgreto,pcr una altra più potente,
rrehe in quelF altraconfideratione s'haurcbbe trattato dell' autorità de' Con-
Hj,&del Pontcficej&propofte moke materie fcabrofe, ».S>:danonmuouere.
Rifoluto di trattar la mareriade' Sacramenti, fi confiderò, che era molta , & « y? rifo!m dì
.npia,& non poterfi comprendere in una Seflìone,ne manco poterfi facilinen- ^^iftardeSa^
• determinare in quante parti diuiderla.Dagli Auguftani clfcr fatta breuc , colf ^'"'""''"" » '""
aucr leuato quattro Sacramenti, de' quali tanto più efiàttamcnte fi doueua ^'^"'^'^'*^''
.attare per reftabilirgli:per tàto,e{rer bcncche Ci dell e principio a difcut^-re ori-
la de' Sacramenti in uniuerfale: &fu dato carico di ordinare gli articoli tratti
alla dottrina Lutherana,defcendendo anco a Sacramenti in particolare , di
uanti foife parfo poterfi fate difcuflìone: & accio la riforma fcguide la dehni-
Gg lij
238 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo II
e i3 1 3 rione della fedev& ciggmisconfcgiientementefì metteireroiafieme gli abiifi oi
XLVi I. coLLcnti nel minidcnode'SacramcntijOrGinandouna Congregationc de'Pich
e per riforma, ri,6i altri Caiìon!{ì:i,chc diLCorrcllcro i rimedi), & fopra formaircro Decrcti;co
digU abnfi.tn- ordincchcjoccorrciido nel mcdehmo giorno ambcduca' Theologi preiìdcirc
fl ''l^ ;' J-"*'' Cardiìial Sanca Crocca'Canonifti quello del Monte : di ambiduc infieme nel!
, Gongregationi generali. Ma oltre di quello, atccfa la promefla di contimi^
anco la materia della relidcnza,non fi tralalcialfc di trattarne qualche articol
« dì alamica- ^^' pj"-^ principali. In quello non fu coli facile conucnire,hauendo i Legati, €<
pi della re/;- loro adhcrenti,hni contrari] agli altri Vcfcoui.
din'7;ay Qocfli erano entrati m lperanza,&.inirauano quali tutti,ma i Spagnuoli fc'
pragli akri,a racquiftarc l'autorità Epifcopale, che anticamente s'eilercitauaid
ciaicano nella Diccele propria, quando erano incognite le referuationi di bt
nelicij, di cali, o d'allolutiornile ditpenic,& altre tali colcj le quali foleuano dii^
in ragionamenti priuati,& fra poche perfonc,chc l'appetito di dominare, & T;
uaritia,rhaueuano fatte proprie alla Corte Romana , lotto tinto colore , ài ra;
neggiarle meglio,& più con publico fcruitio ài Dio,& della Chiela,per tutta ]
ChnllianitPoche i Vetcoui nelle città proprie: attefa qualche iinperfettioncjì
ignoranza loro.Cofa però non vera : poiché non entrò nell' Ordine Epifcopa!
dilfolutioiicne ignorantia,ie non,dopo che furono coftrctti andar per feruico
a Roma. Ma , quando bene s'haueife vifto un mal goucrno all' hora n
Vefcoui,che hauelfe coftretto leuargli l'autorità propria ; hora » che fi vec
peflimo nella Corte Romana , l'iftelfa ragione maggiormente coftringei
di leuargli quel maneggio,che non è proprio fuo,&: da lei è fommamente al
ufato.
UqHaU i Pfi- Ottima medicina era frimata da quelli Prelati,per rimedio al mal palTato,.
Un Spagnus ; pi;ef(_n-uatiuo all' auuenire,il Dccreto,che la relidenza lia de iure diuvno. Perch ,
diihiaratadi '^ ^^° "''^ comip.andato a Veicoui di rncdcrc perpetuamente alla cura d
ragion diurna, grcgge,per necelfaria conleguentia gli ha prefcritto anco il carico, & dato loi |
la potcllàpcr ben' ciIercitarlo:adoncue il Papa non potrà ne chiaiTiargii,ne 0(
cupargii in altro,ne difpcnfargli,ne rcllringerc l'autorità data da Dio. Però fac'
uano 3ftanza,chc fi veniife alla dctcrminatione,dicendo ellcr ncceilario rilolui
quel!' articolojdono che era difcuito a ballanza.Il Cardinal del Montcprcmcd
mufonodimr- tato giàjlalciò prima parlare i più fcrucnti,accio ellaiiirero parte del calorc:po
titiperane, e ^qj-^ dcfiro modos/i oppofe , dicendo , Che era ben neccllario farlo, poiché
per automa. jp^p^Q tutto era in queil' c(pcttatiua:ma anco conucniua farlo in tciripooppo
tuuo:chc la difficoltà era Hata trattata con troppo calore , &: in molti hauei
più eccitato gli alie£ri,chc la ragione: onde era ncceilario iafciare sbollire qU(
femore, 3<. interponcr un poco di tempo ; tanto chcicorc'ati delle contention
viuihcataiacaritàjli dia luogo allo Spirito Santo > lenza iiqual non fi può dee
derc la verità. Che la Santità del Sommo Pontihce,laqual con difpiacere ha ir
telo le contentioni pallatcricerca l'iftelTojper poter egli ancora far difcutere 1
materia in Roma,& aiutare la Sinodo di confeglio.Conclufc in fine, con pare
le più riiolute di quello, che li doucua inferire da coli modello priacipiccj
kPA Paolo ni. • LIBRO SECONDO. 255? __
In fc ne parhllc più inanzi la SeiTioncche cofi era rifoluta volontà del Papa: ^ ^ ^ ^ '-^
' abcniì attcndclle alla riforma dcgl' inconucnicnci , che fono ftati cauia d'in- xlvii.
'odurrci'abufo di non rifederc.Quella milUua dirimonlh-anzc,& imperio ^ fu
aifa>chc da alcuni de' Padri,chedopo mandarono tratcaci in (lampa in c|Uv(la
iLitcriajfoirc dctroA' pollo in ftampajclic da' Legati era flato prohibito il pau-
h di tal qucfl;ione:& da altri foilc negaco,con invcttiua contra iprimi,diccndoj
( e dcroc^alTero alla libertà del Conc il io.Fu,pcr (ine della Congrega- 1 ione, rilo-»
]:o di pigliarle cole tralaiciate nella precedente Sc{iione>& trattare di leuargli
iipcdimentijchccoftringono a non riledere.Fra'quali occorrendo, come prill-
ai )aliil]mo,la pluralità de' benchcijjellendo impoilibile rilcciere in più luoghi,!!
< liberò trattar di quella.
, Ma,per non confonder le materic,narrcrb infìeme quello, che a' Sacramenti
a )etta:douc non occorfe,le non coniìderatione per il più ipcculatiua,& dottri-
ile,per non interromper il filo della materia beneiìciale,nellaquale occoricro
e fe,che aprirono la via ad importanti,(Sc pcricolofi accidenti Jn materia de' Sa-
ie imcnti,furono formati articoli da' dcputati,& prefcritto a Theologi il modo gy£„g p^a^^
)ù parlar iopradi quelli in un foglio communicato a tutti icon ordine, che nd trattar dt
qeirero,Se tutti erano herecici, onero erronei :& fé dalla Sinodo doueuano Sacramenti:
;rcódannati:&,quandoforl'e alcuno non mcritalfe dannatioiie,adduccirero
agioni,&- l'autor itàiapprelTaefplicairerOjqual ila ftatoin tutti cjuelli il parere
Concilij,& de' fanti Padri ; & quali degli articoli lì ritrouino già reprobati,
ilireftino da condannare:&: fé nella propofta materia ad alcuno occorreife
gilche altro articolo , degno di ccnilira , l'anuertiirero , & in tutto ciò
R giifero le qucftioni impertinenti ; dellequali ir può difputar l'una & l'al-
parre,ieiizapregiiidiciodellafedej(S«: ogni altra fuperfluità>olonghezza di
|j ole.
Oe'Sacramenti in uniuerfale erano quattordici articoli. I. CheiSacramen- -^''«"//e-
ti ella Chiefa non fono fette j ma fono manco quelli, che veramente polfono^'^""^'*^^''*^
"J r chiamati Sacramenti. IL CheiSacramenti nonfono necelìarijj Oc lenza ^^^""g"^'
3,glihuomini polFono acquiflar da Dio la gratia>pcr mezo della i^ede fola, cramemì in
Niiliin Sacramento eller più deli' altro degno- IIU. Che 1 Sacramenti ^cwe^/e,-
■ '-'" ^-"Sg*^ nuoua non danno la gracia a quelli, che non vi pongono impedi-
ti oto. V. Che i Sacramenti mai non hanno dato la gratia;>o la rimeffione de'
pi cati;ma la fola fede del Sacramento. VI. Che, immediate dopo il peccato
d .damOjdaDio fono ftati inftituiti i Sacramenti,per mezzo de' quali iu dona-
t agratia. VII. Peri Sacramenti eilèr datalagratiafolamcnte achicrede,che
i 'ccatiglilonorimellì. VIII. Che la gratia non è data ne' Sacramenti fcmprer
»:atutti,quantos'alpetta ad elLo Sacrair.cnto:malolo,quando , & doue cparfo-
aiHo. Xll. Che innillun Sacramento è impreflo carattere. X. Che il cattino-
rniftro non confcrifce il Sacramento^ XI. Che tutti iChriiliani, di qual iì
y^lia (eHojharino ugual potcftà nel miniilerio della Parola di Dio,<^ dei Sacra-
li'toTXTI.Che ogni pallore ha poteftà d'aliógare,abbreuiare,mutar'a bcncpla-
c dTuo Le forme de'Sacraméti.XIII.Che l'intétione dc'miniftri nò è ncccHaiìias
240 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo I.
c!3 i3 & non opera cofa alcuna ne' Sacramenti. XIV. Che i Sacramenti fono ftj
:>:t,vii. iiiilii:uiri {ole per nutrir la fede.
e dd Battr/ì- Dei Batcelmo crano aiticeli dicefettc. 1. Che nella ChièfaJRgij^na 3fe£'
mo m panico- .^| i(-.^,^o., ^^ ^ ^^^q Batteinio. 1 1. Che il Battelhìb è libero & noiinecell^i
ali.tiiiiate. III. Che non è vero Battelrao quello, che è dato dagli hcretì.
1 1 i I. Che il Batteimo è penitentia. V. Che il Battefmo è legno cfteriorcjj;-
mela terra roifa nel le agnclle :& non ha parte nella giuftifìcatione. Yì. Chil
Battefmo fi debbi rinouare. VII. Il vero Battefmo elFer la fede , qual c'feìr
che i peccati (onorimeli a' penitenti. VIII. Che nclBattcImonon èeftiri*
to il peccato, ma folamejitc non imputato. IX. Elfer la medefiixia virtù <(
BattcfniodiChriftc&diGiouanni. X. Che il Battefmo di Chrifto nonlia-
ùacuato quello diGiouannij ma gli haaggionto la promelfa. XI. Chcil
Battefmojla fola immerfione è neceiraria : & gli altri riti ufiri in elTo, clfer li •
ri,&: potcrfi tralafciarfenza peccato. XII. Che fia meglio tralafciare il Bati •
mo de' puttijchc battezzargli mentre non credono. XIII. Cheiputtinond •
bino eircrbattezzati,perche non hanno fede propria. XIII. Cheibattez2i
in pueritiajarriuari all' età di difcretione , debbono eifcre ribattezzà'tiTpèf n i
hauer creduto. X V. Che,quando i battezzati nella infantia,fonòVenuti in ( ,
fi debbono interrogare jfc vogliono ratificare quel Battefmo ;& negando,
debbono elTerlafciati in libertà. XVI. Che i peccati, commeflì dopo il E -,
fefmojfono rimeflìpcrlafola memoria, & fede d'eflerbattezato. XVII. C;
il voto del Battefmo non ha altra conditione , che della fede : anzi annulla ti i
gli altri voti.
edelia Ceti- Della Confermatione crano quattro articolL I. Che la.Confermati*
firmmoitei none Sacramento. lì. Che è inftituita da' Padri, & non ha promelfa di .
gratiadiDio. III. Chehora èunacerimoniaociofa j & già era unaCat -
chefi , quando iputti , gionti all' età , rendeuano conto della fuafede inanz i
Chiefa. 1 1 1 1. Che il miniftro della Confermatione , non è il folo Vefco ;
ma qualonque altro Sacerdote.
te Congrega- Nelle Congregationi , tutti iTheologi conuennero in aderire il fettena )
ttmt, contrai nmviero5&: dannar per herefia lacontraria fententia; attefo il confenfo unii -
pruno ^rn- f^[^ ^(,i|eScole,incomminciando dal Maeftro delle Sentcnze,che prima net -
no il numero l" dcrermniatamente,hnoa queito tcmpo.A qaeltoaggiongeuano ilDecr )
di fette: del Concilio Fiorentino per gli Armeni , che determina quel ninnerò : Se r
maggior confermatione,era aggionto l'ufo della Chiefa Romanajdalquale e •
clu'deuano, che conueniua tenerlo per traditioneApoftolica, & articolo di -
de. Ma per la feconda parte dell' articolo non concordauano tutti, dicendo -
cuni 5 Cheeraairai feguire il Concilio Fiorentino,qual non pafsò più inai :
poiché, il decidere i Sacramenti propri) non elTer ne più ne meno , prefupp( '
unadecifione qual fia la vera,& propria eirenza. Se definitione del Sacramer >•■
cofa piena di difficoltà , per le molte, & varie definitioni , portate non folo i'
Scolaftici , ma anco da' Padri, dellequali attendendo una,conuerrà dire, che a
proprio Sacramento quello , che , confiderando l'altra , douerà efler efclufo il
num 0
IapaPaoloIII. libro SECONDO. 141
-, imercElTere anco queftione tra i Scolaftici, Te il Sacramento il polli definire, e 1 3 r»
J habbia unità , (e fìa cofa reale , onero intentionale:&: non clfer cofa ragione- xlvi i.
oleintantaambiguiràdi principi), fermar con tanto legame le conciuiìoni.
1 raccordatcche San Bernardo j & San Cipriano , hebbero per Sacramento il
]|jarde'piedi : & che Sant' Agoftino fa ogni cofa Sacramento, coli chiamando
ijtti iritijcon che fi honora Dio:&: altroiie intendédo la voce più riftrcttaméte,
«.e la proprietà non comporta,fece Sacramenti foli quelli,di che efprciramentc
'^;iij>arlaro nella Scrittura del NuouoTeftamento:^ in quello fignificatopo-
ifolamente il Battefmo,&: l'Eucariftia : fé ben in un luogo dubitò, le alcun ai-
p ve n'era.
i Per l'altra parte fi diccua 5 Eifer necellàrioftabilireper articolo. Che iSacra-
Jmti propri) non fono ne più ne meno, per reprimer l'audacia, coli de' Luthe-
iii,chegli fanno bora due,horatre, bora quattro: come anco di quelli,cheec-
^dono i fette: & le ne' Padri fi troua alcune volte numero maggiore. Se alcune
i Ite minore, quello eller nato, perche all' bora, inanzi la determinatione della
i iiefa,era lecito riceuer la voce,hora in più ampio, bora in più tiretto fignifica-
'i- Et qui, perllabilireil proprio,& come iScolallici dicono, la iufficienza di
^ elio fettenario,cioè,che ne piu,ne meno fono, fu ufata longbezza noiofa nei
T^ ;conto delle ragioni dedotte da fette cofe naturali,per quali s'acquilla,& con-
i uà la vita : dalle fette virtù,da' fette viti) capitali } da' fette difetti venuti per il
j ccato originale 5 da' fei giorni della creatione del mondo,& fettim.o della re-
^ ie; dalle ktte piaghe d'Egittoj & anco da' fette Pianeti ; dalla celebrità del na-
i{ ;ro fettenario : & da altre congruità vfate da' principali Scolailici , per prona
i| Ha conclufione:&: molte ragioni,perchc le confecrationi delle Chicfe,de' va-
t le* Vefcoui,Abbati,&: Abbadeire,& Monachcnon fiano Sacramenti; ne l'ac-
^ a benedetta,ne il lauar de' piedi di San Bernardojne il Martirio,ne la crcatio-
\ de Cardinali,o la coronatione del Papa.
I Fu raccordato,che per raffrenar gli heretici, nonballaua condannare l'arti-
Mo, chi non nominaua anco fingolarmente ognuno de' Sacramenti ; accio
I laiche mal fpirito non efcludeilè alcuno de' veri , & follituilTe de' falfi. Fu
l'prclTo raccordato un' altro ponto elfentialc all' articolo, cioè , il determi-
(irTinllitutoreditutti i Sacramenti, che è Chrillo, per condannar l'herefie
I :' Lutherani , che afcriuono a Chrillo l'ordinatione del folo Battefmo , de Eu-
.riftia : & che per fede debbia elfer Chrillo tenuto per l'inllitutore, era allega-
)Sant'Ambrofio , & Sant' Agoftino : 6c fopra ogni altro,la traditione Apo-
olica : dal che nilFun difcordaua. Ma bene altri diceuano , che non conue-
iua patfar tanto inanzi : & era alFai ftar tra i termini del Concilio Fiorenti-
0; maffimc, attefo che il Maeftro delle Sententie tenne, che l'Eftrema ontio-
efolTcdaSan Giacomo :& San Bonauentura,con Alellandro, che laConfcr-
latione haueife principio dopo gli Apoftoli : & l'ifteiFo Bonauentura , con ai-
ri Theologi, fanno gliApoftoli autori del Sacramento della Penitcntia. Et
el Matrimonio fi trouerà, che da molti vien detto, che da Dio nelParadifo
I inftituito : & Chrifto fteiro,quando di quello parla,che era il luogo proprio
Hh
141 CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloI.
ci 3 13 per dirne l'autore) all' horanon a fé , ma al Padre nel principio attribuifcel' -
XLVii. ftitutionc. Per tanti rifpetci > confegliauano j che quel ponto non folFe ,-
gionto , accio non fi condannairc openione da' Catholici tenuta. I Dome -
cani in contrario,con qualche acerbità di parole, afFermauano, che fi polFci
efponcrc quei dottori, «^ (aluargli con varie diftintioni: perche elfi fi larebl-
no fcmpre rimcfll alla Chieia: ma non erada trappalfare (enza condanna l'r-
daciaLutherana,che,confprezzodellaChiefa,ha introdotto quelle falfità:&)
elferda tolerare a' Lutherani temerari), quello,che fi comporta a'SantiPa(iv
fiilftcondoi ^ i\ fecondo articolo della neceflìtà de' Sacramenti , volcuano altri, che ri
delja necelfua. fofTe dannato cofiairolutamcntc : ma fuife diftinto, elfendo certo , che r
thvi dimlfi- '^"^^^ ^*^^'^° airolutamétc necclTari j. Vna altra openione era,chc fi douelfe dan
tvi d'o^emonii te,chi diceua,Non eifer li Sacramenti neceirari nella Chie(a:poiche certo è,i
tutti elfer neceiTarij ad ogni perfi^na ; anzi alcuni elfer incompatibili infici ,
come rOrdine,&: il Matrimonio. La più commune nondimeno fu,Che l'ai
colo folfe dannato cofi alfolutamentcper due ragioni : runa,perche bafta la
ceflìtà di uno,a far che rarticolo,come giace , fia fallo : l'altra , perche tutti fi :
in qualche modo neceirarij,chi airolutamentcchi per fuppofitione: chi per -
uenienza,chi per utilità maggioieiconmarauigliadi chigiudicaua,noncon
nircon equiuocatione tanto moltiplice formare articoli difede:perfodisfa
quali,quando furono i Canoni compofti,fiaggionfe,condannandochiten ;
li Sacramenti non neceifarij ,ma fuperflui : con quello ultimo teriiune ampli
do la fignification e del primo.
Dell'altra parte dell'articolo molti erano di parere,chefiommeCt^il€jpoi
per quel, che tocca alla fede , già nella Seffione precedente era definito, chei
nonbaftalle.Etla diftintione del Sacramento in voto,diceua il Marinaro,è !
cofa vera , ma da' foli Scolaftici tifata , all' antichità incognita , &piena di d
colta: perche ncgh Atti degl' Apoftoli,nell'inftruttionedeiCenturione C
neliojl'Angelo diircCheleorationifue erano grate a Dio, prima che {apef
Sacramento del Battefmo , 6cgli altri particolari della fede : 6c tutta la cafa 1
intendendo la concione di San Pietro,riceuette lo Spirito Santo, prima che]
fé inftrutta della dottrina de' Sacramenti : Si. dopo riceuuto lo Spirito Santo
da San Pietro infegnata del Battefmo:onde,non haucndone notitia alcuna, r
potè riceuerlo in voto: Se il Ladro, in Croce moribondo, illuminato all' h
folamente della virtù di Chriftoinon fapeua de'Sacramenti,per poterfi in qii|Ì
livotai-e:& molti Santi Martiri,nelferuordellaperfecutioneyConuertitinel wi
der la coftanza d'aitri,&: immediate rapiti Se uccilì>nGn fi può, fé non diuin W
do,dire,Ghe hauefiero cognitione de' Sacramenti^per votarli. Però cllèr megi--.
lafciar la diftintione alle Scole>& tralafciar di metterla negli articoli di fede, à
quefto repugnaua la commune openione,con dire , Che , quantonque le par 2
della diftintione fufieronuoue ,'& Scholaftichcperò li doueua credere il fig -
ficato cifcr' infegnato da Chrifto,& hauerfiper traditione Apoftoliea:& quai il
agli elTempi di Cornelio,del Ladro,& Martiri,douerfi Capere, che fono duefot
5 di voto delSacramentO; uno efplicato , l'altro implicato i^ queftofecondo -
• ■ "" ' ■..- — ^j^
>PAPAOtoIIT. LIBRO SECONDO. 145
r 10 elfer neceirario:cioc,che,actuaImcncc non haiicuano il voto,ma l'haurcb- ci 3 i S
K 10 hauuro,s'haucirci-o lapiito:Icquali cofc erano conce! fc dagli altri per vere, xl v u.
n non obligacoric, come articoli di Fede. Ma qacftc dilHcoltà^douc non pote-
,£io coniienu-c , fi rimetteuano alla Sinodo , cioè , alla Congrcgationc Ce-
dile.
iicome auuenne anco del terzo articolo :iIquaIc,qaantonque ognuno ha- f^omeanco ftil
i per fallbjimpcroche tutti accordauano , che , rifguardando la ncccflìtà, & *^^'^' '^f'^ '^'f
;tàjil Battefmoprecede;ma,attcndcndo la fignifìcationcil Matiimoniojchi dTsicram ^
:da la degnità del miniftro,la Confermationejchi la vencrationd'Euca- ti:
i:ma non potendoli dire qual iìapiu dcgnOiCenzadiftintionceircr meglio
:fciarca fatto l'articolo, che non può eifcr intcfo lenza lottilità. Vna altra
lioncerajcheildouellcrocrplicare tutti i rifpetti della degnità: una iTjcdia
le all'articolo s'aggiongcile laclaululajCiocjfccondo diuerfi rifpettidaqual
j)iu feguitatajma con difpiaccr di quelli, a chi non potcua piacere che la
!>do s'abbairallè a quelle Scolafdcarie inette, che coli lechiamauanoj&vo-
credercjche Chrifto introduccirc quelle tenuità d'openioni nella Tua
i el quarto tutti furono di parere , che l'articolo folfe condannato: anzi ilf*^yto,dclU
^Dnfero , ch'era neceirario amplificarlo, condannando fpecificatamente la '^"'"*"y/' > *
Il :inaZuingliana,qual vuolcche i Sacramenti non fiano altro,chc fegni,per
;l ■ i fedeli dagli infedeli fi difcernono: onero atti , & cirercitij di prokflìone
I fede Chriftiana; ma allagratia non habbiano altra rclatione, fenonpeu
jfegnid'hauerlariceuuta.Appreiro ancora raccordarono, che lì dannailero
1 quelli che negano i Sacramenti conferire la «ratiaa chi non pone impedi-
: :o,come ancora chi non confeifa la gratia eller contenuta ne' Sacramenti,
( nferita,non per virtù della fedcraa £.v opere <?p^r^/(?.Ma,venendo ad cfplica-
i modo di quella continenza,&" cauralità,ognuno concordaua,che per tutte
( e attioni,chc eccitano la deuotionc,s'acquillagratia:&: ciononnafce dalla
I . dell' opera mcdeiìma,ma dalla virtù della deuotioncche è nell' operante:
I .elle tali nelle Scuole fi dice, che caufano la gratia ex opere overantis.A\uQ
i ni fonojche caufano la gratia,nonpcr la deuotione di chi opera,o di chi ri-
I ropera,ma per virtù dell' opera medelìma.Cofi fono i Sacramenti Chriftia-
ir quali la grana e riceuuta,purche nel foggetto non vi fia impedimento di
lato mortalc,cherelcIuda,quantonque non villa diuotione alcuna :& coli,
' opera mcdelìma del Battefmo,eircr data la gratia ad un fanciullo , che no ha
I D alcuno d'animo verfo quello : & parimente ad un nato pazzo , perche non
impedimento di peccato.L'illciro fa il Sacramento dellaCrcfma, & quello
' Eftrcmaontionejquandoben l'infermo habbia perduta lacognitione. Ma
i^haurà peccato mortale, nelquale perfeueri attualmente ; ouero habitual-
re-,per la contrarietà non riceuerà gratia: non, perche il Sacramento non
3ia virtù di pmdmh ex opere operato; ma,perche il recipiente non e capace, '^""^ <:o»tray{o
plFere occupato d'una qualità contraria. p^ro tra Do-
.ajconuenendo tatti in quelto,erano ditrerenci,perche 1 Domenicani alien- Framefiani:
Hh ij
244 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo l
ci3 13 uancChcquantonquelagratia fia una qualità fpiriruale creata iiTiniedt(
XLVii. da Dio,nondimeno ne' Sacramenti è una virtù iftionìcntale&'cffcttiua,la(}l(
caufaneir anima una difpofitione per riceuerla:& pertanto lì dicc>chcconn-
gono la gratia-.nonche fia in lorccome in un valojma>conie rcltctto è nellauj
canfataddacendo un lottil' elfempio : ficomelo icarpella èactiuo, non ilo
nello (cagliare la pierra,m.a anco nel dar forma alla ftatua. I Francercanidicia-
riO,non poterli capirccome DiOiCaufalpiritualcper un' effetto fpiritualccjc
la gratia, adoperi iftromento corporeo : alfolutamente ncgauano ogni ^tè
eftcttiua,,o difpofìtiuaj ne' Sacramentirdicendojche l'efficacia loro d'altro w
viene, Te non perche Dio ha promeilo, che qualonque volta iarà miniftraiii
Sacramento, egli donerà la gratia : perilchefidice contenerla, come in fdo
cfHcace,non per virtùjche fia in lui,ma per la diuinapromiffione d'una infal lil'
affiftenza a quel miniilerio : ilqualc percioè caufa,perchc,quellopofto,f(ic
l'effettojnon per virtù che in lui (ia,ma per promelfa diuina di donar la grati Ji'
hora:(icome il merito fi dice caufa del prcmicnon per attiuità alcuna.Ilchc ,
foloprouauano per l'autorità di ScotOiSc di San B.onauentura,loro Theo
ma per quella anco di San Bernardo, qualdice,Che fi rie eue la gratia per
cramentijficome il Canonico s'inueflepcr illibro,& il Vefcouo per l'aneli l
proliflità>con che erano eipofte le ragioni daambeleparti,eragrande,& ^^
minore l'acrimonia. Cenfurauanfi fra loro. I Domenicani diccuanoaCheT:
parere era proflimo al Lutherano:& glialtri,cheil loroyeffcndo impoffi
daua materia agli heretici di calunniare la Chicfa. Non fu poflìbile ad a
buoni Prelati metter concordia, condircchcelfendo concordi nella co
fìone,che i Sacramenti contengono,^ fono caufa della gratia >pocoimpo
dirlo più in un modo, che nell' altro;anzi,che meglio foifcno difcendédo ;
cuno d'eflìjftar nell'altro uniuerfakrreplicando i Frati,che non fi trattaua <
roie,ma dello ftabilire,o dell' annichilare i Sacramenti. Non fi farebbe fai j
ne,fe il Legato Santa Croce non hauelfe ordinato che lìpalTaffe al rimanen i
che in fine fi farebbe tornato a quello pairor&efTaminaCQ s'era neeetìfariol
der il pontOjO tralaf ciarlo. V
Da' Legati furono chiamati i Generali degli Ordini,«S<: pregati a far' u \
Go' fuoi di trattare conmodeflia,5c carità , & non con tanto affetto alla
propria : moflrando, che non erano chiamati,te non per trattar contra l'he
alche era mokocontrario il farne naf cere di niioue con le difpute. Et fu an
loro darò conto a Roma, & moflrato quanto folfe pericoloia la libertà >
Frati s'ailùmcaanojw^ cloue poteife terminare:& pofto in confideratione al !j
tefìce, che una moderatione folfe neceflaria:perche , andando, fama di c|
diifenfionijiSc delle cenfi-ucche una parte prGnoncianacGnEraraltra,non]l
uà fcnon nafcere fcandalo,& poca riputatione del Concilio.
Il quinto articolo fu (limato da tralafciarc, come decifo nella pEece<(ite
SelTione.Ma Frate Bartholomeo Miranda raccordò, che Luthero,per quiìio
paradoiro,che i Sacramenti non danno lagratiaje non eccitando la fede , i"^
anco couclufìonejche frano d'ugual virtù q^iiei della Legge vecchia ,& f
la..
I>APA Paolo III. L I B R O S E C O N D O. Hf ______
Luangelicaihqaal opcnione era da conclannarccomc contraria alla dottrina de* e 1 3 i o
ì?adn,& della Chicia:haucndotiuridcrto,chc i Sacraracntivccchi erano legni xlvii.
ifolamcntc della gL-ana,ma i nuouila contengono>>?c lacaiidino.Allaconcluiio-
lie nillìin contradiite. Ma i Franccfcani propoaenano,che non lì doueile dire
iella Le?ge vecchia,ma della Molaica: atrcicche la Circoncidone ella ancora
:autauala gracia,ma non era Sacramento Molaico: laqual daChnftofuanca
lettOjeilère,nondaMoire,mada'Padri:6c anco,pcrche altri Sacramenti, inanzi
'^brahamo>conferiuano5<S»r caiifaLiaiìo lagratia.Rcplicando i Domenicani, che
san Paolo dille* chiaro, Abrahamo hauer ricciiuto la Circoncilìone folo in Te-
mo:chc,eirendo egliilprnr!0,achifudata,tanto vuol dire,qiianto,che inferno
olamente è inftitLiica:&,ropra il modo di caufare , Oc contenere la gracia,torna-
aano le queftioni in campo. Fra Gregorio di Padoa,!n quello propolìto, dille,
Elfercofa chiara apprello i Dialettici,chelc cofe del raedelìmo genere hanno
identità tra loro,& ditferenza.Se i Sacramenti vecchi, & inoftrijhaueircrolbla
|JifTerenza,non farebbono tutti Sacramentijfe non con equiuocationc:terolo
:onuenienza,rarebbono in tutto riftella cola. Peròellcr dauuertirc , di non
netter diiiìcoltà in cofe chiarcper qualche diuerfirà di parole:che Sant' Agofti-
lo haueua detto quefti,&: quelli eirere diuerfì nel fegno,ma pari nella cofa lìgni-
.jìcata.Et in un'altro luogo elTer diuerfi nella fpecie viribilej-naghiftefll nella
ntelligibilelìgnificatione:6<: che altrouepofe la differenza , perche quelli furo-
lo promiflìui>& quelli indicatiui:ilchc un altro efprime con altro termine, di-
édo>quelli prenonciatiui,& quelli contellatiui.Da che appar chiaro,che molte
ono le conuenicnze,& molte le differenze, lequalinilfun huomo fenlaropote-
la negare: & però con prudenza quell'articolo non elfer (lato pollo da princi-
i >io,ne elfere a propofito toccarlo nel Decreto prefentc.Vfcì fuori una altra opi-
lioncqual fentì,Che,fenza difcendere a' particolari,!! douelTe dannar l'opinio-
ic de' Lutherani,&: Zuingliani. Imperoche eflì dicono, Niiluna altra differenza
rouarlì tra i Sacramenti vecchi, & nuoui,fe nonne' riti..Ma,lì è mollrato,che
iltre ve ne fono: adonque condannargli di quello foio, di non mettere altra dif-
ferenza; lenza difcendere a dircquale ella ila.
Ma il fello >era cenfurato da Domenicani, con dircElfer proprio de' Sacra- om anche 0/
menti Euangelici il dar la gratia:& dagli antichi non elfere fiata riceuuta,re non •^-^*
per virtù della deuotioncelTendo tale i'opcnione di San Thomalo.Per principal
fondamento adduceuano la determinatione dei Concilio Fiorentino,Che i Sa^
cramenti della Legge vecchianon caufauano la grafia , ma lìgurauano,che do-
ueua elfer data per la pallìone di Chrifto.Ma,perchc San Bonauentura,& Scoto,.
follennero,che la Circoncifìone conferiua gratiar£A; cperc operato;iLnzi ag^ionfe
Scoto,che immediate>dopo il peccato d'Adamo , fu inflituito un Sacramento,
nclquale a fanciulli era data una gratia per virtù di quello, cioèyEx opere operato:
iFrancelcanidiceuano,rarticolocontenercilvero , ik non poter' elfer cenfura-
to:&: faccuano gran fondamento,chejCol dire di SanThomafo,i fanciulli,inanzi
Chriftojeifer faluati per la fede paterna,non per virtù de' Sacramenti, /ì faceua lo>
ftatodc Chriftiani di peggiorconditioue: perche non giouando adeifo a'faii-
Hh iix
14,6 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo II
ciò i:> ciulli Li fede paterna,renzaBattelmo,&: dicendo Sant' Agoftino , che fidiAin
XLVii. un tanciallo:,cirendoiTiouco mentre dal Padre era portato per efTer battezzatojl
in quel tempo la fola fede baftaua,la conditione de' figli de' Chriftiani era detc
riorc. In qiiefte difficoltà da molti fu propoftoj che l'articolojcome probabile
folFc ommciro.
tlfetttmo , e Del tralafciar il fettimoje l'ottano, fu fomma concordia. Ma nel nono de
/ ottauoni no- (^.^j-acterc proponeua FraDominico Soto,eirer da dichiarare.chc ha fondamétt
"^nyecciumol '^^^^^'^ Scrittura diuina, & e ftato tenuto Tempre nella Chiefa per Tradition
ti dlfcorjì , mx Apofl;olica:ancorche da tutti i Padri non fia ftato ufato il nome,lacofafìgnitìca
è condannato: ta nondimeno cller' antichiflima.Da altri nongli fu concelfa una tanta ampiez
za : perche non fi vedcua,che ne Gratiano,ne il Macftro delle Sentcntie , ne ha
nellcro fatto mcntionc:anzi Giouanni Scoto dilfe che,per parole dcllaScritturs
ode'Padrijnonernneceirarioporlojmafolojper l'autorità della Chiefa: mod(
conilieto a quel Dottore dinegar le cole, con maniera di cortefia. Degno er
fentire,che cofa intcndcuano foire5&; doue fituato:per le molte,&; varie openio
ni de' Scolaftici,ponendolo alcuni qualità,fra quali erano quattro openioni/c
condo le quattro fpecie della qualità.Chi lo dille una poteftà fpiritualejaltri,ur
habitOjodifpofitione } altri, una fpiritual figura: & non era fcnza approbatoi
l'openioncchefoiTe una qualità fenfibilemetaforica.Chi lovolfe una real rela
tione : chi una fabrica della mente,reftando a quefti il dichiarare, quanto foU
lontano dal niente. Del foggetto doue ftiajlaftelfa varietà era molefta,eirend(
poftojda chi neir elTenza dell' anima,da chi nell' intelletto, da altri nella volon
tà:&: non mancò chi gli diede luogo nelle mani,& nella Hngua. Era parer di Fr 1
Gieronimo Portughefe,Domenicano,che fiftatuiire tutti i Sacramenti impri
mere una qualità Ipiritualcjinanzi che iopravenga la gratia: quale eiler de' do
generi : una, che mai fi può fcanceilare: l'altra,chepuoperderfi5&:racquiftarf:
quella chiamarfiCarattcrc,queftacircr' un certo ornamento. I Sacramenti,cb
donano la prima, non rcpHcarfi,poiche il fuo effetto fempre dura: quelli, eh*
danno l'ornatojreplicarfijquando il loro effetto e perduto: cofa di beli' apparen-
za,ma da pochi approuata,per non trouarfi altro autore di quell' ornato,che San
Thomafoiqual' anco,fe ben lo partorì,non lo giudicò degno d'educatione. Ma
quantonque tutti concordaffero in qucfto generale,che tre Sacramenti hanno il
Caractercalcuni ufarono modeftia,dicendo,Douerfi approbare , come cofa più
probabile,nonpcrò neceiraria:incontrario,altri,che era articolo di fede,per hai
uernc fatto mentionelnnocentio III. & per ciler poi cofi definito dal Concia
Ho Fiorentino. j
j g II Che la bontà del miniftro non fia necefTaria, fu l'articolo tanto ventilato
decimo, Sant' Agoftino in tanti libri contra i Donatifti,chehebberoiTheologi materia
di parlare concordemente:& oltre qucUcfu per fondamento principale allega"
tojche l'articolo fu condannato dal Concilio di Coftanza fra gli errori di Già
uanniWiglef.
e (mdamo L' undecime tutti i voti furono per condannarlo,corae contrario alla Sciiti
UPA Paolo III. L IB R O S E C ON D O. 247
ira>alUTraditionc,& all' ufo della Chiefa uniiicrralc. ciò i ^
Il duodccii-nojdellc foume de' Sacramenrijfudiftinrccome quclIo,chedoi xlvij.
I ili può nceuei"c:oueio,per forma intendendo le parole ellenriali, fecondo che '^ ^''-odecìmo
liiccjogni Sacramento hauer lafua materia , l'elemento fenfibile ; 5c la forma, ""j"^^!" '^"^
|:paroIa:oiiero,pcr forma intendendo tutta laformula,orito del minifterio,che '^ '""''"^»
elude molte cofe non neceilaricma condecenti:^ però confcgliarono, che fé
facelfero due Canoni:per il primojfollc dannato per hereiìa, chi dice. Che la
rma podi ciler mutata,cirendo da Chriito inftituita:ma,per il fecondo fcnfo>fe
nle cofe accidentali poifono riceucr mLitatione3però,qiiando alcun rito è in-
)dotto con publica autorità > o riceuuto , (5<: confermato dall' ufo communei
ndebbe eirer' in poteftà d'ognuno ; ma folamcnte del Pontefice Romano,
meCapouniuerfaledituttalaChieiaj mutarlo, quando per qualche nuouo
petto conuenga.
Per il tredecimo, dell' intentionc del miniftro,non poteuano diirentir dal U mdecmo
)ncilio Fiorentino, che l'ha per necclfaria: ma che intentionc fi ricerca, era deU' intendo-
ficile^aefplicarcper la varietà de' fcnfi humani circa il valore,6<:- efficacia de' "^ '^^^ ^imi-^
:ramenti: perilche non può cifer l'ifteilà intentione di doi ,chc habbiano ^r'/^N^"*^**^*
lerfa opinione. Larifpofta communc era, che bafta hauer l'intentione di far gya„ dimrft'tk
:llo,che fa la Chiefa : laqual efpofitione riponendo le difficoltà medefime; diparerii
che per lavarla openione degli huomini,qual fiala Chiefa,anco l'intentione
onelminiftrar'il Sacramento riufcirebbe varia ;pareua che Ci potefTe dire,
>n elTer differente , quando tutti hanno l'iftella mira di far quello , che da
rifto è ftato inftituico,& la Chiefa olferua : fé ben fi hauefFe per vera Chiefa
i falfa:purche il rito di quefta,& di quella fia l'iftcìro.
In quello particolare, dal Vele ouo di Minori fu propello cola degna d'ellèr
jnmemorataqui,& da tutti riputata, & filmata di gran confideratione. Eali
e,Chea' Lutherani,quali non danno altra virtù a' Sacramenti, che d'eccitai:
;de,laqual però può elfer deftata in alùra maniera>importa poco riceuer'il ve-
( )acramento:onde anco dicono,Che non fla neceffario: «S^ pur tuttauia , han-
l per inconueniente,che la malitia dell' empio miniflro>che nò liaueiFe inten-
•i ne di conferire il vero Sacramento>poflì nuocerejconuenendo attender quel-
\ che il fedele rice-ue,non quello che gli è dato^Ma a' Catholici>che>fecondo la
► itàjdanno al Sacramento cfficacia,per donar la gratia a chi non pone impc-
inentojpoiche rariffime volte occorre, che per altro mezzo s'ottenga la gra-
t , i fanciulli certo,&: molti di poco fenno,nó hanno la falute per altro mezzo.
I ghhuomini ordinari] hanno cofi tenue difpofitione>che, fenzailSacraméta,
i n mai farebbe baftante.Et queipochi>che>come Fenici , hanno difpofitione
1 iietta,riceuonopcrò gratia maggiore per il Sacramcntoronde molto importa
; Chriftiano elFer certcfeloriceue vero,& efficace.Se uaSacerdotc,cheteno-a
< ra di quattro o cinquemila animcfolfe un incredulo, ma folenne hipocrita,
i neir affoluere i penitenti, nel battezzar' i putti,e nel cofecrar l'Eucanftiayha-
urefecrcta intentione di non far quello* che la Chiefa £^ ,conucrrcbbe dircj,
148 CONCILIO DI TRENP.O Papa Paolo I.
e 1 3 1 3 che i putti folfero dannati,! penitenti non airoluti > & tutti fenza il frutto de i
xLVi I. Commuuioiie.Ne gioua ditcchc la fede l'upplifce: perche a' putti certo uò:aii
alcriji'econdo la dottrina Catliolica,n.on può far l'effetto del Sacramento:& f .
J.O pj-io far nel cafo della malitia del miniftro,che può eifere anco ordinaria: pi.
che non può farlo femprePEt l'attribuir tanta virtù alla fede , farebbe un leuar ,
virtù a Sacranienti>& dare nell' openione Lutherana.
Confidcraua , che afflif rione haurà un Padre di tenero amore verfo il fuo ■
gliolino , moribondo, fé dubitata dell' intentione del Prete battezzante : firn .
mcnteunojche (ìfenti con imperfetta difpofitionc&fia per battezzar/i, che j.
fictà donerà hauere,che forfè il Prete non fia un finto Chriftiano , &: fé ne bu ,
Se non habbia intentione di battezzarlo , ma lanario , o bagnarlo per irrifio; ,
8c il mcdcfìmo fi confideri nella Confeflìone, Scnel riceuerl'Euchariftia.Sc-
giongeua,fe alcuno diceifcche quefti caiì fonorari,Dio volcife che cofì foife :
in queifo corrotto lecolo non vi folfe da dubitare che fìano frequenti ; ma/ìj >
rari{Iìmi,& fia anco uno folo.Sia un trillo Prete,che finga, & non habbia int -
tionedi miniftrarc il vero Battefmoad un fanciullo,quefl:o poi fatto huomc ;
creato Vefcouo d'una gran città,(Sc vini in quel carico molti anni, fi che hab
ordinato gran parte de' Preti ; bilogna dire» che quello, come nonbattezz.
non è ordinato, ne meno fono ordinati i promoflì da lui;onde in quella o
città non vi farà il Sacramento dell' Eucariftia,ne della Confeflìone,che n
può efTer fenza il vero Sacramento dell' Ordinane quefto fenza il vero Vefcc
ne può riceuer l'Ordine chi non è battezzato.EcCOjper malitia d'un miniftr(
unfoloatto millionidi nulHtà de' Sacramenti: & chi vorrà che Dio fuppl
con la fua onnipotenza in tanta frequenza: & vorrà,che con rimedi) cftrac
nari) prouegga alle cole quotidiancpiu torto faràcredere,che Dio, per fua j
uidenza,habbiaprouifto,che fimil' accidenti non pofllno occorrere.Però,d
uà il Vefcouo,ad ogni inconueriiente , Dio ha proueduto,con hauer ordio:
che fia vero Sacramento quellcchc e amminiftrato col rito inftituito da hi
ben' interiormente il Miniftro portaife ultra intentione. Aggionfe peròjct^
non repugna alla dottrina coramune de' Theologi , 8c alla determinatioiié
Concilio Fiorentinojchel'intentionefi ricerca:perche,cio s'intende, non"^
interna,ma di quellajche per l'opera efteriore fi manifefta : fé ben interiorni<
vi folfe una contraria:& cofi fono leuati tutti gì' inconuenienti , che altrim'
farebbono innumerabili.Molte altre ragioni addufle per prona, & in finép»
un eircmpio,fcritto daSozomeno: Che, eifendo ridotti i putti d'Aleflàndri
raarcper giocar tra lorojfi diedero ad imitare icherzando le attioni folite far
Chiefa:& Athanafio,creato da loro Vefcouo del gioco , battezzò altri fana
non primabattezzati:laqual cofa intefa da Aleifandro Vefcouo Aleirandrin ?"
^ ' celebre memoria,ficohturbòj&,chiamati i putti, & interrogato quello, d '
finto Vefcouo haueualoro fatto,& detto;&: effirifpofto, & intefo che tutto J
to Ecclefiaftico fu oireruato, con confeglio d'altri faccrdoti,approuò il Ba ■■
mojlaqualapprobationc non fi potrebbe foftenere, quando fi ricercaffe un^ i-
tentione siccome gli altri diceuano:ma fi bene nel modo ch'egli esprimer
Quta
>APA Paolo III. LIBRO SECONDO. A49
Quefta dottrina non fa. approuata d^igìi altri Theologi , ma ben reftarono cid I3
.')rdit'i tutti dalla ragione,non fapcndo tifoluerla ; rcftando nondimeno nella xlvii.
J»ttrina apprefajche l'intcntione vera del miniftro fianeceiraria> o attuale, o
^rrualej&checonuna intentione interna contraria, non oftante qualoaque
cierna dnnoftratione, il Sacramento non fia valido.Non debbo reftar di narrare
cOyCe ben quello farà un anticipar il tempo proprio,che,quantonque la Sino-
dopo determinaire airolutamente,che l'intentionedel miniftro ènecellaria>
me ognuno può vedere;quefto Prelato nondimeno reftò nel fuo parere > anzi
'anno dopo fcrifle un libretto di quefta materia,doue afferma. Che la Sinodo
identina fu del Tuo parerej& che , fecondo il fenfo fuo , fi debbe intendere la
rerminatione del Concilio.
Dell'ultimo Articolo,per le cofe dette degli altri,non vi fu difficoltà, che da y^'* matma
Iti non folfecondannato.La materia del Battefmo fu di maggiore efpeditio- ^^'^'"^'fi'»"*
I .Nel terzo Articolo,di quello che è dato dagli heretici,tutti fi fondarono fo- ilur-^^^rti-
\ i la dottrina delle Scole,riceuuta dal Concilio Fiorentino,che il Sacramento colo, del sat-
ercamateria,forma,& intctionei& che l'acqua è materiajlaforma,rerpreflìo »«/»«e degli
dell' atto,nel Nome del Padre > Figlio , & Spirito Santo : l'intentionc j di far ''^"""*
; ;llo,che la Chiefa fa: onde fermarono la conclufione per indubitata, che
ino vero Battefmo quegli herctici > che conuengono con noi in qucfte tre
è:& tanto aflèriuano hauerfi per Traditione Apoftolica, & efler ftato già fta-
ito fino da Stefano primo, Pontefice Romano,principiando il terzo fecolo,
pprouato da tuttala Chiefa feguente:fe ben gli intendenti d'antichità ben
aojche quefto non fu il parere di Stefano, ne in quei tempi fi fapeua forma»
teria,o intentione:& quel Pontefice aflblutamcnte fentì , che non fi doueua-
battezzare i conuerfi da qual fi voglia herefia,non facendo eccettione d'alcU'
mzijche in quei tempi gli heretici , fuori che pochi Montanifti , erano Gno-
i,che ufauano ftrauaganti battefmi,pcr le elforbitantiflìme opinioni,che ha*
lano della Diuinità,&: della Perfona di Chriftorór quei batteimi ècerto,chc
1 haueuano la forma ufata bora : & nondimeno riceueua la Chiefa Romana
bora a penitentia ogni forte d'heretico indifFerentemente,fenza battezzarlo.
omeiVcfcouid*Africa,conquei di Cappadocia,eranoper diametro oppo-
,dicend0,Checonueniua ribattezzar tutti gli heretici. Il Concilio Niceno
me via di mezzo,ftatuendo,che i Cattari nonfiribattezzaflèrcma fi bene i
jlianifti,& Montanifti.La Sinodo Conftantinopolitana numerò molti here-
ijchedouelfero eiferribattezzati:& altri,chc follerò riceuuti col loro Battef
r.in quali farebbe cofa molto difficile moftrare,che ufaflèro la noftra forma:
i,quel che più di tutto importa,è,che San Bafilioattefta, che in Roma non fi
attezs^auanoli Nouatiani,Encratiti,& Saccoforijquali egli ribattezzauajnon
uendo quel Santo per alfurda quefta diuerfità: folo, dicendo che farebbe ftato
n congregar niolti Vcfcoui,per rifoluer di operar concordemente. Ma,a que-
; cofe non attendendo piujche alle fauole,fi attennero alla corrente dottrina,
le l'heretico veramente battezza, fé ufa le parole , & ha l'intcntione dclh
hicfà,
li
U nono, el dt
250 CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloIì.
ci3 13 II quarto Articolo, che il Battcfmofiapcnitcnzajattefa la forza del parlar 1d,
XLVii. da moki non fu tenuto per falforallegando, che l'Enangclifta dicelTe , San (i>
ìlqtiam tra- uanni hauer predicato il Battefmo della penitenza :& che agli Hebrci,alfc),
lafciaio. San Paolo chiamafTe il Battefmo con nome di penitenza. Et co/ìhabbianojr.
lato anco molti Padri : Onde l'Articolo non poteua elTer condannato ; fé 1 n
quando dicclfe , Il Battefn-!o eiTer' il Sacramento della Penitenza:ma,perchn
qncfìio fenfo pareua il medeiìmo col feftodecimo Articolo,i più furono di p ;.
rcdicralafciarlo.
Il nono,(S<: decimo,pcrtinenti al Battefmo di Giouanni,molti erano di par e»
che follerò tralafciati,poiche non parlandoli di quelli della Legge vecchia, ».
"■ no conueniua parlar di quello,che fii intermedio, eifendo lo fcopo di trattale^
Sacramenti della nuoua Legge.Ma dall' altra parte fu detto >che la mente d li
herctici non è di alzare il Battefmo di Giouanni al pari di quello di Chrifto la
di abbaifarc quello di Chrifto a quel di Giouanni:infercndo,che,fìcome qu 0
non daua la gratia,raa era pura fignificationccofì anco il noftro i ilche è ror 1-
liirima hereiia.
e l'undeeimo Neil' undccimo , de' riti > voleuano alcuni che fi diftinguefTero i foftan :
con dìflimione dagl' altri, dicendo,che quei foUnon fi poffono tralafciar fenza peccato, i
vofeuano efcludere ilcafo della nceeffiti folamente , fuor dellaquale non 1 i
lecito tralafciar manco i non foftantiali : poiché hauendogli la Chiefa,x
retta dallo Spirito Santo , inftituiti, hanno nece{fitàperilpreeetto,feben
per la foftanza del Sacramento. Allegarono molti capitoli de' Pontefici
Concilij,che di alcuni di quei riti parlano:iquali tutti refterebbonovani,qi
do folfe concefla libertà ad ognuno di far mutatione.Qiiella parte, che del*'
merfione parla,fe bene più efpreila figura della raortcfepoltura, & rifurrett:
di Chriftojera nondimeno da tutti dannata,con allegar molti luoghi de' Pi
tijdouc fi parla d'afpcrfione,o effufione d'acqua:quali tutti literalmence die
no doucrli liitendere del Battefmo.
ìtrefeguentl Contra quei trcche del Battelmo de' putti parlano , fu il parer di tutti:
cendamati, allegar la dottrina degli antichi Padri, & delli Scolaftici : Se molte inuet
come anche il fm-oao fatte c ócra Erafmo,atn.ibuédogli l'inuentione delqmntodecimo,qi
?'*'"'*^^"'"'''ficandola per e i-npia,&pcnìiciofa,& che aprirebbe una via d'abolir' a fattla
religione Chriitianaraggiongcndojche fé i fanciulli degli Hebrei circon fb
venendo ali' età,erano debitori di ieruar tutta la legge , & erano puniti p le
trafgreiììpnijmokopiucracofagiufta coftringer i figli de'^ fedeli ad olleru; la
ChnlHana: che meritamente l'uniuerfità di Parigi haueua condannato qilF
articolo, &; la Sinodo lo doueuacondannare.il decimo fefto concludeiiio
effer comprefo negli articoli fuperioii,perche leuerebbelapenitentia,un'a 0
.. ... de' fetteSacramcnti.Ma l'ultimojtutti dilTero elfer contrario al proprio min e-
egivtmt ^.JQ(;^g|g^j-f£(nio,nel bel principio delquale , viene auuertito il Cathecum(D>
che,volendo andare alla vita eterna,èneceilàriaroireruanzadi tutti icomrri-
^me^finat'h ^^^ g^^ articoli,circa la Conferraatione,non vi fu alcuna difFcrenza,pcr \\i sr
J.i-
r.PAPAOLo III. LIBRO SECONDO. 251
fidamente nel Concilio Fiorentino,ilqual da tutti era allegato , 8c (jaello che e 1 3 1 3
ri terzo articolo fi dice » Che già i giouani rendeirero conto della fua fede in xlvi i.
rrfenza della Chiefajgeneralmcnte fu derifo,con dire, Che, non niandofìin
qeftitempi,fidoucuacredere>chemaipcrilpaiIato follc-ilato ufaio: perche la
tiefa non haurcbbeinterraeira quella ceremonia. Furono portati moki luo-
gt de' Concili)>& Scrittori antichijcon mentione del Crifma , & di Ontione;
c|." nonpolfono conuenire ad inftruttione,ne elfame-Perilche conclufero , do-
u e eifer riputata vaniffima l'ignoranza di chi vuol al prefentc, coatra ale om -
tinfenfodituttalaChielajmutar' un Sacramento tanto principale, in un rito,
; forfè in qualche particolar luogo fu una volta ufato,ma non mai fu uniuer-
;,come l'Ontione del Crifma.
Sopra l'ultimo articoÌo,fu molta diificoltà,per il fatto di San Gregorio Papa, l'ultimo dlj^w
'. concelfe quel miniftcrio a' femplici Pretunel che li Francefcani,per la dot- *^^°''
iliadi San Bonauentura,chc,feguito da Giouanni Scoto 5 & dall' Ordincloro,
.ibuiua alfolo Velcouo qucfto minifterio, haucndo per nullo l'actentaco da
Prete;ilchefu.anco tenuto da Papa Adriano lefto:rifpondcuano , che quella
iermiflìone,& per quella volta fola,& contra il volere del' Papa, per fuggir lo
idalodiqueipopolijoucro,che quell' ontione, da Gregorio pcrmclfa, non
Sacramento della Confermatione. Laqualrifpoftanon elfendo piaciuta a
Thomafo, perche non libera totalmente il Papa dall' haucr errato , egli
iòtemperamento,condire,Che,quantonque il Vcfcouo fia miniftro della
ifermatione,poflì nondimeno ellèr miniftrato dal Prete, con pcrmiffione
Papa: alche opponendo gli altri, La dottrina d^Ua Romana Chicfa eilèr
luta,che da Chrifto fono inftituiti i miniftri de' Sacramenti,a quali,fe ben il
lapuo commandare quanto all' clfercitio del miniftcrio , non può però iii
do alcuno farccheil Sacramento miniftrato da altri fiavalidojncche il con-
to dal miniftrojinftituito da Chrifto ctiandio contra il precetto di elfo Papa,
iullo:Et peròjfe Chrifto ha inftituito il Vefcouo per miniftro, il Papa non lo
► concedere al Prete:fe Chrifto ha concedo che il Prete pofl],non lo può im-
ire il PapaiparcndoCTrancofa, che negli altri Sacramenti, tutti di maggior
eflìtà,Chrirto haueilcpreicritto ilminiftro,fenza lafciar nilfuna libertà acrli
)mini:& in quefto,che fi può ad ogni meglior opportunità ditferire , hauelfe
|taunafingolarità,dellaqualeperfeicento anni,che furono fino a Gregorio,
uno hauellè fatto minima mentionc;&: far' un Articolo di fede fopia quattro
ole dette per occafione:che, fé quella Epiftola fi folfc perduta, mai nilfuno
irebbe inuentato quella diftincione infoiita in tal materia, ne applicabile ad
ro,che a quefto luogo di Gregorio.
'Non fodisfacendolì altri della refolutionc ne dell' una, ne dell' altra parte,
^pofero alcuni chefì pigliallèrolc parole del Concilio Fiorentino, & nonCi
'.caffè più oltre:altri pigliarono termine, che fi condannalfe folo chidira,!!
;te„S:noniiroloVefcouo,eircr l'ordinario miniftroilafcianJojchc di quella
rolaambe leopcnionipotelfero valcrfr.eUcndo libero rintcrire,Adonqae ci
n'altro miniftro ftraordinarioioucro dire,Adonque non ve ne può dVa' altro:
li ij
^1$! CONCILIO DI TRENO Papa paolo li
e 1 3 1 3 perche i Sacramenti non hanno miniftro/e non ordinario.
xLvi 1. Mentre gli Articoli fopradetti furono difcuflì da' Theologi,nellaCongrej.
i formato il clone de' Canonifti,formataperraccogliere,& rimediare agU abufijconcetnoi
Decreto e 4 ^^ materie ftelfe de' Sacramenti in generale,& del Battermo,& Conformatici^
abufi nel r»»- ^^ formato un Decreto continente Tei capi. In foftanza diceua , Che la Sinoc,
nijìerio de Sa- Volendo leuar gli abufi,introdotti dagli huomini,o da'tempij & infegnare i ri.)
cramenti . ri- niftri delle Chiei'e > & altri fedeli , come fi debbono gouernàr nel cuftodirjyt
fj>mo alle miniftrargli,& riccucrgli>ordina,I. CheiSacramentiì&cclefiafticifianolibcilfl
»«r«di, mente couferitij& per il miniftrargli nilfuna cofa fia rifcollàjoaero addimancc:
ta>rottoqual fi voglia pretefto> ne fia pofto in moftra calfetta , vafo , drappo||i
altra tal coia,per quale tacitamente appaia che fi dimandime meno,fianegai'<|3
differito il Sacramento>fotto pretefto di qual fi voglia longa,& antica coniatili
dine di non conferirgli>re non,riceuuta prima determinata mercedejouero aiéj
fodisfattione di qualche cofa del refto debita:attefo,che ne il pretefto di conili
tudincne la longhezza del tempo/minuifcejanzi accrefce il peccato , & i e m
. . ^ trafacienti fottogiacciono alle pene ftatuite dalle leggi contra i Simoniaci.
ttog > ji Sacramento del Battefmo non fia conferito in luoghi profani , ma folo n
Chieferfaluochejper urgente neceflìtà;& eccettuati i figliuoli de'Rè,&Prei
pijfecondo la conftitutione di Clemente quintojlaqual però non habbia lu(
in tutti quellijc he hanno dominio;ma folo ne' Prencipi gràdi.Ne i Vefcoui >
no la Crefma,fe non veftiti con paramenti condecenti, & nelle Chiefe , lue
«i^e ferfont facri o cafe Epifcopali. Ili . Il Sacraméto del Battefmo fia amminiftrato da'
dt miniflrì, cerdoti peritij& idonei> nelle Chiefe matrici folamente jnellequali fia il Fc
Battefmale-.eccettojfeperle gran difficoltà d'andare a quelle, pareflè a'Vefc
concederlo anco in altre Chiefe ;o da immemorabil tempo fia ftato conce
nellequali Chiefe fia cuftodita l'acqua benedetta,prefa dalla Chiefa matrice
n padrini» ^in vaio raondo>& condecente. IIII. Nel Battefmo,& Creima,non fia aram
più che uno per Padrinorilquale non fia infamcne fcommunicato , ne interi
to,ne fotto lapubertà>ne Monacho;o altro, che non poffi eireguir quello ,
promettc:&: nella Crefma,non fia riceuuto per Padrino , chi non è crefin ut
ti altrìminn- ^^^^ y^ p^j- \q^2.\: l'abufcin molti luoghi introdotto,di portar l'acqua del > ^
** "^'' tefmo m volt a,Quero condurre i putti crefimati con la fronte ligata;alfine d; tf !
molti compadri col lauar delle mani,&: col fcioglier lafrontejatcefo che nifi a
compaternirà con quefli modi fi contrahe;aonpermettino i Sacerdoti,che 1 :-
qua del Bactcrmo fia porcata fuori di Cbiefaima fubito fia gettata nelfacrarii M.
il Fonte Baccefiiiale fia reriato;& i Velcouijquando danno la Crefma, facci o
ftar due ChiericiallaporcadcllaChief'a, quali {leghino, & lanino le fronti e'
crefimaci,&: non lafcino ufcir della Chicta alcuno ligato. Habbiano ance i
Vefcoui diligente cura di non confermare alcuno fc ommunicato,ne interde )>
ne che ila in peccato mortale.
difficoltà, della E^ quantonque con maggior facilità i Canonifti folFero conuenuti in qii li
gratuità nel Decr^n,che i Theologi nelle lor difcufllonijcon tutto cio,fuiono tra loro qi 1-
Sacramento, che difFcreiizcnclla riiolutione dellequali non potendo conuenire,dopo hait*
leJa-
jpaPaoloIII. libro secondo. 153
I oneamente difputate) formarono i dubij, rimettendo la decifione di quciU ci 3 i3
j, ^ CoiT^regatione generale. Fra il primo dabio,Se alle parole del Dccrcto> xlvii.
()è,NiIlunacofafiarircolla>oueroaddimandata5fi doLieuaaggiongereancora>
j riceuuta.lUecondojSe lì doueuaancoaggiongercEtiandio lotto prctcfto di
alfì vQo^liacoafuetudine.Il terzo>Se era bea aggiongcrui qualche paiolcper
nificarche la Sinodo non prohibifcc le oblationi volontarie ;ouero , chele
r ^hibifce folojquando fono date per rifguardo del Sacramcnto,& non per al^ri
petti di pictà:opur,fe il Decreto lì debbclafciar nella fila uniuerfalirà.
Ma,ncllaCongregatione generale fu la medefima difficoltà, laquale non fu pp'*f*iein
flìbile concordare. Quelli, che voleuano le aggionte , per prohibire anco ^^ JntfalT'*"^
euerc,& il preteso della confuetudincallegauano i'Euangelio, Date liberal- *
rnce quello,che liberalmente hauete riceuuto.Et molti Canoni,CQn Anathe-
,a chi dà,& a chi riceue cofa temporale per la fpirituale. Che la confuetudine
ntra la legge diuina,& naturale,è una corrottela,& non può hauer luogoxhe
1 titolo di Simonia è riprefa,&; dannata la confuetudine di dare,o riceuer per il
[ iFelfo de' beneficij,per le benedittioni delle nozze, per le fepolture,benedic-
ne del Crifma,ouero oglioj& ancora per la terra della fepoltura : ilche tanta
iggiormente fi debbe applicare a' Sacramenti: che non prohibendo la con-
:tudine,non farà fatto nientcperche la corrottela è introdotta per tutto, Se
nano Ci fcuferà con quella: che,ficome nel Decreto fi ha dannato la confue-
line di riceuer alcuna cofa inanzi,per la medefima ragione fi debbe dannar la
ifuetudinediriceuerdopo:perchealtrimente,con hauer condannato quella
a,{ivien ad approuar quella. Et quanto alle oblationi volontarie, voleuano
2 generalméte folfe prohibito il dare & riceuer alcuna cofa poco inanzi,o po-
dopo,per qualcunquerifpetto fÌYoglia:imperoche,per ragione del tempo,fl
da pre(umere,che fia dato per il Sacramento,&per quello era allegata la glof-
laqual dice, Che,quantonque il metter danari nella calTetta , fia opera di pie-
nondimeno il farlo al tempo del Sacramento riceuuto , induce fofpitione di
nonia:douerfi hauer rifpetto al tempo,nelquale la cofa,che del rimanente fa-
>beftimatabuona,ha fpecie di iTialitia:elfer precetto diuino,leuar ogni occa-
ne di fcandalo,& allenerli da ogni apparenza di male : & per fare che i Sacra-
;nti liano amminillrati con purità,prohibir' alfolutamente le offerte fponta-
sene'tempirche i Sacramenti fono amminillrati j eirortando i fedeli a quelle
li gU altri tcmpi>& occafioni.
I Per l'altra parte era detto,Che un Canone del Concilio Carthaginenfe quar-
ì concede , che fiariceuuto quello che è offerto da chi fa battezzare i fuoi fi-
li: che i Theologijdopo hauer determinato , che per i Sacramenti niente di
mporale può elfer riceuuto,infieme conlentono,Che fi polli riceuer per la fa-
i:aneiramminillrargli. Et molto piu,quando non è dato, o riceuuto, per rif»
■rto delSacramento;ma per ragione di limofina:che quello farebbe un Icuar a'
Ilici le occafioni d'efTercitar le opere dipietà:che,leuando le offerte volon carie»
jJoueri Curati non hauranno diche follentarfi. Allegauano l'autorità di S.
jiolojChenófialecitomctterlamuferuolaairanimalchebatte il grano nellT
i li iij
__ 254 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo I]
e i~ ~ aia, Se chi ferue all' alcarcdell' aitare debbe viuere. Non doiierfì cófeirar mai,cl
XLVii. viiiaalcunaconriietudineincrodocradidarcoriceuei-ealcuiiacofaper il min
ilcno de' Sacramentiiperchcelfendo quella generale per tutto , farebbe un dir
Che nella Chiefauniuerfale Ila flato tolerato> anzi approbato un'abufo peni
tiolo;& però,nou fa biiogno parlar di leuare una confuetudine,laqual non è ii
t rodotca-.&jpenfando di voler porger ruiiedio a quello , che non è male,ma è ft
mato tale per la fiacchezza della coicienza d'alcuni,far'una piaga mortale nel!
Chicfa.Pcr ragione principalifriiT!adiceuano>cheInnocentioterzo,nelCócili
Gencralcjcap. Ad Ap^^Jìobcam^tde Simonia ^ noniolaméte d ichiara per lod cupi
la cófuetudnie in queila materia d'oblatione nel miniflerio de'Sacraméth&c
dina che fla oiltruatajma ancora,cheil Vefcouo debbe punir chi tenta di muta
la.Perilche,il determinar adello il contrario, farebbe, con immenfo fcandal
condannar' un Pontefice^ un Concilio generale, come appro^atori & defe
foi'i d'un error pernitioto.
Era replicato dall'altra parte,Che lo flatuto del Concilio Carthaginenfe co
danna feueramente l'etrattionctolerando l'offerta fpontanea : ma è però eme
dato dal Concilio Eliberitanojilqualeprohibif ce l'ufo introdotto. Che ilba
tezzato metteua qualche danaro nel vafo.Che l'inuentione de'Theologijdifli
encndo il minifterio del Sacramento dalia fatica nel miniftrarlo5 »Sc,la diftinti
nediriceuerper:rifpetto del Sacramcnto,o d'altro ; infìeme conquell' altra)
prmiaria,& fecondaria intentione^erano mctafiiiche , &c chimeriche^ poiché,
parole dell' Euangeiio fono dette in termini alfoluti, non foggetti a cauilli,ne
o-loirc,che deftruggono ilcefto,CheDio,per Moife,&S. Pa.olo, nei prohibir
muf'eruola^ intendono e he non fia negato i'almiento all'animai affamato,!
non che Ila cócelfo al facoilo ài riempnf 1 fuperfìuaméte.Che non fi può pirete
dere pouertà dell' ordine Clericale,hauendo non folo competenti , anzi an
aKódanti entratcjma l'abufo eircrcche i Rettori delle Chiefe non fanno refidt
zanebenefìcijjtScpurvoglionoperletutti i frutti,& affittano anco gliincert
poueri Pretucci,iquaii fono sforzati a vender tutto per viuere.Douerfìpiu tol
prouedere,che tutti rifedano nel f uo benefìcio, che hauranno di che viuere ,
abondare5&: non oleranno vendere i Sacramenti Ecclefiaftici.Et,conquefl:a e
cafionc tornauano adilatarnfopralarefidcnza,&: foprai beni, che farebbg
feo-aiti,dufliiarandola,z^? ?«rf D/^//^o.Soggiongendo poi,che,fe pur qualchel
netìcio curato è tcnucfe gli prouegga con l'unione d'altri benefìci) flmplicB
quando non vi fia altro modo,fi procuri che il popolo gli dia da viuere.ElPer iT
glio,3<: grato a Dio,il confedar l'error patrato,& rimediarlo,piu toflo che dife
derlo,& perfeuerare in qucllo.Et il Cardinal del Montcche del rimanente pai
uà a tutti poco inclinato a riformatione,in quefto nondimeno fentiua viuarac
tcperqueftaparte:&a quelli,che allegauano l'autorità d'Innoccntio III. e
Concilio generale,rifpondeua,Che faccuano gran torto a quel Pontefice, 5
quei Padrijad attribuirgli,che difendeirero un tanto abuto,& moftrauano la J
1-0 irrnoranza:imperoche,leggendo li tre capitoli,delmedenmo Concilio , pi
cedenti inanzi,haurcbbono veduto chiaro l'IntentioneiSc come quei Padri pi
hibir
APA Paolo III. LIBRO SECONDO. i5)_
birono ogni cirattione,condannando anco la confuctudincin conrrario:&: in e i o i ^
linifterio^c' Sacramcntijmale alrrc lccice,& honefl:c,introdoctca fauor delle xlvii.
ihiefccomelcdecimcpnmitiejoblacionilolitea farli all' akaicpoitioni ca-
oniche,& altre tali lodeuoli ufanzc : allegandcche coii era intcfb il Capitolo
i Bartolo,& da Romano.
Ancora i Padri deputati a formar i decreti in materia della fcdcconiìdcratc
fcntentie de' Thcologi.& le conclu(ioni,in quali erano conucnutijtialaiaati, f formano i
diftintigli articoli fecondo il ricordo loroi(Hc: ordinatigli anco in kric più ^'^"^'^^deSa-
»nieguenre;formarono quattordici Anathematifmi fopra i Sacramenti in uni- '^'*"'^""*
rfale } dieci del Battefmo , Se tre della Crefuna ; efplicati con tal forma , che
>nreftaua cenfurata alcuna delle openioniCatolichcj&ftando lui commune,
disfaceua a tutte le parti.Ma,ncl componete i capi,per cfplicare la dottrina,
me s'era fatto della giuftificatione,non fu poflibile farlcche ufando i termi- conar^ncUffi-
d'una delle openionijnonpareife reprobata raltra:cofa>che ne a'Dottori pia- colta nd Ca-
uà per affetto alla propria fettajne a' Legati,& neutrali,per non feminar caufc f'^^lo deiu
nuoui fcifmi. Ma nonelfendo poflibile efplicar la dottrina coli delicata- ^""""^.-^
rntcchenoniì pendeffepiu da una delle parti, rimileroalla Congregatione
icrale il definire il modo > come i Sacramenti contengono , i^ caufano la
itia.
<ella Congregatione non fu minor perpleflìtà di quella,che i deputati hauc-
I io.Conruttocio,unaparte de' Padri inclinauapiutofto atralafciarafattoil
I IO della dottrina, &pairare con i foli Anathematifmi , come s'era fatto dei
j :cato originalc.L'altra parte voleua onninamente i capi della dottrina, alle-
\ ido le ragioni ufatcquandofideliberò di trattar cofi la giuftificatione:& che
rempiojintrodotto all' hora,era necelfario feguire:douerfì ufar' ogniacciira'-
za,per farlo confodisfattioneditutteleparti.MafinalmentcelIèrneceUario
o,& non ellerui pericolo d'alcuna diuifione:perche,fìcome i Theologi pre-
ti in Conciliojfe ben acremente difendono la propria openione,fi rimettono
idimenoallaSinodo:ilche elfendo certa cofa che faranno anco gli aiFenti,
ifìdebbe reftar di fare cofa perfetta, per conuinccr gli heretici. Haurebbe
ualfo quella icntentia,fe non le glifolfe oppoilo viuamente Giouanni Batti-
Cigala,Vefcouo di Albenga,& Auditor della Camerajilqual diire,Che,perla
ione delle hiftorie non s'haurebbe mai trouaco,che alcuno,fe non coftrettOr
d;>oneire l'openione propria per eller condannata: & fé ben tutti i Catolicidi-
c 10 di rmietterli al giudicio della ChiefaRomanajcon tutta cio,le l'openione
f .foirereprobata,nonlarimttterebbono;mapiu pertinacemente la difende-
riboncmaggiormente fortificandoli per l'oppolltioncionde di fettcnafcono-
hefic.Lequaliperim.pedire,ilvero modo elkr tolerare tutte leopenioni,&
e :rar che nilFuna danni l'altrajma fi viua in pace:ne mai cllerc una tanto rcpu-
pnteall' altra,che>ufando quella moderationc,pofllnafcere alcun' inconue-
i'nte:doueche,fenzaquefta,una differenza verbale, un apice minimo, è fuffi-
e te a diuider tutto'l módo.Che molte delle openioni de' moderni innouatori
s lurebbono potuto toleratcie le hauelfero aircrite co mod€ftia,iS^ fenza dan-
"ii laChiefa Romaiia,acla dottrina delle Scole.Quefto hauer coftrecto Leonia,
156 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo ]
e 1 3 1 3 ritorcer contra Luthero quelle faette , che egli prima tirò conerà la Sede At •
XLwii. {lolica.Iaromma,diceua,&: replicaua il fauio Prelatcche le lolite proteftati
ni de' Dotcorijdi rimettcrfi allaChiera,erano termini di creanza,& riuerenzu
quali necelTario era corrifpondere con altrettanto di rirpetro, conferuancfì
neutrale tra le contrarietà : comportar cofi i termini del viuerccherifpci
qiiello,che vuol' elTer rifpettato:& non creder mai,che chi dice di rimetterfif
{ottoporlijhabbia animo di farloife l'occafìone veniire:di che hauer dato ma •
feftoindicio Luthero >ilquale mentre hebbe da far con foli frati Queftori
Germania in materia delle Indulgenze, & anco co' dottori di Roma , femc
dilTe jChefì rimetteuaal Papa: òcfubitoche Leone riceuette la promeiTa r
i-cale,laqualeradettaperpuraapparenza, non folo Martino non actefe lap .
meira,ma inuehì maggiormente contra il Pontefice,che non haueua fatto e -
tra li Queftori in Germania.
I Leeati ne ^^ ^^^^^ ^^ ^^^^ deliberate,& delle difficoltà rimanenti, cofi nella materi j
firmano « /^o- fede , come di riforma degli abuiì , i Legati mandarono copia a Roma, rici -
>««• dendo ordine di quello,che doueuano riloluerfi : fra tanto non tralafciandi li
rielTaminarlemedermie materie: ma,trattando però più feriamente la mat a
della pluralità de' beneficij,già,come s'è detto,propofta,& parte in quello t
pò medeiìmo ventilata: dellaquale,per narrarla continuamente,ho portai
tutto in quello luogo.
U Co r Nella Congregatione de* quindici Gennaro, quando furono dati fuor
Catione Ma' articoli de' Sacramenti , continuandoli la materia incomminciata il giornc
riforma fi ri- anzi,alla pluralità s'aggionfe di trattar le qualità,&conditionide'Velcoui:]
mttonofu le che affai non rifedono per non eifer' atti ad esercitar' il carico : & molte (
qualità deVe- furono dcttejprefo principio da quello,cheS.Paolo ricerca ne'Vefcoui,&l
jcoutyfierrh- ^ j-Qj^j^f-j^-g^do gran rifleiVo l'oprale parole,irreprehenfìbile, dedito all' holpiil
Lenza: tà,non auaro,non nuouo nella religione,& (limato anco dagli eftcri : appr( '
furono portate altre conditioni,requifite da molti Canoni:ne in quello oc<
fé alcuna conrentionejdeclamando tutti concordamente contro i viti) & d
ti de' Prelati , & dell' Ordine Ecclefiaftico : ilche non difpiaceua a Legatij
dendo volontieri i Prelati trattenerli con quella imaginedi hbertà. Ma.
femore del parlare,Giouanni Salazar , Vefcouo di Lanciano attribuì, l'orii [
del male alla Corte Romana, laquale nella dillributione de' Vefcòuatì hai
deli' abufo <t mira , non alla fulficienza delle perfone, ma a' feruitij riceuuti. A che repll
gfa alcuni in- con molto fenfojil Vefcouo di Bitonto,che poco dopo lui parlò,dicendo,<
colpamRj»may im meritamente a quella Corte era attribuito quello, che vcniua per colp
ttlm lajctl- tj-uj. poiché in Germania anco iVefcouati lì danno per elettione : inFrar-
^*'"* Spagna , Se Ongaria,per nominatione Regia : in Italia molti fono de lurepf o
natvu : 6c anco ne* liberi, i Prcncipi vogliono fodisfattionei& con le racc< v
mandationi,che fono preghiere,allequali non lì può dar la negatiua, leuan 1.
libertà al Pontefice. Et chi vorrà non correr dietro all' openione,ne lafc f'
trafportar da affetti,ma con lincerò giudicio rifguardare , vedrà che i Vef u
fatti liberamente a Roma fono forfè i migliori di tutta Europa. Che la piar t
paPaoioIII. libro SECONDa i^r
< benefici], male incognito all' antichità prima , non è Arato introdotto dalla e 1 3 IT"
;:)rtediRoma,mada' VcfcouijfScPrencipijinanzichei Potefici airumcffèro il XLvir.
ico di regolar la materia beneficiale in tutta la Chrifti^nitàtfenza la proiiido- "'«^ *»f^« di
iic'quali,chefi vedono nelCorpocanoniccildilordincrarcbbegionto al col- '?"^^f'^'^P^'*'
:,Fu udita queftacontentione con piacere, &:dirpiacere 3 fecondo gli atfccci: \^^^^-
ben ognuno fcopriua,che tal materia non fi poteua maneggiar lenza per ico-
:ome moftrarono le trattationi delle fegucnti Congregationi.
Vla,pcrche quello particolare merita eifer ben' inrefo/arà cofa gioucuole àifc^Yp, ddC
rar l'origine dell' abufo, & come fia peruenuto a quello colmo.Tralafciato ortgine,pra*
ariardi quei felici tempi,quàdo il nome di Chiefa era commune a tutta l'ad- fri-^'^^a-^-
nza de' fedeli, allaquale ancora appartencua rufo,& il dominio de' beni, {^Jg} *
fi chiamano Ecclefiaftici, quando di unamailàcommunecraprefo il vitto,
edito de' poueri,&: de' miniftri:anzi,fi prouedeua più principalmente a' bi-
li di quelli,che di quelli : ne facendo mentione di quando ,per la imperfet-
e fi fmontò ungrado,&fifece di una malfa quattro parti,ponendo nell'in-
» luogo,quella de' poueri;che,fecondo Tufo d'inanzi , doueua circr nel pri-
Ma,pigliando principicdopo che cfdufo dal nome di Chiefa il popolo di
ifto,& appropriatolo a' foH Chierici, per appropriargli infieme l'ufo, ;?<: il
inio de' benijfu a pochi applicato quello, che di tutti cra;& agli opulenti
lo , che prima fcruiua agli indigenti. Nel principio,dico,di quei tempi.
ndo i Chierici partito tra loro tutte le entrate della Chiefa ; i carichi , che
a erano chiamati miniilerij,&; offici) della cura fpirituale,hebbcro per prin-
e il temporale,& furono nominati Beneficij.Et per all' hora viuendo tutta-
Canoni antichi,che uno non folTe a doi titoli ordinato,niirun poteua hauer
un beneficio. Ma, fuccedendo,per le guerre,© inondationi,la diminutione
entratcfi che non reftallèro iufhcienti per il vitto,cra quel beneficio confc-
. chi un'altro ne teneua: ad un tale però,chc potelfe attéderead ambidoi.U-
'introduire fare,non a fauor del beneficiato 5 ma della Chiefa, laqualnon
ido haucr' un proprio miniftro,haueire almeno qjualche altro fcruitio , che
ìtelfe eifer prellato.Sottopretefto,che un beneficio non folte fufficienteal
j&nonfitrouaife chi CTliferuiircs'dlargò a concederne più ad uno , quan-
ue non apparillè necellàrio per feruitio delle Chiefc:& pian pianojleuata la
hera,non s'hebbe per vergogna far l'iftelTo a fauor del beneficiato: diche ri-
gido il mondo fcandalo,conuenne moderarci honeftarl'introduttionedà
i' , poiché fi vedeua accettata la diftintione di obligati alla refidenza,6c non
'jatijfuaggionta una altra di compatibili, & incompatibili: chiamando in-
^patibih tra loro quelli di refidcnza;& compatibili glialtri,conquefti,& era
C|:fempre però al color dell' honellà era riferuato il primo luogo con la
irade'CanoniftijChepiu benefici) non fiano dati,{e non quando uno non
Ìtpcrviuere.Ma,qucftafuificienza la tagliauano molto lai-ga,proportionan-
ynon alla perfona, ma anco alla qualità:non hauendo pcrfufficiente ad un
E dozzcnalcjfe non folTe ballante per fé, per la famiglia de' parenti , per tre
\ioihòc un cauallo: ma>fe foife nobiie>oiiero lettcratojtanro piu.Pcr un Vef-
zjS CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo l
ci3 i3 couojè maraiiiglia quanto l'allargano per il decoro che gli conuicn tenere, e
XL VII. Cardinal bafta cófiderare il volgar detto della Cortcchc s'uguaglia.no a' Rè a
che concludonojChe niifuna entrata fia eccefliua in loro ie noh è fopraboncn
teallaconditione Regale.Introdottala confuctudine,& non potendo iliin
4ojnc l'equità refiftere, i Pontefici Romani riferuarono afe foli ilpoter dii^n
far degli incompatibili,^ dell' haucrne più clidoidegl' altri. Ma,pertrouar o
do di mettere in pratica>chekauc(re del coloratojfi diede mano alle Comnij
dcjcola anticamente ben inftituita, & poi adoperata folo a quefto fine.
quando per qualche rifpetto di guerrejp^ftij& altre caufe tali,non fi poteuj
prcfto farì'clettionejoprouifionejilfupcriore raccommandaua la Ch^-
cante a qualche perfona di bontà 6cvalore:che,oltre la cura della propria.
uernaire anco la vacante,finchefoircprouifto di Rettore proprio, &tit^
Quefto ali'hora non haucua facoltà fopra le entrate, fé non digouernai
confegnarlc.Inprogreiro,iCommendatarij,fotto vari] di neceflìtà,&hQj
il valfero de' frattii& per goderli più longamente , attrauerfauano varij. ira
nienti allaprouifione:ondc,per rimedio,fu prefo ordine,ch€ la Commend
pocelfe durar più di fei meii. Ma i Papi , con l'autorità loro jdi piena poi
pailarono a commendar per più longo tempo *. & finalmente anco a vi
Commendatarioj& con facoltà di uiar per fé i frutti , oltre le (pefe nece
Qiiefta buona inuentione,coiidegenerata,fi usò ne'tempi corrotti per pai
pluralità al poireiTore d'un beneficiojcommendandone un altrorO più: ce
uando le parole della Legge, di nò dar ad una perfona faluo che uno:ma d<
dando illenfo,poiche il commendatario a vita,in elTiftenza , Se realtà,
differente daltitolario.Erano commeiEe grauieiforbitanze nel numero de
ficij commendati,tanto,chein quefto fecolo, dopo nati i motiLuthen
mentre rutto'lmoi:dodimandauariforma, non hebbe rifpetto , ne vere
Papa Clemente VIL del M.D.xxxiiii. di commendare ad Hippolito Ca
dc'Mcdici/uo nipote,turti i benefici) ditutto'l mondo,fecolari,& regot
dignità <3cpcrfonalÌjfemplici,&curatijvacati per fei mefi, dal dì che ne|
prciaia poifeffioncjcon facoltà di difponer,& conuertir in fuo ufo tuttiì
Laqual' eiforbitanza, ficome fu il colmo, cofi ne tempi inanzi non are
Corte vak-rfi di quefto,dando in commenda ad uno numero molto grane ,
Pero fu inuentato divalerlì,perpaliarla pluralirà,d'un altro ufo antic
uato per buon fine,che e l' Vnionc.Quefta era ulataprima,qua.do una Chi j
diftrucra,ouero!e entrate occupate» che fi trasferiua quel poco rimani ìt?
vicinojinfiemecon il carico, facendo tutto un lolo beneficio. L'indufln!
Cortegianotrouò, che anco fuor di qucfti rifpetti , s'unilTero più bene! i
unOjfiche concollatione diquella,lapluraUtà fi copriuaà fatto, quanto: i
fauor di qualcheCardinalcogranperlonaggio5follcro uniriinfieme tre '.
quaranta benefici j,pofti in diucr£ luoghi di Chriftianità. Nafceuaperò
conuenientcchefi diminuiua il numero de' beneficij;&: la gratia fatta a
era poi fatta a molti,che fuccedeuano,fenza che la meritairero, & impetr a
con gran danno della C oite & della Cancelleria, Et a queftg fu rimediat ^
PA Paolo III. LIBRO SECONDO. 259 _
; ile &argi>tiiTmiamuédonc5dÌLmiic quanti beneficij al Papa piaceua in una ^{^ 1^
FajdLiraiice folamence la vita di qucllo,a cui era confciito ; per la morte del- xl v n.
ilcranioneintcndelIe?)?/Sy??t7(?diiroluta,& i benefici) rirornati nel Tao fta-
rimiero.Con quella maniera Ci venne all' aprir delle belle trou.iccpotcndo-
lì conterir' un loio beneficio in apparenza, che in efiiPccnza ne tiraua moiri;
Dnfellàriìcome quello chedilfejhauer rubato una briglia da cauallo, taccn-
he folle con quella inbrigliato l'animale.
errimediareallapluralità,eraneceirarioleuar l'ufo di quefti treprctefli:il <^^»A'^''« f^
sramoko ben conofciuto da' Prelati prudenti: onde alla prima propofta lu y-'^^X*^
orme il parer di tutti, che folle vietata : de nilUmojdi qualonquc conditionc
glia .ipotetre ottener numero maggiore,chedi tre beneficij. Alcuni anco
onfcro,quando doi di quelli non alccndono alla fomma di quattrocento
Iti d'oro d'entrata : volendo , che qualonque pcrfona, quantonque iubhme
aduata, folle foggetta alla regola di non poter' hauer più e he uno , quando
idea quella fomma ;o di doi,le quelli vi giongono : in fine, non più di tre,
iuino,o non arriuino.Sopra che vi fu aliai a dilputare. Ma molto piu,qua-
luilcLipomano. Vefcouo di Verona, aggionfc, che quello decreto folle
oaquelli,chediprefcnteairhorapoiredeuano numero maggiore : iquali,
eccettuato alcuno di qual Ci volia grado, & cminentia , follerò collrctti,ri-
idone tre,renonciargli altri : cllendo in Italia fra (ei mclì,ò^ hiori d'Italia
oue meinilche non facendo , follerò fenza altra dichiaratioiic priuati : &c
;o,non oftante che i beneficij follerò uniti,ouero commendati, o con qua-
ue altro titolopoirefli.il Vefcouo di Feltreadherì all'iilellaopenioncmo-
idolaperò con diftinguer le Difpenfe, Commende , Ci^ Vnioni , altre, latte
tilitàdelle Chiefc:& altre,perfauordel beneficiato :volcndo,che Icprime
tanti il voglia benefici] doueifero reftar valide : ma le fatte, per priuata uti-
e' beneficiati follerò regolate. Non admeife quefta diftintione il Vefcouo
melano, con dire. Che volendo far legge durabile, conuien non dargli ec-
ani incorpo:atteiochclamalitia humana fempre e pronta a trouar finti
;fti di metterfi,nel cafo dell' eccettione,& libcrarfi dalla regola. Il Vefcouo
)enga,con longa oratione,mofi:rò che le buone leggi danno forma a' futu-
Toti)lolamcnte,& non rifguaidano i palfatirSc quelli, che ufcendodc'ra-
euoli termini , vogliono emendare anco il preterito , eccitano fempre tu-
;ij5<: in luogo di riformare, disformano maggiormente : eirer' una gran cofa
cpriuaredelfuo quelli,che l'hanno polfeduto per moki anni, &: credere di
laderglià contentar{ene.Soggionfc,che,facendolì tal Decreto, preuedeua,
Vion farebbe riceuuto,& fé pur lofolIè,da quello ne naicerebbonorefigna-
;ii palliate, ,^ fimoniache,& altri mali peggiori, che il ritener più Uyiehcij.
imo anco all' auuenircparcrgli la prouifione fupcrflua,perche,non riceuen-
0 Icuno piubeneficijjfenon con difpenfa del Papa,bafta aiFais che egli fi rifol-
^.inoii concederla.
jii quella Congregatioae,tra le moke cfclamationi tragiche , che da diuer/ì
Kk ij
^ lóo CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloH.
ci3 15 foronofanejBcrnardoDiazjVefcotiodiCalahorajdiircChclaChiefadiVici.
X Lvi I. za, cikndo rrafcorfa in molti difoi-dini, come era notiflìmo a tutti, iicerche:3-
be un' Apoftoio per Vefcouo: talFando ilCardinalRidolh>che,okia tanciai
beneficij,godeua quel Vefc ouato , fenza hauerne alcun gouernoj fenza rOic le
Epitcopalc, lenza vederlo mai; non curando, ne fapendo, fé non le renditedl'
al"hrto:& motteggiando ciafcuno la grand' inconuenienzajche era, che mi-
liilnne Chiele non vedcircro mai il fuo Vefcouo , per elfer' occupato o in u
Veicouati,o in degnita più frutruoie. Moki diceuancche il folo Pontefice >
trebbe a quello prouedcre , òl alcuni comminciauano ad entrar neli' open: le
> Ugaù w- di Albenga,clie il Pontefice faceire quella riforma da fexofa, che a Lcgatipi ^
^^Tl ! X ^^^' ^*^-^ per degnità del Papa,come per liberarli da gran trauaglio di quella a-
7a li Papi ^^^^^> che dalle varie openioni >&interefl[ì,giudicauanodi difficile digeftiic
-fpcrando ancojchc quando s'hauelfe fatto il paffo di tralafciar quella riTorr al
Papa , facilmente lì octeneire di lafciarglianca il capo della relìdenza, piuc :o
ancora a fmakircperelTerpopolarexSc tirarli appreifo la ricuperatione delli.
torità , & giurifdittione Epiicopale. Entrali adonque i Legati in iperanza
quello il poceirc ottenere , malììme fé lì foife propollo come cofa fatta , &
come dafare,diedero immediate conto alPontefice,a cuilanuouariufcì n
gratarperche hormai tutta la Corte,& egli mede/imo llaua in peniiero doi:
uelfcro a terminare i tentatiui,& dilTegni de' Prelati. Et parendogli di non <
lir a batter'il ferro mentre era caldo,fece il paifo più longo della ellefa lìgn
tagli da' Legati ; & fpedì una Bolla > per laquale auuocaua a fé tutta la mi
della riforma. •- — . - — — -.«^
Masincntrc in Trento s'afpettaua la rifpolla da Roma , non fu peròintei
faTincomminciata tratcatione: efifeceuna minutadi Decrero,che.nii]^.
telTc haucrpiii che un Vefcouato>& chi piunehaueua, ne ritenelTe unfolc
all' aiiucj-iire, chi ottencrà piubcneficij inferiori incompatibili, iìapriuato i
za altra dichiararionc: & chi già ne polIèdepiuche«no,moftrilefucdil]
air Oidinario,chc proceda fecondo la Decretale d'Innocentio IIII. Or]^
Nel diri voti fopra quelli capi,moki fecero iiìllanza,che lì aggiongeire,Gl
auucnire dirpenfc non foifero conccire.Et a pochi piacque il mollrar le già
Gedacey& proceder fecondo il Decreto d'Innocentio jdicendo. Che era un
approuar tutte > & far' il mal maggiore jattcfe le conditioni polle da Inn«
tio,doac diccChctrouate lcdilpenlebuone5lìanoadmeire:&fe vi farà du
s'habbia ricorib a Romamon potendoli diibitare>che ogni negotio almenf
fi rifolueire in dubbio,ilquale haurebbe a Roma dichiaratione cóforme al'
cefllonc. Che mentre palTauano colì,lepcrfonefìauano con timor della p u.
fione: quando foireroeiraminate,& approbate,c he tutte làrcbbono fenza ib-
t>io,e l'abufo farebbe conferraato.Molti erano di parerei^che fi vieraifero al tto
le difpenfe:repugnando altri>con la ragione, che la difpenfaèftata fempre Hi
Chiefa,& è neceiraria:il tutto Uà in ben' «farla.
Marco Vigerlo, Velcouo di Sinigaglia, \(cì con una openione» che fé «e
ftatariceuuta > & credutai hauiebbe facilmente liformato tutto l'Ordine ( -il-
PapaPaoloIII. libro secondo. s«i ^
calc.DiccLia cgli,potciTi ad ogni inconuenicnte rimediare dalla Sinodoj con far cio i:>
una dichiaracione, che perla difpenrafia necelTaria una legitimacaufa : & chi xlvii.
fenzaquella,laconcedc,pcccai,3cnonpuo eirer'alTolutOjrenonreuocandolajtl^i
chi rocticnc-non è ficuroiii conte lenza. Te ben ha la dilpenfa, & tempre ^\di in
IpeccatOjtìn che non depone i bencFicij coti ortenuci. Hebbe ropcuione conrra-
ditcori'.ptrcheti Icuarono alcuni, con dircChe chicócede licenza dipliualità,
fcnza cauta legitima,pecca: mapeiòladifpenravale : & chi l'ottiene e iicuro in
colcienza,l"e ben conlcio dell' lUegitimicà della cauta. Etpiu giorni li contcfe» "
dicendo quefti,che era un Icuarc tutta l'autorità al Papa-.&queilijchel'autorirà
Pontifìcianon s't ftendeua a farc,che il male non folle male» Da quefto s'entrò
n un' altro dubbio, fé la pluralità de' benetìcij fotfc vietata per legge diuina, o-
lero humana:<lk: da quei della rc/ìdenza àe ture dnu?io , eradctto>che picr diuinaj
Se però il Papa non poteua difpenfare : gli altri diccuano, che per legge Canoni-
:afolamente: (3c conditHcokà fu la contradittione fopita da' Legati, e tiendo
laloro tenuta per pericolota; coiìpermerter in campo larefidenzajcomeper-
:he toccaua l'autorità del Papa:t'e ben non era noininato:& maggiormcnte,per-
he quella fottile difcutlìone del valor delle ditpenfc, le metteua tutte in com-
ìrometro.Edendo molta confulìoncDicgo di Alano,Vefcouo di Atterga, ditlè>
3he,non potendo conuenire fopra le Ditpenfcprohibitfero le Coir.mende,(SiC
z Vnioni>quaIi fono i pretctli per palliar l'abulb:& centra l'uncS»: l'altreparlò
ilai.DilTeJe Vnioni,(I?c le Commende advtta.?n eilèr piene d'airurdità: perche
pcitamente tìconfelVana con quelle dinonhauer rifguardo al benefìcio della
.hicla, ma alla perfona : che erano di grauitTimo fcandalo al mondo , inuentate
ià poco tempo,per tatiar rauaritia,& l'ambitioneiche era una grand' indegnità
mantenere un abutocotlpernitiofo,«S: tanto notorio.Però i Vefcoui Italiani,
ic in gran parte erano interetlati in uno di quelli, non t'entiuanovolontieri
ropofltioni coti airolute,iodando che/ì faceile qualche prouiiìonejma non ta-
,che letogliclfe via a fatto.
In principiodi FebbraroarriuòdaRomala rifpofta,& la Bolla Pótificia:che«(ij^r^^^
i da' Legati tlimata tropo amplarpur tutta via,pcr tentar di valerfene,propofe- ca afe, per »-
) di nuouo la materia, facendo replicar da' fuoi la mcdetìmafcntentia j, che, at- "" ^"^^^ •' »»«
(e le difficoltà , & diLicrfe openioni, era bene liberarti, & rimettere il tutto al ^ ^"""^ "^
onccfice. Gli Imperiali, anco quelli mede/imi, che per ilpatrato non/ì erano *^^^'*'^'**'
oftrati alieni,replicaronogagliardaméte, dicendo , Che non farebbe itato ho-
Didcl Concilio :& aqueftoparcre s'accollò la maggior parte, ritornando fu
I medcfime cofe dette ; anzi confondendo le cote tempre più : fi che videroi
I caati,non eifer* occafione ài valerfidellaBolla mandatari relcrilfercnon po-
:rtifperare,che fotrerimetTa tutta la riforma a Sua Santità : maben'haueuano
isr fattibile diuiderla , il che il Pontefice facelTe quella parte, che è piupropxiaa
iiijcome farebbe la moderatione delle Difpenfe,& de' Priuilegijjaggiongcnda-
i la riformatione de' Cardinali: il che quando SuaSantità fìrifoluetTe difarc>
1 rebbe ben valerti della preuentione,publicando in Roma una Bolla,fotro no-
ie di Riformatione della Corte. Perche nifTun potrebbe dire, che il Papa non
Kk ii,
Cl3 I3
XLVII.
l Prelati Spa-
gnuoli forma-
no ima Censu-
ra l'opra gli
articoli del-
ia riforma.
S che i Legati
c'ufiyfcrìumò
(.. homo,,
161 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo III
poteflTe nformare da fé la Corte fuaj&quellojche cocca a lui:iaqiial Bolla nor
farebbe necellaria pLiblicaic in. Concilioic?*: alla Sinodo il potrcbbc,hauendodi
tratcar il i-imaaenue,che alla Couce nonroccasdare ogni foditfatione:auercendc
però la Santità fua,che il Concilio non fi quietata mai per fola prouifione ali
auLienirejma ricercherà feiTipre,che fiproucda alle conceflìoni fcandalofe, anc(
prefenti.
Fniita quella Congregatione , i Prelati Spagnuoli,conaltn,che gli feguiuài
no,capo di tutti fatto lì il Cardinal Pacceco,ridorti al numero ài venti & ragio
nato infiemcconclufero » Che nella maniera introdotta nelle Congregationi
non fi potcua venir' mai a rifolutioncche valellV.perchc quel dibuono,che ej:
dcttojcradiffinuilatodachircggcualeatcionijouero con le contentioni ofcu
ratoipcròjcHcrnecelIario mutar modo,&: dare in Icritto le dimande, che cofi
vcnirà a conclufione.Et fecero una ccnfura iopra i capi propoftiiò<: lapofero i
fcntto, prefentandola a' Legati nella Congregatione, che fi tenne il treFeb
braro.
Lacenfuraconteneua XI. articoli. I. Che, tralequalicà de'Vefcoui, 5
Parochijfianopofte tutte le conditioi.ii,{latuite nel Concilio Lateranenfe ulti
mo: parendo, che nel modo tenuto,fi apra tropo la ftrada alle difpenfatior
Icquali al tempo d'hoggi,per le herefie che caufano,&per li fcandali che dann
al mondo, è neceirarioleuar' a fatto, facendo una più llretta riformatione. ]
Chefifpecitìchiapertamente,che i Cardinali fiano tenuti rifedere ne'lorVc
conati almeno fei mefi dell' anno,come agli altri Velcoui e commandato nel
paifata. III. Che,inanzi ogni altra cofa,li dichiari larefidenza de' Prelati eil
deimeàiutm. IIII. Che fi dichiarairc la pluralità delle Chiefe Cathcdrali eli
abufo grandiiTimoj&s'ammonifcaciafcuno, fpecificando etiam i Cardinali
reftarcon.uaafola,& ialciar l'altre infra cerco termine breuei(Sc prima che fin:
ca il Concilio. V. Che fi toglieile la pluralirà delle Chicle minori, con prò!
birla,nonfolo per l'anueaircma ancora per il pallato ; reuocando tutte le d:
penfe conceficfenza cccetcione de' Cardinali,© altrijle non per giufte,& ragi
neuoli caufe,da effcr prodotte,&prouate inanzi l'Ordinario. V. Che le unio
^^i;/r47-^,etiandio le già fatte,fireuocaircro tutte, come indottine della plura
tà. VII. Che ognuno,che ha beneficio curato,«5c altri benefici) , che ricercai
reiìdenza,non reiìd€ndo,incorra nella priuatione:&: nilFuna difpenfatione ha
bia da fiiffragarcfe non in cafi dalla legge permePfi. Vili. Che qualonque \
beneficio curato,poteire elfcr' cifaminato dal Vefcouo;& trouato illiterato, ^
tiofco per altra caufa inhabile,foiIc priuato : & il beneficio dato ad un degr
perrioorofo ellame:& non a volontà degli Ordinari). IX. Chenell'auueni
i benefici) curaci nonlìdeirerojfe non con efiamine,& inquifitionepreceden
X. Che nilKm fi promoueire a Chiefa Carhedrale fenza proceiro,ilqual fi face
inpartiMs,:ihr\cno fopra inatali,vita,&: coftumi. XI. Che niifun Vefcouo f •
tellè ordinar nella Diocefe dell' altro,fenza licenza dell' Ordinario , &perfo :
di quellaDiocefc iblamente.
I Leoati fi turbar onojuon tanto vedendo podi a campo molti articoli,& tu'
° ci
APA Paolo ITI. L I B R O S E C O ND O. 2(^3
311 mira di tiftringcre l'autoiità Pontificia, & aggrandir l'Epifcopalc : quanto e 1 3 1 3^
er l'importanza del principio di dare in icritco le pctitioni , & unirfi moki xlvii.
fieme in una dimanda:&j lenza nioftrar qual foire il peniìcro loro , lolo alle-
ando l'importanza della propofta-.prerero tcir.po apenlarui fopra, dicendo,
]he tra tanto non Ci ftarebbe in oìicdlendo daftabilirc altri capi di riforma: Se
iederominuto conto al Ponteticc di tutte le cole patiate, aggiongendo,che i
relati ogni giorno pigliauano libertà maggiorc,che non li altencuano dipar-
ir de' Cardinali lenza riipctto>5c' dir paleiamcntcchcè necelPario rcgolaigii:&:
ellaSantità Tua ancora con poca riuercnza,che non dafe nonparole5(:5v: che ulit
Concilio per trattenne' il mondo in {peranze,& non per far vera riforma : ag-
ionfcrojcbc per l'auucnire lluebbc diiiicile tenergli in regola, che face-
• Tpelfe adunanze , & congregationi tra loro. Milero in coniìdcra-
onCiche farebbe bene far qualche riforma in Roma con effetto , Se publicarla
lanzi la Sellìonc. Mandarono anco le ccnfure de' Spaglinoli ,. ponderando
uanto importailc il tentatiuo loro, & doue all'auueniic potelfe arriuarc, non
fendo veriiìmilcche tanto ardilleroilenza rappoggio,& fomento,& forze an-
) incitamento di qualche gran Prencipe,facendo inltanza diriceuer comman-
uncnto di quello che doueuano farete dicendo,che farebbe parer loro di per-
kre,& non cedere in parte alcuna,colI per l'importanza delle cofe, come per
Milafciare^tprire quefto pairo,chepoflìno i Prclati,perfeditione>5<:forza>ot-
nerquello,che non gli è conceirolpontanearnenterche farebbe un dependere
Ila merce loro,&: incorrer pericolo di qualche finiftro accidente : che pec .
lanto donerà palTar nelle difputationi,non erano perlafciarfìfuperare. Ma ia
I iCidopo le ditputationijfe i contrari] non vorranno cedere>farà forza venire al
! u & manco voti,iquali nel concluder non fi ponderanojmail nnmeranoiperò-
; MI conuenciido metterli ad alcnnrifchio,ma ben certitìcarfi di reftar fuperiori
I I giorno della Scflìoncfarebbe necelfario commandar ftrettamente a quelli»
I e fono andati aVenetia^lottopretefto di far il principio di Quarcfima nelle
r Cliiefe,ma con intentione fori'e di non tornar piu,chc tornaliero fubito , Se
1 izareplicatperchenellaSeflìone (eguente ftarà quali tutta l'importanza della
] "ormavmalTime in quellaparte , che è trai Pontefice &l i Vefconi:&, fecondo
' e fuccederàqueftavoltaagliainmutinati,cofi,opigliaiannoanimo d'opporfi
; He altre occafìonijo lì renderanno quieti,&: obedienrio.
lfpcditorauifo.aRoiT)a,nelle fegucnti Congregationi propofcroi Legati di "ItrUiufpv^,
ormar diuerfiabnil. Il primo fu,diquellijchericeuuto un beneficio vS<: titolo, >"'y^''«";««««^
)n pigliano l'Ordine facro,o la confecratione rirpondentc a quello.. Tntti de- *" ^''""^^'^'
Ihronol'abufo, laudarono che fi rimediaire. Ma il Cardinal Pacccco dilfe,,
he ogni rimedio farebbe delufo,fe nò fi legauanole Cóméde,& Vnioni:eircn-
) chiaro,che una Cathedrale può eiltr comédara aiico^ ad un Diacono t.& chi
'nràuna Par ochialcséza ordinarli tnfacris la farà unire ad un beneficio fempli
' >che no ricerca Ordiner&cofi la tenera ìw cófeguéza di quello,fcnza elltr cóie-
< ito.Le altre riforme furono fopra diuerfe eirétioni dalleVifiteEpifcopalijdagli}
1 ramini loi:Q,daliaCognitioiie delle caufe ciuilii&dallaReuiilone del.gouemo»
^ i64 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo I.
e 1 3 1 3 degli Hofpitalr.nel che credeuano i Legaci acquiftar la giatia de' Vefcoui, alli.
XLYii. gando la loro autorità : ma, come auuiene a chi pretende ragione nel tutto, e ;
reftaoffelb perla reftitucione della metà, pareua(aSpagnuolima{fime) chen
foire fatto torto maggiore,con rimediare ad alcune.Ma crefcendo il numero d.
gli Italiani,che a' Legati adheriuano,i Spagnuoli fi reftrinfero a parlarpiu rif(.
uatamentejtanto più afpettando rifpofta da Roma fopra le f ropofitioni loro,* •
fendofi fcoperto che là erano ftate rimeire.
tlPai>A forti- Il Pontefìccriceuuto l'auifoiimmediate fcrilFe a Venetia lettere efficaciffin ,
ficaia pam i-^^ infieme amoreuolifllme al Noncio ruo,per far ritornar' i Prelati, quali erai >
fua tn Cena- ^j^^q^-^ qu^fi tutti in quella città : &c dal Noncio l'officio fu fatto in tal moc ,
ZrutrtfioHl che tutti hebbero per fauore il far il viaggio:poiche fi trattauatantoferuitio ci
Ztaliank PonteficcPofe in coniultatione co' deputati la cenfiira de'Spagnuoli:&: il rin •
nente,che più imporcaua,ponendolo infieme con le altre cofe prima auifateg ,
riferuò alla deliberatione propria.
e fa confultxr La Congregacione de' Deputati, ripenfato lo ftato delle cofe , confiderò e :
leCenfurede- il partito propofto de' Legati era pìu honoreuole;5«:riufcendo,ilpiu utile: r,
gU SpagHHoUy ^g j^Qj^ f^Q^Q riufcito, era il più pernitiofo : de in cofe di tanto momento , non -
fer prudenza correre fi gran rifchi : elTer ugualmente pericolofo negar tutto, -
me tutto cedere. Concludendo, che fé i Legati non erano più che certi di fu -
tare , poteuano concedere o partco tutte le infrafcrittemodificationi,fccoi 3
che il negotio ftelfo fui fatto configlialfe : lequali erano digefte in forma di -
fpofta ad articolo per articolo della cenfura Spagnuola. Al I. d'innouai J
Concilio Lateranenfe ne' doi capi,par che fi polli iodisfare a' Prelati,purche '
reftoiCanoni,chcfifaranno,fianoragioneuoli. Al II. d'obligare i Cardi]
alla refidenza,per quelli,che ftanno in Roma, & che feruono afiu la Chiefa i
uerfale , la dimanda non è conueniente , & agli altri Sua Santità proucderàj
me è detto nella lettera. Al III. di ftatuire che la refidenza fia de ture amino ,
ma il Decreto forfè non farebbe vero , applicato alle Chiefe particolari : doj
quanto all' effetto , non può feruire , fé non a maggior confufione ; repugnai j
maflìmcche il Decreto fi faccia , & infieme fi permetta , almeno tacitament
contrario per la metà dell'anno. Al 1 1 1 1. di dichiarare abufo la pluralità d
Chiefcfi può dire il mcdcfimcche al III. &,quanto a' Cardinari,che Sua 5
tità prouederàpcr fc ftcila, come è detto difopra. Al V. della pluralità d le
Chiefe minori, la prouifione propofta da' Legati, pare che donerebbe elTere i-
ftaiitc: & nondimeno,quando circa il paifato fia giudicato bene farla più feu a*
mentcSua Santità (e ne rimette ; auuertendo,che il troppo rigore in quella r-
te può caufare effetto contrario,per la refiftenza,che fi ha da prefumere, che rà
fatta da quelli che poiredono:& confiderando infieme, che il lafciare fempl ^
mente il giudicio delle difpenfationi agli Ordinarij,puoeirer mal' ufato,& i 1-
za partorire altro effetto , che accrefcer loro autorità. Al V I. di riuocare ) u-
nioni a vita,non ottante che la Santità fua habbia penfiero di farci conueni( fé
orouifione, nondimeno, quando fi defideri leuarle, etiam in tutto,fi può coj «•
dcrlo, purché fidiafpacio honefto a chi polTede i benefici), di poter difpcdi
qu( i.
APA Paolo III. L IB R O S E C O ND O. i6y
uelli.Al VII. che la non re/idcnza de' bencficij Curati porti feco pfecifamen- eia 13
iapcmacione, & che nilFuno lì diipen/ì, fenon in cafi dalla legge pennefli , è xlyii.
jppo rigoreie tale,che,quando bene fi determinairejmal lì potrebbe olfeaiaie.
r Vili, che chi habenefìcio Curato , Se Ci troua illitcraco, o vitiorcpollà
jir priuato dall' Ordinario j incendendoci di tal'inhabilitade > che demreìo
i:riti,queflapenaiìpuoconcedere5altrimente,non è dimanda hcMieftaj perche
il farebbe altrojchelafciar' il rutto all' arbitrio degli Ordinari). Al IX. chei
I ichci) Curati non fi dianojfe non per diligente ellaraine precedente ; eifendo
^:eirario laiciar' il modo , &c qualità dell' elFame alla cofcienza di chi ha da
iferirc i benefici) ; pare, che l'aggiongere fiapra quefto altro Decreto, fia o lu-
'jBuojO inutile. Al X. difaril proceiro/«/74m^^,di quelli che fi promouo-
lUe Chiefe Cachedrali, non fi Yede,ne il modo,ne il frutto di quella diligen-
; edèndo coli facile trouar chi deponga il falfe tnfambm , come in Roma:
jie quando fi polla haucre, come quafi lì puofempre, tanta notitia, che ba-
:,• fupcrfluo cercar' altro.Al X I. che nilfuno fi ordini,fe non dal fuo Vcfco-
(| )are che il rimedio della Bolla poffi ballare, Se tanto piu,quaiìto che per elTa
I ouede per più d'un modo agi' inconuenienti , che fi pretendono circa que-
C|Capo.
i:>edì immediate il Pontefice la rifpofta a Trento, con rimetter' alla pruden- emandafarl-
i^s' Legati, e he ben confegliati congliamoreuolÌ3rifblueirero,come meglio ^ofi^^'^g*'
a rllcro giudicato lui fatto,di concedere , o parte,o tutte le cole richicftcden^ ''^
'< lerò de' termini confukati da' deputati in Roma : rimettendo parimente a
u il negar' ogni cora,fe fi foirero veduti in ftato di potetlo fare. Gli auisò dell*
]| io facto con quelli,che erano in Vcnetia, foggiongendo , chetenelfcro la
:jone al debito tempo, tralalciando affatto icapi di dottrina de' Sacramenti;
.jibiicandoilbliAnathematiriTii, ne' quali tutti fono conuenuci : poiché
i la doccrnia non Ci può efplicar fenza qualche pericolo : che tralafci afferò
,Fj:o il decreto degli abufi de' Sacramenti del Battefmo, .Se Confermacionej
Dj sffendo poflibile toccar quella materia,fenza offender tutto l'Ordine de^po-
;, Preti,& Frati ; & dar troppo gran prefaaglihereticii confellàndo d'haucr'
:f^ ouato per i paffati tempi notabili airurdità.Aggionfe m fine , che del rima-
:|e operafferofi,che la Sellionc riufciffe più quieta,che fi poteffcma condc-
r, à della Sede Apoftolica.
' foi,ruminando il Papa gli auifi riceuuti daTrento,& dal Noncio fuo di Ger- ma, temendo
1^ ia,fTafeftcffo,coni fuoiintimi,reftò pieno di fofpetco,che il Concilio non delConàlh,
tQn& qualche gran monftruofità,a pregiudicio di lui, &: ddV autorità Pon-
iiia. Confideraua le factioni tra' Theologi,maffime Domenicani Se France-
ci,antichiemuli,& contrari) di dottrina, che in Concilio haueuanoprefo a-
II 0 di trapaffar' il fegno delle contentioni,da' prudenti con difficoltà compo-
'ij fra' quali erano delle differenze non minori di quelle, che fi hanno con Lu-
,^h^ effi affai arditi nel taffarfi l'un l'altro ; Icquali, fé non fi iT:arà fcmpre
K accordargli, cfferuipericolo, che non luccedcffe qualche graueinconue-
ai)ite.Faceua granriflcllo fopra la difputa della rcfiUenaa,fe è de ture diurno-, fic
! LI
1^6 CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloI.
ciò 13 fopra raadacia di Fra Bartholomeo Carranza > ilquaUfomentato da molti , ;
XLVi I. pairato a chiainare l'o^enione contraria > dottrina Diabolica. Vedeua qua (
Facilmente potelTe nal'cer' un altro male/imile a quello di Lurhcra; «Se che i
folte fatto della refidenza un articolo di fede , il Papato era ridotto a niei?
Confideraua , che tutte le riforme mirauanoa riftringcr l'autorità del PapaJ
ampliar quella de' Vefcoui : auucrtì , quanto poco folle ftata l'autorità fuai
mata j che, hauendo il Concilio dato fperanza di rimetter' a lui la riform;d
che anco haueua formato la Bolla, auuocandola tutta a fcpoi fenza rifpett d
jeghSpagmo- lui, s'haueua trattato più acremente. Hebbe gran fofpetto dello fpirito,& li
nnfjjo. mofità de' Spagnuolixonfiderauale qualità della natione auueduta,& che )i
opera acafo > moftra maggior riuerenza>chenon porta jftà unita in fé ftel 5
non fa unpalfo fenza hauer la mira a cento più inanzi -. gU panie gran cofa ù
uer prefo a ridurli infiemc&rhauerformato una cenfura per communeigha
rcua verilìmile , checiofoife ardito per fomento dell' Imperatore, efièiido ar
fuo Ambafciatore,che trattaua quotidianamente con loro. Haueua anco p' al
tro foipetto Cefarcconiìderando la profperità della fortuna,.che in quel te p(
• di Cefaret. correua, laqual fuol indurre gli huomini a non {aper metter fine a' diifegn fa
ceuariflclTo fopra il permetter la religione per conniuenza; attribuendo :hi
folle a fine d'acquiftar la gratia de' Lutherani. Confideraua le querimoni ifa
te,non fola dall' Imperatore, ma ancada' miniftri,al partir delle gentilta ne
l'haueiTi doluto d'elier' abandonata nelbifogno : dubitaua dilui>fapendi :hi
attribuiua al Duca di Piacenza, (uo figlio, la l'editione di Genoua. Sopra ìHi
ponderaua le parole dette al Noncio , Di non hauer maggior nimico del ipa
temcua , che le gli foife venuto fatto di flabilir' in Germania mia autorit Ilo
luta,foire poi entrato. in penfiero di far l'iflelfo in Italia , adoperandoli C ici
lio per opprimer' il Ponteficato.Vedeua,che reftaua come arbitro attefa 1 .cit
rabil indifpofitione del Rè di Francia , & la profuma morte, che fi preu(!Ui
Del Dclfìno,non fapeua quanto poter/i promettere , come di giouane no an
Cora efperto.Tencuaper fermo,che i Prelati,quali fino all' hora adheriuan ali;
Corre Romana>quando l'Imperatore haueiTe fatto alla fcoperta,s'haurel m
dichiarato per lui^o per timor della maggior potenza,ouero per emulacioi idw
tutti hanno alla grandezza Pontificia, laqual fcoprirebbono,quando.vcc feic
aperta ftradaficuradi moderarla.
f rtfolue a ^ Quefti rifpetti lo fecero rifoliiere ad aflìcurariì del Concilio in qualcl ma-
trasferirlo in ,-jjgj-;j^i finirlo noji pareuacofafattibilcattefalemoltiplicitàdellecofcc sie
*'^'"*' flauano da trattare:Ìa fofpenfione , ricercare qualche gran caufa j & nond ien(
citer' unaprouifione leggiera,perche farebbe immediate ricercato ài leu: a: li
traflatione in luogo >doue egli haueffe autorità ailbluta ,pareua il meglic :on-
feglio:&, poiché queftos'haueuaafarc, farlo in maniera, che rimediallètutt
i pericoli ; che non poteua auucnire, fé non celebrandoii nelle terre fuc qu^
fte penfando, non giudicò ben trattar di Roma, per non far tanto pari ali
Germania. Bologna gli parue ottima , come la più vicina a chi viene d àda
iiaonti,fertile36c capaceli modo^éfando>rifolfe d'afcoiider in quello la '"^^^
I.paPaoloIII. libro SECONDO. 2(^7
j rua>& operare che foife fatto da' Legati, come da loro,perrautorità,che gli cio i3
,' ueuadata perla Bolla data il ventidue Fcbbraro , & mandatagli ncU' Agollo xlvii.
.D.XLV. Che coi! facendo, fé fopralatraflatione folfe nata qualche oppofi-
i)nc>farebbe addolfata a' Legatii& egli,come non intcrciratchaurcbbe più fa-
4 ita a mantenerli : &, quando,per qualche accidente, occorreife mutar pcnfie-
I, Jo potrebbe far con intiera fua degnifà. Adonque,rifokito di tanto/pcdì un
tiiato Gentilhuomo , famigliare del Cardinal del Monte, con lettere di ere- encftlof^u-
cjriza,a far' ad ambi li Legati quella Ambafciata, ordinandogli, che nongion- ""*' Legati.
g tè m quella Città,inanzi il tempo della SeflTione, & gli commetteife di trasfe-
[, il Concilio a Bologna,facendo nafcer qualche apparente caufaj ouero valen-
Siid'alcunajchefofleinefTere : ma venendo all' elfecutione tanto prcfto,che,
pò data la prima mollaall'imprefa, fìveniirealfine, prima che d'altrouepo-
: fé elfer frapofto alcun impedimento.
j Ma in Germania, elfendo accommodatc con Cefaregran parte delle Città C^rduefco-
j orno il Reno, &hauendo anco l'Elettor Palatino fatto deiìiter' i miniftiida J<odi cdonìa
I introdotti dal paifar più oltre ; vedendo l'Imperatore occafione di poter' ef- 'pP^ij" ^ ^«-
iderel'Arciuefcouo di Colonia, mandò due Commillarij , facendo ridurre-''"'^'
ti gli Ordini,accioche l'abbandonaifero, & riceueifero per Vefcouo & Pren-
ce Adolfo Coadiutore,& gli rendeflero obedicnza,& giuralfero fedeltà. Gli
defiaftici furono pronti a farlo, per le caufe altre volte dette. La NobiltàsSc
ibafciatori delle città, ricularono, con dire , Di non poter abbandonare il
.'ncipcacui haueuano giurato. Il Duca di Cleues,hauendo i luoi ftati vicini>
Qterpofe: mandò all' Are iucfcouo,& fece,che viandalferoanco i primi della
)biltà,per pregarlo di trouar modo, come tutto lo ftato non folte dilloluto,
1 danno eftremo de' popoli vicini. L'Arciuefcoucmoifo a compaflìone, per
n metter guerra in quel dominio5&: accio il popolo innocente non patiifcge-
rofamenterenonciò lo ftato,& alToluèifudditi dalgiuramento,& coli fu ri-
luto Adolfo per fuo fuccelforejilquale egli haueua femprc amato da fratello,
participatogli tutte lecofe,che faceuaper riforma della Chiefa:& bora il ve-
ja d'altro parcre,o perche foifemutatOsO per altra caufa. , ,
In Trento, nel mezzo di Fcbbraro andò auifo della morte del Rèd'Inghil- ' ^"■^"S,^'^'
r rr 1 r • • i • i ■ n ì • r ■ tn • o i '^ ^^^^^ muore:
ra, luccella nel mete manzi: di che 1 Padri rei ero gratie a Dio, & andarono
afi tutti aviiìtare il Vefcouo di Vorceftre,congratulandbfì con cifo lai,che il
:gno,& egli medcfìmo, foifero (diceuano) liberati dalla tirannide d'un acer-
perfecutorerattribuendo anco a miracolo che folfe palfatodi quella vita,la-
ando un figlio in età di none anni, accio non poteife imitare le veftigie pater-
:&c veramente non le imitò in tutto. Perche Henrico , fc ben haueua leuato
atto l'autorità del Pontefice fopra quel Regno,& impollo pena capitale a chi
I àdherilTe ; nondimeno ritenne fempre coftanremente nel rello la dottrina
Ila Chiefa Romana. Ma Edoardo f che coli era il nome del figlio) goucrnato
1 Duca di Somerfet, fuo zio materno , inclinato alla dottrina de' Proteftanti, ,
uro la religione, come a fuo luogo fi dirà. l!!^lrifì-'U'
Gionte le lettere del Pontefice > il Catdinal Santa Croce era di parere , che fi g^,;
LI ij ^
i6t CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloI.
ciò i3 ammonidè Inanimo de' Prelati congionti > concedendo alcuna delle petitio j
XLVii. che da Roma erano permelTe , che facilmente con quella deterrainationefi -
rebbono acquietati. In contrario il Cardinale del Monte diceua, Che il ce-
difcendeie all' inferiore > (»S^ alla moltitudine maflìme) non era altro, checr
pretensone d'hauer fodisfattione maggiore : che voleua prima tentar l'aniij
degli amoreuolii&: quando s'hauelfe trouato fortificato di numero maggie,
eirerdifpofto a non ritirarli pur unpalfo : quando hauelTe trouato altrimei ;,
hautebbeulato la prudenza. Dopo molti difcorfì, come auuiene tra collegi,
Santa Croce cedette a Monte, che caminaua con affetto maggiore. Hcbbo
auifo , che i Prelati alTenti fliarebbono ritrouati in Trento inanzi ilfin<li
Febbraro ; & tentati gli animi di diuerlì , fi ritrouarono adherenti alle ce
del Pontefice ; quali confermati con le fperanze , &c tiratone anco altri (ti
la medcfima efca, che il Pontifice haurebbe riconofciuto il merito di cialh
nojfecero formare il Decreto con quindici Capi,& quello propofero inC i-
gregatione.
t difjìcolM in Sopra e he Rirono maggiori difficoltà di prima : nel proemicper una ec' t-«
Concilio fopra cioncqual diceuajSalualempre in tutte le cofe l'autorità Apoftolica. Da o li .
kiifpenfei ftohdo farebbe flato conofciuto, douemiraua3chenoninferiua,fenonunaj ■
tinace oftinatione negli abufi, mentre fi trattaua rimediargli j conferuand
caule. Però nilfuno ardì opporfegli, fenon il Vefcouo di Badajoz > il qual d :,
che haueuabifogno di dichiarationej perche il Concilio non doueua,nepot a
intaccarl'autorità d'alcuno , nonché della Sede Apoftolica , riconofciuta
Capo da tutti li Catolici. Ma,che le parole pofte in quel luogo , pareua figj
calTèro , che in Roma fi douefTeprocederc in quelle materie al modo dipri
& che la regolatione non hauefle vigore fopra le difpenfe , & altri modi ,
quali e ftata fempre eneruara l'autorità de* Canoni vecchi. In difefa dell' ecce
uà era dettcche le leggi de' Concili) non fono come lanaturale, doue il rigi
Se l'equitàsfono una medefima cola ; che elle fono foggette al difetto comm
di tutcclc leggi, che per l'uniuerlalità conuiene fiano dall'equità regolate .
cah non preucdutÌ5& doue l'cireguiclq farebbe ingiufto. Ma, non elfend ih
fempre Concilio , al quale lì pofll per quefto ricorrere , ne meno quando be n .
èjhaucndo modo d'attender' a qucfto,eirer neceffaria l'autorità Pontifìcia, j a,
fi replicaua,che hauendo tutte le leggi il difetto dell' uniuerfalità,nondimi 0
tutte fi promòJgano fenza metterci dentro eccettioni : che cofi fi debbe ai o
al prcfente fare : perche il poruela , non è altro , fé non un dire , che per 1 1>
dinario,«Sc non ne' cafirariffimi,5^ improueduti, il Papa pofTì difpenfare in e t-
trarlo.
Quefto parere non fu appr'ouato in parole da tutti quei, da chi fii tenute n
€onfcienza:ondc il Legato MontC5fortiiìcatofi,diceua, Chequeftaera fotii-
tà,per non deferir alla Sede Apoftolica, quanto erano tenuti : & fece tacer tu i.
Dimandò ilVefcouodi Badajoz , che in quel proemio fi doueire far mentio',
. ^ e/K. c^" l'articolo della refidenza non era tralafciato , ma differito. A che rifpof 'O
dtn':iai i Legati,che ciò era un diffidare delle promefTe loio/anzi del Pontefice , & ui •-
bligi i
»aPaoioIII. libro secondo. i6p _
aifi vanamence a cofajche Tempre è in poceftà : con rutto ciòi? per dare fodii- ci3 id
ionein cofiintenfodciìderiojii farebbe aggionto nel proemio, che tiitcoil xlvii.
letaiiajprofegucndo rincommiaciatoncgotio della relidcnza,conche (ì
ikarebbc j che non fu finito ncU' altra Seffione, & ne rimane anco parte da
'tare. - .
ilooraiCapi delle qualità de'Velcoiii , & altri Curati, diiTe rArciuefcouo f'f'l'*/^ ?"*-
Teche queUi non ioio non dauanorHneaio alle corrottele mtrodoicc, anzi .
:uauano i rnnedij vecchi : perche>con termini coli uniuerfali d'ctàjcoliumi,
ntia,habilità,& valore , (ì poteua canonizar' ognuno per habile : de l'allegar
:eti di Alcirandrojcirer'un annullar tutti gli akri Canoni,che prcfcriuono al-
•onditionitpoiche Tempre nommato imo, ^cfludiofamente taciuti gli altri,
jichele ghhabbia derogato: che farebbe necelTario dir' una volta chiaro,
i)l è quelta grauità di coftumi , quella fcientia di lettere : il che fé folfe fatto
!!['una,&: l'altra qualità,farebbe efciulo per fempre ogni cortigiano.! coftumi
j reati eller molto ben raccontati da San Paolo , de tutta via a quelli non s at-
i e.La peritia,& dottorato , che San Paolo ricercajelfer cognitione della dot-
|iChriftiana,&: delle lettere facre:& non elferda imitare Honorio Ill.qua-
;i iuò un Vefcouo della Saironia inferiore, per non hauer imparato Gramma-
li >ne letto mai il Donato ; perche,dice la Glolfa, egli non poteua infegnare
i nmatica al popolo : quafi che la materia della predica debbia elFer le regole
1^ nTiaticali,& non l'Euangelio. Aggionfe »quefto il Vefcouo d'Huefca, che
25IÌ piaceua il rimetterfì,ouero allegare Decretali , o Conftitutioni : perche»
i per dar autorità maggiore a quelle, o perriceuerla daloro,oueroperfìir'
|l Tgregato di forza maggiore di quelle con quefta Sinodo : 3c a tutti i modi>
(3 cofa poco cóueneuole,& diminuir l'autorità d'ambedue: elTer ben cofa ra-
tei euole farlo, doue la longhezza d'una Conftitutione non comportaftc che
M riferita : ma, quando non contiene fé non l'iftelFo, non eiferci caufa di far-
Sdar' occalìoni di liti ineftricabiIi,di{putandofe quelle Conftitutioni fìano
3uatc, come la lettera femplicementefuona, opurconle liraitationi,&
.iationi dette da' Dottori; & con le varie inteliigentie: che è un confonder'
t| >ndo. Efterui bilogno di Decreti, ch&mettino pace, carità,& feria riforma-
tì: nella Chielaj non che diano occafioni dihtigij, &nuoui inconuenienti.
: i e poteua fcruirene'tcm.piprefenti dar'agli Ordinari j le pene del CCrauem-
kcutionede'quahècommeiraa'Concilij Prouincialj, che fono difufatij
1 non è prefo modo,comc ritornargli in ufo. Poiielfendo il numero de*
e, nei) conferiti digliOrdinarij,perdiuerferifcrue,rainore d'una decima par-
ò che è buono proutder' a quefta minima,& lafciar correre Tabufo ne' none
«<.'ni,che la Corte conferifcc? Similmentc,volendo rimediar la pluralitàjl'ap-
'ti.ar la Conftitutione,^^ rmltaiiion elTer altra,che un ftabilirla maggiormcn-
eji)iche in quella le difpenfe fono permeile.
onghiflìma difputa fu fopra gli articoli, doue iSpagnuoliinftauano, che ifipraUnfor-
-aiinalifoirerofpecificati:dicendofi,per l'altra parte, che non conucniua,per "•■*'^<^' '"'""''*
t lindezza di quell' Ordine, primo nella Chiefa >pieno d'huomini di fino olar "^ **
LI iij "*
di:' Cardi"
i7a CONCILIO DI TRENTO Papa PaoloI
ciò 13 mcrito,mofl:rar cofi apertamente , che in quello vi folTcro corrottele degne \
XLYi I . mendatione,(S<: eflìftefll non cmendairero fé medefimi. Ma,baftaua ben fa 'i
fteifo effettojcon parole generali,che includetrero anco loro: come il comna
dare ad ogni perfona,di qual fi voglia degnità,grado>& preminenza. DiceuK
in contrario gli altrijche i Canonifti hanno già dichiarato/octo niflun^jerna
generale comprenderfl i Cardinali , fenon fono norainatainente efpi J
però,non rcftar' altra via di proueder* al cattiuo elTempio, che il mondo tic le
fenon con riformare loro particolarmente : eflercipoco bifogno di riformale
Clero minuto, le corrottele delquale fono leggieri , & egli neceflìtato a fegic
i maggiori-.douerfi nel curar' un corpo infermo attendere a mali graui , &[!;
parti principali-.le altre, (anate quelle, o da feguarifcono,o co leggieri riiTili|
Air abufo delle Vnioni perpetue, diceuano , che ben pareua prouifto alfai ia-
ttanza col rimetter a'Vefcoui d'eifaminar le già fatte; & prefumer furreitii
quelle,chcnon fi trGualTero fondate fopra caule ragioneuoli : ma, tutto crii
ftruttoconlamodificationeleguente ; cioè, fé altrimente non farà giuditc
dalla Sede Apoftolica ; il che era un ftabilirle , anzi metter il Vefcouo in 1;
fpefe.Fu anco di nuouo richiefto,che foirero vietate le Vnioni a vita,6«: anr i
te le già fatte.
tns II maggior Ma il numero maggiore approuò i decreti , come furono propofti , par oc:
numero vince) propria inclinatione alle cofc Romane , & parte per eilère ftati pratticati :
a famr di B^- ^.^^j buoni anco , a' quali era fatta promeflà , che il Papa con una fua Boi n
^^* urebbe leuato & quelli,& molti altri difordinijma eifer douere, per riputa m
di quella Santa Sede, lo facelfe egli medefiiTio,& non parelfe che la Sinodi b
uedè coftretco contra il fuo voler a riceucr leggi. Et quelli pofti infieme, ;
deuano a' tre quarti ài tutto'l numero dellaSinodo. Inilando il tempo del
fione,&: riletti gli Anathemati{mi,da qualcuno fu ricercato, che fi aggio
ladottrina : da altri fu richiefto,perche non fi rifolucua il Decreto degli
Quanto a quellcfurono fermati,con dire. Che non era ben difcuffo, & e
luogo più opportuno portargli dopo tutti i Sacramenti; rimediando infic .
gli abufi occorrenti nel minifteriodiciafcuno,(Sc agli uniuerfali in tutti,
render ragione dell' omiflìone della dottrina,il più concludente argumer
che cofi s'era fatto nella Sellìone del Peccato originale: 5»: che la dichiar. l
per mododidottrina,è neceiraria,quando fenza quella gli Anathematifir
polfono eilcr intcfi : pero nel Decreto della Giuftificatione effere fi '
necefTità , ma in quello de' Sacramenti , gli Anathtmatifmi da fciK.
tanto chiari , che leruono anco per dottrina. Il tempo inftante , & ::on-
fenfo del numero maggiore,fece,che firifokieife per qucfta openione, & jfl^
ro coftretti tacer quelli,che dimandauano la dottrina, & riforma degli ab ilO"
pradetti.
Accommodati i Decreti , fé ben con le difficoltà narrate, & venuti Itft
■?"/ l^sefiio- Marzo;& con folito ordine ridotti i Prelati in Chiefa , per celebrar il co élToi
fii: fucantatala mefia da Giacomo Cocco, Arciuefcouo di Corfu. Doueu^aril
Sermone Goriolano Marcirauo > Vefcouo di S.Marco, ilqual per i difguH «ce;
uuti
»,.A Paolo III. LIBRO SECONDO. vj\
tu. nella Congregatione,non parendo che folfe decoro d'iiiteriienimi,&: non eia lO
►«j iftere nella medefuTia openioncne eflcndo ficiiro il conrradlre nel publico xlvii.
xifcllbjeleire di finger' indirpoiitione,&: rimanerfcnciondc lì reftò perqiicl-
aiiattina lenza Sennonercome fé nel numero di ieirantaVercoiii,& trentaFni-
Ì|heologijcircrcitad nel prcdicarc,non vi folle imo atto adire quattro parole,
;<| premeditatione di quattro hore.Et negli aeci^i notato,che non fu tatto Ser-
tìiie,per elTer rauco il Vcicouo di San MarcòVcio deputato ; & cofi fi mandò
Ilio in ftampa:ilche flcome non fidebbe attnbuirc/e non ^ dna maniera dol-
i^!el Secretario,che fcrilfej cofi è fermo documento,<fhe att^W'à non fi pcniìi-
ljlouerveniretcmpo,quando fi ftimaiTejche tutte le attionidiqfitìr adunanza
ìjèro pari a quelle degli Apoftolij quando erano cong^egati,afptctando la ve-
ì| a dello Spirito Santo.
^lVla,finitala Meira,& le altre ceremonicjli due Decreti furono Ietti.
I i primo appartenente alla fede,contencua in loftanzajChcper complemen-
«iella dottrina, definita nella precedente Seifione;» coniieniua trattar de' Sa-
li mcntr.&: a fine d'eftirpar l'hcrefic eccitatela Slnt)do per hora; vtiolftatuire li
KJ lenti Canoni,per aggionger poi gli altri al fuo tempo.
• iranoliCanonijOuero Anathematifmide'Sacramentiin colTimunctredici. camnidiefT*
[j lontra chi dicc> che li Sacramenti della Legge nuoua non fiano flati tutti de Sacramene
t itLiiti daChrifto : onero elfer più, o meno di lette: o alcun di loro non eifer tihgeneMU^
ri, & propriamente Sacramento. II. Et che non fono differenti da quelli
b a Vecchia Leggete non nelle ceremonic,<S«: riti. III. Et che alcuno di lo-
i n nitTun ritpetto fia più degno dell'altro. UH. Che nan fononecetrarij
► . falute5& che la gratta di Dio fi può acquiftar per la fola fede, lenza quelli; o
<! za il propofito ài riceuergli. V. Che fiano ordinati folo per nudrir la fe-
Ij V I. Che non contengono in loro la gratta fignificata ^ o non la danno a
u non vi fa repugnanzarma fiano legni eflierni della giuftitia,5c caratteri della
gifedloneChriltiana; per difcernerei fedeli dagl' infedeli. VII. Che non
5ipre,& non a tutti, fia data la gratta peri Sacramenti,quanto s'alpetta dalla
f te di Dio; purché fiano legitimamente riceuuti. VIII. Che per li Sacra-
ri nti none data la gratta in virtù dell' animinillrattone di quelli , chiamata'
I Hi op£ratum:ma. che hcidi la fola fede alla diutnaprametra. IX. ChenelBar--
B mo,Confcrmatfone,& Ordine,non fia imprelfo nell' anima un carattere fpi-
Baale , che non fi può Icancellare : perilche>non fi poironoriceuercfakioche
lavolta. X. Che tutti li Chriftiani hanno poteftà d'amminiftrarlaParolay
i tutti i Sacramenti. XI. Che nel miniftrar li Sacramenti, non fia necelfaria
I I miniflro l'intentionc ; almeno di far quello, che fa la Chiefa. XII. Che il
iiiniftro in peccato mortale non dia il vero Sacramento,fc ben' olferua tutte le
fé neceiTarie. XIII. Che i riti approuari dalla Chicfa,& foIiti>poflìno c&ì;:
rezzatijO tralafciati da ogni Paftore, ouero murati in altri..
Del Battefmo erano Anathematifmi quattordici. I. Centra ehi dice, che il e del ff-autjì,
ittefmo di Giouani haueile la fteira virtù co quello di Chrifto. Il.Che l'acqua '"" '" farùi>>
1 ra,& naturale non fia necellaria al Battefmo. III. Che nella Chiefa Romana, ^'"■^>
udre,5c Maeftra di tutte le Chieie,nó è la vera dottrina del Battefmo. IV. Che
i7i CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo n.
ci3 13 il Battefmo, dato dagli heretici, nel Nome del Padre, Figlio, & Spirito Saio»
XLVii. con ititentio ne di far quellcche la Chiefafajtionfia vero. V. Che il Battello
fìa libero,&; nonneceiìàrio alla fallite. V I. Che il battezzato non può pci^t
la gid,tia,fe ben pecchi: pufche non refti di credere. VII. Cheli battezzati )-
no debitori di creder folamentc,& non di feruar la Legge di Chrifto. Vili, de
non ibno tenuti a feruar li precetti della Chiefa. I X. Che,per la memoria ci
Battefmojtutti li voti dopo fattijfi conofconoper nulli,come deroganti ailaj-
de,dc piofeflìone battefmale. X. Che i peccati, dopo il Battefmo comm fi,
per la fedc,& meai^ria di'circfono rimeflTi, o fatti veniali. X I. Che fi de )c
rinouare il Baft^mo in quello , che haurà negata la fede. X IL Che nihn
dcbbeeflcr battezzato , le non nell' età di Chrifto, o nel tempo della me e
XIII. C^hi non mette in numero de' f.deliiputtibattezzati,o dicejcheconi n
ribattezzargli negli anni della difcretione, o che Iia meglio tralafciare il Bai f-
mo loro. X i 1 1 1. Che i battezzati in pueritia,venuti in età, debbino effe i-
cercati di ratificar la promLifaper nome loro fatta: & non volendo , lafcia.li.
nelloro arbitrio,noncouftringendogUalla vita Chriftiana, fenon conia ]>.i
hibicione degli altri Sacramenti.
e della Con- Della Confcrmatione,i Canoni furono tre. I. Contra chidice , che è e ;<
^ moniaotiofa,non Sac£amentopropriamente:oucro che già cra,afine che i p ti
delfero conto in publico della lor fede. II. Che il dar virtù alCrefma, Ila x
ingiuria allo Spirito Santo. III. Che ogni iemplice Sacerdote fìa miiu o
ordinario della Conferraatione,& non il lolo Vcfcouo.
Decreto della Fu letto dopo, il Decreto della riforma,dandogli ncgh atti titolo,Can e
rifomx! (opra la refidenza:& conteneua m foftanza. I. Che niilun ila creato Veic<; i
fé non di legitimo matrimonio, di età matura, itienza di lettere, & graui; ai
coftumi. 1 1. Che niifun polli riceucre, o ritener più Vefcouati in titolc o
commenda, o con qualonque altro nomej^dchialprcfentenehapiu, ritc i-
tonc uno a elettione , lafci gli altri fra lei mefi , fé fono di libera collationc el ;
Papa,altrimente fraun anno: il che non facendo, s'habbiano per vacanti t-
ti,eccetto l'ultimo. 1 1 1. Che gli altri bencficij,&: malfime Curati, iìano ti
a perfone degne, che poffino elfcrcitar la cura d'anime } altrimente il Collai :e
ordinario lìa punito. IIII. Chequalonqueper l'auuenire riceuerà piubie-
ficii incompatibili,per via d'unione a vita, commenda perpetua, oakrime e;
o ritenerà i riceuuti coatra li Canoni j refti priuato di tutti. V. Che agli c-
dinarij fiano moftrate le difpenfe di quelli, che hanno più benefici) Curati, e i*
compatibili; prouedendo apprclfo alla cura d'anime,& altri oblighi. VI. < le .
leiVnioni perpetue^fatte da quaranta anni in quajpoffino elferriuifte dagli t-
dinarijjcome delegati,i!<<: annullatele intsiebite; & quellcche non fono ertetiar
te,o che per l'auuenire s'hauranno da farcii prelumino furrectitie; le non ù a-
no fatte per caufe ragioneuoli,:?^ con lacitatione degli inceielfati: ìk dallaS le
Apoftolica altro non farà dichiarato. VII. Che i benefici] Curati uniti i-
no viiitati ogni anno dagli Ordinari) j & gli lìano alfegnati Vicari) perpetu o
temporalfj con quella portione de' frutti,che parrà loro, fenzarifguardodip-
pia.
t-i.
/A Paolo III. LIBRO SECONDO. 175
;jirioni,oe(rentioni. Vili. Che gli Ordinarijvifitino ogni anno> con au- eia i»
i^;à Apoftolica, le Chicle cilcnti : piouedendo alla cura d'anime , Se agli altri xl V n«
;l ti reruitij>renza rifpetco d'appeilationcpriuilcgij, 3c confuccudini prcfcrit-
; X. Che i Vefcoui creati fiano confecrati nel tempo ordinato dalla legge,
;l allongationi del terminepiu di Tei me/ì non vagliano. X. Che i Capitoli
:j: Chicle > vacante il VcfcouatOjnon pollino cojiceder dimilTbrie agli Ordi-
y non a chi farà iibligato per caufa di beneficio. XI. Che le licenze di poter*
il promolfo da quald voglia Vefcouo , non vagliano , fé non farà cfprcirala
Jalcgiciraa,pcr quale non pollino elfer promoflì dal Tuo : & in, quel cafo, fia-
Jtrdinati da Vefcouo refidente nella Tua Dioceie. XII. Che le facoltà di
jlriccuer li debiti Ordini nonferuino le nonper un'anno, faluo ne' cafi dalla
dsefprcflì. XIII. Che i prcicntati a'^tenchcij , da qual fi voglia perfone
defialHchc,nonfiano inftituitijfc nonellaminati dagli Ordinari) 3 eccetto li
31 inati dalle Vniucrficà , o Collegi) de ftudij generali. XI II I. Che nelle
ije degli elFcnti ii ollèrui certa forma: 8c doue lì tratta di mercede, &: di mi-
ij»ili perfone, anco gli elfenti , che hanno giudice deputato, pollino cllèr
) tenuti inanzi l'Ordinario : ma quelli, che non l'hannojin tutte le forti di
L :. XV. Che i Vefcoui habbiano cura fopra gli Hofpitali , per vedere
; Icino bengouernati dagli amminiftratori , etiandio eirenti, fcruata ccr-
rma.
Prelati, che nelle Co ngrcgationi s'erano oppofti,feccroriftclIb nellaSef-
) , ma con parole più modelle, ricercando che folfero efprellì i gradi delle
;i )nc comprcfe 5 & chcokre le prouifioni a mali futurijs'aggiongcifero i ri-
e ) a'prefcntijche fono di maggior danno,& pericolo. Ma 1 Legati, afcolta-
: parole , come voce di chi non poteua fir più che eifalar l'animo , diedero
I illaScffionccon oidinare la feguente per il vcntun' Aprile.
'iftcìro giorno il mclfo del Pontefice, che fi era tenuto fecreto ancora d^* tomundamm^
e .ti , comparue,& efpofc loro la fua credenza : Se non fi fermò in TrentOjma to del Papa <U
IO immediatcinlfpruc.il Cardinale Santa Croce reftò confufo: ma Monte, trasftrìn il ^
II ^pidojdilfcHaucr conofciuto il Pontefice per Prencipefempre fauio:&air Concilio, figni^
d.hauerveducoinkiiilcolmodelgiudicio: che era necelTariocofi fare, yo-"* ^'^*'
'.t o faluaPautorità della ScdeApoftolicat&peròsConueniuafcruire la Santi- iquali ne rr«-
V a, con fedeltà, fecrctezza , Se accur.itezza- Erano opportunamente molti uam una fie-
e?: famighe de' Prelati ammalati, o per i difordinidel Carneuale, o per l'aria "V* ^^g'onn
V to humida,che per molti giorni prolTimi era fiata. Sottomife il Monte alcu- ^^^ *'"*ff*
li ì fuoijchc domandatfero a' Medici, fé vi erapcricolo , che quelle infermità "'"'*^*''*
ci;ro contagipfe, I medici , che fempre nel pronoftico dicono più mal che
Ki ono; pere he,fuccedcado,paiono dotti per hauergli preuifti ; Se non riufcen-
iinoko piu,perche habbiano faputo rimediargli , o prenenirgli 5 dilfcro qual-
:ìi parola ambigua, laqualftudiofamentediireminata, «Se da' leggieri creduta,
>'.ò anco alla credulità de'mediocri,&:di quelli, che defiderando partire,ha-
inbono voluto che folfc (lato vero. Et opportunamente in quei dì , dopo la
ìjionc^ra morto un Vefcouo, che funerato coacircquie di tutto'l Concilio*
E Mm
174 CONCILIO DI TRENTO Papa paoloII
ci3 i3 fece la cola molto conrpiciu:ondc s'empì Ti'entOjchc vi era male coniagioiji;^
3CLV1 1. la fama andò anco a' luo^^hi circonuicini. Tia tanto i Legati» moftrando dion
haaer parte nella fama rpar!a>il di dopo la Sefiìoncitenncro Congrcgationji-
ncrale,pei-dirponer qacllo,clieiìdoueile diicutcre intorno il Sacramento:!!
Eucariiha: & la fettimana fegiicnte incomminciarono le Congiegat ioide
Theologi. Et poiché la fama hi aumentata,c]uando parucil Cavduial Mìu
ordinò ad HercoleStucrolojPiocurator del Concilio, che taccile proccil lo-
pra la pcftifera infermità.Furono ciraminati i Medici, ìn: fra gli altri Gieros
Fracaltoto,che haueua titolo di Medico del Concilio,& altre perfone. Fu
rclafione,chci luoghi circonuicini il picparauano,perlcLiare il cojnmerciiilj
città. Quello moto fu cauia, che molti de' Prelati dimandarono licenza di ar-
tirejo pertimorcopcrdelìdeiiodi ufcire dilàinognimiodo. llMontcki
ad alcuni,accio poteiFe metter tra le caule la partita de' Padri:altri più lece
gionti,confortò ad afpettare,infuo fccretcpcr non priuarlì afìatto di adhc
nel farlapropollcione di trasferir' il Concilio j ma in apparenza, per noi
ftrar che lo lalciairc diiIoluerc:& però dille-, Che nelle Congrcgationi prot
fero,accioiipigliairciipedientc. Siieguì il proccirolìnoal diotto,quand'. -
ne iiuoua,overa,o finita , che Verona era per leuare il commercio: cofa eh ub
bò ognuno:pcrche farebbe flato un tenergli tutti prigioni.
^fx calda- Perilche addi none, fi tenne Congregatione generale fopra quello. In e
mente da Po- fu letto il proceiro,& propofto. Che rimedio 11 poteile trouare, per non rei
iificfji dentro riftretti, col male in cafa,& priuati di loccoril di vettouaglic, &■ e
cofe neceirg,ric.Da-molti fu proteftaco di voler partire,& non poter' ellcr t<
&c molte cofe elFendo dette , il Monte propoie di trasferir il Concilio , dici
Haucr dicio ,giàflndal principio,autorità Apoftolica : & fece legger la
del Papa,direttaa'rreLegati,Monte,SantaCrocc,& Polo:douejnarrato d'i
re ftabilito il Concilio in Trento , Se d'haucrgli mandati per Legati , & ^
di pace in qaelioiacciò coli fanta opera per rmcommodità del luogo noi3
impcdita;da autorità a doi di loro,in alFcnza dell' altro,di trasferirlo in ahi
lì più commoda,piu opportuna,&piuflcura:<S: commandar fottocenfu
penca' Prelati,di non proceder più oltre in. Trcntojma continuare il Cor
nella città,allaquale lo mutcranno,& chiamar in quella iPrclati,& altre p
«tntr/tdetta ^^ ^'^^ Concilio diTrento,fortopena dipergiurio,& altre cefure cotenute
j^' C$fitrth lettere della conuocatione : douendo egli hauer per rato tutto quello, d
ranncnon oftante cofa alcuna in contrario.Fu da' Prelati Imperiali immcl
rifpoilo,Che il male,& i pericolijnon erano coli grandi : che il poteua lic( .il'
re i timidi, fin che palFaile quell' openione, &c con l'aiuto di Dio preilo fai ibft
fiianita:& quando bene il ditferiife la Seffionc, non era cofa imporrante :p( :lie
l'anno inanzi,per i folpetti di guerra,rimiimente molti partirono,&: la Sef^nc
fi differì féi mefuSc più : coflii facelFe anco adelFo , fé foife bifogno : & altr ali
ragioni furono addotte. Si difputò affai fopra quello. Glilmperiali,partiiii
Congregatione j de conferito tra loro,fl diedero ad inuelligar fottilmente < el-
losche non haueuano curato di faper più che tantoj^ odoiarojio che non ll^
male,maprctefto» l\
.iaPaoloIII. libro SECONDO. 17$
, (TÌorno fegucnrcfi fece Congregatione fopia l'ifteifa materia.Si trouò,che ci3 i3
iJci Prc4ancrano pamti:& fi pafsò a parlar del luogo, doiic andare. Dentro xlvii.
( nmania cucci abhorriuano:ncllo ftaco d'alcun Prcncipc non fi poceua, non
Il ndo prima traccato. Rcftaua il folo ftaco della Chiela. Propofero i Legaci
j irna;3<: piacque a cucci qucllijchercnciuano la craflacione.Fu in quella Con-
;t uionc anco concradecco dagl' Impcriali,& da alcuni palfaco a quali protc-
j;ia la maggior parccacconfcncLDabicarono ben' alcuni,che il Papa douelFe
nrlacraflacionein malcfacendofifenzaiuafapuca.MadiceuailMaucejicail
r icini,^ i pericoli della vica^elfer' eifcnci da queftiriipecci:>Sc che pigliaua la
a fopra di Teche il Poncefice iencirebbe cucco in benc.Si hebbe anco conll-
ionc all' Impcracore,(S«: alcri Prencipi-A' conclufojche , £\ccndo mencione
] :o nel Dccreco,!! farebbe fodisflicro alla debica riucrcnza: & j per dar' anco
;he fodisfaccione a chi non icntiua la crailatione , £ir qualche men-
rdicornare. FaformacoilDccreco j conccpico in forma di parcico de- '* traflattons
iciuo : Vi piace di dichiarare , chcconfti di quefto morbo, per lepre- """"/*»
,&:aicreallegacecore,corinocoriamence,chei Prclacijfenza pericolo della
lon pollino termariì in quefta cicca : ne pofTino ellcr cenuri conerà il lor
c?Ecaccefalaparcica diraolci,S«:proceIÌ:acionid'alcri,per laparcita de'quali
bluerebbc il Concilio : & alcre caufc, allegace da' Padri nocoriamence ve-
:legicime, vi piace a dichiarare , che , per la lìcurczzadellavita de' Prelati,
rprofcguir il Concilicquello fi debba crasferir inBologna,& Ci trasferifca
fence. Oc douerlì celebrar là la Seflìoneincimataa ventuno Aprile, t5^pro-
' inanzijfin che parrà al Papa,& ad elio Concilio,di ridurlo in qucfto,o in
luogo:conconfeglio di Celare, del ChriftianilTimo, & degli alcri Rè , 6c
ripiChriftiani?
dì feguence fu facca Sellìonc^ lecco il Dccreco, trentacinque Vcfcoui , Sc
enerali ailencii^ono : Se il Cardinale Pacceco,con alcri dicefecte Vcfcoui,
co il voto in contrario. Nel nnmerode' confentienti non fu alcuno de' j/£„;,^ d^qH
ì ti Impcriahjfe non Michel Saraccno,Napolitano,Arciuefcouo di Matera. altrit
el numero degli diciocco diircntienti vi fu Claudio della Guifche, Vefco-
Mirepois ; Se il Marcelli, Velcouo diFiefole; .5c Marco Vigucrio,Vefco-
I Sinigaglia:dclqualc vi è memoria, che, rinfacciandogli il Cardinale del
'v te ingratitudinc,che,tirato il zio da intimo ftato all' altezza del Cardinala-
j i che era venuta la grandezza di cafa {ua,& il Vefcouato in lui , rendeire tal
ci to alla Sede Apoftolicatriipole in. Lacino, con le parole di San Paolo,Noii
d ìbe burlar con Dio.Parcirono i Lcgaci,con la croce leuaca,ìk: accompagnati
li cfcouidcl loro partito,con cerimonie, & preghiere. ,
I l'Imperiali hcbbero comandamento dairÀmbafciatorc dell' Imperatore di *"f^^"f^
É|ai-tire,(ìnch- Sua Maeftà ragguagliata,non delfe ordine.In Roma,la Corte
■iì in bene d'eller liberata dalla Ibfpitionetperchehormai vi era gran confu-
tlc, o nondinatione de' poilcirori di pluralità di benefici] , che trattauano
iicarfijin modo peròjche non fcemalTc ponto l'utile. Il Pontefice diceua,chc,
ai;ndo dato a' Legati iuoi ;;ucorità di trasferir' il Coincilio , 6c promciro d'ha-
Mm ij
^ \l(^ CONCILIO DI TRENTO Papa Paoi m
ei3 13 uer rato quello,che da loro folle clclibcrato,&: di farlo efifeguirei&jhaueraffi
XLVii. giudicata la caufa dell' infettioiie dell* aria lcgitima;& tanto piucircndocron
corfo ralfenfo della maggior parte de' Prelati,iion poteiiajfcnon approba i.
e t«.rtt del Non era però alcuno tanto femplice , che non crcdelfe il tutto clfcr far pf,
Pdjiajco^rM. ^^Q commandamento ielTcndo certo» che nilfuna cofa, per minima, fi tr.yuj
in Conciliojfenzahauer' ordine prima da Roma: alqual effetto ogni fc'tt lam
correndo Ietterei alcune volte due fpacci rpcdcndofi , non fi potcuacif^
che una cofa di tanto fomma iipportanza, folle fiata deliberata di capo e Lt-
gati:oltre che,il folo introdurre tanto numero di perfone in una città gelo ,0-.
me BoIogna,fenza faputa del Prcncipe dominante,pareua cofa,che mai i ]
non haurebbono tentato. Credeuano anco molti , che la Bolla non fol
vero dato,ma fatta di nuouo fotto dato vccchio,& col nome del Cardinal 1
per dar maggior credito-.altramente pareua quella claufulajnellaquale è d,
torità della traflatione a due di lorojalfente Taltrcuna fpecie di profctia,c
lo doueffe un anno dopo partire i & quella libertà di trasferire a qual o
foife piaciuto, era tenuta per troppo ampia, & inverifimile ; attefo ilfo
Tempre fìiFo nell'animo de' Pontefici, che Concilio non fi celebri in citi
dente,moftrato più che mai da Papa Paolo nel conuocarlo.Onde non fi j:
credercche s'hauelfe efpofto alla difcretione altrui,fenza bifogno,in cofa <
to momento.Con tutto cio,io,feguendo le note che ho vedute,che al fuo
ho dettojtengo per fermcche fu fabricata doi anni , & mandata diciott-
inanzi quello te'mpo^Ma quellojche non fi poteua in modo alcuno afe ond
che fcandalizaua ognuno,era>che per quella Bolla fi vedeua chiara la feru)
Concilio.Perchefedue Legati poteuanacommandare a tutti i Prelati in
di partirli da Trento,&contlringergli con penej&cenfurej dica chi lo fa;
puo>che libertà era quella» che haueuana? L'Imperatorcudita la nuoua-
difpiacer grande.Prima,pcrche gli pareua efrerej|)rezzato:&:poi,perche fi vt
Icuato di mano un modo> quale mancggianda fecondo l'opportunit;
penfaua pacificar la religione in Germania,& per quel mezo
metterla fotto la fua obedienza. Al Rè di Francia
la nuoua non peruenne,che egli il ven- v
tuno dell' iftefTo mefe palsò '|
anicgliorvKSb '
ìiisrm
I
I ^77_
HI STO RI A
DEL
:ONCILlO TRIDENTINO.
LIBRO TERZO.
Sommario-
' Prelati Cefarei ^imafi tn Tremo, fiando fjjl nel lorprofonimemoifecondo l'ordine
diCefare^dmon appronare ynefegttire la trc.Jlattone del Coticilio-^Jìjk Sezione in
ìlognaiCon Decreto di dtlattone In questo mez.z,o, hauendo C efare vinti t Prctejìan-
ed acquetata lafeditione mojfa a Napoli j per t In^uifitione mtrodottam ; // "Tapa,
<^elofito , s'accojk a Francia , che l'abbraccia, con prornejfa dt f}r,mrtre ti Concilio di
logna,douefifk una feconda Se^ìioncpur dimeraditatione^aìlaquale por gè viepiù
tn cagione l'nccifone di Piero Lmfì, Duca di Fiacenzji jfigliucl naturai del Tapa^
farem 'Dieta fu ogniopera,accioche la Germania ffottometta al Concilio,ed a Ro-
lyche ejìofa rirneffo in Trento: a che remtendo ti Tapa, Cefarefn proteFlare con tra' t
nuento Bolognefe,primaa Bologna,pot a%oma. E)per cagione del rifiuto di Ce-
e di reftitmr Tiacenzjt occupata da' Ce] arci, la gara tra loro sinnajprifce j e viene
:ohnQ,per la publicatione dello Scritto dell' lntenm,fktto firmar da Ceftre,in mate-
difide\delcjuale pero il Papa rilancia il colpo a' danni di C efare : ejjendo quello da'
Jttolici, e da Trotefinnti, ugualmente riprouato'. e per certa %ifirma della Chieja,
)' ejècutione dellaquale ve molta vari età. Fra tanto fi muore il PapaTaolo terTo,
e eletto Giulio terz.o:ilqualeviuamente ricercato da C efare di rimettere il Conci-
inTrentOyVifirifolue agranfatica,mapure con certe fue cautele vantaggiofe tri-
tute da Cefare in Dieta. E fono eletti i Tref denti della nuoua ridottione in
ento,e firmato il lor zJ^fandato.itJMa tofio nafcono nuoui intrighi tra'lTapa,Ce-
Cyc Francia iC nume leghe in Germania comr a Cefare, prmcipi] difittrbo di det-
Concilio».
Ì^l^l O non fono ignaro delle leggi dell' Hiftoria, ne in che quella Zìa difFe-
9 ^ ^^^^^ ^^^^^ Annali>& da' Diarij. So anc o ra , che genera fatierà nello
^^1^ fcrittore3&; nellettore tedio, la narratione di accidenti uniformi. Et
che raccontare minutie troppo particolari>iT)erita nome d'unpruden- ■-
t accentarla. Nondimeno,oireruodifrequcntirepliche,& minute narrationi
J isomero: & che nell' efpeditione di Ciro minore , Senofonte più rapifce l'a-
J no,& più infcgna,raccontando i ragionamenti ferijxSc giocofi de' foldatijche
i ttioni,& coniegli de' Prencipi. Et vengo in openioncsche a ciafcuna mate-
r conuenga la propria,& {ingoiar forma: & che quefta mia non polli ellèr for-
l\ tacon k ordinarie regole. Tengo per fermo,che queft' opera farà da pochi
Mm iij
27S CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo ]f.
ci3 i3 icim,^^ in brciie tempo mancherà di vita,non tanto per difetto di forma, qu:-
XLVii. to per ia natura dellamateria : di chene riceuo documento, per quello che vi-
ga aimenuto alle altre fimili. Ma a me,fenza riguardo a pcrpetuità,ne diutur -
tàvbaftachciiapergiouareaqualcunojaqualeconofcendoio, chclìa perfaie
Tuo proficcojla moiì:rarc>,con certezza che ne' tempi feguenri gli auucnnà qii.^
losche le congionture porteranno.
trattenimento . J Prelati rcftati in Trento erano molto rofpclb (incIie dall' Imperatore n i
-delle due rttu- y^^p^^-^^^Q lettere in commendatione delie attieni fatte da loro, contradiceij)
^o"fdiBolo~ ^^^^ crailacione, d: rimanendo in Trento: con ordine erprelfodifcrmaruifi::
gnA'> nonpartire da quella tittà. Coniultarono traloro, fefldoucuafar'alcun'a d
Conciliarci^ concordemente fu riloluto, che farebbe ftato caufa di Scifma^ :
da non tentarertolo lludiare le materie,a(pettando quello,chc l'opportunità .-
uclfe portato.PairauanoqualchefcritturetraiTbcologidiTrento, & di Bo •
gna.Qucfti aftcttatamente chiamauano,La Sinodo di Bologna: »!k; quei,La fa .;
Sinodo lìa doue fi voglia : & ne rcftano ancora diuerfc in ilampa di Bolog .
Fecero i Legati,^ altri Cardinali di Roma^diucrfi ufFicij a parte con alcuni '
rimadi in Trento,per fargli andar'in Bologna,o almeno pairire di là : & non i
riulcì ài guadagnar' altri , che Galeatio Florimantc , Vefcouo deli' Aqu
S'adoperarono anco , accio tutti i fuoi , partiti da Trento, iì trouailero ; ..
Seflìone , & venillere anco degli altri di pia : il che era facile per il gran co -
modo ài far viaggio da Roma a quella città. Si fecero diucrIJe Congregatic ,
nellequali altro noiifu trattato, te non come difendere la trailatione pcrh -
tima i & le ragioni,per mofì:rare,che quei diTrento foifero tenuti ad unirli ( ì
loro.
prima. Stftone Venuto il ventun' Aprile , giorno già deftinato per la Sedlone, con cele e ,
dì Bologna, concorfo di tutto'lpopolo diBologna,& coii moltafolennità, iLegati,accc -s
pagnati da trentaquattro Vefcoui,li riduirero al Confeiro,nclquale altro noi j i
f'attojfenon letto un Decreto,doue fi diceua,Che,eirendoli deliberato in Trei d
di trasferirla Sinodo aBologna> & celebrar laSeflìone in quel giorno, pul-
sando Canoni in materia de' Sacramenti, ideila Riforma: nondimeno,coi -
dorando che molti Prelati, foliti aritrouarfì nel Concilio, erano flati occuf i
nelle loro Chiefe per le fefle di Pafca, Iperando che prefto faranno per ven ::
per far le cofe con degnità,& granita, fi dilferifce a celebrar quella Seiìione i )
al due di Giugno,riferuandofi nondimeno di poter anco riftringere il terrai '.
Fu anco decretato di fcriuer lettere , per nome della Santa Sinodo generale i'
Padri rimafti inTrcnto,hortatorie ad andar' a Bologna,& unirfi col fuo coi' j
dalquale feparati non poifono chiamarli Congregationc Ecclefìaftica-j ai
danno molto fcandalo al popolo Chriftiano. Lequali lettere,riceuute in Tri -
to,furouo giudicate poco prudenti , come quelle che erano per efafperare j r a
per ammollire gli animi.Etper ciofuconfegliato dinondarrifpoftajpernon -
trodurre contentionejma lafciare cader'il tentatiuo,quale era afcritto alla tn -
pa libertà di procedere del Cardinal del Montejnon alla modexatione dell' u -
Cefa'>
■ìfce il
trattato deUn
materU:
iPA Paolo III. L I B Pv O T E R Z O. 179
,>iare,che con tutto l'circrcito era nella Saifonia con potente armata a fron- 'l/iò lo
idi queir Elettore , occupato tutto nelle cofe della guerra, haueuadepcfti i xlvii.
•iifieridellecore dei Concilio. Ec il ventiquattro dell' irreiromefesordinato Cffire rompe
ifcrcito fopra il hurae Elb,derto da Latini Albi,venne a giornata : doue i 1 Du- '^ M/°»^ » «V
lElettorc rtftò ferito, & preio, &reircrcko ilio disfatto: onde indebolite le '^""'^f;'"
izcde' Protcdanti , il Lantgrauio fu coftretto ad accommodaiiì : & pochi di ^^'^'" '
bo elfendolì interpelli il genero MauriticiS-: l'Elettore di Brandeburg, fpon-
ileamente comparue.Il Ducaprima fu condannato amortc con:ercbeIìc,poi
licefl'agli la vita con varie condirioni duriiTmic , lequali rutti accettò, fuorché
rottomettcrfì al Concilio nella cauia di religione. Et Cefare fi contentò,chca
inatclealtrcqucrta folle tralafciata. Al Lantgrauio anco furono propofte
|ie condirioni ; tra quali quella vna, di ubcdirc a' Decreti del Concilio di
[|;nto:alchcnonconlentendo,rottofcri{rcdirirnetterfiad uno Concilio pio,
Ijibero, doue foifero riformati il Capo,& le membra, come farebbe il Duca
nuricio, & l'Elettor di Brandeburg: & rimalero ambidoi pregioni, il Sallb-
iiperpetuo; & il Lantgrauio , a beneplacito di Cefare. Per qucfla vitto-
li l'Imperatore , fatto Patrone della Germania , s'impadronì di numero gran-
Id'artegliaria, & cauò dalle città, & Prencipi, gran quantità di danari: &c
'< dar forma pacifica alle cofe acquiftate con le arme , ordinò una Dieta
1 .ugufta.
.equali cofe affliirero grandemente il Pontefice , che confideraua l'Italia ef- di che il Papa
' .'nzaaiuto,&:reftar a difcretione dell' Imperatore. Si confortauaperò, che ingdojìto,
i jbe coftretto,hauendo vinto picr forza,mantencrilanco con la mcdcfìma: &
e ) non haurebbe potuto leuar l'cirercito di là cofi prefto : tra tanto a lui reila-
1 -mpo di poter trattarc&conuenire col nuouo Re di Francia, e con i^li Ita-'
: L j&mettcrfi in flc uro. Sentina in tante molcftie allegrezza d'elFcr liberato
.ì imoi del Concilio. Lodaua fopra modo la rifolutione del Cardinal del
1 ìtc,dal quale riconofceua quello bene. Deliberò di mandar in' Francia Gie- ' ^""■Z^'* "! ^^
a mo Boccaferro Romano, Cardinal diSanGeorgiojin apparenza, per do- '•^''''""*'"
'i col Rè della morte del Padre,&: rallegrarfi del principio del fuo Regno: ma,
q commiffione di trattar intelligenza,^ confederatiòne. Diede il Pontefice
liegato air.plilnma potcftà di conceder al Rè ogni dimanda nella materia
'Q:ficiale, fcnza hauer rifguardo alcuno a decreti del Concilio Tridentino.
4cr eirerprontoariceuer'ognioccafione,chenafccire in Germania di impli-
a l'Imperatore in difficoltàjtlk: accioche in Dieta non folTeprefa qualche deli-
'Qtionea fuopregiudicio,mandò Francefco,Cardinal Sfondrato.per Leo-aro,
C: inftruttionedi trattare con gliEcclefiaftici,& tenergli in dcuotionciiS^: pro-
le e anco diuerfi partiti a Cefarc,per fermar il Concilio in Bologna 5 dalqualc,
•IJildo folVc (lato in luogo non a fé foggetto , temeva più che delle arme,quali
-^ìire hauclfe potuto mouer' in Italia.
tiinquefto tempo in Napoli una feditione grauiffima , hauendo voluto D. M""e«< ^
'i'!:odi Toledo, Viceré, introdurre in quel Regno ilnquil^tione , fecondo il ^J^f^^f'^
«i une di Spagna jrepugnaiidoi Napolitanijche prima con voci fcdù jofegri- mrSa:"'
«I3 13
XLVII.
280 CONCILIO m TRENTO Papa Paolo I
dairono per Napoli, Viua i'Impei-atore,& muòrariaquifirionc; poi,adLinatin
Jdcmchaucuano eletto un Magifliato, che gli difendeire : 8c dicetiano elferfi :j
ad Re Cattolico,con cfpreira conucntione, che le caufe d'herciìa foirero eiilj
c;uc da' giudici ordinari) Eccie/Iaftici, Se non folfe introdotto fpecial' uifk
'd'inquiritione.EtpcrcjueftacauiatL-a Spagnuoli,& Napolitani, feditiofamcR
>éì venne alle armcòd rifurono molte uccmoni,con pericolo ancodiribelli(c
Dopo>ordinate le cofc^: pofte cinquanta mila pcrlonc in arn:;e , che conferì;
delie campane iìradunauanoj&ridottifi i Spagnuoline'Caftelli,&ilpopo a
luoghi opportuni fortificatofi d'artegliaria, fi fece quafi una guerra formale ra
laCitcà,& 1 Caftclii: elTendo durato il tumulto dal fine di Maggio fino ir se
Lu^lio.con uccifione tra i'una, & l'altra parte di trecento & piuperfonc: d
qual mentre, mandò anco la città Ambafciatori all' Imperatore & alPonte
alquaie Ci oiferirono di renderfi , quando haueirc voluto riceuero-li.Ma ; :
bailauanodrircla(editione,comefaceua con molta deftrezza, non parendoli
-baucr forze per foftener rimprefa,fe ben il Cardinal Theatino , Arciuefcoi di
quella Citrà,promertendogli aderenza di tutti i parenti fuoi,che erano mol Se
potentijinfieme con l'opera lua,che a quell'effetto farebbe andato in perda»
efficacemente l'eirortaua a non lafciar paifar una occafione tanto fruttuof )er
feruicio della Chiefa,acquiftandogli un tanto Regno. Li Spagnuoli , chia jti
aiuti da diuerfe parti, fi refero più potenti,& vennero anco lettere dall'Im'
torcjche fi contentaua, che non folle pofta Inquifitione,perdonaua alla C :..
eccettuati dicenoue che nominaua,& uno che haurebbe fcopcrro a tei wj
pagando quella nondimeno centomila feudi per emenda : conditioni , eh
neceflìtà furono riceuute,& fatti morire pergiuftitia quei pochi.chede* die
uc fi poterono hauercreilò il tumulto quietato.
In Bologna i Legati non fapeuano ancora bencche doucr fare,&: il Po
ce gli haueua comandato di non proceder' ad attione alcuna,che poteffe
impugnata,& partoriffe qualche diuifione:ma andaffero rattenuti con diffc :
Seflioni:& fra tanto far qualche Congregationi,pernonmofl:rar di ftar'in
Però nonerafacilepigliarebuona forma di farle, per difcutcre la materia >
EuchaDftia, mancando i Thcologi principali , ibliti trattarle cofe di fé
Trento.Se ne fecero nondimeno alquante, & parlarono diuerfiTheolog
però fi formò decreti.Della Riforma non occorre dir' altro, perche fu pof ;
ail'hora in filentio profondo.
ficonèlaSeffio- Venuto ilducGiugno,conlei-ncdcfimeccrimonieficelebròlaSeflìone
nedl BolognA alttonon fi fcccchc prorogarla, con decreto fimile a quello della preccc .
con nuoua di- narrando,Che la Sinodo l'haueua differita a quel giorno per l'ailèntia de' ] avy
lattone: ^]^q afpettaua:onde, Volendo anco trattare con benignità vcrlo di loro,ag on-
geua una proroga fino a'quindici di Serta-nbre,nondouendo tra tanto trai cu-
re l'effamine de' dogmi, & della riforma , riferuandofi di poter abbreuia t^
allongare il termine,eriandio nella Congregatione priuata.
ir^Hcia l7od' ^^ brincia, non fu difficile al Legato ottener dal Rè quanto il Pontefice ite-
d«k«o; Ila defidcrareipoiche e^b ancora non hauc^a minore gclofia della fortun i'
4A Paolo III. LIBRO TERZO. ^Sj
n|?ratoie:e fi trattò buona intelligenza conpropofìtioni molto fecrcte.Tra le
ilichevifujChe il Rè mandaflc al Concilio di Bologna, quanto prima,il
lagior numero de' Prelati che fi poteiTe.Fu contratto martrimonio tra Hora-
oiarnefe, nepote del Papa,& Diana figlia naturale del Re, d era d'anni noue„
[^>dòil Re fette Cardinali Francefi a fermarfi in Cortcperdarriputatione al
jieficej&nodrire l'amicitia tra ambidoi. Creò il Pontefice, ad inftanza del
è| ventifei Luglio,Cardinali,Carlo di GhiiajAiciucrcouo di Pvcins; & Carlo
imdomojdel (angue regio.
Iifine d'Agofto fi trasferì Cefare in Augnila, per celebrami la Dieta,haucndo *"f^'^ ^^•^''*
tino la Città rutto l'ellercito de' Spagnuoli,& Italiani, & in elfa Città al- JfZZua
U te infegne di fantaria.Si fece il principio al primo di Settembre,doue Ce^a- fotteporfi al
,{ incipalmente intento a pacificar la Germania , diede parte di tutto quello. Concilio!
i aucua per il palfato fatto in diuerlc Diete per conciliarla,& come per que-
..ufahaueua operato, che foife conuocato & principiato il Concilio in
e :o:ma,nonhauendo tanta fua fatica giouato, era fiato coftrctto pallàrad
5 rimedio.Et perche era piaciuto a Dio dar felice riufcita al fuo confeglio,
il sndo lo fl:ato di Germania in termini,che fi poteua hauer certezza di rifor-
3,haueua congregato perTifieiro fine i Prencipi. Ma, perche la differenza
religione era cauta di tutte le turbulenze,era necelfario comminciare dì là.
ji]|faeraropenione de' Prencipi in quella Dieta, perche tra gli Elettori,gli
Ì|(ìafl;icidefiderauano,& infl:auano,che il Concilio di Tre;ito fifacelTejSc
i iccrcauano in ciò conditionealcuna.ISecolari,adherenti a Lutherani, fi
I ntauano con quelle conditioni , che folle libero, & pio : che in quello il
jj:fice,ne in propria perfona,ne per l'interuento d'altri , folle prefidente; Se
i (Te il giuramento,colquale i Vefcoui gli fono obligati : & apprelfo, che i
S ogiProtcfl:antihaueircrovotodecifiuo:& che i Decreti già fatti fi reefa-
lircro:gli altri Catholicidimandauano, che il Concilio fi continuaifc, &
j 'roteftanti hauelfero publicaficurezza d'andarui,&: di parlar liberamente,
I Icro poi sforzati ad ubedire i Decreti.
li uà il Pontefice con l'animo folleuato, attendendo il CuccefCo della Dieta „. .^^
il mania,mentre, il dieci Settembre Pietro Aloifio,Duca di Piacenza, fuo fi- auJ del Papa
jji da congiurati nel proprio palazzo trucidato, il cadauero ignominiofa- ucdfi:
^:efpofto,& trattato :& poche hore dopo arriuarono genti da Milano,
r'ite da Ferrante Gonzaga, Viceduca, che s'impadronirono della Città.
(la nouità affilile il Pontefice fopra modo,non tanto per la morte violen-
i figlio,ne per l'ignominia^quanto per la perdita della Città, & perche ve-
li :hiaramente il tutto eirerfuccelfo conparticipatione di Cefare.
t in Bologna i Legati penfarono,che a tanta afflittionc,& occupatione del onde s'interro-
Pi non era tempo d'aggiongere due lettere alla fettimana, che fi l'criueuano/"'""^"'" '*.
};llo che palfaua in Concilio: &: però conueniua prolongar la Seflione per f.^"?"; ^""f"
\ tempo, & mtermcttere tutti gli atti Conciliari. Se ben ciò s haucrebbc o„^.
II gnità fattojcelebrado la SelHone intimata per il quindici,& difilrendo la
k. Nondimeno>ricercando cofi iameftitia,chcfidoueuatenerpcrlamorte
i Nn
i8i CONCILIO DI TRENTO PapaPaolciI
ci3 13 dclDucajchenonfi facelTcalcunafolennitàjeirei- meglio anticipar quella :;c
XLVii. una Congucgatione differiila. Perilche il quattordici, chiamati i Prelacu
nella cafadcir habitatione del Cardinal del Monte , egli parlò loro in<e
foftanzarChe il dì di domani era determinato per la Sefllonerma ognuno vie
le anguftiejdi che la Sinodo era circondata:non eiTer ancora gionti molti e
ti,cheronoinviaggio5rpecialmcnteFranccri:& i venuti già poco tempn
eilèr' informati'.anziquei medeiìmi , che tutta la fiate fono flati prefen a
difpute di quefli minuti Theologi,non eilcr ben in ordine: aggiongerfi ì\ o
tà della morte delDuca,cheteneuaognimrorpefo,& loro occupati inattid
alla fìcurezza delle città della Chiefarrallegrarfid'hauerflriferuato di poti pr
rogar la Seffìoncper liberarfi dal trauaglio di douer' andar' in Chiefa a ce )ri
ia:eiler fuo confeglio, anzi necefììtà, di valerli di quella riferua,allonga io
SefTione al prefente/enza celebrarla domani.A' Padri tutti piacque,ches Io
gaircSoggionfcil Cardinale , che,dopo molto penfarejnoa haueuano i
troLiar giorno certOjdoue fermar il piede:che quàdo erano in Trentcpéfa
fpedir il Decreto della Giuflificatione in quindici giorni , furono forzai
ui lette meli contiimijfacendo anco fpeil'e volte due Congregationi al i
che doue fi tratta della fede3& confondergli Heretici» bifogna caminar
di piombo>&;fpeirotrattenerrilongo tempo nella difcuffione d'una pa:
non poter elTer certo fé vi faià neceflìtà di celebrar laSeflìone fra pochi g
differirla anco molti mefl:però,efrer di parere d'allongatla Seflìone a ben
to del Concilio : quello fenza dubio etfer il miglior partito. Et fé alcun
che,fapendo il tempo prefìiro,ordinerebbe meglio i fatti proprij,queflij:
ben eiier certi,chefrapochi giorni fi potrà vedere,che corfo ^progrelu
hauer la Sinodo.Piacque a tutti,che foife prorogata a beneplacito del.G.c
& furono licentiati.
t Prelati >4'- Qocfto giorno iflelTo i Prelati di Germania j congregati nella Dieta,<
^ZTa'plL ^^'^^^ Cerare,fcri(rero al Papa, dimandando che folTe ritornato in T
Richiedendo di Coiicilio.Era la lettera mifta di preghiere^: di minacce: efponeuail catt
rimettere il tO}&c petìcolo di Germania, alquale s'haurebbc potuto prouedere,fe ili.
Concilio A del Concilio folle flato dato a tempo,& in Germania, come era flato rie
Ttintu: pcrche,hauendoefri ampie giurifdittioni,nonpoteuanolongo tempo fì
tanij^ per quella fleifa cauta ninno era andato neaMantoua,ne a Vice
pochi a Trento,città,che ella ancora appartiene più toflo air Italia,fpeci
te al tempo della guerra. Hora, ridotte le cofein tranquillità, erano er
gran fperanza,che la nane foife ridotta al porto, quando , fuori d'ogni e
tione,hanno intefo il Concilio,nelquale era pofla ogni fperai>za,efrer tK
altroue,opiutollodiuilo:perilche,priuatidiqueflorimediOiiion gli refi
tro,fe non il ricorlo alla Chiefa Apoftolica,con pregar Sua Santità,perl;
della Germania,a reflituire il Concilio m. Trento jilche facendo, non
oirequiOiche da loro non il debbia promettere:altrimentie,non reflar loiooB
ricorrere per aiuto contra gli imminenti mali,& pericoli:però fì degni h en^
coiiiìderationelalorodiraandajpenfando che fé egli non vi prouede; i
V
►Ì|a Paolo III. LIBRO TERZO. 285
adibii aflài , che ila penfato ad altri cond^glh 8c maniere, permetter fine alle e i o i a
ijj.oltà. Pregando finalmente h Santità. Un a riceuer in bene la loro lette- xl vir.
Jèndo eflì coftretti a fcriiier cofi dall' ufficio proprio , &c dalla condicione
e''mpi.
;ce di pia Cefare opera diligentiflìma,accioche tutti fi fottomettcìrero al «"'^We Ce/V-
iJcilio , infilando, pregando, & richiedendo , che fi rimettcìrcro alla fiia fede. ^^ ^^ff"^^"^ ^»
IcjrElettor Palatino, le preghiere haueuanofpecie di minacce, rifpetto ^'^^^^pYotlnAml"
fej:denti offefc perdonate di recente. Verfo Mauritio,Duca di Saffonia, erano
e^(fità,per tanti benefici; nuouamente hauuti da Ce{'are,& perche dcfidcraua
blare il Lantgrauio,fiaofiiocero.Perilche promettendo loro Cefare d'adope-
r che in Concilio hauelfero la domita fodisfattione,<S(: ricercandogli che Ci
ì: èro in lui , finalmente confentirono , & furoi-io fcguiti dagli Ambafciatori
A Elettore di Brandeburg,&:da tutti i Prencipi. Le città ricufarono , come
)i Ai gran pericolo, il fottometteifi indiifcrentemente atutti i Decreti del
e ;ilio. Il Granuela negotiò con gli Ambaiciatori loro alfai, & longamcnte,
l' mdogli anco da oftinati a ricular quellojche i Prencipi haueuano compro-
it: aggiongendo qualche forte di minacce,di condannargli in fommamag-
e jchc la già pagata rperilche finalmente furono cofl:rette di condefcendere
\ ler di Cefare,riferuata però cautioneperloireruanza delle promeiTcOnde
i Qace allaprefenza dell' Imperatore^ interrogate , fé fi conformauano alla
t :rationede'Prencipi,rifpofero,Che farebbe (lato troppo ardire il loro a
1 correggere la rifpofta de' Prencipi :& tutto inficine diedero una fcrittura
I ncnte leconditioni,con che haurebbonoriceuuto il Concilio. Lafcrit-
3 LI riceuuta,ma non letta,& per nome di Cefare dal fuo Cancellario furono
ì i,che ad elfcmpio degli altri hauelTero rimelTo il tutto airimperatore,&; fi-
t di lui : &L l'iftefib Imperatore fece dimoftratione d'haucrlo molto grato.
i runa,&: l'altra parte voleuaeircr ingannata.
\ Cardinale Sfondrato non haueua mancato del debito in proporre molti elPapApre-
\ iggiper Cefarcquando folfe condefcefo aconfentir il Concilio in Bolo- '"''^ Cefxre di
gii moftrò le confufioni, in che era l'Inghilterra fotto un Rè fanciuUo,con ^i'Pj°"f'^ '*
ornatori difcordi , 6^ con i popoli tra loro diiEdenti per cauta della religio- p'^^ ■vamfhì'-
li fcoprì l'intelligenze , che il Papa teneua in quel Regno, che tutte fareb- rm:;^ di fiato:
) ftate a fuo fauore : propofe, che il Papa l'haurebbe aiutato a quell' im-
i. con numero di genti , he di vafelli : che gli haurebbe conceifo di valerfi
1 rendite Ecclefialliche di tutti i Stati fuoi. Era nota all' Imperatore la mira
i'apa, di volerlo implicare in nuouaimprefa, per intorbidargli quella,che
àiaueuaa fine condotta. Però rifpofe , Che col Pontefice volcuaelfer' unito
1: cofe della religione : ma, doue fi trattaua di guerra , era rifoluto far' i flirti
i dafe flelfo , & non efier Capitano di chi nell' opportunità l'abbandonaire,
lenellaguerradiGermania.Et dall'altro canto elfo ancora propofe diucrfi
aggi al Papa,quandoconfcntiire il ritorno del Concilio a Trento. Sopra ^
l-iauendo il Legato certificato di non hauer commiiTione alcuna,fpcdì Ccfa- ^^ ^^^^!^^ 7 *
I diligenza il Cardinale di Trento al Ponceficcper ncgotiare la rcititutione Tnnto^
\ Nn ij
i84 CONCILIO DI TRENTO Papa PaoloI,
ci3 13 del Concilio>&altripardcolari,che il diranno. Il Pontefice,dopo hauerlcpm
XLV j I . volte aicolcaro/enza fcoprir qual foife l'animo Tuo, finalmente rilpofe ,chio'
ueflc parlarne in Conciiiorio.
frìma pel IlCardinaie a none diDicembrejin prefenza di tuttol Collegio, dopha-
Cardinal Ma ^er narrato quante fatiche,&: pericoli haueua pairataCefarejnon peraltrcif.-
rnccio, ^^^ loflenerc la dcgniìà dc-1 Concilio : & come finalmente, per la Tua dilig
&c autorità,liaucua indotto tutti i Prencipi,&: Stati di Germ.ania,ad adlielii
fbttometteruifi, pregò Sua Santità,a nome di Celare , di Ferdinando , &di [[„
rimperio,che,pcr Tamor di DiojVolefTe far ritornar a Trento i Ve(coui,ch ^ra-
no a Bologna,pcr finir l'opera neceilaria incomminciata: & ancora fi co en-
tafTc mandar un Legato,o doi in Germania» con pieniflima autorità Ponti! al;-,
fenza ritenergli fiicoltà alcuna,acciocliecon loroconfegliofiordinaireu
do di viucre fino al Concilio,^ lì riformaife l'Ordine Ecclefiaftico : & ap
di ciò , haucire confidcratione , &c determinalfe, fé, occorrendo vacanza
Sede,durante il Concilio, l'elegger il Pontefice toccafle a' Padri d'efio, o a
diaali: accio, occorrendo, non nalcelTe qualche nuouo moto. Quefto ;
ponto fuaggiouto,per auuertire il Pontefice della (uà vecchiezza. Oc pr(
morta}ità,& indurlo più facilmente acondefcendere,pernonla(ciar la h
fteiitàherede deldii'piaccre, chcfentiua l'Imperatore per la lua renitenz
"^^dà T qucftepropofterifpoteilPontefice,commendando la buona volontà del
cumri/olMio- pcratorc , Se le opere fatte in publico feruitio della Chiefa, &c concluc
ne: d'hauer udite le propofitioni , allequali haurebbe hauuto la confideratioi
mcritauano , & rifoiuto quello che hauellè piaciuto a Dio infpirargli. I
dinale,dopo hauer prouato in diuerfe audienze priuate , d'hauer qualche b
rifolutione d:tl Pontefice , vedendo che altro non fi poteua da lui hauere,'
ta la inftruttione a Don Diego di Mendozza,quale l'Imperatore a quelle
to haueua fatto andar' a Roma da Siena, doue firitrouauaperaccommc
pifel Men- ditferenzc ài quella Fvepublica,fi par ti, Stornò in Augufta. DonDiej
ào\^, Conciilorio publico,coagregato per dar il Capello al Cardinale di Ghifa
ogni qualitàdiperfone puoetierprcfentejfiprefcncòinanzi alPapa,&gli
feriileirecofedcLte dal Caidinalc,aggiongendo hauer commiilìone, Tei;
tira iua interponeua dilarione,orcaia,diproteftare>chelaSinod[gMaLBa
riTnaniatva - ^^^^^ era icgiama.RiG^ofe il Pontefice,Volere prima intendere la mente, &
gioni de' Padri del Concilio ài Bologna, & communicare lapropofta co'
Prcncini ChniliaiUjpcr far rifolutione matura,in feruitio di Dio, òi lodisf
ne coramunc.
ragionamenti II Cardinale di Ghifa in quello fteifo Conciftorio fece un publico rag r-
àel Cardinal mento,per nome del Rè di Francia,& dille in foflanzajChe il Re Francefc :
di Oh'-faoper j-^^^^Qa mai perdonato a fpeia, & pericoli , per m.antenere la libertà anco
eoniranare a ^^^^.^ Pj-encipi: in conformità di che Henrico>non degenerando dalla bon
terna,fabitoce(rato il dolore per la morte del Padre, hauer voluco dichiaici.
fua olTeruanza verfo la Sede Romana-eiFer' illuftri i merirj de' Rè di Franci "el-
fo i Pontefici,*5c fuperare tutti quelli delle altre nationi. Ma fopra tutto iTcì
nitc
J^PA Paolo III. LIBRO TERZO. 285
jlolto opportuno quefto, che fa il Re , promettendo tutte le Tue forze per con- ci3 io~
Icuar la dcgiiità Pontifìcia in queftotcmpojche è cofi vilipefa. Aggionfcche xlvii.
egaua il Pontefice,a riceuer il Rè per figliuolo , & promettcrfl da lui ogni aiu-
\k6c del redo, haucr mir-a , che la Chiela non riccui alcun danno,o vergogna:
ìfcndo ben noto da che deboli principi] fono nate di gran fattioni, lequaii han-
j)condotco i Pontefici in gran calamità. Pafsò agli cilèmpi di molti Pipi tri-
jilati , c^ da' Re di Francia difefi , &c lolleuati: concludendo, che il prciciìte Rè
|)n vorrà ellere inferiore a'iuoi progenitori,nel confcruar la degnita della Sede
ipoflolica.
Fu opcnione di molti,che il Pontefice foiFc autore al Ghifa di parlare in quel il Papa firiue
noicper dar' animo a' Cardinah Tuoi dependenti j& per mortificare li ispiriti <^' Prelati di
suati degli Imperiali, & far vedere , che non poteuano penfar a sforzarlo : »Sc, ^'^^°SP*>
relfeguirc quanto a Don Diego haueua detto, fenile a Bolognaal Cardinale
1 Monte la propofìtione fattagli, & la dcliberationefua, ordinandogli, che
iantoprima,inuocato lo Spirito Santo,efpone(rc il tutto a' Padri, iic incefo il
roparercrefcriuelFe qual folle la mente del Concilio. Il Legato, congregati
'adri , efpoie le commiflìoni , òi fu il primo a dire il voto filo : ilquale ru dacli
i.n feguito : perche lo Spirito,rohto amuouerliLegati conforme alla mente
1 1 Papa , & li Vcfcoui a quella de' Legati, operò come altre volte fatto haueua..
rilche, raccolti i voti,il Cardinale, col parcre,& per nome communcrifpofe, ; ,.
ie,hauendo la Sinodo, quando fi fece il legitimo Decreto ài trasferirla àz g^nVunajuì-'
entoaBologna,ammonitotuttidi metterfì in viaggio, & dopo CTiontimBo- tìom»
^na, intendendo che alquanti erano reftati in Trento, dinuouo amoreuol-
i :nte elTortati a partirli di là , & unirli al corpo del Concilio3del che non elFen-
c da alcuni d'efii tenuto conto, rimanendo ancora in quella cittàjcon Sprezzo
i la SinodojSc fcandalo di moltijquafi come pretendeftero efll di elFer il Con-
I io legirimojO di non etfer tenuti d'ubcdir a quefto , i Padri non fapeuano ve-
\ :e,comc,falua la degnità , & reputationedeliaSinodcfìpotelFe trattare del
II Drno a Trento, le i rimafti in quella cittànonandauanoprimaaBolocrnaa ^^^ riforma
! igiongeriì con glialtri,& riconofcerelaporeftà del Concihorilche quando ^^t°'^'j-'-^*
( fé fatto,acont empianone della Germaiìia,^'haurebbe potuto trattare din- ^ni^nktg^k-
\ nar in Trento,fe però quella Natione hauelFc data Uiia idonea ficurtà di fot- fi:
l nctterfi a' Decreti cofi da far(ì,come anco già fatti: aggioncrendo circr'ufcita
ii):ta fama,che,quando il Concilio folle ritornato in Trcnto,douerà introdurfi
ilqucllo un proceder popolare, & licentiofo:pcrlaqualcauragiudicauanoi
] dri nccelFaria una altra buona f2curtà,che douclFe eller feruato l'ordine con-
*uato nella celcbratione de' Concili) dagh Apolioli Fino quellaetà: dc/ide-
l^idoanco cautionediftar fecuri , & di poter partire , ^ trasferire ancora i\
\mci\io , quando fofFe parfo alla maggior parte , oc di poterlo finire , quando luhe è ftgnìfì-
JidicaiFero hauerfodi sfatto alle caule,percheeraftato conuocato:fupplican- cat. dal papa
♦, in fine Sua Santità a non coftringergli a quello , che farebbe contra l'honor ^l^^'^nUox^^ì
*Dio,& la libertà della Chiefa. ^'"'' "/^^««^r*
!ll Pontefice, ricemue qiiefte lettere, finitala Mefla del giorno di San Gio- 'ZZgLÈ
I Nn iij
i8ó CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo jf.
e T D I o uanni Euangeliftajritornato alla camera de'paramenti co' Cardinali,comniu >
XLViii. coloro la rilpofta del Concilio-.laqualeeilèndo dalla maggior parte approuii,
fatto chiamar il Mcndozza, gli rifferì il parer della Sinodo, approuato anco i*
Cardinali : &c aggioni'e non ellèrci cofa, laqual non facelle per caufa della G>
mania : di che potcua Celare eifer buon teftimonio: che tcneua anco certca
dimanda,fattagli da elfo Ambaiciacore per nome di Cefare , di Ferdinando jic
deli'Imperio,haLicr Linaconditione aggionta>cioèjqLiando riaconpace,& cci»
modo dell' altre Nationi,& con libertà della ChieCa: laqualc poiché congrega'
in im Concilio generale haueua giudicato altrimente , &c dell' iftelfo parer a
anco il Colleggio de' Cardinali>egli nò doueua, ne poteua riputarla Te non 5 h
ridica,&: ragioneuole5&approuarla,coireanco faceua. Chehaiirebbe defi>
rato,per l'amor paterno verlo CcfarcSc: il Rè,poter dargli rifpofta più grata; a
daunPonteticcCapo della Chiefajnonli doueua afpettarclcnon quclio,cli 1
buon gouerno delle cofepublicheloconflringeuadeliberarexhe conofceu 1
prudenza dell' Imperatore^ il fìlial amor Ilio : onde confìdaua,che hauere 'C
riceuuto quello schedatami Padri era giudicato neceirario, haurebbe cu-
mandato a' Prelati Spagnuolijche erano inTrento,di ridurli immediate a B' ■
gna;&: farebbefì adoperatOjaccio la Germania riceueilè le conditioni dal C
cilio propofte,& quanto prima inuialTe 1 Prelati Thederchi, SirendelTe cau
Sinodojchefarebbono oiferuate le propofte conditioni. IlMendozza,inte
elMendoc^ rifpoftajVedcdolarilolutione del PonteficejVoleuaaU'horaaU'horaprotef
•vuol protefta- ^heTadunanza di Bologna non era legitimoConcilio,&che no rimettent
re.mae /■atte- j^^^j^j-j^^fy^ inTrento,farebbefl:ata ella caufa di tutti imali euenimeti,che
fero occorlì alla Chriftianità : &c che, in difetto fuo,Cefare,come Protettor
la Chiefajhaurebbc proueduto:ma,interponcndofi il Cardinale di Trani,D
nodelColleggio,&: alcuni altri Cardinali, il contentò di referir quella rifp
a Cefarc, & alpcttar nuouo ordine da lui.
e'/ Pontefice H Pontefice,confìdcrata l'attione del Mendozza,giudicc),che quefto neg
rijj>mde a potelfe caminar in qualche difparcr tra lui Se l'Impcraitore: nelqual cafo no
Prelati dìGer pareua Utile per fé haucri Prelati di Germania mai dilpofti. Alla riceuuta <
rtttcnìa.conlu- j^j.^ lettera,di cui s'è parlaro,reftò oifelo,per l'ultima particola,delpenfar a
/'"^ *• ^j-j confcgli,& rimedij'.hauendola per una minaccia aperta : & deliberò di
dargli riipofta alcuna,& reflò in quel parere tre melì:hora , meglio confegli
dubitò,che,tenendofi rprezzati,non veniifero a qualche rifolutione precipi'
laquale Celare lafcialfe correre per implicarlo in maggiore difficoltà:onde,
luto di preuenir il male con honorargli di rifpoftaja ordinò molto modefl & 1
arti(iciofa,ancorchenon fenza rifentimento conueniente alla dignità fua n^
comminciò la lettera dalla lode della lor pietà,quale appariua nella foUeci' li'
ne ufataper rimediare alle herelìe,&feditioni:afFermando,che d'altrettanta ;li
ancora per l'ufficio fuopaftoralercftaalTai occupato , in maniera, che inaia
lafciato,ne lafcia paflàr tempo, fenza penfar a qualche rimedio, & dal princ 'io
del Pontificato ricorfe a quellojche da loro è mentionato,cioè, al Concili'^
qui,narrate le cofe fucceite nella convocationej& gli impedimenti? perche ^n
fm-
j^PA Paolo III. LIBRO TERZO. 287
venne alle elTecutione immediate, foggionfc che , congregato il Concilio, qio id
*olti Decreti tono (lati deliberati, coli condannando gran parte delle hcrcile, xlvii i.
!)ine per riformationc della Chielaxhc la partita del Concilio da quella città
! lenza fiia laputa:ma,haucndo la Sinodo poccftà di fìirlo , prefuppone , che fia
Ito con calila legirima,lìn che gli conili in contrario. Et, (e ben alcuni pochi
pn hanno confentitojnon però lì può dircche il Concilio fia diaiio. Soggion-
j.che non è trasferito in città molto lontana, ne poco ricura:& l'eirer l'iiddita '
irlla Chieia, larendc più ficura alla Germania, Lacpal ha riceuuta da lei la rcli-
joneChriftiana,!^ moki altri benelìcij:poco importar a lui>che il Concilio ila
lebrato là,o altroue: Se non impedire , che i Padri non pollino elegger altro
ogo,purchenonrianosforzati:machccora gli ritenga dal ritornar aTrento,
)tranno vedere dalle lettere di Bologna,dellcquali manda copia. Che ha difFe-
;o a rifponderc alle lettere loro,perche,eirendo andato a lui per nome di Cefa-
il Cardinale diTrento,&dopo,Don Diego Mcndozza,ha voluto prima rii-
>ndere all' Impcratorc.Che dalla copia delle lettere de' Padri di Bologna ve-
anno quello,che conuenga fare prima,che deliberar il ritorno.Però gli prec^a-
. a venire,o mandar procuratori a Bolognaj&profegLiire il Concilio. In fine
gionfcnoneirerreftato turbato per il capo delle loro lettere, doue accenna-
>,che faranno prcfìnuoui modi, &confegli,eirendoconrcio in fé medefimo
nonhauer tralafciato alcuna parte del fiio debito, & d'hauer abbracciata la
rmania con ogni carità:benpromettcrfì di loro,& di Cefare,che non faranno
fa alcuna fenzamaturità:ma fé faranno tentati e onfegli contra l'autorità della
ic Romana,non lo potrà prohibire,haucndolo Chrifto predetto , quando la
idò:nonperòtemere,che i tentatiui poiTino fuccedere felicemente , elTendo
idatain una fermiflTimarocca.Piu volte altri haiier machinato il medefimo:
jodeftrutti i lor tentatiui, Dio hauer dato elEempio in quelli di quanto pofll
rare chi vorrà entrarui:(S«: le le miferie pallate non meneranno li prefenti a
ìftercelfer nondimeno certOjchceflìreftcranno collanti nellapietà, & fede
iprepren:ata,& nelle lor congregationi non daranno luogo a confegli con-
ti) alla degnitàdella Chieia.
Celare, auifato dall' Ambafciatorefuo delle conditioni propofte da' Bolo- cefare ordii
;fi,& della rifolutarifpofta del Pap3,quantonque chiaramente conofcelfe, che fi faccia U-
; laSantità fua s'era coperta col nome del Concilio,5c Padri di Bologna,qua- P^otefia,
ra notiffimo dipendere in tutto Se per tutto,&: riceiier ogni moto da lai ; per
der certo il mondo, che non haueiia tralafciato mezo alcuno di ritornar il
(,>ncilio in piedi, mandò a Bologna Francefco Vargas, & Martino Velafco; ^ •
i lahafedici diGénaro,hauutaraudienzadal confeiro,doue,inficme co'Cardi- p„4, ° "'
r i del Monte , &c Santa Croce , Legati , erano li Padri , non in maCT^ior
t :nero che nell' ultima Sellìone , prefentarono lettere dell' Imperatore , quali
cno iimiztC3Co!iHemHtPatrHmBonom£.hQqi\zìiÌQitCiinc6n\incia.do il Vargasa
£ lare,il Monte l'interruppcdicendo, Che,fe ben quella Santa Sinodo non era
*, uta aicoltariojnon ellendo le lettere indiizzate aleijcomc quella,che non era
i88 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo I.
^^^ Coniiento>ma Concilio ; tutcauia nonricufauano udirlo, con protefto , ci
XL VII. foiTe fcnza pregiudicio i\io,5c lenza auancaggio d'altri , & che reftalTe libere'
Padri di continuare il Concilic&pairar' inaiizi,^: proceder contra i contumii
& ribcilijconle pene delle leggi. Vargas ricercò, che della proteftationc far,
inanzi che intendere la propolla, foire facto iftromento : poi pregò i Padri, jt
nome di tutta la RepublicaChriftiana,a proceder con equità: pere he, perfei-
rando oftinati nel parer da loro non con intiera prudenza de maturità abbracc'
co,il fine nonpoteuariufcire,rc non con gran calamità publica: ma,condefc -
dédo a Cefarejtutto auuerrebbe feliceméte.Egli era per moftrargli quàto pei -
ciofo error farebbe il non mutar deliberarione,& quanto la volontà di Gel;
verfo il feruitio di Dio,& public© della Chicfa, era ottima. In quelle parole i
nuouo fu interrotto dai Monte,qualdiire,Son qua io , Prefidenre di quello -
crofanto C0ncilio,& Legato di Paolo terzOiSuccelTor di Pietro , & Vicarie <
Chrifto in terra,iniìeme con quelli fantiflìmi Padri, per profeguire,a glori,
Dio,il Concilio trasferito legicimamente da Trento : & preghiamo Cefar i
mutar parere,&di porgerci aiuto a quello efFetto,& raftrenar i perturbatori 1
Concilio:fapendo Sua Maellà>che chi mette impedimento a' facri Concili) :
di che grado fi vogliajincorregrauifllme pene delle leggiti fiamocofi difp(
chcfuccedendo qualonque cofa,non haueremo rifpetto a qual Ci voglia
nacce,ne faremo per mancar alla libertà,& honore della Chicfa,del ConciHc
del noftro.
Air hora il Velafco lelfe la protefla , che haueua fcritta in mano, la fon
dellaqualeera,Che,eirendo la religione sbattuta, i coflumi corrotti, & la C
mania feparata dalla Chiefa, l'Imperatore haueua dimandato il Concili
Leone,Adriano,Clemcnte,&infineaPaolo terzo: &, narrati gl'impedim
& difficoltà neir adunarlo, toccò le cole trattate nel Concilio, foggionger
che in quel mentre l'Imperatore fece la guerra principahnente percauiad
religione,5c quietò la Germania conia virtù fua, congrandillìmafperanza
al Concilio andalfcro quelli, che fino all' hora Fhaueuano ricufato : ma che
hora elfi Reuerendiflìmi Legati, e ontral'efpcttatione di tutti , fenza la fa]
del Papa , fatta nafcere, & finta unacaufaleggeri{fima,propofero a Pad
traflatione del Concilio, fenza dargli tempo di penfare : al che eifendofi of
Ilo alcuni Santi Vefcoui , proteftando di volere rellar in Trento , eflì col
confenfo di pochi Italiani,decretarono la traflatione, i5cildìfeguentepart
no,& fé n'andarono in Bologna. Che l'Imperatore, hauuta la vittoria, folle
in molti modi il Pontefice , pregandolo a fargli ritornar in Trento , moftra
li fcandali,& pericoli imminentijfe il Concilio non fi finifcain quella città
fra tanto operò nella Dieta d'Augufta , che tutti i Thedefchi fi fotromettei
al Concilio : mandò finalmente il Cardinal ài Trento a SuaBeatitudine,afi
ficargli que{lo,5c pregarla a far tornar il Concilio in Trento : fece anco ar
il Mendozza a Roma per far rifteifo ufficio : che il Pontefice ha interpofto l
po,pertrattar con eflì Longregati,quali hannodato unarifpofta vana, capti
piena d'ingannijdcgna che il Pontefice la dannalle jilqual però l'ha approt''
^paPaoloIIL libro TERZO. i^s>
^eguita,chiamandok Congrcgatione Bologncfcche èilleginraa,connome ^^^ ^^
i! jenerak Concilio, dandogli tanta autoritàjche eiTa medefima non ha faputo xl v i ii.
i ta arrogarfene. Certa cofa efTere , che il Conciliojcongregato in Trento,
mfipoteua trasferire, fé non per urgente neceflìcà , diligente difcuffione, &z
; ifenfo di tutti: che, con tutto cio,efll alFeriti Legati, & gli altri precipitofa-
t nte erano ufciti diTrento,finte certe febri, 3c infettioni d'aria , & teftimonij
i ttati diMedici,quali l'euento ha moftrato che non erano caufe manco di va-
imore. Che quando anco vi foffe fiata neceflìtà di farlo,conueniua trattar >
1 na col Papa,& con i'Imperatorcche ha la tutela de' Concili). Ma tanta fa
i>rfretta,che non confultarono manco con loro medefimi. Che era debito
[ >ltare,& elfaminare le contradittioni,& pareri di quei Padri, che parlauano
;onfcienza,iquali,fe ben erano manco di numero , doueuano eifer preferiti,
lepiu fauij. Che quando s'haueife douuto partire, non conueniua ufcir di
Uaregione : ma,feguendo i Decreti de' Santi Concili j,eleggcr' un' altro luc-
ri Germania : non poterfi in alcun modo difendere d'hauer' eletto Bologna
lita della Chiefa , doue certo era, che Germani non farebbono andati, &
cogn'unopoteuaper molte caufe rie ufare: ilchenonera,fe non diifolue-
Concilio alla fprouifta. Perilche l'Imperatore , alqual appartiene difen-
a Chiefa, e protegger i Concili] generali , per componer i diffidi] di Gcr-
ia , & anco per ridur la Spagna,e gli altri regni , 2>c flati fuoi, alla vera vita
l:f]:iana,vedendo che la partita da Trento,fatta fenza ragione, perturba tut-
i Ilo propofito,ricerca efll afTeriti Legati con gli altri Vefcoui, che partirò-
i 'i ritornar in Trento. Che ciò non poffono ricufare , hauendo promeiro di
, cefTate le fofpitioni di pefte : il che fé faranno, farà cofagratiflìma a tut- "^
>opolo Chriftiano. Ma quando non, effi Procuratori , per fpecial manda-
Cefare,proteflano,latraflatione,oueror€ceiro, elferillegitimo, 5c nullo,
I :utte lecofefcguite,&:chefeguiranno:&: l'autorità d'effi afTeriti Legati, 6c
f efcouilàprefenti,comependentidalnutodelPontefìce, non eilèr tanta,
l joffi dar legge a tutta la Republica Chriftiana nella caufa di religione^ di
[ made'coftumi;&ma{fime,aquelleprouincie,icoflumi&infì:ituti delie-
fi i non gli fono noti. Similmente proteflano, che larifpofta diSua Santità,
f loro,non è conueniente,ma illegitima,piena d'inganni, Se illuforia : »^ che
N i danni,tumulti, rouine. Se eftermini] di popoli,che di là fono nati, nafco-
slc polfono nafcere , non debbono cfTer imputati a Cefare , ma a quella Con-
1^ itioncche chiamano Concilio,potendo ella faciliffimamentc, Se canoni-
li mte rimediarui.Protcftando fìmilmente,che l'Imperatorcper difetto, col-
^rncgligentia loro,& del Papa, prouederà con tutte le fue forze , non trala-
|ido la protèttione,& tutela della Chiefa, che fé gli conuiene, per eire,re Im-
ejcore,& Rè,conformealle leggi. Se al confenfo de' Santi Padri, Se del Moa-
Qhmandaronoinfìne iftromcntopublico delle cofe da loro trattate, &che
imdato di Cefare, & laproteftatione loro,foire inferita negli atti di quella acheèrijpofì»
IlcaCongregationc. dal Legato de
U'of oiaproteftajilVekfcoprefcntòiarcrittura medefìma,chetencuainma- ^^/* *'"*'
f{ Oo
ricfo CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo r.
CIÒ 13 tio>& replicò l'inftanzaj che foireregiftrata. Il Cardinaledcl Monte,con cc-
XLViii. fenfo della Sinodo,congraui(fime parole pioteftò,eirer apparecchiati più te D
amorire, che fopportarerintroduttione d'un tal eiTempio nella Chiefa,eh(a
poteftà Secolare congreghi Consilio : che Celare è figlio della Chiefa, non -
gnore,o Macftro.Che dìoy&c il fuo Collegajfono Legati della Santa Sede A]»-
ftolica:&: che non ricufauano di render conto a Dio,& al Ponteficcdellalori-
gatione:& che fra pochi giorni haurebbonorifpofto alla proteftatione lettali.
poi a l^t»a,al II Mendozza,in Roma> riceuuta la rifpofta da Cefare j che douefle profeg t*
P^P^> inanzi,& proteftare al Papa in prefenza de' CardinalisSc Ambafciatori de' Pi >
cipi;& riceuuto auifo dell' attione fatta in Bologna dal Vargasj&VelafcOjCiih
parue in. Conciftorio:3c inginocchiato inanzi il PapaJeiTe laproteftationc: >
nendola in mano fcritta. Incomminciò dalla vigilanza, & diligenza dell' In >
ratore , per riunire la Republica Chriftiana , diuifa in varie openioni nella r i-
gione. Narrò gli offici) fatti con Adriano, Clemente, & con l'iftelTo Paolo ni
indurgli a conuocar' il Concilio : alquale poiché i ribelli di Germania rie ■-
uano {ottometterfi , indotto dall' ifteila pietà, gli ha coftretti con le arme ai
bedienza:nel che quantonque il Pontefice, per non moftrare di mancaralk i-
blicacaula,habbia contribuito certo leggier aiuto di gente, fi può dir però, ic
con le fole forze di Cefare una tanta guerra fia ridotta a fine; nellaquale, me te
egli eraoccupato,ecco,che la buona opera principiata in Trento fu interi ta;
conunpernitiofotentatiuodi trasferir il Concilio, fottopreteftinon ver v
verifimili:mafoloadefFetto,che nonfortilTe il fine della quiete commune:
oftante,che lapiupia,& fana parte de'Padri s'opponeire,&riraaneireneiri(-
luogojche a quelli donerebbe eifer dato il nome di Concilio,& non a queil]
fono ritirati a Bologna,quali la Santità fua honoradiquel nome,per efler'a
renti alei,la volótà dc'quali antepuone alle preghiere dell' Imperatore,di Fi
nando>&: de' Prcncipi dell' Imperio,non curando la falute di Germania,^ 1;
uerfione delli ruiati,per ridurre iquali, poiché fi fono contentati di fottorae
fi ai Concilio diTrento,non refterebbe altro,che ritornarlo in quella città,
che eifcndo da eiVo Ambafciatore per i nomi fopradetti fupplicato, ha date i
rifpofta piena d'artificij,& fenza alcun fondamento di ragionerà onde vedi
che delie requiiicioni Euageliche fatte a'quattordici Se dicefette Dicembre
Santità i'ua, da lui, come Ambafciatore Cefaieoi&r a'fedeci Gennaro in
logna da altri procuratori della medefiraaMaeftàjneU'ne uno ,ne nell';!
luogo era ftato tenuto contojali' hora proteftaua la partita da Trento, &c la r
latione del Concilio a Bologna, eiler nulle, 3c illegitimei che introdur i
contentione nella Chiefa,metterannolafedeCattolica,«&la religione in ri-
colo:oltre che di prefente danno. fcandalo alla Chiefa j de difformano il fuc ta-
to:che tutte le rouine,difridij,.&: fcandali,che nafceranno,fi doneranno im]: ca-
re a Sua Beatitudine , laquale, ancorché obligata fino al iangue a prouedert fa-
uorifce &c fomenta gli autori.C he l'Iraperatorcper difetto, & colpa di Sua i
tità,vlprouederà con tutte le iue forze,per officio fuo , come Imperatore>& '
fecondo la forma ftatuita da' Santi Padri, & offeruata col confenfo del me I
Vo.lt
PA Paolo III. LIBRO TERZO. 291
Icato poi a' Cardinalbdiire , Chcrecufando il Papà d^atreiidere alla pace del " e 1 3 1 3
eligione, unione della Germania,&nTormatione de' coftumi/c effi medefi- XLvir.
nente faranno negligenti,proteftaua quel mede/imo à loro, che alla Santità ep^ha Cardi-
Et,larciata la fcrittura,che teneua in mano, non eilendog-li da alcuno fatta "^^*'
Dfta,(ì partì.
l Pontefice,confideratalaproteftationedelMendozza,& maturatoli ne- upata tefttg
o'co' Cardinali s'auuide efler ridotto ad un (Irctto palio, & che era molto sfuggire U
:rala degnitàfual'eirer prefo per parte, & checontra lui Ci voltallè la con- protefia,
ione : ne eifer rimedio, fé non,con trouar ftrada di fard neutrale, 5<: giudice
Liellijcheapprouauanola tra{ìatione,&che l'impugnauano.Perfar quefto,
eceifario declinar la proteftationcfi che parelTe non contra lui fatta,ma in-
;i lui contra i Bolognefì:il che no potendoli fare con dillimulationcrifoluè
putare all' Ambafciatore la trafgreffìone del mandato Cefarco,giudicando
Imperatore, vedendo ladeftrezza fua nel caricare l'Ambafciatorcper fug-
rompcre con laMaeftà fua , douelTe imitarlo : Se come fé folle ftato prote-
contra i Bolognefi,profeguire, riconofcendo il Papa per giudice. Perilchc
rcore primo Febbraro,nel Conciftorio,fatto chiamare il Mendozza,dicde
)ofta molto prolilfajdicendo in foftanzajChe il proteftare era cofa di catti-
^ èmpiojvfata da quelli,che hanno fcoHà l'obcdienza,© vacillano da quella:
i .iole a lui,&:al Colleggio de'Cardinali di quell' attiene inafpettata,per l'a-
\\ 'aterno fempre portato a Cefarc : & per clfer fatta in tempo , quando me-
É . afpettata,hauendo fatta la guerra,& hauendo la vittoria contra i fuoi ni-
I le della Chiefa,aiutato dalle genti Pontifìcicmantenuteconimméfafpe-
S i grandi , & opportunilTimi , che non meritauano, dopo la vittoria, un tal
il ;cioè,che il fine della guerra folfe principio dì proteftar contra lui.Mitiga-
f e ilfuodolore,percherAmbafciatorehaueuaecceiro i termini del man-
:efareo,nelquale ha commandato a fuoi Procuratoria Bologna che pro-
; a' Legatij& a lui,che in prefenza del Pontefice,«S<: dc'Cardinali,protellaf-
;ra il Concilio di Bologna,ma non contra il Pontefice. Che Celare haue-
0 l'officio ài modello Prencipe, concfcendo che il Pontefice è unico &
10 giudice nella caula della trallatione : laqual caufa quando ricufalle ài
:ere,airhora haurebbe luogo la protefta contra dilui:& però era più con-
tc,che i Padri rimafti in Trento ,fe haueuano caufa di querela cétra quei
5gna, ne inftituilfero giudicio inanzialui : ma l'Ambafciatore haucua
:itorordine,tralafciando lapetitione,che doueua fare, & ricercando un
eli ;o pregiudicio contra il Concilio : onde, cadendo da fé Fatto della prote-
i(. e, non farebbe bifogno dar rifpofta.Nondimeno,per (Incerar la mente di
i . oieua anco aggiongere j prima,per quello che talfa lui da negligcnte,&
aiilare per foUecito, non voler detrahere alla buona mente, & attioni dell'
H.tore:bcn precederlo,lìcome inetà,cofiin diligenza: moftrò, che haucua
ip| dcfiderato ilConcilio,& con effetti moftrato ildefiderio: & qui difcor- .
Kii le attioni fatte a quello fine, &;gli impedimenti attrauerlatidaaltri,&
ki: volta anco da Gefare con diuerfe guerre. Soggionfc,chc,fe le caufe dcl-
I Co ij
25)1 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo
e I o 1 3 la traflationc Cia.no legitime o no jfi riferuaua a giudicarlo: ma ben diceua,cl
XLVi 1 1. lodar i rimafti in Trcnco>era lodar gli alienaci dal corpo della Chiefarnon r .
farcne mai hauer ricLirato,che fi ricorni a Trenco , purché fi faccia legitima I
te,5.: fenza ofFefa delle alcre Nacioni:che il voler repucar Trenco folo acro ì:>
lebrar il Concilio, era far ingiuria allo Spirico Sanco>chc in ogni luogo è ad -,
tOyScè prefente : ne fi deue hauer rifguardo > che la Germania ha bifogno cj
raedicinajpoiche per quella ragione bifognerebbe far anco un Concilio Gii
rale in Inghilcerra5&: alcroue-.non fi piglia il commodo di quelli,per chi fi fcn
le leggi,ma di quelli che le hanno a farcjche fono iVefcoui» Speife voice filo
facci Concili) fuori delle prouincie,doue erano le herefìe. Scoprir benché j1
gli difpiace nellarifpofta dacagli , cioè,chefìanoriceuuciiDecreci facci, d
farfì,^ fìa ccnuco il modo feruaco fino dal tempo degli Apoftoli.Che egli ji
fuggir ogni negligenza nella cura della Chiefa:& fé Celare vorrà ufar dilig a
pur che ftia era i cermini preferirci dalle leggi,& da' Padri, che fi conueng( o
luijlafoncione dell' un & l'alerò diftinte , faranno faluciferealla Chiefa: pt
quanco s'afpetcaua à conofcere fé la craflacione era legicima, o no, auuocai al
iacaula,& deputauaquatcroCardinali,Parifi, Burgos,Polo,& Crefcenc :
conoicerla,commandando a ciafcuno,che,pendence lacognicione,non2
alcima nouità , Se dando termine un mefe a' Padri di Bologna , & di Trcr
produrle lor ragioni. Et quello Decreto lo fece ridur ÌJi C:ritto dal Seci
Goncifloriale nella forma giudiciale folita delta corte,con inhibicione a
ti di Bologna,&diTrerLCo,dinon innouar alcuna cofa,pendente la lite.
ed è fchemìto Della rifpolla del Pontefice non baflò agl'Imperiali di riderfi per la dif
da Cefarti: ne iui apportata , di proteftare,non contra il Papa, fi ben inanzi il Papa: i _
cora Diego replicò una nuoua procella, dicendo , Hauer daiCcfàrefj
mandare di procellare nella forma,che ufata haueua. Et in Bologna,ricei
inhibicione del Ponceficcnon facendofipiuriduccionede'Vefcoui,netT
gacione de'Theologi, a poco a poco partirono cucci , fuorché iflipenH
Papa,che non poceuano farlo con loro honore. Quei di Trenco non fi m
coli volendo Cefare,permanccnerui il fegno di Concilio, & tener' in fp
i Carolici di Gcrinania,& in officio i Proteftancij&accionon reflalfe ca.
promelfa ficca daloro,di foccomectcrfial Concilio diTrentcpetnon effd
lo in effìffcenza.
fcriue A Treto II Pontefice fece pafTar'anotitia de' Prelati rimafti in Trento larifpol «fe
(trfmi fini, al Mendozza,& afpeccò quindici giorni,fe da lui,o da loro folfe fatta qu: h
perturajche lo facellè giudicccome haueua diifegnato. Ma,vedendo eh i-
te fuccedeua , fcrifie un breue al Cardinal Pacceco , & agli Arciuefc( i
Vefcoui, reflaci inTrenCo, a fimilicudine d'una cicacione : nelquale,di o
uer decco le caufe,che lo molfero a intimar il Concilio ,,& el'imped i'
& dilationi occorfe nel congregarlo , & l'allegrezza che hebbe, vedu
principiato, laqual s'aumentò per il felice progrelfo , mettendolo in ^
za che in breue douelfc elTer proueduto a tutti i mali della Chiefa, f(gi
fé > Che altretanta moleflia riceueua da' contrarij incontri :onde ». qua lo in
tei
PPA Paolo IIL LIBROTERZO. ipj
te la partita de' Tuoi Legati , 5c della maggior parte de' Vcfcoui da Trento eia l'a
c^-ndo rimaftiefll nel medcfimo luogo, Tenti diipiaccre , come di caufa che, XLViii.
p,:cua tirar in dietro ilprogrelfo del Concilio .& dar fcandaloallaChiefa: le-
qdi cofe cifendo cofi ben note a loro come a lui, fi marauigliaua,perche,re
ii^raflatione del Concilio era parfa loro giuftaynonfoifero andati in compa-
cjia degli altriifeingiuftaiperchc non haueuano fatto querela a luiieirer cofa
CHara,eloro non poterla ignorarcch' erano in obligo dell'uno, o dell' altro di
oeftidoi:de quali qual fi voglia che foirc abbracciaro,hauerebbeleuatolc oc-
(jìoni di fcandalo.Non poter reftar di fcriuciglicondolorcche in l'uno, o ia
1| trojhabbiano mancato,iSc che egli fia ftato auil'ato prima delle lor querele
<ji' Imperatore,che da alcuno di loro, almeno per lettere , o per noncij : &c di
^cfto officio tralafciato hauer maggior caufa di dolerfì del Cardinale, mag-
prmenteobligato per la degnità del Cardinalato. Ma, poiché quello che egli
£ )cttaua che folle fatto da loro,è ftato prcuenuto da Celarcilqual fi è querela-
t per mezzo dell' Ambatciator fuorché la traflatione del Concilio fia nulla. Se
i .'gicimajGfFerifce a loro prontamente quello,che non gli hauerebbe negato,fe
{ i lì follerò lamentatile ioè,di udire le lor querele,& conofcer la caufa.Et quan-
ti ique doueffe prcfupporrcche la traflatione folfe legitima nondimeno , pec
i l'officio di giuftogiudice,fìofìeriuapronto ad udir loro,& le ragioni,che ad-
^ rranno in contrario:che in ciò ha voluto anco tener conto della natione Spa-
I iiola,& delle lor perfone,nonvolcndo,chcpreualeirero le g.randi prefontio-
j che fi doueuano hauer contra di loro. Perilche>haiiendo,col confeglio de"
i irdinali,auuocato afe la caufa della traflatione del Concilio,& commelFa ad
^:uni di eflì per riferirla in Conciflorio , & chiamati tutti i pretendenti inte-
i ri,& inhibito a Prelati di Bologna,& di Trento,di attentar alcuna cofa peii-
i ndo la lite,fìcome nella fcrittura , dellaquale manda copia, fi conteneua;
\ fìderando finir la caufa quanto prima ;'gli commanda, che, pretendendo la
j iflatione elfer inualida,tre di loro almeno,ben informati, debbino afiìfter nel
adicio,& allegare le pretenfìonilorc&prefentarfì perciò quanto prima: vo-
ido che la prelentatione fatta al Cardinale,«Sc a doi , o tre di loro,con l'affiflìo-
: alle porte della Chiefa di Trento,oblighi tutti, come fé folfe perfonalmente
I tiraata^andò anco il Pontefìcca'congregati in Bologna ad intimare l'iftelfo'
;crero:iquali mandarono a Roma immediate.
[ Ma il Cardinal Pacceco,&: gli altriSpagnuolijiimafti in Trento, che fi ritro-^^^ l^ ^ ^.^
irono infìeme al numero di tredici , hauendo prima mandato ad intender h (hoftonon 4"'
I lente dell' Imperatore,rifpofero alla lettera del Pontefice fotto il ventitre Mar- p4o grada:
p,in quella foftanzarCheconfìdauano nella benignità, & prudenza fua,quaL
|.cilmcnte conofcerà edìjnell' hauer contradetto alla trailatìone,neir hauer ta-
|iuto,neir effer reftati in quellacittà,niente hauer manco penfato che d'ofi'en-
iCrla Santità fua:anzi la principal caufa del difFentir dagli altri,eirer ftarailve-^
icrcchefi trattaua di cofa 2rauifriraa,fenza faputa della Santità fua:nel che
|nco dcfiderauano,che non folle tenuto fi poco conto dell' Iraperatore.Chc pa-
eualorQchiarojchclatraflatioiipnondowcire elfer ben interpretata , ne facile
pò iij
294 CONCILIO DI TRENTO Papa paolo i
CI 3 1 3 mente approuata dalla Santità rua5laqual pregauano di non credere che l'In: e-
xlViii. latore habbia preuenuto la querela loro,afpettata dalla Beatitudine fuafopi(a
illegitima traflatione del Conciliojperche eflì glien'habbiano fatto querelai^
per proprio moto di Cefare , ilquale riputaua appartenere a lui la protettile
delia ^Chiefa : che non farebbe mai venuto in mente loro , la Santità fua ha:c
potuto defìderarquefto officio d'efTerauuifata da eflì, laqual riputauano hat
hauuto intiero conto da' fuoi Legati > hauendo eflì parlato in publico > & (r,
fcritturadinotarijjchepareua loro bailar hauer detto il parer loroj& del ko
tacere.Perilche non credeuano che la lorprefenza folle necelTaria in altro. Ce
fé vi è mancamentojil candor d'animo nondimeno e chiaro : che penfauan a
loro badare diirentir dalla traflatione propofta,& per modeilia & humiltàrn
interpellar la Santità fua,qual fpcrauano no douer mancar a quello, che hau è
giudicato utile alla Chicf a.Non vedere perche douelfero pare ir co' Legati, iq -
li promifero,& nella Congregatione generale,&: nella publica Seflione , di < -
uer tornare aTrento,fubito che foife celiato il fofperto del morbojmafllme,! a
Germania s'hauefle lottomeira al Concilio. Che eflì fi fermarono nella ci ,
'^ credendo che doueifero tornarejmaflìme , quando intefero,pergratia di Die e
per virtù deirimperatore,la Germania efTern al Concilio fottomeira.Che al e ;
habbiano ricenuto fcandalo,come dice Sua Santità,dal loro efTer rimafti, bafl
a lorojche non l'hanno dato,&: che dall' altra partcla partita degli altri ha tur
to molti:chelalorNatione ha femprc venerato il Succelfor di S.Pietro, neh
da loro non è ftato commelfo mancamento : pregare Sua Santità,che non
afcritto loro a fraude quello,che a buon fine hanno fattorquale pregano hun
mente,che non confenti fiano mefli in lite : la caufa di che fi tratta non eifei
loro,ma di Dio:quando di loro foiTeaelTer apparecchiati a foftener ogni torto:
elTendo di DÌ05&: di Chrift0,come è,a nilllin più appartenere che al Vicario f
Infine pregarono Sua Santità, che rimettelfe in piedi l'interrotto Concil
rendelfe a quel luogo i Lcgatij&r i Padri;& il tutto fi faceife per la breue , fer
trattar di traflatione : pregarlo riceuer in bene le lor parole, non dette ]j
fignificar qual fia il debito della Santità fuajma quello che eflì da lei fperano.
è UnfpoPae La rifpoiìia de' Spagnuolidal Pontefice riceuuta,fu mandata a' Cardin
cautamente commiirarij della caufa,da' quali fu communicata a' Procuratori de' Bologn»
fìndkata a ^(■^^iQ profeguitrero inanzi.Qoefti rifpofero, Eirergli grato che i Spagnuoli rie
^'""*' nofconoil giudicic&il giudice,&:che non vogliono elFer parte: con tutto e
elfer necelfario ributtare alcune cofe dette nella rifpofta loro,per metter in eh)
ro la verità.Per quel che dicono, che doueua eircr' auifata prima la Santità fi
queftoerafLiperfluo,eirendoui una fpecial Bolla,cheairhorafu letta.Chel'L
peratore fia flato negletto,non fi può dire,poiche tanto conto è flato tenuto
Sua Maeftà,quanto del Pontefice,non comportando il fatto dimora,poiche e
necelfario, o dilfoluere, o trasferir il C oncilio , per il progrelfo che faceua
morbo pefl:ilente nella città,& luoghi circonuicinijper la partita di molti Pad
fucceira,& imminente;6c per la conteftatione giurata de' medici, fpeciahnen
di F|acaftoro,ftipendiato publicojperiltimorejchefihaueuaa che non folfci
A Paolo IH. LIBRO TERZO. , 35>;
I) il commercio delle città vicine:lequali cofe conftano tutte negli atti per cio To"
iimandamento di Sua Santità a Roma tiafportati-.cheli Legati,dopo il De- xlviu.
lojgli eirortaiono andar' a Bologna:& gionti a Bologna , gli amnionirono
j[ettere:onde non polTono diredi non hauer douuto feguire i Legati jperche
foirero di parere chb il Concìlio fi trasferiflenmperochejcirendò liberi i voti
|ittinelConciIio,poterono con confcienzadillentir dagli alcri:ma,hauendo
aiTgiorparte fatto unDecreto,a quello conuiciì che la minor accommodi la
fcienxaruaraltrimente mai cofa alcuna fi terminerebbe. Che fìa (lato pro-
To il ritornojfi può veder nel Decreto con che forma:ma Te fono reftati , cre-
do che gli altri doueiTero ritornare,perche non rilpondere alle lettere de' Le-
.chegliammoniuano di andarla Bologna?Ma, quando chiamano allerta la
ettione della pe{ìilentia,è verifimile,che gli (la caduta quella voce per calo»
imente non hauendo caufa da allegare contra la traflatione,&; non andando
do il Decreto di Sua Santità,incorrerebbono nelle cenfure.Ne quella diui-
s valetela caufa è di lorojo di Dio: perche in quanto a loro appartengajni-
] vuole fargli ingiuriaùn quanto fia di Chrifto, porche è queftion di fatto > è
i neceflàrio dilucidare quello,che in fatto non è chiaro: onde hauendo Tlm-
s core chiamato i Legati a{rertij& iPadrijche fono in Bologna,non Concilio»
g riuata adunanza;&: a^regato molti opprobrij contra la traflatione , fu ra-
d euole>che la caufa folle ailonta da Sua Santità,non per fomentar le liti^anzi
dDpirle.Se li fcandaliiìano nati per la traflatione, o perche eflì fìano rimaftis
» lefto folo fi può vedere,perche il lor rimanere è caufajche non fi podi tornar-
i quando pregano la Santità fua di ritornar l'interrotto Concilio » fé ciò in-
dI 3no delle folite Congrcgationi,quelle mai fi fono intermeirejfe della publi-
tl ne de' Decrcti>quella è fiata differita in gratia loroj& già tante cofe fono
(] ife in Bolognajcofi della fedejcome della Riforma, che fé ne può far una
IJiSeflìonc.Perilchc pregano la Sua Santità di dar la fentenza,confiderando,
li iffun Concihojfuor di tempo di fc ifmajè durato tanto quanto quefto:onde
^ Icoui fono defiderati dalle fue Chiefe,allequali è giufto,che fiano renduti,
u ta fcrittura fu in fine d'Aprile prefentata.
lopo laquale non fu proceduto più inanzi nella caufa, perche i Cardinali 7*"^'* cornisi^
:j tati non fapeuano trouar modo,come venir a fine : il pronunciar la trafla- J^""'*
3 • legitima,in aflcnza di chi la contiadiceua,non hauendo modo ài coftrin-
Ti a riceucr lafentenza, era fare un fcifmarmeno fi vedeua modo come
o argli ad aflìftere al giudicio. Il Pontefice eradi ciò molto anguftiato,non
:oido manco partito alcuno, come,fenza forma digiudicio,fipotefIè com-
oi» quella difficoltà,
i'.entre quelle cofe fi trattano,dopo la morte del Duca fuo figlio, il Papa con upana
prem
OMnue inllanze fece dimanda della reftitutione di Piacenza, <5c d'altri Inocchi la reflitutìom
Ci pati nel Parmegiano, valendofi degl'intereflì della figlia dell' Imperatore, «'^ PìacmT^,
icifie del Duca Ottauio,figlio del defonto.MaCefarc, che dillcgnato haueua ^[^"P'*^'^ ^■*
i iier quella città per il Ducato di Milano, &: dar ricompenla al genero in r'^r^//!**
*i'.p©rtaua il tempo inanzi in varie rifpofte,6c partiti > fperando, che il Papa * *
25><? CONCILIO DI TRENTO Papa Paoic:
ci3 i3 già Ottuagenario , & addolorato per la morte del figlio,& tanti altri difg]
XLViii. doueirclaiciando la vita,dar luogo, & fine a tutte le controuerfìe. MailP)
U PapA mi' vedendoli dclufo con le dilationi> & moleftato con le inftanze di far ritorn;
meda» Concilio in Trento > &: otFefo con la dimora continuata de' Prelati Spagn >
in quella città , per far almeno una diueriione> fece intendere a Cefarcch'l
occupatoridi Piacenza,terra della foggettione della Sede Apoftolica,erancii
corfi nelle cejifure , alla dichiaratione dellequali egli volenapaifare , folmii n
done anco di nuQucfe fra un dato termine,non gli era reftituita.Refcrifle 1 n
eCejan Jt rt- ^Q^^Ltore una lettera acerba > auuertendo il Papa a non dar fomento a' fuoru it
' di Napoli j narrando , che tutti i machinamenti gli erano palFati a notitia ; tii
haueua intcfo le calonnie eccitate contra da luijche procuralle fcifma, mei e
per unire la Chrifl:ianità,diraanda il Concilio in Trento : & quanto a Piace ai
che quella è membro del Ducato di Milano,occupata indebitamente da' Pc &
fici già pochi anni: & fé la Chiefa vi ha ragioni fopra,(ì moftrino,che non i u-
cherà di far quello, chefarà giudo. Il Papa,vedendo che le arme {piritualijf a
le temporali,non haurebbono fatto effetto, fi voltò a reftringere una lega n*
tra l'Imperatore j nel che fcontrò molte difficoltà ,per non poter indurre 1
el Papa tra- netiani ad entrarui:(S«: chiedendo i Francefi , attefa la decrepità del Papa,al'
ma ma lega delConciftoro,& depofitodidanati,de'qualiil Papa non voleuapriuarfij
cantra ejfojtna molte fpefeiChefaceua,&peril timore di douerle far maggiori:per laqual
indarno, ^^^^ haueua granato i fudditi quanto poteuano portare : &c venduto , &i. i
gnato quanto poteua ; & ordinato , che fi fpedilFe ogni forte di difpenfe , 6» *
tie,achi componeuaindanariper i bifogni della Sede Apoftolica. Pere
del Concilio , di non farlo fuori delle terre fue, era rifolutiflimo: & oltre ]
genti ragioni che haueua, s'aggiongeua anco quella della riputation fua> t
la Sede Apoftolica, fé rimpcratorerhauelfe potuto coftringere. Macom
celle indurre l'Imperatorc&la Germaniaya confentirui, non fapeua veder
lafciarlo andar' in niente boragli pareua bene , bora male : più volte net
propofito co' Cardinali, & in Conciftorio,& in priuati difcorfi : ma finaln
rifoluè di rimetter' allabuona ventura quella deliberatione> allaquale fi
fceua infufficiente, non canto per le fudette caufe, come per altri grani rif
e Cef4refa,a chcpairauanoinGermania.Impeioche Celare, col ritorno in Augufta dei
dijpetto del dinal di Trento , intefa la mente del Pontefice , & la rifpofta che in line e
Papatformare cembre diede al Mcndozza, fopra^aquale diede ordine della proteftation
hScnttsdell j-ji^s'è detto ; & ftimando, che con ricercar la reftitutione di Piacenzaj'fi
rtimw, pofto il Pont, adiuertire di parlare di Concilio , reftò certificato in fcl
che, viuendo quello,o non fi farebbe,ouero in ogni modo anderebbe lare
rione in longo:& giudicò necelfàrio, inanzi che difarmarfi , trouar via pei
ter pace della religione in Germania. Di ciò fu fatta propofitione in Die it.
ordinafOjchefoflrro elette perlbne atte a far qucfta buona opera. Fu fatta .'ÌM
de' reputati migliori,quali non conuenendo tra lorcfinalmente furimeli ut*
to a Cefare.E^li elclFe trcGiuUo Flugio, Michel Sidonio , t^ Giouanni Isl hO'
Queftijdopo longa confultationci compoferoima formula di religione , 1 1^
1'
i|lpa PAOto III. LIBRO TERZO. 25)7
co fu molte volte esaminata, riuediita, & mutata ; prima da loro fl:effi,poi da
èerfe perfone dotte,allequaliCefareladicdeavcdere,5(: furono chiamati ai-
n Miniftri de' Proteftaiiti principali>per fargliela approbarc. Ma,tanre voice
fjilterata,& mutata, aggionta& fminuita , che ben dimoi1:ra elfcr' opera di
a jlteperfoncche tra loro mirauano a fini contrarij. Finalraentcfi riduflè nella
ma che fi vede,& ne mandò il Legato a Roma una copia, cofi volendo l'Im-
atorej per intendere anco la mente del Pontefice , coni'egliando coiì la mag-
r parte de' Preiati : iquali,vedendo le controuerfie tra l'Imperatore &c il Pa-
3 temeuano di qualche diuifione,&: che l'Imperatore non leualFe l'obcdienza,
a da loro fommamente abhorrita, per l'innata. Se inueterata openione de*
latiThedelchidi fomentarla dcgnicà del Pontificato, che loia può contra-
lte l'autorità dcgl' Imperatori , a'quali efll , lenza l'appoggio del Papa , non
fono refiftcre 5 le, conforme ali' ulo de' Prcncipi Chrilliani antichi , vo-
)no tenergli in oftìcio , & leuar gli abufi della decantata libertà Ecdc-
:ica.
[1 libro conteneua trentacinque capi. Dello Srato dell' huomo nella natura
•ra. Dello Stato dell' huomo dopo il peccato. Della Redentione per Chri-
Della Giuftificatione. De' Frutti d'ella. Del Modo come e riccuuta. Della
ità,& Buone opere.Della Fiducia della remillìone de' peccati.Della Chiefa.
Segni della vera Chiefa. Dell'Autorità d'elfa. Delli Miniftri della Chiefa.
Sommo Pontefice,& de'Vcfcoui. De' Sacramenti. Del Battefmo. Della
ifermationc.Della Penitentia.Dell' Eucariftia.Dell' Eftrcma ontione. Dell'
ine. Del Matrimonio. Del Sacrificio della MefTa. Della Memoria,Intercef-
e,&: Inuocatione de' Santi.Della Memoria de' morti. Della Communionc.
le Ceremonie,&: ufo de' Sacramenti. Il recitar qui la foftanza farebbe cofa
illa. Se tediofa: inutile ancora, poiché per poco tempo durarono le confe-
izcche da quefto libro hebbero origine.Egli acquiftò il nomc/w/É-r/Wjpre-
\Ì lendo il modo di tener le cofe della religionctra tanto , che dal Concilio
erale foircro ftabilite.
ndata la copia a Roma,ognuno reftò ftordito : prima , per quefto generale, ^^^'>^'"'*^^
un Prencipe temporale in un conuento fecolare metta mano nella Rcligio- '" *
e e non in uno folo arcicolcma in tutte le materie. I letterari fi ricordauano
e Enotico diZenone,dellaEcthefid'Heraclio,& del Tipo di Coftante;& di
i. Ite diuifioni furono nella Chieia, per caufa di conftkutioni Imperiali in
1 cria di religione : Se diceuano, che tre nomi erano fino a quel teinpo,fotto
t cfto d'unità, infaufti nella Chiefa per le diuifioni introdotte. A quefti fi
càagionger per quarto,r Intcrtmài Carolo quinto. Dubirarono,che qucfta
t')ne dell' Imperatore folFe un principio per capitare doue eraarriuatoHen-
i' ottauo d'Inghilterra, di dichiararfi capo della Chiefa, con canta maggior
;i>iezza, quanto non haurebbe comprefouna Ifola, ma Spagna, Italia, Ger-
n iia,& altre regioni adgiacenti : che in apparenza moiraua contenere una
lc:rina Cacolica,ma era dalla Catolica lontanilllma. Delccndendo a'partico-
iriprcndeuano, che nelle materie del Peccato originale, delia Giuftificatio-
iO% CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo I.
~cii>~i3^ ne, de Saci^amenti, del Bactcfmo,& della Confermatione, non fotTeportatat
XLViJ I. ftcifa dottrina determinata dal Concilio j elTcndo quella raccolta fatta per -
nerfì fino al Concilio : poichejquanto a quei capi il Concilio era già fatto ; ce
occorrcua altro dire , fé non che precifamente folle tenuto ì Ma, l'hauer pul -
cata altra dottrina elfere un annichilar il Concilio: & l'arte dell' Imperate;
molto fottile douerelter più che mai fofpetta , poiché infìemefaceua coli ,-
gliardainftanza, cheilConciliofoirctornatoaTrentOj&leuauatuttarautd-
tàallecofegiàftatuitedaqucUo. Dannauano tutco'l corpo di quella dottrii,
che contenelfe modi di parlare ambigui , che iuperficialmente confìderati ri "-
ueuano buon fcnlbjma internamente erano venenati : che affettatamente ii I*
cune parti itcìre fui folo uniuerfale , accio i Lutherani haueiTero modo d'in >
pretarlo per loro. MadellaConcupifcentia,parlauaa fatto alla Lutheran fi
come anco nell'articolo della Giuftifìcatione, riponendola nella fiducia f(ta
le p romiffio ni: & attribuendo troppo, anzi il tuttOjalla fede. Nel capo dell )•
pere>niente parhrfì del merito de eondtgnoyche è il cardine in quella materia, d
capo della Chiefa , non hauer prela l'unità dal capo vifibile , che è eifentiali i
quello che è peggio, hauere ftatuito una Chiefa inuifìbile per la carità, & di
fattalafteiravifìbileieifer'un' artificiofa., & occolta maniera di diftrugge la
Hierarc hia,& ftabilire l'openione Lutherana:rhauer pofto per note della C ,e«.
fa,la fana dottrina,^; il legitimo ufode'Sacramenti,hauerdato modoatut le
Settedioftinarfia tencrfiper Chiefa,taciuta la vera marca, che è l'obedien
Pontefice Romano.Non eifere comportabile,d'hauer pofto ilSommo Pont ,
i?: rtmedtumjchtjmatisi&c i YcCcouhde ture dmtm.Che il Sacramento della |
tcntia era fatto Lutheraniflìmo,quando fidiceua,che>credendo dìriceuere
quefto Sacramento quello che Chrifto ha promeiró,gli auuiene come e
Del Sacrificio ancoraseifcr taciuto il principalcche egli è erpiatiuo,& pro| |
torio per i VÌUÌ5& per i morti. Quel che diceuano poi, dell' hauer conce
moglia'Sacerdoti,&il Calice nella Communione de' Laici>ognuno lo pij
fc comprcndercchecon queftidoi abufieradiftruttalafede Catolica.Erau
voce di tutga la Cortcche fi trattaua^f/^w;;2^rer;<;»:che erano crollati ifcl
menti della Chiera,che bifognaua metterci tutte le forze,eccitare tutti i Pr cir
pijmandara'Vefcoui di tutte le nationi,& urtar in ogni maniera quefto pi ci-
piojdalqaalc indubitatamente eraneceifario che ne feguilfcnon ladiftrut mt.
della Chiefa Romana elfcndo ciò impoflibilc;ma b^ne una deformatione,<: le
turpatione la maggiore che mai.
magmàkato Ma il Pòtefice,vecchio fenfati{Iìmo,che più di tutti vedeua con la finezi icl .
éalPapa atf fuogiudicio,penetrò immediate fino al foiido,& giudicò l'imprefa falut.'M
•fuoìdiffegnU per le,&: per l'Imperatore pernitiola.Simarauigliò molto della prudenza un
tanto Prencipe,6c del confeglio fuo,che per una vittoria hauuta C\ penfalfe Ter
diuentato arbitro del genere humano,& prefuppoftofi di potere folo conti ta-
re con ambe le parti.Poter' un Prencipe,adherendo ad una,opprimere l'alti M ■
combattere con tutte due,eirere cofa ardita &:vana.Preuide,che quelladot Jia
più difpiacerebbe generalmente a' Cattolicij che alla Cortei^ più a' Protei nti
aii( w •
japaPaoloIII. libro terzo. ^ %c,^
;'icora:& che da ognuno farebbe impugnata , da nilTunò difefa : 5c non eflèrui e 1 3 1 3^
Ifoenojcheegli tiauaglialfe : hauiebbono operato per lui gì* inimici Tuoi > più xlvui.
aeeglimcdeiuTJOxhe meglio per lui era larciarlapublicarc, che impedirla: &:
cgho ancora nello ftato,cheiitrouaua,chereforraata in meglio : accio piufa-
jlmente precipitaife. Solo vi era bifogno di tre cofejche ali' Imperatore non
jircapertoqueftofenfojchefìaiutaireadar'ii moto al negotio quanto prima,
J che il primo colpo toccaile i Proteftanti. Per effettuare il primo ,conucniua
J.Tpiermente,& lenza molta infiftenza,opponere ad alcune coic:per il fecondo,
Jcitare gli interelfi de' Prelati Thedefchi:& per il terzojcon dcftrezza operare
le quella dottrina parefTe raccolta j non per unire ambe le parti , ma fo-
J per metter freno a Proteftantiichecofiera guadagnato un gran punto, cioè»
< e il Prencipe nonfaceuaftatutidi fede a'fedeli,maallifuiati.
Perilche il Pontefice mandò inflriutione al Cardinale Sfondrato, che faceftè
.^:uneoppofitioni:&,pernojitrouarfi quando folfela dottrina publicata, pi-
.3iairelicentia,iS^ fi partiifcU CardinalcelTeguendo lacommilTionceipofe per
'»n!c del Pontefice} che la permifiTione di continuare in riceucr il Calice nella
1 Ita Communione,etiandio con conditione di non riprendere chi non lo ri-
Jucelfendo già abrogata la confuetudinc di riceuerc il Sacramento fotto am-
J duelefpecie,eracofariferuata al Pontefice, ficome anco il conceder matti-
H anio a Preti:tanto piu,quanto quello non e mai flato in ufo nella Chiefa: & i
i eciiòc altri popoli Orientali,che non obligano al Cclibato,concedono,che i .
) u-iti riceuino gli ordinij&: ritenendo le mogli elfercitino il miniflerio : ma che
\ già ordinati fi pofTino maritare,non lo permettono,ne mai l'hanno pcrmclfo.
i ggionfe,non elfer dubbio alcuno,che quado la Maeftà fua conccdeilc tali co-
( come lecite,offenderebbe grauiffimamente la Maeftà diuina:ma, hauendole
I r illecite^: illegitime,ledebbepermettere,per minor malcallifuiati. E cofa
I lerabilcanzi appartiene alla prudenzadel Prencipe,qiiando non può impedi-
i tutti iraali>permettcre il minore,afine d'eftirpar il maggiore: che SuaSacità,
i duto il librojha intefojche non fiale non permiflìone a quei della Setta Luthc-
J ia,accio non paflìno d'un error' in l'altro in infinito:ma,per quello,che appar-
ine a' Cattolici,non gli fiaconcelfojne credere, ne operare, le non il prcfc ritto
i Ila Santa Sede Apoftolica,che fola Maeftra de' fcdeli,puo far decreti delle cole
OlarelÌCTÌone:& eifendo certo,che cofi era la mente di Sua Maeftà, gli confide-
àu,che farebbe necclfario farne una dichiaratione efprefra,&; riftringer ancora
! briglia a' Lutherani alquanto piu,iTiaflìme nella poteftà di mutarle ceremo-
: e:poiche l'ultimo capo,pare che dia loro troppo ampia libertà,doue concede,
JiefianoleuateleceremoniejlequaUpolfonodarcaufa alla lupcrftitione. Ag-
lonfepoiil Legato, che i Lutherani fi farebbono fatto lecito ritener i beni
|:clcfiafticiufurpati,& lagiurifdittione occupata, fé non gU eracommandata
' rcftitutione:ne di quefto fi doueua afpettarConcilio,ma venir all' effecutionc
'imediate:& conftando notoriamente dello fpoglio, non fi doueuanoferiiarc
;)HtigU di legge,ma procedere de plano,& con la mano Regia. ed m effaag-
I Qucfta Cenfurafu communicata daCefare agli Elettori Ecclefiaftichi,iquah gira Cejkre:
I PP ij
50Q CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo lì.
ci3 lO l'apprcuaronoima particolarmente, quanto al capo della reftitutione de b(i
XLVi II. Ecclefiaftichi-.anzi l'affermarono neceirariaj5c altrimentenon poterfi ricupei-
re il colto diuinojnc confertiar la religione , ne flcurar bene la pace. Et pere:
confta dello fpogliojil giufto vuole che lì tratti con pochi termini. Al pareri*
quali s'accoftaroao tutti i Vcfcoui.I Preneipi fecolari^per non offendere Ce-
re , tacquero, ik a loroelfempio gli Ambafciatori delle città parlarono poco, ;
di quel poco fu tenuto conto. Pcrlarimoilranza del Legato,ordinò Celare i
proemio al libro,di quella foftanza , Che,mirando efTo alla tranquillità di G( •
mania,haueua conoùiuto non elfcr polTibile introdurla,fe non comporti i e •
fìdij della religione,onde fono nate le guerre,& gli odi) : & vedendo per ciò u •
co rimedio, un Concilio Generale in Germania, hau^ua operato-che s*inco«
mincialfc in Trento, <k indotti tutti li Stati dell'Imperio adadherirui,& fot •
poruilì : ma,mentre penfa di non lafciar le cofe fofpefey& confufe , fino al ce ■>
orar del Concilio,daalcunigrandi>5<: zelanti, gli fu prefentata una formi ,
iaquale hauendo fatto elfaminare a perfone Cattoliche & dotte, l'hanno troi •
ta non abhorrente dalla Religione Catolica , intendendola in buon fenf o, •
cetto ne' due articoli della Communione del Calice , & del Maaimonio '
Preti : perilche richiede dalli Stati, che fino al prefente hanno offeruato li <
tuti della Chiefauniuerfalccheperfeuerino in quelH: che, ficome hanno p -
mclfo,non mutino alcuna cofa.: & quelli,che hanno innouato, onero ritorn >
all'antico,ofi conformino a quella Confeflìone, ritirandofi a quella douel
uclfero trapairato,&: fi contentino di quella: non impugnandola,non infegn
do, ne fcriuendo,ne predicando in contrario, ma aipettando la dichiaratic
del Concilio. Et,perche nell' ultimo capo fi concede di leaar le ceremonic
p?rftitiofe,riferua a le ladichiarationediquei capoi & di tutte le altre diffic
tacche nafcelfero» Il quindici diMaggio Ri recitato il libro nel publico ce
f.ifo : non fi pigliarono i voti di tutti fecondo ilconfuetOjmal'Elettordi^
gonza folo fi leuò,& come in nome commune ringratiò Celare : ilquale pig
quel ringratiamentoperunaapprobatione,& alfenio di tutti. Da nilfunfup
Imo : ma aparte poi molti de' Prencipi,che già feguiuano la ConfefTione Aii|
ftanasdilferodi non poterla accettare :& ale une delle città ancora differopa
le, che fignifìcananoriftello ;fe ben per timor diCefare non parlauanoapet
mente.Fu illibro,per ordine dcUTmperatOLcftampato in LatinQj& Thede|J
poi anco tradottola ftampato in Italiano, &. Francefe.
Cejare fa pH- Qlcra di quello a' quattordici di Giugno publicò Cefare una riforma d<
bltcar un* r»- Ordine Ecclefiaflico , laqual da' Prelati , vl<i altre perfone dotte , & religiofe , ( ;■
pr.m' ftatacon maturità digefla>& raccolta. Quella conteneua ventidue capi : De '
Ordinatione,(:>(: electionede'minillri. Dell'Officio degli Ordini Ecckfiafti*
Deli' Officio de' Decani oc Canonici. Delle Hore canoniche.Dc' Monade) >
Delle Scuole òz Vniuerfità.Degli Hofpitali.Dell' Officio del Predicatore. De '
- Amminiflratione de' Sacramenti. Dell' Amminiflratione del Battefmo. De.*
Amminiftratione della Confermatione. Dtllé Ceremonie della Mella. Dt '
Aminiiiiilratione della Penitcntia. Deil' Amminiftratione deli' Eftreraa unti f
A Paolo III. LIBRO TERZO. 301
l'eir Amminiftratione del Matrimonio. Delle CeremonicEcclcfiaftiche. cio lO
SDiiciplinadcl Clcro,& del popolo.Della Pluralità de'bencficij.Dclia Di- xlviii.
[jna del popolo. Della Villta. De' Concili). Della Scommunica. In quelli
)' ono da centotrenta precctti,coiì giufti , & pieni d'equità j che , fé alcuno
ifenoneirermai ufcita , inanzi quel tempo, una formula di Riformatione
liratta,^: meno intereirata,l'cnza cauilli , ìk. trappole per pigliar gli incauti,
i|)0trebbe facilmente clTer ndarguito. Se quella foife (lata da Ioli Prelati
iituita, non farebbe difpiac iuta a Roma, eccetto in doi luoghi, doueau-
)jza il Concilio Bjlìieenfe:in alcuni altri , doue mette mano nelle difpen-
fleflcntioni Pontitìcie , & in altre cole riferuatc al Papa. Ma , perche per bìaftmatittt
ilrità Imperiale fu fì:abilita,paruepiu infopportabile,che il fatto dell' ///r<?- /^owj^ì
ijirendounamaffìma fondamentale della Corte Romana, che ifccolari di
i|l voglia degnità & bontà di vita, non poffino dar legge alcuna al Cle-
,!:iandio per buon fine. Non potendo però altro fare, fopportarono quel-
timnide ( coli diceuano ) allaquale per all' bora non fi poteuano oppo-
[jchi giorni dopo,ordino a.nco Cefare, che le Sinodi Diocefane foifero te- "^dlm l Con^
i S.Martino,&leProaincialiinanzi Quarefima.Et perche i Prelati defide- "^^ '^'ocefanis,
d3>che ilPontifices'accommod.iirc a confcntire almeno a quei capi > che »fw^
é ino non eifer in diminutione dell' autorità Pontificia , s'olreri loro l'Im-
a>re,perfcrittura;data lotto il diciotto di Luglio,di ufarogni dilgenza con
fi ntità,accio fi contentaife di non mancar dei fuo officio. Fu ftai-npata que-
|| irmatione in molti luoghi Catalici di Germania,^ anco l'iltefio annoia
Bodalnnoccntio Ciconiaria. Fu Tultimo di Giugno il finedeliaDieta
il ufta,& fipublicò il Recelfojnelquale proraife Cefare > che ii Concilio C\
ì e continuato iii Trento , & che egli haurebbe operato ch£ prefto-foflé
i iconiche quando fulTe fatto, commandaua che tutti gli Ecclefiafticivi
^ eni(rero,& quelli della Cófeflìone Auguftana vi andalFcro con fuo Saluo^
ijttosdoue tutto farebbe trattatofecondo le Sacre lettere,& la dottrina de'
h|S<: elfi farebbono uditi.
8laaiinald'Augufta,& altri Prelati,gelofi che con quefti principi] di Qon-iPrdaùGn*
i< .e,&: Riforme, fatte, &publicate in Diete, nonfuac efclufa di Germania '»«'" "^f^f^-
Hlfitàdel Papa,pregaionoCelare, che l'inuitallc a mandai Legato cfpreiro,^J'J^*,-^J"
ihiutalFe relfecutione delle cole decretate, allegando. Che ciò farebbe un firi Pomlfìcif^
Z' li facilitare grandementc:perchc molti,in quali ancora viuc il rifpetto al a cheCejan
mlìccs'adopereEannopiu prontamentcvedendo interuenire ancol'autori <°«/«"«.
fi^. L'imperatorejhauendo. concepito nelU animojchcquietaiìdofii moti
la :ligione,GennaniadouelIèreftaroppre(ra lotto il.fuoferuitio,abbraccia-
Qiipropofta di facilità, ficuro che haurebbe poi ridotto il tutto , come gii
Itiaciuto. Fece dar conto al Pontefice di tutte le cole fatte perriformatio-
►(i. 'inulto a mandar uno,o più Legati.Il papa mando immediate il Vefc ouo
'JO)Prelato ^raro all' Impcratore,per Noncio, con pretefto d'intender mcr
©volontà diSuaMaeftà intomo la richieftafiiaj Sipenproponerelarcfti-
Pp iij
Cl3 1^
XLVIII.
ti Papitvt in
uìa.Nonctjtà
ctTìfaritiA,
50Ì CONCILIO DI TRENTO PapaPaouIì
turione di piacenza, & il far partire i Spagnuoli da Trento : poi, riceuutalpt
ma rifpofta dal Fano, & pofto il negotio in confultatione co'Cardinalpr,
fto rifoluè , non eflcr Tua degnità mandare miniftro , che folle eirecuto: d
Decreti Imperiali : ma per la ragione , che moiFe il Cardinal d'Augufta , tei
un termine medio di mandar Noncijj non per quello, che l'Imperatori
gnaua,ma per conceder gratie, & airolutioni: confiderando, che quefto d idi
far' effetti mirabili per foftener l'autorità (iia,fenza incorrere il pregiudici' i'a
fentire , che altri s'haueife alfonto l'autorità, che precendeua non poter e lui
nire,raluo che a lui. , ^ , ^ . .
I Adonque deftinò apprefTo il Fano , UVefcoui di Verona, & Ferentinc lue
; Noncij m Germania , a' quali fpedì,con participatione de' Cardinali ,una oli
{otto l'ultimo d' Agoftcdado loro commiflìone di dichiarare a quelii,;à ,
ranno tornar alla verità CatoHca,che egli è pronto ad abbracciargli , ien; ;
derfi difficile a perdonargli,purche non voglmo dar le leggi,ma riceueile i
tendo alla conlcienza de' Noncij di rilafciare qualche cola della vecchi; .
plina,re giudicheranno potcrfi fare fenza publico fcandalo : & per quefto .
ro facoltà d'attbluere m utro^nefèro pienamente qualonque perfonc le /
etiandioRè, & prencipi,Eccleriafliche,& Regolari,Colleggij,&Comn r
da tutte le Scommuniche,& akre cenfure,& dalle pene,etiandio tempo: 1
corle per caufa d'herefia, ancorché folFero relaflì 5 & difpenfar delle nrcs n
contratte per ogni rifpetto ,etiandioper bigamia; &rcftituirgli alla far
nore, & degnità, con autorità anco di moderar o rimetter in tutto ogni
ratione, ^Tpenitentia debita :&: di liberar le communità,&: fingularip
da tutti i patti,& conuentioni illeciti,contratti con li fuiati ; aifoluendc
aiuramenti,& homagi) preflati,&; da' pergiuri], che foifero Cm all' bora
per qualche patrare inolleruanze: & ancora alFoluer i Regolari dall' ap
dandogU facoltà di portar l'habito Regolare coperto lotto quello di pi
colare : &: di conceder licentia ad ogni perfonajetiandio Ecclefiaftica , d
mangiar carne,& cibi prohibiti ne' giorni di Quarermia,& didigiimo,c
fecrlio del medico corporale^ Ipirituale, onero fpirituale folo, o ancoj
a loro fofTe paruto,& di moderar' il numero delle Fefte : & a quelli,che
l-ìceuuto la Communione del Calice, fé la dimanderanno humilmente^
feilcranno che la Chiefanonfalla negandola a' Laici , concedergliela in ta.
per il tempo che a loro parerà,purche fia fatta feparatamente, quanto al 0
3c quanto al tempcda quella che fi fa per decreto della Chiefa-Concelfe u
loro facoltà di unir ibeneficij Ecclefiaftici alli Studij, & Scuole, onero 0
tali, & alToluere glioccupatori de' beni Ecclefiafticijdopo la rcftitutic :>
li ftabih, concordando anco per i frutti ufurpati, & per i mobili coi "
ti , con autorità di poter communicare quelle facoltà ad altre perf( e 1
figni. ì, r ì. r '
Andò quella Bolla per tutto, eilendoftampata per 1 occalionechelK a
diede da parlare.Prmia,per il proemio,nelquale diceua il Papa, Che ne h i|
lenze della Chiefa, fi era confolato fopra il rimedio , lafciato da Chrifto:'
uPAoioIlI. LIBRO TERZO. 303
3,b della Chiefa>crÌLiellato da Satana,farebbeftato confciuafo per la fede di ci 3 io
Ì|o:&maggionTiente,dopo chccglivihebbeapplicatoil rimedio del Con- XLvni.
liGeneraleiquarichenonhaueirelaChieradouefondar/ìjche fopra lui , «Se
llitaperfone di Trcnto.Poi atcribuiuano a gran prefontioncjil reftitLiire agli
Jxi>faina>°nità, i Rc,^' Prencipi.Era anco auuerdtala contiadictione
JDlucre da' giuramend illiciti:pcrche gl'iUicici non hanno bifogno d'aifolii-
J:,& i veri giuramenti nilluno può alioluergli. Era riputata fimilmcnte con-
J ttione il conceder il Calice/olo a chi crede la Chieia non errare ,prohibcn-
) Calice a'Laici.Imperochccome Hucbbe poffibile haucr tal credulità,^ ri-
1 ir di non eller compreio nella prohibitione? Ma , non contcneuano le rifa,
gmdolaconditionejneU'airoluer i Frati ufcitijdi portar l'habito coperto:
i i che il regno di Dio foiTc in un colore,o forma di veftcjche non portandola
oftra,foire neceirario hauerla almeno in lecreto. Ma, con tutto che in dili-
1 afoifefatta la deputatione de Noncij, nondimeno Tefpeditione fi differì
i l'anno futuro: perche Cefare non fi contentò del modo,nelquale non fi * '"^"^^ <*
: iamentioned'aflìftere,neauthorizare le prouifioni da lui fatte: ne il Pon- "'
[ ^. volle mai lafciarfi indurre j che miniftro alcuno v'interueniire per fuo
e.
utito Cefare d'Auguftajfece ogni diligenza, accio V Interim folfe riceuuto Uqm^tpro^
città Proteftanti:& trouò per tutto refiftenza,& diflicoltà , & nilTun luogo caccia, i'imro-
doue non fuccedeirc trauaglio: perche li Proteftanti deteftauano l' Interim <^«^"o«e del
he i Catolici.Diceuanojche fofle un ftabilimento totale del Papifmo:biafi- •^''. ■^"'■^"'^»
ino fopra tutto la dottrina della Giuftitìcatione,&' che folfe pofta in dubio dihtopp^^'^
•mmumone del Calice,& il Matrimonio de' Preti.Il Duca Giouanni Frede-
diSaifonia, fé ben prigione , liberamente dilTcChe Dio,& la propria
;ienza,a' quali era fopra tutto tenuto,non glielo permettcuano. Doue fti
utOjfuccelTero infiniti cafi 3 varietà 5 6<: confuiìoni,fiche fu introdotto in
3nque luogo diuerfamente,& con tante limitationi,&conditionij che più
fi può dire,che da tutte folfe reietto,che da alcune accettato.Nc li Catolici
auano d'aiutare Tintroduttione , come quelli , che non lapprouauano efll
ra.Quello,che fermò Celare airai,fu la modefta libertà d'una picciola , &
le città,laquale lo fupplicò,che, ellèndo patrone della roba , & della vita di
.concedefTejC he la confcienza folTe di Diojche fé la dottrina propofla a loro
riceuuta da elio , & tenuta per vera, haurcbbono un grand' eirempio da fe-
|"ma-cheSuaMacftàvogli conftringcre loro ad accettare, &: credere cofa,
lamedefimaMaeftàluanonhaper vera, &non la lcguita,pareua a loro di
Ipoterfi accommodare. Al Settembre andò l'imperatore nell' inferiore Gcr-
ia,doue hebbc maggior difficoltà. Perche le città di Saironin fi valfero di
:efcufationipcrnon riceuerlo,& la città di Maddeburg fi oppofe con ma- maf^im a
' anco di (prezzo:perilche fu pofta in Bando Imperialc,& ibftenne la guerra, M^ddéurg^
u longhimma:laquale mantenne il fuoco viuo in Germania, che tre anni "'^iP'f^rcio
) abbruciò li trofei dell'Imperatore, come a fuo luogo fi dirà. Perquefta "' ^''"f°^'^^
urione,& per dar' ordine di far giurare il Figlio a Fiamenghij Cefare final- ^'"^ '
^304 CONCILIO DI TRENTO Papa paol n
e 1 3 I ^ mcnrclafciata la Germaniajpafsc) ne* Stati fuoi di Fiandra : & , quantonqi h:
XLViii. ucflcfeiicrainentcpL'ohibitOjchela dottrina dell' /«r^r/w non foife imputar
Interim op~ da alcuno, ne folfc tcritto,infegnato , o predicato in contrario ; nondime )f
pugnato da' fj^iitto contra da molti Proteftanti. Et il Pontefice » che giudicò cofi cirer'pe
Camita , e j jgj^,.^. ^^y. jg cofe fucordinò a Francefco Romeo,Generale di S.Domenico h^
fTuaUcau- congregati i più dotti del Tuo Ordine,faceirc con loro parere , & fatica, urg
fadmìfione: gliarda,& (oda confutationc.Fu anco in Francia da diuerfl fcritto incont io
&c in breue vi fu uno ftuolo di fcritture de* Cattolici,&; Proteftanti,maffìm lei
le città Anfiatichejin contrario:&: ieguì quello , che ordinariamente auuii t,
chivuole conciliare openionicontrarie,che le rende ambedue concordia y,
pugnatione della media,& più oftinato ciafcuno nella propria. Fu anco cai , iij
qualche diuifionc tra i medcfimi Proteftantirperche quelli,che coftretti hai aa-
no ceduto in parte a Cei'are,&reftituite le vecchie ceremonic, fi fcufauanc d
cendo,Che le cole da loro fatte erano indifFerenti,&:pcr confeguente alla) :i
no importauapiu il rcprobarle,che il riceucrle:& che era lecito, anzi necel u
tolerar qualche icruitù,quando Timpietà non è congionta:& per tanto in e it
douerfi obedire a Cefare. Et gli altri, che la neceffità non haueua coftretti, e;
uanOjElTer vero,che le cofc indifferenti non importauano alla ialute , m ;
per mezzo delle indifferenti s'intròduccuano delle perniciofe : & pali
inanzi , formarono una general conclufionc,chele ceremonie, &:rid,(
tonque di natura indifferenti, diuentano cattine all' bora , quando chi L
ha openione che fiano buone , o neceifarie : & di qua nacquero due fette
palfarono poi in altre differenze tra loro,& non furono mai ben riconcilia
L / Jec Nonpalfauano le co(c della religione con minori tumulti in Inghil
tnutatione di perche EdoardcContc d'Hcrtford , zio materno del giouane Rè Edoard ix
religioni in quiftata autorità appiello al Nip>ote , oc li grandi del Regno, infieme con
Inghilterra: ^^(q Crammero,Arciacfcouo di Cantorberi,fauorendo i Proteftanti , & ;
dotti alcuni Dottori di loro,& gettato qualche fondamento della dottrii:
la nobiltà maflìme,congrcgati listati del Regncche chiamano il Parlair
per publico Decreto, dal Rè , & da quello , fu prohibita per tutto'l Reg
Meila,&: poco dopo Icuatafi fcditione populare,cherìchiedeua la reftitu
degli editti di Henrico ottano a fauor della vecchia religioneìMacqtte gtaó:
rha confufioncc diffenlione nel Regno. ' "^ ,.-
gli ordini Ec- " Venuto il S.Martinccon tutto che grandi foirero le confufioni di Gerir
cUfiufiicidi ^ Concili) Diocefani furono in molte città celebrati,riceuuta la riforman •in
Ccfire ejegwth ^^^^ iinpciatore,mntata fola la forma,lecondo che più pareua conuenire a io-
vartMnente. ^^ ^^ decretare di ciaicuna diocefe, fenza però prouiiione per l'elfecutior ò
pareuano beneftatuite per pura apparenza. Inanzi Quarcfimanonfutenu ili-
cuna Sinodo Prouinciale,(econdo il decreto Imperiale.Ncl principio di Q re-
rima,l'Elettordi Colonia incomminciò lafua:>k:,narrato il bilogao d'eim ia-
rione del Clero, foggionfe, tutta la iperanza ellcr irata pofta nel Conci) ài
Trento,chc era principiato con qualche liiccelfo felice : qual fperanza tutt; et
in-
I
iiita per l'inalpettata dilatione>fufcitata per le diicordie de' Padri nel trasf(
lo,
Cute,
FiPA Paolo III. LIBRO TERZO. 305
C farcper non mancar del Cuo debito,poiche heb bc con la guerra foo-giogati i e i o i >
ri|;lli,reftiruì ladotmnaj& ceremonic Catolichcnmellc al Concilio lolamen- xlix.
dcccrminadone didoi articoli,»Sc ordinò la riformacioncdelCkro: in ellc-
!i ione di che » laSinodo,dopo moire crartationi, per la Domenica di Paflìone
icua ftabilico una forma conueniente alla fua Metropoli. Soggionle poi li
retijal numero di Tei in quali non è tratcaca alcuna maceria di tcdcma folo i
li di riformare la Diiciplina ; la Reftauracione delliScudij j l'Ellame degli ^
inandi ; l'Vilìcio di ciafcun Ordinejla Vifìcai le Sinodij la Rcllitucione della
.•ifdittion Ecclcfìaftica: con moki decreti in ciafcun Capo : (opra ciafcun de*
li,fatro un longo difcorfo con molti prccetti,cofa bellaper Ipcculatiua rrat-
à^ncjfinalmcntelonoaggionti trentotto Capi per reftitutione delle antiche
monic,& ulì Ecclefiaftici.I Paeiì baffi hereditarij deli' Imperatore lonofoo--
lalla Metropoli Colognefe : onde l'Imperatore , riccuuto quel Concilio,
croio eifaminarc da'Confcglieri , &c Theologi fuoi, lo approuò con fue let-
de' quattro Luglio,e commandò, che per tutte le terre fue folfe riccuuto,&
:uato,imponendo a Magiftrati,c he ricercati affiliano all' elfec utione.
Jon feruòriftelfo ftile Scbaftiano, Elettore di Magonza, che ridotto nel
cilio della prouincia fua la terza fettimana dopo Pafca, fece quarantaotto
eri di dottrina di fedej& cinquantafei in materia di Riforma. In quei capi
i dottrina decifì dal Concilio di Trento, feguì l'iftelfa dottrina: negli altri:
:nionepiu communedeScolaftici:aftenendofida' luoghi fra loro contro-
'^ Fra quefti,i Capi quarantuno &C quarantadue fono notabili ; doue infegna,
: i plica, che le imagini non fono propofte per adorarle,o predargli colto al-
^ » ; ma folo ,per ridurre a memoria quello , che fi debbe adorare j &: fé in al-
t: iuOgo farà fatto popolar concorfo ad alcuna imagine, & fi vedrà che gli
Snmi gli attribuifcano quafi qualche openione della Diuinità , il debbia le-
ia, o reponerne una altra differente da quella in quantità, accio il popolo
S i perfuada a credere , che Dio,& i Santi, s'inducano a far quello, che gli è
I .ndato,per mezzo di quelf im.agine,Sc non altrimente .Ne di minor' auuer-
ì lè degno il quarantefunoquinto , doue alferifce, che i Santi debbono eltèr*
3 3rati,ma con colto di focietà,ik: dilettione , come anco potfono eller Icgiti-
t ente honoratii Santi huommi in quefta vita : fé non chepiudiuotamcnte
ì lerannohohorar'i Santi beati,come quelli, che lonoinftatopiullcuro:le
I I efplicationijben confiderate,moftrano quanto follerò in que' tempi diife-
1I le openioni de' Prelati di Germania Catolici , da quelle della Corte Roma-
i|: dalla prattica,chc s'è introdotta dopo il Concilio diTrento.Et cia<cuno,
:o ellempio da quello Concilio , che ha decretato tanti articoli della reli-
ij e,pocràcerrificarfi,quanro fia vero quello,che tante volte hanno fatto di-
^i*ontelìci in Germania, che le cofe della religione non fi poifono trattare in
ti Concilio Nationale. Et fé ben maggior fondamento il può fare fopra diucdl
'«icilij Prouinciali,celebrati in Africa,Egitto,& Soria,v<i' altri luoghi Orien-
lliondimeno qucfto,come modcrno,quantonque non coli rileuantcprouo-
à forfè più rauucrtenza del lettore. L'Elettor di Treuiri ancora celebrò
jo6 CONCILIO DI TRENTO PapaPaoloK.
e 1 3 1 «^ la Sinodo fiiaj& gli altri Meti"opolitani,non partiti dalla comraunione del P >
XLix. teficcjtiutipublicando gli editti Imperiali d'Augufta,coiì perla inter-religic^
come per la Riforma Ecdefiaftica.
Nomij Papa- i Noncij>che fino l'anno inanzi furono dal Papa deftinati , & differiti pelc
li a Cefare, el ^-^^^fg dette,fi pofero in viaggio per Germania,doue per qual fi voglia luogo le
lorntgonato. p^^f^^aJ^Q^f^J■ono (prezzati da' Catholici medefimiicofijper i difpareri con e-
iare,Ck li modi urati>era venuto efofo il nome del Pontefice , 6c l'habito , & i e-
«rnc d'ogni miniftroruo:&; finalmente nel fine di Maggio andarono a Celare e'
Pacfi batììjdoue,dopo molta difcuflìone del modo d'elTeguir le commifiìon el
Pontcficctrouando difficoltà in qualonque de' propoftijO per l'unajO per l'ira
partcinfineriioluè rimperatore»the>cirendoloi:o data la facoltà dal Ponti ìc
ài ibfiituircfoftituiirero li VelcouiiCiafeuno nelladiocefe loro,& altri prim a-
li i-*relati in altre guirildittioni, rimettendo il tutto alla confcienza di qili
Non molto prontamente fu riceuuto il partito da' Nonci) j con tutto ciò, n*
delcendcndo eflì,fi fece (lampare uno Indulto fotto i norai de* treNoncij,la ie
toni bianco il nome del Prelato j a chi fi douelTe indrizzare: &, inferro p ia
tutto'l tenore dellaBolla Papale,&; alkgatoper caufadel foftituire, il non}: et
elfere in ogni luogccommunicarono la loro autorità» con auuertenza di w
conceder la communione del Calice>& l'ufo della carne , fenon con gran lì Vf
rità^Sc utilitàeuidente;probibendo che per quelle gratie non fi facefle pagai
alcuna.Cefare pigliò l'alTonto di mandarle a chij& doue occorreiia» & dou e
le inuiauajfaccua intendere che fi trattafle con piaceuolezza j & deftrezza. ;
cricriflìmo fu l'ufo di quelle facoltà;perche chi perfeueraua nell' obedicnza
tificiajnon ne haueuabifogno:& chi s'era alienatOjnon folo non curaua h
tia,malarifiutaua ancora-Pochi giorni dopcparrì Ferentino. Fano,& Vei
reftarono apprelTo Cefarejfinche da Giulio terzo fu mandato l'Arciuefcou
pontinoscome afuo luogo fidirà.
\Arrki> [eco- ^^ ^^ '^^ Francia,in quelli m.edefimi rempijeflendo entrato in Parigi k p
do i{eò Fra- volta il quattro di Lugìio,fece far una folenne proce{fione,& publicò un'ed
òa peyjigue i rendendone ragione al popolo, ciò elfcr fatto per fignificare a tutti,chee^
iiformatt: eeueua la protettione della religione Catholica,&: della Sede Apoftolica.,
tutela dell' Ordine Ecclefiafticoj& cheabhorriua la nouicà della religion
tefiificaua atuttijla fua volontà efier di perfeuerare nella dottrina della CI
Romana>& d'eftcrrainar da tutto'l fuo Regno i nuouiheretici.Etqueftoc( t(
k) fece (lampare in lingua Francere,&: mandar per tutto'l Regno. Diede am 1;
cenza a fuoi Prelari di far una adunanza prouinciale,per riformar le CI: It
ilche faputo aRomajfu tenuto im cattino eirempiojcome quello>che folle j n
eipio di far la Chiefa Gallicana independente dalla Romana. Fece anco i U
giuilitiar in Parigi molti Lutheranijalqual ipettacolo volle elFcr prefentejtS le*
principio dell' amio feguentc replicò anco l'editto contra di loro > ir o
nendo grauilfime pene a' giudicijche non feltro diligenti in fcoprirgli,& u-
raoi9 ttr\o: Majhauendo dormito due anni il Concilio in Bologna>iI dì fette Nouen: :e>
ììln-
fPAPAOtoIII. LIBRO TERZO. 307^
iJI>ontefice> veduta una lettera del Duca Ottauio, Tuo nipote, che fcducua ci 3 i3 x.
v^lerfì accordare con Ferrante Gonzaga,per entrar' in Parma , qual città il Papa
f 'eua tener per nome della Sede Apoftolica , fu alfalito da tanta perturbatione
diniino,& irajche tramortì:&jdopo qualche hore ritornato in l'entimcnto,(c
Jrcoprìlafcbbrcjdcllaqualedopotre giorni mou.Ilche fece partire di Bolo-
di il Monccper ritrouarll alla elettione del nuouo Pontefice ; &. ritirar tutto'!
pànente de Prelati alle cale loro. Il coftume porta,che none giorni i Cardina-
ri.e Pacceco non parti di l rcnto, un cne Luciate , nauuto auuo cieiia morte del
IjDajnon gli ordinò che andalFc a Roma,doue egli gionfe alFai giorni dopo che
iLonclaue fu fcrratoidoucridoLtifii Cardinali per lacrcatione del Papa, & fa- ConcUuepev
didofilccondoiirolitoi Capitolijche ciafcun giura olfcruarc , fé farà eletto ^<^/'^omeUt-
1 3a>futraiprinii,quello,ditar profcguireilConcilio.Ognuno credeuachcdo- ''"'^*
t fé elTère eletto il nuouo Papa inanzi il Natalcipcrchcdouendofi nella Vigilia
cijuellafeftiuitàaprir la porta Santa al Giubileo dell' anno fcgucnte m.d.l.
a ile è neceiraria la prefentia del Pontefice:& cllcndo in quell' anno un grandif-
1 10 concorfo di popolo a quella deuotione,ognuno fi crcdeua,che quella cau-
{ loueife muouer i Cardinali a proceder predo all'elettione.Erano li Cardinali
e, ufi m tre fattionijIniperiali,Francefi,& dependenti del morto Papa,& in con- i'mìfo In [ufi*
ucnza de' Nepoti.Gl' Imperiali portauano il Cardinal Polo ;& i Franccfì, tìoni:
^ :uiati.Ma,non folo nilFuna di quelle parti era iufhciente d'includere l'elettio-
,ma ne anco poteuano tra loro conuenircper i contrari) rifpctti de' Prencipi
o.La parte de'Farnefi era per venir' all' inclufiua,fcmpre che haueife adherito
una delle altre,e fi cótentauano del Cardinal Polo per la bontà della fua natu-
re per li continui odequij al Papa,&al Cardinal Farncfe:ma oppugnandolo il
irdinal Theatino,che fbile macchiato delle openioni Lutherane , fece ritirar
Dlti.A Sakiiati il Farnefenon adheriua, & era rifoluto di non confentire,fe
in in creatura di fuo Ano. Gì' intereflì delle fattioni erano cofi grandi, che il
petto dell'annoSanto,& l'afpettatione di tanto popolo, ilqual anco quel
arno (lette adunato fino a notte intiera,non pò terono preualerc.
Finalmente la parte del Farnefe, aiutata da' Francefi,preaalie , .3c fu creato ^q^JJ^'. *
pa Giqaanni Maria di Monte,che era (lato Legato al Concilio in Trehrò,3c
, Bolognatnerqijàlè FanTè{eT6ncorfe,cdme in fedele feruitore fuos^dcH'AMo:
j i Francefijcome in riputato inclinato alle cofe del fuo Rc,6: alieno dall' Im-
|:ratore per caufa della traflatione del Concilio. "Negli Imperiali furono con-
|arij,perhauerCofmo,DucadiFiorenza,fattofede,cheegli non era Francefe,
( non per quanto la gratitudine debita al Papal'haueiiacoftrcttojagi'intcrefli
jdquale gli pareua ellcr fuo debito adhcrire:onde , leuata quella caufa,s'ha-
Jctbbe portatoverlo il giufto.Molti ancora ammanano in lui la libertà della natu-
ii,aliena dall' hipocrifia,&: dillìmulatione, & aperta a tutti.Egli nT)ir.ediatc>do-
ol'elettione, conforme a quello che era capitolato,giurc) diprofeguire ilCon-
ilio.Fu eletto addì otto Fcbbraro,<?c coronato a'ventitre,& a' venticinque aprì
i porta Santa. Qq ij
__5"oS CÓHGÌLIO di TRÉHTO PapaGivlioI^
cio i3 L. L'Imperatoi-e > vedendo le cofe della religione in Germania non caminai
col<ju^le ilPa- modo fuo/perando pure con la prefenza Tua lliperar le difFicokàjincimò la D-
pa nnu^ui il ^^ ^^^ quelF anno in Augufta: & mandò Luis d'Auila al Pontefice per con^i-
^metureilCé- tnlarfi con lui dell' aifonì ione Illa > & a ricercarlo di rimetter in piedi il Con -
dlk inTrento: Ho.A che correfpondendo il Pontefice,con altretanta cortelìa>fcce grana ofi >
te della iliabencuolenza: ma al fatto del Concilio rilpofe parole generali, m
effendo ancora in fé fteilo rifoluto , Se di quello medelìmo parlò col Cardin ;
di Ghifajche doueua tornar' in Francia, con la medefuna irrefolutione : ma b *
affermando , che non farebbe palfato a farlo, fé non communicato prima oji
cofa col Rè di Francia.Et al Cardinal Pacceco , che fpeffo ne renne con luipi -
poflto,&agli altri Imperiali, diceua, che farebbe llato facilmente d'accoD
con l'Imperatore in quefto particolare,tutte le volte che iì caminalfe con fin -
rità,& che il Concilio fi doueirc fare per confondere gli heretici, per fauorir :
cofe dell' Imperatore,&nonper disfauorirelaSede Apoftolicarfopra che hai ■
uà molte coniìderationi, che a fuo tempo haurcbbe fatto inrender' a Sua M •
humori natu- ftà.Diede prefto faggio qual douellè eilere il fuo gouerno, confumando i gì •
raliys pohtia ^^-^ iutieri ne' giardini,& dilFegnando fabriche delitiofe, & moftrandolì pia •
^ ' dinaro a' diletti,che a' negotij,maffime c'haueirero congionta qualche dithc -
tà. Lequali cofe hauendo accuratamente oiferuato D.Diego Ambafciatorc ( •
fareOifcriife all' Imperatore>che fperaua douer riufcire facilmente ogni nego
tione che Sua Maeftà hauelfe introdotta col Papa:imperoche,come vago de' •
letti, s'haurebbe fatto far tutto quello,cherhuomohaue{revoluto,metccn(
gli paura.Si confermò maggiormente l'openioncche il Papa doueiTe riufcir j
attento agli affetti pnuatijC he allepubliche etlìggenze,per la promotioncd
fece il dì trentuno Maggio d'un Cardinale, a cui diede, fecondo il coftume i
to, il fuo cappello.
Etfendo Giouanni Maria di Monte, ancora VefcouoSipontino, algouei|
dellacitcàdi Bologna,riceuette nella fua famiglia vn putto. Piacentino di J|
rione, de' natali dclqualcnonèpa'Tato notitia al mondo. A quefto prefetat:
aifc.tto,qi!anto (e gii folle flato figlio. Vi è memOiia,che,cirendo quello inf \
matoin Trento dimorhoj,raue,tk longo,conopenionede'iTìedici,chedouci
condurlo a mortcpercontcglio loro lo mandò in Verona per mutar' aria, do i
hauendo ricuperato la fanità, & ritornando in Trento , riiteifo giorno del f
arrino ,v{cì il Legato dalla città per diporto , accompagnato da gran numerò
Prelati,& rincontrò apprelLo la città con moki fegni d'allegrezza: che diede
parlar' ailaii o folfe flato quefto incontro per cafo , o folFe il Cardinale andaE(
fludio,fotto altro colore a quefto effetto d'incontrarlo. Egli era folito dircjCJ
ramaua,& fauoriua,come artefice della fua fortuna , attcfb che dagli Aftrolo
erapredetragran dignità, & ricchezze a quel giouine, quali nonpoteua hau ■
re,fe egli non afcendeua al Papato. Subito creato Pontefice, volle che Linone
rio (cofl era il nome del giouine) folle adottato per figlio da Baldoino del Mo
. te,fuo fratello; per qual' adotcione fi chiamo Innocentio ài Monte : &co{]J ,
ìitoglimoltXbeneficij, il giorno fopradetto lo creò Caidinale 3 dando mat(
aGivlioIII. libro TERZO. 509
difcorfi&parquìnate a' Cortegiani Romani, che agaraprofc trinano di- c^^ i^ l.
vera calila d'una attione tanto mlolira, per congetture di vari) accidenti
|.ti.
allo 5 inanzi che de' Paefi baffi partiire > (ccc pablicare lo ftabilimento dell' (^f'ff^fiAhUl.
( iiìcione in quei ftati : per ilqiKilc li commpiicro grauemencc 1 mercanti-'"' '^'■?'"^'"
i|icfchij&Ing!eiì,cheiagranQÌiiìmonnmcroiitroLiauanoinqucile regioni; ^1^1% "^ ^^"^'^^
bbero ricorfo alla Regina Mariaii-c a' Magiilrat-i , dimandando n.l- igatio-
ir Edittcaltramente proteftando di voler partire. Periich'- quelli , che do-
ijnoedeguire l'editto, & in(lituirerinquiiiiionc>troaarono impedimento
j pcrtuttojonde fu sforzatala Regina Maria per quefta canfa andare a rro-
dxfare, che era in Augnila per celebrar laDieta , accioche quella regione
(c-ntatiirima nò li dircrtaiie,&: nai celle qualche notabiliifima kdirione.Ce- ed i cojìretto
:^on gran dilhcoltà li lafciò perfuadere: pur'iji Hne fi contente) di leuar il modirarU;
I : d'inquilitioncche era odiofo ; $c di reuocarc ruttoquello , che toccaua
e fticri nel T Edit to,reftando però fermo quello, che apparteneua a' naturali
l logo.Fece l'Imperatore opera col Pontefice con Tue lettere, & iiliìcij dell'
lafciatorejcheririairairieire il Concilio di Trento, pregandolo d'una pre-
a ,rpofta,non come quclla,che diede al Dauila,ne meno con l'ambiguità vfa-
r. trattar col Cardinal Pacceco ; mafilafciaire intendere le capitulationi,
;| cercaua,accio elfo poteirerilblaercredoueua trattar di rimediare a' mali
Qrmaniacon quella medicina,oueropenfar ad altri rimedij,circndoimpoi-
i] :ontinuare più in quello ftato.
BPoncefie, ritiratoti coni più confidenti luoi, conlìderando che quella era ^-zp ►./..
l| importante deliberatione , che potelTe occorrere nel (uo Pontificato, bi- J^ Urnlmo '
C < le ragioni,che lo poteuano periuadcre,o dilEuaderc. Conlìderaua prima, del Concili jm
Immettendo il Concilio in Trento, condannauala trailationc fatta a Bolo- ^'"««^^-^
k^ incipalmente per opera fua, & che era una aperta confeffione d'hauer'o-
Bl > male , o per propria volontà , o per motiuo d'altri : & , fé pur' altro non
^ )alIaro , che la trallarione , non elfer cofa di tarito momento : ma l'haucrfì
sjtarteadefendcrla, & anco con acrimonia, non lìpoteiiafcufare, che non
9' ialiti_;'.]uando li rerrartaiFe con tanta facilità. Maqaello,chepiuimpor-
netteua (e, & la Sede Apollolica in tutti i pericoli, per liberarli da' quali,
>J,Prencipe prudeJiti(lnTio,giudicb lìcurarfi,ck; lino alla morte perfeuerò in
ijarcre., che folle errore manifefto il rientrarui. Et, le ben foric l'animo di
non folte mal difpoftocontra lui, come nuouo Pontefice: nondimeno
ofa certa, che la maggior parte non pretendono eilère granati dal Papa,
HI Pontificato : & anco , quanto s'afpetta al particolare , iiillun elEcr ceno,
^1 progreifo non poffi occorrer cora,chegliconcita{re odio m.iggiore :, e-
òiofenzaiuacolpa.Oltrachenon tutti glihuomini fi muouono per l'odio; <
i* cUòche iono i più nocini, lo fanno per auanzar le ftelli con la depreffio-
ditri. Però poterfi concludere, chereftino le ftelfe ragioni, checortrin-
Oiiolo, per neceffitar anco Giulio all' illelTa rifolutione.Confiderauail tra-
5I' giade foftenuto da Paolo per yentileimeii per quella caufa3& le indegni-
C^ ili
3IO CONCILIO DI TRENTO Papa GivlkII
~^j3~lol^. tà,che gli conuenne fopportare;& ladeterioratione della autorità Pontificii
e vi fi rifolue taco ili Gcrmania,ma in Italia ancora: & che fé a Paolo,fermato nel Pontiiar
condeftn mo- tanti anni,& (limato da tutti, fu caiifa di diminutione; tanto più iatebbe ji
*''• nuoaoPontefice,non hauendo ancora fatte le intelligenze, &c adheren2n(
ceirarieperpigliareimprcfidicontraftarerfe a lui auuenilfe una protetta )i)
addoifojouero un Decreto, come 17;?fm>i^, farebbe la fua autorità vilipcd
tutti. Che non occorreua metter in conto l'opera da fé fatta nei trasfeiei
Concilio,& la coftai iza nel difender la traflatione:perche,con la mutation lei
la fortuiia,ha mutato anco tutco'l confeguente a quella, & le attioni di Gii an
ni Maria di Monte Cardinalcnon pertencre a Giulio Papa: & quelle cof :i
dauano riputatione a quello, non elTcr per darla a quefto: all' bora conu u
operare , come operò, per moftrariì fedele feruitore del Patrone : hora , ci \i
fcnza Patroncccifar a fatto il rifpetto di moilrrar coftanza in ben feruirc,& fer
ne iucceifo un altro,che ricerca prudenza in accommodarfi.Confid^Taua, -
to hauelle dello fpeciofo la richieda di Ceiarc:poiche fi trattauadi ridar 1 ,.
mania;quantofcandalohaurebbe dato il non udirla. Le caufe,che incitai a
fare il Concilio eifcr in aperto,& noteatuttijquelleche diiruadeuancei .
occolto,& note a pochitrimi.Finalmente il giuramento dato,&repetito ci:
elfcr ftimato:& fé ben obligaua a profeguir il Concilio fenza prefcricci :
luoao,eraperò certo,checontra il voler di Cefare Imperatore, Rè di Spa \
di NapolijPrencipe de' Paefì baflri,& con altre adherenze in Italia,era imp
le far ConciUo generale: tanto che,ril1:eiro era negar di rimetterlo mi
come non voler profcguirlo.In quefta parte inclinaua più, come più cor
alla natura fua,auida più di fuggire le incoramodità prefcnti, che euitare
coli futuri: eleggendo quefta, lì liberaua dalla moleftia, che l'Imperat
haurebbe dato : quanto a' pericoli, che il Concilio apportaua , incomm
ftimarli menojpenfauanoneirer l'ifteifa fortuna di Cefare all' hora,che
anni:all' hora era ftimatcafpettando la vittoria,^ poi ottenuta:hora fi v£
quella gli è più di pefo,&diihcoltà. Tiene doi Prencipi prigioni, come
per le orecchie:le città di Germania hanno aperti Ipiriti di ribellione :gh '
Tiaftici fono fati) di quella dominatione : ellcrui anco li domeftici malif
glio,5: il fratello,& il ncpote,che afpirano all' Impcrio,negotio che gU d.
le traua<7lio fopra le fuc forze. I n fine, fece conclulìone fec ondo il ilio jia
Vfciamo della diificoltà prefente,con fperanza,che la noftrabuona ifoitui
CI abandonerà. ^ ' • !■ i
Et ritenendo in fé larifoiutioncdeputò una Congregatione di Cardi :U^
altri Prelati,pcr la maggior parte Imperiali, accio capitanerò alla rifolane
lui prefa,fiapoftoui pochi faoiconfidenti,per tener regolato il negotio (e •
l'intentione fua:allaqualepropofe la richicfta dell' Imperatore: ordinaiK ^
fenza alcun ritpetto,ciafcun dicelfe quello,che gli parcua eiter leruitio di k
della Sede Apoftolica:& quando il riputalfe ben condefcenderui, penfai ai
la maniera di farlo con degnitàjficurezzajvSc frutto.La Congregationcdc )
hebbe più volte e onfuitato, riferì al Pontehce , che giudicaua necelTario Tt
ìaGivlioIII. libro terzo. 311
i ni Concilicperchccofi s'era giurato nel Conclaue,«?^cla Sua Santitàjdopo cid io ^^
t)ntioiie:& per leiiar lo fcandalo dal mondo, che lenza dubio farebbe oran-
i^mo non lo facendo.il prolcguirlo haucr doi nìodi: uno, continuandolo in
d)gna:raltro,rimctccndolo in Trento. Il continuarlo in Bologna , non iì po-
ì f-are,haucndo Paolo auuocato a Tela cognitionc della traflaLione,& inhibi-
Jprocedcrpiu oltre.Se Sua Santità non ienfentiauapriina,che la traflarione
li ftatavalidajnonlìpoteuacaminarinanziinquella città: ilchc quando ha-
;j; voluto fare , haurebbe datokgitimopretcfto d'eircre allegato per fofpct-
fendo notojche fu opera lua,coiTie di primo LegatOj& Prefidente. Perilche
uafolo l'altra via di rimetterlo inTrento:& che fi leuaua anco l'occafione
ij jermania di rccalcitrare,& fi fodisfaceua l'Imperatore , che era punto alfai
tiale.Quefto conleglio,portato ai Papa,fu da lui approuat0>onde fi pafsò al
ncntc.
tprimafuconclufojCheeraneceffario hauer' il confenfoj&r affìftcnza del
i Frane ia,&: l'interuento de' Prelati del fiio Regno/enza lequali cofe fareb-
olto debole la reputationedel Concilio, & s'mcorrerebbe il pericolo di
;rlaFrancia,cheliha;peracquiftare la Germania perdutala fecondo l'apo-
Jafciar cader il corpo per acquiftar l'ombra. Pareua difficile poter indurui
KèiÓC leuargli 1 foipetti,celcbrandofi in luogo foggetto a Ccfare,& vicino
Liearmi.Ma,eiraminando,che folletti potelFcro elfer quelli, altro non fi
),fe non che il Concilio non deliberafle qualche cofapregiudiciale al go-
) di quel Regno,© contrai priudcgij di quella Corona,ocontra l'immuni-
laChiefaGallicana:di che quando fo(rea(ricurato,nonfipoteua dubitare»
erl'obligohereditario di proteggere, & fauorircla Sede Apoftolica>non
pera{riftere,& mandare i Prelati fuoi.La feconda difHcokànafceua,perche
ati Italiani,che fono perii più poueri,abhorrifcono quel luogo,nópoten-
ftener le lpcfe:& la Camera Apoftolica ciraufta,malamentepiu fouuenirgli
r to fa bifogncoltrale fpefe nel mantener li Legati, Se officiali del Conci-^
', : altri ftraordinarij. Al chepenfato,& ripenfato, nonfcppero trouar rune-
3 i far Concilio lenza fpendere,& eifer necelfario beuer quello calice:ben fi^
t la troncar le fupcrfluita,ilpedendo il Concilio prello,& non dimorandoui
n(i quanto foife necelfario. La terza diilicoltà nacque, fé li Proteftanti ha.-
Qo voluto riuocare in dubio le cole detcrminate:nel che tutta la Congrcga-
>j prontamente rifolfcche conueniua farfi chiaramente intendere > chef!
Hi.lero hauerperindubitate,&non permettere che follerò polle iu diiputa,.
(| ciò dichiararfi inanzi il Concilio, & non afpettare a farfi intendere aiP
|]|. quarta & più importante di tutte,era l'autorità della Sede Apollolica,cofi
Ì|oncilio>come fuori,& fopraelfoilaqual certa cofa è,chc non folo i Prote-
m impugnauanojina molti Prencipi haurebbono voluto reflringere ;. ik tra i
Jbui non mancaua buon numero , che penfauano a moderarla: che era
itipotiflìma caufa > perche i Pontefici paifati non s'haueuano lafciato
J reaConcilioi&Paoloachevifi^era craiporrato, fé n'era auueduto in fine.
311 CONCILIO DI TRENTO PapaGivlioI)
■^3 lo L. &: con la ti'aflacione haueua rimediato. Qacfto pericolo era da tutti vedo
ne alcun fapeua trouar fcappatoio, fé non dicendo , che Dio , qual haiu;
fondato la Chiefa Romana , 8c pollala (opra tutte le altre , haurebbe ^^Xl
paro ogni conlVglio : il che da alcuni creduto per femplicità ,da altri pen-
tereire , & da alcuni detto ("olo per non fapercne altro dire, non pareu^h^
baftalfe.
Ma il Cardinale Crefcentiojfatto prima gran fondamento fopra quefta < n
fìdanzajaggionfe>non eiferui alcun negotio humano , doue non conuenga )i
rer qualche pericolosa guerra dunoftrarlo, che è l'apice delle humane att ,
quale mai s'intraprende , ila pur con quanta ficurezza della vittoria (I vuole b
non refti pencolo d'una perdita,& diftruttione totale: ne alcun negotio s'i a-
prende con tanta e ertezza di buon eflitcche non poffijper caufe ine ogn,o
ftimatelcggieri,precipitare in grandi inconuenienti. MajchièneceflÌLatc cr
euitar altri malica conditcendcre a qualche deliberatione , non debbe hai ;
rifguardo : le cofe elTere in un ftatojchc fé il Concilio non fi fa,vi è maggior ri
colojche il mondoj& i Prencipi fcandalizzati , s'alienino dal Pontefice , 6 .c
ciano più di fatto,che nel Concilio con dirpute,& con decreti : il pericolo la
da correr in ogni modo : meglio è pigliar il partito più honoreuole , &: no
pericolofo. Majeitèruiben' anco molte prouifioni per diuertirlo> come ce e-
nerei Padri in Concilio occupati,quanto più farà poffibilein altre marer i
elTercitargli > fi che non habbiano tempo di penfare a quefta : tenerfi amor
molti , Se gì' Italiani malTime , con. gli uffici), con le fperanze, 8c co* modi '
volte ufati: tener' anco contrapefati i Prencipi , nodrendo qualche diffei
d'intereHì tra loro , accio non poflìno facilmente trattare una imprefat:
coramunc;& trattandola uno, l'altro habbia intercllè d'opporfegli : &al
medi) occorrono fui fatto all' huomo prudente , con quali porta inanzi ir
ti) , 3c gli fa fuanire. Fu approuato da tutti quefto parere , Se rifoluto che
fi douclfe moftrar d'hauer quefto timore ; Colo accennar all' Imperatore
fi prcuedc , ma infieme moftrargli che non fi dubita , ma fi ha preparato
medio.
e ne dàjiarteii Maturata quefta confultatione, 8c rifoluto di rimettere il Concilio in 1
" tOjil Papa ne diede conto al Cardinale di Ferrara,& all' Ambafciatorc Fran
(Scfpedì anco corriero cfprelfo al Rè di Francia, a fignitìcargli il fuo peni
foggiongendo , Che gli haurebbe perquefto mandato vnNoncio,perd
conto pia particolare delle ragioni,che l'haucuano molfo. Et in fine di Gii
fpedìtutt'm un tempo dueNoncijjSebaftiano Pighino, Arciucfcono Sip(fi
no,air Imperatore ; &; ilTriulcio,Vefcouo di Tolone,al Rè di Fraacia. A ( ^1-
lo diede inftruttioni di parlare conforme alle dcliberacioni prefe nella Coi 'e-
gationc. AlTriulcio ordinò,che andalfe per le poftcaccio potclfe dar prefto li*
fo della méte del Rè,laqual voleua afpettar di fapere,prima che paifar più i n-
zi.Gli diede inftruttione di dar conto particolare delle caufe , perche delibc uà
di ritornare il Concilio in Trento ; l'elferfi la Germania i'ottomelfa ; ilfarn n-
ftanza l'Imperatore j il non poterfi continuare iixBologna pcrlacaufa ('»
nar ta,
Pramtay
j,!i p A Ci VLiorn. LIBRO TERZO. 3i3_
ii«:ata;&: accio Iccofede'Proteftaiitinonfifoireroaccommodatein qualche eia io l7
liniera prcgmdicialejverfando la colpa fopra il Papa. Ma che il primo , & pre-
t|)UO fondamentojlo faceua fopra l'afliftenza di Sua Macftà Chriftianiffima,&-
liitcruento de' Prelati del fuo Regno : lequali cofe fperaua ottenere, per elFer
a Maeftà protettore della fede , & imitaror de' fuoi maggiori, mai dilcoftatifì
l parcrc,&: coniegli de' Pontefici. Che nel Concilio s'attenderebbe alla di-
ciaratione, &c purificationede'dogmi, ^riformationede^coftamirnefitrat-
ebbe di cofa pertinente alli Stati,&: domini), ne a' priuilegij particolari delia
:onadi Francia. Che alla richiefta dell'Imperatore di voler intendere , le il
iitefice era per voler profeguir il Concilio in Trento,o no, il Pontefice hauc-
u rifpofto di fìjcon le conditioni difculFe nella Congregatione,lequali ordina-
u il Noncio,che communicalTe tutte alla Maeftàfua: dallaquale dcfìderaua in.-
'X dere quanto prima, qual folfe la mente, fpcrando di douerla trouar conforme
pietà di Sua Maeftà, & all' amore, che porta ad elfo Pontefice , & alla confi-
,za,che hainlui.Diede anco carico al Noncio di communicar tutta la fua
ruttione col Cardinale di Guifa,& congionto con lui, o come meglio ad ef-
arelTcefporla al Rè,& a chi facelfe bifogno.
Hr altro Noncio diede limile inftruttione : in particolare di dir' all'Impera- e^^ Cefareeon
: , Che il Pontefice moftraua con effetti l'olfcruanza di quanto promelfe a ^'"*."^* "'"i*
iPietro di Toledojcioè,di proceder con Sua Maeftà puramcntcapcrtamen-''''"^'
e fenzaartificioj&dirapprefentargli la prontezza dell'animo in profeguir' il
Icilio a gloria di Dio,per fcarico della confcienza propria,& per il commo-
:he ne può rifultare a Sua Maeftà,& all' Imperio. Et per rifponder al moto
) dall' Imperatore ; cioè,chc fi lafciaffe intendere delle capitulationi, che ri-
a,gli dicellè,che mai fogno di far patti, ne capitolationi, per profeguireil
icilio,ma ben di far alcune confiderationi necetfarie , lequali anco daua ca-
al Noncio d'efponer allaMaeftà fua. Et erano quattro. La prima, Che era
«1 lifaria l'afliftenza del Rè ChriftianilTìmo, & l'interuentione de' Prelati del
\tono : fenza lequali cofe,il Concilio haurebbe poca r iputationc , & fi po-
■( bc temer di far nafcere un Concilio National e,o perder la Franciainon do-
c 1 ingannar fé Ileffi : che ficome il luogo di Trento è molto confidente a fua
A :ftà Cefarea,cofi e troppo diffidente alla Chriftianiflìma:&: però douerfi tro-
:a nodo d'alTicurarla. Che communicaflè all' Imperatore il modo trouato,il-
[u e quando non baftalfe, farebbe necelTario che Sua Maeftà ci aggiongeilè
lU che altra cofa. La feconda confideratione,per le fpefc, che conucrrà fare alla
-: lera Apoftolica , elfaufta , & carica di debiti,per i Legati, & per altri ftraor-
1 ri), che porta feco il Concilio:& parimente per le fpefe,chei Prelati Italia-
ii oLieri non polfono foftencre in quel luogo:per il che conuerrà calculare be-
ic tempo,cofi dell' incomminciare, come del procedere inanzi, fi che non fi
p di un' bora in vano : altrimente la Sede Apoftolica non potrà fupplirc al di-
P io,ne'li potrà ouuiare,che i Prelati Italiani no diano nell' impatienza,comc
Vierieiiza per il palfato ha infegnato. Oltra che non ci è la degnità della Seda
Jltìolica tenere ifuoi Legati otiofi , & fu le ancore > ^ fenza frutto. Pcrilche
I Rr
514 CONCILIO DI TRENTO PapaGivlÌoI]
ci3 i3 L. etrernccefTanOjcheinanzi fi venga all' atco,SuaMaeftà fi aflìcuribene dell' ii
tcncionc&obedienza, cofidc' Catholici di Germania , come de' Proteftan:
ftabilendo le cole dinuouo nella Dieta, 3c facendo efpedir li mandati autentii
delle tcrrc,& de' PrencipijobligandofiSuaMaeiU, &c tutta la Dieta infiemca"
eirccLitione de' Decreti del Concilio j accio la fatica, fpefa, &c opera,non riel;
vana,& derifa-, & anco per leuar con quello ogni fpcranza achipenfalfe dati-
fturbo. Che in terzo luogo confidcri SuaMaeftà,eller neceifaria una dichia •
tione , che li Decreti già fatti in Trento in materia di fede , Se quelli degli al i
Concili] pallini, non poflìno elferein alcun modo reuocatiin dubio , ne iP •
teftanti ibpra quelli poffino dimandar d'clfere uditi. Confidaraife in fine all'I •
peratorcche il Pontefice confidaua » & teneua per certa la buona volontà
SuaMacftà vcrfo lui elTer reciproca:& ficome egli prontamente condifcend( i
a fauorir le cofe di Sua Maeftà , & del fuo Imperio , con metter il Concilic i
luogotantoafuopropofito; cofielladefidera,chelafincerità, & realtà di i
non habbiano a riportargli carico. Ma fé alcun tentalfe altrimente, o ( \
cauillationi , o con calonnie, Sua Maeftà non hauerà da marauigliarfi .'
egli uferà i rimedi) che occorreranno , per difenfione dell'autorità datrì
Dio immediatamente a lui, & alla Sede Apoftolicaj cofi in Concilio , •
me fuori. ,
td ordina che'l Stimò il Pontefice utile per le cofe fue,che la rifolutione prefa fofle iati
fatto fia fapti- jT^^nte faputa in Italia,& in Germania : & feccche Giulio Canano fuo Secr
'*' ricmoftrando di fauorir' alcuni Cortegiani fuoi amicijCommunicaiTeloro»
obligo di fccreto , le inftruttioni fopradette ; con qual modo furono fparfè
tutto. Di Francia hebbe il Papa dal nuouoNoncio prefta rifpofta:perchie<
Rè fapendo le caufe,che il Pontefice haiieua difidarfi poco dell' Imperatore
le cole palfatej&ftimando che grande foifc l'inclinatione fua nella parte F
eere,fece gran dimoftracione d'aggradire il NonciOi& l'ufficio : offerì al Po:
fice tutti i fuoi fauori,&: promife l'aOTiftenza al Concilio , & la miffione de'
lati del fuo Regno,con promefla d'ogai fauore,&: protettione,per manteuin
to dell' autorità Ponceficia.
CefarerìJ]>m- L'Impcratorc,udita l'eipofitìone del Sipontino > & deliberato maturami
^Ifric L^^ld ''°P^''^ ^^ quella, rifpofe, lodando l'ingenui tà, & la prudenza del Pontefice il*
VaMì " conofcendo la publica neccffità di far' il Concilio i\\ Trento , hauelfe troi
modoifpedicntedi rimetterlo,fenza far' andar' inanzi la caufa della traflati»
cofa aromatica, di moka d}liìcoltà,& di niifunavtilità. Aggionfe,cheleq
tro confiderationi erano tutte importanEÌ,&:ragioneuolmente propofteda
Santità. Che, quanto alle cole di Francia,non iblo lodaua quanto ella hjiii
deliberato , ma s'otìfcriua ancora di coadiuuare, & dar' ogni poflìbil ficut
quel Rè:che era molto ragioneuolc lo fcampar le fpefe fuperflue, & nan lafc
il Concilio aperto,&: otiofo; che già l'anno inanzi s'era fatto il Decreto imi
gufta,chela Germania tutta,etiandioiProteftanti, fi fottometteifero : eh
quello haurebbe dato copia al Noncio , 6c nella Dieta dall' bora l'haurc
fatto confermare : che non gli pareua tempo di trattar al prefente> che le < It
ià
I
APA Giviio in. LfBRO TERZO.
5^5
'idecife in Trento non fìanoriuocate in duhio , pcichcdoshamthhcfaxto ciò i3 l,
ju opportunamente in quella città, quando il Concilio folle ftaco ridartcj. Et
|r quel,che tocca l'autorità di Sua Santi ckySc della Sede Apoftolica, egli, lì co-
? ne' tempi palTati n'era ftato protettore, coiivolcuaellcr ncll'aQuenire, cfeli-
raua di mantenerla con tutte le Tue forze , 8c con la propria vira , fc foiCc ftara
bgno. Che non poteua promettere a Sua Santità,che in Concilio non folFe
qualche inquieto dettolo trattatorma gli daua ben parola, quando ciò auue-
[e,d'opgorritalmente,che ella douelFe lodarli dell'opera fua.
Era Celare , come di fopra s'è detto , in Augufta per far la Dieta, la quale. Ce ^^ '" ^''**
i non era circondata da tante arme,come fu la precedente, nondimeno tutta *'«''''/'«»"'» «^«'^
Il era armata. Propofe di profeguire il Concilio di Trento, & di feruar Vinte- ^Z"u^U^'
i conftituito nella Dieta precedente, & di trouar modo allarcftitutione de' *^rmama:ed
)( i Èccleriaftici,& alla rcdintegratione dellagiurifdittione. A' Prencipi Ca iProtefian'n
e ci piacque che il Concilio /ifeguitairen-na gli Ambafciatori d'alcuni Pren- richiedono cey
'- Protcftantinonconfentirono,?enoncon quelle cpnditioni, ChcUe cofc '^""'^^"'"*
leterminate per inanzi in Trento foflero recfaminatejChe iTheologi della
ifeffione Auguftana non folo folTcro uditi , ma haueirero anco voco decifi-
i Che il Pontefice nonfoirePrcfidcnte, ma fi rottomctteireelTo ancora al
]\ cilio , & rilafciairc il giuramento a' Vefcoui, accio potelFcro parlar libcra-
^ te.Si lamentò l'Imperatore co' Proteftanti,che il Tuo Decreto della interre-
g ne non folfedaloro ubedito:& co' CatoIici,che la riforma dell' ordine Ec
€ tfticononfolTe efleguita.Si fcufarono quefti,diccndoparte,che bifognaua
li nar lentamente per fuggir le dilfenfioni , & parte con dire , che gli cliènti,
e ndendo priuilegij,non voleuano ubedire. I Proteftanti dauano le caufa al
)| lo ; ilquale,trattandofi della confcienza, fi ammutinaua,&: non fi poteua
j'are.Di tutti quelli particolari l'Imperatore diede conto al Noncio,narrato
)i olo il confenfo de' Carolici , & del numero maggior de' Proteftanti, ma
icla limitatione propofta da quegli altri,acCio , fé per altra via gli folfe anda-
a orccchicnon facelfe cattino effetto. Soggiongendo pcrc),non hauer volu-
c i foire pofta negli atti, pisrche da quei Prencipi haueua hauuto parola , che
T farebbono fcollati dal fuo volere : &:p^erò poteua affermare al Pontefice
e teca Germania il contentaua del Concilio. Trattò poi più ftrettamentc
l e co' principali Eccleflaftici,proponendo che fi dalfe principio inanzi Pa-
> cheviandaffeioinperfona : & hauutone promefla dagli Elettori, folle* v
e. Pontefice di venir all' atto della conuocatione per Palca , o alipeno im-
edite dopo,poiche haueuaper ftabilito il confenlo di tutta Germania: ilqual
t!:mar meglio ancora,pregaua Sua Santità,che formata la Bolla , prima che
itì:arla mandalfe la minuta , accio con quell' occafione egli poteflc (fattala
WS a tutti nel Recelfo) ordinar il Decreto, oc operare che foife da tutti ri-
^Pontefice pareua, che niente folte conclufo delle cofe da lui propofte, ''^^*'/''*"o»y?
e^e non era deeifo che i Decreti fatti ioffero riceuuti-.non voleua che nc\ bel "T"n'' '^^^'*
^pio delConciliofimette-ireiiueftoindifputaiperche erachiaro l'eOìto, ^^r*^'^*^
^ . Rr ii -^ '
51^ CONCILIO DI TRENTO Papa Givlo II
CI 3 1^ L. cioè>cliefìc6rumerebbemoltotemporenzaniécefarej&mfinefìdifroluereb'
lenza conclufìone.Eracofa chiara da vedere,che la difputa generale > fé fidoi'
uaiio riceuere,tiraua una particolare di ciafcuno , & che egli non haurebbe p.
turo interporfijche farebbe ftata allegato per fofpetto,come quello che fu Prc-
dente>&: autore principale.L'infifter maggiormente con l'Iraperatorejcheqi.
fto ponto folte dee ifo>era dareli difg^afto grande > Se metterlo ni difficoltà ia •
b"^" , »* ^. perabili.Fu confegiiat05che knza altro dire haueltè il ponto per deci{b,&: ne t
Kocatione in Bolla fua prefupponelTejche i Decreti fatti folfero da tutti accettati , pere :
Ifieta: andando la Bolla alla Dieta con quel tenore>o iThedefchi fé ne contentar ani »
& coli egli hauerà l'intentoio non raccettaranno,& in quel cafo la difputa ce *
' minclarà nellaDieta>& egli farà ufcito dipenfiero.Gliparue buonailconfeg' ,
ilqualleguendo> ordinò la Bolla :& per compiacer l'Imperatore in parte l
mand(>,n on in minuta,parendogli elTer contra la degnità {iia,ma formata . d. «
ta,& boUatajnon però publicata> il giorno del dato fu fottoil quindici >•
ucmbre.
In quella die eua > Che per leuar le difcordie della religione di Genna %
eirendo ifpediente,& opportuno,come anco l'Imperatore gli hauerafìgnific i»
rimetter in Trento il Concilio generale giàconuocato da Paolo terzo pii »
piato,ordinato,& profeguito daefsò,air hora Cardinale >& Prefidente ; è t
quello ftatuitii& publicati molti decreti della fedei& de* coftumi r perciò < *
alqual s'afpetta e ongregare,& indrizzare i Concili) Generali > a fine dell'
mento della Religione Ortodoira,& per reftituir la tranquillità alla Germa
che per i tempi paflàti non ha ceduto ad altra Prouincia in ubedire j & riuei
Ponteftci,VicarijdiChriftajfperaiido che anco i Rè,& Prencipi^lofauori
no>&aflìfteranno>eirorta & ararrionifcei Patriarchi > Arciueicoui , Vefc
Abbati,&altri,che per legge, eonfuetudine, o priuikgioa debbona intera
ne' Concilijjche il primo di Maggio debbano ritrouarfi in Trento : per iU
giorno ha ordinato>per autorità Apoftolica>,& con confenfo de' Cardinali-
il Concilio fia realibnto nello ftatOjin qualfiritrouauaj&profeguitOjdoue
inuierà i fuoi Legati,per li quali prcfcderà al Concilio , fé non potrà troua: |
perfonalmente:non oftante qualonque trailatione , o fofpenfione 3 o altra e
che vifoUt incontrario,& fpecialmentc quelle cofe,chePaolo terzo nella
la di. Ila conuocationejiS*: altre Ipcttanti al Concilio, ordinò>che non oftafl |
lequali Bolle egli vuole,chereftino in vigore con tutte Le fue claufulcóc de
ti,confcrmandole5& rinouandole quanto feccia di bifogno.
M» Jffguji» di I miniftrilmperiali,& altri Carolici zelanti,a chi Celare lacommunic&j
Cefaw dicauanojc he quel tenore douelTe eilàcerbar' i Protefl:anti,& dargli occaù]
dinon accettar quelConcilio,nelqualc ilPapadichiaraua inon tanto di vc(
ui prcfedere>-maanco di volerlo indrizzare : oltra che,il dire dirialTuraerlil
profeguirlo,era mettergli in troppo fofi)itioni,& il parlar cofi magnificaiH'i
dell' autorità fua,era un irritargli Conkgliarono l'Imperatore di far' opera ic
il Pontefice moderalfe la Bolla,&; la riducelTe in forma,che non delTe occa/i :
i'Proteftantid'ali,cnarfi maggiormente-Ne trattò l'Imperatore col Noncii
Tei
tsji Giviio III. LIBRO TERZO. 517
i al fuo Ambafciatore , che ne parlalle al Papa, pregamelo Sua Santità afFef e 1 3 i d l.
Imente > &c efficacemente , &c per la carità Chriftiana,che addolciilè quelle (he tema di
«Icchepoteuanodiuertirla Germania da accettar il Concilio.TrattòrAm-/**"^* '''/*'''**•<*
li atore ni Roma con la deftrezza Spagnuola: e proponcua, che fi come le fie- ''**
j ;fe a laccio conuiene tirarle al pairo,moftrando di cedergli , ne fargli veder
fi ico , o le arme,per non irritarle,& ponerle in diipcratione , che gli fa accrc-
teforzeicofibifognaco' Pro teftan ti, quali con dolci maniere , ik con in-
ri.gli»& afcoltarglijconueniua tirargli al Concilio,doue quando faranno ri-
ji jfarà tempo di moftrargli la verità. Che il fargli la fenrenza contra,inanzi
u (dirgli,era un eiracerbargli,& irritargli maggiormente. Il Papa,con la folita
b cà, rifpofe , Non voler' eflere infegnato a e ombattere col gatto ferrato,ma
)] lo in libertà che poflìfuggirejche a ponto il ridurre i Protcftanti con belle
ir e al Concilio,& lànoncoirifpóder co'fatti,erafare che,entrati in difpera-
j ,pigliairero qualche precipitoia rifolutione : che quello, che s'ha da fare Ce
i capur'allachiara.L*Ambafciator,fecódando,diceua>chelodauacio,quàto
i( ofcche era ncceirario,& opportuno dire: non vederfi opportunità di dire»
IK lui tocca d'indrizzar i Concilijiquefte cofe elfer veriffime,ma la verità non
Il : queftopriuilegio d'cifer detta in ogni tempo > & in ogni luogo : elfer ben
t ne alcuna,quando il dirla fia per far cattino effetto ; fi ncordaiIè,che per il
li parlar di Leone decimo Se del Cardinal Gaetano , fuo Legato , è accefo il
9 >>che vede ardere, ilquale con una dolce parola fi poteua eftinguere i che li
I nti Pontefici,& raaflìme. Clemente, & Paolo>Prencipi fàui), molte volte
D :ano doluti:fe adelTo con deliri modi fi può acquiftarla Germania,perchc
n : amarezze fepararla maggiormenteì
1 ?apa, quafi ldegnato,diccua,ches'hada predicar femprc apertamente, &
:: care quello 3 che Chriftoha infegnato > che Sua DiuinaMaeftà l'ha fatto
) icariOjCapo della Chiela,&principal Lucerna delmondo:chequeftave-
à :a di quelle,che bilognaua dire , che f^pre bifognaua hauere in bocca in
|i empo,& in ogni luogo ; &, fecondo S.Paolo,opportunamcnte,& impor-
I lente^che il far altrimente farebbe contra il precetto di Chrifto, porre fot-
|j laio k lucerna,chc fi debbe alzar nel candellierc.Che non era dignità del-
\ ,eApoftolicaprocedereconartificij,&difrimulationi,mapailar all' aper-
V .*Ambafciatore > cefi in dolcezza di ragionamento dille, anzi parergli, che
(( ndere la sferzaj & moftarfi benigno, & condefccndereatuttiera il vero
MD Apoftolico:hauer fcntito legger in S.Paolo,che,cirendolibero Ci era fatto
3 di tutti perguadagnar tutti j co' Giudei, Giudco;co'Gentili>Gentilej co'
i,debole,pcr guadagnare anco quelli;& che quella era la via di piantar l'E-
ri;lio.In fineilPontcfice,per non entrar in difputa,fi ritirò adire,chclaB0l-
:j formata fecondo lottile della Cancellaria,qualen6fi,poteua alterare: che
Ijta alieno dalle nouità,che conueniua feguire le veftigie de' predeceirori:
ilb lafohta forma > nilfuno poteua attribuirà quello, che folle riufcito:fe
iuelTe inuentato unanuoiia? tutto'l male farebbe attribuito alui. L'Am-
(i itorcper dargU tempo di meglio pejiiare>cojiclufe di non volere riceuer la
Ri iij
3i8 CONCILIO DI TRENTO Papa Givuin
cr3 i3 L. rirpoftapertinanegatiua, ma confidare, che SuaSanticà haurebbe con atm
paterno compatito alla Geimania.diiTegnando di lafciar palFai: le fcfte diht
le,perche air bora emi-nezzoDicembre,& poi dinuouodargliun'altioalliio
fer la. rfjolut* Ma il Papa,nroluto di non mutare un' iota,dicendo fpelio, Voglio preu( ù
firme^ del ^ j^q„ ^ff^^ preuenuto:&: di Icuarfi ogni molcftia di ragionamento , fece i ],
^''^'*''^"^'"'*~ San Giouanni un Breue,nelquale narrato fommariamente il contenuto :1
i^a^r "" ^^^^^ ^^^ (bpradctta , & prefo pretefto , che per non eifer publicata , alcu d(
crebbe pretendere ignoranzajOrdinaua,chccofì quel Bieue,come la Bolla ^
ro lette>pubiicate,Ò<: affiire nelle Bafiliche di San Pietro,&San Giouanni L r;
nojconintentione di mandarne elTemplar ftampato agli Arciuefcouijacc e
iorofolTero intimate a Vefcoui, Scaltri Prelati. Fu leuato il modo di par i
più col Papa air Ambafciacorcilquale immediate fpedì corriere efpreiio a n
ncaril tutto all' Imperatore:& egli,vedendo la rifolutionedel Papa , & pe i:
e Cefare letta comerimediare,fece legger la Bolla nelpublico confelFo : laquale vedut; :■■
detta BoUa,vi dulFeaponto l'etfettojcheeglihaueua preueduto,cioc,che farebbe reuoc .
rimedia con parola data da' Proteftantidi rimetterli, & da' Carolici d'andare al Con u
fitej?romeJfe: ^» Carolici difpiacque , per il duro modo , Se intrattabile j a Proteftanci i
cofedette.QuefteeranOjpertenere alui,nonfolocongregar,ma indrizzare ; :(i
&gouernar i Concilij:chehaue{rerirolutodicontmuai:e,&proreguirek )i
incomminciatcilche Icuauail reelFaminar le già trattate: che, fuor di lue ,:
fenzaoccafione,diceire,la Germania hauerriconofciuto i Pontefici per V :
di Chrifto:che fi hauefle dichiarato Prefidente del Concilio , & che non u
malfe , fé non Ecclefiaftici,che gli ubediuano , & confermalTe con
ampiezzadi parole affettatamente la Bolla della conuocatione di Paolo.]
uano i Proteftanti,che vanamente fi farebbe il Concilio con quei fondai!
che il fotcometterfi a quelli erafarcontraDio,& contrala confcienza. I C;
Hci diceuano,che quando non vi erafperanza di ridurre i Proteftanti,vanai
ce fi pigliaua la fatica,8<: la fpefa.Cefare temperò l'ardore d'ambedue le pai
dircclie il Concilio era generale di tutte le Nationi Chriftiane: che,vbed'
tutte l'altre al Ponteficceglihaueua formata la conuocatione,come conuc
a quelle:che,per quanto s'afpetta alla Germania , rimettellèro il tutto alla '
fua,chc fapeua come trattareilafciaflero conuenire le altre Nationi , che eg '
rebbe andato pcrfonalmentejfe non là , almeno in luogo proflìmo , & haur or
operato,nonconparole,maconfatti,chele cofe palFalFero per i debiti temi
non hauetFero rifgUardo a quello,che il Papa diceua, ma a quello , che egli )-
metteuafopra la parola Imperiale, & Regia: con quella maniera l'Impera re
quietò gì' aiiimi,& a' tredici.Febbraro fi fece il ReceiFo, publicando il decrc ài
tenor delquale fu, '
Che,elFcndo propofto nella precedente Dieta non elFerui modo di comp( et
ledifcordiediGermaniaper caufa della religione, le non per mezo d'unpi Sf
libero Concilio generale, tutti gli Ordini dell' Imperio hanno confermata
propofitione,& deliberato d'accettarlo,approuarlo5& fottometterfegliilac jl
cofa non hauendoli elFcguica ancora > nella prefente Dieta è ftara la itiedef la
prc3-
A GivLio in. LIBRO TERZO. 315,
qofìtionc&dclibeiacione.Perilche Ccfare haneua operato, 5^ finalmente do io"
rrato dal Papa, che rimctteire il Concilio di Trento al primo di Macraio li.
inno fiiruroalchchauendo il Pontefice fatto, &ciren do la conuocatione
tjlcftaj&propofta nella Dieta,è cola giuda che fi refti nella mcdefunaniblu-
d'alpetcare con la debita obedientia il Concilio, & interuenirc in quello,
le tutti i Prencipi Chriftianiaffiileranno; &i elfo Celare, come Auuocato
] Santa Cliiera,& defenfor de' Concili), operarà tutto quello che fi conuicne
carico d'Imperatore,ficome hapromelfo-.d' per tanto,notifica a tatti,circr
)15tà,cheper rautorità,&potcftà Imperiale fiaficurociarcuno,cheandcrà
ncilio,di poter liberamente andarc,ftare,<Sc ritornare, & proppnere tutto
Djche in (uà confcienza giudicherà neceirario:& per ciò ftarà ne' confini
iTiperio,& in luogo più proffimo che fi potrà: Se ammonifce gli Elettori,
ipi,& Stati dell' Imperio, maffime gli Ecclefiaftici , & quelli , che hanno
k^iato nella religione,che fi preparino per ritrouarfi là bene inftrutti , accio
ofiìno hauere alcuna fcufajdouendo egli hauer cura,che tutto palli legiti-
•nte,& conordinej^i operare , che fi tratti & defìnifca ogni cola pia , &
:ianamente , conforme alla Sacra Scrittura, & dottrina de' Padri. Et per
>,che s'afpetta alla trafgreflìone de' decreti dell' interreligione,& riforma>
erto che era impolTibile fuperare le difficoltà , Se che quanto più fi opera-
to le e ofe più peggiorauanojaccio maggior confusione non nalccflè
ò a fé ogni cognitione delle contrauentioni paflate 3 incaricando però i
pi,& Ordini dell' Imperio all' olferuanza in futuro.
)ecreto veduto per il miondo, fuftnTiatQ,come era,uncontrapoftoalIa
lei Papa,apoiito in tutte le parti.Quefto vuol indrizzar i Concili j:que}lo
auercura,che tutto fi faccia con ordine, & giuridicamente: quello vuol
re:6c quello vuol che fi decidi fecondo la Scrittura, Se Padri : quello vuol
uare:& quello vuol che ognimo podi proporre fecondo la confcienzaJn
ila Corte non poteua digerir quello affronto »& fi doleua,che folle una
inuocatione del Concilio.Ma il Papa,con la folita piaceuolezza , diceua,
aratore m'harefo la publicatione della Bolla fatta fenza di lui.
rato l'anno m. d. li. applicando il Pontefice l'animo al Concilio intima- f/e^^/o^j^fe'
De due principali mire:di mandare pcrfone confidenti a prelederui, & di Prefidemì dtì
or fpefa che folle poflìbile. Al fuggir la fpefa confcgliaua,che non Ci man- ^«ncUhp
iud'un Legato:ma era con tropo carico della perfana di quello.Prima in
»1 uer' apprelloperlona co' medefimiinterefii, diche poterli confidare pic-
1^ te,& di tutto quello,che fi faceire douere elfcrc ftimato unico autorczper
;i||uahrifpetticraneceirarioche il carico foife compartito in piuperibnc.
»iil Papa via di mezo,mandando un Legato con doi Noncij, conautorità
fcienfando anco di douere clTer meglio feruito : perche le fpcranze fanno-
dcon diligenza maggiore. Voltato l'occhio fopra tutti 1 Cardinali, noii
a^l più confidente fuo,&; infieme di valore, che Marcello Crefcentio, Car-
4^i S.Marcello:a quello aggionfe per Noncij ,Sebaftiano Pighino, Alci-
de 3 Sipontino i &AloifioLiporaano > Vefcouo di Verona: in quello
510 CONCILIO DI TRENTO Pap^tGivh ]
"ci^ToIa. elclTe uiiaftrcttaconfidenza,tenuca con lui inanzi il Pontificato : in que(1,i
fama di pietà,bontà,& lealtà grande. Con tutti tre hauendo tenuto moltix
ti confegli, & apertogli il iincero delfuo coi-e,& inftruttigli intieiament d
de un ampio mandato d'interuenir per nome fuo al Concilio : la conti ;r
delquale fu:
il lor ntandit- Al Padre di famiglia appartiene foftituir' altri a far quello , che comcx
io: mente non può elfo medefimo.Perilche hauendo ridotto in Trento ì1'Cg:ì
aenerale,intimato da Paolo/perando che i Rè , & Prencipi haurebbono j :(ì
co il loro fauorctk affiftenza ; citò i Prelati foliti ad interuenirui per il pr io
Maggio,per reairumere il Concilio nello ftato,che fi ritrouaua: maper la i g
uè età , Se altri impedimenti , non potendo , fecondo il fuo defiderio, tre xi
perfonalmente prefente , non volendo , che la fua alfenza porti impedii ;ni
conftituifce Marcello Cardinale zelante, prudente, & faputo,per Legat &
Sipontino,,S«: Veronefcconfpicuiin fcienza,&efperienza,Noncijicon sci
mandato con le claufule opportune. Mandandogli come Angeli di pace iiii
loro autorità di reairumere, indrizzare, & profeguire il Concilio : & far t te
altre cofe nece(rarie,& opportune,fecondo il tenore delle lettere di conu. ati
ne fue,&: del predeceffore-L'Imperatore ancora,a chi maggiormente pre n»
negocio del C6cilio,& Thaueua per unico mezo di faril aifoluto patrone >Gi
mania , mandò a tutti gli Ordini dell' Imperio Protcftanti, il faluocond to:
ampliflìma formapcr loro medefimi, ouero per gli Ambafciatori loro,i pei
Theologi,che inuialfero.
moul tntrU Ma,mentre che Ci gettano quefti fondamenti in Roma, & in Augufta ei '
ghiy fr^'l Pa- bricarui fopra il Concilio di Trento , altroue erano ordite tele, che poi n
/«, Gefxre , e f^^ero grand' ombra alla degnità, &: autorità di quella Sinodo ; & fabric
Frxncia , per ^t^j^p^^he la conqualTaro no,& difciolferojll Pontefice > immediate dop x
^^^'^' aiIòntione,per ollèruanza di quello , chehaueua promelFo in Conciane ili
Parma ad Ottauio Farnefe , laquale Paolo haueua tirato in mano fua pe io
della Chiefa, & gli allegnò anco dumila feudi al mefe per defenderla. C a
per l'inimicitia di Ferrante Gonzaga, Viceduca di Milano, & per molt k
che haueua,che l'Imperatore dilTegnafle inipadronirfi anco di Parma,h3 :n
gli anco il Pontefice leuatalaprouifione aikgnata di dumila feudi, dui a
di non poter difender la città con le fue forze, trattò col Pontefice pei a
del Cardinale fuo fratello,chegli deife aiutcouero gli concedeiFe di prc ^
con la protettione d'altro Prencipe fuflficiente di foftentarlocontra Ce te
Pontefice, fenza più conlìderarui, rifpofe,che facelfe il fatto fuo al mei o
fapeua:perilcheOttauio,adoperando per mezzo Horatio , fuo fratello, ;i
del Rè di Francia,fi mife fotto la protettione di quello , & riceuette gu; iiu
ne Francefe nella città : laqual caufa dispiacendo a Cefare, fuo fuocercj rfua
il Pontefice che folFe contra la degnità di lui , che era di quella città, & i^"
Daca,Prencipefupremo.Perilche il papapromuigò contra il Duca un aue
ditto , citandolo a Roma , & dichiarandolo rebelle, quando non comp iifcj
dimandando aiuto all' Imperatore contra di lui : il quale fi dichiarò d'aj 'w"
,cai
paGivlioIII. libro JERZO. 511 _^
auradelPonrcfice,&: colile arme difenderla: onde fu fatto apertura a mani- ci3 la
i guerra tra l'Imperatore & il Rè diFranciaj&a'difgufti grandi dell' iftellb li.
:olpontefice.EtinSa(roniaroprarAlbifutraSaironia,& Brandcburgdato ef»mue kgh*
icipio a ragionamenti d'una lega contra Cefare , per impedirlo dal foggio- '" ^<^^'^'!""*
ì totalmente la Germania,come a fuo luogo fi dirà. Nonoftantiquefte,&; "''' '^^ ^
femenze di guerra, che in Italia nel principio d'Aprile fi vedcuano già pul-
ce, volle il ponteficcche il Legato, & iNoncij,andaircroaTrent05&diede
commilTìone , che il primo Maggicgiorno ftatuito , aprifTcro il Concilio
qiiel numero , che vi era , 8c etiandio fenza numero alcuno; con l'eircmpio
Joncij di Martino quintojcheaperfero il Concilio di pania foli,fenzaintcr-
'] o d'alcun prelato*
1
' HI sr O RI A
DEL
DNCILIO TRIDENTINO.
LIBRO QVARTO.
Sommario.
I dotto dinuouo il Concilio in Trento,Jifk la prima Sejfione,Jòl per apriturad'ejfo.
^ I papa VI muita glt Sguiz^z^eri , che ne fono dijfuafi da Francia , entrain in r:ffa
P ^a per la protetttone di Tarmafrez a dal %è. Cejare deputa tre Arnbafciadori
A :i/iOi doue Ji celebra lajeconda Sezione ■> di dtlatione : edm ejfafì prefenta A-
r T nome del ChrtftiamjJìmOiCon protefla contriti Tapa :,feguitu da un (iJManifi-
h 'ettoT{è^, e da un Editto di non portar alcune denari dagli jhttfmi a Roma.
T ntOyTion oflunte tutti gli uffici/ de' Cefirei,per indugiare, in gratta de' Projkinti,
■V 3 dell' Encarijìia : e,per rifirma , della Giurifdmtone Epifcopale : dell' origgi-
e. gli abujt della^uale e fiitto largo difcorfi : ma m Trento vi fono applicati rime-
e ieri->come anche nel fatto dell' AppeUatione al Papaie delle Digradattoni : Cele-
ti la terTia Sefiionejòpra i^uefie materia comparirono gli Ambafctatori Brande-
•g^ iTiceuutt cen vantaggio affiettntOie/i tratta del Saluocondotto da darjta' Trote-
Iti, oja molto contefa. Poi s'entra nel trattato della Penitenz,a , e dell' Eflrerna On-
'f ' per rifórma , di certi capi pur concernenti la Giuri fditt ione Spifcopale. Ed in
h vmto giungono gli Ambafctadori VVirtembergict a Trento, la cui ricettione è
''!'tnta: eCefare viene a InjpruckJDellefopradettematerieyfì tiene la quarta
. '01 s'entra nel Trattato della Mef[a,e del Calice : ed arriuano Ambafcuido-
t rgentina, e d'altre città Protejkintt : ed infine cfue' dell' Elettor <iJ^auntio di
kzii^nali fono uditi mCongregattoneicd in parte foddisfhtti, rnafìirne nel fktto
se
3ii CONCILIO DI TRENTO PAPAGiviior
e 1 3 1 3 del Sdmconàotto. Poi fi tratta del Sacramento dell' Ordine : e di. tutto ciò, fi tiene \
L I. quinta Sefìione. ISfafcomfoffettt , e dtjparenfidl Tapa, e Cefare^fer molte cagio .
ma principalmente per l'uccifione di ^J^artmafio Cardinale , lacmcaufa rejkx>\
poco (knte affatto fopita. gtongono Teologi Protejìanti , e t Amhafciador Portogk .
zJHauritio di Saffomaimuone tmpromfo tarmi a C efare, ondeficommmcia a rom-
re il Concilio, ed ejfofi diffohte con la fijf enfiane puhlicata neW ultima Sefiione. £ ( ■
fare è sforzato da detto ^jMaimtio.dffizr la pace della Religione, per lacuale f -
terim e abolito, la libertà della religione rifòrm.tta renduta , e Giouanm Federigo
Saf[onia,el Landgramo,largheggiati della lor prigionia.
Concino m
Trento! tauoia
con 1;
frlmaSepiune &^^^ Jq^^^j inTi'cnto iLegati,&Noncij con compagnia d'alcuni Pre:i
dtl/a f'"'"^-'' f^^l -hedaPvomagUreguirono; & aniuati altri Prelati, che poco do
ridomone dd A^UÌ^ ^ionrero,(bllecitatidal Pótefice,nel giorno indetto, ridottiTial fc ce
o nella Chicfa Cathedrale,che reftaua ancora in piedi, co le iolirc < '.t
I-nome fucatata iaMelfa dall' Arciuefcouo diTorrc,& letta dal Secretano h i
la del Papa della C6nocatione,&: il màdato nelle perfone de' Prefidenti
lebrante IclTe il Decreto,in forma interrogatiua, Padri, vi piace, che,rec(
forma delle lettere Pontefìcie , il Concilio di Trento fi debbia rcairurae
pr'oreguiseìEtjdati i voti da tutti, interrogò dihuouo,Piaceui.che la Sei
fecTuente fi tenga al primo Settembre prollìmo? Alche da tutti fu confentitc
Cardinaicprirao Preiìdente conelufe'coH' alTenfo,».^ per nome di tutta la
do,,Che adonque il Concilio è incomminciato,&: fi profeguirà. Ne altra e
fece in quel giomcne meno ne' feguentircfe ben rpelTe volte fi ridulPero i
ti in cala del Legatole Congrcgationi però non haueuano forma, non vi
doTheologi.Si leggcuano iolaracnte le cofedifputate in Bologna,perma'
la deliberanone di qucllo,chc fi doueua trattare, de maflìme in materia di
ma,che era ftimata la parte più importante.
4ilqmleU Pa- |p f^j-^g ^\q\ mefe il Pontefice mandò in Suizzeri,Gieronimo Franecftat
pa inuita gli y^lfc Noncio di papa paolo a quella Nationcprincipalmente per imped
SHPc^en: .^ ^^ ^. Pj.^j^^-,^ j^qj^ hauelfe foldati da loro , & per ottener leuataper le e
parma:& in quell'occàfione {criiTe loro lotto i ventifette Maggio, che (
haueua prefo il nome di GiuHo fecondo, tanto affettionato a loro , cofi 'i
feguir relTcmpio Tuo in amargli , & feruirfi dell' opera loro 5 alche hauei
princÌDÌo,pigl!ando unaguardia della lor Natione perlacuftodia dellap
propL-i^a,& una ahra per Bologna.Hora,eirendo flato intimato,^*: cornine
Concilio in Trento al primo di Maggio,glipi'egaua operare, che i fuoi
doueirero ritrouaruifi per il primo di Settembre , quando 'farà la f{
SelTione.
U Kè di Fra- llRè diFrancia cercò di perfuader al pontefice,per mezo di Termes,fu
eia tratta eoi torcchecon buone ragioni haueua pigliato la difefadi parma,preganc
Papa fel fatto contentarfene3& inoftrandogH, che altrimenti facendo , Se antepone ^^
«M Parma, g^^e^^-^ allapace,nó folo farebbe co dàno d'ItaUa,ma impedirà anco la pr ec
tioné del Conciliojouero lo ff^ebbe diiroluere;6c,fe pur ciò non fuccedelij
1
hPAGiVLioUL LIBRO QVARTO. 315
rtendoui andar' alcun Vefcouo Fnncefe^non farà ragioncuoiejche/ìchia^ ci3 I3
rjiire Concilio Generale. Il papa s'offeriua far' per il Rè tutte le cofe , eccetto li.
eellojche eglidcfideraua:& eirendotraluij&l'Àmbafciacorcpairati mólti ra-
p)namentii&: rapprefencatoglijclie il Rè non poteuaper alcuna coia ritirarli,
d:he quando Sua Santità non hauelfe voluto reftar neucraicma cifer iniaiflro
d le voglie dell' Imperatore,dalquale il Rè era certo che fi lafciaua snidare , la
M eftà fua farebbe ftata sforzata ad ufar quei rimèdi] di ragione? oc di fattOjclic i
tJggiorifuoi haueuano ufatocontra i Pontefici dimoRrati/ìpartiali-Simife il
?iia in colera,o pur linfe d'eireruientrato,& rifpofejChcife il Rè gii toglicife c'//'*/'^ s'm~
? ma,egli Icuercbbe a lui la Francia,& fc gli Icuaife ì'obedienza di FranciajCgli '##*! j^ mf-
icn-ebbé a lui il commercio di tutta Chriftianità:& fé trattalfe d'ufar forze,fa- "*^'^'
be il peggio che poteifeife edittÌ5prohibitioni,& altre tal cofe , gli faceua in^
[j dere che la fua pcnna,carta,3c inchioftro non farcbbono inferiori.Ma,fe Ben
l ontcfice parlaua cofi altOjhaueua péro qualche timore : onde, per eccitar
■ ]peratorc,gli fece fignificare per il Vefcouo d'Imola , fuo Noncio.che haue-
Ìe laudato in luogo del Sipontino, tutti li ragionamenti paifati col Francefej
S dirgli apprelfojche inRomafiftaua in dubio d'un altro facco,per tanti ro-
ide'Turchi&Francefìi^cfidubitaua di Concili) Nationali. Perilche era
rflària una buona prouifìone d'arme,per prsuenir li tentatiui : & quando la .
:flìtà pprtaifejper poterfi difendere.
1 Rè,veduto che non era poffibile perfuadcr' il Papa/crilfe una lettera publi- nj^ fa ^Ifl^
i commune atutti i Vefcoui del fuo Regnojcofì a quelli clic erano inFran- di volertene^
omealtroue,chedoueircro andar' allelor Chiefe frafei meii,&: là metterli "** Concilio
rdine per un Concilio Nationale. Et la lettera fu anco prefentata a quelli, ■^«**""*^
1 ritrouauano in Romatne il Papa hcbbe ardire d'impedirgli , dubitando di
anno a loro,& interelTar maggiormente la propria riputatione. Ma prefe
liente di mandar' Afcanio della Corna,fuo nipote, in Francia , con inftrut- ^^^^ ^ p^^ ^
s di far ogni opera per dilfuader' il Rè dalla protettione di Parma :& farlo rammoderii^
ce,chc,elfendo Ottauio Farnefe/uo Feudatario,non poteua in alcun modo
portare d'eiìcre iprczzato da lui:che farebbe fiata una infamia eterna, & un
apio a tutti di non riconofcerlo per Papa. Elfer grandiffima l'inclinationc
ila Francia, & alla Sua Maeftà,& l'animo fuo alieniffimo dagli emuli di
lo,& quefto elfer notiffimo a tutto'l mondo.NondimenOjeiTer cofìpotentc
Detto fopradettOjche quando Sua Maeftà non vi porga rimedio , farà fuiFÌ-
:edi farlo gettar in braccio di chi non vorrebbe. Porcaua anco l'inftruttio-
iie,feilRè non il lafcialfe indurre a quefto, lo prcgaife a ben confidcrare.
Iti inconuenienti fi tirarcbbe apprelFo un Concilio Nacionalc,& che fareb-
:incipio di metter i fuoi foggetti in una licentia,dellaquale fi pentirebbe:^
efente caufcrebbe quefto marcffetto,chc impedirebbe il Concilio Genera-
ìhe farebbe la maggior ofFefa,che fi potclìè far a Dio,& maggior danno alla
al)& allaChiefa.Lo pregalfe di mandar' Ambalciatore a Trentojccrrificand o-
3he da' PrcfidcntÌ5& da tutti i Prelati amorcuoli di Sua Santità riccucrebbe
^i honore,& rifpetto.Alchc non gondcfcendendo , & pcrfeucrando m voleK
S( i]
^ ^324 CONCILIO DI TRENTO PapaGivlioI,
ci=> i3 che l'editto refti,gli proponeiTe, per leuar ogni fcandalo , temperamento dii'
LI. una dichiaiatione,che conqueli' editto non è ftato Tua intentionc d'impedir 1
Concilio Generale.
t'mireflafer- j[ j^^^ udita rambafcìatajedo ancora moftròjcomel'honorfuo lo coftr.-
'"°"^ dp"'. gena a pcrfeuerar nella protettionc del Duca,&: a mantener l'editto ; ma con .1
^^^ torma di parole,chemoftrauano fentir difpiaccrede'difgufti, &defìderiod;i-
mcdiarLli.Etpercorri^ponder' al Papajmandòa luiMonlìgnordiMonluc ,e :-
to di Bordeos, non fenza qualche fperanza di poter indolcire l'animodelPi-
tlPapaalm- tciicc.Ma,perogni officio che fi fece,quanto alle cofedi Parma jreftò nella i;-
sì immtro: deiìma durezza 5 &c rimandò l'iftelTo Monluc , con commiflìone di dolerfi il
Rèsche hauelfc mandato fino in Roma l'editto d'un Concilio Nationalej& ;
tere a' Prelati,fiidditi fiioi ancora in temporale , intendendo d^l Vefcouo d'/ i-
gnone : laqual cofa tutto'l mondo interprctaua , che non fi facelTe , fc non w
impedir il Concilio Generale : & conclufejpregando il Rè>che> poiché l'uni \:
l'altro è rifolutOjegli in perfeuerar nella correttione d'Ottauio,&; laMacftài:
nell'aprotcttione, almeno le differenze non ufcilfero di Parma; come dal cj i
diSuaMaeftàfi èufcito con leuari Cardinali, & Prelati da Roma, iquah 1
non ha voluto impedire dal partirejfperando che Sua Maeftà, elfalato il pr a
fdegnoifarcbbe illuminata da Dio a mutar modo. I fcambieuoli uffici) & 1-
fpettodel Concilio, non poterono appreifi) alcim di qucfti Prencipi ope; e.
'' dico cm- che rimetteirero niente del rigore. Ilconfenfouniuerfalecrafauoreuole a t
w»»e fau»re~ perche, hauendo l'Imperatore occupato Piacenzajillafciargli anco Parma ;:;
wLe amjs , « farlo arbitro d'Italia : &c pareua indegna cofa, che la pofterità di Paolo,che p 1 1
molto finiflro libertà d'Italia tanto haueuatrauagliatojfoife da tutti abandonata:& fé il! .■'■
cantra i Papa: ^^^^^ || doleua,che Piacenza folFe occupata , &c non faceua alcuna inflanza f 1:
reftitutione,perchedolerfi,che ilDucas'aflìcuralfediParmaJEt queftarag w
poteua tanto in alcuni, che teneuano per fexmo , elfer ben intefa da Giulio u
per far nafcere qualche impedimento al Concilio, che da lui nonprocedei" t-.
potcife ad altri ctler afcritto^defideratfe la guerra tra'lRè,& l'Imperatore. E 'i'
cofa certa , che più frequenti, & più efficaci erano le inftanze con Cefare , a ic
moucirc le arme a parma, o alla Mirandola,che gli uffici) col Rè,accios'acc n
modatfe il negotio. Il Rè,tentati tutti gli uffici) , per quietar l'animo del i w
palfò all' eftremo , che fu permezzo di Termcs, f uo Ambafciatore, protefta A
particolarmente contra il Concilio, e he fi adunaua, fperando che quel rifj t(
douelfcrimnouer il papa:dellaqual proteftàjpeixhedopo fu reiterata in Tre o«
Con qucU'occafionefi dirà ilcontenutOi
iffotelantì Ma in Germania più che mai fi parlaua del Concilio.Pcrche Mauritio> I ca
Germani fi di SalfoniaiVeduta la rifoUitione di Cefare,&; per dargli più ficuro indicio d 10
fref arano per ler feguir la fua volontà di mandar a Trcnto,commandò a Filippo Melantoi A
andar al Co- alcunialtriTheologiruoi,di metter infieme li capi della dottrina daprop lei
*'''"* in Concilio;^*: congregare tutti i Dorrori Se miniftri del fuo fbto in Lipfi 'e^
eifaminarla-Et Chrifl:oforo,Duca di Wirtemberg , poco fa fuccelfo al padr fé
ce dafiioi far' una altra compofirionejlequali erano in foUanza unacofa flef '.&
ina
A. GiVLio III. LIBRO QJ/ARTO. 315
pairc approuò quella dell' altra, haucndo eletto di non proceder' unica- eia lO
e,accio l'Imperatore non piglialTc (ofpittione.Poi ("criire il Duca Mauricio l i*
"are,dando conto d'elfer' in ordine co' Theologiliioij& della (critturapre- dalquaU chhg
a:iTia aggiongendcche non gli pareua il Tuo ialuocondotto clfer baftantcj ^""^ '
roche nel Concilio di Coftanza era (lato detcrminato, che fi procedelTe '
:a li andati al Concilio, ancorché haueifero ialuocondotto dall' Imperato-
il Decreto fu anco comprobato con l'cirecucione della morte di Giouanni
andato a quel Concilio fotto la fede publica di Sigiimondo : perilche non
la mandar alcun fuo a' TrentOjfc anco quei del Concilio non gli dauauo
icondotto: iìcome fu fatto nel Concilio di Baiìlea,doue li Bohemi, per
inpio di Coftanza,non voU'eraandar fé non fotto la fede publica di tutto'l
zilio.PerilchepregauaCefareadoperarcchefoiTe conceUbloro dagli Ec-
(Hci dri^rito un fàlùl^^^^ forma,chea* Bohemi inBafi-
:rche li fuoi eraiio a pònto nella iftelTa conditione al prefente,che i Bohemi
Dra^Cefare promife di farlo,&: a fuoi Ambafciatori,che pur in quel tempo
alConciliojdiede ordine di procurarlo.
A-mbafciariaeradi treperfonaggi,per honorar'il Concilio , & per hauer tre ^mhaf.
. miniftrijche operairero:& il numero Ti honeftaua,cirendo uno per l'Impe- "adori di ce-
iltro per la Spagna,6c il terzo per gli altri Stati,&nondimeno tutti infoltdu ^f'^^.f ^'"'"•*
cti. Il mandato fu fegnato fotto il fei Luglio : & conceneua , Che,hauen- !" *^. '"*''"*'*!
Pontefice Giulio , per fedar le e ontrouerhc della religione in Germania,
maro in Trento per il primo di Maggio pafTatOjil Concilicconuocato da
',principiato,&: intermelTo; egli, per l'indifpofìtione fua non potendo ri-
:ui(ì perfonalmente,per non mancar del debitcha voluto mandarui i fuoi
i ratori.Perc),confidato della fede,bontà,efperienza,& zelo,di Hugo,Con-
I tionfortjDon Francefco di Toledo;& Gulielmo,Arcidiacono di Campx-
iiconftituifce oratori, & mandatari) fuoL,per conto della degniràlmpe-
Ì'ìC de' Rcgni,& ftati fuoi hereditarij:dando a loro,&; a ciafcuno d'efli facol-
omparir nel Concilio,tener il luogo fuo,confultare,& trattarle onfeglia-
i ar voto,& interponer decreto per luo nome,& far'ogni altra cofa,che egli
;{ e far efifcndo prefenterponendogli in luogo della perlbna fua , & promec-
i d'hauer rato quello che da elTi tre,ouero da uno farà operato.Il Pontefice, diligenza <teP
ijonquehaucffe molto a cuorcche il Concilio foifc aperto, con tutto cio,^^*/^.''*^*^
sfattogli principio,non fi diede molto penficro che i Prelati vi andairero,o
«e foilc tutto intento alla guerra,cheardcua alla Mirandola,o perche poco
e aircitutta l'opera fu pofta dall' Imperarorcche vi ipinlc prima gii Elettori
Vgonza,&; Treueri,& poi anco quel di Colonia>infieme con cinque altri
ftuiprincipali,6c li Procuratori di molti impediti. Fece anco venir di Spa-
si quanti Prelati,oitra quelli che s'erano trattenuti in Trento, & per Italia
^ir hora;&: d'Italia di quelli de' fuoi ftati,che pochi altri interuennero:iu
J<'>chc in tutto' il tempo di otto mefi, che il Concilio durò , computati i
Menti^&PrencipT,nonecceirero mai il numero di feirancaquatrro. ftconditStfr
\nutòril primo' Settembre>giomo deputato alla Seflìone,con la folita cere- w, '
Sr iij
^i(^ CONCILIO DI TRENTO Papa Givlic
ci3 13 monia s'andò alla Chiera.L'ordine della piecedencia fu, prima il Cardinal,
L I. gacotjdopo il Cardinale Madruccio/eguiuano doi Noncij, & dopo elfi idi
lettori, non elfendo Colonia arriuato: dopo qiiefti due Ambaiciatori Imp
ii,nongionto l'Arcidiacono rfeguiua l'Ambalciatore del Rède'Roman;
poi gli Arciuefcoui. Cantata la Melfa , & finite le ceremonie Ecctcfìni: 1;
ntUaqmhe il Secretario del Concilio leife unaelTortatione per nome de' Prelìdenti ale
letta una efor- ^^\ Concilio, in quella fentenza.Che della prerenzade'duePrencipiElei);
tmoma Prt- ejfgntio entrati in fperanza che molti Vefcoui della medefimaNatione,&;
' tre ancora, douelfero interaenire al Concilio, fra tanto, per il luogo fofte ii
da lorcgli pareua necelTario far' un poco d'àmmonitione a fé mcdelìmi,& L
ro (fé ben vedeuano tutti pronti a far l'ufficio di buoni Paftori) per elTer di :a
momento quello, che s'hadatrattarcche era, eftirpar l'herefie , riformar d
fciplina Eccleiìaftica,la corrottionedellaquale era ilata l'origine delle he (i
&: hnalmentc quietarle difcordie de' Prencipi . Che il principio dell' eifor ic
nedoueua elTerprefo dalia cognitione della propria infufficienza,& dal re ,
all' aiuto diuino,ilqual non èper mancar, «Si già fé ne vedono molti indie i
jGpccialmente la venuta de' due Prencipi.Che l'autorità de' Concili] gene i
fempregrandiilìma,prefcdendo in loro lo Spirito Santo, &i loroDecret h.
{limati non humani , ma diuini : che di ciò è flato lafciato eirempio dagli pò
ftoli,&; da' Padri fuirequenti , poiché per mezzo de' Concili) fono flati ò.: ir
tutti gì' heretici, & riformata la vita, & coftumi de' Sacerdoti, &; del pop )
tranquillata la Chiefadifcordante.OndcelTendo congregati al prefente]: \
altretcanto,conuicn luegliarfì perricuperar le pecore ufcite dall' Ouile
gnorej&cuftodir quelle, che per ancora non fono fuiate : nel che non lì
della falute di quelle folamentc,ma della propria, douendone render cont
Macftà Diuina,dallaquale,facendo il debitojs'ha da afpettar mercede : oh
farà attribuito agriin lode a quel Conciho da tutta la pofterità, fé ben a
non fi debbe mirare , ma guardar folamente il proprio debito, & la carità
la Chicfa,laquar afflicta>& lacerata,^ priuata di panti cariffimi figliuoli,
mani a Dio,<S<: a loro per ricuperargli. Per tanto,voglino trattar con ogni
fuetudine,&: come è degno d'un tanto confelfo , le cofe Conciliari , fenz
tcntione , ma con perfetta carità , & conicnfo d'animi , raccordandofi d'I
fpettatore,& giudice Dio.
tpolU Decrc' Fmita l'eilortatione, dal Vefcouo celebrante fu letto il Decreto: la Co
to,didiUtio- delqualc fu:Che la Santa Sinodo,laquale nella pallata Seffionehauis;ua de
"*^' nato caminnr' inanzi in quefta d'hoggi,hauendo differito farlo fin horap
fenza della Natione Germanica, & per poca frequenza de' Padri, rallcgr
per la venuta de' due Prencipi Elettori , fperando che molti altri dell'ifle
rione, ideile altre alloroellempicilanoper affrettarla venuta, diffci
SefTione per quaranta giorni, cioè fino agii undici Ottobbre,6c profegut
Concilio nello flato,in chefiritroua, hauendo trattato già de' fette Sacr .ic:
ti,dclBattefmo,&: Confermatione,ordina di trattar delFEucariflia: & cm
alia riforma,dcllc cofe,che facilitano la Rcfidenza. Poi dal Secretario fu ."te
oca-
A GiVLio III. LIBRO qjARTO. 317 _
iiratorio Impenalc&dalConcediMonfoi-tparlatOjCondircChcCcrarc, ci3 lO
) impetrata la ridottione del Concilio in Trenrcnon haucua ceifato di far' ^^^
a che i Prelati dclli flati fnoi vi lì trasferitlero : ilche dimoftra la prelenza ^ /'/«^wt dì,
Elettori>& la frequenza de' Padri :ma,pcr maggior tefVimonio del Tuo ani- ^f^?^-"'^* ■
laiieua mandato D.Franccfco del Regno di Spagna ; & Lin'akro,dclli Stati lafaadl'^^X
moniali;& di Germania,ic,qiuintonquc indegno,pregando d'c iicr per tale ceuuu.sd t'4i^
luto.RifporeGiouanniBattiila Cailello, promotore, per nome del Conci- ^'•
aiier fentico il mandato di Celare con piacere, haiiendo da quello, & dalla
itàde'Procuratoriconllitairi, concepito quanto fi può promettere : onde
: aiuto da loro,& admettc quanto può il mandato Celareo. Fu parimciite "^^^"^0 qui
il procuratorio del Rè de Roraani,inperfona di Paolo Gregoriani, Vcko- ^^^Jl ^^'^ °*
Zagabria;^^ Federico Nau('ea,Vefcouo di Vienna:Ò«: parlò quello iccondo:
.furirpofto,come a quelli dell' Imperatore.
)poquefto,comparue Giacomo Amioto,Abbatc di Bclofana,per nome del ^mm,pn~
i Francia,con lettere di quella Maeftà,leqoaliprcfcntC) al Legato, ncèrcan- fcntstofpelrè
le folfcro lette,& udita la llia credenza. Il Lcgato,riceuutele,lc diede al Se- ^' tranciai
riodale^gere. La foprafc ritti one era •.S.?'^^////'?»/^ mChrifto F atnbiu Con-
i Triàentini. Laqual lctta,il Vefcouo d'Oranfe, & dopo luijgli altri Spa-
pjdììferòacTaltavocc , Quelle lettere non elfer' inuiate a loro, che erano ^"^"j""^'* <^o-
•.ilio Generale , legitimo , & non conuento : che però non folfcro lette, ne «4<o/)
; nella publica Sellìone \ ma fc il meifo voleua dir' alcuna cofa , andaife a
/folto vi fu che dire fopra il fignifìcato della parola, Co«^^«/^^ , perfiflen-
3agnuoli,che folte ad ingiuria -.tanto che il Magontino fu coftretto dirgli,
1 voieuano riceuer' una lettera del Rè di Francia,che gli chiamaua 5^;^&/^
Conuemm \ comehaurebbono afcoltati i Proteftanti,che glichianiauano
ntw malignantium ? Ma,ieguendo tuttauia i Prelati Spagnuoli,piu di tutti
ri tumultuando, il Legato fi ritirò co'Noncij, &c con gli Ambafciatori
mperatore in lagreftia, & fopra quello longamente difputarono. Final-
; , ritornati al luogo loro, fecero dire al Promotore , che la Santa Sinodo
t di legger le lettere lenza pregiudicio,ftimando che la dittione ConiientiUy
mTenda in malapartcche altrimentc pretella di nullità. Fu adonque a-
^etta la lettera del Rè, laqual era de rrcdici Agoflo , & diccua in foilan- ^'^ /«*'>■« dd
rgliparfo conueniente all' olFeruanza de' maggiori verfo la Chiefa,fi^mi- ^i°^° ^"'^
Dro le caule > perche è flato collretto a non mandar alcun Vefcouo al
entOjda GiuHo conuocato,con nome di publico Concilio; cfiendo certo,
(iPadri fono alieni dal condannar il fitto d'alcuncprimacheinreudcrlo;
•,intefelecofe daini operatc,lecommendariano. Che erailatocoftretto,
ruarThonorfuo^perfeuerar nella delibcrarione prefu di protegger il Duca
ma : dellaquale deliberatione non ricadrebbe partirfi, quando lo com-
relagiuftitia,& equità: che alorofcriue conie arbitri honorari|,preaan-
a riceuer le lettere,non come da auuerlario,o perfona non conofciuta,ina
1^ daprimo,& principal Figlio della Chiera:,pcr hcredità de' raac^iori,iqua-
'fnetce fempre imitare^ & mentre propulfa le ingiurie^nOn deporre U cari-
5^8 CONCILIO DI TRENTO Papa Giviio[
" ci3 i3 tà della Chiefa,&:nceuerfempiequello,che da lei farà ft5tuito , purché fia j
LI. uato il debito modo nel far' i Decreti.Recitate le letterejrAbbate leiTe una io
td ejfo.udho teftationc , contenente narratione della protefta fatta da Termes in Roma li
mll^ fmfro- cendo,Che il Rè,dopo prefa la difefa di Parma, vedendo che le cofe lodeuoii
'^^*' lui fatte erano riprefe,usò gran curajaccio paolo Termesjfuo Oratore, del ti:(
delTe conto al Pontefice, & al Collegio de* Cardinali, per leuargli ogni fin n
opcnione , moftrando, che l'hauer prefo la protettione del Duca, fu effetto a
nimo pio,humano,& Regio ; nel che niente d'artificio,o di proprio comm( o
ma il folo rifpetto della Chiefainterueniuai & fi moftraua per le propofte e e
cordo,che ad altro non mirauano,fe non , che quella cittànon folFe rubata Jj
Chiefa, & Italia Tic onferualTe in pace, & libertà: & fé il papa riputaua qitc
caufa da metter tutta Europa in guerra,ne fentiua difpiacere, ma non potei :f
fcr' ad etto imputato,hauendo non folo accettato,ma offerto anco tutte le n-
; ditioni honefte,& opportune.Ne meno gli poteua la diiTolutione del Con io
conuocato elTer' afcritta,pregando il Papa a confìderar' i mali, che dalla gì ra
fe<7UÌrebbono,&; con la pace preuenirgli. Al che non volendo la Santità fu it
tendere,anzi amando più tofto l'incendio d'Europa,&: l'impedimento del ( i;
cilio,con dar anco folpetto, che foife conuocato, non per utilità della CI fa»
mapcr intere{^priuati,efcludendoda quello un Rè Chriftianiffimo, Sua ^^
ftà non haueua potuto far di non proteftar a lui , & infìeme al Colleggio K
non poteua mandar' i fuoi Vefcoui a Trento,doue raccelfo non era libero ;
curo ; & che non poteua ftimar Concilio Generale della Chiefa, ma pri i:
quellojdalquale egli era efclufo : & che , ne egli, ne il popolo, o Prelati di . m
cia,poteuano reftar' obligati a Decreti di quello. Anzi proteftaua appre
voler venir' a' rimedij,ufati da' fuoi antecelFori, in fìmil occorrcnze,nonp
uar l'ofTeruantia debita alla Sede Apoflolica, ma riferuandola a tempi mie
quando fo itero dcpofte le armc,conrra lui prefe con poca honeflàj richied
dalla Santità fua, che quella protefta folfe regiftrata , & datagliene copia e
\ ter' ufare.Lequali cofe rutte,giàproteftate inRoma, voi eua che parimene
fero proteftate in Trento con la medefima inflanza , &. foirero regiftrate i
Atti di queiradunanza,& fattone public© iftromcnto,perpoterfene Valeri
pò &c luogo.
.,. . .„ -a^-' 'Letta laproteftatione,il Promotore, hauendo parlato al PrefìdentejtJ
òtlcomL: hi foftanza, Alla Santa Sinodo efTcr grata la modeftia , ufata dal Rè nella fi
tera , che non accetta la pcrfona dell' Abbate, fenon in quanto fìalegitim
gli intima d'efTer nel medefimo luogo agli undici d'Ottobbre,per riceuer^i
fpofta,che farà alle lettere Regie^Sc prohibifce a notarij di poter far' iftron
della prefente attione,faluo chegiontamenrecolSecretario delConcilic
i-eftando altro che fare,fu finitala ScfTione. Dimandò poi l'Abbate docurB
dell' attione,ma non lo potè ottenere. ^
. j. . /. Quando da Termes fu proteftato in Roma, quantonque quell' atto no I
^u-fia prete- falte a notitia di molti , fu creduto che il Pontefice doueUe differir' il ConP*
pa: il quale celebrato,repiigQaado una natione tanto principale,non poteua,!
IaGivlioIII. libro QJ'ARTO. 319
dr niiouediuifIoni.il Pontefice in quefto ingannò il mondoj non perde/i" ci3 ìcT
di far Concilio} ma, non volendo nella dilFolutionc metter delfuo : rifo" li.
;hc fé fi folFe feparato fenza di lui,haurebbe con bocca aperta rilpofto a chi
efle dinuouo richiedo, d'hauer fatto la parte Tua, 6<:non voler (apcrne al-
la la proteftatione fatta in Trento,in luogo coli confpicuojfi puBlicò im-
ite per tutto,con ogni particolare,& poife materia de ragionamenti. Gli
: ciali l'haucuano per una vanità, dicendo , riputarli fempre legitimo l'atto
1 maggior parte dell' uniuerfità , quando la minore chiamata non ha volu-
: otuto interuenire : che al Concilio tutti fono chiamati , i5c i Francefì ha-
l ono anco potuto andare, fenza paifar per le terre del Papa ; ma quando
ifua alTenza non derogare al Concilio,perche non fono fprezzati,anzi m-
.1 Si diceua incontrario,che non era inuitare il chiamare in parole,& cfclu-
fatti : & quanto alle terre del Papa,poterfi andar a Trento di Francia fen-
palfarej ma non poterfi,fenza tranfitar per quelle dell' Imperatore : & la
orparte all'horahauerforle l'intiera autorità , non potendo la minor
rircquando taccia, prefupponendofi confenticnte ; & fé non vuole , ha-
ipcr contumace. Ma fé protefta,vuoleil luogo fuo:6<:maflime, quando
iimento viene da chi la chiama 3 non poter eilèr valida l'attione in alfen-
[ Confeglierì del Parlamento di Parigi diceuano anco qualche cofa di
èyelfer vero,che fi trasferilce l'autorità di tutta l'uniuerfità nella maggior
-landò lacaufaecommune di tutti, & niente è de' particolari: ma quan-
tto è di tutti,& ciafcuno ha la fua parte , all' hora è necelfario l'aifenfo di
o, é'pyohtbenm condii iopotior ; de fenza il voto degli airenti,quelli non
) elfer'obligati.Di queftogenere eifer le radunanze Eccleiìaftiche, & fia
lì vuol numcrofo un Concilio , quelle Chiefe,che non fono interuenu-
iferobligatcfe nonglipardiriccuerlo. Cofihauerfempre fcruato l'an-
che finiti li Concilijjlìmandairero per le Chiefe non interuenute adef-
'ermati,altrimente in quelle non haueuano vigore. Ilche,leggendo Hi-
:hanano,Theodoreto, de Vittorino, che di quello particolare trattanoj
a! o vedrà chiaro. Et occorreua alle volte, che in qualche Chiefa era rice-
h te de' Canoni,tralafciati gli altri , fecondo che giudicaua ciafcuna con-
te ille neccflìtà,coftumi,&: ufi propri) .'Et S.Gregorio m.edefimocofitefti-
:1 la Chiefa Romana non riceuette i Canoni del Conftantinopolitanofe-
1( k dell' Efefino primo.
i lomini prudenti,fenza confiderar le fottilità,diceuano. Che il Rè a quel
.e ohaueua dato una piaga infanabile, poiché non hauendo altro fonda-
ti che la carità Chriftiana, 8c l'alTiftenza dello Spirito Santo , in nilfun
pi'arebbe ftato creduto , che quello folfe interuenuro in una ridottione,
ti aquale un Rè Chriftianiflìmo, &c perfecutor di tutte le fette, con l'adhe-
a un Regno niente macchiato nella religione, haucireproteftato in quel-
i .1. Et aggiongeuano la mcdcfima cfpcricnza per comprobatione , che i
iditi fi ritiralfero a confultare con gli Arabalciatori dell' Impcratorcs
^ Te
530 CONCILIO DI TRENTO Papa Givlio l
"ci^T^ LI. diceiiano moftrai'cchiguidaiTeil Concilio. Et quello che piiiimpoi-ta,ch(i
ta la confulta tra eflì cinque, de non communicata con altri, il Promoter e;
le,La(antaSiaocloriceuele lettere : Et quale era quellafantaSinodo? &f:i
mcntejche,lctta relpoficione dell' AbbatcfolTe datarifpofta perii nomenc
fiincfolamente deliberata da Preiìdenti. Ne poterli Icuar la dirlicoltàjdicd
Che era cofa di non grande importanza : prima , perche (ara difficile roftcìu
che non fiaimportanriflima materia , doue fi tratta pericolo di diuilìoncd
ChieCa : poi^che ha come fi vogliajniirun può arrogaifi di dichiarare,che ii ic
t'hSc che nonjfalao coluijche è (iiperiore : 8c quella eiTet una diraoilratior e
le cole erano a punto come il Papa dice nella Bolla , &c i Prciidenti nel Set 3:
letto, cioè , che eflì erano per indrizzar il ConciUo ; &c veramente l'indriz u
il Kè ptihllcA j,Q^ D'ietfé iterata occafiont a' medefimi ragionamenti l'auifocheil Rè e
M» MamfeHa^ j. .s^ -^ ^Toncio del Pontcfìce,& publicò un Manifefto , quale in quei giorni i
cantra apa- ^^,^^^ ftampa, fuper tuttodiuulgato , doue longamenceefpone lecaufcj e
pucic laprotettionedi Parma,nicolpa il Papa della guerra intraprefa, l'ai!
j. • Tceair artificio,accio il Concilio non fi tenelTe. Concludendo in fine, noì:;
£5" un annata . , . , , ^ ,- ,- • • n • 1 r 1 • 1 •
di bonctr de- co(agmll:a,che f-ollero lommmilh-ati danari per far guerra contra di luij: 1
naria fornai RegQO,dalquale è cauata ibmma grande ordinariamente , per Vacanze^ ).
Guatie,Dirpenre,&: Ifpcdittioni: ikpcr tanto, col confegfio de'fiioiPo :i
prohibiua d'ifpedir corrieri a Romajèc rifponderper via di banco dana^ )
tri ori. Se argenti, non coniati, per materie beneficiali, o altre gratie » d
penfe, lotto pena di confifcationc, cofiagliEcclcfiafticisComeaSecSi.:
a qucftijoltra ciò, d'elfcr puniti corporalmente 5 applicando a' denuncia fei
terza parte della confifcationc. llqual Manifefto fii verificato in Parlai
conpropoftadel Procamtor generale del Rè, nellaquale diceua. Che
cofa nuou2,ma ulata da Carlo V I.Luifi X I. & Luis X 1 1. & confiDrme a
gè commune, che danari non fiano portati a nimici:6c che farebbe co;
pò dura , che con danari di Francia folle fatta guerra alRè, & elfer mei
T fudditi dzì Regno conferuar i ioidi pioprij , 6c non curarfi di difpei
, quali non fono baftanti a licurar la confcicnza , ne altro fono che
."^''ìomtgli occhi degli" huomini , quale appreifo Dio non può occulta
rità.
Non poteuano fopportarsue a Roma,ne in Trento, che il Rè protefta
tra ilPapajtS: voleile anco fargli guerra, & tutta via dicclfe, che confer
medefima riucrenza vcrio la Sede Apoftolica, non ciFendo la Sede Ape
altro che il Papa.Alche i Francefirifpondeuano,Che l'antichità non HeT
fta openione:anzi Victor terzo,chc fa pur tra i Papi,di quelli che moltoi
fcro,diire,che la Sede Apoftolica era fua Signora. L'iftelTo fu detto inanz
Steifano quarto jtSc da' più vecchi Vitahano, iScCoftantinOrapparchia
, per Sede Apoftolica viene intcfalaChiefaRomana:altrimente,quando :
na ftella e ola col Papa , anco gli errori. Se difetti del Papajlarebbono del
Apoftolica.
IlRèdiFrancia,temendQ,cheperlafuadiirenfione col Pontefice ida
FiPAQrvLioIir. LIBRO QVARTO. 551
Ijauutione di religione non facdfero qualche no iuta, che parcodiTc fedirlo-, ci o~ iV"
iq)uero egli non foils pofto in concetto cattino del popolo, come che hauelFc l i.
n no alieno dalla Cattolica j& forfè anco per aprir una porta di potcdì conci-
a- con Roma, fece un feiieriffimo editto centra i Lutherani , confermando
ii gli altri da Iuipublicatipcrinanzi:«5caggiongendo maggior pene, 1.^: più
ididifcopriri colpeuoli,& premi) a denonciatori.
■fmperatore,con(ìderando che il Re di Francia, per il numero de' Cardinali Cefare cena
e: ceiì , & altri dependenti da quella corona,non era dì minor poter di lui nei «' "^Staggiarjì
\i eggio,& ellendoui gionta la parte de' Farneiì,lo fuperaua dì gran ÌQga,qua- * ^"^"^ "«
•fi Ile hauelfc dalla fua il Pontefice , mangiò a Roma D.Giouanni Manriquez, "^*^T f}
j^'uader il Pontefice dì crear nuoui Cardinali,per auantaggiarejoucro parete- nuouì'.'^ *
a ilnumero dc'Francefi.Alcheil Ponteficcinclinaua,ma vedeua peròladif-
Y :à,che vi era in un Pontificato nuouo , & eiraufto,& in tempo di folieua-
(e i,quando è difficile hauer' il confenfo di tutti i Cardinali; & il crearcrli [qu.-
t :onfenfo,eirer pericolofo.Staua ambiguo fé era meglio farne molti in una
1 .opurapocoapoco.A quello fecondo modo gli pareua, che più facilmen-
h irebbe ottenuto il confenfo, dei confidenti farebbonoreftati in fperanzaj
e ; ad una numerofa promotione fi farebbono maggiormente oppofti i Car-
\ )&gli cfclufì farebbono difperati. Reflaua anco in ambiguità, fé doueua
:^ : alcuno de' Prelati del Concilio. A quefto lo perfuadeua, che molti ve n'e-
benemeriti }8c che bifognaua tener conto de' tre Elettori, & maffime del
ntinojche vi penfaua.Dall' altro canto,il mandar' al Concilio capelli roflì
cua cofa inuidiofa.Rifolfe in fé fteCo,non afpettare il Natale,quando tut-
;ono fuori con la fua pretenfione,& i banchi fono pieni di fcommelfe^ma
rnofprouiftamente venir' all' elFecutione j fé ben poi non trono tempo
:uno di creargli,fe non al Natale.
, ritornando a Trento , il due Set tembre, che fcguì la Seflìone , fu fatta la ^ . -
egationegeneralc,& in quella deputati i Padri a formar gli articoli dell' « rSe,
ftia,per dar' a Theologi,&r per raccogliere gli abufi introdotti in quella
a. DopOjfi ragionò della riforma,laqualdouendo ellèrper Icuar le caufe
rifeder a' Vefcoui,molte ne furono commemorate, parte per inanzi pro-
n Trento , & in Bologna,^ parte all' hora dì nuouo. Finalmentcfi fer-
SofulaGiurifdittione,dicendo,chefiritrouaireroi Vefcoui a fatto priua-
lella, parte con le auocationi di caufe,parte per appellationej«3d finalmen-
eelfentioniianzi chepiu frequentemente da' fudditi era elFercitata la giu-
one fopra Scontra di loro, o per fpeciale commifllone da Roma, o per
i Conferuatorie,che da loro fopra li fudditi: & fopra quefta materia furo-
ti Padri,che douelTero formar gli articoli. Il Legato,& Prefidenti,attcn-
l'inftruttionchauuta dal Pontefice d'euitar le pericolofe cótentioni tra
,logi)& le difpute loro in intelligibili,con quali fi efracerbauano,& anco
órufioninel dire, diedero fuori gl'articoli formati, per douer principiare a
tis fopra di quelli il Martedì a gli otto dopo il dcfinare ; 6c vi aggioufcro il
Tt i,
_532^ CONCILIO DI TRENTO Papa GivliIi
e 1 3 1^ modoj&: ordincda tencifi nelle Congregationi molto limitato, che gli n(:fi
LI' tana a parlar fobriamente.
dotte fomfro' Gli articoli furono dieei,tratti dalla dottrina de'Zuingliani,& de'Luthan
f°/\^^-^^- I. Chcnell'Eucariftianon è veramente il corpOj&fangucne ladiuiità(
w"/it '^"' Chriftojmafolocomeinregno. IL Che Chrifto non è dato i mangiar cr
mentalmentcma lolo fpiritualmente,&: per fede. III. Che nell' Eucarift \
il ranCTue,&: corpo di Chrifto,ma infieme con la foftanza del pane,& del v o,
chenonètranfubftantiatione,ma unione hipoftatica dell' humanità,6leU
foftantie delpane,&: vino'.in maniera,che è vero dire >quefto pane è ilcctoc
Chrifto , & queftovinoè il l'angue di Chrifto. mi. Chel'Eucariftia nft
taira per fola reminone de' peccati. V. Che Chrifto non fi debbe adortif'
Eucariftia , ne honrar con fefte , ne portar in Procefllone , ne ad ir ri
3cc\\Q gli adoratori fono veri Idolatri. VI. Che L'Eucariftia non debh;
faluata,maconfumata,&diftribuita immediate;&: chi altrimente fa,abu q.
ftoSacramento,&; che non è lecito adalcunocommunicar fé fteifo. VL C
nelle particole>cheauanzano dopo la communione , non refta il corpo i
gnore,ma folo mentre fi riceue,& non inanzi,ne dopo. VIIL Che è de <
«?w,communicar'ilpopolo,& i fanciulli ancora, con l'una &c l'altra f^ ic
che peccano quellijchecoftringono il pojjolo ad ufàrneunafola. IX. C ;
l'O non fi contiene fotto una , quanto lotto tutte due , ne tanto rie :
communica con una , quanto con tutte due. X. Che la fola fede è fu
te preparatione per riceuer l'Eucariftia, ne la Confeflione è necelfai
libera, fpecialmente a dotti , ne gh huomini fono tenuti communicai
Pafca.
sa m precetto Dopo quefti articoli,era aggionto un precetto in quefta forma,Che ì ".
deli' ordine da gi debbino confcrm ar' il parer loro con la Sacra fcrittura,Traditionide^
feruurfimeja- fl-^ij/a^-j-i ^ approbati Concilij,&: con le Conftitutioni,& autorità ci
mmrg , p^^^j-j . debbino ufarbreiiità,& fuggirle queftioni fuperflue,&inutili,&
tentioniproterue;douendo elferquefto l'ordine di parlar tra loio,chep
cano li mandati dal fommo Pontefice, dopoi quelli dell' Imperatore j;
luogo i Theologi fecolari,fecondo l'ordine delle promotioni loro ; & i
Regolari.fecondolaprecedenza de' loro Ordini.Etil Legato,&; i Prefid-
l'autorità Apoftolicaconceiragli,dannofacoltà,& autorità di tenerej t
tutti i libri prohibiti,a' Theologi,che doueranno parlare,ad effetto di t
(hiacemk agi' verità,&: confutar & impugnar le openioni falfe. Quefta ordinatione ne ifu "
italimt Theologi Italiani veduta con buon' occhio:diceuano,che era una nouit &
danare laTheologia Scolaftica>laquale in tutte le difficoltà fi valeua dell a;.^
ne:&-. perche non eralecito,chefitrs^ttafiejComeSan Thomafo,San B( au
tura,& altri famofi.L'altradottrina,(ilie fi dice pofitiua , & ftà in raccc x
detti della Scrittura,&Padn,eirer' una fola facoltà di memoria , ouero f ìc;ì
fcriuerej&:eirervecchia,maconofciutainfufficiente , &poco utile,da'( ttoi.
che da trecencinquanta anni in qua hanno difefa la Chiefaiche queft:'iau
darla vinta a Lutherani:per che,quando fi tratterà di varia lettione, & di ti.
m,aGivlioIii. libro Quarto. 533
iJ;flì fempre rupei'emnno per la cognitione delle linguc,& varia lettione d'au- do i3^
(i jallcqualicofe nonpuo attendere uno, che vogli diiientar buon Theologo, li.
ilj.iar è neceifario clfercitar ringcgno,& farfi atto a ponderar le cole, &c non a
ijncrarlc. Si doleuano,che qucfto anco foife un' auergognargfi apprelfo i
r|rologiThedefchi:perche cfli/oliti contender co' Lutherani, s'erano cllcrci-
aj in quel genere di lettercche in Italia non era introdotto.Chc quando s'ha-
id e a parlar per veraThcologia ,s'haurebbe veduto che niente fapcuaiio-.ma
i-fidenti hauer voluto per compiacer a lorojfar quella vergogna alla Natione
itliana:& fé ben' alcuni di loro ne fecero qucrimonia,poco giouò, perche ali*
iJierfale de' Padri piaceua più fentir parlar' in quel modo che intendeuano,
:^ contermini aftrufìjcome fecero nella materia della Giuftificatione, Snelle
iljjgiatrattate.Certocjcherordinationeferuj a facilitar l'efpeditione. - ,
l'urono in diucrfe Congregationi detti i pareri tutti conformi. Quanto al ITj^nkJ^'
«ino articolojche doueife eifcr condannato per hcretico>come altre volte anco
ai lato fatto.Nel fecondo furono treopenioni:alcuni diirerojchedouclleeirer
j; ifciato,perche nilTun heretico nega la communione Sacramentale:altri l'ha-
tómofoloper fofpetto,& alcuni haurebbono voluto concepirlo con parole
tìchiarc.C^nto al terzo,fucommune openione che foife heretico; ma non
(j 'opportuno condannarlo,ne parlarne,perche fu openione inuentata da Ro-
iqoTuicienfe già quattrocento & più anni,&; non più feguita da alcuno:0nde
Ij rlarne haurebbe più tofto , contra il precetto del fauio , commolfo il male,
" ftaua ben quieto. Aggiongeuano eifer congregato^ il Concilio contra le
fie moderne,& però non douerfi trauagliare iopra le antiche. Sopra il quar-
ticolo furono diuerfipareri:diceuano alcuni, che , leuato quell' aggettiuo,
:ra Cattolica fententiajil dire che l'Eucariftia è in remiflìonc de' pcccati,5c
'aggionta dell' aggetiuo,yo/^,non era polla da alcuno degli heretici: perii-
riputauanojche fi douelfe tralafciarlo.Altri in contrario diceuano, che e<^li
heretico,ancorache fi IcualTe il terminej/o/^:imperoche il Sacramento deli!
iriftia non è inftituito in remiflìon de' peccati. Nel quinto conuennero
>anzi molte amplificationi furono ufate,periiiadendola veneratione,&
t^:inuoui modi furono ancopropofti per ampliarla, fecÓdo chekdeuotione
IJafcunohaueuaefcogitato. Nel fedo parimente conuennero tutti,fuorche
fi ultima parte,cioè, non elfer lecito ad alcuno communicar fé fleflo. Dice-
EÌ)alcuni,che,intendcndofi de' Laici,era cattolico; & però conueniua efpri^
iM^jche fi condanna folo quanto a' Sacerdoti. Altri diceuano,che manco
[t Ito a que{lo,conueniuahauerlaperherctica, poiché nel fello Concilio nel
ai ) centuno non crafkato condannato.Altrivoleuano , cheli ci'cludeire anco
jt Ito a' Laici il cafo di neceflìtà.Nel fettimo tutti fi confumauano in inuctti-
ipjntra li moderni Proteftanti,come inuentori d'una openione cmpia,& non
n più udita nella Chiefa.Sopra l'ottauo furono li difcorfi di tutti lono hiffimi.
Ci nuniformi.Le principali ragioni loro di condannarlo, erano, perche nei ,
ai ventiquattro diS.Luca il Noftro Signoria' doi difcepoli benedilFe folo il
Kì^ perche nell' oratione Dominicale fi domanda il pan quotidiano;^: per.
Tt iij
_554 CONCILIO Di TRENTO PapaGivlu]
CI 3 1 3 che negli Atti degli Apoftoli al fecondo capo , &c al ventefimo dclrpane io
LI. parla.Er parimente al vencifettefimoS. Paolo ncllanaue non benedille fé m
folo pane.S adduceuano autorità de' Dottori antichi , & qualche eflcmp i
Padri:ma il fondamento principale era (opra il Concilio di Coftanza,& foj:i
confuetudine della Chicfa. Si fondarono anco fopra diuerfe figure del T;j
mento vecchioj&aqutftofenfo tirauano anco moke profetie. Et quan i
fanciullijtutticoncordauano che da qualche particolare folle ftato ciò in ti
tempi fattOjma da tutti gli altri conofciuto per errore. Nel articolo noi ,1
parte prima, che tanto non fia contenuto fotto una fpecie quanto fotto i:i
due^da TheologiThedefchiera ftimataperheretica -, gU Italiani diceuanoh
conueniua diftinguerla, prima che condannarla. Perche, le era intefa,qu i
alla virtù della confecrationcelfer cofa chiara,che fotto la fpecie del pane,\ : :
folo coLpo5<5<:focto la fpecie del vino,vi è il folo fanguejma per confequenza h
i Theologi dicono,Coneomim?ma,(ozto quella del pane vi è anco il languejl ii
ma& la diuininà;,& fotto quella del vino vi è il corpo, &: le altre cofe:per!h
non è da condannare in termini cofi gcncrali.Ma,quanto alla feconda, cio( h
tanto fi riceiia conuna,qaanto condue,vi fu difparerc:perche molti fentiii o
che,feben noniìriceueuapiudelSacramento,firiceueuaperòpiu gratia;on e
voleua la dichiaratione.Sopra il decimo ancora, quanto alla prima parte l
fede,voleuano certi che il efprimelTe , della fede morta jperche della fede a;
non è dubbio elfer fufficiente.Quanto alla neceflità della confeflione,iDon \i
cani miferoin confideratione,che molti Catolicidotti{Tìmi,& fantiflìmiM le
uano tenuto quella openione,il condannar laquale farebbe condannargli :o
Altri,pertemperamento,proponeuano,che non fi condannalfe dome hcrc :a
ma comeperniciofa.Volcuano anco alcuni,che vi fi aggiongelfe la condii a
efTendouicommoditàdiconfeirore.L'vltimapartctoccanteallacommun: ic
della Pafca,non eifendo quella commandata per legge diuina, ma di prc( t(
folo della Chiefa,lacommuneopenioneera,che non il condannalTe per he ti
cajetfendo cofa inaudica,che il condanni di herc(ìa,per non approuarciin e
certo humano particolare. Molti Theologi anco propolero un'altro arti( o
tratto da' fcrittidi Luthero,che eranecellario dannare.Et quello era, chc.q a
tonqucfolTeneceirario recitar le parole di Chrifto,nondimeno quelle non : k
caufadcllaprefentia di Chriflonel Sacramento, ma lacaufaè la fede di ci le
riceue.
de R raccol' Dopoi che hebbero tutti i Theologi parlato,da' loro pareri raccolfero i l Ir:
aono gli ^-deputati fette Anatematilmi;&,propofti quelli nella Congregatione^ene k
tiatematijm, inanzi ad ogni altra cofa fu mellb a campo, che non era ben pallar qi h
c^è»-i/3/«to«i»i-nateriacon foli Anatematifmi: che quello era non un infegnare,ir.afol ir
a^iungeret confutare : che non haueuano coli fatto i Concili) antichi, quah fcr re
^f haueuano dichiarato la fentèntiaCattolica5&: poi dannata la contraria:riil Te
era ben riufcito a quello Concilio nella materia della Giufl:ificatione5& fc |ii
fu corretto nella SelTione de' Sacrameti mutar propoiìto per urgéti rifpetti, èi
più da imitare quello,che all' hora fu fatto con ragione, che quello che dof ^
mu\o
-A GiVLio m. LIBRO QUARTO. 335
aro petneceffità.^ Qiicfta opcnione era fomentata da Theologi Italiani,
\i vedeiianoeircr' una via di ricuperar laripiitatione perduta: imperOche
me valeuano iThedclclii,&Fiaminghi,in proaarlcconclufioni conauto-
cofiper dichiar:irlc,&rrouarlc {"ne caiirccireniibirogr.o della TheoWia
afl:ica,ncllaquaic eiìi valcaano.Preuairc quefla opcnione, & fi diede ordme
foifero formati icapi di dottrina, 6c depurati Padiiper elleguirlo. Furono
ttiicapia otto, dellaRcal prefentia, dell' Inilitutione ,dellaEccclÌentia,
iTranfubrtantiatione, del Culto, della Preparacione p>er riccuer ilSacra-
tcdeir V(b del calice nella communionede'Laici,&: della Communionc
aitti. Fu ancora propofto di far raccolta degli abuiì occorrenti, &c foacrion-
rimcdij. Poi pall^irono i Padri in quella Congregatione, Se in alcunc^cllc
enti, adir il parer loro fopra li fette Anatematilmi:nel che non fu detta
rileuante ; icnon, che nel condannare quei , che non confellano la rvaì pre-
di del corpo del Signore , molti dcfidcrauano (cofi erano le loro parole) che
( none folfe ingrallàto,^^ fatto più prcgnaiire,con efplicar, che nelF ÈuHa-
l rè il corpo di Giefu Chrifto , quello ftelfo, che è nato della Vergine, che ha
Bonella croce , & fu fepolto , the rifufcitò , afcefe in Cielo , fiede alla
h di Dio, & verrà al giudicio. Et la maggior parte di loro raccordaua.io,
ijimancauaun capo molto importante, cioè, di efplicare, che il miniilro
q efto Sacramento è il Sacerdote legitimaraente ordinato : & quello, perche
[j ^IPj^ ifeguaci fuoijfpeiro dicono,che lo poffi far' ogni Chriftiano, etian-
""oA donna,
lil Conte di M'onfort , vedendo trattarfi di materia tanto controuerfa , & 5^' ^mh.Ce^
ne della Communione del Calice,che era lapin palpabile, & popolare , & •^''" ''^'"'^-
ti intefa, giudicò, che fé quella folPe detcrminata, non s'haurebbe potuto ^JJ°""fP'''
re i Proteitanti a venir al Concilio ; Se tutta l'opera farebbe riufcita vana:
nmunicato il penfiero fuo co' Colleghi , & con gli Ambafciatori di Fer-
do,andarono tutti inlìemea' Preridenti:&, fatta prima longa nairatione
fatiche fatte da Cefare , & in guerra, & col ncgotio,per far lottomettere i
ftantial Conci]io,ilche non s'haurebbe potuto efre':tuare,fcnza che vi fof-
iteruenuti, moftròche a quello bifognaua priiicipalmente attendere : 6c
) Celare haueua dato loro faluocondotco.. Mi di tanto non li contentaua- /«>- rtchkér
egando il Concilio di Coftanza hauerd. retato, oc in fatto anco eireo-ui- ■^'^^^'^'^ondotto
le il Concilio non lìa obligaro per falli' , . Oiidorto dato per qual iì voglia: ^^ ^^°""^h
l^.-iccrcauano unodella medefimaSinod.., quale da Cefare gli era flato nro-
fl|,&dato carico ad elTi Ambafciatori d' ctenerlo dalla Sinodo. Al che ha-
(J|) il Legato datorifpofta, con molte parole di complimento, ma rimelfoiì
J.-ffioncche Iì.farebbe,& qucftoper hauer tempo di darne conto a Peonia,
Dille il Conte, per la medefima caufi non gli parer' opportuno,c he.inanzi
venuta,!! trattaffero le materie controuerle dell' Eucariftia j che noii nìan- e farjhprafc^
«io le cole della riforma da trattare , onero altre, in quali non vi folfe ditfe- '^'" ■^ "''*'''*»'
ijRifpofe il Legato,che già era deliberato di trattar dell' Eucariftia,ne s'ha- ^^"^^"'''7
•t-potuto far' alti-o,eirendo per inazi cóclufo che del pari andalfero in ogni Z'^,1'^"^' '
y,6 CONCILIO DI TRENTO Papa GivlioI
e 13 i3 SeflTione i decreti della fcde,& della nforma: $c la malteria dell' Eucariftiafcj
Li. re necelTariamente dopo quella della Confermatioile, che ultima fu tratti
prima che andar a Bologna: ma però quella era pili toftocontrouerfaco' Sa
zeri Zuingliani,che co'Proteftanti,che non erano Sacramentarij,come qill
Saltò il Conte allaCommunione delcalicei& moUròichcquandofoilecM
[o quel ponto contra loro, da tutto il popolo intefciSc doue fa maggior lì
ftenza,cra imponìbile trattar più di ridurgli. Che anco Cefare nel Decreto :l
Interreligioncfu coftretto accommodarlì in quello : però elfi ancora vole r
differirlo alla venuta de' Proteftanri.il Legato non repugnò, ma la palfò coi »
dì tutto ifcYÌt- role generali, & inconcludenti, per intender prim.a iopradiquefto ilvoldc
toaRom». Pontefice , alqualc diede conto di tutte le cole trattate da' Theologi,&: de) A
natematirmiformati,&: anco di quello,che il era diuifato in materia di rifoia
ài che di lotto fi dirà:«Si: poi aiuto le due richiefte degli Ambalciatorilmjia
li,ricercando riipofta.
dom le dima- Il Pontefice mite le cofe in cònfulta : quanto al faluocondotto trouò vj ?d
de confultate, d'openioni.Noii voleuano alcuni che fi de(re,allegando,che mai era ftato f :o
fenon dal Bafileenfe, chenonera bene in cofa alcuna imitare; & che era ar
pregiudicio obligarfi a' ribelli j &c poi , quando vi folle ftata fperanza di gì ^
gnargli , tutto s'haurebbe potuto comportare; ma niente elferuene ; anj ;i
tofto 9 in luogo di quella, poterfi con ragione temere, che qualcuno foife )a-
uertito,come è auucnuto a Vergerlo; & fé non in tuttò,almeno in qualche ai'
te: ddllaqual contagione Prelati principaliffimi,&obligati{nmi alla fan ?
dcnon fono itati ellenti.DaU' altra parte fi diceua,che non per fperanza d)
uertirgli,laqual era perduta affatto, ma per non lafciargli luogo di fcufa, ce
niua dargli ogni fodisfattione: ma più perche l'Imperatore haurebbe per i
terelfifuoi fatto maggior inftanza, sfarebbe ftato neceifario compiace! !
<juel tempo,quando, (tante l'alienatione del Rè di Francia, bifognaua dcpi i
toralmentedalui:&: quello, che fi preuedeuadouer fare per forza, era me i
preuenendo , farlo di volontà: & quanto a'prcgiudicij , fi poteua dar tal fc r.
che folle di nilluna, o di leggier obiigatione : prima , non defcendendo a r v
liar Proteftanti , ma in generale Ecclefiaftici , 6c Secolari della Nationc Gc '
nica d'ogni conditionc. Perche cofi, lotto le parole generali, fi potrà dii .
fono comprefi,& fipotràanco difendere,che fiaintefo de' foli Cattolici, (3v i
, <ìi loro , allegando che per effi larebbe ftata neceftariauna fpecifica, de el] :
mentione.Poi,la Sinodo concederà il laluocondotto quanto a lei,& farà e
uata l'autorità del Papa:& poi fi potrà deputar giudici fopra le colpe con it
fe;& per non infofpettirglUafciar a loro l'eletta: onde fi ritenerebbe il ;o.
della difciplina,&rautoricà di punire,^ non fimoftrerà di cedere, orimi ere
;/ p.ìpa nl}>'c~ ^ofa alcuna. Preualfc quefta openionc appreffo al Papa, & fece fecondo e "Ili
dei con comij- ^Q^^-^-j^i-e \^ minuta del laluocondotto , & fece rifponder' al Legato, lodan '» la
pom m. . p^-,^jjj.j^2a nelle rifpofte datc^: rifokiendo che il faluocondotto foffe corl'lw
nella forma che gli mandaua, & foffe differita la materia dd Calice,ade tto
d'afpettargli,ma non oltra tre mefi,o poco più; non ftando tra tanto otioi'nu
fa^'adc
•lO(
:: 0
1 Olia
.paGivlioiii. libro Coarto. 5^7
endo una Seffionc intermedia,con trattar della Pcnitenza,laqiial non lì di/fe- ci3 la
•limolerà quarantagiornijO pocopiu : gli auiiertì anco,che i Canoni inmaceria li.
ljl'Eucarifl:ia,erano troppo picni,& che meglio farebbe dinidcrgli.
I^ra tanto che in Roma lì conruIcaua>in Trento fi pafsò inanzutractando i capi '^nCmdllo m-
I ottrinarnel che Ci camino con la medcfima facilità,chc per inanzi nel diicu rcr f'^^ tinafpìnoft
rhrticoli:ma,quando fi venne ad efprimcre il modo deli' cflìfì;enza,cioè,in che ^"^J'!"'^^ y^'^
tìiicra Chrifto fia nel Sa:Cramcrito,& la Tranlubftantiatione;cioc,comc di pa- pyejin'-a di
Ifli faccia il corpo di Chrifto j &C diuino fangue,non fi potè trattare fenza con- chrifto mll"
aionc traleducScole,Domenicana>»ScFrancefcanailaqiiale fu di molta noia a ^ucarìfiiat
►driper larottilicà,& perii poco frutto,non fapendo efli mcdcfimiefprimer'il ^"^ . ■Dow»/-
tìpiio fcnfo.Voleuano infomma i Dominicani^chc fi dicclfe. Non elfcr Chri- ^*^' « -f ww-
t(jicirEucariftia,percheda altro luogo,doue prima folfc} fia andato in quella,
n cerche la foftanza del pane fia conucrtita nel fuo corpo^qucllo elfcr nel luc-
ie oue il pane era lenza ellerui andato :& perche tuttala loftanza dei pane {[
l; fmuta in tutta lafoftanza del corpo,cioc- j la materia del pane nella materia
e oipo>& la forma nella forma,chiamarfi propriamente Tranfoftantiationc:
b douerfi tener doi modi di eifere di Chrifto Noftro Signore, ambidoi rea-
&foftantialijuno,il modo come èin ciclo , perche egli là fu è falito par-
di terra, doue prima conaerfaua:l'altro,come e nel Sacramcntcnelquale
per eiferdoue le fpftanze del pane j& del vino conucrtite in lui erano
n a.ll primo modo chiamarli naturale, perche a tutti i corpi coniiiene;il fé-
j ojicome cfingolare,cofi non poterfi efprimere con alcun nome conue-
^ cadaltri,&nonpoterfi chiamar Sacramentale , che vorrebbe dire,ciTèi:
j ealmente,macomeiniegno,noneircndo altro Sacramento, che facto fe-
1 xcctto fé per Sacramentale non fi voglia intender* un modo reale proprio a
il o Sacramento folo,& non agli altri Sacramenti. I Francefcani delideraua-
) LC li dicelfcVn corpo per ladiuina onnipotenza poter' eiler veramente, &
i itialmente in più luoghi, & quando di nuouo acquifta un luogo eifer in
1' cperche ci va,non però con mutatione fucceflìua , come quando lafcia il
1 0 per acquiftar il fecondo,ma con una inftantanea,per quale acquifta il fe-
)i o lenza perder' il primo:& hauer Dio cofi ordinato , che , doue il corpo di
h [lo fia,non vi refti la foftanza d'altra cofa,ma quella ceffi d'elfere , non però
li :hilandofi,perche invece fua fuccedc quella di Chrifto, &c per tanto vera-
e e chiamarli Tranfoftantiatione,non perche di quellafi faccia quefta,comc
) ncnicanidicono,ma perche a quefta quella luccede.llmodojcomc Chrifto
n cielo,&: come è nel Sacramento,non eifer differenti quanto alla foftanza,
ia)loperlaquantità:elfer'incielo occupandola magnitudine del corpo fuo
ai" fpacio, quanto ella è: nel Sacramento,la magnitudine elferui foftantial-
K t,&c fenza occupare.Imperò ambidue i modi eifer veri,reali,&: foftanriali,5c
it to alla foftanza anco naturali:rifpetto alla quantità,l'elfer in cielo e natura-
ilfernelSacramento,miracolofo:differenti in quefto folo , che incielo la
'iititàfitroua con effetto di quantità , & nel Sacramento ha condicione di
•flua.Ambcdue le parti fpofauanocofila fentcnza propria, che raffermaua-
Vu
^ ?5S CONCILIO DI TRENTO PapaGivìioI
ci3 rJ no piana, chiai:a,5c intelligibile atutti j 3c all' altra parte opponeuano infip
LI. d'alfordijchefcguirebbono dalla contraria. L'Elettor di Colonia, chc>ii-ifie
con GiouanniGroperojfLiaflìdiioalle difpute per intender quella materia
quellojche le parti, l'una contra l'altra opponeuano , daua ragione ad ambec
in'quello , che ciafcuna affcrmaua, haurcbbe deiìderato (cofi diceua) qual
probabilitàjche cofi paulatTero intendendo la materia ; &c non , come raoftr:
no di fare,per confuetudincS: habito di fcola. Furono formate diuerfe min
coneiprimere quelli miniftcrij da ambedue le parti , &c altre furono compc
prefo qualche cofa da ambeducNilfuna fudilbdisfattioncmafllme al Noii
la dottrinile^ Verona,ilqual' era principale in fopraintendere a queftamatcria.Nella Con'
infine, efprejja gatione generale fu deliberato d'ular manco parole che poffibile folfcóc far i
m ^«J"»""' ''^°^ efprelTione cofi uniuerfale , che poteife feruir ad ambe le parti, de elTer' acc i
to arg ». YuodiLZa. a fenfi di tutte due:& la cura fu data ad alcuni Padn",&: Theologi,c( J
fopraintcndenza delNoncio fudetto.
ghiijtmquefla in fine della Congregarione,fi propofe di raccogliere gli abufi in queftal 3
materia: materia,co' rimedi) per eftirpargli, èc nelle feguenti Congrcgationi furonc ,(
contati moki. Che il Santo Sacramento in alcune Chiefe particolari non è r
feruato,.?(: in altre e tenuto con grand' indecenza. Che,quando è portato \ 1
ftrada,molti non s'inginocchiano,&: altri non degnano manco fcoprirfi li ( <
Che in alcune Chicle è tenuto per cofi longo fpacioichevi nafcono dell u
rredini. Che nel miniftrar la fanta Communione è ufata da alcuni Pai li
grand' indecenza, non hauendopur'unpanno,ch©il communicante ten ii
mano. Quello,che più importa, icommunicanti non fanno quello che ne .0
no, ne hanno inftruttione alcuna della degnità, ne del frutto di quello S n
mento. Che alla communione fono admeflì concubinari] , concubine, & tt
enormi peccatori,^: molti,che non fanno il Pater nojìery ne YAne Maria, h
alla Communione fono dimandati danaii,fotto nome d'elemofina,& pcgj td
tutto in Roma vie una ufanzasche, chi hadacommunicarfi,tieneinman' '.n
candela accefa,con qualche danaro infiirodentro,ilqual con la candela de ^
Coinmunionere{laalSacerdote,& chinon portalacandela,nonèadmc(T i
Communione. Per rimedio di parte di queftÌ5& altri abufi,furono format -
^ . que Canoni con un belliffimo proemio : Ne' quali H ftatuiua,che,mo{lia o»
Camnicmtra t ,15*1 1 r 1 ■ 1 1 i • -
tfft: il Sacramento neli Aitarco portandoli per la via,ognuno debbe inginocc ai
fi , & fcopiirfi il capo. Che in ogni Chiefa parocchiale fi debba feruar' il 5 ra
mento , &rinouarlo ogni quindici giorni, &far arder' inanzi alni gloria
notte una lampana. Che fia portato agl'infermi dal Sacerdote,in habito h io-
reuole,& fempre con lume. Che i Curati infcgnino a' fuoi popoli la gratis :1«
fi riccue in quello Sacramento, »5c eircguikano contra loro le pene del'ap.
Omnis utriufcjuefexn^. Che gli Ordinari) debbino hauer cura dell' elTecut ne;
caftigando i trafgreilori con pene arbitrarie , oltra le ftatuite da Innocenti l^v
zò nel caf.SmtH!?nw. Et da Honorio terzo ncicap.Safiè. '
Delia riforma fu trattato nelmedefimotempo, che fi dilputaua della '^ft
ma da altre Congregationijnellequali interueniuaiio Canoni/^ j lequali t :ta'
tifli)
Ìpa GiVLio in. LIBRO QJ^'ARTO. 359
t\mi,per non interromper la marcria,ho portato cjui tutte inficine . Et, perche il
ppoilto fu di riformarla Giurifdittione Epifcopalcj per intelligenza delle co-
tiche enarreranno in quella occalìone)& in molte altre fcgiienti>qucfl:o luogo f^'^ttaj7 di rì-
nercache lì parli delf origine fuaj&comc venuta a tanta potenti, fia rcfa a' ■'^''''^''..'^'f'*
Fpncipi lofpefta,&a'popoli tremenda. Hauendo Chriilo ordinato agli Ape- ^t:ù]r^pliT^
ftjlilapredicationedelf Euangelioj & minifterio de'Sacramcntijaloroanco, dellaquaUia
iiperfona di tutti ifedelijafciò quello principal precetto d'amarfirun l'altro, i^c'H origginc
&i:imetterfileingiurie,incaricandociafcuno d'intrometterli fra i diffidenti, 5: ^ g^iabujifo-
Ciiiponcrgli , & per fuprcmo rimedio dandone la cura al corpo della Chiefa,^**^-^'"""-^'""'
Cji promella che larcbbe Iciolto , & legato in ciclo quello che iciogliclfe & le-
tìfe interra , & dal Padre farebbe conceduto quello, che due dimanderanno ài
: nmun confenfo. In quello cariteuole officio ài procurar fodisfattionc all'
j|rfo,5<: perdono all' otFenfore,fieirercitò iemprela Chiefa primitiua. Et in.
Ijifeguenza di quello S.Paolo ordinò , che i fratelli hauendo liti ciuili Tua
;( itra l'altro non a' tribunali degl'infcdclijma folfero conllituite fauic pcrfone,
:] giudicalfero le differenze , &. quello fu una fpecic di giudicio ciuilcficome
jj ir altro più fimilitudine ha col criminale : ma in tanto differenti da' giudici)
Ijndani, che, lìcome quelli hanno l'elfecutione per la poteftà del giudice, che
fUxinge a fottoporlì ; coH quelli,per la fola volontà del reo a riceuergli , quale
1 1 volendo egli prellare,il giudice Ecckllaflico rella fenza clfecutione , ne al-
3j 'orza hàjfe non, cheèpregiudicio dcldiuino,chefeguirà,fecondo l'onnipo-
|j^ :e beneplacito,o in quella vita,o nella futura.
^'X veramente il giudicio Ecclelìallico meritaua il nome di carità, poiché
b Ila fola induceua il reo a fottoporfi,& la Chiefa a giudicarlo con tanta fince-
pl del giudice,& obedienza dell' errante , che ne in quello poteua hauer luogo
5 ilio atfetto,ne querimonia in quello: ^l'eccelTo della carità nel calligarc»
uafentir maggior pena al correttore : fi che nella Chiela. non fi palfaua all'
I ofitione della pena fenza gran pianto della moltitudine, & maggiore de' più
I cipali: il che fu caufa,che i\ calligare all' hora fi chiamalle^piangere. Coli S.
ilo,reprendendoiCorinthi di non hauer calligato l'inceftuofo, dilfe , Voi
Shauetepianto,perfcpararda voi un tal trafgreifore. Et nell' altra cpiilolaj
io,che, ritornato a voi,nonfia per trouarui quali vi delìdero, ma in conten-
\\ ii,& tumultij&jche venuto io,non pianga molti di quelli , che inanzi han-
^)eccato. Il giudicio della Chiefa ( come è necclTario in ogni moltitudine)
:c ueniua che folle condotto da uno, che prefeda,& guidi l'attione , proponga
e,iaterie,& raccolga i partiti per deliberare. Cura, chedouendofiallaperfona
>i principale^ più idonea,fenza difficoltà fu fempre del Yelcouo : & doue
c]hiefe molto numerofe erano , le propolle tS^ deliberationi fi faceuano dai
i^ cono, prima nel Colleggio de' Preti, & Diaconi, che chiamauanoPrclbi-
-{ 3 ; & là fi marurauano per riceuer poi l'ultima rifolutione nella general
^ igregatione della Chiela. Quella forma era ancora in piedi del ccl. & dal-
c pillole di Cipriano fi vede chiaro,ilqualc nella materia de' facrificanti, «!>c li-
»Vatici,rcriuealPreibiceno,che non penfaua a far cola fenza illor configlio>
Vu ij
_340 CONCILIO DI TRENTO Papa Givlio I,
Cio i3 &confenfo della plebe:&: al popolo fcriiie,che,tornato effaminerà le caufeJc
LI. meriti in prefenza loro> & fotco il lor giudici© ; Se a quei Preti , che di pro}: o
capriccio nehaueuano reconciliaci alcuni , fcrilFe che renderanno, conto U
plebe.
La bontà,& charitàde' Vefcoui faceua,che il lor parere fu per il piufegi.o
&: a poco a poco fa caufajche la Chiefajraffreddata la carità, & poco curaaiiì
del carico impoftogli da Chriftojafciò la cura alVefcouo,ASc l'ambitioncaff ;o
airaiiottile,&: che penetra in fpecie divirtùja fece prontamente abbracciai 11
colmo della muratione fujceiTate le perfecutioni. Et all' bora i Vefcoui erel' o
come un tribunale,ilquale diuenne frequentatiillmo.Pcrche crebbero anco m
le commodità temporali le caufe delle liti.Il giudicio/e ben non eracome ! n-
tìccquanto alla forma di deliberare il tuttocol parer della Chiefa,reftaua é
della (tcllà ilncerità.Ondc Conftantino>vedendo quanto era_dijruttpjieae y-
narleliti,& che con l'autorità della religione erano fcoperte le attioni capi f
non penetrate da giudicijfecc legge,che le fcntentie de' Vefcoui foifero i p
pellabili,&:foirero elTeguite dagiudici}&,fe in caufapendente inanzi al giuc ic
lecolarcin qualonque ftato d'eifajqual fi voglia delle parti,etiandio repugn ,u
raltra,dimandaire il giudicio Epifcopale>gli foife immediate rimeiro.,
Qui incomminciò il giudicio Epifcopale ad efler forenfe,hauendo l'ef u-
tione col minifterio del Magiftrato, & acquiftar nome di giurifdittione Ep e
pale,audienzaEpifcopale,& altri tali.Ampliò ancora quella giurifdittion( .
lenteImperatore,chedclcccLxv.glidiede cura fopra tuttii preti) delle )i
vendibili.Quefta negotiatione forenfe a' buoni Vefcouinonpiacque.Racc r
Poflìdoniojche,fe ben Agoft ino vi attendeua alle volte fino ad hora di de fi l
alle volte fmo a fcra,era iolito dire,che era un' angaria > & che lo diuertiua ii
cofe proprie a lui:&: elfo fteiro fcriue,che eraun làfciar le cofe utili,& attei ;i
alle tumultuorej&: perplelTcChe San Paolo non lo prefe per fé j come non ir
uenientea Predicatore? ma volfechc folle dato ad altri. Poi jincomminci do
qualche Vefcoui ad abufar l'autoritàjdatagli dalla legge ài Conftantino , e pò
fettanta anni^quella legge fu da Arcadio , & Honorio j riuocata, & ftatuicc i
non poteirerogiudicare,fe non caufe della religionej&: nelle Ciuili,fe non] e
uenendo il confenfo,& compromeffo d'ambe le partij & non altrimente ; d
eliiararo, che non s'intendclTero hauer foro : ìaqual legge in Roma poco < h
uandofijperlagranpoteiHdelVefcouo, ValentinianojeiTendo in quella tt
del e e e e Lii. la rinouc>3& fece metter' in eirecutione. Ma, paco dopo, fu d (e
guenti Prencipi ritornata parte della poteftà leuata: tanto che Giuftiniar gì
ftabilìforo,& audienza,& gli afTe^nò le caufe della religione, i delitti Écc^ la
fticide' Chierici, & diuerfcgiurifdittioni volontarie , anco fopra i Laici, ^^e^
quefti gradi la caritatiua correttionejda Chrifto inftituita,degenerò in um \o-
minatione,& fu caufa di far perder' a' Chrilliani l'antica riuerenza > & ube« 'n
za.Si nega ben' in parolcche la giurifdittione Eccle/ìaftica fia un dominio :o
mequeira,delSecolare,manoniifaportra loro difFerenza.reale.S. Paolo b vi
ftatui la differeiizajmentre a.Timotheo fcriirc^ & a Tito replicòjche il Vefc Jo
GiVLio in. LIBRO QJ/ ARTO. 541
iXe cupido dì gLiadagno,nc percotitorcial pi-cfcnte iiicontrai-io fi fa pagar "clS"^
iccflìjiinpngionaLlcpafoncnon akiimente di quello che ai foro fccoLire li.
cja.
^,{eparatc le Prouincie Occidcntali,5c fatro,d'Italia,Fi-ancia,& Germanir.,
l^penojiSv: di Spagna unRcgnOjia ratte quattro qucfteprouincic,i Vclcoui,
il|iu,cranoairontipercon(lglicri del Prcncipe, cliefu, con la miftura de'
ciifpirituali,&: di cure temporali, cagione d'accrciccr l'autorità del foro
fipale in immenlo.Non pailàrono dugento anni,che ne prctefero alFolura-
iÌognigiudiciocriminale,(:<t ciuilcfopra i Chierici; & indiuerfe materie
o|)pra i Laici;conpretefto,chelacaurafiaEccleriaftica;& oltraqucftoge-
j^: inuenrarono un altro,chiamato,di foro mirto , volendo che , contra il
à e,poflì procederccofi il Vefcouo,come il Magiftrato , dando luogo alla
licione, con laqualeper refquilita lor follecitudine , non lafciando mai
ijil fecolare,s'appropriano tutti;»k quelli,chercftano fuori di fi gran nume-
lèTono in fine comprcfi , cioè , da una regola uniuerfale (labilità da loro,
«andamento di fede,cioè,che ogni caufa li deUolua al foro Ecclefiaftico,fe
y ftratononvorrà,o farà negligente afar giufticia.Ma>fe le pretenfioni del
Éioflero tra quelli termini fermate , lo flato delle Republiche Chriftiane
b|;tolerabile.I popoli, & Prencipi, quando fi vedelfcro arriuar' a termini
iprtabili,potrebbonoconleggi,&ordinationi,ridurre i giudicij a forma
ij itabile,come negli antichi tempi al bifogno fi è fatto.Ma chi ha metro il
Ì\ anifmo fotto il giogo,gli ha infine leuato il modo di fcuoterlo dal collo:
flchedopoil M.L. ellcndogià fatte proprie del foro Epifcopale tutte le
1 ;'Chierici,& tante de Laici con titolo di fpiritualità,& participate quali
il iltrc fotto nomcdi mifto foro,&; foprapoftofi a' Magiftrati fecolari,cou
SI di denegata giuftitia, fi pafsò a dire ,che quella poteftà di giudicare,,
tante caule , non l'haueua ilVefcGuo,ne per conceflione de' Prencipi>ne
tt.niuenza loro, o per volontà de' popoli,© per confuetudine introdotcaj
U eraeilèntialc alla dcgnità Epi(copale,& datagli da Chrifto.
gntuttcche rimangano le leggi dalli Imperatori ne' Codici diTheodb-
. Giuftinianojne' Capitolari di Carlo Magno , ìk Ludouico pio; de altre
5icipipofteriori,0rientali,& Occidentali>che tutte apertamente moftr;>
cquando,t3cdachitalpoteftàèftataconceira, & tutte le hiftorie,cofi
Iqiftichejcome mondane, concordino in narrar le medefimc conccflìoni^
ì^ ifuccudini introdotte, aggiondendoui le ragioni , 3c caufe ; nondimeno
Cii notoria veritànon è ftata di tanto potercche la (ola affermatione con-
!a]:nzaproua alcuna, non habbia fuperato , 6c i Dottori Canonifti non
>l 10 foftcnuta fino al predicar per heretici quelii,che non fopportano eflcr
ai da ciechi:& non fermandofi manco in quefti.termini, ma aggiongendo,
al Magiftrato,ne il Prencipe medefimo,puo in alcune di quelle caufe,che
le s'haappropriato,intromett.erfi,perche fono fpirituah,& delle cofe fpi-
J Laici fono incapaci.Il lume però della verità non fu cofi eftinto,che in
[mi tempi peifone dotte, & pie» non sopponeirero a quefta dotriina>
Vii iij
Cl3 1=>
LI.
/
in Trento vi
fono ricono-
fc'mù donni
difetti,
plicans leggie-
ri rimidiji
341 CONCILIO DI TRENTO PapaGivl;
moftrando elTev falfe ambedue le preinelfe di quel difcorfo : & la maj
cioè, che i Laxi fono incapaci di cofe fpirituali , elfer' alTorda, & r
poiché eflì fono prefi in adottione dal Padre celefte , chiamaci fighdj
fratelli di Chrifto, partecipi delRegno celefte , fatti degni della gratiic
na,dcl Battefmo, della Communione della carne di Chrifto. Che ah
(e fpiriruali vi fono oltra quefte? Et quando ben ve ne folfero , coi."
partecipa di quefte fuprcme , fi douerà chiamar' afiblutamentc , con 1
ili generali , incapace delle cole fpirituali ? Ma , elfer anco falla la m
che le caule appropriate a giudici) Epifcopali fiano fpirituali : poicht
fono di delitti , o di contratti > che > confiderate le qualità airegnatij
Scrittura diuina alle cole fpirituali , fono più lontane da elFer tali , \
terra dal cielo. Ma , l'oppoiìtione delia parte migliore non ha pot 3
tenere , che la maggiore non luperalfe , &c coli (opra la Ipiritual |.(
data da Chrifto alla Chiela di ligare , &c fciogliere i & fopra l'infti :(
San Paolo » di componer le liti tra Chriftiani » fenza andar' al tribù l
gl'infedeli , in molto tem.po , Se per molti gradi è ftato fabricato uti
potai tribunale più rifguardeuole , che mai nel mondo foffe , & nel e
di ciafcun gouerno ciuile > inftituitone un' altro indcpendente dal p 1
che mai chi fcrilTe de' gouerni haurebbe faputo imaginare, che un t li
di Republica poteife fulfifterc. Tralafcerò di dire , come le fatiche 1
ti , oltra i'hauer ottenuto il difegnato fine di farli un foro independc e
publico , ne habbino fortito un' altro improueduto » di fabricar' ui ni
rio , elTendo nata > & con mirabil progrello radicata una nuoua o| tii
molto più ardua , che tutto in un tratto dà al folo Pontefice Roman' jm
to in mille trecento anni e ftato da tanti Vefcoui in tanti modi ami ra
acquiftatoj rimoucndo dall' elfer fondamento della giurifdittione > i i
& fciogliere; &c fofticacndo il pafcere: & con quefto facendo, che a
giurifdittione da Chrifto Ila data al folo Papa nella perfona di Pietre \v
do gli dille , Pafci le mie pecorelle : attefo che di ciò fi parlerà nel ce
ridortione del Concilio , quando per qucftaopenione furono eccitati i
tumulti, che all' hora fi racconteranno. Madaquel,che alprefenteh( a:
to ognun potrà da le ftelTo conofcere , che rimedi) erano neceifarij , r
forma tolcrabile ad una materia palfata in tante corrottioni ,&;com :ai
con i propofti.
In Trento furono conofciuti due difetti , cioè, che dal canto de' fupt or
carità era conuertita in dominatione; &dal canto degl' inferiori l'ub 1
voltata in querclc,&: futterfugi),6c quermionie : & fi penlo, prima,di pr< et.
in qualche parte ad ambedue. Ma nel profeguire quanto alla prima , » e (
fontana , doue la feconda ha origine, non fi venne fenon ad un rimedio .01
torio a' Prelati di leuar la dommatione , Se reftituir la carità : ma,per qu( 0 1
a fudditi tocca , ellendo fatta mentione di molti futterfugi) , ufati per flu
la giuftitia 5 furono pigliati tre capi folamente. Le Appellat ioni, le Gra >. al
latorie > &c le Querele contra i giudici. Delle Appellationi parlò coj «ic
343
GiVLio III. LIBRO QVARTO.
vÌGioiianni Gropero,chc in cjuel Concilio intemeniua Se pcrl'heologoj cio io
eiurifconfiikojdiccndojChc mentre che il femor della fede durò ne' petti li.
llnilianifu inaudita l'appcllationc: ma, raffreddata la carità ne' giudicij& Oropcro pro^
logo agli affetti , fbttentrò nella Chicfa , per le fteife ragioni , che l'intro- ^'""f f"°I''^'
) nel foro del iccolo,ciocjpc r loUeuanone degli opprelìì : & lìcomc i giu-
rert intorno
j ^r ] ^.r r ji • i /- i- i > r • ^ ■ allartforma
imi non erano del lolo Veicouo , ma di lui col Concilio de iiioi preti; rir//^ ^^f,^r
1 iminou eiaiiuciLiiuiu v cìluliu j iiiii ui lui eoi «^onciiioae liioi pretii delie ^ppsl-
Ippelìationc fi deuolucua non ad uno >ma ad una altra Congrcgatione. Utioni al Pn-
elcouijleuate le Sinodi , inltituirono li fori, & VfHciali,a guiladc'Seco- fa, e degli of-
Jc il male il fermò in qucflo grado, anzi pal'sò ad abuii maggiori che nel-^"**^'*
colare: imperoche in quello l'appellatione non lì può interporre , fcnon
ijtiore immcdiatorilialtar' alla prima alfuprcm.o non è lecito: ne meno è
i^ronegli articoli della caula, appellare da' decreti del giudice, che chia-
H nterlocutorij: maèneceirarioalpettar'il fine , doue negli Ecclelìaftici
b la d'ogni atto,che fa le caule infinite; & immediare alfupremo , che por-
((ife fuori delle regioni con di(pendij,& altri mali intolerabili.Queffo egli
I hauer narrato per concludere, che, volendo riformar quefta materia, ìa^
[i tutta corrotta,^ nonfoloinipedifcc la refidcnzajcome nelle Congre-
oi da tanti valenti Dottori, &c Padri,era ftatoconfiderato; mamaggior-
II perche corrompe tutta la dilciplina •, & è di granarne a' Popoli, di Ipelaj
il mdalo ; conucniua ridurla al (uo principio , o quanto piuproflìmo foife
^ cmettendofi inanzi gli occhi,una idea perfetta j &c a quella mirandcac-
quanto la corrottione della materia comporta. Che le religioni Mona-
É -n inftituite , hanno prohibito ogni appellatione, de quello è il rimedia
' Ihi non ha potuto gionger tanto alto,le ha moderate, concedendole tra
3rdine,con prohibitione di quelle difuori , cola che, riufcendo , come fi
tener' in buona regola queigouerni, farebbe rifteffo effetto ne'publici
.iiefa,quando le appellationi reftaffcro nella medefìmaprouincia:i5c per
rqucfto,& per raffrenar lamalitia de' litiganti , balta ridurle alla forma
5gi communijcon prohibir il falro diporer andar' ai l'upremo, fcnza paf^
^l'intermedij rupcriori;& con vietare le appellationi dagli articoli, ode-
[erlocutorij,con lequali prouifìoni le caule non anderanno lontane,non
) tirate in longo , non interuenirà rccccflìua Ipefa , ^gl'innumera-
guami : oc accio i giudici) palTino con fìncerità , rcftituir li Sijiodali>
.Èrgerti a tanta corrottione , Icuando quei degli Vfììciali , de' quali il
1(1 e tanto fcandalizzato , che non è più pofTibilc che la Germania gli
h fu gratamente udito quello parercfenon da' Spaglinoli , ^Thedefchi: èccntrjdcm
iiliardinale,& il NoncioSipontino , fentironoiommo diipiacere, che coli ^"^ Procura^
iflìpairaffe. Quello era un leuar affatto non folo l'utile della Cortcma la "/'^jf/^^'*
ni. ancora : neffuna caufa anderebbe a Roma , & a poco a poco ognuno fi prejknti»
debbo della fiiperiorità del Pontefice, effendo ordinarlo degli huomini,
(mar quello fuperiore, l'autorità delqualc non lì tema, onon lene poflì
ropeiatono però, che daGiouanniBattifta CaftelicBolognefe , foffe par-
344 CONCILIO DI TRENTO Papa Givi:,
ci^T^ LI. laro nella Congregationcfegiicnteneir ifì:eiraiT)atena,in modo che, feri. (
tiadirc a Gropeio,foirc morcifiicata l'apparenza delle ragioni da lui allega .
incomminciò dalle iodi dell' antichità della Chiela , toccando pc
dcllrezza,chcinqneimcdcfunicempivi erano le fue imperfettioni,inc"J
parte maggiori delle prcfenti'.ringratiato Dio, diceua,chc non èoppil
Chieta,come quando gli Arriani a pena la lafciauano apparire: non (ìc
tanto lodare la vecchiezza,che non fi reputi anco che ne' Tecoli pofterift.'q
che cofa non ila fatta migliore.Quclli,che lodano i giudici) Sinodali,non n
veduto i difetti di quclli,rinfìnita longhezza nelle efpeditioni, gì' impcc n
nel diligente ciramine,la difficoltà nelP mformar tanti , le feditioni per It ic
ni:c ben da credercche fiano ftati mtermeflì, perche non bene fuccedcu; j
fori &z Vfficiali,furono introdotti per rimediare a quei difordini : non Cip
gare,che qucfti non ne portino altri degni di prouinonc;qucfto bilbgna e
iionrimettere inpiedi quello,chcfuabolito,per nonpoterfi tolerarc. Ni ',
pellationi ficoftumauapaflareper i mezzi,& non andar' al fupremot^c i
è leuatorperche i capi delle prouincie,& regioni,erano fatti tiranni delle li
s'ha introdotto per rimedio il portare tutti i ncgorij a Roma. Quello h l
malc,lalontananza,lafpefa,mapiu tolerabili che l'oppreflione-.chirito i(
modo di prima,(ì trouercbbe,per hauer rimediato ad un male , haucrne i
molti , &c ciafcuno maggiore. Ma,fopra t utto,douerfi conlìderare,che n v
mene i'ifteiro modo di gouerno ad un cofa publica in tutti i tempi:an2 ;£
quello fa delie mutationi,cofi conuiene mutare il gouerno: il modo di ^
antico , non farà fruttuofo, fé infieme lo ftato della Chiefa non tornai ;'
chi, attendendo il modo comeiputti figouernano,&come quella lil
niangiarc,& bere ogni cofa,in ogni tempo,è caufa di fanità» Se robuftez ,p
falfe a gouernare coli un vecchio,!! trouerebbe molto ingannato. Le Ch n
nopicciole,circondatedaPagani,unitetra loro,come vicine al nimico i(
fon grandi,& fenza contrario,che le tenga in ufficio:onde le cofe comm li
no neglette,iSi è neccilario,che fiano da uno curate. Se in ciafcuna prou ci
caule rcftallerojfra pochi anni tanta diuerfità nafc crebbe, che fariano ce ti
l'una air altra , che non apparircbbonp della medefima fede, & relig ni
Pontefici Romani negli antichi tempi non hanno alTonto a loro molte p ci
gouerno,quando vedeuano,chc caminaua bene: l'hanno riferuate a fe,( ir
dagli altri fono ftate abufate.Molti fono dopo fucpeduri Pontefici di far v
&; ottima intcntione , che le haurebbono redimite , quando non ha il
ycduto,che in materia corrotta non poteuano eiTer ben ufate. Conciai e
per feruar l'unità della Chiefa , era ncceirario lafciar le cofc nell' ifte ' i
mine.
. ^ pr Ma,ne quello piacque manco a Prelati Italiani:quali, fé ben voleuar <C(
un^peramtn- feruata l'autorità del Papa, defiderauano elFerciper qualche cofa: maflìr >'
toneW ytf' ucndo ftar alla refidenza : però (\ venne a temperamenti. Il reftituir li \ \^
^iUùmt Sinodali,fu da quafi tutti ciciufo,che dirainuiua l'autorità Epifcopale,& fOi
del popolaceil'andar per gradi neir Appcllarione » fé benfoftentato dan k
ci
•A Gì VLio ni. L I B R O QJ^ A R T O. 545 _^
fodalla pluralità delle voci. L'appellar dalle fole diffiiiitiucs'accommo- ci3 I3
,n limicatione nelle fole caufe criminali , lafciati i giudicij ciuili nello fta- i r •
ifo, fé ben haueuano quelli forfè bifogno maggiore d'elfer riformaci. Per * "^* g'^diclj
che tocca il giudici© contra leperfone de'Vefcoui, non defiderando al- "."^'''*'^'^^-^'^'''
difacilitare i giudicij contra di fé, non fi parlò di reftituirgli alle Sinodi"'"
nciali dellequali già erano proprie ; ma di prouedere,che , reftando in ma-
l Papa , palfatfero con maggior dignità di quell' Ordine , moderando le
iiflìoni,che da Roma fi dauano,per quali erano coftretti comparire,& foc-
tcrfi a perfone d'Ordine inferiore: & quefto fu coii ardentemente da tutti
rato, che fu necelfario al Legato condefcenderui, quantonque non gli
fé clfaltatione alcuna de' Vcfcoui,leuandofi al Papa tutto quello, che a lo-
iaua.
Irelati Germani propofero , che le leggi delle degradationifolTeromode-» Pr*/rf/;c7ej'-
,|»me quelle, che erano fatte intolerabili,& porgcuano molta occafìone di »ianlnchkdc~
Dionia in Germania : poiché, clfendo una pura ceremonia, che impedifcc "°,,"y ""*,
r.itia,& hauendo chiefta la moderatione fino dal m.d.xxii. nel trentunc- |^-^ J. '^^"^ *'
I;' Cento grauami,il veder che fi perfeuerineirabufo,ad altri genera fcan-
i ì altri è materia di detrattione. Antico ufo della Chiefa fu, che, douen- di che i difm*
li mare alcuna perfona Ecdefiaftica allo Stato fecolare, accioche non ap-/8i
f ,che i deputati al minifterio della Chiefa feruilfero a cofe mondane, co-
li) ano iVefcoui di leuargli il grado Ecclefiaftico, ad elfempio della mili-
per tenerfi in honoreuolezza, non concedeua , che un foldato ritornailè
ioni ciuih,o folle al giudice ciuile fottopofto, fé prima non era fpoglia-
ado militare,che per ciò fu detto, degradatione,con leuargli la cintura*
,come con quelle era ftato creato foldato: perilche,quando alcun Chie-
er propria volontà,o per leggi,doueua ritornare alle fattioni fecolari,o-
: delitti elfer fottopofto a quel foro, iVefcoui gli leuauano il grado, con
effe ceremonie, con quaH era ftato inueftito, fpogliandolo degli habiti,
il dogli di mano gli iftromenti, con l'aflìgnatione de'quali era ftato depu-
ti linifterio. Veftitolo prima a ponto,come fé foife ì\\ atto di miniftrarc
h! arico , &: fpogliandolo , con incomminciarc da quello , che fu ultimo
©' inatione, & con parole contrarie a quelle, che nella promotione fono
» ' e quefto era cofa alfai quotidiana in quei primi tempi,dopo Conftanti-
«t'ecento anni.Ma intorno il d c.fu introdotto di no permettere a' Chie-
iUdine facrodi poter tornar' al fecolo; & agli altri conceftb che lo po-
ol ire a fuo piacerconde pian piano la degradatione de' minori andò in to-
jfl tudine , & quella de' maggiori fi reftrinfe folo quando doueuano clfer
fiì alforo.Et Giuftiniano, regolando i giudicij de' Chierici, dopo hauer'
\a, che ne' delitti Ecclefiafticifoftèro dal Vefcouocaftigati, &ne' delitti
iti che elfo chiamò Ciuili , foflèro puniti dal giudice publico , aggionfe,
»d la pena non s'effeguiire prima,che il reo folle fpogliato del Saccrdotio
ibuo.Etjdopo chea' Vefcoui furono conceflì i giudicij criminali fopra
iCi;i,la degradatione reftò folo in cafojdouelapcnadoueire cflèr di mor--
' Xx
54^ CONCILIO DI TRENTO Papa Givlk
cio 13 teilaqual>perdegnità<ìeir Ordine Tuo, gli Ecclefiaftici non haurebbono V(
1- 1 • che mai foife inferita : ma ne' cafi d'eflorbitante fceleratezza ; non pareu
fenza fcandalo iìpotefle negare:perc) quella, che non fi poteua al diretto, t
rono modo di indirettamente efFettuare>con dirceirer ben giuftopunir le
rarezze de' Chierici con la meritata morte, ma che era neceiiaria prima la e
datione,& con farla cofi difficile con circonftanze di folennità, che pochi
volte fi potelfc metter in prattica, operauano che poche volte foife effet
douendo anco quello feruire a maggior riuerenza dell' Ordine clericale,n<
gucdelquale lagiuftitianon poteua metter mano, fenza tanta folennità ]
dente. Per quella caufa non fu concelTo, che da' Vefcoui il facelTe fenon
blico , con le velli facre ,& quello che più importaua, conafliftenza di (
Vefcoui nella degradationc d'un Vefcouo : di lei,in quella d'un Prete: di t
un Diacono: iquali con paramenti Pontificali foifero prefenti : & parend
ardua,che al Vefcouo,quale fenza compagnia diede il grado,noH fia conc
folofar moilra di leuarlo, Papa Innocentio terzo leuò lamarauiglia,C(
maflTima, che non ha maggior probabilità > dicendo , Che gli edifici) ten
con difficoltàfono fabricati,^: con facilità diflrutti:maglifpirituali ine
rio,con facilità edificati, &:deftrutti con difficoltà. Il volgo teneua la
datione per una cofa neceflaria , & quando accadeua , vi concorreua < i
dicibile frequenza. Gli huomini dotti conofcono il fondo, perche .i
do ftatuito , che nella coUatione dell'Ordine s'imprima un fegno , eh ,i
Carattere, nell' anima, il quale fia impofllbile fcancellare , & però r
uandoficonla dcgradatione , quella refta una pura ceremonia fatta pei p
tione. In Germania , per la rarità de' Vefcoui , non fi poteua fare fé i
fpefa immcnfa a ridur in un luogo un tanto numero. Et quei Prel: i
defchi , che in Concilio erano per la maggior parte Prencipi , coi '.o
no, più di tutti , quanto fofTe neceffario per eflempio caftigare nell 'il
fceleratezza de' Preti : onde faceuano inftanza , che vi fi prouedefTc. n
wanullavifi difcuifo quello particolare , & in fine rifoluto di non mutar la cci o
muta: in alcun conto, ma trouar temperamento , che la difficoltà , & la fpef o
moderate.
fi conchìude in H Legato , fé ben' ogni fettimana haueua dato conto a Roma di tu : le
Congreganone correnze, nondimeno volfefl:abihi-einCongregatione le minute de' e(
to.e'iadiUtio- ?^^ poterne mandar e opia,6(: riceuer la rifpoila inanzi la Scffione : ond i^
n'tdi certi cajii la Congregatione generale, non facendo mentione di quello, che da I ii
di dottrina folTe fcritto,fecc relatione di quanto gli era flato dal Conte di Monfor a;
dell' Eucari- fentato:foggiongendo,Parergliragioneuolelapetitione del faluocód( o
-^** dilatione di quello,che con degnità fi poteua differire j perche hauendg)
tuito il primo Settcbre,di parlar deirEucariflia,non eiapolfibile reflajit
ma lafciar qualche Capo più importàte,&piucontrouerfo,eracofacc fi'
Et raccogliendofi i voti,tutti furono di parere che il faluocondotto fi e :et
ma,quanto al differir materia,confegliauano alcuni,chenó era degniti ;ii
fenonafficurauano didoucrvenir atrattailai&fottoporfialkdeterniai
jiAGivLioìn. LIBRO QVARTO. 147
ci Sinodo. Altri dilTerOiche era alTai falua la degnità , quando £ faceflfè a lor e r a 1 3
cJefta.Etqueftafula più communeopenione. All'horail Legato roggionfe, li.
ai 'haurebbe potuto riferuar la materia del miniftrar a Laici il CaHce : & per
i(j rar,che non douelTero venir per un folo Articolo, aggiongerci la Commu-
ioede' puttitcofi iì prefe ordine di formar il Decreto m quello particolare.
qiUettOjparcndoadalcunijche folFepoco il riferuar doi Articoli, però ellèr
ic io diuider il primo in tre,& coi! referuare quattro,& aggiongerui il Sacrifi-
oellaMefla,delquale le controuerfiefono grandi, che coli appariràjelTer ri-
ri te molte cofe,Òc leprincipali.In quello parere conuennero. Et,quando fi fu
li )cheiProtcftanti fanno inftanzad'efler'afcoltatifopra di quelli,lì leuò un
eco di Germania,& dimando da chi,& a chi folle quefta inftanza fatta: per-
xiolro importauache quello apparifca:altrimente, quando elfi diccllero,
)r irci- verojreftaua molto intaccato l'honor del Concilio. Ma,non eflendoui
; cl:c quanto il Conte di Monfort haueua detto , come da fé. Se ciò anco,
nftrctto a quei quattro capi,ne alla materia dell' Eucariftia,ma ingenerale
t te le controuerfie , fi trouarono molto ben impediti, come rifoluerfi. Il
0 ar di riferuar per proprio moto , oltra Teirer indegnità, tirar adolTo una
)i tione,chedoueuano riferuar tutto. Si trouò quello modo , come manco
al di nò dire,che i Protellanti fanno inftanza,ne che richiedonojma che dcfi-
r! oelfer'uditinlchenon fi può dubitare eirervero,poiche da loro in diuerfe
d ioni è (lato detto:& fé ben riferendolo a tutte le controuerfie, nondimeno
ij falfità affermare di una parte quello,che è detto del numero intiero,fenza
)ll ler le altre. A molti parue,che foflfe un afconderfi dietro ad un filo: ma non
)^ do trouar meglio,quefto palsò. Douendofi per tal caufa leuar dalli capi di
t na,&: dagli Anathematilmi le materie , che fi riferuauano, furono anco
1 grAnathematifmi,che reftauano, per maggior chiarezza , & ridotti ad
d i. Volendo ftabilir i Decreti contragli abufi, fu difficoltà doue porgIi:tra
xi. della fede non capiuano,e{rendo diceremonie , infiltra quei della rifor-
i'inpareuanocondecenti,per la diuerfità della materia:il porgli da fé, come
t zo gencre,era nouità,che alteraua l'ordine inftituico. Dopo niolta difputa
e idufoditralafciargliper mettergli poi infieme co' Decreti della Meila. I
p Iella riforma furono accettati fenza difficoltà, eircndo giàflabiliti da quei
;«' fimi:reftaua la forma del faluocondottOjche fu rimelTa a' Prefidenti,quali,
inatiiprattici di tal formule, la componeirero:che aiutò il Legato a far
9 quella,chedaRoma gli era (lata mandata.
^ luto il giorno undici Ottobbre,fecondo il modo ufato,s*andò alla Chiefa. f^f'^ Sef^ìont»
ir ì> la Mefla il Vefeouo di Maiorica:il Sermone fu fatto dall' Arciuefcouo di "'■^'' ^^'^'■'"
>i',tutto in encomio del Sacramento dell' Eucariftia : & fatte le altre lolite ^
t^ionie,dal Vefeouo celebrante fu letto il Decreto della dottrina:lafoftanza
l'ale fujChe la Sinodo,congregata per efpor l'antica fede , &: rimediar agli
:nmodicaufatidaUefette,ftn dal principio hebbe defideriod'tilirpar il lo-
t'cminato in materia dell' Eucariftia :perilche infegnando ladottana Cat-
^ijfempre creduta dalla Chiefa, prohibifceatutti i fedeli pcrrauuenircdi
Xx i]
34» CONCILIO DI TRENTO PapaGivlu]
e 1 3 13 credere,infegnare,o predicare altrimentcjdi quanto è efplicato. Prima infc i
LI. che iicirEucariftia, dopo la Confecracione , fi contiene Chrifto vero, re; ,,
{uftantialmentcfotto le apparentie delle cofe fenfibilijnon repugnando chi ^
fia in Cielcnel modo d'elter naturale^ nondimeno prefente in fua foftan
molti altri luoghi facramentalmentejcon un modo d'elTerejche fi crede per d
èc a pena fi può efprimer con parole:imperoche tutti gli antichi hanno prò (I
to,Chrifto hauer'inftituito quello Sacramento nell' ultima Cena,quando, .|
labcnedittionedel pane,& del vino,diire di dar' il filo corno , & il fiio fai u
con chiare & manifefte parole , lequali hauendo apertiihma fignificatic:
gran fi:eleratezza torcerle a figure imaginarie, negando la verità della carn ,
del (angue di Chrifiio-Infegna appreiTo, che Chrifto ha inftituiro quefto i :t
mento in memoria di {e>ordjnando che folfericenuto come fpiritual cib( :
anima,*?d come medicina per le colpe quotidiane, & prefisruatiuo da p( ,
mortali,pegno della futura gloria,&: Simbolo del Corpo delquale egli è ( p
Ecfeben quefto Sacramento ha di communecongli altri, che è fegno d o
facra;nondimeno,quefto ha ài propricche hauendo gli altri la virtù di fan e
neir ufo, quefto contiene l'autor della fantità inanzi l'ufo : imperoc ^
Apoftoli non ancora haueuano riccuuto l'Euchariftia di mano del Sis di
quando. egli diceua,che era fuo corpo : & femore la Chiefa ha creduto, le
corpo di Chrifto è fotto la fpecie di pane , & il l'angue fotto quella del vii .p
virtù della Confecratione: ma che per concomitanza ognuno è fotto ci£ m
delle fpecicj&tantOjfotto ciafcuna delle parti lorcquanto fotto ambedi^c
chiarando che per la confecratione del pane,&: del vino,fi fa una conuerfi le
tutta la foftanza d'efll nella foftanza del corpo,&: fangue di Chrifto , laqu; o
uerfione la Chiefa Cattolica ha chiamato Tranfoftantiatione , con te lù
conuenientej&proptio-.pcrilche i fedeli danno l'honor di latria debito a ii(
quelSacramento,&; religiofamente è ftato introdotto di lui far una pan ol
fefta ciafcun'anno,&: portarlo in Proceffione per i luoghi publici.Sim il: n
la confuetudine di conferuarlo in luogo facro è anrica,fino dal tempo de] o
cilio Niceno,& il portarlo agli infermi è cofa coftumata antichiflìmar il
oltra che è ragioneuole,& in molti Concili] commandata : & fé non con :n
chefia trattata alcuna cofa fanta fenza fantità, tanto più non fi potrà ai ir
quefto Sacramento fenza gran riuerenza,^ fatta prona difeftelTojlaqual o
hadaelTeresche niiFun hauendo peccato mortalmentcfe ben contritclo :e
fenza la Confeflìone facramentale : ilche debbia olferuar etiandio il Sace ol
che ha da celebrare,purche habbia commodità di confeirore , & non l'hai ne
debbia confeiTarfi immediate dopo. Infegna ancora eilèrui tre modi di r :u
rEucariftia.Vno folo Sacramentalmente,come fanno i peccatori : l'altro 'ii
tualmente,come di queili,che lo riceuono con fede viua,& defiderio:il te d
tutti doi i modi infieme , come quelli , che prouati nel modo difppra t
vanno a quella menfa:& per Traditione Apoftolica fi ha,& cefi fi debbe fé a;
che i Laici riceuino la Communione da Sacerdoti,& i Sacerdoti commm :1
aofe medefimi.Infìne prega la Sinodo tutti i Chriftianijche conueng: o
aGivlioIII. libro Q_y arto. 345,
i{:aclotcnna.Dopo,finito il Decuetcfurono letti gli undici Anatliematifmi.
[ìjntra chi negheràjche nell' Eucauiftia il contenga veia,L-eal,e foftantialmen-
orpOj&: iliangnccon l'animaj^ la diiiinità di Chrifto, cioè tutto Chrifto ^nathentA-
io:ma dirajchefìafolamente come in i"cgno,oiìguia,o virtù. II. Che nell' "^''
.riftiarefti la loftanza del pane5&: del vino,col corpo , &c fangue di Chrifto:
li 0 negherà quella mirabile conucrfione di tutta ioftanza del pane in corpo,
■( 1 vino in iangucreilandoui lolamente le fpeciejqual conucriìone la Chitia
i] naTranloftantiatione appofitiilìmamcnte. III. Che nel Sacramento dell*
riftia,rottociarcunaipecie,& lotto ciafcunapartcfatta la fcparationcnoa
e itcnga tutto Chrifto. IIII. Che,fattala Confecratione , non vi fiaj'lenoa
l?A' non inanzijO dopo}& che non vi rimanga nelle particole, che reitano
)ji la Communione. V. Che il principal frutto dell' Eucariftia fìa laremiflìon
;'i:ccati,ouero che altro effetto di quella non nafca. VI. Che Chrifto nell'
li nitia non debbe eircr' adorato d'honor di latria, & venerato con una fefta
u|colare,& portato in ProcelTioncj&efpofto in luogo publico per elFei-'ado-
t onero chegH adoratori fìano idolatri. VII. Che non fìa lecito feruarlo in
DDfacrOjmaconuenga diftribuirlo agli aftanti ; ouero , che non fìa lecito
Midohonoreuolmente agi' infermi. VIII. Che Chrifto nell' Eucariftia fìa
a ;iato iblo fpiritualmente , & non facramentalmente , & realmente. IX.
Ij i fedeli adulti non fìano tenuti ogni anno,almeno alla Pafca, communicar-
i . Che non fìa lecito, al Sacerdote che celebra , communicar fé ftelfo. XL
lj!afolafedeèftifficientepreparationeper riceuerlo. Dichiarando in fine,
U a preparatione debbia elfer per mezzo della Confeflìone Sacramentale;
HI idoper fcommunicato chi inregnerà,predicherà,afFermeràpertinacemen-
,c ifenderà in publica difputa il contrario.
1 Decreto'della riforma contiene,prima una longa ammonitionc a' Vefcoui r>«r«o </» r/-
u r la giuiifdittione con moderatione , & carità : poi determina , che nelle f°^*»f intorno
u di vi{ìta,correttione,&inhabilità,& nelle criminali.non fi podi appellare «/^'*<^'«*'#>
il c(couo,o Tuo Vicario gencrale,inanzi la deffinitiua, d'una interlocutoriaj "°" "^^'•^"'"''
u ) da granarne irreparabile,&quàdo vi faràluogo d'appellatione,&s'haucrà
ui mettere per autorità Apoftolica inpamùns, non fìa cómeira ad altri,che al
ÌQopolitano,& ftio Vicariojouero quado cglifolfe fofpettOjO troppo lótano,
è uifoireappellat05nólìacómefra,lenóadunVel'cQuovicino,oad un Vica-
)■ he il reo appellante iìa tenuto ncllai'econda inftanza produrre gli atti della
:iii)douendogli cifere dati in termine di trenta giorni fenza pagamento.Che
\rcouo,& il ft^o Vicario geneialejpofTì proceder contra ciafcuno alla con-
u atione,& depofìtione verbale, 3c polTi anco degradar folenncmente con
iftcnza di tanti Abbati dimitia, & paftorali,i'e ne hauerà, onero dialtrcde-
li Ecdefìaftiche di quanti Vefcoui la prcfcnza da' Canoni è ricercata.Che il
^1 )Uo , come delegato , poflì conofcere dell' alTolutione d'ogni inquiiìto , &c
^luemiffìone della pena d'ogni condannato da lui fommariamente:&5
)firidogli che fìa ottenuta con narrar' il fallo, o tacer' il vero,non fai gliela
'Qa.Che un Vefcouo non polli effer citaco a comparcr perfonalraentcfe non
Xx iij
3p CONCILIO DI TRENTO PapaGiviio
—^13 IO per caufapef quale meritafTe eilèr depoft:o,o priuatojcon qual fi voglia form:
LI. giudici© fi proccda.Che i teftimonij,in caula criminalejcontra il Vefcouoju
po(fiiio efTerriceuuti per informatione,fe non fono contefti. Se di buona fa:
caftigandogli grauementcfe haueranno deporto per affetto : & lecaufe crii
nah de' Velcoui non poflìno efièr terminate, fcnon dal Pontefice.
f^o decreto Fu dopo di quefto , publicato un' altro Decreto , nelquale là Sinodo dio t
della SUtione ^.j^^^ defiderando eftirpar tutti gli errori» haueua trattato accuratamente qua i
de Cfifi àtlU ^f {. jj-oli, I. Se era neceflario alla ralute,& commandato da Dio , che tutti e
dottrina, deliriceueffero il Sacramento fotto ambedue le fpecie. 1 1. Se meno riceu; ]
communica con una>che con ambedue. I lI.Se la Santa Chiefa ha errato e a
municando con la fola fpecie del pane i Laici,& i Sacerdoti,che non celebi; 3
IIII.Sc anco i fanciullini debbono elTer communicati. Ma,perche i Protefl t
di Germania delìderanod'cirer' uditi fopra quelli Articoli inanzi la definiti e
& per ciò hanno dimandato faluocondotto di venirc,ftare,liberamente par e
de proponcre , Spartire, la Sinodo , fperando di ridurgli nella concordia d 1
fede,fperanzaj&; caritàjcondefcendendo loro,gli ha dato fede publica^ cioi .1
uocondotto, quanto s'afpetta a leijdeU' infrafcritto tenore,& ha differito a fi
nir quelli Articoli fino al venticinque Gennaro del feguentc anno» ordin; l(
infieme che in quella Seflìone fi tratti del Sacrificio della MelTajComecofa n
neifa j Se tra tanto nella Seflloneproflìma, che farà a' venticinque Noueml ,1
tratti de' Sacramenti della Penitenza,6<: dell' Eftrema Ontione.
tmer deiSd- Il tenore del Saluocondotto era. Che la Santa Sinodo concede pubHca le
wcwiomi piena ficurezza,cioè faluocondotto,con tutte le claufule neceiraric,&: opp a
ne, ancorché ricercafiero fpecial' efpreifione,per quanto s'afpetta ad ellaja :d
le perfone Ecclefiaftichc, & Secolari, di Germania,di qualonque gradella &
qualità fiano , lequali vorranno venir' a quefto general Conciho ; che pò 3(
con ogni libertà conferÌ!:e,proponere,& trattare , venire,ftare, prefentar' ar 0
li,o in fcrittura,o in parola,confctir co' Padri deputati dalla Sinodo, Se dif] la
re fenzaingiuria,(Sc villanic&partirfi quando a loro piacerà. Compiace) :
in olerà ella Sinodo, che, fepermaggior loro libertà, &ficurtà,defiderera a
che gli fiano deputati giudici per i delitti commcflì , o che commetterann( m
corchcfoifcro enormi, & fentiircrod'herefia,pofl[ìno nominar quelli, eh la
gllyfmhafcia- ueranno perbeneuoli. Dopo di quefto fu letto il Mandato di Gioachino E
dori dt Bratì'^ lettor di Brandeburg, nelle perfone di ChriftoforoStrairen,Iurifconfulti &
et urgjem « qi^^^j-^j^j Otfmanno,mandati Ambafciatori al Concilio. Dal primo fu fai u-
' na longa oratione,moftrando la buona volontà,^: la riuerenza del fuo Prei pt
verfo i Padrijfenza dichiararfi più oltre quello che fentilfe in materia della li-
fittor rij^o- gione.Furifpofto dalla Sinodo;cioè,dalPromotore,per fuo nome,hauer fé ito
ficconprender congranpiacer il ragionamento dell' Ambalciatore , Se muffirne inquell;,ar-
gran vantag- j-e^Jouc quel Prencipe fifottomette al Concilio, &: promette d'oflèruare ,)c-
giopd Cona- ^(-et-ijfperando che alla promcifa farà corrifpofto anco co' fatti. Ma,la prò éi
' de' Brandebùrgici fu notata da molti : perche l'Elettore era della Confel '"<
Auguftana, Se fi fapeua chiaro, chegV intereflìlo moueuano ad operar co p'
'il
aGivlioIII. libro QVARTO. 551
apparenza>accio daRoiTia,& da' Cattolici di Geimaniafofle ceHàro dagl' cio io
ft;^dimenti,chc metteuano a Federico fuo figlio,elctto Arciuefcouo di Mag^ li.
;l igda'Canonici:Bcneficio,alquale è gionto un Principato molto grande,«i^
e >. La rifpofl:a,data dal Concilio,n0 fu meno ammirata,per una belliflìma5&:
ai ntaggiolìffima maniera di contattare, ftipulando dieci , & per virtù della
X ulta pretendendo diecimila,6<: non minor proporr ione è da quel numero a
1 ;o, che dalla riuerenza promeila dall' Elettore ,alla loggcttione riceuura
li Sinodo.Sidiceua ben in difeia>che laSino<ilo non haueua guardato alle
3!Jettc,maaquelle,che fi doueuano dire:& quefto eirerc un lGlito,& pio
ijraméto della Santa Chiefa Romana,che condcicendédo alla debolezza de'
g moftra hauer' intcro>che habbiano coraplito al loro debito:cofì hauendo i
à idei Concilio Cartaginefe fcrittoaPapalnnocentioprimOjdandoglicon-
> bauer condannato Ccleftino>& Pelagio > ricercandolo che il conformaire
llichiaratione loroieglirirpofejlodandoglijche , come memori dell' antica
r icioiie,& dell' Ecclcliaftica difciplinajhauellèro riferito il tutto al giudicio
K lalqualc tutti debbono imparare,chi airoluere , & chi condannare.Et vera-
K ce quefto è un modo gratioi'o di far dir agli huomini con illcntio qucllojche
jó vogliono con parole.
oisfeguendo l'intimatione fetta all' Abbate di Bellofana > di esibirgli in n condito ' '
ji] to tempo la rifpofta alle lettere,& proteftatione Regia, fu da' Curfori prò- /paride alle Ut-
li iato alla porta della Chieia, fé alcuno era là per il Rè Chriftianiflìmo,ma, ttredtl n^è di
0 compario alcuno,perche il Coniìglio Regio haueua giudicato che alciino ^^^(ki
ci compariiTejper non entrar' ine onteftatione di caufa,mafl[imc non potendo
'] tar rifpofta,fe non formata in Roma dal Papa,& da' Spagnuoli ; fece il Pro-
li 3i' inftanza,che la riipofta decretata fofle publicamente letta,& cofi accon-
ci :ndo i Preiidenti,fi eHeguì.La foilanza di quella fu,Che i Padri,dopo hauer
01 :etto una gran Iperanza ne' fauori del Rè,haueuano fentito grandillìmo
ii acereper le parole del Noncio fu0,cheglie l'haueua fminuità: però non
h leuano perduta affattojfapendo dinonhauerglidato caufa alcuna di reitar'
i b:&: quanto a quello che diirejefTer' i\ Concilio congregato per utilità d'al-
u pochi,& per fini priuati,non hauer luogo in loro,Ghe non dal Papa preleji-
: lo,ma anco da Paolo terzo furono congrcgati,per eftirpar rhereiìe,& rifor-
n la difciplina,che non può efTei caufa più commune,& più pia. Pregauanlo
il fciar' andar' i fuoiVefcoui ad aiutare quefta fanta opera, doue haueranno
ì\ i libertà:& le con patienzaxSi attentione , fu udito il ilio Noncio,con rutta
iperfonapriuata,&:che portaua cofe difpiaceuoli , quanto maggiormente
)f one di tanta degnità faranno ben vedutcìSoggiongendo però , che anco (eti'
'à uelli , il Concilio hauerà la fua degnità, & autorità, eiTendo Icgitimamentc
:c uocato,&; per giufte caufe rcftituito. Et quanto a qucllo,che Sua Maeftà
^[(.ftòdiuiare i rimedi) coftumati da' fuoi maggiori, hauer la Sinodo buona
if anza, che nonfoilèper rimetter in piedi le cofe già abrogate con grande
Weftclo di quella corona: ma, rifguardando a' fuoi maggiori, al nome del Rè
-;iftiani(fimo, & alPadrcFraiKcfcojchehonorò quella Sinodo , feguiiando
35i CONCILIO DI TRENTO Papa Givlio r,
ci3 i3 queir efTempiojnon vorrà eifer' ingrato à Dio>& alla Madre Cliiefa>mapiut V
L I . per le caufe publiche condonerà le ofFefe priuate.
pudktj fopYA Furono immediate ftampati i Decreti della Seflìone-.quali vifti in Germajj
i decreti fudet' ^altroue con curiofità, per quello che afpetta all' Eucariftia, diede dap.a
***' alTai in più cofe.Prima,petche, trattando del modo dell' efl[ìftenza,dice,c:i
penufipuo efprimerconparolcSc nondimeno dopo s'afferma , che lacont
lionc è chiamata propriamente Tranroftantiatiorie,&: in un' altro luogo , e <
termmeconuenientiffimoiilcheelTendojnon bifogna far dubiodi poter e :i
merlo propriamente.Si diceua di piu>che hauendo dichiarato , che Chrifto o
pò la benedittione del panej&: vinoidilTcquello che daua eifer' il Tuo corpO: \,
Ilio fangucveniua a determinare contra tutti i Theologi,& contra l'openioi i
tutta la ChiefaRomanajche le parole della Confecratione non foirero qu e;
cioèjQoeftoè ilmio corpo :poiche affermò elfer dopo la confecratione d t
Mailprouare,cheil corpo del Signore ila nell' Eucariftia inanzi l'ufo >peic
Chrifìo la dilfe fuo corpo nel porgerla, deprima che da' difcepoli folfe ricci a
moftraua diprefuppore,che il porger non perteneffe all' ufo : cofa>che appa n
in contrario.Era anco notato,come parlare molto impropriojl'ufato nel qu :o
capo della dottrina,dicendo> che a quello Sacramento era debito il culto < li-
nojpoiche e certo per Sacramento non intenderfi la cofa fìgnifìcata, o cont i-
ta,ma la fìgnificante,6c continente: & però meglio nel Canone fefto elfcre 1 :o
correttojcon dire> che lì debba adorar il Figliuol di Dio nel Sacraméto.Fa z o
notata quella parola nell' Anathematifmo terzo,Che tutto Chrifto fìa in {•
cunadelleparti,dopo fatta la feparatione : poiché di là par neceffario inft d
che non fia tutto in ciafcuna delle parti,ctiandio inanzi la diuifione.
Della riforma fidoleuanoiPretijche l'autorità de' Vefcoui folfe aggran :a
troppo,& il Clero ridotto in feruitù.Ma i Proteftanti,vedutoquelcapo,do lì
diccjche richiedeuano d'eifere uditi in quattro articoli foli,reftarono tutti ^ li
dimarauigliajdachi potcua elfere ftata fatta una tal inftanza per loro ne Ci
poiché eftì haueuano tante Se tante volte,nelle publiche Diete , de in altre ( t-
turepubliche,detto,& replicatojchevoleuanoladifcuftìonedituttele mal ic
controuerfe,nevoleuanoriceuet' alcuna cofa delle" già determinate in Tre 3;
mache il tutto folfe reeiTaminato.Laforma del faluocondotto fu anco da j 0
giudicata molto captiofa,mentreche,cofi nel decreto del concederloj come z\
medefimo tenore d'elfojvi era la claufulariferuatiuajquanto s'afpetta ad eff i-
nodoiperchenonelferui alcuno, che dimandi all' altro fenon quello, che a li
s'afpetta concedere : ma quefta affettata diligenza d'efprimerlo , 6c replica )i
elfer' indiciojche già fi folfe efcogitatounmodo,comecontrauenire,6cfcu i)
fopra altri:& non dubitauano,che la mente della Sinodo hauelfe mira alaf u
apertaunaportaalPapa,dipotercolf honor, &: fuo , &: del Concilio, op u:
quello,che folfe ftato di feruitio di ambedue: olerà che quel trattar di dep ir
giudici per cofehereticalicommelfe,ouero che fi commettelfero, pareua 1 0
unafortedireteperprenderdentro alcun' incauto, Sino i Pedanti fé nerid( i-
nojche il verbo principale folfe più di cencinquanta parole lontano dal pri i'
:vGivLioIIL LIBRO QJV" ARTO. }y,
ifsò era' Proreftanti un conrenro5&; voce commiincdi non contentarfene, ""cT^"! ^
rféin qucilo^ma chiedere un' altro, che folTe nel renor' a punto di quello, li.
?de il Concilio Bafìleenfe a' Bohemi:quaI Te folle concciro,otteneuano un
i|onto,cioè,chelecontroucr/ìefolfero dccifeconla diuinaScritturauna fé
ife dat Ojhaueiìcro come ifcufarii appreffo l'Iinpcratorc.
iorno icguentelaScflìoncfuCongrcgatione generale, per difponcre di CongregAtione
della Penitenza, & EftremaOntione,& di continuar la riforma. Facon- 5«»'^>-'*^«J
o,che da' Thcologi era (lato ecceduto il modo piefcritto di trattare,ondc
nate contcntioni,lequali non potcuano feruire a rendergli tutti uniti
t: i Lutherani:che però bifognauarinouar' il Decreto, non permettendo,
(i /ino ragioni di fcole , ma fi parli pofitiuamente , & fcruando anco i'ordi-
ual era ben di nuouo fermare ; coCi , perche il non hauerlo oiferuato ha-
aitorito confusione ; coitiC , perche i Fiaminghi fi doleuano che non
> mito quel conto di loro,che meritauanoj& l'ifteifo faceuano i Theologi,
^^^o co' Prelati di Germania. Il trattar della Penitenza, &c dell' Eftrema
0 ócragià decifo:fu detto qualche parola in materia dirifoima:&: deputati
1 he col Noncio Veronefe ordinaircro gli articoli in materia della fede ; Se
il )ntino in materia della riforma.In materia di fede,furono formatidodi- ,. ...
:i Al fopra il Sacramento della Penitenza,tratti di parola in parola da' libri mJreUrtkoli
[i ino,& altri fuoi difcepolijper elfer difputati da' Theologi,fe fi doueuano della Penitcn-^
ri r heretici,& come tali dannarglirliquali furono talmente mutati , & al- ^«j
il :1 formar gli Anathematifmi,dopo uditi i voti de' Theologi, che non
n|)ne veftigio è luperfluo recitargli. A quefti articoli furono congionti
ti altri dell' Eftrema ontioncpcr tutto corrifpondenti a' quattro Anathc- '^il^'^Pretm
fi ftabiliti.Nelmedefimo foglio, doue erano gli articoli defcritti , erano ^"''°"^»
K citieDecretitGhe i Theologi douclfero dir' il parer lorctraendolo dal-
:i Sciitturà,TraditioniApoftoHche,Sacri Concili] jCoftitutionijik auto-
e Girimi Pontefici,& Santi PadrÌ5& dalconfcnfo della Chiefa Cattolica,
)i liràjfuggendo le queftioni inutili,& le c6tentior>i pertinaci.Che l'ordi-
l ularfollè,prima,de' mandati dal fommo Pontefice: In fecódo luogo de'
it lairimpcratorc:in terzo luogo di quei di Louanio,madati dalla Regina:
12 0 de' Theologi venuti con gli Elettori; in quinto de' Chierici fecolari
K le promotioni loro: in fefto de' Regolari fccondoi loro Ordini.Chele
^1 ^ationi follerò fatte due volte al dì,la matina da quattordici hore fino a
et;:ildopopranfodaventifinoaventitre.Gliarticolidellariformafurono , _./.
a^quindici:iquali corrifpondendo a' capi,che poi furono ftabiliti,eccctto ff,J '
1 )tlccimo,nelquale fi proponeua di ftatuire , che non fi potclFero , dar
in commcnda,fenon a perfona che hauelFe la medcfima età ricercata
Icge a chi debbe hauerlo in titolo: ilqual articolo quando di luifiparlò.fu UPapa profe-
nTitcpoftoinfilentio,comequello,chc impediua molti Prelati dalrinon- gtte k i .flange
i':nefìcij a' Nepoti. «' -'»'«'W' di
Plitcfìce, ilqual ( come s'è detto ) fcriife lettere a Suizzeri Cartolici, in- ^'"J""' "^^"^
itJ^li al Concilio, continuò femprepermezzo degli uffici) di Gieronimo darnl-"^'"
I Yy ■ -
maniera.
^554 CONCILIO DI TRENTO PapaGivlic
ci3 i3 Franccfuo Ambafeiatote ,afar la fteffa inftanza : nelcheanco eraaiui;
LI. Cefarclncontrario operaua il Rè di Francia, per mezzo di Morleo Mul
Ambaiciacoicaiutato dal Vergericilquale come coiilcio de lecreti,& fii
manijgli fomminiftrò il modo di perlliadei- quella Natione:& fcrilTe ance
bi'o in quella materiajfi che nella Dieta di 3ada,che all'horalì tenncnon
Saizzcri £uangclici,ma i Cattolici ancora, reftarono periuafidi non man
cuno'.&iGriloiiipergli auuertimenti del Vergeno , entrati in folpetto
Ponteiìce machinaire cola di lor pregiudicio , richiamarono Thomafo^I
Vefcouo di Coira,che già era nel Concilio.
gli articoli fo- LiTrcnto furono follecitate le Congregationi de' Theologi, daquali
m dijcujU f^ parlò con lordine de' dodici articoli propofti, fu nondimeno trattata
_f_"f "** materia della Penitenza,non folo fecondo che i Scolaftici,ma anco con i
noniftilatrattanOjfeguendoGiatianOjche ne fece una queftione , per i
ghezza fua diuifapoi in fei Diftintionij& l'efler flato da' Prendenti prefi
modo di dedurre,i5cprouarleconclufioniperi cinque luoghi fopradetl
fece cuicar la prolinrità,&: fuperfluità;& le inutili , Se vane qucftioni j am j
occafione a maggiori abufi: poiché parlando fcolafticamente,li ftaua i
nella materia,& il dilcorfo era tutto ferio,& feuero. Con quefto nuouc n
che chiamauano pofitiuo( voce Italiana, tratta dal veftir femplice , &; 1 z
pcrfluiornamenti)hdaua nell' inettie. Allegando la Diuina Scrittura ii
portati tutti i luogi de' Profeti , 6c de' Salmi, maflìme,doue fi troua i e
Conjueory&c il iuo veibale,Co»/?j?w,che nell' Hebrco fignifica lode,o più l
ligiofa profcffione,& (Irafcinati al Sacramento della Confeffìone5& qu o
meno era in propoucctirate dal Vecchio Teftamento figure, per moil :e
era prefignificatai fenza alcun rifguardo , fé fi applicauano con fimiliti; i(
quello fi ccncua più doctOjche più portaua in tauola-.tuttii riti fignificat d
milcàjdolorc, & pentimento, ufato da confitenti, fi chiamauano ardi n(
tradicioniApollolicheifarono narrati innumcrabili miracoli antichi,(* io
ni,auLrcnuci in bene a' denoti della Confeffione , & in male a' neglii iti
fpiczzatori.Furono piti volte recitate tutte le autorità,allegate da Gran 3)
dargli però var!j3& diutifi fenfijfecondo il propofito, <k aggiontoneai )<ì
altrc:& chi fenciua a parlare quei Dottcri,nonpoteuaconciudere,fe no :lii
Apolrol:,& gli antichi Vefcoui, mai faceiFero altro , che, o ftar in gii: di
confclFarfiio tentati a confelfar' altri. In fomma, quello, in che tutti tei ini
nOiik che più faceua in propolìro,era il Concilio Fiorentino. Tra le i r
non fi vede cola degna d'efierne fatta particolarmentione,laqual non i.
dadircrecitandolaioftanzadelladottrina-.ma quello era necelfario no a
Da quelli falci di varie iorti di paglia portati nell' aia, non è marauig )
barrato grano di genere diuerictraendonei capi della dottrina, laqua?!
miftura,a pochi piacque intieramente j ne fu feruato in quefla mater n
neir altrcjdi non dannar' alcuna openione de' Cattolici , ma-doue vai: rais
pareri tra i Thcologi,far refprelliua con tal temperamento , che tutt ep
riceueircro lodisfattione.liche coftringe a non tener l'ordine incomn icl^
JpA GivLio IH. LIBRO QJV ARTO. ^ST
vjfponer prima la foftanza del Decreto , come fu ftabilito per leggere nella ci3 i3
z\one; & foggiongendo quello > che le fteire perfone del Concilio non ap- li.
r^iauano.
:a adonqueil Decreto, che quantonque trattando della Giuftificatione,lì «»">■ «^«^ 0«.*
(( molto parlato del Sacramento della Penitenza ; nondimeno , per eftirpar'^''*''' /">'>»«^''-
i]:fì errori di quella età , conueniua illuftrar la verità Cattolica ; laqual la
in Sinodo propuone da olferuare perpetuamente a tutti i Chriftianij iog-
o^endojche la Penitenza fu fempre neceifaria in ogni fecolo:&jdopo Chii-
» knco a quelli j che hanno da riceuere il Battefimo, ma quefta non è Sacra-
sijo.Ve n'è una altra inftituita da Chrifto,quandoj foffiando vcrfo i difcepo-
^idiede lo Spirito SantOjper rimettere,& ritener i peccati ; cioè, riconciliare
•cii caduti in peccato dopo il Battelìmorche coi! hafempre intefo la Chiefa,
kìanta Sinodo approua quello elFer' il fenfo delle parole del Signore :con-
n indo quellijche le intendono ellèr dette per la poteftà di predicar l'Euan-
1* Quello Sacramento eiler differente dal Battemmo 3 oltra che,lamateria,&
:cna dell' uno ,& dell' altro,fonodiuerfe: perche ilminiftro del Battemmo
n giudice, ma il peccatore dopo ilBattefìmofìprefentainanzi al tribunal
[,cerdote,comereo,perel^r liberato, con lafentenzadi quello : & per il
ti imo lìriceue una intiera remiflìone de' peccati, doue per la Penitenza
n riceue fenzapianti,&: fatiche. Et quello Sacramento è coli necelfario a'
:«:ori dopoilBatteiìmojComeilBattefnTiomedeiunoachi non l'ha ancora
CI ito.Ma la forma d'elfo Ha nelle parole del Miniftrojlo t'aifoluo : allequali
MJ ggionte altre preghiere lodeuolmente, fé ben non necellarie : &c la quali
iti ;a di elfo Sacramento,fono la Contritione , Confelfione , & Sodisfattio-
e per ciò fono chiamate parti della Penitenza.La cofa fignificata,&: l'eifet-
di Sacramento è la riconciliatione con Dio , dallaquale ne nafce qualche
li a pace,&: ferenità di confcienza. Et per ciò la Sinodo condanna quelli,
>j ngono le parti della penitenza,li fpauenti della confcienza,& la fede. La
n itione e un dolor d'animo per il peccato commeifojcon propofito di non
:qpiu, & fu fempre necelfaria in ogni tempo: ma nel peccatore dopo il
Inno è preparationeallaremiflìonede'peccati, quando Ila congionto col
>p(ìto di far tutto quel refto,che 11 richiede,perriceuerlegitimamente que-
S:ramento.La Contritione non è il folo ceifardal peccato,ouero il propo-
ni to,o principio di nuouavita,ma anco inlìeme odio della paifata.Etjquan-
ice alle volte la Contritione lì congionga con la carità, & reconcilij l'huo-
«a)io,inanzi che riceuuto il Sacramento ; nondimeno non fé gli può afcri-
cjfta virtù,fenza il propolìto di riceuerlo. Ma l'attritione, che nafce o per
31 :ezza del peccato,o per il timor della pena, con fperanza di pcrdono,non
ij criiìa,madono di Dio,dalquale il penitente aiutato,s'incamina a riceuer
^ilicia: &feben quella non puo,fenza Sacramento, condurre alla giuftilì-
i<ie,dirpone nondimeno ad impetrar la gratia da Dio nel Sacramento della
linza.Dallequalicofe la Chiefa hafempre intefo,che Chrifto habbia inlli-
i^c:i Confelfione intiera de' peccati, come necelfaria per legge diuina, a'ca-
Yy i,
55<^ CONCILIO DI TRENTO Papa GivluI
CI 3 i3 duti dopo ilBatteiìmo:perclie, hauendo inftituito i Sacerdoti/uoi vicarili
Li- dici di tutti i peccati mortali , certa cofa è, che non poironoelTercitare il^:
cio/enza cognitione della caufa, ne feriiar l'equità ndl' imponere le pem
peccati non gli fono manifeftati iìngolarmentc,& non in genere : perilch(l
nitentc nella Confeflloncdebbe narrar tutti i peccati mortali, etiandiocj
tiffimi : poiché i veniali/cbenfìpoirono confcflTarejfipoironoancotacÈiJ
colpa. Ma di qua anco nai'cejche è necefìàrio d'elplicar in Confeffione <
conilanze, che mutano fpecie, non potendoli altramente giudicarla gta^
degli ecce{fi>& imponer condegna pena:onde è cofa empia dire,Che quel 1
tediConfeflìonefìa impoflìbile,o che ila una carnifìcina della confcienip
che non fi ricerca altro, fé non che il peccatore, dopo hauerfi diligente 3
eiraminatojconfeffi quello, che fi raccorda, poiché i finenticati s'intende >
clufi nella medefima confeflione. Etjfe ben Chrifto non ha prohibito la p i|
confefllone, non l'ha però commandata, ne farebbe utile il commandar ;1
peccati,ma(rimefecreci,ficonfeiraireroinpublico:onde,hauendo i Pad ."(
pre lodato la Confeflìone facramentale fecreta,viene ributtata la vana ca n
di quelli,chelachiamano,Inuentionehumana,efcogitata dal Concilio' [(
nenfe,ilquale non ordinò la Confefllone; ma ben,che quella folle elfeg a
meno unavoltaall' anno.Ma,quanto.al miniftro, dichiara la Sinodo»,el- i
quelle dottrine , che eftendono a tutti i fedeli il minifterio delle chiaui, 1
torità data da Chrifto di ligare,& fciogliere ; rimettere,^ ritenere rpeci i
blici,con lacorrettione;.òcifecreti,per confeflìone fpontanea:& infe^ ,,(
i Sacerdoti,ancor che peccatori, hanno l'autorità di rimettere i peccati q
non è un nudo minifterio di dichiarar che i peccati fono rimcflì;ma a
giud iciale : perilcheniilun dcbbe fondarfi fopra la fua fede,riputando cb "ci
contritione,<5<: fenza il Sacerdote, che habbia animo d'afioluerlo, pofTì ] u
remi{rionc.Ma,perche la fentenza è nulla , pronunciata contra chi non 10
to,è nulla anco raifolutione del Sacerdote, che non habbia autorità del at
ordinaria ioprai penitenti :& anco i maggiori Sacerdoti ragioneuclm ce
feruano a fé alcuni delitti più graui,& meritamente Io fail;Papa,& non a
bitarc, che i Vefcoui non lo pollino fare ciafcuno nella fua diocefi.Et qi la
ferua non è per loia politia efterna, ma è di vigore anco inanzi a Dio. re
{empre oiVcruato nella Chiei'a, che in articolo di morte,tutti i Sacerdoti -fli
alToluere ogni penitente da qualonque cafo. Della Satisfattione,laSin( K
dichiarajchcrimeifa la colpa,non è condonata tutta la pena; non elTeni C(
ueniente, che con tanta facilità fia riceuuto in gratia chi ha peccato ii m
Battefimojcoraedopo; & fia lafciato il peccatore fcnza freno,che lo rit;da
altri peccati : anzijconuenendo che s'affimigli a Chrifto, che, patendo f 16
tisfecepernoijdalqualericeuono anco forzale fatisfattioninoftre,corE'ia
offerte al Padre, & per fua intere effione riceuute. Però debbono i St'i^
imponer le fatisfattioniconuenienti,rifguardando non foloa cuftodir pe
tente da nuoui peccati, ma anco acaftigari palfati: dichiarando nondic-
che fi facisfajnon folo con le pene fpontaneamentc riceuute > ouero imp ^'
mf.
.aGivlioIII. libro QVARTO. 357
rrdore > ma ancora con foppoicare in patienza i flagelli mandati dalla Mac- e 1 3 lO
3iuina. ^^\
n conformità di qucfta dottrina , furono anco formati quindici anathema- ''ythematlf"
j li. I. Centra chi diràjChe la Penitenza non Cu vero, ic propriamente Sa-
[ nento , inftituito da Chrillo , per riconciliare i peccatori dopo il Batteilmo.
; Che il Battefimo fia il Sacramento della penitenza,ouero che elfo non Ila la
inda tauola>dopo il naufragio. III. Che le parole di Chrilto, Qmrum rcrni-
ùpeccatUyWon^'hviQnàono del Sacramento della penitenzajmadeli' autori-
i predicar l'Euangelio. Il II. Che non fi ricerchi la Contritione, Confef-
e> & Satisfattione, per quail materia , & come parti della Penitenza : onero
, Che li fpauenti della cofcienza>& la fedcsfiano parti. V. ChelaContri-
e non (ìa utile, ma faccia hipocrita, & fìa dolor sforzato, & non libero. VI.
; la Confeffion Sacramentale non /ìa inftituita, !k. necciraria,per legge Diui- *a
'f > che il modo di confelfarfì al Sacerdote in fecreto , (ìa inuentionc humana.
. Che non riancceifarioconfeirar tutti i peccati mortali, etiandiooccoltii
circonllanze,che mutano fpecie. Vili. Che quefta fia impofribile ; o-
, che tutti non fiano obligacl a quella una volta l'anno , iecondo il precetta
tì Concilio Lateranenfe. I X. Che raifolution Sacramentale non fia atto
;i|liciale,maminifterio di dichiarar la remiffionc de' peccati a chi crede joue-
a :he una alfolutione data per gioco gioui : onero , che non fi vi ricerchi la
^feflìone del penitente. X. Che i Sacerdoti in peccato mortale non han-
c oteftà diligare & fciogliere; onero che tutti i fedeli habbiano qucfta pote-
à X I. Che i Vefcoui non habbiano autorità dirii'eruar cafì,fenonperpo-
it efterna. X 1 1. Che tutta la pena lìa rimelfa infìeme con la colpa ; oc che
h fatisfattione non il ric|?rc4ii, fenon fede, che Chriftohabbiafatisfatto.
C, I.Chenonfi fatisfacciajìfopprortandoleafflittioni mandate da Dio,le pene
n )fl;e dalSacerdote,& lefpontaneamentepigliate:òcche l'ottima penitenza,
a lo la vita nuoua. XIV. Che le fatisfattioni non fono culto diuino,ma tra-
ii mi humane.X V. Chele chiaui della Chiefaiìanofolaincnte per fciogliere,
■i.jnperligare.
iThcologidiLouanio oppofero al particolare della riferuatione de' cafì, cotefi'daTeo'
hioneracofa di tanta chiarezza-.perchenons'haurcbbetrouato, che Padre ^"S,^^^ Lom-
lo 10 mai di ciò hauelfe parlato : & che Durando,che fu Penitentiero; & Ger- "'"' * ^^ ^*^'''
ojSc Gaetano,tutti aftermano , che non peccati , ma cenfure tono riferuate al ""*'
^a i'.& per tanto era tropo rigida cofa hauer per hcretico, chi fentifle altrimen-
e.' ciche haueuanocongiontifeco iTheologi di Coloniajiquali chiaramente
lÙLiano, che non s'haurebbe trouato alcun'antico, che parlaifc, fenon di ri-
viitione de' peccati '^ublici: &c che il condannar ilCancellario Pariilenfe,
i: 3 pio, &c cattolico icrittore , che biafimaua le riferue, non era condecente.
J gli heretici foleuano dire , Quefte riierue elfer per uccellar danari ; come
n. > dilTe il Cardinal Campeggio nella fua riforma,& che fé gli daua occafìone
d riuere contra ; al che i Theologi non haurebboao rifpofto , ne potuto ri-
pudcre..
Yy iij
358 CONCILIO DPTRENTO PapaGiviic
~Qi3 iD Et pertanto do uerfì moderare coflladottrinaj come il Canone, in mar
LI. che non dia fcandalo , & non offendi alcun Cattolico. Imedefimi Coloni
diccuano,per quello che tocca all' intelligenza delle parole, ^«<ef««^«f/^,
ntÌ4,h qual è condannata nel decimo Canoniche efpreiramente &c formali ■
te,TheotìÌatto cofi l'intende, & che il condannarlo farà dar' allegrezza agi
uerrarij:&:per quel che nell' ultimo vien detto, che la poteftà di legare s'int i
quanto air in>porre le penitentie,auuertirono,cheli Santi vecchi cofinon .
no intefo , ma ligare intendeuano far attener dal riceucr' i Sacramenti, fine (
compita fatisfattione . Dimandauano ancora,che Ci douelTe far mentione l
penitenza pubiica tanto commendata da' Padri , da Cipriano maflìme , & ,
Gregorio Papa:che in molte epiftole la dichiara neceilaria de iure diurno ; la i
le, fenon il rimette in ufojquanto agli heretici,& publici peccatori, mai la e
mania fi libererà : oc con tutto ciò , il Decreto cofì nella dottrina, come ne I;
noni,non folo non ne dice parola a fauore,ma più tofto la fnerua, & gli d( a
Defiderauano ancora,che fi dichiaraife qualche legno efterno certo,per ras r
del Sacramento: perche altramente non firifponderà mai allaobiettione g
. auuerfarij.
tàx France- ^> Theologi Francefcani 'due cofe fopra modo difpiaceuano : l'una, Yì n
' dichiaràto,per materia del Sacramento,laContritione,Confe{lìone,6«:Sat a
tionernon perche non le haueilero per neceffarij requiiìti alla Penitenza: n li
per parti eirentiali d'effa : diceuano , Eifer cofa chiara, che la materia ha di ìi
cofa,che dal Miniftro è applicata al recipiente^: non ope ratione del reci ^c
te medelìmo:che in tutti i Sacramenti quello appare : Se però elTer grand' ir «
ueniente,metter gli atti del penitente per parte del Sacramento.Elìer cofa k
bitata,che la Concritionenonfì ricerca meno al Sacramento del Battefìm( li
a quello della Penitenza: &: pur tuttauia no fi mette per parte del Batteiìmo h
gli antichi,inanzi il Battefimojricercauano la Confefllone de'peccati,con in
co S.Giouanni da quelli,che battezzauaj^^ faceuano anco ftar i Catecume il
penitenze : & nondimeno nilfun diffe mai, che quelle foffero parti , ne ms ci
del Batte{ìmo:& però condannar quefta openione,tenuta dagli antichi Th lo
gi della religione Francercana,& anco al prefente da tutta la Scola di Pari; ^r
un paffar' i termini. Ancora filamentauanojche folfe dichiarato per her( i)i
dircL'affolutione Sacramentale elFer declaratiua:poiche quello fu il fenfo et
to di S.Girolamo: & il Maeftro delle Sentenze,&; S.Bonauentura,& quali i ti
Theologi Scolaftici,hanno chiaramente detto,che raifolutione nel Sacra :n
to della penitenza è un dichiarar affoluto. A quello ultimo gH erabenriff lo
Che non era dannato per hereticoaffolutamente, chi diceuarairolutionrae
una dichiarationc che i peccati fono rimellì : ma che i peccati fono rimeflì à
crede certamente che rimelfi gli {lano:perilche vien cóprefo il folo parer d -u
thero.Ma eill non reftauano fodisfarti, affermando che , doue fi tratti d'he fia
conuien parlar chiaro,&: che per tutto non vi farà vno,che darà quefta dici K
àx PeUno ^^^^^ ' ^ dimandauano , che, coli nel capo della dottrma,come nel Anath na
Teoloio, tifmo , foffe bene dichiarato quefto particolare. Ma F. Ambrofio Pe -g<
>,?aGivlioIII. libro QVARTO. 35P
r|?ologo dell' Elettor de TreLiiri,confideiò,c he le parole del Signore Quorum cid io
f^.iferttu,io^(Q da nillLin Padre erano interpretate per inftitutione del Sacra- li.
iito della Penitenza:^ che da alcuni erano inteie per il Battemmo, (3^ daalrri
ii:[tialonqLie modo il perdono de^peccatiTia riceuuto: & però, che il voler re-
l igerle alla fola inftitutione del Sacramento della Penitenza,& dichiarar he-
eici quellijche altramente elponeirerojiarebbe dar' una gran prefa agli auucrfa-
ik materia di dire, che nel Concilio fi folle dannata l'antica dotriiua della
uiefaròc però gli etrortaua che prima che far coi! gran pa{ro,{i doueilc veder
I eleelpofìtionide' Padri:&,ciraminataciaicuna , deliberar poiqaelÌo,rhcfl
|( eife dire.Molti de' Padri giudicarono le remonftranze airaiconilderabili,&
l^derauancchedinuouofolVeconfultato da' deputati, &c fìcome s'era facto
iQ e occaiìoni palfatcrimouer le cofe che otfendeuano alcuno,6<: formar il De-
roiaraaniera,chedaogni uno folfe approbato.
/la il Cardinale Crefcentios'oppofe a quefto con perpetua oratione, , rao- *"* P^emtì
ti|]do,che ilineruar i Decreti,& leuargli l'anima, per fatisfar gli humori de' crerclnT
iaiicoiari,noneradegnità della Sinodo:che erano maturamente ltabiliti,& co- ■*
ipnueniuaoireruargh:nondimeno,fe pur il parer fuo non aggradiua a tutti,
tinanziogni altra cofa,{l douelfe trattar queil:o generale in una Congrega-
la cfe era ben far mutatione o no , & poi defcender al particolare. Ma egli in fer rafrenart
judo non fc opri intieramente qual foife lafua mira, laqual poi manifeilò a '^ Concilio.
:c ^gbijiSc a' confidenti j che non bifognaua introdur Tufo di contendere ,&
fa ar cofi liberamente , pericolofo , fé i Proteftanti foltero venuti : perche ha-
libonoeflì voluto altretanto, quanto i noftri voleuano ,afauordellc ope-
a9 iiproprie:che alla libertà del Concilio honefta,&: ragioneuolcbafta affai il
«1 r dir la propria o|3enione,mcntre la ir.ateria fi difputa : ma dopo, quando
SU ti tuttiji Decreti lono formati da' deputati , 3c approbati da' Prefidenti , ve-
ti anco,5<: eiraminati,&: approuati a Roma,il riuocargli in dubio,&: ricercarui
lUtione j3er interelTi particolari,era cofa licentiofa.Vinfe finalmente il Cardi-
ai .perfuaia la maggior parte de' Padri,che la dottrina ftabilita era de' più ienfa-
i' icologi,& più oppofta allenuouità Lutherane.
la, poiché è detto quafi l'intiero di quello,chc tocca la materia di fede per trmamne
II la Scflìone,è ben continuare quelpoco, che rcfta dire del Sacramento dell' ^"^^ ^A«««
1 ma Ontione. Intorno ilquale parlarono i Theologicon la medefima prò- ^"J^^'^^;'fi*°*
i à/na fenzaditFerenza alcuna tra loro. Et foprai ior pareri furono fbrmati anathcmanf.
iC'cipi di dottrina , & quattro Anathematifmi. La dottrina contencua in mi:
oi.nzajChe l'Ontione degli infermi è vera, &; propriamente Sacramento , da'
^)iftoNoftro Signore apprelTòS.Marcoinfinuato,^S^ da San Giacomo Apo-
coi,pubhcato:dalle parole delquale la Chicfa,per Tradition Apoftolicajimpa-
ò Ile la materia del Sacramento è l'oglio , benedetto dal Vefcouoi& la forma,
- iolc,qualiilminiftroufa:mala colacontenutaj&l'eiFetto delSacramento,
li;iaìia dello Spirito Santo,chc monda le reliquie del peccato , & folleua l'a-
ii|i dell' infermo,& dona qualche volte la fanità del corpo,quando è urile per
ma. I Miniftri del Sacramento fono i Preti delia Chiefa,non intende ndofi
Alma.
3(5o CONCILIO DI TRENTO Papa Givlio ]
ci3 i3 I-I. per il' nome di, Trfj^)'^fr<?/,i vecchi; ma iSacerdotii&qucftaOntione fi deli
dar principalmente a quellijche fono in ftatoper ukir di vita, iqualipeiòr;
naiidolbpotranno di nuouo riceuerlcquando faranno, nello ftcllb ftato.Et :i
tanto fi pronuncia ranatkeraa,contra chi dirà; Che Teftrema Ontionenon;
vero,6c propriamente Sacramento da Chrifto inftituito. IL Chenondorj
gratia,non rimetti ipeccati,nonalleui gì' infermi ; ma fia ceirata,comequej
che parteneua già alla gratia della fanità. III. Che il rito,ufato dalla Ch s
Romana,fia contrario al detto di S.Giacomo,&: poflìeirere (prezzato fenzaj •,
cato. mi. Che il folo Sacerdote non Ila miniftro:& che S.Giacomo intend i
de' Vecchid'ctà, & non de' Sacerdoti ordinati dal Vefcouo.
conftdemione MafealcLinofi marauigliaircpcrchenelprimoCapodelladottrinadiquiQ
notabile fofra SacramcntOjfiadettOjche egli è da Chrifto Noftro Signore in S.Marco inuii .-
quefto decretai to, &c in S. Giacomo, pubiicato ; doue l'antecedenza , &c la conteguenza d e
parole,portaLia,che non fi diceire,infìnuato,ma inftituito, faprà , che cofi fu {•
mieramente fcritto:ma,hauendo un Theologo auuertito, che gli Apoftoli : ;
quali S.Marco dice che ongeuano gli infermi,in quel tempo non erano ord i-
ti Sacerdotijtenendo la Chiefa Romana, che il Sacerdotiogli folfe confeo
folo neir ultima Cenajpareua cofa ripugnante affermare la Ontione,che eff i-
uancelTer Sacramento,6<: che i foli Sacerdoti fìano miniftri di quello. Aid .e
ben alcui>i,tenendo quella per Sacramento,^; volendo che all' hora da Ch o
folte inllituita,rirpondeuano,Che,hauendogli Chrifto commandato di ir i-
ftrar queir ontione,gli haueua fatti Sacerdoti quanto a quell' atto folame :;
fìcomefeilPapacomandairead un femplice Prete di dar' il Sacramento e u
Crefma,lo farebbe Vefcouo quanto a quell' atto ; nondimeno parue tre o
pericolofa cofal'aitermarqueftoairolutamente.Perilchejin luogo dellapai i,
Jnfttti4tum,ia prefa quell' altra, In/tnuamm.'L^qua.ìei che cofapoffi fignifica n
talmatcria,logiudicheràognuno,cheintenda quello, che Ha infinuare,& >
plichia quello, che gli Apoftoli operarono all' hora, con quello , che da Ji
Giacomo fu comandato, &: alla determinatione fatta da quefto Concilio.
artìcoli te de- Ma,nella materia della riformasficome s'è detto, quattordici furono gì' ir
cretidi nfor- colipropofti,appartenenti tutti alla giuriiditcioneEpiicopale, nella tratcat ic
ma jopra a ^ , quali , dopo hauer' intefo il parer de' Canonifti , nelle Congreo-ationi, il
£ùifcopaley tatto letto nella Generalch venne alla tormatione del Decreto : nel che h ; ra
de' Vefcoui non era altra,cheaccrefcer l'autorità propria, recuperando qu( 3»
che la Corte Romana s'haueua adonto fpettante a loro : 3c il fine deTrcfìd ci
non era altro,che di concedergli quanto manco folfè polTibilcma con deftì" :a
procedeuano l'una e l'altra parte, moftrando tutti d'hauer una ftcifa mira a) r-
uitio di DiOjS: la reftitutione dell' antica difciplina Ecclefìàftica.Riputaua ' i
contra e tcen- y |- ^^^j d'eirere impediti da fare il lor ufficio ; perche, quando fofpendci io
alcuno,per urgenti caule note a loro,dall cilercitio degli ordini,gradi,o deg tà
Ec clefiaftiche;ouero,per qualche fìmilerifpetto ricufauano concedergli p^
a maggior gradijcpn unalicentiadaRoma , o con una difpenfa,il tutto er e-
trattatojilche cedeuain diminutione della riputatione Epifcopalcin dann." o-
neck
I
paGivuoIII. libro QJARTO. ^Gi ^
elieannTie,& in total detrimento della difciplina. Sopra che fu formato il ^^^ i^
10 Capo, Che limili licentie,oreftitutioni,non giouaflero. Ma peiò,non ^^'
xo i Prefidenti,chc5per riputationc della Sede ApoftolicajfolTc nominato "«^>''«'^t/^«'
Pontefice,ne il iommo Penitentiario,ne altri miniiìiri di Cortcda chi fimiii "' "^°^'"''->
itie (oleuano impetrarfi. Erano ancora di grand' impedimento li Vefcoui
lar i,ic|Liali vedendofijper il decreto publicato nella fefta SeiTionc, priuati ài
'ellercirargli uffici] Pontificali nelle diocefi , fenza licenza del proprio
ouojfiritirauano in luogo elTentcnon fuddito ad alcun VefcouatOjadmet-
13 agli ordini iacri i reietti già da' Vercouiproprij,comcinhabilij& quefto
or di priuilegio di poter' ordinare ciafcuno,che fé gli prefentaire. Quello
libito nel fecondo capo,con moderatione però 5 che, per riuerentia della
lApoftolicanon fi facelfementione di chi haconceifoil priuilegio :& in
guenza ài quello nel terzo capo^fudata facoltà a' Vefcoui ò\ poter fufpen-
tiltempojche a loro pareircjciafcun' ordinato fenza loro eflamine ,& li-
,per facoltà data da qual fi voglia:lequalicofe da' Vefcoui auueduti erano
•nofciutc eifer di leggier fuflìftenza,poiche,per la dichiaratione de' Cano-
|j 3tto i nomi generali non vengono mai comprefe le licenze, priuilegij , &
5 i concelle dal Pontefice, fenon è fatta fpecial mention di loro : con tutto
J n potendo di più hauercfi contentauano Ai quefho tanto, fperando che il
i| potefle aprire ilrada di far qualche palfo più inanzi.
li anco nella mcdefima fefta Seflìone ftato decretato ,che nilTun Chierico contro, le tfen^
)le,per virtù di priuilegio perfonale,ne Regolare, habitante fuori del Mo "onidtUacor'
:J o,per vigor del priuilegio dell' Ordine fuOifolFe eiTente dalla correttione ''""°"« ^fi^",
V couo,come delegato della Sede Apoftolica : ilche riputando alcuni che '
e mprcdeire i Canonici delle Cathedrali,o altre degnità delle Colleggiate,
ìi ,nonperpriuilegij,maper antichilTima confuetudine, oueroperfenten-
lai Ite in giudicato,o per concordati ftabiliti,& giurati co' Vefcoui , Ci ritro-
si ■ in poircflìone di non elTer foggetti al giudicio Epifc opale, & altri anco>
i) endo alle fole occafioni di vifita,fu nel quarto capo ordinato , quanto a*
: irccolari,che s'ertendelfe a tutti i tempi, & a tutte le forti d'ecceflì j «Se
1 itccheniifuna delle Indette cofe oftalfero.
J< nafceua minor dilordine.perchedal Pontefice a qualonque cofi ricer- contrakCon^
13 n i mezzfufati in Corte,era concelfo giudice ad elettione del fupplican- fi'''"'fforih
Ji.utorità diproteggerlcdifenderlo , di mantenerlo in poflcflìone delle
X Jcuandó le moleftie,che gli foflèro date,eftendendo anco la gratia a' do-
■-i\,^ famigliari:^ quefta forte di giudici chiamauano Conferuatoririquali
it lano l'autorità loro,in luogo di difender il fupplicante dalle moleftic, a
'a D dalle giufte correttionÌ5&; anco a dar moleftie ad altri ad inftantia loro,
•a gliare i Vefcoui,& altri fuperiori Ecclefiaftici ordinari) con cenfurc. A
ihlifordineprouede il quinto capo, ordinando che non donino le grafie
'èlatorie adalcuno:ad effetto, che non podi elTer inquihto,accufato,<Sc
Lif Lito inanzi l'Ordinario nelle caufe criminali , &c mille. AppreiTo , che le
ibbueegli fiaattore>nonpo{rmo efler trattate inanzi al Confcruatore ; ,^
Zz
3<^i CONCILIO DI TRENTO Papa Givlk
e 1 3 i3 nelle altresfe l'attore hauerà il Conferuatore per iorpetto,o nafcerà difFeren
LI. eiro,& rOrdinariojfopra la competentia di Foro,fiano eletti aibitri, fecon
forma della legge,& che le lettere Conferii atorie, che comprendono anco
migliari, non s'eftendano fenon al numero di due foli ySc che viuino a fpi
ìm;Sc funili gratie non durino per più che cinque anni', ne i Conferuatori
no hauer tribunali: non intendendo però la Sinodo di comprendere in q
decreto le Vniuer(ìtà,Collegij de' Dottori,o Scolari,i luogi de' Regolari,
Hofpitali.Sopralaqualeccettione quando quello capo fu trattato , vi fu
didima contentione;perche pareuaa Vefcoui, chccontraogni douerel'c
rione foife più ampia che laregolajeffendo maggior il numero de' Dottor
lari,Rcgolari,4Sc Hofpitalarijjche delli altri, che habbiano lettere Confe:
Eiej& che ad un particolare è facile prouedere , ma i difordini > che nafcoi
Collegi], & Vniuerfitàjeirere importantiflìmi-Di quello il Legato ne died
to a Roma,doueeirendogiàdeci{òperquello,che lotto Paolo terzo fu coi
to,cioè,eirer neceirario,per mantenimento dell' autorità. Apoilolica,che
& Vniuerfìtàdependelfero totalmente daRomajnonfu biiogno di nuoi I
berationeima fu immediate rifpofto,che le Conferuatorie di quelli non (
in alcun modo toccate.Onde,eirendo entrati in quel parere i Padri dell; i
do adherentia Roma, gli altri, che erano numero minore jaggionto c] li
ufficio, & qualche fperanzaper quietargli j furono coftrettì contenta d
eccettione.
'fe'^^1^*^"^ llfeftoeapafu foprail modo di veftirde'PretijncIchefu facilmente e ic
^^'^' fo di ordinare,che tutti gli Ecclefiaftici di Ordine facroao beneficiali: I
tenuti portar l'habito conuenientc al grado loro , fecondo l'ordinati .
Vei'coucdando a quello poteftà di poter fufpendere i trafgrelforijfcam i
non vbedirannoi&priuargli de' benefici j,fe,dopo la correttione,noniìe ::
rannoscol rinouare la conftitutione del Concilio Viennenfe in quello { |
to:laqual però era poco adattata a que' tempi,prohibendo le foprauefti ~ i.
& di diucrficolorij&itabbarripiu corti della velie, & le calze Icaccate, i
verdi-.cofe difufatejchenon hanno piubifogno diprohibitione.
raUdi- ^^ antichiflìmo ufo di tutte le nationi Chrilliancche ad imitatio fl
fien'èaChie- manfuctudine di Chrifto Noftro Signore ^tutti i miniftri della Chiefj )i
wa micidiali, netti &c mondi dal fangue humano,non riccuendoil mai ad alcuno Or ict
cleilaftico perfona macchiata d'homicidio,o folfe quello volontarico W
de fé qual fi voglia Ecclelìaftico folte incorfo per volontà in fimil eccell op
cafo ancora,gliera leuata immediate ogni fontione Ecclefiaftica. Qac )à
altre nationi Chri(tiane,allequali le difpenfe contra i Canoni fono ir.
è ftato,&: è di prefente,inuiolabilmenteoireruato:ma dalla Latina, dui
penfe fono in ufo,& in facihtà,hauendo commodo i ricchi di valerfcii;
Ho in oiferuantia folo per i poueri.Eflendo propollo nel quarto e quinc
k) di moderar rabufo,hi nel fettimo capo ftatuito , che l'homicida vu
redi fempre priuo d'ogni ordine,beneficio&: ufficio Ecclefiaftico:«5<: il ■
quando vi fia ragione di difpenfarlo^la commiiììoae della difpenfatioin ^
ìaGiViioIIL libro C^VARTO. 3(^3^
.tidakrichealVefcouOj&eirendocicauradinon commetterla a Iui,alMe- ci3 la
j|)litano>o ad un' altro Veicoiio più vicino:ilqual decreto ben/ì vedeua,che li.
n èruiua a moderargli abufìjmapiu torto ad incarir le diipenferpcrchejquan-
a'homicidiovolontariojiion erano ligate le mani al Pontefice : & quanto al
fi lejera Ternato il Decreto» non commettendo ad altri che al Vefcouojma
ir cnpedito però il difpenfare alla dritta/enza commetter la caufa ad altri:fa-
Q) prima le proue in Roma,o veramente clpedendo la difpenfa (otto nome
^ >tu proprio , o con altre claufulejdellequali la Cancellaria abonda > quando
AJme occafione di valcrfene.
Ireua,cheimpeditrea(rai l'autorità Epifcopale certa forte di Prelati» iquali, 'i""!^'^ ' ^'^';'
: «inia'uarfi in qualche riputatione nel luogo doue habitauano , impetraua- /'' ' 'f .Z''
di Pontehce autorità di poter caltigar 1 delitti degli Eccleiialhci in <\\^-c\ tiom fuor del-
)c ;>Sc alcuni Vefcoui anco>fotto pretcfto che i Preti loro riceuelfcro fcanda- la. lor diocejìy
Si nali elTcmpij da quelli delle Diocefi vicincjimpetrauano autorità di poter-
c ligarc.Qucfto difordine defìdcrando alcuni che folfc rimediatojcon rcuo-
t ralmentc limili autoritàjma parendo chcjfe ciò fi facelle , farebbe dato dif-
^ 3 molti Cafdinali,& Prelati potenti,che abufauano tal autorità, fu troua-
K ipcramento di conferuargliela fenza pregiudicio del Vefcouo, con ordi-
re eir ottano Capo, che quelli non potelfero procedere , fenon, con l'inter-
1 del VefcouojO di perfona deputata da lui.Era un' altro modo di fottopor- "."j''* ^^ """"
[e^hiefej&perfone d'una Diocefe ad un' altro Vefcouo , con unirle alle "' * ^ "^■'**
il -50 benefici) di quello:ilche,fe ben veniua prohibito con termini generali
\\ ettima Sefllone, però non elfendo tanto chiaro , quanto alcuni haureb-
a iefideratojue dimandarono efprelTadichiarationej fopra che fi venne ìw
A ione diprohibir ogni unione perpetua di Chiefe d'una Diocefi a quelle
r cia^fotto qualonquepretefto.
I rgolari faceuano grand' inftantia» di conferuar'i lor Benefici), & di ^^c- comm h com-
1 anco i già perduti con l'inuentione delle Commende perpetiie:& molti mtvde de he-
le ai , per diucrfi rifpetti, defiderauano futFragargli:per laqual caufa haureb- "f^*^?/ i^f^o/*-
1' ^olontieri propofto,che le Commende perpetue folferò a fatto leuateima, "*
)i ndo della contraditioncfireftringeuano a moderarle.Et dall' altro canto
e ientijvedendo il rifchiojche quella materia, pericolo là per la CortcfolFe
l .campo,propofero effì unleggier rimedio per impedire chefitrattaire del
3 r.&c quello fujChe i benefici) Regolari, foliti elTer dati in titolo a' Rcli-
1 iaandoperrauuenirvacheranno,non fiano conferiti, fé nona'profcfll di
-1 Oidinejouero a perfona,che debbi riceuer l'habito , de far la profeflìone.
CI il Capo decimo,ilchc alla Corte Romana poteua importar poco,c:rsédo
e emendati tutti quelli,che fipoteuano commendare^&: ne' Prelati non era
1 aidore d'ottener maggior cofa,fe ben ccdeuain honor delle Chiefe loro
I Abbati Regolari refidenti. Ma, per il fauore fatto al Monacato di non lontra Upof-
II irgli più di qucllo,che fino all' bora era ufurpato,jli fu congionto un con- ■Z'/^''"!^ ^^' ^''
pò nel feguente capccon ordinare,che non potclicro haucr benefici) feco- "^^ "^^^ ^^'°p
Ì»|iandio Curatijlqualcap itolo, fc ben parla di quei folamente,che fonogo/^„', **
Z z ij
^^ 5(^4 CONCILIO DI TRENTO PapaGivlioI
e 1 3 I ^ trasferiti'da un Ordine ad un altrojordinando che non fia alcun riceuuto,fei ;
LI. con conditionediftarnel-Gfeieftroinondimeno per la parità della ragionejij
per un argomento di maggior ragione,è (lato intefo generalmente di tutti. ■
€omra certi a- perche fi concedeuano in Corte pergratialc Chiefein tpispatronatmy^i^tu
hufidel y lus ai^co maggior gratia a petitione di chi l'impetraua, era concedutoche pori
P^ ^°" ' ro deputar periona Ecclefiafticajcon facoltà d'inftitnire il prefentato j nel e (
decimo Capo fu rimediato al difordincordinando che il hufAtronatm non i
fi competere,fenon a chi haueràdi nuouo fondato Chiefa; ouero hauerà e
uifto de' beni fuoi patrimoniali per dote competente d'una fondata:& per r i
dio del fecondo difordinejnel capo decimoterzo fu prohibito al Patrone , e \
^mhafciado' ^^^ P^'^ "^^^^^ *^^ priuilegio>di far la prefentatione ad altri,che al Vefcouo.
ri di rrinem Mentre che fi trattauano quelle materie,gionfero in Trento GiouanniT ■(
hergal Conci- dorico Plennigero » &GiouanniEclino> mandati Ambafciatori dal Du i
Ho, e difficoltà \>cri];tcmb£rga al Concilio, con ordine che douelfero prefentar publican ii
nella lor re- j^ Confeffione della lor dottrina,dellaquale di fopra s'è parlato, & inGcme n
chefarcbbonoandatiThcologiperefplicarla piucopioramente , Scdifeni
purché gli foife data ilcurezza,& faluocondotto, fecondo la forma del C i
lio Balìleenfe. Quefti fi prcfentarono al Conte di Monfort /Ambafciator ;
reo,moftrarono il lor mandato , & diifero hauer commifllone di propon :
cune cofe in Concilio.Ilche dal Conte riferito al Legato, egli rifpofe , Ch( :(
me gli altri Ambafciatori, inanziad ognialtracofa,fiprelentanoa'Prefi' ir
per'nomedelPontefice,& glifignificano lafommadell' Ambafciaria, co :
ueuano far i \virtembergici:però andalTeische egli gli liaurebbe riceuuti e kì
gni humanità. Il Conte fece larifpofta,dellaquale nonfi contentarono, ( a
do quello elfere a punto uno de' capi richiedi in Germania , che nel Conc e
Papa non prefedetfeial che non volendo c6trauenire,fenza ordine del fuo e
cipchaurebbono fcritt05& afpettato rilpofta. Prouò il Conte con deftro m
di (bctrar quel tutto , che il loro carico portaua, per auifarne il Legato, k
"Wirtembcrgici , dando fopra igeneralhnonufcirono a fpecificatione a io
Il Legato diede immediate auifo a Roma, ricercando il modo di goue id
mamme che s'intendeuadouerne venir' altri ancora.
Ce/àrc vìinea Ma nel principio di Nouembre>Cefare,per eifer più vicino al Concilic :a
iJprHck: \^ guerra di Parma>fi trasferì in Ifpruck,non più didante da Trento di tU! ioi
natesi di drada anco aliai commodaj in modo che poteua dagli Ambad :oi
fuoijoccorrendoseircr' in un giorno auif aro. Hebbe il Pontefice nuoua ri
a^lha^* fieme dell'arriuo dell' Imperatore,& de' "Wirtcmbergici : &, fé ben fi fidai ^
le proraelfe di Cefaie>fattegli inanzi la conuocatione del Concilio, &c re| ;
tante volte,&: ne vedeiia effetti j perche gli Ambafciatori Imperiali raffic .
noi SpagMuoli, quando modrauano troppo ardire in fodentar l'autori; -
fcopalcicgrinterelll communi contra il Rè di Francia,perfuadendolo a '
re, che doueffe pcrfeuerarej nondimeno, elfendogli alle orecchie pcn >
qualche cofa trattata in Germania, haueua anco qualche gelofia, che ,o} !
ceflìtà , o per qualche grand' opportunità > che gli adari potelfero portan ^
E.GiviioIII. LIBRO QVARTG. 3(^5
e Te openione.Prefe però in fé medefimo confidenza , confìderando", che, te e 1 3 io
i' mania palTaua a guerra, non fi farebbe tenuto conto di Concilio : durante li.
r., che egli haueua gli Eccleiiaftici Thedefchi dalla parte Tua j & i Prelati
]ii,il numero de'quaii gli era tacile aumiTientare,rpingendo là tutti quelli,
ano in Corte ; & il Legato ben rifoluto , & che pieno di fpcranza di Papa-
c crerebbe, comeper fé medelìmo ; &c ilNoncio Sipontino atfcttionatilll-
la perfona Tua : &c finalmente ellcr Tempre aperto l'adito di riconciliarfi
L'ancia, cofa da quel Rè dclìderata; col mezzo dclqualc , Se de' Prelati del
egno , potcua ouuiar' ad ogni tentatiuo , che contrai autorità Tua fon-
alo.
Si pofeal Legato, che poca inftruttionepoteua dar di più a lui, che era fta- '^'"''^'«'««^
i r folo confapeuole,ma anco autor principale delle trattationi pallate nel ^^^"^J" """^
r la Bolla della conuocatione-.raccordalfefi ,cheftudiofìimente furono re inCmcUio
.late in quella le cofe decretate fotto Paolo : che fu detto,aI Pontefice ap- a fm var.tag-^
ere nonfoloilconuocare,ma l'indrizzare i Concili), & prefederai coi S'"*
» de' miniftri fuoi : non lafcialle fare alcun foro pregiudiciale ad alcuna di
cofe: del rimanente Ci gouernaife fui fotto:raccordogli di fuggir i conferii
i & i temperamenti,comc la pefte,quando d'alcuna d'eife fi tratterà:ma im-
dl ceche la difficoltà nafca, debbia romper a fatto , fenza afpettar che o-li au-
i ij habbiano adito di penetrare. Che non voleua caricarlo di adoiTarfi tra-
ii co diirolutione del Concilio : ma quando hauelTe veduto il bifo^no,aui-
.' diligenza.Del rimanente metteile fempre a campo più materia , che fo[-
c ibilc de' dogmi , per far più buoni eftetti : l'uno, difperari Lutherani di
e rouar modo di concordia, fenon fottomettendofi a fatto : Se interelTar
,( Prelati maggiormente contra di loro : far che quelli occupati non hs.-
c » tempo di penfar alla materia di riforma,5<: dar anco prefta efoeditione al
n Ho , capo importanciffimo : elUndo (empre in pericolo di qualche incon-
iitcmentre dura: & quando fivedeirccoftretto a dar loro qualche CoóiC-
1 icper ampliar l'autorità Epifc opale, condefcendelFcrtando però indie-
, lanto folle poflìbile: perche, quando ben fi conccdeire qualche coi'a pre-
ci lale alla Corte,come alquante erano concelfc finall'hora, reftando l'au-
\i Pontificale intiera , reftaua infieme modo di ritornar facilmente le cofe
^ di prima.
. . j le cofe in quelli termini,venne il venticinque Nouembicgiorno de- ^"''^*''' ^'^*^
ù ) per la SciTionc. In quello d congregaroao i Padri,& col folito ordine "*^
ic binarono alla Chiefa : doue compite le ceremoaicdal Vefcouo celcbra-
"i tra la dottrina della fede , gli Anatem.atifmi , & il Decreto della riforma.
'< ali hauendo già recitato il tenore,aIrro non rcila dire.Et finalm ente fu let-
M imo Decreto,per dar' ordine alla Seffione furura:nel quale Ci diccua. Che,
1 0 quella già (labilità per il venticinque Gennaro, in elfa fi doucrà,infieme
1 materia del Sacrificio della Meifa, trattar' ancora del Sacraméto fieli' Or-
K ^ofi volle che folfe pronunciato il Legato, feguendo il parer del Papa,che
(iflien metter in tauola aliai materie de dogmi.Finita la Semone,u so diligcza
Zz iij
3^0 CONCILIO DI TRENTO Papa Givlio (
e 1 J 1 3 il LegatOjche i Decreti d'elta non folTero ftai-npati,& fu olfemato il fuo ordif
L I. Ripa,cloue era la ftampa,& gli altri fi ibleuano ftàpare:ma non fi potè tenere:i
molte copie non ufciìrero di Trento: onde furono ftampati in Germania: ^l;
dimcoltà,& la dilatione di iifcir' in luce,eccitò maggiormente la curiofità, * L
diligenza de'Criticijdi far' eifamiinepiu elTattcper indagar la caufa della pnu
rata fecretezza.
g'udlcij fopra. Gran materia ài difcorfo diede quellcche nel primo Capo della dottrin: 5
i decreti d'ejfa: j-^^j (^^q Canone,era decifoicioèjche Chrifto,qLiando foffiò verfo i difcepo S
diede loro lo Spirito $anto,dicendo,Che faranno rimeflì i peccati a quelli,^ li
effi gli rimetteranno} & ritenuti a quelli,a chi gli ritenerannojordinòilSsa
mento della Penitenza. Era confiderato, che il Battefimo, prima eraufaD a
Giudeipermonditialegale^poidaS.Giouanniapplicatoperpreparationccn
dar' al Meflìa ventaro,& finalmente da Chrifto con efpreire parole , & chi
inftituito Sacramento per remiflìon de' peccati,& ingrelTo nella Chiefa. M
dinandojche fi miniftrairc in nonie del Padre,Figlio>&: Spirito Santo. Parii
te l'Eucariftia eifcre flato un Poftcenio , inftituito dagli Hebrci nella catt ;
Babilonica,con pane &vinOjperringratiamento,& memoria dell' ufcita :
gitto,mentre che per elTer fuori della terra di promiffione non poteuano i .i-
giar l'Agnello della Parca:ilqUal rito imitando Chrifto Noftro Signore ini ui
una Eucariftia, per render' a Diogratie della iiniuerfal liberatione del ec k
humano,c^ in memoria di lui,che ne fu l'autore con lo fpargimento del (at ir
Et>con tutto che folfero fimili riti già in ufo, fé ben per altri fini > come ed i
nondimeno la Scrittura efprime tutte le fingularità di quelli. Hora, che CI t
voleiTc introdurre un rito di confeifar' ad un huomoi peccati fuoi in finge i
con tanta cifattczzajdi che non era ufo alcuno fimile,& voleife effer' intef( ).\
parole,da quali per fola molto inconneira confcgucnza fi potefie cauare, ii
non fenza molte loataniflìme confeguenze,come fi faceua dal Concilicp;: a
cofa maraiiigliofa.Et era anco in marauigliaj perche, ftante l'inftitutione :i
verbo di timettere,nGn foflfc ufata per forma,Ti rimetto i peccati,piu tofto i"
Ti alìoluo.Aggiongcuano altri, che fé, per quelle parole , è inftituito un S
mento dell' ailolutione,con la forma,y^^yò/«o irf,per chi viene allohitoj pc e
ccffità ineuitabile,conuiendire,chefia inftituito o un altro , o quello ftcH lei
chi è ligato,nclquale fia parimente quefta forma, Lt^o te. Non potcndofi a r.
come la medefima autorità d'airoluere,& ligarejfondataibpra le parole di ( i
ftO}in turco fimili,ricerca nell' airoluere la prononcia delle pa.io\e,al?fo/m l\
quella di litV.re non richieda la prononcia delle parole,//go fé-. Et con cher o-
neper cifeguir quello che Chrifto ha dcttOyQuorum re?niferttis ò'c.Et cjuéta «<
ligaueritisy&c.wQw èneccirario dir/z^or? }maperelIèguir,P«or-«W2r^wi/fy/ '^
ejuuuncjvieroìueritUih neceirario ài\:Qiabfolno te.
Similmente era criticata la dottrina, inferita nel quinto Capo,douefi ce
che Chrifto,conle medcfimeparolcconftituìi Sacerdoti giudici de' pece; ;■
però fia necelfario confeifargli tutti intieramente in (pecie , & fingolarm i
inficme con le circoftanzciche mutano fpecie : imperoche chiaramente r
A GiVLio III. LIBRO QUARTO. 367
if le di Noftro Signore, che egli non ha diftinto due forti di peccati, una da ci3 i3
i etere, (gl'altra da ritenere : che per ciò conucnga iaper dequali il delin- li.
te ila reo : ma una fola^che gli comprende tutti : & però non e detto, fenon
r<« in genere:ma ben ha diftinto due lotti dipeccatori,dicendo,P^ior«»2,&:
««w:unadi penitenti, a quali fi concede laremifllonejraltrajdiimpeni-
n, a' quali fi nega. Peròpiutoftohannodaconofcere loftato deldclinquen-
le la natura , & il numero de peccati. Ma poi quello, che s'aggiongc delle
iftanze che mutanafpecie, fidiccuacheognihuomo da benepotcua con
iJiacofcienzagiurare,che i Santi Apoftoli,& loro difcepoli,dottill!ìmi delle
i ;elefti, non curando le lottitità humane , mai feppero che vi folfero circo-
ite mutanti fpecie : & forCcfe Ariftotele non hauelfe introdotta quefta fpe-
' ione , il mondo a queft' hora ne farebbe ignaro , & tuttauia fé né fatto un
)lo di fede,neceirario alla falute. Ma,ficomc veniua approbato, che abjoluo
>o giudiciale,& riputata buona conieguenza,che,fe i Sacerdoti alFoluono,
blgiudiciicofi patena imainconftanzail condannar quelli, che diceuano ef-
' iminifterionudodiprononciare,eirendo cofa chiara che lofficio del giu-
loncjfenonprononciar' innocente quello,cheètale,&colpeuole il traP
»re.Ma,il far di delinquente giufto,come s'afcriue al Sacerdote , non foftie-
metaphora del giudice.Fa il Prencipe gratia a' delinquenti della pena,refti-
: alla fama: a quefto èpiufìmilechi fa diempiogiufto>chealgiudice,che
redifceil fuo officio, fempreche altro prononcia,faluo che quello, che ri-
elfer prima vero.Ma più ftupiuano che d'ogni altra cofa >nel legger il Ca-
uc fi prona la fpecitìca,& fingolare confeffìone de' peccati con le circofta-
,^ che il giudicio non fi può ellercitar fenza cognitione della caufa,ne feruac
qi cà neir imponerle pene,fapendogli folo m gcncre:&piu fotto,cheChri-
) comraandato quella confcfhone , accio poteifero imponer la condegna
a Diceuano,che quefto era ben' un riderli palefemente del mondo>& ftima-
( liperifciocchi, &perfuadcrfìdouer'eirer creduta loro ogniairorditàfen-
j ifar piuoltre.Imperoche,chic quellojche non fa,&non vede quotidiana-
!i :, che iconfeiroti danno le penitenze, non folo fenza ponderare il merito
1| :olpe,ma anco fenza hauerci fopra alcuna minima confìderationc.Parrcb-
,| nconfiderato il parlar del Concilio , che i coiifelFori hauelfcro unabilan-
iv Le traftè fino agli atomi : &: pure, con tutto cio,bcn fpelfo il recitarcinque
/■ biadato in penitenza per molti homicidij,adulterij,&: furti: & i più lette-
la iconfelfori, anzi l'uniucrfaled'effì, nel darla penitenza, dicono a tutti>
e apongono folo parte della penitenza. Adonquenon èncceirarioimpor
JI\ttapenitenza,chele colpe mcritano:onde nemenolalpccificanume-
- ic'peccati,&circoftanze.Maa che andar tanto lonranojl'el'iftcìroCó-
: icl nono Capo della dottrina,^: nel decimoterzo Anathcmatifmo, ftatui-
-■ he fifodisfaancoper le pene volontarie, &pcr le toleranze delle aucrfìtà..
Jf quc non fa bilogno, anzi non è cofa giufta , imporre in confeflìojie la cor-
pidente pena: perilche ne meno farla Ipecitìca numeratione, che per queica
Ili fi dice ordinata.Etaggiongeuano,che,fenzacófìderare ad alcuna delle co-
fil ettcjil Confeirorcquaiitonque dottiffìmo,attencifrmio,& piudentiffìmo.
5^8 CONCILIO DI TRENTO Papa Givlic
ci3 i3 hauendo afcoltata la confeffione d'un anno di perfona mediocre-, none!
LI. più anni d'un gran peccacore,è impoflìbile che dia giudicio della pena,etiai
che haueife canoni di ciafcuna debita a qual fi voglia pece atojCenza perico
fallare della metà, per dir poco. Poiché ne anco un tal confeflbre, vederi)
fcritto , &: confiderando più giorni potrebbe far' un bilancio» che deireni
gno:non che afcoltando & riloluendofi immediate,come fi fa. Sarebbe dui j
ftojdiceuano, che non foflìmo cofi difprezzati, con tenerci tanto infenlati |
doueflìmo creder tante alfordità. Della riferuatione de cafi , fu troppo ( :
quellojcheda'TheoIogidi Louanio,&: Colonia era flato predetto, & era ;i
buita a dominatione & auaritia.
ht Congrega- Ma,nel Concilio il dì Tegnente fi kce la generale Congregatione, per ir t
tione fi ordina ordine alla difcuffione della materia del Sacrificio della MelFa , & della ( e
t^Mtirlt del ^T^unione del calice,&; de' fanciuUi : 8c con tutto,che già i decreti erario foi a
Calicei ' £^^ ^^ Seffione degli undici OttobbrCiS: differiti: nódimenojcome fé nient o
le trattato,di nuouo fu difcorro,&: eletti i Padri a raccogliere gli articoli pi d
fputare : & poi eletti i Padri a formar il Decreto : & , perche le cofe s'affret u
nojfubito furono formati al numero di fette, fopra quali fu difputato due li
al giorno: nelqual numero fu pofto l'Ambafciadore di Ferdinando , & G li
Pflugio , VelcouodiNaumburgo; &, per maggior honore, anco l'Elet k
Coionia; accio tutta quella dottrina pareife venir di Germania, & non d h
.^ ma. Furono formati tredici Anathematifmi, condannando per heretici oli
IT!;!*^ * ' ' che non la tengono per vero , e proprio facrificio ; o che afTerifcono non e a;
ca^i, i*e a viui, & a morti,ouero non riceuono il Canone della Mella , o dann; )i
Meife priuate , onero le ceremonie, che la Chiefa Romana ufa: & poi fo lai
quattro Capi di dottrina. Che nella Melfa fi oiferifce vero , & proprio f it
cio,inftituito da ChriftocdellaneceflTitàdelSacrificio della Melfa, & delh )
uenienza con quello della croce : de' frutti di quelSacrificio,& dell' applii ic
ne d'elfo : de' riti 5c ceremonie della Meifa. Lequali cofe tutte furono fta il
perle fefte di Natale , & non fon narrate qui più particolarmente, poiché ;11
Sefiìonefeguente non furono publicate.
nuoue difficol- Ma,mentre cbe i Padri fi trattengono nelle attioni conciliari, riceuette e
ta fopra le ^iTjhafciatori di 'Wirtemberg rifpofta dal fuoPrencipcche doueifero can i
y°f^immLr- i^^'^^^» & prefentar la lor dottrina nel miglior modo che poteuano : pei ;i
già, effiseifcndo aifentc il Conte di Monfort, fecero officio col Cardinal di Ti t
che operalfe co' Prefidenti di far riceuer le lettere,& poi congregar' i Padri :ì
fcoltargli.il Cardinale promeire ogni buon officio : ma diirejEifer necelfai ri
ferir prima al Legato quello,che doucuano trattarcefiendocofiftatuitod P
dri,mo{lì da' rumori,che nacquero per l'Abbate di Bellofana.Efll gli comi i
carono la loro inftruttione , dicendo , che erano m.andati per ottener un 1 ut/
condotto , come fu dato in Bafilea a' Boemi, per i Theologi loro,& che Uf
nano commiffione di prefentarla lor dottrina,accio tra tanto folfe da'Pac e
faminata, per cffer' in ordine a conferire co' Theologi , quando foflero an i
dcllaqualc hauendo il Cardinale fatta relatione al Legato , egli gli commi J^
?AG!Vi.iom. LIBRO QJARTO. 3^>
nrodaIPapaglierafl:ac.ofcritto,&gli confiderò,che non era da permettere, ci3 io
ne e(n>ne altri Protefi:ajiti,prcientailèro la lor dottiina,ne meno Foifero ad- i- 1-
fi a difenderla,pcrchenon il vcderebbe il fine delle contcntioai: clfcr' officio
adiijilqualeanco era fino a queil' hora eiVcgiiìto^dù s'hauicbbc coli conti-
rojd'cflaminar la dottrina loro tratta da' libri,& condannar quella , che me-
larfceflì Protcftanti haueilèro qualche diiiìcoltà,& la proponeirerohumii-
< te,& moftrandofi pronti a riccuer' njftruttione , gii farebbe data facondo
fo del Concilio ; & però , che negaua airolutairicnte di volere, che fi con-
cillèro i Padri,perriceuerla dottrina loro:&: da qucfto parere non poter di-
I rfi,quando ben doueffe metterci la vita. Per quello , che toccaua al dar lal-
ndotto in altra forma, che era con efforbitante indignità della Sinodo,
leion fi fidalfero del conceduto, & che il trattarne era ingiuria alla Chiefa
I o infopportabiIe,&: degna,che ogni fedele vi mettcifc la vita per propul-
s
Cardinal diTrento non volfe dar rifpofta cofi afperaagli Ambafciatori:
ifccheil Legato haucuafentito con ifdegno la propofitioneloro,di voler
ipiar dal preientar la dottrina, douendo elfi riceucre da' fuoi maggiori con
:nza,&: obedienza,la regola della fede,& non voler prefcriueria agli altri,
ij into indecoro & alfordità.Perilche gh confegliaua trapallar qualche gior-
J ! che lo fdegno del Legato folfe rimelfo ; &c poi principiar la propofta da
a he altro capo,per capitar poi a quelli del preientar la dottrina, & chiedere
ÌM ocondotto.Riceuettcf o il confeglio,& dopo qualche giornijelfendo par-
ol Cardinal di Trento,feccro far ottìcio per l'Ambafciatore Celarco , accio
.1 gato folIèriceuutoillormandato,& afcoltatalapropofitionejper douer'
i| :efa lamente di lui,deliberare iecondo che dal lor Prencipe haueuano in-
ai one.L'Ambafciatore trattò col Legato , dalquale hebbc l'ifteifa rifpofta,
ai Trento:perche non fdegnojma deliberata volontà l'haueua fomminiftra-
.1 iora.L'Ambafciatore,intefala mente del Cardinale,giudicò,cheperall*
33 negotionon potelfe hauerluogo:&,conofcendocheil riferir la rifpofta,
( titra la degnità di Cefare , quale haueua cofi largamente promefto che
II o farebbe ftato udito,& haurcbbe potuto liberamente proporre, &con-
i' nkiogo di dar rifpofta precifa a "Wirtembergici,trouòdiuer(e fcufe,a
H portar la cofa inanzi :ne lo feppe far con tanta arte, quantonquc folle
is aolo,che non fcopriflèro effer pretefti,per non dar' una negatiua aperta.
A larono in quefto tempo a Trento Ambafciatori della città d'Argentina, -^^i*''"»*»
iiinque altre infieme,có inftruttionedi prefentar lalor dottrina.C^cfti ad- mandano ai
't lono Vilelmo Pittauio, terzo Ambafciator Cefareo,ilquale,per nò incò- Concìlio:
' 1 Ile diificoltà occorfe al collega,pigliò il lor madato,«Sc gli confortò ad af-
i» pochi giorni,fin che lo mandalfe a Cefare,& riceueife da lui ri(pofta,per-
Jijucfta guifa fi caminerebbe con pie fermo. Quefto fu caufa , che anco i
icmbcrgicififermaronoióc l'Ambafciatore fcriftea Cefare , dando conto
l*lfolutionedel Lcgato,&: moftrando quanto folle centrala dcgnuà delia
«i| fua,che non iìteiicfle conto d'una cofi honefta & giufta parola,datada
I Aaa
nuli:
^370 CONCILIO DI TRENTO P'apa Givlno
cio i3 lei. Ma Cefaic j volendo rimediare all' indegnità che riccaeua , Se cauar a
LI. fracco dal Concilio con deliro modo, afpcttando gli Ambafciadori dell'Eie
diSallonia in brcue, fcritrc, che gli altri follerò tractenaci (ino al loro arr
ccrìificandogli^chcall'horafarebbono ilari aditi,& conferito conello loro :
ogni carità. . -,
lìriaffimliiAììo, . Tìi, tredici di Dicembre pafsò per Trento MaQimiliano, figliuolo di Perdi 1
fidando per <^o,con la moglie,&figliuGli;& h incótrato dal Lcgato,&da'PrelatiItaliai ;
rtnto,c.e e ^p^^o-^^qJj ^^'^^^.^l^m-jiQ^rmaniancora. I Prencipi Elettori non l'incom
laucre^e de i u , n, ,1 -■ 1 • 1 ■ » 1 r • 1 • T^
ProtejUmir no,malo vihtaronoall aìloggiamento.Conlui ancora giiAmbalciadoriP;,
ftanti fecero indoglienza,che,con tante promclle fatte loro da Cefarcperò ]
poteaano manco hauer' udienza, &:lo.pregarono ad hauer pietà della Gei
ìiia:perche que' Preti , come foreftieri,per minimi rifpetti loro, non curan
ben la vedono ardere:anzicol lor precipitar le determinationi,&:gli Anatl .1
fanno le controuerlieogni giorno più difficili. Maliimilianogli conforcò 1
far patienza,&; gli promife di far' otncio col zio,che le attieni dei Concili a
fallerò fecondo che nella Dieta haueua promelFo.
Il Papa crea j^\ Natale creò il Pontefice quattordici Cardinali Italiani:tredici ne pw •
tnolncardi- airhora,& unofìriferuòin petto,perpublicarloallu,otempò- Etperho
una creatione cofi numerofa nel principio delPontificato , ^Viafiìme elfe ji
quarantotto Cardinali nel Collegio , che era ftimato in quei tempi ni :r
molto grande, prefeoccafione dalie attioni del Rè diFrancia, Delqualeiiii
relòjcofi per la guerra,che faceua coatra la Sede Apoftolica, come per gli it
publicati:aggiongendo-unaiiuoua,arriuata all'horada Lione, &c da Gene ;
minaccialFe anco far' un Patriarcha in Francia : laquale quando fi foife ve
ta , diceuaellèr neceilario proceder contra lui pervia giudiciaria, neic ii
urebbe rifconrrat-o in molte difficoltà per il gran numero di Cardinali Fr; ici
a quali biiognaua metter contrapeib, creandone di nuoui, &; perfone di \ :
de' quali la Sede Apoftolica,nelie occafioni impor^antijfìpoteire valere. ^
Collegio corrifpoftc&inuoiii Cardinali riceuuti. Dopoquefto,fpcdì i ih
genza il Vefcouo di Montefiaicone a Trento > con lettere credentiali al ( d
nal Crcfcentio, & a' tre Elettori. A quelli mandò,per rallegrarli della lor v r
&c rmgratiargli del zelo,& riuerenza vcrlo la Sede ApoftolicajelTortando; .
perfeueranza. Ordinòjche delle loro conto della creatione de' Cardinal .
per hauer miniilri dependenti da ie , poichei Vecchi erano dependenti ti 1
qualche Prencipe.Er gli diede anco commiiTione,dilcufarlo-dellà guerra l
ma,dicendo,Che egli non faceua guerra, ma era fatta alni: che contra ili '
lere era neceffitato difenderli. Al Cardinale Crefcentio mandò a dar coi '
Cardinali fatti, con promettere, che haurebbe fatto intendere a nitri 1 0
mente fua,come douelfero in ogni tempo deportarli verfo un fuo amie >
quale teneua tanti oblighi. Fece anco dire al Noncio Sipontino mo '
fecrero , che di lui haueua difpofto, come l'amicitia comportaua: noi: ^
ralFe di fapere in che3ma.atj:eiideireLa {bruire, come perilpairacoeraltatojjil
difare.. ,o>uiÌ9ri .
^aGivlioIII. libro QJy^ARTÒ. 571
'arte le fcftc di Natale , lì lece Congrcgationc generale, per dar forma alla ""cTo^ To ~
rarionc del Sacramento deli' Ordine.Furagionaco degli abufi, che in quello lii.
) nella Chiela entrati, dicendo il Noncio Veroneie, e he in tutti ccrranienKc in Ccn^-tga-
che abufo era degno ài correttione , ma in qiicfto era roceai-.o dcoli abiiiì. '"««/ ordina
)po che da m'oTti furono fatte efclamationi aliai tragiche, fi pensò, che era '(' "'"'^^-'^^ ^<^^
prima proporrcfecondoil coflamcidi articoli tratti dalla dottrina Lnthe- Tì^J^'^j^^^
'■ir 1 ■ r 1 j 1 -or i • « • "'^ Ordine,
poi dilcatercquali 11 doueuano dannar per hcretici , Se t-ormar gli Anathe-
(mÌ5& i Capi di dottrina,& in fine parlar degli abufì. Furono àuui a Theo-
Iodici articoh, Copra quali lollecitaméte lì parlatia mattina & fera. Da' voti yè ne formano
hcologi, i Padri deputati formarono prima otto Anathcmatifmi , dannan- '^"fthematif-
irhereiìa il dire. Che l'Ordine non è verp-& proprio Sacramento ;& un fo- ^^'
le tende per molti mezzi, al Sacerdorio : il negare lahierarchia: il dire , che ^^^J^'
e capitoli di
ma:
iiiiconteniodel popolo.: il dire,che non vi(ìaunSacefdotiovihbilc:che
aonenoniìa necelfana: clic non iì dia lo Spirito Santo: elici Vefcoui non
de ture diHinoyik. luperion a' Preti. Sopra quelli anco furono formati quat-
api di dottrina : delia neceihtà,& inftitutione del Sacramento dell' Ordine:
bile & eilierno Sacerdotio della Chiefa : della Hicrarchia Ecclelìaftica:&
diri"erenza del Prete al Veicouo. Laqual dottrina, & Canoni, elfcndo ap-
iti dalla Congregatione generale , furono poftitutri in un Dqcrero,fotto
Xq contellojQoa quello del Sacrih,cio,per publicargli nella Sefiione : fé ben
ion fu tatto per le ragioni , chcfi diranno :pcrilchc anco non lì fa più par-
ar mentione delle cole che in quc-llc Congregationi di Dicembere, & Gcn-
pallaronojeirendo le ftcife materie vcntilatc.di nuouo lotto Pio quarto
terza ridottione 5 allaquale quando faremo gionti , narrerò le difleren-
a quelli decreti formati hora , &c quelli che furono {babiliri dopo , fot-
o.
ià,andando a Trento da molte parti nuoua, che lì faceuano foldati per tur- rumori di
ermania,& temendoli di guerra, i treEletrori,che vedeuanolecofc loro in ^i^^'^ra aTrmz
;olo,mandatelcttere,&meiriall'Imperarore,richiedeuano di poter tornar ^''■*
tati loro,pcr conferuatione delle cole proprie. Celare , che dclìdcraua la
:inuatione delConcilio,gli rilpole nel principio del m. d.lii. chei romo-
)n erano tanto gradi , quanto la fama portaua:ch'egli haueua mandato a vc-
a verità,&; s'erano trouati lolamente alcuni pochi lollcuati , ma che le città
oin officio:&,che Maiiritio,delquale eraromore che folle in moto,doueua
irlo a trouare, & haueua anco già dcftinato Ambafciadori, iquali tuttauia li
auano in Ifpruck,pcr inuiarlì imiriediare a Trento : che quei pochi foldati,
agiati nella Turingia , quali trafcorlì haucuano fatto danno nelle terre dei
;ontino,erano modi per folo mancamento di ftipendij : che egli haueua
dato pcrfona cfprella , accio folfero pagati, &c liccntiati: che egli era confa-
)le di tutto quello:rch.c lì diceua,&: temeua,netralcurauacoia alcuna:hauc-
logni luogo chi l'auifaua, ne perdonaua a (pela : perilchc gli confortaua a
abandonar il Concilio , che porterebbe pericolo a diicioglierlì con lalor
enza,con danno notabile della religione: Scfc i loro flati hanno bifognodi
A a a i j
_ 57i CONCILIO DI TRENTO Papa Givtiofl.
ciò i^ qualchcpi-ouifionejcommandino a lor minifln,&: auifino lui,chc gli darà, ni
Li. aiuc©.
ambafciadori Addì fette Gennarcgionfcro a Trento Volfio Colcio,&: Leonardo Bade «.
dd Sajfoneal no,AmbafciatoridiMauricio,Elerror di Salioma, che diede grand' allegr
Tcolltmul ^o"^ Elcttori,&; Prelati Germanijaflìcarati da qiiefto, che Maantio non ten
hr \ktttianei nouità.Trattarono prima con gli Ambafciatori di Cefarc, dicendo, ^Ghci,
Prencipccome defìderoio della concordia, haucua deliberato mandar al (
cilioalcuniTheologi,huorainipij,& amatori della pace, ilchc haureEt
anco fatto gli altri Prencipi Proteftanti:ma era ne cellàrio, prima un faluo a-
dotto nella forma del BalileGnre,& che tra tanto in Concilio fi fermaife in
trattatione,&chegiontiquelli,{ìreeiramina(rero le cofe giàtrattate,noae it
do Concilio Generale, fenon vi interuengono tutte lenationi: che il Pont .
non vi habbia autorità di prefedere , ma lì fottoponga al Concilio , & rei
giuramento a Vefcoui,accio i votifiano liberi. Aggionfero gli Ambalci; ;
che nella Congregatione de' Padri haurebbono efpofto le cofe più abond t
méte,laquale defiderauano che (Iadunaireprefto,percheiTheologi erano \
ranta miglia lontani , & afpettauano folo d'elTer chiamati. Gli Ambafci
Ccfareiiifpofero buone parole, perche Cefare, per trattener Mauritio ,b
commandato che folTero ben trattati. Quelli Ambafciatori fecero i med i,
offici] co' PrencipiElettori,& col Cardinal di Trentojma ricufaronodi tn m
colCardinalCrefcentio,& co'fuoiColleghiipernóparer che gli riconof fé
ro.Inftauano a elFere admefll in publico,i>er prefentare le patenti loro > & !
riceuutijcome erano flati accettati quelli dell'ElettordiBrandeburg:di che '..
farei gli dauano {peranza>anzipromeira,per trattenergli. Ma, dall' altra pc y
Legato,^ iNoncij 5 apertamente ricufauano d'alterar la formula del f^luc in
dotto, dicendo, Eller troppa indegnità della Sinodo, che rapprefenta ru ,1
Chiefa Cattolica, che quattro Settari) debbiano metter difficoltà di fida ii
lci:ne meno voleuano fermar il corfo de' Decreti già maturamente ordina i
che fperanza vi potrà elfere della conuerfione di Germania, quando ven: n
con qucfle dimande?Et quanto all' udirgli in publiccelfendogli (lato pron fc
era giurtotmajelfen do mandati a quel Concilio,delqualehanno veduto, & a
no che il LegatoA' Noncij Apoftolicijfono Preiìdcnti,è necelfario che gli (
nofcano per rali,& ienza quello non poter admettergli , cofi tenendo > ìt
mifiioneipccialc dal Papa,dacaloro quando gionfero quei di "VX^iitemberj li
di rilafciaregiuramcnti,& altre tali impietà,*^ biafteme,contralaSedeAp e
lica,non diceuano alti o >difpo{li a morir più rollo che tolerarle:che fartbl !^
partiti,&difciokoilConcilio,3ccomraandaro a Prelati di noninterucni ?
atto alcuno.Fu di quello auifato Ce(are,alquale il negotio era molto a cuo
xeftòoffi-^fo per la pertinacia de' Pontifici j,e he voleilcro, per pontiglio, ine ^
un negorio ditunrorileuo in conquairo,&farnaicerunaguerra,laqualgoll
in fine elfer anco il loro e{lcrminio:& rimandò ordine agli Am.bafc latori lui >!
al Cardinal Madruccio, che faceifero opera ài quietare il Legato , & ufa r
l'aurorità fua,prima con preghiere>poi anco con parole aite, fé nontrouaii'
mi
GivLio III. LIBRO QVARTO. 57j
ramcntojchc fodisfaceiread ambe le partile eoftiingeflqro coumadi ciui-
'(Tato,<Sc iNoncijjacondcfccndeialgiufto.
Ambafciaton Celarci,^ il Madiiiccicprefo confcglio , rifoìrero di non
co' Ponhncij tatto inl!ìerrK':ma5pcr principio , lolo trattar del riceuer "^li
(ciafori:dopolonghcpcrriiaiioni,lcqL]alimirauanoaiTioftrarcj.chequIn-
ero i Saironi introdotti nel confcirojdouc cffi erano Prefidenti, fi potcua
he la prefidenza era alfai riconorciuta,quantonqiic non folle con loro
ito inanzi a parte: alle pcrdiafioni aggionfcro le preghiere per nou-^e di
mifte con qualche parola,fignificantc chcconueniiia non abn.iar la Tua
iza>ne coftringerlo a pigliar' altri riiiiedij: la ncceflkà clFer' un potente
nento a chi ha la forza in inano,Infine,ilCrcfcentio fi lafciò condarrc»
f Fero riceuutijuon in Seflione , ma in publica Congregatione generalc,iii
lui,parendogli con quello effer riconofciuto per Capo. Spuntato qucftoj
0 al foprafedcre le materie. Diceua il Toledo , hauer fentito tante volte
i|ire,efier cofi cara a Chrifto la (alute d'una anima fola» che dcfcendcrebbe
oadcllcr crocifilfo per acquiftarlar&horajcon differire» fi recufauadi
i urta Gcrmania:douc era l'imitatione diChrifto?Sifcufaua il Legato co'
i uidamenti del Papa aifoluti, a' quali non poteua conrrauenire:majrepli-
* 'AmbafciatorejChe al miniftro fi,dà l'inftruttione in fcritto>& la difcre-
rimette alla prudenza ; difle il Legato , che vedeua molto bene quello
grado per incaminarfi a dimandar retrattatione delle cofe decife. Gli
ttjarola rAmbafciarore, che di ciò nonhaurebbe trattato mai y anzi ha-
fatto efficaci offici) co'SalTonijper fargli defiftere da quella inflanza.
iij ILcgatOsperluafo dal Noncio Vcroncfe,che prima s'era iafciato fupera-
adollare , (diceua egli) alPapa , 3c al Concilio, un tanto cariccche
pitatoim negotio tanto importante, per la negatione d'una poca di-
defcefcadireacheficontentauajpur che da' Prelati nella Congrega-
tale foife predato airenfo : aquali anco fi rimettcua intorno il laiuo-
o,cherichiedeuano.
1 ita la Congrcgatione,perconfultarropraqHefti particolari : & fu facile <^°"fi*^t<^ft '»
u^;ladilationepergliomcijfattidagrimpcriali: dcUaluocondotto non ^""S^S^"^
'tìicilelaconfultationejnonfolcbper la ragione allegata dal Legato; ma g dtlìberatoS
5 ichc era abhorrito il nome del Concilio Bafilcenle, Se il rimctrerfi a contentargli
' ^ quello che più importaua,ftimando chealcunecoiepotcuanoconue- infam:
y CI tempi,& non a queftirperche i Bohemi haueuano dottrina non tanto
.1 alla ChiefaRomana.Con tutte quelle oppofitioiii , l'autorità de' tre
odclCardinal Madruccio;& l'officio degli Ambafciatori Ccfarcipre-
x non
fci
I con
ne
.1 1 Pietro TagliauiajArciuefcouo di Palermcfu aggionto , che fi iafciaua
'1 Ilare un ponto molto principale, come s'hauerebbe trattato con gli
Jal ator i nel dar loro luogo da federe» o no : nell' ufar verfo loro , & i Pren-
ioiljtcrmine d'honorc-.perche non lo facendo,cra romper il negotio; & £a-
Ioli, eia gran pregiudicio honotar Keretici nstaiiifcfti^o tenergli in alrro-
' Aaa li)
374 CONCILIO DI TRENTO Papa Givinn
ci3 i=>~ conro che di rei-LaftclFa 8c maggior confideiationc fi doncua haacr del ix
L-ii. digouci-naL-ficc'Thcologivcntui-i: quali pretendono haucrvoro , & alfm
vorranno etlcr' a parte nelle difpLUejd: coniuke , ne permetteranno elfer r u
nello ftafOjcheLiChielade'Dbc,&: non può tenergli altrimcnri,cioè,dihcri(
fcomn-iunicati,& dannatÌ5Con quali non è lecito trattare, fé non per ififtrigi
iehumilmcntelorichicdono,& perdonargli per grafia. Sopra queftapnaj
rione fuallìii detto della varietà de' tempi,a qualiconuienech'ogni leggei
commodr.cheimedcfn-niPonteficijche ftatuirono quelle Decretali, nor:É
rcbbono inqueftc occanoni-.niiìunacorapiufaciimcnteromperfijchelap ifa
ra.Lequaliragioni/e benperfuadciiano la maggior parte, con tutto ciò mi
penano che riLoìucre.Parcua,che il determinare qual rigordelle leggi fidi"
ritenerci qual rilatciare,fo{Tc cola di molta & longa condiltatione , &(l
riioluerfcnzail PontehccRomano,& il Collegio de'Cardinali:ma l'angui i
tempo non comporcarlo.Qoefto refe tutti ambiguijquando opportunarn j
Veicouo diNaumburg preleperfondani^toché laneeeffitailcuiauaogji
crre(fione,6(: che inGermania ne'Colloquij>ccDiete,quefteconfideratio»H
kate maturatc,& cofi decilo:ma per iìcurar meglio il tutto, era ben far' ui
teftationc inanzi,che tutto toife fatto per carità,^ pietà,quali lonoiopi
legge,&perridurglifuiati;&:s'intchdellc fatto iempre lenza pregiud&lf
quelle clauiulcche i iurilperitiiapranno trouarc. Qucfto parere fu abl»;
prontamente da' primijda Prelati Thedefchi,da' Spagnuoli poi,s5c dag[> i |
in finccon qualche tcpidezzajftando fempre imimobile il Legato, & ino 1
ben chiaramentcche ilaua quieto coftretto dalla neceflità. Fermate que
lutioni,fudelibcrato,che il ventiquattro del mele fi facelfe Congregatj(
nerale,douegli AmbaiciatoriSaironifoircroriccuuti, »S: uditi :che il >v<
que,giorno perciò defiinatOsfi teneirelaSeirionc,nellaqualefipubÌica{l<
none fino alia venuta de' Theologi Protellanti:che follerò eletti Padri,
fieme colNoncio Sipontino,formallcro ilDecreto,la Protelì:atione,&i.
condotto.Gli Ambafciatori Celarci chiefero d'hauer la minuta del fa.!
dotro,prima e he li publicaire,per farlo veder' a' Protcftanti,accioche>n(l
facendo loro,fi potellc compire in maniera,che non haueifero occafionef
tarlojcome dell' altro haueuano fatto,
Hcheèhro fi-^ S.'attefe ne' giorni feguenti alle fudette cofclequali compitcgU Ambi
gnifica$Oy ■ ri Celarci chiairjarono a loro i Proteftanti, 3l hauendo l'Ambalciator ]|
tatto un'eloquente encomio della bontà, & carità de' Padri, ^elTori
Proteftanti a dar qualche particella di lodisfattione al Concilio , ficoirl
dauano molta a lorcgli diircche era conclulo di receucre i mandati,& [
ne,&; udir le propoftc loro inpublfcojdiiterirc la conclufiohe dcl^e^Dfj
che difculfe &c maturate , per afpettar' iThcologi,.?^ afcoltargTi prinflrf
Lìrebbono hauuto il ialuocondotto anipli(ìimo,comc ricercauanoi3cJll
fattala minuta:& fi cileie molto in mofti-are, che erano fauori , 8c gratxf
ràBilipaflando poi a dire>elkr ueccilàrio conceder alcuna cofa al teji3p(
volÈi-.tuttQ ili. uniiLaiìignK)<Quan«i©J4lfarà Biella tiattatione, r.occafiori|
l GiVLio III. LIBRO QJ/ ARTO. 375
» •rmokccofcchcinanzi p.iiono difficilircheiPadii defiderano .Ki venuta ci3 i?
eolog;i , (SsTchc diì nicdclìmi Ambatcìarod Cclarei hanno cole di gran lh*
ncoiiaproponcLc,& ftanno folo afpctcando , che fìa daco principio da
n|laiiti,pcr comparcr fuori poi cllì.Pcr quello rilperro,nella di iTian.da,chc;_il
lice lì ibrcometca al Concilio , gli prcgauano andar Icnramciuc , ocrche
Padri co!Vorccuaao,cTie vi era qualche cola da correggere nella 0 radezza'
icia.,machebiiognaaacaminar con lotti! deftcrità: che eflìmed. lìmi el-^
£ntauanocutto'idìla(ingolar-edcftrezza,& artcchebirognauavfarctrat-
r con miniftri Pontitìcij.Parimcntcche il reelluminar le cofe già conclufe,
adaproponer coli nel bel principio,chc tarebbe con troppa infamia , &
lore del Concilio:pcrc) i Theologi andairero,chc farebbono uditi in tutte
d opportunaméte,& no gli mancherà maijfe fi vederano granati m alcuna
I poter partir liberamente.! Proteftanti,ritirati tra lorojvcdutala minuta '«'^ # >^<>»fi'
! Liocondotto,nonricontentarono,pernoneirer conforme allaBalìleenlc, "^'^"^''»»
1 ualea Boemi quattro cofofurono concelfe di più: I. Che ellì ancora ha- /J j^™o«-
i)votodccilìuo. II. Che folFe giudice nel Concilio la Sacra Scrittura, la (io«o.
:a della ChiefaVecchia,li Concili), & interpreti conformi alla Scrittura,
llwpoteirero far'eirercitio della fua religione in cafa loro. IlII. Che non
ittaalcunacofain vituperio, ofprezzo della lor dottrina. Dellequali la
la era molto diuerla dalla formula data loro , le altre tre erano tralalciate
al lente.Hebbero anco fufpitione,perche quel Concilio non prometteua la
i^.za per nome del Pontehce,& del Collegio de' Cardinali, come dal Bafi-
n| eraftatafatto.Rilollero nondimeno di non far métione di quefto,ma ben
:\ ircche le altre quattro particole ommeife folfero inferte.Ec ritornati a^li
i! fciatoriCefareijapertamétefi dichiararono,che in quella forma nò pote-
u iceuerlo,hauendo nelle loro inftruttioni quella elprelfa commiflìonc. li
1: 3 morti òfdegnarfìjche non lì contentalfero di quello, che eo-li, & i fuoi.
1 ;hi,haucuano ottenuto con gran fatica:che l'importanza ftaua nellafìcu-
i kirandare,& del partirci il refto aparteneua al modo di trattare, che
<i )s'haurebbc potuto concludere con laprefenza de' Theologi. EiFercofa
p) ardua il non voler renderli in parte alcuna , & foli voler dar' le le^rgi a.
r; 1 Chiefa.Ne potendo con quelle ragioni muouergli dalla determinatione
0 iirv-io in fine, che haurebbono riferito a' Padri, &c effi gli refero la minuta
tiiocondotto con le aggioi^ teche ricercauano.
1 psoySc i Prefìdcnti,intendendo larichiel1:a,& lafermezzade' Proteftanti, & i Pnjtdin»-^
)1 uono agli Ambaiciatori Cefarei,quanto foifero le lor diraande aliene dal *'»
il ,>Sv:cóueniente.Imperoche,nellaformadclBarileenrc,n6troaerànomaia'
e icircvftatocócciro,che nel Cócilio hauellero voto deeifiuojma che la
n iia,&:pratticadcllaChieia,&Cócilij, sdottori che H fondano in quella,
<i ,iLidici,èdetto:quà.tóc];có parole alquàto discréti, perche la pratticadella
li 1 è chiamata l'otto il nome di Traditone Apoftolica.Etquàdo lì dice San-
P; li, s'intéde bene che li fondano nella Scrittura:percheefli non fanno altri
i(imcti.Iltcizo di celebrar gli Oificfj nelle cafe s'intédcpurche la facciano
;o
> ne
:^-jG CONCILIO DI TRENTO pAPAGivLir
e 1 3 13 che ii5 iàa raputo,& fenza fcàdalo.La prohibitioncche no fia fatta cofain if
LI- tupciio eircre clprelfa, quado fi promette che iioii faranno in cóto alcuno ft
Però>vederfi chiaro,che,pei- trouar querele,& cauiÌlare,fi lamétano fenza
ne cirendouifpfcanzadi contentargli,nórefl;ar' altro, fenondargh il falu
doctOifecondoia minuta formata,& lafciar' alloro arbitrio il valerfene
ufarlo. Il Conte di Monfort replicò , Niente potcrfi far più in feruiticlel
publica caufa, che leuargli li pretefti, & cauilli , & moftrargli al mondo i tfci
fabili: onde , poiché in loftanza non era differenza deljia minuta alla fo ia(
= tUCongniar- Bafilea,per ferrargli la bocca,fi potcua copiar quella 5ÌÌ parola in parola,! it?,
tioneftanno folo i nomi delle perfone,luoghi,& tempi.I Prefideifti,da una rilpofta fo
fifjt tnnon tanto ftrettacommoflìjfi guardarono l'un l'altro : &c il Lcgato,prefo imn
^'^"^*"" "** " partito,rifpofe. Che tanto farebbe ftato riferito a Padri nella Congregar
rifoluto fecondo la lor dcUberatione. Raccommandarono poi i Prefidei
fcuno a' più famigliari fuoi,la caufa di Dio,& della Chicfaragl' Italiani, Sp»
gnuoli,diceuano,che era una grand' ingiuria,che douelfero fcguire una n io«
i'cifmatici, che hanno incautamente parlato,&: contra la dottrina Chrifr
bligato afeguir la Scrittura fola. Ma a tutti in generale diceuano, che i
(lata una grand' indegnità, quando la Sinodo parlaffe in modo, che imn
nafceffe una difputa ineftricabile foprarperche a vedere quali fiano iDott
fi fondano nella Scrittura,mai fi farebbe d'accordo: appartenere alla degr
la Sinodo parlar chiaro:& l'efpreflìone fatta efferla vera dichiarationed d«,
«uMttlCmrt' leenfe.Et altre tali perfuafioni ufarono,che quafi tutti vennero in rifolut oci
^mone di ^^^^ mutar la minuta , con fperanza , che, fé bene i Proteftanti cercauan<
ajjomje et- tagaiarfijouando poi lacofa foffe fatta, fi contentarebbono.
taunaproteta ap /i n ■ 1 i\ ri 1 /-^
i» Congrega- Le coie tutte poftc m punto il di ventiquattro tu la generale Congreg
t'mtt In quella conuennero in cafa del Legato gli Elettori , i Padri tutti, & gU ,
fciatori di Cefare,& di Ferdinando, che non erano loliti interuenire in 1 1
ti di Congregationc.il Legato fece ringrelFo con breui parole , dicendo ,
i-anoadunati,per dar principio ad una attione, la più ancipite, cheinpii
folle occorfa alla Santa Chicfa:perilche conueniua con maggior affetto
lito pregar Dio per il buonfucceffo. Et inuocato ilNome dello Spirito
fecondo'lcoftume delle Congregationi, fu dal Secretario letta la proteft:
allaquale hauendo tutti i Padri dato il placet ydaì Promotore fu fatta in
che negli atti foffc regiftrata , tSi fattone ancopublico inftromento. Ilt«
quella in foftazafujChe la Santa Sinodo, per non ritardare il progrcffo del
cilio , che receuerebbe impedimento per le difpute, che nafcerebbonoja
s'haucffc da effaminare co' debiti termini,qual ibrte di pcrfone poffono e
rcr nella Sinodo,6c qual forte di mandati,^: fcritture poffono clier prefenl
per i luoghi del federe, dichiara, che fé foffe admeffo in perfona , o per foli
alcuno,che non doucffe effcr riceuuro per difpofitione della legge, o ufo (I
cilij; o non fedeile in debito luogo,che fé gli conuienc } oucro,ie fofferoal
mandati,inftrumenti,protefte,o altre fcritture, che offendeffero, o potelll
fender l'honore 3 l'autorità) o poteftà del Concilici per ciò non fia^ ne s!i[
4i Girilo m. LIBRO QVARTO. 377
ìkegiiidicato al preferite Concilio,o agli altri futuri Generali in perpetuo, cià 1 3
;ij o incentione di quella Sinodo>che fi rimetti lapace , & la concordianella l i i.
liàin qualonque modcpurche fialecito, & conueniente.
Cj.po furono introdotti gli Ambafciatori Salibni , douc entrati^' fatta riue- parlamento !o
a(iConfeflb,parlòilBadehorno,vlando titolijRcuerendiiTimi, &: Ampliili- " «^ ^"«"^'''"j
mri, & Signori. Lalblhnza del fuo parlar fu , Che Mauric io , Elcttor di ZlrTdJ"'^'''
fi ia,dopo Iiauer pregato a loro l'aflìftenza dello Spirito SantOj& l'edito fa- '
U dell' attioncgU faceua fapere, haucr già molto tempo delibcrato,fe mai fi
tl|aua Concilio Generale, libcro,6c Chriftiano,doue le conrroueifie della
■ne foifero giudicate. fecondo iaScrittura;& tutti poceiFcro ficuramcnte
;,& folle inllituita riforma nel capo,& ne' membri j mandami i fuoi
ogi.Hora,pcnfando che cfll fiano congregati per quello fine , conuocati i
beologijgli ha commandato di far kieita d'alcuni d'cffi , che debbino
la lor ConfclTìone a quel Cólello : ilchc Imo adelTo none ellcguito per ril-
i certa conftitutione del Concilio di Coftanza, che agli hcrcticÌ5& fof-
Sfiaferuatalafedejofaluocondottodairimperatoreide'R.è5oaltii:&per
iode'Boemi,chenon vollero andar' a Bafilca,icnon con una ficurczza
dalConcilio.Perilche l'Elettor ricercò, che untai faluocondotto foire
fuOiThcologi,&:configlicri,&loro famigliari: ma già pochi giorni gli
«5 mtataana certa forma di faluocondotto molto differente dal Bafileenfe:
i| e fu giudicato pericolofo di venir qui con quello , apparendo da alcuni
H Tridentini già ftampati,ne' quali fono trattati per heretici,& fcifmatici.
Il nque non fiano ftati,ne chiamati,ne uditi.Perilche dimanda il Prencipe,
1 loi fiano tenuti per ifcufati,& il faluocondotto concelfo nella forma
l ife.Oltra di cic),che,hauendo il Prencipe intefo,che vogliono procedere
e iclufione degli articoli controuerfi,di è parfacofapregiudiciale,& con-
; dognilegge diuina,& humana,elIendoi fuoi legitimamente impediti
i icamento di faluocondotto.Pcrilcheprega,cheil tutto Ci dift'er ile a, fin
i. 10 uditi iTheologi, che non fono lontani più de felfanta miglia Thedef-
J.prelTodiciojcirendogli ftato referto, che non fi vuol udir'i Protcftanti
^ li articoli controuerfi definitigli anni palTati, la maggior parte de' quali
e: le graui errorijprcga il Prencipe , che quelli fiano reelìarainati , & uditi i
l' leologifopradi cfli,& determinato quello , che fia conforme alla parola
) ,(S: creduto da tutte le nationi del mondo Chrilliano. Imperoche le cofe
;r inate fono Hate trattate da pochillìmi di quelli, che douerebbono inter-
ini Concilio uniuerfale,come dal catalogo llampato appare.Et pur' è cofa
lille ad un General Concilio,che tutte le nationi fiano admelfea^ libera-
uiditc.Raccorda ancora il Prencipe, che molti articoli controuerfi coli-
li o li Papa:& hauendo determinato i Concili] di Coftanza, &:Bafilea,che
e Ulte di fede,&: nelle fpettanti ad elTo Pontefice egli fia loggetto al Conci-
cela conuenientefcruar l'ifteifoin quello luogo:& inanziogni altra cofa,
]i,llo,che fu conftituito nella terza Seilìone del Bafilceiiic,cioè,che tutte le
e z del Concilio fiano airolute da' giuramenti d'obligatione al Papajquan-
Bbb
37« CONCILIO DI TRENTO Papa Givlk
ci3 13 to s'afpettaaUe caufedel Conciliotaiizi ilPrencipe è di quella opinioncc
L 1 1 . co fenza altra dichiarationcper virtù delle conftitutioiii di quei Concilij
debbiano elfer liberi da quei legami :perilche prega quel Cqnfeffo^i
inanzi ogni altra cofa)repetere,approuare,& ratificar T'articolo della fup
tà del Concilio al Papa-.inalfime cheihaucndobifogno l'Ordine Ecclcfial
riforma>laqaal è (lata impedita per opera de' Pontefici >gli abufi non fi p'
emendare) le le perfone del Concilio dependono dal cenno del Papa ji'l
tenute,per virtù di giuramento,a conferuar rhonore,ftato,& potentia fu;
dal Pontefice fi potelfe impetrar che egli fpontaneamcnte rimettefleij
mentojiarebbc cofa degna di gran lode,& che concilierebbe gran fauore i
autorità al Concilio,& a' iuoi decreti , che nafcerebbono da huoraini :
iquali (arebbe lecito trattare. Se giudicar fecondo la parola di Chrifto j
Prcncipe per fine pregasche le fuepropofte fiano riceuute in buona panf
do ftato fpinto a rapprefentarle per zelo della falute propria , per cari"
patria,& tranquillità di tuttol popolo Chriftiano. Quello ragionami
uendo in fcritto>lo prefentò,& fu dal Secretarlo riceuuto: Se il Promo
nome pubiicojdiifcChe la Smodo hauerebbe hauutaconfidcratioiie>6
tunamentedatorifpofta. |
e de'yyìmm ^^P^ qucfti,furono uditi i Wirtembergici> quali prefentarono il i tj
htrgìch <i^ll' Ambafciara loro:ilquallettOjCon poche parole dilfero j che erano
fentare la Confeflìone della lor dottrina > douendo venir poi i Thec
difenderla A trattar più abondantemente le ftelTe cofe,con conditian
commun concerto dell' unajSc dell' altrapartcfiana eletti giudici , ci
canofopralecontrouerfie.PerchejelTendo la loi dottrina repugnante
del Pontefice Romanos&; de' Vefcoui fuoiadherentijcra cofa ingiufta,
torc,oucro il RecfiillegiudiceLfacendo pertanto inftanzajche le cofi
anni inanzi nel Concilio,non hauelTèro forza di leggc;ma fi deife nuou
pio alla difcuQìone d'ogni cofa trattata:non elfendo. giudo , quando d
ED > ciie quello, che è fatto da uno,afiente legitimamentc l'altro , fia e
& tanto maggiormcntcquando fi puachiararaente moftrare , che <|j
proffimeattioni, come in quelle dtgli anni inanzi,fono publicati deta
diuina Scrittura contrarij.Et prefentarono ladottFÌna,& il ragionam*
m icritto:&: dal Secretaiio fu il tutto riceuuto,non però la dottiinalct
pofco dai Pcomotorcpcr nome de' Padri>che al. fua tempo hauerebb< ^
rifpofta. '^
^.- Quelle cofe fattcpartirona gli Elettori , & Ambafciatori , & co*^ F il
Comilio: rcftarono i Prelati,per dar' ordine alla Scflìone.Fu prima ftabilito il D( ^
poi propollo il SaluQcondotto,aggiongendo le caufe,perchc i Protei! *
le necontentauano». Et, pollo in deliberatione , le a quella forma 1
aggiongerc quanto ricercauanomQ.vLfu difEcoltà,che tutttnon conue
parere , che altro non vi fiaggiongelfcpcr euitari pericoli d'entrar li
f««,*4i-#>.i"ftricabili,&inpregiudicijineuìtabili.. '
tKy 11 giorno icguente vinticinque diGennaro,dcputato già alla Seflionc w :
i^paGivlioIII. libro QjyARTO. V9
tjjipparato , & comitiua , s'andò alla Chiefa, anzi con numero maggiore di ci» lO
fdari/atri venir da' Prcridcnti,peroftenradonc della grandezza del Concilio, lh.
& on gran nnineio di foieftieri,concorri per opinioncchc i Piotcftanti doucf-
feieflcrriccuutipublicninente,&confingclarceremonic. Camola MclTa il
yFj:oiio di Catanea,&fcce il Sermone GiouanniBattifta Campeggio, Vefcouo
a Iaiorica:& feruati i confiieti riti,dalVefcouo celebrante iu lecco il Decreto;
a ftanza delquale era,Che,hauendo la Sinodo,in eflecutione delle cofe inanzi
e etate, trattato con accuratezza quello che appartiene al Saciificio della
,ira,*?c al Sacramento dell' Ordine, per publicar in quella Seflìone i decreti
aia quelli , & li quattro articoli differiti in materia del Sacramento dell' Eu-
ajba,penfando che in qucfto tempo doueircro elfer gionti i Proteftanti,a'
Ili haucuaconceiroilSaluocondoti:o:nondimeno,noneirendo quelli venu-
iuZi,hauendo fatto fupplicare,che il tutto foife differito ad una altra Seflìone»
no fperanza di douer giongere molto inanzi di quella , riceuuto un Saluo-
31 otto inpiu amplaforma,lamedefìmaSinodo , defidcrofa della quiete, &
icconfidando che verranno, non per contradir alla fede Cattolica, ma per
y^ ifceie la verità,& che fi quieteranno a* Decreti della Santa Madre Chiefa,
i, fferito fino al dicenoue Marzo la feguente SefTione , per metter* in luce &
ajicarlecofe fopradette,concedendogli,perleuarogni caufadi maggior di-
Wj i,il Saluocondotto del tenor che fi reciterà, determinando che tra tanto fi
ij del Sacramento del Matrimonio, & fi profeguifca la riforma, per douer
à car le defìnitioni anco di quefto,inricme con le altre difopra nominate. La
fjiza del Saluocondotto era , Che laSinodo,inherendo al Saluocondotto
à Ito, & ampliandolo , fa fede, che concede a tutti i Sacerdoti, Prencipi,
0 li,&perfonediqualonq;conditione della Natione Germanica,che veni-
11 )50 fono già venuti al Concilio,Saluocondotto di venirci,ftarci,propone-
,t cariar con la Sinodo,trattare èc elfaminar quello,che gli parerà,dar* arcico-
1 ^^ confermargli, rifpondcre alle obiettionidel Conciho,& difputar con
I :ttidiquello:condichiaratione, che le controuerfìe in queflo Concilio
1 ri attate fecondo la Scrittura facra , Traditioni degli Apoftoli , approuati
d ilij,confenfo della Chiefa Catolica , Se autorità de' Santi Padri : con
I ntaanco,chenonrianopuniti,fotto pretefto di religione,© di delitti com-
H,.o che folTero per commetter circa quello:& in maniera, che per la lor pre-
li in viaggio,o in qualonq;luogo,ne in la Città di Trento , fi cefll da' diuini
i|i&chc poffino tornare quando gli parerà lenza impedimento , falue le
ll.-,honore,& perfone loro,con faputa però de' deputati dalla Sinodo: accio
.iouiftoallalorficurezza:volendocheinqueftoSaluocondottos'habbiano
V dufe tutte le claufule , che folTero neceffarie per efficace , & piena ficu-
1 . Aggiongendo , che fé alcun d'eflì, o nel viaggio, o in Trento , o nel ri-
r ijcommcttefl'e alcuna enormità,che potelle annullar' il beneficio di quella
l.>ublica,in tal cafo fiano puniti da' fuoi medefimi,di emenda che fatisfaccia
s inodo:&: dall' altra partcfe alcuno nel viaggio, nel ftare , onel ritorno
Ìnettclfe cofa,che violafle quello Saluocondotto,debbia clTer punito da ella
Bbb ij
38o CONCILIO DI TRENTO Papa Grvtio r
0.10 I D Sinodo di emenda > con approbatione di eHi Signori Germani » che faraiini
m
L 1 1. Trento prefentiiijeftando in vigor Tempre la forma dell' a{Iìcuratione:conce'n-
clo agli Ambarciatori loro di poter' ufcire di Trento a pigliar aria,&: ritornai ,di
poter mandare,& riceuere auifi>& melTi , Tempre che gli parerà , accompaoitj
però da' Deputati per lor ficurezzanlqualSaluocondotto duri periltempo he
ftaranno Tettola tutela della Sinodosin viaggio per Trento,& che dimorer,
nella città}& venti giorni dopo che efli domanderanno, o che gli Tara ord
di partire,douendogli reftituir in luogo ilcuro a loro elettione:lequali cok
mette con buona fede,anome di tutti i fedeli di Chrifto > & di tutti i Prc
EcclciìaTtici^&Secolarij& di tutte le altre perTone Ecclelìaftiche , «5i Se.
parimente d'ogni conditione.Promettendo infieme,in buonafede , che la
do non cercherà occafionc publica,ne occolta, che fia tentata coTa alci
prcgludicio dT quello SaluocondottOj ne fivalerà ,o permetterà che al ..
vagliadicual li voglia autorità,potcntia,ragione,ftatuto j priuilegio di les
Canonijdi Conciliji& Tpecialmente,del CoftantienTe,& SeneTe.Allequah
coTc in quella par te,& per quella volta deroga.Et Te la' Santa Sinodo vO ale
■quella,o de'Tuoijviolalle la forma di quello Saluocondotto, in qual fi ^
puntOjeclauTula,& non ne Teguiffe l'emendajcon approbatione diloro,fti
la Sinodo incorTa in tutte le perle jC he pollino incorrere i violatori. di tali
condotti,per legge diuina,& humana,o per conTuetudine,Tenza admetter
iPreJfdenti q contraditione.Le quali coTe lette,fula Seflìone finita.EcoTa certa,che i
difiongonole ^ Jecj^dubbiofi doue le coTe poteirero capitare,voleuano eifer preparatile il
mtmdufilne Te gli moftraua proTpeiTo, di decidere tutr iniinaSefllone la materia de'
del Concilio! menti:& per tantOihauendo già in pronto le coTe Tpettanti allaCommu:
alla Mella,& al Sacramento dell' Ordine, voleuano hauer digefte , & or uÉ
. quelle del Matrimoniojper metterle in un Mcioidc in una altra Seflìon^^i
{uccintamente del Purgatorio Jndulgentie,rmagini,Reliquie,&'altre ta
minute,che coli le chiamauanoje metter fine al Concilio : & Te alcuna
. foire oppofta a quello diiregno,porer moftrar che da loro non era manca
UPitpt,pYom- Io veggo molti,leggendo quelli Tucceflì, marauigliarfi, non vedendoj
duta alla (m y-^^^Q il Papajdalquale in coTe di molto minor momento , tutte le delibei
ficuri^%^ m e,.^j^Q Tolite TpiccariÌ.Ma,ceirerà la marauiglia ,Tapendo che il Pontefice
' condo il Tohto auiTato di punto in punto di tutti i Tucceffi, & diiregni:&
mo arriuo de' 'Wirtembergici,& alla nuoua che altri s'aTpettauanojauiH
poie a' Tuoi Legati , e Noncij,che i Protellanti foirero trattati con ma
immanità che foife pofiìbileiche lapeua bene eifer neceirario in iìmili^i
menti Topportar qualche indegnità per condeTcendere: però in. quello ,u
prudenza,accommodandoiìalÌaneceflìtà:perchein fine cede in honoye!
lofferito alcuna coTa.S'afteneireto bene d'ogni publico colloquilo in l
ra,o invoce,in materia di religione.Procurairero, con gli uffici), & con
ranzcdi guadagnar'alcuno de'Dottori Proteftàti,<Sc nóperdonaflero a^'
fiyolg'.A'Frct' fpeTa.Fu il Papa auiTato dal Legato di palio in paifo, cheli andaua facend
eiaconiraCe- ^^^s^ glipameoccorrcr coTa^che douefle fargli mutar propofiro. Et allec
GivLio in. LIBRO QJARTO. 5S1
dilioj dopo qucftaScflìoncnoapenfaiia molto. Perche, halle lido piefo cio lO
iie ombra dell' Imperatore , alcoltaua le propoftc d'alcuni Francclì. Ma, lii.
o intefc che gli Ambafciatori Imperiali haueuano dato a'Proteftanti
za di moderar lapoteftà Pontifìcia, &c detto, che afpettauano di veder la
aperta con la negotiatione loro , per douer pei (ccondare , &c introdur le
he haueuano dUlegnato:& che moki de' Padri riputauano neceirariore-
:rrautoritàPapale:haue]ìdo altri rifcontri che di tal mente foirero tutti i
uoli , & che Celare dilfcgnaua alzaiTipiu coli' abbaifar il Pontificato, &
ila di fomentare i Proteftanti a quello, permollrarc che dafenonproce-
lienato l'animo da lui per voltarlo al Re di Francia,porgeua orecchie alla
ione per nome del Rè dal Cardinal Tornone maneggiata, dall' elice utio-
laquale ne reguiua,renzarua opera,ladiirolutione del Concilio, Se lenza
b li moftraire defiderarla.
ala Sefllonci Proteftanti,re ben penetrarono che il Saluocondotro non "'t"" q'-ttrek
pliato,comerhaLieuano chicfi:o,diffiraulando dilaperlo, l'addimanda- tipelsaim-'
6c gli fu dagli Ambalciatori Imperiali, congregati per quello, confegna- condotto^
elTemplare autentico per cialcuna Ambafciaria. Elfi, ritiratili, & let-
inpre , ritornati , fi lamentarono , che folle loro mancato : ricercaro-
o la rifpofta della Sinodo alle elpoiìtioni loro,.!k alle inftanze fatte fopra
j<o di procedere in Concilio. Gl'Imperiali gli confortarono a procedere ribattute dd
irfterità,vrando i medelìmi concetti, in mollrArchecol tempo haurebbo- ^^/*''"«-
«muto tutto, ma ricercandole cofe acerbe, dinanzi l'opportunità, ha-
hmo difficoltato ogni cofa : chenclSaluocondottonon eranecelIàrioe-
■re,chepotel^eroei^ercitarla lor religione nelle cafe; poiché, noneifen-
P hibito, s'intende concelfoxhe nilfuna cofa fìa fatta in vitviperio loro , ef-
n iramente erpre(ro,quando fé gli promette buono,& real trattamento; 3c
||[uefto , fi faranno anco publiche prohibitioni atutti,chc faranno mag-
^ fetto. Quanto alle ragioni da allegar in Concilio , in foflanza elPer detto
^ ),Che la Scrittura fìa il fondamento : ma eifer ben neceirario , quando vi
e^ntrouerfia dell' intelligenza della Scrittura,che fìa giudice il Concilio: la
IjitaelPer muta,&: fenza anima : &,fìcome le leggi ciuili , hauer biiogno di
e,che la inaniir.'i, & nella materia della religione quello etler il Concilio,
dal tempo degli Apoftoli rin'horaèilatoicruato. I Proteftantiriceuec-
Saluocondotco,ma con dichiarationcchc nonio pigliauano, lenona fi-
nandarloa'lor Prencipi.
i i'refidentijper eiTco-uir quanto era decretato,di eiraminar la materia del ^""^^^i^^'^f^]
r r-y ° ■ 1 o I • 1 fi ,- . per franar del-'
memo , t-atta Congregatione generale, & eletti deputati diedero hìori j\^ammonio: ■
tre articoli in quella materia, per eirer difcufTì da'Theologi: & ordina- lamenti de
inco,cheideputatiformaiIèroi Canoni, fecondo che i particolari s'an- Prouftamì
o ventilando. Si fecero alquante Congrcgationi , & furono anco formati ''^^^'^ P'^^^T'" '
iCanoni. Ma,hauendo i Proteftanti fatto indoglienza con gli Anìljafcia- ^IndL *
■nperiali, dicendo. Che ben gli dauanofperanza che, col tempo poceirero
fjirreuifione delle cofe deciie, ma tuttauia quella, co' fatti gli eralcuata,
M . Bbb lii
^Si CONCILIO DI TRENTO PaiȈ Givu
ci^ i^ perche con tutto ciò fi caminaua inanzi a nuoue Jecifioni» mentre chei <
LiJ. lano arpcttati.GliAmbafciadorilirpenali non poterono ottener da Prefi:
che fi fermaficro le artioni, lequali eflì afFiettauano con ogni follecitudii,
ne che , ouero i Proteftanti reftairero d'andar' aTrento, ouero, andandoli
uaiTcro rutto decifo : che, quanto alla dimanda, direelfaminar le cofceraj
rifoluti il Papa,tutta la Corce,& tutti i Prelaci,di negarla coftantemente. i
uano ancojchc più apparentemente fi negarebbe la reuifione di molte co, I
iaijuaU Cefa- ,ji poche. Ma l'Imperatore , a fini delquale molto importaua ridurre i e
refirma, ftanti in Trento, di niente gli toccaua il reeflaminarjO nò, auifato dagli , a.
fciatori delle querele de' Proteftanti,&: dell' impedimento, che fi opponga
la loro andata al Concilio,raandò perfona a Trento, con commiflìone d la
anco a Roma, per far tifficio che fi difFerifca ogni attione per pochi gior ,r
ilrando che quella Fretta prccipitaua le materie, rendeua lofpctto a Proc ai
&diificoltaua la ridottione loro : &c ordinò , che a'iuoi folle commai te
fermarle trattationi : & a' Pontifici) , quando le perfuafioninon giouai ^
pairaiTe alle proteftatioili. Quefta rifolutione dell' Imperatore , fignif
Trento , fi.i caufa che fi fece una Congregatione generale, & propofta
confideratione , fu deliberato foprafeder da ogni attione Conciliare, a b
cito però della Sinodo.
con Sfpiactr Mail Pontefice fentì difpiacere di quello che s'era fatto : & , fdegn;
del Papa, l'Imperatore anco per altri rifpctti , fcriife a Trento , Che, continuando
inna^moper fofpefe le attieni quanto manco giorni poteflero, per riputatione della.'
'"^l^"'*"']" rialfumeflero leattioni fenza rifpetto. La caufa,che oltra quefto haueua
nalAuZnu' ii Papa,& i Cardinali, fu,perche,defiderando Ferdinando occupar la Ti
Jfe, nia , che dall' altra parte era da' Turchi alTalita, fotto pretefto di manter
il picciolo figlio di Giouanni VaiuodaiGiorgio Martinuccio,Vefcouo
dino , huomo di eccellente prudenza , &. di gran credito in qif ella regie
deraua conleruarla in libertà: &per ouuiare al maggior pericolo, noi
do contraftare con Turchi, &c Auftriaci infieme , eleile congiongcrfi coj
con che fatto contrapefo a' Turchi,teneua le cofe in gran bilancia. Gli
ci,conofcendo che,col guadagnar quefto Prelato,totalmente otteneuai
ro intentioncoltra le altre cole, che fecero a fine di reftringerlo maggie
ne' loro intereflì, Ferdinando gli promeUe unapenfione di ottomila;
ottenne l'Imperatore con grand' inftanza dal Papa, che lo crealFe Card
(cofa rare volte coftumataj glimandalfc il cappello, & anco gli conce
portar l'habito rolfcche non gli era le cito, per elFer Monaco di S.BafiL
che furono elFet^uite inRomaamezzoOttoobre. Ma, non eficndo 1
Vefcouo ftimata quefta apparenza d'honore , ne volendo anteporre gF
Auftriaci a quei della fua Patria,da' miniftri di Ferdinando Ri a' diciotto
bre proditoriamente,^^ crudelmente trucidato,fotto pretefto che haue.
licrenza conTurchi.Quefto luccelFo commolfe marauigliofamente tut
dinali, che fi reputano lacrofanti,& inuiolabili: confiderauano quanti
falle l'ellcmpiojche poteiTcelTercucciro un Cardinale con finte calonn:
aGivlioIII. libro QV arto, jSj
per fofpetti.Et al Papa,a cui da fé medefimo difpiicena rifteiTòjaggioijfcro
oìoi mettendogli anco inanzi, che quel Cardinale era poircilor d'un gran
)ro,cheaggiongcaaad un millione>& che quello doueua efTer della Ca-
bcome di Cardniale morto fenzateftamento. Per tatti quefti rifpetri,il Pa-
;piitò Cardinali (opra la cognitionc dell' eccelTo, Se furono ftimati incord
: cenfareFerdinando,& tutti ifuoi miniati di Tranfilaania : furono man-
Comm.illarij per far' inquifitione a Vienna,&: per non tornar più a parlar di
to , dirò qui anticipatamente, che > raffreddandofiycome e di coltumc, i fcr-
, poiché non fi poteua disfar quello, che fatto era^per non metter' a campo
^iormotojfi procedette con moka cóniucnza: & co tutto che folfc fatto il
elfojcome a Ferdinandometteua conto , non lì prouò cofa akuna delle op-
: al defonto , & il pcnfìero di tirar la heredità alla Camera fi mortificò , per-
"oco fu ritrouato appetto a quello» che fi penfaua,hauendo il Martinuccio, '^y^^ »V /rro-
rahuomolibcrale,femprefpcfoinpublico feruitio tutto quanto haueua, ^'^^ 'I^P°^f09^
lellojche s'era trouato ellèndo diuifo tra i foldati. Il Papa dichiarò Perdi- 'mùmhoJ'
p,& tutti gli altrijche non erano (lati prefenti alla morte >aiToluti, con ag-
ta,fe le co(e dedotte in procelfo erano vere. Di che dolendofi i miniftri Ce-
come che folte metter in dubio la bontà di Ferdinando, il Papa fece la Ceii-
\ aairoluta,& quei foli,che furono autori della morte andarono a Roma per
1 dutione, fé ben con tal modo , come fé foifero ftati autori di opera lodeuo-
; on tutto che, cofi in Ongaria,comein Roma,fitenelIe per certo che folle
I (finamento proceduto da mandato di chine haueiia intereflè; fecondo il
I re detto,che d'ogni confeglio occolto quell'è l'autorcche ne riceue gioua-
,0. Ma quello eccello non fu di beneficio alle cofe di Ferdinando,anzi che^
(uefta, écper altre caufe, poco dopo egli fu totalmente di Tranfiluaniaef-
i .Ma^oiche non pettiene al propofito mio parlar di quefto,ritomo alle co-
j ) palfauano.
jddì fei di Febbraro,in Domenica precedènte la Settiiagefima , Icggendofi Stmonein
J flgelio della zizzania , fece il Sermone Ambrofio Cigogna, ( coli è intcr- ^«»io <font^
jtoiIfuocognomeThcdefco,Prelargo)Domenicano,Theologo dell' Ar- „^^ « ■P'fw*-
I couo diTreucrinlqualcapplicando ihiome di zizzania agli hercticijdifiè,
5 conueniuatolerargli^} quando no fi poteua fenzapcricolo di maggior male
r )argli.Qucfto fu riferito a' Proteftantijcome Ce hauclTe detto, che fi poteua
rargh della fede data, & però nacque gran nimulto.Egli Ci difendeua,di-
»o,Ch'haueua parlato degli heretici in genere, & non detto cofa di più di
\ Ojchc l'Huangelio medefimo propuone : ma , quando hauclfc anco detto,
^tifognaire eftirpargli con fuoco,fcrro,laccio y&c in qualonque altro modo,,
irebbe fatto quello,t:he commandò il Concilio nella Seflìonc feconda : har
Zirlato modeftiffimamente,ne poterfi far Sermone fopra qu,ell' Euangclio,.
!|idirc quel tàto,che da lui Ri detto. Il rumorcper opera delCardìnal diTren-
li dell' Ambafc latore Cefareojfii quietato, le ben con difficoltà , con tutto
^onftallcjnó hauer il Frate parlato di non feruar la fede,ne hauer detto coiaj,.
ioccaffe iProieftàci in fpeciale> ma gli hereciciinuniuerfale.Queftojperò fii
3S4 CONCILIO DI TRENTO PapaGivikI
ci3 ^^ occafioneschequeirElettoicgiànfolutodi partire, per qualche recretainili
Lii. geiiza,che ceneua col Rè di Francia, trouaroqueftoprcrefto di partire, iat
giolito il bilogno di ricuperar lalaaità,parti a mezzoFcbbrarojlafciata fam: h^
era con beneplacito di Celare, de promeflo di predo ritornare:però non,- lif(
per Ifprackjne s'abboccò con l'Imperatore.
fiationi a II primo giorno di Quareilina furono per aififTione publicate in Trc^
Tnnto: Stationi, al medeiitno modo che in Roma, per conceflìone del Papa, a e
talfe le Chiefe: che fu trattenimento a' Padri, & Thcologi , reftati peri
miflìone delle Congregationi fenza negotio, & quali otiolì.S'erano ben
trattenuti per rinnanzi,riducendofì a Congregationi priuate , difcorrédo
mente,hora della diilòlutione,hora della continuatione del Concilio, fci
romondiguer lenuoucche erano portate. Nel principio di Marzo arriuarono Icttcr
ra cominciano £\q^^q^ ^j^^ ^q^^q^i^ ^q\[ Ambafciatori Tuoi, doue oli commctteua prole:
a aijciurre n ■ ^ 1 • r ir • \ ■ "
Concilio: inftanze m ConciliOjO: auiiaua che 11 metteua in punto per andare in per
Cefarealchererenc) l'animo di tutti.Ma, pochi giorni dopo,firparreron:
rutto,che folle fatta conFederatione del Rè di Francia co' Prencipi Protc
per farlaguerraaCeraie:.3>: gli Elettori di Magonza,& di Cologna, agli i
Marzo partironoi&jpaHatipetlfpruclcfurono con Cefare aftrettiflìma i
tione:& gli Ambafciatori di Mauricio,dubitando di fefteflì,occoltament
dout arrluano fono diTrcnto,&per diuerfe vie ritornarono a cafa.Con tutto cio,dopo >
alcuniTeologi cofe,arriuarono quattro Theologi di \Virtemberg,& doi d'Argentina
rotej an , ^j^-ji^^c^ j.^j-qj.j ^jj ^^gj Daca,iniieme con ioro,immediate fecero inllanza <
Ambafciatori Ce{aici,che dalla Sinodo folle data rifpofta alla propofitic
fatta,& il delfe principio alla conferenza, o trattatione : alche il Legato r
Che,iniì:ando il diccnoue Marzo,giorno deftinato perla Se{Iìone,era nec
metter' ordine a quella,^ trattar molte altre cole, dellequali una farebb
ttouar forma di traccarcnmperò quel giorno il fece Con^regatione in e.
Leccato, & fu deliberato di prolongar la Seffione fino arprimo di Magt
ef^mbafc. qacfta^Congregatione furiceuuto l'Ambafciatore di Portogallo , ilqua
Ì%fortogAÌlo £gj-^[-5 il {\iQ mandato,& fece un ragionamento:,Si gli fu rifpofto in forma
con lodi,&ringratiamenti al Rè,&: con parole di complimento all' Ami
toLv.Ma,quellidi^v?^irccmberg,vedendoche non il daua riipofta alle pi
lo -Qv^ ancora che il Legato teneuafegreta la Confefllone daellìprelem
qual da molti era ricercatajne il potcua haucre , haucndone elfi portate ;
copie ftampate già,lc dillribuirono a diuerfi , di che vi fu gran iì:repito,^3^
cuni(ìdiccua,chemcritauano caftigo:perchequelli,achivien concelfo ì
condottOjfono in obHgo di fuggire ogni otìrela di chi glielo concede : &
era (limata una offefa publica:pur finalmente il tatto fi quietò.
injlatì'^de Fecero piu volte iProteftanti inftanza con gli Ambafciatori Cefareil
Frotejhnti ,e dcflè principio all' attione:laqual.tuttauiafidifieriua:hora,fotto pretcfto;!
deCejaixi, Legato era indifpofto;hora,fotLO diucriì altri.Gli Ambafciatori Cefareifl
no ogni ufficio per dar principio:operarono che i Proteftanti ii contentali
tralalciare la richicfta della riipofta alle dimande da loro prefencateipoi?|
A GivLio Iir. LIBRO QJ/ARTO. 5S5
icercar che fofTe elTaminata la dottrina da loro e{ribita:ma,cIIcnclo femprc, ci^ i3
a una difficoltà da' Proteftanti,ccc irate delie altre dalla parte dc'Prefidenti, l i i.
'opra il modo di rrattare,hora (opra la materia doueincoi'nminciare;in fine fttrauerfitte ^
tentauano i Proteftantijcoriperfuafi dalPirtauiojd'incomminciare doue ''«'^'"''M""-'*
ri voleuano.Non per quello fu fatto ingrciro.Il Legato , fé ben grauillìma-
Mnferraoper legranpaiTionid'ammojeraftimato cofi fingere, per trouar
lodinondarprmcipio. I Noncij erano irre{bluti,& i Vcfcoui non erano
:od'accordo.Perche quelli, che dependcuano da Cef are , Spagnuoli , &;
noflldagli Ambafciatori Lnperiali,volcuanoche fi caminaiFe inanzirma
,chedipendeuanodalPonteiice,infofpcttiti,che il fine de' Cefarei fuife
capitar prefto la trattatione alla riforma della Corte Romana, abbraccia- ..
)gnioccafione d'impcdimento.Er,perche già li VcfcouiThedeklii erano \omp"plr*
( peri moti di guerrajafpettauanorifteiraoccafione anco loro;& maflìme, mej]a dell' ay
(ntinuanano»liauifi delle arme del Rè di Francia, Se de' Confederati di *»« di Mauri-
r nia,contra Cefarejdellequali erano già ufcitiProtefl;i,&Manifcfl:Mquali "° <i*Saj[ii'
ì< anopercaufajiadifefa della religione,& la libertà diGermania.il primo "'*'
[iid'Aprile,rElcttordiSafroniameireraircdioud Augufta,laquale il terzp
a firele,& iireftolanuouagionfe a Trento,& che tutto'l Titolo Ci mette-
r. rme per andar' in. lipruckjeirendo opcnione,che l'eirercito de' Collegati
:j alfe occupar i paflTi delle Alpi,£er impedir latente foraftiera d'entrare in
nia.Perilche gran parte de' Velcoui Italiani fi meffero in barca a feconda
ne Adicc, per ridurfi a Verona, «Sci Proteftanti determinarono di par-
ido reftati pochi Vefcoui , & il Legato , perla grauezza dell' infermità,
atteggiando, non potendo hauer rilolutione confidente j iNoncij, che,
o, fc lìafpettaua il primo di Maggio, fecondo l'ordine dato, che do-
trouarfi in Trento fcnza Prelati, fcriifcro a Roma , ricercando quello,
tanta anguftia fi douelfc fare. Il Pontefice , che già haueuacol Rè di
. conclufo , ne ftimaua più quello che l'Imperatore poteire fare, quan-
|R4iaudfe fuperato le difficoltà, che lo circondauano, fatta Congrega- ,70^ / r.
ce' Cardinali , propofe l'auifo de' Noncij in confulta ; ne vi fu diitì- n,tniU "
y concorrere la maggior parte,che C\ fofpendeffè il Concilio. Fu formata
U ,& mandata a Trento , fcriuendo apprcllo a Noncij, e he fé gli mandaua
K^ tà per la fofpenfione. Però,quando vedelFero urgente neceflltà, cedellè-
<J;lla,(5c non metteirero in pericolo la dignità del Concilio» ilquale adal-
e: pò quieto fi farebbe redintegrato : però non lo difcioglieffèrointiera-
t' i fine di tener' in mano quel capo per valerfene alle occafioni , ma lo fo-
ci fero per qualche tempo. La qual rifpofta hauuta, tenendola fecreta,con-
it 10 con gli Ambafciatori , & con i principali Prelati,quali proponeuano
't ar' ordine da Cefarc, *Sc eftenuauano il timore quanto poteuano : però i
^' (e ben la maggior parte Spagnuoli,temendo delle pcrfone loro, per l'o-
it^roteftanti, &; non fperando che Celare hauelfe tempo in tanta ftrcttez-
ijnfar' al Conciliojconfentiiono ad una fofpenfione.Pcrilche i Noncij iti-
Cce
■2,%6 CONCILIO DI TRENTO Papa Givljo
CI 3 13 rimarono la publica SelTione per il ventiotto d'Aprile ;tanto era urgente)
Lii. moresche non gii concefTeafpettare due giorni il deftinato dal Concilio.
ìtchz e ftgnifi- Alla qual conuennero quei pochi limaftì: &;> dopo le ceuemonie Ecclcfi
caio mll ulti- ^j^g , perche quanto alle pompe , quella volta furono tralafciate >fu dal No,
niASeJfiom: ^-p^j^j-jj^^ f^^^^ leggere un Decreto per il Secretarlo;, la foftanza delquak.
Che la SinodojPrelidenti i doiNoncijper nome proprio,& del Cardinal if
centiojLegatOjgrauementeinfermojè certa efifernoto a tutti iChriftiani,.i
Concilio di TrentOjprima fu congregato da Paolo,& dopoi reftituito daG l
apetitione di Carlo Imperatore,per reftituir la religionejmaflìme inGern i
& per emendatione de' coftumij&; che in quella eilèndo conuenuti molti u
di diuerfe regioni>non perdonando a fatiche,6<: pericoli , il negotio era in i
nato felicemente, con fperanza che i Germani nouatori doueirero an<:'
Conciliojdifpofti d'acquietarli alle ragioni della Chiefa: ma per aftutiad n
mico repentinamente iono eccitatitumulti,che hanno coftretto ad intc )t
pere il corfojleuata ogni fperanza di progrelToj anzi con timore, che la S oi
foire più tofto per irritar le menti di molti, che placarle : pcrilcheerfi, veni
ogni luogo,&; fpecialmente la Germania, ardere di difcordie , & che i V :o
Thcdefchijfpecialmente gli Elettori,erano partiti per prouedere alle lor k
fe,ha deliberato non opporli alle neceflìtà>ma tacer lino a tempi miglior-
tanto tofpendere il progrelTo del Concilio per due anni,con códitionesc
cofe faranno prima pacificate inanzi il fine di quel tempo,s'mtenda che
cilio ripigli il Iho vigore,& fermezza j & fé gli impedimenti non farann
incapodidueannijs'intendachela fofpentione fialeuata,fubito leuat
pedimenti,fenzanuoua conuocatione del Concilio,interuenendo a qii
creto il confenfo, & l'autorità di Sua Santità,6c della Santa Sede Apolli
tra tantoja Sinodo elforta tutti i Prencipi Chi-iftiani,& tutti i Prelati p
toa ciafctmos'afpettajche facciano olTeruare ne' lor domini) &Chiefc
cofe del Concilio lino a qucU' hora decretatc.llqual decreto letto,fu dai
ni aDprobaro.I Spagnuoli>che erano al numero di dodici, dillero , che i
joon erano fi grandi,comc fi faceuanoiche giàcinque anni fu da' Proteft.
fa la Chiufaj& pur' il Conciho non fi dilciolfejcon tutto>che a difefa de
altri nò vi folfcche il Callelaltchora elfer la perfona di Cefare in Ifpru-
virtù delquale quel motiuo prcfto cellarebbejche fi licentialfe i timidi e
hora Ci fece,re{lando quelli che voleuano,fin tanto che fuife auifato l'Ir
re,che eirendo tre giornate vicino, poteua darprefta rifpofta. Ma,opp(
gli altri popoiarmente>iSpagnuoli proteftarono coutralafofpenfionc
luta;nonoil:antelaqualprotefta,il NoncioSipontino, benedetti i Pa
centiò d'andar' al viaggio loro. Partiti i Noncij,& i Prelati Italiani, fii
partirono i Spagnuolij.^ anco gli Ambafciatori dell' Imperatorci& il
Crefcentio fu portato a Verona,doue morì.
Uew Pereto è In Roma,per l'ultima parte del Decreto , fu imputato a' due None
cenfuratoa carico,chelaSinodo hauelTc decretata l'cifecutione delle cofe conftiti^
i^oww, Kauerne prima chiello conferma dalla Sede ApoIlolica,allegando, eh' •
paGivlioIII. libro QJ arto. 3S7 _
i'ftato da tutti 1 Concili) pafladcfquifitamemeferuatojqucfta era una grande ci^ Tà"
'y patione,& lefione dell' autorità Pontificia. Alcuni anco faccuano fcrupulo, l i i.
h tutti gì' intcruenuti in quella Seflìone folTero incorfi nella cenfura delCa-
de,OwwJ,D//?.iz.hauendo pregiudicato ad un priuilegio della Sede Apofto-
:,con pretendere che i Decreti Conciliari fofTero d'alcun valore inanzi la
r] erma.Diceuano in Tua difefa , non hauer commandato , ma elTortato all'
[ uanza:ma la rifpofta non fodisfaceuajperche offeruar coinme lcgge,preflip-
] obligatione : & nel Decreto , l'elTortatione non il rifcrifce jfaluo che a'
i cipi } & Prelati eirortati far' oiTcruare : che quanto agli oireruatori fi prcfup-
1 oDligoprecedenterSc poi quanto alla materia della fede, la rifpofì;a(dicc-
r )non poter' hauer luogo alcuno. Si poteuano fcufare^con dire , che ogni
[:ra fatta dalPapa5& approuata prima che nelle Seflìoni folfe publicatame
s o haurebbe fodisfatto , poiché quantonquéfofìfe il vero^non però appari-
<ijefto diede occalìone di marauigliarfijcome tanta contentionefuirepalla-
1 la Sinodo5& Proteftanti,per le cole già ftatuite,che quelli volcuano reclfa-
r :e,& quelli hauer per conclufc : poiché fé non hebbero la perfettione, &
3 [mento inanzi la confermajadonque poteuano elfer reelfaminate : & a dif-
;i:fodamente,ouero il Pontefice,chedoueua confermarle, haueua da farlo
1 ognitione della caufajO fenza:fe fenzajla conferma è una vanità,&: farebbe
( do il prouerbiojche uno pigliafle la medicina. Se l'altro fi purgalTerfcpre-
[ do la cognitione,adonque,&; elfo Pontefice dopodouenaelfaminarle, 8c
fteuaanco far ognuno per riferirli a lui. In fomma,fela forza de'Decicti
iiliaripende dalla conferma del Papaj inanzi quella , fono pendenti, &
3 loelTere riuocatiin dubio,&;pofti in maggior difcuflìonejcontra quello,
|I mpre s'era negato a' Proteftanti.La concluiìone d'alcuni era,che il Decre-
i è una dichiaratione di non hauer bifogno di conferma. I Proteftanti non
i':ono a quefte ragioni , quali quanto fono più valide nella dottrinadella
;< Lomana,tanto più il valerfcne farebbe di detrimento alle pretenfioni loro.
, erche della validità di quefto Decreto fu maggiormente parlato l'anno
c mi. quando il Concilio iìfinì,farà ditferito parlar del rimanente, fino a
li nnpo.
^l,con tutto che i Proteftanti folTero fuperiori nel maneggio della guerra, Af aurino tì-ac
lìtfftaua Mauritio di trattare amicheuolmente con Ferdinando: anzi , per '"*"" Cefare,
i) ancora andare ne' ftati fuoi aritrouarlo,non richiedendo , altro, che ^/"fP^N^/"»
^:ratione del Lantgrauio fuocero , la libertà di Germania , & la pace g^yX^re/S'
lieligipne ; & nondimeno facendo continuo progreifo le armi de' Prore- oione,e della
11, l'Imperatore, quantonquenonfolTe in ordiiie di refiftere, parendogli //^màc^ii^cr
1 meno d'hauer'ancoralaGermaniafotto il giogo , non fi poteuaaccom- ^(tn'a,
it :c a cedere in parte la dominatione alTonta-.fe ben Ferdinaiido,dopo hauer
1 con MauuitiotrattatOjs'era trasferito in Ifpruck aperluadere il fratello.
i: coftandofi a quella città le arme nimichcl'Imperatore fa coftictto fuggir
l'ite con tutta la fua Corte , &c caminato alquanto per i monti di Trento,
nofifiriduiTea Yillacojcittàdi Carinthiaa confini de', Venetiani, contan-
i' e e e ij
^ jS8 CONCILIO DI TRENTO PapaGivlioK
e 1 3 1 3 to fpauentOjche piefe anco timorcperche quel Senato, per ficuiezza de' cor*
L 1 1 • ni ruoi,rpiiifc numero di foldaci verlo quel luogo, quantonque dall' Ambaff l*
tore Veneto fofle afl[ìcurato,che quelle arme erano per Tuo feruitio> fé fofTei-
Glft- Federigo jq bifogno. Inanzi lapartita > liberò Giouanni Federico , Duca di SalToiiiajd U
fbAt"dipri' ?^^P^^^ > perleuar la gloria a Mauritio,che da lui folle ftato liberato : ilchìi
lione " ^'^^*^ ^^ molto piacere a quel Prencipe , alquale metteuapiu conto hauecla a-
tia dal nemico fuperiore j che dal nemico pari j &c emulo. Poche liore dop U
partita d'Ifpruckj Maurilio arriuò la medenma nottejdouc, non toccate le fé
di Ferdinandb,ne diqueicittadini>folo s'impadronì di quelle dell'Imperar ck
fefercUio della 5^! della Corte fua.Da quella fuga vedendoiProteftanti il vantaggio loro,r n-
religione ri- j^i-quo fuori un' altro Manifeftojcon fignitìcare in foftanza,Che,hauendo ^
V^?*"*^** n/ «- ^^ j^ ^j.^^^ perla religione,& libertà di Germania, ficomegl' inimici della v tii
' nilfuna altra mira hebbero,fert^n chcoppreflìi Dottori pij>fì rettituilfero g ;i.
tori Ponteficijj& la giouentù in quelli s'educallchauendone parte pofti pr j
ne ^ (Scagli altri fatto giurar di partirfi, &; non tornar più; ilqualgiurameni
bene elfendo empio>non è obligatorio>con tutto ciò gli richiamauano tut
coramandauano di reaflfumer l'ufficio d'infegnare fecondo. la ConfeflìonJ
auftana ; &>per Icuar ogni luogo alle calonnie y- gli alIblueuanoanco<lal.g
mento preftato. Continuando tuttauia il trattato della pace,iinalmentc( I
Upace ài reli- l'accordo in Pailàu,nel principio d'Agofto>fopra tutte le difFerenze:&: in q i
giowe condii- ^he s'afpetta alla religione , fia cofi ordinato, che fra fei mefi fi congregafl
"^ Dieta,nellaquale fi douellè trattar qual fulfe il più facile , oc commodo ra(
compor le difcordie della religione, per un Concilio Gencrale>x)'per un ^
nale,o per un Colloquio,o per una uniuerfale Dieta dell' Imperio: che in<
DietafidouelTe pigliare un ugual numero diperfonepie, placide,&pru«
dell' una & dell' altra religioncdando loro cura di pcnfare,& proponer i
conuenienti : Ik che tra tanto ne Cefaie , ne alcun altro poteife sfoi-zara
contra la fua cofcienzà,o volontà,ne di fatto,ne con forma di ragione,pei 1
^i religione; ne far cola alcuna in vituperio, &grauame d'alcuno per tal
malatciarviucr ciafcunoinquiete,&pace > &: che fimilmente i Prencip
Confeflìone Augiiflana non potelTero moleftar gli Ecclefiaftici, o Secola
la vecchia religione , ma lafciargli goder le loro facoltà, fignoricfupejs
o-iurifdittioni , & ceremonie. Che nella Camera fofle a ciaìcuno ammin
giuftitia , fenza hauerrifguardodiche religione foife, & fenzaefcluder
della Confeifione Auguftana dall' hauerlaportione fpettante loro nel ni|
degli alTeirori , &: fofle lafciata libera la formula di giurare, agli afieiTori,
parti,per Dio,& per i Santi ; ouero>per Dio,& pergli Euangelij.Et,quand<
non fi troua(remodo<licompofitionenella religione, quella pace nondiil
& concordia ritenga il fuo vigore in perpetuo* Et così reftò annullato f
nwjil quale però in fatti hebbe in pochi luoghi eirecutione.Ma,accordat
%l Lant^amó j^ differenze > fegui la liberatione dif ilippo, Lantgrauio d'Affia, per virti
wc/Ju »« liber- ^Qj^icordiajOnde tutte le difficoltàcon Celare furono compofte; non peròl
fo dalla guerra tra diuerfi Prencipi > de cittàdell' Imperiojin moltepattigl
SivttoIII. LIBRO QVARTO. 5S9
tiefo.Con tutto GÌo>le città richiamarono i Prcdicator{,&: Dottori della
ione Aii«^ufl:ana , & rcftitLiirono le Chicfc , le Scole, & l'elVercitio della
le: &> fé ben fi credeiia chcattefii bandi,& periecutioncpatratacontra
ri,& Predicacori,fotrcro efterminati , ne vi rimaneirero fenon alcuni pò-
:oltati lotto la protettione de' Prcncipi, nondimeno, quad come per una
nzajnonfi mancò diproucdcrea tutti i luoghi.La guerra impedi l'adu-
^clla Dieta disegnata, &: lafecedifFcru-e d'un aiino in altro fmo al Feb-
ei M.D.L v.dellaquale al iuo tempo fi dirà.
HIST O RI A
DEL
)NCILlO TRIDENTINO.
LIBRO Q VINTO.
Sommario.
o
agtoni de fiato da. tenere il Concilio j ceffando in Carlo quinte > ejfo e/ojpejoper
Gianni. Sd m quel mezjLotempOiEdoardoired'Inghilterra,7nHore» egltfnc^
AYiaylaqual t riduce ti regno all' ubbidien^^a Pontificia. Si tiene Dieta m Au-
' comporre t difiidtj della %digione. ^JMuore (jiulio terz.o-> ed e eletto Mar-
mio-, ilcfuale rimette fu ilpropofito del ['onciltcprefio mejfo in filentio per la
\ mina morte. Escreato Papa Paolo quarto^d'humorgrandcé' altiero^ riceue
I x^ione degl"fnglefi,ed engge tfrlanda indegno per fuoi fini occulti.Jn Germa-
\ Decreto di pacete di libertà di Religione,congrande fdegno del Papa: Uguale
I tto agli Spagnuoli^fii lega con Francia per tacejuifio di Napoli. Tenta una ri-
' ^oma , poifirtfolue al Concilio, ma lo vuole m Roma. La tregua tra Cefare, e
i yturha ifmidijfegnhcdejfo la fi' rompere per opera delfino Nipote. Sanate riffe
ÌJ>a,egli Spagnuolh la guerra e rottale l Papa vi ha del peggio. Carlo quinto-
'é'iniJì^onaHerio. Ghifkpaffa in Italia afauor del Papa^ma mfilicemente.
^ ! rotta di S. Quintino , e coflretto ritornare m Trancia , el Papa adaccordarfi
h'fagnuoli : poipriuaifuoijcellerati Nipoti', e contende a Ferdinando lajuc-
«1 <tll Imperio. Per la morte della Rema ^JMaria , Elizjtbettafuccede nell' In-
tii,e rimette la Rifirmatione.In Francia-, Arrigo fé e ondo muore-,epoco appreffo
fÌHarto TonteficCi in cui luogo Pio quarto eletto s'acqueta con Ferdinando per
'^"ìionce riceue da lui ambafciata d'ubbidienzA^ E ^perche t Francefii^per le
ifz.e della Religione, propongono un ConciliolS^ationale , egli rimette fu il prò-
'( ' Generaleye'l luogo è firmato Trento , non ojhnte che l'Imperatore y eprancefi
«^•dicono ycome anche la cominuatiom. Il Papapublica la Bollale fmuiaa^
Ccc iij.
590 CONCILIO DI TRENTO Papa Givlic
'"ci 3 13 Principi. In Francia muore Francefcofecondo , ed t Rtfirmati saccrefcom , ejo,
L 1 1. uerfo loro raìlenmti ijpipphcij : e negli Jhti di Orltens e richiejh liberta di cofcte
Dopo molti contrari/òpra detta Bolla,tl Papa deputai, edtnuia Legati aTrenti
negotio del Concilio è vie più rtfialdato per la tenuta del Colloquio dtPoifìiy tU
però nonproduce altro ejfettojenon che i Prelati di Francia richieggono la Con
mone del Calice al Tapa, Usuile y per li pareri de' Cardinalizia nega y rimetter
tutto al Concilio^ doue deputa due altri Legati : e rifiuta a PoUacchi thauer vo
procuratori. In Francia Tancarelloì e lafua dottrinarci poter delTapa inpriu
iQie Principhè condannato.E'l Tapa prefigge giorno all' apertura del Concilio.
ZlPontefce, f^s^^l^ L Pontefice j per la difTolutìone del Concilio » liberato da molti !
per pnumìn ^ ^k fìcrijripucò benepreiienire leoccafionijche poteirero farlo ricai;
ogni nuouo^ ^^^M ""^^^^ "' ^ p^'opofe in. Conciftorio la necemtà di riformar la CI :
proposto dt ^j^g ppj. q^e{]-o effetto haueiia ridotto il Concilio a Trento, il ;
prende unT' non hauendo portato il fine da lui defìdorato, per gli accidenti della guen )
vana riforma mad'Italia,&poiancodi Germania jgiufta cof^ era far in Roma quello,^
A^ma: Trento non s'era potuto. Ordinò per tanto una congregatione numeri
Cardinali,&: Prelati, che attendeirero all' opera. Dell' hauerne eletto mol ;j
allcgaua la caufajaccib le rifolutioni paifallero con maturità, &c hauelferc p
tatione maggiore : con tutto ciò era (limato communemente il fine elTere :c
per la moltitudine più impedimenti folfero in^erpofti, & il tutto a nieni fii
lolueire.L'euento fu giudice delle openioni: perche la riforma nel princ ol
, , _ trattata con ardore,poi,pergli impedimenti camino per molti mefifngid k\
ff ^Tr"'^' ^^^^ in fine andò infilencio: & gli anni interconciUari in luogo di due
diecianni dieci,verificandoh in quello la maflìma de' Filorophi,che, ceirando le ca;
fano gli effetti. Il Concilio la prima volta hebbe per caufe le grand' inftai
laGermania , &.hrperanzaconceputa dal mondo, che quello douelfei:
tutti i morbi della Chriftianità : gli effettijvedutifi fotto Paolo terzo, e!
le fpeianze degli huomini,&: moilrarono alla Gcrmania,che Concilio ta
mancando la ^^ defiderauanojera impoflibile haucre. La feconda ridottione hebbe ui
caufadicelt- . caufa:C|Uellafu,re{lremo defìdcrio diCarloImperatore dimetter,colmc,
brarloichs ha- la religione,Germania fotto il giogo,& far l'Imperio hereditario,facencl
uetta mojfo cederli figlio,& in tal guifa conftituir' una Monarchia in Chriftianità n
Caro quinto, ^^ eli quaìonque altra,dopolaRomana,etiandio di quella di Cario Ma
che la fola vittoria hauntanon era ballante , ne menomi poteua confidar
plirc col mezzo di nuoue arme folaméte,ma ben fottomettendo ipopo!
religione,& li Prencipi con le prattiche, haueua conceputa vafta fperan.
morcalar il fuo nome.Queftafula cauia della grande inftanza,che (cce e
Ho per la feconda ridottione, & delle periualioni efficaci, per non dir s
a' tre Elettori d'andarui in perfona: &a'Proteftaati, con quali più pò
' .^ mandar' i lorTheologi. Ma mentre quello fi cclebra,Carlo5hauendo o
'^/rpImUat <^ii^cgnopofto in gelofia tutti i Prencipi Chriftiani , trouò i primi inci
qS Mafiimi- c^^a propria: poiché Fcxdinandoj fé ben altre voice pareua che haueife
GivtioIII.' LIBRO QJVARTO. > 35?i_ ,_
far l'Imperio communc ad ambidiie, come già fiitraMaicO} & Lucio, ci 3 i^
aialaucorirà,eircmpio>chc farcguicodaDiocletiano, & piuvoltedopo; lii. ^
hu- opera che Filippo Folfe eletto Rè de'Romani, per fucceder ad ambi- ÌMno,acoJè>t^
luendofì per quello affaticato cflìcacemcnte la Regina d'Ongaria, (brella ^/^'J^-^^^'^j?*^..
pcrfiiadcrlo al fratello Ferdinaiido,pcr grandezza della cai.i: iiondimeno, ijpp^alt im-
jliato meglio da Maflìmiliano,{lio tìglio, incomminciò a lentir' akrimé- f^yio^
andofi principio alla negotiatione, per cfFcttiiarlaquale, Filippo i-uchia-
ial Padre,accio folle conofciuto dagli Elettori nella Dieta d'Augaltadel
,1. ritiratoli Ferdinando,^ Regina ludctta,perriiarcir la concordia tra i
i,era andata alla Dieta : & Malìimiliano , temendo che la bontà dei Padre
b foccombere,lafciato ilgouernode' Regni di Spagna, a' quali llmpera-
ìaucuaprepofto,in mano della moglie, figlia di Celare,repentinamentc fé
nò in Germania ; per gli uffici) delqualc redo Ferdinando collante in dil-
ò& dagli Elettori Carlo non hebbe ie non buone parole. Rimeilc per
. oppolitione l'animo l'Imperatore , & rimandò il fighoin Spagna, non
dodi poter' ottener mai conienfo daMaflìmiliano. Mapoi , fuccella la
.,dellaquale s'è detto, coftrctto ad accettar l'accordo , depofta la fperanza
"ucceffione del figlio,depofeiniìeme ilpeniìero di reftituir la religione an-
.Gcrmania:& in confeguenza non hebbe più alcun peiifìero ai Concilio*
onque rcftaire molti anni in gouerno : ne la Corte pensò a reftituirlo,poi-
iTuno gliene faceua inftanza.Maben in quel tempo occorfero diuerli ac-
i, quali,fe ben pareua che preparalFero perpetuità alla forpenfionCinondi-
neir occolto della prouidenza fuperiore fomminiftrauano altre caule per
iridottione, quali il filo dell' hiftoria ricerca che non li paffino lotto fì-
feruendo molto la cognitione delle caufe a ben penetrare gli effetti, che
ercdopo che il Concilio fu reallònto.
lendo il Pontefice, che, per l'alienatione della Germania, lariputatione V^ItT^^
ia Sede il diminuiuaapprelFo a' popoli della ruaobedienza,iinitando Eu- f.f^^JJ^^'^
j quarto che foftentò lariputatione, che glileuaua ilConcihodi Bafilea, Papadaun
j a apparenza di Greci, &;una ombra d'Armeni j & ilfreico clFempio di Patriarca^
terzo Tuo precelfore , ilquale nel tempo che bolliuano le contentioni tra C>»W»,
j l'Imperatore , per latrallatione del Concilio a Bologna, che gli dauano
I carico apprelfo a' popoli,con molte ceremonie riceuette un certo Stefa-
jinomedi Patriarcha dell' ArmeniaMaggiore, con un Arciuefcouo, Se
'^rfcoui, venuti a riconofcerlo per Vicario di Chrin:o,vniucrrale Maeftro
3 Chiefa;(S<: rendergli obedienza.Con quelli cilcmpij, Giulio,con molta (o-
^àp^J,blica,riccaette un certo Simon Sultakam , eletto Patriarca di tutti i
|ji,che fono tra rEufrate,&: l'India; & mandato da quelle Chicle, per ciler
rinato dal Papa , fuccelFore di Pietro , & Vicario di Chriilo. Lo fece
l|ir Vefcouo, & con le fué mani in Conciftorio gli diede il Pallio Pa-
lliale, & lo rimandò a cafa, accio laChiefa non patilFe nella fua alfcn-
:,compagnato da alcuni rcligioinntendenti della lingua Siriaca. Da che
Q e,che non folo pei Roma, ma per tutta Italia , non fi parlana, le non dell'
e d^m lacoh
tu'
35,1 CONCILIO DI TRENTO PapaGivlioI)
Ci 3 i3 immenfo numero di Chriftiani , che in quelle parti fono , & dell' aur;n
LUI. to CTrande, che la Sede Apoftolica farro haueua. Particolarmente fidibr-
reua di gran numero di Chiefe nella città di Muzal, chediceuano clTer l'ai ca
Airur,ropra il fiume Tigri:oltrailquale poco diftante poncuanodi là dal fine
l'anticaNiniuccelebreperla predica di lona.Sotto lacuigiurifditionepona.
no Babilonia,Tauris,& Arbela^famofaperil conflitto tra Dario, & AlelFar co,
con molte regioni della AlTiria, &c Perfia. Trouauano anco le antiche it-
tà , nominate nella Scrittura ; & Ecbatana, dagli altri autori chiamata Si:a.
eia, &Nifibi. Narrauafi, come quefto eletto da tutti i Vefcouifu man .co
al Pontefice per la conferma , accompagnato da fettanta fino in Gic fa-
lem ; & di là inoltra da tre di loro ; uno de' quali era morto , & l'altro la-
to in viaggio infermo,& il terzo per nome Calefì , con lui gionto a Roma A'
quali coic tutte poftc in ftampa, erano lette con gra curiofità. Riceuette ai ; ■'
Papa un altro Marderio, Aflìrio lacobita, mandato dal Patriarcha Anti
no,ariconorcer la Sede Apoftolica , &: dargli obedienza, & far la profei me
della fcdeRomana.Ma il mondo,fatiato di quelprimo>poco fi curò faper 1< afe
di quefto fecondo.
. £Ìo Ma>dopoquefte ombratili vbedienzejche la Sede Romana acquiftòji
L»o« °inin- cefteunarcalej&molto importante,che ricompensò abondàtemente qua
gbilterrx, Germanias'eraperduto.L'annoM.D.Liii.afeidìLuglio,morìEdoardo,R(
ghilterra,d'età d'anni fcdicijhauendo quindici giorniprima,con l'approb,
delfuoconfegliOjfattoteftamentOjnelqualedichiaratOjche a lui s'appart ...
nominar la legitima fuccefTione fecondo le leggi del Regno , efclufe Ma
Elizabeta,fuc iorelle, come qLielle,i natali dellequali erano pofti in dubl
tu.ttaiadifcendcnzadiMargarita,maggiore forella di fuo padre, come d
ftieri,nonnati nel Regno;e nominò in Regina quella,che per ordine fc
cioè,Giouanna di Suffolc , nipote per figlia di Maria già Regina di Frane
minore forella di Henrico ottauo,fuo padrejoon oftante che quefto nel:
ftamento hauelle foftituicoMaria,5c Elizabeta, laqual foftitutione egli
elfer ftata pupillare,& non obligarlo lui dopo che era fatto maggiore: i^
(( culfuccede Giouanna fu publicata Regina in Londrajcon tutto ciò Maria,ritiratafi ii
fiiaria, (qI^. ^ per commodità di palfar in Francia,fe foffe ftato bifogncfi nomiiK
na,&:fu accettata finalmente da tucco'l Regno,allegando a fuo fauore^I
mento diHenricD,& che da matrimonio contratto con buona fede, et
che fia nullo,la prole nafcc legitima. Fu imprigionata Giouàna,& i fuoifi
& Maria entrata in Londra,& riceuuta con uniuerlal'applaufo fu public;
ginad'Anglia,&: Francia,con titolo anco del primato Ecclefiaftico. Libc
mediate iprcgioni,c he fi trouarono nella Torre per ordine del Padre,part
religione,partcpcr altre caufe. Poco dopo il (uo ingrelFo, nacque fediti
Londra per un prcdicatore,che prefe animo di predicar alla Catholica,&
alrr©,che celebiò MelTaiper acquietare ilqual rumore , che era aifai confi'
le,ia Regina fece pubhcai:' un editto» che ella voleua viuer nella religio
, GiviioIII. LIBRO Q VINTO. 35)3
naggion>non però pcrmetceua,chc al popolo foiìeprcdicatOjfaliio chefc- <^^^ i^
il conilieco.Fu poi a primo Occobbre confccracacon le folice ccrcmonic. lui.
e cofc andarono a nonna del Ponrcficcilquarattcndcdo che laRcginacra ^^^T-'^'^ '/
ranella religione Catholica,&intcrefIìicane'rirpccti della madrcò.: cugi- f'^P^IP'^k^^e
'.iaIedeirimperaroie,rperò di poter' haiier qualche ingrelfo nciRcgno,& ],(^f/ '""
nmcdiatc Legato il Cardinale Polo,con fperanza, che per cdcr della cala
,& di coihimieiremplarijfoire unico inftrumcnto d'inuiarc unaridottio-
RegnoallaChicfaRomana.il Cardinale, che per publico Decreto i^ra ilqua/e tenta
0 dal RegnoA' priuato della nobiltà, non giudicò coinieniente mctterh prima t'animo
prcra,pruria,chc s'intendelle intieramente lo ftato delie cofe, elfcndo '^^^^^ »»»«<«
he la maggior parte era ancora dcuota alla memoria d'Hcniico. Ma fece "'"*'
egreto in Inghilterra Giouanni Franceico Commendojie,pcr informarli
)ente,fcriuendo anco una lettera alla Regina; douc , commesidata la pcr-
iza nella religione in tempi turbulentijfeirortaua continuar ne' felicit
ommandaua la falute delle anime di queipopoli,& la redintcgratione
E > colto Diuino.ll Commendone,efplorato ogni particolare^ haucndo
j tmodo di parlar' alla Regina,fe ben da ogni canto circondata,^ guarda-
la aò l'animo di lei non mai alienato dalla fede Romana, &: da lei hcbbe
i| Tadi far' ogni opera per reftituirla in tutto'l Regno:^^ il Cardinale,intefa
e della Regina,/! melle in viaggio.
ihighiltcrra,dopolacoronatione,fì tenne Parlamento, neìqualefudi- laculmfcUa.
► illecito il repudio diCatharina d'Arragona, madre dellaRegina, & ài- inParlamitoh
'il matrimonio, &: la prole nata di quello, legitimarilche fu obliqua- dichiarata le-
rjreftituir' il primato Pontifìcio, non potendo quel matrimonio circrS"""*»
nza la validità della difpenfa di Giulio fecondo, & per confegucnte
'opranità della Sede Romana.Fu anco ftatuito,che tutte le ordinationi, , , ,,.
ia di religione fatte da Edoardo,foiTèro annullate , & fi feguitalfe la rcli- boario in fat~
.e era al tempo della morte d'Henrico.In qucfto Parlamento fu trattato to dì religione
.iaritarlaRegina,fcbengià eccedeua anni quaranta ; alqual matrimo- annullate,
) nominati tre il Polo,che,ieben Cardinale , non haueua però alcun' ^ *^'^"''f° di
acro;&ilCortineo:ambcducdelfangueRegio,&in pari grado primi ' .""*''"'*'" '**
li' Henrico:& quefto,della Rofa bianca,nipote per figlia d'Edoardo quar-
eli:dcllaRofaroira,nipote per forelia d'Henrico fettimo,ambidoi grati
" ikà Anglica:il Polo,per la prudenza,^ fàntità di vita:il Cortineo , per
-> tà de' coftumi.Ma a quelli la Regina anteponeua Filippo,Prencipedi UquaUfcie-
a ofiperle prattiche tenute da Carlo Imperatore, fuo cugino,inclinan- giief'H'fpOì
li iu l'atfetto al materno,che al paterno (angue ;come anco , perche crede- ^^"^"f^ "*
ui aflkurar più con quel matrimonio la quiete fua,& del Regno. Et l'Iir.- ^^^"'*'
'1 che iommamcnte deiìderaua effettuar quello matrimonio,dubitando>
ti olo potelTe elfer difturbato co la prefenza fua in Inghilterra, intefo che
P ato Legato,per mezzo del Cardinal Dandino ,mini{lro Pontificio ap-
> CìCjoperò,che non paraffe cefi tolto d'Italia , dicendo,aon eifcr tempo
ì:a^ie un Legato Apoftoliv.o potelFe andar condegnitàin Inghilterra. Ne
r-^ fatto efletto la lettera de 1 DandiiiOjma eireiidofi il Polo metro in viag-
1 Ddd ^
594 CONCILIO DI TRENTO Papa Givlk
e 1 3 1 3 gio, & aiTluato fino nel Palatinato , gli mandò Diego Mendoza^incontt
Liv. krmarlo con l'autorità. Al Cardinale panie cofa grauc , & fi kiTiéntoi
Legatione Pontiticia foire trattenuta con danno delia Chriftianitàje del F
d'lnghilterra;^3ccon allegrezza della Germania. Perilche l'Imperarorcpc
dar tanta materia di parlatelo fece andar' a Bruflclles,& lo trattenne in Bi
tia,fin che lìtìniireilmatrimonio,& tutte le cole folFcro accomm.odate
fto Tuo, & per colore Fimplicò a trattar la pace tra re,& il Rè di Francia.
erìfiahUlfce io. N^ principio dell' anno m. d.liiii. mandò l'Imperatore Ambafciat
To^7uolinio I'''g^^ii'^^'-'ra,per farla cóclulìone:&laRegina,cam.inàdo inanziafauordc
F^Lno^ " ligione antica, fotto li quattro Marzo publicò altre leggi , reftituendo la 1
Latina nelieChicfe,& prohibédo che maritati poteiFero elfercitar le fontic
cre,6«:ordinàdo a' Veicoui di n© far più giurare a quelli,chc fi riceucuanon
rojlecódo che Henrico determinato haucua,che il Rè folFe fupremo cape
Chiela Anglicana,&: che il Pontefice Romano non haueirc fuperiorità :
in quella,ma folle folo Vefcouo della città di Roma. Ordinò anco , eh
fcancellata da rutti i Ritualij&prohibita ogni (lampa della formula d'or!
inftituita dà Henrico,doue,tra le altre cofcera pregato Dio di liberarci
gno dalla leditione , confpiratione , Se tirannide del Vefcouo Romar-
Aprile un' altro Parlamento fu tenuto,doue fu dato ralfenfo al contratte ;
monialc:& in quel medefimo Parlamento,hauendo la Regina propofto R
tuir' il primato al Pontefice Romano,hebbe tanta refiftenza dalla Nobi ,
non potè ottenerlo:^ quella Nobiltà non s'auuide >come vanamente «;
quella dimanda, che virtualmente era contenuta nell'alfcnfo al matri Ti
Arriuò Filippo,Prencipe diSpagna,in Inghilterra a diciotto di Luglio,^ ìì
S. Giacomo fi fecero le nozze,& riceuette il titolo di Rè di Napoli ,^-
mò il matrimonio.Et al Nouembre fi ridullè dinuouo il Parlamento , ,
fu refcicuita la Nobikà,& la patria al Cardinale Polo,& mandati duc
uita{lerG>&accomp.gnairero;con quali egli pafsò neirifQla,& gionl
dra a' ventitré Nouébre,portando inanzi la croce d'argento.Introdotto
ULeg^to Polo volta in Parlamento inanzi il Rè,& la Regina,& gli Ordinidel Regno
fa in Parìa- ragionamento in lingua Inglefcjringratiò con moite,& aftettuofe paro
mento opra di ftato reftituìto alla Patria/oggiongendo,che in cambio era andato pcj
""rZI'Iu^ loro alia Patria , & Corte cekfte , dellaqualc s'erano priuati , parten^
cK/a^^ma- Chicfajgli eirortònconofcer l'errore, & riceuer' il beneficio, che gli i
ffo^ Diopcrmeizo del tuo Vicario.Fu longhitTìmoilragionamento,& pie.
infine delquale conciufe, ch'egli haueua le chiauiper introdurgli nelL
laquale elfi s'haueuano chiufa con le leggi fatte contra laSede Apofl
quali quando folTcro riuocate,egli hauerebbe aperto loro k porte. Fui!
la perfonadel Cardinale,& alla propo/ìtione fu predato apparente j[
ben nel fecreto la maggior parte abhorriua la qualità di miniftro Pomf
fentiua dispiacere di ritornar fotto il giogo. Ma s'haueuano lafciato
troppo oltreché poceirero penlìir aritornarindietto.
A.GivtioIII. LIBRO QJINTO. 5P5
Tiorno fegiiente fu delibeiaca in Pailamenro la reunione conia Cliieià ci 3 i3
ma : il modo fu cofi ordinato con decreto publico , che fi formaife una li r.
icaper nome del Parlamento,nellaquale Ci dicliiarairejd'cllèr giandcmentc iicheèfcUnne-
:i d'hauer negato l'ubcdicnza alla Sede Apoftolica, &d'hauer coiilcntico '"^"^^ «/«S«'-
:eti fatti contra di quella, promettendo per lauuenire di operare, che tutte "*
• ^^S^ ^ decreti folfero aboliti : & fupplicando il Rè,& la Regma, che in.-
Icflferoper loro,accio foiferoairoluti da' delitti, &;ccnrLU-e,Ò<:reftituiti ai
)o della Chiefajcome figli penitenti , a feruir Dio ncll' ubcdienza del Pon-
& Sede Romana. L'ultimo Nouembrcgiorno di S.Andrea, ridotte am-
ie Maeftà, il Cardinalc&tutto'l Parlamento, il Cancellarlo mterrogò
erfìtà del detto Parlamento, fé gli piaceua che fi domandalfc perdono al
», &iìritornaire all' vnità della Chiefa, &c all' ubcdienza delPontcfìcej
no capo di quella,gridandoalcuni,Sì,& altri tacendo,pernome del Parla-
ifuprefentataa i Rè lafupplica, lacuale publicamente letta, i Rè fìlcua-
»er pregarne il Legato, &c egli, andato loro incontra , fi moftrò pronto a
acergli , &c fatta legger l'autorità datagli dal Papa, difcorfe quanto a Dio
rata la pcnitenzaj& l'allegrezza , che gli Angeli all' hora haueuano della
tfìone del Regno ;& elfendo tutti inginocchiati, implorata la mifericor-
uina,gli airoluc : ik. queilo fatto, con tutta la moltitudine andò in Chiefa
^rgratiea Dio.Il di fcguente fu deftinatalegatione al Pontefice, per ren-
Se preflargli ubcdienza ; allaquale furono nominati Antonio Brouano,
tediMontacut05& ThomaTurlbeio,Veicouo d'Eli; & Edoardo Cerno,
, altre volte flato in Roma Ambafciatore per Henrico ottauo: dando an-
nea queft' ultimo,che fi fermalfe inRoma,come in Icgatione ordinaria,
'auifo di ciò a Roma in diligenza, per ilqualfi fecero molte proceffioni, onde fi fama
laraente in quella città,ma per tutta Ìtalia,in rendimento di gratie a Dio: ^^'''^fifi^^ '»
ntefìceapprouòlecofedalfuo Legato fatte , & a ventiquattro Dicem- pJJ^'^**
lido un Giubileo,allegando nella Bolla per caufa, che, come Padre di fa-
, per hauer ricuperato il figlio prodigo , conueniua che non foio ficeife
ica allegrezza , ma ancora conuitalTe tutti imiuerfalmente all' iftello giù-
Lodò &c magnificò le attioni del Rè,& della Regina, & di tutto'l popolo
D.Continuò il Parlamento in Inghilterra fino a mezo Gennaro m.d.lv.
10 rinouati tutti gli antichi editti de' Rè di punir gli heretici, ìk della
ittione de' Vefcoui: fu reftituito il Primato , & tutte le preeminenze al
ce Romano, furono aboliti tutti i Decreti contrari) fatti ne' venti anni
cofida Henrico, come da Edoardo, & rinouati decreti penali contri gli
ij&conl'eirecutione anco proceduto alla pena di fuoco contramolti,
edc' Vefcoui,chefimoflraronoperfeueranti nelle renouationi abolite. , . , .^
t e II • •• IP r 1- 1- • ,- td p I^if ormali
•, che farono aoDrugiati m quell anno,per caula di religionccenlcttaa- n,„,, perjcmhi
cfone di qualità, oltra gran numero di plebe; ilche riulcì con poco gu- rigiUamme»
-lei popoli , a' qilali anco diede materia d'indegnatione, che Marcino Bu-
Paolo Fagio,mortigià quattro anni,furono, come vini, citaci,condan-
fotterratiiéadauerij&abbrugiati; attiene da alcuni commendata,come
Ddd a
^9Ó CONCILIO DI TRENTO PapaGivlioH
( e
ci3 i=> vcndicatiua di quanto Hcnrico ottauohaueua centra S.Thomafo operar
LI IH- altri comparata a quellcche fa daStcflfanofefto,& Sergio terzo,PonteHciyQi
tome anche in i^^ ]\ cadaucrodiFormofo eireguito..
Francta> jsj^' mcdciìmi tcmpi>in Frane ia ancora furono abbrugiati molti per caii<
religioiicnon fenza indcgnatione delle pertone fnicere > quali lapeuano, e; ,
diligenza craufata centra qacimileri,non per pietàjO religione de' giudu rr
per latiarc la cupidità di Diana Valcntinas donna del Re ,, allaqualc egli h et
donato tutte le conhfcationi de' benijchc fi faceuano neIRegno per cauf: 'hi
. refìa. Fu anco udito con gran marauiglia, che quei della nuouariform ne
"■^^H^-^fL. teffcro mano nel fano-ue per caufa di relidone : impcroche Michel Seru(),<
Tarragona , di Medico tatto Theologo, &nnouatordeU antKa openne;
Paolo Samolateno, & Marcello Ancirano , che il Verbo Diuino non fo
fulìillente , 6c però che Chrifto hiire puro huomo , per confcgliode' Mii
ZuricBerna,.^^ Sciaftufa, fu in Geneua fatto per ciò morire : 6c Giouan
uinojche di ciò era da molti incaricato,fcriireunlibro>defendendo chei
ftratopuo punir gli heretici nella vita:laqual dottrina» tirata avari) lenii
do che cpiurill;recto,o più allargatOjO variamente prelo il nome heretu j:_
una volta nuocerla chi una altra habbiagiouato.
U ^ Perdi- In quei tempi ancoj Ferdinando > Rè de Romani , publicò un' editto : iff"
nand'jfatm popoli foggettia lui>che, nelle cofe de la religione j& ne' riti,non potei
Edntocontro^ nouità alcuna , mafeguiirerole antiche con(uetudini ;& in particolai
'(w/fuddkh ' ^^"^'^ communione fi contentalTero diriceuer'il folo Sacramento del
benché iprincipalij& la nobiltà 5 t3i molte delle cittàpiu volte lo fupph
almeno per l'ulo dclCalice,con dire,che coli era inftituito da Chrifto>la
ftitutione non era lecito agli huomini mutare, & che tal fu l'ufo della
vecchiaiCofa anco dal Concilio di Coflanza confelIata,pregandolo no-
ia lor cofcienza, maaccommodar il fuo commandamento agli ordini .
poftoli,& della Chiefa vecchia,^: promettendogli nel rimanente ogni f
uone,>S^ ubedienza; perfeuerò con tutto ci© Ferdinando nella fua dclibc
^ rilpoie lorojche il fuo commandamento non cranuouojma inftitut
ticajiifata da' maggiori Tuoi JmperatorÌ5Rè,&: Duchi d'Auftria : ma bei:
racofanuoua l'ulo del Calice,introdotto per curiolìtàjO per fuperbiajC
legge della Chicia,& la volontà del ilio Prencipe. Moderò nondimeno
delia nlpo{ì;a,concedendo chctratrandoiì della fakitejhaurebbe più di
mente pcnfato,per riipondergli al fuo tempo, ma tra tanto afpcttaua dn
bedienzaj& ollcruatione dell' Editto. Publicò anco/otto il quattordicj
fto, un Catechilmo , fatto componer con l'autorità fua da alquanti T
zpìibltcAun dotti, & pi] , commandando atutti imagiftrati di quelle regioni, che i
iicL ebiifi^' merteirero a' macftn di fcola,ne in publicoine in priuato, legger altro C
nmto tti{pmaj -^^o che quello ; poiché per diuerie tali operette,cheandauano attorno
cadeprauata aliai la religione inqueipaeii. Riufcì queflaordinationec
to ditgullo della Corte Romana , che non folFe (lato mandatoci Ponte ^
eflèi approuato con l'autorità fua, cucio alraejio non folTe ufcito fottnQJi
.GiVLioIII. LIBRO QJ/INTO. 397
fcoui della regione, macheilPiencipe fecolare lì alTumefle ufficio di hu-^cTòT^""
onere , & di aiitorizar libri in materia di religione , de maflìme con no- lv.
Cacechirmo , che altro non moftraua , (enon che all' autorità feeola-
(arcenclle il deliberare qua! religione il popolo douclFe cenere , & tjual
iarc.
liti 1 due anni della fofpcniìone del Concilio , fi trattò in Conciftorio, domìmmtà
), che fi doLieiia fare : perchcquantonqae nel Decreto vi foife la conditio- ^f*""" ^' '■^f-
critornaireilConcilioin vigore, iegliinipedimenti folFeroleLiati, iquali <^""' '»3'''« 0-
do per le guerre di Siena,Piemonte, & altre,tra Cerare,& il Rè di Frane iaj ^Zmn7iadl *
a nondimeno che rcftalFe una porta aperta ad ogni inquieto di poter dire, csndlio:
lelli non fotlcro badanti impcdiméti,e che il Concilio s'intcndelle rimel-
iedi:on de folle benfar'unanuoua dichiaracione,&leuarildique'perico-
altripiuprudenticon(egliarono,chenon fìmoueiTe il male quando è in
■,mentre che il mondo taceuajmentre che nilfun Prencipe,nc popolo,di-
lua Concilio , non era bene , col farne motiuo, o col raoftrar di temerncy
r' alcuno a richiederlo : & qucfto confeglio preuaUe , 5c fece rifoluer' il
fi,cc a non parlarne mai più.
idei M. D.L v.fi fece Dictain Augufl:a,intimata da Cefarc, principalmente ^'«^ »«>4'»-
iarlecontrouerfie della religione,pereirer quello il fonte di tutte le per- ^^^^'^P^" f<"f»*;
:ioni& calamità di Germania, con perdita,non folo della, vita di molte °^^^ **%»-
da d'huomini,madeir anime ancora. Fece principio della Dieta Ferdi-
> , per nenie dell' Imperatore a cinque di Febbraro , doue con una longa-
fitione moftròillamenceuolefpettacolo della Germania, doue gli huo-
run'ifte{roBattermo,d'una ftella lingua, d'uno fteilo Imperio, Ti vedeua-
:ratti in canta varietà di profeflìone di fede,nafcendo ogni giorno nuoue
ilche non folo era con grand' irreuerenzaDiuina,«Scpeiturbatione delle
luimanerma caufaua ancora, che la moltitudine non fapelFe che credere.
Iti della principalnobiltà,& degli altri flati, formauano L'animo loro fen-
.'alcuna,non tenendo conco d'honeflà,ne di cofcienza nelle accioni,ilche
logni commercio,in maniera , che al prefence la Germania non fi poteua
igliore de' Turchi ,&: altri popoli barbarij^pet^lequalicaufe Dio l'haueua
idi cante calamità. Perilche elVer nece0ario,di pigti^u' in mano il negotio
cligione. PerilpalFaco eraparfo unico rimedio il Concilio Generale,li-
kpio:perche,ellcndola caula della fede commune a cucci i popoli Chri-
da tutti doueuaelFer traccata: & Cefare con tutte le fueforze s'eradacoa-
)) &haueua operaco più d'una volca, chefolFe conuocaco,manonera
)ne luogo di dire,perche caufa da quello rimedio non s'era cauato frutto,
o cofa molto ben nota che fi fapeua da quelli,chevi erano interuenuti:ma
e gli piace.ua di prouardinuouo il medefìmo rimedio , bifognaua tratta-
ileuar gì' impedimenti, che per il palFato haueuano deuiato dal defìdcra-
. Ma fé anco per gli accidenti occorrenci gli pareua di difterir quello ad
tempo , fi poceua crattar d'ufar. gli altri mezi. Quanto al Concilio Na-
C) pernon ciFer a quelli tempi il modo, & la forma, & il nome in ufo,,
Ddd iij
^^ 398 CONCILIO DI TRENTO Papa Givii l|
ci3 13 'non iì potena veder come valerfi. La via de' Colloquii , molte volte te:ara
L V. non hiLier tatto frutto, perche ambe le parti hanno mirato piii al comod*
ti èeletta U piÌLiato , che alla pietà , & utilità publica. Con tutto ciò , non è da fpijza
•via d'un Col- adcircfe fi vorrà deponer l'oftinatione degli affetti priuati : laqual via egl;ojj
loqmo, fegliaua di tentar' una altra volta, quando la Dieta non haueuepropoftoa^
che altra migliore. ji
Qoefta propodtione , infie me con le altre pertinenti alla pace, & gucii*
Turchi,fatta da Fcrdinando,fuftampata,accio andaflTe per Germania, & i\0
per inulto alia Dieta,doue pochiflìmi erano andati. Ma fu interpretata fìiiM|.
mente,per l'editto^ da lui medefimo publicato nelli ftaci Tuoi , molto con^
fi tod l aqi^eftapropofta; & più per rellecutione, per quale erano ftatifcac ciati (è|
Papa dugento predicatori di Bohcmia:& andò a Roma ancorajdouc il Pontefiiil
ledicendo , fecondo il (olito fuo, i Colloqui) , 5c gì' inuentori , fi doleua 1
poter trouar' cffito a quefte difficoltà,& douere ftaie fempre o con un Coi
o con un Colloquio , o eoa una Dieta addolFo : malcdiceua i fuoi tempi
di tante angulhclodando quelli de' fec oli pairati,quando i Ponteficipoi
viuere con l'animo quieto, fenza ftac fempre in dubio dell' autorità fua.R
iìqude ftcon- ua nondimeno confolatione per gli auifi d'Inghilterra,della perfetta fog
folaper la^ rU ne di quel Regno alla fua obedienza,&de' decreti fatti a fuo fauore;& pei
duttionedin- ^^j-g cliringratiameiito riccuute , con promeira, che prefto anderebbe f<
ghi terra, a. ^i-j^|5^f(;:^]-Ì2^ p^j- lingiatiarlo perfonalmente della paterna clementia, fi
Im motteggi*- .,„ r i^i.-^j-iii r j-
j^. gnita,&: promettergli ubedienzajdi che allegro non li conteneua di mote
re,che godeua pur parte della felicità, fentcndoll ringratiare da chi merit
ferringratiato.
etttanda Le- Ma delle cofe di Germania, quantonque hauellè il Papa poca fperar
gato il Card, non trafcutarle nondimeno, & eifer' attento a tutte le aperture , che pò
Gemnìx ^^'■^ ^^ pioponcr modi per ridurre gli fuiati alla Chiefa, mandò alla Dieta
riale il Cardinal Morone per Legato , con initruttione di metter fempre
l'eirempio d'Inghilterra, & con quello elTortar la Germania a conofce
fallo , éc a riceucr la mcdcfima medicina : & fopra il tutto diuertire ogni
quioj&trattationedireligione.Nonfu cofi prefto gionto il Cardinale
poi mmn: guftajche Giulio Pontefice morì ; di che l'auiio gli lopragionfe otto gioì
pò arriuato.Si partì egli perciò l'ultimo di Marzojinfieme col Cardinal d'
fta,per ritrouarfi all' ekttione del nuouo Papa.
ti e eletto Fu creato inanzi l'arriuoloro in Roma,Pontefice,a none d'Aprile? Mj
Marcello fé- Ceruino,Cardinale di Santa Crocc,huomodi natura grane, & feuera,d[
condv, coftantcqual volle dimoftrare nella prima attione dei Ponti{ìcato,co4i
il nome medeììmo,& fignificar al mopdo,di non elFer fatto un' altro pQ
gnità riceuuta: cola a ponto oppolìta a quello, cheda tanti fuoi prect
^tto : imperoche , dopo quel temoo , quando Ci diede principio alla mutJ
di nome,percirerairontialPont'fi:ato Thedcichi, nominati con vocab
orecchie RomaneinfoHti,i feguenti leruarono Tufo di mutar il nome",pei
fìcar con quello d'hauer mutato gli aifetti priuati in penfieri publici, &
Marcello II. LI B R O QJV I NT O. 35>9
aedo Pontefice, per dimoftrard'haiierancoin flato priuatohaimtopcn- Ti 3 id
gni del Pontificauo.con ritener Tiitcìro nome, volle moftrarimrautabi- lv.
u altra fnnilcattionefibchejcircndogliprefentatii Capitoli fatti inCó-
)er giurarcjiifpofejEirer quel medelimo,che pochi di prima haueua giura-
oler feruargli con fatti, non con promillioni. La fettimana Santa,che all'
i celebraiia,& le inftanti felle di Paica, furono canla , che il Pontcfice,per
litàalleceremonie Ecclefìaftichc , contrahelfc grane indifpoiitionc ; con
:io hebbe i penfieri fifTì alle cofe,che inanzi il Pontificato , alqaale Tempre
.igurato douer afe en de re,di [legnato haueua. Con molti Cardinali , coi:! 'Y'*'^f« "^««^^
) di Mantoua particolarmente,conferì il fuo diiregno,di componer le dif- ^^""^'«'«^'-^
e della religione con un Concilio, cofa che diceua non elferriufcitagià, '"*^
v^ia impropria tenuta. Che era necciTario prima far una intiera riforma,
ale rcitcrebbono accordate le diflcrenze reali :ilchefatto,leverbali,parte
eircceirerebbono,parte con leggier' opera del Concilio fi concordercb-
Che i prcceirori fuoi per cinque luccemoni haueuano abhorrito etiandio
ledi riforma, non perfine cattiuo,maperfuafi, che foife polla inanzi con
'abballar l'autorità Pontificia : ma elfo haucr contraria openione, che
a cofa polì] conferuarla,lenon quella, anzi effer anco mezo di aumen-
ti olferuando le cofe pairate,ognuno poter vedere che quei foli de' Ponte-
)mani,che fi fono dati alla riforma , hanno innalzata, Se accrcfciuta l'au-
rche la riforma non leuaua, fcnoncofe apparenti, & vane, non folodi
momento, ma àncora di fpefa,& grauezza ; ilufiThlepompclcnumero-
iitiue de' Prelati, le fpefc ecce{riue,& fuperflue, & inutili, che non fanno
itificato venerando , ma contennendo : che , troncate quefte vanità?
rà la vera potenza , la riputatione , credito appreflb il mondo j il da-
& gli altri nerui delgoucrno: &c fopra ogni altra cofa, la protettio-
aina,che debbe tenere per ficuro ognuno, che opera conforme al proprio
>.
Dublicarono per la Corte quefti diiregni,iquah da'beneiioli erano orna- Schei gìu^
titoli di pietà, & amore della pace,& della religione : non mancando pc- cijfom diut*^
emuli d'interpretar in finifl:ro,condire,Che il fine non era buono: che il fi:
(ì fondaua fopra predittioni Aftrologiche, ailequali era tutto dato , Te-
lo le veftigie del Padre,che per quella profeilìone fu aggrandito : che, fico-
levohcoper cafo,o per altra caufa,riefcono,colì,per ilpiu,rono occafio-
)recipitar molti.Tra le cofe, che diifegnaua il Pontefice, in particolare era y^.a ^uefiì rei
ituire una religione di cento aguifadiunacaualLri-i, dcllaqualc voleua altri fuoi dif-
apo. Se farlafcielta, eftrahendogli di qual fi vaglia rehgione,o ftatodi A^"''i«^'"/'^
ncqualituttihauelTero cinquecento feudi per u io dalla Camera Pontifi- J?""/'^'' j'*
ceircro uno loienne , & molto ftrecto giuramento di fedeltà al Pontefice, ^''oJ^f."^^
n poteltcro eifer' alTonti ad altro grado,ne meno accrcicer' in entrata mao^-
: folopotelTcro elTerper meriti creati Cardinali, non ufcendo però daìLa
pagnia.Di quelli foli voleua valcrfipcr Noncijjpcr Miniftri de' ncgoti;, 8c
ouernatori delle fue città , per Legati , & ad ogni altro bifogno della.Sede.
400 CONCILIO DI TRENTO Papa PaolcIIh
ci^ i3 Apoftolica : &z già erano nominati moki licterati habitanti in Roma da I.cq.
L V. nokiiici. Se alni (ì auanzaaanoper iiaiier quello honorc. Di mokenouì la
Coree erapiena,cheh afpetcaaaao, ma ratte furono poftc infilcntio, pcli(
Marccllo,giàindebolko perk fatieiie corporali deUe longhe & grani cei;-no.
niccomes'è dettcfoprafatro d'un accidente d'apopleflìa, morìlukimo M
meie,non verificate le altre predittioni Aftrologichc delpadre, Scfuc^tliej
ftcndeuanoper qualche anno oltra quel giorno. •
{/ Conclaue a- Onde congregati dinuouo i Cardinali in Conclaue,fìicendo molta in .qì
(innato, formx [\ Cardinal d'Augafl:a,aiutato anco dal Morone,che tra i Capitoli foliti fc tj^
^e ^mcoh iì^^-gi^iLarlida Cardmali,vifofle poftojche il futuro Pontefice, con con m|ì«
• f "'■T*'/' tlt4 Collegio,pcr dar fine allariforma incomminciata , per determinar IcflUf
del Concilio a nenti coiicroucriìe della religione > Se per trouar modo come far riceucr il
cekbrarpy cilio cek brato in Trento alla Germania,fra termine di due anni,ne coni
foi crc4 Papa ^cbbe un altro : Se ellendo il Collegio de' Cardinali numerofo molto , fi
Paolo 4. Ipta- capitolatcche per due anni non poteife il nuouo Pontefice crear più di q \
ceuoie amo u (^^^ jjj-.^ij £^ ^ ventitre del fe^uente , fu creato Giouanni Pietro Caraffa ,
pir la natura o -/^ii-t • r
fiiafeuti-aj chiamò Paolo quarto,npugnandoj quanto poterò > i Cardinali Imperiai
che era {limato poco amico di quella Maeftà per antichi difgufti,riceuuci j
do in Spagna alla Corte Regiajdoue ferul otto annijviuendo ancora il Rè
nandoCatholicoj & per il polfelTo negatogli pochi anni inanzi dell' Aiiit-
fcouuto di Napolijper la commune inclinatione de' Baroni Napolitani, j p
fio s'aggiongeua la feuerità de'coftumi fuoi , che refe ancora tutta la >
molto mefla5& la potè in maggior timore di riforma , che tutto il paffatc
Uqualt^fto liuto nelle trattationi del Concilio. La feuerità del viuere, quanto alla p e
mutam mon- ^ccafafuajladepolc immediate creato: paxhcinterrogato dal Maeftroc .
mU'^ *^'""~ come voleua che gli folle apparecchiato,diire,ComeadungranPrencip< o»
uiene.Et volle eilcr coronato con maggior pompa del folitOjche tale non aÌ3
memoria: Si. in tutte l'attioniaftettaua di tener magnificamente il grac
apparir pompofojtS: fontuofo;& co' nipotij6: parenti , fi moftrò cofi ino; .
te,come qual Pontefice folle preceduto : la feuerità verfo gli altri atfett l'ai-
conderla,moilrando grandiflnna humanità , però in poco tempo ritornò no-
ftrar' il Tuo naturale.
rlceuef^m- Riceuctte a grande fuagloriajchc il primo giorno del fuo Pontificato ta-
bafcìata In- j;ono in Roma li tre Ambalciatori Inglefi/pcditi fotto Giulio^corae s'è de ):&
gUjtdtfom- .^ primo Conciftorojdopo la Coronacione,fu publico : in quello furono i io-
mjiione, ^q^ì^ Jone proftrati a' fuoi piedija nome del Regno , accularono i faUi p 'atb
narratigli tutti ad uno ad uno,che cofi il Papa volle>confeirandofi ingrati e nh-
niti benefici] dalla ChiefariceuutÌ5&: chiedendone humilperdono. Il Por
oli pcrdonojgli leuò di terra,& abbracciò,6c in honor di quei Rèjdiede tit'
erlggf iTrlan- corona Regak" all' Hibernia, concedendogli tal degnità,pcr l'autorità j
àamB^gno, Pontefice ha da Dio,poito fòpratutti iRegnijperfpiantarlicontumacijL^
carne de' naoui.D.iglihuomini digiudicio>cheair hora non feppero 1
cauta di tal' attio ne,fa riputata una vaiiitàjnon vedendoii che profitco,ne . r -
'Itaj
L PAOto mi. LIBRO QUINTO. 4or
le di honoreuolezzajfia ad un Rè l'hauer più titoli nel paefe che pofredc:&: e 1 3 i d
doii più honorato il Rè Chriftianidìmo per il iolo titolo di Rè di Francia, l v.
foire il iuo flato diuKb in tanti titoli Rcgij,quantc Prouincie poiledc. Ne
i molto opportuno in quei tempi il dire d'haucr daDio autorità d'edifica-
nantarRcgni.Iconfapcuoli della vera caufa non riiebbcro pervanità,an-
ircanojfolito da molto tempo ufarfi. Hcnrico ottano, dopo fcparato daK^^'i*""'*'''^'*'"'
ìce,eudlerHibcrnia in Rcgno,5t il chiamò Rè d'Anglia, Francia j^IkHi-
•Queftotitolojcontinuato daEdoardo,hi alFonto anco da Maria, Oc dal
i.Il Papajfubito crcato,entrò in rirolutione,chc il titolo d'Hibernia folle
iRèdcpofto,aftcrmando collantemente, non appartener' ad altri, che a
e titolo Rcgio.Ma dithcil colapareua poter' indur l'Inghilterra a dcponer
]o,chcgià da due Rè era u(ato,òc dalla Rcgina,l'enza altro pcnrarc,conti-
tìoub Ecmpcramento,dillinuilando di iapcr'il fatto d' Henrico,d'eriggcr
eli' Ifola in Rcgno,chc in quella maniera potcua il mondo credercil tito-
'vfato dalla Regina,come donato dal Papa, non come decretato dalPa-
ìfìfpcilo i Papi hanno donato quello, che non hanno potuto leuarea'
)rÌ5& quc{li,per fuggire le contentioni,partc hanno riceuuto le cole pro-
dóno,^ parte hanno diffimulato di iaper' il dono,&: lapretenfìone del
i-e.Ma ne' ragionamenti, che palfarono tra il Papa , & gli Ambafciatori /„„/^„„ ^^ •
itcriprefcchenon folFero (lati intieramente rcflituiti tutti ibeni della beni eccUPa-
,dicendo,che.cio non erada tolcrarli in modo alcuno, & che in ogni fini fieno re-
aerancceirario ricuperargli tutti fino al valore d'un minimo quadrante:^"«"f'j
lecofediDiononpolTono mai ritornar' ad ufo humano, & chi teneua
coglia minima parte di quei beni era in continuo flato di dannatione: e
auelle facoltà di concedergli, lo farebbe prontiflìmamentcper pietà
,6cper hauer'eiperimentato la loro filial ubedienza:ma la Tua autorità
Miderfi a poter profanare le cole dedicate a Dio,v<i doucre Inghilterra
ta,che quello farebbe un anathema,& una contagione , che hauercbbe
na vendetta tenuto fempre quelRegno in perpetua infelicità. Incaricò
)arciatori ài fcriuerne immediateme contento d'hauerne una volta par-
li ogni occafione rcplicaua l'iftelFo. Gli dilfe anco chiaramente , che come anche II
j prima fi mettelFe ordine di ritornar in ufo l'eirattione del danaro di San <i^"^ro di s,
|»erqualcaufaegli,fecondó il coftume,haucrcbbe mandato un'elFattoit: '^'**^®»
jl carico d'elFattore era (lato eifercitato tre anni da lui , mandalo a quello
i"iInghilterra,conmoltaiuaedificatione, vedendo la prontezza nel po-
ne'plebei maggiormente:gliinculcaua che non potcuano fperare,che
'ietto folfe loro aperto il Ciclo, mentre che ufurpailero le colè proprie
>aiitointerra.Queftarelatione,fatta alla Regina,con molti altriuihcij, '"^^^^'* K^'"*
effiuamente erano daRomacontinuati, fecero che ella s'adoperò cor; ^^"'' ^3
fpiriti a quello. Ma, perche molti della nobiltà, & mallimede' ^iii damo:
'jiaueuano incorporato diuerfe entrate nelle cafe loro, non fi potè clfe-
■jlaben reftitoì tutte le deciirie,& qualonque cofa Ecclefia{lica,applic,ata
a'egio dal fratello j Sedai padre. Gli Ambafciatori partirono da. Roma
Eee
ei3 13
i Franceffi
guidagnuno il
nmuo PafAi
la Dieta.
d'^ugnfìat
dopo molte co-
fit il Decreto
delia pAce,t
delia, libertà.
delU ^eligio
we;
40i CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo i
i-iìokolodati,aifauoriti dal Papa per la fommiflìone da loro urata,mod.:
quale facilmente s'acquiftaua la Tua gratia.
Immediate dopo la crcatione del nuouo Ponteftccgl' Imperiali,& iFra;
a crira ufaroiio ogni arce per acquiftarfclo.Ma il Cardmale di Lorena,che n 1
ben pcnetrana l'hamore, lo confermò nell' aftectione Francete, dicendo!
Conciftoro,okre diacrfi uffici) farci in prÌLiaco,cheil Rè conofceualaCi
Gallicana hauer bifogno di riformaj^elfer parato d'aiutar Sua Santità,oj
dando i Prelati al Co ne iliOjfe ella giudicauabenco in qualonque altro (
gì foire parlo più opportuno.
Fra tanto il profegLil la Dieta in Germania , non fenza contentioni, 1 |i
maggiori farebb onoriate, le il Cardinale Morone folle reftatapretente, e i
gli urtici] che hauerebbe fatto, come per le fofpittioni già concctte nell' li
de' Proceftantijchc foiTe mandato folo per fine d'opporlì a commodi loro i
era per tutto publicato,che Roma fitrouaua piena di Iperanza di riceuei n
focto il giogo la Germania , come l'Inghilterra. Partito il Cardinale, fi li
dihhcoltà,le lì doueua trattare,inaiizi ad ogni altra , delle coi.e della relig M
fé bennelprincipio gli Ecclelìaftici contradiceuano,furilbluto finaln it
communconlemWhe da quella fi delle principio, 8c vi furono due pp
rioni contraried'unayche fi doueffe trattare de' mezi di riformarla : l'alci et
douelVe lafciarla in libertà di ciafcuno : fopra che fu grandiflìma conti \ù
Ma finalmente parae,che tutti inclinatfero alla feconda, non lapendcK
medicina ballante a fradicare il male,che ancora era in moto , ma ben 1 m
che,quietati gli humori,& leuate le differenze,& fofpetti,fi potelFero ^ IB
te,facili,& commode vie:alchc fare era necelTario ftabilire una buona *ce
che per caula di religione non fi facelle più guerra,& folle lecito adog W
Prencipijt:^ altri Ordini dell' Imperio,leguire & far oileruar ne' fiati fuc iiK
che più gli piaceire.Laqualrifolutione quando fi fu perfì:aDilire,le coi
fi eccitarono maggiori:perche quelli della Confelìione Augufiana prc
no,cheatuttifofie lecito accettar la lor dottrina, ritenendo gli honor tati
gradi,che poiredeuano.Per il contrario i Carolici non voleuano , che le
melfo agli Ecclefiailici mutar religione,ritenendo il grado. Ma fé un
& Abbate,abbracciaire l'altrasdouelFe perder la degnita. Ne meno alle .-.
haueuano già fette anni riceuuto il decreto d'Augufl:a dell' Interim y ifej
melfo di tornar alla ConfeflTione Augufl:ana.
PaiFarono da una parte de dalla altra kritturefiapracio: e finalm'tel;
parte & l'altra rallentò il rigore.Gli Ecclefiafliici fi contcntarono,che 1 ''■-
ceireroamodo loro,& i Protefi:anti cellero la pretenfione quanto agi
il;ici:& a venticinque di Settembre fu fatto il Receilo, Che, elTendo i
per ultimar legitimamente le cole della religione, un Concilio Genei
rionale, ne pocendofi congregar per moke dirHcoità, tra tanto che fi a, lU'"
da ad una amicabilc concordia di religione per tutta Germania, Cefai^
nando,& i Prencipi , & Stati Catolici,non poteilcro sforzar i Prencip
^ Staci ddlaCoiifcifioiie Auguilaiia,aiafciai:la lor religione^ cere;
■Or(
joiiic
ftlt"
^.A Paolo un. LIBRO QUINTO, 405 ^
{cuite, odainftimirfine'lordominijj che non poceirero operar alcuna cofa ci^ i3
irezzQj o vilipendio,ne impedirgli il libero ufo di quella religione; & fimil- lv.
te quelli della Confeflìone Auguftana doucflero portarfi verfo Cefare , 6c
inando,& gli altri Prcncipi 3 Se Szciti della religione antica , coli Ecclclìaili-
ime Secolarijpotendo cialcuno nella ftato Tuo ftabiiir qual religione gli pia-
, & prohibir laltra-Et fé alcun' Ecclelkftico abandonerà la vecchia , non
a d'alcuna infamiajma perda fubito i benefici) , & da chi tocca ila prouedu-
un' altro;& quanto a' benefici) già applicati da' Proteftanti alle fcole , o a
ifteri) della Chiefajreftino nelmedelìmoftato.Che non iìcilcrcitipiugiu-
ctione Ecclefiaftica contra quei della Confeflìone Auguftana : del rirna-
e quella fia eflercitata fecondo l'antico coftume. Formato il Receffo^una
difficoltà nacque,perrimuouerlaquale,Ferdinado,ufandorafrolutapote-
nperiale del fratello , dichiarò, conlentcndo l'Ordine Ecclefìaftico, che i
lati,&leCittàj&CommunitàibttopofteaPrencipiEccIefia{lici,iqualida
Ianni haucuanoadhcritoalla Confeflìone Auguftanaj& giariccuuto i riti,
remoniedi quella, oiferuandole anco tuttauia, nonpoteilero da'Prencipi
Ecclefìaftici eflèrcoftretti a mutargli,mapoflìno continuare fino alla ge-
.e concordia di religioncche farà conclufa.
Pontefice Paolo , udito ilRecelFo d'Augufta, fialterògrauiflìmamente; e ^i j^^ ìiPapa
jran querela con l'Ambafc latore Imperiale, Ik col Cardinale d'Augufta, ri- fifàegnaizmi-'
dendoche, fenzafaputa della Sede Apoftolica,fi folFeda Ferdinando in- meda:
)tto trattatione in materia della rcligione,& minacciando , che a fuo tem-
uuebbe fatto conofcere , & all' Imperatore , & a quel Rè , con molto loro
imentojl'offefa fatta alla Sede Apoftolica: eflbrtauaapreuenir con reuoca-
annullar le cofe concelTcper leuar a lui l'occafione di procedere,come era
Lre,nonfolo contra iLutherani,ma anco contra loro,come fautori : ofFe-
Dfiancodiaiutare,quando acio fidifponelFcrojCon l'autorità, & con lear-
de coinmandare a tutti i Prencipi Chriftiani , fotto pene, & cenfurcche gli
tiferò con tutte le lor forze.Non fi quietò per la rifpofta dell' Ambafciato-
he allegaua la forza de' Proteftanti , la guerra contra Cefare , doue hcbbe a
: prigione in Ifpruck,&; i giuramenti prcftati: perche a' giuramenti rifpon-
• che egli gli liberaua,&airolueua,anzi gli commandaua che non gliguar-
L'o:al rimanente diceua, che nelle caufe di Dio non fi procede co'riipetti
mi:che l'Imperatore è ftato in pericolo per diuina peimiflìone,non haueii-
)i fatto tutto quello,che potcua & doueua,a fin di ridur la Germania all' u-
.nza della Sede Apoftolica; che perquefto gli badato fegno dell' ira (uaj
aH'auuenire ienon glifaràdocumento, donerà afpettar daDio maggior
:ione: ficome diportandofi da vero foldato di Chrifto , intrepidamente , &
rifpettimondani,of tenera ogni vittoria, come gli eftempi) de' tempi pai-
iinoftrano.
a fama, cheilPapacofitrattalfe, non folo per propria mente, ma eccitato ■^^"'^*''^'"""''
'ardinal d'Augufta,alqualenon poteua piacer la libertà concefla a' Con- ^^j'^^^.
inifti.E ben cola certa,che Paolo, come quello , che eja d'animo grande , 6c
Eee ij
404 CONCILIO PI TRENTO Papa Paolo II
e 1 3 I -3 vaili pcnfierijteneua per fìcuro, di poter rimediare a tutti i difordini con la .la
lY- dia autorità Pontificale : ne riputaua hauer bifogno in ciò di Prencipe alciio;
l'olito di non parlar mai con Ambafciatorisfe non intonandogli nelle oreccie,
che egli erafopra tutti gli Prcncipijchenonvoleua che alcuno d'eflifidcie-
{licallèfecojche poteua mutar i Regni, che era fucceiror dichi hadepofto'.c»
& Imperatori:&:rpeirorammemoraua,per principio dell' autorità elTercita ^
iubchehaueua eretto un Regno aghHiberni> & paifaua tanto inanzi., e
Conciftoro,& anco alla menùjin publicojin prefenza di molte perfone,dn li<
di non voler alcun Prencipe per compagno, ma tutti perfudditi fotto qito
piede:colìdiccua,percotcndolaterra,comeè conucniente,&come ha veto
chi ha edificato quella Chiera,&: ci ha pofto in quello grado. Et ufaua quj he
volta d'aggio ngere,Piutofto che far' una viltà, vorreffimo morire, rouinar jni
cofa, & appizzarfuogoin tutte le quattro parti del mondo.
Il naturale di Paolo quarto era di grande animo, 5c ardire, confidaua n ito
nel Tuo lapercòc nella buona fortuna,che gli era ftata compagna in tutte Ira.
prefcallaquale aggionto ilpotere,& la fortuna del Pontificato , riputaua ;ni
CQfafacilc.Mainlui fluttuauano a vicenda due humori: uno,cheper la co jc
tudine Icmpreuiatadivalerfi in ogni attione della religioncl'induceuaa id*
ìfìclmo vie operare la fola autorità fpirituale : l'altro gli era eccitato da Carlo Caraffa lio
più dal Ni- i^ipotcìche foldato di valorc,&: elfercitato nella guerra, fatto di foldato C 11^
^°^^' nale,riteneua li fpiriti Martiali , lo perfuadeua a valerfi della temporale , d :n'
dojche quella fenza quella è difprezzata,ma congionte poifono elTer iftroi nti
di gran cofe.MaaU'auueduto vecchio era.molto ben noto,cheanco s'in( jo
lifcelafpirituale,quando fi moftra hauer bifogno della temporale. Ma, ft de
fempre filfo a voler farfi gran nome,hora daua orecchie al Nipote, bora cu :ui
più a le medefìmo.In fincpensò di trattar il temporale in fecreto,&: ilfpiri ali
in palcfe,pcr poter poi continuando quefì;o,o aggiongerui le imprefe tem la
ligia ordite,© tralafciarlccomc dagli euenimenti folle flato confeghato: di
' t'mduce a ^^'^^ inficme col Nipote trattò fecretiflìmamente col Cardinale di Loren, i»
trattlriega co lega col Rèdi Francia.Laquale come fu quali digefla, per leuar tutti ifof tti
Francia pel Lorena partì da Roma , & vi andò il Cardinale di Tornon, colquale fu e il;
conquìfio di itelTa fecretezza conclufa.Il capo principale dellaquale erajl'acquillo del R m
S^Apli!- di Napoli per un figlio cadetto del Rè, ma con grande amplificatione dell b
fio Ecclcfiafticojalquale fi dauano per confini S.Germano,& il Garigliano : d
là dall' Apennino il fiume Pefcara,oltra Bcneuento : & quello che di più er
anco conuenuto per i rifpetti del Papa.
Giudicò anco il Pontefice neceilario, per farli appoggio,coli per runa,( ;ii
perl'altra imprefa,far' una promotionc di Cardinali dependenti da fé. Se p 'o
ma moul ^ ne di ardire,che non li retirallero dal feguir i fuoi dilfegni , & implicarli in 511
Cardinali ce- ^J.J^a imprefa. Di quella promotione li comminciò a parlar qualche g rn
ira epromej- ■^^^^^,^:^ ^]^^ [^ mettclTe in effetto : onde i Cardinali li grauauano, che li diilèg il
elqr.ido dd contrauenir al capitolo giurato 5 & fopra tutti,grimperiali,attefa la qualiti el
QoUeg^iOi leperfoae,che erano propoftcpenfauano di vokffi opporre. Il di venti Di' 111
?AOLo mi. L I B R O QV I N T O. 405
:ndo entrato il Pontefice in Conciftoro, rubitoientatodifTej non voler eia i3
latina dar' audienza ad alcuno, hauendo a proporcaufe maggiori : dal- l v.
ndendo ognuno , che la materia doueua etler di crear nuoui Cardinali»
nal di S.Giacomo (e gli fece alla Tedia perparlare:& ricufando il Ponte-
defiftendoilCardmalc, gli diede una mano nel petto ,& fé lo (cacciò
ifo.Sentati tuttijincomminciò il Papa a lamentarli di quclli,chc ditlemi- HquaU gli fgn
lui non poter fare più di quattro Cardinali per le cole giurate iiiCon- da,cmtnac-
: diceua, che era un voler legar l'autorità Poritificia, quale è airoluta : ef- "**
.rticolo di fede>che il Papa non può eller* obligatosue meno può obligar
: il dir' altramente eirerherclìa manifefta» dal delitto dellaqualeallol-
iclh,che erano incorfi, giudicando che non haucirero parlato conperti-
na fé alcuno all' auuenire dirà quelle, o limili cofe centra l'autorità da-<
Diojordinerà che i'Inquifitione proceda. Aggionfe,che voleua far Car-
c non voleua replica,perche haueua bilogno di perfone da feruirii , cofa
ipoteua far di lorchauendo tutti eflì la propria fattione: che conueni-
nouer perfone didottrina,&;vitacireinplare, afinc d'adoperargli per ri-
bella Chieia,&: raaflTirae nel Concilio , del quale era tempo che hormai fi
:feriamente,delqualc haurebbecon la prima occalìone fitta lapropo-
per all' horarcome cofa da non differire più longamente , proporrebbe
>ggetti daproraouer al Cardinalato, accio, hauendo voto confultatiuor
•Q coniiderargli quello , chefoire in beneficio della Chiefa, nel che gli '
)e uditi : ma non fi credelFero d'haiacr il decifiuo,perche quellio a lui fole >
Propofe fette foggetti , nelqual numero uno folo era parente fuo,&: un
Ila CongrcgationefuaTheatina :gli altri,huomini di molta fama, o per.
) in maneggio della Corte.Tra quelli fu Giouanni Groperojdi Colonia, Gropnorlfì^^
foprafiè parlato più volte ; ilquale conofcendofi di poca vita, &: ripu- tailcardi-
ouer'honorar molto più la fua memoria con ricufar una degnità, uni- *i*^*to:
iente anco da Prcncipi grandi ambita ;& con tenerlapochi giorni , dar
liateriaagli emuli fuoi di parlareirimandò molte gratie al Pontefice, in-
Iml'efcufatione j&ricufaterinfegncnonTolfc ne il nome,ne il titolo. -
liCardinali creati,eirendo laDomenica precedente, che fua quindici},
jilalega con Francia.
fcfto tempo il Cardinale Polo, che per moiri rifpetti di fucceflìone. Si ^ card.Pl
:moftrarfi tanto riftrettocol Pontificato,non haueua voluto riccuergli jifa Prete , e
r*Eccleilafl:ici,ceirarc quelle caule,ufcì del numero de' Diaconi Cardina- dmema ^v^
I :dinò Prete , & quattro mcfi dopo, elTendo flato abbrugiato,con molte ^^M^om di
niiedidegradatioiie,l'Arciuefcouo di Cantorberi, fu inllituito in quel C''""''^*'''"
Miluogo di quello.
Bohd'Auftria, per il Recefifo fatto in Dieta, & più per ladichiaratione . /• j»^.
Hi da Ferdinando , a fauore delle città , & nobili ludditi de' Prcncipi Ec- ftria cìmooom ■
il':i,entrarono in fperanza di poter ritener ellì ancora libertà di religione: ui^mà di,-tli'
ii'ido Ferdinando chiamato Dieta de' ludditi fuoi in Vienna, ]3er hauer .g'onej
ciUtione centra iTmxhijchc gli moucuano guerra, gli dimanda|Dno,che
' E e e iij
4o6 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo]
'^i^~Td~ ali foffe permeffo fino ad un Concilio Generale ,& libero, di viucr inpui;
Lv. reli':^ione, 5: goder' il beneficio concefìfo a quelli della ConfeiTione Augm
eiponcndo al Rè , che i flagelli de' Turchi fono vificc di Dio,per inuicar]
i-nenda di vita; che in vano fi pigliano le arnie contra il nemico, non ]c
caca prima l'ira di Dio, quale vuol'elTer honoraro fecondo il fuo pref(
non a capricci humiani. Supplicauano di non eiler di pcggior condicio ,
gli altri Germani , & che i miniftri della Chiefa potellèro infegnare & i
buiriSacramenti,rccondola dottrina Euangelica,& Apoftolicai&che {
Ari di fcola non foirero sbanditi , fenonconofciutala caufapergiutliti e
queftojoffcrendofi di far tutto quello, che gli foiTeftato in piacere,con la ;i
robba.
ìlcheilor dìf- Alche Ferdinando rifpofejchea lui non era lecito concedergli qua o
dzno ^«i='«''-i-nandauano,non per mancamento ài volontà di gratificargli; ma, pei e
dimtdoy obligato obedir' alla Chiefa:che egli , & Ccfare, fcmpre haueuano dct
difcordie della religione ; per rimediar a che , haueuano anco infìituit
Colloquij,& finalmente procurato il Concilio di Trento jilquale le
fortito effito fchccnon douer effer' a loro imputatOjfapendofi con che e
&artihcij,riaftato da altri impedito :ellerri dopoi fatto l'Editto a fau(
Confefiìone Auguftanajdelqualeeflì erano molto ben t^artecipi,perchc
lo fi diceua,che ogni,Prencipe non Ecclcfiaftico poteile elegger quah e
relicrioni gli piace{re,& il popolo douelTe feguitar quella del luo Prencip \
quale fé akuno non fi contenta,ha libertà di vender i fuoi beni,& andar '
piace:perilcheil loro debito elTer di rimaner nella vecchia religione (
che egli profella: ma percondefcendera'lorodefidcrij ,per quanto pc
contentaua di fofpender quella parte del fuo Editto toccante la cotnn
del Calice,con tal conditione però, che non mutalfero alcuna altra ce
llquaUconfen- Igagi, & cerem.onie della Chiefa, fino al decreto della futura Dieta:&i
te toro l'ufi je^-^i-^do niente di piu,contentarfi di concorrer prontamente alle contr:
del Calice j -i •
contra il nemico.
come fa anche I Bauari ancora ricercarojio il fuo Duca di libertà di religione, dima
7lBaiaro « la libera predicatione dell' Euangelio , il matrimonio de' Preti,la comn
fuoi: fub utrac^ue^^ il mangiar carne ogni giorno , proteftando che altrame
pac^arcbbono grauezze,ne contribucioni contra Turchi. Ilquale,vedei
Ferdinando,{uo fuocero,haueua conceiro a' fuoi la communione delC;
hauer elfo ancora aiuto di danari da loro,gli concelfe che poteifero ufai
■ munione del Calice,& iTiangiar carne per neccflìtà ne' giorni prohibit
le cofe della religione folTero accordate conpublica autorità ; reftandc
meno in vigore gli Editti fatti da lui in materia della rcligione.Proteftai
molte & ampie parole,di non voler partirfi dalla Chiefa,& dalla relig
fuoi maggiori,ne mutar nelle ccrcmonie cofa alcuna fenza la volontà <
teficc&^cfeir Imperatore : promettendo di far' opera, che il Metropol:
Vefcouifuoi,approuino quefta conceflìone ,& non diano moleftiaai
per quelli cofe. Il Palacinato tutto abbracciò la Confeflìonc Augufl
Paolo mi. LIBRO QJ/INTO. 407
oito rElettorc , 8c fucceiro il Nipoce , ilqu-ale era dichiarato di quella ciò i3
iTìonegiàiBolcìàiinijpcr quale anco haueua molte perfecutior.i parito. lvi.
ionio ai PrenclpatOjimmediate prohibìlc MeileA' ceremonie Romane,
tco'i tuo Preiicipaco.
il Poatcficexhtcì i fondamenti difopra narraci,voItato alle cofc fpiritnali, H Papa m-^
òjchc era nccellario acquiftar credito apprcilo il mondoj ilche non fi pò- /""«"'^ '^na "-
.' prima non il folle veduta in fatti, & noji in parole, riformata la Corte di f°^^^'
..Pcrilche tutto intento a qucfto,nel line di Gennaro del M.D.LVi.erelfe
ongregationcdoue erano ventiquatro Cardinali,quarantacinque Prelati,
eperionclepiu litterate dellaCorte,al numero di cencinquanta:& gli
in tre cla{Iì,in cialcuna dellequali erano otto Cardinali, quindici Prelati,
lalinimero dicinquata.Aqueftì dicdeadilcutcr dubij,tuttinclla materia
Simonia^iqualimifc in ftampa,& ne madò copia a tutti iPrencipi,&di-
lauerglipublicati colì,accioperuenii]ero a notitiadi tutte le Vniueriìtà, /.»./• ...
di) generali,& d'ogni huomolittcratoj&haueifero occafione tutti di far usimmith''
Iparer loro> quale egli non haueua voluto richiedere apertamente, per
fer degnità di quella Sede,che è Maeftra di tutti , d'andar mendicando il
l'altri. Diceuaancorajcheper le medefimonon haueua bifogno d'ini1:rut-
diniifunoiperchefapcua quello ,che Chrifto commandaua: ma haueua
laCongrcgationevaccio5Ìnunacora,doue tutti erano intereirati, non lì
: che voleile fardi fuo capo. Aggiongeua,che quando hauelTe nettato (cSi
Corte,che non glipotelfeeirerdettOiMediccguarifcite fteiro;moftrcrà a*
ipi,che nelle lor Corti è maggior Simonia, &: vorrà Icuarla, eirendocofi
orca' Prencipi,come a' Prelati.
Ila prima Congregatione della prima clafTclaqual fu tenuta a'ventifei efendeul va-
0 inanzi il Cardinal Bcllai,DecanodelCollegi©,parlarono dodici, &:fu- rij pareri
Te opinioni:una,del Vefcouo di Feltre,ilqual difelcche per Tufo della po-
pirituale non era inconueniente il pigliar danari , quando non iìaper pre-
a per altro rifpctto : l'altrajdcl Velcouo di SelFa, che ciò non foilc kcico in.
1 modo,& con nilTuna conditione,& che airolutamentc folPc Simoiiia de-
'ile cofi il darccome il rii:euere,non potendo fcufar pretefto di qual fi vo-
xte: la rerza,dcl Velcouo di Sinigaglia,mcdia tra quelle due,chciOilè leci-
in certo tempo (olamente5& con certe conditioni. Finiti i voti di quella '^ ''^'^ ^^^^
/
/
ne' giorni rcguenti,& portati al Pontcfice,fatte le fefte di Pafca, egl
i,ve
fofptfo.
Dladiuerhtà delle opinioni,fu quali in reloiutione di publicar una Bolla
.doilfuo fenfcche non foife lecito riceuerpremio,oprcientc,oelemoilna,
olo dimandat.i,ma ne me.no fponf aneamente ofterta,pcr qual fi voglia gra-
irituale: & quanto alle difpenfationi matrimoniali , che non voLua pia
rderne,& ancora era d'animo di rimediare,quanto fi poteua lenza fcanda-
e concetleperil palTato.Ma tante hironole dilationi , <3c gì' impedimenti
>ofti da diucifuche non Teppe venir a rifolutione. !;?"'!"'' ^r°^*
iproponeuano alcuni, che era necellario trattar una tal cofa in Concilio t/;"///',t„!"*'a
i:ale,ilche fentendo egli con ecceffiua eCcandefcciizajdiceuaj Non hau«r ^xmì
4o8 CONCILIO DI TRENTO PAPAPAOLorii
ci3 i^ biibgno di Concilio>eirendoiopracLKd.Ma al Cardinal Bellai,qual foggi if(.
LVi« noacircrnecciraiio Concilio per aggiongci: autorità al Pontefice , marict:ar
fi,pcr crollar modo d'eirccLuione, laqual lion può elFer' uniforme in tutti i]©.
ghuconclufcchc fé bilogncrà , farà Concilio in Roma j & che non è necdrio
andar' altrouc : & che per tanto egli mai haueua voluto dar il fuo voto, . eil
Co' Icilio li facelle in Trento > come era notorio, che era un farlo in mezo m,
thcrani-.pcrche il Concilio fi ha da far da' Vefcoui folamentejche lì poilon^ jen
admetrcrper conl'eglio altre perloncma Catolicheiolamente, altrimenti (q.
gnerebbc admetter anco il Turco : & che era Hata una gran vanità, manda iel-
le montagne felìanta Vefcoui de' manco habili,& quaranta Dottori de' i:no
fuftìi, ienci,comc già due volte s'era fatto,& creder che da quelli porcile el r-
golaco il irjondo,meglio che dal Vicario di Chrifto cbl Collegio ditutti
dinali,che fono le colonne di tutta la Chriftianità , fcelti per i più eccelli
tutte le nationi Chriftiane ; & con confeglio de' Prelati, 3c Dottori,che le
Roma,i più letterati del mondo;& numero molto maggiore di quello, ch^ u;i
ogni diligenza iì può ridurre a Trento.
Achelo'iniu' ]y[^^ quando andò nuoua a Roma della concelfionc del Calice dal Di i '
conog i atti i g^Lijf j.^ f^fj-3^ 3^' (y q j (uclcliti , entrò in grandiffima efcandefcenza centra
del BAuxto P^^*-'^ ^^''^^ qucftaapprelTo le altre coie,aquali diiìegnaua prouedertutt' in:
pieno di fperanza, che ogni cofagli douelleeiler facile, riformata la Co
non turbandoiì,quantonque vedelle il numero crefcere.Imperoche poch .od
ni dopo,rAmbalciatore di Polonia , andato efprelTo per congratulariì co m
Santità per la fua atfontionc al Pontiftcato,gli fece,per nome del Rè, & d "
tledomande gno,cinquedimande , Di celebrar la Meila nella lingua Pollacca : Di
de Polacchi, Communione/J;^z<?m^//^^fc/£': Il matrimonio de' Preti : Che il pagai
delle annate folTc ìeuato:Et che poteilcro far' un Concilio Nationale per
mar i propri) abufì del Rcgno,& concordar la varietà delle openioni. L(
dimandeafcolròcon indicibile impatienza , & fipofe adeteftarle acei .
mentcad una per una,con ecceffiua vehementia.Etper conclusione , dill ck
un Concilio Generale in Roma farebbe conofcer le herelie,& le male ope oni
di molti,alludcndo alle cole fatte in Germania,in Auftria, ik in Bauiera.
fendo il Pontefice per quelle ragioni quali riloluto in fefteiro, o volendc
ftrar di elTerlojche folle necellario far il ConciliojdilTe à tutti gli Ambafci ori)
che fcriueireroa'luoi Prencipi la deiiberatioic di far un' Concilio Later cn-
. , n. f, limile a quell' altro coli celebre.Et deftinò Noncij airimperatore,& al èèì,
^^^\jmcu,p(.r Francia,per cirortargli alla pace tra loro , fé ben in Francia haueua negoti? one
traitarp^tce piu fccrcta-Dicde commillìone di ragionargli del Concilio -, Se nel Conc oro.
tr.t Celare e cqu longo ragiouamento,comc egli era molto abondante,dillc,eirernect vf'
Francia: celebrarlo predo , poiché , oltra la BohcmiajPrulTìa, 3c Germania, quali
r^' j!'/:'''* ' . arandcraente infette (tali furono le formali parole) la Polonia ancorali —
Conciltoro: pericolo; ne la Francia,& la Spagna llauano bene , doue il Clero era mal t tra-
to.QuantoallaFrancia,qurllo che egli principalmente riprendeua, era 1 fat*
tionc delle decime, che il Rè rifcoceiia dal Clero ordinariamente. Ma e itn
Suna
aPaoloIIII. libro QJ^INTO. 405,
na era maggiormente iniratoj perche elfcndo ftaco concava da. Paolo e
orerzo^ali' Imperatore Carlo pcrrudìdio delle guerre di Germania i me-
tti &qiiartejegli,nojirodisfattodcl Receilod'AugLiftajreuocbla conce{^
, Ma m Spagna il perfeuerauaj rilcoteiido anco per forza di l'equeflri, 3c
ri.
m s'afteneua di dire, che l'Imperatore era un'hereticoi che ne'principij
igl'innouatoridiGerm.ania, perabbaifar quella Tanta ^cde, afìnedifai/ì
iK di Roma, Sedi tutta Italiaj che tenne Paolo terzo in perpetui trauagli,
mgli riufcirebberiftelfo verlo lui. Aggiongcuajche fc benea quelli in-
■nienti tuttijegli haucua autorità di rimediarejnon volcua però farlo {en-
ii;oncilio,per non pigliar tanto carico fopra fé lolo: che l'hauerebbe con-
3 in RomaA' chiamato Latcranenrej& haueua datocommiflìone dili-
irlo all'Imperatorej&alRc diFrancia,peruibanità,manon perhauerda
mfenfojo conlegho^perchc vuole che obedifcano.Che era ben e erto non
piaccranilTunde'due Prencipi,per non cifer a loro proposto, viueado
■anno,& che diranno molte cofc in contrario per difturbarlo; ma lo con-
ca contra il lor volcrc,& farà conofcer quanto può quella Sede, quando ^^ a^U^ra-
PGnteficeanimoro.IlventireidclmefediMaggiojanniuerfario della Tua ba/dador!: ^
.tionejdefmandoconluijfecondo il folito^tuttii Cardinali *Sc Ambafcia-
po il definare entrò in ragionamento ad Concilio > & diire,La fua deli-
ine elfer di celebrarlo onninamente in Romaj& che per urbanità lo face-
nder a Prencipi & accioche i Prelati hauellero le flrade ficure. Pcròj
nque non vi folfero andati altri PrelatiJ'hauerebbe fatto con quelli foiij
trouauanoin Corte,pcrchefapcua ben lui quanta autorità haueua.
•tre il Papa è attento alla riforma j andò auifoaRoma elfcre (lata con- ^'^ *"^"* *l*
T mezzo del Cardinale Polo , che per nome della Regina d'Inghilterra Ja^tulbam'i
ofejla tregua tra l'Imperatore & il Rè di Francia a cinque Febbraro : le- fiioì diffegni
jferelcro attonito il Pontefice5& maggiormente il Cardinal Caraffa, cf- occulti:
:attata,&: conclufa lenza loro. Al Papa principalmente difpiaceua , perla
rione della riputatione5& perii pericolo che portaua,fe quei Prencipi li
:ongiontijadifcretionde'qualigli farebbe conuenuto ftare. Al Cardi-
-latiente della quietc,pareua che cinque anni nella decrepita età del Zio
Jano totalmente le occalìoni d'adoperarfi a fcacciar dal Regno i Spa-
. tanto da lui odiatixon tutto ciò , non perduto d'animo, moftrò il Papa
iicgrezza della trcgua,nonperò contentarfene intieramente. Poiché per ma. egli dìfU
ilio,che diifegnaua fare, diceua elfer neceiraria una pace , laqual egli era »"»<'''« , « fì>''gz
trattare , & a quefto fine mandar Legati all' uno,& l'altro Prencipc , ef- "^'"'"'^ ""'^f^''
-'Ito didouerla concludere,perche voleua adoperar l'autorità. Non vo- ^''f^" ',^"'
1 1- Il 1 it .r-^i • r - ,-r 1. 1 ^1 • ì'^^onr nino
r per lor guerre impedito dalgouerno della Chiela comeliogli daChn concilhi
ino Legati all' Imperatore Scipion Rebiba, Cardinal di Pifa ; & al Rè di
jil Cardinal CaraJfta,Nipotc. Quello andò in ddigenzajaU' altro fu dato
licaminar lentamente. Al Rebiba diede inllrutrioned'eirortar riiiìpcra-
cmcndatione di Germania, laquale non s'haueua fin'-hora cHlttuatOa
Fff
CI3 IO
LVI.
410 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo n
perche nilfun haueuain quell' imprefa caminatodi buon piede. Conofcia
ti cui fine erA
di rouefciarfo
Pro, i Principi
a tct riforma
jttauhinata
cotptra liti:
U.Càr dittai
Cara fi ft
rompere ia
tregua in
Fr^iìci<t}
mancamenti de' Tuoi prcceirorijiquali per impedir la liforma della Corte,i,p
direno ogni buon progreiro del Concilio. Tutto nicontrario egli delibai
eirerc il promotor della riforma, & deliberaua di celebrar' un Concilio
CQ,d<. da qucfto capo incomminciarejConcertczzajchc,quando i Protei!:
tieticro veduto toti quegli abufi, per quali il fono feparati dalla Chiefa, v
no tuttauia contumaci,dclldcraranno5& concorreranno a riceuer i Deci
ordinationi,& li larà un CoiKÌÌio,doue il riformerà non in parole,ma in f :i,j
Capei membn,rOrdineEccle{ìail;ico & ilLaicalci Prencipi,&ipriuaiAi
per far coli buona opera,non eiler badante una tregua di cinque anniùmp
nelle tregue i lorpctti non lono minori,che nella guerra j & Icmpre il fta 1 ^..
pararli per quando finiranno-.eiler neceilaria una pace perpetua , che leu: ini
ranconstSc fofpittionijacciojunitamente tutti polfano lenza fini monda {<"
der a qucllojchc concerne runicne,& riforma della Chiefa. Dell' iftelfo
fu rinlfruttione,che diede al Caratì[:a,& hebbe gufto che quelle fi publu;
&ne ufciife qualche copia.
Gredcua la Corte uniuerfalmente,che il Papa faceffè coli frequente &
cementione di Concilio, accio altri non lo proponeire a lui. Oc con
minacciaire Prencipi,&tutto'lmondo,afinedi far che l'abhorriirero: n
nobbe dopo,chc per altra via egli dillegnana liberarli dalla moleftia dat
precelFori. Imperochc-quando fi proponeua la (ola riforma del Pont
della Corte,& degli eirenti,&: priuilegiati , dependenti dal Pontificato,;
uà folo lopra il fuo & ognunojcofi Prencipccome popolo,&: priuato, r
tandofi di poter perder per loro,inrifteua in follecitar Concilio ; ma,prc
do egli riforma dell' Ordine Ecclefiaftico tutto, &delLaicale ancor.
Prencipimaffimccon una inquifitione leueri{Iìma,che diiregnauain
metteua le cole al pari/iche non s'hauerebbe trattato di lui folo , ma di
piuprincipalmente:& qucfto era Tarcanojcolquale dilTegnaua tener ti
inorc,& (e in riputationedi bontà;&valore:& quanto al Concilio go
fecondo le congionturejtenendo però fermo il ponto di farlo in Roma
Ma,tornando a'Legati,al Nipote diede inftruttione libera di tentai
del Rè,& quando lo vedelTe riloluto a (cruar la tregua,intonargli riftei
del Concilio: & al Rebiba ordinò di gouernarfinelpiii,& nel meno
conforme a quellcche il Nipote gli hauclfe auifato. Il Caraffa portò
fpadas^ il cappello benedetto dal Papa la notte del Natale,fecondoJ'u
pace non fece alcuna mentioneima rapprefentò al Rè,che per larreguac
anni, fé ben non era violata la legajera nondimeno refauana ,con gran
del Zio , tSc di tutta la cafa lua,poi che già per le operationi de' Spag
haucuano (cntito qualche odorc.Gli raccom mandò con grande cfnca(
role,laReligione,&il Pontificato, de' quali i fuoi maggiori haueuan»
iinica,& fingular protettione,& il pontefice fteiro,& la caia tanto deu<
Maeftà:ilche non era alieno dalla mente del Rèrfoloreftaua ambiguo,
crepita del Papa,temendo chepotcilè mancar apponto quado folle mag
Paolo un. LIBRO QVINto. 411
. CarafFajpenetratoqucftcrrouòiimediojpromcttcìido. chcilPapafa- ci3 là
ralnumerodi Cardinali paitiali di Francia, & nimici di Spagnc^oli,chc L"^'ì-
:bbe kmpre un Pontefice dalla Tua. Le pcrruafioin del Cardinale, conia
Uà della promotionc,(Sc l'allòlurionc che gii diede per nome del Papa
ramento delle trcgLiccongiontc con gli ofticij del Cardinale di Lorrena,
i:atello, fecero riioluer il Rèamuouer la guerra, contLUtocheiPrencipi
rangiie,& tutti i grandi della Corte abhorriirero rinfiimia di romperla
&rKeuereanolutione dal giuramento. Fatta la conclufione, il Caraira
nò il Legato deftinato all'Imperatore, che era aggioiiro aMaftric , Se lo
icrtir dall' andar a Cefarcdalcjuale era lontano caie fole giornate , &: vol-
■rancia.Ilche diede indicio manifcfto all' Imperatore &c al Re Tuo fìalio,
Francia Folle Hata conclufa cola contra di loro.
*teuano ogni giorno maggiornìente li dilgufti del Pontefice contra y"l7[->jpaTdi^
tore & il Rè,fuo figlio.Haueua il Pontefice formato un feueriflimo prò- cefine .- per lì
)ntra AtcanioColonna,& Marco Antonio, Tuo figlio,per molte ofr'ete, Ctì/oKWf/«
rcndeua fatte alla Sede Apoftolica da Afcaniojfino quando Clemente fu .
o,^ poi contra Paolo & Giulio terzi-.ìk da Marco Antonio contrare,&
della Chiefa:& , narrate in Conciiloro tutte le ingiurie fatte ne' tempi
la' Colonnefi contra la Sede Apoftolica j haueua fcon-municato Afca-
^arco Antonio priuato d'ogni degnità,& feudo,concenrure contra chi
alfe aiuto,o fauore;& confifcato tutte le lor terre nello fcato della Chie-
j al Conte di Montorio fuo Nipote, con titolo di Duca di Pagliano»
\ntonio,ritiratonel Rcgno,furiccuuto,& alle volte, con qualche nii-
gente,tcorreua ne' luoghi già fuoijilche irritaua l'animo del Papa fom-
:e:ilqualeftimando,che i Tuoi cenni douelFero elFer a tutti comandamen-
)0ter metter terrore ad ognuno, non potcuacompoi-taresche a Napoli,
ia,doue hauerebbe voluto elTer tenuto per onnipotente, foife coli poco
Riputaua nel principio colftraparlarc del Re, ìk dell' Imperatore, inti-
i)&; fargli dclifter dalpreftar fauori a' Colonnefi,&: per ciò frequentiiK-
e pallaua a parole piene di vituperio , in prcienza d'ogni fòrte di pcrfo-
:ouandofi alcun Cardinale Spagnuolo prefcntc, le diceuapiu volcntic-
in fine commandaua,chc gli folfero fcritte.
facendo alcuna di quelle proue effetto , pafsò più inanzi, & il ventitre e ter atùonè
kcecomparir in Coneiftoro il Fiicale,conSilueftro Aldobrandino, Au-c^f//'rf^i7^cc««
Conciftoriale, quali efpoicro. Che, hauendo la Santità iua, per delitti ^^-^ Filippo,
! nicato,& priuato Marco Antonio Colonna , & prohibiro fotto le me ^!*" IP''&^'^r^o
j:nfure ad ogni forte di perfone raiutarlo,o fauorulo ; <3>:,eirendo noto- '^^''f""-
! l'Imperatore & il Rè Filippo , fuo figlio , l'haucuano fouuenuto di ca-
!ti, & danari, erano incorii nella pena della lcnteatia,c?v: caduti da'fcu-
'ilcheficcuano inilanza, che Sua Santità venille alla declaratoria, oc
I ordine all' eirecutione.Il Pontefice rilpofe, che, col cpnfcglio de' Car-
■ ilcrcbbe:& licentiatigli,propofeinConciilorio quello , che in caio
'Importanza foirc da fare. I Cardinali Francciì paiiarono con molto
I rff ij
_ 4^1 CON^^LIO DI TRENTO PapaPaoloìI
ci3 13 hoiioi'edeiri"ipei'atoi-e&:delRè Filippojmain modo, che ilPonteficevij
LVi. ovantemente eccicato.GlilmperialijCon parole d'ambiguo fenro,& indir:;
aportar tempo inanzi. ITheacinijproprij Cardinali del Papajdilfero cofe dj
magnifiche dell' autorità Pontificia,5c del valor,& prudenza di Sua Santiiù
atta a trouarriaiedio a quel male 5 lodando tutte le cole fatte, & rimcttidi
tlPApuftpre' quanto al rimanentc.Licentiato il Conciftoro,renza che rifolutionefeireitì
paraaHagaer [[ Papa conobbe che bifognaua o cedere,o venire alla guerra : dellaqua nt
*■•''' abhorrendo,per il naturai Tuo pieno d'ardire,& di fperanze,opportuname e.j
vennero auin dal Nipote delle cofe conclufe in Francia:onde ceirarono f rs
to i ragionamenti di riforma,»Sc di Concilij,& fi mutarono indifcorfì di
foldatbS^ intelligcnze,dclle quali cofejcome non partinenti al propoli
dirò folo quel che può moftrare qual foife l'animo del Papa , de quanto ;ai
alla riforma vera della Chie(a,o almeno alla colorata. Il Papa in Romaiw
cittadini,&:habitatori,diftribucndoglirotto i Capi de'Rionijchecofican;
nOy$<i gli rairegnò in numero di cinque mila,per la maggior parte artcg li,
forefticri:fcce fortificar molte delle lue terre , & vi pofe foldati dentro-.l cci
che gli andalTero tremila Guafconi , che il Rè di Francia inuiaua per mai rac
tre ii preparaual'eirercitó Reale per palTare in Italia,accio il Pontefice otel
foftenerll.
ftrraln Crf- In quelli raaneggi,&, preparationi di guerra il Pontefice hebbe di n
ficllo molte petti,per quali ferrò inCaftello aifai Cardinali,&Baroai,3c altri perfon
tetfTlfd'o'- P^"^§^o^^ò anco GarcillalFo di Vega,Ambafc latore del Rè d'Inghilterra,
BUilà ^^ Filippoj& Giouanni Antonio Taflìs , Maeftro delle pofte Imperi.
Duca d'Alua,che mandò a proteftargli del tenere in Roma ifuorufc ir
gno,dGir hauer pollo mano,&: ritener in carcere fenza ragione le perfo
chc,& d'hauer aperto lettere del Rè,& fattogli altri oltraggitfoggiong;
il Rèjperconieruatione della propria riputatione, & della ragione de
non poteua reftare,quando Sua Santità hauelFe perleuerato in attioni e
lme,di propullar l'ingiuriaiil Papa rimandò rifpofta,Che era Prencipe
a tutti gli altri fuperiore, non obligato a render conto ad alcuno, m
teftà di dimandar conto ad ogni Prencipe ; che haueua potuto ratte
Veder le lettere di qual fi voglia,hauendo indicij,chc fodero a danno i( |
fa:Che fé Garcillaito haueife fatto l'officio d' Ambafciatore,nong'
auuenutocofariniftra;ma,hauendo tenuto mano a trattati , molFe I
machinatocontiailprincipe,acui era mandato, haueua mal' operato ^
uato,& come tale voleuapunirloxhe egli per qual fi voglia pericolo nw
, .._ , cherebbe mai alla dcp;nità della Chiefa,& alla difcfa di quella Sedcjti .'ttfi*
à'^hta dopo tuttoa Dio,dalqualc era pollo guardiano del gregge diChrifto.Et cc;M
fmejla, do tuttauiail papa di prouederfi,il Duca d'Alua,riloluto, che meglio
tare,ched'circreairaltato,mandò dinuouo a proteftargli , che, hauej
foftenuto tante ingiuric,i?c conofcendo la mente di Sua Santità ài V'
uare il Regno di Napolij& tenendo certo che ha perciò fatto legacci
micònon poteua il Rè continuar con elTo lui in quella maniera: pe'
Sani
c:«i
.'i
], Paolo mi. L I B R O Q V I N T O. ^^3 __ __
icàvoleualagucira , glierannonciaua,& prcfto l'haurebbe moiui, prore- cTo "lo"^
;!^o de' dannijCk voltando fopra il Pontefice la colpa.Ma^fe anco vele aa una lvu.
e apaccglie l' offeriua con ogni prontezza. Ma moftrando il papa di voler
,non ntpondcndo però fenon parole generali , & interponendo tempo , il
ro Settembre diede il Duca alla guerra principio, nellaquale in quel anno
LVi.prcfcqùafii tuttala Campagna,tencndolapernoraedel futuro Ponte-
&:iì accoftòaRomaco/ìvicinojche polc in terrore rutta quella città, & il
.TOtutti amunirlaj&fortiiìcarla.Etil Pontefice per infegnara'gouernato- g/idmomUed
luoghi quello, che dtbbonofarc in tali cali, conftrinie tutti iRcligiofidi a^rcUgusmii
ftato,& qualità lì foifeja portar terreno conlazerlain ifpallajper editìcar i
ardi.Tra gli altri luoghi,che haueuano bifogno di terrapieno , uno era ap-
òla portadel popolo,che termina la via Flaminia, doue è una Chiefa della
onnadimjoltadiuotioneilaqual volendoipianare>il Duca d'Alua mandò a
ar'il papajchefìlafciaire in piedi,dando parola & giuramento, che per nif-
ifpetto fi farebbe mai valuto dell' opportuniràdi quel luogo. Ma la gran-
a della città,& altri rifpettiA' pericoli, e oniegliarono il Duca, non tentata
ia,d'attendere ad altre imprefe mmori.
'iede molta materia a ragionamenti, che in quello anno Carlo Imperatore ^'^'^l^ ^^^»tù
:tì di Fiandra,& pafsò ui Spagna,pcr ridurli a virapriuata in luogo folitario: ^^^' "'j^ "J ^
ffifaceua parallelo d'un prencipe , verfaco dalla fanciullezza ne' maggior
)ti},& imprefe del mondcche pocopiuche quinquagenario hauelTe rilolu-
abbandonar il fecolo,iSv: attender folo a feruir Diojmutato di potentidìmo
cipe,in humiiilTimoRcligiofo j con uno, che altre volte haueuaabbando-
la cura Epifcopale , per ritirarfi in Monafterio , & bora ottuagenario fatto
i,fi folfe tutto abandonato alle pompe,aìla fuperbia, & hauellc concetto di
rdere tutta Europa di guerra.
JelprincipiodelM.D.LVii.ilDucadiGhifapafsòconlearmiinltaliaafa- UVma di
ielPonteficcilquale per feruar lapromeilà delNipote al Rè ài Francia,fcce G^^fafafilm
promotionc di dieci Cardinali : laquale non corrifpondendo , ne quanto al ^J^'^'^'^ftuor
iero,ne per la qualità de' foggetti alla intentione data, & al fine concettato, ^ ^^"^
fua fcufa,con dircd'elTcr coli ftrettamentc congionto con SuaMaeftà, che
li dependenti non ccdeuano a' propri) Francefi nella feruitLi del Rè, & doue-
mer per ccito,che erano tutti per luitquanto al numerojc he per all'hora non
;ua promuouerne piu,poichc il numero era ccceffiuo arriuando a fettanta,
prefto quel numero farebbe diminuito col mancamento d'alquanti ribelli,
ipphtoconperfoncdabene : ilche diceua per quelli, che già erano inCa-
o,& per altri contra quali haueua dilTegnojColi per caufe di ftato , come per
e di religione. Imperochc egli nò era coli attento allagucrra,che abbando-
ni! negotio dell' Inquifitione,quale diceua elfer il principal neruo , 3c arca-
lei Pontificato. Hcbbe alcuni indici] contra il Cardinale Morone, che in j/^fWe incar-^
mania hauelfe qualche intelligenza, & lo fece pregi one in Cartello, & de-^^^""'''^''''^'
) quattro Cardinali ad eiFaminarlo rigidamente3& pei la complicità impre- ^^''""^>
lò Egidio Fofcaraio,Vefcouo di Modena.
rff iij
4H CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo u.
^i3 i~ Pn'ub anco della Lcgatione d'Inghiltcrra,il Cardinale Polo, & lo citò a :e.
L VI I. rcjuarli a Roma neli' Inquificionc, haucndo già imprcgionatoThomalo^lj:
dipuom il Po- ccVcfcouo della Caua>ruo amico incrinfecojcome coinplice; & accio dal i\f.
lo,elo óts: dinaie non foile prelb prctefto di dimorar' in Inghilterra (otto colore dell,
gacionc, (Scde'bifognidi guelleChicie , creò Cardinale a' tempori della P(
coftejGuliclmo PoicojVelcouo di Salsberi, & lo conftituì Legato in luogc
Polo. Et fé ben la Regina, &ilRè,teftificandoilferLiitio, chequel Card
preltaiu alla fede Catolica fecero efficaci offici) per lui, il Papa non volfe in
metter' un ponto della rigidezza. Vbedì il Cardinale Polo , deponendo l'ar.
niftratione, & le infegne di Legato, &iT!andando aRomaOrmaneto, pc ai
conto della Legatione:ma egli non partì d'Inghilterra, allegando comnij^u-
mento dell a Rcgina,pcrche cofi eifaiCome il Rè, tenendo per fermo che ili i-
tefice vi hauellc qualche pafTioncnon volfero confentire allapartita.In Inj
terra fu prefo gran ("candalo,& molti Catolici s'alienarono per quefto,& in
ma non pochi s'haueuano per calonnia,inuentata a fine di vendicar/i perla
gua trattata da lui tra i due RèjefTendo Cardinale & Legato , fenza participi
ne d'elfo Ponteficcfi come anco giàeraftimatacalonnia l'oppoiìtione, eh
Conciane gli fece per impedirlo dal Papato. Il nuouo Legato, perfonadi;
bontà,hebbe i concetti medefìmi,& fé ben aifonfe il nome di Legato , per
irritar' il rapa, non eflTcrcitò però mai il carico in none meli ,jche vilFe, dop(
uuta la Croce della Legatione:anzi il portò con lafteira riuerenza verfo il P
come per inanzi.
k armi Fran- j^|a il Duca di Ghifa , paiTato in Italia,moire le armi in Piemonte & era
cejf mjtaha ^[-^y^q ^jj fermar la guerra in Lombardia , & diuertir in quel modo le armi } §
pocoveMìd e, ^5j-j-p_i| p^p^j^3^ non glielo pcrmiferardor grande del Pótefìccche'l Regi
Napoli fouealfalito. Da' Franccfi erano lediificoltà conorciute,& ilDu
Ghifa, co'principali Capitani,andò in pofte a Roma, per far' intenderai :
quellojche le buone ragioni di guerrii portauaiio : in pretenza delquale pof
tutto in confultatione j non latciando larifolutione del papa luogo aprei
altra delibcrationc, fu necelfario iodisfarlo , ne altro fìfcce,che alTakar Ciui
luogo pofto al primo iiìgrelfo della prouinciad'Abruzzcdouel'cirercitohc
k repulfa,con graue querela di Ghiia,che i Cararlì hauellero mancato delle
uifìoni promelfej&ncceiraric. In lomma learmi Eccleiiafliche, cofI pro]
U del^pa- ^^^'^'^^ auiIìliari,furonopocodaDiofauorite. Ma nel mezo d'Agofto, accof
ìnmU incm- do relTctcito del Duca d'Alno iemprc più a Roma, nonteirjendodel Frane
trario danno che in Abbruzzo eratrattenuto,& intcfadal rapa lapreiadiSignia, confai
terroreal Pf ^ morte di moltijoi ilpcricolojin che era il paglianostifcrì il tutto inConc
f^' ro,con molte lagrime,foggiongendo, che afpetcaua intrepidamente il mart:
marauigliandolii Cardinali con quanta libertà depingclle a loro, confcijc
verità,quella caufa,comediChrifto:&:non profana,^; ambitiofa, 5c diceif<
fcr il principal ncruo, & arcano del Pontificato. ;
Quando a ponto le cofe del rapa erano nelle maggiori anguftie ^ hcbfejg
fercito dei Re di Francia appreilo S. Quintino cofii^ian rotta , che,per&
^ Paolo mi. LIBRO QJ/ 1 NT O. 415
co^no r fuilRècoftretto richiamar il Duca diGhifa d'Italiacon legcnti ci3 id
aueiia, facendo inrendere al Pontetìce la iuaineuitabilc necciUtà , con- l vii.
idogli libertà di pigliar qua! conicgliogli parclfc più utile per le, ìkn- UquaUper la
andogli gli oftaggi. Il Pontefice negò la licenza di ritornar al Giiifa : fo- *''•'*''* f ■^•
le cllcndoiì tra loro graucmente cojitclo , il papa , non potendo ritener- -S!""""^
li dille, che andalfe , poiché haueua fitto poco leruitio al Rè , meno alla /;", J",^" /
fa > (k niente all' honor pioprio. Nel hne dell' iftelTo n.-cfe ellcndoiì Franajì,
lato il Duca d'Alua a Roma , quella larcbbe fiata prefa , le il Duca ha-
liaiuito animo maggiore. Fu akritta la ina ritirata a balfezza d'animo:
iceiia in publico,hauer temuto, che, laechcggiataRoma , rclfercito foife
itOiSc rcilato il Regno efpofto lenza lorzcne dil'ela: main lecreto, che ri-
ndoli ia (eruitiod'un Rè, che egli non (apeua,le, per (oucrchiariaercnza
le approuatol'attione , fenaftcnne. Succèlle hnalmente l'accordo tra ondefegueac-
1 , & li Caraiìi a' quattordici Settembre, eilcndo la guerra durata un' anno. "'"'^" tra-laie
•conuentioiii, il papa non volle che folle comprcfone il Colonna, ne al- ^Ì"^S.'"*o^h
de' ludditi liioi,ne meno,che vi folle parola per quale fi moftralTe , che egli
fé eccelFo n.ella pregionia de' Miniftri imperiali : anzi coftancillìmamentc
fermo,chc il Duca d'Alua douelle andar perfonalmenteaRoma,adiman-
i perdono,!^ riceucr l'allolutioncdicendo chiaramente,piu tofto che par-
li filo da quello debito,chc cofi lo chiamaua,voleua vedere tutto'l mondo
iina:che fi trattaua dell' honor non fuo,ma di Chrifto,alquale egli non po-
le farprcgiudicio,nerenonciarlo:con quella conditionr,&:conlareilitii-
delle terre prele fi finì la controuerfia. Fu (limato prodigio, che il medefi-
orno della pacc,il Teucre inondò fi fiittamente,c he allagò tutto'l piano di
a,«^ deftrulie gran parte delle fortificationi fatte al Caftel S. Angelo. Il Du-
Uua andòperlonalmente a Roma albttometterfial pontefice, & riceucr deW honor dX
utione per nome del Rè,& proprio : & iuccelfe, che il vittoriofo hcbbe a Pa^a:
d'indegnità , &: il vinto a trionfar maggiormente, che fé vittoriofo folfe
: & non fu poca gratia , che dal papa humanamentc folFe raccolto, fé ben
i (olita grandezza faftola.
m ben tofto laguerra fu finita, che nuouitrauagli vennero al pontefice: mommmùptr
cdaFranciafuaui(ato,chela notte de' cinque Settembre, in Parigi s'era- lu religkmin^
lotti a celebrar la Cena in una cala da dugenti pcrfone, ilche fcopertofi Franaci
plebe, lacalafuallalica, ^elFendone alquanti fuggiti , le donne &Ì più
li furono prefijde' quali ellcndone (lati fette abbrugiati , Se il maggior nu-
riferuatoperl'ifteirofuppliciojdopochc folFerobcn indagati tutti i com-
; iSuizzeri mandarono ad interceder per gli altri ; d: il Rè , che per la.
a col Rè di Spagna (cofi fi chiamò Filippo , dopo la rcnoncia fatta dal
;) haueua di loro bi fogno , ordinò, che fi pioccdeirc con modcrationc,
pi di quello s'alterò fuor di modo e ne fece querimonia in Conciftoro:.
jNoncller marauiglia, lele cofe di quel Rè fuccedeuano male, perche
uà più gl'aiuti de gì' heretici,,cheil fiiuor diuino. Si era già fcordato il
efice, che, durante laguerra fuajdolendofi iCardijiali dell' In quifitionc?-
_ 4i<5 CONCILIO DI TRENTO PapaPaoioU
"Zi^ 1'^ cheli Grifoni Pioteftanti, condotti al Tuo folci o, per la difefa di RoiT;a,u(lcr
LV. moiri vilipendijcontra le Chiefe,& le imagini, la Santità fua gli riprcfcdcii
do,Chc quelli erano Angeli, mandati da Dio per cuftodia di quella città, ^,u;
; & teneua ferma fperanza , che Dio gli haurcbbe conucrtiti. Cofi gli huciin
ecemleg^ giudicano diuerfamente ncgl' interelTiproprii, & ne' fatti altrui. Prcfe arjff
^^ ^^ qua occsiìone il Papa di rammemorare due ordinationi>queir iftcflb anncitti
da quel Rè , dicendo eiret contra la libertà Ecclefiaftica, quali egli era rifcito
chefolfero annuUate.L'una fu publicata il primo Marzo , Che imatriDni
fatti da figli inanzi il trentèlimo anno finito, & dalle figlie inanzi il vente no
quintojfenza confenfo del padrcjO di chi gli hainpoteltàjfianoperfemecirti'
nulli. L'altra del primo Maggio,Che tutti i Vefcoui,&: Curati,rii'edeirero i
na di perdita delle entratccon impofitione d'un Suflidio eftraordinario,c
decime ordinarie,per pagare cinquemila fanti. Il Pontefice a quefteco
p^nsò , quando ne hebbe nuoua>eirendo la guerra in atto, & hauendo bi
ll^TT ^ "'' del Rè : celiato quello , fi doleua, che folfe pofta mano fino ne' Sacrarne)
óa,Uquale e- gtauato il Clero inlopportabilmente. Perciò diceua,eiicr necellario con u
gli minaccia cilio proueder' a tanti diiordini,che erano molto maggiori abufi , che qu
delfm Conci- fapeuano opporre all'Ordine Ecclefiaftico:che bifognaua di qua incomin
la riforma, che i Prelati Francefi non ardiuano parlare, ftando in Francia
quando foifero in. Concilio in Italia,liberi dal timore del Rè,fi iarebbero t
diti i laraenti,&: le querele. In quefti difgufti parte d'allegrezza fu al Por
che un Colloquio,incoraminciato in. Germania,per componer le dilFeréz
lareligione,ilqualdauamoltamoleftiaal papa5& allaCorte,comerempr
Colloqui) dato haucuano^erarifoluto in niente.L'origine,progreiro,& fir le:
quale,per intelligenza delle cofefeguenti, iriiparneccllario raccontare.
Colloquio in Ferdinando,nel!: Dieta di Ratisbona,hauendo confermato la pace dxL 1
Gimania, gione fino alla concordia, & per trouar modo d'introdurla, funcl Rec£;
tredici Marzo deliberato, che fi tenelFe un Colloquio in Vormes di dpdi£
tori dell' antica religione^: dodici de' Proteftanti,nclquale le difFerenzei
difculFe per ridur le parti a concordia. A quello Colloquio deputò Ferdir
prefidente il tanto nominato Veicouo di Naumburg.Conuenute ambe il
ti a quattordici Agofto al luogo , li dodici Proteftanti non furono in tutte
cordirperche alcuni di loro defiderando una perfetta unione della Chiefa,
uano tar' opera di conciliar infieme la dottrina degli Heluetijlaquale era
rcnte nella materia dell' Eucariftia : & a quello effetto i miniftri di Genei har
ueuano formata una Confefiìone in quella materia, chea Filippo Mclaho^
ne, & a fei altri degli Auguftani non difpiacque, ne fatisfece agli altri ci, [Ufi
'vano per l'ar- Quello, penetrato dal Veicouo , huomoaccortc&fattiofo, il cui fine ei:'"^
te degli uni, e j^ (Colloquio fi diiFolueire fenza frutto,fuautore a Cattolici diproponere
fimpiicnx e- ^^^^^q(^ inftituito il Colloquio folaraente tra loro , & sii Au^uftani, per
&'-i altri: ,-r ■ • i t i P i^>^ • i-
era neceiìario prima concordemente dannar tutte le lette de Zuinglia;
altri : perche , dannati di commun concordia gli errori, facilcofa fars
runanga chiara la verità. I cinque fcpranoniinati, non penfando più
. Paolo im. LIBPvO QUINTO. 4^7 _^
ntironojchccofì/ìfiiceire. Mclaiithouc, quals'accorre dell' artifìcio, che ci3 i3
ifeniinar diuilìone tra loi:o , & per mettergli al ponto co'SLiizzcri , con lviii.
i PrLi(ria,& altri, dicciia. Che prima bifognaua concordar della verità, &
)n quella rcgoladannar gli errori. Il Vcicouo, moftrando a' cinque che
litri l'ette erano fprezzatijgrinduire a partirfi dal Colloquio,&:fcrillc a Per-
do il fucceircconcludendojche non li potcua proceder più inanzi , per la
idi quelli,& per non voler li rimaili dannar prima le fette.RirpoleFcrdi-'
^jElfcr Tuo deiiderio,che lì continui,& che gli Auguftani richiamino i cin-
Ititi , & che i Cattolici fi contentino tra tanto di comminciare & difcu-
ij'articoii controuerfi. Il Vercouo,vedutofi perfo il Tuo ponto, fu autore a'
curori Cattolici direfcriuer al Rè,che non era giallo incominciar tratta-
fe lion erano tutti i Proteftantl uniti ,perchchaurebbcbirognato dinuo-
tar con gli alfcnti quello che folle conciufoco'prefentijiSi far una doppia
Se fenza afpettar' altra rifpofta tutti lì ritirarono : Se della fcparatione del
quio Pana parte diede la colpa alP altra , ciafcuna fopra le fudette ra-
*apa , vedutoli per la guerra pairata,priuato del credito, colquale riputaua il Papa dì-
pauentar tutto'l mondo , con un' atto heroico penfo racquiftarlo , & puone ifuoi
ftaméte il ventifei Gennaro in Conciftoropriuò il Cardinal Caraffa della J"^^y(itì ni-
>nediBoIogna,&; del gouerno tutto,& lo relegò aCiuitàLauinia:&lc- •^''''*
iouàniCaraffa fratello di quello, il Capitanato,>Sc la curadelParmata,re-
.0 a GalelTi. L'altro nipote priuò di Goucrnatore di Borgo , & lo relegò
itebello, commandando , che le donne, & figli,&: le famiglie, paitilPero
na,& ellì non fi difcoftalfcro dalla relcgatione, fotto pena di rebellione.
meo degli offici tutti quelli,a chi ne haueuadato a contemplation loro:
lòpiu di Tei hore in qucrelarlì,&: inuehir contra le opere loro mal fatte»
ta efcandefccnza, che ì\ fdegnaua contra i Cardinali, che, per mitigarlo,
ino qualche buonaparola: &:al Cardinale S.Angelo, che, lodata la giu-
i raccordò un detto ufato da Paolo terzo frequentemente, che ilPonti-
idebbemaileuarad alcuno la fperanza di gratia, rifpofe al Cardinale,
loglio hauercbbc fatto Paolo terzofuoAucTe colìhauclle proceduto co-
, ire di lui, & caftigatolcfceleratczze di quello. Inftituì nuouogouerno
la, & nello flato della Chiefa, dando cura d'elpedir tutti i negotij a Ca-
(ifincalquale aggionfe i Cardinali di Trani,& di Spoleto, affettando in.
t ttioni filma di giufl:itia,iSc riuoltando Je colpe dc'grauami,patit! da' po-
jprai nipoti. Cofi fcaricato dal goucrno,fi diede tutto a penfarall'Of- e ^j^^/ . -
;rinquifitione,dicendo. Che quello era il vero ariete contra Pherefia, tutte alrhore
Ifefadella Sede Apollolicajrifguardando poco quello,che conucniircal ^'^'^' ^nquijì-
B>ublicò unanuoua conftitutionefotto il quindici Febbraro,qualc volle
i<j:ofcritta da tutti i Cardinali. In quefta rinouò qualonque cenfura , «3c
[!>nonciateda'ruoipreceirori,qualonqueftatutode' Canoui,Concilij,(?c
qual fi voglia tempo publicati contra heretici: ordinando che follerò
ttoHi:
|> ufo gli audatiin deriietudiac:dichiarò,che cucci i Prelati, Se Prencipi, ""'"*' ""'
Ggg
Im^h
418 CONCILIO DI TRENTO. -PapaPaolo u.
e 1 3 13 ctiaidio Rè,&: Impcratorij caduti in hcrcfiajfoUero , Sz s'intendcffero priit:
L V III. de beneiìcij,ftati,Rcgni> & Imperi jjfenza altra dichiarationc ; & inliabui fo
ter' eQerrcftiriiitia quelli^ctiandio dalla SedeApoftolicaj&benijftati, R;r.
6c Imperio , s'intendano pablicaci,& iìano dcXattolici,che glioccupc
Cola, che diede molto che dire , & lenon folle ftata dal mondo immed:
nutainpocaftimaJiaLirebbeaccefoil fuogo in tutta Chriftianità.
cotMuole k Ma una altra occorrenza fece apparir' al mondo,chc non haueuamo
Ferdinando U Paherezza dell' animo.Carlo Imperatore fino del m . d . l v i .per fue lettei
fmaiìione aW ^^ ^^gji £lectori,c^ prencipi, diede a Ferdinando alFolutamente tutta l'aii
ftratione dell' Impericfenzache communicalFe altro feco,commandaii
da tutti foiFe ubedito. DopodcftinbAmbafciatori in Germania alla Die
lielmo Prencipe d'Oranges,con due altri Collcghi, per trasferir' in Ferd
il nome,titolo,degnità & corona,come fé egli folFe mortoul che non par
crii Elettori opportuno, fu differito fmo quello m.d.lviii. nelquale?.
quattro Fcbbraro,giorno della natiuità, della coronatione, & d'altre fel ^
Carlo,dagli Ambafciadori fuoiin Fiàcfort,inpreienza de' Prencipi Elett
te kxcremonie della refignatione, Ferdinando fu inaugurato co' (oliti
Pontifìce,uditoquefto,diede in una ecceflìuaefcandefcenza: pretefe,cT
me la conferma Pontifìcia è quella,che fa l'Imperatore, cofilarenoncia
potelFe far fenon in mano fua, Oc in quelcafo a lui appartenelFe farlmpi
chi glifolFe piaciuto, allegando che gli Elettori hanno facoltà, concefl
crratia Pótifìcia d'elegger Imperatore m luogo del dcfonto,ma no elFergl
nicarn poteftà d'eleggerlo in calo direfiguatione: mareftalFencirarbiti
SedeApoftolica: ricomealladirpofitionedi quella fono afìrtte tuttelc
a quella refignate. Pcrilche elFcr nulla la reiignatione di Carlo , & lat
torità di proucder d'Imperatore eilcr diaoluta a lui , & fu rifoluto di n(
nofcer.il Re de' Romani per Imperatore.
J^laFcrdinandojfeben conlcio di cio,de{ì:inb Martino GufiTianno, 1
bafciadore , per dargli conto della rcnócia del fratello,& dell' alFontion
teftiiìcargli lariuerenza,promettcndogii obcdienza,& lignificandogli
iirebbe mandato Ambafciaria folenne per trattar la coronatione. lì
cusb afcoltarlo , & rimelfe a' Cardinali di difcuter la materia^ iquali,coJ
do, & difponendo lui, riferirono che FAmbafciadore,non fi poteua ad
fé primauon conil;aua,che la reiignatione òi Carlo folFe legitima,& et
nandofolfe giuridicamente fucceiFo. Perche, le ben egH fu elettoRt
mani,& l'electionc confermatada Clemente per lliccedere , morroTU
rcelier necelFanoche l'Imperio rcftalFe vacante per morccOltre di ciò
atti di Francfort efFer nulli , come fatti da herctici , che hannopcr||
auroritàjiSs: poteftài onde bifognaua, che Fcrdinaiido mandalFe un ÌProc
& iinoncialFe tutte le cofe fatte in quella Dieta , & lupplicalFe il Papa:
crratia conualidalTe la renoncta di Carlo, & alFum elle Ferdinando aft
per virtù della fua piena poreftà, dalquale poteua fperar benigna g.rarj
naie. Secondo quello eonfeglio deUberòil Pa^a, òl fece incendere al <|
i Paolo IIII. LIBRO QVINTO. 41^ ^
[andogli tempo tre mefi, per eiregair quefto , oltraiqiialicra riroluto "cTTTa"
olerrentimepiuparlare,madoucr crear dfo un Imperatore,ne fapoffibi- lviu.
ouerlcfe ben il Rè Filippcper Fauoiir il Zicraandò Francclco Vargas eC-
iSc dopo lui,GioLianni Figaro3>pcr pregarlo. Ferdinando , intefe quelle
irdinò al Gufmannojche, (e in termine di tre giorni dalla riceuut3,nonera
fo dal Papa, doiielTc partire,hauendo proteitato , che Ferdinando, con gli
ri, haiirebbe determinato quello , che folle (lato di degnità dell' Impe-
icercò il Gufmanno di nuouo audienza , laqual il Papa gli conceiFe in pri-
JcnoncomeadAmbafciadore Ceiareo:& uditolo narrare quanto haue-
nftruttione, & quello,chegliera fcritto dall' Imperatore, rifpofe. Che le
)nlìderate da' Cardinali erano molto importanti,(S^ che non poteua riibl-
ecoiìprefto: che liauerebbe mandato unNoncioallaMaeftà Ccfarea di
quinto: tra tantojfe egli haueuacommiffione dal Tuo patrone di partire,
^j&proteftalFe tutto qucllo,che gli parcua. Perilche l'Ambaiciatore fatta
sftajfi partire Te ben l'ifteiFo anno mori Carlo, il ventuno Settembre,non
ibile,che il Papali rimoueife dalla deliberatione fatta.
ndo crefciuto in quello tempo nella Francia il numero di quelli, che Ri- ^™«'* i"^
i (ìchiamauano , crebbe anco in loro l'animo , &c accoftumandofì nella pyj^^l* '"
Parigi , che la fera della (late il popolo in gran moltitudine t[cc: dal
ì.Germanoinunacampagnaapigliar'il frefco, & diportarlì condiuer-
di giuochi , quei della nuoua religione lì diedero , in vece di giuochi , a
ì Salmi diDauid in verfì Francefì: di che la moltitudine per lanouità
ife,poi ancojlafciati i giuochi,s'aggionre a quei,che canrauan o.Et cami-
cofi inanzi, il numero di quelli , che s'adunauano a quel luogo , incom-
adaccrefcer più del folito.Il Noncio del pontefice portò all' orecchie
la nouità , come cola pernitiora,& pericolofa: poiché i minifterij della
lejloliti celebrarfi nella Chieia in lingua Latina da foli religiolì,fì mer-
in bocca della plebe,in lingua volgare, che era inuentionede'Luthera-
;ordando, che, quando non s'hauelFe a' primi tentatiui rimediato s'ha-
trouato inbreue tutto Parigi Lutherano. Il Rè ordinò che foifc proce-
ntragli autori principalii nel che non fi camino molto inanzi,hauendo
:QÌn quel numero,Antonio,Rè di Nauarra,&: la moglie.Ma fu prohibi-
jne per l'auuenire in pena capitale.
i mutatione icct anco quello anno la religione in Inghilterra : per- M.irra Muore-
irì a dicefette Nouembre feguente la Regina , & riftelFo giorno an- '" ^"5'"^^«''-
rdinal Polo,il che fu caufa d'eccitar penlìcri in quclli,che no lì fatisface- S-1^^'"*'^^
lg0Ucrnopallato,areflituir la riforma d'Edoardo,& fcparariì totalmen- ^ *
agnuoli: & que{lo,perche il Rè Filippo , per tener' un piede in quel Re-
•leua trattato di dar' IfabelIa,lorella,& fuccelForedi quello, a Carlo fuo
:dopo che pocafperanza vi fu della vita di Maria , haueua anco gettato
parole di pigliarla elfo in matrimonio. Ma la nuoua Regina pnidente,
itutto'lfuo gouerno moftrò, allìcurò prima il Regno con giuramento
[maritaill in foretti ero,& lì coronò pennano del Vefcouo dtCarlil,ad-.
"^ Ggg ij
_^ 410 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo n
e 1 3 I -5 hercnte alla Romana Chiera,(enza fai' aperta dichiaratione,qiiale relioioifo
i^L V 1 1 !• fc per icguircdiiregiiando quanto prima folle nel gouerno , fermarla col C\ù
glio del Parlamento , &c d'hiiomini dotti , & pij riformate {labilmente lc:ar
della religione. Feniche anco confortai principali della Nobiltà,che didi
rauanomutationc, a proceder fenzatiimalto , aCficnrando che nonhaubt
violentato alcuno. Fece dar conto immediate al Pontefice della fua affiù
»f^re^latA ne,con lettere di credenza fcritte ad Edoardo Cerno , d\c ancp fi ritrouiai
inPaohy j^oi-i-ia Ambafciatore della forella. Ma il Papa, procedendo col Tuo rigo ,1
fpofejChe quel Regno era feudo della Sede Apodolica} che ella non :
fuccedere come lUcgitima: che egli non poteuacontrauenire alle dichia 1
di Clemente rettimoj& Paolo terzo,che era ftata una grand audacia dei
aitonto il nome,(3c il gouerno, fenzaluijche perciò ella meritaua, che
coltaire alcuna cofa: ma pur, volendoprocedcr paternamente-, fé rinon
preteniìoni fuc^c iìrimetteràliberamentenell' arbitrio di lui, fura tur
lojchc con degnità della Sede Apoftolica fi potrà fare. Fu da molti crcd
alla inclinatione del Papa fi foifero aggio nti gli uffici) del Rè di Francia;
temendo non feguilTc matrimonio tra lei, (3d il Rè di Spagna, con difp
^. ne Pontificia, (limò bene aflicurarfene , fé foifero troncatele prattich
mietili fi fé- principio. Ma lanuouaRegina,intefa larifpofta del Papa , & ftupendc
farà daini, precipitofa natura dell' huomo,giudicò,che il trattar con lui non folfe i
per leijue per il Regno. Onde,ce{rata la caufa , per quale haueua deHbt
lecofe confodisfartioneancodiRoma,per quanto folle poflibiie, lafc: lu.
tà alla Nobiltàjdi metter' in deliberatione quehche folfe da fare per feri
z,v/r "^'^° ' '^ quiete del Regno : da che ne feguj,che,fatta(ì difputa in V Veft:
tnjt > ijje a ^^ p^^^^^^d. di tutti i ftati , incominciata fultimo Marzo ano al trenta
ntlfito regno: tia gli eletti da ambe le parti, a quelto cftetto congregato 11 Parlarne
rono aboliti tutti gli editti della religione, fatti da Maria , reftitu:
li dei fratello Edoardo, leuatal'ubedienzaal Papa, & alla Regina d
tolo di Capo della Chiefa Anglicana , confifcate le entrate de' Mo
& allignate , parte alla Nobiltà , parte alla corona, leuate le imagini d(
^acg dire/I- dal popolo, & bandita la religione Romana. Vn' altro accidente occc
gione cunfev. nella Dìetajin Augufta celebrata, veduti gli atti del Colloquio l'anno ii
trata mGsr- fciolto fenzafrutto,& non lafciata fperanza, che per quella viafìpotclT
feamas ^^ buona, |Ft'rdinandopropofe di procurare, che il Concilio Generale :
melfo in piedi , eifortando tutti a Ibttoporfi a' decreti di quello , come
unico da rimoucr le differenze : al che i Proteftanti rifpofcro,chc conf<
bono in un Concilio conuocato, nondal Papa, ma dall'Imperatore in
nia,doue il Papa non prefeda,maftiafottomellbal giudicio , & relafci
mento a' Vefcoui,&: Theologi, Se habbiano in quello voto anco li Pro
&: tutto fia regolato fecondo la Scrittura fanta,»S: fìano reellaminate le
te inTrento:ilche fedalPapa non fipoDìotteneiCjfi confermi la pace<
ligione fecondo la conuentione di Palfau , hauendo con eiperie
manifefla cojiofciutoj che da alcun Concilio Pontificio non fi
^"1
^ Paolo Ilir. LIBRO QJ I N T O. 4ir
1 bene. Ma rii-npcratote , conofcendo la difficoltà d'ottenei: dal Papa le e. o i ^
oftc,& eircrgli Iellato ilmodo di negotiar con lai,per la conttoucLfia del- l vi ir.
loncia di Carlo,&: Tua racccffioucconFcrmò l'accordo di Pallau , & li Re-
ielle Diete fatte dopo.
Pontchcehauendo troncato il modo di trattarconFcrdinando,5<: conia aliaqmlr U
iania,non Teppe che dir' a qucfto : haucndo però difpiaccre maggiore del -^^/"^ »"" *«'
namento tenuto del Concilio, che della libertà concelfa per il ReceOoj '^'A^ cantra'
Ito di non voler Concilio fuori di Romaper qualonque caufa potelFe au- "^'
e. Perilqual rifpctco anco un terzo facceirit non fu men grane: cioè la m- •.,
fattainCambraiatrc Aprile,tra il Rèdi Francia, & di Spagna, molto ben pace de Cam-
ita, co' matrimonij della figlia d'Henrico nel Rè di Spagaia , & della forella brai , per la-
'iicadi Sauoia:nellaqualpace ria gri altri capitoli,eraconucnuto,che am- 9"'*''^ »^ Con-
'. iRè Ci dcilerola fede d'adoperarli concordemento, accio folfe celebrato "^^ ^^'^'^^ '^'~
ncilio, & riformata k Chiefaj&compollie le differenze della religione. "^^°"^ f^c»-
Idcraua il Pontefice quanto folle Ipcciofo quel titolo di rifornm,& il no-
i Concilio 5 come era perduta l'Inghilterra, *lk: la Germania tutta , par-
:i Pioteftanti , &c parte per la difcordia iua con Ferdinando : quelli due
liti, de ciafcuno d'eflì otfefo grane mente da lui,loSpagnuolo di fatti , 3c
ole; & il Francefc di parole almeno: non rcftargli alcuno , a chi po-
lauer rifugio. Confìderaua i Cardinali eifer tutti fati] del gouerno fuo , i
.ifuoipoco ben affetti per l'incommodità della guerra, &c delle graucz-
^lefti penfieri affliifero il vecchio Pontefice in maniera, che era poco
ll'elfercitio del fuo carico: non poteua tener li Conciftori conlatolita-
.'nza,&: quando gli teneua , confumaua il più del tempo in parlar dell' In-
ione, de in eiforcar a fauorirla , per eller unica, via d'cftinguer le he-
li due Rè non conucnnero infieme nell'accordo di procurar il Conci- per grinte-
: alcuna mala volontà,o per interelTi d'alcuno d'eflì con tra il Pontefice, ne rejiide due
i il Pontificato ; ma per tiouar rimedio alle nuoue dottrine, lequah nel- ^'.^ ^Ì^*",
loro faceuano grandiflimi progreflì , &c erano prontamente udite , Oc ri- f "^^^^ ^'
odagli huominiconfcientiati: &,qnel che piua'Rèimportaua, i mal-
nti, &defiderofidinouità, s'appigliauanoa qucllaparte,& fottoprete-
:eligione , intraprendeuano quotidianamente qualche tentatiui, coline'
Dalli, come nella Francia, elfendoi popoli molto amatori della libertà:-
icndo per laproilìmità di Germania gran commercio con quella. Per
i cofcne' principi) de' moti pafsò anco qualche Temenza , laqualperpro-
che nonprendelle radice, & l'Imperatore Carlo quinto ne' paefi luoi,>
Lèdi Francia, nel fuo Regno, fecero molti editti, & coinmandaronodi-
ilècutioni , come di fopra a' tempi/ui è (lato detto. Ma , poiché ilnii-
ie' Proteftanti crebbe in Germania, & gli Euangelici moltiplicarono ne'
.Ti,& la feparatione prefe piede in Inghilterra, per le guerre più volte ecci*
a l'Imperatore , & il Rè, l'una &c l'altra parte fu conftrctta cpndur foldati
:ichi,Suizzeii, & Inglc{ì>iqualinc' lor quaitiai predicàdo,, òt-piofeifando'
Gg2 ii'ì
4^^ CONCILIO TRENTO. Papa Paolo n
cio i3 pLiblicameiite la rinouata religione 3 con l'eircmpio 3 &: altre maniere, fun,
LVTii. caiifa, che s'appiglialFe anco in moiri del popolo. Eben certa cofa, chi:o
a che non ha- ftL-infc l'Imperatore Carlo a tentar d'introdur l'Inquifitione Spagnuola,vc;n
ficiMno ifup- Jq ^}^p g[j ^i^^i rimedi) non profittauanojfe ben per le caufe già narrate fu ; «
^ '*^^* coftretto in parte dcfiftere. Et il Rè Henri co di Francia conceife anco a cf-
coni l'aiitoticà di punirgli heretici , cota in quel Regno non accoftumata Et,
con tutto che il numero ne' Paeii baffi j tra impiccati,decapitati>repolti vi: "
abbrugiatijdal primo Editto di Carlo, fino a quello tempo dellapace'i ap
gelTe a cinquantamila j & in Francia foire fatto morire qualche notabilfc:
con tutto CIO in qucfto tempo le cofe lì trouauano neli'un , & l'altro liio^
peggiorftatochemai; fi che conftrinfero i Rèa penfar concordemente e o-
uarci rimedicfacendonemalTime grand' inftanza dal canto de' Francelì, il ar^
dinal di Lorena ; &C dal canto de' Spagnuoii , il Granuela , Vefcouo d'Air
quali elfendo ftati in Cambrai a trattar la pace , dall' Ottobbre fino all' A
infieme con gli altri deputati da' Rè, negotiarono particolarmente tra 1
modi, come quella dottrina fi poteife eftirpare; 8c furono poi anco grandi
menti di tutto quello che feguì nell' uno,&; l'altro (lato. Allegauano efTì u-^
uer contrattato , &c promeirofì infieme tcambieuole aflìftenza in queft' pe-
ra, il zelo della religione, &il feruitiode' loroPrencipi;maruniucrl
leuajchelaveracaufa foire,ambitione. Se dilfegno d'arricchir delle fpog
condannati.
,» ut' ... Il Rè di Spaena, fatta la pace , per incomminci^r a dar qualche ordine
Inquìptiona potendo uitrodut apertamente ì Inquilitioncpenso di tarlo obliquamen
per li nnoui mezo de' Vefcoiù : ma, ritrouandoll tutti iPaefi baffi con doifoli Vefc
refcoMÌ Bd- Cambrai, 6cVnrech,& delrimanente, il Clero foggctto a* Vefcoui di Gì
S'"''' nia,& Francia,& quei due Vefcouati ancora fudditi ad Auciuefcoui foreft
quali non fi poteuaao negare leappellationi:onde era impoffibile,che,pei
zodiquefti,poteirc elleguir la Tua intcntione, giudicò bene leuar tutti
dalk foggettioni de' Vefcoui non fudditi a fé, ^-iiiftituir in quelle regio |
Arciuefcouati,Malines,Cambrai,&: VtrechjiSc eriggere in Velcouato An
Boflcduc, Gand, Bruges , Iprc, S.Omer, Namur,Harlera,Middclburg,Lei
Groningua,Roremonda,&: Deuenter, applicandoaquefti per entrate a
ricche Abbatic: & tutto ciò fece approuar per una Bolla del Papa, data:
delìmo anno fotto dicenouc Maggio. Ilche quando fu rifaputo , feben
preteftoiche, per il paitato, la infrequenza degli habitatori in quei luogh lOft
ricercaua maggior numero di Vefcoui, ma bora la moltitudine degli hi ""
ni, & la degnità delle città richiedere, che fieno honoraricon titoli Eci
fticij nondimeno s'accorfela Nobiltà, & il popolo , chequeftaeraur ui^
d'introdiirrinquiritione,& fi confermarono, veduta la Bolla del Papa: il( ald
fecondo l'ufo Romano,diftipularfempre la fua potenza, onero utilità, pc aua
per caufa della nuouainftitutione, che quel paefc era tutto circondato, t iflè*
diatoda fcifmrtici, inubedientialai,CapodellaChiela3onde vieragrai '
colo della fede per le fraudi,(?cinfidie degli heretici, quando non vi foife)
ftin-^i
V Paolo mi. LIBRO QJ/INTO. 413
ouÌ5&:bLioiiigLUUcliani. Qacfta occoiTcnza fece reftiinger inficrae quei cio i3
lì) de peararadoLiinai:c, prima che la forza prendelle piede. Pcrilclic de- lvUi.
irono di non pagare il cribuco, fé non erano leuari dal pacfc i (oldati Spa-
li, & commiaciarono ad inclinar maggiormente alia nuoiia opinione,
.lorirla: ilche fu poi cauta degli altri auiienimenti turbulenti, che (ì di-
y.
[ail Rè di Francia , defidcrofo di proiiedcre,che la fetta Liitherana non f-i- ne u Afv/cu-
naggiorprogreflì nel Regno ^ hauendo intclo , che tra iConfcglicri del rialeinFranr
mento ve n'erano alquanti di quella macchiati, per reprimergli, tenendoli "*^^
idiciGiugnoin Parigi una Mercuriale, (coli chiamano ilgiudicio inili-
per eiraminar,& correggere leactioni de' Confeglieiidel Parlamento, &
ci Rcgij) doucndofi parlar della religionr,dopo principiata la Congrega-
, entrò il Rè : dilfe d'hauer ftabilito la pace del mondo con le nozze delia
a, & della figlia, a fine diproueder agrinconuenienti nati nel Tuo Regno
iiolareligionclaqualdebbeeder principal curade'Prencipi. Però,hauen-
:efo,che di quella materia fi doueua trattare , gli elTortaua a maneggiar la
di Dio con fincerità:& hauendo commandato,che profcguiirerolecofe
iminciate,Claudio Viola,uno d'eilLmoltc cofe dilFe centra i coftumi dei-
rte Romana, Òcìc cattine confuetLidinipalfate in errori pcrnitiofi, iqiiali
)datocaufa alle fette nafcenti. perilche^eranecelfario mitigar le pene, &
lar la leuerità > finche con l'autorità d'un Concilio generale ii leuaircro i
j della religione, & s'cmendaire la difciplinaEcclefiailica, unico rimedio
limali: fi come i Concili] di Coftanza„3<: Bafilea,haueuano giudicator
laudando per cio>che ogni dieci anni, ficelebralTe il Concilio Generale»
-'tdicoftui fuancofcguitato da Ludovico Fabro, & alcuni altri : alche
Borgo aggionle,etrer molte fceleratezze dannate dalle legi , per pena del-
i non ballerebbono la corda,& il fuogo : frequentiflìme le biaileme con-
ci pergiuri j,gli adulrerij,non folo dilhmulati,ma ancora con vergognofa
ia fomentati : facendo conofcer aifai chiaramente , cheparlaua non folo
ndi della Corte,ma del Rè ancora: confoggiongere,che, mentre cofidif-
.raence fiviue,fono preparati vari) fupplicij contraquelh, che d'altro non
:olpeuoli,fe non d'hauer manifeilato al mondo i viti jdella Corte Roma-
dimandatone l'emenda. Incontrario di che Egidio M.igifì:ro,primo pre-
e, parlbcontra lenuoue (ette, concludendo, non elìèrui altro remedio,
giàufatocontragl'Albigcd, che Filippo Augnilo ne fece morire tcicento
L^iorno ; & centra i Valdeiì lutFocati nelle cauerne > doue Ci erano retirati,
conderlì. Finiti di diri voti, il Rè loggionfchauer udito con le orecchie
ic quello, che gli era andato a notitia, il male del Regno nafcere , perche
cdeiìmo parlamento vie chi fprezza l'autorità del pontefice »S: fuaì)en la-
he fonopochi,ma cauia di molti mali, però cirortaua i buoni a continua-
:ndo il lor debito: ordinò che immediate follerò fatti pregioni Fabro , &
)j&; dopo nefece prender nelle cale loro quattro altri:d che pofceran fpa-
• in quellijcheabbiacciauano la niioaa dottrina, cerche clVcndo i Cc^n-
4H CONCILIO DI TRENTO. Papa Paolcii
ci3 iJ glicui del parlamento in Francia riputati racroranti,& inuiolabiliiói vcd<do
Lix. gli impreg'onati per la Sentenza detta nella publicaairemblea,fìpoccuafa^.Qi
cianoncchc a nilliino il Rè hauerebbe perdonato.
» Rgfurmaù ^"^'^^^ '^^n occorrono mai eirempij di timori, che infiemc non auuenga)?J
nonlafdano tri di pari aidireumpcroche in quel medeiìmo tempojcomcfe non vi io pc
di dxr regola ricolo aldino , i minilìti de* riFormaci ( ciie coi! fi chiamaiiano i proteft::i|
allor gmer- Fi-^i-^cia) lì radunarono in Parigi nei Borgo S.Germano,doue fcccre una ine
mEcdejMjf jjQ^pi^.ef£({e,-^jQQÌ Fràcclco Morcllojprincipaltralorccondiuerre cóftit jor
del modo di tener Concilijj dilcuar ladominationencUaChiefa ,dcire: rio
nc,& uftìcio de miniftri,dclle ccnfurcde' matrimonij,de'diuortij , &:dc rac
di conlangLiinità , & atlinità , a fine che per tutta Francia non folo haucf mi
fede,ma ancora la difciplina uniforme. S'accrebbe anco l'animo, perche
fomfmorhl CO in Germankrlarfama della icucrità,che in. Francia fi uraua,i tre Elettor
di una inter- trj p^encipi proceftanti di Germania,mandarono Ambafciatori al Re, a j
cefìione de j^ j- commandarc , che folle proceduto con pietà , ik carità Chriftiana
mani'^^ ^^ prò felFo ri della lorreligione,noncolpeuolid'altro,ched'accufaricoftiii
rotti, & la difciplina pcruertita della Corte Romana : cofa fatta per inai i v;
più di cento anni da altri Dottori Franceii,huominipij. paiche elFendo h tan
eia quieta , 6: in pace , facilmente fi polFono comporre le diifenfioni n; r-
quella cofa,con dil'putatione d'huomini l'ufficienti & defiderofi della pa
eilaminino la ConfelTicrne loro alla norma della Santa rcrittura,& de' pac
chi -.tra tanto fofpendendo la feuerità de' giudici) : ilchecfFiriceuerebbc
cofa grati{Iima,reilandogli per ciò molto obligati. Diede il Rè benigna r
con parole generali, (ScpromclFa di dargli fodisfattione, come gli haurc
Uqualeperò gniiìcato per per fona efpreira , che gli manderebbe. Nondimeno non i\
riejà imtile, niente delia (cuerità, ma dopo la partita de gli Ambalciatori fece deput
dici nelle caule de' pregioni, quattro del corpo dei parlamento, col Vefc
paiigi,&coni'Inquiiitore Antonio Democaresi& procedellero all' efp ...
ne quanto prima.
il Papa , in Tutte quelle cofc erano al Papa note : &:,ficome fentiua difpiacer grar
iuogo di Con il progrellò della dottrina nouamentc introdotta ne' flati deli' un & i'atl
alio, freme coligli piaceua, che queiPrcncipi vipenfairero,-& ncfaceua conloroir
IJnqmjitmm, pe^-[^iQi]sJoncij , &c per uffici] coligli Ambafciatori appreilbafe refideiu
non haurebbe voluto altro rimedio, che quello dell' inquifirione, iaqu;
flimatr. da lui unico rimedio, fi come in ogni occafjonediceua,riputan(
quello del Concilio non folle per far maggior frutto di quello, che ne' pi
anni s'haueua veduto fcgui're, cioè ridur m peggior flato le cofe. Mentr
, , . ^ quelli peniicri, ricrouandofi anco molto indilpollo dei corpo, eccola
*{^ f^fc^n ^^^ ^^ ^^ Francia , fuccelfaa due Luglio per una ferita riceuatancli'"(
diJhUcTdd" correndo alla gioflra : deilaquale fece dimoflratione grandiflima di cìuoTc^
PApa, vero fé ne doleua. Perche, le ben forpectc),&: conragione,pcr i'intelligei'a'
i<lueRè,nondimeno pur rellaua qualche fperanza di leparargli:ma,mornn'
fto, li vedeua a difcrctione di quel folo, che più temcua, cofi>per elFer più
Paolo mi. L I B R O QJ^ I N T O. 4^5
percirer di natura occolta,&d!iÌfìcile da penetL-arc. Tcmciia anco , che eia io
o-iio di Francia non s'allargalfe a fatco la porta , per mtrodLir le fette , & l i x.
aififtabiliirci-o, inanzi che il niioiio Re acquiilairc tanta prudenza, &
.•ioncqaanta <ì vedeua necellariaper opponi a tante diifìcòkà. Inqueftc iiqu^'e t^ftoi:
ie ville pochi giorni afflitto: (ScdeooPce tutte le ipcranzcche rhiLienano /èS'"'
l'hora rol1;enuto,morì lidiciotco Agoftojnon rccommandando altro a'
iali, falLiocheriiftìciodcirinqiiihtione , unico mezo, come diccua, di ^ ^'-^"'tag^^n
aarlaChielajeirortando tutti a metter iloro IpiritipcrUabilirlo ben in *"'"^^'''/'V«-
^douunqueripotcìre. c^ntraicJ
:o il pontefice,anzilpiranteancora,peri odio concepito dal popolo, & rxffi,
lojTiana}Contralui,& tutta la cafalua, nacquero coli gran tumulti in.
che i Cardinali hebbero molto più apenfare a quelli, comeprofllmi &■
,che a' communi a tutta laChriftianità: Ando fa Città in feditione : fu
:ala teftaallaftatiia del Papa, & tiratapcr la Città ; furono rotte lepre-'
Libliche,o^ liberatipiu di quattrocento incarcerati ritenuriin quelle:
uogo dell'Inquilitione, che a Ripeta era,andati,nó folo eilrallero li pre-
ma pofero fuogo in quello, & abbrugiarono tutti iproce{Iì,Ó<: (crittu-
I vi guardauano5'&; poco mancc),che il Conuento della Minerua , doue
opraftanti a quell' ufficio habitauano,non folTe dal popolo abbrugiato.
ora,viuendo il Papa,il Collegio de' Cardinali haueua richiamato il Ca-
dopo la morte nella prima Gongregatione,chei Cardinali tennero,fu
dal Caftello il Cardinal Morone,impregionato,che era ftato vicino ad
tentiatoperheretico. Vi fu gran diihcoltà, fé potcuahauervotonell'
e,opponendofi quelli, che lo teneuanoper contrariojma in fine fu di-
•,che interuenille. Furono i Cardinali coftretti a confentire,che leiii-
cafa Caraffa per tutta Roma follerò ftracciate le mobili,^ demolite le
tti poi nel Conclaue il cinque Settembre, otto giorni dopo il Icgitimo
trattenuti dagf inconvenienfi,compofero i capitoli, che, fecondo il
da tutti fono giurati , a fine di dar qualche ordine al gouerno tutto
ato per i modo troppo feueri tenuti da Paolo.Due ne furono,fpettanti yauftato i
cria di che trattiamo: runo,che la differenza con l'Imperatore, come ConcUue fi
>fa di far perder quel rimanente di Germania che reftaua , fotfe fopita, f^nno ^y-
conofciuto per Imperatore: l'altrOiche, per la necefsità della Francia, *"^''^'-
Fiandra,il ConcilìO,come unico remedio,contra le hercfìe folle, reni-
la vacanza del Pontificato fu più longa di quello , che le necellltà del . ^
r • j 11'- /r j 'D • ■ L ■ r- Jn questo tnte^
omportauano:& caulata piudall intcrellede Prencipi,chevi lunter- ^re FìUpùo
)ltrail conlueto,cheper proprie difcordiede' Cardinali; iquali men- nauigato con
) nel CoQclaue ferrati, il Rè Filippo da' Paefli balli partendo per mare g^anfrauna
Spagna, hauendo patito una gran fortuna, tS>:apenariufcitonefaluo, '" -^/"^S"**
quali tutta l'armata, con una llipellettile di grandiflimo preghio , che ^^°ili"" "'
caua, riioluto di fermarli in Spagna fenz.tpiu vacare : diceua d'clfei- li- t^a ì Luthela-
er fingolar prouidenza Diuinajaccio lì adoperallc ad eftirpar' il Luche- ni :
Hhh
;
é,i6 CONCILIO DI TRENTO Papa Paolo i..
ci3 i-^ ranifmojalche diede predo pi-incipio.Imperoche immediate gioiito>& aiuj
L I X. to in Siuiglia a ventiquattro Scttembre,per dar un grand' elfempio negli ifpi
cij del tuo gouerno,&leuare ad ognuno la lpcranza,feceabbrugiarp(Lu
therani Giouanni Pontio > Conte di Baileno , infieme con un Predicato , i
molti altri del Collegio di SJildoro,doue la nuoua religione era entri;^
alcune donne nobili al numero di tredici i .3c finalmente la ftatua di Ce V
tino Pontio» ilqualeconfeUbrdi Carlo quinto nella folicudine fua lo i
quel miniftcrio iìno ili fine. Se raccolfe nelle fue braccia l'Imperatore n
te. Qucfto pochi giorni inanzi era morto in pregione,nellaquale,per i
tiene d'hcrelìa,fu pofto immediate dopo la morte dell' Imperatore: laq
fec utione , Ce ben contra una ftatua inanimata > pofe terrore molto m.ì
concludendo ognuno, non poterfì (perarene conniuenza^ne raifericc
chi non riputaua degno di rilpctto quello > che infamato» dishonorau
moria dell' Imperatore maggiormente. Paltò poi il Rè in Vagliadolu
parimente in ilia prefentia fece abbrugiar ventotto della prmcipal Noi „
paefcj & ritener prcgione Fra Bartholomea Caranza,delquale s' è fatta £
te mentione nella prima riddotione del Concilio aTrento > fatto poi7
cono di Toledo>principal Prelato di Spagna» toltogli tutte le entrate.,
fi può ncgare,che queftc elfecutionijconaltrcche poi alla giornata fuc
fé ben non tanto eilèmplari » foirero caufa di mantener quelli Regni i
te> mentre altroue tutto era pieno di feditioni : perche, quantonque
ti , nella Nobiltà mallìme , folfero feminate delle nuoue opinioni
rono però dentro degli animi afcofte perla cauta natura de' Spagnuc
horrir ipericoli,&: non efporfì ad imprcfe ardite jmafolo miiar ad òge
ramente»
éd'tn Francia ^^ i'^ Francia,mancato il Rè Hcnrico,la cui morte li nuoui riform
U Borgo ear- ueuano a miracolo, s'accrebe loro ranimc,re ben' in Parigi non ardia*
fo per Urne- ftrarfimanifcftamentc;perche Fiacefcojfuo figlio,nuouo Rè»dopo ilfa
dejimacaufa: celebrato a Reiras addi venti Settembre, ordinò che foireprofeguitoTI
fo contrai Confcglieri pregioni,& deputò il Prs(ìdenteS.Andrea>5ci
Democares Inquifitorcper ifcoprir i Lutherani. Quefti giudici , haucr
dagnato alcuni plebei,già profeifori di quellareligionchebbero notiti.'
ghijdouc occoltamcntefì cojigrcgauano : perilche molti huomini,.6
furono imprcgionati,&: molti Tuggirono,i beni dc'quali. erano confifcj
unacitationepcr tre Editti : .Ik: con l'clFempiodi Parigi il medefimoii
Poitou,Tholora,& in Ais di Prouenza;faticandofì Giorgio, Cardinal»
niaco , ilquale, per non abandonar quell' impreia,non Ile uro d'andar' i
per l'elettione del Pontefice; ufando ogni diligenza , accio ifcoperti
preil. Dallequali cofe irritati i profcifori di quella religione^ fcopertc
nurfltro, fatti più audaci, mandauano attorno|molte fcritture contra ;
il Regina, Se quei di Lorena,ad arbitrio de' quali il Rè fi gouernaua,au
la perfecucione; mifchiandoui dentro delle cole della religione :lequa
ture eifcndo da tutti volentieri lette, come cofe compoftcpcrpublica
ijiiìuuauano nell'animo di molti la nuoua religione^ H
. Pio mi. LIBRO QJ- 1 N T O. 417
ne del giudicio conftitaito contra i Confeglicii.dopo longa conreflacio- e i^ i ^
Lina airolurione di tutti, eccetto d'Anna Borgo, ilqualc addì diciocco Di~^ Lix.
e {ìjabbrugiaco,non canco per inclinacionc de' G'adici,qnando per rifo-
)Ioncà della Regina, irricaca, perche iLutheranidilleminarono in moke
[re,& libelli mandaci atcorno,chepcrdiuinaprouidenza ilRc era ftato
chio ferito, in pena delle parole dette al Borgo, che voleua vederlo ab-
ire. Ma la morte ,& coftanzad'un'huomo coliconrpicuo, eccitò negli
di molti la ciirioiltà di faper che dottrina era quella , per quale coli ani-
nente haueua foftenuto il rupplie'k>,& fu cauta di far crcfcer molto il nu-
ilqualc anco per altre caule andana aumentandoli ogni giorno: onde
rrciìati nella diftructione loro, o per amor della vecchia religione , o co-
defkftici, & per cifer autori delle pallate perfecutioni, reputando necef-
oprirgli prima che il numero folle coli grande, che non iì potellc poi
nere : a quello fine in tutta Francia , 3c in Parigi maffìmcfecero mettere
lidella Beata Vergine,& de' Santi in ogni cantone,accendendogliinanzi
e, sfacendo cantare a' facchini, & altre perfone plebee, Icfolitepreci
^hiefa, polli anco huominicon cairdlette, che dimandauano limoline
prar candele:& chi,pallando,noiihonoraua le imagini, o non llaua con
iza a quei cantijO non daua lelimohnc richiellcgli haueuano per folpec-
mancomale che glipoteire auuenire, era d'elfer mal trattati dalla plebe
gni & calci ; perche anco gran parte erano impregionati, & procelfati.
) irritò i ReformatijS^ fu gran caufa della congiura di Goffredo Renau-
.quale lì dirà.
in Roma,dopo varie contentionij&prattiche per crear papa,Mantoua, Pio ry.tlot-
i, Carpi,5c Puteo, finalmente la notte feguente il ventiquattro Dicem- *' P^P^ì
creato Pontefice Giouanni Angelo , Cardinal de Medici, che lì chiamò
u"to:il qualc,quietati i tumulti della Città, & afficurati gli animi di tut-
in general perdono delle cole commelfe in feditione,vokò l'animo (ubi-
le capi giurati concernenti le cole più communi, & il trenta del Hello
ongrcgati tredici Cardinali, & con loro coniultatolopra la reietcione
nbafciaria di Ferdinando, 5c la dclibcratione di Paolo di non ricono-
)er Imperatore; fu commun parere, che gli folfe flato fatto torto. Ma,
do longamcnte come rimediare all' inconueniente, & dopo molte cofe
ie,!k dil'cuire, nontrouando come introdurre negotio lenza pericolo di
)ri incontri, quando gli Elettori folTero intromelTi in quella mifchia,
irebbe flato impoflibile tenergli fuori; fu commun parere che ogni ne-
onc fulfe da fuggire, come quella , che terminerebbe con qualche
Ita del Pontefice ; & che meglio era non afpcttar che l'Imperato-
le alcuna richiella. Fu approuato il parere dal Pontefice paren-
che era prudenza donare quello che non fi poteua ne vendere, ne
:: & mandò immediate a chiamar Franceico delia Torre , Miniftro
peratore,che era in Roma, & gli dille. Che egli approuaualarinoncia Cp^cifi-a
0, Sclafucceflìoiicdi Ferdinando all' Imperio, ^<c che gli haucrcbbe Ferdinando»
Hhh ij
_^ - 41S CONCILIO DI TRENTO. PataPioi;
ci3 13 fcntto co' titoli confaecìj^i che di ciò doueireauifare.
L I X. A^'f^Iicò Tanimcdopo qLicfto,al Coiicilicccrco in le fteifoiche gliene !
PenfaalCon' b^ fatr^initanza da diuei-fc parti. Molte ditiìcokà gli andaiiaiio per ì'.\
"^"'» fi come elio diccua,conferendo col Cardinale Morone, in cui confidau.
prudenza ,& amicitia/e era ben per la Sede Apoftolica fare il Concilio,
6c fé non, quello che folle meglio, negarlo alTolutamcnte , & opporli
bera a chi lo chiedeua, o mollrar di volerlo, mettcndogh impedirne)
tra quelli che il negotio da fé porterebbe: &,fe il celebrarlo era utile
lo che foife 'meglio, afpettar d'eiTcr richiedo, o pur preuenire, &
dere. Se gli raprefentauano alla mente le caule, perche Paolo ter?
to colore di trallatione lo difciolfc ; 3c i pericoh fcorfi da Giulio
buona ventura non l'haueire aiutato : non eiferui già un Carlo Imy
re al prefente , dclquale lì poiTi tanto temere: ma quanto i Prenci,
più deboli , tanto i Vefcoui elTer più gagliardi, & douerfì hauer 11
auuertenza a quelli , che non polfono alzarli, fé non fopra le rouine d
tifìcato. L opporfì a chi domanderà Concilio ali* aperta , eircr co
nadifcandalo, per ilnomefpeciofo, 8c per l'openione , che il moncl
ben vana,che ne debbia feguir frutto : i3c pache ognuno è perfuafo , e ,p(
l'abhorrimento della riforma ,venga ricufato il Concilio : eflcr cofa e tai
_ to maggior fcandalo, & fé poi per neceffità fi venga a conceder quello ;
Volutamente ha negato,eirer' una total perdita della liputationej oltra ^
cita il mondo a procurar labbalTamento di chis'è oppofto. In queftep
(kàteneuail Ponteiìce per cola chiara non poterh far Concilio con fri
cuuo della Chiela, & de' Regni diuifìj & lenza mettere in pericolo i'a
Pontiiicia,<Sv: che di quefta verità il mondo era incapace:penlchenon
opporfi air aperta. \ià reftaua incerto,fe,ricercandolo i Rè,o i Regni-
gioncure delle cofefiuurepotcìrerodiuenir tali, che gì' impedimenti 1
haucirero effetto. Tutropcnfaro conclule in ognicuento,elIer benra
prontcanzidcfidcroib, &preuenif idefiderij degli|altri per reftarpiù
ilo neirattraueLÌaÌi,& per hauer maggior credito in rapprefentareledii
contr;u-ic,rimcttendo alle caule fuperiori quella deliberationerattaquat ]
dicio humano non può giongere.
tlodichia/aa Fatta la coronationc all' Epifania,il dì undici del mefc, tenne una|ni
Cardir>alh facoiigLcgùtioac di Cardinali ; nellaquale, con longhe parole,manife I
nimo tuo elkr di reformar la Corte, & di congregar il Concilio Genera
ponendo a tutti, che penfaiK;to le cofcdegnc di riForma , 5c il luogo , tén
altri preparatori) per congregar una Syrodo ,che non riufcilTe con fri
quella che già due volte fu congregata: 8c dopo quello, ne' priuati fi
mari cofi con Cardinali,come con Ambafciatori, in ogni occalioneparl
quella ina intct'onejnon però operaua cofa,che la dimoftralfe più chiar.
Andòrauifo all'Imperatore a Vienna di quello, che ilPapahaueua
minillro intimato: ilqaale immediate deputò Ambafciatore:& inàzila]
di qucUcfcriire al Pontefice,rallcgrandoli dell' alfontion fua,& ringrati *
lo? che paternamente de fatìiamcutehaiicua pollo fine alla difficoltà pror '1^
Pio mi. LIBRO QJVaNTO. 4^3.
Paolo quarto corni ragionc&cquirà, dandogli conto dell' Ambaiclator "j io
ato.Q^ello fu ScipioaCjCócc d'Arco, chea dicdFcbbiai-ogiop.(c. in Ro- lix.
nei principio lifcócrò in gra diiiìcolr à,hauédo cómidlone dall' ImpcratG-
édcrcr al Papa folo riactéza, de cifcndo il Pai^a rilolutOjche gli rédeirc iibc ed ali ^m-
a, moftrado, che gli altri Ambafciatori C jiarei cofì haiicuano alato vcrfo bafda-iore,
eifori Tuoi 5 parlando rifolutanìéicchc m altra maniera no era per admec- -vemuadalC
L'Ambafciatoi-c di Spagna, & il Cardinal Pacccco, lo confcgliauano a ^"^P^^'^'^jy'
rapairarle commiirionihaLuite, in contrario lo indiiceuano il Cardinale ^^^•^'''7"^
•ne, ^vT Trento : il parer de quali tu Icgaito dal Conte , perche 1 Impera- pa. ^Uqudz
dihaucuacommeiro, che con quei Cardinali confegliaire tutte le cole i/«o/f«Werf;é^
ìpcdita in Conciltoro la ccrcinonia5con fodisfattione del Papa,nella pri- '^i
idienza priuata, douendo l' Ambalciatorc per nome di Ccfareo pregarlo a
)carcil Concilio, per componeridilfidi) di Germania, fu dal Papa pre-
o,con molto contento dell' Ambarciatore,quale credendo douer trattar
ipadicofa difpiaceuole, s'era preparato di rapprelcntarla con moka dol-
,per tarla alcoltarepiu facilmente. Gli dilPe il Papa,che, clPendo in Con-
trai Cardinali s'era trattato di rimetter il Concilio: nel che egli erafta-
te molto principale, & fatto pontefice era maggiormente confermato
telfadelibcrationeinon volendo peiò caminar in quello alla cieca,ma in
,chc non s'incontri difficoltà, come le altre volte è auuenuto. Ma pri-
llo premeife le dilpofitionineceiraricaccio ne fucceda il frutto de/ìdera-
'rattò l'iftelFo dopo , con gli Ambafciatori di Francia, & di Spagna ^ & eà agli altri
a' Noncij fuoi di rapprclcntar riftelPo a loro Rè. Ne parlò anco con gli ^màafcìad»-
fciatori di Portogallo,^ de' Prencipi Italiani,che erano in Roma. "'•
pi quefti uffici), il DucadiSauoiamandòperfona efprella a ricercar il
hcedifarcon tua buona gratia un Colloquio di religione, per inftruiri ^ ^"'^'^/•^i
delle lue Valli,chc generalmente tutti erano alienati dalla religione an- permiRhml ^
ccafionefu>perchcdi quelli che già circaquattrocentoannifinruaro- éìima. confe-
aChiefaRoraana,chiamati Valdenfi , &: per leperfecutionipalTarono ren%a. direih
)nia,Germani'i,i/i puglia:,& in prouenza,una parte anco hricoucrjb nelle 5'""^>
lei MoncenisXuferna, Angrogna,pciofa,òc San Martino. Qucftijhaueii-
inpreconferuatireparatl,con certi loro miniftri, cheaddiir.andauano
quando la dottrina di Zuinglio fi piantò in Geneua,fi unirono immedia-
qucllijcome conformi iie'dogmi,& riti principali: & mentre che il pie-
fa fotro i Franccfi , quantonque dal Senato di Turino follerò prohibiti
:itar la religione Hclueticafotto pena capitalc,nondimento pian piaiio
Juireropublicamcnte in maniera , che quando il Paefe fu reftituito al
liSauoiadV-lTcrcirio era comelibero.il Duca fi deliberò di fargli riceuer
;ione Catolica,onde molti ne furono abbrugiati, & in altro ir.odo farti
: & maggior numero condannatoalla galera, adoperandofi maffime F.
^iloGiacomello,DominicanoInquifitore.Il che fu cauta di fargli mettere
iira fé folFe lecito defenderfi con le armi : nel che i lor miniftri non erano
>\<h» Diceuano alcuni che non era lecito opponerfi con le armi alfu.^
Hhh iii
CIJ 1 J
450 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio ]
preiicipe; manco per difefa della vita propria: madie, portando viailfuc
Lix. iicre,chcpoteiianoritirarrine' monti vicini. Altri diceuano, che era lecite
tanta di(pcratione> valerli della forza, mafllmcchenonilufaua contrail p j
cipe, ma contra il papa, che abulaiia l'autorità del prencipe. Vnagranp
d'effi fcgaì il primo parere ; l'altra fi miie fu la difefa : là onde il Duca , cd
fccndo che veramente non erano molTidapeniìeridi ribcUionej&cheinftì
farebbe facil guadagnargli, riceucttc il cóciglio datogli d'inftituire aqucfl{
fettoun Colloquio. Ma, non volendo alienarli il pontefice , giudicò nec,;
rio non far cola fenza lui,e mandò a dargli conto del tutto , &z chiederne i \
ìlcheemd confenfo. Il pontefice fcntìmolcftia grande della dimanda, laquale altro]
intefodd Po.- inferiua,fe non,che in Italia,& fotto gli occhi fuoi, folle polla in diificoltà :
^(i» douetle mettere in difputal' autoritàfua. Rifpofcche noneraperconfen i
modo alcuno : ma, fequei popoli haueuano bifogno d' inllruttione, egli 1 x
derebbe un Legato con autorità d'alfoluer quelli,chevoleireroconuertir i{
compagnato da Theologi che gli infegnairero la verità.Soggionle però,ch k
cafperanzahaucuadi conueriìoncperchegliliereticifono pertinaci, & e
, ,.• lo che fi fa per eifortargli a riconofcenza, interpretano che ila mancamer d
duce cL modp forzaper conftringergli. Che mai ci era memoria di profitto fatto con q il
wkntìi modcracioncma ben Tcfperienza palTata hauer infegnato, che quanto pr a^
viene contra loro al rimedio della giuftitia, & quando quella non balli li
forza delle armi,tanto meglio riefce. Che quando fi rifoluefle di far quel ^
prellerebbe aiuto." Ma,fe non gli parelfe opportuno, fi poteua differire fi is
Concilio Gcneralcche era per conuocarprello. Al Duca non piacque i 'at
rito della Legatione, come quello che hauerebbe inafprito maggiormeni \k
hauerebbe pollo lui in neceflìcà di proceder fecondo gì' intereili d'altri , ^^ on
mtttAtì dal [ pLoprij-.meglio eifer la via delle armi, laquale anco il Papa lodaua piu,& of-
Duca: ferina dar' aiuto. Seguì per quello una guerra in quelle Valli tutto quel ■
no, Se parte del feguenrc , dellaquale ii parlerà al tempo, che quellj .
be fine.
, - Ma in Francia in molteparti del Regno fu eccitata una gran congiur: lel-
tonfiura > i^^j^jeej-^j-f^j-oj-io molti, & la ma^crior parte per caufa di religione, fdc
Stalo inFrx- chc tutto 1 giomo u vedellc per ogni parte lacerare , & abbrugiare 1 milei
eia, di nilfuna altra cofa crano[colpeuolifenon che di zelo dell' honordiui.
falute dell' anima propria. A quelli s'aggionlero altri, che, riputando i'
eiTcrcaufa di tutti idifordiai del Regno, haueuano per opera heroicalibif
dalla opprelIìone,con leuar a quelli i'amminiftratione delle cole publicH
erano anco degli ambÌ!:iofi,6ddefidcrofi di nouità, iqu:ìlinon poteuancj
fatti loto,lc non in mezzo ielle turbe. Ma,cofi quelli mal' intentionati, }
queglialtri defiderofidel bencdcl Regno, per hauer' il feguito, fi copri
col manto della religione, &; per fermar meglio gh animi, fecero mettcl
fcritto il parere à principali iurifconfuld diGermania,& Francia} & a' '
io jì Piotcftanti più nominati, che,falua la confcienza,^ fenza violar la ^|
dei Rè,& la degnila del legitimo Magiflrato,,era lecito prender le armipl
, Pio mi. LIBRO C^INTO. ^ 431
dia violenta dominatio ne di quelli di G hifa, ofFcnfoui della vera rcligio- ci3 u
della legidmagÌLifl:icia,chctencuano il Pvccomepregionc. Pi-cparaiono lix.
7ÌLU-ati Linagi-an mokirudine , che ditarmaro compariircro inanzi al Rè a
idai-c, che laleLiericàde' giudici) i-btremicigata,& concelfa libertà per la
ienza:con diifegno che foirero regiiicidaGencilhuomini>che (upplicaf-
ontia l'amminilh-acione de' Chili. La congiura fu fcopcrca, & la Corte fcoperta, e dìf
i,per lìcurezza>(i retirò da Bles,luogoapcrto,& opportuna ad una tal' ci- fyau:
one,ad Ambuofajfortczza rilketta:& per e io i concerti furono turbati.Ec
:c che i congiuraci trattano nuouo modo, di clU molti furono trouaci in.
$c combattuti, & mortijalcri ancora prc(ì,& iufl:kiaci,& per quietar il tu-
) addì diciotto Marzo, perEditto Regio, fuconceila venia,a quelli, che
mplicità,mol]idazelodi religione,s' erano confpirari, purché fra' venti-
fohore deponeircro le armi. Et poi fece anco il Rè un' Editto di perdo-
itti i Riformati, mentre che tornairero alla Chiefajprohib] tutte le radu-
: di religione, &l diede la cognitione , & diede la cognitione delle caufe di
a a' Veicoui,laqaal cola al Cancelliere no piaceua: maacconfentì, per ti-
chcnons'introduccirerinquiiìtione alla Spagnuola> comeiGhiii pro-
lano.
:r il fiipplicioprefo de' congiurati , Se per i perdoni publicati, noiifiac- » Hìfomati
irono gli humori moffi, ne furono depoftc le fperanzeconcepuced'haucr ce/'^J^o i»
1 di religione. Anzi furono eccitati maggiori tumulti popolari in Pro- ^^^""'^^
,LinguadoccaH5<: Poitou: nellequali Prouincie furoiiO' chiamati, & con-
oancodarc,predicatoridaGeneua,perle concioni de' quali crefceuaan-
lumero de' feguaci della nuoua Riforma. Ilqual concerto tanto uniucr-^
; repentino , fece venire in rifolutione quelli , che haueuano il gouerno .. .
;gno,che vi folfebifogno di rimedio Ecclellaftico, &: ben prefto: & da ^ycqìolenfa
l Confeglio era propollo un Concilio Natioiiale* Il Cardinale d'Armi- a un Cnncilh-
liceua,che niente era da farli lenza il Papa:chc egli folo baftaua per Eir' o- Natiouale
ouilìone: chelìfcriuelTe aRoma,&iìalpettaiÌe di là rifpofta. Alqual pa- /'**' "'"««'"'*
icuni pochi prelati adheriuano. Ma il Vefcotio di Valenza, in contrario
i,che non lì poteua afpettar dal Papa rimedio prefto per la loncananzaine
priato,per non elTer' informato dcilc particolari neceffìtàdel Regno ; ne
iuoiperelfer lui occupato nell' aggrandire i nipoti fuoi.-che Dio haueua
\ i Regni dato rimedi) neceirari j per gouernar lo ftato propriorchc la Fran'-
jaeuai propri) prelati, per regolar le cole della religione^ che effimegtia
I i bifogni del Regno ; che larebbc una grande altordità veder abbrugiar
l>haiiendola Sena, Se la. Marn3,p iene d'acqua, Scredere,, che biiognaile
ir a códurne dal Tenere per eftinguer l'incendio.La rilolutione del Con-
fu>che,vedcndoiI bifogno d'un prcfto,& gagliardo rimedio,!! facellè una.
nza de Prelati del Reg^tio,perritrouarmciflo di fermar ilcorfoa tanti ma-
dì undici d'Aprile fu intimata per dieci Settembre proflfuTia.
faccio non foife ricéuuta in male dal pontefice , fu fpedito un corricro a ./.„;^. . ,
per dargli conto della deiiberationc, & lignificargli il bifogno di quel ^^^^^
431 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio :
■rime3io,& pregarlo di riceuer la deliberatione in bene. Et rAmbafciatori
prcientò al Papa ilmalc,5<: t pericoli, con lafperanzajche il Rèhaueua diq
•c-hc buon remcdio,con una general cóuocacione de prelati, fenza laquale i
■ lì vcdcua mezo di proiiifionc criìcace. perilche era ftato coftetto , non d
reado pia longamcnte,ne afpcttando rimedi) da luoghi lontani; & perte|
incerti, &perncceisitàlonglii,valcrr!diquello,che era in Tua m ano, profli
di luogOxS^ di tempo:ioggiongendo,che niiluna rifolutione diquelconuc;
farebbe elFeguica, ne tenutaper valida, le non foife primadaSua Santità ap (
ContrAdetto i;a,ta.ll papa,per CO verfojd dalie graueméte,che il RèhaiielFe publicato pe e
dalai, no degli errori corametTi cótralareligione,etiandio aquelli,chenonlodinr
dauano:cora in che niirunihapotefta,raluoche il pontefice Romano.Etcì
il Rèjdiceuajchepenfa di poter perdonarci delitti contra Dio? Che none a
rauiglia,te,per giufta ira Diaina tanti tumulti fono in quel Regno, doite i :i
Canoni iono viiipell, &c vfurpata l'autorità pontificia. Pafsò poi a dire , ti
l'adunanza de' preiati no haurcbbe fatto alcun buon' etFetto,anzi caudato i g
che propmm g'-ordiaiiione: chchaucua giàpropofto il Concilio generale, unico remi o
il Generale, ^1 difetto, che fin all' horanon folle ridotto, da loro nafceuajche non lo ^ e
uano:con tutto ciò , egli era refoluto celebrarlo , fé ben da ninno era richi :o
ma ali' adunanza de' prelati non volcua acconfentire in. modo alcCino, ir
Francia, ne in altra parte: che mai ciò era flato fopportato dalla Sede Apo! li-
ca. Che (e ogni prencipe celebraire Concili] da l'e,feguircbbe una confa! le
&:reparatione dalia Chiefa. Si querelò poi grauiflimamente, che pn
Conuento foife intimato,^ poi foife ricercato il Tuo confenfo:cofa,chc
potcua interpretare, lenonconpocorifpetto alCapo della Chiefa, ai
conuieneriferire tutte le cofeEcclelìaftichejnonperdargliconto del fatt i.
perriceucr daluiraairoiitàdifarle ; che gli Editti publicati introduceua *
na manifcfla apoftafia dalla Sede Apoftolica in quel Regno ; allaqual '"•
lendoouiiiarejhaurebbe pcrunNoncioerpreilò fatto intender laihavo
al Rè.
Deftinò per tanto in Francia il Vefcouo di Viterbo» con inftruttione d
lo'^Nomhin flraralRè, che il Concilio Nationale di quel Regno farebbe una fpc u.
Francia, i'cil'ma dalla Chicia Vniuerfaie,darebbe cattino elfempio all' altre Natici fia*
rcbbeinfuperbir' i Prelati del Regno, Se airuraerfì maggior autorità, ce di-
ininutione della Pregia ;_ ElTer noto a tutti, con quanto ardore defìderino le-
fritutionedellaPragniatica, la quale al primo principio vorrebbono i c«-
durrc : onde il P.è perderebbe tutta la coilatione de Regali , & laprefeni lO"
ne de' Veicouati, & Abbaticrdachepoi ne leguirebbe,cheiPLelati,non '
nofcendo alcuna fua grandezza dal Re, gli iarebbonocontumaci:&coi
quelfi mali, non ripioaederebbe aquclli,che fono urgenti.Perche già gli
tici profelPano d'hauer' iPrelatf in niifun conto: & ognicofa,che dalor
fc operata, farebbe, le non peraltro , per quefto (olo , da' Mimflri Piote
oppugnata: che il vero rimedio e fare, che i Prelati, & altri Curati, vadi
le relidenze? (Jecuftodilcanoi greggi lorojopponendofi alla rabbia de
Pio Ilir. LIBRO QJ^ I N T o: ' 455
.giuftitia proceda centra quelli, che da' giudici della fede fono giudica' ci3 u
ci:& doue la moltitudine non lo comporta, inanzi che il male il faccia Lix.
re , ufar la forza, & le armi, per rimetter tutti in utlìcio : che facendo al
•tutte quefte cole, fi poteualperar compimento nella celcbrationedel
0 Generale , ilqual era per intimar immediate : che ie il Rè folfe venuto
itione di ridurre all' ubedienzaicótumaci,prima che crefceirero mng-
ite in numero,& forze,fi ofFeriuaafljfterlo con tutto il ilio potere ; ^ o-
:he dal Rè di Spagna , &c da' Prencipi d'Italia, gli folFcro fomminiftrati
aiuti. Et quando il R^ non condefcendeire acoftringcr i fudditi fuoi emette Incapo
cmijgU proponete che di Geneuaefcetutto'l male, qual turba laFran- '^'^ S'*^»'"'' "»-
tto'lveleno,che infettai quel Regno,&; i luoghi vicini: che l'eftirpar ^^ ^"^^**
idice , farebbe leuar un gran fomento al male ; oltra che,facendo ujia
ori del Regno,euacuerebbc quei mali humori,che lo perturbano: però
; il Rè concorrere con lui a quella fanta opera:che egli indurrebbe il Rè
a,& ilDucadiSauoiasairillcIlo.
anco il Papa commiflione al Vefcouo,che nel paffaretrattaire l'ifteiro di che fa. an-
diSauoia. Et al Rè di Spagna fcriire,& per mezzo del fuoNoncio refi- che trattar in
cinftanza, che operalle col cognato per diuertirlo d-al Concilio Na- ^fp-^g"^, ed ia
he,dannofoallaFrancia,farebbe riufcito in cattino elTcmpio alia Spa- ■^'"""'**
ggiore a' Pacfi baffi. Il Duca di Sauoia vdì la propofla della guerra di
>: s'offerì ad impiegarfi tutto, mentre che l'uno de l'altro Rè ficonten-
tarlo,& che laguerrafulfe fatta da lui,& perluijpoiche appartenendo
tà al dominio fuo,non eragiufto,che,acquitl:andofi , folle danilfundi
uta.Peròche,volendo Sua Santità venir' all' eftctto,biiognaua far' una ^
apitolar molto chiaro,accio da quello bene propofto non ne riufcillè %
;ran male; quando, oi Rè nonfollero concordi, onero egli reflalfca-
0, dopo hauerfi concitato contra i Suizzeri; quali fenza dubio fi di^
bono difenfori di quella città.
.\ i Spagna,quanto a Geneua,confiderò,che laFrancia non pcrmettereb- *"^ Spagna «o
«(nenaandaife in altra mano,che in poter de' Francefi, enoncompliua '^' ""/'»«»
*fl litiojche entralFe per la vicinità alla Franca Contea : però, rilpofe,che ,
ijrcuatempo di far tal tentatiuo.Ma,quanto al Concilio Nationale di concilio N'a-
a :nsò molto bene quanto folle per le cofe de' (lati fuoi di pericolofo tionale,
1 pcrikhe immediate fpedì a quel Rè Antonio di Toledo , Prior di Lio-
li iihcargli,chetrouaua molto dannofa lacelebrationedi quel Conci-
■) liiiifione che potrebbe nafcere , elTendo il Regno infetto: & però lo
onlafciar venir all' elTecutioncnon mouendolo a quello nilfuna
iion il vero amore verfo di lui,& il buon zelo della gloria di Dio.
^iiamconfidcratione, olerà lecontentioni, che poteua.io nafcer nel
1 ),il pernitiofo eifempiojche piglierebbono le altre prouincic^ il pre-
hc larebbe al Concilio Generale,qual Ci trattaua di fare,ilqual è unico
j -L i mali,3i diuifioni della Chriftianità : & mollrerebbe , che non vi
^«jabaona intelligenza tra l'Imperatore , Se cflìdoiRèjlaqualèneceira-
' Ili
454 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio
e 1 3 1 3 rio dimoftrare ; Se farebbe infuperbir' i Proteftanti , in pregiudicio dell;
Lix. publica.Aggionfcche non gli mancano forzcper reprimer icintoknze e
lLidditi:& purcquando vogli valerli delle forze dicilb Rè diSpagna,xfp
di buona voglia in quello ca(oj& vi aggiongerà anco la propria perioan
bifognoja fine che li (additi llioi non polTino gloriarfi d'hauerio tatto ve
alcuna indegnità: ilche debbc molto peniate in quello principio di]
Commille anco all' Ambafciatore, che quando quello non potelfe et
procuraiFe per le ftcire,&; altre ragioni di fare, che li ibipendelie per più
tempoxommcttendo apprclfosche trattaile col Cardinal di Lorena , lìqiì
tendcua tenerla mano a quello Concilio>cheegli,come Prencipe della'
de che ha tanta parte nel gouerno di quel Regao , ha obligo di confid
danno5che potrebbe rifultar' al Regnoj& a tutta la Chrillianitàjuiando l
fime ragioni. Fece far' anco l'ifteiTo ufficio col Duca di Ghifa, & con la
Madre,&: col Contellabilc5& col Marefcialdi Sant' Andrea, Gli diedea i
commiflìone di tener del tutto auifatolaDuchelfadiParma ne'Paefibi
Vargasiiio ArabarciatoreaRoma.Auisòanco il Pontefice dell'efficace)
che iT.andauaafare perperfonaeipreifa, & il bi{ogno,chegiudicauad(
uer quel Rè d'aiuto. A quello aggionfe la necelllta,in che li ritrouauaeg
limeranno inanzi perduto venti galere » & venticinque nani , andate
de' Turchi,& la fortezza delle Gerbe da loroprefa per forza: accidenti,
ftringeuano ad accrcfcer rarmata:& però richiedeuaSuaSantita,che !
delfe luffidio gagliardo fopra le Cbieie,ck Benefici] de' liioi Regni.
Francia mn y^^ ^j^ Francia la propofta d'aiFaltar Geneua non fu ben lentita , pan
ìfnfefadiG • ^o^^^ '■^-^'i"^<^^p£t:tirgli Vgonotti( coll chiamauano i Riformati)& prò
neua, ^d unirfitolcre che a quella guerra non iarebbono andati fé non Catolic
uerebbe lafciatopiu aperto il Regno a' contrari). Il prouocar ancoi
protettori di quella città,non patena cofa lìcuraper ogni occorrenzadi
che porcile veiiir' alla coron&:|>a:c),al Noncio non riipofcro con altre
rationi,rcnon,che mentre tante co iuiìoni afiliggcuano il Regno Inter
tnaperffte nel non era pofllbilc attendere alle cofe di fuori.Ma,quanto al Concilio N
Concilio JVa- fa l'ideila rilpolla al Toledo, & al Noncio,c he il Rè era deliberato cor
tionale.Jalm ^ Q ^^^^ Reo;no ncli' unione Catolica , che non dilponeua di far Cor
l automa Pa- • "» i t r ■ r • • 11 /^i • r -, i
tionaieper iepararibanzi per unire i luiatiailaCnieia:clieniolto/piu
rebbe5& ipcrcrebbe maggior profitto dal Concilio Generale , quando
fuoi vrgcntipermetteircro che s'alpettalFe il tempo,per neceffitàmol
che il Concilio T'^ationalcqual ricerca, lo vuol dependente dalla Sede
lica , &: dal Pontefice ; & fé in quel mentre il Generale fi congreghe
cellèrà , & s'incorporerà con quello. Et per corrilponder alle p
effetti , ricercò il Pontefice, che mandalle in Francia un Legato» C(
di congregati Yefcoui del Regno, per trouarmodo di aifettar le col"
ligione.
Haueua il Pontefice gettata la propolla di far guerra a Geneuajf.!
per l'odio di quella cittàjcomefemijiaiioj donde uiciuano i Predica
fale.
A Pio mi. LIBRO QJ^INTO. 455^ ^
[per Franciaj neper timore di qualche noiiicà in Italia; quanto per allon- ci3 i^
trattatione di Concilio Generale : perche , fé la guerra foiie accela/arcb- i- ix.
ilche anno duratasi tra tanto s'hauercbbc pollo ni lìlcntio, onero troua-
)na forma al Concilio. Hora,vedendo,chelapropofta non haueua fatto
&chetuttauia iFrancelì perfeuerauano nella deliberatione dei Concilio
naie , pensò che folTe necclTario non differir la rifolutionedcl Genera- °"^^'^ P^i^aè
fermar li Francefì con quello , Se con qualche conceffione di quello che ^°"' ''^"■^f^^'
■KT r \ >V> 1- 1- • • • • -1 ■ . J 'ire al Urne*
leuano. Neconkrico Cardniaiipiunitnni,particolarmente mtorno ^l ralsy
: cofa,che fopra il tutto pareua importare, producendo in hne il Concilio
fecondo la mente di quello, che è il più forte, nel luogo doue fi celebra,
rieri hauercbbe propofta Bologna,o altra delle fue terre , con offerir d'an-
aperfona:ma in queflo non fi fermò , ben vedendo che farebbe dal mon-
rrpretato troppo in fìniflro. Città alcuna di là da' monti era rifoluto non
ire,ne manco afcoltarne la propofta. Il Cardinale Pacceco gli nominò
D , & egli condefcefe : con queflo però , che liaueffe il Cartello in mano,
: il Concilio fi celebraua,che era un rimetterfi a conditione impoflìbile.
ò anco l'animo ad alcuna delle città Venetiane: ma quella Rcpublica fi
i, per non dar ombra a' Turchi, delle forze de'quali all'hora li temeua.
?enfato,nontrouò più opportuno luogo che Trento: poiché, elfcndoui ^fif^^^f *^
volte tenuto in quel luogo,ognuno haueua con efperienza veduto quel- ^^l^" '^^^^^^
viera di buono,& di contrario ; & perciò eiFcr più facile, che tutti con-
to in quefto,che in altro luogo.iVi era anco l'apparenza di ragione. Per-
elebrato fotto Giulio non era fìnito,ma reftaua fofpefo. A Francefi con-
fodisfare, mandando in Francia il Cardinale Tornone, non in qualità
:to,ma con facoltà, che, quando folle quiui, & vedefTe il bifogno, potefTe
gar alcuni de' Prelati del Regno, quelli che foife parfo al Rè,&; a lui , ma
:ti ; accio non vi folle apparenza di Concilio:3c con quefti trattare,noii
lo a rifolutione.
^gionfero due altri accidenti di non minor confideratione, chefpinfero a che è Jpìnti
j a parlar più chiaro di Concilio:uno lontano fi,ma che importaua la per- f'^ ^' rnanca-
UnRegno:raltro,toccante una fola perfona,ma di gran confcgucnza. In "l^"(^^ •^''«■•
: inobiU, chelowgamente haueuano fatta la guerra per fcacciar di quei ''**'
I i Francefi,&: leuar ilgouerno di mano della Regina Reggente,&haueua-
dontrato fempre molte difficoltà per i potenti aiuti, che il Rè di Francia,
iierojgii fomminiftraua,per mantener' il Regno alla moglie ; finalmente,
]:rarfi affatto fi rifoluerono congiongerficongl'Inglefi , & eccitar ilpo-
x entrala Reggente. Per quefto cffetto,aprirono la porta alla libertà della
D ne, allaquale il popolo era inclinato : colqual mezzo ridufiTero i Francefi
iDriftrctto, & la religione antica reftò poco in prezzo : di quefto veniua
rtiitola caufa al papa,parendo al mondo,che col Concilio incommincia- e per rmcHntéi
luelfcro fermati tutti i tumulti popolari.L'altro accidente era,che il Rè di thnc di Maf-
ipia, da molto tempo teneua qualche intelligenza, &;pratticacoa gli £. y^*'»'''Ì<i«<' «Uà
5>& altri Proteftanti di Germania,^ già perciò fu anco infofiKtto di pao- ^y^'°"^ "'
111 ij
C]3 I3
45(5 CONCILIO DI TRENTO PapaPioH
lo quarto che non fi potè contenere di non opporre all' Imperatore nel rag,n
i- 1 X. mento priuato,che hebbe con Martino GufmanOjAmbafciator fuojche h le
il figlio fautor dell' hercfia.Continuando il medefimo fofpetto nella Cor, a
co dopo la morte di Paolo,il Pontefice gli fece dire per ilConte d'Arconc
non folle villLitoCatolicoj non l'hauerebbe confermato Rè de' Romanin
l'haiierebbc prillato d'ogni dominio. Con tutto ciò, dopo ancora era anm
Roma certo auifojche egli tratteneua un predicatore, fpello, afe oltato da li,
qual haueua introdotto la communionc del Calice in diuerfi luogh ni
però nella città: &c il Re mcdelnno fi lafciaua intendere,. di non potca
ceuere altrimente: nelche, fé ben non era palfato all' eflecutione , i ne
meno quelle parole dauano al Papa gran fofpetto , maffime, che iqi
fi tutti i luoghi di Germania ufauanola communione del Calice tutt u(
li, che voleuano , & non vi era chi impediiTe i Preti, nel miniftrarlo F
foluto donque il Pontefice per tuttf i fudetti rifpet.ti di far quel gra
e die lara a > ^. qj^^^j^q chiamò o;li Ambafciatori dell'Imperatore, di Spagr. i,
tì''ii^mba- togdllo,Polonia,VenetIa,cx: Fiorenza : quali ridotti tutti manzi a Sua S tu
fuadorU eccetto quel di Polonia,per eifer' infenr.o,fi dolfe prima il Pontefice di r ili
uer potuto chiamar il Francefe , per timore , che in fua prefenza non nal Ife
contentionidiprecedenza,laqualera caufa d'impedire il beneficio publi ,t
Gonfcgliar le cofe communi della Chriftianità : ma che effendo quei due èf
rcntiibifognauabene che fi rifoluelfero d'accommodarla , &c quietarfipt Jt
dcllaRepubHcaChriftiana,&: de' Regni loro fpecialmente. Pafsòpoia re
caufa,perche gli haueua congregati>efiere la congregatione del Concilio e
égli certo volcua metter' ad effetto , kuando tutte le diiEcoltà, che p
inetterc a campo i Prencipi per loro intereflì : che lo voleua in Trento iji
luogo clfendo piaciuto due volte,non potrà effere al prefcnte negato da i un
non elTendo nuouo luogo, ne finito il Concilio celebrato in quella C 1
Paolo,&: Giulio , ma fofpcfo : per ilche,leuando via la fofperifione,il Co
aperto,comeeraprima,maflime che,, clfendo fatte in quel luogo molte m
determinationirlaria male metterle in difputa,con l'apparenza di fare un loi
Conciho.Aggionfe,chebifognaua far pretto, poiché ogni dì fiandaua'
rando,come fi vedeua in Francia, doue trattano di far' un Concilio N.r.
ilche egli non vuole,ne può compoitare:pcrche l'ifteiFo vorrebbe far Ger lui
& ogni Prouincia: che di ciò darebbe ordine a' Noncij fuoi all' Impera k>
Francia, & al Rè Catolico , che ne trattaficro con quelle Maeftà. Ma 1 uà
giudicato far rifi:ciraintimatione a tutti eflì , accio {pedilfero ciafcuno loi
Prencipi:perche,febenpoteua dafevenir a quefta rifolutione,& efl'eci on
nondimeno gli pareua conueniente farlo con fapura de' Prejicipi : cci
potelPero raccordare qualche cofa di commun beneficio , & per i
della Chiefa , 8c mandar al Concilio Ambafciatori , de fauorirlo et
cij appreiTo i Proteftanti. Soggionfe , credere , che ci anderebbono \'^
1 .. fona de' Prencipi d'Alemagna:che il Marchefe di Brandeburg ci anderà ce 3.
mnckno ^^'"" L'Ambafciator Vargas fece una longhi^jma rifpofta , introducendo ^^
aPioIIII. libro CiyiNTO. 437 ^
;ic delle cofe fatte ne Concili) pallati : difcoL-fe del modo di celebrare i eia i3
icilijjpoi difccfe al luogo, & parlò delle cofe fatte inTrentcdoue egli lì tro- l i x.
diftinfc i Concili) Generali da' Nationali , dannando alfai i'nitmiato in
iGia.Qocllo di Portogallo lodò l'inftituto del Pontefice,^ otìcn l'iibedicn-
;l Tuo Rè.Il Veneto dilFejChe per l'herelie ne' rerapi pallati non s'era trouato
lior rimediojche de' Concilij-.che ringratiaua Dio, dell' haucr infpirato Sua
:itàacofipiaopcra,che era per conferuatione della vera religione,^ per be-
lio de' Prencipi,quali non potcuano goder pacitìcamenre li Stati in nnita-
edireligione.L'Ambafciator di Fiorenzaparlò in conformità, odercndo lo «<i egli m fcr't^^
•,& le forze di quel Duca-Scrilfc il Pontefice a' Nonci) in Germania^Fraiic ia, "*■
?agna,in conformità di quanto haueua parlato con gli Ambafciatori. Non.
maiparlaua di Concilio,renza gettar qualche Teme di herba contraria, che
iTcouero impedir il nafcimento j o dopo natOjfuffocarlo ielfendo molto
:erto,che quando le congionture haueircro portato,che la vita di quello gli
tornata in feruitio , in potcftà Tua larebbc ftato eftirpar il fopralcminato.Si
3 intendere a parte co' ftefll Ambafciatori, con chi più chiaramente, Ck: coi>
[iotteggiando,che,velendo fare il Concilio con frutto , era necelfario pen-
3Ìualfine,cheal principio :& all' eirecutione,che alla conuocationc, ne
:cutione.Chelaconuocationeafpettauaaluilolo ; laprolccu[ionealui,(S«:, . -
;lati5lcllecutionca Prencipii&pero,inanzi ogni altra cola, era giuito,che /e j,gjp„-^,
obligalTero a quefto,& fi facelle una lega con un Capitajiio Generale , che cipijì prepara
:oiitra'grinobedienti,pereireguirlcdclibcrationi del Concilio, confide- wo aUafor7;0l
) che fenza di quello farebbe di nilTun frutto > & con indegnità della Sede
lolica,& di tutti quei Prencipi,clie vi haueifero mandato Ambafciatori,^:
Ito fauorc,&; aflìftenza.
:bbeil Pontefice rifpoftada' Nonci) fuoi non conforme. Il Rè di Spagna Spagna ap^
la li Concilio, approuando anco il luogo di Trento , & promettendo di /"'»«'« Ucon'^
\ larui i fuoi Prelati,6^ fare ogni altra opera per fauorirlo:aggiongendo però, "^*° * ^remof.
Ìionconueniuafarcofaalcuna,fenzala volontàdcU' Imperatore, & del Rè
i mciada rifpofta delqual Rè era,che lodaua la cclcbratione del Concilio,ma
jipprouaua il luogo di Trento, allegando per ragioni, che i fuoi rio" ha- ^^^^^^^
a Dono potuto andarui:& proponeua per luoghi opportuni Coftàza, Treue- ^noig (dtrtmé-
.|»ira,Vormatia,o Aganoa. Accennaua ancora,che non fi do ueifero e onti-
ii le cofe già comminciate in Trento, maabandonandoleafatto,far' un
^:ilio tutto nuouodaqualcoladaua molta molcftia al Pontefice, alqual pa-
cche quella non folPe nfpolla di proprio moto del Rèsma^chevcnille dagli
ijiotti.
\ a l'Imperatore mandò una longa fcrittura , nellaquale diceua , Non poterfi l'fmpermm
letterdellavolontàde' Principi di Germania, le prima non intendcuaTo- ^^hiedecirì&
Ime loro:cofa,che non Ci poteua far fenza una Dietajlaqual volendo congrc- ^""^'^"""j'
:|:ra necelfario tralafciare di nominar Concilio: perche i Prencipi non vi ia-
•i)no audaci , ma congregaxidoia fotto altro pretefto , s'hauerebbe potuto
:|repoidei Concilio conoccafione.Aggionfejche quanto a' flati fuoi patria
i Ili iiji
438 CONCILIO DI TRENTO PapaPioI]
ci3 13 monialìjiioii fpetaua poceigli indùi're al Concilio, fé non fé gli concedei 1
LI X. communione del Calicej&: il matrimonio de' Preti, & fé non firaceuauna'uo
na riforma5& fopra tiicto che non fi cratcalTe di continuar le cofe incommii ia
te in Trenco:perclie a ciò mai i Luthcrani confentirebbonotanzi il folo nord
Trento gli hauercbbe facto repugnare:& propofeegli Coftanza,o Ratisbia
gittate del Vedeua chiaramente il Pontenccche la propofta diDieta portarla un' ann ^
l^apa, forfè due,di tempo5& di quello fentiua piacere,riccuendo però moleftia, pc h(
i fuccelB di Francia ricercauano acccleratione.Diceuaa ciafcuno,per moft):};
fuaproncezza,non importare a lai più un luogo,che un' altro,&: che piglici b(
Spira,Colonia,&:quaraltracitcàvoleirerimperatote,purcheiVefcouipore
raaadarui,& tornar ficuri:non elFendo conueniente aflìcurar quelli, che '^^
hanno votoinConcilioJafciando ienzaficurezzaquelli,de'quali conila
reuocarequeilo,cheera facto in Trento, non occorreua parlarne , anzi v .u.
metter il fangue,«Sc i fpiriti per mantenerlo,eircndo cofa di fede:che bene qii ita
aquello,che e diconllicationehumana,ficomc la communione del Cali ,'•
Matrimonio de'Preti,eircndo quelli inftituiti^per buon fine, & approu:
Concili), (Icome egli nonvoleuarimouerglidafefteirojfeben poteua farle oii
voleua il tutto rimetter al Concilio,fe ben vedeua,che con tutta la conce! me
delle cofe che dimandano,non fi rimouerebbono dall' openione loro fi la in-
tana della debolezza dell' Imperatore,chc temeire il proprio figliuolo,non in-
cojcheglialtri-.&poiricercalfeche i Prelati fi mandallero in Germania, q .
dichiaraua non haucr poteftà d'aflìcurarglitche egli farebbe andato anco a
ftantinopoli,purche vi folte ficurezza,laquale non fi poteua afpettar dall' ,
ratorerclie gli Alemanni erano quafi tutti heretici,&; il Rè di Bohcmiap
tcntcche il Padre:che a lui non importaua più un luogo , che un' altro, p Jm
folle in Italia,che fola e ficuraperi Carolici.
.n^ P.ifpofe però al Rè di Francia,& air Imperacorcin termini generali, eoe»
liqua e vtjf (-^i-fi^^'ogniluogOjpurchcfoireficuroipondcrando quanto la ficurczza de' m
cilij folle (lata in ogni tenipo riputata neceiraria, & folle all' hora più ci'
bifogno di quella,lcnza defcendere a far oppofitione a luoghi nominati ci;
Ma al Rè Catolico rilpo(e,lodando la iha buona mente, &. confermandu
fuo buon propofito:& quanto al (uflldio richiefto,interponendo varie d;
tà,cofi,perfoflentar quanto più poteua le commodicà del Clero, come p
ofFendcrlo,& hauerlo contrario,quando Ci folFe venuto a far' il Concilio.
, r • „„ -A- Andauano fempre le cole de' Carolici facendofi più diflìcili:perche in
UreLigionn il' _ i o-r-- r
formata fa cia la parte Vgonotta Icmpre acquiitaua ; & m Scoria ancora tu concei ^
frogrefh publico Decreto a tutti la libertà di credere : Se in Fiandra gli humori mo
preparati per metterfi in moto alla prima occafione, laquale il Rè con 31"
flemma andana ritardando,iS<: concedendo più tofto códanno,& indegnit Jro-
pria,a quei popoli quello che voleuano.Erano (lati fempre oftinatiin nò oh
predar' alcuna cótributione al Rè,fenoleuaua i foldati Spaglinoli dal Pac- l'i
fine , collretto , gli leuò :ne per quello vollero contribuire, ma folo j^^te
gente delpaefe per guardia de' luoghi,independcntc da miniftri Rcgij. U ^^',
JaPioIIII. libro QJ^I NT O. -439
ilorafopporcauarefifcndo certo, che ad ogni minimo rilTentimentohaiicreb- eia io
bpi-e(bil prctefto della religionc;& egli diircgnauadi fopportai-calpecrair Lix.
Le queir ardore prima fi eftmguc(re5& maflimcche fi (coprì in quelli rcm-
icanco in Spagna non erano ben etlintc le icmenze delle opcnioni niioue,
ueftauano coperte per timore; & che in Sauoia fimilmente erano ihlcicati
iakri hereticijoltrei vecchi Valdefi.
la, lopra tutte lecofe, daaagrandiilìmamoleftia alla CorteRomana, che
•do il Pontefice fatto parlare al Rè di Bohcmia,per Marco d'Akciv.s tuo Ni- ;( rè di Bohe-
: , che fu poi Cardinale ^perfiiadcndolo per nome di Sua Santità, adeilcr *nUfèntdi~^
n Catohco, con molte promifiionid'honori , & commodi , accennandogli ^^^"^'[^ ?"''•/'
ccellìione dell' lmperio,lac]tiale le gli ditHcoltercbbcquando altrinicnre ia- *'^"''*' ^ ^*
•jhebbe rifpofta dal Rèsche ringratiaua Sua Santità > ma che egli hàutua più
la ialute dell' aifimafuajche tutte le cote del mondo: laqual riipollain Ro-
ficeuano eilcr formula di parlar da Luchcrano>»3c veniua intcia per una aiie-
one dall' ubedienza di quella Sede,tSc difcorrcuano fopra quello, che fareb-
•gaito,morto l'Imperatore. Mentre qucfli accidenti trauagliano Tanimo
'ontcficc, gli ioprauennenuoua, che gli Vgonotcijluoiluddifi, nelle terre
lignoncjs'erano congregati,^ niello in diiputa, le poteaano pigliar le armi ifitddìn d'^
ira il Pontcfice,eireiidoloro patrone in temporale :&ri(oluto che potcfie- nignnne Jì ri^
li irlo, per non elìereglilegitimoSignoreifi, perche quel Contado non era ^^''^^'^'^''^
igiuridicamenteleuato a Rimondo , Conte diToloia;come anco,perche
.cdefiaftici, per precetto diChrifto,nonpofiono hauer dominio tempora-
& rifoluta la ribellione , per mezzo d' Alcilandro Guilotino , Giurile oniul-
polero lotto la protettione ài Carlo di Momibrun , che haueuapreto le ar-
erlareligione,&eradigran leguitoin Delfinato:ilquale entrò nclConta-
3 3n tremila t-and,6c s'impatronì di tutto'l paefccon grand' allegrezza degli
tanti. A qucfti s'oppole Giacomo Maria , Vckouo di Viuiers, Vicekgato
lignone, *S: diaìcilmcnteconleruò lacittà:onde il Papa reftaua molto af-
),iion tai ito per la perdita delle terre,quanto per la caula,che5prela in efTem-
:occaua la radice del Pontificato. Pcrprouifione, voleua che il Cardinale
clcellèndo Legato, andalle in perfona alla difela di quella città : ma il male »ta u tnofr^
)derc), perche il Cardinal di Tornon, che apontoall'hora, andando alla /«c^Wvt^yg.
' te non era molto lontano di là , delquale Mombrun haueua una nipote ini^"-
iinmonio,Lon promettergli la rcftitutione àc beni confifcati per la nbellio-
1C la graria del Rè , fé ufcific di Francia , con lperanzn,che lo farebbe anco in
le richiamare con libertà di confcienzajlo iccc dcfiiTcre, & pailar' a Geneua:
1;.' le terre del Pontefice,priuate di quella protettione, rcilarono foggettcma
te di toipettiòni,&: pronte ad ogni altra nouità.
n Francia, crefcendo ©gnigioriio maggiormente il numero de' Protcrtanti>
uelche piuimportaua,le diliènfioni,t<c lofpetti tra i grandi,nel m.d.lx. a'
ì|:un' ingoilo il Rè co.iuocò unanumerolaalFemblea a Fonranableo: laqual #^"-^''«'*«»
Cuocata>eirortaci gl'intcruenienti in poche parole a dir quelio>che giudicai- fJ^'^^T/f^^
1 1 Q&i diferuitio , dal Cancelliero furono efpofti i bifogni del Regno5com- /; Je„e ^ ^'~
440 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio Ir
e 1 3 I ^ pamto da lui ad un infermojdelquale il male Ila incogniroj& dopo qualche cfc
LX. dctrcGalparo Coiigni^accoftatori al Rèjgliporfe alcune rupplichcdiceio
circrglillacc dare da moltitudine d'huomini>quaHdo era inNonTiandia,a'qili
no a potcua negar qiiefta guatia di prefentarle alla Macftà fua. Quelle lete la
fomma ei-a,Ciie i fedeli ChriftianijdifpcLfi per tuttol Regno, pregauano la
Maeftàjdi guardargli con occhio benigno; eili non defiderar' altrosTenon i ».
deratione delle crudeli pene,fin che lacaufaloro ila conol'ciuta. Dimandali,
cioità di profetar la iua religioneinpublicojper non dar' alcuna loipitionc n
mlUqnctle le congrcgaiionipriuaccAir horaGiouanniMonlucVefcouo di Valenza,!.
Monluccon- y^ndo narratole nifermitàdelRegno5&; lodato relTempio d'hauer caftiga i
'^c7 citi N - ^editiofi>('oggionre,Cherimaneuaiacauradel malejanzifi faceua Tempre f 5-
tionde, giorejmcntrcche la religione fi poteua prender per pretefto : che aquefto b »-
gnauaprouedere,ilcheper il paiiato non era ftato bene incaminato,perc! i
Papi non haucuano hauuto altro fincsche tenere i Prencipi in guerra;& i Pre '1
pipenfatodi raitrenar il maleconlepenejnonhaueriortitoilhne de(iderat<i(J
imagiRratijin proceder con equità;ne i Vefcouijconfar il luo debito, ha .0
corriipolto.Il rimedio principale eller il ricorrere a Dio,congregar di tuttol ^
gno huomini pii,per trouar via d'eftirpar i viti) degli Eccleiiallici , prohib le
canzoni infami,&: impudiche, & in luogo di quelle inltituiri Salmi,&; H ^
facri in volgare:& fé quell' interpretatione,che va attorno, non par fincera,! ar
gli errori,& lafciar correr per mano di tutti le parti buone. Vn' altro rim io
eifcre il Concilio Generale, Tempre uTato per comporre fimili differenze m
Taper vedere, come la conTcienza del Pontefice polla quietarfi,pur per un >
mento, vedendo ogni giorno perir tante anime : & Te non ii puootten' il
CócilioGencrale,conreircmpio di Carlo Magno,& LodouicoPio,congrc T
ed a. iejfar i [{ Nationale. ElTcr grane error di quelli , che turbano la quiete publica ce le
ftifflfciji armijTottopretefto di religionccoiaiemprcabhorrita dall' antichità: ma, m
elFcr minor error di quelli , che condannano a morte gli adherenti alla ni u
dottrina,per fola openione di pietàiperche andando coniì:antemente alla m te
& Tniezzando la iattura de' beni loro , irritano l'animo della moltitudini &
fanno venir volontà di Tapere,che fede èquella,perquale Tono volontariar li-
te tolerati tanti mali.
fegHÌpo àal In conformità parlò anco,dopo lui,Carlo MarillaccVeTcowo di Vienn; o-
yefcoHo Mar fiondo il rimedio del Concilio Generalcima loggiongendojche ii può più ( 1-
r'vilAiot derarc,che {perare,hauendoll veduto le dithcolca l'olite naTcere '\i\ tal negoti k
quante fatiche Carlo quinto per ciò ha prclccN.' comefiaftatodeluToda'Po e-
fici;olcre che il male di Francia e tanto acuto,chenovi e tempo di chiamar e-;
dico da ]ontano.Però,douerfi ricorrere al Concilio Nationale,Tolito uTarTi, re
volte nelRegno , elTendo chiaro che da Clodoueo fino a Carlo Magno,& oi
anco fino a Carlo Tettimojierapre Tono ftati celebrati Concili} inFrancia,! ra
We^uAh pnmt jj j-Qt;^ o'I Pve^no,hora di partecperòielFendo urgente il male,non douerfi afpi a*'
anch-f't Un- j.g^j-^^t(.i-ie5:' alcun conto degli impedimenti , che il Pontefice fraponclTe:' vi^
forma il e j,^j^j.Qf^j.'^j^^^^^.£ jp^-gl^^j a^a^-j.^]^£j-i2a,& non comportar, che gli Italiani
^" ha 10
paPioIIIL libro QVINTO. 441
ino la terzaparte de' bcneficij^godinoi frutti in alfenza: e/lirpar' ogni Simo- 'cÌ3~i3~
,& mercanzia rpintuale,&: ordinar, come nel Concilio Ancirancche al lx.
)po del minifterio de' Sacramenti non li faccia elemolìna.Che i Cardinali, dc
kti,depLitaci da Paolo terzo diedero il medefìmo conieglio.Clic Paolo qiiar-
p giudicò necelTario/e ben poi ii voltò alle pompe, 3^- alia gucna:2^ nonfa-
do/ì,cirer pericolo di veder vera la profctia di Bernardo, Che Chrifto difcen-
al Cielo a Icacciar dal tempio i Sacerdoti, comegiài mercanti. Pafsòpoi
:e de' rcmedij agli altri mali del Regno.CoIigni,quando toccò alai a parlare,
-, Che, hauendo egli ricercato quelli chcgliporicro le ilippliche, difòcto-
lerfijgli fu rifpofto,che cinquantamila huomini Ci fottolcnuerebbono , bi-
iiaiido.^^- ~ "
irancefco di Ghira,alla fua volta,quanto al punto della rcligione,diire,Che Ci ^^^fj^"^"
•tteuaalgiudicio de' dotti:protcftauaperò,che apprclfo lai niCm Concilio lìlNaùmah,
)bemai di tanta autorità,che lo facelle declinare un ponto dall' antica teli- tapprommla
e.Il Cardinale di Lorena,dopo hauer parlato d'altri particolari , difcendcn- "»" '«'^"owe
quello della religione,diire,Le fuppliche prefentate eiTer rupcrbi(l]me,& fé '^^>/i'%»
oratori foife concellb public© elicrcitio,alti-o non farebbe che approuar la
ottrina: elTercofa chiara, che la maggior parte la piglia per prerefto,peril-
^(ferdiparerccheconrra quefti fi proceda con maggior feuerità,mitigando
\ le contra quelli,che Ci congregano fenza arme,per fola caufa di religioneitSc
dendo ad inlegnargli,& ammonirgli 3 & a quello effetto mandar' i Prelati ; ^^^;; .^^.j r j
:fidenza,fperando che fenza Concilio ne Generale,ne Nationalccon que- «tj^^^;
ledij Ci prouederà al tutto. Non elfendo i pareri ben concordi a ventifette
:fe fu fatto il Decreto, che a dieCi di Dicembre fi doueifero tenet i ftati in
s:& quanto al Concilio Generale,hauendo il Pontefice dato fperanza che
lì congregherà, fé ciò non farà effettuato,i Vefcoui debbano congregar/i a
i di Génaro,per trattar' di celebrar un Nationale: tra tanto fi fofpendeilcro
liei] per caufa di religione,fuorche contra quelli,che moueffero turbe con
1.
'apa,hauuto auifo della rifolutione del conuento ài Fontanableo,fcri(re al Jf ^fP'^'^^^'^'
^ ale diTornon,chc facelfe ogni opera per impedir la ridottione de' Vefco- %atim"lf^'*
lie quando nonpotelfe effettuare , fé ne tornalle a Roma. Et a' ventitre di propmm \gli
sbiechiamo a fegli Amba(ciatori,a'quali narrò priir.a 11 bifogno , che ^mbafdado^
rdipreftaeelcbratione del Concilio Generale, attefa ladclibcratione de' ''''^^*«*'**^^»
tj :fi di far il Nationalenlqualfte ben haueua dato ordine al Cardinale Tor-
\\hc procuralfe d'impedire,però non fperaua,che l'impedimento fuccedef-
'leglifìvcdeuabenein neceffità di celebrar l'Vniucrfale , accio non folfe
( he i Nationali fi faceuano,per non hauer voluto egli far il Gcnerale.Pcrò
f za aprir quello Concilio di Trento, & leuar la foipenfionc : che il luocro
cpoitunifTimo tra la Germania , & l'Italia, fé bene altri gli proponoono
-)cTreueri,& altri luoghi,quali riceuercbbe,fe folfcro fic uri , pronto anco
Ki: a Conftantinopoli,quandopoteife con ficurezza.Che fede fi può hauer'
^lijche non haiino fedc?Che niifun Catholico farebbe ficuro in quei luo-
Kkk
^ 441 CONCILIO DI TRENTO Pa?aPio11
e 1 3 IO ghi,manco l'Imperatore fteifcChe fé non voriranno Trento ,non mancheran
L X. luoghi nello flato di Milano , nel Regno di Napoli , nello Stato di Venetia ,
Duca di SauoiajO di Fiorenza.Ma, quanto alreuocar le cofe determinate,
non era da parlarne:egli non voleua ne reuocarle » ne confermarle , ma rime
tutto al Concilio j ilquale con l'aflìftenza dello Spirito Santo , determir
qucUojchea Dio piacerà. Ponderò molto la cofa del Concilio National
Francia,aggiongendo>che farà un cattiuo eflempio ,& che Germania vort.i
guitarlo,& anco in italia fuccederà qualche motOjfc non fi farà prouifione.»'
vorranno fottomcttere al Concilio &c il PonteficatOj& tutte le cofe fue.Ma:
^^ t^hProfidc^religionevolummmort. InuitògliAmbafciatoriadirillorpari
*'^^Ì''J\^ • Oì\ÌQ(\nd\oddYlm^Qi3iloicài& > Che era meglio interponer tempo > i
ri(ì>ofie''*" ' ^^^ ^^ ^^^^° ^^^^^ ^°^^ '^^ Germania non concedeua , che l'Imperatore pc (
confentirui. A che il Pontefice moftratofì aiteracoj foggionfe l'Ambafcia j
che era utile guadagnar prima gli animi de' Prencipi di Germania. Or :
Papa più alteratamente , dilfe , Che non vi era tempo : & dicendo l'A )l
fciatore , Che con quefto moto dubitaua non fi incitafTero gli heretici ce 3
ritalia,il Papa alzò la voccjdicendo , CheDio non abandoneriala cauli
&c egli fi farebbe aiutato co' Prencipi Catolicirche hauercbbe hauuto ger ,i
danari per difefa.Qiiello di Spagna lodò la mente di Sua Santità, de difTejC :l
fuo Rè non hauerebbe mancato di fauorirla, fìeome per quefto effetto h; %
già mandato Antonio di Toledo in Francia. Offerirono parimente gli A )a
ciatoridi Portogallojdi Venetia j & gli altri sii fauore & l'aflìftenza de uc
Prencipi.Et infine il Papa ordinò loro,che fcriueirero l'intentione fua,& il
centiò.
Hebbe poirifpofta dal Cardinale Tornonjchej fatto ogni tentatiuojnc faa
ueua potuto rimuouere il Rèjne alcuno del fuo Confeglio ; ne meno fp m;
che l'auuenire potetre portar congiontura megliore:vedeua chiaro lo flar
cofe impeggiorare, il Rè di Spagna ancora, mandata al Papa la rifpofì:;
fatta al Toledcfcriile apprelfo , Che il Rè di Francia fi fcuiauadi non p
non coi Concilio Nationale,rimediare a difordini del fuo Regnojalchc
gato : & che non douelTe marauegliarfi > fé per ouuiare agli inconuenieii
uengonoi Rè far ioli quellojche donerebbe effer fatto in compagnia co
laqual lettera trauaglio molto il pontefice,intendendo che volefTe inferir
4nditlPapa^ il medefimo elio ancora in Fiandra. Si fcoprì dopo, che il pontefice haii
^rifoluea co- animo,fe non poteua fuggir' a fatto il Concilìo,differirloah-neno, fino e
w^entono i "^^^^ accommodato le cofe di Caia fua: perche , facendo Concilio ,
€arSmlh cellario dar buon elfempio di fé in quel mentre : &c far fpefe eccelTiue in
neri Prelati poucri,& nfliciali,&: altre co{eneceirarieperlaSinodo,che.-^ ;
riano tutte leentrate.il negotio anco da per fé folo douer occuparlo i ien
mente:onde non hauerebbe potuto attendere alla cafatperòjcon moltòìr 'ain
mo fi rifoluè di non differir più la conuocatione.Onde a venti d'Ottobbi te»
jie unacongregatione de' Cardinali,doue diede conto della rifpofb data IR'
d
PA Pio mi. L I B R O QJ^ I N T O. 445 ^
^rancia a D.Antonio di Toledo,di quello che il Re a lui fcriueua , Se del ne- ' ci3 i3
io del Cardinale di Tornon: aggiongendo un' altro nuouo auifo di Francia, l x.-
,quantonque il Concilio Generale li apri,non fono per andarui j fé i Prore-
rinon confentiranno elfi ancora di riceucrloilequaii cole milerograndifli-
:onfufione,temendo tutti,clie fé ben s'apriua il Concilio Generale, la Fran-
londimcno folTe per far' il Nationale , da-l che in confeguenza ne nafceffe
tiatione dall' obedienza della Sede Apoftolica , & eircmpio ai rimanente
enationiChriftianed'alienarfìfìmilmente,o con volontà j o lenza volontà
orPrencipi.
)a alcuni anco era molto (limato, che era ftato proteftato al Cardinal di
Ito, che non douelTe allargarli in offerir quella Città, ma raccordariì,che
peratore ne e patroncfenza la volontà delquale non può , ne deue dii'poner
icittà in tal' atFare:ilqual Imperatore s'era dichiarato di voler' onninamen-
L"laDietaprima.Dauaancoragranpcnfìeroquello,chc fcriueua D.Antonio
aledojche tutti i Grandi,&; i Vefcoui fteflìjfomentauano le opinioni nuouc>
(Tettare &c aumentare le cofe loro.Con tutto quello nondimenojl'opinione
cardinali tutti , eccetto che di quello di Ferrara,fu,che il Concilio s'apriife,
ido la fofpeniìone:&: il Pontefice diiFe di volerlo fare per San Martino : de
ìderando bene i pericoli imminenti , & le fperanze di fuperarli, lifolfc in fc
;fimo,&:confolò anco con quello i Cardinali,& altri dependenti fuoi,che
ile farebbe (lato ben grande alla Franciajma poco alla Sede Apoftolica , la-
finalmente hauerebbe perfo poco , non cauandolì dall' efpeditione di quel
10 più di dugencinquantamila feudi all'anno , elTendo dall' altro canto
jdiffima l'autorità delRè nel diftribuir'ibeneficijjConceiTaglida'Ponteficij
cale egli perderebbe, poiché, Icuata l'autorità pontificia , entrerebbe la
;nmatica,&; i Vefcoui fariano eletti da' Canonici, & gli Abbati da' Mona-
: ,& il Rè fpogliato d'una tanta diftributione. perilche a lui non rincrefceua»
1 u la perdita di quelle anime.Ma fé Dio voleua caftirgargli de' lor dclitti,(5c
;, . loro infedeltà,egli non poteua fargli altro.
iionfero in Roma al principio di Nouembre altre lettere dalla Corte Cefa- Ferdlnattdo, e
sloue Flmperatore,feben con parole generali, diceua , Che intorno al Con- Francia fan-
1, , quanto alla perfona fua,voleua far quello,ehe al papa piaceua: nondimeno "" d'ffi<:oltÀ
|giongeua,che il tener il Concilio fuori di Germania, onero il continuare il •'^^^^°^*'^'
Icilio diTrcnto,leuando le fofpenfioni,non farebbe frutto , anzi eccitereb- ^^"^"^
'Proteftanti maggior' odio, con pericolo anco, chcprocuralFerod'impe-
;^)con le armi, di che gli erano peruenute alle orecchie diuerfe trattationi:il-
31 e facendo un nuouo Concilio , vi era fperanzad'indur molti di loro adan-
ì i. llche era caufa di varie opinioni ne' Cardinali, vedendoli chiaramente»
boncontinuandofi il Concilio di Trento, tutte le cofe già determinateli
ìjebbono chiamar vane,& di nilFun valore, non elFendo ftatc approuaceda
if m Pontefice.Propofe il Papa la materia in Congregationcdouc fi confultò,
' ne parlò lonzamente , fenza che foffero dati i vocij de con*una altra Con-
Kkk i]
444 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio II
CJ3 13 crrecratìone dimandati li voti,CarpÌ5 con longo difcorfcmoftLÒ, che bifora
LX. uà al tutto continuar' ilConcilio ,lcuando Colala forpenfione , ilchefucon i
mato da Ceris>& Pii'ano.. MaTrcnto, che fcguiua, dille. Che in materiado :
tratta defum?narerHr?'h^kn:idiiànic diftìcokà^era meglio penfaruiunpoco
Et quella opcnione fu ieguita da tutti gli altri Cardinali. Et opportunaracn l
fera feguence gionfe un e orrier di Francia in diligenza,con protefti , che no §
^ ccndollil Concilio Generale^ilRènonpotcuaimpedirpiuil Nationaletj.c
che non bifognaua peniar a Trento,o ad altro luogo d'Italia , perche effe di
già tanti anni ricercato il Concilio per i bifogni di Germania» & bora aggi ^
il pericolo di Francia, conueniua farlo in luogo commodo ad ambe lenac n
akrimente farebbe vanosfeThcderchi, & Francefì non viandalTero.. Propc ;ri
CoflanzajO Bcfanzone:aggiongendo,chc fé fi eleggelFe alcun luogo in Fra u
ti Papa rifai- promette lì Re che farà iìcuriffimo.In fine non parue al Pontefice di differii )ii
d'e^o^'^"'*^'* oltre,ma a quindici di Nouembre , in Conciftoro deliberò di far la Dom- ic
' fecTLiente una procefTione in cenerei cilicio, dando un Giubileo, &cant di
unaMelfa dello Spirito Santo, per deliberatione fatta di celebrar ilConci à
Trento:concludendo,che,fe dopo CGngregato,parerà più commodo trasf di
altroue,lo trasferirà,(S<: vi anderà anco in perfona , purché fìa luogo ficurc ^
giongendo, che trouerà anco arme per impedire, fé alcun volefle infring al
cofe dcterminate.Et fidiede apenfareal tenore della Bolla. Perilche ogr lìJ
faceua Congregatione,per rifoluere,fe fi doueua apertamente dichiarare ì: )a
tinuationc , rimouendo la fofpenfione, come egli defideiaua, accio nonf let
teilero in difputa,o in effamine le cofe determinate. S'affaticauano molto i >ni
periali,^ i Francefì>appreilb il Papa,&: i dcputati,che folfe chiamato un i: m
Conciliosdicendo che coi! vi farcbbono andati Tedefchi, & Francefi , 6:
s hauerebbe potuto rifoluere,che le cofe determinate non foffero retratra
rrimenteeravanoil parlar di Concilio,per ridurre iProteftanti, dando le
caiìoneful primo palFo dirifiutarlo,condire,di non poter fottoporfia eh
condannati lenza udirgli:In contrario i Spagnuoli, & infieme con loro il la
di Fiorcnza,che lì ritrouaua in Roma , faceuano opera, che folo fi leuaile fo
fpenfione,5<: lì chiamalfe continuatione del già incomminciato. Fu clcr
Papa,&da' Deputati un confegliomedicfperando che doueiFefodisfar n i
be le parti. Publicò il Pontefice un Giubileo, 8c lo mandò in tutti i luogh ^i
ventiquattro egli a piedi, con folenneproceflìone, andò col Collegio de 'zi-
dinali, & con tutta la Corte,daS.Pictro allaMinerua, laquale incaminar
proceife lenza confufionc : perche gli Ambafciatori, alTueti a caminar in
Croce , vedendo che, dopo quella , leguiuano i Vefcoui,& dopo ellì , il D
Fiorenzajin mezo di doi Cardinali minori,volfero quel luogo ellì ancora.
nacque difordine:per comporre ilquale,dopo qualche contrailo ,jl Papa
, loro luogo tra lc,& i Cardinali che lo precedeuano. .
Il ventinone fu publicata in Conciftoro la conuocationedel Concil
Bolla dellaquale era intitolata. Dell' intimatione del Concilio Tridenti
vocabolo latino in>fndi^ÌQms. Et in qucfta forma fu ftampaca in molti li
Paolo mi. LIBRO QJI NT O. 445
dopo,qiiando fi ftampò il corpo del Concilio tutto intiei'cfl mutò lavo- cU ci
il dezto,Ce!el;rano}7Ìs.lì tcnot della Bolla era , Che il Ponteficc,dal prin- l x.
Iella Tua alFontione , applicò l'animo all' cfìiirpationc dell' hcL-cfic, all'è- e ne public* U
mi delle diuilìonij&eméda de' coftumi,per rimedio de'quali mal idclibe- J^oUa, accon-
brar'uii ConcilioGencrale:che Paolo,&Giulio rerzi,per inanzi l'haucua- "'^^^^ <^omenz
igregato , ma non potuto iìnire:& juarrata la ferie delle cofc (uccelle fot-
•i Pontefici > ne afcnue lariuicitaa vanj impedimenti , promofli dall' ini-
icl genere humano 5 almeno per differire un tanto gran commodo della
ijche non porcua a fatto impedire. Soggiongendo , che tra tanto erano
)licate &c lehcrefic&lediuilìoni. Ma, eifendo piaciuto a Dio di donar
rdia a' Rè,& Prencipi Chriftiani, per occafione di quella egli era entrato
ifperanza d'impor fine à tanti mali della Chiefa , con la via del Concilio,
non ha voluto più differire, per leuar ilfcifma, (S:le herefie, riformar'!
ìiy&c feruar la pace trai Chriftiani. Là ondccon confeglio de'Cardma-
ifo di Ferdinando Imperatore eletto, & altri Re, ^Prencipi, iquali ha
D apparecchiati ad aiutarne la celebrationc ; per l'autorità di Dio , 3c de'
^poftoli Pietro,& Paolo, intima un General Concilio nella città di Tré-
Idi di Pafca,leuata qualonque fofpenfione:efrortando,& commandando
pene canoniche a tutti i Patriarchi, ArciucfcouÌ5Vefcoui,Abbati„Sc al-
hannovoto deliberatiuo per legge, priuilcgio,o antica confuctudinc,.
on elFendo impediti legitimamente, fi ritrouino inanzi quel giorno 3 am-
do a ritrouaruifianco quelli , che vi hanno, o fono per hauer interellè..
do l'Imperatore,Rè,& altri Prencipi, che, non potendo interuenirc pcr--
ente,mandino loro procuratori,^; operino che iPrelatide loro dominij,,
i:ufa,& dimora,eiregiiifcano il lor debito, & habbiano libero, &:ficuro
\ iperioro,&:per la compagnia:ficome farà egli in quello, che potrà, non
o altro fine nel celebrar quel Concilio , che l'honor di Dio , la ridottio-
pecorelle dil'perfe,& la tranquillità perpetua della Republica Chriftia-
^ nando,che la Bolla fiapublicata in Roma, de con quella publicatione».
i| termine di due mefi,oblighituttiicomprefi 5, come fé foife loro prcfen-
lite intimata.
,^utòil Pontefice d'hauer fodisfatto a fc fteffo , a quelli che voleuano inti- ilche peronosi^
d edi nuouo Concilio,^ a quelli che ricercauano continuatione del vec- gii riefce;^
H^a,comeauuiene ne'confcglimedij , chefoglionodifpiaccread ambe le
\ Pontefice a nifivmofodisfecccome fi dirà. Immediate dopo la publica-
àiellaBollailPapa, fpedì il Nichetoin Francia con quella, &: con com- ^'^^'^'^^am
.jie,che,fe non folFe piaciuta la forma,dicetre,Che non ì\ guardalFe alla vo- ply"-^ìln^g
iware , perche quella non impediua che non fi poteife di nuouo parlare ^^1^ ippagm^,,
ij cofe già propofte.La mandò anco all' Imperatore &ch\ Spagna. Deftinò e deputa Nh-
' ciò Zaccaria Delfino,Vefcouo di Liefina,Noncio a' Prencipi della Ger- ^y «' PnncipV'
ì'fuperiore : & Giouanni Francefco Comendone , Vefcouo del Zante,a ''''""f^M^^h
lj;eli' inferiore, con lettere a tutti, & con ordine di riceuer prima inftrut-
ii Cefatejcome tractar con loro* de poi elTegui r l'ambafciata. Deftinò aii-
I Kkk ii;.'
44'^ CONCILIO DI TRENTO PapaPioI
ci3 i^ CO l'Abbate Martinengo alla Regina d'Inghilterra, inuitandoleij&iVc(
LX. del Regno al Concilio-.cofiperfuaro da Edoardo Cernojdifopra nominate
ed alla l{ema glipiromifeilNoncio doiier eirerejanco col voler della Regina > riceuutoa
d'Inghilterra, ^^^j.^ j^^ Regno. Et quantonque folTe poft© al Papa in confideratione, k
mandar Noncij in Inghilterra, & altroiiea'Prencipi,che profelTanano ;e
feparatione dalla Sede Romana,non era con riputatione: rifpondeua vole n
humiliarfi all' hereiìa,poiche tutto era condecente a quella Sede quel eh j
ceua per acquiftar le anime a Chrifto. Per laqual ragione ancora mandò (
'" " """*' nobio in Polonia , con dilfegno di farlo palTar' anco in Mofcouia, & imi u
Concilio quel Prencipe , & quella Natione , quantonque mai habbia ri n
fciuto il Pontefice Romano.
Tornò poi a parlar del Concilio in Conciftoro,riccrcando d'elTere in- n
to degli huomini litterati,di buona vitaj& di riputatione , di diuerfe proi ic
atti a dilputarcóc perfuader la verità: affermando hauer' animo di mane n
chiamar molriipromettendo, che , dopo hauer' ufata tutta la diligenza p GÌ
le per fatui venir tutti i Chriftiani,&; unirgli nella religione, quando ben .li
ni,o molti non volelTero venircnon era per reftar di farlo. Gli daua pei gr
penflero, che i Proteflanti di Germania, a'quali era unita gran parte dell a
cia,hauerebbono negato di venire, onero dimandato cofe tanto eirorìau
che nonhaurebbe potuto conceder loro : & dubitaua anco,che haueffer a
to (turbar il Concilio con le armi. Ne confìdaua dipoter hauer aiuto d 'ii
peratore per impedirgli, attefe le fue poche forze. Confelfaiia, che i pei }lj
rano grandi , & i rimedij fcarfi,onde ftaua perplello nell' animo, &c trau; ia
Andando la Bolla del Concilio per Germania, capitò in mano de' Pro ti
congregati alle nozze del DucadiLa"Wcmburg,quali intimarono una 1 :ta
Naumburgh per i venti Gennaro.
yergerlo feri- Contra quella Bolla il Vergerio fcrilTe un libello, doue,dopo grande ì let
uè contra la ua contra le pompe,il lulTo , & l'ambitione della Corte , foggiongeua , he
Solla: Concilio era dal Papa conuocato, non per ftabilir la dottrina di Chriftc raj
feruitù «Se opprefTione delle mifere anime:chein quello non erano chia '"^
non gli obligati al Papa per giuramento:onde erano erclufì,non folo li
dalla ChiefaRomanajmaanco i più intendenti,che in quella erano j leu. ,vj
libertà,nellaqual folavipotenaelfer fperanzadi concordia.
confujìom m Arriuò a Roma in quello tempo nuoua, che il Rè di Francia hauen; ti"'
Francia, gjonato il Prencipe di Condè,&: pofto guardie al Rè di Nauarra : ilchc
molto al Pontefice , come cofa, che riputaua poter difturbar a fatto il C
Nationale. Et tanto più entrò in ferma f^eranza di non riceuer quel e
poiché s'aggionfe auifo di grauiflìma indifpolitione del Rè , con pericc
vita:lequali cofe furono cau{a,che non fi tennero i flati in Meaus. Ma t
t éfàlìie ^^^'^^ ^^ cofe afine,che portò grande alteratione. Imperoche efTendo p
Frarmfce, quella vita Francefco,Rèdi Francia,il cinque del mefediDicembre>&
nel Regno Carolo nono,fuo fratello,d'età d'anni dieci,il gouerno,per i
rità del Rè, fecondo le leggi regie, cadde principalmente nel Rè di Nau
Pio mi. LIBRO QJVINTO. 447
mo del fangue regio , alquale adherì la Regina madre , per foftentarc ,Sc e i o 1 d
mar rauroiitàprcfanel gouerno nella vira dell'altro figlio: 5<: il N:marra i-x.
entÒ di participar con lei per mantener piti facilmente l'autorità pro-
auarra fauoriua quafì apertamente la nuoua religione,3c fi gouernaiia in
rolconleglio di GarparoColigni Ammiraglio, che la profelìaua aperta- -^^X ''W^^
.Onde tanto più i Proccilanti prefero animo di poter' ottener la libertà di formati fi rùt-
.ne,che richiedeuano.Si diedero a congregarli quafi publicamcntc&i len- nano:
mrifguardojcon molto difpiacere,&indegnatione della plcbc> oc per ico-
>uità feditiofe. per queftojla Madre dei Rè,& i principali del Ilio confe-
Minero in rifolutione di teneri Stati in Orliens,& gli diedero principio il Stati tenuti in
Dicembre. ^'''^'"'*
[uelli,tra le altre cofepropofte per il beneficio del Re^no, fu dal Cancel- 2fcZcuL
nfideratOjChe la religione è potentiflìma arma, che impera tutti gli alfet- ^^ efinando-lt
rità, &lega conpiultretto nodo, che tutti gli altri legami della Toc ietà ^«ic«,
la: che i Regni fi contengono più con la religione che co' confini 3 anzi
eligione più fi diuidono,che per i confini mcdefimi: 6c che fi muoue dal-
ionearpxezzamoglic,fiCTliuoii,& ogni parentado. Se in unameiefima ca-
diftcrenza della religione,non s'accorda il patre co' figli 5 ne un fratello
ltro,ne il marito con la moglie, per ouuiarc a quefti difordini , eirerui bi-
kì Concilio,delquale il papa dà fperanza : ma,tra tanto,non douerfi pro-
;,che ciafcuno finga che religione gli piacene introduca nuoui riti a be-
itojcon turbatione della publica tranquillità. Se mancherà il rimedia
ncilio dal canto del papa, il Rè per altra viaprouederà: ma elTer neceflà-
na medicar Ce flelfo , perche la buona vita è una efficace oratione da per-
: douerfi leuar i vocaboli di Lutherani, Vgonotti, &papifti,chenon fo-
[j iofattiofi,che quelli de' Guelfi & Ghibellinii & adoperar le armi contra
1 ;he cuoprono l'auaritia , l'ambitione, &c lo ftudio di cofe nuoue con no-
I ,'ligione. Giouanni Angelo, auuocato nel parlamento di Bordeos,parlò delter^o Sm-^
I ?rzo Stato: molte cofe diirecótraicoftumicoiTotti,&ladifciplinadcgli»o»e'^'/^*Aro-
( aftici,notòinlororignorantia,auaritia,&luiro,comet;aufe di tutti ima- ^^^f\p'T^U&j
ìpra quefti difcorfe allai:& in fine dimandc),che al tutto fi rimediafiècon ^'''^ **'?/"*?
j ;fta celebratione ò.i Concilio.per la Nobiltà Giacomo , Conte di Rocca- *
3|:ale altre cofe dilTctutto'! male eflcr nato per le immenfe donationi , che
i altri Grandi, hanno fatto alle Chiefe j & maflìme con attribuirgli anco
il ittioni,cofa molto inconueniente,che chi debbe attendere alle orationi>
ri icationi,e{rercitiif^ nella vita, Snelle fortune de' fudditidel Rè : chea
\ nconuenientiera neceifario riir.ediarc. Et in fine porfe una fupplicajdi-
Ìndcpernome della Nobiltà, che folfe lecito hauerpubliche Chiefe per
Xo della religione. Per il Clero parlò Giouanni Quintino Borgognone.
3:he i Stati fi congregano per proueder alle ncceflìtàdel Regno , non per e- del clero, per
li r la Chiefa , che non può fallare, che è fenza macchia. Se ruga, & eterna- ^' ^'*PP''"' P^
drefterà incorrotta,fe ben la difciplina in qualche patticelia ha bifogno di ^y"'!'"^-» "^
kj?eròi,non douerfi afcoltar queltt,che>rinQuando le fette f'epoh e,dimaa- '-'^""^"^
448 CONCILIO DI TRENTO PAPAPrcr
e 1 3 1 3~ dano Chicfefcparate da' Cacolici,, ma douergli punir per heretici; ^ceiTtc
Lxi. gmfta,che il Rè non gli afcokijina coftringa tutti i Tuoi fudditi a crederci;
tier fecondo la forma prefcritta dalla Chiela : che non fia conceirorifr
qucUijche fono ufciti dclRcgnopcr caufa direligione, che il proccdicoj
capitale contra gl'infetti d'hcrclla 5 che la difciplina Ecclcfìaftica farà fac n
te riformata, fé (ianoreftiruitc le dee ime al Clero, & reftituitarelettiom (
pitoli>eirendoftatooircrLiato,chenel medelìmo anno m.d.xvii. qua 0
per il Concordato datanominatione delle Prelature al Rè, incomminc e
. anco le hereiìe di Luthcro,che fu poi leguito da Zuinglio , de altri. In I e
mandòjche follerò confermate tutte le immunità , 8c priuilegij all' Oidi : ]
cle{iallico,& leuatogli tutte le grauezze.
llùpplìcìj fono II Rè ordinò, che i Prelati li metteirero in ordine per andar' al Conci ,(
foj^efi, ed in- era intimato a Trento : commandò che tutti i pregionijper caufa di rei 0
tniztte le m- i^^ì^^^q liberati,annullati 1 proceffi cótra loro formati, & perdonate le trr ■':
ÌZiultinni- lìoni fino air hora commellc,&: reftituiti i beni.Statuì pena capitale a qui ,(
lì oftendcliero ini-atti,o m parole,per cauta di religione. Ammoni tutti 31
feguitarli riti ufitati nella Chiefa,fenzaintrodur alcuna nouità. Et fidift; il
manente de' Stati fino al Maggio proffimo,quando anco s'haueiTe a tratt, ic,
fuf plica preientata dal Roccaforte.
xt chi ti Pd^x Ma, udita la morte del Rè Francefco , infieme con l'auifo del Cardi le
sattrauerfa, Xornon,che la Regina era congionta con Nauarra,fu trauaghato il Pc eli
^Ire fa- ji^jp^i-jji-iTiOjtemendo, che non rilafciairero maggiormente la briglia a ra
' ' flauti. Pcrilche mandò Lorenzo Lentio, Vefcouo di Eermo , & fu autore ei
Rèdi Spagna foife mandato GiouanniManriques,per confolar laRegi.
morte del iìglio,& far'orlìci),pregandolad'hauerperraccommandatala .^.
nenellaquaieeranata,&educata.Siraccordaire de grandi &fupremibc he
riceuuti dalla Sede Apoiì;olica,per mezzo di Clementej&nonpcrmettel: aa
licenza,chenafceireici(ma,neccrcaire rimedi] a' mali prefenti,*!^: imm :ni
altroue,che dalla Chieia Romana che per ciò era intimato il Concilio al
:tanto,4clLiprouedclIe,cheil Regno non s'allontanalle dalla pietà, ócn^ fc
fatto pregiudicio alcuno al Concilio legitimo intimato.
In quello Itato di cofe finiranno M.D.LX.lafciate le difpofitioni , d'c ie^
doucirero feguir molto maggiori. L'anno leguente il Manriques,gK 0
Francia,5<: cipolla la iua credenza &c hauura dalla Regina in materia de a
g!one,& del Concilio pia,§: fauoreuolc rifpofta,(Sc del medcfimo fogge
condo che gli accidentiporgeuano occafioncdinuouo parlandoseiforta
nuiimentela Regina di proceder con fupplicij cótta gli Vgonotti,aggio
tlqiiale aggira anco alle elVortationijminacce. A quello s'opponeua Nauarra , contrarie
il Nauantf. j; jiff^.g,ii $pagnuoli,per le pretenfioni di racquiftar il Ilio Regno di N
ferjaijti fn- (2QJ-^^y^.-^^^^r^ [[ Maiiriques conia caladi Ghifa, & altri, che haueuano i (
' mcdefimi di renderlo fauorcuole a' Catolici,al Pontefice de al Concilio^
nenJogli,che piglialle il patrocinio della religionCatolica in Franci
diaile la moglie Giouanna d'AlbrecRegina hereditada di Nauarra, con
aPioIIII. libro QJINTO. 457^
icenute con l'autontà Pontifìcia le ragioni fopra quel Regno , c{a quali ella ~ciB~Tcr
bcftatadal Pontefice dichiarata dccadura per rhereiia;&pigliairepermo- LXi,
iaria, Regina di Scoria :coIqual mezzo haucrebbe hauato anco il Regno
hilterra,ipogliatache follccon l'auroricà Pontificia, Elitabetta j allequali
juei di Ghifa gli prometteuano l'autorità del Pontefice,!?: le forze del Rè di
ia;aggionto che,in luogo della Nauarra, quel Rè gli hauerebbe dato m ri-
ferirà il Regno di Sardegna. Lequali cole andarono rapprefentando con
la arte a quel Prencipe in diuerfe forme , & con quel mezzo lo tennero ia
itio fino alla morte.
lin Germania, iPrencipi della Confeflìone Auguftanajtidotti in Naum- i PrettdplPro
principalmente per la caufa del Conciliojfentendo vergogna,cheper la ^"P'^^" «>-c<«-
à delle dottrine folfe riputata la loro reliaioneuna confufione,propoicro, T '''."""'■-
:ogni altra cola,di conuenire ni una,& di deiiberare,le doueuano ricuiare, ^^ ;„ \,^/
'entir al Concilio.Sopra il primo ponto , diceuano molti, che non vi era
nzaelTentialc&che le fette de' Papifti erano molto più difFerenti,6<: in
alTai più foftantiali,fpettanti a fondamenti della religione:&;pcrò,chefi
è hauer per fondamento della dottrinacommune la Confeffione Augu-
!c fé qualche differenza folfe fuori di quella, poco farebbe iraportato:ma,
)ne di quella Confeffione più effemplarijliauendo i pofteriori aggionta
.ecofa,&diuer(ain diuerri,& approuando chi uno, chi raltro,parue ad
che Ci doueffe pigliar quella propria , che fu prefentata a Carlo dei
XX. a che non confentiuano i Palatini , fé non fé gli faceua un prohemio>
le fi diceifcche anco l'altra editione fi concorda con quella. Ma il Duca
)nia diceua, Nonpoterfi-otturar gli occhi, & l'orecchie al mondo,che
lelfe & udiiTe le lor differenze : 8c che , volendo moftrare unione doue vi
Idio , farebbe un farfi conuincer di vanità &c mendacio: 3c dopo molte
tioni,fi reftò fenza conuenir in quel capo. Quanto al Concilio,altri prò- ^Ifoluono in-
no di ricufarlo alfolutamente, altri erano d'openione , che fi doueirero '?*"."" ^^ Con"
:'Ambafciatori,perofFerirfi d'andar ad un Concilio libero, & Chriftia- "^"'
roponerleeccettioni della fofpittione de' Giudici, dell' incommodità
Uc&altrcfpeire volte propofte, accio quello feruifie per moftrare, che
f ;giuano l'autorità d'un Concilio legitimo,& che da loro noneraimpe-
i lione della Chiefa,ma dall' ambiiione della Corte Romana:cofa che gli
E bbe più fauoreuole l'animo de' Catolici Germani. Et in quefta forma fu
, IO di fupplicare l'Imperatore.
e ° Nonci) , gionti in Auftria infieme , trouarono l'Imperatore a Vienna,
: furono confegliati andar ambidue immediate a Naumburg in Salfonia,
'roteftanti erano congregati alla Dieta;&: trattar con loro,modeftamen-
i to folfe polIìbile,guardandofi dall' efafperargli,o offendergli: pcrche,an-
( la ciafcuno nello ftato proprio,farebbono dauno rimeflì all' altrcfcnza
> lai certa rilpofta:& che quando hauelfero fatto quefto officio, ambidue
.1 hauerebbonopotuto diuiderfi,<5<: andar ciafcuno particolarmente a chi
«andatLGli raccordò le conditioni>conchcgiài Proteftantieran;^ con-
' LU
45° CONCILIO DI TRENTO Papa Pio n
cio iD difceiìaconfentireal Conciliojacciojfe dinuouo ne faceflcro mentionc:(
LXi. follerò premeditati per replicar' a nome del Pontefice » quello che giudica.i
bcne.ViaggionfeCerarejm compagnia de' NoncijjtreluoiAmbafciatorian
defimo conuentor&ilRèdi Boemia gliracommandòalDucadiSallonia,; ci
(tfcoltano gli potcìrero andar ficuri.Gli AmbarciatoriImperiali>gionti alla Dieta, hauui'i
^Tnbafaado- clienza,eirortarono i Prencipi ad interuenire nel Concilio, per metter finii
tilmfma h ^^^lamitàdiGermania.Da' Prencipi, dopo la dcliberatione,fa rifpoftojnrc
tiandoCefarerSs: quanto al Concilio,dicendo>Che non lo ricufareijbQiipjii
_ vi fia giudice la Parola di Dio,& a Vefcoui fia rclafciato il giuramento f r.
Papa,»?»: alla Sede Romana :& con elTì hauellero voto ancoiTlieolog
ftanti:ma,vedendo che il Pontefice non admctte nel fi.io Concilio, leno
coni giurati, contra che Icmpre hanno proteftato,hauer per cofa diihc
poflìno accordarli : hauer voluto rapprcfentar riuerentemente quefto
Ccfarcdift'crcndo l'intiera rilpofta,quando ciò farà notificato anco a P
alfenti-Dopoi furono introdotti i Noncijdel Papa;iquali,hauendo lo. u
pietà, &L religione del Pontefice, ilqualhaucndo prefo conleglio di rimu
Concilio per eftirpar le fettcpoiche vi lono quafi tante Religioni , 6c Eua A
quanti dottorijhaueua mandato per inuitargli ad aiutar coti lodeuole in d
promettendo,che tutto farà trattato con carità Chriftiana ; 8c che i pareri rai
rifiutano ì nohberijprefentarono anco Breui del Pontefice >{critti a ciafcun d'elTi.] ;ic
Nuncìj Poti' no feguente gli furono rimandati tutti i Breui Pontificii cofi ferrati, coi ;
tipctji no,& chiamati per riceuer la rifpofta,laqual fu di quefto tenore: Che n.:
nofceuano alcuna giurifdittione nel Pontefice Romano: che non era b
d'aprir' a lui qual folfe la lor mente,o volontà,nel fatto del Concilio,non
do egli poteftà alcuna,ne di conuocarlo,ne di tenerlo:che hanno ben dici rai
la lor mente,&; conleglio all' Imperatorejor Signoresche ad elfi Noncij )b]
d'una amicilìlma Republica,&: ornati di degne qualità,oifcriuano ogni
& maggiori cole farcbbono,quando non veniirero dal Papa. Finirono e
fto il Conuento,intimatone uno all' Aprile, per dar compimento al tra: ;c
adunarfi tra loro.
comanchefÉ- n Concio Dclfino,ncl ritornOielpofe il fuo carico in diuerfe città. Da cn
mie Citta. ^ todiNorimbeighcbberirpofta,Chenon eraperpartirfi dalla ConfelfiG k
mepantf, g^j;^ana:& che non accetterà il Concilio,come quello che non haucua :oi
ditioni ricercate da' Proteftanti.Similiriipofte gli fecero li Senati d'Argc in;
& di Francfort.il Senato d'Auguila,(Sc quello d'OlmayrifpoferOjChe ne
uano fepararfi dagli altri,che tengono la lor Confellìone. Il Comendor.
el rèdi Da- ^^ dallaDicta,andò a Lubeca, & da quella città mandò a dimandar b.\
dotto a Federico,Rè di Dania,pcr fargli l'ambalciata per nome del Po.
&|inuitarlo a fauorir'il Concilio.Ilqual rifpofcChe ne il Padre fuaChi
itfat
ne egli,haueuahauuto a trattar cofa alcuna col pontefice: Peperò non li
di riceuer da lui ambafciata. Ambiduc quefti Noncij hebbcro rifpofta
noie da' prelati,prencipi,& cittàCatholiche,con offerta di diuotione al r
che ; quanto al Concilio j fi trattalfe con l'Imperatore jcHendoui biibjoc
Oli
A Pio mi. LIBROQ^INTO. 451
ol.lilcar inficmc per timor de' Luchcrani.Girolamo Martinengo 5 mandato al- e i o 1 3
i j;cTÌna d'Inghilterraper la medefima cauia , riccuerrc commandamento da l x i .
;i!;lcndo in Fiandrajdi nonpalfar il mare.Ecquantonqae iiRcdiSpagna5& il e la rema d'in
»i|ad'Alua,faccircro efficaci otficij che folfc admeiro,& udicccommendaado Eh'^''^>'^>
Iliadi quella Legarionccioèjrunione di tutta la Chicfa Chriiliana in un
;<cilioGenei-alc,pcr(euerc) la Regina nella prima delibcratione , rifponden-
Jon poter trattar nifTuna cola coi Vefcoiio dì Roma, la cui autorità , col
cnTo del parlamento , era efclufa d'Inghilterra. Il Canobio,dopo fatta
(ì)batciataal Rè di poloniajdouefubenraccolto^non potè penetrar in Mo(- ,
a>per laguerra>che quel précipe faceua colRèimajandato in pruiTìa^da quel t,. ".'^^
la hebberifpoftajChecradcllaConfcirione Auguftana,»S«: no era pcraccon-
re a Concilio pontiticio. I SuizzcrijridottiinDietaaBadajafcoItaronoil ^^^ suh-m
ciodelpontctìce:&,riccuutoiiBreue, uno de' Burgomaftri di Ziirich lo Emngead:
ò: di che hauuto il papa auiiosuonfi potè contenere di non darne conto
nolta allegrezza a tutti gli Ambafciatori refìdenti appreifo dife. Ma^con-
co ilncgotiojquantoalConcilio>rilpolcro iCatolici/che raandariano}&
Liangelicbchenoìil'accettariano.
iblicatoiì per Roma il negotiato de' Noncij in Naumburg,fu rufurrato
ra il ponteficcperche follerò mandati da lui Noncij allaDictade' prote-
ndi che egli fi fcusòjche non era di Tuo ordincraa ben che gli haueua ordi-
,che facelFero quanto l'Imperatore voleua,&; egli haueua cofi voluto:di
on lo biafmauajuon curando pontiglijmahauendo folo animo di farbe-
Imperatore,fatta veder da' fuoiTheologi,& confegliata la Bolla del Con- ^'^^P- >''/?"'«-
rcriifeal Ponte{ìce,che,comeFerdinandojegli voleua totalmente adherire jf-^"^^
Ì olontà di Sua Santità, contentandofi di qualonquc forma di Bolla,& fa- ^ ''^J^"'^"*^3
D ogni forte d'officij,accio tutta la Germania fé gli accommodaire^ma, co-
,npcratorore,nonpoteua parlare, fin che non hauelTe rifpofta di quanto
!;rattato da' Noncij Apoftolici,^: da' (noi Ambatciatori, che erano andati
)ieta,chc i Proteftanti riduceuano in Naumburg.Era ben quafi ficuro, che,
'apa non hauelfc dichiarato la conuocatione del Concilio non ellcr conti-
fonema nuoua indittioneiouerojche le materie già decife poteficro elfcr
Iute »?i ritrattatela Bolla farebbe fiata accettata. Il Rè diFranciajl'ultimo HrediFran-
(rcfcriire al fuoAmbafciatorc aRoma,Che nellaBolla vi erano alcune cole "" "^""/e /^
iormare,prima,cheeglilapoteirericeuere:imperoche,quantonqueportaire ^°^^^fo^'
\Ao /W/^/7<7«/d^,nel corpo nondimeno erano pofte certe parole, chemoftra- "^^^'^*
I cilcr fatta per leuar le f ofpenfioni del Concilio già incomminciato,lequali
Ilo folpctte allaGermania,lenza dubbio farebbe da loro cercata la die hiara-
,che era un mandar il Concilio in iongo:&: quando non fi volclfc fodisfar
i'cratore& lorojfarebbeunfarnafcer tante diuifioni nella Chriitianità, de
|ditficoltà,chenonl"arebbc,fenonun Concilio in apparenza lenza frutto>
ilità.Che,quanto a lui,fì contenta del luogo di Trento,ne mette difiìcoltà,
nuoua indittione,o continuatione,attefo che Sua Santità è di voloi.tà,
\- gli ha fatto dire perii Nicheto , di confcntiie che le dctcrminationi fatte
Lli ij
451 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio n
podìno elferdmuouodirputate,& esaminate jilche , come elfeguendof or
fatci,ognuiioreftei"àrodisFatto,co{ì il farne dichiararioneprecedcnte,eirc.ic-
ceiraricper leuar le ombre, & afficurar ognuno 5 procurando in ogni maer;
che l'Imperatore fiafodisfattOjne fperando akrimente buon fueccilb del 'an
cilioiilqualcjquando gli manchcrà,ricorrerà al rimedio propolto da Tuo fi ^.
iojd'un Concilio Nacionalcj che iolo può proueder alle ncceflìtà del fui^
gno.Ordinò anco all' Ambafciacore,che fi doleireconSuaSantità,che,hà
il Rèjfuofratellojprocurato con tanta inftanza l'apertura del Concilici. ,„,
meno nella Bolla non fi facclTe mentione alcuna particolare honoreuc d
luijilche ognuno vedeua elTer flato pernon nominar il Rè di Francia jimnif ir
dopo l'Imperatore. Non reftò per quefti rifpetti il Rè,afìne di prò
il negotio della religione , di fcriuere nel medefimo tempo una iett
Prelati del Regnojche fi doueirero preparare per incaminarfi al Concilio,, u
«aruifi al tempo della conuocatione: dellaqual lettera mandò anco c( a
Roma.
t'I Papiri- p^ auifato il Pontefice dal Tuo Nocio,che dagli officij del Cardinale diL cn
pHta dp farloi ^^^^-^^^ ^j motiuo del Rè contra la BoUaiperche moftraua il Concilio douc i
unacontinuatione:& udita l'efpofitione dell' AmbafciatorejrifpofcM lui
gliarfijcivs il Rè,ilquale fi tiene di non riconofcere fiiperiore,s'airoggettili ili
difcretione d'un' altro Prencipe,a cui non tocca impedirfi in tali affari, ir ,-
portarfi al Vicario di Chrifto,alquale appartiene la moderatione di tutti
lojche concerne la religione ; «Se che la Bolla fatta da lui era approuata d qii
gli altri,& non haueua alcun bifogno di riformatione , de egli era rilolui :h
reftairecofifatta,comeera.Che,quanto al nominare nella Bolla il Rèdi an
ciasCgli non ci haueua penfatoiSc i Cardinali,a' quali egli haueua dato il i io
di farla,haueuano creduto badare , che foife nominato l'Imperatore^:
Rè in generaleialtrimentijfarebbe ftato bifogno,nominandone uno,nom
tutti:che egli non haueua hauuto curajfaluo che del foftantiale della Boi
ciando il foprapiu a' Cardinali. Qucfta rifpofta non fatisfacendo a' Fra;,
quali pareua che la loro preeminenza no douelfeetrerpairata con termini ne
rali,cofi per la lor grandezzajcome per i meriti verfo la Sede Apoftolica , 1 iu
il Papa gli contentò,dicédo,Che non (empre Ci può hauer l'occhio a tutte :fl
feimache per l'auuenire farebbe diligente in auuertire che non folfe fatuo i m
hautndo paca. errore:non facendo però gran capital di quel Regno, vedendo che, fenza :u,
fieran-^^Adella rifpetto della autorità fua,metreua mano nelle cole proprie a lui,nel dar ^ de
Franciat no agli herctici,&: metter regole nelle cofe Ecclefiaftiche , etiandio a lui ri Ui
teiimperoche ne'Srati,che habbiamo detto elFer ilari adunaci in Orliens il el
di Gennaro,eraftatuito,Che i Vefcoui follerò eletti dal Clero,con interne d«
lufdicenti Regi), da dodici Nobili, & dodici del popolo: & che non fc.'«
^ mandati più danari a Roma per conto delle Annate:Che tutti i Vefcoui,^^|i
pir arte leggi r^^t;i,nfe(^eircro pcrfonalmente,fotto pena di perdere i frutti de' benefici j:C il
tatclu^Ec- * *^"^ Cathedrale fi riferualTe una prebenda per un Lettore -di Theologia, 6 ;n:
tfiaftìée: altra per un precettore de' putti : Che tutti gli Abbati , Abbadeiie > P ^ri
mat
<ltfiajì,
l^-
IXI.
.A Pio mi. LIBRO QUINTO. 453
.reircfolFero foggetti a Vefcoui,non oftantc qiialonque effentione. Che cicTTo"
Tipocede effiggci-coraalcLinaper miniftcrio de' Sacramenti, Icpulcurco al-
DDtioni lpincuali:Chc i Prelaci non poflìno urarccnfuicfcnon per delitti &c
dalipiibiicirChe i Religiofmonpoirinofarprofcfrionc, i malchi prima di
icinqneanni,lefemine prima di venti, &inanzi quel tempo poffinodifpo-
Ic' beni loro a Buore di chi gli parerà, eccetto che del Monailerio : Che oli
efiafticinon pollino riccucr Lcftamenti,o difpofitioni ài ultima volontà,
; alcuna cola gli ila larciata,o donata. Et altre e ofe ancora furono ordinare,
i|mggior rifornì a delle Chiefe,& perfone Ecclcliaftiche, lequali ordina-
jfe bene non furono publicate all' hora , il Noncio le mandò al Pon-
■:&aquei,chercggeuano la Francia baftò hauer dato quella lodisfdttione
•ente air uniucrrale,chcrichiedeuariforma,non curando alcuno di vedcr-
guita.
1 in Spagna tute' in contrario iTheoIogi del Rè non lodauano la Bolla, ''" -^^^'^'^
e non diccua apertamente, che folle unacontinuationc del Concilio ^u ^"'"'" ^H"^-
iminciato:anzi,comeauuiencàchiceniura le cole altrui , quantoncfue ^"''''
ìaiiilella l'alfettata ambiguità , parcua loro che la nuoua intimatione ap-
i più chiara: & alcuni dielTi teneuano dalle parole poter/ì cauar chiara-
r confegucnza,chc le dcterminationi fatte già in Trento poteirero eifer re-
I nate, il che diceuanoeirercofapienadi pericolo, &che alficurorende-
Proteftanti arditi, anzi potrebbe ancocaufar qualche diuilìone nuoua
^ rtolici. Il Re foprafedette dal riceuere, & publicar la Bolla , fotto colore
I n ali piacclle l'ambiguità delle parole,& d'hauer per necelfario che folfc,
.; ilìuna coperta,efpretro quella elfer continuatione del Conciho, & che le
terminate non fi doueuanoriuocare in dubbio: ma in realtà, per elferre-
ko offelb, che , hauendo ilRè di Nauarra mandatoli Vefcouo di Co f^^ ofefaprsZ
d offerirgli obcdienza fecondo il folito, il PapaThauelIèriceuuto nella ^'^'^•''''i''*'.
'-< ',ia5&conie Ambafciatoredi RèdiNauarra , riputando cofa pregmdi-
a poireffiohe fua in quel Regno, fopra quale non ha altro titolo , o foll-
ia odiragione,chela Scommunicadi Giulio fecondo ; & di piu,perchea-
- -■ Monlieur di Cars , mandatogli dall' iftelfo , accio s'adoperalFe che gli
r :itiiita la Nauarra,o datagli giufta ricompenfa, 6i promettelfe di farne
i( rhcacc coi Rè. Mandò il Papa in Spagna elpreilo il Vefcouo di Terraci-
•e^iuftificare,& efcufare le cole fatte in fauore del Rè di Nauarra,<Sc rende- 'J|{''*^^7^S'»-
<aipcroccafionelaragionedellaBolla.Aqueili,chc,perlacontrarieràd'o-4|l%/o„,^,2
">! in Prencipi coli grandi5temeuano,rifpondeua,chc per pietà paterna ha Pape in <7«e-
• tutti, le benha hProteftantiper perduti, &: i Cattolici di Gcrmaniai^^'^'««/«4
P ìono adherir al Concilio fenza leparaiTi dagli. litri ,6c far nafcer' una
a anco qualch'altro Prencipe Cattolico non vorrà adherirc , procederà
'iorità,come fece Giulio terzo lènza il Rè di Francia. Nondimeno^co'
l' ci fi fcopriua il Pontefice di prender tutte queftcfluttuarioni per indif-
'■ipoi^he non fapendol'cflìto, poteuacofuemcrchcriufciircroin male^
^!|i:ar chela bene.Vedeua ha tanto di riceuer qualche'benehcio da que-
Lll ii]
454 CONCILIO DI TRENTO Papa Pi
e 1 3 i-^ fto incerto Concilio , ilqual non folo feruiuapcr freno, a' Prencipi, &: Pr
- Lxi. non tentar cofe nuouc , ma a fé ancora icruiua di colore, per negar con
mento le richicfte non di luogiifidjfculando, che, elTendo aperto il Co
conucniuachc procedeire accuratamente, ^ con rifpetto, &: non folle p
in aratici conceflìonit&nafcendo qualche xiiffìcoltàineftricabile, od]
temed'unam- lanmcttcua alConcilio.RcftauafoianKnte intunorcchela mala dilpo
curftoneini- de' Protcftanti verl'o la Chicia Romana potelTe caular qualche incoriio
f^^''^>J" I ^'^- t;alia,che tutta farebbe deriuata fopra lui , & vedcuafarfene apcrturapcr i
;• ' !!; ™ fputa di prcccdcijza tra i Duchi di Fiorenza, & Ferrara , laquale ufciua f
me ai prece- •'..•'. ...^r -r-, i-t-- i •
dm'z^i.tta Fio termmi ciuui.Coim.cDuca diFiorenza,prctendeuaprecn-ancnza,ccme
rm\^,eFer- do il luogo della Rcpublica Fiorentina, che in tutti i tempi è (lata préf
rara. Duchi di Ferrara. Alfonfo, Duca di Ferrara , la pretendeua ,per cllcr la e
Ducale ni cafa de' progenitori iuoi da m.oltelucceJnTioni, doue Cofir.o ^
hora primo Duca di Fiorenza 5 alquale non poteua iutfragare la ragion
Rcpublica,chepiu non era in picdi.Queftoerafauoritod.dlaFranciajCO)
trino d'Henrico fccondo,& cognato di quei di Ghifa. L'altro fi fondati;
una fententia di Carlo quinto a luo fauorc. Alfonfo faceua inftanza in (
nia,chc l'Imperatore in una Dieta con gli Elettori folFe giudice j che pa
Papacofa pericolofa, quando la Dieta di Germania facelFe fententie io
talia,chc tiraua in conicgucnzaeirecutione,&:dubbio d'armi.Per rimedi
ftojfcriilc unBreue adambidue i DuchitElFerproprio della Sede Apoftc
del Vicario di Chriftcfententiare inhfatte caufe, commandando ad ai
di prefcntar' alui,comeiolo Icgitimo giudiccle lor ragioni, &:afpetta)
effinparaco- tentia.Et per elTer preparato ad ogni cuento, deliberò di fortificar il Cai
irdUfor^^i Roma ,lacittà Leonina,dctta volgarmente Borgo, Miluoghi opportui
Stato ilioi&impofe grauezza per alfiìora di tre Giulij per rubio di grano
lo ftato EccÌeriall:ico.Et,pcrnondargeloiìaa'Prencipi,chiamc) gli Amb;
ri dell' Imperatore,Spagna,PortogaÌiOj& Venetia,a quali diede parte de
bcrationcos: delle ragioni:commandando cheauifaiFcro ilor Prencipi
tutto farebbe fatto con Icggier granarne de' ludditi,cllcndo la grauezz
ordinata minore dell' impofta da Paolo quarto,confar celebrarla Cat
S.Pietro-.pcrche per la fua il pouero non pagana più che tre Giulij in cut
no,doiic per la fella di Paolo quarto ne perdeua cinquccol reflar di lauc
giorno.
Infiando il tempo prcfilTo al principio del Concilio,il Papa,per no-
di qucllcche dal canto ilio li doueua farejdcputò Legati per prefederu
lio, Gonza"-a,Cardinale di Mantouajmolto contpicuo per la grandezza ci
per il nome del fratello Ferrando,&: per la virtù propria , hauendo ade
mezzo dell'Imperatore a pcrluaderlo,che accettatFe il carico,conhdam
nel valore,& deftrczzafua:Et GiacoirjO Puteo,da Nizza , eccellente G
fultOjl0no^amenteverfato,prima nella Rota,& poi nella fignatura: die
ucr intentione di fune tre altri:chc le nel Collegio non ne trouerà a p
crearànuoui Cardinali Theologi,6cLegifti da bcne,per quefto eifettc ^''
e deputa Le-
gati al Conci-
A. Paolo mi. LIBRO QJ/INTO. 4^^
:ongregacioncaiCai-dinali,& Prelati,pcrclai'oi-ainc a tutte le cofenecef- ~J~"^
erdai-pi-incipio in Trento al tempo ftatuito: & opportunamente hebbe lx.
:edal Rè _di FLancia,{ottoi tre lVlarzo,& in conformità gli cCpofc Monfìeut accettato da
i|goleme,lao Ambalciatorcchefi contentaua del Concilio in qualonque branda,
),dclìdcroro alia fine di vedere iliccederne l'cifetto , & frutto dcfidcrato da
la Chriftianità.Ec gli mandò anco quel Rèefprello Monficur de Rambo-
^afarl'iftellòorliciojrapprcientandol biiogni di Francia, & i'inftanzajche
gli era Itaca fatta da' Scati tenuti in Orliens:con lìgnilìcargli,chc,qaando
;e 3 rimedio folle ritardato,farcbbe Rato in neceffità di riccuere la medicina
l opnoRegncconlaCongregationede' fuoi Prelati,non vedendoli che vi
alco rimedio per regolar le cole della religione,fe non un Concilio Genera-
li >Lo;oucro, in mancamento di quello, un Nitipnalc. Allaqual ambafciata
: il Papa,Che niiruno defidcraua il Concilio più di lu!,dalquale non vcni-
;ghezza,& dilationejma dulie diuerfe opcnioni de'Prencipi:pcr latisfli-
: ;aali,haueua dato alla Bolla della coiuiocatioiie quella forma , che crii
. i pui propria per contentargli tuttiXacaala,per laqualc in Francia muta-
cpcnione, fu, perche , vedendo quel Regno in (lato peflìmo,riputaro-
. ogni mutatione,fatta altroue^nonpoteirelenoif megliorar laconditio-
gnaancorarcritreilTerracina>chedalRè furono udire con approba- '^"^^f^^ys
■AC efporitioni;& quanto al negotio del Concilio , dopo qualche con- ^ Po"°S^^^9i
■ col confeglio de' Prelati fuoi^fierarifoluto finalmente d'accettar la
-nza mouerci (opra alcuna difficoltà, & d'inuiarui i Vefcoui a' primi
prommodi per viaggiare, & infi-me deputare honoreuole ambafciaria
i lcrui.Auisò ancora, che i Prelati di Portogallo cianopartiti dalle cafe
V quelRchaueuadcftinato Ambafciatoi-e,ma hauer penetrato, alcuni di con qualche
ciati hauerintentione,che nella Sinodo folFe definitala fuperiorità del omh^ delPa^^
L lO al^ Papa, (opra ilqual punto ftudiauano , 6c fliceuano ftudiare molti P'^*
' :uL'auilofuiì:imatodal Pontefice,ilqual ponderaua quello,chepoteire
oiiandofolfero ridotti! Vefcoui in Concilio, & trattallcro curri infic-
- -ie,prima che partire,concepiiianocofi alti penficri: ìk haueua qualche
n che il Rè, & il Ilio confeglio jpoteirero hauerci dentro qualche parte
li jeno> comeprudente, giudicò che , tenendoli il Concilio , non quella
1' molte altre nouicàjpotcuanoellcrpropofhe , & tentate, nonfoloafua
■' 'oiic>ma ancora contraaltri.peròcircruianco ad ogni pcfo il contra-
: delle coletentatc,& temutcnon riufcire niai la parte millcfima..
lattento a' tcntatiui de' Francefi,pereir(r imminenti, &diperfone mafìme con-
Hnte fi riloluono,ne iifano la flemma Spagnuola:& però ad ogni auif b tra ÌTra^f;
: cafione di dar parte all' Ambafciatore Francefe , &c confiderarali in
>hci,chenonpenfa{rero a' Concili) Nacionali,Conucnti,o Colloqui)
I di religione : perche gli hauercbbc hauuti tutti per fcifmatici: che
^ Rè di non valerfi di quei mezzi, che al certo hauerebbono ridotto
■^a,iion folo in peggiore, ma in pedìmo flato : chcefTcndo Icuatcle
' 456 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio :
^ci^ 13 diiììcoltà di Spagna, s'hauerebbe ceitamente celebraw) il Concilio :pei
LXi. qaa:o a quelle che continuano inGen-nania,non fono da hauennconridcua
nc:cheiPrencipi,& Vefcoui Catolici^confenciranno; & forleancoil Due
Salfoniajcome ha dimoftrato nell' hauerfi feparaco dagli alcri congregai
Naumburg : fperaua che l'Imperatore folte per preftarci la tua pertonal' alTil
za,quando vi toirebirogno/icomeeiromcdehmo Pontefice promecteuari!
fo della perfona Tua propria, quando egli fteiro rhauelVe giudicato necefl;.
non volendo in quello clFcr foggetto ad altri,che algiudicio luo proprio. ,
pedice i Le- Auicinandofila Pafca^tempo dcftinato per il principio del Concilio,^ r|
g^iaTrentot u^ndofi il Cardinal Puteo grauemente inFermo, in luogo di quello deftij
Cócilio Fra Girolamo, Cardinal Seripando,Theologo di moltafama:& Icj
partir immediatccon ordine di palfar per Mantoua,& leuar l'altro Legat(
andar ambidue al tempo deftinato aTrento:ilche però non fu clleguito coi
ta la foUecitudine commandata,ne effi arriuarono a Trento, che la terza fc |
Refurrettione, doue ritrouarono noue Vefcoui , gionti prima di loro. '
e vi facam,- dili'^enza,che i Vefcoui d' Italia fi mettelFero in ponto.ScrilIe perciò .
S;^^" ciLerealVicerèdiNapoli,&alfuoNoiKÌoinquel^
far' offici) da' fuoi co' Vefcoui di quello Stato.Ricercò la Repubhca di Ve
che facclle metter' in viaggio ifuoid'Italia,& che commandaOea quei d
matia,Candia,& Cipro, d'inuiarfi quanto prima 5 & creaireAmbalciatc
ner nome della Republica interueniffero.Non li moueuano pero 1 Prelati
ni con molta facilità,fapendo certo che non fi potcua dar principio , prir
venilTc l'alVenfo dell' Imperatorcche tuttauia s'allongaua, alpettandoi
2nuoli,&Francefi.Haucuanoperfuperfluo andar' a Trento , prima che
tolfero aiontiinltaUa:5^ gran parte d'elTbicortegi'ani ma{rime,non pot
credere,°che le attieni del Papa non folTerofimulationi. Ma la venta era.
Papa,ccrto di non poter fuggirli Conc ilio, defideraua vederlo predo: e
Che era certo il male,quale patina per la prolongatione : & incerto quel!
potelle incontrare nelcelcbrarlo:Che gì' inimici fuoi , & di quella Sede,
noccuano ncU' afpcttatiua,che non haueilero potuto nuocergli nella e
tione.Et come era di natura rifoluto , era folito ufar il prouerbio Latine
meglio una voltaprouar' il malcche fempre temerlo.
tratmo ad Ma,mentre quefte dilationi s'interpongono/i prepataua una Conuei
VucdlS^- ,hc ilDLicadiSauoia fece co' Valdeh delle Valli del Moncenis. Imp<
noia co fuoi |,^^^e,-^ao e^li già più d'un' anno tentato di ridurgh per mezzo de cali
ftiddhì Fai- ^ ^^^ ffmifcro in difefa,come s'è detto, mantenuto genti in armi ce
loro , perilche fare il Pontefice più volte lo fouuenne di denari : & fé
l'albrczza del paefe più tofto il procedeUa con fcaramuccie , che con gu«
mata,fucceire finalmente quafi una formai giornata,doue le genti delUu
b-ro una c^ran rotta,ncllaquale elfendo morti quattordici foli de Valdc.
td,chc ei-Sio da fettemila foldati,furono disfatti:&,quantóq; il Ducati
relUu-citcrcftarono fempre i fuoi inferiori. Perilche, vedendo che noi
PA Pio Ilir. LIBRO QVrNTO. 4^7 ^__
, fenon agguerrire li Cuoi ribelli, confumar il Tuo paefc , & fpendcr il de- e i a i -a
, /ìrifolfe di riceuergli in gratia,& fu fatta laconucntione a' cinque Giù- i-xi.
lellaqualcperdonò le cofc commeire, concedendo ia libertà di confcien-
egnati certi luoghi lblamente,doue pótcìrero far le Congrcgationi,negli
lon potellèro predicare, ma folo conlolare gì' infermi, & far altri uffici) di
one,gli allentati poteirero ritornare, & i banditi ricuperalfero ilorbeni:
Ducapotefle mandar via i Pallori, che gli piaceifc , potendo cfìfi proue-
Taltri : che in ogni luogo lì potelfe elfercitar la religione Romana non
do però alcuno elfer sforzato a quella. Il Pontefice fentìgrandiflìmo fi^'/^we «f
lo che un Prencip e Italiano, & aiutato da lui. Se non coli potente, che ^*/'*»
lon hauelfe fempre bifogno,permetteire viuer' heretici liberamento nel-
lo fuorfopra tutto glipremenaTelIèmpio, che gli potrebbe eirer fempre
ciato da' Prencipi maggiori,che volelfcro permetter altra religione. Ne
aerela in Conciftoro con acerbità, facendo comparationede'Miniftri
:Cattolico in Regno, con quel Duca, 'iquali in quei giorni mede/irai,
do fcoperto una malFa di Lutherani, che in'numero di trenti la erano u-
Colfenza, 3c ritiratili al monte, per viuer fecondo la lor dottrina, gli
mo diftrutti, con hauernc parte impiccati, parte abbrugiaf i, &: altri po-
llerà: &c elTortando tutti i Cardinali a confultarne il rimedio. Ma gran
izaeraopprimere un poco numero difarmato,& lontano da ogni aiu-
i Dmbatter con gran numero di armati, in iìto per loro auantaggiofo , &
Iti potenti alle fpalle. Mandò il Duca a giuftificare la caufa ìua; & i\ il Duca fi
ce udite le ragioni,&: non potendo ben rifpondcre,fi quietò. gmflifica:
rancia ancora,fe benlaRegina,& iprelati,de/iderauanofatisfarilPon- ^JfembUadl
[mettendo al Concilio le caufe della religione,!! metteua però in ordine ■^'■«'/«^f »»
ngregatione di Prelati: & quantonquel'Ambafciatore alile uralfe il po- -f*"*^"*'/"^
:he non lì farebbe parlato di dottrina, ne d'altra cofapregiudiciale all' dìforJni delle
i Pontificia;ma folo,per trouar come pagare i debiti del Rè,»Scper prò- religiorteg,
qualche abufo, & confultarle cofe da trattar in Concilio Generale:
i lisfaceua alla llcurezza,anzi teneua,che quel prouederalli abufìli riferi-
ì (ipedir gli emolumenti della Corte:^ il confultare per Concilio,inter-
quello,di che haucuahauuto fentore,cioè, che s'intendeirero con Spa-
in materia della fupremapoteftà del Concilio,etiandiofopra il Pontefì-
5giongeua,che,per le diirenlioni,che erano tra i grandi nella Corte,dif-
o nelle prouincie , mentre ciafcuno procura maggior numero di par-
endo una libertà grande di parlare , i profelfori della nuoua religione lì
ano apertamente^ erano protetti da' più principali apprelfo il Rè,con
s idignatione de' Cattolici:onde per tutto'l Regno erano contentioni,&
M ie,ufandolì per villania dall' una cótra l'altra parte i nomi di Papifti,^;:
Di ti;eccitando li predicatori la plebe atumulti,& caminando tutti con
li :rli. Vedeua chiaro, che fé la parte Cattolica non era tutta indrizzata
Ciò all'iftdfo fine , douellè nafcere qualche monftruofità : per euitarla
S: : a fine d'ouuiare, o attrauerfare quei diifcgni j giudicò elTerui bifogno
Mmm
458 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio |
ci3 i3 di miniftroApoftolico d'autorità, & non Francefe, interefTatopiunel m
L XI. che nel feruitio della Sede Apoftolica:«3c deliberò mandaiui un Lcgato:&i:
allaquak il tato Tocchio fopia tutti i Cardinali/i fermò in Ferrara, concorrendo in ]
cTd^d d'/ Cardinale tutte le qualità requifite : una fingolar prudenza, 8c deftrezza ne'i
Ferrara per gouiare,nobiltà coiigionta con la cafa Regia di Francia, eirendo cognato 1
Legato: gran zia del Rè, Figlia di Luigi duodecimo: &c uno ftretto parentado co' G (
che haurcbbe coftretto per ragioni di fangue di fauorirlo > hauendo ilDii i
Ghifa una nipote di quel Cardinale in matrimoni o»A quello diede quattri ,i
ticolari cómiirionitDi fauorir la parte Cattolica,& oppugnare i Protefta ■,
diuertir ogni Sinodo Nationale , & Congrcgatione di prelati : & di fo i '
l'andata de' Prelati al Concilio: «Sedi far retrattare le ordinacioni fatte ^
terie Ecclefiaftiche.
ed intanto fi Ma, mentre il Legato s'inuia,ruccefre accidente, che fece temer' i più i ii
/cwoftre tn ^^^ Rè,non meno da' Cattolici, che dagli altri :hauendo fcopcrto peflìm r
rancia un f^^^^ ^.^^ occaiìone che a quattordici Luglio, fu prefo appretto Orliens,/^ ir
trattato del t-. r i -i i r \- >■ ■ e r • ,
Clero con if- l^eliderio , ilquale con unalupplicas inuiauain Spagna, Icritta per nor d(
fagna: Clero di Francia ,nellaquale dimandaua aiuto di quel Rè contra i Pi otcl it
che non poteuano elFer reprcflì con gagliardi rimedi) da un putto, & ui
na:& con altre inftruttioniin cifra, più fecrete, da trattare con quella '
Qacfto impregionatOj&: interrogato de' complici,^ manifeftati alqua
li eracofapericolofa icoprire,fideliberò,che,quantoa' complici, non
palfar piuinanzi.Fu condannatoa far in publico emenda honoreuole,.^
mie fi fa E~ ciarlatupplica, & a pregion perpetua nel Monafterio de' Certofini.Ec ;
ditto a famr trato molti degl'indici) dal reo manifeftati, il Confeglio Rcgiogiudict
{fc Blformath ^^j.-^ j^^. q^ialche fodisfattione all' altra parte. Onde fece ilRè un' Edicr
hibendo li nomi d'Vgonotti,&: Papifti,ordinando,che,rotto pretefto.dil
le Congrcgationi prohibitepcr caufadi religionejniifun poteile entrare,
pochijne con molti,in cafa d'altri. Che i pregioni per caufa di religioiie
Hberati,&: i fuorufciti fino al tempo di Francefco primo poteirero ritorn
racquiftare i fuoi beni,viuendo Cattolicamente : & non volendo còfi'
potelfcro vender ilorbeni,&: andar' altroue. Aquefto il Parlamentodi
s'oppofccon dirc,G he pareuaconcelFa una libertà di religione:cofa ini.
in{olita:che il tornar de' fuorufciti farebbe cagione di gran turbe: &:ch
eoltàdi vender' i beniy&: andar' altroue, era contra gL' mftituti.del Regn
non concedono portar fuori danari in quantità.
ìqMolìf'atcYep Macon tutte quefte oppoiìnoni,rEditto fumeflbinelTectitionej.YO
c«»e, pregioni,&: tornati gU eiruli:onde,creiciuto in numero,& faeendofipiu
doni, & più numcroic del folito , per rimediarui con maturo confeglio
miniperiti di Stato,&: di G;iuftitia,ii Rè,conla Rcgina,& i prencipi,an(
in Parlamenro.Propofe il Cancellario,che non s'haueua da parlar dellar
ne, mafolo de' rimedi) per ouuiarca' quotidiani tumulti, che nafceua
quella ,.accioche coli' ulo di tumultuare fatti licentiofl, non deponellci
l'olTequio al Rè. Furono tre pareri. Il primo,che fi fofpendeffero tutee ,
coatta 1 Proteftanti fìno^lla decilionc del C6cilio.Il fecondo^che ù. prò'
A Pio mi. LIBRO QJINTO. 459
1.1 capitale centra di loro.Il terzo, che Ci rimettere il punirgli al foro Eccle- ~ ao ij^'
co,piohlbendo le Congrcgationipublichco occulte, &:la libertà di pre- Lxi.
ie,o amminiftrarc i Sacramenti,ialuo che alia Romana. Per rilolutione, Fu
) cemperaméto,& formato l'Edittcchc il chiamò di Luglio: Che tatti s'a-
flero dalle ingiuiic&viueirero in pace.Chci Predicatori noiiecciralfero ondef.fal^E-
iltijinpena Capitale. Che non fi predicatfc, ne amminiflràilc Sacramenti, ^«'^ a'' Lh^
» che al rito Romano. Che la cognitione dell' herefìa appartencifc ali' Ec- &''''^"^°^^'''a'
iftico; ma (e il reo foire dato al braccio fecolare,nó gli folfc importa mao-- "^
3cna,che di bando,& quefto fino ad altra detcrminacione del ConciliojV-
■t"de,o Nationale.Che folTe fatta gratiaatutti quclli,che,percaa{adi rcli-
é,haueIIcro moifo tumulti ; viucndo per l'auneniiC in pacc,3<: Catholica-
e.Poi,trattandoil d'accommodar lecótroucrilcfu ordinato,che i Vcfco-
aelfero conuenire per i dieci Agofto in Poii]ì,& a' Miniftri de' Proteltanti ^^ ^ ^
iato faluocondotto per ritrouaruifì:contradicendoa ciò molti de' Catto- ^jleSlaa
quali pareuacolaftrana,indegna,&pericolo{a,cheli metteilè in compro- Poip:
la dottrina fino air hora riceuuta,& in pericolo la religione de'maggio-
a celfero finalmentcperche il Cardinale di Lorrenaprometteuaampia-
; di douer confutar gli heretici, 5c riceucre fopra di fé ogni carico : aiu-
lo anco a quefto la Regina, laquale,cono('ciuto il defidcrio del Cardina-
lentare il fuo ingegno,haueua caro fodisfarlo.
Papa andò nuoua di quefti doi Editti iniìeme,doue trono che lodare, & tutte cofeJj>ta-^
afmare.Commcndaua il Parlamento,che hauelTe foftenuto la caufa della ceaoU al l'a.
)ne:biafmaua,che, contra le Decretali Pontitìcie,non fidouclfe proceder ^**
gior pena,che dibando.Per conclufione,diceua,che quando i mali lupe-
; forze de' rimedij,altro non fi può fare,fc non alleggerirgli con la tolera-
lail pericolo imminente della ridottione de' Prelati, &maflìme inlieme
)telì:anti, elfcr' intolerabile: che egli hauerebbe fatto ilpoflìbileper ou-
?cnongiouando la'opcra Tua, farebbe fenza colpa. Adonque trattoceli
afciatore efficaceméte, & iw conformità fece per mezzo del fuo Noncio
za al Rè, accio, poiché nonfipoteua pretermetter la ridottione , almeno
Spettato l'arriuo del Cardinale di Ferrara : che all'hora , in prefenza d'un
3 Apolì:olico,cópieni{Iìma autorità, la ridottione farebbe ftata legitima.
ancora a' Prelati,che la lor poteftà non s'eftcndeua a far decreti in mate-
eligione,nc meno nella difciplina fpettante a tutta la Chiefaj3c che fé efli
^ro trafgreflì ilortermini,egli,oltre rannullatione,procederebbe contra
• ogni feucrità.L'officio del Nócio,&deirAmba(ciatore no fecero frutto,
édofi no iolo i cótrarij al Póteiìccma il medefimo di Lorena,có gli adhe-
( )i:&per nome Regio fualNócio dcttOjchc il pót.poteuaftar ficuro della
one,perche niiruna cofa farebbe rifoluta,feno,n col parere de' Cardinali,
Jlaiiano con tutto ciò precipitando le cole Ecdellaftiche: & in Roma fu / . /. --,
1 , i^ , „f . ^ . •• r>' r ,v I le CUI cole peo*
nunagrancaduta,chene Stati cotinuatiinPotoiia, eliendonata contro- moram in
li precedenza trai Cardinali, &iPrencipi delfangue Regio, ilCófcgiio Francia,
: IO cétra i Cardinali:3c Seiatiglion,& Armigniaccedettero'.fe bcnTornó,
< a, de Ghifaj fi partirono con idegao ^ mormoratione contra i Colleghi,
M m m ij
409 CONCILIO DI TRENTO. PapaPio H
ci3 i3 Et fu udito eonapplaufo il Deputato del terzo Stato, quale piidòcontta^rd.
ixi. dine Ecclefiaftico, opponendogli l'ignoranza, 3c lulFoi &c dimandando, chcl;
foirGleuataognigiurifdittione,& leuatc le entrate ,& fatto un Concinor,;
rionale, alquale il Rè,o i Prencipi del Sangue prefedino:& tra tanto fia conit
fo il poter radunarfi,& predicare a quelli,che non riceuono le ceremonie Ih
mane: faccndoui interuenir alcun publico miniftrodelRè, accioche chi;^
mente fi vegga , fé alcuna cofa ila trattata contra il Rè. Fu trattato d'appli i|
al publico parte delle entrate Ecclefiaftiche , oc molte altre cofc contra qii!
Ordinc:aggiongendoii Tempre maggior numero di fautori a*^Proteftanti. ] ii
Clero, per libcrarfi, fu coftretto promettere di pagar al Rè per Tei anni qua o
decime alFannoick coli quieta li rumori eccitati contra loro:&: per colme :i
ìd effo y ofefo precipitiofottoi quattro AgoftofcriiTe la Regina una longa lettera al Pi,
d'una lettera narrando i pericoli imminenti per i diffidij della religione, eirortandolo a i-
deifa l{eimj medio ; Diceua elfer tanta la moltitudine de' feparati dalla Chiefa Rom i,
che la legge, & la forza non gli potè uà più ridurre:che molti di ellìjprinc li
del Regno,col Tuo eirempiotirauano degli altri:chenon elTendouinilfuno le
neghi gli articoli della fede,&i Tei Concilij,molciconfegliauiano che fi p^ f-
fero riceuere in. communione» Ma, fé quefto non piaceua, & parelfe iva o
afpettar l'aiuto del Concilio Generale , tra tanto ,pa" la neceflìtà urgerne 5t
per il pericolo nella tardanza, elTerncceirarioufar qualche particolarrim( d»
con introdur colloqui) dall' una, 6c l'altra parte i ammonire di guardare 1-
le ingiurie,& contentioni,& dalle ofFefe di parole d'una parte contra Talti e-
uarli fcrupoli a quelli, che non fono ancora alienati, leuando dal luogo 11
adoi^atione le imagini prohìbiteda Dio,& dannate da S.Gregorio:dal B. f-
mo lo fputo, & gli elTorcifmb &: le altre cofe non inftituite per la parola il*
iia: reftif uir l'ufo della communione del Calice, e le preghiere nella lingu O'
polare:che ogni prima Domenica del mefe,o più fpeflo,i Curati conuoc
quelli, che vogliono communicarc r &,cantati i Salmi, in volgar lingua,
medefimafìano fatte publiche preghiere per il prencipe,per rMagiftrati,)
falubrità dell' aria,&: frutti della terrarpoi,efplicati i luoghi degù Euang( Hi
&S.PaolodeirEucariftia, fi venga alla Communione. Che iìa leuatala h
del Corpo del Signoresche non è iaftitaita,fenon per pompai,che, fé nell( e-
ghierefìvuol' tifar la lingua Latina, viflaggiongalavolgarepetutilitàd!
Che noni! leui niente della autorità Pontificia, ne della dottrina, non eli -
giufl:o,ie i Miniftri hanno fallatojeuar' il minifterio^ Quefte cofe Icrilfc ■■9^.
me fu opiaione,aperfuafione di Giouani Moaluc, Vefcouo di Valenza w
fouerchialibe-rcà Frane efe. CommolTero molto il Pontefice, attefailr '
pieno diforpittioni, mentre che fi parlauadi Concilio Narionale,&cr
maro il Colloquio a poifli:&: ben confultato,rifoluè di proceder con dillìi
tione,& non dar' altra rifpolb , fenon che eflendo il Concilio imminem <
quello s'hauerebbe potuto proponer tutto quello, che foiV: giudicato nei ^
rio,con certa <peranza,chelà non fi farebbe rifolurione,fenon fecondo 1' '?"
genzadclferaiuo<liDiOi& della tranquillità della Chiefa..
I
, Pio mi. LIBRO QJ/INTO. j^6i ^ ^
qucfte occLinenze fi confermo il Papanell' opinione coiicettajchefof- eia i^
sper re,& perlaCortcilCócilio; & neccilano il celebralo per difefa Tua lxi.
'. le preparacioni , che vedeua farfi,&; rufpicana maggiori : de ài quefto ne "»»"^* ^« f»
ÌQ(y\\o l'allegrezza che moftroil Ventiquattro Agoflojhauencio ricciuito-^"''"?-* "^'
: dall' Imperatore: doiie diceuad'acconientire in tutto &: per tutto al ^,.^,7^ \ ^^
Wioyòc che la dilationcufata da lui a dichiararli fino a quel tempojnó era jidmxto dair
fenon per tirar' i prencipi di Germania : hora , che vedeua non poter far im^eratam
d'auantaggioj lo pregaua a continuar gli uffici]» &: opere per accelerar la
atione. Laqual lettera, congregati tutti gli Ambafciaton de' Prencipi»
laggior parte de' Cardinali , fi che fu come un Coiìcifl:oro> moftrò a tut-
endo , Che era degna d'etTcre l'crita in lettere d'oro > pggioiigcndo , Che
)oncilio farebbe Iruttuofiflìmo, & che non era da difttiire : che farebbe
ofi uniuerfal Concilio, che la Città di Trento non ne farebbe ftataca-
& che hauerebbe bifognato penfardi trasferir lo altrouc in luogo piit
odo,per ampiezza di Cittàj&: fertilità di regione. Fu confermato dall'
iza il ragionamento tenuto dal papa > fé ben* ad ale uno parue che folle
loto il nominar traflationc nel principio, quando og li minima fofpit-
loteua apportar molto impedimento,oucra almeno dilationecpenfando
|^n,che ciò non farebbe ftato difcaro al Papa>& che per ciò gettato ha-
motto,per aprir porta,dcuepotelfe entrare la difficoltà.
ndo già non folorifolutOjmu fatto noto a tutti,che de' Prelati Tedefchi » Prdattb^^
farebbe interuenuto al Concilio>dubitandofi anco,attefo il Colloquio '^"f"' cm^»»
to, che Francefihauerebbono trattata tra loro foli, 6c che il Concilio V"!*^^-
: comporto di folo Italiani , & Spagnuoli , di quefti non douendo elfer *" "^^'^
il numero, jI' Italiani ancora vennero in penficro, che pochi di loro do-
eircr*afufticienza;onde molti s'adoperauano apprelToil pontefice con ^^,7 papat
k fauori, per eirer degli eccettuati. Il papa, per il contrario , parlaua gii cofiringe:
che era certificato, ruttigli Oltramontani venir conpenfieridi fotto-
[ pontificatoalConciliorc he quefto era intercfiècoiTimunecl'Italia,che
I e regioni era preferita per la preminenza del Pontificatconde tutti do-
tì andar per la difefa. Che egli non voJeua eirentarne alcuno, anzi leuar
: fperanze,& douelfero-certificarfene, vedendo quanto egli era diligente * '^' ^pf^^^
fllarui Legati: impefoche,oltraMantoua, Se Seripandcvihaueua anco *""'""'f ^^
>|.dar Stanillao01io,Cardinale Varraienle.il di dopo publicata la lettera ^'^'"'*'
hperatoie fé ben eraDominica,chiamb Congregationc generale di tut-
-dinalinrattòdimoltipfarticolari concernenti il principio, & progretTo
-; Icilio; in fpeciale promife, che hauerebbe fmmenuto- tutti i prelati pò-
avoleua che vi andaffero, & per ultimo termine non gliconcedeua più
0 giorni. Moftrò quanto il Concilio folìè necelfariOipoicheogn i gior-
ligione era sbandita,o porta in pericola in qualche luogo , & di« euail
Himpcrochc già in ScotianelConuentodituttala Nobiltà del Regno
tjnatoj.che non vi fofle alcun eifer Cirio della religione Cattolica Kor
if)
4^1 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio l
ci3 ìlO Nel mefed'Agofto furono i prelati congregati in Poiffijdoue trattare )
Lxi. Riformar la vita degli Ecclefiafticiana il tutto fenza conclufìone alcuna. >(
ridotti i miniftri de' Proteftàtijche erano ftati chiainati,& accurati, in ri
ro di quattordicijtra quali erano principali,PietroMartire,Fiorecino,and;)(
Zurich ; & Theodoro Beza,da Geneva. Qnefti porfero una fuppiicaal Rì^^
quattro capi: Chei Vefcoul in qucli' attionenonfoirerogiudici.Che il P
Tuoi Conieglierijviprefedeire. Che le controuerfie fi decideifero per lapar
Dio.Che quelloiche foife conuenuto,& decretatOjfì fcriueffe da Notati,
da ambedue leparti. La Regina voile> che uno de' quattro Secretarij Rci
celTe l'ui^cio di icriuerc>conceire che il Rè prelededejma non che ciò fol'
fto in fcricto:allegando, che non era iipedienteperlorcne utile per le' co
Rèjattefiiprefenti tempi. Il Cardinal di Lorrenadefìderaualaprefenzac
alpublico Congreiro,acciofoirepiu numeroro,& decoratcperoftentar
valorcpromettendofi certo il trionfo. Molti Theologiperfuadeuano la
na,che li Re non interueniire al Colloquio,accio (diccuano)quelle tenere
chie nò follerò auuenenate di peftifera dottrina. Inanzi chele parti folferc
inatealCongreiroji Prelati fecero una Proceflìonc&ficómmunicarono
eccetto il Cardin.Sciatiglione,&: cinque Vefcoui.Gli altri fi proteftaronc in(
air altro,chenó intcndeuano trattar de' dogmi,ne difputar delle cofe dm
éfortatiom A due Settembre fi diede principio.Eraprefente il Rè con la Regina,iP
del ì{è, pi del Sangue, & i Confeglieri Regij. Interuennero fei Cardinali, &c qu;
Vcfcoui. Il Rè, cofi infl:rutto,fece un alfortatione, che,eflendo congreg;
trouar modo di rimediare a' tumulti del Regno, & corregger le cofe degn
mendatione,defideraua, che non fi partiirero,pl:ima che foifero compoft(
e del Cacellie- |g differenze. Il CanccUiero più lonzamente parlò,per nomeRegio,nella
re, et rmura,^ za medefima:parTicolar mente dille. Ricercar il male vrgente rimedio pr(
Coi Informati, vicino: qurl che fi potrebbe afpcttar dal Concilio Generale,oltralatard
nirancodahuomini,che,come forert:ieri,non {anno i bifogni di Francia
no tenuti feguir li voler del pontefice: i prelati prefcnti,come periti de' b:
del Regno,&: congionti di fanguceller più atti ad eifeguir quefta buona
& le ben il Concilio,intimato dal Pontefice,fi facelTe, elfer' anco altre voi
corfo,& no elTer fenza e{rempio,&: fo tto Carlo magno elfer' auuenuto,c
Concihj in un tempo fono ftati celebrati: che molte volte l'errord'unC
Generale è flato corretto da unNationale : eirernee{rempio,cherAriar
flabilito dal Concilio Generale d'Arimini, fu dannato in Francia dal Co
'^ congregato daS.Ilario.Eirortc) tutti adhauer i^.inedefimofine, & ipiu(
non fprczzar gì' inferiorijuc qucfti inuidiar a quelli, tralafciar le difpute<
fé, non hauer l'animo tanto alieno da' Proteftanti, che fono fratelli rigc
nel medefimo BattefiriO,cultoridel medcfimo Chrifto.Eirortò i Vefcoui:
tar con loro conpiaceuolczza,cercando diridurgli,ma fenza feuerità,co
radojchc ad eflì Vcfcoui s'attribuiua molto,lafciadogli,eirer giudici nell:»
fapropria:ilche gli coftringcua a trattar con fincerità:& cofi facendo, fer e^
bono la bocca agli Auuerfarij:ma trafgvedendouificio di giudici giufti , ij
/Si
Cardinali
Torno.e Lor-
. Pio mi. LIBRO QV 1 N T O. 4^5 — ____
)ciiTÌto,& nullo. Sileno il Cardinale di Tonione:Sc> dopo liauerrin- ci3 i3
co ilRc,laRegina,& i Picacipijdell' airittcnzajchc preftaiiano aquel Co- li x.
liircLe cole pi'opoftc dal C-incclliero elìeu moko imporcaiiri,& da non ^^Z^^?"
L-e , ne Lilpondci-gU alla Ipi-oaifta: Se però nchiedcrc , che follerò melTc Ì!i ^"'"^'"
) per deiróerarai'tbpra.Ric alando il Cancelliero,& inftando anco il Cai- ^ ""^""j "^"^^
r ir V ■ r • riT-»- /'/> Tana, Avman—
i di Lorena,che li metcciiero m Icritto: accortali la Re^na>chc ciò h face- dam copia:
annetter il negotioinlongo,ordinò aBcza,che parlallc: ilciiial ingiaoc- ra'nonamento
),& fatta oratione,^ recitata la profcflionc della ina fede, Sz lamentato fi delBe^a:
)fsero riputati tLirbiilenti, »3c fcditiolì , & perturbatori della tranquillità
:a,noii liauendo altro hne,che la gloria di Dio, ne cercando libera facol-
ongtegarlì , fenon per feruir Dio con quiete di confcienza , & ubedir a*
Irati da Dio conftituiti : paisò ad efplicar le cofe in che conuengono con
efaRomana,& in che difsétonorparlò della fedcdelle buone opercdcU'
mza debita a Magiftrati,& de'SacraiTienti:(.S:,entrato nella materia dell'
ridia , parlò con tanto calore , che era di malafodisfattione ancoa fuoi
j:onde fu sforzato a fermarfi. Et, prefentata la Confezione delle Chicle
nandò che i capi di quella forseroefsaminati,& fece fine. Il Cardinale di dalqualeTov
ne,leuatofi,pieno di ldcgno,(I voltò,& difscGhc i Vefcoui,hauendo fat- ""w* mkatQ^
,aalle fucconfcieiize,haueuanoconfentita d'udir queinuoui Euangeli-
Ucdcndo che doueuano dir molte cofe ingiuriofe centra Dio : &, fé non
;ro portato rilpetto alla Macftà Regia,li farebbonoleuati, e diftuibato il
fso. Però pregaua la Maeftà fuanon dar fede alle cofe dette da loro , per-
'Prelati gh farebbe moftrato tutto'lcontrario,{ìche vedercbbe la diffe-
ra la vcrità,& la bugia:&: domandò un giorno di tempo a rifpondere,rc-
>tuttauia, che farebbe ftatà giuda cofa, che fi fofsero Icuati tutti di là,per
lir quelle biafteme. T>i quefto la Regina,parendo gli elfer taccata,rifpo- èrtperfTo àaUtì
i efserlì fatto cofa , fenon deliberata da' prencipi , dal Confeglio Regio, i{ema:
Parlamento di Parigi: nonper mutare,o innouar alcuna cofa nella re-
vma per componer la diiFcrenza , &: ridurre al dritto camino li fuiati : il
anco ufficio, della prudenza de' Vefcoui di procurare con ogni buon,
ttiato il Co fcirojfi trattò tra iVefcoui,&Theologi,quello,che fi douefse Hzonsmrl',
leuano alcuni di loro,che fifcriuefse una formula della fcdc,laquale fé li #»«^^'« ^«e
anti non volefserofottolcriuere, fofsero,, fenza altra difputa ,,Gondan- ^''""^'.«e
heretici: ilqual parere elsendo giudicato troppo arduo,dopo molte di- '
fivcnneaconclufionedirifponder a due capi foli de'propoftì daBcza,
Ila Cliiela,^ dell' Eucariftia. Cógregato donquedinuouoilConfefso-
i del mele > in prefenza del Rè,delia Regina, &c Prencipi,il Cardinale di-
fece unaloga oratione:difse prima,che il Rè esa Mébro,& nóCapo della
che la fua cura era ben didiféderlarmain quello,che toccaua la dottrina,-
: sgotto a'miniftri Ecclefiaftici:foggi5fe,chelaChicfanó- cótencuaifoli
ak con turo ciò non poteua fallare : ma, quando alcuna particolare fofse
t' cjconueniua hauei: ricorfo allaRomana^a' Decreti de' Cócilij Gcneralia.
4H CONCILIO DI TRENTO Papa Pio
e 1 3 1 3 & al confenfo degli antichi Padn,Sc fopra tutto alla Scrittura cfpofta neld
Lxi. della Chiefa: per hauer di ciò mancato, eifer' incorfi tutti gli herctici in e;
inefl:ricabili> come i moderni nel capo pertinente all' Eucariftia, doue, peri
rito infanabile di curiofe qucftioni, quello che da Chrifto era inftituto peri
colo d'unione jhaueuano adoperato per fquarciare la Chiefa irreconcilii
mente. Et qui palio a trattar quella materia, concludendo, che, fé i Protef j
non vorranno mutar fentenza in quello, non vi era via alcuna di com j
tione.
Finito il parlare,tutti i Vefcoui il leuarono, e diflero di voler viuere,& n
tire in quella fede.Pregauano il Rè di perfeuerar in elTajfoggiongendojCb ì
Proteftanti vorranno fottofcriuere a quello articolo , non ricufanano di d «
tar gli altri:ma quando nò,uon fé gli doueua dar' altra audienza,ma fcacci i
di tuttofi Regno. Beza dimandò di refpondere all' hora:ma,non parendo u
fio di trattar del pari un miniftro priuato ad un coli gran Prencipe Cardi k
fu licenciato il Congrclfo. Li Prelati haucrebbono voluto, che con qu( ì\
Colloquio folTe finito:raa il Vefcouo di Valenza mollrò,che non farebbe d
con honore: perilche fu unaaltra volta congregato a' ventiquattro in pre e
^ìe^dmmwl'i «^ei^^Regina»^ de'Prencipi. Parlò Beza della Chiefa,& delle conditioni, n
Efhenfio rc' ^^^^^^ ^^ quella, de' Concili) , moftrando che polfono fallare, & della di iti
l^lka: della Scrittura. Gli rifpofe Claudio Efpenfeo,dicendo,Hauer fempre del ra
to,che s'introducelTe Colloquio in materia della religione,&: abhorrito 1 1
plicij,cheper queUacaufalì'dauanoamifcri:ma hauerlìben marauigliat
che autorità,& da chi chiamati i Proteftanti fi folTer© introdotti nel mini
Ecclelìafticojda chi glifolferoftate impoftele mani per elfer fatti ordinai
niftri,5(: fé pretendcuano vocatione eftraordinaria , doue erano i miraco.
fono neceltari) a dimoflrarlo?PalIo a trattar delle Traditioni.Moftrò,chc
doni controuerfìa del fenfo della Scrittura,fì debbe ricorrere a* Padri:ch(
te cofe fi credono per folaTraditione,come la confuftatialità del Figlio,i
tefmo de' faneiulli,la Virginità della Madre di Dio dopo il parto. Sogg
che nilfun Concilio Generalcin quello che appartienealla dottrina , era
corretto dall' altro. Palfarono diuerfe repliche , de difpute dall' una , &
parte tra iTheologi,che erano prcfentij&riducendofi la cofaa contenne
Cardinale di Lorena,fatto filcntio,propofe la materia dell'EuchariftiajC
re,che erano refoluti i Vefcoui di non andar più inanzi, fenó fi accordar'
arte del Lor- "^^ quell' articolo : & all'hora dimandò a' miniftri, fé erano preparatia
rena, sfuggita fcriuer in quello articolo la Confeffione Auguftana. Alqual Beza rifpol
dal Be%a.y mandando fé egli proponeua ciò per nome comraune di tutti? & fé elio
tri Prelati, erano per fottofcriuer agli altri capi di quella Gonfeflìonc?r
%lqnale,contrx tendofi hauer rifpofta ne dall' una,ne dall' altra parte , finalmente Beza
£jf>enfe9ije- q^^q^ìì^oìTc: dato in fcritto,per deliberar quello , a che fi proponeua che
{itene la lua . . ^.^ vr-rr-i^it • \ • r
'Uteatione fcriueile.Et m rmiello il Colloquio al giorno tegnente.
Nelquale Beza comminciando a parlare, irritò molto i Vefcoui: perei'
megiuftifìcando la vocatione fua al miniftcrio , entrò a parlar della vo
Pio mi. LIBRO QVINTO. 4^5
nationc de' Vefcouf, & narrò le mercancie, che vi intcniengono, ricer- eia 1 3
rome quelle iìpoflìno hauer perlegicime? Poi^padàro all' articolo deli' lxi.
tia,& al capo della Confedìone Auguftana propoltoglbdilfc. Che folle
btcoicritto da quelli , che lo propoueuano. Ne potendoiì accordare, amgtyt d'un
lira Spagnuolo, che era col Cardinalcdi Ferrata, arriuaro in quei me- ^^^M** Sfa-
riorni che il Colloquio era in piedi , leuatolì, Se dette molte villanie a ^""°^'''
uitiiriprefe la Regina che s'intrometteire in cofe, che non s'afpcttaua-
maal Papa,a' Cardinali, & a' Vefcoui. Laqual arroganza fu impatien-
fentita dalla Regina: ma,perrii'pctro delPontefice,& del LegatOjladif-
Finalmente , non potendofì concluder cofa alcuna in quel modo di
fuordinato,chedueVefcoui,e treTheologiipiumoderati,con cinque confere'>a tì
i , fi riduceirero infìeme , per veder fé fi poteua trouar modo di concor- rìflretu fi*
tentato da loro di formar' im articolo dell' Eucariftia con parole gene- (^ucharijìiaj
.te da' Padri, che potelfero all' una parte,& all' altra fatisfarc: ne potcn- *""."^^:..
lenirejfu meflb fine al Colloquio:dclquiale vifii molto che parlare :di- ^J" ^j, .*
cuni,e(rer' un cattiuo etrempio metter in trattationc gli errori una voi- auhi
.nnati:che non fi hanno da afcoltar le perfone,che negano i fondamen-
eligione, maffime tanto tempo durata. Se tanto confermata, l'pecial-
iprefenzadiperfone idiote : &, benché nel Colloquio centra la vera
: alcuna cofa non fiariloluta , nondimeno ha dato baldanza agli here-
lattriftato i buoni. Dicendo altri, che publicoferuitiofarebbe,fpc{^
■quelle controuerfie , perche cofilc parti fi familiarebbono infieme»
)bono gli odij,& gli altri cattiui affetti. Se s'aprirebbono molte con-
per trouar modo di concordia,non vi eifendo altra via di rimediare al
:ato: perchcdiuifa la Corte,&; adoperata la religione per pretefto,non
•ile per altra via rimediare, chcdepofte le oftinationi,tolerando gli uni
leuar di mano agli inquieti, Se turbatori , quel mantello, con che
D le male operationi.
teficcriceuuto auifo che il Colloquio era dilToluto fcnza effetto,fenti . - .
accre,&: commendò il Cardinale di Lorena, &; maggiormente quello ^/j^"!'Tr"
n. Gli piacque molto il zelo del Giefnita,ediceuapoterfi comparare e/To
:hi Santi,hauendo,fenza rifpetto del Rè , Se Prencipi,foftenuta la cau-
. & rinfacciata la Regina in propria prefenza : per il contrario ripren-
tenga del Cancelliere,come hereticain molte parti,minacciandoan- e [oprala pw
0 citar neir Inquifitione. La Corte ancora, apprelfo quale l'arrenga /""'*' *^ '"'-
ij'cra diuolgata, parlaua molto male di quel fogetto , & congetturaua, *'*"S*^^^c«»»~
>'l gouerno di quel Regno hauelfe rifteffa difpofitione verfo Roma: Se " '^^''
iatore France(c haucua che fare a difenderfi.
■ da tralafciare quello, che al Cardinale di Ferrara auuenne, come cofa „taoàatìone
nnelfaalla materiajdichefcriuo. Quel Prelato ne' primi congrcflì fu delc.Ferrarn
ial Rè, Se dalla Regina, con molto honore : & ,prefentate le lettere »» trancia:
e di credenza , fu riconofciuto pei Legato della Sede Apoltolica,da!la
.egia,(!^ da' Prelati,& Clero. Ma il Parliunento , hauendo prefentito >
N<in
,466 CONCILIO Dt^RENTO. Papa Pi.
ci3 1^ ' che tra le commiflloni,clatcgli dal Pontefice» una era di far inftanza,ch (
i-xi. ro riuocati,o moderati almanco i Capitoli accordati ne' Stati d'Orliensr(
naro precedente, fpettanti alla diftribatione de' Benefici); ma particolam
quello, doue era prohibito di pagar le Annate a Roma, ne mandar dana i
del Regno per impetrare benehcij,o altre gratie a Roma : ilchepenet::,
Parlamcntojche lino a quel tempo non haiieaa publicato i Decreti fuc t
CIO ilCardmale nonottenefse quello, che dilcgnauajgHpublicòfotto e
ci Settembre,»?^ fece anco rifolutione di non concedere al Legato, che )i
ufar le facoltà dategli dal Pontefice : imperoche è coftume di quel Regi ,
un Legato non può eirercitare l'utficio , fé le facoltà Tue non rono-pr4 ì
fcntate,& eiraminate in Parlainento,& per arrefto di quello regolateiàil
ratCsSc in quella forma confermate per un Breue del Rè:là onde, quandi J
la delle facoltà della Legatione fu prefentata,afine d'elTerccome dicon( .{
bàta, fu negato apertamente dal Cancelliere, 8c dal Parlamento , che 1: d
uiare , allegando che già era deliberato di non ufar più difpenie e t
regole de' Padri , ne collationi de' bencficij contra i Canoni. Softc b
co^il Cardinale un maggior' affronto , che furono compofte,& aftifli
blico , &c diireminate per tutta la Corte, & la città di Parigi , Pa r
fopra gli amori di Lucretia Borgia, fua madre. Se d'AleiPandro forni i
teficciuo auo materno, con repetitioni delle ofcenità diuolgate i
Italia ne' tempi di quel Pontificato, che pofero il Cardinale in de )
piebe.
Laprimaimprefadinegotiojche il Cardinale tentò, fu d'impedii -
che de' Riformati (datifi,dopoil Colloquio a predicare piuliberan
uffici] , &: perfuafioni , & fecrete promefie a Miniftri. Et, perche n
credito con loro,per etTer parente de' Ghifi, per laqual caufa anco era
toappredo tuttala parte contraria a quella cafaiperrenderficonfidei
caua anco co' nobili della fattione Vgonotta, & fi trouaua a loro n
&c alcuna volta in habito di gentilhuomo interucnne alle pred iC
che portò nocumento, {limando molti, che, come Legato, lo J
volontà del Pontefice:& la Corte Romana lentìmolto male le attieni ì
dinaie.
la Pagina La Regina di Francia, intendendo, che ilRè di Spagna fentiua raaii :l
rc^eme.7vS^^loquio, mandò efprctro GiacomoMomberone aquelRè: ilquale,c. 1
ifatjare il Col raaionamento, fcusò, che il tutto era ftato fatto per neceflìtà , de non y
loquio al I^ ^^^^ • p^-oteftanti:& che il Kè,ÒL la Regina,fenza più parlar del Concili >1
^muffmlà' naie , erano ntbluti di mandar c^uanto prima i Vefcoui a Trento. Il i
Jupplicij,eri- fpofe parole generali, & lo rimife al Duca d'Aluaj ilquale, udita l'air 1-
gorl, rifpole, dolerfi il Rè, che in un Regno coli vicino , 3c congionto lece i
ftrettezza di parentado , la religione folTe cofi mal trattata : eiTemi b 'g
quella fcuerità, che usò Hcnrico nella Congregatione Mercuriale: d>L ^
Francefco in Ambuofa: pregaua la Regina di prouederci: perche, te a»
pericolo di Francia anco Ìui,haueua per confukatione del fuo Coiiitj o
J
[leena
Pio mi. LIBRO QVINTO. ^67
al di metcemi tutto'l fuo potere, & la vita medefima, per eftinguere la com- TuPTò"
lipeftc, alche era foUecicaco da' grandi, &: da' popoli di Francia. L'accor- lxl
Spagnuola dilfègnaiia^con medicina della Francia , guarn- le infermità di
;a, lequali non e rano minori, ienon per cllcr meno apparenti , & tiimiil- perfuoi £ni in
Non hauciia ancora il Rè di Spagna potuto mai far radunare li Stati^oer Fiandra,
ne. unacontributionc, o donatiiio. In quelli medefìnii tempi in Cam-
: Valentia,fì faceuano (copertamente adunanze;&: inTornai,haucndoaIi
iftrato prohibitOj& elTeguendo con Tnicarcerationc d'alcani,fi fcoper-
radittione armatajcon grauiffimo pericolo dì ribellione ; & patena che
ciped'Oranges ,& il Conte di Egmontjiìmoftrairero apertamente fau- o«s ^'^ ^eli-
o:&: mafliiTicdopoche il Prencipe pigliò in matrimonio Anna, figlia &""-^ ^fi
MauriciosDucadiSalFonia, con molto difpiaccrc del Re, chevedeua T'^l'* -!
jife per terminare un matrimonio contratto da un fuo (uddito con Pro- ^' ^ '
; di tanta adherenza. Parlauano nondimeno i Spagniioli in maniera,
; la Fiandra fotFe ftata fana,«S<: temefsero infettione dailaFrancia,& vo-
piugariacon la guerra. Et,oltre la rii'poftadata alla Regina, hauendo
Imbafciatorehauuto carico di trattar il negotiodelRèdiNauarra, crii
fto,chenonmcritaua,perla pocacura,che haueua della religione : &•
jelTer fauonto nella dnnanda fua,douefse prima muouer la guerra con-
gonotti in Francia.
anno la Regina fcufarejper mezzo dell' Ambafciatore Regio al ponte- Urnn^faig
>. la Saatità ftu il medefimo Colloquio, facendogli confidcrare, che per f^'edefime fcufi
re gli Vgonotti, quali diceuano eiler perfeguitati fenza efser' uditi , Se "^ ^^Mt
daie imotiloro,il Rè era flato coftrettoaconcederglipublicaaudien-
)rere;iza de' Prencipi,& Vificiali del Regno,- con deliberatione , che fé
teuano eirerconuÌnticonragione,lìpoteire,hauendo hauuto tempo di
i in ordine , vincergli con le forze. Fece di più trattar col Cardinale
) Legato d'Auignone, che cedelfe quella Legatione al Cardinale di Bor- domanda U
romettendogli ricompenta: <Sv hauendo Farnefeconlentito, l'Amba- ^^g^^cm
ne parlò al Papa,per nome di lui,& del Rè di Nauarra,proponendo che ^ -^^''inont
lauerebbc liberato SuaSantità dalla fpefa,6<: afficurata qaeila città dagli ^ ^-^orba-
ti,qaali l'hauerebbono rifpettato, quando folFe nella protettione d'un
•e del Sangue Regio. Ogniperfonadi mediocre giudicio, non che, uno
ne' maneggi, (ì farebbe auueduto, che quella era una apertura, per leua-
icilità da Roma il dominio di quella città , & unirla alla Francia. Però
negò alIblutamented'acconfentirui,& riferì quello tentntiuoin Con- rifiutata d l
come che hauelfe fotto coperta qualche gran pregiudicio, che no appa- Papa, ilouate
i prima Vida: & fece grand' indoglienzacontra la Regina, &c contra ì\ fi ^mU della
^auarra», che , hauendogli ptomeilo più fiate , che in Francia non fi fa- ■^""«^
atto cofa di pregiudicio all' autorità pontificia ; nondimeno fauo-
l'herclla, erano autori di Congrcgationi di Prelati, di Colloqui),
: cofe pregiudiciali: che egli, procedendo con manfuetudine, era
crifpoflo: però, fubitodato principio al Concilio, voleua con quel
Nnn ij
468 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pku
mezo hi: conofcci: la riaerciiza , che i Pceucipi recol.u-i debbono 31
re alla Ghicfa. Fece l'iftelTa iiidoglicnza > & minaccia ali' Am'oafciati e,
qualcdopo haiier cfplicauo che la dimanda della legatione era a buon fi;,
chccutce le opere della Regina erano farce coi maciu'it:à>5:giu(li£ia,ro'io
fe,che il Concilio era pia delìdcrato dal Rè > che da Sua Sanrità y con Ipcmi
chchauerebbe pi-ocedutocon la medciìma ccjaicà , & lilpeuto verlbitt
PrencipijienzadUferentiargli. Quello diirc, mottegc;iando ilpapa,che ,u(
pocoinanziconceiroun giaaiirnno fiiffidiodaeirer pagato dal Clero ?[(e
Spagna,dopo hauere a gran facica conceire le lemplici Annate al Tuo R Vi
Papa» inrofpettitoperla petitione d'Auignone, èc confiderando che i
e pronede ad ài quella Città erano ratti Proteftanci , temendo che la tetra non foffe e
^ui^none. ta dal Rè diNauarrajipedi immediate FabricioSorbelloiie,con damila iti
alquanti caualli>percaftodia della Citta; de ne diede il gouerno a Leu
» LcncijVeicoao di Fermo,come Vicelegato.
» Prelati vi- Dopo il Colloqaio,licentiati i Protellanti,reftauano i Prelati per tr: ir
mafia PoifSh f^flidij da dare al Rè;dellaqual dimoragiudicando la Regina che ilP 1
uelfe prender fofpettionejper le frequenti indoglienze fatte , aflìcuròa 01,
che non rimaneuanojfe non per trattar de' debiti del Regno, con aggii gè
che,finita la Congregatione, ordinerà a' Vefcoui, che immediate fi mei 10
punto per andar' al Concilio. Con tutto ciò fu trattato ancora dell io:
trattam e j-^^m-^JQj-^edgl (2alice>proponendoil Vefcouodi ValenzajConparticipat i(
Cardinale di Lorena, che , quando quella fi concedeire , s'interrompe
corio cofi felice d'aumento a' Proteftanti: attefo che gran parte di quell
adlierifconOiineomminciano a credergli da quello capo : perilche, qua
uellero la Communione intiera dalla Chiela, non gli porgerebbono oi cu
Et gì' intendenti de' maneggi confideraaano , che per quella via larebJ pi
dillènfione tra i medefimi profeiFori di riformata religione. Alcuni p H
Vefcoui erano dipirerc, che ciò folle llatuito per Editto Regio , & e
mmcdiate:dicendo,che Fintiera Communione non fu leuatapetde
cuno della Chiela, ma per fola cont'aetudincme elFerui alcun decreto!
flico,che prohibifca a' Vefcoui di ritornare Fantico ufo. Ma la maggia pa
nonconfentiche fifacelTcfenon perconceiIione,o almeno con buon ;ffl
del papa. Furono alcuni pochi, a' quali non piaceua che fi facelfe non- -
furono collretti cedere alla maggiore & più potente partcjfacendo gra
cij Lorena: ilquale, per ottener ilcontenfodel Papa,giudicando netell 0
Mchectnfente uer' il fauore dei Cardinal Ferrara , & per tirarlo nelF opinione medeiì h
anche il c. autore alla Regina,che delFe orecchie allcdropofitioni lue, & concedi do
FtrrMra, qualche cofa , FacquillalFe per quella, & altre occahoni. Haueuail Ca iid
proceduto con ciafcunojanco della contraria religione, con tanta dolc 2a
placidezza, che s'era acquiftara la beneuolenza di molti, che gli facci 10
principio oppofirione : onde^eiraminati i negoti)5& col parer de' più in ni
Confeglio, tu conceifo per un Breuetto del Rè, che i Capitoli d'Orlicu (f
tanti alle cofe beneficiali , reHaifero fofpefi,& il Legato poteife elfercit; k
.A Pio mi. LIBRO QJ/ IN TO. 4^9 _
:à, haiK'ndo però egli a partcperfcrictLira di fuo maao,promc(ro , eh' egli ciO i3
i'alciebbc, t:S: che il papa haiicrcbbe piouediuo a tutti gli aburi>& difoidi- LX i .
Re'ficommetcono nella coliatioue eie' benefici], $c ncU' cfpeditione delle
[.■;i:iRoma. Contutto ciò ricusò il C ll}cellierodi^ottoicriuel"e,5^:fligd-
l Breu;',(l'co)ido lo itile dei Rcgiioine cHtiidopoiribile di LÌmaod-:iJo dalla
dtolacion óconacnne che foife lottolcricro della Regina, da Nauarra,& da'
icipali ufficiali della Corona in iupplcmcnto:5i reftò contcnni'iiroo ù Lc-
. ,piu nitento allacoateruatione dell' honor Tuo, che al vero femicio di chi
a;idò: & per quello fauore ottenuto, fi Lilciò condurre a lodar il confc glio
iComir,unione,& fcriuerneaRoma.Ilchc però-iececon tal tcmptramcn-
he ne il papa, ne la Corre potelfero rollar di lui difguftati. Il fine della
nanzadiPoiilifuj che i prelati concelTero al Rèdiyalcrfi de" ftabili delle
^^svendendone per centomila feudi d'entrata,purchc n'interuenilfc il con-
del Papa.
ommil'eil Rè all'Ambafciatore Tuo in Roma di farne inftanza,mofl;ran- tneè fma
neceffiràj&utilitànlcherAmbalciatoreeifcguìapontoil giorno inanzj, domandaci
laueuail Pontefice riccuuto lettere del Cardmale di Ferrara, che dauano ^^'*^'**
D delle difficoltà fuperate , haucndo ottenuto la fufpenfione de' Capicoii
liens centra la libertà Ecclefiaftica,& licenza d'ulare le facoltà di Legato:
tanto più ardue da ottenere,quanto dal medefimo Cardinale di Lorena,da
pettaua fauore , gli fu da principio fatta oppofitione : &c daua mtiera re-
ne dello ftato della religione in Francia„S<: del pericolo, che fi edinguelfe a
& de' rimedi) per prcfcruarla:che doi folo erano : Vno, dar fodisfattione
diNauarra,& interellarloalladifera: l'altro, concedere al popolo uniuer-
nte laCommunioncT^^ utra^uejpeae : 3.!Aeì:md.ndo certamente, che con
3 guadagnerebbe dugentomila anime. Allapropoftadonq uè dell' Amba-
ire,che lo fupplicò,per nome del Rè, della Chiefa Gallicana, & de' Prela-
folferodifpenfati di poter amminiftrar al popolo il Sacramento dell' Eu-
Ha l'otto le due lpecie,comcpreparatione utile, 3c neceifaria al popolo di
Ej legno, per difporlo a riceuer prontamente le determinationidelConci-
;nzalaqualepreparatione fi poteua dubitar alfai , che il rimedio douellè
Fgli humori troppo crudi,& caufare qualche mal maggiorcjii papa,fpro- ...
iiente,&fenza hauerneconfegliato, ne deliberato, ma lecondo l'inclina- ^"*/' ^ !
i'a,rilpore,Che egli haueuafempre (limato la Gommunione delle due fpe- «rt,
il il marrimoiiio de' preti de iurepofìtma : delle quali cofe non è minor l'au-
à1 del papa, che quella della Chiefa uniueriale, per dilponerne: «5«:chc per
fili' ultunn Condaue fu (limato Lutherano. Che l'Imperatore haueaa
n:to riftcifa richieda per il Rè di Bohemia,(uo figlio,quaie la propria con-
fi/a induceua a quella opinione: & poi anco haueua fatta l'ifteifi dimanda
enopoli del fuo patrimonio : ma che i Cardinali mai hanno voluto accom-
Jd:uifi:però non voleua rifoluere cofa veruna, fenza proporlo m Coni ifto-
;*ipromife,che nel proflìmo ne haucrebbe trattato: ilquale elfendo Ultimato Jt?^'"'"'^* "'*
ii^i Decembre,rAmbafciatore,{ècondo il coftume di quelli,per cui inilan - glcZci/hrl
Nnn iij '^"^
470 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio
CI 3 j ; ZI lì Trattano incgotij, andò la mattina, mentre iCardinili fono congregai
Lxi. peccandoli Papa,per far con loro uincij. I più difcrcci di loro rilpofcrojC
dimaiida era detona di gran deliberaiionc, allaquale nonardmano rilponi
lenza pcnlarci ben fopra-.altri iì tiubaroiiojcome a nuona non pia adita. Il
dnialc della Cueua diircj Che non {arebbe mai flato per dar il voto Tuo a fi
d'una tal dimanda: & che, quando ben folFe flato coli riloluto con l'auton,
£/o?«/ò>?of^«e Sua Santità, tk col conienfo degli alcrufarebbe andato (opra i fcalinidiS.f
gran d-fficcl- i-q^^j eiclamar ad alca voce,& gtidarjMiiericordia: non rcftando di dire, o
ifonf'^^"^'' Prelati di Francia erano infetti d'herefia. Il Cardinal S. Angelo rifpore,;,
non darebbe mai unCaliccpien di iì gran veneno,al popolo di Franci?,ia 1; j
di niedecina:5v: che eramcglio lalciarlomorircchevemrarimedijtali.A' ii
li rAmbalciacor replicò, Che i Prelati di Francia s'erano molli con buoni ti
damenti , & ragioni Theologiche , non meriteuoli di cenfura cofi cont i
liofa: come dall' altra parcc, non era degno, il dar nome divcneno ai
gue di Ghrillo , & trattar da venefìci i Santi Apofloli, & tutti i Padr e
la Chicia primitiua, & della fcguentcpcr molte eentenaia d'anni, che h; n
con fommo profitto fpirituale , miniftraco il Calice di quel fangue a t ti
popoli.
Il Pontefice, entrato in Conciftoro, per ragionamenti hauiiti con qu:!
Cardinale; & per hauer meglio penlato ,hauerebbe voluto poter riuocar n
roladata: nondimeno, propofe la materia , riferì l'inftanza dell' Ambaù co
re , Se fece legger la lettera dei Legato , & ricercò il parere. Fra i Cardine dt
pendenti di Francia , con diuerfe forme di parole, lodata la buona inten m
del Rè, quanto allarichieftafirimifero aSuaSantità. I Spagnuoli furon ut
ti contrari), ufandoanco grande ardire, 6c trattando i prelati di Frane
daheretici, chi darciimatici,&chida ignoranti: non allegata altra m
renon,che tutto Chrifto è in ciafcuna delle ipecie. Il Cardinale Pacceco
derò che ogni diucrfkà di riti nella religione, malìime nelle ceremor
principali, infine capita a fcifma, & anco ad inimicitia. Al prefente
gniioli in Francia vanno alle ChiefeFranceil , i Franceli in Spagna al)
gnuole: quando communicarannocofidiuerfamente , nonriceucndo:
la communioiie degli altri, faranno coftretti far Chiefc feparate , 3c ecco
diaifìone.
Fra Michel,CaidinalAlelIandrino,diirc,non poterli in alcun modo et
dal Papa de plenitudine potejìatió-, non per difetto d'autorità in lui fopra
quello, che è rfV;«rÉ'^(?/^rz«o,nelqual numero è anco quello: ma perinca
di chi dimanda la grana: perche non può il Papa dar facoltà di far malej
male hereticale il riceuer il Calice , penfando chefianecelFario : peròi
non lo può concedere a tali perfone: (5^ nonpoterfi dubitare, che Zìa giu<
ncceffarioda chi lo dimanda , perche di ceremonie indifferenti nilfun fa
tale: o queftitdiceua) hanno il Calice per neceifario, onò: fenò,a chcj
darcfcandalo agli altri col faifi differenti? fé fi,adonquefono hereticù
capaci digrada. Il Cardinale Rodolfo Pio di Carpi,che fu degli ultimi
PA Pio mi. LIBRO QJV^ I N T O. 471
jclTeadolldAgli inferiori commiaciatosconfoniiandofi con gli altrinclia cio lO
elulione, diircChc non folo laprcfcLuacionedidugenromilahuominijma lxi.
1 folo ancora è luftìcicnte caula di dilpcriiare le leggi policiue con prnden-
n: mataricà: ma in quella propoftaconucniiu ben coniìdcrarcchc credendo
qaillar dugeni:omila,noa il perdeire dugento millioni:Eircr cola chiara,che
(la dimanda otcenutainon larà hne delle richielte de' Franceliin materia di
rione: ma gradoperproponer'unaakua: chiederanno dopoi il matrimo-
de' Pretijla lingua volgare nel miniilcriode'Sacramcntiihauerannorirtef-
Dndamencojche fono de mre poftiucòc che conuien concedergli per preier-
onedimoki.Dal matrimonio de' preti ne Icguiràjchchauendo caia, mo-
gi figli^non dependeranno dal papa, madaUuo rrencipe, .?cla carità della
[egli t'ara condefcender ad ognipreCTiudicio della Chieia: cercheranno an-
difar' i benefici) hereditarij , &in breuifiìmo fpaciolaSede Apoftolica lì
ingerà a Roma : inanzi che folle inftituito il Celibato , non cauaua frutto
no la Sede Romana dalle altre Città,(Sc Regioni : per quello è fatta patrona
nti benefici), de'quali il matrimonio la priuerebbe in brcLie.tcmpo. Dalla
.lavolgare ne feguirebbe, che tutti lì ftimerebbonoThcologi, l'autorità de'
Iti farebbe vilipefa,vS<: l'herefia entrerebbe in tutti. In fine,quando la Com-
ionc delCalice lì concedelTcin modo che folle falua la fede in fé fteira,po-
nporterebbe,ma aprirebbe porta a richiedere che folFero Iellate tutte le iii-
uttionirchefono de Iure poJ?tmoy conìe(]a^i (ole è conferuatala preroga-
data da Chrifto alla Chiefa Romana : che da quelle de Iure Diurno , non
i utilitàjfenon fpiritualeiSc per quelle ragioni ciTer fauio confeglio oppor-
a prima di manda,per non metterli in obligo di conceder la feconda «ktut-
altre.
Papa fu molto da quelle ragioni principalmente a rifoluerlì alla negatiua, ^ p
r farla fentir meno graucfece prima far' ufficio coli' Ambalciatore,che da elude alla. n&*
\ ir© delìlìeire dall' inftanza : a che non confentendo egli , lo fece ricercare, gatma^
Imeno la profeguille lentamente, perche era impoffìbile concederla , per
alienarli tutti i Carolici. Seguì nondimeno l'Ambafciatore , alquale il
rifpofe,prima interponendo dilatione>finalmente rifoluette , che , quan-
ue egli potelfe , non però doueua farlo, poiché il Concilio era prolfimo» ,
ome a quello era Hata rimeffa la petitione dell' Imperatore, coli rimette- ^'^^"^"'^^ »^
iella di Francia al medelìmo, doue s'hauerebbe potuto, per fodisfar al c//;o^.
trattar queir articolo il primo, ilchepocopui tempo portauadi quanto
lauerebbe di bifogno , per conceder la gratia con maturità. Ne delìllendo
^bafciatore di replicare in ogniaudienza,il Papaaggionfe, Eller ben certo
atti i Prelati non fanno tal petitione,hauendo la maggior parte nella Con-
Ltioneriloluto di non parlarne: ma ellèrgli portato fotto nome de' Prelati
mcia il motiuo d'alcuni pochi,& quelli anco incitati da altri: accennando
gina, conlaquale infuofecretoconferuaualo fdegno, perla lettera de'
ro Agoftoda lei fcrittagli.
Bilicata per Roma qucftapetitione de' prelati Fracej(i,nel tempo medelìmo
con-'
471 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio
CI 3 1 3 aniuò nuoua da Geunania , che i medefimi haueuano mandato a Protefl
Lxi. per eccitargli di perfeuerare nella lor dottrina , promettendo di fauorirl
Francefiin Concilio,& dì tirami dentro altri Preiati: ilqual auifo il diuolgò anco ini
mal concetta j.^ ^ ^ meife i Francciìm cattiuo credito della Corte Romana,& anco degl;
Trmto*Per * lì^^J'^hefì rittouauano in Trento, & in ambidoii luoghi fi parlaua dilorc;
que^e doma.- "^^ d'inquieti, & innouatori: dicendofi anco,come Tempre le Ibfpettioni f;i
dei' ^ggio"g^^^ qualche cofa a quello , che è udito, che, attefeiedifpute, quai
tempi palfati quella Natione haueua hauute Tempre con la Corte di Roi
articoli alfai principali, & importantij&confiderati gli accidenti prefentii
fi poteua credere, che andalfero al Conciliojfenon con animo di turbare,! i
nouare molte cofe. L'Ambafciatore, pernonlafciarcheil romor popa
C^mbctjc. f^gpj[]pg impreflìone nell' animo del Papa,contralanatione fila, volle hcui ]
lend"Jiufii&^ ma egli ironicamente lo confortò a non faticarfi,perche non era verifimil i|
eargliie fcher- ne da lui creduta,che un fi poco num,ero,come i Francefi ionojpotclTe pc> j
mo, cofi gran tencatiui, a' quali quando hauelTero mira, trouerebbono un gra ij
mero d'Italiani, che Ce giiopporrebbono : ma ben difpiacergli , che jelfei )
Concilio conuocato per il lolo bilogno di Francia, effilo facciano rita ir
che moftrano la f ocabuona volontà di veder rimediato quel male, di eh 1
mentano : ma che egli era rifoluto, o con la lor prefenza,© fenza elTa , a|
Concilio , Se continuarlo, & ifpedirlo. Che già tanti mefi erano in. Tr<
fiioi Legati,& un numero grande di Vefcoui ftauano con incommodo -
fa,afpettando, fenza niente operare , mentre tPrelati di Francia contanti
catezzaprouedonoalloro beli' agio.
ed il Papa In conformità di quefto,tenendo Conciftoro,recapitulò le inftanze,6
preme l'apri- fé, per quali già un anno a ponto, conconfegli loro,haueua intimato il C
tura del Con- ifo^le difficoltà fcontrate,&: fuperate in riduri Prencipi contrari) tra loro
' pinioni ad accettar la Bolla:la diligenza ufata mandandoui immediate i 1
Se quelli Prelati , che con elTortationi , 3c precetti haueua potuto coftrii
che già fette mefi tutto dal fuo canto è preparato, & fi continua con gr;
fima fpefa, fi che tra mercede degli ufficiali, Se fouuentione di Prelati p
la Sede Apoftolica fpende più di tremila feudi al mefe , Se Tefperienza n
che il differir maggiormente non è i'cnon dannofo. I Tedefchi ogni giorn
no qualche nuouo trattato tra loro, per machinare oppofitione a quefta i
(k necelfaria opera: le herelìe in Francia fanno progreifo,& s'è veduto um
ribellione d'alcuni Vefcoui Francefi,con le aflfurde petitioni del Calice e |
ta violenza, che il maggior numero,ehe è de' buoni Catholici , ha conu
fuccombere. Già tutti i Prencipi hanno deftinato Ambafciadorijil nif
de' Prelati , che fi ttoua in Trento non folò è fufficienteper commincia.'
nodo,ma nelle due volte, che già è (lata tenuta, mai il numero gionfea m
che e di prefentecperòniente rciì:a,che nò Ci debbia dar principio,fenzapiu[
tare:& confcntendo tutti iCardinali,anzi lodando la deliberatione» depil
evtdepMtMan- ^^^ • ^^^ Legati, due altri , Ludouico Simoneta,gran Ganonifta, & paffad
Mfl, **' ' gradi degli uffici) della Corte j & Marco di Altemps , nipote Tuo di (ìj
Al'
PioIIir. LIBRO QVINTO. 475
no commadòjche immediate partiflTcne in viaggio G fermaflè^ gionto, e i ^ 1 3
fero le felice ceremonie, 5c u cantalFela MeUa dello Spirito Santo pev xxi.
)io delConcilio.Soggionfe poi il Papa,che non doueua perpetuamente
;inodo in piedi,ne terminare in forpeniìoni} o traflacioni , come già s'era
:on prcgiudicij,&; pericoli notabili j ma metterci fine. Feniche Farcnon
j biiogno moki mefijpoiwbe già le più importanti cofe fono ftatcrifolu-
lelche rcfta,è anco tutto digeftOi6c porto in ordine perledirputc,&:
i fatti nel fine fotto Giulio> quando le cofe erano appontate ,lì che non
ilcro>chelapublicatione: onde poco rimanendo >ii tuttofata ifpedico
pochi meli.
meta Ci mifein viaggio i & a* noue Dicembre gionfe in Trento, &c Ci vi-
loentrare Icuariì un gran fiiogo dalla terra,chepafsòfopra la città, co-
il vapore ignito,chc Stella cadente chiamano, lolo digerente in gran-
ilche fece far diuerfi pronoftichiagli odofi,che molti eranojdachi in
di bencjda chi di male,c he vanità farebbe raccontare. Trouò il Cardi-
ere del Ponteficcjdopo la fua partita l'critte ^ che s'afpettaife per aprir' il
3 nuoua commiflìone. Col Cardinale fecero il viaggio in compagnia
Vefcoui, che alla partita fua di Roma erano alla Corte, quali il papa
afeguir il Legato, »Sc ii ritrouarono in quel tempo nouantadue in nu-
le 1 Cardinali,
rincipio di Dicembre fu di ritorno a Roma il Noncio , che rifedeua in ,7 pap^ r^ /„^
Iilqualehauendo riferito lo ftato delle cole di quel Regno , CctiiVe iìftm^aa'Fy^^
i al Legato, che, rapprefentando alConfeglio Rcgio,non elfcrui altra «T** <^^« w^w-
ekbrar' il Concilicfenon ilbifognodiFrancia,non hauendonc biio- ^°'*^CofKÌ'
dia,ne Spagna,ricufandolo Germania , perilehe a loro toccherebbe il '"'
lo,cofa,che,daloro ncgletta,facendola il Pontefice per la pietà patcr-
ndo in Trento li Legati,& numero grande di Prelati Itahani , oc i Spa-
maggior parte gionti,& il rimanente in viaggio; anco da eflì immedia-
andatoAmbarciatore,& i Prelati. Commandò in oltre al Legato,chc
li opera, accio le prediche, (Sccongregationi de' Proteftanti foflera
, 6c delfecuorea'Theologi, gli communicallè Lidulgenze, & gratic
& gli prometteflè anco aiuti temporali : e che egli per alcun modo
ouaife a lor prediche,& fuggilTc anco i conuiti,doue alcun di loro in^'
lo tempo ftelTo gionferoin Trento due Prelati Polacchi, iquali vifi- ^""^ "^'"l*»'*
Iti i & moftrata la diuotione di quella Chiefa alla Sede Apoftolica, pIiJ^^^^
>i molti tentatiui de'Lutherani per introdur la dottrina loro in quel lìnonnoiendo
i fondamenti già in qualche parte gettati; contra le machinationi de' «««««r? di
E ueniua che i Vefcoui foffcro lempre intenti per ouuiare : che erano *,'^i'P'''f"t'**^
«fiderofi d'interuenire tutti nel Concilio, & coadiuuare nella cauta 'j,"*'""*'''.^*
l ::ilche non potendo fare, per rifpetto cofi importante, 6c necelfario, ti "^ **"
i ilo inteiuenire con autorità per mezzo de* Procuratori, che rendelfe-
Ooo
474 CONCILIO DI TRENTO PapaPuI
ro voto come li Prelati piefenti. Et dimandarono che eflìpoteirero hau
ti voti j quante commimoni hauellero da' Vefcouijcheper legitimacaii
polTono venir dal Regno. Da' Legaci fu rifpoftojcon parole generali, riii:
dofi a rifoluere dopo dcliberationc matura ;& della richiefta dato auifoa»
fìce,dalqualefuinConciftororifcrita:nevi fu difficoltà, che tutti nonci
reiTjro in la ncgatiua,eircndo già deliberato,che le rifolucioni fi facelTero <
già anco s'era fatto per l'inanzijper pluralità di voti, & non per NationiH
tanto più era giudicato necclTario,quanro la fama portaua, che i Francef s
Catolicijvenilferocon quelli Tuoi pcnfìeri Sorbonici> Se Parlamentari t
riuolti a voler ricono{^:er' il Papa>folo tanto, quanto loro piacelfe :& g.j
intcfo qualche humor degli Spagnuoli di voler fottoporre il Pontefice C
cilio,& i Legaci da Trento haueuano più volte auifato,chc fi Icopriuai a
che mali humori ambitioiì,dieftendere l'autorità Epifcopale, & in par 4
gli Spagnuoli artificiolaméte proponeuanojelfer necelfario reftringerl';
Pontihcia,almeno tanto,che non pofll derogar a' Decreti di quefto O
altrimcnte vana farebbe la fatica, & la fpefa,per far' un Concilio, che
poteife derogare con lafacilità,che quotidianamente,per Icggieriffime .
lenza quelle anco, deroga a tutti i Canoni. A' quali tentatiui conflder
Cardinali altro rimedio non vi ctrere fenon opponer il numero grande <
ti Icaliani,quali ruperaranno,fc ben s'unilTero infieme, tutti gli Olcrar
Et quello rimedio tederebbe inelììcaccquando s'admettelTe il voto de;
ti.CheiSpagnuoli (ìfarebbono mandar da tutti procure; il iimile fai
Franceri,& farebbe tanto,quanto dat i voti,non per Capi,ma per Natio
Fu adonqucrefcrittoaTrento di fare a Polacchi ogni larghezza d
con concluiìonc,che quel Concilio era unacontinuatione, & tute' um
mine iato fotto Paolo terzo:onde conueniua feruare gli ordini all' hora
prattica, &continuatamenreferuati con buon frutto, come s'era ved
quali uno fu, e he i voci degli alTenti non folTero computati: ilqual ordii
poteua difpenfar in loro , fenza eccitar riftelfapretenfione in tutte le
con moka confiiiìonc: che qualonque cofaToUe dalla Polonia richie
propria a lei, e he non poteiie metter le altre regioni in moto, per i
firuirano: ^^^^W^ nobiliffima Natione , farebbe conceduta. Della rifpofta mof
Polacchi rcfì;arconcenti,& nondimeno,pochi giorni dopo, l'otto preti
.. uer r.cgorij a Venccia,partirono,nc più ritornarono;
•ta^Tomaper Diede a tutta Roma grand' allegrezza una lettera di mano propria
Ufm promejfe Spagna,fcrittaal Ponteficccon auilo del negotiato di Momberon,mj
* dalla Regina di Francia,&rilpofta datagli, con oblatione alla Santità
e Franc'm la ftenzaper purgar la Chriftianicà dall' herefìa , con tutte le forze de' 1
comriflap?r!e ^rati fuoi,aiutando potentemente, «3<: prontamente qualonque Prenc:
condame i j^g,.j.^j. |q Stato ptoprio da quella contazione. Ma in quefto fteiFo
dilla fua dot- c^^^iuo concetto, rormato contra Franceh dalla Corte , s aggionlen
trinMt mento per auifo venuto da Parigbche con gran folennità haueiTe il Pa
Pio mr. LIBRO QJ- IN TO. 47j
Jnnato a ritrattarfi>& diCdkChun cerco GiouanniTancliereÌlo>BacciIlic'rdi
8ogia,perche,con ititelligenza d'alquanti Theologi, propofe concliifioni
Ihcche il Papa Vicario di Chriftce Monarchadclla Chieia, può prillar
{ ;ni , Staci , Se degnità,i Rè , & Prencipi difobedienci a precetti fuoii^^ le
[1 Se efTendo egli per tal caufa fate oreo,& chiamato ingiudicio, confeilaco
; ,& temendo di qualche gran male5fLiggì:& i giudici,come in una comc-
■( ero che dal Bidello dell' Vniueriìcà folle rapprefcntata la fua pcrfona , &c
remendaj& retrattatione in publico;& prohibirono che i Theologi non
ropiudifputarfimiliqueftionij &: li fecero andar' inanzi al Rèadiman-
iono d'haucrperme (Teche materia coli importante folTe pofla in diipu-
promellad'opporfifempre a quella dottrina.Siparlauade'Francefì>comc
iciperduci,& che negauano l'autorità data daChrifto a S. PictrOidipaf-
1 cto'l fuo gregge , di fciogliere ogni cora,& legave>ilche principa Imente
inpunire i delitti di fcandalo}&: danno alkChiefa in commune/enza
[ iza di Prencipe , ne priuato : fi portauano gli elFempi d'Henrico quar-
Liinto , Imperatori jdi Federico primo, &c iecondoi di Ludouico Ba-
di Filippo Augufto , Se del Bello , Rè di Francia : s'allegauano i
detti de' CanoniiH in quefta materia ; fi diceua , che doueua il
ce citar tutto quel Parlamento a Roma ; che la conclufìone di quel
go doueua eifer mandata a Trento » per metterla in eiFamine la pri-
iche fi faceire>& approuarla > dannando la contraria. Il pontefice fi
quello fucceiTo moderatamente, & pensò che folFe meglio diiTìmu-
3iche , come diceua, il mal maggiore di Francia rendeua quello infenfi-
uaper fenno la Cortcche al Concilio non doueua trouarfì ne Ambaf- U Papa,peT
ne Vefcoui Francefì,5c difcorreua quello che hauerebbe conuenuto alla P^^"^"^'»"'»
i| Pontificia fare, per fottometterdi per forza alle decerminationi del rf!'*^'/'" .
■o,quale il papaera deliberato che rolie aperto onninamente al princi-
1 anno nuouo.Queftarifolutione communicò a' Cardinali, clFortando-
:iifìderare,noncirerdegnità della Sede Apoftolica , ne di quel Collegio,
<:er di riceuerregole,6>: riforme daaltri,& la conditione de' tempi, quan-
:l gridano riforma,fenza intender che cofa fìa,ricercare,che , attefa la fpe-
àelnomcnonfìa rifiutata: ottimo temperamento,tra quelle contrarietà
i ii,eirere,preuenendo,il far la riforma di fé medefìmo,ilche anco feruirà,
3) a quello tanto, ma ancora ad acquiftar lode conFelFer elFempio agli
3 e per quefta cofa egli volcua riformare la penitentiaria. Se Dataria,prin-
lembri della Corte,& attender poi allepartipiu minute ancora. Deputò
<lo Cardinali all' uno,& all'altro carico. Difcorfe lecaufcperchenonfi td infine prt-
iliffcrir più in longo l'apertura del Conciliorperche , fcoprendofi fempre fe s}°^^
■li Oltramontani cattiui fini,& diiTegnijd'abbairarl'airoluta potcftà,chc f''^^''""[*
ilataal pontefice Romano,quanto più fpacio fi dà loro di penfarci,tauto ^ *"" '*'
'acchinacioni crefcono ; Se elfer pericolo, che degl' Icaliani,col tempo,
Ì(iano guadagnati : per tanto confìfter la faluce nella celericà : feuza
Ooo ij
47« CONCIMO DI TRENTO PapaPicH
ci3 i3 che , le fpefe , che fa in foftentargli. Cono immenfc » a quali fé non fi i^tr
LXi, fìne,non potrà la Sede ApoftolicaiupplircJ)iede poi la Cioce della Legair
al Cardinale Altemps, con ordincche fi metteffe in pronto , & partilfe pe (Te
in Trento all' apertura del Conciliojfe folTe poffibile. La caufa, perche £< oc
l'ordine dato allapartitadelCardinalSimoneta>d'aprir' il Concilio al fu(.n,
uo>fu rinftanzafattadair Ambafciatore Imperiale inRoma>che a quell' tic
ne folTero afpettati gli Ambafciatori del Tuo Prencipe. Ma,hauendo poi: at;
titaSua Santità, che fifarebbonoritrouati in Trento inanzi ilmezzoGmi
rojfece efficace inftanza al Marchete di Pefcara,deftinato dal Re di Spagn \r
bafciatore al Concilio, che per quello ifteflb tempo fi ritronalfe inTrcr ai
apertura , per aflìftcre egli ad efla : Se roUecitò i Vcnetiani a mandar la lor ag
bafciaria,ftimando moltojche <juclla ceremonia paflàfic con riputationc.
nondimeno a Legati, che apiifiero il Concilio,immediate arriuati gli
fciatori dell* Imperarore,&: de'Prencipi fopranominatiima, quando a m
mefe non fuirero gionti,non fi difFeriilèpiikCon quello flato di cofe finì j
Pro mi. LIBRO SESTO. 477
Hisr ORI A
DEL
ONCILIO TRIDENTINO.
LIBRO SESTO.
Sommario»
Trentdificominciamgli t/iftì Conciliari : ed e froueduto alle precedenXe , cm
u!Ìo del Braganz/t. Si fk decrete per la prima Sejfione , nelt^uale e deìlrA-
' inferito > Che i foli Legati poffano proporre ; a che è fòrte contradetto nel-
fioncy ma indarno y per la rifoluta volontà del Tapa» In Francia > per li
'vii di religione > e fatto l'Editto di Gennaro , fmoreuole à "Riarmati. Si
in Congregatione di libri prohihiti > e dannati j e d'nn perdono generale ? «7^/-
{ottOi con granvarietà dt pareri. InUnto arriuano a Tretito il Legato <i/4l-
egli ^mhafciadon dell' Imperatore y e dt TortogoUo. Si tiene lafecon-
Tione. Egli ^mbafciadori Qefaret fhnno infiamma della rifirma , dellacjiut'
fgati propongono Articoli, Arridano in Trento Ambafciadort di Spagna»
ì renta > di SmTLuri , e del Clero d'Ongheria. Si tratta in Congregati^-
i a %ejìdenzji > con gran pajjìonr > e^ diuerfità ; delle Promotioni a titolo j della.
i éitnel conferire i Benefcif ; delle Prebende^ e diflributioni^ La Refiden'la , pei
Ayrnumero de voih enfolutu de ime ^imno:ma la conclnfìoneye dichiaratwney
3 Uà da Pontificii, (jiunm degli Ambafciadori Veneti, Si tratta della diuifioneye
i ione delle Chiefe-ye de' Curati ignorantuo vitiofi^e delle Comende-^e de' Quefloriy
Vi lino giudicati ajfolutamete donerfi abolire. Tutte ejuefle cofepartonfcono ombrcy
'i iedojfeJèaRomayContra i Legati fiefìiSi tiene la terza SeJJìonefopra iprecedeti
li Idarriuanogli Ambafciadori Franz^efi,a!U cui pungente arrengay è riffofio dal
F 0 nella quarta SeJfwne.Poi in Cogregatione e propofio il negotio del Calice^ e delltt
« ì1(ay con gran tumulto : e gì* Imperiali propongono Articclt di R: firma. Il Papa
» pvr quefiifucceffiyC concerta una Legageneraley che va a voto: e manda il Ven-
^tal Concilioyper inmgilar l' attieni di tuttiy e de* Legati fi ejfu L' Ambafciador
A fa una^aue or at ione al C oc ilio, Varij difcorfifopra vari] capi di rifirma:ed m
l 'lebra la quinta Se filone. E per lajègueme fi mette un ci di?/ e al trattureyViolate-
^^efìiiti. La materia è preJàyDel Sacrificio della Aiefia -.fòpra che, fono diuerfì
r\'. intorno al vero fondamento d'efifc Refidenza dà nuoui trauagli , per la fir-
'^iegliSpagnmli: e'I Papa l'auuocaafè. Il negotto del Calice e rime fio infine al
*\'ondtfgufiodiCefareiede'f^oipcpoh\e fi tratta degli abufi della Me jfa.Lafefi a.
'^> e tenuta /òpra juefiicaph con piacer delTapa,
|J LEGATi,conformeaqLierto,cheilPonreficciilrimamente comman- ^ongregatìnn»
ij* diro haiicua»a' quindici di Gennaro fecero una Congregationegcncra- "»^»'"'*''5/'^«-
\x ie,aellaquale il Cardinale di Mantoua,come prn-no Legato , hcbbe un co»S: "^
O o o iij
478 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio i
conueniente ragionamento della neceflìtà, & opportunità d'aprire il Conci(
elForcò tutti i Prelari ad aiutar e od Tanta, & pia opera, con digiuni, limofìr,^
frequenti celebrationi di Jyielfe.DopOjfu letta la Bolla della Legatione,dat: ji
ro il dieci Marzo precedente,laqual era in. termini generali , con le folite eia u
le, ChcgUmandaua, come Angeli di pace, per prefederai Concilio conuo(:c
&:che doucuahauer principio alle fefte di Ritbrrettione. A quefta fu aggi n
la lettura di tre altri Breui.Ilprimo,de'cinqueMarzo,&:era facoltà a Legid
dar licenza a Prelati,& Theologi , che, durante il Concilio, poteflero Icgg jj
bri prohibiti. Il fecondo, de' ventitre Maggio, che i Legati hauelFero fa^jt
d'alloluer quelli, che fecretamenteabiuralTero per caufa d'berefia. Il terzjr
dell' ultimo Dicembre, doue il Pontefice, perleuar' ogni materia di coi o
uerfia nata, o chepotelfe nafceretra i Prelati congregati in Concilio foj: [
precedenza , commanda, chci Patriarchi prima, poi gli Arciuefcoui,in z(
luogo i Vefcoui, precedino ; non attefo alcun ordine della degnità della ' ie
- ma lecondo la promotione , ne tenendo conto delle degnità primatiali, v
pretefe chefiano.
j'Kr.h>h. In Quello letro,reclamò acremente Fra Bartholomeo de' Martiri, Arciuei uc
precedente, di Braga mPortogailo,cne li doueileprmcipiar il Concilio, da pregiudicij iif
tra le Chiefe principali di Chriftianità:che la fua Sede hauendo il Prim
Spagnajriceueflfe una fententia di douer elfer fottopofta,non folo alle altre i
uefcoualifue fuddite,maancoadunArciuefcouo diRofano,cheèfenzaSi i
ganeo alcuno;6r a quelli di Niffìa,& Antiuari,che fono fenza refidenza,& ,;
fenza popolo Chriftianoielfercofa di poca equità voler una legge per fcé
per gli altri: pretendere di conferuar l'autorità propria, & priuar gli altri ;
loro legitim.a.Parlò con tanta cfhcacia,che i Legati lì videro alfai ben impi tii
& con difficoltà lo quietarono,cpn far fcriuere una dichiaratione , dicenc
u^dkhiara- "^^nte del Papa,&: loro,eirere,che,per il Decreto letto non s'acquifti m-.
tione: facciapregiudicioadalcuno,nefia offefa la ragione di qual fi voglia,nein|
prietà,ne in poireflloneuna ogni Primate , o vero, o pretefo, dopo il Con»
debba reftar nello (lato, che era per inanzi. Con quello modo .quietato a
altro difparere TArciuefcoucgli altri Spagnuoli fecero in(lanza,che l'apertura del Conci!
per la conti- facelfccome continuatione del già principiato fotto Paolo,& profeguito '
nmtfom, Giulio,& fé ne facelTe efprcira dichiaratione,fi che niifuno poteiTe cauilla he
folfe un nuouo.A quello il Vefcouo del Zante,che era ftato Noncio in Gè i>
nia,&fapeua quanto una tal attione farebbe fiata calunniata, & quanta d li-
centian'hauercbbericeuuto l'Imperatore, replicò, Che,ficome non fi do u»
metter dubio alcuno foprale cofe decife già , ma tenerle per determinate;c iil.
farne adelfo dichiaratione , era fenza neceflìtà , *5i haurebbe tagliata tui ■
fperanza,che rimperatorc,& il Rè di Francia,haueuano di poter far nafcer "
giontura,che i Proteflantififottometteirero al Concilio, & alcun di lei
interueniflc.Li Legar i,m affi me Mantoua,& Varmienfcfauorirono conni
cmfotio per difcoriì il parer del Vefcouo,&: molte cofe furono dette dall' una parte,& Ym
i'ifjfetti, tmi- ^Qj^ parole alfai acerbe : dicendo li Spagnuoli,di voler proteflare,& torn J
"'"^^**' Spagna.Mafìnalmentc,dopo molte confultationi,quefti conuennero di de t^(
redia
^ Pio mi. LIBRO QVINTO. 479 ^
laloroinftanza,pernonopporfiair Imperatore j al Rè di Francia, a The- ci^ ci
ii,&: Fraiiceri,& per non dar fomento alle querele de' Proteftanti , purché xliì,
bircio dette parole,che fignificairero nuouo Conciliojoportafleroprcgiu-
ailacontinuatione:promcttcnJo li Cardinali,a nome del Papa,che laSan-
la confermerebbe tutto qacllo, che era ftato fatto in Trento ne' doi prece-
Concilij>ctiandioinca(o, che il prelente fi diliolueirc , & non 11 potcllè
:con che,h contentarono:&>dopo lor.ghidilcorfi , fu conclufo , che fi do-
ufar forma diparole fignihcantijche fi daua principio a celebrar il Conci-
uata qualonque l"ofpcnfioncjlcquali,il' ben ambigue, & che potcuano eifcr
acontrarij fenfijnondimenobalhmdo per concordar 1 aprelente diffcren-
rono riceuute, 3c conclufo d'aprir il Concilio la Domenica icguentc de'
tto.Propofe in fine il Cardinalesche, principiato il Concilio, farà conde- ordine tnmmt
frequentare le publiche Capelle ogni feita , con interuento de' Prelati alla ««^^ Mej]e,e
i,& col Sermone Latino,quale doucndo eilcr recitato alle volte da perfo- ■P"^'^'^^ ^^^
e non (anno intieramente queilo,che conuenga al tempo,& al luogo,& ai
; :o degli audienti,(aù ben deputar' un Prelato, che, ficome il Maertrodel
Palazzo a Roma, riueda quello>che donerà eifer detto, & fecondo lafua
I .iras'habblada recitare.Piacquea tuttilapropofta,&: fu deputato Egidio
j raro,Vefcouo di Modena,con carico diveder ogni Sermone , Predica, &
I :ofa,c he donerà eifer in publico pronunciata,
zentiata la Congregatione,i Legati,co' confidenti loro,fi diedero a formar „gi j)ecntò
:eto,& lo concepirono nella forma concordata:^ attendendo molte trat- ptr laSe/ìlone,
lipairate tra i Prelati in tanto tempo , che erano ftati otiofi inTrento,di ^ infetto ca»--
mcrcchi quella , &c chi quell' altra prouifione , tutte inuiate ad ampliar *'*'"*»'^'<^"« »
ritàEpifcopalc&diftruggerela Romana,penfarono ài rimediar al tutto iyop^Ì'„J?**
incipio,inanzi che il male fi mettelFe in moto, con decretare , Che nilTun
e propor materia in deliberatione , fenon i Legati. Vedeuano l'arduità
3ropofta,&preuedeuano la contradittione,&; però ilbiiognod'ufar molta
Der farlo riceuer dolcemente, & inauedutamente. Quella negatiua,chc
i proponga , parcua dura Se afpra:piacquepiu l'affermatiua , che i Legati
ineirero,non dandofi elclufiua chiara agli altn^mafolo virtuale : tutto co-
Ojconpretefto di feruar ordine ,i(9t dare la deliberatione alla Sinodo. Fu
Ito il Decreto, con tanta arte , che fino al prefente anco conuien eiler
ìattentopcrfcopriril fenfo,non che intenderlo alla prima udita, & lo
ò in Italiano con chiare parole:leggalo in Latino , chi vorrà veder l'arti-
"ilonque, conforme alla prefa deliberatione, venuto il dì diciotto^fifccela P""9«^#V-
Ojflìonedi tutto'l Clero della città, de'Theologi,(5<: Prelati, che oltre i Car- "*'
1:. , erano cento dodici mitrati,accompagnati dalle famiglie loro, & guardati
n >lti paefani armati,caminando dalla Chiefa di San Pietro alla Cathcdialej
"vyl Cardinale di Mantoua cantò la Mefla dello Spirito Santo:.5cGafparo dal
jl^.Arciuefcouo di Reggio, fece l'oratione. Hebbe per foggetto trattar dell*
Ittita della Chiefa, del Primato del Papa, 6c della potefta de' ConciIij:dUlc
48o CONCILIO DI TRENTO Papa Pio [
e IO 1^ Vautoiità della Chiefa non efler minore di quella della paiola di Dio: chi
LXii- Chiefa ha mutato il Sabbato, da Dio già ordinato,nella Domenica, &leusj
Circonciiìone già ftietcamente dalia Maeftàdiuina commandata: che qi 3
precetti,nonperlapredicacionediChrifto,maper autorità della Chiefa Ik
mutati. Riuoltofi anco a Padri > gli confortò ad adoperarli conftantcm n
conerà iProteftanti,coacertezza,che,ficorae lo Spirito Santo non può ci ^
nelUqudetfi coi! eglino non polTono ingannarll.Si caatò il Ve?ji Creator Sfiritm. Il Sccij
comrAdtitioTK tio,che era li Veicouojdi TiicUjicflc la Bolla della conuocatione difopra pc a<
"''^ ^ '"• A/i ta:&:rArciuefcouoiopradetto interrogò il Decreto deli* aprir' il ConciliiJi
^jul^ti! * cendojPadri, v i piace, che dal giorno d'hoggi lì celebri il Cócilio Genera i
TrentOsleuataqual il voglia foipenfìone,per trattar,col debito ordine > pn >
nédo i Legati, éc Prc fidenti, quello,che parerà alla Sinodo a propoiìto,per \ ai
lecontroueifie della religione, corregger i coftumi,5t conciliar la pace ( ri
ftiana della ChiefaJFurifpoilojP/^r^/.-macontradiirero quattro Prelati a c] la
iDz.n&-rProponemibm Legatis-, iequali io fcriuo coli in Latino , douendonc iu
volte parlare,pcr le gran controaerfie 6i difpute, che feguirono dopo. 1 co a»
ditcori furono Pietro Guerrero,Arciuefcouo di Granata; Francetco Bla ai
Vefcouo di GrenfejAndrea della Quefta, Vefcouo di Leon; Antonio Colo e»
ro>Vefcouo d'Almeria.DiiTerojche non poteuano acconfentire, per ellerp, le
nuoue,nonufatc in altri Concilij,& che riftringeuano la libertà del prop «
8c dimàdaronojche i loro voti folfero regiltrati negli Atti del Concilio. Fu ta
lafciati fenza aicunarifpofta,& fu intimata la Seflione per il ventifei di Fcl
ro.Il promotore del Conc ilio rie hiefe tutti li Nocari,tS4 Protonotari,a far
cofe fopradette uno & più inftrumenti:& con quefto fini la Seflìone.
ffliM^' «MJ«»pf I Legati auuifarono il Pontefice del fucceifo nella Congregatione, &
ne »i Pt^ff^» Seffione,&' egli ne diede parte al Conciftoro.Molti hebbero openione,cor
rate le diiìicokà del principio,che il Concilio douelfe far poco buon prog ^
attefa l'oftinata contradictione,che fividene' VelcouiSpagnuoli,pocopr( it
per componer difficoltà di religione ; ie ben dall' altro canto li Legati, h. \ i-
couiItaliani,{ìmoftrarono molto deftri,& uniti a temporeggiarle , & vìik le.
i »#/» "nwlt II Papa lodò la prudenza de* Legati,che haueflfero preuenuto(cofidiceu it
éi r€jiì: temerità degl' innouatori : non lenti diipiacere che quattro fi ìblFero opj
perche temeua d'hauer maggior numero di contrariiieiFortò i Cardinali ai
marfupoiche fi vedeuancceilìtàdi trattar con perfone irreipettiue : diede
ne, che foircrofoliecitaci gli altri Vefcoui Italiani apattire:& fcrilTc aTi
che tenelTero il Decreto fermo , & lo clfeguiirero fenza rallentar' un pont
efìl àt ^^ ""^ Francia, hauendo per più mefi la Regina di Nauarra, il Prenci
^Tlrwtft* 'w Condè,& rAmmiraglio,& la Ducheifadi Fcrrara,fatto inftanza, che CiM
Frmtiit* deifero a quelli della nuoua religione luoghi da cógregarfi alle prediche &
monie loro:&; tutti cjueftij^ altri ancora de' grandijfacendo prò feflìone, e
dio nella Corte ftcllajdi quella dottrina,gli altri Riformati di minor grado
To per ciò ardire,feparataméte Ci cógregauano: ilche non potendo Ibppon
popolo CatolicOiin moki luoghi del Regno furono eccitati moti pop
P
^ Pio mi. LIBRO SESTO. 4S1 _
AofiiTìmiyCon vcciCioni ancora dell* una Se l'altn parte; quali anco erano cToTT"
Itati da' grandi Cattolici j chcperintcreire d'an-.bidonc iionpoteuano lxii.
rtarcjche 1 prencipi & capi Vgonottijacquiftandofcguitopopoìarcfoirc- «"de najcom
auanzargli: & dauano fomento allcleditioni. Furono due lumuiti cau- '«>«w^«,
le prediche , uno iw Di g!uno,& l'altro in Parigi , notabiiifììmi, non folo
cilìonc di molti, ma anco per la ribellione a' Magiftrati, che fece nlol-
'onfcglio Regio di pigliarci rimedio : ilquale , accio folle appropriaco a
Regno,furono chiamati da tutti li Parlamenti i Prefìdcntijcv un nnmc-
onleglicri , eletti per deliberar con maturità quello, chcfipoteirefare.
efette Gennarojfu ridotto in S.Germano,doue congregati tutti,cfpofe il ^ per chhfau
ercper nome Regio,che erano chiamati per confultar de' rimedi] a'mo- ^f -^fembUa
ati nel Rcgno:fece una recapitulatione di tutte le cofeoccorfejfoggion- '" ■^•Gema-
che quanto alle cofe della religione , fi doueua lafciar la cognitione a' '
ma doue il tratta della tranquillità del Regno , & di contener li iudditi
:quio del Rè,cio non poter pertcnere agli Ecclefìaftici,ma a Regi) con-
che haueuafempre lodato Ciceroncfolitodibiafmare Catone,che»
in un fecolo corrottifllmo,nelledeliberationi era coli feuero,& rigido>
i Senatore della Republica di Platone. Che le leggi il doueua cercar
modarlc al tcmpo,& alle perfone, flcome la calza al piede.Che fi met-
leliberatione all' hora quello particolare,Se era feruitio del Rè pcrmet-
3hibire le congiegationi de' Proteftanti:nelche non s'haueua da difpii-
religione foife migliorcnontrattandofi di formar unareligione:ma di
lina Republicamon elfer cola alforda, che molti llano buoni cittadini,
d noni Chriftiani : & che ripollì viucr in pace anco tra quelli , che non
) cofe facre communi.
ti ido attorno la confulta, furono vari) i pareri : ma fuperò quellp , che o„jg ^Cg ^^.
;^idouerflrilafciar in parte l'Editto di Luglio,^; concederà' Proteftan- ditto di Geti'
ci di predicare. Fu formato un EdÌLto, al che interuennero anco i Car- naro ,vamag-
é 3orbon,di Tornon,3c ài Sciatiglion: & i Vefcoui d'Orliens , & di Va- g^°fop^^ ''»' K*-
e 1 molti capi. Che i Proteftanti reftituillèro le Chiefe, poireilloni , & Z'"''"^'-*
e Ecclellaftici^occupati. Che s'aftenclfero dall' abbatter croci,imagi-
eièjfotto pena della vita. Che non pollino congregarli aprediche»
re, o amminiftrar' i Sacramenti in publico,o in fecreto di dì,o di not-
:ittà. Che 11 foprafedi , & reftino fofpefc le prohibitioni,& pencdell*
Luglio , èc qwalonque altre precedenti. Che al far le prediche fuori
ànonilano moleftati,ne imagiftrati pollino inquietargli,o impedir-
c lèbbiano in quello difendergli da ogni ingiuria, caftigando i feditioll
^i-'altra religione. Che niitiinoprouochi l'altro per caufa di religio-
; cohtumeliofe parole di fattione. Che i magillrati,& oulciali, polTl-
■efentialleprcdiche,&; congregationi. Che nonpolfino far Sinodi,©
f fjó Concillori,fenon, con licenza,e prefente il magillrato. Oiìl-ruino
uili delle ferie,& de' gradi prohibiti ne' matrimoni]. 1 Minillri ilano
rar nelle mami degli Oificiali ptiblici,di non coatrauenir a qucU' Edit-
Ppp
4^1 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio ]
€10 i3 to,iie predicar dottrina centra il Simbolo NicenO)&: i libri del Nuouo&
ixii. chioTeftamento. Il Parlamento di Parigi fece molte rcpugnanze nell' a
tar l'Edittorperilche il Rè dinuouo commandò che foire publicato,aggioi
doci una conditione, che s'intendelfe eiTer per maniera di prouirionejafpc;
doledeterminationi del Concilio Generale: onero, finche dal Rè fofse i
mente ordinato, non intendendo d'approuar due religioni nel Tuo Regnc ;
quella fola della Santa Madre Chiefa , ncUaquale efifo, & li fuoi preceiror 3
vilfuti» Sopra che non reftando il Parlamento ben d'accordo, ilRè con;
dò, che, tralafciate tutte le longhezze, & difficoltàil'oidinatione folle pi; j
ta: onde a fei di Marzo, cofi fu elfeguitOiCon quella claufula,Che il Pari \
toverifìcaua lelettereRegieperobedir' alRè ,confiderato lo (lato de' lì
fcnza però approiìar la nuoua religione, 3c per modo di prouiilone, fin ( .(
Rè folfe altramente ordniato.
Congfegatlone Ma,ritornando a Trento, il dì ventifette Gennaro,fi fece Congregatic /
in T renio, fo^ ^^ ^^» Legati furono fatte tre propofitioni: Laprima,d'eiraminar li libr n
fratrecapiyde ^^ jjue^-fj autori,doponate leherefie, inficme con le cenfure de' Catoli ;c
|^^JJ,-^S^! tra di quelli, a fine di determinar quello, che la Sinodo debbia decret:;
bibiih' «fiì: la feconda, che follerò citati , per decreto della Sinodo , tutti gì' ìik i
in quella materia,accio non pollino dolcrfidinonelTcr (lati uditi: la te
doueuano inuitar a penitenza, con faluocondotto, & ampia conceffi(
promelfa di grande & fingolar clemenza, i caduti in herefia , purché v<
pentirfi, & riconofcer la poteftà della Chiefa Cattolica : con ordine
Padri, confiderate le propofte , nella Congregationefeguentcdic
lor parere, cofi fopra il modod'cfpedirfi facilmente nell' diàmine e
& cenfiirccome fopra il rimancte.Et fi deputarono prelati a riceuerc,&
nar i mandati,^ efcufationi di quelli, che prctendeuano impedimenti,
andar al Concilio.
afcorfs fopra Quefto luogo ricerca,che dell' origine del prohibir libri fi ragioni ,
" f origine di cheprogreiroiìagiontoalloftat05Ìnchefitrouauainqueftotcmpo,&(
quefio ordine' ^o ordine folle all' horaprefo. Nella Chiefa de' Martiri,nó vi fu proh
Ecclefiaftica : benché alcune perfone picfi faceuano confcienza delles
cattiui,pcr non contrauenire ad uno de' tre capi delia legge Diuina,di fi
contagionedelmale,dinonefporfia' tentatiui lenza neceflìtà «Scurii
non occupar il tempo in cofa vana. Quelle leggi, come naturalijiefts
pre,. & obligherebbono noi a guardarci dal legger libri non buoni,qua j
niifuna legge Ecclefiaftica vi folfe. Majceifando quelli rifpettijfuccedè
piodiDionifio,Vefcouo Aleirandrino, celebre dottore, quale,circal'
Signore e e xL.per queftecaufe efiendo da' Preti fuoi ripreio, Se per gli
petti titub?.ndo,hebbe vifione che leggeile ogni libro , perche era capaJ
cernergli. Maggior pericolo nondimeno ftimauano efser ne' libri de j
che degli heretici, qualipiueranoabhorriti:&tantopiuriprefalalct
ro,quahto era frequentata da molti Dottori Chri{liani,per vanitid'itnl
ioquciiza.Per quella cauTa S»Gir clamo, o in vifione, ©infogno, fu ba
Pio IIIL LIBRO SESTO. 483
olo : onde in quei mede/imi rcrìipi circa il ecce* un Concilio in Cai-
victb a'Vefcoui di porer legger libri di Gentili: maconcelTe loro Icg-
.elli degli hcrctici : il Decreto delqualc e pollo trai Canoni raccolti
ariano. Et qusfta è la prima prohibitionc, per formadi Canone. Che
nfegliojaltrc ve iie fono ne' Padri, da rcgolar,iccondo la legge Diuina,di
citata. I libri degli heretici> di dortri;ia da' Concili] dannata, erano Ipcf-
caufadi buon gouerno,dagli Imperatori prohibiti. Cofì Conftantino
)ii libri d'Ario:Arcadio,quelli diEunomiani>(3>: di Manichei : Tlieodoilo>
diNefl:orio:& Martianojglifcritti degli Eutichiani: Se inSpagna,il Rè
do,quei degli Ariani. A* Concili), Se Vercoui,baftaiia moftrare quali li-
no di dannata>o di apocrifa dottrina. Coli fece Gelafio del ccccxciiii.
più oltre pairauanojiafciando alla confcienza di ciafcuno il fchifarglijO
gli per bene. Dopo l'anno d e e e. i Romani Pontcfìci,ficome affonfe-
ta parte del gouerno politico,colì anco fecero abbrugiare,tS<:prohibiro-
igger librijgli autori de' quali dannauano:con tutto cio,fino a quello fé-
troueràpoclìillìmo numero di libri coli fattamente prohibiti. Il diuic-
lerfalejin pena di rcommunica,&: fenza altra rentenza,a chi leggelFe libri
enti la dottrina de gli heretici,o per fofpittione d'erefia , non li coftuma-
artino quinto, nella fua Bolla, fcommunica tutte le fette d'hcretici, Vi-
maflìme, & Vlfiti,ne fa altra mentione di quelli,che leggellero i libri lo-
en molti ne andauano attorno. Leone decimo , condannando Luthero>
; prohibì,fotto pena di fcommunica,tutti i libri fuoi. Gli altri pontefi-
enti, nella Bolla, chiamata /« ca«^ , dannati, 6c efcommunicati tutti gli
i,infiemc efcommunicarono anco quelli,che leggelfcro i libri loro:& ia
Dllecontra heretici in generale, folminarono l'ifteirc ccnfurc centra li
de'libri. Quello partoriua più rollo confufione : perche, non efsendo
scici dannati nominatamente , conucniua conofcer i libri più rollo dal-
ità della dottrina,che dal nome degli autori : >^ parendo adiuerlìdiuer-
e , nafceuano fcrupuli di confcienza innumerabili. GÌ' inquilltori più
tifi faceuano cataloghi di quelli, che a loro notitiaperueniuano : iquali
nfrontando,non ballauano a leuar la difficoltà. Il Rè Filippo di Spagna
imo adar formapiuconueniente, facendo del m.d.lviii. una leg-
e il Catalogo de' libri prohibiti dall' Inquifitione di Spagna il ftam-
ual clTcmpio anco Paolo quarto in Roma ordinò , che da quell' Officio
mpofto,& ftampato un Indicccome fu cifeguito del m.d.l i x. nelqua-
10 fatti molti palli più inanzi, che per lo paifato, & gettati fondamenti
itenere. Se aggrandir l'autorità della Corte Romana, molto maggior-
colpriuargli huomini di quella cognitione, che èneceirariaperdifen-
lalle ufurpationi. Sino a quel tempojfiftaua tra i termini de'libri degli
: i, ne era libro vietato, Cenò di autore dànato.Quello Indice fu diuifo in tre
Uprima>contienci nomi di quelli, l'opere de' quali tutte,di qualóquear-
i to fiauo>cciaudio profanojCouo vietatei6i:iii quello numero Ibno ripofti
Ppp i]
CI3 13
LXII.
^v r
. ^84 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio i
cl3 i3 non folo quelli > che "hanno profeflato dottrina contratia alla Romana
Lxii. molti ancora fempre viiruti& morti nella communione di quella. Ne.',
conda parte li contengono nomi de' libri , che particolarmente fono dai
non ptohibici gli altri degli ftefTì autori. Nella terza, alcuni fcrittifen;
metolrra che con una regola generale fono vietati tutti quelli , che non t:
noilnome degli autori, rcritti';dopo il m.d.xix. & fono dannati molti a
Se libri, che per trecento , dagento,e cento anni erano (lati permane dir
letterati della Romana Ghiela: lapendo, & non contradicendo i Poe
Romani, per tanto tempo:»^^ de' moderni ancora furono prohibiti di qiu ,i
erano ftampati in Italia,etiandio in Rom,a , con appiobationc dell' Inqi ìi
ne, & anco approbati dal papa medefìmo per i fuoi Breui : come le anno i
d'Erafmo fopra il Teftamento nuouo , che da Leon decimo, dopo hauei! ci
furono approbatecòvnofuoBreuefotto il dato in Roma m.d.xviii. ad ii
Sctcébre Sopra ruttojcofaconfiderabile èjchcfotto colore di fede,& rei o
fono vietati co lamedefima feuerità,&danati,gli autori de' libri,da' quali
lità del Précipe, Se Magtftrati téporali è difefa dalle ufurpationi Ecclefi;
doue l'autorità de' Cócilij,& de' Vefcoui è difefa dalle ufurpationi dell;
Romana:doue le hipocrifico tirannidi,con quali, fottopretefto di rehg
popolo è ingannato, ©violentato, fono manifeftate. In fomma, nor
trouato il più beli' arcano, per adoperar la religione a far gli huomini ir
Palsò anco quell' Inquifitione tvinto oltra,che fece un Catalogo di felli
.ftampatori,& prohibì tutti i libri da quelli ftampati di qualonque auto
o idioma folferojconunaaggiontapiu ponderofa,cioc,Et li ftampati
limili ftampatori, che habbiano ftampato libri di hereticinn maniera,i
reftaua pia libro da leggere. Et per colmo di rigore, la prohibitione di <
que libro contenuto ivi quel catalogo era in pena di fcommunica Uu/t
riferu3taalpapa,'priuatione& ir.habilitàad oi^cij & benefici), infami
tua,£\: altre pene arbitrarie. Di quella feuerità fu fatto richiamo a que
piojchc (ucceire,ilquale rimife rindicc5&: tutta quefta materia al CoJi(
me s'è detto.
diuerfìtìdi Furono fopra i propofti articoli varij pareri. Ludouico Beccateli
farcn »n«o>-«o uefcouo di Riguiìj & Fra Agoftino Seluaggio, Aiciuefcouodi Genoi
aciondCona- beroopinioiic,eheni(runbLio.i effetto può naiceredal trattar in Conc
teria di libri : anzi che potelFepia tofto nalccr impedimento alla contBa
di qucilo,perche il Coiicilio è congregato principalmente. Poiché, -t
Paolo quarto,conconfeglio di tutti gì' Inquifitori, Se di molti princi
quali hcbbeauiGda tutte le parti>facco un catalogo compitillìmo,nc).
eifer' altro d'aggiongerui,fe non qualche libro uicito ne' due anni fcg'u
fa,che non menta l'opera dellaSinodo : ma, chi voleile conceder de' p
in quella raccolra, farebbe un dichiarare,che in Romafìa ftaro impi
mente operato:t^ cofì leuar la riputatione,& all' Indice già publicaroii
Decreto, che fi facelTe : elfendo vulgatamadlma , che le nuoui: leggi \
ftima pina fé {l:LÌPe,che alle vecchie: lenza che,diceua il Beccateli], nifli
gno vi è di libri>pur troppo il mondo ne hajmaflìme dopo cxouace le fi»'
, Pio mi. LIBRO SESTO. 485
ocjchc mille libri fianoprohibitifenza demerito, che pcrmeflTouno mc-
3le di piohibinonc. Ne anco larcbbe iitilcche la Sinodo s'afFaricaife per
(rie caule delle prohibitioni, facendo ccnfure, o approbando !egia£itce
crfi luoghi da' Garcolici. Perche quello farebbe un chiamarfi conrradit-
, E cola da Dottore render ragione del fuo detto: ilLcggifiatore che lo
ninuifcc l'autoricà fua:pcrchc li luddico s'attacca alla ragione addotta > 5c
i lo crede haiierla rirolaca,penla d'haiicr anco icuato la vjriù al prcccrto: ne
effer bene correggere & efpurgar alcun librcpcr le fteife cirifcdi no ecci-
humori delle perfonca dire, che (ìarialafciatacofa chcniericaire, o nzu-
Liella che non rneritalfe corretìione.^ Poi la Sinodo conciterebbe con-
ila mala difpofuione di ruttigli atfettionati a libri che fi vietalici o , che
[jurrebbe a non riceuer gli altri decreti neceirarij che li faranno. CojicIli-
,baftaado l'indice diPaolo,nonlodaua l'occupaifì vanani^ntepci Tardi-
) 3 cofa fatta, o per disfar cola ben fatta. Ltoke altre ragioni Rirono alle-
n confermatione di quefto parere da, più Vcfcoui, creature J; Paolo
o,& ammiratori della fuaprudenza nel maneggio dcMa difc ipl ina Tic e le-
a, li quali teneuano>che folle neceilario conferuare , aiizi aumentare ù zi-
LXII.
Il quali teneuanojche folle neceilario conferuare , aiizi aumentare -
a kuiiiftituito, volendo conferuar la purità della religione.
)uanni Thomafo S.Fehcio fu d'opinione al tutto contraria , che in Con-
dùiieire trattar de' libri tutto dinuouo, come fenon vi folle precedei ite
)itionc:perche quella,come fatta dall' Inquiiltione di Roma^aLr il nome>
fa ad Oltramontani: & del refto è anco tanto rigida , che è inoircruabdei
ma cofa manda più facilmente una legge in defuetudine, quanto l'im-
litàjO gran diiiìcoltà in oireruarla,& il^gran rigore nel punir le traidgref-
rflcr ben neceilario , conferuar la riputatione di cjueir Officio, ma quefto
far'aifai appofitamente, con non farne mentione: delrimanente,facen-
jle prouifioni neccirarie , 8c con pene moderate. Et per tanto parergli>-
utto ftianelconfultarilmodo: ^diiTe egli quello, che giudicaua otti-
oè, che i libri fin all' fiora non ccnfuiati follerò compartiti a' Padri, 8c
3giprefenti in Concilio A' anco agli allenti :quali,eHàminatigli, facellc-
nfm\a,& dalla Sinodo foife deputata una Congregatione non molto mi-
ijchefoffe come giudice tra la ceniura, (5: il libro; iJ che parimente folle
) coni già cenfurati: ^2^ quello fatto, fi proponeifeiiiCongrcgationeCTe-
per decretare in uniucrfalcquellojchcparcfie beneficio pLiblico.Quanto*
re, o nò, gì' interrelTati,diilc,c he due force d'autori erano : altri , feparati
hiefa;&altri,incorporati in elVa: de'primi,non elTv-r da tener conto, poi-
niafolaaiienatione dalla Chiedi hannoefiì mcdLfimi, come S.Paolo di-
idannato fé fteflj, & le opere proprie: ù che noncbiiogno più udir' r.l-
ijdegl' incorporati conlaChiefa,eirerne de' morti,& dc'viuiiqueCci clìer
.rio citare, de afcolare : ne, trattandofi della lor fama &c honorc, poterli
le opere loro procedere, fenon afcoltate le ragioni loro : de' morti, poi-
vi è i'interelfe priuato,poterfi far quello,che ricerca il piiblico bencfear-
colo d'offender' alcuno. A quella opinione fu aggionto da un' altro-
Ppp iij
4S6 CONCILIO DI TRENTO. PapaPio]
Vcfcoiio^chc l'iftciTa fonnadi giuftitm fi douefTc ufare verfo gli autori Cat
dofonti: perche rcftano li parenti, di difccpolijchc, come poderi, partici
la fama,o inFamiadcl morto, &pcrc) rcftano intercllati : (S2 quando ben' :
tale non vi ibllc, la ibia memoria del defonto non può cifer giudicata, fé ,
ditt'ela.
come ancheSo- Fu anco, chi hebbe opcnionc , non clfer giuda cofa condannar le epe
fra. il chiamar Protcftanti, {cn?;a udirgli: perche, quantoiique le pcrfone fiano da fc ftclT i
gC interefjati, jiate,non il puo,pcr Ic leggi, far la declaratoria fcnzacitationc,quantoiv(
fatto notorio:adonque,ne meno il può far contra il libro, fé ben notoriai i
contenga herefia. Fra Gregorio , General degli Heremitani,diirc, Non pj i
nccclTario oireruare tante lottilità: la prohibitione de' libri eller precila :;
come la prohibitionc medicinale d'un cibo, che nonèunafententiacori
eiro,ae contra chi l'ha preparato, che però conuenga afcoltarlo: ma un j: e
to verfo di chi Tha da ufaj;<:^fatto da chi ha cura di regger la fanità di quel :|
rc),nontLattarridcl pregiudicio del viuandiero,ma del folo benefìcio del i
fpofto: & con ottima ragione uncibo,febenin fé buono , fìviera,perno i
utile airindirpoftoufarlo:coiì laSinodo,che è il Medico, debbe guardai u
lo folo,che è utile a' fedeli leggere , o nò:3c il dannofo, &c pericolofo, vi t
che non farà torto ad alcuno, le ben il libro in fé ftelTo folfe buono, q ti
all'infermità delle menti di quello fecolo non conuenga. Altre varie c( i
rationi pafiarono,chefìrifolucuano finalmente in una di quelle.
, j^^ Ma, intorno al terzo articolo d'inuitar' a penitentia , conpromelli^ (
d»n perdono mcntia, &concefficne di faluocondotto, varie opinioni erano,ancorr I
generale, e d'un gati mcdefimi. Il Mantoua fentiua un perdono generale , dicendo , CI e
fulmconàotto: qLiello s'hauerebbc guadagnato gran numero di perlone: &c eifer rimedic t
da tutti i Prcncipi,neliefeditioni,oribellioni, che non hanno forza di if
mere, conceder perdono a chi depone le armi : che coli li meno colp )1
ritirano,6<: gU^iltrireftano più deboli: i3c quando bcnvifoire fperanzad qi
ftarne pochi, douerfi far' anco per untolo: <k fé ben non s'acquiftalfe :■ ii
però elicr gran guadagno l'hauer ufato , &c moflrato la clemenza. Pei :!
parte,il Legato Simonetadiceua, Che era un metter' in pericolo di roui i
gli altri : perche molti s'inducono a trafcorrcrcdoue veggono il perdei &
le: che d'altro canto il rigore, fé ben' è duro a chi lo fente, tiene inni ei
bili in oiiìcio. Per moftrar la clemenza jeircr'alTai ufarla con chi la ridi: e:
trarla dietro a chi non la dimanda , Se a chi la recufa, rallenta la cuftodi e
ciafcun tiene di fé fte!ro:farà (limato un leggio^: delitto l'hcreiìa, quando v<
gad'hauernecoli facilmente perdono. In quelle due opinioni eran( Pi
laridiuifì: Se da quelli, chenon lodauanoil (aluocondotto, eradctt (■
nel primo Concilio non fu dato ad alcuno , Se farebbe (lato Fitto, quan k
fenecelTariojO conueniente: che pur quel Concilio fu retto da un pa] pi
dentidìrao, & da Legati principali del Collegio: nel fecondo per eie i^
to, perche fu richieflo da Mauricio,DacadiSaironia,& da altri Proteft;i i»
l'Imperatoreraddimandò per loro: però, con ragione fu concelTo :addl jj
Pio mi. LIBRO SESTO. ' 487
jraddimanda, anzi, che la Germania ad alta voce dice, & protefta, che ci^ lo
kiofcequefto Concilio pei: legidmo, a che dargli ialuocondotro, fenon lxii.
J: loro materia di qualche hnidra inccrpretarionc. I Prelati Spagniioli
i>nrentiaano in. modo alcuno ad un ialuocondocto generale , per il pre-
lio, cheli (arcbbe fvirtoaU' Inquifitione di Spagna: poichejftantc quello,
c:bbe ciafcuno potuto dichiararli perProteftante, & metterli in punto
iaaggio, fenzapoter'eirer arreftato dall' Inquifìtione. L'iltclloconfi-
i .no i Legati , che auuenir potrebbe all' inquifìtione di Roma , &
aa. Tutte le cofc con(lderate,pareua, quanto all' Indice, che baftaiFe
r ènte far deputati , & con una particola del decreto > far intender agi' in- 1°"^ ""(ii ,
i :i,che iarebbono afcoltacij^ inuitar' al Concilio tutti: & quanto al fai- fi:
ridotto, per le difficoltà che s'attraucrfano , rimettere a peniarui me-
)
/ tirre quelle cofe il trartano,a cinque di Fcbbraro arriiiò in Trento il Car- '^ Legato ^h
i'^ltemps,NiporedelPapa,quintoLegato,& ijifieme knuoua dell' Edit- ^^f^ **""«*
itanciadifopra recitato, che confufe molto ognuno: poiché, mentre jl *^*"*''^''5
1 lio è in piede per condannar le nouità, qyclle da' Prencipi fìano permelfe
iblico decreto» Il dì fegucnte , fu riceuuto in Congregatione generale
(io Mighcio,Arciuercouo di PragajAmbafciatordeir Imperatore: fu let- , iytmhgT
: indatodiSuaMaeftàCefarea. L'Arciuefcouo fece una breueoratione,.(i;Ce/;crft *^*
il \ìo il rimanente al Signor Sigifmondo Tonn , fecondo Ambafciatore di
J ieilà,che non era ancora gionto.La Sinodo rifpofe, Che,con molta alle-
5: .vedeua gli Ambafciatori dell' Imperatore, & che arametteua il man-
) nperiale.Tentò l'Ambafciatore di preceder il Cardinal Madruccio,Vef-
(j iTtento,allegando le ragioni,5c pretenfioni di D.Diego nel primo Con-
? ócon larifpofl:adiquellochefacceire,nondiquellochefu pretefo,s'ac-
: ,& ledette difotto.
/acne fu accettato Ferdinando Martinez Mafcarenno, Ambafciator di e quel di Pori
f,;allo 5 letta la lettera di credenza delRè,(S(:il Mandato..Fu fatta una ora- tog«Uoi
wirailóga da unDottore,che con lui era,douc narrò ilfcutto,che laChie-
a . da' Concili), la necelTìtà di quello prefente , gli attrauerfamenti che ha
e Ito ne' pairatitempi,& come la prudenza di Pio Pontefice gli ha fuperari
[i lo tempo:diire l'autorità de' Concili) elFer coli grandc>che i Decreti loro-
D ceuuti per oracoli diuini^ Il Rèhauer fperanza,che da quel Concilio,-
t ono decife le differenze nella religione, & indrizzati i coftumi de' Saccr-
i rEuangelicafmcerità:perilche^lipromettcua ogni ofsequio,dichepo»-
i ) render teftimonio i Vefcouigiàarriuati,& quelli che arriuerannotnar-
l età, religione, & imprefa degli antichi^ prollìmi Rè:&diquen:i,lc faci-
; rfottopor tante prouincie dell' Oriente all' Imperio della Sede Apofloli-
l< equali heroiche pietà debbono afpettar iinitatione in Sebafliano RèXo-
r ocheparole lanobiltà,& virtù dell' Ambafciatore,& in fine pregò i Padri.
^Dltarlo,quandofaràbifognoperle Chiefedelfuo Regno. Il Promotore,.
|dheparolc,EÌfpofe,La Sinodo hauer sétito piaccre,leggédofìilMadacodel
^ 488 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio]
ci3 i^ Rè, pudendo l'ouationej con nauratiua della fuapietà^c religione, cof^i
LXii. però nuoiia,maa tutti no ra:eirendo conrpicuala gloria debita a lui, & ai
iTiaggiori,per hauerconfcruaco in quelli tempi turbulenti la religione Cs;
ca nel fao Regiio,& hauerla porcata h\ luoghi lontanirche di ciò la Sinod' (
dcgritieaDio,(3^riceueil mandato del Rè, come debbc.
^ uri altro ài Ma,nella Congregatione deili undici, fi presentò l'altro Arabafciatotc^
Ce[a.n: Imperatore, ilqual fulenza mokacircmonia riceuuto, elTendoftato già V{
mandato: onde vi fu tempo di trattare delle cofe Conciliari: &, detto alqin
nelle mededme materie,fu data libertà a' Legati,d'clegger Padri,per forn:
na Congregatione Topra l'Indice: & altri, a formar il Decreto per la fatur It
fione. Furono nominati da' Legati,per attender al negotio de' libri,cenf ri
Indicejl'x^imbarciator d'Ongaria,il patriarcha di Venetia, quattro Arciue ji
nouc Ve(coui,un Abbatc,& due Generali. '
domanda de U ^^^^ tredici gli Ambafciatori dell' Imperatore comparuero a Legati, <?c e
^mb. Ce/i- ^'^ ^•'^^^^'polì'^io^^-^'*^^'^ ci^'i^'J^^'ichielle, chelafciarono anco inkritto, e
rei: poteiTero deliberar (opra : Che fi fuggiife il nome di continuatione del ( n
lio,peiche da ciò li Proteftanti pigliauano occafione di ricufarlo: Che fià ■:
fé la futura Seflione , o almeno ii trattaiTero cofe leggieri : Che non fi ei'al n
fero quelli della Confeflìone Auguftana in quefto principio del C ic
lio, col condannare i lor libri: Che fi deife a' Proteftanti ampliffin là
nocondotto : Che , quanto fi trattalTe nelle Congregationi , foire tenute .t
to, perche il tutto fi publicaua fino a' plebei. Poi,hauendo offerto tutti i f )r
Se affìftcnzcper nome dell' Imperatorejfoggionfero,Hauer ordine dallaJ ;11
fua,etrendo chiamati da Sue Signorie Reuerendiflìmc, di confegliare le e d
Concilio,&: adoperar l'autorità Imperiale,per fauorirle.
•r it.j'r AUi dicefette rifpofcro i Lec;ati,che, clTendo necelfario fodisfar tutti,/ n
g^ff. a loro iniianza non 11 noiP-inaria continuatione;coii,per non irritar li Spa u<
liseraneceiTario afteneifi anco dal contrario:cheneÌlapro{Iìma Seflione lal
ferebbe con cofe generali, & lcggieri,& alle altre fi darla longo tempo:cl- iQ
fi erapenlato di dannar per all' hora la Confeflìone Auguftana. Quanto ; bi
de' GonfelTioniftijnon fi parlerebbe all' hora,ma l'Indice de' libri fifarcl
fine del Concilio: che li daria faluocondotto ampliffimo alla natione Gc:
ca,quando folfe ben decifo , fé ii doueire darglielo feparatamente , o m.
coivie altre : che Ci prouederebbe all.i fecretczza con buona maniera: <ik:
qucllo,che tratteranno, lo communicheiàno con loro, elfendo certi dell
navolonràdcir Imperatore, & chegli Ambalciatorifuoicorrifpondo;
pietà,& religione del patrone.
te>X.o KAmb. Giorgio DrafcouiticVefcouo di Cinque Chiefe, terzo Ambafciatc
Cefareo , e la Iniperatore,che cragìonto in Trento fino il mefe paflato , ilventiquattr
fua arrcnga bj-^to pi'cientòin Coi.giegatione generale ilfuo mandato, &" all'horafci: •-
a. onci,o- Qvafione.nellaqnnie fi elicle nelle lodi dell' Imperatore, dicendo, Che Di 'ha
donato in quelli tempi, per folleuamento di tante miferie: lo comparò a ^"■
ftantino nel faiiorirlc. Chiefe:narrò iimolti offici) fatti per la conuocatio
CoJi '
.aPioIUI libro sesto. ^^9
>j:ilio, & hauendolo ottenuto, primo di tutti i Prencipi volle mandar' Am- ci^ lO
fiatorijdoi per l'Imperio , Regno di Boemia, & A'-iflnai&fcfeparamentc, LXii.
q Regno di Ongariaiprefentò il Mandato , & ringratiò la Sinodo, che anco
lidi veder il documento della legatione,glideflè il luogo conueniente al-
3ilità d'Ambafciatore. Fu letto ildecretOj formato da' Deputati intermi-
Jierali. Ikhc fu fatto, cofi per fodisfar' alla richieftadegl' Imperiali, come
Je non era ben digefta la materia.
Ijhe fatto, il Legato Mantoua fece una modcfta, &: graucammonicionea' il Legati Mil-
lidi tener fecrete le cofe che il trattauano nelle Congregationijcofijaccio ^5««y«««<
>j:andoiì,non folfe op^ofto qualche attrauerfamento \ come anco, pcrcliC ^f"^"»/»"*:
libbennonvi folfcro limili pericoli, le cofe hanno riputatione maggio- * '^ "'
ono in maggior riuerenza tenute, quando non fono da tutti fapute. Poi
1, perche non ufando molte volte ognuno tutta lacirconfpettione con-
ite,o non feruandoildecoro ,ècon indegnità ditutto'l Confeifo , fé fi
a. Aggionfeanco,non eireruiCollegio,o Confeglio,co/ì Secolare, co-
iclcfiaftico, ne riftretto, nenumcrofo, che nonhabbia la fecretezza } la-
1 è importa con legami,o di gi uramenti,o di pene. Ma quella Sinodo cller
e onc cofi prudenti,che non debbono eifer legati,faluo che dal proprio giù-
Che elio, cofi dicendo, non parlaua più a Padri,chc a' Colleghi, & a fé
)rincipalmente , eilendo ognuno foggetto d'ammonir Te ftelio ad ogni
indecente. Dopo,pafsc) a raccordar la difficoltà , che s'era fcoperta nel-
jriadel faluocondotto , & però eflbrtò ognuno a peniaruicon accura-
bggiongendo,in cafoche, inanzi laSeflìonc, non fipotelTe riioluere,fi
gerà al decreto, che il faluocondotto fi podi conceder in Congrcgatio-
i leftofu rifoluto tra li Legati : perche, hauendo fcoperto la difficoltà^
E) Fper l'Inquifitione di Roma , 6c di Spagna,haueuano fcritto tutto quel-
" ;raftato detto,cofifopra quel ponto, come intorno l'Indice, & afpetta-
fpoftadaRoma.
•uè il Pontefice ftaua con fdegno per l'Editto di Francia, & con impa- llpapahafd^^
i che in Concilio fi paflaflefcnza niente fare. Diceua, non elFer bene che i gm comra i '
i diano molto tempo fuori della refidenza,&: mallìme per trattar fuper- ^^ancefi,ed
Ite de' dogmi decifi in altri Concili) ; haueua in fofpetto i Prelati Spa- "^^"^ "" S/'^
& all' hora maggiormente, riputandogli fatti più mal affetti, dopo che ^"^"^ '"
conceflb al Rè delle entrate Ecclefiaftiche quattrocentomila feudi 1'
i^ler dieci anni fermi: & facoltà di vender trentamila feudi d'entrata de'
tici dellaChieia:che pareua una diminutione molto notabile della gran-
ella Chiefa in Spagna.
alfe à Roma Luigi S.Gelafio , Signor di Lanfac , mandato di Francia ef- Lxnfac 4 2(0-
ler dar conto al Pontefice dello (tato del Regno. Qucfto prima dilFe, mafcuft Uat'
dendo ilRè la gran.follecitudine,conchcil papaprocedeua nel fatto f'^onidel^,c
iciliojhaueuadilTegnata Monfignor di Candalla,Ambafciator a quella ^JJ.^' '^^•"'
M: fatto partir ventiquattro Vefcoui , de' quali gli diede la lifta : gli narrò
mCucccIIo in Francia dopo la morte di Francefco, 6c la necefiltà di proce-
^
490 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio 1;.
CI 3 1 3 der contemperamento,cofi)perchele forze non erano badanti per camìnar in
LX 1 1. rigore , come anco,perche quando follerò ftate tali jbifognaua metter man il
iangiie^ de'piunobilijchc haucrebbe alienato tLUto'lRegno5& ridotto le ci;;
peggiorftatotcheilRènonhaueua fperanzajfenon nel Concilio, quandott
le nationijetiandio gli Alemani, vi interueniirero. Perche , fermata la rei) o
ne in Germania,nondubitaLia di far rifteifo in Francia^ ma trattarfi dell'in]!
libile 3 che il pofli far condefcender ad accettar i Decreti del Concilila qi i
che non farannolfntcruenuti: che i Proteftanti Franceil non potranno fep; j
da' Thedcrchi.Peròj fupplicaaaSua Santità^ che, quando, per fodisfarli,n 1
trattailc akro,che del luogo,della ricurezza,& della forma di procedere,el k
elpabarìuol- celle condefcender al voler loro, per ilgranbenchenefeguirebbe. Rilpil
tx La colf a. fo- rapa,prima,quantoalConcilio,che egli dal principio del Pontificato fari 1
fra l Francejt ^q di congregarlo} che la difficoltà è ftata interpofta dal canto dell' Impeti
^^^^^' ^ Rè di Spagna 5 con tutto ciò ambidue v'hanno al prefente Ambafciat
Prelati ; che non reftano, fenon i Francefi , che più di tutti hanno bifogi
Concilioi che non ha tralafciato alcuna cofa,per inuitar iThedefchi Prot
ti, etiandio con qualche indegnità di quella Sede j che continuerà, , ócfìci
non mancherà lorcquanta. Se quale fapranno richiedere. Non gli pares
iiefto fottoporre il Concilio alla difcretione de' Proteftanti ; ma , ricufan
di venirci,non douerlì reftar di caminar inanziimaflìmcelTendo già ben
ti. Ma,quanto alle cofe fatte in Francia, in poche parole rifpofe > Non j
lodare,& pregarDiojchc perdoni a chi cauta tanti inconuenienti.
fmall tengono Et hauerebbe il Pontefice palFato quei termini, quando haueiFe fapiitc
una oltraCm lojche in Francia fi faceua,mentrc Laniac gli rapprelentaua le cofe fatte :
/èye;5L'*,/i,tir«7 l'oche a' quattordici di Febbraro,inS.Germano,laReginadiedeordine,cl
fatto^ delle I- ^^q^j ^j Valenza,& di Scezj& iTheologi Butigher,Erpenfeo,&:Picherell
»iagm- fultallèro inficme,che cofe Ci potelFero fare, per principio di concordia.
propofero gì' infra ferirti capi: Che folFc in tutto,&:per tutto prohibito
figie delia SantaTrinità ,& di perfona non nominata ne' Martirologij a
ti dalla ChiefarChc alle imagini non fianopofte corone,vefti,ne votijOi
blationi,ne portate in procellione, eccetto^ il Segno della Santa Croce ,
ancopareua,che reftailero fodisfattiiProteilanti; fé ben, quanto alfegn
Santacroce ,faceuano qualche rcpugnanza , con dire, che Conftanrh
pruno, che lo propofe daadorare,contra l'ufo della antica Chiefa. Me
l.ò Magliardo, Decano della Sorbona, inficme con altri Theologi,fi opi
difendendo l'adoratione delle imagini,fe ben confeifaua, che dentro vi
molti abufi. L'iiletFo mefe NauarrafcriflTe all' Elettor Palatino, Duca d
tcmbergo , & Filippo di Haflla , auifandol, che , quantonque non s'hau
tuto conuenire nei Colloquio di Poifsf,ne in quefl;' ultimo, in materia
magmi, egli però era per adoperarfifempre per la riforma della religi(
. ,.^ introducendola a poco a poco , per non turbar la publica quiete e
^tGhfìma- r r r r n
ti Thldefchh 5" 4^^^ tempo iftelTo , il Duca di Ghifa » & il Cardinale di Lokjj
, Pio niL LIBRO SÈSTO. 45)1
Dalle Taucrne, Caftello del Vefcouo d'Argentina , & vi conuennero ci a lo '
oforoiDuca di VVircemberg,co'Mmil1:nConfefllonifti : pertregiorni ^xii.
)infieiT!e ,6c efplicarono al Ducali fauor fatto alla Confcffione Aneli-
ci Colloquio di Poirsi,& larcpugiianza de'Rifonnati Francefi in accct-
riccrcando che la Germania s'unilfe a loro , per impedir la dottrina di
[io j non per impedir la emendatione della religione , laquale dciìdcrano:
araente,accionó pigli radice unvcnenopefl;itero,n6 folo in Francia,ma
i Germania : il che fu fatto da loro,accio, inftando la guerra , potcllcro
facilmente aiuti , o almeno quelli folFero negati alla parte contraria.
» abboccamento generò grauiffimi fofpetti in Roma, in Trento , & anco
:icia. Il Cardinale, &c gii adhercnti fuoi , fi giuftificauano , che folle "^^'^^ P^"" f^'
[ncficio della Chriftianità, per hauer fauore anco de' Proteftanti di £^/^^^^^^^^
I nia,contra gli Vgonotti di Francia. E anco fama, che il Cardinale de-
s b veramente qualche unione nella religione con Germania ; & che , fi-
nhorriua dalla Confelllone di Geneua,cofi inclinalfe aU'AuguftanajL'^C
\ life veder la piantata in Francia. E ben cofa certa, che , dopo finito il
\ ioTridentino,eglidiceua hauer' altre volte fentito con quella Confef-
ma,dopoladeterminatione del Concilio , ellerfi acquietato a quella,
tendo ad ogni Chriiliano cofi fare. Per le prediche, che publicamente
mo in Francia, con tutto che nafcelFcrofeditioni in diuerfi luoghi, che
\ lano l'aumento de' Riformati; nondimeno fi trouo, che in quello tem-
0 conftituite dumila cencinquanta radunanze , che eflì dimandauano
rento, venuto il ventifeiFcbbraro, congregati nella Chiefa li Padri , C\ ficomU feiTio-
liSefsione. Cantò la MelFa Antonio Helio , Patriarca di Hicrufalem: «e.
L-atione Antonio Cocco, Arciuefcouo di Gorfu. Finita laMcira,doucn- (^iJP»ta di pre-
gete i Mandati de' Prencipi,Che,fe ben letti in Congregatione,era ftile "'-^'"^^ f^*
anco in Scflìo ne, nacque difficoltà tra gli Ambafciatori d'Ongaria,& ^l^'g"f/f
( dio, pretendendo ciafcunod'crsi,che il {uofolFe letto inanzi, comedi
'^ sminente : la precedenza traleperfone non poteuafar nafcer difficoltà,
) quel di Portogallo,come Secolare,alla deftra delTerapioj 3c l'Ongaro,
cclefiafticho,allafiniftra. I Legati,dopo hauer con(ultato,publicaro-
iMandati fi leggerebbono fecondo l'ordine che erano ftntiprcfentati>
fecondo ladcgnità de' Prencipi. Fu anco letto unBrcuc del Pontefice,
ì ettcuaal Concilio la materia dell' Indice. Ilquaie fu in Romafabrica-
[icelFendo già da Paolo quarto,come è(latonarrato,ftabiiicoun Indice,
1 in quello hauelFe il Concilio pofto mano, s'haucrebbe potuto aigome-
lìienorità: però giudicarono,che dal Papa gliene douelFe fpontancaìncnte
(tafacoltà,perpreuenirequelpregiudicio. Il Patriarca celebrante loile il decreto fopra ì
'■ o,la foftanza delqualeera:Che laSinodo,penfandodi rcfticuir la dottri- Bri dannm:
e olicaallafua purità,& ridurli coihirai a miglior forma, circndoaccrcf-
- numero de' libri pernitiofi,&lofpetti;nehauendogiouatoiì rimedio di
i|:enfure fatte in varieprouincicj 6c ia Roma^ha deliberato, e he akuiu Pa-
____ 49i CONCILIO DI TRENTO Papa Pio
ci3 13 di-i deputati fopra do con{ìdermo,&; a fiio tempo rifcrifcano alla Sinodo (
Lxii. lo,che{ìabirogiiofai:dipiu,afinc difcparare , & eftirpare il loglio dalla b:
dottrina>leuar li fcrupuli dalle mcnti>& togliere le caufe di querimonie di;
titordinandoche ciò fiacon quel Decreto publicato alla notitia di tutti: 3:
fé alcun penfarà hauer' intereirc,corinelnegotiode'libri,&cen{"urc,comi;
gnialtroichefihauerà da trattare in ConcilicfiacertOsche farà udito ber;
mente. Et, perche la Sinodo di cuore dcfidcra la pace della Chiefa} e ch( i
conofcanolacommune Madrcinuita tutti quelli,che non communicant
Icijiila reconciliatione &c concordia,&: à venir alla Sinodo, dallaquale fai j
abbracciati con ogni officio di carità,ficome col medefimofono inuitatj
più ha decretato 5 che nella Congregationc generale fi po(fi concec ^
uocondotto del medeilmo vigore, &c forza, come fé foffe dato nellj
ìnpn-:^a degli blicaSefllone. Finito di legger il Decreto, ilquale portaua per titolo d(
SfxgnmLi jo- nodo, Santa,Ecumeriica,& Generale, nella Spinto Santo legitimamenti
fra i titolo del gcGgata: l'Arciuefcouo di Granata ricercò, che vi fi aggiongelfe, rapprcf ■
Concilio: J.^ [^QV^i^f;;^ uniuerfale, fecondo che da' Concili) ultimamente celebrati
nato TiftcìrcDopo lui,ricercò Antonio Parrages, Arciuefcouo di Cagli
furono i'cguiti da quaii tutti i prelatiSpagnuoli, iquali fecero inftanzaj
loro richiefta folfe notata negli Atti: ne a quello gli fu contradetto,o pui
fio: ma per fine fi ordinò la iegucnte Seflìone per il quattordici Maggie
Giudiàj fopra II Decreto fu pofto in flarapa,non folo per eller già coftume,come per
dttto decréto: f;itroperandaranotitia di tutti : »?c fu generalmente da ogni forte di ]
cenfuiato. Siriccrcaua,comclaSinodochiamauagr intereirati nelle C(
in Concilio fi doueuano trattare,fe quelle non erano fapute : &c per lo
tutto s'era trattato fuori dell' efpettatione;chi voleua indouinare,chc e
fero i Legati per proporre , poiché ed! medefìmi non le fapeuano , afpt
le conMTiiffioni da Roma? Similmente , gì' intereirati nella confcruat
qualche libro, come poteuano fapcr che ii tractalfccofacontra di que
generalità della citatione, & la incertezza della caufa, doueuano coflri
gni perfona ad andar' a Trento, non elTendoui alcuno fenza interelle in<
parricelarcdel quale era pofTibilcairai chele ne trattaire.Generalmentet
clufo , che foiTc un chiamar in apparenza,^ efcludcre in efTiflenza. Tr;
cofe non lodatctroaauano da commendare la ingenua confefsione dell i
do,chc le paifate prohibitioni haueuano partorito fcrupoli negli animi,
caufe di querele. Olerà quello, in Gc rniania fu prefa in fofpetto quelli
doue la Sinodo iaSjlTioncconcede a fc llcira in Congregatione general
ritàdi darfaluocondotto:neera intelaia differenza ,conuenendole m(
pcrfone in ambidoi li congrellìtle non foircpcrche in Seflìonifofl^ro co
tre,in Congregacioni con leberette: & per qual caufa,leilfaluocondQ
fi poteua Ipedir' all' hora, non far una Selfionc efpr dram ente per quefl'
pui auano in fomma,che qui fotte folfe coperto qualche gran mifleriorf
più fenfati teneuano fermo la Sinodo elFer ccrta,ciic niifun Proteflante»
gni forte di faluoc ondotto,farebbe andato aTremo» faiuo che con fo»
Pio mi. LIBRO SESTO. ^ 45)5
le del M.D. LUI. per larifoluta volontà diCarlojCofa,che non il poreua ci 3 lo""
i4ttcr' in piatti e a. l x i r.
crillè il Pontefice all' auifo de' LegatijC he non foireroinuitati apcnitcn- rijpnjìa del
( proniiflione di perdonagli heretiei: imperochc, ciTendG llato ciò fatto -^'r^** ie^«-
> Ita da GiuHo,&: l'altra da Paolo quarto > non fé n era veduto buon cfllto. "'
l-iereticijclieibno in luogo di libeità^nilUin l'accetta: quelli, che fono in
doue rinqin'fìtione ha vigorclc temono poter eirerefcopcrtijiiccuono
il ono fintamente , per alììcurarh del palfato , con animo di f-ai- peggio pia
iiente. Quanto al laluocoadotto,lodaua che fi dclfe a tutti quelli, che
no fotto Inquifitione: ma che quella eccettionenon lì crprimcire,attefo
andò Giulio conceire il ino perdono, eccetto a' foggetti all' Inquifitione
;na, & di Portogallo, vi fu molto che dire, &:patsòcon pocariputatio-
.fiche il Papa non hauelfe ugualpoteftà fopra quell' Inquifitione , come
s;altre:mail modo d'cfprimerlo,lorimettcua a quello, che i-ollcpiupia-
c Ila Sinodo. Quanto alla forma,lodaua quella, che fece il Concilio dei
k [i.aUaGermania,poiche era già vcduta,5i l'otto quella fede tanti Prote-
t rano andati in quell' vanno a Trento. Intorno all' Indice, ordinò che fi
i [feda' deputati, opei.andojfinche fiofferiire occafione di decretare publi-
i Ccfcnza oppofitione d'alcun Prencipe.
Itala rifpolhjil due Marzo,colfeguentegiorno,fu tenuta Congregatio-^e^ laouale (ì
rifoluercfe il perdono generale lidouelTepublicare,&c6cederilfaluo- tiene congre-
:}»&i fopra la forma dell' uno,& raltro:& a'quattro,dopo longhe dilpu- gt»onefer le
ìnclufo^hauendoi Legati, fcnzaintcrefiar l'autorità del Papa, fatto ca- /^«««f /«^«i-
ehberatione,doue egli miraua. Fu tralafciato d'inuitar' a penitenza,per ""^*'"'*
I ni a Roma portate. Molto fu difputato,re fi doueua dar faluocondot-
|i inatamente aFranccfijInglefi , &:"Scozzefi : fu anco chi mife a campo i
I e altre nationi Orientali. Di quefti,preiì:o (\ vide , che i poueri huomi-
ci, in fcruitù, no poteuano,fcnza pericolo; & lenza cfTer fouuenutidi da-
afar' a Concili): & poi alcuno anco diceuA>che, eilendo nata ladmifio-
'roteftanti,era ben lafciar dormir queir altra, &c non la nominare, alle-
Ipericolodi muouer in un corpo gli humori cattiui,che fono in quie-
darfaluocondottoadInglefi,non lo richiedendo ncellì, ne altri perlo-
on grand' indegnità, DcgliScozZefi piaceua, perche la Regina l'ha-
dimandatOjma era ben far piima venir la dimanda. Di Fiacia.,(iiriettcua
e il confeglio Regio douclle haaerlo pcrbcnco nò, parendo che folle u-
iarationccheilRèhaueire ribelli. D liaGcrmania,non fipotcua du-
ilTendogli altre volte conce{ro:ma,qua.ado aqudlla fola li delle, patena
aaeffero gli altri per abandonati. Ad una gran paite piaceua, chcficon-
aflòlutamepte a tutte le narioniima gli Spagnuoli s'opponeLiano,os: era-
lì.cgati fauoriti,& d'altri confcij delia volontà del Papa, con grand' inde-
i|iediquelli,a'quali pareua farfiillationc,che il Concilio non folTeiupe-
i' Inquifitione di Spagna. Tutte le difficoltà in fine furono ruper.iccj&
d)il Decreta,con tre parti. Nella primaj è dato faluot ondotto.alla Na-
^
45^4 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio (i
ci3 i^ tioiie Germanica in quella forma a piiiito di parola in parola> che del m.dj
LXii. Nella feconda fi dice, che laSinododà laluocondotco nella medeflma fa
& parolccome è dato a*Thedcfchi,aciafcun di quellijche non hanno conii
nioaedifedeconlei, di qiialonque NationcProuincia, Cictà,& luoghi, «
fi predica,infegna> & crede il contrario di quello, chefente laChiefaRoi ^
Nella terza, che , quantonque non paiano comprefe tutte le Nationi in c|
eftenfione, ilcheper certiriipettiè ftato fatto, però nons'ha dapenlare ||
fi quelli, che da qualonque natione vorranno pentirfi , & ritornar al gn b
deliaChieia: ilche la Sinodo defidcra eifer fatto a tuttinoto: majpereiki
fogno di dt^libcrare con maggior diligenza, in che forma fé gli debbe dar
uocondotto jgliè parfodificrircioad altro tempo, per confiderarcipiu
ratamente, hauendo per hora (limato ballare, che foifeprouifto allafici
diquelli,che publican:ente hanno abandonato la dottrina della Chiefa.
Decreto immediate ftampatccome conueniuaacofa, fatta perelfer dedi
nocitiaditutti: però il Concilio nonferuòlapromeilàdi trattare, opcr
forma di dar faluocondotto a quelli del terzo genereianzi,nello ftampar
corpo del Concilio infieme,quefta terza parte fu tralafciata fuori; lafciar
lafpeculatione del mondo, perche prometter di proueder' a quelli anc(
farglielo noto in {lampa, con defiderio che folfe da tutti faputo , & poi n<
feguircanzi procurar d'afcondere quel dilTegnOiChe all'hora affettauai
nifeftare.
eli ^mh. Q\y Ambafciatori dell' Imperatore foUecitaronoi Legati a far la Rifo
Ctptret Jole- ^^^.j^gJ.' ^' Pi;oteftanti,ellortandogli a venir al Concilio , come fu fatto al
SwI ^ ^ delBafileenle co' Boemi. Rilpofero i Legati, che già quaranta anni
PLcncipi,& popoli, tempre hanno chieilo Riforma, ne mai s'è trattato e
cuno di quella, cheelTi medcfimi non habbino attrauerfaco , & oppol
pedimenri , che hanno anco coftretto abandonar l'opera: alprefente.
derà alla Riforma, per quello , che tocca Funiuerfale delle nationji
(liane: ma, per quello, che s'afpetta al Clero di Germania, che ne
di tutti bifogno , la riforma delquale anco l'im.peratore principalmt
pepita, non vedeuanocome poterlafare, poiché i prelati Thedeichin
no venuti al Concilio: & che quanto allo fcriuer'^ a' Proteftanti , 1
do efli ripoilo a' Noncij del Papa, con indecenza tanto eirorbitantc-
poteaa afpettar, fenon che riipondcirero alle lettere della Sinodo in:
peggiore.
dellaqualei Agli Undici Marzo, propofero i Legati in Congregatione generali
Legati propon- ^[ aiticoli, per douer cifer ftudiati , 6c difcullì nelle feguenti Coi
"" '■ I. Che prouifione fi potrebbe fare,accioche i Vefcoui , & altri Cu '
fcdino nelle Chiefe loro, ne il allentino da quelle, fenon per caufe gioii
ne(le,neccillirie,& utili alla Chiefa Catolica.
1 1. Se fiail'pedientc prouedere,che nilVuno fia ordinato, fenon a e
'IO mi. LIBRO SESTO. 495
xim beneficio, eirendofi (coperti molti inganni , che nafcono dall' or- cio i3
titolo del Patrimonio. lxiu
Che per l'ordinatione nonfia riceimta alcuna cofa,ne dagli Ordina-
la' loro MiniftrijO Notarij.
Se fi debbe concedere a Prelati, che nelle Ghiefejdouenon fono di-
mi quotidiane,ouero per ialor tcniiicà nonfono (limate, poffiao con-
diftributioni alcuna delle prebende.
Je le Parocchie grandi, c'hanno bi(ognodipiu Sacerdoti , debbino ha-
D più titoli.
Sei benefici) curati piccioli, che non hanno fiifficiente entrata per il vi-
>acerdote,(ì debbiano riformare,facendo di più uno.
Che p rouifione s'ha afare circa i Curati ignoranti,o vitiofìrfe fìa ifpe-
argli Coadiutori,o Vicari) idoncj,cona(regnatione di parte delle cntra-
eneficio.
Se (1 deue concedere all'^Ordinario di trasferir nelle Chiefe Matrici le
rouinate, che per pouertà non poiTono riedificare.
Se fi deue concedere all'Ordinariojche vifiti i Benefici] andati in com-
fé ben fono Regolari.
e fideuono irritare i matrimoni) clandeftini, che all' auuenire faranno
i.
Che conditioni fi debbino alfcgnare, accio il matrimonio non fia clan-
ma contratto in faccia della Chiefa.
Che prouifionc fi debbe far intornoi grandi abufi, che caufano gli
inti.
elTo di^quefti, fu dato a' Theologi Tinfrafcritto punto da ftudiare, pcL
difcutere in una Congrcgatione propria per quello,
ome Euari(lo,6c il Concilio Lateranenfe,hanno dichiarato, che li ma-
j fatti in occ ulto,non fiano reputati validi nel foro,& quanto alla Chie-^
il Concilio pofsi dichiarare,chc airolutamente fiano nulli, in manie-
'oceoltatione,& fecretezza, fia polla tra gli altri impedimenti, che
y tio il matrimonio. In quefl:o mentre , eflendofi (coperto in Germa-
I i Protcftanti trattauano una lega,6c fi faceuano qualche prouifionidi
'Imperatore fiirilTe a Trento,& al Papa ancora,che in Concilio fi fopra-
ìn tanto che appariiVe a che termine foife per arriuare quel moto : peril-
nancnte del mefe per quella caura,& per eifer' i giorni fanti,fiparsò tut-
imonie.
(edici fu riceuuto Francefco Ferdinando d'Aualos, MarchefediPefea- picottìomdiWi;
afciatordelRèCatolico,in Congregationegeneralc:&,letto il Man- ^mb.spaS
ti fatta,perfuo nome, una oratione: con dire infoftanza,Che,el'sendo il gnmio:
o unico rimedio peri mali della Chiefa, con ottima ragione Pio quarto
dicato necelfario in quelli tempiralqualè Filippo,Rèdi Spagna,faiebbc
Imente interuenuto,per dar'eilempio agli altri Prencipi : ma , non po-
|i| ha mandato ilMarchefe, perafliftergli, ^ fauorirlo in tutto quello?.
^96 CONCILIO DI TRENTO Papa Pie
ci3 i=> che il Re puo-,fapendo,che,rebenla Chiefa è difefadaDiojha pero bifogn
LXii. voice di qualche aiuto humano. Che l'Ambafciatorc non giudica eireruij
2no d'elloitac la Sinodo > conofcendo l'incredibile, Squali diiiinafapie;
quella: vede già li fondamenti ben geccati,^: lecofe,che al prefente fi trai i
maneo-criate con arte, che lenifcc, nonelfafpera : ondcfperando, che le a j
auuemre e orrifponderannojfolo promette ogni ufficio>opera,& gratiad
Rifpofeil Promocore,pernome del Concilio ,chela venuta dell'. Amba! j
re d'un tanto Rè haueua gionto animo, & fperanza alla Sinodo , che i r
per i mali della Chriftianità faranno falutari: però abbraccia la Maeftà fu
tuttot^ l'animo , gli rende gratiejfi offerifcecorrifponder'a meriti di lei, ^
tutto "quelloichefia in honorefuo, &riceue,comedcbbe, il Mandato.
e del Fiorenti- Congregatione de' diciotto,furiceuuto rAmbafciatordiCofmo,Duca(
K03 renza» & Sienaj ilquale, letto il Mandato, fece l'oratione , nellaqualeiid
moftrar la congiontione del fuo Duca col Pontefice; elfortò i Padri a pu
Chiefa, & efplicar la luce della verità infegnatadajli Apofl:oli:offerend
tutti gli aiuti del fuo Duca, ficomeegli haueua offerto al Pontefice, pe
feruatione.dclla maeftà della Sede Romana. Rifpofe il Promotore, pei
della Sinodojcon rendimento di gratie, fatta commemoratione riuen
Leon decimo,5c Clemente fettimo : foggiongendo, che per altro nonei
2regata,ne ad altro attendeua, fenona leuarognidiifenfione, fcacciate!
bre dell' ignoranza,^ manifeftata la verità,
re'- Nella Congregationc de' venti,furonoriceuuti Melchior Lufì, Amba
e deg w^ ^^, gi^-^^gj.^ Cattolicijinlieme con Gioachimo Propofto, Abbate, pernc
^^'^'' sii Abbati , &: altri Ecclefiaftici, di quella natione. Pei nome de' quali
una oratione di quefta foftanza:Che i Confoli di fette Cantoni,per il del
lialverfo la Chiefa, hanno voluto mandar Oratori peraìTifteralConcil
promettere ubediéza,& faratutti noto,che non cedonoad alcunoind(
d'aiutare la Sede Romana , come per il palfato hanno fatto ne' tempi di
fecondo, &: Leon decimo , &: quando combatterono con i Cantoni yi(
difefa della religione , uccifo il nefandiflfimo inimico della Chiefa Ziiin
ricercato tra gli uccifi il cadaucro ài quello , & abbrugiatolo : per tefti)
douer hauer guerra irreconciliabile con gU altri Cantoni, mentre farani
ri della Ghiefa,poiche fono pofti a confini d'Italia, come una rocca, pe :
dire, che il male Settentrionale non penetri nelle vifcere di quella regio
dalla Sinodo,per bocca del Promotore, rifpofto,Che le opere degne, &
verfo la Sede Apoftolica della gente Heluetica,fono molte , &: grandi :
fuif oirequio,& ufficio più opportuno, quanto la legatione mandata, & ■
taallaSinodojlaquale fi rallegra della venuta degli l'Ambafciatori , hi
molta fperanza,okre laprotettione dell' Imperatore,Rc,& Prencipi,ir:
laudatiffima Natione.
s iì 9«£» ad Nella Congregationc del fei Aprile,furono riceuuti Andrea Dudici
curo à'on- ^^^^^^ diTiniaj'&: Giouanni Golofuarino, di Canadia, oratori del Glcrti
^"^"*' earia. Fu dal primo fatta una Orationci con dire. Che l'Arciuefcouo di I
[.PioIIlI. LIBRO SESTO. 497
l^eCcouiiSc il Clero» haueuano Cernito tre grandi allegrezze j per rallòn- ci^T^"'
fili Pio quarto al Pontificato, perla coniiocacione del Concilio in Tren- lxii,
< per la dcputatione de' Legati Apoftolici a quello. Narrò l'oircraanza
'jlati verfo laChiefa Catolica , &dicio chiamò per tcftimonio il Cardi-
r-mienfc, che gli conofceuaj & era con loro conucrfato : efplicòla diuo-
; ella Natione Ongara,& il leruitio che prcfta a tutta la Chriftianità^on
r ria guerra de' Turchi; & la particolar diligenza de' Vercoui,inoppor/ì
E xhinationi degli heretici. Narrò il dcfidcrio commune di tutti efn , di
D perfonalmente in quel Concilio, quando non oftaire la neceflìtà della
imza nel Regno, per difender le lor fortezze da' Turchi, lequalifono a'
f & per inuigilare contragli heretici: onde, coftretti di far quello ufficio
Kzo d'eflìloro Oratori,firaccomiTiandauano alla protettione del Conci-
i rendo di riceuerc & olferuar quello che folTc decretato.Rifpolè il Secre-
jt nome del Concilio, che la Sinodo haucua per certa l'allegrezza con-
ullaChiefad'Ongariaperla celebiatione del Concilio Generale', che
pregar Dio per il felice fine di quello: chehauerebbedefiderato veder i
iperfona: ma, poiché fono impediti per quefte caufe prouate col te-
) del Cardinale Varmienfe , riceue la icufa, fpcrando che larcligion
nariceuerà utilità dalla loro prefenza nelle proprie Chicfe. Et tan-
lauendo raccommandato le lor attioni ad cflì Oratori, ottimi, &
simi Padri j perilche abbraccia , & loro , &c i loro Mandati pre-
Congregationij'che da' fette fino a' diciotto, furono afsiduamcntc tc-yT tratta de"
ia' Padri detto fopra i primi quattro articoli , ma molto diifufamente ^f»i ^nica-
rimo della Refidcnza. Di quelli, che nel primo Concilio interuenne- ^'-*'/"'"'« '^e^
lo una filtra volta fé ne trattò, con qualche differenza, anzi controuer- ^„^ , ^"^*r
ritrouarono, fenon cinque Vefcoui in quello : & nondimeno alla ^^i- fime,lcUwS'
•da fi diuifero immediate in parti,come le tra loro la contentione fof- 1 «,
itica: cofa,chein nilfuna altra queftione accadette,ne all'hoia, nefot-
',ne al prefente. La caufadi ciò alcuni afcriuono , perche le altre trat-
comcTheologicheeranopocointefe, & fpeculatiuamente dagl' in-
trattate, fenza che affetto intcrucniire,fenon di odio contra i Piote-
lali col metter a campo quelle materie erano caufa di trauaglio : ma
le proprie perfone de' Prelati toccaua. Ne' Cortegiani preuakua o
ne, o l'obligo a feguir l'opinione a' Padroni commoda: gli altri era-
i alfai d'inuidia,che non hauendo arte d'alzarfi , doue quelli perueniua-
i :auano, non potendo uguagliarfi eleuandofi efsi, voleuano tirargli ab-
f flato fuo,accio cofi foffero tutti uguali. In quello articolo tutti s'af-
Do fecondo la fua pafsione , &:tennero gran conto del voto proprio
li Congregationi, Se di quel d'altri, che haueffe qualche conditione no-
■ Di tanto numero trentaquattro mi fono venuti inmanoformalmen-
«ìirono pronunciati: degli altri ho faputo la fola conclufione: ma qui
l iportarcfcnon quellojche è notabile.
Ri-r
___458 CONCILIO DI TRENTO PapaPioh
ei3 i3 II Patriarcali Gierufalcm confiderò, Che queft' articolo era ftato trai
Lxii. &difcu(ro nel primo Concilio, Se conclufo,chelc prouifioni^per intro;r
Refidcnza, erano due. L una,ftatuir pene a non refidenti: l'altra , Icuar gì' n
dimentiallaRelidenza. Il primo era compitamente ordinato nella Scflìc;!
fta,nevi ripoteuaaggiongerdipiu:attefoche la pritiatione della metà del a
tratcper pena pecuniaria,è grauinfima: ne flpao imponcr maggiore, non \ci
do mandarli Vcfcoui mendicando: altra pena maggiore non fipuoinucit
quando la contumacia eccelTuia coi! meritaiTesfaluo che la priuatione,ijia
haucndobifognod'un'clìecutore, ne potendo eirer' altri che ilPapa,}:c|
l'antica ufanza della Chieiahariieiuato a quella Sede la cognitione deila
le de' Vcfcoui , già in quella Selsione s'è rimeiroalla Sanritàfuadi troi r
medico per mezzo d'una prouilìoue nuoua,o per altro; & ubligato il M
iko.no ad auiiarla dell' alfcnza .Alla feconda prouifione fu dato princip
rono con più decreti in quella Sefsione , &c nelle altrepleuate molte el!
d'impedimento a' Vefcoui d'ellèrcitar il lor carico. Reda adonque al [ ,
folo continuarci leuare il rimanente,eleggendo,come all' hora fu fattO: n
mero di Padri , che raccolgano gl'impedimenti, accio in Congregatio p
lino ef[c?i:propofti,&proueduti.
L'Arciuefcouo di Granata loggionfc , che in quel Concilio fu prone y
altro più potente,& efficace rimediojcioè, che l'obligo di rifedere folle] \t
gè Diuina , il che fu trattato, & elTaminato per dieci mefi continui : 5:
Concilio non foiTc ftato interrotto, farebbe ftato decifo,conìe articolo
rio, anzi principale della dottrina dellaChiefa: che non folo fa all' h: e
culTo, ma furono anco pofte in ftampa da diuerll le ragioni ufate: li t
materia è preparata, 8< digeftame refta altro al prefente,che dargli pe n
ne. Quando iarà determinato , che la Reiìdenza fia de iure Diurno-, e R
no da loro medcfimi tutti gì' impedimenti: i Vefcoui, eonofciuto ^
bito, penferanno alla confcienza propria; non fi riputaranno nic
maPaftori; &5Conofccndo il gregge elTergli da Dio confignato , ^
nealuirender conto, & non potcrfifcularfopra altri; & certificati, e
fp»cnfe non gli giocano, ne gli ialuano , attenderanno al lor debito, l
prouar>co molte aucorità del NuoucsS-: del Vecchio Teftamento,& e
ne de' Padri, che folle veritàCatolica.Qucfta opinione fu approuata dai 'Jì
giorpartc della Congrcgatione jatt'aticandofiidifenfori di quella apoi ci
tontà,& ragioni.
Furono altri, che la reprobauano, dicendo. Che eranuoua>non i
tcfa,non folo nel}' antichità, manemenoinqueftofecolo, inanzi ih
le Gaetano, che promoife la queftione, S:<. foftcnne quella parte , laqua
gli abandonò: perche irr vecchiezza riceuette un Veicouato , éc m ">
alla Refidenza : che in ogni tempo la Chiefa ha tenuto, che il papa polTj 'y
fare: elici non reficienti in tutti i fecoH fono ftati o puniti, oriprefi, ci
grelTori de' Canoni folamente, &non di legge di Dio:chenelprim
Uo fu difpiuara j ma la difputa fu cefi pericolofa j che i Legati» hi i"
1 '■
IO mi. LIBRO sesto: 499
[(fimi > con deftra maniera la fecero andar in /ìlentio : ilche debbe ci3 io
0 in cirempio : &: Ji libri j che dopo fono ft.iti fcritri, hanno dato al lxii,
gran fcandalo, sfatto conofccrc che la difpuca era per fola parcia-
L-chc, quanto alle autorità della SciittiiraA' de' Padri, quelle fono cllbr-
lla perfcttione,&, non vi è di rodo,fcnon i Canoni, che fono leggi Ec-
hc.
li teneuano opinione, che non era ne luogo, ne tempo,ne opportunità
: quella queftione,&: che nilfun bene nafcercbbe dal dcterininarla, ma
rebbe pericolo di molti mah: che quel Concilio era cogrcga^o pere-
lerefie, &: non permetter Icifma tra' Cattolici,comc auuerrcbbe,con-
0 una opinione, feguitajfenon dalla maggior partc,almeno dalia metà:
itori di quel parere non l'hanno inucntato per verità, ma per trouac
(limolo alla Rchdenza; con poco fondamento di ragione pcrò^attcfo
" vedono huominipiu diligenti in guardarli dalle trafgreflloni della
gge, che di quella della Chicfa:che il precetto dellaQuareiìmacme-
:dito, che quei del Decalogo : che, fé il confcirarfi,& communicaril
ijfolfe precetto di Dio,nonlìcommunicherebbonopiu di quelli, che
Fanno : che il dir Mella con gli habiti è legge Ecdelìaftica, ^rnilfun
difce: chi non obedifce a' comandamenti penali de' Canoni, darà
nente nella trafgreflìone, quando non temerà pene temporali, ma la
.tiadiuina: ne VcfcoHO alcuno per quella determinatione n mouerà,
iràoccafionedi machinar nbelJionidallaSede Apoftolica, &: rcftrit-
j' autorità Pontificia, come già fi fente fufurrare tra alcunij&allade-
1 della Corte Romana: che quella era il decoro dell' Ordine Clericale,
altri luoghi era rifpcttato per rifguardo di quella:che,qfcìado folTe fta-
i,la ChieTa farebbe meno ftimata in ogni luogo : & però no era giufto
a materia tale,fenza communicarla con Sua Santità , de col Collegio
! iali,a' quali principalmente quefta cola toccaua.
datralafciare il parer di Paolo Giouio,Vefcouo di Nocera, che in fo-
òElfcr' il Concilio ridotto per medicar una piaga grande certamente,
eformatione della Chiefa:dellaquale tutti fono perfualì elferne caufa
;lli Prelati dalle fue Chiefej ilche da tutti affermato, da nilPun' e forfè
confiderato: ma^non è da fauio medico trattar di leuar la caufa,fenza
primabenccrtificato,&fenzabenauuertire,fe,leuandola,cauferàal-
aggiori:fe l'aflenza de' Prelati folfe caufa delle corrottioni, ir.eno dc-
.efivcderebbe in quelle Chiefe,doue nel noftrofecolo i propri) Pre-
fatto refidenza : i fommi Pontefici già cento anni fono afliduamen-
inRoma,hanno ufato efquiiìta diligenza per tener il popolo inihui-
ì$ liamo però quella città meglio formata. Legran Città,Capi de' Re-
lè più deformate, ik a quelle non hanno i prelati loro mancato di ri-
ir contrario , alcune mifere Città, che già cento anni non hanno
ouo,fono le meno corrotte: & de'vecchi prelati,cheibno qui pre-
elle loro Chiefe hanno fatto continua refidenza, che pur ve ne fono?
Rrr ij
500 GONCILIO DI TRENTO. Papa Pio
niirunpotrà moftcarclafiiaDiocefe migliore delle vicine , che fonoftatc
Vefcouo. Chi diccche fiano giegge fenza Paftorejconfiderijche non i Ve
folijmaipaLOchi ancorajhannola cura delle anime: fi parla de' Vefcoui
mente,tS: pare,che non poflTino eller fedeli Chriftiani,doue Vefcouo non (;
vi fono montagne , che mai hanno veduto Vefcoui , & poifono elfer ellen;
alle Città Epiicopali. Douerfi lodare, &c imitare il zelo, ó<: l'opera de' ;
del Cócilio primo, che con le pene habbiano incitato i prelati a ftar alle i
fc proprie , Se dato principio a leuar quegl' impedimenti , che gli allont; 3
no: ma non doucrfi ingannar con la fperanza,che quefta Refidenza fiala i
ma della Chiefa:anzi,douer ftar con timore,che,ficome adciroficercanoi
dij perlarefidenzajcofi,lapofterità, hauendovifto altri inconuenienri, n
quella nafceranno, cercherà rimedi) della afTenza. Non douerfi cercar j
tanto fortijche albifogno non fipofsino fcioglierccome farebbe quel/? ]
w/w,che adeifosdopo mille quattrocento anni,fi vuol introdurre : doue
fcouo faràpernitiofo, come s'è veduto il Colonienfe, con quefta dottri '
rà difendcrfi di non ubcdir al Papa,fe lo citerà a dar conto delle fue atti( 1,
lo vorrà tener lontano,accio non fomenti il male. Aggionfe, vedere, chi
lati che fentono l'articolojhabbiano buon zclo,ma creder anco,che ale li
trebbono feruirfene a fine difottrarfi dall' ubedienza del pontefice, |i
quanto è più ftretta , tanto tiene più unita la Ghiefa : ma a quefti voler :(
dare,che,quanto operano a quell' effetto,riufcirà ancoa fauorc de' paro. ,
fottrarfi dalla ubedienza de' Vefcoui. Perche, dichiarato l'articolo , e (ì
valerannoadire,che il Vefcouo non gli può leuar dalla Chiefa, nercftì' e:
l'autorità con le riferuationij&jcome immediati paftori,daDio dati , pi n
ranno che il gregge fia più loro,che del Vefcouo,&: a quefto non ci farà 1 10
Et ficome il gouerno della Chiefa per la hierarchia s' è conferuatojccli ri
una popularità,& anarchia, che lo diftruggerà.
Giouanni Battifta Bernardo, Vefcouo di Aiace, tra quelli,che,crc
f efidenza de iure diurno , ripurauano ohe non folle ben parlar ài quella ( :ft
ne, ufcìconunafententia]ìngolare,& dilfe. Che, non hauendo mira d ib
più una, che l'altra opinione, ma folo obligarallarefidenza, fiche h r •
effetto realmente, elFer vano il dichiarare d'onde venga l'ubligationc ■
meno vana ogni altra cofa,faluo che il leuar la caufa dell' alFcnza. Qa.
fer' altrajfenon, che i Vefcoui C\ occupano nelle Corti d^' Prencipi , nc;
de'goaerni módanij fono Giudici, Cancellieri,Secretarij,C©feglierÌ5 1
& poc hi carichi di ftato vi fono, doue qualche Vefcouo no fia infinuar^
iifticij gli fono prohibiti da S.Paolo , che hebbe per ncceifario al ù
Chicfa,aftenerfi da negotij fecolari: eiièguifcafi qaefto, che è precetto i 1
prohibiicafi,chenon poflìno haucrnecarico>ne ufficio,ne grado orditi ioi
ftraordinario negli affari delfecoloj che, prohibitogli quefto, & ordii oc
non s'impedifcano in negotij fecolari,non reftando a' Vefcoui caufa e'
lnGorte,anderannoallarefidenzadafefte{Iì,fenzaprecetti,fenza pene> •
là occafione alcuno di paitirfi. In conclufione inferia che folfe nel C ici^
I
J A Pio mi. LIBRO SESTO. So'i _ ^
unadichiarationcche non foirelecito a Vefcoui, ne ad altri, che hanno ci 3 {o '
Jd animcdieirercitare alcun ufficilo carico fecolare. lx ii.
quefto s'oppofeil Vefcouo di Cinque ChiefcAmbafciatore dell' Impe-
e>dicendo. Che, le le parole di S. Paolo hauelTcro ilfcnfodacogiijconue-
: condannare tutta la Chiefa, S<c rutti i Prencipi, dall' anno ottoccnco , lino
;fente, di quello, di che fono (opra tutro commendati : qucfti , deli' haucr
toi& quclli,d'hauer accettato giurifdittioni temporali , Icquali anco fo-
atc eirercitate da' Pontefici Romani, & Vcfcouijpofti nel Catalogo de'
. Limegliori Imperatori, Rè di Francia, Spagna, Inghilterra, & Onga-
hanno tenuto ripieno il lor Confcglio di Prelati, quali conuerrcbbc lia-
.itti per dannati, quando il diuino precerco gli prohibiife feruir in quei
hi. S'inganna, chi crede il precetto di San Paolo rifguardar fololepcr-
Ecclefiaftichc ; quello è diretto a tutti i fedeli Chriftiani , che fono fol-
li Chrifto : & inferifce San Paolo ,che, ficome il foldato mondano non
upa nelle arti, con che lavita iifoftenta, come ripugnanti al carico mi-
:cofì, il foldato di Chrifto , cioè,ogni Chriftiano, debbe afteneriì dagli eP
ij, che repugnano alla profeflìone Chriftiana: quefti fono i foli pecca-
ta tutto quello , che fi può elTercitare fcnza peccato , è lecito ad ognuna.,
fi polfono riprender li prelati di feruir in quei maneggi, fenzadire che
peccati. La grandezza della Ghiefa, &laftimache il mondo ne fa, vie-
idal vederfile degnitàEcclefiaftiche collocate in perfone di Nobiltà, &
n fanguej &; li Prelati implicati ne' carichi importanti jiquali quando
tiferò per incompatibili con gli Ecclefiaftici , nilTun nobile interuerreb-
queir Ordine, nilFun Prelato farebbe ftimato, & la Chiefa farebbe abiet-
1 foli Plebei , & plebeamente viuenti. Ma,in contrario li buoni Dottori
■) fempre foftenuto, che /ìanocontra la libertà Ecclefiaftica quei ftatu-
lali efcludono dalle publiche amminiftrationi gh Ecclefiaftici, a' quali
dmgonoper il loro nafcimentoj &leprohibitioni,che li carichi publi-
' >n pofTmo elTer dati a' Preti. Fu quefto udito,con applaufo da tutti i Pre-
i etiandio da quelli, che fentiuano hìieCidenzzdemredifttm. Tanto gli af-
follo potenti negli huomini , che nonlalciano difcernerc lecontradit-
pra gli altri articoli fu leggier difcuftìpne: perb,con qualche detto notabi- efim'ns de
er quel che tocca al fecondo, del prohibir le ordia.irioni a titolo del va- fi<^ondo ^r-
nio,certoè,che,dopoconfticuita, &; fermata la Ghiefa, & deputati i mi- ^^'^''^odelepro-
ijnecelfarijinciafcuna, ne' buoni tempi non era ordinata peri ona,fcnon "^/''Ti V""-
àdola ad alcun proprio minifterio: in brcue andò quefto fanto ufo in abu- ^^jo^/q.
rche diuerfi,per hauer eftentioni,^ per altri mondani ri{pettij&: li Vef-
^Derhauer molto Clero,ordinauano chiunque richiedeua.Pertato nel Có-
i< Calcedonenfe fu prohibita quefta forte d'ordinatione, quale all' hoia fi
fciauaalToluta, o fciolta, che cofi propriamente fignifica la voce Green,
0 mandando che nilfun folle ordinato, fenon a carico particolare, &che le
9e;Qidinationifoffero nulle , & irrite jiUhc fu poi confermare per molti
Rtj: il]
502. CONCILIO DI TRENTO Papa Pio i
"ci3 13 Canoni pofterioihondcreftò quefta regola , come maffima,fermata nella Ci<
LXii. fa,chc niirunporeireeirer ordinato lenza titolo ; & negli antichi &buoniir
pi,t itolo s'inrédeuacarico,ominifl:eL-io da clTercitare. Introdotte le corro! e
nijs'incomrainciò a intender per titolo, una entrata,di doueiì cauailvittc^
quello che era conftituito, accio nel Clero non foireperfona ocioia/itrasn
mò,acciò non folTe pcrfona indigcntcche perciò foiTe coftretta acquiftar ilit
to coniua fatica : &, coperto il vero (enfo de' Canoni con quefta intellige, a
Alelfandro terzo lo ftabjlì nel fuoLateranenfe,dicendo,cheniirun folTecli
nato fenza titolo , di onde riceua prouifionc necelfaria alla vita : & diede la e
cettione alla regola, fenon haueila di fuojO di paterna heredità. Laqual'cct
tione farebbe molto ragioneuole,quando non folTe ricercato il titolo,faluo i
per dar daviuere. Per quefta caufa molti , con falfeproue, moftrando d'h e
patrimonio, lo alienauano:& altri,trouato chi gli cedelfe tto d'hauere,che J
afoftentarlofuificientc,s'ordinaua,& lorendeuadopo achiglierhaueuacn
modato : onde era un numero grande di Preti indigenti , per quali naicei k
molti inconuenienti,meriteuolidi prouifione.
L'articolo, diche fi parla, fu alla Sinodo popofto. Nelquale flironc a
rie opinioni : diceuano alcuni , che , ftabilita la Refidenza de ture dmim, i i
fercitando ognuno il fuo carico , le Chicfe faranno perfettamente feruir l
non vi farà alcunbifogno di Chierici non beneficiati, ne di ordinationi :i
tolo di patrimonio yO adaln'o : & tutti gì' inconuenienti faranno rimec :i
non farà nel Clero pcrfona otiofa , da che vengono innumerabili mali ^ & .t
tini elTempij; non farà alcun mendicante, ne conftretto ad eifercitij vii: ci
bifogno: elfer certo, che nilfuna è buona riforma, faluo quella, che riducei y
fé al Ilio principio : elfer viifuta in pcrfcttione la Chiefa nell'antichità per i-
ti fecoli, & conqueftofolo poterfi ritornare alla lua integrità. Vn altre i-
rere era, che nondoueireeiTer prohibico l'ingreilo agli Ordini facri ad al u
perfona, che per bontà, ol'oftìcienza, lo mentaflc, perche fi troualfcin pc i:-
tài allegando che nella Chiefa primitiua non erano i poueriefclufi: ne n ifl
la Chiefa abhorriua, cheiChierici,& Sacerdoti, s'acquiftallcro il vitto C( il
propria faticajelTcndoui l'eflempio di San Paolo Apoftolo,& ài Apollo Ei i-
gelilla , che con l'arte di far padiglioni tolerauano la vita : oc ance, dopo 1 1\
Prencipi furono Chriftiani,Coftanzo5figlio diConftan[ino,nel fuofeftoC n*
folato, diede unpriailegioaquei del Clero, che non pagaftcro gabelle die !•
lo, che rrafficauano nelle botteghe, & ne' laboratori], poiché lo participai io
co' poucri. Cofi vcniua ii\ quel tempo ofleruato il documento di San ] y
lo a fedeli, che s'aftaticairero in honefta opera , per hauer di che fouuenir' i )-
ueri: doueifi hauer per indecente al grado clericale il viuer vitiofo,»?«: fcelci 3i
che al popolo diafcandalo:raailtrauagliare , & viuer di fua fotica, elfcr |3
honefta, 6c di ediftcatione; & fé mai alcuno per infermità che foprauei G
foifc coftretto mendicare , non clfcr cofa vcrgognofa, poiché non e veo-
gna \ Frati , che hanno anco a gloria chiamarli Mendicanti. Non elfer <>•
pofitione da Chriftiano , che il lauorarc , il viuer di {Lia mano > il me It'
4
ì
aPioIIII. libro sesto. 503_
1 e afo d'impotenza, /ìa indecente a Miniftti di Chiiilo} o che altra co- eia lO
"dica loro che il vitio. Et le alcuno foire d'opinione, che l'mdigcnza fol- lxh.
ila di far commetter rapacità, o altri delitti, penfandoci bene,titrouerà,
mili nuliiono commelll pili da ricchi, chedapoueri; ìk che l'aiiaricia
impotente. Se indomita, che la poiiertà , laqualc cifcndo ncgotiofa,
e occafloni di far male. Stanno inlìcmc buono , &: poucro: non il
ottano buono , de otiolo. Eifcre fcritto , & predicato, il gran bene-
che la Chieia militante in quello fccolo , & quella che è nel Pur-
io , riceue per le Meife, quali non fono celebrate da' Sacerdoti ricchi,
poucri: quando quelli folfero leuati,i fedeli viuenti. Scic anime de'
farebbono priuate di gran (urfragij ; che meglio era fare flrcttiQìmo
, che le pcrione di bontà, & iuftìcienza, s'ordinaircro fenza alcun ti-
poiche alprcfente celfa la cauta, perche l'antichità lo prohibì, iaqual
rche gì' intitolati, adoperandoli nelle fontioniEcclcfiallichcerano die-
:ione;&: quegli altri,come otiofi,di icandalojdouc adellb gì' intitolati,pek'
,non li degnano de'minillcrij Eccleriallici,& viuono in. delitic. Se ipoue-
10 le fontioni,6s: danno edihcatione.
n fu da molti feguito quello parere : ma hebbe grande applaufo un me-
le rufo introdotto folte feruato,di non ordinare fenza titolo, o di benefi-
clefìafticco di pacrimonio fuflìciente alla vita,accio non il vedelfero Sa-
ri mendicare,con indegnità dell' Ordine :&■, per ouuiare alle fraudi , fof-
l Liito, che dal Vefcouo s'ulàile diligenza, che il patrimonio, al quale il
ico è ordinato, non/ìpotelVe alienare. A quello contradiiTe Gabriel
M leur , Vefcouo d'Eure ux , dicendo, che il patrimonio de' Chierici è cofa
i :e,fopra quale l'Ecclellallico non può far legge di forte alcima.Molte oc-
N ianco poter nafcere, per quali la Icggcouero ilMagi(lrato,poteirelegi-
K ente commandare che folte alienato: ma generalmente elfer cofa chiara,
i enipatiimonialide' Chierici,quanto alleprefcrittioni,&ad ogni forma
t :ratto,fono foggetti alle leggi ciuili. Però, eflbr molto da penfare, prima
: umerlì autorità d'annullare un contratto ciuile.
occahone di proponeril terzo articolo, fu, perche il precetto di Chri- edeltenoj^,
) le tutte le gratie fpirituali folfero liberamente , Se altolutamente do- *^^"'^ /^ P''&^~
eilcome cofidaluifono riceuute, era in molte parti trafgrelfo nella col- efimonìalSìu
d\ degli Ordini. Ne quello abufo era recente, anzi ne' tempi palfati mol- col/ation óa
T^^giore: imperochceircndone' principi) del Chriftiancfmo fcruente h beaeficij:
it U popolojche da' minillri di Chrillo riccueua le cofe fpiiituali, non fo-
<- indo il precetto diuino, efplicato da San paolo , corriipondcua contri-
13 il vitto necéirario,ma anco abondantementc, fi cheauanzaircper fpc-
i\ or li poueri: fenza mira, nepenfiero alcuno > che il temporale folle prc^
di fpirituale. Ma , dopo che il temporale,chc era in communc tenuto , S-c
' scradiuifo, & a' titoli applicata l'entratafiia, chiamato beneficio, non
) air bora diftinta l'ordinatione dalla collatione del titolo, & per con-
^^iadeA beneficio annciTo a quello 3 ma dandofi, Se riccuendoii tutt'm-
5^4 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio
cio 13 /ìenicjper gli emolumenti che portaua feco, agli ordinatori pareua di dare
Lxii. tre lo rpÌL-icaale,co(a temporale ancora,perlaquale fi poteiFe riceuere altra i
dana in r icompenia:& chi diifcgnana ottenerla, era coftretto accommoda:
la volontà di chi poteua darla > & fi fece finalmente una negotiatione a|
che nella Chiefa Orientale, ben che don molti Canoni, & cenfiire, mai l
tuto elfcr corretta, Te ben la virtù diuina potente, hauendogli leuato
la verga de' Saraceni , gtan parte de' commodi, l'hafiiiinuita ailaj : &c nel
cidentale, con gran npreniìone de' buoni , reftò jdoue più , doue m
fin tanto che intorno 1' anno di noftra falute m. fidiuiie l'ordination!
la coUatione del beneficio : per qual caufa all' hora quella incommi :
palFar gratuitamente. Se in quefta il precio più all' aperta era ricerca
quello abufij s'è Tempre aumentato , qua^tonque con diuerfe mutatici
nomi, d'annate, minuti feruitij, fcrittura, bollo, & altre tali coperte, ♦
quali ancora camina nella Chiela , con pò ca fperanza che fi pofsi mai li \
fin che Chrifto medefino in perfona una altra volta con la sferza non riu ^
men(e de'banchieri,&: fcacci loro dal Tempio. Ma l'ordinatione, che,f( Ì
ta dalla coUatione del beneficio,hebbe ventura d'eiFere amminiftrata gra i
méte,la godette poco tépo:imperoche i Vefcoui,hauendola per cofa infri tì
fàySc abietta, oc attendendo a quell' altra fola che rende, tralafciarono pia n
no d'amminiftrar le ordinationi: onde s'inftituirono i Vefcoui portatili] e
feruiuano a' minifterij Pontificah Ecclefiafl:ici,reftandoi veri Vefcoui oc p
ti nel folo temporale. Quelli, fenza entrate, erano coftretti cauar il vittc il
fontioni amminiftrate: onde ehi da loro riceueua Ordine, era coftretto c< :t
buire,prima con titolo di limofina,o di offerta: poi,per farlo più honoreu :,
donatiao,o prcfente: &:, pallando inanzi, accio, eifendo debito, non folfe il
fciato , fu coperto con nome di mercede,non dell' ordinatore , ma de' fei :o
fuoi,o del notario, o d'altri che lo feruiria nell' ordinatione. Di quefto d( :]l
fi propofe l'articolo , che dell' occorrente nella coUatione del beneficio m
poteua parlare , come d'infermità non curabile con altro rimedio > che ii
morte.
Sopra quefto articolo, non fu parlato diuerfamente per openioni, &:
fetti:ma i prelati fi diuifcro per qualità delle perrone:li Vefcoui ricchi dai] u-
no il riceuere alcuna cofa, ne per fe,nc per ulficiali,o norarij>comecofa' lO
niaca, &faerilegajportandoreirempiodiGiezi,feruodel Profeta Elifeo :'
Simon Mago; 3c il feucro precetto di Ghrifto, Date gratuitamente, ficoi
uete riceuuto: »&m-olte eilaggerationidc' Padri contra quefto peccato,! <->'
do, Che inomididonatiuolpontaneo,o dilimofina,fono colori vani, a iaj
l'effetto repugna: poiché fi dà per haucr l'Ordine, che fenza quello no]! -'
rebbe:& fé è limofina,perche non Ci fijlenon per quell' occafione? facciai
tro tempo, diafi gli Ordini lenza interuento d' alcuna cofa : chi vorrà f:
mofina , la farà in altro tempo : ma il male eifcrc, che, fé uno diceffe ali
natore di dargli per limofina , l'hauercbbe per ingiuria,ne in altro temp
ccuerebbe : perilche , non douerfi credere di poter ingannarne Dio* ne i
a Pio mi. LIBRO SESTO. 505
jConcludeuano quefti , doiierfi fir decreto alFoluto , che non fi potelfe ne cT3~r>~
Seriandio fpontaneamente, ancorché rotto nome di limofina ; ne riccucr lxii.
[lente, non folo airordinatorcmane ad alcuno deTtioùnc meno al Nota-
{jrto nome di knttLira,o di fìgillo,ne di fatica , ne fotto qual fi voglia altro
J i Vefcoui poueri , & iTitolari incontrario dicenano, che iìcome il dar
jiini per prezzo è federato facrilegio j coiiilleuar la limofma , tanto da
lijo commendata, diftruggc la carità, & disforma a fatto la Chiefaclaitef-
dDne in tutto & per tutto militare nelle ordinationi , che nelle Confefììo-
] TimunionijMeire, Sepolture,& altre Ecclefiaftiche fontioni; nilfuna caii-
Ici,perche fidebbaprohibir ildarfpontaneamente,& il riceucr in quelle»
i tutte quelle: &quello,che fi allega,che, elfendo limofina,fi faccia in al-
f pi,corre anco in tutte le,^lrrc fontioni fudette. La Ghiefa,da antichifll-
{ ipojhauer coftumato di riceuer oblationi, & limofina, con quelle occa-
i qualifefileueranno,inconfeguenzai poueri Religiofi, che di quelle vi-
; faranno coftrctti ad altro attendere : li ricchi non vorranno far gli uflì-
[ le chiaro appare, ^^ è apparfo da cinquecento anni in qua , onde l'elFer-
* Ila religione fi perderà, &reflando il popolo fenzaquella,conuerrà, che
la impietà,o in diuerfe perniciofefuperllitioni.Et non ufcendo del pro-
li pettante alle ordinationi, fe,fenzariprenfione,per li Pallij,che la Sede
i icadà a' Metropolitani,foHO conferiti migliata di feudi, come fi potrà
I;runapicciolarecognitione, che il Vefcouo riceua dagli Ordini infe-
lal ragione vorrà, che fiano con diuerfe, anzi contrarie leggi regolate
leir iileiTo genere? Non fi può chiamar abufo quello, che nell' origine
lito : Reda ancora nel Pontificale , che all' Offertorio nelle ordi-
ta viene dagli ordinati prefcntato al Vefcouo ordinatore i cerei , che
f«o cofe temporali ; d< con la grandezza , &c ornamenti , fi poifono
i ran pretio : non elfer donque cofa cofi cattiua, come viene depin-
i^neritare che con infamia de'miferi Vefcoui fi vogli acquiftar laude
icnatori, imitando i Farifei nell' olferuare le feftuche, & colare i mo-
li
il ro anco alcuni, che l'articolo non fi poteua ftatuire , come contrario al
;t d'Innocentio terzo nel Concilio Generale, douenon folofu approba-
i li dare & riceuer cofa temporale nel minifterio de' Sacramenti , ma fu
u ato a Vefcoui,che coftringeficro ilpopolo,con cenfure, 5c pene Eccle-
:|,ad olferuare la confuetudine,dando quello titolo dilodeuolia quelle,
t.ttauahoradi condannare comefacrileghe*
a 'ionifio, Vefcouo diMilopotamo ,fecelonga digreflìone, in moftrare * '^'"^ dnid:c!~
darebbe l'edificationcchei fedeli riccuerebbono, quando dagli Eccìe-Tj! ^''
:i|D{rero amminiftrati i Sacramenti per pura carità , & non afpettando
q: da altri, che da Dio: affermò elfergli debito il vitto, & maggior fen-
ice ancora:ma a quello elfcregià flato fodisfatto con l'alfcgnatione delle
«pienamente , &c foprabondantemcnte ; poiche,non elTendo il Clero 1;^
I Sff
SoS CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio
ci-3 i^ decima parte del popolojriceiiccorigtanportionejfeiiza gli altribeni pò
Lx 1 1. tijche fono il doppio tanti: però non elTer cofa giufta adeifo pretender q
che già fi è riceuuto ccntuplicatamente : & fé vi fono Vefcoiii poueri>noi
pouera fialaChiefa,ma le ricchezze mal diuife : con una legitimadiftrib
tutti farebbono accommodati , &c fi potrebbe dar lenza altro contrae i
quello, perche già fi è riceuuto più che la mercede.Aggionfe,che non pc
fi leuar tutt'infieme U molti abufhcommcndauarincoraminciardaqueli
le ordinationi , non reftringendolo però alla fola attione del conferir' il i
mento,ma cftendcndolo alle precedenti ancora. Perche grand' alfordit i
be,che fi pagalfero alle Cancellarie de' Vefcouati alfai care le lettere din: i
li>per quali viene il Chierico licentiatoper andar aprocurarfi Ordinate ,
Roma la facoltà di ordinarfi fuori de' tempi ftatuiti , &c la riforma fofle j \
pra i foli Vcfcoui Ordinatori.Quefto parere jquanto alle dimilforiali de (
ui fu approuato da moltijquanto alla facoltà da Roma , dilfe il Cardinal ij
neta,che il Pontefice hauerebbe proueduto, & non era cofa da trattare (
cilio.
Della mercede de'Notarij» fi dille qualche cofa : perche aitimi hai i
per ufficio puro fccolare, fentiuano chenonfi douelTe impedire il pag «
altri l'haueuano per ufficio Ecclefiaftico. Antonio Agoftini>yefcouo d e
oileruatore dell' antichitàjdilfe, che nell'antica Chiefaiminiftrieranc n
ti inprefenza di tutto'l popolo, onde non erabifogno di patente, o letti t
moniale:& applicati ad un titolo,non mutauano Diocefi, &c fé occorri ,\
giare per qualche rifpetto,haueuano mia lettera del Vefcouo,chiamat li
ia.i Formatn.VuCo delle lettere teftimoniali e nato , dopo che il popolc m
teruiene alle ordinationi,& che i Chierici fono fatti vagabondi, 3c coi in
dotto in fupplemento della prcfenza del popolo,piu tofto fi debbe haiK «i
ficio temporale: majcome applicato a materia fpirituale,da elfereitarlì ir
deratione : perilche, il parere iuo erajche fegli conccdeife mcrcedcma li
oc moderata.
! ^f^ qwiyto, Quello di che nel quarto capo fipropofe,non appartiene,faluo che al C
Prebende e di- ^^ Collegiate,lequaÌi hauendo dalia fua inftitutione , tra le altre fonti( >l
firibimoni, q«efta,di congregarfi nella Chicfa per lodar Dio alle hore da' Canoni te
nelle cbìtjè natci& per cio Canoniche dettchebbero infieme applicate rendite, d ec
ColUgktt: fofic tratto il vitto de' Canonici,ilqual era loro aifegnato in uno di qu i<j
tro modi,ehe ouero in commune viueuano con una fola menla & Ipt . e
i Regolari; o pur erano compartite le entrate, & afiegnata aciafcm Ij
portioncpercio prebenda dimandata; ouero, finitoli feruitio, era d :ib
loro il tutto,o in vettouaglia,o in danari. Quelli, che in commune \ cu
|50co tempo continuarono a quella difciplina,che eflì ancora vennero la<
ÌÌone,oinprebende,o in diftributioni a' Prebendati, etfendo ifcufati e ;li
ci) diurni quelli , che , per infermità , o per alcuna fpirituale occupat if
poteuano ritrouarfi. Fu facile ufar il pretefto, ^ introdur ufanza d'ii 'W
re poche volte nella Ghiefa , & pur goder la prebenda; : ma a chi lan uw
d)
A Pio Ilir. LIBRO SESTO. ^07
■haita. dopo l'opera,nonpoceua iTcufar/I: onde la dfrcipliiia, & la frequenza
i'jficij duiò pili in quefto fecondo genere , che nel primo : per kquai caufa i
ddonando , o legando diniiouo alle Chiefe , ordinauano che foiTc pofto in
ducioni.Ondeauuennc,checonefpcricnzaapparÌLiano canto meglio uiii-
ae Chiefe, quanto maggiori erano le diftributioni : pareuapeitaato s'ha-
dotuto rimediare alla negligenza di quelli, che non interueniuano a gif
d.coU'incitargli per quello mezzcpigliado parte delle prcbendcA' faceu-
Siiftributioni. Quefto partito era molto commendato da buon numero
lati , come di onde doueua feguir indubitatamente aummento notabile
:j to di Dio,ne poterli dubitare,poiche già con efperienza fi vedeua l'eifct-
Itro era detto per fondamento di quefta opcnionc.
in contrario era il parere di Luca Bifantio,Vefcouo di Cataro,pio,&: po-
he più tofto folfero coftretti li prebendati per cenfurc , & pruiationi di
z frutti > & anco di tutti , & delle prebende fteife, ma non folle alterata la
n-ima: perche , clTendo quali tutte le inftitucioniper reftamenti dc'fcde-
i| i fidebbonotener per inuiolabili, & inalterabili j ne fi debbono mutar.
Ito per pretefto di meglio j quanto ne anco per un vero meglio, noncf-
iufto metter mano in quello d'altrui, perche egli non lo amminiftri in
rmodo. Maquello,che fi doueua hauer per più importante,e(rendo co-
che è Simonia ogni fontione fpirituale eifercitata per premio, volen-
diaread un male,napriua porta ad un peggiore, facendo di negligenti,
ici. Allcquali ragioni per l'altra parte firifpondeua, che nel Concilio
:ftà di mutar le ultime volontà, & quanto al ritrouarfi agli uffici; diuini
l lagno fpeciale,bifogna diftinguere,che il guadagno non era caufa prin-
i< narecondaria,&però non vi cadeua peccato, poiché principalmente li
l cianderanno agli uffici) per feruir Dio , &c fecondariamente per le di-
I )ni.Ma Ci replicaua dagli altri,non faper vedere, che il Concilio habbia
( poteftà foprak robba de' morti,che de* viui,quale nilfun' è cofi impcr-
I :he la pretenda :poi,che non era cofi ficuia dottrina come s'affermaua,
I uir Dio fecondariamente per guadagno fia cofalecita. Et quando cofi
iDnpoterfi in modo alcuno chiamar Tecondaria, ma principale quella
. che muoue ad operare , & fenza quale non fi operarebbe. Quefto pa-
li fu molto gratamente udito , & nella Congrcgatione eccitò molto
t^ io:poiche ognunojconfcioafeftelfo d'hauer riceuuto il titolo,^: ca-
'( rentrate,& che fenza quelle,non l'hauerebbe accettato , parcua che fi
I ondannare.Però hebbe grande applaufo l'articolo, che fi conuertille-
5 bende in diftributioni , per incitare al diuin feruitio nel miglior modo
10.
y di parlare fopraquefti articoli, fiirono deputati Padri, per formar i f!/?'*we<>'«
'i & fi propofe, che nelle feguenti Congregationi fi douelle parlar fopra ^^"fJ^J'' 1*'
cj lafciando quello del matrimonio clandeftino per una altra Seflione. ^(^j^^,*
:jì fegucnte , i Legati fi riduifero infieme, co' deputati,percauar fuftan-
Mententie de' Padri:<Sc fopra il primo articolo della Refidenza,furono in
1 Sff ij
joS CONCILIO DI TRENTO PapaPk
e 1 3 1 j dirparcre tra loro. Fauoriua Simoneta l'opinione , che folfe de iure pofn
L X 1 1. però diceua eirere ftata (cntenza della maggior parte, anco di quelli,che I
uano de iure MumOiche quella queftione fi tralafcialTe. Mantouajfenza ci
re quello ch'egli fentiire, diceua, che la maggior parte haueua dimandati
chiancione : degli altri Legati, Altemps feguiua Simoneta: gli altri doii
con qualcheritguardo,adheriuanoaMantoua,i?cil difpareretra loroiiM
onde è urtita ^^ fcnza qualche ienfo acerbo , fé ben con modeflia efprelfo. Fecero p.
Congregano- q,^ ^aufa a Venti i Legati Corgregatione generale ; nellaquale fu letta 1 1
' torinilafc ritta dimanda 5 cioè , Perche molti Padri hanno detto, che fi;
die hiaiare la Refidcnza eirer de ture diuino, de altri di ciò non hanno fate [
la,& alcuni fono flati di parere, che una tal dichiarationc non fi faceirc \
li deputati a formar' i Decreti pollino formargli preflo , facilmente , &: :
mente, dicano le Signorie voftrecolfolo verbop/^c£'r,fevogliono,or I
chiaratione che la Rcfìdenza fìa de mredmtnfi.Veì: che, fecondo il mags <\
mero de' voti,& pareri,!! f criuerà il Decreto , come è ftato fempre lolite i
quella Santa Sinodo ,attefo che non fi può da' voti detti cauar il vero n
per le varietà de' pareri.Etfìano contente di parlar cofichiaro,5cdiftint (2
uno ad uno, fi che il voto di ciafcuno polli elfcr notato.
eV nmuera Andati i votiattorno,feirantotto furono,.che dilfero afTolutamentC;
vince fer la t|-entatre airolutamente n{^oCeto,I>7o^iplacet. tredici diiXeìLO,Piacet,cof7ff
^^^l^l^Q^San&:ij[mo Domino nofiro. & dicefette rifpofero : TSfonplacetyNtfiprm
San^tjfimo Domino noflro. £ì:a.no differenti li tredici da' dicefette', perche
noallolutamenteladichiarationcprontianon volere, quando il pap;
contraria opinione: lidicefette affolutamentenon la voleuano,contei
però,fe il Papa l'haueire voluta egli. Differenza ben fottile : ma douc e
riputaua far meglio ilferuitio del Patrone. Il Cardinale Madruccion
tndt nafcetnr- rifponder precifamente all' interrogato, nia dilfe , che fi riraetteua al vi:
ìttmtnff in Corgiegatione , ilquale era ftato a fauore del ìhs dmmum : & il Ve:
Budua,dillè,che haueua la dichiarationc per fatta affermatiua, & che g
uà che folfe publicata.Raccolti i voti, &; diuifi, & veduto che più della i
leuano la dichiarationc,& una quarta parte folamente non la voleua; l jì
trijfcbencon laconditionc, erano co' primi, nacquero parole diquaL :a
bità,3>: il rimanente della Congrcgationepafsò in difeorfìfopra quella IK
non fenza moka confufionejlaquale vedendo il Cardinale dìMantoua rtf
lentio,ìN: elTortati i Padri amodeftia,gli Hccntiò..
tÀìL^pttìfi- Si coniultò trai Legati quello, che fi doueirefare;&: furono tutti CO' '
fgm d aum/ar minutamente dar conro al pontefice di tutto'l iucceiro,& afpettarne ii
*''*' tra tanto prole guir le Congregationifopra gli articoli rimanenti.Vole i"
to uà mandar' a qucfto effetto Camillo d'Oliuo Secretarlo fuo, in pofta me
rere di credenza : & Simoneta, che fi fcriuelle il tutto in lettere. Fu e :'
di componer inficine i pareri , & fcritta una longa relatione del
& rimclTo il iopra più al Secretarlo ; quello il giorno medcfimc a i
partì di Trento. Ilche > fé ben elPeguito cofl j^mma fecretezza j -'"«
1
uPioIIII. LIBRO SE^TO. 509
ijliraeno fiibito a notitia degli Spagnuoli , quali fecero grandiflìme in- ciò~Tò~
ijienze , che fi vedelTc dato principio ad un infopporcabile aggrauio,che lxii.
r' tratcatione s'hauelTe non lolo ad auiiare , ma coafukare , & nfolae- diche sj>a-
\co a Roma : che il Conciho , congregato in quella città medeCima, g^f^oUmomo'
mitre volte , per quefta cauia non hebbe ruccclFo , & fi difcioUe fen- '"*"''*
urto , &c con icandalo ancora j perche niente era rifoluto da' Padri,
a utto in Roma j tanto che era pafiato in. bocca ài tutti un blafphcmo
{.erbio , che la Sinodo di Trento era guidata dallo Spirito Santo inuia-
I da Roma di volta in volta nelle valige : che minor fcandalo era ftato
t da quei Papi , quaU ricuiarono il Concilio a fatto > che da quelli,
K, congregatolo, l'hanno tenuto, detengono in feruitù. Ali' hora il
[do rcilaua in fperanza,chc, fé pur una volta fi poteua impetrar ilCon-
l , s'hauerebbe villo rimedio ad ogni male : hora , olleruate le cofe già
[| te Cotto due Pontefici, &c che hora s'inuiano , ogni fperanza di bene fi
t eftinta , ne più bifogna afpettar' alcun bene dal Concilio, fedebbe elfer
S ftro degl' intereflì della Corte Romana, 6i muouerfi, ofermarfiad arbi-
i( li quella. ^^^^
l uefto diede occafione,che nella Congregatione feguente, dato principio a '/iltìa '
\ re fopra gli articolipropofti , in poche parole fi rientrò nella Refidenza : a
ì iterponendofi il Cardinale Varmienfe,con dire, che s'era parlato ài quella.
1 ria aifai, che s'hauerebbe formato il Decreto per rilbluerla, & propello
ji o,ognuno hauerebbe potuto dir quello che gli rcftalTejneper quello il po-
I [uietareglihumorimoflì. Onde l'Arciuekouo di Praga, Ambafciatore
\ ImperatorejelTortc) i Padri,quafi con una oratione perpetua, a parlar quie-
D ate, &con manco paflìone, ammonendogli a rifguardare il decoro delle
C !rfonc,& del luogo.Ma Giulio Superchio,Vefcouo di Caurle,rifpofc con
i tioncNilfuna cofacffèr più indecente al Concilio,quanto che venga po-
li ;gea' prelati, maflìme da chi rapprefentapotcftàfecolare:& pafsòa qual-
l lordacità ; oc pareua che la Congregatione fofle per diuiderfi in parti. On- ed è paàficat^m
^ irmienfe , che era il Prefidente in quella, cercato di moderar gli animi, dal Legato
|l ti il parlare fopra quegli articoli per quel giorno, Se propofe che fi prò- ^irmienfe:
k Ce di far liberar' i Vefcoui CattoHci pregioiai in Inghilterra; accio, ve-
li 0 al Concilio , vi folTe anco quella nobilNatione, &c non parefie quel
•j 0 in tutto alienato dalla Chiefa. La propofta a tutti piacque j & fu
rnune opinione , che fi potellè più defidcrare che fperare., Laconclu-
ijfu, che, hauendo quella Regina rifiutato ài riceuere un Noncio efpref-
j 1 Pontefice , non ii poteua fperare che preftaire orecchie al Concilio:
cjquel più che Ci poteua fare, era operar che i Prencipi Cattolici faceflè- '
m* ufficio.. Addì ventÌ€Ìnque,giorno di S.Marcojin Congregatione gene-
irono riceuuti gli Ambafciatori di Venetia.Letto il Mandato dell' undici rlcettìme i^
ftclTo mefe,(k fatta una oratione daNicolò da Ponte,uno degli Ambalcia- «'''>*>»^/<-'
riurifpofto informa. ^*'""'
ì quei pochi giorni > ipiu prudenti tra iPtelati, confiderato quanto fi;
i Sic iij/
Sio CONCILIO DI TRENTO Papa Pio
CI 3 i3 diminuirebbe la riputatione del Concilio,& di ciafcuno d'eflì , quando i
Lx II. fermaircLO i moti eccitati , cercauano d'acquietare gli animi commoili
moftrarloroj quando non'profcguilTero le attioni Conciliari fenzatuir
oltra Io fcandalo che fi darebbe , la vergogna che s'incorrerebbe , e che pi
ceffirà anco feguiria la difTolutione del Concilio fenza frutto : liquali i
hebbero luogo > llche nelle Congregationi fi trattò quietamente gli ali
efamlmdel^ articolijfopra quali non fu molto che dire. Perii quinto laprouifionefucj
lo'"delladiuf- ^^^^ neceirariailopra il modo,qualche difficoltà nacque-.imperoche la diui ;
fonedeUePa- delle Parochie già da principio da' popoli fu cóftituita, quando un nume i
rouhis: habitanti,riceuuta la vera fede, per hauer l'eirercitio della religione, fabi;
un tempio, & condotto un Sacerdote , conftitpiuano una Chiefa , ch(j
adunatione de' circonhabitanti chiamaualì Parochia : & , crefcendo il nuj
per la lontananza delle babitationi,fe la Chiefa,& il Paroco non baftaua,! j
tifi i lontani, & fabricatone una altra, s'accommodauano meglio. AÌU
cofe per buon' ordine^; concordiajs'introdufFe in progreifo di aggiongci
il confenfo Epifc opale. Ma, poiché la Corte Romana , con le referua
s'aiTonfc il conferir de' beneficij,quelli che da Roma erano prouifti delle
chialijtrattandofi fminuirgli il numero delle anime foggette,& in confeg
ilguadagno,s'opponeuano,col fauore del Ponteficeronde s'introduire,ch
za Roma,non fi poteua con diuifione d'una gran Parochia eriggerne una
/ ua:& quando occorreua farlo , maffime di là da* monti, per gì' impedi
d'appellationi,& altri litigij,era cofa di fpefa immenfa. Per proueder a
inconuenienti in Concilio,fu opinione de' Prelati, che,quando una Chi(
ftaadun popolo , ma un folo Rcttor non è fufficicntcnon moltiplica
titoliiallegando,che,doue fono più Curati in una Chiefa, fono anco difj
ma,poteilè il Vefcouo coftringere il Paroco a pigliar' altri Sacerdoti in
quanti faceirerobii"ogno;ma,doue l'ampiezza delle habitationi ricercai
ueifepoteftà d'eriggete unanuoua Parochiale,partendo il popolo , & par
le encrate,ouero coftringendo il popolo a contribuire per far unarendit.' 1
ciente.Solo a quefta ultima parte confiderò Euftachio Bellai,Vefcouo di I ig
pochi di inanzi arriuato,che quel Decreto non farebbe ftato riceuuto in a;,
cia,doue non confentono,chc,con autorità Ecclefiaftica,poflì effer comn li:
toa Laiciln materia temporale;& che alla riputatione del Concilio Gc
non conueniua far decreti, che folfero in qualche prouincia reietti. A i
replicò Fra. Thomafo Cafello , Vefcouo della Caua , che i Francefi non
quella poteftàciFer data al Concilio da Ghrifto,6<: da San Paolo, quali i ;
commandatojchc il vitto fia dal popolo fomminiftrato a chi loferue nel] o
fpirituali ; &; che i Francefi , volendo elFer Chriftiani , conueniua ubed .1
Replicò il Sellai, che fin all' hora haueuaintefo, quello , che Ghrift
S.Paolcconcedono a Miniftri dell' Euangelio eirer'uni//f di riccuer il v
chi fpontancamente lo daua. Se non di coftringer a darlo: che Francia Ji'
femprecffer Chriftiana,però di quello non volcuapaifar più inanzi.
I
I Pio un. LIBRO SESTO. 511
ffefto de ottano articoli non hauercbbono hauuto bifogno di Decreto» cio~ic» ~"
lo a Vefcoui fofTe rimafta la loro autorità ; anzi , quando folle timafta a* l x 1 1.
:hi,&alpopolo.a'quali>comediroprasedetto,giàapparteneaa, (Scfareb- e del fifio^
ifto che fempre apparteneiTero fìmiii prouifìoni : ma lanecellìtà di trattar onauo^deW tt-
Je materie, nafceua dall' elfer tutti riferuatia Roma: i Prelati erano d'un' "'!'?^ '^'^^^
•j) parercche le prouifioni folfero necciraricalcuni però non conicntiuano "^'^**
faceirerojper non metter mano nell' autorità Pontificia, trattando fopra
e a quella Stdc riferuatcmaflìme m tanto numero.Lconardo , Arciucl'co-
Lanciano,trattò,come termine di giuftitia,che,efrendo tutti gli uffici]
!CancellariaApoftolicavenduti,nonera cofa giuftafminuirgli le efpcdi-
folite a' farli in quella; che era un leuar parte degli emolumenti , fenza
nfo de' compratori: però fi lafcialTc quelle prouihoni da farfi a Roma,
farebbe conilderato l'intereffe di tutti:&: eia quello Vefcouo per pallar pia
l i per gì' intere{fi,che egli,& altri fuoi amici,haueuano in quegli uffici), te
l \rciuefcouodi Mefllna>SpagnLiolo,chegli fcdeuaapprelfojnon folle ftato
j onito che niente ii farebbe riloluto , fé non eonfultato , 5i confentito a
i i.Fu raccordato quello,chencl primo Concilio s'introdulfe, nel dar au-
\ . a Vefcoui fopra le cofe riferuate al Pontefice,d*aggiongere , che faceilero
delegati della Sede Apoftolica : qual confeglio fu abbracciato in tutti li
ti,che fi formarono in tal materie..
ì:lfettimo,quantonqae da ognuno fofTe giudicato giufto , che il popolo , </e/j(2«,'M,ij;.
fé il debito leruitio^daperfonefufficiejiti per ilminifterio, & coftumaterfe'c«m«/-
:dificatione;nondimeno cfrer'airai,& moltOsprouedere infuturo ;.perchc5«<»'''w*je w,
L'c fono odiofe,& tranfcendenti le leggi > che indietro rifguardandofi , dif- *^*^'
Dno anco de'negotij pafrari:peEcio baftare>che all' auuenire fia proueduto
L'fone idonee , &c quelli che fi tremano in poireir© fiano tolerati. L'Ar-
:ouo di Granata dilfe , la deputatione d'un' inetto al minifterio di
Uto > non eifer dalla Maeftà fua diuina racificata , & per ciò reftar
I j & il prouifto non hauer Icgitima ragione , & douerfi per debitoj
f S) quello che è inetto » proueder di fufficiente :. ma non fu feguito
[>■ parere , come troppo rigido , & che neli' eirecutione fi farebbe
fciuto impoffibile , non elkndoui una pontual mifura dell' habilicà
il Cada ; però la via del mezzo fu abbracciata , di non ecceder la
i) )fta dell' articolo i od facendo differenza dalli ignoranti, agli fcanda.-
S con quelli > come meno colpeuoli , proceder con minor rigore,
tiche , per ogni ragione al Vefcouo appertencrebbe prouedere , quan-
* GoUationi non folfero dal Pontefice uicite , gli folfe conceiro anco
1: a i prouifti pontifici] , come delegato della Sede Apoftohca , porger il
nlio.
i trattar della vifita de' benefici] commendatijnelnono articolo diede occa- ^ 1 ,^
^\xì\ ottimo ufo degenerato in peffiraoabufo.Nelleincorfioni de' Barbari, /^ ^iiefi'datt
euuennero nell' Imperio Occidentale Jaenlpeffo occorreua , che le Chicle ìhCommtTtdta
i'o da' faoi Pallori prillate in tempo > quando inficine erano impediti
5ri CONCILIO DI TRENTO Papa Pio
ci5 lo ' per incorfioni, aifedij, o pregionie dalproueder dirucceirori,queIIi,achi
LXii' nicaméce appaiceneuaj ondcaccioilpopoionon reftairelongamétefcnz:
gimento fpintualeji prelati principali della Pr0Liincia,ouero alcuno de'v
raccommandauala Chiefa a qualche pcrtona del Clero, di pietà, & bontà
. fpicua,&; atta a quel reggimento; finchcrimoisi gì' impedimenti ,poreirc
eletto canonicamente il pallore : l'ifteiro faceuano iVefcouijO parochiv
quando occorreua (ìmil vacanza delle parochiali ne' contadi;&,cercandc
pre il Commendante d'adoperare perfona iniìgne,& il Commendatario d :
riCponderair efpettationejriufcìua con gran frutto, ^fodisfatione: ma, i
Tempre fottentra la corrotione nelle cofe buone,qualche Commendatarie i
faua, non folo al bene della Chicia commendata, ma anco acauarneqii
frutto & emolumento per Te ; & li prelati a commendare le Chiefe anc '
za nccelTità: &, crefcendo l'abufo Tempre più, conuenne far legge che ne {
teife una commenda durare più che per Tei mciì,&:il Commendatario ne |
telfe participar de' frutti della commenda. I Pontefici Romani però , ( i]
pretenfìone di fuperiorità a qucfta leggcnon folo commendauano per pi i
go tempo, & concedcuano honeftaportione al Commendatario; mapjj
no tanto inanzi,di commédar anco a vita,& di conceder i frutti tutti, nor j
menti che al titolarlo. Anzi mutò la Corte incontrario anco la form
doue nelle Bolle,rcndendo la caufa,prima diceua,acciochela Chiefa Ila ti
to gouernata,te la recommandiamojfi pafsòa dircaccio tupoflifoftent
maggior decenza lo ftato tuo,ti raccommandiamo la tal Chiefa. Et di |
dinarono anco i Pontefici Romani, che,morendo il Commendatario,il
ficio reftaire affetto alla difpofitione loro; fi che a chi la coUatione s'afpet
be , non potclfe impedirfene. Et , eifendoi Commendatari] dal papa
ftituiti, non poteuano li Vefcoui intromettcrfi m foprintender' al goue
quelle Chiefcche dal papa crafto raccommandate ad un altro:& in Cor
cuno più volontieri impetraua i benefici) in commenda,che in titolo, elU
dofi per quella via dalla foggettione de' Prelati fuperiori: da che nafceua: .e
Vefcouo era priuato d'autorità fopra la maggior parte delle Chiefe dell; ^ii
cefi; 8c i Commendatari), non foggetti ad alcuna foprintendenza;lafciatf i
lefabriche: &:riftrette,o Icuateafatto le altre fpefe neceilàrie ; non hauer a
tro fine , che, fecondo il proemio della Bolla , foilenrar lo ftato proprio , ai
dauano il tutto a defolatione. A quefto difordine non oftando altro,fenc cfi
pareua indecenza, fé il Vefcouo mettcffe mano in quello, che dal Papa .8
un' altro raccommandato, fu penfato con decoro prouedere,concedendo V«
fcoui autorità di vifitare, Se» fopra intendere , ma come delegati del y-
teficc.
La caufa della propofta duodecima di rimediare agli abufi de' Queftua ) t
parimente l'elfer degenerata l'antica inftitutione : imperoche, ellendo ir n
la in qualche luoghi per necefifità alcuna opera pia d'hofpitalità, infcr
educatione d'orfani , 5c altre tali , fenza altro fondo , che delle limofiiie J'
deli,- le perfone pie pigliauano carico d'andar cercando lalimofinaall< ^^
^ Pio rilj. LIBRO SESTO. 515^
•haiicrflicileingre(ro,<Scfcde,fi muniuano con lettere teftimoniali del ci^ u
aio. Altri j acciò dal Vefcouo non potelfero efier' impediti,ottencuano lxii.
àdal Papa,Gonlettere,chegliiaccommandairero , lequali facilmente eia-
nceire per qualche paite dell' emolamento,che nell' efpeditione della Boi-
Corte toc caua.Qoeftainftitutione immediate fi voltò in eccedi d'abufo:
oche, delle raccolte limoline minima parte era quella che fi fpendeire in.
quelli ancora,che impetrato haueuano la facoltà di qucftuare, fuftitui-
terloneabiettej&:infami,.Sc con loro diuideuano il frutto delle limoline;
dittandogli anco'laquefturajliQueftuantipoi, per cauar quanto più Ci
i, mille artefici) racrileghij& empi) ufauano > portando forma d'habiti,
acque , campane , & altri inftromenti da ftrepitare , che poteifero induc
toj&fuperftitione nel volgo 5 narrando falfi miracoli , predicando falfe
enze,richiedendole limoline con imprecationej5c minacce di male,&
runijachi non le delTcSc altre tali impietà ufando,che il mondo ne era
ifcandali,nefi poteuaprouederuijattefe le conceffioni Apoftolichc im-
Sopra quella materia fi eftefero li Prelati,con narrare gli abufi,&; difcen-
e fudette,& ad innumerabili altre impietà:con moftrare j che altre volte
f Iti tentati rimedi] fenza frutto , «5^ tali riufcirebbono tutti quelli,che fi
to:uno folo eireruijl'abolir' il nome , Se l'ufo de' Queftori : & in quello
: muennero quafi tutti. Arriuarono in quello tempo Ambafciatori del giunta degli
Bauiera> quali ricufarono prefentarfi nella Congregationc , fé non gli ■^mb.Batta^
precedenza da quei di Venetianlche ricufando efli di farcj i Legati inter- ^n'^. ""f^"
ilationcper afpettar fopra quello rifpolla da Roma. {^^ pmUaf
itefice,quandohebbeauifode' voti nelle Congregationi dati, fopra la il papa, inta-
za,&;auuertì i SpagnuolielTer tutti conformi,fece cattiuo pronoftico, [pettm, per le.
\ ido che tal' unione non poteua elTer fenza participatione del Rèidiceua "i* (^^Tremo^
' molto tempo,per grandi ifperienze,certificato,che i Prelati Oltramon-
) nimici della grandezza d'Italia,&: della Sede Apollolica;&; , per la fof-
ichedelRèhaueua,rellauamalfodisfatto,comeche gli mancalTe della
i fattagli di conferuar la fua autorità: in fine di tutti i ragionamenti,
*;ua,che fé i Prencipirabbandoneranno,ricorreraalCielo,chehaueua
I on d'oro,& fapeua doue metter la mano fopra un' altro j Se poi Dio
X :ebbe allafuaChiefa.Tutta la Corte ancora fentiua, con gran paflione»
k .0 di tutto lo llato fuo , vedendofi bene che quelle nouità mirauano a
ÓPapijO nilfun Papa :& interromper tutti gli emolumenti agli oificij
€ icellaria. Venne anco dal Noncio di Spagna auifo,che il Rè fentiua ma-
^ onentibm legatióy^zzmzo nella prima Seffione: & tanto più al Pontefice
ili;hefoircllacodecretato,poiche daldilpiacimento che altri ne riceue-
ip; riuano li dilfegni dipropor cofa di tuo pregiudicio. Fece con tutto
i« ufecolRè,dicendo,ellèr fatto fenza fua faputaimavederfineceirario,-^-^''-**^"'^*»
pinete la petulanza degli inquieti; che il Concilio farebbe una torre di
l>c andò fenza freno ogni perfona ambitiofa hauefie facoltà ài muouer
't(he i Legaci erano difcreti,&: riuerentiaSua Maeflà,&:hnucrebbono
Ttt
I
__ 5H CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio
e 1 3 1 3 fempre propofto tutto quello,che gli folle ftato in piacei-e,&: dato fodisfat
Lxii. adognipeiTonapiaj&fauia.MaconrAmbafciatordelRèapprelTo fé refu
e fi lamenta che gliene tmttòjprocedctte con alquanta durezza-.piimajquerelandofud
CSM l'^mb. haueife fatto fopra ciò Gattini ujficiji& poi, commemorando il modo di j
rejtieme: ^^^^ ^^' prelati Spagnuoli in Concilio , quaii come feditiofo; moftròcbl
creto era fanto,& nece{rario5&; che nonfi faceuapregiudicio ad alcuno, :
rcjche i Legati proponeranno:a che replicando Vargas , che quando folT'
mente detto,i Legati proponeranno vnilTun fi doterebbe , ma quell' ab ;
Proponentibpu Legati^, ^niiam i Vefcoui di proporre;però conueniua mut 1
in altra lociitione. A che il Papa,non fenza fdegnojrirpofe, Hauer' altro ( I
che ^c\\(2xcmm generis (j'cuuiscafm. Non mancaua di fondamento il lo
del Pontefice,hauendo fcopertOjche quell' Ambafciator haueua ifpeditc i
polle in Spagna, & a Trento , confortando i Prelati Spagnuoli a mani
libercà,& moftrando al Rè,che il Concilio folTe tenuto in loggettione.
Ma nella Corte,hauendo molti Prelati da Trento fcrittojcialcunoag ,i
^^mdìR^mx ^^oi,& variamentcfecondo i vari) affetti,eccitc) gran tumult05&: più to ,(
fer lifuccefd ftcrnatione d'animojparendo di veder già Roma vota di Prelati, 6c prii] a
diXrentO) gni prerogatiua,&: eminenza: fi vedeuachiaro,che i Cardinali,habitant i
majfarebbono efclufi dall' hauer Vefcouati , che fenza dubio la plui e,
benefici) veniuaprohibita, che nilfun Vefcouo > ne Curato , hauerc e
tuto hauer' ufficio in Roma , che il Pontefice non hauerebbe potutod e
te in alcuna delle fijdettecofejche fono le principali della fuapoteftà,oi 1
toritàPontificale fi diminuiua in gran parte ;&raccordauano queldett il
uiosche la Maeftà del Prencipe difficilmente s'abbalfa dalla fommitàal e
ina con facilita è precipitata dall'mczzo all' infimo luogordifcorreuanc i
eia , che il Decreto hauerebbe preftato per aumentar la poteftà de' ^ "e
quali hauercbbono tirato a loro la collatione de' benefici], negata la 31
Pontificia per le riferuationi -, che i Vefcoui Oltramontani, Se alcuni al
ancora,hanno fempre moftrato il mal' animo verfo la Cortcperinuidi &
non hauer in quella cofi facil ingrelTo:& che da quefbijche fingendo ftai ^n
da Roma per confcienza,conuien guardarfi,che farebbono peggio deg It
loro venilTe fattotche quefti Chietini hanno una ambitione maggiore gì
trijfe ben coperta,^: con l'altrui rouina vogliono alzarfi: che ben lo n: tr
ffifierì degli fatti Paolo quarto.Et,perche li Spagnuoli erano uniti in quefto,& s'er ;ei
Spagnmli} cato, che Vargas gli clfortaua a perfeuerare , fufurrauano molti , che da le
niifeil motiuojilquale vedendo, che, per hauer fuflìdij dal Clercgli e lUi
fuperar due difficoltà:una,in hauer il confenfo del Papa ; l'altra, in rim 'U(
rclìftcnza,che fanno i Capitoli,& Coilegi),che per eilèr primi di nobilt :fli
da' Vefcoui , & hauer riceuuto i benefici) la maggior parte per ce iti
Pontificia,non hanno rifpetto d'opporfijpenfalfc d'alzar' i Vefcoui da ]m
mente dependenti , quali riconoicono li Vefcouati dalla fua prefei ti(
fottomettendogli li Capitoli &: Collegi), &leuandogii dalia foggett ne
Papa, &:coììcqU oro mezzo acquiftar' un facile U. abfoluto dominic :>pi
Ciero^
lA Pio mr. LIBRO SESTO. 515
Holeaala Corte di tutti li Legati generalmente, che liauefìTero propofto,o cio TJ^
j.'iro che lì proponcfTe l'articolorgià elFerdato con (omma artcftatuito che lxii.
ìteOTcro proporre>non ad altro fine, lenon per ouuiare a'tentatiai de' mal' ^«^relacontra
aRoi'na,& non poter' haucrefcufajpoichc vi era l'cHcrapio del difordi- ' ^^'^^'■
e causò quella difputa nel primo Concilio:ropra tutti fi dolenano dì Man-
k:Seripando,di quello principalmente,che con la riputatione,& credito,
aouuiareogniinconuenienter&perrimediojdifcorreuano, che bifogna-
ndar' altri Legatijperfone più inclinate al ben commune5& non Prencipi,
:ijma,incaminatiperi gradi della Corte :«3v: la voceuniuerfale deftinaua
nni Battifta Cigala,Cardinalc di S.Clemente, in primo luogo , per cirerfì
todifenfor acerrimo dell' autorità Pontificia,ne' carichi di Referendario,
uditor di Camera,con molta lode,(Sc aumento delle cofe ài Roma:ilqua-
jjc fuperior di Mantoua, hauerebbe tenuto il primo luogo, da che anco
il uà fi farebbe moiro a ritirarfi.
Ij'ontefice fece tener molte Congregationi de' Cardinali propofti alla ConfultdAl^ù
~ a del Concilio i da' quali elfendo raccordati diuerfi rimedi) per ouuiare ""*•
)delinale,fi diede a parlar del negotioalfai più quietamente; & corretta-
li liprimainon dannaua l'openionc di quelli del tw dmtnu, anzi gli lodaua
parlatofecondo la lorconlcienza, qualche volte aggiongeua anco,che
ieir openione era la mighore:ma fi dolcua di quelli, che a lui s'erano
elTcndo il Concilio congregato accio ciafcuno dica l'openione propria,
per addolTarc le cofe difticiii ad altri,& futterfuggir l'odio , & l'inuidia:
difpiaceuano le differenze nate trai Legati fuoi, quali non doueuano
idalo publicarle,ma tenendole fecretejO tra loro comporle,o a lui riffe-
Soficomc lodaua il dir la propria openione con libertà, cofi biafmauale
e,& quellojche da alcuni era (lato uiatcper fouHcrtir altri con inganni,
I violenze;& nonpoteua reftar di non grauarfi di quel, che Ci parlaua
il 1 libertà del Concilio,&che il confultar le cofe a Roma,era un violarla:
a molto ftrana , che è il Capo del Concilio ; & i Cardinali, che fono i
ffl.l membri ; oc altri Prelati , che in Roma fono , che pur in Con-
'Inno voto , debbino hauerfi per ftranieri , che non pollino ellcr
:iJi quello che fi tratta , & dire il parer loro ; & quei, che non
e urte legitima , fi facciano lecito intrometterfi con mali modi:
i hiaro , che tutti i Prelati fono andati a Trento con commiflione
ic Prencipi , che fecondo quello caminano ; che gH Amb. fciatori , con
^el & uffici) , gli coftringono a feguir grinterclTi de' fuoi Prencipi ; & ,
ciueftoniirun dice,come dir fi douerebbe,che il Concilio non fia libero:
dlifaamplificaua con moltavehemenza,in tutti i ragionamenti;aggion-
i:ìc il diicll Concilio non è libercera un colore di chi non voicua ve-
•mhne del Concilio>perdiiroluerlo,oleuarglilariputatioiie,liquali egli
lautti per occolti fautori dell' herefia.
112 nente,dopo haucr di quello particolare conferito con tutti gli Ambaf-
Ttc ij
^5^^ CONCILIO DI TRENTO PapaPk
ci3 13 ciatoriapprcflTo fé rd'ìdenti,& molte volte confulcatojil dì noue Maggie
Lxii. oLcgati tutti i Caidinalij fece legger gli auili hauiiti da Trento , oc diici
ìlraparifio- {ominadcllc confultationi hauiites^: il bifogno di caminar in qucftoni
e a Legath ^^^^ defterità,& coftanza, accennando che molti foifero congiurati coi
Sede Apoftolicatpoi fece legger la nlpofta che diifeonaua mandar aTrcn
quale infoftanzaconteneuaduepimtirChcil Concilio,dal canto fuo, er
fcmpre lafciato libero,&: farebbe per l'auuenire : l'altro , elfer giuda cofa
quello fia riconofciuto per capo,& gli habbia il rifpetto che iì dcbbe ali
Apoftolica.Dimandò il parer a tutti li Cardinalijquali concordemente li
no la rilpofta data.Raccordarono alcuni>che, attefo i difpareri trai Leg; ,
ben mandarne altri , 5c anco de' ftraordinarij : alcuni aggionfero l'impci
del ncgotio meritare,chc la Santità fuajSc: tutto'l Collegio, fi riducede i\
gna,peraccoftarfiaTrento,& poter meglio fouuenir alle occorrenze. /\
PaparifpofejcirerprontOjnoniolo d'andar' aBologna^ma a Trento ancu
fognando;& tutti i Cardinali s'offerirono a feguirlo. Si confultò (opra t
dar altri Legati,.?*: furifoluto di differir a parlarne, per opinione che M t
non dimandalTe licenza,che farebbe ftatodi gran pregiudicio alla ripu^ i
del Concilio,per l'opinione che rimperatore,& il Rè di Spagna,& quai i
Prencipi,haueuano della fua bontài& perii cieditOsche teneuano diluì 1 1
gior parte de' Prelati di Trento.
fi fortifica con Speditele lettere,fece ufficio con gli Ambafciatori di Venetia Si Fi r
VetiKÙ* , e accio da quei Prencipifofferoraccommandate le cofc del Pontificato a< h
Fionn\a> bafciatori loro inTrentc&commeiro che operaifero co' Prelati degli ft: o
di non interucnir in trattationi contra la Scàt Apoftolica,<Sc non elfi ir
e mando altri ardenti nella materia dcllaRcfidcnza.Chiamò poi tutti i Vefcoui>che a ir
Vefcoui ni ritrouauanoallaCorcc&glimoftròiibifogiiOj&ilferuitiojchelaloup er
Conaiio, poteua in Trento prefì:arc;gli caricò di promeife,& a'poueri diede fouuc o
, &glifpedìalConciiio:ilchefece,cofiper accrefcer il numero, quand. p
t so igat i^ji^ della Refidenza,comc perche s'aipettauano quaranta Francefi,de'qi ic
/(« ai t racia, . ,r ì: ^ì ì
non pronollicaua alcun benc.Lt,per non hauer il Regno di Francia co. ar
gli Ambafciatorijdelquale doueuano in brcuc arriuar' a Trento , fi rifolt ni
aiuto al Rè di centomila feudi in dono,& altrettanti in prcftitOjfotto it
foifciodimercanti,dandoiiRèfuitìcicnte cautione del capitale , Si. ci
reilciCon conditione che fi faccifc da douero, Se lenza firaulatione , eh
riuocati gli editti, & la guerra fatta per la religione; che con quei danari
fero Suizzeri,&: Gcrmani,che fteircro fotto il iuo Lcgató,& con le inlet
Chiefajche non fi perdoni ad alcun Vgonotto fenza fuo confenfo ; e
impregionati il Cancelliere,Valenza,&alrri,cheegli dirà; che nonfia
cofa nel Concilio contra la fua autorità, & che non faccianogli Air.b:
mentione delle Annatejoffercndofi però egli d'accordar col Rè in quel
e vuole a^lt YÌihSc riformarla con fodisfatrione di Sua Maeftà.
fiejfo definire Confultò poi il Pontefice la materia della refidenza,per poter parlar di i^-
ReUtn a 4^^^^^ occorreile , couetcamcnte,iii maniera che ne fi pregiudicaife, <i-
I
;. Pio mi. LIBRO SESTO. 517 _______
alo:6<:»bendifcuirele ragioni » fermò openione di voler approbare ,& £tr ^^^ 1^
.iirclaRcridéza,(ia fondata in qiial legge 11 voglialo Canonicato Enangeli- lxii.
qucfta forma rirpofe all' Ambafciatorc Franccfe ,che gliene parlòj fog-
endo , Che di tutti i precetti Euangclici egli folo è depurato ctlccutorc;
'auendo Chrifto detto a San PietrcPalli It mie agnelicha voluto che tutti
dini,dati dailaMaeftà fua diuma,lìano elTcguici, mediante Pietro Iblamen-
cheegli ne voleua far una Bolla, con pena de priuatione de' Vetcoaati,che
be Hata più temuta e he una dichiaratione,quale il Concilio facelfc de Iure
».Et infiftendo l'Ambafciatore fopra la libertà del Concilio , dilfe , Che fé
lireconceiraognilibertàjl'eftendcrebbe a riformar:, non folo il Pontefice,
'rencipifecolariancora3&queftaform.adi parlare molto piaceua alPapa>
dire,Niirunacofaeirerpeggiore,cheftarlulapuradifefa : che,le altri, col
iliojlominacciauanojbilognaua minacciar loro parimente con le arme
Cime.
quefto tempo ifteffojper dar principio ad eireguire quel che richiedo, & e'pnpmne
Elfo haueu3,di riformar elio la Corte,fenza che il Concilio fé ne intromet- ?««''f/;e rìfotì
ncomminciando da un membro principaliflìmo, publicò la riforma della ""*»
;ntiaria,dando famajchcinbreue hauerebbe anco riformata la Cancella-
la Camera: ognuno afpetraua di veder regolar in quella le cofe apparte-
illa falute delle anime,che molto fono maneggiate in quell' ufficio:ma,ne
iitenza,nedi confcienza,ne di altra cofa fpirituale,ii fece pur minima
one in quella BoUajfolo alla Penitentiarialeuò le facoltà, che elfercitaua . ,
;rfe caufe beneficiali , & nelle fpettanti alla difciplina efteriore de' Frati Iz/Jc-!"^*^
ari, fenza però eiprimere , fé quella prouifione foUe fatta , per dar ad altri
H quelle facoltàjche dalla Penitentiarialeuaua;o pur, che gli haueife per
iidecentij&voiefleefterminarglidiRoma. Mal'euento immediate leuò
guità:perchei'ifteirc cofe s'otteneuano dalla Dataria,& per altre vie,fola-
con fpefa maggiore:& quefto fu il frutto della riforma.
Èi ,ritornando a Trento,detti li pareri de' Padri,& da' deputati formati noue '? (^ow^g^-
ì ijtralatc iati gli articoli del Matrimoniojcome era già decilo,&: delia Re- „^ /infian':^
a ajhauendocolìconcordato i Legati,& fatto ufncio con alquanti,che do- della, i^tden^
i ì e ontentarfcne, furono propofti nella Congregationc per ftabiliigli,& (^«,
g gli nella SclTione al fuo teir.po ftatuito. Si eccitarono per quella ommif-
edimande de' fautori della Reiìdenza: alche elfendo da' Legati rifpofto,
icir articolo non era ben difcuiro,ne in quella SefTione era opportuno
{jrlcma s'haucrcbbe fattoi fuo tempo , s'aumentarono le inftanzejacciò
i'horafìproponeire',& le allegationi de' ragioni, che mai farebbe oppor-
maggiorej con qualche mormoratione , ancora , che folTe una arte , per
)ncludermai.Furono nondimeno e oftrctti a rallentar rinftanza,vedendo
ej ti rifoluti a non trattarne all' hora:&,perche quei della contraria openio-
f^ Tentati da Roma,faceuanoinftanza incontrario più ehìcacemenrc; pert)»
-J elido agli altriartic oli, con poche akcrationi,diccnoue capifuronofor-
1 Ttt iij
5i8 CONCILIO DI TRENTO Papa Pie
*^iD i'^ Il MfircKefe di Pcfcara fece efficace inftanza, per nome del Rè, accio in.
l:: n. la Scflìoneii dichiai-aircche quel Concilio era con-tinuatione dell'inconi
difficoltà fopra ci.ito iotco Paolo tcL-zo,>Si; prolcguico fotto Giulio: & la richieda era aiuto
U Lomlnuam- ])^q\^x[ Spagnuoli , & alcri, che gli feguiuano j & foftentata, allegando, ci
ne dd Conci- ^^^^qI^^^^q tarlcper necelTicà di fcdc-,altriméti, farebbono riuocate in dubl ]
determinationi facte,con notabile nnpietà.In contrario faceuano gagliari i
ficij gli AmbaicÌ2tori'Imperiali,dicendo,Che larebbono partiti immedi, j
proccftato:perche,haucndo rimperatore data la parola alla Germania,che j
ìaridottione s'hauerebbepernLioaaconuocationejnonpoteuafofteneru ;
to aftronto : che per quello noninetteuano in difficoltà le cofe già decif( i
mentre vi era fpcranza di poter ridurla Germania,nonvolelìcro troncarli j
tanto aggrauio della Cefarca Maeftà. Il Cardinale Seripando altro non h; ;
in mira , fenon che fi dcterminafTe continuatione, & già nel farla Boll ;
conuocatione s'affaticò molto per quello , & fiora aiutaua efficacemente i
chiefta degli SpagnuolL Ma il Cardinal di Mantoua fece una condanr e
{lenza , per non far' una tanta ingiuria all' Imperatore , fenza neccffità, & ii
temperamento di quietar gliSpagiiuoli,condire,Che,hauendo giàtenut li
Seflìoni, fenza far di quefta propofta mentione , non farà alcun pregiudic 1
ferir anco ad una altra. La rifolutione degli Ambafciatori Cefarei di pare ,
l'ufficio del Cardinale,fecero,che il Pefcara rimellamente procedeirej $c o o
tunemente vennero lettere da Luigi di Lanfac , principale dell' ambal r
mandata al Concilio dal Rè di Francia, che, elfendo in viaggio non mok i
tano,fcriire a' Legati , & Padri , pregando che la Seffione fiprolongaife fìi t
arriuofuo5& de'CoUeghijonde ilMantoua,valendoriancodi quell' occ. )i
di metter' in confulta la prorogatione , nellaquale , chi per uno , chi per u
quelli rifpetti , & chi confìderando non eller' ancora ben quieti gli hi oi
della Refidcnza , fé ne contentarono j & rifolfcro, per fertiar la degnità de S
nodo,non di prolongar la Seffione, ma celebrarla , fenza proponete mate a
cuna.
m%A Seffione: Venuto il quattordici Maggio, con le folite cetemonie fi riduifero nel 3i
blicaSeffione;doue,cantata la ìvlelfa,5«: fatte le altre preghiere coftumate: M
cretario IciTc iMandati de'Prcncipi fecondo l'ordine,che gli Ambalciatoi )r
s'erano prefentatiinCongrcgatione.Del Rè Catolico, di Fiorenza, di Sin :i
del Clero d'Ongaria,&; de' Venetiani:& il Promotore, in poche parole d ,k
tiò tutti quei Prcnc ipi d'hauer' offerto le lor forze per ficurtà & libertà del oi
cilio. Dopoijil Velcouo celebrante prononciò il Decreto, in quefta fofì zj
Che la Smodo ha deliberato di prolongare, per alcune giufte & honcfte * if(
la promolgatione di que' decreti, che era ordinata per quel giorno , fino a lal
tro di Giugnojnelqual giorno intima la feguente Seffione , ne altro in qui a
dunanza tu fatto.
parthd deW Celebrata la Seffione , il Marchefe di Pefcara parti daTrento , dicend fll
^mb. Spti- neceffitato di ritornar al gouerno fuo di Milano per nuoui moti eccitati iV
g«HOie jotto Qj-j j jj^ Delfinato:ma fapcndofi, che quelle forze non erano futficien p«
pntofTeteiio: o . * ^ J^,
Pi Pio mi. LIBRO SESTO. jic)
itj ci pacfejtm'l quale & Milano elfendo anco in mezzo il Duca di Sauoia» cT^ ci
riluco da molci,chc cofi hauelle commiirione dal Tuo Rè, ilqual dclidci-o(b> l x 1 1.
I Concilio caminaire inanzi, furifoluto di leuar l'occafione d'intctrom-
l^:on la controuerfia di precedenza, che ncceirariamente farebbe icguita,(e
a iuo degli Arabafciatori Franccfi vi fi foife ritro.uato Ambai'ciat^rluo : &c
orni dopo la partita di quello, arriuò Luigi S.Gelafìo, Signor di Lanfac,
(icU'ambafciaria Francete, incontrato da numero.grande di Prelati ,&: «m«o de
t olarmente da' Spagnuoli.Amuaronoildìlcguente Arnoldo Fcnicr,Prc- Francefi:
i|s di Parigi;& Vido Fabro,Signor di Pibracyhuoraini di robba longa , col-
blleirambafciaria.
I lUefto tempo erano venuti auiii al Concilio, di quello , che il Pontefice, '"^"V'^' ^^^
ì inali,& la Corte Romanaparlauano conerà i Padri, per le cofe della Re- ^^'^i^Trm^^
fi; &: molti di loro haueuanoriccuuto lettere da' Cardinali loro patroni,
[; Itriamicijcon querele,ripEenfioni,&: eirortationijlequali andauano anco
(ì mdo.Dair altra parte era andatanuoua a Roma delle cofe fuccelFe dopo-
cteficerinouò, &:aummentòlordegno eontra il Cardinale di Mantoua.
rjorraente,perche hauelfetralafciataFoccafìone di dichiarare la continua:-
1 :ircndo gliene fatta inftanza dairAmbafciatore,& Prelati Spagnuoli. Si
z . di vedere quel Cardinale congionto con Spagnuoli nella Reiidenza , Se
t rio a loro nella continuatione, che voleua dire contrario a lui in tutte le
:: erchenilfunosdingegno ben' ottufojfarebbereftato dipalFar' a quella di-
irione : poiché ,^ fuccedendobene, era fatto un gran pafTo a fauor della.
ic Catolica: non fuccedendo,fi dilFolueua il Concilio,chenon era di mi-
l neficio.Tornò in piede k confultatione di mandar' altri Legati, & parti-
1 lente ilCardinal S. Clemente j.diifegnando , che in lui folle |il principali,
e & la inftruttione : & per non leuar il luogo primo a Mantoua , & dargli
lu, )ne di partire, ordinarlo Vefcouo , elFendo pochi giorni inanzi arriuaras
ajia della morte di Francefco diTornon, Decano , per laquale uno de' fei
Q iati reftaua vacante.
\ l'Imperatore,auifato della propofta di dichiarare la continuatione,com'-
I!i,fecedire al Ponteficcche quando fuccedeire, leuerebbe gli Ambafcia-
;c| Trento: &: a quelli commandò,che,fe la deliberatione di ciò fulFe fatta,,
4>ettando lapublicationcfi partilTero.Entrò per tanto il Pontefice in fpe-
tj;he per quel mezzo fi poteile metter fine al Concilio, & tanto più aum-
itjilfuofdegno eontra il Cardinale di Mantoua, per caufadi chi la miglior-
Mmeera fuanita : & fi diede a penfare indie maniera s'hauerebbe potuto^
ì^:rla in piede. La Corte, cofi per imitationcdel fuoPrencipe , come per,
31 degl' intereffì fuoi, continuauale querele,.&: mormori) eontra i Prela-
;oncilio,& più di tutti eontra il medefimo Cardinale , Scontra Se-
^> i & Varmienfe : fcambieuolmente i Prelati in Trento , gli Spar
Wmaflìme, ne'congrefl). priuati tra loro fi querelauano del Pontefice^,
e'i Corte : di quello , perche tenelTe il Concilio in feruitù , alqiiale
J^aheiafciare l'intiera difpoficione di trattare, 6c determinar tutte le cofe.
5^» CONCILIO DI TRENTO. PapaPioI
ci3 i3 renzaiiigenrfencc&nondimencolrrc che niente fipropone>fenon quanto
L XI I . ce a Legati , qual»i non fanno fenon quello che è comandato da Roma , ; ,
i-a,quando alcuna cofa è propofta,& vi è un numero di fettanta Vcfcoui co <
mijnondimenojfono impedici fino dal poter parlare : che il Concilio don :
be elfer libero, & eifente da ogni preuentione , concorrenza, & interccflìcj
qaalonque altra poteftàj &c nondimeno,gli vengono date le leggi di quelle:
dcbbe trattarc,& alle cole trattate,&: decretate, vien fatta limitatione,&C( :(
tione ; ilclie dando , non fi può vedere, come chiamarlo veramente Con J
Che in quello erano più di quaranta ftipendiati dal Pontefice, chi di tren,
chi fino di 1 elfanta feudi al mefe:che altri erano intimiditi per lettere de' C {
naìiiSc altri Curiali. Della Corte fi lamentauano, che, non potendo ella i
portare la Riforma,fi facelfe lecito di calunniarci riprédere, & fìndicàre u
lo,che era fatto per feruitio di Dio.Che,hauendo veduto, come s'era proci i
contra una riforma neccffaria ,^ & leggiera, non fìpotcua afpettar, fenon' ii
mot05& contraditcione quando fi trattalle cofa toccante più al vino: che ( i
rebbc il pontefice , almeno raffrenare le paròle de' paflionati , & moftrar' i|
parenza, poiché in fatto non voleua efièr ligato , che il Concilio proced o
fmcerità,& libertà.
Venne anco a parole Paolo Emilio Verallo , Vefcouo di Capoccio , ce ^(
fcouo di Parigi in. un congrelTo di molti Vefcoui: perche,hauendo quelle a
irato il deliberare per pluralità di voti, & haucndo quello rifpofto , che t;
Vefcoui erano uguali, l'interrogò Parigi quante anime erano fotto la cui a;
alche hauendo rifpofto che cinquecento:foggionfe quell'altrojchejcomj; ir
dofi le lor perfone,cgli gli cedeua : ma, rifpetto a' rapprefentati dall' \ino,l al
tro,nonridoueuapareggiare chiparlaua per cinquecento a chi parlauapc ir
quecentomila.
Gli ^mh. Effendo le cofe in qnefti termini,non fi fece altra Congregatione,fino a a
Fracefifipre- tifci,nellaqualegli Ambafc latori Franceti, che prima haueuanocommun ifl
"c'^'*"e atiom ^^ ^^'"^ inftruttione con gì' Imperiali , & s'erano ben intefi infieme, fecoi )i
deuePibrac comaiidamento de' lor Signori , fi prefentarono nella Congregatione gè n
fa ma eratio- le:doue,elìiibito il Mandato della loro ambaiciaria , &c letto , Vido Fabro f B
negraiit,evt- na longaoratione,nellaqualehauendo efpofto il continuato defiderio de Ci
f*^ che folle conuocato il Concilio in. luogo opportuno , & non fofpetto,& g li
ficijpercio da lui fatti col ponfefìce,&: con tutti iPrencipiChrifliani,fog; »n
fé il frutto , che dalla apertura di quello fi doueua afpettare ; de pafsò a dire ic
fìcome fallano grauiflìmamente quelli , che vogliano rinouare tutti i riti Ili
Chiefa , cofi il volergli foftcntare pertinacemente ttttti,fenza tener con à
quello,che ricerca laconditionede' tempi prefenti,& la publicavtilità,èd iM
di non minor liprenfione. Efplicò molto particolarmente le tentationi,( ;ii
Demonio farebbe per ufare , a fine di diuercir' i Padri dal retto camino , iv ic-
ciando , che fé efli gli prefleianno orecchie, faranno perder' ogni autor i a
Concili] , foggiongcndo , che moki altri Concili) fono già ftati fatti in Gc i*
nia,&:in Italiajconniifunojopochiffimo frutto,de'quali fidiccjchc non e ne
ne 3e-
Pi© mi. LIBRO SESTO. ^ii
llcri>ne legitimijperchc parlauano a volontà d'altri : doiieflcro eflì cruarda- e i ^ i j
iincttere in bene lapotcftà, & libertà da Dio concciragli ; perche, cllèndo Lxii.
àegna di feucro caitigcnclle caufe de' pi:iiiati,gratificar alcuno contra triii-
i di maggior fupplic io lonodcgni i giudici nelle caufc diuine , fcguendo
li popolare,© vedendofi come khiaui togati a Prencipi, a'qualilì ibao o-
g|i:ciraminaire ciafcunofe fl:eiVo,&: che palTione lo porti: & , perche lidi-
alcune pallate Sinodi fanno prcgiudicio a quella , elfer conucniente mo-
:he è palfato quel tempo,& che ciafcuno può difputare, che non fi difpu-
ìiogo, che non fi rompe la fede,chc lo Spirito Santo non s'ha da chiama-
roue che dal Cielo :& quello non e quel Concilio principiato da Paolo
K k profeguito da Giulio terzcin turbatiifimi tempi,& nel mezzo delle ar-
: li difciolfe lenza hauer latto cofa buona : ma vn nuouo,libcro,pacihco,
rimo,conuocato Iccondo l'antico coltume , alquale prcftano confenfo
U,Pr"encipi,& Republiche : alquale la Germania concorreià,& condur-
rli autori delle nuouc difputejli più graui &c eloquenti huomini che hab-
onclufe, che elfi Ambafciatori promcttcuano per quello fine l'aiuto del
uè che molti de' Padri,& alcuni de' Legati medcfimi , non riccucircro in
ielle parole:allequali, perche paiUuiano i termini generali,^: di comple-
, il Promotore non Ceppe che rifpondercondenonfufcruato ilcoflu-
conquell'oratione la Congrcgatione fi finì.
efcntaronoil giorno feguente gli Ambalciadorimedefimia'Legati,pcr ^{ì'°»g'>no la
:me congregati:doue fcularono i Prelati Francefi,che non foirero venu- '"'' "'«'"#''-
mcilio , per tumulti , promettendo che, quelli acquietati, ilche fpcraua-. "nuoulindk.
?r pretto fiiccedere , farebbono venuti in diligenza. Efpofero apprelfo, «W dd con-
ugonotti hanno per Ibfpetta la continuatione del Concilio, principia- «V/oj
lolo, & ne richiedono un nuouo: che il Rè ha trattato per caula dique-
rimperatorcche infieme con lui ricercaua il medefimo , ad inftanza di
ella Confcflìone Auguftana,& ne trattò già colPontefice,qualehauen-
jfto che quella differenza era trai loro Rè,& quello dì Spagna,che a lui
portaua, ma la rimctteua al Concilio j per tanto dimandauano che Ci ài-
e, con aperte parole, l'indittione del Concilio effer nuoua , & non con
iixohjndtcendo conttmampUi& conttriHando indictmus : ambiguità non
iente ad huomini Chriftiani,^ che contiene in fé contradittione,& che
( ti fatti ^ià dal Concilio non fono riccuuti dalla Chiefa Gallicana , ne
: amedefimo,& dal Rè Henrico fecondo gli fu protellato centra: che fo-
I (lo articolo s'inuiauano a loro Legati , per hauer la Santità fuapiu volte
^le quella contentione d'indittione,o continuatione non era fua , & che
teua al Concilio : &: , oltre l'haucr efpreffo in voce la petitione, gliela
no in fcritto. I Legati dopo confultato,rifporero elfi ancora in fcritto,
letteuanolafcufade Vefcouiaffenti, quanto s'afpettaua loro, ma che ^^^^^fàt*
] cuano differire fino alla venuta d'elfi a trattar quello, che fi doueua nel '•^*^'*
o , perche farebbe ftato vn troppo grand' incommodo de' Padri, che già
Vuu
su CONCILIO DI TRENTO Papa Pio !
ci'j id' vifitrouaiunojche non hanno potcftà di dichiarare'jclie laindittionedel(]
LXii. cilio rianuoLia,maroìo di pierederui i'econdo ihenorcdcila Bolla del Po (
cc,& lavoloncà della Sinodo. Si contentarono iFranccfi della rifpoftap!,
horajhaiiendo conllikato co' Celarci , non elìci bene palTar più inaiizi, m
nc'Tli atti non fofrefatcamentione di continiuifionejattcro,chc haiiendoii
gniioli Fatta inftai:2a,cnc alla prima Scfllone lacontinuationc folle dichi;
quando fi prcmelTc molto nel contLuio , n" haucrebbe potuto (eguir la di »
tionc del Concilio. Malarifpoftadc'Lcgati , che fuda'Francefi publj
in tpclla parte douediccua, L'autorità loro eller diprefedere fecondo
lontà della Smodo ; diede aliai che dire agli Spagnuoli , poiché in t
fottometteua i Legati al Concilio , che in fattilo dorainauano : 3c diceii j
nata , Che era ben un total dominio j valerfidel feruo in ogni qualità !j
di Parrone. jj
f rimette fu In Non proponendo i Legati alcuna cofa per la SeflTione feguentci Prela
refiden'^a, tori della Refidenza , mollerò ragionamento (opta quella materia > 8c ine
gli Ambaiciatori Imiperiali,Francefi,Portoghelì,& tutti gli altri a far inft
Legati,chefi dccideire nella Sen]onereguente,allcgando, chcdopoeflè
polla , c< difputata , farebbe gran icandalo lafciarla indecifa, & fi moftr
che folfe per qualche interelfe particolare j poiché i piincipaH prelati de
ehrl^omn: cilio,&ilmaggiornumerodeilderauanoladeterminatione. I Francei
tre di ciò 5 fecero inftanza> congionti con gl'Imperiali» che non iì
fero trattare le materie de dogmi in airenzade'Protefl:anti>che leimpu;
no ^ prima chefia certa laloro contumacia, elFendo fuperflua la difput
cofe,douc non è chi le contradica j maflìme che vi è ben che trattare cofa
tutto'l mo'ido conuicne,cioè una buona riforma de' coftumi: che l'Ara
tor d'Inghilterra in Francia haueua datointentione , che la fua Regina r
rcbbe al Concilicdal che ne feguirebbe, che gli altri Proteftantifarebl
fìmilejiS^: ne fuccedcrebbe una riunione generale della Chiefa : Se qucft
rrebbe tener per fermo di vederlo ctìfettuato , precedendo una buona ri
wa*[mfi<*i A quefte due pvopofte rifpofe il Cardinale Simoneta , Cheilnegotio
^ftrantente f^j-jj^^j^na erailpiuarduo 3 poiché tutto confifteua nella difpofitionede^
* cijjnellaquale gli abufi veniuano da' Rèi & da' Prencipi:ilche diede me
penfare a tutti gli Ambafciatori perle nominationi,& altre difpofitioni:
fere itanoA', più ài tutti>il Rè di Francia: ma la richieda della Refidenz
maggior moltftiajnon quietandofii Padri alla fcufa altre volte ufatajchc
• ^**'"''* "''*" teria non era alFai digefta ; che il tempo alla Seffione non baftaua per me ri
S""?" ^^^^^ '" chiaro,& per altre confiderationi j & l'ardore tanto crebbe, che p
parato da moki Prelati Oltramontanijconucnuti infìeme,di proteftare, p
tire & quefto fu caufa di fermare il moto , perche gli Ambafciatori, te .'n
che il Concilio non s'interrompeire , & fapendo che il Papa hauercbbe e o
ogni occafione fomento , celiarono dalle inftanze , &c fecero ufficio co' "^ ci
cheficontentalFero d'afpettare : & parimente per l'ifteiTa caufa operar O'
Miniftii di Spagna, che non faceiTero più infiftenza in dichiarare la coi «»*
I
^A Pio Ilir. LIBRO SESTO. 515 ^_
)j:;liqiiali non folo s'acquetarono, maproteftarono ancoa'Lcgatijchenon cio lo
JiTiandauanoper all'horaj dicendo, che ie alni cercano di mandar' il Con- lxii.
i|a monte , non e ragioncuole che fi coprano coi mantello del Re di Spa- <=°*»^ «"'/'? /«
a'U grata a Legati la proteftatione, che ciano impegnati per parola data al ^«^"««^""«ej
1 he(e,neiapeuano come liberarli : ne mejio Fu grata la nlolutionc di ditfc-
I Refidenza;& accio nillun potcfle pentirlì , formarono una icrittura , qual
binCongregatione, accio folle approuata, che la reguenxeSeffiouelìia-
>lpairata,con differir le materie per degni rifpctti ad una altra; & parue lo-
c llcrrcaricati di due gran peli. Liftando la Selfione,da molti,che i\ fentiua-
j nti acerbamente perl'oratione dell' AmbafciatorFranccre, furono ricer-
i Legati di far' una loda rirpofta,quando fi leggellc il Mandato nella Sefllo-
^il Cardinale Altemps fu autore che in ogni modo fi facelle, dicendo, che
dcua reprimer l'infolenza di quel Palacifl:a,lolito trattar lolo con plebei. Fu
ai cura a GiouanniBattifta Cartello , Promotore, con ordine di difendere
j idignità della Sinodo,ma non toccar alcuno.
N ■. il Pontefice,dopo hauer molto penfatcvenne in rifolutione,che la con- ^^«^/je coirai
i ione foifc dichiarataifacelFe l'Imperatore qucllo,che gli piaceua,che noi. /"*"'" '^^^ ^*-
i ifucceder fenon bene:& fpedì Corricro a Trento, con quefta commilTio-^'*'
bualelTendoarriuata a due Giugno, turbò alfai i Legati, per laconfufione
t deuanodouernafcerc&per il difordine,nelqiiale fi metteua il Concilio:
i luti tutti concordemente d'informar meglio il Pontefìcc,con fignificar-
II eie cofe trattate , &: il Decreto già promolgato;&moftrargli circr'im-
i le l'eirecutione del Tuo ordine , é>c il Cardinale Altemps , che già haueua
r i d'andar' aRoma per altre caufcfirifoluc di montar iulepofte il giorno
i te,& far' in pcrfona quell'ufficio. Ma lanette arriuò un' altro corriero>
ti do lettercnellequali il Papa rimetteua il tutto alla prudenza, &: giudicio
- ati.
^ uto il dì quattro di Giugno , con le folite ceremonic fi celebrò la Seflìo- quttrtti Seffft'
reno letti i Mandati dell' Arciuelcouo diSalzburg,& di Francia:& que ne^deueèrì-
c D,il Promotore fece la rifpofta j dicendo, Elferui fperanza di prouedere a /popò a pi^
i ifordini di Chriftianità,col rimedio riputato neceflario dal Papa , che è ^^^'^*
ft Concilio, principiato per opera dello Spirito Santo , col confenfo de*
H 3Ì,tra' quali il Rè di Francia ha mandato huomini di confcienza , 3c reli-
iher offerir nonfolo aiuto,maubcdienza a quella Sinodo, laqualc non la
«meno dedi altri Concili), alliquaHs'èoppofto falfamente dalli mal'af-
<lc non follerò legitimi,neveri:nondimeno,appreirogh huomini pijjfono
i npre ftimati li Concilij,congregati da chi v'haueua l'autorità , con tutto
J folte da altri leuata calunnia che non folfero liberi: contra qual i,ficome
P intra la prefente Sinodo, le infidie di Satanalfo, numerate daclll Amba-
K copiofamentej&fottilmentcfebengrandi ,nonpreualeaano : &chc
MjI ilConcilio interpretar in finiftra parte la loro diligente, & libera am-
liJDncdi non rifguardar l'aria popolare , ne feguire la volontà de'Pucnc'pij
b(ie> che, ficome l'ha forrepernonneceilàriaianzi fupcrflaa, cofivuoi
I V u u ij
524 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio i
creder procedei da buona me ntcpet non eirerc sforzata a rifpondcre cofa;:
nacontrail ruomanfuetOj&piopropofitOj&urato coftume:ma bcnepc!.!
rar eflì Ambafciatori dal vano timore, che hanno dimoftraco hauere , & e [
cargli del ilio propofito , &c della verità, gli predice» che gli effetti moftrei i
che il Concilio poftporrà la cupidità, volontà , & potenza di qual il vogli a
degnità, ^ autorità propria: Oc al Rè Carlo promette tutto quello che i
falua la fcdcòc purità della religioncper conferuatione della ma degnità,
indlfgufio de [^^Q Regno Se Stato. Dellaqualrifpoftareftarono i Francclì mal contente
Francejr. f^nza conofcere che fé l'erano meritata. Fu dopo letto il Decreto dal V( e
celebrante , Che la Sinodo,per varie difficoltà nate, Se per ditfinir iniiem i
j 'j'. gmiconlariforma , ordina la Seflìone a' Tedici Luglio , per trattar quei
decrett dt prò- f> .., „ ,, . • ,. v n i n ■ r ^l- • j- n.
hnmiotit: ^^^^ una & l altra materia gli parera:reltando pero mino arbitrio di reltr 5
Se prolongar' il termine anco in Congregatione generale *,& furono trei u
que voti, che voleuanofoiTe dichiarato, che in ella fi tratterebbe la Rei 1
furono anco alquanti,cheproporero,chefidichiaraire lacontinuatione 1
fu interpretato eifer fatto per eccitar qualche tumulto , che folTe caufa d il
uere il Concilio:perche quelli erano de' più obligati alle cofe Romane » j
pentiti d'hauer, lenza penfarci, detto troppo liberamente la loro opii n
materia della Refidenza abhorrita dalla Corte : raajtacendo tutti gli akr i
fione fi finì.
m Cortgregd' Addi Tei fi tenne la Congregatione generale , per dar ordine alla trat i'
tiont fono fra- della fegueiitc SelTìone : & furono propofti gli articoli, fpettanti alla C it
MaCommit- nione : Se tutti i fedeli, per ncceflltà,&Diuino precetto, fiano tenuti! ;t
Hìone dd Ca- ambedue le fpecie del Sacramento : Se la Chiefa>per giuda ragione moli a
licettefamim- trodotto di communicari Laici con la fola fpecie del pane^ ouero in e u
*«• ratorSe tutto Chrifto>& tutte le gratie,fi riceuono fotto una fpecie , qua )
to ambedue : Se le ragioni che hanno molfo laChicfa a dar a' Laic i
Communione della fpecie del pane, debbono indurre adeflb ancora ar (
ceder ad alcuno il Calice: Se , parendo che per qualche ragioni honeft if
ad alcuni concederlo,fotto qual condirioni fi, pofllfarlo: Sea'fanciuU à
l'ufo della ragioncla Communione fia neceffaria. Et , richiefti li Padi Si
pareua, che di quella materia fi trattalfe , & fé agli articoli reftaua al 'd
gìongere :&,quantonqucgli Ambafciatori Frane cfi , &gran.numero d Pi
ti , folFero di parere , che de' dogmi non fi trattaiTè , finche non era chi )
Proteftanti doucffero interuenir' in Concilio , eflèndo euidente cofa,cl 1^
do reilalTero contumaci, la trattatione farebbe ftata vana , come non n ^
per i Cattolici,& da quegli altri non accettata : con tutto ciò nilFuu s »p
elFendo ritenuti tutti per gl'efficaci uffici)., fatti dagl'Imperiali, entrai n
ranza di poter ottener la Communione del Calice >& con quella dar p iCi
di fodisfattione alla Germania.Fermato il ponto, che de* fei articoli fi t i^
& foggionto , che prima liTheologi diceilero il lor parere. Se fulTeguei 'M^
re i Prelati , fu conofciuto che farebbe occupato tutto'l tempo fino ali d
ne in quello foio » douendo udir' ottantotto Theologì > & votare coiì ^ J»
, Pio un. LIBRO SESTO. 515
^li Prelati -.perìlche fiida alcuni detto,che non faceiiabìfogno gran conil- eia i^
S ione, che Fu parlato pienamente di tutta quella materia nella prcceden- lxi i.
iianza lotto Giuliojche quella è di(cuira,(5cdigcfta, che li piglino le cole
tje > &: le rifolute all' hora, 6«: con un breuc. Se lodo eiraminc li venga in de-
rjiatione in pochi giorni,&; negli altri li attenda alla riforma: che vi è l'ar- f 'f ^^<i»*rfi
)\ della Relìdcnza già propofto,»Sc in parte eilaminatorgiufta cola eifer mec- *'*""U*J'*>
:ina volta fine, (^cfta opinione fu ieguita da trenta Padri , con aperta di-
!^,tione;&:appariua,che numero molto maggiore tacitamente l'approba-
J5c fi farebbe venuto aconclufionc. Mail Cardinale Simoneta>hauendo
tjo di metter dilatione,con dire> che non era degnità trattar di quella mare-
fiche non follerò comporti gli animi commofiTi per le diftercnzc pairace>le-
i|ionlaicianodifcernetilvero, aprì ftrada a Giouanni Battifta Caftagna,
;jcfcouodiRofano:&aPompeioZambeccaroj Vefcouodi Sulmona i li- romortfopr»
jiparlandoarabidue con ardore , Si. mordacità contra i primi>fu eccitato do ncqHetat»
tcumore,che fece dubio di qualche inconueniente : alche per riniiediare> *''* ^*"'»««>
ìjdinale di Mantoua pregò quei della Refidenza ad acq.uietarlI,prometten-
c|; in una altra Seffione, o quando fi fblFe trattato del Sacramento dell"
i e > infieme fi farebbe tratcatodclla Refidenza. Con quello acquetato il
l&moftrato,che il ripigliar le cofc trattate fotto Giulio, eracofadi raag-
Solidità, & diificoltà , e he l'ellàmmarle di nuouo j & auuenirebbe quello>
:corre quando il giudice forma la lentenzafopra il procello fatto da un
1^ prefa deliberatione, che prima folTe da* Theologi parlato , tenendofi.lc
regationidue volte ilgiorno,nellequali interuenilTcro doi de' Legati >>di-
I'fi li carichi,pcr metter più tofto fine , & de Prelati qaelH , a chi folfe piar
che hauelTero due giorni di tempo da ftudiare , & il terzo folFe dato prinr
I Con quella conclufioncIaCongregaticMK fi. terfnin^rma,per la pro-mef^ .p ^ ■^
!t da Mantouajfenza confultatione,<Sc participatione de' Colleghi,reftò Si- ^^ simnssas^
;aoffefo ^i?c in aperta difcordia con lui, & fu Mantoua da' Pi ciati fauore-
la Corte biafmatoxSc calunniato di mala difpofitione d'animo:ma da' finr
\ a commendato diprudenza,che in una pericolofa ncceffitàprcndeflGèpac*
Souuiare aproteftationixSc diuifioniychc fi preparauano:& bialmauano Si-
:a,che reftalTc ofFefo,perche Mantoua tanto più eminente di lui, & confi.-
Bjpra il conferifo di Seripando5& Varmienfcdella mente de quali eracon-
Winelfe ftimato che la riiolutionc per neceffità prela-jd-ouelTe elfer da lui an-
si itificata.
lìlì feguente,gli Ambafciatori Imperiali jpoic he videro d'hauer'^ottennto, gU .yfmb.du
BjdefiderauanOjla propella del Calice,per quale Un all' bora haueuano prò- fiireipropon-
H)Conrifguardo, fìprelèntaronoa Legati^ &,feguendorinftruttione del i^»»""./"' «^
i|encipe>gliprefentaronoventi capi di riforma. I. Che ilfommo Pontefice ^•'"^**
W:entallè d'una giufta riforma di fé fl:ellb,& della Corte Romana. II.. G he il
»Ì:o de* Cardinali,fenó fipuo ridurre a dodiei^almenofi ridueaal duplicato
i{ fopranumerarijjfi che non ecccdino vétifei.III.Che all' amienirc nò iì có^
il)piu difpcfe fcandalofe. IV. Che fiano riuocate le efentioni cotra Le leggi
Vuu iij,
51(5 CONCILIO DI TRENTO PapaPk]
comunij&fottopofti tutti i monaftcrij a Vefcoui. V. Che fia leuata la p] ;
de' bencfìcij,&; erette le Scole nelle Chiefe Cathedrali,& Collegiate, & ^ i
ci] Ecclefiaftici non fi pofTino affittare. VI. Che i Vercoui fiano coftrei
rciìdenza > ne cirercitino l'ufficio per Vicari) ; & , le non iono (ufficienti , j
commetti il carico ad un Vicario,ma a molte perione , facendoli le vifitc^
Sinodi Diocefane ogni anno. VII. Che ogni minifterio Ecclefiaftico ( |
tuitamente eiFercitato , 6c alla Cura di tenue entrata fìano incorporati bc n
non curati ricchi. Vili. Che fiano ritornati in uio i Canoni contrala Sii t
IX. Che le Conftitutioni Ecclefiaftiche fiano riftrette , rilccate le lupe u
& non vguagliate alle obligationi della legge diuina. X. Che non fi j
Scommunicajfenon per peccato mortale, &c notoria irregolarità. XI]
diuini uffici) fiano in maniera celebrati, che fiano intefi da chi gli dicc,& a
l'afirolta. XII. Che iBreuiarii,&:MeiIali, fiano corretti ,ri(ecate le ce
nella (aera Scrittura non fi trouano , & leuata la proliflità. XIII. Cli ;i
diuini ufficijjcelebrati in Latino, s'intromettelfero preghiere in volgare, l
Che il Clero,&: l'Ordine Monadico , fiano riformati, (econdo l'antica 1 1
tione,&: le ricchezze cofi grandi non fiano cofi mal' amminiftrate. XV (
fìaconfideratOjfefia ifpediente relaffar tante obligationi di legge pofit i
mettendo alquanto di rigore nella differenza de' cibi,& digiuni,& conc( i
il matrimonio de' Preti ad alcune Nationi. XVI. Che, per leuar i di r
fìano leuate le diuerfe poftille fopra gli Euangelij,&; una ne fia fatta con j )1
autorità; & fimilmente una nuoua agenda,© Rituale , che fia feguito d a
XVII. Chefiatrouatounmodo,nondifcacciar icattiui Parochi , che e
non farebbe difficile , ma di fuftituire de' megliori. XVIII. Che nel ^i
Prouincie fiano eretti più Vefcouati , conuertcndo a quello ufo i Mo tt
ricchi. XIX. Quanto a beni Ecclefiaftici già occupati , elTer forfè g
pafTarlo con diffimulatione in quefto tempo.In fine , per dire anco cola; u
Papa,accioche,vedendolepropofte,& alterato ranimo,lopacificaire,ag; ^n
XX. Che i Legati douelfero operare, che non follerò propofte queftio ir
tili,da partorir fcandalo,come quella,fe la refidenza è de iure dmwOiO nh\i ir
li:& almeno non permettino,che i Padri trattino con colera,^, fi facciam lu
laaaliauuerfarij.Soprail XVII. diedero anco alcuni particolari race \ì
ridur i meno oftinati tra iSettarij,con mandargli in alcuna Academia,p i)
gnargli breuemente,con ordinar' a' Vefcoui che non hanno Academia di 'i
Collegio nella più vicina , per li giouani della fua Diocefi, di ordinar u :*
logode'Dottorijche s'habbiano da leggere nelle fcole,fenza poterne %
altri.
rìmtffda Le- Lette le propofitioni,reftarono i Legati, & ritirati per confultar ii n
gAtiaduna ritornati > fecero rifpofta, cheperlafeguente SefTione non era poffibil It
ultra Se fifone, pj-oporrchauendoalòroinftanzapermani la materia del Calice , di tai "
portanza,^ difficoltà:che le cofe propofte fono molte, & di materie dsn
che tutte infieme non poifono eiler digerite:pcrc),che hauercbbono , fece k
©ccafioni»coininuiiicaco a' Prelati quelle che foifero a propofito delle a ^i
.>^r
PioIIII. LIBRO SESTO. 517 ^
.ConobbcEogliArabafciacori, chequcfto era detto, per non publkarii ci 3 lO
ritto ili Congrcgatioac;(*<c porràdo di tempo in tempo deludere l'afpetta- l xi i.
Jeir Impcratorcrmaperall'hora altro non diifero. Ridotti poi tra loro. Se '""^. ?"'^*
Icato^giudicarononcccirario informar ben l'Imperatore, cofì di qucfto f"*'-^'*'"'^^'"
olarccome generalmente del modo come in Concilio iì procedeua : &c
cqLieftoal VelcoLio di Praga monto il giorno tegnente fu le pofhcpcrdo-
fer di ritorno al tempo dcllaSeinonc. 1 LcgJti,vedendo le cote del Con-
11 mal 1 termini,per molti rirpccci,ma Ibpra tutto per il difgufto , &iofpec-
ielPontcficchebberopcrncceiìariointbrmailoapieno delle cofe patfa- equeflialPa^
He immincnti.Fu eletto per quello Fra Leonardo Marino, Arciaciiouo />« fx^r ginflì-
iciano,per elFer di fpiritojt^ grato al Pontefice da luipromoiro,& fauori fi^^^I'-'
ItOjamico anco di Seripando , alqualc diedero inftruttione d'informar
nente il Pontetice,difculariLcgati,di pacificarla Santità fua.Portòlette-
imunide' Legati per Tua credenza:allequaliSimoneta fece molta,(5<: lon-
ìcolrà a fottofcriucre , ne l'hauerebbe fatto , fenon clfendo conuenuto
euelFe anco lettere particolari di ciafcuno. Simoneta fcriire, che penfaua
dar l'Arciiiefcouo di Rofano in (uà fpecialità per più compita informa-
napoihauendopenfato, &con{egliato meglio , deliberò di non farne
nche non hauelfe veduto che effetto facelfe l'opera di Lanciano.
rcambieuolidifgufti,&detrattioni de' Romani contra i Trentini >& di UwaUinteL
centra di quelli ad ogni arriuo dinuouo corriero,s'accrefceuano. In Ugen^acm '
i,i fautori della refidenza deplorauano le miferie delia Chiefa , la feruitù Trem»,
i) ticilio,& la difperatione manifefta di veder la Chiefa riformata inRoma.
8 ari), fi lamentauauo che al Concilio folfe machinato un fcifma , anzi
ia dalla Sede Apoflolicajdiceuano,che gli Oltramontani, per odio,&in-
li Dntra gritaliani,mirauano,non tanto alla depreffione quanto all' aboli-
iì el Pontificato , quale effendo il fondamento della Chiefa, che per tale
rial'hapoftojbifognauache nefeguiffe total diftruttione dell'edificio. Il
icc,gion2endonuouiauiiigiornalmentc,& fempre peggiori, fic om e an- ' te dlffìRtn'^
igiornoìuccedeuanouità in Trento, oltre gH accidenti,che in Germa- ^^^^^P^»
.nFrancia,occorreuano contrari) alle cofe/ue,fentiua maggiori difaufti:
nto gli daua noia l'opinione della refidenza nella maggior parte, quanto
icheche erano fatte, mafUme dagli Ambafciatori, penetrando etyli,che
vi folfe l'interelfe de' Prencipi contra la fua autorità,vedeua l'Imperaro-
) volto a crear Rè de' Romani il Figlio,^ parato a dar' ogni fodisfattione
i-maniaj&rper queftohauer fatto prefentar gli articoli di riforma a'Le-
chiamatol'Ambafciator'Pragapertrouar modo di proporgli in Con-
: ftabilirgh.il Rè di Francia ellaufto,circondato da difficoltà infinite, &:
:olo d'eifer coftretto ad accordarli con gli Vgonottijilche fucceiIb,corri^
i i Prelati Francefi al Concilio5& s'accollino agli Spagnuolij&: Ci faccia-
, o autori di altre propofte contral'autoritàPótificia.Pensò di rimediare ,, ,
énpefta,chevedeuaprepararfi,conle opere,. & con le parole, di lenar^l^"/^"" *^'
ttiunila Suizzeri,& tremila caualli Thedefchi j mandò in Auignone Nic o- "
5^^ CONCILIO DI TRENTO Papa Pi,
*^i 3 if 1q Gambam , con cinquecento fanti , Scfcento caualli leggieri : diede dai
L X 1 1. Duca di Sauoia,pcr fiat armate^: opporrufe Vgonotti folFero per difcen
ed* trattare Icalia:& per impegnare tutti i Prencipi>delibcrc) di trattar una lega difeni
una lega cotm ^^^^^ j Cattolici contra le machinationi de' Proteftanti in ciafcun luogojt
i Protejidntti ^^ ^^^ ^^^-^ facile,che ciafcuno condcicendeire , fenon per altra caula.al
per libcrarfi dalle fofpettioni l'uno dell' altro. In Italia gli pareuafaci
d'indurui tuttijil Duca di Fiorenza tutto fuojSauoia intereifato per i Tuoi
&per il perìcolo jVcnctiani defidcrofì di tener le genti Oltramontane
d'Icaliaji.l Rè di Spagna nel bifogno fteiTojper Napolij&MilanojFrancia
Hecef?ìtà,in che attualmente fi trouaua. Per tanto fece la propofta in Roi
Ambafciatore Imperiale , Se Veneto , & mandò l'Abbate di S. Saluto per (
in Francia;& al Rè di Spagna, Monfignor Odefcalco , alquale anco dit,
ftruttione didoleril colRè,che i Vefcoui Spagnuoli fofiTcro uniti contra,
autoritàiSc di moilrargliiche le propoftc dell' Imperatore farebbono atte ,
*'*^'*"^Drencì- farunfcifma. Era facile dipreucder l'eflìto di quella propofta , a chi j
wm » * « - ^ ancora che ruperficialmcncc ) li fini de* Prencipi. L'Imperatore per nic i
' rebbe condifcefo a cofe di fofpetto a' Proteftanti. Il Rè di Francia tar (
lontano d'òuuiare l'entrata degli Vgonotti in Italia , che hauerebbe defi j
vedere una total cuacuatione del Tuo Regno.SpagnajpolFedendo tanto f j
Italia,piu temeua,& abhorriua una unione de' Prencipi Italiani , che no i
derauai'oppofitione agH heretici.LiVenetiani,& il Duca di Fiorenza, n
teuanoconfentira cola , che potefle turbar la quiete d'Italia. Etcofi ft
che alla propofta di lega non fu corrifpofto da alcuno de' Prencipi j e da.
no fu allegata qualche caufa propria; ma anco una commune,che farei
impedirilprogrclfo del Concilio:fe ben molti credeuano , che quaiic
feguito,non gli farebbe difpiaciutOj&egli daua materia di coi! credere,
dinuouo propofe in Conciftoro di far dichiarar la continuatione 3Scdi<
U PapApri- lareirokrefidcnzajlequalicofe non eireguì,confìderato il voto del Ca;
mane dtUe ^^^ Carpi,feguito dalla maggior parte degli altri, che non folfe feruitio i
conteft del ^^^n^ Sede Apoftolica,farfì autore delle cofe odiofcche poteftero ali
Concili»* Vanimo d'una parte j ma meglio fofle lafciar in libertà del Concilio
j . Non reftaua pero di querelarfì anco nel Conciftoro degli Amba(
^l-^'^tJ' tutti.De' Franceridiceua,cheLanfacgli pareua un Ambafciatore di Vf
filaiori de" nelle fue propofte, ricercando che la Regina d'Inghilterra, gli Suizzeri
Prenàp» ftanci,Saironia,& Wirtcmbcrg,fiano afpettati al Concilio } quali fono.
raciinimici,&: ribelli,& non hanno altro fine,che di corromper il Con(
farlo Vgonotto: ma che egli lo conferuerà Catolico,& hauerà forze d
che elfo & i Colleghi jdifendeuano alcimi, quali difputauano l'autoi
Concilio foprail Papa,qual è heretica openione, & i fautori di quella h
minacciando di perrcgQÌcargli,& caft igargli-Pailo anco a dire , che videi
Vo-onotti,non faceuano riuerenza al Sacramento : che Lanfac a tauola».:
' fenza di molti Prelati , inuitati , haueiFe detto che farebbono Ycnuii C^
^ Pio mi. LIBRO SESTO. p^
dì Francia, &c Germania, che haiierebbonofcacciato l'Idolo da Romaiiì cio o
lana d'uno degli Ambafciatori Veneti,«Sc conerà lui fece iiidogliciizacon lxii.
lignori.Diccua de^ Cardinali Manroua , Se Scripando, & Vannienfe, che «</«'/««■£€-
indegni del Capelloi& de' Prelati fecondo cheoccorreua,opeiando con i'*^'^^*'<^f^^
nei di ciai'cuno,che gli foife fcritto. Il turco era da lai facto, & detto»
tonque non fofle tutto creduto da lui)non per incontinenza di lingua,ma
te,pcrcoftringcr ciafcuno , chi per timore, chi per vergogna,.?*: chi per
hjfarlafuadifefacon lui,laquale egli con facilità grandifljnia riceueua,&:
unente credeua : de per qucfta viaincrcdfbil coiaè, quanto auanzaifc le
ic.Si guadagnò alcuni,& altri fece che procedelfero più cautamente, &
unente:oncle viuifìcandofìin lui il luo naturale , che era d'hauer molta
s|za,diceuache tutti erano uniti centra lui, ma in fine gli hauerebbe tutti
afuo fauore, perche tutti di lui hanno bifogno, 6c gli dimandano , chi
li grafie.
i molti Prelati,che il Papa mandò ultimamente,comc s'è detto,da Roma «V*^* <ià ««
cilio,uno fu, Carlo Vifconte,Vcfcouo di Ventimiglia, che era flato Se- fi<^^"°P*pr<i'
iMilano,& in molte legationi,perfona di gran manegg!0,& di giudici© '"^"^^''^3
al' hauendo caricato dipromefle,che gliattefe anco , hauendolo nella
a>romotione,dopo il Concilio,creato Cardinale , volle hauerlo in Tren-
i Legati,miniftro fecreto: gli, commifc di parlare a bocca con diuerlì,
che non conueniua metter' in carta , Se d'auuertir ben i difpareri che
r rai Legati, & auifare particolarmente le caufcd'oiTeruare accurata-
tJ lihumoride'Vcfcoui,leopenioni,&prattiche,(S: fcriuere minutamen-
n le cofe di fuftanzargl' impofe d'honorare il Cardinale di Mantoua l'opra
i altri Legati , ma intenderfi però col Cardinale Simoneta , qual' era
CI della mente luajiSc di far' ogni opera, perche la dichiaratione della reii-
fopiirc a fattojd: quando quello non li potefle,^! prolongalTe fino al fine
ciliojilche fé non fi potelfe ottenere,fi portaflè al più longo che poflìbil
operando tutti li mezzi, che conofceife elfer ii'pedienti per quello fine.
le anco una poliza , co' nomi di quelli che haucHano tenuto la parte
i nella ftefla materia,con commilTione di ringratiargli, & confortargli
aire, & con promeiTa di gratitudine , rimettendo a lui nel trattar co*
jjl'ufar qualche forte di minacele, fenza acrimonia di parole, ma ga-
nfoflanza,& prometter a chi fi rimetteird'obliuione delle cofe palfa-
er' auifato minutamente il Cardinale Borromeo di tutto quello che
ri|ia,come fece : & il regiftro delle lettere fcritte da lui con molto fale , &
e , m'evenuto fatto vedercsdalquale è tratta gran parte delle cofe che fi
IT
aJauuto ultimamente l'atiifo della promefià fatta da Mantoua , vide hfcoppìa cotrtìl
okdidiuertirlatrattationedeir articolo} & dalla dilTcnfione nata tra i l^g-itoMm"
i ;ntrò in dubio di qualche catena di mali maggiori, & hcbbe quello '"""'
' r principaliflìmo,cofi per la elTiftenzajCome per la riputatione. Perche,
ìtrebbe fperare di reprimer i tcutatiui de' miniftri d'altri Prencipi,
Xxx
Sp CONCILIO DI TRENTO. PapaPioI
ciD i3 quando non prouedeire a' fuoi propri)? per tanto conobbe, che, aliami,
LXi.i. gionta alle parti vitali, conueniuano rimedi) potentiflìmi: rifoluettedidi
rar apertamente la mala fodisfattionejchc di Mantoua luueua,per cauarn '
teche egli mutalfe modo d'operare,ouerodimandairelicenza,o in altro (
daTrentofi ritiralfe ; &c quando bene ne feguiife la dilTolutione del Coi i
tanto meglio: gli fpaccijche aTrentos'inuiauano a lui,comeprimatrai(
ti, ordinò che s'inuialfero a Simoneta : leuò dalla Congrcgatione de* Car r
prepofti alle confukationi di Trento, il Cardinal Gonzaga ; de per Fé:
Borromeo gli fece dire , che il Cardinale , ftio zio^penlaua alla rouina d( a
de Apoftolica,manon gli farebbe fuccello altro, cherouinar fefteffo, ,
fua. Al Cardinale S.Angelo>amÌ€Ì(Iìmo di Mantoua ,.narfò il Pontefice 1 5
cofe fucceifejcontradi lui moftrandofl alteratifllmo , & non meno con ,
millo Olino, Secretario del Cardinale , come quello > che non hauelfe ( :
fecondo che gli promife quando fu mandato a Roma : ilche anco coftò i
pouero huomo : imperochc , quantonque feguilfe la riconciliationc e I
col Cardinale,nondimeno,dopo la morte di quello,tornaro a Mantoua 1
pò del patrone,fottodiueriìpretefti,fuimpregionato dall' Inquifìtione .
gamentetrauagliatojilqualedopojceiTarelepcrfecutionijho conofciut )
fona di molta virtù,&; non meriteuole di taliinfortunij.
nuli rappaci-. In queftadifpdìtione d'animo,arriuò Lanciano a Romatprefentà, 1
peata <^/i2- tre cofe,alPonteiìce una lettera fottofcritta da più di trenta Vefcoui, d u
«t»o, che teneuano laReiìdenzamellaqualefì doleuanodeldifgufto diSuaSr ic
proteftauano di non intendere che la loro openione folle contra rautoi I
tifìcia,laquale fi dichiarauano voler difender contra tutti, & mantener] 11
lata in ogni parte:lequalileEtercfecero una rairabil difpofitione nell'ai ic
Pontefice a riceuer gratamente quelle de' Legati , di Mantoua, Seripa 0
Varmienfe5& afcoltar larelatione dell' Arciuefcouo,ilquale gli diede ir
conto di tutte le cofe pa{rate,& gli leuò gran parte della fofpettione. Pc a
fcufar i Cardinali,& moftrar'al Pontefice,che>non potédo preucdere d .1
fcere inconueniente alcuno, haueuanolcoperto l'openione, cheinco 1.
teneuanoi&: dopo,natelecontentioni,fenza lorocolpa,ne mancamei: ,1.
ro adherenza a quel parere erariufcita con honor di Sua Santità, Se del.' li
perche coii non fi poteua dire, ne che Sua Santità, ne che tutta la Ce 4
contraria ad una openione (limata dal mondo pia, &neceiratia : ilche a
riufcito,perche cofi hanno acquiftato &c credito , Se autorirà-apprelfo ; re
& hanno potuto moderar l'empito d'alcuni , che altrimenti farebbe n; (\
che gran diui(ione,con notabile danno della Chiefa.- Gli narrò li frec rt
efficaci uffici] , fatti da loro per quietar i Prelati ; & gli affronti anco rie Ul
chicli rifpondeua,dinonpo£er tacere contra cofcienza:narròlipericol Is
ce{fità,che conftrinfe Mantoua allapromefTà : gli foggionfe>cKe , perle re
fòfpittione dell'animo di Sua Santità , la maggior parte de' Prelati s '«
nella proffima Seflione , dichiararlo Capo della Chiefa ; Se haueuano e o\
c^rjcp di fargliene ambafciatii > che per molti rifpetti non giudicauan( a <
L Pio un. LIBRO SESTO. 531
jin fciitto } 5c gliene nominò tanti, che fece maraiifgliai-c il Papa , Se dire* e 1 3 io
ilelinguc,& peggioii penne gli haueuano dipinto quei Padri d'altre qua" lxil,
limoftrò poi la unione, de fermezza de'Miniftri de' Prencipi a mantener'
ciliOjiSi la difpofitione de' Prelati a fopportar ogni cofa per continuarfo:
npoteuanafcer'occafione di diflbluerlojche la trattatione della Refiden-
:o(ì inanzi , de i Padri intereirat i per la confcienza, Se per rhonore}& gli
Sciatori per iariputatione,che non bifognaua trattar di negargli che fide-
Gli diede conto, & copia delle richicfte degli Ambafciatori Imperiali:
ftrò,come tutte mirauano a fottoporre il Papa al Concilio : gli racconto
antaprudenza5& deftrezza,il Cardinale di Mantouahaueua declinato il
le in Congregatione. Conclufcchcnon elFcndoui rimedio, per fare che
palTate nonfiano, la fapienza di Sua Santità , potendo attribuir molto ai
, ancora qualche accidente folfc occorfcnon permalitia,maperpOca au-
; :a d'alcunojcon la benignità Tua l'indurrebbe aperdonare il patlato , &
: lineper rauuenirejelTendo tutti pronti a non proporre,ne trattar e ofajfe
j ma conicgliata,&: deliberata da SuaSantità.
j pa , penfata, Se confcgliata ben la rimoftranza, rifpedì rArciuefcouo in f^^ì"'*^ "^ì-
iz , e l'accompagnò con lettere a Legati ., & alcuni altri de' fottofcritti a r' ^ ^'"1"'!' '
he gli portò} & gli diede commiffione di dire per Tuo nomea tutti,che
(le il Concilio libercche ognuno parli fecondo la propria confcienza,
:crcti fecondo la vcrità:che non s'è alterato,neèiaprefo difpiacere , per-
ii fiano dati più ad un modo che all' altro ; ma,perlcprattichc5& tenta-
rruadere,& violentar altri. Se per le contentioni , Se acerbità nate tra lo-
!.li cofe nonfono degne d'un Concilio Generale:peiò,che non s'oppone
rminatione della Refidenza: ben eonfeglia che lafcino il fcruore, che li
quando gli animi faranno addolciti,ct mireranno al folo feruitio Diui-
neficio della Chiefa , fi potrà trattar la materia con frutto. Al Cardina-
ntouacGndefcefèa dire,d'hauer conofciuto,confommo piacere,lafua
I za,& atfettione,«5c che gliene moftreràfegno:pregandolo ad adoperar-
I Concilio prefto fi termini, poiché da' ragionamenti, con Lanciano ha-
[ omprefojche al Settembre fi può metterci fine: Se in conformità fcrif-
! imune a tutti i Legati , che, fcguendo i veftigij del Concilio fotto Giu-
I filando le matcìie da quellogià digcfte , douclfero determinarle immc-
{ mettere iiìn e.
ìf. :{lo tempo s'attefe in Trento ad afcoltar l'opinione de' Theologi fopra ^« Tremo fi e*
K oli nelle Congregationi:& comminciarono il noue,& finirono il ven- f'^'nfl^^ct'
S nefc: nellequali le bene fcfiìmta Theologi parlarono , non fu detta cofa ^""'*"* ^"^
l< )(reiuatione : attefo che, cfìTendo la difputa nuoua, da' Scolaftici non
iei,.&:nel Concilio Conftantienfe di primo falto definita,^ da'B emì
>fi con le arme,& f0r'za,checonj:agionc,& diipute,f0ftentat; , non aue-
alodaftudiare, che quanto dopo Icriffero ne'profiìmi quaranta anni al-
pj^lii,eccitatiperle piopofte di Luthcro. Imperò furono a.tti concordi, '^"^«'«^f'w
dJivifoireneceffitàjnepreccttOjdel Calice ;perproua della ^ oncliiiìont» ^cejj"/*
X X X j j
MI CONCILIO DI TRENTO Papa Pio
ciO 1 J allegauano luoghi del Niiouo Teftamcnto, doue il Pluic folo è nominati
LXii. me ]iiS.Giou.'\nni: Chi mangia quefto Pane viuerà perpetuamente : dice
Che (ino nel tempo degli Apoftolij era infrequente viola loia ipeciedel
comeinS.Lucaiikgge,chelidirccpoii in Emaus conobbero Chnfto ne
gerilpane^Cs: dclvn:o non ci èraentione: &S. Paolo, in marejnautragan
nedicc il panejne di vino li parla: in mola de' Canoni vccchi,h fa mcntioj
laCommunione Laica,difterente da quella del Clero, chcnonpoteua e
altro che nel Calice. A quelle aggic)ngcuano le figure del Teftamcnto Ve;
la Manna,che figniiica rEuchanltia,non ha beuanda.Gionatajcheguftò i
lc,non b;aette:(^c altre tali congruità.Et cofa di molta patienza era di fcn
ti replicar le m^defime cofe a fatietà.Non debbo tralafciar di narrare quei
ticolare , che Giacomo PaynasPorroghcfcreriameritc pronunciò, che C i
con fuo precetto , & col fuo eilempio , haueua dichiarato douerfi la fpc {
Pane a tutti , <Sc il Calice a Ioli Sacerdoti: imperochc egli, confecrato il ] i
porfe agli Apoftoli>che ancora erano Laici, S< lapprei'encauano tutto'l j )
coramandando,che tutti ne mangiaircro ; dopo quello ordinò gli Apoti i
cerdoti,conleparole,Fatequefto in mia memoria,-& infineconfccròil li
3c lo porle loro già confecrati Sacerdoti. Ma i piufenfati palTanano]
mente quefta forte d*argumenti,& lì reftringeuano à doi : Tuno che la CI
daChrillopoteftàdi mutare le cofe accidejitali ne' Sacramenti: & che
cariftia,comeSacrificio,è necellariaruna,& l'altra fpecie:mn,come Sac
tojuna rola:onde ha potuto la Chiefa ordinare di una folamente l'ufo : (
confermauano , perche la Chiefa, quali nel prijicipio , mutò una volta l
delBattefmoper inuocatione della Trinità, infolainuocatione di Chi
poi ritornò all' inftitatione diuina.L'akra ragione, che la Chiefa non p
re;ma ella ha lai ciato introdur Tufo della fola fpecie del pane; & finalmc
approuato nel Concilio Conftantienie : adonque conuien dircche n
precetto diuino,o altra nccetlìtà incontrario. Ma F. Antonio Mandolfc i
logo del Vefcouo di Praga, hauendo prima affermato di lentir con gì fi
quellojche nonvifolfe precetto diuino ,auuertj che era coli contrario; i<i
trina Catolica il dar' a Laici il Calice per precetto : però bifognaua ir ci
canto tutte quelle ragioni che coli concludeuano,&: inlleme quelle de' . C'
li in Emaus,&: di S. Paolo in nane 3 poiché da quelle li concluderebbe ,
foffe facrilegio il confccrar una fpecie lenza l'altra, che è contra tutti
&c ilfenfo della Chiefa,& diftrugge la dillintione portata dell' Eucarilt
Sacramento,&: come Sacrificio. Quella diftintionc ancora della coitj!
Laica, & Clericale, effer chiaro nell'Ordinario Romano, che era diii
luoghi nella Chiefa,mn di Sacramento riccuuto:oltre che,quefta rag;
cludcrcbbcche non i foli celebranti,ma tutto' il Clero hauellè il Calie
autorità della Chiela,in mutar le cofe accidentali de' Sacramenti,non
d«bitarc;manon cratempodimetteradeiroacampo,fc il Calice fiaai
le,o foftantiale : concludeua, chequeftoarticolofipoteua tralafciare,. •
decifo dal Concilio Conftaatieule ,, & trattar accuratamente il qu ^
^■33^
ij Pio mi. LIBROSESTO.
r): perche, coiicedcaclo il Calice atancenationi , che io ricercano, tutte ci^ ~~c^
Ipdirputefonorupeiilacanzi danaofc. Inqucfta incdelìma fentenzapar- lxii.
r o F.Giouaaiii Paolo Theologo delle Cinque Chiefe, & furono mal' vdi-
uttiitcncndofi che parlallcro contrala propria confcienza : ma qucfto
Unza del ruopatroiicj& quello, per commiflione hauuta dal ruo,inanzi la
a.
i^rail fecondo artìcolo, li Thcologi furono parimente uniformi nell'af- echeconbuMe
n tiua; & tutte le ragioni fi riduceuano a tre capi; Il primo,Le congruità del ^'*S,^oni ti ne
nento Vecchio , quando il popolo ne' (acohcij participaua de' cibi '®^**'*
[, ma niente mai de' libami : Il fecondo, Il leuar al volgo l'occafionc
dere , che altra cofa iì contenga fotto la fpecic del pane, »5^ altra fotto la
del vino : Il terzo , Il pericolo d'irreucrenza. Et qui furono nomi-
i recitati da GerfoM , Che il fangue porrebbe verfarfi , o in Chicfaj
portarlo , mafTimc per montagne l'inuerno : Che s'hauerebbe at-
0 alle barbe longhc de' Laici ;, Che > conferuandofì , potrebbe
ire ; Che non ci larebbono vafi di capacità per dieci , o ventimila
le ; Che in alcuni luoghi farebbe troppo fpcia per la careftia del vi-
;^he li vali farebbono tenuti fporchi ; Che farebbe d'ugual degnità un
quanto un Sacerdote. Lequali ragioni è necellàrio dire , che (ìano
, &r legicime ; altrimenti , per tanti fecoli , tutti i Prelati , 3c
>n y haucrebbono infegaato la fal/ìtà , & la Chiefa Romana , & il
ilio di Coftanza , haucrebbe fallato. Di que' medefìrai , che qnefte
llegauano( eccetto l'ultima) inficme fé nerideuano : perche con quei
, che s'era ouuiato a' narrati pericoli per dodici fecoli , quando la
i era anco in maggior pouertà , fi poteua rimediar' a tutti più facil-
ne'noftri tempi : &c l'ultima ben fi vedeua non eifcr d'alcun valore , a
fc har la ragioneuolezza della mutatione;mabene,per mantenerla dopo
CI [ dei Thcologi fopranominati confegliarono anco che quefto articolo
f ralafciato.
hi terzo articolo, fu prefo per argomento , che tutto Chrifto fia riceiuito fch nonv'e-
una fola fpecicper la dottrina de' Thcologi della Concomitanza : im- ra<kmmentOi
:(|Ke,circndo fotto ilpancper virtù della Confeciatione, il Corpo,dicendo
p ole di Chrifto,omnipotenti,& eftettiue:Qucfto è il corpo mio: SzeiVcndo
e )0 di Chrifto viuo,adonque,con fangue,& anima, & coji la diuinità con-
nironde rcftauafenza dubio alcuno, che, fotto la fpecie del pane, tutto
u :o folle riceuuto.Ma da quefto inferiuano alcuni , Adunque infieme tutte
p ieipoiche a chi ha tutto Chrifto,niente può mancare , tSc egli folo abon-
II Tiente bafta. Altri incontrario diceuano,non elferillatione neceiraru , ne
I probabile,che,riccuendo tutto Chrifto,fi rie eui ogni gratia: perche anco
;zzati fecondo S. Paolo, fono tutti ripieni di Chrifto , & noad:mcno a'
:ti;2ati fi danno gli altri Sacramenti. Et perche alcuni fuggiuano la forza
ilragione, con dire,che gli altri Sacramenti fono necefiarij per li peccati
plilBattefmoyCia da altri replicato^ che l'antica Chiefa communicaua im*
Xxx ijj.
534 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio |
ciD i3 mediate li battezzati: onde , fìcomc dall' eirer ripieno di tutto Chrifto t
.Lx II. Battefmo, non li poteiia inferire, che i'Eucariftia non donafTe altre gratiej;
per hauerricquato tutto Chriftbjlotto lalpeciedel pane 3 non fi poteuaii;
.che altra gratianon s'haucilè da riceucre, mediante il Calice i& meno, ■
jeftrcma aliorditàjpotcrfi dire,Che ilSacerdote,nellaMcira,hauendo riccuj
Corpo del Signore, 5>: per confcguenza tutto cifo,nel beuere il Calice nori
-uagratiaipercheilbeuerloaltrimenrijfarebbe una opera indifferente, & 1
Pobcifer decito dalla coramune dottrina delle Scole, & della Chiefa , eh e
ogni attiene Sacramentale fi conferifccper virtù dell' opera mcdefima, cJ<
4:onOìex opere operatoyun grado di gratia.Ma,il beuer il fangue di Chriftojii \
può negare ellcr'attione Sacramentalcadonque ne meno potrà negarfcgli 1
gratialpeciale.In quella controuerfia,il maggior numero de' Theologi 1 1
Che,non parlandofi della quantità di gratia rifpondente alla difpofitioi '
xecipientejm.a di quella,che gli Scolaftici Sacramentale chiamano,quelL
vguale in chi riceue una Tpecic rola,& in chi ambedue. L'altra opinione, 1
da manco numcro,era difefa con maggior efficacia. Sopra quello articol(
To con chepenfiero, o fincpalsò molto inanzi F. Amante Semita , Brcfc
Theologo del Vefcouo di Sebenicojuno de' fautori di quella feconda opir
ilquale,portando la dottrina di Thomafo Gaetano,che il fangue non Uà
dell' huraananatura,ma primo aliment03&:,foggiongendo,noapoterfi dii
di necelUtà un corpo tiri in concomitanza l'ahmento fuo,infcii, che non
namente folle l'illeilb il contenuto fotto ambe lefpecie;&:aggionfe,chc
gue dell' Eucarillia,fecondo le parole del Signore,era fangue fparfo , &pe
ieguenza fuori delle, vene, llandonellequali non può eller beuanda : ondi
poteua.cirer dalla vena,tirato in conc.omitanzaj& che TEucariftia era inft
in memoria della morte di Chrifto, chefuperfeparatione,(5ccfifufione e
gue : allaqt-ial confideratione 9 fu cccii^xo gran rumore da' Thcolog
ienti., & fatto ftrepiro di banche : perilche egU, ferinato il moto , fi i
tò , dicendo , Che il calore della difputa l'haueua portato ad allegare le i
ni degli auuerfarij , come proprie., lequali però egli haueua penfiero infi
,rifoluere,iìcome anco confumò tutto'l refto del luo ragionamentcinu
tione di qiiellcjdimandando in fine perdono dello fcandaio dato,non hau
parlato con tal' auuertimento , che hauelfe apertamente mofti-ato quelle fl
ragioni captiole,& contrarie alla Tua featenza:j& finì,fenza parlar fopra gì .a
tre articoli.
md concedtrh} i^^i , fopra il quarto articolo , è marauiglia, quanto foirero uniti i The )g
^U ■5>'^»|*''" Spagnuoli,& gli altri da Spagna dependenti,inconfegliare,chenonfipc et
ptrmo m> ^^^^ ^^ modo alcuno l'ufo dfJ Calice olla Germania, ne ad altri. Lalo( iz
delle cofe dette da loro fu-, Che,,.noa-eirendo cclFata alcuna delle caule
molTerola Chiefa ne' tempi fuperiori a Icuar' il Calice al popolo ,; anzi _•,
do quelle tutte fatte più urgenti, chegià non erano .j^elFendonc aggioi: al
tre più forti , & etientiali i conueniua perfeucrar nel deliberato dal C tC
Uo di Coftanzaj & dailaChiefa>primaj & dopo. Et difcorrcndoiì
1
/Jpio mi. LIBRO SESTO. 535
:icolid'irreuerenza, che era il primo genere di caufc, quelli alprefeiice cio lO
temere più che già tempo: perche air hora non vi era alcuno , che non i,xii.
: fermamente la reale ìk naturai prefenza di Chrifto lotto il Sacra^
, dopo la Coiifccratione, fino che le fpecie durauano ; & con tutto cio,
ace liieuò> per non hauer gli huomini quel rifguardo al fangue di
i: ), che era necelfario. Ghe riuerenza fi può (perare adelfo , quando al^
(ano la real prefenza, &c altri la vogUono folo nell' ufo? Ladeuotio-
Dranc'buoniCatolicieirer diminuita) &accrefciuta molto la diligen-
c:cofchumane,& la trafcuratezza nelle diuine : onde poterli temercche
iiggior negligenza podi produrre maggiore irreuerenza. Il far diffe-
Sacerdoti dagli altri, elfcr più che mai necellario , hora, che i Prote-
'^i hanno meilo in odio al popolo; & feminata dottrina, che gli leua
itioni , gli foctoponc a'magillrati Laici, 5c dctrahe dalla poteftà d^f-
da'peccati:& vuoi' anco, chefianodal popolo chiamati al minifterio».
;ettiad eircrdepoftida quelli rilchedcbbecoftringer la Chiefa aconfer-
uratamente tutti quei riti , che polfono dargK riputatione. Il perico-
li volgo non s'imprima di falla credenza, & fia periliafo elferui altra.
•1 Calice , chefotto la fpecie delpane, al prefente è più urgente perle
opinioni dillèminate. DilTero molti > che la Chiefa prohibì il Calice»
lorfi air errore di Neftorio , quale non credcua tutto Chrifto elfer foc-
fpecie y ilche dicendo anco adellb alcuni de'medeilmi heretici, con-
tener la prohibitione ferma. Quello , che voleilero in cio inferire, .
efprimere meglio , non hauendo mai lerto,che Neftório parlairein que-
eria , ne meno > che i moderni trattino con quefti termini. Ma il ter-
:oio i che l'autorità della Chiefa ila vilipefa , & s'argomenti , che hab-
imelfo errore in leuar il Calice , fi può dire,non pericolo , ma certo eue-
0: neper altro elTerfollec irata la richiefta da' Proteftanti, fenon , afine
ludere,che, hauendo la Sinodo conofciuto l'error pallàto , i'haemen-
)n la conceflìone : publichcranno immediare, la vittoria > & da quefto
imo a dimandar mutatione negli altri ftatuti della Chiefa- :ingannar/ì.
de iThcdcfchidouerfi fermare in quefto, «Scdirporfi a fottometterfi a'
!( del Concilio, anzi vorranno leuar' i digiuni, & le diflFerenzede'cibij
a ieranno il matrimonio de' Preti , de l'abolitione della giurifdittione .
Uaftica neir efteriore : ilche è il fincdoue'tutti mirano : non elFer credibi-
[ìano Carolici quelli, che fanno la richiefta del Calice : perche li Cato-
tjcì credono che la Chiefa non può errare: che non fia grata aDio alcu-
" orione , fé da quella non è approuara ; 45c che l'obedienza delia Chiefa è
no della perfcttione Chriftiana:hauerfidatcner per certo , che chidi-
il Calice, l'ha per neceirario i &chi per tale la- tiene, non piio elTer
:o: & nilTun l'addimanda,credendo.non poterlo legitimamente ulare
onceflìone del Concilio: ma, accio i lor PrencipiUon gli mettino im-
buto , iquali fé lafciallero far' a' popoli , cflì l'ufurperebbono fenza :
i jtiiceffione : di ciò poter elafe uno cercificarfijoireruado chejnon i popoiia .
3-36 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio .;
ci3 lO mx'i Ptcncipi fupplicano , non volendo noiiirà lenza, decreto Icgitimoi
XXII. perche ipopoli non rintroducelfcro daicmcdelimipiùvoloncieiijcherico
laalConcilio.Ec tanta premura fuu(atainqiieiì.oargomcnto,cheF. Fratrl
ForierjPoitugltcfejurciadiin concetto dagli audicnti ftimato non fole aji
lina petulante ancora, & dìlie,Qaefti Prencipi vogliono farli Lutheianico),
miflìone del Concilio. LiSpagnuoliedbrtauano a coniìderarc , che.coijj
quéflo alla Geimania,riftcilb dimanderebbe ritalia,& la Spagna,& conu e
be concederlo: d'onde anco quelle nationi imparerebbono a non obcd ,i
richieder mutatione dell' altre leggi Ecclenaftiche :3c arar Lutheranau t
gioneCattolichiirima, nilfim mezzo è migliorejche dargli il Calice. Co n
moro Francefco della TorrejGiefutajUn detto del Cardinale S. Angelo, k a
Penitentiariojche Satanailb, folito trasformaiTi in Angelo celellcj& i M 1
Tuoi in Miniftri di luce,per ingannar i fedeli ; adelfo , fotto coperta del C ì
con fangue di Chrifto,eirorta a porger' al popolo un Calice di veneno. j
Aggiongeuano alcuni, che la prouidcnza diuina, fopraftante al go^
della Chiefajinipirb il Concilio di Coftanza nel palTato fecolo a llabilir j: j
creto la remotione del Calice;non folo per le ragioni , che in quel tempo
taaanojma anco,perc he, fc adelfo foife in ufo non vi farebbe fegno alcun(
riorcper diftinguer li Catolici dagli heretici ; & leuata quella diftinti
mifchierebbono in una llelFa Chiefali Protellanti co' fedeli;& feguirebbc
lojcheS.Paolo dice,che un poco di lieuito fermenta pretlo una gran malfa
conceder' il Calice,altrononfarebbe,chcdar maggior commodo agli hi
di nuocere alla Chiefa. Alcuni ancora, non fapendo , che già la petitioat
fiata al Pontefice prefentata,& da lui,per ifcaricarlì. Se portar in longcri
al Concilio,interpretauano in fìniflro,che in quel tempo folfe fatta tal r
fta allaSinodo,&: non al Papa:fofpettando che foife a fine d'allargar' ogni
celfione,che fi facelTe, con interpretationi aliene , onde s'induceile nuou
ceflìtà di Concilio.
aUndov-^ Ma quei, che fentiuano poterfi condifcender' alle richiede dell' Imper; t
gliono conci' & tanti altri Prencipi,& popoli,confegliauano a proceder con minor rigc .il
derider cari- non dare coli iìniftre interpretationi aiiejpie preghiere degl'infermi fratel n;
*^' fcguir il precetto di S.Paolo,di trasformarli ne' difetti degl' imperfetti pei la
<lagnargli,& non hauer mire mondane di riputatione,magouernarfi con K
gole della carità,che>caipellando tutte le altre, etiandio quelle della prud tt
&C fapienza humana,compatirce,& cede ad ognuno. Diceuano,non veder a
gioncconlìderabile detta dagli alrri,fenon che i Lutherani direbbono ha Hi
vinta,che la Chiefa ha fallato,& palferebbono a più alte dimande:ma ingai ir
fì,chi crede con lanegatiua fargli tacere: già hanno detto,ches'habbia con e(
foerrore,diranncKlopo, che fopra il fallo s'aggiongal'ollinatione ; &cl d
tratta di ordinationi humane , non elFer cola nuoua,ne meno indecent H'
Chiefa, la mutatione. Chinonfa,che lamedefimacofa non può conuei e;
tutti itempi:fonoinnumerabih li riti Eccleliafticiintrodotti,& abolitij& cm
è centra il decoro d'un Concilii> i'hauer creduto utile un rito , che l'euen hi
me :a'
aPioIIH. libro SEStO. 537
raro inutile : il pcrfuaderfi, che da quefta dimanda fi debbi pafTar ad altre» ero 1 a
cola da perfone Iblpcttoie, & troppo vantaggiofe : la remplicità,& carica l x 1 1.
ftiana,dice S.Paolo,non penfa malccrede ogni cofa, fopporta tutto , fpcra •
quefti foli toc co parlare fopra il quinto articolo, poiché quelli della ne- «^'Wr/ pareri
aalFoluta non haueuano altro che dirci fopra. Ma quefti furono diuifiin-^ ^^ condith'
)pinioni : runa,& più coramunc, che fi conccdcire con le condicioni , con j' "*'"""-
1 da Paolo terzo conceflojdellequali al fuo luogo s'è detto. L'altra,d'alcu-
;hi,cutt' in contrario diceua, Chc,volcndo conceder il Calice per fermare
Chiefali titubanti, conuiene temperarla in maniera , che podi far l'elfet-
idcraro: quelle e onditioni non poterlo appoitarcanzidouerfenzadubio
precipitare al Lutheranifmo.Se ben è cofa certa, che il penitente debbe e-
ogni male temporale, più tofto che peccare; fu nondimeno confeglio
ietano,che nonfivenilfeàfpecificatecomparatiue, condirejd'elfer tenu-
legger più tofto d'elfer tanagliato,& pofto in ruota, Scc. perche farebbe
tar fé fteifo fenza neceflìtà , 6c cader dalla buona difpofitione , prefentan-
i fpauenti fenza propofito:cofi,neir occafione prefente , quefti ambigui,
3 gli farà portata la gratia del Concilio, refteranno contenti, ringratie-
Dio , & la Chiefa, non pcnfcranno più oltre , de pian piano fi forcifiche-
E commandamento precifo di S.Paolo , di riceuer l'infermo nella fede,
n dilpute,ne con prefcriuergli opinioni,&: regole,mafimplicemente, 3c
ndo opportunità per dargli più piena inftruttione : adeftb, chi in Germa-
poneUc laconditionc, che credinoquefto & quello , fi metteranno in
rà, mentre che la mente tituba , & penfando fé debbiano , o non debbia-
erlojcapiteranno in qualche errore , alquale non hauercbbono penfato.
\t a ragione dipiùaggiongeuano, che,mentre fifoftiene, la Chiefa hauer
fte caufe leuato il Calice,& poi fi concedc,fcnza alcun rimedio, a quelli,
e altre conditionijfi viene a confellàred'hauerlo leuato fenza caufarperil-
0 idudeuano, che foife a propofitoftatuire per condirioni tutti i rimedi/
il onuenicnti,per quali il Calice già fu leuato ; cioè , Che il Calice mai fi
i: Dri della Chiefa, & agi' infermi bafti la fpecie del pane : Chenonficon-
;>] r leuar il pericolo dell' acidume : Che fi ufino le fiftule, come già nella
ii lomana,per euitar l'efFufionc : Che,cofi ordinando,fi dimoftrerà,chc
ta one fu già la prouifione fatta, fi ecciterà la riuerenza. Ci fodisfaràalpo-
'>dPrencipi,nonfi metteranno li deboli in tétationi. Fu anco detto da uno
;d)lo,che non era da creder cofi facilméte a quello, che fi diceua d'un coli
111 defider io,& deuotione de' Catolici al Calice; ma efier bene,che il Con-
randalfe in Germania ad info rmarfi chi fono quefti, che lo dimandano,
■llFede loro nel rimanente, &c delle caufe itiotiue : chela Sinodo, hauuta
la|:latione,potrà deliberare con qualche fondamento,*5c non alla cieca fo-
"a>le d'altri.
fl:oarticolo,noncifucofa che dire,tutti inpoche parole fi efpedirono: '•^'^'^ .*''**
^dlandojche l'Eucaiiftianonè Sacramento di neceflìtà; & chccommah- i7EX
I Yyy
J38 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio]
ci3 13 dando S.Paolo,a chi l'ha da riceucrcjd'eilaminaL-feftcìrcfc nccdcgncchi
LX 1 1. nncncc apparifce, che non può circr'amminiftrata a chi non ha ufo di uagioi
■ . fc ncii' anrichirà fi rroua viato in qualche luogo il contrai-io,qucfto cilcte )
farcojdoucj&quando la ve i irà non cracoH ben dichiairatajcomc al tempo
fentc : pcrilchc dal Concilio doucua ciTer terminaco che lllei'uailc rufo
fence. Fu bcn'auucitico daalcunijche deirantichità conucniua parlai^
ni.aggiorriucrcnzai & non dire, che inancaircro dicognitionc della veriìl
DcnderioùiPal'nniG , Cannelicanojfolofa di parere, che qucU'ai-cicolc:
traiarciat05dicciido,Che,noneircndopromoiradirtìcolcàda'Pioteftantid :
ftri cempijnoncrabenccol trattarlo, metter qualche nouicà a campo : la 1 1
ria poter rictuere qualche probabilità da ambe le parti : & quado ulciile a ;
tia , che nel Concilio le ne folle trattato,farebbe per muouer la curiolità d j
tiapcniarcifopra, & darebbe occalìone d'inciampare: imperoche alcur|
trebbe indurfi a crcdere,che l'Eucariltia ila Sacramento di neceffità, col e
come il Battefmo : perche il fondamento di quello è fopra le parole di CI (
Chinonrinafceràd'acqua,& Spirito,non entrerà nel regno de'cicli.Etdi i
lo,Se non mangerete lamiacarne,&:beuerete il miofangue,nonhauer.':
Et l'cccettione dc'fanciuUi non poterli, con total appareiiza,fondarc i ,
precetto diS.Paolo,d'ell;iminarfi,ilche nò può farunfanciuUoiperchel. :ì
turadiuina medeflmamiente commanda che,inanzi il Batteimo,preced;i ><:
mento della dottrina della fede: de fé quello s'hadariftringcre a ioi
non efcludendo i fanciulli dal Batrefmo,le ben non poiTono nnparare; l .
fami ne,preccdenterEucariftia,li potrà applicare agli adulti , lenza elcii f
quella li fanciulli. Concludeua,"ch' egli approuaua l'ufo di non commi e
gli ,ma non lodanache'l Concilio douclfe trattar di quello, che niiruno ip
gnaua.
ilif^itte de Finite leCongregationi de'Theologi,inclÌnarono li Legati a cocche
preUtifid \^^^ alla Germania , con le conditioni ài Paolo terzo, & con qualche
formar i ^"pi^; & ridotti co'loro confidenti, formarono il decreto per cio iopra li
quarto,&: quinto, differiti gli altri, Cm che penfalFero come euicar le di.
da' Theologimeffeinanziiopra di quelli. Et,chiamataCongregationc
lati,propokro ,Sepiaccua che fodero dati itre decreti formati, per dii
nella prima Congrcgationc.Granata,chc penetrato haueuala mente de
& era contrariilTimo alla conceifione del Calice,contradiire,dicejido5C
iieniua feguir l'ordine degli articoli,quale era elTentialc, eifendo impoll
nir' alla decisone del quarto,& qainto,fenza hauer decifo il fecondo , e
Thomafo Stella, Vefcouo diCapo d'Illria,glioppofe , CheinConc.
conueniuaandar con Logiche , & con artifici) impedire le giufte delibo
Replicò il Granata,che il mcdeììmo era da lui defiderato,cioè,che le coit
propofte alla Sinodo ordinatamente , accio , caminando in confufione,i
eiàpalfe: FufeguitodaMutio Gallino, Arciuefcouo di Zara:& al Capo
5 aggionfe infoccorfo Gio.Thomafo di S.Felice^ Vefcouo della Caua:p
ambidiie a motti di parolcpiu tolto deriforic , che cagionò un poco di t
mia
.A Pio un. LIBRO SESTO. 559
i Spagnuoli:& ne fcgiu tra i prelati un rufiirro , clic fu cauta di Ifccntiar la
;ffregatione,dicendo il Cardinale di Mantoua agli Arciuelcoui, che legger-
si confideraflero le minute formatcj &c in una altra Congregatione fi riibl-
bbe dell' ordine di trattare.
Kiefto luogo ricerca , perche Tpeife volte occorfc il terminare le Congrega- /««««ww 4
iper dilgullo da qualche principal Prelato riceuuto,chc l'ordinaria cauia di ^'-U^S.^^'-
uenimento ila narrata. Diibpra è flato raccontatojcome nel Concilio era
numero di Velcouipenlìonati dal Pontefice. Quelli tutti riconofceuano,
pendcuano daSimoneta,comcque]lo,che piuparticolarmente degli altri
rcpofto agl'uiterclli del Pontefice , & haueua le inftruttioni più arcane,
eiiendohuomo d'acuto giudicio, lì valeua di loro, fecondo la capacità di
uno ; & in quello numero ne haueua alcuni midi di ardire, oc facetie,de'
fi valcua per opporre nelle Congregationi a quelli , che entrauano in. cofe
arie a' tuoi fini. Quelli erano elìcrcitatinclì' artificio del motteggiare fa-
ente,per irritargli altri,& mettergli in derifione,i'enza fconciarfi ponto cf-
conlcruajido il decoro.Mcrita il i"eruicio,che predarono alPontefice,&: al
inale, che nella fatta particolar mentione. Quefti furono i due foprano-
:i,Caua, &Capo d'Ktria :PompeioZambeccari, Bolognefe,VercQUodi
Dna; & Bartolomeo Sirigo,diCandia,Vercouodi Caftellanetta: ciafcuno
ili,allc qualità communi de'Ua Tua patria , haueua aggionto le perfettioni » -^
Ha Corte Romana s'acquill:ano.Quclli eilacerbarono anco i di(gu[li,na-
/lantoua & Simoneta,de'qualis'è toccato diropra,có l'andar fparlando, &
tendo a Mantoua,cofi in parole perTrento,come con lettere a Roma: il-
lattribuito aSimoneta, dalqualc gli vedeuano accarezzati : dalche pur-
fiSimonetacolSecretario di Mantoua, & colVefcouo ài Nola, dilfe,
£r quei poco rifpetto portato ad un tal Cardinale, gli hauerebbefeparati
uà amicitia , quando non folTe (lato il bifogno , che di loro haueua,
porgli nelle Congregationi alle impertinenze , che erano dette da' Prc-
Ji| «ftino Paumgartner ,Ambafciator di Bauiera, elTendo flato due mefi,co- rkettloneled
8 aato inTrento, per lapretenflone di preceder li Venetiani, finalmente oratiom deli'
rommifHone dal Tuo Prencipe di comparir' in publico : & fu riceuuto -^'^*^*'^**'
alongregationede'ventifetteGiugnojefedcttedopo gliAmbafciacori Ve- '^ *
: ; fece prima una proteftatione , dicendo, Che, iicome le ragioni del fuo
1 jc fono Vvilidiflìme, coli egli anco era pronto per difenderle in ogni altro
V na,nel Concilio,doue il tratta di religione,nó vuole flar in quetli ponti-
^ er tanto fi contenta cedere,& che ciò folfe lenza pregiudicio fuo, & d'ai-
I icipi Germani del fangue Elettorale dell' Imperio. Ril'pofero al protcflo
u 3afciatori di Venetia,con dire. Che il loro dominio haueua giuflamcntc
e dcnza,& che , come il Duca di Bauiera gli cedeuaall' hora , coli douc-
-ugli in ogni luogo. Profeguì l' Ambalciatore l'oratione fua,molto longa,
> ijdoue narrò lo (lato della religione in Bauiera , dicendo , QLiella eiler
dilata da hcretici » quali hanno anco dpntto penetrato. EHcrui parecchi
Yyy ij
^_S-^o CONCILIO DI TRENTO PapaPio;i
e I -3 I ■> Zuingliaiii > Latherani , Flaciani , Anabactifti , &c d'altre fecce ; qual zizzan
LX i I. Prci id non hanno potuto fradicarejper elFer la concagioncnon rdo nell' ic
maplebe>m.iaiico ne' nobili; a che ha dato anfa la mala vita del Clero,le u
Iccleratezzedelqualeno!! potrebbe narrare lenza offender le cafte orecchi
qaclì' aLiditorio:mabail;auglidire,cheiiruoPrencipc gli rapprefcntaicheM
farebbe,».^ infractiiola rcmendacione della dottrina, le prima- non erano ent
datili coftami-.aggionfe 5 che il Clero era infame perla libidine: che il Mj
giurato politico non comporta alcun cittadino concubinario,& pur nel <(
ro il concubinato è cofi frcquéte, che di cento non lì fono trouati tre,o qua <
chenonfìano concubmarijjO maritati fecretamente,o palefementerchein .•]
mania anco i Catolici prepongono un callo matrimonio , ad un celibato i
taminato;che molti hanno abandonatolaChiefaper la prohibitione del( [i
ce,dicendo,che fono corretti ad ufarlo per la parola di Dio , & coftume 11
primiciuaChiefajilqual lino al prefente è oiferuato nelle Chiefe Orienta t
vfato già nella Chiefa Romana:che Paolo terzo lo concelfe alla Germania ;
Bauari fi lamentano del fuo PrencipCsche lo inuidij a fudditi fuoi^protefta !(
che fé il Concilio nonprouedcl'Altezzafua non potrà gouernar li popò! i
farà coftretto ceder quello, che non potrà prohibire.Propofe^per rimc( ;
fcandali del ClerojUna buona riforma, & che ne' Vefcouati s'introducelVc 1
Scuole, de Academie , per educar buoni miniftri : dimandò il matrimoni h
Preti,comecofa,fenzalaquale folfe impoflibile in quell' età riformar il C e
al legando,il Celibato nonelfer^^ inredmmo. Richiefe anco laCommai a
fnbittrrafitefpecieAiCQnàoyCAiz fé folVe ftata permeira , molte prouincie di :i
mania farebbono reftaceneU' obedienza della Sede Apoftolica; doue che ri
malie fino ad hora,infisme con le altre nationi,come untorrentejtenedip 0
no:che non ricerca ilDacali tre fudettirimedijjperfperanza alcuna che vi A
ridurre gli fuiati,& i fettarij allaGhiefa,ma folo per ritener gli non ancor"
fi.Rcplicò eirerneceiracio principiare dalla riforma,altrimenci tutta Topc.
Cócilio riufciria vana:majriformato il Clerojche il luo Prencip:, fc farà rn t
{lo della fua opinione nella materia de' dogmi,opportunamc:nte potrà dii o
fa degna di confideratione, laqaale nonoccorreua dire in quel tempo M
eiTendo pertinente trattar di far guerra al nimico, non haucndo ftabiiito p ni
le forze propric.in cafa.Nel filo del parlare fpelfo interpole,che tutto ciò c\ U
fuo Prencipe detto,non per dar legge al Coacilio,ma per infinuarlo reuer; :e-
gUaqudeerì' mente,&con quello concetto anco finì. Rifpofe la Sinodo, per bocca del .o
^ofiomoéjìx- motore,Che già molto tempo hauendo afpettato qualche Prencipe, o leg o-
nume, ne di Germania,mafopra tutti il Duca di Bauiera, antemurale della Sede »»
ftolica in quella regione , con grand' allegrezza vedeua il fuo Ambalcia Ki
, . quale riceue,& s'aflRìLÌcherà,come anco haTatto,per ordinare tatto quello 1«
^rmceT ' giucli^berà elfer di feruitio diuino.& falute de' fedeli. I Francefi,udcndo o ft.^
oratione,fcntÌLia;io grandidimo piacere di non elfer foli nell' ammonire i
mente i Prelati di queilo,che era necelTario raccordaigIi:raa, udendo la ri- 1 ^
s'eccitò in loro una eftrema gclolìa, che quella folle gratiofa>doue qu
Pio IIII. LIBRO SESTO.
541
lirilendinento^Ma non hcbbcro ragione di dolcrfirperchcquanroiique ci^ i^
irò mordeire più acutamente il Clero in generale, noudimenode' Padri lxii.
incilio parlò con molta riuercnza: doue l'oratione Francefe panie tutta
:a à riprenfìone di quelli che l'udiuanocfenza che, a loro fu fatta rifpofta
tata, ed al Bauaro Iprouifta. Ma runa,& l'altra,fu ugualmente trattata>cf-
(late ambedue udite con le fole orecchie.
Ambafciatorilmperialijconfìdcratosche nelle Congregationidc' Theo fcrhto degl'
riorni inanzi,dagii Spagnuoli,& maggior parte degl' ltaliani,crano flato ^'^P^rian fKt
a ) centrala conceffione del Calice,& da molti detto, Eifer heretici quelli, ^^^"""/P^^
[ limandanojper rilpondere a qucfta & altreioro obiettioni j Se per coad-
la propolìtionedclBauaro,tk a fine dipreuenire i Prelati,che non delle-
:impertincntie da'Thcologiufate , formarono in quella materia una
lajche nella medefimaCongregatione, finito il ragionamento di qucll*
ciatore,prefentarono : lafoftanzadellaquale fu :Che,per il carico Ilio,,
giudicato d'auuertir li Padri d'alcune cofe, inanzi che diceifero il lor pa-
he iTheologi,ne'proflimigiorni,haueuano ben parlato,quanto allera-
z paefi loro propri) jma non molto apropofito , per le altre prouincic,&:
Prcgauano i Padri d'accommodar le lentenzc loro, fi che portino medi-
in alle parti lane, che non ne hanno bifogno, ma a' membri mal' affetti:-
ranno appofitamente, fé conoiceranno quali fiano le parti inferme , Sc
to richiedine. Et, incomminciando dal Regno diBoemia, noneirer
) andar troppo alto, ne far mentione delle cofe trattate in Coftanza , ma
) iger folamcnte,che in quel Regno,dopo quel Concilicnilfuna prattica,
li torza,oguerra,ha potuto leuar' il Calice. Chela Chiefa benignamente,
) rte conditioni glielo concclfejlequali dopo noneirendo fcruatc,Pio fe-
' o reuocò : ma Paolo,& Giulio terzi,per racquiftar quel Regno , manda-
oncijapermetterglielo:fe ben'ilnegotio^pcr impedimenti, non fi con-
KrfcttJonc. Hora,in quelli tempi,hauendo l'Imperatore a fue fpefe infli-
hciuefcouato di Praga, ik ottenuto ne' Comitij di Boemia , che i Preti
i lì nò fi ordinalferoifenó da quello,&: lo riconofcefiero per legitimo Pre-
^ ercò la Maeftà fua dal lommo Pontefice, che non fi lafciaiFe perder que-
ifione di racquiflargli; hauendo la Santità fuarimefib il tutto al giudicio
ncilio , in poteftà di quello refterà confcruar'ilRegr.o , conceden-
Calice. Qiiei popoli elfer differenti in poche cofe dalla Chiefa Ro-
lonhauer voluto mai Sacerdoti maritati, ne ordinati da Vefcouofuo-
. communione della Sede Apoftolica : nelle preghiere fanno mcntio-
c?ontefice,de' Cardinali, &Vefcoui : fé hanno qualche differenza pie-
ella dottrina , facilmente potcrfi emendare , purché fé gli conceda
e : non clTer marauiglia, cheuna moltitudine rozza habbia conce-
fj a tal' opinione, poiché huomini dotti, pi), 8c Catolici , difendono
I iggior gratia s'ottenga nella communione d'ambe le fpecie , che d'u-
Ammoniuano i Padri d'auuertire, che la loro troppa feuerità non
BJcaadifperatione, &gU faccia gettar ia braccia de' Proteftanti. Aggioii-
Yn iij
H^ CONCILIO DI TRENTO Papa Pj,]
e t^ 13 krojeUci: Cattolici in Ongaria , Auftria, Moraiiia, Silcha, Carintliia, Caii
Lxii. S:ina,Bauiera,Sueuia,& aitrepatti di Germania, che con gran zelo dcfu;
iiCalice : ilchcconoi'ciiito da Paolo terzo, conceiie a' Velcoai di comi
cargli con qaeilojmaptrrmolti impedimenti non lì mandò ad effetto. E:
fti Vi e pericolo , le il Calice gli è Iciiato , che non fi voltino a Lutherai
Thcologijncllc loro piìbliche dilputchaucr mollo diibio, clic quelli, (<
chiedono il Calice (ìano hcretici: ma dalla MaclH Imperiale non è proci
fcnonper Carolici: ben vi è Tpcranza, con queftaconcellìone, di ridurr i.i
moki Protcilanri , come già alcuni d'clTiprotcftanojche fìridurrcbbono <
fatij delle no aita, & li conuertirebbono : alti imenti, il contrario doueir?]
re. Et per risponder a chi richieic quelli giorni pailati , Chi è quello, che e
manda?ieglidica,Chc laMacftà Celarca richiede, che rÀrciiiefcouQ di^
pofli ordinar Sacerdoti Califtini : & gli Ambafciatori del Clero di E jj
richiedono l'ifteiro per quel Regno: & (e non folle fiata la fperanza d'oiì
liO,non vi farebbe pia reliquie di Carolici. In Ongaria coilringono liSa i
ti,con leuar i beni, &c minacciargli fu lavita, a dar loro il Calice j Óckij
l'Arciuefcoiio di Strigoniacaftigatopercio alcuniSacerdoti, il popolo
to fenza Preti Catolici,onde il ftà fcnza Battelmo,i5c in una profonda igni
della dottrina Chriiliana,per dar facilmente nelPaganifmo. In hnc, prec
Padri ad hauer compafiìone,e trouar modo di conferuar que' popoli nell
&c racquiftargli fuiati.
efem tutta In fine della Congregatione, li Legati diedero le minute formate iopi
ìnCmgreg<i- primi articoli, per non incontrar nelf oppolltionc delU Congregatione
none: dente.Et ne' giorni feguenti, li Padri trattarono fopra ài quelli j & foprai
s'allargarono molto,entrando a parlare della gratiaSacramentale,fepiu(
C€ua,communicando le due fpecie:& chi difendeua runa,& chi l'altra p?
Cardinale Seripando diceua , Che, elfendo fiata difculFa la medefìma dil
nel Concilio m tempo di Giulio, fu deliberato , che non fé ne parlalTe : c<
to cio,fecero alcuni Prelati inftanza che fi diehiaratrc j ma non fu riceuii
le contrarietà delle opinioni» &perchc la maggior parte teneua che!
l'altra opinione foife probabile: ma, per eiiitarogni difficoltà, fuconc
alcuni fefcoHÌ dire. Che fi riceue tutto Chriflo,fonte di tutte legratie.Si preparauanoa]
'vogliono pur- Q VtfcouiperpartirdaTrento, di queUi, che, per hauer parlato conmc
^'^^ fecto,&; ardore della Refidenza,livedeuano eiroii,«Sc dubitauano,perfeuci
di qualche graue incontro:tra quelli era Modena, altre volte nominatcf
to di buone lettere , & finceracofcienza : quello di Viuiers ; &GiulioI
Arciuefcouo di Surricnto ; 6c Pietro Paolo Coflazzaro , Vcfcouo di Aq
aitrijchehaueuano da' Legati ottenuto licenza: da Mantoua, per vederg
me ami:i,che gli erano) liberatisi dagli altri, per rimuouer le occafioni
mafonofe.r- ^^^i Ma l'Ambafciator di Portogallo diiTioIlrò a' Legati, che quello fi
' ftato con detrimento della fama del Concilio,fapendofidatuttilacaufa»j
partiuano : & farebbe flato detto , che non vi folTe libertà ; che farebbe rj
^c o con poco honore dpi Pontefice : onde rifoluettero di fargli kxmm.
ero
iJPio un. LIBRO SESTO. 543
y ndcndo,che quando quelli FoiTcìo partiti, altri fi preparauano per chic- e i o i o
(iiza. LXii.
] prendo iLcgati di propone gli altri arcicoli^pcr ledifScokà, chcprcuc-
, addì tre Luglio , gli Amba! ciatori Imperiali, (^ Bauaro , fecero inftan- .
■ ioDia quelli toilcL-o detti i voti. A quello effetto tarca il dì fceucnte ' ^'[^,""7' /*-
d:'gatione,gli Anibalciatori Franccli prcicntarono una icnttura,ellor- (f,-^,„^^^g^
Padii a conceder la Cominunione del Calice , fondando la Tua ri- Calice^
[5 , con dircChe nelle cofe deiurepoJitiHo , come qucfì:a,conaeniua condi-
je , & non oftinarfi tanto , ma coniìdcrar la neceffità del tempo , &
i: al mondo fcandalo,con moftrariì tanto tenaci in confcruar li pre-
imani , &: negligenti ncU' oilcruanza de' diuini , non volendo rifor-
s: in fine, richiefcro che,qiialonque detcrminatione facclFcro, folle
nodata sì, che non pregiudicailc all' uio de' Rè di Francia , che nella Tua
i rationericcuono il Calice: !:c al coftumc d'alcuni Monafterij del Rc-
i e in certi tempi lo miniftrano. Nella Congregatione però altro di piii^
i ecc , fenon che furono dati fuori tutti ifei capi delia dottrina , per trat-
tile legucnti.
J arono li Lesati attoniti,con(ìderata refpofitionc de' Franceri,compren-^ f^"°"*"*
I ' 1 - -.- ^ • • 1. r • 1 • o 1 • gelalia i Lev*
IJ he {■olicro uniti con gì Imperiali , & che tanto maggiormente come- „•, ia„ali per
1 0 caminar con cautione : & ben ponderando li motiui de' Francefi d'ai- deludono gli
i: precetti poritiui,auucrtHono,ciie la conceflione del Calice, oltra le dif- mieglìdtm:
i iLopoiì:c,tiraua ieco molte altre in diucrfc materie.Raccordauanli lapc-
: àc ì matrimonio de' Preti fatta dal Bauaro ; d^ che due giorni inanzi , in
i >,.i!la prefenzadi molti Prelati inuitati,Lanfac,eirortandogli acompia-
ipcratorc nella ^etitione del Caliceli lalciò intcnderejche la Francia de-
: ile orationijollicij diuin!,& MelTcin lingua volgare ; & che foirero le-
1 i{;ure de' Santi , >?>: conceiro a' Preti il potcrfi maritare : «Se conofccndo-
) hcilmentc fi fa oftacolo a' principij,che a' progreflì,& con minor flirica-
' bifcc ringreiro,che fi (caccia uno di caiajuifolfero che non era tempo di
. lei Calicc.Opcrarono coi Pagnano, agente del Marchefe di Pefcara, che
t" j/ilanza, accio non fi venillc alla detcrminatione, prima,che il fuo Rè
) aailatonntcrmifero le Congrcgationi del Tei & del tettcper trattar quei
lìcon gP Imperiali>chefi contentallero di difterir quella materia: allcgan-
i|rfe ragioni,lapiu concludente dellcquali era la breuità del tempcper far
i^apaci che la conceffione folle neceilaria. Finalmente,dopo longa trat-
)| «condifcefero gli Ambafciadori a contentarfi che Ci differiife tutta lapar- ■
t mte a' dogmi:ne quello piacendo a' Legati,infine gli Ambafciatori con-
i :o,che fi dilFerilfe quel folo punto,facendo però métione della diladone
qctojcon promiffione di determinarne una alti'avoira.Reftaua trattar co^
cjìjdoue trouaronopiu facilità che non credettero,dicendo efTbChe quel-
>ina cofadaloro propofta,ne»ricercata;mafoloin quella haueuano fatto
c/a agi' Imperiali. Superata quella diificokà,fi diedero a formar i decreti,
l^cioiipotelTe co maggior preftezzaelTeguirejfeccrointcderechcsVolcdo.
544 CONCILIO DI TRENTO PapaPi n
J.J3 i3 alcuno raccordare qualche cofa, la poneire in fcritto , accio non fi tarili
LXii. compoficionc.
rìmoftrar.':^e Nella Congregatione degli ottcDaniel Barbaro, Patriarca d'Aquile ,
de Framefi f^o voto dilIcChceffendo venuta nuoua dell' accordo di Francia,& douic
.neglette.' ^ per ciò credere che molti Prelati venirebbonojlaria bene alpettar di trau
dogmi imo al loro arriuorncellcndo di ciò fatta inftanza da altri,men(d3
flciìì Ambafciatori Franc^rfbla propofta cadette da fc. Nella kguente C ig
gationc , Antonio Agoftino , Vcicouo di Lerida , raccordò, che folfc lii
nientionc delle conluetudini di Franciajfecondo l'inllianza degli AmbaG .t(
poncndoui parole che rileruallero ipriuilegij di quel Regno, Ibggior, tu
Che ancora, dopo la determinationedel Concilio diCoilanza,liGre n
fono (lati vietati dal communicarcol Calice, hauendolo per priuilegio ju
cgliha veduto:ne elTendo feguito da altri, che da Bernardo del Bene, Fi :i
iWjVefcouo di Nimes,anco quello raccordo fu pollo a canto. Dopo l; a
gregationejl'Ambafciator Ferrier richiele l'Agoftino con curiofità , del i ic
autore,& tempo di quel priuilegiojilquale hauendo egli riferito a Pa I
ma(b,ri(e l'Ambafciatorcelfendo cofa certa,che nella Chiefa Roman ei
anni dopo Damafojl'aftenerfì dal Calice era {limato facrilcgio , &c che U d
Romano delcriue la Comraimione de' Laici iempre col Calice ; &c che 1 3,
M.C e. Innocentio terzo fa mentione, che le donne riccueuano il la: ic
Chrifto nella Communione.
àtfcorfo del ^^^'^ dieci,Leonardo Aller,Thedci'co,Vcfcouo titolar di Filadelfia, a 1;
refcotto diri- lafettimanainanzi,diccndoilfuo votofoprai decreti, fece una digrefl e
ladelfìa,per a- guifad'oratione formata,ricercando li Legati, &: la Sinodo, che s'afpetc. r
frettar i The- PrclatidiGermania,ufando diuerfe ragioni ; & frale akre,tre, che furo r
dejm: riceuute dalla Congregatione:cioè, I. Che non s'hauerebbe potuto e n
quel Conciho Generale , doue folfe mancata una natione intiera pru p
della Chriftianità. II. Cheilcaminarmanzi,fenzaafpettarla,farebbeui £
pitar i negoti j. III. Che il Pontefice doueua fcriuergli , & chiamargli p ii
larraente.Non era coniapeuole il buon Padre degli otficij, che il Ponte! ;l
ucua fatto per mezzo delDelfino,.?c Commendone,rLioiNoncij,due ann u
zi in Germania : &c delle rifpofte fatte loro da' Proteftanti , & da' Cato il
quelli,negando volerej^ da quefli,fcufandoiì non poter trouarfial Conc a
penfier dimolti,che dagli Ambafciatori Imperiali folFe flato molFo ;qua p
che fi differiua di rifoluer la propofta del Caiice,hai3erebbono voluto prò ij
il rimanente ancora.
t^l fregila, ^ Nella feguente Congregatione furono letti noue capi di riformatior .|
fefra U ordì- ftabiliti:&; al primo di far' ordinationi gratuite, Alberto Duimio,Vefc e
nationtffo,' y^gj j^ ^ ^-j^g , come gionto una fettimana prima , non s'era rrouato a tra u
' quefta materia,di{Iè,Che teneua quel capo per molto imperfettojfe infien n
fi ftatuiua,che parimcte a RomajfireftalFe d'eflìgger pagamento per le di :
di riccuer gli ordini fuori de' tempi,inajizi l'etàjlenza licenza > & elTamin i
Oi
LPielW. LIBRO SESTO. ;4) _____
iarIo> & fopra le frrcgolarirà, «3c altri impedimenti canonici. Poiché in eia i3
: fi fanno icgran ipdc>chc a poucri Vcjfcouijchc per il più non hanno lxH'
viuerc, fi dà una picciola limoiìnajlaqualc egli viuamete [ci\t<i che fi leui, .
ero dando al mondo quefto fcandalo di decimarla ruta , 8c rubar gli ori,
irgenti.Conqueftaoccafione fi eftefe a talfare i pagamenti,cheinRoma
fauano per ogni forte di difpenfa: & foggionfc , che", quando difpenfe gli
;ateprefcntatejOperordinationi,operaitrojha coftumato d'interrogare,
juelle haueuano pagatoj & intefo di fi, non ha mai voluto circguirne , ne
ernc:che io diccuapubiicamente,perche coli era debito d'ogni Vefcouo
Alche elfendo rifpoftojche di quefto s'era già parlato in Congregatione,
uto di rimetter qucfta riioiutione al Papa , ilqual con maggior decoro
ormar gli ufHcij di Roma; replicò il Vefcouo j che ne haueua parlato la
ima paifata in Roma più volte a chi poteua prouederci , ma particolar-
ina in cafa del Cardinale di Perugia, in prefcnza di moki Cardinali , &
di Gorte,& detto IcrtciFe cofc ; da' quali fu rifpofto , Che erano cofe da
e in Concilio:hora intendendo il contrario,non ne parlerà piu,poiche Ci
n'ouifionc eifer lafciara a Dio.
nque Chicle al fecondo delle ordinationi a titolo, diilèjElTere più ne- eddclnaut-
proueder,fecondogli antichi inftituti , che nilTuno fia ordinato fenza chiefe/^p^a u.
:ufficio,chefenzaentrata,eirendo di fcandalo ccccdluo , che fi vedano «^<^'^tìoniz
rfiPreti,nonpcr feruir aDio>& alle Chiefe, maper goder' un ocio con- "*
on molto lullos^ una buona entrata: che a quefto la Sinodo doucua
)irito,&trouar modo che nilfuna perfonaEcdefiafticafolfe nondedi-
iialche minifterio,per hauer egli oireruato , che in Roma , in quefti
tempi,fonoftatidariVefcouatiad alcuni , folamcnteperpromuouer-
liin breuetempo gli hanno refignati,reftando Vei'coui titolarifola-
■rTambitione della degnità:laqual inucntione l'antichità hauerebbc
,comepeftifera.Al quarto capo,deldiuidcrlcParochialigrandi,&nu- ^fopvx U di-
.opo hauer lodato il Decrcto,aggionfe, che era più neccifario diuider li ^^P°^^^^^*
:igrandi per potergli gouernare:allegando, che inOngaria ve ne fono ^^"^ '*'
co miglia di longhezza,quali non poifono c{Ièryifitati,&'ben retti da
:quali cofe non fiu'ono ben' interpretate da^H adherenti Romani , pa-
e tutti folfcro volti a rinouar la trattatione della refidenza,
ancora peggio! fodisfattione il Vefcouo di Sidonia, della mcdefima tid sidonia,
proponcrldojfotto mctafore,la riform.a dell' iftcìro Pontefice,dicendo, fi^ra U rifor-
f Ipoteiianoleuatletcneijre dalle ftcllcfe non leuatcle prima dal Sole; ^Mìonc M
ili ir il corpo infermojlafciando le indifpofitioni nel capo,che le influifce ^*^*'
JTiembra.Et fopra l'ultimo capo de'Qucftuarijjdille, Non elièrdegnirà
ilio,ne utilità della Chiefa,incomminciar la riforma dalle cofc mini-
la fi trattar prima delle cofe d'importanza, &: riformar prima gli ordini
if , &poi gì' inferiori: allequali fentcnze parcua che corrifpondcircro
J latiSpagnuoli,& qualche Italiani ancora.Ma,parte,condirc,che quei
f^jià^rano formatijj&chc il tempo fino alla Seflìone,che era di tre gi<if-
Zzx
5^6 CONCILIO DI TRENTO. P^paP
ci:? 1 3 ni»non comporraua che fi poteirtro digerire nuoue inarcrie;paire,con fa
Lxii. cppohcionijchcripotcuajallecoledctceda qucfti;(^:con ailicurarc che
tehcchauercbbc fatto una ftrccrifliina riforma nella CoiTc,li rimedij aj
deliaqualc meglio Iiporeiiano &dilccrncre de applicare a Ron-<a,doL5c i'j
tà è meglio conotciutajchc in Concilio. E con altre tali ragioni furon
le proLulìoni raccordate da quefti,(3<: da altri PrelatÌ5& furono farti cont
noae articoli per air hora.
fropofia dire- Ma,finita la ConG[rccratione,iLciTatij& altri Pontifici hrimaftiinfieiii
le' '{,;"■'' k cole udite, dilcorlero , Che crciccuaognidì l'ardire de' Prelati, a
nuoue,6rreditiote,(cnzarirpettojche lì doueuachiamare,non libertà,!
pa liccnza:& li Theologi ancorajcon la longhezza deMire, occupauan ^
iltcmpo,contraftandotraloro di niente, & palfando Ipello alleimpc;i
chejfegiiendocoil,noniìvederà mai il finedelConcilio:&oltraciò,cj
ricolcche il,dirordines'aumenti,& produca qualche iìnillro eftetto.C
BattiftaCaftellcPromotor^, chchaueua eiPercitato riftello ufficio r
cedente ridottione fotto Giulio5raccordc),che il Cardinale Crefcenf
quando! Prelati ufciuano dalle materie propofte,ienza rifpctto interrc
éi. troncar anco il filo del ragionamento,^ a troppo proliffi farglielo ;
re,& alcune volte imporgli anco filentio:che una,o due volte coi! face
al prefentejs'abbreuiarebbono gli affari del Concilio,^ ifleuercbbon
lìoni ài ragionamenti impertinenti.Al Cardinale Varmienfe non pia
ftoraccordo:e diircChcsfeCrefcentiori gouernauain quella guifa,nc
uiglia, fc la Maeftà diuina non habbia dato buon progrcifo a quel
Chcniirunacofaè più necellaria ad una Sinodo Chriftiana^chc lai;
leggendo li Concili) de' migliori tempijfi vcdpno ne' principi) d'effic
ni,& difcordicetiandio inpreienzadcgrimperatori,potentiffimi in
pi,lequali,per opera dello Spirito Santo,infine tornauano inconcord
le;& quello era il miracolo,che faceua acquetar il modo. EccclTiuc eff
contentioninel Niccno Concilio, & nell'Efeiìno eirorbitantiflìme:
marauiglia,che al prefcnte villano qualche difpareri maneggiati con
uili:chivorrà,per mezzi humani,&; violenti, ouuiargli, farà che il ir
mando il Concilio non libero,gli perderà il credito: elfer bene rimert
che vuol' elfo reggere i Concili), & moderargli animi de' congregai
fuoJl Cardinale di Mantoua approuò il parer del Varmienfe,& bialm<
to di Crei'ccntio,lbggiongendo, che però non era contrario alla 1
Concilio con Decreti moderar gli abufì,con prefcriucre l'ordine di p;
tempo,diftribuendoaciafcunolaparrefua.Quefto fu anco dal Vaimi
to»3c reftaronojchcfatta la Seflìoncfi darebbe ordine a quefto.
SBcolùfo^r»' Ma,poiche gl'Imperiali furono fuori di fperanza d'ottener il Calie
ttk Soffiami lorointereiTi,!! Francefì,con alquanti prelati, faceuano ogni opera
impedimenti accio nella Seflione de' fedici,non fi facefle altro ched
feguente , come già due volte s'era fatto. Et li Legati , per euitarla
s'atfaticauano con ogni fpiritopper ftabilire k cofe>iI ch<e pubiicallerc
Pio uri. L I B R O S E S T O. HT .__.._
.Ila Coaimiin ioncj^v: li none di riforma. Qucfti ccrcauaiio ài nmuoLicrc, ci ^ i <
li d'inccrporix ogni difficoltà: con quelli fìm>rcftandofolo due giorni ai- Lxii.
onci] fece Congregationcla mattina de' quattordicirnell' ingrcilo deila-
Granata fece initanza a' Legatile hcjattefa l'impoiTanza della matcria,chc
L Lia da tratrarcprorogairero la Scflìoncj Se fece come una orationcin mo-
iLiante difficoltà rcftauano ancora in piedi, ncccllarie da elTer decife. I
, rifóluti incontraiio,non admifcro ragione alcuna. Se diedero principio efopraldt^
ime della dottrina,leggcndofi il primo capo uSrgionto a quei luogo, do- <:»'«»•
cCjNon poterfi inferu'e la communionedeilangue,per quclleparoledel
e inS.Giouanni , Se non mangiarcre la carne dei Figlio dell' huomo,&
teli fuo rangue,<S:c. entrò Granata,dicendo, clic quclpairo non pariaua
ramento,ma della fedcfotto metafora òi nutrimento , allegando il con-
: portando refpofìtione di molti Padri,& di S. Agoftino in particolarc.il
aie Seripandofi diede ad efporquel pairo,come fé leggcifc in Cathedra,
Lia ciie ognuno rcftaire fodisfatto : ma, ritornando Granata a replicare
ggior vehcmejiza, & in fine riclnedcndo che fé gli aggiongelfe una am-
, dicendo , Che per quelle parole non fi potcua inferir la comraunionc
iccintefe come fi volctrcfccondo varie cfpofìtioni de' Padri. Quella ag-
id alcuni Padri nonpiaccua,ad altri non importaua, ma pareua ftrano,
joconclufe le cofcYenilfe uno,con aggionte nonnecelTarica ttubare ic
3ilite,& furono cinquantafettcche diilèro NonplacetMa, per venir ai fi-
ggati il contentarono, clie vi folfe aggionta la claufula, che ben pare in-
n forza,& nei Latino incommincia, FtcHWi^He mxta varias.
"econdo capo,chc trattadell' autOkrità deliaChiefa fopra li Sacramenti,
Dfiad unpalfo, che ella haueiia potuto mutar l'ufo dei Calice con i'ef-
dellamutatione delia forma dei Battcfmo, Giacomo Giberto, Vefcouo
fileuò,edi^re,cheerauna biaftema, che la forma del Battefmocra im-
.e,che mai fu mutata, & che neii'eilentiai de' Sacramenti, che ciafor-
!i materia,non vi è alcuna autorità. Sopra di che elTendo fatte molte pa-
<jrcorJtraÀn finefirifoiuè di ieuar quella particola. Cofa ionga farebbe
quante cole furono dette,da chi per metter impedimenti,da chi per non
Wsntendo gii altri parlare.E naturalcquado una moltitudine èinmoto,il
i ra a chi più fifcoira, ne mai fi raccoglie un Collegio di ottimati cofi
t( :he non fi diuida in perfonaggi,& plebe. La patienza , Se rifoiucione de*
it Liperò le ditficoltà j fi che nella Congregatione delia fera furono (labili-
/idi dottrina, & gii Anathematifmi j con tutto, cheiiCardinaie Var-
il fé ben con buon zelo,frapofe elfo ancora difficoltà, a petitione d'alcuni
' i,quali rauuertirono,clie nel terzo capo della dottrina, dicendoli , Li
31?
1 3n ci
iTcr defraudati d'alcuna gratianeceifaria alla faiute, riceuendo una
li;:ie:fidaua grand' occafionedidifpute : perche, non elTendo l'Eucanftia
li Mito necelfario,con queliaragione fi potrebbe inferire, che la Chiefa la
a cuar tutta. Et molti Prelati adherirono a quel raccordo , dimandando
ij-ormalfcpcuhe la ragioacallegata comra, era euidentiffima , Se irrcfo-
zzz ^
548 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio Hi
"ci^ 1^ lubile5&: con tlifhcokà fi fecmò il moto dal Cardinale Sim onera , con dire ;h
1.XII* per lafcguenttCongregatione folle portato in fcritto inminuta come s'iii
rebbe donato riformarlo.
In quella Congregatione nuoua occafìone di difgufti portò il Cinque (\i
fcllqual' elTcndo llato amm.onito,faori della Congregatione, per le parol ie
te>che inRoma ildauano Vefcouatifoloperpromuouerle pcrlone, ritou;
quel ragionamentOjfacendolifopra longo diicorfo» come per dichiarate (ì
intentionejcon modo chcpareua dilcuia,maeraconferraacionedcllecollc
rccon fine del ragionamento,che fu una eirortatione a Padri a dire i vot o;
liberamente5fenza rifpetto.Reftò Simoneta aliai alteraro,per li fucceiri di ( el
Congregatione,laqual finita , al Varmienfe dimoftrò quanto foife conte a
feruitio della Sede Apoftolica afcoltar la impertinenza de' Theologi , hu^ y
lolitifolamenrealibri di fpeculatione, &peril più, vanefottilità, lequ e
(limano, & pur fono chimere: di che ne può pjcnderpruoua, pere he no :o
cordano tra loro: già tanti d'eflì hauer'approuato quel capo lenza con d
tione,& hora venir' alcuni con nuoui partiti, quali, quando fi farà afril ti
faranno da altri contradetti: effer e ofa chiara, che, dicafi qual parola fi k
dagli amoreuoli, farà difefa, & dagli auuerf^ij oppugnata : poco più o n: o
cure,poco importa ; ma che , dopo hauefintimato due Seflìoni , & nieni )j
rato, fi faccia riftclTo in 'quella terza,quefl:o efier quello , che farà perder' n
perabilmente il credito al Concilio j che a quello bifogna attendere a fa u
che cofa-Rello conuinto il Varmienfe,& rifpofe. Che tutto era flato da f
to per bene, elTendogliinuiati quei Theologi dagli Ambaiciatori dell' li e:
tore:s'àccorfe Simoneta, che labontà di quel Prelato era abufata dall' ac( n
za altrui ; & communicò anco con gli altri Legati il dubio, che dagl' hv d
nonglifofie canato qualche cofa, arcana di boccai& appontò con loro d u
tirnelo con buona occafione..
L'ultimo giorno ancora hebbe qualcheincontri, perche il Vefcouo ì
mes,cofi indotto dagli Ambafciatori Francefi,fece inftanza,chenelpri )i
pò della riforma,doue fi concede al Notario, per le patenti degli Ordini, i\
mento , non folle pregiudicato alla confuetudine di Francia, chenie;
vien dato. Fu feguito in ciò da alcuni Spa^nuoli, & furono fodisfatti, a: ic
gendo nel decreto,che la confuetudine folle faluata. Altre mutationi d "Q
momento furono richielìe, &c tutte concellè , Se melTo il tutto in punto, r
ner la Sellìone la mattina: li Legati fi leuarono per partirfi, ma Arias G q
Vefcouo di Girone,fattofegli inanzi,gli fermò, & dilFe, Che fedelfercSi: u
fero. Si rifguardarono l'un l'altro ^ ma il defiderio di far la Sefiìonc 1';
fegnò la patienza. Sedettero, con difgufto di molti Prelati , maflìme d 2
te : & il Vefcouo , fatto leggere il capo delle dillributioni , diife , Parerg o
ardua, che fi conceda al Vefcouo di pigliar la terza parte delle preben >
conuejrtirle in dillributioni: che già tutto eradillributioni,&: per abufo o
fatte le prcbend€:& che il Vefcouo da Dio ha l'autorità di tornar li mal ii
'buoni jinUjchi;nojieirergiufto,che,C9l dar il Concilio al Vcfcouolaterz"
Pio IIII. L I B R O S E S T O. 549
itorità che ha,lcaarglienei due terzi. PeròfidichiarafTcchc hanno i Vef- ci^ ci
■npla facoltà di coiuiertire in diftnbucioni quanto a loro pare conuenien- ixii.
crollò quella lentenza l'Arciuclcouo di Praga,con altre ragioni,& pareua?
)n la faecia,gli altri Spngnuolimoftrairero d'alTcntire. Ma il Cardinale di
ouajodata molto la pietà di quc' Vefcoui, affermato che quelfoflè punto
) d'elfcr confultato dalla Sinodo,promifc,pcr nome commune de' Legati,
i one cofi conicnfoda loro,che (e ne farebbe parlato la Sefllone fegueiite.
i line il dì fedicijtSc con le folite ceremonie andarono li Legati, Ambafcia-f «'"''« ■$"«/?"-
: Prelati>allaChicfa.NellaMeiranonèda tacere, che fu fatto il Sermone ««•-^«/woBe
:fcouo di Thiano , ilquale non hebbe rifguardo , con tutto che fi foifc ^ .T!f^^ .
fo di non parlare per all' hora di conceder il Calicca prender perfoggetto
t materia fola,&: difcorrcre che l'ufo del Calice fu comimune,mentre durò
trdicarità:maquellodiminuiro,(uccedcndo inconuenienti per la nec^li-
d'alcuni,non fu l'ufo di quello interdetto,ma folo fu infegnato , efìTer mi-
ale l'aftencrfene a quelli,che difficilmente poteuano fchifare rirreucren-
il'eflempio de' quali altri in progrcflb , per non ubligarfi alla diligenza,
ftennero.Lodò ne' primi rcllempio memorabile dipietà, biafmò l'impie-
nodcrni nouatori,che,perhauerlo,hanno cofì grand' incendio eccitato:
) h Padri alla pictà,(Sc ad eftingucr l'incendio, & non comportare,che pei*
slpatutto'l mondo abbrugi,condifcendino alla imbecillità de' figli, che
iTiandano altro che il fanguc di Chriftoigli ammonì a non hauer laperdi-
mteprouincicvS: regni, per iattura leggiera :& poiché hora, con tanto
do èrichicfto quel benedetto fangue , non temino che s'habbia da ufare
Ia negligenza , per quale fu tralaiciato , ma lo concedino : imperoche
ononglivuolcofitcnactnella propria openione,che mantengano tra li
ianiuna difcordia tanto pernitiofa per quel fangue,checgliba iparfoper
utti in ftrettiflima carità. Pafsò deliramente ad una elTortationeallarc/ì-
,5c finì con poco gufto de' Legatij&: altri, che defis^rauano metter in lì-
ti quelle materie.
D pò finite le ccrcmonie,fu dal celebrante letta la dottrina in quattro Capi, ^'<^to dtil*
\ lenti in foftanzatChe la Sinodo, andando attorno molti en-ori circa il "'"'»«»»o»e
:t r.ento deli' Eucariftia,ha deliberato elpor quello che tocca alla Commu- tf f '*(|/"iV
iifnù Htra^uCiSc dt fanciulli, prohibendo a tutti li fedeli di credere, infe- ' ^ ^
ii 0 predicar' altrimenti. Per taiuo,feguendo il giudicio, 3c confuetudinc
lChiefa,dichiara,che i Laici>5<: Chierici non celebranti,non fono ubligati
i:un diuino precetto a communicareT^^ utra^ue^Sc non poterli dubitar,
1; i fedcche la Communionc d'una fola Ipecie nonbafti:che,feben Chrifto
1 ituito,5«: dato il Sacramento fotto due fpecie,da queftonon s'ha da infc-
■^ e tutti fiano ubligati a riceuerlorue meno quello lì può inferire dal Scr-
n di Nollro Signore narrato nel fello capo di S. Giouannijdoue,febenfono ■
, che nominano ambe le fpecie,ve ne fonoanco,che nominano quella
l'I pane. Dichiara oltre ciojclfer Hata femore nella Chiefapotellàdi far
Wofleueila d;fpenfatione dc'SacraiTienti,faiuala foftanza: ilehepuo caua'*
Zz2 iij
Cl3 1^
LXII.
,So CONCILIO DI TREMITO Papa Pio
re in generale dalle parole di S.Paolo^chei iTnnirtridiChriftofonocIifpcnG
ÒQ linieri) di Dio:& in Ipccialc ncU' Euchariftia , l'opra lacuale Ci rilttuò
ordini a bocca. Che la Chicfajconolccndo quella ina aiuoricà jfc ben dalf
cipio era Frequente l'ufo d'ambe le (pcciejnondifneno, mutata quellaconfu
dinepcrgiufte caufchaapprouaco qucft' altradi commanicar con una;laq,
niikin può mutare jfenza l'autorità della m.edelìma Chiefa. Dichiara in e
chc/ocuo ciafcuna delle fpecicfiriceue tutto Chrifto,& il vero Sacramente
chi ne riccue una fola, nò è defraudato d'alcuna gratia necclEuia alla falute^
quello che al frutto s'afpetta. Finalmente infegna , che i fanciulli , inanzi il
della ragione,non fono ubligati alla CommunioneSacramentalejnon pere j
in quella età perder la gratia: non condannando però l'antichità del conti i
coftume in qualche luoghi feruato > douendofi lenza dubio credere, che ]
egliamths' habbiano fatto cio,pcr neceflìtà di falute,ma per altra caufa probabile. In j
matifmn formità di qucfta dottrina furono letti quattro. Anathcmatifmi: I. Cci
chidirà>che tutti i fedeli fono tenuti, per precetto diuinco per neceflìtàii
lutea riceuer tutte due lefpeciedeli'Euchariftia. II. Che la Chiefa Cat< e
nonhabbiahauuto giuftecaufe dicommunicarli Laici, & non celebranti >;
la fola fpecic del pane , onero in ciò habbia errato. III. Contra chi ncg r
chcjfotto lafolafpeciedel pane,tuttoChrifto,fonte,& autore di tuttelegi e
, , fìa riceuuto. IIII. Contra chi dirà , la Comm unione dell' Euchariftia e
'deUa riferna nccclTaria a' fanciuUijinanzi Tufo della ragione. Dopo qucfto,fu anco lctt< n
di int artìcoli: altro decreto, dicendo , Che la Sinodo fi rifcrua,con la prima occafioncd à
minare , & deffìnir doi altri articoli , non ancora dilcuflì , cioè , Se 1 a
gioni , per quali la Chiefa ha communicato lotto una fpecie , debbon ;f
ler ancora ritenute , & non concelfo il Calice ad alcuno : & fé , pan iq
che fi podi concedere per honeftc ragioni, con qual conditione ciò fi t
bia fare.
dueGtfnìù Mentre la Meifa fi canto , Alfonfo Salmerone, & Francefco della Torre, e
tnmuona dif- fuiti,feccro difcorfo,uno col Varmienfe,& l'altro colMadruccio,ftandogl ie
SeK ' ** ^^^ ^^ fcdie, che nel primo capo della dottrina s'era parlato con ofcurità ir 3\
teria dell' inftitutione del Sacramento nell'ultima Cena fotto due fpeciej& ic
bifognaua parlar' all' aperta^dicendo, Che Chrifto l'haueua inftituito perg i-
poft oli, & per i facrifìcanti folamente,non per tutti i fedeli : che qiiefta dai la
era neceiraria rimetterla dentro,per leuar a' Carolici ogni dubio , &: agli he :i-
ci ogni anfa d'opporfl,& calunniare : che e{Iì,coi'ne Theologi mandati dal ] n-
tefice,non poteuano reftare d'auifare m cofa di tanta importanza , & fecero )(\
grand' inftanzajmaflìmeSalmeronjchc con Varmienfe trattaua,che,fìnitaL 't-
tione del decreto,quefto prima,& Madruccio feguendolo, fecero lapropoi o-
nc:laquale a molti piacque, ma dalla maggior parte fu ripudiata, non per 1 in
fe,ma per il modo di proporla alla fprouifta,fenza dar tempo di penfarc. F la
fìeilàcaufanon piacque agli altri Legati: ma, per decoro del luogo, fenzai g-
gior moto, dilFero, e he s'hauerebbc riferuato alla feguente Scflìone, nella tr :a-
tione de' 4oi articoli riiiianenti,
>|paPioII1I. libro sesto. 551^^
l-iirono dopo letti li none Capi di riforma :Chc,per la collationc degli Or- cio io
JjijDimillaricj Teilinioniali, Sigillo, o altro ;il Vcicouco Tuoi minilhi,iion lxii.
p lino riccucr cola alcuna 5 ancorché ipoiitaneamente offerta. I Notarijjdoiie decreto dì rì-
Jicconfuetudincdmon riccucrc , &doacnon hanno faiaricpoffinorice--^"™''-'
d un decimo di fendo. Che niilim Chierico fecolarcie ben' idoneo, fiapro-
d ifo ad Orduie facrojfe non ha beneficio , patrimonio , o pendone fufHcientc
rJ viucre:& il beneficio non podi cil'er rinonciato, ne lapenfìone cftinta, ne il
tJrimonio alienato,fenza licenza del Vefcouo. Che, nelle Cathedrali, & Col-
|diate,doue diftributioni non vi iono,o (ono teniihpolTi il Vefcouo conuertir'
ii]aelle la terza parte de' frutti delle Prebende. Che nelle Parochiali di nume-
opopololiVefcouicoftringano li Rettori a pigliar' aiuti d'altri Sacerdoti;
quellejchefonograndidil'pacio,fianodiuifc, ^prouifìe di Rettori nuom,fe
ibifogno,anco colhingendo il popoloacon!^riD|.iirc. Che iVcfconi pollino
re perpetuamente li benefici) Curati 3 &:nonCuraci, perpoucrtà> de altre
tj.fc giuridiche. Che a'Parochi imperiti li Vefcoui diano coadiutori, .Srcafti-
' noglifcandalofi. Cheli Veicouipofllno ridurre i beneficij delle Chiefevec-
e, &ruinofe ad altre j&fiirreftaurar le parochiali, coftringendo anco ilpo-
o alla fabrica. Che pollino vifitar tutti i beneficij, che fono incommcn-
Che ila Icuato in ogni luogo il nome,ufficio,& ulb di Qocflore. Et in fi-
fu ordinata la Scdìone pcrlidicefette del mefc di Settembre, con dichiara-
le , che la Smodo , etiandio in Congrcgatione generale, podi abbreuiare,»?c
•ngar ad arbitrio,colì quel terminccome ogni altro , che li allignerà alle fe-
nti Sefiioni.
t Non furono le attioni di qucfto Concilio in tanta efpettatione ne' paflàri ghtdicij di
Itpi,quanto al prefente, clfendo conuenuti tutti i Prencipi in richiederlo, ma- ^^f^ftiSeffio-
2 Ambafciarie, d'ogni Regione congregato numero di prelati grande, 8c"^'
Ij druplo di quellojche fu per inanzi:&,quello che più era ftimatcelfendo fta-
j latoprincipiogiàfeimc/ij&quelliconiummati inquotidiane, & continue
i tationuconilpeditione di molti corrieri, &.prelati, da Roma a Trento,^
) Trento a Roma. Ma , quando vfcì in ftampa la Scffione, con una lingua da
p :i era memorato il proucrbio Latino del parto delle montagne : particolar-
3 atela dilationede'due^-ticoli eranotata:parendo marauiglia,che,hauendo
1 1 quattro Anathematifmi fatto quattro articoli di fede , non haueilèpotuto
I hiarare quello di conceder l'ufo del QaìicedemreEccie/lafiico. A moltipare-
1 mecche quello doueife elTer trattato prima, poichcquandofoffeftato con-
; Weifauano tutte le difpute. Il terzo capo della dottrina fu airai considerato
li la conclufione, che,riceuendo il folo corpo di Chrifto , non è fraudato ilfe-
Ijsdi gratia neceifariaiparendo una confedione , che fiperdi gratianon necef-
^a:(5c qui fi dubitaua,fe vi fiaautorità humana , che podi impedire la gratia di
!j)fopiabondante, &;non neceiraria:& quando ben potcdè , fé la carità con-
:j e quelli impedimenti al bene. Duecofefopra le altre diedero a parlar' adài:
'|ia,robligatione importa di credere che l'antichità non tenelFe per necelFaria
a omraunione de' putti j perche? doue fi tratta di verità d'hiftoria? è cofa di fat^
5)2 CONCILIO DI TRENTO. Papa P
. ^ 10
ci^ IO rosiS: dipalTatOjdoiic non vale d'haiicr autoricàjchenonpuo alterare lecoi
Lxii. factcj mac colìnoto a chi legge S.Agoftino, cheinnoue luoghi, non coi
paiol.i,fna condi("corro,a(rcLÌlcela neccflìcà dell' Euchaiiltia per li fanciull
doi d'edì la uguagliano allanecefilcà del Baccefmo ; anzi più d'una volta ^
che la mcderima Chicfa Romana l'ha cenuta5& definita per neceliària alla
tede' fliiiciulii:i!?c iJlegaperqucfto Innocenzo Pontefice, lacuiEpiftola i
ancoi"a,doue chiaramente parla. Etfì marauJgliauano,come il Concilio, {
neceduà,!! folle impedito in quello fenza effito,^ con pericolo che altri d:
fcjOlnnocenzo,o il ConciHohauer' errato. L'altro era il fecondo Anathi
tilmo, con la dichiaratione,che lìahcretico chi dice la Chiefanoneirerfi)^
iadagiuftecaurcacoramunicarefenza il Calice, che è fondar' un artico'
fede fopra unfatto humano :& haueuanoper cofa molto mirabile ,confcH
che l'huomo non e tenuto ad oiferuar il Decreto , fenon de iurehumano j
creder che fia giufì:o,è ubligato de ture diurno , & poner per articoli di fede,
che (ì mutano alla giorjiata. Altri ancora aggiongcuano , che fé vi erano qi
tanto giufte caufe, conueniua dirle, & non coftringer gli huo mani con tei
a credcre,ma conperfuafione : che veramente quello era un fìgnorcggiare
deche San Paolo tanto detefta.SopraiCapi della riforma, generalmente
ccua,che nonpoteuano eiTer toccati particolari più lcggicri,ne più leggieri
te : & che era imitato quel medico, ilqual \t\. corpo tiiìco, attende a cnn
prurito: &quel metter mano per forza nella boria del popolo, per fpefi
•CuratOjO pcrrcftaurarChiefcpareua cofa molto ftrana, &: quanto alla fo
za, *?c quanto al modo : quanto alla foftanza , per eifer fuperfluamente rie
..Clero ,&: più tofto debitore a'Laiciperdiuerri,& euidentirifpetti: quan
imadcperche ne Chrifto, negli Apoftoli mai pretefero coftringereaconti
tioni , ma ben diedero facoltà di riceuer le volontarie : & leggendo S.Pac
CorinthiJ^ & Calati, fi vede il trattamento del Patrone al bue che trebbi:
l'ufficio del Catecumeno verfo il Catechizante,fenza però, che quegli opc
d habbiano alcuna artione , o dritto d'cirattione ; ne vi fia nel mondo aut«
pretoria,cke poflì fcruirgli.
Finita la Scflìene,H Legati fi diedero a metter' ordine alle cofe daelTami
per l'altrajcon dilTegno d'abbreuiar il tempo, fé poflibil fotTe flato. Arriaai
nconcHlatlone ^'-^ Trento lettere da AlelFandro Simoneta,al Cardinale fuo fratello } & dal '
de Ledati, dinal Gonzaga,alzio,con efficacifllmeeirortationi, per nome del Pontefiù
accommodar le diiFerenze , ^ all'auuenire intenderfi ben infìeme. Per qii
la Domenica dopo la Se(Iìone,Simoneta redo, partendo li Legati dalla Ch
a difnarc<}n Mantoua,& ne fegui perfetta ricoiiciliatione. Entrò queftoii
gionamento di quei Prelati , che pratt'icauano in cala fua , & erano in fofp
a Mantouaper uffici) fatti contra lui:ma egli lo fermò modeftamente , dicej
che air auuenire non parleranno coli. Trattarono ftrertamente, come dare
pita fodisfatrione ai Papa,& alia Cortcin materia della refìdenza, & quali
lati farebbono atti a maneggiarfì aperfuader gli altri : quelli , chegià erano
perti per riftrctci ncgl' interefli Pontifìcij*o della Corte, fé ben atti del và^\
Pio ini. L I B R O S E S T O. 553
larono non buoni per mancamento di credito. MclFcro due di ftima per ci» lO
&: molto deftii nelnegotiareji Veicoui diModcnaj&diBrelcia.L'iftef- lxii.
no rAuciucfcoLio di Lanciano , congregati li Vefcoui, che per fuo porto
uiofcrittoalPapajgli prefentò il Breue di rifpofta, pieno d'amoreuolez-
nanità, 3c oiFcrte> che gl'indolcì tutti, «Sì; portò gran momento per rila-
'ardore della reiìdenza. S'aggionfe pur il giorno mede/imo un' altro acci-
iiolto faaoreuole al Ponteiicejchc il Marchefe di Pcfcara mandò al Sccre-
Dpia d'una lettera fcrittaglidalRèjdoueglidiceua» Che,haueado intefo lettera del 1^
ere all'Imperatore , ^c a Francia , ladichiaratione delia continuatione; <i^Spagm,fo~
fcendojche quando fi faceife, potrebbe cauiarladiirolutioue del Con- ^J.^adJ^l""'!
commetteua,chenoii ne facctrepiu alcuna inftanz;i;purc he non fi fac- rejiden'zà:
liaratione di nuouainditcione , &c che il Concilio icgua^proieguendo
a incomminciato: gli ordinò apprelFo , di farfaper a' Prelati Tuoi, che
icua mtefo la controucriia , ìk dilpi-ita iopra la Reiidcnza , & l'inftanza
ijfòttajaccio fidichiaratre^^ luredimm : che lodauail loro zelo > & buona
)nc inondimene gli pareuajcheperall'horanon folfe a propofito tal di-'
oncrperò non douellero farne maggior inltanza.Moftrò il Secretano la
Prelati Spagnuoli : & Gianata,conlìdcratalaaccuratamente5diire,Che
\ daandauabene, poiché il Papa non la volcua. Il Rè non fapeua quello
oitall'e : che era confegliato dall' Arciuefcouo di Siuiglia j che mai rife-
: dalVefcouodiConca>che('cnen:auain Corte: che egli fapeua molto
[le fine commandaua , & l'ubcdirebbe in. non protcftare ; ma non refte-
i. dimandarla, fempre che folfe venuta occahone, fapendo, che non of-
)be il Rè. Fu anco moftrato il Capo della continuatione agli Am-
ri Cefarei , & Francefì, quali rifpoibro , Che veramente non vi è bi-
quclla dichiaratione cipreiramente in parole , poiché s'eifcguiua per
ongregationcdopojfu addì venti: nellaquale fu propofto , che s'ha- Cogregathne,
1] cattato dclSacrificio della Mcira,(?y: delli abufi, che in ciò feguono. Il /«*■ ^^ maurìx
le ài Mantoua fece una ammonitione a' Prelati ài dire li voti nelle ^^^^<^*^^delU
cationi quietamente , & fenza ftrcpiti, &C con breuità : & diede conto ^q^j.""
;ole> chehaueuano pofteinllcme , per ordinare le Congregationi de'
;i>afinedileuar le contentioni,laconfufìone5&laproliiIìtà : lequali
3no dalla Congregatione approuate. Dopo,il Cardinale Scripando di-
modo d'elFaminar li Capi di dottrina, & gli Anaihcmatilmi nelle Con-
ni : & raccordò,che già erano ftati eflammati, èc difenili nel medefìmo
)altrevolte,&ftabiìiti,febennonpublicati: onde poteuano li Padri
re molto le confìderationi loto,t he di nilfuna cofa vi era bii ogno mag- '
ediifpeditione. Soggionfe Granata, che, elTendo altra volta trattato
;fla, & reflando longo tcrnpo Uno alla Sefllone, fi poteua inficine trat-
ti -teria dell' Ordine:& l'illcllo fu confermato da Cinque Chiefe,ilche da
ili intefoiComc detto per ironia , da altri a fine di trattar della Rciìdenza,
■atì.ealbpromeiu fatta da Mantoua. Infine furono dati fuori gli articoli>
' AAaa
^554 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio
ciò 1^ per trattanicllcCongrcgationide'Thcologi. Fu la foftanza de' gli oidi
ixii. pr.idctti compk-da in fcuc regole. I. Che in cialcuna maceria propoli,
lallcro quattro folamcnre de'Theologi inandati dal Pontcficc,clctci da'L
due Secolari)^ due Regolari. II. Che dagli Ambalciatori de' Prcncipi
- to eletti tre de' ThcoiogiSccolari,mandati da quelli. III. Chcciafcunoiì
gati eleggclPe uno de'Theologi Secolarijloro famigliari. IlII. Cheditu
altri Theologi Secolarijfamiliari de' Prelati quattro ioli per materia fianc
ti aparlarc>incomminciandoda qaellidipiu anticapromotionealDott';
Y. Che nel numero de'Regolari , ciafcua Generale ne elegga tre del pn
Ordine. VI. Che nilPun de' Theologi,neldirc> ecceda lo fpacio dimezzai
& chi farà più longo dirà interrotto dal Maeftro delle Cerimonie : & e! |
piubieue,maggiormente farà lodato. VII. Che ciafcuno de'Theologi)
non toccherà luogo di parlar' in una materia, potrà portar in fcritto a' del
<|ueUo,che parerà nccellario circa le cofe propoftc. Conqucftc regole j
conto , che per all' hora hauerebbono parlato trentaquattroTheologf,2 1
lacrebbono potuto udire in dicci Congregationi al più. Nel ftabilirqucft
iie>per farlo publico>nacquc ditficoltàjche infcrittione dargli: parendo a
ni, che > col chiamarlo , Modo da feruareper liTheologi ; lì douelfeir
ncH'inconuenicnteoppofto da quel Spartano agli Athenieli, cheli fau'
fultaflero>& gli ignoranti delibcralTcro: per euitar' ilqualc la infcrittione
concepita, Modo,chc per l'auuenire lì donerà feruar nelle materie, chef:
ciPaminate da' Theologi minori : inferendo che i Prelati foiPcro poi Th
maggiori.
Gli articoli furono tredici. I. Se la MciPa fia fola commemorarione
crificio della croce,& non vero Sacrificio. 1 1. Se il Sacrifìcio delia M
roghi al Sacrifìcio della croce. III. Se Chrifto ordiaò,che gli Apoftoli
fero il fuo corpo,&: fangucnella Meffajcon quelle parole , cioè. Fate qi
mia commemorarione. 1 1 1 1. Se il Sacrifìcio duella MelPa gioui folau
chi lo riceue, &: non poflìciPer' offerto per altri,cofìviui,come morti j n
peceari,fatisfatcioni,& altre loro neceffità. V. Se le MefPe priuate > in
lolo Sacerdote riceue la Communione,fenza altri communicanti, flanc
te , & debbiano eiPer Icuate. VI. Se è contrario all' inftitutione dd Si\
mifchiar l'acqua col vino nella MeiPa. VII. Se il Canone della MelPa
ne errori , & debbia eiPer abrogato. Vili. Se è dannabile il rito della
Romana,di prononciare in fegreto,& fotto voce le parole della Confecr
IX. Scia MelPa debbia elPcr celebrata folo in lingua volgare, laqual da i
intefa. X. Se l'attribuir determinate MelPe a determinati Santi,fia abul
Se fi debbia leuar via le cerimonie, veftì, & altri fegni efterni, chelaCh
nel celebrar la MeiPa. XII. Se il dire,chc il Signore fiamifticamentefa'
toper noi fial'iftelPo, come dire,che egli ci fìa dato da mangiare. XIL
MefPa fia facrifìcio di ìodcy&c di rendimento di gratie , ouero ancora pi
toriojper li viui,& per li morti. A quefti articoli era foggionto,che i Ti
dk€Ìkto,(c eiano erronei > o fain^o heietici > &.fe medcauano eiPe^dall >ifl
I
^jA Pio IIII. LIBRO SESTO. jyy
( !)n(iannati>&chc fé gì; dÌLiidclIcro rraloro,fi che gli Hiccfctte primi parlaf- r. 1 3 td
, opra i rette articoli anteriori,^ ^li altri fopra i ici icgucnti. lxi r.
y^li Ambafciatori Francefì panie Icmpre dimorar nei Concilio con poca ri- *'!/Ì«/^'' «^«'
■X loiicrifpctto agli altri : ma , ufcito il Decreto fopradctto, maggiormente ^^'^""fi '*~'
:iLono ia gclofìa , poiché de'Thcologi s'haueua a farmentionc , quali di """ '"*
ll.j erano : coGachedaTrclatinon fifaccua, &pcr Francia alcuno non c-
Lii.tcrucnirc. Dubitauano anco, che con quello potclfc nafccr qualche
:, lei ciò alle prerogatiuc del Rcgno:perc) ali'hora iniinediatc>(5<: dopo anco-
, )n altre occafioni, auifaronoin Francia, che la difputa pallerebbe tra (oli
mi ,Spagnuoli , & Portnghciì ; che Francia non haucrcbbe parte, fc Sua
:à non haucllc fatto accelerar alcun Prelato,o Dottore; &c mafiìmcdouert-
{ .attar materie coli importanti , come gli arricoli propofti contencuano.
anco fcruircbbc per poter procacciar d'ottcnere,o impedir le cofcrecon-
jii leiìderio di Sua Maeftà,&; il contenuto nella inftruttion loro. Chc,(ino a
fe liora,nonhaucuano propofto alcuno degli arricoli di riforma, perrifpet-
Mionhauendovotidaiollencrgli, non farebbe ftaro tenuto conto delle
poftranzc. Che il Concilio non vuol afcoltarcofa, che pregiudichi ali*
1 OUL ro autoritcà della Corte, trouandolì il Papa Patrone delie propofitio-
li icndofl da principio il:atuito,& fucceflluamence oilcruaco , che non podi
r^'.lcuna cofapropofta , fenoli da' Legati :& non meno delle dcliberationi»
:i nolti Prelati peniìonarij,& altri dilpoftiafuadiuotione: & elfendorifo-
e he il Concilio non fi mefchi in riformar iaCorccmariferuare a lui tutto
: cgotio : ^ i Spagnuoli , che moftrauano gran zelo alla riforma, elFend»
ì !ati,&:ftorditi,perla correttioncriccuuta dal loro Rè: ne, elFcndoui fpe-
ftando le cofe in quefto termine, d'ottener altro che quello, che a Sua
i àpiacerà,poiche nilFuna inftanza,fatta da tutti gli Ambafciatori,&Prcn-
i :he fono in Trento ha potuto impetrare , clic fi tratti una buona riforma
* lifciplina ecclefiaftica:con tutto che , a' Legati fono (lati prefentati gli ar-
)| conforme non folo all' ufo della Prii'nitiuaChicfa,maanco a' decreti de*
imiPonteficLMajin luogo di quella, mettono auanti punti della dottri-
itrouerfi ai prefente , con tutto che gli era ftato moftrato , ciò elTer fuper-
I tefa l'allcnza de' Prpteftanti : &,fe pur propongono qualche cofa,che coc-
\ oftumijè dipochiffima importanza,&: di nilTun frutto.
i 'apa,cheper gli auifi giornalmente inuiatigii delle cofe che occorreuano ""'i^Vi^iid
nto,con tanta varietà,reilaua molto perpleifojfe al giorno deftinato s'ha- fffj"^*
se publicato alcun decreto nella Seffione , hauuto nuoua , come felice-
: folTe pallàta,ne fentì grand' aliegrezza,laqual s'accrebbe , udita la ricon-
loncde' Legati,& la lettera fcritta dal Rè di Spagna : ne potè contencrfi,
3n moftralleilpiaccrejdandone parte in Conciftoro , & parlandone con.
ibafciatorijiSc pafsò fino a ringratiare il Cardinale d'Aragona , fratello di
:a,dalqualericonofceuailferuitio:&,tutro volto, al prefto fine del Con-
lonfcoprendo che altra cofa lo potelfe portar' in longo,fenon la Rcfi-
»o la Commvinione del CaliccfcrilFe a' l.esati,Che egli era tutto intento
AAaa ij
55^ CONCILIO DI TRENTO Papa Pio 11
ci3 i3 alla riforma delia Corte,&: di ciò aflìcuralTero cofi gli Ambafciatod , ccic
LXii. Padri, che di ciò parlairero-,& cfiì attendeircro ad efpedir le materie : ilch ba
ucrcbbono potato fare in tre Scffioni al più. Lodò , che hauelltro rifcat
d'abbreuiarc il tempo prefìiro,eirortandogli a valerfi di quella facoltà. Ag q^
ilqualevuole fcchejConofcendo eiler difficile far buona rifolutione nel Concilio iam<;'
Ì^Td'ic dellaReildenzasper ellcr molti Prelati intereirati nell' honorc,hauend|
cùiofiAno ri- '^•■^o^^ ^^^^ detto la loro openioacprocurairerojche quella folle rimctraal i
meJJ'e a lui, parimente fi liberallero dalle inftanzcche da' Prencipi gli fono fatte into:|
Communione del Calice,col rimettergli quella ancora ; &c ic in alcuna*
materie,che fi tratteranno,qualche difficoltà s'attrauerlèràjnonageuole din
dare,propongano,che gli fiarimeirajpcrche egli , con maggior facilità > )t
ogni cola decidere nel Conciftoro^chiamatijfebiiogncràj qualche nur
Dottorijche in Trento > douc i vari) intereffi rendono le riiolutioni hv,
le,olonghi{Iìmc.
Cordine del ^ La prima Congregatione de Theologi fu il fcguentc giorno dopo me
*^^"T^,'^"'' nellaquale fu cofi ben leruato l'ordine di parlare una mezza hora,che il G ai
Cefuiù, Salmerone confummò eifo folo tutto'l tempo , con molta petulanza» die J
Che egli era mandato dal Papa,^ douendo parlare di cofe importanti o
farie » non doueua hauer termine prcfifio y3c difcorfe fopra i fette articu u
però s'udirono daluijfenon cofe communi, lequali non meritano me i
particolare.La mattina feguente fu imitato dal Torrenfcfuo (ocio , eh' "«l
elfo ancora tutta quella Congregatione , & più tofto replicò le cofe
giorno prima,che ci aggionfe di nuouo.Ma peggio fece, che in fincenr
luogo diS.GiouannijSe non mangeretc,&c. dillèynon poterfi intendere
della Goramunionefacramentale: & foggionlcjchenel primo capo d*.
trina,nella precedente Seffione publicato^parcuaeirerne tatto dub
10:
neceirario nella feguente dichiaravcche d'altro in quelpalfo non fi trait ^
. ^ ^ del Sacramento:& le alcuno voleiia altrimenti dire, egli fé n'appellaua a !
giudicati info- i^odo.Reftaronooffcfili Legati graucmente perle cofe dette, cofi per elTc o
"'"•*, ^ *rZl' tra ladeterminatione del Conciiio,come anco , perche introduceuano n i
,;; ceiiita della Communione del Calice:ma molto maggiormente, perchi ^
Giefuitijcon tutto che folTero li primi, vollero effer eccettuati ambiducij
ordini generali,con tanta petulanza:raccordarono il moto , che fu da lor< ;
tato nellaSe{fione5& quello Torres era anco in norma del Simoneta,pai
larmente per hauer fcritto centra il Caratino a fauor della refidenza , ch(
w//-e<^/«/«o,contermini,diceuaquelCardinale,infolenti:perilche,finitaiai
gregationcdiife a'Colleghi,che conueniua reprimer l'audaciajper dar eflì
mltefanùne ^g^i altri,& fu prefo partito di farlo con la primaoccafione. i
degli anicoHiè Nelle difcuflìoni de' Theologi,furono uniformi tutti in condannar d'I i
protmoche la [q openioni de' Proteftanti ne' propofti articoli : & breuementc.s'ifpedi
Ateffaefxcn- jJeglialtri.Longhiflìmifurono i difcorfi diciafcuno in ptouare,che la ^
vrln '^diimfìtà fia Sacrificio,nelqiiale s'ofFeriuaChrifto fotto le {pecie Sacramentalidc ra É
difmrìi principali da loro ufate erano , CKe Ghtifto è Sacerdote fecondo il U
Pio mi. -L I B R O S E S TO. 557
liredeclitmaMelchifedcch offerì pane,& vino, adonqiic il Saccrdotio di ci3 lO
oconuienechcriacoiifacnficio dipane,5cvino. Di più, l'AgnelPafcale lxii.
0 racnficio,s5<: quello è figura deli' Eucariftia, onde quella ancora conuie-
^fiaverofacrificio.Appreirojperla profetia di Malachia , per bocca dei-
Dio rifiuta il Sacrificio degli Hcbrei,dicendo,Eirer' il nome fuo diuino>
efi:alegenti,&: in ogni luogo otfcrirfi al fuo nome oblatione monda, che
>nonlipuoincendcre,che iìa offerto a Dio in ogni luogo, & da tutte le
Diueric altre congmenze,& figure del Vecchio Teftamento furono alle-
accndofondamento,chi l'opra una, chi fopra una altra. Del Teftamento
.ocra addotto il luogo di S.Giouanni,doueChrifto alla Samaritana infc-
ifer venuta rhora,quando il Padre farà adorato iji fpirito,& verirà:eirenda
lorare,nelladiuinaScrittura,fìgnifica Sacrificare, come per molti luoghi
ifcerSc la Samaritana del Sacrificio interrogòjche da' Giudei non lì poteua
:e,renon in Gieruflilem , 5c da Samaritani era ftato offerto in Garizim,
lU' fiora Chrifto era.Ond^.-per nece{fità>diccuano , conuiene intendere il
j d'una adorationeefterna,publica, &: lolenne, che altra non crafenon
i riftia.Eraancoprouatoperle parole da Ghrifto dette , Quefto è il mio
I ,chepcrvoiè dato,chepervoièrotto:Queftoè il mio fangucche per voi
'o.Adonqueneir Eucariftia vi è frattura di corpo , 8c cffufionedi fanguc>
no attioni di facrificio.' Sopra tutto era fatto gran fondamento foprale
di San Paolo, che mette nel genere medefimo l'Eucariftia co' facrificij,
iebrei,iS>:de'Gentili,dicendo, Che per quello fi partecipa il corpo. Se
:diChrifto;ficome nell'Hebraifmcchi mangia l'hoftie è partecipe dell*
& non fi può bere il Calice del Signore , ne eirer partecipe della menfa
bere il CaUce de' dcmoniJ5&: partecipar della menfa di quelli. Ma che gli
Dlifoflcro da Chrifto ordinati Sacerdoti, lo prouauano chiarcpcrle pa-
tte loro per noftro Signore; Fate quefto in mia memoria. Per maggior
erano addotte molte autoritàde' Padri, che tutti nominano l'Eucariftia
:io;ouero con termini più generali atteftano che nella Chiefa lì offeritce
•io.Vna parte aggiongeL!aapprefIo,eirer laMcifa facrificio anco, perche
0 nella Cena (cù.eiTo offerì:&quefta ragione portaua per principale, &
u il fuo fondamento jprima, perche, dicendo chiaro la Scrittura, che
ifedech offerì pane,& vino,Chnfto non farebbe ftato Sacerdote fecon-
rordine,fenonl'haueffe offerto effo ancora: & perche Chrifto diire,Il
fuo nell' Eucariftia elfer confermatiuo del Nuouo Teftamento, ma il
confcrmatiuo del Vecchio fu nella fua inftitutione offerto : perilche
nconfeguenzaneceiraria, che Chrifto egli ancora l'offeriire.Argomen-
ancora,che,hauendo detto ChriftcFate quefto in mia memoria : fé egli
uelfe offerto,noi non potreflìmo offerire:»^ diccuano , Li Lutheraninoii
i litro argomento perprouar la Meffanon elfer Saaificio , fenon , perche
ìnon ha offerto,& perciò efferpericolofa quella opinione,come fautri-
'. dottrina hereticale. PìlI efficacemente era ancora prouata per quellis
li ^hiefa canta neir ufficio del Corpo del Sign6re,dicendo,Chrifto Sacer-
AAaa iij
558 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio
cjD lO dotectemosfccondoroi-dinc di Melchifcdech, ha offerto pane , de vino. I
XXI r. Canone del MeiraleAmbrollancfidiccChe, inftituendo una forma di p
tuo{Iicrificio,egli prima ha offerto le ftcifohofLia, & primo ha infegnai
offenda. Si portauano poi diiierfe autorità de' Padri, per comprobationc
iftelfo.
Dall'altra parte, non con minor' aifeucranza era detto, Che Chrifto
Cena haueifc commandato i'oblatione da far/i perpetuamente nella C.
dopo la morte liia:ma lui nonhaucr' offerto eilb medeiìmo: perche la nati
quel facrificio nonlocomportaua:& perprouadiqiieftojdiceuanojchefai;
ftatafuperflua I'oblatione della croccpoiche per quella della Cena prece i
farebbe ftato rifcolfo il genere humano.Che il Sacrifìcio deli' Altare fu indi
daChrifto,perrammiemorationcdi quello, che egli offerì in croce: ma k
può ram.memorar altro,che cofa pailata:perilchc ì'Eucariftia nò potè ellèr I
fìcio inanzi I'oblatione di Chrifto in croce. Allegauano ancora, che ;
Scrittura , ne il Canone della Mclfa, ne CoTicilio alcuno, ha mai detti :
Chrifto offeriffc fé fteifo nella Cena:& i luoghi,che gli altri allegauano d ]
dri , quefti moftrauano douerfì intender dell' oblacione fatta in croce. Ce tj
deuano,hauendofi a deliberare la Mcfìaefler facrificio, come veramente
poteua abondantemente farlo per le efficaciflìme proue della Scrittura , i
dri,fenza voler' anco aggiongeruiproue non fuififtenti. Qucfta differenz
fu tra molti,&: pochijma diuifccoll i Theologi,come i Padri, in parti qua
de fu occafione di qualche contentione. I primi paifarono a dire, che l'alu
nione eraerrore,& chiedcuano un Anathematilmo, che gì' imponelfe fi! d
con dannar d'herefla chi dicelfe, Chrifto non hauer le fteflb offerto nella a
fottole ipecieSacramentali:gli altri in contrario diceuancche non era i ij
difondarfifopracofeincerte,&:fopra nuoueopinioni,non udite,&noni ki
te dall' antichitàimadouerfiftarfopra il chiaro, & certo, & per la Scritti >!
per i Padri,cioè,che Chrifto ha commandato I'oblatione.
Tutto il mefe di Luglio fu confumato da dicefette,che parlarono I k
primi Articoli.Sopragliultimi in pochi giorni fi fpedì più tofto con ii: ji
centra Proteftanti,che con ragioni.Non è ben narrare liparticolarijfenoi x:
ni pochi notabili.
Z/ftaìdeim- Nella Congregatione de' ventiquattro Luglio, la fera , Giorgio d'^^ ià
tedtt Jiafon- Theologo del Rè di PortGgallo,fì diede a diftrugger tutti li fondamenti d' ia
datofopranu' triTheolod,fattiper prouareil Sacrificio della Melfa conia Scrittura
3c prima dilfe,non poterli metter in dubio,fe la Mclfa fia facrificio,percl
i Padri l'hanno con aperte parole detto, & replicato in. ogni occafìone
comrainciò da' Latini,& Greci della Chiefa antica de' Marnri,(S(: pafsò e
pò in tempo fino a' nòftri,affcrmando,che niffun fcrittor Chriftiano vi i
non habbia chiamato l'Eucariftia facrificio: però douerfi concluder pei
che,per traditione degli Apoftoli cofi fia infegnato : la forza dellaquale >
danu0ìma»& e£caciiiliiia>peL' fai' Articoli di fedc^come qucfto Concil i
i
, Pio mi. LIBRO SESTO. 559
ipio inicgnato.Ma quefto verc^ ìk fodo fondamente veniua debilitato da
r faceua degli aerei , volédo aoiiar ncUaScrittura qucliojche no fi trouaua»
1 3 occafioncagliauiieiianj di calunniare la vcntà,mentre che la veggono
ire in arena coiiinftabilc:&: cori dicendo , paisò ad cflàminare a^iunoad
i luoghi del Vecchio, :<c NuouoTeftamento > portati da' Thcologi , mo-
lo>che da niiluno a poreaa cauar fcnfo crprefio di facrificio. Al fatto di
hifcdech rifpolCjChnfto circr Sacerdote di quel!' Ordinejquanto all'eifer
) &■ etcrnojlcnza prcceiTorejlenzapadrcfenzamadrcrenza genealogia: 6C
(efto farne troppo chiara fede l'ipiftoia agli Hcbrei , doue parlando S-
L ) allongo di quefto luogo, tratta retcrnità,& fingularità del Sacerdotio:&
iìcdc vino non fa mentione. Raccordò la dottrina d'Agoftino , che doue è
proprio di dire unacoraj^: non èdetra jfì caua argomento dallaautorità
g iuo.Dcll' Agnel Pafcalc dille ,non douerfì prefupporre per cofa cofi eui-
a,chcfoircfacrificJo;<3cic alcun piglialTe imprefa di prouar il nò , forfè
a :rrebbc cedcrgH la vittoria : 3c ancora elFer troppo dura metafora a farlo
<J eir EucariftiajiSc non più t ofto della croce : lodò quei Theologi , che , ha-
: ) portato il luogo di Malachia 3 gli haueuano aggiorno quel di S . Giouan-
: -ioiai-e infpirito,& verità : perche in vero formaliffimamente l'uno ,&:
t dcir iftelfa colaparlauano,& fcambieuolmcnte fi dichiaranano^non do-
i ar difficoltà fopra la parola,Adorarc : dfendo cola certa che comprende
L l lacrificio j& la Samaritana la prefe nel fuo generico fignificato: ma,
i oChriftologgionfejchcDio e fpirito , & conuiene adorarlo in fpirito,
1 11 vuol impropriare tutte le cofe , non dirà mai che un Sacramento , che
: . dA vifibile &:inuifibile,fiapurorpirituale,maben compoflo di quefto,
legno clcmentare:però che, volendo alcuno interpretare ambiduequei
i della interna adoratione, non potrà eiTer conuinto:& hauerà per fc la
iiilitudincellendo piana i'applicationej che qucfta è offerta in ogni luc-
ia tutte le gentis^ che è pura fpirituale, ficome Dio è puro fpirito. Pari-
fcguìjdiccndojchc leparole.Qucftoèilmio corpo, che per voi è daroi &
ucjche per voi è fparfojhanno più piana intelligenza, fé fi riferifcorio a#
^ ,& fangue,neir elfer naturale,che nell' eifer facramentale : come dicendo,
B :o è la vite vera,che produce il vinornon s'intendda vite fignificatiua,ma
X e,produce il vino:cofi,quefto è il mio fangue,che è fparlb,non dice,che il
S: facramentale,& fignifìcante , ma il naturale , & fignificato , è fparfo. Et
'jche S.Paolo dice,del participar il facrifìcio degli Hebrei , & della menfa
k "nonijjintef e i riti da Dio per Moife inftituiti,& quei che da Gentili erano
tielfacrifìcare,non daciofi proua l'Eucariftia facrifìcio : elfer chiaro ap-
ijMoife,che ne' facrificij votiuijla vittima era tutta prefentata a Dio,& una
t^refTaabbrugiatat&queftocra ilfacrificio:del rimanente,parte era del Sa-
dl e,& il refto deirofFeréte,& cofi qucflo,come quello loraangiaua co chi a
plcua,ne quel fi chiamauafacrificare,ma participar il facrificato.I Cetili i-
Wino rifteifotanzi la parte,che no era còfiimata nell' altare fi màdaua da al-
ai vendere : & quefb e laiiicnfa>che noni altare.Ii piano fenfo di S.Paole è.
_ s6o CONCILIO DI TRENTO PapaPio
e 1 3 1 3 iicomc gli Hcbreijmangiàndo la parte toccante all' oiFerente>che è rcliqui
Lxi I. racrificiojparticipanodcir altare,5<; li Gentili parimente } cofi noi, mangia
r£uchariltia,participiamo il facrificio della croce : & quello è a punto qu
cheChrifto dilfe, Fate quello in mia memori a: & quel di S.Paolo, Sempre
mangerete «qucfto pane , & beuerete quello calice, profeilarete il Signore
per voimorto. Ma,per quello, che fi dice, gli Apoftolieircr ordinati Sacci
per oiierir Sacrificio con le parole del Signore, poiché egli dice , Fateqii;
lenza dubios'intendena quello che haueuano veduto lui fare : adonque 1:
gncrebbe>che condalfe prima,che egli hauelfe offerto ; ma , non elfendo qi |
certo,& elicendo le opcnioni de' Theologi varie , de confeifando ciaicuiio
- l'una Gl'altra è Catolica, quelli che negano Chriftohauer' offerto, non ]i
concludere per quelle parole haucr commandato roblatione. Portò poi g i
gomentide' Proteftanti,con quali prouauano, cherEuchariftianonèinì i
taper facrificio, maperfacramento;&conclufe, chenonfipoteuadireci
Melfa folfe facrificio,fenon con fondamento di rraditione: eifortando a fei |
fi in quella, &non render la vcJ3tà incerta per ftudio di voler troppo prò
Difcefcepoi alla rifolutione d'egli argomenti de' Protellanti, & in quell
tutti gli audienti mal fodisfatti, hauendo recitato gli argomenti con for;
apparenza,^ foggiongendo rifpofte con debolezza j li chepiutollogli CX3
mauano:ilche fu afcritto da alcuni alla breuità del tempo, che gli rcllaua,f
uenendo lanette : da altri,al non faperlì lui efprimere : Se da' più fenfati: ^
quelle rifolutioni non lodisfaccuano lui medelìrao:del che elfendo molta
ed efoflenmo ^-^Qj-^QQjie fra i Padri, Giacomo Paiua, un' altro Theologo Portughcfe,
mpamr Tegnente Gongrcgatione replicò tutti gli argomenti da quell' altro fatti:
rilolfe con fodisfattione degli audienti ;& con ifcufare il Collega, aftcrm.
chel'ifteifafula mente fua: & gli uffici] chedagH Ambalciatori, & da'P
Portughefi,furono fatti in teftiftcar la bontà , ik. lana dottrina del Theola
giorni feguenti, refero le mentide' Legati fìncere verfo di lui, però t^U
giorni dopo,par ti, ne fi vede fcritto ne' cataloghi de' Theologi , fcnon in e
Ifae furono llampati va Brefcia,& Riua,inanzi quello tempo.
CmlUmeGe- ^j^^^ ventGtto Luglio,Giouanni Cauillone,Giefuita,Theologo del D:
[ma. lo fonda g^^j^f^j parlò con molta chiarezza fopra gli articoli, rapprefentando ili^
^,^'* '^ come fcnza diihcokà , non ii\ maniera d'eifamine, o difculTìone, ma con-i
di muouer gli affetti ài pietà. Narrò molti miracoli fucceduti in diuerrit
atìFcrmò,chc dall' età degli Apolloli lino al tempo di Luthcro , mai nilfur
bitò;allegò le Liturgie di S.Giacomo, di S.Marco, di S.Bafìlio, & Chrifofl
e tropusne u- Quanto alle^oppofitionide' Proteftaati, dilfc. Che erano Hate abaftansK
nnficil ma- Iute : ma anco, lenza quello , ballaua per tenerle fallaci, il venir da perfonc I
nkra di rifiu- natddalla Chicfa : Se in fine efsorrò li Legati a non permettere, che in qui
tar Protejian- ^.^^.-^ ^^ voglia folfero propofti argmnéti d'heretici,feaza loggiongcrgli et
tiflima rifolutione: & chi non la fa portare , fé n'ailenga dal nferirgliròcs
do la vera pietà,che le ragioni contrarie alla.dottrina della Chiela noniia
ferirei (enoii preparando l'animo prima degli auditori con narrare lap
w»
Pio mi. LIBRO SESTO. 551
e ignoranza degli inuenton,& che agli argomenti loro non vengono date ci 3 1 3
hie, fenondagenti di poco ceriicllo : &poi narrandog]i,quanto più fiic- lkii,
;-nente fi paoj& lenza le prone incermedierfbggiongendo larifpofìapiana)
l'amplificata: acquando pare che alcuna cola gli manchi, portando la di-
in altra materia , accio non 'lì gèneri qualche icrupolc negli aninìi dfgl:
ti,maflìmc e(rcndoPrelatf>& Pallori della Chiefa. Piacque grandemcn-
fcorfo alla maggior parte de' Prelati, & fu lodato per pio, & Catolico,5i
eritaire un decreto della Sinodo, che commandaire coli a tutti i Predica-
.cttori, & Scrittori. Non però all' Ambafciatore del Tuo Prencipe dicde'^iT*''* ^'fi-
Todisfattione , ilquale, dopo la Congrcgationc, in prcfenza dcgrim--^^"^'\ '^'"^'
, che faceuano complemento col Theologo per la grata concioncj diireij.^j*** ' **'^"'
eramente meritaua d'eifcr; commendato d'hauer infegnato anco nella
cita dclladottrinaChriilianajfapcrlì valer della Sofiftica.
jli ultimi Theologi aparlare,fu Fra Antonino da Valtellina,Domenica-f««r/«;, Do
l uale fopra i Tei ultimi articoli de' riti, diife , ElTcr cofa chiara per l'hifto- menkano in-
: ogni Chiefa anticamente haucuail Tuo Rituale particolar della Meifa, "'"'"''''""
3tto più per ufo,& a giornata, che con deliberationc,& decreto: che le '""'*'^^y/*>
eChiefe iìfono accommodate alle Metropolitane, o vicine maggiori.
Romano, per gratificar a Pontefici , cftato riceuuto inalFai proumcie:
to ciò , reftano ancora molte Chiefe , co' ruoi,diffcrcntiir]mi dal Roma-
lifccfe a parlar del Mozarabo , doue interuengono,& caualli, & Tchermi
)refca , che tutti hanno màftcrio & lignificato grande : & qucfto e tan-
rente dal Romano , che, fé in Italia fi vedelfe, non farebbe {limato
Che rella ancora iw Italia il Rito Milanefe, molto differente inpar-
Sipalilfime dal Romano. Ma eiTo Romano ancora ha fatto mutatio-
diflìme , lequali vederà chiaro , chi leggerà l'antico libro , che anco-
m fcritto , Ordo Romanm : & non folo ne' tempi antichi , ma anco
li fecoli in qua. Affermò, che il vero Rito Romano, già da trecento
lon è quello , che adelTo fi ferua da' Preti in quella città : ma quello,
di' Ordine di S.Domenico è ritenuto. Quanto alle velli, vafi, & altri
niti, cofide'Miniftri, come degli altari , non folo dalla lettura de' libri*
le e fcultùre, &: pitture, vederfi li prefenti elfer cofi trasformati , che fé ri-
ai ro i vecchi al mondo , non gli riconofcerebbono. Perilche concludeua,
1 ftdngerfi adapprouar li riti che la Chiefa Romana vfa , potrebbe elfcr
l' come ima condanna dell' antichità , *?c degli ufi delle altte Chiefe : &
-t e riceuer'ancopiu finiftre interpretationi. Confegliò , che s'atten-
c ' clfentiale della Melfa, & che di quelle altre cofenon fi facelfemen-
:- Tornò a moftrar la differenza notabile, del Rito prefente feruato in
1. a quello , che è defcritto nell' Ordo Romanm : & fece , tra gli altri
e ari, grande infiftenza, che in quello la Coramunione de' Laici foffe
i >c le fpecie : & paifò ad effortar a concederla anco al tempo prefente, - - ,
^ lo agU alianti difpiacque : ma il Cinque Chiefe pigliò la pio^ettio- ^^^^^^^^j^,
i condire , Che il Frate non haueua detto cofa fàlfa , ne fi poteua im- G;
BBbb
5^z CONCILIO DI TRENTO. PapaPioì
cx3 iJ putai'gU d'hauer dato fcandalo: perche non haueiia parlato ne al popolo,;
LXii. idiotijma in una corona di dotti, done nilUina cofa^cra può dar malaedi
tione:& chi volcua dannar il Frate per tcandalolojO temerario, dannaua \:
(e fteilo,per incapace della verità.
wfdefime dif- L2diiilrcr.2a>ch£ Fu tra li Thcologi,fu anco tra i Prelati deputati a con
ficoltàfr.t i reladottrina,& gli Anathematifmi, per proporre in Congregatione : iirj
f'Tdati: che, nella dottrina douendolì metter le prone, & efplicationi, perche la. i
fia lacrihciojtccondo la propria afFettione, chi una , chi l'altra voleua, o i j
baua. Martino PereiìojVefcouo di Segouia,che era interuenuto allcttali
ni, che in quefla materia il hebbero in Concilio nel fine del m.d. li. ers
rere, che fi pigliairc quella ileila dottrina, & Canoni, che erano formati )j
blicarfi il Gennaro M.D.L11..& quelli follerò riueduti» Ma il Cardina!,
pando non approuaua,dicendo,Che in quello appariua unapietà,&zelc|
ftiano incomparabile j ma foggetto molto alle calunnie degli auuerfari
non bifognaua hauer per fine d'inftruir li Carolici > come parcua che quc |
haueirero hauuto 5 ma di confondergli heretici. Pcrilche conueniuap;
tutte le parti più riferuato ; &: non elicr giuda cofa ir.ettcr mano, come
torijnelleair hora ordinate : meglio eifer fardi nuouo , iSc non dar' occaf
dire, che s'habbia raccolto il feminato d'altri. Granata era difcordc da
non voleua che il diceire, che Chrillo offerì nellaCena, ne meno che ini
ilfacrificioconquelleparole,Fatequefloin mia memoria. Scripando»
al primo, diceua,non hauerlo perneceiTario,*?^ poterfitralafciarcbaftai
Chrifto habbiainllituito l'oblationc :. ma eliir ben nccclfario dire conc
lolejue eiTerne altre che le ludettc. Ma Gio.AntonioPantufa , Vefc
Lettere, con molta paflioq^e voleua nel decreto le ragioni, <Si di Melchi
& di Malachia, & l'adorat^one della Samaritana, & lemcnfe di SanP;
l'oblationc di Chrido nella Ccna,(S«: ogni altra ragione allegata. In fin-
difputadipiugiorni,conuennerodimetcer'ognicoia , perche li Prels
Congregationi hauerebbono d^tto il parere„Sc: il farebbe leuato quello,
maggior parte non folfe piaciuto. Fecero anco una raccolta d'abuiìjch^
rono giornalmente nella celebratione delle Meirc,inpo„co numero» ri,
quelli,che del m.d. li. furono notati.
pyocuratoyi Addì tre Agoifo fu fatta Congregatione generale, ^pr riceuer li Pro(
def^efcoui £Ì»de' VefcouidiRatisbonaj & Bafilea , afined'honorar qucfto fecondo;
]{atkbona,e della città di Baiileaj che contcndeua anco con lai per il titolo, volerli
BaJìUA > rice- ^^^^ ^- 3afilea,ma di Porcntruto fi dimandaiTcData fuoriia formula , 1'-, i
^'uta Copra ' ^^ouo di Lanciano fu di parere, che fi publicaiFero gli Anathematifmi f(|
ia minmttdtl tralafciairero a fatto li capi di dottrina : allegaua l'eircmpio degli altri C|
pereto, ne'qualifivededapochiflìmi ufata: & che quello iftelfo Concilio Tridj
nelle materie del Peccato originale,la tralal'ciò, & in quella de' Sacrami
delBattefmo:diceua,e{ìèrcofa da Dottori il render conto de' pareri f
ragioni : a' giudici elTer confeglio ottimo il far le fuefententie aflblu;
Yefcoui in Concilio eifer giudici : fé la fententia contiene la ragion^
U Pio mi LIBRO SESTO. 5^3 _____
ì ignarciionfolo pei- il dccrecojinaper la ragione ancorai che 5 non allcgan- ei3 io
i alcuna, ognuno penfcrà, che la Sinodo lì ila molFa da pocendfln-ne,& lxii.
1 no crcderàjche iìa indotta da quelle ragioni,che egli maggiormente ftime-
( e quando s'haueirero ragioni anco fopra euidentifllmejuon è /ìcuro ufarlc,
t li heretici s'attaccheranno alle ragioni , che ne faranno poca ftima : & più
E diiàjfi darà più materia di contradirc.Aggiongeua anco, che le conoion-
■( icercauano prefta efpcditione del Concilio:& accennc),ma con parolcche
•( .0 in tefe da Legati, «Sedagli amoreuoii del Pontefice , che fi farebbe per
Ei via fodisfatto ail'uo delìderio.Da Ortauiano Preconio , Arciuelcouo di
li nojchelo leguiaa in ordine,fu in contrario parlatcche l'ufo de' Concili)
iipre di far' il proprio Simbolcalqual corrilponde la dottrina; & foggion-
àAnathematifiniichchauendo feruato cofi il Concilio fotto Giulio, ^
i ^Sinodo nella Seffionc palfatajfi direbbcchc non fi continuauapcr difetto
roni.Soggionfe, chcèuna viltà il voler fuggirla difputa degli Heretici,
il ;ie la lor contradittione farà lucere la dottrina del Concilio: che non il
If curar di finirlo predo, ma di finirlo bene. Furono cofi longhi quelli due
i ijcheia fera fopragionta poie termine alla Congrcgatione , dicendofi,
I iTer marauiglia,lc un GenoucieDomenicano,che era Lanciano,foirc con-
ad un Siciliano Franccicano.
i no li giorni Icguenti fatte prattiche fopra qtrcfto,valendofi delle ftelFc,& '
Iigioni,gli intcreilatiia finire,& ad allongare il Cócilio.Ma,fatta la propo-
altra volta in Congrcgatione , fu la maggior parte in voto che fi icguille
e incominciato. Qu e fte prattiche fecero tornar' in campo quelle'deila ^"^^I^^'f»e-
za,eiFendolimcdefimiii dcfidcrofuche ilCoJiciiiofi fimlfe, ^ dcllare- ^^^'^^^''^M»:
inonfiti-atraiFe.Quefta apertura diede occafione a Mant.oua,&; Seripan-
l|loperarfi,&moftrar' al Papacon effetti, che s'accommodauano al voler
S ondo l'mftruttioncche Lanciano gli haueua a bocca portato: adopera-
:r far gliuificij con buon modo l'Arciuefcouo d'Otranto, li Vcfcouidi a che s'oppon-
ì ;a, Nola, &Bre(cia , che non erano Pontifici] fcoperti , maguadagnati: gom i Legati^
Q| iipcraronomoki Italiani , induccndogli , non a mutar' opinione,& con- pirprmichiy
>ma a non promuouer più quella materia. Da molti irebbero promeiFi,
.'ifando iSpagnuoli, efli Cariano (tati quieti: .I?c li quattro fuderti Prelati
P inheme vna nota de' pcriuali, fi che fi trouarono liauer guadagnato moi-
re'Spaglinoli non fupo(Fibile auanzare, anzi quello fu caufa, chelìri-
' - iìcme. Scriilèro una lettera in commune al Rè, per rifpojdadi quella tnonpoffono
■lù. alMarcheie di Pclcara: dolendofi, prima del Pontefice, che non %>ìmere gii
:x lifoluer' il punto della refidenza,, nclquales'ha da fondar tutta la -P'^g'^^oLi, i-
:J iChiefii: &conbelli{Fima,(Sv:riuerenie circuitionedi parole, con- ?"^^'/''''"°
in Cene ilio non-^'ifolFciibcrtàj che gli Italiani con la plurahtàvin- ^ ^^"^^
.. qaelli,chipei penfioni^hiperpromeiFe, &. iimcno corrotti^per ti-
e idheriuano alla-volontà d ^ua Santità : fidchero de' Legati,che,le ha-
ll lalciato,comc eragtufto,c jncludere la materia, quado era il tempo,pri-
l daRomapoteflje cflcL'elcriutOjtutto fatebbc co fomma cócordiacócluip
T3Bbb ij
cYiuone
c64 CONCILIO DI TRENTO I^^apaPioIi
CI 3 i^ infemitiodiuino-.che le due parti de' Prelati defiderauano la definitione; h
LX 1 r. tutti gliAiTibafciatori ne faceuano inftanza:che cflfi furono a fauore dcllaye ••
procedendo pero con caritàjiS: modcftiajne mai hebbcro animo di protefn
lupplicauanoSuaMaeftàjchefaceireconfcgliare daperionepic qutli' aruc,(
eilcndo certi, che, dopo matura conliderationccUa Fauornebbe la Temi
Catolica,& pia,&: tanto necelfaria per la buona riforma.
ei'mplcrano Qucfto accidente certificò li Legatisi adlicrenti,che non era poilìbilc I ji
f aiuto dìFrA- la practicajpoichejnoneircndofi quietati iSpagnuoli,ncperla letteradclPn
""* petgli ufficij fattiianzi,hauendo fatto nuoua dichiaratione,col laiuerc in )]
gnajbifognaua tener per ferrao,che follerò iniuperabili.Si ridulfero liPont e
a confulto fopra di que{lo,&: fu deliberato di mandar' in Francia al Cardini <
Ferrara copia della lettera fcritta dal Rè Catolicoal Pcicara, per procurar ,1
uerne una limile da quella Macftà agli Arabafc latori Francefi j coli, per fc u
quelli dal far quotidiani ufficij in contrario co' Prelati, come faceuano; ( r
ancò,accio,venendo li Veleoui Francelì,non s'uniirero co' Spagnuoli , i r
quefti haueuano gran fperanza,& ftauano in afpettatione.Ecper Icuar il ci t
a' Spagnuoli appreik) il Tuo Rè , deliberarono far fapcr in Spagna, e he G 1;
ta, & Segouia, capi loro,che fanno li fcrupulofi , haueuano promello li d
loro alCinque Chiefe nella materia dellaCommunione del Caii<:e,renza i u
rifpetto a Sua Maeftà,che tanto l'abborrifcc.
ÈPataarma ^^ ^^ Pontefice , in quello tempo, confiderati li pericoli imm.incnt Ij
aiitoritàfua,perledifflcoltà,& confulìoni di Trento, per li moti di Fraiu l
per laDieta,che in Germania s'apparecchiaua5nellaqualerimpcratore,pc u
interelfi, farebbe coilretto condifcendere alfai a voleri de' Proteftanti, pei <
fìcurar lecofefiieperognirifpettoi&già il mefe inanzihaueua dato d.i: i
dieci Capitani per far gente, e fi riduceiiano li foldati in Romagna, & 1,
Marca,&flreftringeuamoltoco'Minilì:ri,& Cardmali confidenti de' prc ij
Italiani:onde generò qualche fofpetto a Spagnuoli, & Francefì. L'AmbaG a
di Francia l'eliortò a dcfìfter dal raccogliere armi,accio queflo ncv« tuib i
Concilio: a che rifpofe il Papa, Che, effcndofi Inghilterra, & iProtcfla 1
Gcrmania,dichiarati di aiutar gli Vgonotti di Francia, non era daftar fpro ì
eheilmondoerapienod'hereticijperilcheeraneceUariojche fi prouedcl pi
protegger il Concilio,noniolo con l'autorità, ma con la forza. Lo Spagi )\
non andò per l'ifleira via: ma,confirm.ando che fi doueua hauer fofpetti g n
damenti de' Proteflanti,gli promelFe ogni aiuto , 3c a(Iìfi:enza,per nome d;. l
&quefto,perimpedire che non procuralFe una lega in Italia, laquale in 1 .u
tempo hauerebbe a Spagna piaciuto. Aggradì òi accertò il Pontefice l'c t
. , del Rèj&cintefa l'unione de' fuoi Legati in Concilici l'ardente voloni di
t fcntit a Le- j^Qftj-auano,& l'opere che faceuano,reflò confolato ; & gli rifpofe , che : ei
% rejiden-za a defierojquaiito fi poteua,a iopir il ragionamento di refidenza ; &c non por d'
fg: fi valelTero del partito:fopra tutte cof e attendefTero alla prcfta ilpeditionc- ci
fi fìnifTcinanzi la venuta de' Prelati Francefì, & la ridottione della Di i
Germania:accio rLuperatore^per rimenfo defiderio ài far eleggei il fìgl B
!
Pro mi. LIBRO SESTO. 5^5 ______
imanijnoafilafcialle pertuadci' a'Proteftanti,a proponcr' in Concilio Qi^ i^
lecofa maggioriTientcpicgiudicialccheie propelle (ino all' hora. Lxii.
i AmbafciaconFiancelìjdopo hauer molte volte fatto modella richiefta, » Framefi
Prelati loro fotTcLO afpttcatijfinalmente addì dicci Agofto^prefentarono la '^^^è?,"^'^ ^^'
ida in fcritro;il ccnor dcUaquale crajClie il Chiiftianiflìm.o, cilèndo deli- "'"'"**
d'o(l'eiLiate,ȓk riiieriie i decreti de'Goncilij>che rapprefentano la Chiefa
iftlcdefidera che i ftatiiti di quel Concilio iìano di buon animo liceiuiti
auiierfarij della Chiefa Romana: impcroche quelli , che dalla Chiefa non
)artiti}non hanno bifognodi definitioni Conciliari rpcnfadoiicr riufcir
ati li decretijchefì Eiranno, le il giorno della Seffione il prolongaire j fin
la moltitudine numerola de' Prelati Italiani, & Spagnuoli, s'aggiongelTe-
ti de'Velcoui Francefijde' quali negli antichi Concili) della Chiefa è flato»
e tenuto gran conto.La cauta dell' alfenza de' quali,già uditaj& giudicata
I aria da efli Legatile per ccirarccome fi fperajin breuc:& quando anco non
:,effi doucranno arriuarc inanzi il fine di Settembre , hauendo cofi com-
r uncnto dal Rc:& da quello auuenirà ancojche li Protcftanti,per caufa de*
il ICjncilio è intimato, &chcpredicano ogni giorno di volerci interne--
meranno manco di che dolcrfi,con ricercare qualche maturità in cofa co-
r;c, accufandoiltroppo precipitio. Aggionfero> che, accio da nifiTun fia
il o il Rè diifegnarc per quelli mezzi l'otiojouero la dilfolutione del Con-
òdimandauano, che, mentre i Vefcoui Francefi s'afpettauano,fidoueire
:tl folamentequcllojche appartiene a' co{lumÌ3& alla difciplina,& anco li
( n rimanenti in materia del Calicc.Et quella ultim°a particola aggionferoj
I n diguftar gì' Imperiali,che haueuano fperanza di ottener la dichiaratio-
I acliaSeirionc.Ma li Lcgari,dopo confultato,fecero larifpollain fcritto. difdettaét
: Prelati Francefijinanzi l'apertura del Concilio, furono afpettaticjuafi lei Legtti:
fi :,cirendo quello aperto principalmente per caufa de' Francefi , s'era anco
e o Tei mefi il trattar le cole più grauimellequali , poiché s'ha dato princi-
licrtcrmanojnon parer loroconueniente il ritirar/ì dalcaminar inanzi,
. CIO non fi potrebbe far fenza vergogna del Concilioj&iTiolte Oc grandi
omoditàdi tanti Padri. Ma,quanto all' allongar il giorno della SeTlìone,
1 nonelTer'inpoteftà d'elTi Legati concederlo jfenza li Padri:perilche,efli
:i ciatori non potcuano afpettar da loro più determinata rifpcfta*
^ -ilo confiderato,li Francefi replicarono, che adonq; gh folFe eoncellò far
5r|5ofitione fua nella Congregatione : ma i Legati rifpofero > che già altre
teraftato dettoaloro>& agli altri Ambafciatori, chenonpoteuanone-
,(cnonco'Lcgati>& che già era (lato deliberato, & decretato in quel
imu Concilio per l'addietro, che gli Ambafciatori non potelFero parlar*
^gregatione public amente,fe non ilgiorno che erano riceuuti,& che jl
II l.andato era letto-Queflo diede caufa a' Francefi di far graue indoglienzae<iej(^^»Mo
V coui,& mallìme co' Spagnuoli, con dire , Elfer grande alFordità , che le S*«n deglì^tt
b; ciarle fiano inuiate alla Sinodo , cheaquellafianoprefencatili Manda-
'Cl.econq^uelianonfipoffitrattareamaco'foiiLegati, come cheaquelll
' J^Bbb ili
^66 CONCILIO DI TRENTO PapaPio]
ci3 13 tolfero gli Ambafc iato ri inaiaci :& purciictaaia li in edeflmi Legati non i
.LXii. alcrOicheAmbarciatorieflì ancora j inquanto che il Papa che gli inandajc
PLencipe:& inquanto è Veicouo,& il primo Vefcouo, non (bno altro,che (
curatori d'uno allcnte:&pcr cali fono itati tenuti, ti' riccuuti ne' Concilija
chi.Allcgauano rellcmpio del NiceuOsdcirEfeflnojCalcedonenfe, di quei j
TruUcòc dclNicenol'ccondo ancora: & che la rottura tra il Concilio d|j
■ lìlea^o: ilPapajdaquefto folo venne, perche li Legati Romani prctelcro^
tar quello ancicOj& lodcuole infticuto.Che anco qucfta era una fpccic di fca
grauiilìma nel Conc ilio,che non potelTcro manco udire:& ingiuria a' Prcr |
che non potcìrero trattare con chi haucua da maneggiar i ncgocij deliiftati \
-che quel decretOjcheaircriuano fatto,non fi mofl:raua,& conueniua vederli
fàper da e hi era prouenutó-.perche/c i Legati dall' hora lo fecero, eftelcio 1', (
rità con gtand' eilorbitanzatfe fukSinodojeraneceirarioellaminarecoi
quàdouperche era un incóueniente intolerabile anco quello,che nel prinr
di qaeft' ultima adunatione è flato facto,che li Legati,có quei pochi Prelat
lianijvenuci daRomajfolamentejhabbiano fatto un Decreto, .!?cprattic
dopo rigidamente,che niente polla eiler propoitojfenon per bocca de' Ltp
iTianicra,chca'Prencipi,& a' Prelati tutti, è ferrata la via di poter propo
buona riforma,che farebbe feruitio diurno trattare :& in luogo di qucM<
trattener infruttuofamentc il mondo , fìa trattata la dottrina controueri
Proteflanti in loro ailenza,fenza alcun benefìcio de' Catolici,chenon nei
tanoj&con alienare tanto li Proteflanti,dannandogli in allenza. Et le qr
de'FranceiìfirinouaronOjquandogliandò^auifo dall' Ifle,Ambafciator de!
Rè VA Roma,che egli,per ordine Regio, haueua fatto l'ifleilk richiefla ali
che foifero i Vefcoui Francefì afpettati per tutto Settembre, «Ikila Santiràfi
ueuarifpofto,che ciò rimecteua a' Legati.Diceua Lanf'acChe era cofa deg
memoria eterna , Il Papa rimetteua a' Legati , li Legati non poteuano
za la Sinodo, quella non poteua udire :& li Rè, (3c il mondo ,rimaneiian
lufì.
p&nn àePn- Addì undici Agoflo,li Vefcoui comminciarono a dar' il voto foprai D(
lati fn'lfacri- in materia del Sacrificio : &: quafì tutti paffarono leggiermente iltutto,&
fido: cordeinente : fenon,che alcuni non fentiuano, che lì mettefli l'oblatio
Noflro Signore nella Cena:& altri lodauano,che fi ponefie: & pcrpiujgio
numero d'ambe le parti fu quafì pari.Non debbo traiafciarccomc cofa deg
enutìta delGe- memoria,che il quattordici d'Agoflo arriub Giacomo Lainez, General de'
neral de Gè- fuicÌ5fopra il luogo dclquale,per eifer quella Società non mai più interueni
funi,eàiffutA Concilio, vi fu molto, che trattare, non contentandofì del luogo ultiin
della jua pre' Q^ji^i-ali de' Regolarij^ adoperandofì tre della medefìma Società pa* met
uden'sia. inanzùper laqual caufa non fi vede noininato ne' Cataloghi degl' interuem
Concilio.
richiefla d^gli I Prelati Spagnuoli prcfentarono a' Legati ima richiefla , da tatti lon
Spagnuoli ci- tofcritta,doue , hauendo narrato molti inconuenicnti nati per le cirorb
tra. i abujode ^^^^[^^^ priuilegij a Conclauifti concefTiidimandarono reuocationco al*
.^ Pio mi. LIBRO SESTO. 5^7
:jj:i:ationc. Vfano li Cardinalijcntrando in ConclaLic> doue hanno a ftat fer-
crrclettionedclfamio Pontclìcchaucr' alla fcruicù loro doipcreiafcunO}
(Come Capcllano,SciinocomeCamericro,liquali da loro Tono fcieki più
•ruir nelle negoriadoni,che alle perlone de' padroniiL^ per ordinario fono
rliori Cortcgiani di Roma. Quclti bene Tpcllo hanno no minor parce nelle
:ichejcheipadroni:onde t-inuecchiatoulojchc ncli' ulcirdel Conclaucil
IO Papa gli riccuc cucci nella (tia Simiglia, dà loro priailegi) conuenienci al
0 di ciaftuno,alrri a Preci>6c: alcri a' Secolari : era quelli,chc all' bora il co-
laua dar' a Preci, qucfti ancora erano , che poccilero relìgnar in mano di
E jnquepcriona Ecclciìafticapiaccile loroi benefici) che ccneuanoj& fargli
;rir a chi nominanano:che pocetl'ero permucar con qualon qne alerò bene-
ohbeneficij loro,elcggendoeiliunaperibna>che facelfe lacoUacione all'
jÌ5<: l'alerò. Da coh eilorbicance facolcà nafccua una apcrca mercancia : & li
■ DUÌ>doue qualche Conclauifta era,iì vedcuano ad ogni beneplacico di
i rancare li Canonicaci , Parochiaii, de alcri benefici] , con Icandalo. Di
ihSpagnuolit-ecero qucrimonia,perchc erano nouamence in Cacalogna
flì grand' inconuenienci.Mali Legaci mo(ì;rarono,che la modcracioncdi
iabafi non coccaua lenonal Papa , poiché iì cracca di perlone della hua fa-
.a5& le s'era moke voice conclufo di latciar al Papa la rilrorma della Coree?
iormcncc quella della famiglia inajpromiiero di icriuernc alia Sua Sanci-
initar per laproui{ìone,come anco fecero: «3c il Poncefice , penlaco che li
:lauifti di conco Hanno aRoma,& appreiroli Cardinali, ondelàprouilìo-
:caua folo alcuni pochi,& di poco coneojrieiraci alle cale loro , & che per. f '^^^^'f /"
e Tue era ucilc dar qualche fodisfactione a' Prclaci del Concilio,a'Spagnuo- p^. * ** **"
l3me>deliberò compiacergli, &nel mcfe feguence fece la riuocacione di
ipnuilcgij a quelli concclli,c he però dal lucccirore non fu feguica.
rei da Trenco, per ricornar in Francia,il Fabro, ccrzo Ambalciacor diPran- Pìbracparte
^lomminiftiò maceria di folpecci, congeccurando li Poncificij , che folfe daTumo^
to,per dar coneo dello ilaco del Concilio, & (oliecirar lavenuca de' Vcico-
mceiì:cenenuofermo,chehauercbbc farro uihcij finiicri, eifcndofì già per
le lue lecccrefcrirce al Cancelliere }incercccee,veducala lua inclinacionc,
imalafodisficcione,chceiro,&r Colleghi, hebbero,non hauendo impe-
la prorogacionc.Lequalicore,riferite a Lanlac da alcune, creacure di Si~
a:ea,per fcoprir il vero,cgli riipofcChe era andaco per fuoi ncgorij parcico
^ &non era marauigholeiVedendofigliaperci mancamenci,aicunpenla{re
ouefiero eiPcr rifcriei.
a,ineornoilSacrificiodellaMeira, nelle Congregacioni facce fino a di- ,. ^ ,
3,cucci i voti lì rifolueuano in concendere fopra l'oblacione di Chrifto nel- panri%pr^'i
l ia:>3c il Padre Salmerone s'era ficco ancor principale a perfuader l'afferma- jamfióo di
a landaua a caia di queUi , che fenciuano alerimence, & mallhne di quelli, chrifto nella
t on haueuano ancora dceco il voeo,perfuadendogli almeno a cacere, o par- ^*"''''
Jnelfamencc , & lì valeuadel nome del Cardinale Varmienfe priitciual-
!i ; i ma,ag§ionco alle voice anco Seripaudoj ^ accennando gli alcri Legaci^ ..
^58 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio ('
lenza nomb«.fgli:& fece quefliaprattica con tanta impoitmiità,c he nella ();
gicgationede'diciottoAgoftolenedoireroliVercoui ài Chioggia, Sedi
CTUa,& quello fecondo parlò per lancgatiuacon moka forza di ragione.C i|
dcradero bene: perche, offerto un facuiftcio propitiatorio,fe quello è fuffitji
rcpercipiarcnonfene otfjnke altro > fenon forfè per rendimento di grati i
chi foftenta nella Cena un facrifìciopropitiatoriojconuiene che confelfia t
forza , che per quello (ìamo redenti , Se non per la morte : cola contrari.-: 1|
Scritturasse dottrina Chnftiana, che a quella afcriue la redentione. Et fe;;i
no vorrà dire, che fiatutt'iinoj principiato nella Cena, & finito nella croce e
in un altro inconueniente non minorciattelojche è contradittionc dire, e :
principio delfacrificiofiafacrifìcio:poichc,fe,dopo ilprincipioiceifaircn r
dalfe più oltrcniffun direbbe che hauelFe facrificato : & non lì dirà^cheslc ( r
ilo non folfe ftato ubediente al Padre fino alla morte della croce,ma fole h e,
fc fatto oblatione nella Cenajuoi foflìmo redenti. Onde, non fi può direjci i
nataloblationellpofiì chiamar facrificio, per elfer principio di quello,
gionfe il Vefcouo > che non voleua foftenrar pertinacemente , che quelle
ni follerò infolubili ; ma ben diceua , non douer' il Concilio legar gì' int. u
di chi è perfuafo d'una openionc con tanta ragione. Pafsò poi anco a dire k
iìcome non gli faceua difticoltà,il nominar laMelTa Sacrificiopropitiatorii o
il non fi fodisfaceua,che in modo alcuno fi nominaCfe che Chrifto offerire )i
che baftaua dire , che commandò l'oblatione : perche,diceua egli , fé la Si; ic
iilTerifce che Chrifto offerto fu il facrificio propitiarorio, & cofi incorrerà ,1
<lif&coltà fudette ; ouerononpropitiatorio,&:cofida quello non fi potrà a
cludere,che la MelVa fia propitiatorio : anzi incontrario fi dirà,che,fe Tobi y
ne di Chrifto nella Cena non fu propitiatoria, meno debbe efter quella de a
cerdote nella Meffa. Conclufe , che era il più ficuro modo , dire folamenn hi
Chrifto commandò agli Apoftoli che offeriirero facrificio propitiatorio h
MelTa. Poi obliquamente toccò il Salmerone, dicendo, Che/c nelle cole ili
riforma fi fa qualche prattiche> fi puotolerare , verfando circa cofehiin ic
ma, doue fi tratta di fede , il voler caminar per fattione, non è introdu o
ne buona. Il parlar del Vefcouo molFe tanti , che fu openione quafi e n
mune , che di Sacrificio propitiatorio , da Chrifto offerto nella Cena, n 1
parlalfernekefto Topenionefua fu > come per inanzi, abbracciata da un. o
la parte.
« chejt ofpuo' Quello ifteffo giorno > l'Arciuefcouo di Praga, tornato dall' Imperatore 3-
Kg indarno chi giorni prima,prefentò lettere di quella Maeftà a Legati : 8c arriuarono ; :c
t^né.Cefd- lettere jel Noncio Delfino , refidente appreifo la Maeftà iftefta,ricercando e-
^^ fare,& per le lettere, & più efplicatamente per l'ufficio del Noncio , che n i)
trattalTe del Sacrificio della MelTa , inanzi la Dieta , oc richiedendo che , i 11
prima Seffione s'ifpediffe l'articolo della Communione del Calice.Prefentc n-
co l'Arciuefcoucpernome dell' Imperatore , una formula di riforma. M n
troppo urgente il comraandamento del Pontefice, che R venifTe a prefta i(\ li
Clone j che non concedeua j che fi póteiTe fodisfar l'Imperatore nella prima ir
ma];»;
A Pio rm. L I B R O S E S T O: ^69.
Ia:bencoftnngeiia fodisfarlo in parte ad iCpedkk materia del Calice; & ci^ ci
itefìce,alquale rimperatore haucua fatto le fteirc inftanzc, fcrille il medefì- i/X 1 1.
Trento : però, nella feguente Congregatione> Mantoua propofe,che,con-
la dottrina del Sacrificio,!! parlerebbe della Commun ione del Calice : &
ndo li Prelati à dir li voti,fu raccordato,che la difficoltà, fé Chrifto il offe-
èftata propoftaa Theologidadifputarejfebenein ne hanno parlato ac-
calmente:però farebbe ben proporla,^ farla difpiitare profeiratamente, o-
ralafciarla.
vltimó a parlar in qucfta materia il Generai de' Giefuiti, & egli tutto lì e-
1 quella materia dell' oblationc di Chrifto, 6i confumò una Congrcga-
folcdoue nelle altre parlarono da fette lino adieci Prelati. Hauendo o-
idetto il fuo voto,con tutto che folTe poco differente il numero di quelli, ""«^'«/"«e dti
' una openione adhcriuano,&: di quelli che alla contraria , li Legati però, "'° '^'^^'''
lanza efficace di Varmienfe, firifolfero di metter Toblatione; non peiò
! t la parola di propitiatorio.In fine della Congregatione,il Cinque Chie-
j endo la propofitione del Cardinale di Mantoua, fece una oratione , nel- cìnquechilce
i ;,commemorati prima gli ufficij,«Sc fatiche dell' Imperatore,fatte per fer- ferlo CAlkef
i dia Republica Chriftiana,& per reftituir la purità Catolica,non folo do-
j nto airimperio,ma ancora viuendo Carlo , foggionfe , che la Maeftà fu»
lì jerienza haueuaconofciuto le più grani contentioni, & querele de'po-
i fcere per la prohibitione dell' ufo del Calicerperilche haueua de/ìderato
[ :e trattaife in Concilio: onde,pcr commilfione di Sua Maeftà Ccfarea,ef-
E i altri Oratori,primicramente raccordauano a' Padri di coniìderare , che
il àChriftianaricercaua, che,per trattener con la troppa fcuerità l'olfer-
t; 'unrito,non fi lafci d'impedire molti facrilegi],&ucciiìoni,innobili{Ii- •
8iincie,&: di ridurre al grembo della Chiefa Catolica molte anime : che è
il numero di queili>chc, non abandonata la fede ortodollà , fono infer-
ì )fcienza , iqualinonlìpolTono aiutare, fenonfoccorrendogli con que-
cj liflìone: che la Maeftà Cefarea è coftretta far continua guerra con Tur-
ai lal non può foftenere , fenon a communi fpefe della Germania ; laqualc,
:ci he fi parla di contribuire , entra a parlare della religione , di: dimanda
ciilmente l'ufo del Calice jilquale fé non fi concede, leuando con quefto
ni aucrfie , bifogna afpcttare , che non lolo l'angaria, ma la Germania an-
«f 10 occupate da' Barbari, con pericolo anco delle prouincie confinanti: *
a| hiefa ha fempre coftumato d'abbracciare quei riti , che fono contrarij
ii|ueherefie.Periich*e,è ben abbracciar quefto partito, chedimoftralafe-
illjverità della fantiflima Eucanftia contra i Sacramentari). NonclFer bi-
3^)me alcuni richiedeuano,d'un procuratore mandato elprciro,pcr nome
'• che fanno la dimanda,come fu nel Concilio Bafileenfc: perche all'ho-
-'! o folo un Regno , e he richicdcua la gratia , poteua mandar procurato-
^allelfo non è un popolo , o una natione fola, ma un' infinito numero di-
aidiuerfe nationi : ne douerfi marauigliare,che la peticionc fia prima fta-
>fttata, & non impetrata dai Pontefice: perche il Papa prudentemente
udimclfo il tutto alla Sinodo,pcr ferrar laboccaagli heretici,che non vo-
CCcc
^70 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio
e 1 3 1 3 glioiio riceuer le gratie da quella Sede , &c per non parer di derogar all' aut \
LXii. del Concilio di Coftanza; elTendoconueniente, chel'ulo del Calice jlcuap
un Concilio Generalcfofle permeifo per definitione d'un altro: &ancor|j
dar riputationc alla Smodo , allaquale era conueniente rimetter qucfta de^
ratione,atta a leuar le dilcordie della Chiefatmabenejchc egli haueua letta
Romaiche il Papa riputaua la dimanda honefta & nece(raria,& pigliauaini
napartejcheienefaceifeinftanzaal Concilio. Poiprcfentò l'articolo fo ;
Caliccjcome defìderaua foire trattato: &c conteneua in foftanza , Che folki
ceduto a' Stati dell' Imperatore , inquanto comprendono la Germania tati:
rOngaria: quale Icggendofi in Congregationcs'eccitò llrepito de' Prelati i
vide in molti fegni manifcfti di voler contradire:furono acquetati per all' e
con dirgli , che hauerebbono potuto dir il loro parere , quando foircro )
voti.
. |7y^„^j/7 ^g_ Gli Ambafciatori Francefì,il terzo Settembre » fecero nuoua inftanza ]
tnandanodi- gati>che>per dar maggior autorità al Concilio, & afine di far riceuernell s
nuouo dilatio- loro più facilmente le dcterminationi di quello, volelFero prolongare la ! il
««• ne un mefe,o cinque fettimane, trattando in quel mentre altre materie , j :
blicare poi nella fuirequente Seffionejcofi quello, che già è (lato difcuflo , :
terminatojcome ancoquello,chelìtrattaire5&; determinaire tra tanto: ci e
non fi perderebbe tempo, ne il prolongherebbe il Concilio : & il Rè, & ti
Regno,rentirebbegranfodisfattione:oltreche,arpettandoìì anco inbrci l
lati di Poloniajfarebbe di molta edificatione all'uniuerfaledelChriftiar r
il moftrar di tener conto di due Regnicoli coiifiderabili: laqual inftanzr 11
vifiuutaptY (^o fatta il dì inanzi , che i Legati riceueiFcro lettere dal Cardinale di et
Mujepn.e, ^^^ ^^^ Lorena,& i Prelati Erancefhdoueuano in ogni modo venire , eh', u
bono con loro venti Dottori di Parigi; e, moftrandofì anco lettere ù. tr
diueifì Prelati da amici,conrifteiroauiio;conaggiontaanco,che folfc 1 li:
loro di trattar il ponto della fuperiorità del Papa, & Concilio j tanto pin lu
caronojchefldoueireroirpedirelecofedifcuire, accio non folfero attia r.
nuoue difficoltà : & a' mali humori, che erano in Trento , aggregando n
nuoui peggiori,»^' più arditi,non folfero promolTe tante difficoltà , che d
IO il Concilio in infinito, o non folfe rilbluta qualche cofa pregiudiciai
tenendo li Legati quefle ragioni in pettOsriipoferoa'Francefi, con he
' parole,nella forma altra volta con loro ufaca , Che il Concilio fu con
principalmente per Francefi,li Prelati loro ciTer (lati afpettaci tanto rem
il trattener cofi gran numero di Padri più longamenteneiriftefTaarpccta
rebbe una indegnità del Concilio : &,quando non fi publicafièro le cofc
fe,il mondo crederebbe che folle per qualche diirenfione tra loro, op^
iìcU Lanfac ragioni de' Proteftanti hauelTero qualchevalidità. MaLanfacnonac'
èfdegmto: dofidiri(poftaalcuna,&: premendo Tempre maggiormente ladilationc ,
ua,che il Concilio folfe aperto per li Franccfi,& che non s'arpertairero;
haueua potuto ottener da' Legati cofa richiefta , che le Tue rimoftranz
fprezzatej chcjin luogo di gratificar il Tuo Rè/i ufaua maggior precipi
apaPioIIIL libro SESTO. 571
e egli non attribuiua ciò a' Legati, fapendoj che non fanno cora>fènon da do "ìT
)ma com mandata} che prendeuano grand' errore ,hauendo inlofpetto lave- lxii,
itade'Prelati Francefi ; che,dopo fatte tante proue>per ottener quellojche era
jfto>& doueuagli elfer conceiro>ancorche non dimandato, conueniua pcnfa-
id altri rimedij:& parlaua in modcche faceua dnbipare di douer fare qualche
faftraordinaria.Ilche fece palfar voce nel Conciliojche farebbe difcioltorco-
che dalla maggior parte era fentita con piacere : alcuni,per liberarli dagli in-
mmodi che patinano : altri, vedendo di ftarui conniliuno, oleggieriflìmo
uitio di Dio : li Pontifici] > per timor di qualche tcntatiuo. Publicamente (i
correua, che Lorena, in ogm-ocxafione, haueua moftrato animo inclinato a.
ainuire l'autorità della Sede Apoftolica: che hauerebbe voluto dar qualche
balla Francia in materia del Pontificato, quale non gli piaccua indifpofi-
ne dei Collegio de' Cardinalijche era d'Italiani : che la Francia hafempre
refe di limitar la poteftà Pontificia , e di fottoporla a Canoni , Se Concil ij:
qucfta opinione farebbe aiutata da' Spagnuoli,quali già,con tutto che mol-
ileruati nel parlare , s'erano moftrati deiideroiì del medefìmo j de farebbono
ofeguiti da una buona parte d'Italiani, che per non poter e,o faper preualer-
e' commodi della Corte , hanno inuidia a chi gli gode ; oltre li defiderolì di
itàjfenza anco laper perche, il numero de'quali, per molti indici), fi vedeua
rconfidcrabile.
■ipubhcò per Trento un difcorfo,che andò per le mani di tutti, ♦Scanco da Sfcor/òdeHa
ati fu mandato a Roma,nelquale lì moftrauajElfer' impoflìbile finir'il Con- dur^ita del
)in breue tempo, vedendoli tutti li Prencipi volti all' allongarlo : de'Fran- ^'"*"^'*«
& Imperiali,non poterli dubitare,per l'inftanza di dilatione, che faceuano:
è di Spagna dimoftrar riftclTo, hauendo deftinato per Ambafciator al Con-
»il Conte di Luna>c|uando folfe finita la Dieta di Francfort , doùe era man-
'prima.I Prelati anco, con la longhezza del dire, doucrportarfempreleco-
longo. Poilìdifcorrcuarimpolfibilitàdi caminar cofi per molto tempo,
' eircndouiprouifìone di grano,fenon per Settembre, ne fapendofi doueha-
' e,per la careftiaiuiiuerfale: Se la tardanza dell' Imperatorc,& di Bauiera,di
'ifpofta alla dimanda di vettouaglie fattagli,moftrar che non potranno fou-
•re.Aggionfe, che li Proteftanti fempre hauerebbono tefo infidie per far ca-
'i Padri a qualche rifolutionedishonoreuole:che hauerebbono fufcitato
'itàpcrconftringerli Prencipi a promuouercofeprcCTÌudiciali:che li Vefco-
'vedcuano afpirare a libertà, & in progrelTonon Ci larebbono contenuti in
I ini cofiriftrctti,& la Sinodo fi farebbe fatta non folo libera,ma anco licen-
I :&con un bel traflato, era raflbmigliato ilprogrelfodcl Concilio, come
I corpo humanojche con delettatione contrahe una picciola , Se dal princi-
\ lon (limata infetrione Francefe , che poi s'aumenta , Se occupa tutto'l fan-
'?i tutta la virtù.Elfortaua il Pontefice apenfarui,non pervenire atraflatio-
^ rofpenfionejper non incontrar una contradittione di tutti i Prencipi ; ma,
Iiperfi valere di quei rime<Uj,che Dio gli manda.
1 quefti moti li Legati araettauano a concluder' i Decreti perlaSeilìone.
GCcc ij
57i CONCILIO DI TRENTO Papà Pio r
cjo i3 Quel del Sacrificio era a buon termine : però fi parlò fopra la conceflìord
Lxii. Calice:nel che furono tre openioni:unaeftrema,&negatiua,che in moca
dt(parert fopra cuno non fi concedcire : rakra,afFermatiua,che fi douelfe conceder in Com ii
la concezione con le conditioni,& cautioni,che alla Sinodo foireparfo:3c quella era foli ii
dei Calia: ^^^^ cinquanta de' più raui):& tra quefti alcuni voleuano,che fi mandallerj
gati nelle regioni, che ne faceuano inftanza,per prender* informatione e
conueniente far la concefllone,& con quali conditioni: la terza j media, u
rimettetrc il ncgotio al Papa : ma qucfta era diuifain molti rami. Alcuni )1
uano una rcmillione alFoluta/enza dichiarare che egli la concedeile » o ne li
6c altrijche foife con dichiaratione j che la concedelfe fecondo la prudem fi
Alcuni voleuano reftringerla a particolari paefi : & altrijafciargli libera a
tà. I Spagnuoli tutti aflòlutamente la negauano , hauendogli da Roma I il
i'Ambafciator Vargasjchecofi compliua al bene delia religione, òcferuit i
Rè j per il danno imminente a' Paefi balfi, & anco allo Stato di Milano, la
quando hauelTero veduto li confinanti loro goder quella facoltà , l'hai :e
Bono richieda eflì ancora : & concedendola, o negandola» in ogni d
s'hauerebbe aperto una gran porta all' herefia. Li Prelati Venetiani, ii
ti da' loro Arabafciatori, tenevano cflì ancora ilmedefimoparere,perla ir
ftelfa.
Di quelle openioni reciterò folo gli autori principali, & lecofe fii t;
dette daloro.U Cardinal Madruccioj che prima parlò,lenza alcuna ecce o
approuòjche il Calice fi doueife concedere. I Patriarchi tutti tre, cheail it
mente fi doueiìè negare.Cinque Arciucfcoui,che feguirono, li rimifero : o
teficc. Quello di Granata, perche haucuapromeflo agl'Imperiali di faiu g
perhauergliadherenti nella materiadcllarefidenza, che fopra modo g »
iTjeua , dilFe , Che non affermaua , ne ncgaua : ma non fi poteua condii e
quella Seffione , de era neceflario differire ad una altra, ne volfc rimett( >(
cendo elTer materia di grane deliberatione, perche non era cofache fi ] e
regolare con le Scritture, o Traditioni ; ma appartenente alla prudenza , ^
necelfario proceder concirconfpettione,pernon ingannarfi nelle circe .n
del fattOjche non fipolTono accertar per l'peculatione , o difcorfo ; che ri ^"
faceua diificGltà,come molti altri,per il pericolo d'effufione , moftrando l{
rienza,che non auuiene hora nel far l'ablutione , che il vino fi verfi: che 1 |i
fta concezione foffe per apportar unione alla Chiefa, non fi donerebbe al Ji
rcelTendo rito, che fi può mutar fecondo l'utilità de' fedeli. Ma ben ftau ]|
di fe,perdubio, che, dopo quella concefllone, non folFero dimandate alti C(
flrauaganti : che , perdubio di iion errare, farebbe bene ricorrere prim^ D
con Orationi,Proceffìoni ,Meire,Elcmofine ,& Digiuni :poi,per nomi n
delle diligenze humane,noR eirendoui nel Concilio li Prelati di GenJi
fcriuer loro, che fi radunaflcro i loro Metropolitani, & eiraminalfcro t»«
materia;^ fecondo la lorcofcieiiza fopra di ciò fcriuelTero alla Sinodo, o
clufe,che,non potendofi far tante cofe in breue fpacio,giudicaua che fi d le
foprafedere,(3c diifcrire la delibetatione in altro tempo. Giouanni Battili C
57;
i Pio mi. LIBRO SESTO,
jli,Arciucfcouo di Rofancdiiruadendo airolutaraente laconccflìoncpaf- ci3
ifcoLTer conerà chi la dchiedeua, 8c chi fauoriiia larichicfta, tairandogU lxii.
on buoni Catolici'.perchcfc tali folTero > non ricerchercbbono cofa inde-
;on fcandalo degli altri:& dille apertamente , e he la richiefta miraua ad in-
Jir rhcrcfia> & usò tali parolcj che ognun' intefe , che inferiua fopra Mafll-
.no,Rè di Boemia.
iffe l'Arciuefcouo di Braga)Ouero Braganza>cirer'informato,che in Germa-
ano quattro fpecie d'htiominirveii Cat.olici:oftinati , Se aperti heretici:he-
dilfimulati:& infermi nella fede. Che li primi non dimandauano la con-
ine>anzi erano contrarij:li fecondi non fé ne curauano:li terzi n'erano defl-^
l,per poter ftar coperti nella loro herefia iperche in tutte le altre cofe potè-
fingcre,maqueftafolalifcopriua:perc),non erada conceder loro, per non.
nncnto a loro erroLÌ:ma li deboli in fede non erano tali, fenon per cartina
one della poteftàEcclcfiaftica, maflìmc del fommo Pontefice^ non di-
lauano il Calice per diuocionc,laqual non fi vede,fenon in perfonc di fanta
[one efiì fono immerfi nelle vanità,& piaceri del mondo5&: mal volonticri
ficonfcfTano, & fi communicano una volta all' anno :ilche non moftra
ij feruoredideuotione, chejper quella ricerchino communicarfi con ambe
:ie.Conclufe,chefidoueIIc imitarla diligenza de' Padri di Bafilea,che fi
afferò quattro ofei Prelati del corpo del Concilio,che, come Legati della
lo,accompagnati da Theologi atti a predicarcvifitaifero le prouincie no-
ie dalla Macftà Cefarea>& doue trGualfcro huomini penitenti, che haucf^
ogliadel C.\Uceperdiuotionc,operelIèr habituati in quel rito, 6i che del
^olcircro ritornar' alla Chiefa,gli conciliairero,&: glielo concedelfero.
] itolarFiladclfienle,fc ben Thcdefco,di{re,Eirer pericolo il negar la gratia,
ridandolarimperatorej& il concederla perniciofo: ma che firifolueuapiù
Ìdi difpiacereagh huomini, che parlar contrala fua cofcienza. Che era
Tibile metter' in prattica l'ufo del Calice,per pericolo dell' cffufione,por-
ij Io attorno per luoghi lontani, &: difficili, molte volte di notte a tempi di
[1 )ioggie,& ghiacci:che gli hereticifi farebbono gIoriati,inculcando a'po-
l :he pur' i Papifli comminciano a conofcer la verità ; & chcfenza alcun
b|,quelli,che fanno rinftanza,tengono non poterfi fodisfar'in altro modo
3i:ettodiChrifl;o,che,pigHando lEucariftiafotto ambe le fpecie: & pigliò
■Ti [10 un Catechifmcfcritto in lingua Thedefca , ilqual leiTe, interpretando-
li Latino,&: dichiarando qual' era la loro opinione. Aggionfe,che li Catoli-
ì| rcbbono contriftati;&,in luogo di guadagnar alcuni pochi, s'hauerebbo-
j ifi moltiffimirche hauerebbono dubitato da qual parte folle la vera fede>
i'doli Carolici piegar nelle ufanze de'Proteftanti:chelaconceflìonefatta^
1 ermania hauercbbe molfo h altre prouincie,& maffinie la Francia:che gli
:c ci vogliono farpruoua di penetrar , con quella conccflìone , la coftanza,.
; mnotrouato ne' dogmi della Chicfa Catolica. Conclufe,che fi donerebbe
■< re al meno fino al fine della Dieta , acciò li Prelati Germani potelFer^
l ar' al Concilio,approuando l'opinione di Granata di differire, & quella di
CCcc iij
574 CONCILIO DI TRENTO PapaPio i
Braga, cKe quelìì>che moftrauano defiderar il Calice, hauemmo tutti rai
d'hei-efìaz&roggionfejchcgliAmbafciatori Imperiali haueiiano fatto co[,
jpaflioiiate inftanze, & tanto ftrette prattiche,che,e{rcndo intereilàti -tanto , ;
conueniuafteireroprefentiinCongtegationcaccio liberamente fi potelFe
lare. F. Thomafo CairellojVefcouo della Caua,dopo hauer raccontateci :
Cinque Chiefehaueuaperfuafomokijdicendo, chcnonconcedendofijfei
rebbono tanti mali,che meglio farebbe non hauer mai fatto Conciliojfi eft( ;
moftrare che non fi concedelfe/e ben douefìTefcguir la perdita di molte anii
pcrche,concedendolojmaggior numero perirebbe.
Il Vefcouo di Capfembeig , in Stiria, fece la ftelTa inftanza , che gli Am i|
datori Imperiali il ritira{rero:&; inuehì grauemente contra le parole del Cii u
Chiefcnarrate dalla Caua.Moki Prelati Spagnuoli, in conformità , fcccrc «
ftanzaa'Legatijche i Cefarei non interuenifl'ero ne' trattati de Padri, dui t
qucftaconfaltatione,bafi:ando,che infine intendellèro la rifolutione dell i
nodo.Ma,contradicendo alcuni altri,& dicendo, che più eflìachitoccaua i
glialtrijdoueuano interuenirej& che lefcluder quelli di chifitrattajècoU e
na dall' ufo delle Sinodi,liLegati,confiderato che già haueuano comminc ti
adelferprefenti, .?<: che nonfipoteuano efcludcr fenza pericolo di rumor ci
foluerono di non far' altra nouirà.
Il Vefcouo diConimbriafudiparere che firimettefie al Pontefice il co e
der k gratia,con cinque conditioni:Che quelli a chi s'haueua da fare, abgi if
fero tutte le herefie,& in particolare giuralfero di credere , che tanto fi coiv ii
fotto una fpecie,quanto lotto ambedue,& tanta gratia parimente firiceua: u
fcaccino li predicatori heretici: Che ne riceuino,in lorocambio,de'Cat( :i
Che non pollino riferuar' il Calice, ne portarlo agl'infermi : Che Sua Sai :ì
nondouelfe commetter ciò agli Ordinari], ma mandar Legati; & non fi fa fi
la rifolutione in Concilio:perche,quando folfe fiata publicata,hauerebbe 1 :c
infuperbir gli heretici, & dato^candalo a moltifllmi Catolici: perche, fi tu
quella difpenfatione fi doueua faìbe,conueniuanon metterla negh occhi di i tt
le genti.Il Vefcouo di Modena fofl:enne , che non fi poteua negare, perche n-
pre,dopo il Concilio di Cofl:anza, la Chiefa, hauendofi riferuata la facci éi
difpenfare,hamoftrato,chefoire alle volte conueniente farlo : che Paolo t ;o
già haueua mandato Noncij a rilafciarla,perche s'era auueduto,chc laproì »i'
tione non haueua fatto firutto in tanti annij che mai s'haueuano potuto rie li
Boemijche l'ufo del Calice era conforme ali' infìiitutione di Chrifto , 5c fer co
dalla Chiefa per altri tempi.
FraGafparo di Cafal,Vefcouodi Liria"» huomo d'eiremplarità,& dott a»
difefe il medefimo parere rdifie in fomma»Non marauigliarfi della diurtà
delle opinioni,perche quelli,che negano la communione del Calicchauei io
tiitti li moderni da feguitare , ficome quelli, chelaconcedeuanojfimoueiio
dall' elTempio dell' antichità,&: del Concilio Bafileenfe, & di Paolo teizo:n a-
qualdiuerfità di pareri egli adheriua all' affermatiuo : perche la cofa erad:iia
natura buonai(Sc>con le conditioni propofte > utile » & ifpedientej& eflènd "'
Ito
V Pio mi. LIBRO SESTO. 575^
pei- mezzo necelfaiio a ridurre le anime, chi voleua il finc>cra neceflitato ciò fd
ir'ilmezzoilaneceflìtà del mezzo non douerfi metter' in dubio, poiché ixii.
1 «cratere l'affermauajquale egli credeua che Dio non lafciarebbe ingannare
t fa coli imporcanteimaflìme che Carlo haueiia hatìoiteilmedcfimo giudi-
)5f l'iftelfo comprobaiia la dimanda del Duca di Bauiera,& l'inftanza de'
:eri.Et,re alcun dubiralfcche li Prencipi fecolari non fotrero a pieno infor-
di quella caufa come Ecclefìa{lica,non doueua reftar di preftar fede intiera
U'couo di Cinque Chierej& agh altri due Vefcoui Ongari,che crarfò in
rilio.Etjperche alcun haueuadettojdoucifi ben imitare il Padrcchcrice-
il figliuol prodigojperòjcon afpettar prima che veniire a penitenza, dille>
più torto comieniua imitar il Paftor Éuangclico, che andò cercando per
li dcrertÌ5& afprijcon grandiffima follecitudincla pecora fmarritaj&jpre-
dii colloja riportò all' ouile. Il parlar di quello Prelato , per la £^ma di gran
à, & eccellente dottrina; & più pereirerPortoghefej che ognuno haue-
epcniatodouer'cirerrigororillimo in mantenerli riti ufati, non folocon-
3 qucllijche erano di Ilio parercma fece titubar alfai molti de' contrari).
VefcoLiod'Orimo, che parlò dopo luij difle , Dubito che ci bifogaerà
■quello Calice in ogni modo, ma faccia Dio, chefia con buon liiccciro,
anni BattiftaOfio, Vcfcouo di Riete, foftenne, che non fi douclTe conce-
fe lefto ufo, perche la Chiefanonè ftata mai folita in alcun tempo conce-
' inimacofaifecondolepofitioni degli heretici, anzifempre conftituir ii^
arie. Moftrò per quello, che era feguito ne* Boemi , quali Tempre erano
iù ribelli , che non conueniua prometterli niente della conueriìone degli
ici 5 ma tener certo di douei-'elFer' ingannati da loro : che bifognaua far
ei'Impcratorcche la dimanda non era utile perii fuoiftati. Fece anco in-
i a' Legati , che non doueifero far fondamento fopra quelli, che da princi-
menano parlato di rimetter' al Papa, hauendo parlato confufamente , &
douciK: far una fcielta de' votijcome in altre occa(ìoni s'era fatto, con far
idcrciafcuno pcrilsì,operil nò:&tralaJciarhmodiartihciofi,che alcu-
no flati coftretii ad ufare per dar fodisfattionc.Fu feguito da Fra Giouanni
[l.uinatones5VcrcouodiSogorne,ilqualdiire , Che prima era flato d'ope-
È !,che lagratianon folfe negata ;ma,udito il VefcouodiRiete,erancceffi-
l(pcrcaricodicofcienza,dimutai•lì,& metterli per la parte ncgatiua: che il
i ilio era in quella caufa giudice, alquale conueniua hauer gran rifgaar-
'3 he condifcendendo improuidamentealla Maeftà Cefalea, non fi facellè
f Lidicio agli altri Prencipi. F. Marco Laureo, Vefcouo di Campagna,
r Che l'Imperatore non dimandaua di cuore quella concefllone, ma che
fliaaSuaMaeft^ far quella moftra, per acquiftar li luoipopoli, de però fa-
>1 (lato bene dargli conto delle difficoltà, accio Sua Macilà poteife giuftifì-
fonloro.
1 :iro Danefio, Vefcouo di Lauaur,non delìnì>fe folfejO non folle da conce-
LCalice,ma tutto fi confumòcontra l'opinione di rimettere al Papa. Dille
r^tjuiza, Ghc forfè il Pontefice ne refterebbe ofFelbj perche, elfendo prima
57<^ CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio :
ci3 T^ ftaco ricercato lui,3<: per non poterco no fapcrco non volere riroluerfiihau
LXii. inaiato le richiede al Concilio, era manifefto indicio, che non gli piaceri
vederli ripolìo nelle medefìnieambiguità:(Sc il Concilio, che è un gran nui:
di perfone,poter pili facilmente foftenere la carica delle importunità,dichi:
fodisfatto il dolcrà , &: ricercherà rimedio , che non il Pontefice fola peri]
alqualcpcr conleruatione della degnità,conuiene tener conto di molti rif^ :i
Poi fi darà an fa a' calunniatori,che diranno efier un giuoco perdiluderih n
do,che il Papa rimette al Concilio, & il Concilio al Papa. Infine venne ]
ftretto,diccndo,0 fi vuole rimettere ai Papa, come a fuperiorcocomead f
riore:ouero fé gli rimette , perche , nonbaftando l'animo alConcilio di r >,
uè rfi per ìc[ dimcokà , rimette a poteftà maggiore : onero , per liberarii,ii ;i
te ad un inferioreme all' uno,ne all' altro modo,c giudo il farlo , fé prima r i
decifo qual poteftà fiafiiperiore.Perchcciafcun di qua vorrà cauar' argoir t
per l'opinione fi.ia,& fi darà caufe alle difpute , Se alla diuifione. Difle cor I
ueranza,che nilfun Prelato fauio doueua aifcntir' a far la remiflìoncfenon n
tificato prima in qual de' doi modi fi doueua fare : anzi non efier poflìbile ri
in modo,che le parole non moftrino o l'una,© l'altra.Fu udito quello Prelai ì
Pontifici) con impatienza.
Ma opportunamente il Cinque Chiefe in quelle Congregationi volfe f ||
al luogo fuo, come Prelato:onde feguendo immediate , dopo quefto , con fl
nuouidifcorfi fece finenticar di quefti , & con molta maniera fece Ione ■
greflìone in perfuader che fi concedelTe: poi rifpofe appofitamente capo p( j
pò a tutte le cole,che erano ftate dette in contrario : diìfe , Non eifer biiogn f
ponder' aquelli,che voleuanoefcluderlo dalle Gongrcgarioni,poiche lei ^
ni loro tanto valeuano contra la Maeftà Cefarea , fé n foife trouata pici k
che voleua tralafciar anco di rifpondere a' pericoli dell' effufioncperc f
quefti foifero fiati irremediabili,nonoccorreua che il Concilio Coiiftant if
haueireriferuatala facoltà di difpenlaretche li ragionamenti di quelli, eh» :i
fuadono lanegatiua gli fono parfigraui,& efficaci, atti a tirar lui medefir ii
quella parte,quando non hauefie prattica , Se ifperienza di quel negotio,i la
ha maggior bilogno di fimil cognitione,che diCckiiza.ySc ragioni Ipecul: ic
Aquellichediceuanojchedi fimil conceflìone non s'era veduto frutto f i
pairato,rirpore,che era tutto il contrario,perche,dopo la trattatione di Ba :«
fi erano confcruati molti Catohci in Boemia,chetuttauiaviueuano in pac(jr
li Califtini, <Sc che nouamente haueuano riceuuto il nuouo Arciuefco; i
Praga, dalquale faceuano ordinar li loro Preti. A quclli,chetemeuanon: :c:
nuouipcnficri nelle altre nationijrifpote, che quelle nonfimouerebbon >tì
tal' eflempioiperchcefiendo fenza mifturad'heretici , Se defiderofi di conf lai
la purità della religione,rifiutercbbono il Calice, chi volelfe darlo loro.C'li
Germani tanto più lo defiderano, quanto è loro maggiormente negato: i(i
gli fofie conceiro,col tempo il diftorrcbbono da quell' ufonl timore, che, te
DUta qucfta oratia^paifairero ad altre dimandceifer troppo ruipicace:&,qu. de
pur vipalTailciOjremprefe glipotrebbono negarejchc non fi poteua dima lai
ne cà
CI3 tt>
i?A Pio IIII. LIBROSESTO, 577
]cà,poiche era fiata concefla dal Concilio di Ba/ìlea , & cfa Paolo terzo ili ^_
ftri delquale fé foiTer o (lati più an imo/ì,& per leggier fpauento non Ci folFe- i. x n
irati da quella difpenfationejper parole d'alcuni Frati impertinenti,che gli
cauanocontra,farebbe (lato maggior giouamento: che egli fi eragrande-
e ofFefojper la ragione detta da alcuno,che,ficom e non fi potrebbe riceuer*
:on conditione che gli folfe permefTa la fornicatione j cofi, non debbono
riceuuti quelli popoii> che vogliono riconciliarfi, con patto dell' ufo del
eieflendo la prima conditione di Tua natura cattiua : che quella no è mala,
inquanto è prohibita.Al Vefcouodi Sogorncrifpofejche l'Imperatore
tigaua con Prencipc alcuno,ne procurauapregiudicij ad altri, & richie-
1 Calice a' Tuoi popoli per gratia,& non per giuftitia. Ma , verfo quelli,
cenano nondoucrfidar la cura agli Ordinari] di ciò, ma mandar delegati
l Sede Apoftoliea,motteggiò con un poco d'afprezzajdicendo, fé pareua lo-
: a chi s'era fidata la cura delle anime, di. tutto'l gouerno fpirituale , non fi
£ fidar una cofa indifferente ? o pur, fé penfauano , che queftafoflè cofa
rnte il gouerno Epifcopale ? che il rimetterlo al Papa, non era, fenon ag-
srglinuoue,&: continue molcftie. AI Filadelfia rifpofcche non folamen-
attolici non farebbono turbati , ma confolati , potendo viuer' uniti con
da chi loftengono molti trauagli bora. A chi voleua procuratori efpreffi, ^
Non clfer marauiglia, fé nifiuno viene a dimandar quefiia gratia, perche
ratore ha prefo a dimandarla per loro ; ilqual pptrebbe farne venir' innu-
ili,fe i Padri cofi vorranno.Majficome il Concilio haueua hauuto rifpet-
on far il Saluocondotto troppo largo, accio non veniife tanta moltitudi-
roteftanti,chc gli mettelTc paura} cofi doucrannohauer maggior rifpet-
:ercar che venilfero a tal finc;attefo che più vcnirebbono per impetrar
:onceflìone. Conclufe, che fi hauefie compalfione alle lor Chicle, & Gl
i conto della dimanda di tanto Prencipe , che, per dcfiderio dell' unione
I hiefa,non parla mai di quello negotio fenza lagrime.In fine,fi granò del-
i 3ne di molti Prelati, che , per vano timore diveder mutatione nelle re-
)ro,voglÌGno veder la perdita dell' altre.In particolare fi querelò del Vc-
w i Rieti,che tcneiTe l'Imperator per Prencipe ignaro di gouerno , che non
É quello che folfe utile peri Stati fuoi , fé Sua Signoria Reuercndiflìma»
ai in feruir alle menfe de' Cardinali in Roma,non gl'infegnaua. Finalmen-
1] che moire altre cofe gli reftauano da rifpondere, che erano Aiate dette da
li arlo quafi a duello, ma gli pareua meglio tolerarle , & palfarle patiente-
t Eleplicò quello, che altre volte haueua detto,cioèjche,non concedendo
ulCaliccfariaftato meglio che il Concilio nonfifoife mai fatto: lequali
il lichiarò,foggiongendo , Che molti popoli erano reftati ncU' ubedienza
^ tefice , con Tperanza, che nel Concilio gli folfe concelfa quella gra-
1 uali fi farebbono alienati a fatto , vedendofi fraudati di quella Ipe-
*J rea di Cuefta,Vefcouo di Lione,in Spagna, dilfc. Che non fipoteuadii-
odeir ottimamente di Celare , de del Duca di Bauiera , ne difpucar Ce la
DDdd
578 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio :i
ci3 1^ Chiefapoteuafattal permiflìone,ma folo confiderar quello che fofle ifpe^i
LXii. te. Il parer Tuo elTere, che fi imitaflero li Padri antichijiSc l'ufo continuo j
Chiefa,di non condifcendere alle petitioni d'heretici.Si vede,per la prattic e
Concilio Nicenojchcfeben'andaua il mondo fotcofopra, non volfcro ce e
' der loro un folo iota : & li dottori fi i'ono aftenuti dalle parole ufate da heri
fc ben haueflero buon fenfo : che non fi farebbono contentati di quefta ce a
{ione: che li Cattolici l'hauerebbonofentita male: chcper incerta fpcraij
ridurre alcuni pochi heretici, s'hauercbbono perduti molti Cattolici :1
grand' argomento, e he i Vefcoui di Germania non faceuano la dimanda: '(
petitione non era per diuotionc , elTendo da gente , che non dà niilun fej d
Ipiritualità : che egli non fapeua intendere, come follerò penitenti , & voi 1
. tornar' alla Chiefaj& creder che folfe retta dallo Spirito Santo> con oftin: e
però > di non voler tornare fenza quefta gratia : che qucfta oftinatione n 1
che non hanno la ragione formale della fede: che fé il Concilio Bafileenll
volte concelfe ciò a Boemi, fu, perche fi rimelTero afiblutamente alla ( j
qualpoi per benignità lo conceire:chenon fi debbe dir vero rimedio e l
che non è necefìfario per natura della cofa, ma per malitia degli huomini >
Sinodo non debbe nutrirla,& fomentarla : che s'imita aliai l'etrcmpio ò \
fio in cercar le pecore fmarrite, quando fi chiamano,inuitano, & pregan :
(e quefta gratia s'ha da concedere , è meglio che fi conceda dal Papa , qua z
rcuocarla,fe le conditioni non faranno adempite :chejConcedendola il' n
lio,fe il Papa vorrà annullarla, pretenderannojche non lopoffifarc^ ci ':
torità fùanon fia fopra il Concilio: che gli heretici fempre procedono e i
fità, & con inganni.
Antonio Gorrionero,Vefcouod'Almeria,diire5 Che fi confermaua n( .i
gatiuaperle ragioni ufate da'defenfori nell'affermatiua: che, fé ben ' )
molti aiuti agi' impenitenti,come predicationi, miracoli, 3c buone inf^ t
ni,non però mai dilpenfa loro li Sacramenti>ma a' foli penitenti : che, ve k
fi muouer dalla carità, primafi debba attender a conferuar li Cattolici, e
dur gli heretici: che fi debbe imitar il Concilio Conftantienfe,che,per n
ner li buoni figliuoli della Cbiefa,prohibì la Communione del Calice,it «i
ta da GiouaniHus:cofi fi debbe far hora co'Lutherani:chc quefta conc ic
aprirebbe la porta ad infiniti mali:che hauerebbono dimandato il Matri )r
de' Pretijl'abrogatione dell' nnagini , de' digiuni, &c altri fanti inftituti, ij
proponendo le lor dimande , come mezzi unichi , & neceirarij a riunirfi 'H
Chiefa : che ogni minima mutatione di legge partorifce gran danno} & lai
mccirendo a fauore degli heretici: che non conleglierebbe manco che 1( K
feilPonteficCjfeben facendolo lui,farebbe manco male: cheli popoli s ^^
derebbono manco, che fé la conceflTionefoire fatta dal Concilio : ilqua p
chehabbia maggior autorità nelle fue definitioni apprelFo li popoli>li d
deue confeftare , che la fuprema autorità fia nel Pontefice : chcquando x^
CQncedcirejnon fidouerebbe commetter a' Vefcoui, quantonque con zi
ÌaPioiiii. libro sesto. 17^
Jii per qualche tcmpcperche poflbno diuenrar cartina &: di penierCa fcdcj ci3 lo
cìdipriuaci intereflì. Lxn.
ancefco del GadojVefcouo di Lugo, in Spagna» fece una cirortatione lon-
Padri,che non volelfercpcr fuggir difficoltà , o per fodisfatcione a' Prenci-
popoli j derogare all' autorità. Oc degnità de Concili) Generali , l'autorità
lali elTcndo fempre ftata ftiniata nella Chiefa , quanto ognun fa , & liauen-
aella mantenuto la fedcnon è da lafciarla adeifo vilipendere,per rifpetti,&:
D sflì. Allegò più luoghi di S. Agoftinosdell' autorità de' Concili; Generaii,&:
SI le cole fatte da' palfat", de inalzò ioiTimamente l'autorità Conciliare: Sct
tonquenon defcendclle mai alla comparatiua con la Pontificia, ognuno
i ntendeua,che la Conciliare era da lui pofta per fuperiore. Et Girolamo
^ ini,Vefcouo d'Imola,ufando concetti,^ parole poco diflìmiU, inalzò an-
utorità de' Concili) Prouinciali,per confermar ì'openrone'llia, di non co-
il Calice:con dire,checonueniua hauer l'autorità diiquelli per obligato-
ìn tanto che da un Concilio Generale non folfc determinato incontrario:
ndo in ciò S.Agoftino : Se nelfcruor del ducufcì in qu eli: e parole. Che il
i ilio Generale nonhaueua alcun fuperiore:ma,auuedutoiìpoi,che gli altri
r fici) (perche di quel numero elfo ancora era) rcftarono ofFelì,cercò di mo-
,con replicar le ftcilc cofc&aggiongeruireccettione dell' autorità Pon-
: con qual modo di trattare noa lodisfece ne all' una,ne all'altra parte.Fu
:ufato dal maggior numero de'ilioi, & attribuito il fatto ad inconfidera-
poiche egli in diuerfe occalìonijnelleCongrcgationiinanzijhaueua re-
to quelli, che allegauano il Concilio Bafìlecnfc. Il Cardinale Simo-
fi ero , con tutto che di lui fi valclle a far fmiili oppoiìtioni, non reftò d'in-
ar in fìniftro,& attribuirgli, che era trafcorfo portato dall' affetto , per
fergli ftate fpedite le BoUe del fuo Yefcouato gratuitamente, come pre-
a.
i Itima Congregationeibpra quella materia fu il cinque Settembre, & fra
i ijche in quella parlarono, dilfe Ricardo da Vercelli , Abbate Prcuaicnfe
i(Oua,Cvinonico Regolare, foftentando lapartenegatiua i ChenelCon-
fileenfe quella materia fudifputata per più giorni , reftando ancora la
raccolta per F. GiouannidiRaguiì, Procurator de' Domenicani ; & fi-
nte fu definita,»Sc negato a' Boemi alfolutamente il Calice : onde non il
i ggi venir' ad altra dcliberatione,fenza far' apparirai mondo, che all' ho-
< uela fallalTe in un Concilio Generalc.Dal Vdcouo d'Imola,per medicar
0 io cccelfcfu riprefo didarautoritàa quelConcilio fcifm^tico : Oc no-
i grand' ardire, che, eifendo tante volte llati riprefi quelli , chefcmplice-
c allegarono il Bafilecnfe , egli all'hora non lolo l'adducelfc , ma gli deffe
> uroiità di Concilio Generale. Replicò il Padre, che fcmprc s'era m;u:a-
■ ì, Lv all'hora maggiormente,di chi parlaua cofi di quel Conolicìrtefo,
liiapiolTimapairataSeflìoneliquattio capi, decretati nella materia dei
e erano di pelo pigliati da quel Concilio: non fapere inchen;odofipo{n .
B rmente approuare un decreto , quanto rinouarlo , non tanto nel feiifo,
DDdd ij
j8o CONCILIO DI TRENTO PapaPio t
e 1 3 1 3 ma nelle parole ancora : & con quefto rifcaldatoll > pafs© a dire, che, attefo ^ i
ixii. creto di quel Concilio,lapetitione del Calice fapeiia herefia , & peccato o
tale.Di che leuatofi fururro,& volendo egli feguir pitiokre>il Cardinale di hi
tona lo fece tacere: &egli>fermaco,chiefeperdono,<3<: dette alcune altre pi
parole,finì.
Per non parlar più di quello Padre,aggiongerò quijche egli era in noto
eflcrfi fcopertojche addi Tedici Agofto tolTe ftato per tempo alla cafa degli i
bafciatori Francefi,adiniandare,Se ilor Vefcoui larebbono venuti:&: ad efl t
che fi foUecitairero a venir prefto : & nelle Congregationi , che fi fecero fo i
Sacrificio» pofe in dubio,fe l'autorità del Pontefice fofie fuperiore al Com ii
foggiongendo, che>qUando fi fofie venuto a trattar di quefto > egli hauer lì
detto il voto fiioliberamente.Lequali cole, pofte tutte infieme,&: da' La
opportunamente ponderate , fu giudicato non eirer bene che un tal' hum e
trouatre alla venuta de' Francefi}& penfarono di fare , che il General Tuo lo li
maflTeper negotij della Congregatione,-Sc con qucftahoneftà leuarlo da Ti o
manonfubirogno,percheilpoucroPadre,perafflittione d'anima , pochi i
pò s'infermò,&: a' ventifei Nouembre paisò di quefta vita.In quella Gong ;;
tioneF.GiouanniBattiftad'Afti, General de' Serui , foftentando eiTo anc i
negatiua,abbattuti li fondamenti de' contrari), fi eAelfe fopra il Conci
Coftanza,che prima ha fatto decreto in quella materia; Se , commendand( ii
torità di quello, l'elTaltòTopra gli altri Concili) Generali, con dire, che h ri
depofto tre Papiicofajche piacque poco,ma fu pallata, per non urtar tante )!
. infìeme.
ì Legan fi n- binili i voti , & volendo li Legati dar fodisfattione all' Imperatotene ),
"*"*" Une- rendo comefipotelTc far nel Concilio , preualendo la parte della negati ,r
*gotCd Papaj foluerono d'operar che fi rimettclTe al Papa,fperando che,col mezzo d'ot j:
poteflferocondur parte di quei della negatiua in quefta fententia, corner ii
di diedero carico a Giacomo Lomelino , Vefcouo di Mazzara i 5c a que <
Ventimiglia,che fi adoperairerojcon deftrezzaj&circonfpettione-.&em i d
fimi Legati parlarono per la parte remiffìua a' tre Patriarchi,quali anco pi ì:
rero,&: per loro mezzo reftarono acquiftati tutti quei del domino Venct ii
mero molto confiderabile.Racquiftato il numero, che parue baftantccic :t
IO hauer fuperato le diificoltà.RidulTero il negotio a quefto punto , di k e
una lettera al Papa nella forma ordinaria, mandando nota di tutti li ve ii
mentre penfano alla formajCinque Chiere,riraputolo, fi dichiarò non co .1
tarfi,renon appariua qualche decreto nella Seflìone , allegando , che , eiTc io
nella precedente riferuato di trattar li due articoli,hoia, eiiendofi trattati , t
folutijè necefTario far' apparire negli Atti della Seflìonela rifolutione.IlC d
nal Varmienfe gli moftrò quanto era ditficile,& pericolofo , proponer dee ce
& che pervenirsi fine , lo confegliaua contentarfi della lettera : alche ne a(
quetandofi, infine rifolfero far' un decreto da legger nella Seflìone. In e H
egli voleuafofTe detto , Che, hauendo la Sinodo conofciuto elfer ifpec ni
conceder l'ufo dei Calice » rimetteua al fommo Pontefici) a chi, & co ri
u4
|,^PioIIII. LIBRO SESTO. 581
licioni concederlo. Da' Legati gli fu moftrato > che molti della parte re-
iaa erano di quell'opinione , per non elfer certi fefofle ifpedientc > liquali
:i Tarebbono flati contrari] al Decreto , & che non fi poteua fpontare
copalfodifar dichiarar laconcefllone per ifpcdiente : anzi anco > tenendo
t.o , era ben lafciarc , con l'interpofìtione d'una fettimana , intepidir tanto
i»re. Il Cinque Chiefe s'acquetò , & fu propofto , differito il capo del
i :c , attendere a ftabilire il decreto delSacrificio, per infìnuarfi con quello ^tf«*o dtlS»'^
itrodurre la propofla della Communione. S'attrauersò Varmienfe, ^^^^^^^fV^jt,-
tafo da' Giefuiti Lainez,Salmcron,& Torresjproponeua (ma altra forma ,g/ '"
Il creto del Sacrifìcio) in materia dell' oblatione di Chrifto nella Cena, &
I ifa difficile farlo deriftere.Finalment^^jdopo elFer flati quafì fuori difpe-
1 id'efTcr' in ordine per far la Seffione al tempo deflinato j nella Congrega-
li de' fette fu flabilito il Decreto del Sacrifìciorfendo flato riceuuto dalla
1 ior parte : fé ben Granata fece ogni opera per interporre impedimenti,
^ongamenti.
J|)po queflo , furono dati dieci articoli per riformationc degli abufì occor- arùsplì di ri-
tìnella Metra,& altri undici in diuerfe materie di riforme , liquali furono a forma, fre^a*
i ) eletti di cofe facili » & non foggette a contraditionc» & fauoreuoli all' •^'»
ita Epilcopale : accio non venillè qualche ritardamenroper l'oppofìtione
1 ;no : & queflo era molto ben noto agli Ambafciatori , 3c Prelati , che fé
leuano ancora. Sopra quefli s'incomminciò a parlar addinone Settem-
ij : in breui parole li Prelati fi ipedirono , parlando fino quaranta per Con-
soione. Non vi fu di fìngolare oppofìtione alcuna, ma ben il Filadelfia
t{ La Germania elFer' in efpettatione , che nel Concilio fi tratraife di cofe ^ ^^ ^
ini & d'importanza : nominò diuerfe,& fra le altreja creatione de' Cardina- thìeJHdi ptìi
'i\ la pluralità de' Benefici). Giouanni Xuares , Vefcouo di Conimhhzy gramM m^
fiche non lodauail trafcar.ir le cofe minimcma ben parer' a lui, che ìz^ortanù»
d:à della Sinodo ricerchi , che fìafeguito qualche ordine fpcciale , & che
i per qual caufa fìano propofli più quelli , che altri particolari : che la rifor-
itmerebbe incomminciar dal Capo , da quello pallàr ne' Cardinali , da*
inaline' Vefcoui , & da quefli negli altri gradi: altrimenti temeua, chc>
Hidofì riforma nel modo incominciato, s'hauercbbemofTo lo flomaco a'
lUcijiSc a'Proteflantile rila.Parigi difTe, eller ccncinquanta anni , che il
>i1o dimanda riforma nel Capo,5c ne' membri , & fin hora è flato dcfrauda-
1 ebbe hormai tempo di moftrargli che fi opera da donerò , Se non fìmula-
.1 te : che defìderaua folfero uditi anco li Francefì ,per i bifogni di quel
g):che in Francia s'era fatta una riforma afìfai più utile ,che la propofta
ira in Concilio. Il Vefcouo di Segouia dille , Che fi faceuaaguiCa del me-
Onperito , che ne' mali mortali dà un lenitiuo , onero onge d'oglio. Il Vef^
Jtli Create diife. Che Sua Santità non •doueuaconce<lcr tanta facoltà alla
1 ua , & alla fabrica di S.Pietro,in virtù dellequali ognuno in Spagna vuol
•1 in cafai& non moderando quella, le prouifioni della Sinodo faranno
Meflèr neccfTario fare una dichiaratione , che U Decreti del Concilio Gene-
DDdd iij
5Si CONCILIO DI TRENTO Papa Pio |
ci3 i3 rale obligano anco il Capo : a che efrcndo/ì leuato fiifurro , egli , fahofeg]
Lxii. fìlcntio , leggio iife, quanto alla virtù direttiua , non coattiua : 6c fegt
cciidojche era ncceilario anco trouar via, che non vi follerò liti , o ahii
non toiTero tante , & coli longhe nelle caufe beneficiali: che ciò riufci.
gran dilpendio > mancamento del culto di Dio> & fcandalo del popol
CmqueChicfe parlò foprail capo di conferirli Veicouafijcfponcndo Ip
roleda lui dette > che lì promoueuano perfone vili , oc indegne, dichiara
che l'abufoprocedcua da' Prencipi,che gli raccommandauano con inft;2
(Se anco con importunità , al Papa j de che meglio farebbono collocati ne' ,|
frcnieri di Sua Santità: &:iìdolle,che le fue parole follerò riniftramente k
pretate.
a^rauio àtW L'Agente Spngnuolo, per nome del Rè, fi graub di tanta autorità, e
agente 5"/'*- Yefcoui h concedeua, nel capo ottauojfopra gli Hofpitali , Monti di ]|
gnmlo,accom- Luoghi pij ,&c. particolarmente , per il Regno di Sicilia, contrailpriuij^
*"* " ' cheqaclRegaohadellaMonarchiaanticamente:alqualeperrodisfarcjd; .
gati fu aggionta al Capitolo la claufula , che riferua li luoghi , che fo
difficoltà fopra ^^^"^^ fottolaprotettionede' Rè. Quelle cofe finite , erano anguftiatil
U tenuta dsUa ti, non rcftando piu chetre giorni alla SelTione , &;hauendo ancoratami )\
Stfionei irrefolute , &c maflìme quella che più importaua , & doue ognuno trattau o
vehemente affetto , cioè, la materia del Calice , quando un accidenci :c
quali rifoluere d'allongar' il tempo della SelTione. Quello fu , che, haii i
l'Ambafciator di Francia in Roma fatto inllanza efficace, a nome del P e
Pontefice , che facelTe differir fino all' arriuo de' fuoi Prelati 5 il pont ;<
quantonquenonudiirecofapiudifpiaceuole,che parlar di prolongatioi le
Concilio,cofipcrpropriainclinatione,comeper communede' Cardinai i
ài tutta la Corte, che era in fperanza, & intenfò defiderio , di vederlo fi e
& dilToluto per tutto Dicembre ; hauendo iK)ndiraeno rifpofto ,per non 1 li
fcftar i fuoi timori , chea lui niente importaua , ma tutto doueua depi ic
dalla libertà de' padri, liquali non era marauiglia fé abhorriuano la dilat i(
rifguardandolalonga,& incommoda dimora , atrauagli de' quali erac l
portar rifpetto , &c che egli non poteua, ne doueua conftringetli , onero in ìi
no 1! .1
1 ■ l
gli leggccontra l'ufo accoftumato: chehauerebbe fcrittoa' Legati l'i;
fattagli, &dichiaratofi, quanto afe,dicontentarfidelladilatione: che q b
tanto fi doueua da lui richedere , & doueua fodisfar il Rè , in q b
follanzafcriirc,aggiongendo,chevfairero quella permiffione,come parel m
ragioneuolea'Padri.Laquallettera,aggionto l'eiler li decreti mal' in ordì iS
quelchcfufcrittodalDolfinOjNoncio apprelTo l'Imperatore, ^l'inflan^ le
gì' Imperiali , che non fi publicalTe il Decreto della MelTa ; fece inclinar ^
'uintu ad Si- de' Legati a differire. MaSimoneta , che intefe la ir.ente del Papa,più coi
wsnetA: nelcapodi qucilojche comenella lettera cfpreiro,tenne tanto fermo, che ■
foluè il contrario :& aRomaauisò quanto foffe pericolofo metter' in ci 'K
gli ordini affoluti già dati di venire all' efpeditione,con li conditionati, p^ 1*
fodisfattioae diparolcpreiìando fomento a' mal' intentionaci d'attraueif: "l'
bm
Pio mi. LIBRO SESTO. 585
:rirolutioni,& mettendo fopradi loro carica, che gli rendeuaodiofi> gli ci3 i3
Bapcidci"nputatione,& rimaner inetti a far' il femitio diSua Santità. Fu Lxii.
Simonetafauorito dal buon euento » perche, non cirendoiii oppofitione
jitnentOjfu ftabilito il Capitolo degli abufì della Meflajcon gli undici della
f ima ; & il Decreto della Communione hebbe minor difficoltà, che non Ci
(tte.Alla prima propofta non parsò,perchediceua,cheil Papa,etiandio per decreto del ri'
: Si approbatione del Concilio , facelTe quello che giudicare utile : & que- *""*"' *^ f ***
impugnato infìeme da quelli, che tencuano la negatiua , & da quelli della delCaÌc"pA-
[fiua: cofa , cheindulFe li Legati a rifolutione di cralafciar' a farro quella bilito:
j:ia,& cofideliberati,ne fecero fcufa con gì' Imperiali jpoiche,ne dal Pon-
ine daloro,veniua il mancam.ento. Ricercarono gli Ambafciatori,chefl
Dneifclenata la claufula del voto,& approbatione : ma li Legati, tenendo
rmo,che quefta proporta haucrcbbe potuto caufardilatione nella Seflìo-
1 :endeuano difficili per ciò. Gli Ambafciatori proteftarono, che,veden-
er fatta così poca (lima dell' Imperai:ore,non erano per interuenirpÌLi,ne
ngregatione, ne in Seffione, fin che Sua Maeftà, aaifata,hauellc dato que-
Jini , che conueniuano alla degnità Imperiale : onde li Legati, non folo fi
tarono di proporla dinuouo, leuata laclaufiila,mapromitcro anco di far'
3, & adoperar* altri ancora. Et il di dopo, che fu precedente immediate
) della Sefiìone, la propofta corretta paisò per la maggior parte, fé ben
antradittionedi tutti quelli della negatiua, con grand' allegrezza de'Le-
& Pontifici); cofi, perche la Seflìone non fi prolongaua, di cheteme-
grandementc j come anco , perche pareua loro elfer maggior degnità
ipa, che la gratia , a chi defideraua il Calice , dependelle totalmente cll^mbafèi
autorità iua. Ma gì' Imperiali, fé ben in quefco particolare afiai ben fa- de' Prendpi
i » vedendo che la Seflione farebbe ftata all' ordine, & non fi poteuapiù tengono rau-
tólir la publicatione delle cofedel Sacrificio della Meifa, diche haueuano "'*"'\'' P^^ fir"
I tto inftanza per nome dell'Imperatore , unitifi prima co' Francefi mal T^^T'-^* *
l . t 1. ^' • r • n ] 1 n • r ,-r • n . X- ^nuder feria
% nti,perchc i utticio tatto in Roma , per nome dei Re , tolie rimafto ineffi- riformai:
t il medefimo giorno , dopo il Mezzodì, congregarono tutti gli Ambafcia-
tellacafa degl'Imperiali, dicendo, voler confultare cofa a tutti i Preiicipi
e LHte. Li Venetiani,&; il Fiorentino,chiamati ,fi fcufarono non poter inter-
n.!Ì,fenzacommi(Iìoneefpreira de' lor Signori. In quella Coiigregationeil
r lIc Chiefe, con longo difcorfo, narrò,che fino all' hora nei Concilio non
n rattata cofa fruttuofa,che s'era difputito vanamente de' dogmi,non por-
li alcuna utilità agli heretici, che oftinati fono rifoluti di nonrautar o-
nlnejne a' Carolici, che non ne hanno bifogno : & di riforma non fo-
• opofte , fenon alcune cofe leggieridìme, &: di nilFun momento, de'
)!:ij,de' Queftori, t!?c altre fimiglianti : vederfi chiaramente , che li Legati
r odi far' anco la Sefilonefeguente col medefimo ftile , & dopo di quella
Jl ^airctirando inanzi il tempo con difpute,con dottrine,& canoni dcll'Or-
i( ) del Matrimonico qualche altra cola leggiera,per fuggire, fecondo il fo-
cofe fuftantiali di rifornia.Et con quefte , & altre ragioni, ben amplifica-
584 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio ]
gj3 ja" ccperfuafegli Ambafciatoriad unirfiinfieme, & andar' a* Legati, & far' inf
L X 1 1. za>che per quella Seflìone fi cralafciaire di parlare de' Sacramenti,'& di far li
crinco Canonijperche hormai era tempo d'attendere ad una buona riformi,
uar tanti abufi , & corregger li mali coftumi ; & operar sì , che il Concilio ;
fia infruttuofo.il Secretario di Spagna non volle alFentire ; perche, hauendc
tentioneil fuoRè, che nel fine del Concilio almeno fofle dichiarata la ce:
nuatione,temeuapregiudicarfi quando folfe mutato il modo di procedete 1
all'horaufatojdi trattar' infieme la dottrina »& la riforma: poiché quella m;
rione s'hauerebbe potuto adoperar per argomento , che il nuouo modo di <
ceder arguiife nuouo Concilio.L'Ambafciator di Portogallo,con longa cii i
tione di parole inconcludenti,moftrando defiderar riforma, ma volérla ott i
con modi più piaceuoli, fi ritirò dalla compagnia. Il Suizzero ancora, ve 1
do l'elfcmpio di quei doi,5<: confiderato cheli Venetiani non erano interu i
ti. Eemendo di commetter* errore,dìire,Che meglio farebbe (lato hauerci r
fiderationefopradinuouo,primachefar rifolutione: gli altri tutti rifoluei :i
di andare.
Parlò per tutti,cofid'accotdo,Lanfac '.dicendo. Che da'loroPrencipie v
mandati per aflìftere, $c fauorire il Concilio, & procurare che Ci procedere ;i
tinentementcnon con difpute della dottrina , dcilaquale , elfendo tutti Ca i
cijmflun dubitai &: èfuperflua, inaifenza di quelli, che l'impugnano :m e
procurare una buona, fanta, & intiera riformatione de' coftumi. Ma.po e
non ottanti tante loro rimoftranze,vedeuano che s'haueua voluto dctenr u
li principali ponti della Dottrina controuerfi , fenza toccare, fenon leggier i)
tdi Legati de- ^q la riforma, pregauano che la feguente Seflìone foife impiegata folamen il
firmtte sfUg- quella,3^fo{reropropoftiarticolipiùimportanti,&neceIlari)che quelli,d m
^'"^* s'era parlato fin' all'hora.I Legati rifpofero nella forma che altre volte. Il lì
derio del Papa,& loro,eirer di far il feruitio di Dio, & bene della Chiefa,& il'
fare , & gratificar tutti i Prencipi: ma non eiTer conueniente romper l'o) i(
Tempre tenuto nel Concilio,di trattar infieme la dottrina, & la riforma : e 1(
cofcfino all'hora fatte,erano folo un principio : che haueuano buona inte: »
ne di far meglio: che riceuerebbonoprontimmamente gli Articoli,che eflì n-
bafciatorigYipropone(rero:marauigliarfi,che di Francia non folfero ftati 1 i'
dati gli Articoli deliberati a Poifli al Pontefice,ilquale gli hauerebbe apprc ti
Alche replicò Lanfac, Che,hauendo il Pontefice rimetro tutte le cofe cor t-
nenti la religione al Concilio , i PrelatiFrancefi quando folfero gionti, Ke-
rebbono propofto quelli,^; molte altre cofe. Rifpofero li Legati , che fare o-
no li molto ben venuti,& più volentieri afcoltati : ma non per quefto coni d-
ua differir la Seflìone ordinata , perche in quella non era per trattarfi cofa Cr
giudiciaie alle propofte loro. Che fi Padri in gran numero erano rifolutiffii <li
voler la Seflìone : che il difguflargli erapericolo : &;fecon tanto loro ine or
modo afpettauano in Trento quelli, che a loro agio differiuano l'andata ^
numt *}P^^^ melfa , non era giufto aggiongergli anco quefto difgufto maggiore di voi ;li
^/g. far' afpettare otiofamente. A quefto ufficio deftro non opponendofi con r g-
0£
I
?A
Pio mi. L I B R O S E S T a. 585
efficacia gli Ambafciatori/i andò a tener ruldmaCongregationej per for- ci^ lo
li decreti : quali ftabilitijquando fi fu per ftatuire il tempo,& la materia per lxh»
guenteSeffione , Granata confegliaua che s'allongalte il tempo , accio i
ceri,6c Polacchijhaueirero commodo non folo di venire,maanco,arriuati,
brmarli,&: che non fi veniire a precifa dichiaratione di quello,che fi doueua
are; nia,ficome altre volte s'era fatto>ftarruiruniuerrale, & pigliar partito,
ido le occorrenze: perche, douendo venir tante perfone dinuouoj nonfi
aareftar di credere, che non portalfero con loro emergenti, per quali folle
liirio venir' a nuouedcliberationi.Et a quello parere liSpagnuoli,& molti
adheriuano : & farebbe ftato approuato dall' uniuerfale.Ma una voce fpar-
le folfe arriuato commandamento dal Pontefice alFoluto, che non fi diffe-
>iu di due mefi,e Ci trattalFe de' Sacramenti dell' Ordine, Se Matrimonio in-
, indulfe li Pontificij a far' inftanza che il tempo non folle prolongato , 8c
ituttidue li Sacramenti fi trattalfe. Et i Legati moftrarono eiler coftretti
aefto,a far il decreto in conformità. Ma qucfto maneggio hebbe due altre
:aufe:runa,lapreftacfpeditionedelConcilio:chc,coiifacendo,penfauano
' ifpedire con quell' unica Sefllone.L'altra,accioa' Spagnuoli, 8c altri fau-
dlariformajmolto occupati in quella materia di fede, non reftafie tempo
tarcofe importanti: Se particolarmente reftafièro impediti di promuo-
» almeno d'infifterefopra la refidcnza. Quello punto fl:abilito,leggendofi
{Decreti infieme, dinuouo fi eccitarono le contraditrioni,& le contcn-
blite,che con difficoltà li Legati poteuano fermar con buone parole.Du-
longregatione fino a due hore di notte,con poca fodisfattione delle parti,
ifcandalo de'buoni:tuttoinfinc firifoluèj ma, perla maggior parte de*
Tendo poco minore quella,che contradiceua.
luto ildicefettedelmefeSettembre,giornodeflinatoalla Seffioneiznda.- fifi* Stfjtonii
le folite ceremonie alla Chiefa li Legati,& Ambafciatori , con centottan-
ati,dopo le ufate preci nel celebrar la Melfajil Sermone fu dal Vefcouo di
nigliarecitato,nelquaIe,con granita Epifcopaie, & Senatoria, valendofi oj^^fonemef-
ifatacomparatione de' corpi ciuilia'naturali,dimoftrc) quanto unaSino-'J^- ^. . "*'
Vefcoui farebbe moftruofa lenza capo. Narrò l'ufficio di quello nel in-
utù in tutte le membra,& la recognitione,& debito di quelle in hauer più
1 jllaconferuationedel Capo,chedi feftcffi, efponendofianco alladifcfa
jL.lo. Dille ilprincipal difetto dell' heretico fecondo S.Paolo,eirere,ehe
i molTe un capo, dalquale depende laconneflìone ditutto'l corpo. Con
it 3 parole foggionfe, che Chrifto era il Capo della Chiefa inuifibile ; ma,
13 Dltcche il Papa era il vifibile. Commendò l'accurata diligenza di Sua
it i in proueder alla Sinodo , & raccordò a ciafcuno il debito di conferuar
e lità del fuo Capo. Lodò in fine la pietà,& modeftia de' Padri : pregò la
■e: i diuina,di dar progrelTc^ fine gloriofo a quel Concilio,ficome era (lato ^^^^.^ ^^^ p^.
'•i^lpio. marca d'yff-
ft ita la Mefla, furono lette lettere del Cardinal Amulio, quale,come Pro- _/?„>,
! EEce
,586 CONCILIO DI TRENTO PapaPio Ul
ci3 i3 rettore delle nationi Orientali Chriftiane,diede conto alla Sinodo effct and a
LX 1 1. a Roma Abdiffi,Patriarca di MuzalcncU' Aflìria di là dall' Eufrate: ilquale, v -
tateleChiefediRomajhaueuarefo ubedienza al Pontefice, &riceuutG laCi-
ferma,& il Pallio da Sua Santità. Narrò, li popoli foggerei a quello hauer ci>
uuto la fede da' Santi Apoftoli Thomafo, &: Thadeo j 6c da uno loro difcep( >,
nominato Marco j in tutto fnnile alla Romana , con li ftcfll Sacramenti , & : ii
6c che di qucfti haueuano i libri ferirti lino al tempo degli Apoftoli. Soggic«
al finejl'ampiezzadel paefe,fottopofto alla cura di quel Prelato , che s'cftend 1
no air India intcriore,con innumerabili popoli,foggetti parte al Tu lc o,part i
Sophi di Perfìa,& parte al Rè di Portogallo. Laqual letta , l'Ambafciatoi j
Portogallo fece un protefto,che liVefcouiOrientalijfortopoftialfiioRcjn
conolceuano alcun Patriarca in fuperiore,& che per l'admiirione di qucftc t
triarca non folfe fatto a loro,o al fuo Rè,alcun pregiudicio. Fu letta dop L
profeflione della fede,da quel Patriarca fatta in Roma , fotto i fette Marzos :1
laquale giuraua di tener la fede della Santa Chiefa Romana,&: prometteua < j»
prouare,& dannar qucUojche ella approua, <?c danna j & di douer'infegr i
medefìmoa' Metropolitani,^ Vefcoui Diocefani, alni foggetti. DopOjfu «
lette fue lettere direttine alla Sinodo, in quali fìfcufauadinon poter' and a
Concilio , per la longhezza della ftrada , & pregaua che,finito , gli foifcro 1 1
dati i Decreti di quello,che prometteua fargli olferuare intieramente. Q l
ftefle cofe erano ftate lette nella Gongregatione prima , ma non vi fu :c
fopra riflelTo. LaProteftatione del Portoghefe iuegliò gli animi a cor e
rare diuerfc aflbrditàjche erano in quella nari.atione,& fu eccitato qualcb i-
rurro,& li Prelati Portoghefì fi moueuano perparlare. Ma dal Promotore ei
ordine de' Legatijfudettojche fopra quefto s'hauerebbe parlato in Gong a-
, ^^j^^^ rione.
^f'Ifls * ^^ ' procedendofi inanzi agli atti Conciliari ril Vefcouo celebrante le 1:
dottrina del Sacrificio della MclTa in none capi diuifa : quale in loftanza e e
neua. I. Che, per l'imperfettione del Sacerdotio Lenitico, fu neceifan ui
altro Sacerdote, lecondo il rito di Melchifedech. Quefto fu Ghrifto, N k
Signore: ilqual fé ben offerì fé fteir© unafola volta nella Croce : per lafciai 11
Chiefa un iacrificio vifibilcrapprefentatiuo di quello della Crocce ap; a
tiuo della virtù delmedefimo;dichiarandofiSaCerdote,fecondo il rito d' '
chifedech ; offerì a Dio Padre il fuo corpo y di. fangue , fotto le fpecie de I
& del vino ;&gh diede agli Apoftoli perriccuerle : & a loro, & a fucc
comraandò, cheleofferilfcyro : Se quefta è quella offerta monda, da Mal .
predetta,qualcS.Paolochiama,Men("adelSignorc:& fu figurata da' vari) L iti
cij dell' età della Natura, & della Legge. IL Et, perche il medefimoCht»
nella MelTa , è facrificato fenza fangue , ilqual nella Croce fu con fangae
to, quefto facrificio è propitiatprio j& Dio, placato per quella offerta, e -
de il dono delia penitenza, riii:iettetuttilipeccati,efrcndolamedefìmaoft <S>
l'iftelfo offerente , per mezzo de' Sacerdoti, che già offerì fé ftellb in C ce
con fola diuerfità del modo : là onde , per quefta della Metìa , non Ci dt f
i^.APioirri. " LIBRO 5ESTO. 587.
platione c!ellaCroce»an2Ì/ìnceuonoperleiIi frutti di quella: chefiofFeril"
I :ri peccati > pene ,& bifogni de' fedeli» & anco per i defonti non intcra-
X te purgati. 111. Et , fé ben il celebrano alcune Mefle in memoria de' Santi,
t;.crificio non fi offerifcealoro , ma a foloDio. IIII. Er,per offerirlo con
B .enza , la C hiefa già molti fecoli ha inftituito il Canone,netto d'ogni erro-
': ompofto da Ile parole del Signore , traditione degli Apoftoli , & inftituti
B tifici). V. E< per edificatione de' fedeli, la Chiefa ha inflituito certi riti,
ononciare nella Melfa alcune cofe con balfa , altre con alta voce,aggionto-
nedittioni , lumi, od ori , vefti,per traditione Apoflolica. VI. La Sinodo
condanna, come p rinate, & illecite, anzi approua quelle Melfcdoue il
Sacerdote communica,eirendo quelle communi , perche il popolo com-
ijica fpiritualmcn^ , perche fono celebrate da publico miniftro , & per tutti
fieli. VII. Che la Chiefa ha commandato d'adacquar il vino nel Calice,
ne cefi Chrijto ha fatto, & dal fuo lato ufcì acqua infiemecol fangue , &
z apprefentata l'unionedel popolo,{ìgnificato per racqua,conChriftofuo
\ ). Vili. Et benché nella Mcifa fi contenga una grande eruditione per il
ij Icnondimeno li Padri non hanno giudicato ifpediente che ila celebrata
\ !gaic:per0,ritenendo l'ufo della Chiefa Romana, accio il popolo non fla
LI àto , debbono h Parochi , nel celebrar la Melfa , efponer qualche cofa di
(o, che fi legge in eira,ma{lime IcFeftc. IX. Et per condannar gli errori
l ninati contrj, qucfta dottrina,foggionge i none Canoni : anatliematizan-
. Chi dirà, che nella Mclfa non fi offcrifca verone proprio facri{icioaDio.*«^'^«w/rw/l
j hidirà,che,con le parole di Chrifto,Fate ciò in memoria miai egli non*"'"f^*"^'^^fi-
Ibbia inftituito Sacerdoti, & ordinato a loro d'offerire. IH. Et chi dirà, '"''"''''^*"''*
;' Mctrafìafacrifìcio di fola lode, oringratiamento,o nuda commemora-
1 del Sacrifìcio della croce,5<: non propitiatorio ;ouero,giouifoloachilo
Q-,&: non fi debba offerire per li vini , per i morti , per li peccati , pene , fa-
r"; ioni,&:altribifogni. IIII. Et chi dirà ,che,per il Sacrifìcio delia Melfa,
tìtghi aquello della Croce. V. Etchidirà, che fìa inganno celebrar MelTe
biorde'Santi. VI. Et chi dirà, contencrfi errori nel Canone della Mcllà.
I Chi dirà , che le ceremonie, veil:i , & fegni efterni , ufati nella Meifa ,fìa-
I I tofto ine itamenti ad impietà , che oftìci} di pietà. VIII. Chi dirà , che le
rf , in quali il folo Sacerdote communica, fìano illecite. IX. Chi dannerà
il della Chiefa Romana, di dir lotto voce parte del Canone , & le parole
1 Confecratione : onero dirà , che la Melfa lì debbe celebrar' in volgai'c , o
t )n fi debbia mifehiar acqua nel vino.
/ Decreto recitato fu da' Padri airentito, eccetto che al particolare,checow*»'«^/«/e«e
IO oftcrì fé medefimo , ventitre Vefcoui contradiifero : & alcuni al tri '''''''^^"''
Ojchcquantonque l'haueifcro per vero , nondimeno ripurauano, che
• ile luogo ne tempo di decretarlo : &c li voti fiirono detti con qualche
i^lìoncper i molti , che ad un tratto pailauano. Diede principio a dilfentire
tLiefcouo di Granata ,ilqualc non hauendo prcftato il iuo l'frnfo nelle
rcegationi,pcrnonhauer'occafioncdifar'il medciìmorellaSe(rionj,ha-
E E e e i j
588 CONCILIO DI TRENTO Papa Pioli.
ci3 1^ ueua deliberato non intcruenimi. Ma li Legati, non vedendolo allaMetra,>
L X 1 1 . mandarono a chiamare più d'una volta j &: lo conftrinfero ad andare , & gli ec ■**'
taronoconcio maggiormente la volontà di contradirc. Immediate dopo, -l
decreto fopra medcfìnio celebrante fu letto un altro decreto , per inllruttione a Velcoui •,
^n abufi nella gli abufì da correggere nella celebrationc delle MeiTe. Et in ibftanza contenc t^
Ai^jJ'i' Cheli Vefcoui debbino prohibire tutte le cofe introdotte per auaritia, perii ■-
uerenza , o per fuperftitione : condifcele a nominar particolatmcnte , per dif ;i
d'auaritia , li parti di mercede, quello che fi dà per Melfc nuoue sfelfattii
importune d'elemoline. Per irreuerenza , l'ammetter a dir Melle i SacercSi
vagabondi , & incogniti , Se peccatori publici , & notorij ; il celebrar' in 1 1
priuate,& in ogni altro luogo fuori di Chiefa , & Oratori) ; Se Te gliinte >
nienti non fono in habito honefto ; l'ufo delle mufiche nelle Chieie con nv. i-
ra di canto , o fuono lafciuo , tutte le attionifecolari , Colloqui) profani , 1 >
piti,gridori. Per quel che tocca la fuperftitione, il celebrar fuori delle hoic >
bite , con altre ceremonie ,& preci , oltre le approuate dalla Chiefa , & ricci :c
dall' ufo , un determinato numero di alcune Melfe , o di tante candele. Ore h
anco , che foife ammonito il popolo d'andar alle parochic , almeno le De
nichel maggiori Fefte, dichiarando, che le fudette cofe fono a' Prelati
pofte , accioche prohibifcano , Se correggano, etiandio come delegati e
Sede Apoftolica , non folo quelle , ma anco tutte le fnnili.
écretoàn- H Decreto della nfonisacomprendeua undici capi. I. Che tutti lidecret s
J"*"'"*- Pontefici 5 de Concili] , fpettanti alla vita , & honeftà de' Chierici per fa .'"
nirefianoofTeruatijfotto le medcfime , &c ancora maggiori pene,adaib o
^eir Ordinario ; & (lano reftituiti in ufo quelli , che in deiuetudine fono n v
4ati. IL Che non fìa prouifto a' Vefcouati, fenon perfona, che oltre le qii i
requifìte da' facri Canoni, fiafeimefnnanzi in Ordine facto ; & le di turèi
qualità debite non vi farà notitia in Corte, fi pigli informatione da' No j;
dall' Ordinario , onero da' Ordinari) vicini. CheiìaMaeftro , Dottore) e i-
centiato in Theoiogia , o in Legge Canonica , onero dichiarato idoneo ao i-
fegnarperpublicoteftimonio d'una Acadeir.ia: &z li Regolari habbiano 1 i.
fede da' fuperiori della Religionfua, oc li procciTi , o teftificationi , fiano i
tuitamente prcftate. III. Cheli Vefcoui poirmoconuertii la terza, parte e li
entrate nelle ChiefeCathedrali,& Collegiate, in diftributioni quotidiane e
quali però non iìano perdute da quelle degnità>che non hauendo giurildi: j
ne, o altro ufficio , faranno reiìdenza in Chiefa parochiale unita , eflift 0
fuori della citta. IIII. Che niilun'habbia voi o in Capitolo, fenon fìa ordii :(
Subdiacono : 3c per l'auuenire , chi otterrà, beneficio , alqual fìa anneifo q 1
che carico , fra un anno fìa ubligato riccuer l'Ordine , per poterlo elf-rcii e
V. Chelecommiffioni delle difpenfe non habbianoeftctto,flnche da' VcK i
come delegati, fiaconofciuto, che tono ben' impetrate. VI. Che le conui-
tationi dc'Teftamenti non fiano eifeguite , finche i Vefcoui , come dclcj-l
non haueiàno conofciuto che fìano impetrate con c-iprcflìone della ve rirà. I
Che i giudici fuperiori ,neir ammetter le appeliationi , & conceder' inhi
ti( i
Pio mi. LIBRO SESTO. 5S9
ireruino laconftitutìone d'Innocenzo quarto nel capOyRomam. Vili*
efcoui , come delegati , fiano elfecuton delle difpofitioni pie , coi! tefta-
ie 1 come de' viiientii pollino vietargli Horpitalij&, Collegi], & Con-
ica de' Laici > etiandio quelle, che iono chiamate Scole , o con qual lì vo-
ronome ; eccettuate quelle, che fono Torto immediata protettionede'
(lino vifitar l'elemofnie de' Monti di pietà , & tutti li luoghi pij , fé ben
icuiade'LaicÌ3&.habbianolacognitione,à:eirecutione di tuico quel-
appartiene al culto di Dio , alla falute delle anime , de alla foitentanon
ieri. IX. Che gli amminiftratori della flibrica di qual ii voglia ChicTa>
ale , Confraternità , Limofìna di Monte di pietà , Oc d'ogni altro luogo
no tenuti render conto al Vefcouo ogni anno ; &; fé hanno obligo di dar
idaltri , vi fia aggionto anco a quelli il Vefcouo , altrimenti non fatisfae-
X. Che li Vclcoui pollino eifaminar i notarij , & prohibirgli l'ufo dell'
in negotij , & caufc Ipirituali. XI. Che qualonque ufurpcrà beni, ra-
D emolumenti delle Chicfc, Benefici] , Monti di pietà , 8c luoghi pi] ,0
co,o Laico che fia,quantonqueRè, o Imperatore, ha fcommuuicato
.'intera rcrtitutionedcl tutto, 3i alfolutione dal Papa : oc fé faràPatro-
mcopriuato del //^^^^rri?^^/^^^:^' il Chierico confentiente iiafoggetto
delima pena , priuato d'ogni beneficio , &: inhabile ad ottenerne,
•oi letto il Decreto (opra la conceflione del Calice, di quello tenore: ^l^^^^J* '
auendoiilaSinodorireruatoreiramine,& definitiohi de' due Articoli ceffiom dJc*'''
communione del Calice , nella precedente SciIione,hora ha deter- HcealPapa
di riferir tutto'l negotio al Sommo Pontefice , ilqual faccia , perfua
: prudenza , quello, che giudicherà utile per la Rcpublica Chridiana,
ifero a chi lo dimanda. Ilqual decreto ficome nelle Gongregationi fu
atofolamenteperla maggior parte, coli auuenne nella Sclìioncdoue,
lelli, che contraditrero,elfendo d'opinione che il Calice nonfidouelle
'aalcuriaconcedcre,vifuanco un numero, che dimandò che lamateria
•ferita , Se reclìaminata una altra volta : a che fu rifpofto dal Promotore:
nede'Lcgati,ches'haaerebbe hauuto confideratione : &: finahricntefa
a la fcguente Seliionc per gli dodici Nouembre , per determinar circa li
enti dell' Ordine , Se del Ivlatrimonio. Et fu la Sinodo , col modo Iolico>
lÉa, continuando fra li Padri gran difcorli fopra quella materia del Cali-
alaquale alcuno farà forfè curiofo di fapere , perche caufa il decreto re-
lòn ila pollo dopo quello della MelTa, come pare che la materia ricer-
lain luogo, doae non ha alcuna conceflione , ne fimilitudine con gli
i anteriori. Quello donerà fapere, che unamaflima andana attorno in
Dncilio , che, per ftabilire un decreto di riforma, baftalFc la maggior
"'voti ; ma un decreto di fede non poteile elfer fermato , contradicendo
te notabile : perilche U Legati , già certi , che quello delCalice con dilli-
itiérebbe fuperato la metà, deliberarono ponerlo per capo<iirifonria,&
) tra quelli, per ben dichiarare di tenerlo in quel numero.Furoiioanco,
oraj &;per qualche giorni dopo» tenuti ragionamenti per il punto de--
EEee iij
^c,o CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio
cio IO cifojchc Chrifto ofFerilTe fé fteifo nella Cena, dicendo alcuni, che,per ilm'
LXii. ài ventitré contiadittori, non eralegitimamente decifo : 8c nfpondendc
chevn'ottauononripoteuadirpartenotabilc.Eianoancoalcuni,chefor
rono la maffima hàuer luogo folo negli anatheraatifmi , & nella foftanzsi
dottrina,non in ogni claufala,che fia polla per maggior eipreflìone } coni ]
fta , dellaquale ne' Canoni non fi parla.
di che ft con- Q[[ Ambafciatori Imperiali furono molto allegri per il decreto del C'
tentano gU ^ [^j-^endo per fermo, che l'Imperator l'otterrebbe dal Pontefice con maggi :
^m . ejx j-jjjj^^2.^Q^pi(^fauoreuoli conditionijche non fi farebbe impetrato in ()
lio,doue, per la varietà delle opinioni,& interefli, è difficile ridur tanti in !'
rere,fe ben buono,& neceflario : la maggior parte vince la megliore , & cH!
p|fone ha fempre maggior vantaggio,che chi promuoue: 5c tato più fper;|
fM no Cefare, quanto il Papa haueua fatto ufficio fauoreuole alla loro petitione.Mal'L |
tore non hebbe l'iftefib fcnfcnon mirando egli ad ottener la coramunic Ì
Calice afTolutamenre , ma a quietare li popoli de' ftati proprij,(3c di Gerì Ì
che mal' inclinati verfo l'autorità Pontificia per le cofe paUate,erano pr
-^ patianonriceuereinbencofa, che di làvenille;doue che, hauendo la e
fìone dal Concilio , con quella fodisfattione,& con la fperanza d'otten
richiefte , da loro (limate giufte , fermato il moto in quale erano , & licei
Miniftri infetti, fperaua di tenergli nella Communione Cattolica. Hau
per ifperienza veduto , che la conccflìone di Paolo terzo non furiceuuta
ne,&: fece più danno, che beneficio: 8c per quella caufa , non profeguì l'ii
fua più oltre col Pontefice ; & fé ne dichiarò : perche, quando riceuette la
del decreto Conciliare , voltatofi ad alquanti Prelati , che prefenti fi ritr
- no dille. Io ho fatto tutto quello , che poteua per faluar i miei popol
habbiatene cura voi, a chi più tocca.
tttifKOipopo- Ma quei popoli,che defiderauano,&afpettauano la gratia,o com* ef
Hi uano , la reftitutione di quello , che gli era debito , reflarono tutti con i
che , efiendofi prima trattato per fei mefi fopra unarichiefta giuda , prc
con interceflìoni di tanti, & cofi gran Prencipi ; & dopo , per farci m
ciramine , differita doi altri mefi, & dirputata,& difcufia dinuouo coi il
contentione , infine fi rimettelTe al Paparcofa, che fi poteua, fenza rd
tanto tempo , tanti ufficij,& fatiche, rimettere al bel principio. Elfer
ditione de' Chriftiani fecondo la profctia d'Ifaia, Manda, rimanda ,
riafpetta : poiché il Papa , richiefto prima, rimelfe al Concilio quello ,r.^
hora il Concilio rim.etteua a lui :^bcfFandofi ambidoi , &c de Prencipi '
popoli. Alcuni più fodamentedifcorrcuano , che la Smodo haueua i
doi articoli a definire : Se le caule , che già mofiero a leuar' il Calice , fin
che conuenga perfeuerare in quella prohibitione : & fé non, con che c<
ni fi debbia concedere: il primo de' quali elfendo, non di fatto, ma ind:
' ir.ente di fede , per neceiraria confcguenza , rimettendo al Papa la conc
era coftretto il Concilio confcifare d'hauer conofciuro le caufe per
cicnt j ; & per rifpetti mondani non hauerne voluto far dichiaratione : :
:é.
I
iPio mi. LIBRO S E S TO. 591 ^^^
jle hauelfe giudicate fufficitnti , conucniua perfeuerare nella prohibitio- ci3 i^ ^
if maneua dubio > doueua profeguire l'ellàminc r folo poteua rimettere> lxii.
jiutarinlufficienza. Che fé pur hauelfe fatto la dichiaratione negatiua>
, ;caufenon elfci- tali, che conucnga perfeueiar nella prohibitione, & ri-
Gal Papa quello, che rcftaua farci di fatto , prendendo le informationi
fi rie , fi poteua fcufarc. Ne poterfi dire , che , col rimetter al Papa , la di'
I ione ha prefuppofta 5 poiché , hauendo nel decreto di quella Sefllone,
i( to li doi articoli , rifoluè che il negotio tutto intiero fia al Papa rimefTo:
E jcfenza prefuppofta alcuna.
[ crcto del Sacrificio non ritiouo nelle memorie , che porgelfe materia a' gmdk'^' fopm
Dimenti:& forfè caufa ne fu , perche la lettione delle parole non rappre- ì^ffit Ss^ìq-
jofi facilmente il fenfo,eirendo lacongiontura piena di molti , ócincul- "*■
iperbati , quali , fé attentamente non fono feparati dalle parti proprie
atione>diilrahonorun dopo l'altro la mente del lettore a diuerfe con-
■.i oni , che quando è ridotto al fine , non fa che cofa habbia letto. Dclla
j jhibitione della lingua volgare nella MelFa, da' Proteftanti era detta
l^ecofa.Etparcua loro contradittione, dall' un canto dire, che la Mella
qie molta eruditionc del popolo fedele, «Se lodare che una parte ila detta
3 3cc , & prohibir in tutto la lingua volgare : ma poi commandar a' Pafto-
:hiarare qualche cofa al popolo. A che altri ben rifpondeuano, nella
l; iftr alcune cofe recondite > che debbono fempre reftar coperte al popola
j.ejpercaufadclquale fono fommellamente dette, & tenute in lingua.
i::akre, dibuona edificatione,&: erudkione , che è commandato didi-
me al popolo. Ma a quefto vcniua replicato , con due oppofitioni : l'una,
amque qucfta (ce onda forte conucniua metterla in volgare : l'altra , che
I lua di(ì:inguere quali fono , & quefte , & quelle : perche, coli' hauer
II ilfo a' Paftori, che fpciro dichiarino qualche cofa di quello che fi legge,
i diftinto che, fopraftà pencolo, che, per difetto di fapere , alcuno de*^
|i dichiari quello , che dtbbeelferconleruato in arcano, &tralafci quel-
I merita dichiaratione. I ftudiofi dell' antichità fi rideuano ditali dif^
I difendo cofa notiflTmia , che ogni lingua litterale , & al prcfente ridotta
n , fu al fuo tempo , nel proprio paefe , volgare : & che la Latina , quando-
i la, in Italia tutta ,'& nelle Colonie Romane, in diuerfe prouincie fuin-
k anellaChiefa,piùcentenarad'anni anco dopo, fu in quei luoghi la lin--
8 volgo.Et che refta ancora nel Pontificale Romano la forma deli' ordina-
le'Lettori nella Chiefa,doue fi dice, che ftudiinoa legger diftinta Se
i nente,accio il popolo poifa intendere. Ma , per faper in che lingua deb-
i( ifer trattate le cole facre,nó ellèr degno di gran dilcorfi : baftar folamente
JE il cap. XI V.di S.Paolo nella prima a'Corinthi: che,n6 oftate ogni preoc-
M ^nc cetraria della métcqual ii voglia perfona refterà bé informata: & chi
à per qual folle già il fenfo della Chiefa Romanaj& quando , & perche la
C^nutalfe penfiero , potrà olTeruare , che Giouanni Vili. Papa, dopo
•ij)er l'inanzi fatto una feueriffima riprenfione a* Moraui , del celebrar
i in lingua Slaua , con precetto d'aftenerfene j nondimeno^ meolio
,91 CONCILIO DI TRENTO Papa Pk
ciò i3 infoimatOjdcl DcccLXxx. fedire a Sfenco-pulcroJorPrencipejoucroC
L X 1 1. una longa lettera ; doiicnon per conceffionejma per dichiaratione,afFerrr
non è contralio alla fede,& lana dottrina,il dire la Meira,& le altre hor? i
glia Slaiia, perche chi ha fatto la lingua Hebrea, Greca, & Latina ha fatte
le altie,a fua gloria : allegando per quefto diueriì palli della Scritturaj& in
colar l'ammonitione diS.Paoìoa'Corinthi. Solo commandò quel Papa
per maggior decoro , in tutta Chiefa, l'Euangelio fi leggelVe in LatinO}&
Slauojcome in alcune già era introdotto : concedendo però al Conte, & ;
giudicijdi fentir la Melfa Latinajfe piacerà più quella. Allequali cofe ben
derate , douerà eifer' aggionto quello chcdugento anni a ponto dopo :
Gregorio V IL aBredi{laodiBoemia>che non poteua permettergli lacci
tionede'diuini uffici) in lingua Slauaj& che non era buona fcufa allegar;
per ilpalfato non fiaftatoprohibito, perche laprimitiuaChiefahadiflìi
to molte cofejche fé ben longamente toierate, fermata poi la Chriftianitìj
ftate per elLamine fottile corrette>commandandQ a quel Prencipe>che coi
lefue forze s'opponga alla volontà del popolo : lequali cofe chi ben offe
vedeià chiaro,quali foffjro le antiche inditutioni incorrotte j Se come j "
ancora quelle, è ftato aperto l'adito per rifpetti mondani alle corrottele
quali intereflì parimentcindebolito il buon ufo J'abufo ha prefo piedi,
l'ordine , &c pollo il cielo fotto terrajle buone inftitutioni Ibno public;
corrottele,*?^ dall' antichità folotoleratej Se gli abufi introdotti dopo fo
nonizati per correttioni perfette.
Ma, tornando a' decreti Conciliari, quello della riforma molTe ftoi
molti,quali confiderauanojche ne' paifati tempi il dominio de' beni Eccl
ci era della Chiefa tutta,cioèjdi tutti i Chrifl:iani,che conueniuano ad un
uocathjne-.l'amminiftratione de'qualiera commelTa a Diaconi,Suddiac
altri Economi , con la fopra intendenza de' Vefcoui , & Preti, per diftrib
nel vitto de' miniftri,delle vedoue,infermi,&; altri poueri^ineducatione
ciulli & giouani ; in hofpitalità , rifcatto de' pregioni , &c altre opere pie:
tutto ciò , il Clero prima > fé ben indebitamente, nondimeno tolerabik
volfe feparare, & conofc€i-elapar.tefua,&ufarla fecondo la propria ve
Ma,dopo,pairatofi al colmo dell' abufcè ftato efclufo in tutto Se per tutt
folo il popolo dal dominio de' beni,& li Chierici di amminiftratori dici:
fi padroni ; ma conuertito in ufo proprio tutto quello,che era deftinato ]
uer i,per hofpitalità , per fcole, 3c per altre pie opere : di che per molti fec
uendofiilmondo femprc doluto , & dimandato rimedio vanamente, li
per pietàjin alcuni luoghi hanno eretto altri Hofpitali, altre Scole,altril
per fomminiftrar alle pie opere,con Laici amminiftratori. Hora,che in
fecolo il mondo ha dimandato con maggior' inftanza il rimedio,che gli '.
tali , & le Scole antiche , & ufurpate da Preti in particolare , fiano reftiti
Concilio,in luogo d'elTaudire cofigiuftadimanda,corne s'afpettaua,& r<
re i Collegij,Scole, Hofpitali, &: altri luoghi pij,ha aperto la porta ne* e
ottauo,enono,adufiu-par anco quelli,che dopo fono inftituiti,conintr àc
hi "
À
S.A Pio mr. LIBRO SESTO. 5^3
;, praintendenza Je' Vefcoui : laqual chi vuol dubitare , che , ficome è fiata il e i ^ i ^
azojconche fono ftati occupati i beni digià dedicati alle fteire opere > & ap- LXii.
l iriati ad altri non pij ufi,coli non fla per partorire l'iftelTo effetto in breuif-
li tempo ? I Parlamenti di Francia , tra gli altri , hebbero molto l'occhio a
ab particolare: t5^ apertamente diceuanoj che il Concilio haueua ecceflb
I oritàfua, mettendo mano in beni de' Secolari , eirendocofachiarajcheil
: 0 d'opera pia non dà ragione alcuna al Prete : che ogni Chriftiano,a fuo ar-
:o , può applicar la robba fua a quella pia opera, che ^li piace, fenza che
: le iiallico gii poflTi impor legge alcuna : altrimenti farebbe ben' una eftrema
: :li del pouero Laico, l'en^onpoteirefarc , fenon quel bene, che al Prete
.r Dannauano anco alcuni, per quello racdcfnno rifpetto , il capo , doue
).juamente è attribuita al Clero la commutatione delle ultime volontà»
>i)re{criuere, come, & quando (ìpolTmo commutare.Diceuano , effer abu-
) .olcrabile , elfendo chiaro , che i teftamcnui hanno il lor vigore dalla legge
LI ? , & da quella fola po0bno effer mutati : & fé alcun diceilc , che il vigore
I [e dalla legge naturale, tanto meno li Preti polTono hauerci fopra autorità:
r le di quella legge ancora , doue è difpenfabile , non può clfcr dilpenfatorcj
I I e hi tiene Macftà nella Republica , ouero li miniftri di quella : mali Mini-
1 Chrifto douerfi raccordare, e he S. Paolo non gli ha dato amminiftratio-
enon de' mifteri) di Dio. Et fé qualche Republica badato la cura de*
ì lenti a' fuoi Prelati, in quello fono giudici non fpirituali,ma temporali,
( 3bono riccuer le leggi da gouernarh in ciò , non da' Concili) , ma dalla
ai i che regge laRepublica : non operando qui come miniflri di Chrifto,ma
t flati, membra , o braccia della Republica mondana, fecondo che con
ì nomi fono chiamati , & interuengono ne' publici goucrni.Ma , non era
notato il quinto capo, in materia delle difpenfe : iraperoche , elfendo
erta , che ne' vecchi tempi ogni difpenfa era amminiftrata da' Pallori
proprie Chiefe,& poi in fuccelfo li Pontefici Romani hanno riferuatoa
il nedefimi alcune cofe più principali j potrebbe alcun dire, con buon fon-
I Ito , accio le cofe importantinon follerò maneggiate da qualche pcrfona
a j fé ben veramente è molto forte la ragione in contrario dal Vefcouodi
le Chiefe detta difopra; nondimeno, poiché il Concilio decreta che le
fife fìano commelle agli Ordinari), a' quali apparten.ebbono,ceirando
i ueiachepuoferuireilriftringerela facoltà ad uno, per commetterla al
s imo? Apparir ben chiaro, che a Roma, con le rilerue delle difpcnfe,non
p' altro, fenon che le fuc Bolle fiano Iellate ; poiché, quello fatto, giudi-
u Ifcr il meglio, che l'opera fìa , più rodo che da altri ,eircguitadachipo-
■5 clfeguirla, fenon folle vietato. Diuerfc altre oppofitioni erano fatte da
- 1 :hc volontieri giudicano le attieni altrui, tanto più prontamente,quaiìCo
lino da piùemiiientiperfone:lequalipernon elTerdi granmomento,non
'U'gncd'hiiloria. ..
l?ontcfice,riceuuto auifo della Seflìone tenuta , & delle cofe fucceflè-, LoSl jeA
tìjillc^rezzajcome liberato da gran molcftiache nceueua , temendo QÌUiJiom,
FFff
55)4 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio :
ci3 13 nella contentior.e del Calice, non foffe tifata in difputa la Tua autorità: .Se <
LXii. che era aperta via di quietai- le differenze, con rimetter a lui le cofe coment)
entrò iniperanza, che rifteiro potelTe farfi nell'articolo della Refìdenza, .
qualonque altro, che venilTe controuerfo; & metter predo fine al Concilio ^
prouede agli due cauie preucdeua , che poteuano attraucriar il luo dillegno : l'una , la vcu
incontri per j^^ Cardinale di Lorena , co' Prelati Francefi , laqual molto gli premcua: i,.|
amemre» ^^^^ ^ ^^^ |^ concetti valli di quel Cardinale , molto contrari) alle cole del Po i
cato,cofi incarnati,che non haueua potuto nafcondergli: alche non yr.
rimedio alcuno, renon,facendo che gì' Italiani fuperairero di tanto granir
gli Oltramontani , che ne' voti gli facclTero paiTar per numero non confidc J
le. Per qual effetto, foUccitaua continuamente tutti 1 Vefcoui, fé ben tito ij
chchaucuanorinonciatOjchedoueifero andar' a Trento , fomminiftranj|
fperc,& caricandogli di fperanze.Pensò anco, di mandar numero d'Abba l
me in qualche Concilio s'era fatto : ma, ben confultato , giudicò elfer m ]
non moftrar tanta affettione,^: prouocar gli altri a far Tiilcifo. L'altro t
uerfamento tcmeua, per i penfìen , che Icorgeua in tutti i Prencipi , di 1 1(
aperto il Concilio fenza far niente : l'Imperatorcper gratificar' i Thcdefc.
hauergli fauoreuoli ad elegger' il figlio , Rè de' Romani : il Rè di Francia
far il fatto fuo co' medcfimi , & co' fuoi Vgonotti. Ponderauaanco molte
trodotiione di far Congregatione d' Ambafciatori: glipareuaun Conci
Secolari nel mezzo di quello de' Vefcoui: confidcraua,che le Congrega
de' Prelati f'arebbono pericolofe ,fe l'interuento , S^c prefìdenza de' Legai
gli tenefie in ufficio: gli Ambafciatori , congrcgandofi tra loro, poteri
cofc molto piegiudiciali : elfer in pericolo , che , pafTando inanzi , int
ceffero dentro anco qualche Prelato , eifendone maffimetra lorod'Eccle
ci, &: s'introduceffe una licenza, fotto nome di libertà. In quella perpl
era foftentato da buona fperanza, dal vedere , che la maggior parte
Am.bafciatori folfe (lata contraria a' tcntatiui propelli, non vedcndogH ui
non li Cefarci , & i Francefijiquali clfendo (enza Prelati propri) , poco pò
no operare : eifcr nondimeno neccifario , follccitar' il fine del Concilio , &
t^tìene oUU fcruar la poca intelligenza , che s'era veduta tra gli Ambafciatori. Pei
J'*".^'^'-^'^" fcrifiè immediate, che s'attendclfc a follecitar le Congregationi , «!?c a dig
oT ^ ordinare le materie : 3c , condderando che il ringratiamento mette in o ,
di perfeueranza , diede ordine , che per parte iua folfcro lodati, &^ ""g^l
affettuofamente , il Portoghefe , lo Suizzero, & il Sccietario del March
Pefcara , d'hauer ricufato di confentire con gli altri all' impertinente pro]
A' Veneti, & al Fiorentino, fece render gratie della buona iutentione moi.fi
ricufando d'interuenire in Congregatione , facendogli anco pregare, che,! ili
auuenire folfero richiefti, non ìicufaifero: poiché poreua tener certo, e 1
lor prefenza farebbe fempre per giouar alle cofe della Sede Apoflolica >& i fi
dir li mali dilfegni d'ahri.Ne s'ingannò il Pontefice del tuo penfiero:impcr h
da rutti tiròparola , che haueuano in quella mariiei'a operato , conofccnd. Il
in quei tempi il feruitioDiuino vuole che fladiffefa l'autorità Pontificia, «
tajfo
i Pio Ilir. LIBRO SESTO. y^l
blutionehauerebbonoperfeuerato : & teftificamno di fentirfi maggior- cio lO
tJ:ubIigaii, perii cortei! ringratiamenti di SuaSanticà, di quello^ che per i-^li'
ìli haueuano operato.
HI Sr ORI A
DEL
DNCILIO TRIDENTINO
LIBRO SETTIMO.
Sommario.
Z. vreheVrancefhrichieggono rifirma in Concilio. E fono rifìiitati da Legati:onde
À mogram tìjHerele-.conJoffetn de Potnifici] ,per la venuta, del Cardinale di Lo-
fendo propojki U materia del Sacramento dell' Ordine,per lajeguente Sejfione,
[tu occaftone glt Spagnuoli/ì sfirzano di rac^mjhrei e rtjkibilire la podefià S-
'Citoltu loro da Roma : e per ciò frnmjkr la propofla , delt Inflitmtone de Ve-
ragione e legge dtmna : ilche e dibattuto agramente a dtuerjè fiate , conperpe-
tradittione di Romane de Tontificij tn Trento.-doue i Legati fanno fofientzir la
't Roma dal Ge/ìnta Lame'X^nde s'eccttnno maggiori romoru Arrtua tAmba-
Polacco:poi il Cardinal di Lorena , ilquald col fm proceder e , e ragionamentiy
tifce il Papa,ed i Legati:e t Arnhafciador terrieri gli punge al viuo con unfuo
igionamento.In Franciatil re di Nauarra è morto : ed tn Germania , Majfimi-
coronato %e de Romani : nejtpojjono condurre i Protejkinti afottometterfì al
o.La cjuejìione della Rejidenz.a ritorna a campo : e' l Papa vuol definire egli l'u-
tro capOidelt Jnflitutione deVefcoui^e della RefidenzA : ma pare irnpojjibile a
di efeguir lejìie commifiìoni. In Trancia fegue la battaglia di Dreux , di dub'
ttoria:ma dellacjHale m Trento fi concepifce vana aìlegrel^. 1 Francefì pr<H
certi loro Articoli dirifirma , ributtati ^ e grauernente ceìijlirati dal Tapa.
resi tn Trento fono rifiutati tfuoi Canonuda' FrancefiiC Spagnucli. Onde tut-
cilio effendo in romore-,e fcompiglio-,s interrompono le Congregationidecjualipe-'
a e^o fi ripigliano ,per la venuta dell' Ambafciadore di Sauoia. Il Cardinal di
va a trouar Qefare , dal^uale fono firmatile prodotti molti grani Articoli di
iyde'fnalt UT ap a s'offende oltre modoSono dati a trattar per la profiima Sef
h chora arti col idei Matrimonio ifopraiijualifi diffuta delle Dijfenfe Papali,
^ 'to ti Lorena da Cefare-tS accrcfcono le difìdenz-de li dijguflifcarnbieuolt. In-
cardinale di piantona fi muore , ed ti Papa mproufo crea due altri Ledati.
'Mia e morto il Duca di (jhifhf-atello del (fard, naU di Loenay onde effojiral-
FFff i)
il ' ..
55><^ CONCILIO DI TRENTO Papa Pio l
e 1 3 1 3 lenta affai, e muta , nelle cofe del Condito. ^JMuore etiandio a Trento il Legato j
t X 1 1 • panda. CefareijFrancefìye Spagnuolt, tutti ad una rtchteggono che fi vachi dada <
alla rijòrmaimafono delufi dal Tapa.Varie difficoltà tn Concilio. Il Tapa fa vro t
re tlnt^uijttione cantra certo numera di Prelati France/ì.Il Cardinal ttJl'f orane, j j
tcarriua a Tremore l Conte di Luna,Ambafciadore di Spagna. IliJMoroìie va ^
Jare,per piegarla alle volontà del Papa,JìtlJhtto del lajciare finire il Concilio, ilck \
gli auuenimenti apparue kauer ejjo adempiuto. Il Lorena^ andato a f^'^enetia , i
ria con l'anuifo della pace d'Orliens^mal intefa dal Tapa,edaSpagna\magmfn
tadal "Kè^diFrancta.I Francefifijhncanodel Concilio j i hr dottori fi pdrtono,e -j
re anch' Cjfo vi fi rallenta grandemente.
mtortfilcor- W^^ CosTVMEdi chi fcriueliiftoria» nel principio, proponer il mc:|
dine deifuo 1 ^M '^'^^^^ trattatione.Nondimeno Jo ho {limato bene differirlo a queft 3
Sk^ tbjfacendolo ritratto delle cofe narratce ditrcgno di quelle che io j
raccontare.Hauendo deliberato,alle memorie dame raccoltejdar qualcl "e
maj che nonTuperalTe la facoltàmiaj&folTe piùaccommodata alla m r
hebbiconfìderatione j che, fra tutti i maneggi in quefto fecolo tra' Chi k
occorfi,& forfè anco in quelli , che negli anni rimanenti occorreranno , :
tiene il primo luogo5& che delle cofe riputate,il più degli huomini fento t
nefìcio,.3^piacere,d'intenderne leminutiejpercio giudicai conuenirgli ft
ma di Diario. A que...o mio parere s'attrauerfarono due oppofìtioni rTu e
con quella forma non conueniua narrare li fucceflì di ventinone anni,ch :(
fero per preparar ilnafcimcnto aquefto Concilio: ne meno quelli,diahr 1
tordici,cheindue volte pafsòdorraendo,con incertezza, fé foife vinoso ; n
L'altra,che non haueua,nepoteuahauere tutta la materia, che ricercali
jTieride continuata : accommodando , come la natura fa, la forma alla n :.
non,comele fc ole vorrebbono , la materia alla forma , non hebbipcr : n
fcriuere,amodod'Annali,li tempi preparatori), »S«: interconciliari j &,] \i.
della celebratione,fcriuer per giorni quel folo, di che ho hauuto notitia : ffl
dando che de' trapaifati, per noH hauer potuto venirne a cognitione , fé ; Ul
leggerà quefta fatturajmi difenderà : poichc,fc,delle cofe, che gl'interelf 6
no ogni opera per conferuarne la intiera memoria, prefto fé ne perdcpa 1
labile ; qùàto maggiormente di quefta,doue,con ogni diligenza,da gran ffl
rodi pcrfone peri'picaci{Iìme,èftata ufata ogni fatica per alconder il tutt N
ritano certo le cole grandi elfer tenute in mifterio , mentre il coli fare è d 01
munegiouamento: ma,quando il non faperiì l'intiero, ad unapartefia gì
danno,ad altri d'utilità j non è marauiglia,fe a fini repugnanti per conti; e^
fi camina.Ha ben luogo la commune,& famofa fentenza. Che con mag< *i
gione fi tratta d'euitar danno , che d'àcquiftar guadagno. Efoggettaque .a
compofitione,per le caufe dette,a qualche inegualità di narratione, & il ^
trebbe trouar altrettanta in qualche famofo fcrittore. Non farà per ciò tj
mia difefa : ma, che non è fiata ufata,da chi non ha fcritco hiftoria dei Ce ;i'
JiideatiiiOaO altra non differente da quella^
I
55>7
PjPioIIII. LIBRO SETTIMO.
C^iAmbafc latori di Franciajufciti della Seflìone , hcbbero uno fpacciodal c.!^ i-^
rqlèjcheglicommecteuadifar* inftanzajperchelaSefllone foirediffeiitardi lxii.
leircndo il tempo pairato, nondimeno corapamcro inanzi i Legati , a' quali S'' >*''"^'*/f'
(CIO lanuoua commiflìone hauuta dal Rè , di far' inftanza che s'attendelTe ^''^""fi'^^;
a .iFoima,& che i Tuoi Prelati foirero afpettati. Soggionfero, che,quando fi ^^/"^cfce
c< eio difputare da Thcologi, & trattare da' Prelati, le materie propofte dell' s'a(pettmo i
me,&c del Matrimonio, immediate, niente refterebbe più della dottrina : &c lor PreUtH
Flncefiin vano venirebbono: però, il contentafTcro di ditFeru-lc fino al fine
CJiobbre,attendédo tra tanto allariforma:ouero fi parlalfe alter natiuamente
Kjdi fopra la dottrina, & uno foprak riformatione: non differendo, come
:ij pairato, tutta la riforma fino a' giorni ultimi proffimi alla Scffione, fiche
» erta tempo badante pur per veder gli articoli , non che per dclibcrarui fo-
•a|lebberorirpofta,che le propofte meritauano d'elfer ponderate, che vi ha-
■nbonoconiiderationcperfodisfargli intutto'lpofìTibile : chiefero copia
:1 inlhuttione,mandata dal Rè per poter meglio deliberare. Gli Ambafcia-
11 licdcro una (crittura,il tenore dellaquale era : Che,hauendo il Rè vifto i
;( :ci de' (edici Luglio della CommunioneT^^ Htrai^ue,Si. di differire due arti-
M^i quella medefima materia , & infieme quelli che erano propofti nelle
e grcgationi fopra il iacrifìcio della M ella; febenlodatuttoquelIo,che èfat-
cpura non poter tacer quello , che viene uniuerfalmente detto , cioè, che fi
fcia, o leggiermente fi tratta qucll0,che tocca i coftumi, o la difciplina 3 3c
cipitaladetcrminatione de' dogmi della religione controuerfi, in quali
'\i h Padri fono d'accordo : Icquali cofe fé ben egli reputa falfe, nondimeno
p ca che le propofte de' luoi Ambafciatori fiano interpretate,come necclfarie '
r roueder atutto'l Chriftianifmo,& alle calamità del fuo Regno: & haucn-
pcrimentato,nonhauergiouato ne lafeuerità, ne la mediocrità delle pene,
ir ritornar li departiti dalla Chicfa, ha ftimato bene ricorrere al ConciHo
rralcimpetrandolo dal Sommo Pontefice :difpiacergli,di non hauerpotu-
:r i tumulti di Francia,mandar più prcfto li luoi Prelati:ma ben vedere che>
/eiiir alla pace,& unità della Chicia,lacoftanza,6cricTÌdczza nel continua-
formula già principiata da' Lcgati,& Vef'coui , non eller' apropofito : però,
lerare,che nel principio del Concilio non fi faccia cofa, che alieni gliani-
egliauuerfarij , ma fiano inuitati •■> &c venendo , riceuuti come fìgliuoli,con
humanità; con fperanza,chc,cofifacendo,filafcicranno infegnare,(Sj ridur
embo della Chiefa.Et,perche tutti quelli,che fono ridotti in Tréto,profef-
l'ifteffa religione , Se nonpolfono , ne vogliono dubitare d'alcuna parte di
la,parcr' a Sua Maeftà,che quella difputa, & cenfura delle cofe della religio-
on folofiafouerchia,ma impertinente a' Gatolicij&caula che gliauuerfa-
feparino maggiormente : & chi credeche debbino riceuer li decretidct
cilicnelquale non fono intcruenuti, non gli conolce bene : & s'inganna
ionpenfa,che con tal maniera non fi fa altro, che apparecchiar argomenti
riuer libri. Perilche,il Rèftima meglio il tralafciar quefta difputa di reli-
iiCjfinchefia ftatuito tutto quello, che s'afpetta all' emenda della difciphna*
Ffff iii,
^ 5c>8 CONCILIO DI TRENTO Papa Pioli
^ci3 i3 Eircr quefto lo fcopo,doueconuien che ognun nfguardi,accio il Concilio, u
Lx 1 1. è numeroib,&: maggiore farà con l'arriuo de' France(i,po{ri fai' frutto. Dim i-
da appreifo il Rèjche , per l'aifenza de' iuoi Vefcouijla ptofTu-na SeiTionefia t >.
longara fino in fined*Octobbre,o differitala publicatione de' decreti, o aljf
tato nuouo ordine dal Papa, alquale ha fcritto : & tra tanto s'attendi ali, i^
forma. Et, perche s'intende, che qualche cofa è mutata dell' antica lilr,
tà de' Concili), ne' quali fu Tempre lecito a'Rè, & Prencipi,&a' loro Air i-
fciatori , efponere ibifogni de loro Regni , dimanda la Maeftà Tua, che fia 1-
uà quefta autorità de' Rè,& Prencipi 5 Se fìa riuocato quello , che incontrar é
fatto.
ÌCeftreìchieg L'iftclfo giorno , li Cefarei comparuero a' Legati, richiedendo, che fofo
goHolofieJjOy pj^opofti gli articoli mandati dall' Imperatore , Seda loro già prefentati:»? i-
cercarono con infl:anza,che fi diiferiire di trattar de' dogmi fino alla venuta:'
Francefi : Se accioche la trattatione della riforma foirejnonfolo per fera 3
generale di tutta la Chiefa , ma particolare anco d'ogni Regno } folTero depi •
ti doi per Natione , iquali hauelTero a raccordare quello , che raeritalfe e i
ma fono am- pj-Qpofto , i?C difcufTo nel Concilio.Et li Legati , cofi a quelli, come a quell li
d'^Le "^* Francia 5 fecero una communerilpofta. Che la Sinodo non può 5 fenzagrau -
rao pregiudicio , alterare l'ordine inftituito , di trattare li dogmi infieme co a
riforma :&, quando volelfe ben farlo, altri Prencipi s'opponerebbonorm 1
grafia loro s'ordincrebbe,che i Theologi, Se Prelati, eiraminaiPero la mat a
dell' Ordine fola, & apprelfofi tratcalfero alcuni capi di riforma , olTerua a
tuttauia il modo confueto, che ognuno, di che conditione fi voglia, può -
cordare ad eflì Legati quello , che giudica ncceilàrio , vtile , o conuenienteu 1
di maggior l'.bertà, che il deputare doi per natione. Dopoi s'attenderebt 1
Matrimonio.Diche non reftando gli Ambalciatori ponto contenti, li Le :i
mandarono al Pontefice tutte le fudette dimande.
^ \ Francefi Ma li Francefi , mal fodisfatti , fi doleuano appreifo tutti , cofi di tanta -
fi dolgono di rezza; come, perche nuouamente il Papahaueua commandato ad altri Prc i
ciò , e del ntt- d'andar' al Concilio : ilche chiaramente appariua farfiper clFer fuperiore di h
mero de' ^c- j^^j.^ . ^^^^ ^ ^-j^^. j^' Pontifici) medefiminon era lodata , che Ci facelFe cefi l';
IaJ^'^^T*' aperta ;6c nel tempo, che correuano le nuoue della venuta de' Francefi;; -
Concilio, cendogli però , che il numero crefcelPe per afficurarfi ; ma con tal deftrezza , z
non fi potelfe dir elFer fatto per tal caufa. Ma il Pontefice non operaua coli 2
peropporfial fcoperca per imprudenza, anzi abello ftudio ; accio il Cardinale di Lorena '^
C-di Lorena. notcelTejche liiue tentatiui non farebbono riufciti , Se fi rifolueife di non :•
nire : ouero li Francefi pigliaiTcro qualche occafione di far diifolucre il Coi -
lio.NcilPapafolo eradiquefto penficro, ma la Corte tutta, temendo qual e
pregiudicio, per li dilFegniche portaua quel Cardinale: liquali, quando a. y
non follerò riufciti , cofa non cofi facile da fperare, la venuta fua nondimi J
r^T 15 ' d - ^^^^^^^ '^^ grand' impedimento , allongatione , Se difturbo al Concilio.Ct J
i Concìli»: è , che il Cardinale di Ferrara fece ufficio col Cardinale di Lorena, come i-
rence , dicendo , Che la iua andata farebbe di niifun momento j Se con poca a
A Pio mi. LIBRO SETTIMO. 55,5) _
ationc: poiché arriuercbbe > dopo fpedite tutte le dcterminationi : & il ciò lO
cheto, familiariirimo del C:ii-dinaleArmignaco, & anco di credito con lxii.
na, fcriire l'iftelfo ad ambidue : Se dal Secretano del Seripando , come
o del Prendente Ferricr , fu fatto l'ifteiro ufficio con effo lui. Liquali uffi-
loftrauano il fine cofì fcopcrtamente , che appariuano , feiion fatti per
millìonedel Pontefice, al meno conformi alla Tua volontà.
on s'intcrmife però la foUecirudine circa le attieni Conciliari.Si diedero artìcoli àcìC
ediate gli articoli fopra il Sacramento dell' Ordinejperdifputareda'Theo- Ordine prop^
de furono fcielri quelli , che doueuano parlare nella materia , & diftinti in '
rrocla{li,douendo ciafcuna d'elPe difcutcre due articoli folamcatc. Gli
oli erano otto. I. Se l'Ordine e vero , de propriamente Sacramento , in-
toda Chriftojofintionchumana , o rito d'elegger li Mmiftri della paro-
Dio, & de' Sacramenti. II. Se l'Ordine è un Telo Sacramento, tendendo
^li altri, come mezzij& gradi, al facerdocio. III. Se, nella ChielaCatoli-
è la Hicrarchia, che conila de' Vefcouì , Preti, .Se altri Ordini : de Ce tutti li
liani fono facerdoti , & fé fìa necelfaria lavocationc,& confcnio della
, o del Magiftrato fecolarc : «Se , fé chi è facerdotcpuo diuentar laico.
[ SenclTeftamento Nuouo vi e facerdotio vifibile, «Se cllerno ; >§epoteftà di
crare, 3e oftcrir' il corpo de fangue di Chrifto , de di rimetter li peccati : o il
udominiitcrio di predicar l'Euangelio, fi che quelli che non predicano,
)no(acerdoti. V. ScncU' ordinatione fi dà «Scriceue lo Spirito Santo, &
ime caiattcre. VI. Se l'ontionc > & altre ceremonie , nel conferir l'Ordi-
no neceiruie,o pur fupcrflue , onero anco pernitiofe. VII. Sei Velcoui
Liperiori a' Preti , de hanno potelH propria di confermare , de oxdina.K:dc
IH, che renzai'ordinatione canonica , in qualonque modo fono intro-
. (ìano veri minilbi della Parola, & de' Sacramenti. Vili. SeliVefcoui,
latij & ordinati per autorità del Pontefice Romano , iono legitimi:5:fe
efcoui fiano quelli , che per altra via vengono , fenza inftitutionc Cano-
. ventine del mefe fi diede principio alle Congregationi de' Theologi
•Ite al giorno : de il due Octobbre fu pollo fine alla dilcuffione. Seguendo
inftituto , non narrerò i pareri, fenon notabili, per la iìngularità,o
rietàtra loro.
Ha primS^Congregatione parlarono quattro Theologi Pontifici] , iquali tf^mnatlda
'ti 1 primo articolo furono conformi a prouare l'Ordine eirerSacranierito>^^. .2'^""'
I|)ghi dellaScnttura , fpccialmente quello di San Paolo , Le cofe , che da J"^ ch"l'Ordh
^i^ngono, iono ordmate. Poi, per la traditione degli Apoftoli , per li „e è Sacra-
^' e' i'adri , per vniforme parere d«'Theologi 3 de fopta tutto , per il Conci- *»emo>
1 -icntino : agaiongendo anco la ragione , che la Chiela farebbe una
'Onc, quando non vi è chi regge , «Se chiubedifce. Ma nel iecondo arti- dtuerjnantl
ra PietroSoto s'eflefe con molteparolea moftrare,chc erano fcrcc Ordi--^!'^" j* f^."'
icunod'efTipropriamentcSacramento, & tutti da Chrifto inftituiti : de j^^^^^
p :he folfe neceffario farne fopra dichiaratione ; perche alcuni Canonifti,
ijlo i termini della profefTion loro, ne hanno aggiorni doi altri , la Primar
(^00 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio]
^iD~~[3 ' tonfura,& irVefcouaco : l'openione de'quali potrebbe iiidur raoki altri .|
LXii. più importanti. Similmente Ci cftefe a dimoftrarcche Chrifto haueuaeire i
renella vita mortalcquefti ordini graduatamente;&: in fìnc,il lacerdotio:
rultimo.Etfìcome tutta la vita di Chrifto fu inuiata a quell'ultimo facri;
coiìjeiTer chiaro,che tutti gli Ordini non fona per altro, ienon per far fcalj
falitadelfonnnogradojchcèiiracerdotio. ]
'Ma Fra Girolamo Brano, eflb ancora Domenicano, hauendoprotcft:)
tener fermamente , che gli Ordini follerò fette , Se ciafcuno d'eih vero Si.
iTiento,&: che fi doueua fcruar l'ufo della Chiefa,che per mezzo degli ordì :
fcriori pafla a fuperiori,&; al Saccrdotio,foggionfe, Non parergli,che fi d( t
difcendere acofi minuta dichiaratione, attefa la varietà, che è tra'Thcolc^
quali con difficoltà fi trouerà che doi conuengano ; onde il Gaetano,in fu i
chiczza,attefo queftclafciò fcritto, che chi raccoglie le cofe infegnate da i
tori,& fcritte ne'Ponteficaliantichi,& moderni, vederà la materia moke ]
fufa m tutti gli altri Ordini, fuorché nel Prefbiterato. Il Maeftro tenne ; n
Minori,& Sottodiaconato,fiano inftituiti dalla Chiefa. Il Diaconato inft i
nella Scrittura p^re un minifterio delle menfe. Se non come il noftro dell li
re. La varietà circa gli Ordini minori, che fi vede ne' vecchi Ponteficali 3
quellojche è nell'uno è tutt' altra cofa che nell'altro , moftrano, chefia S
cramentalhnon Sacramenti:& la ragione ancora a ciò ci guida : perche 1 :i
nijche fa lordinatOjle può far' anco un non ordinato,& fono ugualment a
de,& hanno rifteiroeffetto,&perfettione. Che S.Bonauentura ancora, a
tonque fenta che tutti fette fono Sacramenti , reputò ancora perprobab Ji
altre openioni: runa,che il folo Sacerdotio fia Sacramento, mali minou; \
altri doi ancora,verfando circa cofe corporali,come aprir porte, leggei .1
ni,accenderlumi, non fi vede come configurino a Dio ;& però fìano fole p
fitioni al Sacerdotio : l'altra, che li tre facri fiano Sacramenti : & per quel ci
tocca il detto commune , che gl'inferiori fiano gradi a fuperiori , affci .t
Thomafo , che nella Chiefa primkiua molti erano ordinati Preti immi at
fenzapalfarper gli Ordini inferiori; & che la Chiefa dopo ordinò quefto \ a
gio al Sacerdotio per tutti li gradi,a fine d'humiliar le perfone.Si vede bei 11
ro negli Atti degli Apoftoli,cheS.Matthia fu ordinato immediate Apoft )>.
i lette Diaconi nonpairarono per Ordini minori,&Subdiaconato. S.Pc iii
di fé ftelTo narra, che, difegnando d'applicarfì al feruitio Diuino nel CU f
humihationevolcuacaminarper tutti li gradi Ecclefiaftici ,incommin( ni
dall' Oftiario:ma,mentrepenfaua quando far principio, eifendo ancora ic
allafprouifta, il dì del Natale, in Barcellona fu prefoper forza dalla mo
ne,& portato inanzi il Vefcouo , de ordinato Prete di fako : ilche non ;
flato fatto,fe in quel tempo non folfe ftato ufitato. Per lequali cofe, cor
Braucnon effcr bene che la Sinodo palfaife oltre le cofe, che tra tutti li ^
ciconuengono:<S«raggionfe, meglio eirer incomminciare quefta mat
Sacramento dell'Ordine , dal Sacerdotio , ilche anco farà un dar e m
iìone a^ueflaSeflìone con lapalfata ? che fu del Sacrifìcio ;& dal Sa i<l'
PAPioIin. LIBRO SETTIMO. ^r^
pailàr' air Ordine unfuerrale > Tenza diTcendere a maggior particola- ci 3
Ipinitala Congregatione,& partendo li Prelati, che s'erano trouati prefenti, ^•^rnba.fct-
II© il Cinque Chiefe co* Tuoi Ongari , & alcuni Polacchi , & alquanti Spa- •^*^*" "!^*
|iioli,a'quali tutti egli fece unragionamento,con dirCi Che>e(rendo l'Impera- ^^ '^'•'*"''
i e fuori d'ogni fofpetto di guerra per la tregua feguita tra lui,& il Turco,non
iieua cofa più a cuore,che la riforma della Chiefa , laquale fi farebbe porta ad
tto,quando nel Concilio qualche parte de' Prelati hauelTe coadiuuato: però
eflbrcaua , & prcgaua , per la riuerenza diuina, & per la carità , che ciafcun©
ridiano debbe alla Chiefa portare,che non abàdonino una caufa cofi hone-
TÌufta oc proficua : che ciafcuno douefTe metter in fcritto quello, che giudi-
apoterficonftituirpcrferuitioDiuino, fenza metter penfiero aqualfivo-
rifpctto human©,non mirando a regolare una parte , matutto'l corpo della
efa , per riformarla nel capo,&; nelle membra. Granata fecondò il ragiona- ficotidato in:.
ito,e moftrò la neceffità,& opportunità di riformare : ringratiò il Cinque ^i s^agnuoUf
efc dell' ammonitione,&: dill'cChe tra loro fi farebbe ragionato. A quefto
to fi ridulferoli Spagnuoli infieme ; & , dopo hauer difcorfo fra loro lane-
:à del riformare ; &,fermata la fperanza di vederne flutto per Tinclinationc
Impcratore,dallaqualeilRèloro,pernaturainclinatiflìmoapietàjnonha-
3bediirentito:&,percheli Prelati Francefi,che in breue s'afpettauano , ha-
sbono promofTo, & aiutato l'opera con affetto, & diligenza ; pallàrono a
\ mtare diuerfi abufi , moftrando l'origine di tutti venire dalla Corte Roma-
\ iquale , non folo^ corrotta in fé medcfima , ma è ancora caufa della defor-
DnedituttcleGhiefe : &, narrata l'ufurpatione dell' autoricà Epifcopale
eriferue,laqual fé non folTe rcftituita,& leuato alla Corte quello, chef'ha
to a' Vefcoui fpettante,mai gli abufi fi leuercbbono. Conlìderò Granata,
(Tendo neceflario prima gettar li fondamenti, per far' una cofi nobil fabri- ^/^''"«f*
lampo airhora eller'aperto,chefiparlaua del Sacramento deli' Ordine,fe torìtàEpìfiZ
eterminato che la autorità Epifcopale fia da Chrifto inftituitajchc da que- pAU,
irerà in confcguenza,che non può elfer diminuita-.^ fi renderà a' Vefcoui « reprimere It
ié Ojche, datogli da Chrifto , per ambiticnc,&: auaritia d'altri , Se negligenza g^''"d^V\*
Mgli è ftato uiurpato. Aggionfe Braganza , Che tanto più era necellaiio, ^^^'*"'^^^*^'
taoTautorità Epifcopale è ridotta a niente, & fatto un' Ordine fiiperiore a*
:u uijincognito nel palfato alla Chicfa,cioè, quello de' Cardinali,iquali ne*
:i tempi erano ftimatinel numero degli altri Preti,& Diaconi; 8c folo dopo
e mo fecolo s'inalzarono oltre il debito grado: ma non tantOjche ardilFero
.1: liarfi a' Vefcoui, de'quali furono riputati inferiori anco fino al m.c e. Ma
li s'hanno non folo pareggiato,ma elfaltati fopra,fi che al prefeute tengo no
ouipcr fcruitori nelle lorcafe: ne mai laChiefafaràriformata,finche i
ciii,&. C?rdinali,nonfiano ridotti al luogo debito a ciafcuno.
-lono qucfte propofte udite con applaulò, & giudicati ortimi li diCcoifi: diche fono fon
dt cnncro in rifolutione , d'elegger lei di loro, che adunalfero in fcritto le ^ati ^rtic
lekeirarie,^ opportuncjcofi in generale per la riforma, come in particola- '*•»
CGgg
I
^iJoi CONCILIO DI TRENTO PapaPioI]
e IO i3 le per quello capo dell' inftitutione de' Vefcoui , d'onde dilTegnauano incorri
LXii. ciare.Fiu-ono nominatielTo Granata jGafpar Ceruante, Arciuefcouo di M(i
na 3 il Vefcouo di Se^ouia 5 Marcino di Cordona , Vefcono di Tortofa ; ilqiia-
caufa che non fi paflafle più oltre.Pcrche , intendendofi egli in fecrcto co' P 1
tifici) , fi fcusò d'accettar' il carico > allegando > prima la propria infiifficienz !
il tempo, che a lui non pareua intieramente opportuno, foggiongendo>c]
Cinque Chiefe non era molFo da pietà, & non haueuaakrofine,che diva:
diloropercoftringer il Papa , con quello mezzo' di riforma, a conceder ì
fo del Calice 5 alquale elfi erano flati contrarij : 6c,vedendofi fatta quali
difpofitioned'audienza, fece tanto, tSc: tanto perfiiafe , chenon fipafsòii
oltre , mas'interpofe dilatione. Non però fi differì longamente : perche ìi
gucnte giorno, Granata, Braganza, Meffiiià, &: Segouia, chiefla audienzli
Legati, fecero inflanza, che fi trattairero gli articoli già pcopofli dal Cardi 1
Crelcentio in quello medefimo Concilio : doue fu anco concluro,re ben i|
publicato. Cheli Vefcoui fono inftituiti da Chnù,Oy Sede iure dimmi w
fliperiori a' Preti. I Legati , dopo hauer conferito infieme , rifpofero , Che a
uendo li Lutherani aderito effer l'ifleiro il Vefcouo , &: il Prete , era giufta (■
efopra tuttii dichiarare , che il Vefcouo è fuperiore : ma non efTcrbifogno dichiarar ^«0 <
del refcouato j^^ j^ ^J^j il Vefcouofia inflituito : poiché non vi è fopra ciò controuerll ij
. '''*S"'»« '^'- replicando Granata , Che , anzi in quello è la controuerfia , &c che facendc i
fiato'da Le- putare li Theologi , fi farebbe conofciuto la neceflità di decider quello pi e
gatti ne volendo per modo alcuno li Legati acconfentirui ,dopo qualche mo e
w/tglìspa- parole rifentiti d'ambe le parti, li Spagnuoli fi partirono , lenza alcuna col )t
gnmltlo fan- ^^^q^q j rellando pero eflì in rifolutione di far' ufficio con qualche Thcc ji
^°'^^1°'iqI che nelle difcuflìoni introducelTero quello particolare ; 6c di farne mentic a
tempo del dire li voti in Congregatione.Ilche eirendo peruenuto alle ore; li
de' Pontifici] > fecero palTar voce trai Theologi, che folle flato da' Legati ^ :a
to il parlar fopra quella quellionc.
tVamlntdtl Ma, tornando alla Congregatione , quando parlò la ClalFe feconda,] ft;
nr':^^ artico- di Theologi,&:Canonifli,TomasDaffio, Canonico di Valenza , dilFcC ;i
iotdeUaHie- metter dubio fopra laHierarchiaEcclefiaflica,nafceua da cralfaignoranz: "li
najcfew Ecclf antichità , effendo cofa notiflìma , che, nella Chiefa , il popolo è fempre t(
/"*■/ "^» gouernato dal Clero , & nel Clero gì' inferiori da' fuperiori , fino che ti il
gradi fono ridotti ad un foloRettor uniucrfale »cheèil Romano Pontcfii £1
hauendo con longa narratone moftrato la propella , foggionfe, Glien ?
era bifogno , faluo che far' apparir quella verità , con leuar gli errori coni :ij
iiquali a lui pareua effer flati introdotti da' Scolallici , mentre col fotti! 'A
troppo , alle volte ofcurano le cofe chiare , opponendofi a' Canonifti h<
mettono tra gli Ordini la Prima Tonfura , 6c l'Epifcopato. Di quello , par 5I1
cofa molto flranascomc confeflìno,che fia proprio di quello la Confermar le
l'Ordinatione , & tante altre Confecrationi , quali altri , che tentaife 1 ^i'
ftrarle, non farebbe niente ; & neghino , che non fia Ordine:facendo poi ( li?
ne l'Oftiariato , per ferrar le porteci che ugualmente faranno ben ferrate e un
Leo
P A Pio mi. LIBRO SETTIMO. ^03
o. Ec quanto alla Prima tonfurajhaiier fcHipre fentito dir a Tlieologi , che ci-3 lO
amento è un fcgno citeriore , che lìgninca una gratia fpiritualc. Nella Pri- L x 1 1.
onfura elFerci il fcgno , & la cofa iìgnificara > la deputatione alle cofe diui-
& però reftar pieno d'ammiratione perche veglino Icuargli relTer Sacra-
to : gionto , che per quello s'entra nel Clero , e h participa le elFentioni Ec-?
iftiche : che , fé quella non foire da Chrifto inftituita , non fi potrebbe
che ne il Chiericato, ne la elfentione di quello folFe de turedtuim-.dXti
a cofa, che laHicrarchia confifte negli Ordini Ecclefiaftici: ne altra cofa
dircHierarchia,fenonfacro Ordine di iuperiori , «Se inferiori: & quello
)otrà mai bene ftabilirfì, chi non mette tra gli Ordini, come li Canonifti
o con ragione porto , l'infimo , che è la Tonlura j & il fommo, che è il Vef-
0 : Se querto fatto, la Hicrarchia è tutta ftabilita ,feguendonecel^aria-
] e li mezzi , dato il primo , oc l'ultimo j ÒL rcftando quelli fenza fuflìftenza,
3 io non fiano porti quefti.
I i,fopra l'altra parte dell' articolo dilfc , dalla Icttionc de' facri C^nom e deWinterue^
ofa molto chiara, che nell'clettione de' Vefeoui , 6c nella deputatione de' *^ '^^' Secolari
& Diaconi , il popolo , & la plebe , era prefente , & rendcua il fuo voto, "^^^f^^""°*"
preftaua l'alfenfo : ma querto era per conceffione del Papa tacita , o ef- ''
: perche nonpuo alcun Laico nelle cofe Ecdefìaftiche hauer alcuna au-
,fenonperpriuilegio Pontificio: & querto fu concelfo all' hora, perche
dIo, & i grandi ancora erano deuoti : & con querto fi tratteneuano nelle
irituali, & portauano per ciò maggior' otfequio Se riuercnza al clero,& fi
lano pronti ad aumentarlo con oblationi. Se donationi: d'onde iì vede
a Chiefa venuta nello ftato che fi troua. Ma, dopo che la dcuotione è
., li Secolari non hanno altra mira, che ufurpar quello della Chiefa, &
che fiano porte nel Clero perfoneadherenti alla lor volontà : Se però fu
lìente leuargli il priuilegio datogli , Se efcluderli affatto dalle elettioni>
nationi.Etli moderni hcretici hauer trouato una Diabolica inuentione,
re. Che folfe debito , quello che per gratia fu conceduto: Se querta è
'iiì pertifere, herefie , che mai foifero inuentate : poiché diltrugge la
>& fenza quella, nonpuo rtar la fede. Allegò molte ragioni , Se con-
ie, per quali l'ordinatione debbe clTer in fola poterti dell' Ordinatore^
Ile confermò con Decretali de' Pontefici : Se infine conclufe, che , non
itiuache l'articolo douelle elfer condannato per heretico;ma ancora,
^i^èndofi Icuato via con giurte Se ncceirarie ragioni il voto,& confenfo
ajebe nelle ordinationi, iì corrcggclfe anco il Pontificale , Se fi leuairero
i j oghi , che ne fanno mentione : perche , reftando , tempre gli heretici
ealeranno, per prouare , che i'interuento del popolo fia necelfario. Li
;l clfcr molti ; ma , per recitarne uno , nell' ordinatione de' Preti , il Vefco-
> matoredice, Che, non fenza caufa, fu ftatuito da' Padri, che ncll'ordi-
dc' Rettori dell' altare , interuenga il voto del popolo , accio fia ubc-
ili' ordinato , poiché hauerà prcitato il conlenlo Ilio ad ordinarlo. Se
^ <Sc altri tali ritirertcraiino jfcmpre gli heretici detraheranno ailaChicfa
GGgg ij
^04 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio li
Catolica i e diranno chele ordinationi al prefence fono moftre , & apparen
come empiamente ditti: Liuhero.
Fra Francefco Forncr>Domcnicano PortoghefcdiircjNon potcrfi meteci
dubiola Hierarchia della Chieda Catolica, haiiendoiì pcttiaditioncApoftc
ca, de per teftimonio di tutta l'antichità, ò^pcrcoIUimedilla Chiciaino
tempo. Et,quantonque il vocabolo non Ila da tutti ufato ;nondimeno,la (
^gnificata eilerftatalempre inulo. DionifioAreopagitahauerne fiuto un f
pno trattato ,& il Concilio Niceno hauerla approbata, & nominatala Ce
meantico:&,qucl che da Padri nel principio del quarto iecolo è chiamato
tico, nillun potrà negargli l'origine al tempo degli Apoftoli. Solo a lui par
che non foife luogo di trattarne infìeme col Sacramento dell' Ordme , fé
molti de' Scolaftici ne trattano in quel luogo, ponendo la Hierarchia negl:
dini ruperiori,& inferiori :cofa che non fulì]fte,ellcndo certo, che il Ponte' i
il Sommo hicrarcha:fcguono i Cardinali,Patriarchi,Primati , Arciuelcou I
fcoui ; & dopo ancora , Arcipreti,Arcidiaconi , & gli altri de' Prelati fubal :
fotto un capo il Papa.Ettralafciataladifputa,feilVefcouatofl7.0rdine,ah(
ècofacertajche rArciuefcouato,Patriarcato,& Papato,non lono Ordini,
pra il Vefcouato non dicono fenon fuperiorità,^ giurifdittione. Adonqu^
la giitrifdittione confifte la Hicrarchia,& il Concilio Niceno in quella lai
quando parla del Pontefice Romano,&: dell' AlelFandrinOiSc Antiochene
peròjtrattando deirOrdine,non eiFcr opportuno trattar della Hierarchia,r
che non villa luogo alla calunnia.
Molta diuerlìtà fu nella difcuflìone di quefii articoli, ritornando queft:
feconda clalFe agli anteriori , &; difputando alcuni , che il Vefcouato folfe
ne ; $c altri,che fopra il Presbiterato non aggiongclle altro che giurifdit
alcuni allegando S.Thomafo,&S.Bonauentura: & altri apportauanoun
dia opinionejCÌoè,chefìa una degnila eminente,ouero^ifticio neli'Ordi 1
ben' anco allegato il celebre luogo di S.Girolamo, & l'autorità di Sant'^A A
noinconfermationediquefto , liquali vogliono il Veicouatocllèr ben it:
chiflimo,maperò Eccleliafticainftitutionc.Maaquefti Michel di Medi o{
poneua. Che la Chiefa Catolica, come S.Epifanioteftifica, condannò ^ b"
retico Aerio, per hauer detto, che il Vefcouato none maggior del Presbj: if*
nellaqual hereila non è marauiglia,fe Girolamo, Agoftino, & qualche al
Padri è incorfo,pcrchelacoranon era ben chiara per tutto. Fu, con noi
fcandalo, udita l'audacia del dire, che Girolamo , & Agoilino fentilTero 1
ma quel Dottore tanto più infìftcua,foftcntando la fua openionc , & fi d
li Dottori in pari numero in due pareri intorno la Hierarchia: altri la poi
negli Ordini lbli,allegancb Dionifìo , che, nei nominargli Hierarchi,
mentione, Icnon de' Diaconi, Preti,«Jk Vefcoui. Altri feguirono il Foni
foiTe nella giuritdittione j Cin tanto che ufcì fuori una terza openione, eh
iìftelFe nella miftioned'ambedue,laquale dopopiù uniuerfalmentc (a ap'
ta:pcrche,poncndola neli'Ordi ne,non appariiia come vi entraffcro Arci
iUiPatnarchij&,quello che più imporca, ilPapai elTendatucti d'accordi
f
.JpiolIII. LIBRO SETTIMO. éoj
flgradi non fiano Ordini fopia il Vefcouato: fé ben alcuni incontrario al- e 1 3 i a
;^^no la comraune {entcnza. Che l'Ordine Epifcopale è quadripartito , in lxii.
ijai,ArciuefcoLii,Patiiaichi,&: Papa:&; ponendola nella giurifdittionejnii-
1 1:' Sacri Ordini vi entiaua.
Uà gran difpuca fu tra lorcqual fo!fe la forma della Hicrarchia : alcuni di-
Ji la carica : altri, la tcdt informe : alcriil'unicà, fecondo Topenionc del Car-
d^Turrecremata.Maa quefto craoppoftojcherunitàèunapaflìonegeneri-
iiiitto quellojchc e uno:& è effetto della forma, che laproduce. Quelli,chc
lano la carità>porcauano innunierabili luoghi de' Padri, che a quella at-
fcono l'unità della Chiefa.Magli altri opponcuanojchefolTc l'hercfiaele
f : perche , fé coli folle, il Prelato, perdendo la carità, farebbe fuori della
rchia,& perderebbe l'autorità.Però, nel porre la fede informe non fuggi-
la difficoltà , actefo,che potrebbe eifcr* un Prelato in fuo fecreto infedele,
e fingedè in efterncilquale quando non appartenelTe alla Hierarchia, il po-
1 GhnlHanonon faprebbechiubedire , potendofi dubitare di tutti, &ha-
n ) caufa di farlo alcune volte.E,come fogliono li Theologi , mafìTime Frati>
e ibcri nell' elTcmplificare , portauano anco in tauola il Pontefice Romano:
:cdo, Che quando fulTe incrcdulo,perirebbe tutta la Hierarchia,per difetto
1. :co(ì ponendo per forma la fedccome la carità.Et elfi metteuano il Battef-
1 Via le medelìmc difficoltà nafceuano,pcr l'incertezza di quello,ricercado(ì
e ialmentcfecondoladeterminarionedel Concilio,rintentionc delMini-
c into e più occolta,quanto qucU' altre duerper laqual caufa non fi puo[d'al-
r ftcrmar.c,che fia battezzato. ...
(iardcolijSe vi èSacerdotiovifibile, Se tutti iChriftiani fono Sacerdoti, ''^?""-^'*,''
i il Sacerdote può diuentar Laico,& Se il fuo officio è laprcdicatione : non f^mmariame -
:( o trattati con difcuiTìone,ma condeclamatione contrai Lutherani, che te.conaumr-
il no la Chicfa del commercio con Dio,& del modo di placarlo 5 che la fau- timtmi de*
(1 iifafione fenza gouerno , & che la priua di tutta la fua bellezza. Se decoro. •^'""'•
^ imantio Fiorentino, Thcologo del Cardinal Madruccio,in quella Clalfe,
u ti d'hauer' udito perii più da quei, che inanzihaueuano parlato, lolo ra-
;^ probabili,& conuenienze,cheinfimilipropofiti,doae lì trattano articoli
( c,non folo non coftringono gli auucriarij, ma gli fanno confermare mag-
p nente nelle openioni loro : Oc produlfe in confermatione di quefto un luo-
SS.Agoftino molto efprefio.Aggionfe anco,che il parlar in Concilio vor-
: clFcr differente da quello delle Scole : imperoche in quelle,quanto più le
Dfono fminucciate, ik concuriofità elTafniinate, tanto meglio è : ma non è
^ :o in Concilio eflaminarefenon quello,chefi può dilucidare , & metter in
|i o:che tante queflioni erano ventilate, dellequali non fi può in quella vita^
f Dio non vuole che tutto fiafaputo, venir in cognitione. Baftar alFai per
ioarticolo , che laChiefa fiaHierarchica,& chelaHierarchia conftade'
e ti,&Miniftri,chequefti fono ordinati da Vefcoui, che l'Ordine e Sacra-
: o , che li Secolari non hanno in quefto parte alcuna. F. Pietro Ramirij,
W:cfcano>feguendola dottrina di Giouanni Scoto ^auuertì che non fi do-
GGgg iij
6o6 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio n
' ci3 IO "cire dire,rOrcline eircrSacramento,pere{rci-corainuiribilc,&; permanente o
Lxii. acche li Sacramenti tutti conuien cheviribiliiiano:&:, fuorcherEucharia
confiftano in attiene. Et però, a fine di fuggire tutte le difficoltà, lì debbia ce
che non rOrdinejmal'ordinationc è Sacramento. Queftohebbe gran cor a
dittionc : perche tutti li Theologi dicono l'Ordine Sacramento , &c quello k
non meno importa, anco il Concilio Fiorentino : & farebbe grand* audaci: t(
far d'improprietà tutti li Dottori, un general Concilio, bruttala Chiefa »
cofi palla.
quinto ^rù" La terza ClalTe nel quinto Articolo,non hebbe minor varietà:&:, fé ben 1 1
colo ejfamìn*- conuemiero, che lo Spirito Santo era dato, ócricenutonell'ordinationc^ 1 1
tojntorno al- ^\^^i diceuano,che era dato in propria perfona ; altri,nei dono della gratia >.
'o ^&'^lc~ ?^^^^^^^^^ difputato aifai. Ma più da quei,che la gratiaaireriuano. Era cont >,
mteret le era data la gratia della giuftificatione^ o un dono, per poter' eifercitar T i-
ciò '.quelli fi fondauano, perche tutti li Sacramenti danno gratia della gin i
catione rquefti, perche un impenitente nonpuoriceuerla,& pur riccueFO i-
ne. Ma del Carattcre,(ìcome tutti furono concordi che nel Sacerdoti© fia i-
prelTo 5 cofì,nel rimanentcfurono di varie openioni:dicendo alcuni, che in :•
ti li facri folamente,altri in tutti fette: lequali openioni da S.Bonauentura 1 e
ftimate tutte probabili : ad alcuni piaceua la diftintione di Durando, che,in i-
dendo per Carattere una poteftà di far' alcun effetto fpiritualcjilfolo Sacc i-
tio l'hajche iolo può far' opera fpirituale,di confecrarej^" rimetter ipeccan li
altri non l'hanno , poiché le operationi loro fono corporali , &c coli ben ( o
fatte da' laici,come dagli ordinati 5 etiandio fenza minimoipeccato veniale, i,
fé per Carattere s'intede una deputatione ad un fpeciale uincio,cofì tutti gì ;■
dini hanno il Carattere proprio. A quelli eraoppofl:o,chefoireopenionc i-
therana,contenutanel primo Articolo: St'però era necelTario affermar ini :i
un Carattere proprio,& indelebile.Non mancò,chi voleua trouarlo anco 1 a
Prima tonfura. L'argomento di quelli fu, perche non fi reiterano manco ne :■
gradato,come bifognerebbe far' in quelli,che non lafciano Carattere impi\ )i
& perche con quella l'huomo eraafcritto al Chiericato , »S^ partecipe dell -
fentioni,&: immunità Ecclefia{liche:ne farebbe polTibile foflentarcche il C >
ricato , & l'immunità fiano de iure diurno , fenon, dicendo, che la Prima ton a
fìa diuinainftitutione.DelVefcouato maggior fulacontrouerlìa,&iIrino! a
queftione, fé è uno degli Ordini : perche , hauendo due proprie operationi lì
infigni,Confermare,&Ordinarejc necelfaria la poteftà fpirituale,che è il Ca -
tere,fenza laqualc l'ordinationco confermatione , i-^on haurebbono il fuo ci -
to. I Prelati , che ftauano ad udire erano pieni di tedio , fentendo tante d -
colta j&:preftauano l'orecchia grata a quelli, che diceuano douerfìtralafci :>
& parlar' in termini uniucrfali, non fenza mormoratione de' Frati, che fi -
macaiono udendo, & vedendo in loro difpofìtioneper definire articoli > C
«^ '^y*^"' '"" nrononciar Anathemi , fenza intender le materie , abhorrendo chi elici -
tomoall On- K 1 • ^J^
«Sowr *" Nel fefto Articolo tutti con una voce dannarono li Lutherani j d'hauer ,*?
tr:o
/i Pio IIII. L I B R O S E T T I M O. ^07
> alle ontioni,&: ceremonie nel conferir gli Ordini. Voleiiano alcuni,che
odiftintele neceirarie, che appartengono alla foftanza del Sacramento>
nel Concilio Fiorentino fu fatto,& fi dichiaralTe heretico, chi,fenza di
e,aireriiia potcrfi dare,o riceiicr l'Ordine. Et quanto alle altrejcon uniucr-
irolefolfe condannato chi le chiamaffe perniciofc.Per quello molta con-
ine nacque > quali foifero le neceffarie , 8c quali le aggionteper maggior
0,0 diuotione. Paruejchc molto al propohto parlalle Melchior Corne-
)rtughefe,ilqual confidcrc),Eirer cofa certa, che gli Apoftoli nell' ordinare
noleimpofitionidelle mani: fi che mai nella Diuina Scrittura fi legge al-
ordinatione,fenza quella ceremonia,quale ne' tempi Tegnenti anco tanto
lata elTentialcjche l'ordinatione veniua con quel nome chiamata. Con
io,Gregorio nono la dice rito introdotto dagli Apoflolici:& mòltiTheo-
i on l'hanno per necelTaria, fé ben altri fono di contraria openionc. L'On^
] incora fi vede dalla Decretale d'Innocenzo terzo in quella materia» che
le Chiefenoneraufata ; «Scli celebri Canoniili,Ho{lienfe,Giouanni
È ■a,rAbbate,& altri afFermano,che il Papa puoordinar* un Prete con la fo-
) ila>dicendo,Sij Sacerdote : &, quel che più importa,Innocenzo,Padre di
Canonifti , dice uniuerfalmente , che fé non foiFero le forme ritrouate,
:bbeche l'Ordinatore dicelle , Sij Sacerdote, o altre parole equiualcnti:
le formcchefiolTcruanojlaChiefalehaordinate dopo r & per quelle
; , il Cornelio confegliò , che non fi parlaife di ceremonie necelTarie»
Limentc foifero condannati quelli , che le hanno per fuperflue , oper-
mtonquc le Congregationi de' Theologi occupalTero quafi tutt©'l tem- pmferì de
idimenojli Prelati più mettcMano ranimo,& tra loro parlauano della ri- ^f^^*" «^'«e»*-
chipromoucndola,& chi declinandola, che delle materie da'Theologi ^^T°^^
::onde i frequenti,& publici ragionamenti,che per tutto Trento s'udiua-
I icntati dagli Ambafciatori Celarci,& Francefijindulfero li Legati a ripu-
clFario il non moftrarfene alieni ; maflime,attcfo che haueuano promef-
g.'lmbafciatorijdi proporla dopo trattato dell' Ordine : & intendeuano
I :euuro con grand' applaufo un difcorfo dell' Ambafciator Lanfacfatto
;é i adunanza di molti Ambafciatori,& Prelati, doueconclufe, che,fe la ri-
V^ )ropo{la > & richieda dall' Imperatore era tanto temuta , (5^ abhorrita,al-
» . doueua trouar modo , fenza far nuoue ordinationi , di metter' in olfer-
«1 e cofe dagli antichi Concilij ftabilite, leuando gl'impedimenti , che fo-
it lano gli abufi.Fecero li Legati metter' infieme le propelle da' Cefarei,&: diche ì Legfiti
e inftanze, che fino a quel giorno gli erano (late fatte in materia di rifor- /crimno d
^i rifpofte da loro date,infieme con un eftratto delle cofe ftatuite nell' Af- ^"i"**
)! i di Francia, & delle richiede de' Prelati Spagnuoli , lequali mandarono
-)iefice,condirgli,Chenon pareualoropoflìbile il rrattenerpiù in parole>
ctì qualche effetto moflrarc al mondo d'hauer' animo di trattar quella ma-
' ; ; venendo a rifolutione , di fatisfare in qualche parte agli Ambafciatori
i icipi , maflìme m quello ? che ricercano per incerciTe del loro pac-
(joS CONCILrO Di TRENTO. Papa Pio
'^i3 lo Ce : hauendo però confidcràtione alla qualità delle cofe , che non pò
LXii. ro piegiudicio alla poteftà Pontificia , 5c alle preiogatiue della Chic)
mana.
Uéiuale rifiuta H pontefice,veduta l'inftruttione del Rè di Francia, non potendo feni '
« Francefila più ingrata , cHc di allongarfi il Concilio, hauendo egh concetto dou
difatione della [^(^auQnte Seflìone de' dodici Nouerabre definir tutto quello j che rirri
Stfuone, ^^ trattare; Se fé qualche cofa folTe reftata, al più longo douerfi finire, Tof] '
i"e,o difloluere nel fine di quell' anno : ali' Ambafciator refidente apprefl» ;
che gli faceua inftanza di differir la trattationc de' dogmi alla venutaci |
Prelati,&: tra tanto trattare di riforma,rirpore , Quanto all' afpettar \iì
elìer' auifato , che il Cardinale di Lorena haueua rifolutod'afpettar laj
Burges,& poi accompagnar il Rè ad Orliens:cofe,che ben dimoftrauano.
fua partita di Francia farebbe (lata molto tarda, &c forfè anco mai farebbi
tuita. Che non era giufto , fopràdiiTcgni cofi lontani, trattener tanti Pn j
Trento.Che Icrichieftedi dilatione fono parole, per tenerlo eir0,&i Pk |I
fpefe , non per volontà che i Francefi habbino d'andar al Concilio: & fé j
dilationi lo coftringeranno continuare a confumar il danaro , protetta
non hauerebbc potuto feguitare in dar' aiuti al Rè : fece gran rifleiro,nai
che per diciotto mefi i Francefi fono flati afpettati in Trento, trattenei
con varie &friuole fcufe.Si dolfe ancora dellafuaconditione,che,fe il <
Ho ufa qualche rifpetto vcrfo lui,ehelo fa ben in poche cofe, gli Ambaft
che fono là,fi lamentano che il Concilio non è libero : & con tutto cio,i
defimi lo ricercano di ordinare dilatione,chc è la cofa piùingiu(la,&: più
fita da' Padri di ogni altra.Conclufe,chc,quando hauelfe certezza, o ver
tudine della loro andata,farebbe opera che foffero afpettati. Aggionfe, <
dato ordine d'elfer' auifato per corrier efprcfTo , quando partirà il Cardir
all'hora farà opera che fia afpettato ; tra tanto non gli pare giuflo , fare ci
dri fliano otiofi. Et quanto alla riforma,efrer più neceffario afpcttarlo, (
le materie de' dogmi,lequali non toccano a lui,che è buon Catolico: & (
che non può diifentire dagU altri : ma ben nella riforma è giuflo afcoltar
le crii appartiene,efiendo un fecondo Papa con molti beneficij , & trecen
feudi d'entrata de' beni di Chiefa , doue elfo Pontefice non haueua più d
neficio foio,delqual fi contentaua : che haueua con tutto ciò riformatof
& tutte le parti della fua Corte , con danno, & perdita di molti officiali <
ia:& farebbe ancora di più,fe non vcdelfe chiaro,che, diminuendo le fu'
te,egli faceua il fatto degli auuerfarij fuoi,indebolédo le forze proprie, 8
uidelfuo flato, &: efponendolo,infieme con tutti i Catolici che fono n<
protettioncalle ingiurie de' fuoi nemici. Etper quello,ches'afpettaalI< •
ninonfoggettea lui in temporale , la deflruttione della difciplina nal^ i»
loro medefimi,8c da' Rè,& Prencipi , che con inflanze indebite , & imp
io coftringono a prouifìo^i ,& dif^cnCc ofliraordinarie. ElFer mifera la i
ditione,che,fe nega le nrliicile inconuenientifattegli,ognuno di luifi '^
li tiene qffefo ,& ingiuriato; fé le concede, a lui viene atcritto tutto'! n
I
i Pio im. LIBRO SETTI Ma ^09
tifa loro Tegue, & fi parla di riforma: come gli Ambarciatori del Rè hanno eia io'
in Trento , con termini generali , fenza che fi poflì incender quello, che lxii.
bbono. Vengano, difie, una volta ali* indiuiduo, & dicano quello che
ano nel Regno riformare , che in quattro giorni fé gli fodisfarà : che li
:i in Poifll hanno regolato molte cofc: che egli confermerà quegli ordini,
irichiefto: ma il voler ftar fopra gli uniucriali,& riprender tutto quello
fa, non proponendo alcuna cofajdimoftra poco buona volontà,
ftaua la quarta Clalfe de' Theologi , liquali doueuano trattare della Cupe- f»^ fi^tfftto
^de'Vefcouia Preti. Da'primi fu leguica la dottrina di San Thomafo, Se •^«'«^"^«"'f'^-
lentura, che dicono, due potcftà elfer nel Prete gl'una, nel confecrar il ^* ^^'"T"'^
,&fangue di Chrifto ,• l'altra, nel rimetter li peccati. Nella prima, il Frettai fon»
lote elfer fupcriore , ne il Vefcouo hauer maggiore autorità , che il fcmpli- grx di(Piirtm
:e:ma nella feconda, ricercandofi non folo la potcftà dell' Ordine, ma
ella Giurifdittione , rifpetto a quefta, il Vefcouo eifer fupcriore. Altri do-
ipnfero , chepiu eccellente attiene e il dar' autorità di confecrare, cheil
rare: & però anco in quefta eflere fuperiore il Vefcouo , che non folo
o farlo , ma ordinare li Preti , & dar loro autorità.Ma , elfcndo difputato
to alfai , &c con l'occafione tornato a trattar gli articoli della Hierarchiaj
in ifteflb con qucfto della fuperiorità: &c parimente difputato, fé con-
11' Ordine , nella Giurifdittione , o in ambedue, F. Antonio da Mont*
ìFrancefcano,diire, che l'articolo non fi doueqa intender d'una iuperior
iginaria , & confiftentc in preeminenza, o perfettione d'attione : ma
periorità di gouerno, fi che pofll far leggi, &: precetti ; & giudicar caule,
i foro della cofcicnza , come nell' cfteriore. Che quefta fiiperiorirà è ne-
E Lutherani , & di quefta s'ha da trattare. Dilfe , che nella Chiefa uniucr-
ueniuachecifofteunatal autorità per reggerla , & altrimenti nonha-
potuto conferuarfi in vnità.Lo prouò con gli elTempi tratti dalle api,6c
ie:& in ciafcuna Chiefa particolare elfer parimente necelfaria unaau-
:ciale per reggerla, & quefta efter ne' Vefcoui , che hanno parte della
totalità dellaquale è nel Papa , Capo della Chiefa : che quefta , elTendo
li giudicare ,far procefll,Ì<: leggi , è poteftà di giurifdittione. Che,
ir Ordine; il Vefcouo è di più alto grado che il Prete,hauendo tuttala
i quello , & due altre di più : ma non fi dice però fuperiore : ficome il
ij(Dno è quattro gradi più alto dell' Oftiario ^ non però è fupcriore.Prouò
0 parere per l'ufo uniuerfale di tutta la Chiefa , & di tutte lenationi
ne : portò diuerfe autorità de' Padri per confermarlo , Se finalmente fi
a Scrittura diuina ; moftrando , che quefta forte d'autorità è chiamata
I. : 5 adducendo molti luoghi de' Profeti , & che quella uniuerfale fu da-
' 10 , quando Chrifto dille , Pafci le mie agnelle : Se la particolare fu da- di che gli sp*-
'1 LO a' Vefcoui , quando diflc loro, Pafcete il gregge , che haucte in cu- gr>»oli preten-
C cfta fcntcnza hebbe grand' applaufo. ^""o '^"^'^fi
. 'ima chefinilfero di parlar quei della quarta ClaO'cli Prelati Spagnuo ^/aJofkhde'
**il:i4'introdurrelati?attioncchei Vefcoui fiano da Chrifto inftituiri, f^e/io^-.
1 HHhh
éio CONCILIO DI TRENTO Papa Pio
ci3 13 hauendo inficine conrukato>conclurero,eirermeglio,che il primo moto I
LXii. fatto nelle Congregationi de* Theologi» accio in quelle de' Padri la ma
foife preparata, &: poteircro elTi con maggior apparenza di ragione > ripigli;
le cofe dette , difcorrerui fopra , $c coftringer gli altri a parlarne : per C;
nella Congregatione del primo OttobbrejMichiele Oroncurpe,Thcolog
Vefcouo di Pampalonajal lettimo arcicolcdiiTcChejdifputando di qualifi
o códannare una propolltioneiche riceue molti fenfi,è neceilàrio diftingui
^poiadunoadunoconfiderargli: 3c tale gli pareua elTer la propoftadi<
articolo i fé i Vefcoui fono fuperiori a Preti : imperoche s'ha da diftinguc
fono Ca^cnon de fii5io , o de mr^: che ^^^ififornon fi poteua dubitare, vede
di prefente j & leggendofi nelle hiftone di molti fecoli , che i Vefcoui b
elTercitaro fuperioritài 3c i Preti obedicnza : però > che in qucfto fenfo l'a j
lo non poteua venir in controuerfia: adonque reftaua dilcuterlo de iur\
anco qui cadeua una altra ambiguità j^-^o/^y^, potendofi intendere ture'À
fiao y o ture dmino : quando s'intenda al primo modo , efier cofa chiariflìm !
iono fuperiorijritrouandofi tante Decretali , che efpreifamente lo dicon |
con tutto che ciò fia vero, & certo j nonfarebbono da condannar H Luti (
per quefto rifpetto, come heretici : non potendofi hauer per articolo d \
quello , che non ha altro fondamento, che in legge humana : meritan J|
eircr condannati , negando la fuperiorità de' Vefcoui a' Preti , quando qu t
demrediHÌno.Sogg\on(QiC\iZt^ìcìo haueua per chiaro , & poteua cui i
mente prouarlo , & rifoluer ogni cofa in contrario : ma non doueua pai i
oltre , elTendo prohibito ilpaiTarne. Et qui pafsò a moftrare , cflcr proj
Vefcoui il minifterio della Confermatione, & dell' Ordinationc. Etpari
pra l'ottano capo in conformità degli altri , finì il fuo difcorfo.
Seguitò dopo lui aparlare Gióuanni Fonfeca,Theologodi Granata
• entrò nella materia gagliardamente, &c. diire,Chenon era, ne poteua ed
hibito il parlarne : poiché , elTendo propofto l'articolo per difcutere
heretico , è ben necclTario che fi tratti fé è contra la fede : ne contra qac
intenderfi cofa, che non repugni al uts dminumi che egli nonfapeua on^
deriuaralavoccchenonhpoteflè parlarne , poiché anziconlapropo!
articolo era commandato chefofie difculfo-Et qui pafsò a trattare, H'
della fuperiorità , ma dell* inftitutione ancora , afierendo che li Vefcoi
da Chrifto inftituiti,& per otdinatione fua diuina fupcriori a' Preti.AlIe
che,fe il Ponteficeè inftituito da Chrifto, perche egli habbia detto a
Ti darò le chiaui delRegnoj &, Pafci le mie agnelle : parimente li Vcfc
no da lui inftituiti , perche ha detto a tutti gli Apoftoli, Sarà legato ir
quello che legarcte in terra ; S>c faranno rimeìlì li peccati , a chi rimette
appreflo di ciò gli diflTe, Andate nel mondo uniuerfo , predicate l'Euang
quel che più di tutto importa , difle loro , Si come il Padre ha mandatoli
io mando voi. Et fé il Pontefice è fucccilor ài S. Pietro, li Vefcoui (o
cefTori degli Apoftoli. Etallegò un gran numero d'autorità de' Padri >ch
noi li Vekoui cirer degli Apoftoli fucccffori. Et recitò particolarim
^aPioIIII. libro settimo. éu
) o difcorfo di S. Bernardo in qiicfta maceria nel fecondo libro ad Eugenio eia io
ij . Addulfe ancora il luogo degli Atti Apoftolici,doue S.Paolo dilFe agli Efe- l x 1 1.
e : erano pofti dallo Spirito Santo Vefcoui a regger la Chiefa di Dio. Sog-
0 fcc he l'elfer confermati,© creati dal Papa, non valeua per concludere che
MÌinllo nonfofTero infl:ituiti,&daluinoH haueirero autorità: ficome il Papa
:nto da' Cardinali,& ha l'autorità da Chrifto :& li Preti fono creati dalVe-
aD ordinatore, ma l'autorità la riceuono da Dio. Co/Ili Vefcoui dal Papa ri-
Ie no la Dioccfi,ma da Chrifto l'autorità. La fuperiorità a Preti de iure dtmno
fi )uò con autorità di molti Padri,che dicono,liVefcoui fuccedcre agli Apo-
|j & i Preti a fectantadue difc epoli. Diife poi fopra le altre particelle dell' ar-
& 0 le fteife cofc dagh altri dette. Il Cardinale Simoncta afcoltò con impa-
a,& con frequente riuolrarfi a' Collcghi,& ftaua per interromper il difcor-
uperelfer introdotto con canta ragioneuokzza 3 6c udito con tanta atten-
da' Prelati prefcnti,non fé ne feppe rifolucrc.
Dpo quefto feguì F.Antonio daGrollotto,Domenicano,ilquale,dopo ha-
ccuemente detto fopra gli altri articolali fermò in quello. Fece grand' infi-
i fopra le parole di S.Paolo, dette agli Efcil inMileco, cllortandogli alla
lei gi'cgge,per clFcr dallo Spirito Santo prepoft i a reggerlo, SiC fopra quello
lù olFcruationi. DilFc primo,clFer molto necelTario dichiarare, che li Ve-
non hanno commiflìone del loro ofticio dagli huomini: che,quando que-
OTejfarebbono mercenari), a' quali leagnellenon appartengono 5 &,fodif-
.'huomo,che gli ha dato la cura,non hauerebbono altro che penfarc. Ma
lodimoftrò l'obligo di regger il popolo Chriftiano elFcrdiUino, Sedato
Spirita Santo , per concludere, che non fi potcuano fcufare fopra alcuna
ifatiotle humana. Allegò il celebre palFo di Cipriano,chc ogni Vefcouo è
D render conto a folo Chrifto. Aggionfe poi,che i Vefcoui di Efcfo non
degl' inftituiti da Chrifto Noftro Signore , mentre era in carne mortalet
il medcfimo San Paolo,o altro Apoftolo,o difccpolo: & pur ruttauia non
lentione alcuna dell' Ordinatore, ma il tutto allo Spirito Santo s'attribuì-
he non folo habbiadato l'autorità di reggere, ma anco diuifa la pai te del
q Ccoufegnatagli da pafcerc.Et con quefto fece inuettiua contra quelli,che
ij ili inanzi detto haueuano, cheilPapadiftribuifceil gregge, inculcando»
onera ben detto,&: era un ricornar in ufo quello,che San Paolo de teftò. Io
Paolo,05(: io di Apollo : Che il Papa è capo minifteriale della Chiefa, per
iChiiftcprincipal capo,opera, *3c a cui l'opera C\ deue afcriucrc, dicendo»
lirme a S.Paolo , Che lo Spirico Sanco dà il gregge da reggere : Che mai l'o-
r l'afcriue all' inftiomenco , o al miniftro ; ma lempre ali' agcnce principale:
e agli antichi è ftaca ufaca fempre qucfta forma di parlare,CheDio,,ScChri-
ÉTOueggono alle Chiefe digouernacoritlaqualè prefadaSaiiPaolcchea'
i fimi Efcu fcrilfe. Che Chrillo,afcefo al Ciclo,ha prouifto alla Chicia d'A-
1 li, Euangclifti, Paftori , &c Maeftri : moftrando chiaro, che,dopo afccfo in.
IprouededrPaftodi&nonaltrimente, a Chrifto folodebbe elFer aicritta
J catione de' Paftori,& Maeflri,fra' quali fono 1 Vcfcoui,che degli Apofto-
HHhh i)
<?ii CONCILIO DI TRENTO Papa Pio H,
"ci3 i3 li,&Euangeliftimederimi.SiauuideilTheologo,cheda'Legati,& daaltriv
LXi I. coi'a,non era gratamente udito : Se temendo qualche incontro > come in i n
occarionieraauuenuto/oggionfejClie era palmato a quel difcorfo impremi
tato,& portato dalla conleguenza delle parolc> &c dal feruor del ragionarne «
non raccordandofi che folle prohibito il parlar di quel punto : & rientrata!
elTaminar gli oHicij propri) de' Vefcoui , 8c contradetto a* Lutherani, cheg;c
f aitano fuperflui,& moftrato che fono ufitati da antichiflìmi tempi nella C \i
lySc vengono dalla tradicione Apoftolica,finì. S'auuidero li Legati,che q A
freparam op- ^^^ ^^^^ ^j.^^ ^^^ Granata,&; altri Spagnuolijper dar campo a Prelati di aliar e
pofitmt' ^j^ quefta materia:però fu operatOjche la contraria fentenza folle difefa d
no di quelli , che quattro iblamente , per finir tutto'l numero , rimaneu: )
giorno feguente : ficome furono anco preparati per contradire a Velcou x
gnuolijli Pontifici) (oliti farlojfe nelle Congregationi haiKlTcro introdo )i
materia.
Il feguente giorno addì due Ottobbrc, due Theologi furono a prouare i
fìcome la fupcriorità de' Vefcoui era certa,coiì il cercar <^uo iure , era cola d e
Icadecidere-.&quandofoire ftata decifajdi nilfun frutto, & però da tralal i
due altri (odcnnezOicheÀe ture Potitificio.EtV.Simon Fiorentino, TheoK m
Seripando , portò il difcorfo conforme all' openione di Gaetano, & del C i
no,in quefta forma,Chc il Vefcouato è de iure Dmmo inftituito da Chriil y
regger la Chiefaxhe la Maeftàfuaha inftituito Vefcoui tutti gli Apoftoli, i
do glihadettojlo vi mandojficomefono io ftatodal Padre madato :ma » 1
iiiftitutione fu perfonalej&: con ciafcuno di loro fi doueua fin:re:&, uno n )
fti'tuì, che perpetuamente doueffe durare nella Chiefa, che fu Pietro, qi a
diircnon a lui folo,ma a tuttala fuafucce{Iìone,Pafci lemieagnclle:&C( ii
tefe Sant'Agoftinojquandodiircche Pietro rapprefentaua tuttala Ghie la :i
dinilTunodegli ApoflolifuiTwii detto. Anzi, San Cipriano difle, che S.! t
nonfolo è tipo,e figura dell' unitàsi-na cheTunità incommincia da lui. In < :l
pot^ftà,afolo Pietro,5c fuoi fucceirori data, fi contiene la cura di icggcn e
laChiefa,& di ordinar altri Rettori, & Paftori, non però come delegaci,ii :
me ordinarijjdiuidendo particolari Prouincie,Città,Chiefe. Perilche,' cji a
fi dimanda,Se alcuno è Vcfcouo/5/<fi«r<f«s?/«?«o,s'hadadii'eche fi,uno foioi u
celTor di Pietro : delrefto il Vefcouato è htn.de iuredimno , fi che manco il U
può fare,chenon vi fiano Vefcoui nella Chiefaj ma ciafcuno d'elfi Vefco |
no de mreTontificio : d'onde viene, che egli può creargli , trasferirgli,reftt (j
gli>5c ampliargli la Diocefi,dargli maggior o minore auEorirà,folpender| 1
co,Si priuargli,;che non può in quello,che è de ture Dmino : perche al Sac i|
te non può leuar l'autorità di confecrareshauendola da Chrifto : &: al Vel i
può leuar ogni giurifdittione,non per alrro,fenon perche l'ha da lui : & a e i
modo douerfi intendere il celebre detto di Cipriano,Il Vefcouato è uno,^ i
fcuno Vefcouo ne tiene una parte in folido : altrimenti dicendo, non fi pi (^
fender che il gouerno della Chiefa fia il più perfetto di tutri,cióè,Monarc P
& per neceffità fi darebbe un goacrno Oligarchico imperfettiifimo,ASc dai ^
L Pio mi. LIBRO SETTIMO. 615
Idqaellbchede'goiiemifcLiaono.Conclarcche^ao /«r^Ii Vefcouifono ci^ i3
licijper il mcdefimo fono a' Preti ruperiori : de quando s'habbiada difcen- LXI i.
ladichiaiacioncche cofi bifogneià dichiarare. Allegò San Thomafo,qual
ti molti luoghi, che ogni poteilà fpirituale depende da quella del Papa , &
Vci'couo dcbbe dire,Io ho riccuuco parte di quella pienezza : ne douerfi
lar gli altri Scolaftici vecchi:petche nilfuno ha trattato quefta materia: ma
iernijchejdopo nata l'herciia de' Valde(ì,hauendo ftudiato la Scritturasi
rijhanno ftabilito quefta verità. L'ultimo Theologo s'affaticò in contra-
quefto , per quello chediirc,Gli Apoftoli eircrdaChrifto ordinati Vefeo-
i endo,che,quando mandò gli Apoftoli,/ìcome egli fu dal Padre mandato^
I uidò aprediearej5c battezzare, che non è cofa da Vefcouo, ma da Pretc>&
: (lo Pietro fu da Chrifto ordinato Vefcouo^ &c egli,dopo l'Afccnfìoncordi-
^ fcoui gli altri Apoftoli:,i<<: allegò il Cardinale Turrccremata, Se diueriì al-
5 pra le altre particole dell' articolo , Se del l'egucnte , furono tutti concor- l'ultmo ^r-
B fentire chefolfero dannati : ^cofifupofto fine alle Gon^rceationi de* titolo non ha
logi. \^ */*-•
pò lcquali,liLegati,ritrouandofi in obligo di proponer la riforma, finite jxjj^f,'^,^.
1 tutcconfiderato che particolari fi potelfero proporre , non pregiudiciali, //e//»,
3disfattione,fi trouarono molto impediti : poiché tutto quello , che folle
agli Ambafciatorijfarebbe ftatOjO dannofo alla Corteo di difgufto a' Ve-
ne fi poreua metter mano a cofa grata a' Vefcoui , che non fofie , o di pre-
io a Roma , o a' Prencipi. Fu ia lor rifolutione di fpedir un corriero al fcrìmm iltut'
karpettarrifpofta,& fra tanto portar in iongo,col far parlari Prelati nel- toalPaf^:
stia dell' Oidine.In particolare alla Santità Tua diedero conto della con-
ne,cheprcuedeuano l'opra l'articolo della fuperiorità de' Vefcoui, attcfa
:ione de' Prelati Spagnuoli,& l'ingrelfo latto da' loro Theologi;& ,le ben
penano prcuedcrc doue volelfcrocapitarejnondimeno,o{reruando lave-
iza dell' inftanza, 5c lapcndo quanto i Spagnuoli tengano le mire da lon-
onpotcuano,rcnoaforpctcare.Gliraccordarono,eirer il tempo che s'era
fio di parlar della refidenza , Se che già fé n'era fentito qualche motiuo,
ciuefcouo di Mefllna haucua ricercato quellLdi Cipro, & Zara, per in-
qual farebbe ftata la loro intentioncquando foife ftata propoftaj^l mol-
li ! fiche fi fubodorauano/e ben non fi poteua penetrar il fondo : che elfi ha-
)già ordinato ad Otranto , Se a Ventimiglia , di fcoprir con deftrczza co- dopo hautr
ratinano li Prelati, quado fi folfe propofto di rimettere a Sua Santit:à:che^;fe /or />•«-
:curatofcandaglio, trouarono chefarebbono fiati felfanta rigidamente f^'^^'" '" Con-
rijjconpocafperanzachcconofiicij fc ne potelferiraouer alcuno : &fe *'''"•"
loro infi:anza,il Secretarlo delMarchefehaueua fatto olficij efficaci co'
l| ioli , non haucua riportato, fenon che non erano per opporfi con acer-
' ma dir* il voto loro piaceuolmente 1 & fenza ftrepito : che fapt.uano>
wdgior parte, per depender da Roma >eifcr di contraria opinione j ma do-
*»«• almeno fgrauare la cofcienzaloro; chebenfapeuanonon eifer quefta
itilioa Sua Santità , della cui ottimaj&fantiffimamenteeranq^erti,raa
HHhh i4
(j,4 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio I
'\^i) lù bena Vefcoui, e hegli ftanno appieiro.Aggionfero anco,chelimedefimi5;
L X 1 1. gnuoli , hauendo'prcfentico trattairi di rimettcì: a Sua Santità , diceuano , eli ,
fatto il medefimò dell' ufo del Calice , &c elfer vano fai: Concilio per trai
quello , che niente importa, & quello che merita prouifionerimetterlo.Aui
rono della promclTa fatta agli Ambafc latori , diproponer la riforma, & T i
poffìbilitàchevi era di portar {>iù in longo:&: hauendofi qualche auifod:
venuta di Lorena , & de' Francefi , & infieme intendendofi che verranno p i
di concetti , &c diriegni di nouicà , concludeuano , poterfi tener per fermo ci J
uniranno co* mal todisfatti,che troueranno in Trento. Perilchc in tante i
b Ignita di coniegli , non fapendo pigliar partito ,haueuano deliberato alpe \
li commandamenti di Sua Santità.
ilpapaadom- In quello mcdefimo tempo, il Pontcfice,d*altroiie auifato de' penfieri di i
br^to perii i-ena, & in particolare di voler riferma dell' elcttione del Pontificato, afine |
diJfegm^^Lo-^ chenetoccairclaTua parte anco agli Oltramontani , de elfendone certific
7<^o' Principi gli penetrò altamente nell' animo ; & rifoluto di non afpcttar il colpo , ma
ItalMni» uenire, diede conto di quello a tutti li Prencipi Italiani , moflrando qu;
diminutione della Natione farebbe , quando ciò fuccedelTc : che per fé
parlaua,poiche a lui non poteuatoccare , mar per li rifpetti publici , &per a ,
è col l^ di re della patria communc : 8c fapendo , che al Rè di Spagna non haucrebbc
S^agriA, potuto eifer grato un Papa Spagnuolo , per li penfieri naturali,che ilClei
quella natione ha di iiberarfi dalle cllattioni Regie: meno gh farebbe piac
un Francefe , per la inimicitia tra le nationi : ma nell' Italia haueua grandifl
parte de* confidenti j fcrilTe al Noncio fuo j-^he gli communicailè il dilli
de* Francefi , inuiato a voler un Papa , per poter con quel mezzo occupar N
li , Se Milano , da loro pretenduti. Et per non mancar dal canto fuo , acci<
folle leuata parte de fondamenti, fopra quali quel Cardinale poteua edifi
una Boi- ^^^ ^^^^^ 8^^ ^^^^^ P^*"' ^^ '^^'^^P^ paliati di proflìmo occotfi , fece una Boi
UJi**iifomà: queftamateria,laquale, fc bene nonconteneua dipiù che le prouifioni ^
volte fatte da diuerfi Pontefici , quali fono inuecchiate fcnza effetto }s'h
rebbe nondimeno potuto dire, non elTerui bifogno d*altra riforma in q
parte, poiché la Bolla rimediaua a tutti gì' inconuenienti occorfi,& air
glileuaua la forza, fiche non fi poteua pretender che foflfero in vigore :&
volcile pronoilicargli , che farebbe poco olleruata , come altre precedenti , ^
uerebbe rifpollo , che chi mal fa , mal penfa : de elTer' officio della carità(
{liana, afpcttar il bene da ciafcuno.Fu data quella Bolla addì noue d'Otto
M.D.LXii.Dopo quello, gligionfeauifo, che in Spagna s'erano tenute n
congregationi fopra la riforma uniuerfalcpcr dar commilTioneaU' Ambi
ma non e fa- core , che fi manderebbe a Trento , afine che li Prelati Spagnuoli foirero \
disfatto di Sfa ^ opcralTero tutti ad uno fcopo.Non gli fu grata la nuoua , & meno piace
g»am anche i j^^^^^ j ^ ^he il Rè mandafic altro Ambafciacore : perche il Marchefc di Pc
fuoi Legati m Q^^.^^a gioito conforme alla mente del Papa : &c liminiftri, che egliado
Twjt»» ^^ .^^ Trento, erano Milancfi , affcttionati alla perfona di Sua Santità, l
fuoi patentij & al Cardinale Simoneta, che diioio s'era valuto a feruiti àc
^ Poeti
aaPioIIII. libro SETTIMO. 615
dteficc in ogni occorrcnza.Ma il Conte di Luna, che fi diiTegnaua manda-
Sato con rimpciatore , & Re de' Romani , & molto grato a loro > era impref-
1 1' concetti di quei Prencipi , &: tanto più , quanto era fama ( Se è vero che
) fu dchberato , quantonque non s'cfFettuaire ) che doueua venire,in nome
iibaiciatore dell' Imperatore , per euitar la difterenza di precedenza con
ticia; ma in fatti Ambafciator del Rè:& al PoiitcHce era fofpetta la con-
htione di quei Prencipi, per molti riipetti , Se maffìmeperilRèdiBoemia,
S in molte cofe s'era molhato alieno da lui : ne meno fofpetta gli era la dedi-
lane del Conte di Luna , ilquale non poteua ritrouaruifi , fenon finita la
JadiFrancfortj laqualeperchealmeno farebbe durata fino in fine dell' an-
fc porgeua congettura che il Rè hauelfe animo di mandar il Concilio molto „g ^/^^^^ .
Dngo. Ma, riceuuto l'ultimo auifo da' Legati , rcftò più perplelFo, ve- longattomdtl
lo anco li Prelati, etiandio li fuoi medefimi, come congiurati a prolon-CowWo,
)per gl'intempeftiui offici) , quantonque i loro intcreffiricercairero l'ifpe-
ne.Propofc le lettere in Congregatioae de' Cardinali , ordinando che fi
alfe al modo,piùd'ouuiare ad una infinità d'imminenti difficoltà, che co-
ruarfilanoia prefente : poiché quanto il Concilio piùprocedeua inanzi,
) era più difficile da maneggiare : ne fi poteua da Roma , per la lontananza,
3rdine,che , gionto là , non folTe intcmpefliuo : cola, che andando alla
a, hauercbbe caufato qualche gran male. Si dolfe , che tra gli Oltramonta-
Tero vniti a prolongarlo per proprij intercffi.L'Imperatore , per gratificar li
lefchi , a fine di far' elegger il figlio Rè de' Romani : Francia , per poter va-
ie in cafo d'accordo con Vgonotti : Spagna , per li fuoi rifpetti di tenere
•ranza i Paefi bafll. Raccontò tutte le difficoltà , che nafceuano da li vari)
;fn de' Prelati in Concilio, li fini cheiì fcoprìuano ne' Spagnuoli,& quel-
2 s'intendeua de' dilfegni de' Francefi , che s'afpcttauano.
quelli medefimi giorni mandò il Rè di Francia l'Abbate di Manta efprefio l^^hbutt
•na , per dar conto al Pontefice dellarifolutione fua d'accettar li decreti del '^^««*^>è>»^-
:ilio,& dell'andata del Cardinale di Lorena, accompagnato da numero ^'<"^f^^«'^
fcoui, al Concilio, per proponer li modi di riunire la religione nel fuo papa*pet
o j hauendo giudicato il Re , & il fuo Confeglio , che nilFunìroire più fuffi- dArglì conto
e a quel carico che lui , cofi per dottrina , come per ifperienza. Il Papa , con «'«^«« -vmutx
lampiczza di parole, moftrò d'aggradir larifoiutione, cofi dei mandar il ^f^o^^p^^ti
inale , come di dar' intiera elfecutione a decreti del Concilio: promife,che ^*''*^'"''*
;ati , & Padri , riceuerebbono li Prelati Francefi con honori , & fauori, af-
fi ade da loro aiuto nelle cofe della religione , nellaquale fono tanto interef-
i naflime il Cardinale , che è la feconda pcrfona Ecclefiaftica >poco minore
t bmmo Pontefice.pifie , che li Vefcoui haueuano con prudenza trattato la
kna nella adunanza di Poiifi,offerendofi elTodi far approuar la maggior
ì dal Concilio. Soggionfe , che era coftretto d'accelerarne il fine quan-
\ ima, per la gran fpefa , che fofteneua,laquale fc« fofle durata, non po-
^ e continuar li foccorfi, che al Rè daiia per la.»ucrra i onde fperaua, che
6i6 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio I
Qi3 iT il Rè aiuterebbe a concluderlo. Per fine del fuo ragionamento, diircche egl
L X 1 1. Concilio nò haueua altra autorità,ienon di approuarco rcprouar le deterrai
tioni di quellojienza ilche non farebbono d'alcun valore: &c che diireguau.
nito il Co.iciiictrouarfi a Bologna, &farui radunar tutti li Padri per co
fccugli,.ingiatiargli> èc far l'approbatione. Diede anco al Pontefice il meflb
liuto da Francia lettere del Cardinale di Lorena , del tenor medefimo , con
gionia d olTertc d'ogni opera, & ofììcio,per conferuar l'autorità della Santa
de.- Interrogò il Pontefice in particolare quello, che il Cardinale diflegn
proponere : ne hauendo rifpofta , fenon generale , cioè , li rimedi) neceflai
Regno di Francia 5 perdar* al Cardinale un auuertimento,rirpore, Che 1
to farebbe ben maturato , decidendoli in ConciHo ogni cofa per pluralità |
le voci. I
rifitltt ttelU Nella Congregationc de' Cardinali fu deliberato di rifpondere a Le«l
Congrtgarìone Che facelTero ogni opera di dar lifolutione all'articolo della refidenza in;i
di tiomatfo- l'arj-ÌQo de' Francefi,operando che folFe rimeffo al Pontefice, fenza alcun de i
^illr enM:'^^'^^^°^^^P°^^^^^^ : quando nò,almeno con decreto. Ilche quando non fi i
telfe ottenerejfolPe dichiarata con premiJ5&pene,fenza toccar il ponto, fé I j
o nOidc iure dmmo.Chc l'articolo dell' Inftitutione de' Velcoui pareua ardii [
di gran confeguenza j però , procuralTero anco , che quello foflè rimelfo fi |
mente : ma,quando non fi potelFe, quello oircruallcro inuiolabilmente, di )
lafciar determinar che folFe de iure diurno. Quanto alla riforma, che la Sai ì
fuaerarifolutajper quello che toccauaal Pontificato, & alla Corte, di nor |
ler che altri fé n'intrometteifero ; che già haueua fatto tante riforme, ccj i
tutto'l mondo era noto,che regolaua ogni dilordine : de fé alcuna cofa rima
fe,rhauerebbe aggionta : del reltoidicelfero apertamente a tutti,che SuaSar
rimetteua la riforma liberamente al Concilio , & elfi proponelTero delle
fé raccordate dagli Imperiali , & decretate da' Francefi in Poilfi,quelle]
più giudicauano ifpedienti » non venendo però a rifolutione fenza ai
prima.
La propofta,di finir' il Concilio,fu ftimata dalla Congregationc di mag i
momento : non, perche non hauelFcro per cuidente la neceflìtà di farlo 5 ma 1
non veder' il modo ; attefo che,reftando tante materie da trattatene poter 1
indur li Prelati allabreuità delparlare,& alla concordia del rrattare(cofe m '
farle per una preda efpeditione) era impoflìbile penfar di chiuderlo, fenc
longo tempo.Il fofpenderlo,fenza conlenfo de' Prencipi,pareua cofa peric' i
fa,& fcandalofa,attcfo maflime l'auifogià alcuni giorni hauuto da' Legati 1
gli Ambafc latori Ferrier > &c Cinque Chiefe,haueuano detto, che, quan ili
Concilio fi fufpendeire,nonpartirebbono da Trento, nelafcerebbonopar li
Prelati adhercnti,fenza hauer prima commiflìone da loro Prencipi. Il ricei ^
la,portar molto tempoiperche indubitatamente hauerebbono voluto ciak io
d'eflì,primache rifpondercfaperlamentedeH'alrro'.per tanto, in quello pi fo
non feppero altro rifoluere, fenon che fi follecitaircro li Legati all' efpedir \t
delle materie.La venuta di Lorena daua maggior penfiero > eiPendoci auifi d li-
I
.paPioiii!. libro settimo. ^17
Hi luoghi) che, oltre ilnegotiocfelKelcrdonedel Papajvcniua conpenfiero
i)roponcr molte nouità fopraiacoliarione de' Vefcoiiati , e fopra la pliira-
idc'benefìcij: ^quello, che non meno importaiia, della Communione del
liccdel Maciimonio de' Preti,& della MelTa in hngua volgare. Et prefappo-
iidojche egli nonpartilfe di Francia primaschchauer rifpofta dall' Abbate di
>nta,ifpedito dalRèj&dalaijConfegliaronochefi richiamale il Cardinale
'errara,^ fi otìPcrific a Lorena la Legatione di quel Regno: cofajche fi poteua
3:are chedouclTc fcrmarlccomedeiìderoro di commandarà quelClcro,tan-
t:he,per li tempi pa(tati,non s'era potuto contenere di machinar per farfi Pa-
rca in Francia : ma , quando veniife, doucrfi mandar ancora altri Prelati a
ntOj& qualche Cardinali, per contraporfi a lui. Furono anco nominati il
dinaie della Bordificra,òcNauagicro:ma qucfìo fu dilFcrito di rifoluercdu-
lido che doueife porger' a Lorena occafione di {"degno, & fargli concepir a-
o di far pcgCTÌo:& per non clFer tanto noto,cheil valor ài quelli baftalle per
Ì tanta oppohtionc ; & anco per hauer prima il parer di quelli, che erano in
itcaccio nonreftaircrodifguftati. Si hcbbe anco confideratione alla fpefa,
ì'accrelcerebbe : cofa,da non fare lenza grand' utilità. Fu però rifoluto ii
ere a' Legati , che non perincttcìrero in modo alcuno che s'introduceflè
mo ragionamento dell' clettione del Pontefice : & quando non vi po-
ro ouuiarc, non vi prcllaiìèro manco la permiffione , ma più tofto fé ne
iflero a Roma , per non pregiudicar al Collegio de' Cardinali , &: all'
i.
a,inTrento4i deputati a formar gli Anathematifmi,& la dottrina, confi- upnpoftadei
elefentenze de' Theologi, fecero unaminuta,in quale fupofto,cheli Ve- Vefcouato di
fono fuperiori/A;rf^i//f//^o: perche l'Arciuefcouo di Zara,& il Vefcouodi ragion diuina,
mbria , principali traili deputati, furono di quel parere. Ma i Legati non ^^"/^^'^^"a
ifero,dicendo,Che non era giudo interporui concetto non contenuto ne- ** ^^^''"•1'''
ricoli: che fé poi li Padri nelle Congregationi haueficro richiedo, fi fareb- * """-/*^
dfatotilche gli Spagnuoli imm.ediate ii rifolucrorio di richiedere , &: li Lc-
intefolo , conlulìati , deliberarono di far intendere a' Prelati fuoi, foliti a
adire,chefc quella materia era propofta, taceiferoj&non lametteflcro in
:a,per non dar occafione a' Spagnuoli di replichc,con lequali Ci t iralTcro in
le Congregationi,vS(: fi ecc icallerodegl' inconuenienri nati nel propofito
refidenza : ma te da Granata, oda altri, fofie fatta l'inftanza^il Cardinale
iènfe interrompeircrupondendo , Non elFer capo da trattare in Concilio,
)n elFer controuerfo co' Protedanti.
dì tredici Ottobbre m.d.lxii. non hauendofi fatto Congregationi dopo
: de'Theolo^i,nella prima de' Prelati, chefu quedo giorno, hauendo con
;parole li Patriarchi, & alcuni Arciuefcoui,inanzi approuato gli Anathe-
m» come erano formati, l'Arciuefcouo di Granata, hauendo elFo ancora, ed èfifientaag
oche parole , detto il tuo voto circa ifei primi Canoni, nel fetcimo fece da GnnM.t^
zachefidiceile, i Vefcouijinftituiti^^zwrf <j//W;7ì?, eller fuperioria' Preti:
Il llii
_(^i$ CONCILIO DI TRENTO Papa Pfo III
e 1 3 1 3 che quello egli lo poteua,& doueua di ragione chiedere , perche in quefta fc
LXi I. ma fupropofto in Concilio dal Cardinale Crcfcentio, in tcinpo di Giulio te
zOi&approbato dalla Sinodo. Adòuireper teftimonijil VefcouodiScgou
che interiiennejcoi-nc Prciaro j in quel ConciUo ; & F.Óttauiar.o Preconio ,
Mcffinaj Arciuefcouo di Palcrmo,chc,non ancora Prelato , all' hora v 'lutcrue
ne come Theologo.SoggionCcj che non fiporcua mancar di dichiarare l'uno
i'alcrojde'doi ponci>cioè>li Vcfcouieila: iniìiaùzi ture dmiNO:,^^ ciVenc ture di
no fiipctiori a' Preci j per ciTcr negato dagli hcrecici : & fi cftcfc con molti ar<
mennjrtigioni,& autorità,a comprobare il (uo parerc.Allegò Dioniiìo,che e ■
fcrOrdinede' Diaconi riferirli in quello de' Preti, quello de' Preti in quello :
Vefconij^ quello de'Vefcoui in Chriilo,Vercouo de' Vcfcoui. AggionfcEli
therio,Ponrefìce Romano>che inunaepiftolaa' Velcoui di Francia (criircij
Chrifto haueuacommeiro alorolaChicravniucrfalc.Aggionic Ambrofìo>( j
neir epiftolaa' Corinthij diircChe il Vefcouo tiene la pcribna di Chrifto, (|
Vicario del Signore. Aggionfe ancora l'cpiftola di Cipriano a P^ogatiar^o ,d< i
più volte rephca>Che,iicomcli Diaconi tono creati da' Vercoiii, coli i Vcfc
tono fatti da Dio. Et aggionfe quel celebre luogo del medcinno Santo, CI
Vefcouato è uno,&: ciafcuno de' Yefcoui tiene una parte di quello. Diifcclì
Papa era Vefcouo, come gli altri , eiTendo egli, & loro,fratclli,figliuoli d'un
drcDio ; d'una Madre, la Chiefa : pcrilche anco il Pontefice gh chiama frat
ondsLjfe il Papa era inftiruito daChriftojdal medelìmo erano parimente inftì
ti li Vefcoui.Nc lì può dire,che il Papa gli chiama fratelli per termine dì ciu:
o d'humiltà : perche li Vefcoui ancora ne' fecoh incorrotti hanno chiamate
fratello. Ellcrui l'epiftole di Cipriano a Fabiano, Cornelio, Lucio , & Stcfj
doue egli gli dà titolo di fratelli:eircrui epiftole in Agoftmo5& per nome fu'
per nome d'altri Velcoui d'Africa , doue parimente Innocentio , & Bonifa
Pontciìci,fono chiamati fratelli. Ma quello,che più di tutto è chiaro, noni
nelle Epiftole di quelli doifanti,ma dimoiti altri ancora,il Pontefice è chia
\o Collega. ElFer contra la natura del Collegio, che conili di pcrlbne di di
fo genere. Quando tanta differenza folle, che il Papa foife inftiruito da Chr
«Si \\ Velcoui dal Papa, nonpotrebbono elFcr' in un Collegio. Comporta
la natura,che nel Collegio villa un Capo,&: coiiauuiene dell' Epilcopale,
quale è il Papa Capo 5 però in fola cdificationej&,come lì dice in Latino, tr,
nsfìcam caufam. Nel m.odo, che S.Gregorio dice nell' epiftolaaGiouanni S
cufano,Che,quando alcun Vefcouo è in colpa, egli è ioggetto alla Sede Ai
ftolica : ma dei rimanente , quando non vi è colpa, tutti,per ragione d'hutr I
fono uguali:(Sc quefta è l'humiltà Chriftiana,non mai feparata dalla v erità.^ T
gò S.Gieronimo ad Euagrio , chcdouunquc farà Vefcouo , o m Roma, o ir
gobbio,o in Conftantinopoli,o in Reggio , tutti iono dell' iftelFo merito, &j
itiedelìmo Sacerdotio, de tutti fuccellbri degli Apoftoli. Inuehi contra
Theologi , che diirero S.Pietro hauei' ordinato gì i altri A^'oftoli Vefcoui n\
ammonì a ftudiar le Scrirture,& guardare, chea tutti fu darà ugualmente lai
teftà d'infegnar per tutto'l mondojdi miniftrar li Sacramenci> di rimetter* ij|
La Pi o IIIL L I B R O S E T T 1 M 0. 619
ih di legare, de fcioglieie, di goiiernar la Chiefà ; & finalmente> mandati nel e i ^ 1 3
r|nclo,ficome il Padre ha mandato il Figliuolo : & però , ficorrte gli Apoftoli L x 11.
( bero rautorirà,non da Pietrcma da Chrifto;co/I i fucceirori degli Apoftoli
(1 hanno poteftà dal fuccefTor di Pietro, ma dal medefimo Chrifto. AddulFea
<fto proposto l'eirempio dell' arbore, in quale fono molti rami > ma un folo
• ico.Si die poi di quegli altri Theologi, che haueuano detto tutti gli Apo-
lli cilcr da Chrift5 inftituiti, & pari in autorità, ma che in loro era pcrfonaict
non doueua palFar ne' fucceirori, fenon quella di Pietro, interrogandogli,co-
ll n prelenza, con che fondamento, con che autorità , con che ragione fi la-
fi fero indurre ad una coi! audace afì"ermatione,inuentata da cinquanta anni
i mente, efprciramentc contraria alla Scrittura : ncllaquale hauendo detto
I irto a tutti gli Apoftoli, che farà con loro imo alla fine del mondo, ilchc
intendendofi delle lor proprie pcrfone , conuien ben per neceflìtà intender
i fucceflìone di tutti: & cofi ellere ftato intefo da tutti li Padri , Se da tutti i
aftici, a'quali quella nuouaopenione per diametro repugna. Argomentò
ira,che, fé li Sacramenti fono inftiruiti da Chrifto, per confeguenzaanco e-
inftituiti li Miniftri de' Sacramenti : & chi vuol dire , che la Hierarchia (ìa
rediHmOi&ciì fommo Hierarcainftituito daSuaMaeftà , gli conuien dire»
[nco gli altri Hierarchi habbiano l'iftcfta inftitutionc.Eirer dottrina perpe-
ella ChicfaCaroHca,chc gli Ordini fi danno per mano de' miniftri, ma la
ftà è conferita da Dio. Conclufcchcclfendo tutte quefte cofe vere,& cer-
negate dagli heretici in più luoghi, che il Vcfcouodi Segouia haueua rac-
infiemc, craneccirariochc follerò dichiarate, .Si definite dalla Sinodo, 6c
ati gli errori contrari).
:efedaquefto il Cardinale Varraienfeoccafione d'interromperlo, che pur* non ofianti la
Rifeguiua,(Sc diiTejfecondo il concerto,Che di quefto non era alcuna con- «/«^«w^*
Tfiacongliheretici,anzi chcnellaConfelfione Auguftanateneuano ilme-^^^ K^rmìefef
loipetò era fouerchio,^: inutile metterlo in dubio: & che \i Padri non do-
iioentrar' in difputadi cofa, nellaquale conueniifero infiemeCatolici,&
ici.Perilche,Granata,leuatofi in piedi,rcplicò che la Confezione Augufta-
m confermaua quefto,anzi contradiceua , & non poneua diftintione alcu-
liLVefcouc&il Prete, fenonperconftitutione humana j& alferiua chela
iorità de' Vefcoui fu prima per coftume , & poi per conftitutione Eccle-
:a:& tornò a ricercar che nella Sinodo folle fatta qucfta dcfinitionc,oucro,
rifpondcirc alle ragionisi: autorità da lui allegateli Cardinale tornò a re-
te, che gli heretici nonnegauano le cofe dette, mafolamentemoltiplica-
ringurie,& maledittioni,& inuettiue contra li coftumi prefenti : & paifa-
loro altre rcpliche,Granata,tutto fdegnato,& infocato,diirc,Chefirimet-
ille Nationi.
ppo di quefto fatto,& quietato qualche tumulro,dcgh altri parlarono, ri-
ido le cofe come erano propoftcienza l'aggionta; chi fondati fopra il det-
Varmienfe ; Se chi, tenendo che folo il Papa iìa inftituito de mredmtnch fin
3CCÒ air Arciuefcoub diZarajilqualdiireeifer neceifario aggiongerlcpa- tditlZttrfl
Ilii ij
.. ^óio CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio m
ci«5 i^ xoìCideiuredÌMÌnOi^eì: dannar quello, che gli heretici dicono in contrario nel
^xi I. Confeffìone Auguftana-.doue ritornando Varraienfe a dire,che in detta Confc
fione non vi era cofaalcnnajdoue gli heretici diirentiifcro in qLicfto,& allega
do Zara il luogo,& le parole,la contentione s'allongò tanto, che per quelgic
nofinìlaCongregatione. , i
e dd Sugati' jj^ quelle de' fcgLientijfurono parimente varie le openioni. Di (Ingoiar vi 1 ^
^^* cherArciuefcouo di Braga fece inftanza per la medcfu-na aggionta , dicencl
Che non fìpoLcua tralaCciare : & fi allargò a prouar l'inftitutione de' Vefcoiii I
/«r^<^/«^«o,portandoragioni,&: argomenti poco differenti da Granata: & pa il.
a dire, che il Papa non può leuar a Vefcoui l'autorità datagli nella lor Confec ■:
tionejlaqual contiene in fcjnonfolo la poteftà dell' Ordmc, ma della giuiilc •
rione ancora:perche in quella gli e alTcgnata la plebe da pafccrc , & reggere j :
fenza quella «on èvalidal'ordinationeidichen'è manifeftoindicio,chea'' ■
rcouititoIarixSc portatiai/iailegnatuttauia una città ; che, quando poteiTc; :
l'Ordine Epifcopale lenza giurildittioncnon farebbe neceifario. Oltre di e >
nel dargli il Paftoralcfi ufa la forma didire,CheèiTnfegno della poteftà,cli ;
gli dà di corregger li vitij.Quel che più importa,feg^li dà raaello,dicendo, C :
con quello fpoia la Chiefa : ìk nel dar lUibro dell' Euangelio , con che s'ini] -
me il Carattere Epifcopale,fi dice,Chevadi a predicar al popolo commello :
&c in fine della confecrat ione,fi dice quell' oratione , Depih 07nmun7Jìdelium •
fioTiC^ reBor: che poi e (lata ne' Melfali appropriata al Pontefice Romano; i
voltarfì a DÌO5& dire,che egli ha voIuto,che quel Vefcouo prefcdclfe alla C •
fa. Gionto, che Innocenzo terzo dilfe,ElIcr il matrimonio Ipirimalc del Ve -
uo con la fua Chiefa, un legame inflituito da Dio, & infolubilc per poteftà -
mana ; Se che il Pontefice Romano non può trasferii'un Vefcouojfciion per :
ha fpecial autorità da Dio di farlo: lequali cofe tutte farcbbono molto a(fo »
fé l'inditutione de' Vefcoui non folle ^É'/z^r^^/ii^wo. L'Arciuefcotio diCi )
dilfe,Che fi doucua dichiararcjli Vefcoui eller fuperiori a' Preti mre dminoi v. -
uando però l'autorità nel Papa. Ma il Vefcouo ài Segouia,hauendo adhcnr 1
tutto & per tutto alle conclufioni,& ragioni di Granata, fece unalongarci .
tione de' luoghi degli heretici,doue negano la fuperiorità de' Vefcoui, .Se l'i; -
tutioneelferS^ mre diumo.DìiVeiClie iicomeilPapac fucccifor diPietrcc i
Vefcoui fono fuccelfori degli Apoftoli: diife , Apparir chiaro dalla lettione ^ T
HifloriaEcclefiaftica, & dalle Èpiflole de' Padri, che tutti h Vefcoui fi dau >
conto l'uno ali' altro delle cofcjchefuccedeuano nelle loro Chiefe,5<: nerici .-
uano i'approbatione dagli altri : Se ilmcdefimo faceua il Pontefice di quc 1,
che a Roma occorrerla. Aggionfe , che li Patriarchi principali, quando ci 0
creati,mandauano agli altri una EpifloiaGirculare, dando conto della loro :-
dinatione,& della lor fede : & queflo fi vede oiferuato ugualmente da' Ponr -
ci con gli altri,come dagli altri conloro:che,debilitandofilapotefl:à de'Vci -
ui,fi viene anco a debilitar quella del Papa : che la poteflà dell' Ordine, &d a
giurifdittione,c data a' Vefcoui da Dìo}Sc dal Pontefice non \kne , fenon la -
uifione delle dioceiìj& l'applic^tione dellaperfoua. Dilfc,che il Vefcouato i 1
aPigIIII. libro settimo. 6n
Guato fcnza giuiifclittionc. Allegò una autorità d'AnacÌeto,che rautori- eia lO
iropalcfidàneirOrdinacionc, con l'Ontione del facto Ctifma : che il LXH.
<|ato è cofl ben' Ordine > da Chrifto inftituito , come il prefbiterato : che
,l?ontctici,fino Silucftro, o profelTatamente, o incidentemente , hanno
he il Vefcouato è Ordincjche viene da Dio immcdiatc:che le parole,det- .
A.poftoli> Quello che legarcte lopra la terra &c. danno poteftà di giurif-
( claqual' èncceirariamente conferita a' fucceirori : che Chrifto inftituì
)ftoli con giurifdittione,& dagh Apoftoli in qua la Chiefa perpetuameu-
icon giurifdittione inftituiti:adonquequcfto s'hada haucrper traditio-
k ftolica:.?<: eircndo defiaito,che li dogmi della fede s'hanno per la Scrittu-
.•rleTraditioni, non il può negare, che quefto, dell' inftitutioneEpiico-
mfia dogma di fede:3c tanto più,quanto S.Epifanio, & S.Agoftino,pon-
.erio tragli hcrcticijper haucr detto, Che li preti foifero uguali a' Vefco-
lon potrebbe ellere, le non follerò danre dmino.
quantanoue Padri furono di quefta opinione , & iarebbe forfè il numero e da grtin ««-'
Maggiore, quando molti non lì follerò trouati indilpoiti in quel tempo, tnerodiPre-
i! inriuenza, che generalmente regnaua all'horadi catarri i&: alcuni altri ^""^
1 .lelfcro tìnto il medefìmo impedimento , per non ritrouariì in quella me-
1 '< non oifendcr' alcuno in cofa trattata con tanto aifetto : & maffime
1 che , per haucr parlato della rehdenza,come ientiuano,(ì trouauano
ma indcgnatione de' lor patroni :& ancora, fé il Cardinale Simoneta,
ì < gli parue che le cofe pallailero troppo inanzi , non hauelfc frtto diuerlì
1 icioperando a quefto Giouanni Antonio Facchinetto, Vefcouo di Ni-
i de Sebaftiano Vantio , Vefcouo di Oruieto ; liquali , con molta deftrez- ^"'^■'^f'^^'f-
r ^ ì ■ ì >n 1 c j r r I 11 1 j- tterjatt per le
:; ia[cro,che il centatiuo de Spagauoliera a hne di lottrarli dalia iibedien- prattkhe di
: apa , & che iarebbe ftato unaapoftaha dalla Sede Apoftolica >con gran Simoneta,
e la, ^Sc danno dell' Italia >laquai non ha altro honorc , tra le Nationi
;i Olitane, fcnon quello che riceue dal Pontificato. Il Cinque Chiefc diife, « ^fl cinque
e i gialla cofa , che di tutti gli Ordini, c^ gradi della Chiefa Ci dichiaralTe, '^^'^fi>
h foifero infLituiti , & da chi riceuelfero Tautoricà. Alqual adherirono al-
1 lidi , 5c in particolare Pompeio Picolomini, Vefcouo di Tropeia, ilqual edalTropeìa
n ) la medeiìma inilanza, foggionfe , che , quando fi trattalle di tutti li gra-
■i Cb.iefa , dal maggior al minore , & h dichiaraife c^uomre foirero , egli ài-
Kifcnrenzaanco nella materia del Vefcouato ,fe folfe concellà licenza
j ari. Di quefto numero furono alquanti, che cou breui parole adheriro-
lilcnccnza d'alcuni di quelli , che prima haueuano parlato, &: altriii difFu-
iHmplificare,2criuoltareindiucrfe forme le medeijme ragioni, che lon-
M^be far narratione di tutti quelli voti, che mi fono venuti in mano.
1 ita bene d'eifer commemorato quello di F.Giorgio Zifcouit,Francefca- ^daSeina-
Mcouo di Segna : ilquale , dopo hauer adherito al voto di Granata, fog-
dGhenonhauerebbemai creduto douer fentire metter in difficoltà, le
fcui fono inftituiti , &c fé hanno l'autorità da Chrifto: perche, quando non
)l|ano dalla Maeftà fua diuina j meno il Concilio » che è un integrato de'
' Ilii Hi
6it CONCILIO DI TRENTO Papa Pioi
ci3 13 Vefcouiriuda quella. Elfer neceirario , che una Congregatioiic, quanto^
L X 1 1. namcrofiirima > habbia l'autorità da chi l'hanno le fingulari perlbnc : Ch :<
Vefcoui non fono da ChrJfto>ma dagli huoiTiini,rautoricàdi tutti infiin
humana : &l chi ode dite , Li Vcfcoui non fono inftituiti da Cht ifto , non \\
rcftar di penfaie> che quefta Sinodo fìauna Congtegationc d'huominiprcH
ncUaqualc non piefeda Chiifto, ma unapoteftà ptecaiia,dagli huomini ri u
ta: Stanti Padri vanamente farcbbono,con tanto fpefa,& incommod,
Trento , potendo con maggiot autorità trattar le ftelfe cofe quello , che h: a
lapoteftàa Vefcoui,&al Conciiioidi trattarle : & farebbe fiata una gè r,
iliufìonc di tutta la Chriftianità , il proporlo , come mezzo , non folo mcg «
maunico»4Si: nccelfario per decidere le prefenti controuerfie. AggionIi:|
celi era ftato cinque mei! in Trento con quefta pcrfuafìone, che mai ni r
douelTc metter' in difficoltà , fé il Concilio ha l'autorità da Dio , & fé pu' i
quellojche il primo ConcihoGerofolimitanodiire, E parfo allo Spirito S t
&. a noi.Che mai farebbe venuto al Concilio , quando non haueilè creduti :|
Chriflo doueirecirer nel mezzo d'eifo: ne potere alcun dire j che >doue Ci (I
afTifle, l'autorità da lui non fìa: & > quando alcun Vefcouo credelle in ce r
rio y Se riputalfe l'autorità fua humana , nelle difficoltà palfatchauerebbe ii
grand' ardire a dire, Anathema;& non più tofto inuiare il tutto a quelle ì
ha autorità maggiore : 8c quando l'autorità del Concilio non folfe ce ,
giufto volcua,che la prima cofa , quando del m. d.xlv. fu quefto Coi 1:
congregato, fi foffe ventilata quefta materia, 5c dccifo qual folle l'autoi à
Concilio 5 come ne' fori fi coftuma , che nel primo ingrellb della caufa U ì
ta iSc fi decreta, fé il giudice è competente , accio non fìaoppofto in fìi 1
fua fentcntia nullità, per difetto della poteftà. I Proteftanti, che ogni occ. n
pigliano per detrahere , & ingiuriare quefta Santa Sinodo, non potrani i
uer la più appofìta, quanto che ella non fìa certa della propria autorità, ii
clufe, che guardalfero ben li Padri quello , che rifolueuanoinun punto h
rifoluto per la verità , ftabilifce tutte le attioni del Concilio , & per il con r
fouuerte ogni cofa.
ma iLtgati Finirono ruttili Padri di parlar in quefta materia il giorno dicenoue 3
ef^ngono la- [obbre , eccetto il Padre Lainez, Generale de'Gefuiti , ilquale douendc lì
ra t ejMita p^^j. jj^^Q ^ £i^ ordinato ftudiofamente , che quel giorno non il ritrouafTe in )i
gregatione , per dargli comiiiodo di poterne occupar una egli folo rdelcì p
far' intender la caufa , conuiene ritornar alquanto in dietro , Se raccontare li
quando ola j^rincipio fa meifo in campo la queftione , penfaronoli Legar :}
folamenteh mirafTe ad aggrandire l'autorità de Vefcoui , con dargli ma i(
riputationerma non fu finita la feconda Congregatione , che da' voti dei ,<
dalle ragioni ufate , s'auuidero ben tardi di quanta importanza ,& confc, ei
za fofTe ) poiché s'inferiua , che le chiaui non fofTero a folo Pietro date , (■ :i
il Concilio folle fopra il Papa , & fi faceuanoli Vefcoui uguali al Pontefic i
qual non lafciauano , fenon preeminenza fopra gli altri : che la degnila 4
dinalitia» fuperiore a' Vefcoui ? era affatto leuata,& reftauano puriPrci^
Dia)!
iPioIIIL LIBRO S ET TIMO. 61^ ^^
ìkù : chcda quellii dctcrminarionc , iì p^ilFiua , per necelTaria coiireguen- e I3 1 D
,],ai-clK{enza,&s'iiiiinchiLìaa la Corre : chcfi leLiauanolepreuencioni,& ixii.
s anioni, &: la collarionc de' benefici) (ì tirauaa'Vcfcoui. Eranocato j che
ì giorni inanzi , il Vclcoi.10 di Scgoiiia hancna ricufacodi riceuer' ad un
Il ciò della (uà Diocefi , un proiidlo daRoma: Icqnali cofe Tempre piuma-
unente fi vedeuaiio , c]ua:ico alla giornata s'aggiongcnano nuoiii voti , &;
: ragioni. Et per quede caufe , li Legati adoperarono gli ulHcij diiopra
Ili, accio maggior parte d'Italiani non s'aggiongclTea' Spagnuoli: & con
6:Ì0jleben molto fi fece, non però tanto liporc,clie quali la metà non
È ntrata nell'opinione :&:i Legati ne folicneuauo riprenlìonc apprelfo gli
"antiftcij,chc gli incolpauanojdinon premeditar le cofe , che polTono
rete, fcnon quando (oprauengonoligranpregiudicij : che operauano a
lon admetteuano li conicgli,òV auuertimcnti de' prudenti; che da princi-
lito il voto di Granata, raccordarono che lì mettelTe mano efficace agli
ilchepoi è conuenuto fare,ma poco a tempo: che per loro inauucrtenza
ilcuninonèilara malitia) fono porte in trattatione materie ài conic-
ile più nnpor tanti , che poteilcro occorrere in Concilio : & s'aggionlej
.mbalciator Lanlaccon molti negotiamenti, fatti con diucrfi Prelati,s'e-
■erto fautore, & pia tofto promotore di quel!' o|>enionc: Se il conlìderaua»
> aumento hautrcbbe riceuuto alla venuta de' Francelì, che s'afpettaua-
:fene parlaua in modo, che qnalcheparolegiongeuanoanco alle orec-
•'Lcgati medcfimi,iiquali,vednco il non preucduto pericolo, oltre gli uf-
tijconicgliaronojchejper ellcr la cofa tanto inanzi, & fcoperto coli gran
0, non era più da pcnlar di diucutir la queftionc , ma di trouar tcmipcra-
per dar qualche ibdisfattionc a Spagnuoli :& ,dopo mokaconiùka,
3no di formar il Canone con quelle parole 3 cioè > Che li Vcfcoui hanno
ftà dell' Ordine da Dio , o: in quella fono luperiori a Preti , non nomf-
lagÌLirifditt!onc,pernon dar' ombra: poiche,con Uiia tal forma di paro-
criua poi, che la giurifdirtione redi tutta al Papa,rcnza dirlo,
iquefta forma, mandarono il Padre Soro a trattar co' Prelati Spagnuoli, „(,„ hatunda
ìtcconlperanza di rimuouer alcuno di loro> quanto per penetrare c^iìgÌ- potuto
2 fipotellero ridurre.Da Granata non hebbe altro,chc audienza,fenza al- "'■M'^con la
ofta.Si trauagliò anco con gli altri^ne acquiftò , fenon concetto di buon f'*"*"*-
ianodiRoma, in luogo di cpello, in che era prima ài buono religiofo.
anoappreifo liPontiiicij,per acquiftar alcuni de' titubanti,^ di quelli
autamente erano pallatinell' cpenione,ma nel rimanente diuoti al Poii-
lifar con loro ultìcij,che,cono(ciuta la difficoltà , diceiìero , di rimettere
efice,ouero al meno parlaffero più ritenutamenté':& per far qucfto,a' doi
Dmmati aggionfero i'Arciuefcouo di Rorano,&: il Vefcouo di Ventiiini-
Siccioquellijche riconofcellèrojhaueirero colore di ritirarli con honorc,
roncchc il Lainez faceile una piena lettione di quella niiteria ; laquak
dCTc attentamente uditaj&poteiTe far'imprcffione,volfero,comes'c det-
hieffendo eglirultimcuon parlaflèdopo gli altri infine diCongrcgatio-
auaTXV
éi4 CONCILIO DI TRENTO Papa PkI;
ciD IO ne y ma ne hauefle una tutta intietapcr lui : & fu il roto fuo confultatotiti
Lx 1 1. quattro elli GictuitijadoperandoUlopra gli altri il Cauiglionc:&,pcr non-j
fciare vn buon rimedio di diuerllone,occuparc li Prelati in altra materia, o
ritornando alle cofe occorfe in quella Congregatione , dcllequali , do[ e
hebbe votato per ultimo il General de' Scrui, ^c conformatofi co' fenfidc l]
«rnuoli, il Cardinale di Mantoua fece una ammonitione a Padri deputati j
l'Indice , moftrando quanto importante negotio haueuanoperinancpc
' tutte le (buuerfìoni naicono,& le herefic il dilfeininano col mezzo de' lib ;
elTortò ad ufar diligcnza,&; far veder alla Sinodo il fine dell' opera prefto i
ben certo , che è di molta fattura, & longhezzaj maconfiderare ancorché t
padri contribuiranno fatica per aiuto de' deputati: che Ci coniumano le o
o-regationi in trattar queftioni di nilTuna utilità, & li va procraftinando in x
cofi neceiraria.ElTortò in fine a far' opera,che queflio particolar dell'Indici p
telfe definire nella Scffione feguente.
oratUitte del jyia la mattina venuta, il Lainez parlò più di due hore iTiolto accomir.i ii
Laiw'^ , che ,pcnte,con gran vehemenza, & magiftralmente.- L'argomento del dikorl .e
*fìl'èdclPapa be due parti-.la prima coniumò in prouarc . La poteftà della giurifdittior i
(^^irercoul ' data tutta intieramente al Pontefice Romano; ^niillin' altro nella Chi [
ChAtmo daini: uerne rcintilla,renon da lui. La (conda paisò in rifbkuione di tutti gli aiv;' e
ti , addotti nelle precedenti Congregationi incontrario. La foftanza ki lì
gran diifercnza,anzi contrarietà,tra la Chiela di Chrifto,& le commariu ìi
li : imperoche,queftc prima hanno l'ellere, & poi li formano il fuo gouci :
per ciò fono libere,(Sc in loro è originalmente, &fontalmentc ogni gì
tionclaqualecommunicanoa'Magiftratijienza priuarfene. Mala Ch;
li fece fé ftelTa , ne fi formò il fuo gouerno , anzi Chrifto, Prencipe, & M
prima ftatui le leggi, come doueite elTer rctta,poi la congregò, »?^ come la
Scrittura dicejl'edìficò-.onde nacque feruajfenz^ alcuna forte di libertà, pc
o o-iurifdittione:ma in tutto & per tutto loggetta. Per pruoua di quello
luoghi della Scrittura, doue l'adunatione della Chiefa è comparata ad ur
nato,ad una tratta di rete,ad un' edificio : aggionto quello , doue fi dic(
Chrifto è venuto nel mondo,per adunare i fedeli iuoi , per congregar le i
corelle,per inftruirle, & con dottrina,& con elTempio : poi foggionfe,il p
&:principal fondamento, fopra quale Chrifto edificò la Chiefa,fu Pietro
fucceffione fuajfccondo le parole, che a lui dilFe , Tu (qì Pietro , & fopra <
Pietra fabrichciò la mia Chieta. Laqual Pictrajfe ben alcuni de' Padri han
tefo Chrifto fteiro,& altri la fede in lui,ouero la confeflione della fede, è n
menoelpofitionepiùCatolica , che s'intenda l'iftclTo Pietro, che inHeb
SiriacOjèdectOjCiphajcioèjPietra.Erfeguendoildifcorlo, diire,-Che,n
Chrifto vitPc in carne mortale,gouernò la Chiela, con aiPoluto, & monai
gouemo.'&douendo diquefto l'ecolo partire ,lalciò l'iftelfa forma, conft
do fuo Vicario San Pietro , & li fuccelfori , per amminiftrarlo, comeerk
ftato eirercitato,dandoglipiena,& totalpoteftà,6^ giuriidittione, & f(
candogli la Chiefajneli^odQ che è foggetta a lui : iichc prouò di Pietrojf j
JAPioIIir. LIBRO SETTIMO. 61^
Jblo furono date le chiaui del Regno de' cieli , & per confcguenza poteft^ cio i j
1 0durre,& efcludere, che è la giurifdittione : & a lui folo fu detto , Pafci» t xi i.
( reggi le mie pecorelle, animale,che nonhaparte,nc arbitrio alcuno nella
I ia condotta:lequali cofe,cioè,d'eirer Clauigero , & PaftorejeiTendo perpe-
i icij jconuiene che fiano conferiti in perpetua perfonajcioèjnon nel primo
jiente,ma in tuttala fucceiTione.Onde il Romano Pontefìce,incommcian-
D S.Pietro > fino alla fine del fecolo , è vero. Se alfoluto Monarca, con piena
ulpoteftàj&giurilclittionc} & laChiefaè aluifoggettajcomefua Chri-
; e ficome, quando la Maefta Tua la reggeua, non Ci poteua dire, che alcuno
i Icli hauefie pur minima poteftà,o giurifdittione , ma mera, pura , 5c total
j rtione; il mcdefimo s'ha da dire in tutta la perpetuità del tempo j & cofi
i intendercche laChiefa è un'Ouilcche è unRegno;& quello che S.Ci-
) dice , Che il Vefcouato è uno,& da ciafcun Vefcouo ne tenuta unapar-
) è, che in un folo Paftorc è collocata tutta lapoteftàindiuifa,ilquale la
t ipa , & communicaa' comminiftri fecondo l'eflìggenza : & a quello rif-
nido S.Cipriano,fece la Sede Apoftolicafimile alla radice,al capo,al fon-
)le:con queftc comparationi moftrando,che in quella fola è eirentialmcn-
iurifdictione, & nelle altre per deriuatione,oparticipatione : Se quello è
) delle parole ulìtatilfime dall'antichità, che Pietro, & il Ponteficchan-
ienezza della potefì:à,& gli altri fono a parte della cura. Et che quefto
),& unico pallore , Ci prona chiaramente per le parole di Chrifto, quando
Ihc egli ha altre pecorellcquali adunerà,^ fi farà un' ouile , & un pallore.
aftorcdi che in quel luogo parla,non può elfer elfo Chrifto, perche non
enei tempo futuro,cho fi farà un paftorceirendo egli già il pallore : adon-
nuiene intendcrfi d'un' altro unico paftore, che, dopo di lui,doueuacirer
uito,che non può eircre,fcnon Pictro,con la fucceflione fua.Et qui notò,
irecetto,di palcere il greggcnon fi troua,fenon due volte nella Scrittura;
fingolare,detto da Chrifto a Pietro, pafci le mie pecorelle: l'altra in plu-
. Pietro agli alcri,pafcete il gregge alfegnatoui. Et fé li Vefcoui da Chrifto
fero qualche giurifdittione,quella farebbe in tutti uguale,& Ci leuerebbc
renzade' patriarchi , Arciuefcoui , Velcoui : S>c in quell'autorità il papa
itrebbc metter mano,minuendola,o leuandola tutta,come non può met-
ellapoteftà dell* Ordine,che è da Dio: però guardinfi,che,mcntre voglio-
i'inftitutione de' Vefcoui de ture diurno , che non leuino la Hierarchia , 8c
ce Lichino una Oligarchia, o più tofto una Anarchia. Aggionfe anco, che,
iMetrobenrcggelfela Chieia,fi che le porte dell' inferno non preualelfero
ir di quella,Chrift0,vicino alla morte, pre^ò efficacemente, che la fua fede
1 ancaire,6f gh ordinò, che confermalFci fratelli; cioè, gli diede priuilcgio
iHibilità nel giudicio della fede.de' coftumi,& di tutta la religione, obli-
d la Chicfa tutta ad afcoltarlo,& ftar confermata in quello,che fofie deter-
1: 3 da lui. Conclufe,che quefto era il fondamento della dottrina Chriftia-
3«.i pietra,fopra quale la Chiefa era edificata : Scpafsò acenfurare quelli,
^t'ieuanoelTef' alcuna poteftà ne' Vefcoui; riceuuca da Chrifto : perche fa-
KKkk
6i6 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio T
ci3 ii3 L- ebbe un leuarilpnuilegio della Chiefa Romana,che il Pontefice fiacapc
LX II. la ChiefajSc Vicario di Chrifto.Et fi fa molto ben qiiello,che dall' antico d ,
neìOrmes,JÌHeTatrtarch£ é'c.é ftatuico , cioè, chi lena ragioni delle altre Q
fe,commette ingiuftitia j & chi lena li priiiilegij della Chieia Romana, è he ;
co.Aggionfe efler una mcracontradittienejvolcre che il Pontefice fiacapo;
laChiefajVolere che il gouerno fia Monarchicoj&poi dire,che vi fiapote .
Giurifdittione,non deriuata da luijticcuuta da altri.
Nel rifoluer le ragioni,incontrario dette,di{corfe, Che,recondo l'ordini
Chrifto inftituito, gli Apoftoli doueuano efler' ordinati Vefcoui , non da ( i
ftomada Pietro, riceuendo da lui fololagiurifdittione: S>l cofi molti Do:
Catolici anco tengono che fofle fatto : laqual opcnione è molto probabil ]
altri però che dicono, gli Apoftoli elfer (tati ordinati Vefcoui daChriftcì
giongono , che ciò facendo , la Maeftàfuapreuenne l'ufficio di Pietro, fac e
per qiiellavoha quello, che a lui toccaua, dando agli Apoftoli elfo quel )
teftà , che doueuano hauer da Pietro : a punto come Dio pigliò dello fpir i
MofciSc lo comparti a' fettanta giudici: onde tanto fu,come fé da Pietro f :i
flati ordinati,&: da lui haueirero riceuuta tutta l'autorità : & però reftaron 3
getti a Pietro , quanto a luoghi,& modi d'eirercitarla:&; fenon fi legge,ch '1
tro gli correggeire,cio non eher ftato per difetto di poteftà, ma,perche elle t
rono rettamente il loro carico. Et chi leggerà il celebrato & famofo Ca n
/^7)owfw«:ficertificherà,checoridebbetenerogni huomoCatoIico, t e
li Vefcoui, che fono fucceflbri degli Apoftoli, la riceuono tutta dalfuccc i
Pietro. Et auucrtì anco, che li Vefcoui non fi dicono fuccelfori degli Api 3
fenon, perche in luogo loro fono,al modo cheunVcfcouo fuccedea'fuc r
celTori ; non che da loro fiano ftati ordinati. Rifpofe poi a quelli,che hau> .r
inferito,che adonque il Papa potrebbe lafciar di far Vefcoui, & voler edc fc
unicOjEfler' ordinatione diuina, che nella Chiefa vi fia moltitudine di Ve )ii
coadiutori del Pontefice ; & peròeifer il Pontefice ubligato a conleruare n
efler gran differenza a dire,alcuna cofa de iure dimm , ovei:3.mcnte, ordm ic
Dio. Le cofe^<? «KrÉ'2)z//woinftituite,fonoperpetue,& daluifolodepeiì m
& in uniuerfale,& in particolare in ogni tempo. Coiide ture Diurno è ilP e'
mo,& tutti gli altri Sacramenti , ne'quali Dio opera fìngolarmente in ogi 'a
ticolare: cofì è da Dio il Romano Pontefice. Perche, quando uno jnu ji
chiaui non reftano alla Chiefa, perche a lei non fono date j ^ creato il n ue
Dio immediatamente gliele da. Ma altrimenti auuiene nelle cofe di ordii ic
ne Diuina, doue da lui folamente vien l'uniuerfale, & li particolari ione ^i
guiti dagli huomini.Cofi dice San Paolo , Che li Prencipi, & Poteftà teini ra!
fono ordinati da Dio, cioè, da lui folamente viene l'uniserfale precetto, e*^
fìano i Prencipi,ma però ipaiticolari fono fattiperleggiciuili.Aqueflo '^1
fimo modo li Vefcoui fono per ordinatione Diuina : Se San Paolo dilfe , >
no pofti dallo Spirito Santo al reggimento della Chiefa, manoa de iure
<& però il Papa non può leuar l'ordine uniuerfale delfar Veicoui nella C eli
percheè da Dio» maciafcunparcicplare ^ikiii^deture Cammeo, ^exzu rii
or.
> PA Pio mi. LIBROSETTIMO. Ctj
'*itificia,puocircrleuato. Ecall'oppofitionefatta,che liVercouifarebbono ci3 i»
^ gati, & non ordinadj, nTpofe , che conueniua diftingucre lagiurifdittionc L x 1 1.
j •ndanientale,&: deriuata:& la deriuata,in delegata,& ordinaiià-.nelle Repu-
ljtieciuiIi,lafondamencaleè nel Principe, in tuctiliMagiftratièladeriuata:
fi ordinari) fono differenti da' delegaci>perchericeuino l'autorità da diuerfi,
I dalla medefima fopranità deriuano ugualmente tutti; ma la differentiaftàì
«begli ordinari] fono per legge perpetuasi con fucceflìone; gli altri hanno
II lìidi lìngolare,o in perfonajo anco in cafo. Però fono li Vefcoui ordinarij,
1 [fer inftituiti j per legge Pontifìcia , degnità ài perpetua fucceflìone nella
h fa. Soggionfe, che quei luoghi, doue pare che daChriftofia data autorità
\ ^hiefa,come qucllo,doue dice, che è colonna & bafe della verità ; & quell*
É ,Chi non udirà la Chiefa , fìa tenuto per Etnico , »Sc publicano , tutti s'in-
Umo per ragion del Capo fuo, che è il papa , & perciò non paio fallar la
\ fa,perche non può fallar' il Capo 5 & coiì è feparato dalla Chiefa chi è fe-
^ o dal papa,capo di quella.Et per quello,chc fu detto,che ne meno il Con-
^ liauerebbe autorità da Chrifto,fe niifun de' Vefcoui l'hauelTe , rifpofe, che
\ Dn era inconueniente , ma confeguenza molto chiara,&: necelfaria : anzi>
\ cunode' Vefcoui in Concilio può fallare, non lì poteua negare, che non
\ ero fallar' anco tutti inlìcme:^ fé l'autorità del Concilio vcnilfe dall' au-
\ de' Vefcoui, mai fi potrebbe chiamar Generale un Concilio, doue il nu-
li de'prefenti è incomparabilmente minore, che degli affenti. Raccordò,
% .quel Concilio medefimofotto Paolo terzo furono definiti principaliflì-
8' icoli, de' libri Canonici, dell' autorità dell' interpretationi, della parità
Fraditioni alla Scrittura in un numero di cinquanta & meno : che , fé la
" .Udine delfe autorità, tutto caderebbe. Ma,ficome un numero di Prelati»
ntefice congregati per far Concilio Generale, lìa quanto picciolo (\ vuo-
d'altronde ha il nome,& l'efficacia d'efler Generale, fenon,perche il papa
là,cofi anco non ha d'altroue l'autorità : &però,fe ftatuifce precetti, o A-
ni, quelli non operano niente, fenon in virtù della futura confermatione
ntefice: ne il Concilio può aftringere con gli Anatheraifuoi, fenon qua-
eranno forza dalla confermatione.Etjquando la Sinodo dice,d'eirercon-
a in Spirito Santo,altro non vuol dire, fenon che li padri fiano congrega-
:(jndo l'intimatione del pontefice , per trattar quello , che,venendo appro-
ojil Pontefice,farà decretato dallo Spirito Santo. Altrimenti, come fi po-
)1 dircche un decreto foffe fatto dallo Spirito Santo,& potelFcper autori-
citificia,eircr' inualidato,o haucire bifogno di maggior confermatone ?tS^
3e'Coneilij,quantofivoglianumerofi,quandoilpapa èprefente,eglifo-
lc.cta,neil Concilio vi mette del fuo,fenon che approua,cioè riceue: ^ìn
1 tempi s'è detto folamentcS^cro approdante Concilw.znzi chcndìe defer-
ii oni difupremopefojcomc fu ladepofitione dell' Imperatore Federico
>' lo , nel Concilio Generale di Lione , Innocenzo quarto , fapientiflìmo
itìcc,ricUiòrapprobatione della Sinodo, accio non parelFe ad alcuno che
cIscelTariaj^ gli ballò dìiejSacropr^fente Cenahomev^i quello fi dcbbe dir
KKkk ij
^ (5z8 CONCIUO DI TRENTO Papa Pio I]|
"ci3 i3 Cuperfluo ilConcilio,perche fi congrega per maggior inquifitione, per più f
LXii. le perfuafione , 8c anco per dargufto alle perfone : de quando giudica, lo jj
virtù dell' autorità pontificia,deriuata dalla Diuina,datagli dal papa. Et per i
fte ragioni i buoni dottori hanno lottopofto l'autorità del Concilio all'ai
ritàdel pontefice,come tutta dependente da queftajfenza kqualenon ha,r«
fìftenza dello Spirito Santo, ne infallibilità, ne poteftàd'obligat la Ghiefj
non inquanto gli è conceifa da quel folo,achiChriftoha detto,pafcilemJi
corellc. '
dlnerfi gutdi- Jv^q^ fu in quefto Concilio difcorfo più lodato , & biafmato, fecondo i
cjftil detto ^^j.^^ affetto degli audienti.Da'pontifìcij era predicato per il più dotto,rifo l
«^Jcorjot ^ fondatojdagli altri,notato per adulatorio , & da altri anco per beretico ,
molti fi lafciauano intendere d'effer' offefi per l'afpra cenfura da lui ufata>i \
uer' animo nelle feguenti Congregationi con ogni occafione d'arguirlo , t k
graumme ^^^-^^ d'ignoranza,& temerità. Et il Vefcouo di Parigi,che era indifpofto : :
Vefcmodi ^^'"^l tempo che farebbe toccato a lui di votare.diceua ad ognuno,che, qi t
^'^rigii fi foi^c f^"^ Congregationcjvoleua dir il parer fuo centra quella dottrina; i
rifpettojlaquale inaudita ne' pattati fecoli, era ftata inuentata già cinquan \
ni dal Gaetano,pcr guadagnar* un capello : che dalla Sorbona fu in quei 1 1
cenfurata : che in luogo del Regno celefte,che cofì è chiamata la Chiefajf (
«n Regno,ma una tirannide temporale,che lena alla Chiefa il titolo di Sp
Chrifto,& la faferuaproftitutaad un huomo. Vuole un folo Vefcouo j in i
to da Chrifto,&: gli altri Vefcoui non hauer poteftà, fcnon dependente cl;i it
■^o : che tanto è,quanto dire,che un folo ila Vefcouo, & gli altri fuoi Vici ,
mouibili abeneplacito.Che egli voleua eccitare tutto'l Concilio apenfa :>
me l'autorità Epifcopalcjtanto abbafrata,fi podi tener viua,che non vadi. t
in niente-.perche ogni nuoua Congregatione di Regolari che nafce, gli dà 12
che notabil crollo. I Vefcoui hauer tenuto l'autorità fua intiera fino al u a
hora , per opera delle Congregationi Cluniacenfe , & Ciftercienfe , & a :
quel fecolo natcelTer flato dato un notabil colpo,efrendo per opera di qn i:
dotte inRoma molte fontioni propric,& effcntiali a' Vefcoui.Ma dopo il e
nati li Mendicanti, effer flato leuato quafi tutto reffcrcitio della autorit if
fcopale,& dato a loro per priuilegio : hora,queffca nuoua Congregatione le
dì nata,che non è ben ne Secolare,ne Regolare , come otta anni prima 1' V «
iità di Parigi haueua molto ben' auuertiro, & conofciutolapericolofa ne a
fé della fede, perturbatrice della pace della Chiefa, & deftruttiua del Mon Jt
per fuperarlifuoi precefTorijtentadi leuar' affatto la giurifdittione Epifc al
col negarla data da Dio , «S^ voler che fiariconofciutaprecaria dagli huc in
■Il It ne Qi^^^<^o^^i^ <^^^^^^iàaìYeCcouore^Uc^zCimoiVeiomo\tiakna.pen(cin\d
mtoue molti pi^iiTia non vi attendeuano. Ma fra quelli,che qualche guflo dell' hiftoria nt
centru'lGt'- uano,n6menofiparlauadi quQÌÌ'offenuztione, Sacro pr<e/èf7t€Concilio,[ac
(mof pariua in tutti i tcfli Canonicijma,per no effer fiata auuertita era a tutti i •
& chi approuaua l'interpretatione del Giefuita: chi l'interpretaua in iibnfi ei
Uario a lui^che quel Concilio haueire ricufato d'approuare quella kntézi k
;.i. l?*io mi. L I B R O S E T T I M O. C19
■t^HUerfa via procedendojdifcorreuanojchctrattandofi in quell* occafìone di ci3 i»^
r>(]:émporale,& cótentioni modancpuo eirercche il negotio paflalfe in uiio> lx n,.
intn* altro modo : ma non bifognaua da quefto tirare confeguenza, che con-
arjre l'ifteffo fare,trattando materia di fede, o di riti Ecclefiaftici : ma(fime,o(^
:[Ìto,che nel primo Concilio degli Apoftoli , che donerebbe eflcr norma > &
ifciplare,il decreto non fu fatto,ne da Pietro inprefenza del Concilio, ne da
on approbatione ; ma fu intitolata l'Epiftola co' nomi di tre gradi, interue-
:i in quella Gongregatione, Apoftoli, Vecchi,& Fratelli : & Pietro reftò in-
iu > in quel primo,lenza prerogatiua.ElTempiojchcper rantichità,& autorità
na, dcbbe leuar' il credito a tutti quelli,che da' tempi feguenti , etiandio da
infieme,poirono efifcr dedutti. Et per qualche giorno in tutto Trento quel
)namentodelGieruita,peri fbDradctti,& altri pontijfomminiftrò materia
'Iti difcorfi,& per ogni luogo d altro non fi parlaua.
Legati fentiuano diipiacere,che quel rimedio,applicatQda loro per medici- é» t Legni
artorilfe effetto contrario; vedendo che doueuaeirercaufa di far allongar'iy^w^s»» di/pl^
mal
ielle Congrcgationi, ne fapcuano cóme impedirgh:pcrche,hauendo quel "''«^''^1
a' e parlato due hore , & più, non Ci vedeua come interrompere, chi gli volelFe 'S'"'f°Pp'^^
0 radire , & maflTime a propria difefa:& intendendo,che egli diftendeua il fuo '* *
il irlo per darlo fuori , lo chiamarono >& gli prohibirono > che non lo com-
11 icaflTe con alcuno, per non dar occafione ad altri di fcriuere incontrariorha-
c lo inanzi gli occhi il male,chc fegu), per hauer il Catarino dato fuori il voto
it iella rcfidenza, di doueriufcìtutto'l male ,che ancora continuaua più in-
a| iardito.Ma egli non fi potè contenere di darne copia ad alcuni , cofi ftiman^
(j'honorare,& obligareli Pontifici) alla Società fuanafcentc, comcanco,per
rieraie in fcrittura alcuni particolari detti troppo petulantemente in voce.
1 e i iì accinfero per fcriucr in contrario , & durò quefto moto, fin tanto che la
: \ix de' Francefi fece andar' in obliuione quefta differenza ,con introdurne di
! onfidcrabili , & importanti. Si fiequentauano tuttauia li confcgli de' Pon- prattlche de
ì i j contra i Spagnuoli , &c le prattiche apprelTo i Prelati che ftimauano poter Pontifìcij:
L lagnate :| & opportunamente s'offerì a Legati un Dottore Spagnuolo , co-
r minato Zanel,che gli propofe modi di metter li Prelati di quella Natione in
1 fa, & dargli altro che penl'are : & gli prefcntò tredici capidi riforma , che gli
]|:auano molto al viuornonpcròfene potè cauaril frutto afpettato, perche
Ìile riforme riccrcauano altre parimente toccanti la Corte , quali fecero de-
rdal profeguir' inanzi , per non far fecondo il prouerbiojdi perder doi occhi
priuar d'uno l'auuerfario. Le prattiche furono tanto fcoperte , che in un
juito di molti Prelati, in cafa degli Ambafciaton Francefi , elFendo introdot-
jigionamento della confuetudine de' Concili) vecchi , non feruata in qucftpp.
ili Prefidenti del Concilio , Se gli Ambafciatori de' Prencipi diceuano il vo-
sero , rifpofe Lanfactutto ad ajta voce , Cheli Legati diceuano vota attricH"
il, & fubeniflSmo intefo da tutti , che infcriua deHeprattichc
In qucfti giorni , che le Congregationi fi teneuano, prefcntò il Cinque /^^^^y^^; ^^
lefc lettele dell' Imperatore a' Legati , doue fcriueua , Che, hauendo cififartaLmii
\ KKkk iij
^^^ 6;^o CONCILIO DI TRENTO Papa Pio i
cio 10 ' fodisfatco l'animo loro in publicai'i Canoni del Sacrificio della MeiTa, fi ^
^xii. teneirerodicaminarinanzi incorno i Sacramenti dell' O rdincj& del Matri e
nioj&in tanto trattalfcro della riforma, rimettendo alla prudenza loro ir «
no le cofe propofte per fuo nome > di trattar quella parte , che più loro piac (j
td anenga del & jn conformità della lettera , parlò il Cinque Chiefe , facendo la medelìm i
fii9 ^mb:ri- (-hi^fta , inftando > che , eifendo la materia dell' Ordine tanto oltre , fi douell i|
^hrmf&l "~ i^'ieno trattener quella del Matrimonioj accioche tra tanto nella Dieta l'In e
tatore poteife dilporre li Germani ad andare , & lottometterfi al Concilio ; q
peroche, quando Thedefchij&Francefijreftino nella rifolutione loro, di »
voler andarui, ne riconofcaio, vanamente li Padri fi trattengono con tti
fpefa, Scontanti incommodi : 8c quando Sua Maeftà vedeià di nonpot( j
perfuadercprocureràche il Concilio fi fofpendi , giudicando douer eireiii
feruitio di Dio , & beneficio della Chiefajil lafciar le cofe indecil'e,& nello { <
che fono, afpettado tepo più opportuno per la conucrfione di quelli chefi i ,(
feparati, che col precipitare, come fino a quell'hora s'era fatto,la dccifione 1
le cofe controuerfe , in afienza di chi le ha meilè in diiputa ; Se fenza alcun b e
fìcio de' Catolici, render li Proteftanti irreconciliabili : ma in quello raez i
trattaife della riforma.Che li beni Ecclefiaftici fiano diftribuitiaperfonen i
teuoli;& fatta la parte fua a tutti} &c le entrate fiano ben difpénfate,& lapart e
poueri non fia ufurpata da alcuno : & altre tali cofe.Infine , ricercò , fé anda e
il Conte di Luna con titolo d'Ambafciator deli' Imperatore, cederà la d ;•
renza di precedenzatraSpagna,& Francia. I Legati a quell'ultimo rifpo) 3
diPàm de C^^ "°^^ credeuano , che reilerebbe alcun pretefto a Francefi di contenden k
legati: quanto alle altre parti , diifero , Che non fi-puo lafciar di trattar de' dogmi a
che ben infieme h tratterà della riforma gagliardamente, feguitandol'inftii a
del Concilio.Lodaronorintentione dell' Imperatore > di ricercar che li Pr .-
ftanti fi fottomettino , non reftando però d'aggiongere , che , con quella :•
ranza, non fi debbe mandar il Concilio in lungo : perche anco Carlo Imper )■
re nel Pontificato di Giulio terzo,procurò il medefimo,&; l'ottenne anco,n b
da'Thedefchi caminato fintamente , condanno &c della Chiefa , & dell' In ;■
ratore medefimo.Però,nonera giufto che il Concilio fi moueifc di paffcfe i-
ma l'Imperatore non folte ben certificato dell' animo de' Prencipi, Se pof h
cofi Catolici,come Protcftanti:& della qualità dell' obedienza , che follerò l
prcftare a' decreti ftabiliti,& daftabilirfi m quello Concilio, & ne'pairati,ri -
cando l'oiTeruanza del Concilio con mandati authenticì delle terre,& de' P i-
cipi,&: riceuendo obligationeda loro dell' efiecutione de' decreti,accio le ft 'i
& le fatichcnon folfero vane,& derife:&; in conformità di quello rifpofero :-
co alla Maeftà Cefarea.
Il venticinque Ottobbre fu fatta Congregatione,per riceuer Valentino -
ricettìom dell* buto,Vefcouo Premifienfe,Ambafciator di Polonia, ilquale feceunbreut l-
^mb. Polo- giovamento della deuotione del Rè,de' tumulti del Regno per caufa della r .-
"^' gioncjdel bifogno che vi era d'una buona riforma>3c di ufare qualche remii )•
nc,c l"
y A Pio un. libro settimo. ^31
jibndifcendendo alle richiede de' popoli, nelle cofe, che fono de iure pofitim.
Ike fu rifpofto dal Promotoie,pcr nome della Sinodo, ringraciando il Rè, &
Ìibarciatore,& offerendofi in tutti li feruitij del Regno. Ne permifeto li Le-
II che in quella Congregatione folFe di altro tL-attato,per la caufa che difotto
a Corte in Roma,&; li Pontifici) in Trcnto,non erano menotrauagliati per /«''/'^^^«*' dt
ioleftia,che riccueuano da'Spagnuoli,& adherenti in Concilio , che per ^°^^2I-^
ijettatione della venuta di Lorena, & de'Francefi, dellaquale non furono concilio del
ir3c6moIfi,quado vi erafperàza di qualche intoppo,che glifermairej come, Lorena,
B ) che andò certa nuoua,(?hc egli doueua far' il giorno di tutti i Sari col Du-
Sauoia. Alla Corte di Francia,prima che parti{re,&; nel viaggio -n diaerfi
i(,hi,il Cardinale,o per vanità,o adilTcgno, con moki s'era lafciato iii rendere
)lcr trattar alFai , & diuerfe cole in diminutione dell' autorità Poniifìcale>
)ntrarie a commodi della Corte :lequali rapportate per diuerfe vie a Rq-
\Ì5c a Trento , fecero impresone nell' uno,& l'altro luogo ; che in gen. rale
[i.Tito de' FrancefìToire di poetar in longo il Coneilio:& fecondo le occalìo-
ij dar' fcoprendo,&: tentando li particolari di Ifegnit&lhaueuano già conget-
upct credere che non folte fenza intelligenza dell' Imperatore^ altri Pren-
i| Óc Signori di Gcrraania.Et fé ben fi teneuaper certcche ilRè Catolico non
a Ife intiera intelligenza con qucfti,nondimeno potenti indici) induccuano
ddere,che elfo ancora diffegnalTe mandar' in longo il Concilio, o almeno ^i^ualipn'
0! io lafciar chiudere.Et per contraporfi , fi penfaua di metter' inanzi gli abufì parano 'ga-
:. .cgno di Francia , & far paifar alle orecchie degli Ambafciatori, che vifla gliardi intof^
Il ^iiio Ai prouederci: imperochc tutti li Prencipi,che fanno inftanza òi rifor- P»
Y. la Chiefa , non vorrebbono fentir toccar li loro abufi : la onde , cenando Ci
u cife mano in cola importante,che a loro poteife portar pregiudicio,dcfìfte-
:lono,& farebbonodefiftereli lor Prelati dalle cofe pregiudiciali alla Sede
.Pcrò^palfate qualche mani di lettere tra Roma & Trento , ellèndo
buono il rimedio , furono polli infiemc gli abufi , che fi pretendeua
rancia principalmente , & inparte negli altri dominij : & di qui hebbe
n zipio la riforma de' Prencipi , che nella narratione delle cofe feguenti ci da-
i anmateria. '^
Ila , oltre di quefl:o,fu giudicato m Roma buon rimedio,che li Legati tron- 'J.£^°^l''\
y ro il tanto ardire de' Prelati, vfando l'autorità, & fuperiorità, più di quello ^.^^°Jj^^^p^{
h'3er il palfato haueuano fatto.Et in Trento era ftimato buon rimedio , che f,/,-,,,
Jllro tenuti uniti, ben' edificati, & fodisfatn li Prelati amoreuoli: perche, fé
eizrcfccHèro i voti della parte contraria,effi fcmpre auanzerebbono di nume-
y.: fariano patroni delle rifolutioni:& fenza rjlpctto fi caminalfe inanzi all'
i^dirioncper finir il Concilio, o per foipendcrlo,o per trasferirlo. Scrilfero
'i",& fecero fcriuer da molti de' Prelati Pontifici] agli amici, & patroni loro,
l 'orna , che miglior nfolutione, o prouifione non fi porrebbe fare , quanto
o'er qualche occafione , laquale ageuolmente fi potrebbe trouare, che la fo- ^
wfioncfoITe ricercata da qualche Psencipc , non lafciandopalfar la prima
ica.
:o
ì-r,i
67,1 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IH
e I «5 1 3 che fi prefentafle ; 5^ per quefto effetto dimandauano da Roma diueifi Breui
ixii* materia di tranilatione,rolpenfione,5c altri raodijpervalerfcne fecondo l'occ
fione. Confegliaronoanco il ponteficeiCheritransferiireperfonalmenteaB
logua : imperoche , oltre ilriceuer più frequenti & frefchi aiiifi, & poter* ini
momento far le prouifioni occorrenti, & neceflàrie , hauerebbe colorata rag!
ne,con ogni minima occafionejdi trasferir' il Concilio m quella città,ouero
fofpenderlo i auuertendo, chcficoraeeflìdi quefto noncommunicauanocc'
alcuna col Cardinale Madruccio , cofi inRoma non fi lafcialfe penetrar all' '
recchie del Cardinale di Trento,fuo ziojliquali,per molti rifpetti, & particol
ri intereflìjfi poteua ellèr certo douer far' ogni ufhcio » accioche non fi leualfe '■
Trento.
t,penfanàofer Et,per fermar il bollor concitato nella controuerfia dell' inftitutionede' \
mitre U bollo- fcouijanzi >accio non crefceflè per tanti preparati acontradireal Lainez,fern
re, lo eccitano ^^^^ per molti giorni di farCongregationetmal'otio fomentaua le opcnio:
mggtomtn- ^^ j'^Ij-j-q fi fentiua parlar in ogni canto j &c li Spagnuoli fi trouauano fpelfo i
fieme j con loro adhercnti , fopra quefta trattatione , & quafi ogni giorno tr
quattro di loro andauano a ritrouar alcuno de' Legati, per rinouar i'mftanza.
un giorno , hauendo il Vefcouo di Guadix,con altri quattro,dopo la jpropol
aggionto, chcficome confeifanano che la giurifdittione appartenelle al Pa
coli fi cpntentauano, che fi aggiongelTe nel Canone : credettero li Legati, di
Spagnuoli,riconolciuti,volcnero confeirare tutta la giurifdittione elfer nel)
pa,oc da lui deriuare :ma,quando furono a voler maggior dichiaratione, di
quel Vefcouo,C he, ficome un Prencipe inftituifce nella città il giudice di prii
inftanza,& il giudice d'appellatione j ilquale,fe ben' è fuperiore , non può pt
leuar l'autorità dell' altro,ne occupargli li cafi a lui fpettanti ; cofi Chrifto, n
la Chiefa , haueua inftituito tutti li Vefcoui, & il Pontefice fuperiore, nelc^
era la fuprema giurifdittione Ecclefiaftica, ma non fi, che gli altrinon haueil(
lapropria dependente da folo Chrifto. Il Cinque Chiefe fi doleua con ciafi
no , che fi perdefte tanto tempo fcnza far Congregatione , ilquale s'haueret
potuto fpender vtilmcnte, fc li Legati a ftudio,tecondo il loro folito, non lo
IcialTero perdere,perdarli capi della riforma folo l'ultimo giorno, a fine din
lafciar fpacio che fi polTa far confidcratione,ne meno parlargli fopra. Mali 1
gatinonftauano in otio eflì , penfando tuttauia di trouar qualche forma a qi
Canone, chepoteireefterriceuuta, & mutandole anco più d'una volta al gi'
no : lequali formule andando attorno, & moftrando la titubationede'Lcg;
non folo li Spagnuoli prendeuano animo di perfeuerar nella loro opcnione,
di parlar' anco con maggior libertà ; tanto che in congrelfo di gran numero
PrelatijSegouianonhebberifpettodidire , Che una parola voleua elTerca i
della ruina della Chiefa.
Erano paflati fette giorni fenza alcuna Congregatione , quando il dì tre i
tfifannorair OttobbrceffendoliLegati in confultatione,come negli altri giorni inanzi,t •
M^Mk'^ ti li Spagnuoli,infieme con alcuni altri,ricercarono audienza, & fecero di m '
uo inftania che fi definilTe i'inftitutione , ^ fuperiorità de' Vcfcoui de ture d, -
,»A PioIIir. LIBRO SETTIMO. G^
; giongcndcchcfe non fi faceirc/ì mancherebbe di quello, che e giufto,& ci3 u
diano in quefti tempi,pcrdilucidacione della verità Gatoiica,& proteftàdo lxii.
I a inceruenire più,ne in Congregadone,ne in Seflìone. Ilche udito da moi-
.^ lati Italianijconcertati infìeme in cafa del Cardinale Simoneta, nella Ca-
r òi^i Giulio Simoneta, Vefcouo di Pefcara, la mattina feguente fi prefentaro-
; Legati tre Patriarchi,reiArciuercoui,& undici Vefcoui, con richieda, che
l aiione non foCTe pofto la fuperiorità elFer de ture amino , elTendo cofa am-
ila, indecente che ellì medefimi facelfero fentenza in propria caura,&:per-
E i maggior parte non la vokuano:& che l'inftitutione non folfe dichiarata
ne diurno t per non daroccafione di parlar della poteftà del pontefice , la-
i/oleuano , &: doueuano confermare. Ilche publicato per Trento , diede
e :ia di parlare, che li medefimi Legati hauclfcro procurata qucfta inftanza:
d dopo il Vcfprosfe ne ridulfe maggior numero in Sacriftia a fauore dell' o-
1 ncSpagnuola, & altri in cafa del Vefcouo di Modena per la medefimaj&
1 A.rciueIiouo d'Otranto,& con quelli di Taranto,^ di Rofano , oc col Ve-
i di Parma, fifecero quattro altre ridottioni di Pontifici) ; & il tumulto
s canto inanzi , che li Legati hcbbero dubbio di qualche fcandalo j & giù-
a)no neceffatiojnonpcnfareapoter far laSeflìone al tempo dilfcgnatoimaj
ri che venir alla rifoiutionedi queirArticolc»,cheeracaulàdi.tantomot05
j: lai- fopra li capi della dottrina,& proponer qualche cofadi riforma : la-
1 ndofi fpeifo Simoneta,cheerapGco aiutato da Mantoua,&: da Seripando:
■j bcnfaceuano qualche opera, non poteuano però a fatto occultarli loro
[ fccojcheinclinaua agli auuerfarij.
\ mero IctterecredentialidelMarchefediPefcaraa' principali Prelati Spa- ,;/ Pgflxrit hf
1 i,concommi{lìone al fuoSecretario, di far gagliardi uftìcij con loro y aii- damo tema
t idogli di non toccar cofa di pregiudicio alla Santa Sede , conacceitargli, di dìjfuadtre
: Rcnefentirebbegrandifpiacerc&ncfeguirebbono etiandio pregiudici S^'-^-f^'S"»**''*»
I ia' luoi Regni:& che non fi poteua afpettar dalla prudenza loto, che fa-
.( ) iilolatione in alcun patticolarc, non fapendo prima la volontà di Sua
e à:dandogli anco ordine d'auifarlojfe alcuno de' Prelati facelfepocaftima
r jucrtimentojo fofie renitente neircireguirloiefièndo mente del Rc|,che
V. uniti in deuotione diSuaSantità:&: occorrendo, gli (pedifca corrierief-
(; Guanatajuno di q.uelli,rafpale , Non hauer hauuto mai intentione di dir
a Dutra il Pontefice,& hauer giudicatcche quanto diceua per l'autorità de*
kuijfoire a beneficio di Sua Santità, tenendo per certo , chcdiminuendofi
lirica loro,fi doueile diminuir l'ubedienza alla Santa Sede : benché cgli,pcr
u vecchiezza, fappia non douerfi trouar a quel tempo: che l'opinione lua
(.colica,per quale hauerebbe fofferto di morire :che,vedcndo tanta con-
D :à,ftaua mal volontieri in Trento,afpettando poco frutto : Se che per ciò
i( a dimandato licenza a Sua Santità,^: aSua Maeftà, defidcrando molto di
)i arfcne:che nel fuo partir di Spagna non haueua riceuuto altro comman-
n ICO dalRè,& da' fuoi Miniftri, fenon d'hauer mira al ieruitio diuino, &
i liete 5c riforma della Chiefaiaichc anco femprc haueua mirato: che cicdc-
LLll
^34 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IH]
ciò lO uajnonhaiicriontrauenuto alla volontà del Rèjfe beniion faceua profeflìon
ixii. dipenecrarlacmabenfapeuajche li Prencipùquando fono ricercati, & maflìiT
daMiniftrijfacilmente compiacciono di parole generali. Segouia anco rifpof;
l'animo Tuo mai eifere ftato di dir cofa alcuna in dilTeruitio di Sua Santità , n
che non poteua più ridirfijtenendo d'hauer detto verità Catolica j ne poteua d
più di quello che haueua detto^non hauendo dopo,ne più vifto,ne ftudiato alt
cofa intorno tal materia.Si ritirarono poi tutti infieme , & fpedirono alla Cor
un dottore famigliare di Segouia,con inftruttione d'informar Sua Maeftà > ci ;
nonpoteuano elfer riprefi, ne eflì, ne altri Prelati , fenon fapeuano (ccondar
peniieridi Roma; perche non potcuanoproponer cofa alcuna, ma folo dir
parer proprio fopra le cofc propofte da' Legati,come ben era noto a Sua Maef
che fai-cbbe cofa troppo ardua , volergli interrogare , & obligargli a rifponci
contra quello,chein cofcienzafentonorelTerfìcuri, che ofFenderebbonoD ,
5c Sua Maeftà, quando altrimenti facelTero : non poter eifcr riprefi del parlai
tempeftiuojnonefTendopropoftajmarifpofta: quando in alcuna cofahabbia
commclfo errore,eiIèr pronti a correggerloifecondo il commandamento di S ,
Maeftà: ma hauerparlato fecondo la dottrina Catolica,in termini tanto chi: ,
che fono certi tutto douer elfer approbato da lei,fupplicandola degnarfi d'afe
targli,prima che far di loro alcun flniftro concetto.
Nons'ingannauano que' Prelati , credendo che procedeife più da'Minif .
che dal Rè.Imperoche il Cardinale Simoneta fece ufficio in quefto tempo i •
defìmo con un' altro Spagnuolo,Secretario del Conte di Luna , perfuadendc »
che,douendo eftb Conte interuenir' al Concilio, era neceifario che vi and; :
preparato a tener que' Prelati in ufficio : altrimenti ne feguirebbe, non folo j ■
giudicio alla Chiefa di Dio,ma anco a Regni di Sua Maeftà, elTendo il princi l
loro intento d'aifumerfi ogni autorità, & hauer nelle loro Chiefe libera am: •
niftratione:& perfuafe anco ilSecretario del Pefcara d'andar incontro al Lu i
& informarlo de' dilTegnij^ audacia de' Prelati medefimiiSt perfuaderlo , ci: l
reprimergli folte feruitio del Rè. Et il Cardinale Varmienfe fcriife una loi i
lettera al P. Canifìo alla Corte Cefarea in conformità,accio facelfe l'ifteffo i •
ciò col medefìmo Conte.
firimmfu la j)^^ ^ f^QJ.j j^ dottrina,tratta da' pareri detti nelle Congregationi inanzi , •
^"^ ' nuouo Ci comminciarono a dire i voti fopra di quella addì tre del mefe di T- •
uembre:ma inanzi, il Cardinale Simoneta ammonì lifuoi a parlar riferua ■
mente,&: non fcorrere in parole irritatine , poiché quel tempo ricercaua i
tofto che gli animi fi addolcilTero.Ma, hauendofì per tre giorni parlato di qi -
la, Se per la conneflìone delle materie ritornandoiì fpello nella controuer »
penfarono li Legati efter necelTario proponer anco alcuna cofa di rifori ;
maflSmcpercheauuicinandofìliFranceiìjil Vefcouodi Parigi andauapubli ■
mente dicendo , che farebbe tempo di dargli principio, con fodisfattione de t
nation Francefe , & delle altre , deputando Prelati di ciafcuna , che haueflei i
confiderar i bifogni di quei paefi , non potendo gì' Italiani , ne in Trento , ne i
Roma» fapergli : che fino all' hora,non s'era facta riformatione akuna^tenenc -
piPAPioIIir. LIBRO SETTIMO. %___
^er nullo quello che già era ftatuico:ma i Legati,doucndo propone!* rif0i-ma> ciò io~
gidicaiononeccilàrio, per non dar occafioneà molti inconuenienti, incoiti- lxii,
rr'iciar dalla Relìdenza.
Già è ftato narrato quello, che il Pontefice fcriire in queftamateria,dopo il- eJttramgUaé
:l 1 Legati,& gli adherenti,furono in continuato penfìero di formar un decre- •^'""* *'*f''«**'
:( :hc poteife fatisfar al Pontefice, hau^ndo anco rifguardo alla promefla fatta
X rclati dal Cardinal di Mantoua. Perche il proponer alla prnna di rimetter' al
P )a,pareua contrario a quella promi{none,&: vi era gran diiEcoltà che decreto
o: porre ; alqual fé folTe ftato pofto difficoltà , fipotelle voltar' al negotio diri-
r :tcrlo.Fecero fcandaglio di quelli , che s'hanerebbono potuto tirar nella re-
;t rione,& de' totalmente contrari): & trouarono il Concilio in tre parti quafi
?, i diuifo : in quefte due, &" in una terza, che hauerebbe voluto la difinitione
;r Concilio, lenza ofFefa di Sua Santità, de' quali vi era fperanza far guadagno
il a maggior parte,&: fuperar gli auuerfarij. Fecero il ripartimento , de furono
r] affici j cofi efficaci,che, oltra gli altri,guadagnarono fette Spagnuoli,tra'qua-
1 irono Aftorga , Salamanca ,Tortofa, Pati, 6c Elna,adoperandofi gagliarda-
1 lite in quefto il Vefcouo di Macera.
C^attro partiti furono propofti per venir all' elFec utione ; l'uno, un decreto
:i i Ioli premij,& penerl'alrrojche molti Prelati facefiero inftanza a Legati,chc
hgotio folle rimelTo al Papa,& quefta richiefta folFe letta in Congregatione,
andò che, per le prattiche, tanti vi fi doueifero accoftare,che il numero paf-
:la metà : il terzo,che li Legati proponeiTero la remilTione in Congregatio-
il quarto,che,fenza altro dire,il Pontefice faceireuna gagliarda prouifione9
lale immediate fiftampaife, 6^:publicaireperogni parte inanzi laSefllone:
cofi i contrarij,preuenuti,farebbono coftretti contentarfi. Al primo s'op-
leua , che farebbono ftati contrari) tutti quelli , che hanno dimandato la di-
aratione de ture dmincdc ftimeranno li premi), &c pene, non poter far' effetto
co efficacc,quanto la dichiaratione ; maflìme , efTendoui già decreti de' Con-
j,& de' Pontcfici,non mai ftati ftimati. Vi farebbe anco differenza , nel fta-
: le pene,& i premi). I Prelati faranno dimande impertinenti ; vorranno la
latione de' Beneficij,aImeno Gurati:dimanderanno l'abolitione de'Priuilegij
Regolari,t5c altre cofe efibrbitanti : & fi ftarà fcmpre in pericolo di ;nutatio-
, dopo la propofta, fin che fia pafiata in Seflìone: &c malTime, venendo li Fran-
ijche potriano dimandar di ritrattarlo. Al fecondo era oppofto , che non
merebbe potuto eireguirfenza ftrepito , nel ridur li Prelati infieme afar' in-
iza : che quelli,che non follerò chiamati,fi fdegnerebbono , &c piegherebbo-
alla parte contraria: che li contrari) farebbono anco eflì unioni. Oc ftrepito,
fi lamenterebbono delle prattiche. Al terzo s'opponeua,chc gli auuerfarij
ebbono,non efter ftato aifentito volontariamente , ma,per non moftrarfi dif-
enti di Sua Beatitudine > & per non eircrci libertà di parlare : 8c fé non foife
afentitOjfarebbe un hauer pofto in dubio l'autorità Pontificia:fenza che,anco
(irebbe, che queftaremiflìone folfe ftata bramata da Sua Santità. Al quarto
pponeua,che, non leggendo in Concilio la Bolla del Pontefice, fi daua occa-
LLll i]
^3^ CONCILIO DI TRENTO PapaPioUI
ci3 i3 iìone a Padri di dimandar tuttauia la defìnitione; &lcggendola,anco fi potei
jLXii.. temere , cke alcuni poteirero dimandar proiiifione maggiore , &c il tutto riu{ •
rebbe con poca dcgnità.Ma,vedendo tante difficoltà ,andauanoj)ortando il i •
gotioinanziyfebenconpocafbdisfattioncimiuerraleyeiTendoagiàpublicat
che fé ne doueua parlare.Finalmente ,.coftretti diEifoluerfìjil g.iorno de' fei K .
uembre,abbracciato ilpartito di proponer un decreto con premio , &c pene, e .
pò hauer parlato alquanti Padri fopra la materia corrente , il Cardinal di M: •
touascoii deftrej& accommodate parole, lopropofejdicendo in foftanza, C :
era cofa neceCariajricercata da tutti li Prencipi> & llmpeKatore ne haueila m -
te voke fatto inftanza , Se dolutoli che non folFe efpedito quella capo ima .
diare,& die coli' hauerfi occupato in vane queItioni>,chc nonàmportano al .
fojs'habbia differita la conclusone principale : che quefta none materia, e :
habbia bifogno di difputa, ma folo ditrouarmodo comecifeguir quello>c ^
ciatcuno giudica necdfario.-che il RèCatolico,»5i il Chriftianilfimojhaueua >
fatto inftanza del medermo,&; che tutto'l popolo Chriftiano^eUderaua ve t
la. prouifìone : che in tempo di Paolo. terzo.(lparlò>in quefta materia, & pò >
pertinentemente da alcuni fupaftatoin fuperflue queftioni ,lequali prude; •
mente furono melFe in filencio ali^iora : per le medeiìmeragioni£ vede non •
fer bifogno di trattar adelTo altro, che quello che nel Decreto è propofto : & t
le alax cofe diire, che H. erano confermati col parlar dell' Ambafciatore Lanl ,
ilquale, con buone ragioni :.molte. volte haueuadimoftratQjnondouerfi al i
ricercare > fenon che la refidenzaiIfaccia>non importando di fapcr di onde j •
bligo venga. Nel Decreto, trale altre particole, vi cra,,che li Veicoui refide i
non follerò tenuti a pagar decimc,fuflìdij,o qualonq^Lie altro granarne,, impo >
con quali! voglia aiito,rità,etiandioadinftanzade'Rè,& Prencipi. Quefto p •
ricolare molle grandemente tutti gli Ambafciatori. Ma Lanfac, diflìmulan. ,
lì dolfe col Cardinale diMantoua, che l'hauellè nominato fenza hauerglic ;
fatto motto primar concedendo d'hauer parlato con elFolui in quel tenore ; i ,
come amico particolare, & non come Ambafciatore : &c per far la fua quei ,
più grane, vi aggionfe dolerli ancorché hauelTe nominato il.Catolico inanz >
Chriftianiflìmo. Delle decime non dilTe altro, fperando col motto da luifat .
èc con qualche oppoiltione,che hauerebbono, fatto li fautori àdIpudmnH,\
ter impedir quella forma Ai decreto,. Il Cinque Chiefe ancora non pafsò
inanzìjfenon che difte , Non creder che la mente dell'Imperatore folfe
Cardinale propofe. Ma il Secretarlo del Marchefe di Pefcara ricercò aperta
te,che le parole s'accommodairero in modo,che non pregiudicalleroalla g
fatta dal Ponteiice aSuaMaeftàCatolica per il fuUìdio delle Galere. Crederi
ro li Legati con quefto hauer guadagnato l'animo de' Prelati : ma quelli , do]
intefa l'eccetiione per Spagna, incominciarono tra loro dire>cheleglivolei
far gratia di quello,che non fé gli poteua concedere : perche in Spagna , &
Francia,& fotto qualonque altro Prencipe,farebbonoftaticaftretti pagare :
s^nconello ftato delia Chiefa^con uno Non Objkntibmi la gratia gU farebbe re
vana,.
1
comi
mt
Pio IIIL L I B R O S E T T I M O. l^-j
;iorno feguentcdalla Refidenzafi pafsò nell'Ordine Epifcopale. Ec ha cio i3
) Segouia replicatojche rinffitutione de' Vefcoui àe ture dmino fu a'atcata> l x i r.
)luca nel medefìmo Concilio nel tempo di Giulio terzo , con approbatio- P "^ìene aW
:ucti> & che egli ne haueua detto laiuafentenza , & fpecificò il giorno,& ^"pi^tiont
i,quando ciò fu : il Cardinale di Mantoua fece pigliar gli Atti di quel tem- '^\y^f^°^* » *
legger dal Secretario quello , che fu definito all'hora per puWicare , dan- 1^}, ^^^'^ "^
cfpohtione , per laquale concludeua , che non fu ne decifo^ne eiIàininato>.
5pofto,nel modojche da Segouia era ftato detto. Alche replicando quel
lUO, fé ben con parole in apparenza riuerenti > l'uccelfero tante replichej.
muenne finir la Congregatione. Et, perche defiderarà forfè alcuno d'in-
:e,qual di loroparlaua con fondamcntOj l'ara a propofito portar qui quel-
: all'hora fudecifo nelle Congregationij fé ben non publicato in Seflione
repentina dilFolutionc del Concilio,a fuo luogo>narrata. Furono all'hora
Dfti tre capi della dottrina : iltet;zo dc'qualicrainfcritto, Della Hierar-
c della difterenzade' Vefcoui & Preti:& hauendo della Hieurchia ionga-
padatojdice poi cofi di parola inparola,tradotto di Lziino Jnjègfia okra^
'>mtaStmdoimn douer ejfer afcoltnti ^uelliiche dicono i Vefcoui non effer inHi-
re Diuino: conjbindo mamfÈjhme.nte dalle lettere Euangeltcheiche ChrifioiSi^ \
ìiro , e(fo mede/imo ha chiamato gli (tApofioH , (^ promojjigli ai grado dell*
olatOy in luogo de cjualtfonojìihrogati li Vefcoui : ne cidehbevenirm penjtero».
'[io-,coJi necejfarioiij;' eminente gradoijia (iato introdotta' nella Chiefaper huma-
tutione : perche farebbe un detrahere ò^ vilipender la prouidenz.a dinina , ch&
fé nelle cofe più nobili. Q^^t erano le parole del capo della dottrina. Furo-
:o notati otto Canoni jl'ottaiio de'quali diceua> Chidiràj^he i VeIcoui>
■.no inftituiti iure dmino» o non fiano fuperiori a' Preti , o non habbiano-
ridiordinare j.aquellacorapetifcaancoa! Pretijiìa Anathema.. Ognuna
upato d'una opcnione>laxitrouain tutto quello chclegge,^ non è ma-
a > fé quelli doi Prelati ciafcuno trouaua la fua nelle mcdefime parole»:
;h pontifici] intendeuanoeffer dette della fola poteftà dell' Ordine: & lì,
jolijdi tuttajche comprende l'Ordine, OC la Giurifdittione : quantonquc
de' Pontifici] crcdelfcro che MantoUvi> ftudiofamente fingendo difcntic
ialcrijfaceire legger la delibcratione vecchia, non per CGuifermarc la prò-
itenza,nialaSpagnuola,cheegli fentiua in fecreto.
ndo il Cardinale di Lorena entrato in Italia, il pontefice non potè negar Lorena ^^
:e£di fare che foireafpcttato,& fcrilFe a Trento che iaSeflìone folle mo-f^tfoir^Trtmot
i; non però tanto,che ufcilTe fuori il mefe Noucmbre : 8c hauendo li Le-
ifojche ilCardinale htroiiaua fui Lago di Garda , nella Congrrgatione
e Nouembre,propofe il Cardinal di Mantoua di ditìfcrir la Seflìone fino
fcidel medefimo mefe. Ilche non fapendo Lorena, mandò inanzi Carl#.
(fi, Vefcouo di Montefiafcone ,& (criirc anco lettere a' Legati,Ghe, pia-^
oroafjpettarlo , farebbe in pochi giorni in Trento: 6c cffirifolfero di.
più Congregationcfino alla venuta fua, per dargli maggior fodisfartio-
liiiil Yefcouo fudettOache quello Catdmak in tutti li fuoi ragionamenti;
^ LLli iij.
638 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio
ci3 iD mofti'aiia andar con buona intencio ne , volendo anco mandar a Sua Sant
LXi I. voti fuoùaccio gli potelfe vedere. Che li Prelati di (uà compagnia andauan^
feruitio di Dioj&: con buon animo verfo la Sede Apoftolica ; &c fperauala j
ta de' Francefi douer caufare concordia nel Concilio , & douer elTcr cau
far' attender fruttuolamente allarifoi,'ma,renza hauer rilpetto alcuno agi' ii
cfTì propri : & altre tali cofc, icquali, fé ben teftificate dal Graffi', & conferì
dall' AmbafciatorFerrier , però da' Pontifici) erano credute per folocon
mento j ma non ad eftetto di tralafciar d'ufare tutti li rimedij dilTegnati ,
Trento,& in Roma.
•vi giunge in Entrò il Cardinale in Trento , incontrato un miglio difcofto dal Card
^» Madruccio con molti Prelati , Se alla porta della Città da tutti li Legati, d
quale fino alla cafa del Tuo alloggiamento,fu accompagnato. Caualcò inm
de' Cardinali di Mantoua,& Scripando: ilquale honore credettero eller ne(
rio fargli,poiclie il medefimo gli fu fatto da Montc,& Santa Crocejall'hoi;
gati in Bologna , nel tempo che il Concilio era in quella città,& egli and
tratta co Le- j^^^^^ ^ pigliar' il Capello. Egli la fera andò à vifitar il Cardinale di Manto
**"* il giorno feguente alla audienza de' Legati, infieme con gli Ambafciatori '
fac,&: Ferrier. Prefenrò le lettere del Rè,dirette al Concilio , &: vi fece fop j
longo ragionamento , moftrandofi inclinato al feruitio della Sede Apoft(
promettendo diparticipar tutti li diifegnifuói col Pontefice,^ con effiL
ne voler ricercar cofaalcuna,fcnon con buona fatisfattionediSuaSantit.
ftrò di non voler elfer curiofo in queftioni inutili,foggiongendo,che le du(
trouerfie dell' Inftitutione de' Vefcoui , oc Refidenza , dcllequali fi ragi( li
in ogni parte, ficome haueuano diminuito dell' autorità del Concilio , c(
ueuano anco leuato alfai della buona opinione , che ne haueua il moni
quanto a fcdilfe eiTcr più inclinato all' opinione , che le afferma de iureL
nondimeno,quando ancofoflerocertiflìme, non vedeuaneceffità, neopj
nità,di venirne alladichiarationej che il fine del Concilio doueua elfer di
alla Chiefa quelli,che fi erano feparati i che egli era flato a parlamento ce
teftanti,&: non gli haueua trouati tanto differenti, che non fipoteflero a(
modare,quando fi leuaffero gli abufi : $c nilfun tempo elfer più opportune
quiftargli di quello, fapcndofi certo , che non furono mai tanto uniti all']
ratore quanto all'hora. Che molti d'eflì , & fpecificatamente il Duca di
tembcrg, erano di volontà d'interuenir' al Concilio: ma era necelfario
fodisfattione con un principio di riforma : nelche il feruitio di Diorice
che Sue Signorie Illuftriflime s'occupaffero. Narrò il defiderio del Rè:
prouedeife albifogno de'fuoi popoli con opportuni rimedij ;poiche, fic<
prefcnte s'haueua guerra con gli Vgonotti , quando non fi rimediaffe agli '»
s'4iauerebbc hauuto che fare maggiormente co' Catolici , l'ubedienza de U£
fi farebbe perduta. Che quelle erano lecaufe, perche laMaeflà fua l'I
mandato al Concilio. Si dolfe, che di tutta la fomma del danaro, prome ,
impreftito dal Pontefice al Rè,non s'era potuto valer più che di venticinc .'ff
la Icudij fborfati dal Catjiinale di Ferrara, per leconditionipoftene'm^^^'
A Pio 1111. LIBRO SETTIMO. ^35)
lonfipoceirero efllggercfenonfotto certe conditioni,cli leuar le Pragmati-
àli tutti li Pailamcnti del Regno ; cofa di tanta difficoltà , che leuaua la fpe-
[ idipotcrfipreualere pur d'un denaro.In fine difeche haueua portato nuo-
iftruttioniagli Ambalciatorij&peròi quando hauelFe parlato alla Sinodo
}. prima Congregatione pernomedclRè, all' inanzinonhauerebbe attefo
ricche a direi luoi voti liberamente, come Arciuefcouo, non volendoli
e mettere nelle cofe delRegncmalafciarne la cura a loro,
i nfpofto da' Legati,{enza altra confultatione tra loro , fecondo che a ciaf- '" W' i^'f*-
I meglio paruejodando la Tua pictà,»3«:deuotioneverro la Sede Apoftolica, ^""^"^^ '"
(crendohelli ancora di communicar con lui tutti inegoti|.Gli narrarono la y^/,-
ailiflìmapatienzajdaloro ufatajin tolerar la libertà,anzi licenza del dire de'
t .ti,che erano andati vagando con muouere nuouc queftioni.Imperòj elFen-
I )ra Sua Signoria lUuftriflìma unita con loro,non dubitauano col Tuo auifo
|i : leuar quella tanta licenza3& componer anco,col fuo aiuto, & mezzo, le
enze nate,& nel proceder all' auuenire , caminar con tanto decoro,chc il
io nefoireperriceuer' altretantaedificatione, quanto di non buona opi-
: haueua concetto.Che de' Proteilanti era troppo nota la mala volontà , &
dofimoftranonon alieni dalla coiicordia,air horaapuntos'hadadubita-
: machinino nuoue occafioni di maggior difcordia. Eller cofa certa , che
D dimandato Concilio, penfando che gli douefle eifer negato,& nel mede-
tempo che lorichiedeuano , con ognilbllecitudine vi metteuano impedi-
i:& al prefente quelli,che fono ridotti in Francfort,fanno ogni opera,che
recedi ii1anzi,& ii faticano apprcifo l'Imperatorcper interporgli qualche
Hlimento.Che odiano il nome del Concilio, non meno che del Pontefice^
: il palfato fé ne fono valuti, fenon a fine di coprire,& fcufare laloroapo-
dalla Sede Apollolica: però non conueniua hauer' alcuna buona fperanza
or conuerfione,ma attender folo a conferuar li buoni Catolici nella fede,
bendarono la pietà, &labuonaintentionedelRè,&: narrarono il defi-
del Pontefice^per la riformatione della Chiefa,& quanto egli haueua ope-
erriformatione della Corte, fenza hauer rifguardo che fi diminuillero le
ie entrate: & che al Concilio ha fempre fcrittcinftando per la riformai
lale eflì Legati ancora erano grandemente inclinati , &c difpofti , ma veni-
impeditiperle contentioni de' Prelati , che confumauano quafi tutto'l
). Che, fé in Francia vi era pericolo di perder l'ubedienza de' Catohci,
lera materia da trattare con Sua Santità. Quanto all' impreftito,diirero
ofi grande la paterna charità del Pontefice verfo il Rè , &: il Regno, che
:niua tener per certo le conditioni da lui pofte ncU' impreftito efierui fra-
perpura nece{rità:& elfendo palfati tra loro vari) complementi,conclufc-
nl Lunedi farebbe andato nella Congregatione generale, per efpor a' Pa-
:agione della fua venuta,& per legger a loro anco le lettere del Rè.
:gati reftarono con gran penfiero per le parole dette dal Cardinale, di con e fréftdoM^
fcìmpedirfi nelle cofe del Regno,malafciar la cura agli Ambafciarori,non it*ifoS>tU9:
ìQandole conformi a quello? che haueuano moftrato pochi giorni inanzi
(540 CONCILIO DI TRENTO Pap"aPioI,
^j3 j3 LanlacA FerL-ieiM-allegrandofi della venuta del Cardinale , come fé hauefl(
L X 1 1. ^^ ^^^^^' ^^^^^^ d'ogni peibj& carico , doucndo ripofar il tutto ( diceuano effi) ,
pia Sua Signoria lUuftriffima-.dallequali conclulcrojche conueniua hauer iri-
to l'occhio a quelle diflìmulationijmaffime aggiongendouifi cerco auifcic
hcbbc il Cardinale Simoneta da Milano,chegliAbbatiFrance{ì,alloggiatiiiK
Ambrofiojhcbbcro adire,che farebbonoftari vniti conSpagnuoli, Thedefci,
& alcri Oltramontani j Se che andauano per trattar cofe , che non farebbe 3
piaciuteallaCortc:&giontoappreiro che in tutti li ragionamenti de' Frane ,
il fentiua proporre, che non era da perder in queftioni il tempo» che fi dou a
difpenfar in parlar della riforma:che fi doueua incomminciar dal leuar la pli p
lità de' Benetìcij,»S^ che il Cardinale voleuaelfer il primo a lafciargli:che le I ".
penfe s'habbiano a dar gratuitamente:che fi leuaflero le Annate, Preuention e
Date picciole:(3i fi facelte una fola prouifione per BeneficiorelTaggerando ai 1,
che il Pontefice haueuaunabelliflìmaoccafione d'acquiftarfi immortai glo 1,
col fare le fudette prouifionij&: fodisfar' a' popoli Chriftiani,per unirgli^ -
cificargli , prouedendo agli abufi, (Se inconuenicnti,6<: che in ricompenb i-
gherebbono a Sua Santità meza decima.Che cflì erano venuti là,rifoluti di; q
partirfijprima d'hauer tentato tutte quefte prouifionijquantonque bifogr «
ftarui longamente:&: che quando vedelfero fegni,che non Ci folfe per proucd r,
eflì non fono per far ftrepito alcuno , ma per ritornarfene in Francia , & f e
prouifioni efli in. cafa loro.Haucuano anco li Legati qualche certezza di fti a
intelligenza del Cardinale coir Imperatorej&: quello, che piuftimauano il
Rè di Boemia,manifcftamente inclinati a dar qualche fodisfattionea'Pren i
di Germania,liquali era chiara cofa che odiauano il Concilio,5c haueuano * 0
chenonprocedeireinanzi,mafidiiroluclIc, in qualche maniera però van ;-
giofa per loro,& dishonoreuole alla Sede ApoftoÌica,&: per la Sinodo.Hebl: 0
ancofofpettionedelRèCatolico,perunauifo,andato al Secretarlo del C( e
di LunajchcelTendo già fatta in Spagna l'inftruttione per quel Conte,per di [•
lìauififopragiontijs'erarifolutodi mandar Martino Gazdellun,già Secret 0
dell' Imperatore Carlo quinto,per portargli inftruttione abocca, che non v
ueuano voluto commetter alla Icritturaiilche confrontando con certo a 0
hauuto di Francia,che il Cardinale di Lorena,priiTia che partire, haueua pn :-
cipato con Sua Maeftà Catolica le petitioni,che dilfegnaua trattar in Conc )»
6<:fapendo certo che era fiata ricercata anco di Germania a far' inftanzap(
riforma,dubitauano che la venuta di quel Cardinale non folle per partorir <
nouità,& non gli piaceua ponto il motto, ch'egli haueua detto nell' audie.
del venir Thedefchi al Conriliojmaffimc considerando il colloquio,cheh;
uà hauuto già colDuca di"Wutemberg:(5c in fomma , non potendo fenon
fupporre,che una perfona di tanta autorità , &c prudenza , non farebbe an
fenza fondamento ficuro,per fabricar li fuoi dilfegni^penfarono di fpedire
mediate al Pontefice con tutte quefte confiderationi : &hauendo offerii
che fempre,quandogiongeuano in Trento,o pattinano eftraordinarij,lÌ Pi
tii'iceueuaao occafionediparlarejd'inueftigiire lacaufa,^ di bifbigliare* <
^PA Pio mi LIBRO S E T T I M O. (J41 ^
iiièrepiro,& di machinare anco j ilche, dopo la venuta del Cardinale, haue- ^l^ i^
•e potuto produrre effetti piùpericoloriifpedirono co fecretezza» & rcriftè*^ LXii;
he a Roma folfe dato ordine a Corrieri» che ali' ultima pofta appreffo Tren-
fciairero la guida,& ogni altro impedimento j & entralfero nella città pian
ocoirolofpaccio.
fon andò il Cardinale in Congregatione, fecondo lordine dato , perche il Congre^atU*-^
IO feguente, fopragiontagli la febbre,fc ben leggiera, Io fece differire :mo- »edifedmee
londimeno defiderarc , che Ci andalfe lentamente, per poter interuenir' elfo <^*''""*'«'e^
ra inanzi la rifolutione.I Legati rifolfero di compiacerlo , facendo ridar la
^regatione molto più tardi del folito : nellaqualeeffendointeruenutili
)ui , & Abbati Francefì , Ci fece prima una general rifegna , confegnando a
ino il fuo luogo , <Sc il numero de' Prelati in quella Ti trouò di dugendi-
y.3c il feguente giornd,per elfer nata qualche difficoltà di precedcnza,fu di
0 la rifegna fatta, facendo entrarli Prelati ad uno ad uno in Congregatio-
conduccndo ciafcuno al fuo luogo. In quelle Congregationi però nilfun
àncefì parlò, o perche volelfero aipettar l'interuento del Cardinale} o,per
prima bene il modo , che teneuano gli altri. L'Arciuefcouo d'Otranto comltodìpr^
ò per la fera de' dicenoue Nouembre, un banchetto a molti Prelati ; & tica contrai
)che hebbc il carico jgl'inuitò, dicendo. Che non douelfero per feruitio Frmceji,
Jede Apoftohca mancare : perilche immediate fi publicò per Trento,che i
Icij fi radunauano , per concertar unione contra li Francefì. Laqual cofa
)ro di molto difgufto ; tanto più, quanto,dopo il conuito, furono certifi-
he a quella menia s'erano tenuti tali ragionamenti: & vedendo anco,chew
a loro venuta, quafì ogni giorno arriuaua qualche Prelato dinuouo, pa-
»ro d'effer ftimati diffidenti,& contrari). 1 Legati però , a fine di moftrar
onfidenza, &rifpettod'honoreal Cardinale, nelle vifìte che ciafcuno di
ccdurante il tempo dell' indifpofltione , lo perfuafero a pigliar cofi bella
Dne,in fopire, con l'autorità fua, le controuerfleper le queftioni introdot-
.,che a lui farebbe ageuole , &di gran riputatione, non hauendo potuto
:i effettuarlo : a che il Cardinale fi difpofe affai bene , & s'offerì di ado-
ontefìce,che in quei giorni era {latoinqualche{)ericolo per un graue,&r '^o YT^
JÌfoaccidente,ricuperatalafanità,hebbe gliauifì da' Lcgati:,iS«: da molti jj„.,j
) per doue li Francefì erano palfati , che tutti in conformità eranopieni
ègniloro : & a quello s'aggionfe , che, mentre fu indifpofto, Monfignor
é andò facendo prattichc , che il Papa fi faceffe a Trento per nationi, fc
orto,&; fi teneife la Sede vacante, fin che la riforma foife fatta. Che cofì
cilio farebbe flato libero , &il Papa creato non hauerebbe fentitogra-
d'accettar la riform^a ftabilita prima : ilche più d'ogni altra cofa lo com-
:ofì,per l'affetto deldifpiacere , che ogni huomo, 6ci Prencipi mallìme,
o,quando fi dilTègna dopo la vita loro; come anco, perche nilfuna cofa lo
àpiù certo dell'animo de' Francefì, rifolutoallariforma della Corte, &
Fliitificato : 5ca quelle cofe aggiongendoanco le differènze, che erano in
MMram
6^1 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio III
ei3 i3 Ti-entoperrinftitutione de' Vefcoui, & per laRefidcnza, fece ridurquocidiai
ixii. Congrcgationi : & non (iteneua ,che non diceire ad ogni forte diperfonajc:
non hauciianegodopiù importantc&piùpericolofo a le, che il Concilio : :
nel dar conto in Conciftoro delle differenze per caufa dell' Inftitutione , & dei
nuoiia propofta della Refidenzasulcì ad efclamare , Che tutti li Vefcoui ben •
ciati da luijgli erano contrari), & che nodriua in Trento un* eilercitodi nim L
Era anco openionc , che in fuo fecreto hauelTe caro qualche progrelfo degli '•
gonotti in Francia , o qualche vantaggio de* Protcftanti nella Dieta di Gerì i-
niajatìne che il Concilio fi dilTolueffe fenza fua opera: nondimeno, tutto int -
tdllPapttil toa'rimedij,ordinb che i Vefcouinon ancora partiti da Romajfipartiflèro t
rifarà: mediate; & volle che anco Marco Antonio Boba, Vefcouo d' Aofta,Amba( n
tor del Duca di Sauoiaapprelfo di fcviandalfe.Dair altra parte,prohibU*an
uiall'ArciuefcouoTurritano, &:al Vefcouo di Cefena : a quello , perche
Concilio fotto Paolo>nella materia della Refidenza, con più coftanza> che;
comportaua il tempo, diffefe che foiX^ de iure dmmo : al Vefcouo di Cefena,
che era molto intrinfeco del Cardinal di Napoli , delquale dubitaua alTaijp
carnificina de' due zi] di quello , & per le eirecutioni fatte contra la fua perf
& temcua,perche in mano del Conte di Montebello,padie del Cardinale,!
ceuaeller unapolizadimano d'eflb Papa, elTendo Cardinale in Conclauc
quale prometceua certa fomma di danari al Napoli per il fuo fauore. Ma
tutto che la maggior diffidenza folTe fopra Frane efi , nondimeno giudicò
glio difiìmularla.Mandò in Francia quarantamila feudi per refto de' cento
promeflì : & aTrento mandò Sebaft iano Guakero, Vefcouo di Viterbo, iiiii
con Ludouico Antinori , liquali eifendo ftati in Francia , haueuano qua
conuerfatione con alcuni di quei Prelati,^^ feruitù col Cardinale j fotto ce
d'honorarlo : & Ccnffc a lui, & a Lanfac, lettere piene di compimenti , & e
denza. Da loro però fu (limato , che folfero mandati per fcoprir l'intention
Cardinale , 5^ olTeruar li fuoi andamenti : & maffimceifendo ftati da
. ma auifati , che quel Vefcouo haueua confortato il Pontefice a nont(
tanto , perche il Cardinale hauerebbe trouato delle difficoltà , &l ini]
menti più che non credeuaj & s'era anco offerto elfo di farne nafcer d'au
raggio.
Zorrna cocer- Il ventidue del mefe di Nouembre , fìi rifoluto il Cardinale d'entrar il e
ta iajuatn- gaente in Gongregatione.Si conceitòjche fifarebbono lette le lettere de
trata in Con- ^ ^.j-jg gg]j hauercBbe fatto un ragionamento. Ma,oltre qucfìo,propofeil
grtgamne, ^jj^ale , che un' altro farebbe fatto anco dall' Ambafciator Ferricro. A qi \
non acconfentiuano li Legati :lacaufa vera era, perche,quando una volta I
permelTojhauerebbono voluto,(Ik e{ri,&; tutti gli Ambafciatori, parlare, .Se o
ponere,con pericolo di metter maggior confufione : ma , tacendo quefto,
ro , che in quel Concilio > ne in quel tempo, ne fotto Paolo, & Giulio, s'ei
permciTo , che Ambafciatori parlafTero in Congregatione > fenon il giornc «
erano riceuuti. Però, fenza il confenfo del Pontefice , non erano per ac n-
fentiie a tal nouicà. Ma Lorena rifpofcj Cheaelleiido jiuoua lettera del F &
ni.
1
VAPioIin. LIBRO SETTIMO. 645
i aa inftrutcioncjfi può dirnuoua Ambafciana: & quella farà eflà ancora co- ci3 i»
i( in piimo ingreiro :&> dopo molte rifpoftej&replichchauendo Lorena da- lxii,
,t; parola, che non ricercherebbono più di parlare oltra quella fiata} per dar-
li )disfattione,& accio non prendeife occaflone di moftrar' aperto diÌgufto,fi
0 :entarono.
lonque il dì feguente, adunata la Congregatione j fu letta la lettera del Rè, neUaquaUtn^
z\ ha aperto ad elVo gli occhi , fi che , quantonque giouane , ha conofciuto la
LÌ;ipaloccafionedc'malieirer iadiueriìtàdelle opcnioni nel fatto della reli-
i( e : per laqual diuina illuminatione dal principio del Tuo Regno fece inftan-
1 T la cclebratione del Concilio, nelquale eflì all' hora erano congregati , fa-
: lo che in quelli gli antichi Padrihanno trouato li più propri) rimedi) afi-
1) infermità ; «Sceirerglidifpiaciuto , che, ficome è flato il primo aprocurarc
D mona opcra,nonhabbia potuto inuiare li flioi Prelati tra li primi : delche
1 do le caufe notorie, ftimauad'eirerne a baftanzaifcufato: & maggiormen-
; rdciado arriuato nella lor compagnia il Cardinale di Lorena, accompagna-
) altri Prelati. Che due caufe principali l'hanno perfuafo a mandar il detto
a male:Laprima,lagrandej& frequente inftanza,da lui fatta d'haucr licenza,
Mitisfar al Tuo debito, per il luogo che tiene nella Chiefa : La feconda, che,
{( do egli del Confeglio Regio fecreto,& dallagiouentù nudrito negi'impor-
I aftliri di flato del Regnojla meglio d'ogni altro le ncceffità di quello,»Sc do-
: ino nate le occalìoni : onde potrà ancora farne a loro la rilatione conforme
( ico.cheglièftato dat05&: richicderne,per nome Regio, H rimedi), ches'a-
c ano dalla lorprudenza,& amor paterno, cofi per tranquillità del Regno,
) ; per falute uniuerfale ài tutta Chriftianità : Ibggionfc , che gli lupplitaua
)i : metter mano a quefto, con la folita lìncerità,accio fi venga ad una Tanta ri-
«I a, & che fi vegga rilucere l'antico fplendore della Chiefa Catolica , con u-
i e di tutto'l Chiiftianefmo in una rcHgione:che farà opera degna òi loro,de-
laca da tutto'l mondo,che ne haueranno ricompenfada Dio,& lode da tutti
ncipi.Conclufe,che,rimcttendofiegli,quantoa'particolari,alvalor<S«:pru-
adel Cardinale , gli pregaua dargli fede in quello , che hauerebbe detto da
)arte.
•opo quefto parlò il Cardinale. Nel principio, narrò le miferie del Regno:
orò le gueire,le demolitioni delle Chiefe,le uccifioni de' Religiofi , la con-
ijatione de' Sacramcntijl'incendio delle Librarie , delle Imagini , delle Reli-
de'Santijladeuaftatione delle fepolture de'Rè,Prcncipi,& Vefcouijl'ef-
lone de' veri Paftori:&:,palIando alle cofc ciuili, narrò lo fprezzo della Mae-
.egia,rufurpatione delle entrate Regali,la violatione delle leggi, le fcditio-
;eitate nel popolo: 6c di tutti quefti mali attribuì lacaufaalìa corrottione
;oftumi ,alladifciplina Ecclefiaftica rouinata,alla negligenza uiata nel re-
ierrhercfi3,& tifar li remedi j inftituiti daDio. Voltato agli Ambaiciatori
M M m m ij
^44 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio ir.
de' Prencipbgli L'accoidò,che quellojche otiofi vedono hora in Frane ia,penti
tai'diloefpenmenterannoacara loro, (e la Francia, eadendo con la Tua irò,
darà ne' luoghi vicini:con cucco ciò,diirercftarei ancora rimedi) : la virtù&i-
dolc del Rè, li confegli delia Regina,| & del Rè di Nauarra,&: degli akn Pren •
pi,quali non perdonano alla vica,& all' hauerctma il principale ciFere alpecca.
da quella Sinodo,d'onde debbe venir la pace di Dio , cccedence ogni ienlb: ( .
che eiTendo certo il Rè Chriftianiflìmo,morso dalla oiTeruanza vertb quella •
nodo,&; per la molcftia che lente per i dilpareri della religione, due colè dalc .
ricercaua:La prima,che fi fuggilTero le nuoue difcordicle nuoue & infruttm :
qucfì:ioni,&: lìprocuralle fofpeniìone d'arme tra tutti li Prencipi , & Stati; e :
nonfidelTe fcandaloa Proteftanti,con dargli occafione di credere, che la Sii •
do attenda più rofto ad incitati Prencipi alle armi, a trattar confederationi.;
leghcche a feruar l'unità dellapace.ChcilRèHenrico l'ha primieramente! •
bilita,& poi il Rè Francefco fecondo continuata,&: il prefente Rè pupillo, e i
la Madre,rhanno Tempre defìderaca:ilche Te ben è infelicemente fucceifo, ce ■
uienperò temere,comepiùinfelici,gli auuenimenti della guerra :'pcrchc,e(r •
do polli tutti li flati del Regno in pericolo di naufragio, uno non può l'ai»:
aiutare.Onde de(ìdcra,che il tenga qualche conto degli fuiati dalla C hiefa,ci *
donandogli quanto iì può lenza otfeia di Dio , & hauendogli per amici p
quanto fìpuo,&fìnoagH Altari.Lafecondarichiefta, communeal Rè coU'i ^,
peratore,& gli altri Kè,5c Prencipi,era,che fi trattalFe della riforma de' coftu i:
& della difciplina Ecclefiaftica,mettendoci(Vriamente la mano,alche il Rè j,
ammoniua,& fcongiuraua perii Signor Noftro Chrifto, che verrà al giudic i
che,vplendo redintegrar l'autorità della Chiefa , 6c ritener quel Regno di Fi i'
- cia,non voglino mifurar gì' incommodi de' Francefi co' propri) loro: rallegr i:
che Italia ila tutta in pacc,& che la Spagna ne tenga il timone. La Francia e j
caduta,& apena tenerlo con un dito. Soggionfe che ,iè dimanderanno a d |L
debbia afcriuer la caufa della tempe{ì:a,& fortuna eccitata,egli non poteuaal |
rifpondercfaluo che,dieendo,Per noi è (lata quella fortuna, buttateci in m; |
Perilche elTer bifogno d'ardire , &c di cuore,5«: d'attender a fé medefimi , & a 1 1
to'l2regge.Inhne,cìiire,hauer finita la fua Legatione, & che gli Ambafciai (
direbbono il rimanente : ma egli,& li Prelati feco venuti, protellauano dive |
c{rerfoggetti,dopo Iddio, al Beatiflimo Pontefice Pio, riconofcendo li fuo]|
mato in terra l'opra tutte le Chicfe, li cemmandamenti delquale mai ricufer $
no.Che hanno in veneratione li decreti della Chiefa Catolica,& della Sincl
Generale: che honorauano,& riueriuano li Legati , otìferiuano concordia)!
vnione a' Vefcoui,&fi rallegrauano che gli Ambafciatori douelFero eilèrtc. i
moni) de' pareri loro:tucto ad honor della Maeflà diurna.
rtfl>ofÌo da Finito di parlare,il Cardinal di Mantoua,con poche parole, lo lodò della ''
MAntou»: fica prefa per feruitio diDio,atteftò che della venuta lua tutta la Sinodo s'ì
rallegrata :fec e anco honoratamentione de' fratelli fuoijcommendandogli,cj
nella profeflSone loro non moftrafiero minor prontezza nel feruitio di DioJ
del Regnoj^c fi rimife alla rifpofta;chcj per nome della Sinodo* hauercbbe d. n
aPioIIII. libro settimo. 645
iuefcouo di Zara a ciò depurato. Ilquale dilfe , Ghc la Sinodo , con fommo
icere haueua iempre udito le ft-ditioni , &c tumulti di religione in Francia,
quale la quieteaSc tranquillità gli era (lata iemprc a cuore : Se tanto più ne
Lia difpiacereairhora,qaanto,conla narrationc di Tua Signoria llluftriflì-
li erano flati porti Cottogli occhi:ma fperauajche in brcue il Re potrà, imi-
lavirtùde' ilioi maggiori, reprimergli. Che la Sinodo s'adopererà con
ranimosperfarconorcerilveroctikodiDicemendarlicoftumi , &: ren-
tranquillicà allaChiera:alche ("perauapoter più facilmente peruenire,aiu-
lair opera di Sua Signoria Illufl:ri{Ilma,(Si: da' Prelati con lei venuti.Sicftefe
amente nelle laudi dfcl Cardinale , & conclufc , che la Sinodo ringratiaua
per la venuta fua,& fi congratulaua con lui, & s'ofTeriua d'afcolcar quello,
fuoluogo,& tempo, dagli Ambafciatori folle dcrtomon dubitando che
ia elfer a gloria di Dio, vtilità della Chiefa > Se fomma dcgnità della Sede
tolica.
opoquefto,parlòL'Ambarciator Ferrier, incomminciando a commendar ^ff/"^^P*r
no del Rè , inclinato alla religione : ilthe fi rendeua piùmanifeftoperla terrier Ubi-
\ il ragionamento del Cardinale,dalqualcappariua, quanro la Francia roie^mgmtii
in il bene della Chiefa Catolica,potendo ognuno conolcere, che poten-
le caufe l'habbiano indotto a mandarlo , poiché s'era fempre valuto del
glio fuo , ne' gran ncgotij del Regno : che potrebbe il Rè in tre giorni
ar tutte le feditioni , Oc ritener nella naturai obedicnza gli animi di tutti i
udditi,quando haueife folo mira alle cofe fuctSc non alla Chiei'a Catolica,
tener la dcgnità S>l autorità del Pontefice in Francia , per quali iolamente
ic apericolo il RejTno,la vita,&:rhauerdi tutti i Grandi & Nobili: &,dif-
•ndo alle richiefte ,ibggionfe , che in quelle non farcbbono fiiflidiofi , &
ili: che non domandauancfenon quello, che tutto'l mondo Chriiiiano
tida.Che ilRè Chriftianiffimo richiede qucllo,che dimandò il graiì Con-
no a' Padri del Concilio Niceno:che tutte le richiefte regie fi contengono
facre lettere, ne' vecchi Concili) della Chiefa Catoìica, nelle antiche
Ututioni,Decreti,& Canoni de' Pontefici, & Padri. Che il Chriftianilli-
imandaua la reflitutione della Chiefa Catolica in integro, da effi Padri
ituiti giudici Pretorij da Chrifto; ma non per un decreto di daufulagc-
canzi, fecondo la forma delle efpreffe parole di quell'Editto perpetuo, &:
Ojcontra ilquale nonpuohauer luogo ufurpatione,oprefcrittionealcu-
che ritornino finalmente, come dalla captiuità, nella fanta città ài Dio>
a luce degli huomimi,quei buoni ordini,che il Demonio ha per forza rub-
k per longo tempo afcofti.Diede l'eilèmpio di Dario,che quietò li tumul-
jiudea,non co arme,ma con elFeguir l'antico editto di Ciro. Di Giofìa,che
nòlareligionejconfar leggere & oiTeruafe il libro della legge, occultato
alitia degli huomini.Pafsò poi ad un' acuto motto,dicédo,Che,fe li Padri
ieràno,pcrchelaFracia nonfìa in pace,nó fi potrà rifpondere altro,fenoi5
o,che Gieùdiffea Giorà,Come puoeiTerpaccreftàdo ancora.Et tacque le
iparolc:raa foggiófe,Voi fapece ilrefto.Aggiogédo poi, che,fe no li atteu-
MMmm iij
C^G CONCILIO DI TRENTO Papa Pro Ilf,
e I J 1 3 derà a qiiefta liformacione, farano vani gli aiuti del Rè di Spagna,del poiìtefì:,
LXii. & degli altri Prencipij&iirangucdi quelli che periranojfe ben meritamente te
li propri] pcccatijfarà richiedo dalle mani d'elfi Padri. Conclufe} chejprimac;
dilccndece a' particolari > che debbono dimandare , richiedeuano che finiflci,
predo le cofe,che haueuano cominciato a trattare , accio potelTero attemc
quanto prima alle altre molto più graui, & necelTarie in quel tempo. Non .'
fpiacque meno la pungente libertà di quello Ambafciatore , che la ufata ài:
bracluo collega,alla lor venuta in Trento : nondimeno il timore, che s'hauci
de' Francelljfece metter' u\ lìlentio le ofFefc di parole.
^rlttmx ììiUz II feguente giorno^fì continuarono le Congregationi,& la prima fu tutta < •
Congregxtìoni ^y^^^^^ iolo da F.Gafpatodi Cafal, Vefcouodi Liria : ilquale , per informai,!
* Ìy-"r "*•" Cardinal di Lorena di tutte le ragioni de' Spagnuoli » recapitulò con magni r
' quentia le cofe da altri dette in quella materia:vi aggionfe di piùjche nifllina i .
fa era più a fauor de' Lutherani, quanto il far l'inftitutione de' Vefcoui di lee •
humana: che colìs'approuala nouità da loro fatta> d'haucr porto predicato! i
predicanti, o miniftri, al goucrno della Chiefa, \\\ luogo de' Vefcoui da Chn \
inftituiti. Aggionfe a queftojche,leggendo le Epiflole di S.Gregorio,a Giosia) i
Conftantinopolitano j & ad altri fcrittccontrail medefìmo, percheJleliiar •
uà Vefcouo uniuerfale,vederfi chiaramcnte,che non fi può dire>che l'inftitiu •
ne del Pontefice Romano vengadaChriftojfcnonfìdice anco, che dal raed
mo venga quella de' Vefcoui.
E,wma. offen- H Cardinal di Lorena fece in cafa propria congregatione de' Prelati
de can le fue xheologi Francefì , con lui venuti , per intender la loro openione fopta il pa
^TifU^'^ coh^e della giurifdittione de' Vefcoui, & fu tra loro concordemente rifolu
che la riceueuano da Dio,& folfe de mre dmmo.Et quella angolarità di cógre;
rione fu ufata dal Cardinale dopoi,in tutte le altre materie occorrenti,con ir
to difpiacere de' Pontifici), a'quaUpareua che voleiTe far* un Concilio a p
te y de temeuano, che Spagnuoli , con l'eflempio , non ne introducelTero una
tra,lequali poipoteiTcro portar' un fcifma manifefto, come auuenne nel C'
cilio Efefino primo,per le Congregationi,che faceuano feparamente gHEgit ,
waaSpagmo & liSuriani. Haueuano però i Pontifici] tra i Spagnuoli,Bai:tolomco Seball ,
/»,eF»-««cc/tjè ni, Vefcouo di Pati, che, febenSpagnuolodiNatione, per hauer Vefcouatc
fatufiiaj Sicilia,haueuagrad' intelligenza con Roma,dal quale gli veniua fcopcrto tu
le prattiche,&; confegli loro. Tra i Francefi , fino al tempo,quando il Car
naie di Lorena fi mett cua in ordine per il viaggio , il Noncio di Francia gua ,
gnò F.Giacomo VgoniojFrancefcanojTheologoSorbonifta, eletto dal Cai
naie di Lorena per fua compagnia: colquale hcbbe qualche ingrelfo per e:
egliconfticuito Procurator al Concilio da Giouanni Vrfino, Vefcouo di L
drighet: «Se diede conto a Roma, & l'inuiò, percorrifpondenza in Trento,(
fue Ictterca Lattahtio Rouereiia, Vefcouo d'Afe oli. Ma al Cardinale Sir
nera non piacque confidar tanto di quel Vefcouo , ne volfe lafciargli faper)
tclligenza» che ii doucua tener col Theologo. Però , auuicinandofi Lorer
Trento, fece che il Vefcouo di Ventimiglia mandò incontra un'altro FraD^
S.F1I!
p Pio un. LIBRO SETTIMO. C\i
[jicefcojchiamato il Pergola>air Vgonio , a dirgli per fua paitcchc era aui- ci3 i»
alNonciodi Francia della lettera>chcportaua a Monfignor d'Alcoli, dai- txii.
«Concio gli erafcritto,chc douelfc parlar con lui prima chela conlegnaf-
3al Pergola fu fatto deliramente l'ofHcio , fi che il Theologo diede inten-
di cofi fare:&, conforme all' ordine , pochi giorni dopo che fo in Trento,
atrouar il Ventimiglia> & dopo fatta la ricognirione, <& dati li contrale*
. trattar' infieme , il Frate gli fece relatione dello ftato delle cofe, & gli diir
le altre, la maggior parte della rouina del Regno deriuar dalla Regina , la-
fauoriua gli hcretici>& egli l'haueua chiaramente conofciuto nelle difpu-
e in prcfenza di lei gli era occorfo più volte far con loro. Degli Ambalcia-
che erano in Trento, gli dille, che elfi ancora erano corrotti. Quanto al
inalc,che lo teneua per buon Catolico , ma inclinato alle riforme imperti-
de' riti Ecclefiarticijdeli' ufo del Calice, è\ Icuar le Imagini , d'introdur la
a volgare , & altre tali cofcalche era perluafo dal Duca ài Ghifa , fuo fra-
, & da altri fuoi parenti : che la Regina al fuo partire gliene fece efficace
afione,& gli diede ventimila feudi. DilTc , che nel numero de' Vefcoui ve
10 tre della medeiìma fattionc : ma fopra tutti , quello ò\ Valenza s'inten-
:on la Regina, &r era mandato da lei efprelfo, come principale,alqualha-
be conuenuto che il Cardinale portallc rifpetto. Mifero in fine ordine
ro>cometrouarfì,& trattare infìcme. Gli diede il Ventimiglia cinquanta
d'oro , che cofi haueuano commelFo li Legati , quali i\\ principio egli fece
!;nza d'accettare: mail Vintimiglia,con buone &;accommodateparole,lo
ontentarc: non però elfo gli pigliC),ma,chiamato un fuo feruitore,che feco
:dinò che gli piglialfejanome della lua religione.
ho narrato bene fpelFo , & tuttauia continuo narrando alle volte qualche
:olari,che fon certo douer da moki eifer (limati non degni àX mentione , fi-
li io parimente tali gli ho rilutati : ma , ritrouandogli conferuati , & notati
memorie di quelli , che fi lono crouati nelle attieni , mi fon perfuafo, che
he rifpetto a me incognito vi folTe, per quale gUhabbiano giudicati mc-
•lidicommemoratione : & ho voluto, fecondo il giudicio di quelli, più
:condo il mio,riferirgli.Qualche ingegno acuto forfè potrà fcoprirui den-
'fa degna d'oireruatione,da me non penetrata j &quelli,che non gli Jilime-
), nel legger però haueranno fatto perdita di poco tempo.
/entifeiNouembre,cheera deftinato perla Seflìone,il Cardinale Seripan- J'«/?/o«e rfi^-
opofe in Congregatione, che qu» Ila fi difFcrilTc, poiché non erano ftabiliti "*'*•
retidapublicarfi : & ammonì li Prelati ò\ tanta loro longhczza nel dire,
Ì2nafccua,che non fi poteua deliberar' alcun giorno certo per la Seflìone:
heeranecelfario rimetterla a beneplacito: aggiongendo, che molti di Io-
li euano parlar degli abufi,feiiza accorgerfi, che il continuar tanto tempo vcv
Ì:ationi,vanamentc,fenza alcun frutto, era un' abufo grandiflìmo , necella-
leuare,volendo veder fine del Concilio conedificatione. Lorena confer-
medefimo,& clTortò li Padri a lafciar le queilio.ii , che in quel tempo non
tìinpropofito j 6c elTerbreui, ^ folleciti nell' efpedir le cofe già propo-
64S CONCÌLIO DI TRENTO Papa Pro n
ci3 i3 ftcper venire alle più importanti, &neceirane. Vnbuon numero de' Pm
LXii. ti non confentl che fi rniiettelFe la Seflìone a beneplacito ; & ricercat((
tempo determinato : alche replicandoli, che non erapoflìbiie prefiarrer e-
ta giornata , per non faperfi quanto fofTe necelTario , per ufcir dalla mati j
tanto controucrfa tra loro , fu conclufo, che dopo otto giorni lì ftabililFe ili
detcrminato.
prattiche co' Gionfe il medeluTio giorno il Senator Molines, mandato dal March^f( li
S^nuolh Pefcarajperrinouare, &: dar maggior efficacia agli offici), a fauor del Pontcf 5
co' Prelati Spagnuoli, che già fatti dal Secretarlo refidente,non haueuano j \
torito effetto: portò nuoue lettere di credenza del Marchefeatutti ioro,&s?
faticò il Senatore con gran foUecìtudinc : ilqual officio fece contrario effe: i;
perche li Prelati interpretarono tanta foUecitudine elfer pratticadcl Cardir s
d*Aragona,fratello del Marchefejfènzacommiflìoneefpreira della Corre. ì ,,
vedendoti tuttauia , che, quanto più Ci caminaua inanzi , tanto più nafceii: 3
inffm^ àt difficoltà , per quefto capo dell' Inftitutione,gli Ambafciatori di Francia le :-
Francèft citauano, che fi troualFe temperamento di fpedirfi da quelle fuperfluità , & -
nir'alnegotio della riforma, defiderofi di chi arirfi di quello,chepoteuano -
uer dal Concilio, Et il Vcfcouo di Nmics fi lafciò intendere, dicendo il )
voto, che, fé a' Padri era tanto a cuore il decider' una curiofità,che finalmc z
non erafenon parole, norivòlelFero trattener gli altri , ma difFerirla ad a! >
cmtefa. de Le* tempo,& metter mano adelFo a qiiellojche fa di bilogno.Et Diego Couarmu ,
S^MMof/ Vefcouo di Città di Rodrigo,dopo di qucllo,ifcufando li Padri, che Ci tratte -
' fero in quella quèftione, dilFe, ChcelFendo ella (lata propofta da' Signori -
gati, non poteuano reftar li Prelati di dir' il parer proprio. Da che commc >
il Cardinal Simoneta,negò che da loro fofle fatta la propella : & feguì Serip ■
do più gagliardemente,dicendo,Che ad e(fi,per la troppa licenza aflbntafì, 1
folo non baftaua ragionar della fuperiorità de' Vefcoui, che eraftatapropo
ma haueuano anco melFo in campo l'altra dell' Inftitutione , &: aggiontc
ambedue ih'w ^/«/>z/fw:&. non contenti della toleranza, &patienza, ufata
lafciargli dire ciò che voleuano,entrauano ancora in dar la colpa a' Legati.*
préfe acremente la troppa libertà d'entrar in quelle queftioni,& l'ardimenn
trattar della poteftàdel Papa,tutto vanamente, & fouerchiaraente, con rep
tioni delle medefime cofe, dieci & più volte dette , & da alcuni anco con rag
ni friuole, & con mòdi inetti, indegni' di quel ConfeiFo: & nclprogreflb
fuoparlare,accortofi d'hauer'ufato troppa acrimonia, pafsò a dar una formi
come un Prelato doueiFe dire il parer tuo in Concilio : Sparlò efFo fopr
propofte queftioni, con moftrare, che le openioni oppofite folFero arabo
probabili : & quando anco quella , che tiene de iure diurno , hauelFe probabi
rriaggiorc , non elFer pero cofa da decider in Concilio. Nonper quello qui
gli animi di molti commoffi, ne al Cardinale di Lorena piacque intieramei
ilquale non mancaua di far' ogni dimoflrationc, per acquiftar buona opirtic
andana cercando di conofcergUhumori, & afficurarfi di quello chefipòt
fare per non metterfiadimprefa,fenon conofciutariuftibile: & affettauataii
Uà Pio mi. L I B R O S ETT IM O. ^49
per quello,checoncordafre le differenzc&fofle arbitro della queftfonc. Fu ci3 lO
)pofto , per efpedidone di quella maceria, depurare alcuni Prelati per ciafcu- l x n,
nationejquafi compromettendo in loro la rilblutione. Ma , non fi potè efFct-
re:perche Francefi,& Spagnnoli,voleuano un numero pari di ciafcuna5& gì*
lianijficome erano maggior numero degli altri, cofi voleuano maggior nu-
lo di deputati. Il Cardinale Simoneta fu il principale in opporli a quefta
pofta,per non introdur la confuetudine del Concilio Bafileenfe.
5i preparaua in quello tempo nuoua materia di contcntioncrperche il Conte prtncl fio di
.una fece incendere a' Legati,che doueua andar' a Trencojcome Ambafciator "«"^ difire^
Re diSpagna,& non dclÌ'Iiriperacorc:i-na inanzi andarui,voleua fapereche "'^'"^f ^'*'*
go gli iarebbe daco. l Legaci , chiamaci gli Ambafciacori Francefi, gliene spaZa- ' *
kro conco,dicédo cllcrc in gran trauaglio per le difputc di precedenza,& gli
gauano di trouar qualche modo per accordarle : & dicendo loro , Non cllcu
iidati,per componcr dilfcrenze,ma per tener il luogo debito, & Tempre con-
uto al loro Rèxhc non intendeuano pregiudicar in cofa alcuna apparrenen-
RèdiSpagna,ma fargli ognihonorc,& ieruitio conucnicnte al parentado,
.Tiicitia,che tiene coi loro Rè : & che haueuano carico,quando il luogo gli
: negato ,protcftare della nullità degli atti del Conciho , & partirfi con tutti
ciati Francefi.Il Cardinale di Mantoua propofe di farfeder l'Ambafciator
^nuolojfeparato dagli altri, dirimpetto a' Legati,ouero dilotto agli Amba{^
)ri Ecclciìaftici , o pur difetto di tutti gli Ambafciatori Secolari. Ma di
:nparcicofi concencaronoli Francefi, volendo che in ogni modo hauclFc il
o dopo di loro,& non altrouc.
[ella Congregacionc del primo Dicembre, Melchior Auofmediano,Vefco-w«o«^ rlft
i Guadiccparlando fopra quella parcc dell' ulcimo Canone , doue fi decer- ^''' Pomificij
iua,che i Vefcoui,chiamaci dal Papa, fono veri & legitimi, dilfe , Che non ""i^l^^P*-
iaceua il modo d'cfprimcre,pcrcioche vi erano anco de' Vefcoui,non chia- ^""'' ''
dal Pontefice,nc meno confermati da lui,che erano però veri,& legitimi.
alFc per eflempio quaccro SufFraganei,electi -Scordinati dairArciuelc^ouo di
3urg,che non pigliano alcuna confcrmatiòne dal Papa.Il Cardinale Simo-
non lo lafciò pailar più oltre,dicendo,chc quanto il Vefcouo di Salzburo-,e
.cri Primati faccuano, tutto eracó autorità del Potefice.SileuòF.Thomalb
dio, Vefcouo della Caua,!?*: il Patriarca di Venecia,rucci in un crarto diccn-
)he Ci douelfe mandar fuori,come fciiìnatico.Ec Egidio Falceta, Vefcouo di
:le,gridò,Fuori ilfcilmatico': & feguì gràdiffimo romoretra li Prelaci,cofi
'urri,come di piedi, parte in oirefa del Vefcouo voCanCe,& parte in difcl'a,
liede mala fodisfactionc a Prelati Oltramontani. Il Cardinale di Loreiia,fc
le fentì diipiacere,non fece dimoftratione alcuna:& li Legati con difficoltà
:arono il romorcfaccndo profeguir agli altri,che doueuano parlar in qucl-
)ngregatione:laqualfinita,il Cardinale di Lorena,inprcfenza di mola Pie-
*ontihcij,hebbcadire,chc l'intolenza era ftata grandcche il Vcfcouodi
lice non haucua parlato male,& le folFe ftaco Francefe , egli haucrcbbe ap-
to ad un Concilio più libero : &: quando non fi proucda che cucci pollino
NNnn
6^0 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IlV
CI 3 IO Parlar Uberamentcnon s'hauerebbono tenuti li Francefbchc non foflero part:
LXii. per far un Concilio Nationaic in Fi ancia. Et veramente fu cono(ciuto,che
Vcfcouo non haucLia mal parlaco,& fu corretto il Canone, che ficomediceii
I Vcfcouijchiamatidal Pontefice Romano j coli dicelTeJ Vckoui,aironti p
autorità del Pontefice Romano.
ppgnathm i\ ^i (egucnte,circndo venuto il tempo di dichiarar' il giorno della Seffìone
della Jeguente (;;;^^^jj-j^j di Mantoua propofe, chc iì prorogalle lino a dicefctte : & fé in qt
•^ * mentre non s'ìiaueirero potuto hauer'in ordine li decreti della riformajfpettar
alla matcria,cheritrattaL!a,quefta fi difcriHeallafeguente Seflìone. IlCardir
di Lorena concorfe nel medelìmo parere,quanto al giornojma con conditici
che non fi ommctteirc di trattar tutto quello» chcpertencua allamateria^nec
fa alcuna iìrimettcìrc allafcguente,neliaqual era neceiFario dar principio a
riforma uniucrlale. L'Arciuefcouo di Praga , il Cinque Chitfc5&: l'Oratoi
Poloniajconcordarono nel medelìmo parcre:&, dopo molta contentione d'
cunijche voleuanojfecondoil voto del Vefcouodi Niraes, che fi rimetteflJ
le qucftioni ad altro tempo j^d'altri,che voleuano deciderle , fi deliberò
ftabilire la Seflìone per il Indetto giorno , con ordine, che per ilpedire tutti
materia,ri facelFero due Congregationi al giorno:& fc all' hora non foiFe dee
ÌìpublicalFcrolidecreti,chelìtroualFeroin quel tempo ftabiliti,rimcttendo
indecilì ad altro tempo: «Se nella feguentc Seflìone iì trattalFc della rifon
cenfura di inanzi che entrar ne' ponti della dottrina. Riprefe ancora il Cardinale di M
Mantoua a j-q^-j \q ft^epito de' piedi, & di parole, del giorno precedente, concludcndcc
Prelati: ^^ ^^^ Finanzi non hauelFcro parlato con rirpetro,(3c riuerenza conueniente
clcgnitàpropria,iSi alla prelenza d'eflj Legati, che rapprefentano Sua Beatiti
nei& de' CardinalÌ5& Ambalciatori,che rapprefentano i Prencipijeflì fareb
nouleiti di Congregatione,per non comportar tanti difordini:ik il Cardii
di Lorena commendò Fammonitione facta,foggiongendo, chclìcomenon
conueniente, che per qual lì voglia occalìone li Legati douellero partili
Congrcgatione,colì eragiuftiflìmacofa,chelì punilFeroli perturbatori. Il 'N
#ouo della Caua, non folo non volfe fcufarfi di quello, che detto haueua
meno con lìlentio riccuer Fammonitione,fe ben generalc,ma diiFe,Che li de
uanoieuar lecaufe,che gli effetti celFerebbonorche fé le paiole del Vefcou
Guaaice hauelFcro offeio la peribna fua, egli le hauercbbc iopportatc per ca
Chri{liana,laqual lìcome ricerca fotFeréza nelle ingiuri;; propriccolì vuoL'
rifentimento delle ingiurie fatte a Chrillo , la Maeftà diuina delquale è ofl
quando è toccata l'autorità del fuo Vicariorche egli haueua bene & ottiman
te detto,& confermaua il medefimo con altre parole delF iftelFo fenfo,ffhei
uerfalmente furono ftimate petulanti.
f rimetti jt* Giacomo Gilberto de Nogueras, Vefcouo d'Alitfe, nel fuo voto ditR>E
eamfo iinji- jnftitutionede'Vefcoui non poterli parlar 6on megliorfondamento,che>c
VeCiohh iìderando,& ben intendendo le parole di S.Paolo agli Efelì.Imperoche,lìc<
era molto vero , che Chrillo reggeua con alToluto gouerno la Chiefa, viue
io
apaPioIIII. libro SETTIMO. ^51,
ì carne mortale > come da akri in Congiegacione era ftato giiidicioramente
irto ; cofi eia una gran faUìtà quello>clie fu aggionco>cioè , chejafcefb in cielo,
1 abbandonato il mcdelìmogouerno,anzipiu che mai Teirercita: &c quello e
i elio , che diife agli Apoftoli nel partiremo fono con elfo voi lino alla fine del
1 3ndo: aggiontoui anco l'opera dello Spirito Santo : lì che da Chrillojcome da
(ipo>al preiente ancora>nonl'olo viene l'influirò interiore delle gratie,ma anco
t ' clicrior' aflìftenzajben' inuifibile a noi,ma però>che fomminiftra le occafio-
r per la falute de' fedelij& propulfa le tentationi del mondorcon tutto cio,oltrc
t te c]tiefte cofe , ha inftituito anco alcuni membri della Chiefa per Apoftoli,
tìtlori, &c. A finedi difendeteli fedeli dagli errori j& indrizzargli all' unità
i la fedc^ cognitione di Dio:&: a quefti ha dato il dono necefiariojper elferci-
qucfto fanto officiojilqual' è la poteftà,chiamata di giurirdittione>laquale in
ti non è vguale : ma tanca» quantainciafcunoèj glie data immediate da
rifto. Niente eiferpiu contrario a San Paolo, quanto ildire,che ad uno fole
data,chelacommunichicome gli piacc.Veroèjche non in tutti è ugualcsma
ondoladiuinadiftributione,laqualc,acciolì conferuaife l'unità della Chie-
ome S.Cipriano dilTesordinò che folfc in Pietro, Se ne' fucccifori fuoi,la fu-
ma: non che ila airoluta3& fecondo il prouerbiojdoue la volontà fìa per ra-
ne j ma , come San Paolo dice,in edificatione folamente della Chiefa,non in
ruttioneionde non fi eftendc a Icuar leggi, & canoni ftaruiti dalla Chiefa per
damento del fuo gouerno.Et qui diede principio ad allegare li Canoni citati
jratiano,doue li vecchi Pontefici Romani fi confeilàno foggetti a decreti
?adri,vSc alle confliitutioni de' predeccffori.
via il Cardinale Varmienfe non lo lafciò caminar inanzi, e l'interruppe, di- '"'«>"''<'«'< d4
dojchc s'haucua da parlar della fuperiorità de' Vefcoui , a che non era a prò- ^^^^'^"fif
to il difcorfo fuo.A che egli rifpofe,che,trattandofi dell' autorità de' Vefco-
ecelTariamente bifognaua ragionare di quella del Papa : 5i l'Arciuefcouo di
nata fi lcuò,& dilfcche gli altri n'haueuano parlato , &c fupeifluamente,per
, dir perniciofamente,& pei ò,che anco Alifre ne poteua ragionare , accen-
do le cofe dette dal Lainez. Il Vefcouo della Caua,fopranominato,fi alzò,
ifcche gli altri ne haueuano parlato,ma non in quel modo:&: cominciando
fcer tra li Prelati bisbigli,Simoneta fece legno alla Caua che tacclfc, & con
nonir'Aliffecheparlaileal cafo , fece quietarli mormorio. Et , feguitando
neir allegationc de' Canoni incomminciata, Varmienfe dinuouo l'inter-
i|)e,non parlando a lui, ma facendo un ragionamento formato V Padri fopia
Sateria:dicendo,cne gli herctici pretendono diprouare,cheliVefcoui,elctti
?apa,non fono veri Se legitimi Ve(coui,& che quella opinione è quclla,che
^ bbc condannare : ma fé li veri Vefcoui fiano inUizmzi de iure dtumo, o no,
ima differenza vi è tra gli heritici , & li Carolici ; & però la queftione non
1 encrc alla Sinodo, che e congregata folo per dannar le hercfic. Raccordò a'
fi,che s'aftencifero dal dir cofe, che potelfero dar' occafione di fcanc^alo , 3c •
(Torto a lafciar quelle queftioni. Alle paiole del Cardinale , il Vefcouo d'A-
i volle repHcarcana Simoneca, con l'aiuto d'alcuni altri Prelati, lo quietòjfe
f ' NNnn ij
(?5i CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio llll,
CI ^ i -5 ben con qualche difficokà.Et parlò dopo lui Antonio Maria Salbiati , Vefcou(
Lx 1 1. di S.Paulo,ilquale,con difcorrere, che tutti erano cogregati per feruitio di Die
& caminauano con buona intcntione , fé ben alcuni per un verfo , &c altri pc
l'altro: &: con andar dicendo diueifecofe, che feruiuano in parte per accordar li
openioaijma più principalmente per conciliar gli animi, fu caula che la Coi
gregationc fi ftnì quietamente ; 5c che tra il Cardinale, oc il Vcfcouojpairaircr
parole d'humanità,5c riuerenza.
foflentata. am- jj quarto giorno del mcfe di Dicembre , diife il parer fuo fopra la medcfin
^d^T^'ena ^^^^^^^ ^^ Cardinale di Lorena ; & parlò a longo , che la giurifdittione fol
** '^""^ data da Dio immediate alla Chiefa : allegò li luoghi di S.Agoftino , Che
chiaui fono date a Pietro, non ad una perfona, ma all' unità: &:che Pietr
quando Chrifto gli promifc le chiaui , rapprefentaua tutta laChiefa,chc Te
crìi non folle ftato Sacramento , cioè , rapprefentante la Chiefa , non ;
hauerebbedato Chrifto le chiaui: moftrando molta memoria inrecitarli h
malmente. Pafsò poi a dire, che quella parte della giurifdixtionc, che è ce ■
nefla con l'ordine Epifcopale, li Veicoui la riceueuano immediate da Dio: :
dichiarando in che confifteirejfpecihcò, tra l'altre cofe , in quella contcn^ i
la facoltà di fcommimicare j eftendendofi molto nell' efpofitione di quel 1 •
r^o di S. Matheo , doue da Chrifto è prefcritto il modo della correttion frat ■
na,&:giudiciale della Chiefa, con autorità del fepararedal fuo corpo gl'i •
bedienti. Poi lì diede ad argomentar ancocontra quefta openione, con •
uerfe ragioni canate dalle parole di Chrifto, dette a S.Pietro , & dall' intc -
genza, che. gli dà in. molti luoghi S. Leone Papa. Addulfe molti ellèmpi
Vefcouijche tutta la giurifdittione haueuanoriconofciuto dalla Sede Apo -
lica, & parlò con tanta eloquenza , i?i in modo tale, che non fi poteua far ci -
ro giudicio dell' animo fuo. DilTe dopoi , che i Concili) haueuano l'aur -
tà immediate da Dio: allegò per quefto le parole di Chrifto, che dille, Doiu -
ranno doi o tre congregati nel mio Nome,io farò nel mezzo tra loro.Et il C .•
cilio degli Apoftoli , che afcrilfe la rifolutione propria allo Spirito Santo. A -
gò lo ftile de' Concili) , di chiamarfì congregati nello Spirito Santo : & l
Conftantienfe, che apertamente dilfe , Haucr l'autorità immediate da C -
fto. Però, foggionfe, che, parlando de' Concili), intendeua che vi folfe e -
gionto il capo : & cheniilUna cofaera di maggior feruitio per l'unione d i
Chiefa , che il fermar bene l'autorità Pontificia: che egli non hauerebbe i
confentito di terminar cofa> che la potefle dmiinuirc:<^ del medefimopa 2
erano tutti li Prelati , & Clero di Francia. Et , tornando all' inftitati e
de' Vcfcoui , & parlandone tuttauia con la medefima ambiguità , finalir, -
te conclufe, che era una queftione interminata. Effortò poi la Congregar
ne atralafciarla, & diede elfo una forma del Canone , doue erano oinmelln
favole y iure dtmm.Et in luogo di quelle fìdiceua, Inftituiti daChrifto»
é àaPreUil I Prelati Francefi , che parlarono dopo Lorena in quel medefimo àì»Si{
jrr4»ej?,/w feguenti ancora, non trattarono ne con l'iftelFa ambiguità , necolif
nfolntAmmsis dciìmo rifpetto all' autorità Pontificia ; ma difefero apertamente > che I
' CQ
..Pio un. LIBRO SETTIMO. 65J
à\ìe Vefcoui fofle de iure dtuino , portando le ragioni dette dal Cardi-
e/^&: efplicandole : &:, fé ben egli, mentre che parlauano , ftaua conia
ni Tetto la guancia , in modo che pareua che moftralTe fentir difpiacere
ilo che diceuano>tuttauia però era afcritto ad ambitione, come fé haucfle
(hfamente procurato , che il voto Tuo fofle commentato. Et fé ben da' Fran-
fc apertamente difefa la fentenza de' Spagnuoli , quefli però non rcftaro-
.( disfatti j cofi, perche il Cardinale haueua parlato con ambiguità i co-
ti co > perche eflo > & li Prelati, s'erano dichiarati di non hauer per necef-
j( li terminar in Concilio l'inftitutione , &c luperiorità de' Velcoui, ef-
:^, ture dittino , anzi douerfi tralafciare : & maggiormente per la foimu-
Cardinale propofta , doue era tralafciato > le ben per loro fodisfat-
, più che per altro rifpetto , erano polle le parole , che fono inftituiti
rifto.
il'iftelTo il fine de' Francefi,come de'Spagnuoli,diprouedere ali* ambitio- <^''%7ò det
aaaritia della Cortcche adaibitrio dominaua con precetti inutili. Se di '^'U^SP'*» ^'i^^
ijfrutto ; & cauaua quantità grande Ài danari con le collationi de' benefi- p^^^^n '/ *
difpenfe,dalle regioni Chriftiane.Mali Spagnuoli g!udicauano,che,per quefiof^ttot
otione,che il popolo de' Regni loro portaua all' autorità PontiEcia,& per
10 del KèySc del fuo Confcgìio , abhorrenti dalle nouità, le quefto fi folfe
alladiritta5& airaperta,ne farebbe nato fcandalo, & non s'hauerebbepo-
rfFettuare j & che il Pontefice facilmente hauerebbe potuto interponer
diflìcoltà apprelFo li Prencipi,che non s'hauerebbe manco potuto venir-
adichiararione j ma che conuenilFe, fecondo l'ufo di quella natione , pi-
ia mira lontana,& col dichiarare che la giurifdittione de' Vefcoui, & la rc-
zaera daChrifto, & de mredmino , metter in riputatione quell'ordine ap-
} il popolo,impcdir le violenze , che la Corre Romana porellè vfar contra
•fone loro:& cofi dargli commodo, che in progreflo potcìrero riformarle
fe,con feruitio ò.i Dio, & con tranquillità de' popoli, reftituendo la libertà
pata da' Romani.
a li Francefi,il naturai de'quali è proceder all' aperta, & con impeto,haue-
quefte arti per vane : diceuano,che non hauerebbono mancato a Roma ri-
j per renderle inutili ; & che , per venir ai fine, haueuano bifogno di tanta
io,che non fipoteua hauer nillunabuona fpcranza: ma che il vero modo,e-
iza niirunaartc,alladiritta,&airaperta,urtargh abufi pur troppo chiari,&
ifefti : & che non era maggior la diificoltà in ottener quefto, che era il fine
:ipale , di quello, che folle l'ottener il prctefto, che ottenuto, farebbe ftato
iente. Ma in un' altro particolare ancora non erano meno differenti li lor
egli. Conueniuano tutti in giudicar neceflariojchereirecutione de' decreti
liari fofle Ci ferma & ftabile,che non fi poteflè alterare : vi era nondimeno
che differenza tra eflì Franccfi , &c Spagnuoli , nel fermar il modo , come
creti di quel Concilio non potefTero elTere,ne derogati,ne alterati dal Pon-
e,con pretefti di difpéfe,non oftantie,& altre tali claufuleRomane.Et per
liiTegnauano li Francefi > che fi difiuiire lafuperiorità del Concilio al Papa:;
NNnn ii)
6s4 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio i
ci3 i3 oLicro fiftatuiffe, che li Decreti del Conciiio non pofllno cfTer dal Pomefi;i
LXii. derogacene difpenfadiche farebbe ftato un intiero rin:edio. LiSpngnuoIlj
ucuano per punto difficile da ruperare,&: da non tentarfì j perche il Fon 5i
hauerebbc Tempre hauuco fauore da' Prencipijquando fi folTc doluto, che f q
taife diminutione della fua poteftà, &: farebbe fauorito dalia maggior pan (j
Prelati Italiani , per degnità della patria , 6c per molti propri] intereffi: & t )i
pareua baftaiTe , che il Concilio facefTe li decreti, dilfegnando che poi i
otceneire in Spagna dal Rè la Pragmatica fopra : & per quefta via foikr
biliti,iì,che nonhaueireroingrclfo in Spagna le contrarie difpenfatioiu .
titìcie.
i Legati ofen- Li Legati efpedirono un Corriere efpreiro, con la copia propoftadal C
dano Lorena, ^^^^ j^ Lorena , & con le confiderationi d'alcuni Canonifti , fatteui fopra
dt che egli fi ^^^^oftrarcche l'autorità Pontificia foife intaccata : ricercando che gli fofl
"' to ordine di quello,che hauelTero a fare : ilche dal Cardinale , quando lo f
fu riceuuio con molto fenfo:«S»: fece indoglienza,perche,hauendogli egli d;
copia, inanzi che la proponete in Congregatione ; &hauendo eflì moftr
cópiacerfenejhaueìTero poi operato con tanta diffidenza. DilTc parergli ft.
che di tutte le cofe fue,& de' fuoi Prelati,fi piglialfe ombrarli dol(e,che dag
liani folFe ingiuriata la Natione fua,afFermando, hauer con le proprie ore.
udito alcuni Prelati a dire deriforiamente ilprouerbio fcurrilc:, che già era
vulgato per tutto Trento, cioè. Dalla scabbia Spagnvola si.
cADVTi NEL MAL FRANCESE : delclieanco {ì lamentauano conogni<
fione,& gli altri Francefj5& etiandio li Spagnuoli j le indoglienzc de'qual
me è coftume,incitauano maggiormente li curiofì , & s'accrefceuano tra ]
tioni li fofpetti,& le diffidenzccon grauiiTimo pericolo : ne li Legati,3c i Pi
piùpruientijche con l'autorità, & con gli offici] s'oppoHeuano , erano bai
di fermar' il moto.
td l PreUti Et li Francefi irritati,rifoluerono di far proua della loro libertà , & conuc
Frtmceft in ro,che nella Congregatione de' fette il Cardinale di Lorena non interue
Ctngregatìom ma li lor Prelaci,a'quali toccaua parlarcdicelfero con libertà; & fé erano ri;
f orlano con ^\[ Ambafciacori proteftalTero : &c Lanfac , per farlo fapere, accio li Ponrif
ipema O^r-^^ guardalTerojin prefenza di molti di lorojdilfc ad Antonio le Girier, Vefi
d'Auranches,uno di quelli,che doueffe dir liberamente, &fenza timore , e
protettione del Rè era ballante a foftencarlo : ilche,rapportato a' Legati, fu
fa che folTcro uditi con molta patienza, fé ben non folo dilTero, che i'inftici
ne de' Vefcoui,&; la giurifdittioncfolfe de mreDtnwo, come quella del Pap
che non vi è differenza , fenon dì grado di fuperiorità ; & che l'autorità Poi
eia è rifiretta tra li limiti de' Canoni: narrando, & commendando lo fti.
Parlamenti di Francia , che , quando alcuna Bolla Pontificia è prefentata
contenga cofa contraria a' Canoni riceuuci in Francia , dichiarano, che è '
riua,& prohibifrono l'tirecutione.Qaefta libertà fu caufa,che li Pontifici)'
ronoiDaggiorrirpfe^tco nel par lare, fc ben la bellezza del motto prou«rbia ir
ciràua qualche volta alcuni de' Prelati allegri a non aftenerfene.
JlPioIIII. libro settimo. ^55 ^
i'ailprccefto, per quale il Cardinale di Lorena fi trattenne in cafajfurauiro ci 3 i»
l morte dei Rè di Nauarra, che quel giorno arriuò. Quel Prencipe , ferito l x 1 1.
a xchibugiata fotto Roano, fino al Settembre, nonellendoben'curatQ,in «««'/ò della
h i riduite in ftato di morte : nclqual pofto , per opera di Vicenzo Lauro me- ^."'"'^ '^^^ ^
cficommiinicò alla Catolica: poi vacillò verfo la dottrina de' Proteftanti, * '"*'*>^'**
(ialmente a dieci di Nouembrc morì. Et qucfto accidente portò anco alle
ik\ Concilio gran murationc:perche,hauutoncauii05Lorena alterò ^^^^^^^ fa mutar pen-
Gìenficri.Hebbcqael Rè principaliiTmiapartc nelle commiffioni, che furo- yj-e^j^Xoren.*.*
I Ite al Cardinale nel Tuo partire, onde egli era incerto, fé, dopolamorte di
u o,la Regina,& gli altri farebbono continuati in quel feruorc. Oltre di ciò,
launa aperta mutatione in tutto! gouerao.Deiidcraua d'elTcr' in Francia»
3terui apportar' elio ancora la parte fua:perche,cllèndo il Prencipe di Con-
apcrta dilfenfioncpoco confidente della Regina, &: di quelli che pc)teua-
prcllo lei i il Cardinale di Borbon poco capace , quel di Montpeniier ili
credito i il Contefì:abilevccchio,&: con molti emuli potentijhaueua gran
£tto, erdufi quefti, che Tuo fratello doueilc eircr' arbitro delle armi , & egli
onfeglio:&quelle cofe machinaua nell'animo fucpoco penfando al Con-
,& a Trento , doue fi ritrouaua. Gli altri Franccfi apertamente diceuano>
cfiringratiar Dio della morte di quel Rè, perche incomminciauaa tituba-
i congiongere ftrettamente gli intcrclTi iuoi con quelli del fratello,.!?^ degli
ugonotti.
eguentcgiornojche fu gli otto Dicembre, fu tutto confumato inceremo- cmmonk per
per l'eleccione iuccelTa della pcrlona diMaffimiliano , Rè de' Romani: ^''f'^'^^f'^
uefto celebrò la MclTa dello Spirito Santo, con interuento di tutto'l Con- 2. ^ ^'""''"
, l'Arciuelcouo di Praga.Fcceun Sermone in lode di quel Prencipe , il
)Uo di Tamia: Et li Cardinali, & Ambafciatori furono dal Praga coii-
3mc prima la Dieta Ci congregò in Francfort > il Prencipe di Condè man- trattato dt/
on lolo a ricercar' aiuto da' Prencipi Proteftanti ; ma anco , per trattar u- Condè co rhe
; degli Vgonorti con quelli della ConfcflloneAuguftana: & in particola- '^^i^^**
:r giongerfì infieme,a richieder un Concilio libero, & nuouo jdoueiolfe-
rartatc ru:te le cole rifolute in Trento : dando fperanzache anco i Francesi
Vecchia Religione Catolica , farebbono a queftoconuenuti, poiché era
promciroairAmbarciatordiFranciajche fupoi creato Cardinale, & chia- . ^j.^.^
. della Bordiflìera,che coli Ci farebbe fatto. Ma li Thedefchi Proteftanti e- J^^^ cÓwilhi
alieniflTimi dal Concilio, mentre che poteflercfenza quello, hauer pace in
aania : & però fu all'horaftamparo in Francfort un libro molto pieno delle
ationi,& ragioni loro,perche non erano intcruenuti,ne voleuano interue-
aTrentOjCon proteftatione della nullità di tutto'lfatto,&: che fi farebbe in
luogo.
Rè fu prima onto,&: coronato Rè di Boemia, in Praga,inprefenza dell' hemhe,dopla
aratore fuo Padre , da quell' Arciuefcouo , che da Trento era andato in Boe- '^'T^!^
ad effetto di quella ceremoniajaccio il Rè haueflè voto in Dieta Imperiale. ^^^^^^^ -
6s6 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio II
Viy i^ Ecandati a Francfoicfu neceflario afpettare, che li Canonici di Cologna va
LXii. gelfcro rArciuercoLio,eirendo quella Sede vacante: onde li Preneipi,adiur
hebbcro gran tempo di trattar diuerfe materieseifendo rettati fempre congrcit
in Franciortjpcr afpcttai- che s'cmpielfe il numero fettenario , con la corona cy
ne inBoemia,& elcttione in Cologna. Quelle cofe diedero gran peniìeiir
Roma,& fi temeua che da quella Dieta non folTe mandato aTrento a prot ^
re,&: che non folfe ufata qualche nuoua forma nella coronatione , abolii h
vecchia,che moftralTe iiiclinatione di partirli dagli antichi riti,o dal nuoiic Le
folle fatta qualche promeiVa pregiudiciale alla potcftà Pontihcia.L'Impcr )i
nondimeno,& il Rè,viarono fomma deftrezza a diuertircche non li trattai o
cofe della religione in piena Dieta inanzi l'Elettione , laqual fuc^lfe il ve i-
quattro Noaembre,& ildìvltimoja Coronatione: nellaqualc gli Elcttorit^ 1-
tri PrencipiProccftantijftettero alla Meifaifin che fu detto l'Euangelio, &: )j
vfcirono. Quello tanto vi fu di nuouo , che del rimanente fu dato illuoo^l
Noncio Pontifìcio fopra*gli Elettori, & agli altri Ambafciatori fottodi ì
impero,fatta l'incoronatione , incomminciò Cefare a pratticare con alcun e
Protcftantijcheadheriireroal Concilio di Trento: liquali, per non elferpr i-
nutijcongregati infiemcprefentarono ali' Imperatore la rifpofta promcir ')
ftam ad ejfo venti meli ,fa , all' Ambafciaria di Sua Maeftà nel conuento di Naumbur s;
ferfuafi dx differita fino all' hora:nellaquale,erpofte le caufcperche in molte Diete Ir ;•
Ctftre, j.^.^jj palfate haueuano appellato, & appellauano dinuouo ad un Concilio 1 ;-
rojfoggionfcro le conditionijche teneuanonecellarie : con lequali s'offerii; o
maefìtrKhìe- di conientire adinteruenirad un futuro Concilio Generale. Quelle erano t :]
dono condirlo- E Che lìa celebrato in Germania. IL Che non fìa intimato dal Papa. III. e
niimccethihi' eglinonvi prefeda,ma fìa parte del Concilio, & foggetto alle determinar li
li: di quello. IIII. Cheli Vefcoui, & altri Prelati fìano liberati dal giurair.( o
prellatoal Pontefìce,accio pollino liberamente, &fenzaimpedimentOjcli il
loro parere. V. Che la Scrittura Diuina fìa giudice nel Concilio, eiclufa e li
autorità humana. VI. Che liTheologi de' Stati della ConfeflìoneAuguf! a
al Concilio dellinati,habbiano,non folo voce confultatiua^ma deliberatiu <.
fìa loro dato faluocondotto, non folo quanto alle perlone, ma ancora qiu o
air eifercitio della religione. VII. Chele decifìoni nel Concilio non fi fac i-
nojcome nelle caufefecolarijperpluraUtà delle voci, ma fìano preferite le i -
gliori fentenzccioè , le regolare dalla parola di Dio. Vii. Che gli Arti :1
f Concilio Tridentino s'habbiano per caflà,&: irriti,eircndo quello flato pan: ^>
da una fola delle parti celebrato,^ non ordinato come fupromelfo. IX. C -»
fenelConciho non ft-guirà concordia della religione , leconditioni di Po a
reilinò inuiolate,infiemecon la pace di religione fatta m Augnila, dell' a o
M.D.LV. qualrefti valida,&efficace,&tuttifìano tenuti olferuarla. XI Co
fopra tutti gli articoli predetti, fìa loro datacautione idonea, 5c fufficic °-
L'Imperatore,riceuuta la fcrittura,promife d'adoprarfìper la concordia,&: < "'
rare in maniera,chefia celebrato Concilio^doue efìì con ragione non potei 0
licufare d'interuenire? purché dal canto loro deponeifcro gli odi) , & gli' ^i
afl":i
;, A Pio mr. LIBRO SETTIMO. (J57 ^
^li Scontrar ij alla pace Chriftiana : & s'offerì anco, per qiieflojd'andar' in per- e 1 3 1 3
ijpropriaaTrentOjrifoluco di trasferir/i inlfprucjfiniiralaDiecaidoueeflren- Lxii.
vi titano quattro piccioie giornate dal Concilio, hauerebbe potuto, con brc-
^ li tempo, operare quanto folle ftato di bifogno.
i a nel Concilio , finito di dirfi i voti fopra la materia dell* Inftitutione tan- ^'^"<''<' ^«^*
ìitilata , non Ci fece alcuna rifolutione, afpettando li Legati,chc da Roma ^"icaT'^X
Te.Ma diedero fuorail capo della Refidenza, participato prima col Cardi- quale Lormx
li Lorena,ilqual era,corae se difopra dctto,renza la dichiaratione , fé folfe difcone ambi*
e difiinOiO nò;maconpreraij,&pene. Et Lorena,dicendo prima di tutti S««w»««rt.'-
o, viaggionfe,checraneceflàrio concedere a Vefcoui il poter aifoluere
iriferuati iw C<»«^2>tfwr««ilcheprotefl:auadi non dire,per diminuire l'au-
di Sua Santità 5 ma, perche hauendo vifto m Francia,che niffun tranfgref-
quella fi curaua andare , o mandar a Roma per l'aifolutione , gli pareua
o,<S«:perleanimcde'popoli,sSi;perla dcgnità della Sede Apoftolica, il la-
li in quelle cenfure. Aggionfc anco , che non gli pareua bene aflringer
:oui alla refìdenza , in maniera, che non potelfero alfentarfi per giufte ca-
lequali s'haueuano da rimettere al giudicio <ii Sua Santità. Diife ài più,
:ano da eccettuare gli occupati ne' publici negotij de' Regni, & Republi-
:rche quelli ancoras'hanno da riputare non alieni dal carico Epifc opale,
ae ne'Rcgnijdoue l'Ordine Ecclefìaflico è un membro dello Stato,comc
ancia,&: ne' Regni di Spagna ancora.Fu il Cardinale molto prolilfo , & fé
plicaua fpeiro,che la refìdenza era neceiraria,& cònueniuaprouedere che
ilfcnondimeno andaua interponendo tante eccettioni,& ircufationi,chc
nitfunfeppe giudicare s'egli approualfe , ononapproualfe, che decreto
) della refìdenza folfe ftatuito.
mmunicarono anco li Legati agli Ambafciatori , fecondo la promcftà, i artìcoli di
3Hdellariforma,per la futura SeffioncprimachefìproponefferoinCon- ^ifomapro^
ione. Li quali tutti erano per rimedi] degli abufi fpettanti al Sacramento ^"Z^'*
kdine. Et perciò fì radunarono gli Ambafciatori,&; Vefcoui Francefì, in
Lorcna,perparlarfopra di quelli: & deputarono quattro Vefcoui tra lo-
gli confìderairero,penfando,fe vi era cofa pregiudiciale a' priuilegij della
LGallicana,&; fé fcglipoteuaaggionger alcuna cofa per feruitio delpac-
ì :& infìemc diedero carico all'Ambifciator Ferrier,che in Congregationc
I defimi Vefcoui fì raccoglielfero tutte le riforme propoflegià in Trento
i \iq1o, &: Giulio , «Se nel prcfcnte ancora,& nella Congregationc di Poiflì,
q:neuaeftratto : &aggiontoui il contenuto nelle inllruttioni Regie, &
ai più che loro parcife , ne formalfero articoli per tutta la Chriflianità, 8c
palmcnte per la Francia.
liCcTarei , veduto che non fì proponeua alcuna delle riforme da loro poco gratini
•date,congregarono tutti gli Ambafciatori. Praga parlò aloro,raccordan- d^' Cefaref:;,
3ngo tempojconfumato in Concilio in far nientcile promclfc tante volte
la' Legati,che s'hauerebbe trattato della riformai Sccon tutto ciò, erano
lutijcon fpeculationijO con prouifioni d'abufi leggieri. Che era tempo di
OOoo
^ 65S CONCILIO DI TRENTO Papa Pio ir
e 1 3 1 3 far' inftanza efficace>che s'attendelTe alle cofe impoi-ranti,& urgenti: che,fe ti t
LXii. folTero compaifi uniti a richieder refTecutione di tante promeire fatte dal Psa
& da' Legati,j(ì poteua fperare d'ottenere. Tutti confentirono : ma, quanc J
venne a' particolari,fi trouarono tanto differentijche non poterono conuer «
fenon nel generale d'addimàdar riforma: onde fi rifoluè, die Praga^nel dir il k
votojla richiedelTe per nomadi tutti:& cofi fece.
^arìjfareri £,t in materia della Refidcnza, con poche parolejdiffe. Che baftaua leu; j
fopra la ref- pj-^lati li trattenimenti , che godono in Corte di Roma , & in quelle degli , :j
«"»^*i Ptencipi : & ogni decreto faràbaftante. Il parere dell' Arciuefcouo d'Otre n
fu>chebaftaire il decreto dell' ifteilo Concilio fatto fotto Paolo terzo, agg u
gendouifolo la Bolla del Pontefice,data del M.D.LX.a quattro Settembre, i^r,
appreiroaquellaBollajricercaronoanco>chefoire fatta efpreflìone delle e {
dell' alTentiayche la Sinodo haper legitimejellèndo quello il punto/opra il a
può nafcer maggior difficoltà. La l'oftanza della BoUajnominata da Ocra e
conteneua un precetto dellaRefidenzaperfonale , fotto le medefime pcn a
Concilio dichiaratej&: quattro gratie a' refidenti : Cioè,che non poffino è
citati alla Cortejfenon per commiflìonefegnata dal Papa : Chefianoeffei d
ogni impofitione ordinaria , Se eftraordinariaj etiandio a petitione de' Prc ! p
impofta: Che poffino eflercitar giurifdittione contra ogni Chierico fecola :l
fente5& Regolare,habitante fuori del Clauftro : Che non fi poflì appellai il
lor fentenzcfcnon dalla definitiua. Altri fi contentauano del decreto pioj \<
da' Legati , ma con qualche alterationi > tutte accommodate a'proprij ri(| t.
che erano tanti,quante le perfone. Altri ancora fecero inftanza, che fulfe di b
rata de ture diurno: Se una quarta opcnione fu anco» chejquantonquefia^ w
diumoinon èifpediente farne dichiaratione.
fo^tttada Congregò il Cardinal di Lorena li Theologi Francefi, per difputare >ì:
Franceji dt q^^^^Q punto:liquali tutti uniformi concluferojche folfe de iure dmtm.Et ì '
V gon tw , ^|,Q^Q d'Angiers fu il primo,tra hFraneefi,a dir' il parer Tuo in quella fenten
cofi fu feguito dagli altri.Ma nelle Congregationi generali della Sinodo,u
no li Prelati indicibile longhezza:di che lì dolcua il Cardinale di Lorena C(
gati,moftrando defiderar che quelle materie fi fpedilfero, per venir alla rifc
replicando le tante volte ufate parole > che fé non haueranno fodisfattic
Trento, la faranno ii\ cafa loro.
'ddV^tl F.Alberto Duimio , Vefcouo di Veglia, allegando, che la materia della
'^ '** denza fu difculTa nel Concilio fotto Paolo terzo , Se rimelTa ad altro tem ,
decifione j aggionfe , che però farebbe neccirario veder le ragioni all'hora
da' Prelati.Al prefente haueuano detto il fuo parere,fenza allegar ragioni: i
glinongiudicauadoucrfar l'ifteiro, come pretendendo vincer perautori
numero d'opinioni,& non per ragione. Et poi fi diede a ree itar tutte le rag
per proua,che fia de iure dmmoiSc a rifoluer le contrarie. Fece gran riflelfo i
il detto di ChtiftojChe il buon paftore va inanzi il gregge, chiama ogni pec
la per nome,fcorre per il deferto a cercarne una perduta , Se mette la vita p<
IO. Moftrò, che quefto s'intendeua di tutti quelli, che Chrifto ha inftiruit
PpaPioIIÌL libro SEtTIMO. <?5^
fi::i,che fono tutti quclli,che hanno cura d'anime, li Vefcoui maflìraccome S. e i -3 1 3
pjjo dille , & fcrilIèagliECefì. Che chiunque non il riputaua, per decreto di Lxii.
£ riftojobli gato a quefti ufTicij,© era più utile per li negotijde' Regnij& Repu-
1 :he>lafciafle il carico di paftorc&attendelfe a quei negotij foli : cheèbcn
fc Ito far bene un carie ojmadoi contrari] è rmpoflibilc. Non piacque a'Cardi-
!,pcr la longhezza,per elfer ftato il primo a diiputare quella materia con ra-
ne,& però parlò con vehemenzaDalmatinajCon alfai de' modi di San Giero-
!0j 3c parole tolte da quello di pefo. SimònetaThauerebbe volontieri inter-
o,ma reftò,per l'occorrenza del Vefcouo di Guadice : nondimeno lo chia-
^inprefenza di molti Prelatij&loriprefeacrementcchehaueua parlato con-
8] Papa.ll Vefcouo Ci difcfe humilmente,& con ragioni: & pochi dì dopo,al- ^fp^efoper tU,
ndo indifpofìtione,chiefe licentia,& l'hebbcac fi partì il ventun del mele, yj^^'^f*^
a controueriia della refìdenza,dopo quello tempo,mutò ftatO) &c quelli>che^,,^„j^^g^
lorriuano j non s'afFaticauano più a moftrar con ragioni, onero con autori- qmfio punto:
)ine fin airhora,s'era fatto,che foife di legge humanaj ma fi diedero a fpaue-
uelli della contraria openionccon dire,che l'attribuirla alla Diuina,era un
inuire l'autorità del Papa : perche ne feguirebbe , che non potelFe più accre-
1,0 diminuire;diuidere,ouerounire;murar,o trasferir le Sedi Epifcopaliine
arie vacanti , o darle in amminiftratione , o commenda : che non potrebbe
ingere,ne meno leuar l'autorità d'aflolucre : che, con quella determinatio-
veniua a dannare in un tratto tutte le difpenfe concelTe da' Pontefici, Se le-
a facoltà di concederle all'auuepire.L'altra parte,che ben vedeua fcguirper
flìtà quelle confeguenze,non però elfer inconueniente quello,che ne fegui-
izi elter l'ifteilà verità,& ufo legitimo della Chiefa vecchia,^ che non per
fiproponeualadichiarationcfenon per leuar quelli inconuenientiieflìan-
. tralafciato d'ufar ragioni,& autorità per prouarla de iure àminoy fi diedero
ilrarejche, reftituendo con quella dichiaratione la refidenza,tornerebbe in
\ *nto della poteftàPontificia,s'accrefcerebbe la riuercnza verfo il Clero,&
;iormente verfo il fommo Pontefice , ilqualehaperfo in tante prouincie
3rità, perche li Vefcoui non refidendo , &gouernando per vicari) inetti»
IO lafeiato aperta la ftrada alla diireminatione delle nuoue dottrine , che
anto detrimento alla autorità Pontificia hanno prefo piedi : fé li Vefcoui
eranno,per tutto farà predicata l'autorità del Papa,& confermata doue an-
èriconofciata,&:reftituita douehariceuuto qualche crollo. Nonpote-
' però,ne runa,ne l'altra paite,parlar in quefti termini,che la contraria non
lorgefie della diffimulatione , & che l'interno occoltatonon reflaiTepur
)o aperto:erano tutti in mafchera>& tutti però conofciuti.Ma,ridotti a' fe-
Dicembrciie elTendo per ancora detti li voti dalla metà de' Prelati, propo-
Zardinale Seripando la prorogatione della Seflìone ; ne potendo preueder
do foficro per ifpedirfi, fu deliberato che fra quindici giorni s'hauercbbe
fo il termine ; &" ammonì il Cardinale li Prelati della fouerchia longhezza
irli voti jlaquale non miraua,fenonadoftentatione,leuaualarcputatÌGnc
-oncilio , 6c era per mandarlo in longo,con grande incomodo di tutti loro»
OOoo ij
to (Concilio di Trento PapaPioh
ciD i3 II Pontefice) che era reftato molto afflitto per la morte fuccclTa» in fine lei
LXii. mcfe inanzijdi Federico Borromeo, fno nipote, alqualepenfaiia di voltar t ta
il Papa afflit- la grandezza della cafa , hauendolo maritato in una figlia del Duca d'Vrb o,
toperUmorte fattolo Gouernator generale della Chiefa,coii trattato didarglianco il Du to
del ntjiotej j • (;;;amerinoi& oppreiFo dalla grauezza del dolore era incorfo in una indifj fi.
tionepericolofa alla fua età; recreato alquanto , applicò l'animo alle coklcj
. -. Concilio.Tenne diuerfe Congregationi , per trouar temperamento fopra 1 oi
Comlto Canonideirinftitutionc,& della Rcfidenza, giudicati da tutta laCortema
pericolofì air autorità Pontificia: & a ritrouar modo, come proucder alla ^o
lifliìtà de' Prelati nel dire le opinioni, come quella cheportaua ilConcil »
longoilafciando unaporta aperta a tutti quelli,che volclfero entrar' ad attcì x
«domhratode contra la fua dcgnità. Sopra tutto, gli daua molefl:ia quello>che da' France :r
frt^icejt, difTegnatoimaflimcche non riceueua mai lettere da Trento , nellequali n I
diceile, che, o il Cardinale di Lorena, ©alcuno degli Ambafciatori, fai u
no inftanza di riforma, con aggionta,chc,fe non haueilcro potuto ripoi :!
prouifionichericercauano,lefarebbonoincafaloro:3cche ben fpcifo fa^ u
ilo mentionedivolerprouifioni fopra le Annate,&Preuentioni , 8c altic )l
proprie fpettanti al Pontefice Romanojdeliberò di venir all' aperta co' Fiai ;j
& ditte a quelli, che erano in Roma, che,hauendofi egli tante volte offe; <
trattar colRè,di quello,che toccaua li fuoi propri] diritti,&venire ad amie i
compofitionej& , vedendo che i miniftri del Rè in Concilio fempre face n
mentione di volerne trattar nella Sinodcera rifoluto di veder fé voleua ro i
con lui a fi aperta dilFenfione.Diede ordincper corrier elprelfojin Francia); i
Nonciojdiparlarne.A Lorena fcriifcche non fi poteuano proponer inC^ :
lio quelle materie,fcnza contrauenir alle promelìe efprelTe fatte dal Rè^pei ;
zo di Monfignor d'Auxerre, Si querelò in Conciftoro della impertincn^ :
Vefcoui in Trento, nell' allongar le materie per vanità. Effortò li Cardii
fcriuer agli amiciloro:& a Legati fcrilTcche adoperaifero le minaccici 1' :
'^efìmfce fdwcr ita, poiché le perfuafioninon giouauano. Sopra gU articoli dell' Inftirut
capi delT In- fcrillejchc il dire aifolutamente i'Inftitutione de' Vefcoui eifer de iuredim
MaRcàln- °P^"^°"^ ^^^^^"^ erronearperche la fola poteftà dell' Ordine era da Chriftc
e a iisjt en- j^ Giurifdittione era dal Romano Pontefice : & in tanto fi può dire da Ch
perche la autorità Pontificia è dalla Maeftà fua : 8i tutto quello che il Papa
ta Chrifto, mediante lui. Et fcrilfejper rifolutione,che onero fi tralafcis
affblutamente le parole ^^/^y^^;«/«<7,ouero fi proponete nella forma, che.
mandaua,nellaqualefidiccua,Chrifto hauerinftituito li Vefcoui daelfcrcl
dal Romano Pontefice, con diftributione di quale , & quanta autorità par j
lui,per beneficio della Chiefa,darglij& con aifoluta poteftà di reftringer
amplificare la data,fecondo che da lui è giudicato.ScrifTe appreffo, che nel
ticolarc della RefidenzajelFendo cofachiara,che il Pontefice ha autor itàd
pénfare , foffc per ogni buona cautela riferuata l'autorità fua nel decreto :
quale non fipoteua metter W^ ture dmtmxcome haucua ben prguato il Catai
aPioIIIL libro settimo. éCi
arer delquale,come Catolico,non fi douefTero partire.Et>qiianto al tener la ci3~iò^
'one>rcriire confuramente>che non fofTe differita oltie li quindici giorni}&: Lxii,
non fi celebralTe fenza hauer le materie in ordine, accio non foife prefa oc-
ine da' maligni di cauiliare.
cr Trento parsòunat'olenne Ambafciaria del Duca di Bauiera , inuiata a ^mhafcdd
na > per ottener dal Papa la communione del Calice. Hebbe audienza da' •**'**'''5 "'*■
ati,& trattò in fecreto col Cardinale di Lorena.Fu caufa di rinouar la con- *^u°T '^ ^'"^'
ierfia,giàfopita>in quella materia, eirendo li Spa^nuoli,& molti degli Ita-
i ( fé ben per voti della maggior parte s'era rimeila la caufa al Papa ) di parc-
he foife pregiudicio al Concilio,fe,durante cfib,queir ufo s'introduceire. Si
;ro anco tutti li Padri in moto, per cfler da Roma gionte lettere a diuerfi
ati,chc s'hauercbbe fofpefo il Concilioilaqualfama Fu anco confermata da
iiouanni Manriques,cheper Trento pafsò da Germania a Roma. Ma li Le- /^ Mnh'ml
riceuute le lettere del Pontefice,giudicarono impofllbile eiFeguir gli ordini /«(ie^c dd Pa
.orna venuti, & che foire di bifogno dar' al Pontefice informatione più mi- ftimfoffibìli
delle cofeoccorrenti,diquclla,chc fi poteua dar per lettere;& far capace {{^'^^H^i^fi:
a,che non fi può gouernar' il Concilio, come a Roma fi penfaj & hauer in-
tione da Sua Santità più chiara di quanto doueuano operare. Et eifendo bi-
10 ài perfona di buono giudicio,ben' informata,^ a chi doueua il Papa ha-
:redito,non trouarono migliore del Vefcouo di Vintimiglia, ilqual delibe-
no difpedire in diligenza.Le fefte del Natale inftante furono di opportuna
imoditàjperfarprimacaminar lentamente, poiper intermetter le Congre-
oni, & con agio attendere a quell'elpeditioncchefuilventifcidelmefedi
embre.
iaa'ventotto arriuò nuoua della battaglia in Francia fuccelfa il dicefette,'w*«'yò àeU*
prigionia del Prencipe di Condè. Tutto Tanno fu molto turbulento jn^""''^'"*.^*
l Regno , perle differenze della religione, che diedero principio, prima a fjancia&le
3,5i dopoi a gagliarda guerra.Nel principio dell'annojelFendo crefciuto in occajìoni' d'ef-
giil numero degli Vgonotti, con malafodisfattione del popolo Catolico,yà;
lerofilTimo in quella città, & facendo quelli gran feguito al Prencipej il
iteftabilc,co'figlmoli,&la cafa di Ghifa tutta infieme, con alcuni altii,per
•cdir la grandezza,allaquale quel Prencipe caminaua , fecero lega infiem e,
dificgno di farfi capi del popolo Parifino ,• Se , con l'adhcrenza di quello,
ciar il Prencipe co'fiioi feguaci da Paiigi>& dalla Corte:&,partitifi ciafcunO
e terre loro,per inuiarfi verfo quella principale Città, & nel viaggio uccifi,
lifperfi gli Vgonotti,che trouarono in diuerfi luoghi adunati, entrarono in
'gi,& tirato dal canto loro il Rè di Nauarra,& fatta armar la Città a lor fauo-
ila Regina coftretta ad accordarfi con e(fi : onde , ufcito Condè di Parigi,&
atofiin Orliens,conlifuoiadherenti,pailarono Manifefti,&r fcritturedall*
par e,&: dall' altra,proteftando ciafcuno d'operarcin tutto quello che face-
)erlibertà,& feruitio del Rè. Ma,facendofi ogni giorno più forte il partito
Conteftabile,&: di Ghifa,neir Aprilcil Prencipe di Condè fcrilFe a tutte le
.cfc riformate di Frajicia,dimandandofoldati , & danari, & dichiarandola
pQoo iij
66^ CONCILIO DI TRENTO Papa Pio t
Gi3 i3 guerra concia li defenfori della parte Catolica, chiamandogli turbatori 1
LXii. quiete publica,violatori dell' Editto Regio,publicato afauor de'Rcformatl
lettere del Principe furono accompagnate con altre de' Miniftri d'Orliens, e
diuerfc altre città, che furono cauia di metter le arme in. mano a'feguacd
quella religione:&: fuccelTe accidcntcche gì' incitò maggiormente.Impcrdi
nel medefimo tempo fu publicato dinuouo in Parigi l'Editto di Gennaro :|
quale s'è fatta mentione,con una aggionta,che ne' borghi di quella citr; 8
una lega vicino ,non fi poteiTero far Congregationi di religione,© ammini a
Sacramenti/enonncl modoantico.Et m fine di Maggio,il Rè di Nauaria o
ufcir di Parigi tutti quanti di loro erano, fé ben in quefto procedette con e
detatione, che non lafciò che alcun di loro foife offefo.
Si ruppe la guerra quafi per tutte le prouincie di Franciatrarunapan S
l'altra , & in quella ftate furono fino quattordici elferciti formaci, tutti u i
cempOjin diuerfe parti del Regno. Combatteuano anco figliuoli contra p. [
fratelli contra fratelli,&: fino femine dall' una parte,& l'altraiprefero le aim :
mantener la lor religione.Quafi nifiìma parte delle prouincie , Delfinato , ] \-
guadoca,5c Guarcogna,riraale, che non futfe più volte fcolfa ; in alcuni liu i
reftando vincitori li Catolici,in altri i Riformati,con tanta varietà d'euenir i
ti, che cofalonga farebbe raccontargli , & fuori delnofliroproponimenr* l-
quale non ricerca, che fiano narrate le cofe fuori di Trento, fenon hanno e i-
nelfione conle Co^ciliari,come fono lefcguenti.Che, doue gli Vgonotti r i-
rono vincitori, erano abbattute le Imagini , diftrutti gli Altari, & efpila e
Chiefe,& gli ornamenti d'orca argento fufi,per batter moneta , con che p u
foldati.LiCatolici,douevinceuano,abbrugiauanole Bibie volgari,ribattt i
uano li fanciulli, coftringeuano a rifar dinuouo li matrimoni fatti feconc \t
ceremonie riformace:& più di cucci era miferabile laconditione de' ChierK k
de' Miniftri riformati , de* quali quando capitauano in mano degli auucrl j,
era fatto ftratio crudele,& inhumano:& in termini di giuftitia anco fi facei o
cirecutionigrandi,maflìme dalla parte Catolica. Nel Luglio ilParlament li
Parigi fece un' Arrefto,chefoire lecito vccidere tutti gli Vgonotti : ilquale -i
publicoordiKC fi leggeua ogni Domenica inciafcuna Parochia.Aggionferc )i
un'altro,dichiarandoribelli,nimicipublici,notati d'infamia , con tutta h n
pofterità,&confircatilibenidi tutti quelli, che haueuano prefo le armi in :-
liens,eccettuando Condè, forco pretefto che folTe cenuco da loro per forz: r,
con rutto che molte trattationi pairafiero tra runaparce,& l'alerà, elTen (I
cciandio abboccaci infieme la Regina, Madre del Rè , & il Prencipe de Coi .')
l'ambitione de* grandi impedì ogni componimento, fiche non fu poflìbile i-
u^ modo come acquecaie il moco.
Ma,eirendoniorco il Rè di Nauarra, che forfè hauerebbe impedirò il ve e
all' aperca guerra, la Regina, volendo far sforzo di ricuperar l'ubedienza ce ic
armijdimandò a cucci li Prencipi roccorro:&: perche per i mouimenci di Fra; a
li popoli de' Paefi baffi imparauano ad elTer fempre più concumaci,& dui ^
ogni giorno fi diminwiua l'autorità del Kè,non potendo li Gouernatori rip i'
r<'e
.A Pio mi. LIBRO SETTIMO. 66^
»:ie volendo il Rè fegiiir il parer del Cardinale Granvela, principale in que^ ci^ io
cerno,ilqualeloconregliauaatrasfeririiifi,pcr opponcrla Maefià Regia alla LXii.
1 a dirpolitionc de' popoli,&: diiregno de' Grandijconolcendo quel fauio Rè,
[intofoiTe piùpericolofa cola efler difprezzato in prefenza-.&jdubitando di
,< acquiftarper ciò la Fiandra, ma confermarla nella contumacia maggior-
Q1CC5& tra tanto perder' anco la Spagna:giudicò quel Prencipe, che,con fot*
aiettere li Francefi foUcuati al fuo Rè> potelfe prouedere intieramente alla
itumacia de' fudditi propri]: de però offerì alla Regina potentiflìmi aiuti di
|cej&: fufficienti per fottomettergli turto'l Regno. Ma la Regina ricufaua
idigentc, &dimandaua danari : ben conofccndo>che,colriccuer le genti,
uerebbe melTo in neceflltà di regger la Francia, non fecondo li rifpetti pro-
ma delRèdiSpagna:onde,coaaenendo in un partito medio, riceuette aiu-
ifeimilaperfone,conlequali,& con le forze proprie,maneggiate dal Con-
ibile,& dal Duca di Ghifaiil giorno fopradetto de dicefettefufattala gior-
L, doue morirono degli Vgonotti tremila , Se cinquemila de' Catolici : da
»c le parti reftarono li Capitani generali prigioni,Condè,& il Conteftabilc:
mo degli elFerciti reftò rotto per il valore de' Luogotenenti, dell' uno &
' altro,che erancGhifa per li Catolici,& Colignì per gli Vgonotti:& la Re-
i immediate confermò il Capitanato a Ghifa. Ne per quello Colignì reftò di
itencrrelTercito in arme,diconferuar le terre che haueHa,& far' anco quaj-
progiciro.
)i quefta vittoria, che per tale fu dipinta, fé ben non molto meritaua il no- rendmentodi
(1 refe gratie a Dio in Trento da tutti li Padri congrcgati,facendouna Pro- S****"^* , *"^*"
one, 8c cantando una Meira,nellaquale Francelco Belcaro , Vefcouo di ^^^.
Zjfece una oratione, narrando tutta Thiftoria delle confafioni di Francia,
i morte di Franccfco fecondo, & raccontando il fuccelTo dell' ultima guer-
Dnferì tutta la lode del ben' operato nel folo Duca di Ghifa : pafsò a dire , la.
a di quelle confui^oni eifer (tato Martino Luthero , che , fé ben picciola
:illa,ai:cc(e gran fuogo,occupando prima la Germania, & poi le altre pro-
:ieChriftianc,faor che ritalia,&Spagna.Interpellò i Padri a fouutnir alla
ublicaChriftiana,poiche foli poteuanoeftinguer queir incendio.DiiTejche
'annovcntcfimo iefto,dopo che Paolo terzo diede principio a medicar' il
e,intimandoquiui il Concilio,ilqualfudiiFerito,poidiflìmulato,& final-
ite in quello con varie fattioniiì contefe,finche fu trasferito a Bologna:doue
ruennerovariedilationi,maggioricontentioni, & fattioni più acerbe. Fu
richiamato in Trento, &,per le guerrcdiifoluto Horajcfferfì gionto all' ul-
o:noneircruipiùluogodidi{Iìmulatione:quel Concilio, onero elferpcr ri-
ciliarrutto'l mondo,© per precipitarlo in una certa ruina.Peròconueniua, ,
i Padri non rifguardaifero agi' intereflìpriuati , nonportanerodilfcgnijne
afferò in gratia d'altri, trattandoli la caufa della religione. Se haueranno
chio adaltta cofa,la religione farà fpedita:& le fudette cofe, dette con libcr-
imperò conadulatione,primaa' Padri,poiverfo ilPontefice,rimperatore,il
ic' Romani, 6c quello di Polonia. Pafsò alle lodi della ReginaMadte di
^ ^ CGà, CONCILIO DI TRENTO Papa Pio III
ci3 i3 Francia, Se delRè di Portogallo } & in fine eirorcb alla riforma della difcjplii
LXii. Ecclefiaftica.
Il Cardinale di Lorena , riceuuta la nuoua della pregionia del Prencipe,tei »
molto allcgro>particolacmente per l'honore del fratello : & tanto più entrò i
dcfiderio di ritornar predo in Francia , per poter' aiutare dando in Corte* & 1 1
Regio conleglio , le cofe di quello , & auanzarfi elfo ancora qualche grado 1 1
alto:poiche era leuato & Nauarra,&: il Conteftabile > a' quali era necelfario e :
cedelrc.
/oj^em àti II Pontefice,in quei giorni,pieno di fofpetto per l'andata in IfpruG, c'hauc,
rafx emiro. ^y;^\^^2XO l'Imperatore, giudicando , che non fi moueffe fenza gran dilFegni :
Ce/«ret fenza certezza d'effettuargli: & peròjcredendo che hauelFe fecreta intellige; i
con Francia,& Spagna,dellaquale niente penetrando, non poteua far giudic ,
,« . fenon che folle machinationecontra lui } andana penfando di trasferirli e
diwew.- ancoraaBologna,& di mandar otto o dieci Cardinali aXrento, e di riftringi '
mac^cTiormcnre co' Prencipiltaliani,& di confermarbene li Prelati Tuoi amo •
uoli in Concilio,mentre trouaua qualche occafione,chefidiirolueire,o folp •
deife-, & per impedir la trattatione in Trento di riformarla fua Corte,inq i
<TÌorni s'adoperò aitai in quefto. Riformò la Rota, publicandounBreue,d i
lòtto ilventifetteDicembre,con ordinationccheniirun Auditore polli vci '
alla definitiua , fé ben in eaufa chiara , non fatta la propofitione a tutto'l Co ■
t^io, eccetto, fé interueniire il confenfo delle parti : che lefententiepronuni •
te, «/•?«7?W«/<«,fiano prodotte tra quindici giorni : chele caufe degli audit( ,
oloroconfanguinei, sparenti fino al fecondogrado, o famigliari, non fi: i
conofciute in Rota:che non coftringano le parti a Hceuer auuocato : che no i
faccia decifione contra le ftampatcfenon con due terzi de' voti:che fiano te
a rimetter qualonque caufa ,doue fi fcuopra fofpettione di delitto. Fece j.
medefima Bolla una tafia della moderatione delle fportule. Riformò ance
con altre Bolle publicate il primo di Gennaro feguente, la fegnatura di giù
tia, li tribunali di Roma, l'ufficio del Auuocato filcale, ordinando lefporci
che doueffero hauerc. Ma tanto fu lontano,che per quefte prouifioni cellalu
le confuete cftorfioni, che anzi dalle tranfgreffioni di quelli nuoui ordini, si
parò a violar anco li vecchi,che erano in qualche ufo.
vxnAtLUtgm;: I Cortegiani Romani, riputandoche i Catolici '\\\ Francia hauelTero haiu
n^in Trento intiera vittoria , &: cheli Proteftanti folFcro a fatto annichilati, erano allc£
ferlafudetta credendo chcelfendofi Ottenuto conlc armi quello, ches'afpettauadal Con
wttma: j^ ^ quanto alla Francia ; non douendo hauer più rifguardo alla Germania, e
gli haueua proteftato contra, celFatrero totalmente le caule di far Concilio, ò
potetVe fofpenderlojO differirlo,6i: liberar loro dal ti-auaglio, che ogni fcttim^
fentiuano crefcercper le nouità,che da Trento veniu^no. Il Pontefice noi
fece gran capitale fopra: perche ben* auifato,che le forze de' Catolici non era
accrefciutejne quelle degli Vgonotti diminuite, & che quella giornata dar
be occafione ad ambe le parti di trattar di pace , che non poteua efifer fenza p
giudicio fuojSc fenza dar materia in Trento a maggior nouità ireftauacon ni
apaPioIIIL libro SETTIMO. ^^5
iitimorej & molcftia, che prima. Con qiiefto (lato di cofc fini l'anno m.d- e^i o i S'
iijil.hauenclofi in Trento tenuta Congregadoncaddi trenta del mefcdoue fu lxiii,
il ibcraco di prolongare a ftatuir il giorno della Seflìone per altri quindici
j-rni.
I L'anno M.D.LXiii.hebbe principio in Concilio>con l'atto della prefentatio- artlco/idl ri-
S' che gli Ambafciatori Francefi fecero de' Capitoli della riforma,che a' Legata f*'"'"'* <^«*
itutti li Pontifici) paruero molto ardui : ne' particolari maffimcdoue li trat- ^^**^"fii
U d'alterar li riti della ChielaRomana> &;doue erano toccatigli emolumcn-
l : dritti>che la Sede Apoftolica riceuc dalle altre Chieie.Et gli Ambafciatori,
I prefentatione, aggioniero la folita appendice, per non chiamarla protefta>
I > fé quelle piopofle non foifcro abbracciate, hauerebbonoprouedutoa'lor
Igni in Francia.Furono certi li Legati,che dal Pontefice farebbono (lati vifti >„^„(f^^/^j
alterationcactefa laprome(rafatt3gli,che non fi iarcbbe, intorno le Anna- paùa:
e altre ragioni pecuniarie,trattato in Concilio » ma amicabilmente con lui.
•bero per necellario mandar' un Prelato a portargli , & informar la Santità
inclinarono a mandarilVefcouo di Viterbo , come ben' informato delle
di Francia, pcrelferui dimorato molti anni Noncio , de confapeuole de*
ieri del Cardinalc,& Prelati Francefi del Concilio , con quali haueuacon-
ito dopo il loro arriuo, llche intefo dal Cardinal di Lorena , gli confortò a
fare 5 &c elfo ancora gli diede inltruttione per parlar al Pontefice. Quel Ve-
o fu cofi defi:ro,che,quantonque folfe dal Cardinale tenuto elìèrgli manda-
:r efploratore,&: oirciuatorc , nondimeno feppe cofi ben maneggiarfi, che
iftò la confidenzadel Cardinale, & degli Ambafciatori , fenza diminuir
la,che il Pontefice^: i Legati, haueuano in lui.Andò queilo Prelato,có in-
;ione di douer rappreientar al Papa tutte le difficoltà, che li Legati fentiua-
k di riportarne rifolutione ; 8c ordine , come in ciafcun particolare douef-
^ouernarfi. Da Lorena hebbe inftruttione di fupplicare il Pontefice , a
ler' in buo naparte,c he folfedal Rè ricercato quello,che era necellario per
) Regno ; Scdaloro, cheeffeguiuano li commandamenti Rcgij}& d'of-
aSua Santità l'opera fua, per accommodare le differenze dell' Inftitutio-
:' Vefcoui , &: Refidenza, che teneuano il Concilio impedito in cofe
eri.
Ccfarei,veduta la riforma de' Francefi,&confiderato il proemio, parue lo- ì^'ptreldo-'^
ìlfer notati j come di poca autorità. Sì dolfero co' Legati,chc gli articoli di '""«^'«Mf f ^«^ »
ma,raccordati dall' Imperatore , o da loro,non Folfero ftati propofti,qtian llnj?'^''
uè ne haueifero dato fuori copie , mandate a Roma , & dilleminatc per
to; &: ricercarono che fi ponetfcro infieme con quei de' Francefi. Si fcula-
i Legati, per la facoltà data loro dall'Imperatore con lettere , & datili
•afciatori a bocca, che proponelVero & tralafciallero quello , che a ìoropa-
foggiongendo, che afpetrauano tempo opportuno , & che veramente li
:efi non haueuano trouato buona congiontura , mentre che viue la ài^o-
de'doi Canoni,che dà moltamoleftiaaSua Santità. Non reftaioiio iodil-
,liAmbafciatori,dicendOieircr differenza daltialafciaril tutto,ad una fola
PPpp
_^ 666 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio II,
CI 3 i3 partc;& dal differite» tenendo tra tanto le cofe col debito lifpetto, al propala;
LXiii. emetterle in derifione. Et replicando Simoneta,che era troppo difficile difc
nere quei da proporre > doiie erano manifefti quei da tralafciare ; in ftne lì ce-
tentarono liGerareijchcs'afpettalTe quello, che il Papa hauelTe detto alle p»
» PreUtìFrA ■ pofte Francerij& poi fi follerò date fuori le loro. I Prelati Francefi haueuano :
cefi non appro- cQiifentitOjCon parole generalità' capitoli (pettantia'ririj& altri digrauann
^^rtmlh * Vcfcoui, che in iecreto loro non approuauano,credendo che nella ventilati*'!
d'eflìdoueirero hauerli Spagnuoli, di buona parte degl'Italiani contrari): j
vedendo che fi mandauano a Roma , hebbero timorcche, opponendofi il P ;
a quelli , che toccauano le Tue entrate, folle condeiccfo agli altri,& per com i
fìtione contentatofi de' pregiudiciali a loro,per ftiggit quei di luo intcrcfle. 5
qucftacaufa, fi diedero a far qualche fecreteprattichc con altri Prelati, perl|
dendo la moderatione : ilche facendo alla Francefcfenza intiera caution(|
e ne fono cen- noto agli Ambafciatori.Perilche Lanfac gli congrek,ò turci,& ripreleacren
furati dai^n te,che ardiilero opponeriì alla Volontà Regia, delia Regina , del Confeglio
f't'^- to,& del Regno : gli etlortòjnon folo a non contra operarcma a promuom
Regia deliberatione : & l'ammonitione fu in forma,che fi conolceua nonf(
rigore.
tenori cCefr. Ma,prima che narrare la negotiatione di Roma, è ben portar qui la (oh
della propofta Francefc, laqual fu immediate flampatainRipa, & aPadoi
conteneua,ChegliAmbafciatori,già molto tempo , haueuano deliberato»
guendo il commandamento del Rè, di proponer al Concilio le cofe contei
in quello fcritto : ma, hauendo l'Imperatore fatto proporre quali le ftelfe
non importunar li Padri, haueuano afpettato diveder la rifolutione Topi
propelle ài Sua Maeftà Cefarea. Ma,riceuutonuouocommandament(
Kh&z vedendo i'iftanza dell' Imperatore portata più in longo che non fi |
faua,haueuano deliberato non differir pià,non volendo effi cofa fingolare,l
rata dal rimanente della Chriftianità : & chc,il Rè,deiìderando che fi tenga
to delle cofe da lui propoflcrimette nondimeno il giudicio , & la cognitioi
tutte a' Padri. Erano li capi trentaquattro. I. Che non fìano ordinati Sace
tijlenon vecchijcon buona teftimonianza del popolo, efperinientati per bi
vita pairata:(Sc fìano punite le carnalitàj&trafgrcflioni loro, fecondo li Can
II. Che gli Ordini facri non fìano conferiti in un' ifteifo giorno,o tempo
chi ha da afcender a' maggiori, fiaprouato ne' minori. III. Che non fia <
nato Pretcalqual infieme non fìa dato Bcnefìcio,o Miniflerio , fecondo il C
cilio Calcedonenfe,quando non era conofciuto il titolo prefbiterale fenza
ciò. IV. Che fìa reflituita la debita fontionea'Diaconi, (Scaltri Ordin'
crijaccio non appaiano nudi nomi, & infoia ceremonia. V. Che liPret!
altri MiniftriEcclefìaftici , attendino alla lor vocatione; ne s'iiuromettin
altro urficiojchenel Diuinominifterio. VL Che non lì faccia Vefcouo, fé
d'età legitima,dicoftumi,&:dottrina,c he poflì iiircgaare,& dar'eircmpio a
poli. Vii. Che non fìa fatto Piouano, fi-no 11 di boiitàprouata, che poflì 1
gnar' al popolojben celebrar il Sacrifìcio,w^ amminiftrar li Sacramenti , & J
,
.PA Pio mi. LIBRO SETTIMO. (,(,j
ar riiro,& effetto di quelli a'recipienti. VIII. Che non/la creato Abbate,o~ci3 id
or Conuentualcfenon ha infegnato lettere Tacre in una celebre Vniueriìtà,& lxiii,
enuto il MagiftcìiojO altro grado. I X. Che il Vcfcouo, per fé ftelfo, o per
zzo d'altri predicatorijin tanto numero chebafti/econdo la grandezza della
ocefi,ogmDomenicaj& Feftaj& nella Quadragefima i giorni di digiuno j5c
rAuuento,3c lempre che farà opportano,debbia predicare. X. Che l'iftelfo
:ia il Piouano,quàdo vi fono audienti.XI.Che rAbbate,& Prior Cóuentua-
egga la Sacra fcrittura, & inftituifca Hofpitale j fi che fiano reftituite a' Mo-
rcnj le antiche Scole,& hofpitalità. XII. Che i Vefcoui,Piouani,Abbati,&
iEcdefiaftici, inetti a far' il loro ufficio, riceuino per quello coadiutori, o
ino a' Benefici). XIII. Che,per conto del Catechifmo,& inftruttione fom-
ia della dottrina Chriftiana, fiaordinato quello, che la Cefarea Maeftàha
3ofto al Concilio. XIV. Che un folo Beneficio fia conferito ad uno Jena-
a la difterenza della qualità diperfonc, & di beneficij Compatibili, & Inco-
3Ìli:diuifione nuoua,incognita agli antichi decreti,caufa di gran turbe nella
sfa Catolica; & liBeneficijRegolarifianodatia Regolari, & li Secolari a'
•lari.XV.Che,chi al prcfente ne ha doi,o piu^ritenga quel fol0,che eleggerà
reue tempo ; altrimenti,incorra la pena degli antichi Canoni. XVI. Che,
mar ogni nota d'auaritia dall' ordmeSacerdotale,fotto qual fi voglia pre-
, non fia richicfta alcuna cofa per l'amminiftratione delle cofe facre j ma fia
ifto,che li Curatijcon doi,o più Chierici,habbiano di che viuere,& eiferci-
liofpitalits j dando ordine il Vcfcouo,con unione di Benefici), o affignatio-
decimc ; onero, doue ciò non fi potrà, prouedendo il Preneipe per fubuen-
,& collette impoftefopra le parochie. XVII. Che nelle Meireparochiali
Joftol'Euangclio chiaramente, fecondo la capacità del popolo; & le pre-
e , che il Paroco fa,infieme col popolo, fiano in lingua volgare 3 & finito il
ficio ì\\ Latinojfacciano publiche crationi in lingua volgare parimente,&
fi m quel tempo,& nell' altre hore,cantar nella medefima lingua,canti fpi-
.i,o Salmi diDauid, approuati dal Vefcouo. XVIII. Che l'antico decreto
Communione, fotto ambedue le fpecie,di Leone,& Gelafio,fia rinouato.
\. Chcinanzi l'amminiftratione di ciafcun Sacramento , preceda ìw lingua
.re una efpofitione , fi, che gl'ignoranti intendino rufo,& l'efficacia. X X.
fecondo gh antichi Canonici Beneficij non fiano conferiti da' Vicari), ma
edefimi Vefcoui,fratermine di fei mefi : altrimenti la collatione fi deuolua
flìmofuperiore,& gradatamente al Papa. XXI. Cheli mandati di proue-
e e(pettatiue,li rigre(Tì,lercfignationi in confidenza, & le commende, fia-
tocate,& bandite dalla Chiefa,come contrarie a' decreti. XXII. Che le re-
ioni in fauore fiano in tutto efterminate dalla Corte Romana , elTendo un
srfijO dimandar il fuccelTorercofa prohibita da' Canoni. XX III. Cheli
Iti femplici,a'quali,contra la fondacione,èftataleuata la cura delle anime,
gnata ad unVicario perpetuo,con una picciola portione di decima,o d'al-
crata,alla prima vacanza , fiano reftituiti nello ftato di prima. XXIV. Che
cficij,a*quali non è congionto alcun ufficio di predicare , amminiftrar Sa-
PPpp ij
66% CONCILIO DI TRENTO PapaPio in
ci3 i^ cramentijO altro carico EccleiìafticojdalVefcouo, col Confeglio del Capitol
LXiii. fia importa qualche curafpintualco fi ano unite alle parochialivicinej non d
uendojue potendo elTer' alcun Beneficio fenza uftìcio.XXV.Che non fianoii
porte pendoni l'opta Benefici), & le impofte fiano abolite : accioche le entri
Ecclefiaftichefianofpefcnelviuerde'Paftori , de'poueti, Maitre opere {,
XXVl.Che a Vefcoui fia rcrtituita intieiamente la giurifdittione Ecclefiafti ,
in tutta la Diocefijleuate tutte le eflentioni, eccetto a Capi degli Ordini:^
Monafterij,che fo no foggccti a loro,&: a quelli, che fanno Capitoli generaU^
quali le eilentioni fono con titolo legicimo conceirejprouedendo peròjche r j
mno elTenti dalla coirettione.XXVILChc il Vel'couo non ufi la giurifdittic^
ne tratti negotij grauidellaDiocefijfcnonconconfegliodel Capitolo-.&li i
nonicirefedino continuamente nella Cathedrale , fiano di buoni coftumii
fcienza , &c almeno di venticinque anni : perche,inanzi quella età,non haue: \
per le leggi libera poterti fi^pra li fi.ioi beni, non debbono ciTer dati per co
glieri a Vefcoui. XXVIII. Che li gradi di confanguinità,iffinità, de parer
lpirituale,fiano olTeruatijOuero dinuouo riformati: ma non fia lecito difpe
inquelli,eccettotra liRc,& Prencipi,perbenpublico.XXIX.Che,eifendo
molte perturbationi,per caufa delle imagini, proueda la Sinodo, che il poj
fia infegnato , che co&:debbia creder di quelle, & che fiano leuati gli abufi,
fuperftitioni, fé alcune fono introdotte nel culto d'elle. Il medefimofifa
delle Indulgenze,Peregrinaggi,Reliquie de' Santi,&: delle Compagnie, o C
fraternità. XXX. Che fia reilituita, nella ChiefaCatolica,lapublica,»Siai
penitenza per i peccati graui,&; publici,&: porta in vfo:&: ancora,per placai
di Diojfiarertituito l'ufo de' digiuni,^ altri eifercitij luttuofi, & preghier
bliche.XXXI. Che la Scommunicanon fia decretata per ogni forte di deU
contumaciajma,folo per i grauiflimi,&: nc'quali il reo perfeueri,dopo le ar
nitioni. XXXII.Che,pcr abbreuiare,o leuar in tutto le HtiBeneficiali,da
tutto l'Ordine Ecclefiaftico è contaminato,fia tolta via la diftintione di pc
rio>&:poireiIbrio,nuouaraente trouata in quelle caufc: fiano abolite le nor
tioni delle Vniuerfitàrfia commandato a' Vefcoui, di dar li Bciaefi<:ij > non
gli ricerca,ma a chi gli fugge,& è meriteuole : 8c il merito fi potrà conofce:
<{opo il grado riceuuto nell' Vniuerfità,s'hauerà adoperato qualche temp(
voler del Vefcouo,& approbatione del popolo,nelle prediche. XXXIII.
nafcendo lite beneficialcfia creato un Economo,& li litiganti eleggano
tri:ilche,fe non faranno, il Vefcouo gli dia , &c quei fra fei raefi terminino.
inappellabilmente. XXXIV. Che le Sinodi Vefcouali fi faccino almen*
volta all' anno;& le Prouinciali ogni tre annirSc le Generali,quando non "
ràimpedimentOjOgni decimo.
Ftntìmìgli* Ma in Roma arriuò,il primo di Gennaro> il Vintimiglia , fatto il viagj
giunge a I{o- fette giorni. Prefentòal Pontefice le lettere, & efpofe la fua credenza>&
^^* conto de' penfieri,& vari] fini,che erano in. Concilio,& degli humori diue
del modo,come parcua a' Legati,& agli altri buoni feruitori;di Sua Santit
doueflero pigliarci maneggiare le cliificoltà.Tenne il Pontefice Congrej
.p Pio mi. LIBRO SETTIMO. 66c)
ilrrzo giomio,e diede conto della lelatione di Ventimiglia;mofl:rò fodisfar ci3 i:>
,i della diligenza,& prudenti attionide'Legati,& lodò la buona volontà di ■ lxiii.
,1 ia:& ordinòjche fi confultaire (opra il capo dell' Inftitutione de'Vefcoui, doneilPa^A
e dngeuaaU'hoia principalmente.il giorno fcfto , anniuerfario della coro- '*"** ^""f*
e ne {ua>tenne una altra Congregatione , nellaquale publicò Cardniali Fer- ^*^^*"^f'
i;idode'Medici,& Federico Gonzaga:qucllo,perconfolar il padre della mi-
ni morte d'un altro figliuolo Cardinale: Se quello, per gratificar il Legato
a ;oua, & gli altri della cafajftrettamcnte feco congionti, per il matrimonio \
j lipotc del Legato, & della forella del Cardinale Borromeo : non intermet-
n 3 però il Pontefice d'interuenir alle confulte delle cofe Conciliari > nelle-
1. dopolonga difcuffioncfurifoluto di fcriuer a'Legatijcheil Canone dell'
il iirionc de' Veicoui folfe formato,con dire , Che li Velcoui tengono nella
h (a luogo principale,dcpcndente dal Romano Pontefice,6<: che da lui fono
u ti in partemfoUicitudtnis. Et nel Canone, che della poccftà del Papa era in- J"'"'^**'^.^*-
0 )[co,ri diceirc,Che egli ha autorità di parceie,5c regger la Chiefa uniuerfa- ^flUmiom dT
,1 luogo di Chrifto, dalquale gli è (lata communicata tutta l'autorità, come Vefcoule del^
i( fio generalc:ma nel decreto della dottrina , eftendelFero le parole del Con- '* podefta dH
i Fiorentino,lequali fono,Che la Santa Sede Apoftolica,& il Romano Pon- ■''''/"*'
± r,ha il primato in tutto'l mondo,& è fuccelFore di S.Pietro, Prencipe degli
p Ioli, &vero Vicario di Chrifto, Capo di tutte le Chiefe,Padre,& Maeftro
. I ri li Chriftiani,alquale,in S.Pietro, da Chrifto Noftro Signore,è ftata data
le i poteftà di pafcere,reggere,&: gouernare la Chiefa uniuerfaletfoggiongen-
D ic non fi dipartiifero da quella torma, quale teueua certo che farebbe rice-
j :pcrche,eflendo tolta di pefo d'un Concilio Generale, chi vorrà opporfi, fi
i( Lcià Scifmatico,& incorrerà nelle cenfure : Icquali, per diuina prouidenza>
1 do fempre ftate punite ne' contumaci con maggior eftaltatione della Sede
I lloli ca , confidaua , che dalla Maeftà fua Diuina , & da' buoni Catolic i , la
1 1 della Chiefa non farebbe abbandonata: & fra tanto farebbe ritornato il
1 iniigiia,che in breueiiauercbbefpedito con più ampie inftruttioni.Delibe-
I trasfcrirfi a Bologna,per ellèr vicino,&: poter abbracciar le occafioni di fi-
[).o trasferirli Concilio,lequali,primache gliauifigiongeifero a Roma,fua-
i no. Fece formar' una Bolla,che,occorrendo la morte fua,mentre folFe alfcii-
: -Icttionefi faceffe in Roma dal Collegio de' Cardinali.
'■ on cofi tofto fu il Corriere fpedito per Trento,con quefte lettercche arriuò yUeyho port*
Ìrbo , conia riforma de' Francefi, Se fece rincrudir la piaga della moleftia. al Papa gli
ìilPapalegger quellariformala prima volta,con eftremaimpatienza ; & <j»-«co// de' ^
uppeadire,cheil fine di quella era per leuar la Dataria,la Rota, le Scgnatu- ^^'^"f^fi'^^*
:finalmente tutta l'autorità Apoftolica:poi,rairerenato alquantoper l'efpo- S*^^^ *
ne del Vefcouo , che gli daua fperanza , che Sua Santità haucrebbe potuto
che cofa diuertire,& qualche altra moderare , concedendone alcune ; gli e-
èl'infttuttione diLorena:laqual era,che li Prencipi dimandano molte coCe,
attener quelle che premonojlequali non fono le importanti a' rifpetti della
: Apoftoiicajcomc laCommunione del Calice,!' Vlo della lingua volgarcil
PPpp iij
^ (J70 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio ij
e ■< 1 > Matrimonio de' Preti.Se di cjuelle Sua Santità li contentafTe fodisfaiglijtrtc.
LX III. rcbbe DieuctSd ifpedita viad'haucr honor del Cócilio^&venir al fine dcfideiio
exij froutàz Gli natio molti di quegli articoli no elTer ben lentiti dagli fteffi VcfcouiFraf^
pn ncgniiati»- ^[.^r. fj prcparauano di metterai impediméti.Qn^cfte coievdite,ordinò il Papa ^
ne artijicioja: g, • j^^.j-j^qH follerò difculTi in Cógregatione, nclìaquale introduire,& il Vite O;
&il Vintimiglia,accioinftruiircroapicno delle occorrenze, Nella Congm.
tionefudeliberatOjcherifacelTercriuerdaTheologb&Canonifti/opracjLle
propofte,&: ognuno mettefle in carta il fuo parere : 3: per far qualche diuerfi k
dalia parte di Francia,ordinò il Papa al Cardinale di Fcrrara,che rilafcialfe a i
li quarantamila fcudi,lenza altra conditione.Che gli efponeirejeircr leprop u
degli Ambafciatori luoi in Trento in molte parti utili,per riforma della Ch i,
lequali defideraua vedere,non folo decretate 3 ma mandate anco in efTecun' e
però,non le approuaua tutte, elfendone alcune con diminutione dell'aure à
Rcgia,che refterà priuata del conferir le Abbatie, ilcheal Rè è un grand'a 0
per premiarli buoni feruitori:cheliRèantichi,hauendo Vefcoui troppo k
tenti per la grand' autorità,<3i contumaci alla poteftàRegia,iicercarono iil [■
telici Romani di moderarla; Se hora,pcrquelIe propofitioni gli Ambafcia i
fuoireftituiuano a Vefcoui la licenza,che da' preceiiori di Sua Maeftà prue -
tillìmamente fu procurato di metter fotto maggior regola.Quanto alla ante ì
Pontificia,che non fi poteua leuargli quella,che da Chrifto gli era data,dal> 1
S.Pietro,& i fucceirorijfurono fatti Paftori della Chiefauniuerfalc&amni -
ftratoridi tutti libeniEccle{iaftici:che,lcuando lepen(ìoni,reglileualafaCi ì
di far limofìne,che è uno de' carichi principali,che il Papa ha per tuttol mor :
che,pcr gratia,eracommunicata a' Vefcoui,comeordinarij,facoltà di confe :
alcuni Beneficijjlaqual non era giufto eftenderfi tanto, che Ci pregiudicaflc ,'
uniuerfaleordinaria,che il Papahapertutto:che,fìcome le decime fono del ?
alla Chiefa^É-^^j^^D^^^wojCofì la decima delle decime il debbe da tutte le Ch :
al fommoSacerdote:che,per maggior coramodità , quella è ftata commui i
in Annaterche fé quelle portano incommodo al Regno di Francia,non riciil ;
ditrouarui temperamento,purche alla Sede Apoftolica folfe , in modo con •
nientcferuato il fuo dritto:ma,come più volte haueua fatto intendere, qu:
non fi poteua trattar con altro, che con lui, ne il Concilio poteua mette
mano. Commife in fine al Cardinale, chcpofte tutte quelle cofe in conlìd.
tione al Rèjrefibrtafie adar nuoui ordini agli Ambafciatori fuoi.
tmsndalece- Mandò ancoilPapaaTrentoleCenfurcfopra queicapitoli, fatte da din
[uve d'effi a CardinalijPrelari,Theologi,& Canonifti di Roma,ordinando che fi differii'
Trento» parlar di quella materia quanto più fi poteua:che l'articolo della Refidenza
gli abufi fpettanti al Sacramento dell'Ordine, haueriano dato trattenimci
per molti giorni : &c , quando vi folfe ftata neceflìtà di proponer quegli articc
incomminciairero da' menopregiudiciali,che appartengono a' coftumi,&d
trina,difterendo parlar de'ritÌ5& della materia Bcneficiale;& pur coftretri .:
larropradiqueftiancora,communicateleobiettionico' Prelati amorcuoli
metteflèro in difcuflìonciSc controucrfia:& fra quefto tempo egli gli hauercb
ordii ■
i Pio mi. LIBRO SETTIMO. ^71
,v|ito quel di pm,che haueire deliberato.Taiito fcriire a' Legati. e 1 3 1 3
Ri, in fine del mefe, in Conciftoio erpoie>comc li maggionPrencipidel lxii.
Uanermodimandauano riforma, che non poceuacirernegaca>ne con vere epropmnem'
n,ne con prettftnperò era riroluto,per dar buon c{rcmpio,&: non mancar "/?»*« <^» rifar-
odebicojincomminciardailMnedciimojprouedendo agli abufi della Da- '"'*'
.Icuando le Coadiutorie , li Regrelfì, ÒcleRenoncie a fauorc:&;chedo-
o li Cardinalijnon folo con loro voto acconfentirui,ma anco farlo noto a
Da molti fu commédata allo Ultamente la buona intcntione di SuaSantìtà: ^.^^^ ^^ ..
d fu confiderato,che quegli uli erano introdotti per Icuar abufi maggiori y^^^^^^oj-j^/^^
nifefte Simonie,^ patti illccici:&: ciie conueniua hauer prima buon au- dkij^i^ma:
nentOj che, Icuando quefti tolerabili , quali finalmente non fono fenoli
alcggihumane,nonfi aprilfe la porca al ritorno di quelli, che fono contra
ri duiine.Il Cardinal di Trento particolarmente dilicChe farebbe ftato di
jrcgiudicio leuar le Coadiutorie in Germania: perche, eflendo congionti
v^'elcouati con li Principati , quando nonhauciìero potuto ottener Coad-
e di tutti doiinfieme,haacrebbono introdotto il farlo nel Principato lo-
ite,&cofi s'hauerebbediuifo il temporale dallo fpiritualccon total clkr-
» della Chicla.ll Cardinale Nauagiero contradilPe al far differente la Ger-
i,dicendo,Che iThcdcl"chi,eircnclo datili primi adimandar riforma, do-
lo eflcrui comprefi. Narrò poi li Pontefice quanti tétatiui erano propofti
incilio contra li priuilegij della Chiei'aRomanajparlò delle Annate, delle
iationi,& delle Preuentioni. Diire,cheerano fuffidij neceilarij per mantc-
kto del Papa,& del Collegio de' CardinaH ,de'qujli ficome elTi parcicipa-
cofi era giuftcches'adoperairero in mantenergliele che voleua mandar'
mero di loro a Trento per difendergli.
a in TrentOjil dì dopo l'arriuo dei corriere , che portò da Roma li Canoni ^"^""f" *
iftitutione.che fu il quindici Génaro,CTiorno determinato per rifoluer il p "°1' %
o tempo della Se{lione,l:u tatta Congregatione Se deliberato di dilterire a yìceuuti da
:lo fino a quattro Fcbbraro,& fu data copiade' decreti dell' Inftitutione, spagnuoli, ne
rdine di ncommmciare le Congregationi , per parlar fopra quelli. Et fu da Frameji^
ura a' Cardinali di Lorena,&Madruccio,di riformar il decreto delia Rcll-
>infieme con quei Padri,che a loro foife parfo allumere in compagiìia. Et
>rni i'eguentijcontinuandofi le Congregationi , furono approuate le for-
/enurc da Roma,con fac ilità da' Patriai-chi,»3c da' più antichi Arciucfcoui.
;nuto a Spagnuoli,furono pofte dii1ìcoltà5& poi da' Francefi,molro mag-
Fuoppofto alpairo,chediceua,Li Vefcoui tener kiogo principalcdepcn-
dal Pontefice Romano;con dircChc era forma dì parlar' ambigua, C>c che
niua parlar chiaro:& dopo longadifcutTloncfi contentauano d'admccte-
fidicclle principale fotto il Rumano Pontefice , ma non dependente. Al-
nco rcpug.iaroao a quelle parole,Che li Vefcoui fiano aironti dal i^apa in
iella curarma voleuano dire,C le erano dati da Chnfto m parte di quella»
lido il luogo di S.Gipriano:Il Vefcouatoèuno , deiquale ciafcuno tiene
«te tnjòlid(tm.hi nel capo dell' autorità di pafcere > ik reggere ia Chiefa
(,TL CONCILIO DI TRENTO Papa Pio n
e 1-3 i^ uniiieifale ; allegando in contrario , che quella era il primo tribunale fottf J
LXiii. Chrifto , alquale ognuno doueua elFer (oggetto : & che Pietro ilteilo fu ina :(
alla Chieiajcome a giudice,con le parole di Chrifto>Va,dillo alla Chiefa:&i;
non vdirà la Chiefajhabbilo per Etnico,^: Publicàno:&; fi contcntauancci (i
diccircjl Pontefice hauer autorità di pafcere^ regger tutte le Chiefcmair
la Chiefa uniuerfale : che in Latino faceuapoca diiterenza di parole, dal e?
Vnitierfdem EccleJiamyA dire Vnmerfas Ecclejìai?cX diceua Granata , Io fon ^ f
couo di Granata5& il Papa è Arciuefcouo della medcfmia città:inferendo,cl il
Papa habbia la fopraintendenza delle Chiefe particolari,comerArciucfc(fl
di quelle de' Suffraganei.Et allegandofi per l'altra parte , che nel Concilio 1 ».
tà eccitano gra tentino era ufata quefta parola,La Chiefa uniuerlalejfi diceua incótrariccl il
ui thrbameth' Concilio di Coftan2a,&. Martino quinto nella condannatione degli artico! li
Giouanni Viglefjdannal'articolo centra il primato della Sede Apoftolica,! o
inquanto vogli dire,che non fìa prepofta a tutte le Chiefe particolari. Et qii ii
introdotta anco difputa tra France(i5& Italianijdicendo quefti,Che il Conc a
"Fiorentino fu generale, 8c il Concilio di Coftanza in parte approbato,^ n
parte reprobato5<3c quello di BafileaScil'matico.Per il contrario foftentanddi
altri,chc il Cofraiitienfc&Bafileenfe, follerò Concili) Generali : & che ( ;l
nome non poteua competere al Fiorentino,doueinteruennerofolo alcuni i-
chiltaliani,& quattro Greci.Nonconcedeuanomanco,cheilPapahaueire :-
ta l'autorità di Chrifto,etiandio con le reftrittioni,6<: limitationi,come huo ij
8c nel tempo della mortalità fua : ma fi contentauano,che li diceffe , hauer i-
toritàpari a quella di S.Pietro; ilqual modo era molto in fofpetto a' Pontit ji
che vcdeuano volerli far la vita,à attionidiS.Pietrojellemplare del Ponte ò
che farebbe,comeidiceuano,ridurre la Sede Apoftolica a niente , laqual dice -
nojhauer'unapoteftà illimitata, per poter dar regola a tutti gli emergenti :•
condo che i tempi richiedono,etiandio incontrano dell' operato da tutti li :•
ceirori,&. da S.Pietro fteflb.Et le contentioni farebbono pallate molto più ii -
zi:ma li Lcgati,per dar qualche intermiffione,a fine di mandar alPonteficcj *
me fecerojla correttione degli Oltramontani , & riceuer commandamento -
me gouernarfij&: tra tanto per metter a campo materia, che facelTe fcordar e -
fta, tornarono nella refidenza, fopra laqualc hauendo Lorena , & Madruc 'i
compofto una formula, 5<: prefentatala qualche giorni inanzi a' Legati, i
fenza penfar più inanzi,rapprouarono:ma,hauendola poi cpnfultata co' Ca -
nifti,non fu da quelli lodata una particola doue fi diceua,CheiVefcoui ione •
nuti per Diuino precetto attenderci vegliare foprajl gregge pcrfonalmc :
perilche,dubitando,che aRoma non haucirero il medelimo fenfo, mutare )
quelle parole;&cofiriformata,lapropofcro in Congrcgatione. Di quefta i •
tatione,rcfl;arono Lorena,& MadrucciOjoffefi grauemcntcparendo loro d't -
re fprezzatijiSc Lorena diccua,che per l'auuenirc non voleua pigliare altro p *
fiero , ne più voleua trattar con Prelati,ma attendere a dir il luo voto con nx :*
ftia,fcruendo però amoreuolmente li Legati,fe hauelfe potuto in qualche o[ a
honefta.EtMadructioaonreftauadi dircChevi era un Concilio più fecio
dell h
tPAPioIIII. LIBRO SETTIMO. 675 _
itr0 il Concilio, die (lattribuiua maggior autorità. Mali Legati, vedendo e io i3
: ogni rimedio tornaua in malclafdaronodi far Congregationi: ne quello i-xii.
a baftanza, perche i Prelati faceuano priuate Congregationi tra loro,&: li Congreg^tìoiti
rati continue conlulte.Et rArciaefccuo d'Otranto , & altri afpiranti al Car- '"^^'''»#jC
alatosdoue teneuano certo arriuarcfe il Concilio fi reparaua,erano accorda- pgf,Jficu
opporfiadognicofasperiar nafcer tumulto, tSdappamonatamente andaua-
ittorno,etiandio lanotte,facendoprattiche, & facendo fottofcriuer polize;
ial cofa, fé ben, quanto all' effetto, piaceua a' Legatijquanto al modo però
maggiorpartcdiloro difpiaceua,comedi cattiuo efrempio,& che poteua
orirgrauiilìm.ofcandalo.Et anco nella parte contraria non mancaua chi dc-
raua la diirolutionc :ma ciafcuna parte afpettaua l'occafioncche la colpa
; attribuita all' altra:onde li folpctti dell' una »^ l'altraparte crefceuano.
l Cardinale di Lorena fi doleua con tutti, che fi cercalfedilcioglicrelaSi- ondenafcom
Oiik ne fece querele con tutti gli Ambal'ciatoride' Prencipi, pregandogli e; &"'"' 'ì^^rde.s
ler a' loro Pacronii«3c operarcchcfaccirero ufficio col Ponteficcche il Con- ^^"^'^">
) prolcguillcche le prattiche follerò modcrate,& li Padri lal'ciatiin libertà:
menti, m Francia lì iarcbbc fatto accordo,che ognuno vini a modo{uo,(ino
n Concilio libcro-.chequcfto non è tale,nonpotendofi ne tiattare,ne nfol-
jlcnon qucllojche a' Legati piacere li Legati non fanno fenon quello,che il
i vuolc:chc egli hauerebbecon paticnza lopportato fino alla futura Seflio-
:nonvedcndo le cofe andar meglio,farcbbe liluoiprotefti, &: congliAin-
iatori,&.Prelati,tornerebbc iw Francia,per far ur Concilio Nationalcdoue
la Germania concorrcrebbc:cofa,che a luifarcbbe di gran dirpiacere,ptr il
:olo,chela Sede Apoftolica non lolle poi riconofciuta. Andarono in quei
li da Trento aRoma,& da Roma a Trento frequenti CoiTicrijauifando li
Iti le frequenti contradictioni che pioueuano5& lollecitando il Pontefice la
ofta de' Canoni mandati.Et li FranceiiinRoir.a tecerocol Papa lamedcfi-
querela , che faceua Lorena in Trento,con le ftcife minacciciii Concilio
onale , & d'intcruento d'Alcmanni.Ma il Papa,folif o fentirne fpcficdiire, fchemìte dat
nonfi fgomentauadi parole , non temeua Concili] Nationali jfapeiia fi Fa^ai
oui di Francia eifcr Catolici, & che la Germania non fi fottometterebbe a'
^oncilij.Diceuasche il Concilio non folo era libero, ma Ci poteua dir quafi
itiofo:clieleprattiche,fatte dagl'Italianiin Trento,nó erano con fuaparti-
:ione,ma naiceuano,perche li Oltramontani voleuano cóculcar l'autorità
icia:Che egli haueuahauuto tre buone occafionidi difcioglieril Cócilio,
oleua che ii continualfc^ fperauache Dio non abandonercbbe la Tua
fa;& ogni tentatiuccontra quella promoiro, tornerebbe in capo degl' in-
itoriJn quefte confulioni,eirendo partito il Cinque Chitfcpei andar' alla fo/petto àète^
èCeiai-ca,per dar conto a quella Maeftà delle cole del Concilio, òcfirgh gatip^rim-
ionc dell' unione de' Prelati Italiani;& ellendofi fcoperto,che Granata,Òv: li ^^^'g^f-v d'~^
adherentijgli haueuano dato carico d'operare con rimperarore, che feri ^'* ^'p^ig^'uoli
"al Rè Catolico fopra la riforma , ik refidenza , acciochc cfli potelfcro in "" '''^'^^'
lej& nelle altre QcgaUoiiijdu- Uberamente qugiloj chedcrtaiie loro la con-'
(igqc,
^74 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio 111!.
CI3 1 3 fcienza, credettero li Legati, che folTe confcglio di Lorena:& per dar qualche
LXiii. tipiego j pochi giorni dopojelTi ancora fpedirono all' imperatore il Vefcouc
Coramendone,conpreteftod'ifcurarc, prender le caule, perche non s'cranc
per ancora potute proporre le dimande diSLiaMaeiì:à;«3c gli diedero commiffio
ne d'eirorcar Celare a contentarli di ricercar dal PontcHce,& non dal Concilio
quei capi concernentirautorità Pontificia, pofti nelle lue petitioni jconalti;
auuertimentij& inftruttioni,che loro paruero opportune. [,
e per l'amba- Majeffcndogionto a Trento Martino Cramero , Vcfcono di Varmia,Ambd
■^'"^T /r"/'*'^" ^^^^^^^'^ del Rè di Polonia airimperatorejin apparenza,per viiìcare il Cardin
^JJ°- Vannienfe , antico 3c intrinfeco fuo amico • hebbero gran roipittioncche fol
mandato da Cefare , per informarli, & veder oculatamente le cofedel Conc
lio;5critferirglicle.Qacfti tanti moti poferodubio negli animi de' Legati, che
Concilio non Ci diiroiueirc in qualche modo,che il Papa & efll ne reftaircro ce
dishonorcoireruandochecio eradamoltidefiderarojetiandiodaalcuni Pon
lìcij : & da altri a ftudio fi procurauano difordmi per giuftiiic ar {ì,in caio che e
hiedom pare- ^ fi-iccedellc. Mandarono a tutti gli Ambafciatori una lcrirtura,contenentc
re agii^m- diifi.cokà,chc vcrteuano,& gli pregarono dar loro confcglio. Ma gli Ambal:
bafc.in ^M£/?e toriFrancefi,con quella occarione,diedero perriipofta quello,che dclidcrai
confujìoni: no giàpiu giorni dire,Chcjficomeil Concilio era congregato,per rimediare a .
abuil; coli alcuni volenanoferuirll d'elToper accrefcerglirchcinan^i ogni al ,
cofajconueniuaouuiare alle prattiche coli manif:fte: cheeraintolcrablle v •
gogna: che, quelle leuare , apollo ogni huom^o in libertà di dire il lento li .
s'hauerebbe facilmente in buona concordia co.iuenuto. Che il Papa era e. i
della Chiefa,ma nonperò Ibpra quella: che era per reggere & mdrizzar gli ; i
membri, nonper dominare il corpo: ^ che il rimedio alle diifcrenzc crai
li decreti del Concilio di Co{lanza,che,hauendotrouato la Chieia disfo.,
tiflìmajapuntopercaufa di limili openionijl'haueua ridotta a termini comi -
tabili.Poiaggionferojunadellecauledidilcordiaellercche dai Secretario i i
erano fcritti fedelmente li voti:onde lapartcche era maggiore,parcua negli . •
ti la minore,& non lì poteua hauerper riioluco qucllo,che era di parer coi
ne : & però era ncceilario aggionger' un' altro,lì che doi (criueir.ro- GÌ' Im
riali li diedero il confcglio loroj quali l'ilteiro che i Franceli , facendo migg
inftanzaper un'aggionto al Secrecario. Gii altri Ambilciarori lìiettero lo
termini generali > confegliando la continuatione del Concilio , & la unione
glianiiTii.
jirmùmì- In quello ftato di cofe arriuò in Trento il ventinole di Gennaro il Vcntii
glia ritorna glia,riipedito dal Pontefice : ilquale fece relatione della Tua crede iza a' Leg
dAP^mai 6cpoi,col parer lorojiì diede alenar due opcnioaifparfc perii Concilio: Tu
che il Pontefice folle in irato di poter poco viuere ; l'altra , che delìd^nlfe la
folutionedcl ConciUo.Teftificòildelìderio diSuaS;mi:itàd'intendere,chc5
sperejjoil polle le contentioni, s'arcendclfe alfjruitiodiDio , & a rajtcer predo iìn
labmeuom- Concilio. Egli portò Bolle d'Viiìci),v3c Benefici), conferiti dal Pontefice a'f
C5<i/»C5n«^wipinquid'alciiniPiekti i & unRcferendariacoai Secretario deli' Anibafcia|
Poi
APA Pio ini. LIBRO SETTIMO. ^75
3itiigh cCcSi unapen/ìoneairai grolFa al figlio del Secretano SpagnuoIo,i?c ad
kn varie promeire, fecondo le pretenfioni. Fece,per nome del Pontefice, col
Cardinale di Lorena gran complementi > moftrando che in lui folo haueua la
I)nfidanza d'un prefto & buon fine del Concilio.
Nacque opportuna occafione di realTumer le Congregationi , dalla venuta '^'"^ <ii^^'
.iVcfcouod'AftijAmbafciatordelDucadiSauoia , ncllaquale disegnando, «"'^^ ''''««-
epe hauerlo riceuuco ,rinouarlapropofitionede' Canoni, mandarono il Ve- !^jg^^,-*„,- *"*"
i)UO di Sinigaglia al Cardinale di Lorena, per pregarlo di trouar qualche ma-
j :ra,comc i Francefi potcflero riceueribdisFattionc. Gli dimoftrò il Vefcouo, Loremprat-
te quel termine , di reggere la Ghieia Vniuerfale era ufato da molti Concili): tkato, rìfpon-
i e queir altro,d'eircr allenti in parte della Ibllecitudine, era ufato da San Ber- ^^ vkUmmc,
1 idojfcrittore tanto lodato da Sua Signoria Illuftrifllma. A che rirpofe il Cai-
< lalcChe cutto'l mondo era fpettatore delle attioni del Concilio : che fi fape-
1 10 le openioni,<3<: voti di ciafcuno : che bifognaua ben' auuertire quello,chc
i iccua:che di Francia erano (late mandate fentture contra le opcnioni,che in
T;nto fi tengono nelle qucftioni trattate: che molti s'erano doluti di lui,che
f )ccc{i con troppo rilpetto:ói fpecialmente in quella materia, & della refiden-
z non habbia fatto la debita inftanza,accio fiano dichiarate de ture Muinoiche*
j: valcrfi d'un termineufato daqualchefcrittore, non fi dcbbeconcludere di
p lar fecondo il fcnfo di quello,importando molto doue il Termine fi ponga,&
: congiontione habbia con le parole antecedenti, & confeguenti, da quali
p reno anco nafccre openioni contrarie: che a lui non danno faftidio li termì-
1 -na i fcnfi che fi dilFcgna canonizare: che ildire,Il Pontefice hauer autorità di
-.( Jcr la Chieia Vniucrlalcnon poteua cifer ammeflb da' Francefi in modo al-
: io:^-,fepeil'auueniicfoircftatopropofto,gliAmbafciatorinonhaueriano
) uto mancar di proteftare in nome del Rè, & di centouenti Prelati Francefi,
1 uali hauercbbono hauuto fempre il mandato di farlo:che quello farebbe un
)• giudicare all' openione,che fi tiene da tutti in Francia, CheilConcilio fia
e a il Papa. Lequalicofe, riferite da Sinigaglia a' Legati,inprefenza di molti
' lati Italiani, congregati làper confultare quefta mcdefimair.ateria,gli fece
: lar in dubio che folle impolTibile ridurli Francefi.
)ccorfe anco nel mcdefimo tempo, cofa, che diede grand' animo a Spa- e„iie^ 5
[: oli,cioè,la venuta di Martin Gazdellun, delqualedifopra s'è parlato. Egli, Ufi XcmrL
t endo vedutogli andamenti di qualche giorno , fi lafciò intender d'hauer no;
!iran:ientecoraprcfo,cheil Concilio non era libero :lodaua molto il Grana-
S ?c diceua,il Rè hauerlo ili buona openione : 5i che , fc vacalTe il Vei'couado
foledojgliene faria mercedc.Ncgotiate quefte cofcvcnne la Domenica dell'
\ mo Gennaro, quando era intimata la Congregatione generale per riccuer
I nbafciator di Sauoia fopranominato. Egli fece un breue ragionamento,mo- ""^^"'/""yf^
|ndolipericolÌ5ÌnqualieraloftatodelfuoPrincipeper la vicinità degh he- „p/^ '"^*"
Èei,& le fpefe grandi che faceua: eifortòafinirprcflo ilConcilio,&apenrar
' iodi,come far riceuer li decreti a contumaci, & offerì tutte le forze dclfuo
l!:ane.Glifu rifpoilojlodando la pictà,& prudenza di quel Duca,& rallegrali-
Q^kiq ij
(Jyfi CONCILIO DI TRENTO PapaPioIH
cio 13 dofi della venuta dell' Ambafciatorc.Continuando le Congiegationi,le diflc-
Lxiii. fioaicLxrceuanc&molci dimandaiiancchefoire propofto il decreto dellai.
dilpareri caH- fidenza formato da' due Cardinali.LiLegatijVedendo tanti difparerijdopo le-
fano dilationei gheconfulte traloro,6c confeglipred co' Prelati amorcuoli, deliberarono, cr
non foife tempo di far decifione alcuna,ma ncceifario d'interponerui tanta i -
latione,che gli humori da fc mcdclìmi deponelFero tanto femore , onero fi ni -
ualfe qualche ifpediente per accordar le differenze, con prolongar il tempo d •
la Seffione : &,per farlo d'accordo,andarono tutti a cafadi Lorena,per confei.
aUnqmle con- gli il lorpenliero,& dimandargli conreglio,& aiuto. Egli fi dolie delle conuc-
iemt Lorena, fj^-Q^^ ^ ^ ^he con modi cofi illeciti fi pretendeiTe dar' al Papa quello, che n i
fon ogHn\C) gijyej-^ÌLmj ^ togliere a Vefcoui quello , che da Chrifto era ftato dato lo ;
moflrò che gli dilpiacelFe il differir la Seffione tanto tempo : nondimeno, j:
compiacerejfe ne contentaua,mabcngli pregò, poiché quello era a fine di n ■
- derar gli animi,di far' ufiìcij efficaci, che gl'inquieti, de ambitiofi, folFero rati •
nati.
Nella Congregationede'treFebbraro , propofe il Cardinale di Manto
aci ;
on: •
in Congrega- che , cUendoprolhmo il prmcipio Quadragelimaie >douendo poilucced
ttoMCie centra- giorni fanti. Se le fede di Pafca, Ci difteriile la SeflSone fino dopo quella , t\
sfc'W* quel mentre fitrattalfe nelle Congregationi la riforma, pertinente all'Ord
Sacro, & la materia del Sacramento del Matrimonio. Lapropofla hebbc gì
contradittione.I Francefi,5^ Spagnuoli>quafi tutti,fecero inftanza,che Ci deli
iairc una breueprorogationc&foire definita la materia dell'Ordine, infic
con la fua riforma,prima,che trattare del Matrimonio: allaqual openione ad
riuano anco alquanti Italiani. Aggionfero anco alcuni,chelaSe(lionefi fi
con le cofe decire,& in particolare fi fì:abiliire il decreto della refidenza , fi
to da' Cardinali: & da alcuni fu accennato , che era grand' indegnità del Ce
cilio , l'hauer prolongato tante volte di termine in termine, & che fi moftr;
di voler violentar' i Padri, con la ftanchezza, ad acconfentire alle openioni^c
non fcntiuaHo in confcienza: però che fi douel^e far laSeflìone, & rifolaci
materie fecondo il numero maggiore. Non fu anco taciuto, che quella dil>
rione diSefl[lone,& Congrcgationegenerale,non erareale:& interuenendo,
fi in quella, come in quella,le medelime perfone , & l'ifteiro numero intiero
, , ^,. doueirehauerperdecifo quello,che folfe deliberato nella Gongregarione gei
pur e ccw.u- j.^i^y)q^q ^^^^ contentione,fu rifoluto per il numero del più,la dilatione lì
a' ventidue Aprile,nonrimouendofi l'altra parte dalla contradittione. IlC
dinaie di Lorena,fe ben moilrò confentire a compiacenza , hebbe però caro,}
proprio intere(re,la dilatione per quattro caufe. Perche fra tanto hauerebbe ^
dutoquellojchefuccedefie della falute del Papa: hauerebbe haiiuto commO(
tà di trattar con rimperatorei& intender la mente del Rè Catolico:& hauei e
ftamaUarJ' ^^ ^^^° ^^ fucceflb delle cofe in Francia, onde potclFe poi deliberar con fonc
/m/, e^'no mento 'maggiore.
pbmati: Il dì feguente gli Ambafciatori Francefi fecero grande e longa inftanza a' I
jaPioIIII. libro settimo. (>-]1
,che fi crattalTe la ritorma,&: foireio propoftc le lor petitioni, prima che s 'in- eia l'^T
iminciairc atrattat la materia del Matrimonio. I Legati rilpofero , che il LXiii.
Icilio nondoueuariceuer leggi da altri : & fé da' Prencipi ibno propofte
rconuenicnti> è il doueiehauerLii iopra confideratione in quelle opportu-
, che giudicalfero li Prelidenti : che le nelle petitioni loro vi laranno cofe
incnti alla materia deli' Ordincproponeranno quelle inricmc,& fucceffiua-
te le altre a Tuo tempo. Quella rifpoila non contentando gli Ambafciatori,
icarono rinftanza,aggiongendo che , le non voleuano far la propolìtione,
ntentaircro che da loro medefimi folle fatta j onero gli delfero aperta nega-
: foggiangendo,quari in forma di protefto,cheil continuare con rifpofte
igue,l'arebbe da loro tenuto per equiualente ad una ncgatiua deriforia. Pre-
li Legati termine di tre giorni, a dargli rilpoftapiù precifa > & in quello
so fecero opera con Lorenajchegliacquietaire, facendogli contentard'af-
ircfìncheveniiredaRoma rilpoitafopra gli articoli loro mandati,
feguente giorno furono dati fuori gli articoli dclMatrimonio^perelTerdi- -^^^^^°^^^
itilalettimanafeguentedaTheologi: nel che immediate nacque difputa ^^o J^^^^X
cedenza tra' Franceri,& Spagnuoli : allaquale non lì potè trouar altro mo- tt^a difrew
ic fodisfacelFe ad ambe le parti,fenon , con mutar l'ordine già dato, & elFe- den':i;4tcompo-
fino airhora;& date li luoghi anteriori, fecondo l'ordine della promotio- ^'''
iDottorato. Ma a quello li opponeuano li Thcologi Pontificij,dicendo,
c,per Francelì,& Spa^nuoli,nalce la difficoltà, lì facelFe la prouifione per
oli , Se non s'altcrailè il luogo a' Theologi del Ponteficcche era il primo
>itato.I Legati,dando loro ragioncconcludeuano, che laprima clallcnel-
le liPontificijerano,parlaire lecondo il confueto,le altre tre fecondo l'or-
dellapromotione. I Franccfi non lì contcntauano, fé nella prima dalle
ra pollo vno de' loro, & il Secretarlo Spagnuolo fece inftanza,che fi facef-
lico inllrumento del Decreto, accio iempre lì poteirevedere,che,fequal-
cancele parlatfe inanzi li Spagnuoli , non era per ragion di precedenza del
0. In conclulìonc, perdar fodisfattione a tutti, fu fatto i'illromento,&:
iaciuto a Francclì, che,dopo il Salmerone,primo de' Pontificij,parlaire il
10 di Parigi,& feguendo,gli altri della prima clailè,il rimanente procedcf-
Midola promotione.
mogli articoli otto,fopra quali lì doueuadifputarcfe erano hereticali,&: "«»»*o<^'«^'
iFero dannare. I. Che il Matrimonio non lìa Sacramento, inllituito
Dj ma introdottione humana nella Chiefa ; 3c che non habbiapromeilà
1 di gratia. 1 1. Che li progenitori polFono irritar li Matrimoni) fecreti:
leflèr veri Matrimoni i contratti in quellamaniera : anzi elTer ifpediente.
Ila Chiefa per l'auuenire lìano irritati. III. Che lìa lecito , eltendo te-
la la moglicper caufa di fornicatione,contraher matrimonio con una al-
uente la prima i & elFer' errore far diuortio per altra caufa, che di fornica-
I V. Che lìa lecito a' Chrilliani hauer più mogli:& leprohibitioni del-
Eqin certi tempi dell' anno, elFer fuperllition tirannica» nata dalla luper-
cde' Gentili. V. Che il Matrimonio noa fi debbia pofporre, ma ante-
■/
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6ji CONCILIO I>I TRENTO Papa Pio j
ci^'io porre alla caftità : & che Dio dà maggior gratia a* maritati, che agli altri.
Lxiii. Che i Sacerdoti Occidentali potlono lecitamente contrahcr matrimonio jii
oftante il voto , o la legge Ecclefiaftica : & che il dire il contrario , altro nom
fenon condannar li matrimoni : ma tutti quelli, che fi Tento no non hauer' ili
no della caftità,debbonocontraher matrimonio. VII. Che debbino eirergi
dati li gradi di conranguinità,&: affinità deferirti a'diciotto del Lcuitico,& i
più,ne meno. Vili. Che Tinhabilità alla congiontion carnale,^: Tigno i
zainteruenutanel cótrattare,fìano fole caufedi difcioglieril matrimonio ci
tratto : &c che le caufe del matrimonio s'afpettino a Prencipi fecolari. S<i
quali articoli accio folle con breuità parlato , furono in quattro claflì diui ,
dueperciafcuna. ij
j{enes giunge Arriuò in Trento il Vefcouo di Renes,Ambafciator di Francia all' Imf
0 Trento, per jorc, ilquale hauendo trattato con Lorena, quel Cardinale andò a'Legat
mmr ^°^^"f diede loro conto,che, fino al fao partir di Fràcia, haueuariceuuto commiff
rtafconMet' dal Rè d'andar' alla Maeftà Cefarea,ilche dilTegnana far tra pochi dì, douci
tit elfer Cefare in Ifpruc,8«: eilendo venuto Renes a leuarlo. Diede anco conte
medefimo viaggio al Papa,con fue lcttere,nellequali toccò il modo di proc
re AecrV Italiani nel Concilio:aggiongendo un motto, che,continuandofi i
guifa,preghcrà Dio,che Tinfpiri a far cola di,fuo fanto (cruitio.Di quefta ar
s'era ragionato quale he mefeprimaj&peròjquando fi publicò,non furono
brandi li fofpetti,come i'e fprouifta folfe ftata.Si teneua per fermo da tutti
foife per concertar delle cofe del Concilio}^ particolarmente, per trattare
introdurre l'ufo del Calice ; 3c quefto, perche il Cardinale in più occafior
con diuerfi Prelati,detto haueua,che l'ImperatorcliRède' Romani,& dil
cia,fin tanto che non ottengano l'ufo del Calice , daranno iempre nuouc
tìoni di riforma,quantonque fi douelfe ftar doi anni in Concilio : ma , c(
dendo loro quefta grafia , fi|quieterebbono facilmente : & che il fodisfar
Prencipi era un* ottimo rimedio,per ritener quei Regni in ubedienza : che
era poflìbile ottener quella gratia dal Ponteficcper la contrarietà, che haUi
be da' Cardinali,abhorrentida quefta conceftìonerche non s'era ottenutai
Concilio, perche non fu ben maneggiato il negotio:vi eraperò fperanza
portadofi co'debiti modi,s'otterrebbe.Ma quelli,che più attentamente oli
uanoli progreffi del Cardinale,auuertiuano una gran varietà di parlare:pc Ih
bora diceua,chc non firifoluendo le cofe,farà coftretto a partire la Pafca , < '
Pentecofteihorajchefiftarà in Trento due anni:&hora , proponendo m
finir prefto il Concilio;hora,proponendo partiti da eternarlo-.indicij mar.
che egli non haueua ancora icopertolaluaintentione.Etprendeuanoioi
"^ del cauto procedere,ilqual argomenta animo di voler con arte giuftificar
ragioni,& honcftar lafuacau(a:ondeconfiderando,cheinIfprucdoueuai.
teruenire ancora il Rè de' Romani, il Duca di Bauicra, l'Arciuefcouo di
burg,&: l'Arciduca Ferdinandojfi teneua che quell'abboccamento non pc]
apportar fenon nouità,attefa ia pocafodisf^ttioae > moftrata dall' Imper.'
^i Pio mi. LIBRO SETTIMO. ^7P
fi U'horadel Concilioj& l'unioncche in tutte le cole s'era veduta tra lui, 5c
liajpotendofi peni are che il Rè di Spagna adherilcaanco a quella parte>
l do tanto congionto con loro di fangacunaflìme , eirendofi diuulgato , che
|i Rèpcr lettere fue degli otcoGennaro al Conte di Luna,gli haucua comircl-
jintendcrfi con rimperarore , & con Francia, nelle cole della riforma, &:
ji libertà del Conciiio.InqucftigiorniF. Fcliciano Ninguarda,Procurator ti Pro(34ratort
ì Arciuefcouo di Sakburg,prereris:c) lettere di quel Prencipe5& fece inftanza, f^ ^"'"^^^i
I i Procuratori dc'Vcfcoui di Gcnnaniapotellcro dar voto in Cógrcgationi: :^"^fg v"^"*"
p Tiandojcbe fo coli Ci faccfle,altri VcTcoui di Germania manderebbono pro-
Ìj:ori:raa,negadolo,& eiToj^ glialtri,pcrnonftarlà ociofìspartirebbono.Fu
fto, che s'haucrcbbc hauuto coniìderatione5& deliberato conforme al Ucofanmtjfk
o:& di tanto fu dato conto a Roma,per non rifolucr manco qucfto partico- a i{oma,ejo~
'cnzaauii'odilà. Majperl'occupacionineir uno & l'altro luo'JOjin cofe ?''■*•
JÌori,non fé ne parlò più.
ddì nouc di Febbraro fu la prima ConercCTatione de' Theolod fopra il Ma- ^i^'^'"'/^i,j*
jnio. Parlo il iiahncronccon molta magniloquenza, & (opra jl pruno jy^atyì-nctào:
alodiirelccolefolitcde' Scolallici'.foprail fecondo, portò la determina- Sa'/ntnne
;delConcilioFiorcntino,chcilAlatrimonioriceue lapcrfcttionecolfo- "vuoiecht i
nfenfo de' Contrahcntinie il Padrc,o altri, vi ha fopra autorità : foftenne, clafnleftim Jìer
.doueuanodannar,pcrhcrctici,quclli , che attribuifconopoteiràa' Padri "' '•"'^^'''*'**»
illaigli.Aggioufe>che l'autorità della Chiefa era grandifluna fopra lama-
de'Sacrauienti:chepotcua alterare tutto quello, che non appartiene ali*
ria:chc,c(rcndo la coiiditio.ie del publicctSc fecreto,accidentaie,la Chiefa
Lieuafoprapotellà. Narrò li grandi inconuenienti,che da' Matrimoni fe-
nafcono, & inumerabili adulteri), che feguono:«Sc conciufccilcre iinedié-
e vi fìa pollo rimedio coli' irritargii:fcce infìllenza grande , fopra quel cafo
;icabile,Sealcuno,dopo hauer contratto ,& coniummatoil Matrimonio
:reto,contrahc poi in publico con una alrra,dallaquak volendo partirete
lar alia prima,& legitima , ila corretto con cenfui e di rimanere nel publi-
)ntrarto;douc rcda il mitero da ambe le parti inuiluppato>oucro in adulte-
erpetuo,oacro in cenfure con fcandalo del prodìmo?
altro giorno feguì il Decano di Parigi,chc dell' iuftitutione del MatrimiO- il Decano di
kdellagratiajche in quello Ci riccue>& del dannare chi lo alTerifceinuen- Parigi foftk^
;hnmana,parlò abondantemente,condottrinaScolaftica.Ma,fopra l'arti- "^ ii '^'^^rario:
de' Clandcftini,hauendodifputaro, che erano veri Matrimoni , «Se Sacra-
;i,pofe diificolràjfe la Chiefa hauelfe poreftà d'irrirargIi,contradi{re a quclP
ione,chenclla Chiefa vi fia autorità fopra la materia de' Satramenti:dif-
,che uilfun Sacramento, al prefente lcgitimo,può la Chiefa fare che all'
nirenon lìa valido : eiremplificò della Coni'ecratione deli' Eucanftia,&
» per tutti li Sacramentirdiircnoneirer tale la poteftàEcclcfiaftica, che ai-
' debbi prefupporfi di poter impedir tutti li peccati: che la Chiefa Chriftia-
iftata M.D.anjiiloggctraaqnellccheadeiró vien defcritto perintolcrabi-
5Uel>chenoninenoiidebbeftimare,dàl principio del moiwJoliMatrnuo'»
68o CONCILIO DI TRENTO PapaPio i
ci3 10 nifecrctifono ftativalidi,8c niirun' hapenfato di volergli annullare; cont t
LXiii. che , frequentemente fiaoccorfo il calo d'unpubiico contratto dopo un !;
trimonio legreto:che pare fij un' iniblubile,ilqual da ogni canto porti incoiK
nientiiche il primo Matrimonio,tra Adam,&: Eua, eireraplarc di tutti gli si
non hcbbe tcltimonij.Non rcftc),(enza edere ilimato il parer di queftoDott:<
ma fu molto grato a' Prelati Italianijche, occorrendogli una volta nomin i
Papa,aggioxUe formalmente quello cpiteto,con la leguente efpoiltione,dii]
do Rcttorc,(ìk Moderator della Chiefa Romana,cioè , dell' uniuerfale j con i
diede anco materia a moltiragionamenti-.perchciValendofene li Pontifici e
concludercche piamente nel Canone dell' Inftitutione fi poteua diteci i
Papahapotcftà di reggerla Chiefa uniuerfale , rifpondcuano li Franccfi, e
gran ditterenzadire allolutamentcla Chiefa uniuerfale,che s'intende rimi r
lìtàde'fcdclijdaldircla Chiefa Romana, cioè, uniuerfale :doue quel Roir a
dichiara l'uniucrfale, inferendo che è Capo deli' Vniuerfale, Scche tutti i a
ghi , doue li dà autorità al Papa fopra tutta la Chiefa, s'intendono difgioni a
mente, non congiontiuamente, cioè,(opra ciaicunapartc della Chiefli, no: o
pra tutte infieme.
Uttetfidel /^ Addì undici Febbraro,in Congregationcprefentarono li Francefi una 1 «
dtFrancUiche j-^ ^^i ^^ \q^q (\q' diciotto Génaro,nellaquale diceua. Che fé ben era ceiro ,c
dnederifir- j-eftata data parte alla Sinodo dal Cardinal di Lorena della felice vittoria n
'^^ tJ^^gl' inimici della religioncair audacia de'quali egli ha fempie fatto,&[; 1
giornata oppolìtione,fenzarifpetto di difficoltàjO pencoli, efponendo an 1
vita fua propria, come conuiene ad un figlio primogenito della Chiefa, & ( ri
ftianillìmo ; con tutto ciò , voleua anco egli mcdefimo dar loro parte della l!
allegrezza:3c fapendo che li rimedi) Salutari per i mali,che aflfliggono le pi
eie Chridiane, fono fempre ftatirichieftida' Concili} ; gli pregaua,per an
Chnfto,d'una eraendatione,& riformatione conueniente all' efpettatioj i
il mondo ha concetto di loro: 8c ficome egli,&: tanti huomini fingolari co
hanno confecrato la vita, & fangue,a Dio in quelle guerre ; cofi , eflì, peni ri
co lorojvogliano con finccrità di cofcienza attendere al negotio , per ilqua o
fequha dtt m no congregati.Lequali lettere lettejl'Ambafciator Ferrier parlò a' Padti u
ragionamento fl:a foftanza,Che,hauendo eflì intefo dalle lettere del Rè,& per Finanzi, d
dti Ferrierj ratione del Cardinale di Lorena, & VefcouodiMttz, ladefolationediFr
&*alcune vittorie del Rè,non voleua replicarle, ma gli baftaua dire,chc Fu
vittoria,attefe le forze deU' ii}imico,fuiBÌracolofa, Oc di ciò eiFerne inditi'
Finimico vinto viue , 8c trafcorre danneggiando per le vifcere di Francia,
voleua voltar il parlar aloro,unico rifugio delle miferie, fcnza quali laFn
non poteua conferuarie rauole del naufragio. Diede FefFempio dell' eife
Ifraeliticcche non baftò vincere Amalech , fé le mani da Moife a Dio elc^
& foftentate da Aaron, & Vr,non haueiFero aiutato li combattenti. Chea
di Francia non mancano forze, un magnanimo capitano, ilDucadiGhil
Regina madre,per maneggiar il negotio della guen a,&: pace : ma non vi è
Aron>6c Vr> che eflì Padri pei foftentar lcmanidelRèGhnftianiflìino,cc'
APA Pio mi. LIBRO SETTIMO. ^Si ^
eti Sinodali , fenza quali gl'inimici non fi nconcilieranno, ne li Catolici fi eia li"
( nfcmeranno ncllafedc : non ellèr riuimore de' Chriftiani quello , chegià LXlii.
ì mzi cinquanta anni fu: hora tutti li Catolici elFer come i Samaritanische-non
; dettero ali a donna le cofcche di Chrifto narrò, fenonjhauendone fatto in-
[ifitionej& intefo perpropriacognitione:chebuonaparte delChriftianefmo
(dia le Scritture : chcja quello guardando il Rè Chriftiani{Iìmo,non haueua
i oagli Ambafciatori fuoi altre inftruttioni > fenon conformi a quelle 5 &: efli
I ibalciatori le hanno prcicntate a' Legati, liquali predo le proponcranno ad
Padri, come hanno promelFo ,a'quali il Chriftianiflìmopimcipalmentele
nda,arpettandone il lorgiudicio.Chela Francia non dimanda cofafingok-
ma commune con la Chicfa Catolica: che fé alcuno fi marauigiierà nelle
pofte loro clicr ftate tralafciate le cole più neceffarictenga per fermo, che s'è
omminciato dalle più lcggieri,perproponer le più graui a fuo tempo, & alle
jieri dar facile ellecutione: laquale fé elfi Padri non incommmcieranno
iziil partire di Trentojgridcranno li Catolici , rideranno gli auuerfarij , di-
io non mancar Icienza a Padri Tridentini,ma volontà d'operare : hauer fta-
D buone leggi,fenza toccarle pur con un dito,ma lafciandone l'ollcruanza a'
eri.Et fé alcuno nelle dimande eifibite repura che vi fia cofa conforme a'ii-
Icgli auuerfarij,gli giudica indegni di rifpolla : 6c aquelli,che le tengono
mmoderate,altro non vuol dire,fenon quello diCiceronc,cficr'unairordi-
rfiderar temperanza di mediocrità in cofa ottima , tanto migliore, quanto
giore:& che lo Spirito Santo ditfe a' tepidi moderatori , di douergli rigettar
idei coipo.Confiderairero liPadriilgiouamento , c'hebbelaChiel"a,pei:
endatione moderata del Concilio di Coftanza , &c delfepuente , che non
Lia nominar per non offender le orecchie d'alcuno:& parimcntedc' Conci-
Ferrara,Fiorenza,Laterano,& Tridentino primo :& quanti generi d'huo-
, quante Prouincie, Regni, & nationi,dopo quelli, fi fono partiti dalla
jfa.Voltò il parlar a Padri Italiani > 3c Spagnuoli, dicendo ,che una feria
ida della difciplina Ecdefiaftica era di loro maggior intcrelfe , che del
QUO di RomajPontcficeMaffimojiommo Vicario di Chi'iilo,fuccciTor di
cchehafuprema potcftà nella Chiefa di Dio.Trattarfi hora delia vita,&
honor loro:perilche non voleua eftenderfi più longamente.
1 contenuto delle lettere del Rèj&airforationedeirAinbafciatorcfarif '*^'" ^"Ipofìa
hcon lode di quella Maeftà per le cofe piamente & generofamcnte operate, ^ *^
nunaelfortationecomefelofiTe prcfente,ad imitarci fuoi maggiori, voi-
3 tutti lifuoipenfieri alla difefa della Sede Apoftolica,<S>: conferuatione
fede antica; & predar orrecchie a quelli che predicano la fermezza del
iodiDio,&nona chi mette inanzi l'utilità prefente,& una imaginaria
jUÌllità>&pace,chenonfaràverapace:aggiongendo,c. e il Rè cofi farà con
o duiino,& perlabontà della fua natura, &:per i Conlegli della Regina
■e>& della nobiltà Frawcefc. Ma la Sinodo mctteià ogniftudio, per definir
reaeceffaricalla cmendatione della Chiefa uniuerfale, 3c ancora quelle,
oceano li coiiuiiodii^iacacflìdeiiaparticolare del Regno di Fraacia. la
RRrr
WM l Intimo e
fieno d'agro
éS> CONCILIO DI TRENTO Papa Pio Ilf.
fine della Congrcgatione,propofe il Cardinal di Mantoua, che , perbrcue iCj.
ditionejle Congregationi de' Thcologi fi teneireio due volte al giorno, & fo :-
ro deputaci Prelad>per proporla corrcttione degli abuiì nella materia dell' (;.
dine:& cofi fu decretato.
Penetrò nell' animo de' Pontificij il parlar dell' Ambafciatorccomepu-
gente, ma in particolare in quelloche dille, gli articoli elTcr inaiati princii
rifentimento. j^^j-^j-g ^j^ ^ Sinodo:come parole contrarie al decreto,che li ioli Legati potei" •(
proporre: ilqualcftimauano principal arcano,perconleruar rauroiicàPonfl
cia.Ma più fi moifercper quello che diire,d'hauer differito la propofitione e Ji
cofe più importanti in altro tempo: perche da quefto fi cauauano gran co e
guenze,&: maflìme quello , di che haueuano Tempre tqwiuto , cioè , che Fra) -i
nonhaueirero ancora fcoperto li lor dilfegni , & machinairero qualche gì e
impreia.L'hauer anco interpellato li Padri Italiani, & Spagnuoli, come ?.•{
mente interelTati che il Papa, eraftimato modo di trattar fcditiofo. L'Am {
ciatorFerrier diede fuori copia dell' oratione da lui fatta, &; per quelle pa k
doue,nominandoilPapa,diluidiire,Ilqualehafuprema poteftà nella Chic d
Dìojnotarono alcuni Prelati Pontificij,chenel recitarla hauelTe detteli .1
ha pienapotettà nella Chiefa uniuerfale : tirando a fauor della loro opin 1
quelle parole,& difputandojtanto elTere hauer piena poteftà nella Chiefa i
uerfalcquanto regger la Chiefa uniuerfale ; che li Francefì abhorriuano 1 1^
nel decreto dell' Inititutione: ma eiTo,^^ li Francefi,afFermauano lui hauer 0
nonciatoscome nella fcritta fi contcneua.
Partì Lorena il dì feguente per Ifpruc, per vifitar l'Imperatore, &: il f li
Romanijcon none Prelati,&: quattro Theologi,tenuti li più dotti. Hebbe [ n
promeiTa da' Legati,che5mentre ftaua aflcntejnon s'hauercbbe trattato l'ar e
lo del Matrimonio de' Preti,ilche egli cercò inftantemente,acciò non folK \
berata,o preconcepita qualche cofa contraria alla commifiìone,clie egli h: ti
dal Rè,d'ottener dal Concilio difpéfa che il Cardinale diBorbone potelTc .' r:
tarfi.Partì ancora per Roma il Cardinale Alremps,richiamato dal Pontcfìc «e
^ valerli di lui in maneggiar una condotta di foldati , che diilègnaua fare pt u
iìc nrezza:perchc,haucndo intcfofarfi genti in Germania da' Duchi di Sali ìj
6<:'Wirtembei'g,<ScdalLanrgrauiod'Ha{Iìa,quantonque folle tenuto da tt
che folVe per foccorrer gli Vgonotti di Francia; nondimeno , conirderaton i
Conte di Luna hautua icrittcefler gran defìderio ne' Thedefchi d'inuadc: 0
iT!a,&: che fi raccordauano del facco di già trenrafei anni , giudicaua che 3i
folfe prudenza il lafciarfi fopraprendere Iprouiftamcnte: anzi,per quefta nn (i
ma caufa,fece rinouar con tutti li Prencipi Italiani il negotio di collegarfi j ic
d^mdcrj- iTie,alladifefa della religione.
wo^'^rttcolo Profeguendofi le Congregationi,nella prima claiTe furono li Theologf V.
del Matrlmo- concordbin condannar il primo articolo,& tutte le parti fue, come heret
nìo: ^ & nel fecondo parimentcin dire,Li matrimonij fecreci ellèr veri matrimor
diutrjtpann f^ ^^^^ ]^ ditferéza difopra narrata tra il Salmerone, & il Decano Parigino
r^jT." ChiefahaueHè facoltà di fargli irriti. Quelii,che cai poteftà negauano, fi va!
co di
Zorenxvaa
Cifare!
paPioIIIL libro SETTIMO- (?S^ ..
di quel fondamento,che in ogni Sacrameco fono efTcntialijla materia,la for- ci^ i»
,il miniftiOj& ilrccipienteunchejComecofeinftituitedaDiojnonviè alcu- l:(.hu
ìoteftà EccleiIaftica.Diceiiano,che,hauendo dichiarato il Concilio Fioren-
),il folo confenfo de' contrahenti e(Ièr neceflario al matrimonio > chi vi ag-
igeiTe l'elfer publicojper conditioneneceiTariajinferirebbcche il folo con-
b non baftailc,& che il Concilio Fiorentino hauclfe mancato d'una dichia-
ane neceflària. Che Chrifto generalmente haueua detto del matrimonio*
1 poter l'huomo fcparar quello,che da Dio è congionto : comprendendo,&:
iblica,& la fecreta congiontione. Che ne' Sacramenti non il debbe alTerir*
na cofa/enza autorità della ScritturajO della Traditione. Maj ne per l'una»
;r l'altra , s'ha, che la Chiefa habbia qucfta autorità : anzi> incontrario , per
litione s'ha,che ella non rhabbia>poiche le Chiefe in ogni natione , & pei:
)'l mondo fono ftate uniformi in non pretendcrui poteftà. Incontrario fi
la , ElTev cofa chiara, che la Chiefa ha autorità d'inhabilitar le perfone a
raher matrimonio : perche molti gradi di confanguinità , t3<: affinità, fono
dimenti podi per legge Ecdeiiaftica : & parimente l'impedimento di voto
ne , è introdotto per legge Pontificia : adonque anco la feeretezza il può
)ngere apprelfo quelli altri impedimenti con la mcdefima autorità. Per
parte era rifpofto , chelaprohibitione, perragion di parentela, è ^tf iure
»,iicome S.Gregorio, Se molti altri Pontefici i'ucceirori, hanno terminato,
onpuo eiler contratto matrimonio tra doi , fintantoché fi conofcono
onti in parentado in qualonque grado. Et fé altri Pontefici dopo , hanno
ta qucfta uniucrfalità al fettimo grado , & dopo anco al quarto , quefta è
madifpenfageneralcficorae fu una difpenfa generale il ripudio alpopo-
breo: ìk cheilvotofolenneimpedifce-^^ /«r^<^/«wo, & non per autorità
ficia.
iFra Camillo Campeggio , Domenicano , conuenendo con gli altri, che
a poteftà humana s'eftende a' Sacramenti, foggionfe però, che chiunque
iftruggere l'eller della materia , può far che quella fia incapace del Sacra-
cniliun poter fare,che,qualonque acqua non iìa materia del Battefmo}&
tique pane frumentaceo, dell' Euc^riftia : ma chi diftruggerà l'acqua, con-
idola m aria, o chi abbrugcrà il pane , conuertendolo in cenere, farà che
materie non fìano capaci delia forma de' Sacramenti. Cofi nel matrimo-
contrattociuilenuzziale, è la materia del Sacramento matrimoniale per
done diuina. Chi diftruggerà un contratto nuzziale, &c lo farà inualido,
»trà più eifer materia del Sacramento : perilche , non s'ha da dire , che la
ipofli annullare il matrimonio iecreto, che farebbe un dargli autorità fo-
ìacramentf^ ma è ben vero,che la Chiefa può annullar' un contratto nuz-
ecrcto,ilqual,come nullcnon potrà riceuer la forma del Sacraméto.Que-
trina piacque molto all' uniucrfale de' Padri,parendo piana,facile,& che
iffe tutte le difficoltà : con tutto che da Antonio Solilio, che parlò dopo
folTe contradettOidiccndo, Elfcr molto vera quella fpeculatione, ma non
RRrr ij
.684 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio I
e i3 1 3 potevfi applicar al propofito : impcioche,la ragione detta del Battefmo, & <]
Lxi n. Eucari{lia,che ciiiunque può diftrugger racqua,pLio fare, che quella materi [
incapace di forma di Battefmojnon argomenta una poreilà Ecckliafticajmat
poteftà naturale , fiche qualonque ha virtù di diftrugger l'acqua, può in qi 1
modo impedire il Sacramento:onde feguire'obcchejchiunque può annulla ;
contratto nuzzial cinilcpotelfe , per confeguenza^impedir il matrimonio :i
l'annuUatione di limili contratti fpettare alle leggi,^»: magiftrati fecolaii : (H
era molto bene da guardare, che, mentre fi voleua dar autorità alla Chiefacij
nullar li matrimoni fecreti, quella non fi deite piùtofto alla poteftà fecolatl
Ma tra quelli,che afleriuano tal poteftà alla Chiera,trattando fc folTe ifp
te ufarlaairhora, erano due openioni.Vna , d'annullar tutti li fecreti : Se q
non adduceuano altro,che gl'inconuenientijche ne feguiuano. L'altra ope
ne era,che lì annullairero anco li publici,fatf i da' figliuoli di famiglia,fenza
fenfo de' progenitori:^: quefti allegauano due forti ragioni : l'una era, ci
quefti non feguiuano inconuenienti minori, per le rouine,che auueniuanc
famiglie da' matrimoni imprudentemente contratti da' giouani : l'altra , e
legge di Dio,commandando d'obedir' a' progenitori, include anco qiiefto
come principale,d'obedirgli nel maritarli. Che la legge diuinadà quefta;
rità particolare al padre,di maritar la figlia:come in S.Paolo,& nell'Eirodo:
de chiaramente. Che vi fono gli eirempij de' fanti Patriarchi delTeftatr
Vecchio,tutti maritati da' padri-.che anco le leggi ciuilihumane hanno ha
per nulli li matrimoni/enza ilpadre contratti.Che,ficome fi giudicaua ali
laifpedicnte d'irritar li matrimoni fecrcti,vedendo chenonbafta laprohil
ne Pontificia,che gli ha vietato,chi non vi aggionge la nullità j maggior n
conuince,che,non volédo la malitia humana obedir' alla legge diDio, che
hibifce il maritarfi fenzai progenitori, debbiala Sinodo aggiongcruiar
iiullità:non,perche habbiano li padri autorità d'annullar li matrimoni de'
uoli : che l'alferir quefto,farebbe herefia : ma, perche la Chiefa ha autorità
nullar,& quefti,& altri contratti,prohibiti dalle leggi diuinc,o humane.Q lil
parere,come honefto, pio, & tanto ben fondato quanto l'altro , piacque a
parte de' Padri:onde ne fu anco formato il decreto , fé ben poi fi tralafciòd
blicarl0,per li rifpetti,che a fuo luogo fi diranno.
^ffutafrapo- Nonfireftauaperò di trattar tra li Prelati fopra le cofe controuerfedel
ftadiW auto- torità del Papa,& ìnftitutione de' Vefcoui: &,perfeuerando li Francefia no
nu e Fafa: j-j^gj-ter iaparola,Chiefa Vniuerfale, per non pregiudicar all'openione te'
in Francia della fuperiorità del Concilio; Se dicendo che, le folle ftata
pofta,hauerebbono proteftato de nuUtmte , & farebbono partiti ; fcrilFe il I '
che la proponeirero,fegua quello che vuole. Ma i Legati , temendo che I
molto importuno qual fi voglia moto,con la nuoua vicinanza dell'Impera T
refcri{rero,che era ben differir fino finitala materia del matrimonio.
•farmnt del Nella feconda dalle addì dicefette Febbraro, il primo, che parlc),fu il r|
ur'^p./irtico- SotOjilquale fopra l'articolo deldiuortio , diftinfe prima la congiontionrrl
fe,rf« dwQrt^: mouiale ifttre parti? q^uanro al legame, quanto all' habitar infieme > &f
XpaPioIIII. libro SETTIMO. 6%^ ^
f :l che tocca la copula carnalerinferendo cireu parimente altretaiite feparatio- eia i^
1 S' cftcie in moftiare , che nel Prelato Ecclefiaftico era autorità di feparar li ixiii.
I .LÌcati,o di conceder loro diuortio,quanto all' habitat' infieme, & quanto alla
<pala carnale, per tutte quelle caufe^chc da loro folTero giudicate conuenica-
1 5»: ragioneuoli: reftando però Tempre fermo il legame matrimoniale,fi che ne
;'vì:o,ne all' altro,follc facoltà di palfar ad altre nozze : allegando, che quefto
e quello, ch<;daDioeraligato,nepoteuaeirerdaalcun' altro difciolto. Si tra-
inilo longamcntepcr leparole di S.Paolo, ilqual concede al marito fedele, fé
Inoglie infedele non vuol' habitat con lui,di reftar feparato. Non fi conten-
tdcil'efpofitionecommunejcheil matrimonio tra gì' infedeli non fia infolu-
[ e, allegando che l' infolubiUtà fia dalla legge naturale , per le parole d'Adam,
colle da NoftroSignore,(S^ per l'ufo della Chicfa,nellaqualci maritati infe-
ci b::[tezzati,non contrahoho dinuouo matrimonio , & pur il loro non è dif-
{ eiuc da quello degli altri fedeli. Et Ci riiolfe di dire , efier migliore l' intelli-
c iza del Gaetano, che anco quella feparatione di S.Paolo del fedele dall' infc-
e c,;ion s'intende quanto al legame matrimoniale; 6c che eracofa,chc doueua
e ;r J-il l'anto Concilio ben confiderata. Quanto alla fornicatione, diire, che
e ella parimente non doueua elfcr caufadellaicparatione del legame, madella
e mia , 3c dell' habitare folamente. Si trono però implicato , per haucr detto
\ m.bche ildiuortio poteuaeirerconceffo per piCirifpetti, per molte caiife: do-
chcl'Euangclio non admcttendo fenon la caufa della fornicatione , è necef-
io che parli in altro fcnfo,& di altro ripudio ;'& che quefto Euangelico fi deb-
intendcre quanto al legame: poiché quanto agli altri doì,vi erano molte
ife didiuortio. Diede diuerie efpofitioni a quel luogo dell' Euangelio: Sc
zaapprouarne, ne reprouarnealcuna,conclufe, chel' articolo doueua eiret
mato,attefo che,pcrtraditione Apoftolica,il contrario s'hadifede;che,rir-
irdando alle parole dell' Euangelio, non fono cofi chiare, che baftiùoper
luincere i Lutherani.
Sopra il quarto articolo, quanto alla Poligamia , dilTc eilèr contra la legge ^ ^^f-quano^
urale, ne poterfi permcttercctiandio agi' infedeli,che fiano fudditi de' Chri- .* f^^'Z'^^
.ni. Diire,chei Padriantichihebbero molte mogliperdifpenfa, 3c gli altri,
Mlon furono da Dio difpenfati^viirei-o in perpetuo peccato. Della prohibi-
ne delle nozze a certi tempi,breuemente allego l'autorità della Chiefa,&la
conuenienza delle nozze con alctmi tempi: ^ con quefta occafione pafsò à
e,che nilfun con ragione fi può grauarcpoiche in quefto può difpéfar' il Vcf-
no: Se ritornò iu le caufe de' diuortij,& conclufe,che il mondo non fi dorreb-
d' alcuna ài quefte cofe,quando i Prelati ufatfero con prudenza & carità l' att-
rita loro : ma 1' occafione di tutti li mali elPere , perche elfi non rifedono , &
idoli goLiernoad un Vicario, bene fpclTofcnza conueniente prouifionc, vie-
mal' amminiftrata la giuftitia, <?^ maldiftribuitelegratie. Et qui s'eftcfe a
:lar della refidenza5allegando,che,l"enza dichiararla de ture dmino,e):a impolH-
elcuare & quelli, 6«: gli altri abufi, Schiuder la bocca agli heretici, liquali,.
II guardando che il male viene dall' drecutioneabufiua,loattribuifcono alle
RRrr iij
S% CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio H]
Conftitutioni Pontificie : & però mail' autorità PontifìciafaràbendifefaJ:
iioii con la refidenza ben fermata: ne quefca mai farà ftabil]ta,fenza la dichi;
x^Ltionc de ìfire^dtmm. Eflèr prefo notabil error da quelli,che dimandauano pn
giudiciale all' autorità del Papa> quello,che era unico fondamento da foftenta
la,& conferuarla. Conclufe , che il Concilio era tenuto a determinare quel
verità : & parlò con efficacia , de fu^udito con gufto degli OÌtramontanij& co
difgufto de' Pontificijj'a' quali parue tempo molto impertinente di toccar quc
la materia; & diede occafione: che dall' una oc l'altrifiarte fblTero rinouate
prattiche.
F.Giouanni RamirezjFrancefcanOjncllaCongregatione de' venti Febbran
fopra limcdefimi articoli, dopo hauer parlato fecondo la communeopinioi
de'Theologi della indilTolubilità del matrimonicdilTe, Le m.ede/ìme ragion
che fono tra marito 5c mogliceifer anco tra il Vefcouo,& la Chiefa fuajche r
laChiefapuo ripudiar' il Vefcouo,ne il Vefcouo la Chiefa: Se fìcomeilmarit
non debbe partire dalla moglie» coli il Vefcouo non debbe partir dalla Chici
fua: Se che quello legame fpiritualenon era di minor forza,che quell'alcroco
porale. Al legò Innocenzo terzo, ilqual decretò, che un Vefcouo non potei
eirer trasferito, fenonper autorità diuina: perche il legame m'atrimoniale,chL
minore (dice il Pontefice) non può elfer fciolto per alcuna autorità humana : i
longamente s' eftefe a moftrar che non per quello fi fminuina , anzi s' accrefc(
uà F autorità del Papa, ilquaUcoine Vicario uniuerfalc, poteua feruirfide' Vt
coui in altro luogo , doue folle maggior bifogno : ficome il Prencipe della Ri
publicajper li publicibifogni,puo feruirfi de' maritati,mandandogli in altri liu
ghi,reftando fermo il vincolo matrimoniale: Se fi diede a dilFoluer le ragioni i
contrario con molta proliffìtà.
Ma , nella Congregatione della fera dello ftelTo giorno , il Dottor Cornili
<liire,AmbidGÌgliarticoli,terzo & quarto, cfTer'heretici, perche erano danna
in più Decretali Pontificie: 8c con alTai parole elfaltò F autorità Papale,dicen
do. Che tutti gli antichi Concili], nelle determinationi della fede, feguiuan
perpetuamente F autorità , &c la volontà del Pontefice. Addufle per eiìempic
il Concilio Gonftantinopolitano di Trullo , che fegul Finftruttione mandar
da Agatho Pontefice : & il Concilio Calccdonenfe, ilquale nonfolo feguì , m
venerò, & adorò la fentenza di S.Leone Papa,chiamandolo anco Ecumenicc
& Paftor della Chiefa uniuerfale : &,dopo hauer portato diuerfe autorità, & rn
gioni, per moftrare, che le parole di Chrifto, dette a Pietro, Pafc ile mie peco
\elle,fignifichino altretanto , quanto fé haueife detto, Reggi & gouerna la mi
Chiefa Vniuerfale, s' eftefe in amplificar F autorità Pontificia , & nel difpenfa
re,& nelle altre cofe ancora. Portò le autorità de' Canonifti,Che il Papa pui
difpenfare contra li Canoni,c6tra gli Apoftoli,&; in tutto' 1 it^ dimnum,eccetu
f'}i articoli della fede. In finc,a]legò il Cap.StPapaicheciafcuno debbe ricono
cere,che la propria falute, dopo Dio, depende dalla faniràdelPapa:[amplificà
dole affai', per clFer parole d' un S ante» & Martire, ilqual niifun può dire, chi
habbia parlatojfenon pc£ verità.
Ritoriic
A Pio mi. Libro SETTIMO. >S87
jLicornò in quello tempo il Comendone dall' Imperatore, la iicgotiatione ed i-^
[ualcMonhebbe il fincche li Legaci defìderaiianorimperocheCelarcudite lxiii.
:opQlìtionirue,nfporejCheviera bifogno di tempo, per penfar fopra le co- Comendone n-
copofte per la loro importanza, & ci haucrebbe hauutoconfidcracione, & tornadaCeft'
) la rifpolla al Concilio per un Tuo Ambafciatore , di che egli ne diede con- ^^'J*"'V3j'^''
er lettere immediate : aggiongendo , che haueua trouato T Imperatore ad-
irato , & marimpreifo delle attioni Conciliari. Ma all' hora, ritornato, ag-
(ife di più,che dalle parole di quella Maeftà, & da quello, che haueua intefo
Tuoi Conreglieri,&. olferuato da' loro andamcti,gli era parfo conofcercche
Maeftà era cofì fern>a in quella finiftra imprcfllonc , che dtìbitaua non fe-
I qualche dilordine. Che da quanto poteua comprendere, li penlieri di Sua
;ftà erano indrizzati à line d' ottenere che fi facellc una gran riforma, co tal
iiifione,chefihaueire daolTeruare:& che poteua affermar certo, non eilèrdi
:er dell' Imperatore , che fi finifca il Concilio. Hauer' intefo , che, efiendo
corfoil Noncio Delfino refidence a nominar fofpenfioncjo trallatione,rim-
itoremoftrò difpiacere. Riferi apprelTo, Eller opinione della corte Cefa-
he il Catolico s'intendelle con l' Imperatore , in quello che tocca al Con-
. Il che da lui era creduto,pcr eirerii certificato, che da' Prelati Spagnuoli
io ftatelcrittc lettere all' Imperatore, con querele del proceder degli Italia-
Sc con molti capi di riforma : non elfendo verifimile , che efiì haueficro ar- ""^
di trattar con l'Imperatore, fenon iapefiero la mente del loroRè.Diirean-
, che il Conte di Luna , quando da' miniftri del Pontefice !gli è ftato detso
a troppa licenza, prefa da' Prelati Spagnuoli in parlar liberamente , egli nC-
deiLe, mterrogando. Che cofa s'hauerebbc potuto fare, fé quei Prelati ha-
;ro detto che coiì fentiuano in loro confcienza? Difie di più il Comendo-
he nell'abboccamento, che farà col Cardinale di Lorena, era d'opinione>
Foirero per concludere di far proponer dagli Ambafciatori le lor pctitionì:
contòancora, che quella Maeftà faceua confu-ltardaThcologile fuepeti-
i, & altre cofe fpettanti al Concilio : che le ben' egli,& il Noncio Delfino,
:uano ufata moka diligenza, nonhaueiiano però potute penetrar li parti-
ri.
Jon pafsò pelò molto tempo^che quelle ancora vennero a notitia.Impero- £^;7e?«><^^
fcrillè il GiefuitaCanifio al General Lainez, che l'Imperatore eYs.ma\a.ni-fire,intornoal
a verfole cofe del Concilio , & che faceua confultar molti ponti,per cifer ^'«""^'«J**-
iuto come procedere, quando il Papa pcrfeuerim non voler che fi propon- ^*'**
iforma, ouero in dar parole fole contrarie a' fatti. Fra' quali uno era, C^al
autorità Imperiale nei Concilio. Che della cófulta era principale Federico
ilo, ConfciFor della Regina di Boemia.RicercòCanifio,chegh folFe man-
uno della Società, che Thauerebbe introdotto in quella confulfa , 3ccon
mezzo s'hauerebbe fcoperto ogni trattatione : onde diicorfo col Cardina-
imoneta, rifoluerono di mandar' il Padre Natale, dalquale furono le cofe
ramente fcoperte. Et erano gli articoli, pofti in confulta, dicefette;& fu- if^'i^J-H"
I quefti. L Se il Concilio Generale >legitimaraente congregato, col fa- niifmh
688 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio lip
""^o iD uor de' Prcncipij nel progrelTo poffi mutar l'ordine , che il Papa ha determi:.-
Lxiii. to> che fi oireriii nel trattarle materie, onero introdurne altro modo. IL e
lìa utile allaChiefa,che il Concilio debbia trattare, & determinarle cofcrn-
me è indri.zzato dal Papa,o dalla Corte di Roma,- fi che non polfisue debbia f
altrimenti. III. Se>raorendo il Papa,in tempo che il Concilio fia aperto, -
lettione fpctti a Padri del Concilio. I II I. Qual fia lapoteftà di Celare, .
cante la Sede Romana,& aperto il Concilio. V. Sctrattandofi delle cofefp.
tanti alla pacc,& tranquillità della Republica Chriftiana, doueiferogli Amt-
fciatori de'Prencipi hauer voto decilìuo : fé ben non l'hanno jtrattandofi >
dog,mi della fede. VI. Se li Prcncipipolfono riuocare li Tuoi Oratori, & P:
htì dal Concilio, fenzaparticipatione de' Legati. VII. Seil Papa poiTid
ciogliere, o fofpendere il Concilio, lenza la participatione de' Prencipi Ci-
ftiani,& maGTime della Maeftà Celarea. Vili. Se fia opportuno, che li Pn .
cipi s'intromettelTero , per operare , che nel Concilio fiano trattate le cole i
nece(rarie5&: ifpedienti. IX. Se gli Oratori de' Prencipi poffino, per lorr-
defimi,crponer a Padri quelle cofcche li lor Prencipi commettono che fia i
ei'poftc. X. Se fi può trouar modo, che li Padri, cofi m.andati dal papa , co :
da' rrencipijfiano liberi nel dire li lor voti in Concilio. XI. Che cofafi p i
fare,accio il Papa, & la Corte Romana,non s'intromettino , ordinando quel,
che s'ha da trattare inConcilio,acciochelalibertàde' padri non fia impcd
XII. Se fi può trouar modo , che non fia fatta fraude , o violenza, o eftornc
nelprononciarle fisntenzc de' padri. XIII. Se fi può trattar cofa alcuna,
dogma,ocofafpettante alla riforma della Chiefa, che non fia prima difculla
periti. XIV. Che rimedio fi potrebbe trouare, quando li prelati Itali i
continuaifero nell'oftinatione di non lafciarrifoluerelecore. XV. Che ■
medio fi potrà trouarcaccio liprclati Italiani non facciano confpiratione ir. ■
mejoccorrendo parlar dell' autorità del papa. XVI. Comefipoflìno rimi •
uer leprattiche,per venir ad una determinatione dell' articolo della rcfideij .
XVII. Se è cofa condecente , che la Maeftà Cefarea interuenga perfom
mente in Concilio.
n a dk or- ^^ ^^ Roma fi ^ecc longa,&: feria confulta,fe doueuano ammettere,che le
dine che gli titionide' Francefi follerò propofte ; & non tanto era in confideratione qiie
Hrticoli de che importalTero in loro medefime , quanto le confeguenzc : imperochc coi
Francefi wo» derando]quello,chedalFerrier eraftato detto nello oratione,cioè,che le pe
fieno projiofii j-jqj-^j effibite erano le più leggieri,(S^gli rcftauano a dimandar cofe più graui;
mConti IO. q^gQ.Q faceuano giudicio, che, non hauendo li Francefi fatto quelle diman
perche defideralfero ottenerlcmiralfero aqucfto fine, d'entrar per quella fti'c
in polfelTo di proporre l'altre, che haueuano in animo; & che , aperta la pò
per quelle, che chiamauano leggieri, non gli potélTe elfcr negato ogni altro r
tatiuo. Per quefti,& altri rifpetti,fu ril'oluto di Icriuere a' Legati, che aiTolu ,
mente non fi propóneirero,ne folfc data negatiua libera, ma interponeirero di^
rione a proporle , & furono anco ferirti li modi, che doueuano ufare. Et m
ifteifo tempo iifcì da Roma una fcrittura d' incerto autore > in rifpofta fopra
AP A Pio mi. LIBRO SETTIMO. ^8p -^~-^_
. cJk" prop'ode , laqual fu immediate difTeiTiinata in TrcntoA' alJaCoite dell* cio id
iipcracore. Con qucfte prouilìoni fu creduto in Roma d'hauer dato buon ri- lxiji.
pgo alle inftanze de'Franceiì. Ma, era maggiormente ftimata dal Pontefice "j^A ^^iPx-
I lOLiitàjinltituita alla Corte dell'Imperatore, di confultar cole a lui tanto pre-^"""^''* ^^
;iduiali,rapendo molto bene,che la degnitàPontifìcia li conferua con la riue- '
: '.za,& certa periuafione de' Chriftiani.che non polli effer polla in dubioima,
:]ap.Jo ilmondo incommincialfe adelfaminarle cole, non mancherebbono
:, io ili apparenti,pcr turbare li buoni ordini. Otreruaua, che in limili occalìo-
ila llioiprcccirori erano flati adoperati rimedi) gagliardi, & cheinoccaiioni
;, 5 doLie il tratta il fondamento delia fede, ha luogo quel precetto , d'opporfi
l ^liarJamentc a' principij:& che,come nelle rotte de' fìumi,non ouuiando al-
ciiaime rotturedcgli argini,fìnonlìpuo tencrlapiena;cofì,quando lì fami-
la apertura coatta la potcìlàfuprema, fono portate con facilità all' eflremo
:ipitio. Era confcgliatodi fcriuer all' Imperatore un rifentitoBreue, come
: Paolo terzo all' Imperatore Carlo, per caufa de' Colloqui] di Spira ; 6car-
.-Ccfarcche in quegli articoli volclfe metter in dubio lecofe chiarifllme:^:
vn' altro Breue riprender liconfeglieri, che l'haueirero a ciò' perfuafo, dc
nonir'iTheologijche vifonointeruenuti, a farli aifol nere dalle cenfure.
ben penfato, confiderò cller differente lo flato delle e ofe, da quello chefu
0 Paolo : prima, perche all' hora la di(putafupublica,che queftaerafecreta,
rattata quali in oceolto,& con cura che non lì fapcirc, onde egli poteua aii-
illìmular lanotitia, & le l'hauelfe publicata, & fofTe continuata dopo la
riprcnflone,fì metteua a maggior pericolo : che Carlo conueniua flar' unito
Papa,per nò fottometterfì a Prencipi Thedcfchi,ma quello Imperatore era
quali {oggetto : Se finalmente, che poteua differir' il rimedio arduo , ttrendo
prea tempo di farlo, &^ fra tanto, difiimulando, veder d'impedire obliqua-
itela rifokuione delle confuke che fi faceuano, con mandare a quella ^Iae-
1 Cardinal di Mantoua.
Della fcrittura, che andò intorno centra le petitioniFrancefi, nonfolo ne ipr^celt, ei
irono difgCifto efli,& l'hebbero per afl:ioato,maair Imperatore medefimo ìLegitì dif-
iacque aliai. EtliLegati,riceuuta lacommiffionedaRoma^fopradi quelle , g»fiati del
irono pocofodisfatci,parendo loro che quello nonfolfe modo di darcom fro^dere di}
ione a' Pi-elidenti d'un Concilio, ma più torto auuertenze a' Miniflri, da ^^'^*
irlene in trattar per via di negotiationc. Rifcriirero folamentc, richiedendo
ilo, che douelTerofare, (eli Celarci facellcro inflanza per la propella delle
>,& fecero che Gabriel Palcotto, Auditor diRota,fcriueireuna piena infor-
ione delle difiicoltà,qual mandarono. Il Cardinal di Mantoua non giudi-
he,hauendo l'Imperatore detto a Comendonc,che hauercbbe mandato rif-
aalConcilio pcrunfuo Ambafciatore,foireco(aconaeniente che egli vi
lire, prima che intendere quella rifolutione : oltre che l'eifer già Lorena alla
te Irapcriale,& non faperli ancora l'effetto della fua negotiatione,rendeua
'ito il modo, che doucife dfer da lui tenuto. Conquefle ragio li fi Ccuab col
SSff
^ ,^épo CONCILIO DI TRENTO PapaPioIII
e 1 3 1 3 Póteficejal quale,oltre di ciOifcrilTe di propria mano,che no haueua più faccia .
Lxiii. cóparir in Cógregacioncper dar folainenteparole,coiTie haueua fatto due ani
e mfcYìm alla continui.Che tucti li miniftri de' Prencipi diccuano>che,re ben Sua Santità pie
libera al Pa- j^^^^q cofc atVai delia riformasnonvcdendofcnccirccutione alcuna, non cucd
*"^' no che ella vi habbia l'animo veramente inclinato i ilqualc fé corrifpondcl
alle promeire , non haueriano potuto i Legati mancare di corrifponder alle i
ilanze di tanti Prencipi. Ne alcun dcbbe marauigliaifi , che quello Cardiiui
Prencipe verfato per co(ì longhi anni in molti grandi afFari,^»: compitiffimo n
la conuerfationc, faceire quello pairaggio > elTeiido cofa naturale degli huomi
vicini alla mortcper certa intrinlccacaula,& incognita anco a loromedefim;;
dirguftarfi delle cofe humane, Se pofporre le pure cerimonie : alqual fegno (
molto proiTn-no,non gli rimanendo delia vita,dal dì della data di quella, fé n .
fei giorni.
Contrarietà. Ma nelle Congregationijl'ultimo che parlò nella feconda claire fu F.Adi ■
nellt SJpenfe no Domenicano,ilqualc,toccata leggieriflìmamente la materia,tutto s'ellc
Pafalij parlar delle difpenfe,&difendcre5Con forme, &:terminiThcologici5le col.
Dottor Corniho toccate,dellequalifiparlaua con qualche fcandalo.DilIc;.
l'autorità di difpenfar nelle leggi humane era nel Papa airoluta,& iilimitara ■
fendo egli fuperior a tutte: &però, quando ben,fenzacaufa alcuna difpenia .
conueniua tener la difpenfa per valida: ma che nelle leggi diuine haueua p •
mente l'autorità di dii'penlarcconcaufa legitima però: Allegò S'-PaolojC he ■
fé li miniilri di Chrillocflerdifpenfatori de' mifterii di Dio:& che ad elfo Ai •
ftolo era fiata commella la difpenfa dell' Euangclio.Soggionfc,che,fe ben la •
fpenfa del Pontefice fopra la legge diuinafenzacaufa è inualida; nondimc
quando il Papa,per qual fi voglia caufa difpenfa,ognuno dcbbe cattiuar la r
te fua, (Si creder che quella caufa fìa legitiraa; &che il metterlo in dubu .
una temerità. Difcorfe poi delle caufe della difpenfa, lequatiriduire alla
blica utilità , & alia carità vcrfo li priuati. Fu quello ragionamento occa
ne a Francefì di parlar della mcdelima matcria,con malàfodisfattione de* P
tifici].
Finirà la feconda claiFcper fcruar la promelFa fatta a Lorena,di non trattai
fuaafsenza del matrimonio de' Preti, mutato l'ordine , fi parlò fopra la qua
Giouanni Verdun sbrattando l'articolo fetrimo de' gradi d'aiìinità Òi confano ^
nità, pafsò elTo ancora immediate alle diipeiife ; oc paruc che non hauefle ;
mira, che di contradire a F.Adriano : attefe a debilitar la poccftà del Ponte! |
Prima , dichiarò li luoghi di S.Paolo , Che li miniftri di Chrifto fono difpei
tori de'mifterij di Dio,&: dell' Euangelio, dicendo, Che era glofa, contrari,
feftojl'iiìtrodurre in quel luogo diipenfa, cioè difobligatione dell' ollerua
legge:m.a che altro nonfignificaua,fenonun'annonciare,publicare, o dichii^
i mifterij diaini,& la parola di Diojche è perpetua,&:reftainuiolabile in eter:
ConcelFe, che nelle leggi humane cadeua la difpenfa per i'imperfettione ^
leggiflatorf, ilqual non può preueder tutti li cafi,è>: facendo la legge uniuerf
per ieoccorrenzcj che portano le eccettionij ha bifog^no di riicmarca chi;
uè
KpaPioIIIL libro settimo. 6pi
Jna la Republica una autorità di proiicdere a'ca/I particolari. Ma,doue Dio ci3 lO
^iggillatorcalquale nifTuna cofa è occoIta>& nilHin accidente può auuenire lxi 1 1.
mpieiìeduto , la legge non può hauer' eccettioncjperò la legge Diu ina natu-
- nonil ha da diftinguere in legge fcrirtaj e nonfcrittailaquale per il rigore
n kuni cali debbia elFer interpretata, & indolcita, ma elFa mede/ima è la equi-
a Nelle leggi humane,doue alcuni cali per li particolari accidenti, fé fofsero
- ; prcueduti dal Icggiflatore non farebbono comprefll nella legge, nafce la
ti enfa-.noncheildiipenfatore podi in cafo alcuno liberar quello, e he è obli-
Di: ne meno fé alcun merita la dirpenfastSc egli la neghi, colui però reftafotto
e ligo : efser' una opinione {Jcruerfa, perfuafaal mondo, che il dirpenfarefla
liana gratia: la dirpenraèco/Ibengiufì:itia,come qualonque altra diftribu-
[i : che pecca il Prelato , che non la dà a chi iìdcbbe : &c in fomma difse,
)t ndo una difpenfa è richieda , o fiamo in cafo , che fé fi fofse flato preuifto,
indo la legge fi fece, farebbe ftato eccettuato, &quivièobligo didilpenfa-
•, iandio non volendo : o fiamo in cafo,che preueduto, farebbe ftato compre-
)•: qui non fi cftendepoteftàdifpenfatoria. Soggionfcl'adulatione, l'ambi-
c:,& i'auaritia,hauerperfuafo,cheil difpenfare iìa far gratia, come farebbe
1 atrone a' ferui,oucro uno,che doni il fuo. Il Papa non è un patrone, 3c la
I: ia (erua, ma egli è fcruo di quello, che è Spofo della Chiefa, 2c prepofto da
1 piala famiglia Chriftiana, per dare, come dice l'Euangclio, aciafcunola
e da mifura,cioè quello,che gli è debito. Et replicò finalmente , non elfer*
lì la difpenfajche uu.l dichiaratione, o interpretatione della legge : 3c il Pon-
fi jccl fuo difpenfare,non poter difobligar' alcun obligato: ma dichiarar fo-
li lite al non obligato,che egli è elfente dalla legge.
tornò il Cardinal diLorena a Trento il penultimo di Febbraro,dopo efier- ^ff°^^ ^^ -to-
:c nato cinque giorni inlfpruc, ne' quali fu in continua ncgotiatione con *'*^** «'' ^*/<*1
: :c,col Re de' Romani, & co' Miniftri Imperiali &c arriuato, trouò lettere
I ipa,doue gli diceua, Voler la riforma, de che non fidifferilfe più:&per;at- g foretti det
a re i,fi douefsero leuar via le parole de' decreti dell' Ordine,che erano in dif- fm nt^otiatui
e à: Icquali lettere il Cardinale publicò aftudio per Trento, doue era no-
: prcfso tutti, che li Legati haueuano commiffione contraria. Immediate
l' )nrificij in Trento fuufata ogni diligenza, per inueftigar da' Prelati, & al-
iizhc furono in fua compagnia ilnegotio del Cardinale: &c in particolare,
cirauano d'intender qualche rifolutioneprefafopra li dicefette articoli,ha-
110 il Comte Federico Maifci,venuto dalfpruc il giorno inanzi, riferito, che
^Cardinale eraftatoogni giorno retirato a parlamento con l'Imperatore &:
r.de Romani,foli almeno due hore intiere. Ma li Francefi,quanto agli ar-
:ii,u moftrarono nuoui, &di non faperne niente: difsero che nifsuno de*
li )logi Germani haueua trattato col Cardinale, fenon ilStalfilo,cheglipre-
II un libro fatto da lui, in materia di refidenza:5<: il Canifio, quando andò
\" er il Collegio de' Giefuiti : che li Theologi non haueuano parlato all' Im-
:i :ore,lenon che,andati a veder la Bibliotheca,fopragionfero infieme Gcfare,
^Xèjfuo fìglioi& l'Imperatore dimando loro quello chp fehtifsero circa la
SSff ij
(J9i CONCILIO DI TRENTO. Pa;?a Pio III]
"^^iD iD conceffione del Calice: a cui rifpofe l'Abbate di Chiaraual' primo di loro,cb
LXiii. non fentiua poterfi concedere : & l'iniperatore, voltato al Rè de* Romani di
fé in Latino quel verfo del Salmo :Qiiarant' anni ho trattato con queftagener
tione,&:gli ho Tempre troiiatiftar' in errore per volontà.
Ma Lorenajnel viritarULegatiinondiifealtro/aluo chemoftròrimperat(
re hauer buona racnte,&: caldo zelo vcrfo le cofe del Coucilio,& defìderare d
fe(7ua qualche frutto : & che, bifognando,v' interueniria in perfona,&: andere ■
bc anco a Roma, a pregar' il Papa che hauelfe compaffìone alla Chriftianità,
fi contentalle della riforma/enza diraiiuutione della fua autorità} allaqualepc
taua fomma riuerentia,non volendo che lì parlalfe cofa alcuna toccante laSa'
tità fua,&: la Corte Romana. Ma priuatamentc ad altri parlando, il Lorena a;
giongeua, che quando il Concilio folte ftato gouernato con quella prudcn
che conueniua, hauerebbe hauutoprefto &c felice fuccelfo; che l'Imperato)
era d'animo, che onninamente fi faceire unabuona,& galiardariforma,Ìaqua
fé il Papa feguiràd'attrauerfare, come fin all' hora era aunenutcriufciràqu:'
che grauiiTimo fcandalo: che Sua Maellà haueua penfiero, fé il Pontefice fo •
andato a Bologna , d'andar' a trouarlo , con diiTegno di riceuer la corona de
Imperio,& altre cofe tali.
rafprefenuto \ Non è da metter in dubio,che il Cardinal parlale delle cofe del Concilio,
ulveroi informalTe Cefare de' difordini , che palTauano , & dicelfe il parer fuo interne
rimedi) , per opporre alla Corte di Roma, & a' Prelati Italiani di Trento, pere ■
tener' in Concilio la Communione del Calice, il Matrimonio de' Preti, TV
della lingua volgare nelle cofe facre , & relatratione d'altri precetti de iure f
tiHOy &c la riforma nel capo,&: ne'membri , & il modo di fare che li Decreti :
Concilio foiferoindifpenfabili: &:in qualmaniera,non potendola ortcnen
potelfe pio^liar colorata occafione di giuftificare le artioni loro, de preteiK
caufadiprouederda fé medefimia biiogni de' fuoi popoli, con fir quale
Concilio Nationale, tentando anco d'unir li Germani, & Francefi nelle c(
della religione. Ma , non fu quefta fola la negotiatione fua : egli trattò anco
matrimonio tra la Regina di Scotia , Se l'Arciduca Ferdinando figUo dell'I)
peratore; & quello d'una figliuola di Sua Maeftà col Duca di Ferrara, 3c di ri
uarmododicomponer le diffcnze di precedenza di Francia, & di Spagna? ci
come cofe domeltiche, toccano li Prencipi piij intrinfecamente, che le [
blichc.
r ' j 71 Ma,dopo il ritorno di Lorena,fe^uendofi le Congregationi , Giacomo A
dtff,Me deUe HO, Theologo Francefe, entro pamneiite nella materia delle Diipenfe. Edii
Vijfenfe: che l' autorità di difpenfare era data alla Chic fa immediate da Chrifto, & e
dalla Ghiefaeradiftribuita a' Prelati, come faceua bifogno, fecondo li teni]
luoghi,& occafioni. Inalzò in fommo l' autorità del Concilio Generale , e
morte di , rapprefenta la Chiefa,& fminui quella del Pontefice,aggiongendo,che al Co
Mantoua^ed cilio Generale partiene allargarla,o riftringerla.
»/om jj fecondo di Marzo il Cardinal di Mantoua , dopo eiFer ftato pochi gioì
ej ;« m Le- ammalato ,pafsòad altra vita, che fu caufa di molte mutati&ni nel Conci)
^ • - I Lcg,
PpaPioIIII. libro SETTIMO. (J^5
I cgati efpedii'ono immediate aLufoalPonteficejalquale Senpando,cherefta- ^3~7o'
upiimo LegatOjokra la lettera commune,(criire in particolarcche hauerebbe j^xiii
e Ojche Sua Santità mandalfe un Legato fuo fuperiore , che hauelTe cura del
(tnciliOjO veramente loleuaire lui:& pure, quando lo volcife lafciar primo
Igato 5 giudicaua neceifario che il tìdatle che egli hauerebbe operato fecondo
e j il Signor Iddio lo inrpiratre:altrimenti, meglio farebbe airolutamente leuar-
l.Vaimienfeancorafcriireaparte>chelaChieTafua haueuagran bilogno della
f 'fenza del Pallore , Se vi lì introduceua la communione del Calice ,6c altri
r. tabili abufijrichiedendo licenza d'andar per prouederui,c^ che vi era bifogno
Liicialmente in. tutta Polonia' di perfona, che contenelTe il rimanente di quei
fpoli in obedienza:cheegh porterebbe maggior fcruitio alla Sede Apoftolica
i quelle bandccheftando inConcilio.Ma Simoneta^deiiderofo che lafomma
e guidare il Concilio reftalfe a lui,*^ hauendo fperanza di condurlo bene, con
{lisfattionedelPontelìcc&honor propriojconiìderando che Seripando era.
{ iato di quel negotio,& poco inclinato a volerlo guidarci che Varmienfe
e feuipliceperfonajdifpofta a lafciarfi reggere jmife in confiderationeal Pon-
ticcjche,ritrouandofile cofe del Concilio in poco buon ftato,ogninouità gli
ì icicbbe dato maggior crollo, <S<r però giudicaua, che h douclVe ieguire,fenza
I .ndar altri Legati,piomettendo buona riuTcira.
In quei giorni gionfeauifo daRoma,che, do uendofi proporre in Rota una roMoreìnTre-
e iladel VefcouodiSegouiajfuricufato di riceuerla,& da uno degli Auditori toper mafi^
i detto al Procurator del Vefcouo che il fuo principale era fofpetto d'hcrefia: uerchkrU di
' ile mife gran moto,nonfolo ne' Spagnuoli , ma in tutti gli Oltramontani, ^'"^•'
-relandolì efri,che in Roma fi leuailero calunnici: note fmiftre contra quel- .
;he non adheriuano in tutto & per tutto alle loro voglie.
Addì quattro Marzo fi diede principiojdi'parlar fopra la terza claflTe , Se quan- efamlneyc con-,
al quinto articolo,tutti furono conformi che folTe herctico,& dannabile: del ''*?"* '^^^
:o parimente non vi fu differenza: tutti conuennero,che foiVe herefia.Vi fu ly^ln^ Ti
parere,pcrche una parte diceuachcquantonquetra la Chiefi Orientale , &: Celibato\chl
cidentale,vi folTe ditferenza,perche quella non arametteua al Sacerdotio,ne rimette fu le
.i Ordini facri,fenonperfonecontinenti,& quella anco ammetteua li marita- ■^'!/?'«"y«'
londimcnojnilluna Chiefa mai concelfcche i Sacerdoti fi poteirero marita-
le che quello s'ha per traditione Apoftolica, Se non per ragion del voto , ne
.alcuna conftitutioneEcGlefiaftica:& però,che conueniua dannar per here-
ialfolutamente tutti quellijche diceuanojelfer lecito a'Sacerdoti maritarfi>
.za riftringerfiagli Occidentali^^: lenza far mentione,ne di votene di legge
llaChiefa.Et queftinon concedeuano che fi poteife per caufa alcuna difpen-
e li Sacerdoti al matrimonio. Altri,dicendo che il matrimonio era vietato a
efortidiprrfone,&perduediuerfecaufe: a' Chierici Secolari, per l'Ordine
ro,per legge Ecclefiaftica:& a'Regolari,per il voto folenne. Che laprohibi-
•nedelmatrimonio,per conftitution della Chiefa,puo elTer dal Pontefice le-
ca:&,reftando ancora quella in piedi,il Pontefice può difpenfarla.Allegaua-
glieirempijde' difpenlati,6c Tufo dell' antichità» che le un Sacerdote fi ma-
SSff iij
694 CONCILIO DI TRENTO PapaPioIIL
CI 3 i3 ricaua>nonfeparauano ilmatnmonior ma folo lo rimoiieuanodal minifterii
Lxiii- ilchc fu continuamente oiremato Imo al tempo d'Innocenzo fecondo , quaj
primo di tutti li Pontefici oidinòjche quel matrimonio s'haueiFe per nullo. M
per quel che tocca gli obligati alla continenza per voto folenne, eifendo queft ,
de iure (aiz«wo,diceuano non poter il Pontefice difpeniarui.Allegauano in ciò ì^
luogo d'Innocenzo terzo , ilquale affermò , che l'oireruatione della cailitàjé ]
rabdicatione della proprietà , fono cofiadherenti agli oflì de' Monachi , eh ;
manco il fommo Pontefice può dilìjenfarci.Soggiongendo apprelTojropenion ;
diS.Thomafo ,& d'altri Dottori, liqualiaircrifcono, cheiivoto folenne è un a
confecratione dell' huomo a Dio,& non potendo alcun fare,che la cofa confc-tl
crata poflì ritornare agli ufi humani,non può parimente fare , che ilMonaoi^
polli ritornar all' ufo del matrimonio, & che tutti li Scrittori Catolici condan
nano d'herefia Luthero , & li feguaci, per hauer detto che il monacato è inuen
tione humanaj& alferifcono che fia di Traditione Apoftolica,ache diametra
mente ripugna il dire che il Pontefice poflì difpenfare.
Altri difendeuanojche anco conqueftipoteua il Pontefice difpenfarcj &
marauigliauano di quelli,che, concedendo la difpenfa de' voci femplici,neg;
uano quella de folenni,quafi, che non folfe chiariilìm.o, per la determination
di Bonifacio ottano , che ogni folennità è de iiirepofitmoi valendofi a punto de
flaedefimoeirempio delle cole confecratc perprouar laiorfentenza: perche,!
come non fi può fare,che una cofa confccrata,rimanendo confecrata,fia adopc
rata ad ufi fiumani ; ma ben fi può leuar la confecrationc,& farla profana , ond
lecitam.ente torni ad ogni ufo promifcuojcofil'huomojconfecrato a Dio per
monacatOiteflando confecrato,non può applicarfi al matrimonio, ma leuatog
ilmonacato,& la confecratione,che nafce dalla folennità del voto, laqual è^
iure po/ltiuojniQnte ofta che non pofll ufar la vita commune degli huomini. Ac
duceuano luoghi di S.Agoftino,daquali manifeftamente appare, che nel fu
tempo qualche Monaco fimaritaua. Et febeneerailimato,che facendolo pei
caire,nondimeno il matrimonio era Icgitimo , & S.Agoftino riprende quell
che lo feparauano.
Si trafcorfe a parlare , fé foifebenein quefti tempi difpenfare, ouero leuar;
precetto della continenza a Sacerdoti : & quello, perche ilDucadiBauier:
hauendo mandato a Roma per ricercar dal Pontefice , la communione del C>i
lice , haueua infieme richieilo che folfe conceiro a' maritati di poter predicar(
fotto ilqual nome s'intendeua tutto il minifterio Ecclefiaftico , eiTerc irato d.
Parochi nella cura d'anime. Furono dette mojte ragioni a perfuadercche foli
conceiro,lequali fi rifolueuano in due ; nel fcandalo , che dauaao li Saccrdoi
incontinenti 5 &c nella penuria di perfone continenti, atte ad elTercitar il mini
fterio : Se era in bocca di molti , quel celebre detto di Papa Pio fecondo , che j
matrimonio per buona ragione,fi.i leuato dalla Chiefa Occidentale a' Preti, ni
per ragione più potente conueniua renderglielo. Da quelli di contrario parer
5 diceua,Che non è da fauio medico guarir' un male,con caufarne un peggiore
^ li Sacerdoti fono incontinentijSt ignoranti , non per quello s'ha da profl:
paPioIIII. libro settimo. 695
ilSacerdotio ne' maritati.Et qui erano allegati canti luoghi de Pontefici , li-
ili però non lo permifcro , chcdiceuanoeller impoffibile attender' alla car-
& allo fpiritOjcirendo il matrimonio un flato carnale. Che il vero rimedio
conreducationejConladiligenza,co'premijj& con le pcne>proueder conti-
iti>& littcrati per quello minillerio : ma tra tantoj per rimedio d'incontinen-
iion ordinare , Tenon pcrionc prouatc di buona vita : de per la dottrina far
npar liomiliarij , Se catechirmi, in lingua GermanicasSc Francefejformati da
Dminidottij^creligiofijliqualis'haueirero da legger al popolo coli «a/É^rn/^ro,
:ol libro inmano,da' Sacerdoti impcritijcolqual modo li Parochi,fe ben in-
icienti,potrebbono l'atisfar al popolo.
Furono biafmati li Legati , d'haucr lafciato difputar quello articolo , come
icolofo , eifendo cofa chiara, che con l'introdottionc del matrimonio de'
ti, fi farebbe, che tutti voltaircro Taftctto , Se amor loro alle mogli, a' figli,5c
confcguenza alla cafa, & alla po-vtria, onde celìerebbe la depcndenzallìetta,
rOrdme Clericale haconlaScdeApoflolica, acanto farebbe conceder il
[limonio a Preti, quanto dillrugger la HierarchiaEccldìaftica, & riduril
itefice che non folle più che Vefcouo di Roma. Ma li Legati li lcurauan<?>
, per compiacer il Vefcouo di Cinque Chiefejilqualhaueua richiedo que-
non folo per nome del Duca , ma dell' Imperatore ancora , & per render li
arei più facili a non far grand' iniiflcjiza fopra la riforma , che più importa-
rano (lati codrctti compiacerlo.
Franceli,veduto cheropenionepiùcommuneerajcheunPrete potefreef- ì Francejì va-
lifpenlaco al matrimonio,ficongvcgarono infiemeperconfultarcre eiaop- ^-T^ f^'^^^*".,
tuno dimandar la difpenfa per il Cardinale di Borboneicome Lorena , <3c gii JJìIj J"\. '
balciatorihaueuanoin commiilione ; & Lorena iu di parerai no ■■, con d\- „c^a vi s'op-
he, fenza dubio>ncl Concilio vi farebbe diiìicoìtà,nel perfuader che I3 cau- fmneLmnn:
(Te rngioneuol'ò& urgente:poiche,per hauer poilcrità,nonera neceffario,
ndo li Rè gkìuane con doi fratelli , & altri Prencipi del iangue, Carolici : &>
haucr goucrno,mentreiI Re peruenilFe alla maggiorità Jo poteua far reftan-
lel Clero. Chcperleditfcrenzejcheronotra'Francclì, &Ita]iani,colì per
fa dellariforma,come per l'autorità delPapa,6<: de' Vofcouij quelli che tene-
oopenioni contrarie alle loro', ftudiofamentefifarebbono oppofti anco a
fta dimanda : che meglio era voltarli al Papa , onero afpcttar meglior occa-
e : & elFer alTai per quel tempo l'operare , che non fia {labilità dottrina,che
ì prcgiudicare.Fu dimato da alcuni,che Lorena nel Ilio interno non haue0e
) , che Borbone li maritalFe, perche poteirc ciò fuccedcr con emulatione,&
linutione di cala fua. Maadaltrinonpareuaverifimile : prima,percheper
fta via lileuaua ogni Iperanza a Condc,delquale egli molto più ii diffidaua:
iche, il padar Borbone allo dato fecolarefoirefommariamente de/iderato
iTo Lorena , ilquale, leuato il Borbone dal Clero , farebbe redato 11 prima
ato di Francia, &c in occalione ^\ Patriarca, che egli ir.olto ambiua, farebbe
indubitatamente toccato:doue chceireiadoBorbon Prete non eiapoffibile
far di farlo pofporre.
_65)5 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio II.
ci3 IO Ma ìlPonteficcnceLiutorauifo della morte diMantouajhaucndo frafert"
LXiii. [o,5c con pochi de* più intimi, pcnfato chefoireneceirario mandar' altri Lcc-
il Papa crea ti,licjuali nuoui,& iion intcreirati in promelfccSc in trattacionijpotefTero feg i
imfrouro due piL\ faci! mente la (uà inftrattione,la mattina de' (ette Marzo Domenica fece-
atri e^j-T , cl^ di Qaadrageilmajlcnza intimj^CongrcgationejComeèfempre folito difa,
m.a coiigrcgati li Cardinali nella Camera de' Paramenti,per andar alla Cape),
fecondo il (olito , fi fermò , & cfclud li Cortegiani , & fatte ferrar le porteci)
Legatici Cardinali Giouanni Morone, & Bernardo Nauagiero : accioche,ji:
uitìcij diPrcncipij o Cardinali, nonfoiFecoftre.tto nominar perfone di non i-
fiero dio gufto.Credeua il Pontefice fir qucU' attiene fecretamente da tuttijii
nondimeno non potè tanto fare, che non periieniirealle orecchie de' Francq
a cheafheraua ^ il Cardinale della Bordiflìera tanto s'atFaticò , che volle parlar' al Pontefi.j
Lorem- inanzi che difcende(re dalla Camera , & gli confiderò , con molte ragioni >cl
volendo crear nuoui Legati,non poteua dar quel carico a perfona più deg
che al Cardinale di Lorena : ma il Papa,riroluto,& che fentì con difpiaceren
hauer potuto ottener la fecretezza che deilderaua,gliri(pofe liberamente } C
il Cardinale di Lorena era andato al Concilio, come capo d'una delle parti p
tendenti, & che egli voleua diputarperlone ncutrali,& lenza intereflì.A che <
ponendo(ì,pernlponderilCardinale,il Pontefice afl'rertò ilpa(ro,& difcefe^ '
fi prefto,che non vi fu tempo da dar riipofta. Finita la Congregatione, il P;
lalciò andar li Cardinali alla Capella,& elfo ritornò alla fua camera, per non
ftar in cerimonia in tempo , quando era alterato grauemente per le parole
quel Cardinale.
U cwf-auUo' Ma ni Trento addì none Marzo arriuò auifG,che il Duca ài Ghifa, fratello
e Htójo in Cardinale di Lorena, nel ritornar dalla trincea (otto Orliens, fu ferito d'una
Francia: chibugiata da Giouanni Poltroto , gentilhuomo priuato della religione rif
mata,dellaqual archibugiatafei giorni dopo era morto, co difpiacere di tutte
Corte : & che, dopo k ferita , haueua elfortato la Regina a far la pace,& de
apertamentcElfer' inimico del Regno quello,che non la voleua. L'homici
interrogato de' complici,nominò l'Armiraglio Colignì, & Theodoro Bcza :
dopo fcolpò Bezajperfeuerando nell' incolpar l'altro. Variò poi ancora in n
niera,che lafciò incerto quello,che fi doueUe credere. Ma il Cardinale,riceui
la nuoua,fìprouidedi maggiore guardia attorno,di quella che foleua tenere,'
comporto l'animo dal dolore della morte d'un fratello cofi congionto con 1
prima d'ogni altra cofa cride una lettera confolatoria alla madre commune, e
, VX j,f era Antonietta di Borbon,pienad'ifquifiti concetti, da comparare ,&,com
'vanita aei ^.,. , ^ -ir -rini ■ r iM
Cardinale fuoi diceuano,da antepore,aqueidi beneca: mhne dcUaqualeaggionle el'
deliberato andarfene alla fua Chiefa a Reins , & il rim.anente di vita che gli
ftaua,confumarlo in predicar la parola di Dio,inftruir il fuo popolo,& educa
figliuoh del fratello in pietà Chriftiana , ne da quelli uffici) celfar mai, fen
quando il Regno per le cofe publiche haueffe bifogno deli' opera fua: & lalet
ra non fu cofi prcfìo da Trento partita,che quella città fu piena di copie di qu
^aj che erano più tofto imporcunamence offerte da' famigliari del Cardinal
Upa Pio IIII. LIBRO SETTIMO. g^-j
,iafcuna perfona,che n'chÌGfle: tanto è difficile , che TaiFetto della iilautia ftia
liiietojfe ben i\\ occafioiic di gran dolori. Dopo quello il Cardinale, poftofì a
enfar allo (lato delle cofe , per quella variationcfucceira mutò tutti i dilFco^ni
tei. Che fu anco caufa Ai far mutar il filo , doue pareuano inuiate le cole del mutamne m
oncilioiperchcelTendo egli il mezzo^per ilquale l'Imperatore, & la Regina di ^°"'^ nelle cs-
cancia,haueuano {\n all'hora operato,furono coftretri quelli ancora^mancan- -^ ^'^^^of^^^
d'un miniftro coli atto, ad andar più rimelfi ne' dillcgni loro j & a proceder
ùrallentamente.Ma ne' negotij humani auuiene quello, che nelle fortune del
are,douc,celFiti li venti, le onde ancora tumultuano per qualche hore. Co/ì»
gran mole de' negotij del Concilio non potè facilmente ridurli a tranquillità
r l'impeto prefo. M?odella quicte,che fuccelfe qualche mefe dopo,certa cofa
he la morte di quel Duca ne fu un gran piencipio j malfime , dopo che s'ag-
jnfe la morte dell' altro fratello, che era il gran Priore ài Francia , & pochi
)rni dopo la nuoua della pace fatta con gli Vgonottij & finalmente le iw-
nze della Regina al Cardinale, che douelFe renderli beneuolo il Papa, &
ornar' in Francia: dellequali a Tuo luogo lì dirà.Perlequali cofe, ilCardi-
levide>(:he lincgotij inuiati non farebbono frati utili ne per fe,ne per gli ami-
uoi.
Tanto in Trento, quanto in Roma, fu fentita con difpiacere la morte di
Ta,ripurandoognuno,che egli folFc l'unico foftentamento della parte Ca-
ic^ncl Regno di Francia,ne vedendoli qual' altra perfonapotclTè fuccedergli
bpportar quel pefo:mafllmc,elFendo ognuno fpnuentato perl'elFempio della
moric.Et li Prelati Francefi in Concilio fi trouauano in anfietà,intcndendo,
fi trattaual'accordocon Vgonotti,quali,tra le altre cofe,pretendeuano,chc
erza parte delle rendite Eccleliaftiche folFe per mantenimento de Miniflri
)rniati.
li quelle varietà di negoti j,& perpleflità d'animi,rirornc) il Vefcouo di Cin- ^«««''^ ài Cs~
Chiefc a Trento : e con gli Ambafciatori Cefarei andò all' audienza de' ^"J' " Legati^
ati,&: prefentò una lettera dell' Imperatore da lui portata , con la copia d'u- ^^^^ "^'''^
itra di quella Maellà,lcrittaal Pontefice.Fecero tutti uitìcio, che folle prò- a^ e emenda-
:alariforma,ma con parole gencrali,& alFai rimellè. La lettera dell' Impera- tìonedelcm-
a' Legati,lignificaua loro il deliderio,che haueua di veder qualche progref- ^'^'O'
uttuoiò del Conciliojper ottenere ilquale era necelFario che folFero leuati
ini impedimentijde' quali hauendofcritttoal Pontefice,haueua voluto prc-
;lieflì ancora ad adoperarìi,& con l'opera propria in Concilio,& apprclFo il
t€ficeconlepreghiere,accioiicamina(Feinanziperferuitio di Dio,& bene-
dei Chriiliaaefmo, Conteneua la lettera dell' Imperatore al Papa, che,
jeAuuocato della Chiefa,dopo ifpeditigrauiflimi negotij con gli Elettori,
Itri Prcncipi , &c Stati di Genrjania, nilFun' altro penliero gli fu più a cuore,
di promuouer le co(c del Concilio : per laqual caufa anco s'era ridotto in
ac,douc,con ilio dolore,haueua intefo le cole non caminare come fperaua,
.publica tranquillità ricerca:»?»: temeua,che,fe non fé gli rimediaua,il Con-
folFe per haucr fine con fcandaio del mon^Oj&rifo di quelli, che hanno
TTtt
6c,S CONCILIO DI TRENTO Papa Pio 1111
ci'^ 1^ lafciatorobedienza della ChiefaRomanajSc incitamento a ritener Icloroopi
LXi II. nioni con maggior oftinationc:che già molto tempo non s'era celebrata Sedie
nejchcmentre li Prencipi s'affaticano d'unirgli auuerfarij differenti inopinic
ni, li Padri fono palTati a contefe indegne di loro : che andana anco attorr
fama,che Sua Santità trattaife di di fciogliere, o fofpendere il Concilio, mol
forfè dall' intricato ftato di quello che fi vede:ma il giudicio fuo eifer' in co
trario.Perche,meglio farebbe non foife mai (tato cominciato, che elfer lafcia
imperfetto, con icandalo del mondo , vilipendio di Sua Santità, & di tut
l'Ordine Ecclefìaftico,& pregiudicio a quefto,&: a futuri Concili) Generalijc* t
giattura delle poche reliquie del popolo Catolico, Se conlafciar' opinione r\
mondo,che il fine della difìTolutionejO fofpenfionejfolfcimpedir la riformare i
neir intimarlo, la Santità fuaha,ueua richiefto ilconfenfo dilui,5«: degli ali
KètSc Prencipijilche da lei era ftato fattoad imitatione de' Pontefici precelfo .
liquali l'hanno giudicato necelTario per diuerfì rifpetti : la raedefima ragio :
concludere, che nonpoflì elfer difciolto, ne fofpefo,fenza ilmedeiìmoconh •
fo:eirortandola,a non dar' orecchie a quel confeglio,come vcrgognofo, & d; •
nofo ilqual fenza dubio tirerebbe in confeguenza Concili] Nationah , km :
abhoiriti dalla Santità fua,come contrari) all' unità della Chiefa:liquali,/ìco :
fono ftati impediti da' Prencipi,per conferuar l'autorità Ponteficia : cofi, no ì
potranno negare , ne differir più longamente. Et l'eifortaua ad elfcr conte i
d'aiutar la libertà del Concilio,laqualveniua impedita, principalmente pei i
cauferL'una, perche ogni cofa fìconfultaua primaaRoma:raltra,perchei i
era libero il proporre,haaendo li Legati foli allontofi quefta libertà,che don i
elfer commune:Latcrza,per le prattiche,chefaccuano alcuni Prelati,interel i
nella grandezza della Corte Romana.Che,elfendo neceffaria una riformatic z
della Chiefa, 5c eifendo comune opinione, che gli abufi habbiano origine :
fomento inRoma, era neceffario , per fatisfattion comune, che la riform i
facelTe in Conciiio,& non in quella città.Che però Sua Santità fi contenta ,
chefolferopropoftele dimandeeflìbiteda' fuoi Ambafciatori, &c quelle de i
altri Prencipi.In fine,cfponeua l'animo fuo d'interuenir' al Concilio,& elfo -
uà la Santità fua a voleffi ritrouar ella ancora.
diche il Pap4 f "-^ quefta lettera fpedita fotto li tre Marzo,dellaquale il Pontefice reftò n -
nfia offefo: to offelo>parendogli che l'Imperatore voleife abbracciare molto più, che qu -
to s'eftendeua l'autorità fua palfando anco li termini degli altri Imperatori, *
teceffori fuoi,& più potenti di lui. Più reftò ancora ofì^eib,per eifer' auifato i
fuo Noncicche s'era mandato copia della medefima lettera a' Prencipi , & l
Cardinale di Lorena ancora: laqual cofa ad altro fine non poteua eifer fatta -
non per commuouer loro , & giuftificar le attioni proprie. S'aggionfe appre ,
che il Dottore Schcld,gran Cancelliere dell' Imperatore, haueua perfual l
Delfino , Noncio Pontificio a quella Gorte,ad operare che Ci leualfero qui ;
parole,r»»'«^^y^/^»z£fc/^^w?;pernon fomentar l'opinione della fupeiiorità L
Papa al Concilioicon dire^che quefti non erano tempi da trattar tal cofa, &(
* la Maeftà CefareaA cifoi ancora/apeuanojche Carlo quintOidi felice mcmoj
PapaPioIIII. libro settimo. ^P5>
n qucfto articolo tenciia contraria opinione , Se che fi doueua fuggir' il dar' cio la
xcafione aSuaMaefl;à,& agli altri Prencipi,di dichiarar l'opinione, che tcn- lxiii.
rono in quello punto. Leqiiali cofe congiongendo con quello,che Lorena me-
lehmogUhaueuafcrittGjcioèjche non erahora,netempo,di trattar Ir. difficoltà
Ielle parole , Vmuerfalem Ecdejjam,f^c. 6c con rauilc venuto da Trentcche
juel Cardiiiale diceua,non potere, ne eifcne i Prelati Franccfijcomportark.per
1011 canonizare una opinione contraria a tutta la Franc]a;& che sii gannauano
luclli,qualificredcuano,che,quando fi folFe venuto al parlar chiaro^^i dnnan-
ar dichiaratione che il Papanonfiafoprail Concilio, qucii' opinione (aria
:ata fauorita,^; aiutata più di quello che al tri fi penfauaclequalicoiemoftraua-
o,chcdi quello fu trattato ftrettamente alla Corte Imperiale. Quc.ftc cofe at-
^fcvennc il Pontefice in parere difar'unarifpofta,^ di mandarla effo ancora
ttorno perpropria'giufticatione.
Rcfcrilfe adonque il Pontefice all'Imperatore, Che haueua conuocato il ^rìlponde rU
]oncilio,conpartipationrua,& di altri Re , & Prencipi; non, perche la Sede ^"'*'''*'"*''"*
pollolicahaueire bifogno nel gouerno della Chiefa d'afpettar ilconfenfodi
ual Ci voglia autorità;hauendone piena poteflà da Chrifto:che tutti gli antichi
ioncilij fono (lati congregati per autorità del Pontefice Romano,ne mai alcun
rcncipe fi è interpofto in quello , fenon per puro eifecutore : che egli non ha
luuto mai penfiero ne di fofpendercne ài difcioglier il Concilio } ma ha fem-
c giudicato , che,per fcruitio dijDio , fi debbia metterci compito finerche non
a impedita,ma aiutata la libertà del Conciho con le confulte,che in Roma fi
cenano nelle materie medefimerche mai fi è celebrato Concilio lenza laprc-
ntiadcl Pontefice,edoue dalla Sede Apoftolica non fia mandata inftruttione,
: feguitata anco da' Padri : che reftano ancora le inftrwttioni , lequali Papa
eleftino mandò al Concilio Efefino,Papa Leone al Calcedonenfe,Papa Aga-
io al Trullano,Papa Adriano primo al Niceno fecondo, «Sì: Adriano fecondo
r ottano generale Conflantipolitano:che,quantoal proponer* in Concilio,
iiando il Romano Pontefice è (lato prcfente ne' Concili), egli folo ha iempre
ropofto le materie , anzi egli folo le ha rifolute,non hauendoui il Concilio
Dfto altro che l'approbatione: in alTenza del Pontefice,hauer propofto li Lega*
jGucrodal medefìmo eifere (lati deputati proponenti; & cofi il Concilio in,
rento haaer deliberato che li Legati proponefierorilcheè.necefiariojper fer-
ir qualche ordine:che farebbe una gran confufione, quando tumultuariamen-
,& quando uno contra l'altro poteifero mettere a campo cofe feditiofe ,& in-
)nuenienti:non però elfere flato negato mai di proponer tutte le cofe utili.Chre
\ fentito con difpiacere le prattiche fatte da diuerfi contra l'autorità data da
hrifto alla Sede Apoftohcareirer pieni tutti li libri de'Padri,& Concihj,cheil
óteficejSuccelTor di Pietro,.^.: Vicario di Chrifto^è Paflor della Chiefa uniuer-
Xf.òc co tutto ciojcótra quella verita,s'erano fatte in Tréto molte cóuéticole»
: prattiche , & tutta via la Chiefa ha fépreufato quella forma di parlaiccome
uà Maeftà potrebbe veder ne' luoghi,che gli madaua citati ncll' inclu; o foglio:
foggi6fe,Tuttiiimaliprefenti eifer naci,perche lifuoi Lcgati,a fine d'ouuiarc
TTtt ij
_7oo CONCILIO DI TRENTO Papa Pio UH
ci3 1^ chele cattine lingue no parlalfero cotta la libertà del Concilio,conurar conni
LXiii. uézajhaueuano laiciatovilipéder la loro autorità,ondcil Concilio fi por<;ua d:
piùtoftoliGétiofcche libero. Ghe,qaato alla riforma, egli la dcfldcra rigida, t
intieiaj&ha cótinuaméte follccitato liLegati a riiolucrla.Che,per quel che tO(
ca alla (uà Cortejcrano note al modo le molte prouifionijche haucuafatto,co
diminutioneanco delle entrate Tue ; Se fé alcuna co'arcftaua afarc non era pi
tralafciarla: majnonfi poceua far in Trento che ileife bene : perche, non ellei
do quei Prelati inforraati,in luogo di riformarla, la disformerebbono maggio
mente : che defìderaua tra tauro veder qualche riforma anco nelle altre Cort
che non haueuano minor bifogno,dellccofe della Chiefa tuttauia folamen
parlando: & che forfè dagli abufi di quelle, nafce il male principalmente. Chj
quanto alle petitioni propoftedagU Ambafciatori di Sua Maeftà,& dagli alti
egli ha fempre fcritto,che foiTero eiraminatcSc difcuile, ciafcuna al tempo co:
ueniente : perche, elTendo già inftituito,&: incaminato l'ordine di terminar'
Concilio infieme le materie di fede, 5c riformargli abufi concernenti quel]
nonfipotrebbe,fcnza confufione,5cindegnità,alterarlo: che hauédoSuaMa
ftà toccato diuerfidifordini del Concilio , haueuatralafciato il principale,
fonte degli altri,cioè,che quelli,che debbono pigliar legge da' Concilij,voglj
no dargliela:che,fe folfe imitata la pietà di Coftantino , i^Z de' doi Theodoiij,
feguiti li loro ellempi,il Concilio farebbe fenzadiuifione tra li Padri,& inioi
ma riputatione appreffo ilmondo.Che nifTunacofadefiderauapiùjche intcru
nireperfonahr^ente in Concilio, per rimediare al poco ordine, che fi ferua;r
pei'lafuaetàjd: per gli altri negotij,non meno importanti , elfergH impoffib:
l'andar' a Trento>& di trasferirlo doiiepotelTe andare, non parlerebbe, pernc
dar fofpetto.
« penfadl ri- Dubitò il Pontefice che gl'inrerefll dell'Imperatore , 8c di Francia, in mot
pringerjì con alcuno non potelfero unirfi co' fuoi ; & però di loro poco fi poteua promettei
Spagna ptrlo & meno fperare:poiche effinonpenfauano al Concilio ,fenon quantoglipr
eonaho: meua per propri] intercffi de' loro {lati;& però dal Concilio eflì altro non voi
rcfenon quello che pofli dar fodisfattione,& contentar i lor popoli, & non p^
tendo ottenerlcimpedir'ilfine del Concilio,per mantenergli in fperanza.Qn
ftiintereffinon poter muouer il Rè di Spagna, che ha li popoli Carolici : ou'.
puo conformarfi col voler di elio Ponteficcsfenza prcgiudicio de' fuoi ftati^i;
"zi gli è utile, d'eiTer tutto unito con lui per ottener delle gratie : & peròjeficr n
cellario follecitarlo con continui offici), & dargli fperanza d'ogni lodisfartii
ne. Et opportunamente arriuò a Roma Luigi d'Auila , mandato efpreffo dal
Maeftà Catolica,ilqaal il Papa hanorò fopra modo,lo alloggiò nel luo palaz2
nelle ftanze,doue loleua habitar il Conte Federico Borromeo fuo nipote; & i
so feco ogni effetto di cortcfia>Le caufcpcrche fu mandato, furono , Per otti
ner dal Pontefice prorogatione per altri cinque anni del fuffidio del Clero coi
ceirogli,&gracia di veder véticinq; feudi d'intrata de'ValFallatichi delle Chicf
Haueua anco in commiflìone, di procurare difpenfa di matrimonio tra la Pren
cipeiPa i forella del Rè » de Carlo j Tuo figliuolo, laquale in Spagna fi tcneua pt
facih
APA Pio mi. LIBRO SETTIMO. 701
Cile ; poiché moki, etiando tra' priuari , erano dilpenfiiti di co-ntraher macri- ' e ^ 1 ■, 7~
ionio con la figlia del fratello, o della forellajche fono pali in grado a quello lxiii.
ipigliarlaforeiladeipa!dre : okrache, d'un matrimonio dr quella forte nac-
LKio Mofe,& Aaron. Allcquai;, propofìtionij quanto al matrimonio il Papa
oflc lì a tutto quellojdoucs'eucndeaal'autoritàJliajdiceadojC he farebbe con-
ilraic : ma la trattationc non caminaua inanzi, per l'infermità, che fuccelTe al-
.Prcncipelfa , che leuò ogni ipcranza di matrimonio. Et quanto al fuflìdio,
: all' alicnatione, moftrò il Pontefice annuo pronto, ma diihcoltà di metterlo
ictictto, mentre li Prelati ftanano in i[-efc nel Concilio : promettendo, che,fe
Re l'auitairca finirlo,&:libcrarfenc,cgÌilogratifichercbbc.Qaanto alle cofe^
;1 Concilio, nelle prime audi.^nze. Don Luigi non pafsò molto inanzi: folo
fen di procurare la conferuarione dell' autorità Pontificia, .5<: tifortò il Ponte-
;e a non trattar di far lega de' Cattolici , accioche gli hcretici non la facci-
ro tra loro, oc che Francia non fi precipirairc ad ogniaccordocon^fi Vgo-
Dtti.
In quello mentre, in Trento n faceuano diuerfc adunanze; gli Ambarciacoii ' .^f.^>" "yo-
efarei adunarono i Prelati Spagnuoli in cafa dell' Aiciuefcouo di Granata, ^^''J^°^ -^ t^"
indurgli aconfentire, che nel Concilio fi concedeiPe l'ufo dei Calice, con e foni ìomrZ
(Pegno di propcr dinuouo quella materia : ma gli trouarono tanto alieni , che detti dagli
cono coftrctti metterla in filcjitio. Il Cardinale di Lorena fece molte Con- ^pagnmli:
egationico'fuoi Prelati,& Theologi,pcr elPaminare li luoghi mandati dal ^"'"f"^» €>•
>ntefice all' Imperatore , nel foglio difopra riferito , ardali' Imperatore a lui S^/^lrTo"
pra le parole , Vmuerfalem Ecclefiam ; facendo; vedere , fé quei palli erano ci- [cnttTdd Pn"
:i direttamente, & le gli eradato il vero fentimento, per formare, come poif<«:
;ero , una altra fcrittura in confutatione di quella. Quelli fnedefimi luoghi
dillo l'Impcrarorcche follerò communicatia' Spagnuoli, per fentirii parer
i"o: il che hauendo fatto il Cinque Chiefe, doue tutti li Prelati Spagnuoli
ino congregati a quello effetto, rifpofe Granata, Non eifer bifogno, che Sua
aeftà faccilè quell'opera con loro, che riceueuano il Concilio Fiorentino;
1 co'Francefi, che riceueuano il Bafiicenfc. Molli da quello accidente al-
ni di loro, dopo la partita del Cinque Chiefe, trattarono che fi fcriuelPeuna
tera al Papa , per leuar quella finiflra openione , che haueife concetto òx lo-
ca che ripugnò Granata,dicendo, Che baftaua al Papa conofcer da' voti loroj,
e in quello non erano contrarijv ma pero non efifer giu{lo,che fecondalPero le
ulationi degP Italiani ; &: foggionfe le formali parole, Reflituifca a noi il no-
o, che noi lafciamo a lui più, che il fuo : & non è giudo , che di Vefcoui di-
tiriamo fuoi Vicari). Et un' altro giorno, li medefimi Cefarei s'adunarono '
ngli Ambafciatori Franccfi, permetter ordine di far inftanza tutti infiemc,
e folPc propofto il Decreto della refidenza, formato dal Cardinale à\ Lorena;
he non poterò ne eflì, ne Lorena, impetrare da Varmienfcj (^Simoncta j che
tipando per infermità non interueniua.
Occorfe, che nella Congregj^tione de'dicefette Marzo, uno de' Thcologi refìden^T^x rh
incefi>trouata opportunità di degredire dalla continenza de' Sacerdoti, .alia ^»'lì'^i» '^/«'
TTtt iij
701 CONCILIO DI TRENTO. P^paPioII.
ci3~T^ i-cfidenza, s'cflcfc/confiimando tutto'l ragionamento fopra di quella. Addila
icàjsSceirempijapcrruaderchcfolTede iureàmmo\ 6c rifponderc aquei
LXIII.
natoncàjsxellempijapcriuaaercncroiieae lureammo^ oc lupuuucic iiquct
obicrcione, che fi tiouano tanti Canoni,& Decreti, che la comandano, ile:
non (ai-cbbcle fotTe commandata da Dio. Vsò quefto concetto,che il Ita Mi-
no e tbiidamcnto, o vero colonna della refidenza : & che il /w Cammeo è l'ed: •
cio,ouero ilvolto:& iìcome,leuato il fondamento,carca l'edificio} &,leuata,
colonna, cade il volto, cofi è impoflìbileconferuar la refidenza col folo ItaC-
nomco,&c'(]adìh che la vogliono a quel folo afcriuere , altra mira non hanno, ■
nondidiftrucyo-erla. Adduife gli eifempij de' tempi pairati,oireruando, che in -
ina'
zittirti li Canoni & decreti humani,larefidenza fu efquifitamente da tutti v
feruata:pej;che ciafcuno fi teneua obligato daDio. Ma, dòpo che alcunifi foi
perfuafi , non hiiaer' altro obligo , che, deriuato da leggi l^umancquantonq
quelle fìano ilare fpelfo rinouate , &c fortificate con pene , nondimeno il tutte
fempre riufcito in peggio.
mrte delle- In quei medcfìmo giorno, con uniuerfal difpiacerc di tutti li Prelati, &
gttto Serlpan- tutto Trento,morì il Cardinal Seripando,hauendo la mattina pigliato ihSani
(^0' Cimo Sacramento dell' Euchariftia , qual volfe pigliar fuori del letto inginc
chiato:&,dopo tornato in letto,allaprefentia di cinque Prelati, de' Secretati]
Venetia, & Fiorenza , Se di tutta la fua famiglia ; fece una oratione Latina tan
longa,quanto gli durò lo fpirito, confefsò lafua fede conforme in tutto alla C
tolica della Chiefa Romana , parlò dell' opere del Chriftiano, della rifurretti
ne de' morti,delle cofe del Concilio: raccommandòa'Legati,6<: al Cardinale
Lorena, il progrelfo d'elio :& volendo anco raccordar' il modo , nonhauen
più fpirito^dil^c,Che il Signor lidio gli haueuaprohibito l'andar più oltre; i
che la Sua Diuina Maeftà parlcria ella a tempo,& luogo: S>c cofi palsò fenza i
più parola.
. Il Conte di Luna, dalla Coree Cefarea fcrilTe al Secretario Martino G
sT'a „Ì'rt"delvvn,& mandò copia d'una lettera fcrittagli dal Rè,doLie Sua Maeftà auilai
preUufu9Ì che il Pontefice s'era doluto feco de' Prelati Spagnuoli : & fé ben' ella penfa
^trfauerirt cioelTer' auuenutcpcr non eifer Sua Santità ben' informata, tenendo elfo, e
ilFa^*: li fudetti Prelati fimoftrinodeuoti verfolaSedeApoftolica,nondimeno,oi'(
nana al Contc,che,gionto a Trento, volelfe tenergli la mano fopra, accio fan
riffcro le cofe del Papa,falua però lalor cofcienza j & far' in modo,che Sua Sa
titànon haueiredadolctfìdilui.Etinqueftafoftanzailmedefìmo Conte ferii
a GranatajSegouia,^ Leon.
ì Franceft fi Addì diciotto MarzOiche per l'elTequie di Seripando non fi tenne Congreg
dolg^oÀ Le- rione, gli Ambafciatori Francefi fecero una folenne comparita, inanzi a'.d
gwy -- chiedo _ Legati : e fecero indoglienza , che in undici meli, dopo l'arriuo loro in Trcnt
no riforma, ^^j primo giorno fino all' hora haueifcro fatto intéder le defolationi di Francij
& lipericoh della Chriftianitàper le differenze della religione:3c efpofto,che
più necclfario, & principal rimedio era una buona & intiera riforma de' coft'
mi,& qualche moderatione delle leggi pofitiue:& fempre gli fia fiata databu
na fperanza,&: gratiofe patole,fenza che mai ne habbiano veduto alcun effetti
■
I.paPioIIII. libro SETTIMO. 705
(12 fi fuggec|uantoripuo,lanforma; che la più parte de' Padri & Theologi, 'ciò id
fjjio più chcmai duri, «Se Icueri a non condonar cofa alcuna alla neccflìtà del ixiir.
,|-npo: coneludendo, che gli pregauano a confiderar quanti huomini da bene
[juoiono , prima di poter far qualche buona opera per il publico icruitio : di
e ne danno cifempio li Carduiah di Mantoua, & Seripando :però, volcirero
jìfar qualche cofa , mentre hanno tempo per discarico delle lor confcienze.
' fpofero li Legati , Difpiacer loro l'andar delle cofe in longo : ma di quefto i Legati fi
èrnecaufa gli accidenti fopraucnuti della morte di Mantoua, & Seripando. /^W^""' «"'-
le effi foli non polfono portar tanto pcfo : che gli pregauano d'afpettar Mo- '""^'""'. *'
iie,& Nauagiero , che prefto arriueranno. Allaqual rifpofta s'acquietarono, ^"^'""
rche anco gli Ambafciatori Imperiali fecero inftanza , che lì andalfe lenta- 1^ nrr^ ^-r^
mte,afpettando lancgotiatione degli Ambafciatori G efarei m Roma, con- ma. èlkhufta
Dnti con Luigi d'Auila,liquali tutti infieme haueuano fatto inftanza al Pon- al Papa d*
ìce,cKe in Concilio,& non a Roma , fi facelfe una uniuerfal riforma di tutta C'fA»-^»' , e
Chiefa>nel Capo,& nelle membra j&; per la riuocatione del decreto, che li ■^/"'i'"*"^'*
li Legati potefferoproponer' in Concilio, come contrario alla libertà degli
nbafciatori,& de' Preiati, di poter ricercar quello, che giudicalfero utile,
eftiper lefue Chiefe,& quelli per li fuoi Stati. Laqual' inftanza l'Imperatore
idico megho,che folse prima fatta al papa, &c poi in C©ncilio.
Non però quefti Prencipi erano in tutto concordi : imperoche , fé ben Don ^„ qualche
id a parte fece le medcfiraedimande , nondimeno apprcifo di ciò,, ricer- diuerfità, ft-
il Pontefice , che perfuadelTe l'Imperatore a rimuouerfi dalla dimanda «^òj
. Calice , & Matrimonio de' Preti j dicendo che'l Rè haueua dato com-
ffìoiie al fuo Ambafciatore , che anderebbc a Trento , ài ftir' ufficio che
n fene parlaffe , &z che parlandone i Prelati Spagnuoli vi fi opponeirero.
orto il Pontefice a procurar d'acquiftar gli Heretici con dolcezza, non
mdando Noncij , ma ufando il mezo dell' Imperatore , & d'altri Preno-
ti d'autorità 5 &c ad accettar le dimande de' Francefi, & lafciar libero il
)ncilio, fi che tutti pollino proporre, &: che nel rifoluer non Ci faciano
Ittiche. La rifpofta del Pontefice agli Ambafciatori , fii, che il decreto del
<>ponentibiis Legatis , farebbe interpretato in maniera > che ognuno pò- ^^P^pfd^
proponer quello che vorrà , & che egli a' Legati , ultimamente partiti , f'^^'^^'^» ww-
Lieua lafciato libertà di rifoluere tutte le cofe, che occorreirero^in Conci- *"'*"''*
, fenza fcriuer cofa alcuna. Che la riforma era defiderata dàini, & nehaue-
fpeifo fatto inftanza, & fé il mondo la volefie da Roma , già farebbe fat-
. & ancoefleguita: ma, poiché la voleuanoda Trento, fenon fi efFetrua-
jla caufa nonfidoueua afcriuer' ad altri, fenon alle difficoltà, che fi ritro-
jano tra i Padri. Che egli defideraua il fine del Concilio , & lo procuraua.
follecitaua,nedi fofpenderlo haueua penfierKD alcuno.. Er che inconfor.-
tàdi quefto , hauerebbe fcritto a' Legati :.tSi fcrifseancccon dire, che il de-
:to , Troponenttbm Legatis , era fatto, per leuar la confufione, ma però efser
lontà fua , che non impedilTero alcuno de' prelati a proponer quello, che gli ;
& garfo} 6c che cfifi douelTero efpedir le niateiie (econdoli voti de' P.adrjj^
704 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio III
"" cHT^ ^cnza afpettai altro odine da Roma. Ma qaefta lettera fu per dar fodisfattici
Lxiii. ne>& non per produrre effetti:perche il Cardinal Morene, che era Capo de Le, .
gati, haiieua leinftruttioniapartcper dar regola anco agli ordini, che foflcr
andati da Roma.
in particolare A Don Luigi rifpofe in particolare il Pontifìce,Che haueiia aperto il Cono :
sinftnnA a lio/ottolapromeira fattagli da Sua Maeftà, che n'hauerebbehauuto la protei,:
Scagnai t;ione,&: che farebbe conferuata l'autorità della Sede Apoftolica : & fi trouau
ingannato : perche da' prelati fuoi riceueua maggiori incontri, che da tutti g
altri ; liquali,perlaconceflìonedeliufl[ìdiofegli erano inimicati jinlìeme co
tuttol' Clero di Spagna. Che della buona volontà ài Sua Maeftà non dubit.
uaj matucto'l male nafceuajperchcjne in Roma ,ne al Concilio, hu-ueua mail
dato Ambafciatori conhdentirchè era giufto lafciar il Concilio in libertà,&: eg ■ ,
più di tutti cofì dc{ìdcraua,non piacendogli però la licentia, ne meno che fo»^
le inferuicùdi quei Prencipi,chepredicauano la libertà, volendo elTi commar "
dare. Che da ognuno gli era fatta inftanza di libertà nel Concilio , &egHno
fapeua,fe tutti quefti hauelfero benpenfato, che importanza farebbe, quando
Prelati folle lafcita la briglia fopra il collo. Che, quantonque in quelnumer
vi folfero alcune perfone eccellenti in bontà,&in prudenza,vi erano nondim
no anco dìquellijchemancauanojo dell' una,o dell' altra,o d'ambedue inficm §
liquali tutti erano pericolofì, quando non follerò tenuti in regola. Che a III
imporraua forfè manco di tutti ilpenfarci: perche, hauendo il fondament
dell' autorità fua fopralepromeiTediDiojin quelle confidaua:ma maggiorb
fogno haueuano li Prencipi d'auuertici, per li pregiudicij, che nepotrebboii
fcguire,<3c che quando li prelati fodero polli m quella fouerchia libertà, ne rii
crocerebbe forfè molto a Sua Macftà Cattolica. Che,quanto alla riforma, e
impedimenti non vcniuano da lui, che egli larcbbe andato differendo le dimai
de de' principi (opralacommunionedei Calice , Scaltre talnouità, comeSi
Maeftà defiderauaj Ma,che ella confiderairejchcHcome la m.ente di SuaMacf
non è conforme a quella degli altri, .ne' particolari del Calice , & Matrimoni
de' preti} co'fi, in ognialtraviè chi fa inftanza, & chi s'oppone a quelli dile
Conclufeinfincche ftaua aSua Maeftà veder' un fruttuoib, & prefto nned'
Concilio,dalqaale quando egli foirc ftato libero, ella (ìpoteua prometter ogi
fauorc.
pf,-plcQh.ì de Ii^ Concilio addi venti Marzo, finirono di parlar li Theologi fopratuttia:
jfLegati in Co- ticoli del Matrimonio. Siriftrinicro li Lcgari,per deliberare^lcdouenanonc
e^o; le Congregationi de' Padri, proponete la dottrina, & Canoni del Matriraoni(
Ma,confiderando3che Francefi,& Spagnuoli,ii larebbono oppofti, 8c che fi p(|
trebbono eccitar m^aggiori controucriìe diqaelle, che fmo all' bora erano, ^|
quando haueifcro voluto proponcr gli abuhiolamentcveniuano apuntoa
occafione agf Imperiali,^ Francefì,d'cnrar nella materia di riforma,erano pVj
piedi. Sarebbe ftato utile il tentare d'accommodar alcuna delle diificoltà:&
quoiloinclinanaVarmienfe; Ma incontrario Simoncta dubitaua. Che peri
«^c-)ca fermezza del Goll'^ga, non folFe faccefTo qualche grauc pregiudicio:&al
tribuend
paPioUII. libro settimo. 70$
uendo la colpa di furti li difordini occor/ì in Concilio a' doi Legati morti^
,con hauer proceduto nella materia della Re/ìdenza,più fecondo il proprio
b>clie fecondo gli bif^gni della Chiefa,per troppa bontà haueuano caufato
ornale, & che non era da metterli in pericolo di vederne di maggiore j &
( non confcntiua, che d'alcuna d'elle fi parlalTe. Onde finalmente conclu-
.d'inter mettere tutte le trattationi fino alla venuta degli altri Legati. Do-
iqual rifolutione , Lorena deliberò d'andar in quel mentre fino a Venetia,
iceuer nel viaggio qualche relallàtione d'animo , per il dolore conceputo
amorte dclgran Priore/uo fratello, che glihaueua anco rinouato la piaga
ifpiacere per la morte dell' altro.
: difficoltàjdallequali fi è parlato,erano feicl'una, fopra il decreto già fatto, Ipeclfcatcì
foli Legati proponeficro: la feconda,fopralaRcfidenza,fe folFe*^^ iure di-
si terza> fopra l'Inftitutione de' Velcoui , fé hano la loro autorità immedia-
Chrifto:la quarta,fopra l'autorità del Papa: la quinta, d'accrefcer il nume-
Secretarij, ^tener conto minuto,&fidatode' votirlafeftaj&piùimpor-
idella r iforma generale. Lequali io ho voluto recapitular in quello luo-
uneperanacefaleofidi quello,(oprache fin' hora s'era trauagliato,& proe-
le'trauaglijche feguitano danarrarfi.
àn fu nuouo in Trento l'auifo, che andò dell' inftanza fatta in Roma al ie ìnHttn%e
: perche già gH Ambafciatori Cefarei , & Francefi, haueuano publicato ''^S^* <**'«-
Dhfidoueuafare, pervoltarfipoial Concilio unitamentca far le richiefte ^/^ .<J 2'*^°-
fime. Et il Cardinale di Lorena, folito a parlar variamente,diceua,C he, „j^
iPrencipiriceueifero fatisfattione , chelelorpetitioni di riforma folfero
ifte, & la riforma (labilità fenzadiminutione della autorità Pontificia,fa-
no ceirar immediate quelle inftanze : & aggiongeuaappreiro,Che al papa
)e facile riufcire della riforma, & venire all' efpeditionc del Concilio>
lofi lafciaire intender chiaramente, quali folfero [i capi , che non voleirc
trattalTero , accioche fi potelfe attender' all' efpeditione degli altri : & che
ueftofi leuariano le contefe, che fono caufa delle dilationi: percioche,
^ponendo alcuni, che vogliono moflrarfiaffcttionatia Sua Santità, che
irte di quelle petitioni fia pregiudiciale alla Sede Apoftolica,s'oppongo-
utte : (Scaltri, negando che alcuna pregiudichi, fono caufa di portar il ne-
in longorche quando Sua Santità folle dichiarata,le difficoltà cefferebbo-
ali Ambafciatori Cefarei diedero copia in Trento a moki della lettera
mperatorcfcritta al Papa: per laqual caufa li Legati vennero in opinione
' andar attorno ellì ancora la copia della fcritta da loro, in rifpofta a quella
à,quandogli mandò quella,che al Papa haueua fcritto : laqual rifpofta ef-
ifatta fecondo l'inftruttione fcritta da Roma, conteneua li medefimi con-
;he la lettera del Papa.
Pontefice, confrontate le propofte fattegli da tutti gli Ambafciatori , con ftnnorifoiue^
) che era auifato elfer detto dal Cardinale di Lorena,tanto più fermò nell' ^f ''^ ^^f'^ *
).fuo,di non doucr confentire alle propofitioni di riforma date da' France- 7^^*^^'^^'
cramcntejnon folo una perfona di gran fpirito>& molto verfato ne' nego- Pranctff'
VVuu
7o6 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio U:
tijjcome ilJPonteiìceecaimaogni mediocre ingegno hauerebbe fcopeitor;
tifìcio ordito per tirarlo, quadofoireftato incauto,neUarete. Confidcraua,n
altro fignificar' il dire , Che fi dichiari quali delle petitioniiion gli piaccioi
lafciando deliberarle altre» fenonlafciar aprir la ftrada> con qucile,per int
durre dopoi le altre, che foiTero in fuo pregiudicio. Et chi poteua dubit;
che l'ottenerle prime folTe, non fine,ma grado , per palfardoue iìmiraua?^
rilafciar li precetti Ecclefiaftici fpettanti a' riti,come la Comraunione del C
ce,il Celibato de' Pretijl' Vfo della lingua Latina,parer' in primo afpetto che ;
pollino derogar all' autorità Pontificia : nondimeno , qualonque di quelli j
alterato,caurerebbe immediate la total diftruttionc de' fondamenti della CI 'i
fa Romana.Eircr' alcune cofe, che, nel primo afpetto, paiono^poterfiadmei
fenzadiminucione dell' autorità; ma l'huomo prudente doucr'auuertire, i
"e p'tr «0 _/? rantoli principi], quanto li termini delle cofe. Per quelle cagioni , rifo!
penfa guada- di non caminar per la via di cederà queftipninipaflì, & datofi a peniare ,
gnxrjì, oltre ^^^^-^ j-fi^iedij vi foifero , ritornò ne' primi penfieri, che il Rè di Spagna non
{'•*EP^3 ueua ne interctre,ne affetto proprio,per profeguir le inftanze fatte: che l' Ir
latore, &iFrancefi, vimetteuano penuero grande, fperando con quei ir
fatisfir a lor popoli,& quietar le difcordie ciuili : & quando quelli Foifer<
pacijche gli heretici inculcano la riforma , per pretefto di mantenerfi fep
dalla Chiefa, ma non Ci ridurrebbono però, quando anco folfe perfetta : a
derò, che, fatti i Prencipi capaci di quello, hauerebbono celiato dall' infta
&lafciato finir quietamente il Concilio. Si voltò tutto a tentar di fupera
quella (Iradale difficoltà,& ben confiderati tutti lirifpetti,gliparuepiùf
. ^ r - psifLiader l'Imperatorccome quello,che folo poteua deliberarci era dip
Cf^g^ cile , Se buona natura , lontano dagli artifici) , &c non collretto da nccell
guerra : doue che in Francia , eifendo il Rè un putto , li partecipi del gol
moltÌ5&: di natura artificiofa, & con varij interefii, era dimoile porer farfr
Onde, tutto riuoltato a quello, deliberò che il Cardinale Moroncinanz
dar principio alle cofe ConGÌliari,andalfe all' Imperatore per quello elfett
^itche protende raccordandofi quello, che il Cardinale di Lorena haueua detto aTrentO:
adoperar Lo- andar l'Imperatore a Bologna per riceuer la corona, deliberò di tentar l'ai
w»*j di quel Cardinale,fe fi potelfe indurre ad elFer mediatore in quellcSc cofi
ferir' anco il Concilio in quella città. Ordinò al Vcfcouo di Vintimiglia;
infinuatofi con lui,vedeire d'indurlo a concentarfi d'adoperarfi in quella in
fa:&,per dargli occafione d'introdurfi,fece che Borromeo gli diede il cari
condolerfi con lui della morte del gran Priorcfuo fiatello.
« lo fa firattì' Ma,c(fcndo quello ordine andato,che già il Cardinale erapartito per Và^
urti ilVefcouo, communicato ilnegotio coi Cardinale Simoneta, conclufi
l'importanza della cofanon comportaua indugio di tempo, ne meno di j
tiarlaaltrimenti,che a bocca : e rilbluè di feguitar Lorena, lotto pretella.(
der,in Padoua, un fuo nipote grauemente infermo: doue gionto^ & vi
il Cardinale, (Scprefeiitategli le lettere di Borromeo, & fatto l'ufficio di
^oglienza, non mofttando d'hauer tanto ne^otioconluij entrati in rag
»<
IpaPioIIII. libro settimo. 707
;,nto, dimandò il Cardinale, che cofa eradinuouo in Trento, dopo la fiu ci^ i'
p tiu; (k fé era vero, cheil Cardinale Morone folle per andar all' Imperato- Lxm.
a come lì diceua. Dopo molti diicorfi dell' uno, & dell' altro, il Vefco-
joaisò a raccordargli, che Sua Signoria iUuftriflìma in Trento gii haueuaal'
•r voice detto , che, le il Pontefice hauefTe voluto trasferirri a Bologna, l'Im^
■e tOLC vi farebbe andato,& farebbe ftato occaiìone d'incoronarlo, il che ha-
u.-bbe meiTo niolco conio a Sua Santità, per mantenerfì nel poileiTo della
cjnanone , la quale la Germania oppugnaua: il che eflendo di nuouodal
Z dmaie attermato , foggionle il Vercouo, Che egli all' hora nehaueua da-
oLiilo a Roma , & alprefentene haueua tal rifpofta, dalla quale condude-
K che lì prefentaua unabeUilTima occafione a Sua Signoria llluibiffima,di
)( ar un gran frutto alla Chiefa di Dio , adoperandoli per mandar' ad efFet-
D Mi util diifegno : imperoche,quand<> ella difpondfe Sua Maeftà ad an-
a a Bologna , chiamando anco là il Concilio, fi poteua tener per certo, che
u Santità s'haucrebbe rifolutaad andarci: & con l'affiftenza del Papa, &
e Imperatore, le cofe del Concilio hauerebbono prefoprefto, & felice
[iiiVo. Et, m.oftrando il Cardinale defiderio di veder quello, che gli era
r o, il Vefcouo 5 facendo dimoftratione di proceder con lui liberamente,gli
e rò le lettere del Cardinal Borromeojóc unapoliza di Tolomeo Gallo, Se-
fi rio del Pontefice.
Cardinale, letto il tuttcrifpofejChcquando folfe tornato aTrento,haue- ^'* »«" "^
'. hauuto maggior lume deir animo dell' Imperatore, Se di quello, che {\Py^ F^^*^
ificehaueiferirpofto a Sua Maeftà, onde potrebbe poi pigliar partito ,& «<'"f'»w
lancherebbe d'adoperarfi/e folTe bifogno. A che replicando il Vefcouo,
.mente del Pontefice lapotcua chiaramente intendere per le lettere mo-
gli,ne occorreua afpcttarne chiarezza maggiore j il Cardinale entrò in al-
iionamcnti,ne mai il Vefcouo,col ritornar nel medefimo,potècauar' altro
tanza,che l'ifteila rifpofta : ben gli di{re,cheegli haueua parlato dell' anda-
ologna,per l'intentione, che il Papa daua all' Imperatore della riforma:ma
i,che in tanto tempo s'era viftcchc fé ben Sua Santità promette cofealfai,
idi quello che fi ricerca,in Concilio però niente s'cfieguifce"; l'Imperato-
gli altri Prencipi, credono , che Sua Santità veramente non habbia hauu-
imo di riforma i laqual fé haucfte hauuto ,non hauerianoi Legati manca-
fleguir la volontària. Dillcche i'Imperatornon era fodisfatto, perche,
ido Sua Santità moftrato animo al Génaro di voler andar' a Bologna, s'era
fubito raffreddato : & che quando Sua Maeftà ha\detto di voler' interue-
iConcilio, Sua Santità ha fatto ogni operaper ritirarlo da tal penfiero:&
o delle fue lolite varietà di parlare, dille anco , Che l'Imperatore non fi ri-
fiad'andar'a Bologna,per non difpiacere a' Prencipi i quali potrianodu-
ìy che, quando folTe là. Sua Santità volelfe gouernar le cofe a modo fuo; Se
nar' il Concilio come gli piacclTe, fenza far la riforma. Narrò d'hauer
toauifo dell' inftanza fatta da D. Luigi d'Auila , a nome del Re Catolico,
:ando piacer di quell' auifoj^c eftcndeudofi a particolari,aggionfe efser nc-
yVuu ij
yo^ CONCILIO DI TRENTO PapaPio Uj
ciD i3 ceirariojchefìfaceire dall' Alfajfino all'Omega: & che fariabcncche fi kua/>
ixiii. rodi Concilio fino a cinquanta Vcfcoui , che fi oppongono fempreatuttc e
buone rifolutioni.Diire ancora,che,per il patlatosegìi penfaua elfer più abul n
Francia>che inakri luoghi:ma hauer conofciuco dopoi , ch'anco in Italia v :a
da far' affai. Percioche, fi vedono le Chiefe in mano de' Caidinali,che,non i«
uendo altra mirajfenon di tirar entratele lafcianoabandonate, dandone la h
ra ad un pouero Prete : d'onde nafcono le rolline delle ChiefcrSimonie, & i à
infiniti disordini : al rimedi© de'quali li PrencipÌ5& lorQjuiniftri, erano an ti
ritenutijfperando che pur una volta flfaceire la defiderata riforma. Che elfo v
Cora era proceduto con rifpettoi ma, vedendo horamai elTer tempo d'opera ir
beramcnte per leruitio di Dio , non voleua aggrauar più la: fua cofcienza : 3^
nel primo voto che dicelTe, era rifolulodi parlar diqueftorche la cafa fua,p' ||
conferuatione delia religione, & feruitio di Dio, haueua tanto patito,, qua q
ognun fa, con la perdita di due fratelli :.cheegli.era per perderfì. nella mede! 11
~ opera,fe hennon,comeloro,ne.lle armi:che Sua Santità non dotieuadar 0 :•
chie a chi cercaua dirimuouerla dalla Giafanta intétione; marifolucrd d'aci i-
ftar quello merito apprelfo Dio, con leuar gH abiifi della Chie/a. DilPe anc i,
Che,venendo li nuoui Legati ben informati della mente del Pontefice, di e f:
CQnofcerà l'animo fuo intorno la riforma,.&. eflìnon haudrannopiùfcul li
ritardarla. Et, con tutto che il Vefcouo più volte lo volelTe rimettere in p£ 11
dell'andata a Bologna,voltòfempre il ragionamento altroue.Del tutto il ^ i-
timigliaauisòa Roma, dandone anco il (uogiudiciofopra;che,quantonq ii
Cardinale altre volte faceife mentione di quefta andata a Bologna,nondini e
ne haueffe l'animo contrario,^: lo dicefTe con arte , per fcoprir l'intentici ji
SuaSantità,&: della Corte; & che all' hora era ben haiierlo fcoperto: perch «
haueifc detto di volerfiadopcrarejhaueria potuto portar il negotio in long' ii
far' occorrere diuerfiinconuenienti pregiùdiciali.
face coB^orj ARoma andò aiiifojche il Rè dfFrancia haueua fatto pace con gli Vgoi :•
ntati mFra- ti^non fapeiidofi, pero ancoraleparticolariconditioniilaqualcofaftimàdo e
«tf ,j»c«a> £^^^ proceduta per opera d'alquanti Prelati,che,quantonque non dichiara i'
dercotraPre pcrtamente Proteftantbleguiuano pero quella parte jdehbero 11 Pontehc e! -
lati rr<znce^piirgli,folito adire. Che maggior danno riceueua dagli heretici mafchei i>
fér tinqulfi- che da' manifefti:onde inConciftorode'trentun Marzo» hauendo prima £ >
mnt: legger la lettera fcrittagli dall' Imperatore,& larifpoftadalui datajpafsòa j •
rare le confufioiii di Erancia, foggiongendo. Che il Cardinal Sciatiglion ? -
uendo deporto il nome di Vefcouo di Beauuais, & fattofi chiamar, Conr i
Beauuais,s'haueuaprononciato efìfo medeiunopriuo del Gappello,attribLici >
tuttilidifordini alui, all' Arciuefcouod'Aix,al Vefcouo di Valenza, &alc i
altri : lequali cofe, con tutto che folTero notorie , Scnon hauelferobi fogno i
maggior chiarezza,per venirne alladichiaratione;nQndimenoordinaua,ch( t
Cardinali prepofti all' Inquifitione procedeiTero contra di loro.Alche haiic ■
do rifpofto il Cardinal di Pifa, che vi fofie bifognodi propria,&fpecialaurc ■
tàiordinò ilPciteficejche fìfaceiTe una jauoua Boliaala qualfu data a' fette Apri
' &C0
i'APA Pio mi. LIBRO SETTIMO.
70^
52eonteneua, Cherufficio del Pontefice Romano, Vicario di Chriftcalqnal ci3 i3
•gli ha raccomandato le Tue pecorelle da pafccrejcirendo d'inuigilare per ridar l x 1 1 1.
i fuiati, &c raftrenar con pene temporali, di quelli , che non fi polFono acqui-
br con le ammonitioni j egli, dal principio della Tua alfontionc, non ha trala-
ciato d'eireguir quello carico : con tutto ciò , alcuni Veicoui , non folo fono
aduti in errori hercticali,raa fauorifcono ancora gli altri hercticoppugnando
afede. Alche per prouedcre , commanda agl'Inquillcori generali di Roma, a*
juali altre volte ha commcifo l'ifteirojche procedino centra quelli tali, ctian-
lio Vefcoui, 8c Cardinali, habitanti ne' luoghiVdouelafettaLutheranaèpo-
ente , con facoltà di potergli citar per editto ijiRoma,o veramente a' confini
Ielle terre della Chieia , a comparcr perfonalmente j 5c non comparcndo,pro-
cder inanzi fino alla fentenzajlaqual egli prononcierà in Concifloro fecrero.
i Cardinali, elfeguendo il commandamentjo del Pontefice, citarono per cdit-
0 a comparer perlonalmente in Roma, per efpurgarfi dall' imputatione d'hc-
:fia,6c di fautori d'heretici,Odetto Colignì, Cardinal di Sciatiglion ; San Ro-
iano-,Arciuercouod'Aix;GioLianniMonluc,Veicouo di Valenza iGiouanni
kUtonio Caracciolo, Vcfcouo diTroia>GiouanniBarbanton,Vctcoiiodi Pa-
liersjCarlo GilarjVcfcouo di Sciatres.
Ma in Trento >rairenza di Lorena, tScrrefpettatione della venuta de'nuoui
egati,con opinione cheli douclFe mutar forma di proceder in Concilio , & li
iox-ni della Paflìone,& della Pafc a, in danti, diedero unpoco di quiete dalle
egotiationi.il Venerdifanto>ritornò il Cardinale Madruccio, perhonorar' il ig„f^j i^^
egatoMorone,che s'afpettaua,ilquale ilSabato fantojfu'l tardi, fece l'entrata Moroneìn
ontificalmente,fotto il baldacchino, incontrato da' Legati, Ambalciatori,& Tremo,.
adri del Concilio,^ daLClero della, città, 3c condotto alla Chiefa Cathedra-
jdoue iìfecero le folitc cerimonie nel riceuer li Legati. Et il giorno feguente,,
icfula Pafca , cantò MelTafolenne nella Capella: nclqual giorno arriuò il
uOnte diLuna,incontrato da molti Prelati,(S«: da gli Ambafciatoii.Entrò nella e del Conte dì
ttà,in mezzo di quelli dell' Imperatore, & del Franccfc, con molte dimollra- ^.""'*' -^f»^'-
oni d'amicitia.Da'Francell ancora fu vifitato,6<: dettogli d'haucrcommidio- * ^P^SP'*'
;dal Rè,& Regina, di communicar con lui tutti gliaftari , & offertili ad ador
rarfi con lui in tutti i feruitij del Rè Catolic.Ojluo Patrone, A che egli riiporc>
'haueril mede/Imo ordine di communicar con loro : ik ui'ercbbe ogni buona.
«rifpondenza.Egli vifltòli Legati , & con loro usò parole molto amoreuolij
.offerte generali..
Addì tredici Aprile fu Congregarione,per riceuer il Cardinal Jvloroncdo riceulone dei-
cgli,letto chefuilBreue della fua Icgationcfeceunaoratione a', comodala, ^'^^^<^"e, e fito
iilaquale diifejChe le guerre,feditioni,& altre calamità prerenti,& immincn- f'*3'<'»-?»«»w.'
perii noflripeccati,ceirercbbono, quando fi trouaffe rimedio di placar Dio,.,
reftituir l'antica purità rperilche il Papa,con ottimo conkglio,haueua con-
legato il Concilio,nelquale fono due Cardinali,Prencipi infigni,pcr nobiltà.
:virtùj Oratori di Cefare,&: di tanti granRè,Città libcre,Prcncipii(ScNatio-
4 & Prelati d'eccellente dottrina > & bontà j6c Thcologi pcntillimi : ma nei-
VVuu- iij^
7T0 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IIII
ei2 13 'corfojeirendo morto Mantoua,&; Seripando, il PapahaucuaroftituitoIui,ag
txiii. gioatoglìNauagiero» ilcheeglihaiieuariciiiaco, conofcendolagrauezzadel
pcfo>& la debolezza delle fuetorze.Ma la necefficà dell' obedienza haueua vin-
to il cimoic:eragionto>colìcoinmandato,per andar alla Maefl:àCerarea,& tor-
nar' in breiie per trattar in compagnia degli altri Legati , co' Padri , quello, che
tocca la falutcde' popolilo fplendore della Chiefaj&i la gloria di Chrifto : che
portaiiafeco due coiejl'unajrottima volontà del Pontefice,per render fìcura la
dottrina della fede , emendar li coftumi , proueder a bifbgni delle proLiincie,&
fìabilir la pace > Se unione , etiandio con gli auiierfarij, inquanto fi puo/aluala
pictà,°nicàdeii.iScde Apoftolica ; l'altra > la prontezza Tua propria a fai
queilojchc SUaSanricà gli ha commandato. Pregaua li Padri, chclafciate le
conteationi, de lediicordie , che grandemente offendono il Chriftianefino,
&; le queftioni inutilijtrattaflTero feriamente delle cofe neceiraric.
aviifidoft àì~ i\ Concedi Luna andò facendo uffici) contuttiliPrelati,va(rallidelfuoRè: ,
corfidelLuna 5pjg,-moli, & Italiani, o beneficiati ne' Stati fuoij con elTortarglijin nome d
nfn cSo": ^"^ Maeftà, ad cller uniti nel feruitio di Dio, & riuerenti verfo la Sede Apofto-
lica ;& anoningiiiriarfi; dicendogli, Ghetiencomraiffioned'auifarpartico
larmente il proceder di ciafcuno, Se che Sua Maeftà tenera particolar conto d
quelli,che lì porteranno fecondo il fuo defìderio ; ilqual non è però , che dichi
no cofa alcuna conerà laloroconfcienza. Et parlaua in tal maniera, che inten-
deua ognuno,quefte vltirae parole ciler dette ieriamentej ma le prime , per cere
monia.
Moyoneva a Hauerebbe voluto il Cardinal Morene, inanzi la partita fua per andar ali
Cefin,per Imperatore,veder Lorena; Se quello ditferiua ilfuo ricorno 5 per non hauer'oc-
fìegarlo a le cafionc d'abboccarfi.Imperochc,hauendo egli parlato in Venetia col Cardina
'voghe del Pa- ^i^^^„i^..q • ^ penetrato buona parte delle inftruttioni date dal Pontefice,vo
pa. nel fatto , P . \, ^ r 1 -» r • 1 • 1
dei Concilio: l^Lia Kiggn" 1 occafione , che Morene , con communicargli , o tutto , o parte d.
quello, che haueua a trattar con l'Imperatore, lo metteile in qualche obligo
Onde il di fedeci d'Aprile,Morone fi partì. Egli di ceua d'eller mandato,folo pei
giuftiftcar la buona intentione del Pontefice , perche il Concilio faceife prò-
greiro,& fi venitrc ad una intiera riformatione della Chiefajfenza alcuna eccet-
tione.Ma fi''fapeuano però le altre commi{lìoni,chetendeuano a fine di Icuar
il peniìcro a quella Maeftà d'andar aTrent05& renderla capa ce, chelafuaanda-
ta porterebbe moki impedimenti alla riforma ; & fcufar' il Pontefice, che noi
potclFe andar perfonalmente al Concilio, Se per pregarla ad accelerarne il fine:
proponendogli la trailatione a Bologna, doue potrebbe SuaMaeftà.co'Pon-
tefice,interucnire: che farebbe il modo unico: Se in un congrelfo tanto cele-
bre riceucr la corona deli' Imperio : fauore , che non è memoria elfere ftato fat-
to ad altri Imperatori. Haueua anco carico di pregarlo a confcruar l'autorità
della Sede Apoftolica conerà tante macchinationi, che fifaceuano pcrdimi-
nuirlajanzi per annichilarla ', & che la riforma della Corte Romana non fi fà-
cclle inTrento,ma dal Pontefice medefimoxhe non fi trattalfc di riuederpiùle
cofe determinate lotto Paolo , Si. Giulio, nel medefimo Concilio : SuaMaeftàl
fi con- il
:
apaPioIIIL libro SETTIMO. 7ii
Icontencaircche li decreti del Concilio fi faceflero a fola propoiuionc de' Le- ~^i o j o"
^atijhauendoperò efli dato prima paLtc&haiiutoconrenfo dagli Amb?/cia- lxiii.
ordiSua Maeftà,i3<: degli akriPrencipi. Haueua ancora il Cardinale carico,
i dar fperanza allaMaellà tua , che glihauerebbe conceifo a parte tutto quel-
Qjche haueire dmiandato per iluoipopoli, tSi di Icuargli d'animo l'inteìli'-en-
a col Rè di Francia in quella materia del Concilio j moilrandoglijclie,iìc'ome
lon era il medefimo ftato di cofe nel Regno di Frane ia,& in Germania 3 cofìj li
iiiidiSuaMarftà,& diquclRèdoueuanocircr dinerfii &li e onfegli differenti.
Legatijche rimafero con facilità dauano liccnzadi partire a' Prelati: &parti-
olarmentea quellijche ceneuano rinftitiitionede' Vefcoiiijola Rcfidenza^e
me diurno.
Addì venti Aprile, ritornò il Cardinale di Lorena,incontrato dagli Amba- J^orem ritira
ciutori dell' Impciatore,diPolonia,& diSauoia;& quel medefimo giorno ar- ^''"^ '^ ^'■^«">
iuò nu0ua della paccfatta dal Rc,di Francia con gli Vgonotti , iaqual fu pia J'oy/l^Cwt/-
olio vantaggiofaperlapartcCatolica:imperoche,dopo lagiornataidicacfi lacuale fino
parlato diioprajlecofe tra le fattioni reftaronocontrapcfatc lino alia morte ^-^j'-r^tte k
i Ghifa.QuellarucceiTajColignì airaltòji^cprefelaroccadi Caen,con tanta n- "**/^/<^» «ir.
iiratione rua,& diminutione delle genti Catoliche,che fu deliberato nel Con- ^ *
:glio del Rè metter fine alla trattationedipacc, che, dopo la giornata fu e on-
inuamente maneggiata. Addi l'ette Marzo lì fece per quello un conuento, do-
e furono anco condotti li pregioni Condè, & Contellabiie : &c dopo qualche
LMUtatione, rilafciati lotto la fede, per concludere le conditioni icttantadue,
liniilri degli Vgonotti fi ridulFero infieme, & deliberarono di none onfentic
ir accordo , fcnon faluo l'Editto di Gennaro, lenza alcuna eccettione, o con-
itionej&conaggionta,chelalor religione per l'auucnire nonfoile chiama-
1 luioua : che li tigli da loro battezzati noiifoirero ribattezzati: che li haueife-
opcr legitirni li loro matrimoni, & li figliuoli nati di quelli: dalkquali condi-r
ioni non volendo dipartirli li miniftri in alcun conto , Condè , oc la nobiltà»
tanchi della guerrajfenza chiamarpiùminiftrij conuennero. Et li capiroli,per
[Liei ches'afpctta allarel!gione,furono r Che,doue li Nobili Vgonotti hanna
Ita giullitia, pollino viuer nelle loro cafe in libertà di confcienza, & eiFercitio
Iella religione riformata,con le loro famiglie, &:fudditi. Chegli altri gcntil-
luomini feudatari), non habitanti fotto altri iignori d'alta giullitia Catolicis
na fotto'il Rè immediate, pollino hauer' il iiiedefimo nelle loro cafe per loro,^
k: le famiglie,folamcnre.Che in ogni Baliaggio ila deputata una Cafa, ne' Bor-
,hi,nellaqualepoflìcirerreirercitio della religione Riformata per tutti quelli
Iella giurifdittione.Che in cafa propria ciafcunpolfiviuer liberamente, lenza
iTcr ricercato,© moleftato per il fatto dellaconlcienza. Che in tutte le città,
bue quella Religione fu elfercitata fino a fette Marzo,fia continuatain uno,o
lue luoghi nella città,non potendo però pigliar Chicle Catoliche , anzi in tur-
e le occupate, gli Eccleflaftici debbiano eiler rellituiti , lenza poter pretendere
ilcuna cola perle demolitioni fatte. Che nella città, Se Prepolltiira di Parigi,
lonvipoflìeirei cirercitio di quella religionej ma ben gli huomini,che hanno^
Cl3
LXIII-
7ii CONCILIO DI TRENTO Papa Pio Ilir.
Id" cafco eiitratcpoirmoricomamij&goder il fuclenza eifei: moleftati, ne ricer-
cati del pallatOjiie per rauuenirejdelle lor cófcienze.Che tutti ritornino ne'lor
beni , honoii , Se uffici] ; non oftanti le fentenze incontrario , Se elFecutioni di
quellcdopola morte del Rè Hennco fecondo fmo all'hora. Che ilPrencipcdi
Condè,i^ tutti quelli che l'hanno feguitatOjs'intendino d'hauer operato a buon
fine,& intentione,&: per feruitio del Rè. Che tutti li pregioni di guerra > o di
giuftitia,per il fatto della Religione, lìano medi in libertà, fenza niente pagare.
Che lia publicata obliuione di tutte le cofe palTatcprohibito ringiuriarfì,&.
prouocarfi l'un raltro,difpucarc,o cócraftare infieme,per caufa della Religione;,
ma viucr come fLatclli,amici,&cócittadini.Quefto accordo fu ftabilito a dodi-;
ci Marzo,non fc ne contentàdo Colignì,ilqual diceua,Che le cofe loro non era-
no in ftato di conucnir con conditioni cofi difauantaggiofe.Che già nel princi-
pio della guerra gli fu propofto di far la pace con l'Editto di Gennaro , & all',
hora,che bifogaaua ottener maggior auantaggio, fi diminuiua. Il dire , che in, .
ogni Baliago-io (ìa un folo luogo per edercitio della religione, nonefleraltroj.;
che leuar il tatto a Dio,& dargli una portione. Mala communeinclinationedij
tuttalanobiltà,loconftrinfeadacquietarfi.Etfoprale conditioni furono fpe-
dite lettere Regie addi dicenoue dell' ifteifo mcfe,nellequalidiceua il Rè,Chei|
hauendo piaciuto a Dio,da qualche anno in qua , permetter che il Regno foflc j
afflitto per le feditioni,^ tumulti eccitati per caufa di religione, &fcrupoU di j
confcienza,perilche s'era venuto alle arme con infinite uccifioni , faccheggia-
menti di città, rouine di Chiefe ; Se continuando il male , hauendo efperimen-
tato,che la guerra non è il rimedio proprio a quella malattiajha penfato di riu-
nir li fuoifudditi in buona pace ifperandcche il tempo. Se il frutto d'un fan-
to , libero, Generale o National Concilio, fiano per portar qualche {labili-
mento : &qui erano foggienti gli articoli fpettanti alle cofe della religione- ^
oltra Mi altri in materia di flato, lequali lettere furono publicate, ®iflrat£,
nella Corte di Parlamento, & proclamate publicamentc in Parigi il ventifcttc.
dell' ifteiTo mefe. ^ ,
Quefto fuccefTojin Concilio dalla maggior parte de' Padri,era biafmato:Ii- ,
quali diceuanojChc era un' anteponer le cofe mondane a quelle di Dio: anzi ur .
rouinare,5^ quelle Se quelle infieme:perche,leuato il fondamento della religio- ,
ne in uno Stato,è necetrario anco,che il téporale vada in delolatione. Che lene|
era veduto l'cllempio per l'Editto fatto inanzi,ilqual non fi tirò dietro quiete,& |
tranquillità,come fi fperaua,ma una guerra peggiore, che per l'inanzi. Et erano |
anco tra li Prelati di quelli,che diceuano, llRè,&: tutto'lConfegliojeifer'in-j
corfinellc Scoramunicheditante Decretali, & Bolle, per hauer dato pace agli ^
heretici:&:che,perqucflo,nonfidoueua fperare, che le cofe di quel Regno po'|'
teffero profperare,doue era una manifefta difubedienza alla Sede Apoftolicajfin
canto che il Rc?& il Confeglicnonfi faceffero alfoluere dalle Cenrure,& perfe-
euitafTero gli herctici con tutte le forze:&,fe ben da alcuni de' Franccfi eradife-
lo , con dite , che le tribulationijcontinuamente fopportatc da tutta la Francia»
& il pericolo notorio della rouina del Regnojlegiuftifìcauano affai centra Top-,
poli-
APAPjoIIir. LIBRO SETTIMO. 71^
o{Irionediquellijchenonrifguarclano>rcnon a' loro intcL"e{Iì,& non confide- eia io
nolaneceflìtà,nellaquale ilRèfìtrouaua ridottojaqualfupera tutte le leggi; Lxiir.
legando quella di Romolo, e he,la falute del popolo è la pnncipalc5& fupremA
iturtc.Quefte ragioni erano poco ftimate, Gl'Editto del Rè biafmato (opra
icto:perc he nel proemio diceuajEflcruifperanzajchc il ten-)po,& il frutto d'un
.)erojiantOj Generale , o National Concilio ,portcrebbono loftabilimcnto
, Ila tranquillità:laqual cofa riputauano una ingiuria al Concilio Gcneralcper
i^r porto in alternatiua con un Nationale:&; che f^lTero nominati il Cardinale
I Borbon,&: il Cardinale di Ghiia , tra gli autori del Configlio di far la pace,
icendojChe quello era con grand' ingiuria della Sede Apoftolica.
Hebbe anco principio un moro intrinfeco nel Concilio, Te ben percaufa ^^ir'ghlaTre'
i Tgiera , che diede aliai che parlare. F. Pietro Soto,che morì in quei giorni,tre ^°'P^^J*"* "*'.
I inanzi la morte,dettò,&: fottofcritre una lettera, a fine che fi mandalle al Fon- alPapif
t ice , nellaquale , in forma di confellìoncdichiarana la mente fua fopra li capi
( ntrouerfinel Concilio:& particolarmente elfo rraua il Pontefice aconfencire
i: e la Rcfidenza,&. l'Inftitutione de' Vefcoui, follerò dichiarate de iure dmim.
I lettera fu mandataal Pontefice, ma ritenutane copia, da un Frate Lodouico
i to,che ftaua in compagnia del Soto, ilqual, credendo d'iionorar la memoria
«!ramico,incomminciòa dilFcminarla : onde erano diucrfi li ragionamenti»
r lucndofi alcuni per Tattione d'un Dottore d'ottima vita, in tempo che era
f (ffimo alla morte:diceuano altri. Che non era fatto per moto proprio del Pa-
d ,ma ad inftigationc dell' Arciuefcouo di Braganza. Fu fatta opera dal Cardi-
1 e Simoneta,di raccogliere le copie che andauano attorno : ma quello accreb-
3 [a curiofità, & le fece tanto più publicare,fi che andarono per mano di tutti.
Z :to è,che,per quefto fuccelFojli defenfori di quelle opinioni pigliarono mol-
:<>iùcuore.EtliSpagnuolifiriduceuanofpeiroincafadel Conte di Luna, do-
1 franata informandolo delle cofe occorrenti,^: occorfe in ConciliojelTendo
D )ortunamente partiti li Vefcoui di Leria , & di Pati , dilTe , Quelli fono de*
pdaci, liqualiaguifad'annnali,filafciano caricarla foma,& guidar dall'al-
ti i volonrà,&parere,non per altro buoni,chepernumero:foggiongendo,che>
[(.ellerifolutioni delle cole s'haueua d'attender il numero de' voti,come C\n
1 hora s'era fatto , fi.pioteua fperar poco di bene : & però era di meftiero,che i
n;orij fitrattalFero perviadiNationi. A cheilContedilTcChea quella,»Sc a
[1 he altre cofe, era necellario prouederc, principiando dalla riuocatione del
3 reto , che \i foli Legati propongano, & dal ftabilir la libertà del Concilio:
lequahcofe haueua commiflìone fpeciale dalRè.Perche,fermate quelle,al
Ìianente con facilità farebbe proueduto.A'Legati,&: a gli altri Pontifici), dif- .
eeua vedere, che li Prelati Spagnuoli,loro contrarij,non abandonalFero mai »,'*<'" W
.onte;&,comeauuiene di chiunque entra nuouo doueionotattioni centra- jj^^„^.
l , che ognuno fpera di guadagnarlo; procurarono ellì ancora dimettergh a
lito de' Prelati ludditi del Rèjma chcpcrbenintenderfi conloro,chiamaua-
amoreuoli,per far buon'ufficio; 6c come diceuano, difingannarlo , &c fargli
iiofcer la verità. Adoperarono anco,per queftoal'Ambafciatore di Portogal-
XXxx
101 »
^ 714 CONCILIO DI TRENTO PapaPioII;.
CI3 i3 lojilquarhauendo molta opportunità di parlar fpefTo conluijperelTcrgl'inf.
LXiii. rcflTidiqueiRèjnellecofeEcclefiaftiche, quafili mcdefimijpcrgli oblighi,c:
col Pontefice haueua,deftriffii-namente metteua inanzi le cofcchc gli erano i'
Miniftri Pontifici] ibggeriteja feruitio delia Corte Romana.
dilatione della Inftando il ventidue del mele d'Aprile >-dcftinato per la Scflìonc , nel pre «
Sef^ione con- ^cj-jte [{ f^ce Congregatìone > per deliberar di prolongarlaj & li doi Legati p; .
tradetta^ dal p^f^j-Q \^ prolongatione fino a' tre di Giugno.Lorena fu di contrario parere .. ;
l,mna: difficile era im grande fcandaloatuttala Chrifl;ianità,rhauer tante volte pi.
loo-ato quella SeSìoncfenza mai elTer tenutaàlquale crefc crebbe maggior mi «
te 5 quando dinuouo foffe alPegnata in un giorno, & poi differita ancoratpc ,
vedendo,che alcuna cofa non è rifoluraancorajditante già propoftc&trattr;
cofi, (oprala Refidenza, come in materia delSacrairiento dell' Ordine, & l
Matrimonio, non era ben ftabilire giorno prefiiro; ma jafpettar' a delibera \
oiornodellaSeflìonefinoa' venti diMaggio;cheairivora fi potrebbono ve i
meglio li progreffì di tutte le c:ofe,&: affegnar'un giorno certo r& tra tanto, e
non perder tempo,dar livori fiapra gli articoli degli abufi del Sacramento d *
Ordine jnelqual tempo potrebbe elfer di ritorno dall' Imperatore il Caidir :
Morone,con ampia nlolutione, con laquale fi potrebbono componer le e i
controuerfej&ufar diligenza di finir il Concilio tra doi,otremefi. Seguì qn '
opinione il Cardinal Madruccioj & cofi gran numero de' Padri,che lahial -
tenza preualfe-.fi che fu decretato,che a venti Maggio farebbe prefiflbil gioì
da celebrare poi la futura Seflìone.
vaticinio im Finita la Congregatìone , Antonio Ciurelia , Vefcouo ài Budua , foliro
Vefcom /ò/r* l'adietrosnel dire il fuo voto, trattener li Padri con qualche facetia, & fp
CefitoddCon- yolte ac^giongerci qualche profetia » che tutta via tenelfe del ridicolo,lequa
*'^"'* mandauano anco fuori in diuerfe parti} all'hora ne diede fuora una, fopi,
città di Trento,imitando quelle molte d'Ifaia,doue fono predetti i granami
calamità di diuerfe città. Diceuain foftanza,che Trento era (lata fauoritn
eletta per la città,doue fi douefie ftabilir una general concordia del Chriftiai
mo:ma,perlafuainhofpitalità,refa indegna di quell' honorcdoueua inbr;
incorrer l'odio uniuerfale,come feminario di maggiori difcordie. Era ben p
liato il fenfo,con coperta di diuerfi enigmi,in forma Pro^tica poetica } mai]
talmcnte,che non folle con fiicilità intefa» •*
geUfÌA di Po- L'hauer Lorena con tanta riputatione ottemito l'uniuerfal confenfo , dii
iij^ój cantra ^^.^^^ gelofia a' Pontificij:liquali,attefo l'honorcche gli fu fatto il giorno in;
LDfenay ^.^ da quelli che l'incontrarono ; 6c Teirer riceuutala fua openione da t,
ti , riputauano la cofa non folo con indegnità de' Legati > ma anco e
foffe fatta una apertura centra il Decreto , clie li foli Legati proponga)
& andauano parlando quafi publicamente,che ben' il Pontefice diceua,qi
Cardinale eifer capo di parte,& che prolongaua l'efpcditione del Concilio ,
che impediua la traflatione à Bologna. Ma ilGardinale , non fi curando m<
to diquello che fi dicelTc in Trenroi era attento allàMnegotiatione con l'Ii
peratorc : e gli fpedi un gemilhiiomo, aiandandogli il parere de De
AP A Pio mi. LIBRO SETTIMO. 715^^
ori fuoi/opL-agli articoli ch'erano pofti da quella Maeftà in confulta ; &• fa- cìo i^
?n(Jogli cCporrC) che per il buon progrclFo dei Concilio era necelFario , che. Lxii i.
arlaiìeviuamente al Cardinale Morone , & moHralìeilgran deiìdcrio Tuo
i veder buone rilblutioni a gloria di DiocfaceiTe intender* a Sua Macftà il defi-
erio di tutti li buoni Padri,prcgandola anco>chc non fi flontanalle dal Conci-
o,per il buon frutto, che fperauano liPadri douer far la vicinanza Tua, con ri-
ner ciafcuno in ufficio,& impedir li tcntatiui di quelli,che diiregnano di traf-
:rirlo in un altro luogo/iconie ci era auifojche ve ne folle macchinatione; de
lie, inanzi la fua partita d'Ifpruc, Sua Macftà fi Gertificalfe, chela libertà del
!onciliojdelquale eglièprotettorcfolTe conferuata.Gli mandò copia dell' E-
irto di pacifìcatione del Rè di Francia, & d'una lettera della Regina di Scoria,
Due daua conto d'eirer liberata d'una gran congiura ; Se che continuaua nella
;liberatione di viuere ^ morir nella religione Catolica. In fine, prcgaua il
ardinale Sua Maeftà, di rrouar qualche forma d'accommodamento , che non
•ile difputato nel Concilio tra Francia,^: Spagna, della precedenza , per non
iccrrompere il buon pfogreiTo.
Idei Legati , tra tanto che afpettauano il ritorno di Morone, per far' alcuna propo/ìa de
ì[cL,i\ ventiquattro Aprile communicarono agli Ambafciatori i decreti for- decreti degli
ati fopra gli abuiì dell' Ordine,accio poteiTero confiderargli; di il ventinone '^j'ffi dell' or-
i diedero a Prelati:& per il primo di quelli, ilqual trattaua dell' elettione de' pj^^*^**
I ercoui,ricercando in loro le qualità , conformi a' Canoni antichi , gli Amba- fckmii
iatori de' Rè non fé ne contentarono,parendogli,che rirtringclFe troppo l'au-
Li trita de'lor Prencipi ncUaprefentationconominatione di quelli j sfecero
rni opera in tutti quei giorni , il Conte di Luna maflìmc, accio folFe accom-
odato,oucro più torto affatto tralafciato, dicendo. Che non conofceua a che
lel Capitolo faceffebifogno : cofa, che farebbe anco molto piaciuta a Lega-
: & gl'Impeiialianco vimetteuano diitìcoltà,per il diiregno,chehaueua-
jdi farnafcereoccafionc di trattar dell' elettione de' Cardinali, & del Papa
i confeguenza.
Quel medefimo giorno di notte il Cardinale Nauagiero,hauendo dato voce amua ìlLe^
entm-' il giorno fegucnte,per fuggir gl'incontri, & cerimonie, arriuòaTren- gatoNaun-
t: ilqual portò, che al loro parcir da Roma , il Pontefice haueua detto loro, &'^^°^ che prò-
le facelTero unabuona,&r rigorofariforma,conferuando l'autorità della Sede »««'»"'/'"''»*j
poftolica,laqual è ilcapopmnecelTariojperteaerla Ghiefa, ben formata,&
■golata.
Ma li Pontefice,con rutto quefto^ne' ragionamenti,che haueua con gli Am- ma il Papa
ifciatori refidenti appreflfo fcjgli ricercaua di far' intender a lui la riforma,che Caumca afij
fiderauano li lor Prencipi. Il vero fine del Papaera,che,date le dimande a lui,
aftcnelfero di darle al Concilio , & egli haueireoccafionccolmoftrardiifi-
Dlrà infuperabile in ogni particolare , fedar l'humor fluttuante di riforma,
mirando a queftofcopoiftelTo , con gli Ambafciatori diceua ancofpelFe
olte, che i Prencipi s'ingannauano, credendo, che la riforma bafti per far tor-
ar gli heretici : che cflì hanno prima apoftatacg , de poi prefo gli abufi , &-
XXxx ij
ài
liG CONCILIO DI TRENTO Papa Pio UH.
ci-3 J3 deformationi^pcr preccfto.Clic le vere caufe , quali hanno mollo gli hcrecicia
12^11 1. ieguitar ii falfi macftri , non fono gli difordini degli Eccleria(lici,n:!a quelli de'
gouerni ciuilit&pcrò , quando li difetti degli Eccklìafticifoirero ben inciera-
mente cor:ctci>£firinon ritomercbbono, ma mucntcrcbbono alta colori,pci- re-
ftar nella lor pcrtinacia.Che quefti abufinon erano nella primiciua Chielà,& al
tempo degli Apoftoli , &: nondnneno in quei tempi ancoravi erano heretici,&
tanti quanti adcilbja proportione del numero de' buoni fcdeli.Che egli,in fince-
ni:àdicolcienza,delìdercrcbbclaChie{aemédata,&gliaburilcuatijmavedebé,
chiai'0,chequclli>che la procurano , non hanno la mira volta a quello buon
fcopo , ma a' ilioi profitti particolari j liquali quando ottenelfero , farebbono ;
con introdottione di abufi maggiori, & lenza leuar li prefenti.Chedaluinon ti
viene l'impedimento della riforma, ma da' Prencipi,& Prelati del Concilip,^
Che egli la farebbe,& ben rigorofatma, come fi venilfe all' effetto , le difienfioni 1:
tra i Prencipi,che ano la vorrebbe in un modo , & l'altro al contrario , & quelle
de' Prelati,non meno repugnanti tra loro, impcdirebbono ogni cofa. Che egli
lopreuede,& conofce molto bene efler' indecoro tentar quello,che fi: oprireb-
be più li defetti,&: mancamenti communi. Et quelli, che ricercano riforma
moiTi da zelo,loadoperano,come dice S.Paolojfenza prudenza Chrifì:iana:&
altro non fi farebbe, volendo riformare, fenon che,ficome ^\ conofi:euano lii
mancamenti nella Chiefa, fi conofi:erebbe di più, che ronoimmedicabili;&
quel che è peggio,ne feguirebbe un' altro maggior male, che s'incommincercb-
» beadifendergli,&giuftificargli,comeufi legitimi.
« ti;c9. diguA" Afpettaua, con impatienza,la conclufione del negotiato di Morone,dalqua-
dagnarfiLore- [q haueuaauifi^jche dall' Imperatore eraftato prefo tempo a rirpondergli,& che
"*• tuttauia fi continuaua in confiiltarfopra gli articoli : nelche dubitaua ailaiiche
Lorena hauelTe gran parte, & teneua anche per fermo,che tutti gli ordini,& ri-
f olutioni , che veniuano di Francia a Roma , & al Concilio , dcpendcuano dal
parere, & dal confeglio di lui : & per tentar ogni mezzo d'acquifì:ar quel Car-
dinalcdouendo efier di corto il Cardinale di Ferrara in Italia, colquale Lorena
eraper abboccarfiper molte cofe concernenti li nipoti communi ,gli fizriflc di
far' ufHciojchc fi contentalTe della trallatione del Concilio a Bologna:t*<: accio-
che egli foiTe ben inftrutto delle cofe , che in elfo Concilro palfauano, ordinò
che il Vintimiglia l'andafie ad incontrar prima,che l'abboccamento fuccedeire,
con inftruttione de' Lcgati,oltra quello che egli medefimo fiipeua.
ItìuredelJ^ Principiò il mefc di Maggio,con nuoui ragionamenti della pace di Francia»
dt Franaa, cllendo arriuato a Lorena , & agli Ambafciatori Francefi , lettere del Rè, che
ififfie, '"'^'^'"' S^^^^^^ dauanopartccon commiffione di far' intender il tutto a' Padri del Con-
cilio,© in generale,© in particolare,come gli pareua più a propofito.L'elpeditio-
ne era de' quindici del pairato,& principalm.éte verfaua in dimoftrare, che,nelk
pace,n6 hebbe intetione di fauorir rintrodottione,& lo ftabiliméto d'una nuor i
uà Religione in quel Regno: anzi,perpoter,con manco contradittione,& diifi-j
coltà,ridurtuttilipopoliinunamedefimareligione,ranta,&Catolica,ceiratele^
armi,& le calairiità,& eftinte le dilFenfioni ciuili.Ma foggiógeuajche più di tut-
to,poteua aiutarlo a quella opera,ttnafanta,& feria rifoimatione , sépre fperata
da
oc
A A Pio mi. LIBRO SETTIMO. 7,7
1,1 Concilio generalciSc libero: però,haiici!a deliberato mandar' il Pieridcii- ed 73^
Irago a Trento per follccicarla. Mastra tanto, non volcuarcftar di com- lxiii.
,c er ad elfi Ambaiciarori > che già erano in Trento , di far con ogni buona
:■ {ìoneraperea'PadiijchcrifcnrenJo egli ancorale rouinc,& aifl:ittioni,che
(lenità delle openioni della Religione ha furcitatoncÌf!.ioRcgno,conap-
iinte rouina,& maggior pericolo dello Srata,pià tofto che tornar più a qucl-
hemità,haueLiadelibcrato,reil Concilio Generale non fa il fuo debito, &
ilo che (ifpera da lai per una Tanta &z neceilaria riforma, di fame un Na-
c ale, dopo hauerfatisfatto a Dio, «Scagli huominicon tanti continuati uf-
: co' Padri,i3t col Papa, per ottener dai Concilio Generale rimedio al com-
iimalei&chcperottqner più facilmente il dillderatofìncliaiieua ifpediLO il
ij ore d'Oifel, al Rè Cattolico j,5«: il Signore d'Allegri al Pontefice; & cern-
ii dato al Birago , chcdopo hauer fatisfatto al (uo carico co' Padri del Con-
1 ,pairaire all' Imperatore, per tentare, fé, per mezzo di quelli Prencipi,!! po-
à cruenire a coli gran bene. «^
creo è,che il papa fenti con molto difgurio la pace fatta;cofi,per il pregia- mal [muta
dell'autorità fuajcome anco, perche folfeconclula feuzaparticipatione '^•^^P^pa^tdA
cheglihaueua cótribiùto tanti danari:& che,con maggiore difpiaccrc fii ^P^$P^*
r ca dal Re di Spagna, alqualpareuad'hauer perfo ropcra,& il denaro; poi-
1 cUcndoftato con la lua gente a parte della guerra, & vittoria, oc hauciido
t ' tanta fpefa, non gli pareua giufto , che fi douellè concludere accordo fen-
, lLii,a prcgiudicio della Religione, quale haueua prefa a difendere , &: man-
r cimaflìme, che vi haueua tanto intereire,pcr il danno, che riceiieua nel gc-
: o dc'Paefibaflìjeirendocofa chiara,chc ogniprofperità degli Vgonotti di
.- eia, hauerebbeaccrefciuto l'animo a* popoli della Fiandra di perfeuerqftej
ifortiftcariì maggiormente nella contumacia:con lequali ragioni, l'Amoa-
i Dre Cattolico in Francia faceua querela con molto romore, & per quello
]:ipalmente furono deftinate l'Ambalciarie ellraordinarie aRoma , & in
);na,per far noto, che non propria volontà haueua indotto il Rè, «?c Regio onde fino loro
e ieglio,airaccordo; ma mera necersità,& timore, che di Germania non iof- mandato am-
r mandati groflì,& nuoui aiuti in fauore degli Vgonotti, come Ci udiuache ^■«/cw'-/^ ftr^i'
i "tre nano in ordine intorno Argentina, & in altri luoghi:perchc5CÌrendo ri- '"■*^'"'''>'^>
:atì acafa quei Thedefchi, che in Francia haueuano militato carichi di
I ajijiuitauanogli altri ad andarci arricchir/!. Ne ftauano fenza timore,
1 con queir occafione, iPrencipi dell'Imperio non tentalferodirecupcrar
L ZjTul, Verdun,& altre terre di ragion Imperiale ; ,3c che la Regina dlnghi l-
i non aiutalfe più potentemente, che per il paiTato, gii Vgonotti, pcroccu-
i |ual che altro luogo,comc haueua già occupato, Aure digratia. Ma, oltre
1 io fine principale di ambe le Ambaiciarie,quella di Oiiel portaaa apprello
( olltione di leuar di Trento il Concilio, & congregarlo in Con:anza,Vor-,„-^„<i;o ptr
:a,Augufta,o altro luogo di Germania, concaricadirapprefentarc alRè, fmx/?>-»v il
i.louendofi celebrare per liThedefchi,Ingleiì,Scozzefi,&parteQe' Franco- Concìlio ^ in
Ultie Nacioni> quali erano rifolute di non adherire, ne accettar mai quel di ^"■"«'»'»>
XXxx iij
7iS CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio II.
"ci3 1 3 TrentOjVanamencc reftaua in quél luogo.Di qiiefta negotiatione era ftato aii -
LXiii. re Condc, llqualelpciraiia pcrqueftaviajquandoriulciire, d'aggrandir molte l
Tuo parncojunendolo con gì' intercfll di tanti Regni,&Prencipi,& almeno .
dcbolir la parte Cattolica, con promuouer difficoltà al Tridentino. Mani
a c/jeKaxWsriufcìjpcrchcilRèdi Spagna, uditala propofta (il che dico anticipatamci;
atttncùreSpa- per non far più ritorno a quello negotio) s'auidedouemiraua,&: fece una j:-
-^"^' na rifpofta. Che il Concilio era radunato ia Trento,con tutte le folennità, e ,
confenfo di tutti li Rè,& Prencipi,&: ad inftanza di Francefco , Rè di Frane :
che l'Imperatore haUcua la fuperiorità in quella città, come nelle altre nor<
nate,per'darpienaricurezzaa tutti,quandola già data non parelfe badante. I|
rt),noa fi poteua far' altrojche proreguirlo,& hauer per buono tutto quello,c;c
fi determinali''. Et auisò il Papa di tutto , con certificarlo, Che egli noni;
pcrdipartirfi arai da quella rilblutione.
r . 1 Francefi in Trento hebbero per luperfluo far' inftanza a Padri , confor ,
Cefare trame- . . _,.. --i- j-t,. ,r j r
ne MoromySo al comaiidamcnto Regio, manzi il ritorno diMoroneieilendocoia appoi:^;
di[j>iacere del ca con tutti,che le attioni Conciliari fi difFerilIcro fin all' hora. Ma l'Impera f
pn^a: renonhaueua ancora fpedito quelCardinale janzi pur inquelmedelìmoKlj
pò fece intendere a Lorena,che,per diucrfi accidenti,^: per elfer le materie p «
pofteditalpe(o,(3c importanza, che meritauaiio matura deliberatione,&c- i
lukatione , non haueua ancora potuto dargli rifpofta ritoluta : ma ben iper; |
di farla tale,in tempo,& luogOjche ognuno potefie conofcer le fue attioni e |
nfpondere al defideriofuo diveder ridrizzatigli affari del Concilio acomn
beneficio:perilche anccnon oftanti le occupationi,ilk urgenti bilogni delle
trefueprouincie, diiFegnanadi fermarfiin Ilpruc, perfauorircon la prefe.
filala libertà del Concilio,fin tanto che hauerà fperanza di veder qualche bi
profitto. A Morone non era grata cofilonga dimora , & che l'Imperatore
mettelFeiCome faceua, tutte le negotiationi fiie a Theologi , &c Confeglieri
dubitaua,cofi egli ,comeilPontefìce,chc fiditFerillè il ritoluerlo, fin tanto (
hauelTe udito Birago,delquale già haueuano intefojche era per proponer tra
tione del Concilio in Germania,per dar fodisfattione agli Vgonotti: cofa,a
quale il Pontefice era tifo luto di non alFentirejCofi per propria inclinatione,
me perche glien'era fatta inftanza da tutto! Collegio de' Cardinali, & dati:
la Corte. Et fi marauegliaua dell' humor de' Francefi,che,da una parte diir
dauano iiforma, & dall' altra parte trafiatione del Concilio: &, da unapà
trattauano d'hauer louuentionc dalle Chieicpereftintione de' debiti Regi)
dall' altro canto,fi moftrauano tanto fautori di quelle.
. p ^^^r r Mala verità era,che liFrancefi,certifìcati in (e raedefimi di non poter' ot
ftraccano del ncr dal Concilio, mentre che gF Italiani faceuano laparte maggiore, cofajCi
Concilio ~& ì folle per loro fcruitio, incomminciauano a non fperar più, ne tener conto ,
lor dottorifi ^^uno del Concilio,mentre ftclFe inTrento: leuarono la prouifione a'Theol<
nm-am: i-^andati dal Rè5& conceffero licenza di partire a chi voleua: lafciandogli p(
in libertà di reftare.Pcrilchc,runo dopo l'altrojpartirono qaafi tutti. Reftai
PO fino infine li doi Benedittini , a' quali erano fomminiftrare le prouifioni
Mo
PpaPioIIII. libro settimo. -io
^ .naftcrij loro: &rVgonio,per il commodo, che gli eia dato da' Pontifacij di ci3 io
:r tcnciTijalquale fecero liaiier liiogo,& fpefe nel Monafterio, oltre laproui- lxi 1 1.
lìic di cinquanta fcudijche gli haueuanoailcgnato ogni tre meli.
U Cardinal di Lorena jhauendoe{raminacoj& fatto eiraminarle»allegationi
n ndate dal Papa all' Imperatorc,3<: fattaci fopra una ce/ifuraja mandò a qacl-
l;vhcftàe Egli credette d'hauer fatto il tutto fecretaaknte : ma dal fudetto
I cologcnon folo fu fcopcrtOj ma ancora fattane copia a' Legati , liquali af-
pcandodibreueil Moronc, Icriircro a' Vefcoui, partiti daTrcnto, di ordine
ci PapajchedouelTero ritornar per ripigliar le attieni Conciliari. Tra tanto il
dei Maggio Rifatta Cógregatione, per leggere le lettere della Regina di Sco- ,
ri prcfentate dal Cardinal di Lorena , nellequali ella dichiaraua j che fi fotto- Reina di s^
a ttcua al Concilio: &,commemorata lafucceflìonefuajch'afpettauanelRe- tU al Conà-
) d'Inghilterra,promctteua che,come fulTc feguicajhaiierebberottomeiro Tv- ^'«.•
.Se l'altro di quei Regni all' obedienza della Sede Apoftolica.Doppo lette le
:creril Cardinale,conuna elegante orationcfcusò quella Regina, fenonpo-
amandare ne Prelati,ne Anìbafciatori al Concilio, per etlerc tutti herctici:
5romeire ch'ella mai ballerebbe deuiato dalla vera religione. Gli furifpofto,
nome del Sinodojcon rmgratiamento. Ridendo però alcuni,che ruificio
juella Regina fulfe di perronapriiiata>& non di Prencipe, poiché non ilri-
uauapiir' un fuddito Cattolico da mandare. Ma li più intelligenti giudi-
ono,che quell'ufficio fullè flato mendicatO)& eftorto :perche bene lo pò-
a ella fare da Prencipe > hauendo fempre hauuto appreirodife non podii
ctolici.
ira tornato da Roma il Secretario di Lorena, mandato daini perfcolparfì mom offtC
le imputationijche gU eranodate di far' il capo di parte : ilqual era flato rac- deljLonnti:.
to dal Pontefice condimoflratione d'amoreuolezza,&moflrato di credere
iaerporitione,&- rifpofto al Cardinale con una lettera,doue gli diceua,Con-
tarfì, chefitralarciaifero lecofe contentiofe,non ilparlalle de' dogmi dell'
iine,ne della Refìdenzajma s'attendeire alla riforma.Laqual lettera hauendo-
cena communicato con Simoneta,per pigliar ordine di dar qualche princir
.quello fi rimife al ritorno di Morone:di che fcntendo difguflo Lorena,co^
che dal Pontefice foileburlatoj & congiongcndoqueflocon un'auifo ve-
ogli,che Morone,parlando con rimperatoie della libertà del Concilio,di-
fcChe egli,& gli Ambafciatori Francefì, folfero caufa d'impedirla più degli
■hjfìquerelauacon ogni occafìone appretto tutti,con chi gli occorreuapar-
;, che'l Concilio non haueffe libertà alcuna, &chenonl"oloda Romas'a-
ttalTerifolutione d'ogni minimo particolare, maancoranon fìriputairero
;ni liPadri, nemeno il Cardinal Madruccio, & lui, di faper che codi da
ma fulTe commandata, accio potelTèro almeno conformarfi con la vo-
ta di Sua Santità j 6c che gran cofa era il veder che fi fpedillèro da' Legati a:
:nto cofl frequentemente corrieri a Roma , etiandio Ipelfe volte lopra
nedeflma materia, & per ogni minima occorrenza ; & nondimeno mai fi
eire che rifolutione» o che rifpofla folFc venuta di là, ne meno folTe pur
co quefl* luiiuerfale > Che larifpQfla folle venuta : Icquali cofe da' Pontiticij ,
^2.0 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio II
"^13 i3 euano fcntite con molto rolTorcpeL-eircr cefi apparenti,&:publiche,che noi
LXiii. poreuano nenegare, ne fcuiare. Pieno Lorena di quelle male fodisfattioni
dìfc^Licnce, ellendo chiamacoa confultapei: tratcacdmcomminciarleCc
«n-coatioiiijp^iche Morone haueua fcritco douer' eifer dintorno fra otto gic
ni^ ilcntero ambe le parti buona pezza di tempo fenza dir parola ; de poi enti |
ne' complementi, iniìne iì partirono d'infieme, fenza hauer parlato della n.
te ria.
DìffìcolM fo- Ellèndo gionti in Trento li Procuratori de' Prelati Francefi, rimafti nel F .
fra i procura- „j^q^ ricercarono «^li Ambafciatorijche foifero arameflì in Congregatione : ;
tonde PreU- j^^^i^j^Jq il Cardinal Simoncta ricufatOiLanfac replicò,Che ciò haueua dim .
ùdi Franaci. ^^^^ per riuerenzajnon perchè volelFe riconofccr li Legati per giudici,ma ci ■
rifoluco che la difficoltà fofse propofta in Concilio. Quella occafione f( :
mutar la rifolutione de' tre Legati d'arpettar Morone, & ordinarono una Ce ■
grecratione a quattordici Maggio, per trattare fopra gli abufì dell' Ordine : e ■
cangr^g^ttìonc, ue Lorena, nel voto fuo fopra il primo capo dell' eletcionc de' Vefcoui , ch( i
dotte Lormu poi leuato via,per le occalioni che fi diranno,s'ellefe aparlar degli abufi, che ■
difcorrt degli te^^^niuano in quella materia: &, per poter liberamente inueh^r contra li i '
iibufi diW oj.jij^i(iiRoma, incomminciò dalla Francia,<3<: non laperdonò al Rè:dari
Otamci liberamente il Concordato: dille, Che tra Papa Leone, & il Rè Francefco,fl .
uifero la difttibutione de' Benefici) del regno, laqualdoueua efser de' Capir ;
&c poco mancò che non dicelfe come li cacciatori diuidono la preda. Dar »
cheliRèj&Prencipi,haueirero nominatione delle Prelature } che li Cardii '
haueirero Vefcouati. Riprcfe ancora l'accordo fattodalRèultunamentec
eli Vgonotti:&poi,vfcito di parlar di Francia,diire,Che la Corte Romana
il fonte , donde deriuaua l'acqua d'ogni abufo : che nilFun Cardinale era fei
Vefcouatojanzijfenzapiù Vefcouati; & nondimeno quei carichi eiTer' inco
patibili. Che le inuentioni delle Commendcdellc Vnionià vita,delle ammi
{lrationi,medianti qualijcontra ogni iegge,[erano dati più Benefici) ad unap
fona fola in fatti,con apparenza che ne haueiTe ibruno,era un riderli della M
ftàDiuina. Allegò fpeffe volte quel luogo diS.Paolo,douedice,GuardaD
dagli errori, pere he Dio non fi può burlare: ne l'huomo raccoglierà altro,
non quello, che haueràfcminato. S'eftefe contra le difpenfe,come quelle e
leuauano il vigore a tutte le leggi. Et parlò con tanta eloquenza,&; fopra t;
c^ dìfgufto ti abufi, che occupò tutta la Congregatione. Non fij ben interpretato il p
d^ Pontific'^: lar del Cardinale da' Pontifici) :anziSimoneta pratticòapertamétediuerfiF
lati,accioches'opponeircro al voto fuo, 61: andana dicendo, che egliparl:'
come liLuthetani:&:piaceireàDio che non fentille ancora con loro:cofa,('
offefe molto Lorena, ilquale fenedolfe anco col Pontefice. Nelle Congre'
rioni fecruenti non fu detta cofa, fenon ordinaria, ne degna di memoria:*'
non volelfe riferire le adulationi , che obliquamente erano inferite ne' voti, '
quellijche haucuano prefo carico di giuflificare le ufanze,da Lorena riprefe.
^^7^ Ci' In quello mentre,il Cardinale Morone hebbe dall' Imperatore lafuaefpe
njt A ejA' j.-Q^g ji-^c^j-i^j-o, con parole aifai generali,che egli defenderebbe l'autorità <|
liPAPioiriI. LIBRO SETTIMO. 7^1
],pa conerà gli hereticij in cafo che vi foifebifogno. Che /ì iorcbbe fcrniaco ci'J l'y^
1 irprac,{cnzapairarpiùinanzi. Chela ti-ailacione del Concilio a Bologna lxiii.
r n era da farfìjfenza confenfo de' Re di Francia» &c di Spagna. Che, quanto
a.i cotonatione Tua, non era cola darifoliiere , fé prima non fi proponeiia in
I?ca : perche, cofi alla fprouiftajhauerebbe dato molco che dire alla Gerraa-
tj. Che, quanto al procedere in Concilio, egli farebbe reftato ibdisfa!:torfc/^«/?/e /«
cqueftedue conditioni, Che la riforma fi faccia in Trento, & Che ognuno/^'»'* ^"efojj^
nlì proponere,&che fi cominci a trattar fopragliarticolieffìbiti da lui , &c'p^''"^ f J'*-.
d Francia. Di quefto negotiato del Cardinale, & della rifpofta riceuuta , ho;"^^^'~^
n rato quello, che ne' publici documenti ho veduto. Non debbo però trala-
kìreunafama, che fu diuulgata all' bora in Trento, &tenuta per certa da*
) feiifati. Che il Cardinale hauelFe trattato con i'ImperatorciS: col figliojRè
il Roinanijcofe più fecretejtk moftrato brocche, per li diuerfi fini de' Prenci-
3 & de' Prelati, 8c per li vari) & importanti loro interefli , contrari] 8c repii-
rintijfofTe impoflìbilc farfortir' al Concilio quel fìne,che alcuno d'effi defì-
Itiua. Gli fece conofcercche, nella materia del Calice, del Matrimonio de
^: ti, della Lingua volgare, cofedcfiderate tanto da Sua Maeftà, & dal Rè di
■:iicÌ3,maiilRèdiSpagna, ne alcun Prcncipe d'Italia, condifcenderebbea
( ccntarfene. Che, in materia di riforma, ogni ordine di per fona vuole con-
b arfi nello flato prefentc , & riformar gli altri : onde viene , che ognuno di-
ida riforma, & a qualonque articolo propofloper quella caufa, maggior
lerofc gli oppone, che lofauorifca. Checiafcunpenfaafefolamente,&
attende li rifperi altrui. Ma il Papa,doue ognuno fa capo,ognuno lo vor-
)e miniftro de' dilfegni propri] , fcnza penfare Te alcun' altro fia per reftar'
fo. Alquale però non è, ne honcfto , ne utile, fauorir' uno , con difreruitio
altro. Che ognuno vuol la gloria di procurar riforma , & pur perfeuerar
liabufi,con carico del folo Papa. Difcorie anco il Cardinale, che,doue fi
:a di riformar' ilPapa , non voleua dire qual folFe l'animo di Sua Santità:
n quello,che a lui ne tocca , ne può toccare , con che ragione fi può alcuno
iiadere che egli non condifcendefse, quando nonconofcefTe quello, che
ltrinonènoto,pcrche folo a lui fon ri feriti li rifpetti di tutti? Efpofe anco-
;piti,per ifperienza elFer flato veduto nello fpacio di quindici mefi dopo l'a-
ura del Concilio, che fono moltiplicate le pretenfioni , & aumentati li di-
eri , Se caminano tutta via al colmo: che, quando continui longamente,per
:(fitàfeguirà qualche notabile fcandalo -.gli confiderò la gelofia, cheoccu-
liPrencipidiGermania, (Si:gliVgonotti di Francia : &conclufe. Che, ve-
Jofichiaroil Concilio non ^oter far frutto, era ifpediente finirlo al me-
ir modo poflìbile. Diceuafì, che quei Prencipi reftarono pertuafidi non
£r' ottenere,per mezzo del Cócilio,cola buona ; & che conobbero effer me-
fepelirlo con honore,(S<: che diedero parola al Cardinale, di pafFar per l'au-
ire conconniuenza, &c non riccucr in male, fé il Concilio farà rermi-
D. Chi attenderà il fine, che hcbbe il Concilio, fcnza che quei Pren-
hauelFero fodisfattione alcuna delle lor dimande, facilmente inclinerà
imo a crederi j che la fama porcairc il vero :ma,oireruando,che,anco dopo
YYyy
711 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio II.
queftalegationcjnonfono celTatcleinftanze de' Miniftrì Imperiali , ftimenl
remore vano. Ma.caminando pervia, che fcanii ambedue le allordità, fifo
credcrcche in quefto tempo deponelTero queiPrencipi la fperanzaj& dclibeif-
fero di non ripugnar' al lìnenion giudicando però honorc il fare una fubita r -
rata> ma più tofto per gradi andar rimettendo Le inftanze > per non public e
mancamento di giudici© nell' hauer concepito per quefto mezzo fperanzili
bene, 8c non hauer creduto all' ollcruatione di S.Gregorio Naztanzeno, e
dalle ridottioni Epifcopaliteftifica hauer Tempre veduto inerudire le conti-
rioni. Quel, che Ila di verità in quefto particolare , lo ripongo nel numerc li
quelle colcdoue la cognitione mia non è arriuata : ma ben certo è, che dei i .-
neggio del Concilio,qual non moftraua poter fortir' eflìto quieto, la cataftì
in quefto tempo hebbe principio..
RISTO RI yi
DEL
CONCILIO TRIDENTIN
LIBRO OTTAVO.
Som mari o..
IL legato MoYone giunge in Concilio^ ed ti Conte di Luna^ Ambajciador di Spa
■iella CUI ncetttone nafce difficolta di prece denzA tra Francia, e Spagna. Il Ca, ^
4ale di Lorenaichcperl'addietrohaueiiaJòJientatalahmnacaHjam Concilio,!
ne fi rallenta per Juoi mterefit , e per non vedere dipotercanarne frutto per laFì
cia,dalla<^uale il Tapa.rtceuevffeje:e pure a Roma fi giudica la precedenza afkuc
Francia, con protefh di Spagna. B ir ago porta lettere del Redi Francia al Concil
vi ragiona a nomed'effo, richiedenda Rifórma. In Bauiera nafce tumulto per lo C
ce , e pel matrimonio de Treti. Edm Congregationi fi tratta delle Annate^
Or dinationi fatte a Roma, de Vefcoui Tttolari^delle Difpenfe,e dell' Injiitutiont
Vefcom, e dellarifèrrnadé' Cardinali. L' Ambajciador e di Spagna fa molte e
ti tnjh?jze,per rimcar ti decreto fatto, del proporr e ifoli Legati m Cocilio, tutte de
a Romane d a Trento, C efare parte d'Inffrukj difperando d alcun buon frutto del C
ctlio. Gara diprecedenzji tra Francia e Spagna rinafce tn Seffioncel temperam
te di ugualitàitrouato dal Papa,non può nufcire. Per le molte contefe in ConciUo ,
rifiuto di rimettere al PapamoltiCapi.Ed infine formati i 1)ecreti,confodisfiài^
ne, (ì celebra lafemmaSeffione , intorno al Sacramento dell' Ordine, e lafua Rifòlf
Poi appreffo:fer ordine, del Papa^caminaprecipiUttamemeafinireilConctlmQon ^
pofiti.
S.PA Pio mi. LIBRO OTTAVO. 713^
ìt ione pero di Spagnaye di pareri in Trento. Ed m Congregatione fi tratta del Ma-"" ciò la'
nonio. Ed t Legati propongono Articoli, di Ri firma generale , e gli comunica no l x 1 1 1 .
t Ambafciadorht^uali tutti vifhnnofopra le loro ojferuationiyed oppofittom. Moto
Trento per tent attuo dì introdurvi t Inquifitione Spagnuola in Milano. In Trento fi
ca didarjòddisfkttione a V cfcoui ^ in tre loro principali domande. Giunge t Arti-
hadore dt Malta, Molti Articoli di rifitrma difcujjì. Lorena e attratto dal Papa
omaÀoue concertano mfieme il modo di finire il Concilio. La ri firma de' Principi,
tfofia da' Legati ,fii protejhre i E r ance fi incontro , con grande acrimonia , ed offeje
mbiemli a Roma , ed in Trento : egli Ambafciadori Francefi con cjuefia occafione
4rtono dal Concilio. Il Papa procede afentenzA contra alcuni Vefcout di Eran-
\ed a citatione cantra la Reina di K^anarra) tlche pero ecofiretto riuocare. Lore-
orna a Trento , 0 fii ogni opera per dififoluerpreflo ti Concilio : onde fittene tottaua.
ione del Matrimonio,e dellafua Rifirma-,allacjuale è aggiunta una General e:fi tra-
tta viepiù alenare ogni impedimento alla profilma chiujura del Concilio: efifir-
todecretimoltofornmartj del Purgatorio , delle Induigenz^e, Imagmi^e Santi. EJl
9 dell' Indice de libri prohibitiide M.eJfalhBreHÌan],Catechifmti è rtmefifi al Pa-
ter maggiore tspedittone. La nuoua della cut mortale infirmiti fa viepiù accelera-
%fine-,alla<^uale fi giunge con l'ultima SejfwneAelle materie fopradette. Poi fi fanno
clamationube^iedmionidetture-, ^fòttofcrittione. E'I Papa confirma ti Conci-
'enfurato inEranciaiC ripudiato dalla (fermania.Ericompenfai Prelattìbeneme-
nel ConciltO)del grado del Cardinalato.
RrivÒ in Trento il Cardinal Morone dalla Icgatione fua d'IfpraC) il il Card. Ma»
2^ diccfette Maggio, Óciramediates'incomminciòa trattare trali Legati rom arr'mti a
del giorno della ScffioncclTendo vicino il venti, quando fi doueua de- "Trento, ed in
ninare:Ìc non haiiendo ancora,ne Tapendo quando fi potelfcro hauer le ma- ^''"S,*'^S,''"''»e
ein ordine, addì dicenouc nella Congregatione fu prorogato il termine, fi- (X^^"" ■^-^"
ì dieci Giugno, per determinare all' bora il giorno prefiflo. In quella Con-
^atione duecofe notabili ruccelfero. L'una,lacontentione, Te apparteneua
.cgarijouero al Concilio il deliberarcfe li Procuratori de' Vefcoui doucuano
r' admeilì in Co ìgicgatione,come detto habbiamo,chc da Lanfac fu ricer-
5. Li Prelati Francefi difendeuano , che li Legati non hauefiero altra pre-
atiua,rc nond'efler primi,òc feparatamente da' Padri del Concilio non s'iii-
delfero bauer' autorità alcuna. Allegauano il Concilio Bafilcenfe,& altri
umenti dell' antichità. Per l'altra parte fi diceua , che non può clfer legiti-
Concilio,renon congregato dal Papa; &:chea lui folo appartiene il defer-
iate chi d.bbiainterucnire, (Sechi debbia hauer voto in quello. Che il dar
fta facoltà al Concilio, farebbe nudargli autorità di generar fé fteilo.Da-
qualche contentione, la materia reftòindeciia. Et venendofi a dar li voti fo-
la corrente degli abufi dell' Ordine, fuccelfe l'altra ,CiicilVefcouodiFila-
fia fece una longa & grande efdamationcche li Caidinali vogliono li Vef-
aati , & poi non vi mantengono manco un SufFraganeo : laqual cofifuda
ona parte derifajcome chcquel Vefcouojcirendo Titolarcparlaifeper inter-
fuojSc de'fuoifimili.
YYyy ij
^14 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio UH
"ci^'i^ Nella Congicgatione del venran Maggio fu riccuuto il Contedi Luna, il,
LXiii. quale differì quatantagiomi>doporariiuo Tuospcr le diftìcoltà dc41a prccedenzji
»/ Conte dì ^ongli Anibafciatoii Francefi: tua tanto vi furono diuerfcconfulte come ac'
tmx> ^mh. ^.onimodarla,nc mai fu poflibile, che Franccil voleifero contcntauiìjchc haueàì^
rlctlufo^'dlfo ^l^i-'o li-ìogo, fenon di fotto , & apprelTo di loro ; onde pensò di fcrmarfi in picd'
gran centralo nel mezzo delluogo tra gli Ai-nbalciatoriimpeiiali > che haucuano ordine da'
per La prece- loro patrone d'accompagnarlo,&.ftarfene appreilo di loro, fm tanto,chc fi fa
dwTia con ^^i^^ l'orationc, èc fubito tìnita,tornarlene a cafa. Ma parue,che folle con pc
Francia: ^^ degnità del Rè : però, fi diede a far' opera , che li Francefi fi contentairGi'o e
non andar' in Congregatione quel giorno» che doueua elTer riceuuto meac
confentendo effijpenfò di coftringcrgli a quello, con fare che da qualche Pre-
lato Spagnuolo folfe dimandato , che gli Ambafciatori fecolari non intcru(i-
nitlèro nelle Congregationi , poiché negli antichi Concili) non erano admefl ;••
Ma,parendo che quello offendeife tutti i Prencipi infieme , reftò in delibcratic '^^
ne difar'opera, che qualche Pielati'proponellero di trattar cofe,a quali noi
foireragioneuolcche gli Ambafciatori Francefi interuenilFero: come farebh
de' prcgiudicij.che poifono auuenire alla Chriftianità, per la CapitolatiorC'
fatta congli Vgonotti,o altra tal' cofa. Ilche fatto andare alle orecchie del Ca *:'
dinaie di Lorena, gli mife il ceruello apartitoj&,confultato co' fuoi,riioluer(
no di non contraftarpiù, fé gli foife dato un luogo a parte,fuori dell' ordine d
gh Ambafciatori. Perilche il fudetto giorno de' ventuno , il Conte di Lun tf
entrato in Congregatione , & andato al luogo alfegnatogli , che era nel mei: |
del ConfefTo dirimpetto a Legati,prefencò il Mandato del fuo Rè : ilqual leti f
dal Secretario,egli immediate proteftò,che,quantonque in quelConfeiro,& ¥-
qualonque altro, douelfe feguirprimo dopo gli Ambafciatori dell' Imperatoi '
nondimeno, perche quel luogo,la cauia.di che fi trattaua,& il teiTipo,non cor
portauano, che percontcntionihumane folle impedito il corfo.dellecofec
iiine,&dcllapublicafalute,riceueuailluogo,cheglieradato:protcftandono
dimeno, che lafuamodeftia, &ilrifpettoche haueua di non impedir lipri
grefsi del Concilio,non podi far' alcun pregjudicio alla degnità Se ragione di
fuoPrcncipe,Filippo,Rè Cattolico,& de' pofterijma quelle reftino, illefe^fi ci'
fempre fé ne poffino valere , come fé in quel Confelfo gli foife flato dato ijld !
bito luogo : inftando che la proteftatione foife fcritta negli Atti , quali non i
potelTcro dar fuorafeparati da quella, 3c a lui gliene foife data copia. Dopo |
che gli Ambafciatori Francefi, elfi ancora picteftarono, che,fe elfi fedelfero
altro luogo,che primi dopo flmperatore, &inanzi agli Oratori degli altri Ri
doue erano feduti li maggiori loro fempre , &:uldmamente nel Concilio i
Coftanza, & Lateranente :&fc il nuouo luogo, nelqual fedeua l'Ambafciatd
della Maeflà Cattolica, fuori dell' ordine degli Ambafciatori, poteiTe poj;iiJ
qualche pregiudìcio a loro, o agli altri Oratori, li Padri del Concilio, rappl'i
fentanti la Chiefa uniuerfale , per debito dell' ufficio loro, gli ridurrcbbonoal ]
ordine antico, onero gli farebbono l'ammonitione Euangelica. Ma , tacerli
€flìPadri,ne die endo altro. gH Oratori della Maellà Cefareaj che hanno l'intd
. Pio mi. LIBRO OTTAVO. 7.5
. .ommanc con efli di Franciasfedeiuio vicini a loro, (5i»:oaicruando l'anci- "ciò id^
e )o:r:frione al loro Rè,& confiditi nella fede, «^caffinirà> e he li RèCaCtolico lxiii.
tiiccolChriftianiffimojnon dininudaiiano altra cola, Tenon, che li Padri del
(•nciliodoLieirerodichiararc, che il fatto del Conte non poncfse far' alcun
pgiaJicio air antichi{rnTiaprerogatiua,& perpetua polIelTione di Sua Macftà
(iiiilianiffima:& tutto qucftorcgiftrarlo negli Atti.
Fu fatta rOrationcper nome del ContcdalTheoiogo Pietro Fontidonio:il- crathne d'ejfo
cale infoftanzadilTcChcinftando iltincdel Coificiiio ,laMacftà Cattolica "'' Concilio, 41
hicua mandato quell' Ambafciatore, perofreritfì apparccchiatoafar per il-^'"'"*' rigore
( me ilio c[ucllo,che fece Martiano Imperatore nel Calcedonenfcicioèjlofte- "'"'^*.| ^'"'^
rL'c,&difcnderlaveritàdichiaratadallaSinodo,&rafFrenarlitumulti,& con- '"''''
e r a felice fine quel Concilio,che Cado quinto Imperatore,fuo Padre,ha pro-
t to nella fua|nafcenza,&; nel fuo progrefso:e per caufa delquale ha fatto guer-
r .litiìciliflrm-ie,& pericolofiffime, Se ilquale anco Ferdinando Imperatore , fuo
2),!oftenta. Che il fuo Re non ha tralafc iato alcun officio di Prencipe Cat-
tiico,acciò il riducefsc,& celebrafsedia mandato li Prelati di Spagna, «Se oltre
OjDoctoripreftantiffimi. Checgli ha conferuato la religione inSpagna:che
ì impedito l'ingrefso dell' herefìa m quella da tutte le foci de' Pirenei : ha im-
dico, che non habbia nauigato alle ìndie, doue con ogni ftudio ha tentato di
netrare,per infettar le radici della ChriiT:ianità,nafcenti in quel niiouo mon-
. Che,per opera di quel Rè,fiorifce la fcde,& la purità della dottrina,in Spa-
a, fi che la fanta Madre Chiefa, quando vede altre prouincie piene d'errori,
Slide confolatione, vedendo la Spagna efser la facra ancora , per rifugio delle
q^calamità. Soggionfe,Dio volefse,che gli altri Prencipi Cattolici,^ Repu-
icjheChriftiane, hauelTero imitato la feuerità di quel Rè in raffrenar gliHe-
:ici,c he la Chiefa farebbe liberata da tante calamità, & li padri di Trento dal-.
foUecitudine di far Concilio.Che il fuo Rè fi maritò con Maria,Regina d'In-
iilterra,non ad altro fine, che per ridur quell' Ifola alla Religione. Comme-
orò gli aiuti recenti,mandati al Rè di Francia , aggiongendo , che per la virtù
Tuoi foldatijfe ben erano pochi, mandati per difcfa della religione, la vitto-
i inclinò alle parti Cattoliche. Pafsòadire, chedefiderauailRè dal Couci-
),lo ftabilimento della dottrina della religione, & lariformationede' coilii-
. Lodò li Padri, di non hauer mai voluto leparar li tractatione d'una di que-
parti dall' altra,quantonque grande inftanza folFe ftata facta,per fargli trala-
iar la dottrina, & attender folamente a' coftumi. Aggionfcdefidcrar il Rè,
le efsaminalFero benlapetitionepiùpia, che circonlpetta,.di quelli, che di-
andano che Zìa concelfa alcuna cofa agl'inimici della religione, per fargli ri-
mar alla Chiefa. Fece una inuettiua centra quelli,chediccuano,doueiiìcon-
der qualche cofa a' Proteftanti,accio,vinti dalla benignità,tornairero al grem-
della Chiefa : dicendo , che fi ha da far con pcrfone , che non pofsono efscr
.egate ne da beneficio, ne da mifericordia. Efsortò li Padri, per parte del Rè,.
ì operare in tal maniera,che moftrino d'hauer maggior cura della Macftà dcl-
vChiefaiChe degli appetiti de' fuiati: hauendo la Chiefa femprc ufato qutfta
YYyy iij
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726 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pro Illi
^^f^i jj grauità,& coftanza,per rcprimei- l'audacia de nimicijdi non concedergli man-
LXiii. CO quellojchehoneftamente fi potrebbe. Defiderare ancora il Rè,che cralafci
noie faperfiue queftioni. Conclufe, che, eifendo congregati i Padri per fa
cofi buona opera, come è il rimediar a tanti mali, che trauagliano la Chriftià
nità, quando quello eftetto non fucceda , la pofterità non ne darà la colpa ad al
tri che a lorc&i fi marauiglierà,che potendo, non habbiano voluto applicar' i
rimedio. Lodò le virtik dell' Ambaiciatore , Se la gloria della cafa fila : & cor
quello finì.
a cui è rijpo- Gli fu rifpoftojper nome della Sinodo,che,nel dolorcqual fentiuaper le mi
^0 ftuonml- ferie communi, haueuariceuuto confolarionejfentendo commemorarla picei
mente: j^j ^^ Cattolico : Se» fopra tutto , efsergli (lata grata la promelfa di defender 1:
decreti del Concilio: ilcheelfendo per tar' anco l'Imperatore, & gli altri Rè,&
PrencipiChriftiani, la Sinodo veniua eccitata a fare, che Icattionifue corrif
pondellero al defiderio di tanti Prencipi:, ilcheanco già, & perla propria vo
tonta, &c per eCortatione del Pontefice , faceua, occupandofi fempre neir
mendationede'coft:umi,& efplicatione della dottrina Cattolica. Chc^rendeuj
molte gratie al Rè, cofi del fingolar affetto verfi3 la religione , & buona volont;
verfo la Sinodojcome dell' hauer mandato un tal Oratorcdalquale fperaua ho-
norem aiuto.
ma gli dm L'oratione fopradettadifpiacque a tutti gli AmbafciatoriselTendo una aperti
^mbafc-ne j-ipj-enfione di tutti li Prencipi, per non hauer cfsi imitatola diligenza del R<
rsiuno opju (^^^j-q^jj-q.^ fej^e dolfero col Conte :ilqualriipofe,Che quelle parole non ha
ueuano meno difpiaciuto a lui ; anzi, che ordinò al Dottore , che le leuallè, &
' F ^ efi bla- "^'"^ ^^ diceffe per modo alcuno, & che fi rifentirebbe di non elfere (lato obedi-
Gmano Lore- to. I Francefi, che erano in Romajbiafmarono molto quei di Trento,per ha-
na della fm uer'alTentito al luogo dato all' Ambafciator Spagnuolo:diceuano,che Lorei»)
iomi»en':^i per i Tuoi intercfiì, & per gratificar il Rè Cattolico , haueua fatto un tanto pre-
giudicio alla corona di Francia: &c , perche egli anco confegliaua il Papa a noe
conceder al Rè l'alienatione de' beni Ecclefialliciper centomila feudi d'entra-
ta,che dimandaua jaggiongeuano, che in tutte le cofe non haueua altra mirai
chea fé proprio : & pertanto , dopo che il maneggio de' danari era fuori delle
mam4laeA^ del fratello , non hauerebbe voluto, che il Rè ne potelFe da luogo'
alcuno hauerc. Maria ditìferenza della precedenza non era ancora ben finita^
perche,fe ben s'era trouato luogo all' Ambafciatore Spagnuolo nelle Congre-
cationi, quel medcfimo non fé gli poteuadarc nelle Seflloni. Onde li Legaci
tcriireroal Pontefice,per hauer da lui ordine come gouernarfi.
ed^lfos'ahhì- Doporiceuuto rAmbafciatorSpagnuolo,il Cardinale di Lorena parti, per'
cacol Card, di abboccarfi con quello di Fcrrara,ilqualgionto in Piemonte,nontroùò le cofedi,
Ferrarajo- q^ci|;1 legione in megliore ftato che in Fràcia; poiché tiouò,chc in diuerfi luo- 1
pral Coc; to, ^j^. ^^^ Matchefato di Saluzzo,erano flati leacciari tutti li Preti,&: che in Chie-
m'Brd ferino, ihdc in Cuni,luoghi del Duca di Sauoia,(Sc in molte altre terre vicine a quelle,vi '
erano molti delle medefime opinioni degli Vgonotti , ^nelUftelTa Corte del
Duca
apaPioIIII. libro OTTAVO. 727
Alca molti le profelfaiiano , & ogni giorno fé ne fcopniianopiùi&jrc ben un ci^ io
icfc inanzi quel Duca mandò bandcche in teumine di otto giorni ciuci li le- Lxni,
iiaci di quelle opinioni douelTero partir del paefe , & alcuni anco fi follerò Ic-
aciinondimenojdopo il Duca commandò, che nò fi procedelFe più conerà lo-
D,anzi a molti condannati dalla Inquificione,haueua fatto graciadelle pcnc,&;
imullati li procellì conerà loro,&; conerà altri inquificijnon ancora condanna-
;:& conceito anco licenza di tornare ad alcuni de' partiti. Ma il Cardinalcjha-
endo conofciute le ragioni,da quali quel Duca fu molfojlu coftretto giudica-
i quel mcdefimo.che andana dicendo delle cofe di FranciaiCÌoè,checornairc
1 leruitio de' Carolici far cofi.
Hebbe quel Cardinale nel mcdefimo luoga inftriictione dal. Vefcouo di.
'intimiglia,che era andato efprellb per informarlo, come difopra fi èdecto/o-
ra lo ftaco delle cofe del Concilio,Ck: come trattare con Lorena: fi trouarono
mbidoi li Cardinali in Oftia,nclVeroncfejil veciquattroMaggio.il Cardina-
: di Ferrara, narrato al Lorena lo ftato delle cole diFràcia,& della cafa fua,do"
0 la morte del Duca di Ghi{a,& del PrioreJ'eirortò al preftoritorno inFracia,
ioli; randogli la necellìcà>che haueua la cafa della fua prefenzargli difcorfc an-
Ojchcdopolapace fatta con gli Vgonocti, la riforma non era per partorir più
1 Francia quei buoni eitetti,che il credeua. Malo trouò,che nonhauerebbe
ceduto , molto imprelfo, che l'honor fuo ricercalFe di non abandonar quella
egotiationc.Sidolfe Lorena,che Morone,ritornato dall' Imperacore, non gli
auelFe parcccipato cofa alcuna del fuo negotiato,dicendo però,Che da quella
iacftà era ftato auifato del tutto. Gli dille,che il Rè Catolicocrabcn' unito-
on riraperatore,&: che,tra il Conte di Luna & lui , vi era buona intelligenza.
kìÌ3. maceria della Refidenza, dilFe , che era necellario dichiararla,che cofi era,
lence dell' Imperacore,&: che quafi tutti li Prelati erano di quel parere,eccetto
Icuni Italiani ;& chequefta dichiaratione firicercaaa,afine che il Papa non
otelFe difpenfare. Onde l'opera del Cardinal di Ferrara fece poco frutto.Et il
Cardinal di Lorena, tornato a Trento, publicòpertuttOjche Ferrara haueua
itco fece officio, per nome del Papa,6<: de' Legaci , che laRefidenza ficermi-
.alfc con un decreto penale,fenzadichiarare,c he l.ìa.demredmmo , ma che egli
;on era per alFencire.
Ma il Cardinale Morone,per addolcir Lorena, prima che fi venilTe alle prat- w^ ^raddolcì"
iche ftrette delle cofc Conciliari, conofcendo , come bifognaua moftrardi ^"^''^ Mwa-^
eferir ogni cofa a lui,andò a vificarloponcificalmence con la croce inanzi, & "*°
ccompagnato da molti Prelati:& dopo licomplementi,gIi difFcche defidcra-
la chelconfeglialTe, commandaire,6: operafTe, nonaltrimenti,che fé folfe uno
le' Lcgati.Che il Pontefice voleua la riforma,&: haueua mandato quarantadue
api di molto fcueEa:& fcritco,che fi proponelfero anco quelli,che furono rac-
ordati dagli Ambafciacori Cefarei , & Francefi, leuati gli apparcenenci alla
2orce Romana, laquale Sua Sancita voleua riformar efra,petmaRCcnimenCG
leir autorità dellaSedeApoftolica.Ma Lorena, fofpicando , che Morene ha-
lelle penfiero di fcaricar alcuna cofa fopra di lui>o di metterlo in qualche diiH-
7i8 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio III
' ^,j3 jo " dcnza co' SpagnuoÌi,uirpofe,Clie il pefo di Legato fiiperaua le lue forzclequa
Lxiii. non poteuano fai- maggior cofajche dir' il voto fu o come Arciuefcouo:chel(
dalia il zelo; di Sua Santità nella riforma delle altre Chiefe-.majche lì potei
ben contentare , che iVefcoui ancora deireroakrettàti capi per li Cardinali,!
per il rimanente della Cortc:che la Sede Apoftolica era degna d'ogni riuereiiz',,
& rifpettojmacon quelmantonon poterli coprir' abufi. Larifpoftadiquefll
Cardinale fece rifoluerli Legaci d'andar ritenuti, fino che le cole folfero lu j
©■iio domefticate:raa tra tanto fi kcc ftrettaprattica co' Prelati Italiani , acci^
noiifoirericeuuto il decreto di dichiarar la Rcfidenza.
turbamento Succelle un' accidcntcche fu per confondcre,& diuider tra loro li Pontific i
fraiPontijìc'jj ^i-idò a Trento auiiojches'hauercbbono fatti Cardinali aTcguentiTempor
<tTremoi ^^^^ anco mandata lapolizadiquelli>cheeranoinRoraa:ondelipretendeni
che moki erano, reftarono pieni di maliiTiraa fatisfattione : Se , come auuier
aCTliappalTionatijnon fi conteneuano tra li termini , fiche nonufcifiè qualcl
parola,che dimoftraire rafFctto,&; l'animo parato al rifentimento.Inparticol
re erano notati Marc' Antonio Colonna, Arciuefcouo di Taranto ; Se Aleflài
dro Sforza, Vefcouo diParma:(quali,per la potenza grande delle famiglie lei l
nella Corte,erano più degli altri inanzi)che haueffero detto di voler' intende!
con Lorena : ilche dal Cardinal Simoneta creduto , fu anco auifato a Rom
dallaqualcofaambidoi fi tennero ofFefi, & parlauano con gran rifentimént
I difgufti continuarono qualche giorni:ma,poiche non fu fatta prò motione
Cardinali,& che a quelli Vefcoui fu data fodisfattione,fìnalraentele cofes'a
commodarono.
/. . Ma,dopo quello tempo,il Cardinale di Lorena incomminciò a rallentar
lenta per certi l'igore: perche in Francia,eflendo refi chiari,per l'oireruatione delle cofe fin a
^M rijpem: hora iucceire,che da Trento non era poflìbile ottener cofa,che folfe di feruit!
di quel Regno;&, veduto anco , che le cofe della pace fi andauano elTeguend
con CTtan facilità, onde fipoteuafperar di reftituirl'obedienza al Re intiera
mente,lenza hauer altri penfierialle cofe della religione: & forfe,hauutacon
municarione dall' Imperatore del trattato con Morone:gionti anco gHoHìci
che il Papa fece con la Regina per mezzo del Tuo Nonciojpenfaronodinotr:
uagliarpiù nelle cofe del Concilio con tanto affettoi ma più follo acquili^
' l'animo del Pontefice : & le da Trento folle venuta cola vtile,riceuerla,roh
mente attendendo ad operare,che non iùccedeire cofadipregiudicio.Et ferii]
per ciò la Regina a Roma,offerendofi al Pontefice,di cooperare,per finir preft
il Goncilio,di metter freno a Lorena,& a' Prelati Fiancefi,che non impagnin
l'autorità del Papa,& di far partire d'Auignonc,& dal Contado , tutte Irgeni'
Vgonotte^criirc medefimamente al Cardinale di Lorena,auirando,che le col '
della pace in Francia s'incaminauano molto bene j & aperfettionarla, altr'
mezzo non mancauasche la prcfenza luain Fraucia,doue potendo far maggio
bene,che in Trentojnelqual luogo haueuaefperimétato di non poter far buoii
puofictOjdouelTe procurar di Ipedirfi per ritornarui quanto primajcercar eli dai
ogpi fodtsfattioiie al PonteficejSc renderfelo beneuoloi& non peufar' alle cof !
de
apaPioIIII. libro ottavo. 715»
1 Conciliopiu di qiielloiche lo conflringeire la propria confcieiiza, &c ho-
i.rc : gli aggionfcchehaucrebbehauutonel Regno lamedefiraaaucoritàjche
Tima:peròaccclerairc il ritorno.
Gionfcro le ludetce lettere della Regina a Roma, &c a Trento , nel fine di ^y?'''*«''«'^^ ,
J ig^io , leqiiali , iìcome furono al Pa^a molto gratc,& gli diedero Tpcranza di ptinclT^^ '
ptcL veder buon fine del Concilio; coli gli difpiacque fommamente un altro
a :ideatc,cioè>clie,penfandofìin Francia come leuar di debito la corona» fu
p editto Regio, & per arrefto del Parlamento,verificato il decreto dell' alie-
ir li (labili Ecclcfiafticipercétomila feudi d'intrata,dalche fi fufcitò gran tu-
n Irò de' Prcti,chediceuanoeirer violati li loro priuilegij,&;immunità:che le
:e (acre non fipoteuano alienare per qual fi voglia caufa,fenza autorità &
i reto del Papa. Per quietar li ftrepiti, fu fatto dall' Ambafciatore inllanza al
" itcfice,che volelle preftar' il fuo confenfo,aliegando,Che il RèjelTaufto dal-
uerrepaflatesdiflegnando di metter buon' ordine alle cofe fue,pe'r poter dar
IO a quello, che fempre era (lata fuaintentione,dopo fattala pace,cioè,dì
lirtutto'l Regno nella religion Catolica,per poter sforzare chi fé gli folle
ofto,haueuapenfato dimetter' una fouuentione, & hauer' anco dal Clero
arte fuaralche la Chiefa era tanto più degli al^ii tenuta , quanto più il tratta^
legl' interefll di quella:che tutte le cofe penfatcnilfuna fi trouaua più facile,
nto, con l'alienatione d'alquanto delle entrate Ecclefiaftiche, fupplir'a
Ila necefl[ìtà,del che defideraua il confenfo della Santità fua. Ma il Papa,di-
i,che la dimanda era ben colorata di bel pretefto di difenderla Chiefa j ma
:ro,nó erafenon per ruinarla:onde,a fine d'euitar quel dano,eIIer ficuro par-
,il non acconfcntirui.Etjfe ben alcun potefTe pcnfare , che Francefì venille-
ir eirecutione fenza il confenfo, nondimeno egli penfaua, che non fi fa-
le dimandata la licenza , quando fi tronaife compratore fenza di quellarte-
) che nilfuno ofercbbe auenturare li fuoi danari,temendo chccome le cofe
nondo fono inftabili,non fuccedelTe tempo tale, che gli Ecclcfiaftici ripi-
fero le loro entratcfenza rifonder il precio : però , hauendo propofto ilne-
o in Conciflorccon deliberatione de' Cardmali, rifoluè di non acconfen-
ma,con varie efcufationi,moftrare,che non hauerebbono potuto ottener
li quella dimanda.Il Lorena,portando odio irreconciliabile agli Vgonotti, Lorena vìe
tanto^per rifpetto della religione,quanto della fattione, con quale egli, & fj" fi raffird",
fua cafa,era (tato fempre in controuerfiajeirendo anco ficuro , che non era //^ v- ,
[bile riconciliare con loro amicit»a,fentì molto difpiacere,intendendo che
>fe della pace s'incaminalTero: &, quanto al ritorno fuo in Francia,fu ben
utojche conueniua penfarci molto bene,quando,& come douelFe ritorna-
.laben per le cofe fue giudicò necefiariojintenderfi ben colPontefice,&
la Corte Romana,& co' Miniftri di Spagna ancora,più di quello,che per il
pò palFato haucua fatto:& però da quel giorno incomminciò a rallentar la
ritàjin procurar riforma;&: diede principio a moftrar maggior riuercnza al
!,&: buona intelligenza co' tuoi Legati.
4a>oltra la mole{lia,per la richiefta dell' alicnatione, ne hebbe il Pontefice
ZZzz
' 730 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio ini
e I >3 X ^ una akrajdi non minor momento.Impeioche,trouandoli d'hauer promcffo piì
Lxi II. volte air Ambafciatoie di Francia,.di dargli il Tuo luogo nella fcftiuità dell
freccden^* in Pentecofte><Sc volendolo etTeguiiej congregò alquanti Cardinali , per troua,
j{om*vmt(t ^ qualche maniera,per dar' ancofatisfattione all' Ambafciatore Spagnuolo. Fu,
^r » Fr^rKf ^^^^ propoftidoi partiti'.l'unojdi dargli luogo fotto il flniftro Diacono-.l'alcrc
fopra unlcabello al capodella banca de' Diaconidiqualiperò-non leuauanoj
diificolcà'.perchereftaua ancora materia diconcorrenza al portar della coda.
Sua Santità^ Se dargli l'acqua alle mani,quando celebraua y&c nel riceuer l'Ir
cenfojSclaPaceXa difficoltà della coda,& dell' acqua> non premeua all' hot; ;
non douendoil Papa celebrare , &: eflendoui l'Ambafciator dell* Imperator •
Quanto air Incenloj&; la Paccfitroub temperamento, che foirero datiatut!j
quelli della parte deftra,etiandioaquelLo^iE'iorenza,cheera'l'ultimoj&p(,',
alla parte fmiftra. I>i ciò il Fcancefe non ficontentò,dicendo>Che ilPapaj
haueua promellò il fuo luogo;& che quel di Spagna>o non anderebbe,o ftarc l
be focto di luij& cofi voleua che fi eireguilTeialtramentefi farebbe partito.N( [
piacque manco all' Ambalciatore Spagnuolo : onde il. Papa fi rifoluè di ma |
dargli a dircche era rifoluto di dar'il luogo aU! Arabafciatore Francefe.Rifpc j;
il SpagnuolojChcfe il Papa era rifolutovfargli.queir aggrauio,yoleua legger] ì
una fcrittura..lCardinali,chetrattauano con lui per parte del Papa,gli molli I
i:ono>che non era ben farlo/e la fcrittura non era prima veduta da Sua Santi k
accioche alla fproueduta non nafcellè qualche inconucniente. Si refe l'A ^
bafciatore difficile a darla,ma in fine Te He contentò.Il Papa,lcggendola,rial i
xo per la forma delle parole,come egli diceua, impertinenti. Finalmente fui i
trodotto nella CameradclPapa con quattro teftimonij,doue poftc^in ginc
chiajlelfe la Tua protefla»laqual conteneuaaChe il Rè di Spagna dcbbe prece*
quello di Francia petl'ancicliitàjpotenzajSc grandezza di Spagna^per la mol
tudine d'altri Regni,pcr liquali è il maggiore,&più potenteRè del mondorp
che ne'luoi Stati è ftata difefa,& cóferuata la fede Catolica,& la Chiefa Ron
naiperò Te Sua Santità vuol dichiarare , o ha dichiarato in fcritto , in fauor
Fràcia,fa notorio aggrauioj& ingiuftitia.Perilche,egli,in nome delfuo Rè, e
cradicead ogni dichiaratione di precedenzajO ugualitàjin fauor di Francia,»
eendo,EfIèr nulla>& inualida contra il notorio dritto di Sua Maeflà Catolù i
& fé è fiata fatta,eflernulla,come,fenzacognitione di caufa,& fenza citatio|jj
!^ di parte : & che Sua Santità , facendo ciò, farà caufa di grani incoiiuenienti^ i.
tutta Chriftianità. Rifpofe il Pontefice >admettendo la proteflationej//,c$r ]
<^itantHm'.Si fcufandofì della citatione omelfa , perche a' Francefì niente dai I,
maconferuauailluogOjdDUc gli haueua femprc veduti apprefTo gli Ambafc ,
tori dell' Imperatore, offi^rendofì però di commetter la. caufa al Collegio e . ^i
Cardinali,© a tutta la Rota:foggiongendo,che amaua il Rc,& che gli farcbl |j j
fempre tutti li piaceri. Ache replicò l'Ambafciatore , che SuaSantità s'haucUj i
priuato della libertà di far piacere al Rè,facendogli tanto aggrauio. Replicò j-
Fàpa,Non per caufa noftra,ma vofl:ra:& li benefìcijjfatti dan^i al Rè, nonio
dtano quefte parole nella proccftìifactaci*.
F
.paPioIIII. libro OTTAVO. 751 .
fn quel medefimo tempo,arriuò in Trento il Piefìdente Birag<5,delquale di- e 3 1 ^
ra è (lato dettcelTcre (lato inuiato dal Rè di Francia al Concilio, &r ali' Im- lxi i r.
arore> ilquale addì due Giugno fu riceuuto nella Gongregatione ; doue non Sfr^g° S'««5*
ruennero gli Ambafciatori inferiori a' Francefi, per non dargli luogo , poi- * ''^""^V^."^^
nelle lettere regie nonfe gli daua titolo d'Ambafciatore» Prefentò le lette- ^ip/fjc\ttj
ci Rè,de' quindici Aprile:doue diceua in fuftanza » Elfer benifllmo note le
jationi, & guerre inteftine, fufcitate nel Tuo Regno, per caufa della religio-
se l'opera fatta da lui,etiandio con gli aiuti, ^ foccorfi de' Prencipi , & Po-
tati, luoiaiTiici,perrimediarui con le armi : & tuttauia efler' anco piaciuto
io , per giudicij luoi incomprehenfibili , che da quei rimedi) d'armi non ne
{fero fenon uccifioni , crudeltà, facchi di città,ruina di Chiefe , perdita Ai
ncipi. Signori, & Cauallieri, & altre calamità,& defolationi: fiche e facile
onofcere , che il rimedio delle arme non è quello , che fi debbe ricercar per
tir una infermità dilpiriti, che non filafcianofuperarcfenon per ragione,
erfuafione:ilchehaueua coftrettolui ad accordare una pacificatione , co-
ìcontcneua nelle fue lettere fopra ciocfpedite; nonafìne di permetter Io
ilimento d'una nuoua religione in detto Regno ; ma, accio,ceirate le armi,
potelTccon manco contradittioncperuenire ad una unione di tutti li fud-
fuoi neir iftelfa fanta,& Catolica religione ; beneficio , che egli afpettaua
a mifericordiadi Dio,&:daunabuona,&feriariformatione,chefi promet-
ida quella fantaSinodo. Etperchemolte cofehaueuaarapprefentargli,&
rcar da loro, s'era rifoluto d'inuiargli Macftro Renato Birago, che gli fa-
)e intender' il tutto in viua voccpregando loro riceuerlo, & afcoltarlo be-
lamente,
.ettelelettercparlòilPrefidente , narrando molto particolarmente le di- ^'^^*^*«
die,leguerre,&: le calamità di Francia,lo ftat©,&laneceflìtà,nellaquale il d^^^l^^k-
& il Regno , erano ridotti ; la pregionia del Conteftabile , & la morte del dmdo n^fw^
;a di Ghira,che lo rendeuano fenza braccia. Si diffufe alTai in giuftifica- ma:
he l'accordo folte fatto per pura & mera neceflìtà : che in quello maggior
'auuantaggio della parte Catolica, che della contraria. Che l'intentio-
lel Kèy^ del fuo Confeglio , non era lafciar introdurre o ftabilir* una nuo-
elic^ione : ma , al contrario , ceffate le arme,tSc le difobedienze, con manco
cradittioni , & per le vie ofleruatc da' fuoi maggiori , ridurre all' obedienza
a Chiefalifuiati , & riunire tutti in una fanta Catolica Religione , fapen-
molto bene, che due eirercitij diuerfi nella religione non polfono lon-
lente fuflìftere , & continuare in un Regno. Da quello pafsò a dire^
il Rè fperaua prcfto riunir ruttili popoli in una mcdefima opinione per
olar grafia diuina , & per il mezzo del Concilio , rimedio Tempre u-
dagli Antichi' contrafimili mali , come quelli , che affliggeuano all'
a la^Chriftianità. Pregò li Padri aiutar la buona intentione del Rè con
feria riforma ,&: con ridur li coftumi all' integrità, & purità della Ghie-
ccchia ; & accordando le differenze della religione : & promife , che il Rè
bbe flato fempre Catolico , & dcuoto della Chiefa Romana , fecondo
ZZzz ij
73^ CONCILIO.DI TRENTO. Papa Pio Jl^rJ
"ci3 i3~ l'clTeiripiodc'fuoimr.ggiovi. FimsdicendojcheilRc confidaiianellabontìu&l
XXIII. prudenza de' Padri » che hauercbbono compatito a mali di Francia , ^ fi fai -
rebbono adoperati per li remedij. Haucua il Prcfidcnte in. commiffioned'ad
dimandare, clie il Concilio folFe trasferito doueiProtertantihaucircro libere >
accelTo: imperoclie,c«n tutta laficurezzadatadal Pontefice, & dal Concilici'-
haucuano il luogo per fofpettOjiSclovolcuano, doue l'Imperatore potefTeafl-ii'
curargli : ma quefto capo non lo toccò , cofi conlegliato dal Cardinale di Lordi'
na > Se dagli Ambafciatori del Tao Re j che non giudicarono opportuno fart'*
mentione , (Se l'haueuùno per riuocato dopo,atte{e le lettere fcricte al Papa, <
ad elfo Lorcna,dellcquali è fatta mentione.
a cmtarlfpo- Etagià ftatodato ordine,perconfultationede' Legati, chefolTedal Promdi
^ai differita: tore,per nome della Sinodo, rifpofto al Birago, con dolciTi degl'infortunij, ,t«i
auuerfità del Regno di Francia; ^eifortar' il RèjchcelTendoftato neceflìtatfrii
farla pace, & conceder qualche cofa agli Vgonotti, a fine direftituir' intieri
mente la rciigione,dopoi,p0flo ilRegno in tranquillità, volciFe, per feruitio if
Dio,adoperarfi,fenza alcuna dilationcper ottenere quefto ottimo fine:3^,do ui
la MclFa, prima che entrare in Congregatione, la irioftraronoal Cardinale wi
Lorena, qualrifpofe, non parergli bene , che la Sinodo approbalFe il fatto (ìk
Rè , delquale più tofto patena che doueflèro dokrfene , come fatto a pregiu iìi
ciò della fede,che lodarlo : però meglio era pigHar tempo arifpondere, coiti ^
fa nelle cofe d'importanza. Perilche , mutato confcglio,ordinarono chef rO
fé rifpofto al Birago in foftanza,Chc,per elFer le cofe narrate, 5c propofte da :i
grauiflìmciSi chehaueuanobifogno di molta confideratione, la Sinodo hai :
rebbeprefo tempo opportuno , perrifpondergli.. Agli Ambafciatori Frane jj
difpiacque grandemente il fatto del Cardinal di Lorena,parendo loro,che>f'
Legati non folFeioftatidifpofti a commendare le attionidel Rè, egli hau<
douuto incitargli,anzi coftringergli,per quanto poteife : doue che incontrar
hauendoeflì giudicato conuenire, come era anco giufto, &c r?.gioneuole,t f
commendattone delfatto,egli gli haueuadiiruafi.Ma,confultatotraloro,ri{
uerono che non folTe bene fcriuerne in Francia, per molti rifpetti : poiché L
faccheprcftodoLieuaeiFer di ritorno,poteuaavoce far quella relatione><
fofse (lata necefsaria.
mto m Sa- H niefe inanzi era fuccefso in Bauiera un gran tumulto , & folleuatione j
Mera,pel Ca- polare,perche non era ftato conccfso loro l'ufo del CaliceA' che li maritati]
lice,epel Ala- telfero predicarcrilqual difordine procedette tanto innanzi,che,per acquiti
mmomo de gli,ilDuc a pronìife nella Dieta, che, quando per tuttaC4ugno,in Trento,oi »
rodai Pontefice, non fofse ftataprefarifolutionedidarloro fodisfatrioncfl
haueiebbcconcefso &c l'uno, & l'altro. Il che udito nel Concilio, li LegI
fpedirono indiligenza Nicolò Ormanctro,a perfuader quel Prencipedin !
deuenireatalconceflTione, promettendogli che il Concilio non manchereb,;
afuoibifogni. AlqualcilDucarifpofe,Che,pcrmoftrarrobedienza,& dei
rione fuaverfo laSede Apoftolica,hauerebbe fatto ogni epera, per trattene»
popoli fuoi più che fofse ftato pofsibile, afpettandojofperando,cheilCon
li
A.PA Pio ini. LIBRO OTTAVO. 733
0 folfc per L-ifoliiere quellcche fi vcdeua eiTer neceirancnonoltante la tkrer- cio 1 o
linat ione fatta piima. l x 1 1 1 .
Ma, fcyiiendoiìle Congregationi, per trattar le materie Conciliari, in una '» Congrega-
'ciré il Velcouo di Nimes,parlando iopra li capi degli abuiì dell' Ordincpafsò j'"' i* "'^'*'»
trattar delle Annate. Diirc, Chete ben non negaua, che tutte leChiefedo- J^* ^f"»"-
elfero contribuir' al Ponreiice, per mantener le fpcfe della Corcej nondimeno,
[lon poteua lodare quel pag amentccofì per il modo,come per la quantità : per
[Uefta, poiché farebbe ben aliai (e folte pagata la ventesima, che colpagamen-
o dell' Annata , fi paga forfè più d'una decima : & per il modo, che almeno non
louerebbono elTer' aigretti a pagarle , fcnon dopo l'anno : & , poiché la Corte
Romana s'ha da mantenere per le contributioni di tutte le Chiele,farebbc anco
;iufto,che da quella ne riceueitcro qualche utilitàjdoue,percaufadegliufficiali ^.n^ ordina-
\i quclla,nafcono raolti,& quali tutti gli abufi nel Chriftianefmo. Che di que- tiontf^tu a
io donerebbe la Sinodo aucrtirneSua Santità, che vi prouetiefle. Difcefe in ^m»,
jarticolare a ragionare delle ordinationi de' Preti , che fi fanno in Roma; dilfe,
:he in quelle non fono oireruati ne Canoni,ne Decreti:& che farebbe neceifa-
:io dccretare,chc,quando li Prcti,ordinati in Roma,non follerò idonei, potelfc-
ro li Vefcoui,non oftante quell' ordinatione,fofpendergli,iTe potcìrero li fofpe-
[ì,p"er via d'appellatione,o d'altro-ricorfojimpedirla deliberatione.dcl Prelato.
L'ultimcche parlò nella medefima Congregatione , fuil Vefcouod'Ofìmcil-
qualediire, che, flcome s'erano raccoltigli abufl_ dell' Ordine, cofì fariaanco
bene trattar delle penitenze, che s'ingiongono , &: delle Indulgenze ancora in-
fieme, per efTer tutte tre quelle materie congionte > &L che fi danno mano l'una
all'altra. . ^ , ,
In una altra Congregatione , il Vefcouo di Guadice longhiflìmamente par- ^' y*fioiiiTit
K):&,tra le altre cofe, fece quafiunainuettiu^contral'ordinatione de'Vefcoui *"""'
Titolari,con occaflone di parlarfopraunca|)o degli abufì,chc era dato il quar-
to in ordine : nelquale fi diceua, che , per riniediar a' grandi fcandali, che conti-
nuamente nafcono , per caufa di quella forte di Vefcoui , non fi crealfero più,
fenza urgente nece(rità;& in quel cafcprima che folfero ordinati, gli folle prò-
uifto dal Pontefice da viuere,c oforrae alla degnità Epifcopale:ma quel Vefcouo
dilfcChe alla degnità Epifcopale era annellb l'hauerluogo, & diocefì, come
cofaefrentiale;&: che Vefcouo, & Chiefa, fono relatiui, come marito, & mo-
glie : che uno non può eifer fenza l'altro: onde la contradittione non compor-
tauajchefidiccireeircr' alcuna caufa legitimadifar Vefcoui Titolari: &c aifcr-
mò , l'ordinatione loro eirei" una inuentione di Corte : anzi usò qucfta parola,
pgmerjtaktmarja. Che, nell'antichità non fenevcdeYeftigio:&rche,feun Vef-
couo «^ià era priuat 0,0 rinonciaua,s'intendeua non efTer più Vefcouo, fìcome'
qutilo,a chi manca la moglie non è più marito. Per cicleggerfìapprciso li più
vecchi Dottori Canonifti, che fonoinualide le ordinationi, tenute da chi ha
rinonciato il Vefcouato. Che le Simonie, & le indecenze, che nafcono per
caufa diquefliVefcoui,& le altre corrottele della difciplina,fono niente, rif-
letto a queft' abufo di dar nome di Vefcoui a quelli , che non fono , & alterar. ^.
ZZzz iij,
734 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio Hit
ci3 13 Iniftitutione di Chrifto ,& degli Apoftoli.
Lxiii. Simon de' Negn>Vefcouo di Saizana,nelfuovotOjentrato nella medefima'
i-natcL-ia,diire,Che nel Vefcoùo s'ha da confìderare l'Ordine, Se la Giudfdittio-
ne : chcquanto all' Ordine> non ha altro , fenon che è miniftro de' Sacramenti
della ConfermatÌQne,& dell' Ordine,- &[perconftitutione Ecclefiaftica ha au-
torità di molte confecrationi, &benedittioni, che fono vietate a' femplici Pre-
ti. Ma, quanfo alla Giurifdittione, ha l'autorità nel gouerno della Chicfa: che
li VelcouiTitolarf,non hanno Tenon la poteftà dell' Ordincfenza la Giurifdit-
tionc,&pcrbnoncneceirario,che>habbiano Chiefa. Et, fé anticamente non fi
confecraua Vefcouo fenza dargli Chiefa^quetto era, perche non fi confecraua-
no manco Diaconi,o Pretijfenza tìtolo. Dopo,hauendofi veduto efier maggior
feruitio di Dio,& grandezza della Chiefa, l'efièrui Preti fenza titolo , riftefTo fi
doueua anco concludere de' Vefcoui: però che, per proueder agli abufi,era ben .
conueniente non ordinargli fenza dargli da viucre,acciò non fiano coftretti al-
le indegnità: ma,delrefto,èneceirario che;fiano creati, per fupplire a'Vefcoui
impotenti , o che hanno legitima caufa d'eirer'aficnti dalle lor Chiefe j o anco
de' Prelati grandi,occupati in maggiori negotij : Se però egli approuaua il capi-
tolo,cofi,come era diftefo.
ieUtDìf^m- Et il Vefcouo di Lugo ragionò delle difpenfationi , dicendo , Che vi erano
/è»J molte materie , fopra iequali farebbe gran feruitio di Dio , & beneficio della
Chiefa, che la Sinodo formalfc decreti,dichiaran4oleindifpenfabili.Ilchc non
diceua,perche la Sinodo hauetre a dar legge a Sua Santità:mafolo,per elferco-
fe, che non patifcono difpenfationi de' Pontefici : Se quando bene , in qualche
cafo, di rariirima contingenza , potelfe in unfecolo occorrere una volta caufa
ra<yioncuoleper difpenfarglij nondimeno,manco in <|uel cafo la difpenfa fareb-
be giufta- Imperoche è conueniente , che una prillata perfona fopporti qual-
che grauczza, quando vi fia un gran beneficio publico , Se anco doue poifono
occorrer frequenti cafimeriteuolididifpenfatione, per leuar le occafioni d'ot-
tener fuppliche,& gratie forrettitie , che tornano in pregiudic io delle anime>è j
meglio cifer' auaro che liberale.
tUUa. rijpofU Cefsò per fc medefimauna delle diHìcoItà^che verteuano,per caufa del Vef-
4il Bìrago , couo Tilefio Secretatio, per rifpetto delquale era fatta frequente inftanza , che
format* da crii Atti follerò fcritti da doi: perche egli, non potendo più fopportar il dolorc»
vn nuoHo St- ^^^ ^^- (-^Qf^ua lapictra,fcce rifolutione di farfi tagliare. Fu, dopo la fua rctira^
mtam, ^^^ ^^^^ .^ carico al Vefcouo di Campagna , dalquale la prima attione fatta ftt
nella Congregatione del di fette Giugno,con legger la rifpofta,che li Legar iha-
ueuano fabiicata per dar' al Prefidente Birago. Quella, elfendo longa ,& prò-
pofta alla fprouifta,&non aiutata in voce da alcuno de' Legati, eflendo anco
atfai ambigua, con tali parole, che fi poteuano tirar incommendatione,& itt
bi.ifmo dell' accordo fatto dal Rè, non fudatuttiintefa nelmedcfimo fenfo», |
onde ne riufcirono diuerfe opinioni de' Prelati. Il Cardinale di Lorena pri- }
mo parlò fopra d'elTa al longo,fenzalaf£Ìarfi intendere, fé gli piacefTe, o no. Fi* j
nito che hebbe di dircil Cardinale Varmicnfe, fpinto a ciò da Morene , lo iiì^ \
terpellòi
apaPioIIII. libro ottavo. 73$
rpellòjche dichiarale apertamente quello che fentiua:^ egli tifpofcchcnon eia i3
i piaceua:con gran difgufto di Moroncilquale gliela haueua fatto vedere pri- l x 1 1 1,
la: Se Lorena haueua moftrato di rcftarne contento. Madruccio,che{*eguì,lI
milca Padri: degli altri, chi l'apprcuò, & chi dille non piacergli. I Prelati-
rancefifìdoircrojche, cótra^li ordini feruati nella Sinodo in fimiltoccafioni,
i rifpofta folle dirferita,5c diiputata.il Vefcouo d' Aofta, Ambafciator del Duca
i Sauoia,quado fu fuo luogo di parlare,difse,Che il negotio era da rimetcrfi af-
olutamente a Legati,^: a doi Cardinali. Finiti di dire tutti li voti,fi leuò l'Ar-
iuefcouo di Lanciano, Se dilfe. Che, le ben haueua nel voto fuo akraraentc
onckiib,nondimcno,dopo hauer udito rAmbalciatore, era entrato nel parere
i quello.Onde,a voce quafi di tutti infieme,fu appTouato il medefimo.
Addì undici Giugno,fì tenne una confulta de' Legati, Cardinali, Se veti Pre- rifa trai Xo--
iti,pertrouar modo di ftabilir la dottrina dell' Inlliiutione de' Vefcoui Jl Car- •^«"«j^^Ofr*-
linale di Lorena,dicendo il fuo parere, pafsò a toccar l'opinione de* Francefi^ "'
he il Concilio fia fopra ilPapa,allegando anc0,che cofi folle definito-dal Con-
ilio diCofl:anza,&:diBarilea. Conclufcchs non ricercaua una altra dichiara-
ione da quel Conciliojnia ben diceua , chcvolendo elTcr d'accordo con Gran-
efheirer bifogno>che ne' Decreti,che fiibirero fatti,non vi fofsero parole, che
)otcfsero pregiudicar* a quella loro opinione. Venendoli luogo di dire all'
Vrciuefcouo d*Otranto>s'eftefe, con. molte parol2,a ridarguir quel Cardinale*
ipigliandov5c rifutando tuttp quello, che haueua detto a fauore della, fuperio-
ità delConcilio : poi foggionfejelfer alcuni, che teneuano quel!' opinione delr
a fuperioritàdel Conciliopercod: vera, come Ver bum caro frBum eJì.Soggxon-
-^endojche non fapeua come potcìreroaflìcurarfene in loro cofcienza. Nel che
iccennò Lorena, delqualc era- fparfo per tutto, che hauefse ufato tal compara-
ione i Se difcendcndo poi a ragionare della inftitutione de' Vefcoui, accennò,
;henon farebbe ftatacontrouerfìa alcuna in quella raateria,fe laformula,pro-'
pofta dal Cardinale di Lorena, non hauelTe dato occafione. Il Cardina-
le rifpofcche , quando gionfe a Trento , trouò già mofle quelle difficoltà : che
fabricò quella formula,eirendo (lato richiedo, con intentione di metter pace, e
concordia, & rimediar alle differenze : ilche, non elTendogli fuccellb, come de-
Gderaua, fi farebbe rallegrato con l'Arciuefcouojquand© egli hauelTe otte-
nuto in quello l'honore ,che elfo non haueua potuto riportare : ringratiando^
b in oltreché, come MaeftrojgliraccordaiTcquandomancaua in alcuna cofa.
Et, quanto alla qucftione della fuperiorità del Concilio, àH^e^ Che, per el!èr e-
gli nato in Francia, doueeracommunc queiropinione,nonpoteua,neetro,n&
gli altri Franeefi, lafciarla: & che, per tenerla, non credeuadoueilèroefier co^
ftretti a far' una abiuratione Canonica. Replicò l'Arciuefcouo, Che riprende-
ua la formula,per elTet imperfetta, dalche le difficoltàerano nate: ma, del rima'-
nentccKe quello noncraluogodarifpondcrgli,&cheftimauapoco l'ingiurie
fatte a fé : ma ben iì doleua d'alcuni, che profeflàuano d'accufar le attioni
de' Legati , nelche non moftrauano buona mente. Tacque il Cardinale^
Émza moftrar' in apparenza di rcftar' oifefo- Di qucfto fatto > il Conte di
75^ CONCILIO DI TRENTO PapaPioIHi
CI 3 i3 ^Lana^o per pr0prio motOjO ad inftanza de' FLancefi,nprefe rArciuefcouojdi-
LXfii. ccndogli,Che> andando alle orecchie di SuaMaeftàCactoticajnonrariaifenon
perdilpiaccrgli. Et un Prelato Francefco per ordine datogli da Lorena, o
pur tpontancamente,auuertì il Cardinale Morone,che quell' Arciuefcouo paf^
iaua molto li termini : che vsò anco cattiue maniere .contra il Cardinale, giàj
trattandoli della Refidenza. Et che il Cardinale era auifato, comeincafadi
quello continuamente era lacerato,^ il più honorato titolo datogli, era,chia-
mandolojHuomo pieno di veneno: onde, efsendo anco fuccelTo quell'ultimo
accidente , farebbe ftato bene,non chiamargli ambidoi infieme a confulta: per*
che il Cardinale non farebbe reftato fodisfatto. A che rifpofe precifamentc
e'i Leixtù il Cardinal Morone , che teneua ordine da Roma òi chiamar quell' ArciuefcO'
MorQitef uo in tutte le confulte, dc che conueniua far ftima ài lui,perche haueua da qua- ;
ranta voti , che lo feguiuano. Quefto, referto a Lorena, lo alterò grauementé :
contra il Cardinal Morone, aggionto,che, pochi dì inanzi, confultandoiì tra |
loro Legati, & Cardinali, la rifpofta da dar' aBiragOrrimeiragli dalla Congrc-
gatione,Moronc lo rimprouerò,che fi foife contentato della rifpofta prima for-
i-nata,^ poi in Congregatione generale hauelfe detto il contrario:& pensò af-
fai Lorena,come rifentirlì della poca ftima, che vedeua far/1 di lui ; maffime, ef*
fendo anco auifato, che da Roma il Papa l'accufaua per fcandalofo , & che di-
moftrafse defiderare di unire li Cattolici con Proteftanti: nondimeno, confidc
randogliintereflìproprijjche lomoueuano anon flfepararmaggiormente,an-
zi cercar di riunirfi conRoma,la ragion di utile preualfe allo fdegnoj&perfeue«i t
rò nella rifolutione,di continuare in aiutar' il fine del Concilio, de dar fodisfa:t-
rione al Pontefice,
g. ^^ ^ Ma,il Prcfidente Birago, hauendo afpettato la rifpofta quanto gli parue de-
Cefm: gnità;il tredici partì di Trento,per andar' in Ifpruca ilegotiar l'altro capo dell'
inftruttionefuacon llmpcratore: ilqLialera,per congratularfi perl'elettione
del Rè de' Romani : e dargli cento delle caufe, perche era fatta la pace con gli
Vgonotti , &: rifpondergli fopra la reftitutione di Metz , & delle altre terre Im-
periali. Portaua anco l'inftruttione fua ordine, ài trattar con l'Imperatorcche»
giontamentecol Rè diSpagna,ilfaceirero da tutti uffici) perla tranflatione del
Concilio in Germania. Communicò quefto particolare col Cardinale di Lo»
rena, per riceuer da lui auifo de' modi più propri), per quella trattatione, o per"
tralafciarla, come s'era £ìtto inTrento: mail Cardinale,per le ragioni medefì-
mcrifoluèjchenefacefte efpofitione all'Imperatore, comedicofapiùtofto d*
defìderare,che da fperare,ne tentare.
diffegno, ad II Conte di Luna hebbe nell' inftruttione fua unCapitolo , con efpreifo or-
viuocaril De- (ìine,difar'inftanza,che folfe retrattato il Decretato, Troponeutiòtu Legatió.'^'-
ere.'o d^L pò- ^Qp^gjonto, in quei giorni gHfoprauenne una nuoua lettera del Rè , doue a-*
^lì\lop^nj uiiaua,Eirere ftato ricercato dalla Regina di Francia, che il Concilio fi trasfe-
fjjes' rilfe in Germania, accio fofse in luogo libero, & che egli haueua rifpofto,che
non gli pareua neceirario, efsendoui modo di operare fi, che haueife ogni liber-
tà,rimanendo in Trentotperò gli commette uà d'adoperarli a quefto fìncche vi
foife
Papa Pio mi. LIBRO OTTAVO. 7^7 _.
fcife piena iibcrtà, incomminciando dalla reuocatione del fudctto Decreto: ci3 i^
perche, ftando quello, non fi poceua in modo alcuno chiamar libero. Perilchc, Lxiii.
non parendo air Ambafciacore dipoter differir più» diede conto a' Legati del-
la coramilIìone,conforme allaquale fece cHìcace inftanza,pef nome del Rè,che
Folfc o leuato , o dichiarato: dicendo , Edèr ciò conueniente , per elfec rcfìari li
Gei mani di venir' al Concilio,tra le altre caure,per quella;^: perche anco l'Im-
pciacoie giudicaua, che ciò folfc necelfario, per potergli indurre a riccuer il
Concilio. A che rifpofero li Legati, che quel Decreto era palfato di commun
:onrenfo di tutti li Padri: con tutto ciò, hauerebbonòhauuto fopra confide-
.atione, per rifoluerc quello , che farebbe ftato giudo , quando elio gli hauellè
prcfcntatal'inftanza inlcritto. L'Ambafciatorladiede, & fu da' Legati man-
lata al Pontefice:lebenMorone diccua,che era fuperfluo,& che fi douclfcfeiv
:i dar altra moleftia a Sua Santità > portar la rifpofta in longo. Ne' negociati
le' Prencipi,malfime che non toccano il iuftantiale del loro ftato,auuiene,ches
e ben e(Tì,perlemutationi delle cofe,mutano opinionejnondimenopergli uf-
icij,da loro fatti inanzi la mutatione, fucccdonocofe contrarie alla nuouavo'
onta. Cofi auuenne, che gli ulficij,fatti dalla Regina col Rè di Spagna, pri-
lla cherifolueifedi fodisfar al Pontefice totalmejite nel fatto del Concilio,
lodufse l'effetto della lettera di quel Rè. Però Moroncche penetraua il fon-
o>non ne tenne quel conto,che altri ftimaua.
Nella Congrcgatione de' quindici Giugno,propofe il Cardinal Molone,che «'7^^''"'^ P'
jfsc ftatuito il giorno determinato per laSellìone a' quindici Luglio. Sego- ^^^^ SehonK
iajcon alcuni altri pochi,difse,che non vcdeua,come fi potcfsero in cofi brcue
)acio di tempo rifoluere le difKcoltà,che fi haueuano per le mani,della Hierat"
hia, dell' Ordincdelf Inftitutione de' Vefcoui, della Preeminenza del PapajC
ella Refidenza:&che meglio era,prima deciderle difficoltà: che poi femprc
potcuaftatuire un breue termine al giorno della Scfllone ,chc prononciarlo>
cr douer poiallongarlo,con indegnità. Ma,ersendo pochi quelli,che contra-
ifsciojlapropoftafu (labilità quafifenzadiificoltà. Ma il dì feguente,il Lai- dìfiorfi del
ez, Generai de'Giefuiti, nel voto fuo, s'indrizzòa rifpondereatutte le cofe. General Lw-l
he dagli altri erano ftatc dette,nonben e onfor impila dottrina della Corte,con "f^ «/wo»
fette cofigrande, come fé fi fofse trattato della probria falute. Nella materia ' ^°'"**
elle Dirpenrationi,fi allargò afsai : difsC) irragioneuplmentc elfere ftato detto,
on elferui altra poteftà di difpenfare, faluo che interpretatiua, & dichiaratiua:
ciche aqueftomodo maggiorerà l'autorità d'un buon Dottore,che d'un gran
lan Prelato : &, che il dire , che con la Difpenfa , il Papa non podi difobligar
nello, cheapprefsoDioèobligato,nonèaltro, che infegnar agli huomini,il
referir la propria cofeienzaall' autorità Eccefiaftica : laqual cofeienza , poiché
LIO cfser' erronea, &: per ilpiù anco è, il rimetterfi a quella, non efser' altro,che
rofondarogni Chriftiano inabifso di pericoli. Che, ficome non fi può ne-
arcche inChriftonon fia l'autorità di difpenfare in ogni legge,ne cheilPon-
:ficefia Vicario di Chrifto,e(fendo il medcfimo tribunale, & ilmedefimoCó-
i(loro,del Principale^ del Viccgercnte,douerfi confefsare,che il Papa habbia
AAAaa
758 CONCILIO DI TRENTO. PapaPioIIH.
lamedefimaaiuorità. Che queftoera priuilegio della Chiefa Romana, & do-
uerfi ognun giiardacc, che è herefia il Icuar li priuilegij di quella ChicCajnon ef-
fendo alcro> l'cnon negare l'autorità, che Chrifto gli ha dato.. Pafsò anco a par-
lare, della riforma della Corte , & dille. Che chi crafaperior' a tutte le Chiefci
particolari , era ancor fuperiore a molte radunate inficme : 8c fé alla Corte Ro-
mana appartiene riformare ciafcuna delle Chielcche ha Vefcouain CócilÌ0)&
iiilfuiia di quelle puoriformar la Romana, parche non vie ditcepolo foprail
Maeftro,nc feruo fopra il Tuo Padronejne refta,per neceiraria confeguenza, chci
il Concilianon habbia autorità di metter mano in quell' opera.Che molti par-
lauano,attribuendoad abufo,cofe,che quando Ci eiraminairero bene,&: fi pcne-|
tralTe al fondo, fi ritrouerebbonoeircre,onece{^rie, onero almeno udii. Chd
alcuni pretendono dÌvolerlaridurre,co-me nel tempo, degli- Apoftoli, o com(
nella primitiua Chiefa: ma quefti nan fanno diftinguer li tempi, & che cofa co
uenga a quefti,& che conuenific a quelli. Eller cofa chiar-a^chcper diitina prò
uidenza,& bontà, la Chiefa è fatta ricca : nilFuna cofa efser più impertinente d:
dire,quanto,che Dio habbia donatole richezze,& nonrufo.Delle Annatcdil
le, eller de iure diurno , che da' popolifiano pagate le l>ecime,.& le Primitie al
Ordine EeclefialT:ico,ficomedalpopoloHebreoaLeuiti:&;parimente)ficom
li Leniti pagauano la Decime alfomnK) Sacerdote; cofi, hauerl'ifteiro obligi
tucto l'Ordine Ecclefiaftico verfo'lPapa; l'entrate de' Benefici) eficr le Deci
me : l'Annate elFer le Decime delle Decime. Ildifcorfodifpiacquea molti, 6
dèi naie i particolarmente a Francefi : Se ci furono Prelati,che da quello notarono<liuet
Frlncefirefta- ^e cofe , con qualche penfiero^i palarne, fé fofie nata occafione,^ quando fofl
no offeji: toccato loro a dire.
ISpagnuali,& Franccfi,tennero openione, che quel Padre hauelTe cofi trat
tato per ordine, o almeno confenfode' Legati, allegando per argomento,]
molti fauori, che da loro gli veniuano in ogni occafione fatti : & fpecialmcnte
perche doue era folito,che gU altri Generali, nel dir il lor parere ftelferoin pie i
de,&aloroluogo,il Lainez era chiamato in mezzo, & fatto federe, tSc che pin
volte s'era fatta Congregationeper lui folo, per dargli commodità di parkn
quanto voIe«a:& con tutto che nilfun folte mai gionto alla metà della praliflì
rà fuà,egli era lodatoj & quelli, contrachi elio parlò,non fuixjno mai tantobrc
ui,chenon follerò riprefidi longhez2a.MailLainez,faputarolFefachepreten
deuano hauer' hauuto li Frane eiumandò il Torr^,& il CaLiillon,fuoi focijja far
nefcufacon Lorena, coadire, cheleridargntionifuenon furono inuiate a SiM
Signoria llluftrilTima, ne ad alcuno de' Prelati Francefi} ma fil>enecontra l
Theologi della Sorbona,le openioni de'quali fono poco conformi alla dottrini)
ìqnalllo un- ^^"^^^ Chiefa. Ilche elTendo riferito al Cardinale,ip Congregatione de' FrancefJ!
furano in um tenuta in fuacafajl'ifcufa fu da' Ptelatifcntita con difgulto,& da alcuni di loroi
lor Congrega- riputata petulante,da altri anco deriloria,&coil maggior fentiméto fu riceuutai
tiofK-' daxiuei pochi Theologi rimafti: di modojche fino rVgonio, che era comprato»!
lari^utaua incomportabile. Al Verdunjpareuad'elfer toccato fingolarmentes&i
efTer'in obligodireplicare>&: pregò il Cardinale, che gliene deife licenza >&i
occafione
AFA Pio mi. LIBRO OTTAVO. 73^.
:cn(ìone:prometceiia di parlare con modeftia,&: moftrafcche la dottrina della
Dibona era Orrodollà , ìk quella del Gicfuita nuoua Se inaudita, che mai per
nanzi nella Chiefa era flato intefojdaChrifto eiferdata datalaChiaucd'aii-
irirà, fenzachiaucdi fcienza.'chelo Spirito Santo, donato per il rcacrfnicnto
fllaChicfajdalladinina Scrittura è chiamato Spiritodiveritàr& la (uà opera-
rne ne'gouernatori d'cllà,&; Miniftri di Chrifto, efser condurgli in oo^ni veri-
.Chepercio,Chriilo ha partecipato a'Miniftri l'autorità rua,perche infierae
ihacommunicatoillume della dottrina, ChcSanPaolo aTimothcojfcri-
•ndo d'cilcr conftituito Apoftolo,iì dichiara, cioè. Dottor delle genti : che in
I à luoghi,prcrcriuendo le conditioni del Vefcouo, dice,che ila Dottore. Che,
' lardando l'ufo della Chiefa Primiriua,ii troucrà,che per tanto li fedeli ricor-
uano perledifpcnfe, & dichiarationi a' Vclcoui, perche erano afibntiaquel
aico h più inftrutti nella dottrina Chriftiana, che llritrouaircro.Chelipote-
1 anco tralafciarl'antichitàiimperocheliScolafticijt^c la maggior parte de'Ca-
: tniftijhanno coftantemente detto,eircr valide le difpenfe de' Prclati,C/^«e;;o«
.^arncySc nonaltriracnti.L'Vgonio ancorali oiferìtrattare fopra quella afser-
Dnejchel'ifteirofìail tribual di Chrifto, & dclPapa,come propoiìtioneem-
i,& fcandolofa,che uguagli l'immortale al iTiortalej& ilgiudicio corrottibi-
al Diuino:&: che nafceua da ignoranzajclfendo il Papa quel feruo,prepofto fo-
1 a la famiglia di Chrifto,non per far l'ufficio di Padre di famiglia,ma foloper
( Iriburre a ciafcuno,nonarbitrariamente,raa quello che dalmedefìmo Padre
( )rdinato. Che reftaua pieno diftupore,che orecchie Chriftiane potellcro u-
( e, che tutta lapoteftà di Chrifto ila communicata ad altra perfona. Tutti
I daroncchi cenfurando una,chi una altra delle aifertioni del Gefuita. Ma il
i ordinale gli confiderò, che noniì farebbe fatto pocojOttenendo che ne' decre-
1 publici del Concilio non fofse aperto adito a quella dottrina,& a quefto ta-
conueniua che tutti miralfero: alqual fine più facilmente farebbonoperue-
tijpairando le cofe con fìlentio , &c coli lafciandole andar' in obliuione : che
ntradicendolchauerebbono fatto qualche pregiiidicio alla verità.Si quieta-
no,manon fi, che ne'priuati congrcflinonicparlaire affai.
Ma i Legati accommodaronolidoi capi deli' Inftitutione de Vefcoui , & ''"• Decreti,
llaRefidenza con parole cofì generali, che dauano fodisfattionead ambe le '^^^"■^^M"-
rti,& in manicrasche piacquero ancGaLorena.Ma,hauendogli dopo confili- J/,),^,^^^ ^"'
i co'Theologi Pontiiìcii,òi alquanti Prelati Cononifti,quefti fecero oppofi-rc/^w«, fir^
)ne,che patinano interprctationepregiudiciale all' autorità della Sede Apo- "'^"e contri-
lica, & agli ufi della Corte. II. Vefcouo di Nicaftro,che molte volte haueua '^'^"'^» Trito,
ntcfo di quella materia a fauore delle cofe Romane nelle Congrecrationi,di-
ua apertamente , Che con quella forma di dire , s'infcriua che tutta la criiu-jf-
crione de" Vefcoui non proueniuadal Papa, ma una parte d'elfada Chrifto
imediate^laqual cofanoneradatolerare in modo alcuno. Il mcdefimo fo-
:ìieuano gli altri Pontifici) , interpretando in finiftro ogni parola, le aperta-
lentenonfidiceua, Li Vefcoui hauer tutta lagiurifdittione dal Papa. Perii- ej^^^
kIì Legati mandarono li capitoli, cofì riformaci, al Pontefice, non tanto»
AAAaa i]
740 CONCILIO DI TP.ENTO Papa Pio im„
ciò lO accioche a Roma follerò ciTaminacij quantoanco , pei non proporicin mate-
Lxiri. ria di tanta importanza,cola non fapucadal Pontcficc:lK|ualivcduri, 6c cisami-
nati da' Cardinali prepofti aqueftinegotij, giudicatonochc quella formaba
ftalTe per far tutti li Vefcoui nella propria Dioccfi uguali al PapatiSc il Pontcfio
ripreudcua li Legati , che glierhauelfcro mandata : poiché lapcua molto bei
lamaggior parte nel Concilio cirer buoni CattolKÌ,& dinoti dcUaChiefaRc
i-nana:&;di quefti confidando, (ìcontentaua, che le propofitionij^crifolutior
foirero deliberate in Trento > fcnza fua (aputa: ma nondoucua però ellbcot
fentire ad alcuna cofa pregiudiciale,per non dar cattiao elfempio a loro, & e
ler caufa, che efll ancora vi airentillero contra la loro coicienza.
difficoltà «ti^o- Hebbe il Pontefiice in quello tempo una altra negotiatione aliai dur a : pe
mafopraUm- che,douendo il Rè de' Romani mandar' Àmbafciatori, per dar conto dell'
Mrinlil ie^f ioiie fua,non volle far come gli altri Imperatori, & Rè>quali non ellcndo:
rede'F*o^ì, alcuna difficoltà, promifero, & giurarono tutto cjuello, che a' Pontefici pia
ni Pa^it. que : ma egli , hauendo rifpetto di non offender li Prencipi , 3c altri Protelbn
di Gcrmaniajvolfe prima, che fi dichiarallè, che parole haueffe da ufare. Poi
la cola in confultatione de' Cardinali, quelli deliberarono, che douelle e
niandar la conferma dell' Elettione, & giurar' ubedienza, fecondo reifei
pio di tutti gli altri Imperatori. Alche egli rifpofe , Che quelli furono inga
nati, & egli non eraperacconfentir'acofa,che doueifeeirerpoiprefaapregi
dicio de' luoi fucceflori , come le attioni de'fuoi precelPori fi adoperauaiic :
pregiudicio fuo: & che era un dichiararfi vairalLo : & propofe , che l'Amb
fciatore fuo ulalfe quelle parole. Chela Maeftà.fua prederà ogniriuerenz3,(
uotione , & ofsequio alla Santità fua , &c alla Sede Apoftolica , con promcf
non folo di confcruarc, ma di ampliar, quanto potrà , la (anta Fede Gattoli<
Non potendo concordare,durò il negotiato tutto quell'anno , & credctterc
F.omad'hauerli finalmente trouato 'buon temperamento, proponendo, e
giurafse ubedienza, non come Imperatore, ma, come Rè d'Ongaria, &:di Bc
mia: poiché diceuano , non poterfi negare, che il Rè Stefano, l'anno de
la noftra falute m. non donafse il Regno alla Sede Apoftolica, riconofce
dolo poi da lei col titolo Regio , &; facendofi valfallo : Se che Vladifla
Duca di Boemia, non riceuefse da Alefsandio fecondo la facoltà di portar
Mitra, obligandofidi pagar cento marche d'argento ogni anno. Lcqaalici
fcconfcgliate in Germania, &, veduto non eircrcene altri documenti, che 1';
fermatiua di Papa Gregorio fettimo , furono derife , &c rifpoftogli. Che il d
fidcrauano efsempij più recenti, & più certi, & titoli più Icgitimi.. Andaror
inanzi & indietro medi, con varie propoftc, rifpofte, ^repliche, dellequa
per non parlar più , farà ben rifferir' al prefcnte l'eilito , ilqual fu,che venti im
ù dopo, arriuò in Roma il Conte d'Elfeftain , Ambafciatore di quel R
colquale lì rinouarono le medeiìme trattationi di dimandar la conferm:
& giurar l'obedienza. Ma, dicendo egli d'haucr in fcritto l'oratione , eh
haueua da recitar pontualmentc, con eomraiffione di non alterarne un io
ta > il Papa , fatta Congregacione generale , propofe il negotio a' Car
dinal)
pi'omeiia; clìc lxiiIo
apaPioIIII. libro ottavo. 741
anali: liquali, dopo longa coiifiikarione , vennero a coiicliiiione, che,
''.: ben l.i conferma non farebbe addimandaca, nerobedicnzapromeflai che
jiondimeno, nella rifpofta all' Ambalciatore li doueiredircchelaSaiiticàfua
onfermauarelcttionejfiipplcndo tutti li difetti de faSio dr de jurcinicinenuzi
iiqucUajcCchericeueua Tobcdicnza del Rè:fenza dire chefoiredimandatajO
ondimandata,proinellL\,o non promclT-^.Etrialcì quella cercmoniaocon poco
ulto del Poncefice,& minor del Collegio de' Cardmali.
Ma» ritornando a' tempi de' quali icnuo>teftauaal Papa proueder' alle fic-»^^«jf* vuol
Tuenti inftanze,fatte dagli Ambafciatori apprclTo di le, ó^ dal Conte di, Luna in '^'^^^^"'■^^^J^
rrento>cherileuaireil decreto di ProponcunbHó Ze^^/k- onde , fatiato di ^^^'^^■^ p^olTniLt-
[ioleftia,fcriire a Legati', che fi proponeifc in Congregatione di fofpcnderlo. gaù,
la il Cardinal Moroncagli Amba(ciatori>che dell' ordine,veniito dal Pontefi- ma il Aitrmt
e,c»liene fecero inftanza,rilpofe,che non era per adentirui mai,& più tofto che *■#*»
ondifcender'a taldichiarationejdefiderauacbe Sua Santità lo Icualfe. Qucfta
ifpofta, data fenza partecipar con gli altri Legati , aggionta ad altre coicche
lUcl Cardinale haueuariioluto lolo,gli poterò in gelolia>come che s'inalzaile
:oppo fopra gli altrijparendo loro,che,fe ben haucua inftrurtione a parte, non
Guelfe però elFeguirla/enza auifargli prima , & commiinicargli inricrampnte
.ittc le cofcalmenoneiredccutione.
Nella Congregatione de' ventuno Giugno , fu letta la rifpofta da far' al r'ij'popa alBi^_
relìdent* Birago , formata da' Legati,& dal Cardinal di Lorena^laqual pafsò '''^5'' ^f'^*-
nza nilfuna difcrepanza;6c poiché noneraprefentejchepotelTeeltergli infi-
lata i\\ voce,fe gli mandò dietro in fcrittura.Et fu deputato Adamo Fumana,
er Sccretario,aggionto al Tilefio , ilqual continuaua nella Tua indifpofitionc. tarlo delVon-
la,durando tuttauia,anzi più tofto accrcfcendofi le differenze fopra li capitoli cìUo:
eir Liftitutione de' Ve.lcoui,& dell' autorità del Papa:&: vedendofijche il par- difficoltàfef>ra
irne in Congregatione,non era altro che un' accrefcer le dilficolcà, quafi d'u- l^{"ft"»»o»i
a commiine concordia fi pofero li Prelati a trattarne particolarmente, & a ^^^««5
roporpartiti,pertrouar qualche temperamento alle diiterenze.Alcunijdefide-
ofi di fopirlecontrouerfie,&difar qualche progreflbjvedendo che non vi era
lodo alcuno di concordia, confcgliauano, chei'una &c l'altra materiafìdo-
effc totalmente oir.ettere : ^ , fé ben quefto parere in fine fu riceuuto^nondi"
ìcno,nel principio,hcbbe diucrfe contradittioni.S'opponeuano li Spagnuoli,
iquali onninamente voleuanodefinircche la giurifdittioneEpifcopalevenil-
; da Chrifto:& il Cardinale di Lorena palTaua ancora più inanzi, volendo de-
tnii- che la lor vocationCiSi l'attributionc del luogo,foire immediate da Dio..
,r li Francefhche voleuano dichiarata l'autoritàdel Pontefice,in maniera,che
lon poteflene contrauenire, ne difpcnlare li decreti del Concilio Generale..
Utndiceuano,chc quefto partito non fcruiua,fenon a differire, fenza certezza;
he la dilatione potelfe eircrdigiouamento:pcrche,volendofìpoi venir al fine
el Concilio,faria necelTario riattar di definire tutte le materie elfaminate^on-
e tornerebbono le difficoltàjtSc cafojche li FrancefipartifTero prima, come
intendeua checrano rifoliui di farc,era cofa pericolofa di fc ifma, dopo la 1 oro
AAAaa iij
741 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio UH
cio 13 pardtajtiattatalciinacofacontioLìerfa coltre chcperrintelligenza dìLorcui
L X 1 1 1. con rimpcratore,da chi non fapeua li niioui penficii dell' un oc dell' altro.fite-
ncaa, che, partendo effi> quella Maeftà douelTe richiamare gli Ambafciatorr
fuoiniclqaal cafo il continuar il Concilio sfarebbe flato con pocariputatione:i
ik il determinar cofa alcuna , farebbe riputata da molti coia fatta fenzaau-i
tonta. . I
tfopral\Ut- Vna altra difficoltà non minore, era nel capo dell' Elettionc de'Vefcoui:!
tmte Loroy pecche gran parte de' Padri, voleuano,che fi diceircjElTerui obligo d'elegger li
più degni : & in confermatione di queflo , portauano numero grande di Cano-:
ni,&; d'autorità de' Santi Dottori. Alqual parere s'opponeuano li Pontifici), al-
lec^andojche era unrifLringererautoritàdelPapa,in maniera, che non potefTe
mai gratificar' alcuno ; & che l'ufo prarticato nella Corte,'<ia tempo immemo-
fabilcerajchebaftafle elegger perlona degna. Gli Ambafciatori ancora Fran
cefi,& Sp.!gnuolo,non acconièntiuano: cheera un riilringer troppo lapotc-
ftà de' Rè nelle noininationi,quando foifero flati in obligo d'andar cercando il
pÌLide<yno.Pai'ccchi Prelati andauano facendo prattiche, accio quel capo noi
fofrericeuuto,etiandiofenzai'aggionra, dell' eleggerli più degni ; &fpecial
mente il Vefcouo di Bertinoro,^Sc ilGeneralLainez,Gieluita,diflribuendo al
cune annotationi, &auuertimenti fatti da loro , andauano moflrando chefa
lebbono feguiti grand' inconuenienti da quel Decreto : imperochc ì\\ quello f
conteneua,Che,vacante una Cathedralcil Metropolitano fcriueffe al Capito
lo il nome del promouendo,ilqual poi folle publicato in pulpito in tutte le pa
rochiali della città,in giorno di Domenica,&: affilfo anco alle porte della Chic
fa: & poi il Metropolitano andato alla città vacante doueffe elfaminar tefli
monij fopra le qualità della pcrfona, & lette in prefenza del Capitolo tutte 1(
fue patenti, & teflìfìcationi , folfe anco afcolrato ognuno,chc volelfe oppone!
cofa alcuna allaperfonadiquelio,&di tutto ciò folfe fatto iftromento,&man
dato al Papa,per elTcr letto in Concifloro.Qoefta conflitutione andauano di-
fcorrendo,che farebbe fiata caufadi feditioni,(S«: ài calunnie, t!k che con qucftc
fi daua certa autorità al popolo, con laquale haucrebbc ufurpata l'elettione de
Vefcoui,fìcome altre volte lafoleuahauerc:dalche altri eccitati, faccuanolc
medcfime oppofitioni, al capo, doue fi tratta di quellijche s'hano a promuouci i
acrli Ordini maggiori:nclqualefi diceua , Che li nomi loro douelfero eller pu-l
blicati al popolo per tre Domeniche^: aftìfll alle porte della C hiefa ; & le let-l
terc teflimoniali douelfero elTer fotcofcritcc da quattro Preti,.3^ da quattro Lai-
ci della parochia,allegando,che non erada dar' alcuna autorità a' Laici in que-
lli affari,che fono puriEcclefiaftici.InqucflcpeiplcfIìtà,li Legati altro non fa-I
penano che fare , fcnon goder il benehcio del tempo, ^ alpettarchefìfaceflèl
qualche apertura per venir al fine, alqualcnon fi vedeua come poter gion-
gere-
€;'» ìa rtfemn Vna altra nuoua trattatione fu incomminciata intorno la riforma de'Car- i
de Ctudindi: dinali : impero'che il Pontefice, intendendo , che per tutte le Corti di queflo fi '
parlauaj & che in Trento gli Ambafciatori di Francia, Spagna, 6c Portogallo, •
erano
Kpa Pio IIII. LIBRO OTTAVO. 74;.
,ino concercati di dimandarlo al Concilio, fcrilTc a' Legati>cliinanclaiido con- ccf i-^
jTliojfc eraben trattarla a Roma,o in Trento : & quello mcdedmo lo propolc lx ni.
.; Conciftorojordinando anco una Congregationc lopra di quello; <k. partico-
rmentcper trouar modo,comc ouaiare che i Prencipi non s'incromctteircro
)l Conciane nell'Elettione del Papa :&,per proceder con ogni auncrtimento
: ncgotio di tanto momento,niandò a Trento molti capi di riforma,caiiati da'
lonciiijjcon ordine a' Legati di commanicargli co' Prelati principali , Se fcri-
ir'il parer loro.I Cardinali di Lorena,&: Madraccio,ril'porero, di non voler
re il proprio parere fenza Caper prima la mente del Pontefice, dopoilchc fa-
bbcanco ftato bifogno pcnlarui moltabene:& in particalare quel di Lorena
ircjElferui molte cole (limate degne di correttione, che egli però non riputa-
i poterli riprendere :&altrc,che in parte ii poteuano bialmare, manonallb-
. caracnccDifcefealparticolar d'haiicr Vefcouati , dicendo , Non eiTere alcun
; coniiemcntejche un Cardinale Prete tenelle un- Vefcouato : ma che non gli
rena bene>chc foiPc Vefcouo un Cardinale Diacono- : & per qucita caufa, egli
lucaa conCegliato il Cardinalcfuo fratello,a lalciar l'Arciueiconato-di Scns..
a quella materia,di riforma de' Cardinali, predo il mifc in filcntio : perche,
chinando tutti quelli,chc erano in Trento,più rollo che folfe trattata dal Pa-
,&dalCollegio;(5cquelli,che pretendeuano il Capello, dubitando che non
IccfTcro molti impedimenti a' loro defiderij^fu caufa,cke con facilità fi ceiraf-
di parlarne.Hebbé ancora il Pontefice penfiero di far' una co{litutione,Che i
zfcoui non poteflero^auer in Roma^òì nello ftato Ecclefiaftico,ulficij di ma-
; ggio temporale.Ma,dal Legato Simoneta,& da altri Tuoi prelati,fu auuerti-
I , che farebbe con gran pregiudicio degli Ecclefiaftici in Plancia , Polonia,^
:ri Rcgnijdoue fono Gonfeglieri de' Rè* & hannoaltri uificij principali : po^
lido auuenirefacihnentCjche ne foireropriuati, valendofi li Prenc ipi dell' ef-
npio di Sua Santità,& eccitandoli k nobiltà Secolare ,per li propri) interelfi
Hocurarlo.perilchejlepurvoleuadar'eirecutionealladeliberationefuajlofa"
ife con effetti , & fenza fcrittura s^per non portar tantadaiino all' Ondine Ec-
rfiaftico negli altri Regni.
Addì venticinque di Giugno, l'Imperatore , eflcndolì dall' efperienza delle Ceptre parti-
ifc certificato,o in quello terapcouerodue mefì prima, quando fu con lui il d'ij^rnc,di-
^orone,che la fua vicinità al Concilio,non folo non faccua quel buon frutto, !^'^^"j_^ <^^-
eeglihaueiiaftimato,mapiù tofto contrari) effctti,perche li prelati Pontifi- """ ***
I , entrati in (ofpetti che Sua Màeftà hauelTe dilfegni contra l'autorità della
orceRomanajprendeuano ombra d'ogni colajonde lediftìcoltà, & fofpitrio-
erano per aummentarlì in acerbità , ìk crefcer' anco in numero ; &,h2uendo
tri negotijjdoue più utilmente implicarfìjfe ne parrr.hauendo fcricto al Cardi-
li di Lorena,che, elTendofi toccata con mano rimpofllbilità di far cofa buona
:1 Concilio,teneua elfer' ufficio di Prencipe Chri(liano,& pradente,più tofto
)ntéf arfi di ibpportar' il mal preséte,chc per rimediarlo,caufarne di maggiore.
: al Cote diLuna,che tre giorni prima era andato a trouarlo in pofta,ordinò di
riuere al.Rè Catolico>fo£ra il V^Qi^lo/IIropomtihm X^^^/^>eirortàdo quella.
744 CONCILIO DI TRENTO PapaPioII.
ci3 13 Ma,eftà,miioraefuo,acótcntarridinoceicarnuocatioiie,ncclichiaratione}
Lxi 1 1. pur reftatTe dubie a Sua Maeftà>che> non dichiarandofi, poteflc appoitar pr
giudici) à* fkmii Concili), il potcuajquandofoirebifognojin fine di quellcf
Lidichìaiacione. Et, etrendogli andatanocitia,cheaRoma,& in Trenrojfitii
caua di procedei- contra la Regina d'Ingnilterra.lcrilTe al Ponccfice,& a* Lega
che> non potendoli hauec quel frutto cheildefidcrauadal Concilio,dived{
una buona vnione in^iutti li Carolici a riformar la Chiera,almeno,nonfìdd
occafione agli heretici d'uairfì tra loro maggiormente > che fé gli preftaua o
trattar dì proceder contra la Regina d'Inghilterra: perche da quello^nzad
bio , ne farebbe nata una lega generale di tutti contra li Carolici, laqualh
uerebbe partorito grand' inconuenienti: &c fu coli efficace l'ammonitione de
Imperatore,che il Papa fecedefiftere in Roma, &reuocòlacommiflìoncda
il Patn ik a Legati in TrentG.Dopo che il Papa difguftò li Spagnuoli,non haueiido dai
w«em di di- luogo all'Ambafciacore inRomajper acquetarli,afcoltò la richiefta di Vargs
f^ntx diprece- che,per più giorni alfiduamente l'haueua moleftato,con inftantia, chcficor
dm-^x tra ^y^^^ rrouato modo,come il Conte,Ambafciator del fuo Rè in Trento, potei
Franetihe ^ jj^ce^ud-iite nelle Congrcgationi,cofi,appro{lìmandori il tempo di celebrare
lio/ Sefl[ìone,la Santità fuatroualTeviajCome poteireinterucnirui: fopralaqualc
fa,hauendo molto penfatOiS: confultato co' Cardinali,finalmente venne in
folutione,che anco nella Seflìonc foife dato al Conte di Luna luogo fepara
daglialtriAmbafciatori:&,per rimediar alla competcnza,che farebbe ftatar
dar l'incéfo, 8c la Paccfi vfalTero doi Turibuli,5<: folTcro incenfati li Francefi,
lo Spagnuolo tutti in una volta:& parimente:foirero portare due Paci a bafci \
a que{ìi,&: a quello,tutt' in uno inllante:& coli fcrifle a' Legati,che effeguif ji
ro -y ordinando loro , che il tutto tcneifero fecretiflìmcfino al tempo dell' ei', ■
cutione;accio,rifaputo,non fodero preparare qualche inconuenienze.
Il Cardinale Morone,fcguendo il commandamento del Pap3,tenne fecre 1
l'ordine, che li Franccfì mai lo penetrarono. Addì ventinone Giugno, giori i
diS.Pietro,congregati nella Cappella del Domo i Cardinali,Ambafciarori,
Padri,& incoraminciata la Melfajqual celebrò il Vefcouo d'Auòfta,Ambafci
tor del Duca diSauoia, allafprouifta vfcidifagreftia una iedia divclutom
rello , di fu pofta tra l'ultimo Cardinale, & il primo de' Patriarchi,^ quali ir
mediate comparue il Conte di Luna, Ambafciator Spagnuolo, &fedette]
quella fedia. S'eccitò per quefto gran mormoratione di ciafcuno de' Padri e
vicini.Il Cardinale di Lorena fi lamentò co' Legati dell' atto improuifo, & e
lato a lui : gli Ambafciatori Francefi mandarono il Maeftro delle ccremonic;
far riftclFc mdoglienze,mcttendo in confideratioae le ceremonie dell' Incenf
&c della Pace. A che ,'rifpondendo li Legati, e he ii farebbe rimediato,cond
Turibuli,»^: due Paci,li Francefi non h contentarono, ma apertamente dilfer
Voler elFcr conferuatinon in parità,ma in precedenza:^ che d'ogni nouitàh;
ucriano protc(ì:ato,& partitili dal Concilio.Si continuò in quelle andate,5<: r
torni,liao al fine dell' Euangelio,in maniera,che,per ligrandi fufurrijl'Epiftol
3c l'Eaangeliojnon furono udici.Andato il Theologo in pulpitcper far ilSe
mon
Papa Pio mi. LIBRO OTTAVO. 745
.monejfiritiiarono II Ledati co' Cardinali, Ambafciatori dell'* Imperatore j &
col Fcrricre,iino de' Francefi in Sagreftia,doLie fi trattò quella materia,& il Ser-
mone fim,prima che cofa alcuna fu conclufa. Nel cantar del Credo, nel mezzo
a quello fu inditto filentio : & il Cardinale Madruccio, col Cinque Chiefe, Se
fAmbafciatordiPoloniajufcirono a parlar col Conte di Luna,>?c pregarlo, per
nome de' Legati,che fi contentafie, che per all'hora non folfe datone Inccnfo,
ile Pace, ad alcuno , a fine d'impedire il iprouifto tumulto, che potrebbe caufar
qualche gran male ; promettendogli , che ad ogni altra fua richieda elTeguireb-
bono l'ordine di Sua Santità de' doi Turibuli , de due Paci, in un tempo : ilche
iFacendofi alla penfata , &egli, &loro,& tutti hauerebbono potuto rifoluere
:ome gouernarfi con prudenza. Finalmente, dopo longo ragionamcnto,tor-
larono dentro con la rifolutione Jaqual fu,che il Conte le ne contcntaua. Con
^ueftadeliberationcufcirono tutti diSagreftia,& tornarono al proprio luogo;
k laMelFa fegubcome fi è detto,fenza Inccfo,&: fenza Pace:& fubito detto , Ite,
nijpi e/l,iì Conte di Luna,ilqual nelle Congregationi era folito ufcire l'ultimo
lietro a tutti , all'hora partì inanzi la Croce , leguitato da gran parte de' Prelati
)pagnuoli,& Italiani,fudditi del filo Rè. Partirono dopo,li Legati, Ambafi:ia-
orijiSc i Prelati,rimanenti al modo confueto.
I Legati, per liberarfi dall' imputatione,che gli era data,d'hauer proceduto,
n cofa di tanto momento, clandeftinaraente,& quafi con fraude, furono ne-
x'flltatipublicar gli ordini efpreflì, riceuuti da Roma di douercofi operare in
juel tempojin quel modo,in quel luogO,& fenza communicare. Il Ferrier pu-
)licamentediceua,Che,fenonfo(reftato ilrifpetto al culto Diuino,hauerebbe
"atro la proteftatione,che teneua in commiffìone dal fuo Rè , laqual per l'auue-
lire farebbe,quando non fi reftituifièro le folite ceremonie d'Incenlo,& Pace»
: landò loro in quelle il debito luogo-Scrilfe anco il Cardinale di Lorena al Pon-
efice una lettera afiai rifentita , efponendo il torto , che fi trattaua di far al fuo
^è)$c modeftamente dolendofi , che Sua Santità gli hauelfe fatto dire di confi-
dar tanto in lui, chcvoleua gli foflerocommunicate tutte le cofe delConci-
,io,delche,feben non vedeua l'efFettcnon Cene doleua ; ma ben gli premeua»
:he haueiFe commandato a Legati di non communicargli le cofe fue proprie»
5c quellojche meglio d'ogni altro poteua adoperar in bene : aggiongendo,norì
dìcr feguito tutto'l male,che farebbe feguito , fé eilo non fi fofie mellb in mez-
zo : foggiongendo, che del tutto la colpa era attribuita alla Santità Sua, Se pre-
gandolo a non voler' elfer* autore,& caufa di tanti mali. Et gli mandò anco in
polla il Mufotto,per efplicargli più particolarmente larifolutione degli Am-
balciatori Franceh,& il pericolo imminente. Il Conte di Luna fi lamentaua
della durezza de' Francefi , & magnificaua la molta patienza , Se modeftia ufata
;dafe,& fece inftanza co' Legati,che la Domenica feguente folfeadmeiroaluo-
lgo,& ceremonie uguali , fecondo l'ordine del Papa. Non mancaua anco , chi
idicelFe , che il tutto era unftratflgemadelPontefice,per dilFoluer' il Concilio;
I & li Pontifici] , chiamati amoreuoli , diceuano. Che fé pur s'hauefie hauuto a
venir'a dilTolutione > hauerebbono defiderato, che più tofto folFe occorfa per la
BBBbb
^ 746 CONCILIO DI TRENTO PapaPioIIIL
ci3 i3 controucifia j che era fopra le parole del Concilio Fiorentino , Che il Papié
LXiii. retcor della Chicfauniuerfalejftimando che farebbe ftato più facile guiftificat-
ne Sua Sancità>&: darne tutta la colpa a' Franceli^
La niattinafeguente>vltimo del mefe diGiugno^ilConte,congregatii Pr^
lati Spagnuolij^ molti Italianisdilfe loro,Che il giorno inanzi non era andato
in Cappclla,per dar' occafione alcuna di difì:urbo,.ma per conferuar le ragioni
del' fuo Rè > &c valerfi dell' ardine data dal Pontefice i hauer intefo dopo, chci
quando egli faife tornato in Cappella» i Francefi voleuano proteftare ,alqiial
atto fé folTero. venuti , egli non haueria potuto mancar di rifponder loro,, col
modo >&c termini, che efllufalTerojcoiì, per la parte diSuaSantità;quanto,pei
quello,che tocca aUaMaeftà del fuo Rè.Quei Prelati rifpofero>Che,venendoii
a queftojciafcuno di loro farebbe ftato pronto nel feruitio di Sua Santità, &
hauerebbono mancato ancora di tener conto di Sua MaeftàCatolica,inquel
lojche a loro (i conuenilfè.Gli ps-ega il Conte dinuouo a ftaE* auuertiti a tutte
quello,che poteilc occorrer' intalcafo,dicendo,Che egli ancoraci vertiapte
parato-.fapendo che i Francefi non poteuanO'P'igliare,fenoiitremezzi,o còcro I
Legati, o contro il Rè>o contro eCTo medefìmo Ambafciatore,.a' quali tutt
preparerebbe conueniente rifpofta. Gli Ambafciatori degli altri Prencipi tutt
iecero ufficio co' Legati,chc douelTerQ trouar temperamentOjaccionon feguil
fé più tal difordine:quali,hauendaril'pofto>che non poteuana reftar d'elleguii
il comandamento delPapa,eirendoprecifo, 8c fenzaalcimariferuationc;& ha
uendo anco pfomelfo alConte,di volerlo far' ad ogni fua richieftajil Cardinal-
di Lorena proteftò a' Legati,che,quando volellèro farlo, eflb anderia m perg©
lo , Se moftreria di quanta importanza folTe quefta cofa,& q^anta rouina fofT'
per apportare alla Chriftianità tutta, & che, col Crocifiiro in mancgrideria
Mifericordiarperfuadendo a' Padri, & al popolo, di partir di Chiefa,pernor
veder' un fcifma cofì tremcndo:& che,gridando,Chi defiderala falute della Re
publica Chriftiana,mi fegua,pai:tiria di Chiefa , con fperanza d'eiìèr fegiiito di
cadauno. Dalche raoffi li Legati, deliberarono di far' ufficiacol Conte,che f:
contentalTcsche la feguenteDomenica non fi teneilè Cappellajne fifaceife Prck-
ceflìonejfecondoil folito:& di tutto diedero auifoalPapa^
Si faceuano continue Gongregationi in cafa degli Ambafciatori Franccft
Se del Spagnuolo : ilquale>hora daua{J5eranza di contentariì;hora,faceuain-
ftanzache fi doueffe andar' in Chiefapereireguir l'ordine del. Pontefice dell!
Incenfo,& Pace,Et gli Ambafciatori Francefi eranorifoluti difar la.proteft3,& '
partire: & dieeuano apertamente, che non protefterebbono contro li Legati,
per eifermerieirecutorijne contro il Ri di Spagnaio il Conte, fuo Ambalcia-
torejpercheprofeguiuanolacaufa lorojne contro la Sede Apoftolica,,laquale»
erano fempre per honorare, Seguendo li veftigij de' lormaggiorijma contro la'
perfona del Pontefice,daLqual. veniua il pregiudicio>& l'innouationccomc ^
quello che s'era fatto patte , & daua caufa di fcifma5& per altra caufa ancora»
con appellationeal futuro Pontefice,legitimamente eletto, & ad un Concilia
ìfexoA legitimoaBiinacciando dipartùesiSc di celebrar un ConcilioNationale.
I Prelati.
>APAPioIIir. LIBRO OTTAVO. 747
; Pi:elati,& altri Francefi,a parte diceuano communemente ad ognuno,che gli e i a i a
Imbafciatori haueuanoprotefte centra la perfonadel Pontefice che fi portaua L xi ii.
•er Papa,aon elfendo lcgitimo,per caiifa d'clettione inualida & nulla,pcr vizio
;iiSimonia,accennando particolarmente la poliza , quale il Cardinale Caraffa
kebbedal Duca di Fiorenza,conpromifllone di certa fomma di danari, & la-
uale quel Cardinale mandò poi al Rè Catolico,pretendendo che non poteua
(lèr fartajfenon dell' confenio del Pontefice inanzi la fua airontione}& a qucU*
Itra poliza,fatta di mano del Papa,air hora Cardinale in Conclaue,al Cardi -
ale di Napoli , dellaquale difopra s'è detto. Et ilPrefìdente Ferriere preparò ^^ìFranceJ!
na orationc alTai pungente in lingua Latina, con la proteftatione,laqualc fé Z'**/'^»"'*"'» «-
en non fu fatta,è però andata in flampa,& da' Francefi è moftrata, 3i tuttauia "*, ^"\
moftra in ftampa,come fé recitata folfcdellaquale i\ portar la foftanza non è edolfuim^'
lori del propofito ^refente,accio il vcgga,non quel che dilfero , ma che fcnfo
ortarono li Francefi al Concilio.
Diceua in foftanza , Che, elfcndo congregato quel Concilio,pcr opera di
ranccfco,& Carlo,fratelli,Rè di Francia, lenciuano con moleftia effi Oratori
rkcfìRegijjelfercoftretti, oapartirlijoaconfentiralladiminutione della de-
lira del Rè: che era noto a chi haueua letto il/«j-Ponteficio,&:leHiftoric
:lla Chiefa Romana,la prerogatiua del Rè di Francia} Se a quelli,che haueua-
3 letto li volumi de' Concilij,qual luogo hauelfero tenuto in quelli : Che gli
mbafc latori del Catolico , ne' palfati Concili) Generali, haueuano feguito
ic Hi del Chriftianiffimo:Che in quel tempo s'era fatta mutatione, non da effi
idiijche fé follerò in libertà,non mouerebbono alcun Prencipe dal fuo pof-
ifojne la mutatione elfer fatta dal Rè Catolico,congionti{nmo in amieitia,&
ircntela col loro Rè 3 ma dal Padre di tutti li Chriftiani , che, per pane,ha dato
figlio primogenito unapietra ;&:,perpcfce, un ferpentej per ferir con una
)ncura infìeme il Rè, & la Chiefa Gallicana: Che Pio quarto fparge feme di
fcordia,perfturbarlapacetrali Rè concordi,mutando per forza, & ingiufti-
ijl'ordine del icdcr gli Ambafciatori,fempre ufato, 8c ultimamente ne' Con-
li) diCoftanza,&Lateranenfc;permoftrar d'effcrfuperiore a' Concili). Che
? egli potrà fturbarl'amicitia de' Rè, ne leuar la dottrinadelle Sinodi di Co-
mza,& Bafilea,che il Concilio fìa fopra il Papa:Che San Pietro haueua impa-
lo d'aftenerfì da* giudici) delle cofe mondane,doue quel fuo fuccefrore,& non
nitatore , prctendeua dare Se leuar gli honori de' Rè:Che,per legge diuina>
.'Ile Genti,&: Ciuile,fu tenuto conto del primogenito5& viucndo,e<«: morto il
idre : ma Pio ricufa preferire il Rè primogenito agli altri nati molto tempo
3po quello:CheDio,per rifpettodi Dauid, non volfe fminuire la degniti di
ilomoncrSc Pio quartcfenza rifpetto de' meriti di Pipino,Carlo, Ludouico,
: altri Rè di Francia, con fuo decreto, pretende leuar le prerogatiue del fuc-
.'ifor di quelli Rè:Che contra le leggi diuine,& humane , fcnza alcuna cogni-
onc ha condannato il Rè , l'ha leuato dell' antichillìma fua polfcffionc,
: ha prononciato contra la caufa d'un pupillo , & vedoua : Che gli antichi
ontefici , quando la Sinodo Generale era in piedi, mai hanno fotto cofa,
BBBbb ij
74B CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IIU.
ci^ 1^ fcnzarapprobationcdi quella5(Jk: Pio ha voluto, fenza quel Concilio, che rap- ,
LXiii. prerentalaChisrauniuei-ralcleuaidi poireiTogli Omcona un Rè pupillo, uoà
e iiato,quali non a lui,ma alla Sinodo lono mandaci : Che, accio non vi fofTe
piouifionc, haufato diligenza, accio il Tuo Decreto non folfe lapuco, coman-
dando a'Legati,inpcna di fcommunica,di tenerlo Iccreto : Che conllderalfero
li Padrijfe quelli fono fatti di Pietro, & d'altri Pontefici, e fé eflì Ambafciatori
fianocoftretti partire , di doue Pio non ha lafciato luogo alle leggi, ne veftigio
della libertà del Concilio : poiché niltuna cofa è propolla a Padri, o publicaca,i
fcnon prima mandata da Roma:Che,contro quel Pio quarto folamente protc-'
ilauano,venerando la Sede Apoftolica,&: il fommo Pontefice,& la Santa Ghie- :
fa Romana,ricufando folo d'ubedir' a quello,& hauerloper Vicario diChrifto::
Che,quanto a' Padri,iui congregati,gli haueranno fempre in gran veneratione:'
ma,poiche tutto quello che lifa,è fatto,nó inTréto>main Roma; & li decreti: ;
chepublicanOjfonopiùtoflodiPio quarco,chedel Concilio TridentiiM),non!
gli riccueranno per decreti di Sinodo Generale. In fine, comandaua per nome
del Rè a Prelati, iScTheologi,chefipartiircro,perritCH:nare quando Dio ha
uelfe reilituito la debita forma, & libertà a' Concili] Generali, de ilRàhauell
riceuuto il debito luogo,
fifaqualche Non vi fuoccafione di far la protetta , attefo che, confiderando finalment
comp»fitione: j\ Conte,che,quantonquc la parte di Spagna folle maggiore di numerO' di Pre
lati,che la Francefe ; nondimeno , li dependenti dal Pontefice , liqaali farebbo
noftatiafuo fauore,nella prima occorrenza,conofcendo ilvoler diSua Santi
tà,pairata la prima occafione ', &c, fapendoche fi era già fpedito a Roma pe
quella caufa,farebbe ftata di parere che fi foprafedelTe fino alla ri(poila,& a nuo
uo ordine;onde,gionti co' Francefila parte fua farebbe reilata più debole; pie
gando a contentarfi di qualche compofitione , interponendofi tutti gli altr
Ambafciatori,6c il Cardinale Madruccio, dopo molte difficoltà, conuenncro
che nelle ceremoniepubÌiche,non folFe dato più ne Incenfo ne Pace, fino ali;
rifpofta del Rè di Spagna.Ilqual accordo difpiacque a molti, parte dependenc
dal Pontefice , & che haueuano cara quell' occafione , per interromper il prò
greifo del Conc ilio, & parte anco,che fati) di ftar' in Trento, ne fapendo veder
in che maniera il Concilio potefie hauerne progrefibriie fine,defiderauano,pe!
manco male,che folTe interrotto , accio le dilcordie non fi facelfero maggiori
Certo è,che il medefimo Pontefice, hauuto Tauifo deli' accordo tra gli Amba-
fciatori, lofentìmalcperil medefimo timore,che le dilcordie non fifacciferc
maggiori , & non fuccedefie qualche male : & li Miniftri Spagnuoli che erano
in Italia,tutÈÌ biaimauanoil Contcd'hauer lafciato fuggir' una occafione tan-
per rimediare ^^ fauoreuoie in feruirio del Rè. ;
«He contefe in Sedata quella controuerfia,i Legati, intenti a celebrar la.Seffìone , inftandoi
Concilio è ri- {{ tempo, confultarono quello , che fi poteife far per rimuouer le differenze. Fu i
foluto di tra- propoflo dal Cardinale di Lorena un partito,d'ommetter il trattar dell' Inflitur
àe"retÌ€omT- t^one de' Vcfcoui,& dell'autorità del Pontefice, come cole, nellequali leparti]
^rfii erano troppo appaflìonate : &^ef quelche eoo^ a' Vefcoui j non.parlar altro>.l
fenoB»
],PA Pio IIII. LIBRO OTTAVO. 745)_
iionjquantos'afpetta allapoccftà dell' Ordiiie:ilclie ad alcuni de Pontihcijpa- cic> i3~~
jia buon rimedio, aldi di loro non l'approuauano: dicendo, che ciolarcbbt lxiii.
j.to attribuico alJPontefice^alqLialc non foire piaciuta la formula iikimameure
(izzaca, &liPrencipihauercbbonoporuco pigliar' ammirationc, perche la:
if.ncicàluanon fia reftata contenta, elfendogli attribuitala mcdefìmapotcftà»
I e'haueua S.Pictro,ilche haucrebbc anco dato materia agli heretici di dirc.ol-
i>che,gli Spagnuoli,iS«: Franceli,prendcrebbono occafione,di fperarpocojche
jl'auucnirc lì poteile concordar' inficme in cola alcunaj^talchenafccriano in-
Jiite difficoltà ancora nelle altre materie : oltre che,reftauadubio, fc il partito
ntersefortir' effetto, potendo da buon numero de' Padri effer ricercato , che
lei capi non follerò ommeflì,ma foffero dichiarati.il Cardinale di Lorena of-
Q, cheda' Francelì non farebbe altro ricercato , & d'operar fi co' Spagnuoli,
iiccfli ancora cofifi contentaffero: foggiongendo, che, quando li Legati ba-
llerò fatto il mcdefimo con gì' Italiani, che troppo affettatamente s'oppone-
;no agli altri,il tutto fi farebbe comporto.
Et opportunamente andò ordine dall'Imperatore a gli Ambafciatorillioi,
letaceffero ogni ufficio, accio nel Concilio, non iìparlailè dell'autorità del
ipa:il che da quella Maeftà fu farto,vedendo,che la dilpofitione della maggior
ite era per ampliarlajiSctemendo che non foffe determinata qualche cofa,la-
■ lai faceffe più difficile la concordiade' Proteftanti. Ilqual ufficiojelìendo far-
; dagli Ambafciatori co' Legati, Se col Cardinale di Lorena , &c con altri Pre-
. :i principali, fu caufa, che fi rifolueffed'om mettere S>c quel capo, & quello
I ir Inftitutione de' Vefeoui. Dopo che, per quello furono fatte molte con-
! Itationijintroducendo a quelle li Prelati più principali, Se di maggior fegui-
,hora in maggiore,hora in minor numero, per difponer le cofc, in modo che
tti reflailero fodisfatci, furono dati a Padri lideaetidi prouifione degli a-
liì: dintorno al primo capo,cheera dell' elettione de' Vefeoui, quanto al
articolare che li Metropolitani haueireródafar'effame delle perfone da pro-
uoucr a' Vefcouati , di che s'è parlato di fopra , s'oppofero l'Ambafciator di
)agna, & quel di Portogallo acremente,dicendo,Che era un fottoponer li Rè
Prelati loro fudditi j poiché indirettamente le gli daua autorità di reprobare
nominationi Regie. Gli Ambafciatori Francelì, di quefto ricercati , mo-
caroncnon curaiTi,ne che fi decretaire,ne che fi ommettelfeionde i Pontifici),,
legiudicauanocofa in diminutione dell' autorità del papa ,diceuano,che
tto quel capo Ci poteua ommettercmalTìme che nella Seflìone quinta, pare-
i,ch e foffeproueduto a quella materia a baftanza. Ma> a quefto opponendoli
tri con gran femore, fu conclufo finalmente di commun confenfo , che quei
pò fi differiffe alla feguente Seflìone , per hauer tempo d'accommodarlo , in
aniera, cheatuttipiaccffe, accio non foffe attrauerfata per quefto lapublica-
one delle cofeconuenutc. e di rimettere^
La medefima difficoltà nacque fopra l'ultimo capo de'propofti, doucera "^ ^'^Pf, 'ì^'^
efcritta una formula di profeflione di fede, laqual doueffe effer giurata da' dil- ^^ .^"^*^'"T
:'gnau a' Vefcouati}Abbatie3& altri benefici) di cura d'anime,inanzi che ù ve- ^i^javiJhaT
BBBbb iij ^
750 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IH]
"^ci^ i3 niire air cfsame lóro, efsendo connefsa con quella dell' elettionc , fi che non i
Lxiii. poccfsero feparaLe. Fu deliberato, di differir quel capo ancora. Ma,perchef(
tanto differito, che nonfi vennea rifolutione di decretarlo , & finalmente tu
multuariamente fu rimelfo al Pontefice, come a fuo luogo fi dirà, non è alieni'
dal prefcnte propofìto recitarne qui la roftanzailaqual'era, Che foffejnó folo ri
cercata da ditfegnati a Vefcouati , &c altre cure d'anime ; ma ancora coil un;
ammonitione , & precetto in virtù d'obedienza ordinato a tutti li Prencipi d'
qualonquemacftà,& eccellentia,di nonadmetter ad alcuna degnità, magifti'a
to,o ufficio perfona,renza kauer prima fatto inquifìtione della fede , &c religio'
ne di quellaj &,fenzachehabbia prima volontieri,& rpontaneamenteconfej
fati,& giurati li capi contenuti in quella formula,laquale a queflo effetto com,
mandaua ancorché folfe tradotta inuolgare, Pietra pub^icamente ogni Domi'
nica in tutte le Chiefe , acciò potefle efser'intefa da tutti. I xzapi erado : D^ke
uerle Scritture dell'uno, 5c l'altro Tcftamento,lequali la Chiefa ha per (tane
nichcfomc infpiratedaDiorDiriconofcereunaSanta, Catolica, & Apofloli
ca Chiefa,{otto un Pontefice RomancVicario di Chrifto,tenendo coftantilTi
mameiite la fede,&; dottrina diquella; attefo che,come indrizzata dallo Spiriti
Santo, non può fallare : D'hauer in venerarione,come certa,& indubitata,raii
torità de' Concili] Gencrali,& non riuocar' in dubio le cofe,da quelli una volt
ordinate: Di creder, con fede coftante,le TraditioniEcclefìaflichcriccuuted
mano in mano : Di feguir il confenfo , Se fenfo de' Padri Ortodoffi : D'ubedi
intieramente alle Collitutioni, Se precetti della fama Madre Chiefa : Di crede
re,& confclfar li fette Sacramenti,& il loro ufo,virtti,&: frutto,fecondo chefir
all' bora la Chiefa ha infegnato:ma,fopra tutto,che nel Sacramento dell'Aitar
vi fia il vero Corpo,& Sangue di Chrillo realmente , & foftantialmente , fott(
le fpccie di Pane,& Vino,per la virtti,&; potenza dellaparola Diuina,proferiti
dal Sacerdote, folo miniftro ordinato a quello effetto, fecondo l'inftitutione d
Chrifto : confeifando anco, che fia offerto nella Mcffa a Dio,per li vini, & pe
li morti.in rem iffion de' peccati. Et di riccuer finalmcnte,i3«: ritener fermifTima ,
mente, tutte le cofe oireruatepia,fanta,&religiofamenteda' maggiori, fmoj
quel tempo , ne lafciaifì muouer in alcun conto da quelle ; ma fuggir ogni no-
uità di dogmijcoraeperniciofìflimo veneno, fuggendo ogni fcifma,deteftandc
oc^ni hereiia,& promettendo d'affìfter pronta,6<: fedelmente alla Chiefa contri
ruttigli heretici.
Rifoluto di lafciar da canto anco quello capo, come s'è detto , s'attefe ad ac-
* ^]*7u^^ comraodarc il capo della Refìdenza,lcuato via tutto quello, che poteffe difpia-
Veltdenx* ^^^^ a chi la teneua de iure dimno, oc a chi de po/ìtmo.ll Cardinale di Lorena s'a-
dopcrc),con grandiffniìa diligenza,^: efficacia,a concordar le parti,rifoluto che ì
onninamente la SeflionefìfacefsealtempG determinato: perche, hauendo in,
quei giorni hauuto dal Pontefice amoreuolifsime lettere, che l'inuitauanoai
andar' a Roma, & abboccarli con lui, &: hauendo già deliberato di dar' ogni
iodisfattione alla Santità fua, era rifoluto di dargli quella molto defideratapec ^
caparra,cioè di metter fine alle difcordie, Se componcr le differeze tra li Prelati.
IipaPioIIII. libro ottavo. 751
?,i>qiunto air andar* a Roma, rifpofe paiole ambigue, vo-leiiclo arpettar prhna ci3 io
ipofta diFrancia.Vn altro impedimento, fé bcndicaufanon molto irapor- lxiii.
tite,allongauail progretfo. Quello crailcractar delle fontioni degli Ordi-
I di che era propofto un grande, (Sclongo capitolo, doues'eiplicauanotuttey
iiomminciando dal Diaconato, lino all' Oftiariato. Qiiefto fu al principio,. < ^^^ /«««s-
<e fi formarono li dccreti,da' depurati compofto,come necctnirio,per oppor- "! ^egi'Ordiy
f.'Proteftantijliquali dicono quelli Ordini non elTer flati inftituiti da Chri-/^ ^cc'tfiaJH-
{',ma>perintrodottioncEccleliaftica^& per cfs.cr' offici] di buono,& ordinato
j uerno, vi ila commodo, Se bifogno di lorc!^} ma non fiaiìo Sacramenti, Era il
<jo del Decreto , tratto dal pontificale, prefcriuendo Le fontioni di ciafcuno>
<c lo ngo farebbe riferii:e>&fuperfruo,patèndofileggere nel libro medeflmof
< dichiaraua>oltrecio,il Decreto, che quelle non polìbno elfer' elfercitatejfe-
1 nda€hi,eirendopromofrodal Vefcouo, hariceuuto da Dio la guatia,(Siim-
{:iro ilCarattere,per pocerlaell^rcitare. Ma, quando fi fu per ftabilirlojflin-'
( ntrò gran difficoltà,pet rifakiere una vecchia,.^ volgata oppofìtione, che bi-
{ ;no vi fofse d'tcarattcre,& poteftà fpirituale,per eirercitare arti corporali, co-
1 ,lcggere,accender candele,fonar campancquali non folo poffono elfer cofl
ì 1 fatte, ma anco meglio da' non ordiiiati, che dagli ordinati:& maffimcdo-
j; che era andato in difufo chcordinatijeirercitafTero quelle fontioni.Si confi-
e aua,che fi veniuaa.condannar la Chiefa;.quale,dopo tanti anni ,haueua.in-
t raclfo l'ufo. Era anco difficoltà, volendo^ rimettere in piedi , come venire
2 1 pi.-attica:.perche conucniua ordinare agli Ordini minori,non putti,mahuO'- ,
B iii,per ferrar la Chiefa, fonar le campane,fcongiurar infpiritati : ilche facen-
ti s'opponcuaa quell' altro decrcto,che li Minori Ordini, foflèragradinecef-
t ij a Maggiori. Del Diaconato ancora non il vedeua modo,come reftituirgli.
|ce offi£Ìj,miniilrar air Altare,battezzaTe,&prcdicare.Similmente, dell' Or-
p e degli Eirorcifli,come quell' ufficio potelTe elfer da loro efTercitatOxeirendo:-
erufo introdotto', che da'foliSacerdotifiano li fpiritati fcongiuiiati.Anto-
» Agoftino, Vefcouo di Lerida,era di parere, che fi laCcialTe in tutto & per tut-
quella trattatione,dÌGendo,Che/icome certa cofa era,che quelli fofsero Or-
.i,& Sacramenti,tuttauia difficilmente s'hauercbbejperfuafo,che nelle Chic-
>rimitiue ^quandopochiffimi erano Chrifliani,fofIero> introdotti: che n^n.
degnitàdeUa Sinodo difcendcr a tanti particolari:chc baftaua dire,gli OrcH-
ninoricfser quatcro5& non difcender' a maggior fpecialità di dottrina,& in
ttica^noii far' alcuna nouità. A quello s'opponeua. Che la dottrina de' Pro-
:anti , qtì.ali chiamano quelle ordinationi >- Ceremonie ociofe , non farebbe
idannata^ Ma ilCardinale di Lorena fu autore d'una via^ di mezzo, che
tmmetefse quel capo» oc che baflauano quattro parole, rimetrendo la ef-
utione a Vefcoui, ehc procurafTero di. farle ofTeruar quanto loro foirepof-
ile.
.'Stabilita quefte cofe,fU rifolutodi leggere il tutto nella cofulta di quei prin- ««Wm dt"
Cali, accioche nella Coneregatione generale le cofe palfafsero con iimci:afr!nd^^i,ac-^
f.ctc. Si contentarono ambe kpatti,eccetto>cheper il fcftoanathcmatifmoj «"«* dtmfi:.
txiir.
yvi CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IH;
doiic fi dice, LaHieraL-chia cCsQt inftituita per oL-dinatione DiuinairArciuefcc
:Uo d'Oruanto, &c altri Prelati Pontificijjs'infofpettirono, che le parolcefprefs
in termini cofi generali , fignificando che tutti gli Ordini iacri , fenza far diffc
renzatua Tuno,^ raltro/ianopcrordinationediChriftajpotefse inferire,Ch
li Vefcoui iìano uguali al fommo Ponteficc.Ma li Theologi,& Canonifti Por
tifici), gli esortarono a non metter difficoltà , efsendo cofa chiara da'Canor
antecedcnti,<Si feguenti, che non fi trattauajfenon di cofa pertinente all' Ordi
ne,nel che il Pontefice non eccede gli altri Vefcoui; & della Giurifdittione no
fi faceuamentione alcuna. I medcfimi ancora, hebbero in fofpetto le paro]
del proemio del capitolo della Refidenzajdoue fi diceua. Che, per precetto D '
uino, tutti quelli che hanno cura d'anime, fono obligati conofcer le pecorcll
fue,&:c.inferendo,che quello fofse un modo di dichiarare, che la Refidenzaf'
di precetto Diuino. Ma, la maggior parte de' medefimi Pontifici) fentiuan
incontrariojdicendo, Che tutti quei particolari,che fi dicono efser commandi
ti da Dio, a chi ha cura d'anime, fi pofibno anco olTeruare in afienza ; quanto; '
que , con laprefenza, s'adempino più intieramente; & mailìme, che le paro
che feguono , proueggono in maniera, che nonpuoeller' alcun pregiudicio
Sua Beatitudine. Aggiongendo anco, chcelTendo ftato accommodato in quc
laformadalCardinaldiMantoua,era ftato più,&:più volte porto in confali
tione, ne mai era ftato fatto quel dubio fopra. Se che aRomamedefmamen
non l'haueuano giudicato pregiudiciale. Non per quefto , fu poffibile rimu
uer dalla openionefuaOtranto,& altri, che lo feguiuano.
Alcuni de' Spagnuoli fecero diligente inftanza della dichiarationepcr l'I
ftitutione de' Vefcoui, & per la Refidenza de inre Diuim : ma furono coftrettj
defifterceifendo perfuafi la maggior parte de' loro Colleghi dal Cardinal di L '
rena;ilquar ufo con loro termini di cofcienza, dicendo, Che non foife ce
Hcura, ik grata a D io,vedendo di non poter f*ar' il bene che fi defideraua,volei
con una fuperflua,& vana inftanza , caufar qualche male : che affai era l'hau '
impedito il pregiudicio, che altri peniauano far alla verità, con ftabilir conti
lie openioni,& fé non Ci poteua otteneètutto quello che fi defideraua,fi potei'
peròfpcrar qualche cofa nel tempo futiiro con l'aiuto diuino.Con tutto qu
fto , Granata, & Segouia,con alcuni altti di loro,non poterono efser rimoflìj
come ne manco fu poflìbile fuperar dall' altro canto il Patriarca di Gierufalei !
& l'Arciuefcouo d'Otranto, con altri adherenti,quali erano conuenutidi co '
tradire a tutto quello che fi proponelTe, come a cofe che non feruiuano a leu '
le differenze, ma folo ad airopirle;con certezza, che, caminando inanzi , farei
bono date fuori con maggiori forza,& impeto ;<S:che,quandos'hauelIèhaui
to a rompere,mcglio era farlo inàzi celebrar la Seflìone,chedopo:nefupo(lìt^
le che li Legati potelfero perfuaderli.Con tutto cio,non oftanti queftc due co '
iò»g)tgatìone traditioni,ftabilice cofi le cofccon gli altri principali , addì none Luglio sii '
[opra, detti comminfciarono le Congregationi generali: doue efiendo prima letto qucil»'
feriti) cheappartiene alla dottrina,& Canoni dell' Ordine, il Cardinal dìLorenadi''
de effempio, parlando breuemente , 5c non mettendo alcuna difficoltà. Fu f '
guii
apaPioIIII. libro ottavo. 7^5
lieo dagli altnjfitio al luogo di Granata, ilqual dilTe, Eirercoraindegna>haiier ci3 i3
ì nto tempo deriio li Padi:i,trattando del fondamento dell' Inftitutione de' Ve- l x 1 1 1.
l3Lii,6>:poi ade(rojtralarciandola:5c ne ricercò la dichiarationede turedmmoy
(CcndojMaraucgliarfìj perche non fi dichiaraiTe un tal punto veriffimo, &in-
i libile. Aggionie,chefidoueuanoprohibircy<:ome hcretici, tutti quei libri,
« e diceuano il contrario. Alqual parer adherì Segouia, affermando, che era
orclfa veritàjchenilfunopoteua negarla, & fi doucua dichiarare, per dannare
Ipsnionedcgli hcretici, che teneuano ilcontrario. SeguiuanojancoGuadi-
(,Aliife,t^ Monte Marano,con gli altri Prelati Spagniiolijde'quali alcuni dif-
i o,La loro openione elTer cofi vcra,come li precetti del Decalogo.Il Vefco-
i diCoimbriafilamentòpublicamente,che,con aftutia fi pregiudicairealla
\ :ità, concedendo, chepotcìrero eifer' ordinati Vefcoui Titolari: perche que-
i era dichiarare , chela giurifdittione non foise eirentiale al Vefcouato , ne Ci
r cucfse immediate da Chrifto: & fece inftanza,che il contrario fofie dichiara-
l Lcuiieando il concetto più volte dcttOjElfer cofi eirentiale al Vefcouohaucr
Ciicfa, oc Ridditi fedeli,comc al marito hauer moglie. Dopo,^ropofl;o il de-
: to della Refidenzajil Cardinal di Lorena l'approuò con lafteHabrcuitàrfolo
: cordòjche al palfojdouefiraccontano le caule dell' aifenza,ponendo, tra le
i :e,rcuidente utilità dellaChiefa,fiaggiongefse quella parola,& della Repii-
3 :a :& quello , per rimuouer ogni impedimento, che quel decreto potelle
i »ortare all' eiferammeiri li Prelati agli uffici), <S:confegli publici:di che heb-
3 l'applaufouniuerfale. Seguìil Cardinal Madruccio, parlando nel medefi-
I tenore. Il Patriarca di Gieruralem,l'Arciuefcouo Verallo,&Otranto,non
^ fero dir'il parer loro fopra quel Decreto : di che l'Arciucfcouo di Braga,
indo fu il luogo del voto fuo, fi voltò a' Legati , quafi i,n forma di riprenfio-
condire,Ghedoueireroufarlaloro autorità, & aftrii^ger li Prelati a dir*
or parere , &c che era una cartina introdottione in Concilio , quafij
, o fodero coftretti a tacere, o hauefsero ambitione di non parlare , lajitìo
con feguito: onde altri,che haueuano deliberato imitargli, mutato propo-
,acconlentirono al Decreto. Seguirono , approuando concordemente gli
i Decreti,fecondo che letti erano, fenon che Granata fece inftanza , che fof-
ichiarata la Refidenza de iure diurno con parole aperte,poiche (diceua egli)
•arole ambigue del proemio erano indegne d'un Concilio, ilqual fia congre-
operleuare, nonperaccrefcer le difficoltà j& che folTcroprohibiti li libri
me parlauano in contrario,^ che nel Decreto foireroefprciramente,& no-
latamente comprcfi li Cardinali. Qiiefta ultima inftanza , toccante li Car-
ali,fivedeua,cheamokiaggradiua: onde dal Cardinal Morone fu rifpofto,
e s'hauerebbe hauuto confideratione fopra , per parlarne una altra volta: dei
lanente Ci palsò inanzi , &c infine il Patriarca, & li doi Arciuefcoui,af-
tirono elTì ancora al Decreto: èc quefto fu il principio, che fece hauere
ranza , che ìi potelfe celebrar la Seflione al fuo tempo , cofa ftimata per
nzi impolfibile, ma per defterità del Cardinal di Lorena ridotta a buon
cto.
CCCcc
754 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio IIII.
ci3 i^ Ne' giorni reguentifidiederolivotifopraglialtri capi diriformayda' Padri,
LXiii. da'qiiali non fu propella altra variacione di momento, fenon che, pcf granct
inftanza di Pompeio Zambeccari, Vefcouo di Sulmona, fu leuata dal capo del
la Prima tonfura, una particola, doue fi diceaa, Che , fé li promoffi commette
ranno delitto frafei mefi dopo l'ordinatione, fi prefumino ordinati in fraude
& non godino il priuilegio del foro : & doue fi decreta, che nilFun fia ordinati
fenza elFer' afcritto a Chiefa particolare , era aggionta l'innouatione de' Decrc
ti del Concilio Lateranenfe, che anco gliordniatiacicolodiPatrimonio,do
ueflero eirer' applicati al feruitio di qualche Chiefa , nelquale attualmente s'è
fercitaffero; altrimenti, non poteffero eircr partecipi de' priuilegij, laqual par
mente fu leuata : Se nel rimanente con leggier variacione di parole, poco i'pc
tanti alla foftanza, fu data fodisfattione a tutti li Padri..
. , ..I Spagnuolijche non haueuanopotuto ottenere in Congregatione la dichi
fona perfulft * J^^^^ior^e defideratajdell' Inftitutione de' Vefcoui, Ci congregarono lafera de' tr
dal loro ^m- dici i\\ cafadel Conte di Lunaj doue Granata, con gli adherenti, lo perfuaferc '
bafciatore a far' una protefta a' Legati , quando fi fofse tralafciato di determinar quel cap
smfimirc Sc diflìradendo alcuni altri , come cofa che potefie elTer caufa di gran motoj
confumò laCongregatione tutta in difpute,& fi finì in contentione, con difì
ri^- la refolutione alla mattina feguente ; quando il Coiitcuditi dinuouo Ite
ueì:(ìpareri,& confiderato che farebbe ftato gran difpiacere al Pontcfice,atu
fili Vefcoui Itahani,& a tutti iFrancefiaiicora,che s'erano accommodati,pr
gò Granata , & gli adherenri,di voler effer dell' opinione degli altri, poiché q
non fimetteuadicofcienza, mentre non fitrattaua di definire più in un m
do, che in un altro ; ma folo di definire, o tralafciare; ne volendo Granata a
commodarfi,madicendo,che,per cofcienzafentiuaeirerneceffaria la dcrem
narione ; lo ricercò , che dicelfe la fua opinione quietamente, & liberament
contencandofi però,fe dagli altri non era abbracciata ; & aftenendofi dalle co.
tentioni:& cofi promife egli,& gli altri ancora di fare. ,
uttlìtM Con- 5 j fg^-g ^l ^i jfeguente , che fu precedente alla Sefllone, Congregatione gen
fon''* ditate- J^alc»'^ell'^c[uale propofe il Cardinale Morone , fé piaceua a' Padri che nel ca|
re per li Car- ^^^^^ Refidenza , & in quello che tratta dell' età degli ordinandi,fi facelTe mei
dimli: rione de' Cardinali,& in particolare dell' età: furono pochi, che confentiirer
difcorrendo la maggior parte, che non nafce occorenza difar Cardinali gì
uanijfcnon Prencipi,in quali nons'ha d'attender all' età, perche, in qualonqi |
modo,honorano l'Ordine Ecclefiaftico:5c però,che era fuor di propofito, d( |
uc non era abufo, far Decreto. Ma , nel particolare della Refidenza, la raaj
giorparte fu di parere, che fi nominalTero, contradicendo però.alcuni,con d|
re, chequefto farebbe un approdare, che li Cardinali hauellèro Vefcouati,^
per confeguenza approuar le Commende, ilche non era giufto di fare , ma pi
rofto lafciare che la loro cofcienza riconofcelle di non eller' efsente dal precet
togeneralej che, con nominargli, approuaredoi abufi infieme, la pluralità d<
Benefici), & le Commende. Tr^tattipoialcunialtri particolari dipoco rilet
no, 8i ccnclufi, fu letto dinuouò tutto quello , che fi douefse nella Seflloj
ne publi
>APA Pio mi. LIBRO OTTAVO. 75)\.,
'e publicaire, dicendo il parer loro^ii Padri con la fola parob,'P/;^f^^ Alcuni ci3 u
pagnuoli> 8c alquanti Italiani>rirporero, Che non gli piaccua :& in. tutto fu- LXi ii.
Dno al numero di ventotto, gli altri tutti in numero cennonantaducj confen-
rono, & in fine conclufe Moroncchell farebbe fatta la Seflìonc. Ringra-
òli Padri > che haueuano accettato li Decreti, 8c elfortògl' altri ad unirfl
on loro,&pregò il Conte di Luna a far buon ufficio co' fuoi Prelàtbaccio, vc-
=ndo l'uniuerfal concorfo di tutto'l Concilio in un parere , non volei-
ro dillentire: di che parlando più fpecifìcamente con lui dopolaCongre-
itione , gli promife, che ogni volta che it fofse dichiarata la poteftà del Papa,
condolaformadelGoncilio Fiorentino, fi dichiarerebbe anco l'Inftitutio-
: de' Vefcoui efser de iure dtmno. I Prelati Spagnaoli , efsendofi il mcdcfimo
orno la fera congregati in cafadel Contcdopo molti difcorfi,fondandofi fo-
alapromeira,chedai Cardinale era fatta al Conte, conchifero d'accettar' o-
li cofa.
VenutoadonqueilquindiciLugliojla mattina per tempo, col folito ordine, Se(ìione fettì^
.darono tutti nella Chiefa. Si fecero le confuete ceremonie. Celebrò la Mei- ^'«j"«^'* qua-
il Vefcouo di Parigi, fece l'oratione il Vefcouo d'Aliffe, nellaquale ofFefc li J^^^^'"^
anccfi, con hauer nominato il Rè di Spagna prima , che il Rè loro j & li Po-
:chi, nominando quello di Portogallo, inanzi Polonia, & li Venetiani, col
: prima mentionedelDucadiSauoia,&:poi della lorRepublica. DilTeanco
role,per léqualimoftraua,che quella celebratione di Concilio era una conri-
ationc co* precedenti di Paolo,& Giulio : di che hebbero mala fodisfattio-
gl' Imperiali,& li Frac efi infieme.Entrò anco a parlar della fede,& de' coftumi
5IÌ heretici,& Catolici:&: diife,che, ficome la fede de' Cattolici era megliore,
fi li coftumi degli heretici erano molto megliori,che quelli de' Cattolicirnel-
ediedemoltodifguftojmafTmie a quelli,che firaccordauano del detto di Chri
,& ài San Giacomo,Che la fede no fi dimoftra,fenó per le opere.Non fu però
:ta cofa alcuna in quell' inftantc , hauendo ciafcuno riifpetto a non turbar le
:emoniepubliche.Maildiifeguente,gli Ambafciatori Francefi, Pollacco,&:
netijfecero inftanza a Lcgati,che non lafcialferoftampar l'oratione,ne met-
laf negli Atti del Concilio.Finita la Meira,& le altre preci,furo no letti li Bre-
della legatione de' Cardinali Morone,& Nauagierojli Mandaci del Rè di Po-
iia,&: del Duca di Sauoiajla lettera della Regina di Scotia,& il Mandato del
Cattolico. Poi furono letti li decreti fpettanti alla dottrina della fede, douc
n vi fu contradittione,fenon dalla maggior parte de' Spagnuoli fu detto, che
entiuano con quefto,chc s'oireriiairc da' Signori Legati la prò mellà fatta all'
nbafciatoredellor Rè.
Conteneuaildeci^eto della fede in foftanza : L II Sacrificio, ^SacerdotiCf^w^to diftdt
Il in ogni lecrgc congiunti: impcrò,eirendo nel nuouo Teftamento un fieri- dd Sacramita
io vifibile,cioè,rEuchariftia,eirer'anconece(rario confelfar'un vifibilc&e- dell'Ordititi
ino Sacerdotio,nelquale,pcrdiuinainftitutione, fia data poteftà, di confc-
ire,otferire,& miniftrar rEucariftia5& dirimettere,^ ritenere i peccati. Il.Ii-
.al Sacerdotio eilendocofa diuina,couenirehabbiamolti ordini di miniftri
CCGcc ij
756 CONCILIO DI TRElsPTO. Papa Pio llll.
che gli feminojiquali afcendino da' minori a maggiori minifterij,poiche le fa:
ere lettere fanno mentione del nome de' Diaconi, 5c dal principio delia Chiefis
furono pofti in ufo li minifterij de Subdiaconi>Acoliti,Erorcifti,Leccori, & Ò-
ftiarij,ponendoperòil Subdiaconato tra gli maggiori. I II. Et, perche ncll;
{aera ordinatione,è conferita la gratia , l'Ordine eller vero,& propriamente u
no de' fette Sacramenti della Chiefa. IV. Nelquale imprimendoiì Carattc
re, che non fi può cancellare , la Sinodo condanna quelli , che affermano ]
Sacerdoti hauer la poteftà Sacerdotale, a tempo; fiche gli ordinati poffi
no ritornar laici , non elfercitando il mipifterio della parola diDio.Et cofi p:
rimente condanna quelli, che dicono tutti li Chriftianiefser Sacerdoti, ouer
hauer' ugual poteftà fpirituale: ilche altro non è, fenon confonder la Hiciai
chiaEcclefìaftice,che èordinata,comeun' eflfercitodifoldati. Alqual ordir
Hierarchico principalmente appartengono li Vefcoui, che fono fuperiori
Prcti,a' quali appartiene miniftrar il Sacramento della Confermatione , ordini
li miniftri,& far' altre fontioni. Infegna anco la Sinodo, che nell' ordinatioi
de' Vefcoui, Sacerdoti, Scaltri gradi,nonènecefrarioilconfenfo,vocatione,
autorità del Magiftrato, o d'altra poteftà fecolare ; anzi quelli , che folamen
chiamatijoinftituti dal popolojofecolar poteftà; onero Magiftrato; operpr
pria temerità afcendono a' minifterij Ecclelìaftici,efser 3 non miniftri,mal
I gli >tm' j^.Q,^j^
thmutpjn». ^ quefta dottrina feguono otto Anathematifmi. I. Cojitra chi dirà,che n
Nuouo Teftamento non vi fia Sacerdotio vifibile, o non vi fìa poteftà di coni
crare, & offerire» &c rimetterli peccati; ma folamente un officio, o nudo mir
fterio,di predicar rEuangelio:&quelli,che non predicano non efser Sacerdo
1 1. Che,oltre il Sacerdotio,non vi fiano altri ordini maggiori, & minori, p
quali, come per gradi, fi va al Sacerdotio. III. Che lafacraordinatione ne
fìa propriamente Sacramentojouero efser' inuentione humana;o folamente,i
cerco ritto d'elegger li miniftri della parola di Dio,&; de' Sacramenti. I V.Ch
per la facra ordinationenon fìa datolo Spinto Santo, o non fìa imprefso e
ratcere, o che il Sacerdote polli diuentar Laico. V. Che la facra Ontione,i
le altre ccremonie , che la Chiefa ufa,non fìano requifìte , ma poterfitralàfci
re,& eifer perniciofe. VI. Che nella Chiefa Cattolica non vi fiala Hierarch
inftituita per ordinatione Diuina,laqual conftade' Vefcoui ,Preti,& Miniftì
VII. I Vefcoui non eifer fuperiori a' Preti, o non hauer poteftà di conferm;
rc,& ordinare : oaero,che quellapoteftà l'habbiano anco li Preti,o che ^liO
dini conferiti,fenza il confenfo,o vocatione del popolo, o della poteftà fecol '
re,iìano nulli: o pure, che fìano Icgitimi miniftri della parola di Dio, &c de Si
cramenti, quelli , che non fono legicimamentd ordinati dalla poteftà Ecclefìì
ftica. VIII. Cheli Vefcouiialfonti per autorità delRomano Pontefìce,na,
ttltro decreto fono legitimi,& veri;ma inuentione humana.
. "M»'^» Fli poi letto il Decreto della riforma , ilqual conteneua diciotto capi. Il pri
Ordme e la, mo,fpettante alla tanto dibattutamateriadellaRefìdenza,douefì diceua,Ch£
Rtfuim-:^: per precetto Diuinoj ognuno s a cui è data cura d'anime j debbe cojiofcer le fu
pcco
>apaPioII1I. libro ottavo. 757
ìecorellcofferir per loro facrifìcicpafcerle con lapredkationcSacrairjentix^c "TTIT
nion eircmpiojhaiicr curade'poucn,^: accender' ad altrioltìcij paftorali ■■, le- lxiii.
|uali cofe non potendo elfere adempicc da chi non iniiigiIa,&a{]lftcairuo
Ti-cggcb^medogliammonifce apalcerc, & reggerejcon giudicio , & verità.
Ma, accioche male interpretando le cofe ftacuite lotto Paolo terzo in quelìia
maceria^niiruno intenda ellagli lecita un' alfcnza di cinque melbdichiarajChe
chiunque ha Vefcouatijlbttoqual rivoglia titolo, ctiandio li Cardinali , fono
obligatiarefederperfonalmcntcnon potendo reliar' allenti, ienon quando lo
ricerchila carità Chriftiana,rurgcntenecc{rità,la debita obedienza, Gl'utilità
della Chiefa,o della Republica: vuole, che talicaufe dell' ailcnzafiano appro-
uatc per legitime dal Pontefìce,o dal Metropolitano 5 eccetto, quando faranno
notorie,orepentine,douendo nondimeno il Concilio Prouincialc conofcere,
&: giudicare le licenze concelTe, accio non vi interuenga abufo ; prouedendo
tuttauiàli Prelati alfentijche il popolo,perrairenza,nonpatifca danno alcuno.
Et,percheunabreuca{renzanonè degna di quello nome,ctiandio fenza alcu-
na delle fudcttecaufe, dichiara, che quella tale non podi eccedere il fpaciodi
due meii,odi tre alpiù,ofìacontinuo>o in diucrfi tempi j purché vi fìa qualche
ragione d'cquità,& fenza danno delgreggc:ilchcfiarimeiroallcconfcienzedc'
Prelati, ammonendo ciafcuno a non reltar' alfente le Domeniche dell' Aduen-
to,& Quarefimajle Fefte della Natiuità,Rifurrettione , Pentecoftc, o Corpo ài
Chrifto. Alqual decreto,chi contraueniià,oltra le pene impoile contra li non
f elìdenti fotto Paolo terzo , & il peccato mortale , non polli , coii buona co-
fcienza,goder lifrutti per la rata del tempo:decretando le medcfimc cofe di tut-
ti gli altri, che hanno cura d'anime, liquali, quando con licenza del Vefcouo
s'alFenteranno, debbino foftituire un Vicario idoneo , approuaro dal Vefcouo»
con la debita mercede^Sc: che quelDecreto,inlieme con l'altro fotto Paolo tCK-
2o,fiano publicati ne' Concili) ProuincialixSc Diocefani.
Degli altri capi , fpctranti agli Ordini , che il decreto conteneua ; il fecondo
era, Che qualonque tiene Vefcouato, fotto qual Ti voglia titolo, etiandioCar-
<linali,non riceuendo la confecratione fra tre mefi,perdino li frutti,&: differen-
do oltre tre altri,(ìanopriuatidclBeneficio,iS<:chelaConfecratione,quando fi
faràfuori della Corte Romana , lì celebri nella propria Chiefa,o veramente
nellaprouincia,quando vi fìa il commodo. III. Cheli Vefcoui celebri-
no le ordinationi in propria perfona : 6<:, quando fìano impediti d'infermità,
non mandino li fudditi per elfer' ordinati da altri Vefcoui, fenonciraminati, &c
approuati da loro. I V. Che la Prima tonfura non lì dia, fenon a chi e con-
fcrmato,&. habbia imparato i principi) della fede,fappia leggerci fcriueic:&:
elegga la vito Clericale per feruitio di Dio, non per fuggir il giudicio fecolarc.
V. AgliOrdini rainorichi donerà eirerpromoiro,habbiateftimonio dal Pa-
roco > & dalMaeftro di fcola : & dal Vefcouo fiacommeiro che li loro nomi
^ano propoftipubhcamenteinChiefa, &iìa fatta inquifitione del nafcimen-
to,ctà,coftumi,&' vita loro. VI. Che nilfun podi hauer beneficio Ecclc-
iìaftico inanzi quattordici anni? ne goder relTentione del foro, fenon habbia
CCCcc iij
^75^ CONCILIO DI TRENTO Papa Pio Ilir
e 1 3 I => beneficio Ecclefiaftico j o portando ThabitOj & Tonfata , non Cerni a qualche
Lxiii. Chiefa,per commiflìonedel VefcouojO habici nel Seminano, o in Scola, oue-
ro Vniuerfitàjcon licenza del Vefcouo. Et intorno a' Chierici maritati s'ofTer-
ui la conftitutione di Bonifacio ottano , con conditione, che quel li parimente
feruino alla Chiefa in habito & Tonfura,per deputatione del Vefcouo. VII,
Che , quando il tenera ordinatione,tutti fiano chiamati il Mercordi inanzi al-
la città,*5^ ila fatta diligente inquifitionej&effaminediloro dal Vefcouo» con
affiftenza di chi gli parerà. Vili. Leordinationinonfiano tenute , fenon
ne' tempi llatuici dalla legge, nella Ghicfa Cathedrale , prefenti li Canonici:
&, quando fi tenera in altro luogo della Dioceil il faccia nella Chiefa più de-
gna,& prcfcnte il Clerp:ognuno ila ordinato dal proprio Vefcouo,& a niifuno
lìa conceifo ordinarfi da altro,fenon con lettere teftimoniali del proprio. IX.
Che il Vefcouo non poiTa ordinar un fuo famigliare non fuddito , fé non haue^
rà habitato con lui tre anni,& conferendogli immediate Beneficio. X. Nilfun
Abbatco akio PrelatOjpoflTi conferir la PrimaTonfura,o gli Ordini minori,fe-
non a iudditi loro Regolari : ne quefti,o altri Prelati, Collegi), onero Capitoli»
pedino conceder lettere dimilforie a' Chierici fecolari, per riceuergli Ordini.
X l. Che gli Ordini minori fìano conferiti a chi intende la lingua Latina , &
con interpofitione di tempi tra l'uno de l'altro : & eifendo quelli, gradi agli al-
tri,niirunlìa ordinato, fenon vi fiafperanzachepoflìdiuentar degno degli Or-
dini facri>& dall' ultimo d'eilì minori s'interponga un'anno al Subdiaconato;
fé dal Vefcouojper utilità della Chiefa,non farà giudicato altriircnti. Xll. Nii-
funo fia ordinato al Subdiaconato inanzi anni ventidue dell' età, ne al E>iaco-
nato inanzi anni ventitré, ne al Prcfbiterato innanzi anni ventifei: ne da que-
llo fiano elfenti gli Regolari. X 1 1 1. Che i Subdiaconi,& Diaconi,fiano pri-
ma efperimentati negli Ordini minori , 6>c fperino di poter viuer' in concinen-
2:a,fei nino alla Chiefa,allaquale fono applicati i Se riputino molto conuenien-
te il riceuer la Communione la Domenica,&: i giorni folenni, quado miniftra-
no all' Altare. I Subdiaconi non pallino a grado più alto , fenon eifercita-
ti per un anno nel proprio ; ma, per virtù di qual fi voglia priuilegio , non
fìano dati doi Ordini l'acri in un giorno. XIV. Al Prcfbiterato non ila
ordinato , ienon farà Diacono, elfercitato nel miniftcrio , almeno per un'
anno , & trouaro idoneo ad infegnar' il popolo , £>z amminiflrar li Sacra-
menti : & habbia cura il Vefcouo , che quelli tali celebrino almeno la Do-
menica Se felle folenni : &,hauendo cura d'anime, che fatisfacciano al lo-
ro carico : 5c fc alcuno farà ordinato agli Ordini fuperiori, inanzi gli infe-
riori , il Vefcouo poifi difpenfarejfe vi farà caufa Icgitima. XV. Che fé ben
li Prcti,neirordinationc,riceuonopote{làd'airolucr da' peccati : però niifuno
può udir le Confeflìoni, fenon ha beneficio Parochiale,o fia dal Vefcouo ap-
prouato.XVLChe niifuno fia ordinatOjfenza elfer' afcritto a qualche Chiefa,o
iuogo pio,pcr eflcrcitar il miniilerio di quell' Ordine: & fé abadonerà il luogo»
séza cóieglio delVefcouo,gli fia prohibito il minifterio:& nilfun chierico fore-
fìiero fenza lettere del fuo Ordinario/ia ammeifo all' cifercitio del minifterio.
XVIL
APA Pio mi. LIBRO OTTAVO. 759
^ VII. Per ritornar in ufo le foncioni degli Ordini dal Diaconato > fino al
[Iftiariatorche ufate dal tempo degli Apoltoli, in molti luoghi (bno incermeirc.
ccio non fiano derilejcome.otiofe dagli Heretici; quei miniftedj aonilano
irercitati,renon dachihaucràriceuuto quegli Ordini, & li Prelati rcllimirca-
o quelle fontioni: ficaie per gli ellcrciti) degli Ordini minori non haueranno
Chierici continenti,ne riceuino de' maritati;purche non fianobigamij&ncl ri-
manente llano atti a queir elfcrcitio.
L'ultimo capo fu > per l'inftitucione de' Seminari). In quello e ftatuitojche
gniChiefaEpifcopale habbiaun certo numero di putti, che fiano educati in
;n Collegio appreltb la GhiefajO in un altro luogo conuenientc:fiano almeno
l'anni dodici,& di legitimo matrimonio,fiano dalVefcouo diftribuiti in claflì>
ècondo il numero,età,«5i progreifo nella difciplina Ecclefiafl:ica:portino l'ha-
>ito,&:laTonfiiraiattendino alla Grammatica, Canto, Computo Ecclefiafti-
o,alla Sacra fi:rictura,a leggerle homilie de' Padri,iraparar li riti & ceremonie
ie'Sacramenti,& ropratutto,quello che appartiene ad udir le Confeflloai. Et
)cr far quefte fpefejdouc vi è entrata deputata per educar putti, fia applicata a
jLicfto Seminario: &;,per quello di più, che faccia di bi{ogno,il Vefcouo con
juattro del Clero debbino dctraher una portione da tutti li Benefici) della^
>iocefi.,& applicarci Benefici) fem^\ici>èc cofbcingec quelli,che hanno Sco-
afterie,o altro carico di leggere,od infegnarnelkScole del Seminario, o per le
ncdefimi,o per fuftituti idonei: & per l'auuenire le Scolafteric non fiano datcr
'enona Dottori,© Maeftri in Theologia,o in Canoniea.Etjfe in qualche pro-
linciajleChiefe fofiero tanto pouere,che non fipotefle errigger' in quelle Semi-
iario,fe ne ftatuifca uno,o più nella Prouincia: ^ nelle Chiefe di gran Diocefi,.
poflì il Vefcouo,giudicandoopportuno,oltre il Seminario della città, crigger-
[ic uno,o più di ellà,che dependa però da quello della città.
In fincr fu letto il Decreto intimandola futura Seflìone per il fedici di] Set-
tembrejcon eipreflìone di douer' all' hora trattar del Sacramento del Matrimo-
aio,& delle altre cofe pertinenti alla dottrina della fede,delle prouifioni de' Ve-
rcouati,degnità,&: altri Beneficij:5: diuerfi altri articoli di riforma.Durò la Sef-
(lone dalle none fino alle Tedici hore con gran piacere de' Legati , & de' Prelati
Pontifici], che le cofe folfero paifate quietamente,& con uniuerfal confenfo,6£
lodauano fopra tutti il Cardinale di Lorcna,confeiIàndo, che di qucfto bene e-
gli era flato principaliflìma caufa.
Non fu veduto dal mondo Atto alcuno di quello Concilio , più defidcrato, giudlcij foj>ra
quanto quello della prefcnte Seflìone, quando ufcì in luce, per la curiofità che ^"^•''^* -^#0-
ciafcuno haueua, di veder' una volta ckccofa era quella, che haucua tenuto in "^'
contentione dieci mefi cofi gran numero di Prelati inTrento , Se in negotio,.
tinte le Corti de' Prencipi Chriftiani :ma, fecondo il prouerbio sriufcì ftimaro
un parto di monti , & natiuità d'un topo. Non fu chi fapeile trouarci dentro
cofa , che mcritafie non folo opera di tanto tempo, ma nemeno brcue oc-
cupatione di tanti perfonaggi : & hebbero gli huomini, alquanto vcrfati,
celie cofe Tbeologiche, adefiderare^ die una volta folTe dichiarato ? che
700 CONCILIO DI TRENTO PapaPioIIIL
^ i ^ 1 J cofa intendeiia il Concilio perla poteftà ài ritener li peccaciifecondo illcnfo
Lx III. ilio : bqual era fatta una parte dell' autorità iacerdotale, hauendo dichiarato
come intcndclle l'altra: cioè,rimetter li pcccati.Fu da altri ancora letta con ad-
mirationeladichiaratione fatta,chegli Ordini inferiori non foirerojfaluo che
gradi a' lliperiorijóc tutti al Saccrdotio ; apparendo chiaro , per la lettione dell*
antica hiftoria Ecclefiafticajche gli ordinati ad un carico, o minifterio > erano,
per ordinario>perpetuamente trattenuti in quelloi Se era cofa accidentale^ di
raracontingenza,& ufurpatapcr fola ragion di neceflìtà,o grande utilità/miil
trà{lationc,& afccfa a grado più alto. De' lette Diaconi,inftituiti dagli Apofto-
hViilfuno elìcr patfato ad altro gradoj& nella medcfima Ghiefa Romana, nell'
antichità li Diaconi attendendo alle Confefllonide' Martiri, non fi vede che
pairaiTeroa titoli Presbiterali. Eller defcrittal'ordinatione ii S. Ambroiìo in
Vefcouo : di San Gieronimo , &: di Sant' Agoftino,«Si di San Paolino in Preti}&
di S. Gregorio magno in Diacono, fenzache folfero paflati per altri gradi: non
eifer da biatìnar il modo ne' tempi pofteriori introdotto,ma parer marauiglia il
portarlo come cofafempre ufatajcoftando manifeftamente il contrario.
Era giudicato molto Ipeciofo il Decreto, che li minifterij degli Ordini,dal >
Diaconato fino all' Oftiariato , non folfero e(rercitati,fenon da' promoflì all';
Ordine proprio di quelli:ma,pareua cofa aliai difticile da oireruarcche in. nilfii-
na ChiefapotelTero eiler fonate le campane, o ferrate & aperte le porte , fenon
da Oftiarij ordinari] ; ne meno, accefe le lampade,^ candele,fenon da Acoliti,
liquali eirercitaifero quei carichi manuali,afìne di pcruenire al Sacerdoti© :&
pareua un poco di contradittioncl'hauer'alTolutamente determinato>che quei
minifterij non follerò clTercitatijfenon da pcrfone ordinate5& poi commanda-
to a' Prelati,c he li reftituiirero,inquanto fi poteife farlo concommodità,poi-
che,feruando il decreto alTolutOjè ben neccirario,che,doue non fi poUìnohauer
perfone ordinate per eirercitio delle fontioni , fi reftì lenza cirercitargli: &; fé
polfono cirer' elTercitatc fenza Ordini, mancando il commodo,fìpoteuacon
più decoro tralafciar la definitione ailoluta. Nel decreto dell' ordinationede*
Preti, fu giudicato molto conueniente l'hauerciprefcritto quella conditione,
che foifero atti ad infcgnar' il popolo: ma ciò non parerà molto coherente,
con queir altra dottrina,& ufo,chc al Sacerdoti© non fia ellèntiale l'hauer cura
d'anime ; onde liPreti,che fi ordinano,conpenfiero di non riceuerla mai, non
è neceilario che fiano atti ad infcgnar' il popolo.Etrairegnar,per conditione,
necelFaria negli Ordini minori,il laper la lingua Latina, diceuano alcuni, che
era un dichiararli di non cifer Concilio Generale di tutte le nationi Chriftiane:
nequefto decreto poter' eiler' uniuerfale,& obligarle nationi d'Africa,& d'A-
flaj& di gran parte d'Europa,doue la lingua Latina non ha mai hauuto luogo.
In Germania fu affai notato il fefto Anathematifmo , che fa un' articolo di
fede della Hierarchia, voce, &fignifìcationealiena,per non dir contraria alle
Scritture diuine,& all' ufo dell' antica Chiefa;&: voce inucntata da uno,feben
di qualche antichità>che però non fi fa bene chi fia:& quando foile,c he delri-
manente è fcrittor hiperbolico, non imitato nell' ufo di quel vocabolo,ne de-
gli
Papa Pio ini. LIBROOTTAVO. 761
- gli alcri di Tua itiuentioneda alcuno deli'ancichkài&jchcfeguendolo ftile di ci:> lò
p3iiarc,&: di operarcdi Chnfto Noftro Signore j & de' Santi Apoftoli, & dell' Lxiir.
antica Chiela,conaeniua ftaruii-c non una Hierarchia, ma una Hicrodiaconin.»
o Hicrodulia: & Pietro Paolo Vergcrio, nella Valtelina,faceualoggctto delle
: fue prediche quefte,& altre obiettioni,contra la dottrina del Conciliojuarran-
do anco le contentioni, che erano tra li Vefcoui , de dcrrahendo a tutto quello
che potcua, non folo con parole,ma anco con lettere, agli altri Miniftri Prote-
ftanti,&: Euangelici,lequali erano anco lette a' popoli nelle lor Chiefe.Et quan-
tonquc il Vefcouo di Como>per ordine del Pontefice , & del Cardinale More-
ne , facellè ogni opera , etiandio con qualche modi aflaiftraordinarij,per farlo
partir da quella regione,non potè mai ottenerlo.
Ma,intorno al Decreto della Reiidcnza,>dellaqual materia, ognuno ragio-
naua5& afpettaua qualche bella riiolutioncpoiche già tanto fé n'era parlato.
Se tanto fcritto,parendo in quei tcmpi,che nilfuna cofa folfe più in voce di tut-
ti; infine fi folle per decifione di controuerfia, prononciato quello, che atutti
sra chiaro,cioè,eircr peccato non refcder fenza caufa legitima,quafi chenon fia
per legge naturale chiaro,&euidenteatutti,peccar' ognunojche fi aifenta dai
filo carico,fia di che genere fi voglia,fcnzalegitima caufa.
Il fuccelfo di quella Seflione leuò la buona intelligenza , che fin all' hora spagmalìmal
sra ftata trai Cardinale ài Lorena, &liSpagnuoli ; liquali i\ doleuanod'ef coutenti diLo-
fcr ftati abandonati nella materia dell' Inftitutione de' Vefcoui , &c della ''f""'" ^<"'<^^'-
Rcfidenza, nellequali egli haueua innumerabili volte atteftato , che Tenti- '*"'
la con loro , Se promelfo d'operare efficacemente per far decretare quell'
opinione , fenza rimetterfi per caufa alcuna. Aggiongeuano , d'eller fenza
peranza di vederlo coftante in altre cofepromeire da lui , & che era (lato gua-
dagnato dal Pontefice,con la promelTa della legatione di Francia, &: altre cofe
ìi poco fuo honore. Et egli , dall' altro canto. Ci giuftificaua, dicendo , quelP
Dblatione eilergli ftata fatta , per metterlo in diffidenza con gli amici fuoi,
illaquale egli haueua rifpofto , di non voler dar orecchie > fé prima non
*ra fatta la riforma in Concilio. Ma , con tutto quefto , non era cre-
duto , che egli doueife perfeuerar nei medefimo parere meno in quefta
nateria.
Mali Legati ,defiderofi di venir prefto ai fine dei Concilio, noncofi tofto {£e^atì prttU
ìnica iaSeffione , propofero di facihtar' il rimanente, che, quanto alla materia ^j/<t»o k ma-
Iella fede,era,le Indulgentid'Inuocatione de' Santi,&: iil'urgatorio.Et a que- ferie in Con*
\o effetto eieirero dieci Theoiogi,doi Generali de' Frati , & doi per ciafcun "^"*
?rej.icipe;cioè,doi delPapa,doi ài Francia,chepocopiùrimaneuanoaitrettan-
i di Spagna, «Se di Portogallo ; dandogli carico di confiderare, in che modo fi
x)te(rebi:cuemcnte confutare l'opinione de' Proteftanti in tal materia.Et chc>
:i(oluti eflìjfi proponcficro in Congregatione generale li pareri loro,fopra qua-
li fi formalFcro fi Canoni nel medefimo tempcche fi tratterebbe dei Matrimo-
nio ,per venir prefto a capo delie materie , lenza udir iedifputede' Thcologi, .
Jome s'era fatto per il tempo addietro.
DDDdd
7<5z CONCILIO DI TRENTO Papa Pio 1111,
Iti materia delle riforiTia>trattaroiio col Cardinale di Lorena,con gli Ambal-
ciatori Imperiali>& di Spagna, fé fi contentauano che iiproponelTe anco della
riformade' Prencipi,daqaalihaULico parola, che era cofagiuftaleuar gli abufi
douLinqiie foircro , fecero metter' infieme tutti li capi, con penfiero di decider
e t^mbxfc tutto quello,che reftaua in una fola Sellìone. Ma,all' Ambafciator Spagnuolo,
SfAgnuolo vt pgj. j- ^-ifpgdt-j delfuoRè , queir acceleratione non piaceua,&:comminciòad
jtojìpmmi atrrauerfarui molte diffìcolcà.Primieramente propotcche era ne celiar io,inan-
zi il fine del Concilio,far' opera,che li Proteftanti vi interueniirerojallegando,
che vana farebbe la fatica fatta, quando che li Decreti non foirero da loro ac-
cettaci:ne,eirendoci fperanza,che,renza interuenir in Concilio , gli accettalfe-
ro.Alchehauendorifpofto li Legati, che il Pontefice haueua dal canto luo in
ciò fatto tutto quello,che fé gli conueniua,hauendo fcricto Ietterete mandato
anco Noncij efprellì a tutti,che niente di più fi poteua fare>per render chiara la
loro contumaciajreplicò il Conte,di non richieder che ciò fi facclfe a nome di
SuaSantità,eirendo chiara cofa,che hauerebbe feruito non a fargli venire; anzi
ad allontanargli maggiormente;ma,che foifero ricercati a nome del Concilio,
con quelle promeire,che foifero fiate conuenienti, adoperando l'interceflìonc
dell' Imperatore. A che hauendo per conclufione dettoli Legati , d'hauerci fo-
pra confiderationcne diedero conto al Ponteficcaccio potelfe operare in Spa*
gna,cofi,per diuertire fimiliragionamenti,come,per perfuader'il fine del Con-
cilio.RicercòancoilConte,cheliTheologiparlaireropublicamente,fecondG
il folitojfoprali particolari delle IndulgenzcSc altre materie,& fece ufficio co
Prelati,che non fi mutalfe modo di procedo:, & non Ci leualTe la riputatione ai
Concilio, con tralafciard'eiraminar quelle cofe,che più delle altre ne haucua?
no bifogno.
^cfce »7 Papa DcUequali cofe tutte il Pontefice auifato,fi perturbò affai, hauendo hauuto
maalil^- ?^^^^^ ^^^- Luigi d'Auila,&dal Vargas,AmbafciatoridelRè apprelFo fe,ch€
bafc.di spA- ^Liella Maeflà (i contentaua che fi venilfe afine del Concilio. Et, lattigli chia-
^a, mar' a fe,fece grauiflìma indoglienza per la propofitione del Conte. Et prima9
per conto d'inuitar li Protcflanti, dilfe , Che nilluno più defideiaua ài ridurgli
alla Chiefa che lui:eirerne indicio quello, che da' Preceilbrifuoi era flato per
quaranta anni operato,& da lui,con mandar Noncij efprefTamente a tutti loroi
non rifguardando le indegnità,a che fottoponeua fe,& la Sqòq Apoflblica : che
haucua>adoperato l'interpofitione dell' Imperatore^ gli offici) di tucti li Pré-
cipi Carolici : eifer certificato , che l'induratione loro è volontaria, delibe-
rata» oc oflinata: &perc)douerfipenfar , non piùcome ridurgli , elfendo
impoflìbilc 5 macomeconferuargli obedienti. Mentre che vi fufcintilladi
fperanzadiracquiflarli perduti , ricercaua il tempo che fifaceire ogni opera
per raddolcirgh 3 eflinta tutta la fperanza , era neceiFario , per conferuarli
buoni 5 fermar bene la diuifione , & render le parti irreconciliabili l'unaa
l'altra: che cofi comporcauanolirifpettidelloro Rè, chefitrartaire : ilqual
fi farrebbe tardi accorto , che cofi è necefTario fare, quando haueire temporeg-
giato nella Fiandra , & hauefTe uiaco termini ài mediocrità. RifguardafTe il
Re,
Papa Pio mi. LIBRO OTTAVO. 7<5?
Rc,che buoni effetti erano nati dalle fcuere ciTecutioni fatte nel fiio ingrelTo in
Spagna, doiie Tehauelfe lentamente procedutoj&pcnfato adacquiftarlagra-
tiade' Pioteftanti,pcr acquiftar la loro bencuoienza col dolce procedere, fen-
tirebbe di quegli accidenti , che fi vedono in Francia. Pafsò adolerfi,che il
Conte ancovcTlcflrGprercriuere il modo d'elTaminar le materie di Theologia,
& determinar effcquando follerò ben digefte. Infine ii querelò, che da loro gli
folfe ftato promelfcche il Rè fi contentauache il Concilio fi finilTe, & pur gli
uffici) del Conte tendeuano al contrario.Et hauendo gli Ambafeiatori Icufato
il Conte , Se foegiontogli , Elfcr veriflìmo quanto detto gli haueuano della vo-
lontà del Rè circa il fine del Concilio ,moftrc) reftar fodisfatto , quando eflì fi
contentallero che lo dicclTe doue giudicalTe di bifogno. Alche confentendo ef-
{i,ilPapaordinòalNoncio Tuo in Spagna di farindoglienzacolRè, & ^iigl^' t"' {^^^^^^^^
che non fapeua penetrar la caufa,pcrche gli Ambafeiatori di Sua Maeftà m Ro- ^^ ^^«0»/?»/?
ma,& aTrentOjparlalfero diuerfamente : .S^, quello che più importa, facendo e-
gli tutto'l poflTibilc per compiacerglijdall' altro canto folfe contra operatojper-
chcelfendo il Concilio in piedi,egli veniua impedito di far molti fauori «S^ gia-
de a Sua Maeftàjchcfe per le cofe lue di Fiandra, ouero per gl'interefli dell' im-
peratore in Germania,defideraua dal Concilio alcuna cofa , poteuabcn dall' e-
fperienza elfer certo , quanta difficoltà vi folfe di ridurre alcuna cofa a fine in
Trento: che da lui fi poteua promettere ogni cofa^Sc chegià ha deliberato, fi-
nito chefia il Concilio , di mandar in tutte le Prouincie per ^roueder a bi-
fogni particolari di ciafcuna , doue che in Trento non fi pollòno far fenon
prouilìoni generali , che haniip infinite difficoltà per accommodarfi a ciafcuii
luogo. , j. •/.
Ma gli uffici) , che il Conte faceua co' Prelati in Trento, partorirono di dimfiom m
uifione , defiderando alcuni , che quelle materie foCero difputate elfatta- ^JT ;f°f *•
mente , maffime che da' fcrittori Scholaflici di quelle era ftato parlato o l^^pmifiu^
poco , o niente : & che delle altre cofe , trattate nella Sinodo , vi erano ,8;
decifioni , o d'altri Concili) , o de Pontefici , o concorde parer de' Dot-
tori : ma , in quefte materie, le cofe erano ancora tutte in obfcuro , &: fe-
non folfero ftate ben pofte in chiaro , s'hauertbbc detto il Concilio hauer
mancato nelle cole più neceflarie. Altri diccuano , che , fé nelle cole già
decife s'erano attrauerfate tante difficoltà , & contentioni , quanto mag-
giormente fi potcua temere ,' che in quefte , piene d'obtcurità , doue non
vi è lume a baftanza , moftrato da' Dottori , fi potefle andar' in infinito,
hauendo quelle materie larghiflTimo campo , per molti abufi , entrati , afi-
ne di cauar danari per quei mezzi ; & per le difficoltà , che nalcercbbono
nell'intcrpretatione delle Bolle ; 8c maflìme , per le parole , che in alcune
s'ufano , di pena , & di colpa : & del modo , colquale polfono le Indul-
genze elfer pigliate per li morti : però , che di quelle , & della veneratio-
ne de' Santi frpoteua trattar folamente dell'ufo , tralalciando il rinjanen-
te: Se del Purgatorio, con dannare l'opinione degli heretici: altrimenti, era
un non voler mai veder' il fine , ne yenit' a rifolutione di qucfta diffitohà.
PDDdd ij
e 1-3 I
LXIII
èfammeàe
Canoni dd
Matrimonio:
7Ó4 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio Illl.
Mentre quedi vari) parcàandauano attorno fopra quelle materie riferuate per ,
ultime , delibeiatono li Legati d'cipedir quella dei Matrimonio , con diircgno
d'abbrcniar il tempo della Seflìonc , «3^: tenerla al più longo a' diccnouc d'Ago-
fto:ilche anco piaccua molto al Cardinale di Lorena, ilqualc, hauendo hauuto
nfpoftadi Francia,che douelfe fatisfar' al Pontefice con l'andar a Roma, hauc-
uarifoluto di farlo in fine del mefejqiiandoperò la Seffione folfe celebrata. E--.Ì
gliperilverojeracoftrettoareftringerfi colPontefice,&;co' Tuoi, non folo pei:
gli ordinijda Francia riceuuti,ma ancora perche grimperiali,&: Spagnuoli,era-
no entrati in qualche diffidenza di lui>per le cofe fucccire nel trattar la materia
della precedente Sefiìone.
Addi ventidue Luglio furono dati fuori gli Anathematifmi , poco differenti
dal modo,colquale in fine reftarono poi ftabrliti : la maggior varietà fu , che fi-
no all' hora non fi erapenfato aquello,cheè quinto in numeroxSc danna lidi-
uortij conceffi nel Codice Giuftiniano : ilqual Anathematifmo fu aggionto ad
inftanza dei Cardinale di Lorena , per opponer a' Caluinifti , & dannar la loro
opmione:fuperò facilmente riceuuto, perciTer conforme alla dottrina Scola-
ftica,<3s: Decreti Pontificii- Ma in quello,doue fi tratta del diuortio,per caufa
d'adulterio s'haucuano aftenuti li formatori de' Canonia d'ufar la voce d'Anvi-
themajhauendorifpetto di dannar quell'opinionclaqual Rt di Sant'Ambrofio»,
& ài molti Padri della Chicfa Grecaicon tutto cio>hauendo altri opinione che
quello foiTe articolo di fedc,&: a qucfto confentendo quafi tutti i voti de' Padri»
fu riformato il Canone, con l'aggionta dell' Anathema, dannando chi diceilè»
che,per l'adulterio^fi dilfolua il vincolo , & che l'un congiugato , viuendo l'al-
trojpoffi contraher un altro matrimonio : ilqual Canone riceuette poi una al-
tra mutatione,come a fuo luogo fi dirà.
Nelle Con^regationi feguenti fi fpedirono facilmente quanto alle cofepro-
pofte,ma quafi tutti li Prelati trapalPauano da quelle a parlar de' Clandeftinijfe
ben non era ancora ne il luogo, ne il tempo : &c già incomminciaua a fcoprirfi
la dilterenza d'opinioni in quel la nrateria.Neila Congregatione de' ventiquat-
tro la mattina , furiceuuro il Velcouodi Cortona , Ambafciator del Duca di
ricettlom d'un Fiorenza. Egli feceunbreue ragionamento della deuotione del fuoPrencipc
TFiorm"f-' vcrfolaSedf Apoftolica,& offerì obedienza,.^ x^auorealla Sinodo : & gli fu ri-
richiefta^' ^P^^o» conrendimentcdigratie. Nella Congregatione della fera gli Amba^
Francefifcr fciatori Francefi fecero legger' una richieftaa nome dà loro Rè, che da' figli di
i'annuUatione famiglia , fenzaccnfenfo de' Genitori , non poffiefier contratto matrimonio»
dcmAirimjmj ofponrali:laquaicofa,re da' figli folfe tentatasrcflalfe inpoteftàde'raaggioriir- ;
e/ "»'•• ritarcouero conualidar' il conrrattcfccoudo che a loro folle piaciuto:Ó:queir
ifteiTo giornojfurono auifati \i Padri di dar' in nota a' deputati gli abufi oiferua-
ti da loro in quella materia del Matrimcmio.
Finiti li voti fopra gli Anathematifmi, furono propofti doi articoli : vno, fé
eraifpedientc promuouerpcrfone maritate agli Ordini facri:i'akro,la irritatio-
ne de' Matrimoni) clandeilini. Fu dato il voto breuemente da tutti li Padri fo-
pra il primo articolo > concordemente alla negatiua j fejiza metterci alcuna -
difficol-
tonfenfo mi
Celibato de
Chierici:
APA Pio im. LIBRO OTTAVO. 7Ó5
/ificokà : & rArciuefcouo di Praga,& il Vefcouo di Ciiiquc Chicfe:, che pio e j 3 10
ArM3.no il parlarne più penfatamente, a pena furono uditi. Noncofìpafiòla lxiii.
lareria de'Clandcftini, ma furono cenrrentaiei che approuarono l'annulla- dijfenjkne ne
lonccinquantafette chccontradiiltro, 5: dieci che non volfero dichiarare. ''"^**''>»o»p
ccondo l'opinione della maggior parte , fu formato il decreto, che, fé ben li '^''""^"■^'"'^
latLimouiclandcftini fonoilativeri matrimoni, mencrelaChiefa non gli ha
.•rit.iti,(Si però la Sinodo condanna di Anathemachi fcnte incontrarioinondi-
lenojla Chiefagli hafemprcdeteftati. Horajvedendo gl'inconuenientijdc-
nminajche tutte le perfone, che per l'aiiucnirecontraranno matrimonio, o
confali, fenza la prefenza di tre tcftimoni almeno, fiano inhabili à contrahcr-
li,&perc) l'attione, fattada loro, iìa irrita, &nulla:& dopo quello, fcguiua un'
Itro dccreto,doue erano comandate le denonciccon condulìone, che, eiTcn-
0 nccefsità di tralafciarlcil matrimonio fi potefse fare, ma in prefenza del Pa-
oco, & di cinque tcftimoni almeno, publicandoledenoncie dopoi, con pena
ifcommunica achicontrahe{re altrimenti. Ma quel gran numero, che vo-
ciLia annullar li Clandeftini , era diuifo in due parti , fcgucndo l'una l'opinione
.1 quei Theologi, che concedono alla Chieia potcftàd'inhabilitarleperfone:
k raltra,quelli dell' irritar il contratto. Ne' medefimi Legati vi era dirfcrenza
1 opniione. Morone fi contentaua d'ogni deliberationc , purché fi elpedilfe.
/'armienfeerad'opinioncche la Chieia nonhaueirepoteftàalcimafopra que-
to,& chefidoucllèro hauer tutti li matrimoni, col confenfo de'contrahenti in
|ualonque modo celebrati,per validi. Simoncta diceua, che, quel diftmgaert
1 contratto del matrimonio , «Se darpoteftàalla Ghiefafopra quello, uonfo-
n-a qucfto,gli pareuadiftintionfofiftica,& fabricachimericai oc inclmauaaf-
"aialnonfarnouità.
Sopra gli abufi del Matrimonicda molti Prelatifumeifoinconfideratio- entgCmptdt-
ie,che le caule d'impedir li matrimoni,&hauergli per nulli, etiandiocontrat- >»"'"dd m»-
i,erano tante,& cofi fpeilo occorrenti,che rari matrimoni erano non foggetti ^""""*"'->
id alcuno di quefti difetti: & qucllo,chc più importaua, le perfone, ignerante-
nentco non fapendo la prohibitionco ignari del fatto, o per obliuionc , con-
•raheuano;ne' quaUdopo,rifaputalavcrità,naiceuano innumerabili perturba-
ioni,&: fcrupoli,6c anco liti,^' contentiom fopra lalegitimità della prole,&: le ^^^ ^^ compra--
loti ancora.Era allegato particolarmente l'impedimento delia cognatione,chc tUhiy
lel Battefmo fi contrahcper abufo grandiffimojpoiche in alcuni luoghi erano
inuitati venti & trenta huomini per compadri, & altrettante donne per com-
madri, tra quali tutti, per la conftitutione Ecclefiaftica,nafce fpirituaicognc.-
àone, .Si^ben fpclfo non conofcendofi tra loro, occorreuapoichefi congion-
gelTcro in matrimonio. Molti erano di parere,che quefto impedimento onni-
namente fileuaife, non, perche da principio non folfeftato con buone ragioni
inftituito : ma, perche efsendo celiato in tutto &; pertutto lacaufa dcli'infti-
tutioneyioueua per ottima ragione cefiar l'effetto. Confiderauancchc ali' bo-
ra, quando quelli che prefentauano i fanciulli al Battefmo , & gli leuauano dal
fonte, erano fideiulToriappreiro alla Chiefa delia lorfede futura , (Scperò obU-
DDDdd iij
7^0 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio un
gatiadinftmkgli, conueniiiacheper catechizzargli, fecondo deueniuanoca
paciiconueilallèio frequenremenre,& familiannence con la cieatiirabattezata
co' genitori di lei>& tra loro fideiulTori ancorala onde nafceua tra loro certa te
lacionclaqualc eragiufta caufaichefoirehauutainriiierenza, & prohibiirel:
congiontione congiugale,come tutte le altre.a quali fi debbe riuerenza portate
Ma , ne' feguenti tempi > quando totalmente l'ufo haueua abolito tutto quello
che era di reale, & il Padrino non vedeua mai la creatura fua, ne teneua minina;'
cura dell' inftitutione diquellajceflatalaeaufa della riuerenza,la relatione noi'
doueua hauer luogo.
per li gr^idi Similmente l'impedimento d'affinità , per caufa di foinicatione , annullati '
dafpmiatro^- j^j^ matrimoni fino al quarto grado, elfendo che in fecreto nafce, era cau£j
fo remoth ti'illaquear moki,quali,dopo il contratto , auifati da chi era (lato in caufa, s'eih-
piuanodi perturbationi. Alla parentela ancora, coi! di confanguinità, come
d'aflSnità, era oppofto,che non tenendone le perfone conto, come altre volte i
foleua , ed al prefente a pena nelle perfone grandi fi ha m.emoria del quarte
grado,qucllo il poteua tralafciare. Sopra di che furono alfai difpute, eUendt
opinione d'alcuni, che-, ficomeper tanti centenara d'anni quelli impediment
erano (lati olferuati fino al fettimo grado,& Innocenzo terzo ne leuò tre in uns
volta,reftringendo impedimento al quarto, allegando due ragioni afsai com-
muni,che quattro fono gli elementi,& quattro gli humoii del corpo humano
cofi, adefib vedendofi , che li quattro non fi pollbno otìeruare , fenza molti in-
conuenienti, per più giufta ragione fi poteuano reftringer al terzo:a che contra-
diceuano altri, condire, che da quello fi farebbe facilmente pafiàto amaggioi
reftrittione,&. finalmente venuto a quella del Lenitico, che farebbe flato un fo-
mentar l'opinione de' Lutherani,concludendo,cherinnouarefofrepericolofo:
& quello parere dopo molto efsamine, prcualfe. Erano alcuni di parere che
l'impedimento per fomicatione,eirendo fecreto, fotfe leuato totalmente, &
quella ancora non potè preualere,vedendofi l'inconuenientcperche molte co-
le,prima fecrete,fi palefano dopo.
Moki fentiuano, che in quelle prohibitioni non fi facefse nouità alcuna,ma
benché folfe concciTa a' Vefcouila facoltà di difpenfare; & difendeuano che
quella llaua meglio commelTaàlorojche alla Corte, poiché elfi fopra il fatto
hauendo più chiara cognitione de' men!:i,& deild caule ,poteuano eifercitar più
giufta diftributiua: che la Corte di Roma dà le difpenfe a perfone non ceno-
fciute,& che fpelfo anco le impetrano con inganno, 3c non vi può metter di-
lio-cnza per la lontananza de' paefij fenza che riceuendo il mondo fcandalo per
^ l'opinione che nonliano date,(enon a chi ha danari, farebbe leuata quell' infa-
mia. I Spagnuoli, Se i Francefi, s'aftaticauano con grand' efficacia per quefto»
ma ctI' Italiani diceuano,che da loro era ciò procurato, per volerfi far tutti Papi,
gc per non voler riconofccr la Sede Apoflolica, Se che era utile la difficoltà di
mandar aRoma , & negotiar Tefpeditione con qualche fatica , & fpefa, per-
che a quePco modo pochi matrimoni erano contratti in gradi prohibiti.
Ma> quando colconcedei: la poteflà a' Yefcoui, fi folle facilitato , in bre-
uifTimo
^paPioIIII. libro ottavo. -Ci
{lìmo tempo le prohibicioni farebbono andate in niente» & i Lutherani Iia-
■rebbono guadagnato la loro opinione : anzi, per qiicfta caufa, fu incli-
itione qiialì commune, di decretare che nilTun foflTe dil'penfato dalle pro-
ibicioni 1 fenon per urgentiflìma caiifa ; nelquale parere entrarono an-
) quelli , che non haueuano ottenuto facoltà per li Vefcoui: parendogli
Ter più decoro Epifcopale , fc quello, che a loro era vietato, non folfe ad
tri concelfo. Infine di molti dii'corfi, nellcCongregationifu rilolutodi
ftringcr la parentela fpirituale , l'affinità per li iponfali, &; per la fornica-
one , & regolare anco le difpenfe tra li termini che lì dirà , recitando li De-
ceti.
Hebbeunpoco dicontraftoilnonocapo , doueèprohibito a fupcriori di eperhcofìret-
jftringerliludditicon minaccie,&:pene,acontrahermatrimoni:ilqualcom- *^'^'''.-/?*^*''^"
rendeua fpecificatamente l'Imperatore, & li Re. Fu oppofto da Gulielmo^" "'"' ■
lalTador, Vefcouo di Barcellona , che non era da preluporre ne' Prencipi
tandi, che s'intromettelTero in matrimoni , fenon per grauiffimecaufe , Se
er ben publico. Che le minaccie, & pene, all' bora fono cattine, quan-
0 s'adoperano contra l'ordine della legge: ma li precetti penali alla legge
Dnformi, ellèr giudi, & non poteriì riprendere. Se cafo alcuno vi è (diccua
gli) nelquale il fuperior poflì commandar un matrimonio giuftamente ,puo
lieo coftringere con mandato penale à celebrarlo : elfercola decifa anco da'
'heologi, che il timor giufto non caufa attione inuolontaria. Voleua egli,
he le caufclcgitime follerò eccettuate, & che il Decreto folfe formato, iì che
omprendeifc folamente quelli , che coftringono contra il giufta. Se contra
ordine della legge: poter' occorrer molti caii,in quali la neccflìtà del ben pu-
lico ricerchijche un matrimonio fìa contratto, in quali farebbe contra le leg-
idiuine,& humanc, dire,cheil Prencipenon potelle&: commandarlo, & co-^
;ringer à contraherlo. A quella ragione aggionfe per elTempio , che del
i. D. LVi. a due Gennaro , Paolo quarto fece intimar un monitorio à D.
«iouanna d'Arragona , moglie d'Afcanio Colonna , che non maritallè al-
ane delle figlie, fenza licenza fuai Se fé altrimenti facelFe, il matrimOT
io folfe nullo, fé ben folfe anco dopo confummato. Che da quel Pa-
a intelligentilTìmo , & di prouata bontà, non larebbe ftato fatto, quando
Prencipi non haueirero facoltà, per rilpetto di ben publico , di maritar li
additi.
Nel ponto, del non far mentione de Prencipi, fu fcguito da molti, & lìleuc>-
[ nomed'Imperatore,Rè,.5c Prcncipe:ma del rimanente hebbegrandiffima re-
•uganza.con quella fola ragione, che il matrimonio è cofafacra, &chela pò--
ella fe.colare non può hauerui fopra autorità; Si che quando pur vi lìa caufa le-
;itima, per quale alcunopoffi elfer coftretto à matrimonio, quello non può.
iTer fatto, fenon con lapoteftà Ecclefiaftica. Ma la narratione del Monito-
io di Paolo eccitò gran fufurro nella Congrcgatione , Se dopo diede mate-
ia adifcorlì varij. Altri diceuano,che ciò fu fatto dal Papa , non come
'rcncipe, ma come Papa, & chchaueiia ragione di farlo jcirendo Afcanio
7ÓS CONCILIO DI TRENTO PapaPioIII]
~~c i 3 i^ Colonna Tao ribrUc;^^ non volendojche co' matrimoni) delle figlie acqiùftal
Lxii^. Te nuoae adhcrcnze, colfaiiordcllcquali fi confeimade nella contumacia. Al
tri diccaanojcheil papa,comc Vicario diChrifto,nó ha ribelli per caufe tcm
porali,& che non farebbe ben fondata opinione di chi penfalFe, che il Papa,pe:
autorità Apoftolica, pofTì annullar matrniionij, altrimenti che per via dileggi
o Canoni miiuerfali j ma non fopra petfone particolari, che di ciò non fi addur
rà mai ragionane fé ne trouercbbe altro eifempio. Erano anco di quelli , ch<
negauanopoterfifiir fondamento fopra fimili attionide'Papi, lequali più to'"
fto moftranojfm doucfi può giongerecon l'abufo della poteftà, che doues'e''
ftenda l'ufo Icgitimo di quella.
e domeflici Non minor diflicoltà fu > perche quel Decreto s'eftendeua ancora a padri!
madri,& altri fuperiori domefticijche codringeifero li figli , & altri loro creati " '
&feminemaffime,acontraher matrimonio : &;era conlìderato, che il venirci
fcommunica^in cafi di quella forte,cracofa molto ardua:&tuttauia non mah
cauano d'infifterin contrario quelli, cheperl'inanzihauenano difefo , li figli-
uoli efser' obligati a feguir il voler de' Padri in quefto particolare.Fu propoftc
temperamento, che , dopo l'haaer commandato fotto fcommunica a' fuperio'
ri Politici, s'aggiongelTe ,che i Domeftici follerò ammoniti ànonconftringe:
li hgli,& figlie, contra il lor volere: ma, ripugnando tutta via li medefimi,ch(
diceuano non elfer giufto Icuar' a Padri la poteftà,che Dio gli ha dato; in finef
deliberò di leuar quella parte a fatta»non reftando il Vefcouo di Barcellona,3<
alcuni pochi della medefima opinione, di dire, che, ficomes'haueua per chia-
ro,o almeno,non fi metteua in dubio l'autorità paterna, & de' fuperiori dome-
ilici fopra li matrimoni, perilche erano venuti in parere di non parlarne; f
doueffe hauer la medefima confidcratione alla autorità de' Superiori Poli-
tici.
Finite le Congregationi fopra ciò , che l'ultima fu il trentun Luglio , s'in-
comminciò a parlar piiuatamente del Clandeftino:&:pcrfeuerando nella pro-
pria opinione l'una e l'altra partcufcirono alcuni con un nuouo parercdicendo
che quella diftìcoltàprefuppone dogma di fede , & però non fi poteua determi-
nare, efsendo contradetto da numero notabile:laqualiopinionepartoriua gran
trauaglio in quelli, che defidcrauanorirritatione, parendo che fofse ferratati»'
talmente la porta a poterla ottenere.
Nacque in qucfti giorni vnadifticoltàsfe ben priuata,afraicontentiofa,pe*^
diffico/tà par- ^^^ haucndo li Padri deputati fopra l'indice , dato da veder l'opera di Bartolo-
*UbroleW^r '""^^^ Caranza, Arciuefcouo di Toledo, ad alcuni Theologi; & queUi haucnd(y
ciuefcouo di referro, che nel libro non fi trouaua cofa alcuna degna di ccnfura , la Con^re-
Tekdo, gatione rapproaòj& a petitione delf Agente di queii' Arciuefcouo , ne fece u-
napnblicafcde. Ma, perche quel libro, & l'autore, erano fotto la cenfura dell'
Inquificione di Spag!ia,ilSecretarioGazdellun diede auifo , & fece querela col
Conte di Luna, ilqual ii dolfc co' Padri di quella Congregatione , & ne ricerca
ritrattatione:ne,inclinancìo eOia riuocar' il Decreto fotto, hauendolo per giU'
fto , il Vefcouo di Lerida , o inolVo dal Conte , o per altra caufa, fi diede a parlar
. contra
UpaPioIIII. libro ottavo. fG^
;onci-a quel Decreto j&biafmarlo, portando luoghi del libro, chcjconfiniftia cio la
nccipretacione j pareuano degni di cenfura : & quello che più importaua, toc- l x n r.
:ando ancoilgiudicioj&Iacofcienza diquei Vetcoui. L'Aiciucfcouo diPra-
;a, come primo di quella Gongregationcpcr diferaproprias^ de' Colleghi,fc- ,
e querela co' Legati jricercando che faceirerodimoftrationc; & proccllando
linon intcruenire '\w ateo publico, fin che la Congregatione non hauefse la de-
ità fodisfattionc. Il Cardinale Morones'interpokj & conciliò concordia,
on quelle conditionijche della fede fatta non fé ne defse altra copia: che Leri-
a dclfe fodisfattionc di parole alla Congregatione>&; in particolare a Pragaj&:
he fi mettelTc da ambe ^e parti il fatto in liientio. Et il Conte di Luna,con pre-
hiercallequali non fi pOtcua repugnarc , hebbe in mano dall' Agente di Tolc-
D la fede, &: in quella maniera fu fedato il romore.
Diedero li Legati fuori agli Ambafc latori li capi di riforma,! quali erano in ì Legm ^fi-
lmerò trentotto (che furono poi diuifijuna parte nella Sefllone immediate ic-^ongmo Agli
iente,& il rimanente nell' altra, per le ragioni che fi diranno) acciò mettelTe- -^^nhajc.^t
m confiderationc quello, che pareua loro, prima che folfero dati a' Padri per *'"^'/^]£"
rlarne fopra. Il Conte di Luna andò pratticando gli altri Am.bafciatori a ^^r'^ "galeri
mandare, che follerò eletti deputati per ciafcuna natione, liquali confideraf- «e//' efminttf
o foprache s'hauefsea riformare: imperoche la modula data.'da'Legati,co-g'».-
sfatta fecondo gì' intereflì Romani, non fi potcua accommodar' agli altri
efi:in che il Cardinal di Lorena, gli Ambafciatori Francefi,&: quel di Por-
yallo, contradilfero, allegando, che poteuaciafcunodiril parer fuofoprali
n propofti,& proporne altri,occorrendo : onde non faceua bifogno dar que-
difgufto al Pontefice &: a Legati, che non poteuano fentir parlar di Natio-
in Concilio: alqual parere accoftandofi anco gl'Imperiali, il Conte fi
rò , dicendo però, che fopra le propofte haueua da far diuerfe confidera-
ni.
IlCardinaldi Lorena confegliò li Legati a facilitar quel negotio, & leuar
tutti quei capi, che fi vedefse non poter paflar fcnza molta contrarietà;
;iongendo,che, quanto meno cofe fofsero trattate, tanto meglio era : del
:moftrandodire{lar con ammiratione il Cardinale Vartnienfe; il Lorena^
;ortofi di quello che era,lo interpellò,fe fi marauigliauaipcrchc non vedeua
ui quel calore, &defiderio di riforma, che haueua moftrato altre volte: Sc
gionfe , nondimeno il defiderio efler' il medcfimo , &c l'iftefsa difpofitione
l'animo ad operarfi con ogni vigore: ma l'efperienza hauergli infegnato, ■
; non folo non fi può f^ar' in Concilio cofa ne perfetta, ne mediocre, ma
: anco ogni tentatiuo in quella materia fia per tornar' in male. S'adope-
mco il Cardinale col Conte di Luna, accio non cercafie di differir la rifor-
totalmente : ma , elfendoui cofa di non intiera fua fodisfattione , fi lafcialPe
mder del particolare, che egli s'hauercbbe adoperato per far che fofiè coir-
ciuto* ìCeJÀrtlàtifh
Gli Ambafciatori Impellali , primi di tutti, il trenti|no Luglio , diedero in "" ^«^<»-hw<^
itto la rifpofta lor,o,ncUaquale primieiamcnte dillero, che, defidcrando uni- L "-SS"*"*? _
770 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio HR
" eiD iD uerfal iriformajnel capo,3c ne' mcmbii,& hauendo letto gli articoli effibiti,har-
LXiii. ueuano alcune cofe aggionre >& alcune notate, & faceuano inftanza, che, fc-
concio quelle folTero corretti, &propofti alla difcuGTione de' Padri. Et perche
C efare, con gli Ambafciatori di molti Prencipi di Germania, rencua Dieta ir
Vienna, per trattar anco molte cofefpettanti al Concilio, fofscro contenti d;
riceuer inbencfchauuto nuouo Mandato da Sua Maeftà, all' auuenire gli pre-
fentairero ancora altre confideratioai-.che per all' bora agli articoli da loro prò-
polline aggiongeuano otto: Che ila fatta riforma del Conclaue in Concilio
{eEÌa,& durabile.. Sia prò bibita l'alienatione de' beni Ecclefiaftici,fenza libc*
tOiSc fermo confenf» del Capitolo: & quello principalmente nella ChiefaRo
mana. Che fìanoleuate le Commende-, iSc.Coadiutorie coti futura fucceffionc
Che lìano riformate le Scole,& Vniuerfità. Che ila ordinato a' Concili) prò ■
uinciali di emendarli ftatuti di tutti li Capitoli j & parimente gli fia data auto,'
rità di riformar li MelTalijBrcuiarij, Agende, & Graduali, defiderando- riformi
non folo de'^Romani , madi quelli di tutte le Chiefe. Che li Laici non fian»
citati a Roma in prima inftanza.. Che le caufe non fianoauuocate dal foro f(
colare all' Ecclefiaftico , fottop^tefto di denegata giuftitia , fcnza. informar
prima della verità della fupplica.Che nelle caufe profane non fianodati Coni
feruatorL I
Et fopra li capitoli da' Legati effibiti, notarono molte cofe ^ parte dellequj
li efsendo di poco momento,è ben tralafciare. Le importanti furono , Che
Cardinali foflero fciclti di tutte le regioni , acciò il Pontefice uniuerfale veng
creato da elettori di tutte le nationi. Che le prouifìoni fopra le Penfloni,R
fouationi,& Rigreflì,abbraccino, non folo le future, ma s'eftendino anco ali
paiTate, Che il bacio dell' Euangelio nella Mefsa non fia kuato all' Imperate
re,& Rè, che debbono defenderlo. Che fia dichiarato , quali fiano li negotij f(
colati prohibiti agli Ecclefìaftici, per non contriidire a quello, che già è deli
berato nel decreto della Refidenza. Che al capò > ài non aggrauar gli Eccic
iiaft ici il eccettui la caufa del fuflìdio contra li Turchi , di altri infedeli. Noi
fu tanto malefla a' Legati quella propo/ìtione, quantonque contenefse co
fé di dura digeftione , quanto il dubio pollo a campo , che dalla Dieta d
Vienna gli douelTe efler fatta qualche ftraordinark dimanda intorno la muta
tione de' riti riceuuti dalla Chiefa Romana , &c relafifatione de' Precetti de tur \
pcjitmo.
ed i Franctfi Addì tre Agofl^ diedero li Francefile loroofTeruationi, dellequali le ef- 1
umilmente: fentiali furono : Che il numero de' Cardinali non ecceda ventiquattro,& nor j
ne fiano creati de' ndoui,finche il prefente numero non è ridotto-aquella pauci-
tà. Siano aiTonti di tuttili Regni, Se prouincie. Non poflìno elFer doi d'u-l
namedefima Diocefi^ie più d'otto d'una Natione. Non flano^minoii di tren-j
taanni. Non poflì eflTeraironto fratello, o nipote del Pontefice o d'alcun^ Cai^f
dinaie viuente. Nonpoflìno hauer Vefcouati, accio aflìflino fempre al Pon-i
y tefice : 3c ei^ndo la degnità di tutti uguale , habbiano anco una ugual' entrai.
' Quantoalla |)luralitàde'beiieficij,nilUinpoflì,hauerne più d'uno, leu^ta la dif-
ferena
Cl5 I^
Papa Pio mi. LIBRO OTTAVO. IIK
fcrenza incognita a' buoni fccoli ,de'Scmplici, adirati. Compatibili; & In-
compatibili: bL chi al prcfente ne tiene molti, ne elegga un folo tra bieue tepo. LXiii.
Che lìaleuataa fatto la Refignatione in fauore. Che non fi debbi piohibir \\
conferir Benefici) a foli quelli, che non hanno la lingua,perche le leggi di Fran-
cia,(cnza alcuna tccettione prohibifcono ad ogni forte d'efteri haucr' ufhcij,ne
Beneiicij nel Regno. Le Caule criminali de' Velcoui nonpoffino eiler' in alcun
-nodo giudicate fuori del Regno,eirendoantichiflimopriuilegio della Francia,
:hc niiruno,nc voi: taricne sforzato,puo eHcr guidicato fuori del Rcgno.Che
i* Vefcoui fia rcftituita la facoltà d'adblucr da tutti i cafì,fenza alcuna cccettio-
ae. Chcperleuarlehti beneficialijfianoleuate le Preuentioni, Rcfignationim
•auore,Mandati,Efpettatiue,& altri modi illegitimi d'ottener Benefici] .La prò-
iibitione,che li Chierici non s'intromettimo inncgotij fecolarhfiaefpiicata ^fi-
:he debbino aftenerfi fempre da tutte le fontioni,che non fono facre, onero Ec-
:lefiaftiche,& proprie al loro Ordine.Quanto alle Penfioni, fiano leuate,& ab-
•ocrate le già impofte. Che, nelle caufe del JuifatronatHi in Francia , non fi parti
lafr antico inftituto,di giudicar in pofrelforio per quellcche è in ultima poiref-
Ì0nej& nel Petitorio per quellcche ha legitimotitolo,o polfeflìone longa.In-
ornoatuttele caufe Ecclefiaftiche non fia pregiudicato alle leggi di Francia,
;hc il Poireiforio fia giudicato da' giudici Regij,& il Petitorio dagli Ecclefiafti-
i,ma non fuori del Regno. Qiianto a Canonici delle Cathedrali,che niuno fia
ironto inanzi trclitacinque anni.Che,quanto al capo continente la riforma de'
>rencipi, prima fia riformato in queftaSelTione intieramente l'Ordine Eccle-
iaftico;& quello che appartiene alla degnità»& autorità de' Rè, oc Prencipi, ha
imeifo ad una altra Seflionefulfeguente , & che all' bora circa ciò niifunacofa
ia decretata fenza haucr prima udito eflì Ambafciatori,che già nano dato con*
o al Rè di queile,& di altre cofe,che haucuano da proponere. Ma, con tutto
Lmetteikro acampocofe cofi ardue, diccuano nondimeno indifferente-
nente a tutti, &: affettatamente, accio fi publicairc, che elTi non hauerebbono
atto molta inftanza, eccetto a quello che tocca le ragioni, oc materia fecolare
lei loro Re-Tiio-GliAmbafciatoriVenetipropofero, che iìc^ipo del lujpatrom- t qutl dlye2
w,fofseaccommodato in maniera, che nondeife occafione di nouitàintor nma^F.onn-
.0 a quelli,che fono di ragione della loro Republica,&: Prencipe.Gli Ambafcia- '^^'^ ^''**'>'^»
6n ancora di Sauoia,^: di Thofcana,fecero le medefime inftanze.
In quefti giorni gli Ambafciatori Imperiali hebberocommifTione dal fuo
>rencipe di far' ufficio, come fecero , co' Legati,che nella reuifione dell' Indice
le' libri nonfifacelTcmentionc de' RccenTi delle Diete di Germania, chefuro-
lo già prohibiti da Paolo quarto. Se l'ordine dell'Imperatore era con qualche
.crimonia, che, in luogo di trattar cofe Ecclefiaftiche, fi volelfc dar forma alla
>olitia di Germania,^ prcftar' occafione a quei popoli, che con tali leggi fi go-
iernano,d'alienarfi contrailloco volercdaltaChiefaRomana.AU' ufficio fatto
lagliAmbafciatorifurifpofto, checlfo VefcouodiPraga,uaodilorQ, cheera
- > della Congregatione, poteua fapere, fé fé n'era parlato, il che fcnon era,la
Vlaeltà dell' Imperatore poteua ripoiare fopra l'Ambafciatorc fuo , ilqual anco
,n tutte le cofccoiicementilirifpctti di fila Maeftà,farebbe faaorito,& daioro,
5: dal Pontefice. EEEce ij
771 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio IIIL
ci3 10 A<ldìfctte,rAmbafciatoreSpagnuolo',prefentòlariiaTcrittura: nèllaqualc
txiii. diceuajreftarfodisfatciiTimodituttilicapij&non elFer per dimandar cofa alca- :
• lo SpagmO" na,mafolo raccordar lamutationc di qualche parole, o accioche fiano meglia :
*?•■ dichiarate>o perche gli paiono ruperfliiej& non neceirarie.Ec toccò quafi cut- n
te le corc>che accrefceuano l'aucoricà a Vcfcoui:moderando le parole in manie- ;
raj chepareualamiitadone noncirerfuftantialejmacheinfatti piùrtoftolare- Ji
ftringeire che aumentairc : fece anco inftanza, che il tratcafse del Conciane, di- li
cendo. Che il Rè Cattolico lo defideraua alFai. Ricercò ancora , che foire dif- i
ferita ad una altra Seflìone quella parte,che toccali Prencipi Secolari :&, dopo t
cffibitalafcrittura, ricercò, che, finito chefolfedi dir'i voti fopra i capi prò- C
pofti da' Legati, volefTero deputar per natione Padri, che raccoglielTero quello f
che parefle loro neceiTario per la riforma delle lor regioni, accio poteffe effcr (
terminato con uniuerfal fodi&fattionc. Rifpofe Morone, per nome di tutti, j
che non poteuano confentir di procedere in altra maniera,che come fin all' ho- (
ra nelle altre materie s'era fatto : fopra di che eflendo dall' una , & l'altra parte i
molte cofe dette-; dal Conte , accennando che il Concilio foife in feruitù; & i
dal Cardinale, indimoftrarla libertà: foggionfe Morone, Chenilfuno potè- \\
uadolerfidilorojche glifoife (lata impedita la libertà del dire:& l'altro repli- j
co » che non poteua credere elTerftata da loro fatta nillunacofa indegna: mane |
meno poteua lafciar di dirgli , che nel Concilio s'era mormorato alfai delle
Congregationi particolari, fatte li giorni inanzi ,& s'era prefuppofto che fof-
fero fatte per cattar li voti : dal che diffendédofi eflì, con dircefler loro officio, 1
nelle diuerfìtà d'openioni , intender la verità , 3c accommodar le^'difFerenzc,
accio le materie trattate fiftatuifcano con unione , foggionfe il Conte, Che
molto bene: ma efifer flati chiamati tutti Italiani, fuorché doi , o tre Spagnuo^
li, &c altrettanti Francefì, che non fentiuano con gli altri delle lor natio» I
ni : fi difefero li Legati , che erano chiamati a proportione i perche erano in ;
Concilio cencinquanta Italiani, & tra tutte le altre nationi non più che fefTan-
ta:di che moflrò reftar fodisfatto il Conte,&; partitOjdilfe a'fuoi Prelati, Che i
Legati, hauendo principiato ragionamento , per moftrar che non fi doueua te-
ner conto di nationejl'haueuano conclufo, moftrando d'hauerne tenuto fem-
pre conto.
cohfvlta fofrx. l\ dì feguente fu confujra tra li Legati & i due Cardinali , per confrtlerar gli
i dftti Jinì' auuertimentidegliAmbalciatori,& per acconciare li capi di riforma in quel
c'^'.'i niodo,che s'haueuano da dar'u Padri:& il modo,che fi doueua tener nel parlar-
ui fopra. Nel che il Cardinal di Lorena, hauendo hauuto nuoue lettere di
Plancia, con ordine, che cgli,& li Prelati Francefìjfauorilfero le cofe del Papa,,
tutto intento a fodisfar li Legati, fu autore che fi rifolueffe di non lafciar votar
fopra tanti capi in un tratto,ma ripartirgli in più volte, fecondo le materie j &»
finita vnapartcdir fopra raltra,& accelerarla SelIìone,lafciandodaparte le co-
fe,che fi trouairero hauer qualche difficoltà, & Concludendo quelle fole , in che
tutti, ©gran parte,conuenifsero; & in particolare,lafciardiproponerjiel prin-^
cipio quelle>doue gli Ambafciatori non conucniuano.
apaPioIIIL ^ libro OTTAV O. - 745 _
Addì undici fi comminciarono le Congregationi,p6r ftabilir^li Anathc- cio lO
natirmi>& Decreti del Mardraonio.FLuractacoropralapropoftadc'Fianccri, lxiii.
li dichiarai- irriti li matrimoni contratti da' figli di famiglia lenza il confenfo Congregattone
le' maggioriti tra li primi voti,vi fu differenza d'opcnioni. Il Cardinal di Lo- ^'^^'Jv^^ '^;
•cna approuaua,allegando li luoghi della Scrittura, iqiiali attribuifcono a Pa- „,;!trimonij
imi maritar li figli>dando glielkmpijdc' matrimoni de' Patriarchi, IfascÒc cUnicHini;
Iacob:aggiongendoui le leggi Imperiali dell' Inftituta5& delCodice,fartepur
da' Prencipi Chriftiani,& di laudatifiìma memoria:adducendo anco un Cano-
ne, fotto nome d'Euarifto ; & un altro del Concilio Cartaginenfe: portati da
Giatiano. Fece narratione d'inconuenienti,che per quella caufa nafcono :&
l'Arciucfcouo d'Otranto, per l'altra parte, tenne parer contrario j opponendo,
che era dar' autorità a Laici fopra li Sacramenti ;& far creder loro, che quelP
autorità d'irritare, fia dependente dallapatcrna, & non dall' Ecclefiaftica : oltre
che, farebbe un decreto direttamente contrario alla Scrittura diuina)laquale
cfpreifamente diccChe l'huomo lafciarà il padre , &: la madre,pcr congionger-
fi con la moglie fua: & quanto agi' inconuenienti,farnenalcer di molto mag-
giori, rimettettendo i figliuoli, in quello che tocca alla cofcienza, all'arbi-
trio de' padri: ^cie un padre mai non acconfentilFe al matrimonio del figliuolo,
^ che elTo non hauellè dono di continenza, fi trouerebbe in grandiflìma per-
plelTìtà.Parlarono ventinoue in quella Congregatione, aventi furono di pa-
rere che fi tralafciafie di trattar quella materia:deglialtri,alcuni approuarono
il Decreto cofiuniuerfalmente ; altri, reftringendolo,quanto a figli, all' età di
venti anni}&: quanto alle figliuole,all' età di diciotto.
In fine della Congregatione gli Ambafciatori Vcnetiani fecero legger una ^J"^"^^ «^
loro dimanda fopra l'Anathematifmo de' Diuortij ; laquale in foftanza conte- toTmddUm'
neua;Che,hauendolalor Republicali Regni di Cipro,Candia,Corfu,Zante, m de Greci
Cefaloniashabitati da Greci , liquali da antichiflìmo tempo coftumano di ri- per^ulteriò:
pudiar la moglie fornicaria,& pigliarne una altraidelqualrito,a tutta la Chiefa
notiffimo,non furono mai dannati,ne riprefi da alcun Conciliojnon era giufta
cofa condannargli in airenza,& non ellendo (lati chiamati a quello Concilio.
Però, volelfero li Padri accommodar il Canone, che di quella materia parla, in
modo, che non facelfe a loro pregiudiciodaqual hauendo li Legati riceuuto, la
fecero proporre, fenza efiaminarla più minutamente :pcr laqualcaufa fi leuò
qualche fufurro tra li Padri:& nella Cógregationefeguente, alcuni d'efli toc-
carono ilmedefimo ponto , replicando l'iftelfo , Che non era giufto dannar li
Greci^non uditi,& non citati.Contra che fi leuò l'Arciucfccuo di Praga,dicen-
do, che quello non fi doueuadire,.3^chccon lacitationc generale di tutti li
Chriftiani s'intendeuano^ffi ancora chiamati dal Pontefice. A quello aggionfe
il Cardinal Varmienfe, che il Pontefice haueua ancora mandato fpecialmcnte
alDuca diMofcouia,iiiuitandolo: ócleben nonfapeua,chehaueirc chiamato
altri Greci in particolarej nondimeno fi doueua prefupporre chefofleinuitata ,,
tutta laNationcetiandio con fpecial inuito: oltre che ballaiia,come l'Arciue-
fcouo haueua dettoji'inciraaiiojie generale : onde li Legati ordinarono al Se^
EÈEec iij
774 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio Ila,
cietaiiojche dalla petitione de'fudetti Ambafciatori fi leiiafle quel paiticolarciè
cioè > che li Greci non fono ftanchiaman:ma,cofi per refpoficionelorojcomcfi
perche tornarono in campo quelli , che hauendo rifguardo all' opinione di?ji
Sant' Ambroficnon voleuano ufat la parola d'Anachema, fu trouaco tempera- 1
mento di non dannar quelli , che dicono poterfi fciogliere il matrimonio petj
l'adulterio , & contraherne un'altro,come$ant' Ambrofioj& altri Padri Greci l
diirero>& gli Orientali coftumano : ma anathematizar quelli, che dicono, la ji
Chiefa fallare , infegnando che per l'adulterio il legame matrimoniale non è
fciolto,ne è lecito contraherne un' altro,come dicono li Luthcrani.Et fu la fot-
mula approuata concordemente, lodandola molti, con dire, che il Concilip
non era congregato, fenon per dannar le opinioni de' Proteftanti, & non pa
trattar quelle delle altre Nationi:reftando però alcuni in dubio,comefipoteiIè
dannar chi diccLa Chiefa fallare,infcgaando un'articolo,fenza dannar il con-
trario di qucUo.Peròjvedendo che da tanti era intefo,fe n'acquetarono.
dìj^ata. del Et perche la propofta de' figli di famiglia introduceua il quefito in generale,
fotirddla, fé la Chiefa poteua irritar li matrimoni, fi voltarono tutti li voti a parlar di
chiefiinan- quefto nouamentcquantonque fé n'IiauelTe parlato, & i voti fofTero ftati rac-
mUare tNMr- colti,6c fu letto il Decreto formato di quelli,come difopra s'è detto. Il Cardi-
ttmona. ^^^^ Madruccio,nel voto fuo^tenne che non fi poteflero irritare. Portò molte
ragioni, & argomenti, per difendere ilparerfuo,lafciandofiintendere,chefi
farebbe oppofto anco nella Seffione,ilche era anco detto dal Varmienfe,& Si-
moneta :&; maggior confufionc generò, che il Lainez General de' Giefuiti,
mandò attorno unafcrittura,reprobando l'irritationejlaqual diede occafionc
a molti di ferraaifi più animofamente in queir opinione:^ nelle Congregatio-
ni s'incomminc io a rii'pondere alle ragioni l'uno deli' altro,con tanta longhez-
za^jche li Legati furono quafi ài opinione di tralafciar quel capo,per non impe-
dir iaSeffioncmallìme perche ilVeicouo di Sulmona,primo di tutti, introduf^
fc a trattar in publica Congtegatione , fé quella materia dell' irritatione era
fpettante a dogma , o a riforma. Et il Veicouo di Segouia,dopo lui,feceloH-
ghiflìmo difcotfojin moftrare,che non fi poteua ridur a dogma:& però,hauen-
do la maggior parte approuato rirricatione,fi poteua hauer per ftabilito il De-
creto. Il Velcouo di Modena feguì il medefimo parere, aggiongendo ,che il
trattar quella materia pervia di dogma,non farebbe altro,fenon chiuderla via
al far qual fi voglia riforma:percioche in tutti gli articoli s'haueria potuto fuf-
citare la medefima diHìcoltà,fe la Chiefa ha,o non ha, autorità fopra quel par-
ticolare,di che fi trartaireilche farebbe un poi le armi in mano agliHeritici,&'
leuar' alla Chiefa l'autorità tutta , non eflcndo giuftp metter mano in quellos
che è dubio fé la poteftà propria vi Ci eftenda.Si dolfe,che folfc meffa in campo
quella queftione da chi doueua hauerla per chiara , & decifa.Piacgue quello
parere a molti, che diceuano,non douerfi mai metter in dilputa, fé la Chiefa
può, o nonpuo,alcuna cofa:niahauerperdecifo,che,ficomea Chriftoèdat»
o^mi poteftàin cielo,.^ in terta}cofi,altrettatane ha il PóteficeRomano,fuoVi-!
cado^laqual autoriii cifendo comunicaca da lui al Cócilio Generale,cóuien te-
ner
Papa Pio mi. LIBRO OTTAVO.^ 775
;,ierpeifcrmo>chenoinachipoteftàdifartu:toquello,cheèutiie>reiizamcttci-' e a i3
in difpiitajfe prefiippoga dogma,o nò.Piacq; ancora a quellijchcdcfiderauano lxiii.
refpedicione del CoikìHo, vedendo che la difficoltà promolfa ponaua grand'
impedimento al fine di quello , & caiifaua i'candalo : onde da' Legati , & da'
principali Italianijfu fatto ufficio a parte, che non fé ne parlalTc, non occorren-
do trattarnejne con Franceibne conSpagnuoli , per effer tutti efli in opinione
cheli matrimoni clandcftini fi douelfero irritare: & furono fatte molte adu-
nanze di Prelati , & tra loro , 5i co' Legati, a qucft' effetto , & deliberato , che
nonlolo nonfolfe pofto il Decreto inlìcmc con la dottrina, acciochc nonpa-
relfe dogma; ma ancora, che non folTc feparatamcnte pofta inuncapo pro-
prio> (1 che potelTc venir mai in difficoltà , fé per tale foffe tenuto : m.a Ci met-
telTe infertoconli capi di riforma : de per ri^muouer maggiormente ogni diffi-
coltàjfu anco deliberato di formar il Decreto,in maniera, che non parelle trat-
tari! profelTatamente di queir irritatione,ma mefchiandolo infieme col primo
capo degli abufi, ilqual era una prouifionc di reftituire le denonciationi ordi-
nate da Innocenzo terzo,che erano intcrmelTe : & nel decretarc,cofi qucftcco-
me tutte le altre conditioni appropriate per dar' al matrimonio publica forma?
s'aggiongelTc, conduefole parole,quafi incidentemente che s'annuliauano li
contratti fatti altramente^" palFarla fenza maggior longhezza. Et a quello [en-
(o fu il capo formato, Se riformato più volte, & i'emprc malto intricatamente>-
& con maggior difficoltà pofteriormente , che per l'inanzi. In quelle riforme,
tra le altre alterationi,fu mutato il punto particolare già ftabilitchcome s'è det-
to,che la prefenzaditreteftimonij folfe fufficiente per intiera validità;&:,in ve-
ce d'tmteftimonio,fufuftituito , Che, fenza la prefenza del Prete,ogni matri-
monio folfe nullo : cofadi fomma eiraltatione dell' Ordine Eccleiìaftico ; poi-
ché una attione tanto principale nell' amminiftratione politica , 8>c Economi-
ca,che fino a quel tempoera ftata in fola mano di chi toccaua , veniua tutta fot-
topofta al Clero , non rimanendo via , ne modo come far matrimonio, fé doi
Preti,cioc,ilParoco,& il Vefcouo,per qualche rifpetti interelfati, ricuferanno
di predar la prefenza. Non ho trouato nelle memorie,chi folTe autore di tanto-
auuantaggio, comeancomoki altri importanti particolari mi fono reftatina-
fcoftijche ne farei mentione. Sicome non debbo fraudare del debito honore
Francefco Belcaro, Vefcouo diMetz, alqual parendo impoffibile ridurre in
fbrma,chefodisfaceire,penfieri tanto varii,& rapprefentargliconlerifcrue,&-
rifguardi cofi fottili,diede la forma che fi vede ; laquale ficomc pare foggetta a
diuerfeinterpretationijcofis'accommoda a diuerfe opinioni. Et propoftain
Congregationchebbe voti in fauore cinquantatre,S<: cinquantaf eijche la con-
iradiirero cfpreiramcnte.
Di tutto quello li Legati diedero conto al Pònteficej dimandando ordine di ' ^*5*" <*"»'"•
quello che fi doueua fare , & fé con contradittionecofinumerofa,quando non *'"'"' "^"^
s'hauefle potuto con gli uffici) vincerla,doueirero,o no douelfero ftabilir il D^-
creto.Occorfe un poco di rimore tra li Padri per una voce leuata,chc in Ifpruc yamoredl pe^
yifoirelajpefte,^: già moki fi preparauano.per la partenza. Ce iìC^nAMoioncrf e uTrmt»:^
-j-jG CONCILIO DI TREIvITO Papa Pio Ilir
'"^3 IO ilqualrcnendod*haLier le coic in buon termine per finir'ilConcilio,nonhauef-
Lx III. i'c fatto venir certezza, laquàl era, che in Sborri , luogo vicino a Ilpruc venti
miglia, erano morti dimalcontagiotomoltidiqueipoueriliuominilauoranti
alle miiicrcpcrinfettione contrattane luoghi fotterraneijefsendo però da quei
d'ifpruc £ute colllìcureprouifioni, che non vi era pericolo che penetrairel|,
anzi che nella terradi Sborri il male andaua rallentandofì.
moto'nTrento Qccorfcanco un moto gr.tndene' Prelati Italiani , &: particolarmente del
f>er L'introdHt- Regno di Napoli,«Sc Stato di Milano : imperoche, hauendo fino il mefe inanzi
tiom de//: In- pj-opoilo il Rè Cattolico al Pontefice di metter uello Stato di Mikiiorinquifi-
mlluT^Mi'- fione ad nfanza di Spagna; & per capo, un Prelato Spagnuolo,allegando che
Sii; " '" ' era necefsar io,per la vicinanza de' luoghi infetti,una ilquifita diligenza,per fer-
uitiodiDio,& mantenimento delia religione-,&: hauutonotitia,cheil Papane
haueile fatto propofitione in Conciftoro,allaquale quantóque fofse (lato con-
tradetto da alcuni Cardinali,il Papa vi moftraua inclinatione, pcrfuafo dal Car-
dinale di Carpi,ilqual rapprefentanaloperaper utile a tener la Città di Milano
in deuotione vcrfo la Sede Apoftolica-.oificio, che egli fece per occolta fperan-
za, fomentata dairAmbafciatorSpagnuolo, che per quel leruitiodouelFe ac-
quiftar il fauor del Rè di Spagna al Papato. Le Città di quello Stato manda-
rono al PonteficejSforzaMorone;& al Rè Cattolico,CerareTauerna,&: Princi-
fuale Birofto;& al Concilio, Sforza Briuio. Quello, a pregar tutti li Prelati,&:
Cardinali di quello Stato,a compatirla patria comune, laqual ridotta in mi-
feria per leecceflìuegrauezze, fi diiroluerebbeafatto con quella, che fuperaua
tutte,preparandofi già molti Cittadini per abbandonar' il paefe,rapendo molto
bene, che qucU' ufticio in Spagna nonfcmpre haueua proceduto per medicar
la cofcienza, ma bene fpeffo anco per votar la borfa , & per altri fini mondani:
& fé làjfotto gli occhi del Rè,quelli che fono prepoftì a tal officio, cofi rigida-
mente dominano li propri) patriotti \ quanto maggiormente lo farebbono iti
Milano, lontani da rimedici verfo perfone meno amate da loro?Efpofe il Bri-
uio in Trento, il trauaglio,6(:pena,chefentiuano li Cittadini generalmente pec
fi mala nuoua,richiedend0 li Prelati difauore. Maquell' efpofitione maggior
difpiacere caufauain cfiì Prelati, che netemeuano più che li Secolari: &l quei
del Regno dubitauano,che,imponendofi il giogo alio Stato di Milano,non po-
telTero ricufarlo efsi,come haueuano fatto alcuni anni inanzi. Sì congregaro-
no inficine li Prelati Lombardi,^: deliberarono fcriuere al Pontefice^: al Car-
dinale Borromeo,lettere da tutti efsifottofcritteta quen:o,con dire,cheerapre-
giudiciofuo,alqualtoccaua', come Arciuefcouo jcfier'il principale in quell*
Officio:& al Papa,con moftrargli, che non vi erano ,ne quelle caufe, ne quei ri-
- fpetti, che fono nelle parti di Spagna,da pomi fi rigorofa Inquifitione, laquale
oltre laciiidente rouina,che apporteria a quello ftato, farla di gran piegiudicio
alla Santa Sede, laqual non potria negare che non fi mettcìre ancora a Napoli:
^ fi darebbe oc cafionc agli altri Prencipi Italiani, a ricercar di farilmedefimo
anco loro:&:,hauendo quell' Inquifitione autorità fopra i Prelati, la Santa Scàc
hauerebbe da loro poca obedicnza : perche farebbono co/lretti a cercar di ftar
bene
Papa Pio mi. LIBRO OTTAVO. 777 _
bene co' PrencipifecolaiU quali per quella viafìtrouerebbonoroggettiriàon- ci3 id
4c>iiPapajin occafioiiedi niiouo Concilio haueiia pochi Prelati da fìdarfìj&a lxiii,
chi poteirc liberamente commandarcine douerlì creder' a quello,che Spagnuo-
lipotrcbbono dire, che l'inquifitione di Milano iarebbe fogge rea a quella di
Roi-na;vedcndofi,per elTempio, come operano nella caufadeirArciueicouo di
Toledo, &c che Tempre hanno ricufato di mandar li proceflì, che da Roma gii
fono ftati richiefti:iiche fanno anco gl'Inquiiìtori del Regno di Sicilia, depen-
denti da Spagna. Er,non contenti li Prelati di quello ufficio , Se d'altri fatti da
loro,ciafcuno apprelTo li Cardinali,& altri di Roma , con quali poteuancpro-
poneuano che fi aggiongelfe ne' decreti del Concilio qualche parola infauor
de'Vefcoui,cheglieirentaire,oaflìcura(rc:eche fidecretaire il modo di fare li
procelTi in quella materia:ilche,feben non poteffe riufcir nella prima Seffìone,
fi deliberaire per la fulfeguente. Et il Cardinal Morone diede Iperanza di dar
loro fodisfattione. Et quello accidente tenne cofi occupato il Concilio per il
numero dcgl'intereifati ; che,fenon fofle pochi dì dopo arriuata nuoua,che il
Duca di Seira,haucndofentito il difguftouniuerfale, & dubitando per fentori
andatiteli alle orecchie,che il Ducato di Milano non piglialfe eifempio da' Fia-
minghi,chc a punto erano diuenutiGueufij(cofi chiamano in quei paefi quel-
li della religione Riformata) per iltentatiuo fatto di mettergli l'Inquifitione,
non haueffè conofciuto l'intempeftiuità di trattar quel negotio,& fatto fermar
gli Ambafciatori deftinati al Rè,promettendo,che egli hauerebbe fatto ufficio,
(i, che lo ftato hauerebbe hauuto fodisfattione , era per riufcir cofa di qualche
gran moment J.
Il Pontefice, vedute le rifpofte dagli Ambafciatori date a Capitoli da Lega- ,7 p^p^ j^n^^
d propofti,tanto più fi confermò,che bifognaua metter fine al Concilio : altri- cita il fine dd
jnentcqualche gran fcandalo farebbe feguito: & haueua per leggieri gl'incon- Comilio^
aenienti preueduti,6cdubitaua di qualche maggior impreueduto:ma,vedendo
la difficoltà di metter fine,fcnza terminar le cole perche il Conciho era congre-
gatOjfe i Prencipi non fé ne contentauano, deliberò di far' ufficio di quello eoa
cutti-ScrilTc di ciò a' Noncij fuoi in Germania,Francia,&Spagna:ne parlò con
tutti gli Ambafciatori refidenti appreifo di fe,&: anco con quei de' Prencipi d'I-
talia,& ufaua quello concetto , Che a chi l'hauelfe aiutato a finir' il Concilio>
farebbe più obligato, che le hauefiero fatto affiftenza con le armi in qualche
gran biiogno. Alli Legati rifpofe , Che voltalFero la mira principale a finir' il
Concilio,& a quello fine concedeirero tutto quello, che non fi poteua negare,
per ottener quella intcntioneis'admetteficro manco cofe pregiudiciali che pof*
fibile folle; che alla prudenza & fedeloro,che erano nel fattcrimetteua il tut-
tojpurche al Concilio fofle pofto,quanto più preftojfine.
Ma li Lettati, dopo haiierconfiderato infieme con alquanti Prelati, le prò- a che cooperfi^
polle degli Ambafciatori foprala riforma , & a loro inllanza tralafciati fei de' ne iLeg4tifi
Capipropolli,& ridottigli a trentadue il di ventimo Agollo gli diedero a' Pre- ''O^^'-^i
lati',pet parlarne fopra.Il Cardinal di Lorena fece Congrcgationi particolari de
Francefipereiraminareli, ilche era con fodisfattione de' Legati; nonfolo,per-
FFFff
778 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio UH,
ci3 i3 che erano certijcheeglicaminaaaconlamederimaintentionediloLOimaanr ?
LXiii. cojefsedo defìderofi d'accordargli a comun rodisfattione, prima che le nepat- ^
laffe in Congregatione Generale : &c diedero cura agU Arciuefcoui d'OtrantOv ,
& di TarantoiSc al Vefcouo di Parma,che ciafcuno di eflì feparatamente,nelle
proprie cafe , congrc^-i li loro adherenti , gli elTaminairero , &c intendelfero
ntafono attm- quellojche farebbe di Ibdisfattione commune : &jContinuandofì in qucfto più
nerfatida aiorni , tra i Spa^nuoli , Se altri Italiani > non chiainaci>fu mormorato ailài,&
Prelati mal ? ^ . ^ ^ ^
contenti e ratto ammacmamento per opporli.
dttW^mbafc, SuccefTeancoj che, andato ì'Arciuefcouo d'Otranto in cafa dell' Ambafcia-
Sfagmtolo, toreCatolicOjfu da lui di quefto ammonito,c6 dirgli,Che no hauerebbe volute^
hauer' occafione di far' ufncij apprelFo il Rè, che non gli piacelfero : che quelle
particolari Congregationi erano tanto mal' intefe da' buoni Prelati , che non
poteua reftar di darne contoaSuaMaeftà.Egliiìfcusò, che tutto era per buon !
fine,per facilitarla materia ,& per proueder alle difficoltà, inanzi la Congre-
gatione Generale: & elfendo fopragionto a ponto all'hora il Vefcouo d'Ifchiai
per parlar al Contea nome del Cardinal Moroncegli nel medefimo propofito
gli moftròchegli difpiaceuano lepriuate Congregationi,&Ghcteneuaope-
nione,che noniifacelferoadaltrofincfenon per metter difficoltà, & tralafciar
parte de' Capi,a fine di far più prefto la Seffione. Con tutto cio- , li Legati , più
mirando a fodisfar li Prelati, che l'Ambafciatore ^vedutele cofe auuertite in
quelle Congregar ioni,le riceuettero per buoni auuertimenti, & accommoda-
rono li decreti ? mutando diuerfì luoghi , 6i in altri inferendo fecondo
quelli.
tpwunumù' Ma, mentre che erano per dargli fuori cofi emendati , arriub un Corriero
HA infìAn':^ dall' Imperatore, per inftruttione portata dalquale , Ì'Arciuefcouo di Praga ri*' ,
di cefare: cercò inftantemente li Legati , a non proporre la riforma de' Prencipi fecolarù.
Cm che elfi hauelTero rifpofta da Sua Maeftà Cefarea: laqiial inftanxa fece anco»-
dopo loro,il Conce di Luna.Per queftoli Legati erano molto perplelfi , poiché
giàFrancia,&:horarimperatorc,&Spagna,nonfìmoftrau'ano fodisfatti : 8c
dall' altra parte,era comraun defiderio di tutti li Padri , che la riforma fi faceflc
tutt' infieme : onde, congregati in cafa di Nauagiero indifpofto , vedendo eflcf;
necelfario dar fodisfattione agli Ambafciatori, propofero, fé fi doueua difFerit
tua U tutto è tutta la Riforma, o il Capo folo de' Prencipi. Lorena era. di parere, che qucftof
fnfemoj folo fi difFeriire,& fi proponete tutto'l rimanente: ilche farebbe piaciuto^quan*
do non fofie reftato dubio di dar ombra a' Prelati , che la riforma fecolare
s'hauelTe daommettereintutroj&daqueftopigliafTeroocGafione ài reclama-
rci priuatamente,& nelle public he Congregationi: onde fu rifolutojdi dar
fodisfattioneagUAmbafciatorijdifferendo la riforma de' Prencipi: ina, accio-
che li Prelati non interpretalfero male , differire al meno la metà degli altri ca-
pi , & li più importanti, dando fuori il rimanente , come gli haueuano corretti»,
per far dir li voti,& celebrar la Se{Iìone:fe ben la difficoltà,che fi vedeua nel de-
creto de' Clandcflinijgii faceua dubitare. Et addì fei Settembre , furono dati
faora ventuno capi di riformajcon ordine di comminciar il di fcguente le Con-
i|Papa Pio IIIL L IB R O OTTAVO. 775) ^
•'gregationi.Nellaformationc di quefti,adopcrc) tutta l'arte^ ingegno, il Car- ci3 lO
diual Simoncta,con gli altri fuoijpcr caminar con teinperaméto: ibche la Cor- lxi 11.
te Romana riceueirepoco pregiudicio, 6c fofle data fodisfattione al inondo, «S'''-^"'^"/*
che diraandaua riforma, & agli Ambafciatori, chelarollecifauano:&,qiiclIo-^°""-^!^""f"
eh e più di tutto iraportauajreftalTero li Vefcoiiicontcnti;poiche,voiendo finir' ^/j^^;^'^^^^^^
) il Concilio,era ncccflTariojche efli vi concorreflTero con buona volontà. Vefcoul.iqux-
' La mira de' Vefcoui era una fola,d'hauer' il gouerno più libero.Qiicfto crede-/» rìchkdeua-
tiano douer' ottencre,quando treprouiiioni folFcro fatte : l'una, che li Parochi "» trefmtk
follerò da loro dependenti, ilche farebbe fucccllb, quando a loro foifedata la
:ollatione de' Benefici) Curati:& qucfl:o,oltre le altre difficoltà,mettcu a mano
ielle riferuationi, & regole della Cancellaria,che era far' una grande apertura
legli arcani della Corte Romanajvedendofii chiaramente,che farebbe aperta la
Dorta a leuargli intieramente tutte le collationijche era torgli ogni poteftà,&
'iftclfa vita.Peròjfi venne a temperamento,di tener ferme le riferuationi:ma far
xirroni li Vefcoui di dar le Cure a chi loro piaccllccolpretefto d'eiramine:& a
.]uefl;o fine fu formato ilcapo XVIII. conl'ifquifitoartificio che ognuno ve-
ieiilquale,confpeciofamaniera,fa il Vcfcouo arbitro di dar' il Beneficio a chi
;lipiace5&: non leua niente delguadagno alla Corte. L'altro capo era delle Ef-
cntioni,nellaqual maceria molte fodisfattionihaueuanoriceiuico li Vefcoui
'er il palTato , & nondimeno fu anco aggionto il capo xi. per total comple-
ncnto. Reftauanole eirentioni degli OrdiniRegolari, & erano venuti li Ve-
:oai in fperanza,di poterle afattoleuare, o almeno moderar' in tal maniera,
he gli reftaifero in gran parte foggctti.
Già fino nel principio dell' anno, fu eretta una Congregatione fopra lari-
orma de' Regolari,laquale, con l'intcruento de' Generali , &: confeglio d'altre
ierfone religiofceffiftenti in Concilio, haueua fatto gran progrelfo , &fta-
lilito buoni decreti/enza nilfuna contradittione : perche quanto aldifuori, <5c
He cofeapparentijlimedefimiRegolarinonrabhorriuano , maladefideraua-
;o.Quanto aldidentro5& che occorre ne' Monailerij , erano molto ben certi,
he Thauerebbono interprctato,& pratticato come a loro folfe piaciuto ; anzi
lancuano per cofa utile , d'haucr' m fcritto riforma ftrettiflìma: come tutte le
or regole fono altro in fcritto,diquello,che in oiferuatione. Ma,quando s'in-
omminciò a parlar di moderar le eirentioni,& fottoporgli almeno in parte a*
''ercoui,s'ammutinaronotutt'infieme, li Generali co' Theologi degli Ordini,
k: fecero capo con gli Ambafciatori de' Prencipi , moftrando loro di quanto
eruicio follerò a'Popoli,alIeCirtà,& alpublico gouerno,offerendofi, fé in lo-
o vi era abufo di qual fi voglia forte,che fi rimcdiaire, che fi contentauano d'o-
gni riforma ; Se che , ritornati a' lor gouerni , eranoper clfeguirla più feuera ài
[ucllo che folfe ordinato:ma che fottoporre li Monafterij agli Ordinarij,era un
isformargli:porchc qaelli,non intelligenti della^ita regolatele della fcuerità
ella difciplina con che Ci manticne,hauerebbonodifordinato ogni cofa. Dice-
lano liVelcoui,Che ilpriuihgio è fempre con detrimento, ^difordinatione
Iella leggc:chelanuocationeè unacofafauoreuole,ritornandoli negotij nella
FFFff i)
nZo CONCILIO DI TRENTO PapaPioIIII.
ci3 i3 loro natura:cheii IcLiarglinoncra far noaità,marcftiruii-lollatoanricodcUc
ixiii. cofe. Si rifpondeua dall' altro canto, Chelacircntionede' Rcgolari>perlafua
antichità» era cofi benprefcrittajchcnonpoteuachiamarfipiii priuilegicma
legge comnume : Che,quando li Monaftenj erano ioggetii a Vekouij la dilci-.
plina Ecclcfìaftica in e(fi,& ne' loro CanonicÌ5eracolìicgolata,&fcLiera,che
meritaua di fopraintendereatiitti : che,volendoreftkuirrantichità,cóaeniiia
farlo m tutte le parti : che , quando li Vefcoui follerò ritornati come in quei
tempijfi poteuafottoporgli liMonafterij come all' horauna non eragiufl:o,che '
dimandaifero d'hauer fopraintendenza a' Monafteri j , prima che fi formairero
tali > quali è necelfario che ila il Rcttor d'u<ia vita Regolare.Erano fauoritili :
Regolari dagli Ambaiciatori,& da' Legati>p6r interelle della Corte,laqual ha-»
uerebbe pcrfo un grand' inftrumentojquando non folFero ftati dependenti da
lei folaj 6c non gli mancaua fauore da qualche Prelati,che coiifcllauano le Ice
ragioni efler buone. Durò quello moto per qualche giorni , rimettendoli perà '
pian pianoiperche ogni giorno li Vefcouijche l'haueuano eccitato , vi fcopri-
iiano dentro maggior diiHcoltà.
Il terzo Capo era per gl'impedimenti » che riceueuano li Vefcoui da' Magi- ;
ftrati fecolari,qualÌ5perconferuatioHe dell' autoritàtemporale,non lafciauano«
trafcorre li Vefcoui ad elTercitar quell' aflbluto imperio, che hauerebbono vo- {
luto,nonfolofopra il Clero,ma ancora fopra il popolo : a quello effetto era fat- [
to il capo della Riforma de' Prencipijdelquale s'è fatta mentione,& al iuo luo- '
go lìparleràpienamcnte. Quella parte era Hata, inlicme con altre anncfle a lei>
ditferita per una altra SelTione , hauendola per cofa difficile , & che hauercbbe
potuto molto prolongare : ma li Vefcoui interpretarono quella dilationejche '
FolTeafìne di mandarla in niente. Si lamentauanojchctrattandofi di riformar
tutta la G hiefa,lì riformalfe foloil Clero. I Legati faceuano ogni diligenzaper
quietargli, mollrando, che non era differita quella fola,ma altri capi ancora»
che era pur neceilàrio trattare,promettendo,che la dilatione non era,fenon per ;
far le cole con maggior maturità:ma,che lì farebbono fatte certo :'che era ne- :|
cellario facilitar l'elpeditione di quella Sellione, laqual farebbe (lata prepara* li
toria air altra,doue il farebbe trattato fenza meno il rimanente. Erano tuttiin- \
tentili Legati, per tener la Seflìone al tempo dcterminato,giudicando ciò ne*
ceirario,per iipedir il Concilio pre{lo:3«: perche il Papa,per ogni corriere ordi-
nario lenza alcun fallo,&ben fpelTo con qualche llraordinario,faceua loro in-
ftanza per refpeditione,& che lo liberallero dal Concilio.
•Ainbafctator Nella Cógrcoatione de' (ette Settébre fu riccuuco F.Martino RoiaSjAmbafc-
pricipali,accio nò gli folle dato luogo fuperiorc;dicédo,nó elfer giufto>c]
religione di Frati douelVe preceder tutto'l corpo di tari Prelari:ma,fìnalmente
s'acómodarono,(5(: fu nella Congregatione publicato,che fé gli daua luogo tra
gli ahri Ambafciatori , fehza pregiudicio de'Prelati,che pretédono precedéza^
i^ecc una oratione l'Aiiibafciatorejfc ufando il luo gran Maeftro d'hauer tanto»
ditfc-
yAPA Pio mi. LIBRO OTTAVO. 78., _^
itfeiito di mandar a Trento per li romori dell' armata de' Turchi,cperle incó" ci 3^ lo
aoditàchericeueiianoper Draglie Coifaioi-ffoitò li Padri a porgcnimedio.!^ Lxni.
naliprefcntijliquali non toccauano anco pocoii Frati della ina ichgioncclic
lon erano membri otiofi della Rcpublica Chriftiana. BAonb air clarpatione
Ielle herefie , offerendo, che ilgranMaeftro,& lafociccalorojhaacrebbono
>refo il patrocinio, ^k ditfeta, fpendendo non fole le facoltà, mala vita, & il
aaaue. Narrò l'origine della religione Tua, principiata quaranta anni inanzi,
:heGotfi-edopairaireall'acqiiefto dcUaTerra lantaile opere hcroiche,fatte da
or maggiori, allequali non potcuanocorrifpondcre al prcfenFc , pereflerefta-
•i fpogìiati di gran parte delle loro terre , & poilcflìoni ; che el^i iono l'antemu-
■ale di Sicilia,^ dell' ltalia,contra li Barbari: penkhe prcgaua li Padri, di rac-
lordarfi dell' antichirà^nobiltà, meriti, & pericoli di quella ibcietà , &c operare
che "li Fodero reftitaite , le poflcffioni, & Commende ufurpatcgli ; & che dal
Con^ciUo fi decretalfe che all' aunenire non foircro conferite ad altri, che a
EjuellidelorOrdine,confermando l'immunità, «Se priuilcgijdi quello. Gli fu
nipoPco.dal Promotore,per nome della Sinodo,riceuendo rerculatione,& pro-
mettendo d'hauer quella confideratione che meritaua la dimanda fua intorno
al conferuare le Commende^ priuilegij di quella Religione. Ma,quantonque
ne' 'giorni leguenti apprelìb li Legati facelle li medefimainftanzapm vokc,&
efsilie facelfiro relatione al Pontetìce , egli altro mai rilpofc, fenon, Che, a lui
toccaua Far laprouifione,& l'hauerebbc fatta al fuo tempo.
Inquella,& nelle feguentiCongregationi, furono dati i voti lopra li venti rìmofiran^^e
capi di riforma propofti,ne'quali,re ben non vi fu cofadi granmomento,non- crnettioni dt^
dimeno , perirne dell' hiftoria,& dichiaratione di molte cofc , che occorfcro J.' -f/""^^*
dopo,è ben far mentione delle principali. Nel primo capo,che era dell' Elet- deirehZrt i
tionede' Vefcoui,dicendofi, che vi folfe obligo di proueder delpiùdegno,tor-^i^ ^.^^^
nò la diiHcoltàuna altra volta trattata. Che era un legar le mani m.oko ftretta-
me Ite, cofi al Pontefice nelle collationi, come a Rè, oc Prencipi,nelle nomina-
tionijFe doueireroeiferriftretti a nominar una fola perfona:& la maggior parte
voleua, che, leuato quel comparatiuo,fi dieelfe folaraente,Eirer tenuti aproue-
der di perfona degna. Ma dall' altro canto confiderauano altri, che da' Padri
era ftato fempre ufato il modo di dire, che il più degno folfe preferito : & addii-
ceuano la ragione, perche non può elferfenza colpa chi antepone il manco dc-
gncfeben idoneo, al più meriteuole. Vi fu aliai che difputaren-na li trouò mo-
do d'accommodarla,lafciandoin apparenza la voce,più degno, & parlando pri-
ma co'termini pofitiui,&: poipaffando a comparatiui,in maniera, che s'inten-
dclfe la prouifione libera : de cofi fu ufata la forma di dire, che lì vede Hampatai
cioè, che vie obligo di proueder di buoni , & idonei Pallori, 3c che mortal-
mente pecca chi noii antepone li più degni,&; più utili ailaChiefa. Reftando a
qucfte parole la naturai efpofitione , che molti fono li più degni , & più utili, ri-
fpetto a molti ahri,che fono meno : nellaqual amplitudine ha gran campo far- j^,,^ ^.j^^^ ^
bitriodichihadaprouedere. g'i^niMjt^^
Nel capo teraofuQualchedilficoltàjintouiola vifitatione degli Arciucfco »<;>
FFFff il]
78i CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio IIU.'
cio w Lii. Qiicfti,al legando li Canonij&confuetudini antiche, che li SufFraganei giù-
LXi 11^ rauano obedicnzaa'Metropolicani,& erano pienamente foggetti alla vifitatio-
ncj coriettioncj 8c gouemo di quelli, non acconfentiuano che foire fatto pre-
giudicio a queir autorità,^ tra quelli grandemente fi rifcaldaua ilPatriarcha di
Venetia. I Vefcoui, particolarmente quelli del Regno di Napoli,peril contra-
rio s'afFaticauano aconferuar laconfuetudine introdotta, per quale non fono
differenti d'autorità, ma di folo nome: ma l'eirer'il numero de' Vefcoui gran-
dc,& degli Arciuefcoui, picciolo } Se il fauore, che li Legati , Se Pontifici) , fa-
ceuanGaquelli,acciogÌiArciuelcoui, conia foggcttione de' Suffraganci, non
acquiftalTcro autorità, & riputationc , dellequalipoteifero valerli per non ftat
tanto foggetti alla Corte , quanto fono,fu caufa che non poterono ottenere fe-
non una fola parola di fodisfattionc, che gli fu data, no prohibendogli di vifìta-
re,quando folle con caufa approuata dal Concilio Prouinciale:di che fi doleua-
no,con dire,Che era a fatto un nienteiperche, elfendo nel Concilio Prouinciale
un' Arciuefcouo con molti Vefcoui, fi poteuahaaer per chiaro, che l'occafione
non farebbe mai nata.
dtW effennont ^^ ^^^^ capo era fopra le elTentioni de' Capitoli delle Cathedrali dall' auto-
re Capitolij rità EpifcGpale,nelquale hauendo grand' interelTe li Vefcoui Spagnuoli,& a lo-
ro contemplatione il Conte di Luna,furono fatte molte reiirittioni, & amplia-
tioni , ma non però tali , che quei Prelati reftairero contenti , fé ben più vol-
te fu mutato, de infine anco tralafciato, ^portato all' altra Seilìone , come
fi dirà.
delie penfioni, Il decimoterzo capo, in quello che tocca le penfioni,parlaua generalmente.
Che niirun Beneficio potelTc eiler granato di maggior penfioni , che della terza
parte de' frutti, o loro valore, conforme a quello che Ri di coftume , quando le
penfioni s'introdulTero: ilche al Cardinal di Lorena non pareua conueniente,
poiché vi fono Benefici) molto ricchijchcjquando anco pagafsero due terzi,no
lì potrebbono intender grauaci:& altri cofipoueri, che non poifono foftentar
> penfione: però, che non era giufta diftnbutione quella: ma, meglio era probi- •
bire,che li Vefcoaati dimille feudi, & leParochialidi cento, non potefseroef-
fergrauate: &, quanto al rimanente, fermarfi: laqual opinione preualie,cori
grandiffimo piacere de' Legati,& de' Pontifici) , per la libertà alfoluta, che fi la-
fciaua al Pontefice ne' buoni Benefici. Furono molti,(5ilonghi lidifcorfi di
quellijche dimandauano moderatione fopra le penfioni, &c riferuationi de' frut-
ti già impofte, & fopra gli Acceflì, & Regueffi : ma la difficoltà conftrinfe ognu-
no a metter il tutto in filentio,per la confufionc,&: diiordini che fi preuedeuano
poter feguire: perche tutti s'hauerebbono doluto,coh ifcufa>chc non hauercb-
Dono rifcgnato li Benefici fenza quelle conditioni ; «Se maggiormente quelli,
che,per ottener tali gratie, haueuano pagato compofitione con la Camera , ha-
uerebbono occafione di dolcrfi,che fi leuairero le gratie,fenza refticuir li danari,
liqualireftituirefitrattaua dell' impofllbile. Finalmente, ad ognuno parue
dd pagamo ^-j^r)\zo,cl\e fi prouedelFe all' auuenire,fenza penfar al pallato.
Ìenéc''f^^ * ^^ decimoquarto capo,che deteftauajiSc prohibiua ognipagamento di parte
' de' frutti
f
IapaPioIIII. libro ottavo. 785
Sfrutti per la collationc,prouirione,opo(rciro,piaceua molto a Francefi: di- ci3 lO
mano , che per quelle parole era Iellato il pagamento delle Annate: & vera- lxiii.
lente chi le confidera,& eiramina,non potrà dargli altra intelligenzajcon tut-
i)CÌo,reuentohamoftrato,chcinRomanon è lliatointerocori. Nel decimo
:ttimo,doueèprohibitala pluralità de' BeneÌki),&conccira la dualità,incafo-
iie uno nonbafti ; fu ricercato daalcuni aggionta,chc quei doi BeneEcij non dcUaplurdUk
afscrodiftanti più che per il viaggio d'un giorno, accioche potctreilprouifto^' -ffew^,
ir parte di Refidenza in ciatcunodiloro. Ma non poterono ottenerlo,negli
utori s'affaticarono molto spreucdendo che quel Decreto, come ancotutto'l
:apitolo, non hauerebbc hauuto cficcutione,ienon contra qualche poueri. Il ^j^. ^r^j^^
iciottefimo, fé ben piacque, in quanto reftituiua in fattila prouifione de'Be- ^^^Cìtmi,
leficij. Curati a Velcoui, li Francefi però contradilTero alla forma dell' clfa-
niiie,perche pareualoro che legale troppo ftrettcle mani al Vefcouo in appa-
enza. Vfauano, per ragione,il dire, che quel concorfo era un dar luogo troppo
perto , &c publico all' ambitione: che l'antichità haueua profeirato di dar le
^hiefe achi lericufaua,&: che con quella nuoua maniera s'introdu;cua,uonio-
o il procurarle apertamente,ma il profellàrfene degno,& procacciarle.
Sopra ildecimonono capo,il Vefcouo di Coimbria s'eftefe a parlar contra le delle efptttmi
Lfpettatiue, come quelle che faceuano defidcrare, & forfè procurar la morte al- "^'
rui: & delle Riferuationi mentah pafsò a dire,che erano fraudi, & puri latroci-
iì)3.8c che in fine meglio era lafciare al Pontefice l'intiera collationedituttili
ìeneficij,che ufar artifici) cori.indegni,comc era ilv-olerdar virtù ad un peiiflc-
o non conferito,nonpuWicatOr5c kfciandofufpittionechepoteire eirernon
apito nell' animo,.ma inuentato dopo il fatto. Mail Cardinale Simoncta gli
xtrauersò il ragionamento,con dire , Che il riprender gli abufi, quando la pro-
limone non è .ancora deliberata ,èeofa ragionévole, a fine di procurarla : ma,
'edendofi commune difpofitione al rimedio, & già formato il Decreto,baftaua
tabihrlo con alTentirui, &; non moltiplicar per ambitione in parole di ripren-
ìone,douenon fabiiogno-
Addì undici Settembre riceuettero gli Ambafciatori Francefi lettere del Re lettere detn^
le ventotto Agofto : nellcquali fignificaua , hauer riceuuto gli Articoli , com- di f '■'*""f^«
eunicatia loro da' Ledati, & veder le cofe molto lontane dalla fperanza con- -^^'^^^J^^y*
epita: poiché lo ftabilir quelli era un tagliar le^inghie a Rè, & crefcerlc Ec- opporfìaUaYi--
lefiaftiche : ikhe non volendo egh fupportare , gli coramandaua di rappreien- forma dtPrin^
àrea Padri,con prudenza, deilerità,&viuacità, che, llcome ogniPrencipe,c/;;\-
:aminando il Concilio come donerebbe, è in obligo di fauorirlo con ogni ze-
o,& feruore; cofi,l'occoltar la piaga» che caufali mali prefenti>& farne una
)iù grande conpregiudicio de'Rè,-)è molto lontano da quello ch'e-s'afpettar
la. Che egh haueua veduto, come leggiermente palFano nel riformar le perlo-
ieEcclefiaftiche,che hanno caufato li Icandali a quelli,;che fifono feparati dal-
,aChiefaRomana,&: come s'alTumono autoritàdileuar le ragioni, & preroga-
àue a Rè, calTar le ordinationi Reali , le confuetudini prefcritte , & immemo-
BJbili i , anathematizare , ac efcommiinicar li Rè , Se Prencipi ; tutte cofe , che.:
784 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IIII.
ci3 13 tendono a femiiwrdirubedieiiza, feditione , o ribellione deViudditi verfo li
Lxiii. Prcncipi loto : eflcndo chiaro atatto'lmondo > che la poteftàde' Padri , & dei 5
Concilio, nons'eftendejfenon alla riformatione dell' Ordine Clericale, fenza
toccar cofc diftato,potell:à,o giuriCdittione fecolare,cheè intutto diftinta dall'
Eccle(iaftica:& che Tempre , quando li Padri, & Concili] , s'hanno affonto di'
trattar tal cot'e , li Rè ^ Prencipi , hanno fatto rcfiftenza : da che fono proce-
dute molte ieditioni, &gucne danno fìflìme alla Chriftianitàtgliconfortaire-
ro,attendendo a quello,che era di loro carico,^: necellario a bifogni prefenti,
tralaiciau quei tentatiai, che non hauendo mai fatto buon' effetto, erano per
partorirlo molto più cattiuo in quei tempi.Soggionze il Rèjchcfe li Padri con
quelle perluafioni non fi ritireranno , effi Ambafciatori debbino oppcnerfi vi-
rilmente; &, fatta loppofìtionc , fenza afpettar il lor giudicio,o rimetterfi alla ;
lor diferetioncdoue itero partirli,& ritirarfi a Venetia, facendo intendere a' Pic-
lati Franceibche debbino continuare nel Concilio , adoperando/i al feruitio di
Dio^eifendo certo,che,doue vederannoeflerpofto in deliberatione, alcuna co-
fa contra le ragioni,prerogatiue,& priuilegij del Rè, & della Chiefa Gallicana,
non mancheranno d'aiTentarfi, come Sua Maeftà vuole , &c intende che faccia-
no. Scrilfe anco al Cardinale di Lorena nel medefimo tcnorccome ordinaua
fi parlalFe agli altri Prelati , cioè. Che con lafua prefenza non douelTe appro- j
uar' alcuna cofa trattata in Concilio contra le ragioni Regie: ma,airentarfi,fé
vederà che li Padri cfcano fuori delle cofe appartenenti alloro carico , rimet-
tendofi nel fopra più all' inftruttione,che mandaua agli Ambafciatori.
Li France{ì,ric€uute queiie lettere,& commimicato il tutto col Cardinale di
cmmunicate, -^^^^^^^^^^1 confcgli^ fuo,nediedero anco parte a' Legati,& fecero pairarne vo-
ce per il Concilio,accioche,intefo quello , defifteifero li Vefcoui dal dimandar
Riforma de'Ptcncipi, & edl non haueflero occafione di farroppofìtione, 8C
venir' a protetti. Mala cofa partorì contrario effetto : perche li Vefcoui, i-
quali ftauano alquanto quieti con l'elpettationcche fatta la Seffione,fi farebbe
tmtam » r<- pfopoft^la Riforma de' Prencipi , intendendo quello dinuouo, & vedendo che
jcouw ^, miraua a metterla in filentio , fi diedero a trattar tra loro di non voler palTar
più inanzi negli Atti Conciliari, fenon era dato fuori , &c melTo in deliberatio-
ne,in{ìeme con gli altri, anco quel Capo che de' Précipi trattaua. Et le prattiche
carainarono coli finanzi, che cento di loro fi diedero la parola infìeme di ftar
collanti in quelle deliberationij6<: formatane una fcrittura, fottofcrittadima*
nodi tutti, andarono a' Legati, richicd-.-nio che gli Articoli della Riforma
de' Pencipi folTero propofli,& dati a Padri : dichiarando, quafì in forma di pro-
ceda, che noncontinuarebbono in parlare, ne concluderebbono niente fopra
eli altri, fenon iniìeme con quelli. Vlaronoli Legati buone parole, con dif-
Cytmbafc. ie2no,& fperanza didiuertiLl'humoie. L:i quello moto il Conte Luna com-
SpAgnmLo parue dinuouo,con la folita in(lanz.ì>che il Decreto, Prcponenttbtis Legatisi^o^c
projegue l'itti i:iuocaro,accio ogiii Prel.-to potè ropor le cofe, che giudicaiTemerireuoli
fìan-^a^ della^ j • ^-iforma, & dimaiidò che folTe .^ ommodato a guflo de' Prelati Spagnuoli il
ubenctUQti- ^-g^Q^apo, leuandoafatto ieer.aaonia'Capitoh de' Canonici delle Chiefe,
*'*' Cache-
PapaPioIIII. librò ottavo. j^s
Cathedralb&fottoponendogUal Vefcouo: & elfcndocomparfo in Trento un ci3 ii~
procuiacoipcrnome di quei Capitoli, che faccua ufficio incontrano, gli coiti- lxiii.
mandò che non douellc parlarne.
EflTendo le cole in quelli termini , ^^ofaaano li Legati farla Seflìone con la USeftione è
fola materia del Matrimonio; ma a-quefto 5'opponeua il non efser' ancora ben t^o^o'^S'^-*»
maturate tutte le difficoltà del Clandeftino: & anco il foipetto, che gli Amba-
fciatori haueuano,che,re fi fofle fatta una Se(Iìone,fen2a parlar di Riforma,era
perduta la {peranza,che fi douefle trattarne mai ^iiiiòc ellendo anco ben' euideti-
, Se chiaro , che nilfuna Iperanza reftaua di poter per il tempo determinato
alla Seflìone hauer' in ordine cofa alcuna di Riforma,li Legati,fatta Congrega-
rione generale il dì quindici del mefcpropofero di prolongarla fino agli undi-
ci di Noucmbre:& cefi fu deliberato. La caufa di cofi longa dilatione fu , per-
che il Pontefice , vedendo le difficoltà di finir il Concilio , parte nafcenti per le "^ "^"^f** ^^^
controuerfic tra li Prelati, & parte per le oppofitioni dell' Ambafciator di.Spa- ^''f^'^ì'*^^
^na ,pofe ogni fperanza di fuperar le difficoltà nel Cardinale di Lorena: onde aRom: °^''**
.ciìiVc a.' Legati, che , quando la Seflìone non s'hauelfe potuto far al determina-
:o tempo, fi prolongafle per due mefi: & quello fece» accioche , potendo il
Cardinale trasferirfi a Roma, hauelfe commodo di diuifar con lui quello che
lonera poflìbile far per lettere,neper meflì:& accioche foife preparata ogni di-
jjofitionepervenirairelfecutione. Sino a quel tempo non hebbe il Papaaltra
ifolutione^che di terminar il Concilio:ma all' bora deliberò fermamente,che,
e quello non fi potcua, trouandofi per mera neceflìtà coftretto a liberarfene in
[ualonquemodofifoife, voleua onninamente dilfoluerlo. Mandò facoltà a*
xgatidifar fofpenfione,o traflatione, fecondo che giudicaflero meglio , col
onfcglio de' Padri, fcriuendogli,che voleua liberarfene in ogni modo , o con
aetterci fine,fe folfe poflìbilcil che più di tutto defideraua.-quando nò,ufar' un'
Itro de' doi rimedi) : però , faceflero opera efsi di far nafcer occafione d'elferne
ichie{li,per non moftrare che egli foife autore; Se follecitafsero ilviaggiodi
-orena. Perilche egli,fatta la determinatione di prolongar la S^onc, il dì fe-
ucnte fi partì. /
Erano nel Pontefice ceifati tutti li difgufti di Plancia per ciufa del Conci- ««19»» dijgHjti
io,ne però era fenzariceuer continue moleftie da quel Regno.v^li daua molta deipara da
oia la quotidiana inftanza,che gli era fatta di confentir all' alienatione di cen- ^^*^-'*'
ornila feudi d'intrata di beni Ecclefia(lici:&; le continue detrattioni,che inten-
eua ufarfi dagli Vgonotti contra lui,& la Sede Apoftolica. Gli fu fpecialmen-
: moleftojche il Cardinale Sciatiglion,ilquaÌe,come s'è detto,haueua deporto
jgnihabito clericale, &fifecechiamar il ContediBeauuais, dopo che intcfe
al Pontefice elfer ftato dichiarato priuato , fotto il dì ultimo Maggio , del Ca-
'clló in Conciftoro,reaironfe l'habito di Cardinale, Se con quell' habito fi ma-
itò:&; nella gran folennità,che fi fece in Roano addi tredici Agofto, quando il
le fi dichiarò maggiore in Parlamento, in prefenza di tutta la Nobiltà France-
c, egli comparue alla folennità nel medelìmo habito : che fu da tutti giudicato
in grande fprezzo della degnità Pontificia: di che il Papa commolfojin quello
GGGgg
7^^ CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio lUL
ei3 1^ tempo fece mettere in {lampa la Tua pnuatione}& ne fece feminar moke copie
IX III. per la Francia.
abhocamento All' aiTÌuo del Cardinale di Lorena in Roma, era pochi giorni prima arriua-
di dmerfi ^^ -j Js^q^cìo del Pontefice refidente in Francia > fpedito dalla Regina , per prò- '
pillo proSòi po'^e*-' ^^ Papa un abboccamento tra Sua Santità,rimperatore,Rè diSpagna,&
* il Rè fuo figlio , nella comitiua delquale ella ancora fi farebbe ritrouata. Dal
Pontefice fu giudicata reiTecutioneimpoffibiletlapropofitione non gli difpiac-
que, comequella,che molto poteuaferuir a finir' il Goncilio:& pero diede pa-
rola di mandar Noncij all' Imperatore,& al Rè di Spagna,per quefto } & ò^^H-
nòilVefcouodiVincimigliaperSpagna,ilqual per ciò chiamò da Trento j &
quello d'Iichia,air Lnperatore.
Confìcli'ztt del Al Cardinale di Lorena fece ecceflìue dimoftrationi d'hon ore , l'alloggiò in
papa,colLo' palazzo:&:,co{ainfolita,andòpublicamente a vifitarlo alle ftanze fue.^ Iragio-
'^*"'** namenti tra loro furono in parte fopra l'abboccamento-.fe ben il Cardinale efTo
ancoranonloteneuaper fattibile. Sitrattòdella vendita per centomila feudi»
nelche non è chiaro > fé gli uflSci j folTero fatti dal Cardinale per promouere , o
per tirar indietro l'eirecutioneianzi chejhauendo in quei giorni il Pontefice j ad
una nuoua inftanza dell' Ambafciatore in quella materia,rifpofto,che la rimet-
teua al Conciliojfu giudicato damolti effer ifcufatione ritrouatarda Lorena.Ma
il principal negotio fu fopra il finir del Conciliccofa (limata dal Papa per im-
portantiflìmaj&conofciutaperdiificiliflimaj nelche fu fomma confidenza tri
iorojhauendogli fcoperto il Cardinale gì' interelli fuoi voltati al medeiìmo:32
come, dopo la morte de' fratelli, vedeua chiaro, non eiferui altro mezzo di fo-
ftentar in Francia la religione. Se la cafa fua,che la congiontione con la Sede A*
poftolica. Il Papa gli promife di far Cardinali a fua inftanza , & gli diede tali
parole, che moftrauano intentione di farfelo fucceder nel Pontificato ; lequali
accio hauefsero maggior credenza , moftraua che la grandezza di quel Cardi-
nale fode utile per li fini che haueuadi qualche mira a cofadi gran momento;,
perche la conclufione de' ragionamenti fui con ogni perfona era, Biibgna (er-
rar il Concilio,& proueder danari,^ poi (ara quello che a Dio piacerà.
il mie conR' ^^ Po4itefice conferì al Cardinale,che ad ogni nuoua qual gli capitauaa noti-
Jia di chiude- ^^^ «^^Hc difcordiej& degli allongamenti che altri machinauano,veniua in cour
n il Concìlio: fultatione di fofpender'il Concilio : ma era ritirato dalla confideratione dei
fcandalo chen'hauerebbericeuuto il mondo,alquale la verità eri incognita: &
dall' un canto quellaglipareua il maggior male che poteirc occorrere, &c dall'
altro canto lo giudicaua inferiore-ai pericolo,ch« portaua l'autorità fua,laquaL
eralofcopodoue»?^ Prencipi, & Vefcoui,5c ogni ìorte di perfona faettauarm*
che finalmente era necellàrio deponer fitti lirilpetti, &:veniraqueftariloliir
tionc. Il Cardinale lo leuòdi quefta deliberatione, con moftrargli, che quelk.
n&n era una medicina da guarire il male, ma da digerirlo con maggior pericolo:
perche fra poco tempo hauerebbe nuoue dimande di reftituirlo , & machina-
tioni di qualonque nonfolfe ben fodisfatto di lui : &c che il fofpenderlo anco
erapiù difficilejche finirlo: perche di quefto non faceua.bifognoaddur caufe>
baftauik
Papa Pio Ilir. LIBRO OTTAVO. 787^
b afta uà metter ben le cofe a fegno,Sc intenderfì,& elTcguirc : che la fofpenfione
riccrcauaallcgatione di caufa/opralaquale ognuno hauerebbc detto la fua: che
era ancopiù honoi:euolcfinire,che rofpendere:& altre ragioni usò,che fece co-
nofcereal Papa il confcglio elfer buono , oc fedele: &c apprelTolo confcgliò a
parlar apertamente col Rè di Spagna. _
Pcrilche , chiamati a fé gli Ambafciatori di quel Re, fi querelò con parole J^^<^««' '^P'^p*
grauiaìme,dicendo,Hauer congregato il Concilicfotto Iperanza, & promelfa ItfìH^sZ'
del Rè, chele cofe del Pontificato farebbonofauoritedaSuaMaefià; allaqua- g^^^ ^ ■
le anco haueua dato tutte le fodisfattioni imaginabili,& era per dargli delle al-
trcfeconde le Tue richicftcquando foirero leuati gli impedimenti, che portaua
l'eirer' aperto il Concilio: che egli non haueua dimandata altra gratia a Sua
Maeftà,& a Miniftri, fenonilfine di quello jperferuitiodiDio, &bencom-
mune , &: iw ciò era trattato molto makjlenza che vi foife alcun bcneficio,anzi
molto danno del Rè. Peiò era coftretto tener conto di chi faceuaftimadilui,&
aettarfi nelle braccia di chi voleu.i aiutarlo. Spedì anco al Rè un Corriere, con « »« A'«e tt
kttera di Tua mano, facendo quercia degli uiiìcij, che faceuano l'Ambafciatore, ?"^ ^^•
& altri fuoija Trentojcontrarij a Mmiftri Regij di Roma:dicendo Tuna & l'al-
tra parte farlacommilTionedi SuaMacftà: gli moftro,checompliuaper ferui-
tio diDio,dellaSedeApoftolica,& della Maeftà fuajche quel Concilio fi finif-
fe:Si infine lo ricercò d'aperta dickiarationc, fé in qucfto era per coadiuuarlo, o
nò. Lo confcgliò. anco il Cardinale, a non fi moftrar' alieno di concedere all'
L-nperatore il Calice,& Matrimonio de' Preti, che cofi acquifterebbe l'Impera-
torc,&: il Rè de' Romani, non tanto confenticnti a finire ilConciho,ma an-
cora fauoreuoli,& promotori.Parimente gli confiderò,che era nccelTario trala-
fciar Riforma de' Prcncipi, come cofa, che più d'ogni altra potcua mandar la
negotiationc inlongo. ,. ,
Ma in Trento , dopo la partita di Lorena , partirono ancora none Vefcoui pl"„J''. /^*__
Francefi,per tornarfeneacafa:ondenon ve nercftarono al Concilio più che ot- J^^ ^àSrun-^
to, oltre lei che erano andati a Roma col Cardinale. La partita diqueUifece fg..
pafsarvoce, che folfcroftati richiamati di Francia, &che ci foiTeancointen-
tione di richiamar gli altri,per ufficio fatto dagli Vgonotti,accio,inftando il fi-
ne del Concilio, quando farebbono ftati anathematizati , non vi folFero Fran-
ccfi prefcnti. I Legati , per ageuolar le difficoltà del Glandeftino , fecero far dìj^cohk fopri
da' Theologiuna publicadifputa in contradittione,condefenfori,& oppugna- imammmìj
tori. Cofa , che in nilfuna occorrenza era più ftata fatta in Concilio : ma , ne "''«««^'"'•
meno qucUapartorì alcun buon eiferto ; anzi, tutti fi pattinano più confermati
nella propria openione. Et dopo quefto, per rcailumer le Congregatio ni , &
trattar della Riforma, diedero fuori il rimanente degh Articoli, de quali l'ulti-
mo era per Riforma de'Prencipi,vedendolicoftrettiacio fare, per l'ammuti-
namento de' Prelati, cpolo delld
Dclqual capo, toccante li Prencipi, hauendo fatto tante volte mentione, JJJj"^^* '
poiché fiamo venuti ad un luogo,che,per intelligenza delle cofe fcguenti, è ne- 1^ ìmmunìth
ceirariorecitarlo,conuicnfapcie,chc quello coteneuaun proemio, con tredici Ecdeftafikhei
GGGgg ij
ySS CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio IIIL
Decreti-.^: un molto picij^naie Epiiogo,la foftanza de'quali e?a: Che Li Sinodo,
oltra le corcftatuite Copra le perloncEcclcriaftichcjhagiudiciuo doucr emen-
dar altri abufi da' Secolari,introdotti contraTimmunirà della Chiefajconfìdan-
do che i Prcncipi Cene contenteranno,& faranno render la debita obedicnza al
Clero : Se però gli ammonifce , inanzi le altre cole, che facciano render da' iora'-
Magiilrati,Officiali,&; altri Signori temporali,quelFobedienza, che eisi mede-
funi Prencipi fono tenuti predare al Sommo Pontefice, 3c alle conftitbtioni.
Conciliari: ilcheperfacilitare,rinouando,ftatuifce alcune delle cofe decretate
da' Sacri Canoni,^ dalle Leggi Imperiali,afauor dell' immunitàEcdefiaftica*
lequali debbono elVer' oireruate da tutti> fotto pena d'anathema : I. Che le per-
fonc Ecclciìaftiche nonpoffino cirer giudicate al foro Secolare» ancoraché vi
folle dubio del titolo del Chiericato: i<^>quantone[ue eiTi medefimi confentiiTe-
ro, ouerohauefserorenonciato alle cofe impetrate, o per qual fi voglia altra
caufa,etiandio fotto pretefto di publicautilità>o diferuitiodelRc: ne polsino
proceder nelle caufe d'afiaflìnio,fenon farà vera, 6c propriamente allàflìnio, &
che notoriamente confti: & negli altri cafi dalla lege permefiì, non lo poilìna
fare,fenon, precedendo prima ladichiaratione dell' Ordinario. 1 1. Che nelle
caufe fpirituali, matrimoniali,d'herefia,decime,iufpatronatus,beneficiali,ciui- '
li,criminali,& mifte,pertinenti in qual fi voglia modo al foro Ecclcfiafticojco-
iifopraleperfone,come iopra li beni,decin*fe,quarte,o^ altre portioniipectanti
alla Chiela;& fopra li benefici) patrimoniali, feudi Ecclefiaftici,giuri{clittione
temporale di Chiefe; non poOìno li giudici temporali intrometterfi, ne in peti- ;
torio,ne in poireirorioùeuata qualonque appellatione, o per pretefto di denega-
ta giuftitia,o come d'abufo,o perche fiarenonciato alle cofe impetrate: S<. qucl-
lijche nelle fudette caufe ricorreranno al fe(iolare, fiano efcommunicati, Se pri-
uati delle ragionijche in quelle gli competeuano. Et ciò fia oireruatOjetiandio-
nelle caufe pendenti in qualoque inftanza. III. No pofsino li fecolari,etiandio-
pcrautorirà Apoftolica,oconfuetudine immemorabile, conftituire giudici in
caule Eccleriaftiche:& li Chierici,chericeueranno tali offici) da' Laici,etiandio>
per vigor di qual fi voglia priailegio, fiano fofpefi dagli Ordini , priuati de' be-
neficiJ5& ofhcijj&inhabili a quelli. IV. Che il Secolare non polla coman-
dar al giudice Ecclefiaftico,di non icommunicarfenzalicéza:o dircuocar,oue-
uofofpender la fcommunica fulminata :ne.po{Iiprohibirgli,che non elTamini^
citi,&:condanni,5i chenonhabbiabirraria,.?^ clfecutori propri). V.Che Im-
peratore, Rè, o qual fi voglia Prencipi, non pofsino far' editti, oordinationi in
qualfi vogha modo, pertinenti a caufe, o perfoncEcclefiaftiche; ne intromet-
terli nelle perfone,caufe,giurifdittioni,ne tribunali,etiandio nell' Inquifitioner
mafianoobligatipreftar' il braccio a' giudici Ecclefiaftici. VI. Chela tempe-
rai giurifdittione degli Ecclefiaftici,ctiandio con mero ,&mifta imperio, non
fia turbata, ne meno li ludditi loro nelle caufe temporali fiano tirati a' tribu-
nali fecolari. VI. Nilfiin Prcncipe,.oMagiftrato>prometti,per;breuetto, o
altra fcrittura, o diafperanza d'hauer Beneficio alcuno, pofto nel dominio lo-
lOjQcglipofllprocurar da' Prelati»© Capitoli di Regolari: & chi per quella via
ne otte-
4j?APA Pio mi. LIBKO OTTAVO. 78^^^ _^
fÌieotteiicràj(ìapnuato,(S<:inhabilc. Vili. Che non pollino metter mano ne' ci 3 10
nfructi de' Bcnefrcij vacantijiorco picrcfto di cuftodia , o iuipacrcnaco, o dipio- ixìiu
cetcioncncafincdoiuiiaieadikordieincmccrervi Economi, o Vicari) : ^{i
Secolarijche accetteranno tali oFacij , & cultodie j fianofcommiinicati, & li
Chierici (olpefi dagli Ordini, &priuati de' benefici). IX. Che ali Eccleiìa-
ftici non fiano aftrctti a pagar taircgabclle, decime , pafiì, ftiffidi), etiandio con
nome di dono,o impreftito , cofi per li beni della Chiefa, come per i patrimo-
niali,eccettuate quelle prouincie,donc, per antichiflìma conriietudincgii Ec-
ciefiaftici raedefimi ne' publici comiy) intcruengono ad imponer {aflìdi) , coCi
2l Laicijcome Eccleiiaftici,contra grinfcdeli, o per altre urgentiiììme ficceflìtà.
X. Non pollino metter mano ne' beni Ecclefiailici, mobili, 6: immobiii,vai'-
falli,decime,&: altre ragioni: ne meno ne* beni delle communità,a de' prillati,
fopra quali la Chiefa ha qualche ragione: ne affittar pafc oli, oherbaggi , che
naicono ne* terreni , & poileflìoni della Chiefa. X I. Che le lettere , fentcn-
tie , & citationi de'giudici Ecclefiaftici, fpcciaimcnte della Corte di Roma,fu-
bitoeffibite,fenzaeccettioncfianointimate,publicatc,vSc elTcgaite : ne cefi di
quello, come del pigliar polll-tìo de' Benefici jjs'habbia da ricercar confcnfo^o
licenza,chefi chiama^Ex<?^«rf^«/-iO veramentejp/4Cf/-,o con quai lì voglia altro
nome , etiandio fotto pretefto d'ouuiare alla fallirà , & violenze, eccetto nelle
fortezze,&:inqueiBenefici),doueli Prencipi fono riconofcuici per ragion del
temporale. X I. Et fé vi farà dubio , o della fallirà delle letterco di qualche
gran fcandalo,&. tumulto,polli il Vefcouo,come delegato Apoftolico , ftatuir
quello che farà dibifogno. XI L NonpolTmo liPrincipi,iSc Magiftraci, allog-
giar li fuoi officiali, famigUari, foIdati,caualli, cani, nelle cafcoMonalleri)
d'Eccleliafticijne cauardaloroalcunacofaperil vitto,© per il tranlìto. Xlli^
EtfealcuttRegno ,f)rouincia , o luogo, pretenderà non elier tenuto ad alcuna
delle fudette cofc , in virtù di priuilcgi) della Sede Apoftolica , che lìano in at-
tuai'olferuanza, lipriuilegi) debbino elTer eflibiti al Pontefice fra un' anno do-
po il fine del Concilio, quaUfianoda lai confermati, lecondo il merito de' Re-
gni, o prouincie : Oc finito l'annojte non faranno eflibiti , s'intendino di nillun
vigorc.Et per epilogo era una ammonitione a tutti li Prencipi d'hauer' in vene-
ratione le cofcche fono di ragione Ecclefiaftica,come peculiari di 0io,& non
le lafciar offender dagli altri:innouai.ido tutte le Conftitutioni de' Sommi Pon-
tefici, &facri Canonijin fauor dell' immunità Eccleiiaftica: commandando,,
fotto pena d'anathema, che, ne direttamente, ne indirettamentcfotro qualon-
que pretefto, fiafVatuito, oelTeguiio alcuna cofacontra le peffone,& beniEc-
clefiaftici 5 onero , contra la lor libertà, non oftanti qual li voglia priuilegi), &
elTcntionijCtiandio immemorabili.
Et quello è quello> che prima agh Ambafciatori era flato communicato, &: "^^-''T^''^ ^'o/»'
li daloromandatociafcunoalfuoPrencipc j&percaufadelquale, il RèdiFran- ^y^'f^R^di*^
j eia diede l'ordine agh Ambafciatori fuoi,del quale difopra s'è parlato: (Scrim- ^ftatvu; '
j peratorejVeduti^hjfcrilPe al Cardinal Morone,che,ne come Imperatore, ne co-
mcArciduca,a(IentirebbemaijchcfiparliiaCojnciliodi riformar giutifJitCio-
GGGgg li)
790 CONCILIO DI TRENTO PapaPioIIII.,
77^ r3~"ne di Prcncipi,nc clilcuarglirautoricàd'hauer'aiuti,&contributioniclalCle- !
Lxiii. ro : confidetandogli che tuttili mali pairati erano nati per oppre(fioni tentate !
da'^liEcclefiaftici centra li popoli,&: liPrcncipi.Cheauuertiirero,dinonirri- ■
tcii-^li ma^^'normente,6c far naicer inconuenicnti maggiori.
iculmir.ijìrl Gli Ambafciatori Francefijdopo la partita di Lorena> pofero in ordine la
inTrento fre- proteftatione loro >per valerfene/c foife flato bifogno.Làondejnella Congre-
farmo cantra ^^^^^^^^ de' ventidue Settembre, dopo che uno de' Padri, con ionga oratione
Tfia^Tf^Z'o hcbbe diicorfc, chela caufa d'ogni difformationeprocedeua da' Prencipi,che
una oratione quelli haiicLiano maggior bifogno di rifo!;ma,che già erano ordinati li Capito-
veher»emej jj , che era tempo di proporgli,& non perfuaderiì di mandargli in niente con le
dilationi ; r Ambafciatore Ferrier fece una molto longa, & querula oratione,o
come i Francefi. dicono , complaime: il contenuto deliaquale fu ne' ponti prin--
cipali i Che effipoteuano dire a' Padri quello, che li Legati de' Giudei dilfero
a SacerdothDoueremo noi ancora pcrfeuerar digiunando,& piangendo? Sono
cencinqaaatii&: più anni, che li Rè Chriflianiflìmi hanno dimandato a' Papi
riforma della difciplina Ecdefiaftica 5 per cio,& non per altro , hanno mandato
Ambafciatori alle Sinodi di Collanza,di Bafilea,di Lateranos alla prima diTré-
to , & finalmente s'è gionto a quella feconda : quali follerò le dimande loro lo
teftifica Giouanni Gerfon Ambafciatore iiel Conftantienfe y le orationi di Pie-
tro Dancfio, Ambafciatore nel primo Concilio di Trento j di Guido Fabro, &;
del Cardinal di Lorena,in quello fecondo j nelle quali non s'è dimandato altro'
che la riformatione de' coftumi de' Miniftri della Chicfa, & con tutto ciò tut-
tauia conueniua digiunare y&c piangere , non fettanta anni, ma dugento conti-
nuii&Diovo'^liajchenonlìano trecento & molto più.Et fé alcun diceife, elFer
Hata data fodisfattione con decrcti,^^ anachemi,efh però non riputauano che
folfe fodisfare,dar una cofa per una altra in pagamento. Che fé fi dirà , douerfi
fodisfar con gran fafcio di riforma propello il mefe inanzi,e((ì fopra quello ha-
ueuano detto il loro parerci»: mandatolo al Rè :ilquale haueua rifpo(lo,di ve-
derui dentro poche Cofe conuenientiaìiadifciplina antica, anzi molte contra-
rie.Noneifer quello l'empiaftro d'ifaiaper fanare,ma quella coperta d'Ezechic-
le,perfaH incrudirpmle feritcquantonqae fanate. Ma quelle aggionte,di fco-
municar , & anathematizar li Prencipi , eifer fenza eiferapio della Chiefa vec-
chiaia aprire una gran porta alla ribellione :& tutto quel capo,che parla dalla'
riforma dc'Rè5&: Prencipi,non hauer* altra mira,che Icuar la libertà della Chie-
fa GallicanA,& oftender la Maeftà,& autorità de' Rè Chriilianiffimi, liquali,ad
clTempio di Conftantino ,Giuftiniano, oc altri Imperatori, hanno fatte molte
IcCTCTÌ Ecclefia(liche,che non folo non hanno difpiaciuto a Papi, ma eflì ancora
ne'hanno infette alcune ne loro Decreti, ^^^ giudicato degnidi nome di Santi,
Carlo Matmo,&Ludouico nono,principali autori di quelle. Soggionfc,chelÌ
Vefcoui hanno gouernato la Chieia diPiancia con quella, noniolo, dopo li
tempi della Pragmatica,o del Concordato,ma quattrocento & pÌLianni,inanzi
il libro de' Decretali: & che quelle leggi fono Hate difefe,& reilituiteda'Rè
poftcriori,dopo che ne' tempi icguenti gli fu derogato,con foftituir le Decreta-
li in luoc^o d'cffi. Che il Rè dopo fatto maggiore,Yolcua ridurre in oiferuanria
^ quelle
.|?apaPioIIII. libro OTTAVO. 79i
fij|uelle lcggi,«Sc la libertà della Chiefa Gallicana :impei-oclie in quellonon vie ^^13 j^
jcofa contraria a' dogmi della Ghiela Gatolica, agli antichi decreti de' Pontefì- lxiii.
ici>&: a'Concilijdella Chielauniuerfale. Falsò poi a dire j che quelle leggi non
prohibifconoa' Vefcouiil reieder tutto l'anno »& predicar ogni giorno j non
jche none mefì, &c nelle felle > come era ftato decretato ncU' ultima Seflìone : ne.
imcno vietano a' Vefcoui di viucr con fobrietà,& pietà; &,hauendofolo l'ufo,
■ Se non l'ufofrutto delle entrate , diilribuirlc , o più tofto renderle a'pouerijche
i ne fono patroni. Et coli feguì nominando le altre colcftatuite nel Concilio,
conilmil forma d'ironiajche pareuale bcffairc. Poiloggionfcche lapotcftà da-
ta da Dio al Rè , & le antichidìme leggi di Francia , & la libertà della Chiefa
Gallicana,haueuano fempre prohibito le pendoni, le renoncie in fauorc, o con
regrelfojla pluralità de' Benefici], le Annatc,le Preuentioni, il litigar del poiref-
forio inanzi altri che li giudici Regij ; 3^ della proprietà, o altra caufa ciuilco
criminale, fuor di Francia ;& prohibito anco l'unpedirle appellationicome
d'abufojoucro impedire,che il Rc,fondatore, & patrone di quali tutte le Chifi-
fe di Francia,non pofTì liberamente valeriì de' beni, & entrate, etiandioEcclc-
fiaftiche,de'"iuoi fudditi,per indantcS: urgente necedltà della Republica-Dilfe
appreirojchedidue coie(ìmarauigliauailRc,che effi Padri , ornati di gran po-
teftàEcclefiafticancl minifterio di Dio, congregati lolo per reftituir la diici-
plinaEcclefia(lica,non attendendo a queftoifi follerò riaoltati a nlxxmar quel-
lijche eonuiene obedircfe ben follerò difcoli,& pregar per loro :.6c che fìpofll-
no5&: debbino, fenza ammonitione,efcommunicare,Ìc anathcmatizar li Re,
Prencipi,qualifoao da Dio dati agli hiiomini,ilche non il donerebbe fare man-
co in un huomo plebeo perfeuerante in un grauiffimo delitto. Che l'Arcangelo
Michael non ardì maladire il Diauolo^ne Michea,o DanicUli Re impiiflìmi: 5-:
par' elll Padri verfaiuno tu-tte le makdittioni contraliRè,&Prencipi;& con-
trailChriftianifmccontrailquale lemaladittionifonomachinate, lèdifende-
rà le leggi de' (noi maggiori,&: la libertà della Chiefa Gallicana. Conclufe,che.
il Rè gli riccrcaua di non decretare alcuna cofa contra di quelle ; & fé altrimen-
ti faceifero , commandaua a' loro Ambafciatori d'opporfi a' decreti,lìcome all'
hora s'opponeuano. Ma, fé voIeirero,tralafciati li Prencipi,attender feriamen-
te a quello , che tutto'! mondo afpettaua,farebbe gratillìmo al Rè,ilquale com-
mandaua ad ellì Ambafciatori d'aiutare quell'imprela. Sin qui parlò per no-
me del Rè. Poi inuocò il ciclo, & la terra, & cili Padri,a confiderarcjlc la di-
manda Regia era giuda , fé farebbe honefto dar li medcfimi ordini in rutto'l.
mondo; fé in quefto tempo conueniua compatire , non alla Chiefa , ne alla
Francia, ma alla degnitàd'cffi Padri , & riputatione, 8c alle loro entrate , che
nonpolFono elTer conferuate con altre arti, che come furono da principio ac-
quiftate :che in tante confufìoni , conueniua rauuederiì , 8c quando Chrifto
viene,non gridarcMandaci^el gtegge de' porci. Che fé voleuano rimetter la
Chiefa nella riputatione antica,coftringer gli auuerfarij apenicéza,Ó^riformar
li Prenci^ijfeguilTero reileinpio d'Ezechia, che non imitò il padre empio , ne
il prinioj'ecódojterzoje quarto aui imperfetlixma andò più in fu all' imitatione
791 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio Ilir.
ciD IO de' perfetti maggionjcoiì air hora non bifognatia attendere a' proffiiTiiprecer- i
1 X 1 1 r. fori , fc ben dottiffìmi , ma afeendere (ino ad Arabrofio, Agoftinoa^: Chrifofto' 1
mojiquali vinferogli heretici,non armando li Prencipialiaguena,& tratanto
attcjidcndo a mondarfì le unghie;ma,con l'orationeibuona vita , &c predicatio-
tionc pura:pcrche effi,hauendo prima formato fefteflì in Ambrofio, Agoftino»
& Chrifoftomo,& purgato la Chiefajfaranno diuentar anco liPrencipi Theo- (
dofìj .Honori), Arcadi) jValentinianij & Gratianirilche fperando» pregauano '
la^uilc inh* Dio che da loro folTe fatto, Et qui linì.Ma l'oratione nel medefimo tempo>che ;
i Prelati, f^^ pronunciata irritò fom^mamcntcnon tanto li Pontifìcijiquanto anco gli al' !
tri Prelati,& li Franccfi ancora:& finita,per il gran fufurro che era,fui neceirario
finir' anco laCongrcgatione.Alcuni la taiTauanod'hereiia.AItridiceuanojchc
almeno era molto iofpetta.Et altri,che erad'offefa alle orecchie pie: Che aftu-
dio haueua prefo occafione difarlainaiTenzadel Cardinal di Lorena,che non
hancrebbe comportato quei termini,5c che il fine non era alcro/cnon rompere
il Concilio:Che attribuiuaa Rè quello» che non gli appartiene : Che inferiua
l'autorità del Papa non elfcr necelVaria, per valerfi de' beni Ecclefiaftici : Che
faceuailRèdi Francia , come il Rè d'Inghilterra. Sopra tutto> nilfana co-
fa ofFefe maggiormente, quanto l'hauer intefo che dicelfe » l'autorità de' Rè
di Francia fopra le pcrfone , & beni Ecclefiaftici > non eller fondata fopra
la Prag miatica. Concordati, Se priuilegij del Papa ; ma,fopra la medefima legge
naturale,fopra la Scrittura diuina,gli antichi Concilij,& leggi degl'Imperatori
Chriftiani.
Erano anco gli Ambafciatori Francefiriprefi,con dire,Chedoueuano pren-
dere eiFempio da' Cefarci,& Spagnuoli,liquali,quantonque haue fièro gl'iftef-
»M efìifì m- ^ intereflì,non haueuano fatto motto, conofcendo di non haiier ragione. Si
fiificanoj difcndeua il Fcrrier con dire , che al Cardinal di Lorena era ftato promefib da*
Legaci di non parlar piùdiquelcapojfcnoncontalmoderationcchenon toc-
caUclccofediFranciajmapoi era fiato altramente operato. Che al Cardinale
era fiata communicata l'inftrutcione Regia:onde, fé folFe ftato prefente , hauc-
rebbcnon folo acconfentito , ma conlegliato la protefta. Che erano gran-
di ignoranti quelli , che , non haucndo veduto altro > che le Decreta-
li, leggi di quattrocento anni > penfauano, che inanzi quelle, non vi fia-
no fiate altre leggi Ecclefiaftiche. Et chi vorrà riformar il RèperleDc-
cretali , egli vorrà riformar loro per il Decreto , & condurli anco a tem-
pi più vecchi , non folo di Sant' Agoftino , ma degli Apoftoli ancora.
Che non faccua il Rè di Francia, come il Rè d'Inghilterra 5 ma ben s'opponeua
a quellijche da longo tempo hanno comminciato a crefcer la loro degnità,con
diminuir quella de' Rè. Che le quegli Articoli portafiero tanto danno all' Im-
peratore , o al Rè Catolico , come alla Francia,non farebbono fiati propofii,ne
il debbe pigliar' elTempio da chi non ha uguali intercfij.Sopra tutti,l'Arciuefco-
uo dì ScnSiSc l'Abbate di CJiiaraualle,fùrono li più dilguftati , & andauano di-
l, cendojche gli Ambafciatori haueuano fatto male proteftando,&: che il loro fi-
li? era ftato per metter confuhone 3 & dar' occafione che in Francia fifacelfe il
Conci-
P^paPioIIII. libro OTTAVO. 7^5
Concilio Nationale: chenoii erano huomini di buona volontà >& che erano ciò la
creature del Rè di Nauarra,mandati al Concilio da lui per Tuoi dillcgniiS»: ha- Lxiir.
ueuanoproccftatofenzacommiflìonedelRè, & chcconueniua coftiingcrgli
a moftrar le loro inftmttioni. Se formar inquifitione centra di loro,come che
fentiirero male della fede: di che, tra gli Ambafciacon,& loro,nacquero gran
difparcri. Gli Ambafciatori il dì feguente diedero conto al Rè delle caufc^pcr- ejC-/-/«oi;o «/
che haueuano differito lino all' hora , & perche in quel tempo erano flati co- ^^^«*"«-
ftrctti a pafFar' alla protefta: foggiongendo , Che hauerebbono differito a farla
regiftrare negli atti del Concilio, fin tanto,chc da Sua Maeftà folle veduta,&:
coramandato loro qual folFe la fua intentione.
I Lettati , non hauendo copia dell' oratione,ne fecero fare una raccolta dalla comefeperU
memoria di quelli, che erano ftatipiùattenti,permandarlaalPonLcfice:del- ■^*^^"'*<"'<«'''"^
qual lemmario hauendone hauuto Ferricr copiajfi lamentauajche molte cofe
fodero ftate efprcfTe contra la fua inrentione:& in particolare,chejdoue egli ha-
ueua nominatole leggi Ecclefiaftichejera ftato ripofto leggi fpirituali:& che
diceua,che li Rè pollone prender li beni della Chiefa a beneplacito , doue egli
haueua detto folo per caufa neceiraria. Per quefloegli fi videcoflrettodidai-
fuori l'orationc^: ne mandò una copia a Roma al Cardinal di Lorena, fcufan-
dofbfe non haueua ufato parole di tanta acrimonia, come gli era commàndato
nelle ultime inflruttioni , & nelle prime, che fono riconfermate in quelle:
aggiongendo anco,che non poteua tralafciar d'ubedire al Rè , ne meno Ibtto-
giacer alle riprenfìoni , che egli hauerebbe conuenuto foffrireda' Confeglieri
del Parlamento,quando in un Concilio Generale,in fua prefenza,fi fofTero de-
terminate cofe di tanta importantia, contra quello che da' Parlamenti è ftato
foftenuto con tanta accuratezza :fenza che, elFendo l'autorità Regia, che egli
defendeua , foftenuta continuaj=nente per quattrocento anni dal Regno di
Francia,contra la guerra fattagli dalla Corte di Roma,non era giufto , che i Pa-
dri del Concilio , la maggior parte CortegianiRomani,doueilero cllcr giudici
ielle vecchie differenze, che il Regno ha con quella Corte.Diede anco copia
leir Oratione agl'i Ambafciatori,& a qualonque ne dimandaua,dellaqualegli
dtri diceuano,che altramente la {>rononciò,di quello che poi ha melfo in fcrit-
:o. A che egli replicaua,che non farebbe detto coli da chi haueife mediocre in-
:elHgenzadi Latino:^ con tutto che foffemedeiìma la prononciata, & la ferir-
la, fé elfi l 'haueuano per diuerle,doueuano raccordarfì,lo ftile della Sinodo ef-
ere,non dar mai giudicio fopra le cofe,come erano dette in voce,ma come era-
io efhbite in fcritto:& però a quello attendeffero,fenzamuouercontrouerfia
U cofa,doue era piùgiufto credere a lui,che ad alcun' altro.
Vfcita l'orationein publiccgli fu fatta rifpofta da uno innominato, fotto
lome della Sinodo,dicendo,Che con buona ragione gli Ambafciatori Francc-
ì s'erano comparati agli Ambafciatori Hebrei,hauendo coli eflì, come quelli,
"atto querimonia indebita contra Dio: 6i che lorogli veniualarifpofta,che il
?rofeta,per nome diuino,diede a quel pòpolo,Che,fe per tanti anni haueuano
ligiunato ,& piant0a& mangiato, & beuutctiuto era ftato per loro propri)
^ HHHhh
^75)4 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IlIL
ciD lO inceredì. Che li Rè di Francia erano ftaticaufa di tutti gli abufi di quel Re-
LXlii. gnojcon nominar a' VefGouatiperroneilliterate, ignare della difciplinaEccle-
lÌaftica,& piùinclinatea vitalafciuajchereligiofa. CheiFranceiìnon volcua-
no rifolutione de' dogmi controucrfi , acciochela dottrina ChriftianarertalTe
Tempre incetta, &C folFe dato luogo a' nuoui maeftri , che potelTero grattar il
prurito delle orecchie di quella natiope pocoinclinata alla quiete.Che in tem-
pi tanto turbiilenti nonhaucuanorifguardo adire jche toccalFe al Rè > ancora
giouanetto, difponer di tutto'l gouerno della Chiefa. Che haueuano detto
aireuerantemcnte li beneficiati eirerrolaraente ufuarij delle entrate > Se pur in
Francia da immemorabile tempo fi lono Tempre portati per iirufruttuari j , fa-
cendo anco tellamento j & eireado liereditati da' propinqui , quando muoro-
no inteftati. Che il dire s delle entrate li poueri ellbr patroni , era molto con-
trario ad un'altro detto nella medefima oratione, che il Rè era patrone di tutti
li beni Ecdefiaftici , & poteua difponer a beneplacito. ElFer una grand'aiTordi-
tà, il non volere che il Rè pofllelFer daun Concilio Generale riprefo^. poiché
DauidRè furiprefo da Natan Profeta, & admife la reprimenda. Che lentitu
alquanto il fetore d^refia il talFar li Vefcoui de' proflìmi tempi , &c de' prece-
denti,quafi che non fiano flati veri Vefcoui. Infine fi diffondeua la fcrittura lon-
gamentecontra il detto dell' Ambafciatore , cheli Prencipi fono dati da Dio,.
confutandola,come heretica &c dannata dall' Eftrauagante di Bonifacia Vili.
VnamJanókimjCQnon fi diftingueuacondire>ChefonodaDio, ma, mediante il
fuo Vicario.
Da quella fcrittura molFo l'Ambafc latore, melTe fuori una Apologia in Ùt
^ofta, come fé foiTe alla Sinodo fatta, dicendo. Che li Padri non poteuanorir
fpondergli,come il Profeta a' Giudei : imperoche elfi dimandauano k riforma
dell' Ordine Ecclefiaftico,principalmente in Francia, e onofccndo in quello il
mancamento ; & non come li Giudei , a'quali y. perche ignorauano li propri)
defetti, fu imputata la caufa del digiuno, Spianto. Che li Padri, afcriuendo
a' loro Rè la caufa della disformatione Ecclefiaftica , Ci guardalFero di non far.
come Adamo, quando riuoltò la colpa fopra la donna datagli daDioincom"
pagnia : perche effi confeflauano elTer grane peccato a i Rè prefentar Vefcoui,
indegni ; ma maggiore quello de' Pojitefici d'admettergli. Che haueuano ri-
cercata la riforma inanzi li dogmi, non per lafciargli incerti ; ma, perche con-
uenendo in quelli tutti li Catolici,riputauano necellario incomminciar da' co-
fiumi corrotti ;fonte,& originedi tutte le hercfie. Che non fi pentiuad'hauer
dettOjElFer negli Articoli propofte molte cofe repugnanti agli antichi decreti}.
anzi,voleuaaggiongerci,chederogauanoanco alle conftitutioni de' Pontefici,
de' proffimi tempi. Che haueua detto, Carlo Magno,& Ludouico IX. hauer*
ordinato le leggi ecclefia{liche,con quali era fiata gouernata Francia , non che •
il. Rè all'hora intcndelTe farne di nuoue: Se quando anco haueifecofi detto,
hauerebbeparlatoconformealleSacre lettere, alle leggi ciuili Romane, Se a
quello che fcriuono gli autori Ecdefiaftici, Greci, (?c Latini , inanzi il libro de*
DecrecùDeiriuttei dettQ,Li benefieiaci hauer' illolo ufo delle cntrate,dimaa'!
daua.
Papa Pio IIII. LIBRO OTTAVO. 79S .
dauaperdono,perchedoueuaclire,che erano foiamétcaiTiminifti"arori:«5^ quel- t;i^ i^
lijche vogliono hauer per male quello che ha detto, fi lamentino di Gieroni- lxiii,
mo> Agortino, & altri Padrijchenon folo dilFerosli beni Ecclefiaftici elFcr de*
poueri,ma cheliChiericija guifa di lerui,acquifl:auano tutto alla Chiefa. Che
mai haueua detto, Il Rè hauer libera potcftà (opra li beni Ecdefiaftici; mabe-
jre,che tutto era del Prencipe,in tempo d'infl;ante,«3t urgente necellìtà publica:
& chi fapeua la forza di quelle parole,ben conolceua, in quel tempo non hauer
luogo,nerichiefta,ne autorità del Papa.Che haueua riprelo l'anathemacontra
li Rèjnel modojche negli Articoli era (critto, & che concedeua>poterfi ripren-
der li Prcncipi,& magiftrati , al modo che Nathan fece , ma non prouocargli
coningiurie,&maledittioni. Chchaucndojconl'eirempio d'Ezechia, prouo-
catoailariformatione degli antichi tempi, non fi poteua inferire che non ha-
ucfTe per veri li Vefcoui degli ultimi,rapendo molto bene,cheliFarirei,& Pon-
teficijfedeuano fopra la Cathedradi MoifcChe nell' hauer detto, la poteftà de'
Rè venir da Dio,ha parlato airolutamente, &c fempliceméte, comeDaniel Pro-
feta,^ Paolo Apoftolo,hanno rcritto,non elfendogli venuto in mente la diftin-
rione di mediate^ immediato,nelaConftitutionedi Bonifacio: alche quan-
do hauellepenfatojetlendo Francefe,hauerebbe riferito anco quello,che le hi-
ftoiie dicono della caufa,& origine di quella Strauagante.
Non fece l'apologia dnninuir la mala openione , concepita contragli Am-
barciatori,anzi l'accrebbe, per elfer (cofifidiccua)nonunairculatione d'error
commelTcmapiù tofto una pertinacia in mantenerlo : & varij erano li ragio-
namenti,non tanto contra gli Ambafciatori,quanto contra il Regno. Diceua-
no,conofcerfi chiaramente, qual foflc l'animo di quelli, chemaneggiauano le
cofe in Francia. Notauano la Regina MadrcclieKaneire molto credito a'Scia-
tiglioni,ma{Iìme al già Cardinale : che poteuano appreflb lei troppo il Cancel-
[iere,& il Vefcouo di Valenza , all' infbanza de'quali era ftato fatto quel finiftro
rebuffo al Parlamento di Parigi con detrimento della religione.Chc teneuaiii-
crinfeca familiarità conCruirol,&:conlamoglie,quali,per caufa della religio-
ncnonhauercbbedouuto lafciare andare al Ilio confpetto. Che la Corte Re-
gia era piena d'Vgonotti fauoricilfimi. Che tuttauia mandauaa foUecitardi
poter vender li beni Ecdefiaftici , con tanto pregiiidicio della Chiefa : & altre
cofc di quefta natura.
Ma , mentre il Concilio era tutto in moto per q^uefti difparerì, il Conte di l'^mhafc. di
Luna,(econ<lo il Tuo folito,d'aggionger Tempre dithcoltaa quelle, che iaaltri Sfagnatimio'
erano propofte,fece iuftanza che fi leualfe il 'Troponemtbm Legatis. Cofa molto "J^ ^ "'■r'?'*«^4
molefta a loro, che non fapeuano , come contentarlo , fenza pregiudicio alle r^ii^J^^^l-; *
Seflìoni palTate. Petche, non folo la reuocatione, ma ogni modificatione,o
fufpenfioncpareuaunadichiarationcche le cofe pallate non folfero luce elle
legitimamente. Mi l'Ainbafciatore, non vedendo efpeditione Top r a la di-
manda tante volte fatta , diceua , Che fino all'hora haueua ncgotiato mo-
deftamerite , &. farebbe coftretto mutar modo : & tanto più parlaua ar-
ditamente , quanto fapeua , che il Poiltcfi<;e ? per le fue inftanze paifate,
HHHhh ij
1
75?(S CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IIII.
~^3 i3 haucua fcntto chcfifacclTe quello che era conueniencc'.nekhe la Santicàfua
LXiii. fi rimcttcua in tutto &: per CIUCO. Mi li Legati, per libcraiTi dalle inllanze dell'
Ambafciatorejrifpofero j Chelafciauano in libertà del Concilio di far la di-
chiarationcjquando gli folle parfo : de cofi feruiua il nome di libertà nel Con-
cilio,a coprir quello che daaltriprocedeua-.iraperoche li Legati > mentre cofì
diccuanojfaceuano infieme (Irctte prattiche co' Prelati più congionti,accio gli
, folle interpolladilatione ; coiì,perportar quello particolare in fine del Conci-
lio jcome, per goder il beneficio delcempo ,ilqualfaceire apertura a qualche
modo meno prcgiudiciale. Ma il Conte , fcopcrtc le prattiche, preparò una
proteftatione,& ricercò gli Ambafciatori ImperialijFranceIì,& di Portogallo,
di fottoicriucrla, liquali l'eirortarono a non far tanta mftanza per all'horaipoi-
che hauendo il Cardinale Moroneconuenuto con l'Imperatore, che li farebbe
proueduto inanzi il fine del Concilio , fin che non fi tratcaua di quefto , non fa-
penano come poter protcflare di quell' altro.Et il Cardinale Moroncper quie-
tar il Conte,mandò più volte il Paleoco a ncgotiar con lui il modo,come venir
all' eirecutione della Tua inftanza-.ilqualenon era ben' intefo manco da lui mc-
dcfìmorimpcroche necglihauerebbe volutOjchefoife fattopregiudicioa' de-
creti paflraci,^: con quefta condicione era difficil cofa crouarci cemperamenco.
Finalmente , diedero parola li Leggati al Conte, che nella proffìma Scflìone fi
farebbe la dichiaratione , purché fi troaaire modo, che dcil^ fodisfattione a'
Padri.
mto In l{ma Andato a Roma l'auifo della procella dell' Ambafciator Franiccfe, commof-
per foratiene fé marauigliofamente ilPonCefice, & cucca la Corte , quali credettero , cheflu-
de'FranceJi in diofamence foffe facca per crouare occafione di diiroluer il Concilio , de impu-
Trtmo, j.^j.j!q ^ loro.Ma,fopra cucco,fì doleua il Ponceficè , che, mentre il Rè glidiman-
dauagratia , &c conceffìone de'centomila feudi d'entrata del Clero in Francia,
li fuoi Ambafciatori,in faccia di tutto'l Concilio , dicelfeio , che poteuapi- ,
gliargh fcnza lui. Et maggior moleftia diede al Cardinale di Lorena,ilquale
rhebbeperungran accrauerlamenco alla negotiacione che craccauacol Ponte-
fice.S'aftaticòjCon grand' efficacia, a moftrarcchc era accidente fuccelfo contra
,. . fuo volere,ilqual indubitatamente farebbe flato dioertito da lui , fé fi foife tro-
fipurqa, '■^^f o in Trento'.che quella inftruttione,mandata agli Ambafciatori,era reliquia
de' confcgliprefìjviuendo ancora il Rè di Nauatra , & relTecucione procurata
da' dependenti di quella fattione, tra' quali il Piefìdcnte Fcrnero era uno : che
quella fattione, quantonqne profciralTe la religione Catolica in efletno , hauc-
ua però flretta intelligenza con gli Vgonotti, liquali vorrebbono qualche dif-
folutione del Concilio,fenza fine quieto, accioche non il venille ad anathema-
tizarglimon però elFer fenza colpa ancora quelli, che guidano li negot i j in Trér
to -.attefo chcsinanzi lapartita fua da quella città,le cofe intorno quella materia;,,
erano accommodate in buon termine,hauendo li Legati piomeilò due cofccè.
che gli Ambafciacori erano reftati quieri:runa,che no fi farebbe parlaco de' Rè».
&Prencipi fupremi,mafolamente di certi Signorotti, liquali non concedono,
a' Yefcoui niirun eirercicio delia giurifdittione E ce lefiaflica.L'akrajche farcb-- 1
bona
f
l'APA Pio mi. LIBRO OTTAVO. 7V7 „ __
tono eccettuate tutte le cofedepédéci da gratie fatte dal Papa,coineInduki,pii- cu io
iilcgij,6c cóceflìoni di quella (anta Sedete con tutto ciò, dopolarua parcitro lxui.
uucuanodatoa' Padri la ptima formula con lemedefime.cofcche haueuano
Diomeiro di leuare: certincaua però, che tutto ciò non oftante, non farebbe im- < prcmèm fo-
i)edito il quieto fine del Concilio :6(:promirc, che hauercbbe fcritto alRè,v3c '^'V««'o»e,
dolutofi delle cofe fatte , & procurato che gli Ambafciatori tornalfero aTren-
tOjilche fperaua d'ottenere.
Scriireper,tanto fecódo quello appontamentoinFrancia,&:agli Ambafcia-
tori. A quelli con dire, che Tattioneloro haueua queftafcufa, che ella era fat- ^ "*-/^"«« *
ta : per tanto che continuairero per TaQuènire a fare il debito loro, 6c a non in- j^^'^"' *^
jnouare cola alcuna di più. Al Rè fcriife , Che 1 oppoiìtioae fatta dagli Amba-
fciatori gli era parfa molto ftranaj& maggiormente,che rhaueirerofatta,fenza
! communicar con lui, 8c non vi era ne ragione, nie occalione di farla: che la fua
I alfenza da Trento era ftata la caula di quel male j^erche gli Ambafciatori poco
opportunamente haueuano applicato un afpro rimedio ad un leggier male:
che al fuo ritorno al Concilio egli hauerebbe proueduto con molta facilità: ma
chcnon potendoli tornar indietro le cole fatte >prcgraua Sua Macità a fcriuer
agli Ambafciatori di cf>ntinuar a fare il debito loro, &c afteneriì da confcgli
violenti. Soggionfe, (^i'hauer trouato il Pontefice inclinato,^ ben difpofto ad
ima fanta, & feria riferma della Chiefa: che la Chriftiaiiità è hcn felice d'haucr
un fi degno pallore , ilqual rimandaua lui a Trento cofi ben inftrutt o di tutte le
fue fante intentioni, per metter fine, &c conclufione al Concilio; in modo , che
fi poteuafperar' un felice lucceiro : &c perche nel fine del Concilio li decreti
doneranno elfer fottofcritti da' Padri, & dagli Ambafciatori,c he hanno prefta-
torafl^ftenza per nome de'fuoi Prencipi,pregrauaSua;Maeflàa far ricornar gli
Ambafciatori,accio foireroprefenti,&compliireroaquello,cheera il compli-
mento di tutti li fauori fatti,& protettione tenuta di.quel Concilio dalla Mae-^
(là fua,dal Fratello,dal Padre,& dall' Auo.
Hebbe il Cardinale a difenderfi,nonfolo col Pontefice, ma anco col Colle- querimonie m
gio de' Cardinali in Concifl:oro, liquali diceuano, Che li Prencipi voleuano la ^2'^'^ <:^ntra i
ìiberrà del Concilio, non però in cola ale una, benché minima, & giuftiflìma, ^""^'i"'
qual à loro toccallè, ma folo à diftrurtione degli Ecclefiallici. Il Pontefice or-
dinò, che folle penfato meglio quello che fi douelle fcriuere a Trento , in mate-
ria di quella P^iforma, dicendo, Che nonio faceaa, per metter mano nelle cole
del Concilio, perche voleualafciar fare a'Padri,mafoloadinftruttionede' Le-
gati, perviadi confegiio. Ma, fra tanto, rifpofe a Legati,che,feliFranccfi //P^;,^^/^^^^
voleuano partire, partiifero, ma che elfi non gliene delfero occafionc,& atten- teil fme dcL
deirerofoilecitamenteafar la Seflìone al tempo deliberato , nelquale Lorena ^-'*""^''•■
farcbbeftato di ritorno,& a finir il Concilio con un' altra Seflìone,facendola in
termiiie di due o tre fettimane,tenendo però fecreto queft' ordine,& non com-
municandolo,fenona Lorena : &feda' Cefareiglifolfe parlato,rifpondcirero,
Chcgionto quel Cardinale, hauerebbono rifoluto che fare: & gli fece animo,,
auifandoglijche haueua condotto la Germania, 6c la Francia, al fuo dilfegno, Se
HHHhh iii
y^S CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio Ilir.
non vi reftaua fenon Spagna , ilqual haucua ripofto, non efser ben finirlo , poi'
che rcftauano moke cole , de le più principali a trattare : con tutto ciò, haucua
anco Ipcranza di ridurlo,&: mettervi fine,con fodisfattione commune. Et vera-
mentcdi Fiancia,& Germaniajcra ficuro: imperoche, oltra la trattationc hauu-
ta ibpra quello con Lorena,chc l'aflìcuraua abondantemente di Fracia,in quelli
raedefimi tempi ancohaueua hauuto rilolutione dall'Imperatore, cheli con--
tejitaua,&haucrebbecoadiuuatoalfine: & febenilNoncioauifauajche quel-
la Maeftà era Hata dubiofa a rifoluerlì , & che vi erapericolo, che non fi mutaf-
fe: nondimeno, intendendo che il Rè de' Romani erallato autore di farlo de-
liberare, dicendo, Ciie eia ben fìnirlo,perche non faceua,ne vi reftaua ponto dì
fperanza che facelie alcun buon frutto: reftaua certo che quel Rè da fé ftelTo, &
da buona ragione moiro,hauercbbe perfeuerato inpropolìto , 5c per cófcgucn-
za mantenuto il Padre in opinione.
do»e noKcom- MainTrento,gli AmbafciatoriFrancefi, dopo l'oratione , non comparaero
parlfiono piti più in publìco: fecero intendere a quei pochi Prelati,che reftauanoj'intentio-
gli ^mhitjc. iiedelRècflere, che s'opponelTero al quinto capo, & al fecondo} inquanto le
Francef: perfone,&: caufe di Fràcia, per virtù di quellijpotelTeroeirer tirate a litigar fuori
delRegno:&: aldecimonono»inquanto le preuentioni veniuano canonizate,«Sc
priuati li Parlamenii delle lorprerogatiue nelle cofe beneficiali
emù <il'i altri ^ Legati,nniuo che fu di dire il parer di tutti Ibpra i ventuncapitoli , propo-
s oppongono ferodi parlar Ibpra gli altri: a che tutti gli Ambafciatori s'oppofero, per il capo
alU Bj,forma de' Prencìpi. Si doletiano li Padri,che t rat tandofi di riformare, come fempre
de Principi: ftidettctuttalaChiefa, nelCapo,&ne' membri, in fine li Prencipi non vokP
fero alcuna Riforma, fenon per l'Ordine Clericale: ilqual anco non poteuaef-
fer Riformato , fé li Prelati erano impediti nel far li carichi loro , & fc non era
conferuara la libertà Ecclciìaftica:-& purtuttauia li Prencipi , chemoftrauano
defiderar Riforma , s'opponeuano a quel decreto , che reftituiaa loro la libertà,
Se la giurifdiCLionencccHaria per riformare. Li Legati fi fcufauano, che non
poteuano mancar di dar qualche fodisfattione a' Prelati; che gli Ambafciatori
haueuano hauuto tempo d'allegarli lorgrauami, &c di trattar lacaufa con ra-
gione: ma che era troppa violenza, l'opponerfi [ohmePitc de fatfo. Se moftrar
che il Concilio fiafolamenteper l'Ordine Ecclefiaftico, & non per riforma di
tuttala Chiefa.
In queimedefimi giorni arriuò iiuoua, che l'Imperaroreragrauamente am-
malato;& gli Ambafciatori Ceiarejauuertirono, che,fefofse morto,il Conci-
lio non farebbe ftatoficuro, perche il faluocondotto farebbe fiaito:di che li Le-
gati fpedirono in diligenza alPapa,dimandando ordine di quello,che douelFe-
ro fare, & per quello anco li Prelati fi difpofero al peiifar più al partir di Tren-
to, che al riformar li Prencipi. Perilcheaddì fette Ottobre fu tenuta una Con-
, aregationc, per rifoluer quello, che fi douelfe fare degli altri capi di riforma, ol-
ende qmlit e ^^^'|- ^gj^j-m-^Q^ ^ mafliiTie di quello toccante li Prencipi : nellaquale,dopo lon-
diprita. ^^ difcuflìone , fu condufo , che Ci cclebralfe la Seilìone con la materia del Ma-
trimoniojcon li ventun capi di riforir^a,^ fi differiife quella de' Prcncipi:&: il dì
Papa Pio mi. LIBRO OTTAVO. 7^9
feguentegli Ambafciatori Francefi partirono da Trento per Venetia> fecondo cio i6~
l'ordine riceiiuto dal Rè. lxiii.
Il Pontefice, fé ben fodisfatto del Cardinale di Lorena, & dc'Francefide- u Papa prò-
pendenti da lui ; nondimeno, irri tato contia qv^cTla fattione,d'ondc teneua che nmcìa. fenun-
folFe venuto il motiuo della pretella fatta in Goncil]o,ripiolib la deliberationc, "^ ""*'''« "«'
fatta fino al tempo dell' editto dipacificatione con gli Vgonotti, che a Trento ^"^ ^efcmn
fi procedefsc contra la Regma di Nauarra, laqual haiieua tralafciata , preued cn- ''"""•''•
do che dagli Ambafciatori Cefarci farebbe fatta oppoiìtione, come fecero,qua-
do fi trattaua di proceder contra la Regina d'Inghilterra : & rifoluè ài dar' eifc-
cutione al fuopenficro in Roma,& a tredici dei mefe fece publicar la fentenza
contra li cinque Vefcoui Francelì già citati, come s'è detto , & fece affigger alle
porte di S.Pictro, & in altri luoghi publici, una citatione contra Giouanna, Re- «"«^«^«»<«
gina di Nauarra,relitta di Antonio, che in termine di (qì mefi douelTe comparir ' ^^"^*''^^'
adefenderfi,&. render le ragioni, perche non^ douelTeeirer dichiarata priuata di
tutte Indegnità , &c ftati , & domini) , & nullo il matrimonio contratto tra il già
Antonio di Vandomo, &;lei, &: la prole illegitima, &incorfa in altre pene di-
chiarate da' Canoni contragliHeretici. Il Cardinale di Lorena, inanzicheil
PapavenilFe a quelle fententie ,& procelFo, fece con lui uffici) , raccordando
che lemaflìme , tenute in Francia, erano molto differenti da quelle di Roma.
Perilcheinquel Regnofarebbe flato fentito male, chefofTero giudicate caule
de' Vefcoui in prima inflanza:& chela citatione contra la Regina, e ofì, perla
medefìma caufa,come,perche era con pene temporali, hauerebbe dato che dire,
& mala fodisfattionea molti. Ma quelli uffici), elTendointefìdal papa, fìco'
me eranofatti, non partorirono altro frutto,fenon quello,che il raedcfimo Car-
dinale in fuofecretodefìderaua»- Nel negotio dell'abboccamento tanto de/i- abboccamenta
derato dalla Regina, che con ogni corriero ne £iceuanuouo ufficio apprelFo il ^^ Prìncipi
Pontefice, quantonque folFe venuto auifo dalla Corte Imperiale, che Celare -^f*. ^^
iionvoleua darci orecchie : 8c di Spagna, fé ben parole molto compite didefì- ^^y'^"^'"^''
dej?io, chc.il Rè haueua d'effettuarlo ; nondimeno,con rifolutione,che li tempi,
& le congiunture non lo compoxtauano } fu però di parere il Cardinale ,che,
quantonque non vi foifealcunafperanza, il papa nondimeno non douelfe re-
ftar di mandarci li Noncij efprefTì dcftniati per queflo,come ufficio, dalqual ha-
uellcro a depender molte altre negotiationi in feruitio della Sede Apoflolica:&;
in particolare, per leuar gli iaipediraenti alla conclufione del Concilio, fé alcu-
ni foifero nati : onde furono efpediti il Viconte, in Spagnaj Se il Santa Croce , in
Germaniajin apparenza,con carico di trattar l'abbocamentoj in efsiflenza , con
altre inflruttioni particolari.
InTrento^afpettandoil tempo della Seflìone, &. tra tanto non volendo dar ìnTremofano^
Qccafìone ad alcuna difficoltà , li Legati propofero da trattar delle Indulgen- propofìe d*
ze,Purgatorio,Veneratione de' Santi, & Immagini: ma, per publicar li decreti, *'"'*'"'■' "'*-.
non nella Scllìone immediata, ma nell' altra iuircguence,aggiongendoilmo- '*^'*^* rn^ttìnci
do che fidoueuatenerda Theologi nell' effaminar quelle materie, cioè, che
<JelIièro il lorgaret.in fcjricto fopra l'ufo, folamente di quelle» non s'eften-
8oo CONCFLIO DI TRENTO Papa Pio IIIL
J-J3 i3 dcndo aparlai'Topra gli altri capi; & ton ordine a' Padri, di douer dare il voto
LX^ii- loro breiiemente l'opra l'ifteiroicon protcftatione, che farebbe flato interrotto
^ualonque hauelFe voluto allogarli f^uovi della propofta.Cò tutto cio,da'TlieO'
logi .i:Lu:ono fatte fcritture longhiffime, ik tanto Varie tra loro , che li Padri non
fapeaano rifolueril che dire in quella dottrina.
'ifncoltJ. de li ^^^^^ materia della Riforma, le ben li venti capi erano conclufi. Se del ventu-
'sflgr.uoii fa- no fi trattauacol Conte di Luna , li Prelati Spagnuoli fecero indoglienza, che
pra alcufii il capo dell' elfcntione de' Capitoli,^ l'ultimo delle prime inftanze , & appcl-
yirtkoily lationi, folTero flati alterati da quello che li Prelati haueuano notato. Diche
fdegnati li Legati, Se li deputati lopra i Decreti,rifpofero,Che,o giuflificalTero
-quello che diceuano , o tacefsero. Et elFendo pallate qualche parole di difgu-
ftoìil Conte diLunacomparueinlor fauore,dnnandando, che folferomeire in
confideratione le oppoficioni, che a quei duecapifaceuanolifuoi Prelati. Ri-
cercò apprelTcche nel quinto capcdoue erano riferuate al Papa le caufe crimi-
nali de' Vefcoui, folle fatta dichiaratione , che non iì faceiTe pregiudicio all'
Inquifitione di Spagna: laquat richiella haueua fatta prima l'Ambafciator di
Portogallo, per il fuo Regno. Et , rifpondendo i Legati , Quelle materie efler
giàdecife, replicò il Conte, Che, fé lì proponeranno in quel modo, egli non
anderkin Seflìone, nclafcerà interuenirvi alcuno de' fuoi Prelati. AchedilTe
il Cardinale Morone,Che, fé non anderanno in Seflìone , fi farà fenza loro. Il
Conte, afcriuendo quella durezza, che gli pareuahauertrouatone' Legati, ad
uffici) fatti dal procurator de' Capitoli di Spagna,gli commandò che fipartillè
immediate daTrcntorilche a' Legati difpiacque. Et tuttauia, accio nilFuno im-
accoiumd4te, pedimento folfe al far la Seflìone, il cui tempo era proflìmo, per compiacere
rAmbalciatore,nel capo delle caufe de'Velcoui, fecero eccettuar H Regni,do-
ue era Inquifitione: quanto a quello delle prime inllanze,percheyoleuano le-
uar totalmente l'autorità al Pontifìce ài poterne commetter' a Roma, pareua
cofa troppo ardua a' Legati . Il fello ancora molto importaua, perche li Capito-
li diSpagnafono un membro molto principale, & più dependenti dalla Sede
Apollolica che li Velcoui : perche quelli fono tutti a nominatione del Re, ma
de' Canonicati più della metà fono di pura coUatione del Papa -.però , rifolue-
ronopiù tollojche far pregiudicio a' Canonici, differir quel capo alla feguente
5ciIìone;& adoperarono gli Ambafciatori Cefarei, a fare che di tanto il Conte
fi contentaffe.Et cofi anco quella difficoltà fu fopita.
Reftaua hdichi^TLmonQ del Propofjentih^Leffatis. Allaquale non trouando
temperamentojdilfero al Conte, che elio douelieproponer una formula, come
defideraua che fi faceflè: di che fcufandofi egli, deputarono tre Canonilli a trat-
tarcon lui , & trouar modo che gli piacelfe , purché non folVe con alteratione
* del modo dato dalPapa.Ma opportunamente in quella occafioneera arriua-
am*Trtm9: ^^ il Cardinal di Lorena , ilquale ellèndo partito da Re ma con inllruttionCiSc
conclufione di tutte le cofe, 3c pafsato da Venetia per trattar con gli Ambafcia-
tori , che ritornalTcro inanzi il fine del Concilicgionto a Trento, con la fua de-
(Irezza fece riceuere ai Conte con fodisfattione quel modo: con che fu polla
fine
f
PapaPioIIII. libro ottavo. Soi
fine a queftacajito agitata difficoltà, con fodisfattionc di tutti, & fupofto per
ventuncapo della riforma, ilqual fu propofto in Congregatione tenutaaddì
none Nouembreaquefto efFetco,& approuatccon poca repugnanzai dopo che
fuleuatoilfeftoiondcftabilito qucfto,furono riletti tutti li capi, c^ detti bre- . ,. , ,
uementei voti , ne' quali il Cardinale di Lorena , per faluar l'honorfuo , ^i^^, ^^'««'^^^^^^^^
, Clie,quantonque delìderalfe maggior riforma, nondimeno, fapendo che non fi ,^^.^^^„ J5^^^
può nel principio venir' agl'eftremi rimedi] , a(lentiua a decreti, non gmdiczn- del Lorena,
do^li badanti ; ma, fperando , che il Pontefice , o con rimetter in ufo i Canoni
vecchi,o con celebrar altri Concili) GeneLali,li darebbe compimento.
Et è cofa degna di memoria,che in quella Congregatione fece una longa di--
ereflìone , in forma d'encomio della buona volontà del Papa , del defiderio di
veder la Chiefa riformata, & il grado Epifcopalcreftituito alla fua antica de-
cmtà,& il Concilio finito con frutto di tutta la Chriftianità. L'Arciuefcouo di
Granata,quando toccò alni a parlarceiTo ancopafsò nelle laudi del Papa, & gì'
attribuì altrettanta buona volontà,quanto il Cardinale haueua fatto: mafog-
gionfe,che o veramente il Papa giudica di non poter' ordinare come fente,o ve-
ro non ha autorità di far che li fuoi miniftri,& dependenti eireguifcano.
Qui mi conuien fare una gran mutatione di ftile j &, doue nelle narrationi e quenU c&
pallate ho ferapre ufato quello,che è proprio per defcriuer varietà d'animi,,3c di ^'''p^t^l
pareri,attrauerramenti a' dilfegni l'uno dell' altro,& dilationi interpofte alle ri- W«^» del
folutioni ; fermandomi, per efplicar ìi confegli di diucrfi , fpefso tra loro repu- „^^ ^^
gnanti : da qui inanzi ho da narrare una mira unica, & concordi ope rationi , le-
quali pareranno volare più tofto,che correre ad un folo fine : dellequali una fol
caufahodarendere,per non replicarla in tutti li luoghi, cioè, la concfòrderifo-
lutione a precipitare il Concilio.
Perilche,femplicemente narrando,mi refta dire , che vennero a Lega1:i lette- comndtiMM
re del Pontefice, conrifolutione che il Concilio fi finiiTcquantonque il Rè diPa^a,
Spacrnane riceueire difgufto: perche egh haueua maniera d'accommodarfi con
lui Tchedabiliirero il decreto del Clandeftino con maggior' unione che foflc
poffibile,non reftando però di farlo , quantonque continuaire la medefima op-
pofitione : che, quanto alla rifórma de' Prcncipi , &: reftitutione della giurifdit-
tione: & libertà Ecclcriaftica,non fi difcendeifead alcun particolare,(olo fi ri-
nouairero li Canoni antichi, & fenza anathemi. Et , fé fopra altri articoli naf-
celTe difticoltà,fi riferuafsero a lui,che hauerebbe prouifto , rimettendofi a quel
di più,che gli hauerebbe detto il Cardinale di Lorena, informatifsimo d'ogni
fua volontl,alquale douelfero credere. Gli mandò apprelFo un formulario di fi-
nir' il Concilio, ilqual conteneua, che doueflero eiler confermate tutte le cofe
fatte fotto Paolo , & Giulio , dichiarato che foflero tutte un medefimo Conci-
lio con quello: & che in tutto fiafalua l'autorità della Sede Apoftolica: che di
C'^ni cofa decretata foife dimandata la conferma al Pontefice : che fottofcriuef-
fe?o tutti lipadri,&: dopoquelli,ad elTempio degli antichi Imperatori, vi foffe
la fottofcrittione degli Ambafciatori,acciocheliPrencipifoirero obligatiaU*
«ireruanza de' decieti,& a perfeguitar con k armi <juelli di contraria religione,
Illii
^ 8oi CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio im.
ci3 1^ lafcianclo pero in potcftà d'eflTi Legati, che j infieme con Lorcna,aggion-
ixiii. gelfero , frainuilfero , alteralfero , fecondo l'opporcunità : lequali cole tut-
te furono tenute fecretiffirae , fino dopo la Seflione >per maneggiarle , come (ì
dirà.
Arriuò Tundici di Nouembre , nelqual (a tenuta la Seflìone con le folite ce-
remonie. In quella douendofi dir li voti nella materia del Matrimonio Clan-
deftinojil Cardinale Vannienfe, che la teneua materia difede> Se nonfentiua
chela Ghiefavi haueirefopraautorità>non volfe mteruenirejifcuiandofbche,
quando fi trattaire di cofa de iure pojitiuo , non hauerebbe giudicato inconue-
niente dir' il fuo voto con libertà,quantonque douefle efler decretato in con-
trario: ma che in quello farebbe ftatocoftretto dire, per fatisfar alla /uà co-
fcienza,che laSniodo non poteua far quel decreto, il che hauerebbe potuto ì
caufar qualche difgufti, da che egli era molto alieno. Fece illermone Fran- j
cefco Ricardoto Vefcouo d'Arras, doue ammonì il Concilio>ehe,eirendo bo-
ra mai due anni, che quella Santiflìma Sinodo ftaua per partorire ^&ftando o-
gnuno in afpettatione , qual debbia riufcire il fuo parto , nonconueniuachc
mandalTein luce un parto troncato, o mutilato: che il mondo afpetta-una pro-
le foda,& un parto integrorilche per mandar ad effetto, conueniua che rifguar-
dino gli Apoll:oli,8cMartyri,& l'antica Chi€fa,& farla elTemplare di onde pi-
gliar li lineamenti dellaprole , che è perpartorire : che quelle fono la dottrinai
la religione , ladifciplina ; quali tutte, eflendo degenerate in. quelli tempi, con-
uien reftituire all' antichità: & quello eflcr quello , che tanto tempo fi è afpet-
tato, & tuttauia s'afpctta. Finite le ceremonic , furono lette le lettere di Mar
dama,Reggente di Fiandra, della miflìone di tre Prelati al Concilio,il Manda-
to del Duca di Fiorenza, & quello del gran Maeftro di Malta: dopoi dal Ve-
fcouo celebrante fu letta la dottrina, «Scgli anathematifmi del Matrimonio>
Utturadella ^' 4^^^^ ^^"^ acconfentirono. Lettili capi della Riforma del Matrimonio»
dottrinx^e dti- al primo dell' annuUatione del Clandeftino , il Cardinale Morone dilFe , Che
h riforma, gli piaceua, fé folTe piaciuto al Papa. Simoneta diire,ChenongIi piaceua,ma
fi rimetteua al Papa:degli altri,cinquantafei voti furono,che aifolutamente dif-
ferojNon piacerali,gli altri l'approuarono.
Furono dopo letti li decreti di |liforma : &c gionto al quinto-delie caufe cri-
fopra /'*?^^^^« minali de' Vefcoui, fentendofi eccettuati liRegni douefìtrouaInquifìtione>
ftaiioni edop- s'eccicò moto graudiflimo tra li Padri, dicendo confufamente li Lombardi , &. ,
fojitior'i. Napolitani, chequell'eccettionenon fu mai propofta in Congregationc, Sz
che lì leualTe via : in modo che fu necelFario leuarla all' hora : &c dopo, il Cardi- .
naie di Lorena fopra il medefimo capo dille , che approuaua il Decreto con la-
coditione. Che nò faccia pregiudicioaicuno a' priuilegij, ragioni, &conftitu-',
tieni de' Rè di Fiacia, lì come era ftatoconclufo nella Cógregatione del giorno
inàzijdichiaràdojche nófaceuanopregiudicio all' autorità di Prencipe alcuno.
& in fine de' Decreti,per nome fuo,& degli altri Vefcoui Francefi,fece una.pro-
tefta in tutto conforme alla fatta doi giorni inanzi nella Congregationc j cioè>.
chelalor nacione riccueuaqiieidecietianon> come perfetta Riforma, ma come
prepa-
PAfAPioiiii. Libro OTTAVO. 8oj
preparatione ad una intiera/octofperanza che il Papafupplirà col tempo> & f^io jo
occaiìone,li mancamenti : ritornando in ufo gli antichi Canoni, ouero cele- £xiii.
brando altri Concili) Generali, per dar complemento alle cole incommincia-
te : &c ricercò,per nome di tutti li Vefcoui Francefì,che quello fofTe inferro ne-
gli atti del Concilio,& ne folTe fatto publicoinftrumento. Furono diuerfe al-
tre cofe da altri aggionte,& fatte alcune oppofitioni, non di gran momento ad
alcuni altri de' capi,fopra lequali nafcendo qualche differenze, perellèr l'hora
tarda, che già erano le due di notte , fu detto che s'accommoderebbe in Con-
gregatione Generale.Et per fine della Seffioncfu letto il decreto d'intimatio-
ne della feguente per li none Dicembre , con poteftà d'abbreuiarla, efplican-
do , che s'hauerebbe trattato del fcfto capo , differito per all'hora , & de-
gli altri capi di Riforma effìbiti , & d'altre cofe pertinenti a quella ; ag-
giongendo , che, fé parerà opportuno , & iltcmoo lo comporterà, fi potrà
trattar d'alcuni dogmi, come faranno propofli aliuo tempo nelle Congrega-
tioni.
La dottrina del Sacramento del Matrimonio conteneiia, Che Adamo prò- ^^^^^.^^ ^^
nonciò il legame del matrimonio elfer perpetuo, (S«:che due fole perfonepof- j^ammonioi
fono elfercongionte con quello: cofa,che fu dichiarata più apertamente da
Chriflojilqual'anco, con la fuapaflione,ha meritatala gratiaperconfermarlo>
& fantificar quelli,chc fi congiongono.Ilche e accennato da S.Paolo , quando
dilTe, Queir clTer gran Sacramento,inChrifto,&: nella Chiefa : laonde, ecce-
dendo il matrimonio , nella legge Euangelica , li vecchi maritaggi in quello di
piùjche è la gratia , meritamente è numerato per uno de' Sacramenti della nuo-
ua legge. OndelaSinodo,condannando le herefìe in quella materia, ftatuifce
glianathematifmi : I. Contra chi dirà, che il matrimonio non fìa uno de fet-
te Sacramenti inftituitodaChriflo,& nonconferifca la gratia. 1 1. Chefia le-
cito a' Chriftiani d'hauer più mogli infìeme , & quello non ellèr prohibitoda
alcuna legge Diuina. IH. Che li foli gradi di confanguinità, & affinità, eC-
preffi nel LeuiticojpolTono annullar' il matrimonio ; Se che la Chiefa non poffi
.aggiongernealtri,nedifpenfarin alcuni di quelli. IV. Che la Chiefa non
polli flatuir impedimenti,© hauer fallato nel flatuirne. V. Cheuno de'con-
iugati podi fcioglier il matrimonio per herefìa, per molefla conuerfatione, o
volontaria alFenza dell* altro. VI. Che non fi fciolga il legitimo matrmionio>
non confummato,per lafolenneprofeflìonereligiofa. VII. Chela Chiefa
habbia fallato,infegnando, che , per l'adulterio, non può effer difciolto il lega-
me matrimoniale, VlII.Che la Chiefa commetti errore, feparando li maritati
a tempo terminato,o indeterminato,quanto alla congiontione carnale, o qtia-
to all'habitat infieme.IX.Che li Chierici di Ordine facro,o li profeffi Regolari,
poffino contraher matrimonio: & che tutti,che non fentono il dono della ca-
flità,poffmo maritarfijeirendo che Dio non nega il dono,a chi glielo dimanda.
X.Chi anteponerà lo (lato cógiugale a quello della virginità,o caftità. XI. Che
la prohibitione delie folcnità nuttiali in certi tempi dell'anno fia fuperftitione:
Illiì i]
^ 804 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio IIU,
*ci3 I? o dannerà lebenedicnoni,& altre ceremonie. XII. Che le caufc matrimonia-
Lxiii. li nonpertenghino a giudici Ecciefiaftici.
yì/om-t àtlU LiDecietidellariformadelmg^trimonio conteneuano: I. Che> quanton^
medefimamx- quella cofa certa, che li matrimoni fecrcd fono (lati veri,& legicimi,mentre U
teria,de ma-^ GhicfanongU ha annullati, oc che laSinodo anathematiza chinongHha pet.
defiim ^^^^'^ inficme con quellijche aircritcono, li matrimoni contratti da' figliuoli di
famiglia,fenza ilconfenfo de' padrijeiler nulli, &z che li padri polfono appro-
uargli. Se reprouargli : nondimeno, la Chiefa Tanta gli ha Tempre prohibiti , &
deteftati : &: perche le prohibitioni non giouano, la Sinodo commanda, che il
matrimonio inanzi fia contratto , fìa denonciato nella Chiefa tre giorni di fe-
lla :&:,nonrcopertofi alcun impcdimento,£Lcelcbri in facciadellaChiefajdoue
il paroco,interrogati rhuomo,^ la donna,udito il lor confenfo,dica,/o vi con-*
giongo in matrimonio in nome del Padre,Ftglwy(^ dello Spirito Santo'.oMQx:o uiì altre
parole confuete in quella prouincia. Rimife però la Sinodo all' arbitrio del
Vefcoaoiltralafciarle denuntiationitma dichiarò inhabili a concraher matri-
monio quelli, che tentairero di contraherlo lenza la prefenza del Paroco,o al-
tro Prete di tal' autorità^ & doi, o tre teftimoni) : irritando , &c annullando tali
contratti conpena'a contrafacienti. Dopoeltorta licongiugati a non habi-
tat infieme inanzi labenedittione, & commanda al Paroco d'hauer un libro»
doue li matrimoni co(ì contratti iianofcritti. Elforta i congiugati a confelTar-
iì,&: communicariìjinanzi il contrarto, o laconfummationedel matrimonio::
referuale confuetudini, & ceremoniediciafcunaprouincia, volendo cheil de-
creto habbia vigore trenta dì,dopo che iaràpublicato in ciafcuna parochia. IK
. intorno gtim^edimenti matrimoniali, afferma laSinodo, che la moltitudine:
àegli ^ iwpedi- de'diuieticaulaua gran peccati, &fcandali, però reftrinfe quello della cogna-
memt per px^ tione fpiritualc a quefta,che è tra il battezzato, ik padre, & madre di quello con;
UMleeperal- ^^ padrini;&il numerodiqueftiad un huomo,&; Una donnafolamente. lime-
tre eaujèj defimo ordinando , quanto alla òarentela, che nafce per il Sacramento della,
confcrmatione. III. L'impedimento dell' honeftà, che ha origine da' fpon-
falij lo reftrinfe al folo primo grado. I 1 1 L Quello dell' affinità fornicaria al
primo,& fecondo. V. Soprale difpenfe del già contratto matrimonio, le-
àelle dijpenfevò la fperanza di quelle a' contrahcnti fcientcmente in gradi prohibiti; &a
tie gradi prò- quelli , che anco ignorantemente haue^cro contratto fenzale folennità, in ca-
"^^"'i fo di probabile ignoranza, fLpoffi conceder difpcnfa gratuitamente. Ma, per
4a att ri contraherlo in gradiprohibiti , onero non fi dia mai difpenfa , onero rare vol-
te, con caufi, 6c fenza fpefà : ne meno nel fecondo grado , fenon tra gran Prcn-
cipiiptr caufa publica. V I. Che non pofficffer contratto matrimonio con
una donna rapita , mcntl'e farà in poteftà di chi la rapì : dichiara , gli raptori , &.
chi gliaflifte di conleglio,aiuto,ofauore,lcommunicati, infami, incapaci d'o-.'..
gni degnità:3c chi haueià rapito donnaso pigliandola,o non pigliandola in mo»'
de-vagabondlì glie,na tenuto dotarlaad arbitrio del Giudice. VII. Ordinò , che li vagabondi
non fiano admellì a' matrimoni,fenon,fatta diligente inquifìtione, & cólicen-
de concHbina- za dell' Ordinaricbeifortando li magiftratifecolari a punirgli feucraméte. VIÙ.
vii» Centra li concubinari) ordinò , che ammoniti tre volte dall' Ordinario , non
fifepar
r
Papa Pio mi. LIBRO OTTAVO. 805
fi fepatando, debbiano elTere rcommunicati: & peri'eucrando anco un anjio cio i^
dopo la cenfurajrOrdinario procedi contialoro feiieramentci^ le concubine, ixi 1 1.
dopo tre ammonitionijfiano punite; (Se parendo cofi al Vekouojfcacciare dalle «^Jmncft/Jwi,
terre , anco con l'aiuto del braccio lecolare.IX.Coinmandò, in pena di fcom- i^*''^ « '**>*'*
i-nunica,a qualonque Signore temporale > & magiftrato, di non coitringer li ^^J^' . .^
fudditi,oqual/l voglia altrijdirettainentcoindiretramentCjaniaritarfi.X. Re- ,,, !!^T^'
ftrinfe le prohibitioni antiche, delle iolcnnità delle nozze dall' Aducnto ali' *
Epifania, 6c dalle Ceneri all' Ottaua di Pafca.
Li decreti di riforn:ia,non nel modo che furono letti in Seflìone,ma come decreti Sri-
corretti il giorno legucnte la Scffione nella Congregatione,come s'appontò di forma generA-
douerfare, conteneuanorl. Che, vacante la Chiela,fiano fatte pubiichcpre- '*•
ghiere:che quelli che hano alcuna ragione ài metter bocca nella promotione,
iìano ammoniti di peccato mortalcle non uicrano ogni diligenza, accio iìano
promolTiquelh che giudicano più degni, & utili alla Chich,natidi Icgitimo
matrimonio , ^ ornati di vita,ctà,dottrina , & altre qualità requifite da'iacri
Canoni, de da' decreti di quel Cócilio.Che in ciafcuna Sinodo Prouincialccó
approbatione del Ponteficejlìa prcfc ritta una propria forma dell' cilaminccon-
ueniente a ciafcun luogo,da ufarfKòc fecondo qucU' eflamine fatto, lìa manda-
to al Papa per efTer difculfo da' Cardinali,& propofto in Conciftorio : de che
lutti li requifiti, per decreto della Sinodo, di vita,età,dottrina,&: altre qualità
nella promotione de' Vefcouijfiano richiedi nella crcatione de' Cardinaii,an-
corche Diaconijliquali il Pontefice,per quanto potrà commodamcnte allume-
rà di tutte le nationi,&; idonei. In fine, aggionfcchcmolfa la Sinodo dagra-
uiflìmi incommodi della Chiefa, non può ratteneriì di ricordare, quanto Zìa
jìecelTario che il Pontefice, per fuo debito, s'adoperi ad aifumer Cardinali
eccellentiflìmij&prouederalle Chiefe d'idonei Paftori:taiito più, perche,fe le
pecorelle, per negligenza de' Pallori, periranno,Ghrifto ne dimanderà conto
allaSanticàfua. II. Che il Concilio Prouincialefia congregato dal Metropo-
iitano,o dal Suffraganeo più vecchio,al più longo fra un anno dal fine di qucfto
Concilio,& dopo almeno ogni biennio.Che li Vefcoui non iìano coftretti all'
auuenire andar allaChicfaMetropolitana.Cheli nonfottopofti adalcunAr-
ciuefcono,ne eleggano uno nella Sinodo prouinciale,nellaquale debbia inter-
iienirc,& liccuer le ordinationi di quella: del refto rimanendo lalue leeiren-
tioni,& priuilegij loro.Et le SinodiDiocefane CiXnO ce4ebratc ogni anno,intcr-
uenendoui ctiandio gli clTenti: eccettuati quelli,che fono foggetti a' Capitoli
generali , liquaH però,haucndoChiefc itcolariannelTcperraggion di quelle,
debbiano interuenirui. III.I Vefcoui iìanotenutivifitar in propria perfona,©
per mezzo divifiratori,laDiocefi ogni anno>tutta,porendo;&:jqi andò fia mol-
to ampia, almeno in doi anni. I Metropolitani non pollino vifitarlaDiocefi-
de' Suffraganei,fenon per caulà approbata nel Concilio Prouinciale. Gli Arci-
diaconi,^i altri inferiori,dcbbianovifitar in perfona,i?c con norario,aironto di
confenfo del Yekouoiik li Vifitatoii Capitolari fiano dal Vefcouo approuati..
ìitU Viiitatorivadin» coiimodeftacaualcata »& feruitù, ifpedendo la viiitai
Iliii iij;
80(5 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IIII.;
CI3 IO <5uanro primasnepoflìnoriceueicofa alcuna, eccetto il viuer frugale, & mode-
Lxiir. rACo,ilqLul però gli pofficflèr dato,o in robba,o in danari, douendofi ollèruarc ,
il coftume , douc è confueto di non riceuer manco quelli. Che li Patroni
non s'intrometcino in quello, che tocca l'amminiftratione de Sacramenti, o ìw
vifica degli ornamenti della Chiela , beni (labili , onero entrate difabriche , fé
per fondatione non gli conuenirà. I V. Che li Vefcoui , in propria perfona»
lìano tenuti predicare ; &,hauendo legitimo impedimento,per minifterio d'al-
tri. Il Paroco ancora,nella propria Chiera,e(rendo impedito, per un deputato
dal Vefcouoja fpefe di chi è tenuto,o fuole condurlo. Et quello almeno ogni
Domenica,&: Feftafolenne, &rAduento,&;Quadragelìma,ognigiorno,o tre
alla fettimana. Che il Vefcouo ammonifca ognuno d'andar alla propria Paro-
chiaad udir la Predica, Cheni(runpredichi,contradicendoil Vefcouo, ilqual
habbia anco cura,che fia infegnata la dottrina Chriftiana in tutte le Parochie.
V. Che le caufe criminali grani centra li Vefcoui fiano giudicate dal Papa,
& fé faràbifogno commetterle fuori di Corte, non fiano commeffe fcnon ai
Metropolitano, o a' Vefcoui eletti dal Papa} ne meno con maggior autorità»
che di pigliar mformatione,riferuata al Papa la definitiua : ma le caufe più leg-
gieri , nano giudicate in Concilio Prouinciale , o per deputati da quello. V I.
Che il Vefcouo poflTi difpenfar nel foro della Cofcienza li fuoi fudditi in tutte
le irregolarità,&: fofpenfìoni per delitto occolto : eccetto che per homicidio
volontario j &c aflbluer da tutti li cafi riferuati alla Sede Apoftolica,o inperfona
propria,o per un Vicario j & ancora dall' ecceflb d'herefia : ma quefto non polli
elVer coinmeifo a' Vicarij. VII. Che il Vefcouo habbia cura, che, inanzi lam-
miniftratione de'Sacramenti,fiaefplicatoalpopololalorforza,& ufo, in lin-
gua volgare, fecondo larifoima d'un Catcchifmo, che la Sinodo componerà»
ilqual il Vefcouo farà tradurre fedelmente in volgare; & che da' Parochi Ila di-
chiarato al popolo. Vili. Che a' publici peccatori (ìa data pubHca penitenza»
potendo il Vefcouo commutarla in altra lecrcta.In ogni Chiefa Cathcdraleiia
conftituito dal Vefcouo unPcnitentiero, Maeftro, Dottore, o Licentiato in
Theologia,o Canonico , d'età di quaranta anni. IX. Che li Decreti del Con-
cilio fotto Paolo terzo & Pio quarto circa ilvifitar li Benefici) eirenti , iiano
olTeruati nelle Ghiefe , che non fono d'alcuna Diocefe, quali fiano vi/ìtate
dal Vefcouo più vicino , comcdelegato dalla Sede Apoftolica. X. Che, do-
uc lì tratta di vifita,o correttionede' collumi,niirunaeflentione,oappellatione
interpofta, ctiandio alla Sede Apoftolica , impcdifca,o fofpenda relfecutione
del decretato,© giudicato. XI.Che,per li titoli d'honorcche lì danno a' Proto-
notarij,ContiPalatini,Capellani Regij,oueroDeferucnti amihtie , Monafte-
ri))Hofpitali,non fìano ellenti quelle perfone dall' autorità de' Vefcoui, come
delegati <lalla Sede Apoftolica : eccetto, fé quefti rifederanno nelle cafe,o fotto
l'obedienza : &iCapellani Regi), fecondo la conftitutioned'Innocentio,ter-
zo. Et le cffentioai concefle a' famigliari de' Cardinali non s'eftendino in
quello, che tocca alHBeneficij. XII. Che alle degnità,che hanno cura d'ani-
me, non Ila promolfa perfona minore di venticinque anni, & gli Arcidiaco-
ni? douefipuojfìanoMaeftùinThcologiai ouero Dottorij o Licentiati in.
iftre
Papa Pio mi. LIBRO OTTAVO. 807
iure (^anonicotAXz altre degnità,che non hanno cuua>non fiano promofll minori e 1 3 i d
di ventidue anni. Ipiouifti de' Benefici] curati,fi.adoimcfi,fiano tenuti far la lxiii.
profefllone della fedc:& il medefimo>li Canonici :& nilfuno fìa riccuuto a de-
gnità, Canonicato', o portione , fenon farà ordniato dell' Ordine Sacro, che
quella ricerca,ouero in tali età che podi riceuerlo.Che nelle Chiefe Cathedra-
li, tutti li Canonicati,& portionarij/iano Prefbiterati,Diacònati,o Suddiaco-
nati;& il Vefcouojcol Capitolo^diftribuifca quanti debbino effer per ciafcuno
ordine ima in maniera, che la metà almeno fiano Prefbiterati.Eliorta anco la
Sinodo,che tutte le degnità,& la metà de' Canonicati, nelle Chiefe Cathedra-
li,& Collegiate infìgni, debbino eircr conferiti a Dottori in Theologia,o in
Canonico, &c nilfuno di efllpolfe flar alTcnte più di tre mefi all' anno. Che le
diftributioni quotidiaricfotto qualonque pretefto,non fiano date a chi non
interuenirà negli Offici) , & ognuno fia obligatofar'il fuo officio in perfona
propria,non per fuftituti. XIII. ElFendo molte Chiefe Cathedrali ponere , nel
Concilio Prouinciale fìdeliberi il timcdio»& fi mandialPapa,il quale proueg-
ga fecondo la fua prudenza. Alle pouere Chiefe PUrochiali ancora il Vefcouo
hauerà cura di proucdere , o con l'unione di qualche Beneficio non regolarcjo
con affignatione di primitico di decime; o per contributioni,&: collette de*
Parochiani. Non fi poffino unire Chiefe Parochiali a'Monafterij,Canonicati,
Beneficiifemplici,& Militie;& gli uniti fiano riuifti dagli Ordinarij,& per l'au-
uenirele Cathedrali che ducati millej&le Parochiali ^che ducati cento non
1] eccedono,non fianograuatedi penfioni,o riferuationi di frutti. Doue le Paro-
chiali non hanno certi confini,ma li Sacramenti fono amminiflrati indifFcren-
ii temente a chi gli dimanda,il Vefcouo faccia che fiano confinate^ habbiano
I il prctptio Pa'roco:«Sc nelle città,doue non vi fono Parochie,fiano erette quanto
j prima.^XfllI. Detefla la Sinodo,& prohibifce tutte le inftitutioni,o confuetu-
I dini di pagar alcuna cofa per l'acquiflo ài titoli,apoire(fioni, eccetto fé s ha da
Ìconuertir in qualche ufi pij,dichiarando per Simoniaci quelli,che le ufurpcran-
no. XV. Nelle Cathedrali,& Collegiate,doue leprebendc,& diflributioni,fo-
no troppo tenui» poffi il Vefcouo unirui benefici) femplici,oridurgH a minor
numero. XVI. Vacante la Sede Epifcopale,il Capitolo elegga uno,o più Eco-
nomi, o un Vicario fra termine di otto giorni;altrimenti,quefta autorità fi de-
uolui al Metropolitan o:& il Vefcouo,quando farà crear o,a faccia da loro ren-
1 dercontodeiramminifl:ratione,& podi punirgli, fé haueranno commeiTo fal-
lo. XVII. Chenilfiina perfona Ecclefiaftica,ancorche Cardinale, poflìhauer
più d'un Beneficio,ilquale, fé non bafta per viuer honeftamente, fé gli poffi ag-
giongcre un' altro Beneficio femplice : purché tutti doi non ricerchino refi-
dcnzaperfonaletilche s'intenda dituttiliBeneficij, cofi Secolari,comeRego:-
I lari,diqual titolo,o qualitàfivogliavetiandio Commendati :&: chi di prei?n-
te ha più Benefici) Gurati,fiaobiigato fra fei mcfi , ritenutone un folo , la-
nciar gli altri : altrimenti, tutti s'intendino vacanti. Dcfidera però la Sino-
do, che fia prouifto a'bifogni de' refignanti in qualche modo commodo, co-
me meglio parerà al Pontefice. XVIIl.Succedendo la vacanza di qual fi veglia;
ZoS CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IIII.
—^"73"" CliieraParochialeitiqualoiiqucmodojfiano defcritti tutti quelli, che faranno
propofti j o che puoponeranno fc fteflS ; & tutti fiano eiraminati dai VefcGuo,
con eie ciraminacori al manco : de di tutti quelli, che da loro faranno giudicati
idonei, il Vefcouo elegga il più fuflìciente, alquaie (ìa fattala coliatione della
Chiel'a : & ne' lufpatronati Eccleiiaftici , il patrone prefenti al Vefcouo il più
detrno. Ma ne' lufpatronati Laici,il prefentato da' Patroni lìa elfaminato da*
medefuili elfaminatori, &c non admeiro,fe non trouato idoneo. Gli clTaminato-
ri ilano propofti fei ogni anno,nella Sinodo Diocefana, de' quali il Vefcouo ne
elegga tre , de quelli fiano Maeftri, o Dottori, Secolari,© Regolari : giurino di
far bene il loro oiHcio,non poflìno liceuer cofa alcuna , ne inanzi,ne dopo l'ef-
famine. Che le gratie efpettatiue a Benefici) , per l'auuenire non poflìno elTér ,
conceffejnequalonque altre gratie,ches'eftendino a Benefici) che vacheranno
&c infiemc fiano prohibite le Referuationi mentali. XIX. Che le caufe Ec-
clefiaftiche , etiandio beneficiali, in prima inftanza fiano giudicate dall' Ordi-
nario,&: al più longo,terminate fra due anni. Che non s'admctti l'appellatione,
fenon dalla fentenza dcfinitiua, o che habbia forza di quella : eccettuando"
quelle, che il fommo Pontefice giudicherà, pervrgentc&ragioneuolecaufa,
auocare a fe.Che le caufe matrimoniali,& criminali, fiano riferuate al folo Ve-
fcouo. Che nelle matrimoniali,quelli che proueranno d'elTer poueri,non fiano
coftretti litigar fuori della Prouincia, ne in feconda, ne in teizainfl;anza,fela
parte auuerfa non gli fomminillrerà gli alimenti , & le fpcfe della lite. Che li
Legati,Nonci),& GouernatoriEcclefiaftici,non impedifcano li Vefcoui nelle
lorcaufe,neprocedinocontraleperfoneEcclefiaftiche , fenon in cafodine-i»-
gligenza del Vefcouo. Che l'appellante fia tenuto a fue fpefe portar* al giudice
deli' appellatione gli atti fatti inanzi al Vefcouo , quali il Notarlo fia tenuto '
dar',alpiùlongo,fraun mcfcperconuenientepagamento. XX. Chenellepà-
rolepoiìe nel Decreto della Seflìone prima fotto Pio quarto prefente Pontifi-
ce, cioè , Troponentibi4s Legam, non fu mente della Sniodcdi mutare in parte
• alcuna il folito modo di trattar li negoti) ne' Concili) Generali, ne aggiongértf
a qual (\ voglia,o detraher cofa alcuna dinuouo,oltre quello , che da' iacri Ca- ■
noni, & dalla forma delle Sinodi Generali, fin all' hora era ftatuito. Infine fa
intimata la Scdìone per il none Dicembre, con poteftàd'abbreuiar' il tempo,
per trattar del fefto capo,6c degli altri dati fuori,& differitij & fecondo l'oppor-
tunità di qualche dogmi ancora , fecondo che nelle Congregationi farà pio-
pofto.
èi*àicyj [opra Non fu afpettato l'efllto di quella Seflìone con l'auidità , che quello della
quefta i'e/?w- precedente: fi, percheairhoi'amempitalacuriofitàuniuerfale,come,pei-che la
WS- materia del Matrimonio non pareua che potelfe portar feco cofe di grade oifer-»
uatione:più ftaua il mondo attento a vedere,che edito douelfe hauer la protefta
degl i Ambafciatori Francefi,laqual fu letta con vari) affetti : da' poco bencuolì
alla Coite Romana fu commendara,come vera,& neceifaria : ma dagl'interef-
fati in quella, ftimata da abhorrire altrettanto , quanto le proteftationiperli
tempi palfati da Luthcro fatte. •
^ Nel
Papa Pro mi. LIBRO OTTAVO. ^^^
NelfeftoAnathemadfmoclelMarnmonio , recarono ammiratiui molti, ci>3 \z)
chefolfcpofto, peramcolodi fede, laditiblurionedcimatdiiionionon con- lxiii.
fummato per la profeiTione folenne: poiché , eflfendo la cbngiontionc matri-
moniale, le ben non confummata col congiongimeiito carnale, vincolo pct
lecTcrcDiuina infticuiroj poiché la Scritcuradmina afferma ellcrc ftaco vccorna-
truiionio tra Maria Se Giofcfo ; & la folennità della profeffione eilendo ^le mre
pofmuo , come Bonifacio ottano hadecretaco, pareiiacoiamarauigliofajnon
tanto che mi legame humano rciogliclTe mi diuino, quanto che fi debbia tener
per heretico chtnon fcntiràiche una inucntione humana, nata molte centinaia
d armi dopo gli Apoftoli, preuaghaallaDiuina,inftituita fmo dalla crcatione
del Mondo.
Ma nel fettimo ^i\ giudicato un parlar captiofo ,il condannar per heretico
chidirà,La Chiefa hauer fallatojinfegnando , che per l'adulterio non fi fciolga
il matrimonio: perche dall' uncantOjle alcun dicelfe alTolutamente, che il ma-
trimonio per quella caulafi diiroluelTe, lenza dire, ne penfare che alcun hab-
bia,onohabbiaerrato,inregnando il contrario, parrebbe che quefto nonfolTe
comprefo: ma dall' altro canto, non appare,come alcun polla cofifentiresfen-
za haucr il contrario per errore : Era creduto che bifognaile parlar chiaro,&:
dir' artblutamentejchcper radultcrio,non fi dilToluejOUero che ambedue le o-
pinioni fono probabili i & non far' un' articolo , con verbo de verbo. Ma quc^
fìi forfè non hauerebbonopromoflb la difficoltà , quando hauelfero faputo le
caule narrate difopra,perche fi parlò in quella maniera.
Il nono Canone diede da dire, con ciuell'aftermatiua. Che Dio non nega il
donodellacaftità a chi drittamente lo dimanda: parendo contrario all'Euan-
gelio,che l'afFerma non dato a tutti : Oc a S.Paolo, che non elTorcò a dimandar-
iojilche erapiùfacilcche maritarfi.
Li Politici rcftarono molto fofpettipcr ilduodecimo Anathematilmo, che
fia herefia tenere,che le caufe matrimoniali non appartengono a' giudici Eccle-
fiafl:ici:eireiido certo, che le leggi de' matrimoni) tutpé furono fatte dagl'Impe-
ratori , & li giudici) in quelle caule ammiuiftrati da' Magiftrati fecolarijfin tan-
to che le leggi Romane hebbero vigore: ilche la fola lettura de' Codici , Theo-
dofiano,&Giuainiano,vSc delle Nouelle,lodimoftraeuidcntemente : & nelle
formule di Caflìodoro rcftano memorie de' termini ufati da' Rè Gothi , nelle
difpenfede' gradi prohibiti,che all'hora erano riputate appartener algouerno
Ciuile,& non cofa ài religione:^ a chi ha cognitione dell' hiftoria , è cofa no-
ti(fima,che gliEcclefiaflici fono entrati a giudicar caufe di quella natura, parte
per commi(fione,& parte per negligenza de' Prencipi,& Magiftrati.
Ma,nel primo ingreflbdel Decreto della riforma del Matrimonio,molti rc-
ftarono fofpcfi,intendendo definire, come articolo di fede , che li matrimoni
clandeftini erano veri Sacramenti, & che la Chiefa gli hafempre deteftati,ef=
fendo cofa molto contradittoria,hauer Sacramenti dcteftabili.Etl'hauer com-
mandato, che il Paroco interroghi li congiugati , & intcioil lor confenfo,
dica,Ioviconeion2oinmatriinonio,inNome del Padre,Figlio,Spirito Santo,
^ ^ KKKkk
Sio CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IIIU
era derifo da Ci'itici,con direjO fenza quefte parole fono congionti, o nòtfc nò,
adonque non e vero qaello>chc il Concilio Fiorentino ha determinatojll Ma-
trimonio riceuer la perfectione dal confenro.Sciìjchecongiontionc è quella,
che il Paroco fa di pcrfone già congionte? Et fc iUCongiongo, f olTc inccrprcta-
tojdichiaro congiontijd venirebbe ad aprir' una porta, per concludere , che an-
co le parole dell' airolutionefiano declaratorie. Comunque quello foircdice-
uanojil decreto non ellerfattoper altro, fenon per far flapoco tempo un'arti-
colo di tede , che quelle parole dal Paroco prononciatejfiano la forma del Sa-
cramento.
Della irritatione de' Clandeftini non fu meno che dire,di quello che era (la-
to nel mcdelìmo Conciiiojlodando altri il Decreto lino in. Cielo , & dicendo
altri,chc fé quella forte di matrimoni erano Sacramenti,& per conlcgucnza in-
flicuiti daChrifiojSc la Chieia hi ogni tempo gh ha detefl:atÌ5& finalmente gli
haannullati,non fi fapeua vedere come quello folfe fenza notare, o d'inconue-
nienza,o almeno di negligenza, quelli,che da principio non vi prouidero.Et,
quando vfcì fama della diftii?tione,{bpra quale fu il Decreto fondato,che lì an-
nuUaua il contratto, che è la materia del Sacramento, fu cola difficile per molto
tempo far capire,che il contratto matrimoniale habbianiiìlina diflintione dal
matrimonio , & il matrimonio dalSacramento: & mafTimeichc il-matrim.onio
prima fu indilTolubile che Sacramento:poiche Chrifto,Nollro Signoicnon lo
pronunciò infolubile, come inflituito da lui, ma come inflituitoda Dio nel
terreflre Paradifoj&pureadmettendofì che il contratto matrimoniale fìa lina
cofa humana,«&: ciuilcfeparata dalSacramenroJaquale fìa annullata,diceuano
altri, che TannuUatione non toccherebbe all' Ecclelìaftico,maal Secolare,a
cui tocca rordinarione,& cognitione di tutti li ciuili contratti.
Laragione,allegataper moderar gì' impedimenti matrimoniali, era molto
lodata per ragioneuoleuTia infieme oiferuatOsche concludcua necelTariamente
molto maggiori rcftiittioni delle decretatcnon feguendominor'inconuenien-
ti per gi' impedimenti confermati,chepcrgli aboHti.Il (ine del capo delle dif-
penfe matrimoniali molle ne'curiofì una vana queflione,Se il Pontefice Ro-
mano, coni'hauerfi afTontodi concederle egli folo,haueuariceuuto maggiot
frutto , o danno nell'autorità fua. A fiuor del frutto s'allcgaua la. quantità,
grande d'oro, che perquefco canale era colato in Corte,&leobligationidi
tanti Prencipia.cquiftate con quel mezzo^colì,perreflar efll fodisfarti ne' loro
appetitijointereffijcome anco,perefrer tenuti a difender l'autorità Pontifìcia,
Copra quale iblarefla fondata lalegitimità de' figli. Ma, dall' altro canrcper il
danno,rimetteua la perdita dell' entrate d'Inghilterra,.^' obedienzadi quella.
corona,checontrapelaua ogni guadagno,»?^ ogni amicitia,per le difpenfe gua-
dagnata.
Li Francefi riprendeuano il Decreto,che chi rubba donna,(ìa tenuto dotarla
ad arbitrio del giudice,dicendo,Che la legge fopra le doti non può edere fatta
per autoritàEceleiìa(lica,& che era un artificiofo modo di leuar la cognitione
di quel dciitco alSecolare:perche3 fc tocca all' Ecclefìallico far la legge, tocca,
anco il
1 Papa Pio mi. LIBRO OTTAVO. Su
,) anco il giudicar lacaufa i&feben /ìdiccuaafiTolutaraentc ad arbitrio dei giu-
• diccnoncIIèrdadLibitarcchedichiarandchaucrebbonointeio del fole giii-
> diceEcclciìartico:& ripucauanoufurpationcdsir autorità temporale> il punir
I li iccolari d'infainia,^ d'incapacità alle dcgnità. Parimcntejuon approuarono
Tordinatione centra li concubinari) perfeucranti in Scommunica un am:o,
che iìano punici dall' Ecclefìaftico:perchercftremajulciir,a3(5(:mailìni.idcllepc-
ne Ecclefiaftiche , e la Scommunica/econdo la dottrina di tutti li Padri: onde,
il voler paflar oltre quella, eirere entrar nella poteftà temporale j & tanto più,
quanto leglidà facoltà di {cacciar le concubine dalle terre, deridendola po-
Éeftà rccolarc, con implorar il braccio,fe farà bifogno, che e un' affermare, che,
per ordinariojfipofli venire ad eirecutione di quefta eifulatione dal medefmio
Ecclefiaftico,
Il Decreto della riforma, nel primo capcera notatcodi mancamento, o ài
prefontione : attefo che,feraurGrità della Sinodo s'cftende in dar legge alPa-
pa, mafiìmein cofe tanto debite , non eragiufto farlo in forma di nairatiua,(S;:
con obliquità di pnrolc.Se anco la Sinodo ha da riceuer le leggi dal Pontehcc,
non fi potcuafcufarcdinon hauerpaifato li fuoi termini ;poiche, fé ben' obli-
quamente,tuttauiapcrò acremtntcriprende lepalFate attioni di quello,& d'al-
tri Pontefici.Diceuano li periti dell' HiftoriaEcclcriaftica,il tirar a Roma tutte
Iccaufede'Vefcoui elPereuna nuouapolicia,per aggrandir fempre più la Cor-
te: poiché tutti gli efiempij dell' antichità , & li Canoni de' Concili] di quei
tempi,moftrano,che Iccaufede' Vefcoui,etiandio di dcpofitioni, fi trattauano
rielle regioni di e iafcuno. Quelli, che afpettauano qualche prouiiìone fopra
l'introdotto abufo delle penfioni, veduto quello>chenefu decretato neldeci-
inoterzo capo,giudicarono,che la materia douelTe pafTare a maggiorcorrettio-
ne,come l'euento anco ha dimoftrato. Il decimoquarto capo era da ognuno
k>dato,parendo che haueflc Icuato le Annate, & il pagamento delle Bolle , che
(ìfpediicono aRomapcrlacollationede'Beneficij: ma , inprogreilodi tem-
>o,eirendoiì veduto che quelli reftarono in piedi,ne mai fi pensò , ne a leuaigli,
le a moderargli , s'accorfero che fi leuauano folo li piccioli abufì delle altre
Chiefe,re{ì:andoverificato,che dagli occhi fi Icuano le fole feftuche,ncn mai le
craui.Dclio ftatuto dell' unità>o al più della dualità de' Benefìcij,da ogni perfo-
la fauia fu giudicato , che quello leccio non ne era degno , &c che non farebbe
cruato fenon in qualche milcf i. Similmente, l'clTame in concorfo nella colla-
ione delle Parochiali , ognuno pronofticaua , che douelTe con qualche fmiftra
nterpretatione clTer delufo,&: laprofetia fi verificò ben molto prcfto : perche
iion fi flette troppo in Roma a dichiarare,che non s'haueua da oiPeruare cócor-
b , in cafo di rcfignationcma elfaminar il folo refìgnatario ; che fu un abolir il
)ecreco per la maggior parte : poiché conlarifegna i migliori fono eCduChSc
leferico qucllcchc più piace al refignatcj&nó vacano liBenefìci) per altra cau
isfeno cafualméte.U decreto della cogiiitione delle caufc in prima inllaza , con
eccettione foggiótajcioèjeccetto quelle, che il Papa vorrà cómettere, o auuo-
arejefTer' a fatto diilcutto: perche uò furono mai kuatc le caufea'legitimicri-
KKKkk ij
Sii concilio DI TRENTO Papa Pio IlII.
"'^ó"io bunalijfeno per coiiimiQlonÌ3&:auocationi Pontifìcie : &liora,conreriiando
LX I li. la caufa del malejfimedicaua il (incorna folamentc : & fé ben quell' aggiontio-
ncpcr caaraui-gcnre>&ragioneuole,pareua che regolaircpcrò gl'intendenti fa-
pciuno molto bene, che tanto quelle patole fignificano , quanto fc diccircro.
Pei* qualunque arbittatia caufa.
Ma,dell' ultimo capojche già tanti mcfi eraftato fotto l'efpettatione , toc-
cando neireilentialclalibcrtà del Concilio , vedcndofi dichiarato non elFer
ftaca la mente della Sinodo di mutar' il modo di trattare > ne aggiongerc o fmi*
nuircofa alcuna dinuouo alle vecchie ordinationi; tu dalle perfonc iauiedeo-
to,Chc,per quanto a quefto Concilio tocca,era una dichiaratione contraria al
fartoj &publicata quando piùnongiouaua,nepiùfipoteuarerairicne,come
medicina applicata ai corpo morto.Et akrijridendojaggiongcuano, che era un
confolare ilbuon'huomo, lacui moglie haueirc fatto figli con altri ^dicendo.
Non fu per fargli torto. Ma per l'circmpio dato a' poftetb infcgnaua, come ne'
Concili] fipoteire da principio a fine ufar'ogni YÌolenza,& elTorbitanzaj&jConi
una tal dichiarationcifcufarcanzi giuftificarc ogni inconuenienza fa:ca,(Sc fo-
ftenerla per Icgitima.
illudi Fnn- In quefti tcmpi,oltre Tauifo della SefTione tennta,erano arriuate in Francia
cJ« tre nuoue, riceuute con difgufto : prima, la rifpofta del Papa iopra gli centomi-
la feudi d'entrata: poi,quella della protefta fatta in Concilio,& dell' akeratior
nericeuutaper quellaaTrento,5c aRoma: & finalmente, la fentenzacontr;t
liVeicouijConlacitationedella Regina diNauarra. Sopra lequali e ofe fecero
li Francefi gran riflelTo, e rifoluerono di non parlar più col Pontefice,per hauer
beni Ecdefi- g'''^^^^ ^^ qucll' alienacione,ma mandar' in cifecutione l'Editto Regio verifica-
Hid/fm-^xU rodai Parlamento, fenza altro confenfo del Papa : ilchceirendoelleguito con.
/2^<rj grandidima celerità j cofì perche gli huomininon fi rifoluono facilmente a
(pender il danaro con preftczza,corae per Uiftcij che gli Ecclefiaftici ficeuano,.
mettendo in ccnfìderatione, che li contratti ne' tempi feguenti non farebho-
no [limaci validi mancando la conferma del Papa , pochi compratori fi troua-
rono : ilchc però non ceircne a beneficio del Rè, ne a fauor del C lero , ma folo^
fcgubchc la védita fu fatta aprecio bairo,nc fi cauò più di due millioni & mez~
zo di franchi: fom.ma molto picciola all' importanza delle cole alienate , poi-
ché la vendica fu a dodici per cento,che farebbe anco {tato aprecio vile, quan-
do fi foife vcndutaaquatcro.Etècofadcgaa,che ne fia fatta memoria qui,cher
fralibenialienati>unofulagÌLU'ifdittione,che]'Arciuefcouo ài Lione haueua'
fm airhora tenuto fopra quella cictà,kqual fu venduta all' incanco,& applicar-;
ta al Rè per trentamila lire di Franchi,re ben per l'indoglicnze che il Vclcouo.!
fece,gli fu poi aggiorno per fiipplenienco del precio ima entratadi quattrocen-
to feudi.
appronti la Intorno allaproteftatione fatta in Concilio fcriiTe il Rè agli Ambafciatori:
f ronfia de ruoi,con lettere de' noue Noucmbre, che, hauendo veduto quello, che ilCar*
fucì MinlHrì dinaldi Lorena gli haueua fcritto contea lalor protefta,& larelationedcl Ve-
* rreww, {<:q]xq d'Oiliens di tutte le cole fatte inTretOjagpradiua la protelta,&la retirata
loro.
procede all' A-
lìcnatione de
!
IPapa Pio mi. LIBRO OTTAVO. S13
'}loro aVcnetiatecommandaua, cheFerrici-nonfìpaitidcdilàjfinoanuouoor- ciò lO
idine fuojilqualfarebbcqLiando hauctre auilbjche gli Articoli ioiìero nformatij Lxin,
jin maniera, che non follerò pofte in controucriìa le fue ragioni Regie, & della
] Chiefa Gallicana. Et ai Cardinal di Lorena, fcriirc , Che cglhcol ilio Confc- ^« Mhteal
glio, haiieuano conorciacolifiioi Ambafciatori hruier fatuo la prctclUtione, '^^"**
con grande. Se giuftaoccafionc: perche, hcomc egli voleiia pcrrcuerarc ncU' u-
nione, Sì. obedienza della Chicia , coli voleua inlìeme iiiùiolabilmente coiiicr-
iiar le ragioni della ina Coroaa,tcnzapcrraeccerechefoircro riuocateindubio
ne in dilpuca,ne fotcometcer le a nioftrarlc. Che non il penlalfe di rodisfarg,li
j con dire in fine , Salue , 5c riferuace le ragioni: volendo , lotto quello colore, o-
bligarlo a farne conftare, perche a queftoGopponerà. Che quando elfo Cardi-
nale hauerà veduto gli Articoli>come furono propofti, giudicherà che gli Am-
bafciatori non poteuano altramente fare, che formar roppoiìtione:chehauc-
rebbe ben defìderato, che gli Ambafciatori glie rhaucireromoftrataprima:ma
elTere rcufabiliiperroccafione repentinamente nata, & perlecirconftanzc, che
laprodull'eroj &peri(o(pctti, chccoftringeuano a dubitare di qualche arcih-
ciopcr precipitarla decilìone :«?<:reilPapanonhaueua intentionc che follerò
tOGcate,iSc melFe indifputa le ragioni dell' Imperatore, oc Rè, Cornell Cardinal
gUfa intendere,conuiene che Sua Santità drizzi il fu© difpiaccre contra li Le-
gati , che hanno propoilo gli Articoli , con nominar Rc,Imperatore,&Repa-
blichctSc non contragli Ambalciatori : che ilimalaprotefta douere elTer giufti-
fìcataapprelTo tuttala Chriftianità ,,quandogli Articoli contra rintenrioncdi
SuaSantità,non cdarimetterripiù alla lor di-lcretionc , ne fir tornargli Amba-
fciatori,lìn che non s'habbia intiera lìcurezza , che di quelli non s'habbia a par-
lar più : che all' hora egli commanderà a gli Ambafciatori di ritornar al Con-
cilio.
Sopra la cirationc,& fentenza, diede ordine il Rè a Henrico Clutin, Signor yi riuocar la
d'Oifehdi parlar' al Pontefice , & dirgli , Che la Maeftà fua haueua intefo , con cimione dell*
gran diipiacere, quello ,che non credette perlafamafparfa, mafoiodopopcr K^"»^ dìNa-
hauervido copia de' Monitori) alfiffi in Roma, che fi hauellè proceduto contra "'«'"'■'*'«' ^-«y^»"
unaRcginain quella maniera, che egli era obhgato adifenderla -.prima, per- 1^^^ ""'^^ '
che la caufa,& il pericolo di quella, eia commune a tutti li Rè, per ciò tenuti
ad aiutarla,come incaufa appartenente a tutti:ma tanto piij,pereirervedoua,iSc
l'obligp d'elfo Rèdi Francia elfer maggiore per il ftrecto parentado che ha con
lei, per ambedue le linee, & perla agnazione col marito,ilquaIe poco tempo i~
nanzi era morto in guerra contra li Proreftantidafciati li figliuoli pupilli : peril-
che,nonpoteuaabbandonai la cau!a di quella, feguendogli elTempij de' fuoi
maggiorijcx maffime,che non debbe comportare, che alcunof\ccia gueria lot-
to prctefto di religione a' Tuoi vicini , aggiongendo. Che non era cola pia met-
tere in pericolo dicrudeliflimaguerrapcr quella caufa, li Regni diSpagna, de.
ài Francia , co.igionti nuouamente in amicitia. Aggionle ancora, che,ha-
iicndo quella Regina molti feudi in Francia, perle ragioni,^ priuilcgij di quel
RcgnojjionpoteuaelTercoftrettaa comparerà ne in perfona, ne perprocurar
KKK.kk iij
àelthirationl
dìTrento dì
terminar ti
Concilio con
§14 CONCILIO DÌTRENTO. Papa Pio Illf.
torcfuori : foggionfc moki clTcmpij di Prencipi, & Pontcfìci,che hanno proce-
da co con la dcbit:a}&: legicima moderationcToccò la forma della citacione pec
cdircoj còme cofa inaudita all' antichità, & inuentatada Bonifacio ottano > Se
come tiorpodara , & ingiufta, moderata da Clemente quinto nel Concilio
Vicnnenfe : foggiongendo anco , che in ogni eucnto non polfono tali citationi
hauer luogOjlenbn contra gli habitanti, doue non è ficuro acceffo : Se habitan-
do la Regina inFrancia,era grand' ingiuria fatta a lui,& al RegnoJ'ufar tal mo-
do : ficome anco, con gran ina ingiuria, elfer che fiano efpofti in preda, & con-*
ceffi agli occupatori li feudi che ella teneua in Francia, il dritto de'quali appar-
tiene alui:con maraueglia d'ognunojche la Santità Tua, laqualfauorìcofiafFct-
tiiofamente la caufa d'Antonio Rèjquando viueuajapprelTo i 1 Rè di Spagna,ho-
ra vogli opprimer laprole,& la vedoua di quello. Ma,fopra tutto, fi lamentò il
P.è,che,haacndori partito dalla Chiefa Romana da quaranta anni fino all' hora,
tanti RèjPrencipijSv Città, non fi fia proceduto coficon alcun akroj il che ben
moftra , che non fiaftato fatto per lafalutc dell'anima della Regina, ma per
altri fini. Si raccordaife il Pontifice , che gli era conceila poteftà per faluce
delle anime , & non per priuar li Prencipi degli ftati, ne per ordinar' altra cofa
nelle poircfiìoni terrene : laqual cofa, tentata da loro altre volte in Germania, è
fucceira con gran danno della quiete publica. Pregò il Pontcficccheriuocaf-
fe ali Atti intentati con.tra la Regina, palTando alle protelfe , Che altramente fi
valeràde'rimedij ufaci da' fuoi maggiori. Si doUe ancora della caufa de' Vefco-
ui, & commandò all' Ambafciatorcchcefplicati gli eirempijvecchi,6<: narrate
le libertà, & immunità della Chiefa Gallicana, & l'autorità de' Rè nelle caufe
EcclefiaiHche , pregalTe il Pontificc di non voler al prefente far tante nouità.
Monfi^nor d'Oifel fece ruilìcio con vehcmenza , &: dopo molte trattationi coi
Pontefice, otccnncchc nonilparlòpiu ne della Regina di Nauarra, nede' Vef-
coui.
Ma in TrentOjfinicala Sefllonc>& ben concertate le cofe fra li Lcgati,& Lo-
rena, communicato anco il negotio co' Principali ,& Capi de' Pontifici), che
erano Otranto,Taranto,&: Parmaj & con gli AmbalciatoriCcfareii Lorena in-
r, e- r commincio a {parler (emi del dilFegno prcio, Che con unaSeflione ancorali'
unxJoU Sei' \^ .,• r,- w-r i- 1 i- -r • -r- xt ! 1
Gone: Concilio li hnilie : diceiia, che egli nonpoteua clier in Trento per Natale: che
era coftrettOi&i lui,6«: tutti li Vcicoui Francefi,apartirc inanzi quel teir^po : che
defideraua beri veder il Concilio hnito,& gli farebbe diipiaciuto lafciar coli ho-
norata adunanza : ma non poteua far' altro , haucndo hauuto commandamento '
dicofifare. Gì' Ambafciatori Cciarei ancora publicarono per tutto'l Conci-
lioiche rimperatore follecitauarcfpeditione,& che il Rè de' Romani fcriueua,
che ì\ finiife per Sant Andrea ; onero, al più longo , onninamente nelprincipio
delmefefegucnte. Et veramente quel Re, non per fcr piacere al Pontefice, ma
perche cofi icnciua, follccitaua l'efpeditione, perche, douendofi far' una Dieta,
non voleuachc vifoifero Ambafciatori del Padre al Concilio: &'diccua,che,
quando quello foifc chiufojle cofe delia religione in Germania farebbono anda-
te aifai meglio.
Lequali
?APA Pio mi. LIBRO OTTAVO. 8i.
Lcquali cole eircndo intefc dalla maggioc parte de Padui con molto piacere,
iddi quindici Nouembre , il Cardinal Morone fece unaCongregatione in caia
Ifua, chiamati li Legati, ^ li dei Cardinali , ^Sc venticinque Vetcoui, leciti li piti
principali delle Nationi: epropofc, che cllcndoftato congregato il Concilio
Iperlibirogai di Germaniasik Francia; iScfacendoall'horainlLuizarimperato-
i:e>5c ilRède'Romani; &:ilCardinal di Lorena, Staccili Prencipi, che vi fi
ponelle tìncdicelfero il parer loro circa il tinirlo,^: circa il modo. Il Cardinal
di Lorena dille , Che il finirlo era necellario, per non teneri più fofpela la Chri-
;ftianità,& chiarir li Catohci di quello che doueiiano credere : ^nc per Iciiar 17«-
i^fr^'w di Germania, ilqualeilcndo Inabilito a douer durare fino aitine delCon-
cilio,non lì può in altra maniera leuarc, Se il continuarlo più longamente cller
detrimento della Chieia Catolica. Che bifognaua anco finire^ il Concilio,pcr
ouuiarcche inFrancianonl'c nefacciaun Nationale. Qu^toalmodo, dilìc, >;
che lì potrebbe finir con una Sellìone, trattando in quella il rimanente della
Riforma, & dando efpeditione al Catechilmoj & all'Indice de' libri prohibi-
' ti, che già erano u\ ordine,Si rimettendo al Papa le altre cofc che rimancilcro,
fenza difputar gli Articoli delle Indulgentic , &z Imagini ; e non fi faccilcro A-
nathemicontra particolari hereticijin* fi palTailecon termini generali. Del fi-
nir il Concilio, in qualche modo>tutti aiFentirono, faluo che rArciuelcouo di
Granata,ilqual dillcChefi rimetceua all' Ambaiciatore del ilio Re. Fa propo-
fto da alcuno, che non li potcua dargli fine al'soluto , poiché reftauaao tante
materie da trattare : mache fipotelFe farlo con intimar un' altro dopo dicci an-
ni, ilche haucrebbe fcruito per impedire che le proLiin0e non faccilcro Conci-
li) Nationali, & per rimetter' a quel tempo la detc^p^l'ininatione delle cole che
, rcilaflcrojvSc anco l'-hanathcmatizare. Il Vcfcouo di Brefcia propofe, che fi tro-
iiafse un modo mediojtra il mettergli compito fine,& la fofpenfione : perche il
finirlojfarebbe flato diipcrare gli hcretici:i<^ il rofpenderlo,non fatisfar li Cato-
lici. Ma quelli pareri non hebbero fcguito, adherendo gli altri a quello, che il
Cardinale deito haueua.
Del modo ,rArciuelcouo d'Otranto diife» Che ranathematizarglihcreticie^,/^^g ^
era cofa necclìaria,(Sc ufata da tutti li Concilij:anzi che in quello ftà ropera,che efigrtirjo,
dalle Sinodi fi ricercarperchc molti non fono capaci d'intender la verità, ofal-i?-^«^'' '"« ter*
l'irà delle openioni, con proprio gindicio ; quali f'olamentc le ieguono , o le ab-"""' 5'"e><z/ò.
horrifcono, per il creditOjodifcredito degli authori: che il CoiiCilioCalcedo-
nenfcpieno d'huomini dotti,per chiarirfì feTheoderetOjVefcouo di Ciio,che
era dottifTimo, era Cattohco, o nò, volendo egli render conto della fede > non
volle alcoltar' altro, ma folamente ricercò che dicclFe chiaramente Anathema'
aNeftorio.Che fé in quel Co.ncilio non anathematizalTero Luthero, & Zuin-
glio,& altri capi giài-norti,& de' viuenti quelli, che fi^guono lalordottrina,fi.-
. potrebbe dire il Concilio hauer'opcrato in vano.Replicò il Cardinale, che altri,
tempi ricercano altri confegliiall'hora le differenze della religione erano tra li.
Yefcoui,&: li Pretidi Popoli veniuano per acceirorio;& liGradi,o nò fé ne inrro-
jxietteuano yo quado pur' adheriuano a qualche kercfia ,nó f e ne faceuano capi..
Si(S CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IIII.
^j.-, j3 Adelfo , elTer tutto in contrailo, li minifìri & predicanti d'hcrctici non poterfì
LXiii. dir'capidi Ictta^mapiùtoftoi Prcncipi ,agliintcrefli de'quali li Predicatori, &
Macftriloro, s'accomiTiodano. Chi vorrà no minar li veri capi d'herctici,
coucaà nommar la Fuegina d'Ir: ghiltcrrra,la Regina diNauarra,il Prencipedi
&Condc,rElettor Palatino dei Reno.l'ElettGr diSaflbnia, & molti altri Du-
chijPrencipi di Gcrmania.QLicfto (ara caufa di fargli unire infieme, & rifentir-
fl : ilche non potrà cfTere jfenza quale he fcandalo: & chi proponelfe anco la
dannationede' foHLuthero, &:Zuinglio,orin2tercbbe talmente ,chenafce-
rcbbe qualche gran confufione. Peròjaccommcdandofì, nona quello, che
fi vorrebbe, ir.a a quello chefìpuojcflermegiior tifolutione quella, cheufciii
manco fuori deli' uniuerfale.
, ,-^^y Morone mandò a chiamar gli Ambafciatori Ecclefiaftici , a' quali comma-
vi^^ìfentZol nicata lapropofta, 6^ il parer de' congregati, eflì ancora acconfentirono al fi-
ne >& al riiodo, fecondo il voto di Lorena. Fu, col parere di tutti, mandato a
communicare la rifolutione agli Ambafciatori Secolari,da' quali tutti fu afifeii-
faluo le SpX' rito , eccetto che dallo Spagnuolo, ilqual rifpofe, di non hauer l'efpreira vo-
gnuoloymanit- j^^^j.^ ^^I ^^ ^ ma ben ricercare che s'interponga tempo, tanto, che polli hauerla.
XólhlmtLi Q^fto non oftanre , li Legati , f ifoluti di metter in elfecutione la deliberatione
gtim^tàimitr fatta,diedero fuora il capo de' Prencipi,tralafciati gli Anathemi, & tutti gli Ar-
tii ■ ticoli particolari : rinouando folo li vecchi Canoni , della libertà & giurifdit-
tione Ecclelìaftica:&: parlando de' Prencipi con molta riucrenza, con folo ef-
fortargli a far' opera che li loro miniftri non le violalfero. Qucli' iftefso gior-
no fu fatta Congregationc la fera , per dar principio a parlar della Riforma ; &
prefo ordincche fifarebbono due Congregationi al giorno,(ìn tanto cheivo-
ti folTcro detti.
Nelle Congregationijli voti fi diceuano con grandiflìma breuità , & rifolu-
tioncfaluo che da una poca parte degli Spagnuoli,liquali defiderauano mettei'
impediméro, doucgli altri ruttili storzauanocon kbreuitàdi promuouer l'è-
fpeditione. La maggior diftìcoltà fu fopra il capo fello della foggettio ne de
Capitoli a* Vefcoui, per il grand' interellc, nonlolamente de'medefimi Vefco-
ui,ma anco del Rè,in diminuir l'autorità Capitolare,accionon potelTero met-
ter diiiìcoltà a'iufiidij, che in Spagna vengono fpeiroimpofti:& dall' altro can-
to,perli fauori,che da Legati erano predati a Capitoli,pcrli«;juali, & per le ra-
gioni che lì adduceuano, molti de gì' Italiani , che prima pareuano a fauor de*
Vefcoui, fi erano mutati a fauor de' Capitoli. Mandò per quello il Conte
di Luna un Corriero in diligenza a Roma, per auifo delquale l'Ambafciatore
Varc^as fece ufficio col Pontefice per la caufa de' Vefcoui : & rimettendoiì \\ Pa-
pa, fecondo il fuocoftume, al Concilio, lì dolfeTAm-bafciatorc, che li Prelati
Italiani erano (lati pratticati a mutar voto in quella matcria:a che il Papa pron-
tamente dilTe, Eller mutati , perche fono liberi. Ma che l'Agente de' Capitoli
non nera partito dal Concilio , con libertà, elfendo flato fcacciato: &iìdol-
fe con queir occahone,che il Conte di Luna faceile uffici) in Trento, accio non
il mctteire fine al Concilio. Scriirc con tutto ciò il Pontefice fecondo la ri-
chieda
Papa Pio Ilir. LIBRO OTTAVO. Bij
ciliegia dell* Ambafciatoretma però con termini, che non disfauoriuano lepre- cio id
tenlìoni de' Capitoli:3i fu finalraence formato il Decreto, con qualche aumen- l- x i ir,
lo d'autorità Epifcopale in Spagnajfeben non quanto deiìderauano.
Gli Ambafciatori Veneti fecero inftanza, che nel Capitolo de' lufpatrona- -
ti, elfendo eccettuati quelli dell' Imperatore, & RèjfofTero anco eccettuati
quellidcllaRepublicaloro. Haueuano defiderioli Legati di compiacergli,
ma fu difficile trouar modo : perche l'eccettuare tutte le Republiche , era una
troppo grand' ampiczza:& il nominarla fpecificatamentejpareua materia di ge-
losa. Trouarono temperamento,di coxnprenderla nel numero de' Rè,con di-
hiarare, che fra quelli fono comprefì li poireirori di Regni , fé ben non hanno
il nome.
Nella Conc^regatione de' venti,fu propofto di dimandar la conferma al Papa
di tutti li decreti del Concilio,tanto fatti (otto Paolo Se Giulio,quanro fotto la
Santità fua. L'Arciuefcouo di Granata promeife difficoltà,con dire, Che nella
decimafefta Seffìone; laqual fu l'ultima lotto Giulio, quando il Concilio fu fo-
fpefojfu inriemcordinato,che follerò olferuati tutti li Decreti fma all'horafta-
tuiti dalla Sinodo, lenza hauer detto,che vi hiVe qualche bifogno di conferma:
onde il dimandar di quelli, conferma dal Som.mo Pontefice, non elfer' altro
che condannar quei Padri, quali all' hora giudicaroncchcfenza conferma al-
cuna, poteiVero elTer meffi in effecutione. Soggiongen^o, che da lui non era
detto,perche non approualTe il richieder la conferma } ma,accioche, confidera-
ta l'oppofitioné, fi trouafle modo d'ufar parole non pregiudicanti. L'Arciuef-
couo d'Otranto rifpofe , Che il Decreto , nominato da Granata , non folo non
fauoriua l'oppofitioné che egli ne cauaua,che anzi la riiolueua, moftrado chia-
ramente ; che nonhaueua le ordinationi fatte per obligatorie, poiché no com-
mandauajmafemplicemente eirortauache follerò riceimtc,6<: olTeruatetdi che
non fi poteua allegar altra caufa,che il mancamento della conferma. Si quiet ò
il Granata, & fu deliberato di dimandar la conferma, come era propofto di con-
(enfo communc-.ma nel modo fu qualche ditFerenza.Ad una gran parte non pia-
ceua, che il Concilio dimandalfe la conferma,& fenza afpettar rifpofta fi dilfol-
iicire : allegando che non farebbe con dcgnità, ne della Sede Apoftolica, ne del
Concilio, & che parrebbe un accordo fatto tra quefto, & quella : perche al-
trimenti, quando alcuna cofa non folfe confermata , conuenirebbe;purc che la
prouifione folle fatta dal medefimo Concilio. A quali, che molti erano,per fa-
tisfare, il Cardinale Moione hauerebbc voluto che nella Seflione de' none, la-
quale per la moltiplicità delle materie, ftimauano che douelFe durar tre gior-
ni , nel primo giorno fi fpedilfe Corriere per dimandar la conferma, al ritorno
delquale fi facelle una altra Seflìone , fenza altra attione , che di licentiar la Si-
nodo. Ma quefto parere haueua anco alTai contrarietà. Perche,fe fi voleua che
il Papa immediate , lenza vedere &.eiraminar li Decreti, vcnilfe alla conferma,
tornaua la difficoltà medefima; fé con cflaminargli, fi ricercaua tempo di mefì. ^ ,
Finalmente , il Cardinal di Lorena confiderò a' Padri, che quelle difficoltà ^ra-"™^^^^'^
no per allongar il Concilio: che egli,ac li Franc^fi,erano coftretti ritornarfene, „„ J" ' "
i-i JL i_ii 1
Si8 CONCILIO DI TRENTO 'PapaPio Illl.
e 1 3 1 3 o finito, o non finito, il Concilio ; che cofi haueuano ordine dal Rè, & partiti
LXiii. tattieflì,il Concilio non fi potrebbe chiamar Generale, mancando una Natio-
ne:onde farebbe diminuito didegnità,& d'honorej & potrebbe eccitar Concili)
Nationali,& altre difficoltà. Quefta mezza protcfta , aggionti gli ufticij de Ce-
larci per rcfpeditione più voltciì rifoluè di dimandar la conferma, & licentiar la
^ Sinodo nella medefunaSeflìonc.
' ^"'pwo rlr ^^ Cardinal di Lorena fcrilfe in Venetia in diligenza all' Ambafciatore Fcr-
retornjre rier,che, efiendo accoramodato il Capo de' Prencipi,doueire tornare a Trento.
V^mbafc. Ilqual rifpole, di non poterlo fare, fé non haueua particolar commiflìane di
Trancefi a Francia: poiche perle lettere de' nouc, il Rè hàueua (critto alui,& ancoadelfo
Tremo: Cardinalc,che,cjuando il Decreto folle (lato acconcio, &c egli auifato, hauercb-
1 be rimandato rAmbafciatorejperilchc aluieranecelfarioalpettarordinediSiia
Macftà. Ma tutcauiafcrifle al Rè, che non haueua (limato bene per il fuoferui-
tio tornarci, perche le ragioni Regie, &. libertà della Chiefa Gallicana, erana
violate ancora in altri decreti pubiicati in quella Scffione^
deputati a for- Ridotta la Riforma a buon termine,fa data cura al Cardinal Varmienfccoiil
mare decreti Otto Prelati,di formar il Decreto delPurgatorio,Inuocatione>Veneratione, Re- '
del Purgato- liquie, & Imagini de' Santi : & quantonque hauellero tutti quefti fine di non
rioj ^ . metter in campo cofe di difficoltà, non erano concordi. Voleuanoalcimi d'ef-
f^a m,conce- ^ ^^^ mentione del luogo , & del fuoco, come nel Concilio Fiorentino. Altri
rkmme: diceuano,che, nonellcndoquefto fenza difficoltà, ne eiPendo eafariufcibileil
trouar parole da efprimerlo,che diano fodisfattione a tutti, meglio era non dir*
altro , fenon che le buone opere de' fedeli giouanoa'morti per rimeffione delle
pene. L'Arciuefcouo di Lanciano raccordò, che, trattandofì della Meifa, s'era
fatta mentione, che quel Sacrificio è offerito per li defonti in Chriftcnon intie-
ramente purgati : per lequali parole la dottrina del Purgatorio era alfai definita:
onde non occorreua altro fare,fenon ordinare a' Vefcoui, che la faceifero predi-
carci: leuare gli abuli,hauendo anco cura che non fi manchi de' fuffragij debiti
per li defunti.Etin quefta fententia Riformato il Decreto.
Nella materia de' Santi furono facilmente concordi nel condannar partico"
larmente,& fpecificamente tutte le opinioni contrarie agli ufi della Chiefa Ro-
mana. Delle Imagini vi fu un poco di differenza. Perche l'Arciuefcouo non vo--
leua che altro honore glifoife debito , fenon per relatione allacofafignificata..
Mail General Lainez, che era un'altro deformatori : aggiongeua,che^oltra^
queir honore,quando fono dedicate,^: pofte in luogo d'adoratione , gli conuie- -
ne una altra veneratione propria a loro,oltre l'adoratione, che fi prefta al fanto-
venerato in quelle , chiamando quefta adoratione relatiua , 6c quella obiettiua.,
Prouauailfuo pàrere,perche livafi, 6c vefttfacrate,fono degne d'una riuerenza.
pur propria a loro, per ragione della confecratione, fé ben non rapprefentano
Santo alcuno: &cofiairimagine dedicata, oltra la raggion della rapprefenta-
tionc,è debita una adorationcper ragion della dedicatione. Il Cardinale Var-
mienlcper fodisfattione d'ambi lipareii,conclufe,che quel dell' Arciuefcouo'fì:
doueife
Papa Pio Ilir. LIBRO OTTAVO. Sio
douefreerprimerecomefacilei&: chiarojfenzaperò metter parole che potefTcro <^^^ i^
piegiudicar all'altro. lxiii.
Furono ancora clcputati,perriiiecler la Rifoimade' Frati,& Monache, alqua- ^ P^^Jf ^'fi^:
ti Prelatijolcra quellijcherhaucuanocópoftaj&inficraealoro aggiontili Gè-*"** * ^^""'^
rierali: neilaqual Congrcgationcaltro non fu murato, fcnon, che, eiicndo gene-
ralmétecóceiro nel terzo a tutti li Monaftcrij de' Regolari Mendicàti,di poiFe-
der beni immobili,rc ben l'inilitutionelocoè contraria^FraFrancefco Zamorra,
General de' Minori OlFeiuantijfecc inftaza che l'Ordine fuo foiFe eccettuato, al-
legando che intendeua di viuer fecondo la Regola di S.Francefco,dallaquale
non era ^riufto ellentar quelli, che nonlodimandauano: & gli fu data fodisfat-
tione,eccettuando il Ilio Ordine. Et li Capuccini ancora, facendone inftanza
Fra Thomafo di Ca{lello,loro Generale. Anco il General Lainezfeceinftajiza,
che fulTe eccettuatala Compagnia di GichbdiccndcChejquantoquc li Colle-
o-i),elFendo deputati per tratt enimenro degli Scolari , non ancora farti Rcligio-
fh poflìno goder beni inabili , però le cafe profcilc ,nellcqualieircntialn-; ente la
Società conlìfte,non polFono viuercfenon di mendicicà. Oc fcnza polFefllone di
qual fi voglia (labile. Fu facilmente compiaciuto: mail giorno feguenre ri-
tornò,& ricercò,che folle leuata queir ecceccione,dicciido, chclaSocicràfuae-
raperconferuaifi perpetuamente nella pura mendicirancilc cafeprofcise: ma
non (Icuiauad'hauerne quello honoreapprelFo ilnìondo, baftargii il merito
appreiroDio,ilquale farà ranto maggiore, quanto, potendofi valer dell' habili-
tà fatta dal Concilio , nonrciie valerannomai. Quella delibcrarione fu pre-
fa per coramune rilolutione di tucti quattro li Gicluiti , che erano in Conci-
liojpropolla dalPadre Torres, ilqualdilFe, Che cofi facendo ,larebbono {lati
in libertà di valerli, o non valerfi della concellione del Concilio, fecondo l'op-
portunità.
Nel decimoquinto capo era {latuito,che la profelTìone non fi facelFe inanzi di-
ciotto anni finiri,& il Nouitiato durairc,almeno,ducanni,inqualonqueetà il
Nouizzio folFc entrato: achetutrili Generali s'oppoltro, dicendo. Che non
era giudo impedir ringL-eiFo della religioneanilsuno capace di conofccr quel-
lo cheli voti Regolari importano:che quella capacità era Hata della Chiefa giu-
dicata a fedicianni,in tempocheilmondo non era tanto fuegliato , che hora
più tofto conueniuaabbalFaiejche inalzar Fetà:la qual ragione anco adopetaua-
no contrail biennio del Noi'.iriato.Infine,poiches'attendeua adar lodisFattio-
ne a tutti, deliberarono di fodisfar anco li Generali, & noninnouar niente in
quella parte.
Oltre li vemidue capi, un altro vi era,nelquale ficoncedeuaa'Prouinciali,
Generali, & Capi degli Oidini, di poter Icacciat fuori delF Ordine, <k priuar
dell' habiro, gì' incoirigibili: contra ilquale Giouanni Antonio Facchinttto,
VefcouodiNicallro,s'oppofc acremente, con dire, Che la profclFione, Gl'arto
d'admetter a quella, fono uncontiatrofcambieuole, & comeusimatrimonio,
per quale il Monallerio è obligato al profefso , & il profclFo al Monafte-
rio : & ficomc quello non potcua partire, cofi quello non poteua fcacciarlo:
Sto CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio IIII.
^j3 j3 ^ che i con queldecrero s'haiierebbe fatto fi , che tutte le città farcbbono pie-
Lxiii. 1"^^ "^^ Frati elpulfu con fcandalo grane deU'ccolo.Incontrario l'Arciuefconodi.
Roflino diceua , Non effere la rclatione , che tra il marito, &c moglie, ma quella
che tra padre, & figlio :& al figlio non ellcr mai lecito rifturar il padrcma il pa-
dre poter emancipar il figlio , raaffime difobcdicntc , &: eifcr minor male veder
nelle città Frati elpulfi , che ne' Monafteri incorrigibili. I Generali non erano
tutti d'un parere: li perpetui fentiuano refpulfione : li temporali > voleuano che
folFe prohibita. Ma,recondo il coftume della multitudinc, quando delibera,in-
clinò la maggior parte a lafciar le cofe nello ftatoche erano, &non decretare
ne per l'una, ne per l'altra parte. Ma in quella confulta, fu TpclTe volte, & da
molti,replicato,che il popolo riceueua gran fcandalo,vedendo uno portar l'ha-
bito da Religiofo più anni,&; poi farfi Secolare.Qiiefto mife in campo la profef-
fìone tacita, «Se fece'entrar intrattationejle fi doaeiTe dichiararla valid-ìjìcome
fina queir hora era ftatajO pur dichiarare che nilFunaprofelIìoneartringa , fe-
non refpreira. Hebbe anco quello le Tue difficoltà:per temperamento dellequa-
li, fu trouata quella rifolutione,che il Prelato Religiofo , finito Fanno della pro-
batione, folte tenuto,olicentiar il Nouizzio,oadmetterlo alla profeflìone. Et
quello fu aggionto nel capo feftccome in luogo conueniente.
Il General Lainez commendò fommamente ilDecreto,come necelFariorma
ricercòschelaiuaSocietànefoireeccettuatatallegandojeirerdiuerfalaconditio- -
ne di quella,&; d'altri Ordini Regolari: in quelli,per antichiflìma coniuetudmc,
ì^c approbatione della Sede Apoftolica, hauer luogo la profeilìone tacita, che
nella loro -Società è prohibita : ceiFar la caufa dello icandalo, che può haaereil
popolo degli altri , vedendogli in habito Secolare , dopo hauer portato il Reli-
giofo longamente,per non eflerFliabito de' Giefuitidiftinto dal Secolare. Ha-
uer'anco la Società fua confermatione dalla Sede Apoftolica , cheilfuperiore
polli admetter alla profeflìone dopo longo tempo ; cola che nilFun Regolare ha
maihauuto. Tutti inclinarono a fauorirlo,con far l'eccettione,neldiftenderla-
quale,il Padre contefcche le regole del parlar Latino voleuano,che s'efprimcf-
fe per plurale, dicendo. Che per quelle cole la Sinodo non intende alterar l'in-
tlitutode' Giefuiti,&:c. &c nonfuconfiderato , che quel modo di parlare po-
lena riferirficofi a queftoadmettere, oliccntiari Nouizziin capo Panno, co-
me anco a' tutto'l contenuto nel capo decimofefto: & anco fi potelFe riferire a
ruttelecofe contenute ne' fedici capi. Mailpadre fifcppe valer deilapocaau-
uertenza degli altri , gettando un fondamento , fopra quale li Giciuiti iegucnti
poteilero fabricar la fingolarità,che fi vede nella Società loro.
tongHgatìom LaCongregatione de' ventidue versò fopra le Indiilgentie : la difficoltà , 8c
foprr* le In- longhezza della materia induceua la maggior parte in parercchc nonfenepar-
dvlg'n^e» lalFcche già era perfuafa a tutti Fopmionc,che bifognalFe euitar le difficoltà. E-
rano nodimeno alcunijche voleuano trattarne, dicendo. Che il fare altrimenti»
farebbe dar' occafione agli heretici,di dire,che s'el-a fuggito trattarne,petnó ha-
uer ragione difoftentarla. Ad altri pareua^chebaftalFe trattar dell' ufo folamen-
te d'elle j leuando gli abufi j che la corrottione de' tempi ha introdottOc Diceua
FAiu-
Papa Pio mi. LIBRO OTTAVO. 8ii
l'Ambafciatordi Portogallo, difpiacerglij che non (rfuccire; prouifionc alle ci3"'iT*
Cruciate : mivolcrtaccrcjacciochedaalcuno non foireprcfaoccafìonc con lxiii.
quello d'allongar il Concilio. Li mcdGlimi Ambalciaton dell' Impeiarore/e
bentattiunitiarollecicarl'erped!tione>peL- lacommiflionc haaiita da' loto Si-
gnori,aon etano concoidi in quello. Praga voleua, che fi tralalciaife il parlar
de* dogmi. Cinque Cliicrediccua,chc,aontrati:dndorcncj6<: non proiiedendo
agli abufì delle ReÌiquie,5cdelkTmagini, ^Scdel PargatoricreHaiia la Sinodo
in vergogna.
Il Vefcoiio di Modena confiderò a' Padri,che)quando s'hauelTe voluto trat- f' ^'fi'-'"''' ài
tar delle Indulgenzcal modo che della Giullifìcatione s'era fatto', coniìderaii- ^^'""'^''^ ^'"«-
do tutte le caal'e,& rifoluendo tuccc le qucftioni, era cofa jmoko longaj& diftì- "^""^"^^*
cile,& che hauerebbe portato gran tempo, non elfendo polfibile metter quella
materia in chiarojfenon rifoluendo prima,fefono alTolutioni, opurcompcn-
fationi,&futFragij} & fé rimettono le pene impofte dalConfeiforfolamcntco
pur tutte le debite : parimente, fc il teforo, che fi mette per fondamento loro,
conft ide'foli meritidiChrifto^opurvièbifogno di quei de' Santi ancora ; fc
lì polfono dare , fenza che chi le riceue, prefti opera alcuna : fc s'eilendono a'
inortiancoraj& altre cofe di non minor difficoltà. Ma,per determinare che la
Chiefahapotcftàdi concederle, & che in ruttili tempi Ichaconcelfe, &: che
fono molto utili al popolo fcdele/e degnamente le riceue , non vi erabifogno
ài tanta difputa.L'autorità di concederle haueriì nella Diuina fcrittura, il con-
tinuato ufo pcrTraditione Apoftolica,& per autorità de' Concili) : <!k la chia-
rezza di tuttala màteria,perla concorde dottrina de'Theologi Scolatici: che
fopra quefto li poceuaformar un Decreto,che farebbefenzadifiicolta.il pare-
re hebbe affai feguito , Se fu deputato lui con altri Vefcoui Frati , per formar il
Decreto fecondo quel fenfo,aggiontoui laprouiiìone agli abufi.
Nelle fcgucnti Congregationi fi trattò dell' Indice de' libri» delCatechif wo/wa/mci^-
mcBreuiariOjMilIaleiAgende: &furono lette le cofe deliberate nelle Congvc- fi rime (^ì al
garioni particolari de' Prelati deputati a quelle materie,fmo dalprincipio della P^P'^f'r bre-;-
Sinodo : & farebbono eccitati difpareri,parendo ad alcunijche contra ragione ""'''
foifero ccnfurati certi aiitori,.?^ libri ; ad altri parendojche folfero tralafciati di
quelli che maggiormente meritauano cenfura. Et delCatechifino non vi fu
minor diificoltà , parendo ad alcuni , che l'opera preparata non folle una cate-
chefi da metter percommune a tutta la Chiefa, nellaquale la maggior parte è*
de' femplici; & altri defiderandoui dentro maggiori cofe. De' libri Rituali an-
cora non vi fu minor diflìcoltàjelfendo moki, che dcfiderauano unaunifòrmi-
tà in tutta la Chiefa: &akri,chedifendeaanoli.riti delle proprie loro : &, ve-
duto che quelle erano materie dunon finir di decider in un'anno>fu propofto
da' Legati,che il Ritto folTe rimclfo 'A Pontchce.Alcuni pochi Prelati non con-
lèntirono,& nominatamente il VcfcouodiLeridafece unalongaoratione, a
dimoftrare, che fé nilfuna cofa era propria d'un Concilio , era quella dei Cate-
chifmojefiendo un libro,che debbe tener il primo luogcdopo il Simbolo nel-
la Chiefa ; e de'libri Rituali,che debbono tener il fecondoineU' emendar liciuar
LLLll uj
8ii CONCILIO DI TRENTO PapaPioIIII;
e 1 3 1 3 li elfemi bifogno d'una efquifica cogiiitione dell' antichità j Se de' coftumi di
LXi 1 1. tacce le Regioni, laquale non 11 crociera nella Corte Romana : doue , qnanton-
qiic lìano haomini d'eccellente ingegno , & varia eruditione j non però atten-
dono a quella forte di lettere, che e necelfariaper farcofache meriti elTer com-
mendata, ma quello elfer più proprio d'unConcilio. Mal^rifolutione di fi-
nire,& il defiderio di partire di Trento, gli fece preitar poca audienza dall' uni-
uerfale.
nuoui inflan- Addì venticinque del mefc il Conte di Luna il prefentò a' Legati, con l'in-
^^ ^e^^' -^«1- ilmza in fcrittura , e fi dolfe , che fi tralafciaffero le materie più principali , per
l dd^prnpor- ^i^^^ì ^^ Concilio era Congregato : che quelle jjocheche fitrattauanofi preci-
yg/^g^jfj^^i-picalìero; che fivoleUehnir'ilGonciliofcnzalcientiadelfuo Rè : concluden-
fitttminTre- do, chefiafcoltalFeroiipareride' Theologi l'oprale materie de' dogmi: de che
(0, del fine del Concilio s'afpettaire rifpofta diSpagna.Rifpofero li Legati, Le cofe
effer tanto inanzi , che non vi era tempo d'afpettarc , ne farebbe ftaco pofilbile
ritener tanti Vefcoui,che già erano in ordine per partire. Replico il Conte,che>
fé il Concilio fi finirà fenza participatione deliuo Rè,farebbe,oltra quella in-
ftanza,quello di più che folle conueniente. Sopra di qucfto li Legati fpedirono
in diligenza al Pontefice, &c il Conte ne fcrilFe all' Ambafciator Vargas , accio
s'adoperaffe col Papa: ma egli hebbe per fuperfluo farne alcuna inftanza; co-
fi , perche all' arriuo del Corriere il Papa era caduto in grauiflima indilpofitio-
eiìnutllea ne; come, perche hauendo fatta la medefima inftanza qualche giorno inanzi,
j{^mi: il Papa, per conclufione, glirifpoie,chefirimetteuaal Concilio, alqualenon
voleua leuar la libertà tanto ricercata anco dal iuo Rè. Certa co{aè,che,dicen-
do queir Ambafciatore,che bifognaua tener' aperto il Concilio, perche tutto'l
mondo lo riccrcaua,rirpQfe il Pontefice, Chi era quefto mondo,che lo voleua?
foseionfc l'Ambafciatore, Spagina lo vuolctutto'l mondo lo vuole : Et il Papa
replicò , Scriuece in Spagna , che comprino un Tolomeo, & ftadino,che troue-
ranno Spagna non eiter tutto'!' mondo. Fecero li Legati molti uffici) col Con-
te di Luaa,&: s'adoperarono anco etficacemente con lui il Cardinal di Lorena,
6(rgli Ambafciatori Cefarei ; ne potendolo indurre, efiì faceuano inftanza in-
contrario di lui ; liCciarei per nome dell' Imperatore^ dclRède'Romani,&
di tutta la Germania. Lorena,per nome del Rè,&: Regno di Francia. ILegati,
rifoluti di venir' al fine del Concilio, fcguendo Fordinc del Pontefice di farlo,
etiandio repugnando FAmbafciatoreSpagnuolo, attendeuano foUecicamente
air efpeditione delle materie.
uadella Mentre quefte cofe fifannoaddìprimoDiccmbre,al tardi, aiTÌuò,congran
pericoloft in- diligenza in Trento, un Corriero da Roma, con aailb,che il Pontefice fopra-
fermiù del gioncoda grauiillmi accidenti,era caduto in pericolofainfcrmicà.Porcòleccere
papa fa vie ^el Cardinal Borromeo a Legati, & al Cardinal di Lorena , che acccleralFero
pm accelerare p^fp^tifriane del Concilio quanto folle polFibilc,& vi mcttcilero fincfenza ha-
ilfinedeieo- ^.^ , , ^ . ,, . ^ ... , ,
^l'g. uerriIpectoaialcuno,perouuiare agi mconuenienci, che pocrebbono occor-
rere (opra Felettione del Papa,fe il Concilio folfe in elFerc in tempo di vacanza
della Sedc.Nelle lettere vi erano poche parole di mano del Ponteficcche com-
k mette Lia
PapaPioIIII. libro OTTAVO. 815
'mecteua rifteiro airolutamentCj&: a Louena diccua,Raccoidarri della pi-omeila. ci^i:>
Ecoraccrta(pei-dirqui,rebcnfLioi-idiliiogo,que(loparticolare)chcilPapaei-a ^xiii.
irifolurcfenon fi dhaueiia prcfto,di ci-carocto Cardinalij & metter' ordine che
Ineir cletcione del tlicceirorc non nafceile confiilìonc. I LegatijÓc Lorenasiifo-
ìluti d'antecipar il tempo della Sefiione>(5c finir il Concilio, o con lepropoile,
o fenzajfra due giorni, accio prima non lì poieiFe haucr nuoua della morte dei
Papa,mandaronoacommLinicarrauirohaLmtOj(.^ lalorrilbliitionc agli Am-
balciatorij & negotiarono co' Prelati principali. Tutti aiìentirono, eccetto
rAmbaiciatore Spagnuolo,qual diirchaucr' ordine dal luo Re, che vacando la
Sede,non lakiaife far Papa in Concilio,ma l'cttione folfe de' Cardinali j &: pe-
rò, non faceua bifogno precipitare. Ma il Cardinal Morone, per il contrario
dilFcche lapeua certOjrAmbafciator di Francia,che era ancora in Vcnetia , ha-
uer commiflìone di proteftarcche quel Regno non obedirebbe ad altro Papa>
che air Eletto per ilConciho:ondebifognaua onninamente finirlo, per fuggir
ogni pericolo.Il Conte di Luna fece una Congregatione de' Prelati Spagnuoli
incafarua,& diede fama d'hauerrifoluto di prote(ì:arc,&: opponerli.
Con tutto ciojla mattina fcgucnte li Legati fecero la Congregatione, nella- Con^-egathnt
quale furono letti li decreti dei Purgatorio,& de'Santi,comc erano flati forma- *«««« ' de-
li dal Cardinal Varmienfe,& altri deputati. Dopo letta la riforma de' Frati,il "■«"P»"''"*^,»
, . ,-P , ^. V 1 • . „ 1/1- j ■ Cr acconcia i
tutto approuato congrandi{iimabreuitadivoti,(i?N: conpochillima contradit- cotcfipvf ilie^
tione.Poi letti li Capi di Riforma.Ncl primo,che de' coftumi de' Vefcoui trac- direi
ta,ai pairo,doue fi diccjche, delle entrate della Chtefa,nGnarrÌGhifcanolipa-
renti,ofamigliari,fidiceua,che delle entrate della Chiefa,dellequalie(lì fono
coftituiti fedeli difpenfatori peripouerij&c.Alqual ponto il Veicouo di Sul-
mona s'oppofe,condirejChe,eircndo diuife,per antico Caiione,le portioni de'
Poueri,della Fabrica,& della Menfa Epifcopaie,non era da dire,che li Vefcouiy.
& altri Beneficiati foifero difpenfatori.Ma,che come di parte loro propria,era-
no Patroni : non che fpendendola male non incorreireropeccato,&indegna-
tionediuina,ficome anco ogni altra peiTonajche fjjendemaleil fuoproprioi
male folFero difpenfatori per li poueri,farebbono obligatiallareftitutione,co-
fa che non s'ha da dire.Vi furono difcorfi aiIài,tenendo la maggiore parte , che.
li Beneficiati folfero Patroni de' fratti, oucro ufufruttuarij : altri diceuano,co-
me già rAmbafciatoreFrancefenell'orationcche fono ufuarij. Alcuni difen-
deuanole parole del Decreto, che erano difpenfatori , allegando il luogo dell'
Euangelio del feruo fedele, & la dottrina di tutti li Santi Padri.Ma il douer ve-
nir al fine del Concilio,fece,che fi tralafcialTcro quelle parole,cioè, dellequali.
elfi fono e oftituiti fedeli difpenfatori verfo li poiieri, & coi filentio fi troncaf--
fé tutte le difficoltà.
Nel capo de' Iufpatronati,gli Ambafciatori di Sauoia,& di Fiorenza,fecero^
inftanzajchefolFero eccettuati quelli de' lorPrencipi,oueio, che non foircro.
eccettuati altri che l'Imperatore , & i Re. Glifu data fodisfattione, con eccet-
tuarcoltra l'Imperatore , Rè, ouero pofieirori di Regno, gli altri grandi, de fu-
premiPrencipi, che ne loro domini] hanno potcftàd'imperio. Nel rimanen-
8i4 CONCILIO DI TREN^rO Papa Pid*llir.
cT^^ Tà^tcfu propofto di leggere in SeflTioiie tutti li Decreti fatti fotto Paolo,& Giulio,
LXiu. per approuargli:alclie fu ripugnato dal Vefcouo di Modena, dicendo. Che
qucfto farebbe (lato un derogar l'autorità del Concilio di quei tempi,quando
le cole ali'hora fatte hauelfcro bifogno di nuoua conferma de' Padri:& erarao-
ftrarcchequefto con quello non folfe tutto uno ; perche niifun mai conferma
le cole proprie: dicendo altri, che foirenecelfario farlo a punto per quello, ac-
cio non folle leuata a quelli rautorità,condire,che non fono dell' ifteifo Con-
cilio : &: li medefimi Francefbquali altre volte con tanta inllanza haueuano ri-
chieftojchefì dichiaralTc il Concilio eirernuouo,&: non continuato col prece-
dente di Paolo, & Giulio , più degli altri s'affaticauano, accio folfeieuataogni
tachione di dubitare, che ruttigli Atti dal m.d.xlv. fino al fine , non follerò
d'una mcdefima Sinodo,Cofi auuienc , non folo nelle cofe humane, ma anco
in quelle della religioncche, mutati gl'interelTbfi muta la credulità. Mirando
adonque tutti adun'illcllb fcopo , fu determinato femplicemente di leggergli,
Scaltro non dire :perchecon quello fi dichiarauaapertiffimamentc l'unità del
Concilio , &fileuaualadifficoltà, che hauerebbe potuto portarcl'ular parola
di conferma : lafciando a ciafcuno intendere, come più gli piacelfe, fé l'hauer-
gh letti portalle in confcguenzahauergli confermati, o pur dichiarati validij
o pur inferire, che tutta è una Sinodo quella, che gli fece, con quella che gli
ha letti.
Fu Finalmente propofto d'antecipar la Se0ìone , Se celebrarla il di leguente:
&: quando in quella non fipoteileroefpedir tutte le attioni , continuarla il
aiornodopo,cometutt' una,&liccntiariiPadri,'&ii giorno della Domenica
S)ttofcriuere tutti gli Atti del Concilio. A quello s'oppofero quattordici Ve- '
fcoui Spagnuoli,dicendo , Che non era neccflltà d'abbreuiar il tempo. Con
tutto cio,il Cardinal MoronediflTcChe la Scflìone fi farebbe fatta.Et il Cardi-
nal di Lorena , con gli Ambafciatori Cefarci, rinouarono gli uffici) con l'Am-
bafciatoreSpaCTiiuoiOicbe fi contentairedi quello, che con tanta concordia e-
ra deliberato : quale in fine , dopo molte cofc dette, & repficate, fi contentò,
con due conditioni d'una, che fi decretafie che il Papa prouedercbbe alle cofe
che reftauano : l'akrajche nella trattatione delle Indulgenze non fi ponefie che
folTero date gratis:,nc alcuna altra cofaj laqual potelje far prcgiudicio alle Cru-
ciate di Spagna.
mm Sefjìom: Venuto adonque quel giorno Venere de' tre Dicembre , andati alla Chicfa
fermane in ef- ^q^-i [g ceremoniefolite,fi cantò la Mcfia: ncllaqualefece iUermone Girolamo
fa del refiatt9 j^g^azzoncVefcouo di Nazianzo. Chiamò tutto'l mondo ad ammirar quel
it^rf^^ow. -^^Q felicifiSmcnelquale il Tempio di Dio fi riftoraua , & la Nane fi riduce-
ua m porto,dopo grandiffìmi turbini,^ onde : che più farebbe da rallegrarfijfe
li Proteftanti haueifero voluto elTere a parte : ma qucfta non elfer la colpa de'
Padri.DilTcche per il ConciUo haueuano eletto quella città nellefiuci di Ger-
mania,nel liminare della lor cafa, fenza alcuna guardia,pcr non dar lofpetto di
poca libertà: Che i Proteftanti erano (lati inuitati,confede publica,arpetrati,(S«:
preo-ati: Che, per falute delleioro anim?,s'era efplicata la fede Catolica,& re-
ftituita
Papa Pro IIIL L I B R O O T T A V O. 8,^
ftiruira la Difciplina Ecclefiaftica. Ricapitulò CLitce [e cofe trattate dal Conci-
lio,m materia di fedcNarrò gli abu/ileuatine'ririracri.DilTcchcquandonoii
vi foircftara altra caufadiconiiocar' il Concilio, era ncceirario farlo per la loia
prohibitioaedc'MatrimonijClandeftini.Etpallaro alle cofcilatuite per rifor-
ma , mollrò di palfo in palfo il Icruitio publico , che per quei decreti la Chiefa
riceiicrebbe.Aggionfc,che ne'pallati Concih'j s'era trattata rcfplicatione della
fedccon la nformatione de' coftumi : ma in niiriino più diligentemente. DilFe,
che gli argoraenti,&: ragioni degli herctici erano (lati trattati,& più volte óif~
cuffij& rpclfocon grandillìmacontentione: non, perche tra eilì Padri vi folle
difcordia ,laqiialnon puoeirerinqueUichefonodelparermedefimoima per
trattar con fincerità , & illuminar la verità in tal maniera,che,fc ben gli hereti-
ci foiio Itati allèntijtanto è fatto,come fé prclcnti follerò ftati.Eilbrtò tutti,che,
tornati alle diocefì,mettelìèro li Decreti in eirecutione. ElFortò anco tutti a
ringratiar Dio,& poi il Pontefice, narrando le opere da lui fatte, per fauorir il
Conciho, mandando Noncij alle Regioni Proceilanti, Legati a Trento, ec-
citando li Prencipi a mandami Ambafciatori , non perdonando a fpcfeper
mantener il Concilio in libcrtà.LodòliLegati,per eilere flati guida, & mode-
ratori,& in particolare il Cardinal Morone: &: finalmente conclufe nella lode
de' Padri.
Finite le ccremonie,furono letti li decreti. Nella dottrina del Purgatorio decreti cteffat
fidiceua , Che la Chiefa Catolica dalle Sacre lettere, dalla Traditione, & in '^'J P>*Wto-
quella medefiraaSinodo,ha infegnato, elferui il Purgatorio } 8c le anime ritc- ""*
nute in qucllo,eirer' aiutate eia' fuffragij de' fedeli, i3<: dal Sacrificio della Mella.
Però, commanda a' Vefcoui, che infegnino, & facciano predicar fana dottrina
in quella materia,fenzatrattjir inanzi la plebe femplicequeftioni fottili, nela-
fciando diuulgarcofeincerte,& inuerihmili,prohibendolecuriofità,fuperfti-
tioni,i3c inhoneili guadagni,procurando che fìano piamente elfeguiti quei fuf-
fragij , che da' viuflogliono cifcr fatti per li morti, & fiano elTeguite accurata-
mente le cofe ordinate ne' ten:amenti,o in qualonque altro modo.
In materia de' Santi,commanda a' Vefcoui,& a tutti gli altri , che hanno ca- de Santi,
ricod'infcgnare,d'inftruir il popolo dell' interccfllonc, Scinuocatione de' San-
ti , dell' honor delle Reliquie, del legitimo ufo delle Imagini fecondo l'antica
dottrina della Chiefa,conlenfo de' Padri , & decreti de' Concili) : infcgnando
che i Santi pregano per gli huomini, che è utile inuocargli,& ricorrere alle ora-
tioni,5c aiuto loro. Poi tutto in un periodo condannò otto alfertioni di quella
materia: Che li Santi del Cielo non fi debbono inuocare: Che non preghino
per gli huomini:Che fia Idolatria l'inuocargli , accio preghino per noi, ctian-
diofingolarmente: Che l'epugni alla parola diDio, fiacontrario all'honordi
Chriftojfia pazzia livpplicar loro con la voce,o col cuore: Cheli corpi dc'San-
ti,per quali Iddio preda molti benefici), non debbiano elfer veneratirChe le re-
iiquic,& le lepulture loro,non debbono eirer'honorate : Et che in vano fi fre-
quentaiTio le loro memorie per impetrar' aiuto.
Quanto alle Imagini , Che quelle di Ghi-iftoj della Vergine , & de' Santi , fi Melmagtt^;
MMMmm
8i6 CONCILIO DI TRENTO PapaPioIIII
ci 3 1^ debbono tener ne' Tempi,6c rendergli il debito honore ■■, non^petclie in loro fia
Lxiii. diainitàjO virtù alcuna i ma, perche i'honor ridonda nella cofa rapprefentata-j
fi che, per mezzo delle imagini fia adorato Chrifto , & li Santi , la lìmilitudine
de'quali portano , come fu definito da' Concilij , (pecialmcnte dal Niceno fe-
condo.Che per rhiftorie,li mifcerij della religione efpredì in pitture al popolo»
fono inregnati,&; raccordati gli articoli della fede : èi. non folo gli fono fogge-
riti libeneficijdiChrirfco,maancorapofti innanzi agli occhi li miracoli, &ef-
fempi) de' Santi, per ringratiarneDio, &: per imitargli : anathcmatizando chi
infegneràjO crederà il contrario di quei Decreti.
'wàlnl còntr.t Soggioafepoi,che,de(ìderandoleuargliabari, iScleoccafioni di perniciod
gliabitft: errori, ordina, che,per le pitture hiftoriali della Scrittura facra, occorrendo fi-
gurar la Diuinità,s'infegni al popolo,che ciò non fi fa , perche quella podi eifer
Vida con gli occhi del corpo. Soggionfc,che fia leuata ogni fuperftitioaencU'
inuocatione de' Santi,vcneratione delle Reliquie , &c ufo delle Imagini : ogni ■
guadagno inhonefto fia abolito,euitato ogni lullo ; non depinte, ne ornate le
imagini lafciuamente : nelle felle de' Santi,& vificatione delle Reliquie , non fi
faccianobanchetti:Che in ni(runaChiela,o in altro luogo, fia pofta imagine
infolita , fenon approuata dal Vefcouo , ne admeffi nuoui miracoli, o riceuutc
nuoue reliquie : Soccorrendo qualche dubio, oabufo diificileda errirpare,Q
difficoltà graucil Vefcouo afpetti il parer del Concilio Prouinc iale , ne ila de-
cretata cola alcuna nuoua>o infolita nella Chiefa,fenza il parer del Papa.
àecTfto della Ventiduc capi conteneua il Decreto della riforma de' Regolari , con quefti
rifyy^ide' particolari precetti in fomma : I. Che tutti oircruino la regola della profeUìo-
Frati-' i^e • ^ fpecialmente quello, che appartiene alla perfettione, che fono li voti,&
precetti cirentiali j & alla communità del viuere,& veftire. IL Niirim podi pof-
fedcr beni ftabili,ne mobili,come proprijtne li Superiori pofTmo concedere fta-
bili,ci:i:indioad ufo,gouerno,o commenda: tScnell' ufo de' mobiliiionvifiane
fuperfliiitàjne mancamento.! Il.Concede la Sinodo a tutti li Monafterij,etian-
dio Mcndicanti,eccettuati li Capuccini,^»: li Minori Olferuanti^di polfeder be-
ni ftabili , con precetto che ne' Monafterij fia ftabilito il numero de'Religiofi,
quanti pofTono elfer foftenratijO dalle rendire,o dalle limofine confuetemepeE
i'auucnirfianofabricatitaii luoghi fenza licenza de'Vefcoui. IV. Che nilfun
Rcligiofo/enza licenza del Superior fucpofii andar al feruitio di qual fi voglia
luogOjoperfonajne partirli dal iuo Conucnto,fenon commandato dalfuo Su-
periore. V. Cheli Vefcoui habbiano cura di reftituire,& conferuare la daufura
delle MonachceiTortando li Prencipi, .Se commandando a' Magiftrati, in pena
di Scommunica,a predargli ai<uto.Che le Monache non pollino ufcir di mona^
fteriojS in pena di ScommunicanilTun vi poifa entrarclenzaeccettionc di cor
ditione,feiro,o età>fenon con licenza. Che li Monafterij delle Monache, fuori
delle mura delle città,& caftelli,fiano ridotti dentro. VI. Che le eletrioni fi fac-
ciano per voti fecreti , ne fiano creati Titolari a quefto effetto , o fupplita la
voce de gli alfenti, altramente l'elettione fia nulla. V I I.Che ne' Monafterij di
Monache la Superiore fia almeno di quaranta anni a Sedi otto di profeflìone
r &da-
1
Papa PioIIII. LIBRO OTTAVO. 827
& doiiequefto non lì poffijalmeno/ìafopra trenta anni d'età ex: cinque di prò- ci-3 id
feffionc. Nilfuna poffi hauer fuperiontà in due Monafl:crij,& quello che farà lxiii.
foprallance all' electione ftia fuori delle grade. Vili. Li Monafterij", che fono
immediate lotto la Sede Apoftoiica/i riducano in Congregationc,& diano or-
dine al loro gouerno,&: li loro Superiori habbiano quell'autorità > che gli altri
. de'giàridotti in Congrcgatione.IX.Li monafterij di Monachejfoggetti mi me-
diate alla Sede Apoftolica/iano gouernati da' Vefcoui,come delegati. X. Che
le Monache (ì confeffino , Se communichino , almeno ogni mele ; .!i'^: oltra il
ConfelTor ordinario,gli ila dato uno eftraordinario, due o tre volte l'anno ; &c
non pollino tener il Sacramento dentro in Monafter io. XI. Che ne' Mona-
fterij , che hanno cura d'anime iecolari , quelli che l'ellercitano , fiano Toggetti
al Vefcoiio in quello che tocca il miniilerio de' Sacramenti, eccetto il Mona-
fteriadi Giugni, odouerifedono Abbati Gcnerah, oCapi degli Ordini, odo-
ue gli Abbati hanno giurifdittione Epifc opale, o temporale. XII. Che li
Regolari pubiichino , & feruinole Cenfure, & Interdetti Papali, & Epifco-
pali : & parimente le fcft« , che il Vefcouo commanderà. XII I. Che il
Vefcouo inappellabilmente fia Giudice di tutte le controuer/ìe di precedenza
traleperfoncEcclefiaftiche, li Secolari, come Regolari : & tutti fiano obli-
gati andar' alle publiche proceiTioni ; eccetto quelli , che viuono in ftret-
ta claufura. XiV. Regolare , che rifiede nel Chioftro , & commet-
te eccciro fuori , con fcandalo del popolo , ila punito dal Superiore nel
tempo che il Vefcouo ftatuiià, Se della pena fia fatto il Vefcouo certo: al-
trimenti il delinquente poffi cffcr da lui punito. XV. Che la profeflìo-
ne fatta inanzi fedici anni iìniti , & un' anno intiero di probatione , fìa '
nulla. XVI. Che nilfuna rinoncia , o obligatione, vaglia, fenon fatta tra
il termine di due mefi inanzi la profcOTione, 8c con licenza dell' Ordinario:
definitoli tempo della probationc , li Superiori admettino li Nouizzi alla
profcflìone, o gli mandino fuori del Monafterio , non intendendo però di
comprender li Giefuiti. Che il Monafterio non poffi riceucr' alcuna co-
fa dalNouizzio inanzi la profcflìone j eccetto il vitto, (Se veftito : Spar-
tendo , gli fia reftituito tutto'l fuo. XVII. Che nilìhna Vergine riceiia
l'habito , ne faccia profeffione , fenza elTcr prima eftaminata dal Vefcouo,
& ben' intefa la volontàdi lei , Se che habbia le conditioni requifite fecon-
do la 'regola di quel Monafterio. XVIII. Che fiano anathematizati tutti,
di quallì voglia conditione , quelli, che sforzeranno alcuna donna , fuor-
che nc'cafi legitimi , ad entrar in Monafterio , riccuer l'habito , o far pro-
fcflìone : & ìimilmcnte quelli, che impediranno, fenza giuftacaufa quelle,
che fpontancamente vorranno entrare : eccettuate lepenitenti, o conuertitc.
XIX. Chi pretenderà nullità della profcflìone , non lìa afcoltato , fenon
tra cinque anni dai giorno d'ella , producendo la caufa inanzi al Tuo Superiore,
& Ordinario , prima che deponga l'habito :^&niirunopoftapairar' a Religione
più larga, ne fia data licenza di portar l'habito occolto. X X. Gli Abbati,
capi degli Ordini , vifitino li Monafterij foggerei , quantonque Coinmcnda-
MMMmra ij
8i8 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IIIL
ci3 lO ti j &■ li Commeiidataiij liano remiti eireuuii: le ordir. ationi,6>: in quelii (ìano
Lxiii. tenuti eileguit le oi:àinacioni,& in quelli iiano creaci li PriorijO Superiori j che
hanno il gouerno rpiricuale,da Capito!?, o Vifiracori degli Ordmj. XXI. Giie
la Sinodo defiderercbbcrcibtair la difciplina in tutti li Moiiafterij;iTia,perla
durezza5& diificokà del fccolojnon eilendo poiribile>pcr non traìalciar di ope-
rar Tbc he ale una volta fi poiraprouederiii,confìda3cheiipapa,per quanto vedrà
poter comportar' il tempo ,prouederà che a' Commendati Ila prcpoflo ingo-
uernatore perfona Regolare profeifa: & quelli, che vacheranno all' aaucnire>
non iìanoconFeriti/cnon a' Rcgolari:&; quelli , che hanno in commenda Mo-
nafterijjcae fono capi degli Ordinijfenon gli e proueduto di fucceifor Regola-
re fra Tei mefì,dcbbino far la profefllonejO cedere: altrimenti le Commende va-
chino.Et nelle prouilloni de' Monafterij ila nominatamente eipreila la qualità
di ciafcunojulthmenti la prouifione s'habbiaper ibrrettitia. XXII. Che a quei
decreti s'intendano tutti li Regolari foggetti , non oftante qualonquepiiuile-
gio , etiandio di fondatione,commandando a' Veicoui, & Abbati di mandarli
in ellecutione immediate:& prcgando>& commandando a Prencipi, $: Magi-
ftrati d'afiìftergli fempre che iaranno ricercati.
Canoni della Continuò immediate la lettura della riforir^a generale >nellaqua!ej dopo
iiforma gene- clFortati li Vcfcoui alla vita eiremplare,& alla modeftia negH apparaii>menra,&:
^'' '' vitto frugale, I. viene prohibito,che delie rendite della Chicf a non poflino far
parte a' parenti,3>: famigliari:eccetto,re fono poucriieftendendo quello,che de'
Vefcoui è detto a tutti li Beneficiati fecolarij& Regolari, & ancora a' Cardina-
li. II. Che li Vcfcoui,nelprimo Concilio Prouincialcriceuino li decreti d'ella
Sinodo Tridentina,promettino obedicnza al Papa, anathematizzino le herefie
condannate^ l'ifteiK) faccia ciafcun Vefcouo,che per l'auuenire iarà promof-
fo,nella prima Sinodo:»^ tutti li Beneficiati,che debbono conuenir in Sinodo
Diocefana , in quella Miccino il medelimo. Et quelli,che hanno cura deli' Vni-
uerfìtà,&Studi) GeneraIi,operino,che da quelli iìano riceuuti li medeiìirii de-
cretila li Dottori infegninojconforme a quelli, la fede Catolica:& di ciò ne
facciano giuramento iolenncin principio di ciafcun anno:&: quelle, che fona
foggcttcim.mediate al Pontefice, Sua Santità hauerà cura che lìano riformate
da' luoi Delegati in quella maniera,o come meglio gli parerà. III. Chele ben la
fpada della Scommunica e il ncruo della difciplina Ecclefiaftica, molto f aiuti-
fero per contenergli huomini in uffi.cio,s'ha da ufar con iobrictà,& circonfpct-
tionchauendo imparato per efperienzajclTcr più fprezzatOjche temuto, quan-
do li fulmina temerariamente per caufa icggicra:pcrò,da altri,che dal Vcfcouo,
non podi cirerfolminata per cole pcrfc5& rubarejiiqaale non fi laici indurre a.
concederla dall' autorità di qual fi voglia fecolarcetiandio Magiftrato. Et nelle
caufegiudiciali,doue fi può far l'eiìccurione reale ,o perfon ale, s'allenga da
cenfure : Se nelle ciuili,fpettantiin qualonq;modo al fcroEcclefiaftico,poi1i-
no ufar pene pecuniarie,etiandio contra li laici, o proceder per prefa dipegmV
ouero delle perfone mcdefimccon eflecutori fuoi,o aitri:& non potendoli elPe-
guir realmente; off rfonalmente ? ma eireiidoci contumacia > ii polli proceder
alla.
Papa Pio IIII. LIBRO OTTAVO. '619.
tilla Sconimunica:oC il mcdcfimcnelle caiife criminali. Ne il MagillL-aro icco-
larc polli prohibir all' Ecclcfiatlrico ài fcommLinicare, onero liuocàr JAScom-
munica, lotto prencIl:o> che le cole del Dccicto nonfìanoilatcodtmatc. il
icommunicato,le non lì rauedei?o'.iou iolo non iìa riccuato a partecipar co' fe-
deli, ma fc perreucrcrà nelle cenlLuejfi polii proceder conerà kiijcome fofpecto
d'herciìa. I V. Dà lùcokà a' Veicoubche nella Sinodo Dioecfanai (^c a' Capi
degli Ordinijne' liioi G.ipicoli genv'ralijpolbno ordinar nelle loro Ghiefe quei-
lo,che fiaadhonor di DiojsScuriKrà di quelle, quando vi Ila obligo di celebrar
coli gran numero di Mclle per legati tertanientanj, che non lì pollino iatisfarcj
onero l'elemolìna iìa tanto tenue 3 che non (1 troni chi vogli riceiier il carico:
con conditioneperòjcheiempre lì faccia memoria di quei dcirontijche hanno
lafciati li legati. V. Che nella collationcjo qualonque altra dirpolltione de'
Benclicij, non Iìa derogato alle qualità » conditioni,(?v: carichi ricercati, onero
impofti nella crcttiones ofondatione, opcr qualonquc altra conftitutioncr al-
trimeni, laprouilionclìaftimata lonetitia. V I. Che , quando il Veicoi'o
procede fuori di vilìta centra li Canonicij il Capitolo , nel principio di cialcun
anno, elegga doijColConfegiio, & conienfode'qualijhabbia da proceder in
tutti gli Atti,-&: iìa uno il voto d'ambidoijoc fé faranno tutti doi difcordi dal Vc-
fcouo. Ila eletto da loro un terzojche determini la controucrfia : & nonaccoi-
dandolì,ha eletto il terzo dal Vefcouopiùv!CÌno:ma,nelle caufe di cojicubjna.-
t0)0 più atroci, polli il Iolo Vefcouoriceuer rinformationc,»l>: procedere alla,
retentioncdel rcfto fcruando quanto è ordinato. Che il Vcicouo in Coro, 3c
in Capitolo, & negli altri Arri publici,habbialaprimaScde:&; il luogo, che
eleggerà. Che il Vefcouo piefcdaalCapitolo,fenon quando lì tratta del com-
modo ino,& de'fuoi: ne quella autorità polli cllercommunicata al Vicario: &
quelli, che non fono di Capitolo, nelle caufe Eccleiiafticheiìano intuttofog-
gerti al Vefcouo , & doue li Velcoui hanno maggior iurifdittione della predet-
ta,il Decreto non habbia luogo. VII. Per iauuenire non iìa più conceilb
regreffo, o accclTo ad alcun Beneficio Eccleiìaftico, ne li già conceffi iìa::'o cilc-
fi,o trasferiti : & in quello iìano comprellanco li Cardinali. Non fiano fatti
Coadiutorijcon futura fucccffionedn qual lì voglia Benefici) Eccleiìartici : &c le
nelle CathedralijO Monafterij , farà neccirario,o utile ilfarlo, la caufaiìaprima
conolciutadalPontefice,.5c viconcarranno le debite qualità. VI 1 1. Che tutti
!i Beneficiati eirercitino rhofpitalità,quantGrentratagliconccdc;&quc]li,che
hanno Hofpitali ingouerno,lotto qualonque titolo, comnianda che i'ellciciti-
no lecondo che fono tenuti, delle entrate a ciò deputate: & le nel luogo non lì
trouino perfone di quella forte , che l'inllitutionc ricerca , le entrate iìano con-
uertite inufopio,piùprofsimoa quello, come parerà al Vefcouo con doi del
Capitolo: & quelli, che non fatisfaranno al carico dell' hofpitaIuà,fetà, fé
ben folfero Laici, pollino ellèr coftretti per cenfure, (Scaltri rimedi] ai lor debi-
to}^*: fiano tenuti alla reftitutione de' frutti nel foro della Confcienza, &pcr
l'auuenire limili gouerni non iìano dati ad uno per più di tre anni. I X. Che
iltitolo del lufpatronatofi moilri authentico, per fondarione, o donatione,,©»
MMMmm iij,
830 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio IIU.
ci3 i^ per prefcntationimolciplicate da tempo immemorabile» o in alerà maniera le-
LXiii. c^icima. Ma nelle perlone, ^communità, che fi [bgliono prcfumer hauerlo
iiruipatojaprouafìapitt elUuta, Gl'immemorabile non bafti > fenon lì moftri-
no auchcncicamencc prcfentacioni di cinquanta anni almeno,che tutte habbia-
no havuto clfetto:le altre forti de' Patronati s'intendino abrogati, eccetto quel-
li dell* Imperatore , Rè, onero poifcirori di Regni & altri PrencipifopraniiSc
de'Stadij generali. Poffi il Vclcouo non admecter li prefentati da Patroni, fé
non faranno idonei : li Patroni non fi pofllno inttometter ne' frutti > ne il luf-
patronato podi cifer trasferito in altri, contrade ordinationi Canoniche ,&lc
unioni de' Benencij liberi a quei de lufpatronati 5 fé non hanno fortito effetto,
cefTino ? fatto, 5c li benefici) fiano ridotti a libertà , & le fatte da quaranta anni
ingiùjqnantonqueflano perfcctionate , fìriuedinoda' Vefcoui, «Se trouatoui
qualche difetto,lìano annullate; & parimente liano reuilli tutti U Patronati da
quaranta anni in giìbper aummento di dote,o per nuoua cólhurtione:&fe non
fi troueranno in cuidentc utilità del Beneficio , fìano riuocati , rcftituito a' pa-
troni quello che da loro è dato. X. Che ne' Concili) Prouinciali , o Diocefa-
nijfiano elette quattro perCone almeno,con le debite qualitàja quali fìano com-
melfele caufeEcclcfiaftiche, che s'haueranno a delegare da' Legati, Nonci), o
dalia Sede Apolì:olica;& le delegationi ad altri fatte s'intendino forrettitie. XI.
Che li beni Ecclefiaftici non poifino eirerc afHttati con antecipato pagamento,
in prcgiudicio de fuccclfori; ne fi pofsino affittar le giurifdittioni Ecclefiafti-
chc,ne gliaitìttualipodinocircrcicarle: &lelocationi di ccfcEcclefiaftiche,e-
tiandio confermiate dalla Sede Apoftolica, fatte da trenta anni ingÌLi,per tera-
polongojcioèja ventinouc più anni, fi debbino giudicar dalla Sinodo Prouin-
ciale fatte in danno della Chiefa. XII. Che li tenuti a pagar decime, pei'
l'anacnirc le paghino acni loìioobligati incicuamente,& chi le tiene debbia
efser efcommunicato, ne polii cìIcì: aSlòito, fcnon fcguica larc-litutione. Et ef-
fortatutciafar parte de' beni donatigli da Dio a' Vefcoui,&Parochi,che han-
no le Chicfcpoucre. XIII. Doue la quarta de' funerali era folita pagarli alla
Chiefa Epifcopalc , o parochiale da quaranta anni in fu , & poi è fiata concellà
ad altri luoghi pijjfia a quelle ritornata. XIV. Prohibifce a tuttiliChieri-
cijditener in cafa,o fuori concubine,© altre donne fofpctte, dal che fé, ammo-
niti, non s'aftcncranno, liano priuati della terza parte dell' entrate Ecclefiafli-
fliche5& dopolafeconda ammonitioncpiiuati di tutti ,&fofpefi dall' amm:-
niftratione : 3c perfeuerando , fìano priuati d'ogni Beneficio , &inhabiliadha -
uerncjfino'che non faranno difpeniati: 6c le dopohaucrleIafciatc,ritorneran-
no,liano anco fcommunicati,& lacognitionediaucflccaufe appattengaa' fo-
li Vefcoui fommariamente. Mali Clerici non Beneficiati' fiano da loro pu-
niti di carccre,fofpenlionc,oinhabilità. Edi Vefcoui mcdelimi, fé caderanno
in fimil errore, non emendandofi ,; dòpo elfer' ammoniti dalla Sinodo Piouin-
cialc, liano fofpcfl; & perfeuerando,fianodenonciatialPapac XV. Cheli figli
di Chieric2,non nati di legitimo matrimonio,non pollino hauer beneficio , ne
miniilerio nelle Chiefcdouc li loro Padri hanno,o hanno hauuto beneficio al-
cuno:
Papa Pio IIII. L I B R O O T T A V O. 831
cimo: ne poflìiiohauer pendoni fopi'a li Benefici j,che il Padre li.i> o ha haiuico: ci3 io
&c(q in quel tempo padrcSc figlinolo hanno Beneficio nella medefìma Chic- lxiii.
fa>il figliuolo fia tenuto rcfignailo fra ere meli: prohibédo anco le rciìgnationi,
che il padre faràadun'alrrojaccioqucUorefigaiiiruoal figliuolo. XVI.Chcli
BcnchcijCurati,non pollino eirerconuertiri m fempliciv^^: negiàconucrticijfe
il Vicario perpetuo non ha entrata conucnicnte^gli lìa allignata ad arbitrio del
Vcfcouo. XVII. Contrali Vefcoiiijche lì portano bailàmcnte co' miniftri
de' Rè co' Titolati,(Sc Baroniscolì nella Chicia, come fLiori,& con troppa inde-
gnità > non lolo gli danno luogo , ma ancoragli leruono in pcrfona, la Sinodo,
deteftando quefto, & rinouando li Canoni fpcttanti al decoro della dcgnità E-
pifcopale , commanda a' Vefcoui, che fé n'al1:engano,&: habbiano rifguardo al
proprio gradojcoil in ChiefajCome fuorijraccordàdofi d'elfer Paftori:& coman-
da anco a PrencipÌ5& a tutti gli alcri,che gli portino honore,,Sc riuerenza debi-
ta a Padri. X V 1 1 1. Che li Canoni lìano oilcruati da tutti indiftintamentc, Se
non fiano dilpenfati, (enon per caufaconofciuta con maturità, & lenza ipcfa.
XIX. Che l'Imperatore, Rè,3c ogni altro Prcncipcche coricedcranno luogo
per duello tra Chriftiani, frano efcommunicati,-S«: priuati del domiaiio del luo-
gOjdoue il duello farà comeiro,fe lo riconofcono dalla Chiefa: ^ li Combatcc-
ZhSc Padrinijfiano efcommunicati,confifcati libeni,5v: perpetuamente infami;
&c morendo nel duello , non fiano fcpolti in facro ; & quelli, che lo confeglic-
ranno,o in iure,o in fatto,© perfuaderanno al duello, & li (pertatori, fiano icó-
municati. XX. In fine fu letto il tanto elFaminato capitolo della libertà Eccle-
{ìa{lica,ouero riforma de' Prencipi. In qucllo,La Sinodo ammonilce li Prencipi
Secolari,c6fidando che cócederanno la reilitutione delle ragioni lue alla Chie-
fa,^ ridurranno li iudditi alla riuerenza vcrfo il Clero, &:non permetteranno
che gli ufficiali>&: inferiori magiftrati,violino l'immunità della Chiefa, & per-
fone Ecclcfiafl;ichc:ma,infLeme con eflì Prencipi,faranno obedienti alle confti-
t?utioni del Sommo Ponteficc,& Concili], determinando,che tutte leconftitu-
tionide' C6cili)Generali,& Apoftoliche,a fauor delle perfoneEcclefiaftiche,
& dell' Ecclefiaftica libertà,fiano oireruate da tutti : ammonendo l'Impei-atore,
Rè, Republiche,& Prencipi, &tutti,a venerar Iccofe, che fono di ragione Ec-
: clefiaftica; ^-c non permetter che da' Signori inferiori, o da' magiftrati, o mini-
1 ftrifuoijfiano violatc,accio li Chierici pollino ftar alla fuarefidenza,& elTerci-
tarfi negli Offici), fenza impedimento, con edificationcdel popolo. Dopo que-
fto,fu letto un decreto, delquale inniiruna Congregatione s'era prima parlato,
perilquale laSinodo dichiaraua, che in tutti iDccretidiRiforma, fatti fotto
Paolo,Giu Ho, & Pio, in quel Concilio >,conqual fi. voglia parole, &: claufulc,
s'intendifemprefalua l'autorità della Sede Apoftolica.
i Non potendofi efpedircper elfer rhoratarda,il rimanente in quella Sefllonc, fc^^ito deUa
ì fecondo la deliberatione,prefa nella Congregatione Generale, il rimanente fu medvjìma. Stf^
! differito al giorno feguente:nelquale, quantonque folfe già venuta nuoua,che il 7»""-?
I Papa era megliorato, ^m tutto poftoin licuro della vita, fi fece la Congre-
gatione inanzi giornQ: fmoiio letti li Decreti delle mdulgcnze , di finir il
1
851 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio UH.
"TiTTà" Concilio,6: di dimandarla conferma: & approuati da tutti. Dopo il difnai-e, (ì
I XML feccia Scflioncnellaquale fu letto il Decixto delle Indalgenze, che in foftau-
d'crr^o delle za contiencChtifto haiies: dato autorità di concederle alla Chiefa, &:. lei haucr-
indn!gm\i, Li alata da ancichiffimo tempo. Et per tanto la Sinodo inregna,& comman-
da, che ruTo (ìi quelle Ila continuato , come falutifcro al popolo Chriftianoj&
approuatoda Concili): & anathcmatiza> chidirà> che iìano inutili, o chela
Chicia nonhabbiapoteftà di concederle: &, per feruar l'antica confuetudine,
&:proacder agliabuihcommanda, che fiano abolite tutte le queftuationi cat-
tine: 3c quanto a-^li altri abulì, commanda a Vefcoui , che ciafcun raccolga
tutti quelli della propria Ghiefa, t-c gli proponga nella Sinodo Prouinciale,
per riferirgli alPapa,cheviproacgga. Intorno li digiuni, & differenze de' ci-
di'digiunliàb'h bi, $c oireruationedifefte,eirorca li Vefcoui ad oilcruar li comm.andamenti
effìo: ^^n^ Chiefa Romana : & intorno l'Indice , fc ben quello era finito , non po-
tendo la Sinodo darne giudicio,ordina che tutto iìa portato al Papa, &;rimeiro
j. ,. altTiudiciofuoirifteirofacendofi del Catechifmo,Meirale,& Breuiario. Pa-
bri"mhiiitC blfcò ancora un'altro decreto, che per li luoghi alfegnati agli Oratori non
rtpro) i ^.-j^j.^^^^- pj.^gf.^jjj^-,^PQ ^(^ alcuno. In fine pregò li Prencipi, ad adoperarli
che li decreti'^del Concilio non fiano violati dagli Hercrici, ma riceuuti &: of-
feruati da eiTi, &: da tutti : nclche fé nafcerà diflìcoltà, o bifogno di dichiaratio-
Mefa.U,Bre- „-, il Paca, chiamati quelli, che giudicherà a propofito, da i luoghi doue la dif-
uUrioi&cri- j[^(.Q|t^ nafceire,oucro congregando Concili) Generali,ocon altro modo, pro-
melfo alPapa, ^^^^^j.^_ Furono dopo , recitati tutti li Decreti,fatti fotto Paolo, & Giulio, in
quel Concilio :coh in materia di fede,come di riforma. Per ultima cofa, il Se-
cretario, andato in mezzo, interrogò , Se piaceua a' Padri, che folfe pofto fine a
dm A fmZ. quella Sinodo ; Se per nome di lei , da' Legati , & Prefidente , dimandata al
pregiudicio: fommo Pontefice Pio qu irto , conferma di tutte le cóCe decretate fotto Paolo,
Se Giulio, Se forto la Santità fua. Et fu rifpofto , non ad uno ad uno per voti,
madatuttiinfieme invnavoce. Placet. Il Cardinal Morone, comeprimo
efortatlonex Ptefidente ,conceirc aciafcuno , che s'era rirrouato in Concilio, Se a tutti li
guardare ide- pj-^fcnti alla Sefl[ìone,indulgenza plenaria, & benediirc il Concilio, (Sclicentiò
^'"^'*' tutti,che dopo hauer refo gratie a Dio,anda{rero in pace.
Fu antico coilume delle Chiefe Oi ientali, di trattar le cofe de' Concili] nell'
. • adunanza publica di tutti: divenendo occafioncbenfpeirooccorreuano delle
. Qg„(ilio: acclamationi popolari , & alcune volte tumultuole , lequali pero hnuiano in
• concordia: Se nel fine li Vefcoui, trafportati per l'allegrezza caufata dalle con-
cordi deliberationi , patTanano ad acclamationi in lode degl' Imperatori , che
haueuano congregato il Concilio, Se fauorito : in commendatione della dot-
trina dal Concilio dichiarata, in preghiere a Dio, perla continua diuina afli-
ftenza alla Santa Chiefa , per la falute degli Imperatori, & per la fanità,& pro-
fpcrità de' Vefcoui, lequali non erano mcditate;ma,fecondo che lo Spirito ec-
citauàalcunVefcouopiùzelante aprorompere in qualche d'uno di quei con-
cetti opportunamente , cofi il commun concorfogli acclamaua. Quefto fa
anco imitato in Tr^ntcnoa però dando luogo a ipiritoprefentaneo d'alcuno,
ma
Papa Pio mi. LIBRO OTTAVO. 833
ma con hauer prima meditato quello, chedoueua efTer propofto>&rirpofì:o,& ci 3 i»
recitandolo de Icripco.Il Cardinal diLorcna iìpreic curajnon folo d'cilcrprinci- Lxiir.
pale a componerleacclamationijinaanco d'intonarleiilche uniuerfalmente fu
ìntefo perunaieggierezza, & vanità, &poco condecentcad un tal Prelato, Se
Prencipe, farTofticio, chepiùtofto conucniuaa'Diaconi del Concilio, non
cheadiin Arciuercoiio,& Caidinale,tanto principale. In qiielle,intonando il
Cardinale, Se rifpondendo li Padri , fu pregato longa vita al Papa , Se eterna fe-
Jicitàa Paolo ,& Giulio : «Scfimilmente eterna memoria a Carlo quinto. Se a
Rè, protettori del Concilio: & longa vita all'Imperatore Ferdinando,d: a' Re,
Prencipi,&: Republiche:longa vita,&: molte giatie,a' Legati,& Cardinali: vita.
Se felice ritorno a' Vcfcoui : commendata la fede della Santa General Tridenti-
na Sinodo,come fede di San Pietro, de' Padri,& degli Ortodo{Iì:in una fola pa-
rola detto Anathema a tutti gli heretici in generale, fenzalpecificare ne anti-
chi,ne moderni. Fu commandato, fotto pena di Scommunica , a tutti li Padri, fottofcmùont
che fottofcriueirero di mano propria a' Decreti. Il giorno feguente , che fu la ^^' <^«crefl:
Domenica,fu confumato iw quello: Se per farlo ordinatamentcfi fece quafi una
Cógregatione,& le fottofcrittioni furono di Legati quattro,Cardinali due. Pa-
triarchi tre, Arciuefcoui venticinque, Vefcoui diigenfeiTantottOjAbbati fette.
Procuratori d'allenti trentanoue. Generali d'Ordini Regolari fettc.Et fé ben già
era ftato deliberato,che gli Ambafciatori fottofcriueflero dopo li Padri,fu prefa
cotraria rifolutione all' hora per più rifpetti:runo fu,perche il non elferui Am- ^^ ^^' f"»» «A
bafciatore Francefe, quando folTcro vedute le fottofcrittioni degli altri, & non ^'"J^.^j'^^'"»'
quella,farebbe ftato unadichiaratione , che FrancefinonriceuelFero il Conci- "''*
lio:raltro,perche il Conte di Luna fi lafciaua intendere,di non fottofcriuere af-
folutamente , ma con riferua, per non hauer il Rè acconfentito al fine del Con-
cilio. Etpublicarono li Lcgati,che,non elFendo coftume di fottofcriuer li De-
creti,fenon da chi ha voce deliberatiua , farebbe ftata cola infolita , che Amba-
fciatori fottofcriuelfero.
In Roma,quando fticcelFe l'infermità del Pontefice,temendo tutti della vita tema, e turbx^
fua,fu molta confufione nella Corte:perche,nonhauendofi ancora vifto morte mento di i{orM
diPonteficcelFendoil Concilio aperto,fi temeua grandemente quello che pò- '^«^^'9 '"» «^-
teirefuccedere: haueuano l'elTempio delConcilioConftantienfe,ilqualenell' ^^''^Yf^^^*
Elettione,aggionfe altri Prelati a Cardinali: Se temeuano che qualche cofafi- ^/o." ^ ^"^
mile, o peggiore, non auuenilTe : Se fé ben l' Ambafciatore di Spagna alFermaua
l'Ambalciatore in Trento, & li Prelati Spagnuoli, hauer commiflìone, che l'e-
lettione foiFe de' Cardinalijcon tutto cio,attefo il poco numero di quefti,Ie pa-
role non dauano piena confidanza.Fu grand' allegrezza,quando s'intefe il Papa
riftorato, parendo d'elFereufcitidi gran pericolo, laquals'aumenròfopra mo-
do,quando s'intefe il fine del Concilio. Il Pontefice ordinò per quefto una fo-
lenncproceflìoncperringratiarDio di tanto beneficio. InConciftoromoftrò
il gran contento che n'haueua : dilFe di volerlo confermare>& anco aggionger-
gli altre riforme: di voler mandar tre Legati, in Germania, Francia ,& Spagna,
per elFortaradelFeguir li decreti > per conceder k cofehonefte. Se dar fuffragio
nelle cofe d€ mrepofaim,
NNNnn
^ ^834 CONCILIO DI TRENTO. Papa Pio IIIL
ci3 J3 Inanzi il Natale j arriuarono in Roma li Legati Morone , Se Siinonetaj da'
LXiii. quali il Papa volle incender in molte audienze minutamente le cole i\icccire:&
t Legati arri- pigliò in notali nomi de' Prelati>clic s'erano affaticati per ilConciliojahnedi
nano al{oma, £^^.g|j^ Cardinali. LaCortejinrendendola rjfolutione del Papa alla conferma,
4 Papa-"^^"'^ mutò l'allegrezza in querimoniajfacendo ruttigli Officiali indoglienza,per il
* danno , che hauerebbono riceuuto negli Offici] loro , fé quella riforma s'efTe-
laCorte e we- guiua : & confìderauano dipiù, che,circndo quei decreti concepiti in termini
fiaperU J{i- generali» »?cfenza claufule di fottil' efplicatione, fcrapre che difficoltà foife
fama: ^^^^^ ^ -j ^-j^ondo , già alfuefatto a latrare conerà quella Corte , hauerebbe fatto
contraria interpretatione a loro intcre{ri;&: farebbe fiata abbracciata,come co-
fa fpeciofa» & coperta con titolo di Riforma. Erano date fuppliche, & me-
moriali al Pontefice, da quelli , chehauendo compratogli Omcij, & preuc-
dendo queflo danno 5 dimandauano riftoto : cofà» che dalla Santità fua. era
molto flimata, & riputata degna di buon rimedio > accio non folfe caufa del-
la defolatione di Roma. Alche hauendo diligentemente penfato, deputò
■ , ... CardinalÌ5aconfultarfopralaconfermacione5& a penfare il rimedio che/ipo-
r* ^e dee dare ^^^^^ porgere alle querimonie della Corte. Erano alcuni Cardinali, che con-
U conferma a fegliauano a Confermar immediate li decreti fpettanti alla fede : ma proceder
dicreti diTre- con mvituritàintorno agli altri: imperoche alcuni erano degni di moka confi-
«j deratione,per la poca utilità , 3c gran confufione che portercbbono: altri, per
l'impofTibilicà, o gran difficoltà, farebbe flato neceifario fpelTo dif penfargli : il-
che no fai'ebbe fuccetfo, fenza indecoro, & fenza dar materia a ragionamenti :
elfendo anco neceifario hauer molta cofidcrationc fopra il modo d'effeguirgli)
in maniera, che non porcaffero danno,ne pregiudicio ad alcuno; non effendo
degna di nome di Riforma quella prouifìone , quale è con detrimento d'altri:
che ditferendo,s'hauerebbe conofciuto,intendendo il parer d'altri molti,quel-
lo che fi poteua far con fodisfattione commune, fenza laquale tutte le riforma-
rioni tornauano indisformationi. Il Papa,per queflo clcffe otto Cardinali, che
gliriuedelferojliquali dopolonga difcufsionejperlamaggioreparte furono di
parere che conueniua moderargli tutti, prima che confermargli ; & ben confi-
derare, che,douendo patir alcuna oppofitione, meglio era farla nel principio,
clie,dandogli riputatione con la conferma,voler poi moderargli. EfTer cofa cer-
ta , che a' chi ha procurato il Concilio, altro fcopononèftato inmira,fenon
d'abbalfar l'autorità della Sede Apoflolica , & mentre il Concilio è durato , da
Tutti elTere flato parlato, come fé quello hauetfe hauuto poteflà di dar legge al
Pontefice : &; però, douerfl moftrar adedo, con l'annullare, o moderare alcuno
di quei decreti, che il Pontefice non ha da riceuere, ma da dar le leggi a Con-
cili),
e ph pomù 11 Pontefice, da fé inclinato alla conferma, &indottoui anco perle perfua-
perfmjìom vi fionidiMorone, &c Simoneta, perpletfo nondimeno per le querunonie della
frifolwj Corte, & per l'uniuerfale openione de' CardinaH, volendo venir a rifolutione,
chiamò oltra li fudetti, li Cardinali della Burdiillera , 8c Amulio ,&: i princi-
pali Officiali di Camera,Cancellana3 & Rota: douepropofla la deliberatione,
li quat-
. Papa Pio IIII. L I B R O O T T A V O. 8j;
li quattro Cardinali concordi confegiiarono che il Concilio fi confermaile cu lò
alloluramentc. Il Cardinal Amulio,nelle memorie delqualc ho veduto qucfto lxiu,
negotiato , dilTe, Che Sua Santitàjcon la patienza > prudenza. Se virtù, con im-
raeni'al'pefa Tuaifatica, & diipendio di tanti Prelati,haueua veduto il fine d'una
grande,«3c difficile imprefa del congregare, indrizzare, sferrar il Concilio: gli
reftauaunamaggiorcma fenza diliicoltà,cioè,preleruar fé, &c la Sede Apofloli-
ca,& tutto l'Ordine Ecclefìaftico,di rientrare nella fl;eira,diiììcoltà,pcricoli,dif-
agi,& fpefe r^clFcr quaranta anni,che il mondo non parlauache di Concilio,
ne hauer potuto li Pontefici, con ogni opera,diucrtirlo , per la perfuafione im-
beuuta dal mondo del bifogno di quello, & che fofse per apportar frutto: fé, Cu-
bito finito,!! tratta d'emendarlo,o moderarlojouercnon confermandolo, fi la-
fcia in fofpefo,farà fatta una dichiaratione, che non è ftato proueduto in Tren-
to a quello che era necelìario , & s'afpettaua : 8c Ilibito fi metterà a campo una
altraprouifione,o per mezzo di Concili) Nationali,o per un'altro Generale: 8c
eccole mcdefmeangufticdallequalicon tanta difficoltà s'è liberata laChiefa
di Dio. Ma, approuando li Decreti]del Concilio, come una perfetta riforma,
& dandogli riputatione, 3c eireciitione in quello che farà poflìbile, una gran
parte refterà perfua(a che niente vi manchi:& non eifer cofa più utile per li tem-
pi correnti, che fpargerfama,&: nutrirla, che il Concilio habbia fatto una fan-
tajneceiraria,& perfetta riforma:non lafciando fapere, che da Cardinale alcuno
vi fia ftato poftodubio, che in quel Concilio non s'habbiaefTcguito quello,
perche fu conuocato:che,cofi facendo,rhumore del mondo a poco a poco s'ac-
quieterà, & con le difpcnfe potrà la Santità fua prouedere a' fuoiminiftri. Se
feruitori , fenza violatione de decreti del Concilio : poiché in quei medefimi
è rileruata l'autorità Apoftolica : liquali gli feruiranno per feudo a negare le di-
mande importune di quelli, che non giudicherà meriteuoli di gratie:& col
tempo pian piano le cofe,infenfibilmente, (Se fenza che il mondo fé n'accorga,
torneranno ncll' ifteiTo ftato : che altre volte anco per qucftavias'è caminato,
quando la neccflltà ha coftretto cedere a quefti humori, loliti nafcere ne' fuddi-
ti contra quei che gligoucrnano: che, quando altri facefle oppofitionc a quei
decreti, per riputatione di tante fue creature, de' fuoi Legati, & di Sua Santità
medefima,conueniua che egli glifoftenctTe: non che, tacendo tutti, efia mcde-
fìma debbia giugulargli totalmente : poiché ogni minima moderatione,emen-
datione,ouero anco dilarione a confermargli,c un colpo mortale a tutti : oltra
che,il volgo, qual fempre intende le cofe in finiftro, altro nonfaprà dire,fenon
che la Corte di Roma,& il Pontefice,non vuole riforma.
Gli Officiali di Corte, quali tutti, parlarono incontrario, rapprefentando li
danni &c pregiudicij loro,&: moftrando,come tutto ritornerebbe in lefione del-
ia Santità tua, & della Sede Apoftolica , 8c in diminutione delle entrate di quel-
la. Solo Vgo Buoncompagno, Vefcouo diBeftice,chefupoi Cardinale, perfo^
na vcrfata molto ne' negotij della CortcdiifcChe non poteua reftar di maraue-
gliarfi di tato timore,che vedeua nafcere fenza ragione: che per la conferma del
Co cilio nò fé gli daua maggior autorità di quella che gli altri Conc ili] Generali
NNNnn ij
83Ó CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IIII,
ci3 i^ haaeuano, che fi daua al Decreto, & a Decretali , dal gran numero de' quali , S>c
j,x 1 1 1. dall' aperto parlare centra li coftumi prefenn>Ì4inumerabilmentepiù prcgiudi-
ciji^lcfioniiì riceuercbbe> che da quei pochi decreti Tridentini>molco rifer-
uati nella forma del parlare : che nilluna legge ftà ndle parole, ma iiell'intelli'
genza,»3<: noninquella,che il volgo» & li Grammatici danno, ma in quella, che
l'ufo &c l'autorità conferma: le leggi non hanno altro vigore , che quanto gli
preda chi goiierna,i?c ha la cura d'elleguirle : quello conladichiaratione gU dà.
lenfojopiù ampio, o più riftretto, & anco contrario a quello, che le parole fo-
nercbbono, & tanto {arcbbereftringcre, o moderar al prefente li decreti de
Trento, quanto confermarli adelfo alfolutamentc. Se lafciarglireftrifìgerdair
ufo: ouerofarlo,condichiaratione a tempi opportuni. Conclul'e,che nonfape-
ua veder caufa, perche fi doueite porre difficoltà alcuna alla conferma» Ma bea
raccordaua, che s'ouuiatTeal prcfente agl'inconuenientischepotrcbbonona-
fcere per la temerità de' Dottori, chejquanto più ignari del gouerno , de de'bi-
fogni publicijtantopiù s'arrogano il dar' interpretatione alle leggi,c he confon-
de il gouerno: vedcrfiper il'perienza, chele leggi non fanno alcun male, non
caufano alcuna lite , fenon per li vari) fenfi datigli : che per la conftitutione di
Nicolò terzo fopra la redola di S.Francefco, materia da fé piena d'ambiguità,
mai però nafce alcun diiordine, per laprohibitione da lui fatta a' Glofatori, &
commentatori d'interpretarla. Se farà cofi proueduro a' decreti di Trento , fé
farà vietato lo fcriuere fopra quelli, farà ouuiato a gran parte dì quello che fi te-
me. Ma, fé anco la Santità fua prohibirà ogni interpretatione, anco a' giudici»
& ordinerà, che in qualonque dubitatione fi ricorri alla Sede Apoftolica per
l'interpretatione , nilTuno potrà valerfi del Concilio a pregiudicio della Corre,.
& fi potràjcon l'ufo, &conledichiarationia accommodarloa quello che farà
beneficio della Chiefa: & potrà la Santità fua > ficomehauna Congregatione»
che con gran frutto attende alle cofe dell' Inquifitione , cofi inftituirne una al-
tra fopra di quello particolare,d'interpretar il Concilio : allaquale fiano riferiti
lidubij da tutte le parti del mondo :Sc cofi facendo, diceua, io preueggo,chc
non folo per li decreti del Concilio non l'ara diminuita l'autorità della Sede
Apofl:olica,& le ragioni, &prerogatiue della Chiefa Romana, ma faranno ac-
crefciutej^ ampliate molto,fapendofi valer di quefti mezzi. Furono molli dì
aitanti da quefte ragioni , & il Papafentì la ncceiruà di venir alia conferma afio-
lata,fenza altra modificatione:&,perfuafo che folle per fucceder come il Vcfco-
uo rapprefentaua, fu rifoluto di non attendere altro incontrario : ma, pieno di
jfoeranzaéisr accoglier buoni frutti dalle litiche fatte per finir il Concilio, ri-
foluette di confermarlo, de di rifcruarafe rintcrprcrationc, & d'inftituire la.
Congregatione,couformc al raccordo del Vefcouo di BvlT:icc:&,conferiroque-
, fto co' Cardinali aparte,rifoluè di venirne all'effetto.
è lo fa di va' Pcrilche addì ventifei Gennaro,MDrone,& Simonetajin Conciftorcnarra-
£*Mr' to il tenore del decreto fatto nell' ultima Sefiìone, che da loro folle richieita la
cófcrma,dimadarono che Sua Satira il degnalfe cófcrmar tutto quello, che, fot*-
to Paolo, GiuUo,(3claSàcicàfuaaerallatoin quelCócilio decietato,& definito^
11 Pon-
Papa Pio mi. LIBRO OTTAVO. 857
Il Pontefice,fatto legger prima il ropradettodecreto,mandòatf omo li votidc' cio iD
Cardinali.FuiQiio conformijche il Concilio folFc confermato, eccetto li Cai- ixiiii.
dinali S.Clemente,& Aleirandrinoj liqiiali dilfero in quel Concilio eireie ftata
data troppa autorità a' Vefcoui , oi. ellcr necelfario raoderaila j ìk all'hora far'
eccettionc di quei capi, che rallatgauano troppo , liquali già erano notati. Il
Papaconclufe in fincelTer bene confermargli tutti,fcnza eccctfione,&coli fe-
ce in parole nel Conciftoro,confermandogli , de commandando che da tutti li
fedehfoireroriceuuti,& inuiolabilmenteoileruati : ì<cpublicò quelmedefur-o
giorno una Bolla,rottofcritta da'Cardinali tutti,nellaqualc,narrate le caufc del-
la c6uocatione,&: il piogreiVojCon gl'impcdimentbòc diificohàjdi tepo in tépo
attrauerfati , Se la diligenza Tua in fauorir la libertà di qucllo,co:icedendot^li
anco arbitrio libero fopra le cole riieruate alla Sede Apoftoiica,iingratiòDio>
che con intiero confenfofcghfoire impoftofine:pmlche,iiccrcato della con-
fcrma,pcr nome della Sinodojconofcendo li decreti eiTer tutti Catolici,& utili
al popolo Chriftiano,gli ha confermati in Concirtoro,^ gli conferma in quel-
la (crittura , commandando a tutti li Prelati di fargli ollviuarejt^c cfTortando
rimpcratore,Rè,Republichc5& Prencipi ad alTiftere,per ©(feruanza di quei de-
cretijdi fauore a Prclati:non permettere, ma onninamente prohibire a' popoli
loro,il riceuer le opinioni contrarie alla dottrina di quel Coneilio:&,per fuo^^ir
laconfufìoncprohibìad ogniconditionedi perione,coli Chiericijcome Laici,
il fargli fopra commentari}, glofe, annotationi,o fcolij,ne interpretatione di
qual h voglia iorceine meno far ftatutodi forte alcuna, ancora lotto prctefto di
maggior cGrroboratione>o eiTecutione de' Dccrcti:ma,eirendoui bifogno d'in-
terpretatione d'alcun luogo o(curo,o di qualche decifionc, andatfero alla Sede
Apoftolica:percheegli firiferuauail dichiaratele diificoltà,o controueriìe,co-
Hie ancola Sinodo haueua già decretato.
Andò in ftampajinfieme co' Decreti delConcilio,rAttoConcilì:orialedel- &'"'^^ f^pre
la conferma,& la BoUailequali cofe diedero da parlare, apparendo dal tenor di Vfp "^[^
quelle,che li Decreti non haueifero vigore,come ftatuiti dal Concilio, ma folo
perla confermationeronde lì diceua,che uno haueua veduto la caufa, Se l'altro
fatto la (entenza: ne poter/tdircehe il Pontefice hauellè prima veduto li decre-
ti che confermatigli,poiche dall' atto ConciftoFÌaleappariua,nonhauer vedu-
to feuon il Decreto di chieder la conferma: che almeno in Trento s'erano fatti
legger li decreti fatti fotto Paolo5&: Giulio,che più conueniua che fclfero con-
fermati da chi gli haueua uditi, che da chi non haueua intefo. Alche da altri
veniua rifpofto,none(rcrui ftato bifogno che il Pontefice gli vcdelfe , non
dfcndo ftata fatta in Trentocofa,fenoa deliberata pruna da lui. Per molti Con-
ciftorifeguenti parlò il Pontefice,perol!èiuatione de' Decreti del Concilio:dif-
fe,che cglifteirovoleuacireruargli,fc ben non era obIigato:diede parola di non
derogarne mai,renon per euidente & urgente caufa; & con confcnfo de'Cardi-
Dali.Dicde la cura a Morone^Sc SiiTioneta,di ftar' attentile in Conciftoro folfe
propoftojO trattato cofa alcuna contraria,tScauuertirnelo: rimedio moholic-
lie,per ouuiare l^tranlgreflìoniiperche delie conccifioni,che fi fanno in Roma»
NNNnn vì\
838 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IIIi;
e 13 i>5 una centefima parte non fi fpedifcein Conciftoro.Mandòli VefcouiallaRefi-
LXiv. denza3& ordinò di valerli, nel gouerno della città di Roma, & delio flato Ec-
clcdafticojdeir opera de' Protonotarij,& Refercndarij.Majfe bene il Pontefice,
per il iìue del Concilio fulibcrato dalla gran moleftia che fentiua , reftarono
però reliquie in tutti li Regni,che portauano nuoue difficoltà.
d'ifgnfli di Di Spagna s'hebbe auifojche il Rè haucua ientito con diipiacere, 6c rifenti-
Sf^agnaper li niento,il fine del Concilio}& che haucua deliberato dicongregar inanziafeli
dicnth Vefcoui,&: Agenti del CJero ài SpagH2,pcr trouar modo come fi doueii^ efTe-
guire. Et non fu l'auifo falfojperche non folamente tutto quello che fi fece ili
Spagna nelriceuerc&eireguir li Decreti del Concilio in queir anno>partela
primauera, & parte l'autunnojfu per ordine, & deliberatione prela nel Regio
Confegliojma alle Sinodi,chefi fecero,inandò anco il Rè fuoi Prefidenti , fa-
cendo propone! quello che a lui piacque,&: checompliuaper le cofe lue; con
molto difgufto del Pontefìcejalquale difpiaceuajche il Rè s'aflumeire tanto fo-
pra le cofe Ecclefiafticherdel che però non fece alcuna dimoilratione co'mini-
flrl di queFlo , per il diilègno che haueua di valerfi di ciò in altra opportunità
dami diiregnatajdellaquale al fuo luogo fi dirà.
ti in Franàa In Francia,hauendo il Prefidente Ferricr,mentre flette in Venetia , fatto of-
vkmaggion: ferua&ioni fopra i Decreti delle due ultime Seflioni,celebrate dopo il partir fuo,
Se mandatole alla Corte, il Cardinal di Lorena al fuo arriuo hebbe molti alPai-
tij&riprenfioni,come quello , che haueua aifentito a cofepi'egiudicialial Re-
gno. Diceuano,che con le parole del primo capo di riforma della penultima
Seilione , dicendofi che il Papa ha la cura della Chiefa uniuerfale, in Latino.
SoUt^itndinem VniuerfA £rc/r^'/*,haueua ceduto il ponto, che egli, & tutti li Ve-
fcoui Francefi,haueuano tanto tempo combattuto,&; f uperato j accio non fof-
fé pregiudicato all' openione di Francia della iuperiorità del Concilio al Papa,
Che egli hauercbbe potutccon una minima parola,rimediar' a quefto, con far
dire,comc San Paolo dilfc , follicitudine di tutte le Chiefe : che nilfuno hauc-
rebbe negato quel modo di parlare,che San Paolo ufòroltra che, s'era fatto pre-
giudicioallamedcfima openione della fuperiorità del Concilio col ventuno
capo dell'ultima Sc(Iione,faluandoin tutti li Decreti l'autorità della Sede A-
poflolica \ 5c con l'ultimo DecretOsdi dimandar la conferma al Papa. Se gli op-
poneuaancojche, hauendo contraftato il Rè, de tutta la Chiefa Gallicana, ac-
cio quello foife indittione d'un nuouo Concilio , «!k: non continuatione 5 non-
dimeno s'era dichiarata continuatione, >!<c tutt' un Concilio con quello di Pao-
lo, & Giulio, nel fudetto capo ventuno, <Sc nel Decreto di rilegger le cofeila-
tuite fotto quei Ponteficiicon che s'era ceduto vilmente a tutto quello che dai
Rè era flato f'oftenuto due anni. Di più diceuano,che l'haucr approuato le co-
fe fatte fotto Giulio,era con dishonore,& pregiudicio della protcflatione fatta
in quel tempo dòti Rè Henrico fecondo. Ma,fopra tutro,riprendeuanojche,ef-
fendofi fatta fotto Paolo , & Giulio, tempre honorata mentione fpeciale del
Rè Francefco primo ,&:delRè Henrico fecondo,inficme con Carlo quinto,il
Cardinale non haueffe operato che de'medefimifi faccirc memoria nelle ac-
clama-
PapaPioIIII. libro ottavo. 859 _
clamationi , quando fi fece dell' iftcìro Carlo, & nominando l'Imperatore vi- ci 3 > i3
iience/econdo quegli eirempijjnonhauelle fatto nominar il Redi Francia. Le LXiv.
altre cole il Cardinale fcufaua , con dire > di non hauer potuto, con Tei Prelati,
che erano in compagnia Tua (olamente , impedir il confenfo di più di dugento.
Ma di quella ultHTia oppofitionc non ilpoteua tcufare, febendiccua^checra
perconfcruarlapace tra li due Regni, ellendogli replicato, chepoteuaben la-
fciar' il carico di far l'intonationc ad altri, &: non eller egli l'autore di quel pre-
giudicio ; 8c coli fi vede,chc fpedc volte gli huomini vani,doue credono acqui-
llar riputatione a minuto,la perdono in grollo.
Ma li Confeglicri di Parlamento ritrouarono ben molte altre cofe , che op-
poncr a' capi di riforma in quelle due SclTioni publicati,doue l'autorità Ecclc-
lìaftica diceuano elfere ftata allargata fuori de' termini,con intacco,&: diminu-
tione della temporale, condara'Velcouiporeftà di procedere a pene pecunia-
ric,& a prefedi corpo centrali Laici. PcrchedaChrifto a' Miniftrifuoi niifu-
na autorità era ftata data, fenonpura tScmerafpirituale: che dopo, elTendo il
clero fatto membro, & parte della politia, liPrencipi concefièro pergratiaa'
Vcfcoui di punir con'pcne temporali li Cliierici inferiori , accio folle olferua-
ta traloro la difciplina: ma di poter' ufar tal forte dipene contra i Laici, non
l'haueuano ne per legge diuiiiijne humana,anzi per fola ufurpatione. Et che
nel capo del duello fi pretende di proceder contra Imperatore,Rè,& altri fopra-
ni,che lo concedono nelle lor terre j &queftofottopenadiScommunicaj te-
nendo effi, che in alcuni cafiilpermettcr duello non fia male :ficome anco il
permettere il meretricio, & altri dclitti,che, fé ben mali, per publica utilità, a
fine d'euitarne maggiori , non è male permettergli : Se quefta poteftà , che è na-
turale,&data da Dio a' Prencipi,non può, per alcuna poteftà humana,eirer Ie-
llata, o riftretta. Lo fcommunicar' anco Rè,&: Prencipi fupremi,lo ftimauano
intolerabile,hauendo eiH per maffimaconftante in Francia, che il Re nonpofli
efijbr fcommunicato,nc gli ufHciali Regijjper quel che tocca all' elFecutione del
lor carico. Aggiotìgeuano apprelTojcheilpriuarli Prencipi deghftati,& gli al-
tri Signori de' feudi , & a' priuati confifcare beni , erano tutte ufurpationi dell'
autorità temporale,noneftendendofi l'autorità j data da Chrifto alla Chiefa j^
cofe di quefta natura.
In quello che a' lulpatronati appartiene, diccuano,gran torto efier ftatcrfat-
to a' fecolari,in difficoltargli le prouei & tutto quel capo clferfaadató fopra u-
na falfa i^afiìma, che tutcì li Benefici] fiano liberi, fcnon fi proua il patronato.
Perche è certo incontrario,chc le Ghiefe non hanno beni temporali, fenon da-
ti da' lecolari , liquali non fi debbe prefupponere che gli habbiano voluti con-
cedere, fi , che potelTero cficr maneggiati, & diffipati ad arbitrio degli Ecclefia-
ftici 5 onde, dal (uo principio ogni Beneficio era paQ-onato , Se fi donerebbe
prefupponer tale ; eccetto, doue fi potelFe moftrardonationeairoluta,concel-
fione totale della patronia : & ficome la communità , ouero il Prencipe , fucce-
dono a chi non ha altro herede j cofistutti li Beneficij,che non fono de iure Ta,~
tronatm d'alcunoj douerebbono eifer fotte la patronia publica. Alcuni anco.
840 CONCILIO DI TRENTO PapaPioIIIL
ci^ i^ d'elfi fi rideuaiio di quella forma di pai:lare,che li Benefici) patronati/olfero in
Lxiin. reruicù, & gli altri liberi: quafiche,nonfia chiara feruitù TelTer fotto la difpofi-
rione della Coree Romana,laquale gli maneggia contra l'inflitutione , & fon-
datione;&: nonfottolapatroniade' Secolari,chegliconferuano. Olerà lacen-
fiua d'alcuni decreciperla fudetta caufa,aggiongeuano , che altri erano contra
le confiietudini,& immunità della Chiefa GaUicanajla riferuatione delle caufe
criminali' grauijContraliVefcouijalla cognitionedelfolo Pontefice,diceuano
leuar la facoltà a' Concili) Prouinciali,& Nationali,che Tempre in ogni cafo le
hauenano giudicatore con grauar' eflì Vefcoui, tirandogli a litigar fuori del
RegnoiContra,non folo il coftume di Francia , ma anco gli antichi Canoni de*
Concili) > che hanno voluto Tempre eirergiudicate,&: terminate le caufe nelle
proprie regioni.AggiongeuanOjcirer contra la giuftitia, & l'ufo di Francia,chc
liBeneficij potclTero elfer granati di penfioni,o riferuationi di frutti,come obli-
quamente era ftato detcrminato.Parimente,non elfer tolerabile,che le caufe di
prima inft:anza,dal Papa potelferoeirerleuate fuori del Regno: perche ciò lena
un antichifiTmìo ufo , confermato con molte conftitutioni Regie: ne poterfi
giuftificare per l'eccettione d'urgente & ragioneuol caufa , hauendo moftrato
l'etperienza di tutti li tempijche con quel pretefto fi leuano le caufe tutte:& chi
vuole difputarcfela caufa fia urgente o ragioncuole,entra in doppia fpefa,ac
difficoltà, conuenendcgli litigar in Roma,non folo la caufa principale,ma an-
co queir articolo. Non approuauano in modo alcuno » che fofie concefib a*
Mendicanti il poflederbeni {l:abili,& diceuano , che, efiendo flati riceuuti in
Francia con quell' inftitutioncnon era giufto che follerò mantenuti, fenon in
quel medefimo ftato : chequefto è un perpetuo artificio della Corte Ro-
mana, di leuar di manolibenia Secolari, & tirargli nel Clero $ & poi anco
a Roma, facendo prima , che , col pretefto di voto di ponertà , li Monachi
acquiftino credito, come che non mirino a nilfuna cola teinporale , ma tut-
to facciano per carità,aferuitio del popolo :dopoi,acquiftato il credito, la
Corte gli dilpenfa dal voto,onde facilmente arricchifcono}&:,fatti ben opu-
lenti li Monafteri), fi mandano in Commenda, & finalmente tutto cola nella
Corte. A quefto era aggiontal'eflbrtatione , che nel duodecimo capo è fatta a
tutti li fedelijdi voler largamente fouuenire a Vefcoui , &c Parochi, de' propri)
beni: buona eflbrtatione, quando feruilTcro al popolo in quello che douereb-
bono,& ne haueirero bifogno : cofi eifer l'elFortatione di S. Paolo , Che chi è
inftrutto nelle cofe della fede , faccia partede'benifuoia chil'inftruifce : ma,
quando chi pòrta il nome di Paftore, attende ad ogni altra cofa, che ad inftrui-
re il popolo , l'eifortatione non elfer opportuiia ; &c tanto più, quanto che, pei
li tempi pattati, i beni Ecclefiaftici etano per alimento de' poueri,& perrifcuo-
ter fchiaui ; perilche,non folo fi vendeuano libeni ftabili,ma gli ornamenti an-
co della Chiefa, &:livafi facri : ma in quegli ultimi tempi hauerfiprohibito il
poterlo più fare,fenza il PapaJlche ha arricchito il Clero in immenfo. Già nel-
la legge Mofaica Iddio a' Leuiti,che erano la decimaterza parrc del popolo,ha-
uer conceiro la decima » con prohibitione però di poter' acquiftar' altro di più,
Mail
S^9^
CI3 13
Papa Pio mi. LIBRO OTTAVO.
Ma il Clerojche no è la cinquancefìraa paitchauer' Iioramai acquiflaccnon una de-
cimajiiia una quatta parte j &tuttauia andar' acquilì:aclo,c6 ufarcanco perciò moki lxihi.
arrificij.GiàMoifchauendo inuitato il popolo ad offerir per la fabrica del Taberna-
colo,quando fu offerto tanto che ballaua, hauer daparte di Dio prohibito che non fi
offerilie più : ma qui non tuouarii terminejlcnon quando haucrano acquiftato tutto,
fc gli huomini cótinuerano nei letargo.Elfcr vcro,chc vi fono de' Preci , c\: Reli<Jio/i
pouerimia'quefto auuenire,perche vene fono di eccedìuamcntc ricchi: un compar-
cimento uguale gli farebbe abondantemente ricchi tutti. Et pur finalmente, lafciate
tutte queftc co(ì cuidenti colldcrationijquado il Concilio ellbrtalìe il popolo a fou-
uenirliVefcoui>& Parochipoueri,nellclor necellìtà,hauercbbedel tolerabileuna il
dire>difouuenirgli,accio poflino loftener ladcgnitàjche nóvuolediralcrojcheilfa-
fto,& il lujfojnon cifer' ahro,chc un' hauer perfo a fatto la vergogna. Vero e, che in
cambio s'è fatto un decreto nel decimo ottano capo,a fauor del popolo,che le difpé-
fefianodate gratuitamentc:ma,poichecirendo commandato da Chrifto,non fé n'e-
ra potuto veder l'olferuationcnó vi era fpcranza che quello decreto doueife far mao--
gior frutto.
LcqualicofeefTendooppoftc al Cardinale di Lorena, imputadogli chele hauelTe Loremèln'*^
autorizate conia fuaprelenza,contra l'efprclfo commandamento fattogli dal Rè per c»^i"fti>t
letterede'vétottoAgofto,dcllequalidifopra il è parlatogli Cardinale Ci defendeua co
una loia parola,dicendo,Che nella Congregatione de' dieci Nouembre,leggédofili
Decreti, per publicare nella Icffione degli undici erano ftateriferuate le ragioni, &
autorità del Rè di Fracia,(S>: li priuilcgij della Chieia Gallicana. Alche replicaua Mo-
fignor Paure Pibracche da lui, ik dal Collega, era (lata ulata ogni diligenza per ha-
uc-r copia di quelDccreto,ne mail'haueuanopotuto hauere:& che tanto era ne' ne-
gotij humani,nonapparire,quantononeirere: olerà che,quellononferuirebbe nie-
teallecofepublicace nell' ultnnaScflìone. Ma qucllo,cheridiccuanc'conIeglidel ^.j(*^"i^ '^ C""-
Rè,& del Parlamento , in materia del Concilio,ii può du- che niente toifcrifpetto a *
quello,che,có libertà Francelc>liVelcoui,&Theologi^ ancohfeiuidoriloro,nar-
lauano a ciafcuno,có ognioccafionc, con forme dcriloric5& contétioni fra li Padri,
le prattiche5& gl'interellbcon che le cofc della riformatione furono trattate : & più
parlauano li più famigliari del Cardinale di Lorena: &pafsò per maniera di prouer-
DÌo in Francia,che il Concilio moderno era di maggiore autorità , che il celebrato
dagli Apoftoli ; eifendo ballato a quello , per fondamento de' Decreti,che coli foife
parfo a loro,fenzachc vi haueifeparte lo Spirito Santo-
Ma in Germania,li Decreti dniforma non veniuano inconfiderationcalcuna,nc edlnGa-ma-:
apprcifo a Proteftanti,ne appreifo a' Catolici.Da' Proteftanti,la materia di fede Cola, ma cj^rc:^^
era ciTaminata.DiceuanOjC he l'hauer detto già una fola parola,incidentemcnte par- totcìnfuratOf
landò della Meira,che ella giouaua a' morti,laqual può anco riceuer vari) fenfi,5c nel
Decreto del Purgatorio portarla come una dehnitione d'Articolo formato, non era
cofa folita vfarfi ne'Concilij,& maflìme in quefl:o,doue le materie erano Iminuccia-
te,&: fatti Articoli di fede d'ogni qucftione,che fi può promouer in qual fi voglia ma-
teria. Majil commandar a' Vefcoui,di far' infegnar la dottrina fina del Purgatorio,
fenza dichiarare qual fiaquellaomoftrar bene, cheli Padri haueaanograa hctcti dì
partir da Trento ; CJc hauer moftrato maggior fletta nella materia de Santi, hauendo
OOOoo
840 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IIIL
""ci^"!^ codannato imdiciArticoli tuct'in un fiaco5& in un pcriodcfenza dichiai'arc che for-
txili. te di danatione,o comedi hcreiìa>oper quai' altra qualità: &,dopo un longo dilcor-
io delle Imaginijhauer' anathematizato chi parla in contrario di quei Decreti, fenza
lafciarfi intendere, quali compréda (otto qucirAnathema,ogrinimcdiate precedé-
tijchc delie Imagmi parlano,© pur gli altri (oprafcritti. Majdelle Indulgentie,piii di
tutte le altre cofcera ragionato,che quelle diedero occalione allaprefente diuiiìone
traChriftiani ? e per quelle principalmente era ftato congregato il Concilio, & in
quella materia non vi è parte alcuna,che non fra controueria,& incerta,anco appref
[o li Scolatici : 3c tuttauia la Sinodo habbia pairato,renza dirne parola , Se fenza di-
chiarar' alcuna delle cole dubie,&: cótrouerle.Et per quello,che tocca al rimedio de-
gli abufi, haucr parlato in termini ambigui, che non iafciano intéder quello , che ila
neapprouato,nereprouato;mentre diccdefiderareunamoderationclecòdolavec.^
chia cófuetudine approuata nella Chiefa : imperoche, è cofa certa, & che non (ì puo^
nafconderejchc nella Chiefa Orientale di qualonque natione Chriiliana,neper Ji
tépi p.Tirati,ne per li poReriori,vi fu alcuno ufo di Indulgétie di forte vertma: &c nell'
Occidentalcfe per vecchia cóiuetudine s'ha da intendere quella,che fi olleruò inazi
Vrbanofecondo,fmoal M.xcv-non fi fapràdire,ne portar fede alcuna d'Indulgeze
ufate.Etjfe da quel rempo,(ìno all' anno m.ccc. fi vedrà l'ufo molto parco, & fola-
mente per la liberatione delle pene impofte dal Confcllore. Dopo ilqual tépo fi vede
dal Concilio Viennenfe gli abufi che s'introduceuano, liquali lino a Leone decima
crebbero in immenfo:ondc,defiderado la Sinodo veder reftituita la vecchia confue-
tudine , approuata nella Chiefa,era necelTario dichiarare in qual Chiefa, & in qual
tépo.Ma,quelle parolc,che,con la troppa facilità nella conceflione delle Indulgéze,
è fneruata la difciplina Ecclciiailica,diceuano>eirer' una efpreiTa cófeflìone, che non
pertengano allaconfcicnza,ne liberano da cofa alcuna apprelfo Dio, ma toccano il
folo efternojche è la difciplina Ecclcfiaftica. Della diiferenza de' cibi, de de' digiuni,^
diceuano,cheilcommendargli era cola buona, ma non era deciib quello, di che il
mondo s'eratanto iamcntato,cioè,che fi pretendclTe obligo di confcienza.I Prenci-
cipi però di Germania Proteftanti,di quefto Concilio no tennero conto alcunorfola
alcuni Miniftri della Confe{IìoneAugu{l:ana,pochi anco in numero, mandarono in
pablico una proteftationc , dcUaquale fu fatta poca ftima. iCatoHci, a' dogmi del
Pur'7atorioj6c delle Indulgenze , non pcnfauano : iolo erano intenti ad impetrare la
Gommunione del Caliccil Matrimonio de' Preti,& la relaifatione della moltiplici-
tà de' Precetti <^^ ture poflttnOiìnionio a digiuni,felì:e,& altre tali cofc.
Ceftini « ^^- A'qualiper dar iodis£utione,l'Imperatore,& ilDucadi Bauiera, fecero inftanza
ukra doman- appreiloil Pontefice. Scriife l'Imperatore lettere alia Santità fua, fotto il quattor-
iano il Calice, ^j j^-j Febbraro,con dire,Ghe,durante il Concilio,s'era atfaticato per ottenere la Con-
tlmatrìmmo ^.^[([q^-^q ^q\ Calice,non per iiitereflì priuati,ne per fcropoli di cofcienza che egli ha-
^ ^*'"'* uefTe : ma, perche credette , & tuttauia credeua , che folfe necelTaria per ridurre alla
Chiefa li iiiiati. Che tolerò all'hora gl'impedimenti frapofti, per trattarne co'
Principali Prelati , & Prencipi dell' Imperio 3 co' quali hauendo conferito , fé
fofle ifpediente far' altra inftanza per la medefìma richiefta , eflì lodarono che
ne trattafle di nuouo con fua Santità. Perilche , raccordandoli quello , che i
Cru;diiiali. Morone 6c Lorena, gli havieuano. fatto dire, <3c gli era confermato dal
Vefcouo-
Papa Pio IIII. LIBRO OTTAVO. €41
Vefcouodi Licfina Noncicpcrnome di SuaS^ntitàjnon voleaa differir più a dima-
dargli la gracia>rcnza replicar più le graiiiriime canfcche lo confcringeuano , inftan-
do che vogli aiucar la Natione Germanica , allaqiiale ratti li Cattolici prudenti giu-
dicano che la concefljoue farà di gran beneiicio:aggiongendo,che, per conferuar le
reliquie della religione nell' Imperio, & per eftirpar le hcrefìe, apporterà gran mo-
mento il concedere,che qvieiSacerdoti,che,per marirarfisfono {eparati,po(lìno clFer
riconciliaci, ritenute le mogli: & che all' auuenire, doue non vi fono Preti a (uifi-
cienzajfuno ammeffi al (acerdotio maritati dibuona vita,& fama:di che lo pregaua
per nome proprio,& del Duca di Bauiera,ruogenero:acccrtandolojche farebbe cofa
degnadella pietà lua,& aluigratiflìma.
Le lettere del Duca di Bauicracontcneuano,Che,haiiendo più volte mandato alia
Santità dia, eiponendoil milerabil (lato della Germania nelle cofe della Religionej S
fperauadinon haucreade/ìderar longaméte la medie ina,laquale nonvedédo porta ^
fino all' hora , egli,iniìeme con la Maeftà Cefarea,& gli Elettori Ecclefiaftici, lapre-
gaua di concedere all' Arciuefcouo di Salzburg, di poter difpeniar li Preti Cattolici}
a miniftraril Calice a' confe(ri,& contriti,«ScchecredonoglialtriArticolidellaRe-
ligione : laqual conceflìone fatisfarebbe a fudditi Tuoi ,^habitanti nello ftato,& anco
a quelli , che efcono fuori del fuo dominio , per cercar chi glielo miniftri : che egli
(empre fi contenterà d'una fpecie,ne mai sforzerà all' ufo del Calice quelli, che fi cò-
tenteranno,comelui,della fola ipecie del pane : per liquali non dimanda niente, ma
ben gli'parcche non Ila inconucniente al Vicario di Chrifto,hauer mifericordia an-
co degli altri. Pregò ancora Sua Santità,che,almeno per qualche tempo, concedef-
fé che fi potelTero riconciliar alla Chiefa li Sacerdoti maritati , ritenendo le lor mo-
gliì&c ordinar anco de' maritati.
A quelle lettere era aggionta vna rcmoftraza,o collderationccompofta da' Theo- <« c^e ea^mn^
iogiCatolici di Germania,nellaquale il diceua,Elfer cofa chiara,Ghe la Scrittura dcH'^""'^ ''""''-
Nuouo,&:VecchioTeftamento,permettelemodia' Sacerdoti:perche eli Apoftoii,-^'''?^^ ^"Ì
eccettuatitorlepochi,mronomaritati:nelitroua,cheChrifto,dopolavocatione,glip(;uo;
habbia fatto feparar dalle mogli. Che nella Chiefa Primitiua,cofl Orientale, come
Occidctalcli Matrimoni) de'Sacerdoti furono liberi,&lcciti,fìno a PapaCaliiloxhe
le leggi ciuili no condànano ilmatrimonio deChierici. {E(fer' anco certo,che il Celi-
bato nel Clero e migliorc&r più defidcrabile:ma per la fragihtà della natura,& perla
difficoltà del feruar la continenza, pochi il trouano che nò fentino li (limoli carnali
Però narra Eufebiojche Dionifio di Corintho ammonì Quinto, Vefcouojche tenedè
cóto della debolezza della maggior parte , & no poiieife il pefo del Celibato iopra li
frateUi.EtPafnutio,nelCócilio Niceno,dicendo,che l'ufo della propria mogHe era
caftit.ijpcrfuafe il Cócilio a no imporre legge ài Celibato.Et la feda Sinodo C óilan-
tinopolitana no prohibì l'ufo delle mogli, fenon nel tempo che haucuano ad offerir'
facrificio. Che Te mai vi fu caufa dipermetter a' Chierici il matrimonio, era in quel;
fecolo.Che di cinquata Sacerdoti Catolici,a pena fé ne rroua unojche no lia notorio-
fornicario.Che non folo li Sacerdoti defìderano il matrimoMÌo,ma li Secolari anco^
ra,per no veder quella bruttezza di vita:& li Patroni, delle Chiefe nò vogliono dar li
Beneficijjfenó a' maritati.Chc vi è gra macamento di Miniftrijper la fola prohibitio"
ne del matrimonio.Che la Chiefa,altre volte,per quella fteifa caufa, ha rilafciato Li-
feuerità-de' Canoni.Che il Pòcefice cófeimò. un Vekouo in Saragozza^cò mo^ic;.&-
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842 CONCILIO DI TRENTO Papa Pio IIII.
~i3 13 tìgliuoli:5c un Diacono bigamo; &cómircilSaci-amécodcllaC6fermatione afem-
LXiiii. pd;ciPiT.n,inmancameco di Vefcouotpeiilcheja moiri Catolici>S<:giàj(3c air horajpa-
i-sLia meglio dirpélar laleggc dellacócinenza,che,colncenerla,apnr la fineftra ad un
ii-nmoiidiilìmoCclibatOjlarciàdo in libertà il maaimonio: maflìmcche il Cardinal
Panormitano tiene che il Celibato non fia di fuilaza dell' Ordine, ne de ture Dmno>
èc che farebbe per la faUite delle anime co cedere il matrimoniojiSc elTeruene eflempii
della Chiela Vecchia nel Cócilio Ancirano,&di Adam,& Eiipfìchio CelariércPrc-
ti.Eirei-coraccrta,chc il Papapuodirpenrar,quanco a Sacerdoti Secolaririlchealcu-
lai anco ellédonoa'Regolari.Cheparegràd' airordÌLà>:jò admetter Chierici airimo-
gliati,<3c tolerar li foraicarij: &c il voler rimuover ambi doi,clTer un voler reftarfenza
Miniftrit&TjVolendo aftcingergli al voto di caftitàjnonbifognerebbe ordinare fenon
vecchi.Nó eifer buona ragione>ritener co' denti il Celibato,per conferuarlibeniEc-
cleiìallicirnon eifendo giultojper beniteporali,far tata iattura delle anime. Oltre che,
vi fi potrebbe prouedere per altra maniera: che (e quello G. faccire, farebbe efpullb
dalla Chiefa il concubinato,&: leuato lo fcandalo,che orTende molti.
fopra Uqmle Attefe queftc rimoftraze,ilPótcilce eradi parere dicogregar inRonuhuominipij,
U Parafa con- ^ letteraci,di tuttc le nationi per trattar qucfto punto con macurità,& già ne haueua
fultare a J{o- pillato con gli Ambafciatori appreifo fé relidentL Ma dal Cardinal Simoneta fu
^*' dilìaafo: ilqual raccordò,che quella farebbe vnafpecie di Concilio: defedi Francia,
Spagna,»^ Germania,5>: d'altroucfollero venuti,hauerebbono portato intelligenze,
& inftcuttioni di PrencipiiSc per li rifpetti di quelli fi farebbono gouernati,& hauc-
rebbono parlato: 3c quando la Santità fua haucife voluto disfariì di loro, & licétiar-
gli,nonhauercbbe potuto farlo a faò beneplacito: che fé non haueife feguito il parer
loro/arcbbe ftato con difgudo de' Prencipi. Raccordalfellle moleftie,foftenute per
caufadel Concilio9& non h raettctre in iìmili pericoli. Approuò il Papa quello con-
feglioper lincerò, futile: apollo da canto ilpenfierodi ridur per quello pcrfone
d'altroue, deputò fopra ciò dicenoue Cardinali, a' quah ordinò che diligentemente .
eilaminairero la fcnttura venuta di Germania.
aerea Càrdi- Addi dodici Marzo fece il Pontehce promotione di dicenoue Cardinali, per fine
fittlifmì bene- principale di rimeritar quelli,che in Cócilio s'erano adoperati virtuofamcte,& maf-
tMrinPttUth jjj^j, jj^ feruitio delia Sede Apoftolica, nellaquale fu rifoluto di no cóprendere alcu-
iio di quelli,che tennero la Refidéza,o l'Infricutione de' Vefcoui,eircr de iure DmmOi
co tuttoché del rimanente hauelfero le qualità,che,fcc6doilcoftume,lo meritaua-
no:6c non li guardò di fcoprir quella fua meteco ogni forte di pcrfona, in qualóquc
occaiìone.Creò Marco Antonio Coloaa,Arciuefcouo di Tarato:Aluife Pifani, Vef-
couo di Padoa:Marco Antonio Boba,Vefcouo di Aofta: Vgo Buoncompagno,Vef'
£ouo di Be{lice:Alefsadro Sforza, Vefcouo ài Parma:SimonPafqua,Vefcouodi Ser-
zana:Carlo Vifconcc,Vefcouo di Vintimiglia:Francefco Abodio, Vefcouo di Bobio:
Guido Ferrici-, Vefcouo di Vercelli:Giouanni Francefco Commendone Vefcouo dej
Zante: Gabriel Paleoto, Auditor di Rota:che tutti s'erano affaticati nel Concilio in
feruitio fedele di Sua Santità. A quelli aggióle Zacaria Delfino, Velcouo ài Liefena;
che, Noncioall Imperatore, non s'affaticò manco, per metter 6ne al Concilio j di
quello che gli altri haueuano fatto in Trento.
IL FINE.
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